UCLA, innamorata della mia coinquilina

di iloveroseandrosie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo giorno ***
Capitolo 2: *** L'aperitivo ***
Capitolo 3: *** Il primo giorno di scuola ***
Capitolo 4: *** La notte ***
Capitolo 5: *** Il vestitino sexy ***
Capitolo 6: *** La doccia ***
Capitolo 7: *** Ti amo ***



Capitolo 1
*** Il primo giorno ***


UCLA, University of California, Los Angeles.

Non appena scendo dalla macchina, vengo travolta da una folla di gente che sembra andare un po’ dappertutto, senza una meta precisa. “La mia vita universitaria comincia oggi”, penso tra me e me con un sentimento misto a terrore ed eccitazione.

Sentendomi un attimino spaesata, mi chino e faccio per tirare fuori da borsa dalla macchina dei miei che gentilmente, con la scusa di salutare un’ultima volta la loro piccola bambina che se ne va all’università, mi hanno portata fin dentro la mia stanza pretendendo di conoscere la mia coinquilina. Cari.

Attraversiamo quindi il grande campus, dove mi sembrano tutti un po’ persi ma stranamente così a loro agio in quell’ambiente che calmano pure me. Entriamo nel nostro dormitorio, o almeno credo. Saliamo un piano di scale e arriviamo davanti alla porta C18, la mia stanza.

Da un lato avevo così tanta paura di entrare e scoprire chi fosse la mia compagna di stanza, ma dall’altro ero super eccitata! Dopo essere stati una buona manciata di secondi davanti alla porta, sento mio padre che, impaziente, dice: “Ci diamo una mossa, Kat? Ho la macchina parcheggiata in doppia fila e ho visto un po’ di poliziotti qui fuori!”, guadagnandosi un’occhiata di fuoco da parte di mia mamma. Mio padre non è mai stato molto, come dire… “sentimentale”. Lui ama le cose fatte velocemente e senza troppe smancerie, anche se dentro di lui è completamente l’opposto.

Faccio un profondo respiro, prendo la valigia, apro la porta e… sono dentro. La stanza non è grandissima, ma per essere in due può andare bene. Volevo conoscere la mia coinquilina, la persona con la quale avrei diviso, o almeno lo speravo, la maggior parte delle mie avventure da matricola. Però non era in stanza. Anzi proprio non era arrivata, la stanza, a parte il mio borsone, le mie valigie e i miei genitori, era vuota.

“Bene, penso che possiate tornare alla macchina ora, così mi sistemo bene, magari mi faccio una doccia, e poi vado a vedere un po’ le persone come sono qui”, dissi ansiosa di mandarli via, prima che mi facessero fare figuracce come erano soliti fare.

Dopo baci, bacini, bacetti, abbracci, lacrime (da parte della mamma, intendiamoci) e raccomandazioni (della serie “non parlare con gli sconosciuti”), riesco finalmente a farli andare via. Non che non gli voglia bene, anzi! Ma stavano cominciando a diventare un po’ opprimenti, e poi ad un certo punto se ne dovevano comunque andare, quindi tanto vale farlo adesso che non hanno ancora causato danni a nessuno. Specialmente alla mia reputazione.

Vedendoli andare via dalla mia finestra, che ho scoperto dare sul campus, ho un attimo di panico. Cosa faccio qui da sola? Come devo comportarmi? Cosa dovrei fare ora?
Non conosco nessuno!

Per non farmi prendere dall’ansia mi metto a disfare le valigie. Finite le prime due, sento qualcuno fuori dalla porta che faticava ad aprirla. Pensando che fosse la mia coinquilina (della quale non so neanche il nome), corro ad aprirle. Peccato che si fosse appoggiata alla porta per cercare di far pressione e aprirla non usando le mani avendole impegnate a reggere mille borse, e così me la ritrovai tra le braccia.

Mi sentivo terribilmente in imbarazzo, quanto sono stupida! Cercando di rimediare all’accaduto, le dico che pensavo di aiutarla aprendola, ma che evidentemente non avevo fatto che peggiorare la cosa. Lei, molto dolcemente mi risponde: “Ma no figurati, solo che non sapevo come aprirla senza mani e se non l’avessi aperta probabilmente mi ritrovi accampata li fuori, haha”.

Era dolcissima. Bellissima. Aveva gli occhi di un colore che non avevo visto neanche nei più bei dipinti, un misto tra verde chiarissimo, azzurro e grigio. Un colore che non avrei neanche potuto immaginare, talmente bello. E la bocca. La bocca era perfetta. Era bellissima, non potevo non fissarla.
La situazione però stava diventando un po’ imbarazzante: io che ancora la reggevo per le braccia, che la fissavo, e lei che aveva smesso di parlare da almeno un minuto e mezzo mi guardava. Mi diedi una scossa, la aiutai a rimettere in piedi, e presi le borse che si era lasciata dietro.

