Shameless

di austinsheart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre ***
Capitolo 5: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 6: *** Capitolo cinque ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


 

 

 Ero pronta.
Si, ero pronta per scappare.
Avevo tutto quello che mi serviva, tutta la mia vita in un misero borsone.
Era sera, sarei andata via da quella lurida ‘casa’finalmente, lontano da tutti, non mi importava di niente come a loro non importava di me,.
***

Cazzo, cominciava a piovere. “Fantastico”- dissi
A forza di camminare raggiunsi un parco. Gli alberi facevano da tetto, la pioggia quasi non arrivava. Mi sedetti su un muretto, cacciai un panino,che avevo precedentemente preparato,e iniziai a mangiare.
La mia mente non potè non soffermarsi sugli avvenimenti negativi della mia vita, fino alla mia fuga. Mi inziarono a scendere le lacrime..la pioggia mi faceva questo effetto: non piangevo sola. Anche il cielo piangeva. Il mio pianto si fece sempre più forte, non mi importava di niente, quando vidi una persona non lontana da me che armeggiava con un ragazzo dentro a una macchina.
Si girarono verso di me.
Si dissero qualcosa, e quello col cappuccio mosse qualche passo.
“Non c’è nessuno qui intorno, sta venendo proprio verso me. Cazzo”-pensai.
Deglutii quando la sua figura si materializzò davanti a me.
-Tu!- disse indicandomi.–tu non hai visto niente!
Spalancai gli occhi,pensando a cosa sarebbe accaduto.
 
 

 
 
 
*SPAZIO AUTRICE*
Ciao bellee!
E’ la mia prima ff su Austin, ce l’ho in mente da tempo, finalmente sono riuscita a buttar giù qualcosa.
Spero che vi intrighi(?) altrimenti la cancellerò, non sono sicura di questa storia ancora
Mi piacerebbe sentire i vostri pareri, e se vale la pena continuare.

Grazie a tutti, se volete chiedermi qualcosa, su twitter sono @whatsaboutlove :*

 
Evaporo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1.

