Shadows

di Silvie_Marie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


La sedicenne Aria White stava aspettando davanti alla discoteca con il suo migliore amico, Ian Smith. 
Era la discoteca più famosa di New Orleans. 
Quando entrarono, dopo aver fatto 
una lunga fila, Aria non si sentiva a suo agio.
 Sperava di divertirsi, era andata per quello. 
Ian, dopo un discorso sulla possibilità di prendere malattie 
da cui era ossessionato, la distrasse dai suoi pensieri.
«Allora, che ne pensi di questa discoteca?» chiese Ian continuando a muoversi 
sulla pista illuminata dalle luci blu e viola e con la musica che picchiava la canzone di Martin Garrix "Animals".
«Sì.. è carina!» rispose soltanto lei. 
«Come è solo carina?? E’ fenomenale!!» esclamò. 
«Ma se a te non è mai piaciuta!» brontolò Aria.
«Sì, è vero. Era solo per tirarti su un po’ il morale. 
Stai bene? Ti trovo un po’… triste!» chiese Ian volteggiando la camicia a righe gialle e nere di lino, mentre i suoi pantaloni erano neri come la notte. 
Indossava delle scarpe da ginnastica verdi e gialle firmate. 
«Sì, sto bene. Ho bisogno solo di un po’ d’aria!» rispose dirigendosi verso l’uscita. 
Dopo aver passato una folla accanita di ragazzi sulla pista da ballo ed intorno, riuscì a trovare l’uscita posteriore della discoteca.
L’aria era pulita, fresca e dolce.
Aria si appoggiò al muro freddo e bianco dell’esterno. 
Una brezza la colpì; prese la borsa e tirò fuori l’Iphone intenta a chiamare la sua amica Shey -che si era trasferita da poco a Milano-, quando le cadde il suo taccuino rosso per terra, vicino alla porta. 
Dovette raccoglierlo in fretta, per non essere investita dalle persone che uscivano dalla discoteca, intente ad ubriacarsi. Quando ebbe il taccuino nelle sue mani, continuò a camminare guardando le persone uscire dalla discoteca, quando si scontrò con una persona.
Si girò e trovò un ragazzo alto, con i capelli biondi e degli occhi verdi, che erano in contrasto con l’oscurità della notte.
«Scusa, è stata colpa mia!» esclamò Aria mortificata.
«Non fa niente. Comunque questo è tuo?» chiese il ragazzo, porgendole il taccuino.
«Sì, grazie mille! Io sono Aria!» rispose afferrando velocemente il taccuino e sistemandolo nella borsa nera di cuoio.
«Io mi chiamo Duke Trison!» esclamò con un sorriso.
Dopo si diresse verso l’entrata della discoteca. 
Aria lo restò a guardare finché non sparì dietro l'angolo, poi fu attratta da una luce nel parcheggio vicino alla discoteca.
Chissà, pensò Aria, cosa succede?
Dopo essere arrivata al parcheggio, restò esterrefatta. 
Ai suoi piedi c’era una ragazza stesa, priva di vita e con il sangue su tutta la faccia. Le scappò un grido e i ragazzi che stavano passeggiando per il viale, si precipitarono subito da lei.
Uno di loro, dopo aver visto il corpo esclamò 
«Ryan, chiama immediatamente la polizia!» poi si rivolse ad Aria e disse «Tesoro, tu vai a casa. A questo ci penserà la polizia!»
«Ma sono stata io a trovare il corpo.. la polizia mi farà delle domande… non posso andare a casa…» ansimò lei cercando l’Iphone nella borsa.
 
«E’ vero. Stai tranquilla si risolverà tutto, vedrai!» esclamò il ragazzo.
 
Quando ebbe il telefono tra le mani, chiamò Ian, che era nella discoteca. Ma dovette mandargli un messaggio, perché c’era la segreteria telefonica.
Dopo che la polizia ebbe prelevato il corpo e fatto centinaia di domande ad Aria, arrivò correndo Ian.
«Ho ricevuto il tuo messaggio. Scusa la discoteca non è fatta per le chiamate. Comunque che è successo?» 
«C’era una luce e ho voluto controllare. 
Quando sono venuta qui, ho visto una ragazza stesa per terra con tutto il sangue sulla faccia e la polizia mi ha detto che era Katy. 
La scientifica crede che l’arma del delitto sia stata un corpo appuntito. 
Però io ho visto che c’erano due fori vicino il collo e non ho mai visto un’arma così in vita mia!» sussurrò spaventata.
«Davvero? Non ci posso credere che Katy sia morta. 
Era una delle studentesse più brave del corso di chimica!» esclamò incredulo Ian.
«Già!» 
«Vuoi che ti accompagno a casa?» chiese lui.
«Sì, mi piacerebbe molto!» rispose Aria con un sorriso.
Mentre si dirigevano verso la macchina di Ian dall'altra parte del parcheggio, 
il ragazzo che aveva detto a Aria di andare a casa la fermò, interrompendo le domande del poliziotto.
«Comunque io mi chiamo Jason Parrish, se vuoi saperlo!» esclamò.
«Oh. Io sono Aria!» sussurrò.
Era troppo scioccata per rendersi conto a pieno della situazione. 
Saliti in macchina, Ian accese la Jeep. 
«Aria, cerca di dimenticare questa storia okay?» consigliò lui mentre guidava verso la casa di Aria.
«Sì, ma sarà molto difficile che andrò in un’altra discoteca!» ridacchiò, con un sorriso.
«Già, anche io!» 
La sedicenne Aria White stava aspettando davanti alla discoteca con il suo migliore amico, Ian Smith. 
Era la discoteca più famosa di New Orleans. 
Quando entrarono, dopo aver fatto 
una lunga fila, Aria non si sentiva a suo agio.
 Sperava di divertirsi, era andata per quello. 
Ian, dopo un discorso sulla possibilità di prendere malattie 
da cui era ossessionato, la distrasse dai suoi pensieri.
«Allora, che ne pensi di questa discoteca?» chiese Ian continuando a muoversi 
sulla pista illuminata dalle luci blu e viola e con la musica che picchiava la canzone di Martin Garrix "Animals".
«Sì.. è carina!» rispose soltanto lei. 
«Come è solo carina?? E’ fenomenale!!» esclamò. 
«Ma se a te non è mai piaciuta!» brontolò Aria.
«Sì, è vero. Era solo per tirarti su un po’ il morale. 
Stai bene? Ti trovo un po’… triste!» chiese Ian volteggiando la camicia a righe gialle e nere di lino, mentre i suoi pantaloni erano neri come la notte. 
Indossava delle scarpe da ginnastica verdi e gialle firmate. 
«Sì, sto bene. Ho bisogno solo di un po’ d’aria!» rispose dirigendosi verso l’uscita. 
Dopo aver passato una folla accanita di ragazzi sulla pista da ballo ed intorno, riuscì a trovare l’uscita posteriore della discoteca.
L’aria era pulita, fresca e dolce.
Aria si appoggiò al muro freddo e bianco dell’esterno. 
Una brezza la colpì; prese la borsa e tirò fuori l’Iphone intenta a chiamare la sua amica Shey -che si era trasferita da poco a Milano-, quando le cadde il suo taccuino rosso per terra, vicino alla porta. 
Dovette raccoglierlo in fretta, per non essere investita dalle persone che uscivano dalla discoteca, intente ad ubriacarsi. Quando ebbe il taccuino nelle sue mani, continuò a camminare guardando le persone uscire dalla discoteca, quando si scontrò con una persona.
Si girò e trovò un ragazzo alto, con i capelli biondi e degli occhi verdi, che erano in contrasto con l’oscurità della notte.
«Scusa, è stata colpa mia!» esclamò Aria mortificata.
«Non fa niente. Comunque questo è tuo?» chiese il ragazzo, porgendole il taccuino.
«Sì, grazie mille! Io sono Aria!» rispose afferrando velocemente il taccuino e sistemandolo nella borsa nera di cuoio.
«Io mi chiamo Duke Trison!» esclamò con un sorriso.
Dopo si diresse verso l’entrata della discoteca. 
Aria lo restò a guardare finché non sparì dietro l'angolo, poi fu attratta da una luce nel parcheggio vicino alla discoteca.
Chissà, pensò Aria, cosa succede?
Dopo essere arrivata al parcheggio, restò esterrefatta. 
Ai suoi piedi c’era una ragazza stesa, priva di vita e con il sangue su tutta la faccia. Le scappò un grido e i ragazzi che stavano passeggiando per il viale, si precipitarono subito da lei.
Uno di loro, dopo aver visto il corpo esclamò 
«Ryan, chiama immediatamente la polizia!» poi si rivolse ad Aria e disse «Tesoro, tu vai a casa. A questo ci penserà la polizia!»
«Ma sono stata io a trovare il corpo.. la polizia mi farà delle domande… non posso andare a casa…» ansimò lei cercando l’Iphone nella borsa.
 
