Il ricordo felice che non ho

di SognatriceAdOcchiAperti
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritrovamento e risveglio ***
Capitolo 2: *** Perlustrando la cabina e il piano sventato ***
Capitolo 3: *** Alla ricerca di una scialuppa e fuga dalla nave ***
Capitolo 4: *** Peter Pan e incubo ad occhi aperti ***
Capitolo 5: *** Ben venuta all'isola che non c'è mamma! ***
Capitolo 6: *** Lo sciamano, i Pellerossa, Il capo indiano... E... una nuova amica o nemica? ***



Capitolo 1
*** Ritrovamento e risveglio ***


~~Era pomeriggio inoltrato e stavo preparando un nuovo piano, per tentare di uccidere Peter Pan, per tutti gli oceani quanto l'odio!
Al solo pensiero, il mio uncino e tutto il mio corpo trema e mi chiede sempre sangue, vendetta e come non potevo dargli torto?
Mi aveva sottratto tutto. Il rispetto dei miei uomini, il mio tesoro, la mia nave (che dovetti faticare molto per riprenderla). E la cosa più importante. La mia bellissima mano sinistra.
Mentre pensavo a come uccidere quel maledetto, arrivò Spugna tutto eccitato che a gran voce cominciò a parlare. - C..c..c..capitano..ccc'è...noi..l..ll..loro... - Allora io esasperato gli gridai.
- Spugna! Quante volte ti devo dire che a questa ora, non voglio essere assolutamente disturbato! E per tutti gli oceani che cosa mi vuoi dire parla, insomma! o ti do in pasto al coccodrillo -    Allora Spugna preso un sorso di liquore, nella bottiglietta che si porta sempre appresso e preso  fiato cominciò a parlare.
- Capitano stavamo pescando dei pesci, quando abbiamo visto un pezzo di legno che galleggiava... -       - Sai la novità! E tu mi hai interrotto per una simile sciocchezza?! - Gli urlai arrabbiato, e gli puntai il mio uncino vicinissimo al suo grosso naso.   Allora spaventatissimo Spugna ricominciò a parlare.                                              
 - Capitano aspetti, il punto è che appoggiato in quel legno c'era una ragazza! -
Subito mi calmai.
- una ragazza? Spugna ne sei sicuro? Non è che hai bevuto troppo vero?-
- Assolutamente no capitano, le giuro l'ho vista! -
- Ed ora dove si trova? Avanti Spugna sputa fuori il rospo!-
-Beh capitano al momento i nostri uomini l'hanno appena ripescata. Io sono corso appena l'abbiamo vista per avvertirla del fatto.-
-Ed allora, che aspetti a portarla nella mia cabina?-     -S..ss.s. subito capitano-  Rispose spaventato Spugna.
Era da anni che non vedevo più il corpo di una donna , di mocciosi, proprio non ne potevo più, li detesto e come! E pensando a ciò, la mia mente sopraffina cominciava a creare un piano perfetto. Avrei potuto usare la ragazza come ostaggio, in modo tale da avere finalmente la mia agognata vendetta uccidendo il mio acerrimo nemico. Peter Pan. E chissà... Forse dopo la ragazza poteva diventare, dopo la morte del mio nemico, anche fonte di divertimento, per me e per i miei uomini. Dopotutto un po' di divertimento se lo meritano...
Mentre pensavo a ciò bussò alla porta della mia cabina Spugna. - Capitano è permesso? Siamo qui con la ragazza! -
-Entrate e mettetela nel divano- Risposi frettolosamente.
Così, Spugna con un altro pirata che teneva in braccio, una ragazza svenuta entrarono...
Dopo mi rivolsi al pirata che aveva tenuto in braccio la ragazza.
- Corpo di mille balene che ci fai ancora li!? Su vattene! La nave non si lava mica da sola vattene su!-
quel buono a nulla, di un pesce troppo cresciuto, spaventato dalla mia reazione corse subito via. Lasciando me e Spugna da soli con la ragazza...
La ragazza aveva dei capelli castani lunghi e mossi, fino ai seni. La carnagione, lievemente abbronzata e i vestiti erano completamente laceri segno di chi ha subito una grande tempesta.
E per tutti i forzieri del mare! Caspita se non lo so bene io!Tante volte, nella mia onorata carriera da capitano, ho affrontato mille tempeste, ed è impossibile affrontare una tempesta, senza poi ritrovarsi con i vestiti completamente distrutti, dalle onde del mare, taglienti come mille spade, appena affilate.
Fortunatamente per la ragazza, (e sfortunatamente per me)  i vestiti, seppure laceri coprivano bene le sue parti intime. Nel polso sinistro, aveva una serie di braccialetti di stoffa, di scarsissimo valore e una piccola catenina d'argento con un piccolissimo cuore di cristallo con attaccate delle ali d'argento. Subito lo notai e feci per prenderlo quando la ragazza si svegliò.
Immediatamente ritrassi la mano e l'uncino (non era il caso di spaventare la ragazza.)
Quando la fanciulla si svegliò, completamente confusa, si guardò intorno. Poi non appena ci vide iniziò tremante a parlarci.
-D...d..dove mi trovo?- Domandò la fanciulla.
Immediatamente mi tolsi il cappello.
-Ben risvegliata milady, vi trovate nella modesta nave,  la Jolly Roger , del qui presente capitan James Hook ma ormai, sono anni che vengo conosciuto, come capitan Uncino. E questo è il mio fidatissimo compagno di avventure. Il signor Spugna.-
Cosi facendo, feci segno a Spugna di togliersi il berretto e non appena Spugna, se lo tolse ripresi a parlare di nuovo.
-Siete stata appena salvata, dall'orribile fine di affogare, fortunatamente, io vi ho trovata, in mezzo al mare e vi ho tratta in salvo. Ora, se mi deste l'onore e il privilegio, di sapere il nome, di vostra signoria e chi lei è. Ne sarei eternamente onorato.-
La ragazza, si mise la mano nella fronte cercando in tutti modi di darci una risposta, ma con fare frastornato ci rispose. - I..i..io non lo so non mi ricordo, ricordo solo il mio nome e un gran vento e... Ah la mia testa!-
Facendo ciò la ragazza si mise le mani alla testa che evidentemente la torturava.
E così, aveva perso la memoria? Non riuscivo a credere alle sue parole! Quella era una manna piovuta dal cielo, non potevo crederci, quella ragazza si sarebbe bevuta tutto, fino al' ultima goccia. E senza neanche saperlo, avrebbe potuto essere la causa della morte, del mio acerrimo nemico! Naturalmente, solo se avessi giocato bene le mie carte... Prima di tutto avrei dovuto guadagnarmi la fiducia della ragazza e poi...
Immediatamente mi ricomposi rimisi il cappello e iniziai a parlare alla ragazza.
-Ebbene damigella quale è il vostro meraviglioso nome?-
Lei confusa ci rispose. - mi chiamo Erika.- - Erika che bellissimo nome! Bene signorina Erika, ora noto che siete molto stanca. Ordinerò subito ai miei uomini di prepararle un eccellente minestra, così da rimetterla in forze e dato che, i vostri vestiti sono completamente rovinati, vi indicherò il mio bagno e il luogo dove potrete prendere dei vestiti. Purtroppo siamo tutti uomini. Pertanto si dovrà adattare in quanto a vestiti. -
Erika ancora frastornata ci rispose timidamente.
- G...gg grazie mille signor Uncino e signor Spugna.
E poi si diresse nel bagno tutta traballante.

 


La tana dell' autrice.

Eilà a tutti voi, volevo dire che questa è la mia prima Fanfinction che scrivo e ci tenevo a dire quattro cosuccie.
Primo:  se trovate degli errori, se per cortesia, me li facciate presente :)
Secondo: ringrazio tutti i miei amici che mi hanno incoraggiata a pubblicarla, grazie mille ragazzi!                                                                                          
Terzo : Accetto tutti i consigli e tutte le critiche
Quarto:  Spero che questa fanfinction vi possa piacere e interessare!

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Capitolo 2
*** Perlustrando la cabina e il piano sventato ***


~~
Mi recai, (seppure con grande fatica), al bagno, dove il signor Hook mi aveva indicato. Mentre mi immergevo nella vasca, mille domande mi attanagliavano la mente.
Chi sono io? Chi sono i miei genitori? Come ho fatto ad arrivare qui? O meglio, come ho fatto, a ritrovarmi in mare aperto?
E cosa significava quel vento impetuoso?
Ma niente, tutte le volte, che mi sforzavo, per ricordare qualcosa, un gran dolore attanagliava la mia testa.
Perciò, mi concentrai, sulla mia pulizia personale.
Finito di lavarmi, presi un asciugamano e andai nel' armadio del capitano.
Come aveva detto il signor Uncino, c'erano solo vestiti maschili e con mia sorpresa tutti molto eleganti. (Va beh, per come ha detto il signor Uncino, è il capitano della nave, perciò credo che si deve vestire sempre in modo elegante!)
Un solo vestito, però non lo era. Anzi, era molto semplice, si trattava, di un set marinaresco, dei pantaloni celesti e una maglietta a maniche corte, bianche con solo nelle maniche una tendenza al celeste e una bandana rossa.
Presi quella e mi misi in testa la bandana, per evitare che i miei capelli, (già molto scompigliati), non si rendessero orribili d' avanti agli occhi, del signor Uncino.
Dopo vestita, mi rimisi la mia collana.
Era strano, tutte le volte che la vedevo, era come se tentasse di farmi ricordare qualcuno, era come se il suo scopo, fosse di ricordarmi sempre di un nome, si ma di chi?
 
 
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-Allora Spugna, hai capito finalmente come ti devi comportare con la nostra “ospite” - Dissi esasperato. Si capitano! Allora... Dovrò bussare alla porta, dovrò chiamarla sempre signorina, e... - Si fermò confuso Spugna. -Eeee?- Gridai facendo appello a tutta la mia poca pazienza. - E dovrò sempre, rivolgermi a lei, in terza persona - Rispose infine Spugna. -Finalmente! Allora vedi che anche con tutta l'acqua di mare, che hai nel cervello, se ti impegni le cose le sai?- Risposi. - Ma capitano, come mai tutto questo? Voglio dire, la gentilezza... La minestra... Voglio dire perché!- Chiese Spugna. - Perché? Ma è molto semplice vedi... Le donne, amano molto i complimenti Spugna, e poi se noi la trattiamo bene, lei crederà con più facilità a quello che noi gli diremo, già del fatto che ha perso la memoria è un grande vantaggio. Eika è come un bambino, che aspetta di avere un ordine dalla madre e quando l'ascolta le ubbidisce senza discussioni. Ora vai in cucina a prendere la minestra e fa tutto quello che ti ho detto. Presto!- - Singnor sì capitano!- così, spugna si avviò alle cucine...
 