“Quindi tu sei Kat?” mi chiese lei.
“Si, come fai a saperlo?”
“Ho incontrato dei signori molto carini che mi hanno saputo indicare la stanza C18, e mi hanno detto che tu eri già dentro da cinque minuti. Sono i tuoi? Mi sono sembrati simpatici!”
“Haha, e io che pensavo di averla fatta franca non facendoli parlare con nessuno e mandandoli via prima che tu arrivassi! Vabe, sono carini si, ma un po apprensivi…” dissi io mimando il gesto di “che pizza” con le mani.
“Beh, quello mi sa che un po’ tutti i genitori lo sono!”

Decidiamo di mettere a posto le nostre cose, parliamo un po’ di noi, scopro che ha una sorella di 16 anni che va al liceo, un fratello più grande, di 23 anni, che già lavora all’estero, e un cane di nome Sally. Al che mi fa ricordare una cosa…

“Ma non mi hai detto come ti chiami!” le urlo facendo finta di sgridarla, ma sorridendo.
“Haha, vero! Beh io sono Lily, nome del cavolo eh?”
“Non è vero! A me piace! Pensa al mio: Kathryn. Quante persone pensi che azzecchino l’ordine giusto delle lettere? Haha”

Continuiamo a chiacchierare per una mezzoretta, fino a quando lei non decide di farsi una doccia, e io di farmi un giro in corridoio a vedere un po’ i nostri vicini come sono. Non faccio in tempo a mettere i due piedi fuori dalla soglia, che noto un volantino che invitava ad andare all’aperitivo, nel parco del campus, organizzato per le matricole. Torno dentro camera nostra, e urlo a Lily (in realtà alla porta del bagno) di sbrigarsi che dobbiamo andare a quest’aperitivo. Sento un “Ok” da sotto l’acqua della doccia, e comincio a cercare i miei vestiti.

Dieci minuti dopo, sento la porta del bagno aprirsi, e, stupita che Lily abbia finito così presto di lavarsi e vestirsi, mi giro trovandomi davanti a lei in asciugamano. Era magnifica. Il suo corpo poteva fare invidia a qualsiasi modella di Victoria’s Secret, e il suo viso struccato era ancora più dolce di quanto no lo fosse con il filo di trucco che avevo addosso prima. Non posso fare a meno di guardarla, e dalla mia bocca mi scappa un “Sei bellissima” , al quale mi risponde con un sorrisino timido, chiudendosi di nuovo in bagno, ma questa volta lasciando socchiusa la porta. Come se volesse provocarmi.

E beh, non mi sono seduta li davanti a guardarla vestirsi, ma una sbirciatina ogni tanto l’ho data.

Wow.

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Capitolo 2
*** L'aperitivo ***


Dopo mezzora, siamo fuori in direzione dell’unica parte illuminata del campus. C’eranotre o quattro gazebo giganteschi sotto i quali c’erano buffet con cibo, vino e palloncini. C’era un DJ che animava la festa, e il tutto era molto piacevole. Lily, come me, non era timida e non aveva problemi a socializzare, anche se, non me lo aspettavo, non faceva l’oca con i maschi. Non li snobbava certo, ma non ci parlava con l’interesse che notavo aveva mentre parlava con le ragazze. Questa cosa andava capita. Dopo.

Intanto, avevamo fatto amicizia con delle persone davvero simpatiche, alcune delle quali si trovavano sul nostro stesso piano, e seguivano qualche corso con me. Dopo sei o sette bicchieri di punch e vino, due ragazze ci chiedono se vogliamo tornare con loro nel dormitorio, ma prima che potessi rispondere, Lily rispose per tutte e due, guardandomi.

“No grazie, penso che io e Kat andremo a fare quattro passi per smaltire un po’ l’alcol, ti va?”
“Si certo, se andassi a letto adesso mi girerebbe tutto, haha” dico ridendo.
“Allora, ci vediamo domani a pranzo! Buona notte ragazzi!” dice una delle due ragazze, salutandoci.

Due minuti dopo, anche noi salutiamo gli altri, e cominciamo ad allontanarci dalle luci dei gazebo e dai rumori della festa.