«E’ vero. Stai tranquilla si risolverà tutto, vedrai!» esclamò il ragazzo.
 
Quando ebbe il telefono tra le mani, chiamò Ian, che era nella discoteca. Ma dovette mandargli un messaggio, perché c’era la segreteria telefonica.
Dopo che la polizia ebbe prelevato il corpo e fatto centinaia di domande ad Aria, arrivò correndo Ian.
«Ho ricevuto il tuo messaggio. Scusa la discoteca non è fatta per le chiamate. Comunque che è successo?» 
«C’era una luce e ho voluto controllare. 
Quando sono venuta qui, ho visto una ragazza stesa per terra con tutto il sangue sulla faccia e la polizia mi ha detto che era Katy. 
La scientifica crede che l’arma del delitto sia stata un corpo appuntito. 
Però io ho visto che c’erano due fori vicino il collo e non ho mai visto un’arma così in vita mia!» sussurrò spaventata.
«Davvero? Non ci posso credere che Katy sia morta. 
Era una delle studentesse più brave del corso di chimica!» esclamò incredulo Ian.
«Già!» 
«Vuoi che ti accompagno a casa?» chiese lui.
«Sì, mi piacerebbe molto!» rispose Aria con un sorriso.
Mentre si dirigevano verso la macchina di Ian dall'altra parte del parcheggio, 
il ragazzo che aveva detto a Aria di andare a casa la fermò, interrompendo le domande del poliziotto.
«Comunque io mi chiamo Jason Parrish, se vuoi saperlo!» esclamò.
«Oh. Io sono Aria!» sussurrò.
Era troppo scioccata per rendersi conto a pieno della situazione. 
Saliti in macchina, Ian accese la Jeep. 
«Aria, cerca di dimenticare questa storia okay?» consigliò lui mentre guidava verso la casa di Aria.
«Sì, ma sarà molto difficile che andrò in un’altra discoteca!» ridacchiò, con un sorriso.
«Già, anche io!» 

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Quando Aria aveva trovato il corpo privo di vita di Kety, aveva intravisto nascosto dietro uno dei cespugli di fronte al parcheggio, Duke, il ragazzo con chi si era scontrata fuori dalla discoteca.
Quella notte non riuscì a dormire. Continuava a pensare a quei piccoli fori che erano molto sospetti. Decise, allora, di dirigersi verso la cucina per prendere un gelato e schiarirsi le idee. Aprì il frigorifero , ma quando lo chiuse si trovò Duke davanti.
«Come hai fatto ad entrare in casa mia?» chiese Aria incredula, ma affascinata da quella bellezza misteriosa.
«Tu hai visto il corpo di Kety, sai cosa le è successo, veramente?»le  chiese a sua volta  spingendola contro il frigorifero.
«No! Cosa le è successo?» chiese Aria deglutendo di paura.
«È stata uccisa da un vampiro!» rispose Duke
«Veramente?! Mi stai prendendo in giro?! Ti sembro stupida per caso?!» chiese Aria confusa. Sapeva di non aver mai visto prima quei fori sulla pelle candida di Kety , quindi era l’unica riposta decente per spiegare quello che le era capitato. Per lei questa faccenda era troppo strana per essere reale, sperava con tutto il cuore che fosse soltanto un sogno.
«Esistono veramente, credimi. Io sono uno di loro!» esclamò lui facendole vedere le zanne bianco latte al posto dei normali canini. «E tu sei la chiave per spezzare la maledizione!» le sussurrò nell’ orecchio.
«Quale maledizione?» chiese sconvolta Aria, ma Duke era appena sparito nel nulla. Non fece in tempo a chiedersi come Duke riuscisse a essere così veloce  che sentì un baccano assordante, la sveglia. Erano le 7.
“Grandioso”, pensò Aria sarcastica, “Ora sono anche in ritardo a scuola!”
Quando fu a scuola e la lezione di matematica finí, si precipitò subito da Ian. Doveva diglielo. Anche se sapeva che nessuno poteva crederle perché era una storia troppo assurda anche per lei.
Dopo avergli raccontato tutto, Ian restò a bocca aperta per un paio di minuti poi si ricompose e disse:
«Aria, quindi tu mi stai dicendo che hai visto un vampiro nella tua cucina?»
«Oh sí. E non é tutto. Mi ha detto che sono la chiave per spezzare la maledizione!» rispose lei sconvolta.
«Ti ricordi chi era?» chiede Ian. Aria in quel momento vide Duke che usciva dall’aula di chimica e si dirigeva verso gli armadietti, con la coda dell’occhio vide che prendeva uno strano oggetto ma non ci fece molto caso perché era sorpresa di vederlo nella sua scuola. Ian notò la sua reazione e capì.     
«Tu mi stai dicendo che hai visto quel ragazzo, che è appena arrivato in questa scuola?!» esclamò estereffatto lui e poi aggiunse «Aria, se prevedi il futuro, dimmi che alla prossima ora non c'è biologia!» sospirò.
«Ci tocca, Ian!» ridacchiò lei, mentre andavano in classe. «Io ti raggiungo fra un attimo!» esclamò dirigendosi in bagno.
Doveva schiarirsi le idee. Dopo essersi bagnata la faccia, Aria
sussultò quando vide, nello specchio, il viso di Duke contratto in una smorfia, dietro di lei.
« Mi hai spaventato!» gridò  lei appoggiando l’ascugamano sul lavandino di marmo bianco.
«Non era mia intenzione!» disse lui colpendola alla testa con un attrezzo di metallo.
Quando Aria si svegliò, si trovò in una cripta, adagiata su una lastra di marmo molto antica, aveva un forte mal di testa e non riusciva a pensare lucidamente. Riuscì nonostante il buio a vedere il soffitto dipinto con strani esseri che combattevano fra di loro grazie alla fioca luce che entrava da alcune crepe nel soffitto.
Poi sentí dei passi. Aria era tesa ma riuscì a controllare l’ansia , finchè non vide nella penombra Duke. Mentre lui si avvicinava aveva sempre più paura anche se non capiva il perché.
«Cosa stai facendo?» chiese con un filo di voce «perché mi hai portata in questo luogo?»  
«Vedo che qui qualcuno non ha fatto i compiti!» rispose  Duke con una risata simile al sibilo di un serpente.
«Sai che se ti uccido, tutta la stirpe dei vampiri cesserrà di esistere?! Ed è quello che farò!» esclamò lui.
Mentre si avvicinava Aria notò che teneva un coltello nella mano, si guardò intorno alla ricerca di una via di uscita o di un oggetto da usare per difendersi ma non vide niente. Stava per perdere ogni speranza quando improvvisamente si udirono dei rumori nel sotterraneo e uno sparo. Vide il viso stupito di Duke poco prima di cadere sul pavimento polveroso della cripta. Osservandolo bene notò che era diverso, aveva una mascella più pronunciata e un fisico più muscoloso e strani occhi gialli rispetto a Duke, ma non ne era sicura poiché c’era poca luce e non si riuscivano a distinguere bene i particolari.
Aria sentì dei passi avvicinarsi quindi con una velocità, che non pensava di avere, prese il coltello che era caduto e si nascose nell’ombra pronta a difendersi.
Improvvisamente sapeva cosa fare, aspettò e quando lo sconosciuto le fu vicino con un rapido movimento del braccio era pronta a colpire il cuore con la sua arma. Una voce nella sua testa la fermò poco prima di portare a termine il suo piano.
Si rese conto che quello sconosciuto era Jason, il ragazzo del parcheggio.
Lo mollò subito e  poi chiese:
«Chi era quello?»

