Vitae...Spem!

di Triela_Rico
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sogno ***
Capitolo 2: *** Piriazzi ***
Capitolo 3: *** Perdita ***



Capitolo 1
*** Sogno ***


Sole...aria fresca...profumo di bucato...cinguettio di uccelli...cielo....

Mi sembra di sognare, di non riuscire a crederci. Eppure...io sono VIVA...si, io sono viva e posso muovermi...posso muovermi...."
saltando felice in terrazza mentre guarda svolazzare i panni stessi. Rico saluta la giornata nel migliore dei modi. I suoi capelli biondi vengono scompigliati dal vento mentre osserva meravigliata il panorama mozzafiato. I suoi occhi scintillano di felicità e si arrampica sul muretto per vedere meglio, il suo corpo viene sospinto dal vento e lei alza le braccia come per volare anche se avverte un pò di paura guardando giù. Una voce alle spalle le dice

"Non aver paura, non cè niente che possa fermarti...puoi volare lassù, fino alla luna..."
una bella fanciulla in un vestito bianco le si avvicina sorridendo, le ciocche di capelli color oro danzano incorniciandole il volto e il vestito bianco si gonfia con il vento facendola sembrare una dea. Rico si gira verso di lei e la fanciulla le porge la mano sorridendo, la fa girare di nuovo verso il mondo fuori l'Ente e alzandole le braccia esclama

"Vola mia piccola cara, vola...adesso tu puoi fare tutto...hai il corpo che avevi semrpe sognato e puoi tutto. Non temere quello che dovrebbe temere te...VOLAAAAA!!!

spingendola. Rico si ritrova a scivolare nel vuoto e cercando un aiuto allunga la mano alla fanciulla, lei si mette a ridere mentre scompare dalla sua vista e si ritrova a cadere sempre più giù, mentre il terreno le si avvicina...senza riuscire a emettere un grido...

Jean:" Rico...dove sei"

Non trovandola al poligono, Jean inizia a cercarla al dormitorio. Non era mai accaduta una cosa simile e si chiede cosa è successo per non farla arrivare puntuale.

Ha già chiesto ai colleghi, alla caserma vicino la zona addestramento e le sorelle al dormitorio. Non resta che in camera. Attraversa i corridoi a passo lento con una mano in tasca e gli occhiali sul viso. Osserva intorno a se nel caso la vede passare ma finora non ha avuto risultati. Mentre controlla ancora si ritrova davanti la sua camera, apre la porta sperando sia lì.

Un colpo di vento lo sorprende appena entra, la finestra spalancata illunima tutta la stanza, le tende volteggiano freneticamente e Rico, seduta affianco la finestra, pare dormire. Jean entra e chiude la porta, le folate cessano e si avvicina alla sorella. Col capo chino,lei tiene in mano il dragunov svd che stava probabilmente pulendo prima di appisolarsi e guardando bene Jean vede che piange nel sonno.

Jean:" Rico..."
toccandole una spalla per svegliarla

Svegliata di colpo, Rico si butta in avanti cercando di proteggersi da qualcosa e fa cadere il dragunov a terra, fortunatamente scarico. Dagli occhi le scendono altre lacrime e si guarda le mani sconvolta.

Rico:"Era un sogno...."

Jean:"Rico"

Rico si volta a guardarlo mentre ancora le lacrime le rigano il volto, si era addormentata e quello di prima non era altro che un sogno. Credeva fosse la realtà, tanto era realistico.

Rico:"Jean...io..."

Jean:"Preparati, ti aspetto al poligono. Dallo a me il dragunov, lo tengo io"

Rico sistema l'arma nella custodia e gliela consegna dopo essersi asciugata il viso. Jean la osserva tutto il tempo, era normale per le marionette piangere se anestetizzate ma si chiede come mai lei piangeva anche dormendo. Rimane perplesso, adesso mentre gli consegna la custodia lei è tranquilla. Cosa poteva essere successo nel sonno.

Jean:" Ti aspetto là"
andandosene

Mentre apre la porta si volta verso Rico, si sta cambiando ed rimane con la maglietta alzata perchè Jean le chiede

Jean:" Qualcosa non va?"

Rico abbassa la maglietta e sorridendo risponde di no, Jean allora si sistema gli occhiali e riaprendo la porta

Jean:"Se qualcosa non va devi dirmelo. Voglio saperlo"
uscendo e chiudendo la porta

Lei si siede sul letto e si tocca il viso, non può credere di aver fatto un sogno di quel genere. Solitamente erano semrpe orribili dove lei non ha gambe e braccia. Per la prima volta fa un sogno diverso, guardando fuori sorride contenta. Adesso si sente un pò normale, spera di non sognare più come faceva prima. Spera in un nuovo inizio.

Jean attende Rico al poligono, seduto con le braccia conserte,continua a riflettere. Rico sta male? Ha qualche problema?

Il silenzio in quel momento è snervante, il poligono è vuoto perchè lui sceglie sempre orari non frequentati sopratutto dal fratello. Sa bene che la sua marionetta non la addestra affatto e vedere con i suoi occhi l'inettitudine di una delle cyborg che mal considera è troppo. Oltre Triela, che vede come un pericolo costante a causa del condizionamento non imposto dal fratello, Henrietta è il cyborg che Jean vorrebbe volentieri togliere di mezzo con le sue mani. Non è mai riuscito a sopportarne la presenza. Credeva che solo Triela gli procurasse tale fastidio ma ora si accorge che Henrietta lo fa stare nervoso ancora di più. In quella marionetta Jose aveva cercato di riversare tutto quello che provava per la morte di Enrica, questa cosa non la condivideva affatto. Il comportamento e il significato che è in Henrietta lo fa arrabbiare, la trova insulsa e troppo libertina. Anche lui da un certo punto di vista ha cercato di sfruttare quello che sentiva dentro a causa del suo passato,anche il nome Rico viene da Enrica ma anche dalla RICO Act , agenzia per la lotta al terrorismo. Quindi ha agito diversamente, anche se si accorge di essere in pensiero in quel momento. Lui non vede Rico come una sostituzione della sorella come Jose, ma lui sa di essere preoccupato per Rico e basta. Rico è Rico, non Enrica. Eppure perchè si scervella tanto.

Il silenzio tombale viene interrotto da rumore di passi, leggeri e veloci.

Rico sta arrivando, non ha però le pistole perchè Jean non vuole che le tiene in camera tranne se deve pulirle. Vedendola arrivare non nota nulla di strano, sembra traquilla. Ma allora?

Rico:" Eccomi, scusa il ritardo"

Jean:" Non fa nulla, tieni e inizia"

Porge a Rico la pistola e le cartucce da inserire, si rimette seduto a bracca conserte aspettando che lei inizia per infilare le cuffie.

