Find your lips

di ineedhoran
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - get out of my mind ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - just a fool ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - want you so desperately ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - just words ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - every piece of your heart ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - you got what I need ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - figure it out ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - open your eyes ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - words fall ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - so close ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 - something about your laugh ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 - just trying to test me ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 - when you smile ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - turn back ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 - like knives ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 - love you too ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 - joining up the dots ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 - some memories ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 - the whole night long ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 - you can't have me ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 - never leave her ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 - kiss me back ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 - won't feel right ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 - are we more? ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 - look amazing ***



Capitolo 1
*** Prologo ***





Prologo



L'amicizia fra Emma e Niall sembrava frutto dei film della Disney. Avete presente, no? Con quelle trame così surreali e impensabili, ideate per far credere alle dodicenni che il Principe Azzurro esiste e che si trova dietro l'angolo, in sella al suo destriero e pronto a portarle verso il loro bel lieto fine.
La realtà era che nessuno poteva prendersi il merito per la loro storia, in quanto era nata per puro caso. O forse solo grazie al destino.


Era un caldo pomeriggio di metà luglio, a Milano ci saranno stati più di 35 gradi e nessuno aveva voglia di uscire di casa, con l'afa che c'era. Ma Emma si trovava in camera sua assieme alla sua migliore amica per un altro motivo.
- Diamine, Cami! Penso che mi si fonderà il computer se mi arrivano altre menzioni!
- E di che ti lamenti? Justin Bieber ti ha appena seguito su Twitter! - Camilla si avvicinò all'amica, sdraiata a pancia in su sul letto, e le sfilò il laptop dalle mani. - Ora che hai raggiunto il tuo obbiettivo, nonché motivo principale per cui stai spesso su internet, penso che non avrai nemmeno più bisogno del tuo computer! - entrambe scoppiarono a ridere e si misero a saltare sul materasso, senza nemmeno cercare di soffocare i gridolini di felicità. Insomma, dopotutto erano due quindicenni patite di quel cantante Canadese, cosa ci si poteva aspettare?

Qualche ora dopo, mentre Emma era intenta a scorrere i tweet che citavano sempre le stesse frasi, come "che ragazza fortunata!", oppure "vorrei tanto essere al tuo posto!", le saltò all'occhio un tweet scritto in inglese, inviatole da un certo Niall di Mullingar.

Sono un ragazzo e sto fangirlando anche io perché vorrei essere seguito da Justin, pensa un po' a come sono messo! haha :)

Se in passato le avessero detto che sarebbe successa una cosa del genere, avrebbe fatto fatica a crederci, sopratutto a causa del suo carattere introverso e della difficoltà che aveva nel fidarsi degli altri. Eppure, grazie alla madre Americana di Emma e alla sua fissazione di insegnarle la lingua inglese fin da piccola, col tempo lei e l'Irlandese riuscirono a costruire una splendida - e insolita - amicizia a distanza, basata su videochiamate e giornate trascorse col naso su Whatsapp, nella curiosità di sapere cosa l'altro aveva da raccontare.
Emma scoprì che Niall era un timido biondino dagli occhi azzurro cielo, che amava il cibo e aveva un grande talento per il canto. In poco tempo si affezionarono l'uno all'altra; dall'esterno la loro sembrava quasi un'amicizia infantile o addirittura priva di senso, considerando che vivevano tanto lontano, ma ai due ragazzi questo non interessava: andavano d'accordo e si capivano a vicenda, e questo bastava.
Quando un giorno - in seguito al suo provino per X Factor UK - l'amico le raccontò di essere stato scelto, assieme ad altri quattro ragazzi, per formare una band e partecipare alla settima edizione del talent show, lei quasi scoppiò in lacrime dalla felicità.
La suddetta band, che prese il nome "One Direction", arrivò al terzo posto, ma nonostante questo i ragazzi ebbero la grande occasione di firmare un contratto discografico.

Spero che non ti dimenticherai di me, ora che diventerai famoso! ;)

Dopo quel giorno, Emma non ricevette più notizie di Niall, almeno non dal diretto interessato.
Non poté fare a meno di pensare che mai messaggio fu più azzeccato di quello.























?
Non mi dilungherò con le note finali poiché non voglio assolutamente annoiarvi.
Vi chiedo solo un minuscolo favore: se avete letto il prologo e vi è venuto da vomitare, prendete qualche medicinale come il Maalox e datemi un'altra possibilità leggendo il primo capitolo!
Non ho mai pubblicato nulla su questo sito prima d'ora e so di non essere un portento nella scrittura, ma, come disse una delle mie autrici preferite di efp, sono qui per migliorare.
Alla prossima (si spera)!

Teddy

ps: ringrazio Erika per aver trovato questa gif che sembra fatta apposta per la mia fanficion afgnicrh (anche se Emma ha i capelli biondi, ma son dettagli lol)



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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - get out of my mind ***





- 1 -
get out of my mind



15 mesi dopo - ottobre 2011

- Cami, per favore! Te lo sto chiedendo in ginocchio!
- No, Em, è inutile che insisti, oggi non balzo la scuola. E nemmeno tu! - Emma alzò gli occhi al cielo e si attaccò alla manica del giubbotto della mora.
- Ti prego! Lo sai che giorno è oggi e sono già abbastanza giù di morale per questo, figuriamoci se riesco a sorbirmi anche due ore di filosofia con la Fabbri!
Camilla grugnì seccata e lanciò un'occhiataccia all'amica.
- Smettila - si limitò a dire.
Emma si passò una mano fra i capelli biondi, esasperata. - Come vuoi, vorrà dire che andrai a scuola da sola.
Fece per fare dietro front ma l'altra la strattonò per un braccio, facendola voltare verso di sé, tirandole poi uno schiaffetto sulla testa.
- Okay, dammi almeno cinque buoni motivi per venire a scuola con te e mi arrendo, altrimenti verrai con me - disse Emma con tono di sfida.
Camilla alzò un sopracciglio. - Bene - si mise le mani sui fianchi e cominciò a camminare avanti e indietro sul marciapiede.
- Motivo numero uno: non sai falsificare la firma di tua madre, e se lei ti becca puoi considerarti in punizione per... mmh - si grattò il mento con fare teatrale - minimo tre anni!
La bionda serrò la mascella, poi alzò il mento, facendole segno di andare avanti.
- Motivo numero due: sei la cocca della Fabbri e in filosofia hai 9, quindi quella stronzata che hai detto prima è soltanto una scusa - continuò, incrociando le braccia al petto. - Motivo numero tre: oggi vengono consegnati i compiti di inglese, e tutti sappiamo che non vedi l'ora di ricevere il tuo solito 10, Miss ho-la-mamma-Americana.
Emma sbuffò, evidentemente infastidita.
- Motivo numero quattro: non puoi lasciare che quella rompi scatole di tua cugina mi stia alle calcagna per sei lunghissime ore solo perché non ci sei tu. E' parente tua, non mia, pertanto non sono tenuta a sopportarla - aggiunse Camilla, strappando un sorriso all'amica.
- Non è colpa mia se le stai simpatica - si giustificò Emma alzando le spalle. Poi sospirò. - Dai, manca un motivo.
- Motivo numero cinque: se oggi non vieni a scuola non vedrai quel figo di Christian mentre gioca a pallavolo!
La bionda inarcò un sopracciglio, poi scoppiò a ridere. - Non me ne frega niente di Christian! E' un viziatello che si crede la fine del mondo solo perché ha un bel culo e una moto che costa più di casa mia. Patetico!
- Però gli piaci.
Emma arricciò il naso. - Ma lui non piace a me! Anzi, è a te che piace!
Camilla avvampò vistosamente e si affrettò a cambiare argomento. - Okay, ho capito, il motivo numero cinque non è valido.
- Quindi devo dedurre che oggi non andremo a scuola? - domandò Emma, sorridendo e battendo le mani come una bambina.
- Eh, no, mia cara! Eccoti qua il quinto motivo: se vieni a scuola, non rischierai di incontrare quel coglione Irlandese per le strade di Milano. Mentre se decidi di bigiare...
Emma sbarrò gli occhi all'idea e prese l'amica per mano, dirigendosi frettolosamente verso l'entrata della metropolitana. - Bene, andiamo a scuola!
Camilla sorrise soddisfatta e seguì l'amica, congratulando sé stessa mentalmente.


Niall era convinto che l'avrebbe dimenticata. Era fermamente sicuro che, col passare del tempo e con il susseguirsi di novità così grandi e importanti, come - per dirne una - diventare l'idolo di migliaia di ragazze, si sarebbe scordato di lei.
E invece era lì, di prima mattina, seduto sul letto di quell'hotel di Milano, a torturarsi le mani mentre cercava di non badare al compagno di band che russava rumorosamente dall'altro lato della stanza. Si era alzato presto poiché l'ansia che lo pervadeva al pensiero di trovarsi nella sua stessa città l'aveva seguito anche nei sogni, e ciò non era stato molto d'aiuto per il suo sonno. Per di più, ogni volta che serrava le palpebre scorgeva il suo viso. Nitido come se fosse trascorso solo un giorno dall'ultima volta che l'aveva vista in webcam.
Si alzò dal letto, dirigendosi verso il bagno per andare a sciacquarsi la faccia. Poi andò a frugare nella valigia alla ricerca di qualche capo pulito da indossare: optò per una polo grigia e dei semplici jeans. Si vestì lentamente, cercando di non fare rumore per non infastidire il compagno di stanza, dato che tutti sapevano quanto fosse poco simpatico se svegliato bruscamente.
Diede un'occhiata all'orologio: le 7:40. Non sapendo cosa fare, si sdraiò sul suo letto a pancia in su, con le braccia dietro la testa. Chiuse gli occhi e la vide, davanti a sé: i bellissimi capelli biondi come il grano che le cadevano leggeri sulle spalle - ah, quante volte avrebbe voluto toccarglierli, per constatare se fossero così morbidi come sembravano. Scorse quei grandi occhi neri come la pece e le ciglia lunghe. Vide il suo sorriso dolce e perfetto aprirsi sul suo volto e quel tenerissimo principio di fossette formarsi agli angoli della bocca. Riuscì ad udire la sua risata cristallina e la sua voce soave, che mesi prima gli era sembrata così meravigliosa, sebbene avesse avuto la possibilità di sentirla solo attraverso il microfono del computer. La vide arrossire, come spesso capitava, fargli una linguaccia, e poi mordersi il labbro inferiore, come era solita fare quando era nervosa.
Gli venne in mente il bizzarro episodio in cui si erano conosciuti, e il modo in cui sin dalla prima parola erano andati d'accordo.
Pensò a tutte le videochiamate che fece di nascosto nel periodo in cui lui e i suoi compagni di band erano dei partecipanti di X Factor, poiché più volte i suoi amici e non solo l'avevano rimproverato dato che trascorreva troppo tempo al computer. Sgattaiolava via negli orari più strani, rifugiandosi nei luoghi più assurdi, solo per vedere quel sorriso che gli illuminava le giornate. Potevano anche essere le 6 del mattino, ma lui sapeva che lei non avrebbe mai rifiutato una sana chiacchierata con il suo amico di Mullingar.
Rammentò quella volta in cui si era dovuto chiudere in bagno e lei, accorgendosene, si imbarazzò un sacco dicendogli che avrebbe benissimo potuto chiamarla dopo aver fatto "i bisognini" - così li soprannominò lei. Lui rise talmente rumorosamente che pensò che qualcuno l'avrebbe di sicuro scoperto e, quando sentì bussare alla porta, dallo spavento fece cadere il laptop nel gabinetto. Inutile sottolineare che il colpevole era Louis, che ovviamente non voleva fargli la predica, ma semplicemente se la stava facendo addosso.
Poi pensò a quella volta in cui decise di presentarle i suoi compagni: Zayn, Liam, Harry e Louis. Sorrise involontariamente al ricordo del viso confuso della bionda, quando sentì Zayn parlare per la prima volta, col suo particolare accento da Pakistano di Bradford. Appena furono soli lei domandò se il ragazzo mulatto fosse ubriaco perché sembrava biascicare mentre parlava, e ovviamente a quelle parole Niall rise fino al mal di pancia.
Ricordò quel pomeriggio in cui aveva trascorso tre ore buone a cercare di imparare qualcosa di italiano. Si poté considerare soddisfatto quando riuscì a dire "ciao, mi chiamo Niall e mi piace la pizza" senza impappinarsi o mordersi la lingua.
Il ricordo più bello però era sicuramente quello legato all'ultima volta che la vide. Gli One Direction avevano appena firmato un contratto discografico e questo era un grande passo per una band così giovane e nuova come la loro. Quando le diede la notizia, la vide liberarsi in un grido di gioia, alzarsi dalla sedia e mettersi a saltellare e a ballare per tutta la camera, per poi avvicinarsi allo schermo e scoccare un rumoroso bacio sulla webcam. Desiderò infinitamente di poter sentire quelle labbra sulla sua guancia, e si ripromise che un giorno sarebbe successo.
E invece dal quel pomeriggio non successe proprio nulla.
Tutti quei pensieri erano entrati prepotentemente nella sua testa e gli davano il tormento. Non riusciva a darsi pace. Perché non l'aveva più cercato? Be', magari l'aveva fatto, però lui aveva perso il telefono la sera stessa in cui lui e i suoi amici avevano firmato il contratto discografico, quindi non poteva saperlo. Per qualche giorno non aveva avuto un attimo di pausa, colpa di tutti gli impegni di lavoro e delle fan che crescevano a dismisura e lo fermavano in ogni angolo di Londra. Aveva smarrito il suo numero, e inspiegabilmente lei l'aveva bloccato su Twitter e aveva reso il suo profilo privato, così lui non poté contattarla nemmeno da altri account.
Rimpiangeva di non averle detto quanto effettivamente tenesse a lei, ma nonostante questo continuava a non capire perché lei fosse sparita così, senza preavviso. Non sapeva se essere arrabbiato con lei poiché non conosceva le sue ragioni, ed era proprio questo dover vivere nell'ignoranza che lo faceva innervosire.
Si alzò di scatto dal materasso, facendo cadere un libro che si trovava ai piedi del letto.
- Niall... - mugugnò Harry, il viso immerso nel cuscino. I capelli ricci gli ricadevano rovinosamente sulla faccia. Ma riusciva a respirare?
- Sì, scusa Harry, non l'ho fatto apposta, ora esco - borbottò il biondino, chinandosi per raccogliere il libro.
- No, Niall...
Il ragazzo si girò verso il riccio, seccato all'idea che volesse chiedergli qualche favore, dato che non aveva voglia di fare il carino con nessuno. - Che c'è? - domandò.
- Piantala di pensare a quella - disse l'altro, voltandosi verso l'Irlandese e piantando gli occhi verdi ancora assonnati nei suoi.
Niall aprì la bocca esterrefatto, cercando più volte di dire qualcosa, senza però riuscirci.
- Fidati di me, smettila di pensare a quella là. E' solo una troietta, di sicuro non ti ha più scritto perché si è trovata un ragazzo qua e ovviamente per lei era più comodo di uno che abita a chilometri di di...
- La smetti di sparare stronzate?!
Niall sapeva che l'amico stava cercando di confortarlo, ma dare quei titoli alla sua - ex - amica di sicuro non lo aiutava.
- Quello che dici non ha senso, e poi lei era soltanto un'amica, chiaro?
- Ma...
- Tu non capisci un cazzo - sibilò il biondo, interrompendolo di nuovo. Gettò il libro sul proprio letto e uscì dalla stanza, sbattendo la porta.
Dannazione, perché Harry non si faceva gli affari suoi?
- Hey, Niall! Ho sentito la porta sbattere, tutto bene? - accorse Liam, ancora in pigiama e con lo spazzolino in mano.
- Sì, certo, benissimo. Dormito bene con Zayn e Louis? - domandò alludendo ai restanti due amici, con la chiara intenzione di cambiare discorso.
- Louis parla nel sonno, come al solito, e Zayn ha voluto a tutti i costi stare attaccato al computer fino alle 2 di notte, quindi... sì, ho dormito meravigliosamente! - disse il ragazzo, aprendosi in un ampio sorriso e scuotendo la testa per aggiustare i capelli castani. A dispetto di quel che diceva, lui stravedeva per i suoi compagni di band e, abituato alle loro consuetudini, aveva davvero un viso riposato.
- Sicuro che è tutto okay? - chiese dopo pochi secondi, vedendo che l'amico non faceva altro che fissare il pavimento. - Vuoi parlarne?
Vedendo che continuava a tacere, gli appoggiò una mano sulla spalla, scuotendolo un poco.
- Fammi indovinare, Harry ha iniziato con i suoi soliti discorsi non esattamente delicati? - domandò Liam.
- No... cioè, sì, ma non è quello il punto. Non è colpa sua. Anzi, gli ho risposto male e ora mi sento un po' in colpa.
Il castano fece un sorriso sincero e Niall lo abbracciò, per poi perdersi in un lungo sospiro.
- E' che da quando so che saremmo dovuti venire in Italia per questa signing session, non faccio altro che pensare a lei. E non capisco perché! - sbottò Niall, agitando le mani. - E va bene, mi ero preso una cotta per lei, ma è stato tempo fa! E poi non la conoscevo nemmeno per davvero... è assurdo.
Liam assunse uno sguardo comprensivo, poi sospirò. - Io invece penso che tu conosca lei meglio di molta gente che ti sta attorno tutti i giorni.
Il biondo lo guardò in cerca di una spiegazione, che non arrivò.
Rimuginò per qualche attimo.
- Non so, lei aveva qualcosa... non so cosa, ma mi faceva stare bene. Mi faceva sorridere per nulla, parlando con lei mi sentivo a mio agio... un po' come con te.
Liam lo guardò divertito. - Mi dispiace amico, ma a me piacciono le donne e... - Niall gli diede una leggera spinta, ridacchiando. - Idiota - aggiunse.
Trascorse qualche secondo di silenzio.
- Secondo te si è dimenticata di me?
- Cosa? Certo che no.
- Pensi che oggi verrà? - Il castano lo guardò confuso, non capendo. - Sì, insomma, alla signing. Alle fine era nostra fan, no? Tifava per noi.
- Tifava per te - lo corresse Liam, poi fece una pausa. - Non so, Niall... io non la conosco come la conosci tu, ci avrò parlato al massimo un paio di volte. Non so cosa l'abbia spinta a non cercarti più, però, in seguito a quello, non penso che...
- Hai ragione, ho capito - sbuffò l'Irlandese, sedendosi per terra. Liam fece per imitarlo. - Mi lasci da solo? Per favore - Il castano lo guardò con aria triste, poi si incamminò verso la propria stanza, ancora con lo spazzolino da denti in mano.
Si pentì leggermente di aver mandato via l'amico, che era anche disposto a dargli sostegno, ma l'unica persona che Niall avrebbe voluto accanto in quel momento era proprio Emma. Perché non riusciva a togliersela dalla testa?



So get out, get out, get out of my mind
and come on, come into my life
I don't, I don't, don't know what it is
but I need that one thing
and you've got that one thing.
- one thing























?
Eccomi qua! :)
Sono contentissima di aver trovato 5 recensioni al prologo e che 5 persone abbiano messo la mia fanfiction fra le preferite, 1 fra le ricordate e 13 fra le seguite! So che non sono numeri alti, ma considerando che non ho mai postato nulla su efp prima d'ora per me è un grandissimo traguardo!
Comunque sia questa è una song-fic e ogni capitolo terminerà con una strofa di una canzone dei ragazzi, infatti alla fine del capitolo uno c'è "One Thing".
BUT I NEED THAT ONE THIIIIIIIIIIIIIIIIIINGGGGG
(proprio come l'acuto finale di Zayn lol)
Da oggi cercherò di aggiornare ogni domenica, ma questo dipenderà dalla quantità di compiti e materie da studiare che avrò e soprattutto dalla mia voglia di scrivere HAHA - non so voi, ma quando costringo me stessa a buttare giù qualche riga quando proprio la mia vena da scrittrice sta facendo la siesta, escono fuori certe schifezze che sembrano scritte da un lamantino ubriaco (non che io sia una scrittrice nata eh, comunque che paragone di mmmerda haha).
Sooo see you next sunday! :D

Teddy



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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - just a fool ***





- 2 -
just a fool



- Em, se sospiri un'altra volta mi sfilo una calza e te la ficco in bocca - la minacciò Camilla - Ti ho avvisata.
Emma guardò l'amica con la coda dell'occhio, poi portò lo sguardo sulla lavagna. Aveva un'espressione vuota, impenetrabile.
Camilla sbuffò e raccolse i capelli lisci e scuri in una coda alta.
La bionda si voltò verso la finestra e si perse a guardare il cielo limpido, fin troppo azzurro per essere una giornata di inizio ottobre.
Tornò con la mente a un momento di più di un anno prima, sebbene lei avesse cercato in tutti i modi di rimuovere qualsiasi tipo di ricordo legato a lui.

- Allora, si è fatto sentire il tuo amico leprecauno?
Emma scosse la testa quasi impercettibilmente, sempre con lo sguardo puntato sul libro di chimica e il telefono stretto nella mano sinistra, pronta a rispondere nel caso in cui le fosse arrivato un messaggio.
Sentiva il peso di un mattone all'altezza dello stomaco e gli occhi le cominciarono a pizzicare.
- Senti, Em, sai bene che anche io stavo dalla tua parte e credevo che si sarebbe fatto vivo prima o poi - le accarezzò i capelli, cercando di darle conforto - però... insomma, prima parlavate tutti i giorni e ora sono quasi due mesi che non vi sentite. Non risponde ai tuoi messaggi, non si connette su Skype, non ti scrive su Twitter...
- Su Twitter l'ho bloccato - la bionda interruppe il monologo di Camilla, con la voce spezzata.
- Cosa?
Emma alzò le spalle e tirò su col naso. - L'ho bloccato. Ho bloccato il suo account dopo pochi giorni che abbiamo smesso di sentirci.
Camilla sgranò gli occhi. - Ma perché? Ci credo che non ti ha più scritto, tu l'hai bloccato! Avrà pensato che tu non voglia più saperne di lui! - esclamò attonita.
- Ma infatti è così, io non voglio più avere niente a che fare con quello. Non hai visto il successo che sta avendo, assieme agli altri quattro? Non vedi come si comporta nei video? Si sta montando la testa, e pensa che è solo all'inizio. Io non voglio avere niente a che fare con il Niall che fa scoppiare gli ormoni alle dodicenni. Io rivoglio il mio Niall, quello di Mullingar, quello che ho conosciuto su Twitter.
- Ma non gli hai dato nemmeno una possibilità...
- Camilla, io ho aspettato! Ha avuto quasi una settimana per scrivermi su Twitter, ma non l'ha fatto! Ha il mio numero, avrebbe potuto chiamarmi! Oppure cercare di contattarmi da un altro account di Twitter, ma non è successo! Si è dimenticato di me...
La mora strinse l'amica in un abbraccio affettuoso, mentre il viso di Emma veniva rigato da una lacrima solitaria.
- Ssh... - le posò un bacio sulla fronte. - Dai, va tutto bene. Alla fine era un ragazzo come tanti, puoi anche sopravvivere senza di lui - sussurrò, sorridendo all'amica in modo rassicurante.
Da quel giorno Emma decise di togliersi definitivamente quel ragazzo dalla testa. Rese il profilo di Twitter privato, cambiò numero di telefono e eliminò il proprio account di Skype.
Fece tutto ciò con l'intenzione di rendersi non reperibile in nessun modo, ma infondo sapeva che lui non l'avrebbe più cercata ugualmente. Nemmeno per sbaglio.

- Signorina Leonardi, magari gradirebbe risolvere questa equazione alla lavagna, invece di guardare gli studenti del quinto anno fare ginnastica in cortile?
La prof. di matematica la distolse dai suoi pensieri. Seccata, Emma si alzò dalla sedia rumorosamente, trascinandosi fino alla lavagna. Non aveva idea di cosa stesse dicendo la prof. fino a qualche minuto prima, ma nonostante ciò risolse l'equazione in pochi secondi. Sorrise falsamente all'insegnante e tornò al suo posto.
- Bene, andiamo avanti. Stavamo dic... - in quel momento la campanella segnò la fine delle lezioni e tutti gli alunni smisero di ascoltare la voce gracchiante e fastidiosa della prof. di matematica.
Emma stava riponendo i libri nella borsa con una lentezza disarmante.
- Sveglia, biondina! - esclamò Camilla, battendo le mani davanti al viso dell'amica. Lei alzò lo sguardo e piantò i suoi occhi in quelli verdi della compagna. Contò fino a venti prima di confessarle il suo desiderio.
- Voglio vederlo.

Le due amiche erano in piedi, dentro il vagone della metro, e stavano aspettando di arrivare alla loro fermata.
- Emma - la bionda non rispose, troppo intenta a torturarsi il labbro inferiore con i denti. - Emma! - esclamò Camilla sorridendo.
- Cosa? Che c'è?
L'amica scoppiò a ridere. - Mi piace vederti così intraprendente e sicura. E' il lato di te che preferisco.
- Alla prossima dobbiamo scendere.
- Però - continuò Camilla, schioccandole le dita davanti agli occhi per attirare nuovamente la sua attenzione - mi stai stritolando la mano e se non ti calmi ti si spaccherà il labbro. Non vorrai mica farti vedere dal leprecauno tutta insanguinata, spero!
La bionda smise immediatamente di mordersi il labbro e allentò la presa sulla mano di Camilla. Poi respirò profondamente. - Okay, ma tu non chiamarlo così.
La mora alzò gli occhi al cielo. - Allora, dov'è che si svolge questa signing?
- Non lo so, non mi sono informata.
- Come non lo stai? E dove siamo dirette, scusa?
- In centro.
- In centro? Ma come pensi di...
- Tanto ormai è troppo tardi, là sarà già pieno di fan. Ho letto da qualche parte che l'incontro inizia alle 16, quindi abbiamo due ore.
Le porte del vagone della metro si aprirono e le due ragazze si catapultarono fuori.
- Sicuramente non trascorreranno tutta la giornata in hotel, e ci scommetto quello che vuoi che passeranno per piazza Duomo.
- No, fammi capire, tu vuoi rimanere due ore in piazza, aspettando che per miracolo quelli passino di lì?
- Non posso fare altro. Ora cerco su internet il luogo in cui incontreranno le fan. Magari per le 15:30 andiamo lì.
Camilla si passò le mani sul viso. - Tu mi farai impazzire.
Emma sorrise lievemente. Mesi prima si era ripromessa che avrebbe dimenticato quel ragazzo, e aveva fallito. Ora tutto quello che voleva era vederlo, poterlo guardare dal vivo, non attraverso lo schermo di un computer.
Non sapeva cosa avrebbe fatto, probabilmente lui non l'avrebbe nemmeno riconosciuta: era cresciuta e ora i suoi capelli erano molto più lunghi rispetto a quindici mesi prima. Inoltre lei era fermamente convinta che lui non si ricordasse più nemmeno della loro amicizia.
Si chiese cosa avrebbe potuto dirgli.
Magari l'avrebbe mandato a quel paese e poi se ne sarebbe andata.

- Em, siamo qua da tre quarti d'ora e ancora non sono passati.
Emma non rispose all'amica, che era seduta su uno scalino della gradinata davanti al Duomo di Milano. Era troppo intenta a scrutare fra la gente.
- Em, non abbiamo ancora pranzato, io ho fame! - si lamentò Camilla, lasciando la sua postazione.
La bionda imprecò a bassa voce e poi si voltò verso l'amica. - Ti concedo un gelato.
- Un gelato? Io non voglio pranzare con un gelato!
- Non possiamo allontanarci da qua, okay? Prendere o lasciare!
Camilla accettò senza troppo entusiasmo, borbottando qualcosa che Emma non riuscì a intuire a pieno, ma che sembrava assomigliare a "tanto non verranno".
Si avvicinarono a un baracchino che si trovava sulla destra della piazza e ordinarono due coni. Scorgendo il viso stanco dell'amica, Emma si sentì un po' in colpa.
- E va bene, Cami, se entro un quarto d'ora non passano di qua, ce ne andiamo a casa. Tanto andare alla signing è inutile e...
Fu in quel momento che la sentì. Sentì quella risata contagiosa che fino a una manciata di mesi prima aveva riempito i suoi pomeriggi - e le sue notti e le sue mattine. Percepì una scarica elettrica pervaderla dalla punta dei piedi fino alla testa, e le sue gambe iniziarono a tremare.
Non aveva il coraggio di girarsi, ma era sicura che fosse lui. Cercò con lo sguardo una via di fuga, sebbene davanti a sé ci fosse solo il gelataio che aspettava i suoi soldi.


Fortunatamente Louis riusciva a tirargli su il morale.
Niall gli aveva appena insegnato l'unica frase che sapeva in italiano, e ora l'amico non faceva altro che ripeterla, con un accento e un tono che facevano ridere l'Irlandese a crepapelle. Fermava la gente per strada recitando sempre la solita battuta, e in quel momento stava addirittura parlando con un piccione.
- Louis, che schifo! Quelli portano le malattie! - esclamò Harry, con un'espressione impagabile. Poi un altro piccione volò vicino alla testa del riccio e quest'ultimo si mise a correre, per poi nascondersi dietro di Niall, che stava quasi per mettersi a piangere dalle risate.
- Ragazzi, vi va un gelato? - intervenne Liam, attirando l'attenzione del biondino.
- Ovvio che mi va un gelato! - affermò infatti.
Louis si avviò velocemente verso un baracchino ambulante, di fronte al quale si trovavano due ragazze. - Ciao, mi chiamo Louis e mi piace la pizza! - disse, suscitando ancora le risate di Niall.
La bionda delle due si voltò verso il suo amico con un'espressione stupita e l'Irlandese riuscì a scorgere il suo viso.
Improvvisamente, il ragazzo smise di ridere e il sangue gli si gelò nelle vene. Era lei, lì in piedi a pochi metri da lui.
Lei sorrise a Louis imbarazzata e un po' sbigottita, poi posò gli occhi proprio su Niall, incrociando il suo sguardo.
Le pupille nere le luccicarono e l'Irlandese perse un battito.
Era proprio come se la ricordava: bellissima.
I capelli biondi le erano cresciuti e le incorniciavano il viso perfettamente, mentre la pelle chiara faceva risaltare le sue labbra rosse.
Niall seguì il suo istinto e le corse incontro, avvolgendola poi fra le sue braccia. Si sentì come se fosse a casa, sentì che quel l'abbraccio era tutto quello di cui aveva bisogno, tutto quello che desiderava da tempo.
Si inebriò del profumo della ragazza, immergendo il naso fra i suoi capelli e stringendola ancora di più a sé.
Ricordò tutte le volte che avrebbe voluto abbracciarla ma non poteva, l'unica cosa che gli era permessa era osservarla da lontano e doveva sfogare il suo desiderio incrociando le braccia al petto e cercando di reprimere la voglia di sentire le mani di lei attorno al suo collo.
Quando pensò di essersi gustato abbastanza quel momento, si staccò leggermente da lei e la guardò negli occhi, cercando di leggere i suoi pensieri. Sembrava contemporaneamente esterrefatta, confusa, appagata e triste. Poteva un'unica persona provare tutto ciò allo stesso tempo?
- Emma, non immagini neanche quante volte ho sognato questo momento - bisbigliò Niall, facendola sussultare.
Lei cercò di divincolarsi dalla sua stretta e il biondino assunse uno sguardo attonito. - Emma? - la chiamò nuovamente - Non dirmi che ti sei dimenticata di me - aggiunse, con un tono malinconico.
Lei abbassò lo sguardo e fece un passo indietro, desolata.
Poi si voltò verso l'amica in cerca di aiuto.
- Vieni, ehm... - Camilla fece una pausa, pensando a qualcosa di brillante per salvare la situazione. - Vieni, Alessia, sarà il caso di tornare a casa.
Emma seguì Camilla trattenendo il respiro, sotto lo sguardo triste e confuso di Niall. Sentiva gli occhi di lui pungere sulle sue spalle e dovette fare uno sforzo incredibile per non voltarsi e correre indietro.
Una volta raggiunta la stazione della metropolitana, Camilla si accorse che l'amica era paonazza in viso.
- Hey, Emma, respira!
La bionda inspirò ed espirò piano. - Non sono riuscita a digli niente - sussurrò avvilita.


- Niall, sei uscito di testa? - domandò Zayn, avvicinandosi all'amico, che era ancora immobile. - Non puoi avvicinarti alle ragazze a caso e abbracciarle, così le spaventi! - continuò, sogghignando. - Mi sa che devo darti qualche dritta su come provarci con le tipe, così non va - gli diede una pacca sulla schiena e scosse la testa, ancora sorridendo.
Lui lo guardò stranito. Com'era possibile che non l'avesse riconosciuta?
Cercò lo sguardo di Liam, convinto che almeno lui avesse capito che quella ragazza era Emma.
- Tu sei tutto pazzo - ribadì invece, ridacchiando.
Niall finse un sorriso. - Sì, sono pazzo - farfugliò, mente gli altri sceglievano i gusti dei loro gelati.
Perché la bionda aveva reagito così? E perché la sua amica l'aveva chiamata Alessia?
Non aveva senso, lui era sicuro che quella fosse Emma.
Rimpianse di aver seguito l'istinto, aveva sbagliato ed era stato troppo precipitoso.
Avrebbe dovuto aspettare, magari sarebbe andata lei da lui. O magari no.
Non riusciva a togliersi dalla mente lo sguardo desolato di Emma. O Alessia... Forse stava seriamente diventando pazzo.
E per di più gli era passata la fame.



Maybe I just gotta wait
maybe this is a mistake
I'm a fool, yeah
baby, I'm just a fool, yeah.
- last first kiss























?
BUONA PASQUAAAAAAAA!
Tutto bene? :3 La volta scorsa mi sono dimenticata di chiedervi se vi gusta il banner (che più che un banner è una semplice immagine, ma questi son dettagli :D). Io non so fare i banner quindi se vi fa defecare non ditemelo che ci rimango male, piuttosto fate finta di niente HAHAHA
Volevo inoltre mettervi al corrente di una cosa: i protagonisti di questa ff sono sì Niall e Emma, ma la mia storia non sarà incentrata solo su di loro. Gli altri membri della band prenderanno parte ai capitoli esattamente come i protagonisti e assieme a loro anche altri personaggi che scoprirete pian piano. Dal prossimo capitolo sarà tutto più chiaro. ;)
Ringrazio TANTISSIMO le 13 persone che hanno inserito la storia fra le preferite, la persona che l'ha inserita nelle ricordate, le 19 che l'hanno messa fra le seguite e le 6 che hanno recensito lo scorso capitolo. Siete tantissimi! :')
Tanti cuori per voi, ci vediamo domenica prossima!

Teddy


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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - want you so desperately ***





- 3 -
want you so desperately



15 mesi dopo - gennaio 2013

Niall venne svegliato dall'odore di caffè che proveniva dalla cucina.
Si alzò di malavoglia dal letto e si diresse verso il salotto, dove Zayn era intento ad allacciarsi le scarpe. Non fu una sorpresa trovarlo lì, poiché gli One Direction condividevano quell'enorme appartamento.
- Buongiorno Niall! - esclamò Liam, uscendo dalla cucina con una tazza fumante in mano e un sorriso a trentadue denti sul volto.
- Mmh - si limitò a borbottare.
- Oggi ti sei svegliato bene, Liam? - chiese Zayn, accennando anche lui ad un sorriso.
Alzò le spalle. - Normale, come al solito - mentì. Era euforico. - E tu?
- Dopo vedo Victoria.
- Non ti sei ancora arreso? Allora ti piace davvero questa ragazza.
Sul volto del Pakistano comparve un sorriso determinato. - Be', io esco. Ci vediamo per cena - disse, per poi sparire dietro la porta d'ingresso.
- Tu invece come stai? - domandò Liam, questa volta rivolgendosi a Niall.
Il biondino si stropicciò gli occhi. - Come tutti i giorni.
Liam si sedette sul divano, facendo segno all'amico di imitarlo.
- Perché non esci un po', oggi? Sono mesi che lasci questa casa solo per lavoro o per le cose indispensabili. Stai facendo la muffa.
Niall sbuffò. - Non mi va di uscire.
- Dai, andiamo da Nando's! Posso chiedere a Charlie di invitare anche quella sua amica, mi sembra si chiami Jane... è una ragazza davvero simpatica e anche carina, e...
- Non mi va di uscire oggi - ripeté l'Irlandese.
- Ma prova almeno a darle una possibilità! E' divertente, scommetto che andreste molto d'accor...
- Non voglio uscire con nessuna ragazza, Liam - tagliò corto lui.
Il castano si alzò dal divano. - Okay, chiamo Charlie e le dico che ci possiamo vedere domani, preferisco passare del tempo col mio migliore am...
- No, no, non chiamarla! Non voglio rovinare i tuoi piani - lo interruppe nuovamente. - Davvero, Liam, io sto bene così. Vedrò cosa fanno Harry e Louis, magari faccio un giro con loro.
- Me lo prometti?
Il biondino annuì e Liam, rassegnato, indossò la giacca e uscì di casa.
Niall non era più lo stesso di una volta. Da quando aveva incontrato Emma a Milano l'anno prima, era cambiato: sembrava che assieme a lei fosse rimasta in Italia la sua voglia di sorridere. Liam si chiedeva come fosse possibile che una semplice ragazza avesse tutto quel potere sul suo amico, che non si era mai fatto mettere i piedi in testa da nessuno.
Ultimamente aveva anche scoperto che il ragazzo era un bravissimo attore, poiché davanti alle telecamere non faceva affatto trasparire la sua malinconia. I fan non avevano mai sospettato nulla, ma con i suoi compagni di band ormai non si impegnava neanche più a fingere.
Più volte aveva confessato di voler andare a cercarla, ma considerando l'effetto che gli aveva fatto quell'unica volta in cui si erano visti, seppure per pochi minuti, i suoi amici gliel'avevano impedito categoricamente. Pensavano che sarebbe bastata qualche settimana per rivedere il solito Niall che scoppiava a ridere per ogni singola cavolata, e invece erano trascorsi quindici lunghissimi mesi e non era cambiato nulla.
Liam si ripromise che se l'Irlandese avesse accennato ancora ad andare a Milano, questa volta non l'avrebbe fermato. Quella situazione assurda doveva finire.
Perso fra i suoi pensieri, non si accorse di essere arrivato sotto casa di Charlie.
Citofonò e sentì la sua voce. - Sì?
- Charlie? Sei pronta?
- Oh, Liam! Ti stavo aspettando! Certo, scendo subito.
Attese qualche secondo e poi la vide aprire il portone, bella come non mai. I capelli castano chiaro e ricci erano un po' scompigliati e le davano un aspetto selvaggio, addicendosi perfettamente alla sua pelle mulatta, che a sua volta faceva risaltare gli splendidi occhi grigi.
I due si conobbero a Wolverhampton quando Liam aveva 11 anni e Charlie 14, poiché frequentavano la stessa scuola e le loro madri si conoscevano fin dall'infanzia; in seguito entrambi si trasferirono Londra, lui per lavoro e lei per realizzare il suo sogno nel cassetto, e così poterono continuare a frequentarsi. Erano sempre stati solo ottimi amici, ma Liam era segretamente innamorato di lei e si portava dietro questo sentimento fin dal primissimo giorno in cui la vide.
Uscendo di casa, Charlie gli regalò un sorriso affettuoso e poi lo baciò delicatamente sulla guancia, per poi prenderlo per mano. Era una cosa che faceva spesso e ogni volta che capitava Liam si metteva a ballare la conga mentalmente.
- Dove mi porti a mangiare?
- Ovunque tu voglia - rispose Liam, sorridendo in modo sardonico.
Charlie si fece scappare una risatina. - Ti va una pizza?
- Certo che sì!
Per tutto il tragitto camminarono mano nella mano, e Liam non poté fare a meno di pensare che qualcuno li avrebbe paparazzati sicuramente.
Ormai che fra i due ci fosse qualcosa non era uno scoop, sebbene nessuno l'avesse mai ammesso; sembrava che tutti fossero a conoscenza dei sentimenti di Liam tranne la diretta interessata.
Ogni volta che uscivano, Liam giurava a sé stesso che la volta seguente le avrebbe confessato tutto quello che provava per lei, ma puntualmente rimandava all'occasione successiva.
Non che fosse timido o insicuro, semplicemente non aveva fretta.
Praticamente si comportavano già da fidanzati, con la sola differenza che non si scambiavano baci. Trascorrevano ore intere al telefono, e spesso lui dormiva da lei o viceversa, ma rimanevano in quella situazione stazionaria.
Ogni secondo che passava lui si innamorava sempre di più, e prima o poi gliel'avrebbe confessato, stava solo aspettando il momento perfetto per farlo.


- Niall, io e Louis stiamo uscendo, vieni con noi?
L'Irlandese alzò lo sguardo verso Harry e sorrise il più sinceramente possibile. - Perché no? - si alzò dal divano, stirandosi i pantaloni con le mani. - Dove andiamo? - domandò.
- Io volevo prendermi un paio di scarpe - disse il riccio.
- Vado a lavarmi i denti e arrivo - concluse Niall, allontanandosi.
In realtà non era molto dell'idea di andare in giro per negozi, ma aveva promesso a Liam che sarebbe uscito. Inoltre aveva voglia di incontrare qualche fan in giro per Londra, dato che essere disponibile con la gente che l'amava lo metteva sempre di buon umore.
- Sono pronto!
- Quindi oggi anche il nostro orsacchiotto viene con noi? Ma bravo, Niall del mio cuoricino! - esclamò Louis, comparso da chissà dove, avvicinandosi al biondo e stritolandogli le guance.
- Ahi, Lou! Così mi fai male!
Il castano mollò la presa, poi tutti e tre uscirono di casa ridacchiando.
- Dove sono andati Liam e Zayn?
- Liam è fuori a pranzo con Charlotte, mentre Zayn ha detto che si sarebbe visto con Vicki - rispose Niall.
- Credo che due quinti degli One Direction rimarranno single ancora per poco! - cantilenò Louis, mettendo le braccia attorno alle spalle dei due amici. - Ah, almeno ci siamo noi tre!
- Io sto benissimo così - confessò Harry.
- Ci credo che stai bene, tu almeno scopi - mugugnò Louis.
Niall ridacchiò. Voleva trascorrere un bel pomeriggio in compagnia dei suoi amici, e nulla gliel'avrebbe impedito.

- Voglio comprarmi un cane - esordì il castano, subito dopo aver finito di firmare degli autografi a due ragazze che avevano incontrato da Starbucks.
- Perché? Harry non ti basta?
Il riccio e Niall cominciarono a farsi i dispetti, ridendo come due bambini dell'asilo.
Quando Harry finì di fargli il solletico, facendolo diventare paonazzo, Niall cercò di riprendere fiato. Poi continuò a parlare. - No, davvero Lou, come mai vuoi un cane?
Louis alzò le spalle. - Non so, mi va.
- Che spiegazione esaustiva - lo schernì Harry.
Louis lo guardò di traverso. - Niall, pensi anche tu a quello che penso io? - i due si scambiarono uno sguardo furbo. - All'attaccoooooooo! - urlarono all'unisono, inseguendo Harry a perdifiato fino a quando quest'ultimo alzò bandiera bianca, e Louis se lo caricò in spalla come un sacco di patate.
- Avrai la punizione che ti meriti! - ghignò infine.


Zayn stava fumando una sigaretta, appoggiato al muretto fuori dall'università che frequentava Victoria, in attesa che lei uscisse.
I due si erano conosciuti circa due mesi prima ad una festa - nessuno ricordava di chi fosse - e Zayn aveva perso la testa per lei.
Era una ragazza semplicissima: bella, dolce e simpatica. C'era un solo, piccolo, insignificante problema. Non gliene fregava niente di Zayn.
- Vicki! - la salutò lui, vedendola uscire dal cancello. I capelli castani erano raccolti in uno chignon disordinato e gli occhiali da vista su di lei sembravano più un accessorio che una seccatura.
- Oh no, per l'amor del cielo... - borbottò lei, cercando di evitarlo.
- Vicki! Dai, aspetta!
Lei sbuffò rumorosamente, voltandosi verso il ragazzo. - Cosa vuoi, Zayn Malik degli One Direction?
- Voglio invitarti fuori a mangiare con me - disse lui, aprendosi in un sorriso speranzoso.
Lei parve pensarci un po' su. - Sentiamo un po', Malik, quante volte mi hai chiesto di uscire negli ultimi due mesi?
Il mulatto si grattò la testa, un po' in imbarazzo. - Non so... direi un bel po'...
- E quante volte ho accettato?
- Nessuna - ammise lui, sconsolato.
- Quindi, cosa ti fa pensare che questa volta verrò con te?
- Il fatto che io non voglia portarti in un lussuosissimo ristorante di Londra, ma in uno squallido McDonald's pieno di gente squallida che parla di cose squallide? - provò lui, sfoderando il suo miglior sguardo da cucciolo.
Lei giocherellò con un braccialetto che aveva al polso. - Penso che mi stia venendo uno strano virus - Zayn inarcò un sopracciglio, curioso e confuso allo stesso tempo - perché ho deciso di accettare.
Il ragazzo spalancò la bocca e Vicki si mise a ridere. - Muoviti che ho fame. E chiudi la bocca, ti entrano le mosche.
Zayn si riprese dal piacevole shock e appoggiò il braccio attorno alle spalle della ragazza. - Non. Mi. Toccare - sibilò lei.
- Posso almeno aiutarti con i libri? - domandò il moro, cercando di essere gentile.
- Ce la faccio benissimo da sola, grazie. - rispose - Ah, e che sia chiaro: il pranzo me lo pago io.
Camminarono silenziosamente per una decina di minuti, poi entrarono nel fast food. Ordinarono e presero posto al primo tavolo libero.
Vicki pensò a tutto quello che il ragazzo di fronte a lei aveva fatto per conquistarla, da due mesi a quella parte.
Più volte l'aveva invitata nei ristoranti più chic della città, ma lei aveva puntualmente rifiutato.
Aveva fatto recapitare a casa sua una miriade di cose: prima aveva cominciato con dei fiori, che lei aveva accettato di buon grado. Quando però i fiori erano diventati profumi di Chanel, borse di Prada e orecchini di Tiffany, lei aveva lasciato tutto sulla soglia della propria casa, convinta che il ragazzo si sarebbe ripreso ogni cosa, poiché - ci scommetteva la pelle - lui sicuramente si trovava nascosto dietro a qualche albero a spiarla.
Lui possedeva il suo numero di telefono, però fortunatamente non l'aveva mai assillata. Si limitava ad augurarle la buona notte o il buongiorno di tanto in tanto, e lei rispondeva solo quando ne aveva voglia.
Una volta aveva addirittura interrotto una lezione dell'università, e in quel momento lei si dovette trattenere come non mai dal tirargli due cazzotti. Il suo intento era senza dubbio quello di fare bella figura, portandole personalmente in classe rose e cioccolatini. Peccato che lei detestasse trovarsi al centro dell'attenzione e uscì dalla classe solo per cacciarlo via, con ancora i propri regali in mano.
- Allora, Malik, ce ne è voluto di tempo prima che tu capissi che mi piacciono le cose semplici, eh? - lo schernì lei, dopo interminabili minuti di silenzio.
Lui sorrise, compiaciuto. - Nessuna ragazza aveva mai rifiutato un mio invito, non sapevo come comportarmi con te - si giustificò.
Vicki alzò un sopracciglio. - Quanta modestia - disse ironicamente.
- Io non so nulla di te - cambiò discorso lui. - Voglio conoscerti.
Lei sorrise maliziosamente. - Bene, vediamo... - si grattò il mento - Mi chiamo Victoria Sullivan, ho 19 anni, studio Scienze dell'Educazione alla University College London e vengo corteggiata da Zayn Malik degli One Direction da circa due mesi.
Lui assunse un'espressione imbronciata. - Nulla che io non sapessi già - brontolò.
Vicki continuò a bere la sua Coca, fissandolo con un mezzo sorriso sul volto. Poi a lui si illuminò il viso.
- Aspetta, ma è così che ti presenti solitamente? Dicendo che Zayn Malik degli One Direction ti fa la corte?
Lei scoppiò a ridere. - Certo che no! Ormai penso tu abbia capito che non mi piace essere al centro dell'attenzione. Oppure no? - poi si guardò intorno, circospetta. - A proposito, come mai non è ancora arrivata nessuna ragazzina urlante a chiederti un autografo? - lui alzò le spalle. - Ah, già, l'asilo finisce alle 16 - continuò, con un sorrisetto cattivo.
Lui fece una smorfia. - Fai così solo con me, vero?
Vicki aggrottò la fronte, confusa. - Che vuoi dire?
- Vedo come ti comporti con gli altri, sei sempre dolce e carina. Con me un po' meno - constatò lui, sorridendo - Di cosa hai paura?
- Io non ho paura di niente! - esclamò lei, presa in contropiede. - Anzi, ho paura di non riuscire a consegnare in tempo il compito che devo terminare per settimana prossima. - Disse, con il palese obbiettivo di spostare la conversazione su un altro argomento. - Quindi, se non ti dispiace, io mi avvierei verso casa...
- Lascia almeno che ti accompagni - propose lui, fermandola per un braccio.
Lei lo guardò negli occhi color cioccolato, insicura. - Come vuoi - disse infine.
Per tutto il tragitto parlarono amichevolmente dei loro interessi, senza che lei mandasse frecciatine o che lui facesse troppo il romantico.
Arrivati sotto cosa di Vicki, Zayn fece per posarle un bacio sulle labbra, ma lei si scansò.
- Hey, macho, che credevi di fare? - domandò lei, stupita.
- Io volevo solo...
- Tu volevi baciarmi!
Lui le prese una mano. - Vicki, ascolta, tu mi piaci, okay? Penso anche che ormai tu l'abbia capito. - Lei cercò di non badare alla propria mano stretta in quella del ragazzo e provò a concentrarsi sulle sue parole. - Il fatto è che tu non mi piaci e basta, tu mi fai impazzire. Il modo in cui ti sposti i capelli mi fai uscire di testa, amo vederti arrossire per causa mia e quando ti aspetto fuori dall'università e vedo i ragazzi avvicinarsi a te divento matto - a quelle parole, puntualmente le si colorarono le guance di rosa. - E' da quando ti ho conosciuta che penso a te costantemente. Quando sto con te mi sento bene, e con nessun altro mi sento così - alzò le spalle, combattuto. - Se solo potessi guardarti con i miei occhi capiresti perché ti voglio così disperatamente, Victoria Sullivan - disse infine, guardandola negli occhi.
Lei sorrise dolcemente, poi gli accarezzò i capelli e lo baciò su una guancia - gesto totalmente inaspettato da parte sua.
- Sei molto dolce, Zayn - lui sorprese sé stesso piacevolmente meravigliato nel sentirle pronunciare il suo nome - ma non sei il mio tipo.
Dopo queste parole Vicki entrò in casa e si chiuse la porta alle spalle.
Zayn scese i tre gradini del porticato e diede un calcio a una lattina lì per terra.
Questa volta l'amore l'aveva fregato.




If only you saw what I can see
you'll understand why I want you so desperately.
- what makes you beautiful























?
Vi sarete chiesti - o forse no - perché le note finali sono "contrassegnate" (non mi viene in mente un verbo migliore lol) da un punto di domanda. Be', so che molta gente non legge le note di fine capitolo quindi quel punto interrogativo vuol dire: le leggeranno? Non le leggeranno? Bho, io le scrivo lo stesso, anche se mi sembra di parlare da sola HAHAHAHA
Cooooomunque un GRAZIE enorme alle 9 persone che hanno recensito il capitolo scorso e alle 19 che hanno inserito la mia storia fra le preferite, a quella che l'ha inserita nelle ricordate e alle 26 che l'hanno inserita nelle seguite. E grazie anche alle 2 che mi hanno inserita fra gli autori preferiti! Ogni volta che vedo questi numeri crescere mi si riempie il cuore, giuro!
Come avrete sicuramente notato, Emma in questo capitolo non si fa vedere çç ma non disperate, tornerà presto! Intanto sono spuntati due nuovi personaggi: Charlie e Vicki. Come vi sembrano? Fatemi sapere, i vostri consigli sono molto importanti per me! :)
Ci vediamo presto,

Teddy



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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - just words ***





- 4 -
just words



Il mattino seguente Liam si svegliò abbastanza tardi.
Nonostante la band in quel periodo fosse in riposo post tour, lui aveva l'abitudine di alzarsi non dopo le 10, e guardando l'orario sul suo orologio si accorse che erano le 12 passate.
Prese il suo telefono dal comodino per cercare di capire per quale motivo non fosse suonata la sveglia, e notò un messaggio di Charlie, inviatogli un'oretta prima.

Buongiorno, Liam! :D Credo che ieri ci abbia visto qualche paparazzo, infatti su internet è scoppiata la Terza Guerra Mondiale. Le tue fan sono infuriate a morte perché continui a smentire che fra me e te ci sia qualcosa. Prima o poi mi convincerò anche io di essere la tua ragazza! ;) xx

Si alzò con un sorriso sornione stampato in volto. Fremeva dalla voglia di vederla.
Le mandò un messaggio di risposta in cui ricambiava il buongiorno e chiedeva quali programmi avesse per il pomeriggio - ignorando di proposito l'argomento fidanzata, che per lui era un tabù. Poi, uscendo dalla sua camera, andò a sbattere contro qualcuno.
- Hey! Oh, scusa Zayn.
Il mulatto non si girò neanche a guardarlo. - Liam devo scappare, ci vediamo più tardi! - esclamò, per poi correre via. Liam sentì la porta d'ingresso aprirsi e poi chiudersi. Si diresse in salotto un po' confuso, e si trovò davanti agli occhi una scena che gli disordinò ancor di più le idee.
Harry stava gattonando per terra e inseguiva Louis che aveva in mano un... biscotto?
- Ma che...?
Niall, che era seduto sul tavolo e stava facendo colazione con latte e cereali, si affrettò a dare una spiegazione.
- Louis vuole comprarsi un cane e Harry gli fa da cavia - disse, scoppiando poi a ridere poiché il riccio aveva cominciato a ringhiare.
Liam cercò di sorvolare sull'atteggiamento imbarazzante dei suoi due amici, concentrandosi sul biondo. - Svegliato di buon umore?
L'Irlandese si era alzato quella mattina con il proposito di lasciarsi la malinconia alle spalle. Aveva capito che stava per diventare un peso per i suoi amici, e questo non gli andava giù. Voleva provare a tornare il solito spensierato Niall, senza ragazze per la testa.
Si limitò a sorridere mostrando i denti e anche tutti i cereali che aveva in bocca.
- Niall, che schifo! - urlò Liam ridacchiando e tirando un leggero pugno sulla spalla dell'amico.
- Tu invece come mai ti sei svegliato così tardi? - domandò Harry, ancora per terra.
- Ssh, Hazza! I cani non parlano! Cuccia! - lo sgridò Louis puntandogli l'indice sul naso.
Liam alzò le spalle. - Non so, non mi è suonata la sveglia.
- Oppure sei rimasto al telefono con Charlotte fino alle 2 - lo punzecchiò Niall.
- Oppure entrambe le cose - ghignò Louis.
Il telefono di Liam squillò, ed era proprio Charlie.
- Parli del diavolo... - sussurrò Niall a gli altri due ragazzi, cercando di soffocare una risata. L'amico si allontanò di qualche passo dal salotto.
- Pronto?
- Liam! Ascolta, ho poco tempo perché poi devo tornare al lavoro e oggi pomeriggio ci sono i colloqui con i genitori, quindi devo rimanere qua fino alle 18...
- Ah... - a Liam era passato di mente che, in veste di maestra d'asilo, a volte le capitava di rimanere a scuola anche il pomeriggio. Charlie percepì una punta di delusione nella voce dell'amico, così si affrettò a continuare.
- ...quindi avevo in mente di chiederti se ti andava di comprare dei pop-corn e noleggiare un paio di film da vedere più tardi a casa mia.
Liam si rallegrò immediatamente. - A che ora vengo?
- Dopo cena... per le 21 va bene?
- Perfetto. A più tardi, Charlie.
- A dopo, piccolo Liam! - squittì lei dall'altra parte del telefono, per poi riattaccare.
Il ragazzo tornò dai suoi amici con un sorriso trionfante cucito sul volto.
- Ah... l'amore! - lo schernì Louis.
- Ma cosa aspetti a dirle che ti piace? - chiese Harry, guadagnandosi un'occhiataccia dal suo "padroncino", che con le labbra mimò "i cani non parlano!"
Liam andò in cucina e si versò un po' di caffè in una tazza. - Non so... e se io non le piacessi?
- Ma certo che le piaci, "piccolo Liam"! - si intromise Niall, prendendolo in giro.
Il ragazzo inarcò un sopracciglio. - Stavi origliando? - domandò divertito.
- Chi, io? Certo che no! - esclamò, per poi dileguarsi.
- Zayn dove andava così di fretta?
- Sicuramente da Victoria... pare che ieri siano usciti assieme - lo informò Harry.
Liam aggrottò la fronte. - I cani non parlano - disse, coalizzandosi con il maggiore. - Davvero lei ha accettato? Alleluja! Chissà quando avremo l'onore di conoscerla?
- Mmh, non penso presto. Da quanto ho capito Zayn ha provato a baciarla e lei gli ha detto di non essere interessata - spiegò Louis.
- Un duro colpo per Mr. Malik!
L'amico alzò le spalle. - Sembra una ragazza difficile, ma alla fine la conquisterà. Nessuna gli ha mai detto di no - aggiunse, facendo l'occhiolino.
In quel momento tornò Niall. - Ragazzi, facciamo una twitcam? Sono settimane che i fan ce ne chiedono una.
- Certo! Vado a prendere il portatile - disse Liam.
Harry si alzò dal pavimento. - Io nel frattempo vado a bere un bicchiere d'acqua.
- I CANI NON PARLANO! - gridarono i suoi amici in coro, per poi scoppiare in una fragorosa risata.

- Allora, che film hai scelto?
Liam stava aspettando Charlie sul divano dell'appartamento della ragazza, e lei era appena tornata dalla camera, munita di coperte e cuscini.
- "Non aprite quella porta" e "Silent Hill".
- Mmh, seratina horror?
- Paura? - il ragazzo alzò le sopracciglia, sorridendo.
- Scherzi? Lo sai che è il mio genere preferito!
Liam si stese sul divano e lei si accoccolò fra le sue braccia, cominciando a sgranocchiare qualche pop-corn.
Le accarezzò dolcemente i capelli, ma si sentiva scottare. Certo, si ritrovavano spesso in situazioni del genere, ma in quel momento non riusciva a limitarsi a coccolarla, la desiderava.
Bramava quelle labbra, le voleva da morire, tutto quello che gli interessava era sentirle sulle sue.
Cercò inutilmente di concentrarsi sul film, ma senza ombra di dubbio preferiva guardare lei. Percepiva il proprio cuore battere insistentemente sulla schiena della riccia, e sperò che lei non se ne accorgesse.
Charlie iniziò a solleticargli il dorso della mano, poi le nocche e infine le dita.
Liam non resisteva più, doveva baciarla. Era il momento adatto per togliersi la maschera e confessare tutto? Non lo sapeva e non gli interessava nemmeno. Voleva buttarsi senza pensare alle conseguenze.
Iniziò ad avvicinarsi lentamente al suo viso, ma proprio in quel momento lei si mosse, cambiando posizione e finendo a pancia in su.
Liam era sdraiato su un fianco con la testa appoggiata sulla mano, e si accorse che lei lo stava guardando negli occhi, con uno sguardo serio.
Lui non fece in tempo a pensare che in quella posizione sarebbe stato molto più semplice baciarla, che lei iniziò a parlare.
- Devo dirti una cosa - mormorò.
Il castano sentì lo stomaco sciogliersi. Forse lei ricambiava i suoi sentimenti e stava per diglielo! Si sentì sollevato al pensiero di non dover fare la prima mossa, e tese le orecchie, sorridendole dolcemente.
- Tutto quello che vuoi.
Lei respirò profondamente. - Ecco, io ti devo ringraziare. Sai, penso che senza di te la mia vita sarebbe monotona o addirittura noiosa. Se tu non esistessi, a quest'ora sarei a letto a sfogliare una noiosissima rivista di gossip. E invece sono qua, spaparanzata sul divano a guardare un film che non mi interessa nemmeno tanto, ma tu sei qui con me, e questo mi basta. Mi rende felice il solo pensiero di avere un ragazzo così... - si grattò un braccio, alla ricerca delle parole giuste - così maturo e premuroso come amico. Non ne esistono molte di persone come te, questo è certo, e sono grata che tu faccia parte della mia vita.
Lui continuò a guardarla impassibile, in attesa che andasse avanti.
- Solo questo - disse invece. - Mi sentivo in dovere di dirti "grazie, Liam, sei l'unica persona che mi fa sentire a casa" - gli prese una mano e gliela strinse. - Ti voglio bene.
Liam era rimasto senza parole. Non era il discorso che si aspettava, ma l'aveva lasciato sorpreso. E anche confuso. Lei lo vedeva solo come un amico, oppure sarebbe potuto nascere qualcos'altro?
- Ti voglio bene anche io - sussurrò, facendola sorridere lievemente.
- Rimani qua a dormire questa notte?
Sorrise a sua volta, lieto di quella richiesta. Lui avrebbe dormito nella camera degli ospiti e non con lei, come sempre, ma almeno, se era a casa di Charlie, aveva la garanzia di un buon risveglio.
Annuì e poi la baciò sulla fronte. Il giorno seguente le avrebbe detto che l'amava, non poteva più aspettare.


Erano le 15 di un martedì di gennaio, e Emma si trovava in aeroporto.
- Il tuo volo parte fra mezz'ora, sarà meglio che ti imbarchi - le disse il padre, accarezzandole la testa.
- Come farò senza la mia bambina per cinque lunghissimi mesi? - domandò la madre di Emma, abbracciandola.
- Mamma, dai... ho 17 anni, non chiamarmi più bambina - la ammonì, visibilmente imbarazzata. - Tu - disse poi, puntando l'indice verso il fratello Luca - non fare impazzire mamma e papà, chiaro?
Lui ridacchiò e la abbracciò dolcemente. - Devo trovare al più presto qualcun altro con cui litigare - disse poi.
- Non guardare me - lo avvertì Camilla, rivolgendo poi lo sguardo verso la sua migliore amica. - Perché vai a finire l'anno in Inghilterra, lasciandomi qua da sola? - le chiese, con uno sguardo afflitto.
- Perché ho deciso di frequentare l'università lì, e devo seguire gli studi di preparazione per l'ammissione. In più c'è questa amica di mia madre che abita a Londra che si è proposta di ospitarmi a casa sua - spiegò per l'ennesima volta - e rifiutare un'occasione del genere sarebbe da stupidi.
- E accettarla da egoisti. Mi lasci qua da sola per tutto questo tempo... cosa faccio io se Christian mi chiede di uscire? Chi mi aiuterà a scegliere i vestiti e a truccarmi?
Emma scoppiò una risata, poi strinse l'amica a sé.
- Ce la farai. E poi cosa pensi, che ti lascerò in pace? Ti scriverò tutti i giorni e dovrai supplicarmi di smetterla di assillarti.
Camilla sospirò, poi si allontanò di qualche passo con l'amica per non farsi sentire dai suoi genitori.
- Tralasciando le mie crisi di solitudine incombenti, tieni bene a mente quello di cui abbiamo parlato.
Emma alzò gli occhi al cielo. - Sì, Cami, me ne ricorderò. Ma tanto non incontrerò mai Niall per le strade di Londra, è una grande città e poi io sarò impegnata quasi sempre con lo studio.
- Anche Milano è una grande città, eppure se non ricordo male...
- E' diverso. Io sapevo che lui sarebbe venuto a Milano, ed era ovvio che il management gli avrebbe fatto fare un giro in piazza Duomo. Come è ovvio che io visiterò Buckingham Palace, ma lui non sa che mi sto per trasferire a Londra, quindi non ci sono problemi.
- Comunque sia mi hai promesso che, nel caso in cui vi incontrerete, farai di tutto per evitare qualsiasi tipo di contatto o conversazione. Te lo ricordi, vero?
- Certo che me lo ricordo - borbottò la bionda. - E comunque sei stata tu a farmelo promettere.
- Questo perché se succedesse qualcosa - qualsiasi cosa - io non potrei prendere il primo volo e venire da te a consolarti.
Emma sbuffò rumorosamente. - E va bene! Se lo incontrerò, farò di tutto per evitare qualsiasi tipo di contatto o conversazione - disse, ripetendo le parole dell'amica.
Camilla scosse la testa. - Sono solo parole buttate al vento, e rimarranno tali finché non le metterai in atto. Com'era quel proverbio? Fra il dire e il fare c'è in mezzo il mare!
Emma aggrottò la fronte. - Non mi credi?
- Ti crederò fra cinque mesi, Em, quando sarai tornata qua per le vacanze estive e non sarà successo nulla.
- Ti ho detto che lo farò, devi fidarti di me.
- Staremo a vedere. Ora va', stordita, altrimenti perdi l'aereo.
Rimasero abbracciate per una buona manciata di secondi, poi Emma salutò un'altra volta la sua famiglia e si avviò verso gli imbarchi con le sue due valige.
Una volta preso posto sull'aereo, poco prima di spegnere il telefono per il decollo, le arrivò un messaggio di Camilla.

Sappi che se faccio la rompi coglioni è solo perché ti voglio bene. Fa' buon viaggio, Em. :)

Immediatamente Emma si sentì leggermente nervosa. Sarebbe riuscita a mantenere la parola?




Words will be just words
till you bring them to life.
- another world





















?
Hola amigosssss!
In questo capitolo ho deciso di parlare un po' della coppia Liam/Charlie (aiutatemi a trovare un soprannome per la romance, a me viene in mente solo Charliam HAHAHA), spero vi piacciano. :D In molti mi avete detto che Charlie assomiglia a Danielle, e in effetti è vero lol però non l'ho fatto apposta, inizialmente lei doveva avere i capelli neri ma poi ho trovato la foto di questa ragazza e mi è sembrata perfetta! :3
Tralasciando questo, avete visto? Emma è tornata asdfghjkl e sta per andare a Londraaaa! :D Proprio ora che Niall si era deciso a lasciarsi il passato alle spalle HAHAHAH credete che i nostri due biondini si incontreranno? Come? Daaai ditemi cosa pensate, sono curiosa! lol
Graziegraziegrazie alle 6 persone che hanno recensito il capitolo scorso, alle 23 che hanno aggiunto la mia storia alle preferite, alle 5 che l'hanno aggiunta alle ricordate, alle 33 che l'hanno aggiunta alle seguite e alle 4 che mi hanno inserita fra gli autori preferiti! Dio quanto vi amo lkjhgfdsa ❤❤
Settimana prossima sarò sommersa dallo studio, ma prometto che troverò il tempo per scrivere il capitolo 5! :)
Un bacio,

Teddy

ps: scusate per il papiro :(



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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - every piece of your heart ***





- 5 -
every piece of your heart



- Emma! Caspita, quanto sei cresciuta! Posso abbracciarti?
Emma rise imbarazzata. - Certo, signora Jones!
- Chiamami pure Beth, tesoro! - disse l'amica di sua madre, avvolgendo la ragazza in un affettuoso abbraccio.
Il volo di Emma era appena atterrato e Beth si era subito fatta trovare agli arrivi. Era una donna di neanche 40 anni, un po' cicciottela e buona come il pane.
Ormai erano già passate le 17 e la bionda si sentiva stanca e un po' affamata.
- Com'è andato il viaggio? - chiese la donna, aiutandola con le valige.
- Benissimo, non c'è stata neanche una piccola turbolenza - rispose Emma sorridendo. - Però avrei voluto fare un pisolino e non ci sono riuscita... ora vorrei solo riposare.
- Il mio appartamento dista una mezz'oretta da qui, se vuoi puoi dormicchiare in macchina - propose Beth, mettendo le valige nel portabagagli della sua automobile.
- Ora preferisco chiamare i miei genitori, dormirò dopo cena - disse, prendendo il posto del passeggero.

Arrivate a destinazione, Beth mostrò alla sua ospite la casa.
Subito dopo l'ingresso si apriva un ampio salotto, nel quale troneggiava un televisore e un divano a penisola.
- Qua c'è la cucina. Ogni volta che hai fame non esitare ad aprire il frigo o questo mobiletto - disse, spalancando un'anta di legno oltre la quale erano stipati pacchi di patatine, merendine e altro cibo spazzatura. - Qui è pieno di schifezze perché, be', ne vado ghiotta - Fece una risatina, poi si avviò verso il lato sinistro dell'appartamento.
- Questa è la mia camera - continuò, indicando una porta chiusa - mentre questa qua accanto sarà la tua finché tornerai a Milano.
Emma entrò nella stanza e rimase a bocca aperta. Al centro faceva la sua bella figura un graziosissimo letto in ferro battuto a due piazze, coperto da un morbido copriletto lilla e quattro deliziosi cuscini intonati. Affianco si trovava un comodino con sopra una splendida abat-jour; sul lato destro si ergeva una scrivania moderna e davanti ad essa una sedia girevole. La parete sinistra, invece, era totalmente coperta da un mastodontico armadio con le ante a specchio scorrevoli.
- Quello è il tuo bagno personale - aggiunse, indicando una porta che Emma non aveva notato. Entrò nella stanza e fu piacevolmente sorpresa di scoprire che ospitava sia una doccia sia una vasca da bagno.
- Sono in paradiso - mormorò, ancora un po' sbigottita.
Beth si lasciò scappare una risata. - Ora vado a preparare la cena. Nel frattempo tu svuota pure le tue valige. Fai come se fossi a casa tua, eh!
Appena la donna uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle, Emma si gettò sul letto a pancia in su.
Lì era tutto bellissimo, e si chiese come avrebbe fatto a riabituarsi alla solita vecchia vita, una volta tornata a Milano.
Rimase dieci minuti buoni stesa sul materasso a pregustarsi quella che sicuramente sarebbe stata una dormita rigenerante, poi si alzò dal letto ed aprì una delle valige.
Cominciò a riporre i suoi indumenti nell'armadio, poi passò alla biancheria e infine alle scarpe. Si era portata lì tutto quello che possedeva con il timore di non avere abbastanza vestiti, ma infondo sapeva che non avrebbe nemmeno indossato tutto.
Sistemò i suoi effetti personali come spazzole e trucchi nel bagno, appoggiò il suo laptop sulla scrivania e un libro sul comodino.
Dopo aver terminato di mettere ogni cosa al proprio posto, si concesse cinque minuti di pausa, durante la quale prese in mano il telefono e notò un messaggio inviatole su Whatsapp da Camilla.

Com'è andato il viaggio? E la casa com'è? Voglio che mi racconti tutto! :D

Emma si affrettò a rispondere, sedendosi sulla comodissima sedia girevole.

Il viaggio è andato bene, tu come stai? :)
Qua è tutto magnifico e vengo viziata, penso che monterò le tende e non me ne andrò più. La mia camera è enorme e l'armadio è grande quanto la mia stanza di Milano, quindi prova a immaginare! Magari domani ti invio una foto, giusto per essere invidiata un po' haha ;)
Ora vado a lavarmi nella lussuosissima vasca che si trova nel MIO stupendo bagno privato. Ci sentiamo più tardi Cami, un bacio!

Dopo aver fatto un bagno rilassante, Emma si asciugò i capelli, indossò un pigiama e si diresse in cucina, dalla quale proveniva un profumino delizioso.
- Eccoti! Ti sei fatta il bagno?
- Sì, quella vasca è di una comodità assoluta.
- Sono contenta che ti piaccia - disse Beth, portando in tavola delle cosce di pollo dall'aria squisita.
- Non so davvero come ringraziarti, Beth. Sei stata gentilissima ad invitarmi a casa tua.
- Ma figurati, mi fa piacere averti qua con me. E poi sono una zitella che vive tutta sola, mi fa bene un po' di compagnia - affermò, facendole l'occhiolino.
Emma consumò la cena gustando ogni boccone, poi aiutò Beth a sparecchiare e a lavare i piatti e infine entrambe si sedettero sul divano per guardare un po' di televisione, sorseggiando una tisana.
- Quando inizi i corsi? - domandò Beth, facendo zapping col telecomando.
- Lunedì. Per questi giorni mi ritengo in vacanza e farò sicuramente qualche giro per la città - rispose Emma, per poi sbadigliare. - Mi piacerebbe visitare il museo delle cere.
- Oh, è molto carino, dovresti davvero andarci - La donna appoggiò la sua tazza sul tavolino di vetro situato di fronte al divano. Qualcuno suonò il clacson fuori in strada e Beth sospirò. - I svantaggi di vivere in città, col tempo mi ci sono abituata.
Emma sorrise. - Anche io.
- Una cosa a cui non penso che mi abituerò sono le ragazzine che ogni tanto vengono qua sotto a canticchiare. Anche se a volte sono divertenti.
La bionda aggrottò la fronte. - Canticchiare?
- Sì, sai, al piano di sopra abita una boy-band e capita che le fan vengano qua per cantare nella speranza che quei ragazzi si affaccino alla finestra. Alla fine non danno fastidio, le loro canzoni sono orecchiabili. Poi loro sono persone molto educate, non hanno mai creato grossi problemi nonostante siano cantanti abbastanza famosi.
A Emma per poco non andò la bevanda di traverso. Sperò con ogni fibra del suo corpo di sbagliarsi, ma aveva un brutto, bruttissimo presentimento.
- Q-qual è il nome della band?
- One Direction, se non sbaglio. Che nome carino, ho sentito dire che sia...
La bionda smise di ascoltare Beth e si sentì mancare il respiro. Era emozionata e spaventata allo stesso tempo al pensiero che Niall si trovasse così vicino a lei.
Poi le tornò in mente la promessa fatta alla sua migliore amica. Come avrebbe potuto evitare Niall per cinque mesi, se quello abitava nel suo stesso palazzo?


