Five times the MiraGen accidentally flashed Momoi…

di Lys ap Adin
(/viewuser.php?uid=618070)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I - Aomine ***
Capitolo 2: *** II – Midorima ***
Capitolo 3: *** III – Kise ***
Capitolo 4: *** IV – Kuroko ***
Capitolo 5: *** V – Murasakibara ***
Capitolo 6: *** VI – Akashi ***



Capitolo 1
*** I - Aomine ***


Five times the MiraGen accidentally flashed Momoi…
~Cinque volte in cui la Generazione dei Miracoli si espose accidentalmente a Momoi... ~



I - Aomine

Quando il gioco, durante una partita alla fine di un allenamento, si fece scatenato e finì con i pantaloncini e l’intimo di Dai-chan tirati giù all’altezza delle sue ginocchia nell’esatto momento in cui Satsuki arrivò da loro svoltando l’angolo, tutti si aspettarono il peggio. Satsuki alzò lo sguardo dal suo blocco per gli appunti ed osservò la piccola scena – Dai-chan che teneva stretta in una morsa la testa di Kise, sfregandoci contro le nocche, Midorima che stava facendo una ramanzina ad entrambi, Murasakibara che li osservava con calma flemmatica, e Tetsu-kun che era saggiamente sparito da qualche parte – bloccandosi quando si vide fronteggiare dalla completa visione frontale di Dai-chan. I ragazzi si immobilizzarono inorriditi, in evidente attesa dei suoi strilli.

Satsuki inarcò appena un sopracciglio. “Dai-chan, per amor del cielo. Metti via il piccolo Dai-chan, nessuno è interessato a vederlo.”

Dai-chan, senza mostrare il minimo segno di imbarazzo, diede ancora qualche colpo alla testa di Kise, tanto per essere sicuro, prima di lasciarlo andare e tirarsi di nuovo su i pantaloncini. “Per favore. Chi è che hai chiamato piccolo?”

Satsuki alzò gli occhi al cielo. “Non farti da solo i complimenti.” Poi guardò gli altri, “Siete pronti, ragazzi?”

Trascinando i piedi, con le guance tinte di varie sfumature di rosa, loro si prepararono a seguirla. Mentre lei si girava per portarli alla riunione richiesta da Akashi-kun, sentì Kise dire in quello che probabilmente avrebbe dovuto essere un tono sommesso: “Momocchi l’ha presa molto bene, non vi pare?”

Dai-chan sbuffò. “Come, pensavi forse che non l’avesse mai visto prima?”

Satsuki chiuse gli occhi quando il silenzio pieno di speculazioni che seguì quelle parole si fece sempre più forte, e rallentò il passo fino ad arrivare al fianco di Dai-chan. Lo colpì. “Non dire queste cose o gli altri si faranno un’idea sbagliata!”

Dai-chan fece un gran sorriso, per niente pentito di ciò che aveva detto. “Ma è vero!”

Satsuki lo colpì di nuovo. “Era vero quando avevamo sette anni, cretino.”

“Questo non significa che non sia vero,” fece notare lui, mentre gli altri ragazzi si rilassarono scambiandosi sguardi sollevati.

Satsuki si limitò a sospirare e ad alzare gli occhi al cielo, perché davvero, a volte avere Dai-chan come migliore amico portava più problemi  di quanto valesse la pena.







 
NdT: Ciao a tutti!
Sono Nienor_11, la traduttrice, e questa volta ho scelto una storia decisamente più allegra ;)
Spero che questa vi possa piacere come è piaciuta a me l’originale.
Chi sarà il prossimo ad essere ‘avvistato’? xD Tranquilli lo scoprirete presto, ho già tutto pronto!
Alla prossima, Nienor_11