“Carini tutti vero? Ho trovato molto simpatici Tom ed Ellen io!” dico non appena ci allontaniamo un po’.
“Si , vero Ellen era molto simpatica! E Rose pure! Tutte molto carine!” Perché non parla di Tom? O di qualsiasi altro ragazzo? Mmh…
“Ti è piaciuto qualcuno in particolare?” le dico strizzando un occhio e prendendola sottobraccio. È morbidissima la sua pelle, sembra quasi irreale.
“Devo essere sincera?”
“CERTO!” esclamo.
“Tu. Tu mi sei stata subito simpatica come nessuno stasera.” Dice fermandosi, sorridendomi e guardandomi fissa negli occhi. Poi, dopo cinque secondi, riprende a camminare lentamente.
“Anche tu Lils, come se ci conoscessimo da sempre” e continuiamo a camminare nel silenzio, ma non un silenzio strano o imbarazzante. Era piacevole stare con lei.

Ricominciamo a parlare, questa volta del più e del meno, ci raccontiamo del liceo, degli amici, delle nostre famiglie e cose che ci si raccontano le prime volte che uno conosce una persona. Arrivate in stanza, ci strucchiamo, laviamo i denti, mettiamo il pigiama (il suo, ovviamente, molto sexy, di pizzo con degli short da far girare la testa anche alle suore) e, una volta nel letto, dico: “Sono contenta di averti conosciuta”.

“Anche io. Se domani non mi sveglio subito, usa anche le maniere forti, non ti preoccupare. Sono molto rincoglionita la mattina. Buonanotte, Kat”
“Buonanotte Lils”

E chiudo gli occhi, cercando di non pensare che di fianco al mio lato destro, con soli due metri che ci separano, ci sia una bellissima ragazza mezza nuda. 

 

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Capitolo 3
*** Il primo giorno di scuola ***


“Kat la sveglia non è suonata, siamo in ritardo per la prima lezione!”

Non capisco il senso di quella frase la prima volta che Lily me la urla nell’orecchio, ma dopo due o tre volte, vedendola in preda al panico, capisco che forse sarebbe meglio svegliarsi e cominciare a prepararsi in meno di cinque minuti. Non ce la farò mai.

Dopo dieci minuti di fuoco, riusciamo a sembrare presentabili e corriamo nell’aula 109 dove troviamo un sacco di gente già seduta. Cercando di non fare troppo rumore, entriamo e ci sediamo in fondo all’aula.

Per un pelo! Diceva il bigliettino che Lily fa scivolare sul mio banco.
La prossima volta metto sei sveglie! Non capisco niente, sono ancora mezza addormentata! Haha

Continuiamo a scambiarci bigliettini per il resto dell’ora, facendo battutine sui nostri compagni e sul professore. Era divertentissima, stavo bene con lei.

Ricordati che dobbiamo pranzare con Ellen e Lucy! :) , le scrivo.
Oh vero! Stavo per proporti un picnic nel parco... :(
Dai, domani! :)

Pausa pranzo, nei corridoi quasi non si respira talmente è pieno di studenti che si dirigono chi in mensa, chi in dormitorio, chi invece fuori dal campus. Troviamo Ellen e Lucy che ci aspettano davanti all’entrata della mensa, e, dopo esserci salutate, andiamo a prendere i nostri vassoi e a trovare un posto dove sederci.

Il pomeriggio continua lentamente, tra una lezione e l’altra, e quando finalmente arriva la sera, torno in camera per cambiarmi e lasciare i libri. Avevo sentito che c’era una festa da qualche parte quella sera, una confraternita dava un party per le matricole e per il nuovo anno scolastico, e girava voce che sarebbe stata la festa più bella dell’anno. Appena entro in camera, trovo Lily in biancheria intima che correndo verso di me esclama: “Stasera Kat, dobbiamo andare a questa super-meg-ultra festa che da la conf…”
“Confraternita OmegaChi in onore delle matricole. Lo so haha, stavo per proportelo a dire il vero!” la interrompo, lasciandola con la frase a metà.
“Perfetto, allora sbrigati! Fatti una doccia, truccati, vestiti, andiamo!” era frenetica, super eccitata. Anche io a dire il vero, ma non ho mai dato a vedere le mie emozioni.

Dopo aver scelto un vestitino molto carino, ed essermi truccata un filino, usciamo e ci dirigiamo verso la festa.

Arrivate nella casa della confraternita, rimango per un attimo interdetta: musica, luci, piscina, gente che balla, che beve, che fa il bagno, acrobati… tutte le piccole fantasmagoriche cose che potrebbero avere cento diverse feste, tutte raggruppate in una sola! Fantastico! Troviamo un gruppo di amici, beviamo un po’, scherziamo, ridiamo e parliamo, quando dopo un oretta, Lily mi prende per mano e mi porta a ballare. E' vero, sono un po’ impedita a ballare devo dire, ma con quei tre o quattro bicchieri di una roba alcolica, mi va bene tutto!

