Capitolo
2 – Vuoi tornare dentro?
L’aria fuori era fredda ma
piacevole, soprattutto rispetto al calore sudaticcio dell’interno del locale. Mickey
si poggiò a un muro e fece per tirare fuori il pacchetto di sigarette, ma Ian
lo fermò mentre si sistemava al suo fianco –Ho dell’erba, se vuoi. Me l’ha
regalata Lip a Natale e me n’è rimasta un po’.-
Mickey annuì, riponendo il
pacchetto, e Ian lasciò che fosse lui a girare la canna. Quando fu pronta
Mickey la accese con il suo accendino e diede solo un tiro, prima di passarla
al rosso. Fecero un paio di tiri in silenzio prima che Mickey si rendesse conto
di un particolare che fino a quel momento gli era sfuggito –Dove cazzo è mia
sorella?-
-Come?-
-Mandy. Ha detto che sarebbe
stata a casa tua.- chiarì, allarmato. Mickey se ne fregava di chiunque, non gli
interessava di cosa succedeva a suo padre o ai suoi fratelli, ma Mandy era
un’eccezione.
-Oh… sì. Infatti è a casa mia.
Lei ha…- Ian esitò –Non dare di matto, ma ha un qualcosa con Lip da un po’ di tempo. Non so se stanno proprio
insieme.-
Mickey prese la canna e inspirò
–Beh, va bene. Lip è una specie di genio, giusto?- domandò –Se andavi bene tu,
immagino vada bene anche Lip. E se non manderanno tutto a puttane, magari la
porterà via dal nostro quartiere di merda.-
-Ehi, avrei potuto farlo anche io
questo.-
-Sì, certo.- lo sbeffeggiò Mickey
–E come, lavorando in un supermercato di merda?-
-Andrò a West Point. Entrerò nell’esercito
appena avrò l’età.- spiegò Ian. Non sapeva per quale motivo voleva che Mickey
pensasse bene di lui, eppure non riuscì a fare a meno di dirlo. In qualche
modo, sentiva di volerlo impressionare.
-Nell’esercito?- domandò l’altro
–Se vuoi finire con un proiettile nel culo basta che resti nel Southside.-
Nonostante avesse appena sfottuto
le sue speranze per il futuro, Ian si trovò a ridacchiare –Già, beh. Almeno
sarò lontano.-
Rimasero in silenzio ancora per
un po’, poi Ian riavviò la conversazione –Ti sei fatto qualcuno?-
-Stasera?-
-No, del nostro quartiere.
Stasera sei stato sempre al bancone, ti ho visto.-
Mickey si mosse sul posto, a
disagio nel sapere che mentre Ian era impegnato con tutti quegli uomini aveva
trovato anche il tempo di osservarlo –No. Ho sempre trovato ragazzi fuori, non
voglio finire con un buco in testa. Tu?-
-Qualcuno.- annuì Ian.
-Oh, andiamo Gallagher, fuori i
fottuti nomi. Posso farci un giro anche io, se mi dici chi sono.-
Ian rise –Ho scopato Kash per un
po’.-
Mickey sbarrò gli occhi –Kash del
Kash & Grab?- domandò e, quando Ian annuì, ghignò
scuotendo la testa –Cristo Gallagher. Che cazzo di problema hai con gli uomini
vecchi?- quasi si ritrovò a sorridere quando tutto ciò che Ian fece più ridere
più forte –Beh, sono stato anche con qualcuno di più giovane. Un ragazzo del
ROTC, e Roger Spikey.-
Fu il turno di Mickey di
scoppiare a ridere –Cazzo! Spikey? Era in classe con Iggy, si è fatto metà delle ragazze della sua classe. Che
cosa fai Gallagher, voodoo o qualche merda simile? Come sapevi di poterci
provare con lui senza finire sotto terra?-
Ian si strinse nelle spalle,
passando al ragazzo la canna per un ultimo tiro –Ho un buon radar. Tu mi eri
sfuggito però.-
Mickey emise un versetto
sarcastico e inspirò profondamente, godendosi il modo in cui il fumo saliva
direttamente al suo cervello. Non aveva bevuto molto e l’erba, anche se era
piuttosto buona, non era certo sufficiente a fargli qualche effetto, eppure si
sentiva strano. Era a suo agio, lì.
Nel cortile di un locale gay, con
accanto il finto fidanzato di sua sorella, si sentiva tranquillo.
