Un'avventura sott'acqua

di FlameOfLife
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontri voluti dal destino ***
Capitolo 2: *** Due supernova nello stesso sottomarino ***
Capitolo 3: *** I Pirati Heart ***
Capitolo 4: *** Conoscersi meglio ***
Capitolo 5: *** Che il divertimento e la guerra abbiano inizio! ***
Capitolo 6: *** Cuoca di bordo provvisoria ***
Capitolo 7: *** Mare, sole, chiacchiere e mostri acquatici ***
Capitolo 8: *** 6 ottobre: un giorno speciale ricco di sorprese ***
Capitolo 9: *** [SPECIAL 1] - Di sgorbi spacciati per disegni e grasse risate ***
Capitolo 10: *** Risveglio movimentato nella camera del Capitano ***
Capitolo 11: *** E' giunto il momento dei saluti ***
Capitolo 12: *** Tra impegni vari, la mente continua lo stesso a ruotare intorno a loro ***
Capitolo 13: *** Non si può raggirare il proprio cuore ***
Capitolo 14: *** Battuta sul tempo dallo stratega ***
Capitolo 15: *** Primo giorno sotto il Jolly Roger di Trafalgar Law ***
Capitolo 16: *** Caccia ai Tesori! ***
Capitolo 17: *** Una distrazione alquanto particolare... e maliziosa! ***
Capitolo 18: *** [SPECIAL 2] - Scontro tra titani ***
Capitolo 19: *** Come può scombussolarti un semplice bacio ***
Capitolo 20: *** Cambio di rotta ***
Capitolo 21: *** Di nuovo insieme! ***
Capitolo 22: *** "Pugno di Fuoco" e "La Fenice" ospiti dei Pirati Heart ***
Capitolo 23: *** Ace, ti presento Law... Law, lui è Ace ***
Capitolo 24: *** Una chiamata inaspettata ***
Capitolo 25: *** Quando la propria paura diventa incubo ***
Capitolo 26: *** Inganni e verità: il messaggio di Kyoko ***
Capitolo 27: *** Una lucciola si spegne... ***
Capitolo 28: *** ...ma non lo fa per sempre ***
Capitolo 29: *** Si dia inizio alle danze! ***
Capitolo 30: *** Tra Zoo-Zoo, Rogia e Paramisha ***
Capitolo 31: *** [SPECIAL 3] Il gelato dai mille gusti +1 ***
Capitolo 32: *** Due battaglie diverse, un obiettivo comune ***
Capitolo 33: *** Il forte non vince. Quello che vince è forte ***
Capitolo 34: *** Esalato l'ultimo respiro ***



Capitolo 1
*** Incontri voluti dal destino ***


LxK




“Stupido cane del Governo che non è altro! Non poteva farsi gli affaricci suoi e lasciarmi in pace?! Diamine!”

In tarda mattinata, appena sbarcata sull’Arcipelago Sabaody -un’area collocata vicino all’imponente Red Line che, trattandosi di un agglomerato di mangrovie giganti denominate “Yarukiman”, non era segnata da alcun Log Pose-, avevo percepito nell’immediato che sarebbe accaduto qualcosa di problematico, ma mai avrei pensato di essere sfortunata a tal punto da incontrare di persona uno dei tre Ammiragli della Marina militare, Borsalino Kizaru, con tanto di marines al seguito, intento a farsi un giretto per la zona alla ricerca delle Supernova presenti.

“Ed io che speravo di riuscire a sbrigarmela in fretta, per poter ripartire subito… Al diavolo lui e la mia solita sfiga!”

Malgrado le fitte di dolore derivanti dalla ferita subita alla spalla destra, che si accentuavano ad ogni mio singolo movimento, continuai imperterrita a correre il più velocemente possibile tra i vari vicoli poco trafficati per porre maggiore distanza tra me ed i nemici.

Raggiunsi il confine della città in breve tempo, ritrovandomi ai pressi di una radura seminascosta da folti cespugli da dove provenivano alcune urla. Incuriosita da ciò, mi arrestai un momento per comprendere la situazione e, al col tempo stesso, recuperare fiato.


???: Sei un fottuto chirurgo da quattro soldi!! Vedi di non metterti più sulla mia strada!!

???: Calma, Eustass-ya. Perfino un individuo dalla tua scarsa intelligenza dovrebbe sapere che, sbraitare come un ossesso, non giova per niente alla salute… Siediti e rilassati

???: Non azzardarti a darmi ordini, bastardo, altrimenti ti ammazzo seduta stante!!

???: Quindi, tendi a ringraziare così una persona che ti ha generosamente offerto una mano ed un consiglio medico? Non sei affatto gentile, sai? Fufufu

???: Di’ un’altra parola ancora, e spaccherò a suon di pugni quella faccia da schiaffi che ti ritrovi!!

“Siamo sul nervosetto andante, eh?”

Nell’immaginarmi la probabile espressione furibonda del tipo starnazzante, mi venne da ridacchiare tra me e me. Comunque sia, giacché in tal posto non tirava aria buona, decisi di deviare percorso incamminandomi da tutt’altra parte. Tuttavia, non accorgendomi di una maledetta radice sporgente, che mi fece inevitabilmente inciampare, urlando ruzzolai giù per la collinetta verso i tipi strambi volutamente evitati giusto un istante prima.

Poco prima di attivare i miei poteri per evitare di schiantarmi chissà dove, qualcosa mi fermò ed attutì la caduta. Mezza stordita, riaprii gli occhi e mi raddrizzai di busto, controllando di non aver apportato ulteriori danni alla ferita pulsante; per fortuna era rimasta quasi nel medesimo stato, soltanto la testa mi girava leggermente.


Io: Cavoli, che botta! Ma devono capitare tutte a me, oggi!?

Sbuffando contrariata, diedi una veloce sistemata ai vestiti e rialzai il cappuccio della felpa blu scuro con cerniera -alzato in precedenza per depistare chiunque m’inseguisse-, onde evitare di farmi riconoscere da alcuno.

???: Urgh… Che cazzo è stato!?

All’improvviso, il terreno sotto il mio fondoschiena cominciò ad oscillare con movimenti bruschi ed irregolari. Fu solo allora, che mi accorsi di essere comodamente seduta sulla schiena di un giovane ragazzo.

“Oh, ora mi spiego perché il prato sembrava bello morbido, eheh”

Alzatami con un rapido balzo, presi a studiare l’aspetto del povero malcapitato appena travolto dalla sottoscritta, il quale si stava lentamente riprendendo: carnagione chiara, quasi pallida; capelli corti di un rosso acceso, sparati in aria a forma di fiamma; occhi scarlatti circondati da un tratto nero; niente sopracciglia; naso particolarmente sottile, pure storto, e fisico ben scolpito che lasciava intravedere i suoi possenti muscoli.

Dal suo abbigliamento stravagante, si capiva che doveva trattarsi di un soggetto particolare. Indossava: occhiali da aviatore sulla nuca; pelliccia lunga tendente al marrone-rossiccio tenuta aperta, avente delle borchie sulle spalle; pantaloni neri dal motivetto giallo alquanto bizzarro; stivali marroni scuro; due cinture, di cui una verde con la fibbia raffigurante un quadrifoglio, mentre l’altra blu composta da un nastro; due braccialetti d’oro ai polsi, e una bandoliera che parte dalla spalla destra per andare ad allacciarsi alla vita, dove vi sono contenuti un pugnale con elsa in stile giapponese e una pistola a pietra focaia.

Infine, fattore che mi fece sbattere diverse volte le palpebre e chiedermi mentalmente se non necessitassi di un paio d’occhiali, fu l’aver notato le sue unghie laccate di nero e le labbra di un intenso color viola.


“Fermi tutti. Non si tratta di rossetto, vero?”

???: Oy, Kidd, stai bene!?

Il suo amico lo affiancò per aiutarlo a risollevarsi. A differenza del primo, la sua carnagione era più scura, i capelli biondi arrivavano fino ai fianchi e il fisico, seppur allenato, era ben proporzionato. Teneva: un casco bianco a strisce azzurrine con numerosi fori a coprirgli il viso; camicia nera con pois bianchi, sbottonata all’altezza del petto; pantaloni azzurri; fascia rossa legata attorno alla vita e, ai polsi, delle specie di guanti metallici ai quali vi erano attaccate due lame falciformi rotanti -che, molto probabilmente, riponeva nelle fodere legate al fianco destro quando non la situazione non richiedeva il combattere-.

“Per una qualche strana ragione, mi sembrano famigliari. Che mi sia capitato di vederli in passato?”

???: Secondo te, puoi star bene dopo che almeno 70 kili ti sono piombati addosso!?

“Mmh, forse sono… Come, scusa!?”

Realizzando ciò che le mie orecchie avevano udito, socchiusi gli occhi con fare glaciale. Se prima riservavo una minima intenzione di conversare civilmente per scusarmi dell’increscioso accaduto, adesso le mie scuse erano andate bellamente a farsi benedire.

Io: Per tua informazione, io non ne peso manco sessanta, IDIOTA!

Entrambi si voltarono all’unisono verso di me, uno guardandomi confuso –o, almeno da come piegò la testa nascosta dal casco, così mi parve-, l’altro prendendo ad incenerirmi sempre più indurendo lo sguardo ad ogni secondo che passava. Si erse bello eretto, sovrastandomi di almeno una spanna o due -stesso fatto valeva per il biondino- e puntandomi contro un dito del braccio sinistro non infilato nella manica dell’indumento.

???: TU! Allora è colpa tua! Come hai osato!?

Io: Ehi, sono inciampata e poi caduta. Non l’ho fatto mica apposta, eh!

???: E così, vorresti farmi credere di avermi preso in pieno per puro caso!? Con tutto questo spazio!? Sicuro!

Io: Questa è la verità, libero di non credermi. Cosa potevo farci, se eri in mezzo alla mia discesa? Per di più, grosso come sei, sarebbe stata comunque un’impresa ardua evitarti anche volendolo

Dietro di me, ad un paio di metri di distanza, qualcuno se la sghignazzò di gusto ma, poiché la testa rossa prese ad avvicinarmisi minacciosamente iniziando quasi a fumare dalla rabbia, prestai maggior attenzione a lui.

???: Io.non.sono.grasso!

Io: Non mi pare di aver affermato nulla di simile… non direttamente, per lo meno

Mi squadrò per qualche secondo poi, da come scoppiò a ridere, presumibilmente non dovette aver compreso il significato della mia affermazione e, di conseguenza, si era ricreduto sul fatto che gli avessi dato del grasso.

???: Ho capito cosa volevi fare, ma non c’era bisogno di giungere a tanto!

Perplessa per l’andamento del discorso, alzai un sopracciglio e gli chiesi delle delucidazioni a riguardo.

???: Tu volevi cadermi tra le braccia! Lo so, lo so, faccio questo effetto a tutte voi donne arrapate, soprattutto grazie ai pettorali che mi ritrovo, ghiahahahah

“Grandioso. Fra tutti, dovevo proprio imbattermi con uno dall’ego smisurato?”

Io: Certo, mi metto a rotolare a caso per le colline perché sono rimasta talmente ammaliata da codesta bellezza, da non riuscire nemmeno a reggermi in piedi. Non per dire ma, tecnicamente parlando, non sono caduta fra te tue braccia, bensì sulla tua schiena… Sai, sei bello comodo come sgabello, eheh

Furibondo, caricò un bel destro per sferrarmelo dritto nello stomaco, tuttavia il suo amico intervenne prendendolo e strattonandolo per il braccio, riuscendo in tal modo a farlo desistere e calmare in parte.

???: Vedi di tenere a freno la lingua, se no avrò il piacere di staccartela personalmente. E tu, pezzo di merda, smettila di ridertela se no, appena avrò finito con questa qui, concerò per le feste anche te!

Inclinò il capo leggermente a sinistra, posando il suo sguardo dietro di me, il che mi fece voltare a mia volta.

Accanto ad una mangrovia, vi era un orso bianco in piedi sulle zampe posteriori, con tuta arancione e stivali marroni, insieme ad un altro ragazzo appoggiato al tronco con le braccia conserte e una gamba piegata.

Portava: un cappello bianco maculato marrone scuro; felpa gialla con cappuccio e maniche nere sulla quale vi era raffigurato un Jolly Roger; jeans azzurri dal motivetto simile al copricapo e scarpe scure a punta. Teneva, tra le sue mani e sostenuta sulla spalla sinistra, una Kikoku -una spada piuttosto lunga e grande simile alla classica nodachi a due mani-, con la guardia ricoperta da pelliccia bianca e una cordicella rossa arrotolata vicino all’apertura da dove partivano diverse croci bianche che percorrevano tutto il fodero nero.

Quel tipo aveva stampato in viso un ghigno di puro divertimento e, non appena i nostri sguardi si incrociarono, mi parve addirittura di vederlo allargarsi.

Non feci molto caso al suo aspetto fisico, poiché mi persi per un frangente nei suoi occhi; c’era qualcosa in lui che aveva svegliato improvvisamente la mia curiosità, sebbene non seppi spiegarmi il motivo.

Mi ripresi dai miei pensieri solo quando il rompiballe di prima aveva preso a chiamarmi in continuazione, ricordandomi che esisteva pure lui. Annoiata, mi rigirai.


Io: Cosa c’è, ancora?

???: Sei fortunata, ragazzina. Oggi sarò magnanimo, quindi farò finta di non aver sentito nulla, ma devi rimediare al torto che mi hai fatto

Io: Sentiamo, cosa vuoi? Ti avviso, in questo momento sono a corto di soldi

???: Oh, non è un problema. Ci sono ben altri modi che una donna può usare per farsi perdonare dal qui presente

Ghignando maliziosamente, iniziò a scansionarmi da capo ai piedi. Meno male che la felpa mi era bella comoda e che indossavo pantaloni bianchi a pinocchietto e scarponcini neri, così non poté studiarmi scrupolosamente da depravato quale pareva essere.

???: Beh, anche se non hai in mostra molto, sembri una bella bambola. Perché non vieni con noi per spassarcela un po’? Ci facciamo una bella bevuta e molta compagnia

Al solo immaginarmi ciò, inorridii a tal punto da farmi comparire la pelle d’oca.

Io: Desolata, ma mi vedo costretta a rifiutare. Preferisco morire seduta stante, piuttosto che seguire un pazzo, permaloso e maniaco come te. Inoltre, ti sei mai visto allo specchio? Manco io che sono una ragazza mi trucco con quintali di prodotti… sembri una Drag Queen

Questa volta, dalla vena che cominciò a pulsargli energicamente in fronte, compresi di avergli fatto perdere completamente le staffe, e non fui l’unica.

???: Pessima mossa, sorella. Adesso non riuscirò a fermarlo nemmeno io

˜˜˜˜˜
Nelle vicinanze, nel frattempo…

???: Capitano, cosa facciamo? Non sarebbe meglio intervenire?

A tale domanda l’interpellato, intento a seguire la vicenda senza distrarsi un singolo istante, increspò maggiormente l’angolo destro della bocca verso l’alto.

???: Non è affatto necessario. Per di più, sono curioso di vedere come se la caverà

˜˜˜˜˜
???: CON CHI CREDI DI STAR PARLANDO, BASTARDA!? SONO UNO DELLE DODICI SUPERNOVA ED IL PIU’ FORTE! NON MI FACCIO METTERE I PIEDI IN TESTA DA NESSUNO, SOPRATTUTTO DA UNA MOCCIOSA INSIGNIFICANTE COME TE!!!

“Dunque è questo che pensi sul mio conto, eh? D’accordo, allora vorrà dire che non ti dispiacerà se mi divertirò ancora un po’ con te, ah?”

Con un’idea balenatami in mente, lo scrutai con fare fintamente interrogativo.

Io: Scusa ma, sei sicuro di ciò che affermi?

???: E con questo cosa cazzo vorresti insinuare!?

Io: Molto strano… Mi ricordo il viso, il nome e il soprannome di quasi tutte le supernove: Portuguese D. Kyoko “Lampo Giallo”; Monkey D. Rufy “Cappello di Paglia”; Roronoa Zoro “Il Cacciatore di Pirati”; Trafalgar Law “Il Chirurgo della Morte”; Jewelry Bonney “Pozzo senza fondo”; X Drake “Bandiera Rossa”; Basil Hawkins “Il Mago”; Scratchmen Apoo “Il Ruggito dei Mari”; Urouge “Il Monaco Pazzo”; Capone “Gang” Bege “Padrino”; il tuo amichetto accanto, nonché Killer “Il Massacratore”; tu, invece…

Nel voler dare enfasi alla mia recita -in modo da far innervosire maggiormente quell’energumeno-, presi il mento con una mano, mentre l’altra l’appoggiai sotto il gomito facendo finta di rimuginare sulla sua identità.

Io: …non riesco proprio a focalizzarti

???: Mi pigli per il culo!? Io son-

Tesi una mano di fronte a me per zittirlo.

Io: Ma nooo, che smemorata che sono! Sei Eustass “Capitano” Kidd! Devo aver avuto un vuoto di memoria, per essermi dimenticata della tua faccia da travestito, eheh

Grazie al mio haki, riuscii ad evitare tutti i suoi attacchi senza il benché minimo sforzo. Dopo cinque minuti abbondanti, si fermò per riprendere fiato.

Kidd: Fottuta! Chi diavolo sei!? E come hai fatto!?

Come mi ero prefissata, l’avevo fatto ricredere sul mio conto e così, poiché avevo speso fin troppo tempo prezioso, optai con lo sbrigarmi e farla finita.

Io: Segreto. Vi ringrazio per la piacevole chiacchierata, ma altre questioni mi chiamano. Statemi bene, neh!

Kidd: Decido io quanto potrai andartene. KILLER!

Il tipo mascherato, dopo aver attivato le sue lame che presero a ruotare ad una velocità strepitosa, con un balzo si scagliò contro di me.

Da abitudine, usai il mio braccio destro per brandire la mia arma, e il movimento brusco mi provocò molto dolore, tant’è che l’arto cominciò a non rispondere ai mie comandi.


˜˜˜˜˜
???: Capitano! E’ apparsa una macchia consistente di sangue all’altez-

???: Ho notato. Deve essere ferita gravemente… Quando ti do il segnale, prendila con te e corri verso il sottomarino. Tra poco i marines giungeranno, perciò meglio non tergiversare sulla fuga

???: Aye!

˜˜˜˜˜

Killer non aveva perso tempo. Appena accortosi del mio breve momento di distrazione, l’aveva sfruttato al volo per trapassarmi interamente il collo ed il ventre con le sue lame affilate.

Nessuno mi aveva ancora riconosciuta pertanto, sotto lo sguardo allibito dei presenti, videro il mio corpo tornare integro nell’arco di una misera manciata di secondi.


Killer: Frutto del diavolo

Kidd: Ora sì che le cose si fanno interessanti! Vediamo come se la cava se le tiro addosso tonnellate di ferro!

Allietato dalla notizia appresa, volle entrare in scena a sua volta: aprì una mano vero l’alto e, poco dopo, su di noi cominciò a fluttuare qualsiasi oggetto di metallo.

“Vero. Se non erro, lui ha mangiato il frutto che gli permette di controllare il magnetismo”

Io: D’accordo. Visto che non volete ascoltarmi, passerò alle maniere forti.

Con un rapido scatto, atterrai tra Kidd e Killer cogliendoli di sorpresa e, altrettanto velocemente, portai rispettivamente una mano chiusa a pugno ai loro toraci.

Io: Sayonara… denki shock!!!

Rilasciai di colpo l’elettricità concentrata in esse -cercando comunque di contenermi in parte-, spedendoli lontani per qualche metro l’uno all’opposto dell’altro, esattamente contro il tronco delle mangrovie.

Io: Bene, finalmente sono sistemati

Mi girai su me stessa per tornare da dove ero arrivata e continuare in quella direzione, ma notai i due tipi di prima -beh, il tipo e l’animale di prima- che mi stavano osservando ancora. Tuttavia, in quel istante, quel ghigno mi parve diverso da quello precedente, tant’è che non riuscii ad interpretarlo.

In ogni caso, distolsi lo sguardo e continuai a proseguire per la mia strada come se nulla fosse. Compiuto qualche passo, però, mi sentii sempre più debole, finendo più avanti con il rallentare e barcollare; mi sentivo prosciugata d’energie e, come se non bastasse, la spalla divenne più pesante. Ricontrollandola, mi spaventai un bel po’: la felpa si era impregnata del mio sangue, andando ad attaccarsi/seccarsi leggermente alla pelle.


Io: Merda!

In preda ad un attacco di panico, si aggiunse pure un forte giramento di testa e, successivamente, la vista mi si annebbiò. Tentai di raccogliere le ultime forze per rimanere in piedi, ma invano.

???: Bepo, ora!

Un soffio prima di cadere a terra letteralmente di faccia, l’orso con la tuta mi era corso incontro, intercettandomi con un braccio e, dopo avermi sollevata delicatamente da terra e stretta al meglio nel suo abbraccio, partì via di corsa. Volevo intimargli di mettermi giù e lasciarmi stare eppure, stanca com’ero, non riuscii a fare nulla se non a rimanere immobile; la sua pelliccia era talmente morbida e calda che, meccanicamente, mi ci abbandonai sopra come se fosse un confortante giaciglio, permettendo ad un perfetto sconosciuto di toccarmi e cullarmi.

L’ultima cosa che intravidi chiaramente prima di perdere i sensi fu il suo compagno che, nel correre, si era voltato per un breve istante verso di noi, guardandomi intensamente e con tanto di ghigno sulle labbra.

Sebbene lo avessi appena incontrato, pensai subito che quel ghigno dovesse rappresentarlo più di ogni altra cosa.








Angolo autrice ^^:

Sciau a tutti!
Eccomi qui ad incimentarmi con una nuova storia, per di più una long! :3

Questa ff l'ho scritta un pò di tempo fa -iniziata per gioco con una mia amica- e, dato che sta diventando un vero "progetto", ho deciso di pubblicarla su EFP per vedere se oltre alle persone che mi conoscono, il mio piccolo esperimento possa piacere anche a voi ;)

Ho già un pò di capitoli scritti, quindi non avrei problemi ad aggiornare settimanalmente (verso il venerdì sera).
Tuttavia, prima vedrò come va con un paio di essi. Se fa furore -ahah, certo XD- la continuerò, altrimenti... nulla, tentar non nuoce ^^

Ci tengo solo a dir 2 cose, poi ho finito di rompere, lo prometto eheh:
- scrittura stile copione: so che ad alcune non convince molto però, non essendo ancora così brava da non usarlo, ho adottato questo. Comunque, il mio non è proprio a copione. Diciamo una via di mezzo tra esso e la normale stesura :P
- arco di tempo della storia: come avrete capito, il tutto comincia da dopo gli eventi dell'Arcipelago Sabaody.
Qui non ci sarà la guerra di Marineford perchè:
1°- amo Ace, quindi non lo farei mai morire u.u
2°- è una LawxOC, quindi suddetta guerra sarebbe un pò fuori tema. Sfrutterò il fatto che i Mugiwara spariranno dalla circolazione a causa di Kuma e decideranno di allenarsi per far si che non accada più un evento simile.
E, in questo arco di tempo, non si sa cosa abbia fatto realmente Law, eheh

Bene, mi ritiro prima di fare un angolo autrice più lungo del capitolo XD.

Kiss :3
Flame

P.S. Il 1° capitolo lo dedico a colei che sopporta le mie pazzie e mi ha convinta a buttarmici dentro.
Arigatou, FedeAle1525 <3

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Capitolo 2
*** Due supernova nello stesso sottomarino ***


LxK




Bip… Bip… Bip… Bip… Bip…

“Cos’è questo rumore fastidioso?”

Lentamente aprii gli occhi, venendo colpita in pieno dalla luce di una lampada appesa al soffitto.

Una volta ripresami e messo a fuoco, mi accorsi di essere in una stanza con le pareti di metallo dipinte di bianco, arredata solo di alcuni armadietti e lettini -uno sul quale vi ero sdraiata- con dei macchinari lì vicino.

Era molto luminosa e vi regnava un forte odore di medicinali, simile a quello che si percepiva nelle farmacie.

Mi era sempre piaciuto quel profumo che si veniva a creare. Lo trovavo dolce e, per qualche strana ragione, anche rilassante.


“Dove mi trovo? E cosa ci faccio qui? Ero a Sabaody e l’ultima cosa che rammento è quell’ors-”

All’improvviso mi ricordai di tutto e, involontariamente, mi misi eretta sul lettino scattando sull’attenti.

Pessima mossa. La mia pelle, dal collo fino a metà braccio destro, iniziò a bruciarmi completamente.


Io: Ahi!

Cercai di ristendermi, ma ad ogni tentativo mi sentivo sempre peggio.

???: Ferma, non ti muovere

Mi voltai verso il mio interlocutore. Sorpresa di essere in sua compagnia -visto che non avevo percepito la sua presenza-, rimasi immobile come mi fu detto.

“Ancora lui…”

Lasciò in sospeso quello che stava facendo alla scrivania e iniziò ad avvicinarsi.

Temendo che volesse farmi qualcosa, mi misi sulla difensiva, pronta ad attaccare al suo primo movimento falso.

Lui, intuendolo, si fermò e ghignò.


???: Se volessi farti del male, non ti avrei nemmeno medicata, non credi?

Lo guardai perplessa e lui, in risposta, mi indicò la spalla che mi bruciava. Solo allora mi accorsi di indossare unicamente i pantaloncini e il reggiseno azzurrino.

Tutta la parte destra del mio corpo da sopra il seno era totalmente ricoperta di bende.


“Mi ha curata”

Prima ancora che ritornassi a prestargli attenzione, lui mi aveva già affiancata, ponendo dei cuscini dietro la schiena per far sì che riuscissi a stare seduta senza soffrire troppo.

???: Ti è andata bene che lì presente ci fossi anch’io se no, dato che stavi svenendo, non ti saresti salvata tanto facilmente dall’ira di Eustass-ya o dai marines che sarebbero sopraggiunti a breve

Io: Tu sei Trafalgar Law, “Il chirurgo della morte”, vero?

Law: Piacere di conoscerti, “Lampo giallo”

Lo fissai incredula.

Io: Come hai fatto a capire chi sono?

Law: Fufufu, chiamalo sesto senso

“Deve essere un tipo sveglio. La foto per la mia taglia è stata scattata tre anni fa e in quel momento avevo i capelli neri lunghi fino a metà schiena con qualche ciocca tinta di rosso. Adesso, invece, mi arrivano poco sotto le spalle e tingo il ciuffo davanti di un blu mare per mettere in risalto i miei occhi neri come la pece. Per finire, non ho dato chissà quale dimostrazione dei miei poteri, perché il colpo inferto ha avuto effetti all’interno del corpo, non fuori… che in realtà mi conosca più di quanto voglia farmi credere? Uhm, no, non penso. Perché mai dovrei interessargli?"

Decisi, per il momento, di accantonare le mie riflessioni.

Io: La cara drag queen, al contrario, non si è accorta di nulla

Law: Da come puoi aver notato da sola, lui ragiona solo attraverso la forza fisica. Comunque, ti faccio i miei complimenti. Non sono molti quelli che lo sfidano e lo fanno tacere con poco

Io: Mi ha dato della mocciosa insignificante senza nemmeno sapere nulla sul mio conto e siccome odio i palloni gonfiati, si meritava una lezione

Ed ecco spuntare il suo solito ghigno.

Law: Notevole, ma ti informo che hai perso molto sangue e ho dovuto farti una trasfusione. Quando sei ferita, ti conviene pensarci due volte prima di iniziare un combattimento

Io: Quello che decido non è affare tuo

Law: Fufufu, il mio era solo un consiglio

“Certo, un consiglio. E da quando in qua lui è un tipo così premuroso?”

Io: Ho sentito parecchie voci sul tuo conto. Di conseguenza, so che non sei uno dal buon cuore da salvare una ragazza solo perché è in difficoltà, soprattutto se questa potrebbe essere una tua nemica… perché l’hai fatto?

Non ne fui sicura ma, per un istante, il suo sguardo mi parve più vivo.

Law: Mi annoiavo e ti ho trovata interessante

“A quanto pare oggi è la mia giornata dagli incontri bizzarri”

Io: Beh, alla fine non importa. Qualunque sia il motivo, ti ringrazio. Vorrei potermi sdebitare in qualche modo

Law: Oh, a questo ci penseremo poi, fufufu

Io: Ehm, ok… ah proposito, quanto ci metterò a guarire?

Law: La ferita era parecchio profonda, ma non ha danneggiato nulla di importante in modo serio. Con il dovuto riposo, si cicatrizzerà tutto in una settimana e un paio di giorni

Prese una cartelletta rigida dei documenti e iniziò a confrontarne il contenuto con quello che riportava la macchina vicino al mio letto collegata al mio braccio.

Nel frattempo, poiché non ero più il suo pensiero principale, mi misi ad analizzarlo: ragazzo magro di media altezza; pelle un po’ scura che in confronto alla mia rosina appariva olivastra; occhiaie evidenti sotto gli occhi dalle iridi di un grigio profondo che ricordavano il cielo nuvoloso; capelli blu scuro che in lontananza li si davano senza problemi per neri; basette e piccolo pizzetto.

Alle orecchie erano presenti due paia di orecchini d’oro a forma di cerchio.

Sulla mano sinistra, partendo dal pollice, aveva tatuate le lettere D,E,A,T,H, il che mi portò a riflettere se il soprannome che gli avevano affibbiato e il quale lo rendeva il pirata famoso qual era, derivava solo da quello e dal fatto che fosse un chirurgo.

Anche sulle mani aveva dei tatuaggi, delle sfere nere con qualche spuntina.

Stessa cosa valeva per le braccia. Portava le maniche della felpa arrotolate, perciò potei scorgere i tatuaggi che vi erano sotto di esse. Differivano leggermente dagli altri.


Law: E’ da maleducati fissare così intensamente qualcuno

Io: Eh? Ah, sì, scusa

Agitai un po’ la testa per riscuotermi, mentre lui continuò a trascrivere sul foglio ghignando divertito. Una volta finito, lo ripose al suo posto e aprì un cassetto.

Law: Il bruciore già da domani non lo sentirai più. Per sicurezza, ti somministro un antidolorifico

Io: Va bene

Estrasse una siringa e una boccetta con dentro del liquido azzurro. Dopo averlo inserito nello strumento, mi pulì la pelle con un batuffolo di cotone e dopo m’infilò l’ago alla giuntura della spalla.

Odiavo le punture. Mi bastava vederle per assumere un’espressione a dir poco scandalizzata.

Comunque, non volendo sembrare una bambina -soprattutto davanti a lui-, cercai di rimanere calma e ferma, distraendomi guardando altrove e pensando ad altro.


Law: Il frutto del diavolo che hai mangiato ti permette di manipolare l’elettricità, non è così?

Io: Frutto Denki-Denki no mi, tipologia Rogia. Il mio corpo è fatto di pura elettricità

Law: Dunque, chi ti ha colpita sa usare l’haki

Io: E’ stato l’Ammiraglio Kizaru. Me lo sono ritrovata all’improvviso davanti a me in piazza

Law: Ecco perché lui ed i marines non ci avevano ancora trovati

Io: Era lì per voi?

Law: Dovevano catturare me, Eustass-ya e Mugiwara-ya

Io: Rufy? Cosa avete fatto?

Law: Fufufu, niente di che, solo un po’ di baldoria alla casa d’aste

“Eheh, ti cacci sempre nei guai neh, Ru?”

Law: Per evitare che ci scovassero, siamo dovuti partire subito

Io: Perciò ora siamo sulla tua nave?

Law: Sottomarino, in ogni caso sì

Revisionai attentamente in giro, non tralasciando nessun particolare.

Ero curiosa e d’altro canto, come si poteva non esserlo? Quando può capitarti di salire su un sottomarino utilizzato come nave pirata? Per giunta appartenente ad un’altra supernova!


Law: Riuscirai a visitarlo tutto

Riposai lo sguardo su di lui, sorpresa da tale affermazione.

Law: Ritoccheremo terra tra un mese

Io: Dove siete diretti?

Law: Isola Red Flower

Io: Non andate verso l’isola degli Uomini Pesce per poter entrare nel Nuovo Mondo?

Law: Per ora non rientra nei miei piani, fufufu

Io: Capisco. Beh, si prospetta un viaggio interessante, eheh

Si soffermò a guardarmi per un paio di minuti. A differenza dell’esperienza vissuta con Kidd, non m’infastidì per nulla perché capii che lo fece solo per studiarmi al meglio.

Doveva essere un tipo molto scrupoloso, oltre che pianificatore.


Law: Sarei curioso di conoscere il tuo potenziale e le capacità del tuo frutto

Io: Magari in questo mese riuscirai a vederle. Se ti dicessi tutto ora, che gusto ci sarebbe?

Questa volta fui io a ghignare e rividi sul suo volto il sorriso indecifrabile che notai alla radura.

Law: Adesso riposati

Io: Aspetta, ho un’ultima cosa da chiederti

Con un cenno di capo, mi diede il permesso di continuare.

Io: Visto che sono stata spogliata, dove sono finiti i miei effetti personali e la mia arma?

Restò in silenzio per qualche minuto per poi, stranamente, ridersela ancora.

Law: Mi aspettavo un’altra domanda

Io: Ovvero?

Law: “Chi mi ha spogliata?” o “Come ti sei permesso di toccarmi?” robe simili… non me l’hai ancora chiesto e quelle rare volte che ho curato delle femmine, si preoccupavano prima di questo che della loro salute

Io: Si vede che non sono come le altre. E poi, non mi sembri quel genere di persona che se ne approfitta, e anche se così non fosse, mi hai curato e tanto ormai è una cosa passata, perciò amen

Law: Fufufu… è tutto alla tua sinistra

Su un piccolo tavolino accanto a me, trovai la mia arma, il mio marsupio e una felpa nuova, simile a quella che indossava lui e accuratamente ripiegata. Stavo già per chiedergli che fine avesse fatto la mia, ma lui mi anticipò.

Law: Era rovinata, quindi te ne ho data una delle mie

“Peccato, mi piaceva quella felpa”

Io: Grazie, ma non c’è problema, posso farne a meno. Non vorrei rischiare di macchiartela e di rovinartela

Law: Per quanto possa non interessarti girare in reggiseno, sei pur sempre ospite di una ciurma composta interamente da uomini. Se non vuoi attirare troppi sguardi, ti conviene metterla

A tale frase arrossii leggermente cosa che, vedendo il suo sorriso malizioso, non doveva essergli sfuggita.

Io: O-ok

Law: Ora, dormi

Detto questo, m’iniettò un altro liquido -stavolta tendente ad un giallino sbiadito quasi bianco- a metà braccio sano. Mi sentii subito stanca.

Io: Cosa… cosa mi hai dato?

Law: Del sonnifero

Le mie palpebre si fecero sempre più pesanti, costringendomi a chiuderle e ad abbandonarmi completamente sul lettino.

Law: A domani, signorina Portuguese-ya

Uscì dalla stanza ridendo in modo misterioso ed enigmatico, mentre io presi a dormire ancora, crollando in un sonno profondo che non mi fece svegliare per tutto il giorno a venire.







Angolo autrice ^^:

Horohorohoro, Law non sa di aver detto qualcosa che gli si ritorcerà contro, horohorohoro!

Ops, sono partita in quarta... ciau ragazze =)
Come promesso, eccovi l'aggiornamento di venerdì sera ;)

Lo so, non è un capitolo lungo e non succede molto, ma sono una di quelle persone che preferisce andare con calma piuttosto che affrettare le cose o dimenticare dei pezzi.
Come si suol dire: tempo al tempo. Questo è servito più per dare qualche altra informazione sulla protagonista e per vedere come interagisce con Law -anche se non sarà sempre così, uhuh-

Nel prossimo, la cara Kyoko conoscerà tutta la ciurma, quindi sarà ancora un capitolo soft.
Dal quarto, invece, la situazione inizierà a muoversi!
Comunque, se vorreste subito il 3° per, diciamo, concludere le presentazioni tra i pg in questo week, posso provare a mettermi sotto a fare l'html.
Ditemi voi, però solo per questa volta :P

Tutti i nomi di isole o persone che troverete e che mai avete sentito in "One Piece", sono stati inventati di sana pianta dalla testa bakata della sottoscritta, wuawuawua -lo stesso vale per i colori dei medicinali, ahah-.
Red Flowers, per esempio, mi è stato ispirato dal mio porta biglietti a forma di fiore rosso XD
Lampo giallo, invece, l'ho rubacchiato al Quarto Hokage di "Naruto", dato che il suo soprannome l'ho trovato perfetto per Kyoko. Per di più, Minato è uno dei pochi pg di suddetto anime che adoro in tutto e per tutto <3
Nella mia storia potrebbero benissimo esserci altri riferimenti ad anime&manga -in tal caso, sarà tutto spiegato nel mio angolino-.

Concludo ringraziando chi ha messo la mia ff tra le seguite/preferite/ricordate (di già? Awn >///<) e anche chi l'ha letta solamente :)

Kiss :3
Flame

P.S. Il 2° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: Sanjina99, FedeAle1525, miku7 e nozomi99

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Capitolo 3
*** I Pirati Heart ***


LxK




Appena sveglia, mi resi conto di sentirmi molto meglio rispetto al giorno precedente. Come detto da Law, il bruciore era sparito e il dolore era in parte diminuito.

Nella stanza non c’era nessuno, perciò decisi di alzarmi e vestirmi per poter andare a farmi un giro nel sottomarino. Soprattutto, volevo mettere qualcosa sotto i denti perché stato morendo dalla fame.

Misi il marsupio sul fianco sinistro, la cintura che conteneva l’arma su quello destro e stavo per indossare anche la felpa ma, quando la “aprii”, notai che era proprio identica a quella di Law, pertanto sul davanti vi era quello strano Jolly Roger che mi bloccò per un momento.

Non mi andava a genio girare con quello addosso. Non per odio -non avevo nulla contro di loro, anzi, ora gli ero anche riconoscente-, bensì perché così sembrava che appartenessi a qualcuno. Tuttavia, data la situazione, decisi di non pensarci ulteriormente e, un po’ riluttante, la indossai. Mi calzava quasi a pennello, come se fosse sempre stata mia. Dovetti solamente rotolare all’indietro le maniche un paio di volte.

Quando fui pronta, sentii la porta dietro di me aprirsi. Mi voltai e mi ritrovai di fronte l’orso bianco che mi aveva presa in braccio e portata fino a qui.


???: Scusi il disturbo, Signorina, ma il Capitano mi ha chiesto di controllare se era tutto a posto e se si era svegliata

Lo fissai intensamente, proprio come fa un bambino con un giocattolo nuovo che ha catturato la sua attenzione.

“Oh, ma sa anche parlare! Che carino!”

???: C-C’è qualcosa che non va?

Io: No, scusami. E’ tutto ok

All’apparenza, tutti mi scambiavano per una ragazza un po’ distaccata e apatica, per questo motivo nessuno poteva conoscere il mio legame con gli animali.

Gli amavo da morire! Così morbidi, dolci, paffuti… non so come feci, ma riuscii a trattenermi dal saltargli addosso.


???: Come va la ferita?

Io: Molto meglio, grazie

???: Bene. Ero venuto anche ad informarla che tra un’oretta è pronta la cena

Io: Ma quanto ho dormito?

???: L’effetto del sonnifero è svanito oggi dopo pranzo, però ha continuato a riposarsi. Forse era molto stanca

Io: Pranzo?... ecco perché ho i crampi allo stomaco! Non mangio da ieri pomeriggio!

???: Nel frattempo, le andrebbe di vedere le altre stanze?

Io: Perché no? Con molto piacere, eheh

Con pochi passi, lo raggiunsi fuori nel corridoio. Fianco a fianco, si poteva notare la netta differenza di altezza: ero alta 1.65 cm e gli arrivavo sotto la spalla.

Io: A proposito, io sono Kyoko, piacere di conoscerti

Non sapevo se, per educazione, dovessi porgere anche a lui la mano, quindi mi limitai a sorridergli gentilmente. Ricambiò subito un po’ imbarazzato.

???: L-lo si chi è, mi ha parlato di lei il Capitano. Io mi chiamo Bepo, p-piacere!

Dalla stazza rilevante che mostrava, avrebbe dovuto incutere almeno in parte un po’ di paura, eppure ai miei occhi appariva solo come un orsacchiotto coccoloso.

Ci incamminammo e iniziammo a parlare del più e del meno.


Io: In quanti siete voi?

Bepo: In quattordici

Io: Un buon numero, sia per la compagnia, sia per un eventuale scontro

Bepo: E lei, Signorina, fa parte di qualche ciurma?

Io: No. Io… viaggio da sola

A causa delle mie origini, avevo sempre evitato di stringere con gli altri alcun tipo di rapporto, perché sapevo come sarebbe andata a finire. Per questo preferivo rimanere da sola.

Se non hai nessuno al tuo fianco e non ti aspetti niente, non rischi di soffrire inutilmente, no?

All’inizio era difficile, ma poi mi sono abituata. Adesso, per me, le persone importanti le si contavano sulle punta delle dita.


Bepo: Signorina, si sente male? All’improvviso è diventata silenziosa

Io: Ah, non farci caso, ogni tanto mi capita di perdermi nei miei ricordi… alcuni spiacevoli

Bepo: M-Mi dispiace! La prego, mi perdoni!

Si fermò sul posto e abbassò la testa verso il pavimento.

Io: Tranquillo, non è colpa tua

Bepo: Se non avessi parlato, non si sarebbe rattristata

Io: Bepo, davvero, non devi scusarti. Anzi, visto che resterò qui con voi per un bel mesetto, spero che in vostra compagnia mi possa divertire e lasciarmi momentaneamente alle spalle i miei problemi. Ma senza di te, ora, rischio di perdermi. Non ho un buon senso dell’orientamento, eheh. Perciò, tutto come prima e mi affido a te, intesi?

Quando tornò a guardarmi, gli rivolsi nuovamente un sorriso gentile per rassicurarlo e per fargli capire che intendevo realmente quello che avevo detto. Rispose anche lui con un sorriso a trentadue denti.

Bepo: Certamente! Le farò vedere tutto!

Io: Ci conto, eh!

Riprendemmo entrambi a camminare. Il giretto durò una buona oretta. Sapendo di dover aspettare quel lasso di tempo per mangiare, ce l’eravamo presa con comodo. Mi spiegò che la stanza dove mi avevano cura era l’infermeria. Poi mi mostrò le due sale operatorie adiacenti ad essa; la camera di Law, la sua -mi stupì venire a conoscenza del suo ruolo di Vice-Capitano- e quelle del resto della ciurma; i vari bagni -due dove poter svolgere le proprie necessità e uno provvisto di sette docce in comune. Law aveva il suo personale accessibile direttamente ed unicamente dalla sua stanza-; il ripostiglio dei vari attrezzi e scorte mediche; la palestra; la cucina; la sala comandi e la piccola officina.

Infine, arrivammo davanti a un grosso portone, dietro al quale provenivano le voci di alcuni ragazzi.


???: TI HO VISTO! NON PROVARE A BARARE!

???: NON TI AZZARDARE A FARE SIMILI INSINUAZIONI! SEI TU CHE NON SAI PERDERE!

???: Veramente, ragazzi, siete voi ad essere negati per questo gioco

??? - ???: RIPETILO SE HAI CORAGGIO!!!

Fu così che, poco dopo, udimmo dei rumori poco rassicurabili. Sicuramente doveva essere iniziata una rissa.

Bepo: Abbiamo finito! Questa è l’ultima stanza: la sala da pranzo!

Io: Non dovresti fermarli?

Bepo: Fanno sempre così, non ci sono problemi

Un secondo dopo, uno sgabello venne scagliato contro la finestra del portone, mandando il vetro in frantumi. Se non avessi avuto un corpo di elettricità su cui i colpi fisici non avevano effetto, mi avrebbe colpita in pieno viso facendomi sicuramente un male cane.

Controllai se Bepo non si fosse fatto male e lo trovai con uno sguardo serio. Se ne fosse stato capace, avrebbe disintegrato qualunque cosa con l’uso esclusivo della vista. Ebbi così la conferma che, sebbene fosse carino, premuroso e pasticcione, quando era necessario tirava fuori la vera bestia che era in lui.


Bepo: Signorina Kyoko, mi perdoni un attimo

Spalancò suddetto portone -formato da due porte stile ristorante- e si precipitò dentro. Tutti i rumori e le voci cessarono all’istante.

Bepo: VOI!

???: Oh oh, se Bepo si è incazzato, l’abbiamo fatta grossa allora!

???: Ci credo, abbiamo spaccato il vetro! Mio Dio, ora ci uccide!

???: Sì, e se non ci finisce lui, lo farà sicuramente il Capitano

I presenti si immaginarono la scena, rabbrividendo e sbiancando sul posto.

???: Perché quando giochiamo d’azzardo capita sempre qualcosa?

???: Se lui non tentasse di fregarci!

???: Se tu non ti lamentassi sempre!

???: Semmai se voi due non vi accaniste sempre, baka!

??? - ???: A CHI HAI DATO DEL BAKA!? E POI, HA INIZIATO LU-

Bepo: URUSAI!!!

Si scagliò contro di loro e la rissa riprese da dove si era interrotta: c’era chi cercava di scappare, chi si riparava dietro ai tavoli e chi, coraggiosamente, cercava di bloccare la Bepo-furia.

Rimasi lì, immobile all’entrata, a seguire la scena con faccia allibita. Continuarono indisturbati per parecchio tempo poi, uno dai capelli castani-rossicci corti, con un cappello verde a visiera rosa e occhiali neri, mi notò è si bloccò nel mezzo del putiferio.


???: E tu chi saresti?

Nessuno fece caso a lui, eccetto me. Quando stetti per rispondergli, Bepo lanciò uno addosso agli altri, facendoli cadere uno dietro l’altro a mo’ di birilli, il che mi fece scoppiare a ridere.

Io: SIETE TROPPO DIVERTENTI, AHAHAH!

Ora, anche un ragazzo indossante un cappello nero con su scritto “Penguin” e un pompon rosso attaccato al centro, si accorse di me e andò ad affiancare il suo compagno.

???: Non è mica la ragazza che ha curato il Capitano?

Dopo essermi ripresa dalle risate, tornai a concentrarmi su di loro. Li salutai con un cenno di mano.

Io: Oy!

Entrambi, con uno scatto, mi si pararono davanti e presero a scrutarmi attentamente con un sorriso da ebeti stampato in viso.

???: Abbiamo una ragazza a bordo! Yuppi!

???: E che ragazza! Uno schianto!

Sprizzavano energia e felicità da tutti i pori, che quasi mi sembrò vederli saltare di fronte a me.

???: Eheheh, bella signorina, potrebbe dirci il suo nome?

Io: Son-

???: Ihihih, le nostre giornate saranno ancora più belle!

???: D’ora in poi, sarà la mia Dea, eheheh

???: Non provare a toccarla! L’ho riconosciuta io!

???: Sì, ma io l’ho vista per primo, perciò sono in vantaggio!

Io: Stavo dic-

???: E questo che c’entra!? Con l’ultima ragazza che abbiamo visto ci hai provato tu! Quindi tocca a me!

???: Ehi! Ci hai provato anche te, non credere di potermi pigliare per il culo!

Io: Scusate?

L’attenzione ricadde di nuovo su di me.

??? - ???: Solo un attimo, eheheh-ihihih

Mi rivolsero le spalle e si accucciarono a terra, bisbigliando ancora qualcosa su altre ragazze e sul fatto che per non litigare, ognuno di loro avrebbe avuto un giorno a disposizione per conquistarmi.

Decisi di lasciarli tranquilli a parlare per i fatti loro, ignorando quello che avevo appena sentito, e andai da Bepo che, finalmente, aveva finito di sistemare gli altri.


Bepo: Mi perdoni Signorina per averla lasciata indietro

Io: Figurati, no problem

Bepo: Se qualcuno la dovesse importunare, venga pure da me

Io: Eheh, ti ringrazio, ma penso di potermela cavare da sola

Bepo: D’accordo, come desidera. Intanto che rimettiamo in ordine, vuole accomodarsi?

Io: Se volete, vi posso dare una mano

Improvvisamente, i due tipi di prima mi affiancarono e mi presero entrambi una mano fra le loro.

???: Non devi fare nulla. E’ colpa nostra questo casino. Inoltre, sei una nostra ospite, eheheh

???: Esatto. Non vogliamo che una bella ragazza ferita si affatichi ulteriormente. Lascia fare a noi, ihihih

Io: Oook, come preferite… ehm

???: Shachi, piacere!

???: Penguin! Felice di fare la tua conoscenza!

Senza riuscire a trattenermi, ridacchiai davanti a loro.

Io: Davvero ti chiami Penguin?

Penguin: Sì, perché?

Io: Pff pff pff no, niente, è solo che credevo che la scritta sul tuo cappello fosse, che so, una marca, non il tuo nome, pff pff pff

Il poveretto, dopo quello che gli avevo appena detto e notando che continuavo a ridacchiare, diventò bordeaux dall’imbarazzo.

Shachi: AHAHAH, te l’ho ripetuto un sacco di volte che non è normale andarsene in giro vestito come te, AHAHAH

Penguin: Stai zitto tu!

Ma non venne per niente ascoltato.

Io: Perdonami, non volevo offenderti. Solo che è strano incontrare qualcuno che sbandiera ai quattro venti chi è. Sei una persona particolare, tutti qui. Mi piace chi si distingue dalla massa, eheh

Rincuorato dalle mie parole, notai che si rilassò. In più, rivolse un sorriso di vittoria al suo amico che, a sua volta, lo guardò malissimo.

Non capii il perché di quello scambio, ma per evitare che si rimettessero a litigare, non chiesi nulla.


Io: Beh, io sono Kyoko, e da quanto mi ha detto Law, rimarrò qui per un mese. Spero di non infastidirvi

Shachi: Quale disturbo? Sento già che ci divertiremo! Eheheh

Penguin: Già, ihihih

Erano dei tipi un po’ strani ma divertenti.

Bepo: Shachi, devi preparare il pranzo

Shachi: Cavolo, hai ragione! Se non mi sbrigo il Capitano mi fa la ramanzina!

Detto ciò, sparì di corsa nella cucina. Lo seguii con lo sguardo e fu in quel preciso istante che mi accorsi di avere parecchi occhi puntati contro. Tutti i presenti, ripresisi dalle botte di Bepo, mi osservavano incuriositi e senza proferire parola.

Mi avvicinai di più a Penguin per potergli bisbigliare nell’orecchio.


Io: Si può sapere che hanno?

Penguin: Ihihih, è la novità. RAGAZZI, SMETTETELA DI GUARDARLA IN QUESTO MODO! LEI E’ KYOKO! E POICHE’ SARA’ NOSTRA OSPITE, TRATTATELA BENE, MI RACCOMANDO!!!

Svegliati dallo stato di trans, iniziarono a sorridere come degli ebeti e a fare qualche commentino, il tutto accompagnato da fischi di apprezzamento. Insomma, si comportarono esattamente come Shachi e Penguin.

“Mi sa che ho fatto proprio bene a dar retta a Law”

Ciurma: BENVENUTA FRA I PIRATI HEART!!!

Penguin me li presentò brevemente. Essendo una frana a ricordarmi i nomi delle persone appena conosciute, sapevo che avrei dovuto relazionare ogni loro nome al cappello che indossavano almeno, così, avrei avuto più probabilità di cavarmela.

“Ora che ci penso, portano tutti una tuta bianca e un cappello. Che sia una specie di loro uniforme?”

Penguin: Adesso cerchiamo di mettere a posto

Ciurma: CHEEE!?

Bepo: Tra un po’ si mangia e arriverà anche il Capitano

Con quell’ultima parola, l’intera ciurma si attivò immediatamente, alzandosi e correndo da tutte le parti a sistemare i tavoli e le sedie. Intanto io, sotto invito di Bepo, mi ero andata a sedere ad uno dei pochi tavoli che si era salvato da quel macello.

Passò una ventina di minuti, e quando ebbero finito, la sala da pranzo cambiò decisamente aspetto. Era una stanza larga e luminosa. Questo non era dovuto alla presenza di molte lampade, bensì dalle pareti che, essendo di un giallino tenue, riducevano il buio rispetto a quello che vi regnava negli altri luoghi. Forse era stato proprio fatto apposta per poter mangiare tutti insieme allegramente.


Law: Come si trova la signorina Portuguese-ya?

Sobbalzai leggermente sul posto. Intenta ad osservarmi intorno, non mi ero resa conto della presenza di Law, il quale si era seduto a capotavola -il posto alla mia destra-.

Io: Oh, ciao. Tutto bene. La ferita non mi dà fastidio e i tuoi uomini sono, come dire, un po’ scatenati, eheh

Law: Fufufu, capisco

Quando Shachi riapparve urlando che era pronto, gli altri presero i rispettivi posti. Di fronte a me si sedette Bepo, mentre alla mia sinistra ci si fiondò Penguin.

“Chissà perché me lo immaginavo”

Law: Bepo, ho trovato la finestra rotta. Cos’è successo questa volta?

Il tono serio e duro che usò fece tremare il povero orso.

Bepo: A-azzardo… r-rissa… mi scusi!

Law: Dopo digli che dovranno pulire il sottomarino da cima in fondo e se combineranno altri guai…

Da come ghignò sadicamente, alla fine della frase ci si poteva benissimo arrivare da soli senza alcuno sforzo.

Bepo: C-certo! Agli ordini! Mi scusi ancora!

“Ecco perché si scusa sempre. Law lo mette in soggezione. Non oso immaginare quali traumi ha dovuto patire per colpa sua, poverino”

Shachi: Capitano, Kyoko-chan <3

Quando ci venne servita la pietanza, i ragazzi si fiondarono sulle proprie, cominciando a divorarle e a fare un baccano tremendo.

“Santo cielo! Sono degli animali! No, peggio! Nemmeno Bepo mangia così!”

Difatti il tenero animale stava mangiando educatamente con le posate, proprio come Law. Dalle loro facce, comunque, intuii che il cibo non doveva essere entusiasmante.

Io: Vi fidate davvero a mangiare questa cosa?

Law: Non possiamo permetterci altro

Io: Come mai?

Penguin: Vedi, non abbiamo un vero cuoco a bordo, perciò ogni giorno si fanno dei turni in cucina. Purtroppo, nessuno di noi sa cucinare nemmeno un piatto decentemente. Mangiamo solo perché siamo affamati

Io: Ma questo non va assolutamente bene! I pasti sono importanti per il corpo, soprattutto per dei pirati che navigano in mare. Dovreste sempre avere una equilibrata distribuzione di carboidrati e vitamine per essere al pieno delle energie e per poter affrontare qualsiasi situazione. E poi *presi la forchetta e assaggiai* dovreste almeno imparare a fare la pasta, visto che è un piatto semplice. Questa è scotta; vi sono residui d’acqua, segno con non è stata scolata bene; il sugo è scuro, non deve essere stato mescolato come necessita; il vino utilizzato non è adatto per questo tipo di carne e manca un pizzico di sale… h-ho detto qualcosa di sbagliato?

Durante il mio piccolo intervento, si erano fermati a fissarmi in silenzio e sbigottiti. Tutti tranne Law, ovviamente.

Bepo: Signorina, lei s’intende di cucina?

Io: Viaggiando da sola, ho cercato di non ammalarmi e rimanere in forze cucinando nel miglior modo possibile. Col tempo, ho finito per arrivare a cavarmela un po’

Penguin: Wow, non pensavo fosti una brava cuoca. Un giorno ci devi cucinare i tuoi piatti!

Io: Eheh, ok, anche se non ho mai cucinato per così tante persone. Posso provarci

Law: Continui a sorprendermi, “Lampo giallo”

Penguin e un altro seduto di fronte a lui, sentendo il mio soprannome, si sputarono reciprocamente addosso la bevanda che stavano sorseggiando. Sia io che Bepo cercammo di farli riprendere con dei colpetti sulla schiena.

Penguin: T-tu saresti…

Trey: …la supernova con la taglia più alta di tutti!?

Gli altri, sentendo l’argomento della nostra conversazione, si intromisero a loro volta.

Shachi: Di chi parli?

Trey: Di Kyoko

Funny: Cosa? Ma allora è una nostra nemica!

Pauly: Non mi sembra assomigli a nessun manifesto

Shachi: Nah, secondo me Trey si è sbagliato. La dolce Kyoko non può essere una ricercata

Io: Veramente, io-

Law: Portuguese D. Kyoko, “Lampo giallo”, taglia da 370.000.000 di Berry, una delle 12 supernova della Wrong Generation esattamente come me

Rimasero a bocca aperta. Poi, passata la sorpresa, alcuni di loro mi rivolsero uno sguardo sospettoso e si misero in allerta. Provai un senso di disagio e mi sentii fuori posto.

Matt: Capitano, possiamo fidarci a tenerla a bordo con noi?

Law, con disinvoltura, finì l’ultimo boccone e depose la forchetta nel piatto.

Law: Non c’è nulla da temere. Non farà del male a nessuno

Dopo la sua frase, tornarono a comportarsi come se nulla fosse. A quanto si vedeva, credevano ciecamente nel loro Capitano perciò, se quest’ultimo diceva che non vi erano pericoli, così lo pensavano anch’essi.

Penguin: Kyoko-chan, io mi fido di te, ihihih

Shachi: Anch’io, non mi sembri cattiva, eheheh

Li ringraziai sorridendogli calorosamente, il che gli fece arrossire un po’. Nel frattempo, Law si era alzato.

Io: Te ne vai?

Law: Ho del lavoro da sbrigare. Bepo, più tardi mostrale la sua camera

Bepo: Certamente

Fece per andarsene, ma lo richiamai.

Io: Grazie per, ecco, essere intervenuto

Mi rispose ghignando e uscì dal portone. Noi, invece, finimmo la cena e chiacchierammo un po’.

Quando iniziò a farsi tardi, Bepo mi portò di fronte a quella che, da quel giorno, mi disse sarebbe stata la mia camera. Era vicino alla sua e a quella del Capitano.


“Sarà fatto apposta per tenere sotto controllo gli ospiti?”

Bepo: Per qualsiasi cosa, venga pure da me

Io: Ok, grazie mille, Bepo. Buonanotte

Bepo: ‘notte, Signorina

Una volta dentro, mi buttai di peso sul letto. Dopo una giornata così piena di novità, in quel momento volevo farmi una bella dormita ristoratrice. Tolsi le scarpe e mi misi bella comoda, rimandando al giorno dopo l’ispezione di quel piccolo posto.







Angolo autrice ^^:

Shishishi, finalmente Kyoko si addormenta normalmente. Insomma, prima sviene, poi viene messa a nanna con la "forza" XD

Questo capitolo è + lungo rispetto agli altri -difatti ci ho messo 2 ore per fare l'html o.o-. Spero vi sia piaciuto e di aver reso bene i vari pg.
Che ne pensate? Vi piacciono questi scatenati? E Bepo? Non è kawaii? *-*
Inoltre, per ora, vi piace il carattere della protagonista? ^^

Non temete! Il caro Law, nel 4°, sarà + presente, ve lo garantisco, fufufu
Law: Sarà meglio per te. E non rubarmi la risata
Flame: Sono l'autrice, faccio quello che voglio, fufufu
Law: *mi guarda minaccioso*
Flame: Ok, ok, scherzavo. E poi, la tua risata non è poi così figa. E' decisamente meglio quella del mio Gas-Gas, SHULOLOLOLO
Law: *brandisce la spada*
Flame: Toh, si è fatto tardi, vado a preparare la cena *fuggo*

Come sempre, concludo ringraziando chi ha messo la mia ff tra le seguite/preferite/ricordate e anche chi l'ha letta solamente :)

A venerdì prox! Kiss :3
Flame

P.S. Il 3° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: nozomi99, Sanjina99 e FedeAle1525

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Capitolo 4
*** Conoscersi meglio ***


LxK




Dormii una meraviglia. Dopo essermi alzata dal letto e aver fatto un po’ di stretching, ero così piena d’energia da poter persino affrontare un nemico tosto.

Era da tanto che non mi capitava di passare una notte tranquilla lasciando da parte incubi o scalmane improvvise. Forse era dovuto al cambiamento di routine, o magari al comodo materasso ad una piazza e mezza su cui ero spaparanzata un attimo prima, sta di fatto che quando capitava ciò, oltre a ritrovarmi bella carica mi alzavo anche con il piede giusto.

Stropicciai lievemente gli occhi per rimuovere le ultime tracce di sonno e successivamente studiai la camera.

Immaginando di essere appena entrati dalla porta: sulla parete destra adiacente ad essa vi era un armadio a tre ante con sotto due cassettoni; il letto si trovava parallelo ad esso, con la testata appoggiata al centro della parete e un comodino azzurro al suo fianco; di fronte al letto vi era una piccola scrivania di legno con sedia a braccioli e una cassettiera; infine, vicino al comodino, vi era un’altra porta.

Controllai cosa ci fosse e scovai un lavandino con specchio e credenza, un bidè, una toilette e due porta-salviette.


“Ma dai! Un bagno tutto per me! Schizzinosa come sono, non potevo chiedere di meglio, eheh”

Richiusi la porta e andai ad ammirare il panorama dall’oblò del sottomarino, posto sull’unica parete non citata in precedenza.

Eravamo parecchio in profondità, infatti si intravedeva il fondale marino. C’erano una marea di pesci e di altre specie acquatiche di cui non ero affatto esperta. Tuttavia, ritenni che insieme erano perfetti, perché il connubio dei loro colori era magnifico.

Non mi era mai capitato di assistere a qualcosa di così incantevole, anche se mi fece provare un po’ di ansia.


“Come fanno a sentirti sicuri a viaggiare sott’acqua? Spero solo che non si apra nessuna falla o che ci attacchi un Re del mare, se no sarebbe la fine di tutti, soprattutto per chi è un fruttato… brr, meglio non pensarvi, va!”

Proprio in quel momento il mio stomaco prese a brontolare. Di solito, quando non mi capitava di svegliarmi in orario, ci pensava lui. Dovevo ammettere che faceva da ottima sveglia.

Decisi, dunque, di uscire e andare a mangiarmi qualcosa.

Cercai di andare a memoria, rammentando il giro fatto il giorno precedente con Bepo, ma era completamente inutile.

Già il mio senso dell’orientamento è così infallibile e formidabile da farmi perdere in nemmeno tre minuti -ovunque io sia-, ma qui non era solo colpa mia, bensì si trattava di un vero e proprio complotto contro la sottoscritta.


Io: ‘sti corridoi sono praticamente tutti identici: grigi, bui e spogli. Viva la fantasia e l’allegria! Mettere un segno di riconoscimento per aiutare i poveri sfigati no, eh!?

Sì, so che avevo detto di essermi svegliata bene e ancora sì, so che ero lì da sola a parlare a voce alta con i muri ma, toccatemi tutto, tranne l’attimo in cui si mangia. Pertanto, o mettevo sotto i detti qualcosa di commestibile e al più presto, o mi sarei messa a chiamare uno dei ragazzi a squarciagola.

Continuai a camminare e camminare, ritentando per l’ultima volta di raggiungere l’agognata cucina. Riuscii solo ad arrivare in un vicolo cieco con presente una singola porta che catturò la mia attenzione.


“Uhm, non mi ricordo questo posto. Anzi, credo proprio di non esserci mai passata ieri. Forse Bepo si è dimenticato”

Incuriosita, verificai che dall’interno non provenissero né rumori, né voci, e una volta sicura -in fin dei conti era ancora mattina presto, quindi avrebbero dovuto essere tutti a letto-, vi entrai senza farmi tanti complimenti.

Era una stanza molto spaziosa. Ai muri vi erano parecchie librerie ricche di tomi belli consistenti, alcuni dei quali erano aperti sulla grossa scrivania posta al centro, circondata da un paio di lampade che, indubbiamente, servivano per favorire la lettura ed evitare che gli occhi si stancassero o affaticassero.

Con le mani appoggiate dietro la testa, mi misi a scorrere distrattamente i titoli dei libri, costatando che trattavano unicamente argomenti sotto il campo medico.


“Che sia lo studio di Law?”

Law: Vedo che abbiamo una bambina curiosa. Non ti hanno insegnato a non ficcanasare nelle robe altrui?

Inconsapevole del suo arrivo, feci quasi cadere un libro che avevo preso in mano per sfogliarlo. Lo chiusi accertandomi di non averlo rovinato, lo rimisi al suo posto e mi voltai verso l’ultimo arrivato.

Appoggiato allo stipite della porta, con le braccia conserte e sguardo serio, scrutava attentamente i miei movimenti.


“Parli del diavolo e spuntano le corna. Possibile che debba saltare fuori senza farsi mai sentire!?”

Io: Ehm… ‘giorno!

Law: Cosa ci fai qui dentro?

Io: Mi sono persa cercando la cucina, eheh

Law: Questo non spiega perché appena ti sei resa conto che non lo fosse, tu ci sia rimasta

Io: Non è colpa mia. Se devi prendertela con qualcuno, allora vai da Bepo

Era ovvio che non si aspettasse una risposta del genere. In fin dei conti, se ero lì a ficcanasare, che c’entrava il suo Vice? Che poi non era nemmeno presente…

Accortami del suo sguardo perplesso con tanto di sopracciglio alzato, mi affrettai a specificare.


Io: Ha omesso di mostrarmi questa stanza e la mia curiosità mi ha spinta ad entrare

Law: Forse c’è un motivo specifico se non l’ha fatto, non credi?

Io: Oh… davvero? Ad esempio?

Law: Un mio ordine

Io: Come mai? Ritengo che sia una specie di studio-biblioteca ben rifornito, che c’è di male?

Law: Non voglio che qualcuno ci entri senza il mio permesso

Io: Capisco. Per quello, ognuno vuole avere i suoi spazi… o magari stai nascondendo qualcosa, ho indovinato?

Gli rivolsi un sorrisino provocatorio, il che mi fece guadagnare un’occhiataccia glaciale da parte sua. Alzai entrambe le mani, portandole davanti al petto con i palmi rivolti verso di lui e abbassai leggermente la testa.

Io: Scuuusa, stavo solo scherzando. Adesso me ne vado, se è questo che vuoi

Ma fu lui il primo a muoversi con velocità e a pararmisi di fronte, impedendomi di fare anche un singolo passo. Poiché si era fatto troppo vicino, per mantenere la giusta distanza fra noi mi dovetti sedere al bordo della scrivania, incurvando lievemente la schiena.

Law: A quanto pare non siamo solo curiose, ma anche indisponenti

Appoggiò le mani sul piano fungente da sostegno al mio fondoschiena, intrappolandomi fra lui e suddetto oggetto.

Mi ritrovai il suo viso a pochi centimetri dal viso, difatti riuscivo a percepire distintamente il suo caldo respiro.


Law: Oltre al compito di doverti educare per bene, dovrò punirti per ben tre cose, fufufu

I suoi occhi sembravano far trapelare unicamente la incommensurabile voglia di torturarmi per farmela pagare. Ciò nonostante, se credeva di intimorirmi rivolgendomi qualche occhiata dura o stramba, si sbagliava di grosso. Avevo un lungo allenamento alle spalle. Se all’inizio potevano sortire effetto, ora era tutt’altra cosa.

Perciò, imperterrita, sostenni il suo sguardo, socchiudendo le palpebre per fargli capire che aveva trovato un osso duro pronto a tenergli testa.


Io: Sentiamo. Per cosa sarei accusata, di rimando?

Da come sogghignò, la situazione che si era venuta a creare doveva piacergli parecchio.

Law: Violazione della privacy, affronto al sottoscritto e cosa più grave, hai osato darmi un ordine

Riavvolsi mentalmente l’accaduto, trovandomi concordante con quello appena sentito.

“Però, quando gli ho detto di andare da Bepo era più un consiglio che un ordine. Che esagerato che è!”

Per movimentare ancora di più il tutto, mi raddrizzai sulla schiena, rendendo quasi inesistente la distanza fra di noi. E, questa volta, fu il mio turno di rivolgergli un ghigno divertito.

Io: Mi avvalgo della facoltà di non rispondere senza un’equa difesa a mio favore. Inoltre, rimangio quello che ho detto sul tuo Vice perché, a quanto pare, devi prendertela solo con te stesso. L’altro giorno mi avevi detto che sarei riuscita a visitare tutto il tuo sottomarino e non hai escluso questa stanza, quindi a suo volta fa parte del tutto, no?

Rimanemmo fermi in quella posizione a fissarci in silenzio per diversi minuti. Nessuno dei due voleva cedere per permettere, altrimenti, di darla vinta all’altro.

“Uhuhuh, ti ho fregato e sei rimasto senza prole, neh?”

E proprio mentre mi vantavo della mia brillante risposta, in quel momento il brontolio del mio stomacò tornò a farsi risentire, interrompendo la nostra sfida e ricordandomi cosa stessi facendo in precedenza. Mi misi una mano sulla pancia e con l’altra mi grattai la testa un po’ imbarazzata.

Io: Ops, dimenticavo che stavo morendo di fame, eheh

Senza proferire parola, si scostò da me e si sedette sulla poltrona girevole, mettendosi poi a trafficare con dei documenti sparsi sul ripiano.

Io: Uhm? Che fai? Non vieni a fare colazione?

Niente, era come se non fossi più presente. Quando mi diede le spalle, agii d’istinto.

Mi sdraiai con il busto sulla scrivania, sostenendo il peso sul braccio sano. In seguito, con l’altro, mi allungai verso Law arrivando sopra la sua testa. Diedi qualche buffetto affettuoso sul suo cappello, sorprendendomi di quanto risultasse morbido al tatto.


Io: Su, su, non mi dire che te la sei presa! Dai, non è successo nulla. E’ tutto come prima, prooomesso!

Da come si immobilizzò sul posto, era chiaro come il sole che il mio modo di trattarlo da bambino offeso e di aver utilizzato un tono di voce derisorio non gli piacque affatto.

Si girò verso di me quel tanto che bastò per potermi vedere bene in viso. Il suo era una maschera di puro sadismo, tant’è che ritrassi subito la mano -con dispiacere, poiché mi ero persa ad accarezzare quel tenero copricapo- e riflettei un pochino su quello che effettivamente avevo fatto.


Law: Per adesso ti lascio andare, ho delle questioni urgenti da sbrigare. Ma ti consiglio di prepararti, perché quando meno te lo aspetterai, ti infliggerò una bella punizione

La mia mente aveva già partorito una battuta sulla seconda frase ma, saggiamente, decisi di non sfidare troppo la sorte e di accettare di buon grado quel suo momento di buonismo.

Non che fossi debole in confronto a lui o temessi che potesse farmi del male -sia chiaro!-, però restava il fatto che fossi nel suo territorio. Di conseguenza, era meglio contenersi almeno in parte.

Eppure, non ero affatto risentita delle mie azioni. In sua compagnia mi era venuto spontaneo battibeccare in quel modo, accorgendomi che il nostro scambio di frecciatine mi divertiva parecchio.


Law: Room

In pochi secondi, una cupola azzurrina creata da Law ci circondò.

Law: Adesso, fuori

Io: No, aspetta! Dimmi almeno…

POOF!

Io: …dove si trova la cucina!

Finii di parlare alla porta chiusa.

Io: Che…? Come cavolo ci sono arrivata qui?

Quell’inaspettato spostamento mi lasciò imbambolata per qualche istante, esattamente fino a quando non compresi che doveva trattarsi di un’abilità del caro chirurgo.

Io: Mi sa che non sa stare agli scherzi… SE A ME NON HANNO INSEGNATO A NON FICCARE IL NASO IN GIRO, A TE NON L’HANNO FATTO RIGUARDO A COME SI TRATTANO GLI OSPITI, ANTIPATICO!

Con l’indice abbassai la pelle sotto l’occhio destro e conclusi con una bella linguaccia. Dopo mi sistemai la felpa, lisciandola con le mani per evitare che si stropicciasse.

Io: Forse ho esagerato e adesso mi odierà… beh, vorrà dire che quando ne avrò l’occasione gli preparerò il suo piatto preferito per farmi perdonare, eheh. E poi, così, potrò valutare da sola se è pazzo come dicono

Come se niente fosse, ripresi la mia ricerca iniziale. Più avanti, dopo aver svoltato un paio di volte, incontrai uno di loro. Aveva i capelli corti castani, tutti arruffati e raccolti da un cappellini nero che aveva solo la visiera sul davanti -simile a quelli dei tennisti, e occhi verdi-castani. Me lo ricordavo perché l’avevo notato in mezzo a tutti, sia per la sua giovane età, sia rispetto agli altri.

Lo raggiunsi e gli diedi un colpetto amichevole sulla spalla a mo’ di saluto.


Io: Ciao, Hiro!

Hiro: Oh, buongiorno. Dormito bene?

Io: Alla grande! Ma credo che la stessa cosa non valga per il tuo caro Capitano

Hiro: Come mai? Che è successo?

Io: Mi ha sbattuta fuori dalla stanza e dovevi vedere con che faccia mi ha fulminata. Era… era tipo così, guarda!

Usai i miei ciuffi ribelli davanti alla fronte per coprirmi gli occhi, creando così l’ombra che gli procurava il cappello a Law, e cercai di imitare la sua espressione incurvando persino un angolo della bocca all’insù.

Immaginai di avere un aspetto buffo. Non a caso, quando i miei occhi incontrarono quelli di Hiro, scoppiammo a ridere.


Hiro: Ahahah, sai che gli assomiglieresti molto se avesti la pelle più scura e le occhiaie? Anche se credo sia impossibile imitare il suo ghigno, ihih

Io: Hai ragione, ahahah. Quello ghigna praticamente per tutto!

Hiro: Comunque, non ti preoccupare per stamattina. Lui è fatto così

Io: Bene, allora è tutto ok, eheh

Chiacchierando e scherzando, ci dirigemmo verso la cucina. Oggi, essendo il suo turno di servire da mangiare, si era gentilmente offerto di prepararmi una colazione abbondante.

Mentre lui era intento a cucinare, io pensai a preparare le tavolate seguendo le sue indicazioni su dove mettere le mani tra i vari cassetti e ante.

Quando tutto fu pronto, chiamò il resto della ciurma attraverso un den-den mushi collegato alle stanze principali del sottomarino. In una manciata di minuti, ce li ritrovammo seduti pronti ad addentare ogni cosa gli capitasse a tiro.


“Da quel che vedo, non sono l’unica ad alzarmi con un appetito da lupi, eheh”

Hiro: Ok, possiamo andare ad accomodarci anche n-

Shachi – Penguin: KYOKO-CHAAAN! <3

Ebbi giusto il tempo di voltarmi e spostarmi poco prima che mi travolgessero. Un tremendo botto, seguito a ruota dalla risate dei ragazzi, echeggiarono tra le mura di ferro.

Shachi: A-Ahi…

Penguin: D-Dolore…

Guardandoli spiaccicati contro il bancone, me li immaginai scivolare sul pavimento come accadeva negli Anime.

Io: Perdonatemi, ma ho temuto davvero per la mia incolumità. Si può sapere perché siete così euforici?

Si rialzarono in due secondi, prendendo poi a sorridermi a trentadue denti.

Penguin: Volevamo salutarti! Ihihih

Io: Sembra quasi che non mi vediate da chissà quanto

Shachi: La notte è lunga! Eheheh

Scossi la testa, ritrovandomi a sorridere come loro. Erano proprio dei tipi strambi, eppure non riuscivo ad arrabbiarmi o sorprendermi del loro comportamento.

Io: Dai, pazzoidi, andiamo a sederci che tra un po’ svengo!

Una volta a tavola, dopo aver salutato il mio orsacchiotto preferito e il resto della combriccola, ci mettemmo a conversare come la sera precedente. Durante ciò e l’intero pomeriggio a venire che trascorsi a girovagare in loro compagnia mentre mi mostravano le rispettive mansioni, scoprii parecchie cose:

Law veniva dal Mare Settentrionale. Aveva mangiato il frutto Ope-Ope no mi della tipologia Paramisha ed era proprio grazie a quello che riusciva a combinare con esso, se era soprannominato “Il chirurgo della morte”;

Bepo era il Vice-Capitano. E, secondariamente -dato il suo olfatto sviluppato essendo un animale-, aveva anche il ruolo di navigatore;

Shachi e Penguin erano i principali assistenti medici alle operazioni che eseguiva il Capitano. Poi vi erano anche Steve, Healt, Dreamer e Matt ad avere ampie conoscenze mediche. Quest’ultimi sei non avevano un ruolo fisso, perciò seguivano uno schema di turni per spartirsi gli incarichi richiesti;

Hiro ricopriva il ruolo di meccanico. Sebbene fosse poco più di un ragazzino, era dotato di un ottimo potenziale, per questo era stato arruolato -oltre alla sua gentilezza e disponibilità che avevo già potuto verificare di persona-;

Ultimo, Jean Bart -l’uomo gigantesco-. Da quello che avevo capito, in passato era stato un Capitano a sua volta. Fatto poi prigioniero, Law lo aveva liberato dalla schiavitù dei Draghi Celesti durante gli avvenimenti dell’Arcipelago Sabaody. Si era unico a loro da allora e gli era stato assegnato il controllo della sala comandi, insieme ai restanti quattro, ovvero Trey, Pauly, Funny e James.

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Durante i primi dodici giorni a bordo -che volarono in un lampo- iniziai a legarmi con ciascuno di loro, conoscendone il rispettivo carattere e gusti personali. L’unico che non vidi quasi per nulla fu Law, ma Bepo mi disse che in quei giorni era solo un po’ impegnato a terminare una faccenda.

In realtà, quel qualcuno non aveva impiegato il suo tempo solo in questo, bensì a pianificare. Dopotutto, aveva ancora una vendetta da mettere in atto, e quale occasione migliore se non aspettare che la sua vittima fosse guarita completamente, per assaporarla nel migliore dei modi?








Angolo autrice ^^:

Cappello tenerello di Law! Quanto dareste per accarezzarlo proprio mentre lo sta indossando? *-* (waa, e io lo custodisco gelosamente nell'armadio. Regalo di una mia cara amica <3)

Shachi e Penguin? Sì, forse sono leggermente pervertiti, ma io mi diverto un mondo a leggerli nelle ff quando sono in questa versione XD
Comunque, avranno anche i loro momenti dove apparire come dei veri fighi :3

Ok, prima di lasciarvi al mio angolino, vi avviso subito che sarà bello corposo perchè ho un pò di cose sa dire/specificare/chiedere :P

Andiamo con ordine, almeno evito di fare confusione:
- grafica del capitolo
Avrete notato che ho ingrandito il carattere. Una mia amica/lettrice mi ha fatto notare che quello precedente, effettivamente, poteva risultare piccino.
Vorrei sapere se ora vi aggrada o se ne preferireste uno maggiore. Non ho problemi a modificarlo.
Personalmente non amo le ff scritte troppo in grande, ma non essendo in questa circonstanza una lettrice, mi rivolgo a voi ;)
- trama del capitolo
Eheh, i due protagonisti iniziano ad interagire maggiormente, dandovi un assaggio di quello che vi attenderà.
Come ho scritto nell'introduzione, all'inizio ho voluto basare la mia storia sulla comicità.
Law è sempre troppo furbo e ogni volta la fa franca, finendo anche con l'ottenere quello che vuole, quindi ho giocato su questo, affibiandole una tipetta che non si faccia intimorire ;3
- risata di Law (fufufu)
Altra cosa che ha destato domande. Io, da baka, non ho pensato a spiegarvela prima u.u
Allora, so che alcune la usano per far ridere il caro Pennuto Rosa, però ho letto diverse ff -in altri siti- dove, per suddetta persona, usavano "fuffuffu".
Non volendo scrivere sempre "Law ghignò/sogghignò/AltroDiSimile", ho usato "fufufu" per far capire che sta compiendo una di queste azioni.
Spero che questo non vi rechi qualche fastidio.

E ora, dopo avervi rotto con le mie ciarle, concludo cun un bel GRAZIE <3 rivolto a tutte voi, care lettrici.
Siamo solo agli inizi, eppure noto con immenso piacere che la mia storia è seguita. Ciascun capitolo, in nemmeno due giorni, raggiunge sempre + di 120 vis.
Magari non è molto rispetto ad altre ff -sinceramente non ne ho idea-, comunque sia, sappiate che ne sono davvero felice, perchè vuol dire che spendete parte del vostro tempo a leggere i miei piccoli lavoretti.
Pertanto, proverò a continuare con la relativa pubblicazione e cercherò di dare il massimo di me -sebbene non sia ancora esperta nello scrivere- per non deludervi o annoiarvi ;)
Quindi, bando a queste sdolcinerie che non sono da me, a fine capitolo vi lascio uno spoiler di quello successivo come segno di ringraziamento =)
(Verrà usata una tecnica che, per chi seguisse solo l'Anime italiano, non si è ancora vista)

Bene, penso sia tutto. A venerdì prox! Kiss :3
Flame

P.S. Il 4° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: nozomi99, Sanjina99, FedeAle1525, Monkey_D_Alyce e _Ace


SPOILER!
“Io”: CHE DIAVOLERIA E’ MAI QUESTA!?
Cercai di ottenere qualche spiegazione dal principale responsabile, ma lui continuò a restarsene in silenzio sorridendo come mai gli avevo visto fare.
“Io”: Come ci sei riuscito!? E perché ha preso a fare così caldo? Si muore!
Con una mano, lambii un pezzo di tuta e iniziai a tirarla avanti e indietro, provando in parte ad arieggiarmi. Ma più continuavo a farlo, più mi accorgevo che qualcosa non tornava.
Mi analizzai da cima in fondo, scoprendo che il mio capo vestiario era cambiato e non solo quello: indossavo la loro tuta bianca, un cappello e degli occhiali -il che è strano che non me ne sia accorta subito, dato che mi oscuravano la visuale-, mentre il petto mi era sparito e gli arti si erano fatti muscolosi.
Risollevai il capo e, osservando i presenti, ebbi un’illuminazione spiacevole. Mi specchiai con la prima cosa che trovai e quel che vidi non mi piacque per niente.
Tastai la guancia in preda al panico, sperando che tutto quello fosse solo un incubo.

“Sono diventata…”

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Capitolo 5
*** Che il divertimento e la guerra abbiano inizio! ***


LxK




Io: Ahi… ahi… ahi! Quanto ti manca ancora per finire!?

Law: Impaziente, la bambina delicata?

Io: Perché continui a darmi della bambina!? Ho vent’anni, nel caso tu non lo sapessi!

Volsi la testa altrove e mi morsi il labbro per non dare a Law altra soddisfazione con i miei lamenti di dolore, visto che prendeva subito la palla al balzo per sfottermi.

Law: Fatto. Tendi il braccio e lasciati guidare da me

Con la mano destra mi prese il polso, mentre l’altra l’adagiò sulla mia spalla. Dopo di che, iniziò a muovermi l’arto in varie direzioni sotto il suo sguardo attento e professionale.

Law: E’ guarita perfettamente senza nessuna complicazione e il segno dei punti sparirà in breve tempo

Io: Perfetto! Finalmente posso tornare ad allenarmi e fare tutto quello che voglio!

Law: Temo che oggi avrai altri piani, fufufu

Attraverso il buco del collo della felpa -che si trovava all’altezza del mio viso poiché stavo rindossando tale indumento- gli rivolsi uno sguardo perplesso.

Io: Sarebbe a dire?

Law: Vai a farti una doccia e poi ritorna qui

Detto ciò, se ne andò, lasciandomi lì da sola come un baccalà.

“Ti pareva se non faceva il misterioso. Ma gli costa tanto dare una risposta? Bah, lasciamo perdere. Adesso una doccia è proprio quello che mi ci vuole. E’ da quando sono stata ricoperta di bende che mi son dovuta lavare a pezzi”

Andai in camera mia a prendere un ricambio di vestiti. Avevo appurato che gli unici ad andarmi bene erano quelli di Hiro e le felpe di Law, ma non potevo di certo svaligiargli l’armadio -anche loro dovevano cambiarsi-. Quindi, eccetto loro due, pure gli altri mi avevano gentilmente prestato qualche capo d’abbigliamento.

Preso l’occorrente e raggiunto il bagno con le docce, mi fiondai sotto il getto d’acqua. Non appena mi scorse sulla pelle, mi sentii rinata -nonostante la flebile sensazione di stanchezza derivante dall’aver mangiato un frutto del diavolo-. Amavo tenermi pulita e profumata. Per me, l’igiene personale era fondamentale.

Quando finii, mi avvolsi un asciugamano intorno al corpo e con un altro mi strofinai i capelli fino a renderli leggermente umidi. Poi, indossato l’intimo, un paio di pantaloni neri di James e una maglietta rossa di Bepo -che dovetti stringere parecchio utilizzando un nastro come fascia da porre sotto il seno-, feci ritorno all’infermeria.

Ormai riuscivo a muovermi senza problemi. Erano poche le volte in cui dovevo ancora ricontrollare lo schemino delle stanze che avevo disegnato i primi giorni con l’aiuto di Funny.

Sull’uscio della porta c’era Shachi con una tazza fra le mani. Dal profumo, riconobbi che era caffè.


Io: Shachi, sei già sveglio? Incredibile, eheh

Si girò verso di me per poi sbadigliarmi sonoramente in faccia.

Shachi: Oh, scusami Kyoko-chan

Io: Nottataccia?

Shachi: No, è il Capitano che mi ha svegliato di colpo. Mi ha ordinato di venire qui e-

Io: Lo stesso a me. Sai per caso cosa vuole?

Negò con la testa così, entrambi ignari, entrammo nella stanza. Ad attenderci, un Law seduto comodamente sulla sedia con la sua Kikoku in grembo.

Shachi: Capitano, è successo qualcosa?

Law: Non ancora, fufufu

Io e Shachi ci guardammo di sfuggita mentre Law, nel frattempo, si era messo ad accarezzare la sua arma attraverso il fodero, con le labbra incurvate in un ghigno sinistro.

Shachi: Co-cosa vuole f-fare?

Non sapendo cosa passasse per la mente di quel pazzo, Shachi depositò la tazza fumante su una mensola e si preparò alla bel e meglio ad affrontare lucidamente la situazione.

Law: Non temere, Shachi. Per te non sarà una cosa spiacevole

Quello bastò a mettere i miei sensi in allerta.

“Grandioso, dunque sono io il suo bersaglio principale”

Law: Room

Noi presenti, insieme a tutto l’arredamento, assumemmo una tonalità azzurrina, il che mi fece avere un déjà-vu.

Io: Non ti azzardare, eh! Se ti diverti a usare il trucchetto dell’altra volta per spedire dove vuoi tu la gente, fallo con qualcuno che non sia io. Posso benissimo andarmene da sola utilizzando le mie gambine, grazie!

Feci dietro front e mi avviai verso il corridoio.

Io: Ci si vede all’ora di pran-

Law: Shambles

"Io:" -zo…

Mi bloccai sul posto e sbattei ripetutamente le palpebre. Ero di fronte a Law e più a sinistra rispetto a prima.

“Io”: Non mi cacci fuori?

“Kyoko”: Che strano, mi sento il petto pesante e in un certo senso… ingombrante?

“Io”: Shachi, ti sembrano cosa da di-

Vedendolo, se fosse stato possibile la mia mascella avrebbe raggiunto il pavimento.

“Io”: CHE DIAVOLERIA E’ MAI QUESTA!?

Cercai di ottenere qualche spiegazione dal principale responsabile, ma lui continuò a restarsene in silenzio sorridendo come mai gli avevo visto fare.

“Io”: Come ci sei riuscito!? E perché ha preso a fare così caldo? Si muore!

Con una mano, lambii un pezzo di tuta e iniziai a tirarla avanti e indietro, provando in parte ad arieggiarmi. Ma più continuavo a farlo, più mi accorgevo che qualcosa non tornava.

Mi analizzai da cima in fondo, scoprendo che il mio capo vestiario era cambiato e non solo quello: indossavo la loro tuta bianca, un cappello e degli occhiali -il che è strano che non me ne sia accorta subito, dato che mi oscuravano la visuale-, mentre il petto mi era sparito e gli arti si erano fatti muscolosi.

Risollevai il capo e, osservando i presenti, ebbi un’illuminazione spiacevole. Mi specchiai con la prima cosa che trovai e quel che vidi non mi piacque per niente.

Tastai la guancia in preda al panico, sperando che tutto quello fosse solo un incubo.


“Sono diventata…”

“Io”: S-Shachi?

“Kyoko”: Eheheh, sì? Che c’è? Eheheh

“O.mio.Dio. Non può essere che… n-no, no no no NO!”

Magnifico, Law non aveva reso il suo sottoposto uguale a me -cosa che avevo supposto in precedenza e che avrei preferito di gran lunga-, piuttosto ci aveva scambiato reciprocamente i corpi.

Uscii dal mio stato di shock solo quando scorsi Shachi con una faccia da ebete e con le mani vicine -troppo vicine!- al mio seno. Scattai come una molla verso di “lui” e gli bloccai le braccia lungo ai fianchi.


“Io”: Non toccarmi! O meglio, non toccarti! Insomma, è il mio corpo e… OH, DANNAZIONE, NON FARE NULLA!

Law: Fufufu, non mi dirai che la mia sorpresa non è stata gradita

Avrei tanto voluto essere in grado di incenerire chiunque con un semplice sguardo.

“Io”: Facci tornare immediatamente come prima!

Law: Ti conviene non darmi ordini, detesto chi lo fa, e di sicuro adesso non sei nella posizione adatta per farlo. Per di più, credo non sia possibile accontentarti, o forse dovrei dire che non è assolutamente mia intenzione, fufufu

“Lo uccido, oh sì che lo uccido! Ma frena un attimo il tuo istinto omicida, Kyoko, e proviamo a capire”

“Io”: Di grazia, potrei sapere il motivo di codesta bellissima sorpresa come la definisci te?

Law: Deduco che la signorina Portuguese-ya non ricordi cos’è accaduto una settimana fa nel mio studio

A tal frase, rievocai senza fatica l’episodio in questione.

“Io”: Ah…

“Ok, lo ammetto, me l’ero completamente scordata, ma mica posso ricordarmi ogni cosa che fa o dice ‘sto qui! Inoltre, non ho mai avuto una buona memoria e si vede, va… mi ritrovo sempre in simili macelli!”

Law: In serata vi farò tornare normali

Questa affermazione pose a termine il mio monologo interiore, rendendomi a dir poco scettica e sospettosa.

“Io”: Dunque… finita la giornata, ritornerò me stessa?

Law: Sole se riuscirete a non far capire a nessuno del vostro scambio, altrimenti rimarrete così fino a quando non mi sarò annoiato, fufufu

“Ahà! Ecco la fregatura! Lo sapevo!”

“Io”: E’ impossibile non farci scoprire! Abbiamo mantenuto la nostra voce! E poi, non voglio condividere le mie sorti con Shachi. Non mi fido

E come darmi torto, visto che continuava a ridacchiare entusiasta dell’idea geniale del suo Capitano.

Law: Non sono problemi miei

“Io”: Figurarsi! Grrr

“Kyoko”: Eheheh, sarà un’esperienza bellissima, eheheh

Osservandolo, non potei fare a meno di fare un’espressione schifata.

“Io”: La vuoi smettere di fare quella faccia da ebete con la mia di faccia!? Mi fai impressione!

“Kyoko”: D’aaaccordo!

Esasperata, mi schiaffai una mano sulla fronte.

“Sarà una giornata mooolto lunga… ho già un mal di testa”

Tentai di nuovo a calcarmi, chiudendo gli occhi e respirando profondamente. Se tutto filava liscio, me la sarei cavata in nemmeno ventiquattro ore. Tanto valeva cominciare a stare al suo gioco. Via il dente, via il dolore.

“Io”: E sia, vediamo che accadrà. Prima, però, devo andare in bag-

In una situazione del genere, era più che comprensibile farsi cogliere di sorpresa, dallo shock o chissà da quali altre emozioni -tipo lo sconforto nell’aver ceduto il proprio corpo a un… meglio non definirlo nemmeno-, ma tralasciare un certo dettaglio, significava essere veramente rincoglioniti.

Non ero mai stata una ragazza capace di trattare con la pazienza. Pertanto, quella poca che ero riuscita ad infondermi si volatizzò nel giro di un nanosecondo.

Divenni rigida come una statua, le mani tremanti serrate a pugno vicino ai fianchi e la faccia talmente rossa da sembrare esplodere -non seppi poi se era per via della rabbia che mi ribolliva dentro, oppure dall’imbarazzo che provavo nell’aver costatato cosa effettivamente comportasse essere in un corpo di un maschio-.


“Ucciderlo? Ahahah, bazzecole! Passare direttamente ad un gesto così diretto non mi appagherebbe abbastanza, no no. Prima lo lego per torturarlo, poi lo faccio a pezzi, e per finire lo butto in pasto ai pesci, brutto chirurgo da strapazzo che non sei altro! Ti va di culo che non abbia a disposizione i miei poteri, altrimenti ne avresti avuto un assaggio immediato. Ho le mani che mi prudono da matti. Non capisco ancora come riesca a trattenermi nel saltarti al collo, tralasciando il fatto di rimanere così a vita”

E mentre io scleravo mentalmente per conto mio, quel maledetto farabutto se ne stava lì a rivolgermi un’impressionante sorriso da carogna soddisfatta.

“Se pensa di potermi gestire, si ricrederà a breve. Imparerà a sue spese che non bisogna giocare troppo con l’elettricità. Non la passerà lascia!”

Rifeci un respiro profondo e contai come minimo fino a cento. Quando mi fui sbollita un po’, ignorai completamente Law, dandogli le spalle e rivolgendomi unicamente a Shachi.

“Io”: Mettiamo subito in chiaro alcune cosette

Senza ombra di dubbio il “mio” volto, per non parlare del tono di voce, non doveva essere rassicurante, difatti smise di fare lo scemo e mi prestò attenzione.

“Io”: Non bere perché ti vieto categoricamente di andare in bagno

Stette già per ribattere che non era possibile, ma bastò un’occhiataccia da parte mia per farlo ammutolire.

“Io”: E se ti becco fare qualcosa al mio corpo, anche solo osservarlo più del dovuto, quando riavrai il tuo ti ritroverai con un’acconciatura all’ultimo grido, sono stata chiara?

Annuì più volte con vigore. Almeno una preoccupazione in meno.

“Io”: Ora, quali sono i tuoi incarichi quotidiani?

“Kyoko”: P-preparare il pranzo e controllare la s-scorta di medicinali

“Io”: Bene, andiamo

“Kyoko”: S-signorsì Signora!

Eseguì il saluto militare. Un “tsk” bello udibile venne pronunciato dietro di me, il che mi fece sogghignare.

“Oh, a qualcuno non piace che un suo fidato sottoposto obbedisca ad altri? Uhuhuh, magari non è poi così male come situazione -sott’inteso per un solo giorno!-"

Prima di uscire tirandomi appresso Shachi, mostrai a Law un bel ghigno di sfida. Si limitò a fissarmi con distacco e ad alzarsi per poterci seguire.

Raggiungemmo la sala da pranzo senza proferire parola, ma quello non mi sorprese più di tanto: Law era esattamente l’opposto di un tipo loquace; Shachi si era riperso nelle sue fantasie e io stavo cercando di calarmi nella parte, preparandomi ad ogni imprevisto possibile.

Ad accoglierci per primi fu Bepo.


Bepo: Buongiorno, Capitano. Signorina Kyoko, Shachi…

Ciurma: BUONGIORNO!

Appena varcai la soglia, venni presa d’assalto.

Pauly: Shachi! Si può sapere dov’eri finito!?

Matt: Infatti! Sono già le 12:30 e tu non hai ancora iniziato a cucinare!

Ciurma: STIAMO MORENDO DI FAME!

“Io”: Ah già, scusatemi. Cioè, volevo dire *mi schiarii la gola* non rompete! Ora vado a cucinare, ahahah!

Calò il silenzio assoluto e sul volto di ciascuno si dipinse un’espressione stralunata.

Trey: Sicuro di stare bene?

“Io”: Io? Mai stata-O meglio!

Trey: Sarà, se lo dici tu…

Penguin: Beh, allora che aspetti? Fila a cucinare! Kyoko-chan, ti va di farci un po’ di compagnia? Ihihih

“Kyoko”: Ehm, io, ecco… f-faccio un salto in cucina con Shachi! P-perché, ehm… non ho fatto la colazione e ho bisogno di mangiare qualcosina, eheheh

“Sia ringraziato il cielo, ha riconnesso il cervello. E anche con la voce non se la cava male. Per i maschi è più facile imitare le nostre che noi le loro. Poi quella di Shachi è già acuta di per sé”

Per evitare che qualcuno aprisse bocca e rovinasse i nostri piani, spinsi Shachi in cucina e chiusi la porta.

“Io”: Speriamo che nessuno venga a darci fastidio

“Kyoko”: Eheheh, è divertente però

Non sprecai nemmeno fiato per rispondergli. Mi misi all’opera con i fornelli, optando per un menù con primo e secondo: gnocchetti con salsa di pomodoro condita con varie spezie che le davano il mio tocco speciale e carne con pucina di trito. La salsa fu subito pronta e un buon profumino prese ad espandersi nell’aria.

“Kyoko”: Slurp! Posso assaggiare?

“Io”: Eheh, sicuro!

Staccai un pezzetto di pane e lo inzuppai. Se lo mangiò con goduria.

“Kyoko”: Ma è delizioso!

“Io”: Felice che sia di tuo gradimento

“Kyoko”: Sei una vera cuoca!

“Io”: Gra-… frena un attimo… Shachi, tu cucini da schifo!

“Kyoko”: Che!? Io ti faccio un complimento e tu mi rispondi insultandomi? Sei cattiva, sigh

Roteai gli occhi al cielo e scossi la testa.

“Io”: Ma no, baka! Non capisci? Sei tu che devi cucinare. Se all’improvviso gli servi un piatto decente, è ovvio che si insospettiscano. Maledizione! Ci posso scommettere un milione di berry che Law ha pensato anche a questo. Guarda caso ha scelto proprio te per fare lo scambio. Muoviti e aiutami a sabotare tutto!

Aggiungemmo alle pietanze le prime cose che ci passarono sotto mano, cercando comunque di non esagerare. Va bene non essere portati per l’arte culinaria, ma credo che tutti siano in grado di distinguere, per esempio, il sale dallo zucchero.

Spedii Shachi ad accomodarsi di là insieme agli altri, così potei servire l’intera ciurma. Si fiondarono sui piatti e gli divorarono come sempre, senza fare nessun commento diverso dal solito, perciò anche quella era andata.

Mi sedetti al “mio” posto e presi anch’io ad addentare velocemente il cibo.

Procedette tutto con normalità fino a quando un forte colpo non attirò la nostra attenzione: Shachi era crollato con la testa sul tavolo, tenendo saldamente un bicchiere vuoto nella mano sollevata.


Penguin: Oddio, Kyoko! KYOKO!

L’agitazione colse tutti i presenti, facendoli balzare in piedi per potersi avvicinare a “lui”. Anche Law si era alzato e si era messo a controllarlo. L’unica a non fare nulla fui io.

Steve: Che le è preso!?

Hiro: Capitano, può guarirla!? Non è niente di grave, vero!?

Mi stavo mordendo il labbro inferiore con una tale forza che quasi avrebbe sanguinato.

Law: Il respiro è regolare, non dovrebbero esserci problemi interni, ma ha perso conoscenza per qualche motivo

Non resistetti più. Vedere Law così intento a capire che avessi, magari chiedendosi se fosse colpa della sua sorpresa, mi fece scoppiare letteralmente a ridere, finendo per attirarmi contro tredici sguardi.

Penguin: SHACHI, TI SEI BEVUTO IL CERVELLO!? TI PARE IL MOMENTO ADATTO PER RIDERE!?

“Io”: AHAHAH, VI PREGO, AHAHAH, FERMATEMI, AHAHAH, SONO SENZA FIATO, AHAHAH, STO PIANGENDO

Riuscii a far cessare le risate solo quando Penguin mi afferrò per la collottola della tuta e mi minacciò di tirarmi un pugno dritto in faccia.

“Io”: Ok, ok, la pianto, non c’è bisogno di scaldarsi tanto. Scommetto che adesso si riprenderà, pf pf pf

Detto fatto. Shachi si svegliò e si tirò su, mettendosi composto come se niente fosse.

Funny: Kyoko-chan, stai bene?

“Io”: Ha avuto un semplice attacco di narcolessia. Le capita qualche volta e dura per un paio di minuti, tutto qui

Dreamer: E tu come fai a saperlo?

“Cavolicci! Baka-me, e ora che mi invento?... ci sono!”

“Io”: E’ successo durante questa settimana e poi me l’ha spiegato. Ho reagito anch’io allo stesso modo, eh eh eh

“Fiù, mi sono salvata a pelo. E per fortuna che prima erano spaventati, perché quando ho avuto il mio momento casual non ho modificato la voce”

Passato lo spavento, finirono di mangiare e sparecchiarono. Law, per tutto il tempo, mi aveva fissata in modo strano.

Steve: Ehi, Shachi, noi andiamo? Shachi? SHACHI!

Per poco non caddi dalla sedia. Distratta dai miei pensieri, non mi ero accorta che stessero chiamando “me”.

“Io”: Dicevi?

Steve: Dobbiamo riordinare le nostre scorte. Sarà un lavoro lungo, probabilmente ci richiederà tutto il pomeriggio

“Io”: Sì, andiamo

Lanciai un’occhiata a Shachi che, da come si irrigidì e annuì, dovette aver appreso appieno. Poi, riluttante, seguii Steve e raggiunsi il ripostiglio dove, per l’appunto, vi erano vari medicinali e attrezzi medici.

Steve: Io comincio con gli antidolorifici, i farmaci per il sistema cardiovascolare e quelli dell’apparato gastrointestinale, mentre tu controlla quelli somministrabili per fleboclisi, quelli riguardanti il sangue e organi emopoietici

Dopo avermi passato parecchie scatole situate sullo scaffale alle sue spalle, andò a mettersi a lavorare in disparte.

Le scoperchiai e mi incantai per un istante a studiarne il contenuto.


“Sssì, direi che non ci sono problemi, sai cosa ci vuole… ma siamo impazziti!? Non so manco dove metterci le mani! E’ già tanto se so che non esiste un unico medicinale, figurarsi distinguerli fra le varie categorie!”

Studiai di nascosto Steve. Per quello, stava solo annotando su un blocchetto il nome scritto sulle etichette e il numero di barattoli/scatoline a disposizione. Potevo riuscirci anch’io. Mi munii di carta e penna.

“Vediamo un po’, con cosa parto? Oh, questo mi ispira: “Warfarin”, farmaco anticoagulante cumarinico che intacca la vitamina K, da assumere una pastiglia alla volta e- mi sono persa alla terza parola, forse è meglio limitarsi a leggerne il nome”

E fu così che, proprio come era stato previsto, passai l’intero pomeriggio con la faccia negli scatoloni. Arrivai alla fine con la vista andata. Tutte quelle scritte in piccolino e dai svariati colori, mi avevano tirata scema.

Rimettemmo ordine, chiudemmo il ripostiglio e, poiché si era già fatta l’ora di cena, ritornammo nella sala da pranzo. Non avendo sbatti di fare qualcosa di complesso, preparai giusto un po’ di verdure semplici e ripiene.


“Mi sento la schiena a pezzi… voglio il mio lettino!”

Law: Come siamo messi?

