Io contro tutti

di Borghe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 4 Gennaio 2014 ***
Capitolo 3: *** 5 gennaio 2014 ***
Capitolo 4: *** 7 gennaio 2014 ***
Capitolo 5: *** 8 gennaio 2014 ***
Capitolo 6: *** 9 gennaio 2014 ***
Capitolo 7: *** 12 gennaio 2014 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO
 

Sono un adolescente di 16 anni, mi chiamo Matteo e sento che da oggi è cominciato anche per me il tipico periodo di un ragazzo che si sente da solo perché crede che nessuno lo capisce e quindi ha crisi di depressione, pianti isterici e quant’altro. Inoltre ho sempre vissuto solo con mia madre visto che lei aveva divorziato alla mia nascita e con mio padre ho un rapporto che vale meno di zero.  Fino a oggi la mia vita è stata ricca di felicità, amicizie e di “colpi di scena”(come li chiamo io). Vi faccio un esempio: l’anno scorso ho conosciuto per la prima volta i miei fratellastri di 10 e 9 anni Giulia e Massimo, figli di mio padre e di un altra donna. Sfortunatamente per loro lei è morta quando erano molto piccoli e adesso vivono con i nonni materni, una coppia fantastica come lo è anche quella dei miei nonni.  Ma torniamo a me. Vi stavo dicendo che fino a questo momento ho sempre vissuto un periodo d’oro, però da quando è cominciato il 2014 tutto il mio mondo è crollato, e sono stato costretto a isolarmi da tutte le persone che amavo.  Tutto ciò è cominciato quando l’aereo che doveva portare me e mia madre in Inghilterra per una vacanza è precipitato su una montagna, distruggendosi completamente. Non so per quale volere Divino o qualsiasi altra roba magica io sia ancora vivo, ma sta di fatto che lo scoprirò e che me la farà pagare perché mi ha letteralmente ghiacciato il cuore.

 

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Capitolo 2
*** 4 Gennaio 2014 ***


 

4 gennaio 2014

Caro Diario,

Ti ho appena trovato mezzo bruciacchiato tra i resti dell’aereo e ho pensato che usarti per scrivere le mie ultime parole prima di morire fosse una cosa bella, così almeno se i miei nonni riusciranno a recuperare il mio corpo e questo diario, sapranno che li ho sempre amati. Mi sto rivolgendo solo a loro non perché non ami mia madre, anzi, penso che sia stata la mamma migliore di sempre, però preferisco non pensarla troppo visto che anche lei è rimasta vittima del disastro aereo. Diario perdonami se ti sto bagnando le pagine, ma le miei lacrime non vogliono trattenersi. Sembra quasi una burla. Sono l’unico sopravvissuto eppure sto per morire a causa della tempesta di neve che c’è su questa montagna. Tenterò di fare il possibile ma dubito che riuscirò a scendere a valle ancora in vita. Sto camminando da circa un’ora e ormai anche le mie gambe stanno cedendo.  Non le sento più, le sto muovendo praticamente involontariamente. La neve è diventata sempre più profonda. Sono inciampato, non ho nemmeno la forza di continuare a scrivere.

Credo sia davvero finita.

 

 

Matteo

 

 

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Capitolo 3
*** 5 gennaio 2014 ***


