Da rana a extraterrestre con un bacio

di chitta97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Favole con un fondo di verità? ***
Capitolo 2: *** Raniani, Graniani o Keroniani? ***
Capitolo 3: *** Alieni: Occultismo o Fiabe? ***



Capitolo 1
*** Favole con un fondo di verità? ***


Da rana a extraterrestre con un bacio

 

Era di nuovo lì, seduta sulle sponde di quel laghetto nell'immenso giardino del castello dove viveva. La principessa Natsumi singhiozzava tenendosi stretta il libro di favole che tanto adorava.

 

Era successo di nuovo, aveva litigato con suo fratello Fuyuki. Quel libro gli era stato regalato per il compleanno e conteneva tante delle più meravigliose e famose favole per bambini. Peccato che al principino questo non importasse molto. Per lui, dato che quelle cose non potevano essere reali, perdevano interesse, preferiva decisamente le storie di fantasmi o eventi soprannaturali, che lo affascinavano ed erano, secondo lui, una chiara manifestazione della materia che lui amava così tanto, ossia l'occultismo. Lei era diversa, non appena avevo messo gli occhi color caramello su quel volumetto dalla copertina dorata aveva incominciato a sfogliarlo e ad ogni figura che vedeva ritratta una principessa come lei, sospirava trasognata.

Ma la storia che più di tutte la affascinava e che non smetteva di rileggere, tanto che ormai poteva anche recitarla a memoria, era senz'altro La principessa e il ranocchio.

Sarà che le ranocchie presenti nel laghetto del loro giardino le avevano sempre fatto simpatia; non a caso passava la maggior parte del suo tempo libero in quel posto, forse non avrebbe neanche saputo orientarsi nel resto dello spazio verde, un po' perché era davvero di dimensioni considerevoli, un po' perché non era mai andata in avan scoperta.

 

Ora stava seduta sul muretto di pietre grigiastre che contornava l'acqua limpida e piena di incantevoli fiori di ninfea rosata, che nella sfumatura più decisa prendeva un colore molto simile ai suoi capelli perennemente raccolti in due codini.

Di nuovo suo fratello minore aveva manifestato il suo dissenso per quelle favolette e lei, impulsiva e un po' permalosa com'era, se ne era scappata via singhiozzando che era lui quello che leggeva cose ridicole.

 

Forse aveva replicato così anche perché le storie di Fuyuki le avevano sempre fatto un po' paura, oppure perché inconsciamente voleva avere ragione e pretendeva che fossero più attendibili le sue fiabe.

 

Risfogliò il libro fermandosi solo sulla sua immagine preferita, quella in cui la principessa, con un incantevole abito verde smeraldo, si chinava a baciare il ranocchio che da lì a poco sarebbe diventato un bel principe.

Sorrise asciugandosi nel mentre le lacrime piuttosto maldestramente.

Poi si voltò in direzione delle sue adorate ranocchie.

Erano 5 in tutto e tutte avevano un colore e un nome diverso scelto personalmente da lei, la loro padroncina.

C'era la rossa, la sua preferita, che aveva soprannominata Giroro; la nera, la più piccola e tenera, era Tamama; poi c'era quella azzurra che aveva chiamato Dororo; la gialla, molto dispettosa nei confronti delle compagne, Kururu; e infine quella, a sua detta, più antipatica, la verde, Keroro. Il suo legame con questa era di amore/odio, la detestava perché ogni volta che si alzava per andarsene lei le si appiccicava alla mano impiastricciandola con il viscidume che ricopre naturalmente le rane, ma al tempo stesso se non lo avesse fatto le sarebbe dispiaciuto, cosa che, d'altro canto, non avrebbe mai ammesso.

 

In quel momento, un'idea le balenò per la testa. Voleva farla vedere a suo fratello, sarebbe riuscita a dimostrargli che era tutto vero! Prese il ranocchio rosso e se lo posò sui palmi delle mani, accostandolo molto vicino al suo volto.

Sapeva che così facendo probabilmente avrebbe solo resa più evidente la realtà e il suo torto, ma ora l'unica cosa che le importava era fare tutto ciò che c'era scritto in quelle pagine e sperava ardentemente di poter assaporare un sogno realizzato.

