The Tributes. di DeerWs (/viewuser.php?uid=96355)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Glimmer. ***
Capitolo 2: *** Marvel. ***
Capitolo 3: *** Rue. ***
Capitolo 4: *** Clove. ***
Capitolo 5: *** Thresh. ***
Capitolo 6: *** Foxface. ***
Capitolo 7: *** Cato. ***
Capitolo 8: *** La ballata dei tributi senza nome. ***
Capitolo 1 *** Glimmer. ***
Glimmer.
Cibo,
vestiti, salute. Gioielli. Una vita piena e soddisfacente. Risate,
divertimento.
E qual
è il
prezzo da pagare? La devozione a Capitol City.
Chinare il
capo davanti alla bandiera. Allungare le mani desiderose verso la
figura del
presidente.
Solo questo,
in cambio di una vita felice.
Felice?
Quando la
mamma mi portò il mio primo gioiello, a dodici anni, mi
disse che lo avevo
meritato perché stavo facendo il mio dovere da cittadina.
Perché quel giorno se
alla mietitura fosse stato estratto il mio nome sarei dovuta essere
felice. E
se non fosse uscito, avrei dovuto prepararmi bene per l’anno
dopo. E quello
dopo ancora, e ancora. E intanto ero stata ricoperta di gioielli. Fino
a quando
il mio nome era stato estratto e il mio ultimo regalo, il mio anello
avvelenato, mi era stato portato via.
Perchè i gioielli
possono essere letali.
Ma chi
può
vincere, se non me? Non sono pur sempre una dei favoriti? Non ho la
capitale
dalla mia parte?
Quando
sento
il tonfo e la prima puntura urlo.
-Marvel!
Cato!- corro, sentendo altre urla intorno a me. Gli insetti mi
avvolgono, mi entrano
in bocca, mi soffocano.
Posso morire
anch’io, quindi?
Arranco per
qualche metro, fra gli alberi soffici e profumati, e poi vedo la mamma
che mi
viene incontro.
-Mamma!-gridare
mi provoca dolore, ma lei non sorride e mi urla di andare a combattere.
Ma
dove?
Poi una
marea d’oro mi investe e non riesco più a
respirare.
I gioielli possono
essere letali.
E il cannone
spara.
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Capitolo 2 *** Marvel. ***
Marvel.
Se alzo gli occhi e osservo il cielo non vedo il
cielo del
mio Distretto.
Quante volte ero rimasto a fissare il firmamento, a casa?
Quante volte mi ero chiesto com’erano fatte le stelle, se
erano davvero
diamanti grezzi sparati in cielo?
Non ero anche
io un diamante grezzo?
Un tesoro nascosto,
pronto ad essere levigato e a risplendere, più dei luccichii
chiusi nelle
scatole per la Capitale. Come me, diamante spedito come un pacco verso
la
levigazione. Verso la
gloria.
Nascosto dietro all’albero osservo la
bambina che si agita
nella rete. Un sorriso mi spunta sulle labbra.
Sento le urla di dodici e pochi secondi dopo la ragazza si
scaglia contro la preda.
Le lascio il tempo di liberare la ragazzina, per farle
credere di essere al sicuro. Ma si sbagliano.
La lancia parte quando entrambe si accorgono della mia
presenza, è troppo tardi.
Sento qualcosa perforarmi la giugulare e un fiotto di sangue
mi esce dalla bocca.
Il cielo si oscura sui miei occhi morti. Il sole
trema perché
io muoio.
Addio stelle, addio vita.
E il cannone spara.
**
oook, questo è un Marvel un
pò megalomane e sicuro di sé. Ma del resto chi
non lo era fra i favoriti? Vedremo.
Recensite, se volete:)
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Capitolo 3 *** Rue. ***
Rue.
Quando un raggio mi colpiva il viso, nei campi, la mamma mi diceva sempre che era il sole che mi baciava. Ed io rimanevo con il viso rivolto al cielo, assaporando la sensazione di calore sulle guance, prima che una guardia mi intimasse di continuare a lavorare.
“Là in fondo al piato, all'ombra del pino
c'è un letto d'erba, un soffice cuscino
il capo tuo posa e chiudi gli occhi stanchi
quando li riaprirai, il sole avrai davanti.”
