The dress of seduction di ella2412 (/viewuser.php?uid=176254)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo-Capitolo1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo30 ***
Capitolo 31: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo-Capitolo1 ***
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Prologo
Juliet Anderson era emozionata
quella mattina. Continuava ad allisciarsi il vestitino acqua marina con tanta
forza, che le venne il timore che da un momento all’altro si sarebbe strappato.
<< Tranquilla Juls.
>>, Jade la guardò con circospezione, mentre lei, nonostante le tante
rassicurazioni, continuava a spiegazzare la gonna come se fosse un panno da
strizzare, << Te l’ho detto: ho parlato di te a mia sorella così tante
volte, che ormai sa addirittura che taglia porti di reggiseno >> la
schernì.
<< Grandioso. >> la
buttò lì Juliet accennando ad un sorriso.
<< Sei nata per fare questo
lavoro, ce l’hai nel sangue >> affermò Jade, continuando a tenere lo
sguardo sulla strada.
<< Grazie Jade. Non devi per
forza assumermi solo perché siamo amiche, lo sai vero? >> convenne
seriamente.
<< Io e Phoebe non andiamo
ad offrire un posto di lavoro a chiunque. È vero che sei mia amica, ma non è
per questo che voglio che lavori a Promesse. È stata un’idea di mia sorella
creare quel posto. Non ero sicura di volerci avere a che fare. Dopo la morte di
mamma e papà sono caduta in una specie di pozzo senza fondo… >> si
rabbuiò. Juliet conosceva Jade dal college. Il giorno in cui l’amica venne a
sapere che i genitori erano morti in un incidente d’auto, lei le era stata
accanto perché sapeva cosa si provava. <<…Ma è stato grazie a voi se ho
deciso di cominciare questa strada. E voglio che questa avventura la cominciamo
insieme. Phoebe ci chiama il Quartetto, quindi se tu non ci fossi non lo
sarebbe più, giusto ? >>.
<< Direi di no. >>
Juliet sorrise, stavolta più serena.
<< Siamo giovani, questo è
vero. Ma in Inghilterra anche a vent’anni si possono fare delle scelte
importanti. Siamo fresche di college, promosse a pieni voti. Questo progetto richiederà
sudore e sforzi, ma sono sicura che ce la faremo >>. Jade era maturata
tantissimo dalla morte dei suoi. Era stata lei a proporre a Juliet, Natasha e
Allison di diventare socie e condurre un’agenzia di wedding planning dove
ognuna di loro poteva specializzarsi in un campo e renderlo personale. La
sorella di Jade: Phoebe, era la compropretaria dell’agenzia, ma allo stesso
tempo il loro avvocato. Quindi le decisioni importanti le prendevano insieme.
Quell’incontro avrebbe dato vita ad un contratto per il loro futuro: lavorare
tutte insieme per realizzare il sogno di migliaia di donne nel giorno del loro
matrimonio.
<< Allora ci state? >>
domandò Jade alle amiche, fiancheggiata dalla sorella maggiore che pose il
contratto sul tavolo.
<< Socie…>> pensò
Allison ad alta voce.
<< Già… >> sospirò
Natasha.
Juliet afferrò la penna poggiata
sul tavolo con tanta determinazione, che tutti gli sguardi volarono su di lei.
<< Bè? Che c’è? Non possiamo stare qui tutto il santo giorno. O la va o
la spacca >> gridò euforicamente impugnando la stylo come se fosse una
spada. Le parole di Jade in auto le avevano trasmesso la grinta giusta per
tirarle fuori il coraggio necessario a buttarsi. In fondo, fin da bambina aveva
un debole per le sfide.
<< Giusto! >> concordò
Jade con un largo sorriso.
<< Allora... >>
cominciò Phoebe guardando il Quartetto, << Posso stappare la dannata
bottiglia di champagne sì o no? >>
<< Champagne? >>
Natasha scattò in piedi al suono di quella parola, << Perché non l’hai
detto subito? Ditemi dove devo firmare e diamo inizio ai festeggiamenti!
>>. Le altre scoppiarono a ridere, mentre lasciavano il loro nome e
cognome su quel foglio che avrebbe dato inizio al loro futuro.
Capitolo 1
L’obiettivo di Promesse era quello
di garantire alle giovani spose di trasformare il loro sogno in realtà nel
giorno più importante della loro vita. Oltre che dalla sorella Phoebe, era nato
tutto da un sogno di Jade, così lei e le sue tre migliori amiche erano
diventate socie, e già da un anno lavoravano ritmicamente e costantemente
ognuna nel proprio settore. Aveva luogo in una tenuta, una sorta di reggia
divisa in molteplici piani a seconda del settore. Circondata da un enorme
giardino costeggiato da fiori, e una palestra dove le ragazze trascorrevano le
prime ore del mattino per scaricare la tensione del lavoro che le attendeva di
lì a poco.
<< Buongiorno. >>
Natasha entrò fiaccamente nella palestra strascicando i piedi.
<< Buongiorno. >>
ricambiò Jade, già alle prese con lo yoga << Scommetto che Zayn sta
ancora dormendo >> aggiunse ridacchiando.
<< Non posso mai contare sul
suo aiuto come sveglia. Soprattutto se il mio lavoro comincia alle sei del
mattino con questi maledetti aggeggi! >> borbottò guardando con stizza la
cyclette.
Anche Allison e Juliet entrarono
ridendo alla vista di Nat, mentre si muoveva a rallentatore sul tapiroulane.
La rossa le fulminò con lo sguardò
<< Non una parola >> sibilò.
Juliet alzò le mani rassegnandosi
dal poter fare una battutina.
Erano dotate tutte e quattro di un
fisico slanciato, dovuto in gran parte al costante esercizio fisico.
<< La pazza… cioè volevo
dire… Cloe viene oggi per la scelta dell’abito? >> domandò Allie a Juliet
intenta a fare delle snodate posizioni di yoga.
Secondo Juliet, Allison Hart
probabilmente era la più bella del Quartetto. I capelli lunghi e neri come la
pece le arrivavano fin sotto il seno e i suoi occhi blu contornati dalla matita
per occhi nera erano magnifici. “ Ammaliatori”, così li definiva il suo
ragazzo: Niall.
Le sorelle Ward: Jade e Phoebe,
erano caratterizzate da capelli ricci scuri e da grandi occhi color platino,
paragonabili agli zaffiri.
E poi c’era Natasha Taylor, che
contrariamente a lei, Jade e Allie, era qualche centimetro più bassa, ma con un
fisico mozzafiato che aveva stregato il bel moro Zayn. Juls la considerava un
mix di vivacità e dolcezza. Una peperina dai capelli corti ramati e ondulati,
con occhi verde smeraldo. Erano ognuna l’opposto dell’altra e Juliet le adorava
con tutta se stessa. Jade era tra tutte la più seria, dato il suo lavoro di
wedding planner, che comportava la costante concentrazione e accuratezza
nell’organizzazione dei matrimoni, ma aveva un cuore d’oro, e questo lei lo
sapeva bene. Il campo di Allie era quello del designer degli abiti. Nel momento
stesso in cui indossava i suoi occhiali da vista che le davano quel tocco di
professionalità e la matita H2, creava abiti eccezionali in grado di farla
emozionare anche vedendoli come un semplice abbozzo. Nat era portata per la
fotografia, la sua agilità e maestria con la macchina fotografica erano
insuperabili, tanto da entrare nelle riviste londinesi più popolari. Qualcosa
di medievale come le foto in bianco e nero, scattate da lei diventavano la
novità del momento. Juliet ammirava tutte loro, oltre a considerarle come
sorelle ormai. Lei cercava di combinare tutte le loro doti, aiutando le clienti
nella scelta dell’abito da sposa. Per lei quella scelta era una sorta di grande
passo che dava inizio ad una vita al fianco del compagno.
<< Oh sì, >> confermò <<
e dovrò usare tutta la mia pazienza per sopportare i suoi piagnistei del tipo
>>, Juls ne imitò la voce stridula << “ Troppo corto”, “ Oh mio
dio! Questo m’ingrossa il fondoschiena” oppure “ I diamanti sono veri? Sono
stati prelevati dalle miniere?” >> concluse facendo una smorfia
frustrata.
<< Miniere?! >> ripetè
Nat sconcertata.
<< Già. >> Juls alzò
gli occhi al cielo, << Non c’é una qualche clausola nel contratto che
vieti di avere a che fare con spose maleducate, viziate e irritanti? >>
chiese speranzosa guardando Jade.
<< No purtroppo. >>
sospirò per poi tornare seria << Ma dobbiamo trattare ogni cliente allo
stesso modo. Dobbiamo rendere felici sia le sposine allampanate che quelle
gentili. Quindi anche se dovesse atteggiarsi come una regina non azzardarti a
fare cose stupide, altrimenti sarò costretta a riparare ad un tuo disastroso
danno. >> sostenne infine con il suo tono professionale.
<< Agli ordini capitano!
>> Juliet si raddrizzò con la schiena e assunse un’aria incuriosita
guardando di sottecchi l’amica << Hai quest’atteggiamento autoritario
anche quando vai a letto con Harry? >>. Allie e Nat soffocarono una
risata facendo finta di schiarirsi la gola.
Jade alzò un sopracciglio, poi ci
pensò su portandosi il pollice e l’indice al mento << Ehm…forse…>>.
Le ragazze sghignazzarono spudoratamente.
<< Il riccio è un ragazzo
molto fortunato! >> sparò Nat ridendo a crepapelle.
<< Smettila Nat. Se Jade è
brava nel suo lavoro, lo sarà anche in quel campo…>> convenne Juls dando
corda alla rossa.
<< Juliet vedo che sei molto
energica, oggi. Che ne dici di un lavoretto extra? >> Jade la guardò
paonazza.
Lei si ammutolì << Del tipo?
>> quasi ebbe paura a chiederglielo.
<< Ho promesso a Phoebe che
le avrei ritirato la macchina dal meccanico. Non ti dispiacerà prelevarla tu
per me vero? >>.
<< Io? >> finse innocententemente
di non aver capito.
<< Si. TU >> puntualizzò
Jade marcando bene il soggetto.
<< Okay.>> sbuffò,
<< Posso farcela. C’impiegherò quindici minuti >>.
<< Accidenti! Ho dimenticato
anche un’altra cosa! >> esclamò in modo teatrale.
Juliet si accigliò << Che
cosa?! >>
<< Devi ritirare una dozzina
di vasi e di terriccio dal fiorario di fiducia di Promesse. >>
Juls si chiese se l’amica le
avrebbe ordinato anche di ritirare una scultura si ghiaccio direttamente
dall’Antartide. Tutto questo prima dell’incontro con Cloe.
<< Nient’altro? >>
domandò stridula.
<< No. Direi che può andare
>> concluse Jade con un sorriso.
<< Bene. Harry è nella
tenuta? >> le chiese poi.
<< Sì perché? >>
domandò curiosa.
<< Mi farò dare uno strappo
da lui. >> decise Juls defilandosi con un cenno del capo come saluto.
La puntualità non era un optional
nel suo lavoro. Doveva ripettare gli orari degli appuntamenti presi, ne andava
della sua reputazione. Appena aperta, l’agenzia venne subito presa di mira dai
pettegolezzi. Molti dicevano che non era un lavoro che quattro ragazzine
neo-diplomate potessero fare. Juls era molto competitiva, perciò si era data da
fare per far rimangiare quelle affermazioni. Il risultato si era visto dopo un
anno. Le coppiette in vista del matrimonio facevano la fila per i loro servizi.
In un certo senso era gratificante anche il fatto che anche le donne più
anziane andassero da loro per la celebrazione del loro matrimonio. Juls sorrise
al ricordo di una signora sull’ottantina, mentre volteggiava con il vestito che
lei aveva preso sotto sue indicazioni. Amava il suo lavoro per la gioia di
vedere quelle famiglie accompagnare la sposa nella scelta dell’abito giusto.
Quei sorrisi…l’affetto…le lacrime di felicità nei loro volti…le davano
un’emozione indescrivibile.
Entrò in cucina, dove era sicura
di trovare il ragazzo di Jade. La sua amica viveva in quell’immensa tenuta con
la governante, vecchia e cara amica della famiglia Ward.
<< Buongiorno splendore!
>> la salutò la signora Grace, mentre metteva sul tavolo un piatto di
pancakes. La signora G, come spesso la chiamavano, era una donna di età
sconosciuta ( guai a chi le domadava quanti anni avesse ), voluttuosa, con
occhi nocciola e capelli corti di un biondo cenere.
<< Buongiorno Grace >>
Juliet la salutò con un bacio sulla guancia, poi notò il riccioluto alla sua
destra, intento a prendere una tazza dal ripiano, << Oh su Harry, ma sei
ancora in pigiama! >> si lamentò.
<< Buongiorno anche a te
>> le disse stiracchiandosi con le braccia.
<< Harry mi serve un
passaggio dal meccanico >> tentò di spiegargli.
<< Eh? >> si limitò
lui.
<< Come “eh”? Harry Edward
Styles ti chiedo PER FAVORE di lavarti, anzi no, anche solo di metterti due
vestiti addosso e di accompagnarmi dal meccanico. La tua dolce fidanzata mi ha
dato qualche piccolo lavoretto extra! Tradotto: meno tempo a disposizione per
rivedere gli impegni della giornata! >> spiegò pacata.
Harry sorseggiò il caffè appena
versato dalla signora G. Dopodichè sorrise << Tradotto: Muovi le chiappe,
in nome della nostra amicizia e contro la tirannia di Jade? >>
Juls si addolcì << Sì
>>.
<< Dammi un minuto >>.
<< Jade ha trovato proprio
un angelo. >> commentò sottovoce alla signora G.
<< La testa rossa ha tovato
l’amore e presto convoglierà a nozze. La mora dagli occhi color indaco ha
trovato l’amore. Anche la nostra Jade. Manchi solo tu. >> ammiccò la
governante.
Juls scoppiò a ridere <<
Come no. Si è dimenticata della mia etichetta? >>
<< Intendi dire: “ Bella da
scopare, ma non da amare?” >> ghignò.
<< L’amore non fa per me
signora G. >> disse Juliet fredda.
<< È orribile sentirlo dire
da una ragazza che aiuta a celebrare l’amore >> la strigliò in tono
severo.
<< Mmh…bè dato che nessuno
mi ha mai fatto la corte seriamente, lo trovo normale non crede? >> sorrise
amaramente.
Grace si avvicinò ad una delle sue
ragazze, prendendole il viso tra le mani. È da tempo che conosceva quella bella
moretta e sapeva quanto lei fosse cocciuta su certe cose. << Juliet
Anderson >> disse a gran voce << mi credi tanto stupida e vecchia
da credere che nessun ragazzo voglia innamorarsi di te? >>.
<< Innamorarsi è un conto.
Portarmi a letto è un altro. >> convenne lei.
<< Suvvia Juliet, >>
la signora G fece una smorfia, << se ti riferisci a quel Luke, quello non
faceva altro che guardarti il sedere. Finchè Zayn non gli ha fatto un occhio
nero e il ragazzo non ha più avuto una buona vista >>.
Quel ricordo la fece ridere di
gusto << Sì, anche Nat voleva suonargliele, ma Zayn è intervenuto
prendendola in braccio a forza >>.
Era palese l’intento di Luke:
scoparsela. Lo aveva odiato talmente tanto da aver appeso una sua vecchia foto
in camera per giocarci a freccette.
Odio gli uomini
belli! Li detesto!
<< Juls, sono pronto.
Andiamo? >> Harry si presentò in maglietta e jeans tutto pettinato e
profumato. Trattandosi di Harry, quei capelli gli erano costati più tempo del
dovuto.
<< A dopo signora G >>
Juls le diede un abbraccio frettoloso e trascinò per una manica il ragazzo.
<< Cosa mi racconti giovane
architetto? >> domandò in tono ironico Juliet, mentre erano diretti verso
il meccanico.
Il riccio alzò un sopracciglio
<< Architetto? >>
<< Esatto. Jade ha detto che
hai trovato lavoro, non è così? >>.
<< Sì, ma non voglio farmi
idee affrettate. Non ho ancora firmato nessun contratto. >> spiegò.
<< Capisco…>> sorrise
lei.
<< Tutto bene Juls? Ho
interrotto qualcosa prima? >> domandò cauto, riferendosi alla discussione
con la signora G.
<< Niente affatto, tranquillo.
Stavamo parlando di Luke…>> sussurrò quel nome come qualcosa di
orribilante, cosa che, in effetti, si era dimostrato essere.
Harry fece una smorfia << Ti
dà ancora fastidio? >> volle sapere.
<< No no! >> lo
rassicurò << E solo che sembra che quei pochi ragazzi che voglia
frequentare e che mi sembrano tipi gentili, si rivelano essere perfetti idioti
e maniaci sessuali >> borbottò cupa.
<< Ho un’idea! >>
annunciò raggiante guardandola furbetto.
<< Ah sì? >> lo
schernì.
<< Spiritosa. Vuol dire che
saremo noi ragazzi a scegliere un ragazzo per te. >> si pavoneggiò
orgoglioso della sua brillante idea.
Lei spalancò gli occhi <<
Tu? Niall e Zayn? Scegliere…un ragazzo…per me? >> ripetè stridula e
incapace di credere a quella proposta assurda e insensata.
<< Bè? Che c’è? Non ti fidi
di noi? >> Harry sfoggiò uno sguardo da cucciolo offeso che la fece
sorridere, nonostante l’idea illogica del ragazzo.
<< Potrei anche accettare se
il ragazzo in questione avesse gli occhi azzurri di Paul Walker. >>
commentò sognante e divertita.
<< Affare fatto! >>
Harry le strinse la mano.
<< Stavo scherzando! >>
provò a ritrarsi dalla vigorosa stretta di mano del riccio, ma lui la tenne
stretta.
<< Niente da fare Juls. Una
promessa è una promessa. Anzi direi più una scommessa! >> sorrise
sornione.
Merda! Niente
ragazzi belli! Non se ne parla!
Ma in fondo cos’aveva da perdere?
Il suo ultimo briciolo di dignità di donna? No, quello mai. I ragazzi potevano
anche divertirsi a sceglierle un “fidanzato”, ma se fosse stato come Luke o per
lo meno carino, lo avrebbe mandato a quel paese direttamente.
Louis si alzò a tarda mattinata
giù dal letto strascicando i piedi fino in cucina. Il telefono squillò.
Sbuffando afferrò la cornetta
<< Pronto >> la voce
era roca e impastata dal sonno.
<< Giovanotto, non dirmi che
stavi ancora dormendo! >> lo rimproverò sua madre.
<< Sei tu quella che mi ha
detto che non lo vuoi sapere >> buttò lì sarcastico.
Sentì sua madre sospirare
rassegnata << Lasciamo perdere. Ho bisogno del tuo aiuto al negozio
quindi vatti a ficcare immediatamente sotto la doccia. >> gli ordinò,
<< E non ti azzardare a sbuffare. Vivere con il tuo amico non ti
autorizza a non fare niente tutto il giorno! >>.
Louis sorrise teneramente. I
rimproveri di sua madre non erano esattamente tali. Lei non era capace di
sgridarlo. Adottava sempre un tono dolce e autoritario, mai duro e lui la
adorava proprio per questo. Sebbene fosse andato a vivere con il suo amico
Harry lei non la smetteva mai di chiamarlo per ricordargli che, nonostante
fosse diventato adulto, doveva prendersi delle responsabilità perché sapeva che
suo figlio non fosse esattamente ordinato e responsabile. Da quando il suo
migliore amico si era fidanzato aveva sempre l’appartamento a disposizione per
eventuali ospiti.
<< D’accordo mamma. Tra
un’oretta o due sarò da te >> la prese in giro sapendo che la mamma lo
avrebbe bastonato se lo avesse fatto veramente.
<< Spiritoso il mio William
>> lo punzecchiò a sua volta essendo a conoscenza del fatto che il figlio
detestasse il suo secondo nome. Gli era sempre sembrato il giusto nome per un
cane, o per un principe come il nipote della regina Elisabetta, ma non per lui.
Louis riattaccò senza dire nient’altro e si concesse una ciambella al
cioccolato.
<< Lou chi era? >>
disse con voce sensuale Rachel, con addosso una vestaglia semitrasparente.
Louis se la spassava con la bionda già da una settimana. Un record, dato che di
solito si limitava ad una notte, ma la ragazza era molto brava in quel campo,
quindi non aveva da lamentarsi.
<< Nessuno piccola, ma devo
andare. Vedi di far sparire le tue cose. Ci sentiamo >> le diede un bacio
e si avviò verso il bagno.
<< Sono qui >> esclamò
entrando nel negozio di fiori della madre.
<< Finalmente! Era ora,
perché ci hai messo così tanto? >> chiese accigliata, mentre sistemava
alcune piante davanti l’entrata.
Louis sorrise limitandosi a
lasciarle un bacio sulla guancia << Oh niente. Problemi con l’auto.
>> mentì. La madre sapeva delle sue numerose conquiste, ma niente più di
questo. Preferiva tenerla all’oscuro, perché non le avrebbe fatto piacere
sapere che il primogenito non fosse in grado di trovarsi una ragazza con cui
finalmente instaurare un rapporto serio. Ma non era nemmeno lo Stronzo, per
così dire, pronto a portarsi a letto perfino le prostitute. No. Voleva
veramente aprirsi con qualcuno, ma non trovava mai quella persona che lo
catturasse intimamente, spingendolo ad abbassare la sua “barriera”. Rachel era
molto attraente fisicamente, e con lei stava bene. Forse conoscendola meglio poteva
finire per innamorarsene. Louis faceva fatica anche solo a sfiorare un pensiero
tanto folle. Rabbridì impercettibilmente. L’amore! Buah, un pensiero privo
d’interesse per lui.
<< Louis? Tutto bene?
>> domandò sua madre preoccupata sventolandogli la mano davanti al viso.
Lui si rianimò di colpo
depositando i suoi pensieri. << Certo. Certo. >> le sorrise
rassicurante, << Cosa devo fare? >> chiese poi.
<< Tra poco una delle socie di
Promesse verrà a ritirare alcuni prodotti, e voglio che il pavimento sia
talmente pulito da potercisi specchiare. Non voglio che il loro negozio di
fiori di fiducia perdi la buon’apparenza che tanto gli ha dato. Grazie a loro
questo negozio è il più ricercato di tutta Londra! >> disse orgogliosa.
<< Promesse? Vuoi dire
quella il cui proprietario è Jade Ward, la fidanzata di Harry? >>.
<< E chi altri sennò? Esatto,
proprio lei. Il tuo amico deve ritenersi molto fortunato ad avere al suo fianco
quella donna >>.
<< Già. Conosco anche i
ragazzi delle altre due socie. Nei weekend c’incontriamo per una serata a poker
>>.
<< Oh mi fa piacere che li
frequenti. In città dicono tutti che sono delle brave persone. >>, la
madre gli passò uno straccio e un secchio d’acqua.
<< Sì, lo sono davvero
>> dovette ammettere Louis pensando ai suoi amici con i quali trascorreva
piacevoli serate, basate su partita a carte e birra. Erano stati loro a
spingerlo a cercare qualche lavoretto, e così da qualche tempo, cantava nei
locali raccimolando qualche soldo che a lui faceva più che comodo.
<< Buon lavoro! >>
ammiccò Joannah Tomlinson con quel sorriso tale e quale al figlio porgendogli
la scopa.
<< Okay. >> Detto
questo Louis si mise a lavoro.
Juliet raggiunse il negozio di
fiori con l’auto di Jade, appena ritirata da Liam. Il loro meccanico era anche
un loro vecchio amico. Un tempo lei si era invaghita del ragazzo, ma poi si era
rivelato un sentimento soltanto amichevole, e niente di più. Un buon amico,
cosa che a lei stette bene così. E come volevasi dimostrare Juls era riuscita a
trovarle l’anima gemella durante un matrimonio. Aveva adocchiato gli sguardi
fugaci che Liam, venuto al matrimonio per aiutarle, mandava ad una incantevole
ragazza dai capelli ricci e castani. Con l’aiuto di Jade, conosciuta per la sua
capacità di ricordare i nomi di tutti i singoli invitati, aveva scoperto che il
nome della giovane era Danielle. Ora con suo grande piacere le spettava il
compito di aiutare l’adorabile fidanzata a scegliere il vestito da sposa. Uno
dei suoi più cari amici si sarebbe sposato a breve.
Scendendo dall’auto Juliet vide
Joannah uscire dal negozio.
<< Ciao Juliet! >> la
salutò la donna. Era molto bella. I suoi capelli erano di un castano scuro
lunghi e ondulati, mentre gli occhi brillavano di un azzurro limpido.
<< Ehilà Joannah. >>
ricambiò lei con un abbraccio.
<< Mi dispiace non poterti
salutare meglio, ma sono di fretta. Ho alcune commissioni da sbrigare. Mio
figlio Louis è dentro, quindi ti aiuterà lui a prendere i pacchi. >> le
spiegò non dandole il tempo di fare domande che già era in marcia verso la sua
auto.
<< D’accordo. Nessun
problema. >> la rassicurò Juls sorridendole.
<< Fatto! >> Louis si
accasciò su una sedia passandosi una mano sul viso imperlata di sudore. Il
pavimento era lucido come un diamante. Adesso doveva solo mettere il cartello “
Attenzione. Pavimento bagnato” davanti l’entrata del negozio. Prima però doveva
andare a prendere i sacchi di terriccio e gli altri eventuali prodotti sullo
scaffale, che la socia di Promesse, che ipotizzò si dovesse trattare di Nat,
Jade o Allie, aveva richiesto e portarli fuori dal negozio.
<< Buongiorno >>
esordì Juliet allisciandosi l’abito bianco che indossava.
Vedendo che nessuno la rispondeva
entrò per scrutare che il figlio di Joannah, Louis, fosse davvero lì come la
donna le aveva assicurato. Udì dei rumori alla sua destra. Con molta destrezza
si avvicinò con cautela, notando che il pavimento fosse stato lavato pochi
minuti prima e che il tizio non si fosse nemmeno preoccupato di mettere un
cartello per avvisare i clienti.
Louis afferrò con entrambe le
braccia due sacchi di terriccio.
Quanto diavolo
pesano! Si lamentò col pensiero.
<< Ehm…Insomma c’è qualcuno?
>> la voce delicata di una ragazza lo fece sussultare.
<< Sì eccomi! Presti
attenzione a dove mette i piedi! >> la regarduì Louis svoltando l’angolo
dello scaffale.
<< Oh. >> Juls notò
mezza figura di un ragazzo camminare verso di lei. Non riusciva a scrutare il
suo viso, e lui quello di lei, dato che i sacchi gli ostacolavano la visuale.
<< Faccia attenz…>>
ripetè Louis, ma prima che potesse finire la frase, perse l’equilibrio,
dimenticandosi del pavimento bagnato. Afferrò un ripiano dello scaffale per
sorreggersi.
Juls alzò lo sguardo verso il
mobile e prima che potesse spostarsi un vaso di magnolie le cadde in testa sporcandola
di terra e chissà cos’altro.
<< Merda! >> gridò
furiosa.
<< Oddio…scusami, perdonami
non l’ho fatto apposta. >> provò a dire Louis facendo cadere i sacchi con
un tonfo per aiutarla.
<< Cazzo! Triplo cazzo! Ora
mi occorreranno venti minuti in più per rendermi presentabile all’appuntamento!
>> digrignò tra sé e sé.
<< Non esagerare. È solo un
po’ di terra con qualche verme al massimo. >> sdrammatizzò lui prendendo
un panno per limitare il danno.
Juliet alzò lo sguardo dal suo
povero abito ormai diventato marrone, per fulminare l’imbranato. Sgranò gli
occhi nel vederlo. Per un attimo lasciò che la collera diminuisse per guardarlo
da un altro punto di vista più…oggettivo. Il figlio di Joannah era… bello,
maledettamente attraente da togliere il fiato. Era longilineo, con braccia allenate
e muscolose, ma non troppo pompate. Gli zigomi alti, il naso dritto e la
mandibola pronunciata. I suoi capelli erano dello stesso colore della madre,
brizzolati e con un ciuffo laterale arcuato. Ma quello a colpirla maggiormente
furono gli occhi: verdi e azzurri insieme. Due colori chiarissimi mescolati che
davano l’impressione di fondere cielo e prato insieme. Oltretutto messi in
risalto da piccole ciglia chiare che aiutavano ad aggiungere una smisurata
bellezza a quegli occhi magnetici.
Vide il ragazzo passarle
delicatamente un panno sulla guancia, ma lei si ritrasse. << Faccio da
sola. >> si affrettò a dire dandosi un contegno per il modo indignitoso
con cui l’aveva ammirato.
Un ragazzo bello
Juls! Dannazione non ci pensare nemmeno!
<< Okay. Ti prego di
perdonarmi. Sono un po’…>>.
<< Imbranato. >> lo
aiutò lei con un ghigno.
Louis rimase interdetto dalla sua glaciale
schiettezza. La ragazza afferrò il panno bruscamente dalle sue mani. Che tipa,
pensò, dato che non si era nemmeno presa il disturbo di scusarlo, in fondo
poteva succedere a tutti di commettere qualche errorino e… una piccola piccola
distrazione.
<< Ascoltami bene, >> esordì
lei continuando a pulirsi, ma invano. Le macchie e lo sporco sembravano non
volessero andare via. << ora tu farai come io ti ordinerò, perché non ho
assolutamente tempo da sprecare. Ora tu prendi il tuo furgoncino, o quello che
vuoi, e porti tutti i prodotti che la mia collega ha ordinato. Li porterai alla
tenuta, seguito a ruota da me, e li trasporterai dove ti sarà detto di
metterli. >> Detto questo gli diede le spalle e camminò a grandi falcate
verso l’uscita.
<< Ti sembro forse un servo?
>> domandò serio Louis incrociando le braccia al petto.
Juls si voltò lentamente <<
Come dici? >> chiese a sua volta flebile e pungente guardandolo per quel
poco che ci riusciva.
Lui per un attimo non sembrò
risponderla. Non riusciva a vederla bene con tutto quello sporco in viso, ma
aveva come l’impressione che quegli occhi fossero di un colore ambrato. Poi
sospirò rumorosamente << Potresti almeno chiedermelo con gentilezza
>>.
Juls si lasciò andare ad una
risatina isterica << Gentilezza? Chiedere? Sei fortunato se non ho
aggiunto le spese per la lavanderia, cosa che comunque non avrei fatto dato che
i vestiti me li lavo da sola! Oppure riferire a tua madre della tua
piccola…ehm…inaccortezza? >> suggerì digrigando i denti.
<< Ti ho già detto che mi
dispiace. >> ripetè seccato Louis.
<< E io ti ho già detto che
NON ho tempo da perdere.>> ringhiò dirigendosi alla macchina.
Louis non potè fare a meno di
notare il caratterino della ragazza, provocandogli un sorrisetto divertito.
Purtroppo era costretto ad obbedirle, altrimenti la madre gliele avrebbe
veramente date di santa ragione.
Quando Louis e Juliet entrarono
nella tenuta, lei si diresse verso il salotto << Nat! >> la chiamò ad
alta voce.
La rossa si precipitò da lei, e
con occhi sgranati provò a ricevere delle spiegazioni ma Juls l’interruppe
alzando la mano << Non ora. Cloe sarà qui tra venti minuti. Ho bisogno di
una ripulita. Il ragazzo qui deve…>>.
<< Louis. >> Nat
sorrise al ragazzo.
<< Lo conosci? >>
chiese Juliet alzando un sopracciglio.
<< Sei incantevole Nat. È da
tanto che non ci si vede, ma vedo spesso Zayn. >> le riferì Louis
ricambiando il sorriso.
<< Una piccola relazione
avuta qualche tempo fa. >> spiegò Nat all’amica.
<< Sì. Diciamo un incontro
interessante…>> aggiunse il ragazzo con un sorriso malizioso.
Ad un tratto sbucò dal nulla Zayn,
che si affiancò a Natasha porgendole la macchina fotografica << Puffetta
ti aspettano di là >> l’avvisò il moro, poi volse lo sguardò agli altri
due elementi nella stanza. << Juls? Ma che diavolo…? >> tentò di
domandarle, ma fu zittito da una gomitata della fidanzata.
<< Ahi! >> si lamentò
massaggiandosi le costole, << Ok i chiarimenti a dopo. Louis, ehi amico!
Ti va una birra? >> domandò sorridente ma cauto sperando che Nat non gli
desse un altro colpo.
<< Sicuro! Ma prima dovrei
lasciare alcune cose nel vostro magazzino. >> spiegò.
<< Bene ti aiuto allora
>> convenne Zayn lasciando un bacio sulla fronte a Nat per raggiungere
l’amico che si era allontanato per scaricare il carico.
Intanto Juliet salì le scale a
suon d’imprecazioni. << Imbranato! Sfacciato! Rompipalle! >>
borbottò tra sé e sé, immaginando di lanciare freccette appuntite sulla faccia
di Louis Tomlison.
Nota dell’autrice
Toc Toc…(?)
Ciao ciao ciao a tutte
mie meravigliose lettricii!!! Mi siete mancate!!! :’-)
Eccomi tornata con una
nuova storia ad aprire i battenti! :-D
The dress of seduction
Che ve ne pare come
titolo?! Ahahahaah spero vi susciti emozioni piacevoli a primo impatto ^_^
E con l’aiuto di una
grandissima scrittrice sono riuscita a fare anche la copertina!!!!! Ma come ho
già detto non ci sarei mai riuscita senza l’indispensabile aiuto di SaraSunshine.Ti ringrazio moltissimo!!!!!! :')
Ebbi quest’idea qualche
mese fa, dopo aver letto i libri del Quartetto di Nora Roberts. Da lì ho avuto
come si suol dire l’illuminazione xD Sono sempre stata un’appassionata del
wedding planning in tutto il suo complesso. A chi non piacciono i matrimoni o
immaginare tutti quei favolosi abiti da sposa e l’intera atmosfera romantica? E
allora mi sono detta: Farò una storia di passione e romanticismo che emozioni
chi la legga ^_^
Con questo primo
capitolo d’esordio vi presento un po’ tutti i personaggi, in particolare due…
Vi presento Juliet
Anderson (applausi) e il nostro bellissimo e conosciutissimo Louis Tomlinson
(applausi) xD
Vi ho mostrato già un
pizzico del loro curioso temperamento…ahahahahahahahah spero che qualche risata
ve la siate fatta.
Ora vorrei farvi una
domanda che forse vi potrà sembrare un po’ banale, ma come dico sempre: La
vostra opinione è tutto per me <3
Vi domando: Come inizio
vi sentite intrigate nel continuare a leggerlo?
Se è così, preparatevi
ad entrare in un mondo di matrimoni, amore, amicizia, passione, divertimento e
suspense…dove la sensualità e i sentimenti sono gli ingredienti fondamentali…
Aspetto con ansia le
vostre presenze e opinioni. Con questo chiudo la parentesi e vi abbraccio forte
:***
A presto ;-P
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Capitolo 2 *** Capitolo2 ***
mdoiwsmcfowcf
Capitolo 2
<<
Ehilà ragazzi! >> Niall salutò Louis e Zayn impegnati a trasportare la
merce nel magazzino della tenuta.
<<
Horan porta qui le chiappe e aiutaci, sento che tra poco le gambe mi
abbandoneranno! >> lo supplicò Zayn caricandogli una volta che lo
raggiunse un sacco di terriccio nelle braccia.
<<
Dannazione, ma quanti ne sono? >> domandò Niall sbalordito sorreggendo
abilmente il carico.
<<
Due-tre dozzine. >> sbuffò Louis.
Una volta
finito l’estenuante trasporto, i tre ragazzi si recarono in cucina. Louis notò
quanto grande fosse la villa Ward. Zayn gli aveva mostrato casa sua e di Nat,
la quale si trovava proprio affianco. Comprese anche la scelta di Harry di
passare la maggior parte delle notti lì da Jade. In fondo, sotto sotto sarebbe
piaciuto anche a lui poter stare in una casa così grande, dotata inoltre di una
palestra e di una piscina.
<<
Queste ce le siamo meritate. >> affermò Zayn estraendo tre bottiglie di
birra dal frigorifero.
<<
Hai ragione, ma dovremo eliminare le prove, altrimenti la signora G ce le
suonerà. >> lo avvisò Niall sorridendo.
Zayn fu
scosso da un brivido << Giusto. Non ho la minima intenzione di farla
arrabbiare >>.
<<
Chi è questa signora G? >> domandò Louis sorseggiando dalla sua
bottiglia.
<<
La governante della tenuta. >> spiegò Allie apparendo ad un tratto dalla
porta.
I ragazzi
si girarono verso di lei. Allison indossava i suoi occhiali da lavoro, e i
lunghi capelli neri erano legati in uno chignon un po’ sbarazzino.
<<
Pausa? >> domandò Zayn sorridendole.
<<
Esatto. Avevo bisogno di una tazza di thè prima di essere di nuovo rapita dai
miei disegni. >> rispose mettendo sul fuoco il bollitore. Niall si alzò
dalla sedia per avvicinarsi ad Allie e lasciarle un bacio sulla spalla.
Allison
notò la figura di Louis seduto sulla sedia con una birra in mano. << Ehi
Lou, piacere di rivederti. >>.
Louis
notò gli occhi blu e profondi della ragazza e le rivolse un sorriso incantevole.
Allison sarebbe stata una meraviglia anche con i capelli spettinati e i
pantaloni strappati. << Anche per me Allie. Allora quali sono gli impegni
della giornata? >> domandò.