5 gennaio 2014

Caro Diario,
Mi sono appena risvegliato in una sorta di capanna e sto riposando vicino a un fuoco. Ho avuto davvero un colpo di fortuna, qualcuno è riuscito a trovarmi e mi ha salvato giusto in tempo. Però, noto che faccio una grande fatica a respirare, come se avessi un cubetto di ghiaccio incastrato in gola. Una ragazza è appena entrata nella capanna e mi ha offerto un tè caldo.
<< Buongiorno, come ti senti? >> Mi ha chiesto. La mia salvatrice è molto bella, ha gli occhi azzurri e un sorriso caloroso.
<< Non benissimo, ma ti ringrazio per avermi salvato >> Le ho risposto.
<< Devi ringraziare Frigobar, non me >> Ha detto e ha indicato il suo San Bernando dall’aria parecchio assonnata. 
<< Ti ha trovato lui, ti ha fatto bere un pò di birra e poi è venuto a chiamarmi, è stato un grande colpo di fortuna >>  
<< Già, lo credo anche io >>  
<< Ma cosa ci facevi in mezzo a questa montagna, tutto solo? >> Mi ha chiesto. Io sono stato qualche secondo in silenzio poi, a malincuore, ho risposto<< Stavo andando in vacanza con mia madre e a un certo punto il nostro aereo è precipitato. Sono rimasto solo io >> Lei è rimasta a bocca aperta, visibilmente dispiaciuta. Improvvisamente ho sentito come una morsa di ghiaccio nel petto, mozzandomi il fiato. Lei è accorsa subito in mio aiuto e mi ha appoggiato una mano sul cuore, impallidendo dallo stupore.
<< Che succede? >> Sono riuscito a chiedere con fatica.
<< Credo che tu abbia preso troppo freddo, ormai neanche il fuoco riesce a scaldarti. Stai morendo >> Di male in peggio. Sto cominciando a credere seriamente che Dio stia giocando con me. 
<< Però, puoi ancora salvarti >> Ha affermato lei.
<< Come? >>
<< Non ti devi preoccupare, so io come fare. Devi solo dirmi se vuoi vivere a tutti i costi, oppure abbandonare questo mondo senza altri problemi, sappi solo che se sceglierai di vivere, sarai maledetto per sempre. A te la scelta >> Non mi aspettavo una risposta del genere e non sapevo neanche cosa significasse, in quel momento volevo soltanto trovare il modo per tornare a casa e riabbracciare i miei nonni, i miei amici e tutte le altre persone che amo.
<< Voglio vivere >> Ho risposto e lei ha sospirato. Non dimenticherò mai la tristezza del suo viso dopo che le avevo detto questo. Era impietosita.
<< Va bene. Adesso stenditi e chiudi gli occhi, ti farà un po’ male >> Prima di abbassare le palpebre ho notato che estraeva dalla sua borsa un piccolo coltello molto affilato.
Ero pronto a tutto, avevo fatto la mia scelta.

La scelta sbagliata.

 

Matteo

 

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Capitolo 4
*** 7 gennaio 2014 ***


 

Caro Diario,

Ormai mi sono ripreso del tutto e sono pronto a scendere a valle. Ma prima di continuare, ho bisogno che tu sappia come Elisa, la mia salvatrice, mi ha “cambiato”. Mi ero steso e avevo chiuso gli occhi. Ho sentito il suo coltello lacerare lentamente la mia carne all’altezza del cuore. Il mio sangue caldo colava sul mio petto nudo, inumidendomi la pelle. << Adesso ti gelerò il cuore, di conseguenza smetterai di respirare e il sangue non circolerà più. Sarai immortale e non avrai più bisogno di ossigeno >> Aveva affermato Elisa e mi ero spaventato un po’, tanto che stavo per implorarla di fermarsi ma era troppo tardi. Ha appoggiato le sue mani sopra la ferita che aveva aperto e un attimo dopo ho sentito una brezza gelida avvolgere il mio cuore e, semplicemente, fermarlo. Penso di non aver mai sofferto così tanto in vita mia, ho passato i trenta secondi più dolorosi di sempre. Ma dopo di essi, mi sono sentito rinato, come nuovo. Pieno di vita. Ho guardato il mio petto e ho notato che la ferita si era rimarginata. << Come ti senti? >> Mi ha chiesto Elisa. 
<< Mai sentito meglio >> Ho risposto, sorridendo. Lei non ha ricambiato, anzi, si sentiva in colpa. Due giorni dopo sono pronto per scendere.Ho salutato per l’ultima volta la mia salvatrice e Frigobar, il suo San Bernardo. Dopo intense ore di cammino non sono ancora stanco. Credo siano gli effetti dell’immortalità e devo dire che cominciano a piacermi. Dopotutto non credo sia una maledizione ciò che mi ha fatto. Al calar della notte sono giunto finalmente alla cittadina ai piedi della montagna. Ho bisogno solo di qualche informazione, poi potrò iniziare il viaggio per tornare a casa. Ho fermato un passante e gli ho chiesto in che città mi trovavo. 
<< Questa è Bergamo, hai bisogno di... >> Il vecchietto non ha terminato la frase e si è fermato, come se stesse posando per una fotografia, e improvvisamente si è ricoperto di ghiaccio. Di scatto ho fatto un passo indietro e l’uomo è caduto a terra, frantumandosi in mille pezzi. Mi sono sbagliato, c’è qualcosa che non va più del dovuto in me.

Sono un mostro.