Rico inserisce tutte le cartucce e sistema il colpo in canna, Jean si mette le cuffie. Inizia a sparare 3, 4 5 colpi verso la testa della sagoma quando viene interrotta da un addetto del poligono.

Addetto:" Signor Croce, presto la vogliono in ufficio. Pare sia una cosa urgente"

Jean:"Va bene arrivo"
levandosi le cuffie e alzandosi

Jean:"Rico, scarica la pistola e vai in camera portandotela. Io devo andare."

Rico:"Si"
ossevando il fratello andarsene

Rico:"Jean...."
di colpo come se la frase fosse uscita sola

Jean si ferma e si volta levandosi gli occhiali

Rico:" Mi dispiace per oggi, non succederà più"

Jean volta lo sguardo, sembra riflettere alcuni secondi. Poi sospira e guarda lei

Jean:" Se cera un motivo valido allora chiudo un occhio. Ma spero che non accada più"

Rico:"No....non succederà...."

Jean:"Bene, fai quello che ti ho detto e non ti preoccupare Se le cose capitano una volta va bene, ma non sempre..."
voltandosi per guardarla, i suoi occhi si vedono nonostante si sia rimesso gli occhiali e paiono gelidi al solito

Poi se ne va lasciando Rico sola

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Capitolo 2
*** Piriazzi ***


Jean si reca subito in riunione, convocata d'urgenza dopo aver ricevuto informazioni importanti.

Ferro lo attende davanti la porta, sempre seria e composta, gli illustra brevemente la situazione.

Ferro:"Jean, abbiamo ricevuto dei rapporti dagli informatori di Firenze. Pare che, dopo aver perso Filippo Adani, Piriazzi stia cercando di rintracciarlo per tutta l'Italia. Le brutte notizie sono altre e peggiori. Qualcuno lo ha informato e ora sa in quale città si trova Filippo Adani. Noi lo abbiamo trasferito qui in sede, così da poterlo sorvegliare meglio. Ma non sappiamo chi sia la talpa..."

Jean:"Capisco..."
voltando lo sguardo verso il corridoio

Ferro è una donna che per lavoro ha contatti con tante persone, ne ha viste davvero molte e cerca sempre di studiarle a fondo. Ma Jean è un uomo diverso, riesce a crearsi un guscio capace di non far vedere nietne di se, nessuno riesce ad abbattere quella barriera. Solo Jose sembra parlargli senza essere allontanato. Ma è il fratello. Dopo due anni al servizio di Jean, non lo ha mai visto parlare con qualcuno di altro se non il lavoro.Lo vede come un uomo dedito solo a quello, il lavoro. Le uniche volte che si prende una vacanza resta a casa o si reca con il fratello in Sicilia. Ma non sempre, preferisce stare solo. Rico è una delle poche cyborg che Ferro considera. Preferisce le bambine forti e di carattere, Henrietta e Angelica non sono di questo tipo. Rico è una delle migliori dell'Ente, sempre composta e attenta agli ordini del fratello. Le altre come Henrietta no.

Jean si volta verso la porta per entrare e vede tutti i membri del consiglio già riuniti attorno al capo. Lo stavano aspettando, ma già avevano iniziato a discutere in maniera sommaria.

Capo:" Come stavo dicendo, Jean, siamo a rischio. Davvero...se riesce a rintracciare Adani rischiamo di essere nel mirino e venire scoperti da tutti i clan a cui diamo la caccia. Per la prima volta...rischiamo un attacco in sede."

il tono di voce sembra chiaramente forzato, Jean percepisce un alone di tensione che gli fa vibrare la voce

Jose:" Però finchè resta da noi è al sicuro. Nessuno qui potrebbe essere la talpa, di sicuro è un esterno. Anche se Piriazzi ha saputo la città, trovarci non sarà semplice. La sede legale sulla carta è un centro medico, la nostra sede è da tutt'altra parte."
poggiandosi sul tavolo coi gomiti

Hillshire:" Credo sia opportuno indagare sui collegamenti di Piriazzi. A quanto sappiamo conosce dei politici, potrebbe essere stato uno di loro a dirgli qualcosa."

Capo:" No, escludo. I nostri politici non conscono davvero l'Ente. Solo il presidente del Consiglio è a conocenza della verità. Invece deve essere qualcuno non interno ma che ha informazioni. Per prima cos bisogna scoprirlo. Poi, si deve cercare a Firenze gli informatori e unirsi a loro. Jean affido l'incarico a te, hai lavorato al caso Adani e sei l'unico che sa muoversi di conseguenza"
voltandosi verso di lui di scatto, cosa che da fasttisio a Jean

Jean:" Certo, per prima cosa andrò da Azo, l'informatore migliore che abbiamo. Lui di certo saprà dirci qualcosa in più e magari portarmi direttamente da Piriazzi"
mentre osserva la lavagna con le foto di Adani, Piriazzi e Firenze

Capo:"Ricordati però che hai a che fare con un uomo astuto e potente. Molto più di Cristiano, ricordalo. Potrebbe essere appoggiato politicamente anche se non è ufficiale. Molti parlano della destra radicale...."

Jean:" Io seguirò il mio lavoro, andrò dagli informatori e lo prenderò. E' questo l'obiettivo e intendo portarlo a termine"
la durezza di Jean ammutolì tutti, deciso a prenderlo ad ogni costo.

Jean ha imparato ormai che non bisogna temere in un laovro come il suo. Devono essere i nemici a temere lui. Oltre alla sua intelligenza e esperienza, Jean contava su Rico, addestrata perfettamente per uccidere e dar la caccia ai mostri che terrorizzano il paese.

Capo:" Bene, Ferro prendi gli uomini e inizia a studiare un modo per sorvegliare sia Adani che la sede evitantdo brutte visite. Dobbiamo essere pronti a tutto..."

Congedati tutti, il Capo si reca il giardino per andare a vedere il suo cane.

Jean invece decide di preparare tutto per la partenza ma prima scende ai laboratori per palrare col dottor Bianchi


Nel laboratorio il dottore ascolta le registrazioni delle visite alle bambine. Ascoltava il dialogo con una certa Elle e si accorge di Jean solo perchè lui si avvicina al tavolo

Bianchi:" Jean...avvisa prima di venire. Con le registrazioni da controllare e riportare nella cartella medica, non sento chi arriva, mi farai morire prima o poi."

Jean:"Tranquillo, non ti verrà l'infarto"
accendendosi una sigaretta

Bianchi:" Quando imparerari che qui siamo in un laboratorio e fumare è vietato?"
agitando le mani

Bianchi quando riceve le visite di Jean sta sempre nervoso a causa del comportamento che tiene nei laboratori. A iniziare dalle sigarette.