-Tu..-disse indicandomi- tu non hai visto niente!
-d…di cosa stai parlando?- chiesi timorosa
- mi prendi per il culo?-sentenziò ringhiando
-senti..-dissi in preda alle lacrime precedenti- non so cosa vuoi da me,non so cosa hai fatto, lasciami in pace!
Lui mi prese per la maglietta e mi strattonò. Feci in tempo a prendere il borsone con me
-che cazzo fai?!- dissi urlando.
Mi teneva con forza mentre camminavamo in mezzo alla pioggia. Avevo paura.
Arrivammo a una macchina,l’aprì e mi ci buttò dentro. Iniziai a piangere mentre lui entrava dall’altra parte.
-che cazzo piangi?! Senti..-disse voltandosi verso di me- tu non devi dire niente di quello che hai visto, o fai una brutta fine,ok?
Piangevo, ma non per quello.
-che diamine piangi? Sei una cagasotto-disse scuotendo la testa.
-senti..non so chi sei e cosa vuoi,MA NON ME NE FREGA UN CAZZO DI TE! HO LA MIA VITA CHE MI SPAVENTA, NON TU! CHE COSA VUOI?!
Il ragazzo rimase perplesso. Non piangevo per lui,non ne ero intimorita, e questo lo attirò.
-quali sono i tuoi problemi, ragazzina?
-non sono affari tuoi.-sputai.
Il ragazzo mise in moto la macchina.
-Non mi piacciono le ragazzine permalose.- disse lui
-E allora lasciami in pace.-dissi di conseguenza.
Lui fece un mezzo sorriso.
-Dove stiamo andando?-chiesi.
-Tu resti con me..fin quando non ti decidi a stare zitta.-
-Che cazzo significa?!- dissi agitandomi.
Lui non rispose. Accostò la macchina. Scesi, non potevo scappare, non ne valeva la pena. Mi guardai intorno: in che posto mi trovavo?
Era un quartiere buio,spento. Le case quasi tutte attaccate,grigie, sapeva tanto di un quartiere malfamato.
-Seguimi.-disse lui prendendo le chiavi di quella che presumo fosse il suo appartamento. Salimmo delle scale, e aprì la porta di nuovo, accendendo le luci.
-Che fai, non entri?- mi chiese perplesso sull’uscio.
-Ricordami il motivo per cui io debba entrare a casa di uno sconosciuto, mi sfugge- dissi assottigliando gli occhi.
Lui scosse la testa, ridendo. –non fare la simpatica con me. Entra e basta. Se non mi sbaglio, hai bisogno di un tetto.- gli uscì un ghigno.
-Tu non sai un cazzo di me-dissi timorosa.
-No? E in quel borsone che ci tieni? Un cadavere?-rise.
-probabile.- sputai.
Il silenzio si spezzò con una sua fragorosa risata. Ci pensaii in due secondi. Mollai il borsone, e scattai giù per le scale. Aprii il portone. Mi girai, glielo diedi in faccia. Corsi per il marciapiede, prendendo una via laterale. Non c’era nessuno dietro a me, quando ne fui sicura mi fermai e mi accasciai, con le ginocchia al petto, piangendo l’anima. “Perché a me? urlai piangendo.
Sentii dei passi. No, cazzo. Alzai lo sguardo, ma la vista era offuscata dalle mie lacrime. Sentiii un respiro addosso a me, e due mani prendermi le guance ed asciugarmi le lacrime.
-ehi..-disse una voce. Non poteva essere. Era il ragazzo di prima. Che problemi aveva? Non riuscii a dire niente. Ma che aveva una doppia personalità?
Piansi ancora più forte, presa dallo sconforto.
-Non piangere,ti prego.- pronunciò lui.
-Sono Austin. Come ti chiami piccola?- mi chiese accennando un sorriso.
Ripresi fiato dalle mie lacrime.- A…Allison, mi chiamo Allison.- dissi guardandolo.
-Allora Allie, il tuo borsone lo lasci a casa mia? Ti accompagno a prenderlo,poi ti lascio stare-
Fui sollevata ma allo stesso tempo preoccupata..lo seguii in silenzio fino alla sua casa. La porta era ancora aperta..presi il borsone che era sull’uscio, e guardai Austin, che era pronto a ‘salutarmi’
-Bè allora..-disse grattandosi la nuca.
-Aus..Austin..non ho un posto dove stare, avevi ragione, non è che posso restare solo per oggi? Farò quello che ti pare, pulirò casa e...
Lui sorrise. Ci avevo pensato sul momento, perché davvero non sapevo cosa fare e dove andare.
-Sapevo che me lo avresti chiesto..entra..-disse convinto.

Feci un passo e mi guardai attorno. Un comune appartamento, per quella misera città.

 

 

 
*SPAZIO AUTRICE*

Questo capitolo fa cagare ma l’ho scritto di fretta ma ci tenevo a pubblicarlo oggi.
Anyway, fatemi sapere come vi paree:)
ho cambiato nick, su twitter sono @givemeausteen BENE O MALE PURCHE’ SE NE PARLI;)
 

ps: continuo a 3 recensioni, grazie c:

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Capitolo 3
*** Capitolo due ***