Steve: Siamo ben riforniti. Dobbiamo procurarcene solo un paio di alcuni

Law: Bene

Dopo cena, alcuni rimasero a farsi una partita a carte, altri si prepararono al turno di guardia notturno e i restanti di ritirarono nelle rispettive camere. Io e Shachi, invece, seguimmo Law come ci aveva ordinato quest’ultimo.

Law: Ve la siete cavata meglio del previsto

“Kyoko”: Qualche volta potremmo anche rifarlo. E’ stato divertente, eheheh

“Io”: Manco morta! Star lì sempre sull’attenti per non farsi beccare è sfiancante!

Ci fermammo davanti alla camera di Shachi e Penguin e Law, attivando i suoi poteri, pose a termine il mio incubo.

Shachi: Sigh, il mio sogno è finito

Tastai centimetro per centimetro il mio corpo. Sembrava tutto nella norma e l’elettricità che sentivo fluirmi dentro mi fece sentire benissimo.

Io: Waaa, com’è bello essere di nuovo me stessa!

In quell’attimo apparve Bepo. A sua volta si stava dirigendo verso la propria camera, ma appena si accorse che gli stavo correndo incontro, si arrestò. Gli saltai in braccio, cogliendolo completamente alla sprovvista, tant’è che assunse un altro colore.

Bepo: S-signorina Kyoko, è-è tutto a posto?

Io: Mai sentita meglio! E al diavolo contenermi! E’ dal primo giorno che ti volevo saltare addosso, e ora che sono euforica l’ho dovuto fare per forza!

Timidamente, mi rivolse un sorriso troppo puccioso.

Io: Bepo, oggi è stata una giornata pesante… vero che mi porti nella mia cameretta? *faccia da cucciolo indifeso*

Si voltò verso Law per chiedergli il permesso. Sia lui che Shachi erano rimasti in religioso silenzio per tutto il tempo. Forse non si aspettavano una simile reazione da parte della sottoscritta, chissà. Comunque, il Capitano acconsentì con un cenno e Bepo, da vero “gentiluomo”, mi permise di accoccolarmi maggiormente fra le sue braccia e mi accompagnò.

“La questione non finisce qui, Law. Ti piace giocare, neh? E va bene, giochiamo, ma non credere di potertela spassare solo te. Che il divertimento e la guerra abbiano inizio! Uhuhuh”

*** Poco dopo...***
Kyoko - Shachi
"Adesso, levatevi dai piedi e non provate a rubarmi il bagno!"








Angolo autrice ^^:

Lo ammetto, leggendo/vedendo la saga VOI SAPETE QUALE (mi sembra tanto stile Voldemort, ahah, ma non voglio spoilerare troppo per chi seguisse solo l'Anime italiano), non ho resistito a scrivere questo capitolo.
Mi è venuto troppo spontaneo e mi sono divertita parecchio. Sarei andata ancora avanti, ma già sono venute fuori sette pagine Word con i margini ristretti!

Strano ma vero, non ho molto da dire. Siete contenti, neh? XD
Mi scuso solo se ho fatto qualche errore in campo medico. Per i farmaci ho cercato su Internet e queste definizioni erano le stesse in ben cinque siti quindi, o sono sfigata io, oppure erano attendibili. Non ne ho idea ^^"
Per quanto riguarda la narcolessia di Kyoko... boh, amando Ace e non trovando ragazze con il suo problema, mi son chiesta come sarebbe se ne avessi creata una, perciò eccovi il risultato.

Nel 6° cappy la protagonista farà la sua mossa, non prima di essere stata baciata dalla sfiga, mi sembra giusto XD
E prima o poi salterà fuori anche il POV di Law. Uno, poi, sarà davvero uhuhuh.

Oki, ho concluso. Ci sentiamo! See ya! =_^
Flame

P.S. Il 5° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: nozomi99, FedeAle1525, Monkey_D_Alyce, Sanjina99 e _Ace


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Capitolo 6
*** Cuoca di bordo provvisoria ***


LxK




(Metà mese a bordo)

Furtivamente, cominciai ad aggirarmi fra i vari corridoi sfruttando l’occasione d’oro che si era venuta a creare.

Avevamo da poco finito di pranzare e tutta la ciurma, con il rispettivo Capitano, si erano messi a discutere sulle condizioni del sottomarino, della rotta seguita e di altro che non stetti nemmeno lì ad ascoltare perché io, con una scusa, mi ero allontanata proprio per potermi muovere indisturbata.


Io: Sono pur sempre un pirata, non dovrebbero fidarsi a lasciarmi sola. Ho un sacco di tempo per scoprire se Law ha qualche punto debole da poter sfruttare a mio favore, uhuhuh

Oltre ad essere intenta nella mia missione top secret, stavo pure gioendo come una bambina. Prima mi era venuto in mente un libro che avevo letto in passato, dove il protagonista entrava in una villa di un ricco signore per poter trovare un oggetto raro. Anche lui cercava di stare attento a non farsi scoprire, spacciandosi per un ninja improvvisato.

Io: Che figata! Mi sembra di esserlo anch’io! Nin-nin*

Controllai subito l’infermeria, la sala operatoria e lo studio di Law, sperando di trovare qualche documento medico che riportasse un qualunque difetto fisico di suddetta persona di cui si vergognasse, ma niente di niente.

Io: Uff, ci impiegherò più di quanto pensassi. E’ anche vero che se uno ha un segreto imbarazzante o no, mica lo mette in mostra come un idiota, nin-nin

Mi accovacciai per terra, prendendomi il mento con la mano destra e inclinando la testa di lato.

Io: Uuuhm, se avesse qualcosa da nascondere, la terrebbe in un posto dove poterla controllare costantemente… ma certo! La sua camera da letto! Come ho fatto a non pensarci subito!? Devo muovermi prima che finiscano, nin-nin

La raggiunsi in poche falcate veloci. Non mi era ancora capitato di entrarvi perché fino a qual momento non ne avevo visto l’utilità e Law non voleva avere nessuno tra i piedi. Chiunque osasse metterci piede senza un valido motivo, era sicuro che non l’avrebbe passata liscia. In conseguenza a ciò, entrai dopo aver attivato l’haki dell’osservazione che mi avrebbe permesso di accorgermi se sarebbe arrivato.

Chiusa la porta dietro di me, mi incantai in piedi sul posto, scordandomi che meno rimanevo lì, meglio era.

Mare. Attraverso il pavimento -composto da un’unica lastra di vetro spessa e grande- riuscivo ad ammirare il mare, i pesci e le piante acquatiche.


Io: Wow! E’... è magnifico!

Se un giorno avessi dovuto farmi costruire un sottomarino, non mi sarei mai sognata di farmi fare una stanza del genere. Un conto era osservare quel panorama dai minuscoli oblò, un altro era ritrovarsi a “camminarci” sopra.

Io: Ahahah, quel pesce rosso dalla faccia imbronciata mi ricorda la drag queen. Dovrei regalar-

“Percepisco una presenza… è Law! Mi sono distratta e ho perso tempo! Non deve beccarmi, nin-nin”

L’unico nascondiglio che mi parve plausibile fu il letto. Con un movimento agile mi ci infilai sotto, incatenando lo sguardo all’entrata dove, qualche attimo dopo, apparirono le scarpe scure e appuntite del chirurgo.

Pregai che non si accorgesse di me cosa che, da come andò a sedersi alla scrivania per lavorare, sembrò così.


“Dai, da bravo, vedi di smammare presto e di andare anche molto lontano, almeno posso andarmene da qui”

Ma la fortuna era da tutt’altra parte. Aspettai e aspettai. Capendo che le cose avrebbero tirato per le lunghe, decisi di passare il tempo a guardare il mare. Di preciso non so quanto rimasi lì, perché ad un certo punto venni persino colta da un attacco di narcolessia.

“Meno male che non russo… oh, si è alzato!”

Ma, vedendolo sedersi sul letto, smisi di esultare.

“Dio, ti prego, dirmi che non si mette a dormire! Perché altrimenti giuro che esco inventandomi una balla al momento e al diavolo le conseguenze!”

Mentre imprecai mentalmente e mi insultai per aver avuto la brillante idea di venire qui, Law si tolse le scarpe e i pantaloni. Ritornai al presente solo quando sentii una porta chiudersi e notai gli indumenti a terra.

“E’ uscito? Ma scusa, va in giro in mutande? E chissenefrega delle sue abitudini da pazzo, Kyoko! Muotivi ad alzare i tacchi!”

E proprio dopo aver fatto sbucare fuori la testa, una porta venne aperta. Mi ricacciai nel mio nascondiglio in tutta fretta, strappandomi qualche capello che si era impigliato nelle viti del letto.

Prontamente mi tappai la bocca con la mano, quando dall’occhio scese una lacrimuccia.


“Porca miseria, che male! Maledetta me che non ho controllato con l’haki!”

Riudii una porta chiudersi, seguita poi dal rumore dello scroscio d’acqua nella stanza accanto. Guardai in quella direzione, attendendo qualche secondo.

“Ah, ma allora doveva farsi una doccia… frena, frena, frena! Non ditemi che prima si è cambiato compl- SMETTILA *mi diedi due schiaffi* non sono cose da pensare!”

Sospirai per darmi un contegno e volsi il viso verso il pavimento.

STOCK! Una bella crapata.


Io: CAZZ-!

Un pesce, un fottuto pesce si era appiccicato al vetro all’altezza del mio volto, fissandomi con occhi talmente a palla da avermi fatto venire un accidenti.

“Miseriaccia, che dolore! Che ho fatto di male per meritarmi tanta sfiga!?”

Massaggiandomi il punto dolente, sgattaiolai via. Per evitare di fare troppo rumore, aprii la porta giusto quello che mi bastò per passarci con la pancia tirata in dentro.

Io: Adesso, chiudiamola piano piaaano

Fuori da lì, mi sembrò di essere scappata da morte certa.

Io: Ho bisogno di tirarmi su. Credo che andrò a farmi uno spuntino

Bepo: Signorina Kyoko

Mi girai verso di lui emettendo un gridolino di spavento e stringendomi il petto con la mano sinistra.

Bepo: Mi scusi, non volevo spaventarla!

“Inspirare, espirare, inspirare, espirare… il gioco non vale la candela, assolutamente!”

Io: N-nessun problema. Dimmi, mi stavi cercando?

Bepo: No, ero solo venuto a portare delle cose al Capitano. Comunque, posso chiederle come mai viene dalla sua camera?

Io: Come mai vengo dalla sua camera? Semplice, te lo spiego subito! Dovevo…

“Pensa, cervello bakato! Pensa!”

Io: Dovevo parlargli... SI’, parlargli! Solo che è sotto la doccia. Che peccato, eh!? Eh eh eh

Bepo: Vuole che il messaggio glielo riferisca io appena finisce?

Io: Certo che no. Cioè, non devi! Ehm, non voglio disturbarti, ecco!

Bepo: Oh, non si preoccupi, lo faccio con piacere

Data la mia capacità di mentire e la premurosità di Bepo, se avessi continuato a portare avanti quella conversazione non mi sarei più tratta d’impiccio, quindi lo sorpassai e presi a camminare all’indietro, agitando le mani di fronte a me per faro smettere.

Io: Davvero, non è urgente, glielo riferirò un’altra volta. Ora devo scappare, ci vediamo dopo!

Me la defilai come un fulmine -nel vero senso della parola-.

“Scusami, Bepo, sei molto gentile, ma ho dovuto dirti una piccola bugia”

Raggiunta la cucina, dissolsi l’elettricità e tornai normale.

“Abbandonato momentaneamente il proposito di trovare segreti su Law. Mi inveterò poi dell’altro per fargliela pagare. Ora voglio solo riprendermi”

Farcii un piccolo panino con il prosciutto cotto e mi sedetti allo sgabello vicino al bancone, beandomi della pace che regnava tra quelle quattro mura.

Healt: Stai attento! Abbiamo appena finito di lavare, non vorrai ricominciare da capo!?

Matt: Scusa *gnam gnam* non è colpa mia. E’ il pane *gnam* che è friabile

Healt: Sarà, ma vedi di raccogliere tutto, se no lo senti il Capitano

“Eheh, anche loro stanno facendo una pausa nella sala da pranzo”

Matt: Sì, sì, lo so. Certo che chissà perché non gli piace il pane. Non riesce nemmeno a tollerarne la vista. Ogni volta si irrigidisce e lo evita come la peste

Healt: Bah! Sai com’è fatto. E’ inutile stare a ragionare sulle sue stranezze. Non ne verresti mai a capo

Matt: Hai ragione. Dai, continuiamo a pulire, almeno finiamo fuori

Dai rumori delle sedie e delle loro voci che divennero sempre più lontane, capii che se ne erano andati, lasciandomi lì con il panino a pochi millimetri dalla mia bocca incurvata sadicamente.

“Ma che gentili. Non dovevate rivelarmi un'informazione simile, uhuhuh”

Il mio spuntino aveva perso di importanza. Lo lasciai da parte per la cena e, con la mia vendetta che mi frullava in testa, mi diressi verso una persona che, a sua insaputa, mi avrebbe facilitato nel metterla in atto.

<><><>


La scena che mi si parò davanti all’ora di cena fu esilarante.

Dopo aver chiesto a James di concedermi il suo turno ai fornelli, affibbiandogli come scusa che volevo farmi perdonare dal suo Capitano per un piccolo affronto, mi ero assicurata di non far trapelare a nessuno la notizia di tale scambio e, soprattutto, di cosa gli attendeva per pasto. Così facendo, non ebbero modo di cambiare all’ultimo o avvisarmi di un dettaglio di cui io -guarda un po’!- ero benissimo a conoscenza.

Law, comparso per ultimo, notando quello che vi era in abbondanza sui tavoli, si era pietrificato distante da essi di almeno cinque metri.


Law: Voglio immediatamente una spiegazione

L’aura oscura che emanava fece tremare e allontanare i presenti. Io, con disinvoltura, mi alzai dal mio usuale posto e mi piazzai davanti a Law.

Io: Volevo prepararvi una bella cenetta, perciò ho chiesto di poter cucinare io. Una volta pronta, però, mi sono resa conto di non sapere a cosa siete allergici. Dunque, non volendo rischiare di farvi star male, ho optato per dei paninetti farciti e delle tartine, almeno ciascuno di voi mangia quello che può senza problemi. Alla prossima occasione, vedrete che vi farò trovare un banchetto con i fiocchi! Eheh

Durante la mia spiegazione, Law aveva continuato a fissare il pane con uno sguardo che definire schifato era un eufemismo. Fingendomi dispiaciuta, ricorsi all’espressione più triste che avessi nel mio repertorio.

Io: Ho forse sbagliato? Il mio voleva essere solo un gesto carino nei vostri confronti

Pauly, il più vicino a me, tentò di rincuorarmi appoggiandomi una mano sul braccio e rivolgendomi un sorriso.

Pauly: Kyoko-chan, non devi sentirti in colpa! Apprezziamo quello che hai fatto. Solo che, vedi, il nostro Capitano non gradisce il pane. Anzi, diciamo proprio che non lo sopporta, ecco il perché della sua reazione

Io: Oooh, mi dispiace… non lo sapevo

Non ci impiegò molto, Law, a cogliere la mia frecciatina e a ridestarsi dal suo stato di trans, lanciandomi poi un’occhiataccia torva. E il quasi impercettibile ghigno che rivolsi direttamente a lui, non migliorò di certo il suo stato d’animo.

“Credevi forse che me ne sarei stata buona?”

E’ vero, avrei potuto far seriamente finta di nulla, godendomi la vendetta all’oscuro di tutti, ma il bello stava proprio nel sapere che Law era perfettamente a conoscenza delle mie reali intenzioni. Per di più, la sua faccia mi aveva appagata maggiormente.

La nostra sfida di sguardi venne interrotta dai ragazzi che cercarono a loro volta di rassicurarmi.


Penguin: E’ comprensibile, mica potevi immaginartelo

Bepo: Capitano, se attende un attimo le prepariamo subito dell’altr-

Law: Non è necessario, non ho fame. Voi riprendete pure

Così com’era arrivato silenziosamente, così se ne andò.

“2 – 1 per me, uhuhuh”

Noi ci rimettemmo a tavola. Terminato, apparirono magicamente carte e soldi da usare per poter giocare alla loro abituale partita a Poker del lunedì sera, con tanto di alcolici come accompagnamento.

Non sapendo le rispettive regole, feci da spettatrice, scherzando con loro e intervenendo come paciere quando rischiavano di finire per azzuffarsi.

Decidemmo di smettere a mezzanotte inoltrata. Demmo una veloce sistemata e ci augurammo buona notte.

Prima che Penguin se ne andasse, però, lo richiamai un attimo.


Penguin: Sì, Kyoko-chan? Di cosa hai bisogno?

Io: Mi chiedevo quando Law sarebbe venuto a mangiare qualcosa. Non si è fatto più rivedere per tutto il tempo

Penguin: Ah, quello? Non c’è motivo di preoccuparsi, non è la prima volta che salta un pasto. Quando si chiude nella sala operatoria o nel suo studio, non si accorge mai dell’ora… puoi andare pure a dormire

Io: Uhm, ok. Faccio prima un’ultima cosa e poi mi infilerò anch’io

Penguin: Ihihih, d’accordo, allora ‘notte

Io: ‘notte Pen!

Appena rimasi da sola, raccolsi i capelli con un codino che tenevo in tasca per evenienza e mi misi all’opera.

***


“L’una e un quarto… per stasera può bastare”

Riposi via il mio bisturi e la cavia su cui stavo testando una nuova idea. In seguito, massaggiandomi le spalle per far stendere i muscoli leggermente indolenziti, chiusi la sala operatoria e mi incamminai verso la cucina.

Normalmente me ne andavo direttamente in camera ma, non avendo mangiato molto nemmeno la sera precedente, i crampi allo stomaco mi avevano imposto di cambiare l’abitudine.


“Tsk, tutta colpa di quella ragazzina impertinente”

Dovevo ammettere, però, che era riuscita a sorprendermi. Non solo sembrava di non temermi -cosa insolita considerando come tutti iniziano a tremare appena mi guardano dritto negli occhi o capiscono chi hanno di fronte-, bensì aveva osato tirarmi un colpo basso.

Mi sfidava apertamente, mi si rivolgeva come se fossimo dei conoscenti di lunga data e, cosa strana, ci poneva allo stesso livello. Lungo la mia strada avevo incontrato molte persone, le quali finivano per reputarmi inferiore a loro o un mostro, ma mai a pari livello e il comportamento di Kyoko era dettato dalla spontaneità.

Era nota la mia indole a studiare nei minimi dettagli ogni essere vivente, sia fisicamente che caratterialmente, e lei non aveva fatto eccezione, onde per cui riuscivo a capire il suo modo di agire.

Decisamente non era una ragazza comune. L'aggettivo che, a mio parere, le calzava a pennello, era… curiosa.

Perso nelle mie riflessioni, arrivai in cucina senza quasi accorgermene. Trovai sul bancone un piatto ricoperto e un bigliettino posto sulla destra:






“Hai anche la faccia tosta di dettarmi ordini dopo quello che mi hai fatto?”

Ciò nonostante, misi il cibo in una pentola e accesi il gas, attendendo quanto vi era scritto sul pezzo di carta.

“Da questo deduco che tu non sappia il vero significato della parola vendetta, Kyoko-ya, altrimenti non mi avresti preparato nulla”

Presi posto al bancone e, tra un boccone e l’altro, mi scoprii a sogghignare con gusto.

“Ho come l’impressione che non ci sarà da annoiarsi… la situazione si fa ancora più eccitante, fufufu”







Angolo autrice ^^:

Kishishishi, kishishishi! Avevate pensato al pane?
Inutile dire che anche qui non ho resistito. Come potevo non usarlo dopo le mitiche espressioni che fa Law a riguardo? So che non è una vendetta con la V maiuscola ma, in fin dei conti, è solo l'inizio e, diciamocelo, la cara Kyoko è un pò ingenuotta, eheh.
Kyoko: Ehi! Sono solo buona, tutto qui! E poi, devo ancora prenderci la mano. Più avanti arriverò a vendicarmi con fin troppa facilità, fufufu

Ora... siete riusciti a capire a chi ho fatto riferimento all'inizio? No?
Coscienza: Mi dici come possono capire il funzionamento della tua testa bakata?
Flame: Taci, tu! *la rinchiude nell'armadio*
Beh, se ci siete arrivate, vi faccio i miei + sentiti complimenti XD, altrimenti ve lo spiego io: ebbene, ho preso spunto dal focoso Natsu di "Fairy Tail".
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http://cdn.mangaeden.com/mangasimg/55/55df3d46d7525e586c8d0e8bdb520018ac7fc24c5d39f070bef1171e.jpg
Tra un pò il mio personaggio diventa il protagonista di shonen in versione gonnella, ahahah.
Se penso che Natsu ed Ace usano lo stesso elemento, che entrambi sono dei fighi e dei pg che amo per diversi motivi, mi sento... "Mi sento tutta un fuoco!"

Ho un annuncio da farvi. A breve le cose inizieranno a smuoversi poco alla volta e avrete una sorpresina ;)

E anche per questo venerdì è tutto, gente! Ci si sente al prox! =_^
Kiss! :3
Flame

P.S. Il 6° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: nozomi99, FedeAle1525, Monkey_D_Alyce, NamiLaGattaLadra, Sanjina99, TrafalgarEmily, _Ace e cola23


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Capitolo 7
*** Mare, sole, chiacchiere e mostri acquatici ***


LxK




Com’era facilmente prevedibile, a Law il mio tiro mancino del pane non gli era affatto piaciuto, e malgrado il mio gesto premuroso di fine serata, s’impegnò il prima possibile a farmela pagare.
Poiché avevo promesso a loro un banchetto con i fiocchi, Law mi obbligò a diventare la cuoca provvisoria dei Pirati Heart, minacciandomi di torturarmi per ogni pasto che mi fossi rifiutata di cucinare.

Sapendo che ne sarebbe stato benissimo capace, non opposi resistenza e accettai, ma non senza ricorrere alle sue stesse armi. Pertanto, una mattina, andai da lui e lo elettrizzai completamente.
Non appena toccava qualunque cosa o persona, riceveva una bella scossarella. Scoppiammo tutti a ridere quando i suoi capelli iniziarono a svolazzare in ogni direzione sebbene fossero tenuti fermi dal copricapo.

L’intera ciurma fu spedita ad eseguire il doppio della mansioni, mentre io dovetti pulire ogni stanza da cima a fondo utilizzando solo la mano sinistra. Perché sì, quel simpaticone aveva usato i suoi poteri per tagliarmi via la destra in modo tale da complicarmi la vita -e anche tentando di farmi venire un infarto, dato che non sapevo potesse fare una cosa del genere-. Pensate, difatti, alla comodità nel portare ed usare il secchio, lo straccio e lo spazzolone con una mano soltanto.

Caso volle che, nell’attimo in cui ero indaffarata a sistemare il luogo di lavoro di Hiro, mi imbattei in un liquido alquanto interessante: il colorante giallo utilizzato per ricoprire eventuali graffi che si formavano sulle pareti esterne del sottomarino.
E se ora vi state chiedendo come ne usufruii… beh, avreste dovuto essere in camera mia quando Law vi piombò con un solo asciugamano a coprirlo e i capelli diventati di un certo colore. Il vero shampoo era stato doverosamente nascosto nell’armadietto del mio bagno.

Gli restarono di quella tinta per diversi giorni, e da come mi tagliuzzò tutta attaccando poi le mie parti in giro per la stanza -soprattutto mettendomi a testa in giù al soffitto nell’intento di farmi andare il sangue al cervello-, non dovette averla presa bene.

In quel frangente, rischiai seriamente di subire un altro quasi attentato al cuore. Sai com’è, una cosa da tutti i giorni venire fatti letteralmente a pezzi e rimanere comunque in vita.
Quindi, cercai di rifarmi passando al mio contrattacco, ma ovviamente la sfiga tornò a farmi visita. Tentai varie volte, finendo sempre nell’essere colta in flagrante dal diretto interessato.

E fu così che il nostro gioco di “Una vendetta tira l’altra” andò avanti per l’intera settimana. A quanto salì il punteggio? Alla fine dei conti, arrivammo 7 – 4… per lui, tsk.


“Perdinci! E’ inaccettabile tanto distacco! Devo recuperare e alla svelta!”

Intenta a pianificare e ad asciugarmi il sudore in viso con l’asciugamano posto intorno al collo -mi ero allenata un paio di ore in palestra-, per poco non inciampai con Bepo. Era disteso in tutta la sua lunghezza sul pavimento e in una pozzanghera di sudore. Preoccupata, mi accovacciai accanto a lui.

Io: Bepo! Che ti succede!?

Bepo: *anf* Signorina Kyoko *anf*, non si allarmi *anf*. E’ il calore *anf*… non riesco a sopportare le temperature elevate *anf* ed è da quasi tre settimane che non emergiamo *anf*

Io: Non puoi mica rimanere in questo stato! Aspettami qui, vado a chiedere se possiamo risalire

Mi diressi alla sala comandi dove vi era Jean Bart. Accortosi della mia presenza, mi rivolse un’occhiata inquisitoria senza aprir bocca. L’avevo capito fin dall’inizio che non era un tipo loquace. Su questo fronte assomigliava a Law.

Io: E’ possibile fare un’emersione? Bepo ha bisogno d’aria fresca e-

J.Bart: Non dipende da me. Bisogna domandarlo al Capitano

Io: Oh, giusto… vado da lui all-

J.Bart: Puoi usare il den-den mushi

Tralasciai il fatto che non mi dava nemmeno il tempo di concludere una frase, lo ringraziai e afferrai il piccolo attrezzo che mi porse, componendo successivamente il numero dettatomi e restando in attesa.

DDM – Parla

Io: Sono Kyoko. Senti, Bepo sta soffrendo per il caldo, non si potrebbe f-

DDM – Jean Bart, situazione?

“Ok, o non conoscono l’educazione, oppure vogliono farmi incavolare”

J.Bart: Sicura, nessuna nave in vista. Abbiamo sorpassato la zona pericolosa della Marina navigando per tutto il tempo sott’acqua. Ormai non dovremmo avere più problemi

DDM – D’accordo, allora esegui la manovra e getta l’ancora. Sosteremo qualche ora del pomeriggio per riposarci

J.Bart: Ricevuto

Avendo ottenuto quello che volevo, feci ritorno dall’orsacchiotto, il quale fu immensamente felice e riconoscente per avergli procurato un po’ di pace all’aria aperta.

Nell’attesa, mi premurai d’informare anche i restanti membri dell’equipaggio. Quando fummo risaliti in superficie, non aspettarono nemmeno che ci fermassimo del tutto che già si erano spogliati delle tute, rimanendo in boxer. E con una riconcorsa, si gettarono in mare.

Pure Bepo si scaraventò fuori sul ponte, ma lui si limitò ad espirare ed inspirare un paio di volte, per poi spaparanzarsi a pancia in su perpendicolare alla ringhiera fungente da parapetto e addormentarsi nel giro di una misera manciata di secondi.


Funny: FINALMENTE!

Trey: ERA ORA! NON NE POTEVO PIU’!

Dreamers: CHE MERAVIGLIA!

Cominciarono a sguazzare intorno al sottomarino, risalendoci ogni tanto per tuffarsi da esso. Io, invece, mi appoggiai alla ringhiera, ponendo una mano sotto il mento in modo tale da sostenere la testa.

Ridacchiando, li osservai a lungo. Era divertente vederli comportarsi da bambini. Loro, uomini considerati dalla Marina e dal Governo Mondiale come dei criminali della peggior specie, intenti a giocare spensierati.

Tuttavia, non potei evitare di invidiargli. Anche parecchio, aggiungerei.

Soffrivo molto il caldo. Certo, non come Bepo che se ne andava in giro con chili di pelliccia addosso, però ero da sempre stata una ragazza calorosa. E osservare gli altri rinfrescarsi nel mare che tanto rappresenta la mia libertà, quanto uno dei miei nemici mortali, mi faceva rattristire.


Io: Quanto darei per potermi rimmergermi almeno una volta

Law: E’ il prezzo da pagare se si vuole ricevere i poteri di un frutto del diavolo

Raddrizzai leggermente la schiena e mi girai con il capo verso di lui, notandolo posarsi alla mia destra incrociando le braccia tra loro. Lo salutai e ritornai a fissare il panorama.

Io: Il mio potere non mi dispiace e non rimpiango di aver mangiato il frutto, anche se è avvenuto per caso, ma devo ammettere che qualche volta penso a come sarebbe la mia vita se non lo avessi fatto... dove sarei ora e chi sarei se non esistesse “Lampo giallo”

Law: Ormai fa parte del passato, è inutile che ci rimugini sopra. Vari episodi vanno a formarci in quanto esseri umani, e una volta avvenuti non si può più tornare indietro. Spetta a te essere in grado di gestirne le conseguenze, facendotene una ragione o continuando ad affliggerti

Si soffermò a scrutare intensamente l’orizzonte. Per un brevissimo istante, tutto di lui mi parve esprimere malinconia e, allo stesso tempo, un profondo rancore verso qualcosa o qualcuno.

Mi sarebbe piaciuto venire a conoscenza di altro su Law come, ad esempio, se da piccolo avesse mai sorriso veramente, ma ero la prima ad evitare di parlare dei fatti miei, figurarsi uno come lui.

Entrambi con i propri pensieri, restammo in silenzio per un po’, lasciandoci cullare dall’oscillare provocato dalle onde. Dopo di che, Law andò a sedersi al fianco di Bepo usandolo bellamente a mo’ di cuscino, mentre io, non sapendo che fare, feci lo stesso mettendomi però vicino alla sua testa. Sfilai la mia arma dalla cintura e iniziai a pulirla con la stoffa che tenevo nel marsupio.


Law: E’ piuttosto insolito vedere delle persone usare un’arma del genere

Io: Basta prenderci la mano. Inoltre, questo è solo uno dei tre aspetti che può assumere. Il mio maestro l’ha costruita appositamente per me basandosi sul mio elemento

Spiandolo di sfuggita, mi accorsi che la stava studiando incuriosito. Sapendo che mai si sarebbe spinto a chiedermi direttamente il suo funzionamento, mostrando così il suo interesse e la voglia di soddisfare la sua sete di sapere, decisi di mostrargliela.

Io: E’ formata da quattro pezzi di metallo lunghi 30 cm l’uno, collegati tra loro con delle catene. Questa versione, o livello, tendo ad usarla contro i principianti. Poi, se vengono incastrati in tal modo, diventano un lungo bastone. Infine, se ricopro il mio dito con l’elettricità e lo infilo in questa fessura posta al centro *tac*, all’estremità scattano fuori due lame seghettate. Il materiale utilizzato per crearle è uno dei migliori conduttori di elettricità, ottimo, appunto, per il frutto Denki-Denki no mi

Acquisite tali informazioni, Law si schernì dalla luce del sole utilizzando il cappello, e mettendo le braccia dietro la testa, si mise a riposarsi. Quando finii con il mio passatempo, mi sdraiai sul ponte e provai anch’io a rilassarmi come si deve.

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I ragazzi trascorsero gran parte del pomeriggio a fare un baccano assordante, ma per qualche oscuro segreto, si riuscì lo stesso a farsi una buona dormita. Tutto sembrò normale, fino a quando…

SBAM! Qualcosa ci venne contro e ci fece sballare pericolosamente.

Spalancai gli occhi e balzai in piedi, seguita a ruota da Law e Bepo: il primo mettendosi in allerta e in posa di difesa, l’altro correndo intorno a noi urlando in preda al panico.

SBAM! Persi l’equilibrio e con la schiena sbattei al petto di Law, il quale mi afferrò da sotto le braccia.


Io: Si può sapere che cribbio succede!?

Healt: CAPITANO! SI VEDE UN’OMBRA GIGANTE SOTTO DI NOI!

Ci affacciammo dal parapetto, scorgendo anche noi la causa del trambusto.

Io: Ma è un Re del mare! Com’è possibile!? Questa non è una fascia adatta a loro!

Law: A volte può verificarsi che si scostino dal loro ambiente… tsk, non ci voleva!

Matt: AIUTO! CI MANGERA’ TUTTI!

Law: MUOVETEVI A RISALIRE A BORDO!

Io: Sono tutti distanti e sparpagliati in giro. Rischiamo che il mostro esca dall’acqua e gli attacchi!

La situazione era delicata: era un combattimento in mare aperto, con troppe persone in serio pericolo. Mi osservai attorno in cerca di una soluzione, mentre Law estrasse la spada dal fodero e attivò la sua Room.

Law: Mi occupo io di loro. Tu pensa solo a prepararti e attaccare quando ti do il segnale

Io: Sei impazzito!? Se l’elettricità raggiunge l’acqua, automaticamente va a colpire il sottomarino che è fatto interamente di ferro e-

Law: Fallo e basta!

Mi azzittii e lo fissai per qualche secondo. Era la prima volta che alzava così tanto il tono di voce nello spartire un ordine, e malgrado i suoi uomini fossero in pericolo, sembrò avere pieno controllo. Probabilmente aveva già pensato a tutto. Decisi, allora, di fidarmi. Mi misi in piedi sulla ringhiera, concentrandomi sull’avversario.

“Se solo fossi capace di intimorirlo con l’haki del Re conquistatore, sarebbe un gioco da ragazzi. Ma è proprio quello fra i tre di cui non sono ancora abbastanza esperta. Se lo usassi ora, rischierei solo di peggiorare le cose… merda!”

Ecco il Re del mare passare all’attacco diretto. Law fece giusto in tempo a far sparire James e Steve dalla traiettoria delle sue fauci. Il mostro, decisamente infastidito, sparì nuovamente e ci colpì da sotto. Per poco non caddi fuori bordo.

Volevo intervenire in loro soccorso, aiutarli a mettersi al riparo, ma l’unica cosa che potevo fare era attendere.


“Ci sono in ballo le vite dei suoi uomini… Law sa cosa fare. Devo credere in lui e mantenere il sangue freddo”

Rivestii il braccio destro con l’haki dell’armatura, facendolo diventare completamente nero e lucido. In seguito, feci scorrere su di esso il mio potere e rimasi in attesa del momento più propizio.

Law: Kyoko-ya, ora!

“Fatti sotto, brutto pesce!”

Appena si rilanciò all’attacco, usai le gambe come leva e compii un forte slancio verso l’alto.

Law: Tack!

Divenni improvvisamente più leggera, tuttavia non distolsi la concentrazione dal mio obiettivo. Giunta di fronte al suo muso, all’altezza degli occhi, sferrai con decisione il mio colpo.

Io: Denki punch!

Una potente scarica percosse l’intero corpo del Re del mare, folgorandolo all’istante e facendogli assumere un colorito nerognolo.

Il pericolo era scampato, ma qualcosa non tornava. Il mostro, invece di cadere stecchito in acqua provocando un grosso boato, rimase a fluttuare in aria.

E la stessa cosa valeva per me: sarei dovuta ricadere verso il basso, invece restai lì a fargli compagnia. Analizzai sotto di me e vidi che non solo noi due eravamo sospesi, bensì anche un tratto di mare. Law, all’interno della sua Room, aveva annullato la gravità.


“Dunque era a questo che si riferiva. Ma quante cose può fare con l’Ope-Ope no mi!?”

Il diretto interessato, dopo avermi rivolto un ghigno compiaciuto, sciolse la cupola. Atterrai sul ponte in mezzo agli altri che stavano tentando di far passare lo spavento.

Matt: Ho temuto il peggio

“Beh, già che ci siamo, vediamo di trarre vantaggio da questo episodio”

Brandii la mia arma al terzo livello e saltai sulla carcassa della nostra vittima. Con cinque colpi secchi, tagliai via la parte intermedia, ovvero la più gustosa. Infilzai ogni pezzo e lo scaraventai sul ponte, spaventando gli altri.

Shachi: Kyoko-chan! Vuoi farci venire un infarto!?

Io: Ahahah, esagerato! Dai, ragazzi, vi rimetterò in sesto con la succulenta carne di pesce che otterrò cucinandolo. Avete fatto un ottimo lavoro! Siete perfetti come esche, ahahah

Funny: Penso che andrò a riposarmi sul letto

Tutti i presenti, fradici e ancora scossi, annuirono e rientrarono sottocoperta.

Io: Pff, stavo solo scherzando. In quanto a me, dovrò ripulire la mia arma... noia

Lasciai il cibo ad essiccare al sole e mi diressi a mia volta verso la porta che dava sull’interno del sottomarino. Appoggiata ad essa, un Law con gli arti superiori conserti e un’espressione divertita in volto.

Law: Non male come performance, “Lampo giallo”

Sogghignai.

Io: Anche tu non te la cavi male, “Chirurgo della morte”

Sorpassato, ebbi un capogiro che mi fece cadere in avanti. Per fortuna Law mi prese subito avvolgendo un braccio sotto il mio petto, evitandomi una botta che poteva farmi male.

Io: Scusa, ho avuto un attimo di debolezza

Law: E’ un colpo di sole. Hai passato troppo tempo senza prenderlo, e oggi ti sei messa a dormire sotto le ore più calde. Bevi molta acqua e ti sentirai meglio

Io: Ti ringrazio del consiglio. Vedrò di tenerlo a mente per il futuro

Law: Non ti credevo così delicata, fufufu

Incredibile come passasse dal farti un quasi complimento, a sfotterti per un tuo difetto. Gonfiai le guance indispettita e lo fissai con gli occhi ridotti a due fessure.

Io: E’ una reazione normale, l'hai affermato giusto due secondi fa!

Law: Non ho detto questo

Io: Non con queste precise parole, ma il concetto rimane lo stesso

Law: Il mio discorso vale per le persone comuni, non per te. Comunque, pensala come vuoi, tanto non cambi i fatti, ragazzina delicata

“Wow, abbiamo fatto progressi! Non mi chiama più bambina! Resta il fatto, però, che usa ancora “ina”. Tsk, solo perché ha qu-… oooh”

Io: Hai ragione

Lo dichiarai con una tale solennità che lo sorpresi.

Law: A cosa devo questa riconoscenza?

Io: Hai ragione, non sono abituata a prendere il sole. Dopotutto, tu sei più vecchio di me di quattro anni, di conseguenza sei più allenato… Vecchietto

Law: Tsk, insolente

Sebbene disse ciò, entrambi ghignammo.

Law: Ti sono spuntate più lentiggini. La prossima volta, vedi di non riempirti il viso, fufufu

Io: Uh? Perché? Sto male?

Law: Dico solo di non assumere una quantità spropositata di raggi solari… forza, rientriamo. Voglio gustarmi la specialità del giorno

Si incamminò nell’oscurità del sottomarino, con una me perplessa al suo seguito.

“Non ho capito se intendeva dire che non devo esagerare perché gli vanno bene quando sono normale... va beh, lasciamo perdere. Chi lo capisce è bravo”







Angolo autrice ^^:

Fosfosfosfos! (sì, mi sta venendo la mania di usare le diverse risate di OP u.u)
Allora, piaciuta la piccola scena di azione? Ovvio che non potevo farla chissà che cosa. Stiamo parlando di un misero pesciolino cresciutello, figurarsi se è questo a fermare la nostra protagonista e i Pirati Heart! Il vero brivido dell'avventura si avrà + avanti ;)

Uhm, ora come ora non so che dire XD.
Vediamo... beh, avrete notato che il dolce Bepo fa sempre delle piccole comparse qua e là, rendendo dolce e premurosa Kyo-chan, eheh. Che patatone che è <3
I ragazzi, per una volta, non hanno fatto figure da pervertiti, ahahah.
E Law... niente, è Law, questo dice tutto. Dio quanto è intelligente, calcolatore e figo, e il suo potere lo è altrettanto! *-*

Oggi ho voglia di lasciarvi uno spoiler, perciò ve lo ritroverete in fondo ;P

Termina qui il mio angolino. Come sempre, vi aspetto al prox venerdì! =_^
Kiss! :3
Flame

P.S. Il 7° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: FedeAle1525, Incantatrice_Violeta, Portgas D SaRa, Sanjina99, TrafalgarEmily, nozomi99 e Monkey_D_Alyce


SPOILER!
Io: Eheh, ma ditemi… perché tale richiesta?
Sorridendo, si strinsero maggiormente a cerchio.
Matt: E’ il compleanno del Capitano!
Pauly: E vogliamo preparargli una bella festa
Io: Oggi è il suo compleanno!?
“Toh, potrei approfittarne per portarmi avanti con il mio punteggio. Posso mettergli un regalino nella torta, uhuhuh”

***

Mi spinsero dentro alla stanza in questione che, occupata com’ero a tentare di farli ragionare, avevamo già raggiunto. Prima di chiudermi la porta in faccia, lasciandomi lì allibita, con le labbra mimarono un “Scusaci”.
“Non avrò paura di Law, ma anch’io tengo cara la pelle! Questa non gliela perdono tanto facilmente!”
Law: Per la tua incolumità, sarà meglio che tu abbia un valido motivo per essere entrata
Scorgendolo con i guanti in lattice alle mani tenenti un bisturi e altre diavolerie varie, al fianco di un cadavere avente il torace totalmente aperto, mi si raggelò il sangue nelle vene. Inghiottii la saliva e mi avvicinai con cautela.

***

Mi diede le spalle e andò alla porta, ma non la raggiunse perché io, alzatomi, l’avevo afferrata per il polso e schiacciata tra il muro e me.
Sbatté ripetutamente le palpebre per via della confusione recatale dal mio gesto inaspettato.

Io: Perché l’hai fatto?
Glielo domandai autorevole con tono grave il che, da come abbassò lo sguardo, dovetti averla intimorita.
“No, ripensandoci, non può essere così. Kyoko non si è mai fatta intimorire da me. Magari si aspettava altro”
Io, in realtà, volevo unicamente che mi dicesse la verità, senza scherzare. Quello non era uno dei nostri momenti da battutine o frecciatine… non più ora che aveva annullato del tutto le distanza fra noi due, varcando una soglia delicata e senza ritorno.
Kyoko: Non lo so, volevo farti qualcosa di carino come regalo, tutto qui

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Capitolo 8
*** 6 ottobre: un giorno speciale ricco di sorprese ***


LxK




(Inizio della quarta settimana a bordo)

Seduta fuori sul ponte, stavo leggendo in assoluta pace godendomi l’arietta fresca che tirava e ringraziando di avere un momento tutto per me che, ovviamente, non tardò a finire subito.

Quasi l’intera ciurma arrivò di corsa e si accasciò al suolo dinanzi a me. Non sapendo che dire, li fissai perplessa.


Tutti: DEVI AIUTARCI!!!

Io: O-ok, ditemi pure

Shachi: Stavamo provando a preparare una torta…

Hiro: … però, come ben sai, la cucina non è il nostro forte…

Funny: … e anche seguendo la ricetta, non è venuta fuori con un bell’aspetto, tutt’altro…

Steve: … così abbiamo ritentato, e per poco non saltava in aria il forno…

James: … dunque ci abbiamo rinunciato…

Dreamer: … ma non possiamo non prepararla!...

Penguin: … abbiamo bisogno del tuo aiuto! Sai cucinare i dolci, vero!?

I loro volti erano talmente sconvolti e imploranti, che mi fecero ridacchiare divertita.

Io: Perché non me lo avete chiesto prima?

Bepo: Non volevamo disturbarla

Io: Figurati! Quale disturbo? Comunque sì, so fare anche i dolci, e ancora sì, sarò felice di aiutarvi

Felici come una Pasqua, saltellarono urlando il mio nome.

Io: Eheh, ma ditemi… perché tale richiesta?

Sorridendo, si strinsero maggiormente a cerchio.

Matt: E’ il compleanno del Capitano!

Pauly: E vogliamo preparargli una bella festa

Io: Oggi è il suo compleanno!?

“Toh, potrei approfittarne per portarmi avanti con il mio punteggio. Posso mettergli un regalino nella torta, uhuhuh”

Bepo: Sì! E gli abbiamo preso di nascosto il suo regalo mentre eravamo all’Arcipelago Sabaody, ihih

Il mio piano venne stroncato sul nascere. Vedere il viso di Bepo sprizzare di gioia da tutte le parti, con le urla altrettanto allegre degli altri come sottofondo, mi fecero radicalmente cambiare idea.

“No, non posso farlo. Guarda come sono emozionati... vorrà dire che ci sarà una tregua. Non posso deluderli, eheh”

Io: Forza, allora! Che stiamo aspettando!? Mettiamoci al lavoro!

Con energia, mi trascinarono in cucina, piazzandomi davanti a tutto l’occorrente posto sul bancone. Non mancava nulla, tuttavia qualcosa non tornava.

Io: Dove avete preso questa ricetta?

Hiro: Ce la siamo fatta dettare da una signora che lavorava presso una locanda. Il Capitano aveva assaggiato una fetta di dolce e sembrava che gli fosse piaciuta

Io: Ok, ma dovete averla scritta male. Non si usa il lievito di birra. In ogni caso, sono sicura che ci sia anche l’altro. Adesso pensiamo a spartirci le cose da fare. Siamo in tanti, quindi dobbiamo farne una grossa, no?

Tutti: SI’!!!

Mettendoci tutti all’opera, finimmo in un battibaleno. Quando la depositammo in un posto sicuro, la ammirammo con soddisfazione: era fatta di marzapane; all’interno la farcimmo con la crema per renderla ancora più morbida; fuori, invece, la ricoprimmo interamente con il cioccolato al latte. Per finire, come decorazione, creammo dei spruzzetti di panna montata e al centro scrivemmo “25” con un filo di cioccolato bianco.

Bepo: Mette l’acquolina in bocca

James: Fase 1: completata. Si passi alla fase 2: “Il diversivo”!

Io: Diversivo?

Sghignazzando, si scambiarono un’occhiata complice. Dopo di che, mi ritrovai ad essere nuovamente trascinata via, ‘sta volta da Shachi e da Penguin, i quali mi avevano circondato il collo con un loro braccio.

Shachi: Mentre i ragazzi allestiranno la sala da pranzo…

Penguin: … qualcuno deve pensare a tenere impegnato il Capitano per il tempo necessario…

Shachi: … perché, anche se ora è nella sala operatoria, a volte esce per andare nello studio o in camera…

Penguin: … e questo dobbiamo evitarlo, prima che senta il frastuono e venga a controllare…

Shachi: … e chi meglio di te per tenerlo buono dov’è?

Impuntai tutto il mio peso nei piedi per far sì che si bloccassero.

Io: Calmatevi un secondo! Chi vi ha dato il permesso di decidere tutto voi anche per conto mio!?

Shachi: Nessuno, ma tanto sappiamo che non ci diresti di no, eheheh

Io: Mi ‘spiace, ti sei sbagliato! Oltre a ciò, non ci tengo a vedere Law mentre gioca con-con dei morti, che schifo! E poi, perché sarei io quella più adatta!?

Shachi: Perché tende ad ascoltarti… qualche volta… sì, beh, raramente, però lo fa! Eheheh

Penguin: E sei l’unica a non aver paura di lui quando si arrabbia, cosa che accade quando lo si interrompe, ihihih

Io: Perfetto, rischio pure di farlo innervosire!? Come se non mi torturasse abbastanza! No, mi rifiuto!

Shachi – Penguin: Troppo tardi! Eheheh – Ihihih

Mi spinsero dentro alla stanza in questione che, occupata com’ero a tentare di farli ragionare, avevamo già raggiunto. Prima di chiudermi la porta in faccia, lasciandomi lì allibita, con le labbra mimarono un “Scusaci”.

“Non avrò paura di Law, ma anch’io tengo cara la pelle! Questa non gliela perdono tanto facilmente!”

Law: Per la tua incolumità, sarà meglio che tu abbia un valido motivo per essere entrata

Scorgendolo con i guanti in lattice alle mani tenenti un bisturi e altre diavolerie varie, al fianco di un cadavere avente il torace totalmente aperto, mi si raggelò il sangue nelle vene. Inghiottii la saliva e mi avvicinai con cautela.

Io: N-non sapendo che fare, ho pensato di f-fare un salto per tenerti compagnia

Law: Non ne ho bisogno, e adesso vattene

“Scorbutico antipatico! Se fosse per me, manco ci avrei messo piede qui!”

Io: Ti prometto che me ne starò buona senza proferir parola o combinare nulla!

Smise di trafficare con la cavia, e impugnando sempre gli attrezzi, mi osservò con serietà per un paio di minuti.

Law: D’accordo, se credi di poter assistere senza problemi, accomodati pure, ma guai a te se osi fiatare

Ritornò a dedicarsi alle sue faccende, non degnandomi più di nessuna considerazione. Mi sedetti su un altro lettino poco distante che mi permettesse di vedere cosa stesse combinando.

Detto francamente, appena scorsi le interiora di quel corpo, un conato di vomito minacciò di salirmi per la gola ma, fortunatamente, riuscii a trattenermi studiando Law.

In viso aveva un’espressione concentrata, tanto da rispecchiare perfettamente l’impegno che ci metteva. Con gli arti si faceva largo con agilità e maestria, non commettendo nessun errore. Ne rimasi letteralmente affascinata.

Continuò a tagliuzzare, rimuovere, rimpiazzare e ricucire per almeno tre ore, senza mai mostrare il ben che minimo segno di stanchezza o cedimento. Ed io, essendo una capra in quanto medicina, lo analizzai rapita.


Law: Tra un po’ finisci con la faccia nei suoi polmoni, fufufu

Io: Uh?

Il mio corpo si era mosso da solo poco alla volta, portandomi dall’altro lato del lettino.

Io: Ops, scusa, mi allontano subito

Law: Puoi restare, lì non mi dai fastidio

Io: Ok… che cos’è quella macchia verdognola?

Law: La reazione ad un mio nuovo veleno che gli ho iniettato. Analizzando la parte infetta, posso studiarne gli effetti

Spinta dalla curiosità, cominciai a fargli domande su domande e lui, a differenza di quello che temessi, mi rispose con pazienza. Alla fine, arrivò a commentarmi ogni passaggio che eseguiva. Mi sentii una vera specializzanda.

Bepo: *toc toc toc* Capitano, Signorina Kyoko, è ora di cena

Law: Arriviamo

Io: Caspita se vola il tempo!

Richiuse il torace al corpo e lo mise via in uno dei contenitori posti al lato del muro. In seguito, disinfettò le varie attrezzature e buttò via i guanti. Quando fu pronto, ci avviamo dagli altri.

Ero un pochino schifata sull’ultima parte.


Io: Quanto tendi a tenere un morto?

Law: Dipende dalla durata dei miei studi. Purtroppo, spesso sono costretto a cambiarli prima di riuscire a portarli a termine. Tutto sommato, non posso rimandare a lungo il processo di putrefaz-

Io: Ok, ok, ho capito! Non voglio sapere altro su cosa ci fai o come te li procuri, affari tuoi! Il corpo umano… orrore!

Notando la mia pelle d’oca, sghignazzò con gusto.

Law: Kyoko-ya, il tuo è esattamente come quello di poco fa

Io: Lo so anch’io, grazie tante! E’ l’interno a farmi impressione… schifus!

Law: E’ un vero peccato. Sei riuscita a non rimettere sebben fosse la tua prima volta, il che è raro che accada. Magari sei portata a diventare un medico o un chirurgo. Potrei farti da maestro, fufufu

Io: Per carità, lascio a te tale piacere! E ti informo che sono stata sul punto di farlo minimo un paio di volte. Ci ho messo un po’ ad abituarmi. Ma, ammetto che averti come maestro non sarebbe male

Law: Oh, devo forse sentirmi lusingato?

Io: Sei bravo, il mestiere da chirurgo pazzo ti cade a pennello e non ho problemi a complimentarmi. Tuttavia, se la penso in tal modo, è solo perché non ho visto qualcun altro all’opera, quindi non montarti la testa, prrr

Ci guardammo di sfuggita, entrambi ghignando. In sua compagnia, avevo imparato a farlo modestamente bene.

Raggiunta la sala da pranzo, trovammo le luci spente e un silenzio di tomba, il che mi sorprese non poco. Ero a conoscenza di cosa ci fosse sotto, ma era decisamente impensabile saperli capace di restarsene calmi.

Entrando, la stanza venne illuminata e tutta la ciurma sparò stelle filanti verso di noi.


Ciurma: AUGURI, CAPITANO LAW!!!

Law: Non vi pare di aver esagerato?

Sebbene usò il suo tono accusatorio che tendenzialmente non prometteva nulla di buono, qualcosa mi diceva che per questa circostanza si trattava di mera finzione.

Penguin: E’ il primo compleanno a bordo che passiamo con Kyoko-chan! Dobbiamo festeggiare alla grande!

Ridendo, gli ringraziai per la premura e mi spostai per lasciare il povero malcapitato alla mercé di quei scatenati. Gli diedero della pacche affettuose sulla schiena, non smettendo mai di gridare come dei forsennati.

Lui, al contrario, rimase il solito pacato e distaccato, squadrando ciascuno di loro come se fossero impazziti.


Law: Se domani non avrete ripulito, sappiate che riceverete una rigida punizione

Ciurma: AHAHAH, AGLI ORDINI, CAPITANO!!!

Shachi – Penguin: SOTTO CON I FESTEGGIAMENTI!!!

Ciurma: YEEEAH!!!

Ci accomodammo ai tavoli e trascorremmo l’intera cena a chiacchierare e ridere a crepapelle, soprattutto a causa dei siparietti comici improvvisati da alcuni di loro.

Poi passammo al nostro famoso dolce. Demmo la prima fetta al festeggiato, restando in attesa del suo giudizio. Se la mangiò con calma, facendoci decisamente penare, e non disse mai nulla, nemmeno dopo averla mangiata tutta ma, vedendolo porci il piatto in richiesta del bis, ci bastò per renderci felici e soddisfatti.

Terminata anche quella, gli consegnarono il regalo: un libro di medicina. Healt mi sussurrò all’orecchio che avevano sorpreso il Capitano mentre lo adocchiava, ed essendo un tomo piuttosto raro, glielo avevano comprato unendo i risparmi di tutti.

Quando lo ebbe tra le mani, si capì che fu di suo gradimento dal sadismo che trapelava dai suoi occhi.


“Mi sa che non vede l’ora di mettere in pratica quello che vi è scritto”

Steve: Manca una bella bevuta per digerire tutto! FORZA, DIAMOCI DENTRO!

Magicamente, in un istante apparvero bottiglie di vino, di birra e di sakè, e nel medesimo arco di tempo vennero tracannate. Qualcuno crollò sul tavolo, altri litigarono con nemici immaginari e i restanti si comportarono maggiormente da idioti.

Gli unici ancora a posto erano Law -data la sua resistenza agli alcolici- e Bepo -dato che non ne beveva mai-. Anch’io evitai di berne. Stavo proprio parlando con quest’ultimi, quando Shachi e Penguin si intromisero.


Shachi: Kyoko-chan *hic*, perché non festeggi con noi? *hic*?

Io: Meglio evitare. Bastano solo due o tre bicchiere per farmi partire… c’è da dire che quando sono brilla tendo comunque ad essere me stessa, però mi lascio andare troppo, lo stesso vale per la mia lingua, quindi passo

Penguin: Daiii *hic*, unio puoi schiolartelo *hic*! Non fiare la guastafieste! *hic*

Era troppo buffo sentirlo parlare da ubriaco.

Io: Uhm, non so, non mi pare il caso

Law: Hai sentito, no? Non vorrai deluderli e rischiare anche di offendere il festeggiato, fufufu

Mi porse un bicchiere colmo di sakè. Titubante, alla fine acconsentii sospirando.

Io: E sia, solo uno però… beh, allora auguri, Vecchietto

Brindammo scontrando i calici e fu così che iniziò la vera baldoria per la sottoscritta.

***


Bepo: Signorina Kyoko, non si agiti troppo, se no rischia di cadere

Kyoko: Tanto ti sono aggrappata alla schiena come un koala. Siamo: “L’agile Koala e il tenero Orsacchiotto!”, eheh

Io: Avrei qualche obiezione da fare su quell’agile

Kyoko: Tsk, nessuno ha chiesto il tuo parere. E poi Bepo non ribatte perché gli piaccio come sono, giusto?

Bepo: Certo, Signorina Kyoko

Kyoko: Uffi, non ne posso più!

Sbuffando, roteai gli occhi al cielo.

“So già che me ne pentirò…”

Io: Si può sapere che ti prende adesso?

Kyoko: Bepooo, non devi darmi più del Lei! Siamo amici ormai! E non devi nemmeno chiamarmi Signorina!

Io: Su questo concordo. Maschiaccio è la definizione più appropriata

Kyoko: Taci tu

Io: Non darmi ordini

Kyoko: “Non darmi ordini” gnè gnè

Mi voltai all’indietro, scoccandole un’occhiataccia furente per via della sua imitazione. L’alcool le faceva davvero male. La rendeva ancora più dispettosa. E lei, come se niente fosse, se la rise e si accoccolò a Bepo.

Kyoko: Sei troppo morbido! La prossima volta che ci rimettiamo fuori al sole, scaccio via Law e gli piglio il posto, così posso dormire accanto a te, eheh

Io: Azzardati a farlo e ti ritroverai a fare compagnia alle mie cavie da laboratorio

Per mia salvezza, finalmente giungemmo davanti alle nostre cabine.

Bepo aiutò Kyoko a scendere da lui, mentre io attesi di vederla filare a dormire. Non mi sarei mosso da lì fino a quando non sapevo che se ne sarebbe stata buona nel suo letto.


Kyoko: Oh, che peccato, è già finita l’ora dei giochi?

Bepo: Quando vuole-vuoi possiamo rifare tutto quello che ti va, adesso ti auguro buona notte, Kyoko

Il broncio che le era apparso giusto un secondo prima, sparì completamente, permettendo alle labbra di stendersi in un sorriso puro e sincero rivolto a Bepo. Lei era una ragazza solare, ma mai aveva sorriso così intensamente, senza mostrare quella piccola ombra che tendeva a mostrarsi ogni qualvolta che lo faceva. Provai una strana sensazione, pertanto rivolsi lo sguardo altrove e mi calai il cappello.

Kyoko: Che bello! Questo vuol dire che mi hai ascoltata! Sono contenta, eheh

Io: Volete muovervi? Sono già le tre di notte, desidero ritirarmi in camera mia

Si diedero un ultimo saluto veloce e ciascuno entrò nella rispettiva camera da letto. Mi liberai delle scarpe, deposi il copricapo sul materasso e andai alla scrivania, dove mi misi a leggere il mio nuovo libro.

Passati circa venti minuti, il cigolio della porta mi destò dal mio passatempo. Alzai svogliatamente lo sguardo verso di essa, e quando intravidi chi fece capolinea, ghignai.


Io: Avrei giurato che saresti crollata appena sdraiata

Kyoko: Mi è passato il sonno

Con uno slancio, si buttò di peso sul letto, spaparanzandosi in tutta la sua larghezza. La lasciai fare senza dire nulla. Dopotutto, lei non voleva bere. Il secondo bicchiere gliel’avevano rifilato Shachi e Penguin, mentre il terzo le avevo fatto credere che si trattasse di acqua. Non avevo resistito. Ero curioso di sapere come sarebbe cambiata.

Kyoko: Bello il tuo regalino?

Io: Ho appena incominciato, e ora fai silenzio

Kyoko: Vaaaaa beeeneeeee!

“Non ribatte?”

A sua insaputa, la osservai a lungo. Indossò il mio cappello, sorridendo in egual modo a poco fa.

Kyoko: Posso farti una domanda?

“Mi sembrava strano che mi avesse dato retta. Sei proprio una ragazzina piena di energie”

Kyoko: Dove l’hai preso? E’ morbidissimo! Tanto quanto Bepo, eheh... aspetta… non mi dire che gli hai strappato il pelo!? Magari prima di arruolarlo l’hai torturato o minacciato di ucciderlo se non ti avesse obbedito! O forse, quando dormiva sul ponte, glielo hai rubato poco alla volta! Confessa! Se gli hai fatto del male, giuro che non ti perdono!

Io: Fufufu, la fantasia non ti manca

Kyoko: Regalamelo

Io: Scordatelo

Kyoko: Uffi, cattivo!

Incurante del suo grugnito infastidito, ritornai alla lettura. Per mia sorpresa, restò muta ben cinque minuti: un nuovo record da ubriaca.

Kyoko: Che noia! Non sei affatto di compagnia

La sentii alzarsi. Forse avrei avuto un po’ di pace.

Kyoko: Prima di andarmene, posso interromperti un’ultima volta?

Io: L’hai già fatto… sentiamo, cosa vuoi?

Mi affiancò sulla sinistra.

Kyoko: Darti la buonanotte

Sollevai il viso nella sua direzione.

Io: E da quando sei c-

Fui impossibilitato a concludere la frase perché Kyoko, inchinatasi leggermente, mi aveva appoggiato le sue labbra sulle mie, intrattenendole con un tenue e veloce bacio a stampo. Quando si raddrizzò, la fissai sbigottito.

Kyoko: Eheh, oggi sono così, e mi sono resa conto di non averti fatto nessun regalo. La torta non la si può considerare tale, visto che l’ho fatta insieme agli altri, per cui… ancora auguri e ‘notte, Capitano, eheh

Mi diede le spalle e andò alla porta, ma non la raggiunse perché io, alzatomi, l’avevo afferrata per il polso e schiacciata tra il muro e me.

Sbatté ripetutamente le palpebre per via della confusione recatale dal mio gesto inaspettato.


Io: Perché l’hai fatto?

Glielo domandai autorevole con tono grave il che, da come abbassò lo sguardo, dovetti averla intimorita.

“No, ripensandoci, non può essere così. Kyoko non si è mai fatta intimorire da me. Magari si aspettava altro”

Io, in realtà, volevo unicamente che mi dicesse la verità, senza scherzare. Quello non era uno dei nostri momenti da battutine o frecciatine… non più ora che aveva annullato del tutto le distanza fra noi due, varcando una soglia delicata e senza ritorno.

Kyoko: Non lo so, volevo farti qualcosa di carino come regalo, tutto qui

Io: Perciò ti metteresti a baciare chiunque per questo?

Kyoko: Certo che no! Io… ecco… ho sentito di volere provare con te, quindi l’ho fatto

Agitata, strinse il cordino del pigiama, e mentre mi guardò di sfuggita, le sue gote assunsero una tenue tonalità di rosso. Averla lì, tra le mie braccia e con le guance arrossate per quello appena asserito, mi fece perdere la lucidità.

‘sta volta fui io ad azzerare le distanze. Posai la mia bocca sulla sua, permettendo alle nostre labbra di modellarsi tra loro, incastrandosi alla perfezione e familiarizzando con assaggi maliziosi.

All’inizio fu un semplice bacio. Volevo scoprire questo suo lato nuovo e misterioso, vedere se rimaneva la Kyoko di sempre o se avrebbe avuto un’altra reazione, ma più rimanevamo in contatto, più sentivo il mio corpo ardere, scoprendomi poi a volere di più.

Le morsi il labbro inferiore, e poco dopo presi a passarglielo con la lingua, picchiettando al centro per farle dischiudere la bocca.

Ci mise un po’ a capire le mie reali intenzioni. Da come si muoveva inesperta, capii che ero il primo ragazzo che baciava, il che mi fece ghignare compiaciuto contro le sue labbra attraenti. Una volta avuto l’accesso, mi intrufolai in quell’antro caldo e accogliente, cominciando ad esplorarlo.

Le nostre lingue continuavano a cercarsi, intrecciarsi fra loro, compiendo una danza a cui ad altri era vietato unirsi. Giocherellando, ci ritrovammo a combattere per ottenere la supremazia.


“Anche qui non vuoi darmela vinta, eh?”

Spinto da maggior desiderio, unii anche i nostri corpi e le strinsi possessivamente il fianco sinistro con la mano libera. L’altra, per tutto il tempo, non aveva mai lasciato il polso di lei. Anzi, era quasi finita a stringere la sua.

Qualcosa, in lei, era riuscito ad attrarmi sin da subito. Conoscevo già parecchie cose sul suo conto, ma ritrovarmela davanti era stata tutt’altra cosa.

Mi intrigava il suo modo di tenere testa agli altri, la sua lingua schietta, la sua infinita curiosità e la sua ingenuità. Tutto mi scombussolava, cosa che mi era raramente capitato di provare. E se avevamo iniziato come dei comuni rivali o conoscenti, era bastato questo bacio a farmi notare che lei, con il suo essere, mi aveva colpito interamente.

Quando entrambi necessitammo di fiato, mi scostai da lei.

Aveva il respiro corto e gli occhi lucidi, probabilmente dovuti al risvolto della situazione. Si percepiva il suo leggero imbarazzo e il fatto che non sapesse come comportarsi.


Io: Quando vuoi darmi un bacio, vedi di farlo come si deve

Kyoko: Tu p-perché l’hai fatto?

Io: Mi andava. Tanto domani non ti ricorderai nulla, no?

La vidi chiaramente assumere un’espressione offesa e allo stesso tempo ferita.

Kyoko: Vuoi dire che mi hai usata per la tua voglia?

Io: Se avessi voluto questo, sarebbe accaduto ben altro e molto prima

Kyoko: Allora non capisco

Leccai lentamente le labbra e poi mi posi vicino al suo orecchio destro.

Law: Semplice, l’ho fatto per il tuo stesso vero motivo. Per di più, quando riaccadrà, avrò il piacere di vedere nuovamente la tua reazione come se fosse il tuo primo bacio, e a ricordarselo sarà la vera Kyoko

Glielo soffiai sensualmente, provocandole dei brividi.

Kyoko: L-lo sai che il p-piacere è peccato?

Ritornai con il viso di fronte al suo, sogghignando malizioso.

Law: Vorrà dire che andrò all’Inferno

Provai a ribaciarla -tanto, già che c’ero, perché non approfittarsene un po’?- ma Jean Bart bussò alla porta, chiamandomi con una certa urgenza.

Io: Che c’è?

J.Bart: Il monitor della sala comandi ha rivelato una nave in avvicinamento. Dalle dimensione e dalla velocità con cui si muove, ritengo si tratti di una corazzata della Marina

Curioso come quei bastardi fossero sempre in giro, apparendo dal nulla per rompere la palle a chiunque incontrassero sulla loro strada.

“Fottuti”

Kyoko: Law-

Io: Sdraiati e non fiatare

Per una buona volta, si limitò ad annuirmi e fare quanto dettole senza lamentarsi.

Io, nel frattempo, uscii dalla camera, chiudendomi la porta alle spalle per non far notare a Jean Bart la presenza di Kyoko.


J.Bart: Cosa facciamo, Capitano?

Io: Fai l’immersione. Non appena trovi un punto sicuro, ferma il sottomarino. Aspetteremo che smettano con le ricerche. Non ho voglia di perdere tempo ed energie con gente come loro

J.Bart: Agli ordini, eseguo subito

Rientrai nella mia camera da letto, scoprendo Kyoko a dormire beatamente sul materasso, abbracciando il mio cappello e mugugnando qualcosa nel sonno.

Io: Dormi sempre nei momenti e nei posti inopportuni, e continui a toccare i miei effetti senza permesso

Ai piedi del letto, mi spogliai e appoggiai i vestiti sullo schienale della poltrona. In seguito, mi sdraiai dalla parte libera e spensi la luce.

Mi misi sul lato sinistro, ammirando la figura della persona accanto.


Io: ‘notte, Kyoko. Ti attenderò con ansia e presto sarai solo mia







Angolo autrice ^^:

Gurararara, ed ecco a voi la sorpresa di cui vi parlavo: il rating giallo!
Flame: *apre una lattina di Coca* Era ora! *se la beve in un sorso*
Coscienza: Guarda che avresti dovuto stappare lo Champagne <.<
Flame: Meglio evitare, se no rischio di spaccare il lampadario con il tappo e di ubriacarmi come Kyoko

Cooomunque, finalmente tra questi due è accaduto qualcosa, eh?
Poiché, alla prima settimana di ottobre, ero già a quota sette capitoli e fremevo per il compleanno di Law (perché sì, io festeggio sia il suo, sia quello di Ace. Non a caso, a capodanno, mentalmente gli ho fatto gli auguri <3), mi son detta: "Quale occasione migliore se non farli baciare in tale giorno?"
Ebbene, con queste otto pagine di Word che, ammetto, sono state leggermente più impegnative da scrivere rispetto alle altre (c'è, non ho mai descritto un bacio, e vado a farlo sotto il POV di Law, trolollol), vi chiedo: piaciuto il bacio? -anche se, tecnicamente, se ne sono dati due, fufufu-

E giusto per rimanere in tema di sdolcinerie, un paio di giorni fa una mia amica, dopo aver sentito il nome Lawko (la versione femminile di Law) mi fa: "Lawko? Hai fatto un'unione tra Law e la tua Kyoko?"... ma *-*
Ok, ok, ora finisco di fangirlare sulla mia coppia <3

Spero di aver reso bene Law e che questo capitolo, diciamo, di piccola svolta, vi abbia soddisfatte ;)
We feel next friday! =_^
Kiss! :3
Flame

P.S. L'8° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: Incantatrice_Violeta, FedeAle1525, nozomi99, Sanjina99, _Ace, cola23, Monkey_D_Alyce e TrafalgarEmily


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Capitolo 9
*** [SPECIAL 1] - Di sgorbi spacciati per disegni e grasse risate ***


LxK




“Che noooia, che noooia, chenoiachenoiachenoooiaaaaa”

Se non l’aveste ancora capito, cosa che dubito altamente, mi stavo leggermente annoiando… già, leggermente. Andavo avanti a ripetermi quella tiritera da almeno venti minuti buoni, tant’è che mi ero ritrovata persino a canticchiarla in un disperato tentativo di distarmi.

Io: Che palle! E’ una noia mortale!

Davvero, non avevo la più pallida idea di cosa fare: mi ero fatta un bagno rilassante la mattina; avevo letto una decina di capitoli di un libro preso a caso lì in giro; fuori non si poteva uscire perché pioveva a dirotto; Law si era barricato nella sala operatoria a fare il pazzo, trascinando con sé Bepo per assisterlo, quindi non avevo né lui che mi tenesse occupata con vendette o robe simili, né il tenero animale da spupazzarmi; Hiro, dopo aver avuto un’idea su un nuovo motore di maggior potenza, si era messo all’opera, mentre gli altri avevano incarichi da eseguire un po’ ovunque… e ti pareva!

“Law e il suo stramaledetto controllo maniacale per ogni cosa! Non è possibile che tutti i giorni faccia fare un’ispezione da cima a fondo dell’intero sottomarino, controllare le traiettorie e vedere che non vi sia niente fuori posto! Ok essere prudenti, ma così è assurdo!”

Seduta alla scrivania, con i piedi appoggiati ad essa, le braccia svogliatamente distese lungo i fianchi e la testa parallela al soffitto, mi dondolavo su due gambe della sedia, tentando per una benedetta volta di venire a capo del mio cruciale problema.

Io: Al diavolo! Non mi viene in mente nulla!

Mi alzai malamente e mi diressi fuori dalla camera, tanto era inutile rimanere chiusa fra quelle quattro mura. L’unico risultato che ottenevo, era quello di arrabbiarmi maggiormente.

Gironzolai per i corridoi, analizzando attentamente ciò che vedevo -anche se ormai sapevo benissimo cosa ci fosse- e obbligando la mia mente a svegliarsi per propormi qualcosa di decente, ma nada de nada!

Non avendo una meta precisa, mi lasciai guidare dalle gambe.

Quando passai davanti alla stanza di Shachi e Penguin, vedendo poi la luce accesa, decisi di provare a chiedere a loro.


“Di solito mi fanno sbellicare dal ridere, perché ‘sta volta dovrebbe essere differente dalle altre?”

Bussai con delicatezza e dischiusi la porta quel che bastò per farmi sentire.

Io: Ehilà, ragazzi… disturbo?

Shachi – Penguin: Ciao, Kyoko-chan! Entra pure!

Con il loro permesso, entrai e richiusi la porta alle mie spalle.

Ora, chiunque non conosceva questi due non avrebbe mai creduto di essere finito in una camera da letto. Vi erano, a dir tanto, cinque cosa al loro rispettivo posto. Per il resto, tra montagne di vestiti, riviste e chissà che altro, quasi manco si scorgeva il pavimento.

Personalmente non m’interessava, sia perché quello era uno spazio loro, sia perché anch’io non ero poi così ordinata, ma di certo quella visione non mi lasciò indifferente. Come facessero a viverci trovando tutto quello che cercavano, era un mistero.

Anche se, in fin dei conti, si dice che ognuno sappia mettere la mani nel proprio caos. Allora, doveva funzionare in tal maniera, perché se no non si spiegava come potessero resistere dallo sclerare.


Penguin: Kyoko-chan, come mai sei venuta da noi?

Ritornai tra i presenti quando Penguin mi si parò davanti sorridendomi calorosamente.

Io: Pen, ti prego, dimmi che avete qualcosa da propormi! Non so che fare!

Penguin: Uhm… no, mi ‘spiace. Ora come ora non mi viene in mente nulla, e per quanto ci piacerebbe tenerti compagnia, abbiamo delle faccende da sbrigare

Gonfiai le guance indispettita e misi su un piccolo broncio, scaturendo una risata da parte di Penguin che, sicuramente, mi dovette aver paragonato ad una bambina.

Penguin: Ihihih. Beh, potresti aiutarci. Magari finiamo prima che sia ora di cena e poi possiamo divertirci, che ne dici?

Accettai con immediatezza. Gli avrei persino riordinato la camera, se quello equivaleva a poter, in seguito, passare del tempo facendo qualcosa di interessante.

Andammo da Shachi, il quale era alla scrivania intento a scarabocchiare un foglio.


Io: Che state combinando?

Mettendomi in piedi tra lui e Penguin che si era riseduto al suo posto, allungai la testa per capire cosa fossero le scartoffie varie disposte sul ripiano.

Shachi: Dobbiamo riprodurre in modo dettagliato alcune foto che sono andate a rovinarsi con il passare del tempo, riportando ogni minimo dettaglio sotto forma di disegno

Io: Non potete rimpiazzarle con altre foto?

Shachi: Ad avercele!

Le studiai con interesse, scoprendone alcune di davvero articolate.

Io: Cavolo, deve essere un lavoraccio!

Shachi – Penguin: Lo puoi ben dire!

Posai lo sguardo sull’operato di Shachi e, sebbene fosse un’immagine semplice, non capii di cosa si trattasse.

Io: Che diavolo sarebbe questo coso?

Shachi: Uh? Un verme solitario… perché?

Io: Ah… credevo fosse uno stuzzicadenti lungo

Penguin: E’ negato, lascialo perdere

Shachi: Parla lui, parla! In confronto a te, io sono Picasso! Dai, visto che sei tanto bravo, perché non le fai vedere i tuoi “capolavori d’arte”, eh?

Pregustandosi la figura di m che avrebbe fatto il suo nakama, Shachi incrociò le braccia, si mise bello comodo e gli scoccò uno sguardo divertito con tanto di ghigno strafottente ad ornargli il viso.

Penguin: Ah! Glieli faccio vedere eccome, e stai pur certo che sarò io a vincere!

Battibeccando con foga insieme all’altro, mi passò un foglio senza nemmeno guardarmi. Ripresi a decifrare quei disegni, ma sapevo di essere ben lontana dalla realtà.

Io: Dovete disegnare solo cose mediche?

Shachi – Penguin:

Io: A me questo ricorda la pasta… sapete, no, le orecchiette?

Uno si piegò in due dalle risate, mentre l’altro per poco non cascò dalla sedia.

Shachi: AHAHAHAH, SCUSA, PENGUIN, COS’E’ CHE AVEVI AFFERMATO? AHAHAHAH, E SI’ CHE IL TUO GLOBULO ROSSO E’ CIO’ CHE TI E’ USCITO MEGLIO, AHAHAHAH

Penguin: TI VORREI FAR NOTARE CHE NON HA AZZECCATO MANCO IL TUO, PERCIO’ SIAMO PARI!

Si ammutolirono all’istante, finendo per scambiarsi un’occhiata di fuoco che parlava da sé: la sfida vera e propria era appena iniziata.

Non riuscendo a spiccicare parola, venni fatta accomodare a far passare due pile di documenti posti di fronte a me, dovendoli commentare uno ad uno il più schiettamente possibile.

A volte, per mio grande stupore, facevo subito centro. Delle altre, invece, sparai un mucchio di cavolate. All’inizio non era apparso nulla di che, ma andando avanti la situazione si fece comica.

Quelli non erano disegni, bensì sgorbi spacciati per tali. Alla fine, indaffarati com’eravamo a piangere dal ridere, volarono un paio d’ore senza accorgercene.

Concluso il mio compito da giudice, mancava poco all’ora di cena.


Io: Ahahah, è stato troppo spassoso!

Shachi: Hai ragione, ahahah, siamo negati in arte!

Penguin: Stranamente mi trovo d’accordo con te, ahahah

Asciugandomi una lacrima con l’indice destro, mi sedetti sul letto per far passare il mal di pancia, e all’improvviso mi venne un’idea.

Io: Uh, perché non lo rifacciamo anche con gli altri?

Shachi: Ma ci metteremmo troppo tempo a dis-

Io: Ho la soluzione! Lascia fare a me! Eheh

Balzai in piedi con uno slancio e, presi nuovi fogli, mi diressi dal resto della ciurma trascinando per le braccia i miei due baka preferiti.

***


Io: Devi migliorare nella cucitura. Per il resto, hai fatto un’ottima operazione, Bepo

Bepo: La ringrazio, Capitano

Io: Abbiamo terminato, possiamo andare a mangiare

Come di consuetudine, prima di uscire demmo una veloce sistemata. In seguito, ci recammo nella sala da pranzo come stabilito.

Nonostante trovammo il portone chiuso, avevamo udito le urla dei miei uomini fino in fondo al corridoio. Si sentivano parole sparate a casaccio, frasi senza senso e insulti gratuiti.

Rivolsi un’occhiata indagatoria verso Bepo, e dalla sua espressione era chiaro che anche lui fosse ignaro di cosa ci fosse sotto.

Il mio sesto senso mi avvisava di prepararmi ad usare i miei poteri, e quando percepivo questo, potevo star pur certo di non sbagliarmi mai.

Sospirando sonoramente, feci capolino nella stanza in questione, scorgendo tutti i presenti seduti ad un unico tavolo, intenti ad osservare Kyoko mentre scriveva su un pezzo di carta.

Talmente erano presi da lei, che non si degnarono di accoglierci. Anzi, non ero nemmeno sicuro se si accorsero della mia presenza e del loro Vice.


Matt: Porca miseria! Non riesco ad arrivarci!

Funny: E’ inutile, non ci riuscirai mai, ahà!

Pauly: Devo vincere a tutti i costi!

Healt: Quello che vincerà sarò io!

Steve: Col cazzo! Quello che si merita di saltare un turno di guardia o di pulizia, sono solo io!

“Ecco perché sono scatenati. Questo branco di scansafatiche vogliono sbarazzarsi di uno dei loro turni”

Io: Smet-

Kyoko: Su, ragazzi! Non potete non indovinare proprio voi! Orsù, dai che è chiaro!

Si fecero ancora più attenti e vicini al foglio che Kyoko sventolava a destra e a manca.

Incurante che mi avesse interrotto, mi limitai ad alzare gli occhi al cielo.


Hiro: E’ un killer?

James: Nah, ci sarebbe stata anche la vittima

Trey: … uno scienziato?

Dreamer: Ma no, avrebbe avuto le provette o il tipico camice sbrindellato… se devo essere sincero, a me pare solo un comune pazzo

Kyoko: Sì, dai che ci siete quasi!

Funny: Con ‘ste cancellature, non è molto chiaro

Kyoko: Hai ragione, è che non mi veniva, eheh. E va bene, vi do un aiutino: questo è una specie di coltello, solo più piccolo, sottile e stretto; la persona indossa sempre qualcosa che la contraddistingue, ma ora non l’ho fatta se no era troppo facile. Adesso, però, mi cucio le labbra! Dovete arrangiarvi, eheh

Forse la vicenda iniziava a farsi chiara. Mi diressi verso di loro, curioso di ammirare cosa avesse creato Kyoko, dato che la mia ciurma aveva un’espressione che dire scettica era un eufemismo.

J.Bart: Ah, Capitano

“A quanto pare esisto ancora”

Io: Alla buon or-

Kyoko: ESATTO! BRAVO, JEAN BART!

Inclinammo tutti la testa.

J.Bart: Uh?

Kyoko: Hai indovinato! Pertanto, ti dichiaro il vincitore indiscusso del mio gioco da oggi brevettato eheh

Intravidi di sfuggita suddetto disegno, e nessuno poté impedirmi di mostrare la mia aura sadica.

Hiro: Ehm, Kyoko, i-il Capitano

Tremando spaventato, mi indicò alle spalle di Kyoko, ma lei interpretò male la direzione di tale gesto.

Kyoko: O, andiamo! Ok, non avrò talento, ma non c’era tanto da capire! Sì, questo è Law: ha un bisturi in mano; gli occhi da chirurgo maniaco che ti studiano fin sotto la pelle; sorride come un assassino sclerato; ho creato delle gocce di sangue; ho scritto la sua risata da squilibrato, ed è pieno di macchie di cui è fissato. Mancava solo il cappello, ma quello avrebbe resto troppo!

Aveva perso l’attenzione già all’inizio della frase, e sembrò capirlo vedendo il modo in cui si erano pietrificati e puntavano lo sguardo contro di me, ovvero a sinistra rispetto a lei. Si voltò totalmente.

Kyoko: Toh, Law, che piacevole sorpresa! Ehm... eh eh eh, piaciuto il tuo ritratto con tanto di descrizione?

Io: Ammirevole. E per ripagarti, parteciperò anch’io iniziando il turno successivo

Sbatté le palpebre a lungo, incredula che anch’io aderissi ad una simile idiozia.

Kyoko: Davvero vuoi unirti a noi? Beh… OK, eheh. Più siamo, più ci divertiamo, no?

Attese una risposta collettiva che non arrivò mai. Ormai gli altri si erano chiusi in un religioso silenzio.

Kyoko: Che vi prende?... va boh, lasciamo perdere

Sorridendo, mi passò carta e penna. Ghignai perversamente.

Io: E’ una persona che in questo preciso istante ha segnato la sua condanna e che tra poco sarà sdraiata su un lettino da sala operatoria perché sottoposta ad un mio esperimento. Ha capelli neri, occhi del medesimo colore e indossa una mia felpa

Kyoko: No, Law, non vale, non si possono fare indovinelli. Lo scopo di “Pictionary” è dis-

Io: Fai un’eccezione e rispondi

Kyoko: Va bene, va bene, che modi! … dunque, vediamo un po’…

Prendendosi il mento con una mano, fece una scansione accurata dei ragazzi, soffermandosi infine sui suoi indumenti.

Kyoko: Aspetta… ma sono io! Ho la tua felpa, i capelli e gli occhi neri! Ci sono arrivata presto, eheh. Comunque, Law, scusa la sincerità, ma non sei molto bravo. Insomma, l’ho capitolo solo dall'ultima frase che intendevi me. La prima non c’entra nulla. Quindi anche tu non sei capace a fare tutto, ahahah

Rise per la sua scoperta, ma mano a mano che trascorrevano i secondi, il suo sorriso andò scemando.

Si raddrizzò con la schiena, irrigidendosi a sua volta come le dodici statuette già disposte in giro.


Kyoko: Merda… ragazzi, è stato un piacere, ma la fuga mi chiama! Dovete arrangiarvi voi con la cena! See ya!

Sgattaiolò fuori a gambe levate, sfruttando la velocità massima del suo potere.

Con pacatezza e ghignando con maggior perversità rispetto a prima, mi incamminai a mia volta fuori da lì.

Dopotutto, quello era un sottomarino ed eravamo sott’acqua. Non avrebbe avuto molte possibilità di scapparmi.


“Kyoko-ya, questo è il mio territorio… sei una dolce preda finita dritta nella tana del lupo, fufufu”




Angolo autrice ^^:

Ehm... 'sera/'giorno? *evito a pelo alcuni piatti volanti alzando braccia e una gamba stile Brook a Sabaody*
Aspettate a linciarmi! So che attendavate il-
Coscienza: Nessuno sta lì a vedere quando metti un nuovo cappy u.u
... vero capitolo e io, da bastardella-
Coscienza: Personalmente toglierei "ell"
Kidd: Perché non dire "stronza", già che ci siamo?
Flame: *tic all'occhio* Ti auguro di morire tra atroci sofferenze, C! E tu, drag queen della malora, che diamine ci fai qui!?
Kidd: Come cazzo mi hai chiamato!? E per tua informazione, io appaio dove cazzo mi pare, sono stato chiaro!? Mocciosa del cazzo!?
Law: Tsk, tsk, tsk. Non ti hanno mai insegnato a rivolgerti gentilmente a delle signorine, Eustass-ya?
Kidd: Trafalgar, fatti i cazzi tuoi! E poi, mi spieghi come cazzo fai a comparire ovunque!? Sei peggio di una spina nel culo!
Kyoko: Ma devi usare la parola "cazzo" in tutte le frasi che dici?
Kidd: Un'altra rompicoglioni!? Da dove cazzo sei venuta!?
Kyoko: Credo di aver avuto la risposta :D
Kidd: Fermi tutti! *assottiglia lo sguardo*... TU! TU SEI QUELLA FOTTUTA RAGAZZA DELLA RADUNA!
Kyoko: Deduco che il piacere di rivederti sia tutto mio *ghigna divertita*
Law: *osserva la scena sogghignando con gusto per il comportamento di Kyoko e per il caro Kidd che perde le staffe*
Kidd: IO TI AMMAZZO! *si sposta la pelliccia, facendola svolazzare stile spaccone da film d'azione*
Kyoko: Uhuhuh, qualcuno che fa passare la mia noia *si sistema i guantini da polso*
Law: Non resterò a guardare *sfodera la sua Kikoku*
Kidd: Repel!
Kyoko: Denki punch!
Law: Room!
*i tre si perdono a scannarsi*
Flame: ... scusate, ma non stavo parlando del mio capitolo? O.o
Coscienza: E' + interessante lo scontro, perciò tappati quella fogna! *mangia pop corn*
Flame: No, aspettate... perché la mia C, di carattere, assomiglia sempre di + a Kidd? E qualcuno mi spieghi come fa ora a mangiare!!!



Uhm, mi sono un po' discostata dal tema principale. Ma questo siparietto mi è venuto al momento con spontaneità :3

Anyway, tornando serie. Dicevo: è vero, ho fatto la bastardella, ma tranquille. Domani avrete il vero capitolo, perciò dovete attendere solo un altro giorno. Anzi, meno. Lo troverete dopo pranzo ;)

Per quanto riguarda questo aggiornamento... eheh, per una volta, ho dato un po' di attenzione a Jean Bart, facendogli vincere a caso il gioco "inventato" da Kyoko XD
E' nato a Natale, quando ho per davvero giocato a tale gioco con degli amici e, cioè, sono usciti certi disegni, da piangere per davvero dal ridere XD
E, uhuhuh, lascio a voi immaginare la vendetta di Law! ^.^

Boh, dopo avervi trattenuto con il mio sclero, vi dico un'ultima cosa.
Care mie, se volete propormi qualcosa o addirittura chiedermi uno Special intero, sono a vostra disposizione! Sono curiosa di vedere quanto pazzarelle siete, eheh. Solo, cercate di contenervi. Dopotutto, sono capitoletti unici ;)

A domani, ragassuole <3
Kiss! :3
Flame

P.S. Questo primo Special lo voglio dedicare ai nuovi fans che, di recente, mi hanno aggiunta tra gli autori preferiti e hanno messo la mia ff tra le preferite e le seguite.
Inoltre, ci tengo a ringraziare anche tutti i lettori silenziosi, che non vanno mai scemando e, qualche volta, tendono pure ad aumentare... Che patatoni ^^


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Capitolo 10
*** Risveglio movimentato nella camera del Capitano ***


LxK




Mi destai dal sonno quando il sole era già alto nel cielo a risplendere. Dopo essermi stiracchiata la schiena allungando al massimo gli arti per quasi l’intera larghezza del materasso, mi sollevai di busto sbadigliando sonoramente. Come risultato alla bevuta della sera precedente, percepivo solo una lieve nausea.

Law: Finalmente ti sei svegliata. Credevo avresti dormito fino a sera, fufufu

Io: Uuuhm, ‘giorno

Il mio povero cervellino addormentato ci mise un bel po’ prima di farmi notare che ritrovarsi un Law in boxer, appoggiato allo stipite della porta da bagno, non lo si poteva di certo considerare un risveglio nella norma. Lo fissai contrariata.

Io: Ehi, ehi! Che ci fai in camera mia con addosso solo le mutande!? E chi ti ha dato il permesso di usare il mio bagno?

Ok, forse non era proprio la reazione che ci si aspettava. Insomma, mi ritrovo un ragazzo mezzo nudo a pochi metri da me -indossante, precisiamo, un paio di mutante alquanto discutibili: grigie scuro, con macchie nere e bianche-, e la prima cosa che penso è che ha invaso i miei spazi? Probabilmente ero ancora più di là che di qua.

Lui, sorridendo, si avvicinò con calma al letto. Per evitare di incantarmi a guardarlo in qualche modo che lui avrebbe subito colto come apprezzamento, presi ad osservare il motivetto del copriletto, trovandolo inaspettatamente molto interessante.


Law: Prima di tutto, io sono il Capitano e questo è il mio sottomarino, pertanto posso andare dove voglio e fare quello che più mi aggrada, senza chiedere il permesso a nessuno. Secondo, questa è la mia camera

Perplessa, diedi una veloce controllatina in giro: letto a due piazze posto di fronte alla porta d’entrata, con accanto due comodini neri in legno e due tappeti pelosi uguali al suo copricapo maculato; scrivania e piccola libreria sulla destra, mentre a sinistra vi era un grosso armadio e la porta che dava sul bagno dove Law vi era appoggiato due secondi fa. Indiscutibilmente non mi trovavo dove credetti.

Io: Come ci sono finita qui?

Law: Sei passata da me dopo la festa

Io: E che ci sarei venuta a fare?

Le sue labbra si stesero in un ghigno malizioso.

Law: Per saltarmi al collo e chiedermi di farti mia. Peccato, però, che quando ci siamo sdraiati tu sia crollata… sai, eri molto attraente, fufufu

Io: Ah, capit- C-CHE AVREI FATTO!?

Spalancai occhi e bocca, fissando Law sbigottita e con la temperatura delle guance che andava via via crescendo.

“O.MIO.DIO… MIO DIO, MIO DIO, MIO DIO!!! Come ho potuto comportarmi così!? Ero convinta di non fare idiozie da ubriaca! Gli ho… GLI HO CHIESTO DI FARLO!? E LUI ERA DISPONIBILE!? SANTI LUMI!”

Agitata come non mai, cercai di ricordare un particolare qualunque spremendo al massimo le meningi mettendomi nella mia posa da riflessione, ovvero appoggiando gli indici alle tempie e assottigliando lo sguardo.

“Non posso averlo fatto! E’ inaudibile!”

Nel mentre, Law si infilò i pantaloni e si sedette al bordo del letto.

Law: Mi hai solamente domandato di regalarti il mio cappello. Smettila di sforzarti in quel modo

Studiai con attenzione i suoi occhi, e in un attimo i nervi mi si rilassarono totalmente, così valse per i miei neuroni un tantinello provati.

Io: Ok, ti credo

Scorsi senza difficoltà l’incredulità farsi strada sul suo volto, mettendo da parte, per un brevissimo momento, la sua aria da provocatore e so tutto io.

Law: Interessante. Da quando riponi fiducia in me?

Mi stesi a pancia in giù, cominciando poi ad agitare avanti e indietro le gambe con disinvoltura e a giocherellare distrattamente con il cordino del pigiama.

Io: Da quando riesco a capire in parte il tuo sguardo. E’ più veritiero dei soliti ghigni che mostri

Law: Tu non sai niente di me

La sua immediata reazione scontrosa, e il tono freddo che usò, non mi sorpresero minimamente. Ormai avevo costatato che quando si parava in discorsi che lo riguardavano, lui si poneva sulla difensiva, distaccandosi maggiormente e tacendo più dell’usuale.

Ma credo che tutto ciò non fosse così evidente. Con questo non intendo certo affermare che posso capirlo unicamente io, affatto. E’ solo che, durante la mia infanzia, avevo capito a mie spese che bisognava sempre analizzare nei dettagli ogni persona che si incontrava, per poter percepire le loro reali intenzioni e, di conseguenza, decidere di chi potersi fidare e chi no.


Io: Concordo. Sul tuo conto so pressappoco nulla. A parte il tuo nominativo, i tuoi poteri, la tua taglia e la tua rispettiva ciurma, per il resto rimani ancora un’incognita difficile da risolvere. Tuttavia, sei pur sempre un essere umano, e in quanto tale anche tu riveli le tue emozioni, sebbene cerchi di occultarle. Vedi, ho classificato i tuoi ghigni in tre categorie: malizioso quando vuoi sedurre o mettere in imbarazzo; divertito quando le tue pazzie vengono stimolate e, per finire, sadico quando qualcuno osa diffamarti o rivolgerti un torto. Nell’ultimo caso, pianifichi le sorti delle tue vittime, preparando una degna vendetta… ho come l’impressione di essere parecchio esperta verso questo, eheh… comunque sia, mentre tu mostri uno dei tre, i tuoi occhi comunicano diversamente. A dispetto del pensiero di molti, in realtà essi non sono freddi come il ghiaccio. Bisogna solo saperli capire, niente di che

Ne seguì un lungo silenzio. Sapevo che non mi avrebbe né dato ragione, né avrebbe sprecato tempo a ribattere. Mi ero espressa con fermezza allo scopo di fargli intendere che quello era il mio pensiero, e quello sarebbe rimasto. Assorta nelle mie riflessioni, mi misi ad accarezzare il suo cappello appoggiato sul materasso.

Io: Mi è difficile immaginarmi a chiederti di regalarmelo, visto che so già la risposta… no, vero?

Mi voltai con la testa verso di lui, arrivando a posare il mento sulla spalla, e lo trovai ad osservarmi con intensità. All’inizio mi parve diverso, il che mi fece pensare di averlo infastidito o scosso con il mio discorso, ma due secondi più tardi ghignò divertito, facendomi spontaneamente sorridere di rimando.

Law: Precisamente

Io: Uffi, cattivo!

Law: L’hai confermato

Io: Che cosa?

Law: Brilla o no, agisci in egual modo

Io: Oh beh, ci ho riprovato. Tentar non nuoce, e magari era la volta buona

Lo deposi con cura accanto a lui, e in seguito mi aggrappai al bordo inferiore del letto per tirarmi verso di esso.

Io: No! Sono spariti i pesci! Che fine hanno fatto!?

Non ottenendo alcuna risposta, mi rigirai nella sua direzione, iniziando a dubitare della mia sanità mentale.

Io: Non pensare male, eh! Ma la settimana scorsa ho visto che il pavimento era fatto di vetro, e riuscivo a vedere il mare. Sono io ad essere impazzita o…?

Law: Vi è un dispositivo in grado di isolare la mia stanza da esso, attivando dei pannelli di metallo

Io: Wow! Però è più carino da aperto. Dai, dai, rimuovili!

Law: Toglimi una curiosità: come hai fatto a venirne a conoscenza?

Io: Semplice, nel pomeriggio in cui mi sono intruf-

Mi morsi con forza la lingua, ma ormai il danno era stato fatto. E quale reazione ebbe, il dolce chirurgo, se non ghignare perfidamente?

Era giunto il momento di sloggiare. Sorridendo come fa un bambino quando viene colto sul fatto, provai ad alzarmi e fuggire, ma non riuscii nemmeno a muovere un muscolo che Law, prevedendolo, mi bloccò con velocità tra lui e il materasso, mettendosi a cavalcioni su di me.


Law: Se non mi conoscessi bene, temerei di rimanere privo di vendette da attuare su di te, fufufu

Io: Di quello non mi preoccuperei, malato quale sei… tsk, malaugurata linguaccia lunga che mi ritrovo!

Law: Se vuoi sentirti meno in colpa, posso informarti che lo sapevo di già

Io: Impossibile, non ti eri accorto di nul- Bepo… Uff, non riesce proprio a nasconderti nulla, eh?

Law: Perché non mi fai sentire il gridolino spaventato che hai emesso in sua presenza? Uh?

Arrossii lievemente nel verificare che il suo Vice gli aveva, effettivamente, raccontato proprio tutto.

Io: Manco morta riuscirai a farmelo rifare! Prrr!

Law: Lo vedremo…

Mi strinse i polsi fra la sua mano destra, portandoli poi sopra la mia testa. Con l’altra, invece, si avvicinò alla mia coscia e, divertito, si abbassò con il capo verso il mio. Non avevo idea di cosa gli passasse per la mente, ma ero pronta a tirargli una potente ginocchiata ben assestata nel caso fosse stato necessario.

Pochi secondi più tardi, dalla scrivania partì il suono del den-den mushi collegato alle altre stanze, e ciò poteva solo significare che il suo equipaggio aveva urgente bisogno di discutere con il rispettivo Capitano.

Sbuffando scocciato, smise di prendersela con me è andò a rispondere. Inutile dire che io ne approfittai per andarmene alla svelta, non prima, però, di aver mostrato a Law la linguaccia e il segno di vittoria, anche se era temporanea.


“Meglio tenersi alla larga per un po’. Cià, visto la baldoria di ieri, andrò a farmi una doccia per riprendermi”

<><><>


Ero intenta ad insaponarmi i capelli quando, ad un tratto, dei rumori e un vociare attirarono la mia attenzione. Mi fermai e chiusi in parte il rubinetto dell’acqua per poter capire che stesse accadendo.

Healt: Shhh! Abbassate il tono! Volete farci beccare!?

Matt: Dillo a ‘sto qui! Non mi fa spazio e continua a spingermi!

Dreamer: E’ colpa di Shachi! Si appoggia sulla mia schiena e rischia di farmi cadere!

Shachi: Smettetela di lagnarvi! Pensiamo a muoverci, piuttosto!

Penguin: Sono d’accordo. Questa è l’ultima volta che possiamo tentare. Dopo domani Kyoko-chan non sarà più con noi, sigh

Shachi: Come faremo senza la nostra Dea!? Ed ecco perché ora daremo una sbirciatina: per ricordarcela al meglio!

Udendo le loro risatine, sospirai rassegnata e scossi la testa.

“I soliti incorreggibili”

Avvolsi intorno al corpo l’asciugamano che avevo preparato in alto sul muretto. Assicuratami di averlo chiuso per bene, riaprii il rubinetto e mi infilai nella doccia accanto. Attesi di scorgerli arrivare quatti quatti fino a dov’ero poco prima, per poi mettermi dietro di loro.

Dreamer: Pss, ragazzi, io non vedo nessun’ombra dietro il vetro. Dov-

Io: Per caso cercavate me?

Si girarono a lentezza disumana, e quando mi videro far scricchiolare le mani, assunsero un colorito poco comune.

Matt: K-Kyoko-chan! Che sorpr-

Io: Vi do due secondi esatti per scappare

Non se lo fecero ripetere. A tutta velocità, se ne tornarono da dov’erano venuti, arrivando quasi ad incastrarsi fra loro con la porta.

Io: Baka maniaci. Law dovrebbe concedergli maggior tempo da passare sulle isole. Se stanno a lungo senza vedere una donna, va a finire che si rimbecilliscono… dove sono i miei vestiti?

2+2...

A passo spedito, mi diressi nel punto in cui erano scomparsi. Grazie ad Hiro incrociato in corridoio -che, tenerello, mi diede le spalle per non guardarmi in certe tenute-, gli raggiunsi nella sala comandi.

Quei vigliacchi, ritenendo Law un degno rifugio, erano andati a nascondersi proprio da suddetta persona.


Io: VOI!

Con aria a dir poco minacciosa iniziai a ridurre le distanze. Anche le scariche elettriche che fuoriuscivano dal mio corpo diedero il loro contributo a mostrarmi più pericolosa, difatti i ragazzi urlarono dalla paura.

Dreamer: No-non ucciderci! Abbi p-pietà di noi!

Io: Oh, Dreamer, non temere, non ho intenzione di uccidervi… non ancora. Prima ridatemi quello che mi avete fregato, e in seguito deciderò cosa farvi

Shachi: Fregato? Noi non a-abbiamo preso nulla

Io: Menti

Penguin: Credici! Non s-sappiamo dove siano!

Io: Non voglio scuse. Fateli riapparire o sarà peggio per voi

E per enfatizzare il concetto, concentrai ancor più potere nei palmi delle mie mani.

Passi il fatto di aver tentato di spiarmi, tanto non erano riusciti nel loro intento, ma per le mie cose era tutt’altra faccenda. Non mi andava a genio che qualcuno toccasse la mia arma o i miei effetti personali riposti nel marsupietto.


Law: Ti proibisco di fare del male al mio equipaggio, Hotaru-ya

Vero, c’era anche lui lì: seduto appoggiato al muro, con una mano dietro la testa e l’altra sulla gamba a giocherellare con la mia cintura.

Spostai ripetutamente lo sguardo da lui ad essa, facendolo sogghignare con gusto.

Adesso che avevo scoperto chi era, in realtà, il colpevole, la me cattivella prese il sopravvento.


“Bersaglio individuato. Pronta a colpire”

Healt: Visto, Kyoko-chan? Ora ci perdoni?

Io: Sparite

Sorprendente la loro capacità di volatizzarsi. Alla resa dei conti, rimanemmo solo in due: la futura assassina e la sua prossima vittima.

Io: Prima che ti dia una lezione, com’è che mi avresti chiamata!?

Law: Le hotaru sono piccoli insetti coleotteri appartenenti alla famiglia Lampyridae, in grado di illuminare parte del proprio corpo emettendo una luce fredda ma intensa, che serve ad indicare la fase di corteggiamento precedente all’accoppiamento

Dubbiosa, inarcai un sopracciglio.

Io: Dove vuoi andare a parare?

Law: Tu brilli in egual modo

La rabbia lasciò il proprio posto allo stupore.

Io: Ma dai, sul serio!? Che carino! Grazie del parag-

Law: Eppure, a differenza loro, tu non attrai nessuno. Anzi, fai fuggire via tutti, esattamente come hai appena dimostrato

Mi rivolse un ghigno strafottente, pronto ad osservare la mia reazione che non tardò ad arrivare.

Complimenti. Se voleva farmi perdere del tutto le staffe, ci riuscì alla grande. Mi misi in posa di attacco.


Law: Ti conviene non fare nulla. Dopotutto, ti trovi anche tu su questo sottomarino. Se dovesti procurargli dei danni gravi, rischi di affondare insieme a noi, e non credo sia ciò che desideri… non è così, Hotaru-ya? Fufufu

“Accidenti, ha ragione! Rischio di non controllarmi abbastanza. Grrr, mi ha in pugno!”

Smisi si “illuminarmi” e tentai di darmi un contegno.

Incrociando le braccia al petto e sostenendo principalmente il mio peso sulla gamba sinistra, lo guardai con stizza.


Io: D’accordo, farò la brava. Adesso, posso riavere le mie cose?

Law: Dovrai guadagnartele una ad una seguendo quello che ti dirò

“Sento puzza di bruciato”

Io: E in cosa consisterebbe, di preciso?

Law: Fufufu, oh, questo lo saprai molto presto

Si alzò con calma e mi lanciò la cintura che per poco, colta alla sprovvista, non lasciai cadere a terra.

Io: E questa? Non ho ancora fatto nulla

Law: Tu hai avuto il tuo panorama del fondale marino, io di un altro genere

Mi fissò da capo a piedi, con una scintilla di malizia negli occhi che mi fece assottigliare maggiormente lo sguardo.