Jean:"Tanto sto per andarmene tramquillo. Vorrei solo sapere se le cyborg quando sognano piangono"

Bianchi rimane incerto, la domanda che gli fa Jean è curiosa

Bianchi:"Da quanto sappiamo si, molte piangono quando sognano. Pare che abbiamo immagini del passato o incubi legati in qualche modo al presente nel sonno, cosa che porta le bambine a piangere senza accorgersene. Si svegliano con le lacrime agli occhi e si atteggiano come se stessero ancora sognando."

Jean osserva l'ambiente, riflette sulle parole del dottore. Se Rico piangeva per qualche sogno, su cosa era? Sul passato o sul presente?

Bianchi:" Jean, perchè me lo chiedi"

Jean:"Niente rileggevo dei rapporti e mi è venuta questa cosa"
buttando la sigaretta a terra per spegnerla con il piede. Bianchi segue la scena non molto contento e lo fulmina con gli occhi appena incrocia il suo sguardo

Jean:"Ora devo andare, parto per Firenze e ho delle cose da fare"

Bianchi:"Spero che sia la volta buona che lasci da qualche parte le cattive abitudini....ci guadagniamo tutti..."
urlando mentre Jean esce facendogli un cenno con l a mano

Ora che ha avuto la risposta inizia a domandarsi cosa sogna e cosa le provoca. Dolore? Disagio? Influenza il lavoro?

Improvvisamente si ricorda che le ha lasciato la pistola e decide di andarla a prendere. Atraversa i corridoi interni e esterni e arriva ai dormitori. Apre la porta della stanza di Rico e la cerca sul letto, lei invece e' seduta sulla sedia, appoggiata alla finestra per guardare fuori.

Si accorge della presenza di qualcuno e si volta mentre Jean avanza e chiude la porta. Rico si alza e lo saluta sorridendo

Jean:"Sono venuto a prendere la pistola"
senz adire altro, togliendosi gli occhiali

Rico si avvicina al tavolo e prende la pistola, i bossoli che aveva tolto e li consegna al fratello. Jean li prende, mette i bossoli in tasca e la pistola nella fondina vuota. Essendo in sede non cè bisogno di portarla e visto che Rico aveva prove al poligono la mette nella findina vuota.

Jean:"Domani partiremo per Firenze, vai a letto presto e domani mattina vieni nel mio ufficio"

Rico:"SI"

Jean rimane a fissarla, è calma e tranquilla. Fino ad ora non ha mai visto Rico preoccupata ne altro, in missione è una professionista e fuori missione sempre calma ma vigile.

Jean:"Prima...avevi sognato?"
rompendo il silenzio mentre le tende si allungano col vento

Rico lo guarda come se vuole sapere di cosa parla, poi torna a sorridere e con calma

Rico:"Si, stavo sognando"

Jean:"Ti succede spesso?"

Rico:"Di giorno non dormo mai, è stato un caso."

Jean:"E la notte sogni?"

Rico:"SI"

Jean:"Incubi?"

Rico:"Bè..."
arrossisce si colpo, poggiando sue dita su una guancia per pensare. Gli occhi non guardano Jean ma cercano un appiglio intorno. Rico sa che Jean non vuole problemi nelle cyborg durante le missioni. Se inizia a vedere problemi, Rico deve fare degli esami.

Jean:"Voglio solo sapere se sogni, tutto qui"

Rico annuisce smettendo di sorridere

Rico:"Certe volte sogno di essere senza gambe e braccia e non potendomi muovere tu mi abbandoni...."

Sconcertato, Jean si passa una mano in faccia. Possibile che non si è mai reso conto di niente in due anni? Che sia stato tanto cieco da non vedere in Rico tanto dolore?
Cercando come unico fine l'eliminazione dei terroristi, aveva scelto Rico come suo cyborg perchè senza sentimenti e esperienze della vita precedente che influenzano il suo essere cyborg. Aveva fatto modificare il corpo di Rico, quel corpo che gli era sembrato migliore di altri nonostante la malattia. Ora, dopo due anni scopre che lei ha incubi sui suoi arti e capisce che lei teme di essere abbandonata di nuovo.
Rico lo fissa ma con occhi tristi, vede in lei paura e tristezza insieme. Paura di un abbandono e triestezza perchè immagina la sua vita senza arti. Esattamente quella di prima.

Senza parole e non preparato a una cosa simile, Jean fa la prima cosa che gli passa per la testa. Poggia la mano sulla testa di lei senza pensarci, come un meccanismo spontaneo. L'unica cosa che può far per ora, e basta.

Jean:"Rico....ormai domani andiamo a Firenze, al nostro ritorno me ne parli meglio. Se stai male devi dirmelo, non ti faccio rimanere in ospedale se pensi questo"

Rico ascolta quello che dice, lui ha capito ma nonostante questo non sa come comportarsi con quella ragazzina che dovrebbe considerare solo uno strumento. Se fosse stato Lauro, avrebbe fatto finta di niente. Ma si è sempre preso cura di lei e lo farà anche adesso, ma dopo la missione.

Rico:" Va bene, andrò a dormire presto per domani"

Salutata la sorella, Jean esce e chiude la porta. Non capisce il peso che prova nel petto. Era simile a quello provato pensato a Enrica, anche se un pò diverso. Anche lui aveva incubi non ricorrenti ma li aveva. Però sapere che il suo cyborg si sveglia nello stesso modo che ha visto poche ora prima gli procura disagio. Un nodo alla gola lo opprime tanto che, messi gli occhiali, si dirige nella sua stanza per andare a dormire. Almeno, dormendo, avrbbe sognato altri orrendi incubi che allontanano, fino al prossimo risveglio, il problema di Rico dalla sua mente.

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Capitolo 3
*** Perdita ***



Henrietta entra in camera, tornata da una missione di pedinamento con Jose non vede l'ora di andare a letto. Felice della cena col fratello, prende il diario per scrivere. Rico è a letto, non dorme ancora e gioca cn le carte sul cuscino.

Henrietta:"Rico, sei già a letto?"

Rico:"Si, Henrietta. Domani mattina devo partire presto con Jean."

Etta:" E dove andate? Jose non ci sarà questa settimana, sarò sola"
facendo il broncio mentre scrive

Rico:" Vado a Firenze, cè un lavoro e partiamo domani. Non so quando torno. Puoi chidere a Triela di stare qui mentre non ci sono"

Henrietta rimane a riflettere, sarebbe bello avere qualcuno con cui dormire mentre Rico è via però sa che Triela non ama dormire in altri posti se non nel suo letto quando è al dormitorio. Si volta verso l'amica, sta continuando a giocare con le carte e letto. Non avendo mai ricevuto regali da Jean, Rico non ha niente con cui passare il tempo tra un amissione l 'altra e quando ha trovato le carte in una missione a Genova nel covo di terroristi, le usa per divertirsi. Si, le ha prese dal tavolo mentre Jean non vedeva ma infondo i terroristi erano morti, che se ne facevano?

