The Widow [traduzione di Mr Nobody]

di melinda08
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 

CAPITOLO 1
Aveva sempre saputo che quel giorno sarebbe arrivato, ma non immaginava mai che sarebbe stato per mano di Walt che lei avrebbe perso suo marito. Per gran parte 
della sua vita da adulta tutto il suo mondo si era costruito sul fatto che lei fosse la moglie di Hank Schrader. Lui c'era sempre stato quando a volte lei non era riuscita 
nemmeno a prendersi cura di se stessa. Ora stava succedendo tutto troppo in fretta perché Marie iniziasse anche solo ad elaborare l'accaduto.
Skyler le aveva chiesto di restare a dormire da lei, ma tutto ciò che Marie voleva fare era allontanarsi il più possibile da qualsiasi cosa ricordasse Walter White. Walt. 
Gentile, intelligente, forte... E l'assassino di suo marito. Era troppo da sopportare per lei.
Caduta per terra, avendo fatto solo due isolati da casa White, le lacrime le inondarono il viso mentre ricordava che Hank se n'era andato e che non sarebbe mai più 
tornato. Le aveva telefonato per dirle che aveva arrestato Walt, e quella fu di sicuro l'ultima telefonata della sua vita.
"Zia Marie?"
Non voleva sollevare lo sguardo. Marie continuava a guardare per terra, quasi sperando che venisse divorata dal suolo stesso, cosicché non avrebbe dovuto 
affrontare nessuno. 
Ma era Flynn, Walt Jr., suo nipote. Cercando di riprendere fiato, si asciugò invano il viso e fissò lo sguardo in lontananza. 
"Zia Marie... Non volevo che stessi sola in questo momento. Mamma sarebbe qui, ma deve aspettare che lui riporti Holly."
Lei non disse nulla. Si ritrovò invece a giocherellare con la sua fede nuziale, cosa che non passò inosservata a suo nipote.
"Vorrei..." Trasse un profondo respiro. "Vorrei sapere cosa dire per farti sentire meglio."
Cos'avrebbe potuto dire? Cos'avrebbe potuto dire chiunque per rimediare al fatto che il marito di sua sorella aveva ucciso Hank? Non disse nulla; si limitò invece ad 
annuire, accettando le parole di Flynn.
"Mi odi?"
Finalmente lei alzò lo sguardo su di lui e scosse il capo. "Non potrei mai odiarti. Sei mio nipote, e voglio bene a te e a Holly più di qualsiasi altra cosa."
"Vorrei che non fosse mio padre! Lo odio. È... È un mostro e spero che il cancro lo uccida" urlò Flynn.
"Non so cosa dirti. So che dovrei essere io l'adulta, ma non ho nessuna risposta. L'uomo che abbiamo accolto in casa nostra, testimone al nostro matrimonio, mi ha 
portato via mio marito! Niente che quel bastardo possa mai fare o dire potrà sistemare le cose. Niente!"
Flynn annuì. "È colpa mia."
Per la prima volta dacché aveva saputo la notizia, Marie smise di piangere e osservò con curiosità suo nipote. "Che vuoi dire?"
Ora era la volta di Flynn di commuoversi. "Avrei dovuto saperlo. Avrei dovuto prevederlo. Se avessi saputo, allora magari sarei riuscito a fermarlo. Forse non 
avrebbe fatto ciò che ha fatto se solo fossi stato coraggioso. Se solo..."
"Oh, Flynn. Non è colpa tua. C'è solo una persona da incolpare. Passerò il resto della mia vita ad assicurarmi che quel mostro non faccia del male a te o a mia sorella 
o a chiunque altro" giurò Marie.
"Vuoi tornare a casa nostra?"
Lei fece di no con la testa. "Non posso. Non posso proprio. Tu va' pure. Tua mamma ha già abbastanza cose a cui pensare senza che debba preoccuparsi su dove ti 
sia cacciato."
"Zia Marie..."
Lei alzò gli occhi su di lui.
"Va bene se... Ti dispiace se mi siedo qui con te per qualche minuto?"
Lei fece un cenno col capo, e così per i trenta minuti che seguirono erano solo loro due, a chiedersi come mai avrebbero potuto ricomporre i pezzi delle loro vite che 
Walter White aveva frantumato.

Questo è il link per la storia in versione originale: https://www.fanfiction.net/s/9712793/1/The-Widow

 

NOTE DEL TRADUTTORE

LEGENDA: Narrazione - Flashback - "Discorso diretto"

 


 

CAPITOLO 1


Aveva sempre saputo che quel giorno sarebbe arrivato, ma non immaginava mai che sarebbe stato per mano di Walt che lei avrebbe perso suo marito. Per gran parte della sua vita da adulta tutto il suo mondo si era costruito sul fatto che lei fosse la moglie di Hank Schrader. Lui c'era sempre stato quando a volte lei non era riuscita nemmeno a prendersi cura di se stessa. Ora stava succedendo tutto troppo in fretta perché Marie iniziasse anche solo ad elaborare l'accaduto.