-Vuoi tornare dentro?- propose
Ian dopo qualche istante –Possiamo trovare qualcuno che ci offra un’altra
birra.-
-Come ti pare.- scosse le spalle
Mickey prima di seguirlo di nuovo all’interno del locale.
***
Mickey, quasi un’ora dopo, era
decisamente confuso.
Lui e Ian erano sempre rimasti
seduti al bancone, l’uno accanto all’altro, tranne quando finivano la birra.
Allora Ian si alzava, passava qualche minuto sulla pista da ballo e in meno di
dieci minuti riusciva ad abbordare qualcuno che offrisse il prossimo giro. C’erano
stati alcuni uomini molto più grandi, con il doppio della loro età, ma anche
diversi giovani, e ogni volta che Ian si avvicinava con un ragazzo attraente
attaccato al culo Mickey si trovava a osservarli nervosamente finché non vedeva
il rosso liquidare il tizio di turno per poi tornare da lui con quel suo ghigno
insopportabile.
E quindi sì, Mickey era confuso.
Seriamente confuso. Perché Ian avrebbe potuto scoparsi chiunque in quel locale,
eppure era ancora seduto con lui. E seriamente, cosa cazzo voleva dire?
-C’è un tizio che ti sta fissando
da dieci minuti.- annunciò il rosso a un certo punto.
-Che cazzo, Gallagher. Cosa
credi, che ora siamo una specie di fottuti amici del cuore per la vita? Tieniti
mia sorella per queste cazzate da ragazzina.- sbottò Mickey con un tono che in
genere intimidiva le persone con cui parlava. In genere, perché invece Ian si limitò a ghignare, di nuovo –Scusa.
Solo che credevo fossi qui per una scopata di fine anno. E quel tipo sarebbe
contento di fartela avere.-
Mickey si voltò e lanciò uno
sguardo al ragazzo di cui parlava Ian. Era alto, piuttosto ben messo, e non c’era dubbio che stesse ammiccando a lui.
-Nah.-
sbuffò tornando a voltarsi in direzione del bancone.
-Nah? Non è male.- gli fece notare
Ian –Non hai visto nessuno che ti piaccia?-
Mickey non avrebbe saputo dire
cosa lo spinse a essere così evidente. Normalmente non l’avrebbe fatto, avrebbe
tergiversato e forse l’avrebbe mandato a farsi fottere, invitandolo a farsi i
cazzi suoi. Invece si voltò e lasciò che i suoi occhi scorressero lungo il suo corpo.
Aveva sempre pensato che Ian
fosse piuttosto interessante, in realtà. Anche due anni prima, quando aveva
iniziato a uscire con Mandy, gli era sembrato che ci fosse qualcosa di
attraente nella sua aria innocente, soprattutto perché sapeva che di innocente
quel ragazzino non aveva proprio un cazzo: era un Gallagher, dopotutto. Poi gli
anni erano passati, aveva messo su parecchi muscoli, si era alzato almeno di
dieci centimetri e cazzo, era diventato fottutamente caldo. Ma era il ragazzo di sua sorella, era un etero del Southside e non c’era modo che Mickey provasse ad
avvicinarlo senza rischiare che si diffondessero voci sul suo conto.
Ma ora erano lì, in un locale
gay. Ian non stava con Mandy, era gay ed era lì. Così –Sì, qualcuno.- fu ciò che uscì dalle sue labbra.
Tutto rimase in bilico per un
istante, come se ogni cosa fosse sospesa nel vuoto. Mickey poteva sentire il
suo stomaco che si rivoltava e le sue gambe che imploravano per attivarsi, per
scappare da quella situazione di merda.
-Nei bagni?-
C’era una sfumatura di
eccitazione nella voce apparentemente calma di Ian, e Mickey non riuscì più ad
aspettare. Saltò giù dal sedie e si spinse contro l’altro ragazzo, solo per il
tempo sufficiente ad apprezzare la sua durezza contro la propria, poi si voltò
e senza un cenno si avviò verso l’uscita.
Ian era incerto, ma evitò di fare
domande e si limitò a seguire il ragazzo in direzione del parcheggio finché non
raggiunsero un piccolo furgoncino bianco dall’aria familiare –Oh. È tuo?-
-No. Un amico di Iggy. Allora, Gallagher, vuoi salire o sentire la storia
del fottuto furgoncino?- rispose Mickey aprendo il portellone con un sorriso
sporco.
