Il vento ti ha portato fino a qui.

di I promise
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caqp 1: il vento porta cambiamento ***
Capitolo 2: *** CAP 2: Notte ***
Capitolo 3: *** Seguirlo. ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 Menon ***
Capitolo 5: *** cap. buongiorno ***



Capitolo 1
*** Caqp 1: il vento porta cambiamento ***


Quel giorno il vento soffiava a Beth Qadà.

Un giorno come gli altri, in apparenza monotono e ripetitivo, ma mosso da un moto di cambiamento. Che fosse positivo o no, lo scoprii dopo. Ma per me, una ragazza del deserto costretta alla monotonia di quelle steppe e di quelle dune, quella parola così strana e rara nella bocca della gente mi permetteva di pensare ad un futuro meno impolverato.

Con meraviglia uscii dalla mia casa di argilla. Un rombare di zoccoli e un canto glorioso si librò nel cielo. Un esercito. Lo vidi passare e si stabilì montando accampamento, nella pianura dove pascolavano i nostri animali. Mi sentii importante, mi sentii libera. Sapevo di poter ricordare nella mia vita ripetitiva e monotona un frangente, un barlume di differenza, di novità che aveva illuminato quella calda e ventosa giornata a Beth Qadà.
Mi avviai verso il pozzo. Iniziai a riempire il vaso che avevo portato sino a lì, stavo ripetendo quel gesto che mi era stato assegnato alla nascita, quando percepii un rumore; mi voltai.       
                                                                                                                                                                                                                                                                              Dietro di me un uomo, giovane, coi capelli del grano, la pelle bronzea, il profumo avvolgente di un luogo lontano, si stava lavando e abbeverando al pozzo. Mi sorrise. Ricambiai. Abbassai lo sguardo , ripresi il controllo necessario per muovere il primo passo, cercai di camuffare il rossore non prodotto dal calore del sole concentrato nell’immensa pianura, ma da quell’uomo dagli occhi di diamante e dal sorriso avvolgente ….

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Capitolo 2
*** CAP 2: Notte ***


Mi disse qualcosa che subito non compresi in una lingua sciolta, malleabile e melodiosa. Ci guardammo incuriositi per molti attimi fuggenti, forse increduli, forse troppo giovani, forse troppo azzardati.
Mi ripeté, sbiascicando, una frase che poteva apparire dai mille significati. Ma non fu così; un qualcosa di sconosciuto e di primordiale legava i nostri dialoghi, i nostri pensieri nascosti e i mille gesti invisibili. Mi prese la mano; la guardai e poi spostai lo sguardo su di lui. Mi disse quella frase. Era un appuntamento, sotto le stelle, sull’altura.
Me ne andai quasi mortificata da tanto splendore, dalla paura di non essere stata me stessa, di non essermi comportata in modo autorevole, come mio solito. Scoprii un lato di me che non conoscevo; ero innamorata.
 
 
Forse l’amore era anche questo. Amore. Che parola grande e dalle mille sfaccettature. Io non ne conoscevo nemmeno una. Prima di quella sera.
 
Il cielo era blu, rigonfio e tappezzato da sprazzi di stelle argentee. Uscii di casa, nascosta da un velo e con indosso l’abito ora bianco, mio unico possesso personale. Dopo pochi passi mi ritrovai davanti uno scenario mozzafiato più di 2000 tende e accampamenti sparsi qua e là, illuminati da torce e risate e melodie.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           Presi la strada più ripida per non disturbare l’accampamento e per osservare oggettivamente la vita di quei soldati venuti dall’Ovest.
Finalmente arrivai. Mi sedetti su una sporgenza, fantasticai un poco, cercai di non dormire nella paura che quel soldato di bronzo fosse solo la colpa dell’assopimento durante le ore più calde. Attesi. Attesi. Lo vidi. Smontò da cavallo gli andai incontro. Mi disse qualcosa sul mio viso  sul mio abito. Feci una faccia incuriosita e forse buffa. Rise. Mi toccò una guancia, con delicatezza, come solo il più flebile vento di primavera accarezza il grano. Lo amai per quella notte. Lui mi amò per quella notte. Cos’era l’amore? Non lo saprò mai spiegare. Ma capii in quella notte fuggente come i sogni riemersi al mattino, Che io amai.
 

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Capitolo 3
*** Seguirlo. ***


Avrebbe dovuto lasciarmi. Abbandonarmi. Mi mise in piedi e mi donò un bacio sulla fronte. L’amore colava via come l’acqua tra le dita. Capii il suo sguardo. Uno sguardo innamorato, solo, sincero. Mi chiedeva scusa. L’avevo già perdonato.
Salì a cavallo, fiero di possederne uno. Mi mandò un bacio. Ricambiai.
Addio cavaliere di bronzo, ausiliario  del sogno.            
                                                                                                                                                                                                                  Andai nella mia fragile casa d’argilla a rimuginare di non averlo fissato per troppo tempo, la paura di dimenticarlo stava già assalendo le mie membra. Vidi le pareti sbiadite, annacquate; calde lacrime solcarono silenziose e invisibili le mie guance costantemente calde, tiepide dal sole che non mi abbandonava mai.                                                                                                                                                                                                                                                                                                              In lacrime corsi sulla pianura. Guardai lo sciame di elmi e lance scintillare e abbandonare la mia terra. Quando lo rividi. Mi parlò con la sua voce melodiosa. Vieni con me, pareva dirmi. Mi porse una mano. Avevo capito. L’avrei seguito.
 
Lo stavo rincorrendo ancora una volta.  Stavo inseguendo il mio sogno proibito.
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Cap. 4 Menon ***




Sono seduto su una protuberanza intento a fissare le dune che siamo prossimi a lasciare. Mi piaceva questo posto. Tranquillo. Silenzioso. Meno silenzioso è il soldato che sta scendendo a cavallo e che sospira rumorosamente.
''Tutto bene?'' domando senza un filo di curiosità, solo per educazione.
'' Come? Ah.... benissimo direi'' risponde inalando quell'aria secca così polverosa e calda, per poi  rilasciarla abbondantemente.
Rido. Chissà cosa gli sarà mai successo di così tanto positivo in un deserto.

Poi la scorgo. E' posizionata dietro al cavallo dell'uomo. E' bellissima. I suoi capelli arrivano sino al seno, copiosi e lucidi, color ebano; gli occhi sono del medesimo colore. Una tunica stretta in vita le fascia un corpo perfetto e sinuoso, il capo leggeremnte chinato per il sole acceccante. Un sorriso curioso e semplice. E così puro.

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Capitolo 5
*** cap. buongiorno ***


La guardai per tutto il giorno. Mi nascosi dietro ad un cespuglio. Era proibita; così dolce, delicata, femminile. Così aggraziata. Pura , forse persino più bella di Elena la donna più desiderata al mondo. Mentre dolci pensieri si univano al rombare del mio cuore, non mi accorsi che la ragazza mi aveva notato. Si era sporta e aveva scovato il mio tranquillo nascondiglio, dove potevo spiare una così dolce visione.
Mi sorrise, cauta e si sedette su un masso.
Era un invito.
La raggiunsi e mi sedetti al suo fianco. ''Buongiorno'' salutai con la mia solita voce roca e maschile.
'' Bu-ong-iornio'' mi rispose lei, con la fronte corrugata e il viso concentrato nella più bella smorfia che avessi mai visto.
Sarebbe stato solo l'inizio.

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