Rico:"Henrietta, ti capita mai di fare brutti sogni?"

Henrietta alza gli occhi dal diario
Henrietta:" Bè solitamente sogno Jose, brutti sogni qualche volta ma sono ricordi delle missioni. Perchè"

A Rico cade il castello di carte appena fatto, non riesce mai a finirlo fino in cima. Le sistema e poggia la testa sul cuscino, Henrietta sogna raramente incubi mentre lei spesso. Jean pareva sorpreso quando glielo ha detto.

Henrietta:" Rico mi fai un favore?"

Rico si volta verso Henrietta, non ha sentito l'amica perchè sovrapensiero.
Henrietta:"Potresti farmi un favore?"

Rico si siede nel letto
Henrietta:"Sai, vorrei tanto un braccialetto. Jose mi ha detto che me ne comprerà uno però mi ha anche detto che a FIrenze ci sono dei negozi che vedono gioielli sul ponte Vecchio. Dice che sono i migliori di Firenze. Se puoi me porti uno?"

Rico:"Va bene, lo chiederò a Jean domani"

Henrietta:"Vedi se puoi, mi piacerebbe tanto averlo con i fiori d'oro"

Rico:"Certo, domani convinco Jean"
sorridendo

Bussano alla porta e Triela entra incavolata

Triela:"Rico, è vero che domani parti?"

Rico:"Si Triela, vado a Firenze presto..."

triela:"E non potevi avvisare anche noi? Se non venivoo tu partivi senza dire nulla"
con voce offesa

Rico:"Scusa, Jean mi ha detto di andare a letto presto e così mi sono coricata"

Triela:"Vabene, ma perchè centra Jean!!!!"

Rico:"Ok"
ridendo

Triela:"Quando torni? Spero non starai via molto. Domenica ho chiesto se possiamo fare un picnic sul prato a ridosso del campo di addestramento. Dove abbiamo visto la pioggia di meteoriti mesi fa"

Rico:"Che bello, spero davvero di esserci. Jean non mi ha detto niente."

Triela:"Possiamo spostarla, non cè problema. Intanto avvisaci con una telefonata appena sai quando tornate"

Rico:" Va bene"

Triela:"Henrietta che hai fatto oggi?"
sedendosi al tavolo con l'amica che ancora scrive nel diario

Henrietta racconta a Triela tutto quello che ha fatto con Jose senza riprendere fiato tanto che, Triela cerca di calmarla perchè semra una locomotiva..

Rico si rimette a letto, è stanca ma non riesce a dormire perchè le amiche fanno baccano. Allora mentre loro sono messe a scherzare senza vederla, prende il cuscino e lo tira ma becca in pieno Triela.

Rico:"Basta voglio dormire"

La prende nella guancia sinistra e nel colpo i capelli le si sciolgono. Henreitta resta scioccata e impassibile, Triela non si muove per qualche secondo. Rico fissa le amiche senza muovere un muscolo.

Triela si ritrova tutta scompigliata, Henrietta non sa che fare e guarda ora Triela ora RIco. Triela si gira verso Rico, corre vicino il letto e prende il cuscino di Etta per picchiare Rico, Etta prende il cuscino di Rico e picchia Triela

Etta:"E' il mio cuscino quello"

Continuano a darsele per un pò finchè Triela non si accascia al suolo esausta

Triela:"Basta, torni in camera. mi sono vendicata abbastanza"

Rico:"E' stato divertente, al mio ritorno lo facciamo di nuovo?"

Triela non crede alle sue orecchie, tutto questo tempo aveva fatto divertire Rico mentre lei non riesce a stare in piedi

Triela:"Torno in camera"
scioccata

Henrietta:"Il mio cuscino!!!"

Triela tiene ancora il cuscino di Etta in mano

Triela:"Oh Scusa"

tirandolo in faccia a Etta

Rico si siede nel le letto, Etta rincorre Triela fuori. Lei si sente bene, adora scherzare con le altre e ora che va a Firenze senza vederle cosa farà la sera?



Sono le sette di mattina e Rico viene svegliata dall'abbiare di un cane e le urla di un uomo. La finestra è chiusa ma si sentono bene, si alza e apre la finestra. Viene investita dalla brezza mattutina, fresca e frizzante che lasveglia definitivamente. A fare baccano di prima mattian non sono altri che il cane del Capo e il giardiniere che poverino viene presto a sistemare le aiuole.

Giardiniere:" Dannato cane, lasciami. La tuta mi strappi. Accidenti"

Rico si mette a ridere divertita e si appoggia per vedere meglio, Henrietta si sveglia pure per il frastuono

Henrietta:"Rico, chi è che fa baccano"

Rico:"Il cne del capo e il giardiniere. Torna a dormire, io devo vestirmi"
chiudendo la finestra

Henrietta:"Di già?"
strofinando gli occhi

Rico:"Devo essere puntuale, dobbiamo prendere l'aereo per Firenze e Jean preferisce andare presto."

Henrietta torna a dormire abbracciando il suo diario mentre Rico si veste, prende il giubetto ed esce


Arriva nell'ufficio di Jean, bussa ed entra. Lui non cè però, lo attende sedendosi nel divanetto di pelle. Dalle tende filtrano sottilissimi raggi di sole che ancora sta timidamente comparendo in cielo. La stanza è un fredda e mette un pò paura. Silenzo, solo silenzio si sente tutt'intorno. L'ente come orario apre alle 8:00 anche se ci sono le guerdie di notte e qualcuno che lavora ancora, aspettando le otto per tornare a casa.

Passi, pesanti e ritmati. Rico sa di chi sono. Jean cammina semrpe allo stesso modo e lei che è marionetta con l'udito sviluppato riconosce tra mille suo fratello. Solo dal rumore di passi. Jean entra in ufficio e trova Rico che aspetta sorridendo

Jean:"Sei già qui?. Fra mezz'ora andiamo all'aereoporto."

Rico annuisce e resta seduta, Jean si mette al portatile e inizia a stampare dei documenti. Mentre lavora al pc ogni tanto osserva Rico. Lei è sempre tranquilla, sorridente e piena di energia. In quel momento la osserva mentre lei guarda la stanza. Poi le chiede

Jean:"Stanotte hai sognato?"

Rico:"No"

Jean:"Capisco."