Ora che sono qui, stesa sul prato dove il sangue macchia i fiori e i fiori imperlano il sangue, il cielo mi appare immenso e il sole mi guarda, fra gli alberi dell’arena.
Canta, canta per me, fammi vivere!
“Qui sei al sicuro, qui sei al calduccio,
qui le margherite ti proteggon da ogni cruccio,
qui sogna dolci sogni che il domani farà avverare
qui è il luogo in cui ti voglio amare.”
Addio mamma, addio casa. Addio campi del sudore e dei frutti. Addio caro vento caldo che mai più potrò assaporare.
Se ora guardo in alto, vedo solo il bacio del sole e il sorriso della terra, le lacrime calde più antiche del mondo stesso.
“Qui sogna dolci sogni che il domani farà avverare qui è il luogo in cui ti voglio amare.”
E il cannone spara.
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Capitolo 4 *** Clove. ***
Clove.
La migliore.
Sempre, in ogni disciplina e in ogni prova a cui
venivo
sottoposta. Ottimo lavoro Clove, sei una vincente, ma in
realtà ero solo un
talento sprecato. Sprecato a vivere nella feccia del mio distretto,
quando a
pochi passi da me la vita scorreva senza aspettarmi. Ma a breve avrei
ripreso
il mio posto.
Offrirmi volontaria fu una piccola vittoria:
vedere gli
sguardi ammirati della gente che pensava quella sta andando a morire,
ma meglio
morire che rimanere qui, avevo pensato salendo sul palco. Ma
c’era qualcosa a
cui la mia mente calcolatrice non era preparata.
Cato.
Perché così tardi, Cato?
Perché uccidere una persona con cui
si sta bene, forse per la prima volta al mondo? Perché
uccidere?
-Cato!- urlo, ma so già che undici non
avrà pietà di me. Perché
io lo ucciderei senza pensarci.
Scappa, ragazza di fuoco, corri dal tuo
innamorato! Corri
Caro, vendicami!
O forse no? Forse la rabbia non serve a niente,
forse è
tutto sbagliato..
Sento qualcuno che canta, lontano.
E il cannone spara.
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Capitolo 5 *** Thresh. ***
Thresh.
Se
la memoria non
esistesse, ora non sarei qui nell'ombra a nascondermi dalla
morte.
Se
la
memoria non esistesse, non mi attaccherei così
disperatamente alla vita.
Sento dei passi
vicini e il respiro si mozza.
-Ma come.. il grande
Thresh che si nasconde come un cane.. -
il biondo mi si para davanti senza che io riesca a fare un solo passo.
Vedo i
suoi occhi chiari brillare. -Ma ora pagherai.-
-Lo ha meritato, ha
ucciso una bambina! - sputo, e lui
digrigna i denti.
-Non
è stata lei, stupido idiota! Ma poi... anche se fosse? Qui
muiono tutti, è il
gioco. Morirai anche tu..-
Se la memoria non esistesse,
ora non avrei il volto
di Rue nella mente.
Cerco di prendere un piccolo
coltello dalla cinta
ma lui se ne accorge e mi punta la spada al collo.
-Dì addio a
mammina, feccia.-
Se la memoria non esistesse,
ora non penserai alla
nonna e a mia sorella, alla ragazza dagli occhi blu che mi aspetta a
casa.
Ma
com'è che fanno nel 12? Alzo cautamente le tre dita della
mano e me le porto
alla bocca. Poi le alzo in cielo. Il biondo guarda la scena sorridendo.
-Addio.- sussurro, mentre
sento sulla mia testa la
memoria vorticare via.
E
il cannone spara.
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Capitolo 6 *** Foxface. ***
Foxface.
Sempre così anonima.
Anonima e inutile, tanto che anche in
questi maledetti giochi nessuno riesce a ricordare il mio nome.
Foxface.
Così mi chiamano. Perché
sono furba, calcolatrice. Perché ho
i capelli rossi.
Mi davano tutti per spacciata, dai favoriti che
uno dopo l’altro
stanno morendo come marionette a quelli stupidi strateghi che mi hanno
regalato
un misero cinque e nessuno sponsor.
Ma pagheranno.