    

 

Matteo


Ciao a tutti Ragazzi! Se la storia vi sta piacendo non esitate a mandarmi una recensione e soprattutto a scrivermi consigli se ne avete :)

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** 8 gennaio 2014 ***


Caro Diario,

Sto scappando dalle 2 di stanotte, da quando dei testimoni oculari hanno avvertito la polizia dell’assassinio di quel vecchietto.  Mi sono nascosto in un piccolo cunicolo sperando che non mi trovino. Ha cominciato a nevicare molto forte, probabilmente è colpa mia. Mi sono guardato le mani e ho realizzato che questa “dote” è stata una conseguenza dell’aiuto che mi ha prestato Elisa, come l’immortalità. Sto sentendo le sirene della polizia, mi sono vicini. Mi sono girato per cercare un altra via, ma ho scoperto di essere in un vicolo cieco. Come sempre la fortuna è dalla mia parte. << Mani in alto o sparo! >> Ha gridato uno di loro. Sono in trappola. Ho alzato le mani. 
<< Non vi conviene avvicinarvi >> Ho affermato, ma a loro non è importato nulla, si sono avvicinati e mi hanno ammanettato. O almeno, ci hanno provato perché si sono congelati al solo contatto con la mia pelle. Visto che non avevo altre vie d’uscita ho cominciato a scalare il palazzo davanti a me, ghiacciandolo e camminandoci sopra, senza scivolare, come se stessi passeggiando in orizzontale. Arrivato in cima ho capito in che situazione di merda fossi. La città era completamente piena di macchine della polizia. Mi stavano cercando tutti, mi hanno scambiato per un serial killer, per un mostro. Ma io non sono cattivo, sono solo un essere umano. 
<< é pericoloso abbattetelo subito! >> Ho sentito gridare e un attimo dopo, il mio corpo è stato punzecchiato da centinaia di piccoli pizzicotti.  Il dolore per me non esiste più. Il mio corpo di ghiaccio è immune a qualsiasi attacco. Mi sono arrabbiato, l’adrenalina ha cominciato a scorrere nelle mie vene congelate e ho urlato<< Lasciatemi in pace! >> Facendo un piccolo gesto con la mano. Dalla terra sotto i poliziotti è emerso un iceberg che ha travolto tutti quelli attorno a sé, ferendone alcuni e uccidendo gli altri. Per un istante il tempo si è fermato. Ho potuto osservare le facce sconvolte dei passanti che hanno assistito alla scena. Erano spaventati, avevano paura di me e di ciò che avrei potuto fare loro. Mi sono ripreso e ho ricominciato a scappare, saltando da un tetto all’altro dei palazzi di Bergamo, ma non potevo continuare ad andare a piedi, non sarei mai riuscito a tornare a casa senza incontrare altri poliziotti. Mi serviva un altro mezzo per tornare a casa mia, l’unico luogo dove ci sono persone di cui possa fidarmi e sentirmi amato.  Mentre pensavo, un ruggito ha squarciato il cielo e quando ho riaperto gli occhi, con mia grande sorpresa, ho trovato a fissarmi con la lingua penzoloni un drago di ghiaccio. Avevo desiderato un mezzo per viaggiare e fuggire e improvvisamente si era materializzato. La mia “dote” mi sorprendeva sempre di più, ero curioso di vedere cos’altro era in grado di fare.

  

Matteo

Ciaa a tutti! spero che la storia vi stia piacendo, mi raccomando fatemelo sapere lasciando delle recensioni ;)

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Capitolo 6
*** 9 gennaio 2014 ***


