Amore violento

di evnychibi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** -capitolo 1°- ***
Capitolo 3: *** -CAPITOLO 2°- ***
Capitolo 4: *** -CAPITOLO 3°- ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La pioggia le batteva forte su tutto il corpo.

I suoi vestiti da Gothic Lolita erano tutti lacerati.

Un po’ di sangue le colava dalla testa.

Cadde sulle ginocchia ansimando, reprimeva le lacrime a stento.

Lei odiava piangere, lei odiava sentirsi fragile e indifesa.

Non aveva mai avuto bisogno di aiuto, ce l’aveva fatta sempre con le sue sole forze.

Adesso era arrivata allo stremo.

Sentiva ancora quelle mani violente, quelle mani sconosciute sul suo esile corpo.

Sperava che la pioggia lavasse lo sporco che quel sconosciuto aveva lasciato su di lei.

Ma il dolore era troppo grande.

Era stata violentata.

Aveva perso la verginità con uno di cui non sapeva nemmeno il nome.

Che aveva usato il suo corpo per poi gettarlo alla strada come uno straccio.

Si sarebbe vendicata.

L’odio crebbe in lei dandole la forza di rialzarsi.

L’avrebbe pagata chiunque fosse.

 

 

 

Piccolo prologo!!

Spero vi abbia incuriositi

Posterò al più presto il primo capitolo!!

A presto!!

Baci

Nicole

 

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Capitolo 2
*** -capitolo 1°- ***


Le ore di scuola la distruggevano,ringraziò chiunque ci fosse lassù che quello per lei era l’ultimo anno di superiori

 

 

 

 

 

 

Le ore di scuola la distruggevano,ringraziò chiunque ci fosse lassù che quello per lei era l’ultimo anno di superiori.

La campanella che annunciava l’ora di pranzo suonò per la gioia di molti studenti.

Si alzò dal suo banco e come una saetta usci dall’aula rifugiandosi in terrazza.

Si sedette per terra aprendo la scatolina di metallo che conteneva il suo pranzo.

-Ecco dove eri finita- le arrivò davanti una ragazza dai corti capelli neri dietro e lunghi davanti che le arrivavano al seno color blu elettrico, gli occhi neri pesantemente truccati –Che fai qui tutta sola?-

-Non avevo voglia di stare tra quei animali-

-Cazzo Reila ti devi fare una vita sociale-

Reila Kizuki, una ragazza riservata,orgogliosa e che amava stare per conto suo, aveva lunghi capelli neri e occhi grigi truccati pesantemente, belli da mozzare il fiato, belli e rari per una giapponese.

-Non ci tengo- borbottò chiudendo la scatoletta di metallo prendendo dalla tasca della divisa un pacchetto di sigarette se l’accese.

-Non ne passi una alla tua migliore amica?- le fece gli occhioni dolci.

-Kaoru quando fai così mi fai venir voglia di vomitare- frecciò passandole il pacchetto.

-Che simpaticona…Comunque cambiando argomento mi piace un nuovo gruppo i “The GazettE”- esalò Kaoru.

-Mai sentiti- borbottò Reila –Hai qualche loro foto?-

-Si sul computer, oggi te li faccio vedere-

-Ok-

-Senti come va con Eichici?-

-E come dovrebbe andare? Quando ci va ci vediamo-

-Ma non ne soffri?-

-Oddio Kaoru apri gli occhi il principe azzurro non esiste-

-Forse per te- replicò imbronciata.

-Hei associali del cazzo- arrivarono due ragazzi.

Il primo capelli viola elettrico tutti sfilati e tirati un po’ in piedi, occhi neri contornati da matita nera, alto dal bel fisico asciutto, Shinichi Nokiwaia.

Il secondo più basso di qualche centimetro, capelli neri e occhi color nocciola anch’essi truccati, Noboru Takashi.

-Hei rompi cazzo- cinguettò Reila.

-Ahah ma come siamo simpatiche- frecciò Noboru.

-Lo so-

-Comunque che si fa oggi?- domandò Shinichi.

-Venite a casa mia e poi stasera usciamo- disse Kaoru.

-Ok nessun problema- annuirono i due.

La campanella suonò facendoli sbuffare –Non ho voglia di entrare- si lamentò Noboru.

