Ritratti di Hufflebubble (/viewuser.php?uid=422043)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Passeggiate notturne ***
Capitolo 2: *** Nel bosco ***
Capitolo 3: *** Il piano ***
Capitolo 4: *** Rumori nella foresta ***
Capitolo 5: *** L'incontro ***
Capitolo 6: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Passeggiate notturne ***
passeggiate notturne
Ciao! Finalmente dopo un bel po' di tempo mi è tornata l'ispirazione!
Come sempre spero che questa breve storia vi piaccia e spero ancora di più che qualcuno
abbia voglia di lasciare una piccola recensione!
Vi auguro una buona lettura!
Passeggiate notturne
A
lui piaceva aggirarsi di notte per i corridoi, ormai era diventata quasi
un'abitudine. Aggirarsi per il castello nelle ore più profonde, quando tutti,
studenti e insegnanti, dormivano, gli dava quasi una sensazione di potere.
Oltre al fatto che aveva visto posti che non pensava neanche che esistessero!
Nemmeno quando era vivo aveva visitato tutti quei luoghi strani di Hogwarts.
Già,
ora non era vivo, e neanche un fantasma. Ma un semplice ritratto come tutti gli
altri che stavano appesi nell'ufficio del Preside. O meglio, della Preside,
visto che dopo la Guerra quell'incarico era stato preso da Minerva.
Era
anche un ritratto, ma si trovava nel mondo della magia! E in quel mondo i
ritratti potevano andarsene a zonzo per il castello, attraversare le cornici
degli altri e recarsi in tutti i luoghi in cui era possibile trovare un dipinto
per essere ospitati.
Di
giorno Severus preferiva starsene tranquillo nella sua cornice, a dormicchiare
o a sentire i pettegolezzi che si raccontavano gli altri ritratti dei
precedenti presidi, anche se a lui non interessavano realmente quelle voci di
corridoio. Così come quando era vivo, anche il Severus ritratto era schivo e
poco socievole, preferiva ascoltare e non parlare, osservare attentamente i
dettagli ma senza farsi notare. Sì, i maghi potevano venire ritratti, e i loro
corrispettivi su tela acquisivano esattamente le stesse caratteristiche e lo
stesso carattere dei proprietari (o ex) in carne e ossa.
Così
Severus di notte, schivo e silenzioso come un pipistrello, passava di cornice
in cornice, senza svegliare coloro che le abitavano, intenti a sonnecchiare
nell'attesa dell'alba. Aveva esplorato tutti i sotterranei: gli erano sempre
piaciuti, non per niente ci abitava, ma visti da quella nuova prospettiva
avevano un fascino diverso. Finiti quelli aveva deciso di esplorare un piano
alla volta, senza fretta, tanto aveva tutto il tempo che voleva. Con metodo
aveva cominciato dal primo, e così il secondo, trovando sempre qualche
dettaglio o particolare che gli era sempre sfuggito ai tempi in cui era troppo
occupato a evitare che qualche studente incapace facesse esplodere il proprio
calderone e non solo!
Quella
notte doveva iniziare il terzo piano. Gli vennero in mente quei giorni di otto
anni prima in cui in quel piano era rinchiuso un enorme cane a tre teste, e si
era quasi fatto strappare una gamba a morsi per cercare di salvare la Pietra
Filosofale. E tutti che credevano che volesse rubarla! Modestamente, pensò, ho recitato
molto bene la mia parte, alla fine non capivo quasi più se stavo recitando o
no! Fece un gesto con la mano come per scacciare quei pensieri, e si
lasciò scappare un sorriso ironico. Sì, un sorriso. Quando era in vita aveva
sentito molti prenderlo in giro, pensando di non essere sentiti, dicendo che
era talmente crudele che non era capace di sorridere. Ma lui sorrideva eccome,
nelle sue stanze private, soprattutto quando un ricordo improvviso faceva
capolino nella sua mente, magari nei momenti di estrema noia in cui gli toccava
correggere decine di temi di alunni che non sarebbero mai stati in grado di
produrre una pozione almeno decente.
Iniziò
ad aggirarsi per i corridoi, facendo sempre ben attenzione a non produrre alcun
rumore. Conosceva bene quel piano, ci aveva passato molto tempo anni prima
quando spiava il professor Raptor per cercare di capire che intenzioni avesse,
ma ora voleva vederlo da quel nuovo punto di vista. Girovagando a caso tra un
quadro e l'altro, con la testa piena di ricordi si ritrovò, quasi senza
essersene accorto, nella Sala dei Trofei. Si guardò intorno velocemente, non
gli era mai piaciuto molto quel luogo del castello, pieno di coppe e medaglie e
altri riconoscimenti, dati spesso a gente che voleva solo mettersi in mostra,
come Potter senior, a cui era stata assegnata la targa dorata per il Quidditch.
In un angolo della stanza, in una cornice occupata da una vecchia contadina che
dormiva appoggiata alla schiena di una mucca, diede un rapido sguardo e fece
per voltarsi e andarsene, quando qualcosa all'improvviso attirò la sua
attenzione. Di fronte a lui, al centro della parete, era stato appeso un enorme
quadro, che non aveva mai visto prima: sopra vi erano ritratte molte persone,
con il castello di Hogwarts sullo sfondo. Molti di loro erano appisolati sul
prato davanti al castello, alcuni facevano una passeggiata notturna sulle rive
del lago.