«Non è chi era , ma che cosa era: un licantropo!» rispose lui. 

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


«Ma io ero certa che Duke fosse un vampiro, non un lincantropo!» esclamò Aria, uscendo dalla cripta, sorretta da Jason perché il mal di testa era aumentato.
«Quello non era il vero Duke. Come hai detto tu, Duke è un vampiro. I licantropi  possono mutare in altre forme – uomini o animali – solo per una volta. Così noi cacciatori –hunters- possiamo sfruttare la debolezza  dovuta alla  trasformazione per colpirli di sorpresa.Vogliono l’estinzione della razza vampirica e di quella umana!» spiegò lui appoggiando Aria su un grosso masso che si trovava fuori dalla cripta, mentre lei lo guardava confusa pensando a vampiri, licantropi e ora anche cacciatori. Le sembrava di essere in un brutto film horror degli anni ottanta.
«Ma … non capisco io sono solo una semplice ragazza …»
«Tu sei la chiave che rende forti i vampiri  . Quindi tutti coloro che vogliono i vampiri morti, cercheranno di ucciderti!» rispose.
«Perché proprio io?» chiese scossa lei, massaggiandosi nervosamente le tempie.
«Una leggenda narra che fu creata una “chiave umana “, precisamente una tua antenata, in grado di tenere sotto controllo i vampiri e i licantropi . Ma quando  si uccise, ruppe il “sigillo” e tutto il suo potere fu assorbito dai vampiri che divennero più forti e legati alla tua stirpe perchè loro vivranno solo se la “ chiave “ continuerà a vivere, così la tua dinastia ha continuato a nascondersi per secoli da chi voleva eliminare i vampiri. Addestrarono degli umani con particolari capacità , i cacciatori, per potersi difendere. Così tua nonna mi ha affidato il compito di starti vicino per tenerti al sicuro.» rispose lui con un sorriso.
«Come… mia nonna lo sapeva? Perché per tutto questo tempo non me ne ha mai parlato?» chiese Aria sbalordita guardando la terra umida, illuminata dalla luce fioca del sole del tardo pomeriggio.
«Penso che se te l’ha nascosto è stato soltanto per proteggerti!» ipotizzò lui guadandola.
«Grazie mille per avermi salvato. Quando potrò tornare alla mia vita?» chiese Aria togliendosi con la mano  una ciocca di capelli dal viso.
« Ora dovresti riposare per qualche giorno e assimilare tutte queste informazioni.  Anche io ho fatto molta fatica a crederci,  quando mi hanno rivelato la verità. Stai tranquilla, comunque. Sarò sempre con te, anche se non mi vedrai!» rispose Jason piegandosi e afferrando le mani tremolanti di Aria. Poi la guardò negli occhi. Era terrorizzata.
 «Ora ti porto all’ospedale! Il tuo mal di testa non mi piace per niente.» esclamò prendendola in braccio «Mi raccomando, per la tua sicurezza, nessuno deve sapere la verità!» disse Jason mentre  la mise nella Jeep. Aria fece un cenno. Poi si addormentò.
 
Quando Aria si svegliò era pomeriggio. Quando cercò di alzarsi, una mano la fermò. Era Ian.
«Aria è meglio che resti sdraiata ancora per un po’!» esclamò sistemandole il cuscino sotto la nuca.
«Che giorno è?» chiese confusa lei, guardandosi intorno, era in un’ anonima stanza d’ospedale.
«Hai dormito per due giorni!» rispose. «Guarda chi ti è venuto a trovare!» aggiunse indicando una persona dietro la tendina di cotone bianco.
«E c’era anche un certo Jason che mi ha detto che ti sta proteggendo. Mi vuoi dire che è successo?» aggiunse insospettito.
«Ian, credimi vorrei dirtelo, ma…. se lo facessi saresti in grave pericolo!» rispose seria.
«Sì e da che cosa? Dal nuovo compagno magari.. o da quel Jason. Aria ti hanno fatto il lavaggio del cervello!» esclamò innervosito.
«Ian, no. Sono solo amici!» disse sospirando lei.
«Amici?? Ma se li hai appena conosciuti!» ringhiò di rabbia lui, alzandosi dalla sedia vicino al letto, facendola cadere.
«Ian.. per favore non andare.. non volevo dire quello…» si scusò Aria, ma ormai era troppo tardi. Ian se ne era andato dalla camera dell’ospedale, sbattendo la porta.
Bene, pensò Aria, e ora come faccio a farmi perdonare?
Ian  era una persona che non perdonava molto facilmente.
Una volta, in prima superiore avevano litigato per una parte in uno spot pubblicitario per la scuola.
Lei aveva esagerato e lui non solo non aveva accettato le sue scuse per mesi ma aveva finto che lei non esistesse, facendola soffrire ancora di più. Sapeva che ora lo aveva offeso seriamente e aveva ragione,  lo conosceva da anni mentre loro solo da qualche giorno, eppure le sembrava che fossero secoli. Improvvisamente la persona dietro il telo si fece riconoscere e con sua sorpresa vide Duke.
«Che ci fai qui ?» chiese sospirando.

«Volevo assicurarmi che stessi bene.» rispose.

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


«Bene, stai tranquillo, sto bene! Il mal di testa è diminuito e posso ragionare lucidamente nonostante tutte le medicine che mi danno in questo orribile posto» confermò Aria confusa e arrabbiata con se stessa per aver lasciato andar via cosí Ian, senza spiegazioni. «Ah. Intanto che ci sei spiegami perchè ti ho sognato….. era un sogno vero?.... non è che tu sei veramente venuto a casa mia?.... no è impossibile non ti ho invitato a entrare…. Cioè funziona così…. Vero?!» disse tutto d’ un fiato
guardandolo.
«Sì era un sogno. Non me lo so spiegare neanche io… forse i tuoi poteri cominciano a mostrarsi o…i vampiri non hanno bisogno di un invito per entrare in casa delle loro vittime. Ma il punto è che qualcuno in città vuole morti i vampiri e per farlo deve ucciderti... e io non posso permetterlo.» disse Duke in tono preoccupato.
«Ma lo fai per salvare  i vampiri o perchè ti importa di me?» chiese scontrosa Aria perché la spiegazione di Duke non le era piaciuta per niente. Ho dei poteri? Beh derivo da una stirpe di streghe non sarebbe del tutto strano, no? Ma che dico le streghe non esistono ….o no? E poi i vampiri non hanno bisogno di invito? AIUTO non ci sto capendo più niente!!!!!
«Tutte due. Tu mi ricordi una mia cara amica... un po' più carina e moderna!» rispose sorridendo Duke.
«Comunque sai  chi mi vuole uccidere ?» chiese Aria, sistemandosi il cuscino e sedendosi.
«Tutto quello che so è che è un vampiro che fa parte di una dinastia molto antica  conosciuta come i Vampiri Leggendari!» rispose Duke.
«Quindi io sono la chiave e una strega, sono stata rapita da un lupo mannaro con le tue sembianze che coopera con dei vampiri Leggendari... sempre più complicato…» sospirò Aria massaggiandosi sempre più forte le tempie, il fastidioso mal di testa le era tornato.
Duke si accorse del movimento e capì che era ora di lasciarla, per farla riposare «Rilassati rimarrà qui il cacciatore a proteggerti. Io devo fare qualche ricerca!» le sussurrò Duke.
«E dove vuoi che vada?» esclamò  Aria ma Duke era sparito dalla stanza.
Quando Duke arrivò all'entrata della biblioteca pubblica di New Orleans ,la Grove Library, appena toccò la maniglia dello splendido portone tutto intarsiato con scene mitologiche, un ragazzo gli toccó la spalla. Quando si giró, con grande sorpresa, si ritrovó davanti un viso familiare che sperava di non vedere più.
«Salve Duke!» esclamò in tono cordiale il ragazzo.
«Steve!» disse Duke sorpreso di trovarsi davanti il suo caro amico nemico contro cui aveva lottato e con cui aveva difeso più volte la stirpe delle streghe.
«Da quando tempo. Ti ricordi i nostri giorni, da “cacciatori”? Quanti lupi e umani abbiamo ucciso sia per gioco che per salvare la pelle…o  forse è meglio dire i canini
chiese Steve guardandolo divertito .
«Sì, ma cerco di rimuoverli!» rispose Duke, cercando di liberarsi dalla presa di Steve ma inutilmente, è sempre stato più forte, duecento anni in più fanno la differenza!
«Perché?? Sono così belli!» esclamò Steve divertito dal tentativo. Poi guardando l'espressione confusa e preoccupata di Duke, chiese:
«Ah, la tua ragazza non sa niente. Com'è che si chiama? Aria?»
«Sí ma non è la mia ragazza. Perchè sei ritornato qui?» chiese Duke insospettito dal  suo ritorno  dopo cinquecento anni a New Orleans.
«Le città cambiano... ero curioso di vedere se riconoscevo la mia città … Le persone cambiano... e tu sei la dimostrazione.» rispose Steve con uno sguardo minaccioso e malizioso. Poi aggiunse «Ho sentito che qui c'è la figlia di uno dei più grandi vampiri della storia.... E’ per caso Aria?»
«NO … è un’ altra ragazza che sto cercando….. ma al momento ….» Rispose Duke non del tutto convinto. Steve, che lo conosceva molto bene, capì che mentiva.
«Allora non ti dispiacerà se ho mandato un mio complice a stendere il tuo cacciatore e a prendere un po’ del sangue di Aria. Giusto? Non ho ordinato di uccidere il tuo ridicolo cacciatore perché so che siete amici e non me lo perdoneresti mai. E’ meglio averti come amico che come nemico» disse divertito Steve.
Duke improvvisamente udì  le urla di Aria, con il suo udito amplificato, cercò di correre da lei ma Steve lo fermò con la sua stretta d’acciaio «No, no non andrai da lei. Tranquillo ho ordinato che deve rimanere integra e viva. Ma tu dimmi tutto quello che sai di lei , senza omettere nulla»