- Zayn! Eccoti finalmente! Dove sei stato tutto il giorno? - domandò Niall, vedendo il moro rincasare.
- Sono andato a prendere una scala. Non ne avevamo una in casa, potrebbe servirci.
- Una scala? Zayn, ma cosa stai dicendo?
- Sì, una scala. E' qua fuori, puoi metterla tu nel ripostiglio? Io devo uscire.
- Ma sei appena tornato! E poi sono quasi le 21, dove vai? - chiese, ancora confuso per la storia della scala.
- Da Vicki. Ah, Liam mi ha chiamato per avvertire che questa sera dorme da Charlie. Io non so a che ora torno, non aspettatemi in piedi.
Niall lo guardò spaesato.
- E dai, non guardarmi così! - si avvicinò al biondo e gli scompigliò i capelli. - A dopo!
Zayn si comportava in modo davvero strano, più del solito. L'Irlandese alzò le spalle, dopotutto quello era uno dei motivi per cui andavano tanto d'accordo.
Andò a recuperare la scala e la ripose nel ripostiglio come gli era stato chiesto, poi tornò a farsi gli affari suoi.
Stava canticchiando una canzone a bassa voce, mentre vagava su Twitter sdraiato sul divano, quando Harry entrò in sala e gli si sedette affianco.
- Tutto bene? - domandò Niall, continuando a tenere lo sguardo sul suo iPhone.
Harry sbuffò. - Non so che fare, Louis ha mal di testa ed è già andato a dormire. Perché i martedì sera devono essere così noiosi?
- Mmh... ti va di giocare a FIFA?
Il riccio accettò e accese la PlayStation 3. I due si sedettero sul pavimento davanti al televisore, muniti di joystick.
- Ci sono così tante ragazze che ci vogliono, perché non ne troviamo nemmeno una... giusta? - chiese all'improvviso Harry, nel bel mezzo di una partita.
Niall si accigliò. Non si aspettava quella domanda. - Non lo so... forse non abbiamo ancora incontrato nessuno che ci interessa davvero - la sua mente volò subito ad Emma, e il biondo sentì una stretta allo stomaco. - Tu non... non stavi uscendo con una ragazza?
- Sì, be', siamo solo andati a letto assieme un paio di volte, niente di più. Era davvero bella, ma penso volesse solo usarmi per la fama. Io non ho voluto farmi vedere in giro con lei perché, sai, se le fan fossero a conoscenza del numero di ragazze con cui sono uscito nell'ultimo mese, impazzirebbero letteralmente. Invece lei cercava di trascinarmi nei luoghi più affollati... GOAAAAAAL! - improvvisò una danza di felicità sotto gli occhi divertiti del biondo, poi si sedette nuovamente per terra.
- Non cantare vittoria, manca ancora il secondo tempo e hai solo un goal di vantaggio - lo avvertì Niall.
- Scommetto 50 sterline che vinco io.
Il biondo scoppiò a ridere. - Va bene - accettò, stringendogli la mano.
- Comunque mi sono stufato di cambiare ragazza praticamente ogni sera, voglio trovarne una che mi ami e con cui io possa costruire una storia - il biondo rimase leggermente stupito dall'affermazione dell'amico, ma in fin dei conti era d'accordo. - Tu invece? E' un po' che non ti vedi con una ragazza, vero?
Niall si rabbuiò. - Già, un mese o poco più. Ma non era nulla di serio, ci sarò uscito al massimo tre volte. Al momento non ho voglia di avere a che fare con nessuna ragazza.
Harry mise in pausa il gioco e si voltò verso l'Irlandese. - Pensi ancora ad Emma?
Le mani di Niall iniziarono a sudare e il ragazzo appoggiò il joystick sul pavimento. Ormai non parlava quasi più di Emma con nessuno e quella domanda l'aveva preso alla sprovvista.
- Ogni tanto - mormorò con finto disinteresse.
- Sai, penso che se mi fossi mai innamorato per davvero riuscirei a capirti. Invece spesso mi sembra solo che tu esageri, tipo ora. Quanto tempo fa l'hai conosciuta, tre anni? E l'ultima volta che l'hai vista è stato più di un anno fa, giusto? Com'è possibile che tu non sia riuscito a togliertela dalla mente? - Niall sembrava avvilito. - Non prenderla come un'accusa, voglio solo capire - aggiunse il riccio.
Il biondo chiuse gli occhi, alla ricerca delle parole adatte. - Io non... ne ero innamorato - borbottò, enfatizzando l'ultima parola. - Solo che era diventata parte della mia vita, e una volta andata via ho sentito un... vuoto. Da quando lei non c'è più sento che mi manca qualcosa, un piccolo tassello del puzzle per essere felice. Pensavo che voi ragazzi avreste potuto riempire quel buco, oppure la mia famiglia, la mia passione per il canto, o addirittura il cibo - l'ombra di un sorriso apparve sul suo volto. - Ma è una cosa diversa. Non penso esista qualcosa al mondo che possa farmi sentire bene come lo faceva il suo sorriso.
- Neanche i Chicken McNuggets? - chiese Harry, cercando di tirare su il morale all'amico. Si maledisse mentalmente, non avrebbe dovuto portare alla luce quell'argomento.
Niall sorrise, poi sospirò. - No, neanche i Chicken McNuggets.
L'Irlandese cercò di ricomporsi, poi riprese in mano il joystick. - Dai, finiamo questa partita, voglio le mie 50 sterline. - disse infine, dando una pacca amichevole sulla schiena dell'amico.


- Malik? Che diamine ci fai qua a quest'ora? - domandò Vicki esterrefatta, dopo aver aperto la porta di casa ed essersi trovata di fronte il Pakistano.
- Io... volevo vederti - bofonchiò lui, grattandosi la testa.
Lei si guardò alle spalle, poi abbassò la voce. - Ascolta, io vivo con i miei genitori, non puoi venire qua e suonare al campanello di casa mia alle 21:30 come se fosse la cosa più normale del mondo - lo ammonì la ragazza, guardandolo in modo severo. - Poi si fanno un sacco di idee strane, e non mi sembra proprio il caso.
Lui si sentì uno stupido e fece per dire qualcosa, ma lei lo precedette. - Ti va di andare a prendere una cioccolata da Starbucks?
Il volto di Zayn si illuminò ed accettò entusiasta.
Vicki entrò nel salotto e prese la giacca e un cappello di lana dall'appendiabiti.
- Dove vai, tesoro? - le chiese la madre.
- Esco un attimo con un amico.
La donna guardò la figlia con sguardo indagatore. - Un amico, eh?
- Sì, mamma, un semplicissimo amico.
- Va bene... ma non fare tardi.
La ragazza salutò la madre e uscì di casa.
Una volta seduti comodamente sulle poltrone della caffetteria, Vicki cominciò a parlare.
- Allora, Malik, come mai sei venuto a cercarmi?
Lui improvvisamente si sentì nervoso. - Te l'ho detto, volevo solo vederti.
Lei inarcò un sopracciglio. - Be', ora che siamo qua approfittane. L'altro giorno hai detto che ti piacerebbe sapere qualcosa in più sul mio conto, no? Chiedimi quello che vuoi.
Zayn fu sorpreso da quella affermazione, ma prese la palla al balzo.
Trascorsero quasi un'ora assieme e il moro cercò di scoprire quanto più possibile della vita della ragazza.
Venne a sapere che Vicki era una brava giocatrice di tennis e le piaceva il bowling. Adorava i film di Jim Carrey, il suo cantante preferito era Bruno Mars e andava pazza per le canzoni d'amore. Da piccola sognava di sposare Leonardo Di Caprio, ma si sarebbe accontentata anche di Duncan James dei Blue. Uno dei suoi passatempi preferiti era la lettura: possedeva una quantità infinita di libri e le piacevano molto i gialli e gli horror. Stravedeva per il cibo giapponese, gli animali di peluche e le feste a sorpresa. Amava andare al mare e passeggiare per l'Hyde Park al tramonto, ma anche guardare un bel film al cinema e fare shopping. Preferiva il sole alla pioggia e il suo desiderio più grande era trasferirsi a Los Angeles. Non le piaceva ballare e non sopportava l'ipocrisia. Odiava l'odore della candeggina, le zucchine e dover portare gli occhiali da vista, ma le lenti a contatto le erano scomode.
- Comunque per me sei bellissima anche con gli occhiali - le confidò Zayn, facendola arrossire.
Il ragazzo l'aveva riaccompagnata a casa, e in quel momento si trovavano di fronte alla porta d'ingresso.
- Bene, Malik... ora che sai tutte queste cose su di me, mi lascerai in pace? - chiese Vicki, sorridendogli amichevolmente.
Lui si sporse verso di lei e la baciò quasi impercettibilmente su una guancia, poi si avvicinò al suo orecchio. - No, Vicki. Non mi arrenderò finché non avrò rubato ogni singola parte del tuo cuore - sussurrò.




I won’t be leaving
till I've finished stealing
every piece of your heart.
- stand up





















?
Sono tornata! :D
Innanzitutto mi scuso per il ritardo, anche se di un giorno solo cc Il capitolo era già pronto ma non ho proprio avuto tempo di postarlo fino ad ora. :( Comunque ora sono qui haha :3
Vistoooo? Emma is in LANDAAAAAN e alloggia nello stesso palazzo di Niall! Magari si incontreranno in una riunione di condominio (?) HAHAHAHAHA
Come al solito ringrazio le 29 persone che preferiscono la mia storia, le 8 che la ricordano, le 40 che la seguono e le 7 che hanno recensito lo scorso capitolo! VIAMOVIAMOVIAMO
Ah, volevo anche dirvi che se volete che vi avverta quando posto un nuovo capitolo, potete lasciarmi il vostro nick di Twitter in una recensione :) io sono ineedhoran :3
Ci vediamo fra una settimana!
Un bacio,

Teddy



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Capitolo 7
*** Capitolo 6 - you got what I need ***





- 6 -
you got what I need



Era quasi l'ora di pranzo e Liam si stava incamminando verso casa sua.
Si era svegliato circa un'ora prima, a casa di Charlie, da solo. Al posto della sua amica aveva trovato un biglietto, appoggiato sul tavolo da pranzo.

Sono andata a scuola.
Ti ho preparato il caffè, è nella caffettiera in cucina.
Oggi non ci possiamo vedere perché esco a cena con degli amici.
Grazie per essere rimasto. Ti voglio bene,

Charlie

Liam si sentiva confuso. Era un messaggio strano, non era... tipico di Charlie.
La ragazza aveva scritto ogni parola con una freddezza palpabile, e lui non capiva perché. Si chiese mentalmente se avesse per caso detto o fatto qualcosa di sbagliato.
Oltre a quella preoccupazione, il pensiero che la sera non avrebbe potuto vederla lo tormentava. Ormai non reggeva più quella situazione, voleva confessare i propri sentimenti e subirne le conseguenze, belle o brutte che fossero.
Aprì la porta del suo appartamento e trovò i suoi quattro amici sul divano del salotto. - Liam! - Louis si alzò in piedi e si diresse verso l'amico, per poi abbracciarlo. - Oggi pomeriggio volevamo stare tutti assieme, sei d'accordo?
Il castano fece un ampio sorriso, togliendosi per un attimo Charlie dalla mente. - Cosa facciamo di bello?
I ragazzi optarono per una giornata di pieno ozio in casa, ma non si annoiarono neanche un minuto. Guardarono un film, fecero un torneo di videogiochi e cucinarono addirittura una torta, che gli riuscì incredibilmente buona.
Nonostante si stesse divertendo molto, verso le 18 Zayn avvertì gli amici di dover andare da Vicki. Uscì dall'appartamento sotto lo sguardo disorientato e allo stesso tempo divertito dei ragazzi, poiché si era portato dietro la scala a pioli che aveva acquistato il giorno prima.
Arrivò sotto casa di Vicki ancora imbarazzato, colpa degli sguardi curiosi che l'avevano scrutato per tutto il tragitto.
Dopo aver sistemato la scala sotto quella che presumeva - e sperava - fosse la finestra della camera della ragazza, ci si arrampicò, sfilò il proprio telefono dalla tasca e compose il suo numero.
- Ciao, Malik - lo salutò lei, con un tono un po' scocciato.
- Hey, Vicki... tutto bene?
- Sì, tu?
- Anche io sto bene - dalla finestra socchiusa scorse la ragazza entrare nella cameretta, e fu contento di aver azzeccato. Abbassò la voce per non farsi scoprire. - Cosa stai facendo? Sei a casa?
- Sì, sono a casa - Vicki si sedette sul letto e lui poté scorgere il suo viso: sorrideva come una bambina. Quindi prima aveva solo finto di essere infastidita? Zayn si gustò per un attimo il pensiero che lei fosse felice di sentirlo. - Come mai mi hai chiamato? Devi dirmi qualcosa?
- In un certo senso.
Lei rise. - Cosa vuol dire "in un certo senso"?
Lui bussò sul vetro e lei si voltò di scatto verso la sua direzione, scorgendolo dietro le tende. La ragazza si avvicinò piano, con gli occhi sbarrati e le mani tremanti, poi aprì la finestra.
Zayn le sorrise, riponendo il telefono nella tasca posteriore dei pantaloni. Prese un lungo respiro e intonò una strofa di una delle sue canzoni preferite, che era anche la stessa con cui si era presentato ai provini di X Factor quasi tre anni prima.
"Let me love you", di Mario.
- If I was your man, baby, you never worry 'bout what I do. I'd be coming home back to you every night, doin' you right - Vicki spalancò la bocca, esterrefatta. - You're the type of woman deserves good thangs, fistful of diamonds, hand full of rings. Baby, you're a star, I just want to show you, you are - Lo sguardo della ragazza si addolcì. I suoi occhi trasmettevano contemporaneamente stupore, gratitudine e gioia. - You should let me love you, let me be the one to give you everything you want and need. Baby, good love and protection, make me your selection. Show you the way love supposed to be - Zayn fece un balzo ed entrò nella camera della ragazza, poi le si fece vicino e le prese una mano, incastrando le proprie dita con le sue. - Baby you should let me love you, love you, love you.
Rimasta senza parole, Vicki gli buttò le braccia al collo. Zayn, sorpreso da quella manifestazione di affetto che difficilmente si sarebbe immaginato, la strinse a sè, cercando di gustarsi ogni singolo secondo di quell'abbraccio.
Quando lei si staccò, il moro notò che sul suo volto si era fatto spazio un ampio sorriso e che gli occhi le erano diventati lucidi.
- Sono venuto a portarti la cena - asserì lui, sfoderando un sorriso da cucciolo e mostrando un sacchetto di un takeaway giapponese che lei non aveva notato.
Zayn si tolse velocemente giacca e scarpe e i due si sedettero a gambe incrociate sul letto di Vicki, senza dire una parola, per poi iniziare a gustarsi il cibo che il ragazzo aveva portato.
Il Pakistano si perse fra i suoi pensieri.
Era contento della reazione di Vicki. Certo, non gli aveva concesso la possibilità di amarla, come recitava la canzone, ma non gliel'aveva nemmeno negata. Per giunta non l'aveva cacciato via, e questo poteva voler dire solo una cosa: la serenata le era piaciuta.
Si stava compiacendo a quel pensiero, quando la ragazza lo riportò sulla Terra.
- Sai, quando mi hai detto che eri venuto a portarmi la cena, per un attimo ho temuto si trattasse di kebab. Invece hai fatto centro! - disse, battendo le mani contenta. - Bravo bambino - aggiunse, scompigliandogli il ciuffo.
Lui inarcò un sopracciglio. - Kebab?
Lei assunse un'espressione scioccata, come se la risposta fosse ovvia. - Sì, kebab! - fece una risatina. - Sai, no, "Zayn Malik, dalla Turchia con furore!" - disse, imitando un qualsiasi presentatore televisivo o qualcosa del genere.
Lui corrugò la fronte. - Ma guarda che io vengo dal Pakistan - la corresse.
- Oh - si limitò a dire Vicki, delusa che la sua squallida battuta non avesse più senso. - Be', fa lo stes...
- E poi il kebab è arabo, è il kebap che è turco - la interruppe.
Lei rimase in silenzio per qualche secondo. - Quindi voi Pakistani non fate il kebab? Ma sei sicuro? - chiese poi.
Zayn scoppiò a ridere. - Ti rendi conto di che piega ha preso la serata? Stiamo parlando di kebab dopo che io mi sono arrampicato fino alla tua finestra per farti una serenata!
Il mulatto continuava a ridere a crepapelle e Vicki non poté fare a meno di seguirlo a ruota.
All'improvviso Zayn si zittì, con uno sguardo allarmato. - Ssh, e se ci sentissero i tuoi? - sussurrò.
Cercò di tapparle la bocca con la propria mano, ma lei prese a ridere ancora più rumorosamente.
Lui, incapace di zittirla, si voltò verso la porta della camera, in preda all'ansia, aspettandosi che qualcuno sarebbe entrato da un momento all'altro. Cosa avrebbe potuto dire, se i genitori di Vicki l'avessero trovato lì? Un perfetto sconosciuto in camera della loro figlia.
Gli balenò per la mente il pensiero che sicuramente anche lei avrebbe passato dei guai e lui, per far si che non accadesse, decise di nascondersi da qualche parte. Optò per lo spazio sotto il letto e ci si infilò ad una velocità supersonica, tanto che Vicki quasi non se ne accorse.
Lei interruppe repentinamente la sua risata sguaiata e si sdraiò a pancia in giù sul letto, orizzontalmente, per poi far penzolare la testa da un lato e poter guardare sotto. Quando capì le intenzioni del ragazzo, tornò a ridere senza ritegno e Zayn si sentì un po' preso in giro. Diamine, lo stava facendo per lei!
Ad un certo punto, quando riuscì a calmarsi, Vicki strisciò sotto il letto e si affiancò a lui, con un sorriso dolce stampato sulle labbra.
Poi gli accarezzò la guancia e Zayn si sentì fremere.
- Malik, caro - mormorò - i miei genitori non sono in casa - disse infine, facendogli un occhiolino privo di malizia.
Il moro appoggiò la testa al pavimento e si lasciò anche lui andare in una risata liberatoria. - E non me lo potevi dire? - bisbigliò lui, anche se ormai non aveva più senso farlo.
- La tua faccia era esilarante, non ci sono riuscita - si giustificò lei, sempre a voce bassa.
Zayn si voltò verso Vicki e le sorrise.
- Comunque sia, Zayn, la prima volta che ti ho visto ho pensato che tu fossi un kebabbaro, quindi per me rimarrai tale per tutta la vita - sussurrò, e detto ciò gli posò un casto bacio a schiocco sulle labbra, per poi uscire dal loro nascondiglio.
Il moro si sfiorò il labbro inferiore con le dita, stordito da quel che era appena successo. Per la mente gli frullavano una miriade di domande e non capiva il significato di quel bacio. Gli stava per caso dando un'occasione?
- Malik, per quanto vuoi rimanere lì?
Zayn si alzò di scatto, dimenticandosi della sua postazione, e picchiò la fronte contro le doghe del letto.
- Ahi! - strisciò sul pavimento e Vicki lo aiutò a rialzarsi, cercando di trattenere una risata.
- Ti sei fatto male?
- Sì, ma ci provo gusto. Sai com'è, sono un po' masochista - disse lui ironicamente.
- Vieni, ti prendo del ghiaccio.
Gli fece strada fuori dalla camera e giù per delle scale. Lui si stava massaggiando il capo per cercare di alleviare il dolore, e intanto si guardava in giro. Appesi alle pareti c'erano molti quadri contenenti delle foto, e una attirò la sua attenzione.
Raffigurava una bambina di circa 6 o 7 anni, castana e un po' cicciottella, che rideva spensieratamente.
- Non dirmi che... questa sei tu?!
Vicki si fermò per capire a cosa si stesse riferendo il moro, e, vedendo che era intento ad osservare quella fotografia, alzò le spalle. - Sì, sono io. Perché?
Lui si voltò verso la ragazza e la squadrò da capo a piedi, poi piegò la testa di lato. - Be', c'è da dire che la pubertà ha fatto bene il suo lavoro - disse, sorridendo in modo malizioso.
Lei avvampò e si voltò di colpo, incamminandosi velocemente verso la cucina. Lui la seguì divertito e poi si sedette su una sedia vicino al tavolo da pranzo.
- Dov'è che ti fa male? - gli domandò, dopo aver preso una busta dal congelatore.
- Qua - rispose lui, toccandosi il bernoccolo che gli si era formato sul capo.
Vicki gli appoggiò delicatamente il ghiaccio in quel punto, mentre lui fissava il suo viso, incantato.
Quando se ne accorse, le guance della ragazza si colorarono di nuovo di rosa. - Quando arrossisci sei ancora più bella - mormorò Zayn.
Aveva una voglia immensa di baciarla, e sapeva che non avrebbe resistito a lungo. La stava guardando insistentemente e lei non poté fare a meno di distogliere lo sguardo e ritrarre la mano con cui stava tenendo la busta con il ghiaccio, facendola cadere rovinosamente a terra.
Fece per chinarsi a raccoglierla ma lui la bloccò, prendendola per i fianchi e avvicinandosi al suo viso. Chiuse gli occhi, pronto ad assaporarsi quel bacio che aveva bramato per tanto tempo, ma lei spostò il volto verso destra e le labbra del ragazzo si posarono sulla sua guancia.
Lui aprì gli occhi, confuso, trovando davanti a sé una Vicki dallo sguardo indecifrabile.
- Credo sia il caso che tu te ne torni a casa - disse lei, con un tono acido.
Si liberò dalla presa di Zayn e salì al piano superiore, lasciandolo ancora più frastornato di prima.
Tornò dopo pochi secondi con la giacca e le scarpe del moro. Si avvicinò incerta, poi gliele porse con fare irritato.
Lui le indossò velocemente, cercando di leggere negli occhi della ragazza il motivo di quello strano comportamento.
- Stai aspettando un invito scritto? - domandò lei irritata.
Zayn spalancò la bocca e si diresse verso l'ingresso, spiazzato dal cambiamento d'umore di Vicki.
Una volta sul ciglio della porta, si voltò, guardandola un po' afflitto. - Io però non capisco... prima, sotto il tuo letto...
- Quello che è successo sotto il mio letto, rimane sotto il mio letto. Chiaro? - sbottò lei.
Zayn corrugò la fronte, e il suo stato d'animo passò da triste a deluso a irritato.
- Io sarò pure masochista, ma credo proprio che tu soffra di bipolarità, Vicki!
Lei posò lo sguardo sul pavimento. - Ciao, Malik - e dopo quelle parole chiuse la porta, lasciandolo faccia a faccia con il legno scuro e freddo.


Harry si stava maledicendo mentalmente.
Era di ritorno dal supermercato poiché in casa mancavano alcune cose, ma come al solito si era fatto prendere la mano e, colpa anche della fame, aveva praticamente svaligiato il negozio.
Si trovava sotto casa con quattro enormi buste, cercando di tenere aperto il portone e contemporaneamente portare la spesa all'interno del palazzo.
- Hey, aspetta! Ti aiuto io!
Una voce femminile proveniente da chissà dove lo fece trasalire, e da uno dei suoi sacchetti caddero delle mele.
Una ragazza bionda si chinò a raccoglierle e le ripose nella busta, sorridendo in modo gentile. Poi lo guardò negli occhi e sussultò.
- Ciao - disse lui, sorridendo in modo sensuale.
Lei fece un cenno col capo e si avvicinò per tenere aperto il portone, mentre Harry, ringraziando, si dirigeva verso l'ascensore, per poi schiacciare l'interruttore e prenotarlo.
Una volta arrivato, fece segno con la mano alla ragazza di entrare per prima, sfoderando il suo lato da gentiluomo.
- Che piano? - domandò, dopo averla seguita dentro l'abitacolo.
- Terzo - disse lei in un sussurro.
- Non ti ho mai vista qua. Ti sei appena trasferita?
Lei annuì senza guardarlo.
- Be', io mi chiamo Harry.
La ragazza finalmente si voltò verso il riccio e gli regalò uno sguardo che sembrava dire: "so chi sei, ovviamente!"
Lui afferrò al volo e si grattò la testa. - Ehm... tu come ti chiami?
La bionda scosse la testa impercettibilmente.
- Oh, ma tu non sei Inglese!
Lei inarcò un sopracciglio. - No, però capisco e parlo questa lingua da quando sono nata.
Harry si pentì un po', preoccupato di averla offesa, ma fu lieto che lei avesse cominciato a parlare. In quel preciso momento, però, le porte dell'ascensore si aprirono e lei si affrettò a scendere.
- E da dove vieni? - chiese lui, facendola fermare.
- Da... lontano - si limitò a rispondere. - Io vado. Ciao, Harry.
Detto questo sparì dietro la porta di uno degli appartamenti del terzo piano.
Harry sorrise e pigiò un tasto, facendo chiudere le porte dell'ascensore.
Era completamente ignaro del fatto che la ragazza fosse Emma.
Pensò semplicemente che fosse stupenda, perfetta da capo e piedi, con quei suoi bellissimi capelli dorati e lo sguardo dolce.
Sapeva che lui era Harry Styles, eppure non gli aveva chiesto una foto o un autografo, quindi senza ombra di dubbio non era una fan degli One Direction, constatò lui.
Non ci aveva nemmeno provato spudoratamente, cosa che succedeva sempre quando una ragazza era interessata a lui - o più specificamente alla sua popolarità.
Harry pensò che quella ragazza fosse arrivata proprio nel momento giusto, proprio quando lui aveva deciso di iniziare una relazione seria.
Forse il destino aveva deciso di accontentarlo.
Lei era quello che stava cercando. Possedeva esattamente quello di cui lui aveva bisogno.




Oh, baby, baby, don't you know you got what I need
looking so good from your head to your feet.
- kiss you





















?
Hellooo! :3
Oggi posto presto per farmi perdonare dato che settimana scorsa ho aggiornato con un giorno di ritardo uu spero vi faccia piacere lol
Ora voglio che mi diciate tuuuuuutto quello pensate riguardo alle coppie Charliam, Zicki e Hemma (oddio questi soprannomi per le romance fanno tutti schifo haha)! Sono curiosa asdfghjkl
Ovviamente ringrazio le 32 persone che hanno aggiunto I find your lips. alle preferite, le 52 che l'hanno aggiunta alle seguite e le 5 che hanno recensito lo scorso capitolo. I miei amati recensori sono diminuiti, ma vi amo lo stesso perché in compenso sono aumentate molto le persone che seguono la mia storia! :D
Se avete bisogno di qualsiasi cosa potete contattarmi con un messaggio diretto qua su efp o su facebook, oppure scrivermi su twitter o su ask.fm. :)
Ci vediamo presto,

Teddy



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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - figure it out ***





- 7 -
figure it out



- Eccoti, Emma! Com'è andata la tua visita al museo delle cere?
Beth si alzò dal divano per accogliere la bionda sorridendole amorevolmente, ma, non appena scorse il viso della ragazza, assunse un'espressione preoccupata.
- Tutto bene, cara? Sei un po' pallida.
Emma sentiva che la testa stava per esploderle.
Era a Londra da neanche un giorno e già uno dei compagni di band di Niall l'aveva vista.
Se si fosse accorta che quel ragazzo era Harry, non si sarebbe mai avvicinata a lui. Avrebbe aspettato che fosse entrato nel palazzo, e poi nell'ascensore, e solo allora si sarebbe avviata verso l'appartamento di Beth.
Ma era stata stupida, l'aveva visto in difficoltà ed era accorsa ad aiutarlo, senza pensare che sarebbe potuto essere uno degli amici del biondo. O peggio, Niall stesso.
A quel pensiero sentì un brivido percorrerle la spina dorsale e ringraziò il cielo di aver incontrato Harry e non l'Irlandese.
Se non altro il riccio non l'aveva riconosciuta, quindi poteva ritenersi in salvo. Ma per quanto?
- Sto bene, Beth, ho solo un po' di mal di testa. Ti dispiace se vado direttamente a dormire? Mi sento incredibilmente stanca.
La donna annuì apprensiva e Emma si diresse verso la sua camera.
Tolse la giacca e la lanciò sul letto, poi cominciò a camminare avanti e indietro per tutta la lunghezza della stanza.
Aveva ignorato i messaggi di Camilla per tutto il giorno, ma non avrebbe potuto tacere all'infinito.
Prese in mano il telefono e chiamò l'amica, raccontandole ogni singolo dettaglio di quel che era accaduto in quelle poche ore, dalla scoperta del fatto che Niall abitasse nel suo stesso palazzo al recente incontro con Harry.
- La fortuna non è dalla tua parte, Em - disse Camilla, dopo aver metabolizzato la notizia.
La bionda sbuffò, esasperata. - Non so cosa fare. Se sono bastate 24 ore per incontrare Harry, quanto pensi che ci vorrà perché Niall mi veda? Di questo passo domani verrà a casa di Beth per chiedere in prestito dello zucchero.
L'amica ridacchiò. - Immaginavo che non saresti riuscita a mantenere la promessa, ma caspita...
- Non iniziare! - la interruppe, con il tono irritato. - Non è colpa mia se Niall abita nello stesso palazzo di Beth. Se l'avessi saputo prima non sarei mai venuta qua.
- Hai ragione, scusa - Camilla sospirò. - Cosa pensi di fare quando, insomma... lui scoprirà tutto?
- Non ne ho idea... sinceramente mi auguro che non lo scopra affatto.
- Sai che succederà.
- Sì, purtroppo lo so.
Nessuna delle due disse altro. Per un tempo indeterminato, Emma poté sentire solo il respiro dell'amica e il vociare proveniente dalla televisione del salotto di casa di Beth.
- Non hai uno dei tuoi soliti saggi consigli che mi fanno uscire da queste situazioni assurde? - Emma ruppe il silenzio, sperando in qualche parola rassicurante.
- Fammici dormire sopra, va bene? - Emma assentì, combattuta. - Hey, su col morale. Ci sono cose peggiori nella vita che abitare nello stesso palazzo del ragazzo che ti piace, no?
Con quelle parole Camilla strappò un sorriso all'amica. - E' vero.
- Però tu domani non uscire di casa, intesi?
- Agli ordini - disse Emma, cercando di smorzare l'atmosfera.
- A domani, Em. Notte.
- Notte. Ah, e comunque a me Niall non piace più! - aggiunse la bionda un attimo prima che l'amica terminasse la chiamata.
Camilla rise. - Certo, come no.


- Harry, quel sorriso ebete mi preoccupa. Ed è inquietante. Cos'è successo?
Il riccio aveva appena rincasato e subito Louis aveva cominciato a fare domande.
- Potrei chiedere la stessa cosa a Liam e Zayn - disse il riccio, vedendo le facce cupe dei due amici.
- Charlie non mi ha cercato per tutto il giorno - bofonchiò il castano.
- E Vicki è bipolare - disse l'altro, storcendo il naso.
- Bipolare? - domandò Harry, non capendo.
- Sì, bipolare. Prima mi ha baciato - mi ha solo sfiorato, eh, ma è pur sempre un bacio - e poi mi ha buttato fuori casa.
- Ti ha baciato? - il riccio non riuscì a nascondere la sua sorpresa. - Be', ma è un passo avanti, no?
- Non cercare di sviare la domanda di Louis. Vogliamo sapere - intervenne Niall, che stava sgranocchiando delle patatine.
Harry alzò gli occhi al cielo e si sedette sul divano, in mezzo a Liam e Zayn. - E va bene. Ho conosciuto una ragazza.
- Lo sapevo! - esclamò Liam, risvegliandosi dal suo stato da ameba.
- Sei l'unico ragazzo al mondo che può rimorchiare al supermercato. Scommetto che eravate davanti al bancone dei piselli surgelati ed è scattata la scintilla - lo schernì Louis.
Il riccio fece una smorfia. - Non l'ho conosciuta al supermercato, ma qua sotto. Da quanto ho capito, si è appena trasferita dalla signora Jones, del terzo piano.
- Quella che ci ha portato la torta fatta in casa quando siamo tornati dal tour! - esclamò Niall.
I ragazzi risero. - Proprio lei.
- E come si chiama?
- Non lo so.
- Quanti anni ha? - Harry alzò le spalle.
- Cosa sai di lei?
- Nulla - ammise il riccio. - Solo che non è Inglese ma parla perfettamente la nostra lingua. E che è bellissima.
- E di dov'è?
- Non me l'ha detto.
Zayn, che fino a quel momento era stato in silenzio, fece un fischio. - Ti luccicano gli occhi - fece notare.
Louis sbuffò, spazientito. - Ora avete tutti una ragazza a cui pensare tranne me.
Niall ignorò il commento del maggiore e si rivolse ad Harry, incuriosito. - Le hai chiesto di uscire?
- No - rispose il riccio - ma lo farò presto - disse infine, facendo l'occhiolino.


Louis era una di quelle persone che, quando si mettono in testa una cosa, nessuno riesce a fargli cambiare idea.
Era un ragazzo molto alla mano, simpatico e soprattutto estroverso, ma incredibilmente testardo.
- No, ormai ho deciso.
- Dai, Lou, questa casa è già abbastanza incasinata senza un cane che gironzoli dappertutto. Non mi sembra il caso - cercò di farlo ragionare Liam.
- Liam ha ragione - intervenne Zayn.
Louis lo guardò di traverso - Un cane sarebbe più ordinato di te, lo sai? - disse rivolgendosi al moro, che alzò gli occhi al cielo.
- Per me non è una cattiva idea. Insomma, a me piacciono i cani - si intromise Niall, guadagnandosi un abbraccio da orso da parte di Louis.
- L'ho sempre detto che sei il mio preferito - gli sussurrò all'orecchio, ma nonostante questo Harry lo sentì e gli tirò addosso un cuscino.
Louis e il riccio avevano sempre avuto un rapporto speciale. All'interno della band si volevano tutti bene l'uno con l'altro, ma fra loro due in particolare c'era qualcosa in più; non era chiaro cosa fosse, ma era ovvio che rendeva la loro amicizia invidiabile da chiunque.
Proprio per questo Harry si ingelosì sentendo quello che il castano aveva detto all'Irlandese.
- Mi ritengo mortalmente offeso - borbottò.
- Sei il mio preferito... dopo il piccolo Hazza, ovviamente - aggiunse Louis, cercando di sistemare la situazione.
Harry sorrise soddisfatto e al castano si accese una lampadina.
- Facciamo così: votiamo. Chi non vuole che io prenda un cane?
Zayn e Liam alzarono la mano incerti, ormai sicuri di doversi rassegnare.
- Chi invece è d'accordo? - Lui stesso alzò la mano, seguito da Niall e Harry. - Bene, vedo che siamo giunti a una conclusione! - disse infine alzandosi dal divano, con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto.

Louis si trovava ormai da 20 minuti in quel negozio di animali e ancora non aveva deciso quale cane prendere.
- Scusi, lei lavora qui? - domandò a una ragazza che gli stava passando affianco con dei sacchi di cibo per cani in mano.
Lei appoggiò quelle ingombranti buste per terra e abbassò gli occhi verdi sulla propria maglietta, su cui era scritto a lettere cubitali il nome del negozio.
- Sì, sono abbastanza sicura di lavorare qui - rispose sorridendo. - Hai bisogno di qualcosa?
Louis ricambiò il sorriso. - In effetti sì. Secondo lei quale cane dovrei prendere fra un Jack Russel e un Cocker Spaniel?
Lei assunse un'espressione scandalizzata. - Per l'amor del cielo, dammi del tu! Mi fai sentire una vecchia!
Lui scoppiò a ridere. - Okay - diede un'occhiata al cartellino attaccato alla maglietta della ragazza - ...Macy. Quale prendo?
Lei si grattò la testa, pensierosa, scompigliandosi un po' i lucenti capelli rossi che facevano risaltare la sua pelle chiara, decorata con qualche lentiggine.
- Il Beagle - disse infine.
Il ragazzo corrugò la fronte. - Ma io...
- Sì, lo so, Jack Russel e Cocker Spaniel - Macy si avvicinò a Louis e abbassò la voce. - Detto fra noi, non mi piace nessuno dei due. Dopo aver visto il film "The Mask" ho come l'impressione che tutti i Jack Russel siano stupidi. Guarda quello - disse, indicando un cucciolo che stava abbaiando a una pallina - Ti sembra normale?
Il castano si avvicinò alla gabbietta per osservare meglio il cane. - Magari c'era qualcosa di strano nei croccantini che ha mangiato questa mattina - ipotizzò.
- Non è possibile, prima di daglieli li assaggio sempre.
Louis si voltò divertito verso la ragazza, convinto che stesse scherzando, ma il suo volto era incredibilmente serio.
- E poi guarda quei due cuccioli di Maltese che sono nella sua stessa gabbia. Hanno mangiato tutti e tre dalla stessa ciotola, eppure quelli lì sono tranquillissimi.
Louis osservò attentamente tutti e tre i cani, poi annuì come per darle ragione.
- Invece il Cocker perché non ti piace? - domandò.
Macy alzò le spalle. - Ha troppi peli. Impiego più tempo per fare lo shampoo ai Cocker che a me stessa.
Louis rise ancora. - Va bene, vada per il Beagle.
La ragazza sgranò gli occhi. - Davvero? - lui annuì sorridente. - Solitamente dopo i miei pareri la gente se ne va a gambe levate senza prendere nulla. E' per questo che mamma mi tiene il più lontano possibile dai clienti.
- Mamma?
- Sì, il negozio è dei miei genitori - spiegò la rossa. - Comunque di Beagle ci è rimasto solo questo maschietto, ti va bene? - chiese, indicando un bellissimo cucciolo che stava dormicchiando.
- E' perfetto. Posso portarlo a casa subito?
- E' vaccinato e ha già fatto tutti i controlli, quindi direi proprio di sì - rispose, sfoderando un sorriso smagliante.
Louis tese la mano verso la ragazza. - Comunque io mi chiamo...
- Louis Tomlinson, degli One Direction. Sei famoso, sai? - lo schernì la ragazza. - Ad ogni modo ho sempre pensato che tu non avessi la faccia da Louis. Per me dovresti chiamarti... Austin! Ecco, tu hai la faccia da Austin. Austin Tomlinson. Non suona male, no?
Il castano ascoltò interessato il monologo della ragazza.
- Dici? Io avrei sempre voluto chiamarmi Clark.
- Come Clark Kent?
- Esatto!
- Allora perché non Peter?
- Come Peter Parker?
- Esatto! - esclamò la ragazza, imitando il tono di voce di Louis di qualche secondo prima.
- Sai, anche Peter non è male. Mi ricorda Peter Pan - le confidò, sorridendo come un bambino. - Ma in fin dei conti Austin mi piace.
Macy rise di quella conversazione assurda, poi aprì la gabbietta, prese in braccio il cucciolo e accompagnò Louis a scegliere un guinzaglio nel reparto degli accessori per animali.
- Sai, Macy, mi piace la tua risata - constatò Louis, prendendo un collare rosso.
Lei sorrise. - Anche a me.
- Anche a te piace la tua risata? - chiese il castano, aggrottando le sopracciglia. La rossa rise ancora. - Ma no, anche a me piace la tua!
Dopo aver acquistato una cuccetta e una quantità infinita di giocattoli e cibo, Louis pagò e si diresse verso l'uscita del negozio.
- E' stato un piacere, Macy - esclamò prima di andarsene.
- Il piacere è stato tutto mio. E grazie per l'autografo! - disse la ragazza, facendo l'occhiolino e sventolando lo scontrino su cui Louis aveva depositato la sua firma. Il ragazzo trascorse tutto il tragitto verso casa a pensare ad un nome per il nuovo arrivato in famiglia, e solo una volta davanti all'entrata del suo appartamento, gli venne l'illuminazione.
Trovò i suoi amici tutti in cucina, intenti ad apparecchiare e a preparare la cena. - Ragazzi, vi presento il piccolo Austin!

Niall e Louis stavano giocando con Austin e un rumorosissimo osso di gomma. Liam stava guardando un film alla televisione ma con la coda dell'occhio controllava che non facessero disastri, mentre Zayn si era chiuso in camera perché, testuali parole, aveva "bisogno di meditare".
- Che ore sono? - domandò Harry, che era seduto sul divano e si stava infilando le scarpe.
- Quasi le 21 - Liam fu l'unico a degnarlo di una risposta, dato che gli altri due erano troppo impegnati a divertirsi con il cane.
- Io vado dalla ragazza del terzo piano.
Niall alzò lo sguardo. - "La ragazza del terzo piano"... come è squallido! Cerca almeno di scoprire come si chiama!
Il riccio si sistemò i capelli davanti allo specchio. - Ci proverò. Mi è sembrata un po' timida.
- Tu le intimidisci tutte - intervenne Louis, che stava facendo i grattini a Austin dietro le orecchie. - Probabilmente è colpa dei tuoi ricci. O dei tuoi occhi verdi. O peggio, delle tue fossette.
- Intimidisco anche te? - domandò Harry, fingendo uno sguardo sensuale.
- Deve ancora nascere la persona capace di intimidire Louis Tomlinson - disse il castano, con tono strafottente. - Però devo ammettere che quello sguardo è davvero sexy.
Harry scoppiò a ridere e uscì di casa, salutando i suoi amici.
Arrivato davanti alla porta della signora Jones, appoggiò l'indice sul campanello, ma esitò per qualche secondo prima di suonare.
Perché si sentiva nervoso? Lui era sempre stato a proprio agio con le ragazze. Fu Beth ad aprire la porta, accogliendolo con un caldo sorriso.
- Ciao, giovanotto! Hai bisogno di qualcosa?
- Sì, sto cercando una ragazza, ehm... bionda - disse il riccio, non sapendo descriverla più dettagliatamente.
- Emma? E quando vi siete conosciuti voi due? - domandò, assumendo una sguardo curioso.
Lieto di aver scoperto il nome della ragazza, approfittò dell'occasione per fare altre domande alla signora Jones.
- Ieri, in ascensore...
- Stupendo, vive qua da neanche tre giorni e si è già trovata un amico! - lo interruppe esaltata. - Ah ma anche io, quando avevo 17 anni come lei, avevo un sacco di corteggiatori! Poi crescendo di età, sono cresciuta anche qui! - disse, appoggiando le mani sulla pancia e mettendosi a ridere.
Harry si sentì leggermente in imbarazzo, ma almeno aveva scoperto l'età della biondina.
- E... Emma - pronunciandolo, decise che quel nome gli piaceva tantissimo. - da... da dove viene?
La donna aggrottò le sopracciglia. - Non te l'ha detto? Lei è Italiana, come la pizza! - ridacchiò. - Aspetta qui, vado a chiamartela - disse infine, rientrando in casa e lasciandolo sulla soglia con la porta aperta.
Durante quella breve attesa, Harry si preoccupò di riordinare mentalmente le informazioni che era riuscito a racimolare sul conto della biondina, che in fin dei conti non erano nemmeno molte.
Emma, 17 anni, Italiana.
Quando la ragazza gli si parò davanti, con uno sguardo fra il disperato e il supplichevole, Harry fece due più due e capì, rimanendo spiazzato.
Come aveva fatto a non riconoscerla?
- Per favore, Harry, non dire a Niall che sono qui - La bionda si mise entrambe le mani fra i capelli, poi si guardò alle spalle per controllare se Beth fosse nei paraggi. - Ti prego, non voglio che lo sappia.
Lui continuò a guardarla senza parlare. Sentiva le mani sudare, era completamente disarmato.
Sbatté le palpebre più volte, poi corrugò la fronte. - Sì, certo, non... non gli dirò nulla - promise. - Scusa se sono venuto, ehm... è meglio che vada.
Detto ciò si diresse a passo spedito verso l'ascensore, pigiando insistentemente il pulsante per prenotarlo.
La sua preoccupazione non era che Niall scoprisse che Emma si trovava a Londra, tutt'altro.
Non si voltò per vedere se lei lo stava osservando dalla soglia della porta, non poteva. Si sentiva male, schifosamente in colpa.
Si era invaghito di Emma. La ragazza che lui credeva sarebbe stata la sua grande occasione, era in realtà la persona di cui uno dei suoi migliori amici era innamorato ormai da anni.
E lui non poteva di certo rubargliela.
Aveva bisogno di tempo per pensare, per capire.
La sua mente tornava di continuo a Niall, distrutto, mentre gli raccontava di quanto Emma gli mancasse.
E Harry si era preso una cotta proprio per lei.




Baby, you got me sick,
I don't know what I did,
need to take a break and figure it out, yeah.
- heart attack





















?
Dedico questo capitolo a Erika (tu sai perché :D), una delle mie migliore amiche nonché mente laboriosa quando ho bisogno di un (o mille) consiglio su come portare avanti la storia.
E' spuntato un nuovo personaggio, Macy! Che ve ne pare? Spero che vi piaccia perché ho in serbo molti progetti per la coppia Loucy... ma non spoilero nulla haha
Ah, la storia di Louis che secondo Macy ha la faccia da Austin non ha nulla a che fare con il vero cognome del castano. E' una semplice coincidenza lol
Il nostro Harold ha scoperto di Emma! D: E ora cosa succederà? Lo dirà a Niall oppure manterrà la promessa? *dandandaaaaan*
Lo scopriremo nelle prossime puntate (?)
Un GRAZIE grande come una casa ai 6 angeli che hanno recensito lo scorso capitolo, alle 36 persone che hanno inserito la mia ff tra le preferite, le 10 che l'hanno inserita fra le ricordate, le 55 che l'hanno inserita nella seguite, e ovviamente anche alle 6 che mi hanno fra gli autori preferiti. SIETE STUPENDI! :')
Ora scappo, vi mando un bacio enorme ❤❤
A domenica prossima,

Teddy



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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - open your eyes ***





- 8 -
open your eyes



Erano quasi le 4 del mattino e Harry non era ancora riuscito a chiudere occhio a causa dei sensi di colpa che lo tormentavano.
In fin dei conti non aveva fatto nulla di male. Non aveva baciato Emma - niente del genere. Si era solo preso una microscopica cotta per lei, cosa che sarebbe dovuta passare in fretta, considerando che quella non era una Emma qualunque, ma la Emma di Niall.
L'unica cosa che Harry doveva fare era togliersela dalla testa.
Ma non voleva.
Desiderava averla per sé più di qualsiasi altra ragazza, e la cosa peggiore era che non ne conosceva il motivo. Non sapeva perché, fra tutte le attrici, cantanti o modelle che avrebbero pagato per uscire con lui anche solo una sera, lui volesse proprio quella biondina dal sorriso dolce.
Quel sorriso di cui Niall era innamorato da ormai molto tempo.
Be', di una cosa Harry era certo: come amico faceva davvero schifo.
- Louis? - chiamò, dopo essere sgattaiolato dentro la camera del castano.
Si sedette sul bordo del letto e l'amico si voltò lentamente verso di lui, gli occhi ridotti a due fessure.
- Harry? Che c'è?
- Ho bisogno di parlarti.
Il castano sorrise lievemente. - So che vuoi raccontarmi tutto della tua "ragazza del terzo piano", ma non alle... - guardò l'orologio e sbarrò gli occhi - 4:18 del mattino! - esclamò, con la voce impastata da sonno. Poi si girò verso l'altro lato e si coprì la testa col cuscino.
Il riccio appoggiò una mano sulla spalla dell'amico e lo scosse. - No, Louis, ora.
In tutta risposta il ragazzo mugugnò qualcosa che sembrò un "vattene".
Harry, sapendo che se fosse ritornato in camera sua non sarebbe riuscito ad addormentarsi, si infilò sotto le coperte del letto di Louis e si accoccolò contro la sua schiena.
- Si chiama Emma - mormorò. - E non è "mia", come dici tu. E' la Emma di Niall.
Louis si girò nuovamente verso l'amico, gli occhi assonnati e la fronte corrugata. - Cosa stai dicendo?
- La ragazza del terzo piano. E' lei.
Il castano si mise a sedere e Austin, sbucato da chissà dove, trotterellò fino al letto, per poi tentare di salirci sopra. Harry lo aiutò e il cane si accucciò fra i due ragazzi, in cerca di coccole.
- Intendi la biondina Italiana? Quella che vedevamo in webcam ai tempi di X Factor? - chiese, stropicciandosi un occhio.
- Conosci altre ragazze che si chiamano Emma e che hanno a che fare con Niall? - domandò a sua volta, inarcando un sopracciglio.
- In effetti no.
Entrambi rimasero in silenzio per una manciata di minuti, che Louis trascorse accarezzando dolcemente il pelo di Austin.
- Sei sicuro che sia lei? - domandò.
Harry sospirò. - Sì.
- E la vuoi?
- Sì - disse ancora.
L'altro, con lo sguardo ancora addormentato ma pensieroso, diventò immediatamente serio.
Louis Tomlinson serio. Quello era un giorno da segnare sul calendario.
- Devi assolutamente dirlo a Niall, non può non sapere che Emma è qui. E per quanto riguarda il resto... aspetta, in fin dei conti non la conosci nemmeno. Poi, per quanto io mi ricordi, non mi sembra affatto il tuo tipo.
- E' proprio questo il punto! - si lamentò il riccio. - Sono stufo marcio di tutte quelle stronzette superfighe che mi girano attorno solo per la fama. Io voglio una ragazza semplice, bella, a cui non interessino i miei soldi. Proprio come lei.
Louis sospirò. Harry non poteva fare sul serio, dopotutto non sapeva nulla di quella ragazza. - Creerai un bel casino - disse. - Niall ce l'avrà a morte con te.
Harry scosse la testa, facendo oscillare i suoi ricci scompigliati. - Tanto non posso dirgli nulla.
- Perché no? - chiese il castano, aggrottando le sopracciglia.
- Perché ho promesso ad Emma che non l'avrei fatto.


- Niall, mi spieghi cosa stai facendo?
Il biondo guardò Liam confuso, poi si voltò verso Zayn in cerca di aiuto, ma lui alzò le spalle.
- Mangio dei biscotti? - domandò l'Irlandese retoricamente.
- Sì, ovvio. Ma hai visto che biscotti sono?
- Ragazzi, io e Harry andiamo a far... - li interruppe Louis, ma appena vide cosa Niall aveva in mano scoppiò a ridere sguaiatamente.
Il biondino si offese e arrossì. Non capiva cosa ci fosse di così divertente in quella situazione.
- Niall, dannazione, ora dovrò andare a ricomprare altri biscotti per Austin! - lo rimproverò scherzosamente, cercando di soffocare un'altra risata.
Quando l'Irlandese realizzò di essersi appena divorato due pacchetti di biscotti per cani, fece una risata tutt'altro che imbarazzata, e poi si sedette comodamente sul divano.
- Non mi ero accorto che fossero quelli del cane - affermò, per niente turbato. - Sono buoni - aggiunse poi, sgranocchiandone un altro paio e facendo ridere i suoi amici.
- Comunque io e Harry andiamo a fare un giro con Austin - disse Louis, quando vide il riccio entrare nel salotto.
I due si diressero frettolosamente verso l'ingresso, seguiti dal cane. - A più tardi! - esclamò il castano prima che si chiudessero la porta alle spalle.
- Cosa staranno tramando quei due? - chiese Niall, più a sé stesso che ai suoi amici.
Zayn e Liam, che non avevano fatto caso al comportamento strano dei due compagni di band, non diedero molto peso alla domanda dell'Irlandese.
Tra l'altro avevano entrambi altre cose per la testa.
Liam era abbastanza preoccupato poiché non sentiva Charlie da tre giorni, e questo non capitava quasi mai.
Da quella sera in cui aveva dormito da lei, la ragazza non l'aveva chiamato, né gli aveva scritto. E neanche lui l'aveva cercata, ma a quel punto stava davvero cominciando a temere che Charlie se la fosse presa con lui per qualche motivo che lui ignorava.
Decise di mandarle un messaggio, così si alzò dal divano e si diresse verso la propria camera, per prendere il telefono.

Ciao, Charlie! :) Tutto bene?

Si limitò a chiederle come stava, poiché magari non c'era motivo di preoccuparsi e l'ultima cosa che voleva era essere assillante.
La risposta dell'amica fu quasi istantanea.

Liam! ❤ Io sto bene, tu? Come mai non ti sei fatto sentire in questi giorni?

Quel semplice cuoricino lo rassicurò: conoscendola, se fosse stata arrabbiata non gliel'avrebbe mai inviato.

Ho avuto da fare con i ragazzi... Louis si è comprato un cane, quindi siamo stati un po' tutti impegnati fra croccantini (Niall questa mattina ne ha anche mangiati due pacchetti) e giocattoli sparsi per tutta la casa! Comunque anche io sto bene. :)

In parte le mentì, non voleva confessare che aveva trascorso gli ultimi due giorni a domandarsi cosa lei stesse facendo.

Un cane? Oh, mamma! haha
Niall che mangia i croccantini è solo la prova del guaio in cui vi siete cacciati! hahaha

Liam si immaginò Charlie mentre rideva e si ritrovò a sorridere involontariamente. Si accorse che la sua risata le mancava un sacco, così decise di invitarla a cena a casa sua quella stessa sera.
Questa volta passarono dieci minuti buoni prima che lei rispondesse.

Mi piacerebbe, ma oggi non ce la faccio... che ne dici se vengo domani?
Ora devo andare, i bambini stanno per risvegliarsi dal pisolino. Fammi sapere! :) x

Liam le rispose, dicendole che non ci sarebbero stati problemi se fosse andata a trovarlo il giorno seguente.
Tornato in salotto trovò solo Niall, intento a divorarsi un panino.
- Dov'è Zayn?
- Penfo fia andato a cafa di Vicki - disse il biondo con la bocca piena.
Il castano si avvicinò all'amico. - Mi fai assaggiare il tuo panino?
L'Irlandese lo guardò stupito, poi assottigliò lo sguardo. - Niall non condivide il suo cibo.
Entrambi scoppiarono a ridere e Liam approfittò della situazione per dare un morso al panino dell'amico. Lui lo guardò esterrefatto, fingendo di essere stato ferito nel profondo.
- Questa me la lego al dito!


Zayn era andato da Vicki solo con l'intento di riprendersi la scala che aveva dimenticato lì il giovedì precedente. Non voleva vedere quella nevrotica bipolare, non voleva parlare di quello che era successo due giorni prima.
Sta di fatto che, arrivato sotto casa della ragazza, non trovò la sua scala, quindi si vide costretto a suonare il campanello.
Fu una donna ad aprire la porta.
- Ehm... salve, signora. Io sono Zayn, un amico di Victoria. Lei è in casa?
La donna lo guardò dalla testa ai piedi, poi fece un sorriso curioso.
- Allora sei tu il ragazzo di cui mia figlia ultimamente parla sempre - constatò, scatenando lo stupore del moro. - Non con me, ovviamente. Con le sue amiche, al telefono. Dovresti vederla, non sembra nemmeno avere diciannove anni... si comporta come una quindicenne innamorata! - esclamò ridacchiando.
Zayn era rimasto senza parole. Vicki innamorata? Di lui, poi?
- Comunque io sono Mary, la madre di Victoria - disse la donna, sorridendo dolcemente e porgendo la mano al moro, che la strinse cordialmente, sebbene ancora un po' sbigottito. - Lei ora non è in casa, ma dovrebbe tornare fra poco. Ti va di aspettarla? - chiese Mary, facendogli cenno di entrare.
Zayn varcò la soglia di casa un po' titubante.
- Accomodati pure - disse la donna, indicando il divano. - Vuoi qualcosa da bere?
- Un bicchiere d'acqua, per favore.
La donna si allontanò e tornò dopo pochi secondi con un bicchiere in mano. Lo porse a Zayn e poi si sedette su una poltrona di fronte a lui.
- Allora... tu e Victoria state assieme?
Il moro per poco non si strozzò con l'acqua, ma cercò di riprendersi immediatamente. - Noi? No, direi proprio di no... siamo solo amici - ammise, fingendo un sorriso.
Mary parve dispiaciuta. Stava per riaprire bocca quando suonò il campanello.
- Penso sia lei - mormorò, alzandosi per andare ad aprire la porta.
Zayn sentì la voce di Vicki e balzò in piedi, improvvisamente nervoso.
Non appena la ragazza entrò nel salotto, lo guardò come se avesse visto un fantasma. Non disse una parola, ma si voltò e tornò dalla madre.
- Cosa ci fa lui qui? - la sentì bisbigliare, con il tono allarmato.
- E' venuto a cercarti pochi minuti fa, ma non eri ancora arrivata. Così l'ho fatto entrare - rispose la madre, completamente tranquilla.
- Ssh, abbassa la voce! - mormorò Vicki. Zayn sospettò che la signora Sullivan volesse che lui sentisse il discorso, e si sentì in un certo senso appagato. - Cosa vuole?
- Non lo so, devi chiederlo a lui - la ragazza sbuffò. - Ma che problema c'è? Non è un tuo amico?
- Lascia stare, mamma.
Vicki tornò in salotto e si posizionò di fronte a Zayn, a pochi metri da lui, mettendosi le mani sui fianchi.
- Cosa sei venuto a fare?
- La scala... Sono venuto a riprendermi la scala - borbottò il moro.
Inizialmente Vicki sembrò dispiaciuta, ma poi le sfuggì un sorriso e prese Zayn per mano. - Vieni, è sul retro.
Il ragazzo rimase piacevolmente spiazzato da quel gesto. Fino a due secondi prima sembrava che l'ultima cosa che Vicki desiderasse fosse vedere Zayn, e ora gli stringeva la mano.
Quella ragazza era davvero complicata.
Attraversarono la cucina e percorsero un corridoio che portava ad uno studio.
Oltrepassarono una porta e si trovarono sul retro della casa, in un ampio giardino colmo di piante e fiori invernali. Sul lato destro si ergeva una capanna degli attrezzi, alla quale era appoggiata la sua scala. Si incamminò verso di essa, deciso a non lasciare la mano di Vicki, che lo seguì. Zayn notò che stava ancora sorridendo.
- Speravo che non saresti venuto - ammise lei, guardando verso il basso. Il moro si sentì leggermente offeso e un po' confuso da quell'affermazione. Lasciò lentamente la presa dalla mano della ragazza, facendo anche un piccolo passo indietro.
Lei se ne accorse e si avvicinò nuovamente a lui. - Perché non volevo che ti riprendessi la scala - aggiunse subito dopo, riprendendo una mano di Zayn fra le sue. - Dopotutto mi ricorda la tua serenata, mi... sarebbe piaciuto tenerla qui come ricordo.
Zayn si sentì scoppiare di felicità ma si trattenne dal fiondarsi sulle labbra della ragazza, limitandosi a sorridere.
- Non l'avrei mai immaginato - disse. - Se vuoi puoi tenerla.
- Cosa? No... sei venuto qua apposta per riportartela a casa.
Zayn non poté fare a meno di pensare che la situazione fosse alquanto ridicola. Che razza di regalo era una... scala a pioli?
- La scala era una scusa, io volevo vedere te - confessò, e in quello stesso momento si accorse che le sue parole rappresentavano la pura verità.
Vicki arrossì violentemente.
- Però te la lascio ad una condizione - La ragazza lo guardò negli occhi, un tantino diffidente. - Domenica esci con me. Non è un appuntamento. Cioè... forse sì, come vuoi tu. Ma non saremo soli. Non voglio che tu ti senta in imbarazzo, voglio solo trascorrere una giornata in tua compagnia. Se vuoi puoi invitare anche qualche tua amica, come preferisci.
Lei lasciò di scatto la presa sulla sua mano. - Non voglio uscire con te, Malik - disse, incamminandosi verso l'interno della casa.
- Cosa? Ma perché?
- Perché non mi va, e poi ho da fare - continuò lei entrando nello studio, seguita dal ragazzo.
- Cazzo, Vicki, io non ti capisco! Fino a poco fa mi tenevi per mano e ora dici che non vuoi uscire con me?
Lei lo guardò leggermente dispiaciuta. - Io...
- Perché sei così lunatica?
Vicki aprì la bocca, ma non disse niente. Dopo qualche secondo Zayn sbuffò esasperato e si diresse frettolosamente verso l'ingresso.
- Arrivederci, signora Sullivan - disse a Mary, cercando di nascondere la sua rabbia.
- Vai già via, caro?
Zayn non poté fare a meno di sorridere amaramente. Possibile che piacesse di più alla madre di Vicki che a Vicki stessa?
- Sì, penso proprio sia il cas...
- Zayn! - lo interruppe la ragazza, correndogli incontro. - Passa da me alle 16. Dove vuoi andare?
Il moro si sentì ancora più frastornato, ma sorrise soddisfatto. - Ti porto a giocare a bowling - disse, per poi lasciarle un bacio sulla fronte.
- Buona serata, signora Sullivan - la salutò ancora, questa volta definitivamente. - Ciao, Vicki.
Detto ciò si chiuse la porta d'ingresso alle spalle e se ne andò.
- Mi piace questo ragazzo - disse Mary alla figlia. - E' educato, e poi sembra così romantico... tuo padre non mi ha mai fatto una serenata.
Vicki alzò un sopracciglio. - Stavi origliando, mamma?
- In realtà sì, ma solo perché ero curiosa di sapere perché Zayn avesse dimenticato qui una scala - disse la donna, ridacchiando.
- Be', comunque non illuderti, è solo un amico e rimarrà tale.
- Come vuoi - Mary alzò le spalle, poi si incamminò verso la cucina. - Io dico che dovresti tenertelo stretto.


Dopo aver trascorso tutto il pomeriggio a passeggiare e a rimuginare sul da farsi, Louis convinse Harry - servendosi anche di qualche piccolo ricatto del tipo tagliargli i capelli mentre dormiva o postare sue foto imbarazzanti su Twitter - ad andare assieme da Emma.
Il castano suonò il campanello di casa Jones e non appena Emma aprì, lei fulminò Harry con gli occhi. Il riccio si sentì enormemente in colpa e spostò lo sguardo sul pavimento.
- Emma! - esclamò invece Louis, abbracciandola. - Ti ricordi di me? Sono Louis! Una volta abbiamo cantato "The reason" degli Hoobastank assieme a Niall in webcam!
La bionda sentì gli occhi pizzicare a quel ricordo, ma fece finta di niente. - Certo che mi ricordo di te, Louis - disse, sorridendogli dolcemente. - Ti avevo chiesto di non dire a nessuno che ero qua - aggiunse rivolgendosi a Harry, amareggiata e leggermente delusa.
- Tecnicamente mi hai detto di non dirlo a Niall, e... lui non è Niall - si giustificò il riccio, accennando a Louis.
- A proposito di questo - si intromise il castano - perché non vuoi che Niall lo sappia?
Emma si sentì disarmata dopo aver ricevuto quella domanda così diretta.
Si chiuse la porta alle spalle e si sedette su un gradino della scala del pianerottolo.
- Dopo aver firmato il contratto discografico non si è fatto più sentire. Zero. Poi quando siete venuti a Milano mi ha abbracciato come se non fosse successo nulla, come se non mi avesse piantata in asso per quasi un anno. Io pensavo che fossimo amici, ma evidentemente la fama era molto più importante di me. Non mi ha mai cercata, di conseguenza non credo proprio che gli interessi il fatto che alloggio nel suo stesso palazzo. Quindi non c'è bisogno che lo sappia.
Harry rimase a bocca aperta. Era quello il suo problema? In cuor suo sperava che ci fosse un motivo molto più serio per cui Emma non volesse vedere Niall, così lui avrebbe avuto in un certo senso il "via libera" per averla sua.
Si rese conto che qualsiasi persona che avesse conosciuto i suoi pensieri avrebbe pensato che era un perfetto stronzo, e se ne vergognò un po'. Ma tanto presto Emma avrebbe scoperto tutta la verità, quindi di sicuro per lui non c'erano possibilità.
Louis si sedette affianco alla ragazza e le passò un braccio attorno alle spalle.
- Hai sentito, Harry? - disse, richiamando l'attenzione del riccio. - La biondina su cui Niall si era fiondato in Italia era davvero la sua Emma - la ragazza rabbrividì alla parola "sua". - E noi che credevamo fosse impazzito - disse sogghignando.
- Niall ha perso il telefono la sera stessa in cui abbiamo firmato il contratto, per questo non ti ha mai chiamato - disse Harry a malincuore, sedendosi alla destra della ragazza.
Lei lo guardò a bocca aperta, non sapendo cosa dire.
- Poi tu l'hai bloccato su Twitter, no? E hai reso il tuo profilo privato. All'inizio ha provato a contattarti, ma dopo un po' ha perso le speranze - continuò Louis. - Pensava che tu non volessi più avere nulla a che fare con lui.
Emma si sentì incredibilmente stupida. La sua amicizia con Niall era finita da un giorno all'altro per una stronzata. Tutti quei mesi buttati al vento perché lei era paranoica.
- Gli manchi un sacco. Ultimamente sembra essersi ripreso un po', ma fino a poco tempo fa non faceva altro che stare a casa a deprimersi - Ad ogni parola Harry sentiva che le sue chances con Emma diminuivano, ma sapeva che era la cosa giusta da fare. - Ogni tanto parla di te, e, fidati di noi, farebbe di tutto per rivederti - Louis annuì convinto. - Teme solo che tu non voglia lo stesso, quindi...
- Ma ha ragione - disse la bionda. - Io non... non mi interessa la sua amicizia, non più. E' passato tanto tempo... evidentemente lui teneva a me più di quanto io tenessi a lui - concluse, alzando le spalle.
Harry rimase sbigottito da quell'affermazione.
- Ora devo andare, la cena sarà quasi pronta - disse, alzandosi dal gradino e dirigendosi verso la porta dell'appartamento di Beth. - Harry, non dire a nessun altro che sono qua. E questa volta non te lo sto chiedendo. Ti vieto categoricamente di parlarne con qualcuno.
Si avvicinò ai ragazzi un po' incerta e lasciò un bacio sulla guancia a entrambi, dopo di che entrò in casa.
- Perché l'ha detto solo a me? - domandò il riccio, mentre saliva i gradini per andare al quarto piano.
- Evidentemente di me si fida, e di te no - disse Louis ridacchiando. - Comunque è una pessima attrice.
Harry corrugò la fronte. - In che senso?
- Perché, tu hai creduto davvero alla storia del "non mi interessa la sua amicizia"? L'amico non disse nulla. Ci aveva creduto eccome, e poi perché non avrebbe dovuto?
- Ma dai, si vedeva lontano un miglio che stava mentendo. Mettiti l'anima in pace, Hazza, anche a lei manca il nostro piccolo Niall.


- Quindi è stato tutto un malinteso?
Emma era appena rientrata in casa e aveva immediatamente chiamato la sua migliore amica per raccontarle cosa era successo negli ultimi due giorni, e in particolare quello che le era stato raccontato pochi minuti prima da Louis e Harry.
- A quanto pare.
- Io te l'avevo detto che non avresti dovuto bloccarlo su Twitter. Se non l'avessi fatto, lui ti avrebbe scritto e avreste continuato a sentirvi - la rimproverò Camilla. - Sei proprio una cretina.
- Tu sì che sai come tirarmi su il morale - sibilò Emma ironicamente.
- Era una constatazione di fatto, mica un'offesa.
La bionda alzò gli occhi al cielo, consapevole che l'amica non avrebbe potuto vederla.
- Non so cosa fare. Insomma, non so cosa voglio, lui è...
- Piantala, Em.
- Cosa? - domandò la bionda, spaesata.
- Apri gli occhi! Sai benissimo cosa vuoi, l'hai sempre saputo!
- Ma...
- Niente "ma"! Ora che Niall è così vicino, non vorrai mica fartelo scappare?!
- E cosa dovrei fare? - chiese Emma, sconsolata.
- Va' da lui!




All that you want's under your nose, yeah
you should open your eyes but they stay closed, closed.
- save you tonight





















???
Përshëndetje!
Secondo Google Translate vi ho appena scritto "ciao" in albanese, ma sinceramente non mi fido molto AHAHAHAH va be' lol
Voglio che mi diciate tuuuuuuuuuuutto quello che pensate a proposito di questo capitolo: a partire dal discorso fra Harry e Lou, ai messaggi di Charliam, agli sbalzi d'umore di Vicki, al momento fra Emma, Louis e Harry per finire con la chiamata fra la nostra protagonista e Camilla. TUUUUUUUUUUUTTO! :D
I just wanna say a massive thank you (cit.) alle persone che hanno aggiunto la mia umile storiella alle seguite (63, siete tantissimi OuO), alle ricordate (11 asdfghjkl) e alle preferite (43 in tutto, vi amo con todo mi corazón), alle 7 che mi hanno inserita fra gli autori preferiti e alle 9 che hanno recensito il capitolo scorso. Mi rendete così felice! :)
Domenica non credo che riuscirò a postare perché sarò a Verona per il concerto dei ragazzi (sto delirando ma non lo dò a vedere lol), se tutto va bene e se voi mi farete trovare tante belle recensioni potrei postare sabato... altrimenti lunedì haha
Un bacio a tutti,

Teddy



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Capitolo 10
*** Capitolo 9 - words fall ***





- 9 -
words fall



Quel lunedì sarebbero finalmente iniziati i corsi ed Emma era estremamente sollevata a quel pensiero. Sapeva che, una volta cominciate le lezioni, avrebbe trascorso la maggior parte del suo tempo a studiare, e sperava che quello avrebbe potuto distrarla un po' dal pensiero costante di Niall.
Aveva passato tutto il week-end in casa, chiedendosi se sarebbe dovuta andare a suonare il campanello dell'appartamento del ragazzo, oppure se sarebbe stata un'idea migliore rimanersene lì dov'era, ignorando le parole della sua amica Camilla. Ovviamente scelse la seconda opzione.
- Sicura che non vuoi un passaggio? - le domandò Beth per l'ennesima volta, mentre versava del caffè in due grosse tazze colorate.
- Sicurissima - rispose Emma sorridendo. - Ho voglia di fare una passeggiata, dopotutto la scuola non è lontana.
- Come preferisci, tesoro - bevve il proprio caffè e poi mise la sua tazza nella lavastoviglie. - Io vado al lavoro. Se hai bisogno di qualsiasi cosa, non esitare a chiamarmi.
La bionda annuì. - A più tardi, Beth.
La donna salutò con un cenno della mano e uscì di casa.
Dopo meno di un quarto d'ora, anche Emma lasciò l'abitazione per dirigersi verso la sua nuova scuola. Arrivata davanti all'edificio, fece un lungo respiro. Non sapeva cosa aspettarsi da quel primo giorno di liceo in Inghilterra, e all'improvviso si sentì leggermente in ansia.
- Coraggio, Em - disse fra sé e sé, per poi incamminarsi verso l'entrata.


Liam si era appena svegliato e, considerando che dal salotto non proveniva alcun rumore, pensò che i suoi amici stessero ancora dormendo.
Quel pomeriggio lui e i ragazzi avrebbero avuto un'intervista, quindi decise di farsi una doccia prima che gli altri si svegliassero e occupassero tutti e tre i bagni del loro appartamento.
Dopo essersi lavato, andò in cucina e fece colazione con l'ultima fetta della torta al cioccolato che Charlie aveva portato lì due giorni prima.
Avevano trascorso una serata tranquilla in compagnia dei ragazzi, ma purtroppo, a causa della loro presenza, Liam non aveva avuto l'occasione di confessarle una volta per tutte i propri sentimenti. Inoltre, quella settimana entrambi sarebbero stati pieni di impegni, quindi non avrebbe potuto vederla fino a giovedì. Ma quel giorno le avrebbe detto che l'amava, ormai non aveva più scuse.
Il rumore della porta di ingresso che si apriva e si richiudeva lo distolse dai suoi pensieri, così si diresse in salotto.
- Zayn? - domandò, vedendo l'amico rincasare. - Pensavo fossi ancora a letto! Dov'eri?
- Da Vicki - rispose il moro, togliendosi la giacca.
Liam sorrise, sfoderando uno sguardo che sembrava dire: "ovvio, come ho fatto a non pensarci prima?"
- Mi piace Vicki - confessò poi, ripensando al giorno precedente, che avevano trascorso tutti assieme al bowling. - E' diversa dalle solite ragazze con cui uscivi. Molto meno... appariscente, ecco. E poi, non mi sembra che sia così lunatica come dici.
- In effetti ieri non ha avuto nemmeno uno sbalzo d'umore - constatò Zayn. - Forse perché c'eravate anche voi e le sue amiche - continuò, alzando le spalle. - A proposito, hai visto che la ragazza con la felpa blu ci provava con Niall?
Liam sorrise. - Sì, era palesemente interessata a lui.
- Forse sarebbe ora che si dimenticasse di Emma.
- Ciao ragazzi - si intromise Harry, che era appena entrato in salotto sbadigliando. - Di cosa stavate parlando? - chiese stropicciandosi gli occhi, per poi sedersi sul divano. Liam lo seguì, mentre Zayn si diresse verso la cucina, tornando dopo pochi secondi con un bicchiere d'acqua.
- Di Niall e del fatto che non riesce a legarsi a nessuna ragazza, dato che ha ancora Emma per la testa - rispose il castano accendendo la tv.
Harry si sentì improvvisamente nervoso e imbarazzato, così, cercando di non destare sospetti, si recò frettolosamente in bagno con la scusa di doversi preparare per l'intervista.
Dopo non molto tempo il telefono di Zayn squillò e lui, vedendo il mittente, si affrettò a rispondere.
- Pronto?
- Ciao, Malik - lo salutò Vicki dall'altro capo del telefono, con un tono insolitamente dolce. Il moro sorrise involontariamente. Quella era la prima volta che Vicki lo cercava, fino ad allora era sempre stato lui a contattarla.
- Vicki! Tutto bene?
- Sì, ho... ricevuto il tuo regalo. Volevo ringraziarti - Zayn se possibile sorrise ancor di più. Quella mattina si era alzato presto per acquistare un libro alla ragazza - aveva scelto un horror, sicuro che le sarebbe piaciuto - e glielo aveva lasciato davanti all'ingresso di casa sua, come settimane prima faceva con le borse firmate.
Questa volta, però, era convinto che non avrebbe rifiutato il pensiero, e se lei l'aveva addirittura chiamato per ringrazialo, non c'erano dubbi: aveva fatto centro.
- Figurati, l'ho fatto con piacere - disse il moro, ormai certo di essere sulla strada giusta per conquistare la ragazza. Notò lo sguardo interrogativo di Liam al suo fianco e gli mimò un "ne parliamo dopo" con le labbra. Poi tornò a rivolgersi a Vicki. - Ho scelto "The Dome" perché mi hai detto che ti piacciono i romanzi horror. Ne ho sentito parlare e non sembrava male, quindi...
- Oh, non è affatto male. E' uno dei miei libri preferiti in assoluto - lo interruppe la ragazza.
Lui corrugò la fronte. - Aspetta... l'hai già letto?
- Sì, tre volte - esclamò lei.
Zayn si sentì un completo idiota. Le aveva comprato un libro che lei possedeva già. - Oh - mugugnò. - Okay, aspetta, ora passo a prenderlo e vado a cambiarlo con un altro.
- Ma...
- Dammi solo dieci minuti e...
- Malik, tranquillo.
- No, davvero, io..
- Malik - lo interruppe Vicki per l'ennesima volta, alzando leggermente il tono di voce per richiamare la sua attenzione definitivamente. - Non devi cambiare assolutamente nulla. Mi piace, sul serio. E poi è il primo tuo regalo che apprezzo davvero e non rifiuto - concluse ridacchiando.
- Sei sicura? Guarda che non mi costa niente...
- Sicurissima - Il ragazzo si sentì leggermente sollevato. - Tra l'altro la copia che avevo già non è autografata da Mr. Zayn Malik! - lo schernì la ragazza, alludendo alla breve dedica che il moro le aveva lasciato sulla prima pagina del libro.
- Molto spiritosa! - disse lui ironicamente, fingendosi offeso.
Lei continuò a ridere e Zayn chiuse gli occhi per bearsi del suono della sua risata. Tanto Vicki non poteva vederlo, no?
- Allora, quando ci vediamo?
Il ragazzo sbarrò le palpebre nell'udire quelle parole.
Non sapeva se fosse perché si era divertita la sera precedente, oppure perché il regalo che le aveva fatto le era piaciuto davvero, ma qualcosa in lei era cambiato. Mai gli aveva chiesto di uscire, era sempre stato lui a dover prendere l'iniziativa. Sembrava che i ruoli si fossero quasi invertiti, così Zayn decise di fare la parte del prezioso.
- Mmh, non so... questa settimana ho un sacco di impegni e...
- Malik, con me non attacca.
Lui scoppiò a ridere. - E va bene, ho capito. Qua l'unica che può farsi desiderare sei tu.
Lei ridacchiò ancora, facendo sorridere Zayn.
- Ti va se domani facciamo colazione assieme e poi ti accompagno all'università?
- Certo che mi va. Le lezioni iniziano alle 10...
- Sarò da te per le 9.
- Perfetto. A domani, Zayn - mormorò lei con una vocina sottile.
- A domani, Vicki - la salutò infine il moro, per poi terminare la chiamata, ancora con un sorriso enorme stampato sulle labbra.