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** II – Midorima ***


II – Midorima


In sua difesa, Satsuki poteva dire che non avrebbe mai voluto vedere nessuno dei ragazzi mentre si cambiava, soprattutto non Midorima. Aveva pensato che fosse ad allenarsi con il resto della squadra, quindi non si era fatta problemi nello sgattaiolare negli spogliatoi per piazzare un volume di un manga BL* particolarmente succoso (in tutti i sensi della parola) nell’armadietto di Dai-chan, dove lui lo avrebbe sicuramente trovato alla fine dell’allenamento, e probabilmente avrebbe dovuto spiegarne la presenza al resto della squadra. L’aveva avvertito di non portarsi a scuola le sue stupide riviste gravure*, ma lui non l’aveva ascoltata, ed onestamente, Satsuki si stava stufando di come nessuno dei ragazzi riuscisse a rimanere concentrato durante gli allenamenti. Se Dai-chan voleva condividere le sue letture con gli altri ragazzi, bene, lei avrebbe solo dovuto assicurarsi che avesse qualcosa che valesse la pena condividere, giusto?

Ma non aveva tenuto in considerazione il ritardo di Midorima, e non era chiaro chi di loro due fosse più shockato quando lei entrò nello spogliatoio e poté dare una bella occhiata al suo sedere nudo.

Satsuki si lasciò sfuggire un piccolo grido di sorpresa, che fece sobbalzare e voltare Midorima, urlando poi anche lui mentre si agitava per coprirsi. Il ragazzo arrossì violentemente– ed il colore si estese in parte anche al suo petto – e Satsuki lasciò cadere il manga per portarsi le mani alle guance bollenti.

Si fissarono, entrambi mortificati, finché Midorima non disse, con voce strozzata, “ Momoi-san, se non ti dispiace.”

Satsuki emise un gridolino e si girò, sentendo subito il fruscio dei vestiti, mentre una divisa da basket veniva frettolosamente indossata. “Scusa, Midorin!”, disse, e la sua voce suonò alle sue stesse orecchie più acuta del solito. “Non sapevo che fossi qui!”

“Ovviamente.” Midorima aveva ancora la voce strozzata e sembrava essere senza fiato; il fruscio dei vestiti continuò finché lui disse, “E tu, cosa ci fai qui dentro?”

Satsuki alzò lo sguardo sul soffitto, mentre pensava a come rispondere. Midorin era probabilmente il ragazzo dal carattere più austero, eppure… “Dovevo mettere qualcosa nell’armadietto di Dai-chan.”

Per un po’ Midorima non disse niente. Sembrò quasi rassegnato quando alla fine chiese, “Mi conviene davvero sapere cosa?”

Satsuki si mordicchiò un labbro. “Se te lo dicessi probabilmente ti rovinerei la sorpresa per dopo.” Per lo meno per lui, sempre che non fosse andato a far la spia da Dai-chan.

“Penso di aver avuto abbastanza sorprese per oggi.”

Satsuki non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere. “Scusa, Midorin. Davvero non sapevo che fossi qui.”

“La rappresentante di classe mi ha trattenuto per parlarmi.” Sembrava anche che la cosa non gli avesse fatto piacere. “Sarei stato puntuale, se non lo avesse fatto.”

La suola di gomma delle sue scarpe non fece nessun rumore contro il pavimento, quindi lei non si accorse che si era mosso finché una sua mano non si posò sulla sua spalla, tenendo tra due dita il volume di Inferno of Love. Satsuki lo prese e gli gettò un’occhiata con prudenza – no, ora era decisamente vestito, anche se ancora piuttosto rosso. “Grazie, Midorin.”

Lui la osservò mentre si avvicinava velocemente all’armadietto di Dai-chan per scambiare la rivista gravure con il manga.  “Capisco,” disse mentre lei arrotolava la rivista; Midorin era sempre molto serio, ma Satsuki credette di intravedere un piccolo accenno di sorriso comparire agli angoli della sua bocca.

“Non gli dirai niente, vero?” Satsuki sfoderò il suo migliore sorriso innocente. “Per favore, Midorin?”