Ma che razza di problemi ho?- pensai mentre facevo ingresso in quell’appartamento.
Era tetro, sembrava non vedesse luce da anni. Intanto pensavo alla mia improvvisata e come poteva essermi venuto in mente di entrare nella casa di quel ragazzo.
“Vieni..”- mi disse girandosi verso me e conducendomi in un corridoio.
Notai delle foto su un ripiano, e non feci a meno di osservarle.
Figuravano un bambino piccolo in una cornice, poi una signora, e quella che doveva sembrarmi una famiglia.
Toccai quasi la cornice ma ritrassi la mano subito.
“Non toccare.”-pronunciò.
Arrivammo ad una stanza alla fine del corridoio, a destra. Io ero ancora col borsone in mano, e lo mollai per terra aspettando qualche sua parola.
“questa è la mia stanza. Se ti serve un posto, come vedo, puoi dormire qui” – disse freddo.
Oh, bene pensai. Almeno mi lasciava sola.
..con me.”- continuò.
Sbarrai gli occhi.
“io non ci dormo con te. Posso dormire sul divano”- dissi incerta.
“perché..hai paura di me?”- soffiò vicino al mio collo.
D’istinto indietreggiai. “n..no. Solo che non mi sembra il caso.”-dissi.
“fa freddo, non trovi? In due potremmo scaldarci..non fare la difficile bambolina.”- pronunciò vicino al mio viso. Sentivo il suo profumo e il suo calore persuadermi.
“non sono una cazzo di stufetta,ok?”- dissi con un mezzo sorriso.
Lui invece sbottò a ridere. Ma rise di gusto, la sua risata fece eco per la stanza. Era mozzafiato.
Il suo sorriso mi fece perdere la testa, così, un po’ per allentare la tensione, risi assieme a lui.
“oh, certo che lo sarai..piuttosto ti devo scaldare io, senti che mani fredde..”..si avvicinò e mi prese le mani, le porto dentro le sue e passò le dita sulle nocche. Era un gesto..dolce.
Piantai il mio sguardo sul suo. Era davvero carino. No ma che dico. Bello.
“quanti anni hai, bambolina?”-disse guardandomi con un accenno di sorriso.
Ora faceva quello dolce..bah
“Sedici..”. –feci una pausa. “ tu?.” Dissi mandando giù la saliva.
“Quasi diciotto.” Disse soffiandomi nell’orecchio.
“cos’è, dire che hai diciassette anni ti fa tanto schifo?”.
Io ero così. Se una cosa mi si presentava su un piatto d’argento la battuta mi veniva spontanea.
Accennò un sorriso.
“mi fai ridere bambolina..sei dolce”- disse toccandomi la guancia.
Non so perché ma quel gesto mi rassicurò, mi mise quasi a mio agio.
Ma non dovevo dimenticare dove ero, e con chi ero.
Fu un attimò, mi prese i fianchi e mi avvicinò a sé.
Forse..era un abbraccio.




Mi nascondo per l'estremo ritardo.
davvero, 7 mesi non si possono sentire, scusate davvero. Non sto qui a dire perchè e per come so solo che dopo
aver letto gli ultimi commenti, bè ho iniziato a scrivere questo capitolo, mi mancava un pò questa storia.
Avrei dovuto cestinarla, come ho fatto con tante prima, ma bo, sapevo che prima o poi avrei continuato.
vi chiederei di lasciare una recensione, farmi sapere se vale ancora la pena continuare questa storia, che
lo faccio solo per voi..davvero.
passando al capitolo..
non è venuto dolcioso come vorrei, è un pò uno schifo ma va bene..vediamo un pò che succede.
Austin ha abbracciato Allie?omg. adblkjhg scusate se è corto.
va bene, mi dileguo. se volete cercarmi su twitter sono @cartersfab.
scusate ancora per il ritardo e buona lettura:)

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Capitolo 4
*** Capitolo tre ***


Capitolo 3.