- Louis Tomlinson, membro della celeberrima band anglo-irlandese One Direction! - esclamò Macy, la figlia dei proprietari del negozio di animali, non appena vide il castano entrare dalla porta a vetri. - Qual buon vento ti porta nella mia umile bottega adibita all'accudimento di belve domestiche? - chiese poi, allargando le braccia con fare teatrale.
Louis le sorrise divertito, poi si avvicinò a lei improvvisando una sorta di passo regale.
- Milady - sussurrò inchinandosi e baciandole il dorso della mano. - Son giunto fin qui in sella al mio valoroso destriero poiché necessita cibo per essere sfamato - rispose, dando corda alla messa in scena della ragazza.
Lei rise serenamente, dopodiché prese in braccio il piccolo Austin e cominciò a fargli un po' di coccole.
- Ma se settimana scorsa hai comprato praticamente tutte le scorte di cibo che mi erano rimaste in negozio! - gli fece notare la ragazza, mettendo fine a quella specie di teatrino.
- Sai... qual era il tuo nome? - chiese Louis a se stesso, corrugando la fronte e assumendo un'espressione pensierosa. - Ah, sì! Macy! - si rispose da solo pochi secondi dopo - Sai, Macy, a quanto pare non sei l'unica che mangia cibo per cani. La ragazza lo guardò con aria confusa.
- Qualche mattina fa ho trovato Niall, uno dei miei migliori amici nonché mio coinquilino, mangiare tutti i biscotti che avevo comprato l'altro giorno per Austin. Quindi sono qua per ricomprarglieli. A Austin, ovviamente, non a Niall. Vero cucciolo? - domandò infine dolcemente, rivolgendosi al cane.
- Aspetta, l'hai chiamato Austin? - chiese Macy sbigottita. - E poi io non mangio cibo per cani, l'altro giorno stavo scherzando!
Il ragazzo la osservò con fare comprensivo. - Guarda che non te ne devi vergognare, è una cosa normale. Ognuno ha i suoi gusti. Vedi me, per esempio: mi piacciono i panini al prosciutto cotto, Nutella e ketchup, e ne vado fiero!
Vedendo che la ragazza lo fissava a bocca aperta senza dire una parola, Louis continuò a parlare. - Comunque non so perché l'abbia chiamato Austin - disse, alzando le spalle. - Mi piaceva. Forse perché me l'hai suggerito tu.
La rossa inarcò un sopracciglio.
- Tralasciando il fatto che penso che il nome Austin si addica a te e non al cane... Ci stai per caso provando con me, Tomlinson? Ti avverto: io non sono per niente il tuo tipo.
Lui sorrise maliziosamente. - Se volessi fare colpo, avrei ben altri assi nella manica. Macy lo guardò con un'espressione di sfida. - Ah, sì? Sentiamo.
Lui le prese una mano fra le sue e la guardò negli occhi, senza togliersi quel sorrisetto dalle labbra.
- Be', Macy, spero che tu sappia qualcosa di respirazione artificiale, perché in questo momento mi stai togliendo il fiato.
La ragazza scoppiò a ridere. - Dai, questa era davvero squallida!
Lui assunse un'espressione imbronciata. - Okay, ci riprovo... Ti sei fatta male quando sei caduta dal cielo? - chiese ammiccando.
Macy scosse la testa, ridacchiando. - Ma dai, questa è vecchia come la maniglia del cassetto delle mutande di mia nonna!
Il castano si finse offeso, poi ricominciò a parlare. - Se l'arcivescovo di Costantinopoli si disarcivescovicostantinopolizzasse, ti disarcivescovicostantinopolitteresti anche tu? Lei assunse uno sguardo sconvolto e divertito allo stesso tempo - Che?
- Con le frasi per attaccare bottone non funzionava, così ho provato con uno scioglilingua - spiegò.
- Sul tagliere l'aglio taglia, non tagliare la tovaglia: la tovaglia non è aglio, se la tagli fai uno sbaglio!
Entrambi scoppiarono a ridere di gusto, sotto gli occhi incuriositi del resto dei clienti. - Aspetta, aspetta! Senti questa: cosa ci fanno otto cani in mezzo al mare? Un can-otto!
Si diressero verso il reparto di cibi per animali ancora ridendo, poi Louis prese qualche scatola di biscotti e si recò alla cassa, accompagnato dalla rossa.
- Okay, ne ho una io: un uomo entra in un caffè... splash!
Il castano la guardò di traverso. - Questa era davvero pessima, Lucy.
- Mi chiamo Macy! - lo corresse immediatamente. - E poi non è colpa mia se tu non sei abbastanza arguto da capire il mio umorismo.
- Ma a me il tuo umorismo piace. Non è al livello del mio, ovvio, ma... - la ragazza gli diede una gomitata, facendolo ridere. - Perché dici di non essere il mio tipo?
Macy si sentì per la prima volta in imbarazzo, ma cercò di non darlo a vedere. - Mmh, non so... è un presentimento.
- Anche perché tu non puoi sapere quale sia il mio tipo di ragazza - disse lui, facendo l'occhiolino e dirigendosi verso l'uscita assieme a Austin. - Comunque è stato un piacere rivederti, Mary. Ci vediamo!
- Macy, mi chiamo Macy - mormorò lei sospirando, nonostante lui fosse ormai uscito dal negozio.
Mentre sistemava delle scartoffie che sua madre aveva abbandonato sul ripiano affianco alla cassa, Macy non poté fare a meno di ammettere di essere almeno un pochino interessata a Louis. Era un tipo simpatico, carino ed estroverso: aveva tutto quello che lei cercava in un ragazzo. Le sarebbe piaciuto chiedergli di uscire, ma c'erano un'infinità di motivi per cui ciò non sarebbe potuto accadere.
- Mi sono dimenticato di dirti una cosa! - esclamò il castano, irrompendo nuovamente nel negozio e facendola sussultare.
- Sono tutta orecchi - rispose lei speranzosa.
Louis camminò verso di lei sorridendo, poi le fece segno con l'indice di avvicinare l'orecchio alle sue labbra, come se dovesse dirle un segreto. Aspettò qualche secondo, poi finalmente il ragazzo disse quel che doveva dire. - La mucca dorme supina... Pina è morta.


- Allora, siete pronti? Paul ci sta aspettando sotto casa da almeno venti minuti! - sbraitò Liam per l'ennesima volta.
- Per me dovresti calmarti un po'. Ti va una tisana di camomilla e alloro?
Il castano fulminò Niall con lo sguardo. - Zayn! Dannazione, sei chiuso in quel bagno da mezz'ora! Ti decidi a uscire?
- Ho quasi finto!
Liam alzò gli occhi al cielo, esasperato. - Dove diamine è finito Louis? E' uscito di casa più di due ore fa!
- Sono sicuro che è sull'ascensore. Davvero non ti va una camomilla? L'alloro è uno dei migliori rimedi contro l'insonnia, forse sei così agitato perché la scorsa notte non hai dormito molt...
- Io non sono agitato! - esclamò Liam.
Niall guardò Harry, seduto sulla poltrona di fronte al divano, leggermente allarmato. - Okay... io vado a prepararti una tisana.
Proprio in quel momento Louis fece le sua entrata dalla porta d'ingresso.
- Finalmente ci allieti con la tua presenza - lo schernì Liam.
- State per uscire? - domandò il maggiore dopo aver slacciato il guinzaglio a Austin, notando che i suoi amici indossavano scarpe e giubbotto.
Niall accorse in salotto con la camomilla, sperando che Liam non impazzisse.
- Abbiamo l'intervista, Lou, ricordi?
Il ragazzo si diede uno schiaffo sulla fronte. - E' vero! Me n'ero completamente dimenticato! Vado a cambiarmi e torno subito - disse infine volatilizzandosi.
- Niall, io odio essere in ritardo... perché fanno di tutto per farmi diventare pazzo? - piagnucolò Liam, iniziando a sorseggiare la bevanda.
Il biondo ridacchiò, poi incontrò lo sguardo di Harry, che sembrava particolarmente pensieroso.
- Hazza, tutto bene?
- Mh? Sì, perché?
- Non so, hai uno sguardo strano... qualcosa ti preoccupa?
- No, niente - rispose sorridendo. Niall però si accorse che quello non era un sorriso sincero. Si appuntò mentalmente di parlare con il riccio una volta tornati dall'intervista: se qualcosa lo turbava, magari aveva bisogno di due orecchie da cui essere ascoltato e qualche buon consiglio.
- Eccomi! - esclamò Louis entrando in salotto. - Zayn dov'è? - domandò spensierato. - Zayn ci raggiunge dopo, noi andiamo - disse Liam alzandosi dal divano e dirigendosi frettolosamente verso la porta d'ingresso.
- Lo aspetto io - rise Niall, scuotendo la testa e accomodandosi su una delle poltrone del salotto.
Harry si alzò di malavoglia dal divano e seguì Liam e Louis fin fuori dall'appartamento. - Vi aspettiamo giù.
Il biondo annuì e accese il televisore, convinto che avrebbe fatto in tempo a vedere una puntata intera di un qualsiasi telefilm trasmesso in tv in quel momento.


Emma era appena tornata a casa e si sentiva stanchissima.
La scuola a Londra era totalmente diversa rispetto a com'era abituata lei: molto più caotica, piena di gente diversa e interessante, ma allo stesso tempo ben organizzata e senza ombra di dubbio mille volte più fica.
Inoltre l'edificio era enorme e cercando l'aula di biologia si era persa almeno un paio di volte.
Aveva fatto amicizia con una ragazza molto gentile - Heather - che seguiva quasi tutti i suoi corsi, e ne era davvero lieta. Sapeva che frequentando quella scuola non avrebbe avuto tantissimo tempo libero, ma non era un topo da biblioteca e almeno il venerdì o il sabato sera le sarebbe piaciuto uscire.
Stava pensando che l'indomani sarebbe dovuta andare in libreria ad acquistare tutti i volumi necessari per seguire le lezioni e la nuova amica si era cortesemente offerta di accompagnarla, quando udì delle urla provenire da fuori, così si affacciò alla finestra della sua cameretta per capire cosa stesse succedendo.
Di fronte al vialetto del suo palazzo scorse Louis, Harry e Liam - un altro membro della famigerata band - salutare calorosamente una decina di ragazzine che avevano tutta l'aria di essere delle psicopatiche che la mattina davano il buongiorno ai poster dei loro cinque beniamini.
Li vide farsi abbracciare dalle fan, concedergli qualche scatto e poi chiacchierare un po' con due di loro - quelle che sembravano le più normali - mentre le altre si strappavano i capelli o scoppiavano in lacrime dall'emozione di averli toccati, probabilmente.
Stava cercando di immaginare il motivo per cui Louis stesse ridendo, quando vide un quarto ragazzo aggiungersi al gruppo.
La bionda cominciò a boccheggiare. Sentì le gambe diventarle gelatina e il cuore iniziò a batterle a una velocità impensabile.

- Cami, puoi abbracciarmi? - domandò la sua migliore amica con voce spezzata.
La mora si voltò verso Emma sorridente, ma appena vide il suo viso la sua espressione si tramutò in preoccupata. - Em, che hai?
La ragazza tirò su col naso. - Ho bisogno di un abbraccio - mugolò.
Camilla la circondò immediatamente con le sue braccia e cercò di confortarla accarezzandole la schiena, ma con scarsi risultati.
- Mi spieghi cos'è successo? - insisté, staccandosi un poco da lei per guardarla negli occhi, diventati lucidi.
Emma abbassò lo sguardo.
- Non è successo niente, è che mi sento terribilmente sola. Voglio lui, qui accanto a me. Voglio che mi osservi con quei suoi occhi affascinanti che rispecchiano tanta allegria, poter ridere assieme a lui e ammirare quel suo sorriso che pare così perfetto ai miei occhi. Voglio sentire il battito del suo cuore mentre mi abbraccia. Poter riprovare quella sensazione. Sentirmi felice, in pace con il mondo. Sentirmi a casa.


Emma rabbrividì a quel ricordo di pochi mesi prima e gli occhi cominciarono a pizzicarle.
La nostalgia di quell'unico abbraccio che si erano scambiati si fece spazio dentro di lei, divorandola. Voleva correre da lui e buttarsi fra le sue braccia senza troppe scuse.
Intravide Liam rivolgersi al biondo, probabilmente chiedendogli qualcosa, e poi dirigersi verso il van parcheggiato lì di fronte, salendoci e prendendo posto su uno dei sedili. Scorse i suoi amici seguirlo - lui compreso - e senza pensarci neanche un secondo si catapultò fuori dalla sua cameretta e poi dall'appartamento, senza nemmeno prendere la giacca.
Pigiò il pulsante per prenotare l'ascensore ma questo tardava ad arrivare, così prese le scale e le fece di corsa, scendendo i gradini a due a due.
Arrivata al piano terra, venne quasi travolta da qualcuno, un ragazzo, che farfugliò delle scuse e si precipitò fuori dal palazzo.
Si sentì un attimo disorientata, poi assottigliò lo sguardo e capì che il ragazzo in questione era Zayn, il membro mancante della band di Niall.
Lo seguì correndo il più veloce che poteva, ma quando si trovò nel vialetto, disarmata, vide la portiera del van nero chiudersi e l'automobile partire.


- Ma quella è... - Niall spalancò la bocca, non credendo ai propri occhi. - Si fermi! - esclamò rivolgendosi all'autista. - Si fermi, devo scendere!
Liam lo incenerì con lo sguardo.
- Non ci provare, Niall, siamo già in ritardo di un'ora! - lo minacciò Paul, manager e addetto alla sicurezza della band.
Il biondo lo guardò infuriato, poi portò nuovamente lo sguardo a lei, che si stava dirigendo verso l'entrata del palazzo con la testa china.
- Emma! - cercò di chiamarla, ma ormai il van era partito e ovviamente lei non poteva più sentirlo.
La osservò, mentre stava per sparire dietro il portone. Si sentì impotente, debole. - Emma! - provò ancora, ma era come se le sue parole uscissero dalla bocca e cadessero a terra, senza raggiungerla.




I'm weaker
my words fall and they hit the ground
oh life, come on head, don't you fail me now.
- stole my heart





















?!
Lo so, ormai è domenica e io avevo promesso di postare sabato, shame on me cc Sappiate però che sono stanca morta e che sono ancora in piedi solo per voi, quindi dovete volermi bene! uu
Vi ringrazio TUTTE, come sempre, soprattutto le UNDICI persone che hanno recensito lo scorso capitolo! Vi rendete conto che non posso nemmeno contarvi sulle dita delle mie mani?!
Spero mi lasciate tante belle recensioni anche questa volta, voglio sapere cosa ne pensate di questo capitolo. :) Soprattutto perché per me scriverlo è stato un parto HAHAHA
Notte,

Teddy



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Capitolo 11
*** Capitolo 10 - so close ***





- 10 -
so close



- Ma sei sicuro che quella fosse Emma?
- Sì, cazzo! Era lei! - sbottò Niall.
- Okay, supponiamo che fosse lei per davvero... - continuò Zayn - cosa ci fa a Londra? E proprio sotto casa nostra, poi?
- Non lo so, Zayn, come faccio a saperlo? Non mi avete fatto scendere per andare da lei!
Louis gli appoggiò una mano sulla spalla. - Dai, Nialler, stai tranquillo, fra poco arriviamo a casa e...
- Giuro che se non la trovo vi prendo a pugni - lo interruppe il biondo, a denti stretti.
- Niall, calmati. Se ti vede in questo stato si spaventa. - disse Liam. - Magari posso ricambiarti il favore di prima e prepararti una tisana di camomilla e alloro, che ne dici?
L'Irlandese gli lanciò un'occhiataccia, ma non disse nulla.
- Ehm... Dove... dove pensi di cercarla? - si intromise Harry, che fino a quel momento non aveva proferito parola.
- Non so, l'ho vista entrare nel nostro palazzo, magari è lì che... aspetta che io torni - ipotizzò Niall speranzoso. - Altrimenti busserò alla porta di ogni appartamento pur di trovarla. E se non sarà lì, sono anche disposto a setacciare tutta Londra. Non può essere così lontana, siamo stati via meno di due ore.
Ci fu qualche minuto di silenzio, che venne poi rotto da Louis. - Ti aiutiamo. Tu cercala al piano terra, io vedrò se è al primo, Zayn al secondo, Harry al terzo e Liam al quarto.
Lanciò una veloce occhiata al riccio, poi riprese a parlare. - Faremo più in fretta.
- E il primo di noi che la trova ti chiama al telefono - concluse Liam.
Niall annuì, sorridendo lievemente. Era contento che i suoi amici fossero pronti a dargli una mano.
Non appena il van imboccò la via in cui si trovava il loro palazzo, fece un lungo respiro. Il cuore gli tamburellava nel petto, rendendolo ancora più agitato. L'avrebbe trovata?


Harry sapeva che Louis aveva fatto apposta ad assegnargli il terzo piano, e lo detestava per questo.
Con quale coraggio avrebbe detto alla ragazza di cui si era invaghito che la sua vecchia fiamma - se così poteva chiamarsi - la stava cercando?
Tuttavia, non avendo scelta, arrivato sul pianerottolo, non perse tempo e si diresse verso la porta della signora Jones, per poi suonare il campanello.
Di fronte si trovò una Emma un po' trafelata, alla quale si illuminarono gli occhi quando lo vide. - Harry! - cinguettò, tornando in salotto di fretta e furia per prendere le sue All Star rosse, che indossò senza nemmeno sedersi, saltellando su un piede solo per riuscire ad infilarsele. - Finalmente siete tornati! Dov'è Niall?
- E'... al piano terra, a cercarti. Io e Louis non gli abbiamo detto niente, come ci avevi chiesto, quindi...
- A cercarmi? Davvero? - domandò la bionda, mentre un sorriso enorme si apriva sul suo volto.
- Sì... Posso chiederti una cosa?
- Dimmi - disse lei, mentre infilava la chiave nella serratura per chiudere la porta.
- Come mai hai cambiato idea? Pensavo non volessi che lui sapesse che tu eri qui.
Emma si diresse velocemente verso l'ascensore, ancora sorridendo. - Dopo quello che mi avete raccontato tu e Louis, mi sembrava stupido essere ancora arrabbiata. Non c'era motivo, è stato tutto un malinteso - Salì sull'ascensore, seguita da Harry, che pigiò il tasto del piano terra. - Ci ho messo un po' per decidermi, non sapevo cosa avrei potuto dir... - Emma lasciò la parola a metà, spalancando gli occhi, come se si fosse ricordata di qualcosa di estrema importanza.
Non trovando altra soluzione, pigiò il tasto "alt", che fece arrestare immediatamente l'ascensore.
Il ragazzo si guardò attorno allarmato. - Emma, ma che caz...
- Non so cosa dirgli! - esclamò, quasi presa dal panico.
Harry si rilassò, contento che non ci fosse nessun problema grave. Poi incrociò le braccia al petto e le sorrise. - Vuoi preparati un discorso? - chiese, prendendola in giro.
- No... - rispose la bionda, imbarazzata. - E' che non so cosa si aspetta, non... non vorrei fare una figuraccia - borbottò, mettendosi una ciocca dei lunghi capelli biondi dietro l'orecchio.
Lui non poté fare a meno di pensare che fosse dolcissima. Tirò fuori il telefono dalla tasca dei propri pantaloni, pronto a chiamare l'amico.
- Ricordi cosa ha fatto lui quando vi siete visti a Milano? - domandò il riccio.
Lei annuì, sorridendo a quel ricordo.
- Be', fai lo stesso, così non rischi di fare qualcosa che lui non gradisca - concluse, facendole l'occhiolino. - Posso chiamarlo e dirgli che ti ho trovata?
Emma acconsentì, chiedendo però di inserire il viva voce, in modo che anche lei potesse sentire.
Il telefono non fece nemmeno uno squillo che Niall rispose.
- L'ho trovata, te la sto portando lì - furono le uniche parole che disse il moro.
Il biondo rimase qualche attimo in silenzio. Harry intanto fece ripartire l'ascensore e Emma iniziò a mangiarsi le unghie.
- Cosa ha detto quando ti ha visto?
- Mi ha chiesto di te, e appena ha saputo che eri al piano terra è corsa verso l'ascensore. Ora però è qua tutta nervosa che si sta mangiando le mani - rise Harry, schernendola.
Lei gli tirò un pugno sulla spalla, non facendogli male per niente.
Le porte dell'ascensore si spalancarono senza che i due si accorgessero di essere arrivati a destinazione.
Niall era a pochi metri da loro, ancora col telefono all'orecchio.
Emma fece per correre verso di lui e abbracciarlo, proprio come le era stato suggerito da Harry, ma accorgendosi dell'espressione diffidente del biondo, si fermò a metà strada.
Lui abbassò lo sguardo, puntandolo sulle proprie scarpe.
- Perché hai fatto finta di non conoscermi, quella volta a Milano?
Emma rimase interdetta. Non si aspettava che avrebbe reagito così. - Io non... non lo so. Ero spaventata, confusa - improvvisamente si sentì a disagio. - Fino a pochi secondi prima pensavo che tu ti fossi dimenticato di me, che non ti ricordassi nemmeno della mia esistenza. Quando mi hai abbracciato non ci ho capito più niente... mi dispiace.
- Mi hai fatto sentire un idiota. Per un attimo ho addirittura pensato che non fossi realmente tu - mugugnò lui.
Lei sorrise, guardando per terra a sua volta. Le aveva sempre fatto tenerezza quando si comportava da insicuro.
- Ero io - si avvicinò a lui lentamente. - E sono io anche adesso - quando fu a un passo da lui, Niall finalmente la guardò negli occhi. Alla vista di quei due oceani blu Emma sentì lo stomaco attorcigliarsi. - Ora posso abbracciarti? Mi sto trattenendo da quando ti ho visto e mi fanno quasi male i muscoli - confessò con voce spezzata.
Lui le sorrise, riducendo il cuore della ragazza in poltiglia.
La bionda lo prese come un sì e gli buttò le braccia attorno al collo, facendogli quasi perdere l'equilibrio.
Niall la incatenò, non lasciandole nemmeno lo spazio per muoversi.
Quella era la dimostrazione di affetto più bella e sincera che avesse mai ricevuto.
Non era un abbraccio qualunque. Negli abbracci qualunque puoi respirare, staccarti e tornare a casa. Quello invece le toglieva il fiato, ma soprattutto non sarebbe potuta tornare a casa perché fra braccia di Niall si sentiva già a casa.

- Ti rendi conto di quanto tempo abbiamo perso perché tu non ti sei fidata di me? - la ammonì Niall, dandole un buffetto sul capo.
- Lo so, lo so, sono stata una cretina. Mi è già stato detto - farfugliò lei.
Lui si mise a ridere. - Sei perdonata.
Avevano trascorso quasi due ore nell'appartamento dei ragazzi a chiacchierare, un po' in compagnia degli altri, un po' solo loro due.
Era incredibile il fatto che non ci fosse il benché minimo imbarazzo fra i due, sebbene non si parlassero da mesi e si fossero visti solo una volta prima di allora.
- Sai, pensavo che la fama ti avesse cambiato, e invece non è affatto vero. Sei sempre il solito Niall - confessò la bionda sorridendogli.
- Ed è un bene o un male?
- Un bene, ovviamente - disse arrossendo. - Ora credo sia il caso di andare, Beth si starà chiedendo dove sono finita - Emma si alzò dal divano sotto lo sguardo dispiaciuto di Niall, che la accompagnò alla porta.
- Perché domani non passi qua, dopo le lezioni?
Lei annuì, per poi stampargli un leggero bacio sulla guancia. Non appena si staccò, lui si sentì scottare proprio nel punto in cui le labbra della bionda avevano toccato la sua pelle. - Buonanotte, Niall. Salutami i ragazzi.
Dopo averla vista sparire dietro le porte dell'ascensore, chiuse la porta, chiedendosi chi fosse Beth.
- Ehm, Niall... - lo chiamò Harry, entrando in salotto.
L'Irlandese non riusciva a smettere di sorridere. - Dimmi, Hazza.
- Senti, devo dirti una cosa.
- Ti ascolto - ribatté il biondo - sempre con un sorriso stampato sul volto - sedendosi sul divano.
- Ricordi la ragazza che ho conosciuto giovedì? Quella del terzo piano, che sta dalla signora Jones?
Niall annuì, sebbene non stesse prestando poi così tanta attenzione all'amico. - Ecco... è Emma.


Louis si stava infilando il pigiama quando Harry entrò nella sua stanza, nell'attico, chiudendosi la porta alle spalle.
- Cosa ti ha detto? - domandò spegnendo il proprio computer.
Il riccio sospirò, sedendosi sul letto dell'amico. - Ha detto che gli dispiace, ma che comunque non sarà un problema perché per me non è difficile trovare altre ragazze con cui uscire.
- E ha ragione.
- Ha dato per scontato che io lascerò perdere, solo perché lei è Emma.
- Giusto.
- Ma a me lei piace! - si lamentò. Faceva i capricci come un bambino viziato.
- Non la conosci nemmeno - gli ricordò il castano, sedendosi affianco a lui.
- Non ho bisogno di sapere il suo codice fiscale per capire che sono attratto da lei.
- Quindi è solo un'attrazione fisica?
- Se fosse stato così mi sarei dimenticato di lei portandomi a letto un'altra.
Louis alzò un sopracciglio, divertito. - Mi stai dicendo che ti sei già scopato una dopo aver incontrato Emma - ovvero neanche una settimana fa?
- Sì, e ho pensato tutto il tempo a lei. E la cosa... strana è che non lo facevo perché volevo che si trovasse al posto di quella puttanella qualunque. Pensavo a lei perché ero convinto che avrei preferito mille volte stare in compagnia di Emma, magari a baciarla e coccolarla, piuttosto che scopare con quella là.
- Incredibile - fu l'unica cosa che disse Louis, sdraiandosi sul letto con le braccia dietro la testa.
- Già.
- Harry - disse il castano dopo qualche minuto in cui nessuno dei due aveva parlato - sei sicuro che non vuoi lei solo perché... non puoi averla?
- No! - sbottò il riccio. - Se non ricordi male, il giorno in cui l'ho conosciuta non sapevo nemmeno che fosse quella Emma!
Louis annuì pensieroso. Rimase un po' a rimuginare, Harry poteva sentire gli ingranaggi del suo cervello muoversi. - Hazza, mi dispiace, ma questa volta non sono dalla tua parte - disse infine.
Il moro sbuffò, alzandosi dal letto e dirigendosi verso la porta. - Neanche io lo sarei - mugolò.


Finalmente giovedì era arrivato e Liam si sentiva come quando, da piccolo, seduto davanti all'albero di Natale, attendeva impaziente che i suoi genitori gli dessero il via libera per scartare i regali.
Lui e Charlie si erano dati appuntamento alle 18, sotto casa della ragazza. Liam sarebbe andato a prenderla in macchina, per poi portarla in un carinissimo ristorante italiano che si trovava proprio nel centro di Londra e la serata sarebbe terminata romanticamente sul London Eye, dove finalmente si sarebbe dichiarato.
Era tutto studiato nei minimi dettagli e questa volta nulla al mondo gli avrebbe impedito di confessarle che l'amava.
In quel momento, però si sentiva una quattordicenne in preda all'ansia da primo appuntamento.
- Come va? - chiese Niall, spuntando dalla porta della camera del castano.
- Una merda. Che cosa ci si mette quando devi dire alla ragazza a cui sbavi dietro da una vita che la ami?
Il biondo scoppiò a ridere. - Sembri una ragazzina! - esclamò fra le risate. - Se sei in panico ora perché non sai cosa indossare, chissà cosa farai quando dovrai pronunciare le due famose paroline!
Liam stava per ribattere, quando il campanello suonò. - E' Emma! - disse Niall saltellando fuori dalla camera dell'amico.
- Ora chi è la ragazzina? - gridò Liam, per poi volgere nuovamente lo sguardo verso il proprio armadio e infilarsi le mani fra i capelli.
L'Irlandese tornò dopo pochi secondi, seguito dalla bionda. - Ti ho portato i rinforzi!
- Ciao, Liam - disse Emma, facendo un cenno con la mano.
- Ciao, Emma - mugugnò lui.
- Hai bisogno di una mano? - chiese lei avvicinandosi.
Lui annuì. - Se un ragazzo dovesse organizzare una serata romantica per dirti che ti ama fin dalla prima volta che ti ha vista, cosa ti aspetti che indosserebbe?
La bionda diede uno sguardo a Niall con la coda dell'occhio, poi tornò a concentrarsi su Liam. - Be'... nulla di speciale. Voglio dire, sicuramente non giacca e cravatta - rise, iniziando a frugare nel mastodontico armadio del castano. - Ma nemmeno una tuta e la maglietta del pigiama. Magari questa! - tirò fuori da un cassetto una camicia di un azzurro chiaro, porgendola a Liam. - Sembra dire: questo non è un matrimonio ma comunque un avvenimento importante, degno di camicia!
Liam le sorrise e annuì, contento della scelta della ragazza.
- E poi... sotto potresti indossare dei jeans scuri, come questi - prese un paio di pantaloni e li accostò alla camicia. - Non è male, no?
- Affatto - si intromise Niall.
Emma sorrise al biondo, poi rivolse nuovamente lo sguardo a Liam.
- E le scarpe?
La ragazza si avvicinò alla scarpiera che si trovava affianco alla scrivania, poi la aprì. - Liam, qua c'è l'imbarazzo della scelta! - rise lei, vedendo di fronte a sé almeno trenta paia di scarpe.
- E non sono tutte! - esclamò Niall, ridendo a sua volta.
- E' proprio per questo che non so quali mettere! - si lamentò il castano, ignorando l'amico.
La bionda passò in rassegna varie paia di scarpe, per poi soffermarsi su delle All Star bianche, prenderle e lanciarle a Liam.
Lui sorrise, abbracciandola. - Grazie, Em, chissà cosa avrei fatto senza di te!
La ragazza si sentì leggermente in imbarazzo, poi qualcuno la prese per il polso e la strattonò. - Ti serve aiuto per il make-up o posso portarmela via? - domandò Niall ironicamente.
L'amico fece una smorfia e gli lanciò dietro una scarpa, facendolo scappare in salotto, seguito da Emma.
I due piombarono sul divano ancora ridendo.
Erano tre giorni ormai che trascorrevano praticamente tutto il pomeriggio assieme a scherzare, ridere, raccontarsi aneddoti e qualche volta anche a studiare. O meglio, Emma stava china sui libri e Niall la osservava.
Si comportavano come se fossero amici di vecchia data - e in un certo senso lo erano.
Cercavano di recuperare il tempo perduto parlando di tutto quello che era successo da due anni a quella parte e la verità era che si trovavano davvero bene l'uno in compagnia dell'altra.
- Ti va un film? - disse lui afferrando una ciotola di patatine e sgranocchiandone qualcuna.
- Mmh, in realtà non molto... che ne dici di una partita a FIFA, piuttosto? - propose la bionda, facendo un cenno con il capo verso la PlayStation 3.
- Ci sai giocare?
- Me la cavo - disse lei con falsa modestia. Lui scosse il capo sorridendo, poi le passò uno dei joystick.
- Che c'è, non ci credi?
- Non molto - rispose lui facendole l'occhiolino.
Lei fece un sorriso furbetto, poi mangiò una patatina. - Vedremo.


- Charlie, sei... bellissima - disse Liam quasi senza fiato, vedendo la ragazza scendere le scale di casa sua vestita con un graziosissimo abito grigio chiaro che faceva pendant con i suoi occhi.
Lei alzò le spalle, sorridendo. - Mi hai detto di vestirmi bene.
Le baciò una guancia, per poi porgerle un mazzo di fiori. - Questi sono per te.
Charlie ringraziò lusingata. Liam la aiutò ad indossare il cappotto, poi la prese per mano, la accompagnò alla macchina, da vero gentiluomo le aprì la portiera del passeggero e la fece accomodare.
Non parlarono molto durante il viaggio, e una volta arrivati al ristorante, dopo aver ordinato, Charlie porse a Liam una domanda che lo mise in una posizione un po' scomoda.
- Allora, a cosa devo tutto questo?
Lui finse di non capire, corrugando la fronte.
- Sì, insomma, mi hai fatto vestire di tutto punto, mi hai portato in questo carinissimo ristorante... è per caso il mio compleanno e me ne sono dimenticata? - rise lei, bevendo poi un sorso di vino.
- No, nulla del genere - ridacchiò il castano.
- E allora cosa?
Lui alzò le spalle, cercando di mentire nel miglior modo possibile. - Volevo solo trascorrere una bella serata con te, dato che è un po' che non ci vediamo.
Se Charlie rimase delusa da quelle parole non lo diede a vedere.
Liam non voleva confessarle in quel momento il vero motivo di tutta quella messa in scena. Voleva aspettare l'attimo perfetto, sul London Eye, nel punto più alto della ruota panoramica, per dirle che l'amava.
- E i fiori? - tentò di nuovo lei, accarezzando i petali di uno dei garofani appoggiati sul tavolo.
- Li ho visti e ho pensato che ti sarebbero potuti piacere, niente di più - mentì ancora. Charlie stava per ribattere quando una ragazza - avrà avuto al massimo sedici anni - si avvicinò al loro tavolo con un sorriso ebete stampato in volto.
- Liam, sei davvero tu! - squittì, in preda all'emozione.
Lui annuì, sorridendole dolcemente.
- Mi faresti un autografo? - lo supplicò, porgendogli una penna e un foglietto.
- Certamente.
Charlie osservò infastidita tutta la scena. Non le avevano mai dato noia le fan degli One Direction, nemmeno quando inseguivano lei e Liam urlando come delle galline. Eppure in quel momento si sentiva estremamente irritabile.
- Scusa, puoi scattarci una foto? - le chiese la ragazza, porgendole il proprio telefono. Lei le sorrise falsamente, sperando che dopo la foto se ne sarebbe andata via in fretta.
Cosa che ovviamente non accadde, e come se non bastasse dopo di lei la stessa scena si ripeté almeno altre quattro volte con altrettante ragazze.

- Scusa per prima, sai come sono le fan.
La ragazza sfoderò nuovamente il suo finto sorriso. - Figurati, non è colpa tua.
Arrivati davanti alla ruota panoramica, lei rimase leggermente stupita. - Il London Eye, eh?
Lui fece finta di non sentire. La prese per mano, pagò i due biglietti e la condusse verso una delle capsule. Fortunatamente oltre a loro c'erano solamente altre due coppiette.
Il giro panoramico era partito e nè Liam nè Charlie avevano ancora detto una parola, si limitavano ad osservare Londra di notte in tutta la sua bellezza.
Quando la loro navicella fu quasi nel punto più alto della ruota panoramica, Liam prese coraggio e ruppe il silenzio. - Charlie...
Lei si voltò verso il ragazzo, lo sguardo impassibile.
- Ecco, io...
- Liam? Sei Liam Payne?
- Oh, non ancora - borbottò la ragazza, voltandosi di nuovo verso il vetro per non prendere a schiaffi l'ennesima fan che li aveva disturbati quella sera.
- Faccio subito - mormorò lui, stampandole un bacio sulla tempia e allontanandosi, lasciandola sola.
Non appena tornò, la prese per mano. - Ti stavo dicendo... - Non riuscì a finire la frase perché venne interrotto nuovamente, questa volta dal telefono di Charlie che squillava.
- Pronto? - disse lei, pigiando sul tasto verde e avvicinandosi il telefono all'orecchio. - No, Ty, non mi disturbi - fece una pausa. - Nulla di che, sono fuori con un amico - Liam si sentì leggermente offeso. Lei fece una risatina. - Certo che non devi essere geloso, è solo un amico.
Il ragazzo si sentì confuso. Ma con chi cazzo stava parlando Charlie al telefono? - Va bene tesoro, ci sentiamo domani. Non vedo l'ora di vederti - cinguettò, poi rise ancora. - Buona notte.
Terminò la chiamata e ripose il telefono nella borsetta.
- Scusa, Liam, Tyler non mi lasciava riattaccare - ridacchiò.
- Tyler? - domandò, convinto di non aver mai sentito Charlie parlare di un amico che avesse quel nome.
- Sì, Tyler, il ragazzo con cui sto uscendo - sorrise lei.
- C-cosa?
- Il ragazzo con cui sto uscendo - ribadì lei. - Non te l'ho detto?
Lui scosse la testa, la bocca spalancata.
- Settimana scorsa sono andata a cena fuori con degli amici, ricordi? E ho conosciuto questo ragazzo. E' stato molto carino con me, la sera mi ha addirittura riaccompagnata a casa e... mi ha baciata - sorrise, volgendo lo sguardo verso i palazzi londinesi. - Ero convinta di avertene parlato.
La loro capsula arrivò a terra e le porte si aprirono. - Tu cosa volevi dirmi?
Liam si diresse verso l'uscita a passo lentissimo, cercando di realizzare cosa aveva appena detto Charlie. - Niente... niente di importante.
Non proferì parola per tutto il viaggio di ritorno, annegato fra i suoi pensieri e le sue commiserazioni.
C'era un altro. Charlie era impegnata con un altro ragazzo e Liam stava quasi per dirle che l'amava.
Era ingiusto. Lui l'amava da prima di quel Tyler, non era possibile che lui avesse avuto la precedenza.
Era ad un passo dal confessarle tutti i sentimenti che si teneva dentro da anni e non ce l'aveva fatta, era andato tutto a rotoli.
E quella era proprio la cosa che lo feriva di più. Ci era andato così vicino.




That's what hurts the most
girl, I came so close
but now you'll never know
baby, I loved you first.
- loved you first





















?❤?❤?
HAHAHAHAHA sì okay scusate per quei cuori un po' bimbominchiosi ma finalmente Emma e Niall si sono rincontrati e io sono troppo feliceeeeeeeeeeee lol e voi? Siete felici almeno la metà di quanto lo sono io?
Come avrete notato però Harry non molla. Chissà come si svilupperanno le cose... lol
E ora arriviamo al momento Charliam. So sad! :'( Cosa ne pensate del fatto che Charlotte abbia un altro? Fatemi sapere! :D
Ringrazio le 84 persone che seguono la storia, le 14 che la ricordano, le 57 che la preferiscono e ovviamente le 14 (PORCA TROIA) che hanno recensito lo scorso capitolo! Santissimi alpaca di tutto il mondo, siete tantissimeeeeeeeee! DDD:
Spero di trovare altrettante belle recensioni anche a questo capitolo, non deludetemi! ❤

Love ya so so so much,
Teddy

ps: AMO ALLA FOLLIA QUESTA GIF



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Capitolo 12
*** Capitolo 11 - something about your laugh ***





- 11 -
something about your laugh



- Quindi l'RNA - o acido ribonucleico - contiene lo zucchero ribosio e le basi adenina, guanina, citosina e uracile. Inoltre i suoi neuclotidi formano un'unica catena - ripeté Emma per l'ennesima volta, cercando di memorizzare quella quantità infinita di nomi impronunciabili.
Niall annuì sorridendo, il libro di biologia di Emma in mano. - Invece, a proposito degli zuccheri che formano gli acidi nucleici...? - domandò lui, per poi infilare la mano nel pacchetto di Ritz e mettersene in bocca una manciata.
- Possono essere ribosio o desossiribosio.
Il biondo chiuse il libro con un tonfo. - Basta, sai tutto.
Lei lo guardò contrariata. - Cosa? No! - si allungò per afferrare il volume e lo riaprì sulla prima pagina del capitolo che stava studiando. - Chiedimi qualcos'altro!
- E va bene - sbuffò lui. - Dimmi cos'è un aminoacido.
- E' un monomero formato da un breve scheletro di atomi di carbonio, a cui si legano un gruppo aminico, un gruppo carbossilico e una catena laterale denominata R.
L'Irlandese chiuse di nuovo il libro, ma questa volta lo prese in mano per far sì che Emma non lo riaprisse. - Io direi che per oggi è abbastanza! - ridacchiò.
Lei si alzò dalla sedia e gli andò incontro per riprendersi il suo volume di biologia. Lui però alzò il braccio che lo reggeva e, data la differenza di statura, nemmeno saltando Emma riuscì a riprenderselo.
- Niall, ridammelo! Non posso trascurare lo studio, ridammelo!
Lui scoppiò a ridere. - Trascurare lo studio? Sono quasi le 14 e abbiamo iniziato alle 9:30! Io ho il cervello che mi fuma e ti stavo soltanto dando una mano, figuriamoci tu!
Lei incrociò le braccia al petto, ormai convinta che i suoi tentativi di ritornare in possesso del proprio libro erano vani.
- Tra l'altro devo prepararmi, questa sera c'è la festa di compleanno di Zayn e di sicuro non ci posso andare così - rise, indicando la tuta verde che aveva addosso. - E anche tu sei invitata, quindi...
- Io non so se venire - borbottò lei.
Niall corrugò la fronte. - Perché?
- Perché non conosco nessuno a parte te! - ribatté, sgranocchiando poi qualche Ritz.
Lui rise. - E Zayn? Liam, Louis e Harry?
Lei si sentì leggermente in imbarazzo. - Niall, va bene che è quasi una settimana che trascorro metà delle mie giornate a casa vostra, ma loro li conosco appena... con te è diverso, è come se fossimo amici da anni.
- E allora non ti lascerò sola nemmeno per un attimo, d'accordo? - sorrise il biondo. - Io voglio che tu venga. Per favore... - la supplicò, giungendo le mani in preghiera e sfoderando la sua migliore faccia da cucciolo.
Emma non seppe resistere. - E va bene - disse sorridendo. - Però ridammi il mio libro.


Harry si era appena svegliato e, entrando in bagno, aveva trovato Emma e Niall intenti a fare qualche strana cosa con una minacciosa pappetta verdognola.
- Ma che caz...
- Buongiorno, bell'addormentato! Sai che ore sono? - chiese Niall, mentre spalmava quella robaccia su tutto il viso della bionda.
- Non so... le 10? - tentò il riccio senza neanche pensare, poiché era distratto dall'idea di quanto potesse essere schifosa e appiccicaticcia quella sottospecie di crema.
Emma ridacchiò. - Sono le 14 passate, Harry. Ti sei dato alla pazza gioia ieri notte?
Lui storse il naso al pensiero della mora con lui aveva trascorso la nottata, in definitiva pensando praticamente tutto il tempo ad Emma - come suo solito nell'ultima settimana e mezza.
- Ma si può sapere cosa state facendo? - sbottò ignorando la domanda della ragazza.
- Ci stiamo mettendo una crema per combattere le impurità del viso - rispose Niall.
- Lo vedo, ma... perché?
- Per... combattere le impurità del viso - rise Emma, che rimaneva bellissima nonostante avesse la faccia color verde menta.
- Sai, dovresti mettertene un po' anche tu, sei un po' brufolettoso ultimamente - propose Niall, avvicinandosi al riccio con le mani tutte impiastricciate.
- Magari la prossima volta - suggerì Harry ironicamente, per poi scappare nel bagno dell'attico.
Sulla scale incrociò Louis, che stava andando a portare fuori Austin.
- Hey, Harry. Dove vai?
- Nel tuo bagno. Gli altri due sono entrambi occupati.
- Scommetto che in uno di quei due c'è Zayn - Harry annuì e il castano ridacchiò. - Sono almeno due ore che è chiuso lì dentro, sospetto si stia facendo la ceretta al culo.
Il riccio scoppiò a ridere, ma quando Louis gli chiese da chi fosse occupato il terzo bagno, tornò immediatamente serio. - Da Niall e Emma - borbottò. - Quei due si comportano come se fossero una coppietta, si stavano mettendo la crema in faccia a vicenda.
- E chi ti dice che non lo siano per davvero?
Harry fece una smorfia, dirigendosi verso il bagno senza dire altro.
Lui la voleva. Desiderava avere Emma per sé più di qualsiasi altra ragazza che avesse mai incontrato.
Ma, sebbene quando si trattava di ragazze di solito lui non si poneva limiti o regole, non avrebbe mai potuto rubarla a Niall. Dopotutto era uno dei suoi migliori amici, no?


- Ragazzi, finalmente siete arrivati! - Zayn accolse i suoi compagni di band e Emma con un caloroso abbraccio collettivo, nel quale la ragazza si sentì effettivamente di troppo. - Siete in ritardo, io sono qua già da un pezzo! - esclamò il moro con un tono di voce fin troppo euforico.
- E sei anche già brillo - rise la bionda.
Niall scosse la testa. - Si vede che non l'hai mai visto brillo - ridacchiò.
Rimasero un po' a chiacchierare, poi Niall si allontanò per presentare ad Emma un po' di gente, mentre Louis e Liam si diressero verso il bancone degli alcolici.
Zayn e Harry si avvicinarono al buffet per mettere qualcosa sotto i denti e scambiare due parole con qualche amico, finché qualcuno attirò l'attenzione del Pakistano.
- Sei venuta! - salutò Vicki abbracciandola e poi baciandole una guancia.
- A quanto pare... - disse lei arrossendo un poco.
- Pensavo che mi avresti dato buca - confessò il moro, grattandosi la testa.
- Devo ammettere di averci pensato, ma ormai ti avevo già comprato il regalo - scherzò, porgendogli un pacchetto rosso incartato alla bell'e meglio.
Lui rimase sinceramente colpito. - Non dovevi - mormorò.
Lei alzò le spalle. - Non è nulla di che. Sicuramente non è al livello delle cose costosissime che ti avranno preso i tuoi amici ricconi - rise lei.
Il ragazzo non perse tempo e lo scartò, trovando un peluche a forma di panino grande almeno sei volte un panino normale.
- All'inizio volevo prenderti un peluche a kebab, ma non l'ho trovato da nessuna parte.
Lui rise e poi la abbracciò di nuovo, questa volta aspettando un po' prima di staccarsi. - Mi piace un sacco, grazie - disse sorridendole.
- Figurati, l'ho fatto con piacere.
La osservò a lungo, vedendola arrossire per l'imbarazzo e giocherellare con i propri braccialetti pur di non guardarlo negli occhi.
- Allora... ti va di ballare? - propose Zayn, appoggiando il peluche in un angolo e prendendola per mano con lo scopo di portarla al centro del locale.
Lei puntò i piedi nel pavimento, allarmata. - No, Malik, te l'ho detto che odio ballare. Non sopporto questa musica commerciale, mi fa venire il mal di testa.
Lui parve pensarci un po'. - Aspettami qui - le sussurrò all'orecchio, prima di allontanarsi, lasciandola sola in mezzo a gente che non aveva mai visto prima.
Tornò dopo pochi secondi, con un sorriso vittorioso stampato in volto, proprio mentre il dj diceva che era il momento di cambiare ritmo.
- Ora non puoi dire di no - disse nello stesso istante in cui un lento cominciò a fuoriuscire dalle casse.
Lei scosse la testa. - Non so ballare, Malik, non voglio mettermi in ridicolo.
Lui appoggiò le proprie mani sui fianchi della ragazza e la attirò a sé. - Neanche io so ballare, ma non mi interessa affatto - le mormorò all'orecchio.
Vicki si lasciò persuadere e allacciò le braccia dietro il collo di Zayn, per poi appoggiare la testa sul suo petto, facendosi cullare.
Zayn si gustò quel momento, inebriandosi del dolce profumo della ragazza e beandosi del tocco delle sue dita che gli sfioravano i capelli.
Si chiese se lei riuscisse a sentire il suo cuore battere come un tamburo, perché lui lo sentiva eccome. Pensava che il petto gli si sarebbe scoppiato da un momento all'altro, quando la canzone terminò e lei alzò il capo, senza però guardarlo negli occhi.
- Voglio un altro regalo da parte tua, questa sera - confessò lui tutto d'un fiato, attirando l'attenzione di Vicki, che finalmente spostò lo sguardo sul suo.
Zayn avvicinò lentamente le proprie labbra a quelle della ragazza e le sfiorò appena. Lei non mosse un muscolo, si lasciò baciare come mai lui si sarebbe aspettato. Il moro stava quasi per decidersi ad approfondire il bacio quando sentì un boato scoppiare e poi tutta la gente attorno a loro applaudire.
Aprì gli occhi e metà locale li stava osservando, sia amici sia sconosciuti. C'era chi continuava imperterrito a battere le mani, chi gli faceva l'occhiolino e chi addirittura alzava il proprio cocktail al cielo in segno di brindisi in loro onore.
Si sentì un po' a disagio e la sua mente tornò a Vicki, che, conoscendola, stava morendo dalla vergogna.
Quando si voltò verso di lei non la trovò rossa dall'imbarazzo, bensì dalla rabbia. Sembrava furente e infatti in meno di due secondi Zayn si trovò le cinque dita della mano destra della ragazza stampate sulla sua guancia.
La vide girare i tacchi e allontanarsi frettolosamente verso l'uscita, lasciandolo senza parole e con la parte sinistra del viso dolorante.


- Visto cos'è successo prima? - domandò Louis a Niall e Emma, che stavano chiacchierando del più e del meno comodamente seduti su uno dei divanetti del locale. - Quella Victoria è proprio un tipo tosto.
Niall annuì, prendendo un sorso del suo cocktail. - Fortuna che Zayn non si è fatto rovinare la serata - fece un cenno con il capo in direzione del ragazzo, che stava ridendo con degli amici. - Liam dov'è?
- E' seduto su uno degli sgabelli del bancone e che continua a raccontare ai barman di quanto certe volte la vita sia ingiusta e bla bla bla... non ce la faccio più ad ascoltarlo.
Niall fece una smorfia. Il suo amico non aveva preso bene la storia del ragazzo di Charlotte, da come ne parlava sembrava fosse quasi sull'orlo della depressione. - Vado io da lui - disse, alzandosi dal divanetto. - Tu fai compagnia ad Emma. Ci vediamo fra un po', Em, non so quanto mi terrà impegnato - concluse rivolgendosi alla bionda.
Lei annuì, poi sorrise a Louis, che si sedette affianco a lei.
- Allora, come ti sembra Londra? - chiese il ragazzo, probabilmente per cercare di intavolare un argomento qualsiasi.
- Magnifica, me ne sono innamorata.
- E Niall come ti sembra? Ti sei innamorata anche di lui?
La ragazza avvampò in un istante. - Che cosa... no... che cosa stai dicendo? - farfugliò, portandosi poi il bicchiere del suo Mojito alle labbra per non dover dire altro. Lui ridacchiò, ma con grande sollievo della bionda non riportò a galla quell'argomento.
- Io ho bisogno di una boccata d'aria - la avvertì dopo un po'. - Vieni con me?
Lei scosse il capo e lo vide alzare le spalle e poi allontanarsi.
Non voleva essere scortese, ma preferiva evitare altre domande scomode come quella ricevuta qualche minuto prima. Tuttavia, dopo quasi dieci minuti durante i quali non aveva fatto altro che sorseggiare in solitudine il suo cocktail ormai praticamente finito, cominciò ad annoiarsi. Appoggiò il bicchiere vuoto su un tavolino e si guardò intorno con l'intenzione di raggiungere Niall e Liam, quando qualcuno alle sue spalle la fece sussultare.
- Hey, bionda - le sussurrò all'orecchio una voce roca.
Tirò un sospiro di sollievo quando, dopo essersi voltata, trovò Harry davanti ai suoi occhi.
- Cosa ci fai qui tutta sola? - domandò sedendosi, facendole poi segno di accomodarsi affianco a lui.
- Niall è andato a fare un po' di compagnia a Liam. Non ho capito cosa gli sia successo...
- Charlotte si è fidanzata con un altro.
- Oh... - si limitò a dire Emma.
Per qualche secondo non fece altro che osservarsi le mani e poi fu Harry a parlare. - Londra ti piace?
Emma ebbe un déjà vu e si irrigidì. Lui e Louis si erano messi d'accordo?
Vedendo che non rispondeva, Harry scoppiò a ridere. - Guarda che se non ti piace puoi dirmelo, non mi offendo mica!
- No, mi piace, mi piace eccome - rise imbarazzata.
- Sei carina quando arrossisci - le accarezzò una guancia, che puntualmente si colorò ancor di più di rosso.
- Balliamo? - propose lei, pur di cambiare argomento.
Lui accettò di buon grado. - Okay, bionda - disse facendole l'occhiolino e alzandosi dal divanetto, mentre una canzone di Rihanna invadeva il locale.


Louis stava tranquillamente chiacchierando con il buttafuori, quando sentì una risata che gli parve familiare.
- Susy? - chiese ad una ragazza che aveva i lunghi capelli rossi raccolti in una coda alta.
La rossa si girò, sfoderando un sorriso a 32 denti. - Louis! Quando capirai che il mio nome è Macy ti regalerò una scorta annuale di ossa per cani.
- Scusa - ridacchiò, grattandosi la testa. - Come mai qui?
- Questo è uno dei miei locali preferiti, ci vengo spesso con le amiche - fece un tiro dalla sigaretta che teneva fra le dita. - Tu invece?
- Sono qua per il compleanno di Zayn, hai presente?
- Sì, Zayn, quello coi capelli neri e il ciuffo biondo!
Louis scoppiò a ridere. - Sì, be', l'abbiamo convinto a tingerselo di nuovo di nero, sembrava che un piccione gli avesse cagato in testa.
La rossa rise a sua volta, facendo ondeggiare i grossi orecchini a cerchio. - Avevo visto un po' di casino ma non avevo capito che ci fosse il mio membro preferito degli One Direction - gli strizzò l'occhio, facendo un altro tiro dalla sigaretta.
- Sono il preferito di molte - scherzò il castano vantandosi, nonostante le sue parole fossero vere.
- Ah, ma io mi riferivo a Zayn, non a te - Louis rimase interdetto. - Dai, stavo scherzando! - rise Macy, vedendo l'espressione stupita sul viso del ragazzo.
Lui assottigliò lo sguardo, fingendosi offeso. - Non ti conviene provocarmi.
- Dovrei avere paura?
- Dovresti eccome.
- Mi dispiace, ma l'unica persona di cui io ho paura è Chuck Norris - ribatté lei, alzando le spalle.
- Be', Macy, non sto dicendo di essere Chuck Norris, ma rispondi a questa domanda: mi hai mai visto nella stessa stanza con Chuck Norris?
Lei rise ancora. A Louis quel suono piaceva tantissimo, avrebbe ascoltato Macy ridere per ore e ore se solo avesse potuto.
- Non sapevo fumassi - disse, indicando la sigaretta ormai finita che la ragazza aveva fra le labbra.
- Neanche io sapevo che tu avessi l'abitudine di andare in giro con la cerniera dei pantaloni abbassata, siamo pari.
Louis portò lo sguardo sui propri jeans, ma si accorse di essere stato preso in giro poiché la sua cerniera era perfettamente allacciata. - Me l'hai fatta.
Lei sorrise, poi gettò a terra il mozzicone, spegnendolo con la scarpa.
- Comunque dovresti smettere di fumare, non fa bene alla salute.
- Smettere? E a che scopo? Come disse Woody Allen: vivrei una settimana in più e in quella settimana pioverebbe a dirotto.
La guardò divertito mentre rispondeva ad una sua amica che le aveva chiesto che ore fossero.
- Lou, eccoti finalmente! Fra poco mangiamo la torta, vieni? - disse Zayn, spuntando alle spalle del castano.
- Certo - gli sorrise.
- Hai fatto amicizia? - chiese maliziosamente, porgendo la mano alla rossa. - Io sono Zayn, piacere.
- Macy - sorrise lei, stringendogli la mano.
Il moro sfilò il pacchetto di sigarette dalla tasca del giubbotto e se ne accese una. - Tu fumi? L'avevo detto a Louis che sei il mio preferito.
Zayn ridacchiò, poi si sistemò il berretto della Carhartt. Qualcuno venne a chiamarlo così lui spense la sigaretta, sebbene fosse praticamente intera. - Io vado dentro. E' stato un piacere, Macy.
Le fece l'occhiolino e sparì dietro la porta del locale.
- Perché si è tirato giù il cappello quasi fino a coprirsi gli occhi?
Louis si infilò le mani nelle tasche del giubbotto, poi alzò le spalle. - Probabilmente aveva freddo alle sopracciglia.
Macy rise a fior di labbra. - Comunque sia lui si è ricordato il mio nome e tu no - incrociò le braccia al petto, imbronciata.
- Se ti chiedessi scusa con una fetta di torta?
- Vuoi comprare il mio perdono con un dolce? - domandò ironicamente.
- In effetti sì - ghignò lui.

Zayn aveva appena finito di soffiare sulle due enormi candeline a forma di 2 e 0, quando un Harry un po' troppo brillo lo afferrò per il collo e gli spiaccicò la testa sulla gigantesca torta al cioccolato.
Tutti gli invitati si sbellicarono dalle risate e osservarono il festeggiato rincorrere l'amico per metà locale, minacciandolo di usare la sua camicia per pulirsi il viso.
- Credo di non avere più voglia della torta - scherzò Macy, allontanandosi dal dolce che ormai non aveva più quell'aspetto delizioso di qualche minuto prima.
- Be', allora... mi concedi questo ballo? - propose Louis accennando un inchino e porgendole la mano. - Respira per un sì, leccati le sopracciglia per un no.
La rossa rise di gusto. - Penso di non avere scelta allora - ammise allungando la lingua verso l'alto, che non le arrivò nemmeno al naso.
C'era qualcosa nella risata di quella ragazza che incantava Louis completamente e gli faceva desiderare che lei ridesse all'infinito. Sebbene non ci fosse niente di divertente, quella melodia rendeva felice anche lui, che sghignazzò mente veniva trascinato da lei al centro della pista da ballo.




There's something about your laugh
that it makes me wanna have to
there's nothing funny
so we laugh at n-n-nothing.
- everything about you





















?????
Ciao miei cari!
Spero non sia troppo tardi, il capitolo era già pronto ma sono appena arrivata a casa e quindi non ho potuto postarlo. cc
Finalmente Emma e Niall si sono ritrovati e siamo tutti felici per questo (yee), però c'è anche un Harry gelosone, che non sa quale strada prendere del bivio di fronte a cui si è trovato: amicizia o amore?
Inoltre sembra quasi che Vicki si stia finalmente lasciando andare quando SBADABEMMMM tira una cinquina a Zayn HAHAHAHA povero ragazzo!
Liam è ancora scosso per la storia di Charlotte, mentre Louis incontra Macy alla festa di Zayn e le chiede di ballare... credete che nascerà qualcosa fra questi due?
Ovviamente avrete notato che c'è anche un piccolo momento Hemma in cui il nostro Hazza sfodera un po' il suo lato da don Giovanni lol avrà mica fatto una decisione?
Scoprirete tutto domenica prossimaaaaaaaaaaa! Oppure, dato che la scuola è praticamente finita e avrò di sicuro più tempo per scrivere, potrei anche aggiornare sabato (so che mi lovvate), a condizione però che io trovi tante belle recensioni come quelle di questo capitolo! SEDICI, non ne ho mai avute così tante! Non so più come ringraziarvi. :')
Bene, ora mi dileguo perché questo spazio autrice sta diventando più lungo del capitolo. D:
A presto!

Teddy



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Capitolo 13
*** Capitolo 12 - just trying to test me ***





- 12 -
just trying to test me



Gennaio era quasi giunto al termine e quella fredda giornata invernale era scandita dalla pioggia che batteva insistentemente sulle finestre delle case londinesi.
Niall era sdraiato sul suo letto, impegnato a rispondere ad alcuni tweet delle fan. Emma invece stava riguardando con un sorriso ebete stampato in faccia tutte le foto che lei e il biondo si erano scattati quel pomeriggio. In alcune facevano le smorfie, le linguacce, le facce da cucciolo. In altre avevano provato a fingersi seri, ma il risultato si poteva intendere osservando gli scatti successivi, in cui tutti e due ridevano a crepapelle. C'erano quelle in cui facevano le facce arrabbiate, sorprese o confuse e poi altre ancora in cui semplicemente sorridevano.
- Questa è la mia preferita - disse Emma, sedendosi affianco all'Irlandese e porgendogli una foto in cui la bionda gli stava scoccando un dolce bacio sulla guancia, mentre lui sorrideva imbarazzato.
Vedendola, le guance del ragazzo si colorarono lievemente di rosso, ma lui fece finta di niente. - Piace a anche a me - ammise, ed era sincero.
- Posso tenerla?
- Certo che puoi - sorrise lui, mettendosi a sedere e appoggiando l'iPhone.
Lei prese in mano la polaroid e gli scattò un'altra foto, che immediatamente uscì dalla parte inferiore della macchina fotografica.
- Sai, da piccola pensavo che le macchine fotografiche fossero delle specie di scatole magiche. Ovviamente poi ho capito che non lo erano, però questa lo sembra davvero. Basta cliccare qui - disse, indicando il tasto rosso - e tac! Ecco il tuo ricordo stampato su un cartoncino - concluse, accennando a tutte le fotografie sparse sul letto del biondo.
Lui ne afferrò una a caso e la osservò per qualche secondo. - Così, quando tu non sarai qua, mi rimarranno solo questi cartoncini che mi faranno venire nostalgia - borbottò lui con un tono un po' malinconico.
Lei si avvicinò al biondo e gli sfiorò una guancia con le sue labbra, questa volta arrossendo lei stessa. - Ma io non vado da nessuna parte - mormorò.
- Prima stavo pensando... - disse il ragazzo interrompendo quel momento, evidentemente a disagio. - perché non mi sblocchi tu Twitter e mi ridai il tuo account di Skype, ora?
Lei si diede una piccola sberla sulla fronte. - Hai ragione! - esclamò, alzandosi di scatto dal letto per raggiungere il laptop che si trovava sulla scrivania. Per sua sfortuna, però, inciampò nelle scarpe di Niall e cadde a terra come un salame.
Lui si mise a ridere, poi si alzò dal letto per darle una mano a rimettersi in piedi.
- Non è carino ridere delle disgrazie altrui - lo rimproverò lei, fingendosi arrabbiata.
Niall afferrò la polaroid e le scattò una foto, immortalando il suo sguardo imbronciato che gli piaceva tanto.
Lei per ripicca gli saltò letteralmente addosso e prese a fargli il solletico, sapendo che lui lo soffriva da morire.
- Smettila... t-ti prego! - la implorò lui fra le risate, ma lei non accennava a fermarsi.
Fu però distratta da Zayn, che sbirciò nella camera di Niall e ridacchiò osservando i due scherzare.
Quei due secondi costarono molto a Emma, poiché permisero al biondo di prendere il controllo della situazione e afferrarla per i fianchi, per poi caricarsela in spalle come un sacco di patate.
- Niall, mettimi giù! - ordinò con tono autoritario, facendolo solo ridere ancor di più. - Zayn, fa qualcosa - supplicò il moro, che in tutta risposta scattò loro un'altra foto con la polaroid di Niall.
Dopo una manciata di secondi durante i quali la bionda non aveva fatto altro che tirare pugni sulla schiena del ragazzo, lui la afferrò nuovamente per la vita. Emma pensò che finalmente l'avrebbe rimessa a terra, ma tutte le sue convinzioni svanirono quando vide che lui - senza alcuna difficoltà - la stava facendo sedere sulle proprie spalle.
- Mi hai preso per una bambina di cinque anni? - chiese lei sorridendo, mentre Niall prendeva a saltellare per tutta la camera - sempre con la ragazza sulle spalle - canticchiando qualche canzoncina infantile.
Zayn scosse la testa sogghignando, per poi uscire dalla camera dell'amico e lasciare i due piccioncini bisticciare in santa pace.
In salotto trovò solo Louis, che probabilmente stava per portare a spasso Austin, poiché stava indossando le scarpe e il cane gli scodinzolava intorno contento.
- Liam e Harry dove sono? - domandò, sedendosi affianco al castano.
- Liam credo che sia in camera sua, Harry è uscito - rispose, omettendo che il riccio non era in casa perché il comportamento di Emma e Niall gli faceva venire il diabete e doverli vedere ridacchiare come due quattordicenni per tutto il pomeriggio l'avrebbe fatto impazzire. E per giunta il castano aveva terminato la frase per lui, aggiungendo le due paroline "di gelosia", e beccandosi uno sguardo omicida da parte dell'amico.
- Tu invece dove vai, da quella Macy che c'era alla mia festa? - chiese Zayn con un tono di voce palesemente malizioso, dandogli poi una leggera gomitata come per spronarlo a dire la verità.
Louis corrugò la fronte. - Macy? No, perché?
Zayn alzò le spalle. - Sembravi interessato a lei.
Il castano sorrise, scuotendo la testa. - No, non direi, è solo un'amica - disse, accarezzando la testa al cane. - Lavora al negozio di animali, è lei che mi ha venduto Austin.
- Solo un'amica, eh? Senti, Lou, non è che stai diventando gay? - scherzò il moro. - No, perché non so quanti mesi sono che ogni ragazza che incontri è "solo un'amica"...
Il ragazzo sorrise amaramente. - Sai bene perché ora non voglio nessuna relazione che vada oltre all'amicizia, Zayn.
Detto questo si alzò, indossò il giubbotto e uscì di casa con Austin, senza nemmeno dare all'amico la possibilità di ribattere.

Mentre la pioggia scrosciava sul suo ombrello e inzuppava il piccolo Austin, che però sembrava divertirsi un mondo a saltellare fra le pozzanghere, Louis non poté fare a meno di rimuginare sulla conversazione avuta poco prima con il compagno di band.
Non aveva mentito, in quel momento l'ultima cosa che desiderava era avere una ragazza che gli riempisse l'esistenza di problemi. Tuttavia Zayn gli aveva messo la pulce nell'orecchio e ora la mente di Louis era insistentemente concentrata su Macy.
Non sapeva se fosse realmente interessato a lei, dopotutto la conosceva appena. Era una ragazza simpatica, cosa che Louis apprezzava molto, e per di più era estremamente carina, ma di lei non sapeva altro. Per quanto ne sapesse lui, poteva perfino essere già impegnata e, considerando la sua bellezza, non era una cosa così impossibile da immaginare. Per giunta c'era la possibilità che lei non fosse interessata a lui, o che comunque lo fosse solo per la fama...
A quel pensiero il castano scosse la testa, afflitto. Non poteva dare inizio a una nuova relazione, non era ancora pronto.
Venne distratto da una ragazza, che gli corse affianco quasi travolgendolo. Si stava coprendo il capo con un giornale, ma i lunghi capelli rossi erano comunque inzuppati. Un attimo... capelli lunghi e rossi?
- Macy! - urlò, cercando di attirare l'attenzione della ragazza, che ormai si trovava parecchi metri lontano da lui.
La ragazza si fermò di colpo, guardandosi a destra e a sinistra, mentre Louis la raggiungeva. - Qui dietro - disse.
Lei si voltò completamente e, come suo solito, vedendolo, sul suo viso si fece spazio un dolce sorriso.
Louis si avvicinò ancora di più a lei, coprendola con il proprio ombrello. - Dove stai andando così di fretta?
- Al lavoro - rispose, guardando l'orologio. - E sono in ritardo - mugolò.
- Ma i tuoi datori di lavoro non sono i tuoi genitori? Saranno un po' elastici con te.
- Tutto il contrario.
Lui la osservò per qualche secondo. - Dai, ti accompagno.
Lei gli sorrise grata e si incamminarono assieme verso il negozio, che distava si e no 10 minuti a piedi.
Pensava che si sarebbe dovuto mettere a correre, invece lei non faceva altro che camminare con un passo un po' più svelto del normale. Inizialmente pensò che lo stesse facendo per trascorrere più tempo con lui, ma scacciò quel pensiero dalla mente quando si rese conto di quanto suonasse ridicola e patetica quell'ipotesi.
- 17 minuti di ritardo... mia madre starà già organizzando il mio funerale. Spero che non scelga un bouquet di banalissime rose bianche da mettermi in mano perché vorrei qualcosa di più originale per un giorno così importante... tipo dei carciofi! Pensi che sia possibile scegliere dei carciofi al posto dei fiori?
Il ragazzo rise, divertito. - I carciofi non credo... magari del sedano.
La rossa storse il naso. - Ho sempre odiato il sedano. Sai che si consumano più calorie masticandolo di quante se ne assumano mangiandolo? In pratica più ne mangi più dimagrisci!
- E non dovrebbe essere una cosa positiva?
- No! E' un'offesa al vero cibo! Vuoi mettere un buonissimo piatto di lasagne alla bolognese con uno squallido sedano?
- Hai ragione - ghignò. - Che ne dici dei fiori di zucca? Creerebbero un bel bouquet, ma sono pur sempre commestibili.
Lei lo guardò ammaliata. - Sei un genio.
- Lo so, lo so - disse lui, fingendo di darsi delle arie.
Dopo qualche minuto in cui si limitarono a camminare e a guardare Austin che giocava con gli schizzi d'acqua delle macchine, fu Macy a rompere il silenzio.
- Louis, devo chiederti un favore...
Il ragazzo aprì le orecchie, curioso. - Che favore?
- Quando arriveremo in negozio e ad aspettarmi ci sarà mio padre pronto a mitragliarmi con una M134 Minigun, potresti per piacere fare un video e poi metterlo online? Ho sempre desiderato di avere una parte in un film d'azione, ma evidentemente morirò ancor prima di poter coronare il sogno della mia vita... - scherzò, fingendo di asciugarsi una lacrima.
Il castano ridacchiò, poi aspettò che si voltasse verso di lui per catturare il suo sguardo. - Non gli permetterò di torcerti un capello, anche a costo di rimetterci la pelle.
Macy cercò di trattenersi dal ridere ma dopo un paio di secondi scoppiò, tenendosi la pancia. - Ho detto di voler recitare in un film d'azione, non in una commedia romantica da quattro soldi!
- Quindi dovrei stare a guardare mentre una innocente donzella è in pericolo?
- No, devi fare il video! Altrimenti come divento famosa? - disse, alzando gli occhi al cielo. - E comunque, se proprio dovesse esserci una fanciulla piagnucolante, quella saresti tu, Louise.
Louis alzò un sopracciglio. - Fino a prova contraria tra le mie gambe c'è qualcosa e sono convinto di non chiamarmi Louise, ma se vuoi posso chiedere a mia madr...
La rossa gli tirò uno schiaffetto sulla testa. - Non fare l'idiota con me - lo rimproverò, mentre lui sghignazzava.
Senza neanche rendersene conto, arrivarono davanti all'entrata del negozio. Macy aprì lentamente la porta di vetro, per poi camminare in punta di piedi fino al bancone. Louis la vide guardarsi intorno e poi tirare un sospiro di sollievo.
- Louis, i miei non ci sono! Sono salva! - esclamò, facendogli cenno di entrare e improvvisando un ridicolo balletto di felicità. Una volta nel negozio, il castano si rese conto di quanto effettivamente il suo povero cane fosse fradicio, così si abbassò per cercare di rimediare con un fazzoletto.
- Con quello non andrai da nessuna parte - lo schernì la rossa. - Vado a mettermi la divisa e prendo un asciugamano per Austin, tu aspettami qui - appoggiò malamente la sua borsa sul bancone e poi saltellò verso una porta sopra la quale c'era scritto "PERSONALE".
Louis si rialzò, e nel farlo urtò la borsa di Macy, che cadde a terra facendo fuoriuscire alcuni oggetti. Si affrettò a rimettere tutto dentro, fin quando un pezzettino di carta attirò la sua attenzione.


MOTIVI PER CUI NON POSSO CHIEDERE A LOUIS DI USCIRE CON ME:




Udì i passi della ragazza riavvicinarsi così si infilò frettolosamente quel foglietto in tasca e rimise la borsa sul bancone.
- Ecco qua - gli porse un asciugamano, con il quale Louis asciugò rapidamente il cane.
- Be', Macy, io vado. Ci... ci vediamo, eh? - disse, uscendo in fretta dal negozio e lasciando la ragazza a bocca aperta.


Niall bussò alla porta della stanza di Liam, facendolo sussultare. - Posso entrare?
- Mmh..
Il biondo lo prese come un sì ed entrò nella camera, trovando l'amico steso sul suo letto a pancia in giù, con la faccia affondata nel cuscino.
Tirò fuori il proprio iPhone e gli scattò una foto. - Questa finisce su Twitter - ridacchiò.
- Che cosa sei venuto qui a fare? - mugugnò il castano.
- Ad accertarmi che tu fossi ancora vivo.
- Sono vivo, ora puoi andare - ribatté Liam, mettendosi a pancia in su.
Niall sospirò, poi prese un cuscino dalla poltrona che si trovava affianco alla porta e lo lanciò sullo stomaco di Liam.
- Ma che cazzo fai? - sbottò lui, mettendosi a sedere.
- Devi smettetela di autocommiserarti! Fa' qualcosa invece di stare chiuso qua dentro tutto il giorno!
- E cosa dovrei fare? - domandò.
- Chiamala, scrivile! Come pensi di poterla conquistare se non la senti da più di una settimana?
- Conquistare... tanto sta con Tyler - borbottò, facendo una smorfia mentre pronunciava il nome del ragazzo.
- Potrebbero essersi lasciati e tu nemmeno lo sai, dato che non la cerchi.
Liam rimase qualche attimo a rimuginare. - E va bene, dopo la chiamo. Ma solo per chiederle come sta.
Il biondo alzò le spalle. - E' già qualcosa.


Zayn stava passando in rassegna con lo sguardo tutti i tavoli della biblioteca, ma di lei nessuna traccia. Si mise a girovagare tra gli scaffali, nella speranza di trovarla mentre cercava qualche libro, e dopo il sesto scaffale finalmente la vide.
Aveva addosso dei semplici jeans e una felpa rossa, mentre i capelli erano legati in una coda alta. Era maledettamente bella.
Si avvicinò a Vicki lentamente, e quando fu dietro di lei le coprì gli occhi con le proprie mani, facendola trasalire.
- Indovina chi sono - le sussurrò a un orecchio.
Lei si voltò di scatto e lo trafisse con lo sguardo. - Si può sapere cosa ci fai qui? - inveì, facendolo quasi spaventare.
- Ssh! - la rimproverò la bibliotecaria, spuntando da dietro uno scaffale.
- Cosa ci fai qui? - ripeté abbassando la voce, ma sempre con lo stesso tono arrabbiato.
- Sono venuto a prenderti, oggi usciamo assieme - rispose lui sorridendo sornione.
Lei lo guardò come se fosse un completo idiota. - Come hai fatto a sapere che ero qui?
- Tua mamma. Sono passato da casa tua e mi ha detto che non c'eri, ma che avrei potuto trovarti qua.
Lei strabuzzò gli occhi. - Io ti denuncio per stalking! - urlò, beccandosi un altro richiamo dalla bibliotecaria.
- Come sei melodrammatica - ridacchiò lui.
- Non ti è bastato lo schiaffo dell'altra sera? Ne vuoi un'altro dall'altra parte così pareggiamo?
Lui si rabbuiò. Possibile che fosse sempre così lunatica?
- Perché mi tratti sempre così, mi spieghi cosa ti ho fatto?
Vicki rimase interdetta. Dal tono e dall'espressione di Zayn capì di aver esagerato, e si sentì in colpa.
- Scusa, Zayn. E' che... te l'ho detto, odio stare al centro dell'attenzione, mi sento a disagio. E quando... - prese un respiro, poi continuò - quando mi hai baciata, l'altra sera, in mezzo a tutte quelle persone che si sono messe ad applaudire come una massa di cretini... ero in imbarazzo, non sapevo come comportarmi.
Lui annuì, poi la abbracciò dolcemente. - Scusami tu. Non dovevo baciarti così, in pubblico.
- Questo non ti dà il permesso di baciarmi quando non c'è nessun altro - guardò a destra e a sinistra, poi rivolse lo sguardo nuovamente su di lui. - Tipo ora. Chiaro?
Lui rise, prendendola poi per mano e iniziando a camminare senza una meta precisa.
- E allora quando posso baciarti?
Lei parve pensarci su. - Fra un paio d'anni, quando tutti si saranno dimenticati di te e non dovrò camminare tenendoti per mano con il timore che qualcuno ci stia fotografando di nascosto per poi scrivere cavolate online.
Lui si mise la mano sul petto, come se fosse stato colpito al cuore. - Fra un paio d'anni non sarò più nessuno? Queste sono cose che feriscono - scherzò.
Lei alzò le spalle. - Quando comincerai ad avere la barba le bambine dell'asilo non saranno più attratte da te.
- Ma io la barba ce l'ho, solo che mi rado!
Vicki scoppiò a ridere. - Certo, come no. Dicevo, le bambine non saranno più attratte da te, e allora...
- E allora sarò tutto tuo - Zayn finì la frase al posto della ragazza, facendola arrossire.
- Non... non è quello che volevo dire - mormorò.
Certo, come no - la scimmiottò.
Arrivarono al tavolo dove Vicki aveva appoggiato tutti i suoi libri. Lei li raccolse e fece per infilarli nella borsa, ma Zayn la precedette, facendolo al posto suo.
- Grazie - farfugliò lei.
- Allora, posso portarti a fare un giro questa sera, oppure devo aspettare due anni anche per quello? - domandò ironicamente.
Lei sembrava indecisa, ma alla fine, con grande gioia del moro, acconsentì.

