Don't Get Too Close.

di liamsvans
(/viewuser.php?uid=619554)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1. ***
Capitolo 2: *** Chapter 2. ***



Capitolo 1
*** Chapter 1. ***


Ero a casa di Brad, il mio migliore amico, insieme alla mia migliore amica Charlotte, più comun      emente chiamata Lottie.
Io sono Cornelia, ma tutti mi chiamano Lea, frequento il penultimo anno di college e vivo a Londra insieme alla mia famiglia. Ho una sorella più piccola, e un fratello più grande di nome Bob.
Ho occhi color mattone, sono strani , tendenti al rosso; il mio oculista ha detto che sono rari e che sono molto fragili perché la mia pupilla ha una forma strana dovuta ad un trauma subito nella pancia di mia madre.
 
“Lea vieni in cucina.” Lottie mi chiamava, la dovevo aiutare a lavare i piatti.
“Che ne dici di andare al bar in centro?”
“Alle 1O di sera?”
“Sì, che c’è di male?”
“Mh, nulla.”
 
Finito di lavare i piatti, salutai il mio ragazzo, io e Lottie uscimmo di casa dirette verso il bar del centro. C’erano ancora persone che barcollavano in mezzo alla strada:ubriachi, persone normali, coppiette felici e bambini che stavano ancora giocando a palla.
 
Arrivate al bar, ci sedemmo al bancone per prendere qualche caffè. All’improvviso, come fosse niente entrò una banda di ragazzi e ragazze che potevano avere la mia stessa età. Sapevo già che cosa ci facevano lì.
Una di loro mi si avvicinò sussurrandomi delle parole incomprensibili; Lottie era spaventata, lo si notava dal colore dei suoi occhi che cambiavano in base all’umore.
Le appoggiai una mano sulla gamba:
“Va tutto bene, tranquilla.”
Lei era l’unica che sapeva il mio segreto.
 
Mi alzai dallo sgabello su cui pochi secondi prima mi trovavo seduta, tranquilla e spensierata:
“Lo sai che sei una di noi.” Mi disse un ragazzo, era biondo, occhi azzurri, bassino ma muscoloso. Mi portò in un angolo. Lì si trovava la ragazza che mi sussurrò all’orecchio quelle parole.
 
“Cornelia Wilson, giusto?”
“Si.”
“Sei una di noi, lo sai?”
“Si.”
“Allora perché non vieni con noi?”
“Perché voglio rimanere con gli esseri umani.”
“Ma essere un licantropo, non è così tanto terrificante.”
“Non voglio essere una di voi, punto.”
 
Mi alzai, quasi scacciandola via. I miei occhi erano diventati neri, di un nero dentro il quale non si riesce a vedere facilmente. Anche gli occhi della ragazza erano diventati neri, ma il suo era quasi un grigio. Era nervosa e arrabbiata, con me, così alzò la mano in direzione della mia schiena, e lasciò la prima scarica:caddi a terra, quasi priva di sensi.
 
“Non ti lasceremo andare così facilmente, sei una donna-lupo troppo rara, i tuoi occhi non si trovano ovunque.”
In quel momento, vidi un ragazzo alto, capelli color castano e occhi color ghiaccio:anch’egli era un licantropo.
Ma era diverso, era strano, non aveva quell’aria cattiva che hanno tutti i licantropi. Lui aveva qualcosa in più, un qualcosa che gli umani chiamano ‘cuore’.
M’incantai a quella vista angelica. 
 
“Louis, caro mio.” Disse la ragazza mettendogli un braccio intorno alle spalle.
“Dimmi.”
“Portala via.”
 
Mi prese per un braccio e mi guardò fisso negli occhi, non voleva farmi male.
Potevamo sentire ciò che pensava l’altro, era la prima volta che mi capitava.
 
-Ti porterò via.- sussurrò nella mia mente. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chapter 2. ***


-Ti porterò via.- sussurrò nella mia mente.
A quelle parole rabbrividii. Pensavo a Lea,  a Brad, a mia sorella e a mio fratello. Avrebbero vissuto senza di me, dio, il solo pensiero mi faceva scendere le lacrime.
 
Il ragazzo mi prese per un braccio, con violenza, e mio portò nella sala principale del bar, nella quale mi stava aspettando Lottie.
 
“Tieni, è tutta tua.” Le disse il ragazzo.
Mi abbracciò, ansimando e piangendo. Lei mi adorava, e io adoravo lei. Uscimmo dal bar, lasciando quel gruppetto di deficienti lì dentro.
***

La mattina seguente mi alzai in tutta calma. Ero da sola in casa:mia madre era andata a lavoro insieme a mio padre, mio fratello era uscito con la sua ragazza e mia sorella era andata al campo estivo.
Suonarono alla porta. Andai ad aprire, convinta fosse il postino: 
“Buongiorno.” Dissi aprendola.
 
Ma sbiancai, quando vidi il ragazzo dagli occhi color ghiaccio.
“Devi andartene, o verranno a prenderti.” Dopo questa frase si dileguò nel nulla. Inziavo davvero ad avere paura, potevano essere ovunque, anche nel posto più impensabile come per esempio camera mia. E fu proprio da lì che sentii i primi rumori.
L’anta dell’armadio sbatté forte, la finestra si aprì da sola e la sedia continuava a muoversi ininterrottamente. Senza pensarci, presi il cappotto e uscii di casa. Forse erano rumori provenienti dalla mia testa per il troppo stress. Arrivata a metà tragitto per casa di Lottie vidi la ragazza che avevo incontrato la sera precedente, era seduta su una panchina al parco. Stava tranquillamente parlando con un moretto; non era inglese, si notava dai lineamenti.
Decisi di non farmi scoprire e inziai a correre, senza far rumore. Arrivata a casa di Lottie, suonai alla porta. Mi aprì suo fratello:
“Josh, c’è Lottie?”
“No, è appena uscita.”
“Sai dov’è andata?”
“Stava venendo da te.”
 
