Better Than Words

di Polloistheway
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

SPAZIO AUTRICE:
Giorno lettori! 
Ho iniziato a scrivere questa ff crossover dopo averne lette 
migliaia e ho scoperto che, oltre a piacermi il genere, amo 
unire i personaggi dei libri fantasy che preferisco.
Sta volta ho optato per Fallen, Shadowhunters e Divergent, ma non si sa mai che io 
aggiunga cose durante la stesura.
Detto questo non so se spoilererò (?) qualcosa,
se lo faccio scrivo all'inizio.
Tanti saluti 
Gaia


-CLARY!- urlò mentre la ragazza che amava cercava di afferrare qualcosa per fermare la sua caduta nel portale.
-Jace avvisa Magnus di questo portale e cerca di riaprirlo. Ti prego... ti amo- queste furono le sue ultime parole. Lasciò il ramo che la stava trattenendo, non emise nemmeno un suono mentre cadeva e il portale si chiudeva sopra la sua figura. Jace urlò di nuovo e crollò sulle ginocchia piangendo. Fu un dolore quasi fisico, che gli trafisse il cuore fino a mozzargli il respiro. Fu trovato solo ore dopo, mentre ancora le lacrime gli rigavano il volto, da Alec e Isabelle, che lo portarono all'Istituto.

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Clary si risvegliò in un luogo sconosciuto, in un tempo sconosciuto e disarmata.
Si portò una mano sul collo dove fortunatamente si trovava ancora il suo ciondolo con l'anello dei Morgenstern che le aveva regalato Jace.
Raccolse tutte le sue energie e si costrinse a camminare verso il primo edificio del posto.
Probabilmente quello stabile non veniva più utilizzato da tempo perché le finestre erano quasi tutte distrutte e l'edera ricopriva la maggior parte dei muri. Sicuramente non si trovava a Brooklyn pensò, continuando a camminare, nemmeno in periferia si trovava un palazzo così decadente.
Il colore dell'edificio era tendente al giallino, anche se in precedenza doveva essere stato un verde chiaro, e si stava scrostando.
Entrò piano e senza far rumore, per evitare che ci fosse qualcuno mal intenzionato lì dentro e diede un'occhiata in giro.
All'interno l'edificio era ancora peggio: i muri erano segnati da bruciature, proiettili, colori e tratti neri come quelli con cui un prigioniero in cella segna i giorni di prigione passati. Fortunatamente trovò un fuoco appena spento, in un cassonetto e si scaldò le mani congelate dall'aria fresca. In un momento si ricordò dello stilo che si era nascosta dentro i pantaloni, dove il polpaccio era coperto dallo stivale e lo tolse dalla tasca segreta.
Lo puntò sul suo avambraccio e si disegnò un iratze che guarisse le sue eventuali ferite e una runa energetica. Pochi minuti dopo si sentiva rinvigorita e pronta ad affrontare quella lunga giornata che l'aspettava.
Tornò sui suoi passi e diede un'occhiata accurata anche agli edifici vicini. Salì sul più alto e si guardò attorno. Da lassù riusciva a vedere un recinto di rete metallica che circondava la città dentro cui si trovava lei. L'avamposto umano più vicino era una specie di edificio con una rete vicino. Scese dal palazzo e corse verso quel luogo. Non c'era entrata visibile, ma la rete che aveva visto da così lontano doveva essere dentro quel buco nero che vedeva dal palazzo su cui era arrivata. Prima di buttarsi fece una cosa che non le era ancora venuta in mente. Con lo stilo tracciò le rune per creare un portale, ma dopo alcuni tentativi si rese conto che le rune rimanevano impresse per così pochi secondi che non riusciva a disegnare le altre così in fretta.
Sospirò e si avvicinò al cornicione.
-C'è una rete, Clary, tranquilla- si disse prima di saltare. Come quando era caduta nel portale non emise alcun suono se non un sibilo mentre stringeva i denti per non fiatare.
Quando la rete attutì la sua caduta i suoi pensieri corsero a Jace, al suo grido di dolore che lei aveva percepito prima di trovarsi in quel luogo desolato e pensò a Simon e al suo sorriso felice mentre le raccontava della sua “storia seria” con Isabelle. Non l'avrebbe mai detto, ma anche Alec le mancava. Con i suoi modi bruschi non le era stato molto simpatico all'inizio, ma ora si rendeva conto che era diventato parte della sua famiglia come la sorella e il suo ex moroso.
“Appena esco da questo casino devo far tornare insieme lui e Magnus” si ripromise, poi scese dalla rete e raggiunse la porta dello stabile.
Quella le si aprì davanti, senza che lei bussasse e ciò le sembrò alquanto strano, finché non entrò. Lì dentro erano vestiti tutti di nero, come lei, nella sua tenuta da Cacciatrice. Si stupì a tal punto del loro abbigliamento che si chiese se avesse trovato l'Istituto di Cacciatori più pieno del mondo.
Guardò le braccia degli uomini e delle donne che la stavano guardando e si rese conto suo malgrado che non lo erano. Quelle persone non avevano nemmeno un marchio sul corpo, nessuna runa.
Una ragazza alta come lei, le si avvicinò, squadrandola da capo a piedi.
-Tu non sei un'Intrepida- disse sottovoce andandole davanti.
-Ti prego salvami da questa situazione. Giuro che non farò del male a nessuno di voi.- balbettò Clary fissandola con gli occhi pieni di lacrime.
L'altra rise di gusto e la prese per il braccio.
-Dai, muoviti e vieni. No che non farai del male a nessuno. Sei disarmata, non sembri molto in forma e qui siamo tutti addestrati meglio di te. Anche se non so ancora se sei minimamente pericolosa o se sei solo una Erudita travestita da noi. In questo ultimo caso sarai benaccetta dal fiume nel pozzo- il sorriso che la ragazza le inviò fu terrificante.
Clary tremò nel suo giubbotto di pelle e tornò con il pensiero a Jace e al vuoto che provava nel petto. Da quando era tornato con loro non si era mai separato da Clary neanche un minuto e Simon continuava a ripetere loro di prendersi una stanza ogni qualvolta si baciassero.
Le lacrime scesero sulle sue guance e si affrettò ad asciugarsele prima che la sconosciuta se ne accorgesse.
-Io sono Beatrice Prior, ma qui mi chiamano tutti Tris, tu come ti chiami?- chiese la biondina
-Clarissa Fray... Morgenstern. Tutti mi chiamano solo Clary- inciampò sul cognome, ma ancora non sapeva come definirlo. Almeno Jace con la sua famiglia affidataria tra i suoi infiniti cognomi poteva scegliere quello dei Lightwood, ma lei? Seguì Tris fino ad una stanza che si rese subito conto essere un dormitorio. All'interno c'erano poche persone, solo un ragazzo ed una ragazza che parlottavano tra loro.
-Abbiamo visite- annunciò Tris entrando. I due alzarono contemporaneamente gli occhi e li fissarono su Clary.
-Cristina, Will, lei è Clary. Non so da dove venga o chi sia, ma pensavo che voi avreste voluto vederla per interrogarla con me.
I due si alzarono annuendo e squadrando la rossa con sospetto, finché presero la sedia accanto ad uno dei letti e la posizionarono davanti a quello su cui parlavano prima.
-Bene, Clary... vuoi raccontare tu dall'inizio o dobbiamo farti delle domande?- chiese Cristina con le labbra atteggiate a sorriso.
-Domande- gracchiò lei fissando il pavimento.
-Da dove vieni, Clary?-
-Da Brooklyn, Stati Uniti d'America- sussurrò.
-Mai sentito, voi ragazzi? Da che fazione vieni?- domandò Will
-Fazione? Che cos'è?- ribatté la ragazza aggrottando la fronte.
-Will, penso sia sincera- intervenne Tris -In che anno siamo Clary?-
-Duemilaotto. Più precisamente a Marzo-
-Bene, perché sei vestita in questo modo Clary?- anche se avesse risposto non le avrebbero creduto, né stavano credendo che stesse dicendo la verità in quel momento.
-Sentite, non posso dirvi perché sono vestita così, ma sicuramente non perché devo imitare voi. Io non dovrei trovarmi qui. Dovrei essere con Jace all'Istituto in questo momento, oppure da mia madre a casa.- cominciò ad alzare la voce ed essa tremò per il forte dolore al petto che provava. Si ripromise di non piangere, non davanti a quei tre ragazzi che avrebbero preso la sua sfuriata come una prova della sua colpevolezza.
-Tris, porco! Arriva Quattro!- gridò Cristina che intanto si era diretta verso la porta. Tris si lanciò davanti a Clary appena prima che un ragazzo poco più vecchio di lei entrasse nella stanza. Will e Cristina si erano rifugiati in bagno appena in tempo.
-Tris che sta succedendo qui...- le ultime parole gli si fermarono sulla lingua quando si accorse che la ragazza non era sola. Anzi, non aveva neanche notato Tris, il suo sguardo era stato come calamitato da quegli occhi verdi, grandi e terrorizzati.
-Quattro posso spiegare- si schermì subito Tris con lo sguardo supplichevole.
-Sì, dovrai proprio farlo- assentì lui, serio.

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Magnus stava bevendo una tazza di tè quando Jace arrivò barcollando alla porta del suo appartamento.
Il ragazzo bussò così forte che lo stregone temette di non avere più una porta entro sera.
Con un gesto della mano aprì l'uscio e lasciò entrare il Nephilim.
-Jace? Sei qui per? Sappi che Alec non è più il mio ragazzo quindi se ti serve il mio aiuto avrò bisogno di un compenso.- disse annoiato, continuando a
sorseggiare il tè. Solo successivamente pensò che l'aspetto trasandato e dolorante del ragazzo dovevano fargli sorgere qualche dubbio sulla gravità della
situazione non appena era entrato.
-Clary è stata trascinata non so dove con un portale creato in una zona periferica della città. Le ultime parole che ha detto sono state: Jace avvisa Magnus di
questo portale e cerca di riaprirlo. Ti prego... Magnus ho bisogno di te come amico oltre che come stregone. Sinceramente Alec è un fratello per me, ma non
mi frega niente se è il tuo ex. La ragazza che amo è stata trasportata non so dove da un portale mai visto prima. Per l'Angelo, dopo ti dovrò un favore, ma non
ho soldi ora e ho bisogno di trovare Clary.-
Magnus alzò lo sguardo dalla tazza e fissò scettico il cacciatore, ma davvero non l'aveva mai visto in quelle condizioni. Gli ricordava un altro Herondale, tanto tempo prima... “Will” pensò tristemente. Forse era un suo problema aiutare le persone, anzi i Cacciatori (in particolare gli Herondale), in difficoltà. Sospirò e si alzò dalla poltrona comoda su cui era seduto e posò una mano sulla spalla a Jace.
-Dov'è questo portale?-

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Cam stava camminando al di là della recinzione quando vide il raggio dell'Annunziatore e l'ombra violetta che si lasciava dietro. Senza farsi vedere dai guerrieri Intrepidi attorno a lui.
Si alzò in volo silenziosamente e raggiunse il luogo dove l'Annunziatore si era fermato. Una scia di odore di sangue angelico lo portò fino ad un edificio, poi a quello affianco e poi si perse. Camminando lentamente tra gli stabili si rese conto di aver perso la traccia e di star tornando sempre allo stesso punto: vicino ad un cassonetto in cui si era appena spento un fuoco. Lì il potere angelico si rafforzava, poi diminuiva gradualmente.
Riuscì a seguire ancora per pochi centinaia di metri l'odore poi lo perse.
Alzò lo sguardo solo quando finì la traccia e si rese conto che l'angelo poteva essere andato solo in un posto: il quartier generale degli Intrepidi.