Mi ripresi un attimo e quasi sbarrai gli occhi mentre ero stretta alla sua presa.
Lui cercò il mio viso, così alzai lo sguardo e mi sorrise.
Che dolce, pensai.
Poi mi staccai da quel mezzo abbraccio. Mi guardai intorno.
“Puoi sistemare la tua roba se vuoi”- disse indicando il mio borsone.
“Ma..non ho intenzione di restare a lungo. Domani mattina vorrei andarmene.”-dissi incerta.
“Tu resti qui fin quando lo decido io..ormai sei qui. Sei arrivata per restare, no?-.disse.
Quella frase mi spiazzò un po’. Cos’era tutta quella confidenza che si era preso?
“Austin…”- cercai di parlare
“Non dire nulla”. Mi zittì. Aprì la mia borsa e iniziò a prendere dei vestiti, accuratamente piegati e li poggiò sul letto.
“Posso farlo da sola..fermati.”- dissi bloccandolo. Lui mi guardò minaccioso.
“ti sto dando una mano, cazzo stai al tuo posto.”- disse alzando lo sguardo, era piegato sul borsone.
“Senti eh, quella è roba mia e sono libera di stare dove cazzo mi pare, lasciami in pace e tanti saluti.”- dissi afferrando il borsone e arrivando all’uscio di casa. Odiavo quando qualcuno mi mancava di rispetto.
Mi sentii prendere il braccio.
“Tu sei roba mia.”- disse puntando i suoi occhi nei miei.
Ma cosa stava dicendo? Non riuscivo a mantenere il contatto con i suoi occhi. Brillavano.
“Perché non mi lasci stare, cazzo. Non ci conosciamo. Non sai niente di me, non era previsto incontrare uno come te.”- dissi con voce spezzata.
Lui non sapeva niente di me e del mio passato, non volevo nessuno, volevo solo stare sola per la mia strada.
“Tu hai bisogno di qualcuno, Allison, te lo leggo in faccia. Vieni qui..-“ mi strinse a sé. Non era un abbraccio come prima, affondò le sue mani nei miei capelli e io strinsi le mani intorno alla sua vita.
Percepivo il suo profumo di cocco, era inebriante.
Mi scapparono due lacrime ma non gliele feci notare.
Tornammo in camera sua. E finii di sistemare le cose. Mi sedetti sul suo letto. Era basso ma comodo. Toccai il tessuto di esso, e subito pensai: “Austin..nessuno ti ha mai insegnato a fare il cambio stagione?”-dissi un po’ turbata.
Lui inarcò le sopracciglia. “cosa”?
Il cambio stagione..ecco perché senti freddo..non hai messo le coperte invernali..non lo sapevi?”.
Mi guardava spaesato. No, evidentemente no.
“No porca puttana, non me l’ha mai insegnato nessuno! Nessuno mi ha mai insegnato niente! Ho dovuto imparare in fretta tutto da solo !”- urlò scagliandosi contro una cornice su un ripiano.
Era girato e riuscii a capire di che stazza era, aveva due spalle grandi che contenevano una persona fragile, pensai.
Il mio sguardo cadde sulla foto, poi allacciai le mie mani sulla sua pancia, abbracciandolo da dietro.
“Va tutto bene Austin..scusa”.- sussurrai.
Si girò e mi staccai bruscamente guardando da un’altra parte.
“Andiamo.”- disse senza guardarmi.
“Dove”?- dissi con la curiosità di una bambina.
“A comprare queste coperte”.
Alzò il labbro destro, quasi sorridendo, e io giuro che sarei potuta svenire lì. Gli sorrisi di rimando, inconsciamente capii che stavo bene, quasi sollevata se lui sorrideva.
Prese le chiavi, mi guardai attorno e chiudemmo la porta di casa.




ciao belle!
innanzitutto voglio dire che cercherò di prendermi questo tempo ogni sera per pubblicare un
nuovo capitolo, salvo imprevisti e\o mancanza di ispirazione.
il capitolo fa popò cagare, non mi piace la piega che ha preso ma vabbè.
a voi piace? Ho continuato soprattutto perchè ho visto recensioni nell'ultimo,mi
spingete a continuare, continuate così!♥
Il capitoli bohh mi vengono corti, spero di rimediare!
mi dileguooo, grazie a tutte quelle che leggono la storia, fatevi sentiree:)
Erica.

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Capitolo 5
*** Capitolo quattro ***