Dopo
uno sguardo più accurato Severus si accorse di conoscere molti di quei visi lì
raffigurati, e a un'osservazione più attenta capì che i soggetti erano tutti i
membri appartenenti all'Ordine della Fenice, sia coloro che erano caduti
durante le due Guerre magiche sia coloro che erano ancora in vita, come la
professoressa McGranitt o i coniugi Weasley. Severus non era in quel dipinto,
così come non vi compariva Albus Silente, perché a loro due spettava il posto
nell'ufficio del Preside.
Dopo
aver realizzato tutto ciò al Severus dipinto iniziò a battere forte il cuore.
Se in quel quadro erano rappresentati tutti, ma proprio tutti, quegli eroi che
avevano sconfitto l'Oscuro Signore, allora voleva dire che da qualche parte
doveva esserci anche lei!
Affannato,
e soprattutto deciso a non farsi vedere ma con l'intenzione di tornare la notte
seguente, girò sui tacchi e silenziosamente tornò alla sua cornice nell'ufficio
della McGranitt, giusto in tempo per vedere l'alba fuori dalla finestra e
fingere come tutte le mattine di aver passato una lunga notte di riposo.
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Capitolo 2 *** Nel bosco ***
nel bosco
Nel bosco
Rimase
agitato e inquieto tutto il giorno. Attorno a lui sentiva gli altri ex presidi
bisbigliare e spettegolare, come tutti i giorni, ma le voci le sentiva lontane,
quasi ovattate. Guardava continuamente fuori dalla finestra, ma non vedeva il
bel panorama che si poteva ammirare da quel lato del castello. No, Severus
riusciva solo a pensare che in un altro quadro, pochi piani più sotto, c'era
Lily, colei che non aveva smesso di amare neanche dopo la morte.
La
notte prima, dopo aver scoperto il dipinto, stava quasi per reagire d'impulso e
andarla a cercare, ma dopo un attimo di esitazione aveva capito che reagire
così d'impulso non sarebbe stata una cosa molto saggia. Soprattutto perché un
altro pensiero era affiorato, durante il percorso per tornare alla sua cornice:
se lì c'erano tutti i membri dell'Ordine della Fenice allora ci saranno
sicuramente stati anche James Potter e Harry.
Mi sarei fatto una figuraccia enorme a interrompere quel dolce ritratto di
famiglia, sicuramente saranno stati tutti e tre insieme!
Già,
c'era quel piccolo problemino. Visto che il giovane Potter non aveva potuto
passare i suoi anni insieme alla sua famiglia, sicuramente il suo ritratto
avrebbe passato tutto il suo tempo insieme ai suoi genitori! Ma Severus, dopo
aver rischiato la vita innumerevoli volte e infine averla persa, di sicuro non
si sarebbe fatto fermare da quei due Potter che gli avevano rovinato
l'esistenza, in fondo lì eran solo fatti da pennellate di tempera a olio!
Dopo
aver escogitato innumerevoli piani, uno più improbabile dell'altro, decise che
la cosa migliore da fare era recarsi immediatamente nella Sala dei Trofei non
appena tutti gli altri presidi si fossero addormentati, entrare di soppiatto
nel dipinto e andarsi a nascondere dietro a un albero, in modo da poter
osservare con attenzione tutti i movimenti della famiglia Potter. È un vero peccato che i ritratti non possano usare la
magia, se no con un incantesimo di Disillusione ben fatto sarei riuscito a star
di fianco a quell'insolente senza farmi scoprire da nessuno!
Attese, sempre più agitato, che tutti gli occupanti degli altri dipinti si
fossero addormentati e che Minerva si fosse ritarata nelle sue stanze private.
Giunto il momento, si precipitò di cornice in cornice, facendo comunque bene
attenzione a non svegliare nessuno, al terzo piano. Lì si infilò di soppiatto
nel grande quadro, facilitato dal fatto che nessuno si aggirava nella zona in
cui si sarebbe voluto nascondere. Scelse un albero abbastanza nascosto ma che
gli desse la possibilità di avere una buona vista sul castello, ma soprattutto
sulle persone che ancora gironzolavano per il prato e sulle rive del lago.
Cercò con attenzione il suo volto, magari anche lei stava facendo una
passeggiata prima di andare a dormire, ma in mezzo alle altre persone non
riuscì a trovarlo. All'improvviso però sentì un gridolino poco distante da lui.
Con il cuore in gola si acquattò dietro a un arbusto lì vicino, ringraziando il
fatto che diventava sempre più buio e i suoi abiti neri, che gli avrebbero
permesso di mimetizzarsi meglio. Accovacciato in quella posizione abbastanza
scomoda si sporse leggermente oltre il cespuglio, giusto per capire che cosa
stava succedendo. Sentì una risatina e un altro gridolino, poi dei passi
frettolosi che si avvicinavano proprio nella sua direzione. Si sporse quel
tanto che bastava per vedere chi è che facesse tutto quel rumore quando venne
folgorato da quello che vide: una cascata di capelli rossi, lunghi, che
volteggiavano nella leggera brezza di quella sera senza nuvole. Severus
avvampò, il cuore gli saltò in gola e iniziò a sudare freddo! Non poteva
essere! Così vicino a Lily, aveva la possibilità di farsi vedere, anche se
certamente non avrebbe saputo cosa dire, perché già si immaginava una scena
assolutamente imbarazzante, ma era lì, non poteva farsi scappare
quell'occasione probabilmente unica, doveva fare qualcosa, farsi vedere,
attirare la sua attenzione, fare un verso, rompere un ramoscello, qualsiasi
cosa, non poteva andarsene a bocca asciutta, era andato lì apposta! Crack! Un ramoscello rotto vicinissimo a lui!