Per una semplice ripicca, quindi, baciò velocemente la rana davanti a lei. Un bacio semplice e ingenuo.

 

Trascorse qualche secondo dopo che le sue labbra si erano staccate dall'esserino, ma, con sua estrema delusione, non accade proprio niente.

Lo rimise accanto ai suoi simili, lasciandosi scappare un sospiro rassegnato.

E invece...Una luce anomala illuminò tutti e 5 i ranocchi. Ma non era una luce che partiva dal laghetto e così li irradiava, no. Veniva piuttosto dall'alto, in effetti assomigliava al raggio luminoso che gli alieni puntano sulle vittime che vogliono portare con se, tanto che si meravigliò di non veder i suoi animaletti salire e sparire tra le nuvole.

Piuttosto qualcos'altro stava accadendo, le rane stavano mutando forma.

Diventavano man mano più grandi e con forme quasi umanoidi, ma non del tutto. No, di umano avevano poco, ma solo dopo che quel chiarore abbagliante si fu dileguato del tutto poté vedere per bene che cos'erano diventate.

 

Innanzitutto non erano più rane, quello era certo. Anche se una certa somiglianza c'era ancora....ma ora erano altre sui 50 centimetri ad occhio e croce, stavano in posizione eretta, e sembrava indossassero un cappello più che delle vere e proprie orecchie, che a loro volta ricordavano un po' quelle di un cane. Ognuno aveva poi qualcosa di caratteristico, come un simbolo oppure un oggetto.

Ma che cosa ho fatto?...”

Balbettò confusa, forse anche spaventata, la principessina.

 

 

Note dell'autrice:

Bene, informo chiunque leggerà che mi sto' incappando in un mezzo-suicidio. Ho intenzione di pubblicare parecchie long tutte insieme perché sennò va a finire che non pubblico più niente, il problema saranno i tempi di aggiornamento, ma vi assicuro (se mai dovesse interessare) che prima o poi tutte le mie storie vedranno una conclusione, questo è certo ^_- Ma parlando della storia...Ne ho già in corso una su questo fandom, ma mi è venuta un illuminazione. Ho notato che di AU non ce ne sono, mi sembra, e l'idea mi aveva sfiorato...poi la Principessa e il ranocchio, già punto di ispirazione per il titolo dell'altra mia storia, mi ha fornito quella marcia in più per iniziare questa storia che non so' ancora bene come procederà...spero che per ora la cosa incuriosisca, vedrete che piano piano arriveranno un po' tutti i personaggi, esclusi i Keroniani, che penso si limiteranno a loro 5, poi non so', magari nel frattempo il mio cervellino partorisce altre idee malsane XD

Un bacione a tutti, in particolare a chi vorrà anche recensire questa storia e magari seguirla fino alla fine :*

chitta97 <3

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Capitolo 2
*** Raniani, Graniani o Keroniani? ***


Raniani, Graniani o Keroniani?

 

La luce si fece a mano a mano più flebile, fino a scomparire del tutto;

ora le 5 figure si vedevano distintamente, ma ciò non evitò agli occhi della piccola principessa di sbattere un paio di volte strabiliati.

Insomma, non poteva star vedendo veramente quello che...quello che stava vedendo!

 

Le sue adorate ranocchie ora erano, ecco, cos'erano?

Non più dei semplici animali, questo era sicuro.

La loro altezza ora vertiva sui 55 centimetri, decisamente più grandi di poco fa, quando ancora poteva tenerne una sul palmo della sua manina candida senza problemi.

Una delle poche cose che però non erano mutate era il colore.

Ognuno aveva mantenuto il proprio e così insieme davano vita ad un simpatico arcobaleno con due colori in meno.

 

Solo dopo qualche minuto riuscì a chiedere, seppur balbettando un poco:

“Ma c-cosa è successo? Che cosa siete?”

Gli essere in questione le indirizzarono uno sguardo confuso e un pelino poco amichevole.