<<
Oggi abbiamo un evento. Un matrimonio serale. Quindi dobbiamo preparare la
tenuta adattandola ad una fresca serata di settembre. >> spiegò adagiando
la schiena al petto di Niall che la stava cullando con le braccia.
<<
Gli sposi sono Sarah e Jason. >> affermò Louis.
<<
Come lo sai? Li conosci? >> gli chiese Allie prendendo una tazza per il
thè dal ripiano della cucina.
<<
Sì. Sono un loro invitato. >>.
<<
Oh allora ti rivedremo stasera. In giacca e cravatta per giunta. >>
convenne Allie ridacchiando.
<<
Una cosa più unica che rara >> Louis sbuffò per poi essere contaminato
dalla risata generale di tutti gli altri. Sentì delle voci dal salone e
riconobbe quella della ragazza che era venuta al negozio. Sentiva la sua risata
dolce e carezzevole, e per un momento fu scosso da un fremito inspiegabile.
<<
Che succede di là? >> domandò fingendosi disinvolto.
Allie
acuì i sensi per poi ridere. << Juls è alle prese con la Sposina Isterica.
Sta mettendo in pratica tutto il suo autocontrollo. >> gli rispose.
<<
Cloe? Gesù quella è proprio stramba! >> commentò Niall.
<<
Juls? >> fece Louis.
<<
Ma no! Cloe! >> ripetè Niall.
<<
No…volevo dire… la ragazza con quel caratterino pungente si chiama Juls?
>>.
<<
Juliet. Juliet Anderson. Per gli amici Juls. >> disse Zayn.
<<
Oh. >> fu tutto quello che Louis riuscì a dire. Juliet. Juls. Per gli
amici Juls, si ripetè pensando che la ragazza avesse un nome molto dolce.
<<
A cosa pensi Louis? >> gli chiese ad un tratto Niall. Forse aveva notato
la faccia pensierosa dell’amico.
Lui
scosse la testa, << Niente. È solo che non abbiamo avuto un incontro
alquanto piacevole. Mi ha tempestato di ordini per tutto il tragitto. E non mi
ha nemmeno perdonato per averle fatto cadere accidentalmente un po’ di terra
addosso. >> borbottò un po’ offeso.
Zayn
scoppiò in una fragorosa risata. << Bè direi che non l’hai conosciuta nel
momento adatto. Forse era solo irritata al pensiero di avere a che fare con la Sposina Isterica, e
“l’incidente” non l’ha aiutata a distendere i nervi >>.
<<
Sicuramente è così. Quando avrà finito ritornerà calma e rilassata. >>
aggiunse ragionevole Allie.
<<
Se lo dite voi. >> bofonchiò Louis. Non è che gli importasse più di
tanto, ma la tenacia con cui la ragazza si era rivolta a lui, lo aveva lasciato
in un certo senso interdetto. E per lui era difficile rimanere senza
parole. Si rivolse ad Allison, <<
Non l’ho mai vista prima d’ora. Conosco te, Natasha e Jade, ma lei sembra
sbucare dal nulla. È qui da poco? >>.
Allison
scosse la testa, << No, abbiamo aperto la società tutte e quattro insieme.
>>, poi gli fece un sorriso beffardo << Non puoi credere di
conoscere tutte le ragazze di Londra, Louis >>.
Lui
ricambiò con un sorriso malizioso << Bè forse no >>.
<<
Porterai Rachel al matrimonio? >> gli chiese Niall.
<<
Oh nuova ragazza eh? >> Zayn diede a Louis una pacca amichevole sulla
spalla.
<<
Già. Ve la presenterò stasera se ci sarà l’occasione. Voi ci sarete giusto?
>>. << Oh sì che ci saranno. I ragazzi saranno i tuoi camerieri per
questa sera. >> spiegò maliziosa Allison.
Louis
scoppiò a ridere. << Sul serio? Oh bè allora ci sarà da divertirsi!
>>.
Niall e
Zayn si accigliarono. << Chiudi il becco! >> sbottarono
all’unisono.
<<
Mmh…non è quello giusto. >> disse per la quinta volta Cloe facendo una
piroetta su se stessa.
<<
Io dico che questo è quello che tra più di tutti ti sta meglio. >>
commentò Juliet sinceramente. In effetti, era vero. L’abito a sirena era
l’ideale per le curve lineari di Cloe. Il carattere della donna era pessimo, ma
sul corpo non si poteva obiettare.
<<
Guarda. >> le fece notare. Nonostante la donna fosse alquanto capricciosa,
lei non avrebbe permesso che il suo abito rispecchiasse il suo caratteraccio.
Ogni donna doveva e sarebbe stata bellissima nel giorno più bello della sua
vita. La fece voltare di spalle e le consigliò di guardare la sensuale
scollatura dell’abito che si rifletteva nel grande specchio.
<<
Oh…è delizioso! >> ammise Cloe guardandolo meglio.
<<
Molto. >> concordò con un sorriso sincero.
<<
Juls davvero credi che mi stia bene? >> domandò cauta.
Lei
allargò il sorriso e in tutta convinzione annuì. << Sei bellissima Cloe.
Rick è un uomo fortunato >>.
Lo era
davvero? Bè non stava a Juls giudicare.
Cloe applaudì
raggiante. << Lo prendo! Grazie grazie grazie! >>, si catapultò tra
le braccia di Juliet.
Per un
momento rimase sconcertata per quel gesto, ma dopo tutto non le dava fastidio,
quindi rispose all’abbraccio.
Che siano
stronze o meno, questo è il lavoro più bello del mondo, pensò.
La
signora G irruppe in cucina con Harry, che portava le buste nella spesa in
entrambe le mani.
Zayn,
Niall e Louis sghignazzarono spudoratamente alla vista dell’amico ansimante per
la fatica.
La
signora G li fulminò uno per uno. << Malik, Horan non vi dispiacerà
aiutarmi se volete assaggiare il mio cibo, giusto? >>, poi guardò Louis,
<< Oh Louis Tomlinson, non ti vedo da quando eri piccolo, sebbene i miei
ragazzi ti vedano spesso. Non sarò clemente solo perché da piccolo ti cambiavo
il pannolino quando tua madre mi chiamava per aiutarla. Sarò lieta di
aggiungere un posto a tavola anche per te, ma dovrai dare una mano come tutti
gli altri >>.
Louis
arrossì violentemente. Non aveva idea che quella signora anziana, ma comunque
in forma, lo conoscesse. Dopotutto lui era poco più di un bebè e quindi non
poteva ricordarsi di lei. << Oh non vorrei disturbare…>> si
affrettò a dire.
La
signora G lo interruppe scacciando quel pensiero con una mano. <<
Sciocchezze. Su a lavare le mani. Tutti quanti! >> ordinò poi.
Louis
notò che per il pranzo si erano fermati tutti. C’erano
Zayn, Niall, Harry, Jade e Allison. Mancavano solo…
<<
Pazzoide che non sei altro! Prova a metterla nell’album del matrimonio e ti
farò rimpiangere di aver scelto questo lavoro! >> gridò furiosa Juliet.
<<
Prima devi prendermi! >> la provocò Natasha saltellando nella sala da
pranzo con in mano una macchina fotografica.
<<
Voi due…Si può sapere che vi prende? >> volle sapere la signora G con le
mani sui fianchi.
Prima che
Nat potesse spiegare, Juliet fece capolino nella stanza.
Louis
restò impietrito per un lungo momento. Ora che non era più sporca da capo a
piedi, la scrutò con la bocca leggermente dischiusa. Prima non aveva notato le
sue gambe lunghe e atletiche. Era in jeans e maglietta, ma a Louis non
sfuggirono le sue curve adattarsi in modo morbido e lussurioso agli abiti. Il
viso a cuore, il naso aquilino, le labbra piene e sensuali in ogni loro
movimento. I capelli castani lunghi fin sotto le spalle. E questa volta potè
scorgere il colore dei suoi occhi. Ambra. Come la pietra, dello stesso colore
profondo e abbagliante. Le lunghe ciglia le facevano ombra sul viso color
avorio. Sentì la sua voce carezzevole in quel momento un po’ furente, nelle
orecchie, e non si accorse nemmeno di avere una faccia da ebete, quando Juliet
lo squadrò con un sopracciglio arcuato.
Prima che
i due potessero dirsi qualcosa, Nat si rivolse a tutti ridacchiando
allegramente << Ho immortalato il momento in cui la nostra Juls abbraccia
la Sposina Isterica>>.
Jade
sgranò gli occhi, << Stai scherzando? >>.
<<
Oh ma andiamo. Era solo un abbraccio! Ho concluso un affare. Questo è
l’importante! >> disse in sua difesa la diretta interessata sedendosi, e
accorgendosi che Louis era proprio al lato opposto del tavolo.
<<
Giusto. Ma perché vi rincorrevate per tutta la casa? >> domandò cauta
Allie.
<<
Perché la testa rossa qui vuole mettere la foto del nostro ipotetico
“abbraccio” nell’album dei ricordi di Cloe, e io non sono d’accordo! >>
le rispose pacata.
<<
Andiamo Juls. Ho potuto immortalare la tregua tra la Sposina Isterica e Catwoman.
Non posso cancellarla. >> commentò seria Nat.
Per un
nanosecondo Juliet sembrò darle ragione, ma poi il suo sguardo glaciale scattò su
di lei. << Un momento. Chi sarebbe Catwoman?! >>.
Nat la
guardò con un sorrisetto innocente. << Vuoi farmi credere che la
biancheria che hai nell’armadio sia di tua nonna? >>.
<<
Certo che no, dato che sembra che io abbia aperto un negozio di intimo per te
>> disse in tono canzonatorio, ma in modo che tutti gli altri potessero
sentire.
Con la
nitida immagine di Juliet con addosso una babydoll, Louis per poco non si
strozzò con l’acqua, tanto che Niall gli diede una pacca sulla schiena.
Juls
incrociò il suo sguardo, e lui si sentì accaldato.
Che? Io avvampare? Ma per favore!
Vide
Juliet fare un ghigno malizioso, e questo lo lasciò interdetto. Era l’unico ad
aver sentito quell’affermazione? C’era l’unico maschio seduto a tavola?
Si sporse
verso Niall e gli sussurrò cautamente all’orecchio: << Fanno sempre così
quelle due? >>.
Il biondo
sogghignò << Oh sì. È un vero spasso. Specialmente quando lo fanno tutte
e quattro insieme… >>.
Louis annuì
distattamente, si ricompose e tornò al proprio piatto.
Il pranzo
fu piacevole e molte volte lo sguardo di Juliet ricadde sul viso di Louis. Si
sentiva un po’ a disagio dato che i due non avevano chiarito la vicenda di
quella mattina, ma di certo lei era troppo orgogliosa a parlare per prima.
<<
Juls sai che la scommessa ha coinvolto tutta la famiglia? >> affermò
Harry retorico guardandola da dietro il vetro del bicchiere, mentre lo faceva
dondolare davanti agli occhi.
<<
Mmh…sai che tutti quei soldi che sicuramente avete puntato andranno nelle mie
tasche? >> lo provocò lei con un mezzo sorriso.
<< Non
mettermi alla prova Anderson. La signora G ha puntato più soldi di tutti sai?
>> ridacchiò.
Juliet
scattò verso l’anziana governante. << Oh ma andiamo! >> sbottò
frustrata.
<<
Suvvia bambina. Confido molto nelle capacità del ricciolino, ma se questo candidato
si rivelerà un poco di buono, sarò disposta a ripagarti anche il doppio.
>> Grace si alzò in piedi per sparecchiare.
Juliet le
fece un mezzo sorriso. << Il ricciolino non dovrebbe giocare col fuoco.
>>, poi guardò Jade per una sua considerazione.
Quest’ultima
alzò le braccia in modo innocente, << Non guardare me. Io ho scommesso
solo cento dollari…>>.
Juls la
fulminò con lo sguardo, ma poi ci ripensò e sfoderò un ghigno subdolo. <<
Una scommessa su di me di cui io sono
a conoscenza. Ho la vittoria in pugno. Naturalmente punto su di me il massimo >>.
<<
Sentiti libera di esultare quanto vuoi, ma poi dovrai restituirci la stessa
somma di denaro ad OGNUNO di noi >> la canzonò Niall.
Lei
sbiancò. << Sparate quanti verdoni avete puntato. TUTTI >>.
<<
Io cento. Confido nelle mie potenzialità. >> disse Harry.
<<
Anch’io cento. >> Nat.
<<
Idem. >> alzarono le mani Niall e Allie.
<<
Harry e Nat continuavano ad alzare la quota, ma abbiamo deciso di fermarci a
cento dollari ciascuno. >> le riferì Zayn.
<<
Duecento. >> a sentire quel prezzo da parte della signora G, Juls la
guardò come se fosse pazza.
<<
Ehm scusate. Non vorrei sembrarvi un impiccione, ma di che diavolo state
parlando? >> Louis che per tutta la conversazione era stato zitto e in
disparte, guardò Juliet incuriosito.
Lei
sospirò << I ragazzi si sono offerti di cercarmi un…ehm…partner? >>
quasì non volle dirlo perché era umiliante.
Louis
corrugò la fronte. << E perché mai? >> la guardò così intensamente
che a Juls quasi venne voglia di avvicinarsi per guardare meglio quegli occhi
verde-azzurri.
Lei
sospirò di nuovo. << Guarda. Non ne ho la minima idea.>>, guardò
Harry di sottecchi. << È così ripugnante che io non sia impegnata con
qualcuno? >>.
Il riccio
si alzò dal tavolo e le diede un bacio sulla fronte. << È così brutto
esserlo? >>. Solo Juliet sentì quel sussurro.
Louis si
alzò nello stesso momento in cui si alzò lei, come in sintonia. Lui sembrò volerle
dire qualcosa, ma fu interrotto da una telefonata. Juliet decise di dargli un
po’ di privacy, e così dopo aver salutato tutti gli altri se ne tornò a casa.
Louis si
stava preparando per il matrimonio, quando Harry fece capolino dalla porta
delle sua stanza.
<<
Ehi io vado dalle ragazze. Ci vediamo là allora. >> e si defilò con un
sorriso.
Louis sbuffò
<< Beato te che non devi indossare questa cosa! >> gridò sperando
che lo sentisse.
<<
Lo indosserò anch’io prima o poi! >> gli urlò di rimando, ridendo.
Ottimo.
Quell’orribile giacca non gli stava proprio a genio. Decise di accantonarla,
per mettersi un paio di bretelle nere sulla camicia bianca. In fondo s’intonava
al pantalone scuro, quindi non era un problema.
Rachel lo
aveva chiamato dicendogli che aveva avuto un contrattempo e di non riuscire a
raggiungerlo. Poco male, in fondo a Louis non dispiaceva. Era un tipo socievole
quindi in qualche modo avrebbe trascorso una bella serata.
Prese le
chiavi della macchina e si avviò verso la tenuta.
Juliet
aiutò Allie a posizionare la torta sull’ampio banchetto nel giardino della reggia.
C’era un profumo incantevole di rododentri e primule. Gli sposi avevano scelto un
matrimonio con uno stile autunnale, e le ragazze glielo avevano dato. Foglie
dorate di zucchero ricoprivano la torta a quattro piani, farcita di panna e
crema e meringa. I centritavola erano dei mini boquet ispirati a quello della
sposa : ramoscelli di gelsomino e tulipani gialli.
<<
Okay. Direi che le danze possano avere inizio. >> disse Allie a Jade
tramite l’auricolare all’orecchio.
<<
Sono alla faccenda del bacio. >> le informò.
<<
Servono altri bicchieri. >> notò Allison guardando il banchetto.
<<
Ci penso io. >> Juliet fece partire la musica che avrebbe fatto da
sottofondo finchè non fosse subentrata l’orchestra. Si allontanò e cominciò a
scendere le scale di servizio, superando il personale in uniforme che si apprestava
a servire gli antipasti durante il breve cocktail organizzato per tenere gli
invitati occupati mentre Nat completava i ritratti formali della sposa e dello
sposo, del seguito nuziale e della famiglia.
Salutò
Niall e Zayn, che a quanto pareva erano un po’ a disagio nei panni dei
camerieri, ma non fecero tante storie.
A passo
veloce raggiunse gli invitati e versò qualche drink qua e là, quando si sentì
strattonare per la gonna. Juliet abbassò lo sguardo e vide un bambino moro guardarla
con due occhioni verdi.
Lei
s’inginocchiò quel tanto che bastava, << Ciao. >> gli sorrise.
<<
Ciao. >> rispose timidamente.
<<
Ehi ma tu sei il paggetto della sposa! Matt giusto? >> Juls lo tirò
delicatamente per un dito.
<<
Sì. Tu sei Juliet. Lo so perché sta scritto sulla tua collana. >> indicò
la catenina d’argento che lei portava al collo.
Juls
ridacchiò. << Esatto. Vuoi qualcosa da mangiare? >>.
<<
No… veramente io vorrei ballare, ma sono tutti più alti e grossi di me, e ho
paura di essere spinto…>> abbassò lo sguardo amareggiato.
Le si
sciolse il cuore vedendo quel visino sconsolato, che non potè fare a meno di
mordersi il labbro. Gli prese quel piccolo visetto tra l’indice e il pollice.
Il bimbo alzò il visino triste e lei gli rivolse un sorrisone. << Matt
vuoi ballare con me? Sappi che non sono un portento e non so nemmeno se andrò
al ritmo giusto, ma ti farebbe piacere concedermi un ballo? >>.
Il
bambino si rianimò e annuì esuberante con la testa. Matt le arrivava poco più
sopra al ginocchio, ma Juls prese la sua manina delicata e lo guidò verso il
centro della sala. Lui saltellò contento e i due si misero a ballare lungo la
pista.
Louis
stava chiacchierando con Adam, uno degli invitati. Poggiò il drink sul tavolo,
quando notò delle risate diffondersi dalla pista da ballo. Anche Adam alzò lo
sguardo per poi sorridere << Non c’è uomo o bambino che resista al
fascino di Juliet >>.
Louis si
alzò in piedi per cercare di vederla, ma invano. Non riusciva a vedere un tubo
con tutta quella gente che la circondava. Tornò a sedere lentamente. <<
Ti piace? >> chiese a Adam.
<<
Se mi piace? Wow amico è a chi non piacerebbe? Dico l’hai vista? >>.
Louis
s’incupì. Non era certo un possibile fidanzato per lei. Adam la guardava solo
in un certo modo, e lui aveva afferrato quale…
<<
Dove vai? >> gli domandò Adam una volta che Louis si fu nuovamanete
alzato.
<<
A ballare. >> disse semplicemente dirigendosi verso la folla.
Nat
concentrò la maggior parte degli scatti su Juliet.
<<
Avanti Juls! Ti voglio scatenata! >> le ordinava scattando da una parte e
l’altra.
Juls
rideva, mentre faceva volteggiare Matt tra le sue braccia. Il piccolo aveva
notevolmente un viso più giocoso e contento ora. Si era tolta le scarpe con i
tacchi per i tanti balli scatenati, tra i quali un tango argentino che riuscì a
malapena a seguire come si deve.
Juliet
volteggiò su se stessa come una ballerina che naturalmente non era, e quasi si sbilanciò,
quando sentì il petto di qualcuno alle sue spalle. Lui la sorresse prendendola
per i fianchi. Juls alzò lo sguardo e vide Louis che le sorrideva divertito.
Il suo
alito la investì di sana pianta. Brandy e cannella…un profumo intenso.
La voce
di Louis risuonò dal suo petto in tono roco e profondo, che lei tremò
involontariamente al contatto della sua schiena al torace asciutto e forte di
lui. << Ehi ometto. Mi concederesti un piccolo ballo con lei per favore?
>>.
Matt
sembrò esitare, ma poi ci pensò su << Sei il suo fidanzato? >>.
Juls vide
Louis annuire come se fosse ovvio, poi continuò << Tranquillo. Sono
contento che la mia ragazza si sia
divertita con un altro uomo. Ma adesso mi concedi un ballo con lei? >>.
<<
Sì, non c’è problema. A dopo Juliet! >> disse sorridente Matt salutandola
con la manina.
Le mani
di Louis che adesso si trovavano sul suo ventre erano le mani maschili più
belle che avesse mai visto. Juliet ammirrò le sue mani lunghe e affusolate
tenerla salda a sé.
<<
Ehm…Io sapevo che il ballerino e la ballerina dovessero ballare uno di fronte
all’altra. >> la buttò lì sarcastica. Chissà perché deglutì in modo un
po’ troppo rumoroso.
<<
Concordo. >> le sussurrò all’orecchio. Le prese la mano sinistra e la
fece voltare per poi tornarle a posare le mani sui fianchi.
Lei non
si ritrasse, sebbene fosse un po’ sorpresa dall’azione di poco fa.
Juliet
gli posò un po’ insicura le mani sulle spalle. Istintivamente scrutò il suo
abbigliamento. << Bretelle? >> notò con un mezzo sorriso.
Lui non
smise di tenerle gli occhi puntati nei suoi, ma ammise ridendo: << Odio
le giacche >>.
<<
Oh. >> poi la sua espressione cambiò e lanciò un’occhiataccia alla
fotografa che li stava fissando da un po’. << Nat…>> la rimproverò.
<<
Ops scusate. Ma eravate così… niente niente. Mi dileguo! >> le mandò un
bacio con la mano e cambiò postazione.
Quando
Juls girò la testa verso Louis, se lo ritrovò più vicino di quanto ricordasse.
Quegli occhi la penetravano scintillanti e limpidi. Erano splendidi.
Lui è splendido.
Fortunatamente
quella sua considerazione potè sentirla soltanto lei. Si domandò il motivo del
suo atteggiamento così naturale nei suoi confronti…cosa voleva?
<<
So che potrei sembrarti un po’ ridicola, ma ti prego di non farmi muovere. Sono
stramorta e i piedi mi fanno un male cane. >> fu tutto quello che il suo
cervello riuscì ad elaborare. Il profumo di quel ragazzo le scollegava i
neuroni.
<<
Tranquilla. Voglio solo parlare se non ti scoccia. >> le propose. Stavano
dondolando lentamente, e Juls non potè evitare di trovarlo piacevole. Anzi
dolce.
<<
Certo. Ma potrei sparire nel caso le ragazze dovessero aver bisogno di me
>>.
<<
Va bene. Inizio col dirti che non mi è piaciuto il modo in cui ci siamo
incontrati >> disse guardandola serio.
Juliet lo
guardò attenta, e Louis per un attimo sembrò perdere il filo del discorso, ma
si ricompose, << Sono un po’ “imbranato”, volendo usare il tuo termine.
Lo ammetto, ma non era mia intenzione farti arrabbiare. Il tuo lavoro sembra
molto impegnativo e il mio casino non lo ha reso più facile >>.
<<
Ti ho sottratto dal tuo cavaliere per dirti che vorrei che noi due ricominciassimo
da capo. >> indietreggiò di qualche passo e le prese la mano <<
Piacere. Mi chiamo Louis Tomlinson >>.
Juls
piegò la testa da un lato per poi guardarlo sardonica. << Ookay. Juliet
Anderson. >> disse alla fine.
Amici, Juliet. Vuole diventarti
amico, si disse ovvia.
<<
Quindi adesso è tutto ok? >> le domandò cauto.
<<
Non vedo perché non lo dovrebbe essere. >> constatò con un mezzo sorriso.
Louis
sospirò, ma la fissò guardingo.
<<
Ho qualcosa che non va? >> chiese un po’ a disagio da quello sguardo inquisitore.
<<
Sembra che quella scommessa non ti scalfisca nemmeno. Insomma…non hai opposto
la benchè minima resistenza. Non ti da fastidio che altri decidano al posto
tuo? >>.
Juliet
sogghignò. << Perché non farli divertire? Anche se mi trovassero un sosia
di Brad Pitt, non gliela darei per vinta >>.
Louis la
guardò sospettoso. << Sei un tipetto piuttosto caparbio >>.
Juliet lo
prese come una sorta di complimento, perciò sorrise.
Udì la
voce di Jade chiamarla dall’auricolare. << Juls è il momento di mandare
tutti a casa. Procedi nel tuo campo >>.
<<
Ricevuto. >> le rispose. Alzò gli occhi verso Louis << Grazie per la
chiacchierata, Louis. Ci vediamo. >> fece per andarsene.
<<
Vuoi una mano? >> le chiese avvicinandosi.
<<
Sei un invitato. Potresti sgraffignare un po’ di torta se ti va. Scommetto che
Niall è già in cucina, e aspetta un po’ di compagnia >>.
<<
Oh è un’idea allettante…e tu non vieni? Magari dopo? >>.
<< Io
e le ragazze ci metteremo un bel po’ di tempo. Magari un’altra volta >>.
Juliet si chiese per quale motivo esitasse nell’allontanarsi da quel tizio.
Voleva stare un altro po’ di tempo con Louis? Bè, non aveva tempo per pensarci.
Il suo lavoro non era ancora finito.
Louis non
aveva molta fame, e in effetti il sonno si stava facendo sentire. Prima di
avviarsi verso la sua auto, vide un paio di scarpe a tacco alto lasciate vicino
ad un cespuglio. Le raccolse, ricordandosi che Juls era a piedi nudi quando
stavano ballando. Quindi ipotizzò fossero le sue scarpe. Non era un ladro e
nemmeno una donna, quindi quel paio di Gucci non le sarebbero servite, ma
un’idea catturò la sua attenzione. L’indomani avrebbe avuto una scusa per
scambiare di nuovo quattro chiacchiere con la loro proprietaria.
Juliet si
distese sul divano nello studio di Jade. Ad ogni fine evento, le ragazze si
ritrovavano in quella stanza per la spartizione del compenso.
<<
Santo cielo…ho sonno! >> si lagnò Allie seduta a peso morto sulla
poltrona. << Che carino, Zayn. Se n’è andato senza aspettarmi! >>
disse stizzita Nat a braccia incrociate.
Juls
riuscì a sogghignare, anche se le doleva persino il viso. Nat la fulminò, poi
le fece un ghigno << Cenerentola ha dimenticato entrambe le scarpe?
>>.
Lei
sgranò gli occhi << Dio le ho dimenticate. >>, sospirò, << Fa
niente. Andrò a cercarle domani >>.
<<
Ecco a voi. >> Jade posò il guadagno sul tavolo.
<<
Sento odore di soldi…>> riuscì a mormorare Allie.
<<
Anch’io sorella. >>, Nat fece per alzarsi dal divano, ma ci rinunciò.
<< Sono troppo stanca. Non riesco a muovermi! >>.
<<
Jade…Ho bisogno di un aiutino…>> Juliet alzò la mano e la sventolò verso
l’amica.
<<
Oh ma certo. Ehi Louis, sei ancora qui? >> esclamò con enfasi Jade.
Juls si
alzò di scatto, poi si accigliò << Mi prendi in giro? >>.
<<
Ops scusa. Forse ho delle allucinazioni. >> Jade la guardò maliziosa
<< Come mai quella reazione? >> le chiese avvicinandosi a lei.
Juliet
notò che anche Nat ed Allie si erano avvicinate e la squadravano con i loro
occhi penetranti.
<<
Quale reazione? >> mormorò un po’ a disagio.
<<
Ti abbiamo vista parlare con Louis. >>
<<
Io direi flirtare >> commentò Nat ridacchiando.
Juls le
tirò un cuscino. << Non è affatto vero. Stavamo solo parlando. >>
disse indignata per quell’allusione.
<<
Non scaldarti ragazza. È solo che ho visto come Louis ti guardava e quindi ho
pensato…>> cominciò Nat, ma Juliet la interruppe. << In che senso “
come mi guardava”? >> quasi si sentì imbarazzata a chiederlo.
<<
Quando uscivamo insieme, e ti parlo di un decennio fa, quando ancora avevamo
sedici anni, lui non mi ha mai guardato così…come posso dire…ebete? >>.
<<
Nat per favore. Lo conosco da poco meno di un giorno. Non credo che Louis mi
possa pensare in quel modo…ha solo voluto chiarire il malinteso di stamattina,
nient’altro. >>, le spiegò calma.
<<
Perché t’irrita così tanto che qualcuno possa vederti in un certo modo?
>> le domandò confusa Allie.
Juls si
accasciò sul divano, e sorrise tristemente a tutte e tre. << Perché non
mi sento bella solo perché un ragazzo mi guarda in quel modo. Conosco quello
sguardo e mi fa imbestialire. Tutti quelli con cui sono uscita mi guardavano a
quel modo. A volte mi è capitato di pensare che quello fosse uno sguardo
innamorato… >> rise amaramente. << Ma poi ho capito che non era
affatto così. L’ho capito guardando il modo in cui mio padre guardava mia
madre, e quello sì che era quello che cercavo. Solo che non l’ho mai trovato. E
Luke è stata l’ultima goccia. Mi lascio ammaliare dai ragazzi belli. E quegli
uomini sono soltanto bellissimi…Io mi fido troppo. Sono finita troppe volte con
un sapore di delusione in bocca. Non voglio più tentare di innamorarmi. Basta.
Si vede che il mio destino è quello di essere una zitella con i cani. >>.
Ci fu un
lungo silenzio, ma alla fine Nat aprì la bocca. Anche se le sue parole non erano
quelle che Juls si aspettava.
<<
Ma le zitelle non vivono con i gatti? >>.
Lei roteò
gli occhi al cielo.
Jade le
posò la mano sulla gamba. << Tesoro…perché hai lasciato che facessimo
quella stupida scommessa? Ti avremmo capita, anche se il tuo ragionamento è un
po’ illogico…>> commentò con un sorriso compassionevole.
<<
Bè…forse perché mi farebbero comodo quei soldi. >> scherzò, ma poi tornò
seria. << No sul serio ragazze, non preoccupatevi. Sono curiosa di sapere
quale specie di essere maschile mi troveranno i ragazzi. Davvero. In ogni caso
se non mi piacesse lo manderei dritto dritto nell’Aldilà. Ad ogni modo…perché
dici che il mio discorso è illogico? >> volle sapere un po’ offesa.
Nat,
Allie e Jade scoppiarono a ridere. Lei s’incupì.
<<
Siamo d’accordo sul fatto che i ragazzi con cui uscissi fossero dei bei
fisetti, e anche senza un briciolo di dolcezza o intenzione seria che non fosse
il sesso! Ma ti prego Juliet. Non venire a dirci che non hai intenzione di
innamorarti mai più e che il tuo destino è di stare con una dozzina di gatti o
cani perché e IMPOSSIBILE! Ripeti con noi questa parola! >> le ordinò
scherzosa, ma allo stesso tempo seria Jade.
<<
Voi siete IMPOSSIBILI. >> Juls fece una smorfia.
Nat le
saltò addosso. << Prima che ti venga un’idea folle, del tipo di passare
all’altra sponda…Mi coccoleresti un
po’? Credo che Zayn stia già nel mondo dei sogni…>>.
Juliet
non potè fare a meno di ridere vedendo il broncio disegnato sulle labbra della
piccola rossa. << Mmh… che ne dite di un pigiama party di mezzanotte?
>> propose ad alta voce.
<<
Perché no. Potremmo anche ubriacarci. >> aggiunse Allie riprendendo
lentamente le forze.
Juls si
rivolse a Jade facendole gli occhioni da cucciola.
La riccia
sospirò << E va bene. Ma se non ci svegliamo puntuali domani, spiegherete
voi ai clienti quest’improvvisata notturna! >>
Nat saltò
sul divano << Andata! >>.
Note
dell’autrice
Prima di farvi i dovuti e più sinceri ringraziamenti per le
recensioni del capitolo precendente vorrei dire qualcosa…^_^
Questa storia ho scelto di scriverla in terza persona in
modo da
ampliarne il contenuto. Ho deciso di arricchirla con la descrizione dei
matrimoni così da potervi immergere nel lavoro di queste ragazze
e di farvi divertire, ma naturalmente la storia è incentrata su
Juliet e Louis. Tutti gli altri sono personaggi secondari e ci
saranno dei piccoli momenti dedicati a loro, sebbene in
maniera più restrittiva.
Ed ora vorrei dire GRAZIE a chi
ha recensito, e alle lettrici che sono tornate al mio fianco anche in questo
cammino, e un benvenuto a quelle nuove *__*
Naturalmente ognuno vorrebbe un bel numero di recensioni, ce chi
è
così bravo da meritarsene una cinquantina o un centinaio. A chi
non piacerebbe?
Ma bisogna meritarsele, e questo dipende dalla bravura della
scrittrice. Non negherò il fatto di volervi soprendere e
chissà forse ne avrò sempre di più man mano che la
storia andrà avanti e per voi diventerà più
bella...Incrocio le dita ahahahahaha ;-P
Io sono orgogliosa del numero di recensioni che ho avuto al
capitolo 1 :’) Vi voglio bene ragazze, grazie per le vostre parole. Mi erano
mancate sapete? Quando s’inizia una nuova storia l’ansia comincia a farsi
sentire, o almeno a me succede… Sono felice che a molte di voi quest’inizio sia
piaciuto. Ci metterò tutta me stessa per ripagarvi del vostro sostegno e di non farvi pentire di avermi dato una chance.
P.s. La gentilissima persona che mi ha aiutato a fare la copertina
della storia è ZaynSunshine , non si chiama SaraSunshine,
da quello che avrete potuto notare cliccandoci sopra. Scusate, ahimè come vi
dicevo è l’agitazione che fa brutti scherzi U.u’
Ora vi saluto bellezze :-*
|
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Capitolo 3 *** Capitolo3 ***
finito capitolo 3
Capitolo 3
<<
Louis…>>.
Si sentì
chiamare nel mondo dei sogni.
<<
Louis? >> di nuovo.
Cercò di
aprire gli occhi per vedere chi fosse.
<<
Ti sei svegliato! Buongiorno! >> Rachel gli scoccò un bacio sulle labbra.
Lui si
stiracchiò cominciando a ricordare perché la ragazza si trovasse mezza nuda nel
suo letto.
Rachel
era venuta a “fargli visita” nel cuore della notte. Gli aveva detto che dopo i
numerosi impegni della giornata, aveva bisogno della sua compagnia. Ma Louis
era talmente stanco che il massimo che avevano fatto era stato baciarsi.
<<
Che ore sono? >> biascicò stropicciandosi gli occhi.
<<
Le dieci. Perché? >>.
<<
Oh niente…>> le rispose noncurante alzandosi dal letto.
<<
Louis. >> Rachel parve seria.
Lui si
voltò incuriosito da quel tono. << Sì? >>.
<<
Cosa sono queste? Anzi forse sarebbe meglio dire: di chi sono? >> sibilò puntandogli
in faccia un paio di scarpe da donna.
Louis le
fissò, poi si finse scioccato.
Cavolo,
si era scordato di nasconderle!
<< Probabilmente
di Jade. Scommetto che Harry ha usato camera mia per le sue porcherie…dovrò
chiudere a chiave la porta! >> mentì spudoratamente.
Rachel lo
scrutò a fondo, ma poi scosse la testa. << Ho capito. Scusami >>.
Lui
l’abbracciò. << Sta tranquilla >>.
<<
Oggi stiamo un po’ insieme? >> gli domandò.
<<
Ehm…veramente io dovrei sbrigare una faccenda. Magari ti chiamo io, quando ho
finito, ok? >>.
<<
Mmh…Va bene. Mi toccherà trovare qualcosa da fare allora. >> disse lei,
poi lo baciò e si diresse in bagno.
Juliet
controllò l’agenda degli impegni seduta nella sua comoda e soffice poltroncina
di pelle. Il suo studio era più grande di quelli di Allie, Nat e Jade. Questo
perché il suo lavoro implicava possedere decine di migliaia d’abiti da sposa
disposti in varie altre piccole sale e corridoi adiacenti, che rendevano
l’intera area più grande. La zona lavorativa era situata di fronte al
giardino. Quella vista sui campi di fiori le metteva il buon umore. Si
stiracchiò. Tra un po’ sarebbe venuta Kate. Questa cliente era già venuta in
passato a Promesse, e il suo primo matrimonio sembrava fosse caduto in declino.
A Juliet dispiaceva, dato che Ben sembrava un tipo premuroso e adorabile. Invece
il nuovo futuro maritino era decisamente duro e freddo con la gente intorno a
lui.
<<
Buah…chi le capisce le donne! >> borbottò sola soletta nella stanza. Poi
scoppiò a ridere per quella tipica affermazione maschile.
Si alzò
in piedi e notò che al lampadario doveva essere cambiata la lampadina. Ieri non
aveva avuto tempo, quindi decise si farlo adesso.
Prese la
scaletta e la posizionò sotto il lampadario. Salì e cominciò a svitare la
lampadina consumata.
<<
Buongiorno! >> gridò qualcuno spalancando la porta.
Juliet
sussultò vacillando sulla scala.
<<
Attenta! >> Louis corse da lei allarmato.
Juliet
riprese da sola l’equilibrio, poggiandosi una mano sul petto per calmare il
battito accelerato.
Che
diavolo ci faceva lui qui?
<<
Meno male. Mi hai fatto prendere un colpo! >> esclamò lui sospirando
sollevato.
<<
Tu?! >> sbottò Juliet scettica.
<<
Sì può sapere che stai facendo? >> le chiese guardandola dal basso.
<<
Cosa pensi che stia facendo? >> lo rimbrottò retorica mostrandogli la
lampadina.
<<
Bè scendi di là. Non credo che tu abbia un buon equilibrio. Faccio io. >>
decise Louis, afferrandola per le gambe.
<<
Louis! >> gridò contrariata Juliet, e istintivamente poggiò le mani sulle
sue spalle, altrimenti sarebbe caduta di sicuro.
Con un
movimento fluido lui le afferrò le gambe portandosele ai fianchi.
Lei riaprì gli occhi sebbene timorosa.