- Un cinema.
- Un cinema. Ne avevi mai visto uno prima d'ora?
Lei gli tirò uno schiaffetto sul braccio. - Che film hai scelto? - chiese, ignorando la domanda stupida del ragazzo.
- Sorpresa. Li vuoi i pop-corn?
Vicki annuì sospettosa e i due si diressero verso il bar per acquistare i pop-corn e qualcosa da bere.
Una volta entrati nella sala, Vicki notò che ancora non era arrivato nessuno.
- A che ora inizia il film?
- Fra non molto, meno di dieci minuti. Dove vuoi sederti?
La mora aggrottò le sopracciglia. - Non ci sono scritti i posti sui biglietti?
- Qua va bene? - le domandò Zayn, non dandole una risposta e indicando una delle file centrali.
Vicki annuì, sebbene fosse leggermente confusa, e si sedette affianco a lui.
Quando il film cominciò, si sentì ancora più disorientata.
- Un attimo... "Yes Man"? Questo film è uscito nei cinema quasi cinque anni fa, com'è possibile che... - lasciò la domanda a metà, assottigliando gli occhi per rimuginare, poi vide Zayn che cercava di trattenere una risata. Si guardò di nuovo intorno per avere conferma della sua teoria, e infatti nessuno era arrivato per occupare gli altri posti in sala. C'erano solo loro due.
- Oh, no.
- Oh, sì - ribatté il Pakistano, ridendo sotto i baffi.
- Non ci credo.
- Credici invece.
- Non è possibile.
- Dillo a voce alta, se ti può essere d'aiuto - la schernì lui, guardandola divertito.
- Hai prenotato tutta la sala per far proiettare uno dei miei film preferiti?
Zayn annuì compiaciuto, prendendo poi una mano della ragazza fra le sue e accarezzandola.
- Tu sei tutto pazzo - rise lei, scuotendo la testa.
- Be', vedi il lato positivo: qua sicuramente nessuno verrà a disturbarci.
Vicki sorrise, sinceramente lusingata dal gesto del ragazzo, ma non disse altro.
Ripresero a guardare il film, lui col braccio attorno alle spalle della mora, intento a toccarle dolcemente i capelli con una mano, mentre l'altra stringeva quella della ragazza.
Quella sera Zayn sentì di aver fatto centro. Era stato esagerato, sì, ma l'aveva fatto nel modo giusto e lei ne era rimasta affascinata.
Sentendo i capelli della ragazza sfiorargli il collo, pensò di essere sulla strada giusta. Lei lo stava mettendo alla prova, voleva solo vedere fino a cosa si sarebbe spinto pur di conquistarla.
E lui era solo all'inizio.




Maybe she's just trying to test me
wanna see how hard I'm gonna work.
- she's not afraid





















?
Bene, Niall e Emma si comportano sempre più da piccioncini, di conseguenza Harry è geloso e in questo capitolo non si fa nemmeno vedere.
Colpo di scena per la coppia Loucy: cosa ci sarà scritto su quel bigliettino?
Liam non fa altro che deprimersi a letto, mentre fra Zayn e Vicki qualcosa si sta smuovendo...
Che ne dite del capitolo? Fatemi sapere se vi è piaciuto e le vostre opinioni a riguardo. :)
Mi è dispiaciuto un po' vedere che le recensioni sono calate così tanto, ma probabilmente è colpa mia, magari il capitolo scorso non vi è piaciuto. Spero che questo riscuoterà più successo. :3
Ci vediamo settimana prossima!
Love ya,

Teddy



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Capitolo 14
*** Capitolo 13 - when you smile ***





- 13 -
when you smile



MOTIVI PER CUI NON POSSO CHIEDERE A LOUIS DI USCIRE CON ME:




1. Non gli piaccio.


2. Le possibilità che lui accetti equivalgono allo 0,001%.


3. E' Louis Tomlinson degli One Direction, ergo è famoso.


4. E' convinto che io mangi abitualmente croccantini per cani.


5. Non ricorda nemmeno il mio nome.


6. Certe sue battute sono di uno squallore inimmaginabile.


7. Non sono il suo tipo.


8. Di sicuro si vergognerebbe di uscire con una come me.


9. Se - per assurdo - accettasse, mi ritroverei un'orda di fan infuriate contro.


10. Mi vergogno troppo per azzardare una cosa del genere.


Louis stava fissando quel pezzo di carta da due giorni ormai. L'aveva letto e riletto almeno un centinaio e volte - se non di più - e aveva analizzato ogni punto. Parola per parola.
Ora che aveva la certezza di piacerle, il timore di dover iniziare una nuova relazione gli pesava sullo stomaco come un masso.
Ma la domanda era: a lui piaceva Macy?
Per quanto si sforzasse, non riusciva a darsi una risposta.
- Lou, io sto uscendo, quando Liam si sveglia puoi dirgli di chiamarm... - Zayn non finì la frase, distratto dallo sguardo serio e pensieroso dell'amico. - Hey, tutto bene?
Louis si limitò a guardarlo negli occhi, per poi porgere al moro il foglietto di Macy.
Zayn lesse attentamente la lista, e ad ogni punto il castano poteva vedere il suo sorriso aprirsi sempre più.
- Be', ma è magnifico! - esclamò.
- Magnifico? Ha trovato ben dieci motivi per non uscire con me! Cosa c'è di magnifico?
- Ha trovato dieci motivi per non chiederti di uscire - lo corresse Zayn. - E se glielo chiedessi tu?
Il castano scosse la testa, rassegnato.
- Dai, Lou, non sarebbe ora di andare avanti? Quanto tempo è passato da quando Savannah ti ha...
- Non voglio parlare di questo - lo interruppe Louis, scettico.
- Non puoi ignorare i tuoi sentimenti per sempre, solo perché una volta hai avuto la sfortuna di innamorarti di una stronza. Ormai è tempo di superare questa cosa, e perché non con questa Macy?
- Io... io mi trovo bene con lei. E' vivace, estroversa e ha sempre una battuta pronta. Capita che dica delle idiozie, e...
- E' la tua fotocopia, insomma - ghignò il moro.
Il castano annuì, divertito. - Ha anche un bel culo, proprio come il sottoscritto. Voglio dire, ovviamente nella scala dei culi il mio è al primo posto, ma lei occuperebbe senza dubbio il secondo - aggiunse.
Zayn ridacchiò, abituato a sentire l'amico parlare in modo orgoglioso del proprio fondoschiena.
- Inoltre pare una ragazza dolce, ma...
- Ma? - lo incitò a continuare il Pakistano.
- Ma se non si rivelasse quello che sembra? Anche Savannah - pronunciò quel nome con immenso disprezzo - inizialmente aveva dato l'impressione di essere simpatica, dolce e carina. E invece ha dimostrato di essere puttana, troia e zoccola. Chi mi assicura che Macy non sia uguale?
- Se non ci provi, non lo saprai mai - Zayn si avviò verso la porta della stanza del ragazzo. - Vedi tu, Lou. Te la senti di fartela scappare solo perché hai... paura?


- Ti ho già denunciato per stalking, ora devo farlo anche per sequestro di persona? - domandò Vicki ironicamente, mentre Zayn la trascinava verso la propria automobile.
- Spera di non doverlo fare per molestie sessuali - scherzò lui, facendola accomodare sul sedile del passeggero e lasciandole un dolce bacio sulla fronte, che venne però ricambiato con un pizzicotto.
- Ahi! - mugolò il Pakistano.
- Non dire mai più una cavolata come questa - lo minacciò lei, poi sospirò. - Allora, io stavo andando a comprare il pane, fin quando tu mi hai rapita. Se mia madre mi fa storie, incolperò te.
- Tranquilla, ci sarà tempo anche per il pane - rise il moro.
- Dove mi stai portando? - domandò lei dopo un po'.
- A fare shopping - rispose lui con un sorriso smagliante.
Vicki parve confusa. - Ma io ho solo 10 sterline con me.
- I soldi non sono un problema - ghignò Zayn.
- No! - sbottò la ragazza, facendolo spaventare e inchiodare di colpo.
- Vicki, ma che...
- Non lascerò che tu spenda un soldo per me, intesi? - impose lei con fare autoritario. - Ma io voglio fare shopping per me, non per te - mentì Zayn, cercando di essere il più convincente possibile.
- Oh... - evidentemente non era preparata a quell'affermazione - In tal caso ti accompagno volentieri.
Zayn sorrise soddisfatto, sperando che non l'avrebbe gambizzato una volta scoperte le sue vere intenzioni.

- Hai comprato due paia di pantaloni di Armani, delle Nike Blazer, tre magliette e una camicia della Ralph Lauren, una giacca di Burberry e due felpe della Obey. Con i soldi che hai speso oggi io mi sarei comprata tutto il negozio di H&M - ironizzò Vicki, anche se nelle sue parole c'era un velo di verità. - La tua prossima meta qual è? Urban Outfitters? Lacoste? Gucci?
- Valentino.
La mora quasi si strozzò con la propria saliva. - Malik, mi fai sentire una pezzente ad entrare in un negozio del genere. In confronto ai vestiti che vendono lì, i miei sembrano quelli di una stracciona - borbottò, abbassando lo sguardo per osservare cosa aveva addosso.
- Ma non dire cazzate - ridacchiò lui, circondandole le spalle con un braccio. Ormai non si lamentava nemmeno più di quel gesto, e Zayn ne era estremamente lieto. - Dobbiamo andarci per forza - continuò lui. - Harry per il compleanno mi ha regalato un paio di scarpe orrende. Così ora vado lì e le cambio con qualsiasi altra cosa che mi piaccia.

- Trovato qualcosa? - domandò Vicki, che aveva lasciato Zayn cercare qualche capo in santa pace, mentre lei si guardava intorno incuriosita.
- Niente di niente - ammise il moro sconsolato.
- Hai provato al primo piano?
Lui fece cenno di no col capo e assieme si diressero verso il piano superiore.
- Che ne dici di questa? - propose la ragazza, indicando una giacca di pelle. Lui fece una smorfia di dissenso.
- Questi pantaloni?
Zayn li afferrò, li osservò per qualche secondo e poi li ripose al proprio posto. - Non mi piace il colore.
- Una camicia? - tentò ancora Vicki.
- Io non indosso molte camicie...
- Ma se ne hai comprata una poco fa! - gli fece notare.
- Appunto, una basta e avanza - disse lui alzando le spalle.
Continuarono a guardarsi intorno per qualche secondo, finché Zayn decise di mettere in atto il suo piano. - Senti... perché non vedi se c'è qualcosa che piace a te?
Vicki sgranò gli occhi. - Non. Ci. Provare - sibilò.
- Tenere le scarpe che mi ha preso Harry sarebbe inutile e non mi va di cambiarle con qualcosa che poi non userò. Scegliendo qualcosa per te mi faresti solo un piacere - insistette.
- Ma è il tuo regalo di compleanno da parte di uno dei tuoi migliori amici! Che senso ha spendere quei soldi per me?
- E' solo perché non ho trovato nient'altro che mi soddisfi - mentì. - Piuttosto che buttare via quei soldi, preferisco che li usi tu.
La ragazza sospirò. Stava per cedere. - Qual è il prezzo delle scarpe?
- 570 sterline.
- Cosa? Tu sei fuori di testa, non userò mai tutto quel denaro! - sbraitò, attirando l'attenzione di qualche cliente.
- Dai, prendilo come un regalo di Natale in ritardo - la supplicò lui.
- Il regalo di Natale me l'hai fatto, ricordi? Il profumo di Chanel - disse lei stizzita.
- Ma se non l'hai accettato!
- Perché era troppo costoso! E saranno state 100 sterline, figuriamoci ora che sono 600!
- 570 - la corresse.
- Fa lo stesso! - gridò di nuovo. - No, Malik, sul serio, l'ultima cosa che voglio è apparire come una ragazza che ti sfrutta per i soldi.
- Sfruttare? E' una mia decisione, che ho preso perché sei mia amica, mi va di farti un regalo e soprattutto perché posso permettermelo. Inoltre ti ho vista osservare con sguardo adorante quelle scarpe col tacco che ci sono affianco all'entrata e - guarda caso - costano proprio 570 sterline.
Vicki sbuffò rumorosamente. - Okay, ma non pensare che io ti debba qualcosa in cambio, non mi faccio comprare con un paio di scarpe.
Zayn annuì raggiante. Dopo che la mora ebbe provato le scarpe, fecero il cambio con quelle che Harry aveva regalato a Zayn e uscirono dal negozio.
- Grazie, Zayn - mormorò lei una volta arrivati sotto casa sua.
- Mi chiami per nome solo quando faccio cose che ti fanno piacere, tipo quando ti ho fatto quella serenata - le fece notare.
Lei arrossì, sia per l'affermazione del ragazzo sia per il ricordo del giorno in cui si era arrampicato fino alla sua stanza per dedicarle una canzone. - Infatti mi ha fatto piacere stare con te oggi - ammise, e Zayn era sicuro che lei non gli avesse mai detto una cosa così dolce. - Però, voglio che sia chiaro: avrei trascorso una giornata stupenda anche se non mi avessi preso quelle costosissime scarpe.
Lui annuì, lieto delle parole della ragazza.
- Buona notte - sussurrò infine lei, prima di regalargli un semplice bacio a fior di labbra e scendere dalla macchina del moro, lasciandolo lì a bocca aperta, col cuore che scalpitava ad una velocità fuori dall'ordinario.


- Liam? Sei tu? - domandò Charlie dall'altro capo del telefono.
- Sì, sono io... tutto bene? E' un po' che non ci sentiamo.
- Benissimo, grazie. Tu invece? Sei stato molto impegnato immagino - disse lei stizzita.
- Già, ho avuto da fare... - mentì il castano.
Trascorse qualche secondo in cui nessuno dei due disse nulla.
- Devi dirmi qualcosa? - Liam credette di sentire una nota di speranza nella voce di Charlie.
- Di che tipo?
- Non lo so, mi hai chiamato, pensavo avessi qualcosa da dirmi.
- No, no, volevo solo sapere come stavi - si affrettò a dire il castano.
- Ah. Be', scusa ma ora devo andare. Ci sentiamo, Liam.
- No, Charlie, aspetta! - la chiamò lui. Perché aveva così fretta di terminare quella chiamata?
- Sì?
- E' che... - le parole gli si fermarono in gola.
- Cosa, Liam? Cosa? - chiese lei, spazientita.
- Niente - mugugnò lui.
La sentì sospirare. - Ciao, Liam.
- E' che ti amo - mormorò il castano, ma l'unica risposta che ricevette fu il tututu che segnava la fine della chiamata.


Louis entrò nel negozio di animali e, non appena vide Macy intenta a dare da mangiare a dei pappagalli, un sorriso spontaneo gli apparve sul viso.
Austin le corse incontro per farle le feste e la rossa, accorgendosi di lui, lo prese in braccio e si fece dare tanti bacini dal cane.
- Come stai, Macy?
La ragazza si voltò verso il castano e lo osservò con i suoi occhi verdissimi.
- Bene, Louis, e tu? E' più di una settimana che non vieni qua, pensavo che il tuo amico avesse fatto indigestione di croccantini - disse, alludendo a Niall - oppure che ti fossi preso il colera.
- In realtà sono stato rapito dagli alieni.
La rossa alzò le sopracciglia, fingendo stupore. - Davvero? Scommetto che pur di non dover sentire le tue battute scadenti si sono sbarazzati di te, mandando all'aria anni e anni di studi dettagliati su gli esseri umani.
- Le mie battute non sono scadenti, controllo sempre la data prima di raccontarle!
Macy aggrottò la fronte, confusa, così Louis cercò di chiarire. - La data di scadenza!
La ragazza si coprì gli occhi con una mano dalla disperazione, per poi mettersi a ridere.
- Questa è la peggiore battuta che tu abbia mai detto. Anzi, la peggiore che io abbia mai sentito in tutta la mia vita! - esclamò, ancora ridendo.
- E allora perché ridi? - domandò lui con un sorriso, mettendosi le mani in tasca.
- Perché in fin dei conti sei divertente - ammise.
- E tu sei contraddittoria - le fece notare Louis.
- E tu presuntuoso.
- E tu simpatica.
- E tu amichevole.
- E tu carina.
- Non ho capito che gioco stiamo facendo - confessò Macy, ridacchiando.
- Nemmeno io. Però possiamo cominciarne un altro! Che ne dici di un, due, tre, stella!?
- Dico che prima mi sono dimenticata di dirti che sei infantile - rise lei.
Lui assunse un'espressione imbronciata e incrociò le braccia al petto.
- Woho, sono riuscita a far rimanere Louis Tomlinson senza parole! Mi merito di sicuro un premio - disse, guardandosi le unghie con fare altezzoso. - Ma in fin dei conti sono una persona modesta - continuò - Mi accontento di sapere come mai sei venuto qui - concluse, con un sorriso che mise in mostra i suoi denti bianchissimi.
- Volevo dei biscotti per Austin. Scegli tu i tuoi preferiti - le fece l'occhiolino e lei si diresse verso uno scaffale mandando Louis a quel paese, senza nascondere però una risatina.
Tornò dietro il bancone e digitò qualcosa sui tasti della cassa.
- Ecco qua quattro scatole di biscotti.
- Quelli che piacciono a Macy - concluse la frase Louis, beccandosi un'occhiataccia.
- Sono 15 sterline - disse, con un tono di rimprovero.
Il castano le porse tre banconote da 5 sterline e lei le sistemò una alla volta nel ricevitore di casa. Dopo la terza, però, si trovò fra le mani un pezzo di carta a quadretti piegato in quattro, che, dopo aver dato un'occhiata fugace a Louis, si affrettò ad aprire.
Non appena lesse le prime parole, riconoscendo la propria scrittura, sbarrò gli occhi.


MOTIVI PER CUI NON POSSO CHIEDERE A LOUIS DI USCIRE CON ME:




1. Non gli piaccio. Mi permetto di dissentire!


Lesse quelle quattro parole che lei era sicura di non aver scritto e l'espressione di panico che fino a qualche secondo prima aveva occupato il suo viso - poiché temeva di aver fatto una figuraccia - venne involontariamente sostituita da un sorriso da bambina. Si accorse che, affianco ad ogni punto della sua lista, Louis aveva scritto qualcosa.


2. Le possibilità che lui accetti equivalgono allo 0,001%. Non ti credevo così pessimista...


3. E' Louis Tomlinson degli One Direction, ergo è famoso. Louis? Famoso? Io mi chiamo Ugo!


4. E' convinto che io mangi abitualmente croccantini per cani. Non mi interessa cosa mangi, mi piaci per quello che sei. :)


Fece una risatina leggendo le parole di Louis a proposito del punto 3 e una smorfia riguardo al 4.


5. Non ricorda nemmeno il mio nome. MACY MACY MACY MACY MACY


6. Certe sue battute sono di uno squallore inimmaginabile. Cosa ci fa un gallo in chiesa? Il chicchirichetto! HAHAHAHAHA SE DICI DI NON AVER RISO NON TI CREDO!


Scosse la testa, pensando a quanto potesse essere stupido ma allo stesso tempo maledettamente dolce quel ragazzo.


7. Non sono il suo tipo. Questa me la devi spiegare... magari durante il nostro primo appuntamento? ;)

8. Di sicuro si vergognerebbe di uscire con una come me. Questo è il motivo che mi dà più fastidio di tutti. Perché mai dovrei vergognarmi di uscire con te? Cos'hanno le altre ragazze che tu non hai?
9. Se - per assurdo - accettasse, mi ritroverei un'orda di fan infuriate contro. Tranquilla, can che abbaia non morde.

10. Mi vergogno troppo per azzardare una cosa del genere. Ti vergogni? Ah, be', in questo caso...

Ti va di uscire con me?
(respira per un sì, leccati le sopracciglia per un no)

Louis :)




Macy cercò - ovviamente senza risultati - di leccarsi le sopracciglia, esattamente come aveva fatto quella volta in cui Louis le aveva chiesto di ballare alla festa di compleanno di Zayn.
- Penso di non avere scelta allora - disse con un sorriso, ripetendo parola per parola la stessa frase che aveva detto quella sera.


- Possibile che in questa casa siamo in quattro e debba andare io ad aprire la porta, che sono appena uscito dalla doccia? - gridò Harry non appena sentì il campanello di casa suonare.
- Tanto sarà Zayn, lui ti ha già visto nudo - lo schernì Louis, che era spaparanzato sul divano assieme ad Austin e non accennava a muovere un muscolo.
Harry scosse la testa esasperato e si diresse frettolosamente verso l'ingresso, coperto solamente in vita da un asciugamano bianco.
- Ciao Ha... - fece per salutarlo Emma, ma non appena lo vide mezzo nudo rimase un attimo frastornata - ...rry.
Lui non riuscì a nascondere un sorriso malizioso. Emma lo stava letteralmente mangiando con gli occhi, vedeva il suo sguardo imbarazzato scrutare i suoi addominali scolpiti e i suoi pettorali, mentre con i denti era impegnata a torturarsi il labbro inferiore.
- Hey, bionda - mormorò lui con la sua solita voce roca.
Lei si ricompose e gli sorrise in modo timido.
Louis, intanto, che aveva visto tutta la scena e stava ridacchiando sotto i baffi, decise di intervenire. - Emma, se vuoi portartelo a letto sappi che devi prendere il numerino... c'è la fila - scherzò ammiccando.
La bionda sgranò gli occhi e si sentì a immensamente a disagio.
- Vaffanculo Louis - grugnì il riccio scoccandogli un'occhiataccia, sotto lo sguardo grato di Emma. - Non c'è nessuna fila - sussurrò poi all'orecchio della ragazza, facendosi da parte per farla entrare e chiudendo la porta alle sue spalle.
Lei arrossì talmente tanto che si sentì scottare.
Fortunatamente in quel momento Niall entrò in salotto e lei, lieta che l'amico l'avesse salvata da quella situazione a dir poco assurda, gli corse incontro e l'abbracciò.
Lui rimase piacevolmente stupito da quel gesto, e sorrise come un bambino.
- Ciao, Em - disse dolcemente.
Lei si allontanò leggermente, senza però sciogliere l'abbraccio, e sorrise a sua volta. Quando incontrò lo sguardo del ragazzo, lontano solo pochi centimetri da lei, sentì la frequenza cardiaca dei propri battiti accelerare notevolmente. I suoi occhi la attiravano come una calamita e pensò addirittura che sarebbe completamente annegata dentro di essi. Osservava rapita quell'azzurro che sembrava rendere le iridi del biondo infinite, pensando che non potesse esistere niente di più bello.
Louis intanto, che si era avvicinato a Niall ed Emma senza che nessuno dei due se ne accorgesse, si schiarì la voce. Lei distolse a malincuore lo sguardo da quello del biondo, rivolgendone uno scocciato al castano. Non sapeva perché, ma sospettava che si fosse intromesso in quel momento di proposito, forse semplicemente per il gusto di fare loro un dispetto.
- Ho interrotto qualcosa? - domandò lui con un sorrisetto stronzo stampato in volto.
Stava per ribattere, ma Niall l'anticipò. - Certo che no, Lou, eri qua nel salotto con noi, hai visto che ci stavamo semplicemente salutando - disse con un sorriso sincero.
Emma vide Harry alzare gli occhi al cielo e dirigersi verso la propria stanza. Evidentemente tutti la pensavano come lei, tranne Niall.
- Se lo dici tu - cantilenò Louis prima di lanciargli un'occhiata di cui Emma non capì appieno il significato e risedersi sul divano.
- Ti aspettavo mezz'ora fa - disse Niall rivolgendosi alla bionda, fingendosi imbronciato e facendola intenerire.
- Stavo studiando - si scusò lei, prendendolo per mano e portandolo verso il salotto più piccolo, per poi sedersi sul tappeto a gambe incrociate.
Lui la seguì senza dire una parola, imbarazzato come ogni volta che si sfioravano appena.
- Allora... cosa facciamo? - gli domandò poi lei, mentre si riscaldava le mani col fuoco del camino.
Lui spostò lo sguardo da lei, alla fiamma che ardeva e poi di nuovo a lei. - Mi è venuta un'idea.

- Fono venuti bene! - esclamò Niall mentre masticava uno dei marshmallow che aveva appena arrostito sul fuoco del camino.
- E' vero - constatò Emma raggiante, assaggiando a sua volta una caramella gommosa. - Sai, una volta a Milano ho provato ad abbrustolirli ai fornelli. Sapevano di gas - disse, storcendo il naso. - Non erano molto buoni - ammise, facendo ridacchiare l'Irlandese.
- Invece quando eravamo piccoli io e mio fratello li abbiamo arrostiti su delle candele - raccontò, mentre se ne infilava un altro in bocca. - Fapevano di cera.
Emma rise fino alle lacrime immaginandosi la scena, mentre Niall continuava a ingurgitare marshmallow.
- Ma quanti ne hai in bocca? - domandò quando si fu ripresa dalle risate.
Lui alzò le spalle. - Due o tre - mugugnò.
- Dì "sono un chubby bunny" - lo sfidò.
- Fono un chubby bunny.
Lei gli porse un'altra caramella gommosa, senza nemmeno abbrustolirla.
- Dillo ora.
- Fono un chub-bunny - farfugliò Niall, cercando di non ridere.
Continuarono così con altre cinque caramelle, finché Niall, cercando di ripetere per l'ennesima volta la stessa frase, sputò la metà dei marshmallow e un po' di saliva per terra.
Emma stava ormai ridendo a crepapelle e a quella vista si dovette tenere la pancia perché cominciava a farle male a furia di sbellicarsi.
Lui cercò di pulire con un tovagliolo il casino che aveva fatto, sotto lo sguardo divertito della bionda.
Quando ebbe finito, si sdraiò affianco a lei sul tappeto.
- Sei un disastro - lo schernì.
Lui voltò lo sguardo verso la bionda la vide sorridere beatamente.
Nonostante volesse fingersi offeso poiché la ragazza lo stava prendendo in giro, curvò anche lui gli angoli della bocca all'insù.
Non poteva far finta di essere arrabbiato. Non ci poteva fare niente, nulla lo faceva stare bene come il sorriso di Emma.




No one ever makes me feel
like you do when you smile.
- nobody compares





















???
Buongiorno! :D
Oggi le note finali saranno un po' brevi perché sono di fretta, ma sono sicura che non vi dispiacerà lol
Ringrazio le 11 persone che hanno recensito lo scorso capitolo e spero di trovare tante belle recensioni anche qua, i vostri pareri mi servono per portare avanti la storia! Volevo anche ringraziarvi perché la mia ff è ormai seguita da più di 100 persone, e questo mi fa tanto tanto piacere! :')
Io scappo, buona domenica! ❤

Teddy



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Capitolo 15
*** Capitolo 14 - turn back ***





- 14 -
turn back



- Sì, mamma, va bene - sospirò Macy esasperata, mentre sua madre continuava a blaterare al telefono. - Tanto non ho scelta, lo sai che se non lo facessi poi mi sentirei in colpa per tutta la vita e forse anche nella prossima, quando mi reincarnerò in un alpaca - la rossa diede un'occhiata all'orologio appeso alla parete del negozio. Le 18:49. - Tranquilla, ma'. Goditi l'anniversario con papà, però senza esagerare, non voglio fratellini - disse sorridendo a fior di labbra. - Ora devo andare, è entrato un cliente. Ciao, ma'.
Terminò la chiamata e si voltò verso la ragazza che aveva appena fatto il suo ingresso nel negozio di animali.
- Hey, Macy!
- Jen! - esclamò la rossa, riconoscendo la sua compagna del corso di francese. - Come stai?
- Non c'è male. Tu, invece? Ho sentito che ieri sei stata sbattuta fuori dalla classe dal prof. Murray - disse Jennifer, sfoderando un'espressione dispiaciuta.
Macy non aveva mai avuto un gran rapporto con lei. Non era una ragazza antipatica, anzi, era un tipo molto alla mano e di compagnia. L'unico suo grande, grandissimo difetto era che fosse una pettegola di prima categoria.
- Sì, be', sai com'è Murray, sempre con quelle battutine che non fanno ridere nessuno. E sai come sono io... - rispose, cerando di essere vaga. L'altra ridacchiò. - In cosa posso esserti d'aiuto? - le chiese Macy in modo gentile.
- Sono venuta a prendere un po' di scatolette per la mia gatta, siamo rimasti senza. E mi conviene muovermi, chiudi fra 2 minuti! - esclamò, dirigendosi poi frettolosamente verso il reparto dove era esposto il cibo per gatti.
Macy portò nuovamente lo sguardo all'orologio e si accorse che effettivamente erano le 18:58. Sbuffò al pensiero di dover dare buca a Louis, e proprio in quel momento il castano aprì la porta d'ingresso, facendo tintinnare il campanello posizionato in cima.
- Macy del mio cuore! Pronta per il nostro primo appuntamento?
Louis aveva un'espressione così tenera che Macy non riuscì nemmeno a trovare le parole per digli che avrebbero dovuto rimandare. - Ehm... io...
Si accorse che Jen era di fronte alla cassa con i suoi articoli in mano. - Aspetta un attimo - disse, rivolgendosi al ragazzo.
Fece pagare la compagna e la salutò prima che lei uscisse dal negozio, poi si diresse verso il bancone e sprofondò sulla sedia girevole.
- Lou, mi dispiace tanto... se l'avessi saputo prima non ti avrei fatto scomodare, ma poco fa mia madre mi ha chiamato dicendo che non può fare lei la chiusura perché oggi è l'anniversario di matrimonio dei miei e mio padre vuole assolutamente portarla fuori a cena, quindi devo rimanere qua io e sistemare e pulire tutto prima di andar...
- Che problema c'è? Ti dò una mano e poi usciamo - propose il ragazzo, sorridendo in modo gentile.
Macy rimase leggermente stupita dalle parole di Louis. Era convinta che se ne sarebbe andato, magari anche arrabbiato.
- Sicuro? - chiese, alzandosi dalla sedia.
- Certo.
Si avvicinò alla rossa, le appoggiò le mani sui fianchi e l'attirò a sé, per poi sfiorare impercettibilmente la sua guancia sinistra con le proprie labbra. Erano ghiacciate e Macy ebbe un fremito.
- Dimmi un po'... per caso fuori nevica? - domandò lei, scompigliando i capelli di Louis per togliere dei fiocchi bianchi.
- Ma va, ho solo combattuto contro il mostro di zucchero filato - la schernì lui, facendola ridere. - Comunque ti ho portato questi - continuò, tirando fuori dal cappotto un mazzo di fiori arancioni. - Non volevo che si bagnassero con la neve, in compenso si sono un po' spiaccicati... spero ti piacciano lo stesso.
Macy spostò lo sguardo da lui, ai fiori, e poi nuovamente a lui. - Non ci credo - disse, allibita. - Mi hai regalato dei... fiori di zucca?
Louis temette che lo scherzo non fosse piaciuto alla rossa, così glieli porse un po' titubante. Lei li afferrò. - Sai, mi piaci ogni giorno di più - ammise invece, facendogli l'occhiolino.
Trascorsero quasi un'ora a sistemare il negozio, chiacchierando e scherzando come ormai era loro solito fare.
- Il tuo segreto più grande? - domandò la rossa ad un certo punto.
Il castano parve pensarci un po' su, poi iniziò a parlare. - Quando eravamo piccoli io e mio cugino ci divertivamo a giocare ai "triceratopi" - Macy inarcò un sopracciglio, incuriosita. - In pratica prendevamo la rincorsa per poi darci delle testate pazzesche, e chi dei due riusciva a rimanere in piedi vinceva.
La rossa sbarrò gli occhi e subito dopo scoppiò a ridere in modo isterico, sembrava quasi posseduta. - Ora ho capito perché sei così idiota - disse fra una risata e l'altra.
- Tu ridi, ma neanche ti immagini quanto ci divertivamo! - si giustificò lui.
La ragazza continuava a ridere e a prenderlo in giro, così lui provò a servirsi della sua stessa arma per vendicarsi. - E il tuo più grande segreto, qual è?
Macy si zittì di colpo. - Non te lo dirò mai - sibilò.
- Come? Non è giusto, io il mio te l'ho detto! - piagnucolò lui.
- Be', sicuramente non te lo dirò al nostro primo appuntamento.
Louis fece finta di lasciar perdere, ma dopo qualche secondo si avvicinò lentamente all'orecchio della rossa. - Guarda che non ti devi vergognare se ti tocchi guardando le mie foto, non sei la prima - sussurrò.
La ragazza spalancò la bocca, poi afferrò un osso di gomma con cui colpì Louis in testa.
- Sei proprio un cazzone - ridacchiò allontanandosi.
Lui la seguì sorridendo. - Ah, quindi lo fai pensando al mio cazz... - venne interrotto dallo sguardo omicida della ragazza, che minacciò di lanciargli addosso una scatoletta di cibo per cani. Decise così di lasciar perdere, non ci teneva ad essere ferito da un pezzo di latta. - Abbiamo finito, vero? - domandò poi guardandosi intorno.
- Sì, ora possiamo andar... porca troia - boccheggiò Macy, vedendo che la porta d'ingresso era sovrastata da almeno un metro di neve.
- Siamo...
- ...bloccati qua dentro - disse la rossa, finendo la frase al posto di Louis.


Era quasi l'ora di cena, Emma si trovava in camera sua ed era impegnata a risolvere delle equazioni di matematica. Era ormai arrivata alla soluzione della seconda, quando sentì il campanello suonare.
Si alzò di malavoglia dalla scrivania, scocciata all'idea di dover accantonare il problema per dover aprire la porta, dato che era sola in casa.
Il suo umore cambiò drasticamente quando scoprì chi era la persona che aveva interrotto il suo studio.
- Niall! - cinguettò, abbracciando l'amico dolcemente. - Vieni, entra.
L'Irlandese varcò la soglia di casa e seguì Emma fino alla sua camera, per poi guardarsi intorno incuriosito.
- Come mai qui? - gli chiese lei, sedendosi sul bordo del letto.
Lui la guardò per qualche secondo, poi si sedette affianco a lei. - Fuori nevica - disse, sorridendo come un bambino. - Voglio che ti copri per bene e vieni con me.
Emma lo osservò divertita. - E c'era bisogno di venire fino a qua per chiedermelo? - rise.
- Se ti avessi mandato un messaggio mi avresti detto che non potevi perché dovevi studiare - ribatté Niall, pizzicandole leggermente il naso e facendola arrossire.
- Infatti stavo facendo matematica - continuò lei indicando i libri sulla scrivania.
Niall si alzò e uscì dalla camera della ragazza, dirigendosi verso il salotto. - Hai detto bene: stavi facendo.
La bionda scosse la testa ridacchiando, consapevole che l'amico non avrebbe ammesso repliche.
Lui infatti afferrò dall'appendiabiti il cappotto di Emma e glielo porse, aspettò che se lo infilasse e poi le circondò il collo con la sua sciarpa nera. Gliela posizionò bene e le sistemò i capelli in modo che non si trovassero sotto il tessuto e non le dessero fastidio. Prese in seguito il berretto con il pompon che era appoggiato lì vicino e glielo infilò, accarezzandole poi nuovamente le ciocche dorate per far sì che le ricadessero davanti alle spalle.
Emma lo osservò per tutto il tempo, ammaliata dall'impegno che stava mettendo l'amico per vestirla.
Quando lui si rese conto dello sguardo della bionda che pungeva sul suo viso e della poca distanza che c'era fra il suo corpo e quello della ragazza, non poté fare a meno di deglutire rumorosamente.
- Fuori fa freddo - si giustificò con un filo di voce.
Emma sentì le proprie guance scottare. Non disse nulla.
Si abbassò per infilare gli stivali, ripose le proprie chiavi nella borsa e assieme a Niall uscì dall'appartamento, senza che nessuno dei due proferisse parola.
Quando Emma vide che, una volta saliti sull'ascensore, Niall pigiò il tasto dell'ultimo piano invece che quello del piano terra, aggrottò la fronte. Credeva che sarebbero usciti. - Hai dimenticato qualcosa a casa?
Lui le sorrise dolcemente e scosse la testa, poi la prese per mano e la portò fino all'ingresso del proprio appartamento.
Emma si sentì confusa e agitata allo stesso tempo. Ormai era più di un mese che lei e Niall si erano ritrovati e che trascorrevano la maggior parte del loro tempo insieme, ma mai lui si era azzardato a un'azione del genere.
Perché la stava tenendo per mano? Significava qualcosa? Oppure era un gesto come un altro?
Era talmente impegnata a fare supposizioni e a crearsi castelli mentali che si accorse a malapena di aver appena salito delle scale e di essere entrata in una stanza che, a giudicare dalle magliette a righe sparse sul letto e dalle ossa per cani abbandonate sul pavimento, aveva tutta l'aria di essere quella di Louis.
Il biondo lasciò la mano di Emma - suscitando una sua silenziosa protesta - e si diresse verso uno sgabello che si trovava in un angolo della camera. Ci salì sopra e allungò il braccio verso il soffitto, fino ad afferrare la maniglia di una grossa botola che si mimetizzava perfettamente con il colore delle pareti. Spalancandola Niall fece cadere della neve sul pavimento, ma la ignorò e tirò la maniglia fino a far aprire una rampa che arrivò al pavimento.
Fece cenno a Emma di salire per prima e lei obbedì incuriosita.
Rimase a bocca aperta quando, alla fine delle scale, si trovò in piedi sul tetto innevato del palazzo. I fiocchi cadevano leggeri fino a terra, creando il manto bianco che faceva sembrare a Emma di trovarsi sulle nuvole.
La bionda si arrampicò sul muretto che si trovava ai limiti del palazzo e rimase sbigottita vedendo il panorama mozzafiato che gli si presentava davanti: le case londinesi totalmente coperte dalla neve erano uno spettacolo degno di cartolina.
- Ti piace? - le domandò Niall, che nel frattempo l'aveva raggiunta.
- E'... bellissimo.
Emma rimase qualche altro secondo ad osservare quella vista stupenda, poi fece per scendere dal muretto ma fu preceduta da Niall, che la prese delicatamente per i fianchi e la alzò senza fatica, per poi farle appoggiare i piedi per terra.
Entrambi percepirono il proprio cuore agitarsi disperatamente nel petto, ma nessuno dei due sembrò badarci.
Il biondo si abbassò per raccogliere un po' di neve e giocarci fino a farla diventare una pallina. - Ti va di... fare un pupazzo di neve?

Trascorsero due ore buone a giocare, scherzare, fare le battaglie e gli angeli sulla neve. Erano sdraiati uno affianco all'altro a contare quanti fiocchi cadevano sul proprio naso, quando Emma decise improvvisamente di infilare le dita sotto la maglietta di Niall.
- Em! Hai le mani ghiacciate! - esclamò lui saltando via e allontanando le mani della ragazza.
- Lo so! - ridacchiò lei, inseguendolo a gattoni fino a raggiungerlo per poi mettersi a cavalcioni su di lui e congelargli nuovamente la pelle con le dita fredde, nonostante lui la supplicasse di smetterla.
Vedendo la coppietta ridere felicemente, l'istinto di Harry fu quello di girare i tacchi e tornare a farsi gli affari suoi, ma poi gli tornò in mente la chiamata di Liam.
- Niall - lo chiamò per attirare la sua attenzione, con la testa che sbucava dalla botola.
Emma trasalì sentendo la voce del riccio, poi si alzò goffamente dal busto di Niall, infinitamente imbarazzata.
Harry non poté fare a meno di pensare che fosse maledettamente dolce, ma scacciò quel pensiero e si rivolse all'amico. - Liam ha bisogno di noi.


Ho una sorpresa per te. Fatti trovare pronta per le 19:30. ;) x

Victoria era seduta sul divano del proprio salotto, impegnata a mangiarsi le unghie mentre un programma di cucina veniva trasmesso alla televisione.
Riguardò per l'ennesima volta il messaggio inviatole da Zayn, per accertarsi di non aver frainteso l'orario a cui sarebbe passato a prenderla. No, aveva letto bene. Il moro era in ritardo di più di un quarto d'ora.
Non sapeva perché si sentisse così agitata: dopotutto era semplicemente Zayn. Solo qualche settimana prima, se avesse ricevuto un messaggio del genere, l'avrebbe ignorato. E se Zayn si fosse presentato a casa sua, probabilmente lo avrebbe accolto in pigiama per poi chiudergli la porta in faccia.
Invece in quel momento si trovava vestita e truccata perfettamente, ma soprattuto in preda all'ansia poiché il Pakistano tardava ad arrivare.
Stava quasi per decidersi a chiamarlo, quando sentì il campanello di casa suonare e si precipitò ad aprire la porta.
- Mamma? - disse con una nota di delusione, trovando di fronte a sé la madre che reggeva una busta della spesa.
- Che meravigliosa accoglienza da parte di mia figlia! Hai l'espressione di una che ha appena perso alla lotteria per una cifra sola - scherzò sua madre, porgendole la busta.
- Scusa, è che stavo aspettando...
- Me?
Vicki sentì una voce familiare provenire dalle spalle di sua madre, e il viso le si illuminò. Vedendo però Zayn reggere due buste della spesa, aggrottò la fronte.
- Mamma, non avrai mica...
- Ho incontrato Zayn per strada, e si è gentilmente offerto di darmi un passaggio fino a casa - sorrise Mary, entrando in cucina. - Ma se avessi capito che avevate un appuntamento non gli avrei chiesto di accompagnarmi anche in farmacia.
Vicki avvampò di fronte all'evidenza: lei e Zayn avevano un appuntamento. L'ennesimo, per giunta.
- Non si preoccupi, signora Sullivan - disse il moro, appoggiando le buste sul tavolo della cucina. - Ora, se non le dispiace, io e Victoria andiamo, altrimenti faremo tardi.
- Certo, caro. Divertitevi!
Vicki e Zayn salutarono Mary e si diressero velocemente verso la macchina del ragazzo. Dopo neanche cinque minuti si trovarono imbottigliati nel traffico, causato dalla neve che non smetteva di scendere.
- Allora, Malik... dove stiamo andando? - domandò la mora, un po' per intavolare un discorso, ma più che altro perché era davvero curiosa di sapere dove Zayn la stesse portando.
- Lo scoprirai presto.
Victoria si girò a guardarlo per insistere, ma si accorse che in lui c'era qualcosa di diverso e assottigliò lo sguardo per capire cosa fosse.
- Ti sei tagliato i capelli? - chiese dopo un po'.
Lui ridacchiò e scosse la testa, poi si grattò una guancia.
Victoria sgranò gli occhi. - La barba! Ti è cresciuta la barba! - esclamò, portandosi una mano alla bocca e indicandogli il viso con l'altra.
- Te l'avevo detto che mi radevo - sorrise sornione.
- Ma sei sicuro che vuoi farti vedere in giro così? E se incontri qualche piccola fan e la spaventi? Sembri l'uomo nero - lo schernì.
Zayn fece una smorfia che la fece ridere, poi fermò la macchina. - Siamo arrivati - disse.
Vicki aprì la portiera e si guardò intorno confusa. - L'O2? Ma cosa...?

Bruno Mars stava commuovendo il pubblico sulle note di "Talking to the Moon", quando Vicki si voltò verso il ragazzo che si trovava affianco a lei e non poté fare a meno di sorridere.
- Grazie, Zayn. Davvero. Portarmi al concerto del mio cantante preferito... Questo è di sicuro il più bel regalo che mi sia mai stato fatto.
Lui le circondò le spalle con un braccio e le baciò i capelli. - E' stato un piacere per me - ammise dolcemente.
Fu in quel momento, stretti l'uno all'altro, mentre Bruno cantava "do you ever hear me calling?" che Vicki sentì l'impulso di doverlo ringraziare con qualcosa di più di una semplice parola.
Senza pensarci due volte prese il volto del moro fra le mani e avvicinò le proprie labbra alle sue, gustandosi il loro sapore. Dopo qualche secondo sentì i palmi caldi di Zayn circondarle i fianchi e capì che quel bacio era stato desiderato tanto dal moro quanto da lei, solo che inizialmente non voleva ammetterlo a se stessa.
Si staccarono quando ormai la canzone era finita. Si guardarono sorridendo come due perfetti idioti per qualche secondo, poi fu Vicki a parlare.
- Comunque - mormorò - mi piaci un sacco con la barba - e detto questo si avvicinò per baciarlo ancora, ancora e ancora.


- Punto numero uno - disse Louis, reggendo il foglio a quadretti. - Non gli piaccio - continuò, leggendo le parole scritte da Macy. - Cosa posso fare per provarti il contrario?
La rossa nascose il viso dietro le proprie mani. - Dimmi perché stiamo facendo tutto questo.
Il ragazzo aggrottò la fronte. - Perché tu credi che ci siano ben dieci motivi per cui io e te non possiamo uscire insieme, e io voglio che non ce ne sia nemmeno uno - rispose. - Per giunta siamo bloccati dentro il tuo negozio, non c'è campo e non abbiamo niente di meglio da fare - Macy sbuffò rumorosamente. - Ad ogni modo, se non mi piacessi non mi sarei mai scomodato ad andare fino al supermercato solo per comprarti dei fiori di zucca. Puoi chiedere a chiunque, non è da me.
- Mi considero onorata, allora! - rise lei, prendendolo in giro. - E va bene, ti credo. Basta che andiamo avanti e che questa tortura finisca in fretta.
Louis riprese a leggere. - Punto numero due: le possibilità che lui accetti equivalgono allo 0,001% - alzò lo sguardo e lo puntò su quello di Macy, sorridendo. - Non sono mai stato bravo in matematica, ma se ora sono qui, la tua percentuale era decisamente sbagliata.
Macy alzò gli occhi al cielo e lasciò che Lou andasse avanti a leggere. - Tre: è Louis Tomlinson degli One Direction, ergo è famoso. Mmh... - il castano si grattò il mento, pensieroso. - In effetti è un'eresia che una celebrità come me esca con una plebea come te... il massimo che dovrei concederti dovrebbe essere un massaggio ai piedi - scherzò.
- Se non la smetti di dire minchiate te lo faccio sulla schiena il massaggio, ma con i guinzagli per cani - sibilò la rossa.
- Vuoi frustarmi? Eccitante... - mormorò lui, leccandosi il labbro superiore.
Macy gli diede uno spintone ridendo. - Vai avanti, idiota.
- Punto quattro: è convinto che io mangi abitualmente croccantini per cani.
- Ecco, qua dobbiamo chiarire una cosa: io non ho mai mangiato croccantini per cani. Quel giorno stavo scherzando.
Lui fece segno con la mano di smetterla. - Cinque: non r...
- No, hey! - lo interruppe. - Perché sei andato avanti?
Louis si finse esasperato. - Non capisco perché ti vergogni del fatto che mangi croccantini. Ti ho pure detto che perfino uno dei miei migliori amici lo fa! Fosse per me potresti anche mangiare vermi ed escrementi di scarafaggio, non cambierebbe assolutamente nulla.
La ragazza piegò la testa di lato. Ma faceva sul serio?
- Cinque: non ricorda nemmeno il mio nome.
- Su questo non hai scuse! - esclamò lei. - All'inizio sembrava dicessi tutti i nomi del mondo tranne il mio.
- Ecco, sì, questa è una storia divertente... - Macy aggrottò le sopracciglia. – Lo facevo apposta - ammise Louis, sorridendo colpevolmente.
La rossa sbatté le palpebre più volte. - Cosa? - chiese. - Perché?
- Non lo so, mi divertiva vederti arrabbiata.
Lei spalancò la bocca, fingendosi offesa. - Appena scopro cosa ti dà fastidio ritieniti morto.
Louis rise, poi andò avanti a leggere. - Punto numero sei: certe sue battute sono di uno squallore inimmaginabile. Però se non sbaglio l'altro giorno hai detto che sono divertente - le ricordò, incrociando le braccia al petto e alzando il mento.
- Infatti squallido non è sinonimo di noioso. Tu sei il mio dolce Loulou, squallido ma divertente - disse Macy, pizzicandogli una guancia.
- Loulou? Cos'è, una marca di pannolini?
- No, il tuo nuovo soprannome. Dolce Loulou - lo schernì, giungendo le mani e assumendo un finto sguardo sognante.
- E' orrendo - borbottò.
Lei sorrise maliziosamente. - Buono a sapersi, Loulou.
- Numero sette - continuò sospirando - non sono il suo tipo.
Macy si fermò un attimo a pensare. - Sai, Loulou, questo credo di averlo scritto solo perché volevo arrivare a dieci motivi e non sapevo che altro aggiungere.
Louis la guardò divertito. - Faccio finta di crederti solo perché voglio una bella spiegazione per il punto numero otto: di sicuro si vergognerebbe ad uscire con una come me. Prego - la spronò a parlare.
La rossa si grattò la testa, evidentemente a disagio. - Ma sì, non ti conoscevo, non avevo idea che avresti... accettato a farti vedere in giro con una come me - confessò indicandosi.
- Come te come? - chiese Louis, non capendo.
- Sì, insomma... non credevo che saresti mai uscito con una ragazza della mia età.
- Perché, quanti anni hai tu? - chiese ridendo.
- 17.
Inizialmente Louis credette che Macy stesse scherzando, ma poi dal suo sguardo capì che era completamente seria.
- Aspetta u-un attimo... questo vuol dire che abbiamo quattro anni di differenza?
Lei annuì sommessamente e Louis non riuscì a fare altro se non mettersi le mani fra i capelli, sconcertato.


Liam stava fingendo di sorridere da così tanto tempo che il viso iniziava a fargli male.
Quella sera aveva deciso di andare in giro per locali, e siccome i suoi coinquilini o avevano altri impegni o non erano dell'idea di uscire, si era recato da solo in uno dei più ambiti pub di Londra, convinto che avrebbe sicuramente incontrato lì qualche amico. E in effetti non si era sbagliato.
Era seduto ad un tavolo del privé, e sul divanetto di fronte a lui si trovavano Charlie, dei suoi amici che Liam conosceva di vista, e Tyler, un ragazzo grosso, alto due metri e che aveva la faccia da idiota.
Quando Charlotte aveva visto il castano e l'aveva invitato a sedersi con loro, lui non se l'era sentita di dire di no: era lì da solo e se non avesse accettato lei si sarebbe di sicuro insospettita.
Nonostante ciò, vedere quel Tyler aveva innescato in Liam un conto alla rovescia che era quasi giunto al termine, ed era sicuro che la bomba che sarebbe scoppiata allo scattare dello 00:00 non avrebbe portato nulla di buono.
Aveva perciò inviato un messaggio a Harry chiedendo a lui e a Niall di accorrere in suo aiuto, ma ormai era passata più di mezz'ora e di loro non si era vista neanche l'ombra. E il povero Liam stava per perdere la pazienza.
- Vuoi che vada a prenderti qualcosa da bere, Charlie? - propose Tyler, appoggiando la mano sul ginocchio destro della riccia.
Liam - che osservava attentamente ogni loro mossa - non si perse quel gesto, e dentro si sentì ribollire dalla rabbia: nessuno oltre a lui si era mai permesso di usare quel soprannome, era una cosa fra Liam e Charlotte soltanto e non una persona al mondo aveva il diritto di chiamarla così. Come aveva potuto lei autorizzare quello spilungone a utilizzare quel nomignolo?
- Liam, tutto bene? - domandò lei non appena Mr. ladro-di-ragazze-e-di-soprannomi se ne fu andato.
Il castano sfoderò nuovamente un finto sorriso e annuì.
- Ecco qua, piccola - disse Tyler porgendole il suo drink e sedendosi affianco a lei.
Liam strinse il pugno della mano destra per reprimere la voglia di spaccare la faccia a quell'idiota. Lo vide circondare le spalle di lei con il braccio e giocherellare con i suoi ricci perfetti, osservandola mentre parlava animatamente con delle amiche.
Il castano si sentì morire di invidia e in quel momento capì che l'unica persona che si meritava un bel pugno in faccia era proprio lui, non Tyler. Quel ragazzo la guardava come l'avrebbe guardata Liam, la coccolava e viziava esattamente come avrebbe fatto lui, se solo avesse potuto tornare indietro e avesse confessato subito i propri sentimenti.
- Liaaaaaam - la voce di Harry lo strappò dalle sue commiserazioni e lo fece sorridere veramente per la prima volta in quella serata.
Si voltò e oltre al riccio scorse Niall e Emma. L'Irlandese diede una pacca sulla schiena all'amico e salutò Charlotte, che dopo aver ricambiato si presentò alla bionda porgendole la mano. Poi volse lo sguardo sul ragazzo seduto affianco a lei.
- Ragazzi, lui è...
- Tyler? - la interruppe Emma, sorridendo sorpresa. - Cosa ci fai qui?
Liam corrugò la fronte e Charlie sgranò gli occhi. - Voi due vi conoscete? - domandarono all'unisono.




He looks at you
the way that I would,
does all the things
I know that I could
if only time could just turn back.
- I wish





















?
Perdonatemi se è tardi (è passata la mezzanotte quindi ormai è lunedì), ma sono stata fuori tutto il giorno e non ho potuto aggiornare prima di adesso. çç
Bene bene, in questo capitolo scopriamo che Macy ha 17 anni. Cosa ne pensate? Voi siete tipo "l'amore non ha età" oppure 4 anni di differenza vi sembrano troppi? Voglio dire, provate a immaginare il nostro Lou con una diciassettenne... come reagireste?
Purtroppo per gli Hemma shipper questo capitolo è concentrato più sulla coppia formata da Emma e Niall, ma non disperate, nel 15 saranno molto presenti entrambe le coppie! :D
Finalmente Victoria ha concesso a Zayn l'attesissimo baciooooo! Non so voi ma io aspettavo questo momento lol e poi si tratta del primo vero e proprio bacio d tutta la fanfiction, quindi in un certo senso mi sento commossa. :') (wtf)
Riguardo Charlie e Liam, invece... secondo voi come fa Emma a conoscere Tyler?
Aspettate il prossimo aggiornamento per scoprirlo! :3
GRAZIE MILLE per le 13 recensioni dello scorso capitolo, mi rendete così felice!
Much much much love,

Teddy


PS: Per la storia dei triceratopi ho preso spunto da Insegreto, mi sembrava giusto informarvi. :) Amo quel sito HAHAHAH


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Capitolo 16
*** Capitolo 15 - like knives ***





- 15 -
like knives



- Sì, conosco Tyler - disse Emma. - A scuola frequentiamo un paio di corsi assieme - continuò sorridendo.
- Aspetta, Em... intendi quel Tyler di cui mi hai parlato? Il ragazzo gay con cui chiacchieri mentre gli altri fanno educazione fisica perché né tu né lui siete portati per alcuno sport? - domandò Niall, assumendo uno sguardo diffidente.
Liam era più confuso che mai, Harry aveva perso il filo del discorso e Charlie e Tyler sembravano rimasti a bocca asciutta.
- Sì, parlo di lui - rispose Emma ridacchiando. - Perché?
Niall non rispose e si voltò verso Liam, che a sua volta puntò lo sguardo su Charlie, guardandola in cagnesco.
- Lui non è il tuo ragazzo, vero? - sibilò.
Emma capì la perplessità di Niall e sgranò gli occhi.
- Forse è meglio se li lasciamo soli - disse Niall allontanandosi con Emma e Harry, seguito anche da Tyler e alcune amiche di Charlie, che si diressero verso la pista da ballo.
L'ultima cosa che Liam sentì fu la voce di Harry che chiedeva spiegazioni, poi si concentrò totalmente su Charlotte, che teneva gli occhi puntati sulle proprie mani.
- Charlie.
Lei finalmente alzò lo sguardo e il castano poté notare che i suoi occhi erano lucidi.
- Liam m-mi dispiace, io... io non volevo arrivare a questo punto, ma la cosa mi è sfuggita di mano - ammise lei, toccandosi i capelli in modo nervoso.
- Mi spieghi chi è quello? - domandò lui, con una voce leggermente meno tagliente rispetto a prima.
- Tyler... te l'ho detto, l'ho conosciuto quella sera che sono uscita a cena con degli amici.
- Be', mi avevi anche detto che vi frequentavate, non che era gay - le fece notare. Charlie abbassò nuovamente lo sguardo. - Lui... quella sera mi ha vista giù di morale. E' stato gentile, mi ha chiesto perché fossi triste e io gli ho detto che era a causa tua e gli ho spiegato perché. Allora lui si è offerto di fingere di essere il mio ragazzo, così magari tu ti saresti ingelosito e avresti finalmente...
- No, aspetta, a causa mia? - la interruppe il castano.
- Sì, Liam, per l'ennesima volta eri rimasto a dormire da me e per l'ennesima volta ti sei rifiutato di dirmi che mi ami.
Il castano spalancò gli occhi. Immaginava che lei lo sospettasse, ma non credeva ne fosse così sicura.
- Lui doveva solo chiamarmi qualche volta in tua presenza, niente di più... poi questa sera sono uscita con i miei amici e sei spuntato tu, ero nel panico e abbiamo improvvisato questa messa in scena, ma è arrivata quella ragazza che conosce Tyler e... - lasciò la frase in sospeso, a corto di parole. Prese una delle grandi mani di Liam fra le sue e lo guardò negli occhi. - Mi dispiace tanto, davvero, ma ti amo anche io e sai che...
- Wowowowo, frena! Tu cosa? - Liam la guardò scandalizzato.
La reazione del castano fece spuntare un piccolo sorriso sul volto di Charlie. - Ti amo, Liam. Non dirmi che non l'avevi capito.

- Allora? Che ti ha detto? - chiese Niall non appena vide Liam andargli incontro. Il castano aveva un'espressione abbastanza sconvolta.
- Mi ama. Ha detto che mi ama - mormorò, dirigendosi poi assieme agli altri verso la macchina di Harry.
Non disse altro per tutto il tragitto verso casa.


Il mattino seguente l'appartamento degli One Direction corrispondeva a una macedonia di emozioni.
- Quindi, ricapitolando: hai incontrato sua madre per strada, l'hai accompagnata in farmacia e poi a casa, dove le hai dato una mano con le buste della spesa. Poi hai portato Victoria all'O2 per il concerto di Bruno Mars, e lei ne è rimasta così felice che non ha fatto altro che baciarti per tutta la serata. Esatto?
- Esatto - rispose Zayn, sorridendo sornione.
Harry si gettò sopra il Pakistano per abbracciarlo, mentre Niall applaudiva come un pazzo, esultando animatamente.
- Le mie più sincere congratulazioni, Zayn, io non avrei retto a quattro mesi di resistenza - sorrise il riccio.
- Cazzo, hai ragione, sono quasi quattro mesi che le sto dietro. Sono stupito di me stesso! - rise lui, ricevendosi una pacca amichevole da parte di Liam.
- Hai fatto bene a non mollare - gli fece un occhiolino Niall, addentando un toast. - Soprattutto hai fatto bene a mettere subito in chiaro i tuoi sentimenti - mugugnò Liam, sedendosi affianco a lui sul divano.
Niall lo guardò apprensivo. - Dai, Liam, ormai è andata così. Comunque lei ha detto di amarti, non è sufficiente?
Il castano alzò le spalle. - Mi ha preso un po' per il culo con la storia del finto fidanzato.
- Be' ma alla fine ha funzionato, dato che finalmente le hai detto che la ami - si intromise Harry.
Liam aprì la bocca, ma non disse nulla. - No. Liam, non dirmi che sei stato zitto anche questa volta! - esclamò Zayn.
- Dopo tutti gli avvenimenti di ieri sera me ne sono dimenticato! - Il moro gli tirò uno schiaffetto sulla testa.
- Ma come fai a dimenticarti di una cosa del genere? - rise Niall.
- Ad ogni modo mi ha detto che sa che la amo, quindi...
Zayn gli diede una leggera spinta. - Sei una causa persa - ridacchiò. - E tu, Lou? - chiese, rivolgendosi al maggiore.
- Sì, com'è andato il tuo appuntamento con la rossa? Ieri sera ho provato a chiamarti ma il telefono era spento, non è che vi stavate già dando da fare e non volevi essere disturbato? - domandò Harry con un tono di voce carico di malizia, alzando le sopracciglia ripetutamente e suscitando le risate degli altri tre.
- Verrei arrestato se solo ci provassi - borbottò il castano, accarezzando il pelo a Austin. Poi sospirò. - Non siamo usciti. Sono andato là ma lei doveva finire di sistemare alcune cose in negozio, e quando eravamo pronti per andarcene ci siamo accorti che la porta era bloccata dalla neve. Siamo rimasti tutta la sera chiusi lì dentro e, prima che tu faccia altre battutine, no, non abbiamo fatto sesso tra i barattoli di cibo per cani - disse, rivolgendosi a Harry. Il riccio smise immediatamente di ridere. - Me ne sono andato verso l'1, quando i suoi sono tornati a casa dalla cena per il loro anniversario e hanno liberato l'ingresso del negozio dalla neve - continuò, dopo aver fatto un altro sospiro. - Comunque non ti ho risposto perché non c'era campo - concluse, rivolgendosi di nuovo a Harry.
Lui si sedette affianco al castano e gli appoggiò una mano sulla spalla. - Cos'è successo?
Louis si alzò dal divano e iniziò a camminare nervosamente, stropicciandosi gli occhi con una mano. - Ha 17 anni.
Liam spalancò la bocca e Zayn per poco non si strozzò con la propria saliva. Niall e Harry invece rimasero impassibili.
- No, aspetta... ma stiamo parlando della stessa persona? Macy, la rossa che c'era al mio compleanno e a cui avrei dato come minimo 19 anni, se non 20?
Il castano annuì.
- Sicuro che non ti stesse prendendo in giro? - chiese Liam. - Voglio dire, l'ho vista anche io e non mi pare proprio avesse...
- No, era seria.
- Anche Emma ha 17 anni - si intromise Harry.
Niall inizialmente corrugò la fronte, poi annuì e sorrise. - E' vero. Ha 17 anni, eppure è una ragazza matura - intervenne. - Quasi sempre... - precisò sghignazzando.
- Sì, Niall, ma tu hai 19 anni, io 21.
- E questo cosa c'entra?
- Che tu e Emma... ah, lascia stare.
Zayn, dopo vari ragionamenti personali, riprese la parola. - Per me ti preoccupi per niente.
- Ma Zayn, è una ragazzina!
- Ed è rilevante, se ti piace? Ti ricordo che Savannah aveva tre anni in meno di te, non è che la differenza sia tanta.
Louis non replicò. Effettivamente il suo amico aveva ragione.
- Voi due, invece? Non avete nulla da dirci? - chiese Liam, guardando Harry e Niall. Il riccio alzò le spalle, mentre l'Irlandese non disse nulla.
- Come va con Emma? - entrambi drizzarono le orecchie.
- Oggi non l'ho ancora sentita - disse il biondo, guardando lo schermo del proprio cellulare.
- Avete in programma qualche altra cosa da innamorati come mettervi la crema per i brufoli o scattarvi foto per tutto il giorno? - lo schernì Il Pakistano.
- Innamorati? Emma è solo un'amica.
Gli altri quattro si guardarono fra di loro.
- Ti ha friendzonato? - domandò Louis.
Niall si mise a ridere per il termine usato dall'amico, ma tutti gli altri rimasero in silenzio, in attesa di una risposta.
- No, io le voglio bene come amica e per lei è lo stesso. Nessuno ha friendzonato l'altro - ridacchiò.
Harry fece per intervenire, chiedendo perché allora non avrebbe potuto provarci lui, ma Louis, capendo le sue intenzioni, lo fermò, scuotendo la testa.


Zayn stava facendo un pisolino, Louis e Liam erano andati a portare a spasso Austin mentre Niall e Harry si stavano annoiando davanti a un film comico che di divertente aveva ben poco, quando Emma andò a trovarli e, inconsapevolmente, diede un po' di colore alla giornata di entrambi.
- Tu non dovevi studiare? - domandò il biondo, sedendosi sul divano.
- Già fatto - sorrise lei. - Però non voglio che ti siedi - disse, mettendo il muso e tirandolo per un braccio, facendolo ridere. - Oggi voglio che mi porti in giro.
Lui le baciò la fronte, sorridendo. - Va bene. Ho in mente qualche posto da farti visitare qua a Londra.
Lei saltellò fino alla porta d'ingresso, mentre Niall indossava il giubbotto.
Harry si stava preparando mentalmente all'idea di doversi annoiare per il resto del pomeriggio, quando la voce dolce di Emma lo sorprese. - Haz, non vieni con noi? - domandò, facendolo sorridere.

- Ti ha mai detto nessuno che la tua macchina sembra quella di Batman? - domandò Emma salendo sulla Porsche nera.
Harry rise, prendendo il posto del guidatore. - In realtà no.
- Be', te lo dico io allora. Ma non è che è la macchina di Batman per davvero? - chiese ancora, guardandosi intorno. - Per caso sei il figlio di Bruce Wayne?
- Sì, Em, e io sono il figlio di Joker - ridacchiò Niall, accomodandosi sul sedile del passeggero.
Lei gli fece una linguaccia. - Allora... dove andiamo?
- Io proporrei un bel posto dove possiamo fare uno spuntino, sto morendo di fame - disse Niall.
- Anche io - si lamentò la bionda.
- Nando's? - propose il riccio, conoscendo i gusti del suo amico.
- Nando's! - acconsentirono gli altri due all'unisono.

- Pensavo che Niall mangiasse tanto - disse Harry, mentre osservava Emma addentare un'ala di pollo - ma è niente in confronto a te - concluse ridendo.
Lei finì di masticare e fece per rispondere, ma venne interrotta da Niall, che era seduto affianco a lei. - In effetti mi chiedo come sia possibile che una persona così piccola possa contenere tutto quel cibo - la schernì.
- Si allenerà ogni giorno a mangiare tutta questa roba - ridacchiò il riccio, bevendo un sorso d'acqua e chiedendo poi il conto.
- Ah, questo è sicuro! - la prese in giro Niall, dandole due leggere pacche sullo stomaco.
- Ho imparato dal migliore - Emma fece una smorfia, suscitando la risata del biondo, e tirò fuori i soldi dal proprio portafogli, per poi porgerli al cameriere.
- Tranquilla, faccio io - disse Harry, facendole l'occhiolino.
La bionda sorrise e ringraziò, poi uscirono tutti e tre dal ristorante.
- Dove vogliamo andare ora? - domandò il riccio.
Emma frugò nella propria borsa finché trovò una macchina fotografica. - Io oggi voglio fare la turista - disse, prendendo a braccetto i due ragazzi e facendoli ridacchiare - e voi mi farete da guide! - sorrise infine, trascinandoli verso la macchina di Harry.

I tre stavano passeggiando sul ponte di St. James, osservando le papere e i cigni nuotare tranquillamente. Essendo fine febbraio il clima non era di sicuro dei più caldi, quindi in giro non c'era molta gente.
Emma stava scorrendo le foto sulla propria digitale, mentre gli altri due camminavano in silenzio. - Harry, sei un fotografo pessimo - lo sgridò scherzosamente - in questa foto hai ripreso solo metà Westminster Palace! - esclamò porgendo la macchina fotografica al riccio.
Lui stava per ribattere, ma quando vide la fotografia corrugò la fronte. - Hai ragione - ammise. - Comunque sono sempre meglio della ragazza che ci ha scattato la foto davanti al Big Ben - continuò, dopo essere passato alla foto successiva. - Non ce n'è neanche una messa a fuoco - rise.
- Stava tremando - ridacchiò Niall, sporgendosi per vedere gli scatti.
- Non capita tutti i giorni che due componenti della band più famosa del momento ti chiedano di scattare una foto per loro - gli fece notare Emma, ridendo a sua volta.
- Questa è venuta bene! - esclamò l'Irlandese, rendendo la macchina fotografica all'amica.
Ritraeva tutti e tre, Harry e Niall ai lati e Emma al centro, che sorridevano in modo sincero. Ed era davvero bella.
- Mi piace - sorrise, mentre si appuntava mentalmente di stamparla e inserirla in una cornice. - Anche se ho il naso rosso per il freddo, mi piace.
Niall ridacchiò. - Vieni Rudolf - disse, allargando le braccia.
Emma gli saltellò incontro e si buttò su di lui sghignazzando e facendolo quasi cadere.
Harry cercò di posare lo sguardo ovunque tranne su di loro, ma non poté fare a meno di voltarsi verso i due piccioncini quando la bionda chiamò il suo nome.
- Abbraccio di gruppo? - propose lei. Lui era tentato a dire di no, ma lo sguardo della bionda era talmente tenero che non seppe resistere.
Una volta sciolto l'abbraccio ripresero a camminare, chiacchierando del più e del meno.
Harry si sentiva felice. Solo il fatto che Emma l'avesse invitato a uscire con lei e Niall e che poi l'avesse reso partecipe di quella dimostrazione d'effetto, gli aveva fatto tanto piacere da renderlo... soddisfatto. Sebbene non sapesse bene perché.
- Le guardie della regina! - squittì Emma, indicando gli uomini vestiti di rosso che si trovavano in piedi di fronte a Buckingham Palace. - Voglio una foto anche con loro - disse, incamminandosi a passo svelto ed emozionata verso l'entrata della residenza reale.
- Salve - salutò, una volta arrivata davanti a una delle guardie. L'uomo non la guardò nemmeno. - Mi chiedevo... sì, insomma... posso fare una foto con lei? - domandò, senza però ricevere alcuna risposta.
Emma fece il broncio e fece segno ai suoi due amici di avvicinarsi. - Non parla - si lamentò come una bambina.
- E' il loro lavoro, Em - la informò Niall sorridendo.
La ragazza lo afferrò per una manica del giubbotto e lo posizionò a lato della guardia. - Ci fai una foto, Haz?
Il riccio acconsentì e, dopo aver scattato una fotografia, Emma vide l'uomo col cappello imbarazzante scrutare Niall con la coda dell'occhio.
- Visto? - disse, sfoderando un sorriso divertito. - Sono proprio Niall e Harry degli One Direction.
La guardia tornò subito alla sua postazione originaria, senza battere ciglio.
- Voi siete mai riusciti a fare ridere uno di loro? - chiese la bionda, rivolgendosi ai suoi due amici. Niall scosse la testa e Harry ammise che in realtà non ci aveva mai provato.
- Fatelo ora - li sfidò.

Ormai erano le 19 inoltrate. Erano passati da Trafalgar Square, avevano percorso Picadilly e in quel momento stavano passeggiando fra i negozi di Oxford Street, ma ancora non avevano smesso di ridere.
- Quando vi siete messi a ballare la Macarena stavo per morire, vi giuro - disse Emma fra le risate.
- Perché eravamo troppo bravi - ribatté Niall, osservandosi le unghie come una diva. - Certo, soprattuto a cantare la canzone - disse la bionda sarcasticamente, continuando a sghignazzare. - Ma poi quando tu ti sei messo a piangere per finta inizialmente mi sono preoccupata, e penso che anche la guardia abbia avuto la stessa reazione! - continuò rivolgendosi a Harry.
Il riccio si mise a ridere, alzando le spalle. - Non sapevo più che fare e ho improvvisato - si giustificò.
- Già, dato che l'imitazione di Madonna non aveva funzionato - lo schernì il biondo, beccandosi una gomitata.
- Ad ogni modo il tentativo migliore è stato quando hai chiesto a quel musicista di strada di prestarti la chitarra. Tralasciando il fatto che gli hai dato 200 sterline e che con quelle si sarebbe potuto comprare una chitarra nuova, la tua performance di "The One That I Want" di Grease è stata spettacolare, davvero - ammise Emma, ancora in preda alle risate.
- Dai, in quel momento sono riuscito a strappargli un sorriso!
Anche Harry scoppiò a ridere. - Ma dove? Probabilmente si è trattenuto dal mandarti via con un cazzotto!
- Sempre meglio della tua interpretazione di "Hung Up"! - lo prese in giro il biondo. Harry assottigliò lo sguardo. - Non ti conviene prenderti gioco di me, altrimenti la prossima volta che giochiamo a FIFA non ti lascio fare nemmeno un goal - lo minacciò scherzosamente.
- Come se fossi più bravo di me! - esclamò l'Irlandese. - E comunque giocherei in squadra con Emma. Perderesti 20 a 0.
Il riccio la guardò sbalordito. - Sai giocare a FIFA?
- Me la cavo...
- Ha detto la stessa cosa a me. Pensavo scherzasse, o comunque che fosse semplicemente capace di capire quali fossero i suoi giocatori e quali gli avversari - la bionda scosse la testa ridendo. - Invece ha fatto 3 goal nei primi 10 minuti.
Harry assunse uno sguardo meravigliato, che cercò di camuffare. - Ma sì, Niall è una schiappa, non è poi così difficile batterlo.
Il biondo gli diede uno spintone amichevole ed entrambi scoppiarono a ridere.
- Finitela, tanto vi straccio entrambi - affermò lei, spostandosi i capelli biondi dalle spalle come per darsi delle arie.
I due ragazzi la guardarono ammaliati. Harry si ricompose quasi immediatamente, mentre Niall rimase ad osservarla a bocca aperta ancora per qualche secondo.
- E' quasi ora di cena... andiamo a casa? - propose lei, facendolo risvegliare da quello stato di trans.
- Prima voglio portarti a vedere un'ultima cosa - sorrise il biondo, facendo incuriosire l'amica.

Si trovavano al Parco di Richmond, seduti su una panchina in attesa di qualcosa. - Mi dici cosa stiamo aspettando? - domandò Emma, dato che erano seduti lì già da un quarto d'ora.
- Abbassa la voce! - sussurrò il biondo, scrutando fra gli alberi.
- Me lo dici tu? - mormorò ad Harry, che si trovava alla sua destra.
Vedendo quello sguardo dolce, lui sentì la voglia irrefrenabile di accarezzarla. Le circondò le spalle con il braccio e si avvicinò al suo orecchio. - Aspetta.
- Ecco, guarda là! - bisbigliò Niall, indicando un punto a una decina di metri da loro.
Emma aguzzò la vista e finalmente riuscì a vederlo: un cervo.
Stava annusando l'erba e piano piano si avvicinava loro, ma la bionda fu distratta da qualcos'altro. - Un cerbiatto! - disse a bassa voce. - E' così tenero!
Rimasero per un po' ad osservare i cervi girovagare fra gli alberi. Il braccio di Harry si trovava ancora attorno a Emma e lei percepiva una strana sensazione. Non le faceva piacere ma non le dava nemmeno fastidio, non sapeva che cosa significasse.
Il riccio al tempo stesso pensava e ripensava alla giornata appena trascorsa e non poteva fare a meno di sorridere come un idiota. Quello che provava per Emma si stava velocemente fortificando e ormai era sicuro che nemmeno lei fosse indifferente alla sua presenza. O al suo tocco. Le accarezzò una spalla e infatti la sentì fremere, facendolo compiacere di sé stesso.
Quando Niall, che era rimasto tutto il tempo a prestare attenzione ai cervi, si accorse dell'estrema vicinanza del suo amico e della bionda, si sentì all'improvviso estremamente geloso. Non capiva perché, ma quella situazione lo disturbava, si sentiva in un certo senso escluso. Così, senza nemmeno pensarci, afferrò la mano della bionda e attorcigliò le proprie dita alle sue.
Lei si voltò subito per guardarlo e sorridergli dolcemente, facendogli capire che il gesto era stato apprezzato.
Ma soprattutto rendendo quel piccolo momento solo loro e di nessun altro, nemmeno del ragazzo il cui braccio era fastidiosamente appoggiato sulle spalle della sua Emma.


- Zayn...
- Mmh.
- Zayn, devi svegliarti.
- Lasciami in pace, Liam - mugugnò il moro, coprendosi il viso con il cuscino. - No, Zayn, riguarda Vicki.
Il Pakistano aprì gli occhi e si mise a sedere. - Che c'è?
L'amico gli porse titubante una rivista. Zayn lo guardò confuso, ma non appena vide in copertina una foto che ritraeva lui e Victoria, andò in panico.
Iniziò a sfogliare freneticamente le pagine finché ne trovò una che era colma di scatti della sera precedente. Guardò Liam in modo allarmato e si affrettò a leggere l'articolo.


TONGUE DIRECTION
ESCLUSIVA: ZAYN SI SBACIUCCHIA CON UNA MORA LONDINESE
Gli One Direction continuano a far strage di cuori e questa volta non si parla dei cuori palpitanti delle Directioners.
Zayn Malik è stato fotografato ieri sera in compagnia di una giovane donna, il cui nome, stando alle fonti, è Victoria. I due sono andati alla O2 Arena per il concerto di Bruno Mars, che per la cronaca Victoria deve aver trovato fantastico, considerando la lunga serie di baci che ha concesso al suo accompagnatore, come mostrato in copertina.
Ovviamente la coppia Zicki non è ancora nulla di confermato. Che Victoria sia solo una nuova preda per Mr. Malik? Oppure è l'idolo delle teenagers ad essere caduto nella ragnatela di una ragazza desiderosa di fama?