Il ballo di Lily comincia deciso, un misto tra il ridicolo e il sexy, e dopo qualche minuto mi prende le mani e me le fa mettere sulla sua vita. Sento le sue passarmi sulle braccia, delicatamente, così tanto da farmi venire i brividi e la pelle d’oca, per finire intorno al mio collo. Siamo vicinissime, il suo bacino sfrega contro il mio, e balliamo così per un po di tempo, attirando l’attenzione di tutti i maschi. Le nostre fronti si toccano, e appena siamo troppo vicine, Lily si gira, e, sempre tenendo le sue braccia intorno al mio collo, scende su di me strusciandosi contro il mio corpo. Era una cosa super eccitante, e come non abbia perso il controllo e baciata li davanti a tutti non lo so.

Qualche canzone dopo, facendo un sorrisetto molto malizioso, la prendo per mani e la porto fuori in giardino. Restiamo li fuori a riprendere fiato un po’, fin quando non decidiamo, essendosi fatte le tre del mattino, di tornare a casa.

“Sei brava a ballare Lily!”
“Questo perché ci deve essere affinità nella coppia… e attrazione” mi dice senza staccare gli occhi dai miei.
“Devo dire che quella non manca…” le dico prendendole la mano.

Continuiamo a camminare così per un po’, mano nella mano, parlando della serata, ma soprattutto di noi.

“Sai, non pensavo che mi sarei trovata così bene con te, pensavo che fossi una di quelle oche, presuntuose, che pensano che tutti le amino perché sono belle. Invece tu sei diversa. Sei bella, bellissima, ma non sembra te ne importi più di tanto. Mi piaci.” Dico, non prendendo quasi mai fiato. La situazione sta prendendo una piega che da un lato mi spaventa, ma dall’altro mi piace ed eccita da morire.
“Così ti piaccio eh? “ dice, fermandosi e guardandomi dritta negli occhi. Il suo profumo mi pervade, e mi sento come se mi stessi sciogliendo. Non rispondo, ma annuisco sorridendo, cercando di nascondere la mia eccitazione.
“Ah si? E se faccio così, ti piaccio ancora?”

Mi prende la testa tra le mani e avvicina la sua faccia alla mia così tanto che non riesco a distinguere il suo dal mio respiro. Il suo sguardo passa dai miei occhi alla mia bocca, dalla mia bocca ai miei occhi, e prima che cedessi al desiderio di baciarla, posa le sue labbra sul mio collo, facendo scivolare la sua lingua dal mio orecchio fino alla scollatura del mio vestito. Ero in preda all’eccitazione, tutta un brivido, e quando il la voglia di baciarla era diventata ormai insopportabile, le sollevo la testa e la bacio con una foga tale, che rimango sorpresa perfino io. Appena le nostre lingue si toccano, sento che Lily ha un fremito e si lascia scappare un piccolo sospiro di piacere. Le nostre mani viaggiavano ormai senza controllo di alcun tipo, senza censure, noncuranti del fatto che fossimo in mezzo al campus. 

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Capitolo 4
*** La notte ***


 
Le mie mani erano sotto la sua maglietta, e le sue conoscevano a memoria il mio sedere. Continuavamo a baciarci, adesso più dolcemente, più teneramente, e quando Lily scendeva a baciarmi il collo, non riuscivo quasi a reggermi in piedi, tanta era l’eccitazione e il piacere che mi provocava.

Non so come, non me lo chiedete, riusciamo ad arrivare in camera, e una volta dentro, chiudendo la porta a chiave, le tolgo la camicia, e la spingo contro il muro. Continuo a baciarle le labbra, la guancia, le orecchie, il collo, finchè non arrivo alla sua spalla, dove, lentamente, faccio passare un dito sotto la spallina del suo reggiseno e gliela abbasso fino al gomito, passando la punta della lingua lungo tutto il braccio.

Intanto, lei mi stava sfilando il vestito continuando a baciarmi da tutte le parti, e una volta tolto, mi prese con una mano la mia natica destra e con l’altra comincia a massaggiarmi il seno sinistro. Era una sensazione bellissima, sembrava avesse cento mani, stavo provando un piacere immenso. Ad un certo punto, sento entrambe le sue mani sulle mie cosce, e tutto ad un tratto i miei piedi non toccano più terra. Letteralmente. Mi aveva sollevata con così tanta agilità che era fottutamente eccitante. La abbraccio ancora di più, stringendo le mie gambe attorno al suo corpo e baciandola con la stessa foga che ci aveva colto all’improvviso nel parco.