Lui
saltellò sul posto ridacchiando con lei in braccio.
<<
Ti sembro forse un’inetta? Potevo farlo benissimo da sola! >> si lamentò lei
tentando di divincolarsi.
Louis alzò
gli occhi al cielo sorridente. La tenne stretta a sé, poi le disse <<
Perché sei così cocciuta? >>.
<<
Io non sono cocciuta! >>.
<<
E così irascibile >>.
<<
Non sono…>> poi sbuffò stizzita e rassegnata. << Perché agisci
senza pensare? >> gli domandò di rimando con lo stesso tono saccente di
lui.
Louis
scoppiò a ridere, facendole defluire la collera che tanto sperava di mantenere.
Per caso la sua risata è un
anestetico? Chiese
a se stessa sconcertata.
<<
Sono impulsivo lo ammetto. Invece tu sei molto riflessiva, lo vedo da quegli
occhi ambrati che incutono un “stai indietro”, come se dovessi stare sempre in
guardia. Perché non ti rilassi un po’? >> la incitò Louis sereno e
allegro, facendola ciondolare come se seguisse un qualche sottofondo musicale.
Sto in guardia dagli uomini
maledettamente affascinanti come te! Ecco perché non mi rilasso! Avrebbe voluto urlargli Juliet,
ma si morse la lingua per trattenersi.
<<
Sai che non ci troviamo in uno di quei centri dove tutte le persone si
confidano tra loro iniziando con la frase: “ Salve a tutti mi chiamo Pingo
Pallino e ho un problema…”? >> ribattè invece in verso di scherno.
Louis
rise un’altra volta, e lei sorrise suo malgrado. Le piaceva la sua risata. Aveva
qualcosa di contagioso. Il modo in cui quelle labbra sottili e morbide
s’increspavano in un sorriso abbagliante, le faceva venire una voglia matta di
rinchiuderlo in un bacio.
Santissimi numi! Cosa vado a
farneticare!
Finalmente
riacquistò un’adeguata lucidità. << Perché sei venuto? >> riuscì a
domandargli. Come riusciva Louis a farle dimenticare le cose soltanto con una
risata?
<<
Ieri sera quando ballavamo eri a piedi nudi. >> disse risoluto.
Lei
spalancò gli occhi palesemente confusa. <<
Che diavolo centra ora questo?! >>.
<<
Sei anche un po’ distratta. >>
<<
Ancora! Hai finito di farmi la radiografia? >> disse frustrata. Poi si
accorse che era ancora tra le sue braccia.
Già. Proprio distratta.
Si rimise
in piedi sulle sue gambe.
<<
Dove sono le tue scarpe? >> le domandò Louis malizioso.
Ma questo è pazzo! Le mie scarpe
sono…
Juliet
arrossì leggermente. << Ehm…Sono…sparite. >> mormorò.
Quella
mattina era uscita a prenderle nel punto in cui le aveva lasciate durante
l’evento, ma non le aveva ritrovate.
<<
Che peccato perdere un bel paio di Gucci…>> commentò Louis guardando
altrove.
<<
Già…>> annuì Juliet sbuffando, poi riflettè su quello che le aveva appena
detto. Alzò un sopracciglio << Io non ti ho detto di che marca erano
>>.
Lui ridacchiò << Davvero? Oh devo essere un indovino allora >>.
<<
Devo presumere che tu sia gay Tomlison? Se volevi le mie scarpe, bastava
chiedere. >> disse Juliet con un ghigno beffardo.
Louis
smise di ridere. << Hai arrecato una bella offesa al mio amichetto giù in
fondo, lo sai? >>.
Juliet
soffocò una risata. << Che peccato. Bè allora posso riaverle indietro?
>> gli richiese.
<<
No. Direi che ti meriti una punizione per la grave accusa che mi hai inflitto
>>. Prima che Juliet potesse chiedergli di cosa stesse parlando, Louis la
buttò sulla poltrona e si precipitò su di lei, facendole il solletico.
<<
No. Ti prego smettila! >> tentò di ribellarsi ridendo come un’esaltata.
<<
No, se prima non ti rimangi quello che hai detto. >> la minacciò Louis continuando
a punzecchiarla con le dita.
<<
Mai! >> si oppose Juliet, riuscendo ad afferrargli le mani.
Lui
sembrò sorpreso dalla sua stretta salda. Soltanto per un attimo
perchè cominciò ad avvicinarsi al suo volto.
<<
Mollami piccola. >> le ordinò con un sussurro. Per un momento Juliet
vacillò guardandolo, mentre si avvicinava lentamente.
<<
E se non volessi? >> gli chiese, sorpresa lei stessa dal suo strano tono
nervoso e…eccitato.
Louis fu
a pochi centimetri dalle sue labbra.
<< Farei
qualcosa di cui potrei pentirmi. >> le sussurrò.
Lei
deglutì, sentendo come le sue guance si colorassero al sentire il suo alito
caldo sulle labbra.
<<
Perché dovresti pentirtene? >>. Ormai Juliet parlava a ruota libera, i
suoi istinti avevano preso il timone della sua barca, prendendone la guida che
lei aveva tentato con tutte le sue forze di controllare.
Quel bel
visetto la stava tentando, e Juliet doveva riprendersi.
<<
Juliet…>> il suo nome pronunciato dalla voce di Louis, lo rendeva un
suono dolce ed erotico.
Louis tentò
di distogliere lo sguardo da quella labbra piene e invitanti. Era a corto
d’ossigeno, semplicemente standole ad una distanza minima. Gli occhi di Juliet
brillarono di malizia e lui non potè fare a meno di sorriderle dolcemente. La
sera prima le aveva proposto di cominciare da capo. Come amici, ovvio. Ma
quella ragazza era troppo tenace per i suoi gusti. Provocava in quel modo tutti
i sui amici maschi? Era confuso, e non riusciva a capirne il motivo.
<<
Juliet…>> sussurrò il suo nome assaporandone il suono e il piacere che
gli dava nel pronunciarlo. Come se anche il suo semplice nome fosse una qualche
forma di droga tentatrice…
Un suono acuto
li fece sussultare entrambi.
Juliet ringraziò
il cielo di quell’aiuto divino. Lo fece indietreggiare, dandosi una sistemata
per poi correre alla porta.
Louis
guardò con la coda nell’occhio il suo fondoschiena. Era così sexy stretto in
qui pantaloni neri che portava addosso. Si alzò anche lui di scatto, andando
verso il lampadario. Non voleva interromperla ancora. Aveva capito che l’aveva
sottratta da un incontro con una cliente, perciò per non dare sospetti si
atteggiò nei panni di un’elettricista.
<<
Kate accomodati, vedo che hai portato qualcuno con te! >> le sentì dire.
Sorrise notando che la voce di Juls fosse un po’ roca. Poi strabuzzò gli occhi
nel vedere una ragazza a lui fin troppo familiare.
<<
Louis? >> Rachel lo guardò di sbieco.
<<
Rachel. >> la buttò lì accennando ad un sorriso impacciato.
<<
Che ci fai qui? >> gli domandò la bionda.
<<
Ehm…Io… >> lampo di genio, << Io sono qui per aggiustare questo
lampadario! Si è rotto, e Juliet mi ha chiesto se potevo ripararlo. >> le
spiegò pratico.
<<
Vi conoscete? >> domandò Juliet fissando prima Rachel e poi Louis, curiosa.
<<
Sì stiamo insieme. >> disse schietta la ragazza.
Lui
s’impietrì. Aveva estromesso quel piccolo particolare dalla sua testa.
Merda!
<<
Oh bè allora perché non farlo sedere accanto a voi, no? Tanto sosterrei che
abbia finito con quella lampadina >> esordì subito dopo Juliet.
Louis non
potè credere alle proprie orecchie. Poi incoraggiato da chissà quale forza
interiore, posò gli occhi su di lei. Il suo tono era diventato professionale e
l’espressione imperturbabile.
<<
Oh sarebbe meraviglioso! >> concordò entusiasta Rachel. << Amore
vieni qua! >>.
Louis
scese lentamente dalla scaletta dirigendosi verso il divanetto. S’irrigidì di
colpo, quando incrociò lo sguardo freddo di Juliet.
La vide
tendere la mano a Kate. << Allora, diamoci da fare. Ho molti abiti in
serbo per te. >> le disse con un sorriso tenero, che Louis invidiò
profondamente.
<<
Oh sono emozionata, molto di più della prima volta. Dov’è Natasha? >> le
chiese Kate guardando la porta.
<<
Qualcuno mi ha invocato? Eccomi qua splendori! >> Nat entrò radiosa con
la sua macchina fotografica in mano.
<<
Splendore? >> la chiamò Juliet priva di sarcasmo, << Puoi portare
qualcosa da bere a Louis e alla sua FIDANZATA? >> l’ultima parola suonò
sillabata e pungente.
Il
sorriso di Nat sbiancò, guardando i due seduti sul divanetto.
Louis
sperò di diventare invisibile. Totalmente invisibile.
<<
Certamente. >> Nat assunse anche lei quel tono professionale, che a lui
non sfuggì come qualcosa di negativo.
Vide Juliet
ringraziarla, e dirigersi verso il camerino con Kate.
<<
Cosa ci fai qui? >> chiese a sua volta Louis a Rachel, una volta rimasti
soli.
<<
Te l’avevo detto che avrei trovato qualcos’altro da fare. Così ho chiamato mia
cugina Kate, e lei mi ha detto che sarebbe andata a scegliere l’abito per il
suo matrimonio e così ho deciso di accompagnarla. E tu da quand’è che ti occupi
d’impianti elettrici? >>.
<<
Ehm veramente è sempre stata una mia passione segreta…>>. Non era male
come bugiardo dovette ammettere, anche se si sentiva un verme schifoso.
Per tutto
il tempo Rachel non fece altro che commentare ogni singolo vestito, mentre lui
annuiva e basta, senza alcun segno di partecipazione. Era occupato a guardare
l’atteggiamento di Juliet. Sembrava totalmente presa dagli abiti da sposa da
dimenticarsi della sua presenza.
La sua mente
vagava nel ricordo, prima che Kate e Rachel arrivassero. Quando lui e Juliet
erano così vicini dallo sfiorarsi con le labbra. Il suo tono eccitato e
provocatorio che lo aveva mandato nel pallone, nonché in un eccitazione
incredibile.
Che importanza ha tutto ciò? Io sono
impegnato. Non sono mica un traditore, un uomo che tradisce la sua compagna, ricordò a se stesso.
La sua
ragazza, che in quel momento stava guidando la sposa nella scelta dell’abito…
Cervello di gallina, non è lei!
Ventiquattro
con Juliet e si era rincretinito.
Niente da
fare, si sentiva un perfetto idiota.
<<
Nat guarda questo. >> la incitò Juliet sorridendo a Kate.
<<
La mia macchina fotografica approva in pieno. >> annuì dandole il cinque.
<<
Lo penso anch’io. Questi fiorellini sulla gonna sono deliziosi. >>
commentò Kate guardandosi allo specchio.
<<
Aspetta! >> Juls corse a prendere qualcosa in camerino. Quando tornò,
Louis vide che aveva in mano un velo con il diadema.
<<
Posso avere l’onore? >> chiese a Kate ammiccando.
Julet lo
adagiò sulla chioma color platino della donna. Le sistemò il velo, poi le
rivolse un sorriso compiaciuto. << Adesso…è perfetto. >> .
<<
Rachel che ne pensi? >> Kate si girò verso di lei in cerca d’approvazione.
In tutta
risposta afferrò la mano di Louis e saltellò sul divano contenta. <<
Bellissimo! Ho deciso: quando io e Louis ci sposeremo verrò da Juliet per la
ricerca dell’abito perfetto! >>.
Lui restò
a bocca aperta. << Non è troppo presto per dire una cosa del genere?
>> riuscì a mormorare all’orecchio della ragazza.
Rachel lo
guardò, << Louis, quando c’è amore tra due persone non è mai troppo
presto >> affermò in tono concitato.
Stava
dando spettacolo nel momento e nel luogo sbagliato. Sentì qualcuno tossire
falsamente, e si accorse che si trattava di Juliet.
<<
Sarò…>> scosse la testa, facendo un sorrisetto, << Promesse sarà
felice di avere un nuovo cliente. >>, si girò verso Nat e questa annuì
subito.
Quando
Kate, Rachel e Louis lasciarono la stanza, Juliet guardò Nat circospetta.
<<
Nat tu sapevi che Louis fosse come dire…>> le uscì un grugnito di
disgusto.
Nat la
conosceva troppo bene, per sapere che Juls si stava trattendendo dall’esplodere.
<<
Juliet, te lo giuro. Lo saputo solo stamattina da Zayn. Mi ha detto che la
biondina doveva essere al matrimonio di Jason e Sarah, ma per un imprevisto non
è riuscita a venire…>> disse.
<<
E ha pensato bene di ingannare il tempo. >> mormorò lei con un sorriso
freddo, pensando alle sceneggiata messa in atto lungo la pista da ballo.
<<
Juls >>
Lei si
voltò verso l’amica.
<<
Ti conosco bene. So leggere i volti e so leggere te. Non sarà che…>>, fu
interrotta da Louis che bussò alla porta già aperta.
<<
Scusami. Nat puoi lasciarci soli un attimo, per favore? >> le chiese
speranzoso.
Per un
attimo la rossa esitò, ma poi annuì. Mimò a Juls con le labbra un ‘a dopo’ e si
congedò.
Juliet si
disgustò di se stessa per l’atteggiamento con Louis di poco prima. Lo aveva
istigato a baciarla.
Che mi serva da lezione. È bello e
stronzo proprio come tutti gli altri.
Louis si
avvicinò, ma lei si ritrasse in modo brusco.
<<
Non ti avvicinare. Dico sul serio. >> lo ammonì a denti stretti.
<<
Perdonami Juliet. Non era mia intenzione fartelo sapere in quel modo…>>.
Lei
scoppiò in una risata quasi isterica. << E di cosa dovresti scusarti? Chi
sono io per offendermi del fatto che tu sia impegnato con un’altra? Siamo amici
Louis. Va tutto bene. >> Lo guardò imperturbabile.
<<
Non voglio che tu pensi che io prima potessi fare…>>.
Lei lo
interruppe, << Non stavi per fare NIENTE. Perciò non ti devi preoccupare.
Rachel non dubiterà del tuo amore. >> fece un mezzo sorriso languido.
<< Quindi
è tutto apposto? Voglio dire tra me e te? Noi siamo…>> Louis esitò.
Averlo vicino come amico non sarà
così male, in fondo mica mi ero presa una cotta? Non sono più la tonta che
s’innamora al primo impatto. Direi che ho imparato già troppo volte la lezione.
<<
A-M-I-C-I. Semplice no? >> lo schernì lei.
Juliet
ripetè a se stessa che quel momento sulla sua poltrona non era stato altro che
un gesto affettuoso con un amico. Non
conosceva Rachel, non le interessava nemmeno conoscerla, ma una cosa era certa.
La biondina dagli occhi celesti era la ragazza di Louis. Chi era lei per
mettersi in mezzo tra quella ragazza e il suo nuovo amico?
Quell’attimo
spensierato e provocante, era di certo dovuto ad un momento pre-mestruale. Sì,
doveva essere sicuramente così. Ecco perché i suoi cazzo di ormoni erano in
subbuglio.
<<
Già. Bè io ora devo andare. Ci vediamo allora >>.
Lei
riuscì a fargli un sorriso rassicurante. << Ci vediamo Louis >>.
Nel
pomeriggio Louis decise di vedere un film. Dannazione, o era il film senza
senso oppure era lui a non avere la testa in quel momento!
Amici.
Così gli
aveva detto Juliet. Non aveva nulla in contrario, ma perché non riusciva a
pronunciarlo pensando a lei? Ridicolo. Conosceva
quella ragazza da un giorno
appena. E più se lo ripeteva più la situazione gli sembrava profondamente
ridicola.
<<
Già. La conosco da poco, quindi la parola amica è una parola affrettata no?
Amici si diventa con il tempo…>> pensò ad alta voce solo soletto nel
salotto deserto.
Una
vocina nel suo profondo incoscio gli stuzzicò una domanda…
Vuoi essere amico di Juliet?
Vorrai esserlo oppure vorresti essere qualcosa di più intimo per lei?
Louis non
seppe rispondere. Lei aveva suscitato in lui una sensazione particolare. Una donna bella e
caparbia. Non ne aveva mai conosciute di una natura così tenace. Era un uomo e
si sentiva stuzzicato da quella nuova visione di femminilità e forza. Si era
persino dimenticato di restituirle le scarpe. Ma come gli ripeteva sempre sua
madre: a volte era più il suo istinto ad agire che non la sua testa.
Sobbalzò
nel sentire una vibrazione sotto il suo sedere.
<<
Pronto? >> esordì prendendo il cellulare.
<<
Figliolo sono io. >> annunciò sua madre.
<< Ehi
ciao mamma, come stai? >>.
<<
Bene. Ho bisogno che tu faccia una cosa per me. >> passò subito al
nocciolo della questione.
Louis
sospirò << Dimmi >>.
<<
Devi consegnare degli acquisti a dei vari clienti. Su, muoviti a venire in
negozio >>.
Sua madre
riattaccò senza volere neanche una conferma da parte del figlio.
In ogni
caso Louis era stufo di stare in panciole sul divano ad arrovellarsi le membra,
quindi si mise in marcia.
<<
Ehi siete qui. >> disse Jade nel vedere Nat e Allie in cucina a mangiare biscotti.
Nat le
passò un biscotto, poi la informò sull’incontro con Kate e la biondina.
Jade
annuì lentamente << Mmh…capisco. Quindi solo i ragazzi sapevano di questa
relazione…>>.
<<
Harry non ti ha detto niente? >> chiese Nat. Jade fece segno di no con la
testa.
Allie le
guardò con occhi carichi di mortificazione. << Ieri mattina Louis ha
menzionato la cosa. C’ero anch’io, ero andata a farmi una tazza di thè, ma
prima che possiate sgridarmi o urlarmi contro, dovete sapere che l’ho
praticamente rimosso dal cervello. Avevo un forte mal di testa e non ho
elaborato l’informazione. Forse non ho sentito bene a causa del rumore del
bollitore. Ma non credevo che la notizia fosse importante per Juls…>>.
Jade e
Nat si guardarono nervose. << Nemmeno noi pensavamo fosse
importante…>> ammisero.
<<
Voi credete che Juliet si sia presa una cotta per Louis? >> bisbigliò Allie
alle altre due.
<<
Non ne ho la minima idea…>> disse Jade, poi guardò Nat per una sua
considerazione.
<<
Juliet lo guarda in modo…>> ci pensò su prendendo un biscotto, <<
In sostanza è lo stesso identico sguardo che uso io quando guardo Zayn >>
decise infine.
Allie e
Jade sgranarono gli occhi, certe che Nat fosse un asso nel capire certe cose.
<<
Se è così, non è una buona cosa. Juls soffrirebbe un’altra volta e non voglio
assolutamente questo. >> Allie divorò un biscotto al cioccolato con foga.
<<
Louis ha la classica fama del perfetto don giovanni >> dichiarò Nat.
<< Niente
di meglio per una ragazza che ne ha avuto abbastanza con i don giovanni. No. Louis
è categoricamente un caso fuori discussione. Chiederò a Harry di darsi una
mossa con quella “ricerca”, perché ne va del cuore della nostra migliore amica.
Anzi, aiuteremo anche noi i ragazzi nel trovare la dolce metà di Juliet. Ci
state? >>. Quando Jade s’impuntava non c’era frana che potesse smuoverla.
<<
Ci stiamo.> annuirono le altre due.
Allie si
guardò intorno, riflessiva. << Juls? >> domandò alla fine.
<<È
con Kyle. >> le rispose Jade.
Le tre
ragazze sorrisero.
Louis
passò per vari isolati intorno al Parco di Londra. Dopo aver terminato le
consegne parcheggiò la macchina. Voleva rilassarsi un po’ sulla soffice erba
del Parco. Erano le sette e mezza, e le persone continuavano a grogiolarsi in
quel paradiso terrestre. Si sedette su una panchina e si mise a guardare i
bambini che giocavano nell’attrezzatissimo parco giochi.
Sorvolò
con lo sguardo il resto dei passanti. Molte coppiette passeggiavano
romanticamente sulle collinette. All’improvviso vide un fresbee volare in
lontananza. Il cane lo riportò al padrone e quando Louis ne riconobbe
l’identità rimase di sasso.
<<
Bravissima Maya. Forza di nuovo! >> la voce di Juliet incitò l’animale lanciando
di nuovo il disco.
Lei non poteva
accorgersi della presenza di Louis, perché un grosso albero gli faceva da ombra
oscurandone la sua figura.
Juliet
non era sola. Con lei c’era un ragazzo. Lo studiò da cima a fondo: alto quasi
un metro e novanta, ben piazzato e biondo. Non riuscì a identificare il colore
degli occhi, ma ipotizzò fossero chiari.
<<
Vieni qua! >> le ordinò il tizio prendendola tra le sue braccia.
Juliet non
oppose la benchè minima resistenza, anzi si lasciò stringere a lui.
Il ragazzone le posò un bacio sui capelli cominciando ad accarezzarli.
Louis non
era un tipo aggressivo, ma si sentì pervadere da un moto di stizza verso
entrambi.
Chi
diavolo era quel ragazzo? E perché Juliet si lasciava smielatamente coccolare
da lui?
Note
dell’autrice
Ehi ragazze!
Il terzo capitolo è sfornato :-)
Come vi sembra?
Diciamo che vi ho lasciato interdette…e vi capisco.
Molte di voi mi hanno scritto di essere contente che tra Juliet e
Louis adesso che si sono chiariti vada tutto bene…mmh non lasciatevi ingannare
eh eh eh L.L
Juliet e Louis hanno due caratteri forti e complessi, e col tempo
capirete cosa intendo.
Intanto…chi è questo misterioso ragazzo che Louis ha visto con
Juliet?
Nel prossimo capitolo qualcuno combinerà un disastro causando una
gelida discussione…chi sarà?
E scoprirete molti più particolari sulla vita di Juliet.
Cos’altro posso dirvi?
Che siete fantastiche a lasciare meravigliose recensioni e che io
vi ringrazio del sostegno che mi state dando? Siete davvero
stupende! :’-) Un enorme grazie a quelle personcine che
hanno messo la mia storia tra le seguite, ricordate e preferite!!! E
grazie anche a chi legge silenziosamente anche se mi piacerebbe sapere
cosa ne pensa, ma la scelta spetta a voi.
Attendo le vostre recensioni che mi fanno sempre lacrimare di gioia
quando le leggo ^_^ Non sorprendetevi, perchè è la
pura verità.
P.s. Vi lascio due foto dei One alla chiusura delle Olimpiadi <3 Erano bellissimi e mi si è sciolto il cuore *_*
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Capitolo 4 *** Capitolo4 ***
capitolo4 pronto
Capitolo 4
Juliet
entrò in cucina, accompagnata da Allie.
<<
Buongiorno a tutti. >> fece salutando Jade, Nat e la signora G.
<<
Buongiorno. Avete preferito fare qualche ora di sonno in più voi due? Non vi ho
viste in palestra. >> disse Jade accomodandosi sulla sedia.
Juls ed
Allie la imitarono ridacchiando.
Juliet aveva adocchiato un possibile tipo
d’abito da sposa per Danielle, e quindi aveva coinvolto la partecipazione di
Allison, felice nel giudicare insieme a lei.
<<
Chiediamo scusa. Ma si trattava di lavoro, quindi dobbiamo per forza essere
scusate. >> convenne Allie.
<<
Ah sì? >> la derise Nat. Allie le lanciò un’occhiataccia ammonitrice.
<<
Avanti mangiate le frittelle dolci altrimenti saranno da buttare, ed io non
butto via il mio cibo! >> le avvisò la signora G mettendo fine alla loro
discussione. Il Quartetto annuì obbediente.
<<
Sissignora! >> gridò euforica Juliet mettendosene una nel piatto.
<<
Come mai così di buon umore? >> le chiese Nat.
Lei
sorrise sorniona. Ieri aveva passato un totale pomeriggio di serenità. Ci
voleva proprio, e quale modo migliore per appianare lo stress se non stare un
po’ con la sua adorata cagnolina e Kyle?
<<
Come sta Kyle? >> le chiese allora più esplicita la rossa.
<<
Bene. Ma vorrei che stesse meglio. Magari con una donna…>> pensò ad alta
voce Juliet.
<<
Interessante. Hai già una freccia pronta Cupido? >> domandò Allie
scherzosa.
<<
Mmh…stavo pensando a Phoebe. >> azzardò lei.
<<
Mia sorella?! >> Jade sbarrò gli occhi incredula. << Dici sul
serio? >>.
<<
Perché no? Si conoscono da parecchio, e lei mi piace. Chissà potrei mettere una
buona parola su di lei con Kyle. Per lui conta molto la mia considerazione di
una sua possibile compagna. >> si pavoneggiò Juliet sorridendo.
<<
Ci credo. Ma Phoebe sarà della stessa opinione? >> azzardò cauta Jade.
Juls
mandò via quella domanda con un gesto di nonchalance, poi divorò quello che
rimaneva della sua frittella. << Lo diventerà. In fondo il ragazzo di cui
stiamo parlando è un bel bocconcino. Chi non cadrebbe ai suoi piedi? >>
disse spavalda alzandosi dalla sedia.
Le
ragazze annuirono concordanti.
<<
Buongiorno. >> Harry salutò Louis intento a vestirsi.
Quest’ultimo
grugnì.
<<
Cosa ti prende? >> domandò il riccio corrugando la fronte. Era raro che
Louis fosse di malumore.
<<
Niente. >> buttò lì allacciandosi le scarpe.
<<
Amico dico sul serio. Si può sapere cos’è quella faccia incazzata? >>.
<<
Te l’ho detto. Non ho niente! >> ringhiò.
Harry
alzò le mani in segno di resa. << Va bene. Io vado al lavoro. Ci si vede
più tardi >>.
Louis
annuì secco. Prese le chiavi dell’auto e si diresse verso la sua destinazione.
Juls stava
sfogliando il raccoglitore dei disegni di Allison, osservando i dettagli di
ogni abito. Ce n’era uno che la catturò incredibilmente.
<<
Allie. >> chiamò l’amica al suo fianco, strattonandola per un braccio.
<<
Mmh? >> mugugnò lei, mentre finiva una bozza di un abito stile anni
Cinquanta.
<<
Quest’abito, sì insomma non ti sembra Natasha? >> chiese mettendole
davanti il disegno.
Allison
lanciò un’occhiata al disegno, poi fece un sorrisone.
Juliet
annuì alla sua espressione. << Gonna a balze. Corpetto a cuore. Strascico
lungo e romantico. Potremmo aggiungere dei diamantini sul corpetto, magari
alcuni che mettono in risalto il seno….>> si lasciò andare come al solito
alla sua immaginazione romantica e fantasiosa quando si trattava
nell’accoppiare l’abito alla sposa.
Allie
rise notando il suo stato in trance. << Juls torna qui con me! >>
la schernì.
Lei alzò
un sopracciglio inarcando un sorriso. << Ho già in mente anche il tuo
abito >> la informò maliziosa.
Gli occhi
blu di Allison s’illuminarono pieni di stupore. <<
Ooh…è nel mio repertorio di disegni? >>
domandò
entusiasta, e Juliet annuì. << Quindi mi stai dicendo che
il mio ipotetico abito
perfetto, lo abbia già disegnato, solo che non ho capito che era
il MIO abito
da sposa? >>.
<< Esatto >>.
Allie
parve pensosa, poi sbuffò. << Non posso resistere così tanto per vederlo.
Niall James Horan datti una mossa altrimenti sarà peggio per te! >> gridò
ad alta voce, anche se il biondo non era lì.
Juliet
scoppiò a ridere. Poi Allie la guardò con un broncio, ma alla fine si aggiunse
anche lei alla sua risata divertita.
<<
Non prendermi in giro Anderson! Presto sarai nella mia stessa identica
situazione! >> l’ammonì sorridendo, e puntandole l’indice contro.
Come no. Magari il mio futuro
sposo entrerà da quella porta proprio adesso! Pensò Juliet tra sé e sé ironica.
<<
Louis che ci fai qui? >> domandò curiosa Allie guardando verso la porta.
A Juliet
si rizzarono i peli sulla nuca. Si voltò lentamente nella stessa direzione.
E lo
vide. Jeans, maglietta a righe e bretelle.
Sorrise
impercettibilmente. Era così bello.
Bellissimo
come un dio, pensò.
Serrò la
bocca mezza aperta.
Quel bel
dio del sole la stava guardando…in cagnesco.
Che gli prende?
Com’è
bella…bella e bugiarda, si disse Louis incredulo.
<<
Louis? Allora mi rispondi? >> sentì la voce di Allison, ma la ignorò
guardando invece due occhi ambrati scrutarlo confusi.
<<
Ehi >> Juliet si avvicinò con un sorriso.
<<
Ti piace giocare eh? >> disse secco.
Lei si fermò,
inclinò la testa << Come dici? >>.
<<
Avrò anche sbagliato a non parlarti di Rachel, la mia ragazza. Ma non ti è
dispiaciuto provarci con me su quella poltrona. >> bofonchiò amaro.
<<
Di che diavolo stai parlando? >> Juls sembrò innervosirsi.
<<
Io vi lascio soli…>> fece Allie alzandosi, ma lui la fermò alzando la
mano. << Ho quasi finito Allison, non c’è bisogno che tu vada via
>>.
Poi
continuò << Ti sembro un’idiota? Ecco perché hai detto che volevi essermi
amica…perché la ragazza qui è già bella che occupata! Mi hai preso per un
possibile amante?! >> sibilò adirato.
La vide
spalancare gli occhi dallo stupore. << E chi sarebbe questo “lui”?
>>.
<<
Ti ho vista ieri cosa credi! Volevi tenerlo nascosto? >> cominciò, poi
notò qualcosa sulla pelle di Juliet.
Un
tatuaggio su un fianco, che in quel momento era scoperto per via della
maglietta legata in vita.
Una
scritta in corsivo che ritraeva un nome maschile: David.
A quel
punto Louis perse il controllo, accecato dalla rabbia. << Te lo sei
coperto bene il nome del tuo fidanzatino sulla pelle eh! >> sbottò
furente.
Juliet si
guardò il fianco poi lentamente cominciò a capire. << Louis…>> disse flebilmente.
<<
Che c’è? Abbiamo tolto la maschera ipocrita? >>. Non riusciva nemmeno lui
a trattenere le parole che uscivano a fiumi. Si era fatto un’idea del tutto
diversa di Juliet.
Ma in
fondo mai giudicare dalle apparenze.
<<
Anche se non ti conosco, ormai ho capito che persona sei >> continuò lui con
una smorfia sprezzante.
Allison
si alzò di colpo guardandolo, torva. Louis si chiese il motivo di quell’astio da
parte sua. Aveva semplicemente detto la verità.
<<
Hai ragione. Tu non mi conosci.
>> disse Juliet con un ghigno amaro sulle labbra. Lui si girò verso di
lei, e vide i suoi occhi ambrati velati di gelo. << Non voglio scomodarti
a darti spiegazioni vista la tua risoluta opinione di me >>.
<<
Non ci posso credere! >> la derise lui << Adesso fai anche
l’offesa? >>.
Lei
s’irrigidì e lo guardò con disprezzo. << Ah e così? Bene. Eccoti
accontentato. Il ragazzo che era con me ieri pomeriggio al Parco, si chiama
Kyle >> lo informò.
<<
Non m’interessa. >> disse increspando le labbra in un’altra smorfia.
<<
Louis! >> Allison che fino a quel momento era rimasta in silenzio, lo
guardò furente. << Kyle è suo fratello >>.
Lui non
se la beveva. << Come no >> borbottò. L’avevano preso per
un’idiota?
<<
So a cosa stai pensando: Non c’è alcuna somiglianza tra me e lui... >> disse
Juliet criptica, << Non esistono solo fratelli di sangue. >> lo
ammonì con un ghigno glaciale.
Louis
rimase interdetto. Un momento…voleva dire che…?
Come se
gli avesse letto nel pensiero, Juliet annuì lentamente. << Mi hanno
adottata. E il nome che vedi qui >> si toccò la pelle incisa, << è
il nome del mio padre adottivo >>.
<<
Perché tatuarsi il nome di tuo padre? C’è un motivo? >> biascicò Louis,
anche se aveva timore nel sentire la risposta.
Lei
abbassò lo sguardo. << Lui non c’è
più >> mormorò cinerea.
È morto….Oddio.
Si
avvicinò a lei d’impulso. << Oddio Juls…>> tentò, ma lei lo interruppe
bruscamente.
<<
Basta così. >> gli ordinò dura. Poi guardò Allison. << Allie ci
pensi tu a posare i raccoglitori? >>.
<<
Sì, non preoccuparti. >> le sorrise l’amica in un gesto rassicurante. Lei
ricambiò il sorriso, ma scemò subito e lasciò la stanza.
<<
Coglione >> ringhiò Harry sbattendo la birra sul tavolo da gioco. La loro
serata a poker non stava procedendo per niente bene. Allie aveva raccontato a
Niall quello che era successo.Il biondo lo aveva raccontato a Zayn, e di
conseguenza lo sapeva Natasha. La rossa trascinò nella cospirazione contro
Louis anche Jade e Harry.
Il riccio
sembrava volerlo strangolare. Come tutti del resto. E la cosa peggiore, era che
se lo meritava eccome quel trattamento. Louis si sentiva il peggiore dei
bastardi. La sua impulsività aveva superato il limite. Trangugiò dalla sua
bottiglia, ma la ripose con disgusto sul tavolo.
Gli occhi
verdi del suo migliore amico brillarono infuocati.
<<
Lo so. Rompimi il culo. Me lo merito. >> gli disse Louis guardandolo negli
occhi.
<<
Credimi. Lo farei volentieri, ma toglierei questo piacere a Kyle. Fortuna che
non lo sa, altrimenti saresti già morto >>.
Sospirò. Cosa poteva fare? Dopo quello che era successo aveva tentato di
inseguirla, ma Allison lo aveva bloccato dicendogli che Juliet doveva lavorare.
Sarebbero state impegnate tutto il giorno, e quindi non aveva voluto
interferire.
Niall
poggiò le carte, si massaggiò il mento, << Come ti senti? >> gli
chiese. Zayn e Harry spalancarono la bocca fissando il biondo come se fosse
pazzo.
Anche
Louis si sorprese, ma poi s’incupì e disse: << Vorrei prendermi a calci
in culo. Ho perso la testa >>.
<<
Perché? >> chiese cauto.
<<
Io…non lo so. Ti giuro che non lo so >>. Che fosse stato qualcos’altro a
provocargli quella reazione eccessiva? La verità era che in quegli ultimi due
giorni si stava comportando in modo inspiegabile. Ma non lo voleva ammettere
nemmeno a se stesso. Juliet lo mandava in una confusione che lo irritava. Voleva
starle vicino, come amico, ma era evidente che non ne fosse capace.
<<
Louis, se tu sei attratto da lei, dimmelo. >> disse Harry.
<<
Non serve mentire, né a noi né a te stesso >> aggiunse Zayn.
<<
No! Io sto con Rachel! >> Era la verità. Altrimenti avrebbe lasciato
Rachel già da un pezzo…Giusto?
<<
Okay >> fu tutto quello che riuscì a dire Harry.
<<
Come credete che stia? >> domandò Louis in un sussurro.
I tre
ragazzi fecero un sorriso triste.
<<
Juliet è forte. Se se n’è andata dalla stanza, quando ti ha detto la verità,
vuol dire che ha visto la tua faccia compassionevole, e questo l’ha mandata su
tutte le furie >> commentò Niall.
<<
Ho peggiorato le cose? >>.
<<
Vedi: lei non vuole compassione. È troppo orgogliosa dal farsi vedere con le
lacrime agli occhi. Non l’hai fatto apposta. È normale che tu volessi
confortarla. Quando è successo...ha voluto restare sola per un po’. Al contrario
di Jade, ha faticato enormemente per confidarsi con qualcuno. Alla fine la
prima con cui ha voluto sfogarsi è stata Allie. >> Niall sorrise <<
La mia ragazza gestisce il dolore in un modo speciale. Sa come cavarti un
sorriso anche nel peggiore dei momenti…>>.
In
quell’istante Louis sorrise per la persona che Niall aveva trovato al suo
fianco. << Cosa posso fare? >> chiese poi stremato.
<<
Fa finire questa giornata. Fatti una bella dormita e domani le parlerai.
>> gli propose Zayn con una pacca amichevole sulla spalla. << Juls
non porta rancore >>.
<<
Va bene. Non volete più pestarmi? >> chiese in tono mezzo scherzoso.
Harry gli
lanciò un’occhiataccia. << Non sfidare la sorte, Louis >>.
Louis
considerava Harry un pacifista, riluttante alla violenza, ma quando si trattava
del Quartetto, i lineamenti del suo volto si indurivano, assumendo un chiaro
segno di minaccia a chiunque potesse ferirle.
Louis non
gli aveva domandato i particolari della vita di Juliet. Li avrebbe scoperti da
solo, sperando che lei si confidasse con lui. Lo avrebbe fatto? Forse così
avrebbe avuto una minima speranza di riappacificare il loro…rapporto di
conoscenza?
Non
voleva perdere quella ragazza, anche solo come amica. Anche se quell’ultima parola
il suo membro ancora non lo aveva
afferrato.
<<
Ciao pacca! >> Nat salutò Juliet, mentre entrava nella palestra.
<<
Mmh >> mugugnò lei distratta.