-Dai il dovere ci chiama- si alzò Kaoru.

-No, il rompimento di palle ci chiama- la corresse Shinichi ridacchiando, e i quattro rientrarono a scuola andando in classe.

 

La pioggia batteva violentemente su tutta Tokyo, Reila scrutava fuori dalla finestra ascoltando il rumore dell’acqua.

-Reila tutto bene?- le domandò Kaoru.

-Si, come al solito, Shin e Nobo?-

-Giù in salotto stanno scegliendo il film, tanto sono appena le 5- si affianco alla ragazza –Non pioveva così violentemente da quattro anni, te la ricordi quella sera?-

Reila si rabbui –E come dimenticarla?-

 

 

-Inizio Flash Back-

 

Una ragazzina di 14 anni era davanti allo specchio a finire di truccarsi per la sua prima serata, il suo vestito nero e viola le arrivava a metà coscia.

Le calze a righe nere e viola le arrivavano poco sopra il ginocchia e dei anfibi neri.

Si fece i codini con dei nastri viola e dandosi un’ultima occhiata allo specchio uscì dalla sua stanza.

Il silenzio in quell’enorme villa spaccava i timpani quanto un urlo.

I suoi genitori non erano più con lei da ormai tre anni e lei abitava in quella villa con le domestiche.

Prese il cellulare e uscì di casa, fece qualche minuto di strada per poi arrivare davanti a una casetta a schiera, suonò il campanello e la sua migliore amica uscì.

-Ciao Reila…Pronta?- le sorrise.

-Ovvio Kaoru, io sono nata pronta-

Il cielo cominciò a tuonare, minacciando pioggia.

-Merda!!Non ho portato l’ombrello- ringhiò la ragazza.

-Tranquilla ce l’ho io l’ombrello- rise Kaoru –Dai andiamo-

Arrivarono davanti al Pub che ormai pioveva a dirotto, dovevano fare la fila sotto l’acqua, Reila notò un ragazzo poco più in la di lei, gli occhi dorati, quei occhi avevano qualcosa di magnetico, di proibito.

Si guardarono per qualche secondo, non sapeva che quei occhi sarebbero diventati il suo incubo.

 

-Fine Flash Back-

 

Reila venne riportata alla realtà da Kaoru che le mise il suo computer portatile fra le mani aprendo lo schermo.

-Eccoli-

Reila si sentì male, il suo sangue si ghiacciò e di colpo intorno a lei si fece tutto vuoto, tutto inesistente.

Quei occhi…Come dimenticarli.

La rabbia ritornò a invaderle il corpo e un ghigno diabolico e freddo le dipinse le labbra.

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Capitolo 3
*** -CAPITOLO 2°- ***


La musica rimbombava nella sua testa che le girava

 

 

 

 

 

 

La musica rimbombava nella sua testa che le girava.

L’alcol cominciava a fare il suo effetto, si appoggiò alle mattonelle del bagno sentendo il fresco sulla schiena.

La bottiglia piena fino a metà di alcol nella mano destra.

Qualcuno bussò alla sua porta –Reila tutto bene?- le chiese Shin.

-Si una meraviglia- aprì la porta –Vedo i folletti-

Shinichi si mise a ridere di gusto –I folletti?-

-Si i folletti- barcollò e Shin le mise un braccio intorno alla vita mettendo il braccio della ragazza intorno al suo collo –Torniamo dagli altri-

-Noo voglio stare con i folletti- si lamentò.

-Dai Reila…Guarda i folletti ti stanno seguendo-

-Davvero?- alzò lievemente lo sguardo.

-Si davvero-

Tornarono all’interno del locale Gothic-Dark, andarono ai divanetti dove vi erano Kaoru,Noboru e altri tre ragazzi.

-Come va?- domandò Nobo.

-Vede i folletti- adagiò la ragazza sul divanetto.

Kaoru si mise a ridere alzandosi –Io vado a ballare-

Un ragazzo si avvicinò a Reila, capelli biondi sfilati e sparati un po’ in piedi e occhi nocciola.

-Ciao gattina-

Lei non lo calcolò nemmeno parlottava con i suoi amici folletti.

-Lascia stare Eichici, è andata- ghignò Shinichi.