 
 
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Mentre aspettavo la minestra, mi decisi di perlustrare la cabina del Signor Jeims Hook.
La cabina del capitano, aveva una tendenza al rosso segno che era del suo colore preferito.
Per tutta la stanza, vi era un grosso tappeto rosso con alcune decorazioni in oro.
A destra (partendo dalla porta d' entrata)vicino al muro, della stanza c'era un divano di colore rosso a quattro posti con i bordi d' oro massiccio, dove io ero stata messa quando ero svenuta.
Poi a destra un clavicembalo, il quale sopra ad esso, vi era una bottiglia di rum, un flauto d'oro ed un paio di libri musicali.
In mezzo tra il clavicembalo e il divano, vi era un muro e attaccato ad esso una lanterna ad olio.
In fondo alla stanza, una porta dove c'era il bagno e nei muri fuori da esso dipinti e armi di ogni genere e un affila uncino. (Già chissà come si sarà tagliato la mano).
A sinistra invece, vi era il letto del capitano, dei coltelli e delle pistole e tre lanterne erano attaccate al muro che portava al suo letto.
In mezzo alla stanza, vi era una grande scrivania con una lanterna, una mediana ed una montagna di libri. Ne sfogliai alcuni, in essi vi erano al' interno pezzi di mappe dei tesori e tutte le note di viaggio, dei loro primi proprietari, in altri vi erano tutti i segreti e i modi di governare una nave e in un altro, il diario del signor Uncino.
Spinta dalla curiosità, per sapere che tipo era il capitano mi avvicinai per leggerlo, ma nel momento in cui io lo aprì bussò Spugna.
- Signorina ha finito? Posso entrare? Sono Spugna con la minestra per lei!-
Immediatamente posai il diario e mi sedetti velocemente nel divano. - Grazie della gentilezza. Sì io avrei finito, potete entrare.-
E detto fatto entrò Spugna con in mano un vassoio con sopra un bel piatto di minestra fumante.
- Con permesso, ho portato la minestra, dovrebbe mangiarla prima che si freddi!-
Gli sorrisi e lo ringraziai. Poi Spugna mi porse il vassoio con la minestra e mi disse - c...ccon permesso io... Io mi assenterei per un palio di ore. Quando ha finito di mangiare, posi pure il piatto sulla scrivania del capitano. Sinceramente le consiglierei di dormire per rimettersi in forze e di mangiare la minestra prima che si freddi -    - D'accordo.-  Gli risposi. Così facendo Spugna se ne andò. Ma non prima di essere inciampato sullo sgabello del divano.
Mi ci volle molta forza di volontà per non ridere e gli risposi preoccupata - tutto bene Signor Spugna? Si è fatto male?- E posato il vassoio sul divano mi avviai ad aiutarlo. - No no stia tranquilla niente di che, ora scusatemi ma mi dovrei proprio assentare. Passerò più tardi a prenderle il piatto va bene signorina?- - si si non c' è problema! - Così Spugna si avviò alla porta. Ma io lo fermai. - Signor Spugna le posso chiedere una cosa? - - Sì mi dica, Madame- - Non voglio essere indiscreta ma come mai il signor Hook ha quel' uncino? - domandai curiosa. - A sì l'uncino... Al dire il vero è una storia molto lunga... ma le posso dire questo. è stata una ferita di guerra che si è procurato molti anni fa ...-
- Ah... La ringrazio molto dell'informazione e mi scuso se le ha dato fastidio questa mia domanda. -Ma si figuri... Comunque ora io devo proprio andare. Su, deve mangiare, presto, prima che si freddi!  Ora la lascio, arrivederci signorina. - Arrivederci e ancora grazie -
Così Spugna se ne andò l'asciandomi da sola con quel bel piatto caldo...
Non ci misi molto tempo, a mangiare quella squisita minestra.
Caspita stavo morendo di fame! Chissà da quanto tempo non mangiavo!
Ma più ci pensavo e più la mia testa faceva male. Chissà se avrei mai recuperato la memoria.
Finito di mangiare posai il piatto sulla scrivania, stavo per andare a coricarmi nel divano quando cominciai a sentire delle voci...
- Allora Spugna hai fatto come ti ho detto?- - Certamente capitano! -
Ah... Niente di preoccupante, era solo il capitano e Spugna che parlavano. Ma ascoltare non nuoce giusto? E così mi misi a origliare la conversazione...
- e se l' è bevuta?-
"Bevuta? Bevuta cosa la minestra?" Mi domandai tra me e me
- sì sì capitano. Avevate ragione, ci è cascata in pieno... Ma capitano, ora che abbiamo guadagnato la sua fiducia che intenzione ha per Erika?-
"Intenzione? ma di che stanno parlando?"
- Come Spugna non sai che intenzioni ho? Ma è chiaro, che la userò come esca, per uccidere e disfarmi una volta per tutte, di quel maledetto moscerino volante! -
- E poi capitano, che cosa ne farete di lei, una volta ucciso Peter Pan?-
- beh corpo di mille balene! è una donna ormai, mi divertirò un poco con lei... Sono secoli che non vedo più una ragazza, con tutte le sue cose al posto giusto, e poi se mi annoierà, posso sempre darla impasto, ai pesci cani o a quel maledetto coccodrillo, con la speranza che così mi lasci per sempre in pace!-
"Oh no sono nei guai! Avrò pure perso la memoria, ma non sono così smemorata da non ricordarmi il significato delle parole! Ed il significato di quella frase mi è molto chiara! Devo fuggire ma come?" pensai allarmata.
Terrorizzata mi guardai  in torno poi il mio sguardo ricadde sul diario di capitano Uncino.....
 
 
 
 
 
 
 
 
La tana del' autrice
Allora che ne dite fino ad ora vi piace la storia?
Ho preso spunto la cabina di capitano Uncino, dal videogioco KINDON HEARTS 1 per playstation 2 nel' mondo l'isola che non c'è.
Dove appunto nella parte del gioco Sora, Paperino, Pippo e Peter pan entrano nella nave di capitano Uncino e combattono contro l' ombra malvagia di Sora creata da Riku.
Ok... Popolo che devo dire?  a sì
1 Ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito la mia storia e mi stanno seguendo passo dopo passo. Grazie mille gente
2 Vi voglio avvertire che a causa della scuola e di dividere i turni con il computer con i miei genitori e mia sorella. ( più studio non credo che aggiornerò tanto presto per il momento sì dato che ho scritto fino al capitolo 3.
3 Ringrazio le persone che mi hanno fatto presente dei miei errori di ortografia. E voglio dire che ora ho ricorretto il tutto.
4 Invito chiunque che legge la mia fanfinction di RECENSIRE. Ammesso che sia registrato.
Mi basta poco anche un “bel capitolo” o “un brutto capitolo”. Tanto che vi costa?
5 Spero che la storia vi stia piacendo e VI PREGO CHI RECENSIA SE TROVA ERRORI O NON CAPISCE QUALCOSA ME LO FACCIA PRESENTE.
6 Ciao e arrivederci al prossimo capitolo
by
SognatriceAocchiAperti
 

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Capitolo 3
*** Alla ricerca di una scialuppa e fuga dalla nave ***


 

Poi, il mio sguardo, ricadde sul diario di Uncino e cominciai a leggerlo con la speranza, di trovare una mappa della nave e una della terra ferma.

Avevo due ore di tempo, per organizzare un piano di fuga e costi quel che costi sarei uscita, da quella maledetta nave!

Lessi tutto il diario e così scoprì della inimicizia di Uncino e di un certo ragazzo, che sapeva volare, di nome Peter Pan.

Trovai anche, una mappa della nave che raffigurava, tutti i suoi passaggi segreti e una mappa di un isola, non molto lontana dalla nave, con il nome Isola che non c'è.

Dopo aver letto il diario, ideai un piano per fuggire dalla nave.

Nel letto del capitano Uncino, c'era un meccanismo di attivazione per aprire, un passaggio segreto che conduceva al ponte.

Per attivarlo, non era semplice avrei dovuto usare un uncino. Così mi misi a cercarlo e ne trovai alcuni, proprio sotto il letto del Capitano. Presi il primo che mi capitò. Guardai la mediana, mancavano meno di quaranta minuti, dovevo muovermi e subito!

Presi l'uncino, la mappa e il diario ( non si sapeva mai, se mi sarebbe servito). E li misi dentro, a una sacca che nascosi sotto alla mia camicia.

Nell'ottone destro del letto, c'era una piccola fessura che solo un uncino avrebbe potuto aprire. L'aprii e infine, dovetti mettere dentro all'ottone, l'uncino e gli feci fare un giro in senso antiorario.

Immediatamente, un muro di legno si sollevò, facendomi entrare in un corridoio che mi avrebbe portato al ponte. Alla fine del corridoio vi era, un muro, con un'altra fessura. Dove dovetti infilare nuovamente l'uncino e girarlo (stavolta in senso orario). Non appena ritrassi dalla serratura l'uncino, il muro si aprì e arrivai nel ponte...

Dovevo fare molta attenzione, se non volevo che mi scoprissero... Con mia grande fortuna, al ponte non c'era nemmeno un marinaio, molto strano, ma non ne feci un dramma. Anzi, era un vantaggio per me!