Era stata lei, ormai era vicinissima, bastava sporgersi un altro po' ed era
fatta. Si alzo leggermente, e vide che lei stava camminando in fretta
guardandosi alle spalle, quindi non la vedeva in viso. Sembrava stesse giocando
a nascondino. Voleva quasi agitare un po' le foglie di quel cespuglio quando
lei all'improvviso si girò. Lui non potè far altro che rimanere lì a bocca
aperta, cercando di non farsi vedere! Aveva visto il suo viso.. Ginny Weasley!
Anche lei con gli stessi capelli rossi. Idiota,
avresti dovuto cercare di capire prima chi era, invece di agitarti tanto, ma
soprattutto illuderti! Ritenta domani sera sarai più fortunato!
E
così Severus, ancora con lo stomaco sottosopra per aver creduto di avere Lily a
così poca distanza da lui, se ne tornò alla sua cornice con il morale a terra,
ma con la testa che già macinava altri piani da mettere in pratica la sera
successiva. Sì, la sera successiva, e quella dopo, e quella dopo ancora! Ormai
era deciso, avrebbe insistito fino a quando non sarebbe riuscito a vedere la
"sua" Lily, anche a costo di farsi scoprire!
Si
rilassò solamente quando si trovò nell'ufficio del Preside, con un sorriso
sulle labbra (tutti dormivano, poteva sorridere tranquillamente), perché già un
piano per il giorno successivo faceva capolino tra tutti i suoi altri mille
pensieri. Si addormentò sognando una cascata di capelli rossi che giocava a
nascondino nel bosco.
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Capitolo 3 *** Il piano ***
il piano
Il piano
Secondo
Severus il piano che aveva escogitato era geniale e sicuramente infallibile, ma
richiedeva l'aiuto di un'altra persona: scelse Albus Silente, che oltre a
essere la persona più astuta che conosceva era anche il suo più caro amico,
nonostante lo avesse ucciso poco tempo prima.
Iniziò con la prima parte del suo piano: comunicare all'ex preside la parte che
avrebbe dovuto avere lui, ovvero coprirlo durante il periodo in cui lui si
sarebbe trovato nel quadro al terzo piano. Silente, nel caso qualcuno avesse
domandato dove fosse andato Severus, avrebbe risposto che era andato a fare una
commissione nell'altro suo ritratto, che si trovava alla Tana dai coniugi
Weasley. Anche se dubitava che qualcuno avrebbe chiesto di lui!
La parte imbarazzante sarebbe stata quella di chiarire il motivo della sua
copertura ad Albus, che avrebbe cominciato a ridere sotto i baffi con sguardo
astuto. Ma ormai nessuno l'avrebbe fermato, neanche l'imbarazzo!
Poco prima dell'alba si avvicinò silenziosamente al quadro in cui stava
Silente, che a differenza di tutti gli altri era già sveglio: era una sua
vecchia abitudine, che non aveva perso neanche con la perdita della vita. Gli
piaceva stare a guardare il paesaggio fuori dalla finestra man mano che i primi
raggi del sole inondavano il prato e il lago davanti al castello, adorava
guardare tutte le sfumature che quella luce rosata dipingeva sull'erba,
sull'acqua e anche sulle chiome degli alberi della Foresta Proibita. E ogni
mattina si ritrovava a pensare che quella era una magia ancora più grande di
quelle che uscivano dalle loro bacchette. Perso tra quei pensieri il vecchio
preside venne sorpreso da Severus, che aveva l'aria di qualcuno che stesse
tramando qualcosa di losco.
Il giovane innamorato decise che la cosa migliore era dire tutto il più in
fretta possibile, in modo da togliersi subito il problema ma soprattutto
l'imbarazzo! Così si ritrovò a raccontare della sua scoperta, e della sua
volontà di incontrare Lily. Con il sorriso furbesco di chi la sa lunga,
Albus gli fece notare che sicuramente
insieme alla ragazza ci sarebbero stati anche James e Harry, ma Severus disse
che aveva pensato anche a quello. E Silente si disse pienamente d'accordo a
coprirlo, anche lui aveva bisogno di vivere quei piccoli e importanti momenti
di piacere che in vita gli erano stati negati.
Per
la seconda parte del piano avrebbe dovuto aspettare la notte, era troppo
sospetto se si fosse fatto vedere in giro in un luogo diverso da quello dei
sotterranei, dove a volte veniva chiamato per dare qualche consiglio o qualche
dritta al nuovo insegnante di Pozioni.
La giornata gli sembrò eterna, i minuti sembravano ore, e aveva la certezza
dell'effettivo passare del tempo solo guardando le diverse posizioni del sole
al di là del vetro della grande finestra.
