L'angelo caduto

di malfire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 4 ombre ***
Capitolo 3: *** Come successe ***
Capitolo 4: *** Risveglio ***
Capitolo 5: *** Attacco ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Era stremata, i metri sembravano chilometri, la mente era annebbiata e il sangue sgorgava copioso dalle ferite. Tutto questo invogliava sempre di più fermarsi, a stendersi su quel  suolo duro e freddo e dormire.
Delle urla alle sue spalle la fecero rinsavire, non poteva fermarsi, non ora che era arrivata a quel punto.
Un bagliore catturò la sua attenzione, una luce dai colori accecanti brillava davanti a lei, sorrise… era arrivata.
Dopo fu un secondo: un frastuono infernale, la sensazione di essere trascinati via, poi il nulla.


Dalle raccolte della ricostruzione:
"L'avidità umana, nel corso dei secoli, ha scavato una ferita profonda nel pianeta.
Accadde durante la terza guerra mondiale, migliaia di catastrofi naturali si abbatterono sulla terra: terremoti, eruzioni vulcaniche, tsunami.
Ma la più terrificante fu quella che sarà conosciuta come Grande Catastrofe: per motivi sconosciuti le placche tettoniche iniziarono a spostarsi, i vecchi continenti si trasformarono, così come gli oceani.
Quando tutto finì al livello del mare e ad altezza dei 1000 metri delle sostanze tossiche emersero dal sottosuolo, sostanze che a contatto con una luce solare forte espellono gas mortali per l'uomo e molti altri esseri viventi.
Gli esseri umani per sopravvivere si riuniscono e fondano 5 grandi città cintate di mura, in zone collinari per scampare ai gas.
Da allora le cose sono drasticamente cambiate: il calcolo degli anni è cambiato, il conto inizia dalla Grande Catastrofe, le religioni sono quasi inesistenti.
Si sono creati 3  ceti sociali: ricchi, borghesi e poveri; e l'istruzione è possibile solo per chi riesce a permettersela.
Non so se l'umanità sarà in grado di sopravvivere."  Anno 7, anonimo.

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Capitolo 2
*** 4 ombre ***


La macchina sfrecciava sull’autostrada incurante dei limiti di velocità, quattro figure dentro ad essa, l’unico rumore all’interno era la musica.
“Ehi! Abbassa la musica, mi si stanno rompendo i timpani!” sbraitò la figura seduta dietro il passeggero.
I capelli biondi, tenuti legati da due codini posti ai lati della testa, arrivavano ai fianchi,  gli occhi azzurri e un aria intelligente; il fisico minuto così tanto da farla sembrare una bambina,  e il vestito color pesca chiaro aiutava nell’errore come la voce sottile. Tuttavia, in quel momento, il viso fanciullesco era deformato dalla rabbia:
“  Ohi! Mi hai sentito?!? SPEGNI SUBITO L A RADIO!!!”
“ Cosa c’è che non va? Non ti piace questa musica? Ma, se vuoi, posso mettere le canzoni per i bimbi, mia piccola … ANGY
A parlare era stata la donna al volante,  i capelli neri le cadevano morbidi sulle spalle fino ad arrivarle a metà schiena; al contrario della ragazzina lei era molto più matura fisicamente.
Vestiva una canottiera nera che arrivava all’ombelico e  pantaloni di pelle, anche essi  neri; gli indumenti nascondevano un fisico tonico ed allenato. Gli occhi marroni osservavano dallo specchietto la figura minuta, godendosi le sue urla di disapprovazione.
“NON PROVARE A CHIAMARMI MAI PIU’ COSI’ HAI CAPITO!?! SE CI PROVI ANCORA VENGO LI  E TI SPACCO LA FACCIA!!! E poi nel caso la tua sopravvalutata mente l’abbia dimenticato  IO HO 18 ANNI E MEZZO, NON SONO UNA BAMBINA, e per l’ultima volta ABBASSA LA MUSICA EMILY!!!!”
“Ah ok ok- la mano abbronzata spense la radio- la principessa è contenta adesso? Dovresti dirgli di darsi una calmata, Sebastian”
Lo sguardo della donna era puntato alla sua destra. Seduto affianco a lei si trovava un uomo, i capelli ‘sale e pepe’  rigorosamente tirati indietro , vestiva uno smoking nero. Si posizionò meglio gli occhiali e con gli occhi azzurri guardò Emily “Non dovresti istigarla così, e tu Angelika dovresti avere un comportamento più maturo ed elegante.”
Si girò e sospirò “Mike tutto bene? E’ da quando siamo partiti che sei silenzioso”
Si era rivolto al ragazzo seduto dietro il guidatore, i capelli biondo cenere, legati in una coda bassa che gli arrivavano sotto le scapole ma corti vicino alla fronte, ondeggiavano per via della brezza che veniva dal finestrino, lo sguardo era puntato fuori per poi spostarsi sull’uomo che l’aveva chiamato; gli occhi, di un verde chiaro, osservarono distratti il suo interlocutore per poi tornare a fissare il paesaggio “Si sto bene, ho solo un po’ di mal di testa”.
Sebastian lo guardò dubbioso per poi scrollare le spalle e riposizionarsi al suo posto.
Mike sospirò .