Lo seguii, sentendo la scia del suo profumo. Ahh se era buono.
Scendemmo le scale del palazzo ed uscimmo dal portone.
Mi guardai attorno: vidi gruppi di ragazzi col cappuccio da un lato della strada, e una signora che tornava a casa dall’altro. Non avevo avuto ancora modo di conoscere il quartiere.
Mi sembrava strano, essere di nuovo ‘libera’ per la città.
“A che pensi?”- chiese Austin guardando il mio sguardo perso.
A tutto il tempo in cui ho passato in quel cazzo di istituto, avrei voluto dire. Ma me lo sarei tenuta per me.
Camminammo poco e poi Austin in prossimità di un’auto nera si fermò.
“Entra.”- disse freddo aprendomi lo sportello e guardando a destra e sinistra.
Notai i rivestimenti e il cruscotto dell’auto: era la stessa in cui mi aveva presa il giorno prima.
Ci mise poco e arrivò al posto del guidatore.
Non sapevo che dire e io odiavo i silenzi imbarazzanti, per cui accesi la radio, cambiando ripetutamente stazione.
“La spegni?”- disse austin.
No”. –dissi decisa.
“s p e g n i l a.”- disse scandendo le parole.
“Come fai a non ascoltare la musica? E’bellissimo ascoltarla in macchina”.- dissi guardando fuori dal finestrino, entrando nel mio mondo.  Amavo la musica, e amavo sentirla nei viaggi in macchina, mi faceva sognare, ed ero sempre in cerca delle mie canzoni preferite in auto, per cui cambiavo sempre stazione.
“Mi dà fastidio, porco cazzo. Sto guidando.”- disse infastidito e la spense.
“Fottiti”.- dissi incrociando le braccia.
“Oh bambolina, se qui c’è qualcuno che si fotterà qui di certo non sarò io”-Disse con un ghigno girandosi verso me. Ebbi un sussulto. Non sapevo come interpretare quelle parole.
Lo guardai di rimando ma non riuscii a dire nulla. Io, Allison Parker che non rispose ad una provocazione.
“Sei vergine, piccola”?- chiese tranquillo provocandomi e parcheggiò. Qui la mia rabbia crebbe e sbottai.
“Senti, ma vaffanculo! Sei un pervertito del cazzo, sta lontano da me!”-urlai, slacciai la cintura e uscii dall’auto.
Eravamo arrivati ad un edificio gigante. Presumo il centro commerciale, mi avviai correndo verso la sua entrata.
“Allison, fermati!”- sentivo la sua voce dietro ma non dovevo fermarmi, lo sapevo.
Pov Austin.
La rincorsi velocemente. Perché non aveva capito il mio sarcasmo? Cazzo, l’avevo provocata apposta, mi piaceva quando mi rispondeva a tono. Avevo esagerato? Forse.
Non la persi di vista, non dovevo, l’avevo raggiunta.
Successe in un attimo. Stava mettendo piede in mezzo alla strada e una macchina sopraggiunse veloce, per miracolo la vidi. Presi Allison e la spinsi indietro, schivando la macchina, che nemmeno si fermò.
Sentivo le mie gambe cedere. Avevo ancora Allison tra le mie braccia. Si girò e scoppiò in un pianto amaro.
Non si calmava, e non sapevo che fare. Da lontano ci guardavano ma feci segno che andava tutto bene.
Pensavo e pensavo ma non riuscivo a dire qualcosa di adatto, di confortevole.
Mi vennero in mente le immagini dell’incidente dei miei genitori.
La strinsi ancora più forte.
“Sscusa..”- dissi piano, ma ero sicuro che mi avesse sentito. Alzò lo sguardo su di me e scoppiò di nuovo a piangere.
Non riuscivo a dire altro. Che persona del cazzo dovevo essere ai suoi occhi.
Non disse niente, d’un tratto smise di piangere, si asciugò le lacrime e si staccò dalla mia presa.
“voglio stare da sola, Austin”.- disse, senza accenno di emozione nel suo viso.
“No, non ti lascio sola”.- dissi ricomponendomi.
“Sono quasi morta scappando da te, mi devi lasciare in pace”.
Quelle parole mi fecero male. I ricordi raffioravano nella mia mente.
“Sono un mostro, vero?”.- chiesi, con delusione. “Prima i miei, ora te”.
Pov Allison
Non dissi nulla. Immagazzinai le parole che mi aveva appena detto e pensai.
Prima i miei, ora te? Non so cosa fosse successo con i suoi, ma dovevo aiutarlo. Difronte a me non avevo un mostro, solo un ragazzo pieno di sensi di colpa, come me.
