Noi.

di NeversayForever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Claudia. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Un bacio rubato. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: La «confessione». ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Un'occasione ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Una notte fantastica ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Due anni dopo. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Illusioni? ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Fine. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Claudia. ***


Capitolo 1: Claudia.

Frequento gli scout da quasi dieci anni e lei da quasi otto eppure prima del reparto non l’ avevo mai notata. Essendo due anni più piccola di me, è anche comprensibile ma è di suo che non si fa notare. Sempre sulle sue, dapprima timida, ma devi solo imparare a conoscerla perché è una persona meravigliosa. Per me è nana, sono una testa più alta di lei, ma per i suoi 13 anni dovrebbe risultare abbastanza alta nei suoi 157 centimetri e troppo magra.. ma per me è perfetta. Pelle scura e capelli neri che si tinge perché non le piacciono ma non bado al colore quando li accarezzo. E poi c’è il suo sorriso.. quell’insostituibile sorriso che pian piano mi fece innamorare di lei. I suoi grandi occhi scuri, tanto scuri, mi parlavano ma capii quattro mesi dopo averla conosciuta che in realtà mi amava.

Si chiama Claudia ed è la cosa più bella che mi sia capitata e la sua, anzi direi un po’,  la nostra storia comincia ad aprile. A quanto so parlavamo, parlavo visto che lei annuiva perché persa nei miei occhi e con un uragano nello stomaco non capiva nulla di ciò che dicevo ed io ero troppo ingenua per capire che mi guardava diversamente. Mi guardava con occhi di chi cerca la certezza nelle labbra dell’ interlocutore, uno sguardo attento e discreto ma allo stesso tempo triste e scoraggiato perché sicura di non potermi avere. Aveva solo 12 anni e si chiedeva cosa volessero dire quelle emozioni, si chiedeva cosa sarebbe successo, e se un giorno me lo avrebbe detto. Giorni strazianti per lei. Mi vedeva abbracciata con altre persone e pensava che in tutta la sua vita non avrebbe mai potuto avere un mio abbraccio, una mia carezza, un mio bacio. Quanto a me, vivevo la mia vita senza darle troppa importanza.. la vedevo come l’ anziana di pattuglia.

Passarono i mesi e luglio arrivò puntuale, e con lui il campo. Forse la cosa che Claudia più desiderava visto che doveva passare 10 giorni a studiarmi ventiquattro ore su ventiquattro. Casualmente ci siamo trovate insieme a dormire tutte le sere. La disposizione non si cambiava e mentre io dormivo e rimanevo nei miei sogni, di notte e di giorno, lei continuava a osservare. Sapeva praticamente tutto di me prima ancora del 25 luglio 2013.

E proprio il 25 alle ore 16, inizia a piovere e Mimmo ci fa rientrare nelle tende ma la nostra pattuglia era sparsa in altre tende e ci ritrovammo da sole. Era il suo momento. Se non si fosse avvicinata a me in quel momento non lo avrebbe fatto più così…

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Un bacio rubato. ***


Capitolo 2: Un bacio rubato.

Se non si fosse avvicinata a me in quel momento non lo avrebbe fatto più così si sfogò con me. Ero l’ unica che poteva capirla. Era sicura che non l’ avrei giudicata:

“Mi taglio da un po’. Lo faccio perché mi odio e vorrei morire. Non tengo né a me né alla mia vita.”

Ci rimasi stupita e un po’ male. Non pensavo avesse di quei problemi così iniziammo a parlare, perché anche io lo facevo e lei lo sapeva già.

“Perché lo fai? E’ inutile…”

“Li ho visti.” Disse.  “So che lo fai. Li ho visti ad una riunione.”