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Capitolo 3
*** Come successe ***


NdM
Lo so avevo promesso che questo capitolo sarebbe stato bello lungo… ma ho sbagliato a fare i conti.
Per piacere non lapidatemi T_T
Prometto che il prossimo sarà più lungo (lo sarà di sicuro).



  La macchina percorse pochi kilometri fuori dall’autostrada prima di fermarsi.
Il posto non era altro che una vecchia discarica: i rifiuti formavano delle montagnole alte diversi metri, l’ideale per ciò che dovevano fare.
Mentre Mike si sgranchiva le gambe ebbe modo di vedere che il posto non era del tutto abbandonato: siringhe arrugginite e lacci emostatici in pessime condizioni erano una prova del tipo di gente che frequentava quel luogo.
Era immerso nei suoi pensieri, quando la voce di Emily lo raggiunse:
“Ohi!! Terra chiama Mike, prendi quello che ti serve e vieni qua. Sempre se non ti dispiace”.
“Scusa, arrivo subito”.
Il ragazzo tornò alla macchina e prese la sua valigetta  per poi raggiungere gli altri sopra al cumolo più alto.
Da li si aveva una visuale perfetta della zona, e dei vecchi elettrodomestici li nascondevano perbene.
Aprì la valigetta, ne tirò fuori il contenuto ed iniziò a montare il tutto.
Emily rigirava tra le mani una piccola collana, nel ciondolo erano incisi un lupo e un’ aquila che combattono, il simbolo della loro organizzazione.
“Allora…- la voce di Angelika ruppe il silenzio-  visto che qui è tutto pronto e quei tizi ci metteranno un po’ ad arrivare… che ne dici di spiegarci cosa dobbiamo fare?” “E’ vero.. scusate l’ho dimenticato, dobbiamo supervisionare lo scambio di droga , naturalmente da lontano, che ci sarà tra poco per poi riferire tutto all’altra squadra che penserà ai fatti. Naturalmente appena ti darò il segnale tu registrerai tutta la conversazione Angy” “Non chiamarmi così e comunque tutto qui? Allora perché abbiamo con noi uno dei migliori cecchini della nostra ehm.. ‘azienda’?” disse la ragazza indicando Mike, il quale stava finendo di pulire il fucile
“Ah niente di che… semplicemente i due protagonisti sono il più grosso spacciatore del distretto di Lidus e il sindaco di Greeden, il distretto vicino. Quindi ci saranno un sacco di guardie e se ci beccano siamo belli che morti, quindi ho pensato che sarebbe stato più sicuro avere il caro Mike con noi.”  Concluse la donna sorridendo.
“Voi giovani non sapete proprio cosa sia il tatto eh?” sospirò Sebastian.
Il ragazzo si limitò a sorridere scuotendo la testa.
Nessuno si accorse che nel cielo nuvoloso era apparsa una strana luce.
“Sono qui”.
Nel piazzale parcheggiarono due suv neri, da cui scesero diversi uomini tra cui uno con una valigetta.
Emily li osservava con il binocolo, stava per dare il via a Angelika quando un rombo assordante riempi il silenzio creatosi, i quattro si voltarono cercando di identificare la fonte di tale chiasso. Fu un attimo: una luce troppo forte impedì di tenere gli occhi aperti, il rumore di uno schianto seguito da un vento forte e bollente ma alla stesso tempo gelido, la sensazione del nulla poi il silenzio più profondo.
 