Natsumi non poté esimersi dal notare quanto i loro occhi si fossero ingigantiti e apparissero adesso così profondi; annegava in quelle pozze nere e solo quando questi si degnarono di rispondere si ridestò, trattenendo a stento la sorpresa per aver appurato che ora parlavano (!) la sua lingua.

 

“Siamo degli alieni, che credevi?” A parlare era stato Keroro, ossia quello da lei più “odiato”.

Gli bastò poco meno di un attimo per ribattere a tono: “non è esattamente la cosa più ovvia, sai, visto che un attimo prima eravate le MIE ranocchie, piccole e decisamente più carine, nel MIO stagno!”

Calcò bene su quell'aggettivo possessivo, giusto per chiarire quanto le dovessero; a ben pensarci se fossero appartenute a qualcun altro magari a quest'ora sarebbero già fritte con le patatine, oppure vivisezionate in un laboratorio.

 

“Cerchiamo di calmarci tutti quanti...” Aggiunse in tono accondiscendente il ranocchio azzurro.

D'un tratto quella strana aria quasi di superiorità, forse dovuta un po' all'evento anormale, un po' alla sorpresa provocata da esso stesso, era svanita e ad essa se ne era sostituita una quasi comica...Un po' come quando in fumetto all'atmosfera tesa e grave, segue una vignetta colorata e sciocca.

 

“Tsk, Dororo ha ragione, un soldato dovrebbe mantenere sempre la calma.”

Borbottò quasi a se stesso il rosso.

Intanto gli altri due si mostravano piuttosto indifferenti, il più piccolo guardando con espressione innocente, l'altro continuando ininterrottamente a ridere, ma di una risata strana e con un fondo di sadismo, una risata che invece che “Ahahaha” suonava più come un “Ku ku ku”.

 

E visto che nessuno si degnava veramente di darle retta, la principessina incominciò ad innervosirsi.

Era sempre stata un po' impulsiva, forse anche permalosa, e vedere quelle 5 “cose” che prima erano semplici ranocchie e ora chissà, parlare animatamente tra loro senza considerarla minimamente, non poteva certo lenire questi suoi difettucci.

“Smettetela!” Gridò d'un tratto, al colmo della sopportazione.

“Io qua sono la padrona e quindi dovete ascoltarmi! Prima di tutto ditemi che cosa è successo!”

Aveva stretto i pugni e per lo sforzo di dover tirare fuori la voce così tanto, si era leggermente piegata, perdendo quella sua naturale inclinazione alla posizione eretta, probabilmente dovuta anche gli esercizi di portamento che, come ogni reale, aveva dovuto frequentare.

Il candido vestito d'un bianco argentato aveva fatto delle leggere pieghe sulla gonna, che per il momento non si curò di stirare, ma anzi, incominciò a torturarle con le mani con un gesto, si può dire, automatico, assolutamente inconscio.

 

“Vedi di calmarti ragazzina.” Asserì sfacciatamente e con aria seria Kururu.

Questa sobbalzò un poco, certo non si aspettava una risposta simile.

“Noi non siamo esseri presenti naturalmente in questo pianeta però...”

“...Però la verità è che neanche noi sappiamo esattamente che cosa siamo.” Il più piccolo aveva terminato con aria pura e innocente la frase iniziata dal Senpai rosso.

 

“Quindi non ha un nome la vostra razza?” Chiese semplicemente la ragazzina.

“No, non che noi sappiamo almeno.” Rispose sempre Giroro.

“Allora vi darò io un nome!” Affermò radiosa la principessina.

Le 5 ranocchie sbatterono incredule gli occhi...Generalmente una persona non dovrebbe gridare a chiamare aiuto sapendo che ha davanti degli alieni in carne ed ossa? E invece quella bambina voleva addirittura darli un nome!

“Mh, vediamo...Siete simili a rane quindi...Raniani? No, non vi piace vero? Allora...Graniani? No, sembra un versaccio. Che cosa c'è che ricorda una rana?”

Si sedette sul bordo dello stagno lì vicino, assorta nei suoi pensieri.

 

“Kero kero...Che fortuna capitare in un posto simile non credete? Ma voi poi vi ricordate come esattamente siamo arrivati quaggiù? Kero kero...” L'essere verde stava parlottolando con gli altri suoi simili.