«Lei è la chiave della forza dei vampiri,  figlia del più potente dei Vampiri Leggendari, che tu conosci molto bene…. Tuo fratello Logan!» rispose sbuffando Duke.

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque ***


«Bene, bene. Da quanto tempo lo sai?» chiese Steve lasciando la presa dal braccio di Duke facendo una lieve smorfia.
«Da quando mi ha parlato del sogno che ha fatto su di me!» rispose sbuffando.
«Bene... Cosa cerchi nella biblioteca? Conosci già tutta la storia... te l'ho raccontata io stesso qualche secolo fa... » chiese scontroso lui incrociando le braccia al petto massiccio.
Steve era di corporatura normale ma ben proporzionato. Aveva i capelli biondi che gli scendevano dritti sul viso rotondo e pallido come ogni vampiro che si rispetti. I suoi occhi erano castano chiaro e quando aveva "fame" assumevano un colore molto particolare: blu come il mare cristallino.
Lui era molto affascinante per le donne della sua epoca ma falliva miseramente con quelle moderne molto più difficili da soggiogare. Infatti quando cercava di ipnotizzare qualche ragazza il più delle volte riceveva solo una borsata in testa.
«Stavo cercando la storia completa della famiglia di Aria. Secondo me c’è qualcosa che non sappiamo. La sua famiglia è molto potente. LEI è’ la chiave, ma non capisco come abbia fatto sua nonna ad uccidersi e perchè!» rispose pensieroso Duke.
«Umm… caro Duke bella domanda!» esclamò lui con una smorfia, la sua tipica smorfia che lo faceva assomigliare a una faina affamata. «Io cercherò di scoprire che vuole fare mio fratello e tu cerca di scoprire la verità sulla famiglia Duchens!» aggiunse, sparendo in una nuvola di polvere.
 
Il giorno dopo Aria, tornata a scuola, osservava gli studenti della Ground High. Tutto era normale. Vedeva, come sempre, ragazzi incamminarsi a passi incerti verso le ragazze che facevano finta di non vederli, qualcuno che suonava e cantava,e i soliti sportivi che prendevano in giro il secchione. Tutto normale ma... c'era qualcosa che non andava...
Ian non era arrabbiato con lei , questo era positivo, e il mal di testa era finalmente passato. Tutto procedeva come sempre. Peccato che Aria non riusciva a spiegarsi perché tutto intorno a lei sembrava andare un po' più veloce del solito.
Quando vide Duke, si insospettì e volle parlagli.
«Hai fatto qualcosa a Ian? E al ritmo delle cose?» chiese scontrosa.
«Beh magari ho fatto qualcosa per Ian… Ma per il ritmo accelerato io, credimi, non ho fatto niente, ma forse sei stata tu... » sussurrò con un colpo di tosse lui.
«Tipo che cosa? Ma che cosa posso aver fatto io?!» chiese confusa.
«Ho soggiogato Ian per convincerlo a perdonarti… Ti ho fatto passare il mal testa con un po’ del mio sangue! Ma per il tempo non lo so veramente...» rispose lui.
«Tu cosa?? Come hai potuto farlo… Ma i vampiri hanno anche questo potere?» chiese stranita lei.
«Sì, oltre ad essere incredibilmente forti, veloci e con un udito molto sviluppato!» rispose secco Duke.
«Comunque hai scoperto qualcosa su chi vuole uccidermi?» chiese sbuffando lei.
«Aria, appunto ti devo parlare di una cosa…» sussurrò Duke portandola in un luogo isolato: lo stanzino delle scope. Quando ebbe chiuso la porta, Aria gli chiese guardando con la testa inclinata verso destra. «Allora che c’è?»
«Ho saputo che due vampiri leggendari sono tornati in città… forse loro potrebbero aiutarci..» rispose Duke con un sorriso appena accennato.
«Perchè?» chiese lei confusa.
«Aria, Logan, il vampiro più forte ed leggendario della storia, è tuo padre biologico!» rispose lui.
«Cosa?? E’ impossibile!!.... Voi non potete avere figli, cioè siete praticamente morti o no??!!!!» esclamò lei sorpresa.
«Aria, i vampiri leggendari hanno anche una parte umana, oltre a essere terribilmente forti!» sussurrò Duke.
«Hai detto che assomiglio a una tua cara amica.. Parlami di lei!» esclamò lei sedendosi sulla polverosa sedia dello stanzino, vicino alle scope.
«Be’ la conoscevo fin da bambino, siamo cresciuti insieme e mi ha aiutato nei momenti più bui, nei primi anni della trasformazione. Tutto qua!» rispose Duke con un sorriso.
Scese il silenzio mentre Aria pensava a cosa dire, quando squillò il suo Iphone.
«Chi è?» chiese preoccupato Duke, mentre Aria cercava il telefono nella borsa nera. Quando lo ebbe in mano, guardato il numero, rispose «E’ soltanto Jason!»
«Aria, devi venire subito nella vecchia tenuta dei Dunec! Ora!» esclamò preoccupato Jason.
«Cosa c’è di così importante? Sono con Duke !» disse guardandolo girare per lo stanzino con passo spedito e nervoso. Aria intravide una piccola smorfia nella penombra.

«Aria, ho trovato una delle più grandi streghe della dinastia delle Abbott!» rispose lui.