Chiude il portatile e si alza, si prepara le cose e seguito da Rico scende nell'atrio per aspettare il taxi che arriva dopo cinque minuti.
Durante il tragitto non dicono nietne, scendono all'aereoporto e si siedono per attendere di essere chiamati.

Jean:"Prendo le sigarette, sto venendo. Tu vuoi qualcosa?"
girandosi verso Rico che fissa incuriosita una signora con un braccio un cagnolino, la donna dorme e il cagnolino guarda Rico girando la testa

Rico:"No"

Jean:"Sicuro?"

Rico:"Si"
tornando a fissare il cane

Jean guarda il cagnetto, piccolissimo tipo Chiwawa ma con del pelo e tutto specchiato. Il muso finissimo e due occhi che sembrano i vetri che mettono agli orsacchiotti per occhi

Jean si alza, si avvicina al cagnetto e gli fa

Jean:"Buwhau"
non urlando ma quasi e si allontana come se nietne fosse

Il cagnetto si spaventa e inizia ad abbaiare come un matto, la padrona si sveglia spaventata ma vedendo Jean che si allontana dice

Signora: No, tesorino. Il signore si è alzato, non ti ha fatto niente. Sei prorpio pauroso di tutto, no. No."
baciandolo tutto mentre ringhia istericamente

Rico sorride nel vedere la scena e Jean, mentre compra le sigarette osserva lei

Una voce risuona per tutto l'aereoporto per chiamare i clienti del volo, Jean prende il giornale e torna da Rico per imbarcarsi.

Jean:"Vieni è il nostro volo"

Rico segue Jean sull'aereo. La hostess li accompagna ai posti e dopo dieci minuti decollano. Jean legge il giornale, le persone chiacchierano mentre le hostess portano bevande e noccioline per i passegeri. Mentre tocca a loro la hostess chiede a Jean cosa può dare alla bambina.

Non si era accorto che dormiva sul sedile mentre guardava fuori. Solitamente stava sempre appiccicata al finestrino per vedere fuori.

Jean:"Li lasci a me per quando si sveglia"

La hostess avanza col carrello ma gli dice

Hostess:" E' sua figlia?"

Jean:"Mia sorella"

Hostesso:"Davvero? Oh, è così bella. Coplimenti davvero, è davvero molto dolce"

Jean:"Già....."

fissando Rico che dorme. uno scossone coglie i passeggeri ma per fortuna non è molto forte. Jean si sistema le cinture per ordine del pilota e mentre le allaccia a Rico si accorge che lei continua a dormire e delle lacrime scendono per le guance. Il volo procede tranquillo senza altri scossoni e problemi. Jean continua la lettura del giornale noncurante del vociare dei passeggeri che conversano attorno a lui.


RIco:"Jean...siamo arrivati?"

Jean alza gli occhi dalla pagina sportiva e si volta verso la sorella. Assonnata e coi capelli per aria si guarda intorno spaesata.

Jean:"Siamo in viaggio, arriamo tra 20 minuti. Hai sognato?"
tornando a leggere

Rico:"si...ho fame..."

Lui si infila una mano in tasca e porge a Rico un sacchetto di noccioline

Jean:"Hai dormito st'anotte?"

Rico:"Si, ma il cane del Capo e il giardiniere hanno litigato molto presto stamattina e non ho dormito più"

Jean:"capisco"
fissando un signore che ride sguaiatamente pochi posti più avanti


Finalmente arrivano all'aereoporto, prendono i bagagli e si apprestano ad uscire quando la hostess di prima li ferma

Hostess:" Aspetta signorina, eccoti delle noccioline. Prima dormivi e non ti ho dato niente. Sei davvero carina lo sai?"

Rico:"Grazie"
sorridendo

Hostess:"Oh, sei un amore. Ciao e buona permanenza a Firenze"

Rico annuisce e Jean le tocca la spalla per avviarsi


Mentre camminano per il centro storico Jean riceve una telefonata

"Jean:"Pronto...si sono arrivato...certo veniamo subito...a dopo!"

Rico guarda Jean aspettando istruzioni

Jean:"Azo ha chiamato, ci aspetta in un appartamento"

si incamminano fianco a fianco cercando la via data dall'informatore finchè non arrivano, entrano nell'edificio e bussano alla porta dell'appartamento

Apre un uomo magro e slanciato, occhi incavati e bocca sottile, vestito di nero e molto semplice.

I due fratelli si accomodano e l'uomo dice a Jean

Azo:"Cosa vi do, dobbiamo parlare con calma non cè di meglio che un buon bicchiere. Signorina, a te cosa dò?"

Rico:"Un succo di frutta"

Jean:"A me uno scoatch"

L'uomo si avvicina a un vecchio piccolo frigorifero come l'appartamento, piccolo e mal ridotto.Ovunque crepe, ragnatele e odore di chiuso.

Azo posa le cose sul tavolo e si siede copiato dai fratelli

Azo:"innanziutto mi scuso davvero per il posto ma è uno dei miei "uffici", come informatore devo tenere celata la mia identità...dunque...Jean...quanto tempo"

Jean:"Si, da quando sei venuto a vivere qui"
mentre Rico sorseggia il suo succo

Azo si volta verso Rico, si avvicina e le dice

Azo:"Questo ragazzo è il più schifoso esperto militare che conosca...cara signorina sei fortunata ade aver lui come fratello credimi...non cè nessuno che possa eguagliaro...se penso che è stato l'unico ad avermi a avermi dato del filo da torcere...è il miglior carabiniere e agente del mondo..."
bevendo whisky

Rico:"Si, sono fortunata"
sorridendo all'uomo, Jean si toglie gli occhiali e chiede

Jean:"Azo...cosa sai dirmi su Piriazzi"

Azo:"Quell'uomo è un vero bast****, senti a me...ha fatto fuori più persone di quante immagini. Non guarda in faccia neanche donne e bambini...pare che lui stia cercando il tuo protetto e sappia che è a Roma. Ovviamente lui è qui per ora e parte nel pomeriggio. Se vuoi prenderlo devi andare là e...."

Il bussare alla porta blocca Azo

Azo:"Chi diavolo è..."
alzandosi spaventato

Jean:"NOn aspetti nessuno?"

