La chiave di Valencia

di ChrisAndreini
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto ebbe inizio... ***
Capitolo 2: *** Un'amara scoperta ***



Capitolo 1
*** Come tutto ebbe inizio... ***


La Chiave di Valencia

 

Come tutto ebbe inizio

 

Le chiavi sono oggetti assai curiosi, sono di solito semplici oggetti che aprono una porta, un cancello, un contenitore… ma cosa sono le chiavi, qual è il loro significato reale, perché sembra normale definire chiave come: “oggetto usato per aprire o chiudere le porte” ma in realtà non sono solo questo.
Ci sono persone che chiudono o aprono le porte, ma quale può essere il significato di ciò. 
Pensate all’espressione, “chiudere le porte in faccia”, è intesa come un allontanamento da una persona che non ti vuole più intorno, oppure pensate a quando si dice “la porta è sempre aperta per te”, che sta a significare che accogli una persona, che la fai entrare nella tua vita senza problemi, che inizi a conoscerla e che l’apprezzi.
Beh, una chiave è lo strumento usato per compiere queste cose, che tu voglia chiudere una porta o chiudere il tuo cuore, se vuoi aprire un cancello o aprire la mente, la chiave sarà sempre lo strumento utilizzato per questo scopo.
Ma le chiavi possono anche perdersi, e se le hai perse dopo aver chiuso qualcosa potresti non ritrovarle mai più, e la tua mente, il tuo cuore, la tua vita potrebbero essere chiusi per sempre.

 

***

Una ragazza dai capelli corvini e gli occhi grigi cerca di imparare a suonare la lira, aiutata pazientemente dalla madre, ma non riesce a raccapezzarsi sulle note e sul tempo, sembra tutta un’altra lingua.
-Valencia! Quello è un sol, non un re- la ammonisce la madre.
“Sole, Re, ma da quando l’astrologia viene mischiata con la nobiltà? Solo nella musica, è chiaro!”
Pensa sconsolata mentre prova ad azzeccare le note, senza molto successo.
-Quello è un mi, non un fa- la rimbecca di nuovo la madre, facendo innervosire sempre di più la ragazza.
-Lency, sei qui?- una voce interrompe la musica.
-Jamert, grazie al cielo!!!!- esclama la ragazza alla figura appena entrata dalla porta -Ehm… cioè… volevo dire… Jamert, si sono qui, sto studiando musica ma ho quasi finito e non serve che continui, quindi possiamo andare in città anche subito- così dicendo posa la lira e si affretta ad andarsene, prendendo l’amico per una mano.
-Dove andate voi due?- chiede la madre alzandosi e mettendo il suo solito cipiglio severo.
“Ma è sorda o cosa?” 
-In città, abbiamo finito il cibo per Light e devo comprare un pezzo di stoffa per rassettare l’abito di Kendal, ci vediamo tra qualche ora- le spiega velocemente la ragazza, pronta a scattare verso la libertà.
-Molto bene, prendi 50 Krin e compra anche un po’ di filo e l’ago, l’ho perso qualche giorno fa mentre rassettavo il tuo vestito azzurro, torna prima del tramonto, mi raccomando!- le dice, poi ripone gli strumenti da lavoro e si affretta a sistemarsi i guanti e uscire fuori per compiere le normali mansioni.
Dopo aver dato da mangiare alle galline…

 

[-Scusa, ragazza, non hai ancora dato delle informazioni fisiche sui personaggi, come faccio ad accettare la tua storia se non mi dai neanche una descrizione, sembra più un libro che una sceneggiatura per un cartone Disney-
-Scusa, ma se mi lascia finire le informazioni le saranno date-
-Beh, voglio un quadro esatto dei personaggi prima di sentire altro, non si capisce neanche il tempo, il luogo e le relazioni tra i personaggi-
-Ok, ok, mi lasci parlare-]

 