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Capitolo 6
*** Capitolo sei ***


«Ok, arriviamo subito!» esclamò Aria, guardando Duke.
Quando raggiunsero la tenuta dei Dunec, Aria si chiese come Jason poteva aver catturato una delle più potenti streghe della dinastia degli Abbott.
La tenuta era vecchia,  lo si capiva dalle pareti consumate dal calcare bianco e le imposte scrostate e rotte dai rami degli alberi cresciuti liberamente senza il controllo degli uomini. Dentro le stanze erano piene di polvere e calcinacci, ogni tanto la luce entrava fioca da una crepa nella cupola piena di ragni. Con quella luce, l’atmosfera si faceva più terrificante di quanto lo era in realtà.
Quando raggiunsero Jason, che li aspettava seduto su un vecchio divano tutto strappato e impolverato, Aria chiese confusa «Ma come hai fatto a catturare una strega, così potente?»
«Io non ho fatto niente!» rispose Jason aprendo le braccia, una volta in piedi. «Lei è venuta da me!» aggiunse.
Dopo qualche minuto un’ombra nera comparve davanti a loro. Quando la figura entrò nel cono di luce, la riconobbero. Era la strega. «Ciao, Aria!» disse. «Io sono Lexi, la tua madre biologica!» aggiunse allargando le braccia.
«Quindi… se ho capito bene, sono la figlia di uno dei più potenti vampiri Leggendari e di una delle streghe più potenti degli Abbott?!» sospirò Aria seccata. «La mia vita non potrebbe andare meglio!» esclamò con un sorriso appena accennato.
«Conosci la leggenda della nostra stirpe?» chiese Lexi contenta di rivedere sua figlia.
«Sì, ma non capisco perché la prima chiave si sia uccisa…» rispose pensierosa Aria, guardando la luce che entrava dal soffitto e creava delle forme nere strane e spaventose.
«Allora, Aria, devi sapere che la tua antenata fu creata come sigillo per licantropi e vampiri. Durante una battaglia fu catturata da un ibrido, metà vampiro e metà licantropo. E non fu lei ad uccidersi, ma fu uccisa. Ora l’ibrido ti sta cercando, per fare lo stesso con te. Ecco perché avrai bisogno dei tuoi poteri!» spiegò lentamente e dolcemente Lexi.
«Che poteri?» chiese confusa Aria.
«I nostri poteri!» rispose con un sorriso Lexi.
Dopo qualche secondo, altre sagome uscirono dall’ombra della tenuta e Lexi ricominciò a parlare con le mani alzate e gridò « Ora la stirpe è al completo!»
«Bene, pure una rimpatriata familiare, wow!» esclamò Aria fingendo di essere entusiasta, anche se non lo era per niente.
Credere a queste cose, dopo aver vissuto una vita normale,  è pura follia. Pensò Aria mentre squadrava i nuovi arrivati.
«Siamo  dodici steghe e uno stregone. Con te saremo ancora più forti. Tu dovrai solo imparare i nostri trucchi!» spiegò con grande entusiasmo Lexi.
«Bene, quando incominciamo?» chiese sospirando Aria.
«Ora!» esclamò Lexi portandola nell’altro lato della stanza.
Jason e Duke si guardarono confusi e poi si sedettero sul divano ad aspettarla.
«Aria, prima di tutto devi conoscere i piccoli trucchi!» esclamò il ragazzo che Lexi aveva nominato come suo maestro.
Grandiosa idea!, pensò Aria, Ora devo pure provare con un ragazzo che non ho mai visto! La mia vita è un completo disastro!
«Ok. Posso almeno sapere il tuo nome?» chiese Aria.
«Certo, io sono Nick!» rispose con un sorriso.
«Grazie, allora che devo fare?» chiese impaziente Aria.
«La prima lezione sarà creare  fuoco con l’acqua!» rispose entusiasta Nick.
«Mi stai prendendo in giro?? E’ impossibile!» esclamò confusa Aria.
«Aspetta! Guarda!» sospirò Nick, tendendo una mano su un bicchiere pieno d’acqua appoggiato sul tavolo di legno. Dopo un po’dall’acqua cominciarono a svilupparsi lingue di fuoco . Aria rimase a bocca aperta.
«Tu devi pensare che l’acqua sia benzina e quando qualcuno butta un fiammifero…. la benzina si incendia. Questo trucchetto è utile quando devi uccidere un vampiro, ma solo se ti trovi vicino all’acqua!» spiegò Nick. «Allora, prima di tutto libera la mente!» esclamò prendendo la mano di Aria.
«Come faccio?» chiese confusa Aria.
« Senti la mia energia? Concentrati su quella!» rispose Nick.
Aria fece un grande respiro e chiuse gli occhi marroni. Quando li aprì i suoi occhi erano gialli.
«Bene. Un passo è fatto! Ora convinciti che l’acqua sia benzina  e che la tua mano sia il fiammifero e falla incendiare!» spiegò dolcemente Nick.
Aria richiuse gli occhi e allungò la sua mano sopra il bicchiere . Si concentrò, fece un respiro e l’acqua improvvisamente si incendiò, con delle fiammme potentissime e fittissime. Aria sentendo il calore del fuoco sulla mano, aprì gli occhi. Gli occhi gialli dopo pochi minuti sparirono  ritornando marroni.
«Ce l’ho fatta!» esclamò entusiasta e fiera di sé Aria.

«Visto che non era così difficile??» sospirò Nick con un sorriso.

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Capitolo 7
*** Capitolo sette ***


«Bel lavoro Nick. E complimenti Aria. La prossima lezione sarà domani, troviamoci qui alla stessa ora!» esclamò Lexi salutando Aria con un libro in mano.
Quando ritornò nell’altra stanza, Duke e Jason si alzarono di scatto dal divanetto inpolverato e chiesero in coro «Com’è andata?»
«Benissimo. Come primo incantesimo ho fatto incendiare l’acqua!» rispose la ragazza entusiasta del suo lavoro.
«Perfetto. Ora dovremmo tornare subito a casa!» esclamò Duke preoccupato e serio.
«Perché sei preoccupato?» chiese confusa.
«Perché sento qualcosa..» rispose Duke, girando intorno alla stanza con passo nervoso.
«Che cosa?» chiese di nuovo lei.
«Non devi chiederti che cosa, ma chi! Altri vampiri!» esclamò guardando la finestra con le sbarre. «Troppo tardi. Sono già qui!» sospirò rassegnato.
 
«Presto, nascondetevi!» sussurrò il ragazzo ad Aria e a Jason.
L’unico modo per scoprire qualcosa in più del passato di Aria è averla accanto sana e salva e non catturata da dei vampiri maniaci, come loro. Pensò Duke mentre si preparava a ricevere i vampiri.
Jason e Aria si precipitarono nell’altra stanza,
Le streghe erano sparite nel nulla, quindi si nascosero in uno dei vecchi armardi pieni di ragni e ragnatele.
Aria riusciva a sentire le assi del pavimento polveroso scricchiolare, che segnalava l’arrivo  dei vampiri. Da una piccola fessura riusciva a vedere, anche, Duke agitato.
Chissà perché è così nervoso Duke. Non dovrebbero essere amici? O sono nemici?, pensò la ragazza un pò impaurita e preoccupata per il suo amico.
Poi, improvvisamente, dalla parete bianca, ormai consumata dal tempo, si fecero largo cinque visi di ragazzi e due visi di ragazze.
Si posizionarono davanti a Duke con espressioni disgustate e penetranti.
Dopo alcuni minuti di silenzio, uno di loro esclamò con un gesto teatrale «Bene, bene ecco chi abbiamo trovato. E’ un piacere rivederti Duke!»
«Non è lo stesso per me, Jack!» ringhiò lui.
Il vampiro si avvicinò a Duke e gli disse con tono ringhioso «Senti, che cosa ci facevi qui? Abbiamo sentito l’odore di una strega molto potente e di un mezzosangue, certo non sei tu. Da che parte sono andati?»
«Io non ho visto nessuno!» disse lui, cercando di essere meno preoccupato di quanto lo era.
«Bene non ti dispiacerà se Jackson da’ un’occhiata!» disse il “vampiro misterioso” mandando con un gesto Jackson a cercare.
Dopo aver sentito scatole di legno, boccette contenenti liquidi verdastri e carte cadere sul pavimento con un chiasso assordante, Aria, dalla fessura, vide Jackson avvicinarsi.
Le scappò un grido, ma Jason, rapido come un leopardo, fermò il grido di paura, mettendole un mano sulla bocca.
Dopo una ricerca approfondita (per fortuna senza toccare l’armadio dove si erano nascosti Aria e Jason), Jackson ritornò da Jack con un filo di tristezza nei suoi occhi. «Duke ha ragione, non c’è nessuno. Magari se ne sono andati!»
«Duke, questa volta hai vinto. Ma io le troverò e le porterò da Tom!» esclamò Jack lanciando un’occhiataccia a Duke.
Si girò di scatto e con un gesto tutti uscirono dalla porta sparendo nella foresta.
Dopo essersi accertato che fossero veramente andati via, Duke chiamò sottovoce Jason e Aria, che uscirono immediatamente dall’armadio.
«Perché cerca anche me?» chiese confuso Jason, quando tutti e due furono nel campo visivo di Duke.
«Perché per spezzare il sigillo e far morire la stirpe dei vampiri, serve un mezzosangue. Cioè un umano e un vampiro. Tu!» sospirò Duke spiacente.
«Ce la feramo!» esclamò con forza la strega, anche se le tremavano le ginocchia. «Ora che facciamo?»
«Non ci resta che nasconderci!» rispose Duke. «E tu dovresti tornare a casa!»
«L’accompagno io!» esclamò Jason.
Usciti dalla casa abbandonata, l’aria era diversa. C’era una nebbia fitta. Incominciarono a camminare. Si sentivano le foglie spaccarsi sotto i piedi . Quando si fermarono, sentirono delle foglie spaccarsi. Quindi esclamarono «Qualcuno ci segue. Corriamo!»
Mentre correva Aria si guardò intorno. Jason era sparito.
 Cercò di tornare indietro nel bosco per trovarlo, ma quando si girò,  trovò Jack che le disse con un sorriso divertito «Bene, ecco chi è la nostra strega
Aria cercò di scappare, ma Jack la raggiunse.
Ferma e tremolante, la strega, si concentrò,i suoi occhi diventarono gialli e riuscì, con un po’ di acqua sul terreno, ad infiammare Jack, poi scappò.
Quando trovò la Jeep di Jason, ci salì e con il potere la fece partire. Peccato che dietro il sedile c’era Jackson. «Bene. Ecco perché non ti avevo sentito! Non pensavo che una “strega novellina” come te conoscesse il trucco per non far sentire l’odore distintivo ai vampiri!» esclamò toccandole le ragnatele sulle spalle. «Ti sei mimetizzata bene! Ma ora andiamo da Tom!» esclamò.
 Quando Jason riuscì a ritornare alla casa abbandonata, stanco e preoccupato chiese a Duke «E’ tornata qui Aria?»
«No!» rispose sospettoso. «Cosa è successo?»
«Qualcuno ci stava seguendo e poi ho perso Aria, tra la nebbia!» rispose il mezzosangue preoccupato.
«Oh no. Aria è impericolo! E anche noi lo siamo!» esclamò.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo otto ***