Arrivai, senza alcuna fatica alla scialuppa, ma non feci il tempo di toccare la fune che uno degli uomini di Uncino mi fermò. - Che vitaccia questa... Ehi tu! Hick! Che stai facendo! Hick! Non dovresti? Hick! Non dovresti fare la guardia... Hick! Davanti alla porta dove è rinchiusa la prigioniera? Hick!- Che “fortuna”. Mi era capitato un marinaio ubriaco! Per quanto era ubriaco, non si accorse che ero una femmina. Ringraziai il celo, che mi ero coperta i capelli sotto alla bandana, tanto bene che dalla mia acconciatura, sembravo un maschio. Se avessi giocato bene le mie carte, avrei avuto qualche possibilità, per fuggire dalla nave e per liberarmi da quel piccolo inconveniente. Ma dovevo stare calma e così presi fiato e iniziai a parlare... - Chi io? Beh... Vedi ho ricevuto l'ordine, dal Capitano, che dovevo controllare bene le scialuppe... Non si sa mai, se la ragazza riesca a fuggire... Tu, piuttosto,perché sei qui? Non dovresti, stare con tutti a controllare la porta della cabina del Capitano?- Ah chi io? Hick! Fare la guardia, per vedere se fugge, una femmina? Hick! Scherzi! Le donne sono talmente stupide... Hick! Credimi, le donne sono state create per il solo scopo di essere serve dell'uomo. Hick! E poi... Hick! Mi annoiavo, tanto quella sgualdrinella, non sarebbe in grado di scappare, neanche se vedesse la porta spalancata. Hick! Per non contare che non sa nulla... Hick! Crede che siamo dei marinai... Hick! Hahaha. Ma dico... Sembra che non abbia mai visto dei pirati. Hahaha. Così me ne sono andato a farmi una bevuta... Hick.- Così facendo prese la sua bottiglia e ricominciò a bere.... Poi mi guardò e mi porse la bottiglia. Io feci per prenderla e cominciai a parlare... -Già! Hai ragione... Le donne sono delle servette da usare.... Hahaha.- Mio Dio che maschilista... Credo che non ho mai desiderato picchiare qualcuno così tanto qualcuno (almeno, credo). Facendo ciò, finsi di bere il liquore e gli ridetti la bottiglia. Che odoraccio disgustoso, proveniva da quella bottiglia. Mi veniva voglia di vomitare. Ma dovevo stare calma... -Giusto! Hick! Brindiamo alla forza, di noi uomini! - Non appena disse questo, mi diede una pacca sulla schiena talmente forte, che mi fece cadere a terra facendo levare la bandana dalla mia testa... - Ma che.... Hick! Allora sei la ragazzina...Mi devo ricredere. Hick! Sei furba... Hick! E anche carina... Hick! Vorrà dire, che mi divertirò un pochino con te prima di dare l'allarme...- Facendo ciò, mi prese e con una mano mi mise il mio braccio dietro la schiena e da un altro mi mise il suo braccio sinistro nella mia gola tenendo in mano la bottiglia di liquore... -Grazie della tua offerta! Ma vedi... Ho altri progetti!- Così facendo, da dietro gli pestai con tutta la mia forza il piede sinistro. Gridando dal dolore il pirata mollo la mia mano che teneva bloccata dietro la mia schiena, per toccarsi, il piede dolorante... Immediatamente mi girai. E gli diedi un morso al braccio che aveva sulla mia gola e quando vidi che la presa della mano che teneva la bottiglia si era allentata, con la mia mano destra, presi la sua bottiglia di liquore e gliela sbattei in testa, tramortendolo. Infine, conclusi l'opera dandogli un fortissimo calcio nei suoi stinchi...

- E questo perché noi donne siamo stupide! La prossima volta ti servirà da lezione!- Dissi trionfante.

Presi da terra la mia bandana e me la rimisi. Respirai a fondo... Caspita dove avevo imparato a fare quelle mosse? Ma non era il tempo di pensare a queste cose... Non credo che resterà svenuto per molto, dovevo scappare e in fretta... Notai che il pirata aveva nel fianco destro un pugnale, lo presi senza fare tanti complimenti e cominciai a tagliare le corde che tenevano la scialuppa...

Non appena mi ritrovai con la scialuppa in mare, mi resi conto di una cosa... Che non avevo la più pallida idea di come si potesse remare...

E così persi una decina di minuti per capire come si adoperavano i remi...

Ahimè la sorte, non mi fu più favorevole... Avevo fatto neanche una decina di remate che il pirata si risvegliò e dopo che comprese quello che era successo cominciò a gridare a gran voce. – Allarme! Allarme! La prigioniera è scappata! E ora è in mare. Allarme!- A quelle parole cominciai a remare più in fretta che potevo dovevo raggiungere la terra ferma e subito...

 

 

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Mi stavo rilassando, fumando beatamente due sigari. Fra poco avrei attivato il mio piano. Niente poteva andare storto. Mi girai un attimo e vidi Spugna che tracannava tranquillamente il suo rum. Stavo per alzarmi e attivare la mia ultima commedia, contro quella ingenua ragazzina, quando sentì uno dei miei uomini gridare … – Allarme! Allarme! La prigioniera è scappata. E ora è in mare. Allarme!-

Per la sorpresa caddi dalla sedia, fortunatamente Spugna non mi notò. (Era troppo impegnato a evitare che la sua bottiglia si rovesciasse.) - Per la trippa di Poseidone che cosa sta succedendo?- Domandai furioso. - Credo che centri con Erika, Capitano è fuggita... - Rispose Spugna - Fuggita? Svelto Spugna, chiama la ciurma! Preparate gli arpioni! Non deve assolutamente fuggire! Muoviti! Stupido topo da sentina che non sei altro!- - Ai ordini Capitano!- Facendo ciò Spugna prese il suo fischietto e cominciò a chiamare la ciurma. - Tutti in coperta! Tutti in coperta! Svelti codice piratesco codice uno. Ripeto codice piratesco codice uno! Tutti in coperta! La prigioniera è scappata. Ripeto, la prigioniera è scappata!-

Detto questo Spugna ed io ci recammo al ponte dove notammo Erika che tentava di remare con tutta la sue forze, per arrivare alla terra ferma...

-Maledetta sgualdrina, per topi da sentina! Come avrà fatto a fuggire? Eppure ho dato ordine ai miei uomini di sorvegliare l'entrata della mia cabina... Che abbia scoperto il mio passaggio segreto?- Dissi imprecando.

-Ebbene vuoi la guerra? E guerra avrai!- Risposi tra me e me.

E iniziai a dare ordini alla ciurma con Spugna che ripeteva i miei ordini. - Prendete gli arpioni e metteteli sui cannoni!- - Prendete i cannoni e metteteli sugli arpioni!- - Preparatevi a abbordare la scialuppa! Tenere la mira sul bersaglio! Non sparare con i cannoni! Alzo 25 gradi!- - Non preparatevi a abbordare la scialuppa! Sparare con i cannoni! Tenere la mira sul bersaglio! Alzo 95 gradi!- Rispose Spugna. - Giusto alzo 95! 95? Cannoni? Fermi no non sparate!- Gridai ma inutilmente... - Pronti sparate!- Gridò Spugna. - Tutti a terra!- Gridai.- Ma non feci in tempo che l'albero maestro fu colpito in pieno dalle cannonate di quegli incompetenti dei miei uomini. Non appena mi ripresi dallo spavento mi rivolsi a Spugna più arrabbiato che mai. - Brutto idiota! Incompetente! Scellerato! Volevi ammazzarci tutti? Guarda che hai fatto all'albero maestro. Idiota! - - Mi dispiace capitano ma è stato un incidente...- - Incidente un corno! Lo sai quello che hai fatto? Non solo, hai distrutto l'albero maestro, e ci hai quasi ammazzati tutti. Ma, hai anche avvertito quel maledetto di Peter Pan e quel stramaledetto coccodrillo della nostra posizione!-

-Posizione è? Mi è venuta un idea... - Borbottai tra me e me. - Tutto sommato Spugna, possiamo ancora sfruttare questa situazione a nostro vantaggio... - Risposi. - Ehi voi canaglie abbordate la scialuppa della fuggitiva... - - Forse siamo ancora in tempo, di attuare il mio piano. Speriamo solo che il moscerino e il mostro non si facciano vivi ancora per un po'.-

 

 

La tana dell'autrice

 

Ehi la gente. Prima di tutto mi scuso, per il mio enorme ritardo. Scusatemi.

Ma come avevo detto nel capitolo precedente, il tempo manca sempre.

OK volevo dirvi...

1- Allora, dato che, non sono un marinaio, e non mi intendo, di traiettoria e di gradi, per sparare a un cannone. Ho fatto un calcolo matematico. Ho fatto sì che Uncino desse le regole per i gradi per sparare, come se il cannone fosse un triangolo retto. Così che per sparare al ponte, dovesse avere una gradazione di 95 gradi e 25 per abbordare la scialuppa di Erika. Se ho sbagliato fatemelo presente.

2- Come sempre, invito a leggere le mie fan fiction e a RECENSIRE. 3- Un grazie particolare a: Clara_Oswin , July_ Earth, Sakio, I am a revenat, _ Smoothneess2586, FeniceAzzurra, blackmiranda che mi hanno recensito, incoraggiato, corretto ma sopratutto seguita. Grazie amici! Ma anche un grazie ai 184 lettori che mi stanno seguendo da l'ontano.

4- Volevo anche dire che per il week end non potrò aggiornare, causa gitarella con amici. Ma al mio ritorno tenterò di aggiornare, il più presto possibile.

5- spero che questa storia vi sia piaciuta un sacco. Ciao e alla prossima.

 

 

La vostra, SognatriceAocchiAperti.

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Capitolo 4
*** Peter Pan e incubo ad occhi aperti ***