Il sole calò dietro la collina all'orizzonte, inondando il castello di una
magnifica luce arancione, ma Severus era troppo agitato per fare caso a quei
particolari poetici, perché nella sua testa stava pensando al percorso più
idoneo da seguire per giungere a quel dipinto che aveva notato una delle tante
notti di vagabondaggio. Il quadro si trovava al primo piano, poco distante
dalla classe di Storia della Magia: vi era ritratta una vecchia squadra di
Quidditch. Tutto ciò sembra normale, parlando di Hogwarts, ma quel dipinto era
particolare: vi era sì al suo interno una squadra di Quidditch, ma era ritratta
in una delle sale dell'ospedale San Mungo, apposita per i vecchietti, cioè
quello che i Babbani chiamerebbero "ospizio". I giocatori, tutti
molto anziani, erano ritratti a un tavolo, in cui tutti e sette passavano le
giornate giocando a scacchi magici e Spara Schiocco. Quella era stata una
scelta della squadra, che aveva preferito farsi ritrarre in quel modo a
ricordare le sue glorie passate invece di esser dipinta al massimo della gloria
sulle loro scope volanti: sarebbe stato scomodo svolazzare in eterno seduti su
quel sottile manico di scopa! E così le loro scope ora si trovavano appese
nella parete di fondo, in memoria dei bei tempi andati.
Era proprio alle scope che puntava Severus: se avesse trasportato due manici di
scopa all'interno del quadro al terzo piano, i due Potter non avrebbero
resistito all'idea di giocare a Quidditch insieme, vista la loro fama di ottimi
giocatori, e sicuramente quell'attività avrebbe impiegato la maggior parte del
loro tempo. Tale padre, tale figlio! Bah, valli
a capire…
Dopo essersi accertato che le teste di quegli anziani signori fossero tutte
cadute sul tavolo davanti a loro, Severus staccò dalla parete un paio di scope
da corsa, anche se ormai datate, e uscì il più velocemente possibile da quel
quadro, diretto al terzo piano.
Nonostante non fosse facilissimo muoversi con due manici di scopa in mano
cercando di non fare rumore, riuscì perfettamente nella sua impresa, senza
svegliare nessuno e riuscendo, senza sapere neanche lui come, a evitare Pix che
rimbalzava da una parete all'altra al secondo piano.
Giunto a destinazione, entrò di soppiatto nell'enorme quadro, che ormai
conosceva a memoria, visto che ormai occupava i suoi pensieri in modo quasi
esclusivo. Passando dietro ai primi alberi della Foresta, si diresse verso la
parete del castello, e constatò con gioia che quella sera nessuno si stava
dedicando a giochi o altre attività. Non poteva sperare di meglio, sembrava
proprio che la fortuna fosse dalla sua parte e che qualcuno volesse favorire quel
fatidico incontro!
Arrivato vicino al grande portone di legno che dava sulla Sala d'Ingresso,
appoggiò allo stipite i due manici di scopa, in modo da essere ben in vista,
così che i due Potter, nonostante ci vedessero ben poco, non avrebbero potuto
non vederli!
Così come era arrivato, di filato ritornò sui suoi passi, ansioso al pensiero
di cosa sarebbe successo al mattino successivo. Già, per l'ultima parte del
piano avrebbe agito al mattino, sicuro del diversivo che aveva dato a quei due
insolenti.
Tornò nell'ufficio del Preside e faticò parecchio per addormentarsi. In un
baleno spuntò di nuovo il sole. Quel giorno così atteso era arrivato.
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Capitolo 4 *** Rumori nella foresta ***
rumori
Rumori nella foresta
Severus,
con il cuore a mille per quello che stava per succedere da lì a poco, sempre
che fosse andato tutto per il meglio, decise che la cosa migliore da fare era
andare al terzo piano prima che gli altri presidi si svegliassero, e
nascondersi dietro al cespuglio nella foresta che ormai conosceva così bene,
aspettando di cogliere il momento migliore per agire.. Facendosi coraggio
iniziò ad allontanarsi dalla sua cornice e lanciò uno sguardo a Silente, poco
distante da lui. Anche se sembrava addormentato intuì che era ben sveglio, e
forse gli sembrò anche di intravedere un occhiolino farsi strada sotto gli
occhiali a mezza luna, ma non ne era sicuro, agitato com'era.
Il percorso da lì al terzo piano fu abbastanza complicato, gli occupanti delle
cornici iniziavano a svegliarsi, e dovette quindi ricorrere a tutta la sua
abilità per muoversi nell'ombra, e nonostante questo fu comunque costretto ad
allungare il tragitto in modo da passare nelle cornici più nascoste, anche alla
vista dei primi studenti e professori che iniziavano ad aggirarsi per il
castello.
Trafelato
e sempre più ansioso, Severus giunse alla meta: si accovacciò dietro a
quell'arbusto che tanto gli era stato utile e iniziò ad aspettare che qualcuno
si muovesse, sperano non nella sua direzione. L'attesa gli sembrava
insopportabile. Nel suo passato, quando era vivo, aveva dovuto aspettare molto,
sia quando Silente gli affidava le missioni sia quando faceva finta di essere
uno dei servi più fedeli del Signore Oscuro. Era abituato ad aspettare, aveva
passato la sua intera vita ad attendere qualcosa, forse una felicità che non
era mai arrivata, a causa della morte che troppo presto lo aveva portato con
sé. Ma ora gli sembrava che ogni minuto durasse ore, il cuore non accennava a
calmarsi, aveva i sudori freddi, tanto che la tempera a olio con cui era
dipinto rischiava quasi di sciogliersi!