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Clary fissava ancora il ragazzo moro davanti a lei con gli occhi sbarrati. Si sentiva a disagio così, dietro Tris, lei era una Cacciatrice! Non si sarebbe fatta proteggere da una mondana quasi più piccola di lei.
Si divincolò dalle mani di Beatrice, poste sui suoi polsi e si mise davanti al ragazzo chiamato Quattro.
-Mi chiamo Clarissa Morgenstern vengo da Brooklyn, USA. Sono una Nephilim.- dichiarò cercando di tenere ferma la voce. Lui alzò un sopracciglio e l'angolo destro della bocca si alzò un po' in un sorrisino di scherno.
-Una Nephilim... e sentiamo, cos'è un Nephilim?- Tris la stava guardando come una pazza che parla con un capo di Stato, ma sinceramente non le importava.
-Sono una Shadowhunter, una cacciatrice di demoni. Questo comporta che io abbia sangue angelico nelle mie vene. Sono arrivata con un portale che non avevo mai visto, nero come la pece, che mi ha risucchiato mentre cacciavo un Devrak con il mio ragazzo, Jace Lightwood. So che non conoscete nessuno di noi due e che prima ho perfino sbagliato a dire in che anno siamo. Ma io non ho sbagliato, siete in un altro tempo, non so se avanti o indietro e siete in una dimensione parallela. Non mi aspetto che mi crediate, ma è così e se foste così gentili da offrirmi un letto per questa sera o una coperta da portare via con me vi sarei grata per sempre. Sto cercando un modo di tornare all'Istituto dalla mia famiglia o di passare il tempo finché Magnus Bane non riuscirà a riaprire quel portale. Detto questo, potete anche torturarmi. Resisto bene al dolore.- non le importava quanto tempo gli sarebbe voluto, voleva solo rivedere Jace e tutti i suoi amici. E se fosse tornata voleva che tutti sapessero quanto erano importanti nella sua vita. Quattro rimase in silenzio per alcuni minuti poi si voltò verso Tris e scosse la testa.
-Ci serve il siero della verità dei Candidi- dichiarò.

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Cam era riuscito ad entrare senza dare tanto nell'occhio, e aveva ritrovato anche la traccia di sangue angelico che al chiuso era molto più facile da intercettare.
Arrivò fino ad una stanza in cui trovò due ragazzini intenti a parlottare a bassa voce di una ragazza pazza, che credeva di essere venuta da un altro tempo e luogo e che credeva di cacciare demoni.
Per una volta si chiese di cosa stessero parlando, poi sentì la parola Nephilim e da dietro la porta origliò più attentamente la conversazione, ma i due non spiegarono cosa significasse Nephilm nella loro concezione. Eppure, in quel tempo e luogo, non aveva mai sentito quella parola. Divergente, era la parola per descrivere le persone speciali, ma quelli erano comunque uomini, solo che non sceglievano a che fazione appartenevano e venivano uccisi per il bene della città. All'angelo caduto non piaceva per niente ciò che succedeva lì. Insomma non c'era esagerata violenza, gli Abneganti erano una fazione di altruisti privi di personalità a capo del governo, gli Eruditi dei sapientoni con il cervello a mille, i Candidi delle persone insopportabili quasi quanto un cactus su un ginocchio e poi c'erano gli Intrepidi, che almeno si divertivano con i loro piercing, tatuaggi e salti dal treno. Ah, non dimentichiamo i Pacifici, gente insopportabile anche quella, che non sopportava nemmeno l'idea della guerra. Cam stava soprattutto con gli Esclusi, popolazione molto più vasta che la maggior parte delle fazioni. Erano abbastanza simpatici come umani, solo un po' melensi.
Mentre stava ancora fantasticando notò un movimento alla fine del corridoio e vide una ragazza bassina dirigersi verso la camera. Velocemente creò un Annunziatore e ci si infilò all'interno. Si trovò alla fine del corridoio, dietro la ragazzina e davanti alla porta da cui era appena uscita.
Entrò di soppiatto e si nascose all'ombra. All'interno della camera c'erano una ragazza pel di carota e un giovane uomo che la fissava senza proferire parola. In quel piccolo ambiente la traccia di sangue angelico era fortissima. Sicuramente chi lo possedeva era uno dei due.

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Clary si rintanò nell'angolo della stanza, evitando il contatto con Quattro. Aveva accettato di prendere parte all'esperimento che volevano compiere su di lei Tris e Quattro, ma non aveva minimamente intenzione di stare da sola con lui ancora per molto. Non si accorse della presenza vicino alla porta, finché un piccolo ciuffo di capelli color ebano sfiorarono la mezzombra. Si alzò correndo e saltò addosso alla figura accanto allo stipite. Chiunque fosse rimase sorpreso assai di trovarsi una ragazzina di cinquanta chili scarsi sopra.
-Clary... che stai facendo?- domandò Quattro arretrando. Lei non lo ascoltò e prese l'uomo davanti a lei per il colletto della camicia azzurra, facendolo alzare.
-Chi sei?- gli chiese non appena fu sotto la luce. Il suo aspetto ricordava quello di un modello: grandi occhi verdi, come i suoi, capelli scurissimi, pelle chiarissima, altezza sorprendente, muscolatura ampia e sviluppata.
-Sei tu- mormorò lui sorridendo.
-Ti ho fatto una domanda- ribadì lei in tono accusatorio, se credeva che sorridendo lei si sarebbe dimenticata la sua domanda si sbagliava di grosso.
-Mi chiamo Cam, Camriel, se preferisci- tornò a sorriderle furbescamente e lei non poté che pensare alla sua somiglianza con la bellezza serica di Jace.
-Iel... Ithuriel, Raziel... sei un angelo- balbettò incredula.
-Wow, ci è voluto così poco? Sei scaltra ragazzina. Più precisamente sono un angelo caduto, schierato dalla parte di Lucifero. Tu sei la Nephilim. Sai almeno di chi sei figlia?- l'espressione della ragazza si fece improvvisamente distrutta.
-Sì, lo so. Sono figlia di Jocelyn Fairchild e Valentine Morgenstern. Ma gli angeli non sono così. Io ho visto Raziel e Ithuriel. Loro sono splendenti, con le ali e sembrano delle bellissime statue di luce pura. Tu sei... mondano- sussurrò Clary con negli occhi uno sguardo stupito.
-Non sei figlia di un angelo... che tipo di Nephilim sei?- Difficile stupire un demone immortale, eppure una ragazzina l'aveva sconvolto con poche parole.


 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


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CAPITOLO 2
 

Say Something

 

-Clarissa, cosa stai facendo?- sibilò la professoressa Stan. Si avvicinò al suo banco e fissò il suo disegno.
-Prof stavo ascoltando- ribatté cercando di nasconderlo.
-Non mi interessa. Ora chiamo tua madre- sbottò l'insegnante trascinandola in corridoio insieme al suo disegno. Sua madre arrivò poco più tardi, arrabbiatissima.
Prese velocemente la mano di Clary dopo aver parlato con la preside e la portò a casa.
-Clary devi SMETTERLA di non seguire la lezione. Fammi vedere che hai fatto- la bambina le allungò il foglietto con le mani tremanti.
Jocelyn impallidì, si alzò dalla poltrona dove s'era appena accomodata e le rivolse un sorriso tirato.
-Amore non fa niente. Recupererai presto. Preparati, stasera andiamo da un amico.-
E quella sera si recarono nuovamente da Magnus, solo sei mesi dall'ultima volta.

Clary si alzò di scatto dalla sedia su cui si era appisolata. I suoi ricordi continuavano ad affiorare nei momenti peggiori. Espirò il fiato che fino a quel momento aveva trattenuto e lanciò un'occhiata sbieca all'angelo caduto a pochi passi da lei.
-Clarissa Morgenstern devi smetterla di farmi venire un infarto ogni volta che ti muovi. Mi dai sui nervi.- borbottò Cam tenendo lo sguardo fisso sulle sue scarpe.
Erano chiusi in quella stanza ormai da più di quattro ore. Dopo che Tris era tornata, Quattro le aveva fatto un riassunto stringato di quello che era accaduto si erano scusati ed erano usciti sorridendo nervosamente e li avevano chiusi dentro.
Cam e Clary erano stati in silenzio tutto il tempo, anche se si vedeva lontano un miglio che la loro mente era zeppa di domande.
-Come sono finita qui?- chiese d'un tratto la rossa.
-Che ne so io! Sono stato rinchiuso in questa stanza come un malato mentale e lasciato allo sbaraglio con una ragazza che ha una specie di bastoncino con una luce strana sulla punta.- ribatté il demone ridacchiando.
Clary quasi svenne: lo stilo! Perché non se n'era ricordata prima? Poteva cercare nella sua mente una runa che la facesse uscire da lì. Anzi, poteva usare la runa d'apertura sulla porta di metallo all'entrata! Quasi avrebbe abbracciato il ragazzo seduto sulla sedia vicino al tavolino, quasi...
Lui sollevò un sopracciglio e scrollò le spalle.
-Che c'è? Che ho detto? È la verità. Aspetta, che fai?- chiese.
-Vuoi uscire di qui o no?- domandò infastidita lei, mentre si disegnava delle rune energetiche sulle braccia e si accostava alla porta.
-Figurati se una come te riesce a far crollare una porta in ferro come questa- comunque si avvicinò e incrociò le braccia al petto.
-Allora... una runa del silenzio, sì così, e poi una d'apertura- bisbigliò Clary tra sé e sé – Pronto a correre.- sussurrò. La porta, sotto lo sguardo sbigottito del demone si staccò dai cardini e cadde sul pavimento, senza emettere il minimo suono. L'angelo caduto ridacchiò e Clary gli intimò di muoversi mentre avanzava per il corridoio.
-No, non da quella parte, vieni- il ragazzo le prese la mano dolcemente e la fece voltare dal lato opposto.
Clary arrossì fino alla punta dei capelli. Nessuno l'aveva mai tenuta per mano così, se non Jace e Simon e... sì, sua madre.
-Ora si corre- aggiunse e iniziarono davvero a farlo. Corsero e corsero per un tempo che sembrò infinito, nel quartier generale degli Intrepidi.
-Eccoci, pronta a saltare su un treno?- un sorriso sghembo attraversò il viso magro e la cacciatrice lo guardò scettica.
-Stai scherzando-
-No, è questo che fanno gli Intrepidi per spostarsi in città. Saltano... tra tre, due, uno... ORA!- Clary piegò le ginocchia e balzò.
Raggiunse la porta della vettura per un solo millimetro e quasi perse la presa, se la mano di Cam non fosse stata lì, pronta ad afferrare la sua.
Si issarono all'interno del vagone e la ragazza si allontanò dal demone, sedendosi dal lato opposto. Erano passate sicuramente le sette, il sole non si vedeva quasi più, la luna era già abbastanza visibile tra le poche nubi bianche.
Lo stomaco di Clary emise un suono che rimbombò attorno a lei e la ragazza si abbracciò la pancia e contrasse gli addominali per attutire il rumore.
Cam se ne accorse e corrugò le copracciglia.
-Aspetta solo un secondo, torno subito.- uscì dal vagone e si infilò nella porta tra quello e il successivo.
Clary lo seguì con lo sguardo, senza avere la forza di alzarsi dopo la giornata ambigua e sfinente che aveva appena passato.
Chissà come stava Jace...