Pensai subito che ero stata una stupida a non essere più prudente ma andammo avanti a parlare dei nostri problemi affidandoci completamente l’ una all’altra. Quando vide che le parlavo di argomenti così delicati capii subito che era arrivato il momento giusto per diventare (almeno) amiche. Quando smise di piovere tornammo a giocare a pallavolo ma continuavamo a parlare e scoprimmo di avere la stessa situazione anche in famiglia. Così ci unimmo, con i nostri problemi, anche se io sentivo che più mi legavo a lei più la deludevo viste le recenti litigate con la mia (ex) migliore amica.

Le notti.. Mentre io dormivo, lei seduta sul suo sacco a pelo mi faceva da sentinella. Sorridevo, chissà che sognavo, dice che ero indifesa mentre dormivo.
Ma quelle notti erano strazianti per lei, poiché le avrebbe volute passare diversamente.. a parlare con me o a baciarmi o a stare fra le mie braccia ma questo non poteva succedere dato che io non avevo capito nulla. Il giorno seguente sembravamo già migliori amiche, sembrava ci conoscessimo da tempo e tra giochi e risate lei si innamorava sempre di più ma quella notte.. quella notte successe tutto così. Non reggeva più, mi guardava e piangeva.
Piangeva tantissimo, voleva fiondarsi tra le mie braccia e abbracciarmi.. non reggeva più quella tensione, quella situazione straziante allora decise di farlo. Voleva darlo a me il suo primo bacio e così sarebbe stato. Lo fece. Posò delicatamente le sue labbra sulle mie senza pensarci. Dopo si rimise nel sacco a pelo e io mi girai e l’ abbracciai e dormì tranquilla per il resto della notte. E così per tutte le altre notti.. quegli abbracci rubati e desiderati erano suoi finalmente.. ma a mia insaputa. Ma un bacio, anche se sulla guancia l’ ho vissuto, prima della fine del campo me lo diede e fu spettacolare perché fu come baciarmi per davvero e per la prima volta.

E così passò il campo, tra abbracci e baci di cui non sarei mai venuta a sapere..
E dopo il campo invece per lei  fu un periodo migliore. Per la prima volta si sentiva apprezzata, sentiva di contare qualcosa e per la prima volta provava in sentimento di ricambio, l’unica differenza era che il suo era amore e il mio semplice amicizia ma le serate le passavamo sempre in modo diverso..

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: La «confessione». ***


Capitolo 3: La “confessione”.

Per la prima volta si sentiva apprezzata, sentiva di contare qualcosa e per la prima volta provava in sentimento di ricambio, l’unica differenza era che il suo era amore e il mio semplice amicizia ma le serate le passavamo sempre in modo diverso.

Il giorno dopo il campo la contattai chiedendole di uscire con gli altri

“Alle 19 allo Spinap. Okay Baghi*?”
(*Diminutivo affettuoso di “bagascia”)

Lei sclerava mentre io inconsciamente mi innamoravo di lei. Si vedeva da come l’ abbracciavo, da come le corsi incontro quella sera chiamandola con il suo soprannome “Baghiiiiiiii!”. Il nostro rapporto si evolveva, ci avvicinavamo sempre di più: tutti i pomeriggi eravamo insieme e dopo uscivamo e andavamo quasi sempre al mare. Quanto amavo quelle serate. Abbracciate sulla spiaggia sotto il cielo stellato sul “nostro” scoglio. Ed una sera mi prese in disparte e..

“Ti devo dire una cosa.” Disse preoccupata.

“Dimmi.” Le risposi con apparente calma.

“No.. forse meglio dopo, prima di andar via..”

Ora ero preoccupata anche io. Credevo volesse troncare quell’ amicizia stavo immaginando le peggiori catastrofi così la presi per un braccio..

“No adesso parli.”

“No Ale.. dopo..” Rispose quasi andando via.

“Cla che c’hai? Mi devo preoccupare?” La ripresi per il braccio.

“Credo di non essere etero.” Disse con la paura negli occhi.

“Perché?” Forse sembrava accusativo ma volevo solo sapere chi le piacesse.