Quando Aria riprese conoscenza, si trovava in una stanza.
 Tutte le finestre avevano sbarre di ferro arrugginito. La stanza sembrava vecchia,  aveva un odore sgradevole di umidità e muffa. Non era molto grande ma c’era un armadio annerito come se fosse sopravvissuto a un incendio e un letto dov'era sdraiata , la cosa strana era che le lenzuola erano pulite e profumate.
Poco dopo essersi ripresa, vide Jack entare nella stanza, facendo cigolare la porta.
Si avvicinò con un sorriso divertito. Poi chiese «Allora sai che fra un po’ Tom arriverà, vero?»
«Io non ho paura!» rispose alzandosi dal letto.
«Oh, non fare la stupida con me!» disse sfiorandole il viso.
La strega si ritrasse subito.
«Come vuoi. Goditi la permanenza qui!» disse divertito, uscendo dalla stanza, sbattendo la porta di legno intagliato in cerchi concentrici.
Dopo che se ne era andato, Aria andò a guardare fuori da una delle tante finestre sbarrate, con passi piccoli e incerti. Era molto debole e stanca. Arrivata alla finestra si appoggio e sospirò  guardando fuori  vide una piccola collina verde. Non conosceva quella parte di New Orleans  ma  non sapeva neppure se era ancora a New Orleans.
Ma dove mi trovo?, si chiese. Spero solo che Duke e Jason mi trovino.
Sospirò un'altra volta e ritornò sul letto e si sdraiò, a guardare il soffito consumato e pieno di crepe.
Dopo qualche minuto sentì la porta cigolare di nuovo.
Qualcuno le chiese «Come ti senti?» Quando Aria distolse lo squardo dal soffitto, vide Jackson con una tisana.  
Si stava avvicinando troppo.
«Cosa te ne importa visto che mi hai portato da Tom?!» rispose la strega seccata dalla domanda sulla sua salute.
«Mi dispiace. Veramente. Tu hai un buonissimo profumo… è diffcile resisterti…» esclamò il vampiro avvicinandosi ancora di più.
Dopo aver osservato insistentemente il pavimento per non fare vedere quanto era spaventata, si ricordò dell'incantesimo dell'acqua. La tisana è acqua, pensò con un sorriso contorto, allora posso farla infiammare!
Quando prese nelle mani la tazzina incominciò a tremare e con lei tutta la casa, aveva scatenato un piccolo terremoto.
Ma lei non aveva ancora iniziato l’incantesimo.
«Che sta succendo?» chiese confusa. Poi gli occhi le divennero gialli e fece infiammare la tazza.
«Ok, Aria che intenzioni hai?» chiese Jackson preoccupato perché le scosse diventarono più forti.
«Non lo vedi. Faccio pratica!» rispose sarcastica lei, facendo alzare le fiamme.
«Non potresti fare pratica con qualche altra cosa? O qualcuno?» chiese con un sorriso malizioso.
«Tipo chi?» chiese a sua volta lei, senza distogliere lo sguardo dalle fiamme.
«Tipo me!» rispose lui sedendosi sul letto, vicino a lei. La strega lo guardò con i suoi strani occhi gialli interessata dalla risposta.
«Perché dovrei fare pratica con te, se nemmeno ti conosco?!» chiese confusa lei, quando i suoi occhi ritornarono marroni.
«Non può essere! Quando sei strega perdi la tua umanità e non ricordi quello che dici o fai!  La strega dentro di te è più potente di quanto credessi!» esclamò il vampiro entusiasta.
Poi si sentì una porta sbattere in lontananza. Jackson si alzò di scatto e sussurrò nell’orecchio di Aria «E’ arrivato!» poi le sfiorò il viso e se ne andò dalla stanza, chiudendo la porta.
Mentre Aria pensava alle parole dette da Jackson, che le parvero senza senso, la porta si spalancò con un tonfo, come se fosse stata colpita da una folata di vento improvvisa.
Entrò un ragazzo dai capelli marroni e occhi blu profondi. Era molto bello. Aveva un vestito elegante, ma aveva la camicia bianca sporca di sangue.
Chissà perché?, si chiese Aria avendo la risposta già pronta: perché era un predatore e come tutti i predatori cacciava e in quel momento la preda era lei e questo le fece avere per un secondo un brivido. Scosse velocemente la testa per riprendersi.
«Eccola quà!» esclamò Jack indicando Aria con un cenno.
Il ragazzo si avvicinò di scatto alla strega che era impallidita e ferma.
«Ciao Aria!» disse. ​
«Prima dovesti sapere che quando è strega perde tutta la sua umanità. E’ potentissima!» si intromise Jackson.
«Bene, allora mi servi, assolutamente. Scusa per non essermi presentato. Io sono Tom, ovvero l’ibrido!» esclamò.
Aria voleva scappare in quel momento e immaginò che Jason e Duke  venissero a salvarla, ma questo era impossibile perchè non sapevano dove si trovava.
Mentre ci pensava, vide Jackson  colpito da un paletto e cadere a terra con un tonfo.
 Quando anche Jack venne ucciso, Tom prese Aria e le puntò un coltello alla gola.
Poi si schiarì la voce e incominciò a parlare «Lo so che sei tu Duke! E’ inutile che ti nascondi!»
Tom venne colpito, alle spalle prima che potesse ferite la strega,  da un paletto di legno che colpì il cuore ,Aria cadde sul tappeto della stanza con un tonfo.
«Lui non poteva ucciderti perché è un vampiro, ma io sì!» esclamò Jason al cadavere per terra del vampiro, infilzandogli in profondità il paletto.
Tom si ridusse in pietra in pochissimo tempo.
«L’importante è non togliere il paletto dal corpo di Tom, se no ritornerà in vita. Il legno non ha il potere di uccidere un vampiro ma riesce a trasformarlo in pietra.» disse lui, ritirando i paletti avanzati.
«Stai bene?» chiese preoccupato Duke.
«Sì, anche se devo aver combinato qualcosa ma non me ne ricordo. Jackson ha blaterato qualcosa riguardo la mia umanità. Ho paura. Non posso farlo più, Duke!» rispose lei confusa.