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Magnus stava cercando la traccia magica del portale ma senza ottenere grandi risultati.
-Grrrr!- dalle mani dello stregone sprizzarono scintille azzurrine – Perché il sommo stregone di Brooklyn non riesce a trovare niente? Neanche un minimo. Solo puzzo di fogna.-

Jace si era lasciato cadere sul cassonetto al suo fianco e si teneva la testa tra le mani.
Era sempre peggio. Insomma, almeno prima sapeva che aveva una possibilità di trovarla, anche con un portale così anomalo, ma ora... nessun potere. La traccia magica lasciata dai portali rimaneva per giorni interi. Il Conclave poi, ne sarebbe stato informato!
Appena tornato sul posto con Magnus aveva chiamato Maryse che aveva trattenuto il fiato per tutta la durata della spiegazione. Jace sapeva già dal tono di voce della madre adottiva che il Consiglio non sapeva nulla di quel portale che aveva portato via Clary. In realtà si erano accorti di non sapere molte cose...
Magnus lo risvegliò con un urlo infervorato.
-Penso nella mia testa a tutti gli insulti che so in tutte le lingue che ho studiato. Odio essere inutile!-
Jace gli passò una mano sulla spalla con gratitudine.
-Non importa. Provo a contattare il Conclave... almeno loro saranno a conoscenza di un demone che possa fare una cosa del genere. Grazie Magnus-
Lo stregone lo guardò di sottecchi.
-Non mi capita molto spesso che i Cacciatori mi ringrazino per quello che faccio. Anzi... l'ultimo dev'essere stato un tuo parente intorno al 1800. Il Consiglio non sa che demone ha creato questo, perché non è stato un demone. Jace, voglio provare un ultima cosa prima che tu vada dal Conclave. Non penso che ti piacerà molto questo, è un po' fuori legge, ma è l'ultima possibilità che hai.-

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Cam aprì un'Annunziatore con un ombra tra le due porte dei vagoni.
Entrò in lui con la sua solita andatura sinuosa e raggiunse il luogo che aveva desiderato.

In città conosceva solo due persone che non avevano problemi a dargli ciò che gli serviva.
-Cam!- urlò June correndogli incontro. Lui sorrise e prese la bambina in braccio. Ella rise fino alle lacrime quando l'angelo la fece volteggiare per aria.
-Tesoro lascia Cam in pace. Ciao ragazzo.- Penny lo raggiunse zoppicando. Sua figlia tornò vicino alle sue gambe e quella le accarezzò i capelli castani.
-Cosa ti serve oggi?- chiese sorridendo.
Cam si mostrò offeso. -Perché devo avere sempre bisogno di qualcosa per venirvi a trovare?-
-Allora non hai bisogno di niente?- un sorriso sornione si stava allargando sulla faccia di Penny.
-Ok, ok mi serve un aiuto. C'è una ragazza con me questa volta. Ormai è un'Esclusa, ma mi sta simpatica e non mangia da tutta la giornata. Mi basta qualcosa da sgranocchiare per placare il nostro stomaco finché non vi raggiungiamo qui nel territorio dei Pacifici. Scusa Penny- mormorò. Dicevano che i demoni non avessero emozioni ma un inizio di senso di colpa lo provava anche lui.
-Dai, ladruncolo da quattro soldi, vieni. - lo invitò la donna.
Cam si passò una mano tra i capelli corvini e le seguì.
-Tieni. Per questa sera penso che ti basti questo. Appena arrivi domani ti daremo un altro po' di cose da mangiare. Ora va, non lasciarla sola per troppo tempo- Penny gli allungò due tre carote e una pagnotta appena sfornata.
-Grazie.- e tornò tramite il suo Annunziatore sul treno.

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Tris e Quattro stavano parlando in una stanza quando sentirono gli schiamazzi di alcuni Intrepidi nel corridoio.
Le persone stavano ridacchiando e chiedendosi chi avesse avuto la forza di scardinare una porta del genere. Quattro fu il primo ad avviarsi verso il punto in cui quella massa brulicante rideva.

Tris lo seguì a ruota.
-Quattro abbiamo un grosso, enorme, immenso problema- sussurrò al suo orecchio.
Ma Quattro stava fissando la porta con orrore. Un simbolo appena visibile sul ferro annerito da una forza che l'aveva perfino bruciacchiato.

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Cam raggiunse Clary mentre la ragazza ancora guardava fuori dal vagone.
Si accorse di lui solo quando fu abbastanza vicino dal parlarle senza urlare al di sopra del rumore del treno incorsa.

-Ho trovato qualcosa nell'altro vagone. Questo è tutto ciò che c'era.- disse inquieto.
-Questo pane è appena cotto. È perfino ancora caldo- ribatté la rossa aggrottando la fronte.
-Mangia e basta- borbottò fissandola in cagnesco. Che coglione che era stato! Non si era nemmeno ricordato che il pane era appena fatto, né che il treno era tutto aperto, anche negli altri vagoni. Eppure non si capacitava perché se lo fosse dimenticato e soprattutto perché non parlasse a Calry degli Annunziatori, insomma derivava anche lei dalla stirpe angelica!
-Grazie comunque- mormorò la cacciatrice assaggiando il pane che lui le aveva offerto.- Capisco che ti serve tempo per fidarti di me, ma mi pare di essere stata abbastanza chiara quando ho detto che farò di tutto per tornare a casa e lasciarti qui a fare quel che vuoi. Se non vuoi dirmi non farlo, tanto nessuno crederà che gli angeli e i demoni siano così, cioè... come te intendo. Io e Jace abbiamo visto un angelo e anche una quantità enorme di demoni e nessuno ti assomiglia minimamente.-
Cam sorrise. -Non è che non mi fidi di te, ma non voglio dimostrare i miei poteri al primo che capita. Mi dispiace deludere le tue aspettative sul mio aspetto angelico, ma io sono Camriel. Non cambia quasi niente di me quando lascio che il mio potere si sprigioni.- spiegò sedendosi sul pavimento nel posto in cui si trovava prima di entrare nell'Annunziatore.
Parlarono del più e del meno per quelle che sembrarono ore, poi Clary sbadigliò.
-Notte- e si accoccolò in posizione fetale sul duro metallo.
Pochi minuti dopo Cam la stava chiamando.
-Clarissa puoi venire qui- esordì con calma. Lei lo soppesò con lo sguardo poi valutò la sua offerta.
-Grazie- sussurrò quando gli fu andata vicino. Lui aprì le braccia e si sedette comodamente. -Di tutto- aggiunse e si accoccolò tra le sue braccia. Braccia forti, che le ricordavano quelle di Jace fino a farle male.
-Buonanotte Cam- mormorò.
-Buonanotte Clary- rispose sorridendo.
Clary si addormentò tra le sue braccia e lui la tenne stretta. Non seppe mai perché quella notte, dopo mesi e mesi, dormì decentemente e senza fare incubi.

 

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SPAZIO AUTRICE:
GRAZIE MILLE PER LE FANTASTICHE RECENSIONI!!!!!!
Per l'Angeo, non pensavo neanche di ricevere 1 recensione, l'avevo 
messa solo perché mi sembrava brutto lasciarla a marcire ne mio 
computer e invece!
Boh detto questo, sto sperimentando a fare banner, questo è uno dei primi 
che non sembra fatto da un bambino dell'asilo... .-. sono pessima
Ok, davvero, spero che il capitolo vi piaccia
Felici Hunger Games e che la fortuna possa sempre essere a vostro favore
SCUSATE la citazione offtopic ma mi sembrava giusto, non so
Love
Gaia

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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Bad Blood

 

Un paio di ore dopo Cam si risvegliò.
Clary stava ancora dormendo tra le sue braccia e citava nomi di persone a lui sconosciute, una volta ridacchiando anche.
Una piccola parte di lui era curiosa di sapere cosa stesse sognando. Ok, una grande parte, ma il territorio dei Pacifici distava solo venti minuti.
-Clary, Clary- la scosse leggermente e lei spalancò i suoi grandi occhi verdi gridando il nome di Jace.
-Scusa, non volevo- si ricompose, si portò le ginocchia al petto e permise al demone di alzarsi.
-Niente. Ora però dobbiamo andare. Disegnati quelle cose sul corpo e saltiamo. Due amiche ci stanno aspettando.- spiegò. Stranamente si sentiva geloso dei sentimenti che Clary provava per quel tizio. Non tanto perché fosse lei, ma perché il loro amore gli ricordava quello di Daniel e Luce. Semplicemente perfetto. Eppure... anche nell'amore perfetto come il loro si avevano dei litigi, anzi Luce e Daniel litigavano SEMPRE. Il loro amore però aumentava sempre più, fino a che Luce viveva naturalmente.
-Mi dai una mano?- Clary lo distolse dai suoi pensieri allungandogli il braccio.-Mi dovresti tenere la manica mentre mi faccio le rune- un sorriso si allargò sul suo viso magro.
Cam bofonchiò qualcosa che doveva somigliare ad un “certo” poi fece ciò che gli era stato chiesto.
Mentre le mani della ragazza passavano esperte lo stilo sulla pelle lui fissò le sue braccia. Dei segni bianchi come cicatrici le riempivano e sulla mano destra c'era una runa nera a forma di occhio.
-Cos'è?- domandò interessato.
-È la runa della Vista. Ci aiuta a vedere il mondo Invisibile, quello dei Nascosti e dei demoni.-commentò con noncuranza. -È la prima runa che gli
Shadowhunters ricevono all'età di circa dodici anni, io l'ho ricevuta l'anno scorso. Ma questa è una storia lunga- Clary sembrò perdersi in un ricordo poi tornò
a guardarlo negli occhi.