Stavo dicendo, dopo aver dato da mangiare alle galline e aver raccolto il mais maturo e la frutta dagli alberi, entra in casa per darsi una ripulita, e si guarda allo specchio.
E’ una donna sulla quarantina, ma non ha ancora perso il suo fascino, nonostante le fatiche che ha dovuto sopportare nella sua vita. Abbastanza alta, di corporatura normale, capelli neri della figlia e occhi verdi. 
Toglie le vesti da lavoro appartenenti al marito e mette un abito femminile.
Un lungo vestito verde foresta con una cintura stretta in vita e lega i capelli in un chignon, poi si appresta a ricevere nuove clienti.
-Salve, posso fare qualcosa per lei?- chiede alla prima figura, una ragazza sui vent’anni alta, magra bionda, insomma, la classica ochetta [-Ok, niente giudizi personali, ho capito-] che le risponde, con occhi malefici e tono piatto:
-Quanto vuole per la fattoria?-
-Cosa? Non è in vendita, qui rammendiamo abiti, coltiviamo, alleviamo e aggiustiamo mobilia, se la cosa non le interessa può anche andare- non ha intenzione di essere scortese, ma la donna le infonde inquietudine.
-Oh, ma io avrò la sua terra, decida lei in che modo, se con le buone o con le cattive- la minaccia infatti la bionda.
-Lasci subito casa mia, la proprietà non è in vendita, lo ribadisco- cerca di cacciarla, ma la bionda toglie i guanti… 

 

[-Si, indossa i guanti e un vestito lungo nero come la notte- 
-Quindi si presume che le donne indossino solitamente abiti lunghi?- 
-Si, esattamente, tranne quando devono lavorare nella fattoria-
-Che scommetto abbia un segreto misterioso-
-Ehm… procediamo senza spoilerare-]

 

…e le dice:
-Ok, passiamo alle cattive-

 

***

-Ogni tanto mamma è proprio testarda- 
Valencia, vestita con gli abiti buoni per la città passeggia per il mercato cercando ciò che le serve. Indossa un lungo abito di velluto rosso con un fiocco in tinta sulla testa che le tiene raccolti i lunghi capelli, ed è seguita da Jamert, il suo migliore amico e vicino di casa, con indosso dei pantaloni e una giacca da città.
-Dai, non sei tanto male a suonare la lira- cerca di rinfrancarla l’amico, ma tanto sa che è inutile, se deve essere sincero sono testarde uguali lei e la madre.
-No, non è vero, non mi ci raccapezzo con tutte quelle note- sbuffa spazientita, mentre osserva un bellissimo pezzo di stoffa arancione della stessa sfumatura di colore e tessuto di quella per l’abito di Kendal.
-Questa è perfetta!- esclama perendo tutto il malumore -Quanto viene?- chiede al negoziante, che le risponde semplicemente:
-40 Krin-
Il malumore torna in meno di un nanosecondo sul volto di Valencia:
-Sta scherzando spero- esclama inorridita -Non ne varrà più di venti- 
-Mi dispiace signorina, i prezzi sono molto aumentati in questi tempi di crisi, ma se vuole ho quel pezzo di stoffa a 25 Krin- e indica un pezzo di stoffa arancione spento e pieno di macchie.
-Non può farmi uno sconto? ho solo 50 Krin e devo comprare molte altre cose-
-Le comprerai con i restanti dieci- risponde semplicemente, Jamert si prepara a trattenere Valencia, che prontamente si lancia verso di lui.
-Ma che razza di aiuto è? Brutto infame figlio di una strega con il morbillo e le pustole, io mi spacco la schiena per fare un bel vestito a Kendal e tu non mi sconti neanche un piccolo pezzo di stoffa, brutto…- ma prima che possa continuare Jamert riesce a trascinarla via e la porta in un vicolo poco lontano per farla calmare.
-Lency, tu sta calma, ci penso io- la ragazza annuisce controvoglia, fumante di rabbia, mentre il ragazzo va vicino al negoziante e parla un po’.
Ritorna da lei con la stoffa e 30 Krin intatti, e Valencia sbuffa con dissenso.
-Perché non l’hai fatto prima?- gli chiede indicando il negoziante e i Krin nella sua mano.
-E’ troppo divertente vederti sbraitare in quel modo, le guance rosse e le movenze maschili, sei troppo te stessa- risponde sorridendole, lei gli fa la linguaccia e lui ride.
-Dato che tu sai trattare, credo che andrò in giro a divertirmi mentre tu finisci la spesa, tanto non hai bisogno di me- e girandosi impettita si gira per andarsene, ma lui la prende per la mano e le stuzzica:
-Ma dai, non fare così, sei solo invidiosa della mia parlantina carismatica-
-Ma certo che no, e comunque ci riesco anche io- così dicendo prende i Krin dalla mano di Jamert e si avvia verso il negozio di animali, per poi tornare dieci minuti dopo con un misero biscottino e soli 5 krin.
Jamert inizia a ridere a crepapelle e lei gli da uno spintone:
-Oh, sta zitto!!!-

 

***

-Volevi vedermi, padre?- Alernis si inginocchia di fronte al re di Arendelle…

 