Io: Ecco da chi hanno preso i ragazzi… pervertito

Law: Grazie del complimento

Sghignazzando divertito, mi sorpassò, e senza che lui mi ordinasse nulla, lo seguii in silenzio, limitandomi a sbuffare per i suoi modi di fare.

Con Law, le mie giornate consistevano principalmente nel partecipare ad una guerra continua di vendette e frecciatine.

Quella, ormai, era diventata la mia quotidianità.








Angolo autrice ^^:

Flame: *comodamente seduta sulla poltroncina, sorseggio una tazza fumante di camomilla* Bene, ho aggiornato, il mio dovere l'ho fatto
Kyoko: No ma, ammettilo, ti diverti a farmele passare di tutti i colori <.<
Flame: Ovvio, se no dove starebbe il divertimento? Fufufu... neh, Kyoko, posso farti una domanda?
Kyoko: Certo, chiedi pure! *bevacchia anche lei*
Flame: Non è che sei lesbica? Insomma, ti trovi un Law in quello stato, siete in camera da soli, e tu non ne approfitti?
Kyoko: *sputa la bevanda, tossendo poi con foga* m-ma che vai sparando!? La tua coscienza ha ragione a darti per pazza!
Flame: Suvvia, la mia era solo una piccola domandina innocente. Se non ti andava di rispondere, potevi anche dirlo e risparmiarti l'insulto u.u

Allura, allura, allura... Law è l'unico ad essere a conoscenza di quello che è realmente accaduto. Perché di tale scelta? Semplice, voglio far sì che sia il caro chirurgo ad accorgersi per primo che 'sti due sono attratti l'uno dall'altro *-* (anche se lui ha detto che lei fa fuggire via tutti)
Kyoko, sotto questo aspetto, sarà un po' ingenuotta, e quando i due si ribaceranno... beh, accadrà qualcosa che non vi aspetterete e capirete perché lei non, come dire, pensi a Law sotto quell'aspetto e il perché, sebbene lo veda in mutante, manco le viene da arrossire.
Tuttavia, dopo aver passato a bordo un mese intero a confrontarsi con il sexy Traffy, non è rimasta indifferente al suo essere. Difatti, fa quel discorso serio perché riesce a capire Law, in parte. Con questo, spero non vi sia sembrato troppo. Però, volevo far capire quale fosse il suo pensiero verso di Law. Dopotutto, è lei a baciarlo per prima, perciò volevo chiarire perchè lo facesse.
Oddio, mi sto ingrovigliando con questa spiegazione. Non credo di essere stata abbastanza chiara, ma ciò provato XD

Giuro che il soprannome Hotaru l'ho pensato in seguito. E' stato un caso trovarne uno di azzeccato per il potere che ho scelto per la protagonista, eheh.

Ok, penso sia tutto. Ah, per chi avesse cliccato "Ultimo capitolo" della mia ff, vi avviso che ieri ho pubblicato uno Special, nel caso non ve ne foste accorti ;)

Se bien! We feel next friday! =_^
Kiss! :3
Flame

P.S. Il 9° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito l'8°.
Arigatou: Incantatrice_Violeta, Sanjina99, nozomi99, Portgas D Sara, TrafalgarEmily, FedeAle1525, Monkey_D_Alyce e __Ace


INFORMATION!
Per chi seguisse anche la mia nuova long, sappiate che in questo week, forse, arriverà il 3° cappy ;)

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Capitolo 11
*** E' giunto il momento dei saluti ***


LxK




All’orizzonte, in lontananza, si iniziava ad intravedere la sagoma dell’isola Red Flowers, così denominata per la presenza di innumerevoli campi fioriti che circondavano la città principale, espandendo nell’aria un aroma dolce e delicato. In meno di tre ore, avremmo sbarcato su di essa.

Il tempo era favoloso. In cielo non vi era una singola nuvola e i gabbiani si liberavano in aria con leggiadria, accostandosi qualche volta al profilo dell’acqua per potersi sfamare cacciando i pesciolini.

A volte, se dovevo essere onesta, passare un mese senza mai toccare terra era stato opprimente, quindi ero contenta di poterlo finalmente rifare, tuttavia non riuscivo ad essere allegra come sperai.

Di solito, quando raggiungevo un nuovo posto mi ci buttavo dentro a capofitto, vogliosa di scoprire le specialità del luogo, ma ‘sta volta era diverso. Scesa sull’isola, avrei dovuto dire addio ai Pirati Heart, e sapevo che mi sarebbero mancate le loro trovate.

Durante l’ultima settimana a bordo, vendette a parte di Law nel ridarmi tutti i vestiti che mi aveva rubato, avevo cercato di divertirmi il più possibile, imprimendo nella mia mente ogni momento trascorso in loro compagnia.

E in quel istante, averli lì di fronte con le facce abbattute, non rendeva le cose più semplici. Shachi e Penguin mi avevano abbracciata in lacrime così tante volte che persi il conto.


Io: Su con il morale, ragazzi. Ve l’ho promesso, no? Mi procurerò al più presto un nuovo den-den mushi e vi chiamerò spesso. Ci siamo scambiati i numeri, pertanto potremo contattarci quando e quanto vorrete

Penguin: Non è la stessa cosa!

Shachi: Esatto! E’ diverso parlare faccia a faccia, che alla radio! Per non contare, poi, che non potremo dirci tutto, non essendo una linea sicura…

Pauly: E ci mancherà anche la tua cucina. Ormai i nostri palati e stomaci si sono raffinati troppo

Tutti gli diedero ragione annuendo con vigore.

Io: Non voglio vedervi giù. Voi non siete così! Dov’è la vostra energia che vi rende i belli arzilli che conosco?

Steve: Oggi non abbiamo voglia di fare gli scemi

Sorrisi malinconica. Mi rincuorava sapere che ci tenevano a me, davvero, però mi dispiaceva vederli intristirsi a causa della mia partenza. Sapevamo che prima o poi sarebbe giunta la mia partenza, era solo questione di tempo.

Ed è proprio per questo che avevo evitato di stringere dei veri legami. Amicizia sì, ma non di quella vera, in modo da poterli lasciare più facilmente. Anche se, in realtà, non ero molto sicura di essere riuscita nel mio intento. Questo branco di fuori di testa ti sapeva conquistare sin da subito.


Io: Dai, in questo paio di orette che mi rimane, faremo ciò che vorrete e io non mi lamenterò di nulla, per quanto la vostra richiesta possa risultare pura follia o senza senso… ok?

Un po’ riuscii a rallegrarli, dati i loro sorrisi apparsi in viso, e fu così che passai il resto del tempo con ognuno di loro, parlando e scherzando sulla prima cosa che ci passasse per la mente.

<><><>


Alle dieci in punto giungemmo a destinazione. Attraccammo in un’insenatura poco lontana dal centro abitato e ponemmo la passerella. Eravamo fuori sul ponte e, nuovamente, mi guardarono tristemente.

Io: Ehi, non vorrete farmi ripetere il discorso di prima, vero?

Bepo, timidamente e con il capo rivolto a terra, si avvicinò a me.

Bepo: Kyoko, spero tu possa trovare la libertà che cerchi e vivere serena

Lo abbracciai con affetto, beandomi per l’ultima volta di quella morbidezza unica al mondo, sebbene ci fosse la sua tuta arancione di mezzo.

Io: Ti ringrazio, Bepo

Funny: Non vale! Bepo, Shachi e Penguin vengono abbracciati, mentre noi no!?

Ridacchiai divertita dal suo sbuffare bambinesco.

Io: Chiedo perdono! Vieni qui, brontolone!

Abbracciai i presenti, tranne Jean Bart che lo salutai con un cenno della mano.

Healt: Non scordarti dei Pirati Heart, eh!

Io: Non potrei mai. Comunque, credo mi sarebbe difficile anche volendolo con i traumi che ho patito per colpa della vostra poca sanità mentale e del sadismo di Law

Una risata generale riuscì a rendere più allegra e accettabile quella separazione.

Dreamer: Ahahah, è vero, hai dovuto munirti di molta pazienza

Io: E’ stato un buon esercizio, visto che non ne ho mai avuta molta, eheh

Matt: Adesso cosa farai?

Io: Mah, francamente non ci ho ancora riflettuto per bene… penso che mi fermerò qui per qualche giorno, massimo una settimana, giusto per farmi una visitina e procurarmi una barca, del cibo e dei vestiti

James: Hai bisogno di un po’ di Berry?

Gli lanciai un’occhiataccia fintamente offesa.

Io: Ricordatevi che sono pur sempre una supernova, e prima viaggiavo da sola. Sono in grado di sgraffignare dei soldi senza farmi beccare, eheh

James: Ahahah, hai ragione

Io: Ora che ci penso, scommetto che sarà strano riabituarsi ad indossare abiti della mia misura

Ripensammo a come, alcuni giorni, mi presentai a dir poco buffa. Scoppiammo tutti a ridere. Poi, ricordandomi cosa stessi indossando, fu il mio turno di rattristirmi.

“Non si è fatto mai vedere. Forse non gli fa né caldo né freddo liberarsi di me. Avrei voluto salutarlo, lo stesso vale per Hiro, ma entrambi si sono chiusi in officina per tutta la mattina, dicendo di non disturbarli”

Penguin: Kyoko, se vuoi vado a chiamarteli

Mi aveva appoggiato la mano sulla mia, quella che, automaticamente, era andata a stringere la felpa di Law.

Scossi la testa e gli sorrisi per assicurarlo che andava tutto bene.


Io: Non è necessario. Sono impegnati, lasciali alle loro faccende. Ma, se posso approfittare della tua gentilezza, ti chiedo di salutarli da parte mia e ringrazia il tuo Capitano per l’ospitalità

Penguin: … ok, come preferisci

Sistemai gli indumenti e raddrizzai il marsupio.

Io: Bene, direi che è ora di andare. Ragazzi, fate i bravi, mi raccomando!

Scesi dalla passerella, raggiungendo il prato di un verde come mai mi era capitato di vederne in vita mia.

Shachi: KYOKO, ASPETTA!

Mi fermai e mi voltai con la testa, incitandolo a continuare rimanendomene in silenzio.

Shachi: DIVENTA UNA DEI NOSTRI!

A tale proposta, un coro animato di urla si aggregò a Shachi. Il mio cuore prese a battere ad un ritmo più veloce, ma volutamente non gli diedi ascolto, fingendo di non essermene accorta.

“Speravo vivamente che non arrivassero a chiedermelo”

Shachi: Scommetto che il Capitano non avrà nulla da ridire e-

Io: Io-

Shachi: …ce la spasseremo un mondo! Vedrai, sarà di-

Io: NON POSSO!

Calò un silenzio opprimente. Incapace di guardarli ancora, diedi loro le spalle.

Bepo: Perché?

Non potevo e non volevo dirglielo, altrimenti avrei per davvero dovuto dirgli addio in modo categorico. Serrai le mani a pugno e chiusi gli occhi. Ancora una volta, non ero io a decidere realmente; ancora una volta… non ero libera completamente.

Io: Vi ringrazio per il pensiero, ma non posso accettare. Mi… mi dispiace, forse un giorno lo capirete… A-ADDIO!

Per far sì che nessuno ribattesse o provasse a fermarmi, corsi lontana da lì, non voltandomi verso quella ciurma che mi aveva fatto passare un mese indimenticabile.

***


Kyoko: NON POSSO!

Quelle due parole, ebbero il potere di farmi ammutolire all’istante. Ero convinto che avrei ottenuto un’altra risposta, che offrendole un posto fisso dove restare avrebbe accettato, ma forse ero solo io a volerlo e sperare che andasse in questa maniera. La mia era stata una futile illusione.

Bepo: Perché?

“Già, perché non puoi rimanere? Non vorresti trascorrere delle vere avventure con noi? Con il nostro Capitano?”

La scorsi tremare quasi impercettibilmente, per poi stringere le mani. Qualcosa mi diceva che sotto vi era un motivo profondo che l’aveva spinta a rifiutare senza pensarci su due volte.

Kyoko: Vi ringrazio per il pensiero, ma non posso accettare. Mi… mi dispiace, forse un giorno lo capirete… A-ADDIO!

Penguin: Dobbiamo f-

Posai una mano sulla sua spalla, e quando mi guardò scossi la testa rassegnato.

Io: Ha preso la sua decisione, e noi dobbiamo rispettarla

Osservammo Kyoko nella sua corsa fino a quando non sparì dalla nostra visuale, entrando nella piccola foresta situata intorno alla città di mezzo. Dopo di che, io e i miei nakama tornammo dentro a recuperare il necessario per andare a fare rifornimenti come ci era stato ordinato dal nostro Capitano.

“A proposito di lui, perché non si è fatto vedere!? So fin troppo bene com’è fatto, ma non pensavo che non si sarebbe nemmeno fermato per poter farsi vivo! E Hiro!? Ha sempre scherzato con lei, dicendo che le piaceva la sua compagnia e che avrebbe voluto avere una sorella come lei, e ora manco le ha detto addio!?”

Infervorito, decisi di dirigermi proprio verso la stanza dov’erano entrambi, desideroso di ottenere delle delucidazioni alle mie domande.

Penguin: Shachi, fermati!

Non lo feci. Ero a metà strada e non avevo intenzione di rinunciare.

Penguin: Ehi! Mi hai sentito o no!?

Io: Ho altro a cui pensare. Cercami dopo

Penguin: Stai andando dal Capitano per via di Kyoko, giusto?

Arrestai la camminata e mi voltai all’indietro.

Io: Sì, perché? Vuoi impedirmi di chiedergli come mai sia lui che Hiro si sono comportati così freddamente? Perché se cosi fosse, ti avverto subito ch-

Penguin: Affatto, voglio venire con te

Rimasi in silenzio a scrutarlo e notai che le sue intenzioni erano vere.

Io: Meglio così… andiamo

Ripresi il cammino, venendo affiancato da Penguin, e a breve arrivammo all’officina. La porta, ora, era aperta, e vedemmo Hiro alle prese con qualcosa, mentre il Capitano lo controllava in disparte.

Io – Penguin: Capitano…

Law: Uh?

Penguin: Kyoko è scesa a terra e se ne è andata definitivamente

Law: D’accordo. Adesso pensate ai vostri incarichi

“Come…? Tutto qui!?”

Con quello, e notando anche che non fece una piega, mossi un passo verso di lui.

Io: Potremmo non rivederla mai più! Non vuole darle un ultimo saluto!?

Law: Non ne ho bisogno. Ora, andatevene

Penguin: Ma… non le interessa niente di lei!? E anche tu, Hiro, non hai nulla da dire!?

L’interpellato, fermandosi un attimo dal suo lavoro, evitò di guardarci e fece come se nulla fosse.

Law, nel frattempo, era rimasto fermo nella sua posizione, ma gli occhi divennero più freddi e velati da un’ombra scura. Avevamo osato troppo a rivolgerci a lui con un tono quasi accusatorio. Sapevamo che si sarebbe infuriato.


Law: Il mio è un ordine, e non ammetto queste perdite di tempo, sono stato chiaro!?

Io e Penguin ci scambiammo un’occhiata veloce, conficcandoci entrambi le unghie nei palmi delle mani.

Io – Penguin: Sì, Capitano

Ci congedammo e ritornammo fuori sul ponte.

Penguin: Sai, in un certo senso, credevo che questa fosse una situazione particolare. Kyoko non è come le altre ragazze civili, bensì un pirata che sa il fatto suo e che ti risponde a tono senza paura. Oltre a questo, quello a cui mi riferisco principalmente, è al comportamento del Capitano… non so, a lui non è mai andato molto a genio l’altro sesso, eppure con Kyoko… con lei era diverso. Nonostante lei lo provocasse parecchie volte, lui non mi è mai apparso realmente infastidito, tutt’altro. Sembrava divertirsi, e anche parecchio. Per non parlare della sua salute. Grazie a lei, ha preso a mangiare e dormire regolarmente… bah, magari è una mia fissa

Io: No, lo penso anch’io, e credo valga lo stesso per gli altri. Inoltre, secondo me, se ne è accorto anche lui, solo che non lo ammetterà mai, e magari Kyoko non riesce a capirlo. Chissà, forse è lei la prima a non sapere cosa fare per davvero. In ogni caso, ormai non possiamo fare più niente. Ci conviene eseguire gli ordini, altrimenti il Capitano si arrabbierà per davvero

***


Corsi per un bel po’, fermandomi solo quando la gola mi si seccò e cominciai ad annaspare maggiormente. Ero giunta ad un piccolo prato fiorito alle porte della città.

Mi sostenni con la schiena al tronco di un albero, sollevando il viso verso il cielo e tentando di rallentare il respiro.


“Non immaginavo potesse essere così difficile allontanarsi da qualcuno. Durante i miei viaggi non ho mai instaurato nessun tipo di legame, quindi non sapevo cosa significasse lasciare una persona cara. L’unica volta che mi è successo è stata con i miei fratelli, quando siamo partiti per mare, ma era un’altra circostanza. Non si trattava di un addio, e rintracciarli per andargli a trovare è più facile che con Law. Praticamente lui agisce nell’ombra! Anzi, sott’acqua!”

Rimessa in forze, il mio stomaco brontolò. Massaggiai la pancia e abbassai lo sguardo su di essa, andando in tal modo a fissare per caso il Jolly Roger stampato sulla felpa, il quale mi fece sorridere spontaneamente.

“Baka Law. Mi fai indossare la tua felpa proprio quando me ne devo andare. Se mi vedesse la Marina girare con questa addosso, potrebbe credere che sia entrata a far parte della tua ciurma”


Shachi: DIVENTA UNA DEI NOSTRI!


Percepii ancora quel dolce tepore riscaldarmi il cuore, ma lo repressi per la seconda volta.

“Perfetto, oggi mi tocca cominciare con lo shopping, cosa che odio a morte. Tsk, pure da lontano continui ad infastidirmi e a rendermi le cose più difficili, neh?”

Mi scostai dal mio sostegno e presi a percorrere la stradina tracciata.

“Uhm, non è che gliela debba riportare? Che so, magari ci tiene. Per quello, non mi ha detto che me la regalava. Ma, in tal caso, non me l’avrebbe data se correva il rischio di perderla. O magari credeva che ci arrivassi da sola? Quello lì ha la mente contorta, chissà a che diavolo avrà pensato! Può essere che abbia ipotizzato che mi sarei messa a fare un simile ragionamento e che avrei deciso di ridargliela, di conseguenza ha evitato di starmelo a dire. In conclusione, dovrei restituirgliela, no?... non sono del tutto convinta. Law non fa toccare a nessuno le cose a cui tiene. Guarda il suo cappello, non sono mai riuscita ad indossarlo, uffi! Ma certo! Lui ha ipotizzato che avrei pensato che lui abbia fatto questa riflessione, e sapendo che sarei arrivata a… no, che lui avrebbe… cioè, io dovrei… lui… AH! BASTA, KYOKO! TI RENDI CONTO DI CHE CASINO STAI TIRANDO SU!? TI E’ BASTATO UN MESE CON LAW PER ARRIVARE AD ANALIZZARE OGNI COSA CHE FAI O CHE TI CAPITA! E’ PREOCCUPANTE!”

Con energia, mi diedi uno schiaffo su entrambe le guance, attirando alcuni sguardi dei passanti che, da come si allontanarono trascinando via i rispettivi bambini, dovettero avermi reputata una pazza. Sbuffai.

“Basta, devo smetterla! Devo lasciar perdere Law e i ragazzi. Ormai è un capitolo chiuso. Ho preso la mia decisione e non torno più indietro!”







Angolo autrice ^^:

E poi boh, mentre smisto la posta, mi ritrovo a leggere il nome di un'impresa: "Caesar di Barbarossa srl" e, inevitabilmente, mi viene da stimare chi l'ha scelto e chiedermi se, per caso, non segua OP XD

Anyway, mi ricompongo. Ben ritrovate, care lettrici (e se ci sono, cari lettori)!

Un altro venerdì è arrivato, portando con sé un mio nuovo capitolo ^^
Da quando ho iniziato a pubblicare, sapendo che devo aggiornare regolarmente, la settimana scorre + velocemente. Yuppi, viva il week-end XD
Ammetto che questa volta ho rischiato di ridurmi all'ultimo a fare tutto l'html... anzi, l'ho quasi fatto tutto ieri sera, perchè tra mal di testa allucinanti avuti alcune sere, tra che mi sono incimentata a scrivere due nuovi capitoli, ho perso la condizione del tempo ^^"
MA devo portarmi avanti! Sono già arrivata a metà capitoli pronti pubblicati! E... perdinci se vola il tempo! Mi sembra solo ieri di aver iniziato >.<
Il mio cammino sarà bello lungo, se teniamo conto che, con il 10° capitolo, sono appena ad 1/4 della storia. Sì, avete capito bene, mi vedrete in giro per parecchio! Muahahahah!

Cooomunque, parliamo del capitolo vero e proprio che è meglio, va :D
Il mese a bordo è trascorso e la cara Kyoko, accompagnata dai Pirati Heart, è giunta sull'isola Red Flowers.
Dunque, so che in questo punto il susseguirsi delle vicende è scontato, e che molti di voi, forse tutti -beh, diciamo tutti tutti così siamo a posto, eheh-, capiranno come andrà a finire, quindi vi tranquillizzo dicendovi che il tutto verrà trattato in cinque capitoletti (e, se volete, una volta provo a pubblicarne due insieme. Ditemi voi ^^)
Poi, FINALMENTE come direte voi XD, si arriverà a dei cambiamenti in pieni regola, all'azione dell'avventura della protagonista e all'entrata in scena di un bel gruppetto di personaggi (tra chi buoni, e chi bastardelli, mi pare giusto u.u)! Quindi, preparatevi! ;)

Per stasera credo di aver detto abbastanza :P
Ora, scusatemi, ma devo andare a prepararmi per domani! Il Cartoomics mi aspetta! *-*
Kiss! :3
Flame

P.S. Il 10° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: Portgas D Sara, Incantatrice_Violeta, nozomi99, Monkey_D_Alyce, FedeAle1525 e Sanjina99


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Capitolo 12
*** Tra impegni vari, la mente continua lo stesso a ruotare intorno a loro ***


LxK




Mezzogiorno in punto. Seduta ad un tavolo accanto alla vetrata della locanda dove avevo prenotato una camera per la settimana a venire, stavo mangiando un ricco piatto di carne e patate in assoluta tranquillità.

Il pomeriggio precedente l’avevo trascorso concentrandomi unicamente a racimolare soldi qua e là, in modo da non farmi scoprire e mettere da parte un buon gruzzoletto per gli acquisti da effettuare. Dato l’arco di tempo che sarei rimasta a terra, era meglio pagare ad ogni occasione così da evitare di farmi additare in malo modo altrimenti, poi, mi sarei procurata da sola dei problemi per trovare posti dove fossi ben accetta, soprattutto se avessi applicato il metodo Portuguese del “Mangia fino a scoppiare, e scappa senza farti acciuffare”.

In questo istante, invece, mi stavo imboccando con la mano destra, mentre l’altra la usavo per trascrivere su un foglio di carta una scaletta ben dettagliata organizzante le mie attività per l’intero soggiorno.


“Dunque, vediamo come posso fare: oggi, per prima cosa, mi comprerò una borsa a tracolla dove poterci riporre i miei effetti personali, data la poca capienza del mio marsupio che rischia di scoppiare da un momento all’altro, e già che ci sono passerò all’abbigliamento; domani cercherò oggetti utili per il viaggio, tipo il log pose, qualche mappa e un nuovo den-den mushi come ho promesso ai ragazzi, e prenderò anche dell’olio di scorta per tenere perfette le catene del mio bastone; dopo domani mi dedicherò allo svago, quindi vedrò se qui ci sono delle librerie aventi libri fantasy o d’avventura e dell’altro che possa interessarmi; il quarto giorno penserò a procurarmi almeno un piccolo kit medico, una borraccia per l’acqua e strumenti vari indispensabili per le normali attività quotidiane; per finire, l’ultimo giorno penserò alla barca, che so già di dovermene appropriare giusto un tantinello illegalmente, eheh… comunque, penso sia tutto. Direi che posso andare”

Posai la forchetta nel piatto, mi pulii la bocca con il tovagliolo e mi alzai per andare a restituire la penna che mi era stata gentilmente imprestata dalla proprietaria del posto, una donna sulla cinquantina, con i capelli castani corti.

Proprietaria: Signorina, desidera altro per pranzo?

Io: No, grazie, sono a posto così. Mi metta tutto sul conto e mi prepari la cena verso le sette o giù di lì, rientrerò per quell’orario

Proprietaria: Come desidera. Le auguro un buon pomeriggio

Io: Altrettanto

Mi diressi nel centro della città, il posto più ricco dove far compere di ogni genere. Vi erano un sacco di bancarelle ad ogni strada, con i rispettivi venditori che urlavano frasi diverse per attirare l’attenzione delle persone, di cui bambini e bambine che correvano ridendo, anziane signore in cerca di buone offerte e giovani coppiette innamorate che si tenevano mano per la mano.

“Non deve essere male vivere su un’isola pacifica come questa, anche se non fa per me. Alla fine mi annoierei, eheh”

Trovai presto una bella borsa capiente completamente nera, con dei motivetti rossi simili a fiammette cuciti in basso alla stoffa posta sul davanti, quella che dovevo alzare per poter aprire le cerniere. Essendo anche ad un buon prezzo, la presi al volo.

Aggiustai la lunghezza e la sistemai sul fianco sinistro, appena sotto il marsupio, sostenendola con la spalla destra.

In seguito, entrai in un negozio di capi d’abbigliamento, dove presi: tre pantaloncini, due felpe, quattro magliette senza maniche e due paia di scarpe che misi via in delle grosse buste. In più, dei vestiti che indossai subito: canottiera azzurrina che lasciava scoperta leggermente la zona dell’ombelico; gilerino smanicato nero, con i bordini gialli, lungo poco più del sedere; pantaloncini del medesimo colore arrivanti fino a metà cosce; la mia cintura marrone scuro e scarpe sportive rosse con strisce bianche.

Semplice, comodo e pratico. Ora sì che mi sentivo me stessa al cento per cento.

Infine, cambiai negozio e pensai a procurarmi l’intimo. Un mese con un unico reggiseno mi aveva fatto sclerare non poco. Ero costretta a lavarlo le sere quando me lo toglievo per infilarmi a letto, sperando che si sarebbe asciugato durante il corso della notte. Per quanto riguarda le mutande… beh, meglio far finta di non ricordarsi che mi erano state imprestate pure quelle -anche se me le aveva date principalmente Hiro. Era ordinato e pulito, quindi mi ero affidata a lui-. Comunque non era stata una passeggiata, ecco.

Distrattamente, cominciai a far passare i vari pezzi posti in vendita, tutti troppo particolari per i miei gusti.


Ragazza1: Uhuhuh, non stai andando troppo sull’audace?

Ragazza2: Nah, ogni tanto ci vuole! Ho sentito dire che alcuni pescatori hanno visto una strana nave appartenente a giovani ragazzi ancorata ad un’insenatura. Magari ne trovo qualcuno carino

Ragazza1: Dici davvero? Cavolo, allora devo buttarmici anch’io!

“Si staranno riferimento al nostro arrivo. Scommetto che quei pervertiti, appena lo sapranno, non ci penseranno su due volte nel farsi belli per rimorchiarle, eheh. Beh, finalmente avranno anche loro un po’ di compagnia. Spero che vada bene e che si divertano”

Ragazza1: Ne avrei proprio bisogno, guarda! JJ mi ha stufata, è troppo appiccicoso!

Ragazza2: Ahahah, stai insieme a lui da sole tre settimane e già non ne puoi più?

Ragazza1: Che ci posso fare se non mi soddisfa? E poi, parla quella che ne cambia uno quasi ogni mese!

Ragazza2: Uhm, touché. Muoviamoci, allora! Andiamo a provarceli tutti!

Ridendo tra loro, presero parecchi completini che mai e poi mai mi sarei sognata di indossare ed entrarono nei camerini. Ne rimasi disgustata. Era per colpa di donne simili che in molti tendevano a considerarci unicamente come oggetto da usare per soddisfare il proprio desiderio, e a sottovalutare le abilità dei pirati del gentil sesso.

“Mi rimangio tutto. Shachi, Pen e gli altri si meritano di meglio che queste due oche in calore, e sono sicura che loro non si abbasserebbero mai a certi livelli. Fanno i pervertiti, ma sono sicura che non lo sono realmente come quelli veri. Ah, cari miei, mi sa che dovrete attendere ancora! Law e Bepo dovranno subirsi le loro lamentele, ahahah. Anche se, ora che ci penso, una volta Matt mi ha detto che perfino Bepo ha tentato di cercarsi una compagna orsacchiotta. Che cucciolo, eheh”

Provai a mia volta qualcosa, trovandone finalmente di decenti, e uscii da lì con cinque ricambi nuovi. Successivamente, essendo già pomeriggio inoltrato, prima di rientrare alla locanda feci un giretto veloce per le vie.

Avrei dovuto aspettare la cena per una ventina di minuti pertanto, prima di accomodarmi a tavola, passai in camera a lasciare giù le borse e mi sedetti sul letto a ripiegare gli indumenti per metterli via con cura. Sopra a tutto, deposi la felpa di Law, almeno non si sarebbe rovinata.


“E oggi è andata… chissà loro cosa staranno facendo”

Scesi al piano di sotto e mangiai in abbondanza per riprendermi dalla stancante giornata di shopping. Poi, dato che una coppia offrì a tutti un boccale di birra per festeggiare il loro anniversario, decisi di farmi una bevuta come si deve per lasciarmi andare e svagarmi un po’.

<><><>


Proprietaria: *toc toc toc* Signorina, per caso si è svegliata?

L’avevo fatto giusto una manciata di minuti fa, scoprendomi con un mal di testa allucinante, segno che la sera precedente ci avevo dato dentro troppo. Tentai di risponderle, ma quello che riuscii a produrre fu un mugugno impastato dal sonno, tuttavia bastò per farle capire che l’avevo sentita.

Proprietaria: Oh, buongiorno! Le preparo subito qualcosa da mettere sotto i denti!

Io: Mmmh, sci, grasce… yaaawn

Mi coprii maggiormente con la coperta, mentre udii il rumore dei passi della donna farsi via via più debole.

“Ho fame sì, ma ora come ora muoio dal sonno. Che cavolo di ore avrò fatto? Come sempre non ricordo nulla”

Rimasi ancora qualche istante a bearmi del calduccio poi, avendo una scaletta da rispettare, obbligai il mio corpo a liberarsi da quel groviglio di lenzuola.

Andai a scostare la tenda per vedere che tempo ci fosse e mi accorsi con mio piacere che era nuovamente una bella giornata. Il sole splendeva alto nel cielo e le strade erano già affollate.


“Fermi tutti…”

Aguzzai la vista in direzione dell’orologio di un piccolo campanile.

“E’ pomeriggio!? Diamine, altro che dormire qualche ora più del solito! Devo muovermi, altrimenti non riuscirò a sbrigare le faccende in programma per oggi!”

Mi diedi una veloce sistemata in bagno, dopo di che scesi al pian terreno per farmi una colazione/pranzo lampo. La proprietaria, per fortuna, mi fece trovare pronto al bancone delle pietanze come mi aveva informata in precedenza. Il profumino era invitante, difatti il mio stomaco mi ordinò di darmi una mossa a riempirlo, e ovviamente non lo lasciai ad attendere a lungo. Impugnata la forchetta e il coltello, iniziai a mangiare.

Quando la proprietaria venne poco distante da me per prendere delle altre bottiglie da servire ai clienti, mi volli assicurare che fosse tutto a posto.


Io: Ieri non ho fatto nulla che l’abbia danneggiata, vero?

Si voltò verso di me rivolgendomi un sorriso premuroso.

Proprietaria: Affatto, sei una delle poche che non mi ha dato grattacapi, ihih. La maggior parte della serata l’ha passata chiacchierando con dei vecchietti e accarezzando il loro cagnolino bianco

Io: Meno male

Proprietaria: Posso farle una domanda?

Avendo la bocca piena, mi limitai ad annuire e a guardarla incuriosita.

Proprietaria: Per caso ha perso di recente un suo animaletto? Sa, ho notato come lo accarezzava con affetto, e spesso l’ha chiamato con nostalgia… ehm, com’è che era?

Riflessiva, si appoggiò l’indice sulla guancia destra e posò in alto lo sguardo. Non feci fatica a capire cosa potesse essere accaduto.

Io: Immagino fosse Bepo

Proprietaria: Sì, esatto!

“Beh, non che Bepo si possa propriamente definire animaletto, ma credo non sia il caso di dirle che ho conosciuto un orso grosso parlante, potrebbe darmi per pazza o venirle un colpo”

Repressi una risata divertita e sospirai.

Io: Diciamo di sì. Mi piaceva il cagnolone di un mio… definiamolo conoscente, e mi manca affondare le dita nella sua morbida pelliccia bianca come la neve

Proprietaria: Ah, capisco. Mi dispiace

Non volendo pensare a loro di prima mattina -sì, sì, so che tecnicamente era pomeriggio, ma essendomi svegliata da poco, la mia giornata iniziava da adesso-, finii velocemente il mio pasto e mi allontanai da lì, evitando così che mi porgesse altro domande in parte fastidiose.

“Sono patetica. Non faccio che fuggire appena entrano in gioco le emozioni o i sentimenti”

Poiché era tardi, mi bastò guardarmi un po’ in giro e chiedere in qualche bar se avessero un log pose o un den-den mushi, per finite all’ora di cena. Questa volta, con gli acquisti fui sfortunata. L’unico negoziante che aveva un log pose mi informò di averlo venduto al altri pirati giusto il giorno precedente, mentre per il secondo oggetto nessuno poté aiutarmi. Tradotto: comprai l’olio per la mia arma e un nuovo straccio apposito, nient’altro.

Anche se non sono una tipa da dolci, per dessert ordinai ben tre fette di torta per risollevarmi il morale, tanto mangiando come minimo per tre persone per quasi vent’anni avevo appurato di non aver problemi di linea.


<><><>


“Devo andare, devo andare… giusto, in libreria”

Riposi il fogliettino nella tasca sul retro dei pantaloncini ed entrai nella libreria più grossa fra le due presenti che avevo adocchiato sin dagli inizi.

Ciò che i miei occhi riuscirono a catturare mi impressionò. C’erano innumerevoli scaffali stracolmi di libri. Se da una parte non c’era chissà che sull’isola, di certo non valeva lo stesso per il campo letterario.


Dipendente: Salve, posso esserle d’aiuto?

Posai lo sguardo su un ragazzo alto e slanciato, dai capelli biondi corti. Avrà avuto una decina d’anni più di me, eppure mi si rivolgeva dandomi del Lei. Le persone di Red Flowers dovevano essere tutte molto cordiali.

Io: Vorrei acquistare dei racconti fantasy. Potrebbe dirmi in quale reparto sono?

Dipendente: Certamente. Prosegua dritto e svolti al sesto scaffale. Sulla destra ne troverà di quanti ne vorrà

Lo ringraziai e seguii le sue indicazioni. Alla loro vista, i miei occhi si illuminarono. Era da troppo che non leggevo e questo non andava assolutamente bene!

Gli passai accuratamente uno ad uno, intravedendone alcuni che avevo letto in passato. Tirai fuori quelli che mi ispirarono dal titolo o dalla copertina, per poter leggerne la trama.

In tutto ne presi dieci, ed usufruendo di un tavolo in fondo, gli appoggiai sopra ad esso e cominciai a ridurre la cerchia. Alla fine ne tenni quattro, ciascuno narrante la storia di un mondo magico con tanto di creature con poteri. Erano quelli che mi affascinavano in particolar modo, perché ricchi di fantasia. Non m’importava se qualcuno mi avrebbe definito una bambina, perché a me piaceva leggerli, pertanto non mi serviva altro per farlo. E’ divertente fantasticare con l’immaginazione, vivendo avventure “mentali”. Le cose reali le lasciavo alla vita vera, tanto bastavano, se non addirittura avanzavano…

Rimisi via quelli scartati e mi recai dal biondo.


Dipendente: Oh, proprio tutti fantasy, eh? Anche mia figlia adora questo genere… desidera altro?

Io: Libri di medicina ne avete?

Mi sorpresi nel verificare come quella domanda mi fosse venuta fuori di getto. Stavo ripensando ai libri visti nel sottomarino, e senza accorgermene l’avevo posta.

Con gentilezza, mi indicò la loro disposizione. Non mi stupii nel costatare che quasi tutti i libri presenti, meno rispetto al mio genere, fossero disposti perfino nello studio di Law.


“Non deve essere affatto facile impararseli alla perfezione. Law ci avrà impegnato tanto a farlo e a collezionarne così tanti? Uff, allora può anche darsi l’aria del so tutto io… tsk, secchione”

Pagai i miei alla cassa e me ne andai. Ci avevo impiegato meno del previsto, pertanto ne approfittai per andare ad un parchetto vicino al confine a leggere immersa nella vegetazione. Mi sedetti comoda ad una panchina e sfogliai le prime pagine del mio libro: “Le cronache del Mondo Emerso”

Andai avanti per un’oretta piena, fermandomi alla fine dell’undicesimo capitolo per fare una pausa. Distesi le braccia lungo lo schienale, piegai la testa all’indietro e chiusi gli occhi. I raggi solari mi riscaldavano fino alle ossa, mentre l’arietta mi scompigliava i capelli e i suoni della natura si insinuavano dolcemente nella mia testa.

Più tardi, delle grida gioiose mi ravvivarono dal mio attimo di relax. Sollevai il capo e una palpebra.

Erano arrivate tre mamme accompagnanti i loro figli alquanto pimpanti. Loro si accomodarono ad una panchina poco distanze dalla mia, mentre i bambini presero a giocare con le strutture appositamente create per i piccoli.

Due maschietti ed una femminuccia che, a giudicare dall’aspetto, con molta probabilità era la minore del gruppetto. Gli osservai con le labbra distese in un sorriso nostalgico.


“Sembro molto io con i miei fratelli, escluso il fatto di non essere l’ultima dei tre”

Bambina: Non vi sto mentendo! Perché non volete credermi!?

Bambino1: Perché non esistono, lo sanno tutti!

Bambino2: Infatti! Sei una bugiarda!

Bambina: Non è vero! Io non dico mai le bugie! La mia mamma ha detto che è una cosa brutta dirle, quindi non le dico e non lo sto facendo nemmeno ora!

Bambino2: D’accordo, Principessa, il tuo amico unicorno esiste per davvero

Bambina: Certo! Ed è bellissimo! Bianco, alto e taaanto morbido!

Bambino1: Ora ti manca un Principe azzurro e un drago per inventarti una bella fiaba, ahahah

Bambina: Siete cattivi! Adesso me la pagherete!

Indispettita nell’essere presa in giro, oltre al fatto di non venire ascoltata seriamente, la bambina iniziò a rincorrere gli altri due nel tentativo di acciuffarli. Poco dopo, però, erano lì a ridersela spensierati.

“Eheh, i bambini. Cambiano umore del giro di due secondi. In ogni caso questa storia mi ha incuriosita. Mah, forse era un cavallo con una deformazione… o c’entra un frutto del diavolo? Sì, certo, uno che ti fa apparire un corno in fronte. Decisamente invidiabile, ahahah. Comunque, ha fatto bene a difendersi! Mai sottostare agli altri e farsi intimorire! Anche con i ragazzi mi sono ritrovata una volta a litigare in questa maniera…”


Io: Malfidenti! Vi ho appena detto che l’ho mangiato!

Steve: Impossibile! Non ci sono alla fragola!

Io: Se ne ho mangiato uno, vuol dire che ci sono eccome!

Dreamer: Li trovi alla menta o alla cola, in qualsiasi posto tu vada!

Io: Ooo, siete esasperanti oltre che cocciuti peggio di due muli! Ve lo ripeto: l’ho visto, l’ho rubato e l’ho mangiato! Era rosso e al gusto di fragola! Possibile che non fate altro che pensare che sia impazzita!?

Funny: Perché nessuno ne ha mai assaggiati!

Io: Io sì, lo volete capire!? I “Calippo” alla fragola esistono! Sono i ghiaccioli più buoni in assoluto! Punto.e.basta!


“Nessuno che mi abbia creduto, ma guarda te! Non me lo sono sognata! Esiste per davvero quel genere di ghiacciolo pure alla fragola! Beh, io lo so, quindi amen”


Non so perché, ma fu solo in quel momento che mi accorsi di stare pensando ai ragazzi e che, riflettendoci su, non era la prima volta della giornata. Anzi, era successo sia oggi, sia nei giorni precedenti. Qualsiasi cosa facevo, in automatico la paragonavo ad un episodio vissuto con i loro. A quanto pare la mia mente, adesso, ragionava così.

“E cosa mi aspettavo? Non posso mica rimuoverli da un giorno all’altro come se niente fosse… dubito che gli dimenticherò. Ormai la mia mente non fa che girare intorno a loro”

Sbuffai rassegnata. Notando che si stava facendo tardi, ripercorsi la via del ritorno.







Angolo autrice ^^:

Ben ritrovate/i, fans!

Per concludere una faticosa settimana scolastica o lavorativa, ovviamente dipende dai casi, vi ho lasciato con un capitolo soft.
Questa volta è apparsa unicamente Kyoko. Essendo ritornata alla sua solitudine, ho voluto dedicarle un pò di spazio, dando un assaggio di quello che prova interiormente, anche se è lei la prima a non comprenderlo pienamente.
Tuttavia le giornate le sto facendo scorrere in modo "leggero" proprio perché, come ho già detto la volta precedente, non voglio soffermarmi troppo su quest'isola. Dopotutto, si attende ben altro -anch'io voglio arrivare già a descrivere un combattimento che ci sarà, eheh-, perciò non voglio annoiare ;)
Spero solo di non essere stata fin troppo veloce XD

Notando i capitoli, ho visto che questo era più lungo degli altri, perciò sarà venerdì prox che ne pubblicherò due, o magari uno venerdì e uno sabato, vedrò come mi girerà al momento :P

Beh, proprio perchè è un capitolo soft, non ho molto da dire.
Sono solo pochetto gelosa della linea di Kyoko -ma credo che a tutte piacerebbe potersi fare delle grosse scorpacciate senza problemi XD- e davvero scioccata per il comportamento delle ragazze. Non ho vissuto questo determinato episodio, ma uno simile, e francamente mi ha lasciata come Kyoko u.u
Ah. Sui "Calippo", invece, sono seria. L'ho mangiato per davvero, e sempre ho finito per litigare come bambini con chi non mi credeva. E, niente, ho pensato che potrebbe accadere ciò con i bambinoni dei Pirati Heart ^^

Uhm *mumble mumble* no, non mi viene in mente altro, se non un CIAO SANJINA! So che leggi tutti i miei "Angolo autrice ^^" -forse sei l'unica, forse no, chissà, ahah- perché ogni volta rispondi alla domande che vi porgo, quindi ciao! *saluta con la manina sorridendo allegramente a mo' di Rufy*

Dato che ho voglia di scrivere una one shot pensata oggi, scappo.
Un abbraccione forte forte per il sostegno che mi date *-*
Bye bye! =_^
Flame

P.S. L'11° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: TrafalgarEmily, Incantatrice_Violeta, Sanjina99, FedeAle1525, Portgas D Sara e Monkey_D_Alyce


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Capitolo 13
*** Non si può raggirare il proprio cuore ***


LxK




Trascorsi gran parte della notte a rimuginare, finendo per crollare esausta verso l’alba. Nonostante ciò, mi destai alle sette spaccate. Non riuscendo a chiudere gli occhi fin troppo aperti per quell’orario improponibile, mi cambiai d’abiti e scesi al pian terreno.

Presente vi era solo la proprietaria che, finito di tirare giù le sedie dall’ultimo tavolo, andò a pulire il bancone. Fu in quell’istante che si accorse di me seduta su uno dei sgabelli.


Proprietaria: Signorina! In piedi così presto!?

Io: Uhm

Mi accasciai sul ripiano di legno, incrociando le braccia e sprofondando con metà testa fra di esse. Lo sguardo fisso davanti a me.

“Dopo tutto il mio scervellamento, non ho concluso un bel niente!”

Grugnii, stanca di avere una vita complicata, stanca di non saper gestire le situazioni… stanca di tutto.

Proprietaria: Qualcosa non va? Cos’è che ti turba?

La donna, intenta ad asciugare un bicchiere con uno strofinaccio, lasciò perdere le formalità e mi si rivolse con un tono così amorevole, con tanto di sguardo impensierito, che mi apparì molto una madre affettuosa. Mi tirai lievemente su, sostenendo la testa con la mano sinistra e usando l’altra per giocherellare con una cannuccia.

Io: Per quanto tenti di trovare una soluzione al mio problema, ogni volta arrivo ad un vicolo cieco

Proprietaria: C’è sempre una soluzione a tutto. La difficoltà non sta nel scoprirla, bensì nell’accettarla, come nel tuo caso… vero?

Notando come la fissai incredula, ridacchiò. Sorrisi tristemente.

Io: Dunque è così evidente, eh? Già, ha colto nel segno

Proprietaria: Ti va di parlarne? Forse ti sentirai meglio

Il fatto che fosse gentile e disponibile ad aiutarmi mi fece cedere all’istante. Avevo proprio bisogno di sfogarmi con qualcuno, e chi meglio di una persona come lei? Era da parecchio che non chiacchieravo con una ragazza o donna. In più, avrei avuto un parere esterno e, chissà, magari mi sarebbe stato di aiuto.

Io: Vede, un paio di giorni addietro mi sono dovuta allontanare da un gruppo di amici e non so quando avrò l’occasione di rivederli. Gli ho conosciuti solo un mese fa, ma con loro ho passato dei momenti belli e divertenti, tant’è che non riesco ad evitare di pensarli. So che è trascorso poco tempo da quando ci siamo separati, e che è ancora presto per sentire veramente la loro mancanza, però temo di non riuscire a fare a meno della loro compagnia. Sento… sento come se mi mancasse qualcosa, ecco. Non mi è mai successo, per questo non so come comportarmi

Proprietaria: Non importa se passa un singolo giorno o no. Se una persona ti è cara, è normale sentirsi giù per la sua lontananza. Perché, allora, non sei rimasta con loro?

Bella domanda. Era proprio questo il nocciolo della questione.

Io: Io… ho paura

Chinai il capo e presi ad accartocciare nervosamente la stecchetta di plastica colorata.

Io: C’è una cosa sulla quale loro sono all’oscuro… una cosa che mi perseguita da quando sono nata. Sono sicura che se la scoprissero mi caccerebbero via immediatamente, e se accadesse lo stesso con altri, delle persone pericolose, rischierei di mettere in pericolo i miei stessi amici, ed è l’ultima cosa che voglio, per questo gli ho detto addio. Se ascolto la mia mente, so di aver agito bene, il problema è il mio cuore. Per quanto provi a farglielo capire, ripetendomi che è giusto che vada in questo modo, non riesco a raggirarlo

“Se Law mi sentisse fare un simile discorso, sicuramente mi sfotterebbe dandomi per una ragazza stupida a seguire un muscolo che serve unicamente a tenerci in vita e i ragazzi, a tal sua risposta, comincerebbero a parlare a vanvera per poi finire a fantasticare su donne, ovvio… toh, Kyoko, a chi stai pensando? Che strano, eh?”

Sospirai.

Proprietaria: Ieri… è storia. Domani… un mistero. Oggi… un dono, per questo si chiama presente

Mi incantai nei suoi occhi, sorpresa e affascinata dalla frase appena udita.

Proprietaria: Anch’io, come te, sono stata una ragazza parecchio scrupolosa. Prima di agire, pensavo attentamente ad ogni cosa nei minimi particolari e mio nonno, in quei momenti, era solito ripetermi queste parole per farmi capire che rimuginare troppo sulle proprie azioni non sempre risulta essere la scelta migliore

Io: Ma-

Proprietaria: Non conosco la tua storia, tuttavia mi pare di aver capito che nessuno ha mai scoperto nulla sul tuo conto, quindi perché dovrebbe succedere proprio ora?

“Beh, in effetti è vero. Non è mai accaduto che qualcuno ne venisse a conoscenza, e quei pochi che sanno la mia vera identità non la spiattellerebbero mai a nessuno, comunque il rischio che venga rivelata persiste”

Mi riscossi dai miei pensieri quando la proprietaria terminò le sue faccende e appoggiò le mani sulle mie.

Proprietaria: Ormai fa parte del passato, non gettare via il tuo futuro rovinandoti il presente. Abbiamo la possibilità di vivere una volta soltanto, perciò abbiamo il diritto di goderci appieno la nostra vita con delle persone care al nostro fianco

“Per quello mio fratello si è costruito una famiglia, anche se la sua situazione è diversa dalla mia. La loro potenza è conosciuta a livello mondiale. Possono fare a meno di preoccuparsi tanto degli altri”

Proprietaria: Tu sei tu. Non importa chi eri una volta, i tuoi amici hanno avuto la possibilità di incontrare la persona che sei ora e ti hanno accettato e accolta tra loro mostrandoti affetto. Sono sicura che, sia che lo vengano a sapere da soli, sia che sarai tu a confidarglielo, essi continueranno a volerti bene

Sebbene fossi un po’ scettica, il mio cuore batté più forte.

Io: Lo pensa davvero?

Proprietaria: Certamente! E sappi che non mi sbaglio mai, ehè! Dopo aver lavorano per anni nella mia locanda, ho imparato un mucchio di cose, cara mia! Altro che voi ragazzini per mare!

Scoppiò in un’allegra risata che mi contagiò. Poco dopo iniziarono ad arrivare i primi clienti assonnati, pertanto la proprietaria ed io, dandoci contegno, tornammo a parlare normalmente.

Proprietaria: Adesso scusami, ma devo servire gli altri. Perché non approfitti della città ancora vuota per farti un giretto e riflettere su quello che ci siamo dette? Poi mi racconterai tutto, e guarda che ci conto!

Mi fece l’occhiolino. Successivamente prese una caraffa di caffè e andò ad occuparsi dei presenti. Era proprio una donna buona e ancora bella arzilla se considerata la sua età.

Ridacchiando, mi alzai e decisi di buon grado di seguire il suo consiglio. Mi aveva fatto davvero bene parlare con lei, mi sentivo più leggera e in parte più sicura. Avevo la netta sensazione che muovendomi un po’ e rianalizzando la situazione, avrei finalmente ottenuto la risposta giusta per Law, per i ragazzi… e soprattutto per me.


***


Io: Chi me l’ha fatto fare!? Sigh!

Penguin: Yaaawn, sto morendo di sonno! Yaaawn

Eravamo per le strade della città, totalmente rimbambiti dal sonno, affamati e stanchi.

Io: Perché ci tocca cercare dei pezzi di ricambio per il sottomarino alle 8:30!? Potevamo farlo oggi pomeriggio!

Penguin: Non abbiamo nemmeno fatto colazione. Appena ci siamo alzati il Capitano ci ha costretti a scendere a terra

Io: Intanto lui se ne sta bello comodo in camera sua o nello studio, ah!

Allungai le braccia indolenzite verso il cielo.

Penguin: Però è strano…

Si bloccò sul posto, facendosi improvvisamente pensieroso. Con le mani dietro la testa, mi fermai al suo fianco.

Io: A che ti riferisci?

Penguin: Prova a riflettere. Di solito non dobbiamo mai eseguire gli incarichi così presto. Inoltre, sono già passati alcuni giorni, perché non riprendiamo il largo? Le scorte sono state procurate, e su questa piccola isola non c’è molto, quindi perché non siamo ancora ripartiti? E poi, come mai non è Hiro a pensare ai pezzi per il sottomarino, dato che è lui che se ne intende? Non fa che stare con il Capitano. Ultimamente ha parlato poche volte con noi

Corrugai la fronte.

Io: In effetti…

Detto chiaro e tondo il riassunto della vicenda, qualcosa non tornava. Feci per chiedergli il suo parere, quando Penguin mi afferrò per il braccio e mi trascinò a terra dietro un cestino dell’immondizia, tappandomi la bocca con la mano per evitare che gli sbraitassi contro per via del suo gesto improvviso.

Io: Mch ahai fgemdo!?

Penguin: SHH! Guarda laggiù! Quella non è mica Kyoko?

Seguii la direzione del suo sguardo, scorgendo in lontananza una ragazza. Sì, si trattava effettivamente di lei.

Penguin: Allora!?

Gli rivolsi un’occhiataccia. Se continuava a tenermi premuto il palmo sulle labbra, come potevo parlare?

Penguin: Ah, giusto, scusa! Ihihih

Io: Che ci fa in giro a quest’ora?

Penguin: Non ne ho idea… certo che quella magliettina bianca le dona, ihihih

Io: Hai ragione! Immaginatela con un abito da sposa bianco puro, eheheh

Entrami arrossimmo. Per poco non scese un rivolo di sangue dal naso.

Io: Ehi, Penguin! Che ne dici di pedinarla un po’?

Penguin: D’accordo, ma dobbiamo stare attenti a non farci sgamare!

Nemmeno il tempo di rimetterci in piedi che finimmo a terra con un grosso e fumante bernoccolo sotto il cappello.

Vecchietta: Brutti pervertiti! Volete importunare quella giovane ragazza indifesa!?

Ci girammo su noi stessi. Davanti a noi si ergeva una vecchia signora con vestaglia e scialle, brandente un’arma assai pericolosa: la sua indistruttibile borsa.

Penguin: G-guardi che si è s-sbagliata! Noi la c-conosciamo!

Io: V-vero! Non v-vogliamo farle nulla! E le assicuriamo c-che non è tanto indifesa!

Si preparò a sferrarci un altro potente -se non micidiale- attacco, pertanto ce la svignammo a tutta velocità dalla parte opposta a Kyoko onde evitare che la pazza vecchiaccia ci inseguisse per insegnarci le buone maniere.

Io: Non poteva farsi gli affaracci suoi!?

Penguin: Se gli altri ci chiedono che è successo, di che abbiamo litigato e siamo passati alle botte. Non devono venire a sapere che le abbiamo prese da una vecchia!

Io: Assolutamente! Se no ci sfotterebbero a vita! Per non parlare del Capitano… brr

***


Sdraiata per lungo sulla panchina del parchetto visitato il giorno precedente, chiusi gli occhi e sonnecchiai per una mezz’oretta. Dopo di che, ritornai a mettere in funzione al cento per cento i miei neuroni e la giornata volò.

Ora stavo ammirando il cielo farsi poco a poco quello serale e l’avvicinarsi di nuvole scure che presagivano una tempesta in arrivo.


“Credo che Law e gli altri aspetteranno che si sposti più in là prima di riprendere il largo… e io, cosa devo fare allora?”

Inspirai a pieni polmoni l’aria fresca e pulita.

“L’unica cosa certa è che non posso rimanere indecisa a vita. Le possibilità sono due: o accetto una volta per tutta di prendere una strada diversa dalla loro e continuo il mio viaggio per i fatti miei, o torno a bordo e ci rimango. Ho già verificato che la prima mi è difficile da seguire. Per quanto ci possa provare, niente sarà come prima del mio incontro con i Pirati Heart perché a loro mi sono affezionata… seguirli, equivale a rischiare di mettersi in gioco, ed eventuali conseguenze non riguarderebbero più solamente me. Però… anch’io voglio avere degli amici con cui condividere avventure ed emozioni belle o brutte, proprio come i miei fratelli. Forse la signora non ha tutti i torti. Dovrei pensare maggiormente al mio presente. Per quello, è inutile fasciarsi la testa ancor prima di rompersela, no? Potrei provare a navigare in loro compagnia e vedere come va. Per non contare, poi, che ho ancora delle vendette da mettere in atto, uhuhuh. Miseriaccia! Perché non ci ho pensato prima!? Law mi vorrà nella sua ciurma? Io sto qui a scegliere e tutto, ma me l’hanno proposto i ragazzi di far parte dei Pirati Heart. Magari lui non mi vuole ed è proprio per questo che non mi ha salutata. Sperava che sparissi via il prima possibile… beh, se non provo non posso saperlo con certezza, e tentare non nuoce… ho deciso! Andrò da loro! Voglio rivederli immediatamente!”

Serena, abbandonai la mia postazione e corsi verso l’insenatura dov’era attraccato il sottomarino, desiderosa di poter riabbracciare quei scatenati che si erano insinuati definitivamente nella mia vita, volente o no, senza che io me ne fossi mai accorta fino a questi giorni.

“E’ proprio vero quello che si dice in giro riguardo a tutti coloro che lavorano nei bar, nelle taverne o nelle locande. Saranno pur degli impiccioni, ma riescono a darti sempre dei consigli appropriati, eheh. Sono stata fortunata ad aver incontrato la proprietaria della locanda dove alloggio. Mi ha dato la spinta che necessitavo. Adesso anch’io, finalmente, posso cominciare a vivere realmente!”







Angolo autrice ^^:

Ebbene sì, l'ingenuotta protagonista si è resa conto di non poter fare a meno di essere circondata dalla pazzia di questi fluffosi pirati, onde per cui fa già dietro front :P
Come la capisco. Nemmeno io mi allontanerei da dei baka divertenti del genere <3

E, vi dirò, alla proprietaria della locanda voglio troppo bene. Sì, so che l'ho creata io ma, davvero, me la vedo bene in versione "mamma protettiva" e, niente, è troppo dolce :3
(La frase che dice l'ho presa da "Kung Fu Panda". Amo il maestro Oogway. E' un mito *-*)

Anyway, questo capitolo leggermente più corto rispetto agli altri è concentrato ancora su Kyoko, sebbene abbiamo fatto la loro apparizione Shachi e Pen con la pericolosa vecchietta XD
Ma non temete, finalmente domani i Pirati Heart saranno al completo e potranno seguire l'avventura. E chissà che non accada qualche altra sorpresina tra due personaggi in nemmeno quattro capitoli, fufufu.
Ops, parlo sempre troppo, eheh ^^"

Bene, non mi resta che dirvi...A DOMANIIIII! =_^

Kiss :3
Flame

P.S. Il 12° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: Soke07, Portgas D Sara, Incantatrice_Violeta, TrafalgarEmily, FedeAle1525, Monkey_D_Alyce, Sanjina99 e 00bufy

Inoltre, ci tengo a ringraziare in particolar modo Lea_z_98 che mi sta lasciando dei bellissimi papiri come recensioni e ha intenzione di farlo per tutti quelli che ho pubblicato fino ad ora. Te l'ho già detto, ma lasciamelo ribadire: sei.fottutamente.adorabile <3
Kidd: Non può essere adorabile se è una fottuta
Flame: E chi lo dice? O.o
Kidd: Io! Ghiahahahah!
Flame: Ah beh, capirai u.u
Kidd: Che cazzo stai insinuando!? Eh!?
Flame: Niente, niente... comunque, a mio parere "fottutamente adorabile" suona bene. Però hai ragione, non devo chiamare così Lea. Com'è che l'avevi definita? *mumble mumble fasullo* Oh, vero, Cara mia, fufufu
Kidd: *rosso di rabbia, e forse un pizzico di vergogna* Se ti prendo ti scuoio!
Flame: Le tue minacce hanno perso di valore, Caro mio *ghigna sadicamente*
Kidd: Basta! Questo è troppo! *rincorre la sghignazzante autrice*


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Capitolo 14
*** Battuta sul tempo dallo stratega ***


LxK




Accertatami che in giro non ci fosse nessuno, salii sul ponte dell’imbarcazione di metallo ed entrai al suo interno passando dal portone principale. Attivato l’haki dell’osservazione, captai quattro presenze sparse in giro, nessuna appartenente a Law.

Volendo, innanzitutto, discutere con lui e vedere cosa ne pensasse, stetti attenta a non farmi individuare, raggirandole e introducendomi in cucina. Avevo saltato la colazione e il pranzo, se rubacchiavo un po’ di cibo per sfamarmi non potevano di certo prendersela. Afferrai della frutta dal cestino posto sul piano da cottura e, addentando una mela, andai ad accomodarmi ad un tavolo della stanza accanto.


Io: Perfetto, sono le sette. A breve dovrebbero cenare, ma lo faranno qui o si fermeranno in città? Se chiamassi qualcuno di loro per chiederlo?

Scartai subito l’idea. Se lo avessi fatto, avrebbero iniziato sicuramente a domandarmi il perché e a trattenermi con chiacchiere superflue e, come avevo già detto, prima volevo parlare con Law.

Io: Quanto dovrò aspettarli? Va a finire che morirò di noia!

Mangiucchiando, scrutai il vario mobilio.

“Chissà se con l’andar del tempo mi sarei scordata la struttura e la disposizione delle stanze. Magari, se si fosse presentata l’occasione di rimetterci piede, sarei finita a dover riutilizzare la mia ma- la mappa! Devo averla lasciata nel comodino della stanza degli ospiti! Quasi quasi ora me la vado a prendere e la metto via nel marsupio, almeno non rischio che vada persa. Essendo anch’essa un ricordo ed avendo faticato per renderla bene, mi dispiacerebbe se accadesse ciò, eheh”

Conclusa la mia pseudo cena, mi diressi verso quella che era stata la mia camera da letto. Dentro, mi avvicinai subito al comodino, ma qualcosa sul letto catturò la mia attenzione.

Disposta al centro del materasso, una piccola scatola rossa che risaltava sul copriletto bianco neve.


Io: Uh? E questa da dove sbuca? Se non sbaglio non c’era l’ultima volta

Mi sedetti a gambe conserte e la sollevai, esaminandola con scrupolosità. Sul coperchio, in alto a destra e in piccolo, c’era scritto: “X Hotaru-ya”.

Io: Law… allora l’ha lasciata lui, ed è per me?

Sempre più curiosa, la aprii. Il suo contenuto provocò in me un turbinio di emozioni: confusione, stupore, gioia…

Io: Cosa significa?

Deposi la scatoletta e, con delicatezza, afferrai l’oggetto che racchiudeva. Lo analizzai rapita. Era perfetto, curato nei minimi dettagli. Non era un qualcosa di valore, ma per me era come se lo fosse. Bellissimo e unico.

Io: Perché non me l’ha dato subito?

Pronunciate le ultime sillabe, la risposta alla mia domanda mi apparì nitidamente nella mia mente.

“Lui lo sapeva… sapeva che sarei ritornata, che non mi era allontanava veramente. Mi ha lasciato del tempo per decidere, per far chiarezza in me stessa e questo oggetto ne è la prova”

Me lo rigirai fra le dita, tastandolo con sentimento e stupendomi nuovamente di Law.

“Quindi, quando sono partita…!”

Conscia di quale fosse la verità, provai un piacevole senso di benessere.

“Non c’è che dire, Law, sono stata battuta sul tempo. Frr, non ti sfugge mai nulla e pure questa volta hai pianificato tutto, neh? Rimani sempre un so tutto io, stupido stratega”

Ridacchiando, indossai il gioiello cadente sulla mia pelle -dato che la canotta bianca aveva un po’ di scollatura- e lo nascosi chiudendo la cerniera della felpa, per poi andare ad attendere Law da un’altra parte.

***


Stavamo risalendo il sentiero che portava al mio sottomarino. Per colpa di quattro ubriachi era scoppiata una rissa alquanto violenta presso la taverna dove volevamo fermarci per cenare, quindi fummo costretti a lasciar perdere. Non ammettendo altri giri a vuoto, avevo impartito l’ordine di rientrare e di cucinare per conto nostro.

Matt: Sto morendo di fame!

James: Mi sento svenire!

Steve: Smettetela di lamentarvi! Fate venire ancora più fame a tutti quanti!

Matt – James:

Steve: …?

Matt – James: CIBOOO!

Ciurma: BASTA!

Con l’indice e il medio, mi massaggiai la tempia. I miei uomini si lamentavano da parecchi minuti ormai, il che contribuiva ad aumentare il mio malumore, aspetto poco positivo se considerato che ero già scocciato di mio.

Quando giungemmo a destinazione, ognuno si mise a fare qualcosa, in modo tale da apparecchiare e preparare le pietanze il prima possibile per ridurre i tempi di attesa, dato che la loro agonia aveva raggiunto un livello preoccupante. Gli lasciai fare e voltai loro le spalle.


Bepo: Dove sta andando, Capitano?

Io: Nella mia camera. Non occorre che mi avvisiate quando è pronto, ritorno a breve

Bepo: D’accordo

Di fronte alla stanza degli ospiti, guardai di sfuggita al suo interno. La scatola rossa era ancora chiusa lì dove l’avevo messa, altro non significava che nemmeno oggi Kyoko si era fatta viva.

Io: Tsk

Aprii la porta che dava sulla mia stanza e intravidi Kyoko sdraiata sul tappeto. Rotolò alcune volte sui fianchi, biascicando qualche diavoleria sui pesci a palla e colpi di testa. Rimasi fermo dov’ero a fissarla con un sopracciglio rialzato, in parte colto alla sprovvista.

Kyoko: Che ore avrò fatto? Saranno già arrivati?

Si tirò su e si spolverò i vestiti. In piedi, studiai meglio il suo nuovo look. Dovevo ammettere che la semplice felpa rossa e pantaloni neri le donavano.

Raddrizzata completamente, finalmente mi notò.


Kyoko: Ehilà! Siete tornati!

Io: Cosa ci fai qui?

Kyoko: Ah! Ti assicuro che non ho toccato nulla, non ho frugato negli armadi e non ti ho preparato nessun scherzetto! Stavo solo ammirando il fondale più da vicino. Fa un po’ impressione, eheh

Sospirai, rassegnato. Mi occorreva pazienza, molto pazienza con una come lei.

Io: Non intendevo in questa stanza, ma a bordo

Kyoko: L’avevo capito, su! Stavo solo scherzando! Come sempre sei carente in quanto umorismo, eh? Fufufu

“Se questo lo chiama umorismo… e adesso che fa? Mi imita?”

Credo che la mia faccia esprimesse appieno il mio stato d’animo, tant’è che Kyoko prese a ridacchiarmi dietro.

Kyoko: Scusa ma, anche tu, che domande mi fai? Dove dovrei essere?

Sogghignando beffardamente, scostò il colletto della felpa permettendomi di vedere cosa tenesse al collo. Distinto mi ritrovai a ghignare a mia volta, soddisfatto nell’aver costatato che l’avesse accettato e di come le calzasse a pennello sulla sua candida pelle attraente.

Io: Ce ne hai messo di tempo, Hotaru-ya

Kyoko: Meglio tardi che mai, no?

Io: Decisamente, fufufu

Ridacchiò ancora poi, all’improvviso, si fece di colpo seria. Non capendo il perché di questo cambiamento repentino, le rivolsi un’occhiata confusa e leggermente allarmata.

Io: Che è-

Kyoko: Porca miseria! Perché l’ho realizzato solo ora!? Mi rifiuto!

Il mio stato confusionale rimase tale. Nel frattempo, sul suo viso si manifestò un’espressione di pura concentrazione e sbuffò scocciata parecchie volte.

Repressi il mio istinto di attivare la Room e provai a far chiarezza.


Io: Ti decidi a dirmi che ti è preso?

Posò lo sguardo sulla mia figura, restando in assoluto silenzio. I suoi occhi si ridussero a fessura e si prese il mento fra un mano, scannerizzandomi da cima a fondo.

Kyoko: Maledizione! Non mi viene in mente nessun soprannome bizzarro da rifilarti! E non ho intenzione di rivolgermi a te come fanno gli altri! Che palle, si vede che non ho la tua acidità, uff!

Risolto l’arcano mistero, mi avvicinai a lei sghignazzando.

Io: Non devi sforzarti. Io sono il tuo Capitano e in quanto mia sottoposta non puoi chiamarmi diversamente

Kyoko: Col piffero! Tu ne hai affibbiati di strambi a me, quindi ne troverò anch’io uno per te! Mmmmh…

Divertito dai suoi tentativi, rimasi in attesa di sentire cosa si sarebbe inventata.

Kyoko: Law-ya mi fa ingarbugliare la lingua e poi non è questa gran cosa… acido? Sadico? Satanico? Diavolo? Demone? Chirurgo pazzo? Allegro chirurgo? Nah, per te sarebbero solo complimenti

Infastidita, gli scacciò via con un gesto della mano come se le stessero fluttuando davanti al volto.

Io: In effetti non hai tutti i torti. Coraggio, Hotaru-ya, così mi deludi, fufufu

Mi squadrò indispettita, sbuffando per la decima volta se non di più.

Kyoko: Non farmi fretta! Ho bisogno di concet- LAWUCCIO!

Immobili e con le labbra serrate, ci scrutammo a vicenda per parecchi secondi, finendo con l’inorridire vistosamente e contemporaneamente. Immaginarmi Kyoko chiamarmi in una maniera che mi ricordò molto le classiche galline stupide con i rispettivi ragazzi, mi aveva fatto scendere un brivido lungo la schiena.

Kyoko: No, assolutamente no. E’ fin troppo pure per me che devo solo pronunciarlo… bah, ci rinuncio! Ci rifletterò con calma un altro giorno, adesso andiamo a mangiare. Ho fame! E devo salutare i ragazzi!

Mi sorpassò e uscì in corridoio. Non mi mossi, difatti mi incitò più volte di darmi una mossa.

“E’ entrata nella ciurma da appena una ventina di minuti e pensa ancora di potermi dare ordini. Piccola insolente”

La affiancai e chiusi la porta.

Kyoko: Law?

Mi voltai e me la ritrovai a pochi centimetri dal viso. Veloce, mi baciò la guancia, e quando si allontanò mi sorrise.

Kyoko: Grazie… ora, se permetti, ti precedo. Sei lento come una lumaca e io ho bisogno di cibooooo!

Sfruttando i poteri del suo frutto, sparì nel giro di un secondo. Fissai un punto indefinito di fronte a me, con un sorriso malizioso ad ornarmi le labbra.

“Mi dispiace, Kyoko-ya, ma questo non è sufficiente per ringraziarmi. Temo che dovrai prepararti ad alcuni cambiamenti, fufufu”

***


Un po’ sparsi in cucina, un po’ nella sala da pranzo, finimmo di apparecchiare e ci mettemmo ai fornelli. Da quando Kyoko se ne era andata, avevamo sempre mangiato fuori. Ritornare a farlo nella nostra cucina, dovendoci arrangiare con le nostre indiscusse doti culinarie, marcava maggiormente il vuoto che aveva lasciato.

Healt: Ragazzi, stasera chi ci pensa?

Poiché si stavano azzannando per accaparrarsi il posto -se, come no-, mi offrii io.

Io: Me ne occupo io, voi accomodatevi pure

Kyoko: Non avrai mica intenzione di avvelenarci?

Non essendo in vena, ignorai la battutina sarcastica rivolta al mio indirizzo e mi appostai ai fornelli.

Trey: Kyoko? Ho io le traveggole o sei proprio tu?

Kyoko: Eheh, sono io, sono io! In carne ed ossa!

I miei nakama iniziarono ad urlare come forsennati. Distratto, non avevo inteso cosa fosse accaduto, perciò controllai dietro di me, ritornano poi al mio lavoro.

“E’ solo Kyoko… asp-cosa!? Kyoko!?”

Stralunato e ansioso, mi rivoltai su me stesso, vedendo la persona dei miei pensieri stritolata in un abbraccio soffocante di gruppo.

Ciurma: KYOKO-CHAN! CHE BELLO RIVEDERTI!

Kyoko: Ragazzi, non urlatemi nelle orecchie! Ci tengo al mio udito!

Dreamer: Ci fai compagnia a cena!? Rimani con noi per un po’, vero!?

Kyoko: Veramente ho come l’impressione che non vi libererete più della sottoscritta, eheh

Con quelle parole, Kyoko riuscì a lasciarci tutti a bocca aperta, straniti e allibiti.

James: Che intendi dire?

Dedicandoci uno sguardo carico d’affetto, ci mostrò un oggetto che stava portando al collo: un girocollo nero, avente come ciondolo il nostro Jolly Roger a media grandezza, perfettamente colorato usando il giallo e il nero, ripotato su quella che, in precedenza, doveva essere una lastra sottile di ferro.

Potei giurare di non essere l’unico a sorridere entusiasta della visione appena avuta.


Hiro: Hai davvero accettato di unirti a noi… a quanto pare, anche ‘sta volta aveva ragione, Capitano, ihih

L’attenzione di noi presenti ricadde su Hiro e l’interpellato sopraggiunto giusto in quel momento, appoggiatosi poi alla parete con le braccia conserte e una gamba piegata. In viso, un ghigno puramente appagato.

Kyoko: Sapete che siete proprio due antipatici? Alla mia partenza non siete manco venuti a salutarmi. Credevo che non ve ne importasse nulla!

Hiro: Scusami. L’avrei fatto volentieri, ma il Capitano mi ha ordinato di mettermi subito a fare il girocollo… in alcuni punti ho faticato parecchio, però sono orgoglioso del risultato, ihih

“Ora si spiega tutto. Ecco perché non si sono fatti vedere… anche il Capitano… sembrava distaccato, in realtà aveva calcolato ogni cosa nei minimi dettagli”

Felice per la piacevole svolta, mi buttai anch’io addosso a Kyoko per darle il mio benvenuto.

Io: Kyoko-chaaan!

Kyoko: Eheh, ciao, Shachi. Meno male sei tornato il solito, altrimenti mi sarei spaventata

Rispose al mio abbraccio, continuando a sorriderci.

Kyoko: Su, ora basta con queste smancerie! Siamo pirati, perdinci! Non credo che Law ci voglia così coccolosi!

Una risata generale si espanse fra le quattro mura. Nascosto dai miei occhiali scuri, studiai uno ad uno i miei nakama. Avevano riacquisito l’allegria. Kyoko era con noi da nemmeno un quarto d’ora, eppure già si notava come la sua presenza cambiasse le cose. Anche il Capitano era influenzato da lei. Scrutandolo di sfuggita, infatti, lo scoprii fissare con intensità il nostro ultimo acquisto con un sorrisetto sulle labbra.

Adesso sì che i Pirati Heart potevano considerarsi al completo!


Dreamer: Qui ci occorre una bella festa in onore della nostra ormai cuoca a tutti gli effetti!

Ciurma: SIII! BENVENUTA NELLA CIURMA, KYOKO-CHAN!!!

Kyoko: Grazie, ragazzi. Vi prometto che vi preparerò sempre dei piatti prelibati! Intanto che sistemate, però, vado a sbrigare una cosa. Ci vediamo a breve, promesso

***


Con le gambe percosse dall’elettricità, ridussi in parte i tempi. Passando volontariamente tra le strade meno affollate, giunsi davanti alla locanda della signora. Essendo un po’ tardi, iniziarono a prevalere gli ubriaconi e i festeggiatori incalliti. Facendomi largo tra le persone che danzavano in mezzo alla sala, dove i tavoli erano stati spostati, raggiunsi il bancone. Usando il piccolo campanellino posto all’utilizzo dei clienti nei momenti di baccano come quello, richiamai la proprietaria.

Proprietaria: Un secondo soltanto e sarò da lei per servirla

Io: Eheh, non ce n’è bisogno. Sono venuta giusto per una chiacchierata

Rivolta di spalle, non si era accorta di aver parlato con me. Quando mi riconobbe dalla voce, smise di versare le bevande e si girò di scatto, assumendo chiaramente un’espressione preoccupata e portandosi una mano al petto.

Proprietaria: Allora stai bene! E’ da stamattina che non ti ho più rivista. Sono stata in pensiero!

Non potei fare a meno di sorriderle gentilmente nel saperla così premurosa.

Io: Mi scusi, non volevo recarle problemi

Proprietaria: Oh, non devi scusarti. Ora sei qui, quindi significa che non ti è capitato nulla ed è ciò che conta

Io: Beh, qui si sbaglia. Qualcosa mi è capitato, anche se nulla di spiacevole, si intende

I suoi occhi vennero pervasi da maggior vita e un’allegria quasi bambinesca.

Proprietaria: Ne ero sicura! Ho un certo intuito, io, uhuhuh. Sai che mi devi raccontare tutto, vero!?

Io: Certamente. Quando vuole!

Mise al sicuro delle brocche vuote sotto il bancone, per poi dirmi di seguirla tramite un semplice gesto della mano.

Cliente: Ehi, donna! Dove stai andando!? Voglio un’altra birra!

Proprietaria: Ho altro a cui pensare! Vai a farti un ballo!

Ignorando le imprecazioni dell’ubriaco, mi portò in cucina. Una volta dentro, chiuse la porta per far sì che potessimo conversare ad un certo tono e ci sedemmo ad un tavolo, l’una di fronte all’altra.

Proprietaria: Ci sono! Sono tutta orecchie!

Sebbene non la conoscessi bene -anzi, non la conoscevo affatto- il suo modo di comportarsi rese quel momento come una tipica serata fra amiche, pertanto le raccontai per filo e per segno ciò che era accaduto. Per tutta la durata della mia storia, mi ascoltò senza interrompermi, limitandosi ad incurvare maggiormente le labbra.

Io: … e alla fine ho deciso di rivederli. Sono stata accolta con entusiasmo e persino con una festa, eheh. Comunque, non volendo rischiare di non trovarla in piedi, prima sono venuta a fare un salto qui per ringraziarla. Se ho capito quale decisione prendere, lo devo unicamente a lei

Mi alzai e mostrai la mia riconoscenza eseguendo un piccolo inchino. Si alzò a sua volta.

Proprietaria: Cara, non merito i tuoi ringraziamenti. Non ho fatto altro che darti una semplice spintarella. Il tuo cuore sapeva cosa fare e tu eri consapevole che avesse ragione. Sono così contenta nel sapere che una dolce ragazza come te sia finalmente felice. Spero proprio tu possa rimanere a lungo accanto a questi tuoi amici

Io: Lo spero tanto anch’io

Proprietaria: Coraggio, allora! Dobbiamo darci una mossa! C’è una festa che ti attende!

Con giocosità, mi prese per le spalle e mi spinse verso le scale, salendo di conseguenza al piano superiore

Io: Ok, ok, faccio veloce! Il tempo di raccogliere le mie cose almeno e libero la stanza

Proprietaria: Ci ho già pensato io

Io: In che senso?

Proprietaria: Ma devo ripeterti tutto!? Ti ho detto che sapevo come si sarebbe conclusa la vicenda, quindi ti ho preparato la roba

Sotto il mio sguardo stupito, mi porse la borsa a tracolla più diverse borsette di plastica.

Io: Lo ammetta che mi ha sbattuta fuori perché le serviva con urgenza un’altra stanza

Proprietaria: San Giuseppino! Quanto sono problematici e indisponenti i giovani d’oggi!

Scoppiammo a ridere. Intanto, tirai fuori il sacchettino di monete dalla borsa, posandolo nella sua mano.

Io: Per la prenotazione. Il resto lo tenga pure per il disturbo

Proprietaria: No, no! Non posso accet-

Io: La prego, insisto

Le dissi con decisione, non ammettendo nessun tipo di replica. Quello era il minimo per ripagarla.

Proprietaria: Mmh, d’accordo. Fai la brava, mi raccomando

Io: Posso sapere come si chiama?

Proprietaria: Teresa, perché?

Mi mossi d’istinto. Avvolsi le braccia intorno alla sua vita, dedicandole un caldo e sincero abbraccio.

Io: Non mi scorderò mai di lei, Teresa… la ringrazio

Teresa: Di nulla, Figliola. Trascorri la tua vita con serenità

Io: E lei veda di rimanere bella arzilla, eh! Eheh

Salii sul pianerottolo della finestra e balzai giù. Rivolsi un ultimo sguardo alla signora a mo’ di ultimo saluto e, in seguito, feci rientro dai ragazzi.

“Quanto darei per sapere se anche mia madre è stata una donna stupenda come la signora Teresa… se fosse così, non avrei potuto chiedere una madre migliore”







Angolo autrice ^^:

Come vi avevo promesso, Kyoko torna una volta per tutte dai Pirati Heart e ci rimarrà... a vita? Chissà, speriamo. Comunque, ora starà con loro in modo definitivo.
Ditemi, credevate che il titolo del capitolo sarebbe stato qualcosa tipo "La ciurma si allarga" o "Nuovo membro per i Pirati Heart"?
Eh no, ho optato per un bel "Battuta dallo stratega" per far intendere quanto Law sia un figo calcolatore.
Credo che molte di voi debbano ricredersi su di lui e su Hiro. Qui è stato svelato il mistero del loro comportamento. Non ho resistito. Law calcola tutto nei minimi dettagli, studia le persone perciò, ormai, conosce bene la sua Kyoko e sapeva che avrebbe fatto dietro front. Quindi, perché non far sì che l'ingresso di Kyoko nella ciurma fosse un po' particolare come lo è lei? ^^

A proposito di questo... vi ricordate, no, quando si sono baciati -beh, penso proprio di sì, visto che non è successo altro di hot tra i due e vi faccio penare, ahah-? Ecco, ho volutamente fatto sì che accadesse con Kyoko ubriaca proprio per questo capitolo. Non volevo che decidesse di unirsi perché provava qualcosa per Law, quindi rendere la classica scena dove la ragazza non riesce ad allontanarsi dal suo amore, bensì che non riuscisse a dire addio all'intera ciurma. Ok, è lei la prima ad aver azzerato le distanze con il chirurgo -sebbene fosse un veloce bacio a stampo-, però ha passato un mese con questi baka, non volevo che desse meno importanta a loro solo perché, di mezzo, c'era Law, ecco.

Ma ora, parliamo un pochetto della coppia di questa storia. Mi è mancato farli battibecchare tra di loro. Mi diverto troppo quando si lanciano frecciatine a vicenda *-*
Eheh, qualcuno non aveva riflettuto sul fatto che una certa persona, entrando nella ciurma, è diventata il suo rispettivo Capitano. Comunque, parliamo di Kyoko. Figurarsi se lo chiamerà come gli altri -e + avanti troverà un degno soprannome, in un modo assai buffo XD-. Ci manca che si metta la tuta bianca e siamo a posto.
E Law? Che attende la sua dolce preda? Spero di non averlo reso leggermente OOC. Nel caso lo fosse, vi prego di dirmelo. Ci tengo a rendere i personaggi IC, perchè reputo tal elemento una cosa fondamentale.
Per quanto riguarda il girocollo, glielo ha dato perchè, giustamente, non si è manco azzardato a pensare Kyoko vestita come gli altri, ahah. Tuttavia, per Law non ha lo stesso significato di Kyoko, fufufu. Chissà questo sexy chirurgo che cosa ha pensato ^.^

Infine, un piccolo angolino per Teresa, la proprietaria della locanda. Ho appurato con piacevole sorpresa che questo personaggio secondario vi è piaciuto.
All'inizio l'avevo pensato unicamente come aiuto per Kyoko, pertanto non gli avevo dedicato molto. Poi, però, scrivendo di lei, facendola interagire con la protagonista, mi ci sono affezionata.
Per questo le ho dato anche un nome vero -dedicato ad una persona a me cara-, in modo tale da far capire che è stata importante, che non è un semplice personaggio di passaggio come avevo pensato inizialmente. In fin dei conti, se Kyoko si è data una svegliata, è stato grazie a lei, giusto? ^^

Per questa settimana è tutto, mie care. Buon week-end e a presto! =_^
Flame

P.S. Il 13° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: Sanjina99, Soke07, Portgas D Sara, Incantatrice_Violeta, TrafalgarEmily, Monkey_D_Alyce e 00bufy
So che vi ringrazio sempre, ma non mi sembra mai abbastanza. Ogni volta mi recensite alla velocità della luce, lasciandomi con delle belle parole o scenette divertenti. Mi riempite di gioia, dico davvero. Grazie <3


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Capitolo 15
*** Primo giorno sotto il Jolly Roger di Trafalgar Law ***


LxK




Sin dall’inizio, avevo avuto la possibilità di vedere con i miei propri occhi quanto i Pirati Heart fossero un branco di scalmanati, ma ero dell’opinione che sapessero almeno il significato della parola “Moderazione” cosa che, nel corso della serata, avevo appurato non essere così.

Rientrata dalla visita fatta alla signora Teresa, ero capitata in mezzo al caos totale. I ragazzi, cantando “Binks sake” -o, dato il loro talento canonico, meglio dire gridando-, stavano finendo di allestire la sala da pranzo utilizzando come decorazione qualsiasi cosa colorata capitasse loro a tiro. E, guarda caso, non mancarono all’appello le innumerevoli bottiglie di alcolici ad occupare gran parte delle tavolate, accompagnate da stuzzichini preparati all’ultimo momento.

Tutto ciò fu completamente l’opposto del “Non esagerate” che gli avevo urlato poco prima di lasciarli ai preparativi. Non che non l’avessi apprezzato, sia chiaro. Questo loro modo di accogliermi mi aveva riscaldato il cuore ancor prima che partisse la baldoria, facendomi sorridere felice per la centesima volta del giorno, però non era necessario. Mi bastava trovarmi in loro compagnia, niente di più. Non potevano immaginare quanto facessero per me rimanendomi semplicemente accanto.


<><><>


Distesa sulle assi di legno del ponte esterno, con le braccia dietro la testa, mi lasciai scompigliare i capelli dalla leggera brezza che portava con sé i profumi del mare e della terra ferma. Vi era una pace quasi innaturale. Cullata dal dolce suono prodotto dalle onde, trassi un lungo respiro, riempiendomi i polmoni, come se potessi appropriarmi di quella meravigliosa sensazione di calma.

Certo, vista la mia indole a non stare mai ferma, se tutti i giorni fossero stati così tranquilli alla lunga mi sarei annoiata ma, ogni tanto, non faceva male prendersi una pausa, corta o lunga che fosse.


Io: Oggi inizio una nuova vita sotto il Jolly Roger di Law. Se è vero il detto “Il buon giorno si vede dal mattino”, allora non posso che aspettarmi belle cose, eheh

Un’oretta prima, difatti, mi ero svegliata raggomitolata al fianco di Bepo in una coperta apparsa dal nulla. Accanto, Shachi e Penguin appoggiati alle mie spalle. I sensi completamente partiti e una flebile nausea completava il tutto tuttavia, ovunque volgessi lo sguardo, vedevo volti a me familiari che, sommati tra loro, mi fecero sentire meglio all’istante.

Quei maniaci, pervertiti, scatenati e baka che dormivano sdraiati malamente sui tavoli o sul pavimento, altri non erano che i miei amici, i miei nakama. Il sottomarino giallo era diventato la mia nuova casa.


Io: Cià, vediamo un po’ se si sono alzati. Non so perché, ma son convinta che il loro risveglio non sarà tanto facile e frizzante. Hanno fatto fuori l’intera dispensa di sakè e birra, ahahah

Facendo leva sulle braccia, mi sollevai dal pavimento di legno e mi diressi nell’interno dell’imbarcazione, raggiungendo in cucina i primi moribondi post-sbornia che aprirono gli occhietti assonnati.

Io: Salve a tutti!

Si tapparono le orecchie e borbottarono infastiditi, pregandomi poi di non urlare in loro presenza. Ero sicura di non averlo fatto, comunque mi scusai lo stesso tra una risata e l’altra.

Trascinandosi a fatica, Matt, Steve, James e Funny andarono ad accomodarsi al bancone. Li seguii continuando a ridere, mettendomi di fronte a loro tra il sostegno e il piano di cottura.


Io: Eheh, sembrate degli zombie. Che buffi

James: Dio, mi sento uno schifo

Matt: Non sei l’unico, va

Steve: Kyoko-chan, a pranzo non farmi nulla, altrimenti non oso immaginare le conseguenze

Gli altri, alle sue parole, annuirono convinti e si stravaccarono sulle sedie.

“Peccato, volevo preparare un buon banchett- ma certo! Posso dargli il mio infuso speciale!”

Lasciandoli lì buoni buoni nella loro sofferenza, riempii d’acqua alcune pentole e le misi sul fuoco. In seguito, armeggiando con gli ingredienti necessari che fortunatamente non mancarono, preparai il tutto. Pronto, deposi davanti ai quattro volti delle tazze fumanti.

Io: Provate con questo. Mi raccomando, bevetelo tutto prima che si raffreddi!

Funny: Cos’è?

Io: Diciamo una specie di toccasana

La sorseggiarono piano per non ustionarsi. Nel frattempo, misi sul gas anche un po’ di caffè e presi una determinata tazza gialla con delle strisce nere.

Matt: Incredibile! Va molto meglio!

James: E’ vero! Kyoko-chan, sei la nostra salvezza!

Steve: Come hai fatto?

Tirai fuori la zuccheriera dall’armadietto insieme ad un pacchetto bianco del medesimo contenuto e iniziai a svuotarlo nel piccolo contenitore.

Io: La mia madre adottiva tendeva ad alzare spesso il gomito e non era facile gestirla il giorno a venire. Se osavi dire una parola di troppo, ti spediva letteralmente fuori di casa a calci nel sedere e ti lasciava nella foresta. Così, per salvare la pelle a me e ai miei fratelli, ho imparato questo trucchetto, e a quanto pare funziona anche per voi. Si può dire che è la prima cosa che ho imparato a cucinare, eheh

James: Madre adottiva?

Funny: Dunque tu…?

Il tono di voce che usarono fu ben esplicito. Non occorreva certo guardarli anche in faccia per capire quale espressione mostrassero.

“Ho parlato troppo”

Spensi il gas ed eseguii una giravolta, tendendo le labbra in un sorriso rassicurante.

Io: I miei fratelli hanno colmato il vuoto della mancanza dei miei genitori, perciò non c’è nessun problema

Diedi loro la schiena per la seconda volta e versai la bevanda scura e bollente nelle tazza. Come se niente fosse, i ragazzi si misero a chiacchierare di altro, non ponendomi più altre domande. Ognuno aveva alle spalle un passato che preferiva tenere per sé. Non a caso, malgrado il mese trascorso a bordo, non conoscevo molti dettagli sulle loro vite precedenti. Sapevo solo che alcuni erano partiti per mare alla ricerca di avventure, nonostante i cari lasciati nelle case native, mentre altri per conoscere nuove persone e crearsi il proprio posto al mondo. Quindi nessuno osava invadere gli spazi dei restanti membri, e questo era un elemento apprezzato da tutti.

Messi due cucchiaini e mezzo di zucchero nel caffè, mi avvicinai a Law comparso silenziosamente. Conoscendo la sua indole a bere poco e a reggere l’alcool, non era difficile immaginarselo in piedi a breve. Anzi, può anche darsi che prima si sia fatto un giro nel suo studio o in sala operatoria.


Io: Buongiorno!

Mi salutò con un debole cenno di capo ed accettò ciò che gli avevo preparato basandomi sulle sue preferenze.

Io: Oggi prendiamo il largo, giusto?

Law: Esatto. Appena avremo rifatto fornimenti, lasceremo l’isola

Io: Non vedo l’ora!

Law: Fufufu, ti vedo entusiasta

Io: Lo sono! Voglio viaggiare per tutto il Grande Blu e il Nuovo Mondo!

Law: Prima pensa a svolgere i tuoi doveri. In quanto cuoca, d’ora in poi dovrai pensare tu a fare le scorte alimentari

Io: Nessun problema! Però voglio andare con Bepo!

Law: Fai pure

Impaziente di poter avere per me il tenero orso bianco, andai nella stanza accanto per poterlo destare dal suo momentaneo letargo.

<><><>


Buffo come i passanti fissassero Bepo tra un misto di paura e shock. Ovunque camminassimo, c’era qualcuno pronto a darsela a gambe o a pietrificarsi sul posto, eccetto valeva per qualche bambino che si incantava a guardarlo con aria sognante, e come poterli non capire. In fin dei conti, rimaneva pur sempre un tenero orsacchiotto versione gigante.

Ridendo sotto i baffi per le buffe espressioni delle persone attorno, mi rivolsi all’animale al centro dell’attenzione e ad Hiro, aggregatosi a noi per semplice compagnia.


Io: Che ne dite di rientrare? Ormai non dovrebbe più servirci altro

Bepo: D’accordo… Hiro?

Hiro: Possiamo andare

Io: Bene, all-

Donna: AL LADRO! QUEI PIRATI MI HANNO DERUBATA!

Ci voltammo verso le urla e individuammo due uomini correre nella nostra direzione, con in mano una collana d’oro. Indifferente, ripresi la mia strada. Nel giro di due secondi, udii due tonfi a terra.

Bepo: Oh, forse ho usato troppa forza. Scusate

Hiro: E questi sarebbero dei pirati?

Io: Non darci importanza

Donna: Vi ringrazio di cuore! Siete stati molto gentili

Hiro: Ihih, si figuri

Girandomi con la testa verso sinistra, spiai Hiro di sfuggita, scorgendolo con del lieve rossore sulle guance.

“Che carino, si è imbarazzato, eheh”

Comandante: VOI! Che sta succedendo qui!?

Un gruppo di marines, capitanati da un uomo dai capelli e baffi marroni, probabilmente richiamati dalla confusione venutasi a creare un istante fa, ci accerchiarono con le armi impugnate saldamente.

Uomo: Abbiamo risolto. Questi giovani ragazzi hanno fermato i malviventi

Il Comandante ci scrutò per un breve istante, ordinando in seguito ai suoi sottoposti di ammanettare i due piratuncoli al suolo. Nel farlo, però, ci passarono accanto e il loro sguardo si posò su un certo disegno presente sulle tute di Hiro e Bepo.

Marine1: Comandante! Anche loro sono dei pirati!

Comandante: Cosa!?

Marine2: Portano il Jolly Roger della supernova con la taglia da 200.000.000 di Berry: Trafalgar Law!

Con prontezza il Comandante scattò in allerta ed estese l’ordine di cattura anche a noi. I marines, puntandoci contro i fucili e le spade, ridussero il cerchio e attesero un nostro qualunque passo falso.

Intanto la donna e l’uomo di prima, assieme ai vari spettatori, saputo chi fossimo realmente, si allontanarono da lì il più velocemente possibile.


“Quando vogliono, però, gli siamo comodi, tsk”

Comandante: VI DICHIARO IN ARRESTO!

“E daglie che partono con la solita tiritera”

Bepo ed Hiro mi si avvicinarono a loro volta per non farsi sentire da orecchie indiscrete.

Bepo: Cosa ci fa qui la Marina? Fino a ieri non c’era

Hiro: Magari qualcuno l’ha chiamata dopo aver associato a noi il sottomarino all’insenatura

Io: In questo caso ci conviene filarcela alla svelta, almeno evitiamo che chiamino i rinforzi e ci rendano difficile la partenza

Bepo – Hiro: Ok!

Analizzai la scena: erano a malapena una quindicina di marines. Non avremmo avuto problemi, tuttavia era meglio fare in fretta proprio per evitare ogni sorta di problema.

Marine3: Ma hanno sempre avuto quella ragazza nella loro ciurma?

Marine2: Non mi dice nulla, anche se mi sembra familiare

“Mi domando perché non aggiornino la foto del mio manifesto, visto che ogni volta nessuno mi riconosce”

Lasciai perdere le loro chiacchiere e mi concentrai.

Io: Hiro, te la senti di combattere al mio fianco?

Hiro: Solo noi due? Certo! Ihih

Bepo: Ed io?

Io: Le borse ti ingombrano, quindi vai dai ragazzi e avvisali, soprattutto Law, almeno prepareranno tutto. Non preoccuparti, ti copriamo noi le spalle. Passa per quel vicolo là in fondo, così correrai meno pericoli

Bepo: Aye! Buona fortuna!

Stringendosi le borse tra le zampe, prese a correre lungo la strada indicatagli. Gli liberai il passaggio colpendo al fianco uno di quei pidocchiosi con un calcio, spedendolo addosso ad altri tre.

Comandante: FERMATELO! NESSUNO DEVE SCAPPARE!

Hiro: Siamo noi i vostri avversari!

Afferrò la frusta nera che teneva legata alla cintura sul fianco sinistro e mi si posizionò schiena contro schiena.

Io: Pronto?

In risposta, sferrò un colpo secco al terreno, causandone un’evidente crepa. Sorridendo, optai per la sua arma.

Io: Denki whip!

Fuoriuscito il mio potere, i nemici compresero finalmente chi avessero di fronte.

Marine1: E’-

Comandante: “Lampo giallo”, un’altra supernova con la taglia da 370.000.000 di Berry. Dovete assolutamente arrestarla, intesi!?

Marines: AGLI ORDINI!

Io: Se credete di riuscire a far vostra l’elettricità, avete di che provarci

Scambiato uno sguardo d’intesa con Hiro, entrambi partimmo all’attacco.

<><><>

***


Steve: ECCOLI! LI VEDO!

Avvertiti da Steve -il quale stava scrutando l’isola con un cannocchiale- dell’arrivo degli ultimi due membri mancanti all’appello, ci sbracciammo dal parapetto per attirare la loro attenzione.

Dopo l’arrivo di un Bepo affannato, avevamo messo in azione i motori e ci eravamo discostati dalla terra ferma per un paio di metri, in modo tale da essere pronti per andarcene.

Il primo a notarci fu Hiro, seguito a ruota da Kyoko che ci salutò sventolando un braccio.

Law, intanto, aveva attivato la Room nella sua mano e cominciò ad espanderla.


Io: KYOKO, HIRO! ADESSO IL CAPITANO VI PORTERA’ A BO-… che sta facendo?

Incuriositi, sia io che i nostri nakama fissammo con la testa inclinata i due. Kyoko stava trascinando Hiro per un braccio, avvicinandosi pericolosamente al bordo della scogliera. Non ebbi in tempo di capire le sue intenzioni, che eccoli volare in aria.

Matt: SONO IMPAZZITI!?

Law sostituì due pezzi di tronco raccolti in precedenza con i due incoscienti. Quando apparirono in mezzo a noi, Hiro era parecchio scosso, mentre Kyoko se la rideva.

Penguin: Che diavolo volevate fare!?

Hiro: Vallo a chiedere a lei! Ho temuto il peggio!

Kyoko: Ahahah, scuuusa, volevo provare a vedere che effetto faceva. Tanto sapevo che Law non ci avrebbe fatto cadere in acqua

Law: Francamente l’intenzione di non intervenire era alta, ma non abbiamo tempo da perdere. Muovetevi a rientrare e dite a Jean Bart di fare l’immersione!

Ciurma: SUBITO!

All’interno del sottomarino, ciascuno di noi si dedicò ai propri incarichi, finendo per arrivare presto all’ora di cena. Fu una piacevole sorpresa ritrovarci con le tavolate ricche di piatti gustosi. La nostra Kyoko-chan doveva averci dato dentro per bene.

Healt: Quante cose appetitose! Slurp!

Dreamer: Slurp, voglio assaggiare ogni cosa!

Trey: Dai, mangiamo!

Con l’acquolina alla bocca, Trey allungò la mano alle pietanze, ritirandola subito dopo con un gridolino.

Kyoko: Tocca qualche cibo e sei morto

Trey: Perché non posso!?

Kyoko: Prima lavati quelle manacce luride, e dopo potrai abbuffarti. E lo stesso vale per voi altri!

I presenti borbottarono indispettiti, me compreso.

Pauly: Da quando in qua dobbiamo lavarcele!?

Kyoko: Da adesso. Non accetto germi nella mia cucina o nella sala da pranzo!

Approfittando del suo battibeccare con un insistente Pauly, mi avvicinai quatto quatto ad un tavolo.

“Eheheh, mi dispiace, Kyoko-chan, ma non puoi controllarci tutti”

Azzardai a perseguire l’impresa di Pauly, ma fallii miseramente come quest’ultimo.

Kyoko: Devo forse ricordarti che posso muovermi velocemente, io?

Feci per ribattere, ma vedendola armeggiare con coltello in mano, decisi saggiamente di restarmene in silenzio.

Kyoko: Su, più perdete tempo a lamentarvi, più si raffredderanno. Avanti, filate a farle splendere! Sciò, sciò!

Ci fu il fuggi fuggi da parte dell’intera ciurma.

***


Io: Uff, so già che mi daranno parecchio da fare

Bepo: Kyoko, le mie zampe vanno bene?

Io: Perfette! Accomodati pure!

Mi sorrise felice e si sedette accanto a Law. Nonostante fosse un animale, lui era molto più pulito dei ragazzi, e ciò la diceva lunga. Per quanto riguarda Law… beh, con tutte le volte che si disinfettava per i suoi giochini, non avevo bisogno di minacciarlo con una baguette di pane.

Quando il resto dei componenti dei Pirati Heart ritornò, passammo in allegria gran parte della serata.


Penguin: Era ottimo!

Soddisfatto, si accarezzò la pancia rigonfia.

Shachi: Potrei scoppiare da un momento all’altro, eppure mangerei ancora qualcosa

Funny: Abbiamo la migliore cuoca fra tutti. Giusto, ragazzi!?

Ciurma: SIII!

Piegai il braccio verso l’alto e vi appoggiai la mano sul muscolo in evidenza.

Io: Da oggi lasciate fare a me. Sarete sempre in forze, promesso!

Penguin: Sei la nostra Dea!

Shachi: No, di più!, Eheheh

Si ammutolirono e si fissarono.

Shachi: Stai pensando anche tu a quello che sto pensando io?

Penguin: Se stai pensando che io stia pensando a quello che hai appena pensato tu, allora stai pensando bene

“Mi son persa. Chi pensa cosa?”

Shachi – Penguin: Eheheh-Ihihih, Kyo-chan <3

Io: … eh?

I loro volti indicavano palesemente che l’interruttore “Baka-maniaci” era sull’On.

Shachi: Adesso fai parte a tutti gli effetti della ciurma, quindi ti chiameremo Kyo-chan, eheheh

Penguin: E’ più intimo. Poi, senti come suona bene…Kyo-chan, ihihih

Annuirono convinti per la loro trovata, non trovando obiezioni da nessuno.

Io: Deduco che il mio vero nome avrà vita breve. Tra Law e voi… vi piacciono proprio i soprannomi, neh?

Bepo: Io non ho problemi ad usarlo, Kyoko

Con agilità, mi voltai e gli balzai al collo.

Io: A te concedo tutto, pertanto puoi chiamarmi come vuoi, eheh

Ciurma: Non vale! Le fortune vanno sempre al nostro Capitano o a Bepo!

Aggrappata al nostro Vice, scoppiai a ridere, mentre quest’ultimo abbozzò un sorriso timido e arrossì. Quando iniziò ad essere tardi, ci ritirammo nelle nostre camere. Sulla soglia della mia, Law mi osservò intensamente.

Law: Complimenti, è raro vederli ubbidire quando non ragionano a causa della fame

Io: Appunto, basta prenderli per la gola. Se non mi avessero dato retta, non avrebbero cenato, uhuhuh

Divertiti, ci congedammo ghignando. Sdraiata sul letto, non potei fare a meno di ripensare al mio modo di agire.

“Che stia diventando un secondo Law?... nah, io sono meno scorbutica, ahahah”

˜˜˜˜˜
???: Ne sei sicuro?

DDM – S-sì *anf, anf* era lei, ed ho potuto verificare che *anf* si è unita alla ciurma di Trafalgar Law. Portava *anf* il loro Jolly Roger

???: Capisco

DDM – C’è-c’è altro che posso fare?

???: No, pensa a rimetterti in sesto, Comandante Ester, e fai rientro alla base con i tuoi uomini. Al resto ci penserò io

DDM – La ringrazio

Conclusa la chiamata, un uomo seduto ad una grossa scrivania incrociò le dita delle mani sotto il mento e si immobilizzò, perdendosi nelle sue riflessioni.

Quella vicenda non lo convinceva. Se due supernova si alleavano o, per giunta, si univano, non prometteva nulla di buono, soprattutto se una delle due si era scoperta essere pericolosa per l’intero Governo Mondiale.