“Credo mi piaccia Tatiana*.” Rispose abbassando lo sguardo, palesemente mentendo, ma io ci credetti.
(*Tatiana, la sua migliore amica a distanza)

Mi crollò il mondo addosso, mi sentivo morire, sentivo che il cuore mi si spezzava in due. Presi posizione e cercando di sembrare felice per lei le dissi..
“E quindi?”

“Avevo paura..”

“Di che?” Sentivo ancora l’anima in pezzi.

“Della tua reazione, di come avresti reagito. Credevo che il nostro rapporto finisse.” Disse quasi scappando da quella situazione.
E questa volta sentivo che stava quasi per scappare via..

“Non è che per questo ti allontani tu da me?”

Adesso il suoi occhi erano sui miei. Erano lucidi ma emanavano felicità e mi abbracciò e col cuore in frantumi la strinsi forte e continuai la serata come se nulla fosse.

Quattro agosto, invitai tutti a dormire da me. Passammo tutta la sera abbracciate, la stringevo come non so cosa. Dormimmo nella stessa stanza sul lettone con la nostra migliore amica, tutte teneramente abbracciate. Claudia le disse di Tatiana, io uscii dalla stanza. Non volevo ascoltare, feci finta di andare a bere dell’ acqua, ma dioo quanto mi rodeva.
Non dormii con lei quella notte. Aspettai che si addormentasse seduta ai piedi del letto. La guardavo e basta e mi vennero le lacrime agli occhi tanto pensavo a lei con un’ altra. Ero già gelosa ma non avevo capito che quel sentimento derivasse dall’ amore che provavo per lei, così appena si addormentarono lei e Kristan spensi la luce, le feci una carezza sulla guancia e chiusi la porta per non far entrare le uniche due sveglie che facevano scherzi alle altre.
Mi risvegliai sul tavolo della cucina.. non c’ era posto sul divano per me. Quel pomeriggio parlammo un sacco: (a mio malgrado) di Tatiana, delle sue canzoni preferite, della sue precedenti esperienze e ci facemmo i gavettoni nelle mutande.

Quella stessa sera avevamo una festa in sede. Ero il Dj e ne andavo fiera. A fine serata misi la sua canzone preferita, la misi solo per lei, non dimenticherò mai la sua espressione di gioia. Fu l’ ultima volta che la vidi.. la mattina dopo partì per la Polonia. Gli otto giorni più brutti della nostra vita, lei piangeva spesso e qua le serate non erano più le stesse senza lei..

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Un'occasione ***


Capitolo 4: Un’ occasione

Gli otto giorni più brutti della nostra vita, lei piangeva spesso e qua le serate non erano più le stesse senza lei. Non passarono in fretta. Quando tornò stava male ma mi venne a trovare in campagna e la portai nel mio posto preferito. Non ci porto quasi nessuno lì, ma volevo dividere quel posto con lei.. l’ unica persona per cui avrei dato la mia vita. Le feci prendere una sedia e la portai lì, nel vigneto di nonno. Amavo quel posto: si estraniava dal resto del mondo e la vigna mi sembrava immensa. L’ultima volta che ci andai da sola avevo circa 8 anni e ora, dopo tanto tempo, toccavo l’ uva con la testa ma non l’assaggiai come facevo di solito. Siamo state li per tutta la serata a parlare, a stare abbracciate. Mi era mancata un botto e mi doveva molti abbracci.

Il 25 (il nostro primo mesiversario) casualmente ci invitarono a dormire, assieme agli altri, nella villa di un nostro amico. Fu la prima notte insieme dopo il campo. Ci divertimmo un sacco e non dormimmo granché. In realtà passammo la notte abbracciate a parlare, a giocare, a prenderci in giro e adesso ero convinta che mi piacesse ma non successe nulla di particolare.