-Andiamo?- raggiunto la porta lui sorrise e spiccò un balzo, cosa che fece anche lei, non appena il treno rallentò.
Cam la fece dirigere verso un piccolo spiazzo verde sotto un albero.
-Allora, adesso andremo da due persone che riusciranno a tenerci lì solo per pochi giorni. I Pacifici non amano molto la gente vestita come te. Gli Intrepidi sono il loro contrario. Vedrò se posso procurarti degli altri vestiti. La madre si chiama Penny e la figlia June. Ricorda, June è un po' pazza quando incontra le persone, soprattutto donne, che girano con me. È come se fosse la mia madrina. Quindi sta attenta a come ti guarda.- elencò le caratteristiche del popolo dei Pacifici, le offrì una mano ad alzarsi e insieme raggiunsero la casetta affacciata sul campo di cereali di Penny.
-Cam sei tornato!- una bambina dai capelli castani corse incontro al demone e si aggrappò alla sua gamba slanciata. Clary si stupì a vederlo ridere davvero,
non una risata di scherno come quella che aveva fatto nella sala in cui li avevano rinchiusi quando gli aveva chiesto chi era, no. Una vera risata.
-June, lei è Clary- disse quando la bambina notò la presenza di una ragazza al suo fianco. La faccia della bambina si aggrottò.
-Piacere. Mamma ci aspetta in salotto. Ho sentito il rumore dei sassi e ti ho visto dalla finestra. Stavo disegnando una cosa per te sai?- detto questo saltellò
mano nella mano con Cam (che camminava ,naturalmente) fino alla porta di casa.

-Permesso- sussurrò Clary non appena raggiunse l'uscio.
-Vieni, vieni. Sei la benvenuta. Io sono Penny- una donna abbastanza giovane si affacciò da una piccola porta scorrevole alla sua destra.
-Clarissa- rispose al saluto con una stretta di mano e raggiunse tutti in salotto.
Clary notò subito i fogli e le matite colorate sul tavolino e fu sul punto di pendere tutto e scappare con solo quei pochi materiali. Naturalmente si trattenne.
-Clary puoi sederti se vuoi- Penny le indicò la poltrona rossa dietro di lei, ma la cacciatrice fece una domanda che la spiazzò.
-Posso disegnare con questi pastelli?- chiese allungando un dito verso il tavolino.
-Certo. June prestale un foglio.- la bambina le passò della carta e una matita poi disse:-Disegna Cam!-
Clary sorrise e annuì. Il demone era uno dei ragazzi più belli che lei avesse mai visto, ma era così perfetto che fu come disegnare una statua sorridente, con
una bambina sulle gambe.

Dopo poco più di un'ora il suo lavoro era finito. Sorridendo lo allungò a June che rise di gusto e la andò ad abbracciare.
-È stupendo! Lo appenderò in camera mia così avrò sempre Cam con me. Grazie Clary-
Cam aggrottò le sopracciglia e prese in mano il disegno. Alzò lo sguardo sulla rossa, uno sguardo tanto intenso da far paura, poi abbassò gli occhi su June e glielo ritornò.

 

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Magnus camminava avanti e indietro davanti al cancello arrugginito della Sword e Cross. Si aspettava che Jace gli facesse delle domande a proposito della loro “ultima possibilità”, ma il ragazzo era rimasto in silenzio per tutto il viaggio.
-Jace puoi venire qui anche tu?- gli chiese irritato.
-Sono qui, devo venire ancora più vicino? Queste cose falle con i tuoi svariati amanti- il sarcasmo allora era sopravvissuto!
Una ragazza alta e snella si stava avvicinando al cancello mentre loro litigavano amabilmente.
-Magnus?- la sua voce era carica di tensione e i due si volsero subito.
-Arianne!- sollevato lo stregone si accostò alle inferriate.
-Ci puoi aprire?- i suoi occhi brillarono e le pupille da gatto di dilatarono.
-Che ci fai qui?- la voce e l'espressione della ragazza erano fredde come il ghiaccio.
-Mi serve il vostro aiuto. Ti prego, è importante- Arianne fissò la scuola dietro di sé poi si rivoltò verso Magnus.
-E va bene. Hai avuto fortuna che sia venuta io e non Roland.- sbuffò sonoramente poi si spostò e fece entrare nel parcheggio lo stregone.
-Scusa c'è anche un amico- Magnus sorrise falsamente pentito.
-MAGNUS! Sai che non potresti dirlo a nessuno!- anche urlando la voce di Arianne sembrava una dolce melodia.
“Altro che gli strilli di Maryse” pensò Jace mentre seguiva attentamente lo scambio di battute tra i due. Non avrebbe saputo dire con certezza perché, ma Arianne e Magnus gli ricordavano due fratelli che litigavano. Tutti e due erano dei personaggi... strani, ecco. No, aspetta, Magnus si definiva... speciale e alternativo, giusto.
-Arianne abbiamo un problema: il bambinetto qui presente- ridacchiò- ha avuto un problemino con la ragazza- Arianne lo fissò con sguardo spiritato.
-Tu sei venuto qui perché un ragazzino biondo tinto è stato mollato dalla sua ragazza? Aww, sono tanto dispiaciuta, ma ho visto una storia d'amore che non ha mai funzionato dall'inizio dei tempi. Queste bazzecole non mi fanno né caldo né freddo.- la sua voce stava diventando decisamente irritata.
-Non è così semplice... penso sia successa una cosa molto più importante di così...- la bloccò Magnus.
-E per la cronaca io sono biondo naturale- s'intromise Jace.
-Non m'interessa, la seconda intendo, ma non capisco ciò che vuoi dire tu, Magnus. Dai, venite- Arianne lasciò loro libera la strada ed entrò nella scuola.
All'interno l'edificio era ancora più squallido e deprimente dell'esterno. I muri erano di uno strano colore verde-grigiastro e gli angoli erano coperti da muffa. La ragazza li guidò per un corridoio fino alla sua stanza, poi li lasciò per andare a chiamare Roland.
-Magnus dove siamo capitati?- chiese Jace circospetto.
-Sta zitto Nephilim. Faccio questo solo per Clary.- un ragazzo snello con i dread entrò nella camera seguito da Arianne che stringeva in mano il suo
cellulare.

-Fra poco arriveranno anche Shelby e Miles. Magnus non penso che tu li abbia mai visti, ma loro conoscono te.- pochi minuti di imbarazzante silenzio dopo un uomo e una donna varcarono la soglia.
-Roland? Diventato angelo o no? È da un secolo che non ci vediamo- Roland era cupo e abbassò gli occhi quando l'uomo pronunciò questa frase.
-Arianne! Cos'è questa scemenza? Il “Sommo stregone di Brooklyn” che chiede aiuto a noi poveri mortali? Cioè... io e Miles siamo mortali, tu e Roland no.-
-Tu devi essere Shelby. Quando incontrai Luce per la prima volta nel passato mi ha raccontato di te. Sei quella un po' svitata.- Magnus interruppe lo sproloquio della donna e si alzò dal letto.
-Io non ci sto capendo un emerito... mango. Arianne e Roland cosa sono se non mortali? Stregoni come Magnus? E voi chi siete?- Jace scosse ferocemente la testa e se la prese tra le mani.
-So chi sei Jace Herondale, figlio di Stephen. Dinastia preziosa gli Herondale. Dopo la morte di William ci sono stati molti guerrieri formidabili nella tua
famiglia.- Roland si rivolse verso il ragazzo mentre Magnus trasaliva al suono di quel nome tanto evitato.

-Ebbene sì, io e Roland non siamo mortali, ma non ci chiamare stregoni. Anche se ci parli come se fossimo della gente della tua età noi siamo angeli caduti, angeli che hanno scelto solo successivamente alla Caduta. Io sono dalla parte del Cielo e Roland è... come lo chiamava Luce un demone, anche se questa per te non sarà la parola giusta, dato che tu tratti con una specie molto diversa di demoni. Eppure siamo qui, due angeli caduti in una scuola per malati mentali, ad aspettare che un ragazzino biondo tinto ci venga a chiedere aiuto- Arianne marcò la frase sulle parole biondo tinto, così che Jace afferrasse il sarcasmo. Quello invece si alzò in piedi e rise.
-Cioè voi mi state dicendo che tutto ciò che so su angeli e demoni è sbagliato. Che voi siete due “angeli” e che tutto ciò che faccio non centra con voi. Magnus forse dovevi spiegarmi le cose prima che io venissi qui.- il Nephilim sfilò lo stilo dai pantaloni, pronto per creare un portale con la runa che gli aveva insegnato Clary, ma lo stregone lo fermò.
-Primo: i portali non funzionano qui dentro, secondo tu non te ne vai, terzo ora ti siedi e mi ascolti.-
E fu così che Magnus iniziò a raccontare a Jace delle peripezie di Daniel e Luce, di come alla fine fosse finita e anche una piccola parte del racconto degli angeli.
Jace rimase in silenzio, anche se il suo viso e la sua espressione si facevano sempre più increduli.
-I-io i-io non capisco. Perché loro dovrebbero centrare con la scomparsa di Clary?-
-Perché non abbiamo degli altri portali e uno di questi potrebbe aver trascinato la tua ragazza in un mondo sconosciuto.- Shelby gli strinse una mano mentre lui si sedeva rigidamente sul letto.
-Gli Annunziatori-

 

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Tris e Quattro chiacchieravano come al solito con gli altri nella mensa, anche se la tensione fra loro era palpabile. Dopo la scoperta della porta scardinata non avevano più parlato. Clary e Cam si erano volatilizzati, spariti senza lasciare tracce visibili. Non capivano ancora come avessero fatto, ma i due erano stati silenziosi e veloci.
Tornati in camera di Quattro, Tris si strinse contro di lui.
-So che sei teso, ma non ci possiamo più fare niente. Sono fuggiti, mi chiedo dove potrebbero ricevere asilo senza punizione- la ragazza si sporse verso la bocca di lui che si posò dolcemente sulla sua.
-Aspetta...-Quattro la tirò su in un abbracciò – Tris sei un genio! Sono dai Pacifici! È l'unico posto in cui ci sono i rifugiati.- camminò nervosamente avanti e
indietro nella stanza, dopo aver lasciato sul suo letto Tris.

