Raggiungemmo la
città in pochi minuti.
I ragazzi hanno rischiato di infrangere la barriera del suono tanto
andavano veloce.
La
città come al solito era
affollatissima e caotica. Decidemmo di andare a mangiare in spiaggia
in qualche chiosco.
< Peccato
non faccia più caldo
perché avrei voglia di buttarmi acqua! > disse Alan.
< Se vuoi
ti ci butto io amico >
rispose Alex sogghignando.
<
Provaci! > e i due cominciarono
ad azzuffarsi attirando l'attenzione e le risate di tutta la
spiaggia.
Mentre le
rispettive fidanzate
cercavano di sotterrarsi dall'imbarazzo, io persi il mio sguardo
nell'orizzonte, chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dal vento,
finché Ryan ruppe il momento.
< Ehi
ragazzina che hai? >
< Niente
perché? Stavo solo
fissando il mare >
< Avevi
una faccia pensierosa >
disse scrutandomi con quei suoi occhi blu oceano.
< No per
una volta non stavo
pensando a niente >
< Ok che
ne dici se ci facciamo un
giro in centro? Tanto gli altri ne avranno ancora per un bel po'
>
< Si ci
sto! Ragazze noi andiamo a
fare un giro, voi che fate? >
< Andate
pure voi ragazzi. Noi due
rimaniamo qua con questi due scemi. > disse Lisa.
< Da soli
sarebbero capaci di fare
qualche casino. Comprateci qualcosina però! >
aggiunse Hollie.
< A dopo
allora! > e ci
incamminammo verso il centro.
Dopo vari minuti
avevamo visto
praticamente tutta la città. Non era grandissima quindi le
cose da
vedere non furono molte e così finimmo in un parco giochi.
Ci sedemmo
sull'altalena e per un pò
osservammo i bambini giocare tra di loro.
< Cami
posso chiederti una cosa? >
iniziò Ryan.
< Wow
cos'è tutta questa serietà?
Certo spara >
< Sono
passati un po' di giorni. Non
pensi che dovresti farti sentire dai tuoi genitori? Non saranno
preoccupati? >
Non mi aspettavo
quelle parole da Ryan.
Sapeva che non volevo andare a casa, che non consideravo più
quell'edificio una casa.
<
Perché me lo chiedi? Sei già
stufo di avermi incontro? >
< Non ci
provare! >
< Provare
cosa? > non capivo e
vedevo che Ryan si stava arrabbiando.
< Ogni
volta che non vuoi
rispondermi cerchi di sviare il discorso. Sono serio Camilla. Tu hai
ancora una famiglia e di questo dovresti essere felice. Tanti non
hanno la stessa fortuna. Guarda me e i ragazzi. Pensi che saremmo qua
se avessimo avuto una famiglia? > urlò.
< Tu non
capisci.. >
< Non
capisco cosa? Che hai paura?
Che preferisci evitare tutto quello che ti ha fatto soffrire e che ti
ferisce ancora? Cami non puoi scappare per tutta la vita! >
<
Smettila! Tu non sai niente! Non
sai quello che ho passato in tutti questi anni! Tutte quelle giornate
da sola e tutti quei momenti che passavo con mia madre e mio padre mi
sentivo un'estranea, come se non appartenessi realmente a quella
famiglia! >
< Non per
questo devi andartene cosi
senza dirgli niente! >
< Basta
non voglio più parlarne.
Parlare per te è facile.. >
< E' vero
io non posso capire in
fondo quello che provi ma sappi che a me è andata peggio. Tu
hai la
fortuna che i tuoi genitori sono ancora vivi. Potrai sempre vederli e
sentirli quando vuoi. >
< Non
sono fortunata! I tuoi
genitori sono morti ma tu sapevi che ti volevano bene, i miei hanno
scelto di non amarmi! > non ce la facevo più e
scoppiai a
piangere.
< Camilla
non piangere > disse
Ryan cercando di tranquillizzarmi ma non volevo la sua pietà.
< E' ora
che torni dagli altri >
dissi
< Cosa?
> mi chiese guardandomi
confuso.
< Ho
detto che devi andare. Me ne
torno a casa. >
< Non
dire cavolate. Solo perché
abbiamo discusso un po', non devi andartene >
< Ho
bisogno di pensare e con voi
non ci riuscirei. Devo capire alcune cose. > e me ne andai.
Ryan non disse
niente e non mi fermò.
Gliene fui grata perché non avrei sopportato altre
discussioni. Ero
confusa.