In un battito di ciglia arrivò settembre e assieme a lui le nuove pattuglie e la scuola. La odiavamo entrambe ma quest’ anno potevamo contare l’una sull’ altra, non eravamo più sole.
Come volevasi dimostrare creammo le Antilopi insieme. Volevano tutti lei ma lei scelse me, e a me sembrò forzato visto che lei l’ anno prima si era messa d’accordo con Pedone (una ragazza). Ma lei era convinta, o me o niente AltaPattuglia. Questo fu un bel pretesto per passare altri pomeriggi insieme..

“Mamma vado da Claudia”

“Che ci vai a fare? Non è presto a quest’ ora?”

“Ma mamma l’ asta (lo scudo o il guidone) non si fanno da soli, ciaoo”.

Sembrava quasi tutto perfetto tranne.. bhe tranne che lei stava con Tatiana. Quando ero a casa sua stava sempre appiccicata al telefono e mi dava fastidio. Una volta glielo tolsi..

“O stai con me o stai con Tatiana”

Sembrai aggressiva forse ma funzionò. Tolse il telefono.. bhe forse le fece piacere questa scenata di gelosia e quando era in bagno.. le spiavo il telefono. Faceva male leggere certe cose ma lo facevo. Dovevo convincermi. Stava con lei e io non potevo far nulla.

25 settembre. In sede. Le diedi un bacio sulla guancia. Lei me li dava normalmente ma io.. ero in un certo senso repellente a darli ma quella sera lo feci. Non so con quale coraggio ma per me fu una conquista. La feci arrabbiare e per farmi perdonare glielo diedi ma di primo impatto sembrò come se non avessi  fatto niente.. uscii fuori. Ero delusa. La prima cosa che mi venne in mente era che in realtà non le importava di me. Litigammo quella sera. Sì, la prima litigata al secondo mesiversario per un bacio sulla guanci ed entrambe tornammo a casa distrutte. Ma tutto andò bene. Ci chiedemmo scusa e tornammo più “amiche” di prima.

A fine ottobre venimmo a sapere della première a Roma di Catching Fire. Hunger Games erano i nostri libri/film preferiti. Ci organizzammo per andare a Roma. 14-15 pernottamento.. una notte insieme a lei!
C’ erano anche Kri e un’ altra ragazza, Elena, ma questo non ci fermò perché…

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Una notte fantastica ***


Capitolo 5: Una notte fantastica.

C’ erano anche Kri e un’ altra ragazza, Elena, ma questo non ci fermò perché.. bhe quella notte fu WOW.

C’è da dire che già sul treno le facevo le carezze sulle guance per farla addormentare, ma lei più che altro se le godeva. Per Roma camminavamo per mano, la tenevo stretta. Quando arrivammo al Bed&Breakfast posammo tutto, ci cambiammo con le magliette di HG e scappammo via. Il nostro unico pensiero adesso erano quei tre che venivano a Roma per la prima del loro film. Jen, Liam e il nano Josh. 

Avevamo preso posto e come al solito scherzavamo e ci abbracciavamo e quando entrarono era il delirio. Gridavamo come pazze e mostravamo il segno di rispetto che utilizzano nei distretti abbiamo fatto tante foto e ci siamo divertite parecchio, poi tornammo al B&B. I letti erano quattro: uno matrimoniale e due singoli messi vicino. Io e Kri ci appropriammo del lettone fondamentalmente perché non conoscevamo bene Elena e quindi non volevamo dormirci insieme ma quando Claudia uscì dal bagno si mise anche lei li.

Quando spegnemmo la luce Elena e Kristan si addormentarono quasi subito e noi eravamo lì abbracciate a parlare. Quelle parole si trasformarono in baci. La baciavo sul collo, sul naso, sulla fronte e poi.. da sotto l’ orecchio all’angolo della bocca e quando ci arrivavo, per paura, mi tiravo indietro. Poi senza pensarci ho chiuso gli occhi e l’ho fatto.. ho premuto dolcemente le mie labbra sulle sue. Scomparve tutto in quel momento, c’ eravamo solo io, lei e il nostro amore appena nato. Andammo avanti così per parecchio, poi Kristan si svegliò e le dissi che per soffiarsi il naso doveva andare per forza in bagno. In quell’ arco di tempo ci decidemmo sul da farsi: Le dovevamo dire tutto. Lei è apprensiva avrebbe capito e ci avrebbe aiutate a nascondere i nostri dolci sguardi innamorati:

“Devo dirglielo, non sopporterei di tenerglielo nascosto” le dissi.