[-Non puoi usare quel nome, è di proprietà delle Disney, è la città del film “Frozen- Il regno di ghiaccio”-
-Ok, ok, correggo subito-]

 

…Il re di Irindalle, che lo fa alzare e gli dice senza giri di parole il suo volere, al quale dovrà sottostare, volente o nolente:
-Figlio, io e tua madre abbiamo deciso di prenderti una moglie, a breve verrà qui la principessa Cormena, delle isole del Nord… 

 

[-Lo prendo come un plagio, non deve copiare i nomi così-
-Ora mi fa raccontare, i nomi si decideranno poi, va bene?-
-Si, ragazza, continua prima che cambi idea-]

 

…La sua famiglia è molto ricca, e con questa unione riusciremo a fermare la situazione di crisi che verte la nostra terra, Ti prego vivamente di non fare come tuo solito, cerca di accettare la nostra decisione, perché un re deve sempre fare ciò che è meglio per il popolo- 
Dopo il solito discorsetto incoraggiante il re lo congeda.
Il principe si avvia in camera senza esitare, col cavolo che si sposa con una sconosciuta.
Prende una borsa di pelle, ci mette dentro i vestiti più comuni del suo guardaroba e prende un mantello, lasciando il castello, era da anni che desiderava fuggire, ed questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Si avvia verso l’uscita laterale del palazzo ed esce finalmente fuori, all’aria aperta, per le vie del suo paese, finalmente libero.

 

 

 

 

(A.A.)
Ve l’avevo promesso ed eccolo qui, spero vi piaccia.
Gli interventi tra le parentesi quadre sono interventi di Lily e un produttore della Disney, quando è diventata più grandicella, (per chi non ha letto le storia “Diario di una secchiona asociale” vi basti sapere che è la ragazza che ha inventato la storia e che la sta presentando per farci un cartone)
Spero vi piaccia e spero di aver reso bene tutto.
Al prossimo capitolo (che non so quando arriverà)

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Capitolo 2
*** Un'amara scoperta ***


La Chiave di Valencia

Un’amara scoperta 

 

Il principe Alernis cerca di mischiarsi alla plebe, senza vero successo.
Per fortuna le sue apparenze pubbliche sono sempre state molto scarse, e nessuno sembra riconoscerlo, benché gli abiti pregiati e preziosi attirino molte occhiate sospettose.
Osserva la povertà del popolo con grande tristezza, senza credere alla crisi che sta affliggendo la sua gente, finché non si imbatte in una giovane ragazza, che discute amabilmente con un ragazzo, probabilmente il fidanzato, a giudicare dalla confidenza.
Rimane piacevolmente colpito dai suoi movimenti spontanei e allegri, e la osserva per un po’, finché il suo accompagnatore non nota il suo sguardo.
A quel punto guarda altrove, sperando vivamente di non essere riconosciuto o additato come spione.
Prende un vaso dalla bancarella al suo fianco e fa finta di studiarlo.
Intanto la ragazza, che sembra non essersi accorta di niente, si sta lamentando sulla mancanza di soldi e sulla moltitudine di cose da comprare.
-Jam! Mi stai ascoltando?- riprende il suo amico, che osserva sospettoso un punto alle spalle della ragazza.
-Si… quello lì ti fissava- Valencia si gira di scatto, seguendo lo sguardo dell’amico, e nota il principe, che sembra molto interessato a un preziosissimo vaso.
-Sembra che abbia soldi da spendere…- commenta tra se e se.
-No, Lency, non ci pensare neanche- la ammonisce lui, una cosa è farsi abbassare il prezzo, un’altra è rubare.

[-Cioè, fammi capire, la protagonista è una criminale-
-No, certo che no, ma la situazione è disperata, pensano solo di chiedere la carità, ma avendo Jamert la parlantina charm è come un furto-
-Continua, ma non dare brutti insegnamenti-]