“Devo estirpare le radici prima che crescano, altrimenti sarà troppo tardi”







Angolo autrice ^^:

Perdonatemi, ma stasera sarò di poche parole.
Questa settimana ho avuto più giornate no che sì, quindi non sono dell'umore adatto per fare i miei soliti siparietti o altro. Già non pensavo di riuscire a pubblicare ma, non volendo mancare al nostro appuntamento, mi sono imposta di dare le ultime modifiche al cappy e di aggiornare la mia ff per voi ;) -sebbene stia aggiornando alle 00.00 e non abbia riletto tutto <.<-

So che questo capitolo è un altro soft. Volevo renderlo un po' più brioso però, come ho appena detto, non me la sentivo, quindi l'ho tenuto quasi uguale all'originale.
Cmq, sappiate che la mia cara testolina ha deciso di stravolgere la storia. Rimarrò fedele all'idea di base, solo cambio il corso degli eventi. Pertanto, se qualcuna in passato mi ha chiesto se un certo personaggio avrebbe fatto la sua apparizione a breve ed io ho risposto di no, può darsi che, adesso, le cose non stiano più così ^^

Per finire, dal prox venerdì inizieranno a riapparire ogni tanto degli spoiler. Nel prox cappy, ad esempio, ne metterò uno interessante, fufufu.
Fremo dalla voglia di passare ad alcuni pezzi che ho scritto, uffi! Finalmente, almeno, se ne vanno da quest'isola! -sì, l'ho scritta io la storia, ma... beh, lasciamo perdere. Non son normale-

Oki, mi ritiro. Un bacione e a presto! =_^
Flame

P.S. Il 14° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: Sanjina99, Incantatrice_Violeta, TrafalgarEmily, Monkey_D_Alyce, Portgas D Sara, 00bufy, lucy_chan93, Aliaaara e FedeAle1525 (è la prima volta in tutte le storie che ho pubblicato fino ad ora ad aver avuto 9 recensioni. Che carine, mi risollevate il morale :3)


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Capitolo 16
*** Caccia ai Tesori! ***


LxK




Pauly: Cosa!? Non siamo ancora diretti lì!?

Trey: Voglio arrivare al più presto nel Nuovo Mondo!

Healt: Per quanto ancora dobbiamo girare qui intorno!?

Dreamer: Cosa sta aspettando, Capitano!?

In piedi di fronte ad un Law ghignante, seduto e appoggiato al fianco di un Bepo dormiente con tanto di bolla al naso, i ragazzi si stavano lamentando già da parecchi minuti per via della scelta presa da suddetta persona.

Riemersi dopo tre giorni da quando avevamo preso il largo e, ora, riuniti fuori sul ponte principale, eravamo stati informati che avremmo nuovamente rimandato la rotta verso l’isola degli Uomini Pesce -la quale collegava alla seconda parte della Grande Linea Rossa- per motivi da noi incompresi.


Law: Quello che sto dicendo è che dobbiamo aspettare il momento giusto. Non temete… il famoso tesoro, lo One Piece, non andrà da nessuna parte

Shachi: Non fa che ripetercelo. Anche se fosse, molti pirati stanno facendo macello nel Nuovo Mondo, sconfiggendo altre ciurme rivali!

Steve: Le nuove leve che vogliono diventare uno dei quattro Imperatori non hanno atteso un secondo di più a partire

Funny: Non c’è tempo da perdere, Capitano! Se rimandiamo, ci batteranno come tutti gli altri!

Come sottofondo alle parole di Funny, un coro di altre proteste.

Law: Se i pirati vogliono scannarsi l’uno con l’altro, tanto meglio per noi. Non m’interessa prendere parte ad inutili scaramucce. Ho bel altro in mente

I loro volti bastarono per esprimere il puro scetticismo. Detto francamente, a me non importava un gran che. Tanto, un’isola valeva l’altra e prima o poi le avrei visitate tutte, non andavo di fretta. Inoltre, quello che mi premeva maggiormente era aumentare le mia abilità, migliorandomi sia fisicamente, sia intellettualmente, diventando così un vero pirata in grado di affrontare chiunque gli si parasse sulla sua strada, libero di vivere come voleva proprio come promisi tempo addietro a diverse persone.

Law: Ora smettetela di dire scemenze e fate come vi ho detto. Mi approprierò di tutto quello che ci spetta!

Ed ecco che l’umore generale cambiò radicalmente.

Ciurma: CAPITANO, LA SEGUIREMO OVUNQUE ANDRA’!!!

Bepo: *stock, bolla rotta* Aye, aye, Capitano! Conti pure su di meeegn

Penguin – Shachi: Parla nel sonno!?

Bepo: Scusatemi

Penguin – Shachi: E NON SCUSARTI PURE MENTRE DORMI!

Bepo: … perdono

Guardando tutti il nostro Vice, ridemmo con gusto. Persino Law, voltatosi con il viso, lo osservò con un sorrisetto sulle labbra. Il tenero Bepo lo si poteva definire una specie di nostra mascotte.

Hiro: Bene, allora ne approfitto per dare delle aggiustatine qua fuori

Jean Bart: Uh? Non le hai fatte qualche giorno fa?

Hiro: Sì, ma ieri mi è venuta in mente una modifica da apportare e fremo dalla voglia di metterla in pratica, ihih

Trey: E bravo il nostro piccolo genietto di un meccanico che non di ferma mai!

Con giocosità, Trey mise un braccio intorno al piccoletto e prese ad arruffargli la zazzera castana che si ritrovava sotto il cappellino-visiera.

Hiro: Smettila, Trey!

Ridacchiando, si liberò dalla presa del nostro nakama, venendo assalito dagli altri. Sorridendo, scossi la testa.

“Che bambinoni che siete”

Matt: Comunque non sarà sempre così. Pensate a quando avremo tra le mani quel succulento bottino! Potremmo costruirci un sottomarino indistruttibile e anche Hiro, finalmente, potrà prendersi una vacanza!

Hiro: Beh, in effetti, non sarebbe tanto male, ihih

James: Uhm, uhm! Con qualsiasi tipo di confort che si possa immaginare!

L’intera ciurma si aggregò a quella fantasia.

“Mi ‘spiace, ma lo One Piece non spetta a noi. Potrete accontentarvi con altri tesori, eheh”

Dreamer: Intanto, che possiamo fare per far passare il pomeriggio?

Mentre tutti misero in moto i neuroni, ebbi un’ideuzza.

Io: Che ne pensate di una caccia al tesoro?

Funny: Caccia al tesoro?

Io: Già. Uno di noi nasconde un oggetto e sparge a bordo degli indizi. Agli altri spetterà il compito di cercarlo

Shachi: Come mai questa trovata?

Scrollai le spalle e posai le mani ai miei lati sul parapetto dov’ero seduta a far oscillare flebilmente le gambe tra le sbarre della ringhiera.

Io: Niente di che, giusto per passare del tempo assieme. In più, dato che avete brontolato per l’attesa della caccia al fatidico tesoro, ho ritenuto fosse un’idea carina crearcene una per noi soltanto

Penguin: Mmh, si potrebbe anche provare, ma cosa nascondiamo? E chi la organizza?

Scivolai giù dal mio sostegno e mi avvicinai ai ragazzi.

Io: Se volete, posso pensarci io. Da bambina ne ho fatte alcune, eheh, però non ho nulla da usare come premio finale. Sapete che sono al verde

Hiro: Perché non usi un tuo oggetto personale? Chi lo troverà, riceverà il premio direttamente da te. Magari un bacetto, ihih

I presenti accolsero subito la sua proposta con evidente entusiasmo. Se non fosse stato per l’espressione dolce e per il tono candido di voce usati, avrei spacciato Hiro per il pervertito di turno.

“E io che l’ho sempre reputato il più piccolo ed innocente! Gli fa male la compagnia dei ragazzi, assolutamente!”

D’improvviso parecchie mani mi afferrarono per le braccia e per le spalle, in modo da potermi spingere verso il portone che collegava l’esterno con l’interno del nostro sottomarino.

Pauly: Coraggio, allora! Mettiti all’opera!

Io: Che-

Matt: Ci sarà da divertirsi, uhuhuh!

Io: Fermi un secondo! Non era così che doveva andare a finire! E non mi pare di aver accettato!

Penguin: Troppo tardi, Kyo-chan, ihihih

Io: Ma-

Shachi: Niente ma! Vedi di non farci attendere molto, eheheh

Non sapendo più che pesci pigliare per farli ragionare e trarmi in salvo, come ultimo appiglio disperato provai a chiedere aiuto a Law rivolgendogli uno sguardo implorante. Lui, infischiandosene, si calò il cappello sugli occhi e si mise a sonnecchiare. Ci avrei giurato che, sotto sotto, godeva delle mie sorti.

A conti fatti, mi ero cacciata nei guai da sola… un’altra volta.


“Mi domando perché debbano accadere tutte a me. Davvero, che qualcuno gentilmente mi spieghi come mai sono baciata costantemente dalla Sfiga, perché non so più a cosa pensare!”

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“Perfetto, questo dovrebbe bastare per tenerli impegnati a lungo, almeno credo”

Deposi il settimo bigliettino contenente l’ultimo indovinello e diedi il via alla Caccia al Tesoro dei Pirati Heart. Poiché si misero subito all’opera, nessuno rimase disponibile a fare altro di differente, pertanto feci una doccia e mi ritirai in camera mia.

Seduta al bordo del materasso, indossante l’asciugamano e le pantofole per l’acqua, presi a pettinarmi i capelli per districare gli innumerevoli nodi che si formavano ogni qual volta che mi lavavo. Ciocca dopo ciocca, mi dedicai ad essi con cura. Poi, quando volsi il capo verso la testata del letto, vidi un pezzo di carta sul cuscino. Confusa, mi allungai con il braccio per prenderlo dopo aver posto il pettine sulle cosce.




“… eh? Aspetta, non è mica la calligrafia di Law? Che avrà architettato questa volta? Suppongo nulla di buono, perché figurati se si abbassa ad intrattenermi con la mia stessa monet- ahà! Ho capito! Vuole ridicolizzare la mia idea per intrattenere i ragazzi. Tsk, farabutto!”

Io: Che vada al diavolo!

Abbandonai il fogliettino sul comodino e ripresi il mio operato da dove lo avevo interrotto. Quando mi recai in bagno per la crema da corpo e tornai dov’ero prima, distinsi sul cuscino della carta. Capii che doveva trattarsi di un secondo poiché il precedente era rimasto dove lo avevo lasciato. Ancora confusa, e ‘sta volta pure leggermente impaziente di scoprire le diavolerie di quel Sadico, lo lessi di fretta.



“Ma come…!?”

Benché conoscessi ogni centimetro della mia stanza, mi accertai che non vi fossero delle lumacamere nascoste in giro perché, sinceramente, non seppi spiegarmi come l’avesse scoperto.

“No, è tutto nella norma”

Per sicurezza, rilessi le parole riportate, riconfermando il concetto trattato.

“Un giorno lo obbligherò a svelarmi tutti i suo trucchetti… comunque, anche se me lo sta domandando, perché ho come l’impressione di non aver altra scelta se non quella di assecondarlo?”

Massaggiandomi dietro al collo e sospirando, mi rivolsi… all’aria?

Io: Ehm… d’accordo?

Restai in attesa di una risposta, o almeno di un rumore che valesse per tale… silenzio di tomba. Con collera, accartocciai ciò che tenevo in mano e lo spedii dritto nel cestino sotto la scrivania, ovviamente mancandolo e sclerando maggiormente.

“Non solo mi sfotte, ma mi fa pure passare per una scema! E cogliona io che vado a dargli retta!”

Di fronte all’armadio, tirai fuori a caso degli indumenti, vestendomi con rapidità mentre lanciavo insulti colorati.

“Ah, ma ora mi sente quel chirurgo da strapazzo! Gliene dico quattro, altroché!”

Uscii dalla cabina e sbattei con foga la porta. Nel farlo, distinsi un terzo bigliettino attaccato ad essa con del nastro adesivo trasparente. Lo strappai via con un gesto secco.



“Quanta formalità, davvero spiritoso”

Pensai sarcasticamente, con in viso un impercettibile sorrisetto sulle labbra formatosi nell’immaginarmi Law pronunciare tali frasi dal vivo, sicuramente sghignazzando apertamente.

“Beh, già che ci sono, perché non provare? Tanto ho tempo per fargli sorbire le mie lamentele, uhuhuh, e magari sull’ultimo punto è serio”

Volenterosa al cento per cento, passai al primo indovinello da risolvere.



Sbattei le ciglia. Nove parole, soltanto nove semplici parole ebbero l’effetto di mandarmi in crisi nel giro di un nanosecondo. Insomma, partenza impeccabile.

“Tutto qui!? E che cribbio significa!? Non poteva darmi un altro indizio!? Io sono stata più clemente con i ragazzi!”

Decisi di chiedere direttamente a lui delle spiegazioni ma, all’ultimo, cambiai idea e ritrassi la mano dalla maniglia.

“Devo farcela da sola. Non voglio dargli la soddisfazione di battermi. Riuscirò ad arrivare alla fine, costi quel che costi, anche se dovessi impiegarci l’intera giornata! Gli mostrerò con chi ha a che fare!”

Ormai non si trattava più di un’innocua Caccia al Tesoro, ma di una vera sfida tra me e Law a colpi di astuzia!

Pregustandomi la mia vittoria, mi cimentai con trasporto nella mia missione, camminando con lentezza lungo il corridoio con l’indovinello quasi ad un palmo dal naso.


“Pazienza, Kyoko, per simili cose bisogna munirsi di pazienza in modo tale da analizzarle al meglio nei minimi particolari. Dunque: -Grazie al suo sostegno- potrebbe far riferimento ad un oggetto utile o una persona accanto; -ha avuto inizio il tutto- un evento accaduto in passato? Però potrebbe essere un inizio recente. Inoltre, questo -tutto- cosa include? E a chi si rivolge?”

Sovrappensiero, le mie gambe cominciarono a farmi percorrere gli stessi tratti di corridoio.

“Non penso sia legato ad un episodio dei ragazzi, altrimenti come potrei esserne a conoscenza se sono con loro da nemmeno due mesi? Quindi… qualcosa che mi riguarda direttamente?”

Riavvolsi mentalmente la mia permanenza a bordo andando a ritroso, giungendo al mio arrivo e, di conseguenza, illuminandomi di colpo.

“Deve trovarsi in infermeria! E’ lì dove mi son svegliata la prima volta sul sottomarino, ed è lì dove si curano le persone ferite o ammalate, usando medicinali o strumenti da supporto. Che sia il macchinario accanto al letto dove riposavo e attaccato al mio braccio?”

Con quella teoria, mi diressi verso la stanza nominata e mi avvicinai all’oggetto in questione. Lo scansionai da cima in fondo, non scorgendo nulla. Delusa del mio fallimento, incrociai le braccia sotto il seno e sbuffai.

D’un tratto, ecco il fogliettino dei miei pensieri svolazzare a terra per via di un colpo d’aria insinuatosi dall’oblò semiaperto. Mi chinai per raccoglierlo, rimanendo poi accovacciata.


“Perché è caduto dal letto? Law non gli ha attaccati tutti con lo scotch? Frena… e se il -sostegno- che menzionava Law era il lettino su cui ho dormito all’inizio per un paio di giorni? Può averlo anche collegato al fatto che questa Caccia al Tesoro è partita con un bigliettino sul mio cuscino?... oh beh, chi se ne frega, l’importante è aver ottenuto il quarto foglietto, il come è irrilevante e Law non deve per forza venire a sapere che ci sono arrivata a culo, uhuhuh”



“Ok, qui posso scommetterci quello che volete che mi sta dando indirettamente dell’impicciona e curiosona come al suo solito, tsk. Comunque, proviamo a fare un quadro generale: se dovessi seguire un filo logico? Dopotutto, la Caccia è stata organizzata da Law, e lui non va di certo a casaccio. E, essendo personale, potrebbe aver sempre fatto un collegamento a me? Mmh, se la metto così, dopo l’infermeria…!”

Ad andatura moderata, sopraggiunsi in quella famosa stanza scoperta quando ero alla ricerca della cucina e dove Law mi beccò a napare ovunque.

“Eheh, il nostro primo scontro. Non siamo poi cambiati molto da allora. Ci indispettiamo sempre a vicenda”

Ridendo, diedi una veloce ripassatina alla disposizione dello studio. Quando posai lo sguardo sui tomi di medicina, la mia allegria sparì alla velocità della luce.

“O.mio.Dio, la seconda frase parla dell’unico libro che tirai fuori per sfogliarlo! Mo’ che faccio!? Mica mi ricordo quale fosse, figurarsi!”

Arruffandomi con energia i capelli, passai rapida i titoli in mostra, spedendo inevitabilmente a farsi benedire la mia speranza di riconoscerlo. Poi, eccone uno leggermente in fuori dallo scaffale. Scettica, lo tirai giù e girai la copertina, scovando al suo interno il prossimo indizio.

“Fiù, per fortuna Law è stato magnanino. Sa che io e la mia memoria non andiamo molto d’accordo, eheh”

Nel frattempo che lo aprii, andai in corridoio.



“Personalmente i rumori costanti mi irritano -tipo la continua goccia d’acqua che cade dal rubinetto-, ma credo non sia questo a quello che Law ha pensato mentre scriveva questa fra-”

Io: AHI!

Agitai debolmente il piede dolorante per farlo riprendere dalla calpestata subita.

Penguin: Ah! Scusami, Kyo-chan, non ti avevo notata! Ti ho fatto molto male?

Io: Tranquillo, può capitare, e comunque mi passerà subito… ebbene, come procede la vostra ricerca?

Penguin: Sono al sesto indovinello! Ognuno sta provando ad arrivarci da solo. Quando qualcuno ne vede uno, se lo ricopia per sé in modo da lasciar la possibilità a tutti di studiarlo come gradiscono

Io: Avete fatto bene, eheh

Penguin: Tu, invece? Che stai facendo? Come mai giri anche tu con un bigliettino?

Curioso, allungò il collo per leggerlo. Non sapendo come l’avrebbe presa Law e, di conseguenza, se me l’avrebbe fatta pagare o no, evitai di dire a Penguin la verità.

Io: Questo? Niente, è solo un appunto che mi ero fatta su delle cose che devo svolgere, eh eh eh

Penguin: Oh, capito! Ti lascio alle tue faccende!

Mi salutò sorridendo per poi darmi le spalle. Stetti per contraccambiare, quando si rigirò con fare pensieroso.

Penguin: Kyo-chan, posso chiederti un favore?

Io: Sicuro, dimmi pure!

Penguin: Vero che mi suggerisci qualcosa?

Ripresa subito dalla domanda inaspettata, ghignai e negai con l’indice.

Io: Vorresti passare in vantaggio rispetto agli altri, neh? Non sai che non è una cosa carina imbrogliare, Pen?

Penguin: Dai, ti prego! Chiudi un occhio e dammi un aiutino… ino-ino!

Congiunse le mani portandosele vicino alle labbra e si strinse nelle spalle. Non so come fece, ma riuscì a passare per un perfetto pinguino, esattamente quando quest’ultimi si “appallottolano” per riscaldare le uova.

Penguin: Uhm? Uhm!?

Io: D’accordo, d’accordo, ma ad una condizione!

Penguin: Spara!

Io: Mi devi aiutare anche tu con… beh, diciamo con una cosa

Penguin: Certamente!

Io: Perfetto! Su, comincia tu. Cosa vuoi sapere?

Penguin: Ho un dubbio su questo punto…

Si mise al mio fianco destro, spalla contro spalla, per farmi leggere la parte sulla quale, a detta sua, lo stava facendo scervellare già da dieci minuti buoni. Gli spiegai che con “La frutta può esserti nemica, soprattutto se è rossa ed invitante. Che accade se la assaggi?” doveva collegare la mela rossa di una fiaba per bambini, con il veleno usato. Se rifletteva sull’ultimo oggetto, sarebbe arrivato alla conclusione che doveva recarsi nella sala operatoria. Ok, non era un gran che come trovata, ma era pur sempre meglio di niente. Se poi tenevamo conto che l’avevo organizzata in nemmeno un’ora, non era da schifarla, no?

Penguin: Ma certo! Hai ragione!

Io: Pen, l’ho scritto io, è ovvio che abbia ragione sulla soluzione, eheh

Penguin: Ehm… hai ancora ragione, ihihih. Adesso tocca a te! Come posso aiutarti?

Io: Ecco, mi è capitato di… uhm… di sentire Law mentre leggeva ad alta voce una frase strana “Se costante, il rumore ti cheta; se irregolare, codesto ti agita” e mi chiedevo cosa potesse essere

Con serietà, Penguin incrociò le braccia e inclinò il capo, rimanendo in silenzio per una manciata di minuti.

Penguin: Non è molto. Insomma, potrebbe indicare parecchie cose, dipende dal punto di vista che si vuol analizzare

Andai nel completo pallone.

Io: In che senso, scusa?

Penguin: Law legge solo libri di medicina, giusto? Quindi deve per forza di cose essere collegato a tal materia, e di “rumori” mi viene in mente solo il suono emesso dalle apparecchiature mediche che, se è costante, significa che è tutto nella norma; se varia, ci deve essere stata qualche complicazione. Tuttavia, questo concetto può valere per altro. Un esempio è il nostro radar nella sala comandi. Quando non emette il suo usuale bip, ci sta indicando l’avvicinarsi di una forma in movimento, che spesso risulta essere la Marina, e noi scat-

Io: PEN, SEI UN GENIO!

Sussultò per il mio urlo e sbatté perplesso le palpebre.

Penguin: G-grazie… ma per cosa?

Io: E’ stata una fortuna aver incontrato proprio te! Ora posso procedere, evviva!

Cacciai il foglietto in tasca e mi incamminai nella direzione opposta.

Penguin: Aspetta, Kyo-chan! Dato che sono stato tanto bravo, non mi merito un premio?

Mi voltai sorridendo.

Io: ‘sta volta hai ragione tu, eheh. Chiudi gli occhi

Sorpreso che avessi accettato, fece subito quanto detto. Ridussi sempre di più le distanze, e quando fui abbastanza vicina, gli diedi uno sbuffetto giocoso sulla guancia.

Io: Fila a rimuginare, approfittatore! Hai già avuto ciò che volevi!

Mise su un broncio offeso.

Penguin: Cattiva! Mi hai illuso!

Ridendo, lo salutai con la mano e mi apprestai a percorrere il corridoio che mi avrebbe portata nella sala comandi.

“Chissà perché Law ha deciso di mettere anche lì un bigliettino. In fin dei conti, non ci ho mai passato del tempo lì dentro. Anzi, a dir tanto ci sarò stata tre volte, perché si schiatta di caldo e preferisco ben altri posti”

Giunta a destinazione, entrai guardinga. Preferivo metterci delle ore e muovermi come una lumaca, piuttosto che farmi beccare da Jean Bart. Il suo modo di fissarmi in silenzio non mi era mai piaciuto. So che era semplicemente per via del suo modo di essere, ma restava il fatto che mi infastidisse. Hai visto che sono io, non sono venuta per te, sai come sono fatta, e allora perché mi devi fissare per minuti interi? Questo non lo avrei mai capito.

Per mia fortuna, la cabina era vuota.

“Sarà andato in bagno o a farsi un giro per sgranchirsi le gambe. Beh, meglio per me, uhuh”

Abbandonando la mia postura -schiena ricurva, gambe piegate, camminata stile granchio-, mi parai accanto alla sedia dove il nostro guidatore era solito sedersi per manovrare il sottomarino.

Presenti vi erano almeno una ventina di pulsanti, quasi tutti di diverse dimensioni o colori, più delle leve strane.


“Dio, se Law mi ordinasse di prendere il posto a Jean Bart, sicuramente spedirei tutti all’altro mondo. Direi che questo incarico non è affatto adatto ad una come me, tralasciando anche il fatto di potermi addormentare in ogni istante”

Intravidi il quarto indovinello esattamente appiccicato sull’oggetto di cui avevo parlato con Penguin.

“Eheh, grazie ancora, Pen!”



“Nu, siamo già alla fine? Peccato, giusto ora che mi stava piacendo”



“Eheh, questo è semplice!”

Andai nell’ultimo posto in lista da dover visitare: la palestra. Nessun altro luogo era odiato da così tante persone.

Troppe si soffermavano a lamentarsi per la fatica richiesta, mentre bisognava pensare al beneficio che essa comportava. Più si teneva allenato il corpo, più lo si rendeva tonico, resistente ed elastico.

Aguzzando la vista, feci passare i diversi attrezzi presenti in essa. Dopo qualche minuto, vidi qualcosa a me di molto familiare appoggiato sul sedile in pelle dove mi mettevo per fare il sollevamento pesi. Lo presi in mano.


Law: Ma guarda un po’, abbiamo qui la vincitrice. Hai fatto presto… ammirevole, fufufu

Mi voltai di scatto verso di lui. Era appoggiato all’armadietto di ferro con l’anta fatta di sbarre per poter far arieggiare l’interno. La porta era ancora chiusa, non l’avevo sentita aprirsi e non avevo visto la sua Room attivarsi.

Io: Non mi dirai mica che sei stato qui ad aspettarmi per tutto il tempo?

Law: Ti ho sorpresa mentre entravi nella stanza precedente, pertanto ho dedotto che saresti arrivata qui a breve

Io: Ah, capito… e questo? Perché si trova qui?

Law: Ciò che avevi nascosto, o sbaglio?

Ghignò divertito. Sbuffai e riformulai il mio quesito in diversa maniera in modo da impedirgli di uscirsene con altre battutine simili.

Io: Quello che gradirei sapere è come codesto oggetto sia arrivato qui sopra, siccome in questo preciso momento dovrebbe trovarsi esattamente sotto il peso da 10 Kg.

Law: Mi è capitato tra le mani per caso, fufufu

“Sì, per caso, come no. Sin dall’inizio era qui che voleva andare a parare, ingannandomi con un falso premio e mettendo il bastone tra le ruote ai ragazzi”

Approfittando nel fatto che fossi immersa nei miei pensieri, mi rubò il copri gomito arancione.

Io: Ridammelo

Law: Non è gratis, sai?

Ghignando, me lo allontanò. Con agilità, tesi un braccio verso il suo tenuto in alto e misi una mano sulla sua spalla che usai per appoggio per potermi dare una spinta. Nel farlo, però, Law indietreggiò di qualche passo e, per via di una corda a terra, inciampò. Non essendo io in una buona posizione, causai inevitabilmente la caduta di entrambi.

Io: Ahi, ahi!

Mi mossi per massaggiarmi… il nulla. A mia sorpresa, non percepivo il ben che minimo dolore. Quel mio piccolo lamento era stato dettato da abitudine. Aprii lentamente gli occhi, ritrovandomi a pochi centimetri dal viso un Law a sua volta scombussolato per la botta. Nel frangente, analizzai le nostre pose, finendo con del leggero rossore sulle gote.

“Come ho fatto a finire totalmente su di lui e in modo così… calcolato?”

Il suo arto superiore destro mi cingeva dietro la schiena; i nostri petti a contatto, per non parlare dei bacini perfettamente combacianti.

Law: Se desideravi attaccarti a me, bastava dirlo. Non c’era bisogno di arrivare a tanto, fufufu

Incatenai il mio sguardo nel suo. Eravamo talmente vicini, da riuscire a specchiarmi nei suoi occhi grigi. Ci misi un attimo a comprendere il significato delle sue parole. Stizzita, boccheggiai incredula.

Io: Ma pure così devi pensare prima ad importunarmi!? Cioè, ti pare che l’abbia fatto apposta!?

Law: Non sarebbe male se le cose fossero andate esattamente così, non credi?

Sostenne con intensità il mio sguardo, ghignando malizioso.

“Ok, deve aver subito una bella botta alla testa, non c’è altra spiegazione. Dovrò dire ai ragazzi di visitarlo”

Tentai di allontanarmi, ma la sua presa andata a rafforzarsi mi impedì ogni sorta di movimento.

Io: Di grazia, posso alzarmi o hai intenzione di passare il pomeriggio distesi a terra?

Law: Perché n-

Trey – James: CAPITANO, KYOKO! CHE STATE FACENDO!?

Scattai seduta su Law e mi voltai verso i due alla porta, i quali ci fissavano con le bocche e gli occhi spalancati.

Trey: Perché non ci avete detto niente!? Non sapevamo che voi due foste così legati!

Io: Guarda che stavamo s-

James: Dio, non dire una parola in più! Santo cielo, certe cose fatele in privato nelle vostre camere!

Io: Veramen-

Trey: Miseria! Cosa diranno gli altri!?

James: Dobbiamo avvertirli!

Senza darci -anzi, darmi… Law non sembrava per niente turbato- la possibilità di chiarire il fraintendimento, corsero via in tutta fretta. Tornai a prestar attenzione alla causa del guaio.

Io: Hai visto che hai combinato?

Law: Fufufu, io non ho fatto nulla. Sono loro ad aver tratto delle conclusioni affrettate

Io: Mmh, touché. Comunque, in parte la colpa è anche tua

Law: Pazienza, me ne assumerò la responsabilità, fufufu… sono comodo per i tuoi gusti, Hotaru-ya?

Con un cenno della mano, ci indicò, e fu così che mi ricordai su cosa fossi effettivamente seduta.

Io: Oh già, scusa, ora mi tolgo

Law: Sto attendendo ancora il mio premio. Mi sono conquistato lealmente il mio bottino

Lo fissai senza proferir parola, per poi pensare subito alla mia vendetta.

***


Dopo qualche secondo passato in silenzio, mi sorrise con dolcezza e cominciò a sdraiarsi nuovamente su di me, abbassandosi con calma e in modo decisamente sensuale.

Kyoko: E’ vero, sei stato bravo, quindi provvederò a ripagarti

Ad un soffio dal mio viso, avvicinò le labbra al mio orecchio sinistro.

Kyoko: Non è lo stesso se guardi. Perché non chiudi gli occhi?

Ghignando, provai ad assecondarla, curioso di scoprire il come questo suo lato malizioso fosse apparso ora. Sentii il suo respiro sul mio naso, e quando credetti che sarebbe accaduto ciò che pensavo, rimasi immobile nel costatare che non era andato esattamente come supposto. Mi aveva dato un bacetto sulla fronte.

Kyoko: Ecco a lei, Signor Trafalgar

Io: E questo lo definisci un bacio?

Kyoko: Non mi pare di aver dichiarato il modo in cui lo avrei dato… cos’è, ti aspettavi altro, Capitano?

Prima che potessi reagire in qualche modo, afferrò il copri gomito, balzò in piedi ed andò alla porta, guardandomi ancora una volta.

Kyoko: I ragazzi hanno ragione a dire che vi imbambolate quando una ragazza vi si avvicina come ho appena fatto, eheh... beh, ho un compito da svolgere. Ci si vede!

Sparì da lì lasciandomi ancora disteso sul pavimento e con una certa condizione fisica alquanto scomoda tra i pantaloni. Mi calai maggiormente il cappello sul viso.

“Direi che l’ora dei giochi è finita, Hotaru-ya. La prossima volta non ti lascerò scappare, fufufu”







Angolo autrice ^^:

Ciau a tuttiiiii! Era da un po' che non scrivevo un capitolo bello corposo, nnvero!? Suuupeeer!
Kidd: *la vede con un sorriso scemo in volto* Ok, che ha 'sta cogliona?
Coscienza: Non mi esprimo. Ho smesso di pormi questa domanda da parecchio tempo, ormai u.u
Flame: *troppo presa a gioire -nessuno sa per cosa, eccetto qualcuna che ha scritto un nuovo capitolo della sua ff <3-, non sente la loro discussione* Waaaaa, Kidd! Ho voglia di abbracciarti! *^*
Kidd: Cazzo vuoi da m- *dalla sua rincorsa, capisce che conviene filarsela* Stammi alla larga, sclerata!
Flame: Nu, voglio aggrapparmi alla tua schiena! Kyoko sta già occupando Bepo, quindi io prenderò te *^*
Kidd: *inchioda* Primo: che cazzo sarei, un tuo giocattolo!? Secondo: stai forse insinuando che sono grosso come quella palla di grasso e pelo!?
Flame - Kyoko: NON INSULTARE BEPO! <3
Law: *appare magicamente, e per qualche oscuro motivo è anche riuscito a seguire l'intera vicenda* Mi soprendi, Eustass-ya. Davvero sai il significato del verbo "insinuare"? Incredibile, fufufu
Kidd: ...
Kyoko: Ringhio rabbioso a ore due, eheh
Flame: Uh? Ore due? *guarda la sveglia* Kyoko, guarda che è già sera
Kyoko: ... *bisbigliando, si volta verso C* Sta scherzando, spero
Coscienza: Ripeto, non mi esprimo u.u
Kyoko: *alquanto perplessa, fissa Flame che accarezza i capelli di Ace, mentre in fondo alla camera ci sono due supernova intente a scannarsi come di consuetudine*

Aaaluuura, dopo il mio siparietto, parto con il ringraziare la mia amica sopra citata ^^
La scena iniziale avrete capito che non è frutto della mia testolina; io l'ho solo riadattata con il mio personaggio. E qui, ecco che entra in scena colei che ringrazio. Non sapendo cosa scrivere prima di passare ad una scena che accadrà a breve, mi ha proposto di fare una Caccia al Tesoro tra l'ingenua Kyoko e il calcolatore Law! Neh, che carina che è stata :3

Cooomuuunque (sì, stasera ho lo schizzo di rifilare + vocali), piaciuto? Il caro Law non resiste +. Vuole saltare addosso a Kyoko, letteralmente, fufufu
Ma chissà se anche in questo campo riuscirà a far sì che vada tutto secondo i suoi piani, uhuh ^.^

Mmh, beh, altro di serio (certo, perchè quando scrivo nel mio angolino sono seria XD) da dire non ce l'ho, a parte un piccolo avviso per voi: se dovesse capitare che un venerdì non riesca a pubblicare, al max slitta a sabato. Pertanto, se non mi vedete, tranquilli che non vi farò attendere una settimana intera ;)
Cercherò di pubblicare sempre e il venerdì ma, caso mai non ci riuscissi -tipo, che so, non ho il capitolo pronto o sclero male come l'altra volta- ci si sente sabato, yeah!

Oki, ho terminato! Un bacione e a presto! =_^
Flame

P.S. Il 15° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: lucy_chan93, 00bufy, Incantatrice_Violeta, Aliaaara, Sanjina99, Monkey_D_Alyce, TrafalgarEmily, FedeAle1525 e Portgas D Sara (che ha lasciato la recensione per il cappy precedente al 1° XD)


Sì, ragassuole, strabuzzatevi gli occhi! Solo per voi, vi lascio lo:

SPOILER!
In automatico, il mio corpo si diresse nella stanza accanto. Dopo esservi entrata e richiuso la porta, mi appoggiai alla parete di metallo con le palpebre calate.
“Devo trovare qualcosa che mi distolga dai miei pensieri”
Law: Vedo che ti ostini a non voler imparare le buone maniere. Prima di piombare nelle camere altrui, si tende ad annunciare la propria presenza bussando, sai?
Io: E non fare il pignolo! Prima o poi imparerò… mh, forse. Adesso, comunque, non sono in vena delle tue prediche
Law: Potresti trovarmi nudo
Io: … sì, beh, se dovesse accadere ci penserò al momento
Law: Fufufu, fai come più ti aggrada, ovviamente a tuo rischio e pericolo
“Tsk, pericolo! Ora ce n’è un altro che sta attentando alla mia vita!”
Percepivo i muscoli a fior di pelle, tesi come le corde di un violino. Nemmeno in compagnia riuscivo a tranquillizzarmi.
Law: Cosa ti prende, Hotaru-ya?

***

Law: Oh, perdonami, non avevo compreso… la mia bambina ha bisogno che le resti accanto per scacciare la paura?
Lo fulminai con l’occhiataccia peggiore che avessi nel mio repertorio.
Io: Non sono una bambina, non sono tua e non ho paura
Sibilai, scandendo bene le tre parole tutt’altro che gradite. Altra oscillazione, altra crisi. Avevo raggiunto il limite, e quest’ultima fu la goccia che fece traboccare il mio vaso.

***

Io: Che intenzioni hai?
Law: Non ti riguarda. Fai solo come ti ho appena ordinato
“Non intuisco il motivo di questo cambiamento repentino. Che è, ha visto un fantasma?”
Non mi fossi mai fatta mentalmente quella battuta. Un brivido mi attraversò la schiena, facendomi accapponare la pelle. Esattamente come agiscono all’incontrario i bambini quando i genitori gli dicono qualcosa, feci altrettanto.
Chinai la testa al pavimento, catturando con gli occhi l’immagine di un’enorme massa bianca e grigia, con chissà quante centinaia di denti aguzzi, nuotare in profondità sotto di noi. Impallidii di colpo.

Io: Uno… uno…

***

Mi svuotai del tutto, rimanendo con un’unica sensazione nel corpo: quella di aver già assaporato in precedenza le labbra morbide ed invitanti di Trafalgar Law.

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Capitolo 17
*** Una distrazione alquanto particolare... e maliziosa! ***


LxK




Inutile. Erano già le due di notte, ma per quanto mi sforzassi nel prendere sonno definitivamente raggomitolandomi nel lenzuolo rosso, risultava del tutto vano; i miei occhi si rifiutavano di rimanere chiusi per più di tre miseri minuti. Appena l’udito catturava un rumore sospetto o poco rassicurante, eccoli aprirsi di scatto e guizzare ad ogni angolo della cabina per verificarne la sicurezza.

Quella situazione persisteva da una buona oretta, iniziata esattamente dopo essermi congedata dai ragazzi e, ahimè, non dava il ben che minimo cenno di voler cessare. Ciò contribuiva unicamente ad aumentare il mio nervosismo minuto dopo minuto e il ritmo cardiaco del mio povero cuore.


“Tutto ciò non mi piace, non mi piace affatto!”

Mi sarebbe bastato un nonnulla per dare in escandescenza. Se qualcuno avesse osato rivolgermi la parola in quel frangente, con ogni probabilità gli avrei risposto da vera scorbutica. In extremis, gli sarei persino piombata addosso e lo avrei strattonato per il vestiario imprimendo nel mio gesto parecchia forza.

Ok, magari la mia reazione era un tantinello eccessiva ma, al diavolo, c’era in ballo la nostra incolumità, non delle caramelle!

All’ennesima oscillazione, rabbiosa scacciai via lenzuolo e copriletto con le gambe e mi alzai dal letto.


“Basta, se rimango qui da sola rischio di impazzire!”

In automatico, il mio corpo si diresse nella stanza accanto. Dopo esservi entrata e richiuso la porta, mi appoggiai alla parete di metallo con le palpebre calate.

“Devo trovare qualcosa che mi distolga dai miei pensieri”

Law: Vedo che ti ostini a non voler imparare le buone maniere. Prima di piombare nelle camere altrui, si tende ad annunciare la propria presenza bussando, sai?

Io: E non fare il pignolo! Prima o poi imparerò… mh, forse. Adesso, comunque, non sono in vena delle tue prediche

Law: Potresti trovarmi nudo

Io: … sì, beh, se dovesse accadere ci penserò al momento

Law: Fufufu, fai come più ti aggrada, ovviamente a tuo rischio e pericolo

“Tsk, pericolo! Ora ce n’è un altro che sta attentando alla mia vita!”

Percepivo i muscoli a fior di pelle, tesi come le corde di un violino. Nemmeno in compagnia riuscivo a tranquillizzarmi.

Law: Cosa ti prende, Hotaru-ya?

Colpita dal fatto che mi rivolgesse a lungo la parola e che -accortami in seguito- non vedessi molta illuminazione attraverso le palpebre, le rialzai e intravidi Law seduto sul materasso, indossante unicamente dei pantaloni neri di qualche tuta. Come fonte di luce, solo una lampada di medie dimensioni posta sul comodino.

Io: ‘sta sera non leggi?

Law: No, stavo giusto per coricarmi. S-

Io: NON PUOI!

Alla sua negazione, un senso di panico si fece strada nel mio corpo rigido che nulla aveva da invidiare alle statue.

“Cavolo, cavolo, cavolo! Proprio oggi doveva decidere di non fare le ore piccole!? Mo’ che cavolo faccio!?”

Law: Dimmi che sta succedendo

Messa al volo una felpa, mi si piazzò davanti ad un metro di distanza, scrutandomi con occhi seri, attenti e sospettosi.

Io: Nulla, non sta accadendo nulla! A parte non aver sonno e star rischiando la morte, sto benissimo! Grazie per l’interessamento, ma adesso tolgo il disturbo. Buonanotte e arrivederci!

Non ebbi il tempo di muovere un passo, che l’ennesima scossa provocò una flebile oscillazione dell’imbarcazione. Con slancio, ripresi la mia postazione appiccicandomi con energia alla parete fredda.

Consapevole di aver fatto un’emerita -scusate il termine- cazzata, provai lo spesso a spiare Law, ottenendo la conferma definitiva. Imprecai contro il mal tempo e me stessa per essermi rintanata proprio da lui. Di sicuro i ragazzi avrebbero approfittato dell’occasione d’oro per abbracciarmi, soprattutto dopo aver appurato che io e il simpatico Capitano non stavamo per fare quello che tutti avevano supposto stessimo per fare, ma almeno mi sarei risparmiata una figura di m con la persona peggiore che ci fosse a bordo, nonché colei che se la stava ghignando con gusto e in fare strafottente.


Law: Oh, perdonami, non avevo compreso… la mia bambina ha bisogno che le resti accanto per scacciare la paura?

Lo fulminai con l’occhiataccia peggiore che avessi nel mio repertorio.

Io: Non sono una bambina, non sono tua e non ho paura

Sibilai, scandendo bene le tre parole tutt’altro che gradite. Altra oscillazione, altra crisi. Avevo raggiunto il limite, e quest’ultima fu la goccia che fece traboccare il mio vaso.

Io: ‘fanculo a tutto! Siamo nel pieno di una fottutissima tempesta, immersi in un mare in balia dei cicloni e circondati da chissà quali schifo di pesci, e tu mi vieni a prendere per il culo dicendomi che ho paura!? Se si creasse una falla, qui ci lasciamo la pelle! Vero, è sempre stato così, lo so, ma questa è una circostanza diversa! E vorrei ricordarti che noi due siamo pure dei fruttati, pertanto evita di fare certe battutine del cazzo, ricazzo!

Lo sfogo non previsto mi stabilizzò in piccola parte tuttavia, se un problema era stato quasi risolto, ne perseguì immediatamente un altro: avevo fatto una specie di ramanzina a Law, per giunta sbraitando. Per non tenere conto, poi, delle innumerevoli parolacce usate in un unico periodo. Non avevo mai reagito a tal maniera per una simile sciocchezza, mai. Dovevo essere fuori di me, senza ombra di dubbio. Sia io che Law eravamo sgomenti.

“Non c’è che dire, quando un essere umano si sente alle strette, perde le facoltà mentali, o sì!”

Law:

Io: Ah! Io, insomma… scusami, non volevo aggredirti verbalmente. La colpa di quello che sta accadendo non è di certo tua. In fondo, abbiamo avuto solo la sfiga di finire in un mare dove i cicloni appaiono per magia e manco noi che navighiamo su un sottomarino possiamo fuggire, cosa vuoi che sia!? AH AH AH

Law:

Ripresa dalla mia risatina isterica, mi ricomposi.

Io: Credo… sì, credo che andrò a fare un salto nella sala comandi. Magari se tengo controllato che Jean Bart esegua bene le manovre, riesco a non dar ulteriormente di matto

Law: Temo non sia il caso. Rischi di distrarlo e metterci tutti quanti in seri pericoli

Repressi il mio proposito e sbuffai sonoramente.

Io: Mi sa che non hai tutti i torti… bah, allora proverò a rinfilarmi al calduccio, sperando per davvero che non perda il controllo e ci faccia andare a sbattere da qualche parte, se no è davvero la fine. Potrebbero persino entrare degli squali dalla fessura e sbranarci vivi lentamente

Law: Fufufu, non sei un po’ troppo pessimista? E perché proprio uno squalo? Ci sono altre creature molto più pericolose di quest’ultimi

O ci provava gusto a sfottermi a gogò, oppure non si rendeva conto di essere poco confortante. Sospirai.

Io: Mi terrorizzano. Gli squali, intendo. So che non possono fare nulla al mio corpo intangibile e che, con le mie capacità, non ci impiegherei molto a farli fuori, ma quando ne vedo uno non riesco a ragionare e reagire. Da piccola, per qualche strano motivo, gli sognavo spesso, e ti lascio immaginare le belle scenette che accadevano. Così, alla fin fine, mi è venuta con naturalezza questa fobia

Resami conto di avergli appena confessato una mia debolezza, mi morsi con violenza la lingua, sebbene il danno era ormai stato fatto e non si poteva rimediare.

“Perché non me ne sto mai zitta!? Ogni volta che parlo con lui non mi fermo mai in tempo e adesso, come un’idiota, gli ho spiattellato con facilità ciò che realmente mi spaventa. Salterà di gioia!”

Lo guardai rassegnava e, inaspettatamente, non vidi nessun ghigno derisorio presente sul suo volto.

Law: Fai esattamente quello che ti dico

“Uh? E adesso che vuole?”

Law: Rimani ferma e continua a guardarmi

Io: Che intenzioni hai?

Law: Non ti riguarda. Fai solo come ti ho appena ordinato

“Non intuisco il motivo di questo cambiamento repentino. Che è, ha visto un fantasma?”

Non mi fossi mai fatta mentalmente quella battuta. Un brivido mi attraversò la schiena, facendomi accapponare la pelle. Esattamente come agiscono all’incontrario i bambini quando i genitori gli dicono qualcosa, feci altrettanto.

Chinai la testa al pavimento, catturando con gli occhi l’immagine di un’enorme massa bianca e grigia, con chissà quante centinaia di denti aguzzi, nuotare in profondità sotto di noi. Impallidii di colpo e smisi di muovermi.


Io: Uno… uno…

Sbarrai gli occhi e deglutii più volte. Le parole che udivo provenire in modo ovattato, mirate ad infondermi sicurezza, mi entravano da un orecchio per poi uscire subito dall’altro.

Quando Law mi si avvicinò con lentezza calcolata per non spaventarmi ulteriormente e con una mano tesa in avanti, mi staccai dalla parete e mi aggrappai alla sua schiena, afferrandogli la felpa con entrambe le mani e nascondendo il viso fra di essa.


Law: Kyo-

Io: Deve sparire. Usa la tua Room, fallo fuggire con uno sguardo, quello che vuoi, ma fallo andare via… ti prego

Passato l’attimo di sorpresa, attivò i suoi poteri e lo allontanò come da me richiesto. Provai amore vero il frutto Ope-Ope no mi. Il mio cuore rallentò i battiti e il respiro diventò regolare. Comunque, nonostante non ci fosse più lo squalo, non riuscii ad allontanarmi da Law.

Non avevo altri motivi che prolungassero quel contatto fra noi, eppure… eppure qualcosa mi impediva di lasciarlo. Mi stavo ripetendo di ringraziarlo e filarmela da lì, ma il mio corpo -se possibile- si mise meglio vicino al suo.

Il suo profilo di dietro, d’improvviso, mi apparì diverso dal solito. Non mi ero mai accorta di quanto quelle spalle -per quanto Law sembrasse mingherlino agli occhi della gente-, in realtà, trasmettessero tanta sicurezza.


Law: Kyoko-ya, ho fatto

Io: Hai ragione, scusa e grazie

Con rapidità, mista a un pizzico di controvoglia, sciolsi la ferrea presa e mi scostai di qualche passo, evitando di guardarlo direttamente negli occhi quando si voltò verso di me. Doveva essersi accorto del mio attimo di smarrimento, tant’è che mi aveva dovuto dire chiaramente di aver tolto il mio incubo per far sì che reagissi, ma temevo che se avessi posato il mio sguardo nei suoi occhi indagatori e scaltri, avrebbe intuito i miei veri pensieri.

“Che mi sta succedendo? Perché mi sento così confusa?”

Law: Sai, Hotaru-ya, avrei qualcosa da proporti per distrarti… che ne dici?

Rievocando il principale motivo per cui mi ero rintanata da lui, smisi di pormi quelle strane domande senza risposta e mi limitai ad annuire, non distogliendo però lo sguardo dal Jolly Roger presente sul fianco dei suoi pantaloni.

Qualche secondo dopo, la sua tiepida mano prese fra le proprie dita il mio mento, costringendomi successivamente ad alzare il capo e sussultare per la nostra vicinanza: un Law ghignante era a pochi centimetri dal mio viso, con gli occhi incatenati nei miei e i nostri respiri fusi.

Quando intuii quello che sarebbe andato ad aggiungersi alla lista, era già accaduto. Fu così rapido nei movimenti, che nemmeno riuscii a pensare a qualcosa. Le sue labbra si impossessarono delle mie con ardore.

Incredula, spalancai gli occhi e lo fissai… non so manco io come lo fissai, talmente ero sorpresa.

Se ero anche scombussolata? Decisamente.

Sorprendentemente accaldata? Sì, parecchio.

Credetti di star sognando? Può darsi.


“Perché mi sta baciando? E perché è piacevolmente bello?”

Interrompeva la sua dolce distrazione giusto per quelle frazioni di secondi necessarie per riprendere fiato.

All’inizio non riuscii a fare nulla se non quello di permettergli di violare la mia bocca e di intrufolarsi in essa con la sua lingua famelica. Poi, quando prese a trasmetterci più passione, il mio corpo si rilassò e le mie labbra risposero alle sue mantenendo il loro stesso ritmo.

Con mano tremate, lambii nuovamente la sua felpa, stringendola in modo differente a prima.

Molti perché affollarono la mia mente come, ad esempio, non provai rabbia nell’essermi mostrata debole a lui o perché non mi sentivo fuori posto ma, con il prolungamento di quell'effusione, andarono via via scemando.

Mi svuotai del tutto, rimanendo con un’unica sensazione nel corpo: quella di aver già assaporato in precedenza le labbra morbide ed invitanti di Trafalgar Law.










Angolo autrice ^^:

HOLA, MINNA! Come ve la passate? Molte, oggi, erano già in vacanza? Io inizio da 'sta sera e sono euforica! Dico solo una parola: relaaax XD
Well, piaciuto il terzo bacio della mia coppietta? *^*
Flame: Kyoko, ammettilo, hai usato lo squalo come scusa per aggrapparti alla schiena di Law u.u
Kyoko: Che!? Io non ho proprio pianificato nulla!
Flame: Certo, certo, e io voglio arruolarmi nella ciurma di BN...
Coscienza: Ecco, ci mancava solo che nominasse da sola quel figl-
Flame: AAAAAH, TEACH! CHE TU POSSA MORIRE PER MANO MIA PATENDO CRUENTI SOFFERENZE! *con sguardo assatanato, una motosega in mano, salta in strada passando per la finestra*
Coscienza: Come se potesse trovarlo per davvero da qualche parte <.<

Oook, sorvoliamo sulla mia parte Kiddesca che ogni tanto -sì, beh, in realtà spesso- tende a prendere il sopravvento e che rappresenta uno dei motivi che hanno spinto i miei amici a definirmi da tempo "La Pazza del gruppo" e parliamo del caro Traffy-boy! (Iva sarebbe fiera di me, ahahah).
Dunque, dunque, dunque... come aveva pensato nel precedente capitolo, non se ne è rimasto con le mani in mano. Direi che qui il proverbio "Detto, fatto" cada a pennello. Law, porca trotina che nuota(?), adoro il tuo modo di agire, l'aria di mistero che ti avvolge... tutto! :Q_
Ehm, eh eh eh, quando la smetterò di divagare? Sì, non ditemelo, tanto non è necessario -.-"

Anche per questo lato di Kyoko, ho preso spunto in parte da me. Non ricordo + quante volte mi son svegliata di colpo per via degli squali, tsk! Così, ho voluto trasmettere al mio personaggio questa specie di fobia, in modo tale da farlo apparire + normale. Insomma, non può mica essere perfetta, no? ;)
(essendo nel pieno di una tempesta e immersi, può essere che appaia un pesciolone grosso sotto di loro... certo che, vi immaginate Law che lo fa fuggire con uno sguardo? Ahahah)

Ma ora, domanda cruciale: come reagirà Kyoko? Non è ubriaca, anzi, è bella arzilla e già sembra piacerle il bacio inaspettato!
Flame: Toh, 'sti due sono proprio dei pervertiti *vede una Room attiva e sente il rumore che fa l'elettricità*... forse è meglio sloggiare! Ciau a tutti! *si volatizza*

Se bien, anche oggi concludo qui il mio aggiornamento. Poichè il prox sarebbe uno Special (voglio andare di 8 in 8 e, giuro, è un caso che siano entrambi capitati dopo un momento piccante tra i due protagonisti XD) e che domenica è festa, lo volete per quel giorno? =)

Ci si sente! Un bacione e grazie di tutto come sempre! =_^
Flame

P.S. Il 16° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: Jaeger_D_Ryo, Portgas D Sara, TrafalgarEmily, Soke07, Incantatrice_Violeta, Monkey_D_Alyce, Sanjina99, lucy_chan93 e FedeAle1525


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Capitolo 18
*** [SPECIAL 2] - Scontro tra titani ***


LxK




Coricata sul morbido tappeto della camera di Law -divenuto il mio posticino preferito-, con le gambe appoggiate al bordo del letto, stavo leggendo uno dei miei libri, mentre il caro chirurgo trafficava alla scrivania con le sue solite diavolerie che si inventava.

Da qualche tempo a questa parte, quello era diventato un momento di calma e di “intimità” fra noi due. Spesso restavamo chiusi nel proprio silenzio, ciascuno indaffarato con le proprio faccende; altre, invece, ci scambiavamo quattro chiacchiere, finendo sempre per indispettirci a vicenda. Restava il fatto che, ad entrambi, sembrava andar bene così, pertanto ci godevamo quelle orette di pace che riuscivamo a ricucirci fuori da quel branco di scatenati.


“…e, senza indugi, la coraggiosa Zhira varcò il portone del tempio… Bene, ho concluso anche il trentunesimo capitolo, direi che ora mi ci vuole una pausa”

Chiusi il libro e lo deposi sul materasso vicino al cuscino. Dopo aver udito un sonoro crack provenire dalla mia schiena, segno che mi ero stiracchiata per bene, mi alzai e mi diressi all’uscita.

Io: Vado a farmi una granita, ne vuoi una anche tu?

Law: Menta

Io: Ok, torno subito

Aprii la porta e alzai il primo piede dal pavimento ma, quando intravidi qualcosa di scuro oscillare pericolosamente a sinistra e a destra all’altezza del mio viso, lo riabbassai immediatamente.

Al primo impatto visivo, dato il buio del corridoio, non riuscii ad identificare cosa fosse però, appena rallentò e socchiusi gli occhi, l’orrendo essere venne classificato: un ragno.

Un peloso e ripugnante ragno dal colore viscido, soggetto di numerosi attentati alle povere persone, molte delle quali prendevano ad urlare disperate rischiando di morire per infarto e di spaccare i timpani a chi lì presente. Non ero mai giunta a quella reazione perché, in fin dei conti, non sono “bestie” enormi e di animali/insetti ne ho visti molti da piccola, ma rimaneva il fatto che mi facevano troppo ribrezzo.

La mia mano, ancora a stringere il pomello, rafforzò la presa quasi a volerlo spaccare, e le gambe mi fecero balzare all’indietro per mettere la giusta distanza tra me e quel mostro.

Completamente immobile, lo osservai schifata per svariati secondi. Ancora non mi capacitavo del perché, al mondo, dovessero esistere simili esseri. Se fosse stato per me, gli avrei eliminati tutti, anche se temo che la lista di vittime immonde sarebbe stata un pochetto lunga… già, già.

Agitando freneticamente le lunghe zampe, il soggetto delle mie imprecazioni mentali stava tentando di ricreare la ragnatela che io, involontariamente, gli avevo spezzato per via del mio gesto.

Il destino o il fato, a seconda di come lo si vuol chiamare, era stato crudele con lui. L’aveva fatto ritrovare nel posto sbagliato e, soprattutto, al momento sbagliato. Quel maledetto ragno aveva quasi osato venirmi dritto in faccia. A mio parere, aveva già vissuto fin troppo.

Mi guardai con rapidità in giro passando ripetutamente lo sguardo dalla stanza alla mia prossima vittima, come se temessi che, perdendolo di vista anche per pochissimi istanti, quello avrebbe captato la minaccia che incombeva su di lui e sarebbe fuggito a nascondersi in qualche angolino fuori dalla mia portata.

Appena individuai un oggetto adatto per tale compito che avrei portato personalmente a termine con goduria, scattai all’istante. Andai ad afferrarlo, ritornai nell’esatto punto di prima e…

CIAFF!

Feci cozzare le mani fra di loro, sfregandole con foga e concludendo il tutto imprimendoci ancora più forza.


Io: Muahahah! Muori, bastardo!

Immaginai di star ghignando sadicamente in egual modo a Law quando si prepara ad importunare un avversario o a giocare con i suoi cadaveri ma, davvero, la goduria nell’aver quella mostruosità tra i miei palmi, totalmente spappolata, era indescrivibile.

Mi sembrò di vivere una scena simile ad una storia che avevo letto, dove dei giganti e titani uccidevano gli umani con una sorprendente facilità. Ecco: io, in confronto al ragno, ero un gigante e il nostro scontro era stato vinto dalla sottoscritta. Tuttavia, non essendo ancora pienamente soddisfatta, appallottolai il tutto e lo spiaccicai contro il muro, dandole una forma ovale.


Law: Fufufu, chi si è meritato di fare una fine così atroce per mano tua?

Mi voltai verso di lui, mostrandogli trionfante ed orgogliosa il mio operato.

Io: Un ragno. Purtroppo per lui non è andata bene. Ha sbagliato nel scegliere il suo avversario, ahahahah!

Law, divertito, sghignazzò insieme a me ma, poco dopo, il suo volto si oscurò. Lo fissai stranita.

“E quella faccia? Se adesso scopro che ha pure la fissa per i ragni, beh, non m’interessa. Passi la sua mania perversa con la medicina, ma i ragni no”

Law: Kyoko-ya, cos’hai usato per ucciderlo?

Io: Uh?

Seguii la traiettoria del suo sguardo e arrivai alla palla di carta che tenevo fra le mani. La presi con la destra e la tesi in avanti.

Io: Questa? A boh! Un pezzo di carta che ho trovato sulla tua scrivania, perché?

Usando i suoi poteri, me la strappo dal palmo e se la portò fra i suoi, analizzandola con accuratezza. Quando ebbe concluso, si irrigidì e scaturì una terribile aura raggelante.

Sollevò il capo, puntando gli occhi contro di me: scuri, duri; il viso teso; le labbra tese in un microscopico ghigno affatto rasserenante… insomma, tradotto, si stava incazzando e anche molto.

Osai lo stesso chiedere cosa avesse scaturito la sua reazione, sebbene il mio subconscio mi stesse urlando di fuggire da lì, il più lontano possibile, provando persino a nuotare in mare.


Law: Questa era una pagina del mio quaderno contenente alcuni appunti fondamentali. La stavo cercando proprio un istante fa, perplesso che non fosse da nessuna parte, e ora scopro che fine ha fatto

Io: Afferrato!

Stetti per andarmene e lasciarlo al suo lavoro ma, rielaborando le sue parole e comprendendo di aver fatto un’emerita cavolata -un’altra delle mie, e ti pareva!- la mia condanna a morte, ormai, era stata segnata, esattamente come avevo agito io con il ragno.

Io: Oh… ehm… ops?

Mi strinsi nelle spalle e gli rivolsi una piccola linguaccia e lui, in risposta, ridusse gli occhi a due fessure.

Quel foglio era diventato un’arma assai pericolosa. Sebbene la situazione non era delle migliori, non potei impedire alla mia fervida immaginazione di pensare a qualcuno che si mette ad uccidere, che so, un Ammiraglio, usando un semplice pezzo di carta e, di conseguenza, di mordermi il labbro per trattenere le risate.

Law, senza ombra di dubbio, associò tale reazione al fatto che gli avessi distrutto una parte del suo lavoro e ciò non fece altro che aggravare la mia condanna a morte.

Espanse la Room e mise in atto la sentenza.


<><><>


Ero indolenzita dalla testa ai piedi. Non avevo un singolo punto del corpo che non provasse dolore.

Gemendo ad ogni passo che compivo, arrivai lentamente alla sala da pranzo dove il resto della ciurma era già pronto per cenare.


Shachi: Kyo-chan! Eccoti finalmente! Eheheh

Penguin: Vieni, questa volta abbiamo cucinato noi visto che ti stavi riposando

Io: Riposando? RIPOSANDO!? Ah, povero e ingenuo Penguin… riposando, come no!

Attirai su di me parecchi sguardi perplessi. Incurante, spostai la sedia e, quando mi sedetti, mugugnai infastidita.

Bepo: Kyoko, non ti senti bene?

Io: Perché non lo chiedete a quel pazzo che abbiamo per Capitano!? Siamo sicuri che sia un chirurgo? No, perché da come mi tratta, lui non pensa affatto a curarmi! Anzi, mi procura dolore!

Quello bastò a far intuire a tutti che “Lampo giallo” aveva colpito ancora e che Law aveva messo in atto una delle sue vendette, pertanto si misero a ridere.

Sbuffai indispettiva e afferrai la forchetta, ma nuovamente sentii dolore. Mollai la posata e pensai ad altro.


Pauly: Questa volta ci è andato giù pesante… che è successo?

Raccontai brevemente l’episodio, ottenendo come risultato quello di farli scoppiare a ridere. Gli fulminai con lo sguardo e mi preparai a farlo anche con i miei poteri.

Matt: S-scusaci, Kyo-chan, pff pff… e lui che ti ha fatto?

Io: Oh, niente di così grave, guarda! Si è solo preso la mia mano destra e se l’è sostituita con la sua, così ha passato l’intero pomeriggio a scrivere con essa e adesso non me la sento più; lo stesso vale per la sinistra, a differenza che l’ha lasciata a me e mi ha obbligato a riscrivere cento volte la pagina distrutta; mi ha divisa da metà busto in giù e ha usato le mie gambe come cuscino per il suo deretano... sono talmente addormentate che mi chiedo come abbia fatto ad arrivare qui- FERMI! Non penserete mica che sia finita qui! Illusi! Mi ha piegato la schiena in una posizione scomodissima, in modo tale da farmi capire cosa si prova a passare delle ore alla scrivania e, per terminare in bellezza, domani devo setacciare l’intero sottomarino per accertarmi che non vi siano altri ragni in giro perché, se mai me ne dovesse scappare anche uno soltanto, Law ha detto, testuali parole: “Te lo faccio uccidere con i denti e poi ingoiare”

La loro reazione? Ho come l’impressione che non sia necessario descriverla. Arrivarono con le lacrime agli occhi e a doversi sostenere a qualcosa.

E, nel frattempo, ecco apparire un Law bello soddisfatto e sghignazzante che andò a sedersi al suo posto a capotavola non degnando le mie occhiatacce.


“Mi sa che quello che ho detto in precedenza va modificato un po’: il ragno era un essere umano, io un gigante e Law un titano. Non sono ancora ai suoi livelli da potermi considerare superiore a tutte e a tutti. Temo che Law avrebbe sempre la meglio… ho fame e non riesco nemmeno a prendere la forchetta. Sigh, povera me!”




Angolo autrice ^^:

*dopo essersi accertata che la sua barriera resista, spunta fuori con metà testa* Ehm, Alyce-san, non mi ammazzare! Non volevo farti prendere un colpo piazzando un rag- *coff coff* un insettino(?) poco gradito, chiedo venia! *schiva una sedia*... meglio filarsela! *tira su lo scatolone (e questa sarebbe una barriera?) e se la da a gambe levate*

Ebbene, poiché ho scritto degli squali e, nel mentre, mi sono venuti in mente i ragni che spaventano realmente un sacco di persone, questo Special mi è uscito su due piedi :P (un cappy molto soft)
A me i ragni non fanno né caldo, né freddo, solo schifus, quindi non mi metterei ad urlare come una pazza isterica, però scrivere di ciò è stato + forte di me, eheh.

Inoltre, per mia povera sfiga, l'episodio descritto mi è accaduto veramente. Me lo ricordo ancora come se fosse ieri:
Erano le 23.47, avevo appena finito di studiare italiano (mortacci a quelle poesie del piffero e le vite degli autori <.<), pertanto ero andata alla porta per aprirla e andare in bagno a cambiarmi quando, per non so quale bontà Divina, ho evitato quel grossissimo ragno per culo. Ad un centimetro dal viso, era lì che cercava di risistemare la ragnatela.
Ora che ci penso, non so come cribbio abbia fatto a non urlare assatanata un "MUORI" e svegliando tutta la mia famiglia, ma va beh. Cmq, non sapendo che usare per farlo fuori, la sfiga non colpisce ancora e mi fa prendere una scheda di italiano che era sulla scrivania? Me ne sono accorta solo quando il danno era stato fatto. E tenete conto che quel foglio mi serviva per fare un compito il pomeriggio dopo... ho dovuto richiederlo alla mia insegnante u.u
Però, sapendo di averlo fatto fuori, in quel preciso momento Light di "Death Note" era una bazzecola in confronto alla mia risata, muahahah.

Well, dopo questo raccontino, mi ritiro a rimpinzarmi di cioccolato. Un bacione, ragassuole, e a venerdì prox! =_^
Flame

P.S. Il 2° Special lo dedico a tutti i miei fans che continuano a seguire le pazzie che mi invento, ad aggiungere la mia ff tra le diverse categorie e ad inserirmi negli autori preferiti. Grazie mille, mi date piccole soddisfazioni ^^
Ovviamente, un doveroso grazie va anche alle mie care recensitrici. Arigatou: Sanjina99, TrafalgarEmily, Portgas D Sara, super_googletta97, Art_4ever, FedeAle1525, Jaeger_D_Ryo, Incantatrice_Violeta, Soke07, Monkey_D_Alyce, lucy_chan93 e Aliaaara
Il cappy precedente ben 12 recensioni!? O_O. Siete adorabili, mi avete fatto un fluffoso regalo di Pasqua :3

Ordunque, dato che non sono da effusioni, vi spedisco a casa un tenero Bepo con l'ordine di stritolarvi in un abbraccio puccioso! BUONA PASQUA A TUTTE!




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Capitolo 19
*** Come può scombussolarti un semplice bacio ***


LxK




Trascorsa una manciata di minuti che a me parvero secoli interi, Law si staccò da me con lentezza, rimanendo comunque ad un palmo dal mio viso. Entrambi, per via del bacio prolungato, avevamo il fiatone, pertanto rimanemmo in silenzio per riacquistare aria.

Quello e i battiti dei nostri cuori galoppanti erano gli unici rumori presenti nella stanza. Percepivo dei brividi di piacere percorrermi interamente e, nel frattempo, un tiepido calore riscaldarmi. Non mi era mai capitato di provare una simile sensazione prima di allora e, ad esser sinceri, era tutt’altro che sgradita.

Quando spostai lo sguardo dal colletto della felpa di Law per posarlo nel suo, avvertii come una scossa. I suoi occhi, di quel grigio che da sempre mi aveva colpita, mi fissavano con intensità ma, rispetto al solito, c’era una luce diversa che gli attraversava.

Non so se fu nuovamente colpa sua, o se questa volta agii io, ‘sta di fatto che finimmo ancora con le bocche unite e, da quel che sembrava, la notte sarebbe stata lunga.

Vedendo che non mostravo segno di volermi tirare indietro, mi cinse per la vita e mi strinse a sé. L’altra mano, invece, andò a scostarmi con delicatezza i capelli dal viso e, in seguito, ad insinuarsi tra di essi e il mio collo.

Mi faceva fremere in egual modo in ogni centimetro di pelle che mi toccava o semplicemente sfiorava. In un gesto istintivo, lambii ancor di più il suo indumento e portai a mia volta una mano sul suo fianco destro.

Non ci stavo capendo nulla. La mia mente, ormai, si era persa nel suo mondo e le azioni del mio corpo erano dettate solo dalla vicinanza di quello di Law. Non ero più padrona di me stessa; la passione del momento era colei che mi muoveva, lei e nient’altro.

Le labbra malandrine di Law intrapresero un gioco malizioso con le mie leggermente screpolate, passando da baci casti a succhiarle o morderle fameliche, ottenendo sempre in risposta la reazione che si aspettavano e che, soprattutto, desideravano.

Qualche attimo dopo, il chirurgo cominciò ad indietreggiare poco per volta portandomi appresso. Troppo coinvolta nell’effusione, mi lasciai guidare senza opporre resistenza o chiedermi almeno che intenzioni avesse.

All’improvviso, fui costretta a compiere una piccola giravolta e mi ritrovai distesa sul letto a due piazze con lui a cavalcioni su di me. Rendendomi conto solo il quel preciso frangente di cosa stessimo realmente facendo, inevitabilmente arrossii. Lui, rivolgendomi un sorriso sensuale, prese a far scorrere la sua lingua sul tratto del mio collo, arrivando a soffermarsi sulla mia spalla liberata dal pigiama nero e viola senza maniche.

Quando i suoi denti incisero lievemente la mia pelle, uno strano mugugno fuoriuscì dalla mia gola. Temendo di aver “detto” qualcosa di sbagliato, misi la mano sulla bocca socchiusa.

Nel farlo, mi scontrai con il braccio di Law, il che lo fece interrompere con la sua piacevole tortura e sollevarsi sugli arti per potermi vedere in volto. Non ci mise molto a cogliere il perché del mio gesto, e lo stesso vale per far spuntare l’usuale ghigno alla Trafalgar.


Law: Non temere, Hotaru-ya. Questo sta ad indicare unicamente che le mie attenzioni sono di tuo gradimento

Dopo aver affermato ciò con un pizzico di pura soddisfazione presente nel tono di voce, riprese da dove aveva interrotto, cambiando la zona da possedere. Se prima il mio fiato divenne irregolare, adesso sparì completamente.

Con occhi vigili, seguii la discesa di Law fra il mio seno. E lui, nel mentre, continuò anche a tracciare differenti motivetti immaginari lungo la mia vita. Ostentava calma e decisione. Sapeva cosa fare, come agire e, perdinci, essendo un chirurgo sapeva indubbiamente quali fossero i punti più sensibili!


Law: Sei davvero intrigante, “Lampo giallo”. Davanti agli occhi del mondo intero appari come una ragazza forte e temeraria, eppure…

Rapido, ritornò ad un soffio dal mio viso.

Law: …sei ancora così tremendamente innocente

Aprii la bocca con l’intenzione di rispondergli per le rime e buttarlo pure giù dal letto se fosse stato necessario, ma la sua “risata” mi precedette azzittendomi, seguita dalle sue labbra che si avventarono sulle mie. Per ripicca, gli morsi la punta della lingua, ma quello servì a renderlo maggiormente attivo.

Anche se, in fin dei conti, non c’era poi molto di cui discutere. Law, come sempre, aveva ragione. Nel corso degli anni ho imparato ad affrontare svariate situazioni, ma mai quelle relative al campo sentimentale pertanto, innocentemente curiosa, allacciai le dita dietro la sua nuca e contraccambiai con sicurezza.

Un leggero dondolamento delle molle del materasso e due tonfi ai piedi del letto mi lasciarono intendere che qualcuno aveva lanciato via le proprie scarpe per potersi mettere comodo. Ridacchiando contro di lui, mi impuntai sui gomiti per spingermi verso i cuscini e fargli un po’ di spazio.

Ovviamente non si fece ripetere il messaggio implicito. Anzi, ne approfittò subito per stendersi meglio su di me.

Certo che, a ben pensarci, era buffo vedere me, la solitaria supernova, ora un membro dei Pirati Heart e pronta a lasciarsi andare nelle braccia del rispettivo Capitano.

Eppure… mi sentivo così bene. Ogni cosa stava andando nel verso giusto: io ed i miei fratelli stavamo inseguendo i propri sogni; avevo una ciurma ricca di nakama scatenati ma perfetti e, infine, c’era Law. Già, il misterioso ed enigmatico Trafalgar, colui che a suon di frecciatine e ghigni coglie al volo i miei momenti di sbadataggine per sfottermi senza ritegno. Però, forse, è proprio questo ciò che fa divertire entrambi: ci studiamo, ci sfottiamo e, come ultimo passo, ci allettiamo con vendette congegnate al nostro indirizzo. Decisamente con lui non rischiavo di annoiarmi, e per una peperita quale sono non potevo chiedere di meglio.

Comunque, non mi sarei mai aspettata una svolta simile. In passato ho volutamente evitato ogni sorta di legame, mentre adesso sono circondata da parecchie persone che mi vogliono bene. Com’è strana la vita.

Il mio attimo di riflessione venne brutalmente interrotto quando percepii la mano di Law infilarsi sotto il mio pigiama, e se si tiene conto che quando mi corico per fare la tanto agognata e dolce nanna mi levo il reggiseno quello implicava che le cose stavano prendendo una piega scottante!

Alzai le palpebre e incontrai i suoi occhi fermi poco prima che ritornò a lambire il mio collo. Mi venne spontaneo domandarmi se davvero gli andasse bene una ragazzina inesperta come me… Davvero poteva voler baciare un-



-MOSTRO!-


Sussultai e mi incantai a fissare il soffitto con lo sguardo perso nel vuoto.


-Se mai dovesse capitarmi a tiro… beh, prima di morire passerebbe le pene dell’Inferno, kyahahahah!-
-Non parlarmi di un essere simile in mia presenza, mi dà il voltastomaco.-
-Sia pregato a lungo il Dio misericordioso affinché ci protegga da una creatura del genere!-



Scossa, iniziai ad annaspare e il piacevole tepore cedette il posto ad un senso di puro freddo.

“Cosa sto facendo? Io non… devo andarmene da qui prima che accada l’irreparabile”

Io: Law, togliti

Biascicò solo un “Uh?” vicino al mio orecchio.

Io: Ti ho detto di toglierti

Il tono alterato e lievemente tremolante che usai ottenne finalmente l’effetto sperato. Si staccò da me per potermi scrutare con serietà e, dal suo modo di aggrottare la fronte, la mia espressione non doveva essere gradita.

Law: Che ti è preso?

Io: Affari miei, e mo’ levati!

Per niente contento di avergli omesso la verità con una risposta acida, e capendo che stavo tentando si sgusciargli via, mi afferrò per i polsi e me li strinse con forza sopra la testa.

Law: Io non accetto ordini, gli impartisco, e in quanto tuo Capitano ti ordino di dirmi immediatamente cosa ti è passato per la mente

Io: Anche se sei il mio Capitano, non significa che debba renderti conto su tutto, pertanto te lo ripeto: sono.affari.miei… lasciami andare!

Provai a ribaltare le posizioni strattonandomi con energia, ma non mi mossi un gran che.

Law: Non mi sembrava che ti recasse fastidio quello che ci stavamo apprestando a compiere, quindi se cambi umore così velocemente in questa circostanza una spiegazione mi spetta eccome!

Poiché sostenere una discussione con lui guardandolo dritto in faccia divenne troppo difficile, voltai il capo verso la scrivania. Cosa mai potevo dirgli? Lo stavo ingannando, illudendo… mi sembrava di essere così, così sporca.

Law: Allora!?

Mi rigirai verso di lui, e sussurrando un “Perdonami” tramutai la mia parte superiore in elettricità. Rapido si scostò da me per non sortire troppo gli effetti della scossa che gli diedi, spostando tutto il peso sulle ginocchia. Ne approfittai per diventare interamente di elettricità e passare sotto le sue gambe divaricate stando attenta a non sfiorarlo per non procurargli altro dolore.

Una volta in piedi davanti alla porta, la spalancai e corsi fuori dalla stanza incurante del mio nome pronunciato ad alta voce. Per ovvie ragioni oltrepassai la mia camera e imboccai sulla destra il primo bivio di corridoi, finendo più avanti ai pressi dell’officina. Vi entrai e, una volta chiusami dentro, poggiai la fronte al vetro con gli occhi chiusi e inspirai ed espirai a lungo per stabilizzarmi.

Mi dispiaceva per come mi ero comportata con Law, ma era meglio bloccarsi subito prima di rovinare il nostro "rapporto". Sicuramente non mi avrebbe perdonata con facilità, tuttavia non potevo fare altrimenti, punto.

Ed ecco che, prepotenti, le voci di poco fa tornarono a farmi visita, facendomi sentire ancor peggio.



-MOSTRO!-
-Rifiuto umano!-
-Il diavolo in persona, ecco cosa sarebbe!-



Digrignando i denti, serrai le mani a pugno e le sbattei contro il metallo insieme alla fronte.

“Basta! Sparite! SPARITE!”

A fatica, le ricacciai nei meandri più scuri della mia mente. Poi, spossata per la serata, decisi di dormire sulla piccola amaca lì presente usata da Hiro quelle volte che gli capitava di stancarsi fino a tardi per via dei suoi strani esperimenti. Appena toccai il cuscino, Morfeo mi accolse tra le sue braccia.

<><><>

***


Matt: Oh, salve, Capitano!

Funny: ‘giorno, Capitano!

Healt: Capitano…

Risposi al saluto con un cenno del capo, per poi andarmi ad accomodare al bancone in attesa di una buona tazza di caffè che i ragazzi stavano già preparando. Come ogni notte avevo dormito sì o no intorno alle quattro ore, eppure ‘sta volta percepivo la stanchezza, così sostenni il mento con la mano del braccio appoggiato sul sostegno e presi a seguire i discorsi senza senso dei miei sottoposti per distrarmi.

Funny: …ed è unicamente grazie alla mia agilità se ne siamo usciti illesi, ah!

Healt: Ma fammi il favore! Tu, agile? In che mondo, scusa? Sei peggio di una lumaca

Funny: Ah ah ah, spiritoso, guarda… parla quello che ci impiega tre ore a mangiare

Healt: Voglio degustarmi il cibo, io, non ingozzarmi come voi bestie

Funny – Matt: EHI, COME TI PERMETTI!?

Nel giro di un nanosecondo, tra insulti di dubbia fantasia, passarono alle botte vere e proprie. Sospirando esasperato, mi alzai e tolsi la caffettiera dal fuoco.

“Da quando mantengono tanta energia dopo un turno di guardia?”

Dubbioso, controllai l’orologio appeso sopra il frigorifero e mi fermai un attimo a riflettere; qualcosa non tornava.

Funny: Tanto ho ragion-

Healt: Te la faccio vedere io, stupido tricheco!

Matt: Come osi paragonarmi a quel lardoso animale, brutto gorilla mancato!?

Healt: … sei morto

Funny: Oooy! C’è qualcuno che mi ascolta!?... mi ignorate, eh!? Siete proprio dei bastardi!

Il loro incessante battibeccare mi innervosì, tant’è che gli intimai di azzittirsi all’istante se non volevano passare tutta la settimana a sgobbare senza sosta.

Funny – Healt – Matt: Ci scusi

Healt: Tutta colpa vostra

Funny – Matt: Ripetil-

Notando il mio mal umore, desistettero dal portare a termine la frase e abbassarono il capo.

Io: Perché non siete ai vostri posti di vedetta? Avreste dovuto staccare tra un’ora

Matt: Ci ha dato il cambio Kyo-chan

Inarcai un sopracciglio e gli esortai a parlare per delucidarmi.

Funny: E’ venuta fuori da noi verso l’alba, e vedendoci un po’ sfiancati ci ha proposto di rientrare che al resto di avrebbe pensato lei

“Non è da lei essere così mattiniera”

Ne compresi il motivo all’istante. In parte irritato dal suo comportamento della serata precedente, sbuffai scocciato e bevvi il mio caffè.

Healt: Però, anche se è stata gentile e sorrideva, non mi è parsa la nostra solita Kyo-chan

Funny: Concordo, sembrava sovrappensiero

Matt: Magari non ha dormito bene. Può capitare di avere un sonno agitato

Healt: Sarà… spero non sia nulla di grave

Terminata la bevanda, mi dedicai ad una fetta di torta alle mele avanzata la cena scorsa.

Matt: Cià, visto che dovrò cucinare, vado a riposarmi un po’

Sbadigliando andò all’uscita. Siccome le sue parole catturarono la mia attenzione, mi pulii con un tovagliolo e lo richiamai per chiedergli a cosa alludesse.

Matt: Kyo-chan ha detto che oggi non le va di cucinare, perciò c- uh? Dove sta andando, Capitano?

Io: Mi sono appena ricordato di avere delle questioni irrisolte

Noncurante degli sguardi perplessi puntati contro, sorpassai Matt e mi incamminai verso il ponte esterno con l’intenzione di mettere in chiaro alcuni concetti con la cuoca di bordo.

Malgrado la sua inspiegabile reazione, non l’avevo trattenuta oltre e nemmeno cercata dopo essere sparita in quel modo, conscio che se non le passava da lei non avrei ottenuto molto, ma non accettavo il fatto che venisse a mancare ai suoi doveri nei confronti della ciurma.

Una volta all’aperto la cercai ovunque, scorgendola in seguito in piedi sul secondo ponte, quello più ridotto e posto in alto. Sebbene la lontananza, notai le sue mani stringere con troppa foga le pagine del giornale consegnatoci la mattina dal Gabbiano News ma, soprattutto, l’ansia presente sul suo viso.

Quando stetti per muovere un passo nella sua direzione, la vidi muovere le labbra per poi dirigersi con velocità alla scaletta che collegava i due ponti.

Fu in quell’attimo che mi notò a sua volta. Dopo essersi bloccata per dei secondi, mi raggiunse con poche falcate.


Kyoko: Law! Ho bisogno del tuo aiuto!

Con agitazione mi porse l’oggetto di carta aperto su una pagina rappresentante un articolo che occupava l’intero spazio e che mostrava delle immagini di qualche combattimento.

“Cosa può averla agitata fino a questo punto? Se mi parla nonostante l’episodio di ieri, non deve essere nulla di buono”

Con quella riflessione mi approntai a leggere la notizia fresca di stampa, e quando arrivai alla fine dovetti ammettere che ne rimasi a dir poco sorpreso.

“Ciò significa che…”







Angolo autrice ^^:

TipaSenzaNome: Salve a tutti! Per chi ancora non mi conoscesse, io rappresento la sostituta di Flame nei momenti in cui impazzisce più del solito o è impossibilitata a rispondere come in questo preciso istante. Se vi state chiedendo che fine ha fatto... beh, ecco, come posso dirverlo senza spaventarvi?
Kidd: Ci penso io, incapace! *la manda via con un potente spintone* Allora, l'idiota le sta prendendo da Trafalgar. Per una volta quel chirurgo si sta rendendo utile, ghiahah- AAAH, CAZZO CHE MALE! *si guarda i piedi e vede un gatto nero con le unghie conficcate nella sua pelle* SPARISCI, MALEDETTA PALLA DI PELO!
"Gatto": *evita le mani di Kidd e balza all'indietro* Dammi ancora dell'idiota e il prossimo punto che graffierò ti farà piangere dal dolore, brutta palla di lardo!
Kidd: *strabuzza gli occhi* Come minchia fa un gatto a parlare!?
"Gatto": Mongoloide, sono Flame!
Kidd:... CHE!?
"Gatto": *si mette seduta... o in piedi? Mezza sdraiata? Oh, insomma, si mette comoda!* Tsk, tutta colpa di Law. Se l'è presa perchè l'ho fatto andare in bianco, quindi ha ben pensato di torturarmi per un'ora intera, per poi finire in bellezza mettendomi nel corpo del mio gatto per non farmi coccolare il mio Ace... infingardo!
Kidd: Ghiahahahah, che sfigata!
"Gatto": Grr, ve la farò pagare ad entrambi! E st- *sbraitando, gli cade l'occhio sulle zampette*... waa, ma allora sono proprio morbidissime come sembrano *^*. E, 'spetta un pò *salta sul divano, sul tavolo, sul mobile* Wow, non ho mai imparato ad essere così agile in 8 anni di educazione fisica! Dunque è così che ci si sente quando si è un gatto? AH, MA CHE VADO A PENSARE IN UNA SITUAZIONE DEL GENERE!? DEVO TORNARE NORMALE! *va alla ricerca di Law*
Kidd: Qui si sono bevuti tutti il cervello <.<
"Flame": Miao? *seduta a terra, con la mano si gratta dietro l'orecchio*

Quanto deve essere figoso sapersi trasformare in un gattino? O in una tigre, o in una pantera, o-
Coscienza: Smettila con queste cavolate e commenta seriamente il capito!
"Gatto": M-miao!
Ordunque, partiamo dall'inizio! Ammettetelo, voi lettrici dalla mente maialina vi aspettavate quella parte, nnvero? Su, su, a me potete dirlo u_u
Well, all'inizio ammetto che mi era balenata come idea, ma poi l'ho scartata quasi subito perchè mi sembrava troppo presto. Insomma, Kyoko si accorge solo ora che Law non gli è indifferente, e già passava a compiere quel passo? Sì, so che se non fosse stato per i suoi pensieri, con molta probabilità la serata avrebbe preso quella piega, però così non è successo, punto, quindi mi piaceva di più :P
Ma non temete, il rating arancione arriverà, eccome se arriverà! Ah proposito di questo, come vi è sembrato questo cappy sotto questo punto? Le azioni hot le ho descritte bene? Vi chiedo di essere schietti poiché voglio sapermi regolare per il futuro ;)

Comunque, i due protagonisti hanno avuto il loro primo diverbio... come risolveranno il tutto?
MA, oltre al loro breve ma "intenso" momento intimo, c'è un'altra parte che fa intendere che qualcosa sta per succedere. Che cosa avrà mai letto Kyoko sul giornale da farla allarmare in questo modo? NO, non è nulla riguardante la guerra di Marineford. L'ho specificato sin dall'inizio che non ci sarà perchè adoro Ace e fare la classica ragazza fidanzata/o amica/o sorella che va a salvarlo e lo porta in salvo mi sembrava monotono, perciò provate a pensare ad altro, fufufu ^.^
Le acque iniziano a muoversi!

Mmh, non mi viene in mente altro, penso di aver detto tutto. Bene, spero che vi sia piaciuto e a venerdì prox!
See ya! =_^
Flame

P.S. Il 17° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: Monkey_D_Alyce, Portgas D Sara, TrafalgarEmily, Lully2c, Incantatrice_Violeta, Sanjina99, Jaeger_D_Ryo, Aliaaara, lucy_chan93 e Soke07 (tramite mp :P)


Per chi stesse aspettando una mia recensione alle sue storie o che finisca di rispondere ai mp, vi prometto che ci darò dentro per recuperare! >.<

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Capitolo 20
*** Cambio di rotta ***


LxK




Benché supposi di aver tratto le giuste conclusioni, prestai ugualmente attenzione a ciò che Kyoko cominciò a raccontarmi e, nel mentre, mi soffermai a lungo su una delle foto dell’articolo, nonché quella raffigurante un intero villaggio di montagna andato completamente distrutto. Nessuna abitazione era stata risparmiata dalla devastazione; rase al suolo fino alle fondamenta, tant’è che di esse vi rimanevano giusto le macerie ai confini di quella che, un tempo, poteva essere considerata una modesta zona pacifica di villeggiatura. In mezzo, il nulla, solo un’ampia distesa di terra arida. Persino la vegetazione circostante non era stata lasciata intaccata.

Tuttavia erano ben altri fattori ad impressionare come, per esempio, venire a conoscenza del fatto che l’intera vicenda la si associava ad una singola persona, un criminale a capo di una ciurma di pirati di recente fattasi un nome riconosciuto grazie alle testimonianze rilasciate dai civili sotto shock agli uomini della Marina sopraggiunti sul luogo quattro ore dopo.


“[…] Le forze dell’ordine continuano a proseguire con le ricerche in quanto, tutt’ora, è ancora sconosciuto il movente che ha spinto l’artefice a compiere un simile gesto; lo stesso vale per il mezzo utilizzato a tal fine. In base alle informazioni raccolte, si suppone si tratti del potere derivante da un frutto del diavo-”

Kyoko: … partirò immediatamente!

Smisi di far scorrere lo sguardo alle parole per posarlo su di lei che, terminato il suo discorso, aveva preso a muoversi freneticamente, portando di tanto in tanto la mano sulla sua arma. Dopo un evento del genere la sua reazione era più che giustificata, ma riflettere in preda al panico non avrebbe giovato anzi, avrebbe unicamente peggiorato le cose già di per sé gravi.

Io: Non essere frettolosa nel decidere il da farsi, Hotaru-ya. Se si sono mossi persino gli Ammiragli, significa che la situazione è delicata, pertanto nulla è da prendere alla leggera

Con il canino sinistro si morse l’angolo del labbro inferiore, per poi sbottare nervosa.

Kyoko: Al diavolo quei cani del Governo! Per quel che mi riguarda, non mi impedirebbero di andare da lui nemmeno se si presentassero tutti e tre, perché se non ti fosse ancora chiaro in gioco c’è la vita di-

Io: Invece ne sono consapevole e, ti dirò, non mi era mai passata per l’anticamera del cervello un’ipotetica esistenza di un qualsiasi rapporto fra voi due, per lo meno non ancora… ciò nonostante non puoi fare affidamento sulla buona volontà e forza fisica. Non sempre sono sufficienti per ottenere quello che si desidera, e di certo seguire la propria impulsività non rientra tra le strategie migliori

Interruppe la tortura alla sua povera ciocca di capelli e mi fissò alquanto infastidita.

Kyoko: Perfetto, dato che sono una ragazza incapace di agire senza farsi coinvolgere dagli istinti come accade per gli animali, sentiamo un po’… cosa mi proponi di fare, eh? Dovrei restarmene qui con le mani in mano ad attendere il prossimo pennuto che mi venga a riferire della sua cattura e di essere pure stato sbattuto in una fetida cella umida!?

Mi imposi di ignorare il tono derisorio iniziale, per non parlare poi della mia irritazione crescente, evitando così di finire a discutere e distaccarci dall’argomento principale che non ammetteva assolutamente inutili perdite di tempo. Se si voleva agire, bisognava farlo il prima possibile.

Io: Non intendevo questo

La rimbeccai, sostenendo il suo sguardo duro e, al contempo stesso, attraversato da una moltitudine di emozioni spiacevoli che la portavano ad un conflitto interno.

Kyoko: Allora, qualsiasi cosa fosse, ti avviso che non ho capito un accidenti, e poiché vado leggermente di fretta me lo spiegherai al mio ritorno. Ora, se vuoi scusarmi, vado a preparare tutto l’occorrente

Credendo di aver terminato lì la nostra conversazione, mi passò accanto e si diresse verso il portone principale.

“Come volevasi dimostrare non hai compreso nulla… tsk”

Kyoko: Devo prendere un po’ di viveri, una cassetta di pronto soccorso, studiare la rotta più breve da percorrere…

Prima che entrasse sotto coperta continuando a stendere la lista, mi piazzai al suo fianco sfruttando la mia Room e la bloccai arpionandole il braccio sinistro. Confusa, guardò prima le mie dita stringerla e poi me.

Kyoko: Ti sei dimenticato di dirmi altro?

Io: Ti proibisco di partire

Sul primo momento la sua perplessità rimase tale ma, poco dopo aver compreso il vero significato del mio ordine, mi guardò con rabbia e incredulità.

Kyoko: Mi stai… mi stai vietando di raggiungerlo?

Io: Esattamente. Andarlo a cercare da sola equivale a finire dritti nella mani della Marina, lo vuoi capire!?

Si bloccò per qualche secondo, per poi sorridermi con affetto e stringere le sue dita con le mie in una sorta di gesto volto a rassicurarmi.

Kyoko: Se temi che possa accadermi qualcosa, non devi, vedrai che mi farò valere. In fin dei conti sono pur sempre un membro dei Pirati Heart, e sia mai che mi faccia acciuffare o mettere fuori gioco con facilità; venderò cara la pelle, eheh. Quindi, fidati di me, tornerò presto da voi. Ti chiedo solo di rimanere pronto ad intervenire con qualche operazione medica se è richiesta, tutto qui

Io: Vedila come vuoi, ma sappi che il mio ordine è tassativo. Puoi sempre rifiutarti di obbedire, ma i gommoni non ti saranno accessibili e dubito che tu possa andartene con un differente mezzo

Questa volta colse al volo il messaggio, difatti la sua espressione mutò con rapidità, lasciandosi pervadere da una furia intensa. Con uno strattone deciso si liberò dalla mia presa e si allontanò da me di un paio di metri, lanciandomi occhiatacce cariche di astio ed odio.

Kyoko: Hai il coraggio di impartirmi un ordine del genere!? Pensavo che mi avresti aiutata, o almeno venuta incontro, ma non che mi dicessi certe cose e te ne fregassi altamente! Io ero… ti ho sempre reputato diverso dagli uomini crudeli e menefreghisti che ho incontrato da piccola, migliore dei meschini approfittatori pronti a tutto pur di avere ciò che bramano, invece sei esattamente uguale a loro!

Scossa, iniziò a tremare debolmente e abbassò il capo verso il pavimento, facendo così coprire gli occhi dal ciuffo blu che portava sul davanti. In seguito, inspirato profondamente, si risollevò e mi sorrise sprezzante.

Kyoko: Sai una cosa? Vai al diavolo pure tu, e arrangiati con il mangiare perché io ti lascio morire di fame!

Affermato ciò, mi diede le spalle, spalancò il portone sbattendolo contro la parete e se ne andò a passo spedito.

“Lo ribadisco, Hotaru-ya, non devi essere frettolosa, e impara a dare tempo alle persone di potersi spiegare”

Ripiegai il giornale e lo sostenni tra il fianco destro e il braccio, appena sotto all’ascella. Poi, ghignando divertito nell’immaginarmi la prossima reazione di Kyoko, mi incamminai a mia volta nell’oscurità del sottomarino.

***


James: Pss, ragazzi, sbaglio o Kyo-chan sembra parecchio arrabbiata?

Dreamer: Nooo, sul serio? Mah, è giusto entrata nella sala da pranzo con una faccia glaciale e senza salutare nessuno, mentre adesso mangia in disparte e dalla parte opposta dal suo posto fisso, capirai cosa c’è di strano!

James: Ho solo posto una domanda, ti costava tanto rispondere meno sgarbatamente?

Dreamer: Sei tu che te le vai a cercare chiedendo cose palesi, scemo

Si squadrarono in cagnesco per dei secondi, passando poi a tirarsi calci sotto al tavolo cercando di non farsi beccare dal tipo posto a capotavola. Steve, Pauly, Trey e Funny, seduti accanto ai due litiganti e ricevendo ogni tanto un tiro indirizzato a quest’ultimi, si unirono alla lotta a suon di cibo volante o gomitate ai fianchi.

Hiro: Secondo me è più turbata che il resto

Il piccoletto, in pensiero per la sua quasi sorella, non aveva mai distolto lo sguardo dalla nostra cuoca sin da quando aveva messo piede nella stanza. Per quanto riversassi anch’io nel suo stato d’animo, mi venne spontaneo sorridere di fronte al suo interessamento.

Io: Dopo proviamo a parlarle, che ne pensi?

Accettò volentieri la mia proposta annuendo con convinzione e, più tranquillo, si mise a tagliare la bistecca.

Penguin: Temo abbia litigato pesantemente con il Capitano

Con quella frase catturò l’attenzione di alcuni di noi. Dopo essersi riempito il piatto con il bis, Penguin si riaccomodò al suo posto e si avvicinò a noi per non farsi sentire da uno dei due diretti interessati.

Penguin: Prima, quando l’ho incrociata nel corridoio, l’ho sentita inveire contro di lui a proposito di un suo rifiuto

Io: Rifiuto a far cosa?

Penguin: Come pretendi che possa saperlo, scusa?

Healt: Sono d’accordo con Penguin. Quei due ci nascondono qualcosa, soprattutto Kyo-chan

Mandò giù il boccone, bevve un boccale di birra e si aggregò alla discussione intavolata da noi tre.

Healt: ‘sta mattina all’alba si comportava stranamente. Inoltre, parecchie cose non tornano: si è seduta il più lontano possibile da lui; non gli abbiamo ancora visti chiacchierare assieme e Matt ha dovuto provvedere al pranzo

Hiro: … uh! E se fosse nato del tenero tra lei e il Capitano e uno di loro si è dichiarato?

Per poco sia io che Penguin non cascammo dalla sedia portandoci appresso tovaglia e ogni oggetto lì disposto.

Io: H-Hiro, ma che vai a meditare!?

Healt: Io concordo con lui

Penguin: La pianti di dire che sei d’accordo con tutti e ci dici una volta per tutte quello a cui stai pensando!?

Healt: Vi accontento subito! Allora: lei, essendosi invaghita del Capitano, si è dichiarata; lui, non provando gli stessi sentimenti, l’ha rifiutata; lei ci è rimasta male e, inevitabilmente, sono arrivati al loro primo litigio… sì, il mio ragionamento non fa una piega, ahà!

Orgoglioso di essere giunto alla soluzione, sorrise soddisfatto e incrociò le braccia al petto.

Io – Penguin: … non sta né in cielo, né in terra

Healt: Eh!? Perché no!?

Penguin: Andiamo, Kyoko che si comporta da ragazzina in fase ormonale? Ti rendi conto di quello che stai sparando?

Healt: Beh, insomma… oh, senti, da innamorati si fanno cose strampalate, perciò potrebbe valere anche per lei!

Io: Sicuri di star parlando della stessa persona? Oltre a ciò, anche il Capitano mi appare diverso… guardatelo, sembra pronto a mettere in atto chissà quale piano contorto e ad affettare chiunque abbia da ridire

Esaminarono di soppiatto il soggetto in questione e Healt, disinvolto, scrollò le spalle.

Healt: Non vedo molta diversità dal Capitano che conosciamo… comunque sento di aver ragione!

Io: Certo, certo, l’importante è cred-

Non conclusi di parlare perché un pezzo di carne mi si spiaccicò sulla guancia, scivolando lentamente verso il basso e atterrando sulla coscia destra, andando di conseguenza a sporcare la mia tuta bianca. Fulminai con lo sguardo un Healt sghignazzante.

Io: Cerchi rogne, eh? Non sai a chi vai incontro!

E fu così che anche noi due, seguiti a ruota da Penguin, cominciammo a competere come il resto dei presenti.

***


Distratta e per nulla vogliosa di mettere del cibo sotto i denti, continuai a pasticciare le pietanze creando delle sculture che di artistico avevano ben poco. La fame mi aveva abbandonata; lo stomaco, per quanto fosse assurdo da credere, si era chiuso dalla sera precedente, rifiutando ogni sorta di briciola commestibile.

Brutta bestia l’ansia. Quando meno te l’aspetti, eccola apparire per tirarti degli scherzi affatto piacevoli. Nel mio caso, o mi mandava nel panico assoluto, o mi faceva perdere l’appetito. Nella peggiore ipotesi, provavo entrambi.

Non riuscivo a volgere i miei pensieri ad altro se non alle parole riportate sul giornale e a quelle di Law. Nel rammentare quest’ultime e nell’accorgermi del suo nome troppo presente per i miei gusti nella mia mente, rafforzai la presa sulla forchetta e l’agitai sulla superficie del piatto, colpendo per sbaglio il mucchietto di piselli verdi e spedendone qualcuno a far compagnia ai viveri già abbandonati sul pavimento.


“Sei uno… uno stronzo! Ecco, l’ho detto! Stronzo, stronzo, stronzo!”

Decisi di non prendermela maggiormente con i poveri ed innocenti legumi indifesi, provando a seguire il chiacchiericcio dei miei nakama. Mi accorsi in quel frangente che erano impegnati in una guerra all’ultimo sangue, senza nessuno che se la ridesse o incitasse gli altri.

“Magari finisse una pericolosa fetta di pane dritta in faccia a quel chirurgo da quattro soldi! Grr, ancora lui!?”

Scossi con vigore la testa come se bastasse per farlo uscire dai miei pensieri e mi sostenni il mento con una mano.

“Devo trovare il momento più opportuno per prendere il gommone e filarmela”

Law: Bene, visto che avete energia e preferite cimentarvi in altro piuttosto che ingozzarvi, possiamo ritenere concluso il pranzo e passare a questioni più importanti

Sotto lo sguardo perplesso dei suoi sottoposti si alzò, andò a prendere il giornale di quella mattina lasciato su una sedia vuota e lo lanciò in mezzo al tavolo, l’unico della sala da pranzo da quando avevamo optato di unire i tre tavoli iniziali per creare una lunga tavolata dove poter mangiare in compagnia dell’intera ciurma.

Bepo: Perché ci dà il giornale, Capitano? Dobbiamo vedere qualche notizia?

Law: Andate a pagina 7

Ricollegando all’istante il numero dettato all’articolo letto un paio di ore addietro, percepii la rabbia tornare a onorarmi di un’altra sua visitina.

“A che gioco stai giocando, Law?”

Pauly: Non riesco a vedere! Che cosa dice!?

Shachi: Penguin, mi stai schiacciando!

Penguin: Devo, altrimenti non vedo nemmeno io!

Funny: Aspettate, leggo io ad alta voce almeno vi informate in egual maniera tutti quanti, ok?

Quand’ebbero approvato all’unanime la buona idea di Funny, i ragazzi si risedettero ai loro rispettivi posti cedendo la parola al nakama alzatosi per farsi sentire meglio. Appena prese a leggere la notizia, strinsi gli occhi.

Funny: …e questo è tutto

Trey: N-non è possibile… un-un villaggio intero spazzato via in un colpo solo?

J.Bart: Ci sono individui portati a far di peggio

James: Ma è un potere spaventoso!

Matt: Puoi ben dirlo, se ha fatto fuori un membro di Barbabianca!

In un moto di stizza, scattai in piedi e sbattei una mano sul sostegno, attirando su di me la totale attenzione.

Io: Lui è ancora vivo! Non parlate come se fosse morto o spacciato!

Mi pentii immediatamente di aver alzato la voce pertanto, dopo essermi scusata, mi riaccomodai senza guardarli.

Bepo: Capitano, ma con noi cosa c’entra?

Law: Fufufu, perché non lo chiedete alla nostra Kyoko-ya?

In un nanosecondo risentii i loro sguardi perforarmi con insistenza. Odiavo quando ciò accadeva, tuttavia era tardi per sviare dall’argomento.

“Tsk, a quanto pare vuoi proprio divertirti fin che puoi, eh? Bene”

Presi un lungo respiro e mi voltai nella loro direzione.

Io: Il secondo Comandante della flotta di Barbabianca, Portuguese D. Ace detto “Pugno di fuoco”… è mio fratello

Calò un silenzio di tomba. Ciascuno era a dir poco sgomento: c’era chi strabuzzava gli occhi, chi rimaneva con le bocce spalancate e chi balbettava parole sconnesse. Malgrado la situazione, non riuscii a trattenermi dal ridacchiare per le facce da pesci lessi che mostravano.

Shachi: “Pugno di fuoco”, quel “Pugno di fuoco” è tuo fratello!?

Io: Sì, proprio lui. Siamo gemelli

Shachi: G-gemelli… incredibile

Penguin: Perché non ce l’hai mai detto!?

Io: Non mi viene da parlare della mia vita. E poi, non mi sembrava così importante

Steve: Stai scherzando!? Uno del suo calibro è tuo fratello e questo lo definisci poco importante!?

Hiro: Capitano! Dobbiamo aiutare Kyo-chan! Non possiamo permettere alla Marina che catturino “Pugno di fuoco”!

La ciurma afferrò l’importanza che aveva l’articolo per me dopo aver udito le parole di Hiro. Mentre ognuno disse la sua, sorrisi amaramente.