Cazzo. Sbiancai all’improvviso, era in pericolo e me lo sentivo.
“Josh, non è che mi presteresti la tua macchina?”
“Certo, ma riportamela entro oggi pomeriggio. Tieni, queste sono le chiavi, fai attenzione. Ci si vede.”
Mi fece penzolare le chiavi davanti alla faccia, le presi al volo uscii.
 
Arrivata nel mio cortile, corsi verso la porta ma rimasi pietrificata:era aperta.
“Lottie, sei qui?”
 
Mi arrivò un colpo alla testa e persi i sensi.
***
 
Mi trovavo distesa sul divano con una borsa di ghiaccio in testa. Accanto a me c’era Lottie con un ragazzo, muscoloso, alto, capelli castano chiaro simili ai miei, occhi color ambra e barbetta attraente.
 
Non lo conoscevo. E poi, come si trovava uno sconosciuto in casa mia?!
“Lottie.” Sussurrai ancora stordita.
“Stai a riposo. Lui è Liam, mi ha aiutato a soccorrerti.”
“Chi mi ha dato la botta in testa?”
“Tu stessa hai detto che avevi sbattuto al mobile. Sono stata io a trovarti per terra stamattina verso l’ora di pranzo. Ho detto ai tuoi che saresti rimasta a mangiare da me, quindi hanno deciso di non tornare, giusto per non preoccuparli, mentre ho avvisato Bob, del fatto che non c'era bisogno che tornava perchè in casa non c'era nessuno e infine Ally, è rimasta a pranzo da una sua amichetta. Tutto risolto.”
 
C’era qualcosa che non mi quadrava. La porta d’ingresso era aperta e so per certo di aver ricevuto una botta in testa. Forse erano stati loro, avevano provato a stordirmi.
 
Mi limitai ad annuire.
“Come stai?” Mi chiese il ragazzo dalla barbetta sexy.
“Meglio. Ma chi sei? Non ti ho mai visto da queste parti.”
“Sono il tuo nuovo vicino.”
“M-Ma i White non hanno venduto la loro casa.”
“Invece sì.”
 
Quel ragazzo aveva un che di misterioso.
 
“Lasciamola dormire.” Disse Lottie sussurrando.
 
Mi addormentai.
***
Avevo dormito per 3 ore, consecutivamente. Lottie non c’era, e non c’era traccia nemmeno di quel ragazzo, Liam. Ero da sola. 
Mi si accese il telefono:era arrivato un messaggio da Lottie.
 
-Vieni qui tra 10 minuti, è importante ti aspetto.-
-Arrivo.-
 
Cercai di alzarmi dal divano, mi girava un po’ la testa ma decisi di non farci caso e di concentrarmi magari, su quello che mi avrebbe detto Lottie. 
Presi il cappotto, allacciai le scarpe e uscii di casa chiudendo a chiave la porta, sperando che al mio ritorno non la ritrovassi aperta. Presi le mie cuffiette dalla borsa e le attaccai al telefono, cliccando play sulla mia canzone preferita ‘Demons’ degli Imagine Dragons.
Sentivo dei passi dietro di me.
Mi girai la prima volta, ma non c’era nessuno.
Lo feci per altre due volte, ma spuntò solo un gatto dal cespuglio.
 
E quando poi una mano si poggiò sulla mia spalla, mi sentii svenire.  Mi girai di colpo, stavo morendo di paura.
“Che ci fai qui da sola?” Era il ragazzo di oggi. Liam.
“Sto andando da Lottie, ma piuttosto, tu come hai fatto ad essere così veloce?”
“Faccio atletica.”
“Capisco.”
 
Cercavo di non calcolarlo, facendogli capire che non mi interessava la sua presenza e che andavo di fretta, ma lui insisteva sul chiedermi come stessi. Era strana questa attenzione, tra l’altro da una persona a me sconosciuta.
Arrivai davanti casa di Lottie. Suonai. Mi girai per salutare Liam, ma lui era scomparso, eppure venti secondi prima la sua voce faceva imponenza nel mio orecchio.
“Lea!” Lottie mi urlò in faccia. Non c’ero con la testa, stavo pensando all’estrema velocità di quel ragazzo, e tutti gli avvenimenti avvenuti in quella giornata.
Il ragazzo dagli occhi color ghiaccio.
La botta in testa.
Il ragazzo dalla barbetta attraente.
La sua velocità.
 
Tutte queste cose erano collegate in qualche modo, ma la cosa bella è che non riuscivo a capire come. 



-----------------------------------------------
Spazio autore. 

Ciao a tutte/i, questa è la prima storia che posto (con questo account). 
Come avete visto nei due capitoli iniziali, Lea è una 'donna-lupo'. L'idea mi è venuta grazie ad un sogno fatto qualche giorno fa, e piaciuta
la trama, ho deciso di farla diventare una storia. 
In questa storia ci saranno molti colpi di scena e segreti. 

Spero vi piaccia.

Baci xx. 
-Sabrina:) 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2406744