The Minecrafters

di TheHellraiser
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una freccia provvidenziale ***
Capitolo 2: *** Gli Hardcorer ***
Capitolo 3: *** Sledge the wolf ***
Capitolo 4: *** Creative Player ***
Capitolo 5: *** Oh cazzo ***
Capitolo 6: *** Master Griefer ***
Capitolo 7: *** New Emerald City ***
Capitolo 8: *** Hai paura di...? ***
Capitolo 9: *** La luce nel buio ***
Capitolo 10: *** Noi siamo leggenda ***
Capitolo 11: *** Kevin ***
Capitolo 12: *** Ender Dragon ***
Capitolo 13: *** End Portal ***
Capitolo 14: *** Ogni tanto ***
Capitolo 15: *** Domani è un altro giorno ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Una freccia provvidenziale ***


Correre, nascondersi. Correre, nascondersi. Da quando era scappato dalla sua città, Niko non aveva fatto altro. Quegli Zombie. Quei dannati Zombie. Avevano invaso la sua città, la sua casa, e da giorni stava cercando qualcuno che, come lui, fosse riuscito a sfuggire a quell’inferno. Ma nulla da fare, intorno a lui non c’era nulla, in quella sconfinata pianura, ad eccezione di decine e decine di Zombie e Creeper, ovviamente. Niko prese un ampio respiro. Doveva solo continuare a scappare. Lontano da lì. Al sicuro. E forse, prima o poi, il giorno sarebbe tornato spazzando via tutti quei mob ostili. Che altro poteva fare? Nulla. Suo padre non aveva mai avuto il tempo di addestrarlo ad essere uno di quelli che chiamavano Survival Player. Non aveva più nemmeno una spada, dal momento che l’unica che era riuscito a prendere prima di scappare si era frantumata miseramente dopo lo scontro con un ragno. Niko contò fino a tre, nella sua mente, prima di balzare fuori dal suo nascondiglio e cominciare a correre all’impazzata attraverso la pianura. Verso dove? Non importava, era sufficiente che fosse un luogo abbastanza lontano da quella città ormai invasa dall’orda di mob partoriti da quella notte lunghissima. Le cose sembravano andare per il verso giusto, finché un gruppetto di Zombie lì vicino non si accorse di lui. Niko si maledì mentalmente per non essere stato più attento, e continuò a correre. Poteva andare più veloce di loro, si disse. Ma altri Zombie sbucarono da ogni parte, richiamati dal trambusto, e in un attimo Niko si ritrovò inseguito da una cinquantina di mob.

-Non mi avrete, bastardi!- urlò, saltando oltre un mucchio di terra. Quelli non si accingevano a mollarlo, ma Niko si gettò in una pozza d’acqua profonda un paio di blocchi, restando sott’acqua e cercando di trattenere il fiato. I polmoni gli scoppiavano, ma doveva farcela. Resistette per una decina di secondi, prima di riemergere piano cercando di non fare rumore. Niente. Gli Zombie se n’erano andati. Niko si lasciò andare ad un respiro profondo per cercare di recuperare un po’ di fiato, uscendo dall’acqua tutto gocciolante e stanco. Si sentiva osservato. Ma da chi? Un leggero sibilo.

-È un piacere fare la tua conossssssssssscienza...- disse una voce spettrale. Niko si girò, e non appena vide chi gli aveva parlato urlò. Un Creeper. Cercò di tirarsi indietro per scappare, ma fu tutto inutile. Altri Creeper stavano accanto a quello che gli aveva parlato, e gli bloccarono la strada.

Morirò!? pensò Niko, disperato. Si sentì un tonfo sordo. Il Creeper che gli aveva parlato ricadde addosso a Niko, dissolvendosi e lasciando un mucchietto di polvere da sparo e... una freccia. Niko cercò di aguzzare la vista, guardando all’orizzonte. Una figura spiccava di fronte alla luna piena. La misteriosa figura scoccò un’altra freccia e colpì un altro Creeper, precisa come un cecchino. I Creeper rimasti si diedero alla fuga per non essere colpiti dalle frecce assassine della strana figura, che nel frattempo stava facendo una strage  colpendoli ad uno ad uno con precisione millimetrica. Anche Niko cercò di scappare ma la figura scese dalla collina in un paio di rapidi balzi, raggiungendolo. Nel buio della notte Niko non riuscì a vedere bene il suo volto, ma si poteva chiaramente vedere che era una ragazza con addosso un’armatura di ferro, che reggeva un arco.

-Uhm. Non sembri pericoloso. Pensavo di essere l’unica sopravvissuta, qui nei dintorni. Toh, bevi- gli disse sbrigativamente, staccando dalla cintura una bottiglietta di liquido rosato e porgendogliela. Niko rimase a fissarla, titubante.

-Beh? È una Healing Potion. Muoviti. Non abbiamo tempo da perdere- sbuffò lei. Evidentemente non era una tipa per la diplomazia, pensò Niko, quindi era meglio darle retta. Il ragazzo prese la pozione, rigirandosela fra le mani.

-Grazie. Mi hai salvato la vita. Anche tu sei stata attaccata dagli Zombie?- chiese, stappando la pozione e bevendone un sorso. La ragazza lo guardò con espressione ironica.

-Io, attaccata? Bah. Casomai, sono stata io ad attaccare loro. Da dove vieni?- replicò aspra. Niko indicò la direzione verso la quale credeva di essere venuto. Era piuttosto difficile individuarla, con quella dannata notte.

-Da laggiù. Una città costruita su una Mushroom Island. Gli Zombie l’hanno attaccata, e i Survival Player stavano cercando di contrastarli quando io sono scappato- disse, con un po’ di vergogna. In effetti, era semplicemente scappato via come un codardo, ma non poteva farci niente.

-Hm, come immaginavo. Non sperare di poterci tornare, amico. Da quando il sole non sorge più, non c'è nulla a fermare l'avanzata delle creature della notte. Centinaia di persone sono state sterminate da loro. I sopravvissuti si possono contare sulle dita di una mano. Ritieniti molto fortunato- sospirò lei - A proposito, come ti chiami?

Niko rimase a guardarla. Parole davvero incoraggianti, non c’era altro da dire.

-Niko- rispose semplicemente, ancora scioccato da tutto ciò che gli era capitato da quando quei mob avevano invaso la loro città. Di certo Niko sapeva che quella notte era stata particolarmente lunga, ma non aveva mai craftato un orologio e non sapeva quanto fosse durata effettivamente. La luna era sempre al suo posto e non aveva avuto modi per misurare il tempo. Lei sogghignò.

-Molto bene. Io sono Stella. È un piacere conoscerti.

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Capitolo 2
*** Gli Hardcorer ***


Niko rimase a fissare la ragazza, ancora stupito. Lei, invece, sembrava concentrata in tutt’altro, scrutando il buio di fronte a sé come se stesse cercando qualcosa di molto importante. Dopo qualche secondo sospirò sistemandosi i capelli rossi, prima di cominciare a camminare verso una direzione sconosciuta a Niko.
-Ehi, aspetta, dove vai?- chiese Niko, afferrandola per un braccio e trattenendola. Lei si liberò dalla sua presa con fare seccato.
-Via. Non sono mica così stupida da stare qui a farmi sbranare- disse con una smorfia, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Niko piegò un po’ la testa. Era una tipa decisamente poco socievole, ma in fondo gli aveva salvato la vita e per ora seguirla era tutto ciò che poteva fare. Così cominciarono a camminare attraverso la pianura, nel buio. Stella continuava a tenere la mano destra sull’elsa della spada di ferro che portava alla cintura, muovendo gli occhi a scatti con sguardo circospetto.
-Allora... Tu da dove vieni?- le chiese Niko, dopo un po’, per rendere meno pesante il silenzio interrotto soltanto dai loro passi. Lei rimase in silenzio, ignorandolo completamente. Sembrava non avere alcuna voglia di parlare con lui.
-A che fazione appartieni?- chiese nuovamente, sperando di fare un po’ di conversazione, ma lei sembrava irremovibile nel suo silenzio tombale.
-Stella?- chiese infine, prima che la ragazza si decidesse a rivolgergli un gesto sdegnoso con la mano guantata.
-Non sai farti gli affari tuoi per più di dieci secondi, pivello? Comunque io non appartengo a nessuna fazione. Noi non siamo una fazione, noi siamo leggenda- ghignò, con tono canzonatorio. Modestia portami via, pensò Niko. Noi siamo leggenda? Aveva già sentito quella frase, da qualche parte. Un tizio, una volta, un certo Michael, era comparso misteriosamente nella loro città. Non ci era rimasto molto, ma quando gli aveva chiesto a che fazione appartenesse lui gli aveva risposto con la stessa identica frase. La sua curiosità stava lentamente rimpiazzando lo shock.
-Noi?- chiese. Sul viso di lei apparve un mezzo sorriso divertito.
-Sì, noi. Non hai mai sentito parlare di noi? Non so se hai presente... Spade di diamante? Combattimenti nelle arene? Vite solitarie all’insegna del pericolo?- disse, scoprendo un tatuaggio che aveva sulla spalla. Un cuore, grande poco più di qualche centimetro, solcato da due segni neri. Vedendo quel tatuaggio, improvvisamente Niko ricordò.
-Sei una Hardcorer!?- disse, esterrefatto. Chi non aveva sentito parlare degli Hardcorer? Ogni fazione aveva la sua reputazione. Trader, Survival Players, Creative Players... Ma indubbiamente i più leggendari erano gli Hardcorer. Si narravano molti racconti sulle loro gesta. Secondo le storie che giravano fra i Survival Player nomadi, era stato un Hardcorer ad entrare per primo nel Nether. Ed era stato un Hardcorer a combattere l’orda di mostri che aveva insidiato New Emerald City, da solo con una singola spada di ferro. Lei rise, divertita.
-Ci puoi scommettere, bello- disse, rimanendo poi di nuovo in silenzio.
-Quindi, dove andremo?- chiese Niko, sperando di ricevere una risposta un po’ più precisa.
-Uhm- lei sembrò pensarci su un po’ - Io andrò a New Emerald City. C’è il mio bunker di sicurezza, là. Tu, per quanto mi riguarda, puoi pure fare cosa cazzo vuoi, non me ne può importare di men... ATTENTO!
Prima che Niko potesse accennare anche ad una sola mossa, Stella sfoderò la spada e balzò in avanti dritta su uno scheletro che si stava avvicinando di soppiatto. Con un solo colpo della spada lucente sfondò il cranio dello scheletro, che ricadde a terra e si dissolse senza nemmeno riuscire a colpire la ragazza. Stella raccolse le frecce che rimasero a terra, infilandole nella faretra. Niko deglutì. Come avrebbe potuto sopravvivere? Non aveva di certo la prestanza fisica e le abilità combattive necessarie per sopravvivere. Non gli restava nemmeno una spada, tutto ciò che aveva in tasca era qualche blocco di pietrisco e un paio di bastoni! New Emerald City era ben conosciuta come la città degli Hardcorer, lì Niko avrebbe di sicuro potuto trovare protezione. E poi, lo incuriosiva la faccenda del bunker. Forse avrebbe potuto farsi ospitare, anche se dall’atteggiamento della ragazza sembrava fuori discussione. Guardò Stella con sguardo implorante.
-Posso venire con te? Ti prego! Ti prego! Tipregotipregotiprego!- piagnucolò, cercando di smuoverla e di fare in modo che lo lasciasse andare con lei. La ragazza sbuffò rumorosamente.
-...E va bene. Puoi accompagnarmi per un pezzo. Ma se rompi ti pianto una freccia nel cranio, intesi!?- disse, ammonendolo e puntandogli l’indice destro a pochi millimetri dalla faccia. Non sembrava in vena di scherzi.
-Ok, ok. Ci sto!- disse Niko, cercando di sembrare il più determinato possibile. Stella trasse dall’inventario una spada di pietra e la lanciò a Niko, che riuscì a prenderla per un pelo da quanto era pesante.
-Farai meglio ad imparare ad usarla. Ora, il prossimo bioma che ci aspetta... Uhm. Foresta!? Ci mancava anche questa- sbottò, innervosita. Niko non era mai stato fuori molto, ma sapeva che foresta di notte significava branchi interi di lupi e svariati altri mob ostili.
-Stella?- chiese Niko, mentre in lontananza cominciavano a profilarsi alcuni alberi.
-Che vuoi, ancora?- sbuffò lei, facendogli capire chiaramente che era meglio che restasse concentrato.
-Cosa sarebbe quel bunker di cui parli?- disse il ragazzo dagli occhi verdi, titubante. Non voleva sentirle, ma se dovevano andare in quel bunker voleva almeno sapere di che si trattava.
-Ma che ne so, non ci sono nemmeno mai entrata. L’ha costruita mio padre, mi ha detto che avrei dovuto tornarci in caso di emergenza o per qualche tipo di disastro. Ora smettila di seccarmi, o i lupi ci sentiranno- ringhiò Stella, facendogli cenno di stare zitto.
-Se i lupi ci attaccheranno mi difenderai, vero?
Stella non rispose, mentre gli alberi dal tronco cubico cominciavano ad infittirsi.
-...Vero?
Ma la domanda di Niko venne accolta soltanto da un preoccupante silenzio.

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Capitolo 3
*** Sledge the wolf ***


Nonostante le terribili prospettive che si erano ammassate nella mente di Niko, la foresta non era affatto piena di nemici. Solo qualche esemplare di lupo correva qua e là nella boscaglia, non degnandoli di alcuna attenzione. Videro anche dei Creeper, ma riuscirono a non farsi vedere e a continuare tranquillamente per la loro strada, per quanto si potesse parlare di tranquillità. Continuarono a camminare per parecchi blocchi, e Niko stava cominciando a sentirsi stanco. Stella, invece, non sembrava soffrire, anzi. Teneva lo sguardo vigile fisso nella boscaglia, pronta a balzare all'attacco e tesa come una corda di chitarra. Improvvisamente, un gruppetto di tre zombies uscì da una macchia di alberi più fitta, attaccando i due players con i loro insopportabili versi da non morti. Stella sogghignò e non esitò un secondo a balzare addosso al primo zombie come una gatta inferocita, rifilandogli un solo colpo di spada in mezzo alla fronte. L'incantesimo Anatema sembrò sortire il suo effetto, perchè in un attimo lo zombie fu a terra. Uno dei due zombie si avvicinò a Niko, cercando di afferrarlo con le braccia. Niko, di canto suo, cercava di difendersi con l'acutisssima strategia meglio definita come "colpi tirati ad minchiam" maneggiando la spada con la stessa grazia di una zappa. Lo zombie gli si lanciò addosso con la sua solita inesorabile ferocia. Il terzo e ultimo zombie si avvicinò a Stella, la quale cominciò a picchiare con la spada su di lui. Lo zombie però aveva una spada, e riusciva a parare i colpi abilmente. Con una mossa improvvisa riuscì a colpire di striscio la ragazza, la quale iniziò a colpire il non morto con la stessa furia di un assatanato, spaccando in due la spada e anche la testa dello zombie. Niko inciampò e barcollò indietro, tenendo la spada sempre puntata verso lo zombie. Quello, vedendolo indifeso, gli si lanciò addosso, compiendo una mossa che gli fu fatale. Andò ad infilzarsi la spada in mezzo al petto, dandosi il colpo di grazia da solo. Niko guardò la spada di pietra, esterrefatto.
-Ehi, ehi, guarda, ce l'ho fatta!- disse, sentendosi realizzato.
-Alla buon'ora- ghignò la ragazza, ripulendosi l'armatura dalla polvere - Sei un po' scarsino, ma se ci metti impegno puoi imparare.
-Certo che come incoraggiamento non ti batte nessuno- brontolò Niko. Stella gli fece segno di stare zitto, rinfoderò la spada e tirò fuori l'arco. Da un punto imprecisato della boscaglia intorno a loro stava provenendo un fruscio. Niko si riparò dietro Stella, fissando la boscaglia dalla quale uscì... un lupo. Il mob e la ragazza si fissarono in silenzio, immobili, quasi come se nessuno dei due avesse intenzione di attaccare l'altro per primo, finchè il lupo non si accasciò a terra. Stella ripose l'arco e si avvicinò con circospezione al corpicino cubico immobile, a terra, assicurandosi che non potesse attaccare. Il lupo mosse stancamente la coda, guardando Stella con sguardo implorante.
-E' solo un cucciolo...- disse Niko, intenerito dal lupetto.
-Ed è anche ferito- commentò Stella, indicandogli una ferita su un lato del ventre del piccolo lupo.
-Dovremmo aiutarlo- replicò Niko, guardando Stella con sguardo accusatorio, mentre lei carezzava la testa del lupetto. Inaspettatamente, la ragazza annuì e si alzò, raccogliendo da terra i tre pezzi di carne marcia che erano caduti dagli zombie quando si erano dissolti. Tornò dal lupetto, porgendogliela ed aiutandolo a mangiare.
-Gli dai quella robaccia?- disse Niko, indignato, indicando la carne dall'aspetto poco invitante. Stella sbuffò.
-Qualsiasi tipo di carne cura i lupi, quindi non rompere- replicò irritata, senza distogliere l'attenzione dal lupetto. Rapidamente il cucciolo finì di mangiare tutta la carne, e la sua ferita si rigenerò in un attimo. Il lupetto balzò nuovamente in piedi, scodinzolando amichevolmente. Non sembrava affatto aggressivo, anzi. Il piccolo strusciò la testa sulla mano di Stella, cercando di farsi accarezzare, e lei lo accontentò.
-Pensavo che i lupi fossero molto più feroci- disse Niko, stupito dalla reazione amichevole del lupacchiotto. Stella lo prese in braccio.
-Bah, è un luogo comune, alla fine se tu non li attacchi loro non attaccano te, e sono anche addomesticabili, se ti ci metti d'impegno. Avevo un lupo addomesticato, prima che gli zombie me lo uccidessero- sospirò la ragazza, coccolando il lupetto.
-Beh, potresti tenere questo, no? Sembra simpatico!- sorrise Niko, toccando piano il naso nero del lupetto.
-Hm... In effetti. Devo solo pensare ad un nome. Ti chiamerò Sledge, che ne dici, piccolo?- disse la ragazza.
-Che nome sarebbe Sledge?- chiese Niko, perplesso. Non riusciva proprio a capire a che si riferisse. Doveva averlo semplicemente inventato a caso.
-Uhm. E' il nome di uno dei boss di un gioco che si chiama Borderlands. E' un nome che mi è sempre piaciuto- spiegò, brevemente. Il lupacchiotto sembrava contento del nuovo nome, e scodinzolò felice.
-Bene, dunque... Sledge, sai da che parte si esce da questa foresta?- chiese Stella al lupetto. Quello annuì e balzò a terra, invitandoli a seguirlo fra gli alberi. I due si addentrarono nella foresta, seguendo il lupo.
-Dopo la foresta ci dovrebbe essere una città, giusto?- chiese Niko a bassa voce, per non attirare orde di nemici. Stella annuì. Già, avrebbe dovuto esserci, anche se ora dubitava fortemente che ne rimanesse qualcosa dopo il passaggio di quell'orda di creature notturne. Se non altro, forse avrebbero potuto trovare degli approvigionamenti o qualche sopravvissuto.