Midorin si sistemò gli occhiali. “Viste le circostanze non mi converrebbe parlare, no?”

Satsuki gli fece un gran sorriso. “Sei un ragazzo così gentile,” gli disse, indicando la porta. “Ora sbrigati, o sarai ancora più in ritardo per l’allenamento.”

Quello lo fece muovere, come lei aveva previsto.  Prima di seguirlo Satsuki aspettò qualche minuto, per dargli un bel vantaggio. Ma era meglio così, davvero – questo le diede tempo a sufficienza per smettere di ridacchiare.

Povero Midorin; Satsuki avrebbe impiegato secoli per riuscire a guardarlo di nuovo negli occhi senza ricordare l’espressione sulla sua faccia nel momento in cui si era reso conto della sua presenza lì.





 
NdT: Ciao!
Qualche precisazione:
*manga BL: abbreviazione di Boy’s Love, altro nome per indicare lo yaoi;
*rivista gravure: rivista per uomini in cui si trovano foto delle gravure idol, modelle che posano spesso in costume da bagno o lingerie per enfatizzare il loro fascino sessuale. Per ulteriori informazioni c’è la pagina di wikipedia (in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Model_(profession) che ha un paragrafo dedicato a queste modelle.
Forse erano cose che già sapevate, ma non si sa mai, io ad esempio non avevo mai sentito parlare di gravure.
Ringrazio tutti i lettori, e le persone che hanno già inserito la storia tra le seguite o (addirittura!) tra le preferite! Grazie mille, alla prossima,
Nienor_11

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** III – Kise ***


III – Kise


I training camp andavano benissimo quando si trattava di tenere la squadra lontana dal resto del mondo con lo scopo di sottoporla ad allenamenti ed esercizi senza sosta, rifletteva Satsuki, ma avevano un serio inconveniente: la squadra era pur sempre formata da un branco di ragazzi adolescenti. I ragazzi adolescenti, presi individualmente, tendevano ad essere piuttosto stupidi; se considerati in gruppo perdevano proprio la loro intelligenza, secondo la sua esperienza, e nemmeno i prodigi del basket facevano eccezione a questa regola. Erano al terzo giorno di quel campo, che sarebbe durato cinque giorni, e lei aveva già perso il conto degli scherzi che aveva visto, sia riusciti che no; e come se non bastasse sembrava che Dai-chan e Kise stessero facendo una gara per vedere chi riusciva a farsi assegnare più giri di corsa come punizione. Al momento Dai-chan era in vantaggio, ma Kise sembrava determinato a batterlo anche in questo.

L’altro problema dei training camp era che badare ai ragazzi era un lavoraccio terribile, e questo compito gravava interamente sulle spalle delle manager della squadra. Non che si stesse lamentando – insomma, non poi così tanto – ma a volte Satsuki si chiedeva quanto fosse ingiusto che i ragazzi non dovessero preoccuparsi di pulire o di prepararsi i pasti o di nessuno degli altri  piccoli dettagli domestici che facevano trascorrere la vita in modo regolare. Era vero che loro erano la prima squadra della Teikou, e per di più un gruppo di Miracoli, e che il training camp era tutto a loro vantaggio, ma, anche così, non riusciva a non percepire una certa disparità tra, diciamo, il suo ruolo e quello di Dai-chan.

Per lo meno il club aveva ragazze disposte ad aiutare a gestire i giocatori in abbondanza, ora che Kise si era unito alla squadra.

Satsuki stava riportando alle stanze dei ragazzi una pila di futon, meditando sulle differenze tra le sue esperienze durante questo campo e quelle dei ragazzi, quando Kise arrivò correndo per il corridoio senza neanche uno straccio addosso.

Si fermò di colpo, sorpresa e decisamente non divertita. Sicuramente tutto quello sbatacchiare doveva essere doloroso, no?