***
 
“Ohi state bene?- una voce lo raggiunse- Mike? Mike mi senti?”.
Pian piano i rumori si fecero distinti e riuscì ad aprire gli occhi, china sopra di lui si trovava Angelika.
“Meno male non sei morto, sei tutto intero?”
Afferrò la mano che la ragazza gli tese e si mise in piedi.
“Credo di si ma… che cosa è successo?” “Vorrei saperlo anche io.” Emily si trovava dietro di loro seguita da Sebastian.
“Venite a vedere..” Li seguirono per poi rimanere ad occhi sgranati.
La parete di rifiuti non c’era più così come le auto, ma al posto di queste ora c’era un enorme buco, una specie di canale che arrivava fino alla fine della discarica.
“Che diavolo è accaduto?!” Chiese Mike sconvolto. “ Allora Angelika tu occupati di Sebastian, temo che abbia un braccio rotto; Mike tu vieni con me… vediamo di capire a cosa abbiamo assistito” “O-Ok”
Camminarono molto, osservando sconcertati quell’enorme cratere, ad un certo punto questo si interruppe in un buco, i due si sporsero e notarono che c’era qualcosa sul fondo: un meteorite.
Emily vi entrò ed osservò meglio la pietra, si stupì  del fatto che non era più grande di una mano _ e pensare che tutto questo casino è stato creato da un sassolino troppo cresciuto_  si chinò e ci batté il pugno sopra _ma che diavolo… metallo? Sarà meglio prenderlo e farlo esaminare a qualcuno_.
Appena mise la roccia in tasca Mike la chiamò allarmato.
“Emily! Vieni qui presto!”
Lei si precipitò chiedendo cosa fosse successo al che il ragazzo le indicò una figura sul terreno, il petto si alzava lentamente.
“Cosa ci fa qui una ragazza?”
Il rumore delle sirene li raggiunse, non avevano molto tempo.
“Ehi Emily arriva la polizia!” “Prendila” “Cosa? Ma…”  “Non possiamo lasciarla qui, solleviamola e portiamola in macchina, andremo alla base più vicina e la faremo visitare da qualcuno… non sembra stare bene.”
Mike annui _perché ogni volta che ho delle  brutte sensazioni le cose vanno a finire sempre così!?!?_

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Capitolo 4
*** Risveglio ***


Silenzio, non c’era alcun rumore… nero, era tutto buio.
Poi il silenzio venne interrotto da un rumore ovattato, eccolo di nuovo e ancora e ancora: TICK-TOCK-TICK-TOCK, un suono regolare.
Una voce rimbomba, non si riesce a capire ciò che dice… adesso è più forte e man mano si fa più nitida, così come l’oscurità si rischiara.
“Si sta svegliando.”
Due occhi si aprirono e le palpebre sbatterono più volte per la troppa luce nella stanza, una volta abituatasi alla luminosità la ragazza guardò le persone davanti a lei.
“Dove…. Sono?”
 
***
 
Il ticchettio dell’orologio era l’unico suono nella stanza. Mike osservò la ragazza distesa sul letto. Aveva un colorito pallido del tutto in contrasto con i capelli, questi erano di un insolito, quanto bizzarro, verde lucente. Questi le arrivavano alle spalle e per quanto potessero essere bizzarri, se non estremamente strani, le stavano bene. Tuttavia la sua attenzione era catturata da un’altra cosa, che aveva notato già la prima volta che l’aveva vista: i segni sul suo corpo.
Quando l’avevano trovata indossava un camice da ospedale che gli aveva permesso di vedere delle ferite da legatura su polsi e caviglie e dei segni d’aghi medici sui primi, aveva anche segni d’ustione sulle gambe, per non parlare del fatto che le si vedevano chiaramente le costole, segno di malnutrizione.
“Voglio  sapere solo due cose- intervenne improvvisamente  Angelika- che cosa le è stato fatto e chi è stato.”
Proprio in quel momento la ragazza si mosse, cosa che attirò la loro attenzione.
“Si sta svegliando.”
Non appena aprì gli occhi Mike restò senza parole, come i capelli anche questi erano molto strani: nell’occhio sinistro dalla partivano delle venature dorate che si espandevano su uno sfondo di un viola brillante, mentre l’occhio destro aveva i colori invertiti.
 