“Va bene. Diretto e esplicito, okay?”

“Okay”

Ma non avevo capito molto bene perché Kristan stava per uscire dal bagno e quando tornò:

 “Kri dobbiamo dirti una cosa importante”

“Si si dimmi” disse quasi riaddormentandosi.

“Kri serio. Questione di vita o di morte”

Appena Kristan si girò Claudia mi baciò. Non avevo minimamente idea che l’ avrebbe fatto così e Kristan ancora frastornata si girò dall’altro lato dicendo:

“Mmm.. Auguri”

Io e Claudia ci guardammo sorprese poi si girò di nuovo verso di noi e..

“Aspetta..”

Kri aveva capito solo ora. Scoppiammo a ridere evitando di svegliare Elena poi andammo in bagno, prima Claudia poi io  e facemmo entrambe la medesima cosa. Ci guardammo allo specchio e sorridevamo. Non ci potevamo credere che era veramente successo e passammo la notte a studiare una strategia per dirlo a Tatiana…

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Due anni dopo. ***


Capitolo 6: Due anni dopo.

Come coppia andavamo forte! A parte qualche piccolo litigio, andava tutto bene tra noi. A parte…

Maggio, Giugno e metà Luglio 2015. Non ero proprio una bella persona, era un periodo strano, attualmente non so dire perché mi comportassi così. Ero sempre arrabbiata, irritata e scorbutica e tutto questo ricadeva su Claudia. Quella ragazza mi ha sopportato tre bei mesi così e quando tornava a casa piangeva per disperazione frustrazione. Mi amava ancora e non voleva lasciarmi. L’amavo anch’ io, ma me la prendevo con lei per ogni cristo.

Il 18 Luglio dovevamo partire per il campo. Il primo campo in branche separate, sarebbe stato un inferno, lo sapevamo. Per i primi tre giorni poi sarei stata altrove quindi zero.
Partimmo sullo stesso pullman, sedute vicine, abbracciate. Dormivamo una sopra l’altra finchè non dovetti scendere. Le diedi un bacio sulla fronte, stavo per piangere. La vedevo dai finestrini fissarmi e vidi dei ragazzi che le si avvicinarono per farle compagnia. Volevo solo risalire con lei.. ma presi il mio zaino e andai sul marciapiede di fronte. Le feci ciao con la mano ma non mi vide per quei tipi davanti a lei.
Lei  all’inizio era triste (o sollevata?). Aveva voglia di piangere ma i suoi amici fecero in tempo: iniziarono a parlarle di cazzate e le fecero passare tutto dalla testa.

Quei tre giorni per lei erano un relax. Ha riflettuto parecchio in quel piccolo lasso di tempo. Su me, su come la trattavo. Si sentiva usata, trattata male, frustrata…
Tony, un ragazzo che nel cerchio era vicino a lei, iniziò a darle le attenzioni che le mancavano. Le diede tutto.
Che poi, diciamocelo, è una bella ragazza.. a chi non piacerebbe?
Con quelle attenzioni si dimenticò temporaneamente di tutto.

Io invece, in ogni caso, perplessa e ansiosa di rivederla, dovevo affrontare la route. La route fu tanto stancante quanto divertente, non nascondo che mi sono sentita parecchio male verso la fine, però ero fiera di me stessa. Avevo completato il mio obiettivo. La route mi ci voleva. Mi ha fatto staccare da tutto e tutti e nella mia compagnia stavo bene.
Stavamo tornando al campo soddisfatte. Camminavo a testa alta, sicura. Al campo c’era la mia bellissima ragazza che mi aspettava. Anche lei sarebbe stata fiera di me. Orgogliosa che io, piccola rover inesperta e insicura, avessi superato questa grande prova.
Arrivammo proprio nel momento dell’alzabandiera, proprio come me lo ero immaginato: Tutto il reparto che accoglie i rover appena tornati dalla loro avventura. Ci inserimmo nel cerchio senza fiatare. Lo zaino pesava ma appena la individuai.. tutti i dolori sparirono.