Io: E’ inuti-

Law: Jean Bart, quanto ci impiegheremmo ad arrivare nei pressi dell’isola di Banaro?

J.Bart: Se procediamo alla massima potenza dei motori, in meno di due giorni dovremmo essere là

Law: Perfetto, allora mettiti subito alla guida

Ligio al dovere, fece quanto impartitogli e se ne andò portandosi via un cosciotto enorme di carne.

“Ma cosa…? Che vogliono fare?”

Law: Bepo, tieni d’occhio il tempo e avvisami al primo cambiamento; voi altri, gestitevi bene le scorte alimentari e mediche, perché per quest’arco di tempo non potremo rifornirci. Si cambia rotta!

Ciurma: Agli ordini!

Hiro: Kyo-chan, lascia fare a noi! Lo raggiungeremo in un battibaleno e lo porteremo in salvo!

Non sapevo cosa dire; le parole morte in gola. Avevano appena saputo del mio legame con Ace, non conoscevano altro sul suo conto, eppure erano pronti a sfidare la Marina unicamente per farmi un favore. L’ansia di non arrivare in tempo da mio fratello diminuì e un forte senso di riconoscenza e affetto verso i miei nakama crebbe dentro di me. Ma, soprattutto, quello che provai in particolar modo fu un senso di colpa, colpa per aver pensato e detto quelle cattiverie su Law che, sicuramente, aveva preso questa decisione sin da subito.

Lo cercai con lo sguardo, e quando incrociai il suo provai a trasmettergli la mia gratitudine e le mie scuse come meglio potei. Quando lo scorsi rivolgermi uno dei suoi ghigni e avviandosi alla porta come se niente fosse e accarezzando la sua fedele spada, il mio cuore si sentì già più libero.








Angolo autrice ^^:

Ciau a tutti! Leggermente in ritardo, ma eccomi qui! Credevate che vi avrei fatto attendere, nnvero?
Bando alle ciance, passo subito a parlare seriamente del cappy perché è da almeno tre ore che sono qui incollata allo schermo, pertanto i miei occhi e il mio deretano mi stanno chiedendo pietà ^^"

Ordunque, nel prossimo... nel prossimo... Dio, sono troppo esaltata, non riesco a dirlo! >.<
Coscienza: Quanto la tiri per le lunghe! Insomma, apparirà A-
Flame: *in preda al fangirlamento, spinge via C* Entrerà in scena Ace! *^* E anche il caro P-
Coscienza: *spinge via Flame e la fa schiantare contro l'armadio* Come ti permetti di trattarmi così, ah!?... ops, è svenuta. Va beh, chisse u.u
No, seriamente, appare il SuperFocosoSexyECalienteDiUnDannatamenteFigoAce!... *coma. Si riprende, rimanda a dopo le sue fantasie*... e un altro pg, quel caro pg che adoriamo sfottere, muahahahah!
Anyway, voglio passare alle botte, perdinci! *freme sulla sedia* Devo calmarmi, se no divago e sto qui tutta notte <.<

Allura, penso sia chiaro cosa ci fosse riportato sul giornale, no? E' l'articolo dello scontro tra Ace e Barbanera sull'isola di Banaro, ovviamente in parte modificato con l'aggiunta di altri dettagli che scoprirete nei prox capitoli che leggerete e spostato nell'arco temporale (lo scontro, come ben sapete, avviene durante la saga di Water Seven. Non temete, anche questo cambiamento sarà spiegato ;P)
Qui ho reso tutto un pizzichino misterioso, perchè voglio far sì che sia Ace a raccontare la vicenda alla sua sorellina *-*

Fufufu, ho reso Law un finto bastardello? Cara Kyoko, lui ormai è cotto a puntino! Non potrebbe mai rifiutarsi di aiutarti >:)
Law: Ti conviene non andare a dormire questa notte

E, ultima cosa prima di perdermi a stiracchiarmi tutto il corpo, lasciatemelo dire... Hiro, sei troppo ciccino bello. Me lo immagino tutto innocente ad esporre la piega dei suoi pensieri. Amore, ti spupazzo :3
Che poi, eheh, in parte ha azzeccato il problema, peccato sia Law ad essere andato letteralmente in bianco XD
Coscienza: *si schiaffa una mano in fronte* Tu non cambierai mai
Flame: Uh? :D *sente il rumore della Kikoku sfoderata. Suda freddo* D-devo andare! *si scaraventa giù dal 25° piano*
Coscienza:... che razza di palazzo sarebbe? <.<

Oook, è tutto, anche se ho la netta sensazione di essermi scordata qualcosa, oooooh yeah! XD

Ci si sente! See ya! =_^
Flame

P.S. Il 18° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: Portgas D Sara, Lully2c, Jaeger_D_Ryo, Incantatrice_Violeta, lucy_chan93, Aliaaara, Sanjina99, Art_4ever, Monkey_D_Alyce, FedeAle1525, TrafalgarEmily e ankoku


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Capitolo 21
*** Di nuovo insieme! ***


LxK




Passai all’aperto l’intera notte a venire, accomodata sulle assi di legno e appoggiata con la schiena ad una parete gialla del sottomarino; come riparo dalle basse temperature serali, una coperta viola di lana doverosamente avvolta intorno al corpo raggomitolato su se stesso per contenere il piacevole tepore scaturito.

Immaginando senza difficoltà di non riuscire a prendere sonno, in quanto troppo in pensiero per le sorti di mio fratello, mi ero messa nuovamente di guardia all’imbarcazione per mia spontanea volontà, in modo tale da permettere ai ragazzi di godersi un meritato riposo. Dopo aver trascorso il pomeriggio a razionare i viveri ed i medicinali com’era stato ordinato, una bella dormita era proprio quello che ci voleva per riprendersi. Indubbiamente, un gesto simile non lo si poteva considerare sufficiente per ripagarli di tutto ciò che si stavano apprestando a fare nei miei confronti ma, se non altro, era pur sempre un inizio.

La luna piena era calata da un paio di ore ormai, cedendo il rispettivo posto al sole che, con i suoi caldi e splendenti raggi, schiarì il cielo non più stellato e creò dei giochi di luce sulla superficie cristallina dell’acqua. Persa ad ammirare estasiata quel magnifico scenario, rimasi a lungo immobile nella mia posa fino a quando non percepii i primi segni di stanchezza, dovuti dalle due notti quasi insonni.

Coprii con la mano un piccolo sbadiglio, per poi stringere maggiormente le gambe al petto fungenti da sostegno alle braccia e chiudere gli occhi, beandomi così dei rilassanti suoni della natura circostante.

L’oceano, nonché una distesa d’acqua talmente sconfinata da apparire infinita; un luogo insidioso, ricco di pericoli ad ogni angolo; portatore di innumerevoli avventure e altrettanti misteri… una calamita esercitante su di me una forte attrazione. D’altro canto, come si può resistere al suo dolce ed invitante richiamo all’azione, ad una vita in costante movimento e all’assoluta libertà? Se lo si ama, invece di temerlo a causa delle insulse storielle montate oltre l’inverosimile e raccontate da vecchi lupi di mare, ti regala delle emozioni intense ed uniche.

In più, per quanto mi riguardava personalmente, mi dava l’impressione di trovarmi stabilmente a casa. Ovunque fossi, sapere che i miei fratelli navigavano nello stesso mare mi rasserenava. Era come averli accanto.


“Ace… Rufy…”

Dischiusi in parte le palpebre e posai lo sguardo sul copri gomito arancione. Con l’indice destro cominciai ad accarezzarlo malinconica, rammentando nitidamente il momento in cui Rufy me lo diede alla mia partenza, idem con Ace. Sorridendoci a trentadue denti come solamente lui riusciva a fare, ci disse che così entrambi avevamo un oggetto importante da portare con sé, in quanto ci avrebbe ricordato costantemente colui che ce lo regalò e colui che ne indossava uno uguale, poiché gemello.

Da allora non vi era stato un singolo giorno che me ne fossi andata in giro senza. In realtà non necessitavo di qualcosa di materiale per tale fine, però l’idea al riguardo che aveva spinto il mio fratellino pure a guadagnarsi onestamente i Berry per comprarceli a tutti gli effetti mi piacque molto.


“Sono percorsi già tre anni da quell’ultima volta vissuta tutti e tre assieme… chissà se siete cambiati. Scommetto di no, sarete ancora i due pazzi incoscienti con cui ho vissuto, eheh. Beh, onestamente, non potrei desiderare di meglio, perché vi voglio bene proprio per come siete realmente. Certo che è buffo pensare a come, agli inizi, io ed Ace non riuscivamo ad andare affatto d’accordo con la nostra piccola peste petulante… un giorno Rufy ha rischiato seriamente di raggiungere l’altro mondo”

Risi allegramente nel riportare alla luce tale ricordo, uno dei tanti legati alla nostra infanzia spericolata e felice.


Inizio flashback

Svoltato dietro ad una maestosa quercia, io ed Ace ci arrampicammo su di essa, appostandoci in seguito sui rami in cima. Piegata leggermente in avanti con il busto e i palmi delle mani sulle cosce, provai a regolarizzare il respiro affannoso. Ace, invece, si lasciò andare contro il tronco.

Io: Dici che- *anf, anf* dici che l’abbiamo seminato? *anf*

Ace: Credo di sì, non lo vedo da nessuna parte, ma tieni lo stesso gli occhi aperti. A breve spunterà fuori, me lo sento

Sbuffai infastidita, rendendo ballerini i ciuffetti della frangetta sulla fronte, e dall’espressione corrucciata di mio fratello capii che anche lui doveva essere del mio medesimo umore.

Ace: Sta cominciando a ridurre le distanze. Va a finire che tra un po’ non riusciremo più a scolarcelo di dosso… quella Pulce è peggio di una sanguisuga!

Io: A furia di seguirci lungo i nostri percorsi, sta mettendo su muscoli

Ace grugnì scocciato e, sovrappensiero, si picchiettò ripetutamente il bastone di ferro sulla spalla destra.

Ace: Tsk, dobbiamo escogitare un piano, e alla svelta

Io: Ok, ma quale?

Restammo in silenzio per una manciata di minuti, il tempo necessario a mio fratello per farsi venire un’idea. Sbuffai nuovamente, mettendomi a sedere con le gambe a penzoloni.

“A quest’ora saremmo in giro a racimolare soldi per il nostro tesoro, invece che essere bloccati nella foresta… la colpa è solo di quel Gommino fastidioso!”

Ace: Ci sono! Hai presente il vecchio sentiero attorno al fiume con i coccodrilli e passante tra alcune tane dei serpenti?

Inclinai lievemente il capo e feci mente locale del Monte Corvo, giungendo ad una possibile immagine del posto.

Io: Intendi “Il Canto Infernale”?

Ace: Esatto. Quale posto migliore per tenere alla larga la Pulce?

Incrociò le braccia al petto e sogghignò, una luce sinistra brillava nei suoi occhi neri come la pece uguali ai miei. Riflettendo sul suo ragionamento, mi trovai d’accordo con lui.

In quella zona vi vivevano dei particolari volatili pericolosi che emettevano in continuazione i loro versi striduli e acuti e, se qualcuno osava disturbarli o interromperli, rincasava ricoperto di lividi, beccate e graffi ovunque. Per uno troppo pieno di energia ed entusiasmo come Rufy, sarebbe bastato poco per far accendere la miccia.

Io: E’ perfetto!

Ace: Lo so, eheh. Bene, allora è deciso: da domani passeremo da lì. Ci fermeremo pure a catturare un uccello… sono curioso di vedere se sono buoni da mangiare

Rufy: Anch’io voglio assaggiarlo!

Un Rufy sorridente e a testa in giù dondolava tra me ed Ace all’altezza del viso di quest’ultimo. La sua entrata inaspettata rischiò di farmi cadere all’indietro nel vuoto. Per fortuna ero riuscita ad aggrapparmi in tempo.

Io: Che diavolo ci fai tu qui!?

Rufy: Voglio stare con voi, ihih

Al contrario, a mio fratello non andò così bene. Per mettere la giusta distanza tra la sua faccia e quella del minore fra i tre, era balzato all’indietro non tenendo conto, però, dell’albero.

Rufy: Shishishi, che strano rumore che fa la tua testa

Il ferito, massaggiandosi la capoccia dolorante, lo fisso gelido con uno sguardo assassino e un’espressione dura.

Ace: Come sei salito quassù!?

Rufy: Ho allungato le braccia… neh, Ace, Kyoko, mi portate a mangiare tanta carne?

Ace - Io: NO, SPARISCI!

Ci diede retta? Figurarsi. Ridacchiando, si slegò il groviglio delle sue gambe e atterrò al nostro fianco.

Rufy: Dai, dai, andiamo!?

“Lo spingerei volentieri di sotto, se solo non corressi il rischio di cadere a mia volta. ‘sto qui potrebbe tentare di salvarsi attaccandosi a me, finendo di conseguenza con il portarmi con lui”

Tuttavia, forse, valeva tentare. La sua parlantina senza interruzione e il suo fare di sorridere in ogni occasione dava sui nervi. Scambiai uno sguardo complice con mio fratello.

Ace: D’accordo, puoi venire con noi a mangiare tutta la carne che vorrai

Sapevamo di aver usato le parole chiave per fare cadere in trappola Rufy, difatti prese a sbavare all’idea di una tonnellata di carne e a saltellare vispamente tenendosi fermo il cappello di paglia. Ace sorrise sadico e divertito.

“Che credulone, uhuhuh”

Ace: Potrai venire, sì, ma ad una condizione

Rufy: Quale?

Ace: Devi contare fino a cento ad occhi chiusi

Il minore smise di saltare come un pazzo e fissò perplesso Ace, ridendo poco dopo senza un apparente motivo.

Rufy: Tutto qui? Oooook!

Si mise le mani sugli occhi e iniziò a contare ad alta voce. Rapidi come due fulmini, io ed Ace scendemmo dalla quercia e riprendemmo la corsa per piantare lì Rufy. O, almeno, quello era il nostro proposito prima di risentire la voce acuta del moccioso.

Rufy: Ah, vero, non so contare fino a cento… me l’ero dimenticato, shishishi. Ace, non posso fare altr-…? Come mai ve ne siete andati? Oh, ci sono! Andiamo dagli uccelloni!? Aspettatemi, arrivo anch’io!

Felice di raggiungere subito il suo pasto, scese a terra a sua volta e ci venne incontro.

Io: Forza, Ace, scappiamo!

Indifferenti dell’altro, iniziamo a muovere le gambe alla massima velocità e a passare tra la fitta vegetazione. Rufy, imperterrito, non smise mai di seguirci, per di più urlando come un forsennato.

Rufy: OY, ASPETTATEMI!

Ace: E PIANTALA! LO VUOI CAPIRE UNA BENEDETTA VOLTA CHE SE CI CHIEDI DI ASPETTARTI, NOI ACCELERIAMO!?

Rufy: Lo so, però così è più divertente, shishishi

Ace mi guardò allibito, come a chiedermi conferma di aver sentito correttamente e se poteva esistere una persona tanto idiota. Al mio fissarlo di rimando, si convinse che sì, aveva capito giusto e ancora sì, schiaffarsi una mano in faccia era indiscutibilmente sensato.

Io: M-ma si può sapere da dove arriva un moccioso del genere?

Ace: Meglio non domandarselo

Rufy: Allora mi portate? Vero che stiamo andando là? Dai, tanto lo so che mi porterete perché ve l’ho chiesto, quindi perché non mi portat-

Ace: GIURO CHE ORA TI AMMAZZO!

“Ecco, è esploso…”

Ace, non vedendoci più dalla rabbia, diede di matto. Impugnando minaccioso la sua arma, si voltò di 180° e si scagliò con furia contro il soggetto del suo sclero, il quale prese a scappare via gridando in tondo agli abeti della zona e implorandolo di fermarsi.

Rufy: AAAAAH, QUALCUNO MI AIUTI! ACE E’ IMPAZZITO!

Ace: STAI ZITTO!

Purtroppo con uno come Rufy le maniere forti non servivano a molto -nemmeno i pugni micidiali del vecchiaccio sortivano l’effetto sperato-, ma quando ci voleva… ci voleva.

Conscia che le cose avrebbero tirato per le lunghe, mi sedetti sul prato a mangiarmi delle bacche di un cespuglio lì vicino, inconsapevole che, nel guardare i due bambini, le mie labbra si erano tese in un sorriso.


Fine flashback



“Ahahah, sì, ne abbiamo passate di tutti i colori, soprattutto Rufy. Però, ehi, non che fosse un santarellino, eh!”

Bepo: Kyoko, stai dormendo?

Mi ridestai dai miei ricordi e sollevai il capo volgendolo alla mia destra dove vi era in piedi il tenero Bepo che, costatato di avermi trovata sveglia, mi sorrise candidamente a mo’ di saluto, contagiandomi all’istante.

Io: Ciao… come mai già in piedi?

Bepo: Ho pensato potessi essere un po’ tesa, perciò sono venuto a vedere come stessi. Inoltre il Capitano mi ha consigliato di portarti una tazza di camomilla. Dice che potrebbe aiutarti a distendere i nervi

Con gentilezza, mi passò la tazza in questione. Ringraziandolo, la presi con i bordi della coperta per evitare di scottarmi le dita e me la portai alle labbra per soffiarci poco alla volta.

Bepo: Ormai ci siamo quasi. Tra un paio d’ore dovremmo arrivare

Sorseggiai la bevanda, sperando riuscisse per davvero a placare almeno in parte quella spiacevole morsa che percepivo allo stomaco.

Io: Bepo… lui ce la farà, vero? Se-se mio fratello versasse in condizioni critiche, secondo te Law riuscirà a curarlo?

Bepo: Certamente! Il nostro Capitano è un ottimo chirurgo, e sono certo che non lascerebbe mai morire una persona a te cara. Vedrai che andrà tutto bene!

Rispose immediatamente e con una tale sicurezza nella sua affermazione, da rincuorarmi con facilità e farmi sorridere d’istinto. Avevo posto una domanda sciocca; Bepo credeva ciecamente in Law, esattamente come gli altri… e me. Se avevo chiesto ciò, era unicamente per averne una conferma prima che la mia si rivelasse una convinzione dettata dalla speranza che nutrivo per Ace.

Law era sicuramente uno dei più capaci chirurghi al mondo, e un giorno sarebbe diventato il migliore, me lo sentivo. E, come aveva giustamente dichiarato l’orsacchiotto, lui si prendeva cura della sua ciurma. Anche per me aveva fatto molto; già salvandomi all’Arcipelago aveva cambiato in meglio la mia vita, regalandomi dei nakama speciali, e io me ne accorgevo soltanto adesso, dopo la mai sfuriata priva di alcun valido motivo.

Mi rabbuiai. Il mio comportamento nei suoi confronti era stato davvero pessimo, e ancora non avevo avuto l’occasione di ringraziarlo e scusarmi come si meritava. Rafforzai la presa intorno alla tazza.


“Quando tutto questo sarà finito, andrò a parlargli con calma e da soli. Voglio chiarirmi con lui, risolvere la questione per tornare al nostro solito rapporto”

Bepo: Intanto che ti riposi, vado a vedere se i ragazzi si sono svegliati

Ancora con gentilezza, allungò una zampa verso di me per potergli passare la tazza vuota. Invece di dargliela, però, lo chiamai flebilmente.

Bepo: Qualcosa non va?

Io: No, mi chiedevo se, insomma… mi faresti un altro favore?

Bepo: Aye!

Io: Mi terresti un po’ compagnia? Sempre se ti va, ovviamente

Sorridendo timidamente, si sedette al mio fianco. Mi lasciai andare contro la sua morbida consistenza, sentendo poco dopo le palpebre farsi via via più pesanti.

“E’ dopo averlo provato direttamente che si può comprendere il perché Law non perda mai l’occasione di accoccolarsi contro il suo Vice, eheh”

Risbadigliando sonoramente, mi tirai la coperta sulle spalle e iniziai a cadere tra le braccia di Morfeo. L’ultima cosa che sentii fu la voce ovattata di Bepo augurarmi un buon sonnellino e il nome di Law pronunciato inconsciamente e in un sussurro dalle mie labbra.

<><><>


Shachi: Ti manca ancora molto?

Io: No, ho finito! Eccomi, un secondo soltanto!

Penguin: Shachi, se non vuoi rischiare di prenderle da una donna, mai e ripeto mai farle fretta mentre si prepara

Shachi: Ops, hai ragione, non me ne sono reso conto! KYO-CHAN, fai pure con calma, però non troppa. Cioè, dobbiamo andare, non siamo noi a metterti pr-

Io: Ho capito, ho capito. Comunque vorrei farvi notare che mi sono appena svegliata e mi sto semplicemente cambiando, non truccando. Non posso mica uscire con una tutina striminzita!

Per la miseria, dopo una dormita concessami grazie alla premura di Bepo nell’avermi portata in camera, potevano darmi almeno il tempo necessario per apparire passabile!

Ammirai compiaciuta il mio riflesso allo specchio. L’acquisto di quei capi di vestiario si era rivelato economico e buono. Indossavo: un paio di pantaloncini beige attillati lunghi fino alle ginocchia; una felpa del medesimo colore, leggermente più scuro, e dalla doppia cerniera, comoda per tenerla aperta fin al seno e chiusa in alto per coprire il mio girocollo in casi di necessità come quello di adesso; sotto, una canotta arancione come il copri gomito e dalla giusta scollatura; i miei guantini di pelle neri senza dita; scarpe sportive bianche e la mia inseparabile cintura con marsupio e arma. Infine, mi ero legata i capelli in una coda bella alta passante tra la chiusura di un berrettino nero messo per cacciarci sotto il ciuffo blu mare e fare ombra sul mio viso lentigginoso.


“Perfetto, direi che sono pronta: comoda e un filino elegante. A conti fatti, sto per incontrare mio fratello dopo tre anni, pertanto devo fargli vedere che non sono più la bambinetta che crede, eheh”

Chiusi l’anta dell’armadio, spensi le luci schiacciando l’interruttore vicino alla porta e uscii in corridoio dove i ragazzi mi stavano attendendo.

Io: Possiamo andar-… state scherzando, spero. Non vorrete davvero venire conciati in questo modo?

Perplessi per via della mia reazione, si guardarono confusi e, in seguito, mi regalarono lo stesso sguardo.

Shachi – Penguin: Sì, perché?

Io: Si capisce lontano un miglio che quei baffi sono finti. Inoltre, seppur gli avete indossati per non farvi riconoscere, non vi siete tolti i copricapi. Andiamo, Pen, tu più di tutti attireresti l’attenzione

Penguin: Non mi separo dal mio cappello, e figurati se i marines vanno a dar retta a certi dettagli

Per niente convinta, gli scoccai un’occhiataccia. In risposta, entrambi si tennero saldamente il cappello calato sulla testa. Sospirando e scuotendo il capo, gli ordinai di ‘spettarmi lì buoni buoni. Rientrai nella cabina alle mie spalle e feci ritorno con due fasce colorate.

Io: Per lo meno mettetevi queste

Concordanti con la mia seconda proposta, le accettarono e se le legarono attorno ad essi, occultando così la scritta “Penguin” e dando una forma diversa a quello di Shachi.

Io: Ecco, adesso sì che si ragiona

Shachi: Eheheh, forse non avevi tutti i torti… ora tieni, Kyo-chan

Mi passò un paio di baffi uguali ai loro, a differenza che essi erano attaccati ad un paio di occhiali con un nasone rosa a patata. Non seppi se fossero seri o cosa, tuttavia gli squadrai.

Io: Io non mi metto quest’affare, è ridicolo. E poi per cosa vorreste farmi passare, per una donna barbuta?

Penguin: Ovviamente no, ma il tuo viso è molto noto, devi nasconderlo meglio rispetto a noi

Io: Ho detto di no. Se proprio dovessero scoprirmi, gli azzittisco tirandogli un calcio in mezzo alla gambe, semplice

Shachi: Ma perché non ti piacciono? Sono così buffi

Sorridendo, se li lisciò arricciando le punte all’insù. Senza tante cerimonie, glieli strappai via insieme a Penguin e gli lanciai nella mia stanza, bloccandomi per un attimo davanti ai loro occhietti tristi. Sospirai.

Io: Non vi servono certi trucchetti. Già avendo tolto la tuta siete irriconoscibili, e ammetto che state pure bene, eheh

Ed ero seria. Entrambi avevano optato per dei semplici pantaloni e scarponcini neri; Shachi una maglietta bianca con felpa verdone scuro; Penguin una maglietta azzurrina con felpa blu… dei ragazzi niente male.

Felici del complimento appena ricevuto, il sorriso rispuntò sul loro volto, ringraziandomi e complimentandosi a loro volta del mio aspetto colorato.


Io: Orsù, ora muoviamoci, abbiamo perso fin troppo tempo!

Gli sorpassai e mi incamminai svelta verso il ponte dove vi era l’intera ciurma per analizzare la situazione.

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***


Law: State attenti alla Marina. Molto probabilmente saranno presenti diverse pattuglie per esaminare meglio il luogo dello scontro e per aiutare i civili a ricostruire il proprio villaggio, onde per cui evitate di avvicinarvi troppo a loro e non parlate con le persone del posto se non è strettamente necessario. Meno darete nell’occhio, meglio è

Io – Penguin: D’accordo!

Non ottenendo tale risposta da una terza persona, il Capitano fissò suddetta con sguardo critico e tra il silenzio generale che vi regnava a bordo.

Law: Kyoko-ya, lo ribadisco, non essere frettolosa. Intesi?

L’interpellata sbatté le palpebre e sollevò lo sguardo per posarlo in quello di Law, come se si fosse accorta solo in quel preciso frangente che il nostro Capitano stesse parlando con lei.

Kyoko: Uh? Ah, sì, sono con loro

“Appunto, era persa nei suoi pensieri. Di sicuro non starà pensando ad altro che a suo fratello “Pugno di fuoco”… mi fa ancora strano credere che loro due siano imparentati… chissà se si assomigliano anche caratterialmente”

Il Capitano, capendo di non poter ottenere molto da Kyoko, si organizzò meglio come me e Penguin. Per giungere all’isola avevamo dovuto navigare lungo l’ultimo tratto di mare restando sott’acqua, poiché in giro vi erano un paio di navi della Marina. Se stavano facendo ulteriori sopralluoghi a Banaro, avremmo dovuto stare sull’attenti. Certo, erano lì anche per verificare dove fossero finiti i diretti responsabili ma, indubbiamente, non ci avrebbero meditato su due volte nel tentare di catturare due supernova e la rispettiva ciurma.

Proprio per questo, a scendere a terra, saremmo stati unicamente noi tre; Law e Bepo erano da escludere a priori, troppo particolari per non farsi riconoscere dal primo marine che passava; gli altri, invece, rimasero a bordo per poter ripartire appena pronti, perché se fossero scesi insieme a noi e la Marina si fosse accorta della nostra presenza, sarebbe stato un guaio salpare da lì senza complicazioni.


Steve: Noi vi aspetteremo qui, pronti ad intervenire appena necessario, quindi contattateci se avete bisogno

Io: Sicuro

Quando James e Matt finirono di preparare la passarella, Kyoko sembrò acquisire una nuova carica. Salutò di fretta tutti quanti e saltò giù dal parapetto.

Law: Shachi, Penguin, tenetela d’occhio e impeditele di compiere qualche idiozia. Se non riuscite a farla ragionare, non esitate un singolo secondo ad informarmi

Io – Penguin: Agli ordini!

Conclusa la conversazione, ci apprestammo a scendere a terra prima che rischiassimo di perdere di vista la nostra cuoca avanti di parecchi metri. Per fortuna non stette usando l’elettricità, altrimenti non avremmo avuto speranza.

<><><>


Come previsto dal Capitano, gli uomini della Marina si aggiravano un po’ ovunque, provvedendo a venire incontro alle necessità della popolazione e, nel contempo, ottenere altre informazioni che potessero tornare utili. Sotto suo suggerimento, ci mantenemmo sempre a debita distanza, passando disinvolti tra le macerie.

Tanto, se “Pugno di fuoco” aveva deciso di soffermarsi sull’isola per riprendersi, certamente non poteva trovarsi in mezzo a quelle persone finendo unicamente per essere accerchiato e catturato, perciò non avevamo il problema di infiltrarci tra di loro in qualche maniera.

Girovagammo per un’ora abbondante tra quello che rimaneva del villaggio di montagna. Vederlo dal vivo rendeva molto di più rispetto alle foto in bianco e nero dei giornali. Immaginarsi che lì, esattamente dove stavamo camminando, un tempo si ergeva un’intera zona di villeggiatura, dava una forte sensazione di desolazione.

Sparpagliati sul terreno arido, pezzi di legno e vetro rotti, e vecchi utensili usati nella normale routine. Camminai distratto fra di essi, soffermandomi di fronte a un quadretto contenente la foto di una famiglia felice. Doveva essere decisamente frustante vedersi portar via l’intera casa da un giorno all’altro, ancor di più se, nel mentre, rimaneva vittima una persona a te cara.


“Non apprezzo quelli che considerino tutti noi pirati dei mostri privi di cuore e assetati di sangue, ma davanti a certe scene viene normale pensarlo”

Anche Kyoko e Penguin passavano fra il macello in religioso silenzio. In quel luogo le parole davano l’impressione di essere di troppo. Inoltre, sapere che tuo fratello aveva rischiato di rimetterci la vita non giovava affatto allo stato d’animo. La nostra cuoca doveva per forza di cose essere angosciata. Mi avvicinai con due falcate.

Io: Kyoko, come stai?

Kyoko: Sai, Ace non si è mai arreso di fronte a nulla e a nessuno…

Sebbene non mi avesse risposto, non la interruppi e la lasciai sfogare. Non poteva che farle bene svuotarsi.

Kyoko: Anche quando la situazione diventava critica, se non impossibile, lui era pronto a combattere pur di farsi valere e far rispettare le sue decisioni… ammetto che ho voglia di picchiarlo per la paura che sto provando a causa sua, eppure sono fiera di lui, perché sento che ha agito così per un valido motivo che condividerò come facevo sin da piccola

Si sforzò di sorridere per rassicurarmi ma, in primis, per convincere se stessa che l’avremmo trovato vivo e vegeto. Per dimostrarle che tutti noi eravamo lì a sostenerla, le strinsi per qualche secondo la mano e le sorrisi a mia volta.

Penguin: Presto, nascondetevi!

Ci venne incontro e ci portò tra due assi grosse di legno, giusto in tempo prima di farci beccare da un marine. All’entrata dell’ex villaggio era stato infisso un cartello dove la Marina vietava l’accesso. Se ci avessero scoperto, avremmo sì destato sospetti o, come minimo, ci saremmo cacciati nei guai.

Marine: Che strano, mi era sembrato di scorgere qualcuno. Oh beh, me lo sarò immaginato

Convinto di ciò, fece dietro front e si allontanò. Tirai un sospiro di sollievo, ringraziando mentalmente Penguin.

Penguin: Propongo di andarcene da questa zona, tanto qua non troveremo un gran che

Kyoko: Mmm!

Io: Sì, lo penso anch’io. Nella foresta circostante avremo più possibilità

Kyoko: MMM!

Abbassammo il capo verso Kyoko, accorgendoci di non averla ancora liberata. Come scottati la lasciammo di colpo. Tossendo debolmente, si rimise in sesto.

Kyoko: Quando volete siete davvero pericolosi

Io – Penguin: Perdono!

Kyoko: Comunque, allora, proviamo ad andare nella foresta

Vigili, ci movemmo in mezzo a quei cumuli e avanzammo all’interno della vegetazione ai confini della distesa di terreno secco e in certe parti ghiaioso. Procedette tutto tranquillo, fino a quando Kyoko non urlò il mio nome.

***


Io: SHACHI!

Se non mi fossi posta tra lui e gli artigli lunghi e appuntiti dell’animale, indubbiamente gli avrebbero lacerato la pelle della schiena. I miei nakama, scioccati, si immobilizzarono per dei brevi attimi.

Quel volatile era apparso all’improvviso e silenziosamente. L’avevo scorso in tempo perché, essendo più indietro rispetto ai ragazzi, la visuale di quest’ultimi e del luogo circostante era più ampia, pertanto vederlo volare verso di loro era accaduto in automatico.

Incrementai l’uso della potenza alle braccia per contrastarlo e imputai il peso sui piedi, in modo tale da bloccarmi al terreno. Poi, con un colpo deciso, spinsi via le sue zampe e mirai al suo fianco, invano. Con dei piccoli colpi d’ala, si allontanò e si posò su un ramo, non distogliendo lo sguardo da noi.


“Ne ha di forza e agilità per essere un pennuto”

Shachi e Penguin, ripresi, mi affiancarono e fissarono con astio il nostro nuovo amichetto alquanto ostile.

Shachi: Grazie per avermi difeso

Io: Figurati

Penguin: Da dov’è spuntato fuori? E a che specie apparterrà? Non ne ho mai visti di simili

In effetti, analizzandolo meglio e con calma, quell’uccello era decisamente fuori dal comune. Il suo piumaggio si muoveva con rapidità, quasi avesse vita propria, e sembrava composto da fiamme azzurre e d’oro. Ma, oltre a ciò, era curioso vedere che avesse una coda composta da tanti anelli sempre color oro e un simbolo blu scuro sul torace, per non parlare poi del muso.

Io: Ma che sarebbero quei cerchi scuri intorno agli occhi? Che ha, gli occhiali dipinti addosso?

Per un secondo, ebbi la netta sensazione che l’animale avesse compreso realmente le mie parole, in quanto roteò gli occhi al cielo.

“Sì, Kyoko, se l’è presa perché ora esistono pure degli uccelli permalosi… andiamo, lascialo perdere e pensa ad Ace!”

Penguin: Ha un che di strano…

Io: Per quel che m’importa, potrebbe anche essere una creatura dell’Inferno, ma gli conviene farsi da parte

Scomposi l’arma e la misi nella sua custodia. Dopo di che, distolsi l’attenzione dal volatile e ripresi il nostro cammino. Appena feci qualche passo, però, ecco l’uccello riattacare, ‘sta volta puntando dritto contro di me. Rivestii il braccio con l’haki dell’armatura e bloccai il suo becco ad un soffio dal mio collo. Sulla guancia sinistra percepii un taglietto fresco pulsare percettibilmente.

“Tsk, mi ha colpita… che non voglia farci passare da questa parte? Magari ha un nido”

Shachi – Penguin: LASCIA STARE KYOKO!

Impugnarono ciascuno due pistole a testa e spararono contro il volatile che, stranamente, smise di tentare di ferirmi e mi osservò… confuso? I proiettili si conficcarono nelle sue carni anzi, quello era quello che credemmo prima di vedere le ferite da arma da fuoco rimarginarsi ad una velocità sorprendente.

Shachi: C-com’è possibile!? Sono sicuro di averlo centrato in pieno petto!

Io: Adesso mi hai veramente scocciata. Ragazzi, lasciate provare a me

Stando attenta a non colpirli, scaturii l’haki del Re conquistatore, spalancando gli occhi quando compresi che nemmeno quello poteva metterlo k.o. Non riuscendo a capire letteralmente cosa avessimo di fronte, mi spostai all’indietro per mantenermi il più lontano possibile.

Io: L-l’haki… non funziona

Shachi – Penguin: Cosa!?

L’uccello conficcò gli artigli nel terreno, mettendosi poi a studiarmi scrupolosamente. Nervosa, decisi di ricorrere ad uno dei miei colpi migliori. Concentrai nelle mie mani parecchia elettricità, creando così due sfere grandi e tonde, pronta a scagliargliele alla massima potenza.

Io: Stammi bene a sentire, brutto pennuto! Non ho né tempo né la voglia di star qui a giocare con te, quindi fammi il favore di smammare! Non sarai di certo tu ad impedirmi di trovare Ace!

D’improvviso, accadde qualcosa che mai ci saremmo sognati. L’animale, sotto il nostro sguardo vigile, assunse le sembianze di un ragazzo alto e slanciato, dal fisico prestante e una stramba acconciatura bionda di capelli. Portava: dei sandaletti marroni; pantaloni sul verde-blu lunghi fino ai polpacci; una fascia azzurra legata in vita e una camicia viola lasciata aperta lasciando in mostra il tatuaggio di prima.

???: Dunque tu saresti la sorella gemella di Ace, eh?

Sia io che i ragazzi sussultammo. Non erano in molti ad essere a conoscenza di una notizia simile, appunto per questo non seppi come reagire con quello sconosciuto. Lui, sorridendomi, abbandonò completamente ogni cattiva intenzione nei nostri confronti e ridusse in parte le distanze.

???: Sono un suo fra- beh, per ora diciamo amico. Il mio nome è Marco, e copro il posto del primo Comandante della flotta di Barbabianca, nonché il Capitano di tuo fratello, come penso tu sappia

Shachi – Penguin: T-TU SEI MARCO DETTO “LA FENICE”!?

Marco: In persona

Non conoscendo di aspetto il Comandante in questione, non potei accertarmi se stesse dicendo la verità o cosa per cui, spostando via con delicatezza Shachi e Penguin, mi parai faccia a faccia con lui.

Io: Se conosci Ace come affermi, dimostramelo

Penguin: Ma, Kyo-chan, hai visto i suoi poteri. E’ ovv-

Marco: Non importa, è comprensibile che voglia assicurarsene

Invece di prendersela per i miei modi bruschi e diretti come supposi, mi rivolse un piccolo ghigno.

Marco: Sospettosa e guardinga verso il prossimo, eh? Me lo ricordi molto. Prima di unirsi a noi agiva esattamente come te. Comunque, puoi fidarti di me. Lo conosco, così come conosco la storia che vi è dietro quella S sbarrata

Strabuzzai gli occhi e lo guardai sorpresa. Il cuore, collegando subito quella S ad un’altra persona a noi cara, accelerò.

Shachi: Eh? Di quale S parli, scus-

Io: Non ho più dubbi, sei per davvero un suo amico, e molto intimo aggiungerei, se no non potresti sapere un fatto che solo in tre custodiamo quasi gelosamente

Shachi e Penguin, poverelli, si sentirono leggermente esclusi dal discorso. Marco, nel mentre, mi guardò triste. Poi, finalmente, mi venne da chiedermi perché lui si trovasse in quel posto.

Io: Ti prego, dimmi che almeno tu hai trovato mio fratello!

Marco: Sì, sono riuscito a portarlo al sicuro. Venite, vi mostro dove ci nascondiamo. Ah, perdonatemi per avervi attaccato, ma cerco di allontanare chiunque passi qui attorno… se avessi saputo prima chi foste, avrei evitato di ferirti

Io: Non devi sentirti in colpa. Mi basta sapere che hai agito in buona fede solamente per proteggere Ace

Mi sorrise riconoscente, per poi darci le spalle. Contenta come non mai, seguii Marco addentrarsi lungo una stradina fra le rocce montagnose, desiderosa di rivedere finalmente mio fratello.

***


“Ma dov’è andato a finire Testa d’Ananas!? Alla faccia di quello che doveva solo andare a dare una controllatina nei paraggi e ritornare indietro in men che non si dica! Dannazione, mi è pure venuta fame!”

Il mio stomaco reclamava con impazienza del cibo ma, purtroppo per lui, avrebbe atteso a lungo prima di potersi riempire. Ridotto com’ero, non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi, figurarsi andar fuori a procurarmi del cibo.

“Teach, farabutto, giuro che la storia non finisce qui”

Giunti a quel punto, la faccenda si era fatta troppo personale per affidare ad altri il compito di non lasciare impunito quel bastardo che se ne andava in giro come se niente fosse, sebbene il dolore e la disperazione che portava ovunque passasse con la sua ciurma di malviventi.

Prima o poi avrei ucciso Teach con le mie mani per tutto ciò che aveva combinato: Satch andava vendicato, meritava di riposare in pace dopo la cruenta fine che aveva fatto; stava dando la caccia al mio fratellino per chissà quale suo losco piano e, infine, avrei ottenuto la mia rivincita sul campo di battaglia.

Nel rivivere mentalmente la recente sconfitta, sibilai furioso e mi conficcai le unghie nei palmi delle mani, percependo delle goccioline di sangue scorrere su di esse.


Io: Maledizione! Quando diamine potrò andarmene da quest’isola!?

Terminata la frase, udii dei passi poco distanti dall’entrata della piccola caverna nascosta fra dei cespugli e posta in un posto scomodo da raggiungere facilmente.

“Che sia Marco?”

Scartai quell’ipotesi appena mi accorsi che quei passi non potevano appartenere ad un’unica persona. Allarmato all’idea che la Marina mi avesse scovato vulnerabile, tentai di alzarmi, invano. Alla prima fitta allucinante provenire dall’addome, ruzzolai a terra e annaspai affaticato.

Marco: Ace, sono tornato

Io: Sarai idiota, mi hai fatto venire un colpo!

Sbottai nervoso senza nemmeno salutarlo, maledicendolo mentalmente con altri insulti tutt’altro che amichevoli.

Marco: Ma che hai fatto!? Ti avevo detto di non muoverti!

A fatica mi ridistesi supino, scoccandogli un’occhiataccia per il suo rimprovero per niente giustificato.

Io: Scusa tanto se mi sembrava di aver sentito delle persone venire da questa parte… a proposito, sicuro di non essere stato seguito questa volta?

Marco: Beh, se intendi seguito di nascosto, allora sì, ne sono sicuro

Al mio sopracciglio rialzato, ghignò divertito tenendo la punta della lingua in mostra nell’angolo destro della bocca e si spostò per permettere ad altri tre di entrare nel nostro rifugio improvvisato.

???: Meno male che siamo arrivati. Cominciavo a non sentirmi più le gambe

???: Sfaticato. Guarda che la scarpinata non era tanto ripida

???: Lo sai che odio muovermi troppo

???: Appunto, la pensi così proprio perché sei uno sfaticato

???: Sarà, comunque nessuno ha chiesto il tuo parere!

???: E allora smettila di lagnarti in continuazione!

???: Ma smettila tu di stressarmi, altrimenti ti strozzo con quel pompon rosso che hai in testa!

???: Tu prova a staccarmelo, e ti spaccherò gli occhiali da gangster che quasi ti ostini a portare pure mentre dormi!

Fu così che, d’improvviso, i due ragazzi iniziarono a litigare spintonandosi e minacciandosi con altri loro effetti personali. Gli lasciai perdere in quanto mi ero soffermato a studiare la ragazza che, da quando era entrata, non aveva proferito parola e mi fissava con intensità.

???: Semmai l’unico idiota qui presente è una certa testa calda sdraiata a terra

Offeso per un simile affronto, stetti per chiederle chi diavolo si credeva di essere ma la mia mente, riconoscendo la proprietaria di tale voce, mi impedì di pronunciare una sillaba. Socchiusi gli occhi per accertarmene.

Ridacchiando si levò il copricapo, lasciando cadere davanti al viso una lunga ciocca blu e mostrando delle lentiggini sotto la luce fioca della spelonca.


???: A quanto pare avevo ragione… non cambi mai neh, BakAce?

Quel soprannome fu una chiara conferma. Solo una persona mi chiamava in quel modo.

Io: Kyoko…

Kyoko: Eheh, sorpresa… ciao, fratellone







Angolo autrice ^^:

Eccomiii, non vi siete ancora liberate di me, muahahahah!
Coscienza: Purtroppo <.<
Flame: *prende la sua C e la usa come cuscinetto per il deretano* Perfetto, vediamo di fare il mio angolino senza essere interrotta ^_^
Law: Mi hai fatto apparire per miseri minuti, te ne rendi conto? *la fissa glaciale*
Flame: Ooh, non mi stressare! Apparirai già nel prossimo, quindi smamma a tagliuzzare... a tagliuzzare il formaggio!
Law: Formaggio? E per farci cosa, di grazia?
Flame: Ma che ne so, sono problemi tuoi! *lo spinge fuori dalla camera e si chiude dentro a chiave* Bene, posso ripr-
Kyoko: *entra dalla finestra* Scusami, è qui che trovo Law?
Flame: No, controlla in cucina
Kyoko: Ah, grazie mille, almeno provo a parlargli ^^ *se ne va com'è arrivata*
Flame: "Uh, ma che patatona :3" Well, stavo dicen-
Kidd: *con i suoi poteri, gira la chiave nella serratura ed entra senza farsi tanti complimenti* Oy, Donna, è finita la birra!
Flame: *reprime a fatica un tic* Hai controllato nel cassetto che tendo a riempire solo per te, cara Testa Rossa?
Kidd: Vero, ecco dove tenevi le scorte. Non me lo ricordavo più *grattandosi il torso nudo, se ne va disinvolto*
Flame: *con calma, si siede sulla sedia* Stavo dicendo *si interrompe e si guarda attorno con circospezione* "Bene, sembrerebbe che non vi siano altri" Allora, volevo dir- *uno sbadiglio alquanto sonoro sovrasta la sua voce*... ORA BASTA! ADESSO CHI DIAVOLO C'E'!?
Ace: *sobbalza sul letto* Ehm, scusami, non volevo disturbarti, me ne vado così ti lasc- *'sta volta è lui a non finire la frase, che si ritrova una Flame coccolosa al braccio*
Flame: Nu, tu poi restare. Anzi, fammi compagnia mentre finisco il mio angolino *^*
Ace: O-ok! Eheh

Bene, dopo il mio usuale sclero, premetto di dire due cose:
1) A stento sono riuscita ad aggiornare oggi. So che avevo già detto che la pubblicazione poteva variare dal venerdì al sabato, però se mi capita di avere altre settimane intense e di arrivare al week con il cappy tutt'altro che pronto, o di sentirmi troppo spossata, potrebbe accadere che decida di rimandare per una settimana. Cmq, questa situazione non persisterebbe per molto, perchè i prox cappy che vengono devo stenderli, ma quelli dal combattimento in poi sono già tutti con la brutta quasi completa, perciò ritornerò a pubblicare con regolarità ;)
(per di +, ora, voglio concentrarmi a rispondere come si deve ad una cara conoscente/amica che aspetta da troppo una mia risposta come si deve, perciò al prox cappy penserò dopo aver reso perfette le sue storie che mi ha inviato. Perchè sì, so che lei mi segue sempre e leggerà questo mex ;P)
2) Avrete notato che mi sono soffermata leggermente anche sui vestiti dei personaggi, in particolar modo su quelli di Kyoko. Ebbene, l'ho fatto come piccolo omaggio ad una cara fan che, in passato, se l'è immaginata vestita in questo modo (eslusi i dettagli che ho inserito, i guantini e il cappellino) e, per farle capire che mi è piaciuto seriamente, sono riuscita a metterlo da qualche parte. A te, Violeta =)

Oki, ora passiamo al capitolo vero e proprio, lungo undici pagine, il record per eccellenza XD
- Dovevo metterlo un Bepo puccioso, DOVEVO. Era da troppo che faceva solo qualche apparizione. Perciò, Bepo caro, ti spupazziamo tutte e "Bentornato" :3
- Vi è piaciuto il breve flashback dei fratelli D. da piccolini? Non ho resistito, ho voluto scrivere di loro tre assieme quando Ace e Kyoko erano ancora scontrosi (e ringraziamo la mia brillante fantasia per il percorso pauroso, ahahah XD)
- Ditemi, in poche avevate pensato all'apparizione del Pennuto, nnvero? Ma, poiché lo adoro quando è con Ace *a fatica trattiene la sua parte yaoista*, anche per lui ho sentito la necessità di farlo apparire. Inoltre, così facendo, c'è un "nuovo" pg in più tra i Pirati Heart che, ovviamente, provvederanno ad ospitarli :P

Stay tuned su "Un'avventura sott'acqua" per vedere a breve altri pg fare il loro ingresso!

Un abbraccione e alla prossima! =_^
Flame

P.S. Il 19° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: Monkey_D_Alyce, ankoku, Jaeger_D_Ryo, Incantatrice_Violeta, Lully2c, TrafalgarEmily, Portgas D Sara, Aliaaara e lucy_chan93


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Capitolo 22
*** "Pugno di Fuoco" e "La Fenice" ospiti dei Pirati Heart ***


LxK




Quando Ace ebbe riconosciuto la mia voce, bastò una manciata di secondi per leggere lo sbigottimento sul suo volto; l’espressione mostrata in quel preciso momento era a dir poco spassosa. Ridacchiando, con l’indice e il pollice afferrai la visiera del cappellino nero che stavo indossando e lo levai, lasciando così cadere sul viso la ciocca blu mare e la possibilità a mio fratello di osservarmi meglio, seppur la luce fioca filtrante nell’umida spelonca.

Io: A quanto pare avevo ragione… non cambi mai neh, BakAce?

Sbatté ripetutamente le palpebre per accertarsi di non star sognando ad occhi aperti e, di conseguenza, di far rendere concretamente conto al proprio cervello di chi avesse difronte a sé. Eppure ero sicura di aver dissipato ogni possibile dubbio al riguardo, perché il soprannome utilizzato glielo avevo affibbiato ad appena sei anni.

Ace: Kyoko…

Io: Eheh, sorpresa… ciao, fratellone

Immancabilmente il sorriso sulle mie labbra crebbe, e dire che era dettato dalla pura felicità di rivedere una delle poche persone a me care era un eufemismo. Tralasciando il tempo effettivamente trascorso dall’ultima volta passata assieme e di come, davanti a lui, mi resi maggiormente conto di quanto mi fosse mancato, finalmente avevo ottenuto la prova concreta che stesse bene. Certo, i diversi ematomi sparsi sul suo corpo e le ferite non cicatrizzate si distinguevano senza difficoltà ma, per lo meno, era vivo, e ciò rappresentava l’unica cosa fondamentale per me; meglio essere un po’ ammaccati che morti, su questo non ci piove.

In un battito di ciglia mi sentii molto meglio, poiché percepii il mio stomaco alleggerirsi, scacciando via la fastidiosa morsa di angoscia che, da due giorni interi, me lo stava stritolando impedendomi di mandar giù più di qualche misero boccone. La gioia… la contentezza… difficile descrivere in modo chiaro il turbinio di emozioni di cui ero pervasa, comunque sia basti sapere che mi imbambolai lì in piedi talmente erano intense.

Nel mentre Ace, ostentando fatica e una smorfia di dolore nel compiere dei semplici movimenti, si mise seduto con l’aiuto di Marco posto al suo fianco pronto ad intervenire per sostenerlo ad un suo possibile cedimento.

Mi mossi a mia volta, volenterosa di soccorrerlo e di essergli d’aiuto dove mi fosse stato possibile -sebbene qualvolta rischiassi di fare più danni che altro-, ma la domanda che mi venne posta mi fece desistere dal mio intento.


Ace: Che ci fai tu qui?

Ed eccolo il classico e stramaledetto quesito che affiorava nella mente di ogni benedetta persona non appena incontrava un amico o un parente di vecchia data. Poteva mai mancare? Ovviamente no, e per via di tale motivo il mio umore venne ribaltato. Non mi capacitavo nell’averlo sentito per davvero, non dopo ciò che era accaduto giusto l’altro ieri. Insomma, non che mi aspettassi da Ace chissà quale tipo di sdolcineria -in fondo, entrambi eravamo dei tipi poco espansivi in compagnia di altri, a discapito del nostro fratellino-, però una differente reazione sì.

“Vuole farmi perdere la pazienza di per sé già scarsa, eh?”

Spostai il peso sulla gamba sinistra e incrociai le braccia al seno, per poi rivolgergli un sorrisetto assai discorde rispetto a quello precedente.

Io: Secondo te, Zuccone, cosa sarò mai venuta a fare in un posto sperduto e per giunta pullulante di marines? Una passeggiata con i miei amici sotto i raggi cocenti del sole?

Essendo vicina ai due chiamati in causa, gli indicai ad Ace con un cenno veloce del capo, ignorando l’occhiataccia lanciata al mio indirizzo a causa della frecciatina sarcastica e dell’insulto a lui non graditi.

Captando alcune parti del battibecco privo di logica e fondamenta scoppiato tra Shachi e Penguin, mi soffermai a seguirli per un istante; per qualche arcano mistero, erano passati -pure con una certa enfasi- dal discutere sull’invidiabile resistenza fisica del primo, a chi russasse più forte la notte finendo per provocare l’insonnia al povero compagno di cabina.


Marco: Capita spesso?

Non fu necessario specificare a cosa, o meglio dire a chi, Marco stesse alludendo, poiché era sott’inteso che si trattasse dei miei due nakama. Scossi la testa rassegnava e, al col tempo stesso, divertita. Non si sarebbero mai smentiti; ovunque girassero, avevano l’innata dote di farsi riconoscere praticamente da chiunque… beh, pure io e il resto dei componenti della ciurma non eravamo da meno nel distinguerci dalla massa, tuttavia Shachi e Penguin rappresentavano un caso curioso: un attimo prima sono lì a confabulare tra loro e a sghignazzare su un piano contorto e quasi sempre mal congegnato, quello dopo si insultano e passano alle botte.

Io: Oh sì, e non hai visto ancora nulla, te lo assicuro

Malgrado mi piacesse assistere alle loro scenate, decisi di porvi fine. A conti fatti, l’isola di Banaro era diventata un luogo pericoloso per dei pirati come noi. Tutti quei marines attorno rappresentavano una bella spina nel fianco, quindi era meglio filarsela subito e senza destar sospetti ad occhi indiscreti; farci scovare e cimentarci in uno scontro, con Ace in quelle stato, non rientrava nella lista dei miei desideri.

Io: Ragazzi, vi conviene smetterla. Law vi sta vivisezionando a vista

Ammutoliti di colpo, si avvolsero reciprocamente un braccio attorno al collo e tesero le labbra all’insù, esibendo un sorrisetto forzato e prendendo a sudare freddo.

Shachi – Penguin: C-Capitano, non stavamo litigando… s-siamo grandi amici, aye!

Non resistetti, fu più forte di me: gli scoppiai a ridere in faccia. Quando discutevano si estraniavano dal mondo, e l’unico a riuscire a riportarli fra noi era Law che, sfruttando i suoi tipici sguardi sadici e tono di voce occultante minacce, lasciava intendere lo svantaggio nel litigare a lungo in sua presenza, a meno che non si ambisse ad un posto privilegiato nella stanzetta dell’Allegro Chirurgo, allora sì che non vi erano problemi.

Assimilando le immagini del luogo dove ci trovavamo e, pertanto, ricordandosi della non presenza di Law, rilassarono le spalle e si voltarono all’unisono verso di me.

Shachi – Penguin: KYO-CHAN!

Io: Ahahah, mitici, ahahahah

Shachi – Penguin: NON E’ DIVERTENTE!

Io: Per voi, forse, ma vi posso assicurare che siete un eccellente intrattenimento. Comunque, vi chiedo scusa, non lo rifarò di nuovo… un giorno, però, dovrete spiegarmi la vostra sincronia

Shachi – Penguin: Io sincronizzato con ‘sto qua!?

Indignati, nello stesso momento si puntarono contro l’indice, appurando così di non aver obiettato correttamente alla mia affermazione. Perciò, stizziti, si fissarono in cagnesco.

Shachi: Piantala di copiarmi!

Penguin: Sei tu che copi me!

Con il dorso della mano asciugai via una lacrima caduta a causa delle troppe risate. Compiendo quel gesto, girai lievemente il capo e lo sguardo mi cadde sui nostri spettatori rimasti in religioso silenzio per tutta la durata del siparietto inventato per casualità. Innegabilmente, comportandosi come bambinoni cresciuti in fretta, non avevamo fatto una gran bella figura.

“Cavoli, mi sono lasciata trasportare e mi sono scordata di non essere da soli”

Io: Ehm… che dire…

Imbarazzata, mi massaggiai il collo e feci la linguaccia. In seguito, notando che nessuno tentava di sistemare la bizzarra scena, diedi una gomitata a casaccio centrando Penguin al fianco sinistro.

Penguin: Ahio! E adesso che ho fatto!?

Io: Non siate maleducati e presentatevi come si deve, su!

Notando di aver catturato l’attenzione dei presenti, le loro gote si tinsero di un tenue rossore per via del mio identico stato di imbarazzo.

Penguin: Hai ragione! Il mio nome è Penguin, piacere!

Si aggiustò il copricapo e vi posò un palmo sopra al pompon rosso. Mio fratello lo studiò sorpreso ed incuriosito, per poi alzare un braccio ed indicare tale accessorio d’abbigliamento del rispettivo proprietario.

Ace: Ma è la scritta che porti in testa?

Penguin: Uh?

Si tastò il capo, accorgendosi che la fascetta che gli avevo imprestato si era scostata in parte, sicuramente a causa dello “scontro” imprevisto. Se la rimise al suo rispettivo posto tentando di fermarla saldamente.

Penguin: Sì, proprio questa, ihihih

Rammentando la mia quasi identica reazione al nostro primo incontro, sorrisi con allegria e nostalgia.

Shachi: Io, invece, sono Shachi!

Unì le gambe, raddrizzò la schiena e, infine, compì un piccolo inchino in segno di riverenza.

Marco: Orca e Pinguino… due nomi decisamente particolari

Shachi: Già, ce lo dicono in molti, eheheh

Siccome, adesso, tutti conoscevano tutti, annuii soddisfatta per le presentazioni e spolverai i guanti senza dita, dopo riaver coperto il ciuffo blu.

Io: Perfetto, direi che possiamo levare le tende. Shachi, Penguin, sapete cosa fare

Penguin: Sì, non perdiamo altro tempo, i ragazzi ci stanno aspettando… Shachi

Shachi: Eccomi

Con aria professionale, si accostarono ai fianchi di Ace e, dopo aver trafficato dentro le loro borse a tracolla alla ricerca di diversi attrezzi, presero ad analizzarlo con scrupolosità.

Ace: C-che intenzioni avete?

Shachi: Ci accertiamo sulla tua salute per capire se necessiti subito di un intervento per stabilizzarti, oppure se possiamo rimandare a quando saremo a bordo del nostro sottomarino

Ace: A bordo del vostro sottomarino? Ma si può sapere chi siete?

Mi guardò interrogativo, lasciandosi intanto visitare accuratamente malgrado l’incertezza. Roteai gli occhi al cielo.

Io: Non siamo apparsi qui per magia, e lo vuoi capire o no che sono venuta appositamente alla tua ricerca per potarti via e prendermi cura di te? Insomma, BakAce, se non vuoi mostrare la ragione del tuo soprannome, rimanda a dopo ogni domanda e permettici di lavorare… ah, e vedi di non lagnarti

Ace: Ehi, è così che tratti tuo fratello!? E poi, io non mi lag-BRUCIA!

“Stavi per dire?”

Sogghignai. Il malandato squadrò torvo un Shachi intento a tamponargli un grosso taglio all’addome dall’aspetto poco confortante. Probabilmente voleva prevenire lo svilupparsi di una qualche sorta di infezione che avrebbe comportato unicamente a delle complicazioni.

Marco cedette il suo posto per fargli più spazio e mi affiancò, tenendo comunque sotto controllo la visita in corso.


Marco: Per fortuna siete arrivati voi…

Lo disse flebilmente, catturando su di sé giusto la mia attenzione e facendomi rendere conto in quell’istante che, per guardarlo dritto in volto, ero costretta ad inclinare la testa verso l’alto; aspettai che continuasse il discorso. Stanco, si passò una mano una mano sul viso fermandosi al mento e sospirò.

Marco: Ormai ero convinto di non aver altra scelta se non attendere che Ace guarisse spontaneamente, perché non me ne intendo di medicina, e qui sull’isola nessuno sarebbe stato disposto a curare un pirata del suo calibro, per di più se fossero venuti a conoscenza che è uno dei responsabili coinvolto nell’incidente. E con l’avanzare del tempo, temevo che ci avrebbero scovati… vi ringrazio per essere venuti in nostro soccorso

Io: Non sono io a meritare dei ringraziamenti

A tale affermazione, inarcò un sopracciglio. Come delucidazione, aprii la cerniera della felpa e mostrai il girocollo.

Io: Il merito è del mio Capitano. E’ lui che ha assecondato il mio volere di raggiungere Ace; è lui che ha ordinato ai suoi uomini di navigare alla massima velocità, ed è sempre lui che è attraccato lungo alla costa, incurante della Marina, in attesa di medicarlo. Appunto per questo, se vuoi ringraziare qualcuno, fallo con lui... per quanto mi riguarda, il mondo intero poteva essermi riconoscente o sbarrarmi la strada, ma non avrei mai cambiato la mia decisione. Sono sua sorella, e in quanto tale è un mio dovere correre in suo aiuto quando lo necessita

Proclamai risoluta e con fermezza, accarezzando i contorni in rilievo del Jolly Roger di noi Pirati Heart.

Marco: Hai ragione, perdonami. In ogni modo, avete pensato a come raggiungere la vostra imbarcazione?

Rimuginai brevemente sulla situazione, analizzando i vari fattori nella speranza di avere un’illuminazione, invano.

Io: Purtroppo non ho nessuna idea. Da quel che ho visto, Ace è impossibilitato a muoversi e la Marina è ovunque… è un bel guaio

Marco: Dubito riusciremo ad evitarli anche stando attenti, perciò tanto vale concentrarsi per raggiungere alla svelta i vostri nakama e andarcene il più lontano possibile, e credo di aver in mente quello che fa al caso nostro

Io: Sul serio?

Penguin: Kyo-chan, abbiamo finito

Abbandonai temporaneamente la conversazione intavolata con Marco e m’informai sullo stato fisico di mio fratello.

Penguin: Fortunatamente le ferite riportate non sono profonde. L’unica da tener controllata sarà quella all’addome. Oltre a ciò, dobbiamo far sì che non compia movimenti bruschi perché deve avere un paio di costole rotte, una spalla slogata e una botta al collo

Ace: Tsk, sono proprio messo bene…

Shachi: Tranquillo, il nostro Capitano saprà rimetterti in sesto. Sarai come nuovo, fidati

Ace: Capitano, uh? Perciò siete pirati pure voi

Shachi: Sì, s-

Io: Lo ribadisco, a dopo le domande. Adesso ascoltiamo il piano di Marco per andarcene

Gli passai la parola, non prima di aver rivolto a lui e ai miei nakama uno sguardo significativo. Ad Ace volevo presentargli l’intera ciurma come si doveva e al momento propizio, sentendo poi il suo parere a riguardo.

“Ora che ci penso, cosa ne penserà di Law? Sono proprio curiosa di scoprirlo, eheh”

Tutti afferrarono al volo, difatti sviarono il discorso e ci concentrammo per studiare una tattica.

Marco: Chiaramente, date le vostre analisi, non possiamo fare affidamento su di Ace, e deduco non sia il caso di portarlo a braccetto per tutta la durata del tragitto. Onde per cui, potremmo scendere giù alle rovine del villaggio ed improvvisare una barella utilizzando i materiali sparsi lì attorno. Una volta caricato sopra, da fenice lo porterò in volo seguendovi dall’altro. Non potrò alzarmi molto di quota, altrimenti il vento lo sballotterebbe, perciò i marines ci noteranno per forza di cose, ma almeno ci siete voi per impedirgli di attaccarci e mirare alle corde… che ne pensate?

Shachi: Mmh… non male!

Penguin: Vero. A mio parere, credo tu abbia trovato la soluzione migliore

“E’ davvero un ragazzo in gamba. Sarà per questo motivo se, nella sua ciurma, è in seconda al comando?”

Ace: Fermi tutti. Io non abbandono qua il mio Striker

Io: Il tuo che?

Ace: E’ un modesto mezzo di trasporto. Lo utilizzo quando navigo per i fatti miei

Io: Ok, possiamo passare a recuperarlo. Anzi, meglio ancora, quando avremo quasi concluso la barella, Shachi e Penguin ci precederanno, almeno andranno avanti ad avvisare gli altri per tenersi pronti. Io e Marco, invece, ci occuperemo di trasportare Ace. Tu potrai usare la velocità che più ti aggrada, tanto io vi seguirò a terra senza difficoltà. Così lo porteremo al suo Striker e poi ci avvieremo a nostra volta al sottomarino. Distrarrò io i marines

Marco: Si può fare

Io: Ragazzi, voi siete d’accordo?

Come sempre erano dalla mia parte, pronti ad assistermi. Decisi, mi annuirono con vigore.

Marco: Ok, noi tre andiamo. Tu, Kyoko, rimani qua a fare da vedetta

Io: Perfetto

Penguin: Ce la fai a portare da solo la barella lungo la salita?

Marco: Sicuro… forza, incamminiamoci

Fu così che Marco uscì dal nascondiglio con Shachi e Penguin appresso, permettendo ad un pesante silenzio di calare tra me ed Ace. Non avendo la ben che minima intenzione di fare il primo passo, continuai a pulire la ferita con un batuffolo di cotone bianco imbevuto di disinfettante che mi aveva passato Shachi poco prima.

Ace: Allora?

Io: Allora, cosa?

Ace: Ti decidi a dirmi che ti prende?

Io: Uh, dici a me?

Ace: No, parlo con il muro. Certo che sto dicendo a te, non fare la finta tonta

Disinvolta, continuai a dedicarmi al mio operato.

Io: Dovresti saperlo

Ace: Se così fosse, non te lo starei chiedendo, no?

Io: Questo conferma la tua stupidità, BakAce

Volutamente si impose di ignorare l’ennesimo insulto e tentò di sostenere un discorso normale con la sottoscritta.

Ace: Davvero, non capisco il perché della tua acidità

Repressi l’impulso di rispondergli a tono e socchiusi gli occhi.

Io: Non.sono.acida

Ace: Oh, certo, quindi te che mi liquidi con frasi fredde da quando ti ho rivolto la parola, è soltanto una mia impressione

Per ripicca, premetti il cotone con forza sulla ferita ancora pulsante, provocandogli una sgradevole sensazione di bruciore lungo il tratto di pelle toccato.

Ace: Ma sei impazzita!?

Io: Può darsi, chissà

Ace: Kyoko, seriamente, che diavolo hai!? Questo tuo comportamento è insensato!

Mi bloccai ad un centimetro dal suo addome; aveva superato il limite della mia sopportazione a tanta idiozia.

Io: Ace, per caso ti fa male anche la testa?

Ace: Eh? E questo che centra?

Lo esortai a rispondere, e appena negò gli rifilai uno scappellotto sulla crapa vuota che si ritrovava al posto del cervello. Già l’impulso di farlo era rimasto sempre alto, in più con l’evolversi dei fatti era maggiormente cresciuto.

Io: Insensato? Insensato!? Ti rendi conto di quante cavolate stai sparando!? Non sono acida, sono arrabbiata, è ben diversa la cosa! Maledizione, Ace, come puoi saltartene fuori a domandarmi cose tipo “Che ci fai tu qui?” e “Che ti prende?”, quando la notizia del vostro intenso combattimento ha fatto il giro del mondo intero, allettando il Governo Mondiale con una tua possibile cattura!? Questo, poi, se si dava per scontato e sicuro che fosti sopravvissuto… hai idea di come mi sia sentita!? Figurati, altrimenti non saremmo qui a discuterne! Perché non mi hai chiamata!? Sei pure in compagnia di un tuo nakama, perciò i mezzi non ti mancavano! Io… io… ho temuto di perderti, ho temuto di dovermi separare da un secondo fratello, quindi smettila di fare lo stupido che non capisce nulla!

Sbottai tutt’assieme senza fermarmi per prendere fiato tra una frase e l’altra; quando ebbi terminato lo sfogo, il mio corpo era percorso da un flebile tremolio e la vista mi si appannò.

Io: Sono consapevole del pericolo legato alla strada intrapresa da noi due e da Ru, ma guai a te se mi farai prendere un altro spavento del genere, sono stata chiara?

Di slancio due braccia robuste mi cinsero dietro la schiena, avvolgendomi in un abbraccio protettivo e dolce.

Ace: Scusami, non era mia intenzione farti stare in pensiero. La prossima volta starò più attento, e se dovesse ricapitarmi una situazione come questa sarai la prima che avviserò

Io: Va bene, perdonato, ma spero con tutta me stessa di non rivederti nuovamente ridotto così… mi sei mancato, Ace

Ace: Anche te, sorellina

Volendo concedermi un po’ delle sue coccole, mi strinsi a lui e affondai il viso nel suo petto, permettendo al suo profumo di invadermi e al suo piacevole calore di riscaldarmi. In seguito, mi allontanai con delicatezza e gli sorrisi.

Io: Certo che ti sei fatto muscoloso. Faccio fatica persino ad abbracciarti!

Orgoglioso per il -a detta sua- complimento indiretto, esibì i suoi possenti pettorali.

Ace: Frutto di duri allenamenti, eheh!

Io: Mo’ vedi di non montarti la testa, neh!

Sorridendomi sghembo, tese un braccio verso di me e mi picchiettò in mezzo al petto con l’indice.

Ace: Sorellina, sarai mica gelosa di me? Non è colpa mia se io mi sviluppo, a discapito di un’altra persona qua presente che rimane sempre piatta. Ammettilo che sono rimaste come quando ci siamo separati alla partenza

Ad un primo impatto non compresi pertanto, alquanto sbigottita, abbassai il capo, per poi rifissare mio fratello. Animata di colpo, spinsi via la sua mano e nascosi il seno sotto le braccia, voltandomi dall’altra parte.

Io: T-ti pare normale andare ad osservare certi dettagli di tua sorella? E guarda che mi sono cresciute, caro mio! Solo non di molto, ecco

Ace: L’importante è crederci

Io: EHI!

Gli tirai un pugno alla spalla sana e gonfiai le guance indispettita. Lui scoppiò a ridere con gusto nel vedermi così, e quello contribuì ad adirarmi maggiormente, anche se durò poco perché mi contagiò, finendo entrambi a ridere.

Io: Dai, Uomo Forzuto, ti aiuto a vestirti almeno ci prepariamo

Mi issai sulle gambe e mi massaggiai il fondoschiena per farlo riprendere dalla scomodità del terreno duro. Scrutai in ogni angolo, scorgendo unicamente una sacca assomigliante ad un’anguria e il cappello arancione di Ace.

Io: Ma dov’è la tua maglietta? L’hai messa via?

Ace: Non ce l’ho, non ne indosso mai

Io: Che? Quindi sei pure un esibizionista!

Ace: Eheh, almeno io ho qualcosa da esibire

Io: Brutto antipatico

Gli feci una piccola linguaccia che ottenne come risultato quello di farlo ridere per la seconda volta in manco dieci minuti. Lo spiai in silenzio, beandomi della sua presenta. Mi sentivo così bene con lui; potevo essere me stessa senza dover fingere e sapevo con certezza che il suo affetto nei miei confronti era sincero. Poco dopo, il mio sguardo scivolò sul suo fisico ferito e ciò mi impensierì.

Io: Ace, posso farti una domanda?

Ace: Sarebbe?

Io: Quel pirata… quel Barbanera… l’ha fatta franca?

Al nominare il nome di tale soggetto, mio fratello serrò le mascelle e fissò un punto nel vuoto. Intuii cosa stesse provando; non gradivamo subire una sconfitta, non perché fossimo orgogliosi -beh, magari un po’ Ace lo era-, bensì perché ci sembrava di perdere in una questione di vita. Dimostrando di essere forti, ci sembrava di poter affrontare ogni avversità. Di conseguenza decisi di non indagare oltre, appuntandomi di rivolgermi a Marco più tardi. Tuttavia, nessuno mi impedì di provare rabbia verso quel tipo buzzurro.

Io: Se mi capitasse a tiro, giuro che non gliela farei passare lis-

Ace: NO!

Non aspettandomi minimamente il suo urlo, sobbalzai colta alla sprovvista. Stetti per apri bocca, ma mi interruppe.

Ace: Non metterti contro di lui per nessuna ragione al mondo, promettimelo!

Io: Perché no, scusa? E’ colpa sua se sei conciato in questo modo e se siamo in questa situazione!

Ace: Di per sé non è un individuo pericoloso, ma il potere che possiede è tremendamente pericoloso. Con estrema facilità, è in grado di annullare gli altri poteri derivanti dai frutti del diavolo

Io: Cosa…? Com’è possibile?

Ace: Non so spiegarmelo nemmeno io, so solo che se ti cattura con la sua oscurità ti rende tangibile ai colpi. E’ per questo motivo se sono stato sconfitto. Non essendomi mai successo, ero impreparato

Io: Ace, capisco che questo tipo non debba essere un avversario facile, ma non puoi chiedermi questo. Chi tocca uno dei miei fratelli, inevitabilmente se la vedrà anche con me… non potrà avere il mio perdono

Ace: No, Kyoko. Apprezzo quello che sei disposta a fare, ma non hai affatto capito

Mi agguantò la mano sinistra, tirandosela verso se stesso e obbligandomi ad inchinarmi leggermente. Sul suo viso non vi era traccia dell’allegria e spensieratezza di prima; il suo sguardo era così serio che per un attimo mi sorprese.

Ace: Non siamo ancora pronti per affrontare questa novità. Inoltre, se non sono riuscito a batterlo io, dubito che riesca a farlo tu, dato che in quanto forza sei stata quasi sempre al mio livello… quindi, promettimelo!

Risoluto, sostenne il mio sguardo rimanendo in silenzio in attesa di qualche reazione. Rimasi a mia volta muta, sbollendo un po’ la rabbia fino a quando non mi sentii più tranquilla. Chiusi gli occhi e respirai, per poi riaprirli.

Io: D’accordo, se capitasse che le nostre strade di incontrino, non lo attaccherò, a meno che non compia lui la prima mossa o ti derida in qualche modo, perché altrimenti non esiterò un attimo

Ace: Sei una testa calda come me, perciò so che questa tua concessione è il massimo che possa ottenere da te. Vorrà dire che mi accontenterò

Per alleggerire l’aria pesante che era venuta a crearsi, gli colpii la testa con uno sbuffetto giocoso e mi pavoneggiai.

Io: Tsk, non paragonarmi a te. Può darsi che un tempo fossimo quasi uguali, ma ora sono molto più forte di te, ahà!

‘sta volta fu il suo turno di incrociare le braccia e ghignarmi da strafottente.

Ace: Oh, ma davvero?

Io: Certamente! Sono pronta a scommetterci quello che vuoi che ti potrei battere seduta stante!

Ace: Cara sorellina, noto con dispiacere che l’illusione di potermi sconfiggere non l’hai persa

Io: Senti senti che presuntuoso abbiamo qui!

Ace: Parla la modesta!

Inaspettatamente un brontolio possente di stomaco ci distrasse. Ace, come se niente fosse, si portò una mano sopra la pancia e se la massaggiò con un broncio in volto.

Ace: Uff, non ho ancora mangiato niente, e non puoi sapere quanto fame sto provando!

Io: Pazienta un paio di orette, e vedrai che quando saremo comodi sul sottomarino ti farò trovare pronto tutto ciò che il tuo stomaco vorrà ingurgitare

Già con l’acquolina in bocca, si leccò famelico il labbro inferiore e udii un nuovo gorgoglio, segno di apprezzare la mia offerta. Successivamente si aggiunsero altri rumori provenienti dall’esterno, difatti all’entrata fece capolinea la zazzera di Marco.

Marco: Io sono pronto, e voi?

Io – Ace: Pronti

Tutto pronto e con il sole calante, era giunto il momento di tornare a casa. Sollevammo Ace dal terreno al tre di Marco, lui tenendolo da sotto il braccio sinistro, io da quello destro, e lo depositammo sulla fatidica barella che altro non consisteva se non in delle travi di legno legate fra loro con degli stracci logori di terriccio e polvere. Mentre Marco finì di assicurare meglio Ace al sostegno, feci una veloce capatina nella caverna per prelevare gli effetti di mio fratello, mettendomi lo zaino in spalla e il cappello sulla schiena, sostenuto al collo con la cordicella fine.

Marco: Da fenice non potrò comunicare con te quindi, se hai bisogno, ponimi dei quesiti a cui possa rispondere con un cenno del capo

Detto ciò, si trasformò sotto il mio sguardo ammaliato. Era impressionante come cambiasse aspetto, prendendo le sembianze di un animale mitologico. E poi, cavolo, quel manto era troppo bello!

Ace: Piantala di fare quell’espressione compiaciuta, brutto Pennuto!

Scossi la testa per ripigliarmi e guardai confusa Ace che, a sua volta, roteava gli occhi al cielo per via della curiosa espressione di Marco. Non ne fui sicura, ma sembrò che avesse ghignato.

Con le grosse zampe prese le corde legate ai quattro angoli della barella e, con lentezza, iniziò ad innalzarsi in cielo sbattendo le ali. Appena arrivò alla giusta altezza, si involò nella direzione indicatagli da Ace. Mi apprestai a dirigermi da quella parte percorrendo le gambe con la mia elettricità.

Girammo al largo del villaggio per evitare il più possibile la Marina, benché questo comportasse allungare i tempi. Quello che mi sorprese fu non trovare nessun marine in circolazione. A quell’ora era probabile che si fossero ritirati, ma qualcuno sarebbe dovuto rimanere, invece non vi era anima viva. Non che mi lamentassi, tutt’altro, però mi appariva strano, tutto lì. Comunque sia, seguii i due sopra di me mantenendo sempre i sensi vigili.

Più tardi ci fermammo ad un’insenatura dove vi era, per l’appunto, lo Striker. Dacché la mia curiosità spuntò, mi avvicinai per studiarlo mentre Marco faceva scendere Ace con calma, per poi sbarazzarsi della barella e riassumere le sembianze umane.


Io: Ma è piccolo! Come fai a farlo andare se non ha né remi, né pale?

Ace: Kyoko, Kyoko, Kyoko… il mio mezzo è dotato di una tecnologia diversa e superiore

Marco: Kyoko, adesso mostraci te la strada. Percorri la costa e noi ti seguiremo

Io: Eh? Ah, sì, o-ok

Non sapendo quanto potessi accelerare, partii con una velocità sostenuta, voltandomi all’indietro per vedere Ace sfruttare il suo fuoco e far partire a razzo quella minuscola imbarcazione. Strabuzzai gli occhi.

“Che figata, guarda come pista! La voglio pure io!”

Io: ACE, DOVE L’HAI COMPRATA!?

Ghignò soddisfatto, come se si aspettasse il mio interessamento al riguardo.

Ace: ME L’HA COSTRUITA UN VECCHIO AMICO!

“Chissà se-”

Ace: E’ INUTILE, SORELLINA, FUNZIONA SOLO CON IL FUOCO!

“Oh, peccato, l’idea di averne una mi stava allettando”

Aumentai l’andatura e portai Ace e Marco ai pressi del sottomarino, dove alcuni dei miei nakama erano fuori sul ponte ai posti di vedetta; si accorsero di noi per via del rumore dello Striker.

Io: CIAO, RAGAZZI!

Matt: KYOKO, FATE PRESTO!

Ad un passo da loro, rallentai e abbassai il tono della voce.

Io: Che succede?

Matt: Alcuni pescatori ci hanno visto ed hanno informato la Marina!

Io: Che palle! Possibile che tutti debbano impicciarsi nei nostri affari!?

Trey: Il Capitano ha messo un po’ di scompiglio fra le loro squadre, ma ci conviene sparire prima che chiamino i rinforzi

Steve: Vi caliamo la scaletta. Ce la fate a salire?

Io: Ci occorre Bepo per caricare su Ace e la sua barca

Bepo: Eccomi!

Io, un giorno, quel tenero orsacchiotto me lo sarei spupazzata fino allo sfinimento. Possibile che ora apparisse pure quando lo chiamassi per aiuto?

Di fretta e furia -e con non poca fatica- collaborammo per portare su la piccola imbarcazione a motore e mio fratello che, non so se per via della narcolessia o di semplice spossatezza, si era addormentato profondamente. Quando fummo tutti a bordo, James prese un den-den mushi ed informò Jean Bart che potevamo partire; Matt, Steve e Trey ripresero i loro posti controllando che la Marina non intervenisse, mentre io e Marco andammo sottocoperta insieme a Bepo che teneva in braccio mio fratello.

Io: Shachi e Penguin hanno avvisato Law sulle condizioni di Ace?

Bepo: Sì, è già in sala operatoria ad accingersi nel predisporre tutto l’occorrente per visitarlo

Io: Perfetto

Affidai Ace nelle loro mani, conscia che non vi sarebbero stati problemi. Poi, data l’ora e la fame che iniziava a farsi sentire, mi diressi in cucina per cucinare qualcosa da mettere sotto i denti per tutti noi poiché, anche volendolo, non sarei stata utile a Law e Bepo. Marco, invece, decise di accompagnare il mio Vice.

“Quando Ace si sveglierà avrà molto appetito, perciò devo mettermi sotto a cucinare! Mi sa che, come minimo, dovrò stare ai fornelli per una buona oretta, eheh”

Raccolsi i capelli con un mollettone rosso che, ormai, tenevo sempre a portata di mano in disparte sulla mensolina più bassa per utilizzarlo proprio quando dovevo cucinare. Mi rimboccai le maniche della felpa beige e aprii lo sportello del frigorifero per tirare fuori il cibo per disporlo sul tavolo. Non rifornendoci da quando prendemmo il largo dall’isola Red Flower, i viveri scarseggiavano, pertanto mi apprestai ad utilizzare al meglio ciascuna parte di essi così da ricavare più pietanze possibili.

Dopo aver meditato una manciata di minuti sul menù, presi il tagliere e mi misi a tagliare a tocchetti piccoli le carote, pensando intanto alla faccia stupita di Ace nel costatare il mio miglioramento in cucina.


“Eheh, gli ho detto che avrebbe mangiato parecchio, ma non che sarei stata io a preparargli la cena. Che poi, miglioramento… diciamo pure che sono l’opposto del passato, ahahah”

A parte la mia specialità per far riprendere Dadan dalle sue usuali sbornie, ai fornelli non ero poi molto dotata. Anzi, forse rappresentavo un vero e proprio pericolo pubblico versione ridotta. Tra l’aver rischiato più volte di far saltare in aria la cucina, tra le pietanze disastrose che preparavo, non ero molto gradita in questo ambito. L’unico a riuscire a mangiare ciò che servivo era Rufy ma, si sa, quella peste si mangerebbe qualsiasi cosa, onde per cui non potevo rallegrarmi con quel fattore. Difatti ci pensavano Ace e Sabo a rendere chiara la situazione: il primo sbiancava con un morso, mentre l’altro cercava di sorridermi ed incoraggiarmi per non darmi una delusione.

Interruppi per un attimo il mio lavoro e m’incantai ad osservare il panorama dall’oblò posto sopra il piano cottura.


“Sabo… anche a te Ace ha fatto prendere uno spavento, vero? Mi sa che a vegliare da lassù “I tre incorreggibili” come ci definivi te, non ci si annoia mai, eheh. Meno male almeno te riflettevi prima di agire e tenevi a bada tre spericolati quali eravamo… comunque, devi aspettarci ancora, è presto per poterci riunire come ai vecchi tempi. E, scusami, ma sono contenta che Ace sia rimasto con noi invece di ricongiungersi a te. Ma non temere, arriverà il giorno in cui gli ASKL saranno nuovamente tutti insieme… ti voglio bene, fratellone”

Rievocando la sua morte prematura, un sorriso amaro nacque sul mio volto.

“Marina… Draghi celesti… pirati… ogni fazione ha del marciume. Gli esseri umani sono tutto fuorché perfetti, tsk”

L’acqua che bolliva mi impose di pestar attenzione a quello che stavo facendo, così mi diedi due colpetti sulla guancia e scacciai via i brutti pensieri su coloro che ebbero portato via Sabo e che si ponevano sulla nostra strada.

“Coraggio, Kyoko, devi aiutare Ace a rimettersi in sesto, e cosa c’è di meglio per lui se non una montagna di cibo?"

Marco: Oy, hai bisogno di una mano?

Ridestata dai miei pensieri, mi voltai verso il mio interlocutore che si stava avvicinando al bancone. Negai con la testa e lo ringraziai per la premura. Non avevo mai accettato aiuto in cucina; i ragazzi qualche volta ci provavano, ma li cacciavo via. Loro avevano già le loro mansioni, non potevo e non volevo disturbarli pure con il mio ruolo.

Marco: Non è un problema, davvero. E poi parliamo di Ace, rischi di finire domani sera

Io: Eheh, ci tengo ad informarti che i Portuguese sono dotati di un buon stomaco, seppur non tutti allo stesso livello

Ridacchiai mentre Marco ghignò divertito. Si arrotolò un paio di volte le maniche della camicia viola e mi affiancò.

Marco: In questo caso è doveroso aiutarti

Io: Come vuoi, eheh

Ci spartimmo le mansioni e, sotto mie indicazioni, cominciò a muoversi nel mio territorio. Per fargli più luce, accesi i faretti posti in alto vicino alla cappa d’aria che si utilizzava quando si navigava fuori dall’acqua perché, altrimenti, veniva chiusa con un apposito comando. Notando che uno di essi non aveva intenzione di funzionare, appoggiai sopra una mano e lo riattivai con i miei poteri.

Marco: Anche tu possiedi un Rogia, eh?

Io: E’ accaduto dopo aver lasciato la mia terra natale. Una sera mi sono trovata nel posto e soprattutto nel momento inopportuno e, niente, per sbaglio ho mangiato il frutto Denki-Denki no mi destinato alla vendita organizzata da contrabbandieri abbastanza conosciuti nella malavita

Marco: E per Ace com’è successo? Quando l’ho conosciuto era già in grado di usarlo

Io: Non saprei dirti quando l’ha mangiato di preciso. Io sono partita con lui sulla stessa barchetta, e siamo stati insieme per un paio di isole, fino a quando lui non ha iniziato a crearsi una ciurma e io decisi di andare per i fatti miei sfruttando i miei poteri. Ricordo soltanto che avevamo sentito delle voci riguardo al suo frutto, e che lui aveva intenzione di mangiarlo… il tuo, invece, che frutto è? Ti trasformi in una fenice particolare… non dovresti essere rosso?

Ridacchiò alla mia frase ingenua e posta con tono da bambina curiosa e confusa allo stesso tempo.

Marco: Se ci rifletti, le fenici non dovrebbero nemmeno esistere, così vale per dei frutti che conferiscono potere

Io: In effetti…

Marco: Comunque sia, il mio appartiene alla tipologia Zoo-Zoo mitologici. Come hai appurato di persona, mi permette di diventare una fenice e di rimarginare le ferite

Io: Wow, che forza! E come ci si sente da trasformati? E le ferite fanno male? Oh, e volare com’è!? Deve essere bellissimo vibrare liberi nel cielo!

Marco: Calma, calma, non scappo mica, eh. Beh, che dire, è una sensazione unica, e le ferite danno leggermente fastidio, giusto il tempo che ci impiegano per rimarginarsi. Per il resto, non è per niente male

Per un istante provai ad immaginarmi io al suo posto. Fosse stato per me, avrei speso metà delle giornate ad osservare il mondo da lassù, sotto un’altra prospettiva, vedendo le persone minuscole come formiche.

Marco: Specialmente torna molto utile quando devo badare a degli incoscienti come Ace

Sospirò rassegnato, e qualcosa mi diede l’impressione che sapesse. Abbassai le fiamme del gas così da poter lasciare le pietanze a cuocere e di aver il tempo per parlare senza rischiare che, distraendomi, qualcosa bruciasse.

Io: Marco, tu sai cosa ha spinto mio fratello ad agire così, non è così?

La sue espressione si indurì e un’ombra scurì i suoi occhi castani-neri. Si sedette ad uno sgabello e appoggiò un gomito sul ripiano.

Marco: Sì, ne sono a conoscenza, e purtroppo non vi è dietro un motivo piacevole

Mi accomodai a mia volta e mi apprestai ad ascoltarlo senza interromperlo. Iniziò a raccontarmi della loro ciurma, di come erano suddivisi tra le varie flotte e di quello che era accaduto al Comandante della quarta, brutalmente ucciso da Barbanera, un sottoposto di Ace. Quest’ultimo, volendo vendicare un loro nakama e amico, e ritenendosi responsabile per le azioni del criminale, si era proposto volontario per cercarlo e fargliela pagare.

Il tutto mi lasciò senza parole, soprattutto venendo a sapere quanti anni quel Teach avesse passato sotto l’ala protettrice di Barbabianca, colui che considerava tutta la ciurma composta da figli e figlie.

Quando ebbe finito, si coprì il volto con una mano e l’altra la abbandonò sul bancone.


Marco: Dovevamo impedirgli di partire, invece lo abbiamo lasciato andare senza impegnarci realmente nel fermarlo dal suo intento. Ero… eravamo così accecati dalla rabbia, da voler vendetta per Satch. Per questo, sebbene mi sia gettato al suo inseguimento per ripotarlo indietro, all’inizio non sono riuscito a reagire come avrei voluto. Solo dopo aver parlato con il Babbo sono riuscito a placarmi interiormente

Appoggiai la mia mano sulla sua. Quando distolse l’altra e mi fissò, gli dedicai un sorriso sincero.

Io: Ti ringrazio per avermi raccontato l’intera vicenda, e non addossarti colpe non tue. Se Ace aveva deciso di agire così, niente e nessuno sarebbe riuscito a fargli cambiare idea, quindi non pensarci più. L’importante è che non sia capitato nulla di grave. Adesso siamo qui, al sicuro, perciò è una questione chiusa

Mi sorrise riconoscente per avergli risollevato il morale, e di questo ne fui contenta.

Io: Tuttavia quel baka ci è riconoscente, quindi mi divertirò un po’ con lui. Magari lo obbligherò a farmi da servitore per una giornata intera, fufufu. Ah, se vuoi puoi aggregarti ai suoi servigi

Marco: Ne sarei onorato

Io: Ricevuto! Servo i ragazzi e poi vado da lui per vedere se si è svegliato

Marco: Finisci di cucinare e poi lascia fare a me, darò io una mano ad allestire la tavola

Io: Uh? Non vuoi stare con lui?

Marco: Sono appena venuto dall’infermeria e ho trascorso le giornate con lui fino ad oggi pomeriggio, perciò vai pure

“Non lo conosco ancora del tutto, ma lo reputo un ragazzo per bene, eheh”

Io: Beh, allora approfitto della tua disponibilità e ti ringrazio

Sotto suo consiglio, terminai ciò che avevo in sospeso e mi portai con me tutto quello che riuscii a caricarmi, dirigendomi allegramente verso la stanza in questione.

Ma, ahimé, non potevo sospettare che il mio caro fratellone si fosse già destato in dolce compagnia di un chirurgo particolare... si prevedevano svolte curiose in arrivo e un soggiorno movimentato!








Angolo autrice ^^:

Buonsalve!
Innanzitutto parto con il scusarmi per il ritardo di questo capitolo. Come avevo pensato e avvisato inizialmente, tenevo conto di saltare un venerdì, invece ne sono trascorsi due. Purtroppo sono riuscita solo ieri a terminare come si deve questo cappy che avete appena letto.
Tralasciando i week -che non posso passarli interamente davanti al computer-, ho solo le sere per scrivere, e poiché torno abbastanza stanca, delle volte mi capita che, appena mi apposto alla scrivania con l'intenzione di buttar giù qualcosa, i miei occhi mi chiedano di andare a nanna u.u
Onde per cui, richiedo venia per la mia improvvisa sparizione. Non temete, il prox cappy è già in fase di elaborazione ed ho scritto 1/3 (si intitolerà "Ace, ti presento Law...Law, lui è Ace". Finalmente il fatidico incontro XD).

Well, passiamo a questo.
Diciamo che qui, di importante importante, non è accaduto nulla. Mi sono concentrata più sul rapporto tra i due fratelli (mettendo anche Kyoko/Sabo), con un piccolo momento su Shachi e Penguin che non può mancare, almeno Ace inizia a farsi un'opinione al riguardo, ahahah.
Poi, va beh, ho introdotto l'inizio della permanenza a bordo del focoso Fiammiferino e della Fenice ;)
Perciò non ho molto da dire, spero solo di aver reso bene i due bei ragazzotti "nuovi" nella mia ff, eheh.

Ci sentiamooo! =_^
Flame

P.S. Il 20° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: Portgas D Sara, Jaeger_D_Ryo, TrafalgarEmily, ankoku, Monkey_D_Alyce, Lully2c, Aliaaara, Incantatrice_Violeta e Sanjina99


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Capitolo 23
*** Ace, ti presento Law... Law, lui è Ace ***


LxK




Ancora nel dormiveglia, rimasi fermo sotto le lenzuola candide e profumate di pulito, beandomi così della piacevole comodità del materasso e del cuscino sui quali ero bellamente sdraiato; una sana dormita mi era davvero mancata.

Tra la costante caccia a quel farabutto di Teach navigando da un’isola all’altra, tra le notti spese sullo Striker -che, per quanto potessi adorarlo per la potenza di cui era dotato, non raffigurava il massimo dei confort-, non avevo avuto nessuna occasione per riposarmi come si doveva, e di questo il mio fisico ne aveva risentito. Ogni singolo muscolo era dolorante, per questo il letto rappresentò il mio toccasana.

Diversi minuti più tardi, appena mi decisi a sbucare fuori da esse con la testa, un intenso odore di medicinali mi investì con prepotenza provocandomi un debole pizzicorino al naso, e l’intensa illuminazione emessa dalle numerose lampade appese al soffitto mi costrinse a socchiudere le palpebre.

La prima cosa che catturai con lo sguardo fu una grossa macchia deforme dai colori arancione e bianco uscire dalla porta difronte. Se non fosse stato per la stanchezza e gli occhi leggermente appannati, avrei potuto giurare risoluto che si trattasse di un vero orso retto sugli arti posteriori.


“Un orso vestito e che cammina su due zampe… patire la fame mi tira brutti scherzi, altroché”

Intontito e mezzo incriccato, mi misi in parte seduto stando attento a non compiere movimenti bruschi e stropicciai gli occhi per rimuovere le tracce di sonno. In seguito, non comprendendo dove fossi, presi ad analizzare la stanza: le pareti erano interamente di metallo, e disposti vi erano unicamente dei lettini con armadietti e macchinari.

“Giusto, Kyoko e quei due ragazzi hanno menzionato un sottomarino, perciò è normale che il materiale usato non sia il legno come per la nave del Babbo, e questa deve trattarsi per forza di cose dell’infermeria di bordo”

L’improvviso rumore di una penna che scorre su un foglio mi discostò dai miei pensieri, facendomi voltare in suddetta direzione: un ragazzo, slanciato e dalla carnagione olivastra, era accomodato alla piccola scrivania lì accanto intento a riportare qualcosa su alcuni quaderni sparsi sopra il sostegno; lo osservai per diversi secondi.

???: Deduco che la curiosità sia una caratteristica tipica di voi Portuguese

Il soggetto del mio interesse depose la stilo ed eseguì un giro di 180° sfruttando la struttura girevole della poltroncina a ruote, per poi accavallare la gamba destra su quella opposta e sorridermi senza un apparente motivo, forse semplicemente per darmi il buongiorno -benché fossi sicuro di aggirarci verso l’ora di cena poiché, quando ero affamato, non dormivo mai a lungo-.

“Beh, comunque sia, come avrà fatto a-”

???: La variazione della frequenza dei tuoi respiri, e il cigolio delle molle del letto concentrato verso il centro, sono stati due chiari segnali del fatto che ti fossi destato

Il tono utilizzato sembrò dire “Io te l’ho detto, ma guarda che era ovvio”, il che mi diede lievemente fastidio ma, non volendo giudicarlo ancor prima di conoscerlo totalmente, incolpai il mio udito e sorvolai. Un buon proposito, il mio, andato a farsi benedire non appena vidi chiaramente le sue labbra incurvarsi di più verso l’alto, probabilmente per via della mia espressione; compresi subito che quello precedente non si trattava di un sorriso amichevole o cordiale, bensì di un ghigno a presa per il fondoschiena.

“Ma che…!? Chi si crede di essere!?”

Me ne stetti in silenzio a studiarlo con scrupolosità e circospezione, infischiandomene di poter passare per un maleducato, soffermandomi principalmente sul buffo copricapo maculato e sugli orecchini per quanto riguardava l’abbigliamento, mentre sulle evidenti occhiaie e sui tatuaggi per quanto riguardava l’aspetto fisico. Anche lui, per niente intimorito o a disagio dalla mia attenta analisi, mi scansionò da cima a fondo tramite quelle iride grigie.

“Da dov’è uscito ‘sto qui? Sembra un teppista trasandato. Inoltre, quale sano di mente si tatuerebbe in modo definitivo la parola DEATH alle dita della mano?”

Tuttavia, la sua particolare fisionomia non mi era nuova. Ebbi la netta sensazione di averlo già visto in passato, il problema consisteva, per l’appunto, nel rammentare il possibile luogo ed arco temporale.

Mi spremetti le meningi, invano. Così, non essendo relativamente importante -e non fregarmene più di tanto a priori-, smisi di rifletterci su e mi informai riguardo alle mie condizioni.


Io: Senti, sai dirmi mica quanto mi occorrerà per rimettermi in sesto?

???: Per una guarigione completa, direi minimo un mese e mezzo

Io: Cosa!? Un mese e mezzo!?

Davanti a quella prospettiva, reagii un uno scatto; era impensabile di restarmene con le mani in mano per più di un mese. Non avevo la ben che minima intenzione di morire di noia e, per giunta, avevo delle questioni in sospeso.

???: Ho detto “minimo un mese e mezzo” non “un mese e mezzo”, il che significa che, in caso di complicazioni non previste, il periodo di convalescenza possa venire prolungato

Io: Bene, peggio ancora!

Avrei fatto volentieri a meno della sua precisazione minuziosa che servì solo a farmi imbestialire ulteriormente.

???: Le ossa rotte non sono da prendere alla leggera, ci arrivano persino i mocciosi, Ace-ya. E, almeno per questa sera, ti conviene sbollire gli spiriti e dedicarti al riposo assoluto, a meno che tu non voglia svenirmi per il troppo sforzo

Sghignazzante, mi diede le spalle e si rimise a trafficare con le scartoffie non degnandomi più di attenzione. Smanioso di dimostragli di non essere per nulla debole come mi stava reputando, volli scendere dal letto ma, mosso il busto, una fitta tremenda mi smorzò momentaneamente il fiato obbligandomi a seguire controvoglia il suo consiglio. Lanciai imprecazioni a Teach e al suo maledetto frutto del diavolo.

???: Aggiungo l’impulsività alla lista

Io: Di che diavolo parli, ora?

???: Oh, niente, stavo riflettendo ad alta voce. Non farci caso, fufufu

“Ok, deve avere qualche dote innata per urtare i nervi al prossimo. Mi domando perché Kyoko abbia deciso di venirmi a prendere con un’imbarcazione singolare e un’altrettanta ciurma stramba. Entrambi non siamo muniti di molta pazienza, quindi perché mai si è rivolta a tipi come lui?”

Mi appuntai nella mente di chiederglielo direttamente appena ne avessi avuto l’occasione, e a proposito di Kyoko…

Io: Dov’è mia sorella? Dovrei parlarle, e vorrei fare altrettanto con il tuo Capitano

???: Hotaru-ya dovrebbe arrivare a breve con la cena. Per il Capitano, invece… beh, dipende se dopo avrà qualche minuto disponibile per te, fufufu

Io: Lo vedremo, e non pensi che forse non gradirebbe sapere come tratti i suoi ospiti?

Sorrisi sghembo nell’immaginarmi ‘sto qui mentre subiva una ramanzina. A discapito di quello che mi aspettai, però, non fece una piega; continuò a lavorare disinvolto.

“Aspetta… Hotaru che? E chi sarebbe?”

???: Sono desolato, ma io e il mio Capitano condividiamo gli stessi pareri, fufufu

“Buono, allora sì che siamo messi bene…”

Un bussare alla porta, accompagnato dalla voce di mia sorella, preannunciò il suo a arrivo. Entrò con calma stando attenta a non fare troppo rumore fino a quando non si accorse di me seduto.

Kyoko: Ciao, Ace! Già sveglio? Perfetto, ho giusto giusto qui del cibo per te, eheh… e ciao anche a te, Sadico chirurgo! Non ti sei divertito a torturare mio fratello, vero?

???: Come puoi notare tu stessa, è vivo e vegeto, perciò puoi stare tranquilla, per adesso è al sicuro

Seguii la scena allibito. Quei due stavano chiacchierando su torture nei miei confronti? Il mio sesto senso mi suggerì di non indagare a fondo. Sorridente, Kyoko mi raggiunse e appoggiò sulle mie gambe un cabaret ricco di prelibatezze dall’aspetto invitante. A quella visione il mio stomaco le reclamò con impazienza. La ringraziai per il suo gesto e cominciai a mangiare con foga. Le papille gustative, assaporando il Tonkatsu* accompagnato dalla zuppa di miso e verdure grigliate, andarono in estasi.

Io: Dio, è buonissimo! Complimenti al cuoco! Mi sa che gli darò un mucchio di lavoro da svolgere, ahahah

Kyoko: Eheh, ne sono felice, e non temere, sfamando tutti i giorni certi ingordi, non sarà difficile starti dietro… dunque, come stai? Ti sei ripreso un pochino?

Io: Non me la cavo male, esclusi i quasi due mesi da dover aspettare per guarire

Kyoko: Ti capisco. Valeva lo stesso per me, anche se io me la sono sbrigata in un paio di settimane perché la ferita alla spalla non era niente in confronto alle tue, di ferite intendo

Io: Sei stata attaccata?

La guardai leggermente preoccupato, mentre lei scrollò le spalle e saltò su un altro lettino. Nel frattempo, il ragazzo di prima si alzò e si posizionò davanti ad uno dei macchinari al mio fianco tenendo in mano una cartelletta marroncina-ocra rigida.

Kyoko: Uh-uhm, quando mi trovavo all’Arcipelago Sabaody. Cose che capitano se si intraprende la strada della pirateria. E poi, per merito di quel vecchio scintilloso, ho conosciuto Law ed i ragazzi, eheh

Allegra, spostò lo sguardo al secondo tipo presente nella stanza. Feci altrettanto, ripetendo ad alta voce ed interrogativo quel nome inaspettatamente familiare.

Kyoko: Uh? Sì, esatto, perché? Ah, non vi siete presentati?

???: Non si è verificata l’occasione adatta

Kyoko: Ma allora bisogna rimediare!

Con impeto, balzò giù e sorrise a trentadue denti.

Kyoko: Dunque: Ace, ti presento Trafalgar Law, il mio Capitano… Law, anche se è inutile dirtelo, lui è Ace, mio fratello!

Il mio cervello, a tal cognome, si era bloccato ad esso, rammentando finalmente l’identità dello sconosciuto.

“Ma certo! Trafalgar Law, detto -Il Chirurgo della Morte-, una supernova come Kyoko e Ru! Ho sentito alcune voci sul suo conto. Forse Marco non ha tutti i torti a ripetermi sempre di leggere più spesso il quotidiano”

Perso nuovamente tra i miei pensieri, non mi accorsi della poca distanza fra Kyoko e Law proteso verso di lei.

Law: Come ti sei procurata questo graffio sul viso?

In un gesto istintivo, mia sorella si portò la mano alla guancia sinistra per tastarla con i polpastrelli delle dita.

Kyoko: Ti riferisci a questo? Una piccola incomprensione, e per sbaglio me lo sono pure grattato, eh eh eh

Law: Avanti, te lo medico

Dal cassetto prese tutto l’occorrente per pulirlo, per poi aspettare che Kyoko si lasciasse disinfettare la ferita.

Kyoko: Figurati, non è necessario, davvero

Law: Sicura? Non mi verrai poi a lamentarti per la sporcizia?

Kyoko: S-sporcizia?