Ian obbedì e balzò sul retro, la
mente a mille perché quello era sempre Mickey fottuto Milkovich e quella, in fondo, poteva sempre essere una
trappola o qualcosa del genere. Si sapeva che i Milkovich erano fuori di testa
e, anche se gli sembrava di aver intravisto qualcosa di diverso negli occhi del
ragazzo, crescere nel Southside ti insegnava a non
fidarti troppo. Così attese mentre l’altro chiudeva il portellone, facendoli
sprofondare in un buio quasi assoluto, e rimase pronto a combattere se per caso
si fosse rivelato necessario.
Un attimo dopo si sentì afferrare
per un braccio e quasi spinse via il ragazzo… quasi, perché poi sentì la mano
di Mickey infilarsi nei pantaloni e… cazzo.
Prima che potesse rendersene conto Mickey era in ginocchio, lottando con la sua
cintura, e Ian dovette aggrapparsi alle pareti instabili del camioncino per non
cadere mentre senza delicatezza gli abbassava in un solo colpo i jeans e i
boxer.
-Oh cazzo.- si morse le labbra
mentre Mickey lo prendeva in bocca come se non avesse fatto altro per tutta la
vita, succhiandolo solo per pochi istanti, il tempo di farlo diventare
completamente duro e pulsante contro le sue pareti umide.
Ian non era un passivo di solito.
Preferiva di gran lunga stare sopra, ma nel momento in cui aveva incontrato
Mickey quella sera aveva iniziato a pensare che ehi, forse avrebbe anche potuto
fare un eccezione. Immaginava che l’altro non avrebbe nemmeno preso in
considerazione l’idea di essere passivo, ma avrebbe accettato di essere lui a
piegarsi per una volta perché… beh, cazzo. Stava parlando di Mickey Milkovich.
Era già nell’ordine delle idee di
stare sotto, per cui si ritrovò quasi a boccheggiare quando all’improvviso
Mickey si staccò e lui si trovò in mano una bottiglietta di lubrificante e un
preservativo. Sbarrò gli occhi, ormai abbastanza abituato al buio da poter
vedere almeno i contorni di ciò che lo circondava, e non gli sfuggì il ghigno
che Mickey gli stava rivolgendo –Allora, Gallagher, che cazzo vuoi? Un invito
scritto?-
Un istante e Ian era su di lui,
litigando con i suoi pantaloni mentre gli lasciava una scia di baci umidi sul
collo scoperto. Mickey sembrò irrigidirsi per un momento quando sentì le labbra
di Ian su di sé ma, non appena succhiò un lembo di pelle proprio sotto
l’orecchio, si lasciò sfuggire un gemito profondo e le sue membra si tesero
d’eccitazione.
Si liberarono in poco tempo dei
vestiti rimanenti e Mickey fece per voltarsi, ma Ian lo fermò. Non aveva mai
avuto molte occasioni di scopare in un posto in cui ci fosse lo spazio
sufficiente a stare distesi: con Kash dovevano quasi sempre aggrapparsi agli
scaffali, era stato con Spikey negli spogliatoi della
scuola e quando rimorchiava qualcuno nei club si dovevano quasi sempre
accontentare dei bagni. Ora che avevano abbastanza spazio aveva tutte le
intenzioni di approfittarne, così si sistemò tra le gambe di Mickey mentre si
cospargeva le dita di lubrificante. L’altro non sembrava convinto, ma ogni sua
obiezione scomparve non appena Ian inserì il primo dito dentro di lui.
-Cazzo se sei stretto.- mormorò
Ian piegandosi su di lui per mordere la carne pallida sella spalla di Mickey.
-Sì, beh, non perdere troppo
tempo a prepararmi, Gallagher.- riuscì a dire il ragazzo tra i gemiti,
spingendo senza vergogna verso la mano che lo preparava –Non serve essere
delicato.- aggiunse in tono sporco, parlando direttamente nel suo orecchio con
una voce che lo fece rabbrividire e lo spinse a inserire il secondo dito quasi
con durezza.
Mickey si inarcò, le unghie che
graffiavano i fianchi di Ian mentre lo tirava a sé in una richiesta evidente.
Ian inserì un terzo dito e iniziò a ruotare, sforbiciando per prepararlo al
meglio, ma prima che avesse tempo di andare avanti Mickey lo afferrò per la
nuca –Cazzo Gallagher, ora. Non sono
uno dei frocetti che ti scopi di solito.- emise, a
metà tra una frase e un gemito prolungato che andò direttamente al cazzo del
rosso.
Si scostò un po’ e Mickey si
lamentò quando si trovò svuotato, ma fece in fretta a prendere il controllo.