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Capitolo 4
*** Creative Player ***


Grazie alla guida del lupacchiotto, Stella e Niko riuscirono ad uscire dalla foresta senza particolari problemi. Bastava la presenza del lupetto ad ammansire gli altri lupi, che non attaccarono nè Stella nè Niko. Gli altri mob non furono un problema, con poche rapide frecce Stella riuscì a stenderli in un secondo. Appena gli alberi cominciarono a diradarsi, la sagoma di una città si stagliò davanti ai due players. Sledge abbaiò in direzione della città facendo capire che era quella che cercavano, mentre Stella rimase a scrutare la città. Non era molto lontana, anche se era buio si poteva facilmente intuire che non avrebbero trovato molto. La città era in stato pessimo, come se fosse stata assaltata da un branco di Griefers inferociti.
-Pensi che ci siano dei mob ostili, in città?- chiese Niko. Se doveva essere sincero, l'idea di lanciarsi in un nuovo combattimento non lo ispirava molto. Ad eccezione di Sledge, fino a quel momento avevano trovato solo mob ostili! Ce n'erano a decine, nemmeno comparissero dal nulla. Stella sospirò.
-Certo che ce ne saranno, e non pochi. Ti conviene prepararti... Non si sa mai- disse. Nonostante cercasse di non darlo a vedere, anche lei sembrava avere i primi sintomi della stanchezza. Niko non potè fare a meno di pensare come facessero gli Hardcorer a passare tutta la loro vita così, ma subito lascò perdere pensando che di sicuro non erano affari suoi ed era meglio che si preparasse. Stella e Niko entrarono in città per ciò che rimaneva della strada principale, stando molto attenti. C'erano creeper e zombies dovunque, per non parlare dei ragni. Erano concentrati nella ricerca di una qualsiasi cosa vivente che potesse essere nascosta negli anfratti della città, e non si accorsero del passaggio dei due players, per fortuna. Ad eccezione dei mob ostili, la città era deserta. Niko e Stella si rifugiarono in una casa che sembrava quasi intera, per riposare un po'. Ma la pace non durò molto. Un tremore seguito da uno strano suono stava provenendo dal terreno. Niko toccò appena il braccio di Stella, indicando la terra con una spada. L'Hardcorer guardò il terreno, perplessa. Tunk, tunk, tunk. Il misterioso suono si faceva sempre più vicino e proveniva qualche metro più in là rispetto a loro, quasi al limite del pavimento della casa.
-Ma cosa?- disse Niko, un attimo prima che un piccone di pietra rompesse un blocco nel terreno per poi andare in mille pezzi.
-Cazzo, era il mio ultimo piccone. Beh, pazienza, tanto sono arrivato.
Niko e Stella si guardarono. Un tizio balzò fuori dal buco. Aveva in testa un elmetto con una torcia attaccata sopra. I capelli neri e sporchi uscivano dall'elmetto da minatore, e la sua faccia era coperta di fanghiglia nerastra. Dalla tasca destra emergeva una bussola. Quando il tizio si girò, si ritrovò la spada di Niko puntata in faccia.
-Sono più o meno armato e quasi pericoloso! Non ti muovere, Enderman!- sbraitò lui. Il tizio si ritrasse, inciampando e cadendo a terra come un imbecille.
-Ehi, ehi, calmati, non sono un Enderman!- disse lui. Stella fermò Niko, e il tizio si ripulì la faccia dal fango alla bell'e meglio.
-Whoa. Con questa notte, vi avevo scambiato per zombie. Saranno tre settimane che sono là sotto, ma finalmente sono riuscito a finire la mia casa sotterranea! Volete vederla?- disse orgogliosamente. Stella fece una smorfia. Sinceramente, era l'ultima cosa che poteva interessarle, ma Niko sembrava di un altro parere.
-Va bene!- disse Niko, completamente incurante del fatto che erano in una città stracolma di zombie. Il tizio li invitò a scendere nella buca. Appena entrarono, furono quasi accecati dalla quantità di luce presente in quella casa. Era enorme, e a quanto pare ora si trovavano nell'atrio.
-A proposito, io sono Spixon, ma potete chiamarmi Spix. Sono un creative player, e questa è casa mia- disse il tipo.
-Oh, io sono Niko! Questa casa è fantastica!- disse Niko. Stella continuò a stare zitta e a fissare Spix di sbieco.
-Ehi, niubbo, hai lasciato al buio un angolo.- disse Stella, indicando un angolino. Spix si avvicinò brandendo una torcia per andare a illuminarlo, ma si ritrasse subito. Dall'angolo, nascosto nel buio, un creeper lo stava fissando.
-Waaaaaah! Che qualcuno lo uccida, prima che... prima che...- disse Spix.
-Prima che?- chiese Niko, perplesso.
-Avanti amico, su, vai fuori di qui. Sai, io sono a favore delle proteste animaliste che sono contro ll sterminio di mob da parte degli hardcorer e dei survival player!- disse Spix, cercando di convincere il creeper ad andarsene. Lui lo guardava in silenzio.
-Lo sai che quelle proteste non sostengono i creeper, vero?- ghignò Stella. Spix la fulminò con lo sguardo.
-Bella cassssssssssssssssssa...- disse il creeper, un attimo prima di gonfiarsi e saltare in aria mandando in pezzi ogni cosa nel raggio di venti metri. I tre vennero sbalzati indietro dall'esplosione, e della lava iniziò a fuoriuscire da dietro il muro.
-Oh, ecco cosa c'era!- disse Stella, esilarata dalla situazione. Spixon cercava di rimuovere la lava, che ormai aveva invaso tutta la sala.
-Eddai, andiamo, muoviti!- disse Niko, trascinandolo fuori dal buco da cui era uscito prima. Stella tappò il buco con un blocco di terra.
-TU! È solo colpa tua!- inveì Spixon contro Stella, che se la stava ridendo di gusto.
-L'ho sempre detto che voi creative non siete capaci di uccidere un creeper nemmeno se ve lo trovate in casa- disse, con un largo ghigno.
-Umpf. Pretendo che ora tu ne costruisca un'altra- brontolò Spix, incazzato.
-Nemmeno per un milione di smeraldi- disse l'hardcorer, sllabando la frase.
-Stella, ora dovremmo trovare un posto dove riposarci, non trovi? Sto iniziando ad essere stanco- disse Niko, ignorando il creative player che stava insultando coloritamente tutti gli Hardcorer e in particolare Stella. Stella annuì, e Spixon si guardò intorno.
-Ehi, aspettate, che è successo alla città?- chiese, perplesso, indicando le rovine.
-Significa che non sai nulla? Bah. Il sole non sorge più da tempo, e le creature della notte stanno distruggendo ogni cosa! All'attuale, so solo di quattro sopravvissuti, me compresa- sbuffò Stella.
-Aspetta... Quattro?- disse Niko. Stella annuì.
-Sì, certo, almeno in teoria. Penso che mio padre Michael sia sopravvissuto. Insomma, è un hardcorer da ben venticinque anni. In confronto a lui, io sono una pivella!- ammise la ragazza. Spixon era ancora esterrefatto dalla notizia.
-Siamo rimasti solo noi tre? Dovremo ripopolare il mondo!- disse, a metà fra il terrorizzato e l'entusiasta.
-Piuttosto la morte- disse Stella con voce gelida. Dopodichè, per evitare sorprese, ordinò a Spix di riparare il muro della casupola in cui stavano, se non altro per garantire un po' di protezione dai mob ostili. Non lasciarono porte, preferirono evitare che i mob potessero capire che loro si trovavano lì dentro. Il tocco finale fu una torcia impiantata in mezzo all'abitazione, per evitare lo spawn di mob indesiderati. Stella si mise a sedere in un angolo, tenendo ben stretta la spada.
-Fra un paio di ore ci alziamo e ce ne andiamo, quindi vi conviene dormire. Intesi!?- disse, con tono che non ammetteva replichè. Spix provò a fare un'obiezione, ma lo sguardo assassino di Stella bastò a farlo stare zitto. Così, i quattro si addormentarono, godendo di quella minuscola isola di pace in quel mondo che stava sprofondando nel caos.

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Capitolo 5
*** Oh cazzo ***


-Ehi, voi due, muovetevi, dobbiamo ripartire!
I due players furono brutalmente strappati dal loro idilliaco sonno dalla voce di Stella, che sembrava piuttosto seccata. Niko si stiracchiò, svegliandosi e alzandosi, mentre Spix ebbe qualche problema ad essere operativo. Come Creative Player, era abituato a ben altri luoghi in cui dormire! Non appena fu certa che i due fossero svegli, Stella raccolse la torcia e sfondò il muro. Ovviamente, fuori era ancora notte, ma il carico di mob ostili sembrava diminuito. Probabilmente il grosso di loro aveva abbandonato la città in cerca di qualche altro player inerme da sbranare. Uscirono, circospetti, cercando di stare il più lontano possibile dagli spazi aperti, visto che i mob erano ancora molti. Riuscirono ad uscire dalla città dopo aver percorso una cinquantina di blocchi, arrivando finalmente al limite della foresta. La terra si tramutava subito in sabbia, soffice e asciutta.
-Siamo arrivati al deserto. Oltre questo bioma dovrebbe esserci la palude- disse Spix, rigirandosi fra le mani una mappa di carta, sebbene si vedesse ben poco con il buio che c'era. Stella, nel frattempo, stava scrutando l'orizzonte alla ricerca di qualche punto di riferimento. Smise immediatamente, quando in lontananza si sentì un'esplosione. I tre si girarono immediatamente nella direzione da cui era provenuto il boato.
-Un Creeper?- disse Niko.
-Dinamite- lo corresse Spix. Stella annuì. Era d'accordo con Spix, l'esplosione era stata troppo potente per essere solo quella di un Creeper.
-C'è qualcuno laggiù, anzi, meglio, c'era qualcuno- commentò nuovamente Spix, sospirando. Stella lo guardò interrogativamente.
-Come sarebbe a dire?- chiese, incuriosita.
-Ma come, non lo sai? Da quelle parti dicono che ci sia un tempio nel deserto. Mi sa che chiunque fosse là, sia incappato nella trappola di dinamite del tempio- disse, scuotendo tristemente la testa. Niko posò una mano sulla spalla di Spix, ma vedendo lo sguardo di Stella rabbrividì.
-S... Stella?- chiese Niko, vedendo un'inquietante luce avida nei suoi occhi.
-Che cosa stiamo facendo ancora qui!? Tempio nel deserto significa tesori! Andiamo, forza!- sbraitò l'hardcorer, agitando minacciosamente la spada in direzione dell'ampia distesa di sabbia di fronte a loro. Niko non sapeva se fare una deviazione fosse una buona idea, in fondo avevano ancora molto da camminare se volevano arrivare alla taiga, ma non mise in discussione la decisione di Stella. Così, si avventurarono nel deserto. Il vero problema arrivò quando videro i primi scheletri. Essere allo scoperto in un nugolo di scheletri arcieri significava diventare un puntaspilli in meno di trenta secondi. Di certo l'armatura dell'hardcorer offriva un'ottima protezione, ma nè Spix nè Niko avevano armature. La ragazza si scrocchiò le dita e ripose l'arco. Era il momento di passare ad armi più pesanti. Estrasse due spade, una di diamante dalla lama azzurra semitrasparente e una di ferro. Impugnò la spada di diamante nella mano destra, e l'altra nella mano sinistra. Si appostarono dietro un muro di terra,
-Riesci ad usare due lame contemporaneamente?- sussurrò Spix. Stella annuì.
-Tecnica macedone, i guerrieri macedoni riuscivano ad usare due spade contemporaneamente- rispose. Spix deglutì. Non ne sapeva molto di combattimenti, tutto ciò di cui si era preoccupato nella sua vita sinora era costruire. Stella uscì fuori dal riparo, camminando guardinga. Niko, dietro, continuava a girarsi di qua e di là puntando la spada verso l'oscurità della notte. I loro passi erano attutiti dai blocchi di sabbia bianca e morbida. Qua e là, spuntava qualche cespuglio secco. Non si sentiva alcun rumore, ad eccezione dei suoni che emettevano camminando. Spix respirava pesantemente, preoccupato. Ad un tratto, Stella fece un cenno ai due. Si accucciò a terra, strisciando piano. I due si guardarono. Non capivano perchè gli avesse ordinato di fermarsi. Guardarono oltre il mucchio di sabbia, e videro degli scheletri a cavallo di ragni. I due non osarono pronunciare altre parole. Spix si accucciò vicino a Stella, e Niko si sedette appoggiando la schiena ad un blocco verde che non riusciva a distinguere bene. Ci si adagiò con tutto il suo peso, prima di accorgersi... che era un cactus. Un brivido di dolore gli percorse la schiena, ma prima che potesse dire qualcosa Stella si lanciò in avanti e gli coprì la bocca con una mano. Si portò un dito sulla bocca, invitandolo a soffrire in silenzio. Niko deglutì e si rassegnò a tacere.
-Voi due occupatevi di quello a destra, possibilmente senza farvi ammazzare, intesi? Non dovremmo essere lontani dalla meta- ordinò l'hardcorer, indicando lo Spider Jockey a destra. I due annuirono titubanti, e Stella li lasciò lì ad arrangiarsi come al solito. Strisciò verso lo scheletro e gli saltò addosso da dietro, mettendosi a cavalcioni sul ragno e schiacciando le ossa della gola dello scheletro. Lo disarcionò con un calcio e lo fece cadere a terra, lanciando poi la spada di ferro che affondò nella sua testa fino all'elsa. Il secondo scheletro e la sua cavalcatura furono distratti dal casino, e Niko e Spix approfittarono per attaccarli. Lo scheletro aizzò il ragno contro i due, lanciando contemporaneamente delle frecce. Spix, disarmato, non poteva fare a meno che schivare le frecce e tentare di uccidere a pugni il grosso ragno. Niko, intanto, prendeva a spadate lo scheletro, prendendosi qualche freccia in corpo ma nulla di più. Riuscì ad ucciderlo dopo vari colpi, ma il ragno non si arrese. Lasciò perdere Spix e si gettò su Niko, che era ferito e inerme.
-Spix!- urlò Niko. Spix raccolse una delle frecce lasciate cadere dallo scheletro e con un urlo si buttò sul ragno, piantandogli la freccia nella grossa testa nera. Il ragno emise un verso sordo e morì, dissolvendosi e lasciando a terra una stringa. Spix la raccolse e aiutò Niko a rialzarsi. Nel frattempo, Stella stava lottando con il ragno. Con la coda dell'occhio vide che Niko non era in ottime condizioni, così decise di non uccidere l'animale. Gli rimase seduta sopra e afferrò i due lati del suo muso, costringendolo alla sottomissione.
-Spix, dammi quella corda, rapido!- disse verso il Creative Player. Quello le lanciò subito la stringa, e Stella la avvolse intorno alle zanne e alla gola del ragno. Quello tentò di dibattersi per un po', ma alla fine si arrese. Stella si asciugò il sudore dalla fronte e tirò la stringa, trascinando il ragno sottomesso verso i due.
-Forza, sali- disse la ragazza a Niko, invitandolo poco gentilmente a muoversi. Niko guardò il ragno, esterrefatto.
-Beh, che c'è da fissare? Sono riuscita a sottomettere il mio ex, questo ragno è nulla al confronto- disse lei con una smorfia. Niko non osò immaginare. Si alzò in piedi, seppur in modo un po' traballante, e si mise a sedere sulla schiena del ragno. L'animale scartò appena, ma uno strattone della corda da parte di Stella lo rimise in riga.
-Siccome a quanto pare siete entrambi molto stanchi, farete dei turni. Tu, vedi di strapparti di dosso quelle frecce- ordinò. Spix sorrise.
-Beh... Grazie- disse, riconoscente per il primo favore che la ragazza gli avesse concesso.
-Per cosa?- disse l'hardcorer, mettendosi subito sulla difensiva. Spix non rispose, si limitò ad aiutare Niko. Ora, oltre ai loro passi, si potevano sentire anche i ticchettanti passi del ragno sulla sabbia, che trasportava a turno Niko o Spix. Ogni chilometro, i due facevano cambio per riposarsi un po'. [NdA: 1 km = 1000 blocchi]
-Stella, sei sicura di...- iniziò Niko.
-Non sono stanca- si limitò a dire quella, stroncandolo. Era concentrata sul suo obiettivo. Dopo svariati chilometri di cammino, intravidero delle guglie. Le guglie erano di arenaria, con della lana arancione incastonata fra le pietre a formare uno strano simbolo a forma di punto di domanda.
-Siamo arrivati!- disse Stella, i cui occhi brillavano di una luce avida. Si avvicinarono al tempio nel deserto, che sembrava essere intatto. Stavano per entrarvi, ma il ragno non riusciva a passare per la porta essendo troppo largo. Stella fece una smorfia. Spix scese dal ragno e lei tagliò la corda.
-Su, sciò, vattene prima che cambi idea e mi venga voglia di piantarti la spada nel cervello- disse, senza mezzi termini. Il ragno la fissò per un po', indeciso, ma poi si dileguò nel buio. Entrarono nel tempio. Al centro del pavimento di arenaria stava incastonato un blocco di lana blu. Spix estrasse un piccone e demolì il blocco. Guardarono nel buco. Un lungo pozzo si estendeva sotto i loro occhi.
-Ehi, ma è intatto. Allora, cosa diavolo era stato a provocare quell'esplosione?- chiese Niko, dando voce alla domanda che tutti si stavano ponendo. Stella alzò le spalle e srotolò la corda che prima era legata al ragno, posandola a terra e fermandola mettendoci sopra un blocco di sabbia.
-Io scendo giù, ci metterò un secondo e...
Non riuscì a finire la frase. Tre esplosioni, più piccole della prima, fecero tremare il terreno riecchieggiando fra le mura del tempio del deserto. Una figura si stagliò davanti alla porta, illuminata dalla luce della luna. Reggeva due candelotti di dinamite.
-Oh cazzo- mormorò Spix.
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Note della pazza satanica dell'autrice: Uh, nemmeno mi aspettavo tutte queste recensioni alla storia, vi ringrazio *commossa* Sono spiacente per il ritardo nel postare il capitolo, ma Skyblock mi aveva proprio presa xD Spero vi stia piacendo la storia per come va, e vorrei fare un piccolo sondaggio: secondo voi ci starebbe un seguito di questa fan fic con un viaggio nel Nether? u.ù/

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Capitolo 6
*** Master Griefer ***