-Noto- si sedette in parte alla ragazza avvicinandosi al suo orecchio le afferrò sensualmente con i denti il lobo dell’orecchio facendola mugugnare.

-Ho capito ci si vede- e anche Shinichi se ne andò.

-Hei gattina-

-Non rompere sto parlando con i miei amici folletti.

Il ragazzo le salì a cavalcioni sul grembo cominciando a baciarle il collo.

La ragazza inarcò il collo per lasciargli più spazio, ma di colpo un ricordo le ritornò alla mente, più doloroso di un pugnale in pieno petto.

 

-Inizio FlashBack-

 

Il locale era affollato, la musica rimbombava fra le pareti.

-Figata assurda- esalarono in coro le due.

-Dai andiamo- le prese per mano Kaoru trascinandola in pista a ballare.

Dopo pochi minuti un ragazzo si avvicinò a Reila, capelli biondi davanti e dietro scuri tutti sfilati e tirati in piedi.

Una fine fascia li copriva il naso, gli occhi dorati truccati lievemente, cominciarono a ballare stando molto attaccati.

Sentiva il calore del corpo del ragazzo scottarle la pelle e poi per Reila il buio.

 

-Fine FlashBack-

 

Reila si staccò bruscamente da Eichici –Levati- disse fredda.

Lui si staccò dal suo collo guardandola con un sopracciglio lievemente inarcato –Che ti succede piccola?-

-Levati- ripeté lei scostandolo bruscamente e uscì dal locale.

Pioveva ancora molto forte, ma a lei non importava, attraversò la strada e entrò in un vicolo umido e buio.

Si sedette per terra portandosi le ginocchia al petto per poi nasconderci la testa.

Non capiva il perché sentiva quella sensazione, erano passati quattro anni, ma il ricordo di quella dannata sera non voleva andarsene.

Non aveva mai avuto più problemi eppure adesso sentiva ancora il tocco di quel ragazzo, sentiva le sue mani su tutto il corpo.

Perché quella sensazione era tornata?

Pensava di averlo superato, di esserne uscita, ma si sbagliava.

Aver rivisto quei occhi dorati l’aveva svuotata sentiva solo la rabbia crescerle in tutto il corpo, l’odio la rendeva ceca ad ogni ragione al mando.

Dei passi la costrinsero ad alzare la testa e il suo cuore smise di battere.

La rabbia e l’odio vennero sostituiti da un sentimento peggiore dei due.

La Paura.

 

 

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Capitolo 4
*** -CAPITOLO 3°- ***


La pioggia batteva impetuosa e quasi con violenza

 

 

 

 

 

La pioggia batteva impetuosa e quasi con violenza.

Reila sei ne stava li immobile a guardare il ragazzo dei incubi.

-Reila sembra che hai visto un fantasma…Ma ti senti bene?-

Quella voce la riportò alla realtà, davanti a lei Shinichi che la guardava confuso, la ragazza cominciò a guardarsi intorno tremando e ansimando.

-Dov’è?- sibilò con voce spettrale.

-Chi?-

-Era qui adesso, dov’è andato?- si alzò di scatto il suo sudore si mischiò con l’acqua della pioggia.

-Reila mi dici che cazzo hai bevuto?- si avvicinò di qualche passo facendola indietreggiare.

-Non avvicinarti- ringhiò.

-Calmati Reila sono io, Shin- si avvicinò con lentezza.

Lei si rannicchiò su se stessa –Stammi lontano!Sparisci dalla mia vita!- lo spinse via con violenza e scappò via cominciando a correre sotto la pioggia.

-SHIN!!- urlò Kaoru che era appena uscita sorreggendo Noboru che ormai aveva avuto un collasso –Ma dove va Reila?-

Il ragazzo non le rispose, rimaneva immobile sotto la pioggia guardando nella direzione dove Reila era scappata via.

Quello sguardo…Lo stesso di quattro fa quando si era presentata alla sua porta.

 

-Inizio FlaschBack-

 

Qualcuno continuava a suonare con insistenza il campanello.

Un ragazzino di 14 anni, scendeva assonnato le scale strofinandosi ripetutamente gli occhi assonnati.

Per fortuna i suoi non erano ancora tornati dalla loro cena di lavoro.