Law: Vi sono dei piccolissimi granelli di terra attorno ma, se non ti disturbano, pos-

Kyoko: Sul serio!? Che schifo, terreno calpestato da chissà chi! Rimangio tutto, qui urge subito una pulizia completa!

Dopo aver calato le palpebre, gli porse il lato della guancia dandogli campo libero, e Law cominciò il suo intento ghignando vittorioso; a quanto pare, sapeva del suo lato schizzinoso. Intanto io ripresi a mangiare la mia cena.

Kyoko: Ah, Ace, mi dispiace per il tuo amico. Satch, giusto? Marco mi ha raccontato quello che è accaduto

Ingoiai il boccone e mi incantai a fissare la zuppa.

Io: Già, dispiace anche a me…

Mi rodeva essere stato sconfitto da qualcuno, ma ancor di più non mi davo pace per non essere riuscito a vendicare Satch. Non m’importava quanto ci avrei impiegato, ma lo avrei fatto a qualsiasi costo.

Law: Fatto, e non provare a togliertelo, intesi?

La ammonì, scorgendo sul suo volto il fastidio per averle applicato un grosso cerotto onde evitare che lei si rigrattasse via le crosticine.

Kyoko: D’accordo, d’accordo! Sbaglio o qua dentro si muore di caldo?

Slacciò la felpa e se la tolse, rimanendo con una canottiera arancione e un particolare gioiello che mi attirò e sul quale chiesi delle delucidazioni.

Kyoko: E’ il mio Jolly Roger. Cioè, è di Law e io lo porto con orgoglio, eheh

Io: Ferma un secondo… fai parte di una ciurma?

Kyoko: Ma sei baka? Te l’ho detto un minuto fa che Law è il mio Capitano

Afferrando il significato di quella dichiarazione, finii con il strozzarmi con la mia stessa saliva e a tossire con violenza.

Io: C-Capitano!?

“Quindi, prima... perché ha fatto quello scherzo idiota!?”

Il soggetto in questione allungò una mano alla piastrina al collo di Kyoko e la accarezzò esibendo un ghigno che non mi piacque affatto. Sembrava, come dire, malizioso.

Law: Esattamente. Io sono il Capitano dei Pirati Heart, e Hotaru-ya è la mia cuoca

Kyoko: Yep! Sono io ad averti preparato la cena, eheh

Io: C-cosa…? Ma che…?

Law, senza farsi vedere da lei, mi lanciò uno sguardo eloquente e ghignò ancor più apertamente.

Law: Forza, l’ora della visita è terminato

Kyoko: Come? Io voglio parlare ancora un po’ con Ace!

Law: Avrai altri giorni per farlo, ora gli serve riposo

Sbuffò scocciata. In seguito, si voltò verso di me regalandomi un sorriso genuino e puntandomi scherzosamente contro l’indice.

Kyoko: Vedi di rimetterti presto, neh! E non fare di testa tua. Anche se questo antipatico da ordini a destra e manca, è un bravo medico

Law: Sono lusingato del complimento

Kyoko, benché roteò gli occhi al cielo, mi sembrò al col tempo stesso divertita.

Kyoko: Ti pareva se non si dava arie!

Law: Non ti vedo avviarti all’uscita

Kyoko: Ok, ok, mo’ vado, dammi il tempo per farlo!

Law: Sei peggio di una lumaca, fatto insolito se si tiene conto del tuo potere

Kyoko: Ah ah ah, spiritoso! Beh, Ace, a presto e dormi tanto!

Ritornai in me al suo saluto entusiasta che risposi sventolando la mano. Successivamente, quando rimasi solo, mi distesi per lungo sul materassino e un’improvvisa voglia di dormire per riprendermi dalla giornata prese il sopravvento, facendomi cadere tra le braccia di Morfeo.

***


Siccome sia io che Law non avevamo ancora messo nulla sotto i denti, una volta usciti dall’infermeria e richiusa la porta dietro di noi, in unanime e tacito accordo ci avviammo assieme verso la cucina, con la speranza di trovare qualcosa che fosse scampato alle fauci di quei pozzi profondi dei ragazzi. Magari Bepo, premuroso, aveva provveduto a metterci delle portate da parte ma, caso contrario -o, meglio dire, caso in cui lo avessero raggirato per fregargliele-, mi sarei dovuta arrangiare per prepararci dell’altro al volo.

Camminammo in silenzio per parecchi minuti, eppure non mi dispiacque; non era uno di quei silenzi imbarazzanti dettati dalla mancanza di argomenti su cui conversare, bensì di quelli piacevoli dove le parole erano superflue perché bastava la semplice compagnia della persona lì presente per trascorrere un attimo di pace.

Ciò nonostante, data l’euforia che mi scorreva nel corpo all’idea di passare parecchio tempo con Ace e la mia ciurma, non riuscii a trattenere il mio buon umore e, di conseguenza, a restarmene cheta per molto.


Io: Allora, che ne pensi di mio fratello?

Glielo domandai di getto e di punto in bianco, non comprendendone nemmeno io il reale motivo; non era stata la mia solita curiosità ad avermi fatto pronunciare tale frase, ma uno strano desiderio di venire a conoscenza del parere di Law a riguardo, quasi fosse una necessità.

Law: Trovo il mondo un luogo colmo di misteri, vista la sua decisione di procreare due Portuguese identici

Io: Sapeva che uno non gli sarebbe bastato, perciò ha voluto deliziare se stesso e tutti voi con una coppia

Law: In questo caso, sono onorato di avervi a bordo del mio umile sottomarino, Milady

Teatralmente, si tolse il copricapo dalla nuca giusto il tempo di compiere un gesto di ossequio con il capo, per poi rimetterselo al proprio posto e sghignazzare con gusto alla vista di una me che rideva senza contegno.

Io: Ahahah, oddio, Law, sicuro di non essere nato per fare il maggiordomo personale o robe del genere? A mio parere te la caveresti egregiamente… guarda come sei portato, ahahahah

I suoi occhi furono attraversati da una scintilla di sadismo, e il modo in cui prese ad accarezzare la fedele Kikoku disposta sulla spalla destra ne era una chiara dimostrazione.

Law: Ne dubito. Io mi diverto ad impartirli gli ordini, non ad eseguirli

Io: Vero, mi scordo sempre la tua avversione al tempo verbale Imperativo se rivolto al tuo indirizzo… oh beh, dettagli

Liquidai la faccenda agitando la mano in aria, sminuendola. Dopo di che, divenni seria e guardai Law risoluta.

Io: Grazie ancora per quello che hai fatto per me e per Ace

Law: Ultimamente mi ringrazi spesso… non mi sarai diventata un ragazza per bene?

Da sotto la visierina morbidosa, mi spiò di sfuggita. Sospettosa, ridussi gli occhi a due fessure e allungai il collo.

Io: E con questo cosa vorresti insinuare, scusa?

Law: Non si risponde ad una domanda porgendone un’altra, Hotaru-ya

Mi rimbeccò non degnandosi nemmeno di nascondere quanto la cosa lo stesse divertendo. Sbuffando stizzita, incrociai le braccia al petto e distolsi lo sguardo, borbottando pure un “Stupido Maestrino” che udì distintamente.

Law: Mi riferivo esattamente a questo. Maschiaccio quale sei, non ti si addice il ruolo di brava ragazza che tratta con gentilezza chiunque. Per giunta, suona strano sentirti ringraziare con costanza

Io: Ehi! Magari non rappresento un modello da seguire, ma le conosco pure io le buone maniere e distinguo il momento adatto in cui metterle in pratica

Law: Come sempre ci sarebbero dei punti da obiettare, ma sarebbe una perdita di tempo e fiato, quindi mi astengo

Io: Mi stai forse dando dell’idiota?

Law: Affatto, sei tu ad aver tratto conclusione affrettate. Quello che intendevo dire è che le mie contestazioni ti entrerebbero da un orecchio, per poi uscire dall’altro

Aprii la bocca per ribattere, ma non una singola parola fuoriuscì da essa. Ciò che aveva detto Law corrispondeva a verità, onde per cui mi fu difficile rispondergli a tono. Indispettita, lo superai dandogli una spallata e accelerai.

“Ma vedi un po’ te! Io cerco di ringraziarlo come si deve per l’aiuto che mi ha dato, e lui se ne approfitta per sfottermi, esattamente come faceva prima di-”

Iniziai a ridurre poco alla volta l’andatura, finendo con il fermarmi nel bel mezzo del corridoio. Da quando avevo letto la notizia fatidica sul giornale, il mio pensiero era andato unicamente ad Ace. Tutto il resto era passato in secondo piano, pertanto solo in quel preciso istante mi ricordai del mio diverbio con Law, venendo così sovrastata da un groviglio di emozioni a me non ancora del tutto chiare.

Law: Hotaru-ya?

Nel corso dei miei vent’anni, avevo spesso compiuto azioni contro il volere di parecchi, ma malgrado ciò niente e nessuno era riuscito a fermarmi e a scalfirmi. Agivo da sola, seguendo l’agognata libertà e affidandomi al mio istinto, non sentendo per niente il bisogno di dare delle spiegazioni sul mio comportamento, eppure…

Io: Ascolta, Law…

Lui mi confondeva. Già, era incredibile come riuscisse a confondermi semplicemente passando dei momenti con la sottoscritta. Ogni qualvolta che accadeva, una parte di me agiva in modo differente: mi ero scoperta a chiacchierare con lui come se niente fosse, arrivando persino a raccontargli dei piccoli aneddoti relativi alla mia infanzia e a confessargli -non propriamente di mia iniziativa- la fobia per gli squali; gli avevo permesso di avvicinarsi a me, sebbene mi fossi da sempre impegnata ad evitare ogni tipo di rapporto e, infine, non lo folgorizzavo quando si prendeva gioco del mio modo di essere -anzi, mi divertivo a dargli retta e a rispondergli utilizzando le sue armi-.

Quindi, rispetto al passato, sentivo il bisogno di risolvere l’episodio del bacio, facendogli capire che la mia reazione non doveva associarla ad un rifiuto per via di qualcosa da lui fatta o detta, perché la colpa era soltanto mia.

Pertanto, mi voltai ed incatenai lo sguardo nel suo; non sapendo di preciso come formulare un discorso sensato e comprensibile, portai dietro la schiena il braccio destro e presi a stringermi nervosa il sinistro con la mano.


Io: Hai ragione. Mi rendo conto di averti ringraziato un po’ di volte e che, effettivamente, non è da me farlo, ma questo è il minimo che possa fare per esprimerti quanto ti sia realmente riconoscente per aver salvato Ace. Lui è una delle persone a me più care, e al pensiero di perderlo mi devasta, ciò nonostante tu eri liberissimo di non accompagnarmi, invece mi sei venuto incontro incurante dei possibili nemici

Un sorrisino comparì sul mio volto al pensiero di come Law, all’isola Banaro, avesse allontanato la Marina accortasi del nostro sottomarino attraccato lungo la costa.

Io: Ma, non volendo suonare ripetitiva, da adesso in poi mi limiterò a non scordarmi mai quanto ti devo. Comunque, ora, non era di questo che volevo discutere… mi chiedevo se, quando avremo un attimo tranquillo, potessimo parlare indisturbati su… beh, su noi due e una faccenda delicata che mi riguarda. Ovviamente se ti va di ascoltarmi, non voglio certo obbligarti

Non era detto che mi avrebbe perdonata -spettava a lui decidere cosa farsene delle mie parole- e, inoltre, dovevo vedere bene se rivelargli la mia vera identità o meno, però potevo iniziare con introdurgli qualcosina, ecco.

Law: D’accordo, Kyoko-ya

Non avendomi interrotta ed esibendo un’espressione priva di ghigni o altro, dedussi che mi rispose senza scherzare, e ciò lo apprezzai; doveva aver capito quanto ci tenessi ad esprimermi. Sorrisi rincuorata togliendomi un peso.

Io: Indovina? Grazie

Mostrai la punta della lingua e, in seguito, lo seguii dopo che mi ebbe superata sogghignando. A conti fatti, vi era una cosa di cui ero sicura: stando con Law, mi era impossibile annoiarmi.







Angolo autrice ^^:

Salve salvino!

Ormai direi di mettere in chiaro una cosa in modo definitivo: la pubblicazione di un nuovo capitolo non aspettatevela tassativamente il venerdì, ma tra la sera di tale giorno e il week, perchè non posso sapere quando la stanchezza decida di farmi visita o i miei amici di inviarti fuori all'ultimo. Quindi, d'ora in poi, cercatemi in questo arco di tempo ;)

Well, detto ciò, che ne pensate dell'incontro tra Fiammiferino e il Sadico? Volutamente l'ho reso in parte simile a quello tra Kyoko e Law -ovvero lei si sveglia in infermeria e lui si comporta come suo solito da figoso stronzetto u.u-, cercando di rimanere fedele ai caratteri dei due ragazzotti. Law ghigna e fa il saputello; Ace, essendo sfrontato ed orgoglioso, non gli piace il fatto che uno sconosciuto lo sminuisca; Kyoko, ingenuotta, non si accorge di niente, e te pareva XD. Beh, spero di aver reso il tutto bene e di non avervi deluse >.<

Comunque, ne devono accadere ancora di cose tra questi tre. In fin dei conti, qui Ace vede solo come Law sia troppo, come dire, "possessivo", verso Kyoko, ma nulla di +. Pensate a quando questi due si divertiranno ed Ace lo verrà a sapere XD
Infine, Kyoko sembra cominciare a far chiarezza in se stessa. Riusciranno lei e il suo Capitano a far pace prima che qualcosa si complichi? Ovviamente no, altrimenti non starei a provi questa domanda retorica, ahahah.

Ed ora, udite udite tutti voi che state leggendo-
Coscienza: Mi spieghi, allora, come possono udirti?
Flame: E' semplicemente un modo di dire, taci e lasciami finire
Coscienza: Scorbutica e cafona come sempre u.u
Flame: Taci, vacca
Coscienza: Non rompermi, pazza sclerata
Flame - Coscienza: *si perdono a scannarsi*
Kyoko: *sospira* D'accordo, ci penso io... vi informo che, nel prox cappy, le acque si muoveranno portando con sé aria di tempesta (era anche ora, penserete voi, ahahah).
Onde per cui, preparatevi a scoprire che diavolo mi sono inventata, muahahahah!

See ya! =_^
Flame

*Tonkatsu = piatto giapponese consistente in una cotoletta di maiale alta uno o due centimetri, impanata e fritta in abbondante olio; servita tagliata in piccole dimensioni, insieme a della verdura e zuppa di miso.
Utilizzato come piccolo riferimento alla fanfiction su "Naruto" della mia amica per festeggiare il suo ultimo capitolo pubblicato e per ringraziarla di aiutarmi stando ad ascoltare i miei dubbi e a dissiparli. Grazie, Sorellona <3 (se volete fare un salto, eccovi il link ;) GaaraxMiki)

P.S. Il 21° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: Jaeger_D_Ryo, Portgas D Sara, cola23, Aliaaara, Lully2c, Monkey_D_Alyce e ankoku


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Capitolo 24
*** Una chiamata inaspettata ***


LxK




Hiro: …e le eliche del propulsore sinistro andrebbero pulite dai rimasugli di alcune corde andate ad incastrarvisi quando abbiamo navigato nel tratto di mare colmo di relitti

Dato il tempo trascorso dall’ultima revisione redatta, ed il fatto di aver navigato sino all’isola di Banaro utilizzando i motori alla massima potenza, era normale finire nella nostra attuale situazione; necessitavamo il prima possibile di una sosta per sistemare il sottomarino e rifornirci di viveri.

Io: Per quanto ancora possiamo proseguire senza problemi?

Hiro: Tenendo conto del lieve malfunzionamento dei componenti principali, e non volendo rischiare di comprometterli maggiormente o irrimediabilmente, direi un giorno, massimo due, non di più

Io: Capisco. Allora metti per iscritto una lista completa di tutti gli interventi richiesti relativi ad aggiustare ogni parte danneggiata. Più tardi voglio trovare nel mio studio un resoconto dettagliato

Hiro: Agli ordini, Capitano!

Sistemato meglio il cappello sulla nuca, mi alzai ed uscii dall’officina permettendo ad Hiro di svolgere con calma e precisione il suo lavoro di meccanico a bordo, in modo tale da non aver nessun margine di errore nei calcoli.

“Sarà il caso discutere con Bepo sulla rotta da seguire. Stando navigando in superficie, lo troverò sul ponte esterno”

Riflettuto sull’imminente da farsi, percorsi i tratti di corridoio che portavano al portone principale -adesso aperto per far arieggiare l’interno-, arrestandomi ai pressi di esso per cercare di distinguere quello che i miei sottoposti si stavano urlando contro con una certa enfasi.

Funny: Il mio è più lungo!

Trey: Sei cieco!? E’ ovvio che il mio ti batta!

Funny: Ma se è striminzito! Se proprio è grosso, non lungo, quindi evita di spacciarlo per tale!

Trey: Quante storie. Ammettilo che sei invidioso!

Funny: Invidioso di cosa, se il mio ti batte!? Lo vuoi capire o no!?

Trey: Non c’è nulla che non mi sia chiaro, perché il mio ti straccia, punto. Guarda, è lunghissimo!

Continuando a non comprendere la causa del diverbio in corso, sebbene avessi distinto le parole, compii altri passi per avvicinarmi ulteriormente e prestai maggior attenzione.

Funny: Ok, vista la tua testardaggine, ci rimane un solo modo per decretare il vincitore: misurarceli!

Trey: Ci sto! E per evitare che uno dei due imbrogli… Kyo-chan, lo potresti fare tu, please?

Kyoko: Io non misuro un bel niente! Non coinvolgetemi con giochetti privi di senso. E poi, se posso esser franca, a mio parere quello di Bepo si guadagna il primo posto

Funny – Trey: Lui non conta, è un orso!

Kyoko: Guardate che se l’è procurato come voi due e-

Improvvisamente non udii più nulla, se non un sonoro tonfo. Varcata la soglia della grande porta spessa, finalmente compresi quello che stava accadendo: Trey e Funny, accomodati sul parapetto rivolti verso la sconfinata distesa blu, battibeccavano reciprocamente esibendo un pesce dalle medie dimensioni; Kyoko, certamente per via di un attacco di narcolessia, giaceva dormiente a terra con la canna da pesca tenuta tra le mani in una salda presa e le gambe distese sulla ringhiera, persino russando debolmente; infine Bepo, a sua volta con quell’attrezzo fra le zampe e un pesciolino fra i denti, si cimentava indisturbato nella pesca non curandosi del caos degli altri. Alzai gli occhi al cielo e sospirai, rassegnato.

“E’ mai possibile che i miei sottoposti non riescano a stare buoni per un minuto nemmeno mentre stanno pescando?”

Grazie al suo olfatto sviluppato in quanto animale, il primo ad accorgersi della mia presenza fu il mio Vice, il quale si girò nella mia direzione sorridendomi gioioso.

Bepo: Salve, Capitano!

Io: Si può sapere che state combinando?

Lo affiancai sul lato destro e mi appoggiai sul parapetto a braccia conserte, inclinando poi il capo per poter analizzare un secchiello posto lì sotto, per metà pieno d’acqua e con due pesciolini sguizzanti.

Bepo: Kyoko ci ha informato sulla scarsità del cibo, perciò ci ha chiesto gentilmente se potevamo aiutarla a procurarcene un po’ da mangiare oggi e da mettere via

Io: Spero non siate qui da stamattina…

Bepo: In realtà sì

Sconcertato, ricontrollai il contenuto dell’oggetto di metallo per verificare se non avessi contato o visto male io, ma il numero rimase invariato.

Io: E questi sarebbero i risultati?

Bepo: Aye!

D’altro canto, pure io, che mi aspettavo? Affidare un incarico simile alla mia ciurma non si sarebbe mai potuta considerare un’idea sensata: Bepo ingurgitava ciò che acciuffava; Kyoko avrebbe potuto addormentarsi anche dieci volte e, molto probabilmente, da sveglia perdeva la pazienza nel dover attendere che qualcosa abboccasse; i due ragazzi, uguali al resto della banda di idioti, non contenti della lunghezza del proprio animale, lo ributtavano in mare pensando unicamente a prenderne uno migliore per battere l’avversario.

“Siamo messi bene…”

Bepo: Capitano, forse ci conviene trovare un’isola dove poter attraccare… fatto, vai!

Trafficò per qualche secondo con l’amo della canna, per poi lanciarlo in mare dove si mise a galleggiare poco distante dalla nostra imbarcazione ancorata al fondale marino. Attraverso l’acqua cristallina, e aguzzando la vista, vidi il cibo fungente da esca; non potei fare a meno di riflettere sull’evidente differenza tra me e gli esseri aquatici.

Io: Pane?

Bepo: Aye! Non essendoci dei vermicelli, ci siamo arrangiati tagliandone un po’ di quello vecchio scarta-

Trey: SIII, AH AH AH! AMMIRA LA MIA BRAVURA!

Tutto gongolante, Trey saltò in piedi e, senza tanti complimenti, sbatté dritta in faccia a Funny la sua sudata conquista, provocando inevitabilmente l’ira di quest’ultimo che, con convinzione, affermava di aver assistito puramente ed una botta di culo vera e propria.

Massaggiandomi la tempia per via del loro chiasso, contai fino a dieci nel tentativo di contenere l’impulso di buttarli seriamente giù a far compagnia ai nuovi amichetti. Comunque, poiché volevo colloquiare con Bepo, o provvedevano ad azzittirsi da soli, oppure me ne sarei occupato personalmente. Fu allora che mi venne in mente un modo per risolvere due problemi in un unico colpo.


Io: Bepo, quanti pezzi di pane ti son rimasti?

Perplesso dalla mia strana domanda, sbatté per qualche secondo le palpebre, per poi portarsi la zampa alla tasca della tuta arancione. Presi i bocconcini avanzati, gli distribuì sul ponte come gli ordinai. Espansa la Room, scambiai ciascuno con un pesce, arrivando ad accumularne abbastanza per tutti noi.

Bepo: Fantastico, Capitano! Non ci avevamo pensato!

Io: Trey, Funny, portateli in cucina, e subito

I due interpellati avevano smesso di fiatare e si erano immobilizzati, consci del fatto che non fosse mai un buon segno per loro se attivavo i miei poteri quando non vi erano nemici all’orizzonte. Pertanto, temendo di rivederla e capendo che il mio ordine era stato impartito con severità, scattarono come molle. Abbandonarono a terra le canne, raccolsero ciò che gli avevo preparato e filarono sotto coperta biascicando frasi sconnesse.

Io: Bene… sono venuto da te proprio per parlare di ciò che mi hai appena proposto. Hai per caso già in mente una meta facilmente raggiungibile e in un accettabile arco di tempo?

Bepo: Mmh… ieri, studiando le cartine a disposizione, ho tracciato due possibili rotte per altrettante isole, ma entrambe distano almeno tre giorni da qui

Io: Questa non ci voleva

Preso il mento con l’indice e il pollice destro, mi misi a riflettere una manciata di minuti su tale imprevisto. Se la prossima meta distava così tanto, era un bel problema.

Marco: Potremmo avvalerci dell’Isola Galleggiante

Io e Bepo ci girammo all’uniscono verso l’ospite, seguendo il suo avanzamento nella nostra direzione. Si fermò accanto a Kyoko, guardandola con le labbra tese in un sorriso; ridussi gli occhi a due fessure.

Bepo: Isola Galleggiante?

Marco: E’ una porzione di terra dal particolare aspetto geografico e in costante movimento, adesso situata a nord-est. Mi è capitato di individuarla mentre ero in volo per andare da Ace. Se partissimo ora, entro sera dovremmo averla raggiunta, e così potremmo finalmente riposarci tutti come si deve

Bepo: Davvero? Sarebbe perfetto!

Io: Sicuro della tua affermazione? In questo momento non possiamo permetterci di sbagliare

Con disinvoltura, scostò gli angoli della camicia ed infilò le mani nelle tasche dei pantaloni, spostando poi di poco il peso su una gamba e ghignandomi divertito, come di chi la sapesse lunga dati gli anni di esperienza in mare.

Marco: Ne sono consapevole, difatti sto cercando di venirvi in aiuto. Se non fossi certo delle mie parole, non vi avrei espresso il mio parere. Non credi, ragazzino?

Il mio sguardo divenne di ghiaccio. Se credeva di potersene stare tranquillo perché non mi reputava una minaccia, beh, si sbagliava di grosso. Poteva benissimo essere più grande di me ed io, avendo compiuto venticinque anni non da molto, ancora inesperto sulle insidie nel mondo, tuttavia durante il corso della mia infanzia ne avevo passate tante, pertanto qualcosa la capivo a mia volta.

Inoltre, avevo appurato che “Pugno di Fuoco” fosse identico a Kyoko, perciò il suo carattere mi era facile da comprendere, a differenza di quello di Marco, detto “La Fenice”; non mi era ancora chiaro, di conseguenza mi rendeva sospettoso nei suoi confronti, soprattutto per via della sua pacatezza.


Bepo: Capitano? Capitano?

Io: Che c’è?

Bepo: I-io, mi scusi! Volevo sapere s-se devo riferirlo a Jean Bart

Io: D’accordo, dagli le nuove coordinate

Ottenuto il mio permesso, e stando attento a non calpestare Kyoko -che, non seppi spiegarmi come, si era messa seduta con la schiena alla ringhiera-, adagiò l’attrezzatura assieme a quelle dei ragazzi e si avviò alla sala comandi.

Appena sparì dalla visuale, un brontolio di stomaco mi fece ritornare alla posizione precedente. Marco, vedendo Kyoko muovere le labbra e a massaggiarsi la pancia, sorrise nuovamente.


Marco: E’ incredibile la somiglianza che gli accomuna. Sono due gocce d’acqua, sia in carattere, sia in aspetto fisico

Io: Da quanto Ace-ya fa parte della ciurma di Barbabianca?

Marco: Ormai saranno passati due anni e mezzo. La prima volta che lo abbiamo incontrato era diventato da pochi mesi il Capitano dei Pirati di Picche. Se ripenso a com’era agli inizi…

Io: Una fonte inesauribile di energia e una calamita di guai, suppongo

Marco: Già. A quanto pare per i Portuguese è normale lasciar segno del loro passaggio

Entrambi ghignammo. Dopo di che, inaspettatamente, la sua espressione divenne seria e pensierosa.

Marco: Immagino che in passato sia stata diversa pure lei per via di quella faccenda, giusto?

Parecchio confuso, corrugai la fronte e non dissi nulla in un tacito invito nel spiegarmi a cosa alludesse. Lui, appunto, non ricevendo nessuna risposta, spostò lo sguardo da Kyoko a me, spalancando leggermente gli occhi quando intuì qualcosa che a me sfuggi; nervoso, si morse il labbro e si strinse una ciocca di quei strambi capelli.

Marco: Dunque tu non lo sai…

Lo mormorò flebilmente e con tono colpevole, ma riuscii comunque ad udirlo distintamente, al che la mia curiosità crebbe, così valse per una sensazione di fastidio perché era palese che lui, a discapito di me, conoscesse un fatto relativo alla vita di Kyoko. Ciò nonostante, rammentando l’ultimo scambio di parole con lei, decisi di non indagare a riguardo. Forse lei voleva rivelarmi la stessa cosa, quindi avrei atteso.

Kyoko: Ho fame… Sensei… facciamo una… pausa?

Marco: Dovrebbe essere ora di pranzo. Forse dovremmo svegliarla

Io: Come se potessimo farlo... ha il sonno pesante quando viene colta dalla narcolessia

Marco: Allora ti svelerò un piccolo segreto per destarla

Sorridendo sghembo, si accovacciò un po’ alla sua destra e si sporse vicino al suo viso. Nervoso, in un gesto istintivo sfoderai di tre centimetri la mia Kikoku, pronto ad intervenire ad un passo falso di Marco. Nel frattempo, lui tolse via i capelli di Kyoko davanti all’orecchio facendoli passare dietro ad esso e soffiò al suo interno. In un nanosecondo, e dopo un urlo agghiacciante, la Bella Addormentata fu in piedi più sveglia che mai.

Marco: Lo ribadisco: sono identici

Soddisfatto del suo risultato, si alzò sistemandosi i vestiti e diede una pacca sulla spalla alla nuova statua pallida.

Marco: Bentornata fra noi

Kyoko: Ch-ch-ch-

Marco: Il tuo stomaco reclama cibo. Ti conviene metterti ai fornelli… vi precedo e vado nella sala da pranzo, a dopo

Esibendo la pacatezza a cui pensavo prima, se ne andò lasciando me basito e una Kyoko balbettante e gesticolante. Indubbiamente si verificò un metodo efficace, ma era consigliabile non utilizzarlo spesso, a meno che non volessi far venire un infarto a Kyoko o attirarmi contro vendette su vendette; meglio far finta di nulla, anche se a Marco conveniva non avvicinarsi più così tanto a lei.

Io: Forza, rientriamo

Kyoko: A-aspetta, c’è la p-pesc-

Io: Abbiamo già risolto

Kyoko: Q-quando?

Io: Quando una certa Horatu-ya era nel mondo dei sogni, perché sai…

Rapido, mi posi ad un soffio dall’altro suo orecchio, ghignando nel notare come si irrigidì ulteriormente temendo di vedermi agire come Marco.

Io: Chi dorme non piglia pesci

Detto ciò, mi allontanai e mi incamminai, prendendo a contare mentalmente fino a tre, numero che non raggiunsi.

Kyoko: LAW, SEI UN BAKA!

Sogghignando, la ringraziai del complimento e la salutai con la mano, per poi far ritorno al mio studio per concludere lo studio di un’analisi medica cominciato una settimana addietro.

<><><>

***


Il pranzo lo consumammo in egual modo alla cena trascorsa con i nostri nuovi ospiti, ovvero mettendoci attorno a Marco e ponendogli una domanda dietro l’altra, mentre Kyoko lo passò in infermeria da Ace. Saper di essere in compagnia di due dei Comandanti più famosi di uno dei quattro Imperatori ci esaltava; in fin dei conti, non era un evento di tutti i giorni aver a bordo personaggi del genere, pertanto ci risultava difficile contenere l’entusiasmo.

Adesso tutta la ciurma si era adoperata per pulire perfettamente ogni stanza. Io, insieme a James e Pauly, mi dedicai minuziosamente alla sala operatoria, perché il Capitano non gradiva il disordine, men che meno dove si dilettava a fare l’Allegro Chirurgo -così chiamato da Kyoko, e pure da noi in segreto-.

Un paio d’ore più tardi, quando terminammo, riponemmo via spazzoloni e secchi, per poi concederci del relax. Non sapendo che fare, decisi di andare a conoscere di persona il fratello della nostra Kyo-chan, dato che mi era capitato solamente di vederlo di sfuggita. Avevamo volutamente evitato di passare di lì, onde evitare di disturbare il suo riposo e di sottrarre tempo a lui e Kyoko per raccontarsi le rispettive vicende vissute.

Così, mansioni svolte, mi diressi verso la cabina in questione. Svoltato l’angolo del corridoio, notai Marco entrarvi di fretta ancor prima che ebbi terminato il mio saluto, con un giornale in mano.


“Che ci siano riportate altre notizie in merito allo scontro?”

Di fronte alla porta, per qualche strana ragione, il mio corpo si impose di farmi attendere.

Ace: Marco, stai bene? Ti vedo preoccupato

Marco: Dov’è tua sorella? Non si trovava qui con te?

Ace: Uh, Kyoko? E’ andata a farsi una doccia veloce e a cambiarsi la maglietta sporca di salsa, perché? La cercavi?

Marco: In realtà stavo cercando entrambi, ma vorrà dire che a lei penseremo dopo. La faccenda non mi piace affatto

“Sembra davvero in pensiero. Che sia accaduto qualcosa di grave?”

Vista la piega della conversazione, optai nel rimanere ancora un po’ lì fuori appoggiandomi alla parete.

Ace: Marco, se non ti spieghi, non riesco a seguirti

Marco: Hai ragione, scusa… guarda qui. Il Gabbiano News ha appena consegnato un’edizione straordinaria. Vi è un articolo dove informano il mondo intero che sei sopravvissuto, portato in salvo dai Pirati Heart e da me. Ed in allegato ci sono i volantini della tua taglia e quella di tua sorella

Ace: Fa vedere… cosa!? Perché sono aumentate così tanto!?

Marco: E’ esattamente questo a non convincermi. La Marina ti ha attribuito la colpa principale dell’incidente a Banaro, sebbene prima dichiarassero la colpevolezza di Barbanera. Per quanto riguarda Kyoko, invece, è accusata di essere stata lei a capo dei soccorsi e, di conseguenza, di aver ostacolato l’operato dei marines. Però, perché aumentare la ricompensa per la vostra cattura di ben 120milioni di Berry?

Dovetti mordermi a sangue le labbra per non farmi scoprire tossendo a causa della saliva andatami di trasverso.

“C-centoventi milioni!? Quindi, se non sbaglio, Ace andrebbe a 670miloni e Kyoko a 490milioni!”

Ace: Aspetta, non vorrai dirmi…

Marco: Purtroppo sì, temo che il Governo Mondiale, con qualche mezzo, abbia scoperto la verità sul vostro conto

Ace: Ma è impossibile!

Marco: Mi rifiuto di credere che sia una semplice coincidenza l’averle incrementate dello stesso importo e proprio a voi due, e l’unica spiegazione plausibile è questa

“A quale verità si riferiscono? Di che diavolo stanno parlando?”

Kyoko: E-E-ETCI’!

Marco: Sentito? Tua sorella sta tornando. Pos-

Ace: No, non le diremo niente, né a lei, né alla sua ciurma. Sono già presi con le loro cose e Kyoko è ancora in parte in pensiero per le mie ferite, non voglio creare altri problemi. Fino a quando non starò bene, cercheremo di non far trapelare nulla, d’accordo?

Marco: Penso dovremmo riferirlo almeno a lei ma, essendo un fatto legato al tuo passato, rispetterò tale decisione

Ace: Ti ringrazio

Kyoko: E-etcì! Uff, maledetta polvere! Devo ricordarmi di dare una pulita sotto l’armadio

Agitato e scosso, non seppi più a cosa pensare. Se il Governo Mondiale aveva fatto la sua mossa e in gioco c’erano le vite di due pirati forti come “Pugno di Fuoco” e “Lampo Giallo”, la vicenda si faceva complicata e delicata.

Siccome Kyoko si stava avvicinando, arrivando dalla strada opposta alla mia, me ne andai prima che mi vedesse.


“Cosa faccio? Devo avvisarla? Andare dal Capitano? O attendere che risolvano la questione fra loro?”

Confuso, mi ritirai nella mia cabina a riflettere per bene, rimandando a domani mattina la decisione finale.

<><><>

***


Il resto della giornata volò senza che me ne accorgessi; a parlare con mio fratello finivo sempre con il perdermi nei ricordi, ed ecco che il tempo scorreva in men che non si dica. Invece la cena, a differenza del pranzo, la consumai assieme ai miei nakama, invertendo l’ordine nel preparare le portate, cioè prima servii mio fratello, poi pensai a cucinare per i ragazzi.

Chiacchierammo, bevvero, giocammo a carte per svagarci un po’ e, nel mentre, Jean Bart annunciò il nostro arrivo all’Isola Galleggiante. Per ordine di Law, rimandammo l’attracco definitivo l’indomani, quando ci sarebbe stata la luce del sole a semplificarci l’operazione. Io, stanca, mi assicurai di averli sfamati tutti quanti e mi congedai.

Una volta entrata in camera e chiusami dentro, slacciai la cintura per adagiarla sulla scrivania, e levai le scarpe ponendole ordinatamente ai piedi del letto prima di buttarmi su di esso con un salto. La mia schiena, a contatto con la consistenza soffice del materasso, si liberò della stanchezza accumulata e, quando mi fui stiracchia in lungo e in largo fino ad udire un sonoro crack provenire dalla colonna vertebrale, rinacqui.


“Uhm, mi ci voleva proprio… cucinare per Ace ed i ragazzi è stato più impegnativo di quanto avessi immaginato”

Come minimo ero rimasta davanti ai fornelli per due ore e mezza; terminata una pietanza, eccomi passare subito alla successiva, stando pure attenta ad evitare che le altre si raffreddassero troppo. Insomma, era stato un vero e proprio vai e vieni tra la cucina e la sala da pranzo ma, nonostante la fatica e gli sforzi, mi era bastato vedere l’entusiasmo con cui si avventarono sui piatti per sentirmi appagata del mio impegno.

“Anche se dubito di poter sopravvivere ad un possibile pasto consumato con la mia intera famiglia e ciurma. O qualcuno mi dà una mano, o mi sparo. Dopotutto, anch’io devo pur nutrimi, e se mi aggregassi alla fine sicuramente non troverei più nulla ad attendermi, specialmente se un certo fratellino gommoso allunga le sue mani furtive”

Sebbene le litigate per il cibo che, immancabilmente, si sarebbero venute a creare, prevedevo già baldoria e divertimento a lungo andare, tant’è che finii con il sorridere di getto.

“Chissà, magari un giorno capiterà per davvero. In fin dei conti, mai dire mai, eheh”

Essendo sdraiata da una buona manciata di minuti, le palpebre cominciarono ad appesantirsi, pertanto mi alzai dandomi uno slancio con le gambe, per poi andare nel bagno adiacente a rinfrescarmi e cambiarmi. Quando fui bella profumata e indossante il pigiama smanicato, mi coricai.

L’indomani mattina saremmo scesi a terra per esplorare l’isola, per questo motivo volevo svegliarmi presto e al pieno delle forze, così da non dover attendere troppo perché, come accadeva sempre, davanti a nuovi misteri l’eccitazione nel mio corpo cresceva a dismisura.


“Non vedo l’ora che Ace si rimetta in sesto per poterci fare un giro assieme e, perché no, fare pure qualche combattimento come ai vecchi tempi. Son curiosa di vedere la sua faccia quando si accorgerà che ho imparato a maneggiare l’haki, eheh. Non potrà più vantarsi di essere il migliore tra me e Ru, ah!”

All’immaginarmi la sua espressione impressionata, il sorriso precedente si tramutò in un piccolo sogghigno. Poi il sonno prese il sopravvento, trascinandomi nel mondo dei sogni, fino a quando…

DDM – Biru, biru, biru… biru, biru, biru

Mugugnando scocciata per il risveglio non previsto, agitai una mano vicino al viso per scacciare “l’insetto” e tirai su il lenzuolo fino alle spalle per appallottolarmici del tutto.

DDM – Biru, biru, biru… biru, biru, biru

Io: Smamma!

Provai a coprirmi l’orecchio esposto piegando il cuscino, ma quel rumore odioso persisteva così, spazientita, costrinsi i miei occhi ad aprirsi per scansionare i dintorni. Passato l’attimo richiesto per abituarmi al buio, scorsi sul comodino accanto al letto il mio den-den mushi muovere ritmicamente le labbra.

“Ah, ma allora era solo quello”

Sbadigliato rumorosamente, feci per girarmi sull’altro fianco con l’intento di rimettermi a dormire, ma il mio cervellino mi fece notare che qualcosa non tornava.

DDM – Biru, biru, biru… biru, biru, biru

“Aspetta un secondo… se è il den-den mushi, significa che qualcuno mi sta cercando! E… chi diavolo chiama a quest’orario indecente!?”

Mi tirai in parte su con il busto e premetti l’interruttore della lampada, non riflettendo sul distogliere in tempo lo sguardo da quel punto. Risultato? Mi accecai e maledissi chiunque fosse dall’altra parte della cornetta.

DDM – Biru, biru, biru… biru, biru, biru

Io: E basta, ho capito! Datemi il tempo di rispondere!

Andando a tentoni sul ripiano di legno, mandando di conseguenza qualcosa a terra che mi sarei premurata di raccogliere la mattina seguente, raggiunsi la lumachina.

DDM – Biru, biru, biru… biru, bir-gucha

Io: Pronto!?

Sbuffai, o meglio dire grugnii, lasciando così intendere il mio mal umore.

DDM – Parlo con Portuguese D. Kyoko, detta “Lampo Giallo”?

Io: Sì, sono io, chi desidera saperlo?

DDM – Aokiji Kuzan, uno dei tre Ammiragli

“Cosa?”

Alla sua rivelazione, senza accorgermene rafforzai la presa attorno alla cornetta e mi misi seduta guardando turbata il mezzo di comunicazione come se, al posto suo, ci fosse realmente la persona che mi aveva contattata.

“Un Ammiraglio? Che vorrà da me?”







Angolo autrice ^^:

Ed eccomi qui! Come promesso, in questo cappy inizia ad accadere qualcosa, yeah! Ma procediamo con ordine ;)

Mattina:
- Era ovvio che Trey e Funny non stessero discutendo su, diciamo, il loro amichetto, però mi era venuta voglia di mettere il tipico malinteso, perciò ho dovuto farlo :P
- Ma quanto deve essere puccioso Bepo con un pesciolino tra le labbra? No, io non resisto, gli salterei addosso *^*
- Ok, il risveglio di Kyoko è decisamente particolare, ma anche qui non ho potuto far nulla, è stato + forte di me >.<
Non so se conoscete "Lovely complex". Lì c'è una scena dove il protagonista maschile -bello Kotani :Q_- viene svegliato in tal modo, e pensando alla narcolessia della mia ragassuola, poof, ideuccia malata XD
- Beh, Law infastidito da Marco? *si mette a rotolare a terra*. E il Pennuto che da del ragazzino al sexy chirurgo esattamente come fa con Ace? *rotola con più intensità*

Pomeriggio:
Tra un po' quei giornali li faccio bruciare tutti da Ace. Non fanno altro che riportare notizie rompiballines! XD
Credo che qui non debba spiegare nulla. Avrete capito il perchè di un aumento simile delle loro taglie ed Ace, da bravo fratellone qual è, vuole proteggere la sua sorellina. Ma andrà tutto bene?
Shachi... well, non so se la sua sia da considerare fortuna o no XD. Diciamo che, ora, è l'unico ad essere "informato" quasi in egual modo a Law. Anzi, forse lui lo batte ;P

Sera:
Finalmente il punto che causerà la svolta della storia. La cara Kyoko è stata contattata nel cuore della notte da Aokiji. Cosa vorrà mai l'Ammiraglio da lei?
Ormai tenetevi forti, allacciatevi le cinture, che si comincia a vedere in azione altri pg e la piena potenza dei nostri protagonisti, oh yeah!

Alla prossima settimana, con il 23° cappy quasi completo! See ya! =_^
Flame

P.S. Il 22° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: FedeAle1525, Portgas D Sara, Jaeger_D_Ryo, Aliaaara, Monkey_D_Alyce, ankoku, lucy_chan93 e Sanjina99


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Capitolo 25
*** Quando la propria paura diventa incubo ***


LxK




Un inaspettato boato assordante risuonò a lungo nell’aria, strappandomi con violenza dal sonno profondo in cui ero caduta e provocandomi un lieve aumento dei battiti cardiaci.

In un primo momento, rimanendo in attesa e non udendone altri, ipotizzai ad un semplice scherzo della mente “intorpidita” -tipo, per esempio, quando ci si sveglia credendo di cadere nel vuoto- ma, giusto un attimo più tardi, un secondo botto demolì la mia convinzione.

Allarmata, dopo aver scacciato via il lenzuolo con le gambe ed essere balzata fuori dal letto, andai alla scrivania dove vi era la mia cintura, prendendo in seguito a tribolare con essa perché, a causa dell’agitazione, le mani mi tremarono, ostacolando così i movimenti nell’allacciarmi l’oggetto attorno alla vita; imprecai verso ignoti.


“E’ chiedere troppo una sana dormita alla fine di un’intensa giornata!? Prima la chiamata di Aokiji, mo’ ques-”

Per svariati secondi, interruppi qualsiasi cosa stessi facendo o pensando. Un brutto presagio fece crescere dentro di me un senso di oppressione via via più intenso, mandandomi nel panico assoluto.

“N-non possono essere… no, no! Non erano questi gli accordi, maledizione!”

Furiosa, sfilai l’arma dalla custodia per porla al secondo livello e buttai malamente la cintura sulla sedia, tant’è che cadde subito sul pavimento. Dopo di che, fulminea, uscii in corridoio e chiamai ad alta voce sia Law che Bepo, spalancando in contemporanea le porte delle loro rispettive camere, scoprendole vuote. Tentai, pertanto, di cercarli da tutt’altra parte e di avvisare, il prima possibile, pure il resto della ciurma.

Procedetti a piedi nudi lungo la struttura interna del sottomarino, ritrovandomi improvvisamente con il sedere a terra quando quest’ultimo oscillò pericolosamente.


“Stanno provando ad affondarci nonostante siamo attraccati a riva?”

Massaggiandomi la parte incassante la botta, mi rimisi in piedi appoggiandomi alla parete con la mano sinistra e ripresi il mio cammino aumentando l’andatura. In lontananza, dei colpi d’arma da fuoco echeggiavano tra le mura, indicandomi pressappoco il luogo dello scontro, ovvero la zona dell’officina.

Per arrivarci dovevo sorpassare il ripostiglio e la palestra, quindi svoltai un paio di angoli per dirigermi nella giusta direzione. Quando giunsi di fronte alla stanza per allenarsi, quasi non la riconobbi: gli attrezzi fisici erano sparsi praticamente ovunque; molti erano diventati persino inutilizzabili perché rotti a metà e, cosa più sconcertante, la parete in fondo era andata completamente distrutta.

Incredula per ciò che stavo vedendo, mi avvicinai ad essa sbigottita. Si riusciva benissimo a vedere il paesaggio dell’isola e il cielo notturno, il tutto accompagnato dal suono frequente del mare influenzato dalla presenza lunare. Era come ammirare quello spettacolo attraverso il vetro tipico della stanza di Law, però senza tale lastra.

Analizzando i resti metallici, si poteva notare le lastre di ferro accartocciate in malo modo su se stesse, annerite. Una effetto simile lo si otteneva ricorrendo al fuoco o, comunque, a qualcosa di altrettanto incandescente.


“Quindi è proprio come pensavo, si tratta dell-”

Nuove esplosioni, più vicine rispetto alle precedenti poiché provenivano dall’esterno ed ero a pochi metri dal ponte, iniziarono a colmare il silenzio che la notte tende a portare con sé e mi destarono dalle mie riflessioni.

Steve: BASTARDO! COME TI SEI PERMESSO DI UCCIDERE QUATTRO DEI NOSTRI NAKAMA!?

Istintivamente lambii il pigiama all’altezza del cuore, sicura di aver appena perso un battito alle parole di Steve. Scossa, mi avviai vero le urla correndo a perdifiato.

???: Il mondo mi sarà riconoscente, se lo libero dalla feccia umana quale siete. Non meritate di vivere

Penguin: SIETE VOI ED I DRAGHI CELESTI A RAPPRESENTARE IL MARCIUME DELLA SOCIETA’!

???: Tsk, bada a moderare i termini, scarafaggio. Gli insetti fastidiosi vanno sempre eliminati

Shachi: NON VI LASCEREMO FARE ANCORA I VOSTRI LURIDI SCOPI, FARABUTTO!

Finalmente all’aperto, al tragico panorama che mi si parò difronte il corpo si appesantì di botto, difatti le gambe cedettero. I piccoli tonfi che causammo io e il mio bastone rotolato poco distante attirarono l’attenzione su di noi.

Riconoscendomi, Ace mi venne incontro per assicurarsi delle mie condizioni ma, seppur prese a scuotermi leggermente e a chiamarmi, non lo sentii, così valse per le voci dei ragazzi. Non riuscivo a distogliere lo sguardo da James, Matt, Funny e Dreamer, ora privi di vita in mezzo alle pozze del loro sangue.


“Perché? Perché? Perché?”

Law: Kyoko, rientra immediatamente! E’ un ordine!

???: Bene, bene, bene, a quanto pare il secondo demone ha deciso di farsi vivo. Era ora

Sotto shock, alzai gli occhi fino ad incontrarne due carichi di disprezzo e disgusto, appartenenti ad un uomo alto, dai capelli corti castani e indossante un abito rosso, con berrettino in testa e il classico mantello tenuto sulle spalle che contraddistingueva gli uomini della Marina. Al suo fianco, appoggiato alla ringhiera, un suo collega dalla stessa altezza, capelli ricci blu scuro lunghi, con un abito azzurrino e mantello.

Sapevo perfettamente chi fossero: Akainu Sakazuki e Aokiji Kuzan. Molto probabilmente la mia espressione consapevole parlò da sé, perché vidi il primo uomo ghignare divertito.


Akainu: Oh, vedo che hai già capito ci siamo. Beh, meglio così, almeno non ci perdiamo in inutili convenevoli

Non ci stavo capendo più nulla. Perché quei due si trovavano lì da noi e i loro sottoposti gli attendevano sulla terra ferma? Perché non ci avevano lasciati in pace come mi era stato detto?

Reagii solo quando vidi Akainu pronto a sferrare il prossimo attacco. Contrariata e furente, diedi voce ai miei pensieri indurendo lo sguardo e scacciai via le lacrime che, prepotenti, avevano intenzione di cadere.


Io: PERCHE’ SIETE QUI!? NON ERANO QUESTI I PATTI! CHE RAZZA DI PERSONE DI PAROLA SIETE!?

Aokiji mi guardò quasi annoiato, a discrepanza di Akainu che soffiò innervosito per i miei modi di rivolgermi a lui.

Akainu: Insulsa, non azzardarti a fare certe insinuazioni. L’accordo che tu e Aokiji avete stipulato in segreto…

Lasciò in sospeso la frase per scoccare un’occhiataccia all’interpellato, per poi riprendere il discorso.

Akainu: …è stato rispettato

“Mi vuole prendere in giro!?”

Provai ad issarmi per rispondergli a tono e faccia a faccia, ma qualcosa di freddo pressato contro la mia gola mi fece desistere. Ripercorrendone il tratto, e notando chi stesse impugnando la spada, percepii il cuore incrinarsi.

Io: L-Law?

Law: Cosa centri tu con loro!? A quale accordo vi riferite!?

Mai mi aveva trattata così freddamente, freddo che scorgevo dai suoi occhi di ghiaccio. Anche i miei nakama, sospettosi e traditi, mi osservarono diversamente.

“Aspettate, non penserete che vi abbia venduti al Governo? No, Law, ragazzi, le cose non stanno così, credetemi!”

Questo è quello che avrei voluto gridare prima di vedere ciò che accadde in un frangente dietro la schiena del mio accusatore con la Kikoku impugnata e che, inevitabilmente, mi azzittì e mi fece spalancare terrorizzata gli occhi.

Law, preoccupato dalla mia reazione, si voltò. Bepo, l’unico ad essersi accorto dell’Ammiraglio che aveva tentato di colpire a tradimento il suo adorato Capitano durante un attimo di distrazione di quest’ultimo, si era posto tra lui e il colpo, usando il suo stesso corpo come scudo. Ferito e affaticato, si accasciò ai suoi piedi.


Akainu: Speravo mi avreste intrattenuto di più, invece uccidervi è esattamente come schiacciare dei veri scarafaggi

Bepo: C-Capitano, mi perdo-*coff*, mi perdoni *coff coff*

“Bepo... Bepo...”

Law, chinatosi al suo fianco, restò a contemplarlo in silenzio a lungo; il cappello, calato sul viso, celava a tutti quello che essi, al posto delle parole, avrebbero fatto chiaramente intendere. Poi, con amore ed infinita delicatezza, usò due dita per calare le palpebre al povero orsetto tenero. Fatto ciò, si alzò con lentezza disarmante e, usando una voce tagliente, evocò la Room.

Law: Oggi perirai per mano mia, FIGLIO DI PUTTANA!

Accecato dalla rabbia per aver perso cinque dei suoi fedeli uomini, Law si scagliò contro Akainu. Gli altri, invece, si dedicarono ad Aokiji. Persino Ace, sebbene le ferite, si buttò nella mischia. Quello che era partito come un normale duello, presto si sarebbe trasformato in un vera e propria carneficina.

“Vi prego, fermatevi, fermatevi, FERMATEVI!”

Tremai con ancora più intensità di prima e la vista mi si annebbiò. Volevo intervenire, volevo aiutarli, volevo fare una qualsiasi stramaledetta cosa mi stetti impartendo, ma ormai la mia mente si era estraniata dalla realtà.

I Pirati e gli Ammiragli lottavano senza tregua, andando avanti a quel ritmo per un tempo che non seppi stabilire, tuttavia la netta differenza tra i due schieramenti l’avrebbe potuta vedere persino un cieco: molti di noi non erano in grado di usare l’haki, in particolar modo quello dell’armatura, di conseguenza i loro attacchi non sortivano alcun effetto, mentre gli Ammiragli potevano colpirli con facilità, ferendoli subito e facendoli cadere uno dietro l’altro.

Alla fine, quelli che riuscirono a resistere di più furono i tre fruttati e Penguin.


Akainu: Direi che la situazione è stata tirata fin troppo per le lunghe. E’ giunta l’ora di terminare il nostro incarico

Aokiji: D’accordo

Ed ecco come, davanti al mio sguardo perso, vidi morire delle persone a me care. Non poteva essere vero, doveva per forza trattarsi di uno scherzo ben congegnato o di una interpretazione impeccabile, per forza.

Al termine, gli unici rimasti fummo io ed Ace, gravemente ferito. Akainu, raddrizzatosi il berretto, ci si avvicinò passando con disinvoltura fra i cadaveri dei nostri amici.


Akainu: Voi due, adesso, verrete con noi, e se proverete ad opporre ancora resistenza… beh, vi siete fatti un’idea al riguardo, o sbaglio?

Lo odiai. Quel modo di guardarci dall’alto in basso, quell’arroganza nel credersi imbattibile… lurido schifoso.

Io: Non avete ancora risposto alla mia domanda! Perché ci avete attaccati nel cuore della notte!? Mi avevate promesso del tempo per pensarci!

Ace: K-Kyoko, che hai…?

Prosciugato di ogni goccia di energia, perse i sensi e svenne. Lo guardai addolorata; non ero riuscita a proteggerlo, non ero riuscita a proteggere nessuno. Ero rimasta semplicemente a fare da spettatrice, incapace di muovere un singolo muscolo del corpo.

Akainu: Ed io ti ripeto che non abbiamo violato l’accordo. Ti abbiamo attesa, ma visto che per tutto il giorno non ti sei fatta vedere, siamo venuti direttamente noi da voi. E’ colpa tua se sono morti. Hai pensato bene di rifugiarti in mezzo a loro, illudendoti di potercela fare sotto il naso, invece hai peggiorato le cose… sei tu ad averli uccisi

Io: T-ti sbaglio, io n-

Akainu: Ah sì, eh? Allora perché non mi spieghi il motivo delle tue mani ridotte in quello stato?

Sfoderando un ghigno sfrontato, me le indicò con un cenno del mento. Scandalizzata, le alzai a palmo in su avvicinandole al volto, ritrovandole totalmente ricoperte del fluido cremisi e vitale presente nelle vene degli esseri viventi. Mi sdraiai a terra, prendendomi la testa fra le mani e rannicchiandomi. La voce, che prima mi aveva abbandonata, fuoriuscì tutta in un colpo, trattenendomi in un interminabile urlo disperato.

<><><>


Mi destai di soprassalto; la fronte imperlata di sudore e il respiro affannoso come se avessi appena finito di correre per chilometri. Mi calmai guardandomi attorno e riconoscendo i miei effetti disposti nella camera da letto.

Io: Un incubo… è stato solo un orrendo incubo

Seduta, avvicinai le ginocchia al petto, appoggiandovi sopra le braccia incrociate e nascondendo il viso fra di esse. Chiusi gli occhi e attesi di regolarizzare i battiti nel mio cuore impazzito.

“Sono vivi, Kyoko, sono tutti vivi”

Era da parecchio che non mi capitava di sognare così realisticamente. Innegabilmente questo incubo lo si doveva attribuire alla conversazione avvenuta un paio di ore addietro tra me e Aokiji.


Inizio flashback

“Cosa? Un Ammiraglio? Che potrà mai volere da me?”

Dire di essere alquanto sorpresa era riduttivo, eppure non permisi alle mie emozioni di scompormi prendendo il sopravvento. Si trattava pur sempre di un nemico la persona dall’altra parte della cornetta, e indubbiamente quella non sarebbe stata una chiamata piacevole o amichevole, di conseguenza mantenni il sangue freddo.

Io: Perché mi hai contattata?

Una semplice domanda, la mia, che ci portò dritti al nocciolo della questione senza troppi giri di parole superflue.

DDM – Il Governo Mondiale è a conoscenza dei veri fatti avvenuti vent’anni fa

Se all’inizio, ancora leggermente scombussolata, non compresi a cosa si stesse riferendo, poi mi bastarono pochi secondi nell’arrivarci; il suo tono di voce grave e gli innumerevoli marines a Banaro in cerca di Ace furono un chiaro indizio. Deglutii a vuoto, mentre una piccola goccia di sudore mi percorse con estrema calma la tempia.

Io: C-come lo avete scoperto?

DDM – Ai piani alti, il tuo veloce ingresso nella pirateria, così vale per quello di “Pugno di Fuoco”, ha destato sin da subito forti sospetti, pertanto Sengoku ha organizzato ricerche sul vostro conto, giungendo alla verità

“Sengoku… non è forse il Grande Ammiraglio? Si è mosso addirittura un individuo del suo calibro?”

Tale scoperta mi sconvolse, tant’è che quando aprii la bocca per parlare, non un singolo suono uscì da essa. Mi era impossibile ragionare con lucidità; non avevo la più pallida idea di cosa sarebbe capitato da lì a breve, ed era proprio ciò ad agitarmi. Per la prima volta nella mia vita andai nel completo pallone.

DDM – Data la situazione delicata, e il fatto che con voi vi siano anche il primo Comandante di Barbabianca ed una delle dodici supernova, il Governo Mondiale ha fatto già la sua mossa, ordinando a noi della Marina di catturarvi

Fissai divertita il den-den mushi, prorompendo nel frattempo in una breve risatina nervosa.

Io: E cosa cambierebbe dalle altre volte? La consistente taglia che pende sulle nostre teste non sta ad indicare proprio la vostra costante voglia di arrestarci per metterci dietro le sbarre o giustiziarci?

DDM – Corretto, ma ti informo che, a differenza di quelle volte, sulle vostre tracce ci siamo io, Akainu e due grosse corazzate colme di marines armati. Inoltre, siamo vicini a voi… pensate di riuscire a cavarvela?

Ascoltando la sua rivelazione, sussultai. Non eravamo nelle condizioni di poterci allontanare da lì prendendo il largo, e se loro ci avessero raggiunto sarebbe stata la fine; uno scontro era inevitabile. In un impeto di rabbia, stretti la cornetta e sibilai.

Io: Ci sono criminali ben peggiori di noi che razziano e uccidono le persone di un villaggio intero, perché non pensate a loro!? E poi, sappi che non vi permetterò di fare del male alla mia ciurma e a Marco. Loro non c’entrano nulla con me ed Ace, è una questione che riguarda noi due e basta!

DDM – Essere figli del Re dei Pirati comporterà sempre dei rischi per coloro che vi sono accanto, ma non ti ho contattata per parlare di ciò, bensì per informarti sui nostri spostamenti e piani

Io: Sarebbero?

DDM – Con ogni probabilità saremo lì da voi domani mattina, e abbiamo intenzione di attaccarvi all’ora di pranzo, cogliendovi di sorpresa

Io: Allora perché mi stai mettendo al corrente?

DDM – Lo faccio per Garp-san

Rimasi per un attimo interdetta; sbattei le palpebre e inclinai il capo.

Io: Il nonno?

DDM – Sono in debito con lui. In passato mi ha aiutato molto, per questo gli sarò debitore a vita, ed il minimo che possa fare per ringraziarlo è fare quello che gli è impossibile. Sapendo il suo affetto nei vostri confronti e il fatto che è tenuto sotto controllo per impedirgli di aiutarvi, ho provveduto io personalmente

Io: Ora tutto si spiega. Comunque, chi mi assicura che possa credere realmente alle tue intenzioni?

DDM – Nessuno, quindi spetta a te decidere. Per di più, questa chiamata non ci sarà mai stata. Avete due scelte

Malgrado la situazione creatasi, non potei fare a meno di ghignare.

Io: Lasciami indovinare: o combattiamo andando incontro al nostro destino, o io ed Ace ci consegniamo di nostra spontanea volontà salvando gli altri, giusto? Beh, ora sono io a metterti all’occorrente su una cosa che vi sfugge: possiamo prendere il largo, e il nostro è un sottomarino. Una volta sott’acqua, siamo intoccabili

In realtà sarebbe stato alquanto complicato, ma i nemici non lo sapevano, quindi perché non bleffare?

DDM – Se al nostro arrivo non vi vedessimo, sarò costretto a congelare il mare. Vi sto aiutando, ma non posso non compiere il mio dovere quando sono con gli altri. Potete sì tentare la fuga, però rischiereste l’ipotermia

Mi morsi il labbro inferiore. Aveva ragione, dannatamente ragione, il che complicò ulteriormente le cose. Non potevo prendere la decisione sbagliata, perché altrimenti avrei rischiato grosso. Anzi, tutti noi avremmo rischiato la nostra vita. Strinsi le palpebre e sospirai.

Io: Ok, puoi parlare. Ti ascolto

Fu così che lo lasciai esporre senza mai interromperlo, osservando poi il den-den mushi chiudere gli occhi e riacquisire il suo normale aspetto. Riagganciai anch’io, rimanendo con la mano ferma su di esso.

Quella conversazione di appena mezz’ora era riuscita a stravolgermi, strappandomi via la felicità che provavo giusto un paio di ore addietro.

Mi lasciai cadere di peso sul materasso. Inquieta, ponderai sulle sue parole, riaddormentandomi parecchio dopo.


Fine flashback



I primi raggi solari filtrarono dall’oblò, arrivando a riscaldarmi il braccio destro e annunciando l’arrivo di un nuovo giorno. Inspirai profondamente e andai in bagno a risciacquarmi il viso provato dalla nottataccia quasi in bianco.

“I ragazzi sono esclusi a priori. Loro non sanno nulla e così deve essere, mentre Ace deve pensare a rimettersi dallo scontro con Barbanera… non voglio impensierirli, quindi mi rimane un’unica cosa da fare”

Mi asciugai con una salvietta, per poi guardare decisa il mio riflesso allo specchio. Avrei risolto tutto da sola.







Angolo autrice ^^:

*con un fazzolettino in mano* Non ci riesco, non riesco a pensare ad una possibile morte di Bepuccio *gli salta sulla pancia per stritolarselo in un abbraccio*
Allura, gente, vi è venuto un colpo all'inizio? Alla mia Sorellona sì, tant'è che il suo Goku ha dovuto consolarla per farla riprendere, ahahah XD
Beh, dai, non sono stata così cattiva. Dal titolo si poteva capire che si trattava di un sogno... o no? :P

Premetto di dire che Aokiji mi sta simpatico, difatti avrete capito che qui ha il ruolo del "buono". Ho giocato con il suo debito reale nei confronti di Garp -chissà mai cosa sarà. Maledetto Oda con tutti 'ste misteri!-
Well, i nemici che attendono i nostri protagonisti sono stati svelati -ti ucciderò io, Akainu, altro che Law!- e, cosa combinerà Kyoko? Commetterà qualche pazzia?
Lo scoprirete nella prossima puntata, yeah!

Un bacione, minna. See ya! =_^
Flame

P.S. Il 23° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: Monkey_D_Alyce, Aliaaara, Portgas D Sara e Lully2c


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Capitolo 26
*** Inganni e verità: il messaggio di Kyoko ***


LxK




Stiracchiandomi per quel tanto che mi era consentito, prestando comunque parecchia attenzione a non prendermi uno strappo brusco comportante fitte atroci nei punti malconci, diedi al mio fisico la possibilità di riprendersi dallo stato di intorpidimento nel quale versava e mi issai; trascorrere intere giornate su quel minuscolo lettino, sebbene la sua morbidezza, mi aveva quasi mandato al manicomio.

“Adesso sì che si ragiona! Non ne potevo più di passare ore e ore sdraiato a poltrire! Ancora non riesco a muovermi come vorrei, ma già si nota un miglioramento, e finalmente posso agire autonomamente”

Attirato dalla porzione d’isola che si intravedeva dall’oblò, mi avvicinai ad esso appostandomi di fronte e la scrutai approssimativamente per un breve frangente, rimandando un’attenta analisi a quando saremmo scesi a terra perché, ferito o meno, provavo un impellente bisogno di uscire da quelle mura di ferro e l’avrei sicuramente fatto!

In seguito, inspirato a pieni polmoni l’aria fresca che tirava all’esterno, presi il mio cappello arancione dal comodino e mi addentrai nel lungo corridoio fuori dall’infermeria. Per prima cosa avrei pensato a farmi una doccia per bene ed una consistente colazione per iniziare la mattinata al pieno delle energie, e chi meglio di Kyoko per sfamare la buona forchetta che si ritrovava ad avere per fratello?

Non conoscendo la struttura dell’imbarcazione, e non individuando niente che potesse essermi d’aiuto nell’orientarmi, imbucai a casaccio la prima strada e la percorsi per diversi tratti, arrestandomi successivamente in mezzo al passaggio; alquanto spaesato, cominciai a grattarmi di lato la nuca.


“Kyoko non scherzava affatto mentre mi confidava la sua difficoltà iniziale nel sapersi muovere qua dentro. Mi sembra di star continuando a girare in tondo come un emerito coglione… da che parte sarà?”

Riflettei per un attimo sul da farsi, finché non udii dei passi in lontananza farsi via via più vicini. Aguzzai la vista in quella direzione, mettendo leggermente a fuoco il profilo di suddetta figura e, appena capitò sotto una lampada appesa lì in alto alla parete, istintivamente sgranai gli occhi, impressionato. Ugual reazione la ebbe pure lui, differenziandosi soltanto per il motivo.

???: Signorino Ace, perché non è riposarsi in infermeria!? Rischia di aggravare le ferite!

Flettendo il braccio destro, puntai l’indice contro al mio possente interlocutore, il quale mi guardava preoccupato.

Io: M-ma sei l’orso dell’altro giorno! Dunque non sono io ad avere le traveggole!

Tirai un sospiro di sollievo, sinceramente e piacevolmente rincuorato. In precedenza avevo appioppato al sonno la colpa di suddetta svista, tuttavia non fu sgradito appurare di non essere impazziti nemmeno nel dormiveglia, anche se un dettaglio di relativo conto volle divertirsi nel mettere in dubbio la mia sanità mentale.

Io: Frena un secondo, tu… tu hai appena parlato!?

L’animale, al mio inaspettato urlo quasi scandalizzato, sobbalzò visibilmente sul posto e, impacciato, chinò il capo al pavimento cominciando a torturarsi le zampe anteriori.

???: M-mi perdoni se l’ho spaventata. Sì, i-io so parlare… p-piacere, sono Bepo, e mi perdoni ancora!

Onestamente non seppi cosa pensare o dire, al che non proferii alcuna sillaba. Vero, navigando lungo il Grande Blu e il Nuovo Mondo se ne vedevano di stramberie varie, ciò nonostante non ci si sarebbe mai abituati a non rimanerne sorpresi. Insomma, giusto in questo momento stavo conversando con un orso in piedi su due zampe, presumibilmente educato, e vestito, per giunta! Volendo evitare di sparare cavolate, mi contenni dall’aprir bocca.

“Pure mia sorella, però, avrebbe potuto mettermi a conoscenza del fatto che vi fosse un orso a bordo! E invece no, tutta sorridente mi ha detto che mi avrebbe presentato di persona ciascun membro della ciurma a cui appartiene quando mi sarei alzato dal letto!”

Bepo: E-Ecco… mi scusi, ma adesso la devo lasciare, ho delle faccende da portare a termine. Le consiglio di ritornare in infermeria, almeno non rischia di affaticarsi o far arrabbiare il Capitano

Poiché, da come avevo avuto modo di verificare personalmente una manciata di minuti addietro, era chiaro che non fossi in grado di gestirmela da solo, richiamai Bepo e gli chiesi se poteva accompagnarmi da mia sorella o, perlomeno, indicarmi la strada da dover imboccare, onde evitare di vagabondare tutto il giorno nel sottomarino.

Spensierato, mi annuì entusiasta nel rendersi d’aiuto e mi invitò a seguirlo. Inizialmente restammo in silenzio, finendo poi con lo scambiarci qualche parola fino a quando non sopraggiungemmo ad una porta media.


Bepo: Penso sia qui in giro. Provi nella sala da pranzo o in cucina, a quest’ora dovrebbe essersi messa a preparare la colazione per tutti noi

Io: Perfetto, ti ringrazio!

Congedati temporaneamente, entrai nella stanza consigliatami. Seduti alla grossa tavolata posta al centro, intenti a chiacchierare amichevolmente, vi erano Marco e due nakama di Kyoko.

Io: Ehilà!

I tre si voltarono all’uniscono verso il sottoscritto, chi ammutolendosi e fissandomi perplesso, chi pronto a confutare la mia inaspettata presenza senza tanti complimenti; aspettandomi una reazione del genere da quest’ultima persona, la precedetti.

Io: Marco, rilassati, non mi accadrà nulla se mi sgranchisco le gambe di tanto in tanto!

Ancor prima di vederlo incrociare le braccia al petto e scoccarmi un’occhiataccia scettica con tanto di sopracciglio rialzato, avevo sospettato che la mia spiegazione non l’avrebbe soddisfatto.

Marco: Sicuro? Non ricordavo ti intendessi di medicina, e da quello che mi hanno riferito necessiti di molto riposo

Sbuffai e roteai gli occhi al soffitto; spesso, a parer mio e dei nostri fratelli, Marco si soffermava un po’ troppo nel prestare minuziosa attenzione ad ogni singolo particolare. Eppure, ad essere franchi, era proprio grazie ai suoi interventi se riuscivamo a cavarcela nelle svariate circostanze, soprattutto io.

Penguin: Se si limita a camminare e a compiere movimenti delicati, non dovrebbero esserci problemi. E poi, se si sentisse male o avesse un mancamento, saremmo pronti a curarlo. Comunque, per andare sul sicuro, più tardi possiamo sempre domandare al nostro Capitano di eseguire un controllo completo

Riconoscente per il supporto ricevuto, sorrisi complice al mio amico il quale, in risposta, fece altrettanto.

Marco: Considerando che stiamo parlando di una testa calda, sarà meglio sì

Ghignando sghembo, mi chinai in parte, andando così a cingere le spalle del Pennuto con un mio braccio.

Io: Fratello, comprendo la tua apprensione nel perdere l’occasione di viziarmi sfruttando la scusa del cameriere per l’invalido, ma non ti sembra di essere un tantino melodrammatico? Un simile onore ti verrà concesso pure quando verrò dimesso. Basta chiedere e ti sarà dato, promesso!

Melodrammaticamente, mi misi la mano libera sul petto all’altezza del cuore, mentre Marco mi scansò rifilandomi una debole gomitata al fianco e scosse il capo, le labbra tese in un sorriso divertito.

Marco: Il solito idiota, eh

Risi assieme ai restanti presenti, interrompendomi nell’accorgermi dell’altro ragazzo, un piccoletto dai capelli corti castani e indossante un cappellino uguale a quello dei tennisti, intento a studiarmi con evidente interesse.

???: Incredibile, tu e Kyo-chan siete due gocce d’acqua!

Penguin: Concordo con Hiro. Già è raro incontrare dei gemelli identici fisicamente in tutto e per tutto, figurarsi se si tratta di una coppia di gemelli eterozigoti. Pure il vostro carattere è quasi uguale

Marco: In effetti, al primo impatto, sorge spontaneo soffermarcisi incuriositi

Io: Eheh, avete ragione, difatti ci viene fatto notare spesso… a proposito di lei, sapete mica riferirmi dov’è?

Hiro: La trovi di là in cucina, la stanza qua accanto. Passa per la porticina lì in fondo

Dopo essermi rizzato dritto sulla schiena e aver tirato su un attimo i calzoni, diedi loro le spalle e mi incamminai.

Marco: E mi raccomando, Ace, non aspirarti tutto ciò di commestibile che ti capiterà a tiro come se non ci fosse un domani. Il cibo scarseggia e non sei l’unico a doversi riempire costantemente lo stomaco

Penguin: Oddio, facciamo bene a fidarci di due Portuguese nella nostra cucina!?

Scoppiai nuovamente a ridere con gusto poi, datomi contegno, sventolai in alto la mano a mo’ di saluto.

Io: Posso provarci, ma non vi garantisco nulla!

Dentro, vidi Kyoko al ripiano cottura, concentrata nel disporre dei dolcetti dorati su un vassoio grande trasferendoli da un piatto leggermente sporco. Attratto dal buon profumino che emanavano, mi avvicinai.

Io: Cosa sono?

Magari sovrappensiero, o forse semplicemente distratta, non dovette essersi minimamente accorta del mio arrivo pertanto, nell’udire senza preavviso la mia voce, sussultò e il piatto le scivolò dalla mano, cadendo a terra e rompendosi in numerose parti. Subito girai il bancone e mi accovacciai accanto a lei per raccogliere i cocci.

Io: Scusami, non era mia intenzione spaventarti

Kyoko: N-no, perdonami te, avevo altro per la testa

Io: Può succedere, è normale

Le sorrisi per rassicurarla e sorvolare così sul piccolo incidente, eppure Kyoko rimase inespressiva. Veloce terminò l’operato e, non dandomi nemmeno il tempo di porgerle ciò che avevo raccattato, mi strappò dalle mani quello che rimaneva del piatto, per poi alzarsi evitando sempre di far incrociare i nostri sguardi.

Mi issai a mia volta, scrutandola con scrupolosità e circospezione; i suoi gesti trasmettevano… impazienza? Ansia? E il viso, adesso che le ero vicino, lo scorsi sciupato: pallido e con un principio di occhiaie.


Io: Kyoko, stai bene?

A tal quesito tremò percettibilmente, e questo tanto bastò per confermare i miei timori. Allarmato, allungai l’arto superiore per sfiorarla e riscuoterla, ma lei si voltò sorridente.

Kyoko: Perché dovrebbe essere altrimenti? Sto alla grande, non si vede?

Riconoscevo quando esibiva sorrisi falsi e mentiva: lei e Rufy non erano affatto portati nel farlo. Per di più, anche se potevano trascorrere persino anni interi tra un nostro incontro e l’altro, il legame che ci univa sarebbe rimasto immutato; dopotutto, essendo suo fratello maggiore, la conoscevo bene. Non credeva davvero di ingannarmi?

Kyoko: Se non ti dispiace, ti chiederei di lasciarmi lavorare. Devo terminare i miei muffin ad ogni costo

Conscio dell’impegno necessario nel star dietro ad un’intera ciurma, sfamandola mattina e sera, associai il suo stato di spossatezza ad un eccessivo accumulo di stanchezza, ed optai con l’attendere per poter verificare se la situazione avrebbe continuato a persistere con le ore a venire.

Appena capito se la mia era soltanto un’impressione o meno, avrei reagito di conseguenza perciò, disinvolto, mi accomodai su uno sgabello e mi sostenni con i gomiti sul ripiano costituente il bancone.


Io: Muffin, eh? Se la memoria non mi inganna, evitavi di preparare dolci che si sgonfiassero

Kyoko: B-Beh, è interessante sperimentare nuove ricette, e sono contenta di riuscire a soddisfare l’appetito dei ragazzi con differenti sapori… Mi domando se si riabitueranno presto a non avermi più come cuoca…

Siccome il mio stomaco reclamò cibo con intensità a causa dell’intenso languorino, e che la sala da pranzo si era parecchio animata con l’arrivo degli altri dormiglioni, non sentii la conclusione della frase.

Io: Uh? Puoi ripetere? I tuoi nakama urlano quanto i miei, ahahah

Kyoko: Ah, ehm, non importa. Stavo riflettendo ad alta voce, tutto qui!

Con enfasi agitò le mani a destra e sinistra di fronte a sé; ritendendolo un comportamento da Kyoko, quello di perdersi fra i suoi pensieri intendo, scrollai le spalle e mi appropriai di un muffin portandomelo alle labbra.

Io: L’aspetto e il profumo promettono bene, ma è il gusto quello che conta realmente. Vediamo c-

Kyoko: NO!

Fu talmente fulminea che manco mi accorsi di nulla, tant’è che diedi un morso al vuoto.

Io: Che diamine…?

Guardai disorientato Kyoko allontanare il vassoio dalle mie grinfie e rimproverarmi con un’occhiataccia torva.

Kyoko: Guai a te se osi mangiarne uno!

Io: Perché? Non sono mica per la colazione?

Kyoko: Esatto, per la colazione che si terrà a breve, in sala da pranzo e insieme!

Io: Cosa cambia se il mio me lo mangio qua, scusa?

Kyoko: Cambia molto, quindi smettila di lagnarti e aspetta il momento adatto! Se dico no, è no, ed è categorico!

La nostra discussione priva di senso e logica mi stava irritando, infatti iniziai a percepire i miei muscoli tendersi. Mi alzai, incurante dello stridulo rumore che le gambe dello sgabello provocarono scorrendo sul pavimento, e sostenni con intensità lo sguardo duro di Kyoko, per la prima volta a me incomprensibile.

Io: Si può sapere perché oggi hai la luna storta!?

Kyoko: Te lo ripeto: sto.benissimo!

Io: Ah, perché per te è normale essere così nervosa e scontrosa!?

Kyoko: Sono calmissima, io. Sembro agitata? Eh!? Non lo sono, ok!?

Io: Oh, sicuro, guarda! Sei il ritratto della calma fatta a persona! Ti rendi conto che mi hai assalito per un dolce!?

Kyoko: Ma cosa vuoi che me ne importi di quello stramaledetto dolce!?

Quelle parole ebbero l’effetto di farmi azzittire e confondermi ulteriormente: non era cominciato tutto proprio per la mia costante fame e, a quanto pareva, dall’improvvisa pignoleria di mia sorella nel dover mangiare durante i pasti? Da come si ammutolì a sua volta e si morse il labbro inferiore, dovette accorgersi di essersi lasciata sfuggire ciò che forse non doveva dire. Stanca e con il costante cipiglio in volto ad accompagnarla, lanciò malamente nel lavabo lo straccetto che aveva impugnato in precedenza.

Kyoko: Porca miseria, Ace! Perché mi rendi le cose ancor più difficili di quello che già non sono!? L-

???: Ehm, ragazzi, qualcosa non va? Vi si sente fin di là

Un ragazzo lievemente in carne, avente capelli neri, mossi e lunghi sino alle spalle, con la testa fece capolinea dall’entrata della cucina, catturando su di sé la nostra attenzione. Ci fissò entrambi con serietà.

Io: Ve-

Kyoko: No, Steve, non è accaduto nulla di cui preoccuparsi. Torna pure dagli altri, tra poco arriviamo anche noi

Steve: Uhm, ok…

Se ne andò come suggeritogli, non prima, però, di aver lanciato uno sguardo insicuro alla sua nakama, molto probabilmente per via di come lo aveva liquidato.

Quando fummo di nuovo da soli, per un lungo frangente Kyoko si perse inconsapevolmente a fissare un punto indefinito di fronte a sé, stropicciandosi nel frattempo gli inseparabili guantini neri privi di dita. Non vi era più alcun dubbio: mia sorella era tormentata da qualche pensiero. Mi accostai a pochi centimetri da lei.


Io: Lo sai che mi puoi raccontare tutto quello che vuoi, no?

Acconsentì, evitando ancora una volta di guardarmi, tuttavia sembrò essersi tranquillizzata almeno un po’. Azzardai ad indagare oltre sul suo inabituale comportamento.

Io: Quindi… te la senti di dirmi che hai?

Kyoko: Io… rimandiamo nel pomeriggio, ok?

Sebbene non era esattamente quello che mi aspettavo, finalmente si era decisa a non tenersi tutto dentro e a confidarsi con me, al che mi ritenni soddisfatto.

“Meglio non farle fretta e darle tempo per riflettere, altrimenti potrebbe cambiare idea”

Notando come mi guardava di sottecchi in attesa di una risposta, finsi di rifletterci su prendendomi il mento tra l’indice e il pollice ed inclinando il capo di lato.

Io: Mmh, d’accordo, MA ad una condizione!

Kyoko: Cioè?

Io: Fatti i rifornimenti, dovrai ripagarmi del mio tempo prezioso speso con uno spuntino degno da re! Voglio mangiare fino a farmi scoppiare la pancia, affare fatto?

La risata cristallina che risuonò nell’ambiente mi rincuorò. Da quando instaurammo il nostro rapporto di fratellanza con Sabo e Rufy, era diventata maggiormente allegra, di conseguenza mi giocava uno strano effetto e dispiacere vederla giù di morale: spensierata, sbadata e sorridente, ecco come doveva essere la nostra sorellina.

Kyoko: Baka sei e baka rimarrai in eterno, BakAce

Io: Ehi! Non ci starete prendendo la mano nello sfottermi?

Al mio tono offeso ed espressione imbronciata, la sua risata si intensificò, contagiandomi poco dopo. In seguito il mio stomaco riprese vita, rammentandomi che, inizialmente, stavo cercando Kyoko per mandare giù un boccone. Con fare bambinesco, mi massaggiai la pancia vuota.

Io: Sarà meglio andare, altrimenti muoio di fame. La lascio ai suoi doveri, cuoca di bordo, eheh

Inaspettatamente, due braccia esili mi circondarono la vita, e la proprietaria nascose il volto fra miei pettorali.

Kyoko: Ti voglio bene, Ace

Colto in contropiede, non ricambiai; l’unica cosa che feci, benché involontariamente, fu arrossire un poco. Ciò non era collegato all’abbraccio in sé -non ce ne davamo molti, ma era comunque una cosa normale-, bensì alla frase che mi aveva rivolto dacché, non essendo tipi da esprimere i sentimenti a parole, ne rimasi colpito.

Io: P-Perché mi abbracci e m-mi dici questo?

Indispettita, si scostò e mi fissò con gli occhi ridotti a due fessure.

Kyoko: Deve esserci per forza un motivo nel voler dimostrare l’affetto che si prova verso il proprio fratello?

Io: N-No, solo che non me lo aspettavo, ecco

Kyoko: Ho soltanto appreso che ogni attimo va vissuto appieno con le persone a noi care, e non fa male confessare i nostri sentimenti di tanto in tanto… potremmo non avere altre occasioni per farlo

Osservai il suo profilo con la fronte corrugata.

Io: Parli come se non dovessimo rivederci più

Kyoko: Chissà, può accadere di tutto… beh, comunque sia, non farò mai più la sdolcinata con te, contento!?

Distolse lo sguardo; le braccia incrociate sotto al seno e la testa girata alla mia destra. Ancora imbarazzato, posi una mano sulla sua nuca e le scompigliai i capelli ignorando le sue proteste.

Io: Scema, sai che non intendevo insinuare ciò. Come sopravvivrei se la mia pazza sorella non si comportasse da tale?

Kyoko: Che avrei fatto, in questo momento, per apparirti una pazza?

Io: Tu lo sei sempre, per questo sarebbe preoccupante se si verificasse il contrario

Kyoko: Brutto…!

Sorridendo furbamente, evitai il pugno giocoso che tentò di tirarmi in una delle parti sane del corpo. Con una luce sinistra che le attraversava gli occhi, e un piccolo ghigno sadico a tenderle le labbra, mi intimò di filare via prima che mi acciuffasse. Ridendo, sorpassai il bancone e, durante un attimo di distrazione della Pazza nel rimettersi a trafficare con la colazione, rubai un agognato muffin e mi diressi alla porta.

“Per uno non se ne accorgerà, e non morirà nessuno”

Vittorioso, me ne andai mangiucchiando e gongolando mentalmente. Entrambi di schiena, non potei intravedere la fugace lacrima scorrere lenta lungo la guancia di Kyoko.

<><><>

***


Ovunque guardassi, vi erano i miei sottoposti persi a raccontarsi con fin troppa foga ed entusiasmo i sogni della notte passata -alcuni poco casti-, o a rivelare i rispettivi desideri per il nuovo giorno che ci attendeva. Curioso come, quando volevano, sprizzassero energia da tutti i pori nonostante fosse mattino presto.

“Se fossero così attivi nello svolgere gli incarichi, invece di lamentarsi e chiedermi qualche minuto di riposo, finirebbero all’istante… tsk, scansafatiche che non sono altro”

Accanto al primo Comandante di Barbabianca, seduto due posti a sinistra di quello di Kyoko, si accomodò “Pugno di Fuoco”, aggregandosi così alla conversazione in corso.

Avendo finito da poco di lavorare nel mio ufficio, ero appena giunto qua, pertanto non sapevo della presenza di tutte e due i nostri ospiti, ciò nonostante non ne rimasi sorpreso. Tutt’altro, osservai il secondo con una certa ammirazione. Conoscendo gli standard dei Portuguese, era durato molto in infermeria. Se ci fosse stata Kyoko nelle sue condizioni, molto probabilmente si sarebbe alzata prima dal letto, o comunque si sarebbe lamentata ulteriormente; a tal pensiero ghignai.

A distanza di breve arrivò la nostra cuoca, l’ultima a mancare all’appello, così iniziammo a consumare la nostra colazione. Inutile dire che la ciurma prese a mangiare con ingordigia. Oggi dovevamo a tutti i costi fare rifornimenti, altrimenti avremmo rischiato un digiuno forzato.

Come gli altri, presi il muffin che mi venne offerto e me lo mangiai poco alla volta, con calma staccando pezzo per pezzo, ascoltando distrattamente il chiacchiericcio di sottofondo. Fu allora che mi parve anomalo non udire molto dalla mia parte di tavolo. Controllando, scorsi Kyoko fissare con insistenza l’orologio agganciato al muro, mentre Shachi la sua ciotola. E, a quanto parve, non fui l’unico a notarlo.


Penguin: Oy, voi due, perché siete così pensierosi?

Gli interpellati, adocchiandosi di sfuggita, sospirarono e presero a cibarsi a loro volta.

Shachi: Sono solo stanco, tutto qui…

Kyoko: Idem…

Penguin stette per chiedere altro ma Ace, avendo seguito il loro scambio di battute, senza farsi scoprire dalla sorella negò con la testa, in modo tale da far intendere di desistere con il suo intento. Intuii che doveva per forza di cose essere accaduto qualcosa perciò, ignorando l’occhiataccia di Portuguese nel comprendere che non me ne sarei stato buono, mi rivolsi ai due.

Io: Siete distratti, cosa mi state nascondendo?

Nuovamente Kyoko e Shachi si guardarono, come a volersi chiedere implicitamente se l’altro era afflitto da qualche problema e se stava agendo in egual modo.

Quando fecero per rispondere, “Pugno di Fuoco” crollò con il viso sul tavolo, provocando le risate dei miei sottoposti, attirati dal rumore che aveva provocato con l’impatto.


Healt: Ahahah, ovviamente non poteva mancargli la narcolessia!

Funny: Sarebbe bello assistere al momento in cui crollano assieme, ahahah

Dato il chiasso che sovrastava ogni tentativo di comunicazione, rimandai a quando si fossero calmati così, pacato, afferrai la mia tazza gialla e nera. Più tardi, Kyoko ricontrollò l’oggetto di prima e si pulì con un tovagliolino.

Kyoko: Ci siamo… Law, il tradimento è l’ultima cosa che mi sarei sognata di fare nei vostri confronti

Abbandonai il caffè, facendomi subito indagatore e serio. Quando dischiusi le labbra per ribattere, i ragazzi caddero uno dopo l’altro, addormentati. Non bisognava spiccare d’intelligenza per comprendere che dietro vi era il suo zampino. In un gesto dettato dall’istinto, portai la mano ad un soffio dalla Kikoku.

Io: Che hai combinato!?

Le palpebre mi divennero pesanti di colpo, ed una forza tentò di potarmi con prepotenza tra le braccia di Morfeo.

“Sonnifero…”

Nonostante feci ricorso a tutte le mie energie per resistere, crollai a mia volta, dopo aver catturato l’immagine di una Kyoko che sussurrava qualcosa e si alzava portandosi le mani dietro al collo.

<><><>


Bepo: Capitano? Capitano?

A fatica ripresi coscienza. Costringendo le palpebre a sollevarsi, mi ritrovai il mio Vice ad un palmo dal naso. Rammentando all’istante quello che si era verificato, mi rizzai veloce.

Bepo: Ho controllato da cima a fondo il sottomarino, ma a bordo non c’è. In compenso, ha lasc-

Ace: Levati di mezzo, se non vuoi finire carbonizzato!

J.Bart: Voi non andrete da nessuna parte! La mocciosa ci ha addormentati ed è sparita senza una spiegazione quindi, o sputi il rospo, o non vi muoverete da qui!

Ace: Non vuoi capire che non ho tempo da perdere, eh!? Perfetto, poi non venirmi a dire che non eri stato avvertito!

Scocciato, portò la mano chiusa a pugno vicino al fianco destro, ricoprendola in seguito con il suo fuoco, pronto a farsi largo con la forza; Marco e Bepo, raggiunti, si misero in mezzo ai due litiganti per farli ragionare. Nel frattempo si risvegliò il resto della ciurma, massaggiandosi i punti dolenti per la caduta improvvisa e facendo anch’essi mente locale e alzandosi.

Dreamers: Capitano, ragazzi, questo è…?

Ottenuta l’attenzione di tutti noi, ci mostrò cosa stava tenendo tra le mani: il girocollo di Kyoko. Quando me lo porse, distrattamente me lo rigirai più volte fra le dita. Increduli, farfugliarono differenti teorie al riguardo.

Shachi: Non è da Kyoko ingannarci! Sono sicuro che c’entra l’aumento della sua taglia, non è così!?

Furibondo, squadrò torvo Ace e Marco che, colti in flagrante per qualcosa che avevano fatto e di cui solo Shachi ne era venuto a conoscenza in qualche maniera, lo fissarono sorpresi sotto lo sguardo perplesso di noi altri.

Ace: Non credo che lei lo sappia, ma deve aver saputo che la Marina è sulle nostre tracce

Marco: Ace, sono suoi compagni. Giunti a questo punto, devi fargli ascoltare il messaggio che lei ci ha registrato

Ace: …e va bene

Dalla tasca tirò fuori una conchiglia arancione e bianca, dicendo che l’aveva trovata sul tavolo assieme al girocollo.

“Il nostro Tone Dial? Come faceva Hotaru-ya a sapere che ne avevamo uno a bordo?”


*picchiettio* Come crispio funzionerà ‘sto arnese? Dovrò solo premere il bottone? Bah, proviamo, poi vedo…

Ragazzi, se state ascoltando le mie parole significa che io, oramai, non sono più lì a bordo con voi, e che sono passate un paio d’ore da quando avete incamerato il sonnifero che ho mischiato all’impasto dei muffin…

A proposito di questo punto… Sono addolorata per avervi ingannato, ma non l’ho fatto con cattive intenzioni, credetemi… Anzi, ho agito così unicamente per il vostro bene, perché non vi erano altre soluzioni…

La Marina ci sta dando la caccia… E’ sulle nostre tracce, in particolar modo vogliono catturare me ed Ace… Sbarcheranno in mattinata nei pressi dell’isola, per poi attaccarci nel pomeriggio… E’ irrilevante sapere come io ne sia a conoscenza, vi basti sapere che è una fonte attendibile… Almeno presumo…

Tuttavia, mi è stato promesso che, se uno di noi due si fosse consegnato a loro di sua spontanea volontà, non avrebbero alzato un dito su nessun altro…

Ora, non è che mi fidi a tal punto, e non pensate che vi reputi così deboli da non poter affrontare e gestire dei marines, sia chiaro, ma questa volta la faccenda è decisamente diversa… Ci sono in ballo due Ammiragli: Akainu e Aokiji…

Scommetto che adesso vi starete chiedendo il perché di gente d’alto livello come loro, vero?... Ecco, è per via di una cosa che non vi ho mai rivelato… *attimo di silenzio* Ace, perdonami, ma si meritano la verità… Per una volta…

Vedete, Portuguese non è il mio vero cognome… Apparteneva alla mia defunta madre, ed io l’ho ereditato in suo ricordo. In realtà… Io, in realtà, sono Gol D. Kyoko. No, non sto scherzando e ancora no, non è una coincidenza… Sono la figlia di Gol D. Roger, il Re dei Pirati… buffo, non trovate? Persino il pirata più famoso e temuto si è costruito una famiglia… Non esattamente come dei bambini piccoli vorrebbero, però…

Comunque sia il Governo, in qualche modo, è venuto a sapere della nostra vera identità, ed è per questo motivo che vogliono arrestarci… E perché non cogliere l’occasione di catturare pure un’altra supernova con la rispettiva ciurma?... Insomma, come si suol dire: due piccioni con una fava, no?

*sospiro* Immagino quali siano i vostri pensieri… So di essere una codarda a confessarvi un fattore di tale rilevanza tramite un misero Tone Dial, ma non ho mai trovato il coraggio per farlo prima… Temevo che, come il resto del mondo, mi avreste odiata e vista solo come la figlia del demonio a causa del sangue che mi scorre nelle vene…

Se, in passato, viaggiavo sempre da sola, questo era uno dei principali motivi… Nessuno ha mai desiderato la mia nascita, stesso vale per quella di mio fratello… Mi sono sentita accettata e amata da poche persone, e voi fate parte di quest’ultime… Quando vi ho incontrato, poco per volta vi siete insinuati dentro di me in modo permanente…

Sono stata bene in vostra compagnia, anche se ero consapevole che il nostro rapporto si basava su una bugia… La mia… Quindi ho deciso di agire da sola, salvandovi dal pericolo in cui io, involontariamente, vi ho cacciato… Fratellone, smettila di incolparti. Sono io che avrei dovuto parlarne prima…

Probabilmente, al che sentirete il mio messaggio… O forse meglio dire poema visto che ci sono dietro da dieci minuti come minimo? *breve risata non esattamente spontanea e allegra*, ci saremo allontanati di parecchio, ma vi chiedo lo stesso di non compiere qualche pazzia, ve ne prego… Andatevene e dimenticatevi, non merito che questo per avervi mentito e tirato un colpo mancino… Ace, pensi te a salutare la nostra Peste?... Credo sia giunto il momento di concludere prima, però, lasciatemi dire delle ultime cose…

Law, grazie per avermi offerto un posto nella tua ciurma. Sono certa che diventerai uno dei migliori pirati in assoluto. Non ti fai mettere i piedi in testa da nessuno, sei un ottimo combattente e stratega, persino un chirurgo eccezionale…

Bepo, tenero e dolce Bepo, sei talmente morbido che mi era impossibile resistere dal saltarti addosso… Aspettate, perché, detta così, suona male? Se mai perché sono io a pormi certe domande?... Non rispondete, temo di saperlo…

Shachi, Penguin, siete i miei migliori amici ed ho perso il conto di quante volte mi avete fatta piangere dal ridere… Siete un duo comico nato, ci posso scommettere quello che volete…

E tutti gli altri… Grazie per i bei momenti vissuti fino ad oggi… Promette di non cambiare mai. Siete dei baka maniaci perfetti e così, poi, fate spazientire un po’ quel Sadico di un Capitano… Ah, non diteglielo, neh! Ahahah

Ok, penso di aver terminato… Grazie, ragazzi… Grazie per avermi accolta, per avermi fatta sentire bene… G-Grazie per avermi voluto bene, mi mancherete *singhiozzo mal trattenuto*… M-Meglio che… Meglio che vada.

Perdonatemi e addio, Pirati Heart… Vostra e per sempre, Kyo-chan *rumore del Tone Dial premuto*


Durante il corso del messaggio, nessuno aveva osato fiatare, troppo attenti a non perdersi una singola parola di quel racconto sconvolgente. Chi poteva anche solo sospettare che Roger - quel Roger! – avesse avuto due figli? Entrambi, ci tenni a sottolineare mentalmente, soggiornato sul mio sottomarino.

Ora si chiarivano molte cose su Kyoko: il perché fosse schiva nel parlare del suo passato, in particolar modo delle sue origini, ed il perché si rabbuiasse nel sentire nominare tale nome e non mostrasse interesse per lo One Piece.


Bepo: Il Re dei Pirati è il padre di Kyoko e del Signorino Ace!?

Il grido acuto di Bepo funzionò da sveglia per ognuno dei presenti, facendoli voltare in contemporanea verso il ragazzo tirato in causa nel racconto, rigido sul posto e con lo sguardo indurito.

Pauly: E’… E’… Dio, non ho la più pallida idea di cosa dire!

Trey: Certo che è un miracolo che siate ancora vivi. All’avvicinarsi dell’esecuzione pubblica di Gol D. Roger, il Governo Mondiale ha ripercorso le rotte da lui seguite assieme alla sua ciurma. Si vociferava che qualcuno avesse dei sospetti sul suo comportamento, più da uomo comune che temibile pirata, pertanto il Governo ha controllato le nascite avvenute nei dieci mesi successivi all’evento che ha radicalmente cambiato il mondo della pirateria

Hiro: M-Ma, allora, come…?

Trey: Bella domanda

Non aggiungendo altro, Portuguese riottenne su di sé la totale attenzione. Alquanto nervoso, ringhiò.

Ace: Non gradisco sbandierare a tutti i miei fatti privati, e poi non ho tempo da perdere. Devo salvare Kyoko!

Si diresse verso la porta, ma Jean Bart gli si piazzò di fronte per ribadirgli che, se desiderava uscire da lì, doveva passare sul suo corpo; l’aria era talmente tesa da poterla fendere con un coltello.

James: Assurdo…

Dreamers: Beh, non è da tutti i giorni scoprire che una tua nakama è la figlia di un pezzo da novanta

James: Come agiamo, adesso?

Shachi: Non c’è nemmeno il bisogno di chiederlo! Scendiamo a terra e andiamo a riprendercela!

Era scontato che quello rappresentasse il volere generale, tuttavia c’era chi non era sprovveduto al che, analizzando nel completo il guaio in cui eravamo dentro fino al collo, diede voce alle proprie preoccupazioni.

Trey: La fai fin troppo facile, tu. Sono coinvolti due Ammiragli, due! E per quanto possiamo voler bene a Kyoko, non sarebbe affatto una passeggiata liberarla. Siamo una ciurma di appena quattor-

Shachi: Siamo in QUINDICI!

Matt: Shachi, sii realistico. Magari il Capitano, lei e i Comandanti di Barbabianca, essendo fruttati ed utilizzatori dell’haki, avrebbero qualche possibilità di vittoria, ma noi… non siamo ancora all’altezza di gente di tale livello

Penguin: E con questo!? Non ci dirai che dovremmo abbandonare un nostro nakama in mano a quei luridi vermi!

In disaccordo, diversi membri dell’equipaggio si aggrovigliarono tra loro, alzando poi il tono per dire la propria, sperando così di convincere i rimanenti ad aggregarsi. Fortunatamente, però, qualcuno ragionò lucidamente.

Hiro: Calmatevi! Dobbiamo riflettere per bene tutti assieme!

Penguin: Tsk, non dovete spiegarlo a noi

Matt: Ma allora non avete capito null-

Autoritario, gli intimai di smetterla seduta stante se non volevano che gli utilizzassi come cavie per i miei esperimenti, e questa volta la mia minaccia l’avrei messa in atto senza esitazione. Mentre erano presi dal diverbio, io avevo rimuginato con i gomiti appoggiati al tavolo e le mani intrecciate davanti al viso ma, vedendoli quasi scazzottarsi come degli adolescenti idioti in piena crisi ormonale, distraendosi di conseguenza dal problema principale, non potei farmela scorrere. Era da parecchio che non provavo simili emozioni spiacevoli.

Bepo: C-Capitano?

Scrutando i miei occhi grigi, probabilmente attraversati dalla collera, sussultò vistosamente.

Io: Jean Bart, rimani a difendere il sottomarino con il resto della ciurma, e tieniti pronto a partire in qualsiasi momento; Shachi, Penguin, Steve, voi tre rimarrete nascosti nella foresta, almeno non verrete feriti e potrete soccorrere i vostri compagni quando ne avranno necessità

Bepo: E lei cosa farà, Capitano?

Io: Perlustrerò l’isola nella speranza di individuare l’imbarcazione della Marina. Tenendo conto dell’ora segnata dall’orologio, sono convinto che Hotaru-ya non abbia regolarizzato la giusta dose che aveva programmato. Se gli troverò, vi avviserò attraverso il den-den- mushi. E’ tutto

Healt: Ma-

Io: Questi sono i miei ordini. Muovetevi!

Ciurma: S-SI’!

Di corsa uscirono dalla stanza per andare a prepararsi alla battaglia imminente. Gli unici a rimanere furono Bepo, “Pugno di Fuoco” e “La Fenice”.

Marco: Ogni tanto prenderò il volo in modo tale da aver chiara visione dei due gruppi. Nel caso ti servisse bisogno, togliti il cappello e poi rimettitelo, così scenderò giù in vostro soccorso

Law: Come vuoi

Ace: Io vengo con te

Scansionato per alcuni secondi con sguardo sufficiente, lo superai.

Io: No, mi saresti soltanto d’intralcio. Rimarrai anche tu qua

Restio a seguire le mie direttive, mi afferrò per la collottola della felpa e mi sbatté contro il muro, incenerendomi con i suoi occhi neri come la pece, intensi in egual modo a quelli di Kyoko. Per niente intimorito, feci segno a Bepo di rimanere al suo posto e rimasi in attesa, sostenendo il mio aggressore esibendo il mio classico ghigno di sfida.

Io: Sentiamo, perché mai dovrei portarti con me?

Ace: Stammi bene a sentire, perché non te lo ripeterò una seconda volta! Potrai anche essere il suo Capitano, o un suo caro amico, ma io sono suo fratello. Sono nato con lei, cresciuto al suo fianco per diciassette anni proteggendola da chi voleva farci del male… tu non sei nessuno per impedirmi di aiutarla!

Io: Con le ferite che hai riportato nello scontro precedente, non andresti lontano

Ace: Al diavolo le mie ferite!

“Ok, non mi dai altra scelta”

Al colpo moderato che gli diedi all’addome, mollò la presa al mio indumento e si piegò in parte per il dolore.

Ace: *coff* Maledetto!

Bepo: C-Capitano, non avrà esagerato?

Io: Almeno si rende conto che quello che ho affermato corrisponde alla verità

Marco: Sono del suo stesso parere, Ace. Se dovessero prestare attenzione pure a te, sarebbe un problema

Ripreso dal colpo, si voltò di scatto, sferrando con rabbia un pugno alla parete dietro alla mia schiena.

Ace: Dannazione!

Restò in quella posizione per qualche minuto, probabilmente nel tentativo di calmarsi e verificare se non vi era nessun modo per controbattere.

Ace: D’accordo, lascio tutto nelle tue mani

Sbollito lo spirito se ne andò, seguito da un Marco nervoso a sua volta per la vicenda scomoda.

Bepo: Capitano, cosa desidera che io faccia?

Io: Bepo, ti affido il comando. Se entro il calar del sole non saremo tornati, andatevene ed immergetevi

Leale, annuì con decisione per sottostare al mio ennesimo ordine. Sapeva bene quanto fossi testardo e, quindi, che se così avevo deciso, così sarebbe stato sino alla fine.

Bepo: La prego di non farsi catturare. L’attenderò con al seguito Kyoko

Non risposi, con lui le parole erano superflue. Aveva navigato sotto il mio Jolly Roger dagli inizi, ormai ci intendevamo con poco. Si congedò, e gli angoli della mia bocca si incurvarono all’insù.

“So che non mi deluderai, Bepo”

Solo nella stanza grande e vuota, chiusi un attimo gli occhi e sospirai.