“Dove… sono?”
La voce flebile e incerta, molto probabilmente era  spaventata.
“Non ti preoccupare sei al sicuro.” Emily le si avvicino con un sorriso rassicurante sulle labbra.
“Come ti senti?” “… Non molto bene..”
La ragazza continuava a guardarsi intorno e ad osservarli di sottecchi, Angelika le si avvicinò. “Tranquilla non vogliamo farti del male- sorrise- io sono Angelika, e lei è Emily, l’uomo la infondo è Sebastian e l’altro ragazzo è Mike. Tu come ti chiami?”
La ragazza la guardò sorpresa e corrugò la fronte, dopo poco rispose “Mirami…” “Mirami.. che nome grazioso” commentò Emily “Si… Mirami.. penso.”
Questa volta furono loro a guardarla stupiti “Non ti ricordi.. in che senso?”
Mirami abbassò lo sguardo “Non… non riesco a pensare a nient’altro e se ci provo la testa mi fa male ed è tutto nero.” “Non ti ricordi proprio niente?- chiese Emily- Magari come sei finita nella discarica o da dove vieni, quanti anni hai oppure…” “NON LO SO NON RICORDO BASTA!!!” la ragazza si era piegata su se stessa reggendosi la testa fra le mani.
Angelika fece spostare la donna e la guardò duramente “ Si è svegliata dopo 3 giorni di convalescenza, è in stato di shock e ha un amnesia che probabilmente è dovuta a un trauma cranico e tu la stai tartassando di domande” “Scusa hai ragione, non mi sono resa conto di come ho agito.”
La bionda si rivolse a Mirami “Va tutto bene, non è niente.” “Scusa… non volevo urlare ma la testa  ha iniziato a farmi molto male.” “Non ti preoccupare. Adesso è meglio che mangi qualcosa- le avvicinò un vassoio- poi magari riposati un po’, domani faremo venire un nostro amico medico che ci dirà quello che hai.”
La ragazza annui e iniziò a mangiare mentre gli altri uscivano.
Sebastian li guardò “Quindi? Adesso che si fa?”
Dopo poco Angelika rispose “Non possiamo far finta di niente, insomma se c’è qualcuno che va in giro a fare queste cose va assolutamente fermato… tuttavia non abbiamo niente che ci possa dare qualche informazione, perciò la cosa più logica da fare sarebbe chiedere a qualcun altro di occuparsene. Ma ormai ci siamo dentro fino al collo e Mirami si fida di noi quindi non possiamo lavarcene le mani. Naturalmente questa è la mia opinione ma il capo qui sei tu Emily.”
La donna stava controllando un messaggio sul cellulare.
“Emily mi hai ascoltato?” “Si tranquilla. Sono d’accordo con te, ci occuperemo noi di questa cosa.  Ora ho da fare quindi: Angy  stanotte dormirai nella stanza con lei perciò vai a prendere quello che ti serve, Sebastian tu vieni con me e aspettami dalla macchina.” I due si avviarono per il corridoio fino a sparire dietro una porta “Ed io?” “Mike tu ti occuperai di Mirami finche  Angy non tornerà.” “Cosa? Non fraintendermi non voglio disobbedirti ma non penso di essere la persona adatta per farlo e per di più cosa dovrei fare?”
Emily lo guardò stupita “Non scherzare, se c’è qualcuno che ci sa fare con le persone quello sei tu, certo non sarai il migliore ma te la cavi. E per quanto riguarda cosa fare, rispondi alle domande che sicuramente ti farà.” Concluse sorridendo, un sorriso che Mike trovò estremamente irritante, ed uscì.
Il ragazzo sospirò rassegnato e tornò nella stanza.
 