-Ora le credo, sai? Credo quella roba della Cacciatrice di demoni. Però non riesco, non posso credere a quel tipo, Cam, però non ho intenzione di mettermi contro di lui.-
-Il fantastico e formidabile Quattro non vuole battersi con un altro? Questa è da segnare sul calendario- Tobias ridacchiò, poi tornò serio.-Tris, dobbiamo andarli a prendere-
-Lo so... ma i Pacifici non saranno disposti a darceli.- mormorò la ragazza.
-Beh allora noi gli tenderemo una trappola-

 

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Tessa si aggirava per la casa nervosamente, continuando a sfiorare la collana di giada, senza nemmeno accorgersene.
-Tessa smettila- Jem era seduto sul divano con le gambe accavallate, un libro in mano.
-Non posso credere che Magnus sia andato da loro- si passò una mano tra i folti capelli scuri.
-Tessa....-
-No! Avevamo promesso! Io e lui! Avevamo promesso di non andare da loro se non per questioni di massima importanza! Che gli è saltato in mente?-
In quel momento bussarono alla porta.
-Ora lo strangolo- borbottò. Jem sorrise e andò ad aprire.
-Jace?- la voce del ragazzo suonò sconvolta persino alle sue orecchie. Il cuore di Tessa mancò un battito. Herondale. Il suo nipote di non si sa che grado. Quel ragazzo di cui parlava sempre il suo fidanzato. Boccheggiò e gli cedettero le gambe.
-Fratello Zaccaria?- anche il ragazzo era decisamente incredulo. La porta si chiuse, ma sicuramente Jace non era solo.
-Magnus come va la vita?- Jem ridacchiò alla risposta dello stregone che lei non sentì, essendosi già alzata in piedi e corsa in corridoio. Appena avvistò il completo più assurdo della stanzetta si lanciò in quella direzione e tirò un pugno sulla spalla dell'uomo.
-Magnus sei un COGLIONE!- gridò continuando a picchiarlo con leggeri pugni sul petto.
Lo stregone rise di gusto -Signorina Gray ha perso tutta la sua finezza ottocentesca?- la abbracciò dolcemente -È da anni che non ci vediamo- il suo sorriso malizioso non era mutato, pensò la ragazza.
In quell'istante Tessa si accorse della presenza di altre persone... e delle loro auree.
-Arianne, Roland... voi siete?- abbassò la voce, per non far avvertire il suo fiato corto da Jace.
-Mi chiamo Jace Lightwood. Loro sono Shelby e Miles- Tessa lanciò un'occhiata in tralice a Jem.
Lightwood? Il suo cognome era Herondale!
-Piacere di conoscervi, io sono Theresa Gray, Tessa per voi.- il suo sorriso era forzato al massimo.
“Will, quel ragazzo è uguale a Will” pensò Tessa. Lo stesso sorriso sarcastico, la stessa espressione corrucciata, lo stesso fisico snello gli stessi occhi brillanti. Anche se Jace le ricordava molto Will si rendeva conto che si era perso molto dalle diverse generazioni: i capelli scurissimi di Cecily e Will per Jace erano biondi e gli occhi non erano più di quell'azzurro-violetto degli occhi era sostituito da oro.
Oro... il colore degli angeli.
Jem probabilmente non le aveva detto tutto.
-Tessa dobbiamo parlare- esordì Roland. Jem li fece accomodare in salotto.
-Clary è finita dentro un Annunziatore.- proferì Magnus. Di nuovo il cuore di Tessa mancò un battito. -Clarissa Fray, Morgenstern o Fairchild, come vuoi chiamarla- continuò.
Una mano di Tessa si alzò in aria fermandolo, l'altra raggiunse la fronte massaggiandola.
-Ho capito. Smettila di pronunciare il suo nome. Come facciamo a raggiungerla? Non sappiamo nemmeno dov'è che portava quell'Annunziatore?- le lacrime le solleticavano gli occhi. Quella bambina con gli occhi verdi e i capelli rossi. La bambina a cui aveva tolto la memoria, aiutando Magnus. La bambina che era diventata donna, a cui si era affezionata così tanto. La bambina di cui aveva sempre chiesto notizie a Jem... sparita nel nulla.
-Jem- balbettò. Il ragazzo gli fu subito accanto, circondandola con le braccia.
-Arianne mi potresti spiegare velocemente tutto ciò che è successo?- e così Arianne iniziò.

 

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Cam era ancora seduto sulla poltrona con June sulle ginocchia quando Penny rientrò dal suo giro.
Era molto tesa e ciò si notava dalla posizione rigida delle spalle.
-Penny... che c'è?- Clary alzò gli occhi dal suo disegno e ci fermò ad ascoltare la conversazione.
-Ci sono guai in vista. Ho notato due ragazzi Intrepidi che scendevano da un treno in corsa. Sono solo loro due. E questo non mi piace per niente.- la sua voce era tesa.
-Allora ce ne dobbiamo andare per un po' finché quei due non se ne sono tornati a casa loro.
-Cam? Io ho bisogno di una doccia prima. Non posso rimanere così ancora per molto. E poi se non mi darete nuovi vestiti come faccio? Mi riconosceranno subito, perché sai quanto me chi sono quei due vero?- Clary si alzò in piedi e si rivolse a Penny.
-Posso andare due minuti in bagno? Mi andranno bene anche i tuoi vestiti. Prometto che non appena usciamo da questo casino te li riporto.- la donna sorrise e le indicò la porta.
-Te li porto subito- la rassicurò con una strizzata d'occhio e lei entrò in bagno.
Pochi minuti dopo Clary era sotto un getto di acqua bollente, che finalmente le distendeva i nervi.
Uscì, avvolgendosi nell'asciugamano morbido e... si ritrovò Cam con la mano sulla porta spalancata.
Si strinse l'asciugamano più stretto attorno al corpo mentre l'angelo caduto arrossiva visibilmente.
-Sc-Scusa non volevo. Pensavo che fossi uscita. H-ho bussato ma nessuno mi ha risposto, quindi sono entrato- balbettò imbarazzato.
La ragazza annuì incerta.
-Scusa me ne vado- il demone si sbatté la porta dietro e si appoggiò alla porta con la schiena.
-Decisamente la figura di merda più grande della mia esistenza- a quel punto la risata si bloccò in gola perché dal salotto proruppe l'urlo terrorizzato di June.

 

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SPAZIO AUTRICE:
Sono in super fretta, ma sono felice
di aver postato. Ho cercato di non rovinare tutto.
Questo capitolo mi è servito solo 
per far uscire tutti i personaggi, o quasi... muahahahah
Cercherò di esaudire le mille richieste, ma non tutte
saranno contente perché dite mille robe diverse .-.
Beh ciao ragazze e GRAZIE <3

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Piccolo spazio autrice all'inizio.
Scusate per queste due cose che dico:
1-mi sono presa una “piccola” (si fa per dire) licenza poetica.
Ho ambientato la storia nel mondo dei libri della Roth dopo la morte di Janine. So che gli Esclusi avrebbero dovuto prendere il potere, ma ho pensato che magari potevo lasciare che le fazioni prendessero i membri del gruppo e se li dividessero finché gli Intrepidi non decidono di andare a parlare con i Pacifici del mondo esterno da salvare.
2-Ho lasciato in vita Will perché era uno dei miei personaggi preferiti.
3-In questo capitolo faccio incontrare gli angeli, i Nephilim e Tessa agli altri Cacciatori dell'Istituto.
4-Le parti Malec spero di scriverle nel prossimo capitolo