Notai i suoi occhi che o brillavano, o erano pieni di lacrime.
Non ci pensai e lo abbracciai.
“Non sei un mostro, vediamola così..tu mi hai salvato.”- dissi con imbrazzo e dolcezza. Tanto non poteva vedermi.
Mi guardò e sorrise. Mi pulì via le lacrime dal volto, e io avvicinai le mie dita ai suoi occhi e feci lo stesso.
Sorridemmo insieme.
“vogliamo andare a casa?”- disse stringendo la mia mano.
“Ormai siamo qui Austin..e ci servono ancora le coperte.”
Abbassai per notare le nostre mani, che erano intrecciate.
Il mio stomaco sussultò, provavo un’emozione strana, nuova in quel momento.
Lui intanto mi guardava di sottecchi, così lo guardai e sospirai. Mi sentivo al sicuro. Anche se sapevo che quel momento non sarebbe durato.
Entrammo nel centro commerciale. Ammetto che mi sentivo un po’ fuori luogo, ma era troppo tempo che non vedevo qualcosa di diverso.
Austin non la pensò uguale perché  subito mi trascinò dentro a un negozio.
Sorrisi, c’erano coperte di tutti i tipi, letti matrimoniali, cuscini, ahh il mio mondo, pensai.
Notai due coperte che dovevano essere di pile, le toccai ed erano incredibilmente morbide e calde.
Chiamai l’attenzione di Austin e scegliemmo quelle due, più una per il letto.
Pensai alla strana situazione in cui ero. Mano per la mano, con un mezzo sconosciuto, comprando una coperta per il nostro presunto letto.
Facemmo un giro dentro al centro commerciale, e notai tanti vestiti e cose carine, ma non mi andava di stare a far fermare Austin.
Però lui notò come ero rimasta incantata.
“Un giorno ci torniamo e ti compro quello che vuoi, tranquilla”.- disse mostrandomi il suo meraviglioso sorriso. Certo che mi aveva letto nella mente. Attraversammo le porte scorrevoli dell’uscita e Austin mi lasciò bruscamente la mano.
“Avverti, cazzo”- dissi irritata.
Mi voltai verso Austin e vidi il suo viso corrugato verso un punto difronte a lui. Mi voltai a mia volta verso cosa stava vedendo e tre ragazzi gli si pararono davanti.
“Ehy bro!”-disse uno.
“Ciao ragazzi.”- rispose Austin dando una spallata a ciascuno dei tre.
Bel modo di salutarsi, wow, pensai. Ma non lo dissi, non sia mai che passi per quella antipatica. Ma chi importa, lo sono.
“Stasera all’eclipse”?- disse uno col cappuccio della felpa in testa.
Che trasgressivo. Stavo per dirlo, ma la mia buona coscienza mi fermò. Zitta Allison. Va bene.
Da quando in qua seguo la mia vocina malefica? Da quando sei stata quasi uccisa. Zitta, vai via. Dissi scacciando la vocina con la mano. Grave errore. Attirai l’attenzione dei quattro. Merda.
e lei chi è?”- disse con un ghigno uno.
“un' amica. E comunque no ragazzi, stasera passo. Divertitevi.”- li liquidò Austin ma senza successo.
“Te la spassi con lei eh?”- disse quello al centro, malizioso.
“Può darsi, noi ora andiamo. Chiamate se servono rinforzi eh”.- disse Austin portando la mano sulla fronte facendo il gesto del soldato. Che scemo. Sorrisi. No, non dovevo sorridere. Aveva appena detto che ero..un amica? Che deficiente.
Lasciammo gli altri ai loro commentini poco casti e ci avviammo alla macchina.
Un' amica eh?”- dissi una volta entrata. Lui mi guardò.
Cosa avrei dovuto dire, sentiamo?”- disse sospirando girandosi verso me.
Ci pensai su. Che avrei dovuto aspettarmi? Che stupida che sono.
“Niente. Ora che ci penso non siamo nemmeno amici. Siamo sconosciuti.”- dissi innervosita, e incrociai le braccia, di nuovo.
“..conoscenti.” aggiunse.
“Senti, ma vaffanculo.”- sbottai. Ci ero rimasta un po’ male, boh. Cosa avrebbe dovuto dire del resto? Niente, noi non siamo niente. Ma ero comunque incazzata. Cambiavo umore per dettagli che la gente nemmeno vedeva.
Poi sentii la sua risata. “Adoro quando lo dici”.- disse ridendo.
L’avevo fatto ridere, sto stronzo.
Dopotutto la giornata non era andata così male.
 