“Kero kero...” Ripeté tra se e se Natsumi. “Kero...Kero...” Non sembrava veramente consapevole di pronunciare quelle due sillabe, quando ad un tratto...Alzò il capo e colta da un'illuminazione esclamò “Keroniani! Sì, è perfetto! Vi piace, vero?”

Più che una domanda sapeva di affermazione, dopotutto lei ne era assolutamente soddisfatta.

 

I 5 ci pensarono un attimo su. Non era un'idea malvagia e poi a loro che cosa sarebbe cambiato? Proprio niente.

 

“Sì, può andare...” Disse alzando le spalle, come se non gli importasse granché, Keroro.

Gli altri restarono in silenzio come in muta approvazione.

 

Sul volto della ragazzina ora era comparso un radioso sorriso sprizzante gioia.

“Oh, ma vi devo portare dentro da Fuyuki-chan, così vedrà quanto si sbagliava!”

Prese per mano il suo ranocchio preferito, ergo quello rosso, e con l'altra libera si tenne leggermente su la gonna dell'abito ampio; lo trascinò con se in una mezza corsa e dietro gli altri cercavano di stare dietro alla bambina che sembrava entusiasta di poterli mostrare al suo fratellino.

 

Non sapeva, o forse meglio, non si ricordava, che gli alieni più che con le favole c'entrano con l'occultismo....

 

Note dell'autrice:

Okay, eccomi qua :D

Sì, so di essere sparita per un po', ma è anche vero che io non ho mai promesso di pubblicare in fretta...Be, principalmente il problema è stato di salute, poi dopo sono avvenute altre cose (questa volta non negative, a parte l'inizio della scuola, si intende T.T) ed anche la voglia di scrivere era andata leggermente a farsi friggere... Ma ora sono tornata e spero che questo capitolo non vi dispiaccia ^_^ Non so se vi aspettavate un capitolo chilometrico e siete quindi rimasti delusi, spero di no, ma ho trovato più giusto pubblicare anche qualcosa di un po' corto visto da quanto sono assente :)

Un bacione a tutti quelli che leggeranno e uno particolarmente grosso a quelli che perderanno un po' di tempo a recensire <3

chitta97 <3

 

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Capitolo 3
*** Alieni: Occultismo o Fiabe? ***


Alieni: Occultismo o Fiabe?

 

“Fuyuki! Fuyuki ?! Fuyuki, guarda qua!” La principessina spalancò la porta con tutta l'energia derivante dalla scarica di allegria che ormai la pervadeva. La mano che non teneva la maniglia della porta era stretta alla zampetta rosso fuoco della sua (ex)ranocchia preferita; quest'ultimo, d'altro canto, aveva assunto un'aria leggermente sconvolta, probabilmente causata dalla corsa sfrenata a zig-zag per il castello che Natsumi gli aveva fatto fare.

E sempre per l'affanno era più rosso del solito?

 

 

Il ragazzino sollevò lo sguardo dal libro che stava sfogliando e la sua espressione neutra durò poco una volta notato l'essere che si portava appresso la sorella.

Ma la ragazzina non fece in tempo a dire alcunché che il fratello l'aveva già tempestata di domande e supposizioni : “E questo cos'è ? Un alieno, è sicuramente un alieno! Ma allora sto' assistendo ad un incontro con degli extraterrestri, è un fenomeno occultico in piena regola...aspetta, forse non si dice così, va beh, che importa! E' un alieno! Oh...e lì che ne sono altri quattro!” Gli occhi gli brillavano dall'eccitazione mentre continuava a gesticolare in prede all'euforia. Natsumi invece non sapeva se esserne delusa o meno... Non aveva pensato che gli alieni rientrassero tra le tante passioni del fratellino. L'indecisione però durò solo qualche attimo, perché si riebbe e, gonfiando il petto, disse risoluta: “No mio caro, questi non sono semplici alieni, queste erano le ranocchie del laghetto, le mie ranocchie. E sono stata io a trasformarle: grazie a questa.” A quel punto mise in bella mostra davanti alle iridi blu mare del bambino il famoso libro, leggermente sgualcito e solcato da un paio di gocce d'acqua.