<<
Natasha, ti prego di non distrarla. Juliet in questo momento sta meditando
>> la informò Allie a gambe incrociate sul tappetino da yoga.
<<
Non sapevo che si potesse meditare prendendo a pugni un sacco >> mormorò la
rossa sarcastica.
<<
Ssh ora siediti accanto a me, e fai Ohm… >> fece ad occhi socchiusi
battendo la mano sul tappetino affianco a lei.
<<
Ohm? Vabbè. Facciamo sto’ ohm…>> concordò un po’ riluttante Nat.
Jade finì
i suoi esercizi con gli attrezzi.
Andò
verso il piccolo frigobar e n’estrasse due bottiglie d’acqua. Senza avvertirla
ne lanciò una a Juliet, che con uno scatto l’afferrò subito.
Le scappò una smorfia. Le dolevano i muscoli per aver trascorso un’ora e mezza a
fare kickboxing. Il sacco oscillò davanti a lei, e lo fermò con la mano libera.
<<
Bel completino >> ammiccò Jade guardandola.
Juliet fece
un mezzo sorriso di sbieco. Era una pozza di sudore, e il top a fascia nero che
copriva solo il seno le lasciava la pancia scoperta, e i pantaloncini si erano
letteralmente appiccicati alle cosce.
<<
Fammi capire. Tu sei un’alta provocante e tonica donna, e io solo provocante?
>> mugolò Nat guardandola accigliata.
<<
Vuoi fare anche tu kickboxing, ragazza? >> la provocò Juliet sapendo già
la sua reazione.
Nat come
previsto sussultò inorridita. << No. Preferisco farmi amica a quella
dannata cyclette del cavolo. Le mie braccia sono a posto. Voglio tonificare le
gambe, sebbene più corte delle vostre >>.
<<
Zayn mi ha confidato che adora la sua Puffetta Rossa così com’è. Non cercare di
allungarti! >> l’ammonì Juliet.
Nat
avvampò sulle guance che diventarono dello stesso colore dei capelli. <<
Quel nomignolo non lo sopporto. Sa di provocarmi chiamandomi così! >>
grugnì a braccia incrociate.
<<
Che genere di reazione ti provoca? >> chiese con voce flautata Allie
sbattendo le lunghe ciglia scure.
<< Pensaci... >> Nat sorrise in maniera perversa.
Juliet
scoppiò a ridere, seguita da Jade.
S’interruppe
di colpo vedendo entrare Louis nella palestra. Le ragazze la guardarono, poi
senza dire niente lasciarono la palestra salutando il ragazzo.
Juliet si
voltò togliendosi i guantoni. Sentì Louis avvicinarsi. Non lo aveva più visto
dopo quello che era successo la mattina precedente. Era stata troppo occupata e
immersa in tutto quel lavoro, ma non era riuscita lo stesso a dimenticare quel
suo sguardo adirato e freddo con il quale l’aveva aggredita. Non si lasciava
intimorire da nessuno, ma quel ragazzo dallo sguardo tempestoso l’aveva lasciata sgomenta.
Sentiva il suo profumo intenso e virile anche se si trovava di spalle.
Riuscì a riconoscere la fragranza del suo dopobarba Hollister,
che aveva piacevolmente inalato, quando aveva ballato con lui.
Era
normale che in una donna si scaturissero sensazioni così accese di fronte ad un
bell’uomo, ma Juliet ne aveva visti troppi, e di certo non era mai andata in
tilt sentendo soltanto il loro usuale profumo.
E allora
perché si sentiva così eccitata? Lei non
era tipo da arrossire per un’induzione ormonale. Che diavolo aveva il suo
corpo? Troppi mesi di astinenza? Bè che la smettessero, perché stare sempre in
calore soprattutto in presenza di Louis le faceva saltare i nervi.
Acqua. Acqua
ghiacciata, ecco cosa le ci voleva. Si voltò per prendere la bottiglietta sul
mobiletto, ma urtò contro il petto di Louis.
Alzò un
sopracciglio e lo guardò, fredda. Sii un icebarg, s'impose.
Certo,
facilissimo. Il suo corpo raggiungeva i 42° e gli occhi -10°. Un’impresa ardua…
Non parlare, ti prego non parlare…Baciami
e basta.
Oh per
l’amor del cielo! Un dannato convento per suore le ci voleva.
Sembrava
una ragazzina che incontra il suo attore preferito. Entusiasta di averlo di
fronte, emozionata e isterica.
Ma non
era così. Non doveva essere così.
Louis le
coprì la mano con la sua più grande e lunga. La guardò con espressione tenera. Juliet
notò che aveva il volto un po’ stanco e tirato e se ne chiese il motivo.
Non si
ritrasse dalla sua stretta delicata e ferma. Percepiva con quel tocco lo sterno
di lui che si abbassava e alzava lentamente e in modo controllato.
Anche il normale
respiro di Louis era sensuale, ma che diavolo.
<<
Juliet…>>.
Dio
quella voce roca e carezzevole le faceva venire mille brividi involontari, tanto che
le sue braccia tremarono.
<<
Mmh? >> mugugnò lei faticando indifferenza.
Controllati. Ricorda: è bello,
impulsivo e…troppo suadente.
Ecco che
lo sguardo piroettava di nuovo su di lui.
Quelle
mani sembravano promettere una passione e bravura sessuale sconcertante.
Juliet non
osò guardare in basso. Troppe tentazioni in un solo corpo.
Decise di
guardare un punto fermo alle spalle di quel dio del sole.
La
parete, ottimo.
<< So
che non vuoi guardarmi perché stai resistendo all’idea di appendermi per le
palle >> disse Louis sospirando.
Juliet
trattenne l’impulso di ridere. Non che lei non ne fosse capace, ma Louis non
aveva colpe.
In cuor
suo, lo aveva già perdonato. Come poteva anche solo pensare che lei lo
detestasse? Il suo corpo diceva tutt’altro. L’impulsività di Louis la rendeva caotica.
Quegli
occhioni color del mare, limpidi e giocosi in quel momento erano tristi, e lei
odiava vedere le persone attorno a lei tristi. Le ciglia di lui ora li
nascondevano, non riusciva a guardarla perché si sentiva in colpa.
Una linea
sottile gli piegava le labbra.
Louis non
sorrideva, non la guardava con quell’aria impertinente, e a Juliet si serrò la
gola in un moto di rimorso.
Un forte
desiderio crebbe in lei.Voleva fargli ritornare il buon umore.
In tutta
risposta lo abbracciò lasciandolo sbigottito. Gli accarezzò i capelli
brizzolati.
Okay era
vero. Abbracciarlo era anche una scusa per poter toccare quei capelli morbidi e
sbarazzini.
Voleva
rassicurarlo perciò gli disse un po’ imbarazzata: << Sarai costretto a
cambiarti i vestiti. Sono tutta appiccicosa, mi dispiace! >>.
Non n’era
certa, ma sperava che Louis avesse sorriso.
<<
Juliet…>> provò a dirle piano, stringendola a sé.
<<
Ssh va tutto bene…>> lo interruppe dolcemente.
<<
No, non è vero. Ti ho ferita, lo so >> si rimproverò a denti stretti.
Juliet
gli accarezzò la schiena. << Ti sbagli. Io avrei fatto lo stesso. So cosa
hai pensato. È tutto passato >>.
Si
ritrasse lentamente e lo guardò negli occhi. Per un attimo i
lineamenti rimasero tesi, poi Louis le sorrise riconoscente, e
lei emise un intimo “Urrà!” per essere riuscita a
restituirgli quel suo dono
così bello.
Lui la
cullò tra le braccia, anche se Juliet si sentì a disagio per essere così sudata
e forse anche maleodorante.
Ad un
tratto lei sentì che il corpo di Louis si era irrigidito.
<<
Vuoi saperlo veramente? >> lo anticipò nel momento in cui lo vide aprire
bocca.
Lui la
guardò sorpreso, ma poi annuì. << Solo se tu vuoi dirmelo >>.
Forse se
stava ancora un po’ tra le sue braccia, per lei sarebbe stato più facile
parlarne. Quel conforto involontario…a lei non dispiacque. Voleva averlo
vicino, mentre ne parlava.
Il
ricordo, doloroso e nitido, la investì di nuovo in pieno, come succedeva sempre
quando la sua psiche la trascinava in quell’abisso di ricordi.
Ricordò l’impatto
che la scosse come una scarica elettrica e pericolosa quando avvenne…
Si era
rintanata nel garage, al buio. Non voleva nessuno, soltanto l'oscuro
abisso della solitudine. Aveva respinto anche i tentativi di Kyle
di andarle vicino.
Rabbia e
agonia l’avevano invasa.
Due forze
orribili che la immobilizzarono ferocemente.
Dopo un pò sentì
la porta del garage scricchiolare. Urlò di voler stare da sola. Poi vide
Allison.
Non voleva che la vedesse in quello stato. Juliet si era rannicchiata
con il viso coperto dalle ginocchia. Allison non disse niente. Le andò
semplicemente vicino. La accarezzò sulla schiena, in un chiaro gesto
tranquillizzante. Cominciò a parlarle…Non erano parole di compassione. ‘Ricordalo
con il sorriso, mai con le lacrime’ le aveva detto in un sussurro. Restarono lì
per ore e ore, nel buio. Allison la fece sorridere inconsapevolmente. La
disperazione era diminuita, e le convulsioni sparite dalle sue carezze di
conforto. Quel giorno terminò in silenzio, con la certezza di avere un sostegno
su cui fare affidamento. Persone su
cui poter fare affidamento.
Cominciò
a raccontare a Louis com’era iniziato tutto.
Gli
raccontò del giorno in cui suo padre, quello adottivo,
l’aveva trovata al
parco, in una scatola di cartone sotto un albero. Era inverno e avevano
lasciato lì una neonata al freddo. David la raccolse subito,
coprendola con il
suo giubotto affinchè non prendesse altro freddo. La
portò a casa, presentandola a Kyle e Bethany, suo figlio e sua
moglie. Beth pianse inorridita per il modo in cui l’avevano
abbandonata e di
come sputò una sentenza su quell’abominio che
l’aveva messa al mondo e che alla
fine l’aveva abbandonata in un luogo freddo senza un riparo. La
presero con
loro. Kyle aveva tre anni, e sapeva che non era veramente sua sorella.
Ma a lui
non importò, le volle bene in un modo ancora più
speciale. La chiamarono
Juliet. Dopo quasi una settimana, era la vigilia di Natale. David le
ripeteva
sempre quanto Juliet potesse significare per lui. Crescendo la bambina
capì che non
c’era alcuna somiglianza tra lei e la sua famiglia. Bethany e
Kyle erano
biondi, e David aveva i capelli più scuri dei suoi. Così
i suoi genitori le
dissero la verità. Sorprendendo tutti, Juliet non pianse, anzi
sorrise, sapendo
che in fondo aveva loro, è questa era la cosa più
importante per lei. David le
chiese se voleva sapere chi fossero i suoi veri genitori, ma lei
rifiutò.
Un giorno
però bussò alla porta di casa loro una donna, alta e dall’accento italiano. Le
somigliava in un modo pazzesco. La donna si presentò come Linda, dicendo ai
suoi genitori di essere la madre biologica di Juliet. Bethany s’infuriò come
una belva, attaccandola e intimandole di andarsene. Linda raccontò loro che lei
non era in grado di crescerla e per questo era stata "costretta" a lasciarla. Juliet era nata da una scappatella con un uomo,
non interessato a diventare padre. Perciò la lasciò nel parco, sperando
che qualcuno l’avrebbe sicuramente trovata. A quel tempo invece, Linda si era riscattata sposandosi
con un ricco giocatore di calcio italiano, e affermò di voler ricominciare da
capo con sua figlia. Bethany le ringhiò contro, ma David la calmò dicendole che
era una scelta che spettava solo a Juliet. Lei aveva soltanto undici anni, ma
di certo non le mancava l’intelligenza. Con tutta l’educazione di cui fosse capace,
disse a Linda di poter ritornare alla sua nuova e comoda vita. Non aveva
bisogno di lei, non più. Linda invece le assicurò che nonostante il suo rifiuto
non si sarebbe arresa e che ogni tanto sarebbe tornata a trovarla per far
nascere un “rapporto madre-figlia”. Juliet la informò che poteva benissimo non
sprecare una montagna di soldi per dei voli in aereo inutili. Scoprì di avere
la stessa caparbietà di quella donna, perché Linda non si arrese e ogni anno la
veniva a trovare, per passare del tempo insieme. Il rancore c’era sempre, e
Juls non gradiva le sue visite, ma supponeva di poterla tollerare per un giorno
o due. Fu solo con lei che provò un profondo rancore. Non si capacitava della
sfrontatezza con cui si era presentata sulla sua porta dopo undici anni.
Gli
raccontò del rapporto d’intesa che aveva con David, e di come il suo lavoro l’affascinasse.
Faceva l’astrologo e un giorno la portò a vedere l’Aurora Boreale. Un viaggio
nei meandri dell’Alaska tutti insieme. Durante quel viaggio, però, Juliet notò suo
padre molto affaticato. Quando tornarono a casa, il dottore gli diagnosticò un
cancro al pancreas.
Iniziò un periodo difficile, carico di preoccupazione e
paura. Juliet lo sostenne in tutti i modi possibili, standogli vicino e continuando a passare dei
pomeriggi con lui in maniera spensierata, sopprimendo la sua paura di poterlo perdere da un momento all'altro. Dentro
di lei era terrorizzata, ma non voleva mostrarlo davanti al padre. Era stata
una responsabilità enorme, cercare di mascherare la sua apprensione, quando
David non riusciva a muovere gli arti o perché era percosso da fitte
improvvise.
Dopo
quattro mesi, suo padre morì nel sonno.
Louis la
teneva ancora stretta a sé.
Era
incredibile la dolcezza che le aveva dimostrato, ascoltandola in silenzio
durante il racconto. Juliet sorrise sulla spalla di lui, rasserenata da quel
conforto.
<< Quando è successo…? >>. Lei riuscì
a malapena a sentire quella domanda, dato che fu poco più di un sussurro.
<< Un
anno e mezzo fa, poco prima della morte dei genitori di Jade >>.
Sentì un
respiro strozzato da parte di Louis, e lei gli prese il viso tra le mani.
<<
Ehi…>> lo spronò sorridendogli leggermente.
<<
Scusa. Sono un sentimentale. >> mormorò stropicciandosi gli occhi.
Lei allargò
il sorriso, poi lui le prese una mano e se la portò alle labbra. La baciò sul
palmo, poi l’accarezzò.
Juliet
restò senza fiato per il modo infinitamente tenero con cui aveva poggiato le
labbra sulla sua pelle. Lo guardò intensamente, e lui si avvicinò al suo viso.
<<
Ci sono io con te adesso. >> le
bisbigliò ad un soffio dalle sue labbra.
Juliet
avrebbe dato voluto crederci, ma ecco che la testa le gridava l’allarme.
S’immerse
negli occhi di lui, mordendosi il labbro inferiore.
È fidanzato cazzo...Rachel si
chiama la ragazza, certo sì. Ma guarda quelle labbra, come si fa a
resistergli? Sottili e invitanti, chissà che sapore hanno…Magari soltanto un
bacetto innocuo, giusto per toglierci il pensiero…
Il
cellulare nella tasca di Louis suonò echeggiando nella stanza.
Juliet imprecò
nella sua testa quando sentì la vocina di Rachel all’altro capo dell’apparecchio.
Note dell’autrice
Buon pomeriggio bellezze!!! E che caldo che fa!! >.< Anche
se sono in vacanza ho deciso di non farvi aspettare un’altra settimana per
leggere il quarto capitolo ^_^
Ecco svelata l’identità di Kyle! Non ve lo aspettavate eh? ;D
E quale casino va a combinare Louis? Per fortuna la nostra Juliet
non è di animo cattivo e si è visto…Siete venute a conoscenza anche del suo passato…che
ve ne pare? Un po’ brutale il destino ma le sue ossa si sono formate proprio da
questo e ha fatto di lei ciò che è, e la presenza di Louis durante il racconto
non so’ a voi ma a me è piaciuta tantissimo *_*
Ecco che di mezzo c’è sempre sta’ Rachel…non odiatemi da fastidio
più a me di qualsiasi altro, ma per il momento la biondina mi serve U.U
I dovuti e piacevoli ringraziamenti alle mie lettrici!!! Siete sempre
di più ed io sono sempre più vicina a toccare il cielo con un dito… :’)
Addirittura essere messa tra le autrici preferite!!!! O.O
Ma vi rendete conto??? C’è secondo voi io non dovrei piangere?!?! ç_ç
Vi voglio bene e anche se non ci conosciamo
per me siete delle amiche e mi rende felice parlare con voi e leggere le vostre
parole… <3
Adesso devo lasciarvi perché qui la connessione non è per niente
buona ( per non dire un’oscenità) e rischia di mandare a puttane il mio lavoro
detto schiettamente scusate per il termine -.-
A presto splendorii :-*
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Capitolo 5 *** Capitolo5 ***
prontooo
Capitolo 5
Louis si era fermato alla tenuta, con l’invito da parte della signora G di fermarsi per la colazione.
Juliet era andata a farsi una doccia veloce.
La sua maglietta era ancora impregnata dell'odore di lei, e Louis si scoprì a sorridere maliziosamente.
Provava una profonda gioia nel sapere che lei si era confidata su un
argomento tanto delicato con lui. Sapere che non lo aveva
allontanato, gli suscitava una sensazione piacevole nell’animo.
<< Allison posa quei disegni. Devi mangiare. >> La signora
G lanciò alla ragazza un’occhiata ammonitrice.
<< Va bene…>> Allie li accantonò temporaneamente, e prese un biscotto dal vassoio.
Jade e Nat stavano conversando sugli impegni che le attendevano quella mattina.
<< Ragazze-ragazze-ragazze! >> la voce agitata di Juliet si riversò nella stanza.
Louis osservò con un sorriso caustico la figura snella e
provocante in quei pantaloni neri e camicetta bianca. Era scalza.
All’improvviso si ricordò che aveva ancora le sue scarpe e
che doveva restituirgliele. Bè forse poteva anche lasciarle
lì dov'erano, se a lei non importava riaverle indietro.
<< Frena. Parla piano. >> le ordinò Nat.
<< Oggi Danielle verrà a scegliere l’abito da sposa! >> annunciò Juliet entusiasta.
<< Accidenti non mi ha avvisato! >> si lamentò Jade
guardando nella sua agenda, << Verrà anche Liam? >>
chiese poi.
Louis conosceva Liam. Il moretto partecipava alle serate del poker, e
ieri sera c’era anche lui. A quanto pareva sapeva anche lui
quello che era successo, perché quando li raggiunse aveva
guardato Louis in cagnesco. Harry lo aveva trattenuto, e Liam lo aveva
tipo minacciato. << Stai attento a come di comporti con Juliet.
Quelle ragazze sono molto importanti per me. >> gli aveva detto.
Aveva capito che in quel gruppo ognuno si prendeva cura
dell’altro. Una sorta di mafia-famiglia, se si poteva definire
così. Chiunque vi entrasse a far parte doveva essere pronto alla
possibilità di essere preso a calci nel sedere.
<< No, Liam lavora. Si è scusata per non avermi avvertita
prima, ma io le ho assicurato che avevo la mattinata libera e quindi
non c’era nessun problema >> spiegò Juls alla riccia.
<< Louis tua madre mi ha detto che non lavori, come mai? >> gli domandò perplessa la signora Grace.
Il ragazzo corrugò la fronte. Non si aspettava quella domanda
così di sana pianta, ma in fondo a quella signora non sfuggiva
nulla.
Niall possedeva un negozio dove vendeva strumenti musicali. Zayn
lavorava come modello, Harry era un architetto alle prime armi e Liam
faceva il meccanico. E lui era un grosso punto interrogativo.
Guadagnava qualche soldo cantando in qualche locale, ma non era un
lavoro fisso. La verità era che non aveva idea di quale lavoro
fosse quello giusto per lui.
<< Ehm…>> Louis si sentì a disagio. Non era
sua abitudine essere messo sotto i riflettori con domande del genere.
<< Louis puoi aiutarmi a prendere degli abiti in magazzino?
>> gli chiese ad un tratto Juls. Lui la guardò e lei gli
fece un mezzo sorriso, come d’intesa. Evidentemente aveva capito
che qualcosa non andava. Si alzò dal tavolo e la seguì
salutando velocemente tutti gli altri.
Si recarono nell’area di lavoro di Juliet, dirigendosi in una
grande stanza dalle pareti color crema con sfumature di arancio.
Lei si mise a scrutare gli abiti attentamente. Il suo magazzino
conteneva all’incirca mille abiti da sposa e trovare quello
giusto per ogni donna era ogni volta un altro paio di maniche.
<< Ehi grazie >> disse Louis rompendo il silenzio.
<< Oh ma figurati >> rispose continuando a guardare gli abiti.
<< Come facevi a saperlo? >>.
<< Cosa? Che non hai un lavoro o per lo meno che non l’hai
ancora trovato? >> constatò in una domanda retorica.
<< Già >>.
Juls si voltò per guardarlo. << Dalla tua gamba >>.
<< Eh? >> chiese confuso.
<< Intuisco molte cose di una persona osservandola. Nat lo fa
spesso con me, con quell’aria da saputella. Lei riesce “a
leggere i volti”.>> scherzò sull’ultima parte.
<< Hai mosso spasmodicamente la gamba, quando la signora G ti ha
fatto quella domanda >> disse alla fine.
<< Oh conosci il linguaggio del corpo? >> le chiese lui ammiccando.
Lei fece un ghigno malizioso che Louis aveva visto farle altre volte.
Quel modo di increspare gli angoli delle labbra per poi guardarti con malizia.
Quelle labbra, carnose e piene, di un rosa perfetto. Era arrivato
così vicino a quei due strati di paradiso, ma la telefonata di
Rachel aveva mandato tutto a puttane.
Diavolo Rachel.
Non sapeva proprio cosa pensare. La biondina le piaceva, ma n’era
innamorato? No, non lo era. Ma se l’avesse lasciata cosa sarebbe
successo? Quale sarebbe stato il motivo? Che avesse preso una sbandata
perun’altra? Sì. Semplicemente sì. Juliet lo
aveva conquistato. Ma c’era un problema…lei sembrava come
chiusa in un guscio. Lei voleva che fossero amici, quindi tanto valeva
che rimanesse con Rachel. Non voleva perdere quello che aveva costruito
per un’incertezza. Si era soltanto infatuato di Juliet. Era un
uomo d’altronde. Rachel, lei era una certezza. Doveva solo
innamorarsi di lei. Semplice no?
<< Prendi questi >>. Louis annuì afferrando due
vestiti e lì portò nel salottino. Sentì bussare, e
decise di andare ad aprire lui.
<< Ciao Danielle >> salutò la riccia dandole un bacio sulla guancia.
<< Ehi Louis, cosa fai qui? >> chiese curiosa.
<< Do una mano a Juliet >> spiegò.
<< Ah vi conoscete. Siete amici quindi? >>.
Bella domanda…
<< Mmh >> mugugnò. Mmh? Che razza di risposta era?
<< Ehi! >> Juliet fece da parte Louis, per abbracciare l’amica.
<< Juls! Oh santo cielo sono così emozionata! >> le
confessò Danielle con gli occhi color nocciola lucidi.
<< E ci credo. Su accomodati >> Juliet le indicò il
divanetto. << Louis ho bisogno di te >> gli disse.
‘Louis ho bisogno di te’ Dio quando vuoi piccola, sempre…
<< Louis? >> lo richiamò schioccando le dita per ottenere la sua attenzione.
Louis scosse la testa, dandosi mentalmente dello stupido. << Sì certo dimmi >>.
<< Controlla che Jade sia libera, e anche le altre. Voglio che
siano presenti tutte e tre >> gli disse, poi prese Danielle per
mano e cominciarono quelli che Louis interpretò come discorsi
tra donne.
Annuì e uscì dalla stanza.
<< Dimmi Danielle. Hai già in mente un tipo d’abito che ti piacerebbe? >> le chiese Juls.
<< Voglio lasciare Liam senza parole, anzi no. Voglio che svenga
appena mi veda. No troppo arrogante…>> cominciò
ridendo imbarazzata. << Mi piacerebbe un abito da principessa
>>.
<< Okay. >> Juls si alzò in piedi. << Come ti senti? Manca poco >>.
<< Oddio è vero. Siamo già nel mese di
ottobre…>> si rese conto la ragazza mordicchiandosi le
unghie.
Juliet ridacchiò.
Poi le altre ragazze entrarono seguite da Louis.
Le sue socie abbracciarono Danielle, e dopo Nat afferrò la sua macchina fotografica.
<< Farò degli scatti stupendi >> esclamò togliendo il tappo dall’obiettivo.
<< Sono pronta. >> esclamò Danielle sorridente.
<< Bene. Allie le mostrerò l’abito che avevamo adocchiato. >> decise Juliet.
<< Mi è venuta un’idea per il matrimonio, Jade >> annunciò Danielle verso la wedding planner.
<< Sono tutta orecchie >> la riccia afferrò il suo
notebook. Juls sapeva che i cambiamenti apportati ad un matrimonio
richiedevano la massima attenzione, così da decidere poi se
fossero possibili o meno. Ma se c’era una cosa che Promesse non
faceva, era deludere i clienti.
<< Fin da bambina mi sono sempre piaciuti i balli in maschera e
quindi ho pensato che al matrimonio gli invitati potessero portarne una
sul volto. Come quelle che si usavano ai balli reali, che ne dite?
>>.
Jade lanciò un’occhiata alle altre socie. << Allie? >>.
<< Nessun problema. Disegnerò delle maschere che si
adattino agli abiti. Ma che tipo di abiti da damigella desideri
Danielle? >>.
<< Vi do libera scelta. In fondo siete voi le damigelle >>.
Le ragazze sorrisero entusiaste all’idea di fare le damigelle al matrimonio della loro cara amica.
<< Abiti lunghi da damigella stile ballo
reale…maschere…>> Allison si toccò il labbro
inferiore tirandoselo leggermente. Lo faceva
sempre, quando doveva riflettere.
<< La mente di Allie sta lavorando. Un attimo di pazienza >> Nat la imitò ridendo.
Dopo aver lanciato un’occhiata corrucciata alla rossa, disse:
<< Bene. Danielle ora occupiamoci del tuo abito. >> poi
guardò l’altra sua socia, << Jade, informa gli
invitati che il matrimonio sarà a tema. Mettili al corrente di tutti i dettagli. Ci serve della musica appropriata >>.
<< Sono già al lavoro…>>, mandò un
bacio con la mano a Danielle e si congedò con il suo Iphone
all’orecchio.
<< Comincerò ad abbozzare gli abiti da damigella domani >> disse la mora appuntandoselo sulla sua agenda.
<< Vuoi rimanere qui? >> chiese sottovoce Juls a Louis.
Lui fece spallucce, << Sono curioso >> ammiccò.
Juliet sorrise e condusse la sposa nel camerino.
Le fece indossare un semplice abito bianco in seta a trapezio con una gonna principesca.
<< Iniziamo con questo. >> le suggerì alzandole la cerniera.
Danielle annuì << Mi piace. È carino >>.
Andarono dagli altri per la valutazione.
<< Forse la gonna è un po’ troppo ampia. Sei sicura
di volerlo con la gonna stile principessa, Danielle? >> le chiese
Allie pensosa.
<< Bè non saprei…>> ammise. << Ho
sempre pensato che mi sarebbe stato bene un abito del
genere…>>.
<< Tranquilla. Ti farò provare ogni abito che ho.
Troveremo quello perfetto. Questo è l’abito che io ed
Allie avevamo pensato per te, ma addosso è sempre tutta
un’altra cosa. Generalizziamo la scelta >> convenne Juls.
Abito corto no. Corpetti scintillanti no. Gonna a balze no.
Provarono un abito senza spalline e la gonna meno gonfia. Il corpetto aveva una scollatura a V ed era in pizzo.
<< Questo va già meglio >> commentò Nat.
<< Fammi una giravolta ballerina >> le ordinò Juls in tono scherzoso.
Danielle faceva la ballerina professionista, quindi le sue curve erano
ben lineari. Il seno sodo e pieno. La pelle ambrata, gli occhi nocciola
e i capelli ricci, marroni con qualche ciocca più chiara. Il
giorno del matrimonio, Danielle avrebbe portato i capelli legati in una
romantica acconciatura con una rosa bianca rispecchiante il boquet
sistemata tra i riccioli.
Niente brillantini sull’abito. Gli occhi di Danielle erano
già scintillanti di loro, e nessuna pietra avrebbe retto il
confronto. La gonna copriva le sue gambe, non mettendole in mostra, il
che era un peccato.
Juls s’illuminò in volto.
<< Uhm...Nat. >> Allie chiamò la rossa e indicò Juliet.
Nat alzò lo sguardo, poi sorrise in modo complice.
<< Ehi che succede? >> volle sapere Louis curioso.
<< Ci sono. Vieni con me >> Juliet prese Danielle per mano.
Prima che lei potesse chiederle cosa le fosse preso, Juls le mostrò un abito.
<< Wow! >> esclamò tutto d’un fiato la riccia a bocca aperta.
Glielo fece indossare con un sorriso speranzoso sulle labbra.
<< Signori e signore…la futura signora Payne in tutta la
sua bellezza >> la presentò Juliet in tono teatrale
prendendo con riverenza la mano della ragazza.
Allie si portò la mano alla bocca per lo stupore. Nat saltellò sul posto. Louis sorrise applaudendo con le mani.
<< Sì è lui. Juls l’hai trovato! >>
affermò Danielle incredula guardandosi nell'enorme specchio.
<< Lo so >> Juls sorrise nel vedere la sua amica in un
abito a sirena. La seta bianca le ricadeva morbida sulla silhouette.
Uno spacco laterale mostrava una delle sue gambe da ballerina lunghe e
sinuose. Il corpetto sorretto da sottili spalline, era realizzato in
morbida organza. La scollatura sexy davanti a cuore, e quella di dietro
scoprente metà schiena.
Danielle cominciò a commuoversi, e Juliet sorrise dolcemente.
Era così felice di vedere una delle persone a cui voleva bene
così radiosa. Abbracciò la sua amica. << Non sei
una principessa. Sei una regina. >> le sussurrò dandole un
bacio sulla guancia umida.
<< Grazie Juliet >> Danielle l’abbracciò forte lasciandosi sfuggire un singhiozzo.
Allie e Nat corsero ad abbracciarle. Louis se ne stava in piedi con fare impalato e Juliet gli fece segno di aggregarsi.
<< Adoro quello che fai… >> le confidò all’orecchio in un gesto d’intimità.
Juls lo guardò lusingata << Lo adoro anch’io
>> confessò. Ed era la totale verità. Aveva reso
felice un’altra meravigliosa persona, e Liam sarebbe rimasto
letteralmente senza fiato nel vedere la sua favolosa moglie.
<< Champagne! >> esclamò Nat euforica sottraendosi dall’abbraccio per correre verso la bottiglia.
Per tutto il pomeriggio aveva dato una mano a sua madre in negozio.
Sulla strada di casa, Louis sorrise al ricordo dell’esperienza
che Juliet gli aveva fatto vivere. Era un maschio, ma non gli era per
niente dispiaciuto ammirare gli abiti da sposa. Era rimasto colpito
dalla bravura di lei. Nel suo lavoro diventava un’altra,
sprigionando dolcezza da tutti i pori. Era brava. Lo erano tutte in
quello che facevano. Natasha immortalava tutte le emozioni di Danielle
in fotografie, Jade pensava all’organizzazione dell’intera
cerimonia, mentre Allison progettava gli abiti di tutti gli invitati.
Erano fenomenali e le ammirava per la dedizione che mettevano nel loro
lavoro. Chissà se Louis avrebbe trovato qualcosa in cui trovare
una tale soddisfazione. Rachel faceva la modella, mentre lui non aveva
niente in cui cimentarsi. No. Non si sarebbe arreso. Avrebbe trovato un
lavoro che facesse per lui. Il dottore? Dio no. Il professore? Non era
mai stato una cima a scuola. Il fioraio? Per quello c’era sua
madre. Di solito le dava una mano quando le serviva, ma non aveva mai
pensato seriamente di lavorare con lei. La verità era che lui
era proprio un vero e proprio scansafatiche.
<< Ehi sei tornato finalmente! >> trillò Rachel alzandosi dal divano.
<< Ehi non dovevi fare le prove per una sfilata? >> chiese perplesso.
Lei gli circondò le braccia al collo. << Sospesa.
Perciò ho pensato di passare. >> gli diede un lieve bacio
sulle labbra << Ho una voglia pazzesca di
coccolarti…>> sussurrò lasciva.
<< Rachel…mi stavo chiedendo…>> incrociò il suo sguardo.
<< Sì…? >> lo incoraggiò.
<< Se l’idea che io non lavori ti dia fastidio in qualche modo >>
Lei s’irrigidì << In che senso? Mi avevi detto che facevi il cantante, giusto? >>.
<< Non proprio. È solo un lavoretto part-time >>.
<< Oh bè, non preoccuparti amore. Troverai un lavoro. Non
pensarci adesso…>> iniziò a sbottonargli i jeans.
Si sfilarono i vestiti man mano che andavano verso il letto. Rachel si adagiò sopra di lui muovendosi impaziente.
<< Louis ho bisogno di te >> gli sussurrò mordendogli il collo.
A quella frase lui sospirò tra i suoi capelli << Anch’io ho bisogno di te Juliet…>>.
<< Cosa?! >> sibilò Rachel alzandosi di scatto.
Oh merda.
<< Evvai è la Serata per Ragazze! >> gridò Jade aprendo una bottiglia di vino.
Juliet si stiracchiò. << Santi numi. Organizzare
quell’addio al celibato è stato un vero spasso. Avete
visto l’amico dello sposo? >>.
<< Vuoi dire Dan? Niente male. Ho visto che avete chiacchierato. >> disse con voce melliflua Nat.
<< Dan è gay >>.
Nat spalancò gli occhi << Che? Quel moretto muscoloso è gay?! >>.
Juliet scoppiò a ridere << Già. Mi ha chiesto dei consigli sul corteggiamento maschile >>.
Allison sputacchiò del vino. << Oddio! >>.
Juls rise. << Bè per lo meno non ci ha provato, no? >> sdrammatizzò.
Nat rise beffarda. << Un uomo che non ha ricevuto un due di picche da Juliet Anderson. Che fortuna che ha avuto >>.
La diretta interessata alzò un sopracciglio << Cosa vuoi dire? >>.
<< Solo che non puoi continuare ad allontanare il sesso opposto >> la rimproverò teneramente.
<< Ti sbagli Nat. Juls non allontana gli uomini, almeno non più. >> convenne Jade ammiccando.
<< Louis è un tale bocconcino, e Juls non sembra rifiutare la sua vicinanza…>> aggiunse Allison.
<< Louis è solo un…>>.
Dillo che è un amico, avanti dillo! Juls si rese conto che pronunciare quella parola le stava diventando difficile. Che nervi!
Nat la squadrò con un sorriso arrogante << Non puoi pronunciare quella parola, perché non vuoi >>.
Juls << Non provocarmi >> ringhiò a bassa voce.
Allison si sedette accanto a lei. << Avete chiarito in palestra?
Va tutto bene tra di voi? >> chiese con delicatezza.
<< Sì certo. Va tutto…No. Non va bene. Non va per
niente bene. L’ho quasi baciato! >> confessò
amaramente. Un silenzio calò nella stanza.
<< Davvero? Oh santo cielo, ti piace! >> commentò Nat con un sorriso a trentadue denti.
<< No…Sì. Non lo so. Sono un’egoista...
>> mormorò amaramente. Finalmente quelle parole erano
uscite dalla sua bocca.
<< Perché dici così? >> volle sapere Jade sedendosi anche lei.
<< Perché sì. Sono una ragazzaccia. Quale donna
sognerebbe di baciare un uomo che sta con un’altra? Mi vergogno
di me stessa >>.
<< Perchè? >> scherzò Nat, ma per metà.
<< Non lo so. Forse ho paura di avvicinarmi a lui. Credo che sia
sbagliato. >> commentò Juls affondando il viso nel cuscino.
<< Ci dispiace. >>
Juliet alzò la testa << Di cosa? >>
<< La verità è che noi sospettavamo che tu potessi
provare qualcosa per lui. Perciò abbiamo pensato di farti
distrarre da quei confusi sentimenti, aiutando i ragazzi nella
scommessa. Dan era un possibile pretendente…>> Jade
socchiuse gli occhi per l’imbarazzo.
Juls resto a bocca aperta, ma ridacchiò per quelle facce
mortificate. << Non è colpa vostra. Dan l’ha capito
soltanto stasera di essere gay. Praticamente quando il testimone dello
sposo si è calato i pantaloni per gioco e Dan si è...
>> rise gesticolando con le mani, << Non potevate saperlo
>>.
<< Non sei arrabbiata con noi per aver interferito con la tua vita? >> le chiese cauta Allison.
Lei fece no con la testa. << Per nulla. Sono onorata del fatto
che teniate a cuore la mia incolumità. Vi dirò: sono
curiosa di sapere se Harry e gli altri mi troveranno questo "principe
azzurro". Devo confessarvi che mi sento un’idiota per aver
provato qualcosa per un uomo impegnato. Voglio darmi una
possibilità…vorrei trovare qualcuno che mi ami realmente.
Non mi opporrò al fatto che sia bello, muscoloso, ecc. Desidero
soltanto che i miei sentimenti siano ricambiati in tutto e per tutto
>>.
<< Cosa ti ha fatto cambiare idea? >> chiese entusiasta Natasha guardandola attentamente.