- No - fu l'unica cosa che riuscì a dire, una volta finito di leggere l'articolo. Si alzò di scatto dal letto e si precipitò verso la scarpiera, dalla quale tirò fuori delle Nike che si infilò frettolosamente. - No, no, no.
Afferrò il proprio telefono e compose il numero di Victoria, precipitandosi fuori dalla sua camera, indossando il giubbotto e correndo verso l'ascensore.
- Ti prego, Vicki, rispondi.
Era quasi arrivato alla macchina quando finalmente sentì una voce dall'altro capo del telefono. - Siamo spiacenti, il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungib...
- Merda! - inveì, scaraventando il cellulare sul sedile del passeggero e mettendo in moto la macchina.
Il tragitto fino a casa di Victoria parve eterno, sebbene Zayn passò un paio di volte col rosso. Non appena fu davanti all'abitazione della ragazza, saltò giù dalla macchina e corse fino al portone, suonando il campanello più volte.
- Ma dove cazzo è finita? - urlò più a sé stesso che a qualcuno in particolare, siccome nessuno veniva ad aprire. Tornò alla macchina, raccolse il suo cellulare e provò nuovamente a chiamarla, ma risultava ancora non raggiungibile.
Decise di sedersi sui gradini che portavano al portone della mora, in attesa che rincasasse. Dopo neanche due minuti, però, la sua pazienza era già esaurita, così cambiò piano: sarebbe andato a cercarla all'università, in biblioteca, al supermercato o in qualsiasi altro posto che gli veniva in mente. Rimanendo lì sarebbe riuscito solamente ad accrescere la propria ansia.
Prima di risalire in macchina, però, decise di chiamarla un'ultima volta. Quando ormai aveva capito che Vicki non avrebbe risposto, gli sembrò di sentire un rumore dall'interno della casa. Una canzone. Dovette rimanere in ascolto per qualche secondo prima di capire che quella canzone era la suoneria del telefono di Victoria.
Cominciò a bussare violentemente sul portone. - Vicki! - Nessuna risposta. - Vicki, so che sei in casa, aprimi!
Zayn si stava innervosendo. Non poteva nascondersi da lui, dovevano parlare.
Ormai stava tirando dei veri e propri pugni sul legno freddo, continuando a urlare il nome della ragazza. Qualche passante lo guardava spaventato o incuriosito, ma lui li ignorava.
- Vicki, cazzo, apri questa porta o giuro che la sfondo! Vick...
Fermò la mano a mezz'aria poiché finalmente qualcuno venne ad aprire, lasciandolo con la bocca spalancata.
Quel qualcuno era Victoria. Aveva i capelli scompigliati e gli occhi rossi e gonfi, segno che doveva aver appena finito di piangere.
Zayn le si fiondò contro e la strinse in un abbraccio, accarezzandole dolcemente le ciocche more. Lei di riflesso ricominciò a singhiozzare. - No, Vicki, ti prego, non... - Cosa sei venuto a fare? - domandò acida, allontanandosi velocemente dalla sua stretta.
- Io... volevo sapere come stavi, ho visto...
- Senti, Zayn, io lo sapevo fin dall'inizio che non era un bene che ci frequentassimo.
- No, ma...
- Hai letto cosa hanno scritto di me? - domandò, asciugandosi le lacrime sulla manica della felpa. Sparì e ritornò dopo una manciata di secondi con cinque diverse riviste in mano, e le gettò sul pavimento. In tutte c'era una loro foto in copertina. - Ragazza desiderosa di fama, approfittatrice, groupie! - gridò, tirando un calcio ai giornali di gossip, avvicinandoli ai piedi di Zayn.
Lui provò ad avvicinarsi per accarezzarle un braccio, ma lei si scostò bruscamente.
- Ma tu non...
- No, Malik, basta! Io non volevo uscire con te e facevo bene! - gracchiò, ignorando le lacrime che continuavano a scenderle imperterrite sulle guance.
Lui fece un passo verso di lei. - Vicki, per favore...
- Non voglio più vederti! - esclamò, mettendosi le mani fra i capelli. - Sei solo un ragazzotto sciocco e viziato che non ha altro in testa se non la popolarità, i soldi e quelle canzoncine da asilo nido che gli procurano una cosa e l'altra. Non mi piaci, Malik, non mi sei mai piaciuto. E be', se hai creduto che fra noi ci potesse essere qualcosa ti sei sbagliato di grosso - Tirò su col naso e abbassò lo sguardo. - Io non voglio persone così materialiste e superficiali attorno a me.
Zayn irrigidì la mascella. Si sentì sentì come se l'avessero appena accoltellato, come se gli avessero lanciato un pugnale e questo l'avesse trapassato da parte a parte, facendogli provare un dolore lancinante.
- La sai una cosa? - chiese, lo sguardo impassibile. - Me ne hai fatte passare tante. Io le ho provate tutte per conquistarti, dalle cene romantiche, ai regali, al cinema, alle serenate. E tu sei sempre stata così... riluttante, lunatica. Tranne ieri sera. E io pensavo che finalmente ce l'avevo fatta a conquistarti, che avevi imparato a fidarti di me e avevi capito che posso darti, posso... essere tutto quello di cui hai bisogno. Ma no - Il moro sorrise amaramente, poi il suo sguardo cadde sui giornali sparpagliati sul pavimento. - Dovresti sapere che i giornalisti scrivono un mucchio di stronzate solo per vendere riviste e che devi fregartene di quello che dicono, perché tanto sono tutte cazzate - Scosse la testa e si voltò, avviandosi verso l'uscita. - Io sono stanco. Stanco di te e dei tuoi sbalzi d'umore, del tuo non essere mai soddisfatta. Ma soprattutto delle tue cattiverie - Victoria assunse uno sguardo spaventato e fece per fare un passo verso di lui, ma le sue parole la fermarono. - Credevo che mi piacessi, ma... probabilmente non mi piaci abbastanza da sopportare tutto questo.
Detto ciò le girò le spalle definitivamente e uscì da quella casa, chiudendo la porta dietro di sé.




Well, I put up a good fight
but your words cut like knives
and I'm tired.
- tell me a lie





















?
E' tardi, lo so, perdonatemi. Non ho scuse. :(
Come alcuni di voi avevano capito, Charlie nascondeva qualcosa... e ora sappiamo di cosa si tratta! Sinceramente non si chi sia più pirla fra lei e Liam loooool!
Louis è ancora scombussolato dalla scoperta che Macy ha 17 anni, mentre fra Emma, Harry e Niall si sta smuovendo qualcosa... ma lascio a voi i commenti! :D
Vicki odia stare al centro dell'attenzione e diciamo che un fidanzato come Zayn Malik non è esattamente l'ideale per lei. Sta di fatto che Zayn è stufo di questo tira e molla, quindi decide di finirla lì. Che ne pensate? Approvate o no la reazione del nostro bel Pakistano?
Ringrazio tantissimo chi ha recensito lo scorso capitolo e chi ha aggiunto la mia storia alle preferite, alle ricordate e alle seguite. :) Vi amo tantissimo!
Noi ci vediamo settimana prossima, fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo!

Un bacio,
Teddy



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Capitolo 17
*** Capitolo 16 - love you too ***





- 16 -
love you too



Zayn rincasò verso le 23:00, sbattendo la porta e facendo svegliare Liam, che si era appisolato sul divano.
Il castano alzò il busto stropicciandosi un occhio e, non appena mise a fuoco il volto del moro, iniziò a preoccuparsi.
- Amico, tutto bene?
Il Pakistano teneva i pugni serrati e il suo petto si alzava e abbassava ripetutamente, quindi o aveva corso o era davvero incazzato. Liam gli si avvicinò e lo abbracciò amichevolmente, dandogli qualche pacca sulla schiena per dargli conforto. Quando pensò che si fosse calmato almeno un po', diede voce alla propria domanda. - Cos'è successo?
A quelle parole sentì i muscoli dell'amico tendersi sotto il suo tocco. - Niente - ribatté duro, sciogliendo l'abbraccio. - Sono venuto a prendermi le chiavi, prima le avevo dimenticate.
- Zayn! - lo chiamò Niall, che era appena spuntato fuori dalla cucina. - Come l'ha presa? - domandò, avvicinandosi anche lui all'amico per dargli man forte.
Il moro aggrottò le sopracciglia, infastidito, e aprì la bocca per rispondere in modo non esattamente gentile a quella domanda così diretta, ma venne distratto da Harry, che era appena entrato in salotto. - Zayn, eccoti finalmente - Il riccio gli sorrise amichevolmente e poi si voltò verso il corridoio. - Louis, Zayn è tornato! - urlò, per farsi sentire dal maggiore.
Quest'ultimo arrivò correndo, con addosso un accappatoio colorato e con i capelli fradici. Evidentemente era appena uscito dalla doccia. - Allora? - chiese, ansioso come tutti gli altri di sapere cos'era successo fra il suo amico e Victoria.
Zayn li guardò uno ad uno, cercando di mantenere la calma, ma in meno di dieci secondi scoppiò. - Allora che cosa? - disse con un tono di voce particolarmente alto, che colse Niall di sorpresa. - Porca puttana lasciatemi in pace e fatevi i cazzi vostri!
Louis spalancò la bocca, interdetto.
- Non c'è niente da dire, mi sono rotto il cazzo di lei, di voi, dei paparazzi di merda, di tutti! - continuò a gridare, gesticolando animatamente. - Non ho bisogno di un cazzo di psicologo, figuriamoci di quattro!
Si incamminò frettolosamente verso il tavolino di fronte al televisore e sotto lo sguardo attonito dei suoi amici afferrò le proprie chiavi di casa, appoggiate lì sopra.
- Io ho solo bisogno di una fottutissima vita normale! - sbraitò uscendo dall'appartamento e sbattendo nuovamente la porta.
Louis, Harry, Niall e Liam si guardarono l'un l'altro, visibilmente preoccupati.
- Vado con lui - disse il riccio, infilandosi il giubbotto.
Liam gli appoggiò una mano sul petto per fermarlo. - Forse è meglio di no, Haz.
- Magari preferisce stare da solo - si intromise il biondo annuendo.
- Ragazzi, probabilmente davanti a tutti e quattro si è sentito sotto pressione, ma ha bisogno di qualcuno in questo momento.
Gli altri acconsentirono e lo lasciarono uscire.
Quando furono rimasti solo in tre, Niall circondò le spalle dei suoi amici con le proprie braccia. - Dai, ora stiamo tranquilli e aspettiamo che tornino. Zayn è in buone mani.
Louis alzò un sopracciglio. - Siamo sicuri?
Gli altri due lo guardarono confusi. - Sì, insomma, sono Zayn e Hazza... torneranno fatti come due pigne - disse, allentando un po' l'atmosfera e facendo ridacchiare i due amici.

- Zayn, aspettami!
Il moro si voltò sbuffando. - Cosa vuoi? - berciò, guardando il riccio in cagnesco. - Dove stai andando?
- Non sono cazzi tuoi - sputò.
Harry fece un sospiro. - Zayn, ascolta, io non sono bravo in queste cose. Non so cosa sia successo con Victoria, ma se si è arrabbiata per il fatto delle foto delle riviste... tu non puoi farci niente, questa è la tua vita e deve accettarla per quello che è. E la stessa cosa devi fare tu.
Si infilò le mani in tasca e alzò le spalle. - Ad ogni modo non saprei nemmeno che altro dirti perché non ho una relazione seria da... - si fermò qualche secondo a pensare, poi corrugò la fronte. - Non ricordo nemmeno da quanto - ammise, e la malinconia nel tono di voce dell'amico non passò inosservata a Zayn, che fece del suo meglio per darsi una calmata.
- Ha detto che non gli piaccio - mormorò, appoggiandosi al muro del palazzo. - Ha detto che non mi vuole, che tutto quello che c'è stato fra noi era una cazzata.
Il riccio gli mise una mano sulla spalla. - Io ho raggiunto il limite, Haz. Non tornerò da lei anche questa volta - confessò, abbassando lo sguardo. - L'unica cosa che voglio ora è togliermela completamente dalla testa.
Harry si sentì triste per il suo amico. Era sempre stato un ragazzo forte e determinato, e non era abituato a vederlo così scoraggiato.
- Mi dispiace per esservi venuto contro, voi volevate solo darmi una mano. Siete le ultime persone con cui dovrei prendermela.
- Stai tranquillo, nessuno di noi si è offeso. Ormai ti conosciamo - disse, facendogli un occhiolino.
Zayn accennò un sorriso e il riccio gli tirò un pugno leggero sulla spalla, sorridendo a sua volta.
- Forse è meglio tornare su - propose Zayn, dirigendosi nuovamente verso il portone.
- Ma come... non stavi uscendo?
Il moro alzò le spalle. - Non avevo una meta, volevo solo stare un po' da solo. Però sei arrivato tu - si lamentò scherzosamente.
- Be', ormai siamo fuori, no? - Il moro si strinse nelle spalle. - Che ne dici di andare a bere qualcosa?


Niall ed Emma si stavano dirigendo verso casa. La bionda si era fermata a studiare fino a tardi da Heather, la ragazza che seguiva molti dei suoi stessi corsi, e l'Irlandese, pur di non farle fare la strada di ritorno da sola, si era offerto di andarla a prendere. Erano solo dieci minuti di tragitto a piedi, ma a Niall non piaceva l'idea che la sua amica girovagasse da sola per le strade londinesi all'ora di cena.
- ...quindi sono tornati a casa completamente ubriachi, ma per lo meno ieri mattina Zayn sembrava stare meglio. E' quasi come se si sia tolto un peso... ora è molto più spensierato rispetto a quando in ogni momento del giorno si preoccupava per Victoria - raccontò lui, spiegandole quello che era successo qualche giorno prima.
- Mi dispiace per Zayn... credevo che quella ragazza le piacesse tanto.
Il biondo alzò le spalle. - E' vero, però adesso sembra sul serio sollevato. Io penso che Zayn abbia fin troppe cose a cui pensare, e che se proprio vuole una ragazza, dovrebbe trovarne una che gli semplifichi la vita, non che gliela complichi. No?
- C'è chi trova più interessanti le persone complicate - rispose la bionda. - Ma forse hai ragione tu - disse infine, scuotendo la testa. - Liam invece come sta?
- Non lo sa nemmeno lui. Non sente Charlie da quella sera al pub, e sinceramente non credo nemmeno che abbia più parlato di lei da quel giorno, o al massimo da quello dopo - rispose, infilandosi le mani nelle tasche. - Per lo meno ora non ha più Tyler per la testa, dato che era tutta una finzione. E se lo sappiamo è solo merito tuo - concluse, facendole l'occhiolino.
- Io non ho fatto nulla - ammise lei. - E Louis?
- Credo sia ancora dell'idea che quella ragazza sia troppo piccola per lui. Ma in realtà non so, conoscendolo potrebbe aver cambiato idea.
Emma annuì. - Forse dovrebbe darle una possibilità.
- E' probabile. Non so neanche se si siano più sentiti da quel giorno.
- Poverina, se Louis non l'ha più chiamata da quando ha scoperto la sua età è davvero uno stronzo - disse, facendo ridere l'Irlandese.
Passeggiarono per qualche minuto in silenzio, finché Niall si accorse di non aver ancora cenato. - Ti va di andare a mangiare qualcosa?
Emma gli sorrise dispiaciuta. - Per quanto mi alletti l'idea, devo tornare a casa in fretta e finire di studiare storia per il compito di domani.
- Dai, ci prendiamo un Big Mac e ce lo mangiamo a casa - insistette lui, facendo gli occhi dolci.
- Sul serio, Nialler, non ho proprio tempo...
- Camminando? Mangiamo durante il tragitto, dai! - tentò ancora.
Emma stava per ribattere, quando un lamento attirò la sua attenzione. Aggrottò le sopracciglia e si voltò a destra e a sinistra, cercando la fonte di quel pianto.
- Che c'è? - domandò l'amico, confuso.
- Shh. Senti? Qualcuno sta piangendo - sussurrò.
Niall cercò di tendere le orecchie per capire da dove provenissero quei singhiozzi. Si girò verso un parco giochi per bambini che si trovava alla sua sinistra e, aguzzando la vista, scorse una sagoma nella casetta affianco allo scivolo.
Si avvicinò lentamente per non spaventare chiunque fosse lì dentro, seguito da Emma.
- Hey, piccola, cosa ci fai qua tutta sola? - domandò dolcemente, vedendo una bambina rannicchiata per terra.
Lei alzò la testa di scatto e i due videro il suo labbro inferiore tremare. - Non trovo la mia mamma - piagnucolò.
- Vieni, andiamo a cercarla - le propose Niall, facendole segno di uscire dal suo nascondiglio. Lei accettò titubante, tirando su col naso. Il biondo la prese in braccio e le accarezzò la testa. - Come ti chiami?
- Anne - mormorò lei, aggrappandosi al collo del biondo.
- Io sono Niall e lei è Emma - disse l'Irlandese, indicando la ragazza in piedi affianco a lui.
- Ciao Anne - sorrise lei, e di rimando la bambina la salutò con la manina.
- Allora... dove hai visto la tua mamma l'ultima volta?
- Al ristorante - disse lei con una vicina sottile.
Emma guardò Niall con la fronte corrugata. - Che ristorante, tesoro?
- Quello dove c'era la festa della zia.
- Ci sono ristoranti qua vicino? - chiese al biondo.
- Ce n'è uno non lontano da qui, ma... Anne, sei venuta fin qua da sola? - La bambina annuì.
I due decisero di incamminarsi verso il ristorante, sperando che fosse quello giusto, quando una voce attirò la loro attenzione.
- Anne! Anne, dove sei?
La bambina alzò la testa. - Bay! - esclamò, agitandosi per scendere dalle braccia di Niall.
Corse incontro ad una ragazza che si trovava a una decina di metri da loro e i due biondini la seguirono, contenti che avesse ritrovato qualcuno che conosceva.
- Non scappare mai più, ci hai fatto spaventare tantissimo - la rimproverò quella ragazza, abbracciandola forte. - Cosa volevi fare qua?
- Volevo giocare con lo scivolo ma è arrivato il buio e avevo paura - piagnucolò la bambina. - Però poi ho conosciuto Emma e Niall - disse indicando i due, che ormai si trovavano a pochi passi da loro.
- Emma e...
- Ciao - disse il biondo, quando le fu vicino.
La ragazza sbatté le palpebre più volte, guardandolo attonita.
- Oh mio dio - boccheggiò, dando un'occhiata a Anne. - Niall Horan ha appena salvato la mia sorellina.

Emma diede un sospiro di sollievo, chiudendo finalmente il libro di storia.
Si stravaccò sul letto, stremata dallo studio, e dopo un po' prese in mano il suo telefono e compose in numero della sua migliore amica.
- Pronto?
- Ciao Cami - mugugnò.
- Em! Che ti è successo? Sembra che tu mi stia chiamando dall'oltretomba!
- Sono stanchissima, ho appena finito di studiare per domani.
- Capisco... io invece in questi giorni non sto facendo nulla, la Fabbri si è presa qualche strano virus ed è più di una settimana che non viene a scuola - ridacchiò. - Tralasciando lo studio, come stai?
- Mmh... bene.
- E con Niall, come va?
Emma sorrise istintivamente. - Va... bene.
- Solo bene? Dopo la serata romantica al Parco di Richmond dove ti ha stretto la mano mentre guardavate i cervi non è successo altro?
La bionda fece una smorfia. - Non c'era nulla di romantico.
- Da come me l'hai raccontato non sembrava.
Emma sbuffò, stufa di sentire Camilla parlare di quella storia. Decise di cambiare discorso, così le raccontò di Anne, del fatto che l'avevano trovata da sola in mezzo a un parco giochi e che una volta arrivata la sorella avevano scoperto che quest'ultima era una fan accanita di Niall e gli altri componenti della band.
- Quindi alla sorella di questa bambina piacevano gli One Direction? - rise Camilla.
- Sì, e ci ha trattenuto a chiacchierare per un sacco, finché non ha avuto il coraggio di chiedere a Niall di fare una foto assieme - disse Emma, ridacchiando a sua volta - Ma alla fine sembrava simpatica.
- Potevi invitarla a uscire con voi. Hai detto che aveva più o meno la tua età, no?
- Sì, credo. Ma non posso mica costringere Niall a uscire con una fan...
- Più che altro penso che tu volessi tenerla alla larga da lui - sghignazzò l'amica.
Emma alzò gli occhi al cielo. - Che palle che sei, come te lo devo dire che io e Niall siamo solo amici? A-M-I-C-I! - disse, scandendo lettera per lettera.
- Em, sei la mia migliore amica. A Milano mi strattonavi ogni volta che vedevi un ragazzo carino passeggiare per Piazza Duomo, solo per farmelo vedere. Ormai sei a Londra da due mesi e non mi hai mai parlato di alcun ragazzo che non fosse Niall o uno dei suoi compagni di band. E, sia chiaro, se mi parlavi di loro era solo perché avevano a che fare con il tuo Leprecauno. Lui ti piace, e tanto. Prova almeno a dirglielo.
Emma scosse la testa. - Si è fatto tardi, Cami, e domani ho un compito in classe. Ne parliamo un'altra volta.
- Va bene, Em. Buona notte - la salutò l'amica, convinta però che anche la volta dopo la bionda avrebbe fatto il possibile per evitare quell'argomento.


Marzo era alle porte e assieme alla primavera stava portando con sé uno strano spirito di determinazione che nell'appartamento degli One Direction si stava facendo sentire.
- Niall ha detto che fra lui e Emma non c'è altro se non amicizia, quindi non capisco perché non posso provarci con lei - si lamentò Harry.
- Perché stava mentendo - sospirò Louis, mentre era intento a scribacchiare qualcosa su un foglio.
- Ma perché dovrebbe mentirci, siamo suoi amici!
- Perché non ha ancora capito di essere innamorato di lei - cantilenò il castano come se stesse dicendo una cosa ovvia.
Il riccio alzò gli occhi al cielo. - E da quando sei un esperto di queste cose?
- Da quando ogni giorno mi rompi le palle con questa storia! - sbottò. - Haz, non so cosa dirti. Vuoi fartela? Fai pure! Ma non venire a triturarmi di nuovo i coglioni quando avrai capito che il tuo era solo uno sfizio e avrai rovinato l'amicizia con uno dei tuoi migliori amici per un cazzo!
- Smettila di dire che voglio farmela solo per sfizio, cazzo, non è vero! - esclamò Harry, offeso.
Louis cercò di calmarsi. - Io sono sicuro che anche tu troverai la ragazza giusta, con cui starai per tutta la vita - disse, tornando a scrivere su quel pezzo di carta. - Solo non ora. E non Emma.
- Ma io voglio lei - affermò, deciso. - E se non posso lottare per averla, farò in modo che sia lei a venire da me.
- E come pensi di fare?
- Ancora non lo so. Be', di sicuro non le scriverò un bigliettino - lo schernì. Louis lo ignorò. - Sul serio, Lou, smettila con questa cazzata. Ha 17 anni, non 5.
- Fatti i cazzi tuoi.
Harry scosse testa, poi uscì della camera di Louis ridacchiando, lasciandolo solo con quel biglietto fra le mani.


Il nostro primo appuntamento non è andato nel migliore dei modi e ci terrei tanto a farmi perdonare proponendoti di riprovarci. Ricorda che non hai ancora imparato a leccarti le sopracciglia, quindi purtroppo per te non hai molte possibilità di scegliere...

Louis :)

PS: Mi dispiace tanto non essermi fatto sentire finora ma ci ho messo un po' per capire che tengo a te quasi quanto uno scarabeo stercorario tiene alla sua pallina di merda.



- Coraggio, Louis. Devi farcela - disse a sé stesso, prendendo Austin in braccio e accarezzandolo dolcemente.


Liam tornò a casa dopo aver fatto colazione da Starbucks con Zayn, e nel suo salotto trovò l'ultima persona che si aspettava di vedere.
- Charlie? Co-cosa ci fai qui? - domandò perplesso, vedendo la sua amica seduta sul divano.
- Sono venuta a cercarti. Niall mi ha detto che non c'eri ma che saresti tornato presto, così mi ha fatto entrare - disse, alzandosi dal divano.
- Non mi ringraziare! - urlò il biondo dalla cucina, e Liam non poté non male dirlo mentalmente. Zayn si diresse verso l'amico sghignazzando, lasciando la coppietta da sola.
- Cosa... cosa volevi dirmi? - chiese Liam, insicuro.
- Nulla di che, mmh... solo che ti amo, e che vorrei essere la tua ragazza, ma questo mi pare ovvio quindi di sicuro non era il motivo per cui sono venuta... ah, sì! Volevo dirti che la preside ha accettato la mia proposta e martedì porto i bambini della mia classe al Museo di storia naturale. Non è fantastico?
Liam la osservò scandalizzato. - Tu... dici sul serio?
- Certo, i bambini sono stati così felici quando gliel'ho detto che...
- Sai che non sto parlando di questo.
Charlie sbuffò, ravviandosi i capelli ricci. Lui la osservò giocherellare con un anello che aveva al dito, visibilmente in ansia. - Liam, perché non dici anche tu di amarmi così la facciamo finita?
Il castano rimase leggermente stupito dalle parole della riccia, ma poi scosse la testa, contrariato. - Ti rendi conto di cosa mi hai fatto passare? Di come mi sono sentito quando mi hai detto che stavi con quel Tyler? - domandò, facendo una smorfia mentre pronunciava il nome del ragazzo. - Quando hai architettato questa storia, non ti sei chiesta nemmeno per un attimo come l'avrei presa io? Se sei così convinta che io sia innamorato di te, non avresti dovuto pensare che mi sarebbe dispiaciuto sapere che uscivi con un altro?
Charlie si sentì estremamente stupida e a disagio. Lei incolpava Liam di non aver mai avuto il coraggio di confessare i propri sentimenti, ma l'unica ad essere nel torto lì era solo lei. Fece un passo verso il castano, guardandolo negli occhi color cioccolato, senza dire una parola.
- E ora vieni qua, dicendomi che vuoi essere la mia ragazza e chiedendomi di amarti, nonostante tu mi abbia fatto stare di merda e mi abbia bellamente preso per il culo fingendo di avere un ragazzo solo per farmi ingelosire - continuò, scuotendo la testa. - Mi dispiace, Charlie, ma io... - La riccia chiuse gli occhi abbassò lo sguardo. - Nonostante tutto ciò io non posso fare a meno di pensare che è assurdo aver aspettato tutti questi anni per confessare l'un l'altro che ci amiamo, perché sì, io ti amo alla follia e se tu diventassi la mia ragazza sarei la persona più felice del mondo.
Charlie alzò gli occhi verso di lui e sorrise come una bambina.
Gli saltò in braccio, gettandogli le braccia al collo e circondandogli i fianchi con le proprie gambe, baciandolo dolcemente.
Liam ricambiò con enfasi, come se avesse aspettato tutta la vita per sentire le labbra della ragazza che amava sulle sue. E in quel momento, dato che l'attesa straziante era finita e lui poteva fare quelle labbra carnose sue per tutto il tempo che desiderava, non voleva doversi staccare mai più.




I wonder if you knew
what you put me through,
but you want, you want, you want me to love you too..
- I want





















??
Eccomiiiii! Prima della mezzanotte yuhuu! lol
Come state? Io mi sto letteralmente sciogliendo ma a voi non interessa quindi passiamo al resoconto del capitolo HAHA
Cosa pensate della reazione di Zayn? Nelle recensioni dello scorso capitolo in molte mi avete detto di appoggiare la sua decisione quindi non penso che abbiate cambiato idea haha! :)
Quanto è dolce Niall con Anne? :') Intanto Emma è ancora convinta di non essere interessata in alcun modo al nostro bel biondo... bah, contenta lei! hahaha
Invece Harry trama qualcosa e Louis non è da meno. Ma i dettagli li scoprirete prossimamente. ;)
E infine Liam e Charlie, FINALMENTE hanno chiarito! Chi è felice? Chi è contrario? A chi non gliene frega nulla? HAHAHAHA
Volevo ringraziarvi tantissimo perché questa storia ora è fra le preferite di 100 persone! :D Appena me ne sono accorta ero tipo asdfghjkl haha
Ora vado, ci vediamo settimana prossima! ❤❤

Un bacio,
Teddy



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Capitolo 18
*** Capitolo 17 - joining up the dots ***





- 17 -
joining up the dots



- Allora, Austin, ascoltami bene - disse Louis, che era accucciato per terra e reggeva il muso del cane fra le mani, in modo che lo guardasse negli occhi. - Ora tu entri lì e aspetti finché arriva Macy. Lasci che prenda il biglietto - continuò, arrotolando il pezzo di carta e legandolo al collare del Beagle con un nastrino - e poi il tuo lavoro è fatto.
Il cane si sdraiò sul pavimento. - No, no, Austin! Devi entrare nel negozio, non dormire!
Il castano si alzò in piedi, stando attento a non farsi vedere da dentro il negozio. - Su, pigro di un cane, alzati!
Austin non sembrava muovere un muscolo, così Louis decise di ricorrere all'artiglieria pesante. - Vedi questo? - domandò, tirando fuori dalla tasca interna del giubbotto un osso lungo una ventina di centimetri. Austin si alzò di scatto e cominciò a scodinzolare. - Se fai quel che ti ho chiesto, sarà tutto tuo.
Il cane si mise a saltare per cercare di afferrare l'osso. - No, non ora! Va' dentro adesso! - ordinò, aprendogli la porta.
Austin si precipitò all'interno del negozio e immediatamente Louis capì di aver fatto un enorme sbaglio a mostrare l'osso al cane.
Il Beagle saettò fino alle gambe di Macy, che si trovava in piedi di fronte al bancone, e iniziò a trotterellarle attorno senza sosta, facendola quasi cadere.
- Austin? Ma che... - La rossa si guardò intorno alla ricerca del padrone e Louis non poté fare a meno di entrare nel negozio, consapevole che il suo piano fosse saltato in aria.
Non fece neanche in tempo a superare la porta d'ingresso che Austin sfrecciò verso gli scaffali, scatenando il panico in entrambi. I due si misero a corrergli dietro, stando attenti a non scontrarsi con gli altri clienti, che al passaggio del cane rimanevano tutti confusi e sbigottiti.
- Cos'è questa confusione? - tuonò il padre di Macy, sbucando dal reparto giocattoli. Austin gli sfrecciò affianco e per poco non lo travolse, facendolo quasi cadere addosso alla moglie. Quando inquadrarono la situazione, entrambi accorsero in aiuto della figlia e del suo amico, che intanto continuava a richiamare il cane, senza successo.
- Austin! Dannazione, vieni qua!
Il cane si schiantò contro un cesto di palline, facendole rotolare a terra.
- Mi dispiace, Macy, ripagherò tutti i danni! - esclamò rivolgendosi alla ragazza che correva dietro di lui. - E mi dispiace anche non averti più chiamato, ma avevo...
- Sì, okay Louis, anche se forse non è il momento esatto per parlarne, ti perdono - ansimò, col fiato corto a causa della corsa. - Ora però cerchiamo di prendere Austin, va bene?
Il castano si voltò e le sorrise. - Davvero mi perdoni?
- Sì, Lou... attento!
Il castano senza accorgereste finì contro una pila di barattoli, che gli caddero tutti addosso.
- Louis! Stai bene? - domandò la rossa, affrettandosi verso di lui per dargli una mano a rialzarsi.
- Sì... il cibo per cani fa male, dovresti smettere di mangiarlo - scherzò massaggiandosi la testa.
- Forse tu non dovresti fare a botte con i barattoli... come il tuo cane con le palline, dopotutto. E' tale e quale a te - ridacchiò, porgendogli la mano.
Louis si alzò barcollando un poco. - A proposito, dove sarà andato a finire?
- E' qua - disse la madre di Macy, avvicinandosi ai due ragazzi con il Beagle in braccio. Teneva le orecchie basse e piagnucolava, mentre la donna gli accarezzava la testa dolcemente.
Lo passò a Louis, che la ringraziò cortesemente. - Le chiedo scusa per tutti i danni, vi aiuterò a rimettere tutto in ordine e pagherò ogni cosa rotta.
- Non sei obbligato, giovanotto - sorrise gentilmente la donna.
- Ma ci farebbe molto piacere - si intromise il padre di Macy. - Puoi iniziare dalle palline - disse in modo autoritario, dileguandosi un secondo dopo.
- Credo di non piacergli - mormorò alla rossa, facendola ridere a fior di labbra.

Riponendo tutte le palline nel cesto, a Louis venne in mente che Macy non sembrava affatto arrabbiata con lui, anzi, aveva detto di averlo perdonato, e a quel pensiero si compiacque di sé stesso. Subito dopo, però, si ricordò del biglietto legato al collare di Austin, e corse verso di lui - che si trovava con Macy vicino alla cassa - sperando che la rossa non l'avesse notato.
Trovò il cucciolo che dormicchiava affianco al bancone, ma del pezzo di carta nessuna traccia.
- Già finito? - chiese la ragazza sorridendo.
- In realtà...
- La sua pallina di merda? Ma che diamine è questa roba? - ringhiò il padre di Macy, comparendo alle spalle di Louis con il biglietto in mano.
Il castano si voltò lentamente. - Ora sono sicuro di non piacergli - bisbigliò fra sé e sé.


Niall entrò bruscamente in camera di Emma, facendo spaventare lei e la ragazza che era seduta affianco alla bionda di fronte alla scrivania.
- Niall! Mi hai fatto prendere un colpo! - esclamò l'amica, alzandosi e andando verso di lui. - Chi ti ha fatto entrare? - domandò.
- Beth - rispose, osservando l'amica di Emma e cercando di riprendere fiato. - Tu perché non rispondi al telefono?
- Era in modalità silenziosa - disse, tirando fuori il proprio cellulare dalla tasca dei pantaloni. - Quattro chiamate perse? E perché sei così agitato? Cos'è successo?
- Niente, non è successo niente - si affrettò a rispondere, grattandosi la testa. - Sai che giorno è oggi? - chiese, cambiando discorso.
Emma si strinse nelle spalle. - Domenica?
Niall scosse la testa. - Oggi è il 3 marzo! Sai cosa vuol dire?
La bionda spalancò gli occhi e si diede uno schiaffetto sulla fronte. - La partita Italia-Irlanda! Me n'ero completamente dimenticata! - ammise dispiaciuta.
Il biondo uscì dalla camera, pensando che Emma l'avrebbe seguito, ma quando si accorse che non fu così, rientrò nella stanza, in attesa che lei si muovesse. - Be', andiamo!
- Non posso, Nialler - mugugnò, assumendo uno sguardo triste. - Sono con Heather - continuò, voltandosi verso l'amica, che fece un cenno di saluto al biondo.
Lui si avvicinò e le strinse la mano, sempre guardando Emma. - E che problema c'è? - sorrise a Heather, presentandosi, e poi tornò con lo sguardo alla bionda. - Viene anche lei a vedere la partita.
- Ma stiamo studiando!
L'Irlandese aggrottò le sopracciglia, poi si rivolse alla ragazza seduta sulla sedia. - Heather, ti andrebbe di venire a casa mia per guardare la partita in compagnia di qualche amico? - La ragazza aprì la bocca per rispondere, ma Niall la precedette. - Abito al piano di sopra - aggiunse.
La ragazza lanciò uno sguardo alla sua amica. - Se Emma è d'accordo, per me va bene - disse sorridendo cordialmente. La bionda la guardò stupita. - Tanto avevamo quasi finito! - si giustificò Heather, alzando le spalle.
- Perfetto, ci vediamo direttamente su - le informò uscendo dalla porta, non prima di aver dato un bacio sulla guancia ad Emma, che rimase per qualche secondo a fissare il vuoto con la mano appoggiata sul punto in cui le labbra di Niall avevamo toccato la sua pelle.
- Era una mia impressione o quello era uno degli One Direction? - domandò Heather, facendola risvegliare dal suo stato di trans.
- Era lui - annuì la bionda.
- E per caso gli amici di cui ha parlato sono i suoi compagni di band?
Emma si strinse nelle spalle. - Credo di sì, perché?
- Penso che sarà una serata davvero interessante - ridacchiò, facendo ridere anche la bionda.


- Non capisco perché Charlotte sia qui - borbottò Zayn, prendendo delle birre dal frigorifero.
- Come sei gentile, Zayn! - esclamò la riccia ironicamente.
- Non ce l'ho con te - ammise sbuffando, per poi dirigersi in salotto. - E' che questa doveva essere una serata fra ragazzi.
- Charlie non ci darà nessun fastidio - si intromise Liam, cingendole la vita con un braccio e baciandola sulla fronte. - A lei la partita non interessa nemmeno.
Zayn spalancò le braccia e alzò gli occhi al cielo. - E' proprio per questo che non capisco perché sia qua!
Charlie si voltò verso il suo ragazzo, imbronciata.
- Lascialo perdere, ultimamente è un po' così - sussurrò Liam all'orecchio della riccia, che annuì comprensiva.
- Ad ogni modo non credo di fermarmi - annunciò lei, facendo corrugare la fronte al castano. - Siete tutti maschietti, io sono davvero fuori posto - disse, stringendosi nelle spalle.
Liam le sorrise e le accarezzò i capelli. - Non preoccuparti, ci sarà anche Emma.
Zayn mugugnò il suo disaccordo, poi bevve un sorso di birra dalla bottiglia di vetro.
In quel momento Niall rientrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle.
- Emma? - domandò Liam, leggermente preoccupato.
- Sarà qui fra poco - sorrise il biondo, facendo segno all'amico di non allarmarsi. - E verrà anche una sua amica - continuò.
Zayn sbuffò, attirando l'attenzione dell'Irlandese. - Dimmi almeno che questa ragazza tifa Irlanda - lo supplicò, suscitando le risate degli altri tre.
- Non gliel'ho chiesto - ammise Niall, afferrando una bottiglia di vetro dal tavolino.
- Un attimo... ma Harry dov'è? - domandò Liam, aggrottando le sopracciglia.
Il riccio rincasò, rispondendo involontariamente alla domanda del castano.
- Ciao, Haz - gli sorrise Niall dandogli una pacca sulla spalla e dirigendosi in cucina.
- Dove sei stato? - domandò Liam curioso.
- Ho preso qualcosa per la partita - rispose tranquillamente, tirando fuori da un sacchetto una sciarpa con la bandiera dell'Italia e indossandola.
Zayn spalancò la bocca. - Non tifi Irlanda? - gli chiese, quasi accusandolo.
- No, fra Italia e Irlanda ho sempre preferito la prima - disse, alzando le spalle.
- Ma non è vero! Non è mai stato così! - esclamò il Pakistano, scioccato.
Liam lasciò i due ragazzi bisticciare e la sua fidanzata guardarli divertita, mentre lui raggiunse Niall in cucina. Lo trovò che stava svuotando dei pacchi di patatine e pop-con in diverse ciotole, canticchiando una canzone di Olly Murs.
- Visto? Harry non era da Emma, mi hai fatto preoccupare per niente - disse il biondo sorridendo, una volta accortosi della presenza dell'amico.
- Hai ragione, scusa. Solo che lei era in ritardo e Harry sembrava scomparso. Ho fatto uno più uno.
Si sedette su una sedia e afferrò una delle ciotole, sgranocchiando poi una patatina. - Comunque fossi in te non abbasserei la guardia - Niall lo guardò confuso, così il castano si spiegò meglio. - Ti ha confessato esplicitamente di essere interessato ad Emma, e... Io voglio bene a Harry, ma sai come è fatto.
L'Irlandese sbuffò, sfilandogli la ciotola da sotto le mani. - Smettila di riempirmi la testa con queste cazzate, Harry sa che Emma è mia amica e che tengo a lei, non la tratterebbe mai come una di quelle ragazze che si porta a letto un giorno sì e uno no.
Liam scoppiò a ridere. - Certo, quindi tu sei corso come un pazzo da Emma per controllare che non fosse con Harry solo perché vuoi proteggerla da lui, non perché lei ti piace - affermò in modo sarcastico.
L'Irlandese sfoderò un'espressione esasperata. - Ma la finite con questa storia? Emma non mi piace... non in quel senso! - esclamò.
- Okay, come vuoi - Il castano alzò le mani in segno di resa. - Ad ogni modo mi sembri un po' agitato... vuoi che ti prepari una tisana di camomilla e alloro?
Niall scosse la testa ridacchiando. - Idiota - disse, uscendo dalla cucina con due ciotole in mano.


Macy strappò dalle mani di suo padre il foglietto bianco e lo lesse attentamente, sorridendo divertita una volta arrivata alle ultime righe.
Quando si accorse dello sguardo omicida che suo padre stava rivolgendo a Louis, gli si parò davanti. - E' uno scherzo fra noi, pa' - disse, attirando l'attenzione del suo vecchio e confondendo il castano che si trovava in piedi dietro di lei. - Io l'altro giorno l'ho chiamato scarabeo stercorario quando ha raccolto i bisognini di Austin, e lui si è vendicato così - ridacchiò, sventolando il biglietto. - E comunque questi non sono affari tuoi! - lo sgridò, cambiando repentinamente espressione.
- Che succede qua? - domandò la madre di Macy, accorrendo preoccupata.
- Papà come al solito si immischia nella mia vita privata - si lamentò la rossa, mettendo il broncio e facendo sorridere Louis.
Sua madre prese il marito a braccetto. - Quante volte ti ho detto che devi lasciare a Mercy il suo spazio? - lo rimproverò allontanandosi.
- Sei davvero brava a inventare scuse credibili all'improvviso - disse Louis, prendendola per mano e facendola voltare verso di lui.
- L'ho fatto solo per salvarti da mio padre - sorrise lei. - Quindi tieni a me quasi quanto uno scarabeo stercorario tiene alla sua pallina di merda? - disse, recitando le parole scritte sul biglietto. - Davvero romantico - continuò, sorridendo in modo furbo.
- E' una delle mie tante qualità - scherzò lui. - Allora... mi concedi un secondo primo appuntamento? - domandò poi speranzoso.
Macy annuì decisa, guardandolo con i suoi occhi verdi come la malachite.
- Sapevo che con quell'ultima frase ti avrei convinta - sghignazzò Louis, attirandola a sé e abbracciandola dolcemente.
- Dai, andiamo - disse la rossa, dopo aver sciolto l'abbraccio.
Louis corrugò la fronte. - Dove?
- Al nostro appuntamento!
- Ma come, non devi finire il turno in negozio? - domandò lui confuso.
La ragazza si strinse nelle spalle. - Mio papà si sentirà in colpa e mi darà la giornata libera - lo informò, sfoderando un'espressione furba e prendendolo per mano.
- Aspetta, io devo finire di sistemare tutto il casino che ha creato Austin - le ricordò, facendo un cenno con la testa nella direzione in cui i barattoli di cibo per cani erano sparpagliati per terra.
Lei lo guardò stupita. - Ma figurati! Se prima non ho protestato è solo perché volevo che restassi qua in negozio con me - ammise, accennando un sorriso. - Ma ora che sono libera, lo sei anche tu - concluse facendogli l'occhiolino.

- Louis, finalmente sei arrivato! - esclamò Zayn, vedendolo rincasare.
- Perché non rispondi al telefono? La partita inizia fra poco più di mezz'ora - gli fece notare Niall.
- Scusate ragazzi, ma non posso restare.
I suoi amici si scambiarono occhiate confuse. Louis non si perdeva mai una partita dell'Italia, era una delle sue squadre preferite.
- Ho riportato Austin a casa perché ho un... un appuntamento - ammise, aprendo un po' di più la porta e mostrando Macy, che li salutò con la mano.
Liam si avvicinò per ricambiare. - Puoi rimanere anche tu, Macy. C'è Charlie - sorrise, indicando la sua fidanzata. - E fra poco arriveranno anche altre due ragazze.
Niall si intromise nella conversazione, attirando l'attenzione della rossa. - Una di loro era alla festa di Zayn, non so se ricordi. Si chiama Emma, è bionda...
- Sì, ho presente! - annuì lei sorridendo.
- Allora è deciso - disse Charlie, facendole cenno di accomodarsi affianco a lei sul divano.
La rossa fece per seguirla ma Louis la fermò per un braccio. - Sei sicura di voler rimanere qua? - mormorò per non farsi sentire dai suoi amici.
- Se tu vuoi vedere la partita per me va bene.
- Ma... il nostro secondo primo appuntamento?
Macy sorrise dolcemente, poi si alzò sulle punte dei piedi e gli baciò una guancia. - A me basta stare in tua compagnia, Loulou - confessò, dirigendosi poi verso il divano. Si sedette fra Harry e Charlie, che sembrava una ragazza simpatica e disposta a fare amicizia.
- Io vado a prepararmi - li informò Zayn, incamminandosi verso il bagno.
- Anche io! - esclamò Niall, seguendolo.
- Quindi sei tu la pallina di merda - disse Harry, porgendo una mano a Macy.
- E tu invece sei lo sciupafemmine con la parlata che fa addormentare - rispose lei, imitando il tono calmo e pacato del riccio.
Tutti i presenti si misero a ridere, mentre il riccio alzò le sopracciglia, decisamente stupito. - Touché - disse, e in quel momento il campanello di casa suonò. - Te la sei scelta cattivella, eh? - chiese a Louis, mentre andava ad aprire la porta.
Non badò alla risposta dell'amico perché di fronte si trovò Emma, bellissima come al solito. I suoi lunghi capelli biondi erano raccolti in una coda alta e addosso portava dei semplici jeans e un maglioncino beige. - Ciao, bionda - la salutò, baciandole una guancia e soffermandosi decisamente troppo a lungo.
- Ciao - mormorò lei imbarazzata. Si riprese immediatamente quando vide Niall andarle incontro sorridendo, per poi abbracciarla teneramente.
- Ciao, Em - disse, prima che lei attorcigliasse le proprie dita con le sue e si incamminasse in direzione degli altri. Ultimamente capitava spesso che i due si prendessero per mano e, sebbene Niall non capisse perché, quel gesto lo faceva sentire bene.
- Ragazzi, lei è Heather - li informò la bionda, indicando l'amica affianco a sé. - Frequenta la mia stessa scuola.
Tutti si presentarono cordialmente alla nuova arrivata mentre Niall ed Emma si accomodavano sul tappeto di fronte al televisore.
Heather invece prese il posto che inizialmente era occupato da Harry - quello affianco a Macy - e iniziò a chiacchierare con lei e Charlie, mentre il riccio si sedette su una poltrona, a lato di Louis.
- Carina la scritta "IRLANDA" - rise Emma, indicando la fronte di Niall. - Peccato che la "r" sia all'incontrario - lo prese in giro.
Il biondo si mise a ridere. - L'ho fatta allo specchio - si giustificò. - Vuoi che io ti scriva "ITALIA", anche se ovviamente perderete lo stesso?
- Questo lo dici tu - disse lei, confidando nella sua squadra. - Comunque va bene - sorrise poi.
- Ehm... Charlie? Sai dirmi dov'è il bagno? - domandò Heather alla riccia, alzandosi in piedi.
- Certo, è la seconda porta a sinistra - disse la riccia, indicando un corridoio.

Zayn aveva appena finito di dipingersi la faccia con i colori dell'Irlanda, quando una ragazza entrò nel bagno. Era bella, alta e aveva i capelli mossi e castani, ma la cosa che il moro non poté fare a meno di notare erano le sue curve.
- E tu chi sei? - le domandò, sorridendo maliziosamente.

Harry, che aveva ripreso la sua postazione al fianco di Macy, raccolse il proprio sacchetto da terra e tirò fuori una maglietta azzurra.
- Hey, bionda - disse, chiamando Emma.
La ragazza si voltò e lui gliela lanciò. - Una maglia dell'Italia? Per me? - chiese lei. Lui le strizzò l'occhio. - Harry, grazie! Non dovevi! - esclamò, alzandosi e abbracciandolo.
Il riccio si trattenne dall'impulso di palparle il sedere e si limitò a ricambiare l'abbraccio. - Figurati - rispose con la sua solita voce roca.
La bionda si infilò velocemente la maglietta e riprese il suo posto sul tappeto, mentre Zayn ritornava in salotto con metà viso color arancione e l'altra metà verde.
- Sembri quasi più accanito di Niall - rise Liam, sistemandosi un cappello dell'Irlanda sul capo.
Subito dopo anche Heather fece il suo ritorno dal bagno, con delle righe con i colori irlandesi sulle guance. - Me li ha prestati Zayn - fece un sorrisetto la castana, siccome Emma la stava osservando incuriosita.
Dopo neanche venti minuti dall'inizio della partita, l'Italia aveva già fatto due goal, suscitando delle grida di gioia in Emma, Harry, Macy e Louis. La seconda volta che la palla era entrata nella porta degli Irlandesi la bionda aveva addirittura abbracciato Harry, e Niall aveva provato un profondo fastidio, ma era sicuro che fosse perché la sua squadra stava perdendo.
Durante il secondo tempo l'arbitro aveva assegnato un calcio di rigore all'Irlanda e Emma, protestando animatamente, per sbaglio aveva fatto rovesciare una bottiglia di birra sul tappeto.
- Non preoccuparti Em, puliamo dopo - le disse Niall, vedendo che si era alzata per cercare di sistemare quel casino.
- No, aspetta - rispose lei, chinandosi per asciugare la birra con un panno.
Harry, ricevendo una provocazione così stuzzicante, non riuscì a trattenersi. - Hey, bionda, hai davvero un bel culo e per mia grande fortuna non è trasparente, ma così non vedo nulla - la punzecchiò, siccome si trovava praticamente di fronte al televisore.
Lei fece una risatina imbarazzata e si risedette per terra, mentre Niall scoccava al riccio un'occhiataccia, che lui però fece finta di non vedere.
Il biondo sapeva che Harry non voleva fare di Emma un'altra delle sue prede usa e getta, quindi non capiva perché si comportasse in quel modo così fastidioso.
In poco tempo gli Irlandesi recuperarono i due goal di svantaggio, arrivando così a un pareggio. L'umore di Niall era decisamente migliorato, ma calò nuovamente a picco quando Harry si avvicinò alla schiena della bionda.
- Me la dai? - le mormorò all'orecchio.
La ragazza si voltò verso il riccio con gli occhi sgranati e la bocca spalancata e Niall ebbe pressoché la stessa reazione.
- Ma cosa hai capito? - domandò Harry, scoppiando a ridere. - Intendevo la birra! Mi passi una bottiglia? - chiese, ancora ridendo.
La bionda gli porse una birra ancora sbigottita e in quel momento gli Irlandesi fecero un terzo goal, andando così in vantaggio.
Niall dimenticò in fretta le parole del riccio e si alzò per esultare assieme a Zayn, sotto gli sguardi divertiti di Liam, Charlie ed Heather, mentre gli altri presenti stavano probabilmente imprecando sotto voce.
La partita terminò dopo pochi minuti con la vittoria dell'Irlanda, suscitando grida e schiamazzi per tutta casa. Emma stava guardando imbronciata la metà dei suoi amici gioire, quando Niall le corse incontro, la prese in braccio e la fece girare più volte, facendola ridere e lamentarsi contemporaneamente.
- Em, ti voglio benissimo! In più ha vinto l'Irlanda quindi te ne voglio ancora di più! - esclamò, stringendola a sé.
- Attento al divano! - lo avvertì lei, ma fu troppo tardi perché il biondo inciampò, cadendo sui cuscini e portando con sé Emma.
- Sei il solito disastro - lo schernì la bionda, che si trovava distesa sul corpo del suo amico e lo guardava nei suoi occhi azzurrissimi, ad una distanza davvero pericolosa. - E comunque sei cattivo, io non ti dico che ti voglio bene solo quando Batman sconfigge Joker per l'ennesima volta - mugugnò, facendo ridere Niall.
- Essendo il figlio di Joker, ci mancherebbe! - rispose lui, riferendosi a quel dialogo che avevano avuto nella macchina di Harry, suscitando a sua volta le risate dell'amica, che prima di alzarsi lo baciò sulla punta del naso.

Louis era uscito per riaccompagnare Macy a casa, Charlie e Liam stavano allegramente pomiciando sul divano del secondo salotto ed Emma, Harry e Niall stavano facendo uno spuntino a base di pane e Nutella, parlando della partita appena vista.
- Comunque sai di aver trascorso tutta la serata con la scritta "AMO NIALL" sulla fronte? - le domandò Harry, addentando il suo panino.
Emma aggrottò le sopracciglia e tirò un pugno sulla spalla di Niall, che intanto si era messo a ridere. - Dovevi scrivermi "ITALIA"!
Lui non si giustificò in nessun modo, si limitò a ridere, trascinando alla fine anche i suoi due amici in quella risata.
Quando la bionda si accorse dell'ora tarda si alzò di scatto dalla sedia, facendoli spaventare entrambi. - E' tardissimo! - esclamò, correndo verso l'ingresso per recuperare le sue scarpe e infilarsele. - E domani c'è scuola... Heather! - urlò, per farsi sentire dalla sua amica.
La ragazza la raggiunse camminando lentamente e sorridendo sorniona. - Sì?
- E' tardi... vuoi fermarti a dormire da me?
Heather annuì vigorosamente e raccolse la sua borsa e le sue scarpe, mentre Emma andava a salutare Liam e Charlie.
Arrivata alla porta d'ingresso salutò anche Niall, Harry e Zayn, e lo stesso fece Heather, con la piccola differenza che, una volta arrivato il turno del Pakistano, questo l'attirò a sé e la baciò appassionatamente, facendo rimanere gli altri tre di stucco.
- Ci vediamo domani - sorrise il moro, stampandole un altro bacio sulle labbra.
Le due ragazze si chiusero la porta alle spalle e non fecero in tempo a fare due passi che subito Emma prese parola. - Credo proprio che tu debba raccontarmi qualcosa - affermò, con un tono di voce tra il divertito e l'esterrefatto.


- Allora... non è stato esattamente il secondo primo appuntamento che immaginavo - ammise Louis, una volta arrivato sotto casa di Macy.
Lei si strinse nelle spalle. - Mi sono divertita, è quello che importa - disse lei sorridendo. - Sebbene l'Italia abbia perso - aggiunse.
- Almeno uno di noi l'ha fatto - borbottò lui.
Sul volto di Macy comparve un'espressione dispiaciuta. - Tu non ti sei divertito?
Lui scoppiò a ridere. - Certo che mi sono divertito, ti stavo prendendo in giro - Le diede un leggero pizzicotto sul naso e lei incrociò le braccia al petto, alzando un sopracciglio.
- Sei simpatico come la sabbia attaccata ai piedi dopo la doccia al mare.
Lui sorrise. - E tu come il raggio di sole che la domenica mattina filtra dalle tende e ti sveglia.
- E tu come un brufolo il giorno del primo appuntamento - ribatté lei.
Lui avvicinò il pollice alla guancia della rossa. - Infatti mi sembrava di aver visto...
Lei gli tirò uno schiaffetto sulla mano ridacchiando, ma lui la riavvicinò e iniziò a fare degli strani ghirigori con l'indice sulla pelle della ragazza.
- Cosa stai facendo? - domandò lei, ridendo lievemente.
- Gioco a "unisci i puntini" con le tue lentiggini.
Lei arrossì e cercò di guardare il percorso del dito di Louis, ovviamente senza smettere di sorridere.
- Loulou?
- Mh?
- Hai mai baciato una ragazza al primo appuntamento?
Lui si fermò immediatamente, poi parve pensarci un po' su. - Sempre. E' una tradizione di famiglia, sai, tramandata di generazioni in generazioni sin dal lontano 1200.
Macy si appoggiò una mano sul cuore. - Non vorrei mai essere la colpevole dell'interruzione di una tradizione che ha radici così profonde - disse, stando al gioco che Louis aveva cominciato.
Lui sorrise e si avvicinò lentamente alle labbra della ragazza, prendendole il viso fra le mani. Lei contemporaneamente infilò le dita fra i suoi capelli castani, ricambiando il bacio soffice e gentile del ragazzo.
Ad un certo punto, però, fu costretta ad interrompersi. - Hic! - Louis la guardò confuso, poi Macy ripeté lo stesso verso. - Hic! - si coprì la bocca con la mano e il castano scoppiò a ridere, sfiorandole di nuovo le labbra con le proprie e salutandola.

- Quindi l'hai baciata? - domandò Zayn, quasi emozionato.
- Sì.
Il pakistano mimò un "grazie" verso il cielo, dopo di che si rivolse nuovamente al suo amico. - E poi?
- E poi... e poi le è venuto il singhiozzo - disse lui, mostrando un sorriso divertito, ma soprattutto estremamente felice.




And I'm joining up the dots
with the freckles on your cheeks
and it all makes sense to me.
- little things





















???????
Eccomi, questa volta un po' più presto del solito haha :)
Come avrete sicuramente notato, Harry ha cambiato leggermente atteggiamento nei confronti di Emma. Be', Niall sicuramente l'ha fatto haha! Che sia questa la tattica del riccio per far cadere la nostra protagonista ai suoi piedi?
Ad ogni modo Niall continua ad affermare che fra lui ed Emma non c'è nulla se non amicizia, eppure non appena né lei né Harry rispondono al telefono, lui va in panico al pensiero che siano assieme... cosa ne pensate?
Tra Liam e Charlie va tutto bene, mentre Zayn... vi aspettavate che baciasse Heather? E cosa pensate che accadrà ora? :o lol
Poi veniamo al bacio fra Louis e Macy asdfghjkl scommetto che state fangirlando, dato che è la coppia preferita di molti di voi haha :)
Ora mi tocca andare, ma prima voglio ringraziarvi tutti! Chi ha inserito la mia storia fra le preferite, le ricordate e le seguite, chi recensisce e anche chi legge semplicemente. Siete la mia gioia! ❤
Ci vediamo domenica prossima, sarò puntuale. :D

Un bacio,
Teddy



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Capitolo 19
*** Capitolo 18 - some memories ***





- 18 -
some memories



Erano le 12 passate e Harry e Liam stavano osservando attentamente Zayn pranzare mentre guardava con disinteresse il telegiornale in televisione.
- Hai in mente di non dirci nulla finché non te lo chiederemo noi? - chiese ad un certo punto il riccio. Zayn si voltò verso di lui con aria confusa, come se non sapesse di cosa il suo amico stesse parlando ma soprattutto come se non si fosse accorto della sua presenza affianco a lui.
Vedendo che non rispondeva, Harry sbuffò e si voltò verso Liam, facendogli cenno di provare a estrapolare all'amico qualche informazione.
- Harry e Niall mi hanno detto che ieri ti sei limonato Heather - spiegò. - Che intenzioni hai?
Zayn aggrottò le sopracciglia. - Che intenzioni dovrei avere?
- Hai messo in chiaro che era solo una botta e via oppure gli hai fatto credere di essere il suo bel principe azzurro? No, perché se la risposta è la B sei un coglione, dato che Heather è un'amica di Emma e non una ragazza trovata in una discoteca a caso! - esclamò Liam, quasi esasperato.
Harry cercò di soffocare una risata. - Liam, non fare il tragico. Le ha solo infilato la lingua in gola, non l'ha mica sverginata!
Il moro fece una smorfia e ritornò a guardare il telegiornale. - Nessuna delle due opzioni - disse, rispondendo alla domanda del castano.
Lui si scambiò un'occhiata confusa con Harry. - Cosa vuol dire?
Zayn alzò gli occhi al cielo, evidentemente stufo dell'interrogatorio. - Heather è una ragazza bella e simpatica, mi piace e ho intenzione di rivederla! - esclamò, lasciando i suoi due amici a bocca aperta.

- Pronto? Niall?
- Ciao, Em! Sei a scuola? - chiese l'Irlandese all'amica, mentre lui si dirigeva in cucina.
- Sì, fra poco ho la lezione di storia... tu invece sei a casa a fare nulla? - rise lei.
Niall alzò le spalle, sebbene sapesse che lei non poteva vederlo. - Capita, se sei Niall Horan - si giustificò, facendo ridacchiare Emma. - Oggi pomeriggio devi studiare?
- No, sono libera! Cosa vuoi fare?
- Non so, pensavo di... - L'Irlandese dovette lasciare la frase in sospeso poiché Zayn gli sfilò il telefono dall'orecchio. - Hey, Zayn!
- Emma?
- Zayn? Sei tu?
- Sì, sei con Heather?
Liam, Harry e Niall non riuscirono a sentire il resto della conversazione poiché il Pakistano andò a parlare in salotto.
Tornò dopo cinque minuti con un sorriso soddisfatto stampato sul volto. - Dopo scuola Heather viene qua con Emma e poi la porto fuori. Ora mi credete? - chiese, rilanciando a Niall il suo telefono, che lo afferrò al volo.
- Ma cosa succede? - domandò lui, confuso.
Harry si alzò dal tavolo. - A quanto pare Zayn vuole andare fino in fondo con Heather - spiegò, versando dell'acqua in un bicchiere.
L'Irlandese annuì, ma poi venne distratto dall'odore della bistecca che si trovava al centro del tavolo e la conversazione finì lì.

Liam si avvicinò alla camera di Zayn e bussò sulla porta. Quando il moro lo invitò ad entrare lui varcò la soglia lentamente. - Zayn?
Il Pakistano era sdraiato sul suo letto e stava digitando qualcosa sulla tastiera del suo computer. Non appena vide l'amico, smise di fare quello che stava facendo e gli prestò la sua attenzione.
- Scusa per prima, è che... - Il castano si sedette sul bordo del letto dell'amico, poi si grattò la testa, cercando le parole giuste. - Non pensavo fossi già pronto per una nuova ragazza.
Zayn chiuse il computer e si mise a sedere. - Liam, non ho detto di volerla portare all'altare, l'ho conosciuta solo ieri - disse. - Però in una serata ha saputo dirmi quello che Victoria non è riuscita a dire in quattro mesi, quindi... voglio provarci - concluse.
- Ti ha detto che te la da? - scherzò il castano.
L'altro si mise a ridere. - No, che le ha fatto piacere conoscermi. E che le avrebbe fatto ancora più piacere rivedermi - Liam sorrise e diede una pacca sulla spalla dell'amico. - Lei non mi ha mai detto una cosa del genere. Mai.
- Allora probabilmente è stato un bene che con Victoria sia finita così. Se tu la frequentassi ancora, ieri non ci avresti mai provato con Heather - gli fece notare, alzandosi dal letto. - Ed è stato anche un bene che la mia ragazza sia rimasta a vedere la partita, magari se non l'avesse fatto Emma e Heather non sarebbero venute - disse fiero.
Zayn ridacchiò. - Ti piace dire "la mia ragazza", eh?
- Un sacco - ammise il castano, incamminandosi verso la porta.
- Ah, Liam? - lo chiamò prima che uscisse dalla camera, facendolo voltare. - Comunque non mi ha detto esplicitamente che me la da, ma è scontato - disse, strizzando l'occhio e facendo scoppiare a ridere il suo amico.


Liam era appoggiato allo sportello della sua auto e stava osservando da lontano Charlie mentre salutava tutti i suoi alunni, man mano che le loro madri li andavano a prendere all'uscita della scuola.
Quando anche l'ultimo bambino se ne fu andato, la ragazza indossò il suo cappotto, prese la sua borsa e finalmente uscì dall'asilo nido. Fece per incamminarsi verso la fermata dell'autobus, ma Liam la rincorse e la fermò afferrandola per i fianchi. - Buongiorno maestra - le mormorò all'orecchio, prima di farla voltare verso di lui.
- Liam! - lo salutò lei, scoccandogli un bacio sulle labbra. - Non sapevo che saresti venuto, potevi avvertirmi - lo sgridò scherzosamente. - Mi sarei pettinata prima di uscire da scuola - disse, alludendo ai suoi capelli raccolti disordinatamente con una matita.
Il castano sorrise a fior di labbra e la prese per mano, dirigendosi verso la propria macchina. - Sei bellissima così come sei - le sussurrò, baciandole le nocche.
Aprì la portiera del passeggero e la fece accomodare, dopodiché la richiuse, fece il giro della macchina e si sedette al posto del guidatore.
- Dove vuoi andare? - domandò, mettendo in moto l'automobile e partendo.
- A mangiare qualcosa - disse lei, dopo averci pensato un po' su.
- Non hai ancora pranzato? - Lei fece cenno di no mentre si guardava in giro, alla ricerca di un bel posto dove rifocillarsi.
- Cinese o italiano?
Lui alzò le spalle. - Come preferisci, sei tu che devi mangiare, non io. Anche se probabilmente prenderò qualcosa giusto per farti compagnia - le disse sorridendo.
- Ma non riesco a decidere - borbottò la riccia, mettendo il muso.
Il ragazzo rimase in silenzio qualche secondo per decidere la sorte del loro pranzo, finché gli venne un'idea. - Facciamo così: cinese se passano prima dieci macchine rosse, italiano se ne passano prima dieci blu.
La ragazza accettò divertita ed entrambi trascorsero i seguenti venti minuti alla ricerca di automobili di quei due colori. Nel frattempo Liam guidava in modo distratto e rallentava la circolazione, ricevendo qualche insulto di tanto in tanto dagli automobilisti che andavano di fretta.
Siccome non riuscirono a vedere nemmeno cinque macchine di uno dei due colori, alla fine optarono per il McDrive e mangiarono tranquillamente i loro panini in auto, in un posteggio vicino al centro, mentre sghignazzavano delle diverse e particolari camminate dei passanti.
Le risate peggiori le fecero quando videro un gruppo di ragazzini che camminavano a gambe larghe a causa dei pantaloni a vita bassa e anche alla vista di una donna che ogni tre passi rischiava di cadere e spaccarsi la faccia poiché portava dei tacchi decisamente troppo alti.
- Ora cosa si fa? - domandò Liam, quando ebbero finito di mangiare.
- Potremmo passeggiare per le vie della città in automobile, dato che c'è freddino e non abbiamo un cappero da fare - propose Charlie, a corto di idee.
Si immersero così nelle strade londinesi, creando traffico e guadagnando il suono del clacson di qualche altro automobilista nervoso.
Come diversivo si divertirono a disturbare gli adolescenti che, nonostante la brutta giornata, giravano in motorino: li bagnavano senza pietà con gli schizzi destinati ai tergicristalli, e ridacchiavano sotto i baffi noncuranti del fatto che avrebbero potuto generare violente risse o incidenti. Anzi, la cosa li divertiva un casino.
- Amo questa canzone! - esclamò la ragazza ad un certo punto, udendo le prime note di "Oath" di Cher Lloyd alla radio.
Liam alzò il volume e la canticchiarono assieme allegramente, scambiandosi anche qualche bacio e tenendosi spesso per mano, finché la canzone giunse al termine e ne cominciò un'altra. - "Give Me A Reason" di P!nk - disse il castano immediatamente.
La sua fidanzata assottigliò lo sguardo e lo scrutò divertita. - Mi stai sfidando?
Trascorsero il resto del pomeriggio a fare a gara a chi indovinava per primo le canzoni che venivano trasmesse alla radio, cambiando stazione ogni volta che uno dei due azzeccava il nome del cantante o della canzone, se non avevano voglia di ascoltarla.
Arrivarono sotto casa di Charlie per le 18, e lui la accompagnò fino al portone ridacchiando e tenendola per mano come solo due innamorati avrebbero potuto fare.
- Grazie per la bella giornata - sorrise lei, in piedi sul primo gradino dei quattro che portavano all'ingresso della sua abitazione, in modo che si trovasse alla stessa altezza del suo ragazzo.
- Grazie a te - rispose lui, mentre lei gli accarezzava i capelli.
- Mi sento una stupida ad aver buttato via tutto questo tempo - ammise la riccia, dopo qualche minuto di silenzio, trascorso solo a guardarsi negli occhi e sorridere come due perfetti idioti. - Se avessi saputo prima che sei un fidanzato così fantastico, ti avrei detto di amarti quando ero ancora al liceo.
Lui sorrise ancora di più, piacevolmente stupito da quella confessione. - Non preoccuparti, abbiamo tutta la vita davanti - le bisbigliò all'orecchio, prima di cingerle i fianchi e accarezzare le sue labbra con le proprie, mentre lei gli sfiorava il viso delicatamente. Lui attese che la bocca della ragazza si schiudesse e poi la baciò dolcemente, concentrandosi solo sulla delizia di quel contatto e chiudendo gli occhi per apprezzare il bacio fino in fondo.
- Ti amo, lo sai? - mormorò lui col fiato corto, una volta allontanatosi leggermente.
Lei lo baciò ancora, prima di stringergli le mani e sorridergli affettuosamente. - Lo so - disse, per poi scoccargli un altro bacio sulle labbra. - Ti amo anche io - E un altro. - Tanto - E un altro ancora. - Tantissimo.


- Cosa dobbiamo comprare? - domandò Niall a Emma, prendendo un carrello.
- Ho la lista - sorrise lei sventolando un foglietto.
Il biondo sorrise a sua volta e allungò la mano verso l'amica. - Fammi vedere.
- No - disse lei con un tono da bambina, nascondendo la lista dietro la schiena.
- Emma... - la avvertì lui, guardandola come se volesse rimproverarla.
- Non te la do - cantilenò lei, facendogli poi una linguaccia.
Lui sospirò. - Va bene - si arrese, finché la ragazza si voltò e lui repentinamente le sfilò il foglietto dalle mani, per poi prendere la bionda in braccio e farla sedere nel carrello.
Lei fra le risate cercò di scendere la lui la fermò. - Fai la brava bambina.
Emma si rassegnò e si sedette a gambe incrociate nello scomodo carrello, mentre Niall la trasportava come se fosse in un passeggino.
- Farina, lievito e pomodori - disse lui, leggendo la lista. - Cosa prendiamo per primo?
- I pomodori? - propose Emma, guardandosi intorno alla ricerca del banco della verdura.
Niall acconsentì. - Verso i pomodori e oltre! - esclamò, prendendo la rincorsa e usando il carrello come un monopattino, sfrecciando fra gli scaffali e facendo spaventare le ignare persone che stavano facendo la spesa al supermercato.
Emma intanto rideva delle facce scandalizzate dei commessi, sebbene nessuno di loro dicesse nulla. Probabilmente si erano resi conto di chi era al volante di quel carrello.
- Mamma, mamma! Quello è Niall! - disse un bambino, mentre l'Irlandese era intento a scegliere i pomodori migliori.
- Ciao, ometto - sorrise lui, avvicinandosi al bambino.
Il piccolo si dondolò avanti e indietro. - Mi chiamo George. Mi fai fare un giro sul tuo carrello? - domandò teneramente.
- George, non essere sciocco...
- Non si preoccupi signora, lo faccio volentieri - la interruppe Niall, prendendo il bambino e facendolo sedere in braccio a Emma. - Sei pronto, George?
Lui annuì divertito e Niall riprese la sua corsa, questa volta verso il lievito e la farina. Una volta presi, riportò George dalla sua mamma, gli fece un autografo e si diresse assieme ad Emma verso le casse.
- Abbiamo preso un carrello solo per tre articoli - ridacchiò lei.
L'Irlandese rise a sua volta. - Con il cestello non sarebbe stato altrettanto divertente.
Si accorse di una vecchietta che cercava di prendere una scatola di cereali che si trovava su uno scaffale troppo alto, così si avvicinò e le diede una mano. - Grazie mille, giovanotto - disse lei, sorridendogli cordialmente.
- Prima il bambino, ora l'anziana signora... come mai sei così tenero oggi? - domandò Emma quando il suo amico si fu riavvicinato a lei.
Niall si strinse nelle spalle. - Sarà la primavera - ipotizzò lui, facendola ridere.

I due arrivarono nell'appartamento di Niall e dei suoi amici circa mezz'oretta dopo e si incamminarono subito verso la cucina, ansiosi di mettersi all'opera.
In casa non c'era nessuno se non Harry, così Emma lo chiamò per renderlo partecipe. - Haz, io e Niall stiamo facendo la pizza in casa, vuoi darci una mano? - gridò per farsi sentire.
Il riccio arrivò qualche secondo dopo con i capelli arruffati e la faccia addormentata.
Emma si portò una mano davanti alla bocca. - Scusa, Harry, non credevo stessi dormendo!
- Non preoccuparti - biascicò lui, con la voce più roca del solito. Le baciò una guancia e poi bevve un sorso di latte dalla bottiglia appoggiata sul mobile affianco al frigo.
Niall intanto stava raccogliendo tutti gli utensili che gli sarebbero serviti.
- Okay, per prima cosa dobbiamo impastare acqua e 250 grammi di farina. Niall, hai preso una ciotola?
Il biondo gliela porse assieme al sacchetto della spesa. - Io vado a mettermi qualcosa di più comodo, voi intanto iniziate - disse, dirigendosi verso la propria camera.
Emma aprì il sacchetto della farina, ne pesò la quantità giusta e la inserì nella ciotola assieme all'acqua. Stava per mettersi a mescolare quando un pugno di farina le arrivò in piena faccia. - Harry! - esclamò sconcertata, togliendosi la farina dagli occhi.
- E' la mia vendetta per avermi svegliato - sorrise lui in modo beffardo.
- Avevi detto di non preoccuparmi! - La bionda afferrò della farina e gliela lanciò sui capelli. - Ora siamo pari - disse soddisfatta.
- Ah, sì? - domandò il riccio divertito, prima di lanciarsi contro di lei per farle il solletico e approfittandone anche palpandola qua e là di tanto in tanto.
Lei stava implorando pietà quando Niall rientrò in salotto, e non appena inquadrò la scena aggrottò le sopracciglia. Harry si allontanò da Emma ancora ridendo sotto i baffi e andò a lavarsi le mani nel lavandino della cucina.
La bionda non sapeva perché, ma si sentiva quasi in colpa nei confronti dell'Irlandese. Quando si voltò per guardarlo, però, si accorse che lui le stava fastidiosamente fissando la scollatura della maglietta. Tutti i suoi sensi di colpa svanirono all'improvviso e Emma si sentì quasi offesa dal comportamento sfacciato del suo amico, così fece per aprire la bocca e dirgliene quattro ma, abbassando velocemente lo sguardo sulla propria maglia, si accorse si essere piena di farina e soprattutto di avere la chiara impronta di una delle mani di Harry sul suo seno destro.
Percepì immediatamente le proprie guance scottare e fu sicura di essere diventata del colore dei pomodori che lei e Niall avevano comprato quel pomeriggio, così si voltò frettolosamente e cercò di togliersi di dosso i residui di farina. Quando alzò lo sguardo incontrò quello di Harry, che stava sorridendo in modo malizioso, ma lei fece finta di niente e riprese a impastare la farina con l'acqua.
Il riccio fece per avvicinarsi a lei per darle una mano ma Niall si mise in mezzo e si rivolse a Emma sorridendo. - Tu sei la cuoca, dimmi cosa devo fare - disse, armato di cucchiaio.
I tre procedettero con la preparazione cucinando e scherzando, con Niall che teneva Harry a distanza dalla bionda.
Lui si fidava del riccio, sapeva che quelle di Liam erano solo sciocche supposizioni e paranoie senza senso, ma ad ogni modo Niall preferiva prendere qualche precauzione e più Harry stava lontano da Emma, meglio era. Dopotutto, dato che il riccio non era interessato a lei, non avrebbe neanche più provato a riavvicinarsi. Giusto?
Le parole dell'amica lo distrassero dai suoi pensieri. - Bene, ora lo lasciamo lievitare per circa sei ore e...
- Per quanto, scusa? - chiese Niall, convinto di aver sentito male.
- Sei ore, più o meno - La bionda sorrise colpevolmente. Si era ricordata troppo tardi che l'impasto avrebbe dovuto riposare per così tanto tempo, così aveva continuato a cucinare senza dire nulla ai suoi amici, convinta che altrimenti avrebbero messo fine al divertimento.
Harry diede un'occhiata all'orologio che portava al polso. - Io direi che facciamo prima a ordinare una pizza, che ne dite?
L'Irlandese gli diede un cinque e Emma li guardò con un'espressione che era un misto fra stupita e arrabbiata. - Ma io voglio mangiare la nostra di pizza - borbottò, incrociando le braccia al petto.
- Quante ne prendo? - chiese Harry, che aveva già il telefono in mano.
- Louis non torna a casa per cena, ma Zayn e Liam dovrebbero. Emma preferisce aspettare sei ore, quindi sono quattro pizze.
Emma osservò Harry comporre il numero e sentì il proprio stomaco brontolare. Aspettare per sei ore prima che l'impasto lievitasse significava cenare verso la mezzanotte. E con la fame che aveva, probabilmente sarebbe stato tanto se fosse riuscita ad attendere mezz'ora.
- Salve, volevo ordinare quattro p...
- Cinque! - si arrese Emma, facendo sorridere entrambi i suoi amici.
- Cinque pizze - si corresse Harry, guardandola divertito.