 
 
 
 

Ciao ragazze aw sono così contenta che abbia aggiornato lol
Cosa ve ne pare del capitolo? Mi è uscito fuori scrivendo,
spero di non aver fatto uno schifo. Che ve ne pare?ho cercato
di farlo un pò più lungo.
Lasciatemi le recensionii, sennò non continuo eh:)
Ahah, ciao belleee

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Capitolo 6
*** Capitolo cinque ***


Tutto il viaggio di ritorno in macchina non aprii bocca. Continuavo a pensare a questa strana situazione, ma finora Austin si era dimostrato abbastanza disponibile con me..fin troppo, quindi potevo ancora stare tranquilla.
Sospirai e mi appoggiai al sedile, guardando fuori dal finestrino.
Questa città era strana, incuteva timore, e non so nemmeno come fossi riuscita ad arrivarci.
Austin mi lanciava occhiate ogni tanto ma non ci feci caso..parcheggiò e aprii la portiera
“Aspetta”- mi disse, fece il giro, controllò un po’ la strada poi aprì la mia portiera.
Non lo ringraziai e mi chiesi il perché di quel gesto.. andai dritto al portone, aspettando che aprisse.
Salimmo le scale ed aprì casa.
Subito quell’aria tetra si fece spazio tra me..accesi tutte le luci e andai in bagno, avevo bisogno di una rinfrescata. Il bagno non era piccolo anzi, ma era molto curato per essere di una persona come Austin..voglio dire, non so se fosse una persona ordinata ma di certo quel bagno superava le mie aspettative.

Aprii la porta per uscire e me lo ritrovai davanti a petto nudo. Non lo guardai in volto, presa a guardare il suo fisico, mi spostai a destra ma lui fece lo stesso, bloccandomi il passaggio.
“Ti piace?”.- disse alzando l’angolo della bocca. Mi prese la mano e la portò al suo petto, ma la ritrassi subito. Con uno spintone passai e uscii dalla stanza mentre lui entrava in bagno ridendo.
Mi scosse un po’ quella cosa, non ero mai stata così vicina ad un ragazzo, voglio dire, a torso nudo, e il suo gesto mi stranì. Come ogni cosa che faceva, del resto. Dio, non lo sopportavo.
Era anche una cert’ora e il mio stomaco richiedeva cibo.
Aprii il frigo:con mio grande stupore vidi che era pieno, e non vuoto con solo birre come mi aspettavo.
Cacciai una salsa a caso, presi dei panini che trovai e ce la spalmai sopra. Presi due piatti e li misi sull’isoletta della cucina.
Sentii un calore sul mio collo. Un respiro. Mi bloccai e rabbrividii.
“Non essere tesa.”- soffiò Austin sul mio collo.
Era più vicino di quanto pensassi.
Mi accarezzò la spalla e scese per tutto il braccio, io non sapevo che fare.
Era una sensazione piacevole averlo addosso, mai nessuno mi aveva regalato queste sensazioni. E poi ero completamente inebriata dal suo profumo.
Si avvicinò ancora di più al mio collo e posò le sue labbra sulla mia pelle.
Cazzo faceva? Rabbrividii tutta e se ne accorse..lasciai da parte le mie emozioni e mi girai, trovandomelo di fronte.
“Ho preparato qualcosa da mangiare..”-dissi indicando i panini, cercando di mostrarmi sicura di me.
“Brava piccola, avevo una certa fame”.- mi superò e andò a sedersi sullo sgabello di fronte al mio. Che imbarazzo. Addentai il panino cercando di non alzare lo sguardo.
“Mangia piano che ti strozzi”- disse ridendo di me.
Non aveva capito che il mio piano era di finire presto la cena, andare a letto e dormire, senza interagire con lui.
“Faccio io”- dissi quando finimmo di mangiare. Mi sembrava il minimo mettere a posto la tavola.
“Cavoli, non avrò più bisogno di Roxy allora”- disse ridendo, cazzo rideva boh.
“Chi è Roxy?”- chiesi scocciata.
“La signora della porta accanto. Viene a casa per pulire, fare la spesa, ste cose..”
Ora si spiegano tante cose”- dissi acida.
Ecco perché alla fine la casa era ben pulita, frigo pieno, di certo non poteva essere opera di Austin tutta questa cura.
“Ma sappi che io non ti faccio da serva,”.- conclusi.
Si andò a buttare sul divano e accese la tv.