Nessuno riesce a stanarmi, a sentirmi. Sono veloce
e
silenziosa.
Appena avverto le voci allontanarsi mi tuffo
velocemente
nella caverna e frugo fra le cose lasciate dai due innamorati. Rubo un
po’ di
tutto, perfino le bacche che poco prima il ragazzoo aveva raccolto, e
me ne torno nel mio nascondiglio più veloce che posso.
Ho una gran fame. Prendo un po’ di
bacche nerastre fra le
mani.
Sorrido. Le conosco, sono i “morsi della
notte”. Bacche
velenosissime, conosciute nel mio distretto.
Me le rigiro fra le mani.
Come sarebbe l’idea di suicidarsi?
Rimanere imbattuta, né perdente né
vincitrice. La più furba,
sempre. Perfino più furba della morte.
Mi alzo in piedi, continuando a fissare le bacche.
Tanto lo sai che non vincerai mai, vero Foxface?
-Mi chiamo Amanda!- alzo lo sguardo e lentamente
metto in bocca le bacche.
“Amanda..”
E il cannone spara.
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Capitolo 7 *** Cato. ***
Cato.
-Uccidimi e lui viene giù con me.-
Non lo farà mai, la ragazza di fuoco.
Non ucciderà mai
il suo innamorato sventurato.
Sorrido, mentre guardo i suoi occhi dilatarsi e il
sudore
imperlarle la fronte, l’arco ancora teso verso di me.
Che farebbe Clove se fosse al posto suo? Mi ucciderebbe,
forse.
E mentre ricordo quei profondi occhi neri sento
qualcosa di
fresco sulla mano. È un attimo.
La freccia mi trafigge la mano e sono
giù, sul terreno.
Circondato dagli ibridi.
-No!- urlo, e i cani enormi si buttano su di me.
Mi
dilaniano la faccia e le braccia libere dalla corazza, mi sbranano, mi
uccidono.
Ma su tutti, il più feroce è
un ibrido piccolo e grigio, che
prima di tutti si è buttato sul mio viso.
Come farei a non riconoscere quegli occhi neri?
Passa un minuto, un’ora o un giorno. Il
tempo si è fermato. Sulla mia sofferenza e sui suoi occhi.
-Per favore!- spero che il mio sussurro sia
abbastanza alto.
Volgo lo sguardo al cane grigio e lui si ferma a guardarmi.
–Perdonami. –
I suoi occhi si dilatano quanto basta per
scorgervi una
qualche umanità, un sussurro che mi colpisce
l’anima. Il perdono che arriva
dritto nel mio cervello.
E il cannone spara.
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Capitolo 8 *** La ballata dei tributi senza nome. ***
La ballata dei tributi senza nome.
Noi siamo i
tributi senza nome
Morti per l’
ascia o per il coltello,
Annunciati da
un colpo di cannone
Sulle note
del solito ritornello
Nessuno si
ricorda di noi morti
Prima di
tutti e mai ricordati
Colpiti e
uccisi dai tributi forti
Ma nei cari distretti mai dimenticati
Noi del
distretto tre, che inventiam
Tecnologie
per Panem e la Capitale
E nel quattro
che dalle reti creiam
Trappole per
ostriche e pesci, cibo ideale
Nel cinque formiamo
energia utile
Che in tutte
le case porta luce fallace
Nel sei si
trasforma in trasporto mobile
Ma
ahimè! Solo Mina(*) ci dona la pace
Nel sette
dagli alberi creiamo le carte
A maneggiare
l’ascia siamo i migliori
Come
nell’otto a lavorare tessuti, le sarte
Con cura,
maneggiano fili e ori
Noi del nove
vi diamo da mangiare
Con il
nostro grano sforniamo il pane
Al dieci gli
animali dobbiamo allevare
Se mangiar
volete le carni più sane
Noi siamo i
tributi che nessuno ricorda
Noi siamo i
volti nel cielo di Panem
Risucchiati
e mangiati da una mente ingorda
In cerca
della sospirata pace.
Se un giorno
sulla nostra tomba verrete
Portateci la
novella, è
finito il gioco?
Finisca la
guerra, fuggite, correte!
Salvaci
tutti, ragazza di fuoco.
(*)
la morfamina, drogra di largo consumo nel 6.
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