Stella estrasse l’arco, puntando una freccia verso la cosa che stava sulla porta, aspettando solo che facesse una mossa per colpire. Quello, tuttavia, dopo qualche attimo di silenzio, li ignorò e proseguì per la sua strada. Non li aveva visti? Stella avanzò piano fino al cornicione di arenaria della porta, sbirciando fuori. Il tizio camminava baldanzosamente stringendo un acciarino nella mano sinistra e due candelotti di dinamite della mano destra. Fischiettò allegro per un bel tratto, finché degli zombie non gli saltarono addosso.
-Addio, idiota- ghignò fra sé la ragazza, sicura che il misterioso tizio sarebbe stato sbranato dagli zombie. Tuttavia, con grande sorpresa dell’hardcorer, il tizio balzò fuori rapidamente dal gruppo di nemici con un candelotto di dinamite stretto tra i denti. Con una capriola si buttò di lato agilmente allontanandosi un po’. Con l’acciarino accese il candelotto che gli era rimasto in mano e lo scagliò verso il gruppetto di zombies. Non appena li toccò, il candelotto esplose mandandoli in brandelli. Il tizio scoppiò a ridere danzando in modo assurdo per qualche attimo e poi si girò, pronto ad andarsene.
-Ehi, tu! Se fai un altro passo ti pianto una freccia nel cranio! E ti assicuro che ho una buona mira!- urlò Stella, puntando l’arco teso verso il tizio sconosciuto. Quello la guardò con aria interrogativa. Non aveva un’espressione molto intelligente, forse le esplosioni gli avevano rintronato un po’ il cervello.
-Oh, persone!- sbraitò allegramente, correndo verso Stella totalmente incurante della minaccia. Lei, interdetta, non riuscì a scoccare una freccia, e lui la raggiunse agitando le braccia. Le si gettò letteralmente addosso, e lei lo scansò per un pelo.
-Ciao, ciao! Non preoccuparti, sono quasi innocuo e pensavo di essere rimasto solo, così sono partito in esplorazione, pensando di trovare altre persone, e ora ho trovato te, e non devi preoccuparti, e...- disse, continuando a parlare a random come una mitragliatrice. La ragazza gli diede uno schiaffo alla nuca, e finalmente smise.
-Ops, scusa, faccio sempre così con quelli che non conosco- rise, giustificandosi. Quello strano biondo con i capelli sparati aveva detto più parole in trenta secondi di quante non ne avesse dette Stella dall'inizio del viaggio.
-Ehi, voi due! Venite qui!- urlò la ragazza ai due che erano ancora nascosti nel tempio. I due uscirono titubanti, avvicinandosi al nuovo arrivato. Lui, nel frattempo, aveva attaccato il candelotto di dinamite rimasto alla cintura, assieme ai suoi cinque acciarini. Tirò fuori dalla tasca un pacco di caramelle gommose, prendendone una manciata e ficcandosele in bocca, masticando rumorosamente.
-Uhm? A quanto pare siete in tre, eh? Che ci facevate appostati in quel tempio? Threesome?- chiese, continuando a fare domande a ruota libera a bocca piena.
-No, coglione- ringhiò Stella, dandogli un pugno sulla spalla con fare infuriato.
-Hm? Peccato. Comunque, io sono Wesk, è un piacere conoscervi. Sono un Griefer, anzi per la precisione un Master Griefer. Coccodrillo gommoso?- chiese, porgendo il sacchetto di caramelle ai tre. Stella prese cautamente un coccodrillo gommoso dal sacchetto, sempre fissando il griefer. I Griefer erano una brutta razza, almeno questo diceva la loro fama, e lei non si fidava nemmeno un po' di lui.
-Mh. Io sono Stella, Hardcore player. Ho trovato questi due per strada, e visto che stavano per essere divorati dai mostri... beh. Se li avessi lasciati soli avrebbero pianto di sicuro, non potevo non aiutarli- ghignò la ragazza. Niko sospirò, non potendo replicare perchè... Beh, era vero.
-Sono Niko, Survival Player. Gli zombie hanno attaccato e distrutto la mia città, così devo imparare a sopravvivere- ammise, non senza difficoltà. Sapeva perfettamente che per il momento dipendeva dall'Hardcorer.
-Io sono Spix, Creative Player. Per colpa di QUALCUNO la mia casa è stata invasa dalla lava, e così non posso girare da solo qui o nascondermi!- brontolò il creative, rifilando un'occhiataccia a Stella. Wesk scoppiò a ridere in faccia a Spix, con sua sorpresa. Del resto, era un griefer.
-Oh ma davvero? Beh, la lava è da principianti. Io avrei fatto esplodere qualche carica, piazzato ossidiana in mezzo alle stanze, e infine l'avrei fatta invadere di acqua! Tutto questo dopo averla depredata, naturalmente- disse orgoglioso il griefer. Spix lo guardò male.
-Ma è un complotto, per caso?!- sbottò, esasperato. Wesk battè il cinque a Stella. Spix guardò Niko come per dire "salvami!" ma lui spalancò le braccia in segno di resa. Che poteva farci?
-Sapete se c'è un luogo dove potersi riposare in santa pace? Non so quanto tempo sia che vago e non viene mai giorno. Sono esausto, cazzo!- sbuffò Wesk, continuando a masticare coccodrilli gommosi. Stella alzò le spalle.
-Ci puoi scommettere che c'è, ma prima di tutto voglio recuperare il tesoro che è in fondo a quel tempio- annuì Stella, indicando il tempio nel deserto. Wesk annuì convinto. Ci stava. I quattro rientrarono nel tempio, e Stella si avvicinò al buco. Sledge lanciò uno sguardo preoccupato alla padrona, non voleva lasciarla andare da sola.
-Aspettate quassù- ordinò, e senza aspettare conferma si gettò nel buco. Atterrò con una capriola, senza farsi nulla. Si limitò a spazzare via la polvere dagli stivali di ferro, guardandosi poi intorno. Notò a terra un interruttore. Sapeva che sotto c'era della dinamite, quindi girò al largo. C'erano quattro casse in delle nicchie del muro. L'hardcorer aprì la prima cassa, e dentro c'era della carne marcia e delle ossa. Stella richiuse la cassa con un colpo secco, irritata. La seconda e la terza cassa erano vuote, ma la quarta... Quando la aprì, le luccicarono gli occhi. All'interno, stavano ventiquattro diamanti grossi come un pugno e trenta lingotti d'oro. L'hardcorer affondò le mani nella cassa e si mise in tasca tutto quel ben di dio.
-Hahahahahaha! Ehi ragazzi! Guardate! Sono ricca!- urlò Stella, mostrando un diamante a quelli di sopra. Accidentamente, la ragazza calpestò il pulsante a terra.
-Oh.... porca troia- disse, fissando il pulsante con occhi sbarrati. In un attimo, Spix impugnò un piccone e saltò giù. Si avvicinò al muro ed iniziò a scavare furiosamente un tunnel, con tale rapidità da essere quasi invisibile.
-Seguimi!- disse a Stella. Corsero all'interno del tunnel e si rannicchiarono a terra. L'esplosione distrusse il muro, il pavimento e tutto il resto danneggiando i due, ma erano ancora vivi. Stella tirò un sospiro di sollievo.
-Merda, per un pelo. Ti devo un favore, checca- brontolò, assicurandosi che il tesoro fosse ancora nel suo inventario.
-...Sarebbe un complimento o un insulto?- mormorò Spix.
-Prendilo come un complinsulto!- urlò Wesk da sopra. Ah beh, molto confortante. Stella si afferrò alla corda che ancora pendeva dall'alto, e in un attimo ritornarono su.
-Mi è quasi venuto un infarto- brontolò Niko. Stella alzò le spalle, incurante come se non fosse accaduto nulla.
-Che state facendo ancora qui a fissare, andiamo! Il bunker non aspetterà di certo me e Wesk, e non vorrei ritrovarlo invaso dai mostri. Avanti!- ordinò la ragazza, imperturbabile.
-Quella non ha un cuore- disse Niko. Wesk si mise a ridere e iniziarono a seguire la ragazza. Dovevano ancora attraversare il deserto.

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Capitolo 7
*** New Emerald City ***


-Quindi, dove stiamo andando, precisamente?- chiese Wesk, dopo un paio di minuti di cammino. Stella sospirò.
-Taiga. Là c’è il bunker di mio padre- disse, laconicamente. Si era stufata di spiegarlo di nuovo, e di nuovo.
-Taiga... Taiga. Uhm. Quei posti pieni di lupi e di pini? Se parli della taiga oltre l’oceano... Non è il luogo dove si trova New Emerald City?- chiese il griefer. Niko rimase ad ascoltare, interessato. Era già la seconda volta che sentiva parlare di New Emerald City, ma non ne sapeva molto al riguardo.
-New Emerald City?- disse Spix, stupito. Evidentemente, non sapeva cosa fosse.
-Sì, è una delle città più ricche che esistano. Sforna un sacco di ottimi Creative Player e Survival Player ed è lì che nascono i grandi talenti nel combattimento. Insomma, quelli che nel giro di poco diventano degli Hardcorer leggendari. Tutti loro sono stati almeno una volta nel Nether, non so se rendo l’idea. Insomma... Lava, Blaze e... Ghast- disse Wesk. Nonostante fosse notte, poterono chiaramente vedere Wesk rabbrividire.
-Che c’è, non ti piacciono i Ghast?- ghignò Stella, divertita.
-Ehm. Ne hai mai visto uno?- chiese il griefer, evitando la domanda.
-Ci puoi scommettere, l’ho ucciso con questo mio arco. Non sono poi così temibili come si dice, basta un colpo di spada e le loro palle di fuoco diventano inoffensive- disse l’hardcorer, alzando le spalle. Da come lo diceva, sembrava così facile, sebbene i Ghast fossero fantasmi larghi quasi due blocchi.
-Quindi sei stata nel Nether?- chiese Spix, interessato.
-Sì, una volta, e non ci sono più tornata- replicò lei sgarbatamente. Ma perché il Nether interessava così tanto a tutti?
-Perché?- dissero in coro i due.
-Perché un Blaze ha centrato in pieno il mio migliore amico con una palla di fuoco, e lui è caduto nella lava. Evidentemente non deve aver fatto in tempo a tirar fuori la sua pozione di resistenza al fuoco, perché non è più riemerso. Adesso piantatela di fare domande- ringhiò. I due tacquero, avevano recepito il messaggio.
-Piuttosto, è vero che a New Emerald City ci sono due fazioni politiche? I Creative vorrebbero che la città venisse disconosciuta agli Hardcorer, perché ora come ora NEC è conosciuta come “La città degli Hardcorer”?- disse Wesk. Sembrava particolarmente interessato all’argomento. C'era molto che girava attorno a New Emerald City, o almeno così sembrava.
-Beh, ti dico che è parecchio che non ci vado, ma quando ero piccola fra i Creative e gli Hardcorer c’erano state parecchie tensioni. I Creative hanno costruito praticamente tutta la città, la quale è ritenuta una delle città più belle del mondo con il suo Palazzo di Smeraldo, ma sono stati gli Hardcorer a darle la fama diventando eroi e facendo conoscere la città. Così, i primi vogliono il merito mentre i secondi vogliono tenersi il merito che hanno già- disse Stella, come se la cosa non la riguardasse.
-Ma... Fifty fifty?- disse Niko. Non era molto per la guerra. Perchè non dividere?
-Fifty fifty? Nah. Gli Hardcorer sono sempre stati dei tipi molto orgogliosi, non cederebbero un minimo del loro merito a qualcun altro- ghignò Wesk. Niko guardò Stella con sguardo molto eloquente.
-Beh, avanti, davvero vorresti dare il merito a degli stupidi piazzablocchi?- sbuffò l’Hardcorer.
-Certo, perché il merito della fama della città è sicuramente di un branco di selvaggi sanguinari- disse Spix, difendendo la “sua” fazione.
-Una leggenda è sempre una leggenda, che viva in un palazzo di smeraldi o no. E poi, voi Creative passate tutta la vita a spaccare e piazzare cubi, vi aspettate fama?- disse la ragazza, con sguardo inferocito.
-Oh, e cosa c’è di così eroico nel passare la vita a sterminare un branco di mob indifesi?- replicò Spix.
-Chi è stato il primo ad entrare nel Nether? Non mi sembra fosse un Creative. Perché non prendi la spada e non vediamo chi combatte meglio?- ringhiò l’hardcorer, puntando addosso al Creative la sua spada dalla lama di diamante. Niko e Wesk si frapposero fra i due, tentando di calmare le acque.
-Credo di aver capito perché esistono quelle due fazioni- sospirò Niko, tenendo Spix lontano da Stella, che smaniava dalla voglia di farlo a pezzi. Wesk annuì. Era evidente. Stella prese dalla tasca una bussola, cercando di consultarla, ma l’ago continuava a girare come se fosse impazzito o se fossero nel Nether. Lei scosse la bussola, sperando che funzionasse, ma ogni tentativo era vano. Così, si limitò a scagliarla a terra, e quella andò in un milione di pezzi. Il silenzio del deserto divenne di nuovo palpabile. Era strano che ci fossero così pochi mob ostili in giro. Qualche pecora magra dalla lana sporca appariva di tanto in tanto. Alcune erano colorate di rosso, di verde, di blu o di qualche altro colore improbabile, segno che erano state colorate da qualcuno. Qualcuno che probabilmente non sarebbe mai più tornato a tosarle. Macerie di piccole case spuntavano di tanto in tanto, devastate dalla furia dei mob non-morti. Di molti giocatori si potevano trovare nulla di più che pochi rimasugli, assieme ai resti spezzati di quelli che erano state le loro armi. Spade andate in pezzi, archi spezzati, asce spaccate e picconi frammentati erano quelli che andavano per la maggiore.
Che desolazione... pensò Niko, guardando quei resti di battaglie.
-Certo che è triste essere soli, nel momento in cui un branco di mostri ti piomba addosso. Ti viene da pensare “chissà, magari se fossimo stati in due avremmo vinto”- commentò Spix.
-Non credo proprio, i compagni sono d’intralcio, al massimo vanno bene come esche- commentò sprezzante l’hardcorer, dura e fredda come l’acciaio. A Niko venne quasi da chiedersi perchè Stella fosse sempre così gelida. Certo, era un'Hardcorer, ma considerando che riusciva a fare amicizia solo con i lupi... Beh, non era normale.
-Sola come un lupo, eh?- rise Wesk. Stella si limitò ad annuire. La vita di gruppo non faceva per lei.
-Il posto dove dobbiamo andare si trova a New Emerald City?- chiese Spix ad un certo punto.
-No, in teoria dovrebbe essere un po’ dopo. New Emerald City si trova nelle pianure prima della taiga, anche se credo che non ne sia rimasto nulla- rispose Stella.
-L’ottimismo- ghignò Wesk. Stella gli lanciò un’occhiataccia, non era in vena di scherzi.
-Piuttosto, tu, hai intenzione di imparare a combattere prima o poi o intendi continuare ad essere inutile come hai fatto finora?- disse al Creative, facendo una smorfia. Sul suo viso si poteva quasi leggere la parola “useless”. Spix non disse nulla, in fondo Stella aveva ragione. Non sapeva usare né spade né archi, e di asce nemmeno a parlarne. Poteva usare il piccone, certo, ma non infliggeva quei grandi danni. Che arma poteva usare? Era un dilemma.
-Beh, se non sei molto bravo nel combattimento ravvicinato, puoi combattere a distanza come faccio io- suggerì Wesk.
-Non so usare l’arco, e nemmeno la dinamite. Già fatico a capire come faccia tu a non farti ammazzare- mormorò. Niko ci pensò su un po'. Quali alternative c'erano?
-Se non sai nemmeno tenere in mano un'arma, non serve che la usi. Mai sentito parlare delle pozioni di forza?- sospirò Stella. Improvvisamente, Spix ricordò. Già, le pozioni di forza. Come aveva fatto a non pensarci?
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Zan zan zaaaaan! Già, proprio così. Posto rapidamente ultimamente perchè ho un sacco di idee al riguardo, spero che i capitoli vi piacciano e che non ci siano troppi errori x'D

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Capitolo 8
*** Hai paura di...? ***


Stella rimase immobile per un secondo, ponderando l’opzione offerta da Niko. Dopo qualche attimo, scoppiò in una fragorosa risata.
-Ma sei fuori? Quello ha paura anche della sua ombra, figuriamoci se può combattere!- rise l’hardcorer, continuando a ridere sguaiatamente e puntando un dito verso Spix. Quello abbassò lo sguardo, sconsolato.
-Potresti almeno dargli una possibilità- disse Niko, vagamente irritato. La sfrontata e superba arroganza della ragazza iniziava a dargli sui nervi. Lei gli rispose con uno sguardo infastidito. Non le piaceva essere contraddetta. Sospirò.
-E va bene- brontolò. Tirò fuori dalla tasca una bottiglietta di vetro, colma di liquido rossiccio. Il liquido sembrava quasi emettere una strana luminosità nella notte, come se rilucesse, e delle particelle di Polvere di Blaze e Polvere di Pietraluce fluttuavano all'interno del liquido. Spix, entusiasta, fece per prenderla, ma appena allungò la mano Stella ritirò la pozione con uno scatto.
-Non ci penso proprio. Potrai averla quando mi avrai fatto vedere se sei almeno capace di colpire qualcosa!- ringhiò la ragazza. Spix annuì.
-Ehi, Niko. Mi serve un bersaglio, muoviti- disse Stella. Niko sobbalzò.
-COSA!? Non ho intenzione di farmi colpire!!- sbraitò. Stella si esibì in un facepalm.
-Intendevo COSTRUISCI un bersaglio, pezzo d’idiota! Largo un blocco e alto due, come un Creeper!- urlò la ragazza, irritata. Niko, imbarazzato, si precipitò ad ammucchiare due blocchi di terra in modo che fossero alti quanto un Creeper. Ci disegnò pure degli occhi e una bocca da Creeper. Stella si mise in piedi davanti a Spix con le spalle rivolte verso il Creeper di terra, e indicò l'oggetto al Creative.
-Molto bene, devi sapere che il combattimento è un’arte, non una questione di armamenti. Puoi avere anche un arco incantato con Potenza XXVII, ma se non sai mirare non serve proprio a un cazzo. Devi conoscere l’arte e saperla applicare. Su, colpisci quel Creeper.- ordinò, spostandosi. Spix squadrò il Creeper di terra, avvicinandosi con titubanza, e infine ci tirò un robusto pugno, esattamente in mezzo al petto. Il Creeper non si mosse di un millimetro.
-Forse non ci siamo capiti, la tua forza è imbarazzante- disse. Si girò e guardò il Creeper con aria di sfida. Prima che Spix potesse dire o fare qualcosa, l'Hardcorer sferrò un pugno proprio in mezzo alla testa del Creeper, che fece un suono molto simile a quello di una rana che viene schiacciata, cadendo a terra. La testa si disintegrò, così Niko dovette rimettere su un altro blocco.
-Questo è quello che intendevo- rispose poi, sputando a terra e ripulendosi la mano dal fango. Spix boccheggiò esterrefatto.
-Ma non ce la farò mai!- protestò, debolmente.
-Allora significa che resteremo qui per il resto dell’eternità- ghignò la ragazza, spingendolo verso il Creeper. Wesk sistemò dell’erba in modo da farsi un giaciglio, perché sapeva che la cosa avrebbe tirato per le lunghe. Continuarono per tre ore all’incirca, e alla fine delle tre ore Stella fece il bilancio della situazione.
-Allora, è da mezzo secolo che stai cercando di tirare giù quel Creeper, e ancora non ci sei riuscito. Ragazzino, ma ci sei? Non ho mai visto qualcuno più debole- sbuffò.
-Non è colpa mia, sono stanco e...- iniziò, piagnucolando. Stella lo interruppe.
-Girati- disse con voce atona. Spix, seppur perplesso, si girò. Stella tirò su i capelli neri che gli coprivano la nuca.
-Ehi, ma cos...?- chiese, un attimo prima di ricevere uno schiaffo sulla nuca che lo fece barcollare. Si girò di scatto, massaggiandosi la nuca che stava prendendo un colore rossastro. Niko scoppiò a ridere.
-Mi hai fatto MALE!- sbraitò il Creative Player. Stella lo guardò, con espressione assolutamente indifferente. Prese un respiro, prima di iniziare a fare un cazziatone di proporzioni bibliche a Spix. Prese la spada di diamante e la scagliò a terra. La spada rimase conficcata nel terreno per la lama.
-Stanco? Sei STANCO? Questa ti sembra una giustificazione plausibile per i tuoi fallimenti, scusa!? Sai quanti colpi ho dovuto dare con questa spada prima di saperla usare? È una spada di DIAMANTE, cocco. È la più difficile da usare, lo sai? Almeno cinquantamila colpi al giorno, occasionalmente arrivavo ai centocinquantamila! E tu adesso ti lamenti di essere stanco! Ma le hai le palle lì sotto o no? Non ti parerò il culo per sempre, speri di sopravvivere sotterrandoti in una delle tue fottute casette sotterranee? È il momento di tirare fuori i coglioni e imparare a combattere! Adesso, intendi rimanere qui a frignare ancora per molto o pensi di poter riuscire a spaccare la fronte a pugni a quel cazzo di Creeper di fango?- disse infine. Spix rabbrividì. Promemoria del giorno: mai far incazzare Stella. Se lo segnò mentalmente e raccolse tutte le sue forze. prese un respiro, e fissò il bersaglio. Incrociò lo sguardo inflessibile dell’hardcorer, che lo stava fissando a braccia incrociate. Deglutì e prese un secondo ampio respiro, cercando di concentrarsi. Tirò indietro la mano, stringendo forte il pugno, e colpì il Creeper di fango. Né troppo forte, né troppo poco. Centrò in pieno il muso di fango del Creeper, frantumandola sul colpo. L'intero pupazzo di terra crollò su sè stesso. Spix non ci credeva. Battè le mani ed iniziò a ballare in modo assurdo, esultando e correndo d’impulso ad abbracciare Stella, la quale gli puntò immediatamente la spada addosso.
-Non. Ci. Provare.- disse, sillabando le parole. Spix lasciò perdere, non voleva essere affettato proprio ora che aveva imparato a colpire i mob con sufficiente forza. Stella trasse dalla tasca la pozione che aveva precedentemente, e la consengnò a Spix.
-Ricordati di berne una prima di lanciarti nel combattimento, però. Aumenterà la tua forza del duecentosessanta per cento- rise Wesk. Spix annuì, ed osservò il liquido nella bottiglietta. Finalmente aveva imparato a combattere.
-Ora, non credere che solo per questo tu sia esonerato dai tuoi compiti- disse Stella con una smorfia.
-Compiti?- chiese Spix perplesso, agganciando la pozione alla cintura.
-Certo. Costruisci una casa, se sei tanto stanco, sarà il caso che ti riposi- disse Stella con fare seccato. Ma Spix ci pensò su un attimo, poi scosse la testa. No, avevano ancora un sacco di strada da fare. Era stanco, ma poteva proseguire. Sul viso di Stella comparve un sorrisetto d'approvazione. Se non altro, il suo discorsetto aveva avuto effetto. Così, i quattro continuarono, lasciandosi alle spalle soltanto i resti del Creeper di terra.
La prossima tappa era la palude, e infatti non appena uscirono dal deserto il terreno iniziò a diventare fangoso, costellato di larghe pozze d'acqua. Di tanto in tanto, degli alberi dalle foglie scure e coperti di edera spuntavano dal suolo, oscurando la luce della luna e contribuendo a rendere più tetra l'atmosfera. Non si sentiva quasi nessun suono, tranne lo sciaquio dell'acqua che si muoveva in qualche lago o i passi dei players nel fango che facevano uno strano suono.
-Quest'atmosfera sarebbe perfetta per raccontarsi delle storie dell'orrore- commentò Wesk, trascinando i piedi nella fanghiglia scura. Lo strato d'acqua si stava uniformando ed alzando, arrivando all'altezza di un blocco. Ormai riusciva a sommergere completamente i piedi dei players, fino alle caviglie. Spix rabbrividì.
-Siamo già in una storia dell'orrore- disse, cercando di far sgocciolare i piedi ad ogni passo, scuotendoli. L'unico che sembrava non avere problemi per l'acqua era Sledge, che si scuoteva tranquillamente tornando di nuovo asciutto in un istante.
-Hai paura... dell'acqua- chiese Niko. Spix deglutì, annuendo piano.
-Hai paura DELL'ACQUA? Oh, andiamo, non puoi aver sul serio paura di un blocco liquido- rise Wesk, ripetendo la domanda di Niko ma rendendola retorica. Non poteva crederci.
-Parla quello che è terrorizzato dai Ghast- sbuffò Stella, tenendo lo sguardo fisso sull'acqua quasi immobile davanti a loro.
-E tu come fai a saperlo?- disse Wesk, offeso.
-Beh, è quasi ovvio, vista la reazione che hai avuto quando Stella ne ha parlato- rispose Niko, divertito. Wesk si limitò a fare una faccia imbronciata.
-Stella, tu di cosa hai paura?- disse Spix, incuriosito.
-Di niente- replicò sbrigativamente la ragazza.
-Oh, qualcosa ci deve essere. Pipistrelli?- lo incalzò Wesk.
-No.
-Ragni?- chiese Niko. Stella scosse la testa, seccata.
-Uh, io ne so una. I Blaze! Non ne ho mai visto uno, ma so che sono mostri del Nether grossi e infuocati, che volano emettendo un respiro metallico!- disse Wesk, imitando il suono di un Blaze. Stella stava per rispondere a forza di spadate, quando una grossa cosa nera si mosse sotto la superficie dell'acqua. Spix fece un balzo indietro, e Stella sfoderò la spada. Si buttò in acqua addosso alla creatura subacquea, dilaniandola con la spada in una feroce lotta che durò non più di dieci secondi, sotto lo sguardo stupito dei presenti. Wesk stava già sfoderando la dinamite, quando Stella uscì dall'acqua trascinando una creatura bluastra. La esibì, tenendola per i tentacoli.
-Che cos'è?- chiese Wesk, toccando perplesso la creatura dal corpo liscio e umido, quasi viscido.
-E'... E'...- boccheggiò Spix, terrorizzato.
-Il nostro pranzo- commentò Stella.
-Un calamaro- aggiunse Niko. Spix annuì, guardando il mob ormai senza vita con occhi sbarrati.
-Mi stai dicendo che questi ti fanno paura? E' per questo che non ti piace l'acqua?- chiese Stella, stupita, avvicinando il calamaro senza vita a Spix. Quello allontanò l'animale con la punta di un dito, rabbrividendo.
-Sinceramente sì, con quei tentacoli, quelle bocche, quegli occhi! E sono così VISCIDI e schifosi!- piagnucolò. Stella sbuffò, limitandosi a legare i tentacoli fra di loro in modo che non la infastidissero e buttandosi il calamaro sulla schiena. Ripresero a camminare.
-E' necessario tenerlo lì? Insomma, mi sta guardando! Mi sta...- iniziò Spix, indicando gli occhi ormai spenti e senza vita del calamaro.
-Senti, non lascerò andare il primo pranzo decente dopo giorni solo perchè ti fa paura, intesi?- ribattè, con occhi arrabbiati. Spix ricordò il suo appunto mentale, e decise di trovare una mediazione diplomatica fra "quell'affare mi fa paura" e "voglio un pranzo decente". Si guardò intorno alla ricerca di qualche mucca, ma sembrava che non ce ne fossero. Allora, si limitò a scambiare il suo posto in fila con Wesk, così poteva evitare di guardare quel terrificante calamaro.
-Stella, cosa c'è dopo questo bioma?- chiese Niko, guardando il calamaro. La palude non sembrava ancora molto grande.
-Oceano- intervenne Wesk. Che? Dovevano nuotare?
-Esatto. Ma non vi preoccupate, ragazzi, credo che non dovremo nuotare- sospirò Stella, come se conoscesse una spiegazione.
-E come faremo a passare?- chiese Niko, incuriosito. Stella puntò lo sguardo verso l'orizzonte.
-Capirete quando arriveremo.