Skyler le aveva chiesto di restare a dormire da lei, ma tutto ciò che Marie voleva fare era allontanarsi il più possibile da qualsiasi cosa ricordasse Walter White. Walt. Gentile, intelligente, forte... E l'assassino di suo marito. Era troppo da sopportare per lei.

Caduta per terra, avendo fatto solo due isolati da casa White, le lacrime le inondarono il viso mentre ricordava che Hank se n'era andato e che non sarebbe mai più tornato. Le aveva telefonato per dirle che aveva arrestato Walt, e quella fu di sicuro l'ultima telefonata della sua vita.


"Zia Marie?"


Non voleva sollevare lo sguardo. Marie continuava a guardare per terra, quasi sperando che venisse divorata dal suolo stesso, cosicché non avrebbe dovuto 
affrontare nessuno. 


Ma era Flynn, Walt Jr., suo nipote. Cercando di riprendere fiato, si asciugò invano il viso e fissò lo sguardo in lontananza. 


"Zia Marie... Non volevo che stessi sola in questo momento. Mamma sarebbe qui, ma deve aspettare che lui riporti Holly."


Lei non disse nulla. Si ritrovò invece a giocherellare con la sua fede nuziale, cosa che non passò inosservata a suo nipote.


"Vorrei..." Trasse un profondo respiro. "Vorrei sapere cosa dire per farti sentire meglio."


Cos'avrebbe potuto dire? Cos'avrebbe potuto dire chiunque per rimediare al fatto che il marito di sua sorella aveva ucciso Hank? Non disse nulla; si limitò invece ad annuire, accettando le parole di Flynn.


"Mi odi?"

Finalmente lei alzò lo sguardo su di lui e scosse il capo. "Non potrei mai odiarti. Sei mio nipote, e voglio bene a te e a Holly più di qualsiasi altra cosa."


"Vorrei che non fosse mio padre! Lo odio. È... È un mostro e spero che il cancro lo uccida" urlò Flynn.


"Non so cosa dirti. So che dovrei essere io l'adulta, ma non ho nessuna risposta. L'uomo che abbiamo accolto in casa nostra, testimone al nostro matrimonio, mi ha portato via mio marito! Niente che quel bastardo possa mai fare o dire potrà sistemare le cose. Niente!"


Flynn annuì. "È colpa mia."


Per la prima volta dacché aveva saputo la notizia, Marie smise di piangere e osservò con curiosità suo nipote. "Che vuoi dire?"

Ora era la volta di Flynn di commuoversi. "Avrei dovuto saperlo. Avrei dovuto prevederlo. Se avessi saputo, allora magari sarei riuscito a fermarlo. Forse non avrebbe fatto ciò che ha fatto se solo fossi stato coraggioso. Se solo..."

"Oh, Flynn. Non è colpa tua. C'è solo una persona da incolpare. Passerò il resto della mia vita ad assicurarmi che quel mostro non faccia del male a te o a mia sorella o a chiunque altro" giurò Marie.

"Vuoi tornare a casa nostra?"

Lei fece di no con la testa. "Non posso. Non posso proprio. Tu va' pure. Tua mamma ha già abbastanza cose a cui pensare senza che debba preoccuparsi su dove ti sia cacciato."

"Zia Marie..."

Lei alzò gli occhi su di lui.

"Va bene se... Ti dispiace se mi siedo qui con te per qualche minuto?"

Lei fece un cenno col capo, e così per i trenta minuti che seguirono erano solo loro due, a chiedersi come mai avrebbero potuto ricomporre i pezzi delle loro vite che Walter White aveva frantumato.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