-Lo so, ma che altra scelta abbiamo, i nostri sovrani non ci pensano mai a noi, non abbiamo un soldo, in paese- si lamenta lei, non le piacciono il re e la regina, ancor meno le piace il principe, che non si fa mai vedere e vive nel suo splendente palazzo sordo a tutte le lamentele del popolo, viziato e senza sensibilità, almeno secondo lei.
-Non sta bene parlare male dei nobili in pieno centro- le sussurra Jamert all’orecchio.
-Beh… dovrebbero calcolarci, sopratutto quel viziato del principe, quanto manca alla sua incoronazione? un anno? e non l’abbiamo mai visto!- 
Alernis ha sentito tutto, da una parte è terribilmente offeso, vorrebbe subito chiamare le guardie e far rinchiudere la ragazza nelle segrete, ma dall’altra sente che ha ragione lei, dovrebbe tornare a palazzo, sposare quella principessa e dare soldi al popolo.
Decide di seguire un’altra strada.
Posa il vaso nella bancarella e si gira verso i due ragazzi.
-Non è una buona idea parlare male del governo, se le guardie reali vi sentissero passereste un brutto guaio- dice avvicinandosi, i ragazzi trattengono il fiato, girandosi a guardarlo dritto negli occhi.
Valencia, però, si riprende subito.
-Il re probabilmente ci rinchiuderebbe nelle segrete, ma dimostrerebbe solo che noi abbiamo ragione sul suo conto, potrebbe sollevarsi un’ondata popolare, che metterebbe in serio pericolo la monarchia di questo paese, poi i reali sarebbero costretti a scappare, il popolo prenderebbe il comando e sarebbe tutto molto più facile per noi, quindi, se devo dire la mia, non sarebbe così male per i miei concittadini se le guardie mi beccassero, hai qualcosa da obiettare?- dicendo questo si è avvicinata pericolosamente ad Alernis, cha la guarda scioccato, quando lei vede che non risponde aggiunge -E comunque, non si origliano le conversazioni altrui- 
Alernis cerca di riprendersi, affascinato dallo zelo della ragazza.
-Molto studiata, la tua risposta, hai in programma di suscitare una ribellione?- chiede con tono di scherno, che infastidisce la ragazza.
-Se il principe non dimostrerà attitudine al comando e una bravura maggiore a quella del padre… si, assolutamente si- risponde sicura, l’amico cerca di zittirla.
-Prepara le torce- dice allora sconsolato il giovane, sa di non essere bravo al comando e sente che quando la notizia della sua fuga trapelerà la ragazza passerà all’azione.
-Perché, conosci per caso il principe?- chiede la ragazza sospettosa, mentre l’amico prova in tutti i modi a trascinarla via.
-Beh… si… sono… sono… un consigliere di corte- si inventa, dandosi mentalmente dello stupido per essersi messo a parlare con quella paesana, carina, intelligente, molto spontanea, ma pur sempre una paesana traditrice.
Jamert si prende la testa fra le mani sconsolato, Valencia ingoia rumorosamente, ma decine di non abbandonare i suoi ideali.
-Va pure a dire tutto al tuo capo, a me non interessa- dice con più coraggio di quanto ne possegga.
-Non ho intenzione di farlo- dice Alernis -In effetti volevo capire meglio il tuo punto di vista- dietro alla ragazza nota delle guardie reali che stanno setacciando i negozi e le bancarelle, e decide che è meglio tagliare la corda -Ma ora devo andare, magari ci vediamo in giro- e con un elegante baciamano si dilegua tra la folla.
Valencia, si guarda la mano come se venisse dallo spazio, e l’amico le sussurra all’orecchio:
-Affascinante, eh?- con una nota di gelosia.
-Ma figurati, è solo un consigliere corrotto- dice lei scuotendo la testa.
-Oppure un consigliere che si è ribellato- Jamert ha notato che è scappato alla vista delle guardie, ma decide di non soffermarsi troppo sulla faccenda, dopotutto hanno cose ben più importanti a cui pensare.
-Allora, il cibo per Light?- chiede, sventolando i 5 krin.
-Meglio prendere il filo e l’ago, Light si arrangerà- dice con una punta di malinconia.
-Ok, vado io, d’accordo?- le dice il ragazzo mettendole una mano sulla spalla e dirigendosi verso la bancarella con il necessario per cucire.

 

Alernis, nel frattempo, si è rifugiato in un negozio di oggetti usati, perlopiù sembrano vecchie lampade e vasi, ma vede anche dei vecchi manoscritti che sembrano pieni di magia.
Le streghe e i maghi sono banditi dal popolo, la magia è severamente proibita, perché renderebbe il possessore di codesta arte incredibilmente potente e pericoloso.
Si sta chiedendo cosa ci faccia tutto questo materiale quando una ragazza sui vent’anni si presenta al bancone, con un sorriso.
Capelli biondi, occhi color ghiaccio, non sembra affatto di Irindalle.