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Capitolo 9
*** La luce nel buio ***


La curiosità dei tre aumentava di pari passo con il tempo che passava camminando. Chissà cosa aveva in serbo Stella? Gli alberi cominciarono a diradarsi, finchè la terra non si interruppe brutalmente inabissandosi nell'acqua del bioma oceanico. Solo acqua, ora, si estendeva davanti a loro, e l'oceano sembrava essere profondo almeno venti blocchi. Stella rimase a fissare la superficie del mare, come se stesse per prendere un'importante decisione. Chiuse gli occhi, sospirando, e si rivolse ai suoi compagni di viaggio.
-Bene ragazzi. Avevo promesso che vi avrei accompagnato, e l'ho fatto. Ma da qui in poi, se volete continuare con me, dovete promettere di non fare parola con nessuno di ciò che vedrete d'ora in poi- disse, fissandoli con sguardo serio. Non era freddo, era semplicemente uno sguardo da "non sto scherzando". I tre si guardarono fra di loro. Sembrava che la questione stesse a cuore a Stella. Dopo qualche attimo, i tre annuirono.
-Prometto- dissero, tutti in coro. Stella annuì, seppure fosse evidente che non si fidava completamente. Si mise a guardare attentamente il terreno di quella piccola penisola, cercando chissà cosa. I tre, non sapendo cosa stesse cercando, la lasciarono fare. Dopo qualche attimo, Niko decise di intervenire.
-Stella, ti serve una mano?- chiese, con evidente timore di disturbarla. Stella scosse la testa senza dirgli altro, sfondando un blocco di terra con un pugno.
-Trovato!- disse, con un sorrisetto orgoglioso. Spix guardò nel buco. Non era affatto profondo un blocco, sotto di esso stava una voragine profondissima, larga due per due e coperta di pietrisco muschioso.
-Tu non ti aspetterai mica che...?- chiese Spix, un attimo prima di essere spinto giù da Stella. La ragazza saltò giù a sua volta, seguito da Wesk - che stranamente non esitò un attimo - e da Niko. Atterrarono in una pozzanghera d'acqua profonda un blocco, senza riportare danno da caduta. Spix, caduto di faccia, riemerse sputacchiando acqua.
-Ehi!- disse, indignato, guardando Stella con aria arrabbiata. La ragazza sogghignò ed estrasse una torcia. La luce si spanse dall'oggetto, rischiarando il luogo in cui si trovavano. Sembrava essere una specie di crepaccio profondissimo. L'aria era umida e gelida, e si appiccicava alla pelle come se fosse Slime. Acqua gocciolava dal soffitto, e un lunghissimo ponticello largo un blocco fatto di pietrisco crepato passava attraverso il crepaccio e si perdeva nell'oscurità. Stella iniziò a camminare in direzione del ponticello, sebbene Niko non sembrasse molto entusiasta all'idea.
-Stella, cos'è questo posto?- chiese Wesk, fermandosi sull'orlo del crepaccio e guardando giù. Stella toccò il ponticello con il piede, per assicurarsi che fosse stabile.
-Questo passaggio sotto l'oceano è stato costruito durante la Grande Guerra. Serviva alle staffette per uscire da New Emerald City senza farsi vedere dalle fazioni dei Griefer che la assediavano. Oggi serve per oltrepassare l'oceano e basta, visto che un pezzo è crollato- spiegò l'hardcorer, cominciando a camminare per il ponticello. Dal fondo del crepaccio proveniva uno sciacquio, segno che probabilmente c'era dell'acqua. Niko seguì Stella, in seconda posizione si mise Wesk e Spix rimase come chiudifila. Il ponticello era stretto, ma tutto sommato camminarci sopra non era poi così difficile. L'unico ostacolo era l'oscurità. Nessuno, tranne Stella, sembrava avere idea di dove stessero andando.
-Uh, già. Anche a Dynamopolis c'erano cose del genere, me l'hanno detto quando ero piccolo. Il nonno mi raccontava sempre storie sulla Grande Guerra- disse Wesk, con aria sognante. Immerso nei suoi pensieri mise un piede fuori e stava per cadere, ma Niko lo sorresse immediatamente.
-Di cosa state parlando?- chiese Spix, perplesso.
-Uh, io lo so. Moltissimi anni fa, per una questione di donne, il capo della fazione dei Master Griefer di Dynamopolis dichiarò guerra al capo della fazione degli Hardcorer. Pensava che l'avrebbe vinta facilmente, ma non è stato così- spiegò Niko. Aveva studiato a scuola la Grande Guerra, era ben informato.
-Il punto è che gli Hardcorer sono dei gran figli di puttana - proseguì Wesk - Sembrano solitari, ma solo nei confronti degli altri. Fra di loro si aiutano eccome! Se ne attacchi uno, te li tiri addosso tutti! Così, ritrovandosi da solo contro tutti gli Hardcorer, il Master Griefer schierò la sua fazione contro quella del rivale. Gli Hardcorer si asserragliarono a New Emerald City, l'inespugnabile città di smeraldo. Quando tutto sembrava andare per il verso giusto, la fazione dei Survival comparve dal nulla e attaccò i Griefer che stavano assediando la città. Non si è mai saputo per certo come fossero arrivati, ma ora credo di capirlo- concluse Wesk, allargando le braccia per indicare il posto in cui si trovavano ora.
-E cos'è successo a Dynamopolis?- chiese Spix, interessato.
-Nulla di che, quando il loro capo è riuscito a scacciare i Griefer, ha condotto l'esercito degli Hardcorer e dei Survival a Dynamopolis, ma trovò solo donne e bambini, tra cui la sua donna. Gli uomini erano tutti morti o loro prigionieri. Così, il capo della fazione dei Griefer accettò di restituire la donna all'Hardcorer, e fu siglata la pace. Non gli servì espugnare Dynamopolis, infatti esiste ancora oggi, è la città in cui sono nato- disse Wesk. Stella sembrò sorridere fra sè e Niko lo notò. Chissà perchè? La galleria continuava a sembrare infinita.
-Stella?- chiese Niko. Stella guardò il Survival con aria interrogativa.
-Credi che troveremo qualcuno a New Emerald City?- chiese, abbassando lo sguardo sul ponticello di pietra. In fondo, non si sarebbe stupito di trovare solo devastazione. Anche la sua città era stata distrutta dall’orda di mob, e per quanto gli Hardcorer potessero resistere, dubitava che l’inespugnabile città di smeraldo avrebbe potuto restare tale per sempre. O forse, li stava solo sottovalutando.
-Mah, sinceramente non lo so. Non mi stupirei se Hardcorer e Creative avessero cominciato ad ammazzarsi a vicenda invece che collaborare. Le risorse non dureranno per sempre, anche se New Emerald City è una città che si autosostiene, senza la luce del sole la produzione di risorse è molto limitata. E con le tensioni che ci sono sempre state fra Hardcorer e Creative, non so se gli Hardcorer saranno disposti a dividere cibo e approvigionamenti con i Creative- rispose Stella, alzando le spalle. In fondo, era plausibile. Non era una cosa molto intelligente da fare, ma era molto probabile che sarebbe successo. Conoscendo gli Hardcorer... Dopo almeno un'ora di cammino e più di mille blocchi percorsi, finalmente si riuscì ad intravedere l'altra sponda del crepaccio. Niko esultò. Finalmente, quel posto era piuttosto spaventoso.
-Siamo arrivati?- chiese Spix.
-No, siamo solo sotto la taiga, adesso. Dobbiamo continuare un altro pezzo. Ma non siamo lontani da New Emerald City- disse l'hardcorer, osservando il soffitto della grotta. Cercò a lungo un punto in cui poter rompere il soffitto, poi sfondò la roccia con un pugno e spense la torcia. Una debole luce proveniva dall'alto, e si poteva intravedere una scala. I quattro salirono, ritornando in superficie. La prima cosa che le mani di Niko toccarono, appena su, fu uno strato di neve che copriva l'erba. Molti alberi, più fitti di prima, punteggiavano il bioma, impedendo alla luce della luna di filtrare tra gli alberi. Wesk si tolse la neve dai vestiti.
-Stella, cos'è quello?
Tutti si girarono a guardare nella direzione indicata da Niko. Un raggio di luce partiva dall'orizzonte e andava su verticalmente, quasi a tagliare in due il cielo notturno, fino a perdersi nel buio. Stella sorrise.
-La luce che nel buio porta la speranza ai guerrieri, il segno che siamo piegati ma non spezzati, finchè anche un solo Hardcorer resterà a difesa della città, quel raggio di luce non si spegnerà mai- disse, con aria ispirata, come se stesse raccontando una leggenda- E' il faro di New Emerald City!

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Capitolo 10
*** Noi siamo leggenda ***


Yay, ecco a voi, come promesso, il nuovo capitolo. xD Se siete fans della filosofia di vita degli hardcorer, questo capitolo vi piacerà :P Prendete pure i popcorn e mettetevi comodi, è piuttosto lungo xD

Nonostante il raggio sembrasse vicino, la città in sè era piuttosto lontana. Il solo pensiero di avere un luogo dove poter finalmente riposare, però, convinse i quattro players a muoversi. La notte imperava ancora, e la taiga era piena di mob ostili e lupi. Tuttavia, i players non dovettero combattere, perchè bastò Sledge per fomentare i lupi della taiga contro i mob ostili, che finirono per essere uccisi dai lupi stessi. Ad un certo punto, durante il cammino, Spix inciampò in qualcosa. In una frazione di secondo, Stella lo spinse di lato.
-Attento!- disse. Lo spintone di Stella scostò brutalmente Spix, e una freccia proveniente da chissà dove in mezzo agli alberi gli passò a pochi centimetri dal volto. Stella esaminò il terreno e trovò un filo da inciampo, collegato ad un gancio che a sua volta, attraverso della pietrarossa, mandava un segnale ad un Dispenser incastonato in un albero. Il Dispenser era pieno di frecce. Stella rimase ad osservarlo per un po', ma non disse nulla e infine proseguì. Niko, durante il cammino, notò delle orme a terra e delle macchie di sangue.
-Stella, c'è qualcuno qui- disse, a voce bassa, indicando le tracce. Stella annuì.
-Sì, lo so. Ci stanno guardando. Non fiatate, e continuiamo- rispose. Da quando erano lì, un sacco di misteri si erano profilati di fronte a loro. Quel posto sembrava il regno degli Hardcorer, e solo Stella sembrava capire cosa stesse succedendo. I tre si rassegnarono a continuare a seguirla. Ben presto, una piccola macchiolina grigia si stagliò all'orizzonte, e divenne sempre più grande, rivelando infine di essere un muro alto dieci blocchi di pietra. Oltre il muro, era possibile vedere molto bene un gigantesco palazzo di smeraldo, dalla cui cima usciva un raggio di luce azzurra. Erano arrivati.
-Da dove si entra?- chiese Spix, guardando il muro. In effetti, non lo stupiva che New Emerald City fosse considerata inespugnabile. Non aveva nemmeno un'entrata. Ma Stella sorrise fra sè e cominciò ad esaminare il muro.
-Dammi due leve- disse dopo qualche minuto a Spix. Il Creative, seppur perplesso, si sbrigò a craftare due leve con dei bastoni e del pietrisco. Stella piazzò le leve sul muro, in posizioni apparentemente insignificanti, e tirò la prima. Incredibilmente, due dei blocchi del muro si spostarono indietro, creando una nicchia. Stella tiò anche la seconda leva, e i blocchi vennero rimossi rivelando un ingresso nel muro.
-Dentro, svelti- disse Stella sbrigativamente. I tre entrarono, e Stella li seguì rimuovendo le leve e richiudendo l'entrata. Dietro il muro stava un semplice meccanismo di pietrarossa con due NOT gate che faceva spostare i blocchi facendo una porta segreta, ma non fu questo ad attirare l'attenzione dei players, quanto lo spettacolo che si profilò davanti ai players che non poteva essere descritto a parole. La città era enorme, colma di fantastiche case costruite di molti materiali diversi. Fra tutti gli edifici, spiccavano il negozio del fabbro e l'arena, i due edifici più grandi. Al centro della città, il palazzo di smeraldo dominava su tutto. Le strade erano fatte di blocchi di carbone, con un marciapiede di ossidiana. C'era poca luce, però, perchè nonostante ci fossero dei blocchi di Pietraluce inseriti accanto alla strada, erano parzialmente infossati fra gli altri blocchi, e quindi non servivano a molto. Stella fece una smorfia, evidentemente contrariata, e si avvicinò ad una piccola fossa vicino alla strada, in cui stava un pannello solare collegato ad un circuito di pietrarossa distrutto.
-Pietrarossa- disse Stella, rivolgendosi di nuovo a Spix. Quest'ultimo si sbrigò a dare un mucchietto di polvere di Pietrarossa a Stella, che la usò per ricollegare il circuito. Immediatamente, i blocchi di Pietraluce vennero spinti in su da un sistema di pistoni, estraendosi dal terreno e facendo più luce. Stella fece un sorrisino soddisfatto, almeno finchè non si accorse che la luce aveva attirato l'attenzione dei mob ostili. Decine e decine di mob spuntarono da ogni parte, cercando di assaltare i players. Erano davvero troppi.
-Ehi, voi, laggiù!
Una voce li distrasse. Fuori dall'arena, un tizio stava agitando una torcia. Portava un'armatura di cuoio non più in buone condizioni, e si stava sbracciando per farsi vedere da loro.
-Seguitemi, presto!- urlò di nuovo, e si mise a correre verso l'arena. Senza pensarci due volte, i players seguirono il tizio con la torcia, correndo disperatamente verso l'arena inseguiti da decine di mob. Senza fiato, riuscirono ad arrivare fino all'arena e ad entrarci, dove uno di quelli che erano all'interno richiuse il pesante portone fatto di blocchi di ferro. La sola visione di ciò che c'era dentro l'arena bastò a far capire quanto la situazione fosse critica. All'interno dell'edificio stava poco più di una cinquantina di persone. Molti erano feriti, stanchi e sporchi, e alcuni addirittura non erano in condizioni di reggere una spada. Chi poteva ancora correre si dava da fare di qua e di là, aiutando chi invece non ce la faceva più. Appena si riprese dallo shock della visione, Stella posò lo sguardo su quello che li aveva chiamati.
-Kyle? Non pensavo fossi ancora vivo- disse Stella, visibilmente stupita.
-La figlia di Michael? Credevo che non saresti più tornata a New Emerald City. Sei tornata perchè ti serve aiuto?- chiese Kyle, senza nascondere un'espressione di disprezzo.
-Stella, chi è?- chiese Niko, cercando di spegnere la lite imminente fra i due.
-Lui è Kyle, il capo della fazione dei Creative- disse Stella, con una smorfia - Stammi a sentire, stronzetto, di certo non sono qui per te. Dov'è mio padre?
Kyle rimase basito per un istante, esterrefatto dalla rispostaccia acida di Stella, ma si riprese subito.
-Tsk. Tuo padre e gli altri Hardcorer... Beh...- disse, facendo una pausa che sembrò infinita - Se ne sono andati di qui, si sono nascosti nella taiga. Michael ha detto che è molto meglio per loro nascondersi là, piuttosto che doversi trascinare dietro i miei.
Ecco perchè c'erano quelle trappole, allora. Stella aveva ragione, i Creative e gli Hardcorer avevano finito per separarsi.
-Cosa? Ma siete impazziti? Li avete lasciati andare via? Ma non avete speranze! E ve lo dico io che sono un Creative, come voi!- disse Spix, stupito. In fondo, l'aspetto dei membri della fazione dei Creative in quel momento gli dava ragione. Kyle stava per rispondere, quando una potente esplosione spazzò via la porta di ferro dell'arena. I mob cominciarono ad entrare irrompendo come un fiume in piena. Ogni Creative che poteva reggere un'arma raccolse il primo oggetto che trovò, e cominciò a colpire ferocemente i mob con esso. Il casino invase l'arena, e Stella rimase immobile per una frazione di secondo per decidere cosa fare. Le bastò un istante.
-Ragazzi! Dobbiamo arrivare al palazzo di smeraldi!- urlò, estraendo le spade e gettandosi nella mischia.
-Sì!- urlarono i players all'unisono. Era il momento di combattere, non di protestare. Non potevano esitare. Wesk estrasse la sua fida dinamite, Niko prese la spada e Spix bevve la pozione che aveva conservato gelosamente fino a quel momento. Il suo corpo fu pervaso da una dirompente energia. I quattro players si fiondarono nell'orda di mob. Wesk, in testa, con le esplosioni della sua dinamite eliminava il grosso dei mob di fronte a loro. Spix finiva a pugni i mob che gli si paravano davanti, mentre Niko e Stella combattevano fianco a fianco con le loro spade, riparandosi le spalle a vicenda. I mob erano a centinaia e sbucavano da ogni dove, pronti ad attaccarli. I players resistevano avanzando nella città, ma quel ritmo era insostenibile e ben presto avrebbero dovuto mollare. Fortunatamente arrivarono in breve al palazzo di smeraldi. Spix e Stella entrarono, mentre Wesk e Niko rimasero a cercare di contenere l'orda di mob. La stanza era completamente fatta di blocchi di smeraldo con una fontana al centro, di forma piramidale, che regalava stupendi giochi d'acqua ai visitatori, ma Stella e Spix non avevano tempo per quello. Al centro della fontana stava un cubo luminoso, da cui partiva un raggio che attraverso una colonna vuota larga un blocco arrivava vino al cielo. Era il faro di New Emerald City. Stella si avvicinò e sollevò la cappa di vetro che copriva il cuore del faro, ed estrasse lo smeraldo al centro che si sbriciolò. Il faro si spense.
-Cosa fai?- chiese Spix.
-Dammi uno smeraldo, presto!- disse Stella, senza dare spiegazioni. Spix cercò per un attimo nel suo sconfinato inventario, dando infine a Stella uno smeraldo grande come un pugno. L'Hardcorer inserì lo smeraldo nel vano del faro e lo richiuse. Questo si accese di nuovo, emettendo il suo raggio verso il cielo.
-Quel coglione di Kyle non può saperlo, non è un hardcorer, ma spegnere e riaccendere il faro significa aiuto- disse Stella, un attimo prima di estrarre di nuovo le spade e gettarsi nel combattimento. I mob non accennavano a diminuire, ce n'erano moltissimi e di tutti i tipi. I quattro players si ritrovarono accerchiati in un attimo, cercando di continuare a sopravvivere. Improvvisamente, uno scheletro lanciò una freccia che si conficcò nel fianco di Stella. Lei strinse i denti e si pressò la mano sulla ferita, continuando a combattere con l'altra.
-Stella!- disse Niko, preoccupato. L'Hardcorer si girò e uno Zombie le saltò addosso. Niko, con uno scatto felino, spinse indietro lo zombie con un colpo di spada, ma nuovi mob spuntarono accerchiandoli. Stavano quasi per cedere, quando una piccola cosa luminosa attraversò il cielo come una stella cadente, colpendo in pieno lo scheletro che stava saltando addosso a Wesk. Una freccia? Molte altre frecce cominciarono a piovere dal cielo, provenienti da chissà dove, colpendo i mob. Questi ultimi non si arresero, ma allentarono la presa sui players perchè dovevano anche guardarsi dalle frecce.
-Una sola voce!
Un urlo proveniente dalla notte fece eco nel casino, seguita da un suono metallico, come se dei pezzi di ferro cozzassero uno contro l'altro. Niko si guardò intorno, cercando chi avesse urlato. Un uomo solo, in piedi sul muro con un'armatura di diamante incantata e una spada incantata a sua volta. Era stato lui ad urlare.
-UNA SOLA VOCE!- urlò di nuovo l'uomo, scandendo le parole. Attraverso un buco nel muro, Spix riuscì ad intravedere un luccichio nella taiga al di fuori di New Emerald City. Decine di altri players spuntarono dalle ombre degli alberi.
-NOI SIAMO LEGGENDA!- risposero all'unisono i nuovi arrivati in un coro che sembrò quasi un boato, alzando le loro spade verso l'uomo che aveva urlato. Avvalendosi delle voragini createsi nelle mura durante lo scontro, i players provenienti dalla taiga si riversarono in città, massacrando ferocemente ogni mob ostile sul loro cammino. I quattro players ricominciarono a combattere con maggiore furia e rinnovata speranza, cercando di dare il loro contributo al combattimento. In pochi secondi la situazione si ribaltò completamente e i mob, ormai ridotti a poco più di qualche decina, decisero di ripiegare in fretta e furia, seguiti dalle frecce del gruppo di players che li avevano sterminati. Questi ultimi esultarono urlando e alzando le spade al cielo, raccogliendo le risorse che i mob si erano lasciati dietro. Dal gruppo di players uscì l'uomo che prima, sulla cima del muro, aveva lanciato l'urlo di guerra degli Hardcorer.
-Io sono Michael, capo della fazione degli Hardcorer. Abbiamo visto una richiesta di aiuto e siamo...
L'uomo cominciò a presentarsi ma si interruppe immediatamente, vedendo Stella.
-Stella! La mia bambina!- disse, esterrefatto e allo stesso tempo quasi commosso.
-Papà...- rispose Stella con voce affaticata, guardandolo con occhi stralunati.
-Stella... Cosa succede?- chiese Michael, preoccupato. Stella rimase a guardarlo per qualche secondo in silenzio, con gli occhi sbarrati, prima di cadere pesantemente a terra priva di coscienza.