Juliet sospirò.
Così potrei dimenticarmi di Louis…
Ma
quello non lo disse. Si sforzò di sorridere << Ogni giorno
aiuto a celebrare il legame di persone innamorate. Guido la donna
innamorata a trovare l’abito da sposa che indosserà
all’altare dove insieme al suo uomo testimonieranno il loro amore
sotto gli occhi del Signore e delle persone a cui vogliono bene. Ho
diritto anch’io a vivere tutto questo, non credete? >>
spiegò.
<< Hai perfettamente ragione. Te lo meriti eccome! >> Jade l’abbracciò sorridendo.
<< La Tigre del Bengala è tornata! >> Urlò Nat alzando le braccia a mo' di vittoria.
<< Ma non ero Catwoman? >> le chiese Juls confusa.
<< Catwoman. Tigre del Bengala. Sempre felini sono, no? Famelici
e lussuriosi >> la rossa miagolò suadente muovendo le mani
come zampe predatrici.
Juliet sorrise a quell’idea. Prima di rinchiudersi in quel
guscio, era davvero così provocatoria. Si ricordò del
modo in cui tutti i suoi sensi si erano accesi in presenza
di…No! Mai più. Lui era un’am…e dannazione nemmeno il suo inconscio voleva collaborare!
Con gli uomini era sempre stata dolce e piena di bramosia. Anche se
quel suo lato “felino” aveva fatto retromarcia una volta
conosciuto la vera natura degli uomini con cui era uscita. Quei suoi
due lati sarebbero apparsi senza timore verso il suo innamorato. Verso
colui che le avrebbe provato di poter abbassare senza timori il suo
scudo e qualunque strumento di difesa che adottasse. Si sarebbe aperta
per la prima volta in vita sua con quell’uomo.
Sperava che quell’uomo fosse…No. Lui aveva
la sua vita, e da parte sua poteva esserci solo un rapporto di
amicizia. Questo il suo corpo avrebbe fatto meglio ad accettarlo, e
anche il suo cuore cocciuto.
<< Vinceremo la scommessa. Devo informare Harry. >> Jade
picchiettò alla velocità della luce i pollici sul display
del cellulare.
Juls alzò gli occhi al cielo. << Vedremo >>.
<< Jade, ricorda che non è una notizia che Juls sia
competitiva in ogni tipo di sfida. >> la stuzzicò Allie.
<< A proposito di notizie…oggi ho visto in bella mostra il
culetto di un certo Zayn Malik su un cartellone
pubblicitario…>> disse Juliet maliziosa guardando di
sbieco Nat.
Quest’ultima la fulminò con lo sguardo, poi battè
il piede con foga sul pavimento << Maledetto modello dei miei
stivali! Come osa sventolare quel dannato sedere di fronte a tutta
Londra! >>.
Allison soffocò una risata schiarendosi la gola << Nat, calma, perché non ti rilassi e fai ohm…? >>.
<< Puoi prenderti quell'ohm e ficcartelo dritto nel...>>
Jade bloccò l'imprecazione della rossa con una mano alzata, e
tutte le altre scoppiarono a ridere di gusto.
<< Non ci trovo niente da ridere. Il MIO uomo, e sottolineo MIO,
deve per forza fare il modello? Naturalmente non sono gelosa. Non lo
sono per niente! >> disse pacata respirando a grandi polmoni.
<< Su Nat mangia un po’ di pizza, vedrai che ti passa >> le propose Juls.
<< L’ha fatta la signora G? >> mormorò guardando di sottecchi il pezzo di pizza margherita.
<< Già…senti che profumino invitante…>> la tentò mettendogliela sotto il naso.
Nat l’afferrò guardando il trancio in modo famelico.
<< Che stavi dicendo di Zayn? >> chiese Allie sorridendo.
<< Chi è questo Zayn? >> bofonchiò troppo
impegnata a sbocconcellare. << Io conosco solo Margherita. E
Vino. Dove sei Vino, mio fedele compagno? >> domandò
teatrale guardandosi intorno.
Juls scosse la testa divertita.
Le serate con le sue migliori amiche erano quel che le ci voleva.
Soltanto quelle tre riuscivano a farle dimenticare i suoi mille
pensieri. Anche se il ricordo di due profondi occhi color del mare e
braccia forti che la stringevano non facevano altro che mandarla in
calore al solo pensiero.
Note dell’autrice
Ciaoo splendori, come state?
Io male perché la mia connessione internet è
letteralmente partita ed io sono di umore nero perché non
entrerò nel sito di efp per una settimana -.-*
Questo capitolo sono riuscita a pubblicarlo grazie alla mia migliore
amica che mi ha prestato il suo pc quindi se adesso sta leggendo qui
sappia che le sono profondamente grata e che le voglio un mondo di bene
<3
Spero di riuscire a recensire tutte le storie che seguo, anche se
tarderò a farlo, perciò non me ne vogliate se dovessi
farmi sentire tardi U.U,
Ora passiamo al capitolo…come vi sembra?
Non è che succede chissà cosa…è più
un capitolo dove ho cercato di farvi fare due risate e per prepararvi
ai prossimi che saranno più intensi yeaaah xD
Ahahahahah chi è rimasta senza parole quando Louis ha pronunciato il nome di Juliet anzicchè quello di Rachel?
In questo capitolo Louis e Juliet non sono stati molto insieme ma nel prossimo rimedieranno tranquille…^_^
Ringrazio le mie lettrici che fanno sì che continui a scrivere
con la consapevolezza che questa storia piace e che mi trovano brava a
scrivere…io brava a scrivere tanto da meritare di essere messa
tra gli autori preferiti? Oddioo ç_ç Quando leggo le
vostre parole rimango sempre sotto shock perché non pensavo di
meritare tanto… :’)
Siete delle meraviglie ed io non posso far altro che continuare a
scrivere e ringrazarvi del vostro supporto…perciò non
vedo l’ora di sapere le vostre considerazioni ^_^
Ci sentiamo presto, un bacio grande a tutte <3
|
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Capitolo 6 *** Capitolo6 ***
pronto il sei
Capitolo 6
<<
Ehilà che faccia che hai >>.
<<
Bè, mi sono svegliato da solo. >> borbottò Louis sedendosi all’altro lato
del tavolo.
Harry
posò la tazza di caffè, e lo guardò perplesso. << Sono tornato tardi ieri
sera. Ma mi pare di aver visto l’auto di Rachel lasciare il vialetto. Pensavo
che voi due…>>.
<<
Mentre facevamo sesso, ho fatto il nome di Juliet invece del suo >>
confessò inespressivo.
Harry sgranò gli occhi << Che?! >>.
Louis
sbuffò massaggiandosi le tempie. << Che vuoi che ti dica Hazza? Non so
come diavolo mi è uscito >>.
<<
Questo mi fa pensare che tu hai un debole per Juliet >>.
<<
Non ho mai detto questo. >> sbottò.
<<
Oh sì invece >>.
<<
Quante cazzo di volte ti devo dire che sto bene con Rachel? Magari ero solo
stanco per tutte le consegne che mia madre mi ha fatto fare per tutto il
fottuto pomeriggio. Quando Rachel è venuta da me con l’intento di fare sesso,
io ero talmente stanco da essermi confuso, punto. >> afferrò un toast con
stizza.
<<
E lei come l’ha presa? >>.
<<
Risponditi da solo. >> ringhiò.
Il riccio
sorrise comprensivo. << Tommo, sei il mio migliore amico. E in quanto tuo
migliore amico, ti dico che non è un caso che tu abbia fatto il suo nome >> commentò omettendo di
proposito il soggetto.
Louis
corrugò la fronte. << Illuminami allora. >> lo sfidò.
<< Lei ti piace. O almeno questo è quello
che mi fai pensare, quando la guardi >>.
Louis
alzò un sopracciglio. << È bella, su questo non ci piove. Forse la guardo
perché è una bella donna. Sono un uomo del resto>>.
<<
Un uomo guarda tutte le belle donne in un modo equo. Tu guardi Juliet in un
modo tutt’altro che oggettivo. Ti sembra che io guardi Jade nello stesso modo
in cui guardo lei? >> lo canzonò.
<<
Cazzo Harry non ti sembra di esagerare? Stai insinuando che io mi stia
innamorando di lei?! >> tuonò fissandolo truce.
<< Risponditi
da solo. >> lo provocò Harry penetrandolo con i suoi occhi verdi.
Louis si
strofinò il viso, poi battè il pugno sul tavolo.
<<
Louis, io credo che tu non sia giusto per lei >>.
Quell’affermazione
lo sconvolse in pieno petto. Alzò lo sguardo impietrito.
<<
Juliet è forte, ma la sua forza ha dei limiti. Con tutto quello che ha passato,
i ragazzi con cui è uscita non l’hanno aiutata per niente. Ha sempre attratto
parecchi uomini affascinanti, ma oltre a quel bell’aspetto, si sono rivelati degli
stronzi pervertiti. Con il tempo lei ha perso fiducia in se stessa,
nascondendosi dietro l’idea che nessun uomo volesse amarla completamente. Odia
gli uomini belli perché dietro la loro bellezza, c’erano sempre scopi esclusivamente
sessuali nei loro tornaconti. Bastardi egocentrici per come la vedo io. Per me
è come una sorella, e penso che quella scommessa sebbene infantile, sia fatta a
buon fine. Non farò credere a Juliet che non esiste un uomo che non voglia
amarla >>.
<<
Ma perché hai detto che io non sarei giusto per lei? >> volle sapere
Louis, nascondendo il fatto di essere tremendamente offeso.
Harry gli
fece un sorriso di compassione. << Louis, hai la fama di essere nella
lista di quei sexy e perfetti bastardi >>. Prima che potesse gridargli contro
il suo disappunto, il riccio lo interruppe. << Non te ne sto facendo una
colpa. Sei sempre stato così. Ora vuoi farmi credere che stando con Rachel da
più di due settimane, tu sia cambiato, ma è una cazzata. Provi soltanto infatuazione
per quella bionda. Sarò sincero con te: anche se guardi Juliet in un modo in
cui non ti ho mai visto fare con nessun’altra, non mi fido del fatto che tu
possa darle quello che cerca. Non rischierò di darle quest’ennesima delusione.
Non me ne frega niente se vuoi continuare a stare o no con Rachel, ma non
andare oltre la semplice conoscenza con Juliet. Ti ho avvertito >>. Detto
questo, Harry lasciò la cucina.
Umiliato, schernito e minacciato
dal mio migliore amico. Fantastico!
Che cazzo
c’era in Louis che non andava? La sua coscienza colse la palla al balzo.
Impulsivo, senza lavoro, buono
solo a spassarsela, svogliato, e come ha detto Harry un perfetto bastardo
spezzacuori. Vuoi che continui?
Oh statti un po’ zitto!
Era
talmente incazzato, non con Harry, ma con se stesso che chiamò sua madre al
telefono.
<<
Louis, tesoro che succede? >>. Una donna che era sempre in grado di farlo
sorridere. Lo conosceva fin troppo bene da capire che c’era di sicuro una
ragione per averla chiamata di sua spontanea volontà.
<<
Mamma, ho bisogno di chiederti un favore. >> respirò a pieni polmoni poi
disse: << Assumeresti tuo figlio? >>.
<<
Oggi si sposa la Sposina Isterica?
>> chiese Niall a Juliet aiutandola a trasportare le sedie pieghevoli nel
giardino. Non si poteva chiamare giardino quell’enorme distesa verde. Giardino
era un eufemismo vero e proprio.
<<
Oh sì >> sospirò, poi parlò all’auricolare. << Nat, lei è con te?
>>.
<<
Sì e sta dando in escandescenze. Cazzo può starsi un po’ zitta?! >>
implorò frustrata.
<<
Jade, io e Niall abbiamo finito. Ci manca la torta, dov’è? >>.
A quella
parola gli occhi azzurri del biondo s’illuminarono. << Torta? C’è una
torta. Dov’è? >>.
Juliet
rise, mentre ascoltava la voce di Jade. << La signora G e Harry saranno
lì tra pochi minuti con la torta. >> prima di chiudere, << E ti
prego. Non fare avvicinare Niall a quell’opera d’arte >>.
<<
Ehi ti ho sentito! >>.
<<
Ricevuto. A cuccia bel biondino >> gli ordinò divertita.
Lui
mugolò risentito.
<<
Su bello vieni con me. >> Allison s’incamminò verso Niall, prendendogli
la mano.
<<
Ho l’impressione che voi stiate cercando di tenermi lontano anche solo dalla
vista della torta >> commentò cupo, mentre si allontanavano.
<<
Ma no amore. Cosa vai a pensare! >> lo schernì Allie per poi baciarlo sulla
bocca.
Dopo aver
sistemato anche la torta, Juls si avviò verso la Suite della Sposa, una
stanza al piano di sopra della tenuta. La tenuta Ward aveva quattro aree lavorative,
e circa una dozzina di camere. Da non dimenticare la palestra privata, il giardino
e la piscina. I genitori di Jade erano stati dei famosi imprenditori,
rispettati e conosciutissimi in tutto il Regno Unito. Nel corridoio, Juliet si
fermò a guardare il ritratto raffigurante i genitori dell’amica. Lei li
conosceva bene: erano persone buone e affettuose.
Toccò la
tela delicata sfiorandola con le dita. Perché quelle persone così meravigliose
erano dovute morire in un incidente aereo? Non se ne capacitava ancora di
accettarlo. Jade e Phoebe erano rimaste orfane, cresciute dalla loro governante.
La signora G era stata la persona che aveva fatto da entrambe le figure
genitoriali. Nessuno li avrebbe potuti rimpiazzare, ma quella donna anziana e
premurosa si era presa cura delle due ragazze per amore verso quella famiglia.
<<
Ehi. >> mormorò Jade presentandosi all’improvviso al suo fianco.
<<
Mi sono distratta. >> sussurrò Juliet, fioca.
Jade capì
il motivo, e le circondò le spalle con un braccio. << Tranquilla anche a me
succede >> le confidò poggiando la testa sulla spalla di lei.
<< Chiamami se oggi pomeriggio avete bisogno di me >>.
Jade
scosse la testa. << Non lo farei ugualmente. Saluta tuo padre
anche da parte mia >> le sorrise tenera.
Juliet
non riuscì a trattenere una piccola e lieve lacrima, ma la nascose con i capelli. Tirò su col
naso, poi annuì.
Jade le
diede un bacio sulla guancia. << Bene. Sento che Nat non reggerà a lungo
con la Sposina Isterica.
Andiamo. >> rise beffarda.
Juliet
rise piano. << Sì muoviamoci >>.
<<
Non prendi in giro tua madre. Com’è che d’un tratto vuoi lavorare con me? Pensavo
non ti piacesse il mio lavoro >>.
Louis
stava sistemando alcune betulle sul pavimento. << Sarà solo per un po’,
finchè non trovo qualcos’altro. Non ti dispiace? >>.
Joannah
scosse la testa. << Certo che no. Mi fa piacere. Vorrei sapere soltanto
cosa ti ha fatto cambiare idea…?>> ammise con un sorriso guardingo.
Devo dimostrare a Juliet e a tutti quelli che mi reputano uno stronzo, che posso
cambiare.
<<
Harry si lamenta del fatto che io non paghi la stessa quota che paga lui per le
bollette >> disse invece ridendo anche se falsamente.
Sua madre
rise. << Certo >> annuì con una certa enfasi, poi andò da alcune
clienti.
Louis
aggrottò la fronte. Che quella donna fosse riuscita a capire che avesse detto
una menzogna?
Nel
pomeriggio Rachel lo chiamò.
<<
Ciao >>. Louis era sorpreso di sentirla dopo quello che era successo.
<<
Ciao. Ti chiedo scusa per l’altra sera. Non so che mi è preso >> dichiarò
la bionda con una nota mortificata.
<<
Non fa niente >>.
<<
Mi sono ingelosita della tua amica. Che stupida! >> rise bonariamente.
Louis s’irrigidì
aumentando la presa sul cellulare.
<<
Ad ogni modo. Stasera ti va di uscire? >> gli chiese in tono allegro.
<<
Sì perché no. Facciamo per le otto? >>. Rimaneva comunque la sua ragazza
no?
<<
Okay. A più tardi amore >> .
Riattaccò.
Louis guardò l’orologio. Erano appena le sei del pomeriggio. Non aveva voglia
di starsene in casa per così tanto tempo. Decise di fare una passeggiata
tranquilla al parco per sgranchirsi un po’ le gambe. S’infilò un pantalone
rosso, una maglia a strisce bianche e nere e un paio di Tom’s color vaniglia.
Incontrò degli amici lungo la strada chiacchierando del più e del meno, poi dopo
averli salutati si sedette sull’erba fresca nel Parco.
C’era un
piacevole venticello un po’ rigido, dato che si trovavano in pieno autunno. A
lui piacevano le stagioni fresche, e non era il tipo da patire una brezza
fresca sulla pelle.
Iniziò a
strappare distrattamente qualche filo d’erba dal terreno guardandosi intorno.
Seduta
sotto un albero c’era Juliet.
Louis si
alzò di scatto deciso ad andarsene.
Non
voleva vederla, dopo la discussione con Harry di quella mattina. Sperava di
potersela togliere dalla testa cercando di evitarla il più possibile. Stava per
voltarsi, quando osservò meglio il suo viso.
Era…triste,
con quegli occhioni ambrati lucidi e spenti.
Accarezzava
la sua cagna, Maya, sì ricordò del nome, in maniera lenta, come se accarezzando
il suo animale potesse farla stare meglio.
Gli venne
una fitta al cuore. Non voleva lasciarla in quello stato. Gli faceva
male
vederla così. Si chiese quale fosse il motivo che avesse fatto
di quel visetto da guerriera che la caratterizzava, uno privo di luce.
Che fosse
colpa di Louis?
Oh al diavolo! Qualsiasi cosa fosse lo avrebbe
scoperto, e giurò di farle ritornare quel ghigno che tanto adorava vedergli
rivolgere.
Juliet
osservò le luci del cielo prepararsi al crepuscolo. Aveva portato con se Maya
per destarle coraggio. La sua bella cagnolina, che riusciva sempre a calmarla.
Le mise il suo musetto sul grembo e la guardò con occhi dolci.
Juliet le
sorrise accarezzandola sulla testa. << Sto bene Maya >> la
rassicurò.
Era
andata al cimitero quel pomeriggio. Oggi era il compleanno di suo padre, perciò
gli aveva portato dei fiori per salutarlo. Si era fermata sulla lapide per
un’ora buona con Maya al suo fianco. Gli aveva raccontato del matrimonio
esilarante di una sua cliente. La Sposina
Isterica durante lo scambio degli anelli, aveva ehm…emesso
aria. La faccia di Nat color pomodoro per le troppe risate.
Lo sposo
si era un tantino scandalizzato, per non parlare del prete poi, che aveva
chiesto un bicchiere d’acqua per riprendersi.
Aveva
lasciato un mazzo di fiori anche per i genitori di Jade. Era riuscita a non
versare alcuna lacrima, nonostante l’aria malinconica di quel posto. Il Parco
era un’ottima medicina per quella tristezza che si era riversata nel suo corpo
come se qualcuno gliel’avesse fatta penetrare nella pelle con aghi pungenti e
gelidi. Chiuse gli occhi appoggiandosi alla corteccia dell’albero dove si era
poggiata. Respirò abbondantemente, ripensando ai momenti belli passati con il
suo adorato padre.
Ma non
durò a lungo l’attimo felice perché richiamò alla mente quel mattino… Sua madre
l’aveva presa per mano. Le disse che suo padre voleva vederla. Juls annuì,
chiedendosi il perché Beth avesse quello sguardo vuoto e perso. Entrò nella
stanza dell’ospedale dove suo padre si trovava già da qualche settimana. Aveva
avuto un malessere ed era stato ricoverato d’urgenza. Kyle le aveva detto che
forse c’erano speranze di riuscire a curare la malattia del padre e Juliet era
positiva al riguardo. Si sedette nell’angolo del letto. Suo padre aveva uno spaventoso
aspetto cadaverico.
<<
Papà? Cosa…? >> mormorò preoccupata stringendogli la mano. Suo padre aprì
gli occhi e rivolse a sua figlia uno sguardo sereno e appagato.
Juls
sorrise a sua volta. << Hai una buona notizia vero? Ma perché la mamma…?
>>
<< Sono orgoglioso di te, Juliet. Un padre non avrebbe potuto
chiedere una figlia migliore. Hai avuto più forza di tutti noi
in questi mesi, di quanta non ne abbia dovuta avere io. So che eri
spaventata, ma non l'hai dato a vedere nei miei confronti, e questo mi
ha scaturito un enorme orgoglio per la figlia che mi sono impegnato a
crescere. Continua a essere ciò che sei, con la stessa forza e
determinazione negli occhi. Ti
voglio bene, bambina mia. Mi prenderò cura di te anche da lì. Ricordatelo... >>.
Juliet si
alzò dal letto, presa da degli spasmi improvvisi. << P-perché? Papà!
>> lo chiamò, quando lui chiuse gli occhi. Stava accadendo ciò che più
lei temeva. Non poteva fare niente per impedirlo maledizione! << Papà…P-papà non
lasciarmi…ti prego non andartene…>>.
Juliet
emise un gemito di dolore, quando il ricordo si affievolì. Iniziò a tremare e
si strinse nella felpa. Sussultò violentemente nel sentire il tocco di una mano
sulla testa. Maya abbaiò.
<<
Ssh buona Maya…>> disse con un suono flebile.
L’accarezzò
lievemente riuscendo a calmarla. Si sentì gli occhi pizzicare ma
li strinse per contrastare le lacrime che volevano versarsi.
Poi con gli occhi vitrei, alzò
lo sguardo.
Louis la
stava guardando preoccupato. Si chinò ad abbracciarla.
Lei
affondò il viso nel suo collo stringendogli la maglia con le mani un pò tremanti.
Lui
continuava ad accarezzarle dolcemente la schiena, in silenzio.
Anche
Allie l’aveva accarezzata in quel modo, e questo riuscì ad attenuare il suo respiro lievemente rotto.
Louis la
sistemò contro il suo torace in modo da tenerla al caldo. La circondò con le
sue forti braccia. << Dove sei stata? >> le sussurrò con la bocca
sui capelli di lei.
<<
Al cimitero >>.
<<
La prossima volta verrò con te >>.
<<
No. >>
<<
Sì. >>
<<
Perché? >>
<<
Perché lo dico io. >>
<<
E chi sei tu? >>
<<
Sono Louis >>.
<< Mister Ovvietà. Che razza di risposta è? >> borbottò con il viso sepolto
nel petto di lui.
<<
Dobbiamo sempre finire per discutere su ogni cosa? >>
Juliet sospirò non avendo la forza di ribattere in quel momento. Sentì Louis mormorare
una canzoncina di vittoria.
In quel
momento non s’interessò del fatto che gli fosse un pò troppo vicina.
L’unica
cosa che le importava era che continuasse ad abbracciarla. Sentire il suo
profumo la confortò incredibilmente.
Lui
restava in silenzio, e lei lo ringraziò silenziosamente.
In tutta
risposta Louis si poggiò all’albero e la strinse a sé più di prima incastrando
il viso di Juliet sotto il suo mento.
Lei
chiuse gli occhi. Avrebbe voluto confessargli quanto questo le fosse d’aiuto,
ma rimase in silenzio. Maya si avvicinò a loro due poggiando una zampa sulla
gamba di Louis.
Controvoglia
Juls cercò di allontanarsi dall’abbraccio, ma Louis la tenne stretta.
<<
Louis >> tentò con voce normale.
<< Mmh >>.
<<
Puoi ehm…lasciarmi andare adesso >>.
<<
Mai >>.
<<
Come dici?! >> Juliet sgranò gli occhi.
Oddio l’ha detto veramente o le
mie orecchie mi stanno giocando un brutto scherzo?
<<
Cosa? >> Louis teneva gli occhi chiusi.
<<
Cos’hai detto prima? >>.
<<
Ho detto mmh >>.
<<
Dopo >>.
Louis
aprì gli occhi. << Io ricordo di aver detto solo mmh >>.
<<
Ah sì, certo, chiaro, capito, okay, posso alzarmi? >> tergiversò
Juliet nascondendo l’imbarazzo.
<<
Perché? Puzzo forse? >>.
<<
Oh certo che no. Santissimi numi ho caldo! >> mugolò lei.
<<
Ci sono quattordici gradi >>.
<<
E io ho caldo lo stesso! >>.
<<
Togliti la felpa >>.
<<
Poi ho freddo! >> borbottò dimenandosi dalla sua stretta.
Sentì una
mano calda entrarle sotto la felpa. Lei spalancò gli occhi, quando la mano di
Louis sfregò sulla sua pelle.
<<
Hai ragione, sei davvero calda. >> commentò guardandola negli occhi in
modo intenso.
Juliet
deglutì. << Bene. Ora che lo hai verificato
tu stesso, mi lasci andare? >>.
Louis
sospirò e si alzò lentamente.
Maya
abbaiò scodinzolando.
<<
Come sei bella >>. Per un attimo Juliet credette che Louis lo avesse
detto a lei, ma con un certo sollievo scoprì che stava guardando Maya.
<< Ti
presento Maya >> gli disse con un sorriso.
Louis si
chinò per accarezzarla dietro le orecchie. << Che bel Siberian Husky
>> disse sorridendo affascinato.
<< Sì. Bè è meglio andare… >>.
<<
Aspetta. Perché non facciamo due passi? Non me la sento di lasciarti sola in
questo stato >>.
Juls
s’incupì. << Non voglio la tua compassione >>.
Louis
alzò gli occhi al cielo muovendo le braccia. << Cristo santo, Juliet! Non provo
nessuna pietà per te. Semmai ammirazione, ma non pietà >>.
Lei
rimase interdetta << Ammirazione? >> mormorò.
<<
Sì. Ti ammiro per la forza che riesci ad avere in tutto questo >>.
Lei lo
guardò esitante. Alla fine sorrise volendo salvarsi da quella strana
situazione. << Vogliamo andare? >>.
Louis
sembrò sorpreso da quell’arrendevolezza. Ricambiò il sorriso e cominciarono a
passeggiare.
<<
Come va il nuovo lavoro? >> gli chiese Juliet durante la camminata.
<<
Come fai a saperlo? Hai una specie di radar o cosa? >> le domandò Louis di
rimando.
<<
Me l’ha detto Jade. Stamattina è passata da tua madre a prenotare delle
composizioni. >> spiegò.
<<
Non l’ho vista…comunque bene >>.
Lei lo
guardò di sbieco << Vorresti fare un altro tipo di lavoro? >>.
<<
Te l’ha detto Jade? >>.
Lei
ridacchiò. << No. È che non ti ci vedo con fiori e piante >>.
Louis
sospirò << Nemmeno io. Solo che è difficile trovare il lavoro dei propri
sogni >> ammise con un sorriso amaro.
<<
Hai ragione. Io e le ragazze ce lo ripetiamo ogni giorno. Siamo molto fortunate
a fare il lavoro che abbiamo sempre sognato. Devi solo volerlo con tutto te
stesso e metterci l’anima per conquistartelo >>.
<<
Cosa provi quando aiuti tutte quelle spose a trovare il loro abito? >> le
chiese curioso Louis.
Gli occhi
ambra di Juls s’illuminarono di colpo. Era evidente cosa provasse, ma glielo
voleva sentir dire.
<<
Soddisfazione e soprattutto gioia. Quando la sposa indossa l’abito, quello che
per lei è perfetto, le sue emozioni ti travolgono come un’onda vorticosa. C’è
felicità, amore, consapevolezza, dolore…>>. L’ultima parola la sussurrò.
<<
Alcune donne avendo perso un genitore o entrambi, quando indossano l’abito
pensano a loro. Le lacrime provengono, la maggior parte delle volte, proprio
dalla consapevolezza che le persone che ami, anche se non ci sono, ti stanno
guardando in quel momento. Saranno con te all’altare. Proprio qui >> si
toccò il cuore con la mano.
Louis si
sentì orgoglioso di lei. Quello era il lavoro perfetto per Juliet. Era
profondamente empatica con quelle spose, e la sua capacità di renderle felici,
gli faceva sciogliere l’animo.
<<
Quando ti sposerai tuo padre sarà con te >> le bisbigliò delicatamente.
Juliet rise
amara. << Di questo sono certa, ma per quanto ne sappia dovrei prima avere un marito per sposarmi
>>.
Louis
alzò un sopracciglio. << Non ti ci vedo senza un marito, Juliet >>.
<<
Ah no? E perché mai? >>.
<<
Perché è impossibile >>.
<<
Parli come le mie amiche >>.
<<
E hanno ragione. Perché pensi che nessuno voglia innamorarsi di te? >>
le chiese in tono ponderato.
Juls accarezzò
il pelo grigio e bianco di Maya che camminava al suo fianco. Guardando in basso,
sorrise mestamente. << Forse ho ereditato questo gene dalla mia cara
madre biologica: “Bella da scopare, ma per nessun motivo da amare” >>
scherzò falsamente. << Forse ho questa maledizione. In fondo sono stata
concepita in una notte dove lei e “l’altro individuo” si erano incontrati
casualmente ed erano anche ubriachi, quindi non si sono preoccupati di prendere
precauzioni >>.
<<
Guardami. >> le ordinò Louis in tono minacciosamente freddo.
<<
Cosa? >> alzò di scatto il viso preoccupata.
Lui le
si parò davanti impedendogli di andare oltre. La guardò imperturbabile e poggiò
le mani sui suoi fianchi.
L’avvicinò
a sé trascurandosi dei passanti che guardavano incuriositi quella scenetta
stile film bianco e nero.
<<
Non conosco Linda, e me ne sbatto altamente di lei. Ma tu sei diversa. Sei
stata cresciuta in mezzo a
persone stupende che ti hanno dato amore incondizionato. Tu MERITI
l’amore.
Meriti un uomo che sappia che cazzo di fortuna ha nell'averti nel suo
letto ogni notte, che ti dica costantemente quanto sei bella,
perché penso che tu non
te ne renda conto. Quelli con cui sei stata hanno visto semplicemente
la parte più esposta di te, non tutto quanto. Perchè
erano troppo coglioni per capirlo. SBATTITENE del passato.
Vivi il momento, il futuro arriverà pian piano…>>.
Apri il tuo cuore, piccola…Aprimi
il tuo cuore, le
avrebbe voluto dire Louis, ma rimase una sua preghiera silenziosa.
La vide
mordersi il labbro e lui si mise a fissarlo. Morbido…come fatto di burro…
Le prese
il viso tra le mani e poggiò la sua fronte su quella di lei.
<<
Non chiudere il tuo cuore, piccola…>> le sussurrò poggiandole un bacio
sulla guancia. Poi all’altra.
Lei tremò
a quel tocco. La pelle di lei vibrava sotto i suoi polpastrelli. Louis trattene
un sorriso malizioso.
La sentì respirare
minuziosamente.
<<
Promettimelo. >> la spronò lasciandole un bacio sul collo.
Durante
quel tocco inalò l’odore muschiato della pelle di Juliet che gli
inebriò i sensi. Era un odore così intrigante che la sua mascella ebbe un
guizzo, come a volerla divorare. Erano vicino al parco giochi e stava dando un
bello spettacolo a quei bambini.
Fa niente: prima o poi dovranno
imparare, si disse con un sorriso beota.
Le soffiò
aria calda sul collo poi si allontanò leggermente in modo da guardarla negli
occhi. Incontrò due pietre ambrate che si stavano scurendo…di desiderio?
Louis ebbe un
tuffo al cuore…Davvero lo desiderava?
<<
Juliet…>> disse roco.
Note dell’autrice
Buon
pomeriggio a tutte ^_^
Sono
tornata…santissimi numi alleluhia, la connessione internet è di nuovo qui con
me u.u
È
iniziato settembre…che odio…condividete con me la stessa agonia? Ahahahah okay
non pensiamoci XP
Ragazze, MI
DISPIACE …quando sono andata a rispondere alle recensioni ho visto che da dieci
ne erano tre, e ho capito che il capitolo non è stato un successone come gli
altri, ma non mi ha aspettavo che risultasse tanto da buttare…bu forse avevate di
meglio da fare…(?)
Davvero scusate,
detesto deludervi :-(
Ogni storia ha degli alti e bassi,
ma sapere che non avete
smesso di seguirla mi rincuora…e tutti i vostri pensieri dal
primo all'ultimo a me personalmente interessano moltissimo...e voi lo
sapete vero?
Ci tengo a dirvi che NON
è per le recensioni che voglio sentirvi ( anche perchè io
di armi per minacciarvi non ne ho), ma perchè come scrittrice io
tengo alle osservazioni dei miei lettori e voglio migliorare sempre di
più per VOI. E sta a voi tutte, decidere se me le merito oppure no...
Ora la
storia si fa più interessante ;-D
Sapete
che non posso anticiparvi nulla, ma posso dirvi che il bacio tra Juliet e Louis
arriverà nel momento in cui meno ve lo aspettereste… ;-P
…Ah e
Rachel? Non vi arrabbiate, rimarrete scioccate nei prossimi capitoli *sguardo misterioso*
Conosceremo
il fratello di Juliet, Kyle. Vi ricordate della scommessa che hanno fatto i
ragazzi? Eh eh eh nel prossimo capitolo ci sarà una new entry! ^_^
Insomma
ci sarà da divertirsi XD
Spero che
questo capitolo vi sia piaciuto quanto è piaciuto a me. Qualsiasi cosa vogliate
dirmi, sarò felice di sentirla, se vi va C,:
Un bacio
a tutte :-*
Ella
<3
|
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Capitolo 7 *** Capitolo7 ***
capitolo 7 pronto siii
Capitolo 7
Juliet
stava tremando, ma non per il freddo. I baci caldi e delicati di Louis avevano
generato elettricità in tutto il suo corpo. Da quando non sentiva un’emozione
del genere? O meglio: l’aveva MAI sentita in vita sua un’emozione del genere?
Lui la
guardava con occhi dilatati e il suo cuore saltò un battito.
Ogni
volta per lei era una sfida non divorare quella bocca così bella
con baci esigenti. Era ancora in preda al calore che si stava
sprigionando dalla
punta dei capelli alle dita dei piedi, quando gli sentì dire il
suo nome.
<<
Juliet…>>. Lo pronunciò con voce arrochita. Lei lo guardò con la bocca
dischiusa.
Voleva
evitare di guardare quelle due pozze limpide come l’acqua dei fiumi. Non
voleva rivelare i suoi sentimenti. I suoi occhi erano come si suol dire “lo
specchio dell’anima”. Se lui l’avesse penetrata ancora con quel suo sguardo
abbagliante, lei si sarebbe sciolta come neve al sole tra le sue braccia.
Ordinò ai
suoi neuroni cocciuti si virare i muscoli del collo altrove, e quando lo fece,
restò sbalordita nel vedere qualcuno a lei familiare. Gli angoli della sua
bocca si arcuarono in un sorriso.
Louis se n’accorse
e guardò nella sua stessa direzione. << Cos’hai visto? >>.
<<
Vieni >>, lo prese per mano in un gesto naturale e lo guidò verso una
panchina.
<<
Matt! >> Juliet salutò il signore seduto.
<<
Juliet! Che bello vederti! >> L’uomo si alzò per abbracciarla.
Louis lo studiò.
Era di un fisico robusto. Sulla quarantina d’anni se non un po’ di più, e i
capelli scuri si schiarivano in ciocche più grigie.
L’uomo si
ritrasse dall’abbraccio con la ragazza e si mise a scrutarlo.
<<
Piacere. Sono Louis. >> si presentò subito.
Matt
sorrise. << Il tuo ragazzo? >> chiese a Juls.
Lei
scosse la testa.
L’uomo
guardò entrambi con la fronte aggrottata. << Strano. Da quello che ho
visto prima avrei dedotto tutt’altro >>.
Juliet arrossì in volto, mentre Louis si grattò la testa, imbarazzato.
<<
Maya, vieni qui bellezza! >>. La cagna al richiamo di Matt accorse subito
da lui.
<<
Come vi conoscete? >> domandò Louis, sperando che fossero chiari i
soggetti.
Juls capì
all’istante a chi altri potesse alludere e ridacchiò. << Matt è un
allevatore di husky e malamute. È da lui che prendemmo Maya. È un vecchio amico
di famiglia >>.
<<
E come potete vedere…>> ci mostrò uno scatolone accanto alla panchina,
<< Sono venuto qui per trovare una famiglia a questi bei cuccioli
>>.
Juliet si
mosse verso il rettangolo di cartone. << Oh…>>, infilò la mano
prendendo qualcosa di piccolo ed estremamente soffice. << Ciao… >>
disse al cucciolo di husky dal pelo rossiccio che reggeva tra le braccia.
Louis si
avvicinò per poterlo toccare. Gli solleticò il ventre con un dito.
<<
Quanti ne hai venduti fino adesso? >> chiese Juliet a Matt.
L'uomo s’incupì. << Soltanto due. Ne restano otto, ma temo che non troveranno
una casa oggi…>>.
Juls
guardò il cucciolo accoccolarsi tra le sue braccia.
Louis
vide il viso di lei rabbuiarsi. No, s’impose, qualsiasi cosa per non doverle
vedere di nuovo quell’espressione.
Sperò
tanto che la sua idea funzionasse.
Si voltò
e corse verso le giostre.
Juls lo
guardò confusa.
Dove diavolo…?
<<
Ehi bambini, venite a vedere una cosa. >> Louis incitò con voce
esuberante quei bambini, che si bloccarono curiosi dalla sua proposta.
I
genitori che stavano sorvegliando i loro figli, li seguirono a loro volta
perplessi.