~~Ancora non credevo a quello che avevo visto...
Quei pirati, avevano sparato alla loro nave?
Beh... credo che questo li rallenterà non poco...
Continuai a remare con più forza ma dopo qualche minuto sentì altri rumori di spari e questa volta erano indirizzati a me.
Pensai che mi volessero eliminare ma poi notai dei ganci che si erano attaccati alla mia scialuppa.
 Mi volevano riportare sulla nave? Neanche per sogno e nemmeno da morta sarei voluta tornare in quel posto.
 Remai con tutte le forze, ma a ogni remata altri ganci si attaccavano e mi trascinavano alla nave. Provai a tagliargli ma era una perdita di tempo. Loro erano in tanti a trascinarmi. Io invece, ero da sola e non potevo tagliare i fili e allo stesso tempo remare. Pensai che era la fine quando...                                                                                                      
- Ehi! Devo dire che sei nei guai fino al collo.-                                                            
Spaventata mi girai... Ma non c'era nessuno.                                                               
- Strano... Avrei giurato... A colpa della mia immaginazione che vado a pensare...- Pensai                                                                                                                      
- Ehi! Ma dove guardi, sono qui!-
-Ah no questa volta no c'è qualcuno- mi dissi.  Mi voltai ma non vidi nessuno poi sentì qualcuno che mi tastava la testa...                                                                                 
- Ehi? Sono sopra di te!-                                                                                                      
-Haaa!- Gridai spaventata.                                                                                   
Finalmente mi voltai e cosa vidi? Sopra a me c'era un ragazzino vestito tutto di verde, con dei capelli rossi, un cappello verde con una piuma rossa,una cintura nera con a destra, legato un fodero che racchiudeva un pugnale.
Mi guardava tutto divertito e aveva un sorriso così bello... Che al solo vederlo sembra che ti scaldo il cuore. Tanto che mi ero completamente dimenticata che dei pirati mi stavano trascinando verso la nave di Uncino.                                              
Ma quello che era strano era che il ragazzo volava!  
Rimasi lì imbambolata a guardarlo. Certo che era molto strano che un ragazzo volasse, ma del resto, da quando mi ero svegliata, di stranezze ne avevo viste tante....
 A riportarmi alla realtà fu lo stesso ragazzo.                                                       
- Uuuu come siamo fifone! Piacere io mi chiamo Peter Pan e tu... Sei?-           
- Erika... E starei... O meglio sono... -  Risposi ancora scossa.                                 
- In mezzo ai guai!- Ribadì il ragazzo. - A quanto pare, il vecchio stoccafisso, ha deciso di usarti come ostaggio, non è vero?-  Dicendo ciò indicò gli arpioni che mi stavano trascinando verso la nave.                                                                     
- Sì ti sorprenderà ma è una storia molto lunga e ora dovrei... Come vedi...-  - Una storia? Ma io adoro le storie! Senti... Facciamo un patto, ti va?-       
- Che genere di patto?- Domandai sospettosa, dopo la mia disavventura con Uncino, appresi che fidarsi è bene ma non fidarsi era molto meglio.                 
- Allora diciamo che... Io ti aiuto a fuggire... Ma in cambio tu...- Disse Peter mettendosi la mano dietro la nuca.                                                                                
- Io? - Domandai ora pronta al tutto.                                                                                
- Tu in cambio dovrai farmi da mamma a me e ai bimbi sperduti!-  Rispose sorridente Peter.                                                                                                                                      
-Una mamma?! Ma io... Non so come si fa la mamma! - Protestai.                    
Non mi ricordavo chi ero e come pretendevo da fare da madre a dei bambini...                                                                                                                            
- Su via è facilissimo!-  Mi incoraggiò Pan. - Dovrai solo raccontarci delle storie, cantarci delle canzoni darci qualche consiglio di vita e la cosa è fatta.-                                                                                                                      
Ah la fa facile il ragazzino! Io? Ma se non mi ricordo niente, se non so niente di niente su come si comporta una mamma... Ma d'altro canto... Non posso certo ritornare da Uncino...- Pensai                                                                        
Che cosa dovevo fare.                                                                                                            
Mentre pensavo, una palla di cannone cadde vicinissima alla mia scialuppa e allora Peter cominciò a ridere. - Mamma mia a quanto pare al vecchio Uncino gli interessi parecchio. Non sopporta che io parlo con te, al tal punto, che spara con il cannone per impedirci di ascoltarci... Senti; come vedi hai poca scelta; o vieni con me e mi fai da mamma. O qui farai la fine di un esca per i pesci... Allora che scegli?-                                                                                    
Se prima ero indecisa con quella cannonata non lo fui più. Così presi fiato e dissi la frase che mi cambiò per sempre la mia vita... - Ok. Accetto, ma sappi che non ho nessuna esperienza nel campo e che pertanto...-  E boom un'altra cannonata...                                                                                                                   
- Va benissimo ok ora andiamo forza! Trilli dai un pò di polvere di fata alla mia nuova mamma.- Disse tutto contento Peter.
Fu allora che notai che sopra la spalla destra di Peter vi era una piccolissima fata.
Guardava Peter, con una espressione talmente contrariata e imbronciata e emetteva dei strani suoni. Come se fossero dei piccoli campanelli.                     Tentai di comprendere quel suono ma invano l'unica cosa che riuscivo a sentire, era solo dei campanelli mentre Peter; da come girava i suoi occhi dal color dello smeraldo e sbuffava, sembrava comprendere perfettamente quei suoni. Anzi pareva che era anche piuttosto abituato alla reazione che aveva avuto la fata.                                                                                                                             
- Suvvia Trilli non fare così, vedrai, sarà una buona mamma e poi... guardala non vorrai certo l'asciarla, in balia del vecchio baccalà vero?- Parlò Peter alla fatina. Che rassegnatasi sorrise a Peter. - Brava Trilli lo sapevo che mi avresti aiutato.-  Disse Peter contraccambiando il  sorriso della fata. - Comunque... Dove eravamo? A ora ricordo! Mammina vedi... se vogliamo uscire di qua c'è un unico modo, volare.- - Volare? Ma come faccio a volare me lo spieghi?-  Protestai. - Semplice con un po' di polvere di fata e con un pensiero o un ricordo felice ma bada deve essere il più felice che hai intesi?-  E così facendo la fata mi cosparse tutta con una polvere dorata. - Grazie Trilli. Ora devi concentrarti e pensare a un pensiero molto felice fare un balzo e vedrai che volerai.-  Disse Peter diventando tutto serio. Un pensiero felice? Beh al momento non è che ne avevo tanti e di ricordi figurasi, tabula rasa.                                                                                 
Stavo pensando al problema quando Peter mi parlò.                                                                      
- Pronto mamma c'è nessuno in casa? Che c'è? Non dirmi... che non hai un pensiero o un ricordo felice? Ma che razza di vita hai avuto?                                                                                                                                                
- Non prendermi in giro! Non e ho è vero. Ma solo perché io ho perso la mia...- Non feci in tempo di finire la frase, che una palla di cannone sfiorò la scialuppa. Spaventata chiusi gli occhi e saltai. Quando li riaprì mi ritrovai con Peter che mi teneva abbracciata mentre volava. Non appena i nostri sguardi si incontrarono lui mi sorrise. - Dato che non puoi volare ti porto io.-                                                                                                                           
Guardai in basso era così bello.  Il paesaggio, il sole che mi accarezzava il viso, il vento fresco... Tutto perfetto tranne che... dopo nemmeno un minuto da quando avevo visto lo splendido paesaggio, la testa cominciò a farmi male. Sentivo nella mia testa mille urla, mille grida e tanta ma tanta paura. Non riuscivo a pensare, non riuscivo a muovermi, a gridare, ma questa sensazione passò subito. Cominciai a gridare e a dimenarmi.            
- Fammi scendere! Fammi scendere!- Gridai con le lacrime agli occhi non riuscivo a togliermi quelle voci, quelle grida. Quelle voce che chiamavano il mio nome, alcune piene di rabbia, altre di paura. Sentivo tutto il mio corpo intorpidirsi, sentivo un alito nauseabondo che mi penetrava in tutto il corpo, delle mani che mi scuotevano, che mi chiamavano. Ma a differenza delle altre con una voce preoccupata e allo stesso tempo rassicuranti.                                                    
- Erika! Erika! Svegliati su non dimenarti! Guarda siamo arrivati! Erika!-             
Subito aprì gli occhi e gridai. Ero spaventata. Avevo le lacrime agli occhi mi girai per vedere dove mi trovassi e con mia grande gioia mi ritrovai a terra con Peter e Trilli che mi guardavano preoccupati.                                                  
- Stai bene? Ti stavi dimenando e gridavi... Poi tu sei svenuta... Mi hai fatto preoccupare.- Mi disse Peter?                                                                      
- Sì... Ora sì. Credo che... Sia stato solo un incubo dovuto all mio svenimento.-  Non riuscì a finire la frase quando sentì un brivido sulla schiena che mi fece tremare.                                                                                                             
- Mamma mia che spavento che mi hai fatto prendere meno male che era solo un incubo.-  Sospirò ancora turbato Peter.                                                                                                 
- Già. Un incubo...- Risposi tra me e me sdraiandomi a terra, quando sentì  un brivido sulla schiena che mi fece tremare.  E una voce che dentro di me che mi diceva : -Un incubo? Ne sei sicura?-                        
Mi scossi la testa per togliere quel pensiero.
No non volevo crederci quello era solo un incubo niente di più. O forse, no?                             

 

Angolo autrice

CIAOooooo popolo. State tutti bene? Spero di sì. Comunque... Bando alle ciance allora volevo dire che:
1- Scusatemi per l'ultra mega ritardo. Scusatemi. MA ho avuto mooooolti problemi tecnici.
2- Chiedo scusa per eventuali presenze di errori. Ho controllato e ricontrollato ma  se qualcosa mi è sfuggito fatemelo presente.
3- Ringrazio in particolare tutti quelli che hanno recensito o che semplicemente leggono la mia fic. Vi ringrazio gente.
4- Questo capitolo lo dedico a tutte quelle persone il quale ho avuto il privilegio di poter far amicizia e mi riferisco a Clara_Oswin, Sakio, FeniceAzzurra, Andoria Yamamoto (prima conosciuto come Xandear),BigBoss2012, I am a revenat, Legendary Fairy91 e ultima ma non meno importante... Giuly_Heatrh  la quale spero che si rimetta presto da suo brutto infortuno.
5- Come sempre invito tutti a RECENSIRE e naturalmente anche a leggere le mie fic.
6- Non so quando aggiornerò ma sappiate che ce la metterò tutta per aggiornare presto.

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Capitolo 5
*** Ben venuta all'isola che non c'è mamma! ***


 

~~
-Maledetto Peter Pan, andava tutto alla meraviglia la stavo per riprendere... Quando che fa Spugna quell'insulsa mosca? -Emh..- Tentò di rispondere Spugna.  
- Quando, per colpa tua, Spugna, arriva volando con quell'insulsa fata dei miei stivali... E indovina che fa? Salva quella ragazzina. O ma non credere Spugna che io mi arrendo! Capitano Uncino, non si arrende mai!- Dissi furibondo. 
Per la seconda volta quella ragazza era sfuggita al mio uncino e mai nessuna donzella era scappata sotto il mio uncino mai.
E invece quella lì, non solo, riesce a fuggire, ma pure si fa aiutare da quel marmocchio volante.
- Su via Capitano, vi farete la prossima volta, ora invece per rilassarsi un po' chiederò al cuoco di prepararle qualcosa di buono.  E durante l'attesa, vi farò un buon massaggio. Ora capitano stendetevi.- 
E così Spugna mi mise sdraiato nel mio letto e iniziò a massaggiarmi.
- Sapete Capitano mi sono parse di sentire delle voci nella ciurma. Ho sentito dire dal cannoniere, che lui ha sentito dal  mozzo, che il mozzo ha sentito dal cuoco e il cuoco ha sentito dal nostromo... Che Erika non sa volare o meglio ha detto che l'ha vista dal cannocchiale che lei aveva paura di volare. E mi ha pure aggiunto che dalla fifa scalciava Piter Pan perché voleva scendere.- 
- Che cosa hai detto Spugna? La ragazza ha paura di volare?-  Dissi io alzandomi all'improvviso.
  - Sì esatto Capitano. Incredibile una ragazza che ha paura di volare. Una cosa sconcertante! Pure quella Jane non sapeva volare ma non aveva paura... Incredibile!-    Disse Spugna con le mani nei fianchi e i gomiti davanti alla sua pancia.
- Una ragazza che ha paura di volare al tal punto di picchiare il mostriciattolo per costringerlo a scendere... Sai Spugna credo che questo era il tassello mancante che mi serviva per compilare il puzzle della mia vendetta su Peter Pan. Ma prima dovrò attuare qualche ricerca...
- O ma questa è una notizia fenomenale vado a rapire la ragazza?- Disse Spugna correndo subito all'uscita. Ma lo presi per la camicia con il mio uncino.
- No non ancora, l'asciamo pure che si diverta con quei marmocchi, così quando attuerò il mio piano di vendetta sarà molto più persuasivo.-  dissi io sfregandomi quel tanto odioso uncino. 
Finalmente potevo attuare il mio vero piano e questa volta niente sarebbe andato storto nemmeno se si presentasse quel mostro.