Kise si fermò in scivolata quando si accorse di non essere solo nel corridoio. Il suo momento di indecisione fu nudo proprio come lui – meglio  provare a coprirsi o fare finta di niente? – e stava anche sgocciolando acqua tutto intorno. Dopo un momento sembrò decidere che non c’era bisogno di preoccuparsi dato che lei non stava facendo storie, e lasciò cadere le mani. “Ehm, posso spiegare –“

“Fammi indovinare,” disse Satsuki. “Qualcuno ti ha rubato i vestiti mentre eri in bagno.”

Immediatamente lui la fissò con uno sguardo pietoso, che però era piuttosto rovinato dalla sua nudità completa e sfacciata. Non che lei stesse guardando. Non molto. “Momocchi, sono così cattivi con me!”

“E tu sei altrettanto cattivo con loro,” disse, perché l’incidente con la salsa bollente era ancora ben presente nella sua mente, così come le urla di Dai-chan, un misto tra indignazione ed agonia.

Kise fece il broncio e sbatté le ciglia. “Ma loro mi hanno rubato i vestiti! E l’asciugamano!” Alzò la voce, mentre entrava nello spirito di quella situazione. “E la mia virtù!”

Satsuki si distrasse un momento per le immagini mentali che quelle parole le avevano suggerito, poi scosse con decisione la testa per scacciarle. C’erano cose su cui era meglio non speculare, soprattutto se coinvolgevano anche Dai-chan. “Non solo non sono sicura che tu abbia mai avuto una virtù da rubare, ma sono anche sicura che, nel caso, nessuno avrebbe avuto il tempo di rubartela, Ki-chan.” Non con i coach che tenevano i ragazzi occupati da mattina a sera.

Lui le puntò contro un dito, con fare drammatico. “No, tu l’hai rubata!” Mosse le mani, come per sottolineare la serietà delle sue parole. “Non mi è rimasto nessun segreto, Momocchi – e nemmeno l’onore! Dovrai sposarmi, ora che sono stato compromesso.”

Il melodramma del momento rischiò di essere rovinato dalla sua incapacità di impedire alle sue labbra di incurvarsi.

Satsuki alzò gli occhi al cielo, perché era ovvio che Ki-chan avesse scelto di leggere i romanzi del tipo sbagliato. “Sei fortunato che sia stata io a trovarti,” gli disse. “Se fosse stata Ayame-chan, ne saresti davvero uscito compromesso.” Gli lanciò i futon. “Tieni, porta dentro questi, e cerca di fare più attenzione ai tuoi vestiti d’ora in poi. Io devo andare a cercare Dai-chan.”

Kise la guardò sbattendo gli occhi, chiaramente distratto dall’opportunità di diventare attore di melodramma dalla sua curiosità. “Aominecchi? Perché?”

Satsuki non poté evitare di abbassare lo sguardo, anche se i futon nascondevano la parte anatomica che la interessava. “Devo fargli le mie condoglianze per il fatto che il piccolo Dai-chan sia più piccolo del piccolo Ki-chan, ovviamente.”

Avrebbe giurato che l’aria intorno a Kise brillò visibilmente mentre lui le sorrideva. “Ti sposerei davvero anche solo per questo,” le disse. “Sei la migliore, Momocchi.”

“E non te lo dimenticare,” disse lei; Kise stava ancora ridendo quando lei girò l’angolo andando a sbattere contro Dai-chan e Tetsu-kun.

(L’espressione di pura disperazione sul viso di Dai-chan le fece capire che ne era decisamente valsa la pena, anche se poi lui passò l’intera settimana successiva a tormentarla per farsi assicurare che no, davvero, il cazzo di Ki-chan non era più grande del suo, dopo tutto.)




 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** IV – Kuroko ***


IV – Kuroko


La gita alla spiaggia fu un’idea di Dai-chan, ma Satsuki la sostenne con entusiasmo, perché festeggiare il suo compleanno con qualcosa che non fosse il basket era un’abitudine che voleva incoraggiare. Non si era aspettata che lui convincesse anche Tetsu-kun ad unirsi a loro, ma più erano meglio era – anche se Kuroko sembrava un po’ confuso da quell’invito.