"Marie, non dovresti essere con le altre a farti sistemare e aggiustare i capelli?" disse Walt sorridendo, avvicinandosi a sua cognata non appena questa mise piede nel 
giardino sul retro di Hank.
"Hank... Come sta?"
"Oh, è un fascio di nervi, ma sai com'è fatto Hank... È troppo orgoglioso per ammettere come si sente davvero."
"È un uomo davvero in gamba, vero?"
"È l'uomo più fedele che abbia mai conosciuto. Non posso fingere di capire come ti senta ora, ma sappi una cosa... Hank provvederà a te e a tutto ciò che hai mai 
voluto in vita tua. Sei in buone mani." Walt mise una mano sul braccio di Marie per confortarla.
Lei sorrise. Forse stava ingigantendo troppo le cose. Dopotutto, c'erano coppie che si sposavano ogni giorno. E per quelle coppie non cambiava nulla, quindi perché 
le cose non avrebbero dovuto migliorare per lei e Hank? "In questo momento penserai che io sia pazza", disse tirando su col naso mentre cercava disperatamente di 
non scoppiare a piangere.
"Penserei che sei pazza se non fossi nervosa".
"Tu eri nervoso...quando hai sposato mia sorella?"
Lui annuì. "Non ero mai stato tanto nervoso in vita mia. E poi stavo sposando questa magnifica donna che era fin troppo per me..."
"E poi c'era il bambino" fece Marie per stuzzicarlo.
"Di sicuro ha contribuito a far crescere la nostra relazione. Ma non scambierei un solo minuto della mia vita che ho passato con tua sorella e Jr. per tutto l'oro del 
mondo. La famiglia è tutto. E ora... Fra pochi minuti tu sarai sposata e pronta per una famiglia tutta tua."
Marie rise e scosse il capo. "No, niente bambini per me. Non ancora, almeno."
"Sei giovane. Magari cambierai idea."
"Marie!" la chiamò la voce familiare di sua sorella. "Marie, che diavolo stai facendo qui fuori? Il giudice è pronto per cominciare e i tuoi capelli..."
"Che hanno i miei capelli?" La mano di Marie scattò istintivamente sulla testa.
Skyler fece per parlare, ma poi cambiò idea. "Sei bellissima." 
Marie la abbracciò, poi rientrarono tutti in casa, pronti per l'inizio del viaggio di Marie e Hank.
00000
"Ce l'hai fatta." Walt sollevò il suo bicchiere per congratularsi col suo nuovo cognato. "Ti sei sistemato bene, amico mio. Se la felicità che ho trovato io con la sorella 
di Marie è un segno, prevedo una lunga vita piena di gioia per voi due."
Hank prese un sorso del suo champagne. "Grazie, amico. Ti dirò, i ragazzi in ufficio avevano scommesso se mai fossi riuscito a saltare il fosso."
"Saltare il fosso? Siamo sposati da cinque minuti e hai già trovato un nome dispregiativo per il nostro matrimonio?"
"Oh, andiamo, Marie. Devi essere pragmatica se sposi uno Schrader."
Tutti quanti risero. Persino Marie abbozzò un sorrisetto, nonostante lo sguardo di disapprovazione che lanciò a suo marito.
"Oh, Marie, Hank..." Skyler li prese per mano. "Voglio che sappiate che io e Walt non potremmo essere più felici per voi. Mi sono sempre preoccupata per mia 
sorella, ma ora so che non dovrò più farlo. È in buone mani, e volevo solo dire... Benvenuto in famiglia." Si sporse e diede un bacio a Hank sulla guancia. 
"Oh, a proposito, Walt... Non ho ancora finito con te..." Marie si girò verso di lui.
"Cosa c'è ora?"
"So che come testimone dello sposo sei stato incaricato della festa d'addio al celibato di mio marito. Essendo tu l'unico uomo vivente, secondo mia sorella, incapace 
di dire bugie... Mio marito ha fatto il bravo?"
Walt sogghignò. "Giuro su Dio che l'ho portato fuori per una bistecca e un paio di birre. Niente scherzi da parte di questi due uomini sposati."
Skyler abbracciò Walt. "Sarà meglio. Anche perché abbiamo appena finito la camera del bambino... E sono sicura che ci sarebbe spazio sul pavimento per un 
compagno di stanza di Junior."
Hank scoppiò a ridere. "Cavolo, e io che pensavo fossi io il duro! Skyler, che ne diresti di venire a lavoro con me uno di questi giorni?"
"No! È già abbastanza brutto che sia tu a ficcarti in quelle situazioni, non trascinerari anche mia sorella!"
Si misero tutti a ridere, poi Hank si volse verso Marie. "Hai proprio lo spirito combattivo, eh?"
"Lotto per ciò in cui credo. E in questo momento credo in te."
Hank attirò la moglie verso di sé e la baciò sotto un coro di "Ooooh!".
Sì, questo fu per lei il giorno più felice della sua vita.

CAPITOLO 2

 

"Marie, non dovresti essere con le altre a farti sistemare e aggiustare i capelli?" disse Walt sorridendo, avvicinandosi a sua cognata non appena questa mise piede nel giardino sul retro di Hank.


"Hank... Come sta?"


"Oh, è un fascio di nervi, ma sai com'è fatto Hank... È troppo orgoglioso per ammettere come si sente davvero."


"È un uomo davvero in gamba, vero?"


"È l'uomo più fedele che abbia mai conosciuto. Non posso fingere di capire come ti senta ora, ma sappi una cosa... Hank provvederà a te e a tutto ciò che hai mai voluto in vita tua. Sei in buone mani." Walt mise una mano sul braccio di Marie per confortarla.


Lei sorrise. Forse stava ingigantendo troppo le cose. Dopotutto, c'erano coppie che si sposavano ogni giorno. E per quelle coppie non cambiava nulla, quindi perché le cose non avrebbero dovuto migliorare per lei e Hank? "In questo momento penserai che io sia pazza", disse tirando su col naso mentre cercava disperatamente di non scoppiare a piangere.