 
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Compliment Your 
Soul

Cam alzò lo sguardo di scatto e corse in cucina. Davanti a lui si trovava Penny, dietro al divano, che cercava di afferrare dalle braccia di Quattro la sua bambina.
Tris era accanto al corridoio dove si trovava lui, che stava correndogli incontro.
Lui si preparò all'impatto, ma all'ultimo la ragazza scartò e gli passò sotto il suo braccio. Dalla sua bocca uscì un sibilo interdetto. Lasciò che Clary se la vedesse con una persona della sua stessa taglia e si mise difronte a Quattro.
-Molla subito June- gracchiò. Le sue scapole bruciavano, le ali in attesa di essere spiegate.
-Tu e Clary dovete venire con me. Se venite non dirò una parola su Penny e June, che vi hanno aiutato. I Capi non gli faranno niente... in caso contrario...-
-No, Cam- Penny gli afferrò un braccio. Le ombre si stavano addensando sul soffitto. Non sapeva se la paura che provava per Penny e June e quello che il governo avrebbe potuto fargli o se per quello che stava succedendo nell'altra stanza a Clary.
-Cam possiamo andare- la voce della Cacciatrice ruppe la sua tensione.
-Cosa?- si voltò verso di lei e notò Tris davanti alla ragazza, con le mani bloccate nella morsa della rossa. 
-Voglio che vi lascino in pace. Parlerò solo io con il siero della verità. Cam non verrà.- spiegò con voce ferma -Non m'interessa ciò che farai Quattro, perché io ho Tris e poi.. niente andrà secondo i tuoi piani, te lo dico io.- lasciò la presa su Tris. -Metti a terra June. SUBITO- gli intimò- e tieniti la tua ragazza. Ora mi vesto e arrivo.- concluse lasciando tutti di stucco.
Non appena la porta del bagno sbatté June corse tra le braccia della madre.
-Provate a toccarla ancora una volta e non mi trattiene nessuno dal ridurvi in cenere- ringhiò il demone. Quattro, che stava massaggiando i polsi doloranti di Tris, alzò lo sguardo, sconvolto. Cam prese Penny e June e le portò in camera.
-Torno subito- le rassicurò dopo aver dato un bacio in fronte a tutt'e due. Raggiunse il bagno e aprì la porta senza chiedere nemmeno il permesso.
La ragazza indossava dei leggins rossi, come i suoi capelli e una maglietta gialla senza maniche.
Quando il demone entrò gli sorrise. Lui si mosse come un fulmine e l'abbracciò.
-Tu sei una pazza- bisbigliò tra i suoi capelli. Clary ridacchiò, poi lo mollò e lo guardò negli occhi. 
-Come hai fatto? A bloccare Tris intendo.-
-È molto più brava di quanto pensassi, ma mi hanno addestrato i migliori- Clary sorrise malinconica ricordando le lezioni di frusta con Iz, il lancio dei coltelli con Alec e le acrobazie di Jace. Il suo cuore perse un battito.
-Perché hai scelto di andare con loro?- domandò Cam.
-Sapevo che me l'avresti chiesto. Non ho intenzione di lasciare che incolpino te, Penny o June per ciò che è successo. Il siero probabilmente non funzionerà su un Nephilim, ma tanto non devo nascondere che io lo sia, tu invece hai un segreto immenso da proteggere. Non puoi dire al mondo che sei un angelo caduto- gli prese la mano e gli disegnò una runa con un pennarello.
-Voglio che ti ricordi di questa runa. Quando vedrai Jace lo riconoscerai. Fagliela vedere. Saprà che sono stata qui. Ti prego.- sorrise convinta e gli baciò la guancia. -Ci vediamo Cam-
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-Alec?- Jace urlò agli altri in salotto di fare un po' di silenzio.
-Jace? Ti stiamo aspettando qui all'Istituto. Siamo tutti preoccupatissimi!- 
-Lo so ma devo avvisarvi che non potrò tornare a casa... cioè... non dentro l'Istituto. Ci possiamo trovare da Taki fra circa mezz'ora?- silenzio.
-Alec?-
-Jace arriviamo. Dobbiamo portarci via anche Simon vero?- Jace sorrise.
-Sì, Alec, anche lui grazie.- si udì uno sbuffo poi la conversazione venne interrota.
-Magnus ci incontriamo da Taki fra mezz'ora. Ci saranno solo Isabelle, Simon e Alec-  al suono dell'ultimo  nome lo stregone sussultò.
-Io avrei da fare...- cominciò.
-No. Dovete SMETTERLA di comportarvi come due bambini con l'orgoglio ferito. Per l'Angelo Magnus!- Jace lo prese per un braccio e lo trascinò vicino ad una parete.-Ora... un Portale- e così la compagnia andò fino a New York. 
Poco dopo erano seduti su una tavolata del ristorante preferito dai Nephilim, ad aspettare gli ultimi  ragazzi.
-Jace!- Isabelle gli si fiondò tra le braccia senza quasi notare gli altri.
-Iz, così lo strozzi- rise Simon dietro di lei, ma Jace si accorse che il suo viso era scavato e la mascella tesa.
-Salve a tutti io sono Simon, loro sono Isabelle e Alec.-
Magnus, con un groppo in gola ripeté le presentazioni, poi insieme si scambiarono le varie informazioni.
-Tu sei fratello Zaccaria?- la voce di Iz si alzò di un'ottava quando scoprì l'identità di Jem, l'altro ridacchiò.
Alla fine della seduta Arianne e Izzy stavano chiacchierando di vestiti alla moda, Alec se ne stava in disparte, la coppia di Nephilim parlava animatamente con Roland e Jem, Magnus e Tessa avevano formato un terzetto ciarlone.
Simon e Jace erano gli unici ad aver afferrato il concetto: Clary era scomparsa da ormai ventiquattr'ore e a nessuno interessava.
-Ragazzi...RAGAZZI!-urlò Jace alzandosi. Tutti si zittirono all'istante.
-Clary è scomparsa. Non abbiamo idea di dove, gli incantesimi di localizzazione non funzionano, non sappiamo in che Annunziatore sia caduta e voi parlate tranquilli di tutt'altro. Qual'è stata l'utilità di tutto questo riunire gente? Una rimpatriata tra vecchi amici? Farci vedere che al mondo non ci siamo solo noi Nephilim? Bene, non me ne frega un cazzo! Non capite che Clary potrebbe essere in pericolo?- Simon si alzò, posandogli una mano sulla spalla.
-Jace andiamo a prenderci una boccata d'aria.- uscirono insieme e forse per la prima volta si abbracciarono.
-Non so che fare- mugolò Jace quando si staccò. -Clary è la persona più importante della mia vita-
-Lo so. Ed è per questo che noi torneremo là dentro, prenderemo i loro bei culetti immortali e non e li faremo muovere, finché non troveremo Clary- Simon lo guardò con gli occhi che brillavano. -Se devo scoprirò i denti- e per dimostrarlo sorrise, lasciando che i canini si allungassero. Jace ridacchiò.
Tornarono all'interno e si fermarono a fissare i commensali, poi, con un'occhiata d'intesa cominciarono.
-SILENZIO! Ora: voglio trovare la mia ragazza. Il problema è che si è inficcata in uno dei vostri cosi e io voglio che voi vi alziate, prendiate le vostre cose e che aiutiate me e Simon a trovarla.-
Izzy era letteralmente senza parole.
-JONATHAN CHRISTOPHER HERONDALE! Come osi parlarci così?- Roland si alzò in piedi, ma in quel momento Arianne scoppiò a ridere.
-Magnifico, magnifico! Mi piace!- corse da Roland e lo baciò sulla guancia.
-Ci sto.- porse la sua mano smaltata di nero a Jace che la strinse -Ro, muoviti. Devi aiutarmi a trovare una stanza in questa città- 
-Se volete a casa mia ci sono delle stanze in più, naturalmente l'invito è esteso anche a voi due- Magnus sorrise a Miles e Shelby.
-Noi non possiamo. Jace ci dispiace, ma abbiamo una famiglia.- Shelby lo abbracciò stretto e aggiunse:- So che troverai Clary, devi solo aspettare un po'-
Il Cacciatore li salutò con la mano, mentre i due varcavano il buio di  Annunziatore.
-Beh fratello, io ci sono, come sempre- Izzy si strinse a Simon, tirando anche Alec accanto a lei. Quello sorrise sghembo e si indicò la runa vicino al collo.
-Tessa, Jem, Magnus?- chiese speranzoso.
-Io ho offerto le mie stanze!- lo stregone lo disse come se fosse già chiaro che li avrebbe aiutati.
-Ho aiutato Magnus con l'incantesimo di Clary, anche se non la vedo da molto le voglio bene. Non la lascerò in balia degli eventi.-Tessa strinse il tovagliolo che aveva in mano, poi lo posò e fissò il suo ragazzo.
-Dove va Tessa vado io- dichiarò quest'ultimo.
-Bene. Per oggi abbiamo fatto abbastanza. Dobbiamo dormirci sopra- esordì Simon voltandosi verso la porta.
-Ma...- Jace si ritrasse quando l'amico di Clary lo guardò con i denti scoperti. -Ok, ok. Domani-
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Tris, Quattro e Clary erano appena saliti su un treno di ritorno incittà. La Cacciatrice era di nuovo sola. Con Cam si sentiva come a casa, con il suo mondo sovrannaturale a portata di mano, ma Tris e Quattro non avrebbero mai capito.. non se non avesse fatto qualcosa per dimostrarglielo.
-Clary siamo arrivati- Tris non la sfiorò nemmeno, aveva paura di toccarla dopo ciò successo a casa della mamma e della bambina.
Saltarono dal treno.
Nel quartier generale dei Candidi era tutto in bianco e nero. Cam le aveva spiegato il perché, ma in quel momento l'unica cosa a cui pensava era dire a Quattro ciò che sperava potesse avverarsi.
-Ehm Quattro... avrei una domanda da farti – il ragazzo si fermò e aspettò in silenzio. -Vorrei che ci fossero meno persone possibili lì con noi. Non vorrei che poi tutti sapessero che vengo da un altro posto, in un altro tempo e possiedo dei “poteri magici”. Intendi?- l'uomo annuì.
-Vedrò cosa posso fare-