Dopo almeno un'ora iniziò a esserci qualche movimento vicino al castello, da
cui uscirono i coniugi Weasley, che si avviarono verso il prato per fare una
tranquilla passeggiata tra i fiori appena sbocciati. Già, colui che aveva
dipinto il quadro aveva optato per un paesaggio primaverile: un luogo piacevole
dove i vari "abitanti" avrebbero trovato pace per i loro cuori, ma
anche come simbolo di rinascita dopo l'oscurità della guerra, che si era
portata via troppe vite.
Severus continuava ad aspettare. Vide Fred e George, di nuovo, per sempre,
insieme, uscire dal portone della Sala Grande e iniziare a rincorrersi come due
allegri bambini, così come avevano sempre fatto prima.
E alla fine li vide: tutti e tre, insieme varcarono la soglia per dirigersi
verso il lago, quando qualcosa attirò l'attenzione di Harry. Compiaciuto del
suo tranello, Severus sorrise vedendo che il giovane Potter aveva notato i due
manici di scopa lì appoggiati al muro, e che aveva richiamato l'attenzione di
suo padre. Tutto come previsto. Ma d'altronde
era facile attirarli in "trappola", son sempre stati troppo
prevedibili quei due. E si tratta di Quidditch non scenderebbero da quelle
scope neanche se sotto di loro ci fosse un esercito di Schiopodi Sparacoda!
I due Potter avevano iniziato a rincorrersi con le loro "nuove" scope
e a giocare con il Boccino d'Oro che era stato dipinto con Harry, in memoria
della Pietra della Resurrezione. Ma questo poco interessava a Severus, il cui
obbiettivo si stava dirigendo verso un albero poco distante dal lago con un
libro in mano. E anche poco distante da lui!
Lily si sedette a terra e si appoggiò con la schiena al tronco dell'albero,
desiderosa di immergersi nella lettura in mezzo a un paesaggio così bello.
E qui iniziava il problema più grande per Severus: come attirare la sua
attenzione ma soprattutto cosa dirle se fosse riuscito ad avvicinarla. Per
alcuni lunghi minuti iniziò a rimuginare, chiedendosi se era davvero stata una
buona idea cercare di organizzare quell'incontro, ma soprattutto a chiedersi se
la sua presenza sarebbe stata gradita a quella bellissima ragazza dai capelli
rossi. Capelli che il pittore era riuscito a rendere uguali a quelli della vera
ragazza, con le stesse sfumature ramate che si vedevano quando lei girava la
testa o quando la carezza del vento glieli faceva muovere. Quasi dimentico dei
suoi timori Severus iniziò a contemplare quella bellissima donna immersa nel
suo libro: vide che anche i suoi occhi, che si muovevano rapidi tra una riga e
l'altra, erano stati dipinti al meglio. Le osservò i lineamenti perfetti del
viso, quella ruga tra le sopracciglia che le spuntava quando era concentrata
nella lettura, e che a Severus piaceva tanto guardare quando, durante la loro
adolescenza, studiavano insieme nella biblioteca di Hogwarts. Guardò le sue
mani, ricordandosi quando da piccoli camminavano insieme, con le dita
intrecciate tra di loro.
Ma di colpo gli tornò in mente il motivo per cui si trovava lì. Cercò di tirare
fuori tutto il suo coraggio, che era enorme quando svolgeva le missioni che
puntualmente lo mettevano in pericolo di vita, ma che in quel momento sembrava
essersi volatilizzato nel nulla. Fece dei respiri profondi, sempre pensando a
come cercare di attirare la sua attenzione. Mentre inspirava quell'aria che in
quel momento sembrava assente si mosse leggermente, cercando di sistemarsi in
una posizione migliore. E fu così che senza volerlo mise il piede su un
rametto, che si spezzò all'istante producendo un sonoro schiocco. Maledicendosi
per la sua disattenzione sperò con tutte le sue forze che Lily non l'avesse
udito, che fosse troppo immersa nella lettura per accorgersene, ma dopo pochi
istanti capì che le cose stavano per mettersi male. La ragazza, udendo quel
suono, si era voltata di scatto, puntando gli occhi proprio in direzione del
suo nascondiglio.
Il cuore di Severus stava per esplodere! Se avesse continuato così gli sarebbe
venuto un infarto! Ah, no, è vero, ai ritratti non viene un infarto! Ma in ogni
caso i suoi nervi non avrebbero retto alla tensione.
La ragazza si alzò in piedi. Severus, agitato, cercò di farsi piccolo piccolo,
come un bambino che non voleva essere trovato dalla mamma dopo aver combinato
qualche guaio. Ma così facendo si mosse di nuovo, rompendo un ulteriore
rametto. E fu così che Lily si decise ad andare verso quel punto per cercare di
capire quale fosse la sorgente di quegli strani rumori.
Per fortuna non chiamò il marito, che stava giocando con suo figlio. D'altra
parte era una Grifondoro, così decise da sola di esplorare la zona per vedere
se ci fosse qualcosa di interessante. Puntò lo sguardo verso il cespuglio e si
avviò, cauta ma decisa, proprio nel punto in cui si trovava Severus, che ormai
non aveva più alcuna possibilità di fuggire.