I bambini
cominciarono a guardare con occhi affascinati i cuccioli nello scatolone, tanto
che alcuni genitori vennero travolti dalle loro smielate suppliche.
Una
bambina convinse la propria madre a comprarne uno, e così Matt si rianimò.
I
genitori restavano inteneriti da quei musetti graziosi, che dopo qualche minuto
afferravano il portafoglio.
<<
Sei stato bravissimo. I bambini ti hanno seguito subito, incredibile >>
mormorò Juliet a Louis.
Lui si
sentì piacevolmente imbarazzato. << Mi piacciono i bambini. Avendo ancora
quel carattere giocoso e spensierato che mi caratterizza, m’identifico
abbastanza bene con loro. Attirando loro ho attirato anche i genitori. >>
disse ridendo con voce scherzosa.
<<
Ottimo piano. >> concordò lei.
Una bambina
si avvicinò a lei e le tirò il braccio per dirle qualcosa. Juliet si sporse in
basso sporgendosi con l’orecchio.
<<
Lui è il tuo fidanzato? >> le sussurrò, lanciando un’occhiata al ragazzo
affianco a lei.
<<
No, è tutto tuo. >> sussurrò Juliet a sua volta ridendo.
La
bambina guardò Louis con occhi sdolcinati. << Ciao…>> lo salutò con
voce affettata.
Lui
rimase di stucco. Attirò Juls a sé in un abbraccio. << Molto divertente.
Devi scusarla: alla mia dolce cagnolina
piace scherzare >>.
La
bambina s’imbronciò << Ah ok. Se non dovesse durare chiamami. >> e
si congedò saltellando.
<<
Hai proprio ragione: i bambini ti adorano
>> lo canzonò Juliet palesemente divertita. Poi alzò un sopracciglio continuando
a sorridere: << Cagnolina? >>.
<<
Devo ancora decidere se considerarti una micetta o una cagnolina >> la
cullò dimenticandosi della gente intorno. Tanto erano occupati.
<<
Posso essere una compagnia fedele, ma con gli artigli e lo sguardo felino
>> ammise sarcastica.
<<
Questo dovrei deciderlo io… >> convenne lui.
Cosa significa? Si domandò lei.
<<
Il tuo gesto è stato incredibilmente dolce e generoso. >> gli disse
sinceramente compiaciuta. Il suo secondo fine era sviare quell’ulteriore dubbio
che il ragazzo le aveva impresso con quell’ultima affermazione. Louis non
faceva altro che questo: confonderla con le sue frasi vaghe. Ma quel gesto di dolcezza e altruismo l’aveva lasciata
veramente senza parole.
Lui
sbattè le palpebre e fece un’espressione confusa. Infine, alzò lentamente lo
sguardo verso di lei. Louis rimase sena parole. Per alcuni lunghi secondi, i
suoi occhi penetrarono in quelli della ragazza e i suoi lineamenti si
addolcirono in un’espressione sorpresa. Prese il volto di Juliet tra le mani e
le si fece più vicino. << Se solo avessi saputo che mi avresti guardato
così, lo avrei fatto subito. >>.
<<
Zayn…vuoi stare un po’ fermo? Non riesco a prenderti le misure. >>
borbottò Allie arrancando con il metro.
<<
Ops scusa Allie >>.
<< Ora
sta buono. >> gli ordinò.
Allie
doveva prendere le misure per il vestito oltre che a Liam in quanto sposo,
anche a Harry, Zayn e Niall.
<<
Stavo pensando al completo. Direi un blu scuro per te, come colore ti dona
molto >> commentò la ragazza in tono affabile.
<<
Concordo >> esordì Nat entrando dalla porta. Lanciò un’occhiata lasciva
al fidanzato, il quale ricambiò. Poi si volse verso Allie. << Deve per
forza stare in boxer? >> le chiese muovendo la mano in direzione di Zayn.
<<
Sì. Così posso prendere bene le misure >> rispose Allie apertamente.
<<
Soltanto e unicamente in boxer? >> ripetè la rossa accennando un
cipiglio.
<< Bè
sai, ho preferito farglieli tenere, per non fraintendere >> la schernì
Allie roteando gli occhi.
Nat alzò
un sopracciglio. << Certo. Sono più tranquilla sapendo che il ragazzo ce
l’hai anche tu >>.
<<
Esattamente. Sai che se avessi pensato ad un mènage a trois te lo avrei fatto
sapere >> la provocò Allie ridendo spudoratamente.
Zayn non
potè fare a meno di ammirare il modo in cui la sua donna lo guardò con
un’espressione possessiva.
<<
Okay, posso concederti questa fantasia, ma resterà tale >> disse Nat con
un sorriso sinistro.
<<
Sei un’egoista >> Allie mise il broncio.
<<
Lo so. Zayn sapeva a cosa andava incontro >> Nat guardò il moro maliziosamente.
<<
E non me ne pento >> le confidò amabilmente Zayn.
<<
Nat, aspetta che finisca qui se vuoi rivendicare ciò che è tuo >> rise
Allie scorgendo negli occhi verdi dell’amica una scintilla di desiderio.
<<
Va bene. Signor Malik è pregato di recarsi nel mio ufficio, quando avrà finito
qui >> disse Nat fingendo un tono professionale, voltandosi per uscire.
<<
Agli ordini, bimba >> rispose lui, lasciando che lo sguardo scivolasse
sul fondoschiena tornito della sua fidanzata.
Allie
inarcò un sorriso malizioso. Pensò di andare a trovare Niall in negozio, subito
dopo aver finito.
<<
Allie, Juls non è ancora tornata? >> chiese Zayn.
<<
No, ma credo che non verrà. Sarà tornata a casa dopo…>> lasciò la frase
in sospeso.
Zayn
annuì. << Io e i ragazzi pensiamo di aver trovato un ragazzo abbastanza
perbene per lei…>> le confidò.
Allison
sorrise compiaciuta. << Davvero? Chi è? >>.
<<
Sorpresa. Che ne dici se domani sera ci organizziamo tutti insieme per una
pizza, e porto anche questo mio amico? >>.
<<
Mi sembra ottimo. Avvisiamo gli altri >>.
<<
Grazie per avermi aiutato >> Matt abbracciò Juliet, e diede una pacca
affettuosa sulla spalla di Louis.
<<
Il merito è tutto di Louis. >> convenne Juliet sorridendogli.
<<
Basta con gli elogi. L’ho fatto per i cuccioli. >> E per Juls, ma questo non lo disse.
<<
Ne è rimasto solo uno, ma per il resto la vendita è andata bene >>.
<<
Quale? >> Juliet si avvicinò perplessa alla scatola. << Oh sei tu!
>>.
Il
cucciolo dal pelo rossiccio era rimasto lì.
<<
Vedo che ti sei affezionata. Che ne dici Juliet: Maya avrà un compagno di
giochi? >> le propose Matt con un sorriso d’incitamento.
Lei
scosse la testa. << Grazie Matt, ma non me lo posso permettere. Sono
convinta che presto troverà una famiglia che si prenderà cura di lui >>,
si chinò ad accarezzarlo un’ultima volta.
Salutarono
Matt, e insieme a Maya continuarono la passeggiata.
<<
Il sole sta per tramontare…>> mormorò lei d’un tratto scrutando
l’orizzonte.
<<
Sì, com’è bello…>> concordò Louis.
<< Vorresti
vederlo ancora meglio? >> gli propose.
<<
Certo. Dove mi porti? >>.
Juliet lo
portò nei pressi di un chioschetto in vicinanza del fiume Tamigi.
Si sporse
verso il bancone. << Ehi Jake! La mia barca? >>.
<< Ehi Belle Gambe. Al solito posto come sempre. >> rispose
il ragazzo dai capelli rossicci dopo averle rivolto un largo sorriso.
<< Grazie mille >> e lo salutò.
<<
Ehi chi è il tizio? Non dirmi che è il tuo fidanzato? >> le chiese Jake.
<<
No, Jake >>.
<<
Ah ecco vorrei ben dirlo. Sarebbe una cazzata scegliere lui invece di me
>> si pavoneggiò ammiccandole.
Juls fece
un mezzo sorriso, e lo salutò con la mano.
<<
Cos’avrebbe lui più di me, sentiamo. >> Louis mostrò i denti tutto irrigidito.
<<
È un amico di Kyle. È un attaccabrighe, non serve scaldarsi >>.
<< Direi un pallone gonfiato >> borbottò lanciandogli un’occhiataccia
di sottecchi.
Juliet
sospirò. << Vieni? >> sorrise.
<<
Certo. >> Louis ricambiò il sorriso e le mise una mano dietro la schiena.
Juls
s’infilò nella sua umile barchetta. Louis occupò posto di fronte a lei.
<<
La barca è tua? >>.
<<
Sì in un certo senso. Mia e di mio padre. Venivamo spesso qui per guardare il
crepuscolo. Lui considerava il tramonto come il terminarsi della luce che
irradia il Sole, per dar spazio alla Luna di diffondere il buio e le stelle di
una luce fredda e misteriosa >>.
<<
Perché misteriosa? >> chiese Louis.
<<
Perché le stelle sono corpi celesti all’interno dei quali
viene prodotta un
enorme quantità di energia che si propaga nell’Universo
sotto forma di luce.
Questa energia ha origine nel nucleo, dove l’idrogeno che si
trasforma in elio
innesca reazioni termonucleari. Esistono vari tipi di stelle ed ognuna
porta
con se qualcosa di misterioso nella sua nascita. Sono lì,
semplici ma
complesse. Non luminose quanto il Sole, ma meravigliose e intriganti
nel loro
essere. Okay, non t'interessa ciò che ho detto, posso capirti
>>. Remando, Juliet arrivò ad un punto centrale del fiume
Tamigi. Si
fermò e con un cenno del capo suggerì a Louis di guardare
il tramontare della
calda sfera. Mille picchiettature di giallo, rosso e arancione si
generavano da
quel vortice di calore prima d’immergersi -metaforicamente
parlando- nelle
acque cristalline del fiume.
Dopo un
lungo momento per ammirare quel capolavoro di Madre Natura, Louis mormorò un
<< Grazie >>.
<<
Di cosa? >> Juls non si girò, ma il tono di voce era curioso.
<<
Per avermi portato qui: il posto dove venivi sempre con tuo padre…>>.
<<
Oh… >> Si sentì piacevolmente a disagio per come Louis la stava guardando.
Per lei, lui emanava una luce propria, come le stelle, solo da quel sorriso.
Quando le rivolgeva quel sorriso, lei sentiva una luce calda e lussuriosa
avvolgerla. La pelle iniziava a formicolarle, come se delle formiche stessero
camminando sotto la sua pelle. Un formicolio che la raggiungeva nella sua intimità.
Louis si
avvicinò di qualche centimetro, prestando attenzione a non calpestare la coda
di Maya.
<<
Perché prima ti ha chiamata “Belle Gambe” quel tipo? >> le chiese
riferendosi a Jake.
<<
Jake mi chiama sempre così >>.
<<
Ma a me non sembra che ti dia fastidio >> notò con una smorfia.
<<
Perché dovrebbe? È un ragazzo divertente, e mi fa ridere >>.
<<
Quindi ti piace? >>.
<<
Jake è un amico >>.
<<
Se lo dici tu >> borbottò.
<<
Perché quest’interrogatorio Tomlinson? Cos’è, sei geloso? >> scherzò
Juliet.
<<
E se anche fosse? >> ribattè con malizia, avvicinandosi qualche altro
centimetro.
<<
Non ne vedrei il motivo. Tu…>> trovò qualcosa su cui aggrapparsi. Ah
ecco: Tu sei felicemente fidanzato! Gli avrebbe detto, e stava per farlo, ma
quando si voltò sfiorò con la punta del naso le labbra di Louis.
Juliet
sussultò per quel tocco inaspettato. Non pensava che si fosse fatto così TROPPO
vicino durante il suo momento di riflessione. Doveva imparare a pensare molto
più in fretta!
<<
Io? >> la spronò dolcemente.
<<
Io e te…>>.
<<
Tu ed io? >> ripetè con un sorriso che a Juliet sembrò smisuratamente sexy.
Ad ogni
sua parola il respiro di lui la investiva in una brezza afrodisiaca.
<<
Siamo…>>
Avanti dillo! Devi allontanarlo
Juliet! Fallo!
Chiuse
gli occhi. << Siamo amici. >> disse finalmente tutto d’un fiato.
Anche se il suono di quella parola le aveva lasciato un sapore rancido in gola,
e si trattene dal fare una smorfia.
<<
Dimostramelo >> disse Louis in tono conciso.
Lei aprì
gli occhi. << Cosa? >>.
<<
Se siamo quello che hai detto…dimostrami che non ti piaccio >> le spiegò
in tono spazientito.
Perché
aveva assunto quel tono? Che fosse stata quella
parola ad innervosirlo tanto?
<<
Come? >> Juls stava iniziando ad agitarsi. Cercò di arretrare, ma era già
al limite del possibile spazio.
<<
Baciami >>.
Quell’ordine
mandò in subbuglio tutti i suoi dannati ormoni.
Maledetto lui e quella sua voce
roca e viziosa!
<<
Non credo sia una buona idea… >>. Sembrò quasi che le labbra le
bruciassero come per dirle: “ Non è una buona idea. È un’OTTIMISSIMA idea”.
<<
Non sarà poi così tremendo lasciarmi un innocuo bacetto sulle labbra. Baciami Juliet…>>
le sussurrò.
“Innocuo”.
Pff come no! Solo Dio sapeva che non gli avrebbe dato un ridicolo bacetto!
Juliet era di nuovo così vicino a quella tentazione sensuale e vellutata.
Si arrese
al suo istinto animale, se così lo si poteva chiamare quel flusso carnale che
le fluiva nel corpo.
Si sporse
lievemente per potersi deliziare di quel paradiso, quando sentì Maya abbaiare.
La cagna si interpose tra Juliet e Louis con un balzo fulmineo. Quest’ultimo tentò
di riprendere l’equilibrio, ma cadde con un tonfo in acqua.
Juls si
chinò verso l’increspatura dell’acqua. << Louis, stai bene?! >>
chiese preoccupata.
Lo vide
emergere dall’acqua gelata. << Merda! >> sputò, e si passò una mano
tra i capelli fradici.
<<
Dammi la mano! >> gliela porse e quando l’afferrò, riuscì ad aiutarlo a
risalire sulla barca.
<<
Oh Cristo, mi dispiace tanto. >> aggiunse vedendolo bagnato come un
pulcino. Poi lo guardò meglio: un adorabile pulcino zuppo dalla testa ai piedi.
Imprecò sottovoce. Quello era sicuramente un segnale. La maledizione colpisce ancora, pensò tristemente.
<<
F-fa f-freschino…>> mormorò Louis stringendosi nelle spalle e battendo i
denti.
Juliet si
fece prestare una coperta da Jake. Louis era seduto su una panchina. Stava
cercando di non tremare come una foglia. Gliela poggiò sulle spalle e fece
pressione sul suo corpo con le proprie mani per trasmettergli calore.
<<
Un bacio sarebbe l’ideale… >> Louis sbattè le ciglia con aria innocente.
Juls
scosse la testa sorridendo. << Non puoi restare così. Ti verrà un
malanno. Sei venuto con la tua auto? >>.
<<
No. A piedi. E il mio telefono è andato. >> osservò aspro, buttandolo
nella pattumiera.
Juliet
sospirò. Gli tese la mano e lui la prese subito.
Louis si
avvicinò al suo viso.
Lei rise.
<< Fermo pulcino. Hai visto cos’è successo prima vero? >>.
<<
Non credo nelle maledizioni >> rispose risoluto.
<<
Hai bisogno di un cambio d’abiti al più presto. Seguimi >>.
Louis
sbuffò e mise il broncio. Lei si bloccò per un istante su quel labbro inferiore
che adesso era pronunciato. No! Basta con questi pensieri, s’impose.
Lo portò
alla sua auto. Louis le strinse la mano, che fino a quel momento era stata
nella sua.
<<
Quella è…? >> disse ad occhi sbarrati.
<<
La mia auto. Sali. Svelto >>.
<<
Una…tu possiedi una Lamborghini Gallardo! >> esclamò con un largo
sorriso, accarezzando l’auto di un color grigio metallico.
<<
Già. Sali Tomlinson >> gli ordinò. Quel ragazzo pensava ad una macchina
piuttosto che alla sua salute.
Uomini,
pensò alzando gli occhi al cielo.
Louis non
se lo fece ripetere due volte. Aveva un freddo cane.
Maya
entrò e si accucciò sul sedile posteriore.
<<
Mi dispiace. Sto bagnando questi favolosi sedili di pelle >> disse Louis
mortificato.
Juliet mise
in moto. Lo guardò con una smorfia. << Non è importante >>.
<<
Come l’hai avuta? È impossibile da trovare. È un’auto molto rara >>.
<<
Me l’hanno regalata >>.
<<
Stai scherzando? >>.
<<
No, è vero. Il padre di Jade, un giorno ebbe dei problemi con la sua auto. Io
mi offrii di darle un’occhiata. C’erano dei problemi con alcuni pezzi. Liam era
fuori città, e la sua officina era chiusa, quindi la riparai io >>.
<<
Sai riparare le auto?! >> Louis restò a bocca aperta.
<<
Sì. Mi spieghi cosa c’è di strano? Cos’è quella faccia? >>.
<<
Niente. Sono sorpreso. Tu mi sorprendi sempre. >> ammise sorridendole.
Juls fece
un ghigno compiaciuto, e tenne gli occhi fissi sulla strada. << Dopo
averla messa a nuovo, non accettai che mi pagasse, ma quando il padre di Jade
venne a sapere che avevo appena preso la patente di guida, mi regalò quest’auto.
Mi disse che se non l’avessi accettata non mi avrebbe più fatto mettere piede
in casa sua. >> Juliet rise a quel ricordo.
<<
Avrei voluto conoscerli >>.
Lei
sorrise, poi Louis cambiò argomento: << A proposito. Dove mi stai
portando? >>.
<<
Casa tua è troppo lontana, e rischi seriamente di prenderti un febbrone da
cavallo >>.
<<
Perciò deduco che tu mi stia portando…? >>.
<<
A casa mia >> concluse lei.
<<
Saremo soli >> Louis ammiccò, anche se si strinse nella coperta di
flanella.
<<
Non contarci. Mi dispiace dirtelo, ma vivo con mia madre e mio fratello
>>. Non aveva problemi a dire che non viveva da sola. Aveva
vent’anni e
poteva fare le scelte che voleva, e questa era stata la sua. Sua madre
aveva bisogno di lei, non se la sentiva di comprarsi un appartamento
indipendente, aveva deciso di non voler lasciar vivere Bethany da sola
in quella casa piena di ricordi. Kyle non c'era quasi mai,
perciò Juliet si era imposta di rimanerle vicino.
Louis non
disse niente.
<<
Non vuoi prendermi in giro? >> chiese lei cauta.
Lui la
guardò accigliandosi. << Perché dovrei? La tua vita. Le tue scelte
>>.
Lei restò
senza parole. Che Louis le leggesse nel pensiero?
<<
Io ho scelto di vivere con Harry, ma suppongo che presto resterò solo, dato che
sono certo che si sposerà con Jade. Ho deciso di andarmene da casa, perché i
miei erano troppo asfissianti. Detesto quando tuo padre e tua madre ti ripetono
ogni volta che devi trovare la tua strada. Erano così appiccicosi che me ne
sono andato >>.
<<
Vogliono il meglio per te. È normale >> commentò
Juliet, momentaneamente sorpresa che Louis avesse tirato fuori i suoi
genitori come argomento. Sapeva che Joannah era divorziata, e Juliet
era piuttosto discreta su certi argomenti personali.
Louis
sbuffò. << Certe volte desideravo che mi lasciassero in
pace e basta. Mio
padre voleva costringermi ad intraprendere la carriera del professore
di
letteratura, come lui. Che seccatura! Forse è per questo che mia
madre ha
divorziato da lui. Lei non si è più risposata, ma so che
si sta vedendo con un tizio. Sono contento per lei. E anche per la
scelta di mio padre. Era meglio così. Forse non ero così
importante per
lui e ha deciso di lasciarmi. >>. Poi si pietrificò
pentendosi amaramente
di quello che aveva appena detto.
Si girò
subito verso Juliet e la vide stringere le mani sul volante, così forte che le
nocche sbiancarono.
<<
Oh dio, Juliet…non intendevo…Scusami ti prego. >> Louis le posò una mano
sulla coscia.
<<
Non devi scusarti. La vigliaccheria. Quella è l’unica ad
aver colpa. Alla fine, penso che possa ritenermi fortunata di avere al
mio fianco le persone che ritengo importanti nella mia vita. Se hai
loro, il resto non conta
>> disse glaciale, poi i suoi lineamenti si addolcirono, e
staccò una
mano dal volante per poggiarla su quella fredda di Louis.
La casa
di Juliet era una villetta a due piani. Piccola e semplice, in stile moderno,
con i muri di un giallino tenue che poi in alcuni punti diventava un marroncino
chiaro. Un bel giardino profumato di fiori tipicamente autunnali contornava la casa.
Parcheggiò
l’auto sul vialetto.
<<
Inizia ad avviarti. >> lo spronò, andando ad aprire la portiera per far
scendere Maya.
<<
Sei sola adesso? >>.
<<
Sì >>.
Entrarono,
e con profonda soddisfazione, Louis si fiondò di fronte al camino
scoppiettante. << Molto meglio >> mormorò lasciandosi investire dal
calore.
<<
Vieni. Hai bisogno di una doccia calda >> disse Juliet salendo gli
scalini che andavano al piano di sopra.
<<
Mi fai compagnia? >> le sussurrò all’orecchio Louis, mentre la seguiva.
<<
Vedo che il lupo perde il pelo, ma non il vizio>> scosse la testa.
Lui fece
il verso del lupo, provocandola.
Juliet
aumentò il passo. << Smettila >>.
<<
Posso vedere camera tua? >>.
<<
L’unica camera che dovrai vedere adesso è il bagno. Aspetta qui. >> gli
disse allontanandosi.
Louis
lanciò un’occhiata in giro. C’erano cinque stanze al piano di sopra: il bagno,
una camera da letto, una camera che ipotizzò fosse quella del fratello di
Juliet, la sua, e poi un’altra stanza che adesso era chiusa.
<<
Tieni. >>, Juls gli passò degli asciugamani, e dei vestiti asciutti. Gli
indicò il bagno con il dito e si defilò.
<<
Questo pulcino ha bisogno di qualcuno che lo insaponi! >> Louis alzò la
voce per farsi sentire.
<<
Questo pulcino sfacciato tra poco verrà divorato da un gatto! >> disse
Juliet di rimando. Dalla voce sembrava che si trattenesse dal ridere.
Louis
ghignò, andando verso il bagno.
Mezz’ora
più tardi scese di sotto e vide Juliet seduta sul divano.
<<
Grazie >> le disse, quando questa le passò una cioccolata calda.
<<
Ti stanno bene >> commentò sincera dandogli un’occhiata.
<<
Sono di tuo fratello? >> le chiese guardando la felpa rossa con scritto
Oxford University al centro e i jeans un po’ sbiaditi che le aveva dato.
Lei annuì
e lui: << Non si arrabbierà se mi hai dato in prestito le sue cose?
>>.
<<
Certo che no. Ora bevi, altrimenti i marshmallow diventeranno troppo mollicci
>>.
<<
Che lavoro fa tua madre?e Kyle? >> le chiese, dopo aver bevuto un sorso.
<<
Mia madre fa la maestra d’asilo. Kyle fa l’avvocato. >> rispose Juls.
<<
Oh ce lo vedo tuo fratello a fare l’avvocato. Tutti i giorni in giacca e
cravatta. >> scherzò.
<<
Non ci conterei sull’ultima affermazione. Kyle indossa quasi sempre jeans e
camice. Dice che la giacca gli da un’aria da vecchio signore >>
ridacchiò.
<<
Ha ragione. Per questo adoro le mie bretelle. Sono un ottimo sostituto per
quelle odiose giacche rigide e scomode >>.
<< Ma dovrai metterla al tuo matrimonio con Rachel. >> commentò Juliet. Il suo
tono era diventato distaccato.
Louis la
guardò. << Cosa ti fa pensare che mi sposerò con Rachel? >>.
<<
Non lo so. Dico solo che questo è quello che lei si aspetta da te. >> Juls
poggiò la sua tazza sul tavolino di fronte il divano.
<<
Sono un tipo che delude le aspettative degli altri. >> disse lui in tono
aspro.
<<
Se ti riferisci a tuo padre, tu non l’hai deluso. È lui che ha deluso te e tua
madre. >> ribattè lei con lo stesso tono.
<< Forse ho il suo stesso gene. Anch’io ho abbandonato mia madre >>.
<<
No, non è vero. Tu ci sei sempre per lei >>.
Louis la
guardò. Pian piano la bocca s’increspò in un sorriso pieno di riconoscenza.
<< Grazie >>.
<<
Smettila di scusarti o di ringraziarmi >>.
<<
No sul serio. Mi fa bene parlare con te, Juliet. Non ho mai avuto questa intesa
con una donna, prima di te >> le confidò.
Juliet fece
quel solito ghigno che Louis ipotizzò fosse per compiacimento.
<<
Sono a casa! >> Urlò una voce profonda, entrando dalla porta d’entrata.
Louis per
poco non rovesciò la sua tazza per lo spavento. Si girò lentamente e vide un ragazzo. Kyle.
<< Ehilà, sei tornato presto. >> Juliet si
alzò dal divano per andargli
incontro. Si scambiarono un sorriso amorevolmente fraterno. Kyle le
passò un braccio sulle spalle e le baciò il capo. Juliet
gli scompigliò i capelli corti del colore della sabbia.
<<
Stasera gioca il Manchester City, sciocchina. Non posso perdermela. Ho portato le
ciambelle di Krispie Craem >> le sventolò il pacchetto davanti agli occhi.
A Louis
scappò uno starnuto. Che diavolo, bel modo di far recepire la sua presenza.
Kyle
aggrottò la fronte, quando lo vide.
<<
Ehm…Kyle questo è Louis. Louis questo è mio fratello Kyle >> Juliet
sorrise amichevolmente facendo le presentazioni.
<<
Piacere di conoscerti Kyle >> Louis si alzò per tendergli la mano.
<<
Perché indossa i miei vestiti? >> il ragazzo si rivolse a sua sorella, ignorandolo
palesemente.
<<
Louis è caduto nel Tamigi >> spiegò schietta.
<<
Oh capisco. Che sfiga. >> Non sembrò dispiaciuto << E perché l’hai
portato qui? >>.
<<
Perché se lo avessi lasciato a piedi, si sarebbe preso un febbrone da cavallo
>> rispose a suo fratello in tono ovvio.
<<
Che ci facevate lì? Un momento. >> Kyle squadrò Louis con circospezione,
per poi guardare la sorella, << Star, lui è il tuo ragazzo? >>.
<<
No. Siamo… >> Louis sorrise, quando la vide esitare.
La parola
con la A non voleva
che la pronunciasse mai più. Si era infastidito, quando aveva detto che erano
“quella parola”, quando si trovavano sulla barca.
<<
Ragazzi sono a casa! >>. Louis dedusse che nella famiglia Anderson per
annunciare la propria presenza bisognava gridarla.
<<
Mamma >> la salutarono all’unisono Juls e Kyle. La madre era una donna
alquanto snella, con corti capelli di un biondo-cenere, e gli stessi occhi azzurro-ghiaccio del figlio.
<<
Oh. Abbiamo ospiti, vedo. >> la signora Anderson rivolse un caloroso
sorriso accogliente a Louis, quello che Kyle aveva lasciato da parte.
<<
Mamma, Star si è fidanzata. >> annunciò Kyle e lanciò uno sguardo freddo
in direzione di Louis.
Che diavolo gli ho fatto? Sembra
che voglia letteralmente congelarmi con quello sguardo da iceberg.
<<
Penso che mi farò fare una scritta sulla fronte con scritto: “ Non sono
fidanzata con Louis Tomlinson” >> sbottò Juliet alzando gli occhi al
cielo.
<<
Chi lo ha spinto dalla barca? >> le chiese Kyle curioso.
<<
Maya >> fu Louis a rispondere.
<<
Dalla barca? Oh santo cielo, stai bene? >> gli chiese la signora Anderson
avvicinandosi al ragazzo.
<<
Sì, grazie a sua figlia. Piacere di conoscerla signora Anderson. Sono Louis
>>.
<<
Chiamami pure Beth >> gli sorrise.
<<
Sono fiero di te, Maya >> Kyle accarezzò la cagna sul ventre. <<
Scommetto che il presunto amichetto di Star ci ha provato con lei, e tu da
brava guardia del corpo, l’hai buttato in acqua! >> scoppiò in una
fragorosa risata.
<<
Kyle! >> lo rimproverò Juliet fulminandolo.
<<
Kyle William Anderson, dacci un taglio e prepara la cena. Louis si
fermerà a
mangiare con noi. >> dichiarò Bethany guardando dritto
negli occhi del figlio, assicurandosi di non ricevere risposte sgarbate.
Louis non
riuscì a trattenere un sorriso compiaciuto. William? A quanto pareva lui e Kyle
avevano qualcosa in comune. << Sign- cioè volevo dire Beth. Non vorrei
crearvi disturbo…>> disse poi.
La donna
scacciò quel pensiero con un gesto di nonchalance. << A Kyle non
dispiacerà preparare da mangiare per una persona in più, giusto? >>.
<<
Oh certo che no. Per niente >> Kyle sfoggiò un largo sorriso, anche se finto.
Poi il
biondo si girò verso la sorella e le scompigliò i capelli. << Metti la
maglia del Manchester, Star. E io preparerò i miei grandiosi nachos >>.
<<
Agli ordini >> Juls corse di sopra con la madre alle calcagna.
<<
Ti piace il calcio, Louis? >> gli chiese Kyle guardandolo attentamente.
<<
E a chi non piace? E vado pazzo anche per i nachos. >>.
Kyle ghignò,
come era solita fare Juliet.
<<
Credo di poterti apprezzare. Ma attento: diversamente dagli amici di
mia
sorella, non mi limito con le parole. Per me lei è tutto, e
chiunque la faccia
soffrire, non sempre rimane tutto intero. >> gli angoli della
bocca di Kyle s'incresparono in un ghigno minaccioso. <<
Ricordo ancora quel Luke: dopo che ho scoperto che tipo era, non
è riuscito più
a pisciare regolarmente. >> il suo tono divenne sprezzante e
divertito. <<
Naturalmente Juliet non lo sa >>.
<<
Non sono il suo ragazzo.>> puntualizzò Louis.
A Kyle non sfuggì quella nota di sconforto nella voce del ragazzo. << Oh
bè, sai come si dice: Patti chiari, amicizia lunga >> gli indirizzò un
sorriso eloquente.
Quel
ragazzo sapeva essere intimidatorio. I muscoli delle braccia di Kyle
apparentemente rilassati, restavano tuttavia in uno stato di tensione,
che emanava potenza. Un fratello legato a sua sorella, non dal sangue,
ma da un legame ancor più saldo caratterizzato da
protezione e fiducia reciproca.
Louis resse il suo sguardo, azzurro e ghiaccio in uno scontro a viso aperto. << Tengo
molto a lei, Kyle >>.
Note dell’autrice
Buon
pomeriggio bellissime :-D
Volevo
presentarvi il nostro Kyle...<3
Avete
capito chi è nella realtà? Forza indovinate XD Non so voi ma io lo amo da
impazzire!! *__* Chi non vorrebbe un fratello del genere?!
La new
entry come avrete potuto notare ci sarà nel prossimo capitolo, non vedo l’ora
di sapere cosa ne pensate di questo, ci saranno dei colpi di scena yeaah :3 E una parte dolcissima tra Juliet e Louis *__* ( okay stop vi ho detto troppo)
Spero vi
siate divertite ed emozionate a leggerlo, quanto io a scriverlo…(?)
Ringrazio
le meravigliose creature che hanno fatto sì che questa storia arrivasse a 53
recensioni in sei capitoli!!! Dio quanto sono felice, vi amo tantoo :’)
Ora vado, vi lascio alle vostre recensioni *occhioni dolci* , vabè ciauuu splendori miei :-*
P.s. Vorrei consigliarvi di passare a leggere questa OS perchè è davvero bellissima: I never stop love you...
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Capitolo 8 *** Capitolo8 ***
pronto con bonazzo
Capitolo 8
La cena
fu piuttosto piacevole. Sua madre aveva chiacchierato con Louis per
tutto il
tempo. Kyle gli aveva rifilato una decina di occhiate furtive, ma per
il resto non aveva fatto commenti sul perché Juliet e Louis si
trovassero su quella barca da soli. Il fratello sapeva essere
accomodante qualche volta, riflettè Juliet con un sospiro di
sollievo.
<<
Piaciuti i nachos? >> chiese sottovoce a Louis, sedendosi accanto a lui.
Lui si
girò a guardarla. << Sì. Tuo fratello non è male come cuoco >>.
<<
Ti senti meglio? >>.
<<
Sì. Kyle non mi staccherà un braccio se lo tengo vicino al tuo? >> le
bisbigliò.
Lei
sorrise notando quel tocco. << Non credo >> bisbigliò a sua volta.
<<
Ottimo. Sai, stavo pensando… >>.
<<
Ssh >> Kyle gli lanciò un’occhiata ammonitrice.
Primo tempo, e il punteggio segnava uno a zero per il Manchester.
<<
Penso sia meglio parlarne dopo. Vado a vedere se mia madre ha bisogno di aiuto
>>, disse Juliet, e si alzò.
Dopo che
sua madre le aveva assicurato che poteva lavare benissimo i piatti da sola,
Juliet andò di sopra.
Chiudendosi la porta alle spalle, respirò l’odore
familiare dello studio dove da piccola trascorreva la maggior parte del
suo tempo. Andò verso il telescopio che si trovava vicino alla
finestra.
Adocchiò qualche costellazione guardando nell’obiettivo, e
sorrise godendosi quella visione mozzafiato.
Poi si
rilassò, pensando alla sua giornata: Lavoro, cimitero, Louis, il
suo "tuffo" in acqua, cena in famiglia. Cristo, era
esausta.
<<
Toc Toc >> sentì dire.
<<
Louis >> era sorpresa di vederlo. << La partita è già finita?
>>.
<<
Veramente no. Solo che avevo voglia di stare un po’ con te. >> ammise con
un sorriso. Poi il ragazzo si guardò intorno. << Forse ti sto dando
fastidio. Meglio che…>>.
<<
No. Entra. >> lo interruppe. Era piacevolmente colpita dal gesto di Louis: stare con
lei piuttosto di vedere una partita di calcio. Uomini, ripetè, chi li capisce è
brava.
<<
Che bella stanza >>. C’erano foto di costellazioni e aurore
polari
attaccate alle pareti, un grosso mappamondo sulla scrivania, molti
libri e
mappe geografiche. Era rimasto tutto uguale dalla morte del
padre, e Bethany vi toglieva la polvere per abitudine.
<<
È lo studio di mio padre >> gli spiegò adocchiando una foto che la
ritraeva da bambina con David.
<<
Oh >> Louis le si avvicinò osservando la fotografia. << Si vede
quanta passione ci metteva nel suo lavoro. Hai preso da lui >>.
Lei
sorrise mesta. Glielo ripeteva sempre sua madre, e lei si sentiva bene, perché
pensava di avere almeno qualche buona qualità in lei.
<<
Quello è un telescopio? >> Louis lo fissò ammirato.
<<
Guarda qui dentro. >> lo invitò lei, spostandosi per fargli spazio.
Louis
poggiò l’occhio sull’obiettivo per poi esclamare un: << Wow >>.
<< Belle
vero? >> concordò Juliet guardando le stelle nel cielo notturno.
<<
Ho notato che tuo fratello ti chiama Star. Forse so il motivo. >> affermò
Louis in tono saccente.
<<
E quale sarebbe? >> volle sapere lei.
<<
Sei come una stella: semplice ma complessa, non luminosa quanto il Sole, ma
meravigliosa e intrigante nel tuo essere >> la guardò di sbieco.
Juls restò di nuovo interdetta. Dannato lui. Si morse il labbro. << E chi sarebbe il Sole? Più
luminoso di me? >> scherzò.
<<
Mia madre >> rispose Louis girandosi a guardarla con ovvietà. Poi i due
scoppiarono a ridere.
<<
Mi piace tua madre. >> gli disse sinceramente guardandolo negli occhi.
<<
E a me piace la tua. Kyle invece mi odia >>.
<<
Oh non ti odia. È solo un tantino protettivo. >>.
<<
“Un tantino protettivo” è un eufemismo! >> commentò Louis ridendo.
<<
Okay. Ma lo adoro con tutto il cuore. E vorrei che trovasse una ragazza >>.
<<
Lo so. Sarebbe grandioso, almeno si distrarrebbe un po’. >>, le toccò una
guancia con il palmo della mano. << Anch’io ti adoro. >> le mormorò in una confessione intima.
Juliet dischiuse la bocca, disarmata da ciò che il ragazzo le aveva appena detto. Cosa? Dannazione!
Tutto quello che era successo le aveva fatto dimenticare il nocciolo della
questione: E cioè…LOUIS NON ERA DISPONIBILE!
Dovette
irrigidirsi: << Non lo dire >>.
<<
Cosa? >> Louis sembrò confuso da quel tono duro.
<<
Te l’ho già spiegato. Tu hai Rachel. E non controbattere >> lo ammonì
puntandogli il dito contro.