“Sei più forte di quanto sembri” le dico tra un bacio e l’altro. Sento il suo sorriso sulle sue labbra mentre la bacio.
“Ti piaccio di più adesso quindi?” mi chiede scherzosamente.
“Non so… devo ancora decidere.”
“Ah si eh?”

E mi butta sul letto, sul suo letto visto che il mio era ancora pieno di vestiti, che, anche se davvero piccolo per due persone, rende la cosa ancora più eccitante visto che praticamente dobbiamo stare una sopra l’altra per non cadere a terra.

Dopo una mini lotta con il suo reggiseno, riesco a sfilarglielo, e dopo pochi secondi siamo entrambe nude nel suo letto. Era la mia prima volta con una ragazza e mi piaceva da morire! Faceva passare la sua lingua su tutto il mio corpo, dalla mia bocca, passando sul collo, fermandosi poi un poco su entrambi i capezzoli, giocherellandoci finché non furono diventati turgidi, per poi arrivare lì. Ormai non ce la facevo più…

“Lils…”
“Dimmi” dice tra un bacio e l’altro proprio poco sopra l’inizio delle mie grandi labbra.
“Ti prego, non ce la faccio più…” gemevo dalla voglia che avevo di avere la sua testa tra le mie gambe.
“Ah… non ce la fai più? Allora dobbiamo rimediare…” e detto questo, comincia a leccarmi tutta.

Dopo pochissimi minuti, raggiungo l’orgasmo, uno dei miei più pieni e bei orgasmi. Prendo la sua testa e la tiro verso la mia faccia, così da poterla baciare ancora. Tocca a me ora, e le riservo lo stesso trattamento, solo che decido anche di entrare con due dita. Appena le infilo, fa un enorme respiro, come se dovesse trattenere il fiato per più di qualche minuto. Anche lei non ci mette molto a venire, e, stravolte, ci sdraiamo attaccate attaccate,  continuando a baciarmi, anche se molto più dolcemente e lentamente. Restiamo in quella posizione per non so quanto tempo, finché non mi giro dall’altro lato, portandomi il suo braccio con me di modo che mi potesse stringere.

Ci addormentiamo dopo qualche minuto, e sentivo che non era semplice attrazione quella che avevo provato quella sera. Non sapevo ancora come definirlo, ma era un sentimento che si avvicinava molto all’affetto. O addirittura, all’amore.

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Capitolo 5
*** Il vestitino sexy ***


La mattina dopo per fortuna nessuna di noi due aveva lezione fino a dopo pranzo. Lei non è ancora sveglia. È così bella quando dorme… sembra un porcospino, decisa e forte ma allo stesso tempo dolce e fragile. Comincio a baciarla dolcemente le braccia, fino ad arrivare al suo collo. Fa un respiro un po’ più lungo, segno che si sta svegliando, e non appena sta per aprire gli occhi e svegliarsi del tutto, la bacio sulle labbra, leggermente. Mi allontano un pochino per vederla sorridere, ancora con gli occhi chiusi, e mi dice: “Buongiorno, bellezza”. Le sorrido, e mi chino di nuovo su di lei per baciarla. La potrei baciare per tutto il giorno, e non sentirmi mai stanca, affamata o assettata. Quasi come si mi avesse letto nel pensiero, mi dice:

“Vorrei poter stare tutto il giorno qui con te, a baciarci, coccolarci e parlare di noi. Non ho mai avuto una connessione così forte con qualcuno, maschio o femmina. Sei speciale, Kat.”

“Tu di più, Lils, tu di più.”

A mezzogiorno decidiamo che forse era meglio uscire dal letto, prepararsi, pranzare e andare a lezione, ovviamente controvoglia. Prima di uscire dalla stanza, avevo però un unico dubbio: Lily vorrà dire subito ai nostri amici che stiamo insieme? Avrà già avuto altre storie con delle ragazze e quindi saprà come si fa?

“Ascolta Lils, come vogliamo fare con gli altri?” le chiedo prendendola per mano.

“Kat, ci tengo moltissimo a te, e mi sembra ancora assurdo che ci conosciamo da meno di una settimana… ma non so come è così. Io penso che se lo sapranno sarà solo perché tutte e due vogliamo che lo sappiano. Non voglio che nessuno si metta in mezzo, non sono affari loro d’altronde, quindi se, per esempio, siamo ad una festa e tu, vedendomi con addosso un mini abitino super sexy, hai una voglia irrefrenabile di baciarmi -cosa che capirei, vista la bellezza che ti ritrovi di fronte- sei libera di farlo. Non dobbiamo sentirci private della nostra libertà solo perché intorno a noi ci sono delle altre persone che, secondo me, non approvano perché non hanno il nostro bellissimo rapporto.”