"Penserei che sei pazza se non fossi nervosa".


"Tu eri nervoso...quando hai sposato mia sorella?"


Lui annuì. "Non ero mai stato tanto nervoso in vita mia. E poi stavo sposando questa magnifica donna che era fin troppo per me..."


"E poi c'era il bambino" fece Marie per stuzzicarlo.


"Di sicuro ha contribuito a far crescere la nostra relazione. Ma non scambierei un solo minuto della mia vita che ho passato con tua sorella e Jr. per tutto l'oro del mondo. La famiglia è tutto. E ora... Fra pochi minuti tu sarai sposata e pronta per una famiglia tutta tua."


Marie rise e scosse il capo. "No, niente bambini per me. Non ancora, almeno."


"Sei giovane. Magari cambierai idea."


"Marie!" la chiamò la voce familiare di sua sorella. "Marie, che diavolo stai facendo qui fuori? Il giudice è pronto per cominciare e i tuoi capelli..."


"Che hanno i miei capelli?" La mano di Marie scattò istintivamente sulla testa.


Skyler fece per parlare, ma poi cambiò idea. "Sei bellissima." 


Marie la abbracciò, poi rientrarono tutti in casa, pronti per l'inizio del viaggio di Marie e Hank.


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"Ce l'hai fatta." Walt sollevò il suo bicchiere per congratularsi col suo nuovo cognato. "Ti sei sistemato bene, amico mio. Se la felicità che ho trovato io con la sorella di Marie è un segno, prevedo una lunga vita piena di gioia per voi due."


Hank prese un sorso del suo champagne. "Grazie, amico. Ti dirò, i ragazzi in ufficio avevano scommesso se mai fossi riuscito a saltare il fosso."


"Saltare il fosso? Siamo sposati da cinque minuti e hai già trovato un nome dispregiativo per il nostro matrimonio?"


"Oh, andiamo, Marie. Devi essere pragmatica se sposi uno Schrader."


Tutti quanti risero. Persino Marie abbozzò un sorrisetto, nonostante lo sguardo di disapprovazione che lanciò a suo marito.


"Oh, Marie, Hank..." Skyler li prese per mano. "Voglio che sappiate che io e Walt non potremmo essere più felici per voi. Mi sono sempre preoccupata per mia sorella, ma ora so che non dovrò più farlo. È in buone mani, e volevo solo dire... Benvenuto in famiglia." Si sporse e diede un bacio a Hank sulla guancia.

 
"Oh, a proposito, Walt... Non ho ancora finito con te..." Marie si girò verso di lui.


"Cosa c'è ora?"


"So che come testimone dello sposo sei stato incaricato della festa d'addio al celibato di mio marito. Essendo tu l'unico uomo vivente, secondo mia sorella, incapace di dire bugie... Mio marito ha fatto il bravo?"


Walt sogghignò. "Giuro su Dio che l'ho portato fuori per una bistecca e un paio di birre. Niente scherzi da parte di questi due uomini sposati."


Skyler abbracciò Walt. "Sarà meglio. Anche perché abbiamo appena finito la camera del bambino... E sono sicura che ci sarebbe spazio sul pavimento per un 
compagno di stanza di Junior."


Hank scoppiò a ridere. "Cavolo, e io che pensavo fossi io il duro! Skyler, che ne diresti di venire a lavoro con me uno di questi giorni?"


"No! È già abbastanza brutto che sia tu a ficcarti in quelle situazioni, non ti trascinerari anche mia sorella!"


Si misero tutti a ridere, poi Hank si volse verso Marie. "Hai proprio lo spirito combattivo, eh?"


"Lotto per ciò in cui credo. E in questo momento credo in te."


Hank attirò la moglie a sé e la baciò sotto un coro di "Ooooh!".


Sì, questo fu per lei il giorno più felice della sua vita.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 

