The Tributes.

di DeerWs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Glimmer. ***
Capitolo 2: *** Marvel. ***
Capitolo 3: *** Rue. ***
Capitolo 4: *** Clove. ***
Capitolo 5: *** Thresh. ***
Capitolo 6: *** Foxface. ***
Capitolo 7: *** Cato. ***
Capitolo 8: *** La ballata dei tributi senza nome. ***



Capitolo 1
*** Glimmer. ***


Glimmer.


Cibo, vestiti, salute. Gioielli. Una vita piena e soddisfacente. Risate, divertimento.
E qual è il prezzo da pagare? La devozione a Capitol City.
Chinare il capo davanti alla bandiera. Allungare le mani desiderose verso la figura del presidente.
Solo questo, in cambio di una vita felice.

Felice?

Quando la mamma mi portò il mio primo gioiello, a dodici anni, mi disse che lo avevo meritato perché stavo facendo il mio dovere da cittadina. Perché quel giorno se alla mietitura fosse stato estratto il mio nome sarei dovuta essere felice. E se non fosse uscito, avrei dovuto prepararmi bene per l’anno dopo. E quello dopo ancora, e ancora. E intanto ero stata ricoperta di gioielli. Fino a quando il mio nome era stato estratto e il mio ultimo regalo, il mio anello avvelenato, mi era stato portato via.

Perchè i gioielli possono essere letali.

Ma chi può vincere, se non me? Non sono pur sempre una dei favoriti? Non ho la capitale dalla mia parte?
Quando sento il tonfo e la prima puntura urlo.
-Marvel! Cato!- corro, sentendo altre urla intorno a me. Gli insetti mi avvolgono, mi entrano in bocca, mi soffocano.


Posso morire anch’io, quindi?

Arranco per qualche metro, fra gli alberi soffici e profumati, e poi vedo la mamma che mi viene incontro.
-Mamma!-gridare mi provoca dolore, ma lei non sorride e mi urla di andare a combattere. Ma dove?
Poi una marea d’oro mi investe e non riesco più a respirare.

 I gioielli possono essere letali.


E il cannone spara.

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Capitolo 2
*** Marvel. ***


Marvel.

Se alzo gli occhi e osservo il cielo non vedo il cielo del mio Distretto.
Quante volte ero rimasto a fissare il firmamento, a casa? 
Quante volte mi ero chiesto com’erano fatte le stelle, se erano davvero diamanti grezzi sparati in cielo?

Non ero anche io un diamante grezzo? 

Un tesoro nascosto, pronto ad essere levigato e a risplendere, più dei luccichii chiusi nelle scatole per la Capitale. Come me, diamante spedito come un pacco verso la levigazione. Verso la gloria.

Nascosto dietro all’albero osservo la bambina che si agita nella rete. Un sorriso mi spunta sulle labbra.
Sento le urla di dodici e pochi secondi dopo la ragazza si scaglia contro la preda.
Le lascio il tempo di liberare la ragazzina, per farle credere di essere al sicuro. Ma si sbagliano.
La lancia parte quando entrambe si accorgono della mia presenza,  è troppo tardi.
Sento qualcosa perforarmi la giugulare e un fiotto di sangue mi esce dalla bocca.

Il cielo si oscura sui miei occhi morti. Il sole trema perché io muoio.

Addio stelle, addio vita.

E il cannone spara.

**

oook, questo è un Marvel un pò megalomane e sicuro di sé. Ma del resto chi non lo era fra i favoriti? Vedremo.
Recensite, se volete:)

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Capitolo 3
*** Rue. ***


Rue.
 

Quando un raggio mi colpiva il viso, nei campi, la mamma mi diceva sempre che era il sole che mi baciava. Ed io rimanevo con il viso rivolto al cielo, assaporando la sensazione di calore sulle guance, prima che una guardia mi intimasse di continuare a lavorare.

 “Là in fondo al piato, all'ombra del pino
c'è un letto d'erba, un soffice cuscino
il capo tuo posa e chiudi gli occhi stanchi
quando li riaprirai, il sole avrai davanti.”