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Capitolo 5 *** L'incontro ***
incontro
L'incontro
Se
qualcuno fosse passato per il terzo piano del castello di Hogwarts e fosse
entrato nella Sala dei Trofei avrebbe visto un sacco di vetrine con coppe,
medaglie, foto e altri riconoscimenti esposti, a ricordo di qualche
"eroico" gesto compiuto da qualche studente, sicuramente compiuto per
caso e infrangendo almeno una decina di regole della scuola. Avrebbe poi notato
sulla parete più lunga un enorme quadro, in cui vi era dipinta l'esatta
riproduzione del castello stesso, con tanto di parco, di Foresta Proibita e di
Lago Nero. A un'osservazione più attenta avrebbe visto un bel po' di gente
intenta a giocare, a rincorrersi, a passeggiare sulle rive del lago o impegnata
in altre diverse attività all'aria aperta. Se proprio avesse voluto far caso ai
dettagli sarebbe anche riuscito a vedere, in lontananza, due ragazzi quasi
coetanei1 giocare a Quidditch sui loro manici di scopa, cercando di afferrare
un minuscolo Boccino d'Oro. Ma nessuno sguardo, anche il più attento di tutti,
avrebbe potuto vedere una figura scura accovacciata dietro a un cespuglio ai
margini della foresta!
Quella figura scura era un agitatissimo Severus Piton, che avrebbe tanto voluto
avere con sé la sua bacchetta per potersi fare un incantesimo di Disillusione
pur di non trovarsi nella situazione in cui era! Ma si sa.. I ritratti non
hanno la bacchetta e soprattutto non possono praticare magie. La situazione
andava affrontata, nel bene o nel
male.
Sono stato un idiota! Come ho potuto anche solo pensare di potermi far vedere
da lei? Eppure ero anche convinto, e quando l'ho detto ad Albus non ha fatto
nulla per fermarmi, anzi.. Ora sono fregato! Appena qualche secondo e mi vedrà
di sicuro, se provo a scappare mi vedrà comunque e mi farei anche la figura del
cretino! Ma non potevo starmene nella mia cornice a sentire i pettegolezzi di
quei vecchietti mezzi suonati? Ora cosa faccio? Cosa le dico? Meno male che son
già morto, se no penso proprio che questo avrebbe potuto benissimo essere il
momento del mio trapasso!
Questi erano i pensieri di Severus dal momento in cui aveva mosso quel dannato
piede e rotto il rametto, che aveva attirato l'attenzione della bella Lily,
intenta a leggere un libro in tutta tranquillità.
Lily si stava avvicinando, attirata da quei rumori, curiosa di vedere cosa
stava succedendo ai margini del bosco. E fortuna che non aveva chiamato James,
se no la situazione avrebbe potuto degenerare, vista la sorpresa che si sarebbe
trovata da lì a pochi istanti dietro al cespuglio! Fece ancora qualche passo e
giunse finalmente in prossimità dell'arbusto. Si guardò un po' in giro cercando
di capire da dove era arrivato quel rumore, quando il suo sguardo venne
catturato da un lembo di stoffa nera che spuntava dal sottobosco pochi passi
davanti a lei. Temeraria decise di andare a vedere cosa fosse. Mosse qualche
piccolo passetto incerto. Era pur sempre la Foresta Proibita, famosa per essere
il rifugio di creature molto pericolose. Ma lei non poteva sapere che il
pittore non aveva dipinto quelle creature, così che non sbranassero qualche
incauto ritratto giunto lì o per sbaglio o per imprudenza!
Il cuore di Severus, nonostante fosse solo di tempera ad olio, era proprio sul
punto di esplodere, Lily era a pochi centimetri da lui. Bastava che si fosse
chinata e l'avrebbe visto.
E infatti Lily si chinò in avanti e quello che vide la lasciò senza fiato, così
come lasciò senza fiato Severus. Lily capì dopo alcuni istanti che si trattava
del suo migliore amico di infanzia, e anche se non lo vedeva da parecchi anni
non poteva che essere lui, nonostante i tratti del viso fossero più maturi.
Severus vide calare su di sé un angelo, una bellissima donna con i capelli
rosso fuoco e gli occhi verdi brillanti. La foto che aveva tenuto per sé, con
tutti i membri dell'Ordine della Fenice non le rendevano certamente giustizia.
O forse era perché eran passati troppo anni dall'ultima volta in cui l'aveva
vista, abbandonata a terra priva di vita.
Severus e Lily si guardarono per un istante che parve infinito, non sentivano
più nessun rumore intorno a loro e nulla si muoveva più. Lui era come
pietrificato dalla bellezza della ragazza, nemmeno uno sguardo a un Basilisco
avrebbe avuto lo stesso effetto, mentre lei era congelata dalla sorpresa,
perché mai si sarebbe aspettata di poterlo vedere di nuovo!
Dopo quello che parve un secolo, la prima a sciogliersi fu Lily, che non riuscì
a pronunciare altro che: «Severus…!»
«L..
Li… Lily…» riuscì a dire Severus, senza riuscire a evitare di balbettare,
troppo scosso da quella situazione.
«Severus, cosa ci fai qui? Non mi aspettavo di trovarti in questo quadro,
sapevo che il tuo ritratto era stato appeso nell'ufficio del
Preside».
«I.. Infatti.. È solo che.. Qualche notte fa ho scoperto questo dipinto e son
venuto qua per…» disse Severus, non riuscendo a completare la frase. Molte
volte aveva sognato di poter incontrare Lily, di poterle dire tutto quello che
non le aveva detto quando aveva avuto la possibilità, di scusarsi per quello
che aveva fatto. Ma sognarlo è ben diverso dal trovarsela davanti. Aveva un
nodo alla gola che gli impediva di proferir parola. Tutto subito era scoppiato
di gioia all'idea di rivederla ancora una volta ma ora.. Provava delle
sensazioni sconosciute, che non sapeva definire, tranne quel nodo in gola che
non voleva saperne di andarsene!