“Il bacio funziona davvero come sostenevo io!” Puntualizzò sorridendo sorniona.

 

L'altro Hinata la guardò interrogativo non spiegandosi appieno il significato di quelle parole.

 

“Ma parli del bacio che trasforma i ranocchi in principi o di quello che spezza i sortilegi che fanno dormire per sempre? E comunque non vedo né principi -a parte me- né principesse risvegliate.”

 

Non voleva apparire sbruffone o altro, ma per la bambina la sua diffidenza era solo un ulteriore motivo di nervosismo.

“Ma quello delle rane, no?! Non hai sentito? Si sono trasformate! Giroro, Keroro, Tamama, Kururu e Dororo. Tutte!”

“Vuoi dire che questi alieni sono proprio le tue ranocchie? E che sei stata tu a trasformarle così? Con un semplice bacio?”

Il suo tono non era affatto scettico, anzi, era ancora più affascinato ed incuriosito da quella faccenda così anormale.

 

La sorella aveva appena preso il fiato necessario per rispondergli quando qualcuno bussò alla porta.

“Avanti.” Fecero in coro automaticamente.

 

Un signore, presumibilmente di una certa età, considerando i baffi e i capelli grigiastri, ma con ancora un portamento dinamico, fece capolino dalla soglia della stanza.

“Che c'è Paul?”

“Il principe Fuyuki è richiesto nella sala del trono per un colloquio.”

“Chi è che mi cerca?”

“La signorina Momoka Nishizawa.”

“Vengo subito!” Giusto il tempo di prendere un pupazzo con sembianze incerte tra uno spaventapasseri e un uccellino e poi eccolo a scendere l'ampia scalinata quattro gradini alla volta.

 

“Ciao Momo-chan!” La salutò allegramente il principino.

L'interessata sorrise timidamente mentre un candido rossore si propagava per tutto il viso fino alle orecchie.

“Salve Vostra Altezza.” Disse facendo un piccolo inchino. Dagli abiti era facile notare come non fosse affatto di nobili origini, anche se era comunque una ragazzina molto graziosa; chioma color del cielo lunga fino alla vita (*) con una simpatica frangetta che finiva ai lati con due ciuffi un po' ribelli, occhi come pervinche dolci almeno tanta quanto il sorriso, portamento aggraziato nonostante le sue umili origini.

 

Ma allora se non era di alcuna casata reale come faceva ad avere un rapporto così intimo con il principe?

In effetti è una domanda più che legittima, ma troverà spiegazione in seguito, per ora vi basti sapere che fin da piccola era in buoni rapporti con la suddetta famiglia ed essendo coetanea del piccolo Hinata logicamente era lui il suo principale compagno di giochi.

Inoltre la simpatia tra i due era assolutamente reciproca considerando poi che la giovane era finora l'unica che non disdegnava la passione per l'occultismo di Fuyuki, ma anzi la condivideva seppur non così assiduamente.

 

“Ti ho detto tante volte che non devi chiamarmi così, chiamami Fuyu-chan!”

Replicò imbronciato.

“Come vuol-, cioè, come vuoi Fuyu-chan.”

“Comunque, guarda cosa sono riuscito a recuperare! Un modello di quell'alieno di cui ti parlavo e-” Si bloccò di scatto, con quel pupazzo a mezz'aria stretto dalle sue manine.

 

Alieno.

 

Altro che modellino, aveva ben altro da mostrarle! La prese di scatto per mano trascinandosela dietro, su per le scale, fino in camera sua.

Si era forse dimenticato degli esseri che la sorella aveva portato nella sua stanza?

In effetti, quando il loro maggiordomo aveva annunciato l'arrivo di Momoka, aveva messo la cosa da parte, o meglio, se l'era quasi completamente dimenticata.

Ma un momento, dove erano finite quelle cinque creature quando Paul era entrato? Loro non avevano proprio pensato a nasconderli, colpa dell'abitudine a rispondere sempre e subito “avanti” al bussare di una porta.