Azo:"non dico mai a nessuno dove vado coi miei clienti"

Continuiano i colpi alla porta finchè qualcuno non dice

Voce:"Azo...sappiamo che sei lì...Piriazzi ha scoperto che spifferi cose all'Ente e vuole parlarti"

Azo:"VIa...via..."

correndo verso una porta. Jean trascina Rico con se seguendo l'informatore

Voce:"Azo...cavolo apri...non farci arrabbiare"

Azo chiude la porta e batte sul muro di fornte la porta,finchè non trova il punto giusto

Si apre una porticina dietro la porta, Azo passa e dice a Jean di seguirlo, lui passa e chiama Rico

Intanto gli uomini di Piriazzi hanno sfondato la porta e corrono verso la porta chiusa prendendola a spallate

Rico passa e Azo gira una manovella per chiudere la porta ma gli uomini aprono la porta sparando alla serratura e entrano, il rumore del meccanismo li fa girare verso la porticina e scoprono dove sono

Azo:"NIente, scappiamo..."
iniziando a correre seguito dai fratelli

Jean estrae la pistola e RIco fa altrettanto per proteggere Jean

Gli uomini iniziano a sparare contro i tre che scappano per un passaggio che conduce al palazzo affianco, entrano per la zona caldaia e corrono su per il terrazzo

Mentre escono fuori in terrazzo partono dei colpi che li costringono a nascondersi in posti diversi, Jean e Azo e Rico da sola dall'altra parte

Jean:"Rico, vieni qui"

Mentre RIco cerca di avvicinarsi dei colpoi la costringono a rispondere al fuoco e spostarsi, Jean spara ma un uomo segue lei fin sul cornicione. Rico si volta el'uomo si ferma puntandole la pistola

UOmo:"tu sei una delle bambine killer vero?"

Rico spara un colpo dritto al cuore dell'uomo che spara prima di venir colpito, il proiettile colpisce il cornicione sotto i piedi di Rico causando il decimento dello stesso,mentre lei si voltava spaventata da un colombo.

L'altro uomo spara verso di lei colpendola di striscio a una guancia

Jean che l'ha seguita vede Rico che sta cadendo indietro e cerca di prenderla, le afferra le dita per tirarla su

Alle sue spalle l'uomo gli dice di fermarsi mentre Rico appoggia il piede sul sottocornicione ma questo si sgretola e lei scivola di più mentre Jean non riesce a tenerla bene.

Rico:"Jean, attento dietro di te"

Jean:"Zitta che ora ti tiro su"
mentre gli occhiali cadono nel vuoto

Rico vede cadere gli occhiali ma guardando in alto vede l'uomo che tenta di stordire Jean col calcio della pistola, lei punta la pistola e spara

L'uomo colpito cade su Jean che perde le dita della sorella e la vede scivolare giù, cerca di sporgersi ma l'uomo ancora vivo cerca di strangolarlo

Azo gli spara in testa e libera l'amico e lo aiuta a trascinarlo verso l'altro

Azo:"Dovè la ragazzina"
improvvisamente

Jean si sporge da un cornicione per cercare Rico

Jean:"E' caduta...è caduta..."

Azo:"Dove...questo è un palazzo di 10 piani...non sarà sopravvissuta...dove è caduta...quale lato del palazzo era..."

Jean:"Sono tutti rotti, dove cavolo è..."

Jean si precipita di sotto, scende le scale a perdifiato mentre l'informatore cerca di fermarlo

Azo:"Fermo, non saranno gli unici che Piriazzi ha mandato, siamo in pericolo"

Jean:"RIco è caduta, devo trovarla"
continuando a scendere le scale

Finalemtne escono ma Jean non ricorda che lato del palazzo fosse

Jean:"L'ho persa!!!!"
correndo com eun pazzo

Di Rico nessuna traccia, da nessun lato del palazzo, disperati i due uomini inziano a chiedere in giro

Uomo:"una bambina bionda?..si lho vista... prima cèra un mucchio di poltrone, divani e letti vecchi in quel punto...vedete?...una bambina bionda ci è caduta di sopra...ho visto solo il momento in cui cadeva sui mobili...un tonfo, davvero, è caduta non davanti ma dietro....un divano copriva il punto in cui è caduta...quando ho telefnato
alla polizia non cèra più niente...qualcuno è venuto a prendere quel vecchiume...mi spiace...."

Jean:"Sa se stava bene, si è alzata...."

UOmo:"No, come ho detto telefonato subito...ho visto solo che è caduta suldivanetto a due posti...bè, qualcosa mi interessava ma non a vevo preso niente...dietro cèra un divanetto e lei lo ha preso in pieno,pensavo fosse caduta da qualche piano....sta casa è pericolante...ho visto solo che i due lati del divanetto si sono alzati insieme e poi polvere...."

Jean corre per la strada sperando di vedere un camoion che potrebbe aver preso i mobili ma l'uomo gli dice che i mobili li hanon presi mentre era al telefono ed è rimasto 5 minuti buoni per rispondere alle domande degli agenti.

Uomo:" E' raro che passa un camion, la gente di solito si porta i mobili"

Azo intravede altri uomini di piriazzi

Azo:"Jean, andiamo. Ci sono altri uomini del boss, la troveremo ma ora andiamo"

Jean e Azo scappano a piedi finchè possono, poi Azo chiama qualcuno e una machcina arriva poco dopo per portarli via

Jean è nervoso, Azo cerca di calmarlo e chiama i suoi amici per trovare la bambina

Azo:"Avrò bisogno di una foto della bambina per poterla trovare."

Jean:"NOn ne ho ma posso procurartela"

Jean prende il cellulare sudando tantissimo e chiama la sede

Jean:"Jose sono io, vieni subito a Firenze è successo un problema e ho bisogno della foto di Rico..."

Jose:"Jean cosa è successo, sei strano...va tutto bene?...a cosa ti serve la foto di Rico"

Hillshire e Marco nella stanza con Jose guardano il ragazzo chiedendosi cosa è successo

Jean:" Cè stata una sparatoria...Rico è caduta dal decimo piano...e lho persa..."

Jose:"L'hai...persa....ma come....Si va bene...sarò lì tra un'ora tu cerca di stare calmo...porto qualcuno?, va bene....porterò Hillhire e Marco tu cerca di stare tranquillo, la toveremo..."

Jose chiude il telefono, scosso e incredulo

Hillshire:"Jose...cosa è successo"

Jose:"hanno avuto un'imboscata e ....Rico è...caduta dal decimo piano e non la trovano più...jean è nervoso..."

i due colleghi sono sconvolti e siguardano perplessi

Marco:"Come ha fatto a perderla e come è caduta"

Jose:"non lo so ma se è accaduto è colpta di Piriazzi,mio fratello è sconvolto e devo andare ad aiutarlo. Venite a darmi una mano"

I due uomini accettano e corrono a prepararsi e si avviano all'aereoporto


Jean intanto si trova in casa di un amico di Azo e fissa fuori dalla finestra sentendosi responsabile della cosa

Azo:"Amico...per favore non fare così...non potevi fare molto in quella situazione...tieni molto a quel cyborg vero?"