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- Sei sicura di stare bene?-  Chiesi io ancora preoccupato. 
Caspita molte ragazze e ragazzi erano arrivati all'isola che non c'è, ma mai nessuno aveva   avuto paura di volare. Sì certo, spesso era successo che qualcuno non riusciva a volare, ma poi credeva alla magia e alla polvere di fata e puff.  Ecco che volavano. 
- Sì non ti preoccupare...  Mi sento benissimo.-  Disse Erika ancora con il viso sudato.
-D'accordo non insisto. Comunque sarà meglio muoverci, fra poco farà buio e dobbiamo arrivare prima che faccia buio all'albero dell'impiccato.-
- Albero dell'impiccato? E che cos'è?-  Chiese Erika dubbiosa.
- È la nostra casa e dovremmo fare molta strada dato che non voglio ricevere altri pugni e calci da te.- - Nostra?- Disse Erika.
- Certo cara mammina, non dirmi che sei così smemorata da non ricordare il nostro accordo? Allora lasci che ti rinfreschi la memoria. Tu hai promesso, mamma, che se io ti avessi salvata tu saresti diventata, la mamma, sia mia che dei bimbi sperduti.-
- No tranquillo me lo ricordo, almeno quello.- Disse Erika diventando subito triste. Stavo per chiederle di spiegarmi cosa intendesse quel “almeno quello”  ma non feci il tempo che Erika cambiò subito argomento.
- Comunque che tipi sono questi bimbi sperduti?-
- O vedrai sono uno spasso ti piaceranno... O che testa! mi sono dimenticato! Trilli potresti farmi quel favore?- Dissi io facendo l'occhiolino a trilli facendo attenzione che Erika non lo vedesse.
- Allora come d'accordo ok?-  Dissi a Trilli e così lei volò via. 
- Dove va?- Chiese Erika.
- O tranquilla lo vedrai molto presto. - Dissi io tentando di essere il più enigmatico possibile.
- Comunque in marcia ci aspetta una lunga camminata.-  Dissi io e così iniziammo a avviarci alla nostra dimora.

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Era un ora buona che camminavamo e ormai ero stanca, un po' mi dispiaceva per Piter ma l'idea di rivivere quell'incubo non mi attirava per niente. 
Mentre ci dirigevamo a quella che sarebbe diventata la mia nuova casa dolce casa, sia io che Peter ne aprofittammo per parlare e conoscerci meglio. Così venni a sapere che non ero la prima a ritrovarsi in quell'isola ma che come me, ne erano arrivate molte, ma poi che se ne erano andate, beate loro! Io invece non potevo andarmene, non mi ricordavo nulla e per di più mi ero trovata coinvolta a diventare una mamma di tanti bambini sperduti.
Scoprii  anche che nell'isola non c'erano solo Peter e quei maschilisti puzzolenti pirati il quale ho avuto il “bellissimo privilegio” di conoscerli. Ma che era anche abitata da Sirene, Indiani e cannibali. Insomma mi ero trovata in una bella situazione.
Camminammo per un'altra ora quando in lontananza vidi un grosso albero dove era appeso a un ramo una corda con un cappio. 
- Benvenuta nella tua nuova casa mamma.- Mi disse piter tutto felice.
- Grazie...- mi guardai intorno per vedere meglio l'esterno di quell'albero ma non feci in tempo che subito iniziai a vedere tutto nero.
- Ma che? Ehi Piter si può sapere cosa mi hai fatto?-
- Niente ti ho solo bendato gli occhi!-   Rispose ridendo.
- Non è divertente! Dai levami la bandana su.-  Dissi io tentando ti toccarlo per dargli un bel  pugno. Ma invano a quanto pare il furbone prevedendo la mia mossa si era vibrato in aria.
-Peter per favore toglimi la benda.-  Provai a toglierla io ma mi ritrovai con le mani legate.
- Peter per favore.- Tentai di dirglielo ma niente intanto lui cominciava a prendermi in giro e io con il suono della sua voce tentavo di raggiungerlo per dargli almeno una bella capocciata.
- Ehi talpina dove vai? Sei sorda sono qui!-
- Quando lo individuai gli corsi dietro ma Peter si vibrò in aria e io mi ritrovai a scivolare in una cosa che doveva essere un tronco quando mi fermai mi ritrovai seduta in qualcosa di soffice.
- Ecco ora tu puoi aprire gli occhi.- Disse Peter.
- Quando Peter mi slegò e mi tolse la benda mi ritrovai con Peter che mi teneva nella mano destra la corda e la bandana con dietro a lui 6 bambini che mi guardavano tutti eccitati.
Stavo per dirgliene 4 ma non feci in tempo.
-Ben venuta a l'isola che non c'è mamma!- Gridarono i sei bambini.
- Io sono Leporello.-  Disse un bambino vestito da Coniglio.
- Io Svicolo-  Disse un bambino vestito da volpe.
- E io Orsetto.- Disse un bambino vestito da Orso.
- E invece noi siamo I gemelli.- dissero due bambini che si assomigliavano come due gocce d'acqua vestiti da Furetti.
- E lui è Trottolo.- Disse Orsetto indicando un bambino vestito da puzzola. 
-P...Ppiacre io sono Erika.- Dissi io sorridendo.
- O avanti Erika non devi essere così agitata.- Mi rassicurò Peter.
- Mamma ti va di giocare ad acchiapparella?- Disse Leporello già saltellando sul posto.
- Macché mamma invece giochiamo a Nascondino?- Dissero i gemelli.
- No io invece voglio giocare a battaglia con i cuscini.-  Disse orsetto. - Sì come se la mamma gli importasse.- Disse Svicolo.
- Macché la mamma gli piace di più il nostro gioco.- Dissero i gemelli.
- No vuole giocare con il mio- Disse Leporello.
- No il mio.-  Disse orsetto.
E così quei bambini iniziarono a litigare e a darsene di santa ragione. Ero allarmata guardai Piter con la speranza che mi potesse dare una mano ma invece cosa vidi? Peter seduto su una poltrona di pelliccia che guardava divertito la scena. Così presi fiato e parlai.
- Zittiiiii. Smettetela di litigare. Non ne vale la pena. Allora a quanto pare tutti voi volete fare giochi diversi, ma questo non si può fare altrimenti scoppierebbe un'altra lite... Quindi... Faremo in una solo volta tutti i giochi insieme vi va?-
-  sìììì- gridarono i bimbi sperduti.
- Benissimo allora le regole sono molto semplici. Allora la base è quella del nascondino, ma con la differenza che quando si viene scoperti e bisogna correre per fare tana, se chi fa il cercatore vi tocca si è eliminati. I Cuscini invece serviranno per impedire al Cercatore di toccare chi si nasconde. La tana sarà questo letto. Ci si può nascondere solo all'interno dell'albero. E Peter conterà fino a 100.-  Dissi io soddisfatta del mio gioco e dando ad ognuno un cuscino.
- Scusa perché io?- Disse Peter
- Perché non mi hai aiutato prima.- Dissi io facendo la linguaccia.
- Uffi va bene... 1, 2, 3, 4,-  Disse Peter iniziando a contare mi voltai per dire ai bimbi sperduti di nascondersi ma già erano scomparsi.
Restavo solo io e Trilli che mi guardava tutta rossa in viso. - Forza Trilli dai nascondiamoci!- E dopo che la fata mi fece una bella pernacchia se ne andò. Che antipatica ma che le avevo fatto di male da ricevere da lei un simile trattamento?

Comunque iniziai a correre per nascondermi. L'albero dell'impiccato era molto grande vi erano innumerevoli stanze e soprattutto molti passaggi segreti e cavità di varie misure. Volevo trovarne uno mio ma purtroppo erano tutti occupati o da oggetti o da pellicce e dai bimbi sperduti che si erano nascosti.
Così decisi di trovare un luogo dove mi permettesse di nascondermi meglio.
E più in là  trovai quello che faceva per me.
Era una stanza molto insolita: era grande, spaziosa e piena di cavità libere e infondo alla  stanza vi erano delle scale.
Ma la cosa più strana era che sopra alla mia testa vi era il mare e l'acqua non cadeva ma restava sopra la mia testa. Nemmeno una goccia che cadeva. Niente era come se una barriera invisibile lo impedisse...  mi arrampicai su una radice dell'albero per toccare il soffitto non volevo crederci. Ma quando toccai con una mano l'acqua mi ricredetti. Era come quando tocchi l'acqua normalmente ma invece che l'acqua cade verso il basso qui saliva.
Era così strano... Ritrassi la mano ma non appena lo feci... Mi ritornò quel mal di testa per il dolore caddi dalla radice e atterrai sul pavimento di schiena. (Per fortuna non mi feci male perché il cucino che mi ero portata attui la caduta.)
Mi sentivo tutta dolorante la testa scoppiava volevo gridare, volevo chiedere aiuto, ma niente non ce la facevo.
Come l'altra volta sentii di nuovo quelle voci che mi chiamavano... Mi gridavano - Ragazza forza metticela tutta! Ancora uno sforzo! Dai nuota più forte!-  Mi guardavano preoccupati attaccati a una scialuppa gialla e rossa tutta di plastica.   - Non ce la faccio!- Gridavo mi dimenavo nell'acqua e la corrente mi trascinava lontano.
- Forza aggrappati a qual cosa e batti i piedi! Non mollare!- Mi incitavano quei uomini tentai di vedere il loro volto ma non ci riuscì, per quanto mi sforzassi erano tutti ricoperti da una nebbia, mi aggrappai alla prima cosa che mi era arrivata un tavolo di legno iniziai a battere i piedi ma non ce la facevo ero stanchissima. Sembrava che più io mi muovevo più mi stancavo. E dopo un po' mi ritrovai nel buio completo.
Mi dimenavo mi contorcevo per il dolore alla testa, quelle voci mi torturavano la testa mi sentivo malissimo. Poi sentii la voce di Peter che diceva. - 98, 99, 100. Vengo a cercarvi!-
Presi tutte le mie forze  e gridai – Peter sono qui aiutami!- E dopo aver detto ciò svenni con le lacrime agli occhi.