“Sei un vegetale..”-dissi andando verso la camera. Presi le coperte di pile dalla busta e tornai in sala. Mi disse qualcosa da lontano ma preferii non ascoltarlo. Tornai nella sala e sedetti anche io sul divano, lontano da lui portando le mani alle ginocchia. Non riuscivo mai a stare in una posizione decente. Aprii la coperta e me la sistemai addosso.
“Guarda che la voglio anche io, vieni qui.”- disse facendomi cenno di avvicinarmi. Non mi opposi, non ne valeva la pena.
“Sei un rompipalle”- dissi avvicinandomi a lui. Prese la coperta e la poggiò su di sé, poi la posò su di me, sistemandola.
Mi cinse in un abbraccio. Non so se era un vero e proprio abbraccio, so solo che mi sentivo estremamente piccola e protetta al suo
cospetto. Mi teneva stretta sul suo petto, e quel momento l’avrei fermato per sempre.
Ciò che provavo dentro esplose, era un’emozione troppo grande per me. Iniziai a piangere, ma non più come le altre volte..stavo bene.
“Che..che hai fatto? Che succede?”- disse Austin cercando il mio volto.
Mi prese il viso e io, con tutte le lacrime agli occhi, gli sorrisi.
Mi vergognavo troppo a dire come stavo in quel momento, magari si sarebbe fatto una grossa risata.
“Nessuno mi ha mai stretta così, Austin”.

Pov Austin
Rimasi spiazzato da quelle parole. Non sapevo molto su Allison, ma non potei non capire che l’affetto di qualcuno le era sempre mancato. Come a mme del resto.
“Meriti di essere abbracciata ogni giorno”- le sussurrai e la strinsi ancora di più, perdendomi nel profumo dei suoi capelli.
Lei sussultò, e le asciugai le lacrime. Sapevo che voleva parlare, per cui non la anticipai.
“Questo è uno dei motivi per cui me ne sono andata via da lì, Austin. Conosci l’istituto della South Hill?”.
Annuii e la lasciai proseguire.
“Ho perso i miei genitori da piccola e sono cresciuta lì, che era una sorta di orfanotrofio. Ci hanno sempre trattato come merde. Mi hanno azzerato come persona Austin, sono stata malissimo lì dentro, ho perso me stessa e ho iniziato ad avere problemi alimentari, per cui mi iniziarono a trattare ancora peggio. Non voglio ricordare tutto, so solo che devo ringraziare la mia unica amica Sarah, per avermi fatto ricordare le cose belle del mondo fuori. Lei è stata adottata, io sarei rimasta lì da sola, non avrei potuto sopportarlo da sola. Così sono scappata e ho trovato te. Nessuno mi aveva mai tenuta così Austin. Non puoi capire...”
Mi guardò con gli occhi pieni di lacrime che minacciavano di uscire ben presto.
Ma certo che l’avevo già capito, dal primo momento che la vidi
“Ti capisco Allie.  Per questo ho deciso di prenderti sotto la mia ‘ala’. Le persone come te devono essere protette dalla merda che c’è in questo mondo.”- dissi mettendogli un braccio attorno le spalle.
Sorrise e si accoccolò a  me. Mi sentivo bene, era troppo tempo che non mi sentivo così in pace con me stesso, troppi fantasmi del passato mi facevano compagnia.

Pov Allison.
Non seppi che dire..so solo che lo strinsi ancora di più, per fargli sentire la mia gratitudine. Poi mi venne in mente quel giorno. Perché, infatti, aveva deciso di prendersi cura di me?
“Austin, perché quel giorno mi hai preso con te”?
“Allison, nessuno vaga per le periferie del South Carolina, da sola. A meno che non voglia essere stuprata o narcotizzata da qualcuno. E tu mi sembravi un tipo abbastanza ingenuo per sapere questo. Doveva esserti successo qualcosa, per stare lì, poi ho guardato i tuoi occhi e ne ho avuto la conferma.”-disse tranquillo.
Rimasi spiazzata, quel ragazzo mi sapeva leggere.
E cosa stavi facendo in macchina? Che non dovevo vedere?”-dissi, volendomi chiarire una volta per tutte quel dubbio.
“Ma come, non era abbastanza chiaro?”-disse ovvio.
Non dissi nulla, e continuò
“Stavo spacciando,  Allison.”





ciao ragazze!
questo capitolo lo dovevo continuare ma poi mi veniva troppo lungo.
la storia non sta venendo come mi aspettavo, ma visto che vi piace,
mi spingete a continuare..
ditemi cosa vi piace e non, se vi piace il rapporto tra Allison ed Austin e secondo
voi come dovrebbero andare le cose.
lasciatemi qualche recensione, io controllo ogni secondo se ce ne sono ahah perchè
mi fate davvero felice!♥ detto questo al prossimo capitolo, aggiorno a 3 recensioni♥
erica

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