«Ok. Ora ti accompagnerò a casa!» esclamò lui, portandola a casa in un battibaleno. Jason, invece, se ne andò con la sua Jeep.

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Capitolo 9
*** Capitolo nove ***


Il giorno dopo Aria si sentiva distrutta. Ma andò lo stesso alla tenuta per fare pratica, accompagnata da Jason e Duke. Per tutto il tragitto Aria non parlò, era immersa nei suoi pensieri e la stanchezza peggiorava il suo umore.
Quando arrivò, si sentitì stremata e svenne. Jason la prese e la portò  nell’alta sala  dove le streghe eseguivano i loro riti.  Sistemarono Aria sul tavolo nero con intagliate delle strane lettere e con un rito, le streghe le ridiedero le forze. Quando si risvegliò, Aria aveva gli occhi gialli. Si sentiva benissimo. Era pronta a iniziare le lezioni di magia.
Quando arrivò Nick, la guardò stupito. Aveva un’energia diversa, più forte ma oscura.
«Aria che ti succede?» chiese preoccupato.
«Io mi sento benissimo!» rispose Aria mettendo il suo braccio intorno alla spalla di Nick. «Tu invece?» aggiunse.
«Sto bene. Ma i tuoi occhi sono cambiati da ieri…» rispose Nick.
«Be’ ho fatto spesso pratica!» esclamò Aria con un sorriso.
«No, non è quello!» disse Nick pensieroso. «Hai troppo potere.  Oh no….E’ la maledizione!» aggiunse preoccupato.
Avendo sentito la voce preoccupata di Nick, Duke si precipitò da loro e chiese confuso «Che maledizione?»
«Chi ha poteri come lei, ha una maledizione. Ogni volta che le diventano gli occhi gialli, perde tutta la sua umanità e potrebbe passare dalla parte del male!» spiegò Nick sottovoce , per non essere sentito da Aria.
«C’è un modo per spezzare questa cosa? » chiese Duke guardando Aria che vagava per la stanza, toccando ogni cosa.
«Sì, c’e un rito antichissimo ma mancano molti oggetti e pozioni che dovremmo andar a prendere in posti lontani!» rispose Nick.
Dopo qualche minuto Aria si avvicinò a Duke, con uno sguardo perso. «Allora che ci facciamo qui? Quando iniziamo la pratica di magia?» chiese.
Duke la guardò confuso. I suoi occhi erano marroni. Fece un respiro. «Non ti ricordi niente?» Domandò.
«Ricordarmi cosa?» chiese Aria confusa. «Non mi sento molto bene!» esclamò cadendo a terra.
«Ha bisogno di riposo, non portarla più qui Duke, finchè non abbiamo tutti gli oggetti, perchè potrebbe accquisire più potere di quanto ne abbia già!» esclamò Nick salendo le scale e sparendo.
Quando Aria riprese conoscenza, si trovava nella sua stanza con Jason , seduto su una sedia di velluto nero, vicino al letto, intento a leggere  un libro antico.. Aria aveva gli occhi gialli, ma sembrava sè stessa.
«Cosa è successo?» chiese confusa.
Jason, sentendo la sua voce, si alzò di scattò e andò da lei. Si stranì quando vide i suoi occhi gialli. «Sei svenuta!» rispose Jason, prendendole le mani.
«Perché fai tutto questo?» chiese Aria, seduta sul letto.
«Te l’ho detto, mi ha ingaggiato tua nonna!» rispose Jason con un sorriso.
«Quindi non provi niente per me?» chiese Aria con la testa chinata .
«Sì… Cioè no!» rispose confuso Jason.«Aria quando hai gli occhi gialli non sei te stessa!» sussurrò.
«Chi ti dice che non sia io. Magari questa è la mia parte più nascosta , che avevo paura di tirare fuori…» disse Aria con uno sguardo incomprensibile, non si capiva se si divertiva a prendere in giro Jason o se era veramente  confusa.
Poi improvvisamente i suoi occhi ritornarono marroni. «Jason… che ci fai qui?.... Dimmi che non ti ho fatto del male» chiese preoccupata.
«No. Ma perchè te ne preoccupi? So cavarmela da solo!» rispose Jason con un sorriso.
«Perché se l’ avessi fatto, non me lo sarei mai perdonata!» disse Aria avvicinandosi a Jason.
«Bene, sono contento che tieni a me come a un amico..» sussurrò Jason.
«Io non ho mai detto che io ti considero un amico…» disse Aria.
«Ok…. E’ strano…» sussurrò Jason, ma non riuscì a resistere e le diede un bacio.
Aria dopo un po’ si staccò e disse «Scusa, ma non posso!»
«Capisco. Cosa posso fare per farti stare bene?» chiese Jason confuso. Vedendo che Aria non rispondeva, glielo richiese un’altra volta.
Quando lei si girò vide che aveva gli occhi gialli.
«Niente, solo questo!» rispose Aria baciandolo.Poi gli occhi di Aria ridiventarono marroni e si allontanò da Jason. Dopo qualche minuto entrò Duke nella stanza e vide i due giovani seduti e silenziosi.
Aria fu la prima a parlare «Mi dispiace moltissimo Jason.. Io non volevo farlo… non ero io..»
«Ok, che cosa mi sono perso?» chiese sorpreso Duke.
«Ho baciato Aria!» rispose Jason mortificato.
«Come mi hai baciata?... io ti ho baciato. Me lo ricordo bene!» esclamò Aria confusa.
«Va bene… Questo non è normale … Ma state bene ?» chiese esterefatto Duke.

«Sì!» risposero in coro tutti e due.