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Capitolo 11
*** Kevin ***


Michael, con uno scatto felino, riuscì a sorreggere Stella. La tenne per le spalle e la scosse.
-Stella!? Stella, mi senti?- disse, evidentemente preoccupato per la ragazza. Ma Stella non si accingeva a rispondere. La sua pelle era diventata quasi bianca, le labbra erano di colore bluastro.
-Non ti preoccupare, è solo avvelenata, non morirà, purtroppo- disse una voce, che i tre players riconobbero come quella di Kyle. Tuttavia, erano molto perplessi, e anche un po' spaventati. "Purtroppo"? Michael lanciò uno sguardo di puro odio al capo della fazione Creative.
-Kyle, vai a farti fottere- replicò, con voce che sembrava quasi un ringhio. Sembrava che stesse per saltargli addosso e sbranarlo.
-Tsk. Quella ragazzina non dovrebbe nemmeno essere qui. Sai meglio di me che è stata esiliata. Devi smetterla di proteggerla e crescere, Michael- rispose l'altro, con tono duro e sguardo austero.
-Crescere, crescere. Già, amico, almeno io so che i figli che ho cresciuto sono miei- disse Michael, con tono così tagliente che avrebbe potuto uccidere qualcuno. Kyle lo guardò, con aria offesa.
-Ah, io? Ma pensa alla tua puttana, Mary, sei sicuro che Stella sia figlia tua?- replicò Kyle con un ghigno, convinto di aver spento l'arroganza di Michael. L'Hardcorer rimase immobile. In una frazione di secondo, con un movimento lampante e quasi invisibile, Michael estrasse la spada e menò un fendente fulmineo al fianco di Kyle, il quale fu sbalzato indietro. La lama della spada di Diamante aprì uno squarcio nel fianco di Kyle, e la ferita cominciò a luccicare di una strana luce rossastra, simile a quella della lava, e la pelle cominciò a carbonizzarsi. Kyle emise un urlo a dir poco straziante e Michael ripose la spada, totalmente incurante della sofferenza del Creative. Anzi, si avvicinò e appoggiò un piede sulla ferita del Creative, schiacciando con tutta la sua forza. Kyle continuò ad urlare.
-Non ti piace Fire Aspect? La prossima volta impara a chiudere quella cazzo di bocca, se non sei certo di quello che dici- disse Michael con tono sprezzante, levando finalmente il piede dalla ferita carbonizzata e girandosi. Prese in braccio Stella, cominciando a camminare verso una casa di New Emerald City. I tre players, ancora scioccati dall'intera scena, rimasero lì per un po’, indecisi sul da farsi, ma alla fine decisero di seguire Michael. Si avvicinarono alla casa, e l’Hardcorer buttò giù la porta con un calcio. Entrò, passando un paio di stanze con le pareti di mattoni del Nether e molte fotografie appese. Non ebbero tempo di soffermarsi sulle foto. Scesero in cantina e Michael aprì una porta molto simile a quella che apriva il muro di New Emerald City per poter entrare, e infine, dopo aver percorso il lungo corridoio che si snodava dietro il muro, i cinque arrivarono direttamente in una gigantesca stanza. I muri e il soffitto erano in ossidiana, mentre il pavimento era fatto di morbidi blocchi di lana bianca e nera. Preso dalla curiosità, mentre Michael non guardava, Wesk rimosse uno dei blocchi di lana, ma anche sotto la lana il pavimento era di ossidiana. C'erano quattro letti posti in un angolo, con una lampada di Pietrarossa e una leva in mezzo fra due dei letti. Molti dipinti erano appesi alle pareti, qualche vaso di fiori decorava la stanza qua e là e un banco da lavoro era messo in una nicchia di ossidiana nel muro assieme alla fornace, al brewing stand e a qualche chest. Una cappa con dentro un blocco di Netherrack perennemente acceso stava su un lato della stanza. Delle librerie stavano attaccate al muro. L'intero luogo era illuminato da uno strato di lava che stava attaccato al soffitto, circondato da vetro. Michael depose delicatamente Stella su uno dei letti, coprendola con la coperta. L'Hardcorer tremava e mormorava qualcosa, ma sembrava stare ancora bene. Michael non perse un attimo e si mise a rovistare nel chest che stava accanto alla fornace, tirando fuori un secchio di latte. Lo portò a Stella e la fece bere, piano, a piccoli sorsi. Dopo aver finito il latte, Stella riprese un po' di colore in volto, ma non si svegliò. Michael, tuttavia, sembrava più sollevato.
-Ecco, ora sta bene. Deve solo riposare- disse, più a sè stesso che agli altri players. Niko si avvicinò, guardando Stella che ora dormiva tranquillamente. Il peggio sembrava passato. Michael curò anche le altre ferite che la ragazza aveva riportato nel combattimento, lasciandola dormire perchè recuperasse energie. Quando ebbe finito, finalmente si rivolse agli altri tre, che fino a quel momento aveva completamente ignorato.
-Voi chi siete?- chiese, freddamente. Si capiva da chi avesse preso Stella.
-Amici di Stella- rispose Spix, titubante. Non sembrava che Michael fosse molto felice di averli intorno.
-Ehi tizio dalla spada di fuoco, perchè il creative piazzablocchi ha detto che Stella è stata esiliata? In fondo gli ha salvato il culo, avrebbe potuto essere più riconoscente- disse Wesk, con nonchalance come se fosse la domanda più naturale del mondo. Michael gli rifilò un'occhiataccia, ma prima che potesse passare di nuovo ai suoi metodi poco ortodossi Stella si svegliò tossendo violentemente. Spalancò gli occhi e afferrò con forza la coperta, ansimando.
-Che... Dove sono!?- disse, guardandosi intorno. Non appena realizzò di non essere in pericolo, si calmò un po'. Michael sorrise, evidentemente sollevato.
-Non ti preoccupare, siamo nel bunker, al sicuro- le disse l'Hardcorer, accarezzandole il viso. Stella sorrise.
-Kyle ha detto niente?- chiese poi Stella, facendosi scura in volto. Michael la guardò, con sguardo eloquente.
-Fire Aspect l'ha fatto stare zitto- brontolò Michael, contrariato. Stella spostò lo sguardo sui tre players.
-Sì, loro hanno sentito- disse, rispondendo alla domanda che Stella non aveva espresso esplicitamente. In quel momento, Niko e gli altri si sentivano quasi fuori posto. Non avrebbero dovuto essere lì e lo sapevano. Non era la loro città, nè la loro fazione, nè la loro famiglia. Ma nonostante tutto, la curiosità restava viva.
-Stella, perchè sei stata esiliata da New Emerald City?- chiese Wesk, piegando la testa con aria interrogativa, esplicitando la domanda che tutti in quel momento si stavano ponendo. Stella aprì la bocca per rispondere, ma Michael la precedette.
-Per una stronzata- replicò, lapidario.
-Papà... Eddai, in fondo hanno diritto di sapere, non gliel'ho mai detto anche se avrei dovuto farlo- disse Stella, guardando Michael. Quello guardò la figlia, poi i tre players, poi di nuovo Stella, e infine si decise a raccontare.
-E che cazzo, non sono nemmeno affari loro, ma se vuoi raccontagli. E in ogni caso, è stata davvero una stronzata- bofonchiò l'Hardcorer. Sembrava essere una lunga storia, per cui Niko, Spix e Wesk si misero comodi, sedendosi su uno dei letti liberi. Stella sospirò, abbassando lo sguardo.
-E' stato tanto tempo fa... Vi ho detto di quella storia del Nether e del mio migliore amico, no? Ecco. Un giorno, io e Kevin abbiamo deciso di andare in esplorazione nel Nether. Ci siamo preparati al meglio, ovviamente, perchè tutti sanno che con il Nether non si scherza. Ci siamo portati dietro un sacco di pozioni di resistenza al fuoco, archi, spade, le nostre migliori armature, eccetera. Quando siamo andati là abbiamo deciso di esplorare una delle fortezze del Nether che abbiamo scoperto. Eravamo su uno di quei ponti all'aperto quando è successo... Dei Blaze ci hanno attaccato. Erano in molti, ma non ci sarebbe stato nessun problema se fossi stata attenta. Ma non ho tenuto d'occhio tutti i Blaze che mi ronzavano intorno... Uno di loro mi ha sparato una palla di fuoco e Kevin...
Stella si interruppe, deglutendo e fissando il vuoto di fronte a sè, stringendo la coperta con le dita.
-Kevin si è preso la palla di fuoco al posto mio, ed è caduto nella lava. Pensavo che avrebbe avuto tempo di prendere una delle sue pozioni, ma non è più riemerso! Sono tornata nell'Overworld, e immaginate la faccia di Kyle... Era convintissimo del fatto che fossi scappata lasciando il suo prezioso figlioletto al suo destino, e che fosse morto per colpa mia. Mio padre non c'era in città, era fuori con altri Hardcorer perchè dovevano fare un accordo con una fazione minore di Trader e... Nessuno mi ha difesa. Sono stata esiliata da New Emerald City quel giorno stesso- concluse, con gli occhi ormai pieni di lacrime. Michael la abbracciò, accarezzandole i capelli. Sembrava che l'argomento fosse difficile anche per lui.
-Quindi, è per questo? Il tuo migliore amico era il figlio di Kyle, e lui incazzato ti ha esiliato?- chiese Spix. Stella annuì.
-Bah- disse Michael, introducendosi nella discussione - Kyle non capisce proprio un cazzo. E' sempre lì a lagnarsi. Michael, blablablablabla. Stella, blablablablabla. Voi Hardcorer, blablablablabla. E che cazzo. Ma lui parla tanto senza sapere mai un cazzo di niente. Stella non avrebbe mai potuto uccidere Kevin o abbandonarlo- brontolò Michael.
-Come fai a saperlo?- chiese Niko.
-Perchè per gli Hardcorer i legami di sangue sono sacri, e Kevin era fratello di Stella. Madri diverse, ma comunque fratelli- sbuffò Michael, evidentemente seccato solo dal pensiero di parlare ancora di Kyle.
-Aaaaaspetta un attimo, ma Kevin non era figlio di Kyle?- chiese Wesk, perplesso. Niko rimase in silenzio, guardando Michael. In un attimo, nella sua mente si formarono delle connessioni, che spiegavano tutto. Già, amico, almeno io so che i figli che ho cresciuto sono miei. Ora era chiaro. Stesso padre, ma madri diverse. Kevin doveva essere figlio di Michael e della compagna/fidanzata/moglie di Kyle. Niko guardò Michael con sguardo accusatorio.
-Che c'è da guardarmi in quel modo? Mia moglie è stata uccisa da un Creeper, dovevo pur consolarmi in qualche modo. E non è colpa mia se in due minuti di Kyle non...- cominciò l'Hardcorer, giustificandosi.
-Papà!- disse Stella, dandogli un pugno su una spalla e zittendo il padre. Michael sogghignò, soddisfatto. Questo spiegava molte cose.
-E la madre di Stella che fine ha fatto?- chiese Spix. Era una domanda più che logica, in fondo. Le spiegazioni erano due, o per qualche ragione Michael era diventato single, oppure era un gran bastardo.
-Mamma è morta, uccisa dall'esplosione di un Creeper- disse Stella, scuotendo la testa tristemente.
-E Kyle sa che Kevin...?- disse Niko, senza continuare la frase. Michael scosse la testa.
-No, ovviamente. Solo io, Stella, Kevin e la madre di Kevin sappiamo la verità. Non volevo che Kyle incasinasse la vita di tutti noi per questa storia- replicò l'Hardcorer - E se osate dirlo in giro, vi trancio gli attributi.
Niko rabbrividì. Michael non sembrava uno che scherzava. Più cose scoprivano sul passato di Stella e su quella città, e più i tre players si convincevano che sia quel posto sia gli abitanti in sè... Avevano storia e vita molto incasinate.
-Sì, noi Hardcorer abbiamo una vita molto, molto complicata ed emozionante- rise Stella. Sembrava le piacesse, nonostante questo l'avesse portata ad essere esiliata dalla città. La ragazza socchiuse gli occhi. Si vedeva che era stanca. Sinceramente, anche gli altri tre players non ce la facevano più, dopo quel combattimento.
-Papà?- chiese. Michael la guardò, interrogativamente.
-Cosa?- rispose Michael.
-Ho sonno. Mi racconti la leggenda del player dalla spada di smeraldo, prima che dorma un altro po'? Così possiamo riposarci tutti!- chiese Stella, speranzosa. Michael sorrise e si alzò, cercando un po' fra i libri delle librerie e tirandone fuori uno che aveva un aspetto antico. Lo aprì alla prima pagina.
-Va bene, te la racconto, ma poi dormi, devi riposare. Allora...- cominciò Michael.

Oooook, questo è probabilmente il capitolo più incasinato dell'intera fan fiction. xD Spero che abbiate capito tutto, altrimenti chiedete, vi spiegherò xD Stay tuned!
{Stella.