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Avevo appena finito di contare quando sentii Erika che gridava chiedendomi aiuto.
Preoccupato volai nella direzione dove avevo sentito il grido. Intanto pure i bimbi sperduti erano anche loro corsi in suo soccorso. La trovai svenuta nell'uscita di emergenza, aveva il viso bagnato di lacrime e una mano bagnata. Subito la portammo nella sua camera ( avrei voluto fargliela vedere in circostanze migliori ma...). Intanto Svicolo era andato a prendere dei sali per farla rinvenire mentre io e Trilli insieme agli altri tentavamo di scuoterla per farla svegliare ma tutto inutile. Mi sentivo tristissimo e più volte persi i miei pensieri felici. Ma quando arrivò Svicolo con quei nauseabondi sali e Erika si risvegliò li recuperai tutti.
- Era ora che ti risvegliasi mamma.- Dissi io.
- Peter! Ho avuto un altro incubo! No cioè un ricordo... E era orribile e poi...- Disse Erika con la voce tutta tremante.
  - Su, su è tutto passato- La confortai abbracciandola.
- Però ora mi devi una bella spiegazione intesi?- 
- Sì è vero dai raccontaci la storia eravamo tutti preoccupati per te! Una storia ci renderebbe felici.- Dissero in coro i bimbi sperduti.
- E va bene ma... Prima dove mi trovo?- Disse Erika guardandosi tutta intorno.
- Beh è la tua stanza. Ho chiesto hai bimbi sperduti di farla per te... Ti piace?- Dissi io soddisfatto della camera.
Era spaziosa, aveva un bell'armadio interno con diversi vestiti che Giglio Tigrato mi aveva dato, e il letto fatto di pelliccia era molto morbido. Il tutto aveva diverse lanterne intorno alla stanza.
- Sì è bellissima grazie a tutti davvero.-  Rispose entusiasta Erika
- Bene allora dimmi chi sei? E come sei arrivata nell'isola?- Risposero i bimbi sperduti.
- Ecco in verità io non ricordo nulla solo il mio nome quindi vi posso raccontare dopo il mio arrivo va bene?-  Rispose Erika.
E così ci raccontò del suo risveglio sulla nave di uncino, di come aveva scoperto il suo piano e come era fuggita trovando un passaggio segreto nel diario che aveva pure rubato a uncino, insieme al suo uncino da cerimonia... Devo dire che la sua storia mi aveva fatto commuovere, persino Trilli si era addolcita nei confronti di Erika cosa molto rara.                              Così dopo che Erika finì mi avvicinai a lei e la abbracciai.
- Erika non ti scoraggiare, vedrai recupererai la memoria. Sai nell'isola, c'è un campo degli indiani e hanno un bravissimo sciamano, magari lui ti potrà aiutare a recuperare la memoria.- Le dissi io.
 - Tu... Tu dici ?- Rispose Erika speranzosa.
- Sì dopotutto mi devono un favore... Ma dobbiamo alzarci presto domani se vogliamo arrivarci, dato che hai paura di volare. -
- Ok ci stò. Ora però vorrei andare a dormire sai è stata una giornata piena per me...-
- Certo capisco allora buona notte!- Le dissi io.
- Buona notte mamma.- Risposero i bimbi sperduti.
- Notte.- Rispose dando un bacio sulla guancia ad ognuno di noi.
Poi si coricò si mise le coperte addosso e si addormentò.
Certo che quando dormiva era proprio bella la guardai un attimo era così rilassata  nemmeno  un cenno di incubo ne aveva passate tante questo era chiaro.
- Ho deciso. Trilli da domani la proteggerò e gli starò accanto in ogni momento-  e così spensi le lanterne e poi chiusi la porta facendo attenzione a non fare rumore.

 


Angolo autrice.
 Ave popolo Mss ritardataria ve saluta. Allora scusatemi chiedo venia fin dal profondo del vostro bellissimo cuoricino. Mi perdonate vero?  Spero di sì (altrimenti dovrò isolarmi e pagare una guardia del corpo). Allora come al solito vi dico questo...
1- Purtroppo non potrò aggiornare per un bel po. Per il orribile motivo che da questa settimana fino al 22 dicembre avrò tantissime verifiche e interrogazioni e siccome la sottoscritta non vuole assolutamente studiare più del dovuto a Natale... Mi devo mettere sotto con i libri.
2- Un grazie a tutte quelle stupende persone che leggono e RECENSIANO le mie storie. Vi voglio bene.

3- NON VI PREOCCUPATE IO NON MOLLO LA STORIA. Anzi la sottoscritta a più di 25 idee nella capozza pronte per essere scritte ma lo studio e altri impegni...
4- da questo capitolo in poi si ACCETTANO SCOMMESSE SUL PASSATO DI ERIKA E  SUL PIANO DI UNCINO. Il vincitore avrà un bel premio dalla sottoscritta. Ma le scommesse finiranno fino a un numero di capitoli che vi dirò in seguito dato che non so

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Capitolo 6
*** Lo sciamano, i Pellerossa, Il capo indiano... E... una nuova amica o nemica? ***


                                                                                                                           

~~ Quella notte dormì poco, ero molto preoccupato per Erika e mille dubbi assalivano la mia mente. Ero preoccupato per due motivi: Lo sciamano l'avrebbe aiutata a recuperare la memoria? Certo l'aiuto ce lo avrebbe dato ma... Sarebbe riuscito a fargli tornare la memoria? Poi la seconda cosa se Erika avrebbe recuperato la memoria, come poteva andarsene dall'isola avendo la paura di volare? E poi mi preoccupava anche la sua di partenza. Sapevo benissimo che prima o poi tutti se ne vanno dall'isola ma è sempre triste dire addio.
Così dopo ore passate a rigirarmi nell'amaca mi misi a dormire.
Mi svegliai due ore prima dell'alba e così preparai le provviste, i regali per il capo indiano e per Giglio tigrato. Dovevo dire che c'era un'altra cosa che mi preoccupava: come avrebbe reagito la principessa indiana alla vista di Erika? Comunque scacciai subito questi pensieri avrei risolto una volta giunti al campo.
Dopo aver sistemato tutto per il viaggio andai a svegliare Erika.
Stavo per aprire la porta quando il mio occhio cadde sul megafono di Svicolo e così dopo averlo preso entrai nella camera di Erika. Volai subito da lei e mi misi sopra di lei .
Era così bella dormiva beata nel letto. Teneva strette le coperte e dormiva di lato. Aveva lasciato sciolti i capelli che incornavano il suo bel viso. Ma bellezza o no la dovevo svegliare. Così presi fiato e urlai nel megafono. - Svegliaaaaaaaaa! È ora di svegliarsi! Svegliaaaa!- E mi misi a urlare una musica militare...
- Erika dal canto suo, fece un salto di quelli che sembrava che volasse dal letto, per attaccarsi al soffitto. A quella scena mi misi a ridere più che mai mentre Erika dopo essersi ripresa dallo spavento, mi rincorse per tutta la stanza brandendo il cuscino, come quando Uncino tentava di colpirmi quando ero in volo. Erika me ne disse di tutti i colori ad esempio. - Tu! Brutto microcefalo volante dall'intelligenza pari ad un albero. Ma un risveglio normale no?- Diceva rincorrendomi da tutte le parti.

- O come siamo scurrili mammina che insegnamento ci dai? Sai tu e Uncino siete molto simili.- Dicevo io volando in alto. - Vuoi un bell'insegnamento? Aspetta che scendi e poi ti faccio vedere io.- E Così andò per minuti ma alla fine dopo un ardua battaglia ci arrendemmo e scoppiamo tutti e due in una grande risata. - Allora mammina piaciuta la sveglia?- dissi io ancora ridendo a crepapelle. - Avrei preferito un risveglio più normale ma del resto è da quando che sono arrivata qui che di risvegli decenti non e ho avuto uno. Ora esci dalla mia stanza.- Disse Erika prendendo fiato. - E perché?- Dissi io facendo il finto tonto. - Perché mi devo cambiare.- Rispose Erika spingendomi fuori dalla stanza. -Va bene ma poi scendi che dobbiamo mangiare e incamminarci per andare al campo.- Risposi io ma non feci in tempo a dire niente che già Erika mi sbatté la porta in faccia.

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Dio che nervi! Quando Peter faceva così, riuscivo a capire un po Uncino. La prossima volta gli do io un bel risveglio. Con l'acqua gelata però!
In ogni modo però iniziai a cambiarmi, tolsi il pigiama giallo e rosa con disegnate le nuvolette che avevo trovato nell'armadio e poi mi rimisi il vecchio abito che il “gentilissimo” Signor Uncino mi aveva “donato”. Poi mi pettinai i capelli e decisi di lasciarli sciolti. Infine mi ammirai nello specchio per darmi un ultima sistemata. Certo che ieri sera, avevo dormito molto bene, peccato che non sia stato altrettanto il risveglio. Ma la prossima volta gliela avrei fatta vedere io a Peter! Mi risistemai i miei bracciali e la collana. Caspita più la vedevo e più essa tentava di farmi ricordare di qualcosa o qualcuno... Ma ahimè era tutto inutile non riuscivo a ricordare. Poco male fra poco grazie a quel sciamano avrei potuto riacquistare la memoria. Finito aprì la porta e scesi dalle scale. Trovai in fondo ad esse Peter e i bimbi sperduti che stavano parlando di dividere i compiti durante la nostra assenza. Quando Peter finì di parlarci si avvicinò a me e mi porse uno zaino e un sacchetto.
- Mangia in fretta che dopo quando hai finito partiamo subito. Mi raccomando ragazzi fate i bravi durante la nostra assenza.- Disse Peter indicando tutti loro con l'indice.
- Conta pure su di noi!- Dissero i bimbi sperduti in coro.
-Trilli tu sarai la responsabile.- Finì Peter concludendo la conversazione.
Intanto io mangiai la mia colazione ovvero un pezzo di pane farcito con del formaggio e una mela verde.
- Ciao ragazzi, fate i bravi e ubbidite a Trilli va bene?-
- Sì mamma!- Risposero i Gemelli.
- Pronta?- Mi chiese Peter.
- Pronta.- Risposi io e così mi misi lo zaino in spalla con dentro le provviste dopo il viaggio e con il diario e l'uncino che avevo rubato a uncino. Non so perché ma qualcosa mi diceva di portarli e così detti retta al mio intuito.
Durante il viaggio io e Peter parlammo a lungo e mi disse tutto quello che dovevo sapere sul campo indiano. Mi spiegò anche, come mi dovevo comportare con gli uomini pellerossa con il loro capo Toro seduto in piedi e mi parlò della loro principessa Giglio Tigrato. Mi avvertì anche di una certa signora Budi, con la smania di costringere qualsiasi ragazza che vedeva a procurare la legna per il fuoco.
Arrivammo al campo che era ora di pranzo. La prima cosa che mi fece capire che eravamo arrivati era la musica e le grida che sentivo in lontananza oltre a delle innumerevoli nubi di fumo che si vibravano nel cielo.
L'accampamento era come me lo aveva descritto Peter. Vi erano per tutta la cima della collina tantissime tende a cono, con tantissimi colori e disegni differenti. Per tutto l'accampamento vi erano indiani che ballavano, altri che sistemavano o creavano armi, le donne invece che cucinavano e cucivano pellicce, sotto lo sguardo truce e autoritario di una signora molto sovrappeso che muoveva da tutte le parti il dito dando comandi a tutti quelli che incontrava.
Appena mettemmo piede sull'accampamento ci ritrovammo circondati da praticamente mezza tribù mentre quelli che non ci circondavano ci guardavano. Mi aspettavo che ci attaccassero in un momento dall'altro invece... Si misero a gridare di gioia e di allegria.
- Viva Capo Aquila Volante! Ben tornato!- E ci aprirono la via alzando tutte le armi in cielo chi esultava chi ballava chi suonava il tamburo mi voltai da tutte le parti e notai che tutte le ragazze guardavano Peter mangiandolo con gli occhi. Chi si pettinava i capelli, chi sorrideva, chi gli lanciava baci da tutte le parti... Alla fine della sfilata, ci ritrovammo in una grandissima tenta tutta arancione e verde con mille disegni di caccia. Fu allora che ci fu un gran silenzio e si sentiva solo il rumore dei tamburi. Mi voltai e vidi che Piter con un aria tutta seria poi prese fiato e urlò. - Grande capo Toro seduto in piedi! Ti chiedo udienza!-
Subito i tamburi cessarono tutti tranne uno che continuava a suonare ma con un ritmo lento e forte. Ad ogni suono notai una sagoma che usciva dalla tenda fino a che un grande uomo alto due metri, con in testa un copricapo di piume con in fronte due corna di qualche animale. Aveva capelli neri, divisi da due trecce legate ognuna da un elastico viola. Sul viso aveva dipinti due line rette orizzontali blu in ambedue i zigomi. Vestiva un vestito verde chiaro e guanti bianchi. A fianco a lui vi era una bambina si e no della stessa età di Peter.
- Grande Aquila Volante quale buon vento avere portato te in mia tribù?-
- Grande Capo. Sono qui per chiederti di aiutare la mia amica Erika. Purtroppo ha perso la memoria e quindi volevo sapere se il vostro sciamano poteva aiutarla.- Disse Peter.
- Umh l'oblio di una persona è molto difficile che ritorni... Ma ti prometto che l'aiuteremo. Questo e altro per amici di Aquila Volante.- Disse il capo.
- Grazie mille.- Risposi io.
- Non ti preoccupare noi aiutare sempre amici dei nostri amici.- Rispose il capo indiano.
- Ah dimenticavo! Ho portato questi regali per voi.- Rispose Peter porgendo al capo una pelliccia di orso nero e a alla principessa un'anatra di legno.
- Oh ti ringrazio che splendido dono tu avere fatto.- Disse Toro seduto in piedi prendendo il dono e dando l'anatra alla figlia.
- Sì ti ringrazio anche io Peter.- Rispose Giglio Tigrato abbracciando Peter.
- Figurati.- Rispose Peter sorridendo.
- Bene ora andate dallo sciamano Figlia mia ci pensi tu ad accompagnare questa nostra ospite dallo sciamano? Tu Aquila volante restare qua volere sapere molte cose da te.- Rispose il grande capo.
-Naturalmente padre.- Rispose la principessa. Anche se stranamente mi era apparso che sbuffasse.