***
Erano passate due ora da quando era entrato e aveva trovato la ragazza addormentata.
Prima l’aveva osservata dormire, poi aveva camminato su e giù per la stanza ed ora si trovava stravaccato sulla poltrona vicino al letto a, secondo la sua opinione, morire di noia.
_Non posso nemmeno usare il cellulare perché è scarico, maledizione a te Emily è tutta colpa tua! Ehh visto che dorme almeno mi sono risparmiato il silenzio imbarazzante che si sarebbe creato. Certo che… che strano nome Mirami._
Senti alcuni movimenti di fianco a lui ed alzò lo sguardo “Ben svegliata.” La ragazza lo guardò interdetta per poi sorridere e ringraziarlo, una volta messasi seduta tornò a guardarlo “Ecco tu sei… Mike, giusto?” “Si, sembri stare meglio sono contento.” “Grazie, dormire un po’ mi ha aiutata. Emily ti ha chiesto di tenermi d’occhio?” “Più che chiesto ordinato… a volte può essere estremamente odiosa!” “Eh? E io che pensavo fosse così gentile!” iniziò a ridere seguita a ruota da Mike che non riuscì a trattenersi.
Lo rassicurava vederla così aperta e sicura.
Ad un certo punto calò uno strano silenzio, in cui lei non faceva altro che corrugare la fronte.
“Cosa..” “Non riesco a capire cos’è.” “Di cosa parli?” “Dell’incisione sulla tua cintura, sembrano due animali che lottano ma… non riesco a capire quali.” “Sono un lupo e un aquila, il simbolo della nostra organizzazione. L’ha disegnato il primo membro circa 50 anni fa ed è rimasto questo da allora, anche se quasi nessuno sa cosa significa… forse che dobbiamo essere forti come questi animali, ma è solo una supposizione.” “Organizzazione? E di cosa vi occupate?” “Non posso entrare nei dettagli ma si può dire che ci occupiamo della sicurezza della città la dove le autorità non intervengono, sono troppo occupati a spassarsela nelle loro belle case nel distretto di Comma.”
Mirami assunse un aria pensierosa “Il distretto di Comma… cos’è un distretto?”
Mike si passò una mano tra i capelli “Ah come posso dire, un distretto è una determinata zona che racchiude edifici, terreni  e più grande è più la popolazione è ricca. La nostra città, Converbi,   ha sette distretti esterni: Visen che è il più piccolo, Kesqua, Avert, Pastierd, Lidus, Greeden e Tamasa che è il più grande; dentro a esso c’è il distretto di Comma dove ci sono le sedi delle varie forze dell’ordine. Ed infine, al centro della città, c’è il distretto di Qar dove abitano i politici e altre persone del loro calibro. -sospirò- A spiegare faccio schifo ma spero che tu abbia capito. Ah giusto, oltre a Converbi ci sono altre 4 città, ma i rapporti non sono molto stretti e per poterne visitare una oltre alla lunghezza del viaggio bisogna sbrigare una marea di faccende diplomatiche.”
Mirami assimilò la spiegazione e con una punta di curiosità nella voce chiese “Tu ci sei mai stato? In un’altra città intendo.” Mike ci pensò “Una volta quando ero piccolo, mi ci portò mio padre. Dalla sua morte non ho più viaggiato tanto.” “Mi dispiace… ma se ha svolto tutto quel lavoro quando siete partiti vuol dire che ti voleva bene no?” il suo sorriso era dolce, senza neanche un po’ di pietà “Già- acconsenti sorridendo anche lui- era un uomo eccezionale.” “Piuttosto… non mi hai detto quanti anni hai!” “20, vado per i 21. Tu non ti ricordi quanti ne hai?” La ragazza corrugò la fronte “No, mi dispiace.”
Scese un silenzio imbarazzante che durò qualche minuto , per poi essere interrotto dalla stessa Mirami
“senti Mike, quando le mie condizioni miglioreranno secondo te posso andare nella discarica dove mi avete trovata?” “Come mai vuoi tornarci?” “Se torno li magari potrei ricordare qualcosa….” “Posso chiederlo a Emily, ma prima ti devi riprendere completamente.” “Si, altrimenti come sarebbe se appena arrivata la perdo i sensi e bisogna ripetere tutto daccapo?” i due scoppiarono a ridere, Mike guardò fuori e quando vide il tramonto si girò di scatto a guardare l’orario.
“Cavolo sono già le 22? Certo che Angy ce ne mette di tempo!” “Intendi Angelika?” “Si, deve dormire qui con te stanotte così se hai bisogno di aiuto è subito qui. Ah e non chiamarla Angy, detesta questo soprannome.” “Sai… sei davvero divertente, non voglio sembrarti stupida ma… con ter mi trovo molto bene.” Al sorriso che gli rivolse Mike arrossì leggermente “Si, anche tu non sei male.”
Qualche secondo dopo la porta della stanza si aprì, facendo entrare Angelika.
“Vedo che hai ripreso colore e sei di buon’umore, bene! Ora però è ora di dormire, Mike… sloggia.”
Detto questo la bionda sistemò le cose che aveva con se, tra cui un sacco a pelo e una torcia.
“Ok ok, me ne vado… buona notte a tutte e due!” “Grazie!”
Dopo un po’ il buio calò nella stanza e il respiro lento di Angelika, segno che quest’ultima era già nel mondo dei sogni, la raggiunse; decise che anche per lei era ora di dormire e si sistemò sul letto.
L’ultima cosa che vide prima di chiudere gli occhi fu il luccichio delle stelle  e un senso di lontananza la accompagnò nel sonno.
 