Ma questo era un problema di Dai-chan, non suo, quindi Satsuki lo ignorò, concentrandosi invece sulle cose davvero importanti: sole, sabbia e acqua. Aveva un costume nuovo proprio carino ed anche il fisico per esibirlo nel modo migliore; la scuola non sarebbe iniziata prima di qualche altro giorno, e la Teikou aveva di nuovo sbaragliato tutti all’Interhigh. Nemmeno la triste previsione di Tetsu-kun, che aveva detto che sarebbe diventato del colore di un’aragosta dopo appena pochi minuti di esposizione al sole, era abbastanza per rovinarle il buon umore. Si limitò a passargli una bottiglietta di crema a protezione solare 100 e a controllare mentre Dai-chan lo aiutava a spalmarsela.

(Satsuki non aveva mai affermato di essere una brava persona, e per di più, quando Dai-chan ebbe finito, l’umore di Tetsu-kun era notevolmente migliorato.)

Passato questo momento, c’era l’oceano in cui giocare, acqua fresca in cui sguazzare, ed un mucchio di ragazzi che tendevano ad inciampare nei loro stessi piedi ogni volta che trovavano una scusa per passarle vicino. C’era anche Dai-chan, e Satsuki doveva strillargli contro ogni volta che lui decideva che si era data abbastanza arie ed aveva bisogno di essere di nuovo inzuppata, e c’era Tetsu-kun che rideva di loro. Satsuki non fu per nulla sorpresa di scoprire che Tetsu-kun giocava sporco nelle lotte di spruzzi, per lo meno fino a quando Dai-chan non si alleò con lei contro di lui. Mentre lei distraeva Tetsu-kun, Dai-chan scivolava sott’acqua e lo sorprendeva da dietro per trascinarlo sotto le onde.

Il risultato fu che Tetsu-kun si dimenò parecchio, agitando l’acqua intorno tanto da produrre schiuma, mentre lui e Dai-chan lottavano. Satsuki si allontanò dai due, restando a distanza di sicurezza e tenendo gli occhi bene aperti, nel caso Dai-chan volesse provare lo stesso trucco anche con lei. Per questo fu la prima persona a notare qualcosa di strano: una delle cose che tutto quel dimenarsi aveva fatto saltar fuori sembrava essere un costume da bagno blu scuro… un costume che sembrava molto simile a quello che stava indossando Tetsu-kun.

Quando Tetsu-kun e Dai-chan riemersero per poter respirare, Satsuki aveva già recuperato il suddetto costume e con esso si era allontanata dove l’acqua era più bassa. Se ne stette lì sdraiata, osservando con grande interesse Tetsu-kun che allontanava i capelli bagnati dalla faccia e che poi sembrava accorgersi di non avere più qualcosa. Il suo sgomento fu ovvio ed immediato: “Oh, no.”

Satsuki si morse il labbro per impedirsi di ridacchiare troppo forte e farsi scoprire troppo presto.

Dai-chan sguazzava nell’acqua. “Cosa?”

Era abbastanza sicura che non fosse stato il sole a colorare le guance di Tetsu-kun. “Io… ehm. Credo di aver perso qualcosa.”

“Eh? Cosa?” chiese Dai-chan confuso, finché Tetsu-kun fece un piccolo gesto discreto per illustrare la sua situazione. “Oh. Ohh. Ehm, merda.”

“Aiutami a ritrovarlo,” ordinò Tetsu-kun.

Satsuki osservò con gran divertimento la farsa che seguì, anche perché per il momento sembravano essersi dimenticati entrambi della sua presenza. Li avrebbe lasciati in preda al panico per qualche minuto, decise, e poi, se non se ne fossero ricordati… no, Tetsu-kun riemerse di nuovo, sputacchiando, e si accorse di lei, nell’acqua più bassa. “Satsuki-san…”

Beccata. Satsuki gli fece il suo sorriso più innocente. “Sì?”