Incapace di parlare e di guardare ancora a lungo quei meravigliosi occhi verdi
Severus abbassò la testa. All'improvviso, senza riuscire a fermarle, delle
lacrime calde iniziarono a uscire dagli angoli dei suoi occhi. Subito si
vergognò di piangere come un bambino, soprattutto perché era davanti alla donna
che amava, ma capì che quelle lacrime contenevano tutto il suo dolore, che era
pian piano cresciuto durante gli anni.
Lily lo capì. Con una mano gli portò delicatamente un ciuffo di capelli dietro
a un orecchio. Poi proseguì e seguendo il contorno del viso gli mise una mano
sotto il mento, alzandogli dolcemente la testa, e facendo in modo che la
guardasse negli occhi. Aspettò che Severus si calmasse un po', lo prese per
mano e a voce bassa, sorridendo, sussurrò: «Vieni Severus, facciamo due passi
nella Foresta».
1 Quando
James e Lily vengono uccisi hanno 21 anni, e così vengono
ritratti. Harry sconfigge Voldemort a 17 anni, e in questo quadro ha 17
anni. Quindi padre e figlio hanno solo 4 anni di differenza.
Nota
dell'Autore: ho voluto interrompere qui questo capitolo in modo da non
renderlo troppo lungo. Il prossimo sarà dedicato interamente
all'incontro e ai dialoghi dei due personaggi! Spero vi piaccia lo
stesso! Ringrazio tutti quelli che leggeranno, ma soprattutto, non
siate timidi e recensite!! :D
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Capitolo 6 *** Epilogo ***
epilogo
Ed eccoci finalmente giunti all'epilogo! Chissà cosa combineraano Severus e Lily, ora che si sono
incontrati? Adesso potetrete scoprirlo!
Come sempre spero vi piaccia! E mi raccomando, non esitate a recensire!!!
Buona lettura a tutti!
Epilogo
Quella
mattina, davanti al castello di Hogwarts, c’era molta gente. Adulti e ragazzi,
impegnati in svariate attività sul prato antistante la scuola. No, non era un
giorno di festa o una qualche particolare ricorrenza: era quello che succedeva
quotidianamente nel castello di Hogwarts dipinto nel quadro al terzo piano,
nella Sala dei Trofei, del vero castello. C’era chi leggeva, chi passeggiava,
chi si rincorreva e chi cantava, ma anche chi giocava a Quidditch.
Nessuno
però sembrava aver notato due figure che si erano appena addentrate nella
Foresta Proibita: una bella ragazza con dei folti capelli rossi e un giovane
uomo completamente vestito di nero e con un lungo mantello, sempre nero.
I
due giovani si tenevano per mano, e continuarono a camminare fino a quando non
trovarono una radura, ma soprattutto fino a quando Lily non sentì che Severus
aveva smesso di piangere, ed era così pronto a parlare.
Si
fermarono, uno di fronte all’altro. La ragazza mise una mano sulla spalla di
Severus, che ebbe un leggero sussulto. Mentre l’altra mano la mise nuovamente
sotto il mento e gli sollevò il viso, leggermente arrossato per le lacrime
appena versate.
«Lily,
scusami… io non volevo…» disse Severus con qualche singhiozzo.
«Va
tutto bene, tranquillo… si vedeva che avevi bisogno di sfogarti, e spero che
adesso tu stia meglio». La voce di Lily era una carezza, una poesia che fece
tremare il cuore di Severus per l’emozione. «Mi stavo solo chiedendo… è stato
Silente a dirti di questo quadro?» le sue parole erano accompagnate da un dolce
sorriso che le illuminava gli occhi verdi.
«No,
l’ho scoperto io. Di notte… mi piace andare in giro per il castello, di cornice
in cornice… mi piace sentire la pace che regna tra le sue mura, quando tutti
dormono. Così qualche sera fa ho scoperto questo quadro, e ho deciso… che avrei
voluto… riuscire a… parlarti… Solo che adesso…» Severus aveva pronunciato
quella frase tutto d’un fiato (nonostante i ritratti non abbiano il fiato, ma
se fosse stato vivo lo avrebbe avuto), timoroso di non riuscire più a proferir
parola.
«Oh
Severus…» Lily gli mise un ciuffo di capelli dietro l’orecchio, seguito da una
carezza sulla guancia. Una piccola lacrima rischiava di cadere dall’angolo
dell’occhio della ragazza, ma lei non fece nulla per fermarla.
«Lily…»
pronunciare di nuovo quel nome lo faceva fremere, sentiva i brividi che gli
correvano lungo la schiena. «Avevo paura che tu… temevo che… che tu non mi
volessi più vedere, dopo tutto il dolore che ti ho provocato. Lo capisco se ora
vuoi che me ne vada…» anche Severus rischiava di nuovo di scoppiare in lacrime,
perché la dura corazza che ricopriva il suo cuore era ormai definitivamente
andata in frantumi.
«No,
Severus, non voglio che tu te ne vada. Harry mi ha raccontato tutto. Mi ha
detto di aver visto i ricordi che tu gli hai dato poco prima di… si, insomma
di…» Lily non riuscì a finire la frase, e la lacrima scese lungo la sua
guancia.