Venti minuti dopo Clary era seduta su una sedia, in mezzo ad una sala, con solo dieci spettatori: Tris e Quattro, un ragazzo biondo carino in seconda fila, Christina e Will, un ragazzo intrepido che a quanto aveva capito si chiamava Uriah e quattro Candidi.
-Bene, ora inizieremo da domande facili, facili. Il siero è già in circolo,quindi non cercare di mentire- pronunciò Quattro. -Prima domanda: come ti chiami?-
-Clarissa F...- il siero le bruciò nelle vene -  Morgenstern-
-Da dove vieni?- 
-Da Brooklyn, New York, Stati Uniti D'America-
-Cosa fai nella vita?-
-Ero una studentessa, ora faccio la Shadowhunter, una cacciatrice di demoni-
-Ma va, Quattro! Non è possibile. Deve essere una Divergente uscita di testa-
-Peter...- sibilò Tris tra i denti.
-Continuiamo. Come sei arrivata qui?- Quattro guardò in cagnesco il ragazzo biondo poi fissò il suo sguardo freddo sul viso bianco di Clary.
-Io... io non lo so. Sono stata trascinata in una voragine nera, ma non era un Portale. Io-io non lo so- mugugnò. Aveva la fronte imperlata di sudore e il sangue le stava bruciando in una maniera insopportabile.
-Basta vi prego!- sapeva già da principio che il siero sarebbe entrato in contrasto con la componente principalmente angelica del suo sangue.
-Clarissa che?- lei crollò dalla sedia, cercando di respirare. 
-Basta, BASTA!- due mani le afferrarono le spalle e la tirarono in piedi.
-Si può togliere? Dobbiamo toglierle  il siero subito, sta delirando.- la presero in braccio e iniziarono a trasportarla. La sua mente era affollata da una serie di immagini della sua vita.
Sua madre, Luke, Simon, Jace, Alec, Magnus, Izzy, Raziel, Cam, Valentine, Sebastian...
Urlò, quando l'immagine di suo fratello si mosse. Piano piano il suo corpo si coprì di sangue e le si avvicinò sorridendo.
“Jace e io siamo di nuovo legati” sussurrò mostrando la runa di Lilith sul suo petto. Clary urlò nuovamente.
-Clarissa, Clarissa cercheremo di curarti- non era Quattro, ma non aveva mai sentito quella voce.
-Jace, Jace. Salva lui! Sebastian, Jonathan, Lilith. Cam, Cam aiutalo!- qualcuno l'aiutò a distendersi, poi le prese il braccio, prelevandole del sangue. Una mano strinse la sua dolcemente.
Quelle che sembrarono ore passarono prima che qualcuno arrivasse a portare a lei e al ragazzo che l'aveva trasportato.
-Non ci sono molte note positive. Dobbiamo solo aspettare. Il suo sangue sta combattendo contro il siero, mancano ancora circa quattro ore prima che finisca di agire completamente.- 
Clary gemette -Fa male-
-Lo so, lo so, stai tranquilla.- il suo corpo bollente venne appoggiato ad una spalla di lui, poi si sentì abbracciare tutto il corpo. E passò il tempo, con lei tra le sue braccia e lui che la stringeva.
Ore dopo Clary si risvegliò indolenzita.
-Jace? Ho fatto un incubo infinito- biascicò con la voce ancora impastata dal sonno. Aprì piano gli occhi e scattò su, per poi arretrare.
-Mi dispiace di averti svegliata- il ragazzo era Uriah.
-Dispiace a me di essermi addormentata- balbettò la Cacciatrice stringendosi le ginocchia al petto.
-Non avevo mai visto niente di simile- borbottò l'Intrepido distogliendo lo sguardo da lui. -Qualcuno come te. Non sapevo nemmeno della vostra esistenza. Perché non sei sola vero?- 
-Io-io non so se gli Shadowhunters esistano qui. Non so neanche perché ci sono io- si strinse nelle spalle e fissò Uriah con più attenzione.
Guardandolo attentamente era un ragazzo carino, ispirava simpatia e sprizzava coraggio da tutti i pori. Aveva un non so che di Jace. Gli sorrise.
-Ti prego non ne posso più di parlare di me. Mi racconti qualcosa di qui?- a gambe incrociate e mani giunte aspettò che Uriah le raccontasse qualcosa.
-Che ne dici della storia di Tris? Qui è quasi una leggenda- ridacchiò, poi il suo sorriso si spense -Peter prima ha detto la parola Divergente, l'hai sentito?- la rossa annuì – Beh Tris, io e Quattro siamo dei Divergenti. Come credo tu sappia il nostro sistema è diviso in cinque fazioni. Eruditi, intelletto, Abneganti, altruismo, Intrepidi, coraggio, Candidi la verità e i Pacifici beh... lo capisci già dal nome. I Divergenti non hanno un'attitudine specifica.  Tris ha lavorato molto per riuscire ad arrivare fino a questo punto. Ha fatto scoprire a tutti noi che esiste un mondo fuori, un mondo in rovina- si fermò un secondo – Dovremmo ringraziarla a vita- 
-Non capisco perché spendano tempo con me e Cam allora. Non avremmo creato problemi. Sto solo cercando di tornare a casa-
-Come fai ad essere così calma ora? Hai rischiato di morire poche ore fa!-
-Tesoro, nel mio mondo rischio di morire quasi tutti i giorni. Vorrei potervi fare vedere, ma non ho visto demoni e sono disarmata. In effetti mi sento nuda senza armi... è strano.- 
-Beh, mai strano quanto quello che sta accadendo qui- il ragazzo biondo della sala del siero entrò con sguardo sprezzante.
-Peter! Vieni, stai a sentire. C'è un mondo oltre a ciò che vediamo. Potresti imparare molto- Uriah era entusiasta.
-No, grazie, non m'interessa. Sono solo passato per avvisarvi che Quattro sta cercando di fermare le guardie dall'uccidere un tipo con gli occhi verdi all'entrata-
-Cam!- Clary boccheggiò. Si alzò in piedi, ma era ancora spossata dal siero, così le sue gambe non la ressero. Uriah si sporse verso di lei, ma fu Peter a prenderla. 
-Gr-grazie- mormorò. Il viso del ragazzo s'infiammò.
-Dai, ti accompagno- l'aiutò ad alzarsi e le mise un braccio sotto le spalle.
Arrivarono all'entrata a fatica. Clary ridacchiò. Quattro e Cam erano spalla a spalla per fermare un sacco di guardie Intrepide.
-Cam!- urlò la Cacciatrice. Il demone si voltò e Clary vide il sollievo nei suoi occhi.
-Clary!- si fece strada tra i soldati e la raggiunse, stringendola in un abbraccio.
-Perché sei venuto qui? Sei un pazzo- Clary si sentiva sollevata, pensava che non avrebbe rivisto nessuno dei suoi amici, mentre ora si ritrovava tra le braccia di uno di loro. 
-Quattro è venuto a chiamarmi, ma forse sono stato un po' impulsivo prima di entrare qui.- risero e sciolsero l'abbraccio.
-Devo portarti via di qui- borbottò il demone guardandosi in giro.
-No. Uriah mi ha raccontato di ciò che stanno facendo Tris a Quattro. Voglio capire meglio ciò che succede, voglio andare nel mondo fuori.- sorrise -Vorrei che tu mi dessi una mano- 
-Cosa?- Cam spalancò gli occhi, poi aggrottò le sopracciglia -Vieni con me. Voglio farti vedere cosa sono solo capace di fare- ringhiò. La prese per mano e di diresse da Quattro.
-Torniamo tra qualche minuto. Giuro che non scappiamo.- passarono avanti e uscirono sulla strada. Si infilarono in un vicolo stretto tra due edifici, poi si fermarono.
-Cam che devi farmi vedere?- sussurrò. Gli occhi verdi del demone iniziarono a splendere e, quando Clary alzò lo sguardo vide le ombre del vicolo che si addensavano formando uno sciame di cavallette nere. La Cacciatrice tornò a fissare Cam, che aveva alzato il viso verso il cielo.
-Cam...- poco dopo dalle spalle del demone uscirono due ali nere e dorate scintillanti. L'angelo caduto allungò le braccia, poi si rilassò, lasciando la testa mollemente sul collo.
Clary affascinata si avvicinò e allungò una mano verso le piume. La passò leggermente sul manto morbido delle ali. Socchiuse le labbra sotto shock. 
-È la cosa più bella che io abbia mai visto- sussurrò. Deglutì e chiuse gli occhi, lasciando che la sua mano continuasse a vagare su quella bellezza.
Poco dopo si trovò con le dita di Cam che le accarezzavano la guancia. Aprì gli occhi.
-Voglio ancora che tu mi aiuti- mormorò. Il demone posò tutte e due le mani sul suo volto e si avvicinò, facendo posare le sue labbra su quelle della ragazza.
Quella strabuzzò gli occhi, poi li chiuse, aspettando che la solita sensazione di appagamento la aggredisse. Quando non successe niente le lacrime iniziarono a scenderle dagli occhi.
Cam non era Jace. Lei non era con lui. Lei non era nemmeno a Brooklyn.
-Clary... oh mio dio, ti ho fatto male? Scusa.. io non volevo- sussultò.
-Non sei stato tu. È stato bello Cam, ma io... ho aspettato di stare insieme a Jace per un'infinità di tempo. Non so se riuscirò mai a dimenticarlo. Mi dispiace- balbettò con il petto scosso dai singhiozzi. Si ricordò della volta in cui Jace si era liberato dalla runa di Lilith e lei lo aveva detto a Sebastian per salvarlo, ripensò alla notte in cui erano finiti fuori dal concerto di Simon, su quell'amplificatore rotto, sotto la pioggia, il modo in cui Jace si passava le mani tra i capelli, i suoi occhi dorati, la cicatrice a forma di stella , segno della famiglia Herondale... le ginocchia le cedettero. Ora che non doveva dimostrare a sua madre,ai suoi amici e al Conclave quanto fosse “forte” si lasciò andare al pianto.
Le mancavano tutti e non sapeva nemmeno se li avrebbe mai rivisti.
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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Cha-Ching

(Till We Grow Older)


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-Jace, è ora di svegliarsi.- Isabelle lo scosse dolcemente, mentre le sue palpebre si aprivano leggermente. Quella notte non aveva dormito molto, solo poche ore quando per la fatica di passare dentro i portali e lo sfinimento psicologico l'avevano fatto crollare.
-Muoviti, è mezzogiorno passato-
COSA? Altro che poche ore! Aveva dormito più di cinque ore e la mattina se n'era andata senza fare alcunché! Si alzò di scatto e si mise in piedi, raccogliendo i vestiti della sera prima e mettendoseli addosso senza concentrazione.
-JACE TRANQUILLIZZATI SUBITO! Non hai perso l'intera mattina se è questo che pensi. Simon ci ha costretti a farti riposare e aveva ragione, sei troppo teso. Abbiamo trovato una pista, a quanto dicono gli angeli. Non so dirti quale... EHI ASPETTA CRETINO!- Jace si caricò Izzy sulle spalle e la portò in biblioteca, dove stavano confabulando Magnus e Tessa.
-Resoconto dettagliato- esordì sedendosi e lasciando a terra un'Iz sconvolta e molto arrabbiata.
-Che devo dire? Io vi lascio soli, parlate voi due. Io ho una questione da risolvere- Magnus si alzò e trascinò Isabelle fuori dalla porta, chiudendosela alle spalle. Il Cacciatore spostò lo sguardo su Tessa.
-So che ti sembrerà strano, ma vorrei raccontarti la mia storia- disse la ragazza -Tutto iniziò quando presi una nave diretta a Londra nel lontano...- e iniziò a raccontare la storia di Will, Jem, Charlotte, Henry, Jessamine, Gabriel, Tatiana, Gideon e Benedict Lightwood, Nate, Mortmain, le Sorelle Oscure e tutti gli altri.
-Ed ecco perché sono qui. Ho aiutato Magnus nell'incantesimo per i ricordi di Clary, ho tenuto gli Herondale sotto controllo per anni, sempre senza avvicinarmene e mi sono tenuta in contatto con tutti quelli con cui avevo passato la vita- tristemente si toccò la collana con l'angelo meccanico.
-Quella è il motivo della “stella degli Herondale” quindi?- chiese curioso Jace indicando il ciondolo. Tessa alzò lo sguardo, con gli occhi che brillavano e sorrise raggiante annuendo.
-Beh, dato che eri la moglie di William... io sono il tuo bis-bis-bis e qualcosa nipote? Questo è davvero ambiguo- ridacchiò il ragazzo alzandosi, andando incontro alla strega e allargando le braccia. Lei si alzò sospettosa, ma quando notò lo sguardo sincero di lui ci si fiondò dentro.
-Piacere di conoscerti nonnina di non so che grado- E risero insieme, come due amici appena ricongiunti.