L'agente scortò Flynn e Marie a casa di Skyler, dove quest'ultima si teneva stretta la sua bambina. Holly era stata trovata in una caserma di vigili del fuoco, e dopo le valutazioni mediche era stata prontamente restituita a sua madre.
Gli occhi di Marie incontrarono quelli di sua sorella; in quel momento non sapeva neanche cosa dire. All'improvviso le vite di entrambe le famiglie erano cambiate, per sempre, e non potevano immaginare cos'altro il destino avesse in serbo per loro.
"Marie..." iniziò una Skyler sul punto di piangere. Holly prese a chiamare "mamma" e Skyler cercò di consolarla.
"Non c'è niente che tu possa dire che può aggiustare le cose. Né ora, né mai."
"Non avevo idea... Giuro che non avevo idea che fosse capace di una cosa simile..."
"Oh, sì che lo sapevi" sputò acidamente Marie. "Lo sapevi e hai mentito per tutto questo tempo. Hai mentito a me, hai mentito a tuo figlio, e per cosa? Per proteggere quel mostro che chiami marito? Ti è mai passato per la testa che anch'io avessi un marito da proteggere? Dimmi, Skyler, cos'ha fatto Hank per meritarsi quello che gli è accaduto? Tuo marito è scomparso, ma sappiamo tutt'e due che è solo questione di tempo prima che lo trovino. E mio marito? È lì fuori tutto solo e nessuno eccetto Walt sa dove sia. Tutto ciò che Hank voleva era giustizia; e che mi dici della giustizia per Hank? Ti sei mai fermata a pensare come questa storia avrebbe colpito tutti tranne te? No! Tu volevi che, dall'esterno, tutti vedessero questa tua famiglia perfetta che cercava come meglio poteva di tirare avanti. Ma cos'eravate veramente? Era tutta una balla. Walt non ti ha mai amato. Amava solo se stesso e al diavolo tutti gli altri! Tu hai ancora una famiglia da proteggere. Hai uno splendido e sensibile figlio e una bellissima bambina. E che cosa ho io? Cos'ho?"
Skyler annuì con le lacrime agli occhi. Sapeva che non c'era assolutamente nulla che potesse dire che avrebbe potuto anche solo iniziare a compensare l'enorme perdita che Walt aveva causato a Marie.
Lei aveva perso suo marito, da tempo. Ma Marie aveva ragione; aveva ancora i suoi figli. Ma Marie... Cos'aveva ora? Per così tanto tempo Hank era stato il suo mondo, il suo protettore, aveva rappresentato tutto per lei. Adesso quello che Walt aveva fatto era fatto, e non c'era modo di tornare indietro.
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Marie si sistemò nella sua stanza d'albergo per quella notte, non del tutto sicura se fosse mai riuscita a rimetter piede nel posto che aveva chiamato casa assieme a suo marito. Aveva saputo fin dall'inizio che lui era entrato in una professione pericolosa, ma c'era qualcosa di così crudele nel fatto che avesse perso la vita per una delle persone al mondo di cui si era maggiormente fidato che lei non riusciva proprio a comprendere.
Quali erano stati i suoi ultimi pensieri? Aveva capito che la fine era vicina? Aveva provato a chiamarla un'ultima volta? Aveva avuto paura, morendo da solo chissà dove?
Non poteva essere vero. Non poteva e basta.
Walt era un bugiardo. E se non avesse detto la verità nemmeno riguardo a Hank? Forse, per qualche macabra ragione, sapeva dove si trovava e aveva semplicemente deciso di mentire ancora una volta, magari per guadagnare del tempo mentre fuggiva.
Ecco, sì. Hank stava bene, sarebbe tornato a casa da lei. Probabilmente era a casa proprio in quel preciso istante che la aspettava, chiedendosi dove fosse. 
Aprì la porta e disse alla sua scorta di polizia di portarla a casa. In un primo momento questi si rifiutò, ma dopo aver notato quanto fosse determinata, la riportò nel luogo che aveva condiviso con Hank per tutti quegli anni.
In piedi sulla soglia, si guardò intorno, pregando che lui venisse fuori da qualsiasi posto si stesse nascondendo. Lentamente fece qualche passo, esaminando attentamente il luogo per trovare una qualche traccia di suo marito.
"Hank?" chiamò, all'inizio sommessamente, non volendo credere che tutto ciò fosse reale.
"Hank!" Corse in camera da letto, chiamando il suo nome finché la voce non le divenne roca.
Il garage. Doveva essere in garage. Così, lentamente ma fiduciosamente, aprì la porta del posto in cui Hank trascorreva gran parte del suo tempo libero. Birra. Minerali. Scatole su scatole. Lui era lì; tutto in quello spazio urlava il suo nome. Ma la presa di coscienza la assorbì piano piano... Suo marito non sarebbe mai più tornato a casa.
Cadendo in ginocchio, Marie colpì il pavimento e non le importava se si fosse mai rialzata da lì. Hank l'aveva salvata da se stessa durante alcuni dei momenti più difficili nella sua vita, e non avrebbe mai avuto l'occasione di ringraziarlo per averla amata anche quando non era stata poi così carina.
Come sarebbe riuscita a sopravvivere alla notte, non lo sapeva proprio. Ma per ora, era completamente sola, e il pensiero la spaventò come mai nulla l'aveva spaventata prima in vita sua.C

CAPITOLO 3

 

L'agente scortò Flynn e Marie a casa di Skyler, dove quest'ultima si teneva stretta la sua bambina. Holly era stata trovata in una caserma di vigili del fuoco, e dopo le valutazioni mediche era stata prontamente restituita a sua madre.