Jean non risponde anche se lo guarda negli occhi

Azo:"Senti, dopo le morti che hai avuto capisco che non vuoi afezzionarti a nessuno ma se tieni a quella bambina non puoi negarlo, non ne ricavi niente...è viva ma non buttarti giù...puoi semrpe comunque sceglierne un'altra tornato a casa..."

Jean:"Non dire cretinate, Rico è il mio cyborg e non lo cambio"
girandosi adirato verso l'uomo

Azo sorride, si alza dalla sedia e dà una pacca sulla spalla di Jean

Azo:"Non negare ciò che sai di sentire..."
uscendo salla stanza

Jean resta a fissare la città per poi portarsi la mano sugli occhi Jose, Hillshire e Marco arrivano all'aereoporto un'ora e 25 minuti dopo la chiamata di Jean.

Azo li attende per farli entrare velocemente in macchina sperando che Piriazzi non controlli l'aereoporto.

Giungono in un parcheggio sotterraneo per cambiare macchina, ripartono per arrivare alla casa di un amico di Azo dove Jean li attende. I tre uomini scendono dalla macchina,prendono le valigie e entrano in casa da una porta nel garage.

Azo fa posare le loro valigie nell'atrio

Azo:" Lasciatele pure qui, adesso i miei uomini ve le porteranno su nelle vostre stanze. Intanto vi accompagno da Jean"

La casa è parecchio grande, salgono al terzo piano e attraversano vari corridoi per arrivare nella sala da giorno del piano

Hillshire:"Cè una sala da giorno per ogni piano?"

Azo:"Eh, si. Il mio amico ha voluto fare piani a se stanti. Ogni piano ha gli stessi servizi, comodità, stanze solo arredate diversamente."

I tre rimangono scioccati

Azo apre una porta e entrano, Jean è seduto su una poltroncina di pelle con i gomiti sulle ginocchia, con una mano tiene la sigaretta. Appena li vede si alza e va loro incontro

Jean:"Jose, hai portato la foto?"

Jose prende una fototessera dalla tasca del giubotto e la consegna al fratello

Jose:"pensi di riuscire a trovarla con la foto?"

Marco:"Ma come lhai persa"

Jean:"Eravamo inseguiti, siamo saliti sul tetto e per cercare di fermarli lei è caduta dal decimo piano..."
sistemandosi gli occhiali

Hiilshire:"E non l'avete trovata?"

Azo:"Abbiamo cercato in tutta la zona ma niente..."

Jose:"Siamo venuti per aitarti Jean....la troveremo"

sedendosi tutti per discutere mentre una cameriera porta del caffè



Nella periferia di Firenze, in una casetta con pian terreno e primo piano cè del movimento in cucina

Letizia: Mamma, mammà...è pronto???"

MAdre:" Calmati Letizia, ancora non si è svegliata"

Letizia:"Lo so, però vorrei portarle qualcosa su quando si sveglia"
sorridendo

Madre:"Ma ancora non si è svegliata, aspetta un pò"

Letizia:"Si, mamma...."
uscendo in strada col cagnolino



"....cosè questo rumore....vociare....tante persone....cani.....uccelli...gabbiani????"

Rico apre gli occhi, tutti i rumori che sente le danno un senso di tristezza

si volta e stropicciandosi gli occhi cerca di capire dove si trova, muri crepati e qualche chiazza di umidità punteggiano le pareti bianco sporco

La stanza è un pò scarna, un comodino e una cassettiera di legno scuro; una sedia e un armadio di colore diverso al resto del poco mobilio. Si siede nel letto, guarda di nuovo la stanza e si gira verso la finestra dietro di lei da dove vengono le voci

Di fonte cè una casa popolare molto alta color senape con rigate nere da pioggia, delle signore gridano dai balconi

Scende dal letto sul legno gelato e scricchiolante del pavimento, si affaccia e vede una strada piena di gente, bancarelle e negozianti da un lato e una piazzetta con dei bambini che giocano dall'altro lato. Davanti la casetta cè solo una bambina che gioca col cane che appena si accorge di lei corre dentro casa

Rico si gira, la stanza rimbomba dei rumori della strada a causa dell'eco, la porta si apre ed entra quella bambina

Letizia:"Ciao!!!Ben svegliata....come ti senti?"

Rico spaesata la saluta ma la bambina le prende la mano e gliela stringe contenta, entra anche la madre che porta a Rico del brodo caldo

Madre:"Ciao, spero che tu stia bene, ti ho portato qualcosa..."
posando il piatto fumante sul cassettone

Rico si guarda, ha una camicetta da notte a maniche lunghe color sabbia, abbottonata al collo

Madre:"I tuoi vestiti erano tutti strappati così quando sei stata portata qui ti ho cambiata"

Rico:"Portata qui?"

Letizia:"Si, mio padre ha preso per strada dei mobili vecchi e quando sono andati in magazzino ti hanno trovata dentro un divano"

Rico non capisce, la testa le duole tremendamente e il continuo vociare da fuori la confonde ulteriormente

Letizia:"Qualè il tuo nome?"

Rico:"Il...mio nome?"

Letizia:Si, io mi chiamo Letizia...piacere..:"

Rico:"Letizia? che strano nome...."
riflettendo

Letizia:"E' un nome strano ma usato ed è molto bello"

Madre:"Allora, come ti chiami e come sei finita in mezzo al divano"

Rico si siede sul letto, si volta verso la finestra a pensare, ha solo vuoto in testa

Rico:"Non lo so...."
in modo impercettibile

Letizia si avvicina a lei

Letizia:"Davvero non lo ricordi?"

Rico scuote la testa triste, non riesce a ricordare niente di niente ma si sente leggera

Letizia:"Non ricordi niente di niente????"

Rico:"Ricordo...solo le onde del mare....della Sicilia...."

Letizia:""Sicilia...., ti chiameremo Sicilia finchè non ricorderai chi sei"

MAdre:"Sicilia? Che nome è, Letizia"

Letizia:"E' molto bello, se lei ricorda solo questo che nome vorresti metterle???"

Madre:"Si ma...Sicilia!"

Letizia:"A te va bene?"
voltandosi verso Rico

Rico:"Sicilia....va bene!"