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci ***


CAPITOLO DECIMO
 
 
«Okay, che la cosa resti tra noi, chiaro?» disse Duke sconvolto più di loro. Jason e Aria fecero un cenno abbassando la testa imbarazzati.
Aria si chiese perché avesse fatto una cosa simile…
Era a dir poco folle anche perché non aveva mai avuto intenzione di baciare Jason, visto che lo considerava come un fratello dolce e protettivo e…..
Pensò che potesse essere stata colpa dei poteri che le facevano fare cose che lei non avrebbe mai fatto, ma sapeva che questo pensiero era una scusa perché….
Invasa da questi pensieri, prese in fretta la borsa e andò vicino alla porta senza guardare Duke e Jason.
Duke la guardò con la fronte corrucciata. «Dove vuoi andare?»
«Emm.. devo andare da Ian. E’ da un po’ che non lo vedo!» rispose la strega mordendosi un labbro.
«Okay, però stai attenta ai tuoi  occhi gialli… “Pieni di vendetta”!» le raccomandò Duke con un sorriso.
Lei fece un cenno con la testa, aprì la porta con la mano tremante,  la chiuse dietro di sé e poi fece un bel respiro profondo.
Quella mattina  aveva chiamato Ian  e avevano deciso di incontrarsi alle quattro nel parco più vicino alla Ground High, il Ritort Park.
Era il parco più frequentato dagli studenti di New Orleans,  perché era un luogo tranquillo per incontrare gli amici o per studiare ma anche perché si poteva trovare una pizza eccezionale.
Lei adorava studiare lì in compagnia di Ian.
 Sicuramente era il posto migliore per non pensare alla maledizione e a quello che aveva combinato.
Quando arrivò al parco correndo e con il fiato corto, trovò seduto ad aspettarla Ian, immerso nella lettura di un libro che teneva tra le sue piccole mani. Aria riuscì a distinguere dal blu acceso della copertina un titolo arancione: “La storia delle streghe”.
Perché dovrebbe leggere una cosa del genere?, si chiese Aria.
 Dopo aver passato un roseto pieno di una varietà di rose rosse, rosa e gialle, che davano un’atmosfera profumata e dolce al parco,  finalmente Aria si sedette.
Ian in un primo momento non si accorse della sua presenza, ma quando Aria si parò davanti al suo libro, Ian alzò lo sguardo e guardò il viso illuminato dal sole  e fece un sorriso. «Aria che ti è successo? Al telefono sembravi disperata… Sai che mi hai fatto preoccupare…»
« Mi dispiace averti fatto agitare, ma ho bisogno di un consiglio da amico…»
«Ma certo. Dimmi pure!» esclamò Ian, appoggiando sulla panchina il libro.
«E se avessi fatto un cosa strana…» sussurrò Aria guardandosi intorno e mordendosi le labbra.
«Che tipo di cosa strana?» chiese confuso lui sforzandosi di non sembrare preoccupato.
«E se…. Avessi…. Beh … Baciato… Un… Ragazzo…» rispose lei. Si sentiva imbarazzata e a disagio a parlarne, ma doveva dirlo a qualcuno per sentirsi meglio e chi meglio di un buon amico?.
«Ah. E che ci sarebbe di male in questo?» chiese non capendo la preoccupazione di Aria.
«Beh… E se non fossi stata veramente io a baciarlo… Ma qualcun’altro?...» domandò con voce strozzata.
«Ma non dire sciocchezze, Aria! Certo che eri tu!» ridacchiò Ian.
«Beh non ne sarei tanto sicura..» sussurrò.
Poi per alcuni minuti nessuno dei due parlò e Aria ne approfittò per guardarsi intorno ed esplorare il parco.
Vide dei ragazzi che stavano seduti sulle panchine a leggere, delle ragazze che parlavano vicino alla grande quercia del parco cercando di scovare dei bei ragazzi a cui dare la caccia. Aria sbuffò annoiata, quando notò un ragazzo seduto sulla panchina accanto, che continuava ad osservarla.
Questo le destò alcuni sospetti.
«Ian.. vedi quel ragazzo??  Non ti sembra strano… O che ci stia spiando?» chiese, indicandolo con un movimento appena accennato del capo, senza guardarlo.
«Non mi sembra che ci stia spiando. Comunque sta leggendo un giornale in un parco… Che c’è di male?!» 
Ian ridacchiò. In effetti aveva ragione ma Aria si sentiva piuttosto a disagio e una voce le diceva che c’era qualcosa di strano.
Improvvisamente lo sconosciuto si avvicinò.
Quando Aria incrociò il suo sguardo vide che era Tom.
Le vennero i brividi sulla schiena.
Ma, pensò Aria, non era morto? Perché è qui? Ma soprattutto cosa vuole da me e da Ian?
Lo sconosciuto aveva già raggiunto i due e si presentò con un inchino.
Aria fece una faccia disgustata.
«Ciao. Io sono Tom, piacere di conoscervi. Sono nuovo alla Ground High. Vi ho sentito parlare fuori dalla scuola ieri.
Visto che ho assistito alle mie prime lezioni e che non mi sono sembrate molto interessanti, volevo informarmi sugli orari e sulle attività extrascolastiche che la scuola offre…»
Ian e Aria si guardarono. Aria scosse la testa per far capire a Ian di non dire nulla, ma lui le sorrise e alzò le spalle.
«Beh sono lieto di conoscerti Tom. Io sono Ian e lei è la mia amica Aria! Comunque per le attività extra-scolastiche  puoi scegliere tra il laboratorio di scienze e quello di musica!» rispose.
Aria incrociò le braccia e sbuffò. Doveva assolutamente trovare una scusa per andarsene e portare in salvo Ian da Tom. «Ian dobbiamo andare!» disse prendendogli il braccio e tirandolo così da attirare la sua attenzione.
Quando Ian guardò Aria le chiese confuso.
«Ma che fretta c’è?»
«Ho fretta!! Se mia mamma scopre che  ho fatto tardi…» contestò lei inventandosi una scusa sperando di non insospettire  Tom.
«Ma se sono solo le 4.30!» protestò Ian.
«Aria ha ragione!  Andate, discuteremo un’altra volta!» esclamò Tom con un sorriso.
Aria si alzò di scatto dalla panchina e si portò con sé, il più lontano possibile da Tom, Ian che si fermò di scatto quando furono nella via  che portava alla piazza principale di New Orleans. «Ma insomma!! Mi vuoi spiegare che ti prende in questi ultimi giorni?» ringhiò stufo che lei non gli dicesse quello che stava succedendo.
«Ian.. E’ complicato…» erano le uniche parole che potesse dirgli sulla storia che negli ultimi giorni la stava coinvolgendo.
«Sì ho capito… Per te è tutto difficile…» sospirò lui riprendendo a camminare più velocemente lasciandola  sola, finché non scomparve dietro l’angolo che lo avrebbe portato al piazzale.
«Aspettami!» gridò Aria correndo velocemente  e svoltando l’angolo.
 Non vide Ian, ma Tom che le stava sorridendo col suo ghigno orribile.
Lui le prese il braccio molto rapidamente e le ringhiò in un orecchio. «Allora streghetta, ora vieni con me che tu lo voglia o no!»
Aria tentò di liberarsi, ma fu inutile. La presa era troppo forte.
Lui incominciò a camminare e Aria fu costretta a seguirlo.
«Perché mi vuoi? Visto che anche tu sei vampiro, se mi uccidi anche tu morirai!» domandò la strega confusa.
«Dolcezza, io sono un ibrido ed essendo mezzo vampiro e mezza fata, posso ucciderti e non morirò. Comunque non è quello il mio scopo!» replicò Tom cercando un vicolo isolato per evitare la massa di gente nella piazza.
«Allora qual’è il tuo scopo?» chiese un’altra volta Aria continuando a camminare.
Giunti nel vicolo isolato, scorto pochi minuti prima da Tom, lui la spinse contro il muro e le ringhiò con rabbia.
«Senti, le ragioni per cui ho bisogno di te non ti riguardano… quindi continua a camminare se non vuoi che ti uccida seduta stante!»
Aria annuì e ripresero a camminare.
 Improvvisamente  riuscì a liberarsi con un morso alla mano dell’ibrido e a spingerlo in una pozza d’acqua, Tom rimase immobile, sorpreso per la forza di Aria e quei secondi le bastarono per fare l'incantesimo.
Ad Aria comparvero come un fulmine gli occhi gialli e fece infiammare il corpo di Tom.
Mentre l’ibrido urlava di dolore e le fiamme diventarono sempre più alte, Aria si diresse, nuovamente verso il parco. Trovò ancora Ian seduto a leggere.
Aria gli corse incontro e gli gridò terrorizzata. «Ian ho bisogno di aiuto… Qualcuno mi segue!»
Ian sentì l’urlo dell’amica e chiuse un’altra volta il libro, ma quando vide gli occhi gialli di Aria, invece dei soliti occhi marroni, era sconvolto. «Aria, perché hai quegli occhi?» chiese allontanandosi da lei.
«E’ una lunga storia. Comunque sono sempre io… Mi devi aiutare prima che….» cercò di spiegare Aria, ma fu sorpresa da Tom, che le riuscì ad afferrarle il collo nel tentativo di fermarla. Aria era immobilizzata e aveva la paura negli occhi gialli. Ian rimase immobile, sconvolto.
«Sai che cos'è Aria, vero?» chiese malizioso e divertito Tom rivolgendo lo sguardo all'amico, mentre stringeva la presa al collo di Aria.  La strega incominciò  ad agitarsi per cercare aria che non riuscì a trovare.
«Lasciala  immediatamente, chiunque tu sia!» esclamò Ian. Mentre Aria lottava per respirare si accorse che Tom aveva pugnalato nel petto  Ian e che il suo amico era morente sull'erba fresca e soffice del parco con lo sguardo terrorizzato.
Quando Aria stava per perdere i sensi,  sentì che la stretta di Tom si allentò. Ormai senza forze e sconvolta per  la morte di Ian disse:
 
«Va bene Tom. Verrò con te!»  E mentre le lacrime  le rigavano il viso giurò che avrebbe vendicato il suo amico.
Tom mollò la presa e le lasciò libero il collo e poi esclamò soddisfatto. «Ottima scelta!»

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