“La Marina e il Governo Mondiale sono proprio un’odiosa spina del fianco… perché quell’incosciente ha pensato a questa cazzate!? Non solo mi ha tenuto all’oscuro di ciò, bensì ha agito di sua iniziativa. Oh, se finirà bene, non perirà affatto per mano dei nemici”

Sbuffai irritato nel riosservare il girocollo di Kyoko che riposi al sicuro nel cassetto delle tovaglie. Poi, afferrata la mia fedele Nodachi, mi diressi verso il ponte esterno.

La D. sarebbe stata un’esauribile fonte di mistero e guai, allo stesso tempo intrigante ed unica.


“Aspettami, Hotaru-ya”







Angolo autrice ^^:

Ace: Zzz... Zzz *viene svegliato da uno scappellotto* Ahio! Chi diamine ha osato svegliarmi!?
Kyoko Io. Ora ricomponiti, siamo in onda *data la faccia perplessa di Ace, indica a suo fratello la... telecamera? Computer? Boh, qualcosa, tanto ci siam capiti*
Ace: Oh. Ah, ehm, sera! F-
Kyoko: Devi dire "Salve", baka
Ace: *guarda di traverso sua sorella* Al giorno d'oggi non si è nemmeno più liberi di salutare!? E vorrei farti notare che fuori è buio!
Kyoko: Ottimo spirito d'osservazione! *ignorando una seconda occhiataccia, continua a parlare* Comunque, quello che intendevo, è che non sai quando i fans leggono, pertanto meglio rivolgere un saluto generico
Ace: Beh, non noto poi tutta questa importanza! Sei acida e strana
Kyoko: Perchè, come sarei normalmente, di grazia?
Ace: Pazza
Kyoko: Capisco, mi vuoi pazza? Allora farò la pazza! *in un momento di follia, prende da chissà dove una vasca dei pesci, la svuota, ci infila dentro la mano e, attivando i poteri, imita la lampada che manda i raggi. Nel frattempo, ride assatanata e gira per il sottomarino*
Tutti:...
Marco: Ace, che hai combinato questa volta?
Law: Non mi era mai capitato di vederla sclerare male in tal modo. Hiken-ya, che le hai fatto?
Ace: Perchè diamine deve sempre essere colpa mia!? Non posso essere innocente!?
Marco - Law: *sopracciglio alzato, braccia conserte e sguardo eloquente*
Ace: Bah, andate al diavolo! *se ne va incacchiato*

Lasciate perdere, lo sclero qui sopra mi è venuto giusto adesso e, ovviamente, non me lo so spiegare nemmeno io u.u
Dunque, il mio Ace-chan -seppur non in modo impeccabile- ha già provveduto a salutarvi, quindi direi di passare alle cose serie, yosh!
Doverosamente, premetto con il scusarmi per la lunga attesa di questo aggiornamento (almeno spero che, dal contenuto, ne sia valsa la pena). Davvero, ho cercato di sbrigarmela prima, ma invano.
Molti di voi, forse, avranno associato la mia scomparsa alle vacanze o al non voler più continuare la long... ebbene, entrambe le ipotesi sono sbagliate.
Non so se, in passato, vi avevo già informato, tuttavia ribadirlo non fa male. Nella mia testolina la storia è tutta scritta, e non ho nessuna intenzione di lasciarla in sospeso. Non sarebbe da me, perchè è una cosa che non apprezzo e, inoltre, ci tengo a questa mia piccola ff :P
Per quanto riguarda la questione vacanze... *sospiro sognante* Magari fosse per quello! No, questo mesetto è volato poiché, per ben tre settimane, ho fatto gli straordinari al lavoro (pure di sabato), onde per cui tornavo a casa distrutta e con il mal di testa -sorvoliamo, poi, sulle occhiaie che non hanno nulla da invidiare a Law u.u-. Di conseguenza, appena mi mettevo al pc, o crollavo, o scrivevo senza capire 'na cippa XD
Perciò, riassumendo, chiedo venia e provate a capirmi *umile inchino*

Se bien, saluti fatti, spiegazione idem... NOW CAPPY!
Inizialmente non l'avevo pensato così lungo ma, scrivendo, è venuto fuori tale risultato :P
Ho volutamente dato spazio un po' a tutti per far intendere i vari rapporti esistenti tra i personaggi in ballo:
- piccolo momento di complicità tra Ace e suo fratello Marco
- momento "profondo" tra i due Portuguese (Ace nota subito la diversità di Kyoko)
- reazione della ciurma nell'apprendere la verità (l'idea del Tone Dial mi è venuta in mente rivedendomi per l'ennesima volta "Strong World", eheh)
- intesa tra Law e il suo Vice
Insomma, c'è un pò di tutto e, come scritto sopra, spero che pure questo vi sia piaciuto =)

Concludo qui il mio papiro (Kyoko, il tuo messaggio mi fa un baffo, muahahahah). Non so quando riuscirò a pubblicare, però mi impegnerò al massimo!
La prox volta vi attenderà uno special e il capitolo 25, rispettivamente intitolati "Il gelato dai mille gusti + uno"(fufufu, non aggiungo altro) & "Una lucciola si spegne...".

See ya, miei fans. E colgo l'occasione per ringraziare i nuovi che hanno aggiunto la mia long tra le diverse categorie. Bye! =_^
Flame

P.S. Il 24° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: rosy03, Aliaaara, Jaeger_D_Ryo, Lully2c, Incantatrice_Violeta, Monkey_D_Alyce e ankoku


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Capitolo 27
*** Una lucciola si spegne... ***


LxK




“Mmh, ormai sarà da una quarantina di minuti che giro a zonzo per l’isola… disteranno ancora per molto?”

Avendo controllato inizialmente la spiaggia sul versante ovest ed est rispetto all’attracco del sottomarino, adesso mi stavo dirigendo dalla parte opposta, l’ultimo luogo mancante alla lista dove avrei sicuramente trovato i nemici.

Prestando poca considerazione alla fitta vegetazione circostante, mi feci largo fra di essa sfruttando le lame taglienti del mio bastone, in modo tale da liberarmi la strada giusto quello che serviva. Tanto, presto o tardi, sarei stata arrestata dalla Marina, quindi perché mai mi sarei dovuta preoccupare di levare dal sentiero tutte le piante con le spine? Quei graffietti superficiali non rappresentavano assolutamente nulla se paragonati a ciò che mi attendeva: un bel soggiorno ad Impel Down, “La prigione di massima sicurezza”.

Vantava una notevole fama per via del numero spropositato di guardie disposte all’entrata ed a ciascun livello, per non contare poi delle diverse bestie demoniache che eseguivano costanti controlli. Inoltre, vi era un altro fattore contribuente nel rendere noto tale nome: le atrocità disumane impartite dal Governo Mondiale nei confronti dei prigionieri, nonché persone considerate unicamente come spazzatura da dover smaltire una volta per tutte dalla faccia della Terra. Se mettevi piede lì dentro per volontà di un destino nefasto, non ne saresti più uscito vivo.

In passato, nei bar o nelle taverne in cui avevo alloggiato durante i miei viaggi lungo la rotta del Grande Blu, mi era capitato di ascoltare alcuni uomini narrare differenti storie al riguardo; difficile stabilire con certezza quanto le si potessero reputare veritiere -si sa la tendenza comune nel montare ogni racconto oltre l’inverosimile-, comunque sia ognuna si basava su una fonte attendibile, e su questo non ci pioveva. Spesso, talmente spaventose e cruente, erano riuscite a farmi accapponare la pelle o, addirittura, perdere momentaneamente l’appetito.

Immagini sgradevoli di una prossima me rinchiusa in quel posto infernale mi affollarono la mente, causandomi un brivido di puro terrore che mi percorse l’intero tratto di schiena, paralizzandomi in seguito nel punto in cui ero; la gola secca e gli arti debolmente tremolanti enfatizzarono lo stato in cui versavo.

Raramente avevo vissuto la vera paura, riuscendo comunque a dominarla abbastanza bene, ma erano altri tempi. Allora potevo contare sulla presenza di Ace, poi di Sabo e Rufy, i quali lottavano al mio fianco o mi confortavano nei momenti di smarrimento, mentre ora ero sola.

Per quanto potessero reputarmi un soggetto pericoloso per la comunità a causa del sangue impuro che mi scorreva nelle vene, della forza fisica posseduta o del frutto del diavolo ingerito, rimanevo pur sempre una ragazza di soli vent’anni che stava andando incontro a morte certa, stabilita per un crimine che non aveva spontaneamente commesso: nascere.

Anche se, tecnicamente, vi era un’opzione di riserva: la fuga. Malgrado venisse considerata da molti un’azione da vigliacchi, potevo benissimo fare dietro front, darmela a gambe e “chi si è visto, si è visto”, tuttavia non avrei mai agito seguendo una via simile, perché non rientrante assolutamente nel mio modo d’essere e vedere le cose.

Mi stavo sacrificando di mia spontanea volontà per proteggere delle persone a me care. Se, rinunciando alla mia vita, avrei salvato le loro, non necessitavo di ulteriori motivi per obbligare me stessa a raccogliere ogni briciola di coraggio rimastami e di proseguire fino in fondo.

Prima di riprendere il cammino, però, volsi lo sguardo alle mie spalle; brevemente rivissi mentalmente i mesi trascorsi in compagnia di quei pazzoidi scatenati, finendo con il percepire le labbra tese in un sorriso nostalgico e la mia mano sinistra all’altezza del collo, dove giusto qualche ora addietro vi era il mio girocollo.


“Ragazzi… è stato bello finché è durato, dico sul serio. Statemi bene, e guai a voi se mi farete annoiare, eh! Da lassù vi veglierò tutti i giorni, perciò vedete di vivere delle avventure entusiasmanti, eheh”

Tratto un lungo respiro, impugnai con decisione la mia arma e presi a muovere le gambe con maggiore velocità, desiderosa di raggiungere appena possibile gli uomini del Governo così da tenerli sotto controllo e impedirgli di avvicinarsi a mio fratello, a Law e ai miei amici.

***


Desiderando allontanarmi da lì sicuro al cento per cento che ogni parte fosse stata compresa nei minimi dettagli, ripetei in sintesi gli ordini e diedi una rapida controllata ai miei subalterni, i quali erano in stato di allerta e con i nervi tesi al massimo; le armi da fuoco e le spade, rispettivamente cariche e taglienti, pronte a portata di mano.

Io: Direi che siamo a posto. Serbate qualche dubbio in merito?

Ciurma: NO, CAPITANO!

Io: Bene, allora vado… Bepo, sai cosa fare

Bepo: Aye!

Ace: Law…

Sorpassato i ragazzi, mi si pose difronte mantenendo qualche metro di distanza; sebbene non aggiunse altro, compresi dal suo sguardo serio il suo volermi ribadire la nostra discussione avvenuta nella sala da pranzo. Con un cenno del capo gli feci intendere che avevo afferrato il messaggio e, in seguito, diedi loro le spalle e m’incamminai.

Io: Penguin, Shachi, Steve, con me

Data la tensione generale che accumunava i presenti, i tre chiamati all’appello mi vennero dietro senza proferir parola per tutto il tragitto, eccetto valse per quando, di tanto in tanto, domandarono al gruppo se avessero udito qualche rumore sospetto e la possibile causa inerente. Siccome il chiasso ininterrotto che solitamente albergava nel sottomarino era diventato un elemento di normale routine, fu strano proseguire nel silenzio più assoluto.

Steve: Ehi, Capitano, che ne pensa di quell’albero laggiù?

Ci arrestammo in una raduna minuscola e analizzammo accuratamente l’albero indicatoci da Steve, circondato da alcuni cespugli per metà secchi situati lungo al sentiero; avente un possente tronco e una folta chioma verde con qualche foglia gialla o marrone sparsa qua e là, risultò una buona postazione sicura. Stando lì sopra, la possibilità calcolata della Marina di scovarli era bassa.

Io: Sì, potrebbe andare

Penguin: Come faremo a sapere quando avrete concluso per venirvi a soccorrere?

Io: Voi non muovetevi da qui per nessuna ragione, mai. Innegabilmente subiremo delle ferite, perciò mi servite carichi per prestare al meglio le cure. Quando avrò risolto, ripasserò in questa zona, e lo stesso farà Bepo per conto dei vostri nakama, tanto non riscontrerà difficoltà nel rintracciarvi con il suo olfatto

Penguin: D’accordo… attenderemo che vi facciate vivi voi per primi

Dal suo tono, così valse per la ferrea presa di Shachi e Steve attorno alle propri armi, era chiaro che, se avessero potuto scegliere, avrebbero preferito partecipare allo scontro assieme agli altri, eppure erano consci del fatto che il loro ruolo fosse fondamentale per tutti noi, pertanto l’avevano accettato facendosene una ragione.

Sistemati a loro volta feci per andarmene, ma Shachi mi chiamò, al che lo esortai a terminare la frase.


Shachi: Mi raccomando, faccia il culo a quei bastardi e riporti indietro la nostra Kyoko sana e salva

Penguin e Steve, del medesimo parere, lo affiancarono e mi rivolsero uno sguardo che parlò da sé. In risposta, prima di lasciarli soli, mi abbassai leggermente il cappello ed esibii il mio miglior ghigno, nonché quello riservato unicamente ai miei avversari quando mi mettevo in gioco.

“Se avevano intenzione di coglierci di sorpresa, allora dovrebbero aver sostato abbastanza lontano da noi per non allarmarci e farci fuggire. Se ho studiato correttamente la struttura dell’isola con Bepo, oserei dire che sono ad un quarto del percorso… maledizione, devo muovermi!”

Accarezzai sinistramente l’elsa della mia fedele Kikoku che fremeva dall’essere sfoderata, utilizzando il pollice della mano che la stava sostenendo, e mi preparai ad utilizzare i miei poteri qualora fossero occorsi subito.

***


Percorsi ancora un paio di metri, il suono della rinsacca delle onde del mare mi pervenne alle orecchie, segno inequivocabile che avevo raggiunto il culmine della foresta. Per la seconda volta respirai l’aria a pieni polmoni e, dopo aver sciolto il bastone per riporlo nella rispettiva custodia legata alla cintura, compii gli ultimi passi ed uscii dai folti cespugli, ritrovandomi conseguentemente a sprofondare con le scarpe nella candida sabbia della spiaggia.

Schernendomi dalla luce del sole con la mano, aguzzai la vista per scrutare guardinga l’orizzonte. Davanti mi si palesò una scena alla quale mai avrei voluto assistere di prima persona: in lontananza, nei pressi della scogliera, ormeggiavano due imponenti corazzate della Marina con le vele bianche raffiguranti il loro simbolo; sulla terra ferma, al contrario, vi erano Akainu e Aokiji in mezzo alla consistente massa di marines, presumibilmente contante su minimo una cinquantina di membri, che si spostavano freneticamente in ogni dove.

Con molta probabilità, rievocando ciò che mi era stato riferito da quest’ultimo in merito al piano organizzato per attaccarci in giornata, si stavano preparando per metterlo in atto; erano così indaffarati, che manco mi notarono. Lentamente, ma con risolutezza, percorsi il tratto di strada che ci separava.


Io: Beh, è questa l’accoglienza che voi cani del Governo riservate a chi viene gentilmente a porgervi i saluti? Sparpagliati alla rinfusa nel caos totale?

Volevano me, no? Ed ero stata fieramente un membro dei Pirati Heart, giusto? Quindi, perché non sfotterli un po’ a suon di frecciatine sarcastiche e ghignando come avevo imparato a fare dal migliore dei maestri?

I marines si predisposero all’istante sulla difensiva, allineandosi seguendo uno dei classici schemi militari e puntandomi contro i fucili, studiando scrupolosi ogni mio singolo movimento.

Io, al contrario, non gli degnai nemmeno di uno sguardo. Contro un possessore di un Rogia non avevano nessuna possibilità di prevalere; rappresentavano unicamente un branco di pesciolini insignificanti.

Viceversa, fissai con intensità il bestione vestito di rosso, voltatosi verso le urla dei sottoposti e che, accortosi di me, si era concesso una manciata di secondi per squadrarmi con disprezzo, concludendo il tutto con un sorriso infido e arrogante.


Akainu: Guarda, guarda, chi ci onora della sua presenza: “Lampo giallo”, ovvero Portuguese D. Kyoko

Al suo pronunciare il mio cognome con quell’allusione appositamente mal velata, un ringhio rabbioso mi salì in gola, smanioso di uscire. Al diavolo se, ormai, erano consapevoli di chi avessero realmente di fronte, ma nessuno doveva azzardarsi a chiamarmi diversamente da come vi si leggeva sull’avviso di taglia; la mia esistenza mi era stata regalata da mia madre a costo della sua: sarei rimasta a vita una Portuguese!

Mi morsi il labbro inferiore imponendomi di non reagire in alcuna maniera, onde evitare di concedergli alcuna soddisfazione e, una volta sbollita, sostenni il suo sguardo tornando a ghignare in segno di sfida.


Io: Francamente parlando, se fosse stato per me, avrei fatto volentieri a meno di incontrare una faccia orrenda come la tua, però mi è giunta voce che ci tenevate molto a conoscermi personalmente, dunque: eccomi qui!

Con teatralità, allargai le braccia per far ammirare nel completo la mia figura e mi piegai di poco in avanti, sogghignando maggiormente quando intravidi un’ombra di irritazione attraversargli gli occhi.

Io: Oh, quasi dimenticavo… non c’è bisogno che mi ringraziate per il favore. State tranquilli, davvero

Marine: Come ti permetti, insulsa crimin-

Venne bruscamente interrotto da Akainu, poiché quest’ultimo lo spinse di lato per farsi largo e avvicinarsi a me.

Akainu: Temo tu non abbia compreso la gravità della situazione e della forza dei tuoi nemici, demonio

Akainu Sakazuki: forse l’Ammiraglio più noto tra i tre. Rinomata era la sua indole a perseguitare noi rifiuti umani per via del suo incommensurabile odio, pertanto non occorreva essere dei geni per vedere che non gli andavo a genio, figurarsi poi se ero la figlia del Re dei Pirati, Gol D. Roger.

Io: Uhm, dici? Strano, ero convinta di saperlo perfettamente, invece. Oh beh, comunque sia, mi basta sapere che sottostate al Governo Mondiale per aver un ottimo incentivo e pretesto dal pigliarvi per il vostro flaccido didietro

L’aria si appesantì di colpo; i marines mi osservarono come se fossi impazzita, ma in realtà erano loro ad essere sopraffatti dalla codardia. Non sapevano far altro che ubbidire ciecamente ad ogni ordine impartitogli, timorosi di essere severamente puniti se si fossero rifiutati o se avessero osato rispondere male.

Era principalmente per questo aspetto della Marina se, sin da piccola, avevo ben chiaro nella mente di non seguire il volere del nonno; la pirateria era sinonimo di libertà.


Akainu: Ti ricordo che verrai condannata alla pena di morte tra nemmeno una settimana

“Pensa seriamente di riuscire ad intimorirmi e a prendere le redini del gioco? Non sono giunta qua con la testa fra le nuvole. So perfettamente cosa mi riserverà il futuro andandomene via con loro”

Io: Sì, lo rammento. A conti fatti, è un tantinello difficile scordarsi un’informazione del genere. Ciò nonostante, grazie per la premura. Sai, non saresti affatto male come agenda vivente personale. Sicuro che il ruolo di Ammiraglio sia la tua professione ideale? Fufufu

Akainu: Basta! Ho deciso che ti farò fuori seduta stante!

Piegò il braccio all’indietro, ponendo il pugno destro accanto al suo viso e ricoprendolo di lava incandescente. Non potendo uscire subito di scena, perché altrimenti i ragazzi non avrebbero avuto abbastanza tempo per fuggire, mi preparai a fronteggiarlo in qualche modo.

Io: Fatti sotto!

Aokiji: Yaaawn, con voi non si riesce mai a farsi una dormita decente… Akainu, datti una calmata e frena il tuo istinto. Abbiamo il preciso ordine di catturarla viva. Non ho intenzione di sorbirmi per delle ore la predica di Sengoku

Ci girammo verso l’uomo disteso sulla sabbia lungo un fianco, con la testa sostenuta da un braccio e la bocca coperta dalla mano libera per nascondere il secondo sbadiglio. E… era una mascherina da sonno quella che portava sugli occhi?

“Stava dormendo? In passato ho ricevuto alcune informazioni sul suo conto da parte del mio Maestro, ma vederlo addirittura dormire durante un incarico… incredibile”

Con evidente disappunto, Akainu annullò il colpo caricato e si rimise composto.

Akainu: Tsk, sempre il solito guastafeste, Aokiji… E VOI MUOVETEVI A METTERLE LE MANETTE DI AGALMATOLITE!

Marines: A-AGLI ORDINI!

Un giovane marine, tremando come un pollo, mi si avvicinò con cautela ed occhi spalancati. Per dispetto, rimasi immobile fino all’ultimo, per poi gridargli un “Boo!” che ne comportò un suo sobbalzo di mezzo metro da terra e un urlo peggio di una femminuccia.

Io: Ahahah, la Marina vanta di uomini coraggiosi e valorosi, non c’è che dire, ahahahah

Akainu: Smettila di tremare e porta a termine il tuo compito, idiota!

Marine: H-ha ragione! Mi-mi-mi scusi!

Sghignazzando, tesi gli arti superiori verso di lui, abbandonandoli poi sul davanti non appena mi chiuse i polsi fra le pesanti e strettissime manette di agalmatolite; una forza misteriosa mi prosciugò tutta l’energia, e un forte senso di nausea ed emicrania si fece strada nel mio corpo.

“Sapevo del loro effetto su noi fruttati, ma non immaginavo ti facessero sentire immediatamente così da schifo”

Erano parecchio d’impiccio, non solo per i sintomi descritti, bensì anche per la spiacevole sensazione di diversità dalla vera me stessa. Non percepivo più il mio potere dell’elettricità fluire dentro di me, e questo mi rendeva, in un certo senso, irrequieta. E, purtroppo, non avrei avuto ulteriori occasioni per risentirlo; la prossima volta che mi sarebbero state rimosse le manette, non sarei stata ancora di questo mondo.

“Lampo giallo” aveva concluso la sua avventura. Non sarebbe mai più apparso nella sua piena forma illuminando con la propria elettricità.


“E non potrò più essere la lucciola di Law…”



Law: Le hotaru sono piccoli insetti coleotteri appartenenti alla famiglia Lampyridae, in grado di illuminare parte del proprio corpo emettendo una luce fredda ma intensa, che serve ad indicare la fase di corteggiamento precedente all’accoppiamento

Io: Dove vuoi andare a parare?

Law: Tu brilli in egual modo

Io: Ma dai, sul serio!? Che carino! Grazie del parag-

Law: Eppure, a differenza loro, tu non attrai nessuno. Anzi, fai fuggire via tutti, esattamente come hai appena dimostrato




Piegai la bocca in un sorriso amaro.

“Neh, Law, sai dirmi cosa accade quando le lucciole perdono la propria luce? Saranno sole, o avranno qualcuno al loro fianco pronto a piangere la loro scomparsa?”

Un delicato venticello mi scompigliò i capelli, accarezzandomi il viso ed investendomi con il profumo della salsedine. Chiusi gli occhi e me ne inebriai, per poi alzare la testa inclinandola lievemente verso sinistra e perdermi ad ammirare il cielo limpido.

Akainu: PREPARATE LA NAVE!

Marines: S-SUBITO!

Venni riportata con i piedi a terra da due marines che strattonarono simultaneamente le catene che tenevano in mano, cioè quelle attaccate all’estremità dei cerchi di metallo che mi delimitavano.

Marine1: Cammina, pirata, non abbiamo tempo da sprecare

Marine2: E non provare a fregarci

Roteai gli occhi e sbuffai sonoramente.

“Certo, perché son venuta fin qui a farmi arrestare unicamente per metterci poi a giocare allegramente a Guardie e Ladri come dei bambini… tsk, deficienti”

Circondata dai marines, i due davanti e altri tre dietro, proseguii dritta verso le possenti corazzate della Marina.







Angolo autrice ^^:

Ciao a tutti!
Sì, so che oggi è martedì e ancora sì, so che questo non è lo Special 3 che aspettavate ma, visto che avevo pronto questo cappy e non volevo rischiare di farvi attendere troppo come l'ultima volta, ho deciso di pubblicare prima questo, mentre lo Special lo metterò in questi gg ;)
Ora che sono in vacanza sto cercando di portarmi avanti con la storia, dedicandomi bene allo scontro, per questo motivo lo Special è ancora incompleto ^^"

Vediamo, che posso dire, invece, su ciò che avete appena letto?
Beh, ho cercato di rendere Kyoko una ragazza normale perchè, sebbene sia una nota supernova, non è ancora così forte da poter affrontare tutti senza alcun timore, perciò ho mostrato la sua paura.
Anche se, come avrete potuto notare, quando è davanti ai nemici ha tirato fuori la sua spavalderia... rileggendo il cappy prima di pubblicarlo, mi sono resa conto che "questa" Kyoko l'ho resa simile a quella che incontra Kidd, no? Una peperita dalla lingua lunga, eheh :P

Se bien, termino qui il mio angolino. Scappo a scrivere ancora!
See ya =_^
Flame

P.S. Il 25° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: Incantatrice_Violeta, Portgas D Sara, Monkey_D_Alyce, Jaeger_D_Ryo, Aliaaara, flaffy23, Lully2c e ankoku


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Capitolo 28
*** ...ma non lo fa per sempre ***


LxK




≈≈≈ Quartier Generale della Marina ≈≈≈

???: Ebbene?

DDM – Abbiamo catturato senza alcuna interferenza uno dei due ricercati: “Lampo giallo”. Ora stiamo scortando la ragazza alla nostra nave

???: Perfetto. Ricontattatemi solo se riuscirete ad arrestare pure “Pugno di fuoco”, altrimenti dirigetevi direttamente ad Impel Down. E assicuratevi che Akainu non prenda una delle sue abituali iniziative

DDM – Sarà fatto, Grande Ammiraglio!

La conversazione intercorsa tramite den-den mushi terminò lì. Ancora prima che l’uomo seduto alla grossa scrivania di legno posasse la cornetta e prendesse parola, un altro in piedi di fronte a lui tirò con rabbia un pugno al ripiano, provocando la caduta di un bicchiere e la fuoriuscita della bevanda in esso contenuta.

???: Ho un problema con tutto questo. E’ davvero necessario?

Sengoku: L’esecuzione pubblica non è una semplice esecuzione di un pirata. Essa ha un grande significato per il futuro del mondo, ecco perché è indispensabile. Perciò, che ti piaccia o no, i due figli di Gold Roger verranno giustiziati il prima possibile davanti al mondo intero

L’anziano, affatto concorde con tale decisione, si raddrizzò sulla schiena e, dopo aver scoccato un’occhiataccia di pura collera a Sengoku, diede le spalle a quest’ultimo dirigendosi verso la porta dell’ufficio.

Sengoku: Anche tu ne sei responsabile, visto il tuo coinvolgimento diretto

Quella semplice frase, pronunciata con tono fermo e severo che lasciarono intendere molte cose, ebbe l’effetto di far bloccare l’altro all’istante a pochi passi dall’entrata.

Sengoku: Non dimenticarlo, Garp

Monkey D. Garp, nonché Viceammiraglio, conosciuto da tutti come “L’eroe della Marina”, serrò le mascelle e strinse le mani a pugno, con tanta forza da far sbiancare le nocche e conficcarsi le unghie nei palmi. Dopo di che, se ne andò senza proferir parola e sbattendo la porta.


≈≈≈ Isola Galleggiante ≈≈≈

Ai piedi della passerella servente da collegamento tra il ponte della corazzata e la scogliera, i due marines tenenti le catene a me collegate passarono tali oggetti ad altri due, più robusti e minacciosi dei primi, avente l’ordine di non perdermi mai di vista.

Akainu: Sono stato chiaro!?

Marines: S-SI’ SIGNORE!

“Possibile che debbano urlare ogni due per tre? Va a finire che mi faranno diventare sorda”

In stato di trans qual ero, non avevo seguito l’ultimo comando impartito, ma era troppo chiedere un po’ di quiete? D’accordo, non stavamo andando a farci un giro, ciò nonostante non avrei disprezzato del silenzio, soprattutto se la scelta ricadeva fra esso o le voci pidocchiose di quella gentaglia.

Distrattamente, salii sull’asse di legno come mi incitarono a fare e continuai dritta verso il ponte principale.


Aokiji: Ti ho già detto che non è necessario. Non cambiare all’ultimo secondo

Akainu: Perché no? Abbiamo fatto prima del previsto, tanto vale approfittarne e occuparci pure degli altri

Da sole, le mie orecchie si erano drizzate verso i due Ammiragli, captando parte del loro discorso che mi confuse.

“Occuparci degli altri? Di chi parlano? Che intenzioni hanno ancora?”

Aokiji: Sai bene che non concordo con la tua decisione

Akainu: Non importa, posso sbrigarmela da solo per far fuori quei pirati senza valore. Tu fai pure rientro alla base per fare rapporto e poltrire nel tuo ufficio

“Non penserà di…!”

Scossa, m’impuntai sui piedi per obbligare i marines a fermarsi e posai lo sguardo su Akainu poco più addietro di me. Non ebbi bisogno di dar voce ai miei pensieri perché lui, davanti alla mia espressione, ghignò.

Akainu: Sì, hai capito correttamente. Mi riferisco ai tuoi “amichetti”

Sussultai, spaventata; ero consapevole del fatto che Aokiji non avesse detto nulla al riguardo del nostro accorto, ma speravo sapesse persuadere gli altri nell’accontentarsi di arrestare me e basta. Tentai di mantenere la calma.

Io: Ah, parli dei Pirati Heart e dei due comandanti di Barbabianca, eh? Se gli stai cercando, sappi che hanno già lasciato la terra ferma da parecchio. Ormai disteranno molto

Akainu: Ma davvero?

Assottigliai lo sguardo e digrignai i denti; ogni secondo che passava, quell’uomo mi piaceva sempre meno. Se non fosse stato per le manette, gli sarei saltata addosso e l’avrei preso a pugni fino a farlo svenire privo di sensi.

Il suo modo di guardarmi con superiorità, rivolgendosi a me quasi disgustato dalla mia figura, mi faceva ribollire il sangue nelle vene. Assomigliava incredibilmente ai vermi incontrati da bambina.




- Se Roger avesse avuto dei figli? Ah, so io cosa si sarebbero meritati: finire alla gogna, kyahahahah! -
- Giusto! Dovrebbero tagliarli via la testa con un colpo netto! Ahahah -
- Ma va, gli fareste un favore ad ucciderli così in fretta! Io gli legherei come salami e gli punzecchierei con un ago! -
- Buona questa! Kyahahahah… comunque, perché ce lo avete chiesto? E poi chi cazzo siete, marmocchi!? -




Io: Sì, davvero

Akainu: Beh, allora non avrai nulla da ridire o temere se andiamo a controllare che non vi sia qualcuno, gius-

Io: NO!

Mi pentii di aver aperto bocca nell’esatto istante in cui il mio urlo fu fuoriuscito. Mi ero fatta fregare come un’allocca, difatti l’Ammiraglio sorrise compiaciuto dalla mia reazione, ma immaginarmelo mentre dava la caccia ai ragazzi mi aveva annebbiato la mente, facendomi perdere lucidità.

“Aspetta… anche prima ha ordinato di preparare una nave, non entrambe! Canaglia!”

Akainu: Come pensavo…

Io: STAI LONTANO DA LORO!

Strattonai le manette, ottenendo come unico risultato il loro acuto tintinnio e maggiore irritazione ai polsi.

Marine1: Ehi! Vedi di restartene buona e datti una mossa! Nessuno ti ha detto di fermarti!

Marine2: Già. Non puoi fare nulla, pirata!

“Invece non è ancora finita. Mai sminuire l’avversario, per quanto esso vi possa apparire inerme”

Fulminea, compii una piccola giravolta affinché le catene si arrotolassero intorno al mio corpo e, afferrate con le mani, me le portai al volto; ricoperti i denti con l’haki dell’armatura, le spezzai entrambe, mandandole in frantumi che caddero al suolo. Poi, prima che i nemici potessero riprendersi e reagire, strinsi con una certa pressione le manette sotto il mento di un marine dopo aver teso gli arti per farci passare la sua testa tra le mie braccia e per intrappolarla fra esse e il mio corpo.

Io: O da bravi salpiamo dall’isola senza lasciar qua alcuno, o gli spezzo l’osso del collo

Nel giro di pochi secondi, spade ed armi da fuoco mi vennero puntate contro con fare minaccioso.

Aokiji: Oy, oy, calmiamoci

Marine3: T-ti supplico, ri-risparmiami!

Akainu: Non so come abbiate scoperto che vi avevamo raggiunti, e per quel che mi riguarda poi uccidere tutti questi incompetenti, ma non vi servirà per salvarvi. Vi catturerò, stanne certa

Per un attimo, la risposta udita mi fece rallentare la morsa.

“E loro rappresenterebbero la giustizia? Pur di soddisfare la propria sete di sangue, sono pronti a spargere quello dei rispettivi compagni di battaglia… non fa differenza essere un marine o un pirata, il genere umano si mostra per quello che realmente è in entrambi i casi, e purtroppo di gente marcia ce n’è da ciascuna parte. Certo che, come possono aver eletto Ammiraglio un individuo del genere?”

Accorgendomi dei marines che si avvicinavano lentamente attendendo il momento adatto per agire, lasciai perdere le mie riflessioni e mi misi maggiormente sulla difensiva.

Almeno ero avvantaggiata poiché sapevo usare i tre tipi di haki e, pertanto, potevo tenergli testa, ma non avrei resistito a lungo; i due Ammiragli non sarebbero stati in disparte a guardare, e quel maledetto materiale ai polsi non smetteva di prosciugarmi d'ogni briciola di energia nel corpo. Comunque sia, non mi sarei data per vinta.

Chiusi gli occhi e respirai profondamente.




Ace: Ascoltatemi, Rufy, Kyoko. Abbiamo le nostre vite da vivere, perciò viviamole senza rimpianti

Rufy - Io: Uhm!

Ace: Un giorno prenderemo il mare, e vivremo come vogliamo… più liberi di chiunque altro!




“Non è andata esattamente come previsto, ma deciderò liberamente della mia vita fino all’ultimo”

Marine4: Cos’è questa roba?

Marine5: Signore, c’è qualcuno laggiù!

E fu questione di secondi, il tempo di rialzare le palpebre richiudendo i ricordi nel cuore e tornare alla realtà. Poco distante da noi, una scia azzurra delimitava una determinata area della scogliera e della fiancata sinistra della nave, colorando della sua tonalità gli oggetti in essa presenti.

“No… n-non prendermi in giro!”

Un istante prima ero quasi a metà della passerella, quello dopo in fondo alla fila dei marines, con il lato destro del corpo appoggiato ad una fonte di piacevole calore e il colletto del giubbottino tenuto fermo da forti dita affusolate. Il suo profumo mi stordì, mandandomi in tilt; tanta era la paura che stessi sognando, tant’è che mi ricordai a fatica di deglutire e respirare normalmente.

Law: Sono desolato, ma credo che dobbiate apportare delle modifiche al vostro piano

Volendomi accertare di non essere impazzita d’improvviso a mia insaputa, piegai in parte la testa, scorgendo così il suo profilo e l'immancabile ghigno.

Law era arrivato. Era venuto a salvarmi, rappresentando una nuova luce di speranza.








Angolo autrice ^^:

Well, che posso dire? Dopo 20 passa capitoli, credo che ormai mi conosciate abbastanza bene da aver capito che ultimamente pubblico a muzzo, colpa i momenti in cui mi sento briosa e le vacanze :P
Inoltre, visto quello che è accaduto nell'ultimo cappy del manga uscito oggi, mi son detta: "Visto come finisce il mio, di cappy, non ci starebbe male pubblicarlo". Law, so che sei pronto a scatenarti in tutti e due, quindi vai e sii un vero badass! Muahahah
Allo Special ci sto lavorando, solo che ogni tanto mi blocco, chiedo venia (anche se penso che, visto lo svolgimento della trama vera, non vi importi + di tanto XD).

Cmq, tornando a noi...
Garp, caro dolce vecchiettino mio, tranquillo che non ci sarà nessuna esecuzione, Law è arrivato appena in tempo a fermare la Marina, ma chissà che accadrà ai protagonisti ^.^
Beh, non c'è molto da dire, a parte il pezzo dove Kyoko si libera. Ho preso spunto da un ep di OP del New World ;)
E, niente, non è molto lungo e il prox potevo accorparlo a questo, ma volevo proprio lasciare a Law l'entrata da powerful XD

Ci sentiamo a quando sarà! See ya =_^
Flame

P.S. Il 26° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: ankoku, Jaeger_D_Ryo, Monkey_D_Alyce, Aliaaara, Portgas D Sara, Lully2c e Incantatrice_Violeta


SPOILER!
Akainu: Non temere, ti riserveremo qualcosa di speciale. Prima, però, consegnaci la ragazza
Inconsapevolmente, rafforzai la presa al giubbottino smanicato di Kyoko e la strinsi possessivamente a me.
Io: Ho delle faccende in sospeso con lei, pertanto temo di non potervi accontentare

***

Io: Mi dici perché diavolo sei venuto!? E come fai ad essere sveglio!? Dovresti ancora dormire come un sasso!
Sbottai furibonda ancor prima di rendermene conto, ma la rabbia era troppa da potermi trattenere oltre. Non ero affatto contenta di vederlo lì, per niente! Intervenendo, aveva combinato un casino!

***

Torturandomi il labbro inferiore e il bordo della canottiera, abbassai lo sguardo ai granelli di sabbia sottostanti.
Io: Io… non ti disturba sapere che sono sua figlia? Che te l’abbia nascosto fino ad ora?

***

Law: Ce la fai a combattere?
Io: E me lo chiedi?
Afferrai la mia arma componendola al terzo stadio e, dopo averla fatta vibrare in aria un paio di volte, la bloccai puntandola contro il nostro avversario, piegandomi poi leggermente sulle gambe spostando la destra in avanti rispetto dell’altra.

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Capitolo 29
*** Si dia inizio alle danze! ***


LxK




Io: Sono desolato, ma credo che dobbiate apportare delle modifiche al vostro piano

Il bisbiglio dei marines sbigottiti ruppe l’attimo di silenzio che si era creato tra i presenti in conseguenza alla mia improvvisa entrata in scena; con agitazione mista a disprezzo, continuarono a pronunciare il mio nominativo, alternandolo al soprannome da loro rifilatomi o al ruolo che coprivo nella “Generazione terribile”.

Per dar loro conferma che sì, ero proprio il soggetto del loro confabulare, ghignai divertito e in qualche secondo modo tutt’altro che rassicurante, celando al contempo stesso la tensione provata fino a quel preciso frangente.

Per tutta la durata del tragitto, il timore di non arrivare in tempo non mi aveva abbandonato un singolo istante. In fin dei conti, non sapevo se Kyoko avesse fatto affidamento sui suoi poteri per giungere dalla Marina il prima possibile, impiegandoci meno di me, al che non mi ero mai fermato un secondo ed avevo quasi corso.

Dopo aver agito sconsideratamente, quale addormentarci e fuggire senza darci la possibilità di esprimere il nostro parere al riguardo, non ero più certo di come avrebbe potuto muoversi nuovamente, quindi riuscii a riacquisire sangue freddo soltanto adesso che potevo tenerla sott’occhio personalmente.


Kyoko: Law…

Fu un sommesso sussurro, il suo, trapelante l’incredulità nel vedermi; non risposi e non chinai il capo per incontrare quegli occhi pece che mi fissarono con intensità. Cosa credeva, di poter seriamente decidere lei per tutti noi? Ero io il Capitano dei Pirati Heart, e in quanto tale l’unico a prendere la scelta finale.

Per di più, qui si parlava di un affronto nei miei confronti: nessuno avrebbe mai avuto il permesso di mettere le mani su un membro della mia ciurma, Governo Mondiale o chi altro fosse.


Akainu: Toh, si è aggregato al gruppo un altro microbo. Adesso sì che le cose si fanno interessanti

Posai lo sguardo al mio interlocutore di quasi due metri, analizzandolo velocemente per fare mente locale e riconoscendolo immediatamente senza problemi; come sempre, permisi al mio ghigno di contraddistinguermi.

Io: Non potevo rinunciare nel partecipare alla vostra festa. Comunque, siete stati scortesi ad aver omesso di mandarmi l’invito. Avrei potuto rimanerci male

Akainu: Non temere, ti riserveremo qualcosa di speciale. Prima, però, consegnaci la ragazza

Inconsapevolmente, rafforzai la presa al giubbottino smanicato di Kyoko e la strinsi possessivamente a me.

Io: Ho delle faccende in sospeso con lei, pertanto temo di non potervi accontentare

L’Ammiraglio, che sembrò non attendesse diversa risposta, sorrise sbieco e, disinvolto, si levò il berrettino con la scritta “Marina” sul davanti per sistemarsi i capelli lisciandoli all’indietro.

Akainu: Bene, se la metti in questo modo, sarò costretto a passare alle maniere forti… Aokiji

Aokiji: Non serva che tu aggiunga una parola di più

Il suo compare, presumibilmente rassegnato da tale comportamento e pronto ad un’eventualità simile, sospirò e, grattandosi la nuca, ordinò ai loro sottoposti di radunarsi per seguirlo.

Aokiji: Sappi solo che non voglio avere problemi… vorrà dire che io, nel frattempo, mi occuperò dei pirati rimasti

“Come sospettavo. Vedendoci separati, si dividono a loro volta… ragazzi, restate pronti”

Akainu: Vedi di non farteli fuggire, soprattutto l’altro figlio di Gold Roger e il primo Comandante di Barbabianca

Kyoko si strinse nelle spalle, irrigidendosi ancor di più di quanto non lo fosse, ma rilassandosi subito dopo quando Kuzan le regalò uno sguardo fugace e le annuì impercettibilmente. Quello mi fece corrugare la fronte, ma rimandai ogni domanda aggiungendola alla lista delle cose che già volevo chiarire con lei non appena fosse finito tutto.

***


Quando Aokiji e il gruppo di marines furono spariti dalla nostra visuale, facendo sì che il peggiore tra i due Ammiragli sarebbe rimasto ad affrontare noi invece di mio fratello e dei miei amici, tirai un sospiro di sollievo, tranquillizzandomi in parte, anche se tale calma durò ben poco.

Nervosa, mi divincolai con foga affinché Law sciogliesse la sua presa ferrea e, una volta libera, mi girai completamente nella sua direzione fulminandolo con lo sguardo.


Io: Mi dici perché diavolo sei venuto!? E come fai ad essere sveglio!? Dovresti ancora dormire come un sasso!

Sbottai furibonda ancor prima di rendermene conto, ma la rabbia era troppa da potermi trattenere oltre. Non ero affatto contenta di vederlo lì, per niente! Intervenendo, aveva combinato un casino!

Fino all’ora della colazione, gli avevo tenuti all’oscuro della vicenda proprio per non metterli in pericolo, caricandomi tutto sulle spalle e cavandomi il cuore per riuscire a separarmi da loro, e lui cosa faceva? Mi appariva dietro come se nulla fosse. Ci voleva tanto per inculcargli in quella testaccia dura che era meglio starmi alla larga se teneva cara la pelle? Cosa del concetto: “Sono un demonio, la Marina vuole morta me e chi mi nasconde per proteggermi” non gli era chiaro? Cos’altro dovevo fare pur di farmi ascoltare una benedetta volta!?

Irritato dalla mia reazione, non mancò di rispondermi con la stessa moneta: il ghigno gli scomparì dal volto e gli occhi si fecero letteralmente di ghiaccio.


Law: Cosa ci faccio qui? Mi pare ovvio, razza di stupida! Non credevo fosti sprovvista a tal punto di materia grigia. E per quanto riguarda il sonnifero, devi aver fatto male i tuoi calcoli

Io: Sì, devo essere un’idiota, perché proprio non riesco a capire a cosa sia servito il mio gesto, allora! Dannazione, Law, ti costava troppo fare quello che vi avevo detto!? Questa storia riguarda me, me soltanto!

Law: La faccenda riguarda tutti noi, invece! Sei la cuoca della ciurma, perciò ti riporterò indietro, che tu lo voglia o meno. Inoltre, dovresti ben sapere che non accetto ordine da nessuno

Io: Il mio era più un consiglio, che un ordine… e in ogni caso, non ho bisogno del tuo aiuto!

Sibilai acida, ignorando la capriola fatta da mio cuore e l’aumento dei battiti per via della sua affermazione. Per nessuna ragione dovevo soffermarmi a riflettere che lui, così come i ragazzi, fossero pronti a morire per una come me, perché altrimenti non sarei stata in grado di fermare le lacrime.

Tuttavia, dopo avergli mentito a lungo, mi venne spontaneo chiedermi il perché si preoccupasse ancora per le mie sorti, invece di abbandonarmi al destino.

Torturandomi il labbro inferiore e il bordo della canottiera, abbassai lo sguardo ai granelli di sabbia sottostanti.


Io: Io… non ti disturba sapere che sono sua figlia? Che te l’abbia nascosto fino ad ora?

Law: Conosco solo una certa Hotaru-ya cocciuta ed impulsiva, e poiché come punizione ho in serbo alcune vendette nei suoi riguardi, mi dispiacerebbe non metterle in atto e sprecare i minuti spesi nel congegnarle

Sollevai il capo di scatto, piacevolmente sorpresa, mentre lui sogghignò con chissà quale tortura perversa nella mente. Ancora una volta rimasi senza parole… significava davvero che mi aveva accettata per quello che ero? Con la scusante del dovermi sistemare il ciuffo di capelli blu, portai le mani incatenate a tale altezza del viso, nascondendo prontamente alla vista di Law il piccolo sorriso genuino apparso sulle mie labbra.

Io: Tu e le tue vendette siete peggio di una spina nel fiano, in qualsiasi posto mi ritrovi

Law: Anch’io sono felice di rivederti

Ed eccolo che cominciava a sfottermi senza ritegno, anche se la nostra occhiata complice parlò diversamente.

Akainu: Ma che discorso commovente

L’espressione di Law divenne seria all’istante, ed io mi voltai maledicendomi per essermi momentaneamente dimenticata di non essere gli unici presenti anche se, visto il turbinio delle emozioni che mi avevano pervasa, mi sarebbe stato lo stesso difficile non distarmi.

Akainu: No, prego, continuate pure. Dopotutto, questo è il vostro ultimo discorso prima di andare all’altro mondo assieme ai perdenti che considerate amici, pertanto sarò magnanimo

Mi prudettero le mani, ed ero conscia del fatto che non lo si doveva associare come effetto dell’agalmatolite.

Io: Chiudi il becco! Tu non sai nulla di noi, quindi non osare intrometterti!

Law: E ti conviene non sottovalutare i miei uomini

Akainu: Ne riparleremo quando sarete morti… è inammissibile che gente del genere circoli liberamente. Sarà un immenso piacere sbarazzarmi di voi direttamente

Io: Non me ne frega niente di ciò che pensi! Qui l’unica vittima che puoi sperare di ottenere sono io, e se devo andarmene ti porterò con me all’Inferno!

Riponendo fiducia nelle sue capacità, non prese seriamente la mia minaccia. Anzi, si mise a ridere con gusto.

Akainu: Interessante, cosa credi di poter fare da incatenata?

Law: Fufufu, direi che non è un problema

Espansa per la seconda volta la Room, Law sfoderò la Kikoku e mi tagliò via le mani con un singolo fendente, sfilandomi via le manette lanciandole lontano e ricomponendomi subito.

Ora fu il turno di Akainu nel guardarci torvo.


Akainu: Possiamo farla finita con le chiacchiere e passare ai fatti

Spostando dietro il mantello, si mise in posa d’attacco, e lo stesso fece Law tendendo la spada.

Law: Hotaru-ya, resta dietro di me e pensa a recuperare le forze. Interverrai q-

Io: Manco per sogno! Non mi difendo dietro ad altri usandoli come scuso, nemmeno se è per pochi minuti! O lotto al loro fianco, o scappo via assieme!

Law: Sono il tuo Capitano, e il mio è un ordine

Io: Non faccio più parte della tua ciurma, rammenti?

Sorvolai sul suo sguardo truce e la stretta allo stomaco che percepii nel pronunciare ad alta voce quella frase, ma era l’unico modo per farlo tacere. Per il momento, non potevamo perderci in chiacchiere simili. Dopo qualche istante, sospirò e si concentrò sul nemico, seguito a ruota da me.

Law: Ce la fai a combattere?

Io: E me lo chiedi?

Afferrai la mia arma componendola al terzo stadio e, dopo averla fatta vibrare in aria un paio di volte, la bloccai puntandola contro il nostro avversario, piegandomi poi leggermente sulle gambe spostando la destra in avanti rispetto dell’altra.

Il momento dei discorsi e degli scherzi era finito; era ora di dare inizio alle danze!








Angolo autrice ^^:

Uh, era da un po' che non pubblicavo al venerdì, anche se la mezzanotte è passata da poco, ma la data del cappy è quella di venerdì, muahahahah. No, bando a deliri vari, dato che oggi il mio profilino su EFP compie un annetto, ho voluto pubblicare all'inizio di suddetto giorno :3

Btw, questo è un altro capitoletto ciarloso, come avevo già accennato ad alcune di voi, ma dal 28 i vari pg inizieranno a menarsi per benino. Il titolo sarà: "Tra Zoo-Zoo, Rogia e Paramisha" ;)

Diciamo che qui ho voluto descrivere un attimo lo stato d'animo di Law e la fissa di Kyoko nel temere un rifiuto da parte delle persone care, ma il caro chirurgo le fa intendere che non gliene frega 'na cippa. Beh, qui è solo accennato, provvederà a rafforzare in concetto in un altro momento... decisamente + intimo XD

Yosh, vado. Ci sentiamo al prossimo capiiitolooo, ghe-eh!

Flame

P.S. Il 27° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: ankoku, Jaeger_D_Ryo, Lully2c, Incantatrice_Violeta, Monkey_D_Alyce, kiara 96, Aliaaara e flaffy23


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Capitolo 30
*** Tra Zoo-Zoo, Rogia e Paramisha ***


LxK




~~~ * Law-Kyoko VS Akainu * ~~~

Nemmeno il tempo di muovere un singolo muscolo del corpo, o escogitare qualche sorta di strategia da poter applicare nella speranza di partire al massimo, che Sakazuki optò subito per un attacco da lontano; protendendo gli arti superiori verso di noi, e trasformando con il suo potere le mani serrate, diede inizio all’offensiva scagliandoci velocemente contro delle piccole masse informi di magma, mirando in pieno petto a me e Law esattamente come se fossimo dei bersagli mobili da tiro a segno.

Nell’evitarle, impossibilitati ad agire in differente maniera, fummo costretti a spostarci ai lati opposti poiché, se fossi andata appresso a Law, i colpi a lui indirizzati mi avrebbero centrata senza alcun margine d’errore, altresì si sarebbe verificato a ruoli invertiti; a quanto pareva, la prima mossa se l’era aggiudicata l’avversario.


“Sebbene ci reputi dei moscerini, stai già sperando di indebolirci separandoci, eh? Tsk, credilo pure, se ciò ti rassicura”

Vero, forse si sarebbe evoluta nella battaglia più impegnativa della mia intera vita, nonché di un’esistenza breve, ma intensa; forse non ne sarei uscita illesa, o peggio ancora viva, ma su una cosa ero sicura: gli avrei dimostrato il mio valore, e non tanto perché non gradissi essere sottovalutata da altrui, bensì per fargli comprendere che non si sarebbe scontrato con “La figlia del Re dei Pirati/del Demonio”, ma con Portuguese D. Kyoko, il che mutava; ero stanca di vivere nell’ombra di mio padre, seppur il mio vero cognome fosse conosciuto da pochi.

Pertanto, risoluta, passai al contrattacco. Con rapidità gli corsi attorno, sfuggendo dalla sostanza incandescente che, mancandomi, finiva sfracellata al suolo facendo schizzare via mucchietti di sabbia. In seguito, mi impuntai su un piede e ruotai su di esso, cambiando il percorso intrapreso.

Continuando ad evitare quelle sottospecie di palle scure abbassandomi con il busto, o inclinandomi sui fianchi a seconda del caso -una volta facendo scomparire a pelo un braccio tramutandolo in pura elettricità-, raggiunsi Akainu e compii un balzo in aria.

Caricato una sorta di affondo tenendo il mio bastone all’estremità, poco sopra la lama seghettata e posizionandomelo dietro la schiena, lo coprii interamente con la tonalità dell’armatura e lo assestai, decisa, venendo però bloccata lì in volo per svariati secondi: in egual maniera, l’Ammiraglio aveva fatto affidamento sul rivestimento, parandomi senza sforzi.


Akainu: Non male, ma certamente questo non ti basterà per avere la meglio

Io: Piuttosto che criticarmi, pensa a non far troppo affidamento sulle tattiche basilari da combattimento

Ogni circostanza differiva dalle altre, di conseguenza non sempre dividere il nemico risultava appropriato; poteva impedirci sì che non ci supportassimo a vicenda lottando fianco a fianco, ma così avrebbe faticato ulteriormente nel controllare le nostre azioni. Difatti a quell’altezza, con la coda dell’occhio e diversamente da lui, avevo intravisto Law pararsi dietro la sua schiena e prepararsi a ferirlo con la spada.

Dunque, smisi di far pressione contro il suo avambraccio destro e mi allontanai eseguendo una capriola. Riappoggiati i piedi a terra, mi accovacciai sulle gambe, guardando come l’individuo a me davanti venisse scisso in due parti, l’addome staccato dalla parte inferiore. Tuttavia, però, non ottenemmo il ben che minimo risultato.

Come se niente fosse, e sorridendo bellamente in faccia al suo sfidante per deriderlo dell’invano tentativo, Akainu si ricompose sotto i nostri occhi, producendo uno strano rumore associabile alle gocce di lava date dalla rottura di una bolla, le quali ricadono nel fiume sottostante.


Akainu: Siete degli stolti se vi reputate idonei nel mettermi fuori gioco ai vostri attuali livelli, soprattutto ricorrendo a stratagemmi banali e scadenti come quest’ultimo

Law, ritirata la Kikoku, saltò all’indietro per porre debita distanza tra loro due, mentre io, al contrario, mantenni la posa assunta in precedenza; l’esito del fendente mi aveva lasciata alquanto perplessa ed interrogativa, tanto da imbambolarmi a contemplare il punto dove, giusto un attimo prima, vi era il taglio.

“Com’è possibile che non abbia funzionato? Perché non ha sortito nessun effetto? Avrebb- no, fermi, non sarà che…!”

La risposta alle mie domande, che si formulò all’istante nella mia mente, non mi piacque per niente; oltre al fattore della forza fisica -in quanto la stazza dell’Ammiraglio fosse il doppio-, riscontrammo un secondo problema che si svantaggiava notevolmente: Law non era ancora in grado di padroneggiare l’haki -o, per lo meno, non quello utile a noi per prevalere-.

Sin dall’inizio del mio viaggio in compagnia dei Pirati Heart, per qualche strana ragione, avevo dato per scontato che il nostro Capitano ne fosse capace… Pessimo errore.


“Ora che mi soffermo a rifletterci, io Law l’ho visto combattere una volta soltanto, e un Re del mare non è chissà quale impegno, tenendo poi conto che il grosso l’ho portato a termine io… non ho mai pensato di chiedergli qualcosa in merito al suo rapporto con i tre tipi di ambizione”

A bordo del sottomarino, quando si divertiva a giocare all’allegro chirurgo con le mie parti del corpo per vendicarsi di uno scherzetto o altro che lo avesse infastidito, ci riusciva perché non attivavo i poteri derivanti dal mio frutto, altrimenti anch’io mi sarei riunita all’istante. E, ovviamente, in quei casi era normale non affettarmi con l’haki.

Essendo, per l’appunto, una fruttata immune agli attacchi fisici, non potevo che gioire nel constatare che al mondo non vi fossero molti individui dotati di uno dei pochi mezzi efficaci contro di noi, ma non quando quest’ultime persone rientrassero nella categoria di amici o alleati.


“Dannazione, questa non ci voleva. E’ proprio un bel casino”

Schioccai la lingua contro il palato, stizzita per via della mia analisi ahimè corretta, perché non solo lo scontro sarebbe stato più difficile, ma altresì pesantemente sfiancante: avrei dovuto prestar maggior concentrazione per entrambi, in modo tale da intervenire qualora fosse stato necessario.

***


Oramai arreso alle dimostrazioni di impulsività di quell’incosciente, mi apprestai a seguire con sguardo vigile lo scambio di colpi tra i restanti presenti, limitandomi a sospirare. Solamente un pazzo irresponsabile poteva partire in quarta, sprovvisto di qualsiasi piano e conoscenze inerenti al nemico, ribattendo all’attacco da lontano con uno diretto. Insomma, le costava troppo rimanersene buona a studiarlo, prima di farsi guidare e sopraffare dall’adrenalina che le circolava nelle vene per la foga del momento?

Calai le palpebre e mi massaggiai gli occhi, rispettivamente uno con l’indice e l’altro con il pollice, aggiustandomi poi il cappello maculato, mossosi leggermente durante l’improvvisato scatto di corsa. Dopo di che, energico, brandii la mia inseparabile Kikoku e attesi di buttarmi nella mischia a mia volta, evento che si verificò quando il soggetto principale dei miei pensieri attirò su di sé la totale attenzione del colosso rosso.

Ne approfittai al volo; mi avvicinai con cautela ad Akainu, così da non farmi udire nell’appostarmi alle sue spalle, e, non appena Kyoko uscì dalla traiettoria del raggio della Nodachi, lo tranciai di netto, ma invano.

Ritrassi la spada e tornai alla postazione di prima, ignorando il sorriso sfrontato indirizzatomi, concentrandomi invece su ciò che avevo appurato di persona.


“Non mi pare si sia accorto di me in tempo necessario per rendersi intangibile, pertanto questo comprova che i suoi poteri vengono tenuti attivi con regolarità. Inoltre, a giudicare la reazione, deduco che ci abbia impiegato un massimo di cinque secondi nel riallacciare le rispettive parti del corpo”

Incamerate suddette informazioni, mi dedicai nell’elaborazione della prossima mossa perché, Rogia o meno, se teneva cara la pelle gli conveniva non scherzare con i sottoscritti: Kyoko, secondo Rogia e hakerizzata, sapeva indubbiamente il fatto suo; per quanto riguardava me… beh, chiunque avesse incrociato il mio cammino, aveva sempre imparato cosa realmente comporti incontrare “Il Chirurgo della Morte”.

Per di più, quello non poteva essere né il giorno, né l’avversario collegabile alla mia fine; finché non avrei consumato la mia agognata vendetta contro quel farabutto, che perdurava da oltre dieci anni, non mi sarei separato da questo mondo.

Tendendo una mano in avanti, portandola quasi all’altezza della spalla, richiamai il piccolo cerchio azzurro della mia Room, espandendolo poco dopo quando Kyoko, ripresasi dal suo evidente attimo di smarrimento, balzò via per scansare un pugno sferratole da Akainu che, andando a colpire la sabbia, spedì in giro e in alto molti granelli.


“Perfetto, ci siamo!”

Io: Shambles!

Invertii tali granelli con alcune palle di cannone le quali, dato l’impatto violento subìto nel cadere al cospetto dell’Ammiraglio, esplosero una dietro l’altra a catena. Dei forti rombi echeggiarono nella zona balneare, accompagnati da una coltre spessa di fumo nero che rese impossibile distinguere le nostre figure.

“Esattamente come volevo”

Akainu: MALEDETTO MOCCIOSO!

Utilizzando il bordino del mio capello come riparo per gli occhi, e la manica della felpa come filtro per l’aria, mi incamminai verso Kyoko, trovandola presto.

Io: Hotaru-ya

Mi accostai al suo fianco, mantenendo un paio di metri onde evitare che mi colpisse accidentalmente, chiamandola sottovoce cosicché il mio spostamento fosse chiaro unicamente a lei.

Kyoko: *coff, coff, coff* D-Dove sei? *coff* Non riesco a vederti! *coff, coff*

Io: Calmati e abbassa il tono. Sono alla tua destra

Prima di intavolare un qualsiasi discorso, le diedi il tempo necessario per abituarsi alla presenza del fumo, vista la sua sensibilità ad esso che ne comportava la tosse o una lieve lacrimazione agli occhi. Se non erravo, un giorno mi era parso di sentirla riferire ai ragazzi che, se ogni volta si metteva in disparte quando qualcuno di loro accendeva una sigaretta, era una conseguenza di un incendio di notevole spessore nel quale era rimasta coinvolta da piccola, in un posto stracolmo di rifiuti da prenderle subito la gola togliendole il respiro.

Akainu: NON NASCONDETEVI, CODARDI!

Percepii la sua irritazione, al che sogghignai piacevolmente divertito per l’effetto sorpresa scaturitogli.

Kyoko: Da che *coff*, da che parte sono spuntate quelle palle di cannone?

Io: Diciamo che le ho prese gentilmente in prestito quando ti ho sottratta da loro, piazzandole poi in posti non vistosi nel caso mi fossero servite… direi che la scelta si è mostrata fruttuosa, fufufu

Kyoko: Sempre con un asso nella manica, neh? Stupido stratega so tutto io

Io: Non mi definirei stupido, altrimenti non sarei un buon stratega, non credi?

Ci tenni nel farglielo notare, punzecchiandola per il suo errore nell’associare quelle due parole, immaginandomi la sua risposta che non tardò arrivare e che mi fece maggiormente incurvare gli angoli della bocca.

Kyoko: Touché. Comunque, son dettagli, e su che hai capito cosa intendevo dire, pignolo!

La coltre di fumo, poco a poco, si diradò del tutto, riconcedendo la visuale del paesaggio e di noi tre; Akainu, da come fissò furibondo il mantello lievemente rovinato, passando poi a me e a Kyoko, non dovette aver gradito il mio modesto “gioco di prestigio”.

“Fufufu, peccato, vorrà dire che il pubblico non apprezzerà nemmeno i prossimi che gli riserverò”

Akainu: Finitela con i vostri trucchetti. E’ inutile che tentiate di guadagnare tempo, non otterrete altro che rimandare giusto un po’ la morte. Quindi, perché non vi fate uccidere senza opporre resistenza? Almeno vi risparmiate la fatica

Kyoko: E tu perché non ti tappi la bocca una volta per tutte? Cavolo, vuoi proprio farmi suonare ripetitiva! Ogni frase devo ripetertela almeno due volte! Prima di tutto, ti ho già detto che non ti permetterò di toccare Law e gli altri; seconda cosa: col cavolo che ti faremo questo piacere!

E, per enfatizzare il concetto, sostenne il suo bastone ponendoselo sotto l’ascella, per poi sistemarsi i guantini privi di dita, mollando l’elastico al polso producendo il sonoro rumore e riacquisendo la posa d'attacco. Fu in seguito a quello che riprendemmo dove ci eravamo interrotti.


~~~ * Ace-Marco-Pirati Heart VS Aokiji-marines * ~~~

Seduto su una roccia disposta lungo l’insenatura dov’era attraccato il sottomarino dei ragazzi, perso fra i miei pensieri, continuai assiduamente a spostare su e giù con irrequietezza il tallone destro.

Pauly: Bepo, non senti ancora nulla?

Bepo: No, tutto come prima: nessun odore estraneo

“Questa attesa mi sta uccidendo! Perché diamine ho acconsentito a non andare in cerca di Kyoko? Avrei dovuto accompagnare Law, invece che starmene qui con le mani in mano a sperare che l’abbia raggiunta in tempo”

Purtroppo, sebbene lo comprendessi da solo, mi era stata data una bella dimostrazione del come le mie ferite, non ancora pienamente rimarginate, mi dessero dei grattacapi, ma questo non giustificava nulla. C’era in ballo la vita di mia sorella, ed io mi ero tirato indietro arrendendomi quasi subito.

Eppure, per qualche ragione, non riuscivo a pentirmene del tutto; lo sguardo risoluto di Law nell’impartire gli ordini alla sua ciurma, così come quello che mi rivolse quando lo avevo preso per il colletto della felpa o quando lo avevo richiamato prima che si inoltrasse nella foresta, mi avevano tranquillizzato all’istante. Sembrava pronto ad affrontare ogni ostacolo, pur di riportarla da noi.


“Che tra loro due ci sia un profondo legame e non me ne sia accorto? No, ne dubito. Kyoko non mi nasconde mai niente, di conseguenza me lo avrebbe già confessato. Tuttavia, è evidente che non si tratti di un semplice rapporto di lealtà tra Capitano e rispettivo membro della ciurma. Mi basta ricordare il comportamento di Law quando ha ascoltato il messaggio registrato, venendo a conoscenza di chi sia il nostro vero padre”

Di colpo arrestai il mio tic nervoso al piede e contrassi le mascelle; ancora una volta, la causa della nostra infelicità la si doveva collegare quasi unicamente a lui.

Matt: Sentite, e se qualcuno andasse a fare una perlustrazione? Non vedo la necessità nel rimanere tutti qui

Bepo: Il Capitano ci ha dato le sue direttive, quindi rimarremo qui come ordinato

Trey: Esatto. Per altro, Matt, prova a riflettere un attimo: se uno di noi si imbattesse da solo contro i marines, o un Ammiraglio, cosa potrebbe fare allora?

Il nakama, accortosi di non essere arrivato anche lui a quella ipotesi, abbassò il capo e si mise a pulire la spada. Nel frattempo, io ripresi a fissare con insistenza un punto indefinito difronte a me, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e intrecciando le dita sotto il mento. Marco, intuendo bene cosa provassi nella situazione attuale, mi diede una leggera pacca sulla spalla e si accomodò al mio fianco, confortandomi con la sua semplice presenza. E rimanemmo così a lungo, finché Bepo smise di camminare ovunque e si voltò verso la foresta.

Bepo: Aspettate *sniff, sniff*, ora sento qualcosa! Magari sono loro!

Sia io che mio fratello scattammo in piedi e attivammo l’haki dell’osservazione, accorgendoci entrambi dell’arrivo degli intrusi e di un attacco appena lanciato; accumulai il fuoco nei palmi delle mani e allargai le braccia.

Io: Enjomo!

Creai una sorta di rete/muro fiammeggiante, sciogliendo in tal maniera le numerose e grosse lance di ghiaccio indirizzate contro alcuni dei nostri, i quali mi ringraziarono per la prontezza di riflessi e per averli difesi.

Marco: Sembra che l’attesa sia diventata meno lunga e snervante, eh?

Ci raggruppammo uno vicino all’altro e osservammo come, dalla fitta vegetazione, arrivarono i nostri avversari, con a capo della fila Aokiji, avente le braccia e metà volto ricoperto del suo ghiaccio. Sorrisi e mi scroccai le dita.

Io: Una sana rissa non fa mai male. E’ proprio quello che mi ci vuole per sfogare un po’ la tensione







Angolo autrice ^^:

*Enjomo = "Rete fiammeggiante". Attacco utilizzato da Ace ad Alabasta contro i marines, e nell'ep 461 quando incontra Barbabianca

Hola, Minna! Come vi procedono le cose? ^_^
Io, dopo aver letto l'ultimo capitolo del manga, sto già fremendo come una matta per l'attesa del prossimo, sicuramente badass a sua volta *sbava senza sosta*. Insomma, chi l'ha letto come la sottoscritta, penso non necessiti di ulteriori parole u.u

Parto subito con AVVISO per tutte voi:
avendo terminato i cappy pronti/quasipronti narranti questa parte di storia, ci impiegherò di più a riaggiornare la ff. Vorrei dedicarmi per bene allo scontro, stendendo i cappy tutti assieme, in modo tale da non commettere errori, o pentirmi di qualche cosa pensado tipo: "Cavolo, qui potevo fare così, ma ormai ho già pubblicato". Pertanto, spero possiate comprendere il mio volere, e di munirvi di un po' di pazienza. Tuttavia cercherò di non farvi penare troppo, promesso! >.<

Well, detta la cosa più importante di oggi, passo ad analizzare il mio ventottesimo capitolo.
Il combattimento è appena iniziato, ed i nostri protagonisti sono più carichi che mai a darle di santa ragione agli avversari. Abbiamo ben uno Zoo-Zoo, quattro Rogia e un Paramisha... gente, ne devono accadere di cose XD
Comunque, ci terrei a chiedervi un vostro giudizio sincero in merito a ciò che avete appena finito di scorrere: le azioni sono ben descritte, o poco chiare? E avvengono in tempo accettabile, o son troppo veloci?
Perchè ho provato a descriverle seguendo la versione dello scontro che ho in mente io ma, per l'appunto, vorrei capire se vi è risultato difficile comprendere il susseguirsi degli attacchi. Qualora fosse così, vi prego gentilmente di dirmelo senza problemi, affinché possa tentare di migliorare per i prox capitoli. Pure dei consigli, come sempre, sono ben accetti ;)
(per esempio, se teniamo conto dell'intero scontro, sarebbe ideale fare soltanto un paio di capitoletti belli corposi, o diversi + corti? Non so che fare >.<)

E non temete per Law. Non saprà utilizzare l'haki, ma vi ricordo che è pur sempre dotato di un arma molto importante, che pochi hanno e che utilizzano come si deve: il cervello!
Inoltre, seppure stia pensando alla sua Kyoko, non si dimentica quella vendetta, fufufu.

Ultima cosa, ma come si sul dire: "ultima, ma non meno importante", ci tengo a ringraziare nuovamente quella pazza di traffy1, che in un pomeriggio ha recensito ben 29 capitoli uno dietro l'altro, facendomi proprio una bellissima sorpresa nell'entrare sul mio profilo. Cara, sei stata davvero fluffosa, e se mi chiedi ancora scusa perchè temi di assillarmi, ti faccio folgorizzare da Kyoko o linciare da Law, a te la scelta :3

Bene, ora penso proprio di aver terminato con ciò che avevo da dire, e chiedo venia per il papiro. Ci sentiremo quando sarà. Se, tra la stesura del combattimento, riesco a concludere il famoso Special, ve lo pubblicherò ;)

See ya! Il mio Ace-chan mi attende, ghe-eh! =_^
Flame

P.S. Il 28° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: ankoku, sakuragi, kiara 96, Monkey_D_Alyce, Princess_Bibi, Jaeger_D_Ryo, Incantatrice_Violeta, Aliaaara, traffy1, Lully2c(MP) e Yukiko_Kitamura(MP)


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Capitolo 31
*** [SPECIAL 3] Il gelato dai mille gusti +1 ***


LxK




Parallelo alla ringhiera del ponte principale del sottomarino, disteso comodamente su una sedia-sdraio color ocra predisposta in precedenza da Bepo, mi ero immerso con evidente interesse nella lettura di un libro di fantascienza ed azione imprestatomi il giorno precedente da Kyoko, il che lo si poteva considerare un avvenimento inaspettato.

Ogni componente della mia ciurma era ben consapevole del fatto che non fosse da me perdermi in simili storie puramente inventate, in quanto prediligevo di gran lunga sfogliare consistenti tomi di anatomia, ma, dacché non ve ne erano di nuovi a portata di mano e quelli popolanti lo studio -dalle ormai pagine ingiallite e stropicciate, con numerosi appunti ai margini- gli conoscevo a menadito, mi ero lasciato convincere ad immergermi in un genere diverso da una cuoca di bordo fin troppo entusiasta dell’occasione presentatasi.

E, sorprendentemente, ciò da lei consigliatomi era riuscito a catturare la mia curiosità. Si narrava la vita di un ladro abile nel furto di segreti dal profondo del subconscio mentre si sogna, divenuto -contro il proprio volere- un fuggitivo ricercato al mondo, ma con una chance di redenzione, ovvero completare un lavoro dove bisogna rendere possibile l’impossibile: impiantare un’idea nella testa di qualcuno… Forse, considerando la trama contorta e che Kyoko conoscesse i miei gusti, non vi era poi molto da sorprendersi della scelta ricaduta sul suddetto.

Pertanto, se tutto fosse andato per il verso giusto, quel giorno avrei passato il tempo a disposizione a leggere sino all’ora di cena perché, malgrado il sole cocente che raramente veniva oscurato dalle nubi, regalandoci un breve istante di frescura, si preannunciava il pomeriggio ideale da trascorrere all’aperto.


Funny: Sento che *anf*, sento che mi sto per sciogliere

James: Sono fradicio dalla testa ai piedi *anf*. Sto sudando come *anf* come un maiale!

Kyoko: Bepooo, diamine, perché fa così caldo!?

Bepo: Quest’isola *anf* è circondata da un *anf* tratto di mare avente *anf* delle correnti calde provocate *anf* dai vulcani attivi sottostanti *anf*

Ovviamente, il mio buon banale proposito si sarebbe attuato se, per l’appunto, tutto fosse andato per il verso giusto. Una circostanza che, tenendo conto dell’iperattività ed imprevedibilità di ciascun membro dei Pirati Heart, si manifestava a dir bene un paio di volte a settimana.

“Quando mi dedico alla lettura, gradisco avere il massimo silenzio. E’ forse pretendere troppo?”

Kyoko: CHE PALLE! NON NE POSSO PIU’ DI QUESTA STRAMALEDETTA ZONA DI MARE!

Shachi – Penguin: A chi *anf* lo dici!

“Direi che non potevano essere più chiari di così…”

Sospirando rassegnato, chiusi il libro riponendo in esso il segnalibro per tenere il punto e presi il bicchiere di limonata posto sul tavolino adiacente al mio sostegno. Sorseggiando con calma la bevanda -temperatura ambiente, siccome il ghiaccio si era già sciolto-, rivolsi lo sguardo ai sonori lagnosi, nonché all’intera combriccola stravaccata sulle assi di legno: una buona metà si era slacciata la tuta bianca liberandosene fino alla vita, mentre alcuni si erano semplicemente messi supini con gli arti tesi, strisciando di tanto in tanto per cambiare posto.

Ad essere onesti, in fin dei conti, comprendevo e condividevo lo stato d’animo collettivo; la cappa d’aria calda formatasi era insostenibile, principalmente all’interno dell’imbarcazione che pareva un forno galleggiante.

Casualmente, individuai un sorridente “Pugno di Fuoco” issarsi dalla sua postazione facendosi leva sulle braccia muscolose e dirigersi verso la gemella, accovacciandosi in seguito vicino alla rispettiva nuca. Desideroso di realizzare quali fossero le sue intenzioni a riguardo, ne seguii i movimenti celandomi con la visierina del cappello.


Ace: Ohi, sorellina, ti pare il caso di metterla sul tragico? Si tratta giusto di qualche grado di temperatura in più

L’occhiataccia truce che ricevette dall’interpellata poteva benissimo bastare come risposta al quesito, ma Kyoko non si limitò a starsene in silenzio. Difatti, un secondo dopo, la sua voce squillante echeggiò nell’aria.

Kyoko: E certo! La fa facile, lui! Grazie al Mera-Mera no mi è immune a questo inferno! Tsk, parli proprio per dare aria alla bocca… vorrei vedere te nei panni di noi poveri comuni mortali!

Ace: Caspita, come siamo irascibili. Il caldo ti fa decisamente male, neh? Comunque, vorrei farti notare che non ne sono completamente immune, e che sei a tua volta una fruttata

Kyoko: Smettila di sfottermi e vai al diavolo! Lo sai che non lo posso tollerare!

Ace: Su, su, non è colpa mia se hai ingerito il frutto sbagliato. Cerca di non essere sempre gelosa del tuo fratellone

Deridendola con un sorriso sulle labbra, cominciò a darle dei deboli sbuffetti sulla fronte con l’indice, incurante delle minacce di lei nel riferirgli che non ci avrebbe impiegato molto nel dimostrargli come l’elettricità, benché non fosse utile per contrastare le alte temperature, non lo si potesse affermare nel togliere di mezzo gli importunatori; tenendo la cannuccia arancione tra i denti, l’angolo destro della bocca mi si incurvò verso l’alto.

Ace: Se ti surriscaldi peggio di una lampadina, va a finire che soffrirai l’afa più intensamente

Kyoko: Nessuno ti ha chiesto di condividere le tue perle di non saggezza, fiammifero ambulante!

Ace: Oh, che ragazza per bene. Non sapevo che dentro di te fosse sopita tanta gentilezza

Kyoko, indispettita dalle continue prese in giro del fratello, biascicò un mezzo insulto e gonfiò una guancia, scaturendo le risate di quest’ultimo e dei vari spettatori al battibecco dei Portuguese.

Trey: Ragazzi, guardate, sta tornando Marco!

Attirata l’attenzione dei presenti con quella informazione, tutti indirizzammo lo sguardo in un’unica direzione.

In volo dalla terra ferma, nella sua completa forma animale, Marco sopraggiunse da noi e si aggrappò al parapetto con le zampe, prestando attenzione a non lasciar segni con gli artigli affilati. Ed Ace, che a quanto pareva non era intenzionato a rimanersene buono e fermo un secondo, affiancò il suo nakama salutandolo con una pacca sull’ala.


Ace: Ehilà! Finalmente il nostro pennuto viaggiatore è rincasato! Novità?

Il diretto interessato, prima di riacquisire l’aspetto umano, si premurò di ringraziare il caro corvino per l’accoglienza riservata dandogli una beccata tra i capelli, tirandoglieli poi flebilmente sotto le sue proteste.

Ace: Che diavolo...!? Marco, mi hai fatto male! Questa me la pagherai!

Marco: Sempre ammesso che tu ci riesca, ragazzino. Soprattutto quando mi sono librato in cielo

Ace: Non vale! Questo è giocare sporco!

Qualcuna, sentendo lo scambio di parole tra i due, non aspettò altro per cogliere la palla al balzo; dopo essersi tirata su, facendo una smorfia disgustata nell’appurare come la pelle scoperta si fosse appiccicata al ponte per via del sudore, quasi saltellò sino ad Ace e gli posò una mano sulla spalla.

Kyoko: Su, su, fratellone, non è colpa sua se hai ingerito il frutto sbagliato… o sbaglio?

Ridendo di gusto davanti all’espressione scioccata dell’individuo beffato pubblicamente con la sua stessa battuta di un istante prima, Kyoko prese a correre tra i ragazzi distesi a terra scavalcandoli ogni tanto per scappare dalle grinfie di quest’ultimo che, appena ripresosi, era partito al suo inseguimento sorridendo sinistramente.

“Meno male che il caldo non le metteva voglia di fare nulla”

Abbandonai la sedia-sdraio e mi diressi dall’altro nostro ospite, il quale aveva cominciato a chiacchierare con un paio dei miei sottoposti, per potermi informare sulla situazione nella quale versavamo.

Dreamer: Allora, hai scoperto qualcosa con il tuo giro di perlustrazione?

Marco: Fortunatamente, vi è un villaggio dalle modeste dimensioni nel cuore dell’isola, e sembrerebbe abitato da persone pacifiche, quindi possiamo provare a sbarcare e chiedere un riparo per riposarci

La buona notizia si diffuse in un secondo spaccato, animando chiunque: dovendo attendere la registrazione con il log pose della posizione dell’isola cocente raggiunta a metà pomeriggio e, in seguito, lo stabilizzamento sul campo magnetico di quella successiva, era un sollievo sapere di non essere capitati in un luogo disabitato. Di conseguenza, la nostra imbarcazione non ci mise molto a svuotarsi, facendo sorridere Marco.

Marco: Non occorre sforzarsi per accontentarli, eh

Io: Convengo

Ace: TI HO DETTO DI FERMARTI!

Kyoko: MA MANCO SE MI PAGHI!

Balzata agilmente giù dal secondo ponte, girò all’indietro il capo e fece una linguaccia al suo inseguitore, ottenendo come unico risultato quello di farlo accelerare per acciuffarla e prendersi una piccola vendetta.

Immaginando facilmente che avrebbero tirato per le lunghe, io e Marco ci scambiammo un’occhiata complice ed intervenimmo sfruttando il loro rispettivo punto debole: l’ingordigia e la curiosità.


Marco: Forza, Ace, accetta la sconfitta e falla finita. Almeno possiamo andare a mangiarci un boccone

Io: Lo stesso vale per te, Hotaru-ya. Inoltre, non volevi cercare i sequel dei tuoi racconti e altre cianfrusaglie varie?

I due, da esatta previsione, si arrestarono di botto e, notando la diversità di numero dei presenti rispetto a pochi minuti addietro, sbatterono perplessi le palpebre domandandoci dove fossero spariti di colpo tutti gli altri.

Marco: Ci hanno preceduto nel scendere a terra

Ace: Aspetta... ciò significa che l’isola non è deserta?

Al cenno affermativo del suo nakama, Ace si accarezzò lo stomaco leccandosi famelico il labbro inferiore, mentre Kyoko estrasse il suo borsellino dal marsupio laterale e, scoprendolo incredibilmente gonfio, lo ridepose al proprio posto acquisendo l’identica espressione radiosa della persona alla propria sinistra.

Kyoko: Cosa stiamo aspettando!? Muoviamoci a raggiungerli!

Io: Dato il tempo a disposizione, se ne hai la necessita, approfittane per fare rifornimento delle scorte alimentari

Kyoko: Ricevuto! Prenderò anche degli ingredienti particolari per una di queste sere, così sperimenterò nuove ricette

Da dietro, Ace la abbracciò per i fianchi appoggiandosi con il mento nell’incavo del collo soffiando via i capelli.

Ace: Vero che preparerai pure i piatti preferiti del sottoscritto?

La cuoca, come piccolo dispetto innocente, finse di ponderare con serietà su tale richiesta, dimostrandosi poco propensa nel volerla soddisfare, facendo di rimando imbronciare il ragazzo che insistette.

Kyoko: D’accordo, d’accordo, ti accontenterò. Soddisfatto?

Ace: Eheh, sapevo che la mia sorellina non mi avrebbe detto di no. Non ne è capace

Kyoko: E questo accade soltanto perché sei tu, sfruttatore!

Kyoko sbuffò, voltando la testa dalla parte opposta per celare l’increspatura genuina delle labbra, per poi farsi velocemente scura in viso e agitarsi nel vano tentativo di scrollarselo di dosso il prima possibile.

Kyoko: Porca miseria, Ace! Sei bollente!

Ace: Eheh, scusa!

Nel frattempo che i due Portuguese si ripersero nel rispettivo mondo, andai a recuperare la Kikoku alla sedia-sdraio e, una volta sistemata sulla spalla, mi apprestai a scendere la passerella piazzata dai ragazzi, seguito da un Marco intento a richiamare nuovamente gli ultimi rimasti.


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Giunti nei pressi delle porte del villaggio per merito di Marco -in quanto, durante il volo di perlustrazione, aveva avuto l’occasione di memorizzare il tratto da percorrere dall’attracco ad esso-, mi bloccai in mezzo alla strada, seguita a ruota da Ace e Law non molto più indietro rispetto a me.

Ace: ...in che razza di posto siamo capitati?

Sbigottita almeno quanto lo era lui, le uniche parole che riuscii a pronunciare in risposta furono “Bella domanda”.

Bianco. Ovunque si posasse lo sguardo, su oggetti o persone quali fossero, suddetto colore predominava quasi totalmente: i muri ed i tetti degli edifici; le mattonelle formanti le strade comunicanti; i tendoni degli stand delle bancarelle; gli abiti di seta o cotone indossati dagli abitanti del luogo e altro.


Io: Mio Dio... e se a qualcuno non andasse a genio il bianco, cosa gli rimarrebbe da fare? Cavarsi gli occhi? Suicidarsi?

Marco: Per quanto ne sappiamo, questo stile di vita potrebbe essere dettato da un determinato motivo

Ace: Motivo sensato o meno, il mio stomaco sta reclamando viveri con una certa urgenza, pertanto lo scopriremo dopo esserci fatti una buona scorpacciata

Marco: Sei il solito incorreggibile, Ace. Basta vi sia di mezzo del cibo e smetti di ragionare lucidamente

Ace: Quando ho fame, ho fame. Non posso farci niente se tu sei un vecchietto che, a differenza di un giovane e prestante ragazzo quale il sottoscritto, non necessiti di integrare tanti carboidrati

Disinvolto, scrollò le spalle ed intrecciò le dita dietro la nuca, per poi esibire un piccolo ghigno sfacciato mentre Marco ebbe mormorato un “Moccioso impertinente” ed ebbe azzerato le distanze con finta pacatezza per avvolgere un braccio attorno al collo di Ace e arruffargli i capelli.

“Eheh, mi rasserena sempre vedere mio fratello comportarsi spontaneamente con altri. Comunque, tornando a noi...”

Avendo giusto un leggero languorino, mi dedicai a Law per chiedergli se gradiva anch’esso buttar giù due bocconi o farsi un giro in attesa del pasto serale ma, data la sua aria assente ed il corpo teso, richiusi la bocca limitandomi ad osservarlo; il suo sguardo perso nel vuoto, e la mano tenente la spada che stringeva la relativa fodera con più forza del necessario, mi fecero corrugare la fronte.

Ace: Ehi, lumaconi, vi aggregate a noi oppure no?

Al richiamo impaziente di Ace, riportai l’attenzione su lui e Marco -i quali ci stavano attendendo un paio di metri in lontananza- non prima, però, di aver rivolto una seconda occhiata interrogativa a Law.

Io: Ehm... magari più tardi, ora non siamo affamati. Ne approfitteremo per visitare i dintorni

Ace: Ah, d’accordo, come volete voi... A più tardi, allora!

Salutai entrambi sventolando la mano e, una volta spariti dietro l’angolo di un’abitazione, mi concentrai unicamente sul mio Capitano per aiutarlo a riprendere visione della realtà. Perciò, volendo provare a distrarlo dai suoi possibili pensieri negativi, gli rubai il cappello maculato proferendo un “Mio!” vittorioso.

Finalmente Law sembrò accorgersi del suo attimo di smarrimento, al che scosse impercettibilmente il capo e puntò i suoi occhi grigi nei miei neri pece, socchiudendoli subito con fare minaccioso e a mo’ di avvertimento nello scrutarmi calarmi il copricapo sulla testa e sistemarmelo per bene.


Law: Ti conviene restituirmelo, Hotaru-ya

Io: Non posso. L’ho trascurato a lungo, senza mai donargli una carezza o porgergli un complimento per la sua morbidosità, quindi devo assolutamente recuperare il tempo perduto. Approfittane per far respirare i tuoi capelli

Law: Qualsiasi spiegazione idiota vi sia dietro il tuo modo di agire, non me ne frega niente. Perciò, ridammelo subito

Colta alla sprovvista da una simile reazione, in quanto in passato non se l’era mai presa tanto seriamente da non esibire ghigni di vendetta nei miei confronti, per un istante fui indecisa tra l’ubbidire o il perseverare con il mio sciocco tentativo di distrazione. Tuttavia, essendo per l’appunto una reazione insolita, optai per la seconda scelta.

Io: No, lo riavrai dopo avermi accompagnata a fare compere. A meno che tu non voglia usare la forza...

Incrociai con fermezza le braccia sotto al seno, mettendolo alla prova nel fare come suggeritogli in caso di rifiuto.

Se possibile, il suo volto si oscurò maggiormente e lo sguardo divenne più affilato. Ciò nonostante, una manciata di secondi a venire, mi diede le spalle e si incamminò in direzione del vialone principale, ordinandomi di darmi una mossa a meno che non desiderassi venir piantata lì in asso; non avendo ottenuto esattamente l’effetto desiderato -anzi, il suo malumore era addirittura peggiorato-, per la prima volta nel corso della mia avventura per mare, avrei visitato una nuova isola senza esserne particolarmente elettrizzata.



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Io: Alla fin dei conti, non mi pare che la situazione sia migliorata

Penguin: Già. Il caldo si fa sentire praticamente ovunque ma, per lo meno, si respira meglio che a bordo

Durante la nostra breve esplorazione del luogo di villeggiatura, eravamo venuti a conoscenza del fatto di essere sbarcati su un’isola dal clima particolarmente torrido, poiché il sole splendeva ogni giorno dell’anno. Di conseguenza, per adattarsi alle condizioni imposte, i residenti avevano reso dominante il colore per eccellenza nel riflettere la luce: il bianco. Anche se, evitare di squagliarsi sotto i raggi, risultava un’impresa ardua.

Alla prima occasione, io e Penguin ci eravamo presi una pausa all’ombra di uno degli alberi piantati lungo la circonferenza di una piazzetta, mentre Bepo si era disteso sul muretto della fontana quadrata posta al centro.


Io: Spero non ci tocchi rimanere qui per l’eternità

Penguin: Ottimista, se in un caso del genere credi di poter durare così a lungo. Comunque sia... BEPO! Quel vecchio pelato quanto ha detto che occorre, al log pose, per stabilizzarsi affinché si possa salpare!?

Bepo: Una giornata. Potremo *anf* potremo ripartire domani!

Io: Grazie a Roger, ogni tanto la fortuna si degna di ruotare pure dalla nostra parte

Siccome non sapevamo come tirare l’ora di cena in questo luogo troppo ordinario per pirati come noi, decidemmo di rimanercene seduti cullati dalla pace e tranquillità, appoggiandoci di schiena contro il tronco dell’albero. Conversammo su svariati argomenti, finché non scrutammo Hiro e Steve dalla parte opposta della piazza i quali, richiamati da me, ci vennero incontro con il nostro meccanico affiancare Bepo per accertarsi delle sue condizioni.

Steve: Toh, guardali qua come si son messi belli comodi ad oziare. Ve lo siete fatti un buon sonnellino?

Io: Ti pare!? Con quest’afa non si riuscirebbe a dormire nemmeno volendo!

Penguin: Ma magari, almeno finirebbe prima la giornata!

Steve sghignazzò divertito dalle nostre risposte pronte date all’unisono, concordando effettivamente con noi due.

Steve: Beh, se vi sono rimaste abbastanza energie da smuovere i vostri pigri culi e aggregarvi a noi, io ed Hiro ci stavamo giusto recando in un posto a provare la specialità del posto

Penguin: Sarebbe a dire?

Steve: Non ho idea in cosa consista precisamente ma, da quanto abbiamo recepito, quest’isola è famosa per una pietanza che vi producono. Sembrerebbe un dolce dai gusti particolari, in grado di regalarti sollievo al caldo

Io: Considerateci dei vostri!

Benché avessi deciso per entrambi senza interpellare Penguin, lui non ebbe nulla da obiettare. Tutt’altro, si alzò di scatto con l’intento di non perdere ulteriori secondi preziosi, rifilando una gomitata giocosa al nostro nakama per scherzare sul fatto che, ovunque vi fossero dei dolciumi, immancabilmente Steve doveva passare ad assaggiare.

Stetti per informarmi sul dove fossimo diretti, quando dei sonori tonfi rimbombarono in lontananza dietro di noi. Nel voltarci, notammo diverse scatole sparse a terra ed una signora -indubbiamente la proprietaria- inveire contro il responsabile del caos che stava scappando a gran velocità da un uomo vestito da cuoco e, più si avvicinava, più sembrava assomigliare ad un ragazzo corvino assai famigliare.


Steve: Che mi venisse un colpo, se quello non è Ace!

Penguin: Dubito tu possa sbagliare. Chi altro se ne va in giro mezzo nudo e con un cappello arancione da cowboy?

Non appena il soggetto posto al centro del discorso raddrizzò il capo, notandoci così a propria volta, sorridente deviò il percorso intrapreso in precedenza per poterci raggiungere, rallentando quel tanto che occorse per mettersi a correre sul posto e unirsi alla conversazione come se niente fosse.

Ace: Salve! Come va?

Io: Ace, si può sapere cos’è successo? Perché quel tipo ti sta inseguendo!?

Ace: Oh, quello? Non badateci. Si tratta solo di un malinteso, nulla di cui temere

Eppure, quel sorrisetto malandrino la raccontava diversamente. Per non accennare, inoltre, alle urla di sottofondo riportanti parecchi fantasiosi insulti coloriti e minacce di morte rivolte al suo indirizzo, accompagnate da un paio di coltelli branditi con fare assassino e pronti a venire utilizzati in caso di necessità.

Penguin: Ehm, sicuro di non aver bisogno di una mano?

Ace: Nah, accade spesso e me la sono sempre cavata facilmente. Il tempo di seminarlo sparendo dalla circolazione, ed il gioco è fatto! Perciò, ci si vede!

Lo seguimmo con lo sguardo per un tratto, ridendo della scena assistita e della battuta di Penguin nello sperare che non venisse colto dalla narcolessia, altrimenti qualcuno avrebbe dovuto salvarlo stile principessa.

Steve: Pen, f-forse non è delle sue sorti di cui dovremmo preoccuparci

Puntando l’indice di una mano, ci indicò l’inseguitore di Ace ormai non molto distante fissarci con astio; nell’immediato, realizzammo soltanto ora che, nel parlare con lo scroccone di cibo, avevamo sbandierato il nostro rapporto di reciproca conoscenza e che, pertanto, il cuoco poteva riversare su altri la sua collera.

Io: D-Di nuovo qui tra una decina di minuti?

Scambiata un’occhiata di intesa con Penguin e Steve, che annuirono velocemente, eseguimmo una giravolta di 180° ed iniziammo a scappare a gambe levate, maledicendo il fato per dover grondare di sudore ancora una volta.


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Con l’umore maggiormente abbattuto, mi ritrovai a sospirare sconsolata per la terza volta nell’arco di un minuto.

“Avrei fatto meglio a seguire i ragazzi e andare a mangiarmi qualcosa”

Portai una mano all’altezza dello stomaco, scendendo poco dopo a massaggiare la pancia in un inutile tentativo di far placare il brontolio di quest’ultima che si era risvegliata al seguito della lunga camminata totalmente a vuoto.

Arrivati ad un punto dell’appassionante giro turistico -ammettendo che lo si potesse lontanamente definire tale pure con ironia-, ad occhi esterni non dovevamo sembrare altro che due povere anime pie vaganti a casaccio, poiché ignare nel dove potersi recare a sbattere la testa.

Mano destra in tasca e sinistra alla Kikoku, Law persisteva nel proseguire dritto per la propria strada senza mai soffermarsi a studiare il posto o a far compere. Incurante di qualsiasi essere vivente gli fosse attorno, se ne sgusciava via tra la folla come un fantasma.

Anch’io parevo non esistessi per lui perché, benché avessi osato rivolgergli la parola ogni tanto, sorvolando sulla partenza tutt’altro che promettente, mi ignorava bellamente fingendo addirittura di non udirmi; accumulando fallimenti su fallimenti, quel dialogo a senso unico stava contribuendo ad innervosirmi in maggior misura.


“Dannazione! Cosa posso fare per farlo tornare il solit-”

Io: Ma che...!? Sparisci!

Ritenendo di essere stata attaccata di soppiatto mentre ero distratta, mi divincolai agitandomi freneticamente per liberarmi il prima possibile dalla strana cosa ruvida e pelosa piombatami sulla testa, la quale mi aveva circondata fino al busto. Tuttavia, appena mi venne concesso di rivedere la luce, realizzai con mio sommo imbarazzo che si era trattato di un tappeto appeso al tendone di una bancarella e che, al contrario, ero stata io ad averlo “aggredito”. Lo rimisi com’era lisciandolo alla bell’e meglio con le mani, sperando che nessuno avesse assistito.

Donna: Attenta, ragazzina vestita di scuro! Dietro di te!

Messa in guardia dalla passante vicino, evitai a pelo di scontrarmi con dei signori trasportanti un pesante carico di merce. Purtroppo, nell’essermi scansata di colpo balzando sulla destra, finii ugualmente con l’urtare qualcuno che, cadendo di sedere, si aggrappò erroneamente alla tovaglia verde coprente il bancone di un mercante, tirandosi appresso delle cassette di legno contenenti numerosi ortaggi rotolati in strada, creando scompiglio tra la folla.

Io: Ops...

Un ometto sulla sessantina, situato dall’altra parte del banco alimentare, verificata l’entità dei danni ai suoi affari, ma non avendo assistito inizialmente al via dell’incidente, sbraitò contro il povero malcapitato.

Mercante: Razza di idiota, guarda cos’hai combinato! Adesso la mia verdura è immangiabile!

Uomo: V-Veramente non sono stato io. E’ colpa di-

Mercante: Di chi!? Non provare a prendermi per il culo, e ripagami fino all’ultimo berry!

Approfittando dell’attimo di confusione, affrettai l’andatura per sparire da lì onde evitare che se la prendessero con la sottoscritta -in realtà legittimamente-, ricongiungendomi a Law ad un incrocio poco più avanti. Ed ovviamente lui, nel frattempo, non si era discostato da quello stato di mutismo assoluto.

Io: Come dici, scusa? Oh, giusto, hai ragione. Ti ringrazio per avermi aspettata e, non temere, è tutto sotto controllo!

Sibilai inacidita, trafiggendogli la schiena con lo sguardo. E ricevetti qualche sorta di risposta? Figurarsi! Sospettai persino che non si fosse accorto della mia momentanea assenza, e tanto bastò a farmi perdere le staffe.

Io: Stammi un po’ a sentire, Law!

Incurante delle possibili conseguenze negative, lo agguantai per la maglietta obbligandolo a voltarsi verso di me però, quando feci per riaprire bocca, un brivido mi percorse l’intera spina dorsale; con una strana sensazione dentro, attivai l’haki dell’osservazione e, istintivamente, portai la mano libera all’arma.

Law, registrando il mio cambiamento repentino di comportamento, e vedendomi pronta a reagire in qualsiasi frangente, si tenne per sé ciò che probabilmente stava per sbraitarmi contro e pretese una spiegazione.


Io: Lo sento. Deve essere per forza qua attorno, ma dove!?

Law: Di cosa stai parlando?

Io: Abbiamo qualcuno alle nostre calcagna, solo non riesco ad individuarne la posizione

Il suo sguardo, in meccanico, saettò in diverse direzioni.

Io: Sto controllando ovunque tra i posti più nascosti, eppure non riesco a stanarlo. Sembra quasi... non so, come se non si stesse seriamente impegnando a mimetizzarsi con l’ambiente?

Law: Potrebbe trattarsi di un semplice marine o di un cacciatore di taglie inesperto

Mentre ce ne restammo in disparte a decidere il da farsi, il sole tramontò all’orizzonte, al che gli abitanti dell’isola provvidero nell’illuminare il tutto con luci artificiali e alcuni nel rincasare per occuparsi del pasto serale da consumarsi in compagnia della famiglia.

Riprendemmo il cammino, fianco a fianco, solo quando Law propose di imbucarci in uno dei vicoli meno affollati per provare a trarre in trappola il nostro inseguitore ed io, reputandola una buona idea, ebbi annuito.

Una volta superati gli ultimi edifici e sbucati sul confine del villaggio, confermai a Law di una presenza dietro un muretto che aveva disceso assieme a noi lo stesso tratto per svariati minuti. Sfoderata la Kikoku, ed espansa la Room dopo averla attivata, tagliò la punta di un grosso cespuglio e la lasciò atterrare sulla ghiaia.


Law: Shambles!

Nel punto esatto dov’era il pezzo della siepe, adesso vi era un bambino dai capelli biondo splendente ed occhi verde smeraldo il quale, realizzato l’improvviso scambio e messa a fuoco l’arma appuntita ad un paio di centimetri dal collo, con un breve squittio si rannicchiò su se stesso.

Bambino: V-Vi scongiuro, non uccidetemi!

Smascherata l’identità del presunto nemico, e data la mancanza di pericoli imminenti, abbandonai la difensiva ed ogni proposito di attacco ad un movimento falso dell’avversario. Law, invece, rimase guardingo e sull’attenti.

Law: Per quale motivo ci stavi pedinando? Cosa vuoi da noi?

Il piccolo, con terrore, continuava a spostare alternativamente lo sguardo tra Law e me come se stesse valutando chi dei due fosse pronto a farlo fuori, e tale perdita di tempo non andò a genio ad una data persona.

Law: Ti ho fatto una domanda, parla!

Se possibile, il biondino si fece più minuscolo stringendosi ulteriormente gli arti a sé, così decisi di intervenire.

Io: Law, sii meno aggressivo e abbassa la spada. Si tratta pur sempre di un bambino

Law: Un marmocchio o no non fa differenza, se la persona in questione risulta alquanto sospetta. Fino a quando non ci avrà degnato di una risposta soddisfacente, non intendo concedergli di andarsene incolume

Io: Uff, d’accordo, come preferisci. Permettimi solo di occuparmene io, almeno sono sicura che non lo affetterai

Pronunciando uno “Tsk” scocciato, accettò ugualmente il mio consiglio e ritrasse la spada allontanandosi di qualche passo. Mi accovacciai al medesimo livello del bambino per instaurarci un contatto visivo, richiamando a me un tono di voce il meno intimidatorio possibile.

Io: Ciao! Il mio nome è Kyoko. E il tuo qual è?

Law: Ancora non sappiamo chi sia e quale scopo abbia, e tu parti con il riferirgli dettagli sul tuo conto? Complimenti

Io: Mi hai dato via libera, no? Onde per cui, vedi di non interrompermi. So quel che faccio!

Lo rimbeccai mostrandogli una linguaccia dispettosa, ricevendo in cambio un’occhiataccia torva, per poi ridedicarmi al biondino dagli occhi talmente sgranati da apparire due palline da golf.

Io: Non dar troppo peso a quello lì. Spesso agisce da vero pazzo scorbutico però, in fondo, non è una cattiva persona... Ebbene, dove eravamo rimasti?

Ammetto di non essere mai stata un’esperta nell’approcciarmi con il prossimo, soprattutto con i bambini, tuttavia mi sforzai nel rammentare come Makino si rivolgesse a me ed ai miei fratelli, in modo da poterla utilizzare come esempio e imitarla. Nonostante questo, non ottenni risultati positivi.

Io: Oi, tutto ok? Guarda che non devi avere paura di noi. Non ti faremo del male

Bambino: N-Non volevate affettarmi?

Io: Ah? E questa da dove ti è uscita? Nessuno ha parlato di affettamenti

Law: L’hai fatto tu poco fa, Hotaru-ya

Io: Serio? Non me ne sono resa conto...

Law: Non ne dubito

Io: Che vorresti insinuare? Sicuramente, mi sarà scappato per causa tua!

Law: Non scaricare su di me colpe che non ho. Se vuoi prendertela con qualcuno, allora fallo con la te svampita

Io: Io sono tutto, fuorché svampita. E’ la sfiga a perseguitarmi!

Law: L’importante è crederci

Una risata cristallina interruppe la nostra discussione, ricordandoci per quale motivo -o, per meglio dire, per via di quale soggetto- avessimo cominciato a battibeccare: il piccolo spettatore era scoppiato a ridere con gusto, interrompendosi quando si accorse di due paia di occhi puntati contro; con le gote tinte di un tenue rossore, si grattò la guancia con un dito.

Bambino: E-Ecco, mi è venuto in mente il tuo incidente al mercato, per-

Io: Mi hai vista!?

Pronunciai la frase di getto e quasi urlando, pentendomene esattamente l’istante dopo poiché, senza aver bisogno di verificare per accertarmene, sapevo dell’espressione interrogativa assunta da Law, pertanto mi schiarii la gola.

Io: Cioè, non ho idea di cosa tu stia parlando ma, prego, continua pure

Il bambino parve confuso dai miei strani balzi, non a caso impiegò un attimo nel riprendere la parola, esitando.