Ora che sono qui, stesa sul prato dove il sangue macchia i fiori e i fiori imperlano il sangue, il cielo mi appare immenso e il sole mi guarda, fra gli alberi dell’arena.
Canta, canta per me, fammi vivere!

“Qui sei al sicuro, qui sei al calduccio,
qui le margherite ti proteggon da ogni cruccio,
qui sogna dolci sogni che il domani farà avverare
qui è il luogo in cui ti voglio amare.”

Addio mamma, addio casa. Addio campi del sudore e dei frutti. Addio caro vento caldo che mai più potrò assaporare.
Se ora guardo in alto, vedo solo il bacio del sole e il sorriso della terra, le lacrime calde più antiche del mondo stesso.

 “Qui sogna dolci sogni che il domani farà avverare qui è il luogo in cui ti voglio amare.”

 
E il cannone spara.

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Capitolo 4
*** Clove. ***


Clove.

La migliore.

Sempre, in ogni disciplina e in ogni prova a cui venivo sottoposta. Ottimo lavoro Clove, sei una vincente, ma in realtà ero solo un talento sprecato. Sprecato a vivere nella feccia del mio distretto, quando a pochi passi da me la vita scorreva senza aspettarmi. Ma a breve avrei ripreso il mio posto.

Offrirmi volontaria fu una piccola vittoria: vedere gli sguardi ammirati della gente che pensava quella sta andando a morire, ma meglio morire che rimanere qui, avevo pensato salendo sul palco. Ma c’era qualcosa a cui la mia mente calcolatrice non era preparata.

Cato.

Perché così tardi, Cato? Perché uccidere una persona con cui si sta bene, forse per la prima volta al mondo? Perché uccidere?

-Cato!- urlo, ma so già che undici non avrà pietà di me. Perché io lo ucciderei senza pensarci.

Scappa, ragazza di fuoco, corri dal tuo innamorato! Corri Caro, vendicami!

O forse no? Forse la rabbia non serve a niente, forse è tutto sbagliato..

Sento qualcuno che canta, lontano.

 

E il cannone spara.

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Capitolo 5
*** Thresh. ***


Thresh.

Se la memoria non esistesse, ora non sarei qui nell'ombra a nascondermi dalla morte. 

Se la memoria non esistesse, non mi attaccherei così disperatamente alla vita.


Sento dei passi vicini e il respiro si mozza. 
-Ma come.. il grande Thresh che si nasconde come un cane.. - il biondo mi si para davanti senza che io riesca a fare un solo passo. Vedo i suoi occhi chiari brillare. -Ma ora pagherai.-
-Lo ha meritato, ha ucciso una bambina! - sputo, e lui digrigna i denti.
-Non è stata lei, stupido idiota! Ma poi... anche se fosse? Qui muiono tutti, è il gioco. Morirai anche tu..-


Se la memoria non esistesse, ora non avrei il volto di Rue nella mente. 


Cerco di prendere un piccolo coltello dalla cinta ma lui se ne accorge e mi punta la spada al collo.
-Dì addio a mammina, feccia.-


Se la memoria non esistesse, ora non penserai alla nonna e a mia sorella, alla ragazza dagli occhi blu che mi aspetta a casa.

Ma com'è che fanno nel 12? Alzo cautamente le tre dita della mano e me le porto alla bocca. Poi le alzo in cielo. Il biondo guarda la scena sorridendo.
-Addio.- sussurro, mentre sento sulla mia testa la memoria vorticare via. 

E il cannone spara.

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Capitolo 6
*** Foxface. ***


Foxface.


Sempre così anonima. Anonima e inutile, tanto che anche in questi maledetti giochi nessuno riesce a ricordare il mio nome.

Foxface.

Così mi chiamano. Perché sono furba, calcolatrice. Perché ho i capelli rossi.

Mi davano tutti per spacciata, dai favoriti che uno dopo l’altro stanno morendo come marionette a quelli stupidi strateghi che mi hanno regalato un misero cinque e nessuno sponsor.

Ma pagheranno.

Nessuno riesce a stanarmi, a sentirmi. Sono veloce e silenziosa.