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Capitolo 12
*** Ender Dragon ***


Michael rimase in silenzio un attimo, leggendo le prime righe del libro, come se cercasse di ricordarsi come iniziava la storia. Niko diede un’occhiata al libro. Sembrava molto vecchio, le pagine e l’inchiostro erano piuttosto rovinati, così come molte delle immagini che erano disegnate accanto al testo. Comunque era possibile capire che era raffigurato un player, che impugnava una spada dalla lama di colore verde.
-Dunque. Moltissimi anni fa, in un tempo indefinito, viveva un player di cui non conosciamo il nome. Non si sa nemmeno quale fosse la sua fazione, era un solitario. Un giorno, mentre il player stava scavando per trovare dei diamanti, trovò un blocco nero incastrato fra le rocce. Non era un blocco cubico, però, era quasi a forma di uovo. Il blocco emetteva particelle viola, simili a quelle degli Enderman, così la prima cosa che il player pensò fu che si trattasse di un uovo di Enderman. Il player desiderava da moltissimo tempo un mob domestico, quindi tentò di raccogliere l’uovo. Ma questo continuava a teletrasportarsi!- raccontò Michael. In effetti, avrebbe avuto senso. Un uovo nero che emetteva particelle viola e che si teletrasportava poteva essere benissimo un uovo di Enderman. Michael proseguì, girando pagina. L’immagine successiva raffigurava il player che, con un piccone e del pietrisco alla mano, cercava di intrappolare l’uovo.
-Esasperato, dopo aver cercato di catturare l’uovo per portarselo a casa, il player decise di accerchiarlo e costruire un muro intorno a lui, così non riusciva più a teletrasportarsi. Catturò l’uovo e lo mise nell’inventario, proseguendo poi nella sua ricerca. A sera tarda, dopo aver trovato abbastanza diamanti e pure un bel po’ di ferro grezzo, il player decise di ritornare a casa sua. Tornò in superficie e poi a casa, appoggiando l’uovo sul tavolo della sua cucina. Mise il ferro in fornace e decise, prima di andare a dormire, di farsi qualche scambio con i diamanti che aveva trovato in miniera. Aveva piazzato un faro vicino a casa sua che era quasi completo, gli mancava un blocco, e il blocco di smeraldo sotto non si sarebbe di certo costruito da solo! Scambiò i suoi sei diamanti con due smeraldi con un player nomade, prima di tornare a casa. Il ferro era ormai tutto ridotto in lingotti, e il player decise di fabbricarsi una nuova armatura- proseguì l’Hardcorer, girando nuovamente pagina. Nella pagina seguente, l’immagine raffigurava il player di fronte ad uno strano mob, gigantesco e terrificante. Era dello stesso colore di un Enderman, solo che aveva delle ali enormi e una lunga coda, quasi come se fosse un drago. Anzi, a guardarlo bene era proprio un drago.
-Così, andò a dormire. La mattina successiva fu svegliato da un forte rumore. Scese, solo per vedere che la parete di casa sua era stata distrutta da qualcosa e l’uovo era sparito. Delle urla, fuori, attirarono la sua attenzione. Lo spettacolo che si profilò sotto i suoi occhi fu terribile. Dall’uovo non era affatto uscito un Enderman, ma un gigantesco mob alato dagli occhi viola, che volava in giro per la piccola città divorando qualunque player cercasse di attaccarlo o semplicemente gli passasse davanti. Il cielo era improvvisamente diventato buio e non si vedeva nulla, come se quel mob annullasse la luce che stava intorno a sé. Al player bastò un momento per capire che quella cosa era uscita dall’uovo che lui aveva portato in superficie. Sapeva anche che era colpa sua e che doveva combattere. Ma non aveva armi! Aveva scambiato tutti i suoi diamanti e il ferro era finito nella sua armatura. Gli unici minerali che gli erano rimasti erano quei due sudati smeraldi, che avrebbe dovuto usare per completare la piramide sotto il suo faro. E così, prese una drastica decisione. Bevve una pozione di resistenza al fuoco e sparse lava per tutta la stanza, finché non divenne calda quasi il doppio del Nether! Gli smeraldi, fusi dal calore della lava e facilmente modellabili, diventarono materiale perfetto per costruire una spada. Utilizzando ciò che rimaneva della sua Incudine, il player riuscì a creare la prima e unica spada di smeraldo di cui si sia mai sentito nell’Overworld. E uscì, incontro al mob drago!
Michael prese fiato, girando nuovamente pagina. Tutte le due pagine successive erano occupate dall’immagine del player che, spada alla mano, affrontava il mob mai visto prima in un bioma nero.
-Il player affrontò il terribile dragone nero, armato soltanto con quella spada di smeraldo. Il combattimento fu disastroso, molte case furono distrutte, la forza del mob drago era immane, ma il player riuscì a resistere. Ma, con il passare dei minuti, capì che non sarebbe mai riuscito a vincere, doveva allontanare il drago dalla città definitivamente! Ci pensò, cosa poteva fare? Gli venne in mente subito la Sky Dimension, e decise di rinchiudere il drago lì dentro, attraverso il portale che era stato costruito per accedervi, in mezzo alla città. Entrarono là dentro e il potere del drago trasformò quella piccola isoletta di terra che fluttuava nel cielo in un blocco di pietra dell'End, facendola sprofondare nel void. Il portale per la Sky Dimension fu distrutto per via dell'enorme potere del dragone, e del player non si seppe più nulla. Però, avendo salvato la città, fu ricordato per sempre come un eroe. Sulle fondamenta della sua casa fu costruito il palazzo di smeraldo, che divenne il centro per la nuova città che fu in seguito ricostruita. Una città nuova, più forte, che in onore del player che l'aveva salvata venne chiamata New Emerald City. Fine della storia- concluse Michael, richiudendo il libro. I tre players rimasero stupiti.
-Non ho capito una cosa... Che sarebbe la Sky Dimension?- chiese Spix.
-E' una dimensione leggendaria, si dice che fosse un'isola che fluttuava in alto nel cielo, sopra ogni livello raggiungibile dagli esseri umani, e che potesse essere raggiunta solo tramite un apposito portale che a quanto pare, esisteva solo qui. Ma è una balla, non esistono dimensioni del genere. E comunque, anche se esistesse, stando alla leggenda l'Ender Dragon l'avrebbe distrutta- concluse Michael, sbrigativamente, mettendo via il libro di nuovo nella libreria. Spix annuì. Ne aveva sentito parlare anche lui, ma non credeva fosse la stessa. Il finale l'aveva lasciato un po' stupito, però. Era strano che non si sapesse che fine avesse fatto quel player, anche se in fondo era facile indovinare. Niko sbadigliò.
-Bella storia. Comunque, ora vado a dormire, buonanotte- disse, assonnato. Wesk annuì, era stanco anche lui. I quattro andarono a dormire, mentre Michael decise che era meglio che se ne stesse di guardia. Tutti si addormentarono dopo pochi secondi, non c'era di che stupirsi in fondo, vista la battaglia che avevano sostenuto. Quando tutti sembrarono addormentati, Michael si avvicinò di nuovo ai letti, e tirò la leva accanto alla lampada di Pietrarossa. Il gesto svegliò Stella, che socchiuse gli occhi per vedere che cosa stesse facendo il padre. La lampada, invece che accendersi, rientrò nel muro, probabilmente come risultato della chiusura di un pistone appiccicoso. Sotto c'era un buco, in cui Michael saltò. Stella, stupita, aspettò qualche attimo, per poi alzarsi dal letto e saltare nel buco a sua volta. Cadde per un tempo che le sembrò interminabile, ma alla fine arrivò a terra su un blocco verde e molliccio dalla strana consistenza. Stella lo toccò, sembrava Slime, non le aveva fatto prendere danno da caduta. Non aveva mai visto un blocco del genere! Spostò lo sguardo sulla stanza in cui si trovava, trattenendo a stento un'espressione di stupore. La stanza non era molto grande, ma le pareti erano fatte di blocchi di diamante, con dei blocchi d'oro ad intervalli regolari a formare delle colonne. Nel lato destro stava un canale di Lapislazzuli che era pieno d'acqua mentre a destra stava un canale di blocchi di Pietrarossa contenente lava, che provenivano rispettivamente da due blocchi sorgente posti su delle fontane fatte dello stesso materiale. Quadri con scene della leggenda erano appesi alle pareti, e una statua di smeraldo spiccava in fondo alla stanza. Michael si stava dirigendo proprio verso quella statua. Stella avanzò cautament, nascondendosi dietro la fontana di Lapislazzuli. Avvicinandosi, vide che ai piedi della statua c'erano delle slabs di quarzo, alte mezzo blocco, e un chest nero che emetteva particelle viola. La statua di smeraldo sembrava raffigurare un player con una spada. Michael guardò le slabs di quarzo del Nether, e si inginocchiò, appoggiandosi a loro come se stesse pregando.
-Dannazione. Non ce la faremo mai se non ci aiuti... Ti prego. Ti prego, devo farcela. Devo condurre i miei Hardcorer alla vittoria, devo farlo per Stella, è tutto ciò che mi rimane della mia famiglia. Proteggimi e aiutami- disse, a bassa voce, con il tono più disperato che Stella avesse mai sentito. La ragazza era esterrefatta. Suo padre era così disperato da mettersi a pregare il patrono degli Hardcorer? Non lo aveva mai sentito così in vita sua. Era evidente che quella fottuta situazione stava logorando tutti. E inoltre, che cos'era davvero quella stanza? Sembrava una specie di tomba, la tomba del player dalla spada di smeraldo. Michael rimase un attimo in quella posizione, ma poi si ricompose. Stella si tuffò in acqua, restando sommersa per non farsi vedere. Michael tornò indietro, saltando a tutta forza sui blocchi di Slime, che lo rispedirono in su fino al bunker. Finalmente Stella potè uscire dall'acqua, riprendendo fiato. Uscì dalla fontana respirando a fondo, e si avvicinò alle slabs, studiandole. Aprì il chest nero. Al suo interno non c'era nulla di speciale, in un certo senso si aspettava di trovare spade di smeraldo o cose simili, ma invece c'erano solo delle strane perle verdi con un segno nero, che sembravano quasi occhi. Erano calde, e cominciarono a vibrare non appena Stella le prese in mano. Sorpresa, Stella lasciò la presa facendone cadere una, che rotolò a terra. Si fermò quasi subito smettendo di vibrare, ma non smise di emettere calore e luce. Anzi, cominciò anche a rotolare, nonostante il terreno fosse perfettamente in piano. Rotolò verso le slabs di quarzo, sbattendoci ripetutamente contro ed emettendo una specie di "tink" ogni volta che ci sbatteva contro. Stella la raccolse, stupita. Non capiva perfettamente cosa stesse succedendo, ma una mezza idea ce l'aveva. Stava lentamente realizzando che cosa stesse all'origine di quella notte lunghissima. E aveva un piano.

Bene, tutti quelli che non hanno dormito fino ad ora per aspettare la storia del player dalla spada di smeraldo possono anche addormentarsi adesso (?) Il capitolo fa schifo, lo so, e l'ho postato in ritardo, ma spero vi piaccia x'D Tutto ciò che è apparso qui verrà spiegato nel prossimo x'D

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Capitolo 13
*** End Portal ***


20 recensioni positive sulla storia raggiunte, yeeeeeee! ù_ù/ Quindi, celebriamo con un nuovo capitolo più figo del solito (?) I nomi degli enchanting sono tutti in inglese perchè sono più fighi u.ù

Una decina di ore dopo, i players furono svegliati da un insolito casino fuori dal bunker, che si sentiva fin lì. New Emerald City sembrava in subbuglio. Così, decisero di alzarsi e di andare a vedere che cosa stesse succedendo. Wesk si alzò per primo, minacciando gli altri tre con un secchio d'acqua alla mano. Stella era notevolmente più assonnata degli altri, visto che aveva passato tutta la notte a fissare il soffitto pensando al suo piano da quando era tornata su da quella tomba di diamante. Ma fece comunque del suo meglio per non farlo capire agli altri. Così, salirono in superficie, appena in tempo per farsi quasi travolgere da un vagoncino con dentro un chest.
-Ma che cazz...?- disse Wesk, notando che erano comparse delle rotaie in giro per mezza città. Sulle rotaie correvano un sacco di carrelli da miniera, spinti da rotaie attivatrici, che avevano dentro di loro dei chest colmi di materiale, fornaci, hopper oppure ancora players, che distribuivano materiale ai Creative che stavano riparando le strutture della città. Il tutto era preciso ed efficiente, come il meccanismo di un orologio, e le mura stavano lentamente riprendendo la loro solidità originaria. Un nuovo edificio era in costruzione nella piazza. I quattro players si avvicinarono. Su un cartello stava scritto "Hospital - Work in progress". Stavano costruendo un ospedale? Un'ottima idea.
-Ragazzi! Vi siete svegliati, finalmente?
Una voce li chiamò dall'alto. I player alzarono lo sguardo. Su un tetto stava Michael, che dirigeva le operazioni dall'alto, osservando la città nel suo insieme. Sembrava concentrato, e i lavori procedevano speditamente.
-Sì. Puoi venire giù un secondo, papà?- chiese Stella. Michael annuì e balzò giù dal tetto. Niko trasalì. Era pazzo!? Ma stranamente, cadde senza farsi male. Notando il suo sguardo stupito, Michael alzò un piede mostrando uno dei suoi stivali di diamante.
-Feather Falling IV- disse, con una punta di orgoglio. Sembrava riporre particolare orgoglio negli enchanting della sua armatura, infatti sembravano tutti piuttosto rari, da quanto avevano capito. Anche Fire Aspect era un enchanting di un certo peso.
-Che altri hai?- chiese Wesk, toccando la chestplate di diamante dell'Hardcorer. Non appena la sfiorò, il suo dito si ferì. Wesk scattò indietro.
-Hai appena sperimentato il mio preferito, Thorns III- ghignò Michael - Altri? Uhm, Blast Protection IV sui gambali e Aqua Affinity I sull'elmo. Power V e Punch sull'arco, Fire Aspect II e Sharpness V sulla spada. Hai ancora altre domande inutili?- concluse, esibendo la spada lucente. Wesk scosse la testa, incantato dalla potente armatura dell'Hardcorer. Michael fece una smorfia, rivolgendosi nuovamente verso Stella.
-Papà, c'abbiamo ancora un'enchanting table e un'incudine, a casa?- chiese Stella. Michael annuì.
-Sì, perchè?- chiese Michael, perplesso.
-Così, per chiedere, rispose Stella, facendo finta di niente. Michael alzò le spalle.
-Ah, comunque, forse non lo sapete perchè prima stavate dormendo, ma ho mandato delle staffette a Dynamopolis e alla pianura di Skyblock, per cui dovremmo essere in grado di radunare i Griefer e i Survival entro domani. Ho mandato a dire che vengano tutti qui, New Emerald City è la città più sicura che ci sia, per adesso. Quindi preparatevi, perchè presto dovremo abbattere un pezzo del muro per costruire nuove case e ci servirà una mano per fare in modo che i mob non entrino- spiegò brevemente Michael. Niko, Spix e Wesk annuirono. Quindi, Michael tornò sul tetto su cui stava prima posizionandoci una scala.
-Stella, pensi che...- cominciò Spix. Ma Stella era sparita.
-...Stella?- disse Niko, guardandosi intorno. Dov'era finita? La cercarono in giro per la città, ma sembrava non essere da nessuna parte. A Wesk venne un'idea.
-Ragazzi, pensate che sia tornata a casa? Ha chiesto a Michael se c'erano ancora incudini ed enchanting table, può essere là...- ipotizzò il griefer. Niko annuì, era d'accordo. Così, tornarono indietro fino alla casa di mattoni del Nether in cui erano entrati per andare nel bunker, che a quanto pare era la casa di Stella e Michael. Non appena si avvicinarono alla porta, poterono chiaramente sentire il guaito implorante di Sledge. Sembrava infelice per qualcosa.
-No Sledge, non puoi venire con me. Ti farai ammazzare e non voglio- gli disse Stella, carezzandogli la testa. Sledge mosse la coda, abbassando lo sguardo triste e guaendo di nuovo. Stella sospirò, prendendo un guinzaglio dall'inventario e usandolo per legare Sledge alla fence che sosteneva il tavolo. Il lupo tentò di tirare il guinzaglio per andare verso Stella ma niente, non riusciva a farlo staccare. In quel momento, Stella si accorse del fatto che i tre stavano origliando fuori dalla porta.
-Ehi voi tre, che diavolo ci fate qui?- disse, infastidita. Scoperti, i tre players entrarono.
-Noi? Piuttosto, che stai facendo tu? Dove vorresti andare?- chiese Niko, con tono accusatorio. Stella sospirò.
-Non sono affari vostri.- disse semplicemente, avvicinandosi poi al tavolo da lavoro nel mezzo della stanza. Tirò fuori dal'inventario tutti i diamanti che aveva trovato nel tempio del deserto, cominciando a craftare un'armatura.
-Certo che lo sono. Hai intenzione di abbandonare la città?- disse Spix, guardandola a braccia conserte e con sguardo infuriato. Lei continuò a lavorare in silenzio, ignorandoli.
-Stella... Non mi lascerai qui da solo, vero?- chiese Wesk, con tono triste e sconsolato. Stella si girò a guardarli, reggendo un chestplate di diamante in mano.
-Ma si può sapere che avete ancora? Lasciatemi in pace. Se proprio volete saperlo, ho intenzione di andare a sconfiggere l'Ender Dragon, per cui andate a fanculo e lasciatemi stare- replicò, acida, mettendosi poi a lavorare sugli stivali.
-CHE COSA!?- dissero tutti e tre i player, stupiti.
-L'Ender Dragon nemmeno esiste- disse Niko, scettico.
-Sì che esiste, invece. Ieri sera mio padre è sceso in una tomba nascosta dedicata al player dalla spada di smeraldo, e penso che lì intorno si nasconda il portale per l'End. Se c'è una possibilità, ci devo provare- replicò Stella, senza distogliere gli occhi dal suo lavoro.
-Ma senti, anche ponendo il caso che esista, come speri di sconfiggerlo? Nemmeno quel tizio della leggenda c'è riuscito- rispose Niko. In effetti aveva ragione. Stella sospirò, finendo di craftare anche i gambali e l'elmo.
-Tu non capisci un cazzo, vero?- chiese, guardando Niko negli occhi. Il survival player la guardò, stupito.
-Sì, è evidente. Non capisci. Anche se si uniscono, le fazioni non riusciranno mai a sconfiggere tutti quei mob. Se non tornerà il giorno, sarà tutto inutile perchè quei bastardi continueranno a spawnare senza un limite. Questa è l'unica possibilità che vedo, e se per far tornare il giorno dovrò morire nell'End allora lo farò, e non sarete di certo voi a fermarmi. Sconfiggerò l'Ender Dragon, perchè so per certo che è stato lui a far venire la notte- rispose Stella. Wesk piegò la testa con fare interrogativo. Sembrava interessato.
-E come fai a saperlo?- chiese.
-Beh, l'Ender Dragon è stato intrappolato da un player, no? Quindi, se io fossi in lui, prima di tentare di nuovo di venire nell'Overworld farei sterminare tutti i players. C'è scritto anche nella leggenda che il drago nero porta la notte- sbuffò Stella. Wesk alzò le spalle, cominciando a rovistare nei chest sparsi per la casa alla ricerca di qualche arma che potesse servirgli.
-Che stai facendo?- chiese l'Hardcorer, perplessa. Wesk smise un attimo, guardando Stella come se avesse fatto la domanda più ovvia del mondo.
-Beh, questa è l'idea più stupida, suicida, assurda, con basse probabilità di successo, e alte probabilità di morte che io abbia mai sentito! Mi pare ovvio che vengo anche io- disse, con un sorriso soddisfatto.
-Che!? Scordatelo, Wesk- rispose Stella, con sguardo stupito.
-Scordatelo tu. Vorresti andarci da sola? Male, verrò anche io. L'End è pieno di cristalli esplosivi che rigenerano il drago, e qui hai l'esperto di esplosivi giusto per distruggerli e disinnescarli- disse Wesk, tirando fuori un rotolo di miccia da uno dei chest e mettendoselo in spalla.
-Ehi, già, Wesk ha ragione. Se vai tu, veniamo anche noi. Altrimenti chi terrà a bada gli Endermen mentre tu combatti contro l'Ender Dragon?- rise Niko. Stella sorrise e scosse la testa.
-Siete proprio delle teste di cazzo- disse, divertita.
-Hai un modo strano di ringraziare. Sembra quasi che dica "speriamo che crepi"- rispose Spix. Stella rise, e si rimise al lavoro.
-...Se proprio volete venire con me, preparatevi, o morirete dopo i primi dieci secondi- disse, mettendosi a lavorare all'enchanting table sulla sua armatura. Niko prese in prestito del ferro da Spix per craftarsi una nuova armatura, Wesk si mise a controllare minuziosamente tutti i suoi acciarini e la sua TNT, mentre Spix, al brewing stand, preparò pozioni di forza. Nelle menti di ognuno di loro si stavano ammucchiando valanghe di pensieri, perchè nessuno di loro sapeva se sarebbe effettivamente tornato a casa. Ma, nonostante i pensieri fossero fra di loro contrastanti e stessero spingendo ognuno dei quattro players a lasciar stare tutto, i quattro continuarono a lavorare in silenzio. Stella aveva ragione, se non fosse tornato il giorno sarebbe stato tutto molto più difficile e pure inutile. Dovevano almeno provarci. Lavorarono per delle ore, consumando praticamente tutti i livelli che gli restavano. Stella indossò la sua nuova armatura che aveva appositamente incantato. Fire Protection IV, Blast Protection IV, Thorns III, Projectile Protection IV, Feather Falling IV e Respiration III, ora non c'era nulla contro cui non fosse protetta. Anche la sua spada e il suo arco erano ora circondati da un'aura lucente, segno che erano stati incantati a loro volta. Smite V, Knockback II e Looting III stavano sulla spada, mentre l'arco aveva dalla sua Power V, Flame e Punch II. Niko era ora armato di spada di ferro e protetto da un'armatura a sua volta di ferro. Spix e Wesk non aveano armature, ma Wesk aveva il suo solito carico di dinamite e accendini, mentre Spix un set con varie pozioni comprese pozioni di Invisibilità e qualche splash potion di Rigenerazione. Erano pronti, avrebbero lottato. Stella scese nel bunker, seguita dagli altri, e lanciò un ultimo sguardo a Sledge che guaiva implorante.
-Non ti preoccupare, tornerò presto- gli disse, con un mezzo sorriso. Forse. aggiunse nella sua mente. Quando furono giù Stella spostò la lampada di Pietrarossa con la leva gettandosi giù. La sola visione della tomba di diamante lasciò i tre players a bocca aperta, mentre Stella sembrava concentrata e per nulla stupita. In fondo, l'aveva già vista.
-Stella, come hai scoperto questo posto e perchè è sotto il bunker di tuo padre?- chiese Spix. Stella alzò le spalle. Non aveva alcuna intenzione di rovinare la reputazione a suo padre, e comunque non sapeva perchè fosse proprio sotto il loro bunker. Era un po' curiosa anche lei, ma non era quello il momento di pensarci. Si avvicinarono alla tomba, e Stella aprì il chest nero tirando fuori le perle verdi. Le perle continuavano ad emettere calore, e ricominciarono a vibrare non appena Stella le toccò.
-Cosa sono...?- chiese Niko, avvicinandosi. Il segno nero sulle perle scattò di colpo verso Niko, come se fossero occhi che lo stavano fissando. Niko sussultò e scattò indietro, inciampando sulle slabs che sporgevano e cadendo sulla tomba di quarzo. La tomba emise un suono di vuoto, e le pupille delle perle ricominciarono a fissare Stella.
-Sono... Occhi di Ender- disse Spix - Di solito si usano come elementi decorativi, ma non possono essere lasciati liberi perchè tendono a rotolare via da soli. Non si sa in quale direzione, però.
-Uhm. Io credo di saperlo, invece- disse Stella. Posizionò le perle in cerchio attorno alla tomba, e le perle cominciarono a rotolare verso di essa, sbattendoci contro ripetutamente e lasciandosi dietro particelle viola. I players si guardarono. Com'era possibile? Il terreno era piatto. Stella indicò una delle lastre di quarzo.
-Sfondala, forza- disse a Spix. Lui la guardò stranita.
-Ma sei pazza? E' una tomba, non posso mica...- cominciò, protestando.
-Coglione, il player leggendario è morto nell'End, ti pare che possa essere seppellito qui!?- sbottò lei in risposta. Spix realizzò che aveva appena detto una stronzata e tacque, sfondando una delle lastre con un pugno. Wesk fece appena in tempo a raccogliere le perle, prima che cadessero giù nel buco che stava sotto. Stella guardò giù. Non era un buco molto profondo, l'interno era in quarzo, ma sembrava esserci una stanza sotto. Una forte luce e un piacevole tepore provenivano da sotto, così Stella si riprese gli Occhi di Ender e scese. Sotto la tomba stava una stanzetta larga all'incirca sei blocchi, completamente fatta di quarzo. Atterrarono su una piccola piattaforma che, attraverso un ponticello lungo due blocchi, si congiungeva ad un'altra piattaforma delle dimensioni di otto blocchi per sette, sempre in quarzo, occupata da un altare con delle colonne, a sua volta fatto di quarzo. L'intera stanza era candida ad eccezione della lava che fluiva sotto il ponticello. I quattro si avvicinarono all'altare stando bene attenti a non cadere nella lava. Dentro una cornice di quarzo stavano altri blocchi, stranissimi, di colore verde e giallo, disposti a formare un quadrato cinque per cinque. In alcuni dei blocchi erano inseriti degli Occhi di Ender, che spostarono subito lo sguardo sui players. Immediatamente, Stella capì a che cosa servissero tutti quegli Occhi. Scese nell'anello e posizionò gli Occhi negli slot, saltando via appena prima che comparisse un portale nero fra i blocchi. I players si guardarono fra di loro.
-Ragazzi, siete pronti?- chiese Stella, sfoderando la spada. I players si guardarono fra di loro. In fondo, non lo sapevano nemmeno loro, ma annuirono. E balzarono tutti assieme nel portale.