NdM:
Mi scuso per la marea di tempo che è passato dallo scorso capitolo, l’avevo già pronto su carta mercoledì scorso e dovevo solo metterlo su computer ma la scuola, maledizione  a lei, mi ha tolto tutto il tempo disponibile; e ne è un segno il fatto che ho finito di trascrivere tutto alle 2:15.
Ho fatto apposta che quando Mike spiega la faccenda dei distretti, la cosa fosse non molto precisa, dopotutto l’ha detto che no sa spiegare U.U, e non è un mio errore (lo dico perché mi sentivo un po’ in imbarazzo a scrivere una cosa così… malmessa?.
Il prossimo capitolo voglio provare a caricarlo mercoledì prossimo, ma non prometto nulla.
Infine, lo so che sono stressante XD, volevo mettere questi disegni, anche se sono molto brava con la matita e la gomma quanto una gallina zoppa.
Questo rappresenta la città (a grandi linee):
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E questi sono gli occhi di Mirami:
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Alla prossima, Malfire.

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Capitolo 5
*** Attacco ***


Era passata una settimana dal risveglio e Mirami si era rimessa completamente, Emily era stata d’accordo sulla sua decisione di tornare nella discarica ma l’atto non portò risultati; la ragazza aveva anche capito di essere in un piccolo palazzo dell’organizzazione usato come ospedale nel distretto di Kesqua.
Nonostante fossero solo le 9 di mattina c’era un gran movimento, Mirami si trovava nella piccola stanza adibita a palestra e con lei c’erano Mike e Angelika che non faceva altro che parlare dell’importanza dell’esercizio fisico.
Dall’altra parte dell’edificio Emily era intenta a guardare in modo ansioso l’orologio quando la porta della piccola stanza si aprì ed entrò un uomo in camice bianco con una carpetta colma di fogli in mano, la donna si alzò e invece di salutarlo passò subito al dunque.
“ Quindi hai i risultati degli esami?”
L’uomo annui e le allungò la carpetta, lei prese un foglio e lesse qualche riga per poi guardarlo e chiedere in tono impaziente.
“Tradotto in un linguaggio parlato da persone normali?”
“Abbiamo trovato molte fratture in quasi tutte le ossa, alcune hanno pochi mesi altre anche qualche anno,  le cicatrici su polsi e caviglie sono state causate da delle manette o simili mentre le ferite sulla schiena non sappiamo cosa le abbia causate…. Questo non perché non capiamo che arma potrebbe averle inflitte ma perché seguendo la traiettoria sembrerebbe che l’oggetto sia fosse uscito direttamente dalle sua schiena e quindi ci troviamo in difficoltà.”
L’uomo fece una pausa “Ora tieniti pronta per la parte peggiore- Emily si raddrizzo sullo schienale della sedia-  Abbiamo trovato diversi traumi vaginali e anche se mi sembra ovvio significa che è stata ripetutamente violentata, nel sangue sono riscontrate inoltre tracce di droga, forse è così che la tenevano buona”
Dallo sguardo di Emily traspariva il disgusto più totale, ci fu un minuto di silenzio prima che il discorso riprendesse.
“Si una cosa terribile ma non è questo che mi ha stupito maggiormente, sono stati fatti altri esami poiché ho trovato piuttosto singolari alcuni suoi tratti e” “In che senso scusa?- lo interruppe la donna- Non è strano che abbia dei capelli così, può essersi fatta un operazione per cambiare il colore e può essersi fatta tatuare gli occhi, lo sai che adesso vanno di moda.”
Il dottore la guardò con astio “Primo qui il medico sono io quindi lasciale dire a me le cose, secondo è quello che abbiamo pensato in laboratorio ma non è così, ho analizzato un capello ed è risultato che non c’è alcuna traccia di alterazione chimica ed è così anche per gli occhi.”
“Mi stai dicendo quindi che sono naturali? Cos’è una specie di mutazione genetica o un nuovo gene?” ”Con la prima ci hai quasi preso- l’uomo rise leggermente vedendo l’espressione esasperata di Emily- Ho analizzato il DNA e beh….. non ho mai visto niente di simile. Ho trovato, appunto, delle mutazioni ma sono sicuro quasi al 100% che siano state indotte, in poche parole qualcosa come una malattia o qualcuno le ha cambiato il DNA. Inoltre le abbiamo trovato questo nella collottola.” 
Mise sul tavolo una provetta contenente un pezzo di metallo, un localizzatore. La donna lo guardò.
“Peggio di un animale…” Stette un poco in silenzio per poi realizzare un fatto.
“Il localizzatore era funzionante quando l’avete tolto?”
“Si, e prima che tu aggiunga qualcosa… si questo vuol dire che chiunque le abbia fatto ciò che le è stato fatto sa dove si trova in questo momento. Ed il mio consiglio è quello di andare via il prima possibile e lasciare questo palazzo vuoto per un po’. Se ti serve qualcos’altro sono giù.”
Quando l’uomo lasciò la stanza Emily si accasciò sulla sedia  per poi sfregarsi gli occhi violentemente.
“Questa faccenda sta diventando troppo complicata.”
Passò minuti interi in silenzio a pensare, alla fine prese il cellulare.
“Sebastian? Si sono Emily, torna appena puoi  ti devo parlare, inoltre riempi il serbatoio della macchina… tra un’ora ci spostiamo alla base.”
 