Così mi accompagnò dallo sciamano. La tenda dello sciamano era situata dalla parte opposta dell'accampamento. Durante il tragitto notai che Giglio mi guardava con astio così decisi di parlargli.
- Emh... Ti ringrazio per l'aiuto. Davvero. Per me significa molto.- Iniziai. - Umfh. Non ti preoccupare.- Mi rispose lei acidamente. - No dico sul sul serio! Vi sono molto grata! Comunque tu da quanto conosci Peter? Io da due giorni volevo sapere che tipo era dato che dovrò vivere con lui per molto tempo.-
- Peter ed io ci conosciamo da una vita siamo molto legati.- Rispose Tigrato con freddezza. -
- Oh capisco... Quindi andate molto d'accordo sai Peter mi ha salvata da Uncino e mi ha ospitata a casa sua e volevo fargli qualche regalo ma...- - Ma non sai quello che ragalargli vero? L'ascia che ti dica una cosa Peter non è fatto per te!- Rispose l'indiana. Stavo per rispondergli che a me Peter non mi interessava affatto ma che come amica potevo pur fargli qualche regalo per ringraziarlo stavo per parlare quando Giglio Tigrato si fermò. -Ecco siamo arrivati. Questa è la tenda dello sciamano!-
La casa dello sciamano era molto singolare. All'entrata della tenda vi erano due grandi totem con raffigurati una volpe un coniglio un corvo e un cervo tutti addobbati da pitture colorate di rosso e di verde con alla fine del totem sopra un copricapo di piume. La tenda invece era alta tre metri e larga quattro. Era tutta marrone e dipinda con varie scene di caccia e di danze Trovammo lo sciamano davanti all'entrata intento a ballare una danza assai singolare muoveva le gambe e le mani nelle quali nella mano sinistra teneva una specie di bastone e nella sinistra buttava in un fuoco diverse polveri, le quali quando venivano a contatto con il fuoco emettevano un fumo colorato e profumato.
- Sommo Sciamano... Vorrei...- Giglio tigrato non riuscì a finire la frase che lo sciamano la interruppe subito. - Oh piccola Giglio Tigrato! Da quanto tempo che non mi vieni a trovare? Sarà il tempo della varicella...- E così lo sciamano si mise subito ad osservarla nei minimi particolari... - Umh sembra che non hai niente anzi sei più sana di una gazzella.- - Grande Sciamano infatti non sono io la paziente ma è lei!- Disse Giglio Tigrato indicandomi con il dito.
- A un pelle bianco femmina. Vediamo cosa posso fare per te?-
- Emh salve... Vede io... Diciamo che... Ho perso la memoria e quindi mi chiedevo...-
- Se potevo fartela ritornare non è vero? Vedi ragazza mia... La mente è come la notte è ignota a tutti noi e io non posso fartela riavere ma ti posso aiutare a ricordarla in parte di più non posso ma prima l'asci che mi racconti tutto quello che ricordi e poi fammi controllare un po' la tua testa forse hai perso la memoria per una botta in testa.
- E così gli raccontai tutto e dopo che lui controllò ogni centimetro della mia testa mi diede il resoconto.
- Allora Erika da come mi hai detto e ho controllato la tua amnesia è dovuta da un trauma che hai avuto in questo incidente. La buona notizia è che non è un'amnesia totale e che quindi potresti recuperare la memoria, la cattiva è che molti di questi ricordi potrebbero riemergere in modo doloroso.-
-Ho capito grazie mille!- Gli risposi.
- Di nulla cara. Mi fa sempre piacere aiutare la gente che ha bisogno del mio sapere. Soprattutto se è una ragazza molto bella come te. Ogni qual volta che hai un dubbio vieni pure alla mia tenda.-
- Sì emh... Grazie. Giglio Tigrato mi accompagni da Peter?-
- Umfh ok andiamo.-

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Non la sopportavo! Ecco l'ho detto mi stava di un antipatia che mi dava l'impulso di prendere un'ascia e conficcargliela in testa. Non solo Peter era venuto a trovarmi per aiutarla, ma poi lei,non faceva altro che parlare di lui e della loro vita insieme. Il bello era che ,dovevo fare la dolce e la carina con lei perché una brava squo e principessa trattare sempre bene ospite. Insomma! Comunque mentre camminavamo verso la tenda di mio padre il mio animo era diviso in due. Da una parte ero felice che presto me la sarei levata di torno, dall'altra triste perché stava a significare che quella ruba Peter si sarebbe rivista con lui.

Mentre stavo pensando a tutto ciò Erika mi rivolse la parola.
Sai mi chiedevo come mai Peter si fa chiamare Aquila volante da voi? Comunque è molto carino.- Dopo che mi rivolse la parola non ce la feci più e scoppiai di rabbia. Non so perché lo feci forse era per lo stress o semplicemente gelosia.
- Si fa chiamare Aquila volante perché lui mi ha salvata da Uncino e per questo lui è stato proclamato Capo indiano! Quindi ti dico questo Peter non gli importa nulla di te! Ti ha aiutato solo perché eri in difficoltà e non voleva che Uncino ti prendesse. Quindi siamo chiari Peter è il mio futuro compagno e se tu pensi di portarmelo via ti sbagli di grosso.-
Risposi urlandogli in faccia. Fu allora che la stessa Erika mi rispose.
- Guarda ti sbagli a me Peter non piace, è un bambino per me. E se credi che io mi sia presa una cotta per lui è un'assurdità bella e buona. Io...
- Non fece il tempo di finire la frase che si accasciò a terra con le lacrime agli occhi e toccandosi la testa – ehi Erika che cosa hai?-
Le risposi preoccupata la scossi per farla riprendere era la per terra con le lacrime agli occhi.
- Erika forza reagisci.- Tentai di tutto ma invano lei era la che si contorceva dal dolore. L'unica cosa che ne uscì dalle sue labbra furono tre parole – Aiuto cerca Aiuto.-
Ad un tratto abbandonai tutte le sue ostilità verso Erika aveva bisogno di aiuto e si vedeva la lasciai al suolo e corsi più veloce che potei alla tenda di mio padre. Dovevo chiedere aiuto e lo avrei fatto subito.

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Ma cosa aveva quella pellerossa nella testa? A me che piace Peter Pan? Assolutamente no non lo amavo e tanto meno non mi piaceva. Ero solo riconoscente di tutte le cose che aveva fatto per me. Gli stavo dicendo questo ma all'improvviso mi venne un gran dolore alla testa. Oramai sapevo che questo era sintomo che stavo ricordando qualcosa ma che dolore. Mi accasciai a terra con le lacrime agli occhi, subito la principessa dei pellerossa preoccupata si avvicinò a me. Non riuscivo a sopportare nulla ma l'unica cosa che volevo era che quel dolore finisse l'unica cosa che volevo era Peter avevo bisogno di lui non ce la facevo più a sopportare quel dolore avevo bisogno di qualcuno che mi stesse vicino.
-Erika ti posso parlare un attimo?- Mi chiese una ragazza alta con i capelli neri e gli occhi azzurri. Intorno a lei c'erano quattro ragazze che le stavano vicine guardandomi con grande disprezzo. - Dimmi Greta che cosa vuoi da me? Scusa ma la ricreazione starebbe per finire quindi...-
- O credimi questo sarà il tuo ultimo problema.- Mi rispose una sua compagna dandomi una spinta facendomi sbattere su un muro.
- Già. Come hai osato stare vicino a Frank il ragazzo più carino della scuola e per di più hai osato rivolgergli la parola!-
Rispose un'altra sua compagna. Facendo il segno del vomito.
- E da quando sarebbe vietato parlare con un ragazzo? Mi sono persa qualche cosa negli ultimi 15 secondi qui a scuola? Hai messo una nuova legge? Oh scusa ma sai la novità? Tu qui non comandi niente e nessuno. Per non parlare che io non sono come te che rincorre un ragazzo che nemmeno ti fila. Gli ho parlato perché era stato gentile con me a riportarmi il libro di Matematica che voi mi avevate sottratto e buttato nel cortile.-
- Come osi rivolgerti in quel tono con me!- Mi rispose Greta tentando di darmi uno schiaffo che schivai.
- Che vigliacca che sei. Hai tentato di picchiarmi e non hai avuto abbastanza coraggio a affrontarmi e parlarmi da sola ma ti fai sempre circondare da queste ragazze. Sei una vigliacca. Fortuna che le vacanze stanno per iniziare così potrò divertirmi e non pensare a gente così sciocca.-
Gli risposi passando sotto a quelle compagne e avviandomi in classe.
- Dovreste entrare in classe se non vuoi che il tuo Frank stia con qualche vostra compagna di classe. Dopotutto la concorrenza è alta.- Le dissi avviandomi in classe salutandola da dietro senza voltarmi.