Mi stava guardando, sorrideva. Mi sentivo imbarazzata e ricambiai il sorriso con delle mossette che dicevano: “Sono stanca, guada qua quanto sudo”. Lei era felice di vedermi, le ero mancata ma… qualcosa non tornava, qualcosa non andava…

Il campo per la maggior parte del tempo lo passavamo assorte nei nostri compiti. Lei aveva piu momenti liberi di me, perciò tutto il reparto si riuniva e giocava. Insieme. Lei con lui, lui con lei. Flirtavano questo è certo. Me ne accorsi al primo fuoco ma mi disse che era per far ingelosire una tipa a cui piaceva il tipo. Ci credetti, un po’ era così, anche io giocavo con lui.

Una notte volevo che venisse da me in tendina, ma non ci capimmo, il messaggio passò male. Insomma la trattai di nuovo male. Forse qui si strappai qualcosa…
La domenica dei genitori la sfottevo in presenza dei nostri genitori, così per gioco. In realtà dentro di me sapevo tutto. Chiesi anche a Lucrezia di parlare con lei ma mi disse che erano soltanto mie pippe.

Tornammo a Bisceglie…
Tempo un giorno, quel giorno dormiva da me…
Uscimmo tutti insieme…
Spiaggia…
Molo…
Io ero seduta vicino a lui, venne Claudia, mi allontanai…
Rimasero là, non venne da me…
Sapevo già tutto…

E a fine serata: “Ale io… Devo parlarti…”

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Illusioni? ***


Capitolo 7: Illusioni?

Non voglio ricordare molto di quel periodo. Ci prendemmo e ci lasciammo parecchie volte, anche al mio compleanno. Per tutto il mese di agosto andò così. Il 30 decise di farla proprio finita e, da li a poco, avrei preso la stessa decisione.
Eravamo quasi estranee. Non ci vedevamo più, non parlavamo, non ci guardavamo. Sarei partita presto per Vieste con gli scout e poi l’ inizio della scuola avrebbero aiutato a dimenticare. Non vedevo l’ora di andare a Vieste. Il mare, il sole, gli amici e le riunioni per crescere.

La sera del 3 settembre avevo aperto la “scatola dei ricordi”: c’erano molti suoi ricordi e li postai su twitter in onore di quei bei ricordi.. e per chiudere per sempre.
Quella sera ero troppo entusiasta per dormire. Parlai con Lu fino a ‘na certa perché poi crollò.. non è notturna la ragazza, così mi misi a guardare la TV. Andava tutto bene, mi ero calmata da tutta quella scia di ricordi e ora ero tranquilla.

Bzz Bzz

Il telefono. Un messaggio di Whatsapp. Pensai a Gaia, Lu o Kri e mi affrettai a rispondere. Ma..

“Ehi.. oggi ho scritto e cancellato lo stesso messaggio una decina di volte. Ti andrebbe di parlare?”

Era Claudia. Non sapevo se rispondere e farmi ancora male o lasciarla li a soffrire come lei aveva fatto con me. Probabilmente tutti quei post su Twitter, però, avevano attirato la sua attenzione e fatto ricordare cose che per entrambe erano indimenticabili. Decisi di rispondere perché sicuramente era confusa e dovevo farle vedere che si sbagliava ancora sui suoi sentimenti.

“Se vuoi”

“Se non ti crea problemi”

“Spero di no”

“Come ti senti?”