Tetsu-kun la fissò con espressione severa. “Potrei riaverlo indietro ora?”

Satsuki sbatté le palpebre. “Cosa intendi dire?”

L’ombra di irritazione che gli attraversò la faccia molto probabilmente significava che si era spinta un po’ troppo oltre e che avrebbe subito una rappresaglia. Oh beh. “Il mio costume,” disse, avvicinandosi un po’ alla spiaggia. “Potrei riaverlo, per favore?”

“Oh, intendi questo?” Satsuki lo pescò su dall’acqua con un dito, lasciandolo penzolare; Dai-chan rise tanto da dimenticarsi di fare attenzione a stare a galla, ritrovandosi quindi sott’acqua. “Certo, vieni a prenderlo.”

Già, si era decisamente appena offerta volontaria per partecipare alla prossima fase dell’eterna guerra di scherzi della Teikou. Tetsu-kun serrò la mascella mentre Dai-chan riaffiorava in superficie, sorridendo ancora. Si guardò intorno per controllare che nessuno gli stesse prestando attenzione e si avvicinò.

Satsuki aveva fatto abbastanza bene i calcoli. Nel punto in cui si era seduta l’acqua le arrivava un po’ sotto la vita. Arrivava circa a metà delle cosce di Tetsu-kun, quando si fu finalmente avvicinato abbastanza da potersi allungare e riprendersi il costume. Glielo strappò dalle mani e subito si ritirò nell’acqua più profonda per rimetterselo addosso.

Fu appena un’occhiata veloce, ma in fondo non era quello il punto. Satsuki si stese nell’acqua, ridendo.

Ecco. Ora Dai-chan non poteva più dire che non gli regalava mai niente di bello per il compleanno.






 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** V – Murasakibara ***


V – Murasakibara



C’era un problema costante con Murasakibara ed era il fatto che lui fosse davvero pigro. O forse quello non era il modo giusto di caratterizzarlo, pensò Satsuki. Era più il fatto che spesso era indolente perché gli mancava la motivazione per preoccuparsi di essere attivo. Se non succedeva qualcosa che risvegliava il suo interesse, e c’erano poche cose che riuscivano a farlo, tendeva ad attraversare la vita a velocità ridotta. Dopo poco più di un anno questa era solo una delle tante sfaccettature della vita alla Teikou, che solitamente Satsuki ricordava di tenere in considerazione. Dopo tutto, i centri della stazza di Mukkun non crescevano sugli alberi, quindi si poteva tollerare qualche capriccio da parte sua.

Non che non tollerassero anche le stranezze degli altri giocatori titolari, comunque.

Si trattava per lo più di concedere a Mukkun un po’ di tempo in più per tutto ciò che non era particolarmente importante ed assicurarsi di avere una scorta adeguata di dolci a portata di mano in caso dovesse essere persuaso a pensare che qualcosa fosse importante. Questo creava certamente meno problemi di quelli che gli oggetti fortunati di Midorin avrebbero potuto creare, o dell’esercito delle fan devote di Ki-chan. Tutto sommato Mukkun era relativamente facile da accontentare, soprattutto da quando Satsuki era riuscita a convincere Akashi-kun a destinare parte del budget del club ai suoi dolci.

Il pomeriggio della partita contro lo Hosei, Satsuki attese per quello che pensava fosse un margine di tempo perfettamente ragionevole prima di entrare nello spogliatoio per fasciare le caviglie di Tetsu-kun per ordine del coach. Di solito i ragazzi non erano lenti a cambiarsi, specialmente quando erano ospiti nel campus di un’altra scuola, quindi aveva pensato che sarebbero stati tutti presentabili o in procinto di esserlo quando lei fosse entrata.