9 gennaio 2014
Caro Diario, Mi sono appena fermato in una cittadina vicino al paese in cui abito per telefonare ai miei nonni per avvisargli del mio arrivo. Sono sicuro che avranno una voglia matta di rivedermi e di sapere come sto, anche perché mia nonna è una di quelle persone che si preoccupa tantissimo per la sua famiglia.
<< Pronto? >>
<< Ciao nonna, sono Matteo >>
<< Matteo, oh mio Dio...>> Ho sentito che dall’altra parte mia nonna ha iniziato a piangere
<< I telegiornali avevano detto che il vostro aereo si era schiantato e che non c’era stato nessun sopravvissuto >>
<< Infatti sono l’unico, neanche la mamma si è salvata...>> Dall’altra parte non è giunto nessun commento in proposito, posso capire il perché.
<< Non pensiamoci più, perché comunque io sono ancora vivo e non vedo l’ora di raccontarvi cosa mi è successo dopo lo schianto e come sono riuscito a salvarmi, sarò a casa tra una decina di minuti, radunate anche tutti i miei amici, staranno morendo dalla voglia di vedermi! >> Detto questo ho chiuso la telefonata e ho chiamato Nancy. Ho dato questo nome al mio drago femmina. Dopo pochi minuti riesco a intravedere il parco di casa mia in lontananza. Ha iniziato a nevicare anche qua. Mentre Nancy atterra sul giardino noto che tutte le persone che mi stavano aspettando si erano nascoste. Posso capirli, non è molto comune vedere un drago di ghiaccio volare davanti ai tuoi occhi, ma dopo che mi avranno riconosciuto mi accoglieranno con baci e abbracci. E so già cosa mi aspetta, tornerò alla vita di tutti i giorni, frequenterò la scuola, uscirò con gli amici e vivrò assieme ai miei nonni. Certo, sarà difficile imparare a gestire i miei poteri, ma sono sicuro che con un buon esercizio giornaliero ne diventerò padrone in poco tempo. In fondo, ho desiderato sopravvivere proprio per tornare a questa routine quotidiana, che alla fine non mi dispiace affatto. Potrei perfino diventare famoso, le ragazze mi vedranno come “Il sopravvissuto” e sarò molto popolare. Sono sceso da Nancy e le ho detto di farsi un giro, probabilmente non l’avrei rivista per un po’. Mi mancherà.
<< Ehi, sono tornato, sono vivo! >> Ho esclamato con gioia, sorridendo. Eppure, le persone che fino a qualche giorno fa erano state mie amiche, non avevano ancora fatto un passo avanti. Mi scrutavano, come se non fossi più il Matteo che tutti conoscevano.
<< C-cos’era quello? E perché ci eri sopra? >> é riuscita a mormorare mia nonna.
<< Oh, era Nancy, il mio drago. L’ho creata io, ma adesso andiamo in casa che qua avete freddo e andiamo a parlarne con calma >> Ma ancora nessuno si era mosso.
<< C’è qualcosa che non va? >> Ho chiesto.
<< Hai il colorito di un cadavere e gli occhi rossi come il sangue >> Ha detto Pietro, uno dei miei amici
<< E allora? >>
<< Hai qualcosa che non va >> Ha commentato Seba, un altro dei miei amici. Dopodiché tutti hanno iniziato a dire che forse la mia è solo una malattia, che il drago di prima era un’illusione, e che in realtà la neve era solo una coincidenza.
<< Balle! >> Ho esclamato, pieno di rabbia, creando un pilastro di ghiaccio dietro di me alto quanto un palazzo.
<< Vi sembra un’illusione questa? Credete che io sia malato? Bugie. In questo modo state mentendo solo a voi stessi, non volete credere ai vostri occhi,a ciò che è reale! >> Loro non hanno fiatato.
<< Voglio sapere solo una cosa: mi amate ancora? >> Nell’osservare i loro sguardi vaghi, i loro pugni stretti, il loro capo chinato, ho sentito una fitta al cuore. Ma io non ho un cuore. Non più. La mia rabbia vuole esplodere ma riesco a contenermi, giusto in tempo per riuscire a sentire i guaiti del mio cane, Musetto, provenire dal mio appartamento al terzo piano. Senza dire una parola sono salito in casa, camminando sulla parete. Ho sfondato la finestra e sono entrato. Quando Musetto mi ha visto, ho notato il suo sguardo preoccupato per quello che ero diventato, faticava a riconoscere il suo padrone. Eppure, dopo qualche secondo, mi è corso incontro, facendomi la festa e cominciando a leccarmi e a scodinzolare. Era felice, mi aveva riconosciuto. Mi sono chinato e l’ho coccolato per qualche minuto, poi l’ho preso con me, sono sceso dal palazzo e ho chiamato Nancy.
<< Credevo avessi ancora una casa, ma non posso vivere circondato da persone che hanno paura di me e mi rifuggono. Musetto è l’unico che è riuscito ad andare oltre allo strato di ghiaccio che ricopre la mia anima, la stessa che tutti voi avete amato e che adesso vi sembra corrotta. Addio >> Sono salito in groppa al drago, ho creato una cuccia di ghiaccio per Musetto e sono volato via, lasciandomi alle spalle la vita che avevo vissuto per 16 anni, pronto per incominciarne una nuova.

La nevicata è terminata, ora inizia la bufera.  