***
“Ma è giusto che venga anche io? Insomma la vostra base non dovrebbe essere segreta?” “Ed è appunto per questo che quando arriveremo li vicino sarai bendata, la fantastica Angelika ha già pensato a tutto e poi è meglio discutere con i piani alti quello che abbiamo scoperto.”
Le due ragazze stavano sistemando la roba di Mirami, che altro non era che qualche vestito comprato da loro, in un borsone da viaggio; alla ‘testa verde’, così l’aveva soprannominata Angelika, non erano stati detti i risultati degli esami poiché avevano convenuto non saggio riferirglieli.
Cinque minuti dopo erano nel corridoio insieme a Mike e Emily diretti all’uscita quando ad un certo punto la porta del corridoio si spalancò per poi essere richiusa subito dal dottore; questo li guardò con paura, il respiro pesante.
“Ci sono degli uomini armati di sotto, sono qui per lei dobbiamo muoverci e…” Si sentì il rumore di uno sparo.
Non finì la frase, abbassò lo sguardo per osservare il buco al centro del suo stomaco e si accasciò per terra, morto.
I cinque osservarono la scena senza riuscire a fiatare, e prima che Mirami dicesse qualcosa la porta venne aperta e qualcosa venne lanciato dentro.
“STATE GIU’!”
L’ordine di Emily venne ascoltato ed eseguito pochi secondi prima che la bomba fumogena esplodesse.
 
 
NdM:
OOOOOOOk… sono passati 5 mesi quasi…… vi avevo promesso di aggiornare in quella settimana……. questo capitolo è piuttosto corto……. Non vi preoccupate, vi risparmio la fatica e vado ad impiccarmi da sola.
Parlando di cose serie, mi dispiace molto dell’estremo ritardo ma ho avuto un caos si roba da fare per la scuola quindi non ci potevo fare nulla. Ma ora che l’estate è arrivata avrò più tempo da dedicare alla mia creazione (se mi piacerebbe). Spero che anche se corto il capitolo vi piaccia, l’ho fatto così poiché ciò che succede è molto complicato e collegato al prossimo capitolo quindi l’altra opzione era quella di fare di 2 capitoli 1 solo e questo diveniva immenso e allora ho deciso di spezzare.
Non metto nessuna ipotetica data per il prossimo capitolo perché non voglio fare la stessa figuraccia ma spero di aggiornare il prima possibile.
Alla prossima, Malfire.

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