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E questo è tutto che so.- Finì al capo indiano. Toro seduto in piedi mi aveva invitato nella sua tenda per sapere la storia di Erika e dopo un'ora buona di spiegazioni riuscì a raccontare tutta la sua storia.
- Femmina poco fortunata, ma abbastanza da avere incontrato Aquila volante, ora un consiglio da uomo restagli accanto a giovane donna avere bisogno di affetto per ritrovare la strada da l'oblio.-
- Non si preoccupi grande capo, lo farò.- Gli risposi. Mi stavo per alzare quando a tutta velocità entrò Giglio Tigrato tutta sudata con il fiatone. -
P...Padre! C..chiedo scusa ma... La giovane pelle bianca si è... Sentita male ed è svenuta... Ha... Bisogno di aiuto!- Rispose la principessa respirando a fatica. -
Giovane donna avere bisogno di te giovane guerriero.-
Rispose il capo ma io ero troppo impegnato a volare a grande velocità alla ricerca di Erika per rispondergli. Così dopo un paio di minuti la trovai svenuta con attorno qualche bambino e qualche uomo e donna che si erano messi in cerchio per vederla e qualche donna insieme a qualche uomo tentava di farla rinvenire. Quando mi videro atterrare in quella direzione arretrarono un poco per l'asciarmi spazio.


- Aquila Volate siete qui! Ecco non riusciamo a farla rinvenire abbiamo provato di tutto ma...- Rispose una donna che stava abbracciando il marito. - L'asciatemi provare!-


Risposi semplicemente.


- C.. Certamente.- Rispose l'uomo. Così mi misi a scuoterla dolcemente e a chiamarla per nome che dopo nemmeno un minuto Erika si risvegliò. - P..Peter... Ma che cosa?- Rispose Erika guardandosi intorno.

- Era ora! Sai mammina pensavo che per svegliarti ti dovevo buttare nella cisterna dei pellerossa!- Risposi io sorridendo.

- Hahahaha molto spiritoso!- Rispose lei sarcastica.

- Comunque sai ho scoperto perché ho queste reazioni! Vedi questi incubi sono in verità...-

- Dei ricordi! O scusami tanto bambina se ti ho interrotta! Ma vedi non ho saputo resistere. Comunque vedo che ti sei svegliata da sola!- Mi voltai per vedere di chi fosse la voce e quando mi voltai vidi lo sciamano seduto su un carretto intento a mangiarsi una coscia di antilope.

- Complimenti Aquila Volante sei stato molto bravo a farla rinvenire!- Rispose lo sciamano finendo di spolpare la carne dall'osso e avvicinatosi a Erika iniziò a parlare.

- Vedi questa ragazza, soffre di amnesia o come la chiamo io il grande oblio. Significa che nella sua testa.- e mentre parlava si metteva a dare dei lievi colpi in testa con l'enorme osso che aveva finito di spolpare a Erika. - Non vi sono più i suoi ricordi. Ringraziando gli spiriti non è un'amnesia totale quindi potrebbe recuperare i suoi ricordi. Ma vi è un problema molti di questi ricordi potrebbero emergere in modo doloroso come è successo ora.- Rispose lo sciamano agitando l'osso per poi lanciarlo lontano dietro a se. - Quindi può recuperare la memoria!- Risposi io felice.

- Già. Vedo che ti sei risvegliata!- Rispose Giglio Tigrato con affianco il padre.

- Sì. Ti ringrazio per aver cercato aiuto.-

- Di nulla!- Rispose la piccola indiana. Aveva un'espressione triste come se fosse successo qualcosa tra loro due come se avessero litigato. Ma non ci feci molto caso.

- Comunque vi andrebbe di mangiare con noi nella mia grande tenda?- Rispose il capo. - Si per noi non c'è problema- Gli risposi

- Giusto Erika-

Disse lei annuendo con una faccia triste. Così ci avviammo nella tenda del capo.


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Non so cosa mi stava succedendo non era possibile io la principessa Giglio Tigrato gelosa? Non può essere eppure non riuscivo a vedere quella li vicinissima al MIO Peter. Ma quando ho visto Erika in quelle circostanze non ho potuto fare a meno di aiutarla. Mi ero spaventato a morte quando Erika era svenuta e mi sono sentita in colpa per avergli detto quelle parole. Non era da me. Così quando mio padre invitò Peter e Erika a pranzare nella nostra tenda capì che dovevo farmi coraggio e chiederle scusa. Chiederle scusa non fu facile, innanzitutto dovevo essere sicura che nessuno mi potesse sentire a parte Erika. Poi mi preoccupava il fatto se Erika avesse accettato le mie scuse e questo mi terrorizzava. Ma ringraziando gli spiriti lo trovai quando Peter e mio padre se ne andarono fuori dalla tenda per l'asciare me e a Erika pulire. Così iniziai a chiederle scusa.

- Emh... Erika senti... A proposito di questa mattina... Senti...- Iniziai.

- No aspetta tu un attimo. Ti volevo dire che a me Peter non mi piace e ti ho chiesto quelle cose su di lui per il semplice motivo perché di lui non so nulla. Quindi non essere gelosa a me non mi piace.- Rispose Erika sorridendo. Fu lì che rimasi spiazzata che sciocca che ero stata! Avevo capito tutto male! E quanto me ne vergognai.

- Wao... Vedi io invece ti volevo dire che... Mi dispiace per quelle cattiverie che ti ho detto. E non mi aspetto che tu accolga le mie scuse ma... Ti chiedo con cuore sincero scusa. Mi sono comportata molto male con te.-

- Non ti preoccupare Giglio Tigrato ti perdono. Spero che possiamo diventare amiche ti andrebbe? Dopotutto a quanto vedo qua siamo le uniche donne in tutta l'isola.-

- Hahaha no non siamo le sole donne ce ne sono molte di più solo che sono sparse per tutta l'isola e alcune anche oltre.-

- D'avvero? Io purtroppo non ho visitato tutta l'isola e francamente mi piacerebbe vederla ma non dall'alto.-

- O beh se vuoi Peter ti potrebbe farti fare un giro dell'isola.-

Gli risposi incredibile prima l'odiavo perché era amica di Peter e ora invece le stò consigliando di fare una passeggiata insieme? Non riuscivo a darmi una spiegazione forse vedendola come amica quella gelosia era svanita e francamente ne ero lieta come quando un saggio anziano vede che qualcuno segue i suoi consigli. Passammo un bel po di ore tra il pulire la tenda e a chiaccherare e quando Aquila Volante e mio padre entrarono per vedere cosa stavamo facendo nel trovarci a ridere e scherzare si stupirono non poco.

- Ehi non è giusto! Vi state divertendo senza di me!- Rispose Peter.

- Beh allora la prossima volta ci aiuti a sistemare la tenda del grande capo!- Fece Erika facendo la linguaccia.

- Hahaha molto spiritosa. Io pulire mai e poi mai!- Rispose Peter.

- Beh allora significa che stasera ti scordi la storia e la racconterò solo ai bimbi sperduti!- Fece Erika.

- Certo, certo. Comunque è ora dobbiamo andare!- Fece Peter.

- Come di già?- Feci io mi stavo divertendo molto e ora se ne andavano.

- Grande Aquila Volante e giovane Erika avere molta strada da fare e fra poche ore arrivare tenebra e dopo essere problema per arrivare a loro destinazione.- Rispose mio padre.

- Ci vedremo una prossima volta ti va?- Rispose Erika sorridendo.

- Sì va bene, ma prima ti voglio regalare questo.- E facendo così mi slacciai la collana che tenevo addosso era molto carina e era la mia preferita. Era una piccola collana fatta di piume di denti di tigre e un'unghia di orso. Poi presi un pezzo di legno e lo misi nella collana e con esso ci incisi due uccelli che volavano su un prato. E dopo glielo porsi.

- Per te in segno della nostra amicizia! Nella mia tribù si usa farsi due un ciondoli e poi regalargli a un'amica o un amico in modo che la loro amicizia duri in eterno. E dato che noi siamo diventate amiche te ne faccio dono io il mio me lo farò dopo.-

- Grazie! È un dono bellissimo lo accetto volentieri!- Rispose Erika abbracciandomi forte.

- Sono felice che ti piaccia e spero che possiamo diventare delle grandi amiche.- Le risposi sorridendo.

- Su questo ci si può mettere la mano sul fuoco.- Rispose Erika e così dopo averla salutata se ne andarono per dirigersi nella dimora di Peter.


Angolo di un'autrice super-ultra ritardataria


Caspita non aggiorno da un mese! O mamma! Scusatemi ma credo che queste vacanze mi abbiano tolto moltissimo tempo. Tipo giocare alla wii fino a notte fonda mangiare panettoni e pandori cantare a squarciagola canzoni di natale e fare infiniti fuochi d'artificio...

Va bien allora dicevo...
1 Grazie a tutti quelli che mi hanno recensito e messo tra le seguite e le preferite questa storia non so ringraziarvi. Butta fazzolettino tutto fradicio.
2 La storia come avete notato è tre volte più lunga delle altre per il semplice motivo... Che mi andava.
3 Il ricordo che avete letto sembra poco importante ma in verità è la chiave a tutta la storia. Quindi d'ora in poi si va avanti con il passato di Erika.
4 Scommesse gente scommettete! Grande premio al vincitore che azzecca il passato della nostra protagonista. Scommesse. Intanto sono pochi che hanno tentato ma che non sono riusciti avete un tentativo a capitolo quindi... Spremete le meningi e sparate le vostre deduzioni!
5 Colgo l'occasione per dirvi che fra meno di due settimana (se tutto va bene) avrete il prossimo capitolo
6 Continuate a leggere e a RECENSIRE la mia storia mi rendereste così la ragazza più felice del mondo.
7 arrivederci al prossimo capitolo dove chi vedremo? Indovinate e lo scoprirete.

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