Matteo

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Capitolo 7
*** 12 gennaio 2014 ***


Caro diario,

Ho finalmente deciso cosa fare. Fino a questo momento non ero certo se continuare a scappare o provare a farmi una nuova vita. Ho optato per la seconda. Credo che in America nessuno sappia cosa è successo a Bergamo, lì sarà più facile mimetizzarsi se mi controllo. Inoltre non ho neanche bisogno di mangiare e bere; essere immortale ha i suoi vantaggi. Ho scelto l’America come meta perché, oltre ad aver sempre desiderato andarci, me la cavo anche bene con l’inglese. Avevo pensato anche a Londra, ma sarebbe stata troppo vicina all’Italia e lì qualcuno avrebbe potuto sapere dell’incidente a Bergamo.  Non so se succederà, ma spero di fare qualche amicizia, di conoscere qualcuno che non abbia paura di me.  Musetto non ha ancora pianto, probabilmente gli piace la brezza che tira a questa altitudine. Nancy ha ruggito, segno che siamo vicini alla nostra nuova casa. I grattacieli si estendono per svariati chilometri nella città di Los Angeles. Non andremo ad abitare in mezzo alle altre persone ovviamente, ci stabilizzeremo nella montagna di fronte alla città. Nancy si è fermata davanti a Los Angeles e mi ha fatto scendere. Ho preso con me Musetto, ho detto al mio drago di farsi un giretto in libertà e mi sono incamminato per visitare il posto. Poi mi sono ricordato di una cosa: avrei dovuto procurarmi il cibo per il mio cane, altrimenti sarebbe morto di fame ed erano già tre giorni che non toccava cibo. Che egoista sono stato a non pensarci. Però non avevo soldi con me, dopo l’incidente aereo avevo perso il mio portafoglio. Cosa avrei potuto fare?  
Si stava avvicinando il crepuscolo e non volevo farlo soffrire oltre. Avrei rubato. É stato piuttosto semplice, è bastato nascondersi il viso per bene, creare un coltello col ghiaccio e minacciare la prima persona che ho incontrato.  Che cosa ho guadagnato facendo tutto ciò? 5 dollari, qualche scontrino e un biglietto per la metropolitana usato. Ho imprecato, ma mi sono accontentato e ho cercato il supermercato più vicino. Alla fine, dopo tante complicazioni, sono riuscito a far mangiare qualche pezzo di pane a Musetto. Scesa la notte, la città si è illuminata, invocando gli angeli del sonno per una lunga dormita.  Volevo raggiungere la periferia di Los Angeles per chiamare Nancy, quando ad un certo punto ho sentito delle grida provenire dal vicolo alla mia destra.  Sapevo di stare per fare la scelta sbagliata, me lo stava dicendo anche il mio cane, implorandomi di non immischiarmi negli affari degli altri.  Eppure, sono andato a vedere cosa stesse succedendo e ho scovato due uomini mentre minacciavano una ragazza. La stavano picchiando. Il mio potere voleva esplodere in tutta la sua forza immensa, ma mi sono limitato a congelare ai mascalzoni le braccia e le gambe, in modo che la vittima potesse scappare. Però lei non si è mossa, è rimasta a fissare immobile i suoi aggressori. Che stupida. Il ghiaccio non è resistito molto e alla fine si è sciolto. I due si sono girati nella mia direzione. Finora ero stato nascosto, ma adesso che mi avevano visto le cose si mettevano male. Musetto ha sbuffato come per dire”Te l’avevo detto”. L’ho ignorato e ho dato sfogo alla mia impulsività, buttandomi in un corpo a corpo.  Il fattore sorpresa ha funzionato e sono riuscito a stendere il primo senza problemi. Il secondo ha estratto un coltello, ma era troppo lento per riuscire a colpirmi, quindi l’ho preso per il giubbotto e l’ho sbattuto a terra senza problemi. 
<< Stai bene? >> Ho chiesto alla ragazza. I dialoghi li tradurrò sempre in italiano.
<< Sì, grazie per aver... sta attento! >> Non ho fatto in tempo a girarmi che ho sentito qualcosa colpirmi e spezzarsi. Mi sono voltato e ho visto il primo aggressore con in mano un coltello rotto e la faccia sconvolta. Appena ha incrociato il mio sguardo è fuggito a gambe levate.   Quando sono tornato a parlare con la ragazza, lei era stesa a terra. Era svenuta. Di sicuro non sarà facile la mia nuova vita se continuo a fare le scelte sbagliate.

 

Matteo  

 

 

 

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