Severus
spalancò gli occhi. Chissà cosa aveva pensato la ragazza quando aveva capito
che lui era sempre stato innamorato di lei, che era morto per lei. Sicuramente
l’avrebbe preso per un debole e per uno stupido. E lui non era sicuramente
pronto per essere considerato uno stupido, o ancora peggio un codardo, proprio
dalla persona che amava da tutta la vita, e anche oltre.
«Lily,
ascolta… quello che ha visto Pot… ehm… Harry...» la sua voce aveva iniziato a
tremare.
«No,
ti prego, fammi finire. Da quanto mi ha detto Harry, ho capito, ma troppo
tardi, che tu sei un uomo valoroso. Hai dato la tua vita per salvare mio
figlio. Il tuo cuore deve essere orgoglioso per tutto quello che hai fatto!»
anche Lily, pronunciando quelle ultime parole, aveva iniziato a piangere, ma
quelle erano lacrime di gioia. Aveva finalmente detto a Severus quello che
pensava e che non aveva mai potuto fargli sapere.
«Lily…»
Severus abbassò la voce, non sarebbe mai riuscito a dire quello che stava per
dire a voce alta, e forse in cuor suo sperava che la ragazza non lo sentisse.
«Tutto quello che ho fatto… io l’ho fatto solo per…» una nuova lacrima cadde
quando Lily gli si avvicinò. «L’ho fatto per… te!» Solo una persona vicinissima
a lui avrebbe potuto sentire quelle parole, e la ragazza le sentì. Lentamente
si avvicinò e lo abbracciò.
Dopo
quello che a Severus parve un tempo infinito i due giovani si allontanarono
leggermente e si guardarono negli occhi, e riuscì a trovare il coraggio per
parlare di nuovo.
«Io
non sono per niente orgoglioso di quello che ho fatto. È stata solo mia la
colpa per quello che ti è successo. Anzi, che vi è successo. È solo colpa mia,
per essere andato a far la spia all’Oscuro Signore, troppo codardo e pauroso di
morire invece di proteggerti. È stata colpa mia anche quando ti avevo chiamato
in quel modo orribile, e se tu non mi avessi ancora perdonato avresti tutte le
ragioni. È solo che ero invidioso, di James e di tutti quei ragazzi che ti
giravano intorno. E l’invidia è salita al punto di farmi avvicinare ai
Mangiamorte. Avevo paura di diventare come mio padre, e iniziare a bere pur di
soffocare il dolore fino a ridurmi a uno straccio. Così ho scelto di reagire,
ma ho fatto tutte le scelte sbagliate. Se quel giorno fossi venuto a chiederti
scusa e a parlarti a quest’ora saresti ancora viva, invece ti ho lasciata
andare, portandoti alla morte.»
Lily
lo guardò. Nel suo sguardo non c’era odio né compassione. Era uno sguardo
fiero. Ed era giunto a sua volta il momento di parlare.
«Io
posso solo ringraziarti invece! Anche io ho fatto delle scelte sbagliate, l’ho
capito forse solo ora. È vero che quel giorno tu non hai fatto niente per
chiedermi scusa, ma nemmeno io ho fatto qualcosa per riavvicinarti. E questa è
una cosa di cui ancora adesso, che sono solo più un ritratto, me ne pento,
credo che non riuscirò mai a perdonarmelo. Era più comodo farsi ammaliare dalle
parole di James e dall’amicizia degli altri Grifondoro, era molto più facile
che cercare di recuperare un’amicizia con un Serpeverde e tirarsi addosso le
prese in giro dei miei vecchi compagni. Così alla fine ho scelto James, ho
guardato impassibile tutte le volte che ti prendevano in giro, ma dentro il mio
cuore piangeva. Ma anche io ero troppo codarda per ritrovare la nostra
amicizia. Ma ora voglio essere sincera con te. Di una cosa sola non mi sono mai
pentita, e questa è Harry. Sono fiera di lui, perché al contrario di noi due ha
fatto quello che era giusto, non quello che era facile.»
Ora
entrambi si erano sfogati. Avevano atteso da anni, invano un’occasione simile
per riuscire a chiarire tutte quelle cose, e l’occasione era arrivata. Così si
abbracciarono di nuovo, finalmente liberi di potersi guardare negli occhi senza
provare sensi di colpa.
Si
presero per mano, senza più dire nulla, e tornarono di nuovo verso il castello.
Severus
non sapeva ancora se sarebbe di nuovo andato a trovarla. L’unica cosa certa era
il macigno che si era tolto dal cuore. E così poté finalmente avviarsi verso il
bordo del quadro. Giunto al limite della cornice si voltò un ultimo istante
indietro, per ritrovare ancora quello sguardo verde e luminoso. Lily era lì,
ferma sul limitare della foresta, che lo stava guardando. I loro sguardi si
incrociarono per un ultimo istante. Severus stava per voltare la testa, quando
vide le labbra della ragazza formulare un silenzioso “grazie”. Forse per la
prima volta in vita sua si sentì veramente felice. E sorridendo tornò nel suo
quadro nell’ufficio della Preside.
Solo
Silente parve notare l’espressione del giovane, e capì tutto senza bisogno di
farsi spiegare nulla. Finalmente anche lui aveva trovato la sua serenità.
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