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Isabelle camminò velocemente fino all'ascensore, seguita da Magnus.
-Senti Magnus, perché li hai lasciati soli? Tessa è una sconosciuta!- alzò le braccia al cielo, fissando in cagnesco lo stregone. Quello scrollò le spalle.
-Tu adesso vieni con me.- ordinò facendolo entrare in ascensore. Passarono il tragitto in silenzio, quando uscirono percorsero il corridoio, fino ad una stanza sul fondo.
-Ora tu entri e ci parli. Ne ho le scatole piene di vederlo depresso e silenzioso, e so che non ci stai bene nemmeno tu.- gli sfiorò la spalla delicatamente se andò, lasciandolo davanti alla porta in legno massiccio. Poteva benissimo andarsene, ma qualcosa lo portò a bussare.
-Vieni, è aperto!- la voce del Cacciatore lo raggiunse. Aprì ed entrò silenziosamente. Il ragazzo non c'era, il rumore dell'acqua di una doccia si udiva in una stanza affianco.
-Arrivo subito Isabelle- Magnus rimase in piedi, senza ribattere, accanto all'uscita, finché Alec non uscì dal bagno con solo un asciugamano addosso.
-MAGNUS!- gridò quando notò la presenza dello stregone nella stanza.
-Alexander...- balbettò distogliendo lo sguardo dal suo corpo.
-Che ci fai qui?- Alec camminò fino alla cassettiera e, cercando di scoprirsi il meno possibile, si rivestì.
-Isabelle mi ci ha trascinato- sussurrò appoggiandosi al muro alle sue spalle.
-Izzy sta impazzendo, ma sono felice che l'abbia fatto, perché venire a parlare con te di mia spontanea volontà... beh non sarebbe mai successo.- scrollò le spalle disperatamente – Non sono coraggioso come lei e Jace. Io sono il codardo della famiglia- borbottò sedendosi sul letto.
Magnus ebbe un tuffo al cuore e fu come essere colpito da uno schiaffo in piena faccia.
“No, non posso lasciarmi andare” pensò nella sua testa, poi, però si avvicinò al ragazzo e si inginocchiò ai suoi piedi.
-Alec non pensarci neanche. Tu mi hai salvato la vita un milione di volte, non sei un codardo. Saresti morto per salvare Jace e i tuoi amici. Sei uno Shadowhunter fantastico- gli mormorò.
Quello alzò gli occhi da terra, dritti su quelli da gatto di Magnus.
“Sono un debole quando si parla di ragazzi mori con gli occhi azzurri” sospirò pesantemente.
-Le molte volte che hai rischiato di morire sono state per colpa dei Nephilim, Magnus, per colpa mia. Ero così accecato dai sentimenti nei tuoi confronti che non pensavo al fatto che ti mettevo in pericolo. Mi dispiace per tutto, soprattutto per ciò che è successo con Camille. Sono stato uno stupido. Volevo solo raccontarti il vero motivo per cui andavo da Camille: non era per chiedere come toglierti l'immortalità, ma per scoprire cos'è successo nella tua vita, di Will Herondale, di tuo padre, della tua relazione con lei. All'inizio non mi aveva chiesto niente, se non di uccidere Raphael, ma ho rifiutato. Poi ho dovuto dare il mio sangue, ma l'ho fatto, non volentieri, ma l'ho fatto. E sai perché? Perché io ti amo Magnus e non sapere nulla di quello che è il tuo passato mi dilania. È come se tu non ti fidassi abbastanza da dirmelo. Pensavo che scoprendolo, anche da qualcun altro, sarei riuscito a legarci ancora di più, ma l'unica cosa che sono riuscito a fare è stato mentirti e rovinare il nostro rapporto- lo stregone spalancò gli occhi, mano a mano che Alec parlava. Non poteva credere che n Cacciatore avesse offerto il suo sangue a un Nascosto che odiava, solo per scoprire qualcosa del suo passato. Sapeva anche che Camille, probabilmente, non gli aveva rivelato molto, ma Alec era tornato giù nelle fogne lo stesso, continuando a cercare risposte che lui non era disposto a dargli. E poi gli aveva detto “ti amo” cosa che l'aveva stupito in un contesto del genere. Il ragazzo rimase in silenzio alla fine del suo monologo, aspettando una sua reazione, che non arrivò. Magnus era così sconvolto che non riusciva a spiccicare parola.
-Alexander...- sussurrò sbalordito alzandosi.
-Smettila di pronunciare in quel modo il mio nome. Sembri mio padre quando si arrabbia.- Alec fece un adorabile broncio che fece crollare definitivamente le barriere che Magnus si era prefisso.
Si lanciò sul letto, proprio addosso ad Alec, che per attutire la caduta lo circondò con le braccia muscolose.
-Alexander, Alexander, Alexander. Non smetterò di chiamarti così, perché sono ancora molto arrabbiato con te, ma anche perché è un nome che amo, come amo la persona che si chiama in quel modo- disse tutto d'un fiato. All'inizio Alec aprì la bocca come per dire qualcosa, poi la richiuse, avvicinando il suo volto a quello dello stregone.
Le loro labbra si sfiorarono diverse volte, poi Magnus approfondì il bacio, passando le lunghe dita tra i capelli corvini del Cacciatore.
-Aku cinta kamu Alexander- sibilò contro la pelle del collo del ragazzo, quello trattenne il respiro per qualche secondo, poi mandò fuori il fiato, pronunciando quelle parole che tutti e due avevano sognato di dire.
-Anche io ti amo Magnus-

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Clary e Cam stavano tornando silenziosamente al quartier generale dei Candidi, quando il vento cambiò e alzò un leggero profumo di menta.
-Non so perché ma questo odore mi ricorda Arianne- borbottò Cam calciando un sassolino dal cemento sotto i loro piedi.
-Arianne? Chi è?- domandò Clary curiosa. La vita dell'angelo caduto per lei era rimasta un mistero. Chissà quanta gente aveva conosciuto, quante persone aveva visto morire e quante ne avrebbe viste ancora...
-Arianne è una mia vecchia amica, penso che ci sia ancora da qualche parte in questo mondo, con il suo ragazzo Roland. Sono sempre stati legato quei due. Ma mai come Lucinda e Daniel.- commentò senza inflessione nella voce. Sembrava quasi che non gli interessasse, ma Clary si accorse che i suoi occhi erano diventati improvvisamente chiari come un prato d'erba, in completa armonia.
-Eravate tanto legati eh?- la sua voce si addolcì e lo prese per mano.
-Figurati, io ero un demone, loro no, cioè... Roland lo era, ma alla fine è riuscito a tornare nelle schiere del Paradiso, penso. Sono passati secoli ormai.- ridacchiò. -Lui e i suoi dread, Arianne li adorava.- piegò la testa di lato. -Ti sto raccontando troppo.- sussurrò.
-No, voglio sapere. Se devo rimanere qui ancora per molto mi pare dovuto!- mise un dolcissimo broncio e Cam le sorrise.
-Ok, ok. Togliti quell'espressione dalla faccia. Va bene, va bene. Sono caduto, senza scegliere. Non volevo, mi sembrava uno spreco inutile dividere in due parti contrapposte quella bellezza. Io e Daniel eravamo fratelli. Sicuramente tu ti saresti innamorata di lui se non lo fossi già di Jace,- sorrise mestamente- ma il suo cuore apparteneva già ad un'altra. Prima di tutto e tutti c'era lei. A loro non importava di niente. Il mondo attorno non contava. Penserai: ah è una cosa dolcissima, ma il Trono e Lucifero avevano in mente qualcos'altro. Li maledissero perché sia lei che Daniel non scelsero Cielo o Inferi, ma l'amore. La maledizione era pesantissima per tutti e due. Lucinda ogni diciassette anni era costretta a morire: ogni volta che ricordava minimamente qualcosa di tutto il mondo sovrannaturale, o come lo vuoi chiamare, gli Annunziatori se la portavano via. Era una sofferenza per Daniel, costretto a girovagare per la terra fino ad incontrarla di nuovo, sia per Luce, che non aveva una vita propria, sia per i suoi familiari delle varie epoche, che perdevano una figlia.
Sono andati avanti però, finché Luce, quando scoprì cos'era Daniel non morì. Il patto era che se lei non fosse stata battezzata, quindi una credente, la maledizione avrebbe potuto dissolversi. Naturalmente non fu così facile. Alla fine però, davanti a Lucifero e al Trono scelsero nuovamente l'amore. Il Trono li trasformò in umani, entrambi. Io me ne andai, come gli altri. Penso che Arianne e Roland li controllino ancora nel tuo tempo.- rise.
Clary chiuse gli occhi e si perse nell'immaginarsi un amore così forte e duraturo come quello dei due angeli. Jace l'avrebbe fatto per lei? Non lo sapeva. Lei l'avrebbe fato al posto di Daniel? Certamente. Socchiuse le palpebre e si ritrovò davanti il demone che la fissava curioso.
-A che stavi pensando?- chiese sorridendo.
-A quanto sarei disposta a fare per Jace e a quanto lui sia disposto a fare per me. A quanto il nostro amore possa durare. Siamo sempre divisi da un sottile strato di un non so che. È strano, ma il nostro amore è come nascosto da uno strato di ghiaccio. Non so se riusciremo mai a stare insieme come una coppia normale.-
-Non esiste un amore normale Clary. Tutti gli amori sono diversi e assolutamente inimitabili. Forse a te e a Jace serve solo un po' di tempo per abituarsi all'idea di stare insieme seriamente- Cam scrollò le spalle.
-Comunque non mi hai parlato di te!- sbuffò la ragazza tirandogli un leggero pugno sulle costole.- Come hai scelto di diventare demone?-
-Non è difficile: tutta colpa di una donna. Dovevo sposarmi sai? Poco dopo essere caduto, ma la donna con cui stavo voleva sposarsi in chiesa, ma gli angeli caduti non possono entrare nei luoghi consacrati. È vietato. Lei non capì. Mi mollò e si sposò con un altro. Daniel cercò di convincermi a pensare lucidamente, ma quando perdi quello che credi essere l'amore della tua vita non ti accorgi del mondo attorno a te. Sei troppo accecato dal dolore.- il demone sorrise malignamente e si voltò verso di lei. -Solo successivamente ho capito che lei era una stronza patentata-
Detto questo arrivarono davanti al quartier generale dei Candidi.
-Entriamo e diciamo tutto a Quattro- Clary lo abbracciò.
-Grazie di essere venuto a salvarmi- gli lasciò un bacio sulla guancia ed entrò, lasciando il ragazzo senza parole.
Doveva togliersela dalla mente, assolutamente.

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Tessa lasciò gli altri, dirigendosi in camera di Alec, dove Isabelle l'aveva avvertita avrebbe trovato anche il suo amico Magnus. Tessa non aveva mai visto lo stregone così imbarazzato come la sera precedente e la mattina. Sapeva che Alec e Magnus si erano lasciati, ma non avrebbe mai pensato che lo stregone ne fosse uscito così sconvolto. Sperò ardentemente che non si fossero fatti del male mentre erano in stanza soli.
Bussò leggermente e sentì un “un attimo” balbettato proveniente dall'interno.
Si stampò sulla faccia il sorriso più tranquillizzante che aveva e aspettò pazientemente. Le aprì un Alec molto imbarazzato, del colore dei pomodori.-Ah, Tessa... ehm arriviamo subito. Aspetta qui due secondi.- il moro socchiuse la porta e preparò la sua attrezzatura, mentre Magnus si alzava con un sorriso sornione dal letto.
-Ci vediamo fuori fiorellino- Alec lo fissò in cagnesco, poi prese le ultime cose e uscì, seguendo i due stregoni.
-Magnus forse abbiamo una traccia, ma è molto strana. Arianne e Roland hanno captato che l'Annunziatore è stato aperto da un angelo caduto, ma che non capiscono chi. Non hanno mai sentito questa presenza, quindi sono abbastanza preoccupati. Pensano possa essere uno degli Esclusi che non hanno mai incontrato e che è tornato nei Cieli, ma Arianne non ne è per niente convinta. Il possessore dell'Annunziatore si nasconde molto bene.- Tessa camminò velocemente fino in biblioteca, dove li aspettavano gli altri. Arianne e Roland parlavano animatamente con Jem mentre Isabelle cercava di trattenere Jace dal camminare su e giù per la stanza.
-Ragazzi ho captato dell'altro!-urlò l'angelo alzando le mani.

-Ora: noi andiamo a cercare questo angelo, voi prendete le vostre gambe e trovate tutto quello che potete sulla “scena del crimine”. Chi ha creato quell'Annunziatore è molto potente.- 
 

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SPAZIO AUTRICE:
Questo capitolo nonmi piace assolutamente, ma volevo
i Malec, quindi l'ho scritto **
Oddio la mia OTP.... ^^
Va beh, grazie a tutti per le recensioni
e per la lettura :3
Baci
Pollo

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