Lo dice a metà tra lo scherzo e il discorso serissimo che potrebbe fare un politico. In quel momento, sento dentro di me un sentimento fortissimo, come se qualcosa si stringesse intorno allo stomaco e al cuore. Avrei voluto saltare addosso e dirle “ti amo”, ma era troppo presto per quello. E mi limitai così, ad avvolgerle le braccia intorno a collo, avvicinarmi al suo viso, e sussurrarle in un orecchio: “Non vedo l’ora di vedere quel vestitino di cui hai parlato prima… starà sicuramente bene ai piedi del letto…” e mentro lo dico, comincio a baciarla sul collo, con la voglia di strapparle i vestiti di dosso che saliva sempre di più, ad ogni bacio…

“Kat… Kat non possiamo ora… dobbiamo andare a lez…” dice con la voce rotta dall’eccitazione e dalla voglia di farlo.

“Kat, non possiamo non andare a lezione i primi giorni di corso… Su!” e allontanandosi mi da un bacio a stampo sulle labbra e, contemporaneamente, una pacca sul sedere.

Apriamo la porta della stanza, mi guarda, la guardo, mi tende la mano e io la prendo, e così usciamo nel corridoio mano per la mano, per poi separarci subito dopo, a causa delle diverse lezioni che seguivamo.

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Capitolo 6
*** La doccia ***


Quella sera, alcune matricole avevano organizzato una festa su tutto il primo piano del dormitorio. Il nostro gruppo ci andava e ovviamente, non vedevamo l’ora di andarci anche noi.

Tornai in camera verso le cinque, prima di Lily, e ne approfittai per farmi una doccia. Avendo la musica sparata a tutto volume nel bagno, non mi accorsi che qualcuno era entrato in bagno e aveva aperto la porta scorrevole della doccia. Mi giro, e mi ritrovo Lily, nuda, che entra in doccia insieme a me.

“C’è posto per un’altra persona?” dice mentre mi cinge la vita con le braccia.
“Mhh… dipende. Bisogna guadagnarselo il posto qui dentro…” dissi guardandola maliziosamente, attirandola a me per riuscire a baciarla.

Comincia così la più bella doccia che io abbia mai fatto in vita mia. Lily mi prende i capelli bagnati e mi tira sotto lo scroscio d’acqua del doccino, e comincia a baciarmi. Prima mi bacia con dolcezza, poi si stacca per leccarmi il collo. Decido di prendere io l’iniziativa e, prendendole la testa tra le mani, comincio a baciarla con più decisione. Cerco la sua lingua quasi come se ne avessi bisogno, come se fosse un mio bisogno fisico, sentirla nella mia bocca. Cominciamo così un bacio che probabilmente al cinema sarebbe stato sicuramente tagliato onde evitare di vietare il film ai minori di diciotto anni. Intanto, le spremo tutti e due i seni, con cosi tanto forza che dopo un po’ mi morde il labbro abbastanza forte da farmi mollare la presa. Mi stacco per un secondo cercando di guardarla arrabbiata, ma fallendo miseramente di fronte a quel suo sguardo e corpo così sexy. Era tutta per me. Tutta.

Mi passa le mani su tutto il corpo, che cominciano ad intraprendere il loro viaggio verso la terra proibita. Passano dalla testa alle spalle, soffermandosi poi sui miei seni. Ne prende uno in bocca, leccandomi il capezzolo, già duro grazie ai suoi baci mozzafiato, mentre con le mani scende ancora più giù. Arriva finalmente alle cosce, ne stringe una quasi fino a farmi male, al che le do una sberla sul sedere abbastanza forte che la fa eccitare e non poco, da quello che mi fanno capire i suoi gemiti.

Io intanto, la baciavo in continuazione, dappertutto. Appena si avvicinò alla zona X, ebbi un fremito lungo tutto il corpo, che interpretò come un invito ad entrare. Dopo neanche un secondo, senti le sue due dita dentro di me, e inarcai la schiena quasi subito, gemendo e stringendola a me. Quando resistere era diventato ormai impossibile, mi lasciai andare all’orgasmo, e, con sua grande sorpresa – ma anche mia – squirtai. Nessuno aveva mai trovato il mio punto G. Nemmeno io!

Ero sfinita, ma avevo voglia di lei. Mi chinai sulle ginocchia e comincia a lavorare il suo clitoride con la mia lingua. Era già durissimo, e lei stava già gemendo di piacere. Mi teneva la testa dai capelli, e mi spingeva sempre più dentro con la lingua. Ad un certo punto, decisi di infilare due dita e di concentrare la lingua solo suo clitoride, cosa che le fece molto piacere, poiché venne dopo neanche due minuti.