Bambino: Ero uscito per svolgere una consegna per la mia mamma, quando vi ho visti ed ho capito che eravate due forestieri dai vostri abiti. Non sono in molti a sbarcare sulla nostra isola, perciò vi ho seguiti

Io: In conclusione, sei solamente un curiosone

Sorridendogli per rassicurarlo, mi alzai sgranchendo le gambe indolenzite e raddrizzando la cintura.

Io: Sentito, Law? Era mosso da intenzioni innocenti-... dove stai andando?

Liquidandomi con un “A cenare”, a passi moderati incominciò a ripercorrere il tratto intrapreso per venire qua.

Io: Come sarebbe a dire “A cenare”? Ehi, aspetta un secondo!

Ordinando al piccolo di attendermi immobile dov’era, andai dietro a Law per ottenere ulteriori informazioni.

Law: Siccome non è nostro nemico, non abbiamo più nulla a che vedere con lui

Io: Ok, però si è fatto tardi e non mi pare carino abbandonarlo in mezzo alla strada

Law: Lo ripeto: non sono più affari nostri

Io: E se gli capitasse qualcosa? Tipo perdersi o, peggio, venire aggredito e ucciso!?

Doveva considerarsi fortunato con l’essersi imbattuto in noi due -beh, meno male che c’ero io assieme a Law, altrimenti non osavo immaginare come poteva evolversi la vicenda-, ma se, spinto ancora dalla curiosità, fosse andato ad importunare qualcuno di poco raccomandabile? Il solo pensiero mi fece salire l’angoscia.

Law: Se ti stanno tanto a cuore le sue sorti, accompagnalo fino a casa. Magari ti divertirai in sua compagnia. Dopotutto, non eri tu quella che si stava annoiando e spazientendo della mia?

Io: Ma io non-

Law: A proposito di ciò, giacché mi pare di averti portata in giro per l’intero pomeriggio come da programma, questo può ritornare al legittimo proprietario. E non ti azzardare a rifarlo in futuro

Levò la mano dalla tasca dei jeans, per andare a posarmela sulla testa e sfilarmi via il cappello maculato. In seguito, con movimento elegante e sicuro, fece assumere alla suddetta una posa troppo specifica per i miei gusti.

Io: Fermo. Non oserai...!

Esibendo un ghigno che era tutto un programma, riattivò la Room e sparì in pochi secondi, non lasciando tracce. Ed io rimasi imbambolata lì, realizzando a scoppio ritardato che quel farabutto mi aveva piantata in asso.

Bambino: Allora è stato lui a farmi comparire davanti a voi! Fooorte!

Mentalmente, mi presi ripetutamente a sberle e mi ripromisi di allenarmi nel contare minimo fino a dieci prima di spiccicare sillaba con Law, perché non potevo cacciarmi sempre in simili casini. Ne andava della mia sanità! Sia mentale, sia fisica data l’attuale fame provata.

Bambino: ...! ...ona! Ci sei!?

Sentendo venir tirata ripetutamente la maglia all’altezza del fianco, abbassai lo sguardo posandolo sul bambino.

Io: Scusa, non ti stavo ascoltando. Puoi ripetere?

Appurato di avermi riportata tra noi, mollò la presa attorno al bordo del mio indumento vermiglio e mi si parò davanti, fissandomi intensamente con un bagliore nelle pupille che non mi piacque affatto. Non seppi spiegarmi se si trattò di qualche mia paranoia, o se Law avesse intuito correttamente sin dall’inizio su di lui.

Bambino: Insegnami il suo trucco!

Io: Trucco? Quale trucco?

Bambino: Quello che c’è dietro la sua sparizione! Voglio imparare a teletrasportarmi come fa lui!

Adesso che fu tutto cristallino, non potei fare a meno di ridacchiare della semplice ammirazione del piccolo.

Io: Confesso che sarebbe interessante avere un’abilità del genere, ma noi non possiamo apprenderla

Bambino: E perché no!?

Io: Vedi, ci sono persone normali e altre dotate di particolari poteri. Esse, con tempo e fatica, lo sviluppano rendendolo personale ed unico al mondo. Funziona così

Come mi ero aspettata, la spiegazione ottenuta non fu decisamente gradita, difatti si mise a borbottare indispettito per questa ingiusta “esclusione”. Stetti ad osservarlo col sorriso sulle labbra, finché non si alzò un flebile venticello che gli provocò un tremolio alle braccia ed un principio di pelle d’oca; seppur la temperatura non fosse variata dal tramonto, la corrente d’aria che ci avvolse fu abbastanza fresca.

Io: Forza, non sprechiamo ulteriore tempo e incamminiamoci verso casa tua. I mocciosi come te non dovrebbero gironzolare di notte... i tuoi genitori ti staranno aspettando o cercando in pensiero

Bambino: Non c’è problema, tanto la mamma e il papà lavorano sempre fino a tardi. E, comunque, non sono un moccioso! Tra un mese avrò ben undici anni!

Io: Oh? Perdona l’errore. Ordunque, mi è concesso o no sapere qual è il nome del qui presente ometto?

Bambino: Ihih, certo! Mi chiamo Raki!

Fu così che ci abbandonammo alle spalle quel tratto buio di confine, proseguendo lungo la restante parte di esso.

Ciò di cui non ebbi minimamente tenuto conto, però, fu un possibile ed ininterrotto interrogatorio da parte di un bambino che, smaltita la paura provata sino ad un istante addietro, si rivelò essere un concentrato puro di energia; sarebbe stato chiaro a chiunque che Raki fosse poco propenso nel restarsene cheto troppo a lungo.

Sotto questo aspetto, riscontrai una forte somiglianza al mio fratellino Rufy. Di conseguenza, mi venne spontaneo supporre che si trattò di siffatto motivo se, a differenza della mia natura impaziente, assecondai la sete di sapere di Raki, sperando di rispondere alle innumerevoli domande nel modo più esauriente possibile. E non ritengo necessario aggiungere di come, scoperto pure il mio potere ed il fatto di navigare per gli oceani per merito di un’imbarcazione particolare, abbia incrementato il gesticolare del piccolo.

All’incirca una mezz’oretta a seguire, il mio nuovo compagno di giri si arrestò nei pressi di un cancelletto di un edificio, informandomi che si trattava di casa sua. Pertanto, feci per salutarto definitivamente e rientrare al sottomarino, ma un’ombra nella sua espressione non me lo permise.


Io: Raki, qualcosa non va?

Raki: ... domani non puoi proprio venire a trovarmi?

Lo sussurrò con una tale tristezza, che per un attimo non seppi come reagire per non creargli difficoltà.

Raki: Potrei chiedere al mio papà di prepararti la sua torta speciale, e alla mamma di cucirti un vestito uguale ai nostri per non farti soffrire il caldo. E poi, potremmo giocare assieme e-

Io: Sei molto dolce nel volerti dar da fare per me, ma io ed i miei nakama dobbiamo ripartire seguendo la nostra rotta nei tempi dettati dal log pose. Inoltre, in quanto cuoca di bordo, ho il compito di rifornire le scorte alimentari prima di prendere il largo per chissà quanto... puoi comprendermi?

Nonostante non gli venisse facile accettarlo, Raki annuì ugualmente. Tuttavia, trascorsa una manciata di secondi, alzò il braccio per tenderlo tra me e lui con la mano chiusa a pugno, ad eccezione del mignolino piegato a uncino.

Raki: Quando sarò più grande, partirò anch’io per l’avventura. E il giorno in cui ci incontreremo, sarà il mio turno di raccontarti i miei viaggi e mostrarti la mia forza

Proferendo un convinto “Guarda che ci conto!” alla promessa fatta, con un sorriso divertito in volto imitai il suo gesto e andai a stringergli il ditino con il mio, concludendo con una scompigliata ai capelli biondi prima di voltarlo su se stesso e dargli una spintarella giocosa verso l’abitazione per farlo filare al sicuro tra le quattro mura.

Ridendo ora felicemente, Raki percorse veloce il vialetto comunicante tra il cancelletto e la porta d’ingresso della casa, girandosi un’ultima volta per incrociare lo sguardo con il mio.


Raki: Buona notte, Sorellona! E grazie di tutto!

“Uh? Sorellona?”

Attribuendolo come un normale comportamento da bambini, sorvolai su ciò e mi misi in marcia pescando dalla borsa una bella mela rossa sgraffignata al mercato, addentandola dopo averle dato una strofinatina sulla maglietta, in modo tale da riempirmi in parte lo stomaco brontolante.

“Ed ora, preoccupiamoci di far pesare a quel maledetto il fatto di avermi lasciata sola a fare da balia ad un bambino”

Avendo un conto in sospeso con un certo Capitano dei miei stivali, attivai la mia elettricità per recarmi nei vari luoghi di ristoro dove Law poteva essersi rifugiato a mangiare, sfrecciando tra le poche persone rimaste fuori che, travolte dalla folata d’aria causata dal mio passaggio, si guardavano attorno spaesate.


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Kyoko: Che tu sia dannato, finalmente ti ho scovato!

Tali parole, pronunciate alle mie spalle quasi in una sorta di ringhio rabbioso, mi fecero ghignare divertito. Indubbiamente, consapevole in quale situazione l’avessi piantata in asso appena qualche ora addietro, non doveva aver trascorso una serata tranquilla; con normalità, mi voltai per metà busto.

Io: Come mai mi cercavi, Hotaru-ya? Qualcosa non va? Ah, per la cronaca, complimenti per la rima

Furente, strinse con maggior forza la tracolla della sua immancabile borsa nera tenuta sul fianco destro, ed assottigliò pericolosamente lo sguardo.

Kyoko: Ti rendi conto che non mi sono potuta fermare un attimo da quando te ne sei andato, perché quel bambino non la smetteva di pormi quesiti su quesiti riguardo il mondo al di fuori di questo buco di isola infernale!? Hai una vaga idea di come mi sia sentita!?

Io: In realtà, mi preoccupa lo stato di quel povero moccioso. Insomma, scegliere te come guida... se ne fossi in grado, in questo momento starei provando pena nei suoi confronti

Kyoko: C-Come sarebbe a dire!? Tutta qui la fiducia riposta in me? Wow, ne sono commossa! Manco gli avessi riempito la testa con chissà quali scemenze... poi facile criticare quando tu te la sei tranquillamente svignata, eh?

Mantenendo l’aria da finto innocente, scrollai le spalle con nonchalance.

Io: Mi era parso che ti avesse presa in simpatia pertanto, onde evitare di disturbare il vostro divertimento, ho ritenuto opportuno lasciarvi soli

Kyoko: Tsk, come no. Raccontane un’altra

Sempre ghignando, mi girai nuovamente verso la distesa d’acqua salata divenuta un tutt’uno con il cielo notturno, perdendomi ad analizzare alcuni membri della mia ciurma trafficare con un paio di scatole, mentre altri con delle buste in plastica; riconoscendo subito le prime, non ci misi molto a comprendere le loro intenzioni.

“Non ricordavo più di averle a bordo. Chissà perché avranno deciso di tirarle fuori proprio ora”

Trascorso un breve istante in silenzio, udii i passi di Kyoko tra la sabbia ma, anziché proseguire dritta per raggiungere i ragazzi e aggregarsi a loro come supposi, prese posto accanto a me sedendosi sulla parte di roccia ancora disponibile. Tuttavia, mi sorprese maggiormente la sua espressione non più adirata, bensì seria e riflessiva.

Io: Hotar-

Kyoko: Per caso, senza rendermene conto, ho detto o fatto qualcosa che ti ha recato fastidio?

Non individuando quale motivo l’avesse spinta a domandarmi ciò, inarcai lievemente un sopracciglio e rimasi in attesa di delucidazioni, le quali mi vennero date quando Kyoko, non ricevendo nessuna risposta dal sottoscritto, si convinse a sollevare lo sguardo da una conchiglia scheggiata al mio volto, leggendovi solo confusione.

Kyoko: Intendo oggi pomeriggio, all’entrata del villaggio. Mi sono accorta del tuo momentaneo smarrimento e così, volendo distrarti da ciò che ti impensieriva, ho messo in pratica le prime idee balenatemi per la mente lì su due piedi. Però, data la tua reazione, continuo a chiedermi cos’abbia sbagliato... se ho fatto qualcosa di non dovuto, ecco

Inevitabilmente, mi riscoprii a ghignare un’altra volta nel giro di pochi minuti.

Io: Tu commetti spesso cose che dovresti evitare, Hotaru-ya

Fingendosi indispettita, mi tirò un debole colpetto sul braccio mentre mi diede dello stupido sorridendo.

Io: Comunque, non è questo il caso

Kyoko: Davvero? Uhm, se me lo assicuri te... allora, posso sapere il motivo che vi era dietro tale comportamento?

Io: ... semplicemente, la particolarità di questo luogo di villeggiatura ha portato a galla dei vecchi ricordi

Kyoko: Oh... perdonami, questo non l’avevo ipotizzato. E, non so, vuoi forse...?

Sebbene la domanda venne volutamente lasciata in sospeso, stavolta era sicuro di dove volesse andare a parare, di conseguenza risposi negando con il capo per declinare l’offerta.

Kyoko: Comprendo la tua decisione, e la rispetto. Però voglio tu sappia che, per qualsiasi cosa e in qualsiasi momento vorrai, sarò a disposizione pronta per dare una mano quando possibile. Parola di Portuguese D. Kyoko!

Risoluta, si batté un pugno sul petto guardandomi dritto negli occhi, per poi sorridermi contenta e rincuorata nell’aver verificato di non essere stata lei la causa del mio malumore. Dopo di che, data una rapida stiracchiata alla schiena e sistemata ai vestiti, impuntò i piedi nella sabbia pronta a rialzarsi.

Kyoko: Perfetto! Adesso che la questione tra noi è risolta, se permetti, andrò a spiare cosa sta combinando quel branco di scalmanati alquanto movimentato

Io: Attendi un secondo, e lo scoprirai ugualmente restandotene qua comoda

Affermato ciò, per Kyoko ero appena diventato un soggetto sospettoso a mia volta, difatti attirai su di me la sua completa attenzione; socchiudendo le palpebre, si avvicinò a me allungando il collo.

Kyoko: Come fai ad esserne certo? Sei a conoscenza del loro piano? Perché, se le cose stanno in questo modo, d-

Non le fu concesso abbastanza tempo per proseguire l’interrogatorio, che la sua voce venne sovrastata da un paio di potenti botti risuonanti a lungo nelle vicinanze dell’insenatura. Colta impreparata, saltò sul posto, giungendo nel cadermi sulla spalla battendo il naso; massaggiandolo, si raddrizzò di busto imprecando.

Kyoko: Che cavolo è stato!? E perché si è accesa all’improvviso una strana luce!?

Io: Sono gli effetti derivanti nel far scoppiare un fuoco d’artificio, Hotaru-ya

Con un cenno del mento, le indicai suo fratello sfruttare i poteri del rispettivo frutto per aiutare il branco di scalmanati movimentato -come da lei definiti- accenderne ancora di più grossi; delle piccole scintille sfrecciarono via da essi dirigendosi verso la volta celeste, esplodendo in tante altre colorate ad una certa altezza da terra.

Un grido di pura euforia si levò dai diretti responsabili, mentre Kyoko si era totalmente incantata a contemplarli.


Kyoko: Sono magnifici

Con la coda dell’occhio, osservai il suo volto venire illuminato dalla vasta gamma di sfumature dei fuochi. Era talmente estasiata da ciò, che le sue iridi parevano brillare diversamente dal solito e le sue labbra si erano distese in un sorriso radioso, quasi bambinesco. Era in questi momenti di serenità che si rilassava totalmente, perdendo quella perenne ombra nel suo sguardo.

Dreamer: Capitano, Kyo-chan, volete gradire?

Si appostò davanti a noi, tendendo le braccia con nelle mani due coni gelati avvolti alle estremità da un fazzoletto di carta. Al contrario di me che rifiutai, Kyoko accettò di buon grado ringraziandolo per tale gesto cortese.

Kyoko: Quindi sarebbe questo il tanto decantato “Gelato dai mille gusti” tra le vie del villaggio?

Interessata, se lo girò tra le dita analizzandolo scrupolosamente, come se bastasse studiarlo con lo sguardo per riuscire ad individuarne tutti i sapori racchiusi in quelle tre palline dolci dal motivetto colorato piuttosto bizzarro.

Dreamer: Comprarlo è stata un’idea di Shachi, Penguin e Steve. Sono passati in negozio dopo la cena, pensando di prenderne un po’ da gustarlo in compagnia in riva al mare provando, assieme, i fuochi che tenevamo nel ripostiglio

Kyoko: E’ stata decisamente un’idea carina, la loro. E pure golosa, eheh

Dreamer: C’è di mezzo Steve, cosa ti aspettavi?

Al nominare il ragazzo goloso di zuccheri, entrambi se la risero. Dopo di che, Dreamer ci salutò e andò ad accertarsi che ad ognuno dei presenti sparsi in giro fosse stato offerto il gelato.

Kyoko: Sicuro di non volerne uno? Se non lo prendi adesso, rischi che sia finito quando avrai cambiato idea

Io: I cibi troppo dolci non mi attirano particolarmente

Kyoko: Generalmente, anch’io prediligo il salato al dolce, ma ogni tanto qualche eccezione nella vita va pur fatta, no?

Non volendo attendere oltre per assaggiarlo, si portò lo spuntino notturno alle labbra addentandone una piccola parte; trascorsa una manciata di secondi, durante la quale Kyoko assaporò lentamente il tutto e concluse pulendosi le labbra con la lingua, eccola leccarselo felice mentre, ad alta voce, elencava stupita gli innumerevoli gusti presenti. Evitando di soffermarmi sui suoi gesti di pocanzi, mi concentrai su un’altra delle tante dimostrazioni del suo lato infantile, sogghignando.

Io: Spesso mi domando se, effettivamente, hai gli anni che affermi di avere

Kyoko: Solo perché sono più pimpante di te, non significa che io sia una ragazzina. Inoltre, parli così per il semplice fatto di non averlo voluto provare, altrimenti comprenderesti la festa che stanno avendo le mie papille gustative

Io: Addirittura? Beh, in questo caso, desolato per averla interrotta durante la sua degustazione

Kyoko: Scuse non accettate

Mi fece una pernacchia, per poi rimettersi a mangiare e seguire lo spettacolo organizzato dai ragazzi che, nel giro di breve, sarebbe giunto al termine. Sbuffando divertito, mi apprestai a fare altrettanto, permettendo ad un piacevole silenzio di avvolgerci fino allo sparo dell’ultimo fuoco d’artificio.

Kyoko: Sai, da piccola, mi è capitato raramente di poterli ammirare. Eheh, ricordo ancora oggi la prima sera... le loro dimensioni erano talmente impressionanti, che mi ero messa ad osservarli dietro la finestra della camera da letto

Io: Avevi paura dei fuochi? Non mi dire

Kyoko: Ridicolo, vero? Se ripenso di aver insistito io per vederli, per giunta... non solo temevo potessero venirci contro da un istante all’altro, bensì di diventare sorda a vita, difatti non mi ero mai azzardata a rimuovere la mani dalle orecchie. Eppure, ne ero completamente affascinata. Persino Ace, nonostante fosse bello calmo al mio fianco, brontolando a braccia conserte sul fatto di non capire tutto quell’interesse, non si lasciò scappare nulla

Nel posare lo sguardo sulla figura fraterna, un sorriso nostalgico le nacque in viso. Sapendo del forte legame che univa i due Portuguese, ed immaginandomeli da bambini trascorrere dei momenti assieme come raccontatomi, era trasparente il perché Kyoko, giusto un attimo fa, si fosse estasiata a tal punto.

Io: Nessuno ci vieta di rifarlo quando preferite. Basta che vi ricordiate di rifornire il sottomarino alla prima occasione

Kyoko: Sarebbe molto bello... Ti ringrazio, Law

Mi sorrise a trentadue denti, felice come non mai per la serata passata e per eventuali future dalle prospettive quasi identiche. Ricambiai voltandomi e calandomi maggiormente il copricapo e, in seguito, mi alzai raccogliendo la nodachi deposta a terra vicino al masso.

Io: E’ stata una lunga giornata. Mi ritirerò in camera mia

Kyoko: Hai ragione, sarà passata la mezzanotte. E, con la camminata di oggi, una sana dormita è quello che ci vuole!

Mandata giù la punta del cono, si alzò anch’essa con un agile balzo, aggiustando la borsa a tracolla affinché non si impigliasse con l’arma tenuta sempre sul fianco destro. Ciò nonostante, invece di incamminarsi verso la nostra imbarcazione, rimase ferma a grattarsi la nuca.

Kyoko: Ehm, ritengo sia corretto rimandare il mio rientro ed aiutare a ripulire la spiaggia dal nostro passaggio. L’essere stata qua a non far niente, se non a rimpinzarmi e chiacchierare, mi ha già fatta sentire in colpa abbastanza

Io: Non sarà, invece, una scusa per verificare se è avanzato del gelato e concederti il bis?

Kyoko: C-Certo che no! Anche se, essendoci, potrei approfittarne... ma non era questa la motivazione di base!

Io: Fufufu, d’accordo, fingerò che sia vero. E, parlando di gelato...

Per non darle la possibilità di anticipare le mie mosse, rapido avvicinai il mio volto al suo e posai le labbra all’angolo sinistro della sua bocca, pulendolo dalla macchiolina di dolce formatasi prima passandoci la punta della lingua. Successivamente, mi scostai da una Kyoko leggermente arrossita ghignando soddisfatto.

Io: Nocciola e cocco... Non male

Senza attendere alcuna reazione, la sorpassai con passo lento; sarebbe stata una questione di qualche secondo.

Kyoko: LAW! Maledizione, sei... sei... argh, non lo so, SEI SEMPRE TU!

Io: Ti auguro altrettanto la buona notte, Hotaru-ya

“Decisamente niente male questo gelato dai mille gusti più uno




Angolo autrice ^^:

Due anni e quasi quattro mesi… mio Dio, ancora non mi capacito del fatto che sia realmente trascorso tutto questo tempo dall’ultima volta che ho aggiornato questa storia. Ora mi spiego il perché, nel mettermi a preparare il relativo codice html -che pareva infinito-, abbia provato una sensazione di stranezza mista ad ansia da pubblicazione XD

Badate bene, prima di star qui ad esporvi brevemente i motivi che mi hanno spinta ad assentarmi così tanto ed a ritornare soltanto oggi, sottolineo subito che suddetto aggiornamento non implica un mio regolare ritorno nel fandom. Tutt’altro, non ho idea di quando porrò la parola “Fine” alla long!

Come prima cosa, mi pare doveroso porgervi le mie più sentite scuse per essere sparita nel nulla. Vero, nel 28° capitolo (30° nella lista, se si includono gli special) vi avevo informate che avrei preso una pausa da tutto, tuttavia non avrei mai immaginato -né desiderato- che la situazione sarebbe degenerata a tal punto. Ma, a seguito di alcuni cambiamenti di una certa rilevanza nella mia routine quotidiana, di alcuni momenti negativi e altri fattori che vanno a completare il pacchetto, purtroppo mi viene più difficile dedicarmi alla scrittura come ai tempi iniziali.

Lentamente sto procedendo con la long, ogni tanto concludo delle one shot o butto giù degli schizzi per altre storie sia su One Piece che altri Anime/Manga ma, per l’appunto, tutto avviene lentamente.

Se adesso avete avuto l’occasione di leggere ancora qualcosa sulla coppia LawxKyoko è perché, oltre a volermi scusare ed avvisarvi sul futuro andazzo generale, questo Special ve lo avevo promesso ancora ai tempi degli ultimi capitoli postati -ed essendo tale, non vi sono problemi se non ci si ricorda degli avvenimenti della storia principale-. Pertanto, contando più pagine rispetto a tutti gli altri, spero che vi sia piaciuto ^^

E… nulla. Qualora l’attesa diventerebbe maggiormente assurda, renderò “conclusa” la storia dichiarandola incompiuta e pubblicherò una one shot scritta anni orsono attraverso il POV di Law ed in normale stesura (ovvero senza “Nome: Ciao”, ma “-Ciao.- disse Nome)

See ya!
Flame


P.S. questo Special è dedicato a tutte quelle splendide persone che hanno tenuto la storia salvata in una determinata categoria (per mia sorpresa, solo un paio l'hanno rimossa), che l'hanno aggiunta e recensita in seguito, che si sono accertate se fossi ancora viva tramite mex privati e che, non meno importante, si sono fermate ancora una volta a leggere le mie cavolate :P

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Capitolo 32
*** Due battaglie diverse, un obiettivo comune ***


LxK




~~~ * Ace-Marco-Pirati Heart VS Aokiji-marines * ~~~

Nell’arco di una manciata di minuti, l’Ammiraglio Kuzan ed il consistente gruppo di marines ci raggiunsero ai pressi del sottomarino. Quest’ultimi, su disposizione del loro superiore al comando, si predisposero lateralmente a lui posizionando delle specie di cannoni con mirino, assumendo attorno a noi una formazione a semicerchio, così da tenerci sotto controllo intrappolandoci tra di essi e la sconfinata distesa blu alle nostre spalle.

Tuttavia, poiché in diversi punti del terreno vi scoppiettavano ancora fiammelle della mia Enjomo -la quale aveva bruciato grossi tratti d’erba seguendo una linea retta-, stettero attenti a non accostarsi troppo, onde evitare qualche spiacevole inconveniente. Fortuna volle di essermi accorto in tempo delle lance di ghiaccio, altrimenti qualcuno dei Pirati Heart avrebbe potuto riportare ferite o, peggio ancora, ritrovarsi parti del corpo congelate.


Dreamer: Lo ribadisco: il tuo fuoco è un portento!

Distolsi lo sguardo dai nemici per posarlo brevemente su Dreamer che, accovacciato al suolo, stava ammirando entusiasta quel danzante connubio di colori rosso, arancione e giallo che avevo creato dal nulla senza il ben che minimo sforzo. A tal visione, un angolo della mia bocca si incurvò leggermente verso l’alto; come dimostrazione pratica dei poteri del Mera-Mera no mi, doveva essere stata apprezzata maggiormente rispetto a quelle eseguite nei giorni scorsi -ovviamente in modo limitato- a bordo della loro imbarcazione.

Hiro: Grazie ancora per l’aiuto, Ace

Io: Dovere

Gli dedicai un sorriso complice, al che Hiro rispose con uno riconoscente. Non avevano alcun motivo di ringraziarmi: erano amici e nakama di Kyoko, pronti a rischiare la vita pur di salvarla sebbene fossero a conoscenza della verità, ergo il mio corpo aveva reagito in automatico. Inoltre, adesso, mi veniva spontaneo considerarli a mia volta dei compagni di squadra sui quali poter fare affidamento e combatterci fianco a fianco.

Funny: Devo ammetterlo, se l’ingerimento di un frutto del diavolo non ne comportasse la perdita definitiva della capacità di rimanere a galla, ed il senso di stanchezza misto a nausea a contatto con l’acqua, ci farei su un pensierino

Dreamer: Altroché! I Rogia sono già di per sé una forza, e pure i Paramisha come quello del Capitano non scherzano

Funny: Se devo cambiare la struttura genetica del mio corpo, meglio puntare subito ad un bel Zoo-Zoo

Dreamer: Ahah, fai come vuoi. Poi, però, non venire da noi a lamentarti di essere diventato un animaletto innoq-

Matt: Per la miseria, ragazzi, volete piantarla una benedetta volta!? Vi pare forse il momento adatto per fare discorsi simili!? Non siamo ad una festa, ed i marines non attenderanno di certo i nostri comodi, quindi non distraetevi!

Con il volto pallido contratto in un’espressione mortalmente seria, Matt brandì all’altezza del mento una sorta di sciabola prolungata e dentellata, prendendo poi a spostare ripetutamente lo sguardo da una direzione all’altra mostrando un palese nervosismo. Rammentando la sua opinione espressa prima di giungere sull’isola in merito al fatto che, eccetto per i fruttati quale il sottoscritto, lo scontro che gli attendeva non sarebbe stato una passeggiata, compresi perfettamente il suo stato d’animo; per persone normali come loro, una semplice pallottola o un fendente poteva risultare fatale.

Dreamer, realizzato di essersi lasciato trasportare fin troppo da un’euforia decisamente fuori luogo, si issò deciso sulle gambe e, dopo aver spolverato velocemente la tuta bianca, impugnò a sua volta la propria arma.


Dreamer: Scusami, hai perfettamente ragione. Farò sì che non riaccada ancora

James: Sai, penso ti convenga sì non far adirare ulteriormente il tuo compagno di stanza. Altrimenti, da domani, rischierai di venire svegliato a suon di calci nel sedere come quella volta

La battuta di James riuscì a smorzare la tensione di un poco, tant’è che persino Matt si concesse un piccolo ghigno nell’udire l’interessato lagnarsi di come, una mattina, fosse stato buttato giù dal letto da lui in una maniera affatto delicata per ringraziarlo dell’amabile scherzo subìto la sera prima a seguito di una scommessa persa.

Pauly: Coraggio, ragazzi! Prima ci sbarazzeremo di ‘sti farabutti, e prima riprenderemo la nostra avventura per mare!

Trey: Ben detto! Dimostriamo loro di che pasta sono fatti i Pirati Heart!

Spronati dalle parole dei due ragazzi, e da un Bepo bello carico che ricordò a tutti di dare il meglio di sé mentre avrebbero atteso speranzosi il ritorno di Law e Kyoko, una forza si diffuse in ogni fibra del loro corpo, scaturendo un grido collettivo da battaglia prima di partire all’attacco data la partenza dettata dalla Marina.

Marco, che aveva rimuginato fino a quell’istante sull’attuale situazione, approfittò della confusione generale tra i due fronti armati disposti sul campo da combattimento per potermi raggiungere.


Marco: Ritengo sia più opportuno occuparci noi due di Aokiji. Le sue abilità possono essere un problema, e benché i componenti della ciurma di tua sorella non mi appaiano degli inetti, vorrei evitare di correre rischi inutili

Io: Non serve che tu aggiunga nulla in merito, poiché era già mia intenzione combatterlo personalmente. Tu, piuttosto, pensa a supportare gli altri aiutandoli dove necessario. Un fruttato a coprire loro le spalle gli rassicurerà

Con la coda dell’occhio, lo intravidi bloccarsi e aggrottare lievemente la fronte.

Marco: Come sarebbe a dire? Non avrai intenzione di affrontarlo da solo mentre non sei al pieno delle forze, spero

Io: Perché non dovrei? Siamo fuoco e ghiaccio, perciò tale mio vantaggio coprirà l’essermi ripreso solo in parte

Marco: Ace, maledizione, dovresti smetterla di agire di testa tua e fare maggior affidamento su chi ti sta vicino. Credevo che il tuo ultimo scontro con Teach ti fosse servito di una qualche lezione...

Volsi il capo per far sì che i nostri sguardi si incrociassero e, malgrado non fossero mutati il caratterizzante tono neutro della voce e l’espressione apatica sul viso, conoscevo Marco da abbastanza tempo da riuscire a decifrare le vere emozioni racchiuse in quelle iridi oscure, al che me ne dispiacqui.

Ero consapevole che né lui, né nessun altro attendente il nostro rientro alla Moby Dick, mi avrebbero perdonato facilmente per averli fatti impensierire a causa della mia improvvisata partenza alla ricerca di quel traditore, ma il bene di Kyoko e Rufy avrebbe sempre prevalso su qualsiasi persona o cosa che fosse.

Inoltre, a discapito di ciò che poteva sembrare ad occhi esterni, lo scontro sostenuto con Barbanera si era, francamente, verificato utile: grazie ad esso, difatti, avevo realizzato meglio quali fossero i miei limiti fisici. Pertanto, d’ora in avanti, avrei prestato maggior attenzione ai nemici che mi si sarebbero parati sulla strada.

Che poi quel bastardo avesse avuto la meglio per via dell’ingerimento di un frutto dal potere devastante, non permettendomi così di vendicare Satch per garantire alla sua anima un riposo in pace, era tutt’altra questione alla quale mi sarei dedicato in un momento più consono; Teach l’avrebbe pagata cara pure per l’umiliziazione infertami, ancora fastidiosamente bruciante dentro di me.

Di conseguenza, sapendo di poter fare affidamento sulle mie capacità nel portare a termine ciò che mi ero prefissato di compiere, ricambiai la serietà presente sul volto di Marco con altrettanta.


Io: Non preoccuparti. Il fatto che io sia stato sconfitto una volta, non significa che debba necessariamente riaccadere

Passati diversi secondi nella ricerca minuziosa di ogni mio possibile segno di insicurezza o altro, Marco si limitò a sospirare ed a rivolgere l’attenzione difronte a noi. Capendo di aver ottenuto via libera nell’agire come ritenevo più opportuno -effetto del nostro rapporto di reciproca fiducia-, lo sorpassai ringraziandolo mentalmente e portando una mano dietro le schiena per recuperare il cappello arancione da indossare sulla testa.

Aokiji, rimasto tranquillamente in disparte con le mani nelle tasche dei pantaloni, addochiandomi nel ridurre la distanza tra noi due fissandolo con decisione, si concentrò sui miei movimenti assottigliando lo sguardo.


Aokiji: “Pugno di Fuoco”... suppungo sarai tu il mio primo avversario

Io: Non era mia intenzione farla attendere con i miei comodi, Ammiraglio. Adesso sono a sua completa disposizione

Per sottolineare ciò che ebbi appena espresso, rilasciai attorno alla mia figura delle fiamme di media grandezza, permettendo loro di fungere totalmente da barriera. Aokiji, al contrario, convogliò nuovamente il suo potere sul braccio e, dopo un breve istante trascorso dello studiarci a vicenda, passammo all’azione.

Aokiji: Ice Block... Pheasant Beak!

Ad una notevole velocità, espanse il ghiaccio in aria e lo modellò per dar forma ad un volatile minuziosamente dettagliato da scagliarmi contro in tutta la rispettiva stazza il quale, se non fosse stato per le attuali circostanze, sarebbe stato quasi un peccato doverlo mandare in frantumi.

A dispetto di tale pensiero, in quanto tempistica nel contrattaccare non mi feci cogliere impreparato; racchiudendo nella mano parte delle fiamme manifestate in precedenza, applicai una delle mie tecniche difensive.


Io: Kyokaen!

Facendo ruotare il fuoco su se stesso in una sorta di grosso specchio circolare, lo spinsi di getto in avanti per bloccare la strada all’uccello in volo che, non appena entrò in contatto con esso, svanì nel giro di un attimo senza lasciare dietro alcuna traccia del suo passaggio, come se non fosse mai “esistito”.

L’annullamento reciproco dei nostri attacchi causò l’innalzamento di una consistente coltre di vapore che privò momentaneamente noi, più gli uomini nelle nostre vicinanze, di una chiara visibilità del tutto. Nonostante ciò, io ed Aokiji non osammo spostarci di un centimetro, consci del fatto che si trattava unicamente dell’inizio.


˜˜˜˜˜

In un altro punto dell’insenatura, nel frattempo...

Alcuni soldati della Marina, avendo assistito allo scambio di colpi avvenuto tra i due possessori dei poteri Rogia, si interruppero dal combattere e si misero a fissare sgomenti in direzione di quest’ultimi.

Marine1: C-Com’è possibile?

Marine2: Il ghiaccio dell’Ammiraglio... è evaporato istantaneamente!

Marco: Parlate del Comandante della Seconda Flotta di Barbabianca. E’ naturale che sia capace di tenergli testa

Non aspettandosi dietro nessuno, i due si girarono allarmati impugnando sbrigativamente i rispettivi fucili a canna, puntandoli in seguito contro un Marco mezzo ibrido accovacciato sui cannoni come se nulla fosse.

Marine2: Da dove diavolo sei spuntato fuori!?

Marco: Se non vi foste persi dietro allo scontro altruo, forse ora lo sapreste

Marine1: Risparmiaci le tue battute e togliti subito da lì, altrimenti ti spariamo seduta stante!

Marco, inclinando lievemente la testa, gli osservò in silenzio per qualche secondo con palese divertimento.

Marco: Vi accontento con gran piacere

In un battito secco d’ali, si librò in alto ad un’altezza sicura mentre i marines, nella propria caratteristica idiozia, provarono ugualmente ad infliggergli qualche danno sparando a raffica e urlando di tornare giù per farsi arrestare.

Subito dopo, però, mutarono espressione nello scorgere un grosso tronco d’albero rotolare spedito verso di loro; essi ed altri marines si scansarono a pelo, altri vennero travolti assieme ai cannoni. Marco si voltò per ricambiare il ghigno di Jean Bart, prima che questo si mise a sdradicare un altro albero da usare come arma improvvisata.


˜˜˜˜˜

~~~ * Law-Kyoko VS Akainu * ~~~


Interamente immersi nel fulcro del combattimento vero e proprio, essendo le parole state abbandonate in modo definitivo, nessuno di noi mostrava alcun interesse nell’assodare di come la struttura geografica di quel ritaglio d’isola fosse già stata modificata in parte: grossi solchi nella sabbia; pezzi di massi sparsi ovunque; alberi mietuti…

Cominciato alla base dell’imponente scogliera dove vi erano attraccate le due corazzate della Marina, a suon di colpi ci eravamo mossi frequentemente da una zona all’altra, finendo con il giungere sullo stretto lungo mare. Ma, per il momento, alcuno sembrava avere la meglio: quando una parte prevaleva, l’altra recuperava in un lampo e rispondeva con più determinazione, capovolgendo la situazione e legandoci tutti ad un estenuante circolo vizioso.


“Non possiamo continuare così, altrimenti rimarremo privi di forze ancor prima di aver combinato qualcosa”

Per non tenere poi conto del fatto che, per una persona reduce da una notte passata in bianco e due pasti saltati, non fosse esattamente il massimo muoversi senza sosta. Volendo andare a nozze, basti aggiungere un bel sole picchiettante con costanza; alquanto accaldata, il ciuffo blu mi si era addirittura appiccicato alla fronte bagnata.

Avrei preferito di gran lunga una giornata di pioggia. Beh, forse pioggia pioggia no, ma un cielo bello nuvoloso sì. Tanto, quel bastardo di Akainu doveva essere immune alle alte temperature -stimando la sua-, mentre Law pareva girare bellamente in felpa pure con quaranta gradi. Insomma, tra i presenti, l’unica risultare “anormale” ero io.

Passato un braccio sul viso per detergermi alla bell’e meglio dalle goccioline di sudore, mi rilanciai in un attacco diretto laterale approfittando dell’attimo durante il quale l’attenzione dell’Ammiraglio ricadde di nuovo su Law. Eppure, non riuscii lo stesso a coglierlo impreparato e quella che dovette incassare un calcio sotto lo stomaco fu la sottoscritta. Un breve istante di vulnerabilità causato dal riflesso dei raggi solari sulla superficie del mare alle spalle di Akainu, che mi aveva privata della vista rendendomi così una facile preda dopo la parata di lui.


Law: Room... Tack!

Nel rimettermi in piedi, dato il fiato smorzato per via del colpo seguito dall’urto contro la roccia, una debole tosse mi colse la quale, al termine, mi fece contrarre il viso in un’espressione di fastidio misto a disgusto nel tastare sulla lingua un sapore ferrugginoso; sputai via il sangue salitomi in bocca, ripulendomi poi le labbra sul guantino.

“Era da parecchio che non avevo a che fare seriamente con l’haki… Mi sa che il mio corpo è un po’ fuori allenamento”

Distinguendo a terra delle ombre bizzarre e poco marcate, mi ripresi concentrandomi nuovamente sullo scontro: sopra la nostra testa, in mancanza di gravità, vi era sospeso un tratto di mare. Tale visione mi fece riaffiorare nella mente il ricordo dell’unico combattimento tenutosi sul sottomarino con il Re del mare, accompagnato da quel piccolo sentimento di invidia provato nei confronti di Law nel verificare quante cose potesse compiere grazie al rispettivo frutto; inevitabilmente sorrisi, prima di tornare seria ed aspettare attentamente la sua prossima mossa.

Con maestria e, all’apparenza, semplicità, Law fendette il quantitativo d’acqua per ripartirlo in blocchi uniformi. Dopo di che, volendo indebolire l’avversario inzuppandolo con il nemico giurato di noi fruttati, permise loro di cadere uno dietro l’altro addosso a quest’ultimo; tentativo andato a vuoto, in quanto ciascuno di essi fu evitato.


“Malgrado la stazza che si ritrova, è parecchio agile… Beh, visto che ti piace muoverti, perché non assaggi questo!?”

Io: Denki bubbles!

Generate numerose piccole sfere di energia elettrica concentrata, le quali presero a fluttuarmi attorno in circolo, le scagliai a susseguirsi contro Akainu mirando casualmente ad ogni singola parte del corpo. Anche se, com’era facilmente prevedibile, fece fronte pure a questo attacco senza metterci troppo impegno.

Comunque sia, le sferette rimanevano ugualmente parecchie e viaggianti ad alta velocità. Pertanto una, superato le mie aspettative, riuscì a centrare in pieno il ginocchio destro di lui facendolo tremare spasmodicamente per qualche secondo. Alla vista di ciò stetti per giorire interiormente, quando quel farabutto mi diede dimostrazione di quanto poco significante fu il mio colpo; regalandomi uno sguardo di sufficienza, si preparò a ribattere a tono.


Akainu: Se non vi dispiace, ora è il mio turno

Dalle spalle possenti quanto la figura in sé, il magma cominciò a colare in abbondanza fino al terreno, tant’è che le braccia ad esse collegate scomparvero in un istante come se fossero state sepolte vive. Eppure, subito dopo, le suddette rifecero il loro ingresso nel campo visivo di tutti noi quando vennero protese verso l’alto.

Akainu: Ryuusei Kazan!

Indirizzai lo sguardo alla volta celeste, laddove la massa incandescente vi era stata spedita con una tale forza da giungere all’altezza delle nuvole presenti e oltrepassarle, attendendo diligentemente il colpo imminente per poterlo contrastare al meglio; ciò che si palesò un istante a venire, tuttavia, mi fece alquanto trasalire.

“Stiamo scherzando!?”

Una pioggia di meteoriti. Una stramaledettissima pioggia di meteoriti, ecco a ciò che io e Law fummo costretti a prendere parte. L’ammasso di poc’anzi, ora scisso in tanti altri sotto forma di grossi pugni, cominciò a precipitare sull’intera ampiezza della spiaggia, non condecendoci alcuna possibilità di fuga in qualche sicura fascia scampata.

Di conseguenza, dovetti far nuovamente affidamento alle sfere di elettricità, incrementandone lo spessore in modo da adattarle a ciò che avrebbero intercettato da lì a breve. Nel frattempo, Law aveva già riespanso la Room e affettato i primi pugni di magma entrati nel raggio d’azione della suddetta.

Tuttavia, dal risultato che ne conseguì, non si prospettò la scelta ottimale: rispettivamente mandandoli in frantumi io, e scindendoli in due o più parti lui, rischiavamo di interferire con l’operato dell’altro e colpirci indirettamente. Pertanto, come se avessimo ragionato con un’unica mente dopo lo scambio di una fugace occhiata, abbandonai per un attimo la difensiva e corsi nella sua direzione, mentre Law la orientò in modo calcolato fino a quando non l’ebbi raggiunto al di sotto della cupola azzurra.

Una volta cessata la violenta tempesta di meteore, mi ritagliai un minuto per placare il debole affanno e rilassare le membra tese e, dal respiro irregolare colto alle mie spalle, dedussi di non essere l’unica a versare in tale stato. Spiando Law di sottecchi, difatti, potei cogliere i primi segni di affaticamento sul volto scuro; ricordando una conversazione tenuta con lui in passato, con ogni probabilità la causa principale era il costante affidamento sulla Room, la quale necessitava di un elevato dispendio di energie per essere evocata e mantenuta attiva.

Oramai, chi per un fattore, chi per un altro, iniziavamo a risentirne dello scontro protatto fino a quel momento. E, come avevo precedentemente temuto, non eravamo ancora riusciti a concludere concretamente un bel niente.


“Sembra proprio che ‘sto farabutto non sia stato promosso ad Ammiraglio per caso…"

Una chiara dimostrazione della sua potenza, la si acquisiva verificando la maggiore entità dei danni all’ambiente: un tratto balneare era scomparso, sommerso dall’acqua confluita nel cratere formatosi; parte della vegetazione aveva preso fuoco, andando a coinvolgere poco alla volta quella adiacente e l’aria, di base rarefatta in un luogo di natura simile, si era fatta più soffocante. Un attacco del genere sarebbe stato in grado di spazzare via un villaggio.

“Non posso permettere alla Marina di rendere quest’isola la nostra tomba!”

Risoluta, mi drizzai di schiena scricchiolando un paio d’ossa per ributtarmi in qualche maniera nella battaglia per la supremazia, quando Law mi bloccò chiamandomi. Tornai a guardarlo, leggendovi negli occhi una luce diversa.

Law: Ho ideato un piano, dove l’elemento sorpresa giocherà un ruolo fondamentale per la riuscita di esso. Pertanto, avremo un solo tentativo a disposizione

“Un solo tentativo, dici?”

Giunti a quel punto, con il nemico che stava già provvedendo a ridurre le distanze tra lui e noi, dovevamo essere pronti a tentare il tutto. Quindi, avendo piena fiducia in Law, mi sarei affidata con speranza al piano escogitato.

Io: Non temere, conta pure su di me

“Ce lo faremo bastare. Costi quel che costi!”







Angolo autrice ^^:

*Kyokaen = "Specchio fiammeggiante". Attacco utilizzato da Ace a Marineford, ep 481
*Ice Block - Pheasant Beak = "Becco di fagiano". Attacco utilizzato da Aokiji a Marineford, ep 481
*Ryuusei Kazan = "Pioggia di meteoriti". Attacco utilizzato da Akaino a Marineford, ep 473.

Salve minna! Come ve la state passando con il caldo di questi giorni? :P

Ultimamente, poiché continuano ad uscire notizie sul mondo di One Piece (relative all'anniversario, nuovi games, novel e via discorrendo), ho sentito la mancanza dei "miei" personaggi, pertanto ogni tanto mi diletto nuovamente a scrivacchiare un po' ^^
Sarò franca, nel rileggere alcune parti scritte anni fa, non ho potuto evitare di domandarmi cosa debba mai aver fumato per scrivere certe assurdità e alcune volte orrori -difatti mi sono messa a ridefinirle- XD
Anche la scelta di utilizzare il grassetto mi sfugge alquanto...

Anyway, spero che il piccolo capitoletto vi sia piaciuto. Il prossimo sarà più corpulento e forse tratterrà la fine delle battaglie, devo ancora vedere come mi verrà al momento.

E, niente: godetevi le vacanze abbronzandovi per bene e gustandovi qualche leccornia :P

See ya! =_^
Flame

P.S. Il 29° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: kiara 96, Princess_Yaoi e Incantatrice_Violeta


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Capitolo 33
*** Il forte non vince. Quello che vince è forte ***


LxK




~~~ * Shachi-Penguin-Steve * ~~~


Terminato con l’ultimo dito della mano sinistra, mi dedicai a mordicchiare con nervosismo le unghie della destra. Maggiore era il tempo trascorrente dal nostro stanziamento in quell’angolo separato di verde, maggiore era l’angoscia che andava crescendo e a logorarmi interiormente con estrema lentezza. Oltre a ciò, i costanti rimbombi in sottofondo delle armi da fuoco e di strane esplosioni non contribuivano affatto a mantenermi cheto.

Nemmeno Penguin e Steve se la passavano meglio di me, dato che il primo stava marciando avanti e indietro sempre in un unico tratto parlottando tra sé e sé, mentre l’altro stava mangiando convulsamente una delle merendine croccanti al cioccolato fondente che non potevano mai mancare nella tasca della propria divisa bianca.

In passato, mai furono valsi i nostri tentativi nel farlo dissuadere dal rimpinzarsi di dolciume in continuazione. Indipendentemente dalla circostanza o dal suo stato emotivo, quasi sempre lo si scova con degli zuccheri in bocca. Tuttavia, nonostante la corporatura robusta, tra i membri della ciurma risulta uno dei più scoppiettanti di salute.

Comunque, era sconvolgente constatare l’attuale movimento frenetico della mandibola, seppure comprensibile; con il mio trafficare alle unghie ormai mezze torturate, probabilmente per una volta non gli ero da meno.


“Per quale diamine di motivo nessuno ci fa sapere come se la stanno cavando!?”

Immaginavo che non fosse semplice recuperare un den-den mushi e mettersi a conversare nel pieno dell’azione ma, essendo totalmente all’oscuro sul resoconto delle battaglie in corso e con i nervi a fior di pelle, eravamo tutti e tre tesi come corde di violino. Di questo passo, vi era un’alta probabilità che qualcuno avrebbe dato di matto.

Pertanto, onde evitare che suddetta agonia venisse protratta ancora per molto, decisi di valutare il da farsi assieme agli altri però, quando stetti proprio per prendere parola a riguardo, inaspettatamente udii poco distante un rumore secco che mi fece saettare lo sguardo tra i bassi arbusti alla mia sinistra.


Io: Avete sentito anche voi?

Socchiusi le palpebre in un banale tentativo di messa a fuoco della vista, attendendo qualche secondo con i sensi in allerta per cogliere un qualsiasi altro suono equivoco o non ben definito, prima di rizzarmi alla domanda di Penguin in merito a cosa avessi effettivamente sentito.

Io: Niente… devo essermelo immaginato

“Datti una calmata, Shachi! Ci manca giusto un paranoico all’appello!”

Seduto sulla grossa radice sporgente del nostro abete, presi ad inspirare ed espirare lentamente per alcune volte, auspicando di privarmi almeno in parte della tensione accumulata. Nel frattempo Steve, ultimato con il divorare la sottospecie di antistress goloso, ne accartocciò il relativo involucro e se lo lanciò alle spalle, passando subito al bis.

Steve: Secondo voi, quanto mancherà ancora?

Penguin: Difficile a dirsi…

Un flebile venticello si levò tra noi, portandosi appresso i profumi della natura selvatica che andarono a solleticarci il naso. Mi abbandonai ad esso chiudendo gli occhi e, senza quasi accorgermene, la mia mente si ritrovò a vagare fra il ricordo delle numerose giornate trascorse a bordo della nostra imbarcazione, quando l’odore di salsedine ci impregnava i vestiti o la pelle durante le nuotate in mare. Ad osservarci dal ponte ed a tenere controllato i dintorni per evitare sgraditi incontri, il Capitano con la Kikoku a portata di mano e Kyoko con l’haki attivato, quest’ultima sorridendoci sempre caldamente dopo averla richiamata per mostrarle le nostre acrobazie nei tuffi. E, non appena rientravamo sotto coperta, ci preparava al volo qualche spuntino per riprendere le forze, provocandoci l’acquolina in bocca con differenti aromi ancora prima che fosse pronto in tavola; dettagli che la cuoca finisse immancabilmente con il mangiare quanto noi -se non oltre- nell’aggregarsi alla combriccola.

Venni bruscamente interrotto dalle piacevoli memorie quando, di nuovo, mi giunse alle orecchie un suono simile ad un ramo rotto e, questa volta, seppi con certezza di non essermelo sognato per via delle reazioni di Penguin e Steve, immobilizzati con il capo volto in tale direzione. Divenendo il suono sempre più frequente e prossimo, rapidi impugnammo le nostre armi: le due pistole per me e Penguin, la spada seghettata per Steve.

Uno, due, tre… la tensione era palpabile, tant’è che provai ad inumidire la gola secca deglutendo silenziosamente quel poco di saliva rimastami. E fu solo per un soffio, se non sprecai una munizione facendo fuoco per lo spavento quando, dal cespuglietto, strisciò fuori un lucertolone verdastro grosso quanto un braccio di Jean Bart che se la diede a gambe levate nel vederci sobbalzare sul posto, per poi inveirgli contro le peggiori maledizioni e parolacce.


Io: ‘fanculo! Ne ho avuto abbastanza!

Sotto lo sguardo disorientato dei miei nakama, mi ersi di scatto e riposi via le pistole nelle rispettive fondine di pelle nera, comunicando loro che mi sarei recato dai ragazzi seduta stante. Spesi alcuni secondi nell’elaborazione di ciò che ebbi appena dichiarato, le occhiate perplesse di poc’anzi mutarono in serie ed inquisitorie.

Steve: Come sarebbe a dire che vai dagli altri?

Io: Semplice: quello che intendevo dire

La mia risposta non intenzionalmente sarcastica non piacque affatto a nessuno dei due, non a caso un Penguin serio sorpassò Steve per potersi avvicinare al sottoscritto di qualche passo.

Penguin: Ti conviene evitare certi commenti, perché tu, da qui, non ti muovi

Per nulla scalfitto dal tono duro e quasi minaccioso da lui utilizzato, a mia volta compii un paio di passi e inclinai un poco il capo all’insù per far sì che fossimo faccia a faccia, in modo tale da poterlo fronteggiare apertamente.

Io: Non puoi obbligarmi

Penguin: No, hai ragione. Però posso trattenerti utilizzando la forza, essendo questo un ordine impartitoci dal Capit-

Io: So perfettamente quali sono i nostri doveri, ma non posso sprecare un minuto di più standomene qui con le mani in mano, continuando a chiedermi se la nostra ciurma è ancora integra come l’abbiamo lasciata!

Maggiormente adirato, Penguin mi agguantò rapido per il bavero della tuta strattonandomi con un colpo deciso.

Penguin: Pensi che questo non valga pure per me e Steve!? Che ci piaccia essere qua al sicuro a non fare un cazzo, quando tutti i nostri amici stanno rischiando le proprie vite!?

Io: E’ anche per questo motivo, che voglio raggiungerli!

Stranito, mi fissò esitante senza sapere come ribattere. Approfittando dell’attimo di stallo creatosi, gli circondai il polso della mano che mi stava trattenendo, stringendolo con altrettanta enfasi.

Io: So che non è molto corretto nei vostri confronti, dato che ciascuno di noi tre vorrebbe raggiungerli per essere di qualche supporto alla causa ma, come ha previsto giustamente il Capitano, sicuramente non ne usciremo tutti illesi. Perciò, visto che tu sei più bravo tra noi tre in medicina e che Steve non è ancora in grado di reggere al meglio la pressione dell’ambizione, solamente io posso andare a fare un salto ad accertarmi delle loro condizioni

Ci scrutammo a vicenda per un momento che parve smisurato, difatti temetti che saremmo ricorsi alla violenza, finché non percepii la presa di Penguin farsi meno salda. Dubbioso, feci altrettanto e attesi di capire cosa vi fosse dietro al sospiro di lui e alla breve risata di Steve con tanto di commento sulla mia testardaggine.

Penguin: Il tempo di un controllo al volo e poi ritorni qua. Intesi!?

Rincuorato di avere ottenuto il permesso dei miei nakama, annuii loro solennemente con le labbra distese in un impercettibile sorrisetto, prima di fare dietro front e buttarmi in corsa nella fitta vegetazione.

“Avete la mia parola!”

~~~ * Law-Kyoko VS Akainu * ~~~


A seguito di una parata all’ennesimo attacco di magma, mi concessi di nuovo un breve istante per recuperare fiato, visto che il corpo affaticato cominciava a non rispondere più ai comandi in modo accurato e tempestivo.

Ambendo alla vittoria, dovevamo darci una mossa. Ogni minuto poteva essere rilevante sull’esito della battaglia.

Strizzai un poco le palpebre per scacciare la sgradevole sensazione di bruciore agli occhi causata dal fumo generato da una buona parte di alberi in fiamme, prima di controllare le condizione di Kyoko alla mia sinistra: tossicchiando, sciolse provvisoriamente l’haki dell’armatura dagli arti superiori e si deterse ancora la fronte, per poi inspirare ed espirare velocemente un paio di volte mentre si sgranchiva le ossa.

Dato l’avvicinarsi dell’Ammiraglio proprio quando stavo per accingermi a spiegarle il piano che avevo ideato, si era premurata di riporre la debita distanza tra lui e noi affidandosi al corpo a corpo per conservare le energie il più a lungo possibile. Ciò nonostante, Akainu non aveva dato segno di apprezzamento al frequente scambio di colpi fisici e al nostro confabulare negli intervalli di mezzo, pertanto ci eravamo ritrovati costretti ad indietreggiare nascondendoci dietro ad un banale diversivo per prendere tempo.


Kyoko: Law, sei certo che possa bastare contro uno del suo calibro?

Io: Immagino l’abbia colto pure tu, quel suo attimo di vulnerabilità. Attualmente, è l’unica soluzione fattibile

Kyoko: Spero funzioni… Mi duole ammetterlo ma, per i miei gusti, ci sta dando troppo filo da torcere

Ormai ero avvezzo al pessimismo e scetticismo di lei, eppure fu insolito vederla esibire questo suo lato così seriamente, senza battute sarcastiche o scoppi d’ira dovuti alla scarsa pazienza caratteristica. L’aver appena fatto in modo indiretto un complimento all’avversario, ed avendo preso a combattere meno avventatamente di come è solita agire in qualsiasi situazione, era un’ulteriore prova di questa stranezza.

Comunque sia, compresi lo stesso il significato di tali parole. Seppur la strada per diventare grandi e temibili pirati fosse ancora lunga, eravamo pur sempre due fruttati contro uno. Vero, il numero non porta automaticamente alla vittoria, ma nemmeno la potenza di una persona. Non è il forte a vincere, bensì è quello che vince ad essere forte.

Benché pensassi ciò, non potevo negare a me stesso di provare timore a mia volta davanti alla possibilità di un nostro fallimento; se quest’ultimo si fosse concretizzato, quasi sicuramente non ne saremmo usciti vivi e vegeti.

Volendo celare il mio stato d’animo ad occhi indiscreti e, al col tempo stesso, smorzare la tensione accumulatasi, mi imposi di sfoggiare il miglior ghigno presente nel mio repertorio.


Io: Stai mettendo in dubbio il mio intelletto, per caso?

Subito si voltò, pronta a ribattere con serietà alla domanda posta ma, non appena i nostri sguardi si incrociarono, richiuse la bocca cacciando indietro quello che stava per uscirne verbalmente, limitandosi a scrutarmi a fondo.

Quando le avevo proposto di tentare il tutto per tutto, ancora prima di venire a conoscenza dei relativi dettagli, aveva accettato seduta stante senza battere ciglio e questo, oltre al fatto della circostanza difficile in sé, lo si doveva molto probabilmente ad una sua notevole fiducia riposta in me. Perciò, probabilmente intuendo quale fosse il reale scopo dietro alla mia provocazione, anch’essa distese le labbra in un sorrisetto tirato.


Kyoko: Sia mai che osassi rivolgerti un simile affronto

Io: Tsk, sarà meglio per-

Adocchiando di sfuggita un intenso bagliore appressarsi, scansammo all’ultimo momento un pugno incandescente. Come si poteva prevedere, la nuova pausa da noi reclamata illecitamente non aveva giovato al sistema nervoso di un determinato individuo, già precedentemente messo alla prova.

Akainu: Non tollererò ulteriormente i vostri comodi… Inugami Guren!

Giusto una manciata di secondi, che un paio di grossi mastini dall’aria feroce presero più o meno forma dalla massa rossa colata dall’Ammiraglio i quali, su disposizione di quest’ultimo che gli teneva collegati a sé e “in vita” con una scia di potere, caricarono velocemente nella nostra direzione.

Kyoko: Denki whip!

Altrettanto rapida, Kyoko creò una frusta di elettricità che agitò orizzontalmente per poterli intercettare in un unico colpo ma, sebbene si scissero a metà, si ricomposero all’istante come se niente fosse. A quanto pareva, funzionavano ugualmente alle altre tecniche e al possessore del frutto Magu-Magu no mi, di conseguenza finimmo ancora una volta a correre per la spiaggia, il che mi fece parecchio irritare.

“Non ha alcuna intenzione di prenderci seriamente. Con noi sta solo giocando”

Da quando la battaglia era stata intrapresa, non avevo mai smesso di analizzarlo per un singolo momento. Adottando principalmente attacchi dalla distanza, limitandosi a contrattaccare fisicamente se strettamente inevitabile, non un movimento superfluo era stato compiuto. Con molta probabilità, essendo noi stati sottovalutati, non dovette aver ritenuto necessario attingere al 100% della personale forza.

A nostro discapito, si stava unicamente divertendo a protrarre la -a detta sua- sicura disfatta dell’avversario. Tuttavia, c’era da dire in sua difesa che non poteva essere a conoscenza della testardaggine mia e di Kyoko e che, pertanto, saremmo stati noi due a non accettare più i suoi, di comodi.

Proseguendo nel fuggire, stando attento a dove mettevo i piedi dato che vi erano qua e là delle sottospecie di pozzanghere di magma formatesi dai rimasugli della copiosa pioggia di meteoriti, indirizzai addosso al mastino ogni masso di buone dimensioni capitatomi sotto tiro. Ciò nonostante, il finto animale non risentì di alcun danno e, anzi, avanzò imperterrito fino a quasi raggiungermi.

Avrei potuto tentare di divergere l’attacco su Akainu per sciogliere il collegamento tra i due, ma qualcosa faceva facilmente presagire che non si sarebbe conseguito il risultato sperato. Pertanto, fu quando costeggiai la scogliera e scorsi un punto di essa, che decisi di affidarmi per la seconda volta al mare sottostante per liberarmi del peso.

Richiamata la Room, furtivamente feci percorrere ad una data quantità d’acqua salata la lunghezza della parete rocciosa meno esposta, attendendo che toccasse il livello da me interessato per saltare giù su una delle strane sporgenze lì presenti -senza dubbio createsi naturalmente nel corso degli anni e delle temperie varie- con il mio nome risonante nell’aria nell’istante a seguirsi.

Non appena la figura rossa apparve sul bordo, mi misi al riparo scambiandomi con una grossa conchiglia del litorale superata in precedenza, per poi permettere all’acqua sospesa nel vuoto di risalire del tutto e travolgere suddetta forma, lasciando al suo posto del magma andante via via ad indurirsi circondato dal vapore derivato.


“Fuori uno. Vediamo come-”

All’improvviso, un urlo di agonia mi si insinuò con prepotenza nelle orecchie, facendomi arrestare seduta stante. Nell’aver riconosciuto la relativa voce, con una certa ansia volsi l’intero corpo verso la proprietaria della suddetta, finendo con il posare lo sguardo sulla testa di un terzo mastino avente tra le proprie fauci la parte inferiore della gamba destra di Kyoko; ancora prima di rendermene conto, la mia mano aveva compiuto un movimento specifico.

Io: Emergency!

Ricorrendo alla mia mossa migliore nel teletrasportarmi all’interno della cupola, in un secondo spaccato comparii accanto a lei accasciata a terra e mi accovacciai a tale altezza per accertarmi dell’entità dei danni: avendo subito sciolto la morsa togliendo di mezzo il colpevole, ora vi era il sangue a ricoprire in abbondanza l’arto completamente ustionato da dove, in alcuni punti, si intravedevano persino i muscoli pulsanti.

“Le ferite riportate sono parecchio gravi. Auspicando alla totale guarigione, molto probabilmente sarà necessario un trapianto di pelle oltre, ovviamente, al riposo totale della gamba… maledizione, questa non ci voleva”

Poiché Kyoko si stava contorcendo dal male, provai a tenerla ferma per le spalle e di far sì che si concentrasse su di me incitandola più volte a guardarmi, ma risultò alquanto complicato visti i suoi sensi attualmente offuscati.

“Da dove sarà spuntato fuori il terzo, se Akainu aveva animato soltanto due bestie?”

Ottenni la risposta alla mia domanda, non appena distinsi da che parte il cane fosse effettivamente giunto. Percorrendo con lo sguardo il rigonfiamento anomalo della sabbia dal punto in cui Kyoko era stata ferita, arrivai alla figura dell’Ammiraglio avente un braccio ricoperto di magma che si riversava in un buco sotto ai suoi piedi. Ecco spiegato com’era riuscito a coglierla di sorpresa, il bastardo già pronto a scagliarci contro un nuovo attacco.

Restando a contatto con il corpo di Kyoko, ci feci apparire all’ombra di alcuni macigni per poter stare un momento al di fuori del raggio d’azione di lui mentre mi accingevo a curare lei.

Non avendo modo di intervenire con il tempo e l’attrezzatura medica necessari, e non potendo nemmeno sperare di lenire un poco il dolore bagnandole la gamba con dell’acqua -essendovi nei dintorni unicamente quella salata che, oltre a provocarle una flebile nausea, le avrebbe causato maggiori problemi-, l’unica opzione che mi rimase fu quella di tagliarle via un pezzo di giubbottino per coprire la ferita, onde evitare così che dei granelli dorati o qualche altro corpo estraneo entrasse in circolazione attraverso il sangue.

Un lamento le uscì dalle labbra quando, con un nodo fermo, assicurai la benda improvvisata al polpaccio; durante l’intervento, con gli occhi lucidi ed il labbro inferiore tra i denti, aveva infossato le mani nel terreno per obbligarsi a non toccare la parte lesa, come spesso si tende a fare quando ci si procura un taglio o un altro genere di danno.

Nelle attuali condizioni, dove sicuramente le veniva quasi impossibile camminare, non era certo in grado di mettere in atto il nostro piano. Per forza di cose, avrei dovuto escogitare un’altra via di fuga.


Akainu: Vi conviene uscire fuori e all’istante!

Schioccando innervosito la lingua, cambiai nuovamente posto per poi studiarmi attorno alla ricerca di un qualunque appiglio utile per metterci in salvo, interrompendomi poco dopo nell’avvertire la manica della felpa tirare verso il basso. Volgendo lo sguardo all’indietro, lo intrecciai con quello di una Kyoko ora seduta.

Kyoko: N-Nessun… Nessun cambio di piano

Corrugai la fronte, scettico. Non per via del fatto di avermi letto nel pensiero, bensì per il significato di tale frase.

Kyoko: Sono… Sono stata io a distarmi nel vederti saltare dalla scogliera, temendo inutilmente nella tua incolumità. Perciò, non dar peso a me. Posso farcela

Io: Ridotta in quello stato? Non dire fess-

Kyoko: Posso farcela

Lo affermò con autorevolezza, stringendomi decisa il polso e fissandomi intensamente in attesa del mio verdetto finale. In silenzio, la scrutai attentamente per verificare se vi era un qualsiasi segno di cedimento, perché entrambi sapevamo bene che non si trattava più di “potercela fare”, piuttosto di “dovercela fare e basta” per uscirne vivi. Eppure, nei suoi occhi, non scorsi nulla se non una forte voglia di rivalsa che ardeva con fervore e che spinse, qualcosa dentro me, a cedere nel ricredermi in Kyoko e nelle sue capacità.

Io: D’accordo, come vuoi tu

Dopo essersi disfata della scarpa ormai ridotta a brandelli, faticosamente si sollevò del tutto sostenendosi con la sua arma nella versione bastone. Non appena adagiò il piede destro a terra e lo ebbe caricato con il proprio peso corporeo, dovette serrare la mascella per trattenere ulteriori gemiti anche se, in qualche modo, riuscì ugualmente a mantenere la postura. Si sfilò l’inseparabile coprigomito arancione e mi tese il braccio, annuendo.

Riposto l’accessorio al sicuro nella tasca posteriore dei jeans, le annuii a mia volta per poi rivolgerle la schiena e passare al contrattacco definitivo.


***

Quando Law se ne fu andato, saltando fuori dal nostro pseudo nascondiglio come espressamente richiesto dal caro Akainu, abbandonai per un momento la mia compostezza per sfogarmi con un paio di imprecazioni colorite.

Faceva male. La gamba faceva dannatamente male. Dal ginocchio in giù, era un completo pulsare e bruciare. Percepivo la pelle tirare alla minima movenza, oltre a sentire provenire da essa il maleodorante fetore di carne strinata, tant’è che non osavo immaginare in quale stato si presentasse al di sotto dell’indumento nero.

Ogni fibra del mio essere pretendeva riposo, implorandomi di restarmene buona dov’ero ad oziare per evitare di peggiorare i danni, ma non potevo assolutamente dar loro retta: Law, malgrado l’attuale situazione critica e l’aver io agito alle spalle della ciurma con l’addormentare i miei nakama e l’omettere le mie origini, aveva lo stesso riposto in me la sua fiducia. Di conseguenza, mai avrei tradito tali aspettative per una mia mancanza di attenzione.

Anche se, bisognava ammetterlo, la colpa non era esclusivamente mia eh. Quell’incosciente, di punto in bianco, si era gettato dalla scogliera come se niente fosse! Ed io avevo giusto eliminato il mastino a me assegnato, prima di registrare la brillante scelta di Law. E, d’accordo, era chiaro che non fosse impazzito di colpo e a tal punto da bramare qualche ossa rotta -o peggio ancora-. Ciò nonostante, nel vederlo inaspettatamente sparire nel nulla, una strana angoscia mi aveva fatto gridare il suo nome; alla prima occasione, mi avrebbe sentita. Altroché!

Comunque, tornando con la mente al presente e preso un lungo respiro, testai la resistenza della gamba ferita compiendo una manciata di pressioni di diversa intensità. Strizzando gli occhi davanti al dolore divenuto allucinante, continuai imperterrita con l’operazione per prepararla al meglio a ciò che l’attendeva da lì a poco.

Fu quando scorsi la cupola della Room cominciare a restringersi per svanire completamente, che arrivò anche il mio turno di entrare in scena. Percependo il mio potere scorrere ancora con vigore dentro me, generai nuovamente le sferette di elettricità utilizzate in precedenza, incrementandone giusto un poco la dimensione, per poi rispedirle all’Ammiraglio come regalino dopo essere sbucata da dietro le rocce.


Akainu: Stolta, non crederai seriamente che i tuoi trucchetti da quattro soldi possano fregarmi una seconda volta!?

Avendo testato in prima persona l’effetto non molto piacevole di una bella scossarella di una determinata intensità, prestò più attenzione nel pararle o schivarle. E tale risultato, oltre alla frase appena udita, mi fece immancabilmente increspare le labbra in un ghigno assai compiaciuto.

“Ne sei proprio certo?”

Proprio per siffatto motivo, non si accorse di due sfere più grosse lanciate all’ombra delle altre le quali, giunte ad una distanza ideale, sotto mio comando si fusero tra loro per poi esplodere e provocare, così, un intenso bagliore che costrinse l’Ammiraglio a pararsi gli occhi con un braccio e che avvantaggiò Law con il prossimo colpo.

Portata a termine la prima parte, senza preoccuparmi di altro, saettai via da lì puntando le corazzate della Marina attraccate in fondo alla scogliera. Ripetendomi che potevo farcela per davvero, concentrandomi in tal modo sull’azione anziché sulla sofferenza fisica, impugnai con la mano sinistra la mia arma ora al terzo stadio, mentre nella destra un pezzo di vetro levigato che, un istante a seguire, cedette il rispettivo posto al mio coprigomito.


“Adesso!”

Io: Locomovolt!

Permettendo al mio potere di avvolgermi totalmente, affinché illuminasse ogni cellula del mio corpo e lo rendesse fulmineo, corsi più veloce che mai arrivando quasi a compiere dei lunghi balzi. Dopo di che, trasmisi parte dell’elettricità in una delle lame seghettate del bastone rivestite con l’haki dell’armatura, poco prima di ritrovarmi dov’era situato Law, ovvero esattamente alle spalle dell’Ammiraglio.

Colto di sorpresa, non fece in tempo a realizzare lo scambio di persona e a voltarsi di busto che, con rabbia repressa, mi assicurai di mettere bene a segno l’affondo, prima di rilasciare di botto tutta l’elettricità accumulata.



~~~ * Ace-Marco-Pirati Heart VS Aokiji-marines * ~~~


Malgrado determinati Rogia fossero in natura deboli rispetto ad altri, Aokiji mi stava tenendo testa meglio di quanto avessi immaginato e desiderato. I suoi attacchi di ghiaccio non sortivano particolari effetti contro i miei di fuoco, tuttavia seguitava nel scagliarne uno dietro l’altro senza concedermi un attimo di tregua. Come in questo frangente dove, appena contrastato l’ennesimo colpo, era partito in quarta con uno nuovo.

Esaminato circospetto il rilevante muro cristallino brevemente innalzato, non individuando nulla di strano ad eccezione fatta della privazione del campo visivo sul luogo di scontro, mi preparai a distruggerlo ricorrendo alla mossa che anni addietro mi aveva reso famoso in tutto il mondo con uno specifico soprannome.


Io: Hiken!

Entrato in contatto con la superficie ghiacciata, il mio pugno di fuoco vi formò un enorme foro esattamente nel mezzo, il quale andò ad incrementarsi sempre più in proporzione all’aumento di potenza e temperatura.

“A che scopo utilizzare una simile tecnica, se sapeva che l’avrei neutralizzata subito?”

Compresi il fine di tale gesto in seguito, non appena appurai la sua assenza dietro al muro quasi totalmente evaporizzato. Feci scorrere lo sguardo in ogni angolo, cercando di mettere a fuoco la stazza e l’acconciatura dell’Ammiraglio tra i marines abbigliati universalmente con il duo di colori contraddistintivo della marina militare, rimproverandomi al col tempo stesso per essere caduto in una sciocca trappola.

Aokiji: Ice BlockPartisan!

Indirizzai l’attenzione nella giusta direzione, trovando il mio avversario maggiormente a sinistra rispetto a dov’era prima e non più a terra. Aveva compiuto un salto in aria, rimanendo poi sospeso con le braccia incrociate vicino al viso dove, da esse, spuntavano delle voluminose lance di ghiaccio così come le numerose sopra la sua testa.

Lo riconobbi nell’immediato come il primo attacco esibito e che avevo prontamente parato utilizzando la rete fiammeggiante. Sarei ricorso volentieri a quella tecnica, se non fosse stato per il fatto che, adesso, i compagni di mia sorella erano sparpagliati un po’ ovunque tra i nemici; ergendola ancora, avrei rischiato di coinvolgerli.

Di conseguenza, quando Aokiji prese a lanciare verso il basso le lance e l’attimo riflessivo fu passato, giunsi con il creare in automatico le loro rispettive gemelle dall’elemento opposto.


Io: Shinka... Shiranui!

Modellandone un paio per volta, riuscii a bloccarle con facilità. Però, mentre ero impegnato con le ultime due, una fitta all’addome non ancora guarito provocò la soppressione della mia mossa per perdita di concentrazione. Al che, le ultime due nemiche, puntarono ad alcuni dei Pirati Heart non in grado di gestirle.

“Forza, reagisci. Reagisci!”

Spronai il corpo cosicché potessi raddrizzarmi il prima possibile per chiamare nuovamente a me il fuoco, ma fortunatamente qualcuno fu più tempestivo: l’orso bianco si era frapposto tra il colpo ed i ragazzi presi di mira, rompendo in aria una lancia a suon di calci e una con un pugno ben assestato, per poi rotolare su se stesso e ritoccare terra con una zampa posteriore; l’altra era piegata verso l’alto, esattamente come quelle anteriori volte a formare una stramba posa da Kung Fu.

Bepo: Ayaeee!

Non era usuale ammirare un animale lottare come un umano, sebbene al mondo ve ne fossero parecchie di creature particolari, quindi mi domandai se ciò rientrasse in uno dei motivi che aveva spinto Law a prenderlo nella ciurma. Immaginando la gioia di Kyoko nel vederlo la prima volta, e quella probabile di Rufy difronte ad un orso parlante, mi sfuggì un sorriso divertito. Tuttavia, quell’attimo di spensieratezza non venne prolungato a lungo.

Io: Ehi, sono ancora io il tuo avversario! Scendi da lì!

Inaspettatamente, soddisfò la mia richiesta/ordine senza ribattere, benché non fu come da iniziale previsione. Tant’è che, quando lo intuimmo dai suoi movimenti, fu ormai troppo tardi.

Trey: Hiro, attento!

Aokiji: Ice Time!

Atterrato accanto al ragazzino intento a guardare confuso il compagno dopo aver parato il fendente di un marine, lo avvolse in un freddo abbraccio per congelargli varie parti del corpo con il proprio potere che, nel giro di qualche secondo, trasformò il povero malcapitato impaurito in una perfetta e delicata statua di ghiaccio.

Durante il mio soggiorno in compagnia dei Pirati Heart, mi ci erano voluti pochi giorni nel constatare il forte legame che vi era fra loro. Stessa cosa era valsa per il maggiore riguardo prestato nei confronti del più giovane della ciurma, considerato come un fratellino da proteggere e coccolare, in particolare da Trey.

Per siffatto motivo, non mi stupii della reazione di lui che, in un impeto di follia, si era lanciato addosso ad Aokiji caricando un destro; pugno destinato a venire parato con una mano sola ed a sortire lo stesso trattamento di Hiro. Fortuna volle che Trey, lottando sempre con i cestus -strano paio di guantoni rafforzati che vestono fino ai gomiti-, fulmineo si sfilò del mancino e si distanziò con un salto, mettendosi così in salvo.

Quando l’Ammiraglio tese nuovamente il braccio, questo venne disintegrato da una scarica di proiettili di pistola.


Shachi: Trey! Matt! Portate Hiro al sottomarino e mettetelo sotto l’acqua bollente! Subito!

I due citati in causa, passata la sorpresa nel vedere il proprio compagno palesarsi ed unirsi alla battaglia, con attenzione si caricarono sulle spalle il piccoletto e si diressero con urgenza verso l’imbarcazione di metallo.

Marine1: Voi non andrete da nessuna parte!

Io: Higan!

Flettendo di un poco le gambe e sparando ripetutamente pallottole di fuoco dall’indice e dal medio delle mani, sgomberai loro la strada dal marine pronto a colpire e da chiunque osasse intralciare il passaggio, prima di dedicarmi a Shachi piazzatosi accanto al sottoscritto per informarmi sul motivo della sua presenza non prevista.

Shachi: Sono venuto per una semplice ronda. Aggiornamenti?

Io: Se escludiamo l’incidente con Hiro, ce la stiamo cavando abbastanza

Shachi: Bene. Hai saputo nulla dal Capitano Law, invece?

Afflitto, scossi la testa in negazione.

Io: Dobbiamo attendere il ritorno di Marco. Si è recato da loro qualche istante fa proprio per dare un’occhiata

Shachi: Capisco… Spero che torni con buone notizie, allora

Lo speravo vivamente a mia volta. Da quando ci eravamo accorti della spessa colonna di fumo proveniente dal tratto d’isola dove vi erano situati Kyoko e Law, un brutto presentimento si era fatto largo in me, portandomi a temere ancor di più per le sorti di mia sorella. Il ritardo di Marco, per giunta, non era d’aiuto.

“Ma dov’è finito? Che sia capitato qualcosa di grave!?”

Come si suol dire: “Parli del Diavolo e spuntano le corna”. In lontananza, nell’alzare il volto al cielo, scorsi una massa azzurra e gialla sfrecciare in volo. Una volta giunto sopra di noi, io e Shachi gli andammo incontro, per poi attendere con calma -per quanto ci fosse possibile- che riacquisisse la forma umana.

Se giusto poco fa nutrivamo delle speranze, queste morirono esattamente quando, sul volto di Marco solitamente impassibile, si formò un’espressione grave che non prometteva nulla di buono; il mio cuore perse un battito.


“Kyoko…”







Angolo autrice ^^:

*Inugami Guren = "Segugio fiammante". Attacco utilizzato da Akainu a Marineford, ep 477
*Ice Block - Partisan = circa "Lance di ghiaccio". Attacco utilizzato da Aokiji a Marineford, ep 462
*Ice Time = circa "Gelida morsa". Attacco utilizzato da Aokiji contro Robin, ep 227
*Hiken = "Pugno di fuoco". Attacco utilizzato da Ace ad Alabasta, ep 95
*Shinka - Shiranui = "Fiamma Sacra:Fosforescenza" o "Magico fuoco del male". Attacco utilizzato da Ace a Banaro, ep 325
*Higan = "Pistola di fuoco". Attacco utilizzato da Ace a Banaro, ep 325
*Emergency = tecnica utilizzata nel videogioco "One Piece: Gigant Battle! 2 New World", da me usata per enfatizzare l'urgenza di quell'attimo
alcuni attacchi qui sopra elencati, sono stati leggermente modificati nelle loro realizzazioni per scelta personale

Ancora non ci credo... mi ero prefissata di finire e pubblicare un capitolo prima di Natale, difatti eccomi qua :P

Non mi dilungo molto, in quanto ho poche cose da dire.
Con l'aggiornamento odierno, ho come l'impressione che due pirati mi vorranno male (dovrei persino essere più buona, essendo sotto una certa festa XD). Ma mi farò perdonare con momenti pucciosi più avanti, in particolare con il dolce Hiro :3 Così come, nel prossimo, verrà meglio approfondito il colpo combinato di Law e Kyoko qui volutamente "accelerato", promesso u.u
Penso che in due capitoli (maaassimo tre) terminerò con le battaglie, per poi cominciare ad avviarmi verso l'epilogo della mia fanfiction ;)

Se bien, come sempre ringrazio ogni singola/o lettrice/lettore e chi continua ad aggiungere la storia nelle varie categorie.

Alla prossima!
See ya

P.S. Il 30° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: kiara 96, Incantatrice_Violeta e Princess_Yaoi


Buon Natale!
dalla vostra Flame e dai Pirati Heart


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Capitolo 34
*** Esalato l'ultimo respiro ***


LxK




Ad attacco ultimato, con un certo sforzo, mi ersi aiutata dal bastone dalle lame seghettate conficcato nel terreno, trattenendomi poi immobile senza quasi fiatare a guardare un determinato punto fra taluni alberi caduti.

In compagnia del silenzio assoluto, eccetto valeva per il rumore della corrente di risacca e dello scoppiettare delle fiamme, attendevo ansiosamente di percepire un qualsiasi movimento nemico. Dopo un lungo istante, non individuando nessuna figura ricollegabile ad Akainu emergere dal cumulo di trochi fra i quali era stato spedito, abbandonai la postura rigida per permettere al mio fisico spossato di riprendersi almeno in parte perché, se mai mi fossi distesa per sbaglio anche solo per un secondo, temevo seriamente che non mi sarei rialzata nuovamente.


“Forse ho esagerato troppo, nel richiamare il Locomovolt”

Per eseguire il colpo combinato assieme a Law, dovendo essere il più scattante possibile per poter cogliere di sorpresa l’avversario, avevo fatto affidamento alla tecnica più opportuna per tale scopo. Purtroppo, non essendo ancora pienamente in grado di padroneggiarla, ogni qualvolta che la utilizzo finisco con il corpo indebolito e prosciugato di tutto il potere e suddetto ci impiega almeno una decina di minuti per raccapezzare un minimo di elettricità; per non contare il fatto che, appena leggermente stabilizzatosi, per un’altra manciata di minuti si diverte a rifilare scosse a suo piacimento ad ogni persona o cosa che osa entrare in contatto con la sottoscritta.

Per lo meno, ne era valsa la pena. No? Ero conscia di non disporre ancora della forza e capacità necessarie per affrontare un Ammiraglio della Marina Militare e che, con il sostegno di Law nelle attuali prestazioni, non arrivavo ancora al loro livello. Tuttavia, dato il risultato conseguito, poteva significare una cosa soltanto…


Io: Ce l’abbiamo fatta?

Lo chiesi tra me e me in un sussurro, come se temessi nel dare voce a quella semplice e breve domanda posta con un tono misto ad incredulità, prima di ripetere quelle esatte parole con maggiore intonazione e decisione, urlando in tale modo al vento il nostro successo.

Io: Law, avevi ragione! Il tuo piano ha funzionato!



Io: Non temere, conta pure su di me

Law: Bene, perché sarai tu ad occuparti della parte più importante

Essendo l’unica tra i due ad utilizzare l’haki dell’armatura e, pertanto, a rappresentare un pericolo maggiore, era prevedibile. Di conseguenza, volendo fargli intendere che per me non vi erano problemi, annuii seria.

Io: Ti ascolto

Law: Mentre io lo terrò occupato, tu eviterai il conflitto restandotene in disparte. Agendo in questa maniera, probabilmente abbasserà la guardia e sarà a quel punto che tu, dopo aver visto la Room svanire, entrerai in scena

Io: Cosa dovrei fare?

Law: Utilizzando di nuovo le sfere elettriche, gli farai credere di volere ritentare con quella tecnica per danneggiarlo ulteriormente. In realtà, il tuo vero obiettivo consisterà nel privarlo momentaneamente della vista per concedermi, così, il tempo necessario per ricreare una Room grande abbastanza da non venire da lui notata

Aggrottai la fronte, pensosa.

“Ricorrere ad un escamotage per accecare Akainu? A che pro?”

Law: Quanto veloce riesci ad andare, sfruttando il tuo frutto del diavolo?

Io: Non quanto l’Ammiraglio Borsellino con la sua luce, ad esempio, ma me la so cavare bene a mia volta

Law: In tal caso, correrai in direzione delle corazzate della Marina dando l’impressione di volerne affondare una. Ad un mio segnale, preparerai uno dei tuoi migliori colpi da sferrare contro Akainu non appena ci avrò scambiati di posto

Finalmente, iniziai a comprendere dove volesse andare a parare con il suo piano e, a conti fatti, potevamo farcela. Restava soltanto un aspetto da chiarire.

Io: Come capirò quando sarà il momento?

Ci rifletté brevemente su, per poi indicarmi con un cenno del capo il mio coprigomito dopo averlo fissato assorto.

Law: Con quello. Te lo farò apparire nella mano, poco prima di effettuare lo Shambles tra di noi

Io: Mmh, d’accordo

Stetti per toglierlo e consegnarglielo, ma dovetti rimandare poiché Akainu si era avvicinato per separarci ancora.




Entusiasta, mi voltai per incrociare lo sguardo di Law e il prevedibile ghigno di vittoria che doveva essergli apparso in viso, eppure l’immagine che mi si parò davanti fu totalmente diversa da quella attesa per un festeggiamento comune. Al che, presa in contropiede, ci misi un attimo di troppo a realizzare ciò che effettivamente era capitato.

“Non può essere vero…”

L’orrenda immagine catturata dai miei occhi sgranati, continuava a venire respinta dalla mente. Quest’ultima, difatti, si stava rifiutando di credere che tutto quello non corrispondesse ad un brutto sogno, bensì alla semplice e disarmante realtà: Law, in piedi nel tratto esatto dove vi ero io qualche istante addietro antecedente lo scambio, aveva una grossa punta di magma indurito conficcata nel fianco destro, trapassandolo da parte a parte; Akainu doveva essere ricorso allo stesso trucco utilizzato con il mastino.

Riuscì a disfarsene poco prima che la Room si dissolvesse e, nell’abbasare lo sguardo sulla lesione, se possibile, spalancai maggiormente le palpebre mentre la gola mi si seccò.

Oppressione. In quel momento, provavo un devastante senso di oppressione il quale, senza porsi scrupoli, mi aveva assalita rendendomi complicata la respirazione ed il corpo pesante come un macigno. E, con ogni probabilità, fu pure l’artefice di uno strano scherzo alla vista, giacché assistetti alla scena a venire a rallentatore: prima Law che si tasta la ferita e scruta il palmo insanguinato; poi la Kikoku che, venuta a meno la presa attorno all’elsa, cade tra i granelli del litorale seguita a ruota dal legittimo proprietario, facendomi trasalire di rimando.


Io: Law…

Ogni singola cosa, attorno a me, perse di valore: il mare, la foresta, il cielo, il sole… tutto. Il paesaggio, che giusto qualche istante fa mi stava avvolgendo con i rispettivi colori, profumi e suoni, divenne improvvisamente un mondo sfuocato. L’unico elemento che riusciva a spiccare fra il nulla, era la persona accasciata a terra di schiena, nonché l’attuale centro dei miei pensieri e delle mie angosce.

Avevamo seguito il suo piano. Suo, non di una come me che si fa guidare più dalle emozioni, che dal cervello. Allora com’era possibile che, uno stratega del suo calibro, giacesse inerme in una pozza del suo stesso sangue? Perché la nostra mossa combinata non si era conclusa come da lui premeditato!?


Io: LAW!

Vedendolo girare la testa per liberarsi di un grumo di suddetto liquido rosso salitogli in bocca, finalmente la mia mente uscì dallo stato di shock ed impartì al corpo rigido di darsi una mossa a raggiungere Law.

Di conseguenza, mi avviai utilizzando la mia arma a mo’ di stampella. Però, ad un paio di metri di distanza, essendo comunque troppo scossa ed avendo la gamba che si rifiutava di collaborare oltre, incespicai sui miei stessi piedi e ruzzolai di faccia dritta nella sabbia. Grugnendo scocciata, mi sollevai in ginocchio e compii a gattoni l’ultimo tratto che mi separava dalla meta.

La paura provata addietro nell’asistere al salto di Law dalla scogliera, non era paragonabile a quella di adesso che, nel studiare da vicino il buco inferto al fianco spiccante dalla felpa di ormai diversa tonalità, mi fece portare istintivamente la mano mancina a coprirmi le labbra dischiuse.


Law: M-Maledizione… mi sono fatto fregare… proprio all’ultimo

La lieve tosse ed i primi spasmi che lo percorsero gli impedivano di parlare normalmente, perciò mi sedetti accanto per insinuargli con delicatezza la mano destra dietro al collo e, successivamente, avvolgere tale braccio attorno alle sue spalle per tenerlo sollevato di busto in modo da facilitarlo.

Law: Se solo… me ne fossi accorto in tempo… in ogni caso, ottimo lavoro

Era chiaro che si stesse complimentando del mio attacco, da come mi guardò ghignando compiaciuto. Normalmente, avrei ricambiato con un sorrisetto e un commento sulle sue, di abilità, ma non oggi. Non in una circostanza dove un simile complimento non lo meritavo affatto.

Volendo concludere la battaglia una volta per tutte, per far sì che le persone a me care potessero mettersi in salvo, mi ero focalizzata unicamente sul piano di Law che non tollerava margini di errore e ciò, a differenza di lui, non mi aveva fatto rendere conto del colpo che stava giungendo durante la corsa verso la nave militare. Un colpo indirizzato a me, eppure non ero io a riversare nelle conseguenti condizioni.


Io: Perché hai effettuato ugualmente lo scambio?

Law: Mi pare… di avertelo già detto

Io: Potevamo modificare l’azione e ritentare in un’altra maniera

Law: Non ne avevamo il tem-

Io: Ma non era così che doveva finire, dannazione! Tu non-

Mi astenni dal continuare mordendomi la lingua. Non era né il momento, né il luogo più adatto, per perderci dietro ad uno sciocco battibecco. Dovevo esclusivamente concentrarmi nel tenere Law cosciente per portarlo dai ragazzi, benché non avessi la ben che minima idea sul dove cominciare.

Fatto mente locale della nostra situazione, per prima cosa adagiai Law a terra con cautela. Dopo di che, rimossi ciò che rimaneva del mio indumento smanicato e lo appallottolai alla bell’e meglio per premerlo sulla ferita, in un disperato tentativo di tenere il sangue al suo diavolo di posto.


“Non può finire così. Non può finire così. Non può finire così!”

Law: Che stai facendo?

Io: Tampono. Non sarò un’esperta in medicina, però è sempre meglio che starsene con le mani in mano. Non credi?

Ad essere onesta, non nutrivo particolare fiducia in me stessa e il mio lato pessimista certo non facilitava molto. Non che fossi estranea a visioni di spargimenti di sangue o ferite gravi, tuttavia non era egual cosa se si faceva distinzione tra conoscenti e non. E, non essendo la più idonea a prestare soccorso, in quanto totale ignorante in materia, forse era sperare troppo di essere di un qualche appoggio.

Law: Non intendevo… questo

Io: Ci mancherebbe, sei un chirurgo! Persino io ci arriverei subito, sebbene non spicchi di intelligenza come te. Difatti, in passato, non hai perso occasione per rimarcarlo. Ricordi?

Sicuramente sì, dato che non era lui ad avere attualmente qualche problema nel mettere correttamente in moto il cervello; non gli diedi nemmeno l’opportunità di rispondere alla domanda.

Io: E vogliamo parlare dei casini che combino uno dietro l’altro ed il fatto di cacciarmi spesso in guai più grossi di me? Anziché salvarti la vita, potrei benissimo ucciderti per errore

Law: Cosa-

Io: In fin dei conti, la sfiga non lo ribadisce spesso di avere un debole per la mia persona? Posso scommetterci che rappresento uno dei suoi bersagli preferiti. Sai, dovrei sì puntare dei Berry, così guadagnerei e altro che One Piece! Diventerei la Regina dei Pirati e alle nuove generazioni lascerei uno scrigno bello colmo di soldi e sfiga!

Senza realmente volerlo, mi scappò da ridere. Eppure non c’era nulla da ridere, ne era un esempio la mia risatina isterica come il fatto di non riuscire a smettere di parlare a vanvera.

Quando mi fui calmata, esaminai al di sotto dello straccetto nero per appurare la gravità dello squarcio e, com’era facilmente prevedibile, il mio intervento non stava sortendo l’effetto sperato. Con dita tremanti, mi rimisi nella precedente posizione e proseguii l’operato. Davvero doveva concludersi qui, la nostra avventura per mare?


Law: Hotaru-ya

Io: N-Non è detta l’ultima parola, finché uno non smette di lottare

Law: Hotaru-ya

Io: Tu preoccupati solo di resistere, mentre io… mentre io penserò a… vedrai. Io ti-

Law: Kyoko!

Impreparata al suo alzare inaspettatamente la voce quel tanto che potè, sobbalzai sul posto dallo spavento. Ammutolita di colpo, sbattei ripetutamente le palpebre, per poi fissarlo stranita ed incredula nell’aver realizzato un particolare dettaglio appena verificatosi.

“Mi ha chiamata per nome?”

Era la prima volta che usava il mio nome senza storpiarlo in qualche modo, abbandonando il mio cognome utilizzato agli inizi e il suo caro nomignolo affibiatomi mesi addietro per il quale pareva provare un certo affetto, il che lo reputai decisamente un comportamento strano.

Feci per prendere di nuovo la parola per chiedergli cosa gli fosse preso, quando qualcosa di piccolo e leggero mi cadde su un polso. Me lo portai all’altezza del seno, analizzando perplessa prima la limpida gocciolina d’acqua su di esso, poi il cielo azzurro coperto in parte dal fumo prodotto dalla foresta in fiamme e privo di nubi.


Io: Da dove proviene questa pioggia?

Law: Non si tratta di nulla del genere

Io: Come sarebbe a dire?

Non fu necessaria alcuna spiegazione, poiché la mia vista divenuta annebbiata all’improvviso fu più che sufficiente. Mi sfiorai una delle guance, intercettando così la scia umida delle lacrime.

Io: Oh…

“Da quando sto piangendo? Non me ne ero resa conto”

Mi affrettai nel darmi un contegno, ripulendomi con la spallina della canotta e cacciando indietro le lacrime per richiamare la concentrazione su ciò che era in corso.

Law: Perché ti ostini… a continuare? Sai bene che-

Io: Guai a te se ti azzardi a terminare la frase!

Lo minacciai, incapace di trattenermi oltre. Sapevo che raramente sbagliava nel suo campo, così come sapevo che non l’avrebbe fatto neppure quando sarebbe stato lui nei panni del paziente. Ciò nonostante, non volevo sentire ragioni, perché era tassativamente esclusa la conclusione peggiore dei fatti.

Law: Sbaglio o, ultimamente, hai preso il vizio… di interrompermi mentre parlo?

Io: Tsk, solo ultimamente?

Al mio tono giocoso, se possibile il suo ghigno crebbe giusto poco prima di chiudere gli occhi e riposarsi un secondo a mio parere di troppo. Lo scossi piano, arrivando poi a tirargli uno schiaffetto sulla guancia che gli fece rialzare le palpebre nell’immediato; tirai mentalmente un sospiro di sollievo.

Law: Temo che il numero di vendette… sia incrementato

Io: E tu sappi che, come sempre, risponderò con le tue stesse armi

Una scintilla animò i suoi occhi grigi, lievemente spenti rispetto al bagliore naturale.

Io: Ce ne andremo entrambi da qui, te lo prometto

Akainu: Nessuno di voi se ne andrà via da quest’isola. Non vivi, s’intende

Quella voce ebbe il potere di farmi impallidire come un cadavere ed irrigidire come una statua nel medesimo istante. Nel voltarmi con un groppo in gola, vidi il nostro incubo camminare tranquillamente verso di me e Law: a parte i vestiti rovinati all’altezza del busto e degli arti superiori, e del sangue scorrergli da una ferita abbastanza profonda in fronte e da alcune più superificiali sparse per il corpo, si era rialzato come se nulla fosse.

Fruttato o no, come poteva un individuo riprendersi così velocemente da una scarica elettrica di tale potenza e dall’impatto forte subìto? Quella era una visione dettata dal caldo e dalla paura, doveva esserlo.


Akainu: E’ giunta la vostra ora

Dovevo fare qualcosa. Non potevo permettergli di avvicinarsi a Law, altrimenti per lui sarebbe stata sì la sua fine. Ricordandomi del mio bastone abbandonato lontano quand’ero caduta, mi protesi ad afferrare la Nodachi posta vicino al fianco opposto di lui.

Akainu: Cosa speri di fare, ridotta in quello stato?

Non avevamo possibilità di vittoria. Non più, per lo meno… comunque sia, avrei opposto resistenza fino alle fine. Pertanto, non curandomi di lui, mi inginocchiai ed impugnai l’elsa della spada con una forza tale da sentire la cordicella ocra solcarmi la pelle dei palmi, rendendo la lama nera grazie all’ambizione.

Akainu: Ammirevole. Adesso puoi morire una volta per tutte, figlia del demonio!

Incrementando l’andatura, mi si lanciò contro con il suo stramaledetto braccio ricoperto di magma, mentre io posizionai l’arma di Law in avanti.

Ace: Enkai... Hibashira!

Un forte getto d’aria calda ci circondò con prepotenza, scostandomi i capelli tutti su un lato. Passato l’attimo durante il quale non ero riuscita a tenere gli occhi aperti per capire cosa stesse succedendo, osservai disorientata l’immensa colonna di fuoco che mi separava da Akainu, indietreggiato per via di tale intrusione.

A seguire, nel mio campo visivo, apparve mio fratello con il tatuaggio del sorridente Jolly Roger di Barbabianca -di cui ne andava particolarmente fiero- in bella mostra sulla sua possente schiena dalle bende ormai scioltesi. Sulla difensiva, tenne lo sguardo incatenato sulla sagoma scura del nemico al di là del fuoco.


Ace: Come sta? E’ ancora vivo?

Io: Ace? Cosa…?

La sua presenza tra noi, mi lasciò a corto di parole.

Ace: Mi ha dato uno strappo Marco. Quando ci siamo accorti del fumo, è venuto in perlustrazione per assicurarsi che steste bene. Notando la foresta in fiamme e le vostre ferite, è tornado indietro per avvisarci che vi serviva una mano

Flettendo il capo per divergere l’attenzione verso l’alto, intravidi la figura di un volatile azzurro assai famigliare; eccosi spiegato il perché Ace fosse atterrato dal cielo e, tale realizzazione, contribuì ad agitarmi in maggior misura.

Io: Se vi siete allontanati entrambi, i ragazzi-

Ace: Non temere, in pochi minuti sarà di nuovo da loro e a breve qualcuno verrà per occuparsi di voi due

Questo mi tranquillizzò. Almeno loro, per adesso, erano fuori pericolo e presto Law avrebbe ricevuto le cure necessarie. Dovevamo giusto resistere, tutti quanti noi.

Chiusi gli occhi prendendo un lungo respiro, mi preparai a ricevere la fitta di dolore che mi avrebbe attraversato la gamba malsana nell’alzarmi ancora per lottare assieme ad Ace, quando questo se ne uscì con una frase inattesa.


Ace: Ci penserò io a tenere occupato Akainu. Tu non muoverti da qui

Io: Aspetta, che intenzioni avresti?

Nonostante la richiesta di delucidazioni in merito, mio fratello avanzò deciso di qualche passo senza replicare. Essendo prima riuscito nell’intento di bloccare l’Ammiraglio in tempo, attirò a sé il fuoco derivato dal suo attacco e quello che stava divampando la vegetazione alle nostre spalle, lasciando al passaggio fumo e ceneri.

Akainu: Vedo che ve la state prendendo comoda, nel mostrarvi uno alla volta. Beh, per lo meno, ora ho la possibilità di eliminare entrambi i figli di Gold Roger

Al sentire pronunciare tale nome, in preda alla rabbia Ace serrò i pugni e fissò in cagnesco Akainu.

Ace: Stai per scontrarti con Ace “Pugno di Fuoco”, non con il “Figlio del Re dei Pirati”!

Sottolineato ciò, partì da solo alla carica senza pensarci su ulteriormente. Ed io me ne rimasi ferma dov’ero, esattamente come da lui ordinato, a seguirlo con lo sguardo mentre preparava con fretta il suo primo attacco.

Appena veniva tirato in ballo nostro padre, indipendentemente dalla persona da essa menzionato e dal discorso tenuto, mio fratello diventava irascibile ed imprevedibile. Il che non era affatto piacevole, soprattutto se rischiava di non mantenere la mente lucida in un momento simile al nostro corrente.


“Mi raccomando, sii prudente”

Percependo del peso nel muovere una mano per ripararmi gli occhi da una folata di vento, rammentai quale arma stessi impugnando ed il perché, tant’è che mi voltai di scatto dimenticandomi temporaneamente dello scontro.

In un gesto automatico, gli agguantai il braccio per tastare il polso.

Altrettanto, feci al collo dopo aver scostato il colletto della felpa.

Le stesse dita vennero poi posizionate sotto le vie respiratorie nasali.

Come ultimo controllo, accostai l’orecchio destro al suo petto.

Con lentezza, mi raddrizzai di schiena per ammirare quel volto disteso in un’espressione neutra, le palpebre di nuovo abbassate.

I miei sforzi nel percepire un qualsiasi segno di vita da parte sua, si erano rivelati inutili. Passando da quelli più seri e professionali, a quelli più banali, l’esito era rimasto sempre lo stesso: il cuore di Trafalgar Law si era fermato.








Angolo autrice ^^:

*Enkai... Hibashira = "Colonna di fuoco". Attacco utilizzato da Ace per la prima volta a Banaro, ep 325

Ebbene sì, ritorno con un nuovo capitolo la cui fine lascia alquanto a desiderare. Ma, ehi, dove sarebbe il divertimento altrimenti? u.u
Poi, dettagli che io pensi solo a ridere nell'immaginarmi Kyoko versione Pikachu per via della tecnica a lui rubata (Locomovolt) XD

Mi soffermo giusto su due cosette:
- colpo inferto a Law = forse potrebbe non convincervi appieno -visto l'effetto del manga e com'è finita con Ace-, eppure ho voluto tenere questa scena in versione "soft Marineford", poiché pensata anni addietro dalla me piccina e, non so, è come se mi ci fossi "affezionata"
- Law chiama Kyoko con il suo nome = per chi se lo ricorda ancora, in un capitolo passato, era già successo ciò. Tuttavia, Kyoko ne è ignara, perché stava bellamente ronfando da ubriaca sul letto del caro Capitano. Inizialmente, volevo far sì che accadesse in un momento intimo tra loro però, nel descrivere la scena dove lei inizia a smarrirsi per la paura di perderlo, e considerando i personaggi della mia storia, l'ho trovato giusto metterlo qui

E... basta, posso dileguarmi. Ci si sente alla prossima ;)

See ya!
Flame

P.S. Il 31° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: kiara 96, Incantatrice_Violeta e Princess_Yaoi

angelica234, spero che questo nuovo aggiornamento abbia soddisfatto un po' la tua curiosità :)

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