[-Si, si, va bene, il nome si cambierà, ma ammettilo, è carino-
-Ad Arendelle avere i capelli biondi e gli occhi di ghiaccio è perfettamente normale-
-Si, si, lo so, ma Irindalle è a Sud, non a Nord, è tutta un’altra cosa-
-Prosegui, prima che inizi a perdere la pazienza-]

E’ la seconda ragazza che incontra in pochi minuti, ma gli da una sensazione totalmente diversa.
-Principe Alernis, che piacere averla qui, in negozio- gli dice lei, lui trattiene bruscamente il fiato.
-Deve avermi confuso con qualcun altro- il ragazzo si avvia alla porta, ma questa si chiude di scatto.
-Perché vai via così presto?- chiede la giovane donna, avvicinandosi con fare minaccioso.
-Mi lasci andare, o giuro che…- lui prova a minacciarla, ma lei lo zittisce con un movimento della mano, continuando al suo posto.
-Chiamerai le guardie e mi farai arrestare per uso di magia… le guardie non possono entrare in questo negozio, qui possono entrare soltanto le persone che hanno bisogno di qualcosa, e tu di che hai bisogno, principe?- chiede la ragazza avvicinandosi a lui e scrutandolo attenta.
-Dimmelo tu, strega!- mette nell’ultima parola quanta più rabbia e disprezzo riesce a utilizzare, ma la donna non si scompone.
-Vuoi scappare, non è così, ma non sai come, il mondo è vasto, eppure saresti rintracciato ovunque in pochissimo tempo, io posso darti la magia, posso farti andare lontano dove nessuno mai potrà trovarti, e la possibilità di non adempiere mai al tuo destino- la proposta è molto allettante, vorrebbe accettare, non vede cosa ci sia di negativo nell’accettare una proposta così, ma le parole della ragazza di prima gli rimbombano in testa.
"Se il principe non mostrerà attitudine al comando e una bravura maggiore a quella del padre…”
-No, non accetto, la magia è malvagia, e devi ritenerti fortunata se non ti denuncio- la donna resta molto sorpresa dalla risposta, poi sembra capire qualcosa, e inizia a inquietarsi.
-Questo cambia le carte in tavola- dice con voce fredda e arrabbiata, e con gli occhi malvagi, molto malvagi.

 

Intanto Valencia sta tornando a casa dopo aver finito di fare la spesa, con un po’ di ritardo.

[-Aspetta un attimo, la strega è quella di prima?-
-Alla buon ora, ci sei arrivato solo adesso?-
-Dovevi fare una descrizione più dettagliata, non è colpa mia se non l’hai fatta-
-Ma nel cartone si vedrà meglio-
-Speriamo, Lilian, speriamo-]

-Mamma, sono a casa, scusa il ritardo- urla entrando seguita da Jamert, che porta i pacchetti.
-Ci scusi, ma abbiamo avuto dei problemi a gestire i soldi- spiega Jamert posando i pacchi su un tavolo.

[-Un momento, ma Jamert è il fratello?-
-… No…-
-E chi è?-
-Un amico, solo un amico e vicino di casa-
-Ah… ok… scommetto che ha una cotta per Valencia-
-Odio l’incesto-
-Come scusa?-
-Niente… niente...-]

Dalla casa non si sente alcun rumore.
-Forse è fuori a dare da mangiare alle galline- suppone Jamert, la ragazza annuisce, senza sospettare niente, e si avvia sul retro.
Quando apre la porta, sente il cane abbaiare fortissimo e ininterrottamente.

[-Ma prima non lo sentiva-
-Si… insomma man mano che si avvicinava-
-Dillo però, sii precisa-
-Ma che cavolo, è comunque una bozza per farti capire che bella storia ho creato… pensa, ho anche le musiche-
-Me le farai sentire a tempo debito, prosegui-
-Ok, ma ormai il momento topico e intenso è rovinato-]

Valencia, sentendo il cane, di solito un tipo tranquillo, abbaiare così forte, inizia a preoccuparsi, e si avvia quasi correndo verso il recinto dove Light è rinchiusa, vicino al pollaio.
Quando vede cosa fa abbaiare il cane si porta una mano alla bocca, gli occhi le si riempiono di lacrime, e deve reggersi per non cadere.
Sua madre è stesa a terra, non si muove, e accanto a lei sono incise delle parole sulla terra:
“La fattoria sarà mia”

 

 

 

 

 

(A.A.)
Quando Lily lascia uno spazio bianco è perché comunica un spoiler, se avete letto il “Diario di una secchiona asociale” lo sapete già, se no, potete anche vederlo evidenziarlo, ma è un grande spoiler che ci sarà fra molti capitoli.
Spero che questo vi sia piaciuto e spero che in tanti lo leggano e lo recensiscano.
Al prossimo capitolo.

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