Arrivai davanti
a casa e quello che
provai non mi sorprese. Non sentivo niente e non doveva essere
così.
Quando una persona sta via da casa da tanto tempo e poi torna
dovrebbe provare felicità, sollievo. Qualsiasi cosa.
Io invece
niente. Come al solito le
luci erano spente, quindi i miei non erano a casa.
Quando fui
dentro notai che tutto era
come l'avevo lasciato. Nessuno si era accorto che ero mancata.
Sorrisi
tristemente.
“Cosa
ti aspettavi Camilla. Una festa
di benvenuto forse?” pensai sarcastica.
Mi chiusi in
camera tutta la sera e
pensai ad un sacco di cose. Seduta per terra nella mia camera
appoggiata con la schiena alla porta mi addormentai.
Mi
svegliò il brontolio del mio
stomaco che mi avvertiva che era ora di cena.
Scesi in cucina
mangiai qualcosa e
quando stavo per tornarmene in camera sentii un tonfo provenire dalla
camera dei miei genitori.
Entrando notai
la finestra aperta che a
causa del vento aveva sbattuto. C'erano un sacco di fogli sparsi in
giro, li raccolsi e li rimisi al loro posto.
Mentre rimettevo
in ordine notai una
chiave sul pavimento.
“Chissà
cosa apre? “ pensai e
alzando la testa il mio sguardo si posò sul cassetto della
scrivania
dei miei.
Decisi di
provarla ed ebbi la conferma
che era la serratura giusta quando sentii il click del cassetto.
Dentro al
cassetto c'erano diversi
documenti ma quello che mi colpì fu una foto.
C'ero io in
quella fotografia con altre
tre persone: due adulti e un bambino. Il volto del bambino non si
vedeva bene però. Chi erano? E perché ero con
loro?
Non capivo.
Iniziai a leggere i
documenti presenti nel cassetto e all'improvviso il mondo mi
crollò
addosso.
Le gambe mi
cedettero e caddi per
terra. I fogli mi caddero dalle mani. Tremavo. Le lacrime iniziarono
a scendere dal mio viso.
“ Chi
sono io?”
Da quando
Camilla se ne era andata a
casa sua, Ryan non era riuscito a trovare pace. Odiava litigare con
lei ma non poteva non dirle quelle che pensava.
Gli altri quando
lo avevano visto non
avevano chiesto niente capendo subito che qualcosa non andava.
Quando Ryan
tornò a casa però
ricevette un messaggio sul cellulare: “ Chiamami”.
Ryan sapeva fin
troppo bene di chi era
quel numero. Fece la chiamata e gli rispose una voce maschile.
< Vedo
che hai letto il mio
messaggio. >
< Chi ti
ha dato il mio numero? >
disse Ryan
< Sai che
ho i miei metodi ragazzo.
Ma non perdiamo tempo.>
< Che
vuoi? Io non ho niente da
dirti e non voglio parlare con te >
< Oh ma
io ho una cosa importante da
dirti. Ti dovrebbe interessare. E' bionda, molto carina devo dire, ha
una linguaccia. Ti ricorda qualcuno? >
Quando Ryan
sentì quelle parole, la
rabbia lo invase.
<
Bastardo! Dove l'hai portata? >
< Ahahhah
vedo che ho attirato la
tua attenzione finalmente! Tranquillo la ragazza è qui con
me ed è
tutta intera. Per ora. Dipende tutto da te adesso. >
< Cosa
vuoi da me figlio di
*******!!!! > urlò Ryan.
<
Ahahahah come siamo diventati
frettolosi. Sai cosa voglio. Vediamoci domani pomeriggio al ponte
vecchio alle tre. >
< Se la
tocchi solo con un dito,
giuro che ti ammazzo! >
< Tu vedi
di venire domani > e
chiuse la chiamata.
< Ryan
che succede? > chiese Alan
< Ragazzi
abbiamo del lavoro da
fare.. > rispose Ryan.
< Che
intendi? > intervenne Lisa.
< Hanno
preso Camilla >
Cadde il
silenzio.
< Quei
bastardi! > urlò Hollie.
<
Dobbiamo muoverci subito >
< Alex
aspetta.. non sono dilettanti
e noi lo sappiamo bene. Dobbiamo escogitare un piano. Ci state?
>
chiese Ryan.
< Certo!
> urlarono tutti.
<
Benissimo. Allora andiamo a
spaccargli il culo e a fargli capire che non si scherza con i membri
della nostra squadra! >
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