Tolse il lubrificante dalle mani dell’altro e Ian quasi soffocò quando lo sentì
cospargerlo sulla sua lunghezza già tesa e pulsante.
Mickey era ancora maledettamente
stretto e Ian non poté fare a meno di imprecare quando scivolò dentro di lui,
lentamente, per evitare di fargli male. Mickey, però, non era della stessa idea
e passò le gambe attorno alla sua vita, tirandoselo contro fino a farsi
riempire.
Da quel momento in poi, tutto
andò fuori controllo.
Sembrava che per tutta la vita
non avessero fatto altro che essere così, Ian dentro Mickey e Mickey stretto a
Ian. Entrambi sapevano esattamente cosa toccare e come farlo in modo da far
raggiungere all’altro vette di piacere mai raggiunte in precedenza.
Ian aveva scopato diversi
ragazzi, ma con nessuno era stato come con Mickey. Non gli permetteva di
sottometterlo e non lo lasciava solo a fare tutto: ad ogni sua spinta Mickey si
inarcava, si stringeva attorno a lui e si muoveva in controtendenza al suo
bacino.
Mickey, da parte sua, era più che
felice di aver lasciato che fosse Ian a essere l’attivo. Era forte e deciso,
spingeva dentro di lui senza trattarlo come se fosse una signorina del cazzo e
lo scopava con durezza, ruvidamente, proprio come piaceva a lui.
-Oh cazzo, sì Gallagher… così…
più forte…- lo incoraggiò, le unghie che segnavano la schiena pallida di Ian.
-Merda… Mick…- esalò lui,
obbedendo e spingendosi contro il suo compagno, cercando di raggiungere
l’angolazione giusta. Quando finalmente la trovò fu ricompensato da un gemito
particolarmente forte e una stretta intensa delle gambe di Mickey attorno ai
suoi fianchi.
-Sì! Cazzo, sì Gallagher!- Mickey
afferrò le gambe di Ian e le strinse con forza, lasciandovi dei netti segni
rossi –Sto per… cazzo…- fece per raggiungere la propria erezione ma, quando lo
fece, il rosso scacciò la sua mano e iniziò a pompare a tempo con le spinte con
cui colpiva la sua prostata. Mickey si trovò a stringerlo a sé, senza rendersi
conto di ciò che stava facendo, gli occhi chiusi e il respiro corto per lo
sforzo intenso. Si diede una spinta, sollevandosi appena sul braccio, e con
l’altra mano afferrò il culo di Ian accompagnandolo nelle ultime, potenti
spinte.
Vennero quasi contemporaneamente,
Mickey per primo tra i loro stomaci, mordendo senza delicatezza la spalla di
Ian per soffocare un grido, e Ian una o due spinte dopo, stringendosi a Mickey
ancora una volta.
Rimasero immobili, sostenendosi a
vicenda e cercando di recuperare il controllo dei propri respiri.
-Merda. Non… non male,
Gallagher.- ridacchiò Mickey, lamentandosi flebilmente quando Ian uscì da lui.
Si staccò dall’abbraccio in cui
in qualche modo si erano trovati a stringersi e si sedette contro la parete del
furgoncino, senza rivestirsi. Ian frugò nei suoi jeans e tirò fuori un po’
d’erba e il necessario per girare una canna, poi si sistemò accanto al ragazzo.
La prepararono in silenzio e fumarono insieme, passandosela di tiro in tiro.
-Allora… vuoi tornare dentro?-
domandò Mickey a un certo punto, finendo la canna con un tiro leggero.
-Io… immagino…- esitò Ian,
giocherellando con l’accendino –Credo… di dover tornare, sì.-
-Già, dovresti.- concordò Mickey,
spegnendo il mozzicone –Se non sei pronto per un altro giro.- aggiunse con un
ghigno, guardando Ian di sottecchi.
Lui rise, gettandosi su di lui, e
un attimo dopo erano stretti l’uno all’altro. Una posizione, pensò Ian, a cui
si sarebbe potuto decisamente abituare.
__________L’angolino di Jane
*Si nasconde*
*Sbircia* ci sono
pomodori? Uova? Cibi volanti vari?
Ok, era la prima volta
che scrivevo in modo semi-esplicito di sesso gay. Non sono per niente
soddisfatta del risultato ma… beh, se avessi continuato a cambiare e riscrivere
e rifare sarebbe venuta fuori una cosa forzata e poco scorrevole, quindi… argh.
Aspetto i vostri
commenti, con insulti meritati e commenti vari!!
Jane