Non dovevo e non volevo rispondere a quella domanda altrimenti si sarebbe sentita in colpa e sarebbe tornata contro la sua voltontà. Come successe nel mese precedente. Così risposi come mio solito “Tu? Stai bene?”. Così non sarei stata obbligata.
Dopo un attimo di indecisione:

“Io… meglio lasciar stare…”

Non volevo continuare a parlare ma la conoscevo troppo bene e non ero ancora diventata del tutto apatica. Mi ha chiesto se avevo mai visto “Man in black” per cambiare discorso così andai al dunque chiedendole cosa le avesse fatto.
Stava male perché la toccava e le infilava la lingua in bocca e io invece non lo facevo. Le ho spiegato che alla fine anche noi ci baciavamo alla francese e che tanto non lo avrebbe visto per tre giorni perché, si, veniva a Vieste con me. Le dissi di difendersi quando avrebbe provato a toccarla ancora, insomma, non era proprio carino, lo faceva anche davanti a noi agli scout.

“Ale… Mi manchi…”

“Tempo. Torneremo amiche. Lo sai. Solo.. tempo.”

“No Ale… mi manchi…”

“Ho capito. Ho risposto.”

“No non hai capito…”

Oh avevo capito benissimo. Era una scena che avevo già visto questa scena: lei che mi dice che le manco io che rispondo che è lo stesso e poi siamo tornate insieme per solo 15 giorni. ‘Sta volta no. Non sarebbe andata così. Non si gioca con i sentimenti della gente. Tuttavia, andammo avanti così per un po’.

“Non … non importa… E’… stupido dai”

“Come vuoi. Lo sai. Tempo.”

“Già… Credo che tu legga ancora il mio Twitter”

“No, mi sono imposta di no. Se mi appari in TL passo avanti.”

“Se l’avessi letto svresti capito...”

“Non si può spiegare?”

“Mi mandi a fare in culo se te lo spiego. Com’è giusto che sia. Quindi forse meglio se sto zitta.”

Questa era la conferma. Non volevo illudermi. Non mi sarei rimessa con lei per soffrire ancora dopo un mese. Era sicuramente andata a vedere il mio profilo.

“Tu leggi ancora il mio Twitter?”

“Constantemente..”

Merda. Ecco perché la nostalgia. Quelle foto che avevo postato. Lei era con Lui quella sera.. Perché è andata a vedere quella roba? Le chiesi scusa. Forse era di questo che voleva parlarmi ma no, “volevo sentirti… tutto qua”. Poi ricominciammo con il “Mi manchi”, al che le dissi di imporsi con lui. Di dirgli che non era un oggetto.. poi feci finta di aver capito. Al che mi alterai. Le dissi che l’ultima volta non finì bene, che avevo ucciso la mia speranza per non soffrire e che se avesse guardato meglio in sé stessa avrebbe capito che era solo un riflesso.
Mi rispose che aveva fatto i conti con sé stessa e che ne stesse pagando le conseguenze. Non le credevo. Mi avrebbe fatto soffrire di nuovo.

“Parlando d’altro. Imponiti con lui. Nessuna donna è un oggetto. Come dice Alaska.”

Nulla. Stava male. Si sentiva sporca ad essere toccata così e cose varie. Parlammo tutta la notte delle stesse cose. Del fatto che non riuscisse a stare sola, che essere single non è male, che due anni erano troppi per lei e che era troppo piccola a 15 anni. Aveva tutta la vita per trovare altro. Voleva morire.
Bastava così. Per tutta la notte non feci altro che ripetere che in tre giorni avrebbe dovuto scrivere come si sentisse su un diario. Scrivere di me, di Tony, di quelle che le passava per la testa. Avrebbe sicuramente aiutato. Pensare e riflettere e dopo fissare un obiettivo. Raggiungerlo senza troppi problemi nono stante le difficoltà. Lottare, nonostante tutto.  Era moooooolto giù ma riuscì a tirarla su. Forse un po’ lo volevo perché sapevo che sarei stata il suo obiettivo ora.
E mentre parlavamo:

“Domani sarai uno zombie signorina”

Non. Dissi. Niente. Lo scrissi su Twitter, errore. Lo avrebbe letto. Non ci pensai. Infatti dopo un po’:

“Dovrei dirlo io a te signorina”

E poi:

“Signorina le andrebbe cortesemente di ficcarsi in quel cazzo di letto per fare un’ora di sonno?”