Ma non aveva tenuto conto del fatto che Mukkun fosse di umore particolarmente indolente quel pomeriggio, irritato per qualche motivo dall’entusiasmo dello Hosei per la partita. Fece tre passi nello spogliatoio e Ki-chan urlò, “Momocchi, no –!”, mentre Midorin emise un suono confuso, simile ad una papera in punto di morte.

E Mukkun, con tutti i suoi estremamente nudi duecento centimetri, si girò con espressione annoiata e confusa per vedere cosa avesse provocato quell’agitazione.

Satsuki sbatté un po’ gli occhi nel ritrovarselo davanti così. “Come mai non ti sei ancora vestito?”chiese. “Davvero, Mukkun, sbrigati.” Si guardò intorno – ah, sì, eccolo lì. “Tetsu-kun, il coach vuole che ti fasci le caviglie.” Fece un passo nella sua direzione; Midorin emise un altro verso da papera morente mentre Dai-chan si lasciava scivolare lungo un armadietto, ridendo senza sosta.

Mukkun si rigirò ed iniziò a vestirsi, senza particolare fretta.

Akashi-kun si schiarì la gola. “Forse potresti farlo fuori dallo spogliatoio?”suggerì.

Satsuki si assicurò di mostrare la sua espressione più innocente quando si girò a guardarlo. “Oh? Beh, ok, se insisti. Andiamo, Tetsu-kun!” Sorrise ai ragazzi ed uscì, concedendosi intanto una risatina silenziosa.

Davvero, la proporzionalità era qualcosa di incredibile.





 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** VI – Akashi ***


(… e la volta in cui invece successe intenzionalmente)

VI – Akashi


Il fatto era che Satsuki era molto brava ad analizzare i dati. Era questo che la rendeva una brava manager ed una risorsa per la squadra, anche se questo era ciò che lei stessa diceva, e probabilmente era ciò che sul lungo termine le sarebbe stato più utile dell’abilità di saper correre avanti e indietro lungo un campo da basket inseguendo una palla. Ovviamente questo non l’aveva mai detto ad alta voce.

Per essere una brava analista servivano dei dati accurati, e quando si trattava dei suoi dati, Satsuki si trovava a volerli avere il più completi possibile. Aveva scoperto che non esisteva il concetto di troppi dati, che si trattasse del rapporto assist/palle perse di Ki-chan, della percentuale di tiri liberi riusciti di Midorin, o del programma di allenamento delle scuole avversarie e di come questo influenzasse il progresso dei giocatori. Dopo la partita contro il Suginami era ormai chiaro che anche i dati non strettamente connessi al basket potevano rivelarsi utili; quella partita ebbe molto più senso dopo che Satsuki ebbe scoperto che il loro centro era appena stato mollato dalla fidanzata, che ora usciva con un modello collega di Ki-chan. Nessun dato era troppo piccolo o insignificante per essere considerato nei termini del suo potenziale impatto sulla marcia verso la vittoria assoluta della Teikou.

Bene, questo era quanto si era detta Satsuki quando sentiva di dover motivare razionalmente i suoi vari tentativi di sorprendere Akashi-kun svestito. Quando si sentiva di essere onesta, era disposta ad ammettere che si trattava soltanto di un certo grado di interesse morboso mischiato all’irritante sensazione di aver lasciato un lavoro incompiuto. Dopo tutto, le circostanze avevano agito in modo da farle casualmente vedere tutti i ragazzi tranne Akashi-kun. Non poteva farci niente, se il suo naturale senso inquisitorio insisteva perché lei completasse il set di dati, no? Certo che no. Davvero, la sua curiosità era praticamente scientifica.

Oppure, va bene, avrebbe anche potuto solo essere il fatto che alcuni ragazzi sembravano essere stati molto shockati quando gli aveva visto il pacco, combinato con il fatto che non aveva mai visto Akashi-kun turbato.