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Capitolo 14
*** Ogni tanto ***


Yay gente, e finalmente eccoci nell'End xD Tifate, forza, si accettano scommesse(?), la fan fic è ormai quasi finita, 2-3 capitoli e ci siamo ù_ù Sì, 2-3 e non uno, capirete perchè :P Il titolo sì, non ha nulla a che vedere con il capitolo, ma solo con la frase che dirà Stella ad un certo punto in risposta all'Ender Dragon xD

Il viaggio dall'Overworld all'End fu così rapido che a malapena i players si accorsero di esserci arrivati. Semplicemente, fu come se mettere un piede nel portale avesse corrisposto a metterlo sulla piattaforma di ossidiana su cui stavano adesso. Quel mondo era buio, completamente. In lontananza era visibile un'isoletta bianca che fluttuava, mentre un'ombra volava alta nel cielo. I players si guardarono. Stella aveva ragione, l'Ender Dragon esisteva. Ed era lì con loro. Altre ombre si stagliavano sulla pietra bianca, alte, con gli occhi viola. Endermen, erano a decine. Stella prese un profondo sospiro. Erano nella partita, dovevano giocare. Niko si guardò intorno, e gli prese quasi un mezzo infarto.
-SCHELETROOOOOO!- urlò, puntando la spada contro uno scheletro che era seduto sulla piattaforma. Stella si avvicinò. Era immobile.
-No, non è un mob, è...- disse, lasciando la frase in sospeso ed esaminando il corpo. Era seduto e sembrava stare su senza motivo, sebbene la sua schiena appoggiasse sul nulla. Le orbite vuote erano puntate verso l'alto, e le ossa si erano annerite, probabilmente a causa di una fiammata. Le ossa della mano destra erano ancora strette intorno ad un oggetto sfavillante, che Stella prese alzandolo in aria. Una spada dalla lama color verde smeraldo.
-Non ci posso credere- disse Spix, esterrefatto, guardando la lama. Allora la spada di smeraldo esisteva davvero, e anche il player era esistito davvero. Stella rimase a fissare la spada per qualche attimo, guardando poi Spix.
-Spix, dobbiamo arrivare all'isola. Costruisci un ponte- ordinò Stella. Spix annuì, estraendo dei blocchi dall'inventario e cominciando a costruire un sottile ponticello, resistente giusto abbastanza per reggere il peso dei quattro players. Non fu un compito difficile per il Creative, in fondo era nato per costruire. Non appena i loro piedi toccarono la pietra dell'End, gli Endermen si girarono a fissarli. Stella alzò lo sguardo al cielo. Dove diavolo era finito l'Ender Dragon? Un ruggito possente sconquassò ogni cosa. I players estrassero subito le armi mettendosi in cerchio e puntandole verso ogni cosa che si muovesse. Gli Endermen continuarono a fissarli, immobili, e una gigantesca ombra dagli occhi viola si posò su una delle colonne di ossidiana con le zampe posteriori. Era enorme e sovrastava ogni cosa. Wesk individuò subito, vicino a lui, un cristallo viola su una pedana di bedrock, che dirigeva un raggio verso il drago, cominciando già a pensare come salirci senza farsi ammazzare. L'Ender Dragon scrutò attentamente i quattro players, soffermando il suo sguardo su Stella. Sembrava aver notato la spada.
-Tu...
La voce dell'Ender Dragon era profonda e fredda come una tomba, quasi da far raggelare il sangue nelle vene.
-Tu, player, pensavo di averti ucciso... E' solo colpa tua se ora sono qui!- ringhiò verso Stella. Lei alzò un sopracciglio. Credeva che fosse il player leggendario?
-Ma che cazzo dici, stronzetto- sbottò Stella, puntandogli la spada addosso - Non sono stata io ad intrappolarti, ma sarò io ad ucciderti!
L'Ender Dragon rimase stupito per un attimo, piegando l'enorme testa.
-Cosa...? Altri player? Significa che il portale per l'Overworld è stato aperto...? Allora la notte ha funzionato!
Il dragone scoppiò a ridere con aria gutturale. Quindi la notte era solo stata una scusa? Avevano solo fatto il suo gioco? L'Ender Dragon spalancò le ali e si alzò nuovamente in volo.
-Uccidermi, certo. Certo. Non siete i primi che ci provano, e non sarete nemmeno gli ultimi. Se non altro, avrò uno spuntino prima di tornare nell'Overworld!- ringhiò, lanciandosi sui players. Si gettò su Niko, il quale balzò di lato appena in tempo per non farsi azzannare dal drago, che ingoiò soltanto un gran mucchio di aria. Si rialzò in volo, compiendo un largo giro prima di lanciarsi nuovamente all'attacco.
-Attenzione! Sta tornando!- urlò Wesk. Il drago puntò verso Stella. L'Hardcorer, per nulla intimorita, corse verso il drago e, invece di spostarsi, saltò e gli rifilò un colpo di spada sul muso. L'Ender Dragon ringhiò e tornò in alto, più in alto. Uno dei cristalli di Ender lanciò un raggio verso il drago, e in un attimo la ferita fu richiusa. Stella guardò verso Wesk. Era il suo momento. Non potevano ucciderlo, se non avesse distrutto i cristalli.
-Bene gente. Ora quel bastardo se ne starà in alto. Io lo colpirò con le mie frecce, stando su uno di quegli affari di ossidiana. Wesk, disattiva i cristalli o non potremo mai uccidere il bastardo. Niko, se quello stronzo ti attacca menalo forte, altrimenti pensa agli Endermen. Spix, accompagna Wesk, mi serve che lo aiuti a salire fin sopra le colonne. Tutto chiaro!?- disse Stella, ponendo in avanti il suo arco. Niko appoggiò la spada sull'arco, annuendo. Wesk tirò fuori l'accendino e lo appoggiò a sua volta sull'arco di Stella. Anche lui c'era. Spix guardò la sua pozione. Non sapeva perchè fosse lì. Lui era un Creative, non combatteva. Ma anche lui posò la sua arma sull'arco dell'Hardcorer. Avrebbe lottato. Non potevano perdere. I quattro players urlarono alzando in aria le loro armi. Gli Endermen, che fino a pochi secondi prima erano rimasti neutri, realizzarono che quei quattro erano ostili e li attaccarono. Con un urlo inferocito Niko gli si gettò addosso, infilzandone uno con la spada e uccidendolo. Wesk, Spix e Stella corsero via verso la base di una delle colonne, e Spix cominciò a piazzare scale a pioli lungo la colonna. Wesk, arrivato in cima per primo, cominciò ad esaminare il cristallo. Come disinnescarlo? Sotto ardeva del fuoco. Wesk pensò bene di gettarci della dinamite e scendere nuovamente accanto a Stella e Spix che, un po' più in basso, aspettavano che avesse finito. La carica esplose lasciando intatta l'ossidiana e mandando in pezzi il cristallo. Il raggio scomparve e l'Ender Dragon emise un ruggito.
-Che cazzo ha?- chiese Wesk con una smorfia. Stella ci pensò su un po'.
-Credo che il suo potere sia collegato ai cristalli, ragazzi. Dobbiamo distruggerli in fretta- disse Spix. Wesk annuì, e i due scesero in fretta precipitandosi verso la prossima colonna. Stella, invece, salì fino in cima. La colonna era la più alta dell'End, e da lì riusciva a vedere ogni cosa. L'isola era relativamente piccola, anche se gremita di Endermen, che sembravano convergere tutti verso Niko. Il Survival, di canto suo, combatteva furiosamente in mezzo ai mob dagli occhi viola, che cadevano sotto i suoi colpi lasciando a terra soltanto Perle di Ender. Stella estrasse l'arco e incoccò una freccia. Ne aveva più o meno cinque stack, non doveva sprecarne se voleva uccidere il drago. La punta della freccia cominciò a luccicare di vivida luce rossa. Stella socchiuse gli occhi, puntando il drago. Flame non avrebbe perdonato. Stella lasciò andare la coda della freccia e questa partì, come una stella nel cielo nero dell'End, colpendo una delle ali del drago con precisione. Il drago ruggì di dolore, mentre il fuoco si spanse nella carne del drago intorno al punto colpito.
-Sì, cazzo!- urlò l'Hardcorer, ma il drago si avvicinò a uno dei cristalli viola che proiettarono il loro raggio curandolo dalla ferita. Irata dal fallimento, Stella scoccò una freccia verso il cristallo viola, che esplose andando in mille pezzi. Spix e Wesk, nel frattempo, avevano distrutto un altro cristallo. Imputando la colpa a loro, l'Ender Dragon puntò su di loro, caricandoli. Spix, vedendolo arrivare, prese una delle sue pozioni di forza II e la bevve. Appena un istante prima che il drago li colpisse, Spix lo colpì con un pugno al ventre facendolo deviare di colpo. La coda sbattè pesantemente su Wesk, che cadde dalla colonna di ossidiana.
-Wesk!- urlò Spix. Niko, accortosi del fatto, corse verso Wesk e lo raggiunse appena in tempo, afferrandolo. Caddero a terra entrambi e Wesk non spiaccicò Niko per un pelo, ma erano ancora entrambi vivi.
-Come va laggiù?- chiese Stella, dall'alto.
-Tutto... Tutto bene!- confermò Niko, rialzandosi dolorante. Spix, dall'alto, gettò giù una splash potion di rigenerazione sui due, che in un attimo li riportò al loro stato normale. Wesk si guardò intorno. Stare in alto era molto pericoloso.
-Spix!. Scendi, dobbiamo fare una cosa!- sbraitò Wesk. Spix annuì, e scese lungo la scala.
-Qual'è il piano?- chiese Spix al Griefer.
-Non posso tornare lassù o rischio di ammazzarmi. Dobbiamo costruire un cannone di dinamite- spiegò. Spix annuì. Aveva capito, ne aveva visti molti. Avevano una grande potenza di fuoco ed erano ottimi per attacchi da lungo raggio. Tirò fuori dei blocchi e della Pietrarossa.
-Pensate di potermi coprire da questi mentre costruisco?- chiese Spix. Niko e Wesk annuirono, e Spix si mise al lavoro. Nel frattempo, Stella si stava dando da fare per cercare di dare una mano a Niko dall'alto oppure di ferire l'Ender Dragon, che se ne stava in alto ed era difficile da mirare. Doveva pensare a come raggiungerlo, ma intanto la preoccupazione principale erano i cristalli. Se li avessero distrutti tutti, sarebbe stato facile ucciderlo. Con le frecce cercava di mirare ai cristalli, ma erano molto lontani e il buio rendeva difficile colpirli. Riuscì a centrarne altri due prima che Spix riuscisse a finire.
-Niko, attento dietro!- urlò Stella, notando un Enderman che si era teletrasportato dietro il Survival. Niko si girò appena in tempo per vedere della dinamite volare verso l'Enderman ed esplodergli addosso, uccidendolo. Wesk alzò un pollice in segno di ok, e Niko sorrise prima di ricominciare a combattere.
-Finito!- urlò Spix, dopo minuti che sembrarono ore. Il cannone era pronto, mancava solo la TNT. Wesk si posizionò sul retro del cannone proprio sulla leva, passando la dinamite a Spix. Il Creative caricò il cannone e Wesk tirò consecutivamente le leve nell'ordine prestabilito. La prima TNT esplose, e il resto della TNT fu lanciata verso una dei cristalli. Non appena lo colpirono i blocchi di TNT esplosero a loro volta, distruggendo il cristallo.
-SIIIIIIIIII! KA-BOOM! KA-BOOOOOOOOOM!- urlò Wesk con sempre maggiore forza, battendo le mani. Spix procedette a ricaricare il cannone, ma Stella vide che l'Ender Dragon si stava riavvicinando, e stava aprendo la bocca.
-ATTENZIONE!- urlò Stella. L'Ender Dragon sputò una vampata di fiamme verso i tre players a terra. Niko corse in avanti parando con la spada gli altri due. Le fiamme, bloccate dalla spada, si sparsero intorno a loro colpendo gli Endermen e uccidendoli ma lasciando intonsi i players. L'Ender Dragon ringhiò, stava per lanciare un'altra fiammata, ma rapida come la folgore Stella lanciò una rapida serie di tre frecce dirette alla gola dell'Ender Dragon, che si piantarono nella sua carne facendolo desistere dall'attaccare di nuovo. Il mob cominciò a volare in cerca di qualche crtistallo che potesse guarirlo, ma ormai erano diventati ben pochi. Stella, capendo l'antifona, continuò a scoccare frecce verso il drago che era sempre più lontano. Wesk tornò al cannone, ricominciando il suo lavoro e distruggendo anche gli ultimi cristalli rimasti. L'Ender Dragon cominciò a volare sempre più lentamente ed abbassandosi. Un enorme portale di Bedrock spawnò sulla piattaforma di ossidiana su cui i players erano precedentemente arrivati, e il drago cominciò a dirigersi verso di esso volando velocemente.
-Voi... Voi players. Bastardi. Non riuscirete ad uccidermi... No, non di nuovo. Tu, piccola player con la spada di smeraldo, davvero speravi di potermi uccidere? E invece no. Non ce la farai. Hai mai pensato che forse avete fatto una cosa stupida!? Hai mai pensato di mollare!?- ringhiò il drago, girandosi un'ultima volta verso Stella, in piedi su una delle colonne di ossidiana, mentre volava all'indietro verso il portale. Stella lanciò uno sguardo a Spix. Quello, immediatamente, raccolse da terra una delle Perle di Ender lasciate dagli Endermen e la lanciò a Stella. Lei la afferrò, rigirandosela in mano.
-Ogni tanto sì, ci ho pensato. Avrei potuto mollare. Avrei potuto lasciar perdere e dare retta a tutti quegli stronzi che dicevano che avrei fatto meglio a restarmene in esilio. Ma poi ho realizzato che... Non potevo mollare senza provare a quegli stronzi che si sbagliavano!- urlò l'Hardcorer, estraendo la spada di smeraldo e scagliando a tutta forza la perla verso il drago. Quello, stupito, non fece in tempo a spostarsi e la perla gli sbattè sul muso, teletrasportando Stella a mezz'aria di fronte a lui.
-Vai a farti fottere, lucertolina- ghignò l'Hardcorer, un istante prima di rifilare un potente colpo di spada in pieno muso al drago. Senza la forza dei cristalli di Ender, il drago era debole e la spada lo attraversò come se fosse burro. Il dragone ringhiò ed emise un ruggito, mentre la sua pelle si dissolveva diventando luce viola. La luce si fece sempre più forte, sempre più forte, finchè il drago non esplose in una pioggia luminosa verde, viola e gialla, che scagliò brutalmente indietro l'Hardcorer lanciandola vicino al portale dell'End. Stella atterrò in piedi e, grazie al suo Feather Falling, riuscì a non farsi ammazzare. I tre players corsero verso Stella e il portale per l'Overworld, che ora se ne stava lì, aperto.
-Quindi, è finita? Tutto qui?- chiese Niko, indicando il portale.
-No, non è tutto qui. Dobbiamo tornare a casa, e distruggere tutti quei cazzo di mob. Ora, tutto ciò che possiamo fare è tornarcene a casa e unirci alla battaglia. Non so se qualcuno mai saprà che cosa è successo qui dentro, ma devo dire che... Beh, è stato fottutamente divertente- ghignò Stella. Wesk rise.
-Già. Ma, Stella, questo affare ci riporterà a casa, però... Sei sicura di...? Insomma, ecco...- disse, bofonchiando, come se volesse esprimere un concetto che non riusciva a dire.
-Gli Hardcorer non respawnano. Morirai se attraversi il portale?- chiese Spix, fissando Stella negli occhi. Stella alzò le spalle, appoggiando un piede sulla cornice di bedrock del portale e guardandoci dentro.
-Sinceramente non lo so. Ma che cazzo devo fare altrimenti, buttarmi nel Void? Tenterò e vaffanculo- disse, cercando di sembrare noncurante.
-Ma... Ma Stella! Come puoi pretendere che mi butti senza sapere se sarai ancora con noi?- piagnucolò Wesk.
-Beh, evidentemente posso pretenderlo e lo farò a meno che tu non voglia restare qui in mezzo agli Endermen. Su, avanti, smettiamola con questi sentimentalismi e andiamo- sbottò Stella, avanzando verso il portale di ritorno nell'Overworld. Prese un ampio respiro. Era vero, in fondo, gli Hardcorer non potevano respawnare. L'anima degli altri players, dopo la morte, avrebbe potuto respawnare in un altro player, ma la loro no. Sarebbe volata via a comporre un nuovo blocco di sabbia delle anime. Ma ormai, che poteva farci? Aveva riso in faccia alla morte un sacco di volte, e ora forse ci sarebbe finalmente arrivata.
Sì, adesso siamo davvero leggenda. Ma purtroppo nessuna leggenda finisce bene per tutti... Ma pazienza. pensò. E strinse la mano a Niko e Wesk, rientrando nel portale di ritorno.