<<
Ho solo detto che ti adoro. Mi piace stare con te. È sbagliato che te lo abbia
confidato? >> chiese avvilito.
Non mi
fare quel visino abbattuto. Maledetto lui e i suoi modi di fare!
<<
Sì. È sbagliato. Totalmente sbagliato. E sai perché? Perché quella povera
ragazza… >> Povera! A Juliet scappò un pff sardonico. << si aspetta una
vita con te. Quindi comportati da uomo responsabile e falle capire quanto tieni
a lei! Non giocare con i sentimenti delle donne. So come ci si sente >>.
Era stata presa in giro così tante volte, che quel muro invalicabile era
spuntato mattone dopo mattone circondandole il cuore in una stretta d’acciaio.
Doveva imporre a se stessa di allontanare quella tentazione di nome Louis. Non
era per lei. Punto e basta. L’unica cosa che le restava da fare era respingerlo
in modo glaciale. Anche se farlo le avrebbe procurato un profondo dolore nel petto.
<<
Da uomo responsabile? Parli come mia madre! >> sbottò Louis un tantino
innervosito.
Forse
pensò che lei si stesse comportando in modo strano, ma purtroppo i neuroni di
Juliet avevano cominciato ad azionarsi soltanto adesso.
<<
E ha ragione. Scommetto che non saresti capace di instaurare una relazione
stabile con una donna. >> osservò lei pungente.
<<
Che diavolo ti è preso? Ti ho semplicemente detto “ti adoro” e mi aggredisci in
questo modo? >>.
<<
Non è solo quello. Hai tentato di baciarmi più volte…>> digrignò i denti.
<<
Ora non venire a farmi l’innocentina! Ci stavi anche tu, e non negarlo!
>> grugnì palesemente indignato.
Vero.
Quanto era vero. Maledetti ormoni del cazzo che da quando avevano conosciuto Louis,
erano andati tra le nuvole, come se dall’ibernazione si fossero scongelati di
fronte a quel dio del sole.
<<
Ok. Si può darsi, ma non sono l’amante di nessuno. NON VOGLIO essere la SECONDA di nessuno!
>>.
<<
Mi credi uno che mette le corna?! >> stavolta Louis ringhiò guardandola in
cagnesco.
<<
Non lo so. Non ti conosco. Ma so una cosa: Io e te siamo semplici conoscenti
>> disse pacata. Ipotizzava che la parola con la A non sarebbe venuta fuori neanche
se fosse stata l’unica parola nel suo vocabolario ad iniziare per quella
lettera, perciò la parola “conoscente” poteva andare.
Louis
restò impietrito. Poi con voce incolore disse: << Bene. Se è questo che siamo, rispetterò questa tua
decisione >>.
<<
Non è una decisione. È la realtà dei fatti >>. Acida e distaccata.
<<
Forse è meglio che vada. Tuo fratello si chiederà dove sono finito. E non
voglio che pensi che stavo cercando di provarci con sua sorella. Che per me è
una semplice conoscente >>. Lo disse in tono così freddo, che Juliet
tremò colta da un malessere.
Bethany
fece capolino dalla porta. << Oh siete qui. Ho interrotto qualcosa?
>>.
<<
Niente d’importante >> dissero Juls e Louis all’unisono per poi guardarsi
impassibili.
<<
Louis, Juls mi ha detto che non hai l’auto. Quindi dormirai qui, stanotte
>>.
<<
Oh no Beth, non ce n’è assolutamente bisogno. Chiamerò un taxi >>.
<<
È tardi. Sei mio ospite. Vado a prendere le coperte >>. Il tono della
madre di Juliet non ammetteva repliche. Infatti senza aspettarsi una risposta, li lasciò di nuovo soli.
Di bene
in meglio, pensò spossata la ragazza. Ci mancava pure averlo in casa di notte. Che
brutto scherzo voleva tirarle il destino?!
<<
Dormirò sul divano, immagino >>.
<<
È un divano-letto >> specificò Juliet, evitando di guardarlo. Gli era
uscito così bene il suo terzo grado, e la madre si era messa in mezzo
liquidandolo. No. NON doveva ARRENDERSI.
<<
Fa lo stesso. >> bofonchiò Louis tamburellando nervosamente le dita sul
mappamondo.
Juls
scacciò la mano di Louis dall’oggetto di suo padre. Mossa astuta. Così sarebbe sembrata
ancora più frigida.
<<
Scusa. Non volevo toccarlo >>. Il tono di Louis sembrò sinceramente
dispiaciuto e questo la irritò maggiormente.
<<
Va’ via. Buonanotte Louis >> andò ad aprirgli la porta.
Lui si
diresse verso la porta, si fermò accanto a lei e senza guardarla disse:
<< Buonanotte Juliet >> e uscì.
<<
Non guardarmi così papà >> borbottò Juliet in un sussurro, guardando la
fotografia del padre.
Sospirò,
desiderosa di farsi una lunga e sana dormita. Che il dio Morfeo la prendesse
tra le sue braccia, perché quelle di Louis, non l’avrebbero mai più fatto.
La
madre
di Juliet aveva aperto il divano trasformandolo appunto in un letto.
Kyle era su di giri perché il Manchester aveva stracciato il
Real Madrid per tre a uno. Si ricompose nel vedere Louis, accennando ad
un << Notte >> con un movimento languido
delle labbra.
Dopo aver ringraziato Beth della gentile ospitalità, Louis vi si
accasciò sopra con un tonfo. Comodo, dovette ammettere. Notò Maya venire con un
passo cauto vicino al letto. Lo guardò con quegli occhioni scuri piegando la
testa da un lato.
Louis
sorrise, divertito da quel musetto speranzoso. << Sai, devo proprio dire
che sei una gran furbacchiona. Vuoi salire, giusto? >>.
In tutta
risposta Maya fece un balzo atterrando sul materasso, accoccolandovisi.
<< Buonanotte
Maya >> mormorò dalla sua parte del letto. Quel cane gli aveva
fregato anche uno dei cuscini.
Dopo
circa tre ore, insonne Louis si alzò, facendo attenzione a non svegliare la sua
compagnia di letto. Era l’una di notte e lui non riusciva ad addormentarsi.
La verità
era che la discussione con Juliet, l’aveva notevolmente turbato. I suoi
continui cambiamenti d’umore lo irritavano. Prima tutta fuoco e passione negli
occhi, e un attimo dopo: ghiaccio e indifferenza. Voleva farlo uscire pazzo? Bene.
Ci stava riuscendo alla grande. Forse aveva sbagliato a dire di adorarla, ma
non in quel senso sentimentale…forse aveva fatto confusione con le parole. La
cosa che non si spiegava era che quella frase gli era uscita senza neanche rifletterci.
Non che lui fosse un tipo riflessivo, ma perché proprio dirle che l’adorava? La
conosceva poco, ma quel poco che sapeva di lei, gli era sufficiente a sapere
che per lui, Juls era speciale. Forse si stava infatuando della ragazza?
Infatuazione. Non era proprio così. Per Louis quella ragazza non era “da una
botta e via”. Gli dava fastidio, quando lei affermava che gli uomini la
guardassero solo per una scopata. Lui non era uno di quegli uomini. Almeno non
con Juliet. Perché non riusciva a respirare, quando l’aveva stretta a sé? Si
era trattenuto dal saltellare come un bambino, quando lei gli aveva sorriso in
quel modo. Voleva essere lui il destinatario di quei sorrisi radiosi e
mozzafiato. Lo aveva allontanato, di punto in bianco, attaccandolo. Essere
responsabile verso l’amore che provava Rachel per lui, non era appagante.
Perché non n’era innamorato, questo era chiaro. Davvero lei pensava che
l’avrebbe sposata? Dio, se era così, doveva assolutamente chiarire il concetto
con la bionda.
Si
accorse che i suoi piedi stavano salendo le scale verso il secondo piano. Ormai
era una specie di essere umano che agiva senza accorgersene.
La porta
della camera di Juliet era socchiusa. Quella di Kyle completamente chiusa. Fece
un sospiro di sollievo. Quel ragazzo lo avrebbe strangolato solo perché si
trovava a dieci passi di distanza dalla camera di sua sorella.
Con
cautela, prestando attenzione a non far sentire i suoi passi, spinse molto
lentamente la porta in modo da non farla scricchiolare. La camera di Juliet era
molto semplice: pareti color cappuccino, un armadio bianco lucido, una
scrivania e il letto.
Si
avvicinò verso quel letto matrimoniale, dove Juls riposava beata.
S’inginocchiò
guardandola come un pervertito. Era così bella e mansueta, quando dormiva. Non
aveva intenzione di svegliarla. Voleva solo ammirarla in segreto.
Alcune
ciocche di capelli le ricadevano sul viso avorio. La luna che filtrava dalla
finestra di fronte al letto, le illuminava il viso, dandole un fascino innaturale.
Coperta da quelle morbide lenzuola, con un sottile pigiama in flanella indosso, Louis ebbe il
desiderio indomito di spogliarla per poterla coprire con il suo corpo bramoso
delle slanciate e vellutate curve di lei.
La sua
mano si mosse per accarezzarle quel viso a cuore. Si sporse in avanti per
poterla toccare inosservato. Come aveva immaginato, le labbra carnose di Juliet
erano come morbido burro sotto il tocco delle sue dita. Passò il pollice
sul quel labbro lussurioso, poi con l’indice le tenne ferma il mento, sempre
con delicatezza.
<<
Lou… >>.
Il corpo
di lui ebbe un sussulto. Che l’avesse svegliata?
<<
Vieni qui, Lou… >> mormorò Juliet ad occhi chiusi, poggiando la mano sul
cuscino. Louis ritrasse la mano per non farsi scoprire. Lei stava sicuramente
dormendo…e lo stava chiamando nel sonno?
Per poco
Louis non scoppiò in un grido di gioia. Il suo cuore saettò fino in gola per
potergli esplodere in un inno di profonda vittoria. Lentamente poggiò il suo peso sul
materasso. Allungò un braccio per continuare ad accarezzarla. Giurò di vederla
sorridere alla carezza che le sue mani stavano esercitando sui suoi capelli.
Con suo
enorme stupore Juliet si mosse verso di lui come a volerlo cercare. Quando la sua mano gli
toccò il ventre e lo tirò a sé, Louis ebbe paura della sua reazione. Il suo
membro stava facendo le feste. Contrasse i muscoli delle gambe trattenendosi
dall’esplodere. Poteva mai avere una reazione orgasmica soltanto con il semplice contatto di quella donna?
Intanto Juliet si
era rannicchiata sul petto di Louis. Mosse le labbra in un ghigno
malizioso e
Louis non poté fare a meno di sospirare compiaciuto. Ora
sì che poteva dormire, vivendo un sogno proibito dove la
protagonista era colei che teneva tra le braccia.
La
sveglia suonò alle cinque e mezzo. Juliet strofinò il viso nel cuscino. C’era
solo un problema: i cuscini non respirano.
Aprì
debolmente gli occhi. Dopo aver visto delle braccia stringerla ad un corpo, gli
occhi si aprirono del tutto, allarmati. Il suo cuore cominciò a battere
velocemente. Louis! Nel suo letto! Ok, era più che certa che sua madre lo
avesse messo a dormire di sotto. Non nel suo letto! Poi lo scrutò con occhi
affascinati. Era meraviglioso perfino, quando dormiva. Le labbra erano
dischiuse. Oh mio Dio, quanto erano belle…Un momento! Non era questo il punto!
<<
Cosa cazzo ci fai qui?! >> ringhiò Juliet sebbene a bassa voce. Non
voleva che Kyle lo scoprisse. I suoi genitori non volevano che un ragazzo
dormisse con lei, in casa loro, figuriamoci suo fratello!
<<
Buongiorno anche a te. Gesù, che letto comodo che hai…>> biascicò lui,
con un sorrisino.
Juliet si
morse il labbro, intenerita.
Non
sarebbe male svegliarsi accanto a te tutti i giorni…
<<
Ripeto. Cosa. Ci. Fai. Qui? >> sillabò ritornando al tono agitato.
<<
Me l’hai chiesto tu…>> Louis si aggiustò le coperte rannicchiandosi con il
viso nel soffice cuscino.
<<
CHE COSA?! >>. Ok, era pazzo. Irrimediabilmente fuori di testa.
<<
Stanotte. Nel sonno. Tu hai pronunciato il mio nome. Due volte. >> Louis
teneva gli occhi chiusi, ma sorrideva in modo sfacciato.
Juls
avvampò di brutto. << Tu sei venuto in camera mia stanotte? >>
riuscì a dire, respirando a fatica.
Louis
aprì gli occhi e sogghignò vedendola probabilmente con la faccia in fiamme.
<<
Brutto cretino-pervertito-inopportuno-approfittatore…>> sibilò lei a denti
stretti toccandolo con foga con un dito il suo petto ad ogni parola pronunciata.
<<
Non me ne sono approfittato. Hai detto “Vieni qui, Lou” >> la canzonò
facendole il verso.
Juliet
sgranò gli occhi, poi li chiuse con stizza. Bastardi ormoni e neuroni
traditori! Ora anche nel sonno le tendevano un’imboscata! Ma cos’era, una
rivoluzione?
<<
Ehm…Io…Oh insomma! Stavo dormendo! Non si è lucidi, quando si dorme! >>
sbottò furiosa in sua difesa.
Louis la
osservava con un ghigno strafottente. << Quindi mi sogni >>.
Lei lo
guardò con occhi semichiusi, torturandosi il labbro
inferiore con i denti, indignata. << Ma sentitelo. Che
presuntuoso che sei Tomlinson! Purtroppo non sono responsabile
dei miei sogni. Ma era un incubo. Un bruttissimo incubo se c’eri
tu! >>.
Aveva un vago ricordo del sogno che aveva fatto. Ricordava una vasca da
bagno...schiuma...lei nella vasca...Louis ( ti pareva).. Lei ansimava,
presa
totalmente da quel corpo virile e quella bocca calda e zuccherata. Lei
immersa nella schiuma con l'acqua calda che le intorpidiva i muscoli.
Louis era lì di fronte a lei. Nudo.
Oh Gesù,
dammi la forza per favore! Lo implorò alzando gli occhi al cielo, esasperata.
<<
Va tutto bene? Sei tutta rossa… >> la ispezionò Louis scrutandola
tra il curioso e il preoccupato.
<<
Sssssssì >> Aveva prolungato un po’ troppo il suono della S. << Va tutto
bene >>, si riprese allontanando dalla mente quel sogno erotico che aveva
come protagonista un uomo impegnato dopotutto, << Ora tu scendi di là,
mangia qualcosa. Io vado a lavarmi perché devo andare al lavoro >> spiegò
in tono calmo e controllato.
<<
ALLE CINQUE E MEZZA? >> chiese Louis palesemente sconcertato.
<<
Sì. Ogni mattina ci vediamo con le ragazze alle sei, nella palestra di Jade
>>.
<<
A fare cosa? >>.
Juls rise sommessamente a quella domanda. << Secondo te? Cosa si fa in una palestra, Louis?
>>.
<<
Dormi. È da pazzi fare ginnastica all’alba. >> le diede le spalle
sprofondando sotto le coperte.
Juliet si
accigliò. Era anche abusivo. Quel letto era SUO!
Afferrò
le coperte e gliele tirò, scoprendolo.
Rimase a
bocca aperta. Poi girò lo sguardo per non prenderlo a calci nel culo. << Louis... >>
farfugliò digrignando i denti.
<<
Che c’è? >> si mise seduto, infastidito dal non poter dormire.
<<
Hai dormito…>> digrignò, facendo piccoli respiri. <<
Hai…dormito...IN BOXER?! >> le uscì quasi un gorgoglio stridulo.
<<
Non mi piace dormire in pigiama. Sono scomodo. >> spiegò schietto Louis, come
se non ci fosse nulla di male.
A quel
punto lei scoppiò. Lo buttò giù dal letto. Lo spintonò fuori dalla SUA stanza.
<<
FUORI! >>. Non si accorse nemmeno di aver alzato la voce. Acuì i sensi
per sentire dei passi provenire dalle altre stanze, ma niente. Evidentemente Kyle stava
dormendo come un sasso. Grazie a Dio. Una volta fuori, gli sbattè la porta in
faccia.
<<
Dove sono i miei vestiti? >> chiese Louis appiccicandosi alla porta per
farsi sentire.
Lei diede
un pugno alla porta, sperando che il riverbero lo avesse colpito.
<< Non
posso uscire di casa senza pantaloni >> le fece notare Louis, dall’altra
parte del pezzo di legno.
Juliet
ringhiò. << I tuoi vestiti sono stati lavati e asciugati. Sono nel
bagno! >>.
<<
Grazie >>. Poi non lo sentì più. Ora poteva riprendere il suo autocontrollo.
Respirò a pieni polmoni, e vide i pantaloni di Kyle- che aveva prestato a
Louis- gettati sul pavimento.
Li
fulminò con lo sguardo. << Se non foste di Kyle, vi avrei già bruciati
>>.
Dopo aver
accompagnato a casa Louis, e dopo aver taciuto le sue lamentele sul fatto di
essere stato svegliato troppo presto, Juls entrò nella palestra.
<<
Buongiorno bella gnocca >>. Nat sembrava su di giri.
<< Giorno
>> le uscì più brusco di come se lo fosse immaginato.
Jade
bloccò i suoi esercizi sul tappetino per guardarla. << Va tutto bene?
>> la guardò preoccupata, come aveva detto e fatto Louis poco prima.
Questo la
infuriò ancora di più. << Farò un salto dalla signora G. Voglio una
montagna di crepes al cioccolato >> farfugliò, girandosi per andarsene.
<<
Ferma. Subito. >> Allie le si parò di fronte. Le sorrise tranquilla.
<< Racconta >>.
<<
Ho fame. Non c’è niente che non vada. >> tentò di rassicurarle.
L’amica
la penetrò con quei suoi occhi blu contornati di matita nera.
Juliet
sospirò e si sedette su un tappetino libero. Era impossibile nascondere
qualcosa alle sue amiche. Non poteva che destare sospetti se rispondeva di
prima mattina con un buongiorno, ringhiando ed esigendo crepes al cioccolato,
come se facesse parte della routine. Ma era così stizzita che non voleva nemmeno
nasconderlo. Raccontò da cima a fondo la giornata di ieri. Finito il racconto,
le facce delle sue amiche restarono con le bocche spalancate e gli occhi
sgranati per lunghi minuti buoni. Tranne quando aveva raccontato del tuffo in barca.
Lì erano scoppiate a ridere.
<<
Santo cielo >> esclamò Natasha che per poco non cadde dalla cyclette.
Allison
ammiccò << Vorrei proprio vedere la tua faccia, quando hai trovato Louis
nel tuo letto! >>.
Juls
gliela mostrò. << Più o meno >>.
Allie,
Jade e Nat scoppiarono a ridere fragorosamente. Di nuovo.
<< Ragazze, dateci un taglio! >> bofonchiò Juliet a braccia incrociate.
<<
Scusa >> Nat si asciugò le lacrime causate dalle incessanti risate.
Dopo
altri dieci minuti le ragazze non riuscirono nemmeno a stare in piedi. Dopo che
ebbero ripreso a respirare regolarmente, Jade parlò: << Hai fatto bene ad
allontanarlo >>.
Juls
restò un tantino amareggiata da quell’affermazione. << Credo di sì
>>.
Nat capì
al volo il suo stato d’animo. << Ehi >> la tirò a sé per un
abbraccio di conforto. << Mi dispiace che tu debba tenerlo così a debita
distanza. So che non vorresti…>>.
<<
Aspetta un secondo: Louis ti ha detto “ti adoro”, cosa hai inteso, quando te
l’ha detto? >> le chiese Jade.
<<
Bè, non era un “ti adoro”… >> lo introdusse con voce allegra e scherzosa.
<< Era più un “ti adoro” >> lo pronunciò cercando di eguagliare il
suono della voce di Louis, quando si era rivolto a lei con quello sguardo dolce e sincero.
<<
Anch’io ti adoro. Adoro tutte voi. Lo avrà detto come una dichiarazione amichevole.
Tra amici c’è affetto. >> Nat le diede un bacio sulla guancia come
dimostrazione.
<<
Giusto. Magari ho esagerato un po’, ma è meglio così…non sono sicura di volerlo
neanche come…ehm…conoscente >>.
<<
Credete che abbia recepito il messaggio? >> chiese Jade.
Juls annuì,
anche se non n’era per niente convinta. Louis che l’ascoltava? Sarebbe stato un
miracolo. Anche se durante il tragitto in auto, non aveva detto quasi una
parola, il che era strano.
<<
Voleva che lo baciassi per dimostrargli che per te era un amico e basta?
>> Allie sbattè le palpebre, sbigottita e divertita allo stesso tempo.
Juliet
annuì e il suo pensiero corse a quel momento. << E la cosa peggiore è che
ho abboccato. Quando mi sono esposta per baciarlo, Maya è sbucata in mezzo a
noi e Louis è caduto in acqua >>.
Jade la
guardò con circospezione: << Hai abboccato? >>.
Juliet si
morse le labbra. << Già >> ammise contrita.
<<
Juliet devi fartela passare…>> il tono di Allison era perentorio, ma
sapeva che la sua amica voleva il suo bene. Si aggiunse all’abbraccio insieme a
Nat.
<<
Aspettatemi. Direi che abbiamo tempo per un abbraccio >> si aggiunse Jade,
dopo aver dato un’occhiata al suo Iphone.
<<
Novità? >> chiese poi Juls. Voleva scordarsi tutto per potersi
concentrare su altro.
<<
Abbiamo una nuova coppia. Verrà oggi per il primo incontro. Si chiamano
Victoria e Robert. >> la informò Jade.
<<
Io ultimerò le foto per l’album di Cloe >> subito dopo averlo detto Nat
scoppiò a ridere seguita a ruota dalle altre.
<<
Ti prego. Dimmi che hai impresso su foto anche le facce di quando…>> Juls
lasciò la frase in sospeso volontariamente.
Jade
ridacchiò, poi tornò seria, ma neanche tanto. << Suvvia non è carino
>>, un attimo dopo rise. << Ok. È stato il matrimonio del
secolo. Chi mai penserebbe che una sposa prima del sì ne molli una davanti a
tutti! >>.
<<
Non lo augurerei nemmeno alla mia peggior nemica. >> commentò Nat
sogghignando.
<<
E tu Allie? Qual è la tua tabella di marcia? >> le chiese Juliet.
<<
Ieri ho preso le misure dell'abito di Zayn. >> Allie guardò di sottecchi
Nat e la vide con un sopracciglio arcuato.
<<
Mi sono persa qualcosa? >> domandò subito Juliet.
<<
La designer gioca col fuoco >> Nat la fulminò con lo
sguardo, ed Allie le diede un buffetto sulla guancia. << Questo è il
mio lavoro. E secondo te dopo non ho sentito gli urletti perversi provenire
dal tuo ufficio? >>
Juls
guardò Jade, e vide quest’ultima alzare le mani come per escludersi dalla faccenda.
<<
Lo so. Ma che posso farci se ho un fidanzato così...>>
gesticolò con le mani, alzando le sopracciglia con fare lascivo
<< E non riesco ancora a crederci che diventerà mio
marito. Vi voglio bene, perciò mi fido di voi. >> Nat
ricambiò il buffetto
sul braccio di Allie.
<<
Anche Niall è meraviglioso. E non lo scambierei con nessun altro
uomo al mondo
>> poi Allie ci pensò su. << Pensandoci su, se io e
mio fratello Joe non avessimo gli stessi geni, probabilmente me lo sarei già portato a letto… >> disse
con occhi maliziosi.
<< Oh concordo. >> Juls assunse la stessa espressione
sognatrice della mora. Il fratello maggiore di Allie era uno schianto
di ragazzo, e Juliet ne era sempre stata attratta. Purtroppo il ragazzo
lavorava fuori città e la possibilità che tra lei e lui
nascesse qualcosa erano nulle. Pazienza.
<<
Tornando a noi. Oggi mi occuperò delle modifiche che Samantha mi ha chiesto di
apportare al suo abito da sposa. Poi chiamerò Niall, Liam e Harry per prendere
loro le misure. E prima che Jade possa dire qualcosa, sappi che il riccio non è
il mio tipo >>.
Jade lanciò un sorriso divertito ad Allie.
<<
Io avrò due ore buche, dato che Susanne ha il ciclo, non se la sente di fare le
prove dell’abito. Ti va se ti do una mano? >> chiese Juliet ad Allie. Lei
annuì ringraziandola.
<<
Ora basta parlare. Devo allenarmi per essere in forma fino al giorno del mio
matrimonio. Le mie gambe dovranno essere perfette! >> Nat assunse
un’espressione decisa. Salì sul tapiroulane. << Devo solo pensare che dopo
quest’inferno mi aspettano delle crepes al cioccolato >>.
Juliet
roteò gli occhi. << Ragazza. Hai già delle gambe perfette >>.
<<
Lo so >> sorrise la rossa << Ma voglio le gambe più belle che una
sposa possa mai aver sognato di avere >>.
<<
Allora oggi fai otto chilometri >> le consigliò Jade.
<<
Otto?! Cristo Santo morirò prima del mio matrimonio! >> mugolò stabilendo
sul display il percorso.
<<
Ah Juls. Stasera andremo tutti fuori a cena. Sei dei nostri, vero? >> le
chiese speranzosa Allie.
Lei ci
pensò su. In fondo non aveva niente di meglio da fare. << Certo. Farò da…
? >> fece finta di contare con le dita, << Da settimo incomodo?
>>. Tutte coppiette. Non che la cosa le dispiacesse, ma vedere
atteggiamenti sdolcinati da fidanzati, non le sarebbe stato di conforto.
La rossa
guardò prima la riccia, poi la mora, e infine Juliet. << Oh io non ci
conterei…>>. Il suo tono di voce divenne stranamente ambiguo.
<<
Hazza >> lo salutò fiacco, Louis, prendendo una tazza per versarsi il
caffè.
<<
Ehi, hai dormito fuori, stanotte? >>.
Louis
sospirò. << Oh sì >>.
<<
Suppongo a casa di Rachel? >>.
Supponi
male.
Poi
s’impietrì colto da un'improvvisa consapevolezza.
Cazzo!
Rachel! Le aveva dato buca all’appuntamento che avevano fissato! Il suo
telefono era ormai morto e sepolto, e poi se n’era completamente scordato.
Merda.
<<
Louis? Sei connesso? >> scherzò Harry.
<<
No per niente. Ho un sonno pazzesco…>>, si massaggiò le tempie per concentrarsi.
<<
Hai fatto le ore piccole! >> ammiccò il riccio.
Non sai
quanto è vero. Ma non nel senso che intendi tu.
<<
Harry…ehm…siediti per favore >>. Non poteva mentire al suo migliore
amico. Lui l’avrebbe capito…oppure lo avrebbe pestato. Bè, il troppo sonno
avrebbe intorpidito i colpi.
<<
Ookay…>> il riccio si sedette squadrandolo perplesso.
<<
Non dire niente, fin quando non ho finito, okay? >>.
Harry
annuì, continuando a scrutarlo in modo inquisitore.
Un quarto
d’ora più tardi, Harry si alzò impettito dalla sedia. << Tu cosa? Hai
tentato…Cazzo Louis, hai tentato di baciarla più di una volta! >>.
Detto
così suonava come qualcosa di oltraggioso. Louis grugnì, mostrandosi seccato.
<< Lo so, Harry cazzo! Ma sta pure tranquillo. Perché mi ha respinto
senza mezzi termini! >> la sua voce suonò più fioca del previsto.
<<
Non avevo dubbi su questo. Mi fido di Juliet. È di te che non ne sono più tanto
certo. Mi spieghi perché le stai sempre così addosso? Vuoi ficcarti in quella
testa di cazzo che lei ha bisogno di qualcuno che la ami e non di un donnaiolo
irresponsabile! >> ringhiò Harry puntandogli il dito contro.
<<
Un donnaiolo irresponsabile? >> Louis tremendamente offeso serrò la mascella. Un
migliore amico non doveva stare sempre dalla tua parte? Evidentemente no.
<<
Sai cosa intendo >> lo riproverò Harry assumendo un tono più leggero.
<<
Mi dispiace di dare quest’impressione…>> Louis abbassò lo sguardo
avvilito e frustrato.
<< Louis, tieni a lei? >> gli chiese Harry tranquillo.
<<
Molto. E non voglio assolutamente farla soffrire. Non sono perfetto, ma
cazzo, non le farei mai del male >> rispose sincero.
<< Ti
sei innamorato di lei? Pensi di amarla e di volerla al tuo fianco per tutta la
vita? >>.
<<
Dio, no…voglio dire, è troppo presto per tutto questo. Lei mi piace, ma è
troppo presto per dire che provi qualcosa che va al di là dell’attrazione per
lei >>.
Una
vocina continuava a ronzargli nella testa, intonando una specie di
melodia…quasi come un presagio.
Lei…lei...
Il sonno.
Sì, era sicuramente la mancanza di sonno a scombussolargli il cervello.
Harry
sospirò. << Stasera andiamo a cena, tutti insieme. Non t’impedirò di
vederla. Juliet è grande e vaccinata, ormai. Fa da sola le sue scelte. Ti
aggreghi alla banda? >>.
Louis
restò sorpreso da quel cambio d’opinione. Il tono di Harry suonava naturale
come sempre. << Sì. Volentieri >> accettò.
Il luogo
dell’appuntamento era Mario’s: la squisita pizzeria, il cui proprietario era
d’origini italiane. Juliet trovò un parcheggio. Era anche in ritardo purtroppo.
Non era mai in ritardo, ma era dovuta correre a fare un servizio importante.
Scese
dall’auto, e il suo vestitino color champagne si alzò a causa del venticello
che tirava. Le venne la pelle d’oca, ma si riscosse e a passo sicuro, si
diresse all’entrata.
<<
Ciao bellissima. >> Jade la chiamò alle sue spalle, con Harry al suo
fianco.
<<
Oh vedo che non sono l’unica ritardataria >> osservò spavalda, notando
che la sua amica era un tantino arruffata.
<<
Sarà il vento…>> la buttò lì Harry ammiccandole.
<<
Oh certo. Sicuro! >> rise Juliet, vedendo Jade arrossire.
<<
Muoviamoci >> la spintonò la riccia.
<<
Oh un momento. Dovremmo dirglielo? >> chiese Harry a Jade.
<<
Dirmi cosa, di grazia? >> Juls sbattè le palpebre, confusa.
<<
Oh niente d’importante. Solo che la tua possibile dolce metà è in quel locale
che ti aspetta…>> le spiegò Harry con noncuranza.
<<
Eh? Chi? Cosa? Oddio. >> Juls s’innervosì. D’un tratto le venne l’istinto
di scappare.
<<
Naturalmente sentiti libera di scaricarlo, ma per me è un amico quindi non
vorrei che ci rimanesse tanto male >> disse Harry.
Un
amico…Pensò a Louis. Louis? Sul serio? Juliet si sentì come un palloncino che scoppia,
quando lo si gonfia troppo.
<<
Andiamo allora! >> gongolò sul posto impudicamente. Il suo battito era
completamente su di giri. Che Louis avesse lasciato Rachel? Per lei? Voleva
stare con lei? Il suo sorriso era smagliante, quasi ridicolo, ma non le
importava. Si pentì di come l’aveva trattato. Forse Louis stava tentando di
dirgli qualcosa di più con quel “ti adoro”, ma lei lo aveva interrotto
bruscamente. Si sarebbe fatta perdonare. Aprì di getto la porta del locale, entrandovi
con un’espressione trionfante stampata in viso.
Vide Nat,
Zayn, Allie e Niall venire verso di lei. Li salutò allegramente.
Poi
scorse la figura di Louis.
<<
Ciao >> le disse con un sorrisetto, quando fu vicino a lei.
<<
Ciao…>> il suo invece era così largo che per poco non si slogò la
mascella.
<<
Ehi Louis >> lo salutò Harry con una pacca amichevole. << Rachel?
>>.
<<
Qualcuno ha chiesto di me? Scusate ero andata un attimo in bagno >>
irruppe la biondina con un vestitino rosa confetto indosso.
Juliet
sbiancò. Non si era mai sentita umiliata così tanto in vita sua.
Cosa? Allora non…Grossa grossissima
stupida! Non impari mai! Imprecò tra sé, reprimendo le lacrime di rabbia che volevano far capolino
dai suoi occhi già lucidi.
<<
Zayn non dovevi portare qualcuno con te? >> alluse Harry strizzandogli
l’occhio.
<<
Chi? >> grugnì subito Louis, guardando di sottecchi Juliet.
<<
Oh sì…eccolo! >> sorrise il moro.
Juliet
era ancora scossa, quando urtò con la schiena contro un corpo duro e grosso. Si
girò sentendosi afferrare per i fianchi dallo sconosciuto. << Oh mi scusi
tanto! >>. Ma si accorse di parlare al petto di quella figura. Aggrottò
le sopracciglia alzando lo sguardo.
Oh…santissimi
numi…Come una rimbecillita spalancò la bocca. Un ragazzo di un metro e novanta
le stava sorridendo genuinamente. Un ciuffo dei capelli color ebano gli ricadeva
sulla fronte. La bocca carnosa e bellissima increspata in un largo sorriso
affascinante, e gli occhi di un intenso color marrone.
<<
Scusami tu. Non volevo venirti addosso. >> disse il figaccione da lassù.
<<
Ehi Chris >> sentì dire Juliet alle sue spalle. L’armadio aveva un nome.
È che nome…da piccola aveva sempre immaginato che il suo fidanzato si chiamasse
Chris. Le piaceva un mondo quel nome. Era così sexy. E adesso quel tizio sexy con
quel nome sexy, le teneva la mano.
<<
Piacere, sono Chris. Christopher in realtà, ma preferisco farmi chiamare Chris >>.
Era lui
il suo candidato? I ragazzi avevano scelto lui? Juliet assunse un’espressione
da ebete, che pregò non ci facesse caso nessuno.
Povera me…altro che dio, questo è
un Titano.
Note dell’autrice
Buongiorno
bellezze... ^_^
Ho
aggiornato di mattina perché oggi pomeriggio non avrei potuto dato che ho da
studiare. Ci credete? Il quarto giorno e ho già da studiare quattro materie!! Non
c’è una legge che lo vieti? Buah Ù.u
Grazie di
cuore a tutte le meraviglie che leggono questa storia.
Grazie a
chi l’ha messa tra le seguite, ricordate e preferite.
Grazie a
chi ha messo il mio nome tra gli autori preferiti.
Grazie di
cuore a chi ha recensito…71 recensioni in 7 capitoli oddioo siete troppo buone e
vi adoro con tutto il cuore!!! :’3
La parte “dolce”
tra Louis e Juliet è stata di vostro gradimento? Io se me lo ritrovassi nel
letto non oso immaginare cosa combinerei…*_*
Quei due
stanno sempre a battibeccare, aah quanto li adoro! XD
Vi
presento la new entry, questo è il nostro Chris…
Ehm…rende
l’idea del figaccione??
Vediamo
cosa posso dirvi del prossimo capitolo…(?) Mmh credo vi piacerà molto perché vedremo
un Louis bisognoso d’aiuto in un certo senso xD E la nostra Juliet? Secondo voi
come reagirà nei confronti di Chris?
Amo
sentire le vostre considerazioni, perciò sono curiosa di sapere cosa ne
pensiate! :D
Aah!! quasi dimenticavo, ho scoperto poco tempo fa una storia davvero meravigliosa che si merita davvero tanto: Don't let me alone. Datele
un'occhiata se avete tempo :3 Colgo l'occasione per salutare l'autrice
che è davvero bravissima e si merita tutti i miei possibili
complimenti...mi ha colpito davvero tanto per la sua bravura
:))
Vi
mando un grosso bacio, a presto splendori :*
Ella
|
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Capitolo 9 *** Capitolo9 ***
prontooooo a tavolaa
Capitolo 9
<<
Juliet. >> si presentò sorridendo, una volta che riacquistò il controllo
della situazione. << Ma puoi
chiamarmi Juls, se ti fa piacere >>.
<<
Oh va bene >> sorrise l’armadio-figaccione-Chris. Aveva un bel sorriso
caloroso, ma non quanto quello di Louis. I sorrisi di Louis erano qualcosa d’indicibile,
che la mandava nel pallone ogni volta.
<<
Ehi piacere, io sono Natasha. >> si presentò la rossa, con
Allie al suo fianco che disse con un sorriso a trentadue denti:
<< Piacere, Allison. Per caso esci dalla pubblicità del
film Magic Mike? >> ammiccò. Juliet le lanciò un
occhiataccia. Non che non fosse d'accordo- dio Chris era un vero
spettacolo per gli occhi- ma non erano commenti da fare. Tuttavia, se
quel bel pezzo da novanta era uno spogliarellista, Juliet non poteva di
certo non approvare in pieno.
Poi fu il
turno di Louis. << Louis >> il tono del ragazzo sembrava seccato. Stavolta l'occhiataccia fu lui a beccarsela.
<< Piacere mio Louis >> i modi gentili di Chris invece erano tutt’altro che
sgradevoli.
Juliet
notò Rachel guardare in modo strano Chris. Quando anche lui la vide assunse
un’espressione sorpresa, ma poi sembrò ritornare come prima.
<<
Rachel >>, si presentò la bionda in tono serio. Sembrava nervosa.
<<
Piacere mio >> le rispose cordialmente Chris. << La tua ragazza?
>> chiese a Louis. La bionda sembrò turbata da quella domanda, ma continuò
a sorridere.