Gli occhi di Marie incontrarono quelli di sua sorella; in quel momento non sapeva neanche cosa dire. All'improvviso le vite di entrambe le famiglie erano cambiate, per sempre, e non potevano immaginare cos'altro il destino avesse in serbo per loro.

"Marie..." iniziò una Skyler sul punto di piangere. Holly prese a chiamare "mamma" e Skyler cercò di consolarla.


"Non c'è niente che tu possa dire che può aggiustare le cose. Né ora, né mai."


"Non avevo idea... Giuro che non avevo idea che fosse capace di una cosa simile..."


"Oh, sì che lo sapevi" sputò acidamente Marie. "Lo sapevi e hai mentito per tutto questo tempo. Hai mentito a me, hai mentito a tuo figlio, e per cosa? Per proteggere quel mostro che chiami marito? Ti è mai passato per la testa che anch'io avessi un marito da proteggere? Dimmi, Skyler, cos'ha fatto Hank per meritarsi quello che gli è accaduto? Tuo marito è scomparso, ma sappiamo tutt'e due che è solo questione di tempo prima che lo trovino. E mio marito? È lì fuori tutto solo e nessuno eccetto Walt sa dove sia. Tutto ciò che Hank voleva era giustizia; e che mi dici della giustizia per Hank? Ti sei mai fermata a pensare come questa storia avrebbe colpito tutti tranne te? No! Tu volevi che, dall'esterno, tutti vedessero questa tua famiglia perfetta che cercava come meglio poteva di tirare avanti. Ma cos'eravate veramente? Era tutta una balla. Walt non ti ha mai amato. Amava solo se stesso e al diavolo tutti gli altri! Tu hai ancora una famiglia da proteggere. Hai uno splendido e sensibile figlio e una bellissima bambina. E che cosa ho io? Cos'ho?"


Skyler annuì con le lacrime agli occhi. Sapeva che non c'era assolutamente nulla che potesse dire che avrebbe potuto anche solo iniziare a compensare l'enorme perdita che Walt aveva causato a Marie.


Lei aveva perso suo marito, da tempo. Ma Marie aveva ragione; aveva ancora i suoi figli. Ma Marie... Cos'aveva ora? Per così tanto tempo Hank era stato il suo mondo, il suo protettore, aveva rappresentato tutto per lei. Adesso quello che Walt aveva fatto era fatto, e non c'era modo di tornare indietro.

 




Marie si sistemò nella sua stanza d'albergo per quella notte, non del tutto sicura se fosse mai riuscita a rimetter piede nel posto che aveva chiamato casa assieme a suo marito. Aveva saputo fin dall'inizio che lui era entrato a far parte di una professione pericolosa, ma c'era qualcosa di così crudele nel fatto che avesse perso la vita per una delle persone al mondo di cui si era maggiormente fidato che lei non riusciva proprio a comprendere.


Quali erano stati i suoi ultimi pensieri? Aveva capito che la fine era vicina? Aveva provato a chiamarla un'ultima volta? Aveva avuto paura, morendo da solo chissà dove?


Non poteva essere vero. Non poteva e basta.


Walt era un bugiardo. E se non avesse detto la verità nemmeno riguardo a Hank? Forse, per qualche macabra ragione, sapeva dove si trovava e aveva semplicemente deciso di mentire ancora una volta, magari per guadagnare del tempo mentre fuggiva.


Ecco, sì. Hank stava bene, sarebbe tornato a casa da lei. Probabilmente era a casa proprio in quel preciso istante che la aspettava, chiedendosi dove fosse.

 
Aprì la porta e disse alla sua scorta di polizia di portarla a casa. In un primo momento questi si rifiutò, ma dopo aver notato quanto fosse determinata, la riportò nel luogo che aveva condiviso con Hank per tutti quegli anni.


In piedi sulla soglia, si guardò intorno, pregando che lui venisse fuori da qualsiasi posto si stesse nascondendo. Lentamente fece qualche passo, esaminando attentamente il luogo per trovare una qualche traccia di suo marito.


"Hank?" chiamò, all'inizio sommessamente, non volendo credere che tutto ciò fosse reale.


"Hank!" Corse in camera da letto, chiamando il suo nome finché la voce non le divenne roca.


Il garage. Doveva essere in garage. Così, lentamente ma fiduciosamente, aprì la porta del posto in cui Hank trascorreva gran parte del suo tempo libero. Birra. Minerali. Scatole su scatole. Lui era lì; tutto in quello spazio urlava il suo nome. Ma la presa di coscienza la assorbì piano piano... Suo marito non sarebbe mai più tornato a casa.


Cadendo in ginocchio, Marie colpì il pavimento e non le importava se si fosse mai rialzata da lì. Hank l'aveva salvata da se stessa durante alcuni dei momenti più difficili nella sua vita, e non avrebbe mai avuto l'occasione di ringraziarlo per averla amata anche quando non era stata poi così carina.