Giocammo a sasso carta forbici, su whatsapp, ambiguo. Stupido.
Continuava con “Signorina” tutta la notte. Fino alle 3.22. Mi stavo illudendo.

Illusione o realtà? Non sapevo cosa dovessi fare. Guardavo avanti e cercavo di non pensarci. Avrei aspettato che fosse lei a scrivere.
Di fatti, il pomeriggio seguente…
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Fine. ***


Rieccomi 4 anni dopo. Ho riletto questa storia e ho deciso di chiuderla, ovvero, mettere il “storia completa” su EFP. Ho riflettuto e sono cresciuta. Ecco il vostro finale.

“Di fatti, il pomeriggio seguente…” è stata la precedente chiusura del capitolo. Non ricordo cosa successe il pomeriggio seguente, ma spezzerò subito questa suspance: io e Claudia tornammo insieme.
Si, dopo il viaggetto di Vieste, lei trovò questo modo singolare per farsi perdonare, qualcosa che nessuno (neanche tutt’ora) ha mai fatto per me:

“Che fai? Scendi un attimo”

Ricordo di aver risposto che avevo da fare e che non mi andava di scendere. Inutile dire che alla fine mi convinse a scendere. Sotto casa trovai Lucrezia che mi indicò il mio monolocale accanto al portone e, di tutta risposta, ricevette una smorfia interrogativa da parte mia.

“Entra e basta”

Entrai: una candela, una rosa, dei cioccolatini sul tavolo e lei in piedi:

“Vuoi essere la mia ragazza?”

E un emozionato “Si” fu la mia risposta. Ci stringemmo in un abbraccio lunghissimo.

Tuttavia questo nuovo inizio aveva delle crepe e l’umidità del tempo entrava ovunque ne trovasse una. Avevamo buone intenzioni, tutta la voglia di ricominciare daccapo… le fondamenta però erano rotte. “Senza fiducia non c’è amore” è così che definirei ora quella “cosa” che c’era tra noi. Tra litigi e dimenticanze quella relazione stava stretta a entrambe.

Il barlume di speranza lo avemmo nel periodo prima del campo: eravamo felici. La scuola era finita, senza pensieri ed eravamo magicamente unite. Al campo, lei era con i bambini e io con i ragazzi una separazione che eravamo in grado di affrontare… o così credevo io. Dopo la settimana con i bambini, la domenica, ci rivediamo e lei non mi rivolge la parola. Chiesi alla sorella se fosse successo qualcosa senza, però, esito positivo. Così la presi in disparte al bar:

“Tu non ti muovi da qui se non mi dici cos’ hai!”

Non la faccio più lunga del dovuto: Mi lasciò. Così senza troppe spiegazioni e dicendo che ormai era solo mia succube. 
Dopo si venne a sapere che il capo più grande di lei di 8 anni aveva fatto un “lavaggio di cervello” ad un po’ di ragazzini e lei era finita in questo loop.


24/09/2019: Le nostre vite, ormai separate da un po’, procedono normalmente. 
Lei mi odia e dice che l’ho stuprata e che non era consenziente e che ha fatto tutto solo perché costretta da me. Ma di questo non sono arrabbiata con lei, il suo nuovo ragazzo e fortemente omofobo. Entrambi mi odiano per non so quale ragione precisa.
Io vado avanti molto tranquillamente con la mia nuova ragazza e sono molto felice.

Niente è per sempre. 


Non so se era il finale che qualcuno si aspettava comunque grazie per avermi seguita!
Grazie.

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