Appena avverto le voci allontanarsi mi tuffo velocemente nella caverna e frugo fra le cose lasciate dai due innamorati. Rubo un po’ di tutto, perfino le bacche che poco prima il ragazzoo aveva raccolto, e me ne torno nel mio nascondiglio più veloce che posso.

Ho una gran fame. Prendo un po’ di bacche nerastre fra le mani.

Sorrido. Le conosco, sono i “morsi della notte”. Bacche velenosissime, conosciute nel mio distretto.

Me le rigiro fra le mani.

Come sarebbe l’idea di suicidarsi?

Rimanere imbattuta, né perdente né vincitrice. La più furba, sempre. Perfino più furba della morte.

Mi alzo in piedi, continuando a fissare le bacche.

Tanto lo sai che non vincerai mai, vero Foxface?

-Mi chiamo Amanda!- alzo lo sguardo e lentamente metto in bocca le bacche.

“Amanda..”

 

E il cannone spara.

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Capitolo 7
*** Cato. ***


Cato.

-Uccidimi e lui viene giù con me.-

Non lo farà mai, la ragazza di fuoco. Non ucciderà  mai il suo innamorato sventurato.

Sorrido, mentre guardo i suoi occhi dilatarsi e il sudore imperlarle la fronte, l’arco ancora teso verso di me.

Che farebbe Clove se fosse al posto suo? Mi ucciderebbe, forse.

E mentre ricordo quei profondi occhi neri sento qualcosa di fresco sulla mano. È un attimo.

La freccia mi trafigge la mano e sono giù, sul terreno. Circondato dagli ibridi.

-No!- urlo, e i cani enormi si buttano su di me. Mi dilaniano la faccia e le braccia libere dalla corazza, mi sbranano, mi uccidono.

Ma su tutti, il più feroce è un ibrido piccolo e grigio, che prima di tutti si è buttato sul mio viso.

Come farei a non riconoscere quegli occhi neri?

Passa un minuto, un’ora o un giorno. Il tempo si è fermato. Sulla mia sofferenza e sui suoi occhi.

-Per favore!- spero che il mio sussurro sia abbastanza alto. Volgo lo sguardo al cane grigio e lui si ferma a guardarmi. –Perdonami. –

I suoi occhi si dilatano quanto basta per scorgervi una qualche umanità, un sussurro che mi colpisce l’anima. Il perdono che arriva dritto nel mio cervello.

 

E il cannone spara.

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Capitolo 8
*** La ballata dei tributi senza nome. ***


La ballata dei tributi senza nome.


Noi siamo i tributi senza nome

Morti per l’ ascia o per il coltello,

Annunciati da un colpo di cannone

Sulle note del solito ritornello

 

Nessuno si ricorda di noi morti

Prima di tutti e mai ricordati

Colpiti e uccisi dai tributi forti

Ma nei cari distretti mai dimenticati

 

Noi del distretto tre, che inventiam

Tecnologie per Panem e la Capitale

E nel quattro che dalle reti creiam

Trappole per ostriche e pesci, cibo ideale

 

Nel cinque formiamo energia utile

Che in tutte le case porta luce fallace

Nel sei si trasforma in trasporto mobile

 Ma ahimè! Solo Mina(*) ci dona la pace

 

Nel sette dagli alberi creiamo le carte

A maneggiare l’ascia siamo i migliori

Come nell’otto a lavorare tessuti, le sarte

Con cura, maneggiano fili e ori

 

Noi del nove vi diamo da mangiare

Con il nostro grano sforniamo il pane

Al dieci gli animali dobbiamo allevare

Se mangiar volete le carni più sane

 

Noi siamo i tributi che nessuno ricorda

Noi siamo i volti nel cielo di Panem

Risucchiati e mangiati da una mente ingorda

In cerca della sospirata pace.

 

Se un giorno sulla nostra tomba verrete

Portateci la novella,  è finito il gioco?

Finisca la guerra, fuggite, correte!

Salvaci tutti, ragazza di fuoco.

(*) la morfamina, drogra di largo consumo nel 6.


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