Come sarebbe riuscita a sopravvivere alla notte, non lo sapeva proprio. Ma per ora, era completamente sola, e il pensiero la spaventò come mai nulla l'aveva spaventata prima in vita sua.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


"Mamma?"
Skylar distolse lo sguardo dalla finestra per vedere il suo figlio più grande in piedi di fronte a lei. In quel preciso momento il suo cuore non avrebbe potuto soffrire più di quanto stesse facendo ora. Non solo aveva perso suo marito e i suoi sogni di un lieto fine, ma, cosa ancora più importante, i suoi figli avevano perso loro padre. Non si era mai sentita così impotente in vita sua.
Sicuramente Junior era stato sfortunato nella vita. Nato disabile, aveva imparato ad essere forte e coraggioso, perlopiù osservando suo padre. Dalla prima volta in cui venne messo tra le braccia di Walt, Junior aveva molto facilmente amato il suo papà. Adorato era probabilmente il termine migliore. Sebbene avessero avuto le loro divergenze nel corso degli anni, in fondo al cuore suo padre era il suo eroe e gli aveva insegnato ad essere il tipo di persona che aveva sempre voluto essere. 
Junior era così giovane, così innocente. Holly era ancora una neonata; per fortuna lei non avrebbe dovuto accettare l'uomo che suo padre era diventato, non ancora comunque. Ma Junior... Nonostante lei avesse tentato di proteggerlo dalle difficoltà della vita, sapeva che non sarebbe riuscita ad aiutarlo ad accettare l'uomo che era suo padre.
"Dovresti dormire un po'. È tardi."
Lui scosse la testa. "Non riesco a dormire. Volevo solo... Volevo vedere come stavi."
Lei sorrise. "Posso prepararti qualcosa? Vuoi che ti faccia la colazione in anticipo?"
Annuì. "Sì, grazie."
Così, senza aggiungere altro, Skyler si mise all'opera per friggere uova e bacon, controllando i suoi figli ogni minuto.
Alla fine si sedettero entrambi per mangiare, con Junior che in un primo momento giocava col cibo.
"Tesoro... So di non essere stata un'ottima madre. Ma voglio che tu sappia quanto io voglia bene a te e a tua sorella. Ho fatto così tanti errori... Ma amare te e Holly non è uno di quelli. Non scambierei un secondo che ho passato con voi due per niente al mondo."
"Perché... Perché non me l'hai detto?"
Lei trasse un profondo respiro. "Credo volessi proteggerti."
"Non credi... Non credi che sia grande abbastanza per sapere la verità? Non sono più un bambino, mamma" esclamò Junior. 
"Lo so. Ma dovevo fare una scelta... E ho deciso di proteggerti. Spero solo che un giorno potrai perdonarmi."
"Non lo so. Non so cosa pensare. So che mio padre non è chi pensavo che fosse, che è un uomo cattivo. E ora tutti a scuola lo scopriranno. Mi prenderanno tutti in giro!"
A Skyler veniva da piangere, ma sapeva che doveva essere forte per il bene di Junior. "No, non lo faranno. Capiranno che tu non sei responsabile delle azioni di tuo padre. Potrebbero anche soprenderti..."
"Smettila! Smettila, mamma! Sappiamo tutt'e due che i ragazzi sono crudeli. Mi hanno sempre preso in giro perché sono diverso, perché parlo e cammino in modo strano."
"Perché non me l'hai detto?"
"Perché...! Volevo rendere papà orgoglioso! Pensavo che se avesse saputo quello che succedeva allora si sarebbe vergognato di andare al lavoro. Che si sarebbe vergognato di avermi come figlio."
Lei si sporse in avanti e gli prese la mano. "Guardami. Guardami. Tuo padre è sempre, sempre stato del tutto fiero di te. Ti vuole bene più di qualsiasi altra cosa al mondo..."
"Allora come ha potuto fare una cosa così? Come ha potuto distruggere la nostra famiglia?"
Era così complicato. Come poteva fargli capire che suo padre non era sempre stato così...così, qualsiasi cosa fosse diventato?
"Le persone fanno delle scelte. Lui ha soltanto fatto delle scelte davvero terribili. Dovrà convivere con ciò che ha fatto per il resto della sua vita."
"Non è l'unico. Anche Zia Marie deve conviverci. Tu e mia sorella ed io, tutti noi dobbiamo conviverci."
"Junior..." Una sola lacrima le cadde sul viso. "Capisco che tu odia tuo padre. Tu... Odi anche me?"
Lui non esitò nemmeno un istante. "Non potrei mai odiarti, mamma. Io ti voglio bene."
Questo era esattamente ciò che Skyler aveva bisogno di sentirsi dire al momento. "Ti voglio bene anch'io, tesoro. Più di quanto tu possa immaginare."
Proprio allora Holly iniziò a muoversi, perciò Skyler andò a controllarla, lasciando un Junior molto ferito e molto confuso solo coi suoi pensieri.CA

CAPITOLO 4

 

"Mamma?"