Arrivò alla porta di ingresso maledicendosi di non essersi coperto con una felpa, tutto infreddolito aprì la porta e qualcuno li cadde fra le braccia facendolo cadere sul pavimento.

Abbassò lo sguardo e quando capì chi aveva tra le braccia sbarrò gli occhi.

Si accorse di avere la mano un po’ sporca di sangue e in un secondo la paura e l’agitazione lo assalirono.

-Reila- cominciò a scuoterla –Ti prego Reila apri gli occhi!!-

La ragazza aprì gli occhi lentamente per poi richiuderli subito, Shinichi se la caricò sulle spalle portandola in salotto.

L’adagiò delicatamente sul divano scrutandola –Reila che ti è successo?- le toccò delicatamente il viso e lei si ritrasse gemendo.

Il ragazzo ritrasse la mano, coprì la ragazza con una coperta e lui si sdraiò sull’altro divano addormentandosi poco dopo cullato dal profondi e agitato respiro di Reila.

 

-Fine FlaschBack-

 

-Shin hai perso la lingua?- si avvicinò a lui Kaoru –Mi dici dove cazzo è andata Reila?-

-Non lo so- rispose con voce inespressiva.

-Dobbiamo portare Nobo a casa-

Shin annuì e caricandosi sulle spalle l’amico se ne andarono.

La serata era definitivamente conclusa.

 

Reila entrò in casa sua, le luci erano tutte spente, le governanti avevano già levato le tende.

Si lasciò andare sull’enorme e lungo divano nascondendo la faccia nel cuscino, un lampo illuminò la sala.

Il suo cuore non faceva altro che battere forte, se lo sentiva quasi esplodere nel petto.

Un altro lampo spaccò il cielo e la sua testa, si alzò andando in bagno e spogliandosi si mi sotto il getto d’acqua bollente.

Si lasciò andare con la schiena sulle mattonelle nere, si sentiva ancora sporca.

La riportò alla realtà il suono del campanello.

Chi cazzo poteva essere alle quattro di notte?

Si infilò velocemente l’accappatoio nero e uscì dal bagno scendendo velocemente le scale, andò alla porta aprendola.

Davanti al suo cancello due figure che non riusciva a vedere chiaramente a causa del buio.

-Scusi il disturbo- disse uno dei ragazzi che sorreggeva l’altro –Il mio amico non si sente bene-

Reila rimase titubante, ma poi qualcosa dentro di lei la spinse ad aprire l’enorme cancello di ferro nero.

-Ti serve una mano?-

-Si grazie-

Quando si avvicinò e riuscì a vedere i due ragazzi le cominciarono a tremare le gambe, deglutì –Tu…-

Il ragazzo con la fascia che li copriva il naso la scrutò –Ci conosciamo?-

La corvina rimase qualche secondo in silenzio ascoltando il rumore della pioggia –No- rispose con un mezzo sorriso malinconico che lui non vide.

Senza dire più nulla aiutò il ragazzo a portare l’altro in casa, lo adagiarono sul divano, Reila lo guardò, era Ruki il cantante, quello per cui Kaoru aveva perso la testa.

-Vado a preparagli del bicarbonato- e così dicendo se ne andò in cucina si appoggiò al bancone di marmo bianco passandosi una mano sulla fronte.

Era un incubo, non poteva essere proprio lui.

-Tutto bene?-

Reila sobbalzò voltandosi di scatto –Si…A…Adesso lo preparo- si rigirò.

Intanto il ragazzo era salito a gambe incrociate sul bancone di marmo –Ho come l’impressione si averti già visto- spezzò lui il silenzio –Però non mi ricordo dove-

Il cuore della ragazza non faceva altro che battere forte, aveva persino paura che lui lo potesse sentire.

-Comunque io sono…-

-Si so chi sei- lo interruppe senza voltarsi –Sei il bassista dei The GazettE giusto?-

-Si, Akira o meglio conosciuto come Reita-

Lei senza dire una parola mise il bicarbonato in una tazza si voltò verso il ragazzo –Io mi chiamo…Reila-

Li pose la tazza fumante –Portalo in bagno, vomiterà un po’, Sali le scale e gira a sinistra- li spiegò –Io torno subito- e se ne andò di corsa.

 

 

 

 

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