Liam e Zayn erano tornati e assieme a loro era arrivato anche il fattorino con le pizze, che era rimasto a dir poco scioccato nello scoprire che le persone che avevano fatto quell'ordine erano i componenti della band più famosa del momento.
Harry era entrato in salotto con le cinque pizze in mano e aveva trovato Emma seduta sul tavolo a gambe incrociate, con i gomiti appoggiati alle ginocchia e il volto fra le mani. Sul viso c'era di nuovo quella tenerissima espressione imbronciata.
- Emma, che cosa stai facendo? - domandò lui divertito.
- Scendi dal tavolo - la rimproverò Niall scherzosamente.
Lei scosse la testa. - Io volevo la pizza fatta in casa, fatta da noi con le nostre manine, non quella! - si lamentò lei come una bambina.
Niall ridacchiò. - Emma, scendi dal tavolo e non fare i capricci - disse, porgendole una mano. Lei la accettò contrariata e scese dal tavolo, sedendosi su una sedia, e il biondo prese posto affianco a lei.
Amava quando si comportava da bambina. Gli faceva tenerezza, era così dolce che ogni volta gli veniva voglia di coccolarla. Sembrava così piccola e ingenua. E sensibile.
Era proprio per questo che Niall voleva proteggerla da Harry.
Lui lo conosceva. Sapeva bene delle sue relazioni passate - se così si potevano chiamare. Le ragazze venivano incantate dalla sua magia, lui le usava per soddisfare i suoi bisogni di una notte e poi le abbandonava come se niente fosse. Molte ragazze cercavano proprio questo, quindi in un certo senso Harry faceva loro un piacere e loro lo facevano a lui.
Ma Emma non era così. Emma non era quel tipo di ragazza, lei sarebbe caduta nel suo tranello, avrebbe creduto che lui l'avrebbe trattata come meritava, ma infine si sarebbe rivelato quello che era, e cioè un casanova che sfruttava le ragazze semplicemente per i propri scopi personali.
Niall gli voleva bene quasi come a un fratello, ma non poteva non ammettere che Harry era fatto così.
Quando vide Emma rubargli di soppiatto una fetta della sua pizza, il biondo scosse la testa e scacciò via quei pensieri. Liam gli aveva messo la pulce nell'orecchio, doveva smetterla di pensare a quelle cazzate.
- Guarda che ti ho vista - disse, rubando a sua volta una fetta di pizza dal piatto della bionda e facendola ridacchiare.
Portò lo sguardo di fronte a lui e vide il riccio che addentava la sua quattro stagioni mentre era impegnato a digitare qualcosa sulla tastiera del proprio telefono.
Probabilmente si sentì osservato poiché alzò gli occhi verso il biondo e gli sorrise, mostrando tutta la pizza masticata che aveva in bocca. Niall scoppiò a ridere e gli lanciò un tovagliolo.
Harry era suo amico, non avrebbe mai fatto del male a Emma.


- Ricordati di chiudere a chiave la cassa - disse la madre di Macy, mentre infilava il cappotto. - E assicurati di tirare giù bene la saracinesca.
- Mamma, vai a casa tranquilla, non è la prima volta che faccio la chiusura del negozio - le sorrise la rossa, baciando la guancia della madre per congedarla. - Ah, guarda che non torno a casa per cena, mi vedo con Louis - la informò prima che se ne andasse.
Lei annuì e le sorrise dolcemente, poi uscì dalla porta di vetro.
Una volta sola in negozio, Macy tornò dietro il bancone, in attesa che il suo turno terminasse. Il tempo passò in fretta e in men che non si dica arrivarono le 19.
La rossa era intenta a sistemare frettolosamente un tavolo pieghevole di fronte al bancone, quando il suo telefono squillò. Lo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni e si accorse che era un messaggio da parte di Louis.

Sono in ritardo, Austin non voleva tornare a casa. I Beagle sanno essere davvero testardi, a volte!
Comunque sono da te fra 6 minuti e 23 secondi. 22. 21. 20. Hai già pensato a cosa vuoi fare? 19. Altrimenti ti tocca accontentarmi e andare al cinema. ;) 18. x

Macy digitò velocemente una risposta, scrivendo una piccola bugia.

La testardaggine del Beagle è uno dei preziosi pregi che distingue questa razza. Se non lo fosse, non sarebbe un Beagle! Comunque loro per lo meno si intestardiscono solo per motivi validi... non come te, che continui a voler andare al cinema sebbene ti abbia detto mille volte che non sopporto i film romantici!
Ad ogni modo te la do vinta, Loulou. Al massimo cambio sala e ti lascio in balia delle coppiette che si sbaciucchiano o delle zitelle con i pacchi di fazzoletti formato famiglia.
Ti aspetto! :) x

Ripose il telefono in tasca e posizionò due sedie ai lati del tavolo.
Quando ebbe preparato tutto, osservò il risultato e sorrise, compiaciuta si sé stessa. Certo che aveva pensato a cosa fare. E ciò non includeva nessun cinema e nessuna commedia strappalacrime.

Il film ti piacerà, vedrai. E non mi lascerai proprio in balia di nessuno! Farò in modo che ti ricorderai di questa serata.

La rossa osservò le candeline da compleanno disposte sul tavolo e scoppiò a ridere. Si sarebbe ricordata di sicuro di quella serata. E anche lui l'avrebbe fatto.




And girl, you and I,
we're about to make some memories tonight.
- live while we're young





















?
Carissimi!
Mi scuso se posto a quest'ora, ma sono appena tornata a casa. D:
Ad ogni modo, passiamo subito al dunque: che ne pensate del comportamento di Zayn? Ha fatto bene a voltare pagina oppure avrebbe dovuto insistere di più con Vicki?
Inveeeece Liam e Charlie non sono un amore? :3 Mi è piaciuto tanto scrivere il loro pezzo così zuccheroso, forse perché morirei se un ragazzo mi trattasse come lui tratta la riccia hahaha
Io credo che anche Niall ed Emma siano tenerissimi, questo finché arriva Harry... che più che tenero è un pervertito HAHAHAH Ma dal monologo di Niall sembra che il biondo si fidi di lui... dite che fa bene?
E infine arriviamo alla coppia Loucy! Cose credete che abbia in mente la nostra Macy?
Ringrazio tantissimo chi ha aggiunto la mia storia alle preferite, alle ricordate e alle seguite e soprattutto le 15 persone che hanno recensito lo scorso capitolo! :D Questa fanfiction ha superato le 200 recensioni totali e voi non potete neanche immaginare quanto io ne sia felice! :')
Ovviamente ringrazio anche i lettori clandestini. Se mi lasciaste una piccola recensione potrei anche farlo individualmente! haha
Ora mi tocca andare, ho in mente un pezzo del prossimo capitolo e voglio scriverlo prima che me ne dimentichi lol
Vi amo tantissimo! ❤

Un bacio,
Teddy

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ps: Nel caso in cui abbiate qualcosa da dirmi o da chiedermi, ho aggiunto i miei contatti! :D
pps: Solo a me sembra che Zayn nel video di "Best Song Ever" volesse assomigliare a Vicki?! HAHAHAHA



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Capitolo 20
*** Capitolo 19 - the whole night long ***





- 19 -
the whole night long



Louis arrivò di fronte al negozio di animali in ritardo come previsto.
Vide Macy uscire dalla porta di vetro e sorridergli dolcemente. Lui la salutò con la mano e aspettò che salisse in macchina, ma la rossa gli fece cenno di raggiungerla, così spense il motore e scese dall'automobile.
- Ciao - sorrise, una volta che fu davanti a lei.
Macy lo osservò divertita. - Ciao.
Louis la guardò attentamente. Aveva un'espressione strana, sembrava nascondere qualcosa. La vide mettersi le mani sui fianchi e piegare la testa di lato. - Allora, non mi baci? - domandò.
Il castano rise a fior di labbra e si avvicinò lentamente a lei, per poi baciarle la fronte.
Allontanandosi, vide che la ragazza sembrava contemporaneamente stupita e contrariata. Quell'espressione buffa fece ridere nuovamente Louis, che decise di accontentarla e concederle un vero bacio. Non appena le bocche dei due combaciarono, però, lei gli morse il labbro inferiore.
- Ahi! Perché l'hai fatto? - chiese, passandosi la lingua sulla parte morsicata.
- Così impari a non salutarmi come si deve quando mi vedi! - borbottò lei.
Lui scosse la testa e, senza che Macy se l'aspettasse, l'afferrò per la vita con una mano, mentre l'altra l'appoggiò dietro il suo collo. Le fece fare un casqué, sorreggendola dai fianchi mentre la lasciava cadere all'indietro, e poi si fiondò sulle sue labbra, baciandola appassionatamente.
Macy rimase stordita da quel gesto e, quando lui si fu staccato e lei fu di nuovo capace di reggersi con le proprie gambe, non fece altro che guardarlo sbattendo le ciglia ripetutamente, come se quel momento se lo fosse solo immaginato e volesse scacciare quel pensiero per tornare alla realtà.
- Va meglio? - domandò Louis ironico, nascondendo un sorriso divertito.
- Devo morderti le labbra più spesso - rispose lei, che stava ancora cercando di riprendere fiato.
Lui rise e la prese per mano. - Andiamo? Altrimenti arriveremo in ritardo per il film.
Quella frase fece riprendere Macy da quella sorta di trans. - Aspetta! - disse, trattenendolo. - Devo farti vedere una cosa.
Lui la osservò incuriosito mentre lei si posizionava dietro di lui, per poi salirgli in groppa, attorcigliando le gambe al suo bacino - Che stai facendo? - chiese il ragazzo, afferrandole le cosce per non farla cadere.
Lei gli coprì gli occhi con le mani. - Zitto e ascolta quello che ti dico.
Il castano seguì le indicazioni della ragazza, che gli fece fare tre passi per poi aprire la porta del negozio, facendo tintinnare il campanello.
- Bene, ora va' dritto finché non ti dico di... Lou! Stai andando in diagonale!
Il ragazzo si fermò di colpo. - Dove devo andare? - domandò ridendo.
- A sinistra. No, quella è la destra! - rise lei.
Il ragazzo si fermò di nuovo e a quel punto lei poggiò i piedi per terra. - Tieni gli occhi chiusi - ordinò, prendendolo per mano e facendolo camminare. - Non sbirciare!
- Non sbircio, non sbircio! - si affrettò a dire, divertito da quella situazione. Lei gli fece fare pochi passi e poi gli lasciò la mano.
- Bene, ora puoi guardare.
Louis aprì gli occhi e, sebbene la stanza non fosse molto illuminata, capì di essere vicino alla cassa del negozio. Notò di fronte a lui un tavolo apparecchiato con una tovaglia bordeaux, due piatti bianchi con i bordi oro, delle posate e dei calici per il vino. In mezzo si trovavano una ventina di candeline da compleanno colorate, che erano accese e creavano uno strano gioco di ombre.
- L'idea era quella di una cena a lume di candela, ma mi sono dimenticata di comprare le candele - ammise Macy, alzando le spalle. - Mi sono dovuta arrangiare.
Lui continuò ad osservare il tavolo, ammaliato da quel che la ragazza aveva organizzato. Si voltò verso di lei in cerca di spiegazioni. - Mi era sembrato che tu ci tenessi tanto a un vero primo appuntamento, così ho pensato che una cenetta noi due da soli ti avrebbe fatto piacere - disse lei, come se gli avesse letto nel pensiero. - Ho sbagliato? - chiese titubante, vedendo che il ragazzo non diceva nulla.
Lui la abbracciò teneramente. - Affatto - le stampò un bacio sulle labbra e le sorrise. - E' la cosa più dolce che potessi fare.


Il mattino dopo Louis si svegliò con il sorriso stampato sulla labbra.
Macy aveva organizzato una serata fantastica e aveva preparato una cena squisita. Inizialmente Louis aveva sospettato fosse a base di croccantini per cani, ma dopo varie rassicurazioni da parte della ragazza, si era convinto e aveva mangiato tutte le prelibatezze che lei gli aveva cucinato.
Era stato un terzo primo appuntamento perfetto, e sicuramente non ci sarebbe stato bisogno di un quarto.
Avevano trascorso tutta la sera a parlare, scherzare e stuzzicarsi come loro solito, e lui era stato davvero bene. Ed era questa la cosa che più gli piaceva di Macy: il fatto che con lei si sentisse bene ovunque fossero e qualsiasi cosa facessero.
Si rese conto che erano parecchi mesi che non si sentiva così e a quel pensiero si rabbuiò. Qualsiasi ricordo legato a Savannah non era mai piacevole.
- Buongiorno, Haz - disse, entrando in cucina e vedendo l'amico.
- Ciao, Lou - rispose l'altro sbadigliando. - Dormito bene?
- Mmh - mugugnò il castano, che era ancora nel mondo dei sogni. Si versò del caffè in una tazza e cominciò a sorseggiarlo.
- Sai... mi è sembrato che Macy fosse un po'... non esattamente il tuo tipo, ecco - confessò il riccio, approfittando del silenzio.
- Che vuoi dire? - domandò Louis confuso, voltandosi verso l'amico.
- E'... Ha... ha gli occhi molto verdi, non credi? Troppo verdi.
Il castano scoppiò a ridere. - Che scusa pessima, Haz.
- No, davvero! I miei occhi sono molto meglio - borbottò.
- E dai, non fare il gelosone - lo schernì, dandogli una spallata.
- E' che da quando la conosci ti vedo a malapena, stai sempre con lei - ammise. - E pensa che viviamo nella stessa casa.
A quelle parole Louis si intenerì. Appoggiò la tazza sul tavolo e strinse il riccio in un lungo abbraccio. - Sei il mio migliore amico, per me rimarrai sempre al primo posto.
Harry sorrise e sciolse l'abbraccio, mentre Louis tornava in possesso della propria tazza. - E poi anche tu presto o tardi mi farai conoscere una ragazza, no? - domandò, facendogli l'occhiolino. - E intendo una che duri più di due giorni - precisò.
- La conosci già - gli fece notare il riccio.
Louis capii subito a chi si stava riferendo, sospirò e si sedette affianco a lui attorno al tavolo. - Haz, io credo davvero che dovresti lasciar perdere. Non capisco come tu non faccia a renderti conto che quei due si piacciono. Emma pende dalle labbra di Niall e lui monitora ogni mossa che lei fa. Forse tu non te ne sei accorto, ma il giorno della partita ha cercato di ucciderti con lo sguardo almeno tre volte.
A Harry venne in mente l'episodio della farina del giorno prima ed accennò un sorriso. - Anche ieri - sghignazzò.
- Perché ti vuoi mettere in mezzo? - gli domandò il castano con un tono di rimprovero.
Il riccio aggrottò le sopracciglia. - Non sono io quello di troppo. Per lo meno non finché Emma sceglierà Niall - aggiunse. - Ma non accadrà, perché so di non esserle indifferente. E presto te ne accorgerai anche tu.
La loro conversazione terminò lì poiché Zayn entrò in cucina, seguito da Heather.
- Hey - li salutò Louis sorridendo. - Tutto bene? - domandò cordialmente.
- Mh, insomma - rispose la ragazza, alzando le sopracciglia. - Ci aspetta un lungo pomeriggio di studio, e io sono già stanca solo al pensiero.
- Ci? - domandò Harry incuriosito.
- A me e a Emma. E' già in camera di Niall con i libri aperti, dato che lui si è offerto di aiutarci. E anche Zayn - concluse, sorridendo maliziosamente al Pakistano, che aveva appena finito di bere un bicchiere d'acqua.
- Abbiamo fatto un patto - sussurrò ai due amici, in modo però che anche Heather potesse sentirlo.
- Zayn! - lo rimproverò lei.
Lui scoppiò a ridere e posò il bicchiere nella lavastoviglie. - Dai, la geografia ci aspetta! - esclamò il moro, dando una pacca sul sedere a Heather per spronarla a dirigersi verso la camera di Niall.
- Zayn sembra davvero spensierato da quando ha conosciuto Heather - disse Harry quando i due se ne furono andati.
- Anche secondo me - annuì il castano, alzandosi dal tavolo. - Vado a portare fuori Austin, ti va di venire?


- Non ce la faccio più - si lamentò Heather, chiudendo il libro di geografia e appoggiandoci sopra il cuscino di Niall, per poi posare la testa su di esso.
- Nemmeno io - concordò Emma, alzandosi dalla sedia della scrivania e raggiungendo l'amica sul letto.
- Questo perché vi siete ridotte all'ultimo giorno a studiare tutto il programma svolto finora - le rimproverò Niall, che aveva ancora il libro di Emma sulle gambe.
- Vi manca ancora tanto? - domandò Zayn, che sembrava più esausto delle due ragazze messe assieme.
- Una decina di pagine... ma sta' tranquillo, anche quando avremo finito non ti darò quello che vuoi - lo stuzzicò Heather.
- Cosa? - saltò in piedi il moro, facendo quasi spaventare Emma.
- Hai dormito per tre quarti del tempo - gli fece notare la ragazza. - Il patto era che dovevi darmi una mano, come ha fatto Niall.
Il Pakiskano salì sul letto e gattonò fino al corpo della mora. - E dai, non è sufficiente che sia rimasto qua con te mentre studiavi? - la supplicò, tirando fuori il labbro inferiore per fare una faccia da cucciolo. - In circostanze normali non l'avrei mai fatto. Non è da me.
Heather si voltò prima verso Emma, che si limitò a stringersi nelle spalle, e poi in direzione di Niall. - E' vero - disse il biondo.
La mora portò nuovamente lo sguardo su Zayn e lui le sorrise in modo furbo. Si avventò immediatamente sulle sue labbra e iniziò a baciarla in modo tutt'altro che casto, tanto che Emma si dovette alzare dal letto per non ricevere qualche gomitata.
Notò con la coda dell'occhio che Niall la stava fissando e si sentì in imbarazzo. Per la mente le balenò l'idea che, siccome Zayn e Heather stavano amoreggiando mentre lei e il suo amico erano lì a guardarli con le mani in mano, lui volesse baciarla.
Non appena si rese conto di quando fosse infantile, patetico e soprattutto inopportuno quel pensiero, tornò alla scrivania senza dire una parola e ricominciò a leggere i paragrafi del libro di geografia.
Niall osservò ogni suo passo finché la ragazza si sedette al suo fianco. Sentì Zayn bisbigliare qualcosa e Heather ridacchiare, si voltò verso di loro e solo quando li vide uno sdraiato sopra l'altro si ricordò che quello sotto di loro era il suo letto.
- Zayn! Andate in camera tua a fare le porcate! - esclamò.
Entrambi scoppiarono a ridere e la mora si alzò velocemente dal letto, dirigendosi verso la porta e uscendo dalla camera.
- Le hai fatto la radiografia al culo? - domandò Emma divertita.
Lui le strizzò l'occhio e fece per raggiungere Heather, ma prima di uscire dalla stanza di Niall si voltò per dire qualcosa. - Vi chiedo scusa in anticipo se sentirete urlare - disse ridacchiando, lasciandoli poi soli.
Emma alzò gli occhi al cielo e riprese a concentrarsi sul libro di geografia.
- Io non posso permettermi di, uhm... prendere una pausa come Heather. Se domani mi va male il compito sono fottuta - disse, appoggiando i gomiti sulla scrivania e reggendosi la testa con le mani.
- Allora mettiamoci all'opera - rispose Niall, avvicinando la propria sedia a quella della ragazza e sorridendole in modo dolce.
Emma annuì stancamente e girò la pagina del libro, iniziando a leggere ad alta voce la prima riga. Interruppe la sua lettura quando si accorse che in alto a destra c'era una scritta a matita che sicuramente non aveva fatto lei.

ti voglio bene :)
Nialler

Si voltò verso il biondo e gli sorrise, grata. Senza dire una parola, lo stava ringraziando di esserci sempre per lei, di aiutarla in qualsiasi momento, ma soprattutto di essere suo amico.
Appoggiò la testa sulla spalla dell'Irlandese e riprese a leggere da dove si era fermata.
Emma non aveva detto "ti voglio bene anche io", nulla del genere. Ma a Niall quel sorriso era bastato.

- Niall, avete finito? - domandò Zayn entrando nella camera del biondo proprio nel momento esatto in cui Emma stava chiudendo definitivamente il suo libro. I capelli del moro erano a dir poco spettinati e la maglia era decisamente stropicciata.
- Sì, e voi? - chiese l'Irlandese a sua volta, soffocando una risata.
- Da almeno una decina di minuti. Non avete sentito? - indicò la stanza affianco cercando di nascondere un sorriso.
Il biondo scosse la testa, con un'espressione divertita stampata sul volto.
- Queste pareti saranno insonorizzate - disse, osservando il muro alla sua destra. - Comunque mi presti la tua macchina? Prenderei la mia ma fuori sta piovendo e ieri non andavano i tergicristalli, quindi...
- Non ti lascio guidare la mia automobile neanche se mi paghi. Chiedi a Harry.
- Già fatto, mi ha riso in faccia.
- Ha fatto bene.
- E dai, Niall! Devo riaccompagnare Heather a casa!
Il biondo sbuffò rumorosamente. - Va bene. Ma vengo con voi e guido io - Zayn fece per protestare ma Niall lo precedette. - Prendere o lasciare.
Il moro alzò gli occhi al cielo. - Sei capace addirittura di rovinarmi l'umore dopo una scopata - disse ironicamente. - Muoviti, ti aspettiamo in garage.
- Io penso che andrò a casa - lo avvertì Emma non appena Zayn se ne fu andato.
- No, vieni con noi - propose lui, prendendole una mano.
- Sono davvero stanca, Niall, non ho proprio voglia di uscire - ammise lei dispiaciuta.
- E allora aspettami qui. Prometto che faccio in fretta - disse, baciandole una guancia. Lei annuì e lo accompagnò fino alla porta d'ingresso, salutandolo con la mano prima di chiudergli la porta alle spalle.
Si voltò poi verso il salotto e si accorse che la casa era davvero silenziosa. Pensò che probabilmente erano tutti usciti o che magari fossero nelle loro camere, così andò a controllare, chiamando i ragazzi per nome. Nessuno rispondeva e le stanze di Liam e Harry erano vuote. Fece per salire le scale per raggiungere la camera di Louis, quando una voce la fece sobbalzare.
- Mi stavi cercando?
Si voltò e di fronte all'ultimo gradino vide Harry che le sorrideva amichevolmente.
La bionda scese nuovamente le scale per raggiungerlo e, una volta arrivatagli di fronte, lui le sfiorò il fianco con una mano e le posò un bacio sulla guancia. Esattamente dove pochi minuti prima l'aveva baciata Niall.
- Sei in casa mia da questa mattina e non sei venuta nemmeno a salutarmi - la sgridò scherzosamente, senza allontanarsi di molto dal suo viso.
La vide sorridere nervosamente e poi deglutire. - Scusa - mormorò. - S-siamo soli? Louis e Liam non ci sono? - domandò.
Lui scosse la testa. - Niall e Zayn?
- Sono andati ad accompagnare Heather a casa - rispose lei con un filo di voce. Quella vicinanza la metteva in soggezione.
Accennò un sorriso e si incamminò verso il salotto, stiracchiandosi i muscoli indolenziti.
- Ti fa male la schiena? - domandò Harry, seguendola.
La bionda annuì, sedendosi sul divano. - Sono stata tutto il giorno seduta alla scrivania, piegata sui libri - spiegò, facendo una smorfia.
- Posso farti un massaggio, se ti va - propose lui con una voce roca che fece venire i brividi a Emma. - Sono bravo - Il riccio le fece segno di sdraiarsi sul divano e lei, dopo essersi tolta la felpa blu, obbedì senza dire una parola.
- Tieni, metti questo sotto la pancia - disse, porgendole un cuscino. Lei fece come le aveva detto e poi affondò il viso nel divano, sperando che Harry fosse davvero bravo e che quel massaggio le avrebbe dato almeno un po' di sollievo. - Dovresti toglierti la maglietta.
Emma titubò per qualche secondo ma poi si sfilò l'indumento. Non poteva vedere il viso di Harry ma era sicura che in quel momento stesse sorridendo.
- Per non farti sentire sola me la tolgo anche io - mormorò lui, e Emma non vide altro se non la maglietta bianca del riccio che veniva lanciata sul pavimento di fronte a lei.
Prima che se ne potesse rendere conto il ragazzo si era seduto a cavalcioni sulle sue gambe e aveva iniziato a fare pressione con i palmi delle sue mani verso la fine della colonna vertebrale, giusto sopra il sedere.
La bionda stava per dirgli di spostare le mani da lì quando lui cominciò a calibrare la pressione aumentandola per tre secondi, per poi diminuirla gradualmente nei tre secondi successivi. Emma provò immediatamente sollievo e si convinse che il massaggio evidentemente andava fatto proprio in quel punto, sebbene fosse così vicino al sedere e la mettesse un po' in imbarazzo. Decise così di chiudere gli occhi e di godersi il tocco delle grandi mani del riccio sulla sua pelle.
Harry continuò così per un tempo indeterminato, poi portò la mano destra al centro delle scapole e allargò le braccia come per allontanarle tra di loro, quasi volesse allungarle la colonna vertebrale.
Quando si fermò, Emma non sapeva per quanto tempo fosse rimasta in quella posizione. L'unica cosa di cui era certa era che non sentiva più un minimo dolore alla schiena e che Harry era davvero bravo come aveva detto.
- Bionda - le bisbigliò all'orecchio, sempre seduto a cavalcioni sulle sue gambe. - Ti sei addormentata?
- No - borbottò lei senza aprire gli occhi e non muovendo un muscolo.
- Vuoi che continui? - chiese divertito.
- Mmh.
Harry lo prese come un sì e iniziò a massaggiarle dolcemente le spalle. Ed ogni secondo che passava, lui si convinceva che Emma ormai apparteneva più a lui che a Niall.
Fu in quel momento che entrambi sentirono il rumore di chiavi armeggiare nella serratura della porta ed Emma, realizzando che era mezza nuda e Harry era seduto su di lei, si alzò di scatto, facendolo quasi cadere. Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma di sicuro Niall e Zayn ormai dovevano essere di ritorno e l'idea che l'Irlandese avrebbe trovato lei e Harry in casa da soli, per di più entrambi senza maglietta, la infastidiva parecchio.
Fece per infilarsi l'indumento ma ormai era troppo tardi e la porta d'ingresso era già stata spalancata.
L'espressione del ragazzo che si trovava all'entrata era a dir poco scandalizzata. Immediatamente rivolse lo sguardo a Harry. - Che cazzo le stavi facendo? - tuonò.


Liam e Charlie avevano trascorso la serata come era successo tante volte prima che si fidanzassero: nell'appartamento di lei, spaparanzati sul divano a guardare un film qualsiasi mentre sgranocchiavano dei pop-corn.
Liam era sdraiato su un lato mentre Charlie era a pancia in su affianco a lui. Il castano le accarezzava dolcemente il ventre, poi faceva dei ghirigori con le dita sulle sue spalle e infine attorcigliava i ricci morbidi della ragazza attorno al suo indice. Poi ricominciava daccapo, rendendo Charlie inerme sotto il suo tocco delicato.
Finito il film nessuno dei due aveva voglia di alzarsi dal comodo divano, così, senza dire nulla, la riccia afferrò il telecomando e cominciò a fare zapping.
Liam, d'altra parte, non era nemmeno dell'idea di guardare ancora la televisione.
Si chinò sulla ragazza e cominciò a lasciarle piccoli baci sul collo, percorrendole tutta la lunghezza del braccio destro - dalla spalla alla punta delle dita - con la propria mano, facendola rabbrividire.
Lei si voltò e lo osservò con i suoi occhi del colore del ghiaccio, attorcigliandogli le braccia dietro la nuca e trascinandolo sopra sé stessa.
Lui continuò a baciarle il collo, seguendo con il mento, la mandibola, le guance ed ogni singola parte del suo viso, fino ad arrivare alle labbra. Le sue mani le sfioravano i fianchi di tanto in tanto, mentre quelle della ragazza erano sempre allacciate attorno a lui.
Si stavano baciando passionalmente, con foga, come se entrambi dipendessero da quel contatto. Lentamente Liam infilò una mano sotto la maglietta di Charlie, salendo fino a sfiorarle il seno con le dita. Lei si bloccò per qualche attimo ma poi riprese a baciarlo come se non fosse successo niente.
Con la mano libera il ragazzo le alzò la maglia fino al petto. Si staccarono quei due secondi che gli servirono per sfilare l'indumento dalla testa ma poi continuarono ad amoreggiare da dove avevano interrotto.
Liam le palpò nuovamente il seno diverse volte, e ogni volta che lo faceva sentiva il corpo della ragazza tendersi leggermente. Siccome però lei non faceva altro che giocherellare con i capelli corti del castano, dopo un po' Liam decise di togliersi da solo la maglietta, rimanendo a torso nudo.
Charlie rimase parecchio tempo a contemplare il sul fisico perfetto, accarezzandogli gli addominali e giocherellando con i suoi peli del petto, mentre lui si reggeva sulle proprie braccia, poste ai lati della testa di Charlie.
Prima che la riccia potesse rendersene conto, il ragazzo si era chinato su di lei e le stava lasciando una scia di baci che era partita dal ventre ed era finita sulla pelle che non era ricoperta dal reggiseno.
Quasi immediatamente Charlie prese il viso del ragazzo fra le mani e lo riportò all'altezza delle sue labbra, riprendendo a baciarlo come stava facendo prima, accarezzandogli teneramente la nuca.
Tutto in quel momento sembrava perfetto, ma fu quando Liam abbassò la mano all'altezza dei jeans della riccia e le slacciò il bottone, che la magia si interruppe.
- Ti... ti va di dormire qua? - gli chiese lei, spingendolo gentilmente dalle spalle per toglierselo di dosso.
Lui si spostò e la vide alzarsi dal divano, dirigendosi poi verso la propria camera da letto. Tornò dopo pochi secondi con indosso un pigiama bianco con degli orsetti, composto da un paio di pantaloni e una maglietta a maniche lunghe. Porse al ragazzo la tuta che usava solitamente per dormire quando rimaneva a casa di Charlie e una maglietta a maniche corte, sorridendogli dolcemente.
Non sembrava arrabbiata o turbata e Liam non capiva perché avesse reagito così. Forse era semplicemente stanca.
Indossò gli indumenti mentre lei si incamminava nuovamente nella propria camera, probabilmente per prendere il piumone e il cuscino che Liam aveva sempre usato per dormire sul divano.
Vedendo che dopo parecchi minuti non era ancora tornata, la raggiunse per vedere se aveva bisogno di aiuto ma, una volta entrato nella sua stanza, la trovò già sotto le coperte del suo letto a due piazze.
Il castano la guardò con un'espressione interrogativa e lei spostò il lembo del copriletto della parte del materasso libera. - Pensavo che avremmo potuto dormire insieme... che ne dici?
Liam sorrise spontaneamente e, dopo essersi accomodato affianco a lei, spense la luce della lampada che c'era sul comodino.
Dopodiché le circondò i fianchi con le proprie braccia e le baciò i capelli.
Si addormentò nel giro di pochi minuti, cullato dal respiro regolare della ragazza.
Lei invece fece più fatica a prendere sonno. L'ultima cosa che ricordava era che, dopo aver visto che la sveglia segnava l'1:00 passata, si era voltata verso Liam e prima di chiudere definitivamente gli occhi, l'aveva baciato sulle labbra e gli aveva sussurrato che l'amava.


Macy era piegata in due dalle risate e faceva quasi fatica a respirare.
Lei e Louis erano usciti per far fare a Austin una passeggiata e dal momento in cui si erano visti non avevano fatto altro che battibeccare.
- Ti fa ridere così tanto? - chiese il castano scettico, rialzandosi del pavimento.
Lei diventò immediatamente seria e fece cenno di no con la testa, ma nel giro di pochi secondi scoppiò nuovamente a ridere.
Lui si limitò ad alzare gli occhi al cielo e continuò a passeggiare.
- Non credevo che avessi un equilibrio così precario - lo stuzzicò lei, una volta che si fu calmata.
Lui si voltò verso Macy, fingendosi sconcertato. - Equilibrio precario? Mi hai fatto uno sgambetto, è ovvio che io sia caduto!
La rossa sghignazzò nuovamente e poi lo prese per mano. - Tranquillo, Loulou, mi piaci anche se non sai reggerti in piedi - scherzò, baciandolo sulla guancia.
- Per lo meno non sono io quello a cui viene il singhiozzo nel bel mezzo di un bacio.
Lei aggrottò le sopracciglia e gli tirò un pungo sulla spalla. - Ero in ansia!
- Ci credo, avevi tutto questo ben di Dio davanti - disse, indicandosi e ammiccandole.
Macy sbuffò e incrociò le braccia al petto. - Pallone gonfiato - borbottò.
- Senti, ciccia, non ti permettere di chiamarmi così - la avvisò Louis divertito.
- Sì, certo, ora io sono "ciccia".
- Un po' di ciccia qua c'è - ironizzò il castano, afferrandole i fianchi e attirandola a sé da dietro, sporgendosi poi per baciarle una guancia.
Lei in tutta risposta gli tirò una gomitata per farlo allontanare. - Io volendo posso dimagrire, tu invece non puoi rimpicciolire quel campo da calcio che ti ritrovi come fronte.
Lui portò una mano al cuore, fingendosi offeso profondamente. - Perché sei così crudele?
Lei si strinse nelle spalle e abbassò lo sguardo. - Hai le scarpe slacciate - gli fece notare, indicandogli i piedi.
Lui portò gli occhi per terra e si accorse di avere addosso un paio di Toms. Guardò nuovamente Macy e la trovò ridacchiare divertita.
- E perché mi fai sempre i dispetti? - le domandò, prendendo le sue mani fra le proprie. - Fai di tutto per infastidirmi. Se ti dicessi che odio una canzone, non faresti altro che farmela ascoltare per tutta la notte!
- E' divertente vederti arrabbiato - gli sorrise lei colpevole.
Lui l'abbracciò forte, accarezzandole i capelli lisci che le ricadevano dietro la schiena.
- Harry ha ragione, sei proprio una stronzetta - disse, facendola ridere.
Ripresero a camminare scherzando e bisticciando come prima, finché arrivarono sotto casa di Macy.
Si salutarono con un lungo bacio, durante il quale Louis aveva infilato le proprie mani nelle tasche posteriori dei jeans della ragazza. - Sai, hai davvero un bel culo - bisbigliò al suo orecchio.
Lei gli sorrise, gli stampò un altro bacio e si incamminò verso il portone. - Lo so!
Louis rimase interdetto. - No, hey, aspetta! Dovevi dirmi "anche tu hai un bel culo" o "è più bello il tuo", non "lo so"!
Macy ridacchiò e lo salutò con la mano, senza rispondergli. - Buonanotte, Loulou! - esclamò prima di chiudersi la porta alle spalle.




I'll say that I hate a song,
then you'll go request it the whole night long.
- na na na





















?
Buonaseraaaaaa!
Mi scuso per il ritardo ma non ho proprio avuto il tempo di terminare il capitolo. çç Ne approfitto anche per scusarmi in anticipo per settimana prossima perché, siccome sarò al mare senza internet, non potrò postare il capitolo 20. Se riesco a scriverlo in spiaggia lo posterò non appena torno, altrimenti slitta tutto alla domenica dopo. :( Sicuramente se mi farete trovare tante belle recensioni avrò più voglia di mettermi a scrivere anche sotto il sole cocente lol nel 18 le recensioni sono calate tantissimo! :'(
Ad ogni modo passiamo al capitolo che ho appena postato: va be' che sono io a scrivere la storia e quindi ad ideare tutto, ma Lou e Macy si sono proprio trovati AHHAHAHA si può essere così idioti?!
Come avrete sicuramente notato Zayn si è dato da fare, mentre Niall ed Emma sono degli AMICI così carini! *O* Invece riguardo Harry... HAHAHAH voglio sapere quanti di voi credono che dovrebbe tenere le mani a posto e quanti invece sono contentissimi che il nostro riccio stia smuovendo un po' le acque! :D
Infine passiamo a Liam e Charlie... da diabete, ovvio. Ma secondo voi però perché Charlie ha reagito così?
Ringrazio come sempre chiunque legge, ma soprattutto chi recensisce, chi ha messo la fanfiction fra le preferite, le ricordate e le seguite. Siete la mia gioia! :')
Sappiate che sto scrivendo queste note di fine capitolo al parco seduta su una panchina e che ora mi tocca andare a casa perché sto congelando e perché qua non c'è il wi-fi lol
Ci sentiamo presto! ❤

Un bacio,
Teddy

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 - you can't have me ***





- 20 -
you can't have me



Emma arrossì violentemente.
- Cosa? - domandò Harry, confuso. - Niente, non le stavo facendo niente.
- Niente? Porca puttana siete in casa da soli ed entrambi mezzi nudi, questo è niente?
- Zayn, davvero, mi stava semplicemente facendo un massaggio dato che gli avevo detto di avere mal di schiena - tentò di spiegare Emma, un po' intimorita dall'atteggiamento del moro.
- Ma Niall dov'è? - domandò il riccio.
- Niall è davanti al garage - comunicò Zayn con estrema freddezza. - Il suo telecomando non va, così sono venuto a prendere il mio - disse, afferrando quel che gli serviva dal tavolino affianco all'entrata. - Per tua fortuna sono venuto io, preciserei - sibilò rivolgendosi a Harry, per poi uscire nuovamente dall'appartamento.
Quando furono di nuovo soli, Emma percepì lo sguardo pungente di Harry addosso e si sentì in imbarazzo. Gli sorrise forzatamente e senza dire una parola si diresse verso la camera di Niall, in attesa che lui tornasse.
Non riusciva a capire perché Zayn avesse reagito così esageratamente. Dopotutto lei e Harry non stavano facendo niente di male, vero?
Ma allora perché lei si sentiva così in colpa?


Quella domenica mattina Charlie venne svegliata dall'odore di caffè e pancakes. Dopo essersi stiracchiata aprì gli occhi lentamente, cercando di abituarsi alla luce del sole che filtrava dalle finestre.
Non aveva idea di che ore fossero, ma di sicuro non era presto.
Si accorse che oltre a lei nel letto non c'era nessuno, quindi probabilmente Liam si trovava in cucina a preparare la colazione. Si mise a sedere mentre sbadigliava, quando dalla porta della camera vide entrare il suo bellissimo ragazzo con in mano un vassoio.
- Ti sei svegliata - notò sorridendole.
Lei ricambiò il sorriso e il castano di sedette affianco a lei, poggiandosi il vassoio sulle gambe. - Colazione a letto per la fidanzata più bella del mondo - disse in modo smielato, baciandola dolcemente sulle labbra.
- Non dovevi - rispose lei con un tono di voce assonnato.
- E invece sì - insistette Liam, porgendole un piatto contenente tre pancakes fumanti.
Lei li divorò in pochissimo tempo e, una volta finiti, ne prese altri due.
- Sei affamata? - chiese Liam divertito, mente lei versava nel piatto dello sciroppo d'acero.
- Non più del solito, ma i tuoi pancakes sono troppo buoni.
Il castano ridacchiò e le sfiorò i capelli. - Be', grazie - disse sorridendo.
- Cosa facciamo oggi? - domandò la riccia cambiando discorso.
- Tutto quello che vuoi.
Charlie bevve un sorso di succo e si strinse nelle spalle. - I ragazzi cosa fanno?
- Non so. Se vuoi li chiamo e glielo chiedo - propose, accarezzandole una guancia.
Lei annuì e si alzò dal letto. - Intanto io mi faccio una doccia - lo informò, prendendo il vassoio per riportarlo in cucina.
- Lascia, faccio io - la fermò lui, sorridendole teneramente.
Lei lo baciò a fior di labbra e si diresse verso il bagno.
Era così contenta di come si erano messe le cose fra lei e Liam. Lui era un fidanzato fantastico, sempre pronto ad avverare tutti i suoi desideri e ad accontentare ogni suo piccolo capriccio. La viziava e la trattava come una principessa, la coccolava e la rendeva ogni giorno più felice. E lei non poteva chiedere di meglio.

Charlie uscì dal bagno coperta solo da un asciugamano e si diresse verso l'armadio della propria camera per prendere della biancheria pulita. La televisione del salotto era accesa, quindi probabilmente Liam era sul divano.
Era intenta a rovistare nei cassetti quando sentì qualcuno abbracciarla da dietro. Si spaventò poiché credeva di essere sola nella stanza, ma non appena si fu voltata e vide il castano di fronte a lei, si tranquillizzò. Dopotutto chi poteva essere se non lui? - Mi hai fatto prendere un colpo - rise la riccia, ma venne interrotta siccome il ragazzo si fiondò sulle sue labbra, baciandola con ardore.
Dopo vari minuti Liam lasciò perdere le labbra carnose della ragazza solo per iniziare a torturare il suo collo, rendendo il respiro di Charlie irregolare.
Fece aderire il proprio corpo a quello di Charlie e quello della ragazza al legno dell'armadio che si trovava dietro di lei. Poi portò una mano alla coscia destra della ragazza, ancora umida per via della doccia.
Lei si aggrappò alle spalle del castano e lui, continuando a lasciarle baci bisognosi sul collo, cominciò ad accarezzarle la gamba, portando la mano sempre più su, fin sotto l'asciugamano.
Prima che potesse arrivare alla sua meta, però, Charlie si scansò improvvisamente, lasciandolo deluso e insoddisfatto con la faccia contro l'armadio.


- Perché cazzo devi fare il coglione? - sbraitò Zayn, mentre Harry afferrava una maglietta a caso dal pavimento.
- Non capisco quale sia il tuo problema - rispose il riccio, senza neanche guardarlo in faccia.
- Sei tu quello che avrà un problema se non la smetti di fare l'idiota con Emma!
- Avete rotto i coglioni con questa storia! Non ha mica scritto in fronte "proprietà di Niall Horan", porca puttana!
La porta della stanza di Harry si spalancò improvvisamente e i due videro Louis entrare e richiudersela alle spalle. - Vi si sente fin dall'attico, che è successo? - domandò. - Hai di nuovo usato il gel per capelli di Zayn? - ridacchiò rivolgendosi a Harry.
- No, vuole semplicemente trombarsi Emma - sibilò il moro.
Louis lo guardò confuso, siccome non capiva come fosse venuto a conoscenza del fatto che Harry era ancora deciso a conquistare la bionda.
- Ieri sono rimasti una ventina di minuti a casa da soli, e quando sono tornato li ho trovati entrambi in salotto senza maglietta. E non credo fosse perché volessero scambiarsi i vestiti come due perfette amiche del cuore - lo informò Zayn, prendendo in giro il riccio.
Harry alzò gli occhi a cielo mentre si infilava i suoi adorati stivaletti marroni.
- Tranquillo, Zayn, ora gli parlo io - disse, intimando l'amico ad uscire dalla camera del riccio.
Aspettò che il moro si chiudesse la porta alle spalle, poi si rivolse a Harry. - E' questo il tuo piano?
Il ragazzo lo ignorò, guardandosi allo specchio per sistemarsi i capelli.
- Pensavo che lei ti piacesse davvero, non credevo che il tuo intento era provocarla come fai solitamente come le ragazze che sei abituato a portarti a letto.
Harry rimase in silenzio.
- E' questa la tua unica arma? Il fisico? Le frasi a doppio senso? - Il castano scosse la testa. Lui l'aveva saputo fin da subito che lo scopo del suo amico con Emma era lo stesso che aveva con tutte le ragazze. - Se fossi davvero interessato a lei, ti impegneresti un po' di più.
- Hai finito di dire stronzate? - chiese il riccio pacatamente. - Con Emma faccio quel cazzo che mi pare. Di sicuro non devo chiedere il permesso a Niall, ma soprattutto non ho bisogno dei tuoi stupidi consigli.
A quelle parole Louis si sentì ribollire. - Però quando vuoi i miei "stupidi consigli" non ci pensi due volte a venire in camera mia per svegliarmi alle 4 del mattino, vero? - sbraitò alzando la voce. - Senti, se fosse qualsiasi altra ragazza me ne fotterei altamente e ti lascerei illuderla per poi scaricarla o farci quel cazzo che ti pare, ma qui si parla di Emma, e qualsiasi cosa tu faccia renderà la convivenza con te e Niall insopportabile, quindi vai a cercarti un'altra ragazza con cui soddisfare le tue voglie e lascia in pace lei! - esclamò il castano.
Harry non fece altro che guardarlo con un'espressione impassibile, senza lasciar trapelare nessuna emozione.
- Bene - disse Louis, vedendo che l'altro non proferiva parola. - Sappi che, qualsiasi cosa lui faccia, io starò dalla parte di Niall - concluse, uscendo dalla stanza del riccio e sbattendo la porta.


- Emma? Mi stai ascoltando?
La bionda scosse la testa per cercare di scacciare i pensieri che le affollavano la mente. - Sì, Cami... mi stavi dicendo che ieri Christian ti ha chiesto di uscire, giusto? - chiese, cercando di apparire emozionata per la sua amica. - E hai deciso cosa metterti?
Emma sentì Camilla sospirare dall'altro capo del telefono. - In realtà ti ho detto che non ho accettato il suo invito e ad ogni modo è da una decina di minuti che ho cambiato discorso...
- Come? Perché gli hai detto di no? - domandò Emma confusa.
- Em, cos'hai? Sei distratta... è successo qualcosa?
La bionda sbuffò. - Si tratta di Niall...
- Cosa? - chiese Camilla ansiosa.
- Ogni volta che Harry mi si avvicina e ha qualche atteggiamento, uhm... intimo con me, io mi sento in colpa nei confronti di Niall. Come se gli stessi facendo un torto.
- Aspetta, atteggiamento intimo? Mi stai nascondendo qualcosa?
- No, nulla. Harry è molto... gentile con me negli ultimi tempi - spiegò Emma, pensando al massaggio che il riccio le aveva fatto il giorno prima.
- Mi stai dicendo che ci prova con te?
- No, assolutamente no! Non intendevo quello!
Camilla rimase in silenzio per qualche secondo. - Va bene, ti credo - disse, per niente convinta. - Ma non è che magari ti senti in colpa perché Niall ti piace? - ipotizzò la ragazza, consapevole che quella era l'unica spiegazione plausibile.
- No, è escluso. Niall ed io siamo solo amici, fattene una ragione - borbottò Emma.
- Allora magari è Harry quello che ti piace - ironizzò Camilla.
La bionda corrugò la fronte. - Non so, non... non mi sono mai posta questa domanda.
- Fallo ora. Harry ti piace?

Emma stava cercando di studiare biologia, ma non riusciva a capire una parola di quello che leggeva.
Non era riuscita a dare una risposta a Camilla. E questo in un certo senso la preoccupava perché, sebbene non avesse detto "sì", la sua risposta non era stata nemmeno un "no".
C'era davvero la possibilità che si fosse presa una cotta per Harry?


- Ciao, Mercy - disse Louis vedendo la rossa, baciandola poi sulle labbra dolcemente.
- Come mi hai chiamato? - domandò lei, aggrottando le sopracciglia.
- Mercy.
- E perché?
Il castano alzò le spalle. - Ho sentito tua madre chiamarti così una volta.
Macy lo minacciò con lo sguardo. - Non. Farlo. Mai. Più. - disse, scandendo parola per parola.
Louis si incuriosì ma decise di lasciar perdere. - Prima mi hai detto che ti era venuta in mente un'idea per passare la serata insieme agli altri, no? - le ricordò, sorridendole.
La rossa annuì vigorosamente, mentre si dirigevano verso la macchina di Louis. Quando entrambi si furono accomodati, lei tirò fuori dalla sua borsa una scatola colorata.
- Twister? - domandò il castano incredulo. - Stai scherzando? Io non gioco a quella roba!
Macy mise il broncio. - Certo, molto meglio chiudersi in un cinema a guardare un film lagnoso come quello che mi volevi portare a vedere l'altra sera! - esclamò. - A proposito, questa mattina in televisione ne hanno parlato e han detto che è stato candidato per molti awards. Film più noioso dell'anno, peggior attrice protagonista e qualche altro premio del genere - lo schernì.
Lui mise in moto la macchina mentre rideva sotto i baffi. - E sai cosa ho visto io questa mattina in televisione? Te.
La rossa corrugò la fronte. - Che stai dicendo?
- Sì, guidavi un camioncino verde, azzurro e arancione e dicevi in continuazione: "Scooby-Doo, dove sei tu?"
Macy lo guardò come se fosse un alieno. - Louis, cosa c'entro io con Shaggy di Scoob... - lasciò la domanda in sospeso poiché capì la battuta del castano. In meno di due secondi il volto le diventò del colore dei suoi capelli. Dire che era arrabbiata era riduttivo. - Io non mangio croccantini per cani! Ficcatelo in quella cazzo di testolina, porca troia!
Il castano scoppiò a ridere, facendola infuriare ancora di più. Non gli erano mai piaciute le ragazze perfettine che ogni due secondi andavano ad incipriarsi il naso, quindi ogni volta che Macy usava quel linguaggio da scaricatrice di porto lui si rendeva conto sempre più di aver trovato la ragazza perfetta per lui.


Emma si trovava nel salotto della casa degli One Direction assieme a Niall e Zayn. Il biondo l'aveva chiamata dicendole che Macy aveva avuto un'idea per passare la serata tutti insieme, e lei aveva accettato l'invito.
L'unica cosa che la preoccupava leggermente era la presenza di Harry.
- Quindi Louis non ti ha ancora detto quali sono i piani per questa sera?
Niall scosse la testa. - Mi ha detto solo che rimarremo a casa.
Zayn si alzò dal divano e si diresse nella propria camera. - Allora chiamo Heather e le dico di venire direttamente qua.
Il biondo annuì e vide l'amico sparire nel corridoio.
Lui ed Emma rimasero da soli, ma nessuno dei due ebbe il coraggio di dire nulla.
Emma si sentiva ancora in colpa nei suoi confronti. Sapeva che Zayn non aveva fatto parola all'amico dell'incontro ravvicinato fra lei e Harry, e il fatto che lui fosse all'oscuro di ciò non la faceva stare bene. Sebbene non sapesse nemmeno perché.
Niall, d'altra parte, aveva notato che ultimamente lei sembrava un po' più fredda nei suoi confronti, e temeva di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato.
- Tutto bene? - chiese lui, cercando di capire il motivo di quel comportamento.
Emma si sentì presa alla sprovvista. - Cosa? Sì... sì, tutto bene. Perché?
Il biondo alzò le spalle mentre digitava qualcosa sul proprio telefono, cercando di sembrare disinteressato. - No, così.
In quel preciso momento proprio Harry fece il suo ingresso nella stanza, attirando l'attenzione degli altri due.
Emma si sentì immediatamente in preda all'ansia. Tentò di sorridergli ma più che un sorriso la sua espressione sembrò una smorfia di dolore, e la bionda fu sicura che in quel momento il suo viso somigliò più a quello di un asino che a quello di una ragazza. Ma perché si sentiva così imbarazzata?
Il riccio la salutò e si sedette alla sua sinistra, senza dire una parola.
La sua vicinanza metteva Emma in soggezione. Si sporse verso Niall e vide che era su Twitter, stava scorrendo la home senza soffermarsi su nulla in particolare.
- Perché non rispondi a qualche fan? - gli domandò, avvicinandosi per leggere meglio i tweet.
- Mi dai una mano? - propose lui, ed Emma accettò emozionata, mettendosi in una posizione più comoda e guardando le vari menzioni del suo amico.
- La maggior parte dei fan ti chiedono di seguirli - notò Emma.
- Già.
- Be', che aspetti? - chiese, dandogli una leggera gomitata nel fianco per incoraggiarlo.
Lui ridacchiò. - Dimmi tu chi seguire.
- Tutti! - esclamò lei, facendolo ridere di nuovo.
- Non posso seguire tutti, non finirei mai!
- Va bene... @mollyloves1D scrive: "Se mi segui di darò una fetta di pizza. Ci stai?" - disse, leggendo il primo tweet che le era apparso davanti agli occhi.
Niall rise e la seguì, ma vide che Emma stava aspettando qualcos'altro.
- Rispondile! - ordinò.
Lui obbedì, scrivendole "Ci sto ;)".
- @EmilyHoran: "Oggi ho avuto una brutta giornata... ti va di tirarmi un po' su il morale, magari seguendomi?" - continuò a leggere Emma, indicando lo schermo del telefono.
Lui fece come la fan le aveva chiesto e poi la menzionò: "Che è successo, babe?" - Leggi questo - sghignazzò Emma. - @amazayn: "Oh mio Dio Niall è online e sta rispondendo alle fan! Oddio oddio sono emozionatissima anche se so che non sarò mai una di quelle".
Niall la seguì e poi le rispose, scrivendole: "Sicura?"
- @samemistakes: "Credo che il tasto 'segui' del mio profilo non funzioni, puoi provare a vedere se va?" - Il biondo rise di nuovo, la seguì e le disse che il tasto funzionava benissimo.
- @itsgottabeLou: "Come stai Nialler?" - lesse Emma. Vide che Niall digitò una risposta velocemente: "Benissimo grazie, tu invece? x"
Continuarono così per forse mezz'ora, con Emma che leggeva i tweet che attiravano la sua attenzione e Niall che rispondeva e seguiva le fan.
Non si erano neanche accorti che Harry se n'era andato dal salotto e che al suo posto era arrivato Zayn.
Interruppero quel loro passatempo quando arrivarono Louis e Liam con Charlotte e Macy.
- Twister? - fece una smorfia il Pakistano, vedendo la scatola che la rossa aveva fra le mani.
- Sì, Twister. Hai qualcosa da ridire a proposito? - domandò Macy con un tono sfacciato, facendo ridacchiare Louis.
- Adoro quel gioco! - esclamò Emma, battendo il cinque alla rossa.
Zayn sbuffò. - Io no - disse, risedendosi sul divano.
- A voi piace? - chiese Macy al resto dei presenti.
Tutti annuirono mostrando il loro apprezzamento, tranne Louis, che rimase in silenzio.
- Bene, allora tu e Zayn potete andare in cucina a prepararci dei kebab mentre noi ci divertiamo - li schernì lei, facendo l'occhiolino al suo ragazzo e aprendo la scatola del Twister.
Zayn rimase a bocca aperta. Non era la prima volta che la gente scherzava dandogli del kebabbaro a causa delle sue origini, ma in quel momento non poté fare a meno di ricordarsi di quando era stata Vicki a chiamarlo in quel modo.
Fortunatamente la suoneria del suo telefono lo fece distrarre. - Pronto? Oh, ciao Heather - sorrise mentre pronunciava il nome della ragazza. - Sì. Okay, va bene. Ti aspetto.
Terminò la chiamata e si stravaccò sul divano. - Heather è in ritardo - informò i suoi amici. - Voi cominciate a giocare, io al massimo partecipo quando arriva lei.
Gli altri fecero come aveva detto e posizionarono il tappeto per terra. - Io dò le indicazioni! - esclamò Louis, in modo da non dover partecipare attivamente al gioco. - Charlotte: piede sinistro sul rosso.
Durante la prima partita il primo a perdere fu Liam. Seguirono Harry, Niall, Charlotte ed Emma, e la vincitrice fu Macy.
- Ragazzi, siete proprio delle schiappe - li schernì Louis. - Un applauso invece alle donne! Non sapevo che fossi così snodabile - si rivolse poi a Macy, con uno sguardo e un tono di voce a dir poco maliziosi.
- Lo sono abbastanza da tirarti un calcio sul naso, quindi faresti meglio a smetterla di dire queste cazzate, idiota che non sei altro - disse, sorridendo in modo fintissimo e facendo scoppiare a ridere tutti gli altri.
Liam cadde per primo anche durante la seconda partita, beccandosi qualche presa in giro da Louis. Dopo di lui furono Charlotte e poi Macy a perdere, che però sosteneva che Harry le avesse fatto uno sgambetto di proposito. Sul tappeto rimasero solo il riccio, Niall ed Emma. Tutti gli altri, Zayn compreso, erano attorno a loro, curiosi di scoprire chi avrebbe vinto.
Emma era praticamente accucciata sul pavimento, e aveva una gamba attorcigliata al braccio di Niall. Harry invece si trovava affianco a lei, ma in una posizione un po' più scomoda.
- Niall: mano destra sul verde.
Il biondo provò a raggiungere la sua meta, ma siccome era troppo lontana e per di più lui era legato alla gamba di Emma, cadde come un salame, lasciando lei e Harry in finale.
I due riuscirono a seguire un altro paio di indicazioni dettate da Louis, ma fu quando Harry dovette posizionare la mano su un colore che si trovava oltre Emma, che le piombò addosso, facendo cadere anche lei.
Emma si trovò a pancia in su, col corpo di Harry sul proprio e il suo sorriso provocante a pochi centimetri dalla sua bocca.
Si vergognava di quel suo desiderio, ma voleva ardentemente che lui la baciasse. Si era completamente dimenticata che attorno a loro c'erano le loro amiche e tutti i suoi compagni di band, Niall compreso.
Non seppe per quanto stessero in quella posizione, a lei era sembrata un'eternità. Riuscì a tornare con i piedi per terra solo quando qualcuno suonò il campanello, Zayn andò ad aprire la porta e Harry si alzò dal pavimento, porgendole poi una mano per aiutarla.
Vide il riccio sedersi sul divano come se non fosse successo nulla, sebbene si fosse accorto che Niall lo stava trafiggendo da parte a parte con lo sguardo.
In quella posizione, con le labbra di Emma così vicine alle sue, tutto negli occhi della ragazza gli era sembrato urlare "baciami". E lui voleva baciarla, voleva davvero. Era il suo pensiero fisso fin dal primo secondo in cui l'aveva vista, eppure non ce l'aveva fatta.
Perché sì, lui era ancora deciso a volerla per sé, ma in quel momento non aveva potuto fare a meno di pensare che Niall era lì affianco a loro e li stava guardando. E la verità era che, nonostante il biondo negasse categoricamente di provare qualcosa per Emma e Harry facesse finta di credergli, nel profondo il riccio sapeva che l'Irlandese era davvero innamorato di lei.
- Zayn! - squittì Heather non appena entrò in casa, fiondandosi sulle labbra del moro. Lui ricambiò il bacio con piacere, e immediatamente l'attenzione di tutti i presenti si spostò da Emma e Harry ai due piccioncini sulla porta.
Tranne quella di Niall. Lui stava osservando Harry, studiando il modo per fargli capire che doveva stare lontano da Emma. Perché se lui si fosse azzardato a farle del male gli avrebbe spaccato le gambe, al diavolo la band.
Quando finalmente il riccio si voltò verso di lui, non disse una parola. Aveva uno sguardo quasi seccato, che sembrava dire: "non l'ho baciata, non rompermi i coglioni".
E, siccome effettivamente aveva ragione, Niall decise di lasciar perdere.


I ragazzi avevano smesso di giocare a Twister e stavano tranquillamente chiacchierando del più e del meno.
- E' un po' che le fan non cercano di intrufolarsi nel palazzo, no? - disse ad un certo punto Liam.
- Prima capitava spesso? - domandò Charlie, che era seduta sulle sue gambe.
Fu Louis a risponderle. - Ogni tanto. Magari ora gli altri abitanti del palazzo hanno capito che non è il caso di aprire il portone a chiunque glielo chieda - ridacchiò.
- Oh, no - disse all'improvviso Heather, portandosi la mano davanti alla bocca.
- Che succede? - le chiese Zayn, stringendole una mano.
- Prima, quando sono arrivata, c'era una ragazza davanti al portone. Pensavo che abitasse qua ma che non avesse le chiavi, o qualcosa del genere, così l'ho fatta entrare - raccontò. - Mi dispiace tanto, non immaginavo che potesse essere una fan - si scusò la ragazza.
- Tranquilla, non è nulla di grave - la calmò Zayn, accarezzandole una guancia.
- Di solito vengono qua e suonano al campanello.
- Sarà una ragazza timida - rise Harry.
Niall si alzò dal divano e si diresse verso l'ingresso. - Guardo se è qua fuori.
Affianco alla porta, seduta per terra, trovò una ragazza mora. - Hey - la salutò.
Lei si alzò in piedi di scatto. - Scusa, non... non sarei dovuta venire - farfugliò, incamminandosi frettolosamente verso l'ascensore.
- E' vero, ma ormai sei qua - disse, prendendola per un braccio. - Vieni - La trascinò verso il suo appartamento e lei provò a fare resistenza. - Non devi vergognarti, dai! Come ti chiami? Mi sembra di averti già vista - continuò, osservandola. - Sei già venuta a vederci da qualche parte, vero?
La mora non fece in tempo a rispondere a nessuna delle domande poiché si ritrovò all'ingresso della casa, con lo sguardo degli One Direction e di altre ragazze puntato su sé stessa. Ma lei notò solo uno di loro.
- Victoria? - esclamò Zayn incredulo.
Niall si voltò per guardarla meglio. - Ecco dove ti avevo già vista - mormorò, stupito. - Che ci fai qui? - chiese il Pakistano sgarbatamente.
Lei si sentì ferita da suo tono di voce. Non credeva che la sua presenza l'avrebbe infastidito così tanto.
- Io... io sono venuta a chiederti scusa - sussurrò. - Ho sbagliato a reagire in quel modo, tu non avevi la colpa di nulla. Il problema è che me ne sono resa conto solo quando sono usciti dei nuovi articoli di te che stavi uscendo con quella ragazza - disse, indicando Heather. - Sono stata una stupida a prendermela con te e ho capito che quella di stare al centro dell'attenzione è una delle cose negative di avere una relazione con un cantante che ha tutta la tua fama, ma mi sono resa anche conto che con te sono sempre stata bene, sai farmi ridere e divertire e sai capace di farmi sentire l'unica ragazza al mondo di cui ti importi qualcosa. E questi sono tutti aspetti positivi troppo importanti perché io rinunci a tutto solo per colpa dei pettegolezzi pubblicate su delle riviste di gossip. Hai tutte le ragioni di essere arrabbiato con me, ora, ma volevo solo che sapessi che io credo di essermi innamorata di te - concluse, sotto lo sguardo attonito di tutti i presenti.
Nessuno proferì parola, finché fu Macy a rompere il silenzio. - Non ho capito. Tu te la facevi con una fan?
Louis soffocò una risata e scosse la testa.
- No, Victoria non è una nostra fan. E' una ragazza con cui Zayn si frequentava fino a qualche tempo fa - chiarì Liam, facendo alzare Charlie dalle sue gambe e alzandosi a sua volta dal divano. - Forse è meglio se li lasciamo soli.
- E hanno smesso di frequentarsi per colpa dei media? - domandò la rossa dispiaciuta.
Harry annuì e se ne andò dal salotto assieme a Liam e Charlotte.
- E ora lei gli ha detto praticamente: "sii il mio kebab e il sarò la tua cipolla?" Louis ridacchiò tappandole la bocca e la portò in camera sua, seguito da Niall ed Emma. Meglio allontanare la rossa da lì, c'era già abbastanza tensione senza che lei infierisse.
Nel salotto rimasero solo Victoria, Zayn e Heather, che stringeva la mano del moro e lo guardava preoccupata.
Lui lasciò la stretta della sua ragazza senza nemmeno guardarla e si incamminò verso Vicki. - Ora che sto con un'altra vieni a dirmi che mi ami? - sputò.
La mora venne presa alla sprovvista. Non si aspettava quella reazione così rude.
- Dici di volermi solo perché non puoi avermi - continuò, aprendo la porta dell'appartamento per farle capire che non era la benvenuta. - Mi dispiace, Victoria, ma io non credo a una parola di quello che hai detto.




Now that you can't have me
you suddenly want me,
now that I'm with somebody else
you tell me you love me.
- taken





















?
Buongiorno miei fantastici lettori! Quanto tempo! :'D
Mi dispiace avervi fatto aspettare così tanto, ma sono stata al mare in Toscana fino a martedì e fino a quel giorno non avevo scritto nemmeno una riga! çç Ora invece sono in Sardegna con internet solo sul telefono quindi ho fatto un po' fatica trovare una connessione wifi lol
Mi scuso se gli aggiornamenti d'ora in poi saranno un po' irregolari, ma devo iniziare a studiare haha prometto però che farò il possibile per postare ogni domenica! :)
Ma ora passiamo al capitolo!
Credevate fosse Niall ad aver beccato Harry ed Emma mezzi nudi, eh? AHHAHAHAH invece no! E che ne pensate della nostra bionda che comincia a provare qualcosa per il riccio? Sostenete questa infatuazione oppure no? Ormai avete capito che Niall ha delle fette di salame sugli occhi lol speriamo se le mangi prima o poi!
Charlie ha sempre questa strana reazione ogni volta che lei e Liam diventano un po' più intimi, mentre Macy e Lou mi fanno schiantare dalle risate HAHAHAH
E che ne dite della discussione fra Louis e Harry? E poi c'è anche Zayn, che evidentemente sta dalla parte del biondo...
E infine il grande ritorno di Victoria! Tutti sapevate che prima o poi sarebbe arrivato haha che ne dite della reazione di Zayn? Ha fatto bene? Per me con Heather stava riuscendo a costruire una bella relazione, quindi sarebbe stato un peccato se Vicki avesse rovinato tutto. :(
Ringrazio tuuuuuutti i miei lettori, dal primo all'ultimo! Siete fantastici! :')
A presto!

Un bacio,
Teddy

ps: i nick di Twitter della scena fra Niall e Emma li ho messi a caso lol

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 - never leave her ***





- 21 -
never leave her



Victoria rimase qualche secondo a bocca aperta. Aspettò che fosse Zayn a prendere la parola, ma non lo fece. Si limitò a guardarla in modo freddo e distaccato, con la mano sulla maniglia della porta d'ingresso.
- Sai, quando avevi tutte quelle attenzioni nei miei riguardi pensavo che mi stessi amando, che solo una persona innamorata potesse fare certi gesti - disse lei, cercando di soffocare un singhiozzo. Pensò alla serenata, alla cena giapponese takeaway, al cinema, al concerto di Bruno Mars e a tutti i regali che le aveva fatto durante i mesi passati. - E invece mi sbagliavo.
Si diresse verso l'uscita in modo estremamente lento, come se non avesse nemmeno le forze per andarsene.
Quando ebbe superato la porta e si trovò nel pianerottolo si voltò, mostrando a Zayn i suoi occhi lucidi. - Oppure no, non mi sbagliavo, e per qualche minuto sei riuscito davvero ad essere innamorato - mormorò, prima di girarsi e sparire dietro le porte dell'ascensore.
Zayn dovette impiegare tutte le sue forze per non correre da lei e fermarla. Ma lei non se lo meritava. Aveva ferito i suoi sentimenti più volte e delle semplici scuse non bastavano perché lui dimenticasse tutto.
Per di più lui ormai stava con Heather.

Passò qualche giorno e il clima si alzò notevolmente per essere solo alla fine di marzo, sebbene di sicuro non facesse abbastanza caldo per uscire di casa con addosso semplicemente una felpa. Ma evidentemente i cittadini londinesi non l'avevano capito.
Louis e Macy stavano camminando mano nella mano nelle stradine più nascoste di Londra, siccome nessuno dei due era ancora pronto a farsi fotografare dai paparazzi o a essere riempito di domande delle fan che sicuramente li avrebbero visti.
- Dove ti va di andare?
- Ho un po' di fame - ammise la rossa, massaggiandosi lo stomaco.
- Conosco un negozio di cibo per animali qua vicino che è fantastico.
Macy finse una risata e poi lo fulminò con lo sguardo.
- Qualcosa non va, Mercy? - la stuzzicò lui.
- Non chiamarmi Mercy - sibilò la ragazza.
- Perché no? E' carino come soprannome. Ma il tuo vero nome è Macy, no? Perché tua mamma ti chiama Mercy?
- Ti ho detto di smetterla di usare quel nome.
Il castano sbuffò rumorosamente mentre svoltavano in una via piena di negozietti multietnici. - Come vuoi, Mercy - ripeté.
- Ho freddo - cambiò repentinamente discorso lei.
Louis pensò di darle la sua giacca ma si accorse di non aver indossato altro se non un maglione. - Cosa posso fare? - chiese in modo premuroso.
- Non so... magari potresti darti fuoco? - disse lei ironicamente, ma con un tono di voce così dolce che non fece nemmeno sembrare quella proposta un invito a suicidarsi.
Lui si fermò nel bel mezzo della strada. - Sai, Harry ha ragione! Sei cattiva! - disse, vagamente offeso dalle parole della ragazza. - E hai gli occhi troppo verdi!
La rossa alzò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto. - Immagino che i dialoghi fra te e lo sciupafemmine siano davvero profondi - lo prese in giro lei. Lui non rispose. Fra lui e il riccio ultimamente c'era un po' di tensione e non avevano avuto luogo molti dialoghi fra loro. - Ascolta, Lou, oggi non sono davvero dell'umore per i nostri soliti battibecchi, quindi, per favore, finiamola qua, altrimenti ti toccherà conoscere un lato di me non molto positivo.
Louis annuì e strinse di nuovo la mano della ragazza.
- Guarda! - esclamò il castano dopo un po'. - Quella donna ha dei biscotti per cani! Gliene andiamo a chiedere qualcuno? - domandò, indicando una vecchia signora che stava dando del cibo a un cucciolo.
Macy lo ignorò deliberatamente e continuò a camminare.
- Mercy... dai, vieni qua... Mercy!
Louis continuava a provocarla sebbene lei gli avesse chiesto di non farlo, e questo le stava facendo perdere le staffe.
- Dai, Mercy, un biscottino solo!
La rossa non ci vide più. Si fermò di botto, si voltò verso di lui e gli tirò un pugno sul naso.
Il castano urlò più dalla sorpresa che dal dolore, attirando l'attenzione dei pochi passanti che c'erano lì attorno.
- Sei impazzita? - esclamò lui, coprendosi il naso con una mano.
- Ora conosci anche il mio lato manesco - disse lei, ignorando la domanda del ragazzo.
Si accorse che dal suo naso stava uscendo del sangue e temette di aver esagerato, non voleva fargli davvero del male.
Gli porse un fazzoletto di carta che lui usò per pulirsi. Ripresero a camminare senza che nessuno dei due dicesse una parola.
Lei si stava maledicendo mentalmente. Come aveva potuto reagire così? Era una ragazza impulsiva, sì, ma avrebbe dovuto cercare di trattenersi con Louis! Prima di tutto era il suo - come poteva definirlo? Amante? Moroso? Ad ogni modo lui avrebbe potuto scaricarla e l'unica ad essere nel torto sarebbe stata lei, siccome aveva alzato le mani. Senza contare che, essendo un artista di fama mondiale e pieno di soldi, se le avesse fatto causa e l'avesse portata in tribunale lei avrebbe sicuramente perso e di conseguenza pagato una cifra chissà quanto salata... Dio, in che casino si era cacciata?
Si voltò a guardarlo e si accorse che gli stava ancora uscendo sangue dal naso.
- No, hey! Non devi fare così! - esclamò, vedendo che il ragazzo aveva portato la testa all'indietro. - Potresti soffocare!
Gli fece chinare la testa in avanti e aspettò che tutto il sangue fu uscito, poi lo pulì per bene con un altro fazzoletto.
- Hai un gancio destro niente male - disse lui finalmente.
- Scusami, non volevo arrivare a tanto... ma oggi sono un po' nervosa e tu facevi apposta a provocarmi...
Macy venne interrotta siccome Louis si fiondò sulle sue labbra per baciarla dolcemente. - Mi piace il fatto che tu sia un po' manesca - ammise lui, lasciando la rossa sinceramente stupita. - Mi eccita da morire.
Lei scoppiò a ridere e gli tirò uno schiaffetto sulla spalla, poi lui le strinse una mano e i due ripresero a passeggiare.
Tutta la situazione la fece sorridere. Si trattava di Louis Tomlinson, davvero si era preoccupata di ricevere una denuncia?


- Bambini, seduti!
Charlotte richiamò all'attenzione i suoi piccoli alunni, facendoli accomodare attorno a dei mini tavoli.
Avevano appena finito di fare la merenda dopo aver fatto il pisolino, quindi erano decisamente arzilli.
- Allora, cosa vi ho promesso all'inizio di questa settimana?
- Che se facevamo i bravi ci facevi una sorpresa - rispose una bambina dai capelli neri.
- Brava, Anne. E avete fatto i bravi?
Tutti dissero "sì" in coro, facendo ridacchiare Charlie.
- Ne siete sicuri?
Loro diedero nuovamente una risposta positiva, ansiosi di sapere cosa nascondeva la loro maestra.
- Va bene, va bene. Sorpresa, puoi entrare!
Liam aprì lentamente la porta della classe e sbirciò dentro.
- Forse la nostra sorpresa è un po' timida. Ditegli voi di entrare - disse la riccia ai bambini.
Loro chiamarono a gran voce la sorpresa e Liam finalmente entrò nell'aula, lasciandoli tutti a bocca aperta.
Una bambina gli corse incontro e lo abbracciò, seguita poi da tutto il resto della classe. Lui ricambiò in modo affettuoso e poi aspettò che tutti ebbero di nuovo preso posto sulle proprie sediette per prendere la parola.
- Ciao - disse il castano salutandoli con la mano. - Come state? - domandò.
I piccoli risposero tutti assieme creando un casino assurdo. Sicuramente in quel momento erano ancora più agitati rispetto a prima.
Trascorsero tutto il resto della lezione a parlare con Liam e a fargli domande. Erano solo bambini ma ognuno di loro lo conosceva perfettamente e sapeva quanto fosse famoso, perciò erano davvero felici ed emozionati di averlo lì.
Poco prima che i genitori arrivassero per riportare i propri figli a casa, Liam portò nella classe due enormi buste e da ognuna di esse tirò fuori dei giocattoli che era andato personalmente ad acquistare quel pomeriggio. Invitò i bambini a mettersi in fila e uno per volta gli diede un regalo: una bambola per ogni femminuccia e un'automobilina per ogni maschietto.
Loro lo ringraziarono e immediatamente cominciarono a giocare.
Liam era contento di aver rallegrato la giornata di quei bambini, a maggior ragione perché era stata la sua ragazza a chiederglielo.
- Tornerai a trovarci, vero? - chiese Anne prima di andarsene.
Lui le sorrise dolcemente e le accarezzò una guancia.
- Promesso.
- Giurin giurello? - domandò lei, porgendogli il mignolo.
Lui lo strinse e annuì in modo deciso. - Giurin giurello.