Sfortunatamente, la sua curiosità sembrava destinata a rimanere insoddisfatta, perché i suoi vari tentativi di dare una doverosa occhiata ad Akashi-kun fino a quel momento erano tutti falliti. Entrare saltellando negli spogliatoi nei momenti più strani voleva dire che riusciva a vedere molta pelle, soprattutto quella di Ki-chan (che non sembrava provare nessuna vergogna), ma in qualche modo Akashi-kun riusciva sempre ad essere il meno svestito. Neanche alla sauna le era andata meglio; Akashi-kun preferiva tenere il suo asciugamano decorosamente legato in vita. La gita ad un’onsen era stata un buco nell’acqua dall’inizio alla fine; le misure che impedivano ai ragazzi di sbirciare dalla parte delle donne funzionavano benissimo anche in senso opposto. Era davvero frustrante, ed a peggiorare le cose c’era il fatto che Satsuki pensava che Akashi-kun sapesse benissimo cosa stava cercando di fare e stesse ridendo di lei alle sue spalle.

Si arrivò allo scontro finale, per così dire, poco prima della Winter Cup. Akashi-kun decise di parlarle alla fine di un allenamento, conducendola nell’ufficio del club per una riunione sul loro primo avversario ai preliminari. Appena arrivati là, però, chiuse la porta e guardò tranquillamente Satsuki. “Momoi-san, non pensi che questa situazione sia durata abbastanza?”

Satsuki pensò che valesse la pena di fingersi innocente, quindi sbatté le palpebre e chiese sorridendo, “Come scusa?”

Ma Akashi-kun non ci cascò. “Finora non ho mai detto niente perché sembravi divertirti, ed il resto della squadra non ne è particolarmente infastidito, ma stai diventando una fonte di stress per Shintarou, e lui mi serve in forma per l’inizio del torneo.”

Satsuki sospirò. “Povero Midorin. Ormai avrebbe dovuto notare di essere l’unico infastidito dalla cosa.”

“Shintarou è un ragazzo corretto e beneducato,” disse Akashi-kun, con tono di rimprovero.

Satsuki ridacchiò. “Io invece non sono una brava ragazza,” disse. “Dopo tutto sono cresciuta con Dai-chan, sai.”

“Sì,” disse secco Akashi-kun. “Di solito si nota.”

Non era mai stato particolarmente influenzato dal suo sorriso con le fossette, ma Satsuki glielo rivolse lo stesso. “Va bene, per l’interesse di Midorin smetterò per la durata del torneo.”

Akashi-kun la osservò a lungo, lasciando trascorrere parecchi ticchettii dell’orologio appeso alla parete. Poi sospirò. “Nijimura-san non mi ha mai avvertito di questo genere di situazione,” disse, mentre si slacciava la cintura ed apriva i pantaloni. “Non capisco come non gli sia venuto in mente.”

Satsuki si imbronciò mentre lui si abbassava i pantaloni e la biancheria intima. “Così è sleale, Akashi-kun. Stai rovinando tutto il divertimento.”

“Sì, il punto era quello,” le rispose.

Satsuki sbuffò e sventolò una mano verso di lui. “Okay, okay, hai vinto tu.”

Akashi-kun si ritirò su i pantaloni ed iniziò a sistemarsi. “È ovvio che abbia vinto io,” le disse sorridendo. “Lo faccio sempre.”

 Satsuki gli fece una linguaccia e si girò per tornare alla palestra. Mentre la porta si richiudeva dietro di lei, riuscì a sentire un mormorio esasperato: “Davvero, cosa mi tocca fare per questa squadra.”

Riuscì a trattenere le risate, perché anche se era vero che Akashi-kun aveva vinto aggirando tutti i suoi tentativi di coglierlo sul fatto, lei aveva completato il set di dati, dopo tutto, e quindi non aveva perso.







 
NdT: Ed ecco l’ultimo capitoletto di questa storia!
Spero che vi sia piaciuta e che vi abbia fatto anche solo sorridere un po’.
Detto questo, non mi resta che ringraziare i lettori, chi ha messo la storia tra le seguite e chi tra le preferite :)
Nienor_11

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2402290