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Capitolo 15
*** Domani è un altro giorno ***


Il viaggio di ritorno durò qualche secondo in più del viaggio di andata, come se i players avessero volato per una lunga distanza prima di arrivare. La prima cosa che li accolse fu il vento gelido della taiga. Erano respawnati vicino a New Emerald City, per la precisione in una radura che stava dietro un grosso mucchio di blocchi di terra. In lontananza era chiaramente visibile il raggio del faro della città, nel cielo ancora buio. La prima cosa che i tre players fecero fu guardarsi intorno. E Stella dov'era?
-Stella!?- chiamò Wesk, preoccupato. Nessuna risposta.
-Stella, ci sei?- chiamò anche Spix. Un'orribile idea stava cominciando a farsi strada nella loro mente.
-Mh... Ma che cazzo avete da urlare!?- sbottò una voce dall'alto. I tre guardarono su uno dei radi alberi che spuntavano dal terreno, e in cima videro Stella, che se ne stava seduta su un blocco di foglie a guardarli, facendo penzolare le gambe. Con un balzo scese dall'albero, atterrando appena accanto a Niko.
-Stella! Sei viva!- dissero i tre, in coro, felici di rivedere l'Hardcorer sana e salva.
-Beh, o sono viva io o siamo morti tutti e quattro- ghignò Stella. I players, al colmo della felicità, ci misero poco a rendersi conto del fatto che... era tutto esattamente come l'avevano lasciato. Fu Niko ad accorgersi per primo del problema.
-Ma... Ragazzi, se abbiamo sconfitto l'Ender Dragon, perchè è ancora notte...?- disse, spalancando le braccia. Lo sconforto si impadronì dei players. La notte c'era ancora. Perchè!? Avevano sconfitto l'Ender Dragon. Perchè il sole non era sorto!? Perchè era ancora notte? Stella si guardò intorno, smarrita. Non aveva risposte o piani, in quel momento. Non lo sapeva nemmeno lei. Cosa dovevano fare, allora!?
-Scheletri!- urlò Wesk, indicando un punto in mezzo agli alberi. Un gruppo di scheletri, infatti, si stava rapidamente avvicinando a loro, facendo un largo giro e prendendoli di mira con i loro archi. Moltissimi altri mob, a seguito degli scheletri, comparvero dagli spazi bui nella foresta. Molti, molti di più di quanti non fossero stati quando avevano attaccato i Creative a New Emerald City. Stella lanciò una rapida occhiata intorno a sè, ma non c'erano vie di fuga immediate. Dovevano aprirsi la strada combattendo, se volevano riuscire a sfuggire ai mob.
-Stella, siamo spacciati- piagnucolò Spix, preso dallo sconforto. Erano troppi. Nemmeno se gli Hardcorer fossero intervenuti avrebbero potuto vincere. Era finita, avevano perso. Il giorno non era tornato. Il sole non era sorto. I mob li avevano circondati. E ora sarebbero morti. Ma se proprio dovevano morire...
-Non so voi, ma io venderò cara la pelle!- urlò Stella, estraendo le due spade. La spada di smeraldo brillò alla luce della luna, e l'Hardcorer si lanciò urlando verso l'orda di mob, enorme e potente. Gli altri tre non esitarono nemmeno un attimo. Ormai, avevano dato quasi per scontata la propria morte, tanto valeva combattere. E così, a loro volta si misero a correre dietro a Stella, con le loro armi alla mano. Se era la loro ultima battaglia, avrebbero lottato fino alla morte. Il primo mob che capitò sulla strada di Stella fu uno Slime, che fu immediatamente colpito da Stella con entrambe le spade, di taglio. Il mob si divise, ma immediatamente gli slime più piccoli furono uccisi dagli altri tre players. L'Hardcorer non esitò un attimo a buttarsi in mezzo ai mobs che, interdetti, per un secondo non riuscirono ad attaccare. In quei pochi secondi Stella riuscì ad annientare cinque zombie prima che tutti gli altri cominciassero a colpirla. Fortunatamente, i mob si schiacciavano tutti contro i quattro players, facendo come una specie di muro fra loro e il resto dell'orda, ma comunque era molto difficile riuscire a sopravvivere. La dinamite di Wesk riusciva a compiere il lavoro maggiore ma il più delle volte esplodeva molto vicino ai players danneggiandoli un po', e una volta rischiò quasi di esplodergli in mano. Niko parava e menava fendenti senza tregua, mentre i potenti pugni di Spix non lasciavano scampo ai mob, che continuavano ad accumularsi sempre di più attorno a loro. Nessuno di loro si faceva problemi a lanciarsi letteralmente sui players perchè tanto sapevano che, anche se fossero morti, decine di altri avrebbero potuto prendere il loro posto e uccidere i players. Colpiti e stanchi, Stella, Niko, Wesk e Spix stavano per mollare, quando all'improvviso si sentì un abbaiare provvenire da chissà dove. Dalla cima di un blocco di terra, una piccola cosa bianca cominciò a correre giù verso l'orda, rischiarata dalla luce. La luce?
-Sledge!?- disse Stella, esterrefatta, guardando il cagnolino che si lanciò su un Creeper che stava per esplodere, uccidendolo. Un soffuso chiarore cominciò a provenire dall'orizzonte, illuminando i quattro players stremati dalla battaglia e... una fila di altre figure, in posizione ai limiti del mucchio di terra. Il suono di un corno attraversò l'aria. Una, due, tre volte.
-Io... Io...- cominciò Wesk, con le lacrime agli occhi - Riconosco questo suono...- mormorò, guardando gli uomini. Un fragore metallico provenne dai players che Stella identificò come Hardcorer, e improvvisamente i tre players capirono cosa fosse quel suono. Gli Hardcorer sbattevano le spade di piatto contro la loro armatura, producendo quel suono tremendo che, evidentemente, doveva spaventare gli avversari. Ma gli Hardcorer non erano soli. Accanto a loro stavano file di golem di ferro con i loro protetti Creative che li avevano spawnati. I Survival, con molti gatti al seguito, sfoderarono le loro spade con un urlo. Infine, a completare l'esercito, stavano i Griefer, con il loro capitano che continuava a suonare il corno di battaglia. In mezzo a tutti quei players, uno che i quattro conoscevano fin troppo bene alzò la spada lucente di diamante verso l'esercito dei mobs. Un raggio di sole colpì la lama facendola sfavillare, mentre la luce si stava facendo sempre più forte.
-HARDCORER! CREATIVE! SURVIVAL! GRIEFER! Il sole è dalla nostra parte, non lasciamo scampo a quegli stronzi! ALL'ATTACCOOOOOO!- urlò Michael a pieni polmoni. La massa di player si lanciò urlando verso i mob che, indeboliti dalla luce del sole, cercavano riparo sotto le fronde degli alberi. Con una furia ancora maggiore di quella dimostrata dai soli Hardcorer a New Emerald City, i players attaccarono l'orda, forti della luce del sole, respingendola e rincorrendo ogni mob che cercasse di scappare. I primi ad avere la peggio furono i mob non-morti, bruciati dai raggi del sole, e i ragni, che furono neutralizzati dalla luce senza possibilità di attaccare. Niko, Wesk e Spix si unirono alla battaglia, mentre Stella rimase come incantata a fissare il sole mentre la battaglia infuriava intorno a lei. Allora era vero. Ce l'avevano fatta. L'Hardcorer chiuse gli occhi, assaporando il tepore dei raggi del sole che finalmente, dopo mesi in cui la notte aveva imperato, era tornato a portare vita e speranza ai players. La battaglia infuriò per ore, ma era ormai ben chiaro che stava andando in senso unico. I mob erano tanti, ma non riuscirono a resistere sotto il sole e i colpi incessanti delle spade. della dinamite e delle braccia dei golem. I Creeper, tenuti lontani dai gatti che seguivano i Survival, furono gli unici che ebbero un "trattamento speciale" e vennero uccisi a colpi di arco invece che a colpi di spada, per ovvie ragioni. Slime, Scheletri, Zombie, Streghe, Ragni normali e delle caverne, Spider Jockeys, Endermen, Creeper... Nessun mob scampò alla furia dell'orda dei players sopravvissuti. Furono tutti sterminati, e in poche ore fu come se tutti quei mobs non fossero mai stati partoriti dalla notte lunghissima. Solo i segni sui corpi dei players, la sofferenza patita, il ricordo della fame e le armi logorate dal combattimento, ormai, erano le uniche cose che facevano capire quanto quella guerra fosse stata dura e vinta difficilmente. Perchè sebbene la battaglia vera fosse durata solo un paio d'ore, la guerra vera e propria aveva divorato molto più tempo... e molto più sangue. Un sacco di innocenti che il sole non avrebbe riportato indietro. Ma adesso avevano vinto, e nessun Ender Dragon sarebbe tornato a riportare una notte infinita. Stella distolse l'attenzione dalla luce solo quando Sledge venne a sedersi accanto a lei, tirando gentilmente con i denti una parte dell'armatura per far sì che si accorgesse di lui. Stella spostò lo sguardo sul cagnolino e lo prese in braccio. Sledge scodinzolò, stanco per la lunga corsa e il combattimento, leccando una guancia a Stella. Con Sledge arrivò anche Michael, con lo sguardo più infuriato che Stella avesse mai visto.
-Stella!? Si può sapere che cazzo ti è venuto in mente!? Quando ho visto Sledge legato lì a casa e tu non c'eri, e sono sceso nel bunker, la botola era aperta e il portale dell'End attivo... Io... Io...- disse, con la voce quasi tremante dall'emozione, fissando Stella. Non riuscì a dire altro e abbracciò la figlia, incurante del fatto che ci fosse ancora Sledge fra le sue braccia. Così il lupacchiotto si ritrovò in mezzo a quell'abbraccio, scodinzolando felice.
-Non farmi mai più preoccupare così, cazzo- aggiunse poi, ricomponendosi. Tornarono anche Niko, Wesk e Spix. Sembravano conciati piuttosto male, ma erano evidentemente felici. Stella alzò il pollice in segno di "ok". Era stata una vittoria fantastica.
-Ragazzi, avete intenzione di stare fuori dai guai, prima o poi!?- sospirò Michael. Sledge abbaiò scodinzolando, in un tono che sembrava molto un "ma ti pare?", e Stella rise.
-Credo che Sledge ti abbia già risposto- rise. E così, i sei se ne andarono alla volta di New Emerald City, finalmente rischiarata dalla luce del sole.

ZAN ZAN ZAAAAAAAN! Già, e così va anche questo capitolo. La battaglia è una merda, lo so, è corta e brutta, ma non mi sapeva di battaglia finale perchè la vera e propria era contro l'Ender Dragon, quindi mi è uscita un po' banale xD Prossimo in lista: l'Epilogo! Vediamo se riesco a postarlo entro stasera, ma non vi garantisco nulla u.u"

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Capitolo 16
*** Epilogo ***


Sì, la storia è andata proprio così. La nuova leggenda ha cominciato a diffondersi di pari passo con la luce del sole che scacciò le tenebre e distrusse le orde dei mob in giro per il resto dell'Overworld. Il sole stanò anche i players che per tutto quel tempo erano rimasti nascosti con il terrore dei mob ostili, e in breve cominciarono a sciamare verso le città più grandi. Era arrivato il momento di rimettere le cose a posto. Lentamente, tutto sarebbe tornato alla normalità. Le ferite sarebbero state sanate, le case ricostruite, le difese migliorate e le terre divenute selvagge per l'invasione dei mob sarebbero state nuovamente colonizzate. Ma la leggenda non sarebbe mai svanita. Nessuno avrebbe mai dimenticato chi, eroicamente, aveva combattuto per riportare la luce e la vita. E anche per i quattro players, ormai, si poteva vedere la prospettiva di una vita normale!

...O no?

New Emerald City, sette giorni dopo.

Niko fu svegliato dai raggi del sole, che filtravano dai vetri colorati. Sbadigliò e si stiracchiò in tutta tranquillità, pronto a intraprendere una nuova giornata di lavoro. Molto doveva essere rimesso a posto, ed era indispensabile l'aiuto di tutti per riuscirci. Persino Wesk si era messo a dare il suo contributo nella ricostruzione di New Emerald City, abbattendo gli edifici troppo danneggiati e che non stavano più in piedi con la sua dinamite. Spix, che si era ufficialmente unito alla fazione dei Creative players di New Emerald City, aveva partecipato in prima persona alla ricostruzione del palazzo di smeraldo, che ora era ancora più grande di prima. Nella piazza principale, accanto al palazzo, dominava ora una statua di diamante dei quattro players, con accanto pure una piccola statuina di Sledge a grandezza naturale. I lavori procedevano speditamente e molti players di tutte le fazioni affluivano nella città, in cerca di un posto dove stare per un po', prima di ripartire per le varie città più piccole che dovevano essere ricostruite daccapo. Così, come ogni giorno, Niko si alzò pronto a mettersi al lavoro. Con lo sguardo cercò Stella nell'atrio, anche se sapeva già che non l'avrebbe trovata, perchè tutte le mattine usciva a caccia con Sledge nei boschi della taiga. Spix e Wesk dormivano ancora della grossa, così Niko decise di prepararsi del pane con un po' di cioccolata come colazione. Aprì uno dei chest e tirò fuori del grano e dei semi di cacao, craftando poi sul tavolo da lavoro del pane, che tagliò e riempì con i semi. Pensandoci, avrebbe potuto semplicemente preparare dei biscotti, ma ormai tanto valeva. Si avvicinò al tavolo, e solo in quel momento si accorse di un piccolo particolare. La spada di diamante di Stella era appoggiata sul tavolo. Ma se era uscita a caccia, allora perchè non aveva preso la spada? Perplesso, Niko smise di mangiare il suo pane ed esaminò la spada. C'era un foglio posato sul tavolo, appena sotto la lama della spada, con poche righe.
Ma che...? pensò Niko. Leggendo le prime righe, capì che cosa era successo.
-Spix! Wesk! Venite qui, presto!- disse Niko, svegliando i due. Wesk, brontolando qualcosa di incomprensibile, arrivò in cucina, seguito da Spix. Entrambi guardarono Niko come per dire "e che minchia vuoi"? Niko indicò il foglio sul tavolo, sventolandolo davanti alle loro facce.
-E che cazzo, leggilo e basta. Ma aspetta, che ci fa qui la spada di Stella?- chiese, assonnato ma perplesso. Niko scorse rapidamente anche le righe rimanenti, e poi prese un ampio respiro prima di cominciare a leggere.

Ragazzi,
Non aspettatemi per cena stasera, dubito che tornerò.
Ta-daaan, sorpresa. Ebbene sì, ho deciso di andarmene di nuovo da New Emerald City, ve lo dico senza troppi giri di parole. Vi chiederete perchè, lo so, ma la realtà è che nemmeno io lo so. Diciamocelo, ho provato a vivere normalmente per ben sette giorni, ma vi dico la verità... sapete che palle. Davvero esistono players che passano tutta la vita così!? Seriamente? E come cazzo fanno? A sto punto mi viene il dubbio di non essere proprio normale, ma forse è solo una cosa che succede a noi Hardcorer. Infatti fra noi esiste un proverbio: puoi portare un Hardcorer fuori dai guai, ma non porterai mai i guai fuori dall'Hardcorer. Un po' per dire che così è troppo palloso. Me ne sono andata con Sledge durante la notte perchè se mi fossi fatta vedere da voi di sicuro vi sareste messi a rompere i coglioni, come quando mi avete visto partire per l'End. E davvero, so che alla fine avrei finito per acconsentire e farvi venire con me, quindi ho preferito sopprimere il problema all'origine. Davvero, non cercatemi, perchè vi manderò a fanculo se vi vedo. Non preoccupatevi troppo per me, in fondo le terre dell'ovest hanno bisogno di qualcuno che le riporti di nuovo in riga, e non credo di peccare di superbia che nessuno sia meglio di me per farlo. Ma, se comunque vi mancherò così tanto da non poter resistere senza di me (cosa che non mi stupirebbe), potete sempre guardare o usare la mia spada che vi ho lasciato. Prima o poi potrei pure tornare a riprendermela, per cui non vi conviene distruggerla o vi farò fuori. Sì, se siete dei sentimentali del cazzo potete prenderla come una promessa.
Forse, un giorno, ci si beccherà in giro.
Stella, l'Hardcorer con la spada di smeraldo (sì, lo so che suona fottutamente bene ♥)


I tre players rimasero esterrefatti, e Wesk prese in mano la spada, lucente e ancora forte dei suoi incantesimi Smite, Knockback e Looting.
-Quindi Stella... Se n'è andata?- disse Spix, guardando il pavimento con aria triste. Niko annuì, ripiegando la lettera.
-Già. Però ha promesso che ritornerà a prendersi la spada, prima o poi- rispose, guardando la spada che Wesk aveva in mano.
-Quindi, questa sarebbe la garanzia che Stella torni!? Guai a chi la distrugge, allora!- disse il Griefer, menando un paio di fendenti con la pesante arma in diamante.
-Dite che tornerà sul serio?- aggiunse poi tristemente, guardando a ovest.
-Ma certo che tornerà. Vuoi davvero che lasci la sua preziosa spada in mano a noi? Gratis? Nah, non è da lei.- rise Niko. Wesk sorrise. Già, aveva ragione. Così Wesk attaccò la spada alla cintura, e i tre players uscirono per dare la notizia a Michael. Dall'alto delle mura di New Emerald City, Stella sorrise. Sledge, appollaiato sulla sua spalla, emise un piccolo guaito. Stella saltò giù dal muro dalla parte esterna, atterrando in sella ad un cavallo che aveva legato lì sotto.
-Sembrano averla presa bene- commentò, tirando appena le redini del cavallo per farlo muovere. Sledge scodinzolò, scendendo dalla sua spalla e mettendosi a sedere sul retro del cavallo.
-Bene amico, cosa stiamo aspettando? Le terre dell'Ovest ci stanno aspettando!- disse l'Hardcorer, spronando il grosso cavallo nero che partì al galoppo nella frizzante aria del mattino, in direzione ovest.

Le favole non dicono ai bambini che esistono i draghi.
I bambini gia' sanno che esistono. Le favole
dicono ai bambini che i draghi possono essere uccisi.
[Gilbert Keith Chesterton]

 
Ebbene sì, finisce così, con la mia classica citazione di fine fan fiction :P Beh, non so mai che cazzo scrivere alla fine, quindi accontentatevi di questa stronzata ù_ù Spero che la fan fic vi sia piaciuta, e presto ci sarà il seguito di cui posso rivelarvi il titolo: The Minecrafters II - La guerra del Nether. Sì, è una cosa ancora in beta, come tutti i miei titoli, ma a grandi linee dovrebbe essere una cosa del genere. Ora mi ritirerò a fancazzare lavorare alacremente sul prossimo capitolo della fan fiction. Stay tuned! :3
{Stella.

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