- Grazie per essere venuto.
- L'ho fatto con piacere. E mi sono anche divertito - ammise.
- Comunque non c'era bisogno che tu spendessi tutti quei soldi, loro sarebbero stati felici anche solo della tua presenza - disse Charlie, mentre i due uscivano dalle mura della scuola tenendosi per mano.
Il castano si strinse nelle spalle. - I soldi non mi mancano - disse, dirigendosi verso una panchina. - A proposito di questo - continuò - noi ormai stiamo insieme da più di un mese, no?
- Sì - rispose la riccia in modo leggermente titubante, curiosa di sapere dove volesse andare a parare.
- Ma ci conosciamo da più o meno otto anni, vero?
- Vero.
- Otto anni sono quasi tremila giorni.
Lei annuì, concentrata a non perdere il filo del discorso. - Sì? - lo incitò a continuare, mentre entrambi si sedevano sulla panchina.
- E io ti ho amata sin dal primo - confessò lui, facendola sciogliere come un gelato al sole.
Lei gli buttò le braccia al collo e lo abbracciò stretto. - Oh, Liam!
- Te lo ricordi quel giorno? - chiese lui.
- Certo che me lo ricordo!
- Eravamo fuori a cena con i nostri genitori - iniziò a raccontare.
- Tu avevi 11 anni e io 14. Eri un cucciolotto! - ridacchiò Charlie, accarezzandogli una guancia.
- I tuoi capelli erano meravigliosi anche allora - disse lui, attorcigliando un riccio della ragazza al suo indice.
- Tu invece avevi il taglio alla Justin Bieber.
Liam scoppiò a ridere. - Hai ragione! Stavo malissimo, eppure li ho tenuti così per un sacco di tempo.
- Ma cosa dici? Sei sempre stato bellissimo - lo rimproverò, stampandogli un bacio sulle labbra.
- Tu avevi un vestito viola - continuò a raccontare.
- Ti ricordi com'ero vestita! - esclamò lei, stupita e lusingata.
- Non ci si dimentica facilmente del giorno in cui si incontra la donna della propria vita.
- Ma avevi 11 anni! - rise lei.
- Eppure sapevo che saresti stata la ragazza perfetta per me. Ad ogni modo, quello che volevo dire è che non mi interessa se stiamo assieme da solo un mese. Ci amiamo da molto di più - ricapitolò. - Abbastanza per volerti come mia fidanzata. A tutti gli effetti.
Tirò fuori dalla tasca una scatolina rossa e gliel'aprì davanti agli occhi. Lei rimase a bocca aperta. Al suo interno c'erano due ciondoli in oro bianco, uno a forma di L e uno a forma di C in corsivo. Liam prese il primo e allacciò la catenina al collo della ragazza, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi grigi.
- Questa è una promessa - disse, mentre lei faceva lo stesso con l'altra collana. - Prometto di essere il tuo amante e il tuo migliore amico. Di fare il possibile per renderti sempre felice e di proteggerti da chiunque voglia farti del male. Prometto che finché io esisterò, tu non dovrai mai preoccuparti di nulla, perché io ci sarò sempre per te. Sempre.
- Come quando da bambini mi mettevi i cerotti quando mi sbucciavo le ginocchia? - chiese lei, la voce che era un sussurro.
- Esatto - sorrise lui.


Harry e Louis si ignoravano a vicenda da parecchi giorni ormai.
Quando uno entrava in una stanza, l'altro se ne andava. E se erano costretti a passare del tempo assieme, non parlavano, non si guardavano e facevano finta che l'altro non esistesse.
Tutti in casa avevano capito che era successo qualcosa, ma nessuno osava mai intromettersi nelle discussioni fra Harry e Louis, o avrebbe rischiato di ritrovarseli entrambi contro.
Gli unici ad essere al corrente di ciò che era successo erano Macy, a cui Louis aveva raccontato tutto, e Zayn che, essendo stato con i due fino a pochi minuti prima del fatidico litigio, ne sospettava il motivo.
Liam solitamente lasciava che risolvessero i loro problemi da soli, siccome era una soluzione di gran lunga migliore rispetto ad impersonare il paciere, e, anche se questa storia si stava dilungando davvero troppo, preferiva aspettare ancora un po' e vedere se sarebbero riusciti a chiarire per conto loro.
Niall, d'altra parte, non aveva dato molto peso a quella situazione. Dopo i vari momenti in cui il riccio si era avvicinato decisamente troppo ad Emma, non stava molto volentieri in sua compagnia, e qualsiasi problema avesse con Louis al biondo non interessava. Anzi, sebbene non avesse idea di cosa fosse accaduto, stava dalla parte del castano.

L'Irlandese era andato a farsi una doccia poiché lui ed Emma avevano deciso di andare a fare una passeggiata da qualche parte, considerata la bella giornata che c'era fuori.
Inoltre tutti i ragazzi tranne Harry erano usciti, e a Niall non andava di stare da solo in compagnia del riccio.
Lui si trovava stravaccato sul divano del salotto, ancora in pigiama. O meglio, in mutande, siccome usava solo la biancheria per dormire.
Si stava annoiando a morte e non poté fare a meno di pensare che quella situazione fosse assurda. Era un cantante di fama mondiale, pieno di amici, eppure l'unica cosa di cui sentiva il bisogno in quel momento era una ragazza. E lui non ce l'aveva.
Louis era uscito con Macy, Liam con Charlie e Zayn con Heather. Da quel che aveva capito Niall si stava preparando per vedersi con Emma che, sebbene non fosse la sua fidanzata, era costantemente in sua compagnia. E lui invece era lì, in casa sua, nel giro di poco solo come un cane.
Tra l'altro il fatto che Niall trattasse Emma come una semplice amica lo faceva imbestialire. Non voleva che lui le si avvicinasse però l'Irlandese se ne stava con le mani in mano, senza fare nulla! Non riusciva nemmeno a capire come Emma non potesse accorgersi che il biondo gli moriva dietro. O che lui stesso le moriva dietro.
- Harry? - una voce fin troppo familiare gli fece alzare di scatto la testa dal divano.
Emma si trovava nel suo salotto e lui non si era nemmeno accorto che fosse entrata in casa.
- Non volevo spaventati - si scusò la bionda. - Niall mi ha dato una chiave di scorta - sorrise lei, riponendo l'oggetto nella tasca posteriore dei jeans grigi. Indossava un larga felpa nera con un'unica grossa tasca nel mezzo e delle All Star dello stesso colore.
E, nonostante avesse un abbigliamento normalissimo, a lui sembrava lo stesso dannatamente sexy.
- Come... stai? - domandò lei siccome il riccio non aveva ancora detto una parola.
Sembrava imbarazzata e improvvisamente Harry si ricordò di non avere addosso altro che dei boxer.
Le sorrise maliziosamente e si alzò dal divano. - Bene. Tu?
- Bene - rispose lei, indecisa se avvicinarsi a lui oppure no. - Hai un sacco di tatuaggi - notò lei ad alta voce, ma se ne pentì subito dopo.
Harry si compiacque al pensiero che gli occhi della bionda non potevano fare a meno che vagare sul proprio corpo. Le andò incontro e le baciò una guancia.
- Ti piacciono? - chiese, sfiorandole uno zigomo. Era capace di accarezzarla così dolcemente da farle venire la pelle d'oca.
Lei annuì timidamente e tracciò con l'indice i contorni di una delle due rondini tatuate sul suo petto.
- Ti piacciono queste? - domandò ancora, lasciando che lei lo toccasse con i suoi polpastrelli morbidi.
Lei annuì un'altra volta, tenendo lo sguardo fisso sulla pelle del riccio. - Cosa significano?
- Ho pensato a questo tatuaggio mentre ero con i ragazzi su un aereo diretto a Los Angeles. Rappresentano la mia band e tutti i viaggi che abbiamo fatto e faremo. In poche parole il percorso che abbiamo intrapreso assieme. Anche questo è dedicato ai ragazzi - continuò, indicando una stella nera sotto il suo braccio sinistro. - Ogni punta rappresenta uno di noi.
Emma sorrise senza neanche accorgersene. - A? - chiese, indicando la lettera tatuata vicino alla rondine a destra.
- Anne, mia madre. E Gemma, mia sorella - spiegò, indicando poi la lettera G tatuata dalla parte opposta.
- Hanno un significato profondo. Non credevo che fossi così... dolce - ammise lei.
Lui si strinse nelle spalle. - Sono i media ad avermi targato come uno stronzo donnaiolo. E' vero, sono stato con parecchie ragazze, ma tutte volevano quello che volevo io. E poi ora ne ho solo una in testa - mormorò, facendole attorcigliare lo stomaco. Circondò i fianchi della ragazza con le sue grosse mani e la attirò a sé. - E' bionda e ha gli occhi neri come la pece. E' bellissima ed è da più di due mesi che la voglio - le sussurrò all'orecchio, facendole venire i brividi. Il petto della ragazza si alzava e abbassava irregolarmente. - Due mesi che voglio averla mia. Toccarla - inchiodò lo sguardo della ragazza con il proprio mentre le accarezzava una spalla con l'indice. - Baciarla - continuò, facendola deglutire.
Emma chiuse gli occhi. Non ce la faceva più a sopportare quella tortura, desiderava le labbra di Harry sulle sue più di ogni altra cosa.
E lui voleva esattamente lo stesso, ma non poteva. Per quanto Emma gli piacesse, non poteva fare quel torto a Niall.
- Non posso - disse Harry in un lamento, facendole riaprire le palpebre. Lei schiuse leggermente la bocca, confusa e delusa. - Io non posso, ma tu sì.
La bionda rimase interdetta. Doveva baciarlo lei? Fare lei la prima mossa?
Non ebbe neanche il tempo di pensarci un attimo che un rumore di passi li avvertì che Niall era uscito dalla doccia. Harry premette le sue labbra sulla pelle calda della guancia di Emma e si diresse velocemente verso la propria camera.
La bionda non poté fare a meno di osservare il suo fondoschiena finché il riccio sparì dietro l'angolo.
- Emma, sei arrivata! - la distrasse Niall, che entrò nel salotto già vestito e pettinato. - Sei rimasta qua da sola? - chiese, guardandosi intorno in modo leggermente preoccupato. Lei capì che stava cercando Harry.
- Sì - mentì, sebbene non volesse. - Sono appena arrivata.
Lui le regalò un sorriso splendente. - Ti va se portiamo Austin con noi? Louis non è in casa e lui avrebbe bisogno di una passeggiata.
- Certo che mi va - acconsentì Emma, accucciandosi per allacciare il guinzaglio al cane, che intanto li aveva raggiunti.
Allora andiamo - disse Niall, prendendola per mano e uscendo di casa senza nemmeno ricordarsi di andare a salutare l'amico.

Emma pensava che avrebbe trascorso tutto il pomeriggio con Harry e il loro quasi-bacio nella testa, e invece Niall era riuscito a distrarla perfettamente.
Erano in giro con Austin da almeno un paio d'ore e per tutto il tempo Emma aveva cercato di insegnare a Niall qualcosa in italiano.
- Non mi aspettavo che dopo così tanti anni ti ricordassi ancora quella frase - ridacchiò la bionda.
- Quale? "Mi chiamo Niall e mi piace la pizza"? - rise lui a sua volta. - E' l'unica frase che sono riuscito a imparare quando ancora ci vedevamo solo in webcam, ovvio che me la ricordo!
Emma diventò improvvisamente pensierosa, sebbene il sorriso fosse sempre presente sul suo volto. - Eravamo così piccoli.
Il biondo annuì. - La prima volta che facemmo una videochiamata ero imbarazzatissimo - ammise. - Innanzitutto temevo che fossi una pedofila, o peggio, un maniaco o qualcosa del genere. Poi quando vidi che eri una ragazza di quindici anni, come mi avevi detto, e che per di più eri così bella, mi sentii un perfetto idiota. Pensai che da quella volta non mi avresti più scritto.
- E perché? - chiese Emma confusa.
- Perché in confronto a te ero uno sfigato!
- Non eri tanto sfigato, guarda dove sei ora - gli fece notare lei.
- Ai tempi lo ero - borbottò, sfregandosi le mani per scaldarle.
- Hai freddo?
Niall annuì. - Evidentemente la temperatura non si è alzata abbastanza per non indossare una giacca - rise.
Lei prese una delle mani del biondo e la infilò nella tasca della propria felpa, siccome era abbastanza grande da contenere anche quattro mani.
Al caldo della stoffa e al contatto con le mani calde di Emma, le dita di Niall si scaldarono immediatamente.
Lui si posizionò dietro di lei e inserì anche l'altra mano nella tasca, circondando la ragazza con le proprie braccia. E camminarono così, uno dietro l'altra, tenendosi per mano all'interno della tasca della felpa nera di Emma.
- Ho diciannove anni - disse Niall dopo un po' con un italiano perfetto, facendo ridere la bionda.
- E io sono una brava insegnate - rispose lei nella stessa lingua. Niall aggrottò le sopracciglia siccome non aveva capito nemmeno una parola, così Emma gli spiegò il significato della frase.
Passarono molti minuti senza dire nulla e in quel lasso di tempo la mente di Emma venne occupata nuovamente da Harry e da quello che era successo quel pomeriggio.
Lui le aveva praticamente confessato di essersi preso una cotta per lei, e la bionda non poteva sentirsi più lusingata. Non perché era Harry Styles, affatto, erano due mesi che Emma stava tutti i giorni in compagnia degli One Direction e ormai ci aveva quasi fatto l'abitudine. Ma più che altro perché lui era maledettamente bello, e le sembrava quasi surreale che volesse proprio lei.
Poi pensò a Niall, che era anche più bello del riccio. Però non era minimamente interessato a lei in quel senso.
A quel pensiero la ragazza si rabbuiò. Non era abbastanza per lui?
- Em - la distrasse lui dalle sue commiserazioni.
- Mh?
- Ti amo.
Il cuore della bionda andò in cortocircuito.
- Niall... in italiano quella frase ha un altro senso - lo informò lei, dispiaciuta dalla veridicità delle proprie parole.
Lui si limitò a baciarle una guancia e a chiederle che ore fossero.
- Quasi le 18.
- Merda, sono in ritardo! - esclamò, prendendola per mano e iniziando a correre, con Austin dietro di loro.
- Dove devi andare? - domandò lei col fiato corto.
- Io e i ragazzi siamo ospiti a uno show televisivo e dobbiamo essere là per le 18:30 - spiegò.
Per tutto il tragitto di ritorno Emma non fece altro che pensare e ripensare a quelle due piccole paroline che Niall le aveva detto in italiano. E, nel suo profondo, non era sorpresa di sperare che fossero state vere.


- E quindi presto uscirà il vostro nuovo CD. Quali sono le differenze rispetto ai due album precedenti?
Il presentatore stava intervistando i ragazzi, che erano seduti su uno spazioso divano rosso. Lui era simpatico e le domande erano anche interessanti, ma Zayn aveva altro per la testa.
- Ma ora basta parlare di lavoro - disse ad un certo punto l'uomo. - Vogliamo spostare l'argomento su... la vostra vita sentimentale?
Dal pubblico si sollevò un urlo comune di approvazione.
- Mi è stato detto che c'è una ragazza che negli ultimi tempi trascorre molto tempo con la boy-band più famosa del momento - cominciò. - Soprattutto con il qui presente Niall Horan.
Una foto del giorno in cui lui ed Emma avevano visitato Londra assieme a Harry apparve sul maxi schermo dietro di loro. - Non sarà mica la tua ragazza? - domandò all'Irlandese.
Il riccio avrebbe tanto voluto rispondere al posto dell'amico, ma fece il possibile per rimanere in silenzio.
- Ragazza? No, no, Emma è solo una mia amica.
- Quindi si chiama Emma? Ora le Directioners sapranno quale nome scrivere sulla loro lista nera - disse, facendo l'occhiolino al pubblico e suscitando le risate di tutti gli spettatori.
Anche Niall ridacchiò, poi si rivolse alle telecamere. - No, ragazze, state tranquille. Emma è mia amica fin da prima che diventassi un membro degli One Direction, ma non ci siamo sentiti per molto tempo siccome lei è Italiana.
- Come la pizza! La sa fare lei? - domandò il presentatore, facendo ridere tutti di nuovo.
- In realtà una volta abbiamo provato a farla in casa, ma alla fine non l'abbiamo nemmeno mangiata.
- E come mai?
- Troppo tempo prima che lievitasse, e noi avevamo fame - raccontò Niall, facendo ridacchiare il pubblico.
- Okay, quindi Emma è solo un'amica... e Louis, Harry? C'è qualche ragazza nelle vostre vite?
Il riccio sfoderò il suo miglior finto sorriso e scosse la testa. - Io sono single.
- Meno male! - L'uomo fece un sospiro di sollievo e in tutto lo studio si sollevarono ancora delle risate.
- Idem - mentì il castano. Sapeva che Macy non si sarebbe arrabbiata, ne avevano parlato ed entrambi pensavano che fosse ancora troppo presto per uscire allo scoperto.
- Liam, invece? - continuò il presentatore. - Parecchi rumors dicono che tu e la tua vecchia amica Charlotte non siete più semplici amici. Confermi o smentisci?
- Confermo - affermò lui deciso, suscitando lo stupore generale. - Charlie è la mia fidanzata.
- Congratulazioni! - esclamò l'uomo, alzandosi dalla propria poltrona per stringere la mano al castano. - E da quanto va avanti questa storia?
- Non ti sembra di essere un po' troppo curioso? - ridacchiò Louis.
- Va bene, non addentriamoci nei dettagli - rinunciò l'altro. - Zayn, invece, cosa ci racconti? Le riviste di gossip hanno parlato molto di te recentemente.
Il moro rimase in silenzio. Non sapeva cosa dire, era confuso, nemmeno lui aveva idea di come stessero le cose in quel momento.
Lui stava con Heather. Non erano fidanzati, si frequentavano semplicemente. Ma poi c'era Vicki...
- Dicci, sei innamorato?
- Sì - rispose il Pakistano senza pensare.
Tutti i presenti rimasero a bocca aperta, i suoi compagni di band compresi.
- E di chi? - domandò l'uomo, estremamente curioso.
- Ma di me, che domande! - esclamò Harry per salvare la situazione, abbracciando l'amico e facendo ridere nuovamente il pubblico.

- Zayn, hai perso qualche rotella? Hai detto davanti a tutto il mondo di essere innamorato di Heather! - lo additò Liam, una volta saliti sul loro van.
- Ma io non pensavo a lei! - si giustificò il moro. - Ho risposto impulsivamente, non l'ho fatto apposta.
- Victoria? - domandò Niall.
Il moro annuì. - E' da quando è venuta a casa quella sera che non faccio altra se non pensare a lei. Mi alzo pensando a lei e mi addormento pensando a lei. La mia mente sta diventando claustrofobica con tutti questi pensieri su di lei - mugugnò.
- Ne sei davvero innamorato? - chiese Louis, dandogli delle pacche sulla schiena per confortarlo.
Zayn rimase qualche secondo a pensare. Sì, ne era innamorato. L'aveva capito quando Vicki gli aveva detto che magari lui l'aveva amata per almeno qualche minuto.
Si era accorto di averla sempre amata.
- Pensavo che non l'avrei mai lasciata andare, le sue mani combaciavano perfettamente con le mie come la mia maglietta preferita quando la indosso. Non avevo mai perso la testa così prima d'ora.
- E Heather? - chiese Niall, preoccupato per l'amica di Emma.
- Heather è bella, simpatica e passare il tempo con lei è piacevole, ma nessuna di queste qualità è comparabile a quelle di Vicki. Perché lei è molto più bella, molto più simpatica e stare con lei era di gran lunga meglio. Voglio dire, Heather è okay, ma Vicki era perfetta.
- E cosa pensi di fare ora? Heather penserà che ti riferivi a lei quando hai detto al presentatore di essere innamorato.
- Non lo so. Non ne ho idea.




Said I’d never leave her
'cause her hands fit like my t-shirt.
- over again





















??
Hola chicossss! Tutto bene? :D
Parliamo subito del capitolo, poi scrivo tutto ciò che devo dirvi.
Innanzitutto: vi è piaciuto? Spero davvero di sì. :)
Zayn "caccia" in un certo senso Vicki da casa sua, ma si rende conto di esserne innamorato. :0
Macy picchia Louis (HAHA) e Liam chiede a Charlie di essere ufficialmente alla sua ragazza, ma non solo! Lo conferma anche a uno show televisivo! Aw quanto è dolce da 1 a 10? Io direi almeno 93837464739392338!
E ora passiamo alla nostra magica triade. Ho fatto in modo che questo capitolo piacesse sia a chi è dalla parte di Harry sia a chi è dalla parte di Niall, inserendo dei momenti importanti per entrambe le coppie. Ora sta a voi dirmi che ne pensate.
Ringrazio come sempre chi ha inserito la mia storia fra le preferite/ricordate/seguite e chi ha recensito lo scorso capitolo, sebbene non siate stati in tanti. :/ Ma vi amo lo stesso, don't worry. ;)
Ora passiamo a ciò che vi devo dire, che probabilmente non vi piacerà: domenica prossima farò un ultimo aggiornamento - PER ORA - e poi la storia verrà temporaneamente sospesa credo fino a settembre. Ma non disperate, questo vuol dire che salterò uno o al massimo due aggiornamenti, sono sicura che potrete sopravvivere HAHAHA
A questo proposito vi ho scritto apposta un 21esimo capitolo lungo lungo (il più lungo che abbia mai scritto!)
Bene, credo di aver finito. Grazie mille per seguire la mia umile storia, non merito nessuno dei vostri complimenti.
A domenica prossima! ❤

Un bacio,
Teddy

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 - kiss me back ***





- 22 -
kiss me back



Dopo lo show televisivo, Liam si diresse direttamente a casa di Charlie, lasciando gli altri quattro andare da soli al loro appartamento.
Suonato il campanello, dovette aspettare un po' prima che la sua ragazza andasse ad aprirgli la porta. Si era aspettato che la sua bellissima fidanzata gli sarebbe saltata addosso e l'avrebbe abbracciato e baciato, dicendogli che l'amava e che era contentissima del fatto che avesse confermato la loro relazione in diretta televisiva.
E invece l'unica cosa che trovò dietro la porta fu uno sguardo stupito. Uno sguardo stupito che non apparteneva nemmeno a Charlie.
- Tyler? Che diamine ci fai qui? - tuonò, dandogli intenzionalmente una spallata mentre entrava in casa.
- Dov'è Charlie? - sibilò, incamminandosi frettolosamente verso il salotto. - Ma poi a te non piacevano gli uomini? - domandò poi senza cattiveria, ma semplicemente in preda alla confusione.
Il ragazzo non fece in tempo a rispondere poiché Liam trovò finalmente la sua ragazza.
Era seduta sul divano, in pigiama, con i ricci arruffati e lo sguardo perso nel vuoto. In mano reggeva un bicchiere con dell'acqua, e alla sua destra si trovava una ragazza che Liam riconobbe come sua amica, nonché collega di lavoro, che le faceva aria con una rivista.
Non appena la ragazza lo vide, il bicchiere le cadde dalle mani e si frantumò a terra, facendo schizzare l'acqua e volare i cocci di vetro dappertutto.
- Grande, Charlotte! Due bicchieri su due! Se te ne dò un terzo rompi anche quello? - ridacchiò Tyler, che intanto aveva fatto il suo ingresso nel salotto, alle spalle di Liam.
Charlie lo ignorò, ma puntò il proprio sguardo di fuoco in quello di Liam. - Tu! - sbraitò, afferrando un cuscino e tirandoglielo addosso.
L'oggetto si scontrò contro il petto di Liam e cadde a terra. Lui lo guardò leggermente intimorito atterrare sul pavimento, poi riportò gli occhi sulla sua ragazza, che ne prese un altro e glielo lanciò sulla faccia, colpendolo in pieno e lasciandolo basito.
L'amica di Charlie le si avvicinò per tentare di calmarla, e lo stesso fece Tyler, ma lei non diede loro il benché minimo ascolto.
- Tu! Vuoi per caso farmi venire un infarto? - urlò la riccia, incamminandosi in modo inquietante verso di lui e puntandogli il dito contro il petto.
- Cosa? Che ho fatto? - domandò Liam sulla difensiva, confuso dal comportamento della ragazza.
Lei strabuzzò gli occhi. - Annunciare il nostro fidanzamento! In diretta TV! Senza nemmeno avvertirmi prima!
- Dai, Charlotte, ti voleva solo fare una sorpresa - si intromise Tyler.
Liam fu lieto di sentire che l'ex finto ragazzo della sua fidanzata non si permetteva più di chiamarla Charlie. Senza contare che in quel momento lo stava difendendo.
Quel tipo cominciava già a stargli più simpatico, sebbene ancora non avesse capito perché lui e l'altra ragazza si trovassero lì in quel momento.
La riccia fece per rispondere a tono ma venne interrotta dal proprio telefono di casa che iniziò a squillare, così lanciò un'occhiataccia ai due ragazzi prima di avvicinarsi all'apparecchio.
- Pronto? Mamma! - Capendo chi era il mittente, Liam si sentì un po' in pena per Charlie. Sapeva che quella chiamata sarebbe arrivata, e sapeva anche che non sarebbe stata una delle più piacevoli. - Uhm, sì... - disse la riccia, sempre al telefono. - In realtà... Lo so, scusa. Ma è successo tutto così velocemente!
Da quel che Liam poteva intuire, la donna continuava a parlare e a fare domande. - Da oggi - Liam vide Charlie stare un po' in silenzio e poi prendere un respiro. - No... stiamo insieme da un mesetto, circa - disse con una voce flebile. Immediatamente la ragazza allontanò il telefono dall'orecchio e il castano capì che sua madre stava urlando come una scimmia.
Dopo una manciata di secondi, la donna sembrò aver smesso di gridare, ma evidentemente aveva ricominciato a fare domande a raffica. - Non so quando veniamo a Wolverhampton, mamma - disse la riccia, vagamente seccata dall'insistenza di sua madre. - Presentartelo come mio fidanzato? Ma se lo conosci da otto anni!
Liam soffocò una risata, divertito dall'atteggiamento della madre di Charlie. Nel frattempo Tyler e l'altra ragazza lo avvertirono che, siccome si era fatto tardi e ormai la riccia era in buone mani, sarebbero ritornati a casa. Lui li salutò e si sedette sul divano, in attesa che la telefonata terminasse.
Dopo almeno mezz'ora sentì Charlie dire alla madre che era stanca e che l'avrebbe chiamata il giorno seguente, così si alzò e andò in direzione della sua ragazza.
- Se mi avvicino mi mangi?
- Può darsi - disse lei, appoggiando il telefono su un mobile per poi incrociare le braccia al petto e cercare di nascondere un sorriso.
- Non mi sembra che tua madre l'abbia presa male - ridacchiò lui una volta che le fu di fronte.
Lei lo guardò di sottecchi. - Mi ha torturato finora. Non riusciva a credere che non gli avessi detto nulla di noi - spiegò, alzando gli occhi al cielo. - Come hai potuto?
Liam si strinse nelle spalle. - Pensavo ti avrebbe fatto piacere. Non credevo te la saresti presa - mugugnò.
- Certo che mi ha fatto piacere! - esclamò lei, prendendo il viso del ragazzo fra le mani e rendendolo ancora più confuso di prima. - E' solo che non ero pronta! Dovevo ancora digerire le parole di oggi pomeriggio - ammise, giocherellando con il ciondolo a forma di C che il ragazzo aveva al collo.
Lui la strinse fra le sue braccia e le baciò i capelli. - Ti amo, Charlie, volevo che tutti sapessero di noi - si giustificò lui.
La ragazza alzò lo sguardo e gli sorrise dolcemente. - Ti amo anche io - sussurrò, avvicinando le proprie labbra a quelle del ragazzo per concedergli un tenero bacio, che nel giro di poco si trasformò in uno più passionale.
Le loro lingue si rincorrevano senza sosta e mani di Liam vagavano incessantemente sul corpo di Charlie. Di punto in bianco lui la prese in braccio e la portò in camera da letto, aprendo la porta con il piede in modo da non dover interrompere nemmeno per un attimo quel bacio che gli stava facendo vedere le stelle.
Fece sdraiare la riccia sul materasso e senza che lei nemmeno facesse in tempo a rendersene conto si era già tolto tutti gli indumenti, rimanendo in boxer.
- Liam - mormorò lei tra un bacio e l'altro.
Lui non le rispose e si abbassò per sfilarle i pantaloni del pigiama, baciandole poi con ardore la gamba destra dalla caviglia fino all'interno coscia.
- Liam - ansimò lei di nuovo.
Il ragazzo la baciò a fior di labbra, poi prese i lembi della maglietta e gliela tolse.
Le mani di Charlie correvano sulla sua schiena mentre quelle di Liam le palpavano il seno, ora che l'unico indumento rimasto addosso ad entrambi era l'intimo.
Riprese a baciarla, mordendole il labbro inferiore di tanto in tanto per bearsi dei suoi gemiti soffocati.
- Liam, ti prego - lo implorò lei. Lui intese quella supplica come una richiesta di continuare, così infilò le mani fra la sua schiena e il materasso per slacciarle il reggiseno.
- No... - mormorò la riccia, cercando di opporsi.
Siccome stava tribulando con il gancetto, il castano cambiò obbiettivo e le abbassò una spallina.
Lei, in tutta risposta, mise le mani sul suo petto e lo spinse via.
- Ti ho detto di no, Liam - lo ammonì, strisciando via dal letto e dirigendosi in bagno.
Lui la guardò allontanarsi con la bocca spalancata, stupito, frastornato e soprattutto maledettamente eccitato.


Louis era appena tornato a casa assieme a Niall, Harry e Zayn e il suo prima pensiero lo rivolse a Macy.
Cercò il nome della ragazza in rubrica mentre si sdraiava sul letto ad acqua della propria stanza, facendosi cullare dalle onde create da suo peso.
- Pronto? - disse la ragazza dall'altro capo del telefono, sbadigliando.
- Macy? Stavi dormendo?
- No, mi preparavo per il letargo - lo prese in giro.
- Ma sono appena le 10... Non ti senti bene? - chiese lui, mentre accarezzava Austin che, intanto, era salito a fargli compagnia sul letto.
- Sono solo un po' stanca, Louis.
- Sicura? Se vuoi posso venire a casa tua per prendermi cura di te - propose lui con fare premuroso. - Posso prepararti un tè, rimboccarti le coperte, leggerti una favola...
- Ti ho detto che sto bene - chiuse il discorso lei, facendo rimanere il ragazzo vagamente male.
- Oh, okay... - aspettò che la ragazza dicesse qualcosa, ma l'unica cosa che sentì fu un silenzio tombale, così decise di intavolare un discorso a caso. - Oggi per l'intervista mi hanno chiesto se avevo una ragazza - raccontò. - Io ho detto di no, come avevamo deciso. Va bene?
Attese una risposta che non arrivò. - Macy?
- Sì, sì, Louis, va bene. Tranquillo, va bene.
La rossa sembrava avere un atteggiamento un po' distaccato, ma almeno Louis fu sicuro che il motivo non era ciò che aveva detto allo show televisivo.
- Comunque prima mi è uscito di nuovo sangue dal naso - ridacchiò, con l'intento di smorzare un po' quell'atmosfera.
- Forse dovresti smetterla di infilarci le dita - il ragazzo scoppiò a ridere alla battuta della rossa, mentre lei rimase impassibile.
Contò fino a dieci prima di dare definitivamente voce ai propri pensieri. - Macy, sicura che va tutto bene? In questi ultimi giorni sei un po' strana... è successo qualcosa? La ragazza sospirò. - Probabilmente è solo colpa del ciclo - ammise lei, senza peli sulla lingua.
Louis non voleva dirlo, siccome l'umore della ragazza sembrava essere precario, però non seppe resistere. - Forse dovresti smetterla di infilarci le dita - rispose, usando le stesse parole che aveva pronunciato lei poco prima, ma alludendo evidentemente a qualcos'altro.
Cercò di trattenersi dal ridere perché voleva prima sentire la risposta della rossa, ma con suo grande stupore l'unica cosa che percepì fu l'avviso di fine chiamata.
Osservò lo schermo del telefono e si rese conto che Macy gli aveva veramente riattaccato il telefono in faccia.
La richiamò immediatamente e per fortuna lei rispose subito. - Cosa vuoi ancora? - gli domandò, palesemente infastidita.
- Scusami, non volevo farti arrabbiare.
Macy fece un respiro profondo e a Louis sembrò quasi di percepirla sorridere dall'altro capo del telefono. - Non preoccuparti. E' colpa mia, in questi giorni del mese me la prendo un po' per tutto - confessò.
- Ti prego, avvertirmi la prossima volta che ti arrivano. Non mi piace la Macy scorbutica e che non risponde alle mie provocazioni, preferisco quella che ride per ogni stupidata.
La ragazza rise a fior di labbra e immediatamente Louis si sentì meglio. - Va bene, Loulou. Prometto che ti avvertirò.
Il ragazzo si scoprì stranamente felice sentendo che la rossa l'aveva chiamato con quello stupido soprannome che lui odiava. - Buonanotte, e cerca di non macchiare il lenzuolo.
- Notte, idiota - ridacchiò lei, prima di riattaccare.


Con l'arrivo di aprile il clima si era abbassato nuovamente, tornando alla solita temperatura fredda di Londra.
Zayn continuava a uscire con Heather e ormai tutte le riviste parlavano della ragazza di cui il famoso membro degli One Direction si era innamorato.
Lei, al contrario, era rimasta totalmente indifferente alla sua - falsa - confessione fatta in diretta televisiva.
Il Pakistano fu enormemente sollevato, siccome pensava di doversi sorbire un sacco di smancerie da parte della ragazza, convinta che il moro fosse innamorato di lei.
E invece non aveva nemmeno mai tirato fuori l'argomento. Anzi, sembrava quasi che lo evitasse intenzionalmente. Zayn pensò più volte che magari Heather non ricambiava quel sentimento che tutto il mondo aveva frainteso, ma non se ne preoccupò più di tanto, dato che nemmeno lui l'amava.
Però un po' gli dispiaceva. Insomma, ormai erano settimane che i due si frequentavano e lui non poteva nascondere che stare con lei fosse piacevole. Era una ragazza intelligente e parlavano di un sacco di cose diverse, dall'attualità a quello che succedeva nelle vite di entrambi e via discorrendo, però nessuno dei due aveva mai accennato a quell'intervista.
In compenso avevano fatto un sacco di sesso.
- Liam, mi passi il sale?
Il ragazzo sembrò non sentire quello che Niall gli aveva chiesto, così fu Zayn a porgere il sale al biondo.
Era venerdì e stavano pranzando tutti assieme, ma oltre a Niall nessuno sembrava aver voglia di parlare.
I pensieri di Zayn erano costantemente rivolti a Victoria, anche se da quando l'aveva rivista erano passate più di tre settimane. Aveva pensato più volte di andare a casa sua per confessarle di essere perdutamente innamorato di lei, ma voleva prima lasciare Heather. Solo che non aveva il coraggio di farlo, perché, sebbene per lei non provasse nulla, in tutto quel tempo avevano instaurato un rapporto e gli dispiaceva buttare via tutto.
Un altro ad avere qualcuno del sesso opposto per la testa era Harry, che per tutti quei giorni non aveva smesso un secondo di pensare alle labbra di Emma. Era trascorsa poco più di una settimana da quel loro incontro così ravvicinato, e lei aveva avuto sempre da studiare, così l'aveva vista solamente due volte e non erano mai stati soli nemmeno per un secondo.
Aveva pensato che probabilmente l'unico modo per poter rimanere da solo con lei era andare lui personalmente a trovarla, ma si era ripromesso che sarebbe dovuta essere lei a fare la prima mossa, così ogni volta che l'istinto gli aveva suggerito di andare a suonare a quel maledetto campanello, lui aveva preferito uscire a fare una passeggiata in solitudine.
Che in realtà non era una grande idea, siccome in quel modo non faceva altro che pensare a lei più del solito.
Ma lui era irremovibile. Presto o tardi lui ed Emma si sarebbero baciati, ne era sicuro. E non sarebbe successo finché non fosse stata lei a prendere l'iniziativa.
Tralasciando Niall, il ragazzo seduto a quel tavolo che aveva probabilmente meno preoccupazioni era Louis. Nella settimana passata si era annoiato abbastanza, siccome aveva fatto il possibile per non infastidire Macy. Lei era sempre la stessa, solo che rideva un po' meno, e questo a Louis dispiaceva infinitamente. La risata della rossa era probabilmente una delle cose che più gli piacevano più al mondo, e non sentirla più così spesso lo rendeva vagamente triste. Per di più il ciclo della ragazza sarebbe dovuto essere finito, ma Louis preferiva non chiederglielo, per paura che la ragazza lo mangiasse vivo.
- Questa sera cosa fate? - domandò Niall, che cercava ancora di scambiare due parole con i suoi amici.
Louis si strinse nelle spalle.
- Io pensavo di andare a bere da qualche parte, vi va? - propose Harry.
- Sicuro - acconsentì Zayn, battendo il pugno al riccio e facendolo ridere.
Finalmente un po' di vivacità a quel tavolo.
- Io verrei, ma devo vedermi con Macy - ammise Louis.
- Chiedi anche a lei di venire - propose Zayn.
- Non credo che accetterebbe...
I ragazzi lo guardarono incuriositi, in cerca di spiegazioni. - Ha le sue cose - disse lui.
Niall ridacchiò, Harry alzò gli occhi al cielo e Zayn annuì comprensivo.
Un altro motivo per cui Louis aveva declinato l'invito era perché l'idea iniziale era stata del riccio, con cui non aveva ancora proferito parola dal giorno del loro litigio, salvo in situazioni eccezionali in cui non c'erano state alternative. E, sebbene quella sera sicuramente anche Zayn sarebbe stato presente, Louis non aveva la benché minima intenzione di stare in compagnia di Harry.
- Io ho già bevuto come una spugna ieri sera con Sean, non mi va di fare il bis - comunicò Niall, riferendosi al suo amico che era venuto dall'Irlanda per fargli visita.
- Liam? - chiese Zayn, siccome lui ancora non aveva proferito parola.
- Mh?
- Vieni o no?
- Dove?
Gli altri quattro si guardarono fra loro, leggermente preoccupati. - Liam, ma dove hai la testa? Negli ultimi giorni sembri così... assente - disse Niall, appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo.
- Magari Charlotte non gliela dà - ipotizzò Harry ironicamente, mentre tagliava la propria bistecca.
Liam gli rifilò un'occhiataccia e il riccio rimase con la forchetta a mezz'aria e la bocca aperta. - Aspetta, sul serio? Non te la da? - domandò, scoppiando a ridere.
Zayn gli tirò un coppino per farlo stare zitto e fece a Liam cenno di sfogarsi.
- Ogni volta che arriviamo al dunque, lei si tira indietro. E non ho idea del perché lo faccia.
- Magari è la sua prima volta - propose Niall.
Liam fece cenno di no con la testa.
- Può darsi che avesse le mestruazioni - disse Louis, che ormai era si sentiva un esperto di quell'argomento.
Il castano scosse di nuovo la testa. - Ci ho provato più volte, anche a distanza di diversi giorni. Non possono durare così tanto - rispose, facendo ridacchiare Harry.
- Ti ha mai visto nudo? - chiese il riccio all'improvviso.
Liam, Zayn e Niall lo guardarono confusi, mentre Louis sbuffò, sicuro che avrebbe detto una delle sue solite cazzate.
- No, non siamo mai arrivati a quel punto. Perché?
- Sicuro? Nemmeno una volta, in tutti questi anni?
Liam corrugò la fronte, siccome non capiva dove volesse andare a parare. - No - disse. - Anche se...
Tutti i presenti aprirono le orecchie, incuriositi.
- Una sera che ero rimasto a dormire da lei, è entrata in bagno mentre stavo per farmi una doccia, e... insomma...
Harry batté la mano sul tavolo, convinto di aver trovato il motivo degli strani atteggiamenti di Charlie. - Bingo!
- Ma questo cosa vuol dire? - domandò Niall, dando voce alla domanda di tutti.
Harry si stravaccò sulla sedia con l'aria di uno che la sapeva lunga. - Ha semplicemente paura che la sfondi.
Louis sorrise, compiaciuto del fatto che avesse capito immediatamente che Harry avrebbe detto un'idiozia.
- Avrà visto le dimensioni e...
- Ma vaffanculo, Harry - rise Liam, alzandosi dal tavolo.
- Che c'è? E' sicuramente questo il motivo!
- Che razza di idiota che sei - ridacchiò Niall, allontanandosi dal tavolo assieme a Louis.
- Ma dove andate? Dobbiamo sistemare la cucina! - esclamò il riccio.
- Fallo tu, noi dobbiamo aiutare Liam a trovare una soluzione al suo problema - gridò, Zayn, che ormai si era allontanato anche lui.
- Siete quattro stronzi! - imprecò Harry, a suo malgrado divertito dato che sapeva perfettamente che ognuno di loro si era chiuso nella propria camera a cazzeggiare, a dispetto di quel che aveva detto il Pakistano.


Essendo giunta alla fine della settimana, finalmente Emma poté prendersi una pausa dallo studio. Aveva chiamato Niall e gli aveva proposto di passare una serata in casa, siccome la sua voglia di uscire equivaleva alla voglia di riaprire un libro di qualsiasi materia.
Lui aveva accettato senza discutere e le aveva proposto di andare da lui dopo cena, e poi assieme agli altri avrebbero deciso cosa fare.
Siccome non sapeva se Zayn avesse invitato Heather, prese il proprio telefono e chiamò la ragazza, dato che, con la storia che ora usciva quasi sempre con lui, lei e la sua amica non si vedevano quasi mai fuori dalle mura scolastiche.
- Pronto?
- Hai impegni questa sera? - domandò subito la bionda.
- Em, ciao! Uhm, in realtà no, Zayn è andato in qualche locale con i suoi amici e volevo che passasse un po' di tempo da solo con loro, dato che ormai sta quasi sempre solo con me - rise.
- Amici? Che amici? - chiese Emma, con un tono di voce leggermente deluso. Si trovò stupita di sperare che Harry non fosse uscito col moro.
- Non so, non me l'ha detto... ad ogni modo volevi proporre qualcosa?
- Nulla di che, solo una serata in compagnia dei ragazzi. Tranne Zayn, evidentemente. E non so chi altro - disse, cercando di nascondere quel pizzico di malinconia. - Ceniamo assieme e poi andiamo da loro, va bene?
- Perfetto, sono da te fra dieci minuti. A fra poco!
- A fra poco - sorrise la bionda, terminando la chiamata.

Dopo aver mangiato tutte le squisitezze che Beth aveva preparato esclusivamente per loro, le due ragazze uscirono si diressero verso l'appartamento degli One Direction.
Fu Niall ad aprire la porta, che le accolse entrambe con un abbraccio.
- Heather, non credevo venissi anche tu! - esclamò il biondo, cercando di sorriderle il più calorosamente possibile. La verità era che gli dispiaceva che Zayn stesse con lei mentre era innamorato di un'altra.
- L'ho invitata io, scusa se non ti ho avvertito - lo informò Emma.
- Tranquilla, qua c'è posto per tutti - disse lui, prendendola per mano e scortando entrambe nel secondo salotto, quello in cui c'era il caminetto, ovviamente spento in quel momento.
Lì Louis e Macy stavano trafficando con dei cavi del televisore.
Emma e Heather li salutarono e, con grande sollievo della bionda, l'altra fece la domanda che la prima non aveva il coraggio di porre. - Siamo solo noi?
Niall annuì. - Zayn, Liam ed Harry sono usciti.
Improvvisamente ad Emma passò la voglia di stare lì, ma dopo nemmeno un secondo si sentì a dir poco patetica. Voleva vedere Harry, questo era chiaro. Ma perché? Tanto - per quanto lo desiderasse - non aveva il coraggio di baciarlo.
Niall gli regalò un sorriso abbagliante prima di raggiungere Louis e Macy. In quel momento Emma non poté fare a meno di pensare a quanto sarebbe stato bello baciare le labbra del biondo, e immediatamente le tornò la voglia di trascorrere la serata in quella casa.
Scosse la testa per scacciare via quei pensieri. Ma che diamine le stava succedendo?
- Em, tutto bene? - le domandò Heather, mentre si sedeva sul divano.
- Certo - mentì lei, accomodandosi affianco all'amica.
- Abbiamo pensato di fare qualche partita a Just Dance, vi va? - domandò Niall, porgendo due telecomandi della Wii alle ragazze.

Niall, Emma e Heather stavano ballando sulle note di "Wild Wild West" di Will Smith, mentre Louis e Macy erano seduti sul divano in attesa del loro turno.
La rossa aveva fatto finta per tutta la sera di divertirsi, ma Louis, che ormai non sentiva la sua vera, limpida risata da più di una settimana, sapeva che c'era qualcosa che non andava.
- Che succede? - le domandò, prendendole una mano.
- Che succede? - ripeté lei, fingendosi confusa.
Lui sospirò. - Ho fatto qualcosa? Se è così, dimmelo, perché non sopporto più questa situazione.
- Ma di cosa stai parlando? - Macy si accorse di aver alzato la voce, siccome Emma, Heather e Niall si erano voltati nella sua direzione.
Louis si alzò, senza lasciarle la mano. - Noi andiamo un attimo di là a... parlare - li informò Louis.
Macy però rimase seduta sul divano. - Io non ho niente da dirti - disse, con il tono di una bambina.
Il castano aggrottò le sopracciglia. - Io sì. Vieni - ordinò, con un tono che non ammetteva repliche. Perfino Niall, che lo conosceva da anni ormai, fu sorpreso di sentirlo parlare in quel modo.
- Ti ho detto di no.
Il ragazzo grugnì, stufo dell'atteggiamento infantile della rossa. Così si abbassò, se la caricò su una spalla come se fosse un sacco di patate e la portò fuori da quella stanza, sotto lo sguardo stupito degli altri tre.
Lei scalciò e urlò come un'indemoniata finché Louis non le fece rimettere i piedi per terra, non prima però di essere entrato in bagno e aver chiuso a chiave la porta.
- Mi spieghi che problemi hai? - tuonò la ragazza, dandogli una spinta.
- No, dimmi tu che problemi hai! Dove è finita la Macy che adoro, quella che trova sempre il modo di scherzare e ride ogni volta che apro bocca? - urlò a sua volta Louis.
- Te l'ho già detto, porca troia! Ho le mie cose, non puoi pretendere che io vada in giro saltellando e con un sorriso da rincoglionita stampato in faccia! HO. LE. MIE. COSE!
- Hai rotto con questa storia! - rispose il castano a tono. - All'inizio ti davo corda, ma ora basta! E' più di una settimana che "hai le tue cose" - disse, mimando delle virgolette mentre diceva le ultime quattro parole. - Vuoi dirmi che cos'hai?
Lei rimase in silenzio per qualche secondo, probabilmente stupita che si fosse accorto della sua bugia. Credeva che i maschi contassero i giorni della durata delle mestruazioni solo quando volevano fare... insomma, avete capito.
- Mi dai corda? - domandò lei, fingendosi offesa. - Perché invece non ti impicchi, con quella corda? - sbraitò.
- Senti ma hai un assorbente interno che non riesci a togliere? E' per questo che sei così schizzata? - la prese in giro lui, senza smettere di urlare.
- Hai finito di gridare? O vuoi farti sentire dalle tue meravigliose fan che ti aspettano sotto casa con dei cartelloni con scritto "SPOSAMI LOUIS", per caso? - lo schernì lei.
- Ma se anche tu stai urlando! - esclamò lui.
- Vuoi fare una gara? - chiese lei, senza abbandonare quel tono di voce che ormai tutto il vicinato aveva sentito.
- Tanto io riesco ad urlare più forte di te! - continuò Louis, con tutto il fiato che aveva in gola.
- Io non ne sarei così sicura! E poi perché cazzo ci hai chiusi in un bagno?
- Tu non facevi altro che tirarmi calci sulla schiena e questa era la stanza più vicina!
- E se qualcuno dovesse pisciare? - domandò, sempre gridando.
- Ci sono altri due bagni in questa casa!
- E se dovessero pisciare tutti e tre?
- Ma che ne so, aspetterebbero il loro turno! Ora hai finito di parlare di argomenti che non c'entrano nulla e mi dici cosa ti turba?
La ragazza lo guardò senza dire nulla, con il petto che si muoveva velocemente a causa di tutte le urla.
- Va bene. Finché non mi dirai che ti succede, non uscirai da questo bagno - disse Louis, finalmente con un tono di voce normale, sedendosi a gambe incrociate davanti alla porta.


Heather era andata via, siccome i suoi genitori erano passati a prenderla. Louis e Macy erano ancora chiusi nel bagno, mentre Niall ed Emma si erano spostati in cucina per fare uno spuntino a base di budino al cioccolato.
- Non stanno più urlando. Credi che abbiano chiarito?
Il biondo si strinse nelle spalle. - Conoscendo Louis, ora saranno seduti sul pavimento una di fronte all'altro, in attesa che l'altro dica qualcosa - ridacchiò, facendo ridere anche Emma.
- Non mi hai più detto se sei arrivato in tempo per l'intervista - cambiò discorso lei, dopo aver mangiato una cucchiaiata di budino.
- Sì, per un pelo.
- E come è andata?
- Bene, abbiamo anche parlato di te, sai?
La bionda sgranò gli occhi. - Come?
Lui sghignazzò a causa dell'espressione della ragazza. - Tranquilla, mi hanno solo chiesto chi sei. Evidentemente siamo stati paparazzati insieme parecchie volte. Sicuramente pensavano fossi la mia ragazza o qualcosa del genere - raccontò, scuotendo la testa come se quella fosse una cosa assurda.
- E tu cosa hai risposto?
- Ho detto la verità, che sei solo un'amica - sorrise lui, fiondandosi poi di nuovo sul proprio budino.
Quelle parole per Emma furono come uno schiaffo in piena faccia.
Ormai non poteva più prendere in giro sé stessa, aveva capito di provare qualcosa - sebbene non sapesse di preciso cosa - per Harry.
Ma, contemporaneamente, quelle tre piccole parole che Niall aveva appena pronunciato le avevano fatto aprire gli occhi. Si era sentita talmente ferita udendole, che l'unica spiegazione a quel suo stato d'animo era che - a dispetto di quel che aveva ripetuto fino alla nausea a Camilla e soprattutto a sé stessa - la vecchia cotta che aveva per l'Irlandese non le era mai passata veramente.


- Devo fare la pipì - esordì di punto in bianco Macy, dopo chissà quanto che né lei né Louis avevano proferito parola.
Lui alzò un sopracciglio. - Hai bisogno di una mano?
- No, volevo solo invitarti ad uscire dal bagno.
I due stavano parlando in un modo inquietantemente calmo.
- Non credo proprio.
La ragazza sbuffò e, sotto lo sguardo esterrefatto del ragazzo si alzò dal pavimento e, senza la minima vergogna, si incamminò verso il water.
Louis si voltò verso il muro per concederle un po' di privacy, anche se in realtà si sentiva più in imbarazzo lui di lei.
Quando Macy fu di nuovo seduta davanti a lui, il castano strisciò sul pavimento fino a far scontrare le loro ginocchia e prese le mani della ragazza nelle sue.
- Ti fidi abbastanza di me da fare la pipì in mia presenza, ma non da dirmi che cosa ti succede.
Lei abbandonò quella sua espressione dura, che fece spazio ad una leggermente dispiaciuta.
- Io mi sto solo preoccupando per te. Ti voglio bene, e sapere che c'è qualcosa che ti rende infelice rende infelice anche me. Mi manca tantissimo la tua risata - disse, sfiorandole una guancia con le proprie dita. - Dimmi almeno il motivo di questo tuo umore, uhm... particolare possa essere in qualche modo colpa mia - la supplicò.
La ragazza scosse la testa.
- Sicura?
La rossa fece di nuovo cenno di sì. Lui si avvicinò e l'abbracciò. - Quando ti sentirai pronta me ne parlerai? - sussurrò fra i suoi capelli.
Lei sciolse l'abbraccio e gli sorrise in modo rassicurante. - Lo farò.

Quando Macy e Louis uscirono dal bagno, ormai erano quasi le 2:00 del mattino.
- E' tardi, ti va di dormire qui? - le domandò, mentre si dirigevano verso Niall ed Emma, mano nella mano.
- Scherzi? Mi vergogno a farmi vedere in pigiama! E poi potresti abusare di me mentre dormo! No, neanche per sogno.
- Se volessi abusare di te non mi preoccuperei di aspettare che ti addormenti - ammise lui, ricevendosi uno schiaffetto sulla testa. - E ti ricordo che ti ho appena vista fare la pipì.
Intanto i due erano arrivati in cucina, dove Emma stava ingurgitando un secondo budino, mentre Niall - che, a giudicare dalla quantità di barattoli sparpagliati sul tavolo, di budini ne aveva già mangiati almeno tre - stava trafficando con il proprio telefono, probabilmente connesso su Twitter.
- Cosa devo fare per convincerti? - domandò Louis, attirando l'attenzione dei due biondi. Da come si guardavano, sembrava che lui e Macy non avessero affatto discusso.
- Mmh... forse rimango se domani mattina mi porti la colazione a letto - tentò lei, sbattendo le ciglia per convincerlo.
Lui ridacchiò. - Allora probabilmente ti conviene dormire qua in cucina.
I due continuarono a scherzare e alla fine Louis riuscì a convincerla a rimanere a dormire. Quella litigata era stata loro d'aiuto. Il castano ancora non sapeva cosa passasse per la testa di Macy, ma lei si era evidentemente tranquillizzata e - con grande gioia di Louis - aveva ricominciato a ridere come suo solito.
- Credo ci sia un problema - disse Niall all'improvviso, facendo voltare Emma, Macy e Louis verso di lui. - Prima ho mandato un messaggio a Liam, chiedendogli come stava andando la serata, e mi è appena arrivata la sua risposta - spiegò mostrando il proprio telefono agli altri.

La ljna e alta nwl ciwlo e i lio ulilano

- La ljna... cosa vorrebbe dire? - domandò Emma, palesemente confusa.
- Vuol dire che è ubriaco marcio - rispose Louis prontamente.
- E se Liam è in queste condizioni, non oso immaginare in che stato siano Zayn e Harry.
Quasi come se si fossero sentiti chiamati in causa, in quel momento i tre sbronzi entrarono in casa uno abbracciato all'altro, cantando una canzone incomprensibile.
Harry, che era sulla destra, reggeva in mano un ananas.
Immediatamente Louis andrò incontro ai ragazzi e li fece sedere sul divano. Zayn e Liam obbedirono immediatamente, siccome erano troppo ubriachi anche solo per protestare, mentre Harry fece resistenza. - Lasciami, devo trovare un posto per la casa di Spongebob - biascicò, liberandosi dalla presa del castano.
Il riccio aveva la vista a dir poco annebbiata, ma nonostante ciò assottigliò lo sguardo per trovare un posto dove appoggiare quel frutto, che lui credeva fosse la dimora di una spugna di mare.
Credeva di aver trovato il luogo perfetto per il suo ananas - ovvero il tavolo - quando qualcosa, o meglio qualcuno attirò la sua attenzione.
Era bionda, bellissima e lo guardava in un modo strano. Harry pensò che probabilmente era stata anche lei vittima del colpo di fulmine che lo aveva colpito, perché in quel momento l'unica cosa che il riccio riusciva a pensare era che aveva voglia di baciarla, e sperava che anche lei volesse lo stesso.
Lasciò cadere il frutto a terra e corse verso la ragazza, gettandosi poi sulle sue labbra per baciarla passionalmente, cercando di farle capire quanto davvero desiderasse quel contatto.
Emma, d'altra parte, sapeva perfettamente che Harry non rispondeva delle sue azioni, ma neanche con tutta la forza di volontà del mondo riuscì ad allontanarlo.
Si lasciò cingere per i fianchi dalle sue mani forti e mise le proprie dita fra i ricci del ragazzo, gustandosi quel bacio che era reso ancora migliore dal sapore di alcol dell'alito di Harry.
Niall rimase a guardare tutta la scena a bocca aperta, finché non ci vide più e si fiondò sul riccio, facendolo cadere a terra.




I'm only thinking 'bout this girl I'm seeing,
I hope she’ll wanna kiss me back.
- up all night





















?????
Weyhey gente! Come state? :D
Io benissimo, sapete perche? Lo scorso capitolo ha raggiunto le DICIOTTO recensioni e non era mai capitato fino ad ora, quindi, insomma, non potrei essere più felice! Ringrazio UNA AD UNA le persone che hanno recensito, davvero, siete la mia gioia! Come se non bastasse, in questa settimana le persone che seguono la mia storia hanno superato il numero DUECENTO! Cioè, ma vi rendete conto?! Un grazie enorme va anche a voi e a chi ha inserito questa fanfiction fra le preferite e le ricordate e a chi ha inserito me fra gli autori preferiti! Dio Santo, non riesco a smettere di sorridere, sono troppo contenta!

Va bene, ora la smetto con queste smancerie e passo al capitolo lol
Ammettetelo che vi è venuto un coccolone quando avete letto che Tyler era a casa di Charlie HAHAHA tranquille, era lì solo per darle supporto morale. Ad ogni modo in questo capitolo Liam non ha messo nessun freno, si è letteralmente dato alla pazza gioia e stava quasi per riuscire nel suo intento quando... Charlotte l'ha rifiutato per l'ennesima volta. :( Chissà perché? Ho letto tutte le vostre teorie e devo ammettere che sono tutte molto interessanti (sopratutto quella in cui si suppone che lei si tiri sempre indietro perché è pelosa e non si muove a farsi una ceretta lol) e oltremodo più plausibili di quella di Styles (HAHA), ma non disperate, la vera verità la scoprirete presto!
Passando alla coppia Loucy, mi viene da pensare che ci siano troppe persone in questa fanfiction che nascondono qualcosa lol voi quale credete che sia il segreto della nostra rossa? E che ne pensate del litigio fra i nostri due cuoricini? Devo ammettere che mi è perfino dispiaciuto scriverlo. :(
E che dire di Zeather? Secondo voi perché sembra così indifferente alla confessione di Zayn (sebbene non sia riferita a lei, ma questo la nostra ragazza non lo sa)?
Ed ultimo ma non meno importante, il nostro magico triangolo (e non intendo quello che Louis si è tatuato sulla caviglia. Emma FINALMENTE riesce a fare mente locale e ammette di provare qualcosa per entrambi. Alleluja! E SOPRATTUTTO LEI E HARRY SI BACIANOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOXHDUEIDJDHWIKFFHFJDKDJJD aspettavo di scrivere questo momento da un sacco di tempo HAHAHHA Ora voglio che mi illustriate tutti i vostri pensieri a riguardo! lol

Mi mancherete tantissimo in queste settimane in cui non potrò aggiornare, ma lo studio mi chiama (ora ora haha).
Vi ringrazio ancora tantissimo e mi scuso se sia il capitolo sia le note finale sono lunghissime, ma in entrambi i casi avevo molto da dire!

Ci sentiamo a settembre. :)

Vi amo tantissimissimo! ❤

Un bacio,
Teddy

ps: se volete che vi avverta su Twitter ogni volta che aggiorno, scrivetemi il vostro nick in una recensione! :3
pps: mi dispiace se è passata la mezzanotte e quindi in pratica è già lunedì, ma mio fratello aveva finito i kb di internet giornaliero. :(
ppps: ho aggiornato la mia bio lol

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 - won't feel right ***





- 23 -
won't feel right



Emma osservò basita tutta la scena, sentendosi confusa e sconvolta all'idea che Niall - che si supponeva fosse il suo più caro amico - le avesse strappato via con la forza quel bacio e quelle labbra che lei aveva tanto bramato.
Il biondo aveva spintonato Harry e l'aveva fatto cadere a terra, per poi immobilizzarlo al pavimento.
Probabilmente non si sarebbe nemmeno fermato lì, se solo Macy - che era stata l'unica ad avere la prontezza di intervenire - non lo avesse afferrato per le spalle e trascinato con non poca fatica qualche metro lontano dal riccio.
- Niall, porca puttana, non vedi che è ubriaco? - sbraitò la rossa, spingendolo sul divano affianco a Liam - che nel frattempo si era addormentato - per farlo calmare.
Zayn, invece, aveva osservato tutto lo spettacolo più come si guarda la scena clou del proprio film preferito, piuttosto che come uno scontro avvenuto realmente davanti ai propri occhi. Probabilmente l'alcol gli aveva fatto credere di essere diventato parte del cast di una commedia.
Louis e Emma, d'altra parte, non avevano ancora mosso un muscolo. Entrambi stavano guardando l'Irlandese agitarsi per raggiungere Harry, che si trovava ancora sul pavimento.
- Louis, ti dispiacerebbe darmi una mano? - chiese Macy retoricamente, siccome il castano era rimasto con le mani in mano fino a quel momento.
Lui annuì e andò verso Niall, dicendogli qualcosa che nessuno dei presenti riuscì a capire e accompagnandolo poi fuori dal salotto.
La verità era che Louis non era intervenuto fino a quel momento perché Niall aveva tutte le ragioni del mondo per essere incazzato con Harry, mentre lui non aveva il benché minimo motivo di fermarlo.
Emma stava guardando i due dirigersi verso la stanza del biondo, ma la sua attenzione venne attirata da Harry quando sentì quest'ultimo singhiozzare.
Era ancora seduto sul pavimento, con le gambe strette fra le proprie braccia e il capo chino. Emma si inginocchiò affianco a lui e gli accarezzò la testa, in modo che lui alzasse lo sguardo e gli mostrasse gli occhi lucidi.
- Haz, perché stai piangendo? - domandò lei, la voce che era un sussurro.
Il riccio prese un respiro e cominciò a parlare. - Io credevo di piacerti, e invece tu hai rifiutato il mio bacio spingendomi via - biascicò lui, riprendendo a piangere.
La bionda sapeva che lui stava avendo quella reazione esagerata a causa di tutto l'alcol che gli scorreva nelle vene, ma ad ogni modo si intenerì a quelle parole e non poté fare a meno di sentirsi in colpa, sebbene non avesse fatto nulla di male.
- No, Harry, non sono stata io a spingerti - spiegò, asciugandogli le lacrime che stavano scorrendo sulle sue guance. - Io... io volevo che mi baciassi - ammise, facendo apparire un sorriso stupito sul volto del riccio.
Lui la abbracciò stretta e cercò di alzarsi in piedi, ma evidentemente non ne era in grado. Emma lo aiutò e poi si rivolse a Macy, che era rimasta tutto il tempo lì in salotto.
- Vado a... metterlo a letto - la informò, suo malgrado leggermente imbarazzata.
La rossa le sorrise sinceramente. - Va', io e Louis vedremo cosa fare con questi due - ridacchiò, indicando con il capo Liam e Zayn, addormentatosi anche lui sulla spalla dell'altro.
Emma annuì e accompagnò Harry fino alla sua camera, aiutandolo a non barcollare. Lo fece sedere ai piedi del letto e lui cadde all'indietro, sdraiandosi sul materasso, lasciando ad Emma qualche secondo per riprendere fiato.
Non era mai entrata nella camera di Harry e, senza neanche accorgersene, perse un po' di tempo a guardarsi intorno.
Le pareti erano color avorio e il pavimento di parquet. Appese ai muri si trovavano delle mensole stracolme di cd, fra i quali Emma ne notò alcuni dei Coldplay, di Rihanna di Ed Sheeran. Affianco c'erano diverse mazze da golf, appoggiate su dei ganci fissati alle pareti, mentre lì sotto si trovava un mobile sul quale faceva bella figura un enorme televisore a schermo piatto.
Un'altra cosa che non passava inosservata era l'imponente armadio con le ante scorrevoli, che probabilmente avrebbe potuto contenere gli abiti di Emma e di tutta la sua famiglia. La bionda notò inoltre una poltrona a forma di guantone da baseball, posizionata giusto affianco al letto a due piazze in ferro battuto.
Il tour individuale di Emma per la camera di Harry Styles terminò quando la bionda si rese conto che il ragazzo si trovava sul materasso, addormentato e ancora completamente vestito.
Gli si avvicinò e lentamente gli sfilò gli stivaletti marroni e le calze, sistemandoli in un angolo della camera.
Cercando di non svegliarlo gli tolse anche la giacca e l'appoggiò sulla poltrona, assieme al resto dei vestiti che il riccio aveva addosso.
Emma aprì l'armadio del ragazzo alla ricerca di un pigiama da fargli infilare, ma, non trovandolo, si accontentò di una maglietta a caso e di un paio di pantaloncini di cotone.
Mentre cercava di mettergli la maglia, il riccio aprì leggermente gli occhi. - Che fai? - domandò piano, facendola quasi spaventare.
- Ti metto il pigiama.
- Io dormo senza - ammise lui, allontanando la maglietta dalla propria testa. - Mettila tu - suggerì, accomodandosi in posizione fetale e richiudendo gli occhi.
Emma venne presa in contropiede. Perché avrebbe dovuto indossare una maglietta di Harry?
- Per dormire - disse lui, come se le avesse letto nel pensiero. Dischiuse le palpebre e vedendo che Emma non sembrava d'accordo, si preoccupò leggermente. - Dormi con me, vero? - domandò, incespicando un po' nelle parole.
- Harry, io...
- Hai detto che volevi che io ti baciassi, quindi ti piaccio - affermò lui, nonostante tutto quello che era successo da quando era uscito dal quel locale con Liam e Zayn fino a quel momento gli risultava un po' vago.
Emma rimase in silenzio, e Harry sentì i propri occhi cominciare a pizzicare. - Ti piaccio, no? - farfugliò, cercando di impedire alle lacrime di rigargli di nuovo le guance. Ricordava un bambino piccolo e indifeso. - Tu non sei come tutte quelle ragazze che stavano con me solo perché sono famoso, vero? Volevi che ti baciassi perché ti piaccio io, non perché ti piacciono i miei soldi, giusto?
Emma annuì vigorosamente. Non voleva che Harry pensasse una cosa del genere di lei. E soprattutto non voleva vederlo piangere di nuovo.
- Sì, Harry, mi piaci - asserì la bionda, non del tutto convinta delle proprie parole.
Lui cambiò repentinamente espressione, le regalò un sorriso abbagliante e afferrò una delle mani della ragazza, per poi stringerla. - Allora dormi con me - Emma deglutì. - Per favore.
Lei annuì, ancora una volta non convinta del proprio gesto.
Il riccio chiuse nuovamente gli occhi, contento e soddisfatto di averla convinta. Lei si spogliò velocemente, indossò la maglietta di Harry e si infilò assieme a lui sotto le coperte.
Si sentì leggermente a disagio quando percepì le braccia di lui circondarle i fianchi e la sua testa appoggiarsi sul suo seno, ma poi si rese conto che sembrava quasi un bambino che abbracciava la sua mamma e si tranquillizzò.
Cominciò ad accarezzargli i capelli, giocando con i suoi ricci perfetti e arrotolandoseli fra le dita. Nel giro di pochi minuti Harry si addormentò e subito dopo anche Emma, cullata dal respiro caldo e regolare del ragazzo, cadde in un sonno profondo.


Louis aveva convinto Niall ad andare a letto, distendersi e affrontare Harry il mattino seguente, una volta smaltita la sbornia. Poi, con l'aiuto di Macy, aveva portato Liam e Zayn nelle rispettive stanze, in modo che anche loro potessero riposare tranquillamente.
Infine aveva chiesto alla rossa di andare a controllare se Emma avesse bisogno di una mano con Harry, siccome sicuramente era impegnativo gestirlo in quelle condizioni, e nel frattempo Louis si era preoccupato di sistemare tutti i barattoli di budino che Niall e la bionda si erano divorati poco prima.
- Stanno dormendo - disse Macy, di ritorno dalla camera del riccio.
- Anche Emma? - domandò Louis, aggrottando le sopracciglia.
La rossa annuì e il ragazzo storse il naso.
- Che bastardo.
- Louis! - lo ammonì lei.
- Che c'è? E' uno stronzo! - ribadì. - Baciare Emma e dormirci anche assieme... sì può essere degli amici peggiori?
- Io non penso che lui l'abbia costretta. A fare nessuna delle due cose - disse lei, mentre saliva le scale dirette all'attico, seguita dal ragazzo. - Tu dici che Niall è innamorato di lei, e a quanto pare anche a Harry piace. Sei convinto che Harry dovrebbe lasciarla in pace perché Niall ama Emma da molto più tempo, ma sai cosa non ti sei mai chiesto? - domandò la rossa, entrando nella camera di Louis. - Dove dormo io?
Il castano corrugò la fronte. - Cosa c'entra?
- No, non c'entra niente - disse lei, avvicinandosi al letto del castano per vedere se era uno di quei modelli che aveva un secondo materasso sotto le toghe. - Ma qua c'è un letto solo, io dove dormo?
Louis accennò un sorriso e indicò l'unico letto a due piazze presente nella stanza.
- E tu?
Il ragazzo indicò lo stesso letto e Macy alzò le sopracciglia. - Non credo proprio.
- Non ho un letto in più. Be', volendo c'è il divano, ma...
- Va bene - lo interruppe la ragazza.
- Sei sicura? Staresti da sola in salotto e...
- No, no. Tu vai a dormire sul divano, io rimango qua.
Louis rimase qualche secondo a guardarla senza dire una parola. - Perché non vuoi dormire con me? - chiese dopo un po'.
- Hai rotto le palle finora perché Emma sta dormendo con Harry.
- Ma cosa vuol dire? Loro non sono niente, noi siamo... - Macy lo osservò attentamente, curiosa di sapere cosa volesse dire Louis. - ...qualcosa.
Probabilmente la ragazza si aspettava una risposta del genere, ma si sentì ugualmente un po' delusa. - Sai, a me non interessa che il mondo sappia cosa siamo. Non mi interessa nascondermi dai fan, dai paparazzi, non mi interessa nemmeno che tu dica in diretta televisiva che sei single, sebbene è da più di un mese che ci frequentiamo. A me interessa solo che almeno tu sappia quello che provi. Che tu abbia le idee chiare. Vorrei sapere se per lo meno ne vale la pena...
- Di cosa stai parlando?
La rossa prese un respiro profondo. Louis notò che sembrava tormentata da qualcosa, e probabilmente era il motivo del suo umore ballerino e della litigata che avevano fatto qualche ora prima. - Te lo spiego se tu mi dici cosa sono io per te.
Il ragazzo rimase in silenzio. Si grattò nervosamente un sopracciglio, ma non disse nulla.
- Se devo aspettare per una risposta, allora aspetterai anche tu - sospirò lei.
Louis annuì e si diresse verso il proprio armadio, estraendo un pigiama per sé e uno da prestare alla ragazza. - Cos'è che non mi sono mai chiesto? - domandò poi, tornando al discorso su Niall, Harry e Emma.
La rossa fece mente locale finché non si ricordò di quel che stavano parlando prima che entrassero nella camera di Louis. - Cosa dice Emma a riguardo? - Lui si strinse nelle spalle. - Quella poverina si trova in mezzo a Niall e a Harry, ed entrambi la vogliono solo per sé. Viene tirata un po' da una parte e un po' dall'altra, tanto che non ha nemmeno il tempo di fermarsi, sedersi e pensare cosa realmente prova per loro due. Probabilmente nemmeno lei sa quello che sente... - disse, con un filo di amarezza nella voce.
- Sicura che vuoi rimanere qua da sola? - cambiò argomento Louis, evidentemente a disagio.
- Sì - mugugnò la rossa. Lui la baciò delicatamente sulle labbra, le augurò la buona notte e uscì dalla propria camera, diretto in salotto.
Una volta accomodatosi sullo spazioso divano, munito di coperta e cuscino, provò ad addormentarsi, ma non riuscì nemmeno a chiudere occhio.
Aveva perfettamente capito che, parlando della confusione sentimentale di Emma, Macy stava in realtà alludendo a lui. E in effetti aveva ragione, perché anche lui non aveva idea di cosa sentisse per Macy.
Fino a poche settimane prima si era sempre imposto di non aprirsi a nessuno, di non affezionarsi a nessuna ragazza. Dopo ciò che gli era successo con Savannah, l'ultima cosa che voleva era legarsi sentimentalmente a qualcun altro.
Eppure, di punto in bianco, era arrivata Macy, che era stata capace di farlo sentire così bene da opprimere i brutti ricordi legati a Savannah.
Questo fino a quando gli era stato chiesto di confessare i propri sentimenti. Perché se prima non si era sentito pronto ad iniziare una nuova relazione, in quel momento non si sentiva pronto ad ammettere che si stava innamorando.
E la ragione di tutto ciò era che ancora non aveva capito se poteva fidarsi veramente di quella ragazza dalla risata cristallina e i capelli rossi.
Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto dal rumore della porta del salotto che si aprì e si richiuse subito dopo. Udì qualcuno sgattaiolare fino al divano e poi un corpo caldo sdraiarsi affianco a lui, appoggiare una mano sulla sua spalla e avvicinare la propria bocca al suo orecchio.
- Sappi che io ho ben chiaro quello che provo per te. E non preoccuparti perché, anche se tu non ricambiassi, i miei sentimenti rimarrebbero gli stessi - sussurrò Macy.
E fu quando Louis si voltò verso di lei e incontrò quegli occhi verdi che traboccavano di sincerità, che capì di poter riporre tutta la sua fiducia in lei.

Louis si svegliò di ottimo umore, a maggior ragione perché una massa di capelli rossi occupavano il suo cuscino.
- Macy del mio cuore - mormorò, baciandola a fior di labbra. Siccome la ragazza non sembrava volersi svegliare, lui si perse ad accarezzarle le guance, giocando con le sue lentiggini e baciandola ogni tanto sugli zigomi, sulle palpebre, sul naso e su qualsiasi angolo del suo viso.
- Che ore sono? - mugugnò lei quando finalmente dischiuse gli occhi.
- Le 9:30 - rispose Louis, controllando l'orario sul proprio telefono.
- Ma è sabato - borbottò Macy, voltandosi dall'altra parte. - Lasciami dormire.
Il castano rise e le diede una leggera scossa. - Alzati, pigrona.
Lei lo ignorò, così Louis le si mise a cavalcioni, facendole sgranare gli occhi. - Cosa. Stai. Facendo - sibilò.
- Ti faccio svegliare - sorrise lui sornione.
- Louis Tomlinson, ti conviene alzarti immediatamente se non vuoi che ti tiri un calcio nelle palle talmente forte che non potrai cantare in un modo accettabile per almeno due mesi.
Istintivamente il castano si coprì le parti basse e si spostò dalla sua posizione sopra la ragazza per sedersi affianco a lei.
- Per lo meno ti sei svegliata - sghignazzò lui, vedendola che si stiracchiava.
Dopo quelle semplici ma sincere parole che la ragazza gli aveva detto la notte prima, Louis si sentiva decisamente meno preoccupato, e si riteneva pronto a esternare i propri sentimenti.
- Ti ho mai detto che mi piace il colore dei tuoi capelli? - domandò il ragazzo.
Macy scosse la testa mentre si alzava dal divano e si dirigeva in cucina.
- Be', mi piacciono - ammise seguendola. - Soprattutto per il detto, hai presente? Rossa di capelli, golosa di uc...
Macy si girò di scatto, lo prese per le spalle e lo sbatté muro. - Giuro che se finisci quella frase ti castro - lo minacciò.
- Cristo, quanto mi attizzi quando fai così - disse lui in tutta risposta, liberandosi dalla presa della ragazza e gettandosi sulle sue labbra per baciarla ardentemente.
Lei suo malgrado lo lasciò fare e quando interruppero quel contatto, entrambi si guardarono negli occhi, sorridendo divertiti. - Ieri notte ho capito - disse lui all'improvviso, facendo incuriosire la rossa. - Ci ho pensato e ho capito cosa provo per te.
Macy spalancò gli occhi.
- Io... - il castano venne interrotto da Liam, che entrò in cucina barcollando.
- Qualcuno mi spieghi cosa è successo ieri sera - disse, strofinandosi gli occhi con le mani.
Louis porse a Macy uno sguardo di scuse, poi si avvicinò a Liam e gli tirò uno schiaffo sulla nuca.
- Ahi! Perché l'hai fatto? - si lamentò il ragazzo, strofinandosi la testa dolorante.
- Perché tu ieri sera ti sei ubriacato! - esclamò, puntandogli il dito sul petto.
In quel momento anche Zayn li raggiunse, con una sigaretta fra le labbra. - Ragazzi, ho fatto un sogno troppo assurdo! - disse, attirando l'attenzione di tutti i presenti. - C'era Harry che baciava Emma, e Niall si incazzava di brutto e...
- Non era un sogno - lo informò Macy, scatenando lo sguardo scandalizzato di Liam.
- Ah - si limitò a dire il Pakistano.
- Cosa è successo? - domandò il castano, sicuro di aver sentito male.
Louis si mise a sintetizzare ciò che era successo la sera precedente. - Ieri tu, Zayn e Harry siete andati in giro per locali, e al vostro ritorno non ce n'era uno di voi che fosse lucido.
- Mi ricordo! - esordì Zayn. - Abbiamo preso un taxi e lasciato la mia macchina fuori da... che locale era? - domandò. Macy soffocò una risata. - No, ragazzi, non so dove sia la mia macchina! - esclamò il moro, scandalizzato.
Louis alzò gli occhi al cielo. - Pensiamo dopo alla tua macchina, Zayn. Comunque, quando siete tornati, qua in casa c'eravamo Niall, Emma, Macy ed io. E sotto gli occhi di tutti - Niall compreso - Harry ha baciato Emma - continuò a raccontare a un Liam che lo ascoltava assorto, mentre Zayn mugugnava qualcosa a proposito della sua povera automobile dispersa chissà dove. - Quindi il nostro Irlandese gli si è fiondato addosso e ora state tutti in silenzio perché sta arrivando Niall! - disse, sussurrando tutta la frase eccetto per il nome del ragazzo, che lo pronunciò con un tono di voce decisamente troppo altro.
Il biondo ricambiò quel saluto caloroso con un'occhiataccia. - Dov'è Harry? - ringhiò.
- Harry sta ancora dormendo, aspetta che si alzi - disse Macy prontamente. Il biondo aveva la faccia di uno che non aveva chiuso occhio tutta la notte. - Che ne dici di fare una doccia nel frattempo? - propose, accompagnandolo verso il bagno.
Lo chiuse dentro, poi tornò in cucina dagli altri. - Per qualche minuto siamo salvi. Poi che si fa?
Louis alzò le spalle. - Credo sia una faccenda che Niall e Harry devono sbrigarsi da soli, senza intromissioni. Forse è il caso di svegliare Emma e farla andare a casa.
- Emma ha dormito qui? - domandò Liam confuso. Louis annuì, mentre Macy si era già incamminata verso la camera di Harry.
- E dove?
- Con Harry - disse il castano, facendo andare il caffè di traverso a Zayn.