Finimmo con il lavarci i capelli a vicenda, scherzavamo, ci baciavamo, ogni tanto una delle due faceva finta di essere una parrucchiera e diceva all’altra “di che colore li vuole i capelli oggi signora?”. Ci sciacquiamo e, nude, ci dirigiamo verso la camera, per vestirci.

Dopo una mezzoretta eravamo pronte, essendoci asciugate i capelli insieme e vestite insieme ci abbiamo messo molto meno tempo che farlo separatamente. Usciamo dalla stanza, e noto che Lily si era messa un delizioso vestitino rosa e beige, a fiorellini: un po’ vintage, ma molto originale. Bellissimo insomma, come lei. E non persi l’occasione di dirglielo.

“Con questo vestito stai proprio bene Lils, sei stupenda stasera” le dissi baciandola.
“Non avevi detto che sarebbe stato molto più carino per terra stamattina?” mi disse provocandomi.
“Beh…” la presi per la vita, avvicinandola a me “dovrò controllare mi sa…” e la baciai, mordendole il labbro inferiore.
“Andiamo dai, prima che perda il controllo e ti salti addosso fregandomene dei nostri amici che ci stanno aspettando giusto qui fuori…” disse con una voce così profonda e sexy da farmi venire i brividi sulle braccia.

Usciamo nel corridoio, chiudiamo la porta alle nostre spalle, e guardandola negli occhi, la prendo per mano. E così ci avviamo, mano nella mano, verso i nostri amici che ci stanno aspettando sulle scale.

E in quel momento mi rendo conto di una cosa: mi sto innamorando di questa ragazza. Badly. 

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Capitolo 7
*** Ti amo ***


Quella serata si prospettava una bella serata. C’era la festa nel dormitorio delle matricole, occasione per conoscere nuove persone e blablabla. Occasione anche, però, per stare con la mia magnifica ragazza. I nostri amici, appena ci videro arrivare mano per la mano non capirono subito cosa stava succedendo tra di noi, finché George, un ragazzo alto e bruno con gli occhi azzurri, davvero niente male, l’unico gay della comitiva, non urlò con la sua vocina “Ommioddiostateinsiemechebello!”

All’inizio la cosa mi aveva imbarazzata e non poco, ma dopo qualche minuto vidi che a tutti la cosa stava bene – forse anche perché così c’era meno competizione per le ragazze – e, dando un bacio alla mia ragazza, sorrisi a tutti chiedendo se non c’erano problemi per nessuno. Tutti risposero in coro che “No assolutamente, scherzi? Anzi, è bellissimo!” e ci avviammo allora a quella che sembrava una festa niente male.

Lily, che mi teneva ancora per mano, inciampò qualche volta su per le scale a causa di tutte le decorazioni appesa di qua e di là che erano cadute sugli scalini.

“Sei proprio imbranata haha! Lascia che ti aiuti, hai un sacco di fili e di ghirlande tra i piedi e in mezzo alle gambe…” e, guardandoci, ridemmo per il doppio senso che avevo appena fatto.
“Ah si? E stasera secondo te, sarò così fortunata da avere qualcosa altro lì in mezzo…?” mi disse sfiorando leggermente le mie labbra con le sue, ma facendo attenzione a non annientare la distanza che le separava.
“Beh, te l’ho detto… tutto sta a vedere come ti comporti” e detto quello, restai ancora un po’ con le labbra vicino alle sue, per poi subito girare la testa e continuare a camminare. Dio, mi faceva diventare pazza. Avevo una voglia assurda di sbatterla contro un muro e fregarmene di quelli che avrebbero o non avrebbero potuto vederci. Ma non potevo, cavolo!

Arrivate al secondo piano, andammo a servirci due bicchieri di una cosa che sapeva di limone e vodka e ci andammo a sedere con gli altri sui divanetti all’interno della casa. Era grande, molto più grande di quella che avevamo noi due. Appena sedute, dovemmo raccontare come “questa cosa fosse successa” e “da quanto ci piacciono le ragazze”, domande alle quali odio rispondere. Non ti chiedo mica “da quanto ti piacciono i ragazzi” o “da quanto ti piace la carne” dio santo. È cosi. Ma tutte le volte, mio malgrado, faccio buon viso a cattivo gioco e rispondo, ormai è come se recitassi una poesia.