Skylar distolse lo sguardo dalla finestra per vedere il suo figlio più grande in piedi di fronte a lei. In quel preciso momento il suo cuore non avrebbe potuto soffrire più di quanto stesse facendo ora. Non solo aveva perso suo marito e i suoi sogni di un lieto fine, ma, cosa ancora più importante, i suoi figli avevano perso loro padre. Non si era mai sentita così impotente in vita sua.


Sicuramente Junior era stato sfortunato nella vita. Nato disabile, aveva imparato ad essere forte e coraggioso, perlopiù osservando suo padre. Dalla prima volta in cui venne messo tra le braccia di Walt, Junior aveva molto facilmente amato il suo papà. Adorato era probabilmente il termine migliore. Sebbene avessero avuto le loro divergenze nel corso degli anni, in fondo al cuore suo padre era il suo eroe e gli aveva insegnato ad essere il tipo di persona che aveva sempre voluto essere. 


Junior era così giovane, così innocente. Holly era ancora una neonata; per fortuna lei non avrebbe dovuto accettare l'uomo che suo padre era diventato, non ancora comunque. Ma Junior... Nonostante lei avesse tentato di proteggerlo dalle difficoltà della vita, sapeva che non sarebbe riuscita ad aiutarlo ad accettare l'uomo che era suo padre.


"Dovresti dormire un po'. È tardi."


Lui scosse la testa. "Non riesco a dormire. Volevo solo... Volevo vedere come stavi."


Lei sorrise. "Posso prepararti qualcosa? Vuoi che ti faccia la colazione in anticipo?"


Annuì. "Sì, grazie."


Così, senza aggiungere altro, Skyler si mise all'opera per friggere uova e bacon, controllando i suoi figli ogni minuto.


Alla fine si sedettero entrambi per mangiare, con Junior che in un primo momento giocava col cibo.


"Tesoro... So di non essere stata un'ottima madre. Ma voglio che tu sappia quanto io voglia bene a te e a tua sorella. Ho fatto così tanti errori... Ma amare te e Holly non è uno di quelli. Non scambierei un secondo che ho passato con voi due per niente al mondo."


"Perché... Perché non me l'hai detto?"


Lei trasse un profondo respiro. "Credo volessi proteggerti."


"Non credi... Non credi che sia grande abbastanza per sapere la verità? Non sono più un bambino, mamma" esclamò Junior. 


"Lo so. Ma dovevo fare una scelta... E ho deciso di proteggerti. Spero solo che un giorno potrai perdonarmi."


"Non lo so. Non so cosa pensare. So che mio padre non è chi pensavo che fosse, che è un uomo cattivo. E ora tutti a scuola lo scopriranno. Mi prenderanno tutti in giro!"


A Skyler veniva da piangere, ma sapeva che doveva essere forte per il bene di Junior. "No, non lo faranno. Capiranno che tu non sei responsabile delle azioni di tuo padre. Potrebbero anche soprenderti..."


"Smettila! Smettila, mamma! Sappiamo tutt'e due che i ragazzi sono crudeli. Mi hanno sempre preso in giro perché sono diverso, perché parlo e cammino in modo strano."


"Perché non me l'hai detto?"


"Perché...! Volevo rendere papà orgoglioso! Pensavo che se avesse saputo quello che succedeva allora si sarebbe vergognato di andare al lavoro. Che si sarebbe vergognato di avermi come figlio."


Lei si sporse in avanti e gli prese la mano. "Guardami. Guardami. Tuo padre è sempre, sempre stato del tutto fiero di te. Ti vuole bene più di qualsiasi altra cosa al mondo..."


"Allora come ha potuto fare una cosa così? Come ha potuto distruggere la nostra famiglia?"


Era così complicato. Come poteva fargli capire che suo padre non era sempre stato così...così, qualsiasi cosa fosse diventato?


"Le persone fanno delle scelte. Lui ha soltanto fatto delle scelte davvero terribili. Dovrà convivere con ciò che ha fatto per il resto della sua vita."
"Non è l'unico. Anche Zia Marie deve conviverci. Tu e mia sorella ed io, tutti noi dobbiamo conviverci."


"Junior..." Una sola lacrima le cadde sul viso. "Capisco che tu odia tuo padre. Tu... Odi anche me?"


Lui non esitò nemmeno un istante. "Non potrei mai odiarti, mamma. Io ti voglio bene."


Questo era esattamente ciò che Skyler aveva bisogno di sentirsi dire al momento. "Ti voglio bene anch'io, tesoro. Più di quanto tu possa immaginare."


Proprio allora Holly iniziò a muoversi, perciò Skyler andò a controllarla, lasciando un Junior molto ferito e molto confuso solo coi suoi pensieri.

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