Harry si svegliò con un dolore allucinante alle tempie. Aprì gli occhi e intravide il soffitto della propria camera. Non si ricordava nemmeno come fosse arrivato fin lì.
Fece per mettersi a sedere ma si accorse che non era solo nel letto e, quando si rese conto che la persona affianco a lui era Emma, per poco non gli venne un infarto.
Chiuse gli occhi per cercare di ricordarsi cosa fosse accaduto la sera precedente, ma il mal di testa non lo aiutava per niente a pensare.
Perché lei era nel suo letto? Non fece nemmeno in tempo a formulare le ipotesi più assurde, che la ragazza affianco a lui si svegliò, sbadigliando platealmente.
- Haz - disse, sorridendogli dolcemente.
Improvvisamente il riccio si ricordò di ogni cosa: tutti i drink che aveva bevuto, l'ananas, il bacio con Emma, Niall che gli si fiondava addosso, lui che si metteva a piangere, la bionda che lo svestiva e metteva a letto e lui che si addormentava come un bambino fra le sua braccia.
Il riccio le sorrise di rimando e le si avvicinò, guardandola negli occhi per controllare se sembrasse contraria al bacio che stava per darle.
Vedendo che non pareva volersi ritrarre, appoggiò le proprie labbra alle sue, per poi attorcigliare la propria lingua a quella della ragazza in un bacio che probabilmente era il migliore che avesse mai ricevuto - escludendo quello della sera precedente.
- Buongiorno - rise la ragazza, lusingata da tutte quelle attenzioni.
- Dormito bene?
Emma maledisse quella voce roca talmente sexy da farle accapponare la pelle, ma cercò di ignorare quella sensazione. - Benissimo. Tu?
- Anche io. Avevo un po' di mal di testa ma appena ti ho visto mi è passato - ammise, accarezzandole i capelli.
A Emma tutta quella situazione sembrava surreale. Lei e Harry? Se gliel'avessero detto solo una settimana prima non ci avrebbe mai creduto.
- Alla fine sei stato tu a baciarmi per primo - gli fece notare.
Lui si strinse nelle spalle. - Tu non ti davi una mossa. E comunque ero ubriaco.
- Meglio così - sorrise lei, avvicinandosi di nuovo al viso del ragazzo per baciarlo un'altra volta. Lui appoggiò le proprie mani sui suoi fianchi e si gustò quel bacio che aveva desiderato fin dal momento in cui l'aveva vista per la prima volta davanti al portone del loro palazzo.
E non riusciva nemmeno a sentirsi minimamente in colpa.
Emma, invece, dovette interrompere quel contatto perché la scena di Niall che allontanava Harry da lei le balenò nella mente. Cosa stava a significare quel gesto?
- Tutto bene? - le domandò Harry, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Lei annuì e il riccio sfiorò con il proprio naso il collo della ragazza, soffiandoci sopra e facendole venire i brividi.
Entrambi si sdraiarono nuovamente sul materasso e il riccio si accoccolò fra le braccia di lei. - Mi accarezzi i capelli come hai fatto ieri per farmi addormentare? - domandò con così tanta dolcezza nel tono di voce che Emma non poté dire di no.
Lo coccolò per parecchio tempo, non seppe nemmeno quanto, finché la porta della stanza si spalancò improvvisamente, facendo entrare una Macy che senza troppe cerimonie raccattò i vestiti di Emma dalla poltrona e glieli lanciò.
- Niall si è svegliato ed è incazzato nero. E non sa nemmeno che hai dormito qua. Per il bene di Harry, faresti meglio a correre a casa. Senza farti vedere.
La bionda corrugò la fronte. - Incazzato? Ma si può sapere che problemi ha? Io sono libera di baciare chi mi pare! - sbraitò lei, confusa dall'atteggiamento del suo presunto amico.
Harry le baciò una tempia per tranquillizzarla. - Non preoccuparti, me la sbrigo io con lui. Tu va' a casa, più tardi ti scrivo così questa sera usciamo. Va bene?
- No! - sbottò lei, alzandosi dal letto. - Ho visto quello che ha fatto ieri, non voglio che ti metta di nuovo le mani addosso!
- Piccola, stai calma - disse il riccio, avvicinandosi per accarezzarle un braccio. - Non mi sfiorerà neanche, fidati di me. Ora va', Beth si starà chiedendo dove sei.
Emma rimase qualche secondo a crogiolarsi al pensiero che l'aveva appena chiamata "piccola", piuttosto che rimuginare sul da farsi. Infine annuì, indossò i jeans ma tenne addosso la maglia di Harry, infilò tutta la sua roba nella borsa e si diresse verso la porta della camera.
- Baciami prima di andare - le ordinò il riccio.
Lei non se lo fece ripetere due volte e gli gettò le braccia al collo, facendosi prendere in braccio e baciandolo con tutta la foga possibile.
Quando se ne fu andata, Macy, che era rimasta tutto il tempo lì a guardare a braccia conserte, prese la parola. - Non scherzavo quando ho detto che è incazzato.
Il riccio non la guardò nemmeno. - Niall non mi fa paura, sono più forte di lui. Ieri ero in netto svantaggio, ma se oggi volesse di nuovo buttarmi a terra, sarebbe lui a rimetterci.
- Harry, io e te non abbiamo nessun tipo di confidenza, ma devi essere consapevole che ne va della vostra band. Non so come la pensino Liam e Zayn, ma Louis...
- Non me ne frega un cazzo di quel che passa per la testa di Louis.
La rossa sospirò. - Pensaci bene, Harry - disse, voltandosi di spalle. Ma il riccio non aveva nulla a cui pensare, sapeva perfettamente ciò che voleva e non una parola da parte di nessun essere umano sulla faccia della terra gli avrebbe fatto cambiare idea.
Vide Macy fermarsi sulla soglia della porta e temporeggiare un po'. Lui alzò le sopracciglia, spronandola a parlare. - Ad ogni modo siete carini assieme - disse lei prima di uscire dalla stanza.

- Non devi mai più toccarla - disse Niall con una calma inquietante, non appena Harry entrò in salotto.
Era seduto sul divano, le gambe accavallate e lo sguardo che osservava distratto un telegiornale trasmesso in tv.
Louis, Zayn, Liam e Macy erano nei paraggi, pronti ad intervenire se la situazione fosse degenerata.
Harry scoppiò in una fragorosa risata, facendo voltare Niall e tutti gli altri verso lui. - Ma chi credi di essere, suo padre? - lo additò.
Il biondo lo trafisse con lo sguardo. - Se suo padre sapesse come tratti le ragazze, la rinchiuderebbe, piuttosto che farla uscire con te - ringhiò.
- E' questo il tuo problema? Pensi che quello che voglio fare sia portarmela a letto e poi scaricarla? - Niall lo guardò come se avesse appena detto la cosa più ovvia del mondo. - Se fosse stato quello il mio intento, me la sarei già scopata. Ieri notte, per esempio, dato che abbiamo dormito insieme - disse, facendo alzare Niall di scatto. Liam però ebbe la prontezza di pararglisi davanti.
- Ma evidentemente non è questo che ti preoccupa. Forse lei ti piace? - lo stuzzicò.
- E' mia amica, e non voglio che esca con un cazzone come te - disse Niall a denti stretti.
- Preferisci che esca con te?
- Lei non mi piace! - sbottò.
- Be', a me sì.
L'Irlandese diventò paonazzo. - Ma se l'hai chiamata troietta!
- Ma che cazzo dici?
- A Milano, nel 2011! Hai detto che era solo una troietta!
- Ma non la conoscevo nemmeno - rise il riccio, facendo irritare Niall ancor di più. - Senti, io te l'ho detto fin da subito che lei mi piaceva. Ho anche fatto il possibile per non baciarla, ma ieri ero ubriaco, non rispondevo delle mie azioni. Mentre lei sì. O forse eri troppo arrabbiato con te stesso siccome non ti sei fatto avanti prima di me, per accorgerti che lei ha ricambiato il bacio? - con quelle parole Harry seppe di aver fatto centro. - Per non parlare di quelli di questa mattina, cazzo. Quella ragazza ha delle labbra che sono la fine del mondo - raccontò, con l'unico scopo di provocarlo. - Macy era perfino presente. Diglielo, Macy! - disse, rivolgendosi alla rossa.
- Brutto figlio di puttana! - Liam gli si parò di nuovo davanti, questa volta con l'aiuto di Zayn.
- Oh, hey! Piano con le parole! - disse il Pakistano.
- Vieni qua che ti spacco la faccia, testa di cazzo! - continuò ad urlare Niall, sebbene Harry fosse completamente impassibile.
- Minchia, ha proprio una vena poetica - sussurrò Macy a Louis.
- Non che tu sia una ragazza fine, eh.
- Ma io ho la patata - rispose la rossa acutamente.
Il ragazzo soffocò una risata. - Okay, hai vinto tu.
L'attenzione dei due tornò su Harry, quando quest'ultimo sbuffò. - Ascolta, Niall, smettila con questa pagliacciata. Emma ti piace, ma ha scelto me. Fattene una ragione - detto questo se ne tornò in camera sua, lasciando tutti gli altri a bocca aperta.

Erano all'incirca le 21 quando Harry suonò al campanello dell'appartamento di Beth, e in quel momento non poté fare a meno di pensare che la prima volta che si era trovato in quella situazione era appena iniziato gennaio; Niall non sapeva che Emma abitasse nel loro palazzo e Harry non sapeva che la ragazza bionda per cui si era invaghito fosse proprio lei.
Era ingiusto che tutti pensassero che lui volesse Emma solo per fare un torto a Niall. Fino a prova contraria lui si era presentato davanti alla sua porta per invitarla ad uscire, e solo dopo aveva capito chi era veramente.
Sembrava impossibile che dopo tre lunghissimi mesi, Harry stava avendo quel tanto desiderato appuntamento. E solo perché la sera prima si era ubriacato! Stava ringraziando chiunque lassù avesse deciso che le cose sarebbero dovute andare così, quando la bionda aprì la porta dell'appartamento, regalandogli un sorriso abbagliante.
Portava un vestitino nero e aderente che evidenziava tutte le sue curve e metteva in risalto la sua chioma bionda, delle scarpe rosse col tacco in tinta con la pochette e con il rossetto che adornava perfettamente le sue labbra e un cappotto dello stesso colore del vestito.
Inutile dire che Harry rimase a bocca aperta.
- Wow, sei... wow - riuscì solo a dire.
La bionda arrossì leggermente e si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. - Mi hai detto di vestirmi bene.
Lui sorrise, le si avvicinò e la baciò appassionatamente fino a toglierle il fiato. - Non vedo l'ora di scoprire come sei sotto questi vestiti - le sussurrò, facendola diventare del colore delle scarpe. Poi la prese per mano e la condusse verso l'ascensore.
- Dove andiamo? - domandò lei, ancora un po' imbarazzata per le parole di Harry.
- Hai mai sentito parlare del Mahiki?
- Quel locale che c'è in Dover Street?
- Sì.
- Ma non fanno entrare i minorenni, Harry. E io ho ancora 17 anni.
- Dimentichi che stai uscendo con Harry Styles - ridacchiò lui, fermandosi e baciandola. Quel contatto venne interrotto dalla vibrazione del telefono di Emma, che l'avvisò dell'arrivo di un messaggio. La bionda rispose velocemente e ripose il telefono nella borsetta.
- Harry Styles questa sera farebbe meglio a non ubriacarsi, siccome deve riportarmi a casa sana e salva - rise Emma, dandogli una leggera gomitata nei fianchi.
- Sono già ubriaco di te - le mormorò lui all'orecchio, lasciandole poi un bacio bollente sul collo.


Niall era solo in casa. Zayn era da Heather, mentre Louis, Macy, Liam e Charlie erano andati tutti insieme fuori a cena. Ovviamente avevano proposto anche all'Irlandese di andare con loro, ma lui aveva non poi così gentilmente declinato l'invito.
Era seduto sul proprio letto, il telefono in mano e gli occhi sullo schermo, dove a caratteri cubitali c'era il messaggio che Emma una decina di minuti prima gli aveva inviato come risposta al suo "dove sei?".

Sto andando al Mahiki con Harry.

Le parole di quel messaggio rimbombavano nella sua mente come un'eco fastidiosa.
Niall fece il possibile per essere razionale e valutò tutti i pro e i contro della situazione, ma nonostante ciò non riuscì ad opprimere la rabbia che provava e dopo parecchi minuti trascorsi ad imporre a sé stesso di farsi i fatti suoi e lasciare che la sua amica uscisse con quello stronzo del suo compagno di band, non ci vide più.
Si alzò di scatto e uscì dalla sua camera, recuperò la giacca e le chiavi della propria macchina e si precipitò fuori casa, sbattendo la porta d'ingresso.
Guidò superando i limiti di velocità e rischiando più volte di provocare un incidente, ma questo non gli interessava: voleva raggiungere Emma ed Harry il più presto possibile.
Arrivato davanti al locale, parcheggiò l'automobile alla bell'e meglio e si diresse a passo svelto verso l'ingresso. Stava pensando a cosa dire al buttafuori per convincerlo a farlo entrare quando scorse Harry dall'altro lato del marciapiede e si arrestò di colpo.
Lo vide aprire le braccia e poi notò una ragazza bionda buttarcisi dentro e farsi stringere, ridendo di gusto e infine baciandolo sulle labbra.
Quella ragazza era Emma.
E alla vista di quella scena Niall si sentì come se il sole si fosse spento all'improvviso, lasciandolo nell'oscurità più assoluta.




When he opens his arms
and holds you close tonight
it just won’t feel right.
- more than this





















?
SONO TORNATAAAAAAAAAAAAAA!
E sono consapevole del fatto che mi odierete siccome non aggiorno da tre settimane, ma ho dovuto studiare come una matta per il debito di biochimica e poi ho avuto bisogno di un po' di meritato risposo. çç Spero ad ogni modo che con questo capitolo mi perdonerete!
Come avete sicuramente notato è quasi completamente incentrato sul triangolo Niall-Emma-Harry, a parte una piccola scena Loucy. Fatemi sapere che ne pensate! :3
Lo scorso capitolo ha raggiunto le VENTICINQUE recensioni e voi non potete neanche minimamente immaginare quanto questo mi renda felice, siccome prima non avevo neanche mai superato le 19. Mi auguro tantissimo che anche il capitolo 23 abbia questo successo, se sarà così vi prometto che posterò il prossimo domenica, se non prima! :D
Vi amo tantissimissimissimissimo. ❤

Un bacio,
Teddy

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 - are we more? ***





- 24 -
are we more?



Niall osservò Harry ed Emma a lungo. Tutto quello che i suoi muscoli gli suggerivano era di incamminarsi verso i due ragazzi e prendere a calci nel culo quello stronzo del suo amico, ma quel briciolo di buon senso che gli era rimasto gli impose di girare i tacchi e tornarsene a casa.
Per quanto bene volesse ad Emma, non poteva proteggerla da tutto e se la decisione della ragazza era quella di stare con il riccio - sebbene tutti le avessero ripetuto che lui non era affatto il tipo da storia d'amore con fiori e cioccolatini - Niall doveva farsene una ragione e lasciare che la sua migliore amica corresse il rischio di venire usata da Harry per i suoi soliti scopi.


Charlie aveva proposto di andare a cena fuori in un ristorante messicano e Liam aveva accettato senza obiezioni, decidendo però di invitare anche Louis e Macy.
Sentiva il bisogno di sapere cosa passasse per la mente di Charlie e per quale motivo interrompesse quei momenti così intimi sempre sul più bello, ma sapeva che se fossero usciti da soli e lui gliel'avesse chiesto senza peli sulla lingua, avrebbero finito mettendosi a discutere nel bel mezzo del ristorante, e non gli sembrava davvero il caso.
In quel momento la riccia si trovava affianco a lui e stava chiacchierando con Macy, seduta di fronte a lei, di qualcosa che Liam faceva fatica a seguire. La sua testa era da tutt'altra parte.
- Tutto bene, amico? - domandò Louis, vedendo che il ragazzo stava osservando con lo sguardo vuoto i tacos che si trovavano nel suo piatto.
- Mh? Sì, sto bene - rispose Liam, mettendo su un sorriso finto che non passò inosservato a Charlie.
- Sei sicuro? Ultimamente ti vedo un po'... strano - disse lei.
- Ma davvero? - borbottò lui ironicamente.
La riccia diede uno sguardo veloce a Louis e Macy e poi tornò ad osservare Liam, sebbene si sentisse leggermente a disagio per il tono che il suo ragazzo aveva appena usato.
- E' successo qualcosa? - gli chiese con fare premuroso, poggiando una mano sulla spalla del ragazzo.
Liam la guardò negli occhi profondamente prima di rispondere. - Forse dovresti porre questa domanda a te stessa.
Lei assunse un'espressione confusa. - Come?
Il ragazzo sbuffò. - Non mi piace questa storia. Il fatto che mi menti, mi nascondi le cose - ammise lui, e dallo sguardo di Charlie capì che lei aveva perfettamente inteso l'argomento a cui stava alludendo. - Siamo una coppia, non ci dovrebbero essere segreti. Non ha senso avere una relazione in cui non c'è sincerità.
Louis e Macy avevano ascoltato attentamente tutta la conversazione, e in quel momento videro Charlie abbassare lo sguardo e arrossire. Si sentiva palesemente in imbarazzo e dal suo atteggiamento sembrava tutt'altro che una ventiduenne. Piuttosto una bambina di nove anni colta con le mani nel barattolo della Nutella.
- Preferisci parlare in privato? - chiese Liam, vedendo che la sua ragazza non sembrava propensa a rispondere. - Andiamo.
La prese per mano ed entrambi si alzarono dalle loro sedie, dirigendosi verso le cucine del ristorante. Un cuoco di nome Fred, non troppo alto e neanche troppo magro, salutò Liam con una pacca sulla spalla e in men che non si dica la coppia si trovò sul retro del ristorante, assieme ai bidoni della spazzatura.
- So che non è il posto più romantico del mondo, ma penso anche io che questa sia una conversazione abbastanza privata e non mi sembra il caso che Macy, Louis o qualsiasi altro cliente del locale origli. Nemmeno tu, Fred! - urlò, avvicinandosi alla porta della cucina. Si sentì un gran trambusto causato probabilmente da pentole che cadevano e poi delle scuse farfugliate e dei passi allontanarsi.
Liam aspettò che la ragazza prendesse parola, ma non lo fece. Aveva uno sguardo colpevole, però non si decideva ad aprire bocca.
- Allora? Che problema c'è?
La riccia si toccò nervosamente i capelli. - Io... io non...
- "Tu non" cosa?
Lei sospirò e si sedette sul gradino della porta.
- Charlie - Lei alzò lo sguardo e vide che Liam si era accucciato di fronte a lei. - Sono preoccupato. Ho pensato a tutte le possibili opzioni per cui tu ti comporti in questo modo e alcune sono davvero tremende, quindi, ti prego, smettila di farmi stare così in angoscia e dimmi perché ogni volta che siamo sul punto di fare l'amore, tu ti tiri indietro.


Niall si voltò di spalle a Harry e Emma - che erano ancora avvinghiati uno all'altro - e si diresse verso la propria automobile. Stava pensando a quanto gli avrebbe fatto male vedere la sua amica in lacrime una volta giunta al capolinea di quella sorta di relazione che stava creando con Harry - e l'Irlandese era sicuro che non sarebbero passate più di due settimane - quando il biondo sentì proprio la dolce voce della ragazza chiamare il suo nome.
Imprecò a bassa voce prima di voltarsi e scorgere Emma avvicinarsi a lui camminando rapidamente. Dietro di lei il riccio aveva un'espressione non esattamente felice.
- Cosa ci fai qui? - tuonò la ragazza.
- Niente - mentì lui.
- E' venuto a controllarti - ghignò Harry, ricevendosi un'occhiata omicida da parte del biondo.
- Chiudi la bocca - disse Niall a denti stretti.
- Non puoi credere di potermi comandare, Niall - riprese la parola la ragazza.
- Io non voglio comandarti, voglio solo proteggerti.
- Proteggermi da cosa? E' la mia vita, Niall, e come hai detto tu io e te siamo solo amici, quindi di sicuro non hai voce in capitolo in questa situazione - sibilò lei, cercando di non far trasparire tutta la riluttanza che aveva provato pronunciando le parole "solo amici".
Non aveva voce in capitolo? Al diavolo il buon senso, non poteva permettere che Harry la usasse. Andava contro la sua volontà. - Io voglio proteggerti da lui! - esclamò indicando il riccio. - Come puoi volergli dare una possibilità? Sembra quasi che tu non sappia che il suo unico scopo è portarti a letto!
- Finiscila di dire cazzate - sputò Harry, cingendo i fianchi di Emma con un braccio. - Ti ho detto più volte che non ho quelle intenzioni, non con lei, e accusarmi in questo modo in sua presenza è davvero da bastardo - disse, voltandosi poi di spalle e portando con sé la bionda.
- Perché, vuoi dirmi che non vorresti scopartela?
Harry si fermò repentinamente e tornò a guardare il biondo. Gli si avvicinò fino ad arrivare esattamente di fronte a lui, mentre Emma rimase a qualche metro di distanza.
- Certo che voglio scoparmela, e ci riuscirò presto. Magari anche questa stessa sera - bisbigliò, in modo che la ragazza non potesse sentirli.
Harry non pensava sul serio quelle cose, o meglio, magari ci sperava, ma davvero portarsela a letto non era il suo unico pensiero. Quelle parole erano state pronunciate per il semplice gusto di provocare Niall, ed evidentemente ci era riuscito fin troppo bene.
Non fece neanche in tempo a rendersi conto che l'Irlandese aveva tirato indietro un braccio, che le nocche del biondo si scontrarono violentemente sulle labbra di Harry, provocandogli un dolore lancinante.
A causa dell'impatto il riccio fu costretto a voltare il viso destra e, dopo qualche secondo di sbigottimento, si rese conto che stava sanguinando.
- Brutta testa di cazzo, mi hai spaccato il labbro! - inveì fiondandosi poi sull'Irlandese e spingendolo contro una macchina.


Zayn si stava rivestendo, mentre Heather era ancora sdraiata sul letto e stava osservando dalla testa ai piedi il corpo perfetto del moro.
- Non vuoi uscire? - domandò il Pakistano, siccome la ragazza non sembrava dell'idea di alzarsi.
Infatti lei sorrise e scosse la testa. - Cosa vuoi fare? Un secondo round? - ghignò lui.
Heather assunse un'espressione maliziosa e fece cenno di sì.
Zayn si gettò nuovamente sul letto e riprese a baciare la ragazza fino a toglierle il respiro. Aveva notato che negli ultimi giorni sembrava essere diventata molto più esigente, trascorrevano assieme la maggior parte delle giornate e la metà le passavano a fare sesso. Non che a lui dispiacesse, ovvio, sebbene non riuscisse a togliersi Victoria dalla testa era pur sempre un ragazzo di venti anni e come tale aveva dei bisogni e dei desideri da soddisfare.
- Ora andiamo? - chiese dopo più o meno un'ora, mentre era a pancia un su sul letto e stava ancora cercando di riprendere fiato.
Heather si mise a cavalcioni su di lui e sfiorò il naso del ragazzo con il proprio. - Come vuoi - bisbigliò, iniziando poi a baciargli languidamente la mascella.
Lui la lasciò fare per un po', ma poi fu costretto a fermarla. - Se continui così saremo obbligati anche a fare un terzo round - ridacchiò.
In tutta risposta lei scese sul busto del ragazzo e prese a baciagli i pettorali.
- Come mai sei così allupata ultimamente? - rise Zayn, attirandola a sé e baciandola in modo tutt'altro che casto.
Lei si strinse nelle spalle e poi, dopo aver ricevuto una leggera sculacciata da parte del ragazzo, si alzò dal letto svogliatamente per raggiungere i propri vestiti e andare nel bagno della sua stanza. Quando fu pronta, Zayn si trovava già sulla soglia di casa.
- Ciao mamma, io esco! - esclamò la ragazza prima di chiudersi la porta alle spalle, ricevendo un semplice "ciao tesoro" come risposta.
Zayn la guardò con un'espressione scioccata. - Tua mamma era in casa? Ma avrà sentito tutto!
- Lo so. Ma se non fossi venuto qua non avremmo fatto niente, e non volevo rinunciare a questo - disse, toccandogli il pacco e guardandolo più che maliziosamente.
- Smettila di provocarmi, ho fame e se andiamo avanti di questo passo mangeremo domani mattina - la ammonì.
- Dai, facciamo una cosa veloce - cantilenò lei.
- No, Heather! - scoppiò a ridere il moro, mentre i due salivano in macchina.
- Okay - borbottò. - Solo perché sono affamata anche io.
Dopo neanche dieci minuti i due si trovavano seduti al tavolino di un ristorante kebab. Ordinarono panini e patatine e, fra una chiacchiera e l'altra, li divorarono in un baleno. Nonostante ciò si trattennero lì a lungo, parlando di qualsiasi cosa venisse loro in mente. Era questa una delle cose di Heather che più piacevano a Zayn: il fatto di poter intavolare qualsiasi tipo di argomento con lei. In sua compagnia si trovava davvero bene, non si annoiava mai e per giunta a letto non era niente male. Inoltre non poteva negare di essercisi affezionato almeno un po', ed era principalmente quello il motivo per cui, sebbene fosse sicuro di essere innamorato di Victoria, non riusciva a decidersi a lasciarla.
Quando Heather informò il ragazzo di dover andare in bagno, lui decise che mentre l'aspettava avrebbe seguito qualche fan su Twitter, siccome lo faceva davvero poco spesso.
Non fece nemmeno in tempo a sfilare il proprio cellulare dalla tasca, però, che una voce fin troppo familiare attirò la sua attenzione.
- Chi non muore si rivede - disse Victoria, in piedi di fronte al tavolo del ragazzo. Lui rimase a bocca aperta, senza riuscire a formulare una qualsiasi frase di senso compiuto. - Posso sedermi? - domandò lei, indicando la sedia che fino a qualche minuto prima era appartenuta a Heather.
Lui annuì, pensando a una scusa plausibile da poter dire alla sua morosa una volta tornata dal bagno, quando lo avrebbe trovato in compagnia di Victoria.
Poi realizzò che la ragazza di cui era innamorato - che non vedeva da quasi un mese ormai - in quel momento si trovava di fronte a lui, e smise di pensare a qualsiasi cosa non riguardasse lei.
La mora lo stava osservando attentamente da dietro gli occhiali da vista, probabilmente aspettando che dicesse qualcosa. Ma cosa avrebbe potuto dire? L'ultima volta che si erano visti lei gli aveva praticamente confessato di amarlo, e lui l'aveva cacciata via.
Zayn si schiarì la voce e le pose la prima domanda che gli passò per la testa. - Come mai qua?
Lei alzò le spalle. - Ci lavoro - disse, indicando il blocchetto per le ordinazioni appoggiato sul tavolo, di cui a Zayn non si era nemmeno accorto. - Assurdo, vero? Con tutti i lavori che ci sono al mondo, ne ho trovato proprio uno che mi ricorda te.
Il pakistano accennò un sorriso, ricordandosi di quella volta in cui le aveva fatto una serenata, portandole anche del cibo giapponese takeaway. E lei, tra una cosa e l'altra, l'aveva etichettato come kebbabaro. Ne era passato di tempo da quel giorno.
- E come se non bastasse, con tutti i ristoranti kebab che ci sono a Londra, tu vieni proprio in questo qua. - notò Victoria. - Hai per caso deciso di farmi da stalker, Malik? - rise poi, anche se Zayn riuscì a notare quel velo di tristezza nel suo tono di voce.
- No, no... - mugugnò lui, quasi in difficoltà, facendo poi piombare un silenzio imbarazzante.
- Ogni volta che i clienti ordinano un kebab senza cipolla mi viene in mente la frase che aveva detto quella ragazza a casa tua - disse lei di punto in bianco, evitando di proposito lo sguardo del ragazzo. - Quella che aveva detto che io volevo essere la cipolla del tuo kebab, o una cosa del genere - farfugliò, arrossendo leggermente.
Zayn capì che stava parlando di Macy, il giorno in cui si erano riuniti nell'appartamento suo e dei ragazzi per giocare a Twister.
- Capita davvero raramente che la gente non voglia la cipolla nel kebab, ma ogni volta che succede penso: "possibile che Malik sia proprio il kebab di uno dei pochissimi clienti che non vuole la cipolla?" - raccontò, alzando finalmente lo sguardo. - Oddio, ma cosa sto dicendo? - ridacchiò dopo, coprendosi il viso con una mano.
Lui sorrise e le sfiorò l'altra mano, quella appoggiata al tavolo. - Se può farti stare meglio, io il kebab l'ho preso con la cipolla.
Vicki sorrise tristemente e si alzò in modo goffo dalla sedia, facendo quasi rovesciare le due lattine di coca-cola.
- Mi piacerebbe avere con te una conversazione che non rasenti il ridicolo, Malik. Però ti guardo e l'unica cosa che riesco a vedere è tutto ciò che ho perso, quindi mi limito a dire cose assurde per smorzare l'atmosfera e cercare di non insultarmi da sola per essere stata così stupida. - Asciugò repentinamente una lacrima traditrice sfuggita al suo controllo e poi riprese a parlare. - Ad ogni modo sono davvero felice che tu abbia trovato una brava ragazza come lei - disse, alludendo ad Heather. - Certo, preferirei esserci io al suo posto, ma ormai ho perso tutte le occasioni. Lei è stata più intelligente di me, ha saputo apprezzati fin dal primo momento, cosa che io non sono riuscita a fare - sospirò. - E' davvero una ragazza fortunata - detto questo si voltò di spalle e camminò velocemente verso una porta sopra la quale c'era scritto "PERSONALE".
- Vicki, aspetta! - la chiamò Zayn, ma lei ormai era sparita, lasciando sul tavolino il blocchetto per prendere le ordinazioni e nel petto del Pakistano una voragine incolmabile.


Harry assestò un pugno nello stomaco a Niall, facendolo piegare in due dal dolore. In men che non si dica, però, il biondo afferrò l'altro per il colletto della camicia e gli tirò un'altro pugno, questa volta sull'occhio.
Emma, che fino a quel momento era rimasta ad osservare la scena paralizzata, si avvicinò ai due e spintonò l'Irlandese, sperando che quel gesto gli avrebbe fatto allentare la presa su Harry.
- Lascialo! - esclamò. - Niall, lascialo immediatamente!
Quell'attimo di distrazione costò caro al biondo, che ricevette un calcio negli stinchi da parte di Harry.
Emma approfittò di quella poca distanza che si era creata fra i due per mettersi in mezzo, sperando che non l'avrebbero coinvolta nella rissa. - Basta, smettetela! - gridò, allungando le braccia per cercare di tenerli lontani.
- Mi fai schifo - sputò l'Irlandese, rivolgendosi ovviamente all'altro.
- Niall, piantala! - abbaiò Emma. - Non è possibile che vi siate ridotti a prendervi a botte per... per cosa, poi? - domandò retoricamente. - Harry, sto uscendo con te, okay? Quindi finiscila di provocarlo! E tu - disse, puntando il dito contro il petto di Niall - devi capire che non puoi decidere per me. E tantomeno prendertela con Harry, perché sono stata io a lasciare che mi baciasse ieri sera, io ad aver accettato di dormire con lui e io ad aver acconsentito ad uscirci assieme oggi. Invece di arrabbiarti, non potresti semplicemente essere contento per me, come farebbe un amico normale? - lo implorò, quasi al limite dell'esasperazione. Poi si avvicinò a Harry premurosamente per controllare i danni che aveva riportato il suo viso.
Emma era di spalle a Niall, ma Harry lo vide. Vide l'Irlandese guardarli con l'odio e la rabbia che traboccavano dagli occhi, e poi scuotere la testa.
- No - si limitò a dire, facendo voltare la bionda nella sua direzione.
- "No" cosa? - chiese lei, visibilmente irritata all'idea che l'amico credesse ancora di poter avere voce in capitolo.
- No, non voglio fingere di essere felice per te. Perché so già come finirà, con te distrutta e io a cercare di tirarti su il morale, come se non ti avessi detto miliardi di volte che Harry, sebbene dica il contrario, si stuferà presto di te e non ci penserà due volte a rimpiazzarti.
Il riccio si sentì tradito. Con lei non aveva quelle intenzioni, perché nessuno, nemmeno i suoi migliori amici, sembrava volergli credere?
- Ma io non voglio arrivare a quel punto, okay? - continuò Niall. - A differenza sua, io tengo davvero a te e non ce la farei a vederti piangere per lui. Perciò, se ora vuoi uscire con Harry, fallo, ma non devi più cercarmi.
- Come? - domandò la bionda, sperando di aver inteso male le parole del suo migliore amico.
- Devi scegliere, Em. O lui, o me.
La ragazza si sentì sprofondare. Aveva inteso benissimo.
- Se vuoi che continuiamo ad essere amici, questa cazzata fra te e lui deve finire immediatamente. Se invece preferisci stare con lui, sei libera di farlo. Ma per me non esisti più.
Il cuore di Emma cominciò a scalpitare a raffica e la testa le si affollò di pensieri.
- Come puoi costringerla a fare una scelta? - sbraitò Harry, avvicinandosi alla bionda. - Non pensavo che fossi così miserabile, così... egoista. Fai passare me per quello cattivo, però non ci pensi due volte quando imponi a lei di dover rinunciare a una persona a cui tiene. Gli amici non fanno così. E se deve scegliere fra un amico come te, e me, credo che non ci debba neanche pensare molto.
- Non deve per forza rinunciare a te. Se scegliesse me, voi potreste rimanere amici, mica le vieterei di parlarti. Non voglio semplicemente che lei esca con te come potenziale fidanzata, e, caro Harry, mi pare anche normale un atteggiamento come il mio, dopo tutte le ragazze con cui hai trascorso una notte e delle quali non sapevi nemmeno il nome.
Il riccio questa volta si rivolse a Emma. Le prese il viso fra le mani e la guardò negli occhi neri come la pece. - Ti prego, credimi. E' vero, in passato ho avuto tante ragazze, ma con te è diverso. Io non ti sto chiedendo di scegliere, solo di darmi una possibilità.
Emma osservò a lungo lo sguardo apparentemente sincero di Harry, poi si voltò verso Niall. Guardò di nuovo Harry, poi Niall, e infine un'altra volta Harry.
Nella sua mente continuava a recitare la supplica quasi disperata del riccio e le parole del suo migliore amico, che l'aveva meschinamente posta davanti a un bivio.
- Un giorno mi ringrazierai, Em - disse infine il biondo.
Dopo qualche secondo, Emma finalmente aprì bocca. - Gli amici non fanno così - ripeté ad alta voce le parole di Harry, osservando lo sguardo duro di Niall, che si trovava a pochi metri da lei. Poi si voltò verso il riccio e, malgrado il labbro gonfio, lo baciò dolcemente, accarezzandogli i capelli morbidi e lasciandosi cingere i fianchi dal ragazzo che, felice che la bionda avesse scelto lui, le sussurrò un leggero "grazie" e poi riprese a baciarla.
Niall osservò la scena attentamente e in quel preciso momento si senti l'uomo più povero del mondo. Quella era una chiara dimostrazione del fatto che la sua Emma avesse preferito Harry a lui. E senza di lei, a Niall sembrava di non possedere più nulla.
Si incamminò con la testa bassa e la coda fra le gambe verso la propria macchina. Privo di forze aprì lo sportello, si sedette sul sedile del guidatore e fissò lo sguardo di fronte a sé, fermo, con le mani che stringevano il volante e una marea di insulti rivolti a sé stesso che gli frullavano per la mente.
Sapeva che c'era la possibilità che Emma avrebbe scelto Harry, ma pensava che se fosse accaduto lui si sarebbe sentito più libero, con un peso sullo stomaco in meno, insomma.
Invece tutto quello che provava era dolore. Fisico, emotivo, psicologico.
Sembrava assurdo ma il solo pensiero che non sarebbe più stato la causa del bellissimo sorriso della bionda, gli faceva del male. E la cosa più ridicola era che non si era nemmeno accorto che fosse così dipendente da lei, dalla sua risata, dalla sua voce, dal suo tocco.
Non poté fare a meno di pensare a come fosse la sua vita prima che Emma si trasferisse nel suo palazzo: vuota, noiosa, senza alcun tipo di pensieri eccetto il lavoro e i fan.
Quindi da quel momento sarebbe tornato a trascorrere la maggior parte dei suoi pomeriggi e delle sue serate a casa in solitudine? Senza che nessuno arrostisse con lui i marshmallow, gli mettesse la crema anti-brufoli o giocasse assieme a lui con la neve? Che lo facesse stare bene con ogni singolo gesto e che lo rendesse felice con ogni parola?
Niall si accorse che si era messo a piangere solo quando qualcuno bussò sul finestrino del passeggero, facendolo spaventare. Passò una mano sulle guance bagnate e poi si voltò verso la figura che si trovava dietro il finestrino appannato. Impiegò qualche secondo a mettere a fuoco la ragazza bionda che era lì in piedi affianco alla sua macchina, e appena si rese conto che si trattava di Emma, si allungò per aprire la portiera e farla entrare.
Lei non disse nulla, ma si sedette sul sedile affianco al suo e si sporse verso di lui, per poi stringerlo in un abbraccio che fu in grado di trasmettere molto più di quanto delle semplici parole avrebbero potuto fare.

Si tennero per mano lungo tutto il viaggio in macchina verso casa, e anche mentre entrarono nel palazzo, mentre salirono sull'ascensore e perfino quando Niall aprì la porta del suo appartamento, che scoprì essere ancora vuoto.
Il biondo non sapeva perché alla fine Emma avesse scelto lui, e non voleva nemmeno saperlo. Ciò che gli importava era che in quel momento lei era lì con lui. Che aveva preferito la sua amicizia a una relazione con Harry.
E non poteva sentirsi più lusingato.
- Sai, questa sera sei davvero bellissima - disse l'Irlandese, rompendo quel silenzio che non era stato interrotto fin dalla discussione con Harry. Non appena si rese conto delle parole che gli erano appena sfuggite, però, diventò rosso fino alla punta delle orecchie. - Voglio dire - continuò, senza darle il tempo di rispondere - ti eri messa tutta in tiro, mi dispiace averti rovinato la serata - mugugnò.
- Non preoccuparti, avrò altre occasioni per andare a ballare - sospirò. Continuava a chiedersi si avesse fatto la scelta giusta. Insomma, lei si fidava di Niall, e c'era un motivo se aveva deciso di credere a lui piuttosto che al riccio. Però non poteva negare che in quel brevissimo lasso di tempo in cui lei e Harry si erano frequentati, la bionda si era sentita davvero bene, e sul serio aveva sperato che potesse nascere qualcosa.
Ma ormai era tutto finito. Aveva rinunciato ad una potenziale relazione con uno dei ragazzi più belli che avesse mai conosciuto in vita sua, solo ed unicamente per Niall.
D'altra parte, in quel preciso momento, mentre Emma veniva tormentata dai suoi stessi pensieri, l'Irlandese stava ribollendo di rabbia al solo pensiero dei corpi della sua amica e Harry che si strusciavano l'un l'altro a ritmo di una di quelle canzoni da discoteca che non facevano altro che aumentare l'eccitazione nella pista da ballo. E all'idea che Emma avrebbe voluto andare in un locale del genere, anche se non con Harry, al biondo venne immediatamente l'istinto di stare tutte le sere in sua compagnia a studiare, piuttosto che farla uscire.
Né Harry né nessun altro avrebbe approfittato di lei.
- Puoi sempre ballare qui con me - propose l'Irlandese, incamminandosi verso una vecchia radio da collezione che era appoggiata su un mobile del salotto.
Dopo averla accesa, dovette girare più volte una piccola rotellina prima di riuscire a trovare una stazione che si sentisse in modo decente.
Niall iniziò a muoversi come un matto sulle note di "Candy Man" di Christina Aguilera, prendendo Emma per le mani e saltellando per tutta la stanza, facendola divertire probabilmente molto più di quanto avrebbe fatto al Mahiki con Harry.
I due ridevano come pazzi mentre il biondo faceva piroettare Emma su se stessa, improvvisando mosse di jive jazz che a dirla tutta non erano nemmeno niente male.
Quando il pezzo terminò, la ragazza si accasciò sul divano, sfinita, sotto gli occhi divertiti dell'amico. - Già stanca? - le domandò, mentre le prime note di un'altra canzone iniziarono a fuoriuscire dalle piccole casse. - Ma è "Sway" di Michael Bublè! - esclamò Niall, correndo verso la radio per alzare il volume. Subito dopo tornò da Emma che, con qualche lamentela dovuta ai piedi doloranti, si alzò svogliatamente dal divano e lasciò che Niall avvicinasse pericolosamente il proprio corpo al suo. Iniziarono a fare dei passi di tango che, eseguiti da un biondino abituato ai balli irlandesi e da una ragazza i cui piedi imploravano pietà, risultarono alquanto ridicoli. Senza contare le risate sguaiate che entrambi facevano di loro stessi.
La situazione degenerò quando Niall afferrò una rosa da un vaso posto al centro del tavolo del salotto e se la mise fra i denti, cercando di risultare sexy ma pungendosi invece con una delle spine, facendo piegare letteralmente Emma in due, che a furia di ridere ormai stentava a respirare.
Quando la canzone fu giunta al termine e i due ballerini si furono calmati, Niall si rese conto che probabilmente era il caso di andare a sciacquarsi e disinfettarsi il labbro ferito dalla rosa.
Una volta tornato dal bagno, trovò Emma - che finalmente si era liberata di quei tacchi assassini - smaneggiare con la radio, probabilmente alla ricerca di un'altra stazione che trasmettesse in modo accettabile.
Dopo svariati tentativi, ne trovò una che stava mandando in onda una canzone tutt'altro che vivace, sulla quale più che saltare e ridere avrebbero potuto ballare un lento.
Ed è proprio quello che fecero. Niall attirò a sé la bionda e le cinse la vita mentre l'autore cantava: "...in my dreams I kissed your lips a thousand times".
Emma cercò di ignorare le parole del cantante e si concentrò sullo sguardo di Niall piuttosto che sulle sue labbra. Cosa che in realtà non fu molto d'aiuto, perché mentre dalla radio fuoriuscivano le parole: "Hello? Is it me you're looking for?", gli occhi azzurri del biondo sembrarono dire la stessa cosa, ed Emma non poté fare altro che sentirsi tremendamente a disagio e deglutire vistosamente.
Al contrario, lui sembrava essere indifferente a quella vicinanza che stava facendo impazzire Emma, anzi, quando poi giunse una strofa che diceva: "You're all I ever wanted, my arms are open wide", il ragazzo allontanò le proprie mani dai fianchi della bionda solo per prendere le sue braccia e farle attorcigliare al proprio collo, in modo che i loro corpi fossero ancora più vicini rispetto a prima.
Ma fu nel momento in cui quell'uomo dalla voce profonda, autore di quella canzone che Emma era convinta sarebbe diventata una delle sue preferite, disse: "I want to tell you so much 'I love you'", che la bionda inciampò nei piedi del biondo, cadendogli addosso e facendolo capitombolare sul divano.
Si trovò esattamente sopra di lui, con i suoi occhi, il suo naso e soprattutto la sua bocca a pochi centimetri di distanza. E la cosa assurda è che proprio quando pensò che il suo cuore sarebbe scoppiato, quel cantante sconosciuto recitò le parole: "Sometimes I feel my heart will overflow".
Si alzò goffamente da sopra il ragazzo e raccolse le sue scarpe e la sua borsa.
- Forse è m-meglio che vada - balbettò, mentre "Tell me how to win your heart, for I haven't got a clue" continuava a cantare quell'uomo.
- Sicura?
- Sì, sono... sono davvero stanca - mentì.
Gli posò un leggero bacio sulla guancia e si incamminò verso la porta, ripromettendosi di non voltarsi. Perché sentiva all'altezza del cuore una sensazione strana, e una voce dentro di sé le disse che se in quel momento avrebbe di nuovo incrociato quegli occhi del colore del cielo, non sarebbe più riuscita ad andarsene.
Si chiuse le porte alle spalle nel momento in cui l'ultima strofa della canzone, "But let me start by saying 'I love you'", veniva cantata. E se qualche ora prima aveva dubitato che Niall fosse suo amico, a cause del bivio fra lui e Harry di fronte a cui l'aveva messa, in quel preciso istante si trovò di nuovo nella stessa situazione, sebbene le circostanze fossero diverse.
Non era sicura se Niall fosse un suo semplice amico. Oppure molto di più.




Never felt like this before,
are we friends or are we more?
As I’m walking towards the door
I’m not sure.
- change my mind





















????????????????????????
Sono mortificata.
Non scherzo, l'ultima volta che ho aggiornato è stato quasi un mese fa. E' che io avrei tanto voluto postare prima il capitolo 24, ma non avevo nemmeno il tempo di scriverlo. çç
Ad ogni modo ora sono qua, e spero davvero che l'attesa sia servita a qualcosa e che ciò che ho scritto sia di vostro gradimento. :)
Sono successe un po' di cose in questo capitolo: Liam ha messo Charlie alle strette, Zayn ha incontrato Vicki, e Niall... lui ha fatto una bastardata, imponendo a Emma di scegliere fra lui e Harry. Secondo voi cos'è che le ha fatto prendere questa decisione? E come reagirà Harry? Lotterà ancora per la biondina per cui ha perso la testa?
Come avete visto non ho inserito nulla sulla coppia Loucy, ma non temete, ci sarà una bella parte dedicata a loro due nel 25. ;)
Non so quando aggiornerò, bisogna vedere se i miei professori mi permettono di avere qualche ora di tempo per mettere giù il capitolo.
Vi ringrazio infinitamente TUTTI poiché leggete la mia umile storia, ma soprattutto le 27 persone che hanno recensito il 23. Non ero mai arrivata a una quota così alta! :')
Ci sentiamo presto, ricordate che vi amo alla follia!

Un bacio,
Teddy

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 - look amazing ***





- 25 -
look amazing



- Tu hai capito cosa è successo? - domandò Macy non appena Liam e Charlie si furono allontanati dal loro tavolo.
Louis alzò le spalle. - Charlie non gliela dà e Liam è convinto che abbia subito qualche violenza negli anni passati o qualcosa del genere... sai, lui è un po' paranoico - le spiegò, addentando il suo burrito e lasciando cadere metà del contenuto nel piatto.
Macy rimase leggermente sorpresa. - Be', considerando ciò che succede al giorno d'oggi, non sarebbe da escludere.
- Dubito. Comunque almeno lei non usa il ciclo come scusa - la schernì, ridendo sotto i baffi.
Lei immediatamente si fece seria. - Sono due situazioni completamente diverse.
Louis notò il repentino cambiamento d'umore della ragazza e lasciò perdere il cibo per un secondo.
- Guarda che se continui così fai diventare paranoico anche me - ammise, facendo una smorfia.
Si voltò completamente verso di lei e prese le piccole e bianche mani fra le sue.
- Che ne dici se riprendiamo il discorso di questa mattina? - propose il castano, alludendo al momento in cui stava per confessarle ciò che provava davvero per lei.
Macy aspettava di poter sentire le sue parole a riguardo da tutto il pomeriggio, così, un po' titubante ma tuttavia speranzosa, fece cenno di sì con la testa.
- Però poi tocca a te dirmi la verità - aggiunse il ragazzo, accarezzandole il dorso della mano con un pollice. Lei fece per ribattere, ma - L'hai promesso - la interruppe lui.
- Louis, io non credo che...
- Da quando io e i ragazzi abbiamo avuto tutto questo successo, io ho avuto solo una ragazza - la fermò di nuovo, introducendo un argomento di cui non aveva mai parlato con nessuno, se non con i suoi compagni di band. - Lo sapevi?
La rossa scosse la testa, confusa.
- Si chiamava Savannah - continuò lui, scrutando lo sguardo di Macy per assorbirne ogni singola reazione. - Ovviamente ci sono state altre ragazze dopo di lei, ma non sono mai riuscito ad affezionarmi a nessuna di loro - sospirò. - Di Savannah ero davvero cotto - ammise, e Macy provò una punta di gelosia nel sentire che a Louis riuscisse così facile confessare ciò che provava per la sua ex, ma non quello che provava per lei. - Ad ogni modo non è durata: giusto il tempo di fare mille progetti mai realizzati e lei era già sparita. Le avevo promesso che le avrei insegnato a suonare il pianoforte e lei aveva promesso a me che mi avrebbe spiegato i passi base del latino americano - raccontò, sorridendo in modo malinconico. - Sembravano cose divertenti, cose che fanno le coppiette, capisci?
Macy ascoltò assorta ogni parola, provando quasi compassione per lui.
- Ma ero cieco, non mi ero accorto che mi girava attorno solo per la popolarità - riprese a parlare il castano, lo sguardo ora duro. - Non le interessavo io, ma finire sulle riviste di gossip. In quel periodo eravamo dappertutto: foto di noi che ci tenevamo per mano, che ci baciavamo, che facevamo shopping, mangiavamo assieme... qualsiasi cosa. Poi ha voluto finire in bellezza, facendosi fotografare mentre usciva da casa mia subito dopo che avevamo fatto... - interruppe repentinamente il suo discorso, accigliandosi un poco e fissando lo sguardo sul pavimento. - Quella mattina, quando mi sono svegliato e non l'ho trovata affianco a me, non un biglietto, non un messaggio a spiegarmi perché mi avesse lasciato lì come un idiota, ho capito che fino ad allora avevo perso il mio tempo. Che mi ero illuso, avevo finto di non vedere come mi stesse sfruttando.
La rossa gli accarezzò dolcemente una guancia, facendogli alzare nuovamente il volto. Sentiva parecchi sguardi addosso, ma in quel momento le altre persone non avrebbero potuto interessarle meno.
- Non mi ha neanche più scritto per darmi spiegazioni. Aveva ottenuto ciò che voleva e dava per scontato che finalmente avessi aperto gli occhi. A me sarebbe piaciuto accorgermene prima di rimanere fottuto. - Fece un lungo respiro, poi scostò la mano della ragazza dal proprio viso e la strinse nuovamente fra le sue. - Ha pure concesso un'esclusiva qualche settimana dopo, sai? Per una qualche trasmissione televisiva, ora non ricordo nemmeno quale. So che si inventò un sacco di cazzate su ciò che era stata la nostra relazione e anche su come e perché avessimo chiuso. Tutto pur di finire sotto i riflettori - spiegò, sembrando quasi schifato dal comportamento della sua ex ragazza. - Io non smentii nemmeno ciò che aveva detto, se mi chiedevano di lei evitavo l'argomento facendo una battuta o cambiando discorso.
Rimase pensieroso per qualche secondo, poi si accorse dello sguardo triste della ragazza e le diede una spintarella. - Hey, cos'è quella faccia da funerale? C'è un motivo se ti ho raccontato tutto questo, e di sicuro non è suscitare la tua pena e rovinarti la serata, Macy del mio cuore - rise, avvicinando le proprie labbra alle nocche della ragazza per un dolcissimo baciamano. - E' per colpa sua che non sono più stato interessato ad iniziare nuove relazioni - continuò. - Ma poi sei arrivata tu, con i tuoi occhi verdi e la risata facile, e sei stata capace di farmi sentire così bene che mi sono reso conto di quanto fosse sbagliato non voler dare una chance a nessuna per paura che si sarebbe presa gioco di me come aveva fatto Savannah. E dopo le tue parole di ieri sera non potevo continuare ad ignorare che noi siamo più di "qualcosa". Più di quello che sono Harry e Emma, più di due semplici amici. Credo di poterti considerare ufficialmente la mia morosa e, se lo vuoi, non ho problemi a presentarti come tale al resto del mondo. Anche se il fatto che mangi biscotti per cani un po' mi imbarazza, ma penso che potrei passarci oltre...
Macy scoppiò a ridere e gli diede una pinta sulla spalla destra. - Sei proprio un cretino - disse, prima di prendere il viso del castano fra le mani e baciarlo teneramente.


Charlie era rimasta spiazzata da quella domanda così diretta. Lei era ancora seduta sul gradino del retro di quel ristorante, Liam accovacciato di fronte a lei, e le parole del ragazzo rimbombavano nella testa della riccia come il suono dei piatti di una batteria.
Perché, ogni volta che erano sul punto di fare l'amore, lei si tirava indietro?
- Charlie - la chiamò di nuovo il castano. Le strinse una mano come per spronarla a parlare, per convincerla che si sarebbe potuta fidare di lui.
La ragazza fece per alzare lo sguardo, e i suoi occhi caddero su qualcosa che pendeva dal collo del suo ragazzo. Un ciondolo in oro bianco, a forma di C.
Allungò la mano per sfiorarlo, facendolo oscillare leggermente. Pensò a tutte le promesse che quel piccolo oggetto racchiudeva.
Fu allora che decise di aprire bocca.
- Io e te siamo legati da qualcosa di forte, Liam - cominciò, puntando lo sguardo nel suo, la voce che tremava leggermente. - Lo siamo sempre stati. E da quando stiamo assieme, questa cosa non è cambiata.
Il castano la stava osservando attentamente, impegnato ad assimilare ogni parola per poi giungere alla risposta alla domanda che lo tormentava da settimane.
- Non è cambiata in peggio - continuò Charlie - e non è cambiata in meglio.
Il ragazzo corrugò leggermente la fronte, improvvisamente confuso. - Cosa vuoi...
- Se ti ho detto che ti amo è perché era ciò che pensavo, non potrei mai mentirti - lo interruppe, scuotendo la testa quasi impercettibilmente, abbassando poi lo sguardo. Si sentì una codarda, non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi. - Te l'ho detto perché anche io, come te, credevo di amarti già da tempo, ed è per questo che ero convinta fosse normale che il nostro rapporto, in fin dei conti, non avesse subito nessun cambiamento. Perché in definitiva è così, no? - domandò retoricamente. - Facciamo esattamente ciò che facevamo prima, con l'unica eccezione per i momenti... intimi. Che però non superano mai un certo confine perché io - prese un lungo respiro, poi chiuse gli occhi - io non mi sento pronta ad andare oltre - ammise, il tono di voce che sembrava mortificato. - Ti ho sempre visto come il mio migliore amico, e non credevo che questa cosa avrebbe condizionato il nostro rapporto, ora che stiamo assieme. E invece io non ho... non... voglio - sembrò pronunciare quell'ultima parola con estrema fatica - fare l'amore con te. E l'unica risposta a tutto ciò è che forse...
In men che non si dica la preoccupazione che attanagliava Liam si tramutò in paura. Se prima era curioso di sapere, in quel momento avrebbe preferito trovarsi dall'altra parte del mondo, piuttosto che sentire ciò che era convinto la sua ragazza stesse per dirgli.
- ...forse non ti amo davvero - concluse infatti lei, con una voce talmente flebile che sembrava impossibile avesse appena detto qualcosa che alle orecchie di Liam suonava così orribile.
Tutto ciò che il ragazzo riusciva a provare era sconforto. Fra le ipotesi più disparate che aveva ideato, l'unica che non gli era neanche passata per l'anticamera del cervello era il fatto che la sua Charlie non lo amasse.
E in quel momento le spiegazioni della riccia gli sembravano talmente assurde da credere che in realtà fossero scuse e la verità fosse tutt'altra. Possibile che fosse quello il motivo per cui la sua ragazza, nonché migliore amica da quasi dieci anni, fosse così restia nei suoi confronti ogni qual volta un semplice bacio si trasformava in qualcosa di più passionale?
Lei non lo amava?
Piano piano la rabbia prese il posto dello sconforto. Liam si sentì preso in giro, tradito dalla persona in cui aveva riposto tutta la sua fiducia, fregato dal sentimento più potente che avesse mai provato.
Davvero Charlotte non era innamorata di lui?
E non avrebbe potuto dirglielo prima? Prima che Liam annunciasse la loro relazione in diretta televisiva? Prima che le regalasse il ciondolo con la "L", iniziale del suo nome, promettendole che l'avrebbe sempre protetta e non avrebbe mai smesso di prendersi cura di lei? Oppure ancora prima di trascorrere una giornata in compagnia di lei e dei suoi alunni? Di renderla partecipe a tutte le serate passate con i suoi migliori amici, come quella in cui giocarono a Twister o videro la partita dell'Italia contro l'Irlanda... Perché non si era morsa la lingua, invece di sussurrargli "ti amo" all'orecchio la prima volta che avevano condiviso il suo letto? Oppure quando gli aveva confidato che era innamorata di lui fin dal liceo.
Liam si alzò lentamente, tutte le emozioni a mescolarsi come in un uragano che era arrivato e aveva spazzato via ogni sua certezza.
Paura, sconforto, rabbia, ed ora anche confusione.
Perché tutte quelle menzogne?
Perché mentire? Perché inscenare tutto quel teatrino con il suo amico gay, se alla fine la riccia non teneva a lui come aveva sostenuto?
Un piccolo presentimento gli si insinuò nella testa. Quel Tyler. A questo punto stentava anche a credere che lui fosse davvero omosessuale.
E se in realtà fosse stato proprio lui la vera ragione di ciò che Charlie gli aveva appena detto?
Con l'espressione corrucciata, prova della miriade di pensieri che stavano attraversando la sua mente in quel momento, Liam si diresse a passo deciso verso la porta del retro del ristorante, senza nemmeno degnare la sua ragazza di uno sguardo.
- Aspetta! - esclamò lei, alzandosi di scatto e facendolo arrestare. - D-dove stai andando? - domandò ingenuamente, come se non avesse capito il peso delle parole appena pronunciate, come se non avesse ferito Liam più di quanto avrebbe potuto fare una pistola. Il ragazzo continuò a darle le spalle, senza voltarsi.
Fece il possibile per mantenere la calma, per non farle capire quanto in realtà fosse in collera, per non perdere il controllo e magari spaventarla.
Però si sentiva come se Charlotte si fosse divertita alle sue spalle per tutto quel tempo, approfittando della sua bontà e del suo amore.
Ed è questo che lo fece incazzare più di tutto.
- Lontano da te - ringhiò, entrando nel locale e sbattendosi la porta alle spalle.


- Come sarebbe a dire "è finita"? - domandò Zayn esterrefatto, sicuro che Heather lo stesse prendendo in giro.
La ragazza lo guardò a metà fra il divertito e lo stupito. - Dai, su, ora non fare finta che ti importi di me. Abbiamo iniziato ad uscire assieme perché entrambi cercavamo un passatempo, e come tutti i passatempi, dopo un po' stufano.
- Ma io...
- Zayn, non renderla più tragica di quanto non sia! Possiamo rimanere amici, okay? Sei simpatico e di compagnia, non hai nulla che non va. Però io sono stanca di questa relazione che non va da nessuna parte, stanca di tutto ciò che stare con Zayn Malik degli One Direction implica e soprattutto stanca di tutto questo sesso.
- Non mi sembra tu ti sia mai lamenta, anzi - rispose lui, scettico.
- Sì, all'inizio era divertente, ma come ti ho detto mi sono stufata. Non capisco perché reagisci così, ti sei per caso affezionato a me? - lo schernì la mora.
- No... - mentì.
- Bene, allora non vedo quale sia il problema. E' stato bello finché è durato - disse, baciandolo sulla guancia e dirigendosi verso la propria casa. - Comunque se hai bisogno di qualcosa hai il mio numero!
Il Pakistano annuì, del tutto frastornato, mentre Heather spariva dietro la porta di casa sua.
Dopo l'inaspettato incontro con Victoria, Zayn aveva aspettato ancora qualche minuto prima che Heather uscisse dal bagno della kebabberia e poi, come se nulla fosse successo, i due avevano pagato ed erano usciti dal locale.
Avevano chiacchierato tranquillamente per tutto il tragitto verso casa, sebbene il moro avesse avuto tutto il tempo per la mente le parole di Vicki e l'idea di dover lasciare Heather si facesse ogni secondo che passava più concreta.
Poi, arrivati sotto casa della ragazza, era successa l'ultima cosa che lui si sarebbe aspettato: era stata lei a lasciare lui.
Doveva ammettere di esserci rimasto un tantino male. Tralasciando il fatto che ormai tenesse almeno un po' a Heather e vederla mandare all'aria tutto con così tanta leggerezza gli fosse dispiaciuto, era pur sempre Zayn Malik ed era davvero raro che fosse una ragazza a porre la parola "fine" su una relazione, qualunque tipo di rapporto fosse.
Ad ogni modo, era ovvio che la rottura con Heather fosse in realtà un peso in meno. Dopo il recente incontro con l'unica ragazza di cui era veramente innamorato, tutto ciò che desiderava fare era andare da lei e riprendersela. E adesso che Heather non era più un problema, doveva semplicemente trovare il modo migliore per farlo.


- Ora però tocca a te dirmi perché ultimamente sei sempre così lunatica, Mercy - sorrise Louis, dandogli un leggero pizzicotto sul naso.
- Uno dei motivi è appunto questa merda di soprannome che continui a usare, sebbene ti abbia detto mille volte che mi fa schifo - si imbronciò lei, incrociando le braccia.
- Ma perché? - ridacchiò lui, sempre più incuriosito.
Macy sbuffò, esasperata dall'insistenza del castano. Poi però pensò alla storia di Savannah e a quanto probabilmente gli fosse costato raccontargliela, così decise di parlare.
- Ricordi quando mi hai chiesto qual era il mio più grande segreto, ed io non ho voluto rispondere?
Louis annuì, ricordando la giornata in cui erano rimasti chiusi nel negozio di animali a causa della neve.
- Ecco, si tratta appunto del mio nome.
Il ragazzo inarcò un sopracciglio. - Macy? - domandò, ma la ragazza scosse la testa.
- Macy non è il mio vero nome, ma mi sono sempre presentata così, a chiunque, perché odio il mio nome anagrafico. L'unica ad ostinarsi a usarlo ancora è mia madre, anche perché è stata lei a volermi chiamare così.
- Intendi Mercy? Ma non è così male! Ricorda "merci", "grazie" in frances...
- Mercedes - prese parola la rossa, con le gote divenuto del colore dei suoi capelli. - Mercedes è il nome scritto sul mio certificato di nascita. Mercedes, come l'automobile. Ho il nome di un'automobile - confessò finalmente lei, sopraffatta dalla vergogna.
Tuttavia era già pronta scoccargli un'occhiata omicida non appena si fosse messo a ridere, ma con sua grande sorpresa non lo fece.
- Mercedes - ripeté semplicemente Louis, grattandosi il mento. - Mi piace. Il nome di una bella automobile per una bella ragazza. Niente di più azzeccato.
- Io lo trovo ridicolo - disse lei, facendo una smorfia. - E i tuoi commentini da pesce lesso non aiutano. Però ora che te l'ho detto mi sento meglio, almeno sai perché mi arrabbiavo quando mi chiamavi Mercy.
Il castano rise a fior di labbra, giocherellando con una ciocca di capelli della ragazza. - E l'altro motivo, quello vero, qual è?
Macy rimase in silenzio per qualche secondo, chiedendosi se fosse il caso di raccontargli tutto oppure no. Nel profondo avrebbe preferito non dovergliene mai parlare, non renderlo partecipe di ciò che le stava accadendo. Ma in fin dei conti lui c'era dentro quanto lei, e non poteva tenerlo all'oscuro per sempre. - Da quanto tempo non accedi a Twitter, Louis?
- Da un bel po', perché?
La ragazza fece per rispondere alla domanda, ma qualcosa attirò la sua attenzione.
- Hey, ma quello non è Liam? - domandò, e Louis si girò appena in tempo per vedere l'amico, con lo sguardo infuriato, attraversare a grosse falcate il ristorante e uscire dalla porta di ingresso senza nemmeno avvertirli.


Emma si chiuse la porta di casa sua alle spalle e poi ci si appoggiò sopra, rimanendo qualche minuto nella penombra della stanza, illuminata solamente dalla luce della luna che filtrava dalla finestra del salotto.
Riusciva ancora a percepire le mani di Niall strette ai suoi fianchi e il respiro dell'Irlandese a fondersi col suo, e senza ombra di dubbio era quello il motivo per cui il suo cuore sembrava impazzito a furia di battere come un tamburo.
Ormai non aveva più dubbi.
- Em? - sentì la voce assonnata della sua amica Camilla dall'altro capo del telefono, dopo che ebbe cercato il suo numero in rubrica e premuto il tasto verde. - Spero che il motivo della tua chiamata sia abbastanza interessante da non farmi rimpiangere di aver rinunciato al mio sonno, siccome stavo dormen...
- Ieri sera Harry è tornato a casa ubriaco e mi ha baciata davanti a tutti, anche davanti a Niall, che si è incazzato e l'ha spinto a terra, ma poi Louis e Macy li hanno separati e Harry si è messo a piangere perché, va be', lui era totalmente partito e credeva l'avessi spinto io siccome non avevo gradito il bacio, però gli ho detto che non era così e quindi l'ho accompagnato in camera sua per dargli una mano a mettersi a letto, ma è stato un errore madornale perché quel cretino mi ha chiesto di dormire assieme a lui e io, cretina il doppio, gli ho detto di sì e oh, mio Dio! Non so nemmeno perché l'ho fatto! Questa mattina poi mi sono svegliata affianco a lui ed era tutto così strano... Sono dovuta letteralmente scappare da casa dei ragazzi perché dicevano che se Niall avesse saputo che avevo dormito con Harry, si sarebbe incazzato ancora di più, e inizialmente io non capivo nemmeno perché... Questa sera invece Harry ha voluto portarmi al Mahiki e in sua compagnia mi sentivo così bene che credevo stesse iniziando a piacermi per davvero! Tutto stava andando per il meglio, ma poi, prima che entrassimo nel locale, è arrivato Niall e lui e Harry si sono messi a sbraitare e si sono presi a pugni finché li ho pregati di smettere, però a quel punto Niall mi ha detto che se avessi continuato a uscire con Harry io e lui non saremmo più stati amici e io cosa ho fatto? Ho scelto Niall! Perché, insomma, io di lui mi fido, e se ha rischiato di perdere la mia amicizia pur di proteggermi ci sarà un motivo, no? Comunque sono tornata a casa con lui e ci siamo messi a ballare, scherzare e ridere e, merda, Cami, avevi ragione tu, a me Niall piace ancora! - piagnucolò la bionda, buttandosi sul divano a faccia in giù e liberandosi degli scomodi tacchi che portava ancora ai piedi.
Fortunatamente Beth era uscita con delle amiche, perché se l'avesse vista in quello stato pietoso sicuramente avrebbe pensato che la bionda avesse qualche rotella fuori posto.
- Non so se essere stupita per il racconto in sé, oppure perché hai parlato per tipo un minuto senza prendere fiato una volta - ridacchiò l'altra.
- Ora mi dirai: "te l'avevo detto"? - borbottò Emma, mettendosi a sedere solo per togliersi il cappotto, con il telefono bloccato fra la spalla sinistra e l'orecchio.
- Mi sembri già abbastanza scossa, non voglio infierire - sbadigliò l'altra. - Però in effetti io te l'avevo detto - aggiunse infine, facendo alzare gli occhi al cielo alla bionda. - Va be', a questo punto non ti resta che dirglielo.
- Neanche per sogno!
- Ma come? Finalmente ti sei decisa ad ammettere che sei ancora cotta di lui, e non ti fai avanti? Mi spieghi che razza di problemi ti affliggono?
- Perché dovrei digli che mi piace? Per sentirmi dire: "mi dispiace, per me sei solo un'amica"?
- Ma chi ti dice che...
- Lui! Me l'ha detto proprio lui, personalmente, senza giri di parole! - esclamò, leggermente avvilita.
Sentì Camilla sbuffare dall'altra parte del ricevitore. - Evidentemente il leprecauno è idiota quanto te e non immagina neanche lontanamente che tu possa essere ancora interessata a lui. Ti rendi conto che tu hai tagliato tutti i ponti con Harry per Niall, e ora vuoi restare con le mani in mano? Certe volte mi sorprendi, davvero. Se fossi ottusa come te a quest'ora non starei assieme a Christian.
Ad Emma servì qualche secondo per immagazzinare l'informazione appena ricevuta.
- Un attimo... non staresti assieme a chi?!
Camilla scoppiò a ridere. - Hai capito bene. Ma ora stiamo parlando di te, non di me.
La bionda si alzò dal divano e si trascinò a passo pesante fino alla propria camera. - Tre mesi che non sono a Milano e guarda cosa succede... - sospirò. Doveva ammettere che un po' le mancava la sua solita vita. La sua famiglia, i suoi amici. Vivere a Londra era quasi come vivere in un altro mondo, perciò aveva i suoi pro e i suoi contro.
- Harry come l'ha presa? - cambiò discorso Camilla, distogliendo l'amica dai suoi pensieri nostalgici. Il suo sguardo corse al proprio letto, dove era appoggiata la maglietta che il riccio le aveva prestato la notte prima per dormire.
- Non lo so, non... non ha detto nulla. In realtà non gliene ho neanche dato il tempo, sono corsa subito da Niall - ammise colpevolmente. - Spero solo che non ci sia rimasto troppo male - le confidò, stringendo fra le mani il tessuto della maglietta del ragazzo.


- Quella puttana - sputò Harry, mentre, nei bagni del Mahiki, cercava con della carta di tamponare il sangue che fuoriusciva dal labbro. - Se le rivolgerò ancora la parola sarà solo per ricordarle quanto è troia - sbraitò, continuando il suo monologo allo specchio, che rifletteva un Harry con il labbro gonfio e un occhio viola.
- "Mi dispiace, Harry, non posso stare senza di lui" - scimmiottò la voce di Emma, facendo una smorfia. - Ma vaffanculo! - imprecò, lanciando la carta nel cestino della spazzatura.
Era furente. Aveva riposto tutte le sue speranze in quella ragazza che alla fine si era rivelata anche peggiore di tutte quelle con cui era uscito fino ad allora.
Aveva litigato con uno dei suoi migliori amici solo per lei e in definitiva cosa gli era rimasto? Nulla, oltre al volto distrutto e l'orgoglio nella stessa situazione.
Al diavolo le relazioni serie, avrebbe continuato a portarsi a letto delle sconosciute per poi non rivederle più nella sua vita. In quel modo lui non poteva avere aspettative che superassero una bella scopata, e quindi non sarebbe rimasto deluso. Semplice, no?
Uscì dal bagno con l'obbiettivo di trovarsi una o magari anche due ragazze da portarsi in una stanza d'hotel, come aveva già fatto talmente tante volte in passato da aver perso il conto.
Si avvicinò al bar, dove ordinò una birra e si sedette, in attesa che qualche bella mora attirasse la sua attenzione - ne aveva decisamente abbastanza delle bionde.
Il bicchiere era ormai mezzo vuoto quando i suoi occhi intercettarono un sorriso, sicuramente rivolto a lui.
La ragazza in questione si trovava in piedi a qualche metro di distanza dal riccio, in mano un bicchiere contenente un liquido azzurro che, comparato al blu brillante dei suoi occhi, sembrava la tonalità di azzurro più scadente che Harry avesse mai visto. Oltre allo sguardo magnetico, la fanciulla dai capelli scuri e leggermente ondulati godeva di un fisico mozzafiato, fasciato da dei jeans a dir poco attillati che accompagnavano dolcemente ogni sua curva e da un top vintage a fiori color rosa pastello, in tinta con i tacchi vertiginosi.
Le sorrise anche lui maliziosamente, prima di scolarsi in un solo sorso la birra rimasta ed appoggiare il bicchiere vuoto sul bancone.
Lei gli fece un cenno di saluto con la mano e lui si incamminò lentamente nella sua direzione, sempre mantenendo quel sorriso strafottente sul volto.
- Cosa ci fa una bella ragazza come te in un locale del genere, per di più tutta sola soletta? - le domandò, accarezzandole una spalla scoperta.
- Potrei farti la stessa domanda - sorrise lei, osservando le dita del ragazzo sfiorare la sua pelle nuda. - Ci siamo già visti da qualche parte? - domandò poi, tornando ad illuminarlo col suo sguardo del colore del mare. - Hai un viso familiare.
Harry soffocò una risata. - Forse mi hai visto sulla copertina di qualche CD o rivista. Sono Harry Styles degli One Direction, hai presente?
La mora alzò entrambe le sopracciglia, allargando il suo sorriso. - Oh, sì, ora ho capito chi sei! Io mi chiamo Bailey, ad ogni modo - cinguettò, porgendogli la mano.
Lui non la strinse, ma la afferrò, attorcigliando le sue dita con quelle della ragazza. - Bailey, sembri una tipa interessante - le soffiò all'orecchio, sebbene l'unica cosa a cui era interessato fosse il colore della sua biancheria. - Qua c'è troppo caos. Ti va di venire con me in un posto un po' più tranquillo?




The one that I came with,
she had to go,
but you look amazing
standing alone.
- c'mon, c'mon





















?
Non so con quale coraggio torno ad aggiornare dopo più di tre mesi.
Dire che ho avuto il blocco della scrittrice è dire poco, infatti vi chiedo scusa se il capitolo non è dei migliori che abbia mai scritto, ma sono un poco arrugginita.
Ad ogni modo spero vi sia piaciuto. :)
Manca poco a scoprire il VERO segreto di Macy, mentre quello di Charlie è stato svelato: che ne dite? Ve l'aspettavate?
Ma soprattutto vi aspettavate che Heather avrebbe lasciato Zayn? Si è dimostrata un po' una poco di buono... come d'altronde Bailey, la ragazza su cui Harry ha messo gli occhi al Mahiki! Il ragazzo non ha preso per niente bene la scelta di Emma (e in effetti ha le sue ragioni, è stata un po' stronza anche se non era nelle sue intenzioni).
Ma cosa ci può fare se, come ha detto al riccio, non può stare senza Niall? E' anche questo a farle capire che cosa prova realmente per l'Irlandese. Ma Niall ricambierà? Mmh.......
Vi ringrazio tantissimo perché seguite la mia storia e la recensite, preferite e mi fate sentire felice. Grazie!
Non so di preciso quando aggiornerò, ma state certi che non farò più passare così tanto tempo come l'ultima volta. E' una promessa! ❤️
Alla prossima!
Un bacio,
Teddy

ps: ho cambiato il titolo della fanfiction!
pps: ho cambiato anche l'immagine :) vi piace? (Vicki non è più la stessa eheh)

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