Letizia:"Allora sarai Sicilia"
abbracciando una Rico incredula



Jose:"Azo, hanno notizie?"
chiedendo all'uomo mentre entra da una telefonata

Azo:"Purtroppo no. Pare che non era previsto nessun ritiro di mobili però, sembra che ci siano degli uomini che ogni tanto passano per le strade a cercare mobili o oggetti buttati per metterli in una discarica o qualcosa del genere. Potrebbe essere una pista"

Jean fuma una sigaretta dietro l'altra senza levarsi mai gli occhiali, dice solo qualche parola e fissa sempre la finestra

Hillshire:"Forse dovremmo cercare tutte le discariche, magari è lì"

Marco:"Ma non sappiamo se è una discarica o no"

Jose:"Iniziamo a telefonare chiedendo se hanno ritirato cose in quella via. Potremo così scartarle"

Messi d'accordo prendono un portatile, iniziano a cercare tutte le discariche della città. Jose telefona mentre Hillshire cerca con Marco

Jean continua a fumare, non si capisce bene cosa fissa ma Jose è sicuro che sta fissando lo schermo del portatile di scorcio, non sa cosa il fratello sta pensando per ora ma è sicuro che è preoccupato

Jean improvvisamente si avvicina al tavolino, spegne la sigaretta e si alza

Jean:"Sono stanco, vado a letto"

I tre colleghi lo salutano quasi in coro mentre lo guardano uscire dalla stanza a passo lento, Azo si siede sulla stessa poltrona dove era Jean e chiede ai tre una cosa

Azo:" Cosa credete che farà Jean s e non troviamo la sua ragazza?"

I tre si guardano, Marco è perplesso e si appoggia allo schienale a braccia conserte, Hillshire si volta verso Jose che sta cercando di riflettere

Jose:"Credo....si credo che lui alla fine ne sceglierà un'altra anche se la cerca nello stesso tempo. Ha scelto Rico per un determinato motivo, non so quale sia ma finchè può non si fermerà nel cercarla. In questi 3 anni ha addestrato la sua marionetta con dedizione. E' un delle migliori per l'ente. E lui sa che perderla significa

perdere un ottimo elemento"

Azo:"A me non sembra che si molto attivo nel cercarla"
alzando gli occhi su Jose

Jose:"E' fatto così, non ammetterebbe mai che è preoccupato"

Azo:"Capisco"
fissando tutte le sigarette fumate dall'amico




Sul letto della sua stanza, Jean cerca di chiudere occhio invano. Dopo un pò finalemnte riesce a dormire ma inizia a fare un sogno


Si ritrova sul tetto, quel tetto. Vicino di lui passa Rico con la pistola in mano inseguita dall'uomo.

"Rico"

grida verso di lei che è sul cornicione, lei si volta verso di lui e gli sorride dolcemente. Mentre è voltata, l'uomo le spara e lei per il colpo viene spinta indietro nel vuoto

L'uomo sparisce, tutto si fa buio tranne il cornicione, Rico sembra cadere a rallentatore, il viso abbassato non si vede coperto dai capelli

Jean corre verso di lei, mentre si avvicina il tempo sembra tornare e lei cade più velocemente, le afferra la mano ma sembra che pesi tantissimo, lei alza il viso e gli sorride

"Jean...io morirò?"

per poi venire risucchiata nel buoio, metnre la mano di Jean perde quella di lei e rimane a mezz'aria come se volesse prendere qualcosa

Jean è sconvolto, si avvicina ma vede solo buio

"RIco...Rico....!!!!"

Chiama inutilemnte, si volta e si passa una mano nei capelli mentre fa una smorfia col viso

Una folata di vento lo coglie, odore si salsedine e rumore di mare

Si ritrova in riva al mare, le onde che lambiscono le sue gambe e una calma straordinaria

Delle risate lo raggiungono, che si avvicinano

Un cane compare davanti a una ragazzina, vestita con un vestito azzurro, appena è più vicina Jean scopre che è lei,

Rico. A pochi passi da lei, cerca di fermarla con le braccia ma scompare, ricompare poco più in là, con le gambe in acqua e il viso a guardare il sole

Jean si avvicina, la fissa e le dice

"Ti piace così tanto il mare?"
guardandola con lo sguardo profondo e sorpreso come quella volta, dopo averla salvata in acqua

Lei si gira, inizia a parlare ma dalla sua bocca non escono parole. Cade a terra di colpo, senza avere il tempo di fare niente jean si vede Rico disintegrare. Tutto intorno inizia a girare vorticosamente finchè non si ritrova all'ente in un corridoio

La sala operatoria era piena di medici che lavoravano sopra un corpo

"La stiamo perdendo, presto..."

"Il sangue è arrivato, adesso arriva il fegato..."

Non capisce che succede, attraverso il vetro vede solo 10 persone nella sala che cercano di salvare qualcuno, un rumore sordo lo coglie d'improvviso

L'elettrocardiogramma iniziava a dare segni di battito assente, i medici prendono iniezioni ma si fermano subito, rimangono con le siringhe in mano

"E' morta...."

Un silenzio cala nella saletta, i medici posano le siringhe mentre un altro stende un lenzuolo bianco sul corpo.

Escono senza dire un a parola in fila indiana e con i camici sporchi di sangue, lo fissano senza dire una parola e scompaiono nei corridoi

Jean entra, sangue e arti artificiali sparsi per il pavimento, odore di sangue e disinfettante lo nauseano un poco. Il letto è di fronte a se, allunga la mano e alza il telo, Rico giace senza vita mentre la macchina continua a dare segno di battito assente in un rumore ormai snervante.

Gli occhi sgranati, respiro bloccato...Jean si sente un pezzo di marmo

"Jean..."

una voce lo chiama, sente che conosce quella voce

Dietro di lui cèra Rico, guarda davanti a se e Rico si trova ancora sul lettino morta, si volta e cè un'altra Rico nello stesso momento sulla soglia della porta vestita allo stesso modo

"Jean..."

"dimmi...Rico..."

"Perchè...perchè..."

"cosa..."

Lei lo guarda, da sotto i suoi piedi il pavimento inizia a diventare nero

"Rico...."
spaventadosi mentre la chiazza diventa più grande

"Non mi abbandonare, ora che ho un corpo voglio vivere"

dice forte mentre Jean si vede investire da un nero profondo e lei esplode in mille pezzi, una gamba finisce sui suoi piedi prima di venire risucchiato dalla chiazza nera

Nel buio profondo vede comparire lei, vestita di azzurro che gli porta le mani sul viso e gli dice

"Il mare mi emoziona sempre...come vedere il sole...non lo avevo mai visto...prima di essere il tuo cyborg"
in modo dolce come faceva sempre quando lui non era duro nei suoi confronti, gli viene in mente quando la salvò dopo esser caduta in laguna e tornando su, lei rimase per un pò a fissare il sole felice


Jean apre gli occhi, sente un caldo soffocante per la stanza e si ritrova sudato e ansimante

GUarda la sveglia, aveva dormito poco più di un'ora, si toglie la camicia sudata e si siede sul bordo del letto,chino su se stesso mentre una sirena della polizia echeggia dalla finestra aperta.

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