 

Spalancò la porta di scatto, quando ancora i piedi non avevano smesso di correre, ritrovandosi davanti lo sguardo spaurito della sorella accucciata all'altezza di quelle sottospecie di ranocchie.

 

La più piccola non si era ancora ripresa da quella corsa inaspettata che non poté non sbattere le lunghe ciglia allibita.

“M-ma che cos- chi sono quelli?” Balbettò confusa, e a ragione, rivolgendosi ai fratelli Hinata.

 

Il tempo sembrò fermarsi mentre si dilatava sempre più un silenzio innaturale.

E ora?

 

Ci pensarono proprio gli alieni a rompere il ghiaccio. “Siete proprio degli imbranati voi umani, Kero kero kero”- fece con aria di superiorità quello verde- “vi stupite per ogni piccola cosa e avete tecnologie talmente primitive-” la risata gli rimase bloccata in gola a causa del pugno che la principessina gli aveva rifilato. “Taci brutto ranocchio, non devi permetterti di parlare in questo modo.”

Aveva sempre sangue reale dopotutto e nessuno, a parte la madre, poteva tenerle testa, poco ma sicuro.

 

“Dai sorellina, ora calmati. Non puoi rischiare di uccidere un autentico esemplare di forma di vita extraterrestre!”

“Tanto qua ne abbiamo altre quattro.” Borbottò in risposta, ma nonostante ciò si ricompose un poco, stirando le pieghe del suo grazioso vestitino.

 

“Però...Veramente ancora non capisco...” Mormorò la Nishizawa ancora piuttosto confusa, anzi, probabilmente più di prima.

“Non capisci Momo-chan? Sono dei veri alieni, qui, nel mio castello!”

“Nostro.” Puntualizzò la sorellina venendo bellamente ignorata dall'altro.

 

“Sì ma...che cosa ci fanno proprio qua?” Anche se cercava di non darlo a vedere, Momoka era preoccupata; d'altronde tutte le storie, o quasi, che trattano di alieni descrivono come questi vogliano conquistare la terra, c'era da stare tranquilli?

 

Ma alla sua domanda i due bimbi dal sangue blu rimasero assolutamente senza parole. Non si erano ancora posti questa semplice e logica domanda, erano stati troppo impegnati a pensare l'uno al fenomeno eccezionale che aveva di fronte, l'altra alla veridicità del fantomatico bacio delle fiabe.

 

“Il nostro Sergente non aveva tutti i torti a dire che siete degli stupidi voi umani ku ku ku. Ma pazienza, vi spiegheremo tutto noi ku ku ku.” Esordì con un tono piuttosto tetro quello giallognolo.

 

Aspettate: Sergente??!

 

 

 

(*) Come chi ha letto il manga sa, Momoka, prima ancora di incontrare Tamama, portava i capelli lunghi; qua quindi l'ho descritta così, anche presumibilmente a dieci anni li portava in questo modo.

 

Note dell'autrice: Alloooora, eccomi qua dopo secoli e secoli...sì, lo so, sono davvero imperdonabile, ma purtroppo quest'anno va così per le mie adorate storie e chiedo tanta tanta pazienza a quei santi di lettori che ancora mi seguono. Purtroppo la scuola mi impegna e stressa davvero tanto quest'anno come penso mai abbia fatto, e ci si mettono anche problemi di salute ed impegni vari; la voglia di scrivere in mezzo a tutto questo casino va leggermente a farsi friggere e questo è il risultato: aggiornamenti dai ritmi preistorici. Scusatemi davvero, ma faccio il possibile, giuro! Comunque spero che il capitolo vi piaccia anche se puramente di transizione e per presentare anche il personaggio di Momoka che, come vedete da voi, qua è in tutt'altri panni rispetto a quelli di ragazzina stra-ricca dell'anime e del manga; nel prossimo dovrebbero incominciare a svelarsi un po' di misteri che credo vi siate posti comunque.

Un bacione e mi raccomando, sapete che le recensioni sono sempre gradite in ogni caso, purché costruttive ovviamente ;)

chitta97

 

 

 

 

 

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