“Io lo so più o meno da un anno, non è successo di colpo, cioè non è come dire “cavolo, mi manca una gamba” che vedi subito”. Pausa risate. “è una cosa che scopri, come se scoprissi di avere uno zio cantante: l’hai sempre avuto, ma solo ora ne scopri l’esistenza”. Ero abbastanza soddisfatta della mia spiegazione-non-spiegazione. Non avevo detto niente di troppo personale, ma in qualche modo avevo soddisfatto le loro curiosità. Toccò a Lily, e devo ammettere, ero curiosa di sentirlo. Mi prese la mano.
“Beh per quanto riguarda a me, sono una golden star, ovvero non sono mai andata a letto con uomo” disse guardandomi, per poi aggiungere “E non mi va neanche, dal momento che ho trovato Kat” e mi baciò.

Sentii dei fischi di approvazione da dietro il divano, ma non prestai attenzione a quei tizi senza cervello. Cioè, eravamo entrambe abbastanza fighe, ma non per questo dovevano per forza commentare. Dopo un po’, decidiamo di andare a ballare insieme a tutti gli altri, visto che eravamo una delle poche coppie ad essere rimaste sedute sul divano. Un po’ mi vergognavo, ma la decisione e la sicurezza di Lily mi influenzò e fece sì che la seguii senza indugi. Eravamo entrambe un po’ brille, quindi non ci importava che a qualcuno potesse non andare a genio il fatto che stessimo insieme. E, sinceramente, andò bene così.

Arrivate sulla “pista da ballo” (in realtà era sempre in quella stanza, ma facciamo finta di niente), Lily mi prese i fianchi e mi strinse a sé, cominciando a ballare in una maniera a dir poco “hot”. Era così bella, il suo profumo mi mandava in estasi e i suoi capelli scendevano così morbidi sulle sue spalle che la facevano sembrare una dea.

“Mi piaci da morire Lily” le sussurrai in un orecchio, prima di baciarle il collo.
“Anche tu Kat…” e tra un gemito e l’altro mi prese la faccia tra le mani e mi diede un bacio che mi fece girare la testa. Appena le nostre lingue cominciarono a danzare, le presi le natiche tra le mani e cominciai a palparle. Erano così sode! Era così maledettamente bella!
“Sei stupenda” riuscii a dire tra un bacio e l’altro “sei la ragazza più bella ed eccitante che abbia mai visto in vita mia”
“Torniamo in stanza, prima che ti tolga i vestiti davanti a tutta questa gente. E sai che lo farei” disse sorridendo e continuando a baciarmi.

Si girò, e, sotto lo sguardo curioso delle matricole non impegnate a sbaciucchiarsi o troppo ubriache per fare attenzione a quello che succedeva, andammo in camera quasi correndo. Avevo una voglio pazza!

Arrivate davanti alla porta, non trovavo le chiavi, forse anche a causa di Lily che continuava a baciarmi e a toccarmi dappertutto. Finalmente, trovai le chiavi e aprii la porta. Subito, la buttai sul letto – che avevamo creato attaccando i nostri due singoli – le tolsi il vestito e presi a baciarle tutto il suo bellissimo corpo.

“In effetti” dissi arrivata all’ombelico “sta molto meglio per terra quel tuo vestitino”
“Magari vuole un po’ di compagnia, che dici?” e così dicendo, mi ritrovai nuda su di lei.

Mi fece girare così da stare a cavalcioni su di me, e tirò fuori dal cassetto quello che sembrava un vibratore. Mi guardò eccitata, cercando un consenso da parte mia.

“Hai capito tutto tesoro” le dico, prendendola e baciandola con ancor più foga. E lo posò sul mio clitoride. Inarcai subito la schiena gemendo, al che Lily fece un risolino compiaciuto e cominciò a leccarmi e a giocare con i miei capezzoli. Stavo per venire, ma mi imposi di resistere ancora un po’, quindi mi girai e presi in mano l’aggeggio, usandolo come lei aveva fatto con me. Lei però mi fermò, si girò di 180 gradi, in modo da avere la mia intimità a portata della sua bocca. Cominciai a massaggiarla con l’attrezzo mentre lei mi leccava là sotto, e raggiungemmo l’orgasmo praticamente allo stesso tempo.
Sfinite, brille e soddisfatte, ci allungammo sul letto abbracciandoci e continuando a baciarci.
Mi fermai per guardarla, al che mi chiese cosa c’era, se aveva sbagliato qualcosa.
La rassicurai subito dandole un bacio delicato sulle sue labbra così perfette da far venire i brividi.

“Penso che mi sto innamorando di te” confessai guardandola negli occhi.
Mi baciò e rispose: “Ah si? Io penso di esserlo già, invece. Ti  amo, Kat”
“Ti amo”

E facemmo l’amore ancora e ancora e ancora, finché non ci addormentammo abbracciate.

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