<<
Sì. La mia ragazza >>. A Juliet le si fermò il
cuore, perché quando gli aveva risposto, Louis l’aveva
guardata dritta negli occhi. Juls girò lo
sguardo da un’altra parte. Inutile dire che si sentiva ancora a
pezzi per la
batosta che aveva ricevuto. Si sentì gli occhi di Louis puntati
addosso, e
fremette involontariamente.
<<
Vogliamo sederci? >> sentì la voce gentile di Chris. Si accorse che le
stava porgendo il braccio, da perfetto gentleman. Lei l’accettò annuendo.
Per tutta
la cena, chiacchierarono tutti del più e del meno. Juliet scoprì che Chris
conosceva Zayn perché erano colleghi di lavoro. Con quei muscoli...Strano che non l’aveva mai visto
sui cartelloni pubblicitari. Quell’uomo non passava di certo inosservato.
Harry
alzò i pollici di nascosto ammiccandole. Juliet mimò un << Falla finita
>>. Poi scrutò il suo…ehm…aspirante amoroso? Bè, di certo a quell’armadio
altissimo e muscoloso non mancava la bellezza, e anche i suoi modi sembravano
gentili. A primo impatto le aveva dato una buona impressione. Ma gli avrebbe
dato una possibilità? I suoi occhi volarono su Louis, seduto accanto a lei.
Spiegazzava il tovagliolo con fare nervoso. Rachel gli sussurrava qualcosa all’orecchio
e lui annuiva accennando a dei sorrisi.
Era
seduta tra Chris e Louis. Ma quest’ultimo la stava volontariamente ignorando,
perché parlava con tutti tranne che con lei.
Mentre
trangugiava un pezzo di pizza davvero squisito, Chris le chiese: << Ti
piace il tuo lavoro? >>.
Juls gli
sorrise, dopo aver bevuto dal suo bicchiere d birra. << Moltissimo. E a
te piace il tuo? >>.
Il
ragazzo esitò, poi rispose: << Sì bè, in realtà avrei voluto fare il
medico, ma non ho continuato gli studi…>>.
<<
Oh posso chiederti per quale motivo? >> gli chiese cauta.
<<
Per una donna…>> Il volto di lui si adombrò rendendo quei bellissimi
occhi scuri malinconici.
Lei lo
guardò con aria interrogativa.
<<
Mi ha fatto credere che mi amasse, così ho lasciato il luogo in cui vivevo per
stare con lei, ma quando sono arrivato qui, lei si era messa con un altro
>>.
<<
È proprio una stronza questa donna. Ops scusami! >> si affrettò a dire,
mortificata.
Chris
rise, e questo la rincuorò. << Figurati. Suppongo che stia meglio senza
di me >>.
<<
Come lo sai? >>.
Lui divenne ancora più cupo di prima. << Oh l’ho solo vista con il suo nuovo
ragazzo e sembrava stesse bene >>.
<< Oddio
non volevo rattristarti…! >> si scusò Juls poggiandogli una mano sulla
spalla. I muscoli di Chris si rilassarono sotto quel tocco, fissandole la mano
con sguardo dolce.
<<
Non l’hai fatto, tranquilla. Mi è passata…È da un po’ che non esco con
qualcuno, tu? >> le chiese facendogli un largo sorriso.
Da troppo,
da quello che dicono i miei ormoni, pensò lei.
Juliet
stava per rispondere, quando si sentì presa per un gomito. Si girò e vide Louis
che la stava fissando.
<<
Cosa c’è? >> gli bisbigliò seccata da quella presa insistente. Adesso per
lui, Juliet esisteva?
<<
Scusa, pensavo fosse il braccio di Rachel >> disse tronfio levando la
mano.
Lei si
accigliò. << Il braccio di Rachel è da tutta altra parte! >> gli
sussurrò acre. Louis sembrava un po’ malconcio, quasi come se fosse…
<< Ehi
va tutto bene? >> Chris le appoggiò una mano sulla schiena.
Quella
mano era un po’ fredda sulla sua schiena nuda. Tremò scossa da un leggero
brivido di fastidio. Si alzò dalla sua sedia.
<<
Oh sì, va tutto benissimo. Ti spiace se vado un secondo in bagno? Torno subito.
>> gli sorrise cordialmente.
<<
Certo. Non vado da nessuna parte. >> ironizzò lui.
Dopo
essersi lavata le mani, Juliet sospirò tetramente. Di certo non si sarebbe messa a
piangere, ma era delusa. Si era illusa che Louis potesse scegliere lei, ma come
dimostravano le sue tante esperienze, era destinata a rimanere da sola. Le
veniva da ringhiare colta da una rabbia improvvisa. Per una volta, una
santissima e unica volta poteva innamorarsi ed essere corrisposta? Era chiedere
troppo?
Poggiò la
fronte sul muro freddo vicino a quegli affari che asciugavano le mani con il
getto d’aria caldo, e chiuse gli occhi per trovare un po’ di quiete.
Evidentemente quella serenità non poteva durare per più di cinque secondi.
<<
Non è igienico poggiarsi su queste mattonelle. Chissà quanti microbi si
staranno depositando sulla tua fronte >> la rimproverò una voce.
Maschile.
<<
I microbi sono il mio ultimo problema >> rispose tenendo gli occhi
chiusi.
<<
E comunque, tanto per essere chiari: questo è il bagno delle donne, Louis
>> aggiunse.
<<
Stavi tardando a ritornare, così sono venuto a cercarti >>.
<<
Pensavi che fossi caduta nel cesso? >>.
<<
Non è da escludere >>.
<<
Che pensiero galante >> rispose cinica.
<<
Cos’hai? >> le chiese poggiandole la mano sulla schiena come aveva fatto un'altro prima di lui. La mano di Chris
era fredda, quella di Louis era così calda che la sua pelle sembrò andare a
fuoco. Emise un gemito strozzato. Poteva percepire i solchi della mano di Louis
adagiarsi sulla sua pelle, inflessibile, come se cercasse di lasciarle un
marchio. Staccò la fronte dal muro massaggiandosi la fronte intorpidita che era
stata a contatto con la parete fredda.
<<
Juliet? >> la chiamò Louis fiaccamente.
<<
Mmh? >> mugugnò aprendo gli occhi per annegare nei suoi. S’immobilizzò
vedendo quegli occhi brillare di…desiderio e… un po’ persi? Oh Dio. Louis
respirò a fondo, investendola con il suo alito impregnante di birra.
<<
Louis…ti senti bene? >> Juls gli prese un braccio istintivamente, vedendolo un po’
traballante. Prima lo aveva visto un po’ strano, e adesso ne capiva il motivo.
<<
Sì perché…? >> l’attirò a sé finendo naso contro naso.
<<
Quante birre hai bevuto? >> chiese lei cauta, cercando ci concentrarsi
sullo stato fisico di Louis, e non sullo stato psicologico di lei.
<<
Quattro…cinque? >> strofinò il suo naso con quello di lei, la sua voce
era arrochita dall'alcool.
<< Perché hai bevuto così tanto? >>.
<<
Non lo so. Mi sento così stanco…>> mugolò Louis con un viso spento.
<<
Cosa devo fare con te…? >> gli chiese Juliet con un filo di voce,
prendendo ad accarezzargli i capelli con una mano. Il suo
sconsiderato e tenero
Louis…
<<
Ragazzi...non mi sembra un buon posto per coccolarvi >> Una signora uscì
dalla porta del bagno ammiccandogli.
<< Sì
voglio le coccole…>> biascicò Louis incorniciando il viso di Juliet tra
le mani.
Juls le
prese e gliele posò sui fianchi con calma. << Sta’ buono >>, poi si
rivolse alla signora alle spalle di Louis. << Mi scusi tanto. Il mio
ragazzo non sta bene. Lo porto subito via >>.
<<
Vuoi una mano? >> chiese subito la gentile donna.
<<
Sì, la ringrazio molto >>. Tra lamenti e borbotti Juliet
riuscì a tenerlo per un braccio mettendoselo sulle spalle.
<<
Harry, dammi una mano per favore >> disse, quando raggiunsero il tavolo.
Il riccio si alzò prontamente. << Cos’ha? >> le chiese preoccupato
vedendo l’aspetto pallido di Louis.
Prima di
rispondergli ringraziò la donna e questa le sorrise gentilmente << Ma
figurati. Ma la prossima volta tienilo d’occhio >> le disse.
Juliet annuì, poi guardò Harry. <<
Niente, è soltanto un po’ brillo. >> spiegò con schiettezza gesticolando
con le mani.
<<
Lou, amore, hai un aspetto terribile >> disse Rachel, preoccupata e gli
prese il viso tra le mani. Juls la lasciò fare indietreggiando un pochino per
dar loro spazio.
<<
Mi gira la testa… >> mormorò flebile toccandosi la testa.
<<
Rachel, Louis non può assolutamente guidare. Puoi portarlo a casa tu? >>
le chiese Juliet prendendo le redini della situazione in mano.
<<
Vorrei, ma siamo venuti a piedi. Avevamo deciso di fare una
passeggiata…>> spiegò la bionda, demoralizzata.
<<
Ok. Non fa niente. Vorrà dire che lo porterò a casa io.
>> decise Juliet.
Guardò Harry per un gesto d’assenso. << Non
preoccuparti. Lo so gestire
>> sdrammatizzò lei per raffreddare quella situazione di
tensione.
<< Non rovinerà la tua serata con Jade. >>
ammiccò, avvinghiando le braccia alla vita di Louis per tenerlo
su.
Harry
lasciò la presa sull’amico per poi rivolgerle un sorriso di gratitudine.
<< Sicura? >> le chiese. Juliet annuì sorridendogli per
rassicurarlo.
<<
Chris mi dispiace che la serata abbia avuto questo finale…Magari la prossima
volta andrà meglio >> ironizzò lei. Louis borbottò qualche cosa, ma non
riuscì a capirci un tubo.
<<
Figurati. Ti serve aiuto? >> le chiese subito.
<<
Veramente ho un favore da chiederti >>.
<<
Dimmi pure >> sorrise.
<<
Potresti accompagnare Rachel a casa sua? Rachel, a te non dispiace, vero?
>>.
Il
sorriso di Chris scemò, girandosi per guardare Rachel. La bionda lo guardò con
lo stesso nervosismo che Juls aveva notato prima. Ma cosa prendeva a quei due?
Non aveva proprio tempo di cercare risposte. Louis era pesante e alticcio.
Combinazione non molto piacevole, considerando che forse avrebbe rimesso nella
sua auto.
Ti prego no, sperò tra sé.
<<
Allora? >> li spronò un tantino spazientita.
<<
Per me va bene >> disse poi Chris guardando di sbieco Rachel.
<<
Anche per me >> la bionda si avvicinò a Louis per lasciargli un bacio
sulla fronte.
<<
Domani verrò a trovarti >> disse, poi si rivolse a Juliet << Abbi cura di lui per me >> le disse.
<<
Sta’ tranquilla. Domani ritornerà quello di sempre >> scherzò.
Ora che
era tutto sistemato Juliet poteva portare Louis a casa sua. Salutò
frettolosamente tutti gli altri e le ragazze che la guardarono, preoccupate.
Mimò un
<< A domani >> a fior di labbra, e portò con estrema accuratezza
Louis nella sua auto. Lo sistemò sul sedile allacciandogli la cintura, e andò
dall’altra parte per entrare. Chiuse lo sportello e gli diede un’occhiata.
<< Lou? >> tentò, ma lui si rannicchiò contro il vetro. <<
Bene. L’importante è che non vomiti. >> convenne lei, mettendo in
moto.
Andò
piano perché sapeva che ad ogni buca o curva si alzava la possibilità che Louis
rimettesse. Rise piano per non farsi sentire.
Di solito
è la ragazza che si ubriaca, così il ragazzo per il quale ha una cotta, così lui può
riportarla a casa e prendersi cura di lei, ma chiaramente questo concetto non
vale per noi due, pensò sarcastica.
Era già
stata a casa di Harry, quindi sapeva quali erano il piano e la porta. Riprese
Louis per la vita e lo trascinò fino al portone. Merda, le chiavi! Si era
dimenticata di chiederle ad Harry.
<<
Louis riprenditi. Devi darmi le chiavi così posso aprire >> lo supplicò
schioccando le dita per farlo ritornare in sé.
<<
Tasche...>> mugugnò lui barcollando. Lei lo tenne stretto per non
farlo cadere. Doveva sbrigarsi, era buio pesto e aveva un Louis in dormi-veglia
tra le braccia.
La vita di Juliet era un vero spasso.
Infilò le
mani nella tasche di Louis e prese le chiavi. Ne erano cinque. Bè, sempre
meglio di niente. Dopo quattro tentativi ( la fortuna dalla sua parte come
sempre) la quinta si rivelò quella giusta.
Sbuffò,
presero l’ascensore- grazie a dio, non avrebbe retto con le scale- e accostarono alla porta di casa.
<<
Alleluhia! >> esclamò esasperata. << Fortuna vuole che la prima sia
quella giusta! >> infilò la chiave nella serratura ed entrò tirando Louis
per un braccio.
Che
casino!
Ok. Due
uomini non potevano di certo vivere insieme!
C’erano
scartoffie ovunque sparpagliate sul comò, piatti sporchi nel lavandino e
polvere sui mobili in legno color ciliegio. Ma il luogo più disgustoso che avesse mai visto fu
la camera da letto di Louis. Dio solo sapeva cosa si muoveva sotto quella
mutanda buttata sul pavimento.
<<
L’apparenza inganna. Com’è vero! >> esclamò esterrefatta muovendosi in
quel territorio inesplorato e impregnato dell’aroma di lui.
Non si
stupì di trovare pezzi di dentifricio nel lavandino, o asciugamani per terra.
Almeno il letto sembrava un luogo pulito. Per un momento provò pena per Rachel
che dormiva in quella monnezza, ma solo per un momento. Agli aggettivi che
attribuiva a Louis, Juliet aggiunse con lettere maiuscole l’aggettivo
DISORDINATO.
<<
Ci credo che Jade si rifiuti di dormire qui con Harry. Morirebbe all’istante
vedendo questo posto, fissata com’è con l’ordine e l’efficienza! >>
disse, quasi ridendo pensando alla possibile faccia inorridita dell’amica.
Louis
provò a controbattere qualcosa, ma si accasciò sul letto inerme.
<<
Avanti pulcino. È l’ora di rinfrescarsi le idee >>.
Juliet lo prese per un braccio a peso morto, trascinandolo verso il
bagno.
<<
Dio sì toccami, Juliet. Voglio che mi tocchi, che mi baci…>> pronunciò
con tono supplichevole Louis, stringendola a sé.
Sì,
ubriaco fradicio.
Le venne
un’idea spavalda in mente. Si diceva che gli ubriachi dicessero sempre la
verità.
Di chi
sei innamorato? Formulò la domanda prima in mente, poi, quando aprì bocca per
dare luce alle sue parole, le morirono sulla lingua. Sospirò. Non era
un’egoista. Non si sarebbe approfittata di Louis, confuso e vulnerabile
com’era in quel momento.
Le
piaceva, quando quel testone contestava le sue parole, e di come i suoi occhi
azzurro-verdi, brillassero di malizia quando le sorrideva in quel
modo sfrontato. Era per questo che era totalmente presa da quel ragazzo.
Lo portò
nella doccia, lasciando le tendine aperte. Non lo avrebbe spogliato, e c’era un
solo modo per farlo tornare almeno per il 60% sobrio. Era lo stesso metodo che
aveva usato con Kyle, quando suo fratello l’aveva chiamata spiegandole che non
aveva la testa per guidare perché aveva esagerato con il brandy e la vodka in una delle sue serate tra amici.
Juliet
infilò Louis sotto la doccia tenendolo ancorato al suo corpo così da non farlo
cadere o sbattere contro qualcosa. Scalciò via le scarpe con i tacchi che
l’avevano stremata per tutta la sera. Tolse i calzini e le scarpe da ginnastica
ai piedi di Louis. Poi senza farselo ripetere due volte, aprì il getto d’acqua
girando la manovella. Lo scroscio d’acqua colpì immediatamente entrambi.
<<
È gelata…Juliet! >> mugolò Louis sussultando e tenendo gli occhi chiusi
per non farci andare l’acqua dentro.
Lei boccheggiò, colpita dallo stesso getto. <<
Ssh…Non fare storie>> gli scostò i capelli zuppi
dal
viso.
Louis
aprì gli occhi mettendo una mano sopra lo sciabordio dell’acqua per coprirsi.
<<
Com’è che con te finisco sempre per ritrovarmi zuppo? >> rise aprendo gli
occhi e guardandola divertito.
Il solito
Louis in vena di scherzi era riaffiorato.
<<
Oh dimmelo tu! Sei tu quello che se n’è andato di testa dopo neanche due ore!
>> ribattè lei ridendo. Tossì, quando un po’ d’acqua le finì in bocca.
<<
Mi fa male la testa! >> si lamentò Louis. << Sai ora che ci penso,
non mi dispiacerebbe restare qui… >> dichiarò poi, fissandola con
malizia.
Lei
strabuzzò gli occhi, leggermente confusa. Abbassò lo sguardo e con grande
imbarazzo vide che il vestitino di tessuto sottile che indossava si era
appiccicato al suo corpo e il suo reggiseno nero con strisce gialle, in pizzo era chiaramente
visibile.
<<
Oh >> si coprì con la tendina della doccia. << Voltati altrimenti
mi farai pentire di averti aiutato! >>.
<<
Come vuoi tigrotta… >> ghignò. Interruppe il getto d’acqua e
cominciò a spogliarsi, sfilandosi la maglietta.
<<
Che stai facendo?! >> gridò stridula guardando da qualunque altra parte
tranne che il dorso nudo di Louis.
<<
Non posso farmi la doccia con i vestiti >> la schernì, dedicandosi poi ai
pantaloni.
<<
Okay, ma fa attenzione a dove metti i piedi. La sbronza non ti è ancora passata
del tutto. >> gli fece notare Juliet, muovendosi per uscire.
<<
Va bene mamma. Ah, Juliet? >>.
<<
Sì? >> disse prima di chiudere la porta.
<<
Non andartene. L’hai detto tu: non sono ancora del tutto lucido. Prendi
qualcosa per asciugarti e infilati uno dei miei pigiami. Non li uso come già ti
ho detto, ma credo che ti andranno sebbene un po’ grandi. Il bagno di Harry è
nella stanza accanto >>.
<<
Va bene >> rispose dopo un momento preso per elaborare ciò
che le aveva detto. << Spero solo di non perdermi in questo
porcile. >> borbottò
chiudendo la porta.
Quando fu fuori, Juliet
potè giurare di aver sentito la risata roca di Louis provenire da sotto la
doccia.
Che diavolo
gli era preso? Si era ubriacato come un ragazzino che non si sa regolare con
l’alcool. Louis aveva accettato l’invito di Harry, e aveva portato con sé
Rachel dopo che i due avevano fatto la pace. Le aveva mentito dicendole che
aveva perso il cellulare chissà dove.
Respirò profondamente, passandosi un'asciugamano tra i capelli. Juliet
era una meraviglia in quel vestitino. Aveva scorso il corpo della ragazza non
appena aveva messo piede nel locale. Dio solo sapeva che pensieri sconci aveva
fatto su di lei! Poi era sbucato questo spilungone di quasi due metri dannatamente
bello, e lei si era incantata nel guardarlo. Eppure prima che subentrasse
quell’armadio, lei aveva guardato Louis in un modo così intenso, che il ragazzo
era rimasto spiazzato. Non appena aveva visto Rachel quel viso luminoso e
bellissimo, si era scurito in un modo terribile. Cosa le era successo? Per non
parlare di quando aveva origliato la conversazione ( ebbene sì, lo aveva
proprio fatto), tra lei e l’armadio.
Lì era
andato su tutte le furie.
Lei che gli
sorrideva teneramente e lui la guardava con quegli occhi adulanti e benevoli. Per
concentrarsi sui due, non si era accorto della quantità d’alcool che stava
facendo entrare nel suo stomaco vuoto.
Si
ricordava a tratti di quello che era successo dopo il quinto bicchiere di
birra, ma la sua mente sfocava nell’immagine di un bagno e di Juliet ad un
soffio dalle sue labbra.
Sorrise
sornione: essere ubriaco portava a dei vantaggi.
L’acqua
gelata gli aveva messo in moto il cervello, ma sentiva ancora la testa pulsare
e lo stomaco sottosopra. Per non parlare dei suoi sensi da predatore che si
stavano masturbando al ricordo del vestitino zuppo che aderiva al corpo
sensuale di Juliet. Si ricordò di quella volta dove Nat e Juls avevano discusso
e la rossa aveva accennato alla biancheria provocatoria di lei. Louis non era
mai stato così d’accordo. Il reggiseno nero con quelle strisce oro e la
mutandina di raso, avevano risvegliato il suo istinto animale. Si era
trattenuto dal possederla sotto quella doccia, anche se in quel momento
l’alcool attutiva fievolmente il suo autocontrollo. Non sapeva se dare la colpa
alla sbronza, ma si sentiva scoppiare. Voleva andare a ringraziarla.
Prese un
accappatoio e si diresse nella stanza affianco. Non bussò nemmeno, ed entrò
direttamente. << Juls devo parl…>> ma si bloccò.
<< Mmh-mh
sì Kyle…ora devo andare, muoio di sonno. Buonanotte.
>> Juliet riattaccò premendo un tasto del cellulare,
e si girò a guardare Louis. << Come stai? >> gli
chiese premurosa.
Louis
deglutì a fatica, notando che la ragazza indossava soltanto una maglietta che
le andava molto lunga, ma non così lunga da coprire le sue gambe.
Le sue
gambe nude poggiate su quel materasso morbido…I suoi sensi si trastullavano e
dovette trattenere la sua propensa erezione sotto il tessuto opprimente dei
suoi pantaloni.
<<
Bene… >> buttò lì.
Cazzo
Louis riprenditi, sembri un ragazzino che vede un corpo femminile per la prima
volta in vita sua!
Ma quella
creatura seduta su quel letto non era una donna come le altre. Era caparbia,
premurosa, dolce, forte e divertente. E quei lati lo folgoravano nei meandri
del suo animo abituato a piaceri soltanto fisici. I modi affascinanti o furenti
di Juliet lo mandavano in estasi. Quando era arrabbiata con lui, Louis si
sentiva ribollire ancor più dall’eccitazione. L’avrebbe piacevolmente messa a
tacere penetrandola con il suo membro, bramoso delle carni calde di lei.
Juliet
alzò un sopracciglio arcuando un sorriso. << Sei sicuro? Mi sembri tra le
nuvole >> gli fece notare.
<<
Sì, cioè no. Oddio che mal di testa >>.
<<
Devo dire che la camera di Harry è la stanza più pulita che ho trovato >>
disse Juls in verso di scherno.
<<
Quanto sei pignola! >> borbottò Louis con il broncio, andandosi a sedere
sul letto, vicino a lei.
<<
Pignola? Dillo a quel ragno che sembra mi faccia ‘ciao’ con la zampina sulla finestra!
>> puntò il dito verso il luogo dove faceva capolino una piccola
ragnatela in un angoletto.
<<
Oh quello è Steve. Vive con noi >> la informò.
<<
Steve? Ma dici sul serio, avete dato un nome a quell’animaletto
raccapricciante? >> rabbrividì disgustata.
<<
Non dire così, potrebbe sentirti >> la rimproverò Louis sorridendo.
<<
Scusa Steve. >> sospirò, scuotendo la testa per l’insolita
discussione.
<<
So che lo dico spesso… >> Louis fece un sorrisetto amareggiato. <<
Ma mi dispiace che l’appuntamento con l’armadio non sia andato come volevi, per
colpa mia, ma… >>.
Juls alzò
un sopracciglio. << Armadio? >> ripetè.
<<
Sì, hai presente quell’armadio a quattro ante che ci ha provato con te per
tutta la sera? >> sbottò lui cupo.
Lei piegò
la testa da un lato. << Non ci ha provato con me. Abbiamo semplicemente
chiacchierato. >> ribattè calma.
<<
Però ti piace! >> ribattè Louis a sua volta.
<<
Sì >> mentì alzando il mento. Quel ragazzo era fottutamente sexy, ma piacerle in termini sentimentali, no.
Louis assunse un'espressione tra il sorpreso e deluso
contemporaneamente. Si volse per concentrarsi su un punto indefinito
della stanza. << Okay >> ringhiò
alzandosi dal letto.
<<
Cosa ti aspettavi che dicessi? >> domandò Juliet in tono duro.
<<
Non ha importanza. Ti auguro di avere una vita felice con l’armadio. >> parlò
a denti stretti, andando verso la porta.
<<
Grazie. Ti auguro lo stesso con Rachel >>.
<<
Buonanotte >> e sbattè la porta.
Il suo
discorso era andato a puttane, ma era lei che gli aveva rivelato che le piaceva
un altro. Se Juliet voleva un occasione con quel palestrato, Louis non avrebbe
fatto niente per impedirglielo. Poi si fermò colto da un senso di colpa.
L’aveva trattata male, quando lei lo aveva aiutato nel momento del bisogno. Si
sentì il peggiore dei bastardi e sbattè la testa contro lo stipite della sua
camera. Dannazione, non ne faceva mai una giusta con quella ragazza. Pensò di
ritornare per parlarle, ma era notte inoltrata e decise di farla riposare. Si
sarebbe fatto perdonare l’indomani.
Juliet
scese a piedi nudi dal letto e andò verso la finestra lasciando che l’aria
fresca entrasse nella stanza.
<<
Buongiorno Steve >> sorrise guardando il ragnetto. << Sì lo so, che
non è ancora giorno. Sono quasi le sei. >> ammise. Stava parlando ad un
ragno, Gesù che cosa stramba.
Dovette
rimettersi il vestitino, ma l'importante è che fosse asciutto. Alla tenuta si sarebbe fatta prestare
qualcosa da Jade.
Aprì la
porta della camera di Harry, e rimase sorpresa nel sentire odore di caffè.
Con un cipiglio, osservò
sbalordita che la polvere sui mobili non c’era più e tutto era in ordine. Giurò
che la sera prima l’appartamento fosse tutt’altro che lucido. Stava ancora
sognando?
Lanciò
una sbirciata alla camera di Louis, la quale era in ordine, ma il ragazzo non
c’era. Sviò per la cucina.
<<
Buongiorno! >> esordì Louis, che stava apparecchiando la tavola.
<<
Eh? >> buttò lì lei ancora senza parole.
<<
Felice giornata. Ben alzata, non si capisce? >> la canzonò prendendo due
tazze dalla lavastoviglie.
<< Una
domanda: da che ora sei sveglio? >> chiese lei, sedendosi, ancora stordita
da quell’odore di fresco e di pulito che arieggiava
nella casa..
<< Da un po’ >> minimizzò, versandole del caffè nella sua tazza.
<<
Di solito dopo una sbronza, il soggetto in questione dovrebbe sentirsi una
merda il giorno dopo. >> commentò Juliet.
Louis
sorrise. << Io non sono normale >>.
<<
Oh ma guarda che scoperta! >> lo prese in giro alzando gli occhi al cielo.
<< Adesso sono offeso. >> disse lui, mettendo il broncio.
<< Tu? >> stavolta Juliet si fece seria. La sera prima lo avrebbe preso a calci
nel sedere per quella incomprensibile reazione che aveva avuto. Ora voleva addolcirla
facendogli vedere che bravo casalingo fosse?
Pff! Juliet non era di certo una sciocca.
<<
Ok, mi hai scoperto. Riempimi d’insulti, me lo merito. >> Louis alzò le
mani in segno di resa.
<<
Mmh no. Esigo una spiegazione >>.
Lui
sospirò. << Non lo so nemmeno io cosa mi è preso. Con te è tutto
così…confuso. Mi prenderei a calci in culo da solo -o magari qualcun altro sarà
felice di farlo a posto mio- e mi sento uno stronzo ingrato >>.
<<
Lo sei. >> concordò Juliet. << Continua >>.
<<
Ero venuto a ringraziarti per esserti presa cura di me, ed io ti ho aggredito.
Prima che tu possa chiedermene il motivo, posso assicurarti che tra l’alcool e
il mio temperamento, non ho una spiegazione plausibile. Ero su di giri. Io sono
un tipo impulsivo, molto impulsivo e questo ormai l’hai capito. Non ti chiederò
di capirmi, al posto tuo mi sarei già mandato a fanculo. >>.
Dillo che
eri geloso, dillo! Stava cercando di sviare il vero motivo, ma a Juls non la
dava a bere.
<<
Ti…da…fastidio…che possa stare… con Chris? >> Juliet aveva esitato ad ogni
parola in modo da farlo cedere. E infatti vide Louis aprire e serrare la bocca, e lei si trattene dal gongolare.
<<
Vuoi la verità? >> le chiese poi.
Stavolta
fu lei ad aprire e serrare la bocca. Sì, voleva la verità. Ma divenne così
nervosa che cominciò a spiegazzare il vestito.
Louis
fece un largo sorriso. << Che c’è? >> borbottò lei.
<< Sei nervosa…>>. Allargò gli angoli della bocca in un sorriso
strafottente.
Juliet si
morse le labbra guardandolo con stizza. << Non è vero. Stai cambiando
argomento! >>.
<<
Tu non mi hai riposto. >> le fece notare Louis canzonandola.
<<
Sì. Voglio la verità. >> affermò guardandolo dritto dritto negli occhi.
Lui la
guardò con la stessa intensità. << Ero geloso >>.
Geloso!
Juliet si
trattenne dall’esultare come una bambina che riceve la sua casa delle barbie.
Serrò i pugni per trattenersi, mentre lui continuava a fissarla. << Come
dici? >> mormorò candidamente piegando la testa da un lato.
<< Non provarci furbetta >> l’ammonì Louis inarcando un mezzo sorriso divertito.
<<
Non so di cosa tu stia parlando…>>. Si morse il labbro per resistere dal
baciarlo.
<<
Juliet? >>.
<<
Mmh? >>. Il cuore di lei si fermò.
<< Ti
adoro. >> Louis si alzò dal tavolo per lasciarle un bacio a fior di
labbra sulla fronte. Poi disse, allontanandosi di qualche centimetro dalla sua
pelle: << Chris sembra a posto. Datti una possibilità con quel ragazzo.
Voglio che tu sia felice, te lo meriti >> e se n’andò lasciandola da sola
nella stanza.
Juliet restò
immobile, impietrita da quelle parole inaspettate. un'espressione attonita le inasprì i lineamenti del viso.
Nel momento in cui aveva creduto di aver compiuto un passo avanti con quel ragazzo, adesso era rimasta di nuovo al
punto di partenza.
Note dell’autrice
Buon pomeriggio bellezze <3
Okay, non mi infilzate vi prego *si rannicchia in un angolo*
Non credete a ciò che avete letto nell’ultima frase del capitolo, bè sì avrei
volentieri preso personalmente a calci in culo Louis in quel momento, ma fa tutto parte di un
piano, e dovevo farlo succedere.
Vi fidate di me vero? :3 *annuisce convinta*
Ecco che il primo incontro tra Chris e Juliet va a rotoli…il
nostro Louis è sempre presente, che amore che è quando si trovano sotto la
doccia ^_^ Ed è geloso!! Me’ gliel’ha confessato, è un motivo in più per
perdonarlo, no? U.U
Abbiamo conosciuto il nostro Chris ( da ricordare foto nel
capitolo 8) e che ha fatto una strage tra le lettrici, oddio stavo morta per i
vostri commenti, direi che il ragazzo vi piaccia abbastanza x’D
Ora
voglio farvi una domandina…: Avete notato qualcosa di strano?
Tra
due persone in particolare…qualcosa che vi ha lasciato dubbiose
per degli atteggiamenti strani o frasi che vi hanno portato a pensare
qualcosa…(?)
Diamo il via alle risposte, fatemi sentire, e vediamo se riuscite
ad indovinare ;-D
Anticipazione prossimo capitolo? Mmh…no no, poi diventa troppo
facile rispondere alla domanda che vi ho fatto U.U
Come potrei non ringraziare tutte quelle meravigliose creature che
recensiscono e che leggono questa storia??
Grazie di cuore per queste 89 recensioni in 8 capitoli…vi
straadoro, punto, e sappiate che le ho rilette una decina di volte, perché non
ci potevo credere!! Ha superato di gran lunga il numero delle recensioni della
mia prima storia…è stupendo, e questo grazie a chi? A voi !!!e non so davvero che
dire, siete uniche :’)
Adesso vi saluto ^_^
Un grosso bacio a tutte!!
Ella <3
|
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Capitolo 10 *** Capitolo10 ***
pronto il capitolo 10
Capitolo 10
<<
Okay. È dopo tutto ciò che hai fatto per lui, Louis ti ha
detto così? >>
Allison era rimasta allibita. Durante il racconto non aveva fatto altro
che sorridere, alternando sospiri entusiasti e risatine, per poi
sgranare gli occhi una volta arrivati al momento clou.
<< Già. Attenta con lo spillo >> la redarguì Juliet notando le smorfie di
dolore di Liam.
<<
Oh scusami, Liam. >> disse Allie ritraendo lo spillo, mortificata.
<<
Nessun problema. Su continua Juls >> la spronò il moro,
toccandosi la natica che per poco non stava per essere infilzata.
<< Mi dispiace che tu debba sentire queste chiacchiere tra donne >> sospirò Juliet.
<< Oh nessun dispiacere. Voglio sentire. E dopo andare a rompere il culo a
Tomlinson >>.
<<
Tu non romperai il culo proprio a nessuno. Non voglio liti ad una settimana dal
matrimonio. >> gli puntò il dito contro mettendolo in guardia.
Liam
sbuffò, poi colto dal significato delle ultime parole di Juliet,
s'irrigidì. << Oddio manca una settimana…oddio
>>
ripetè incredulo.
<< Oh che dolce, sei agitato! >> ridacchiò Allie dandogli una pacca
amichevole sulla coscia.
<<
Tantissimo! Meno male che ci siete voi. È vero che starete tutto il tempo con
me? >> Liam mise su un tenero broncio e gli occhi da cucciolo.
Juliet ed
Allison si misero a ridere.
<<
Ci occuperemo di tutto, anche di te. >> gli promise Juls.
<<
Manderemo i ragazzi nella Suite dello Sposo. >> aggiunse Allie.
Il ragazzo sospirò mettendosi una mano sulla fronte. << Sto già un pochino meglio
>>.
<<
Bene. Adesso stai fermo o ti ritroverai il tuo bel fondoschiena pieno di
buchini >> lo intimorì Allie infilando un ago nei pantaloni, che Liam
avrebbe indossato il giorno del matrimonio.
<<
Oh Gesù. Sissignora >>.
<<
Danielle è di là con Jade per ultimare alcuni dettagli della cerimonia. Con i
ragazzi hai terminato? >> chiese Juls ad Allison.
<<
Manca solo Niall. Quel ragazzo non sta mai fermo un momento >> si
lamentò la mora pensando a quando avrebbe dovuto prendergli le
misure.
<<
Oh non ti lamentare. Può tornare utile in certe occasioni…>> fece Juliet
ammiccandole divertita.
<< È un’ottima qualità in un uomo >> concordò Liam annuendo.
<<
Ehi ti ricordo che sei un uomo. Lo dici solo per mettere in mostra la tua
specie! >> disse Allison.
<<
Ad ogni modo. Ricapitoliamo: Niall sarà il testimone di Liam. Tu
sarai la damigella d'onore. Io, Nat e Jade saremo le altre sue
damigelle. Le damigelle hanno sempre un accompagnatore.
Accidenti, voi lo avrete e io no. >> osservò Juls per la
prima volta.
<<
Oh bè potresti chiederlo a Chris >> propose Allie.
<<
Chi è Chris? >> parlò con veemenza Liam.
<<
Ricordi la scommessa di cui ti avevo parlato? >> Juls
aspettò che lui annuisse. << Bè il mio possibile
principe azzurro è un compagno di lavoro
di Zayn e il suo nome è Christopher >>.
<<
Dovrò conoscerlo. Proporrò a Zayn di invitarlo alla serata del poker. >>
decise Liam.
<<
E comunque lo conosco appena. Non mi sembra il caso...>> commentò lei
ritornando a guardare l’amica.
<< Okay
questo è vero. Potresti chiederlo a quel bastardo sexy di Louis >>
convenne la mora.
Juliet si
accigliò. << Che brillante idea! >> affermò euforica, poi tornò ad
incupirsi. << Un’altra >>.
<<
Non dovrai per forza ballarci insieme. Tu che ne dici Liam? >>.
Il
ragazzo fece spallucce. Sardonico disse: << Dimenticate un particolare
>>.
<<
Oh giusto. Questo particolare inizia per R e finisce per achel. >>
constatò Juls con un’espressione paonazza.
Allison
emise un sibilo. << Che palle! >>.
<<
Non ti resta che conoscere meglio questo tipo…Christopher >> convenne
Liam guardando Juliet.
Questa
scrollò le spalle. << Mi ha fatto una buona impressione. Bè naturalmente
l’apparenza inganna, ma Chris mi sembra un ragazzo gentile con serie
intenzioni… >> pensò ad alta voce incurante che Allie e Liam stessero
ridacchiando.
<<
Accantonando per un secondo il tuo cavaliere senza macchia e senza paura, dà
un’occhiata a quei disegni sul tavolo. Sono gli abiti da damigella che abbiamo
pensato insieme e che io ho abbozzato. >> le indicò Allie con un dito.
<<
Oh, corro! >> Juls si precipitò a vederli. L’espressione che Allison vide sul
volto della sua socia, nonché migliore amica, fu impagabile.
<<
Mmh possono andare? >> chiese la mora con una vocina melliflua.
Gli occhi
ambrati di Juliet brillarono di compiacimento e contentezza. Saltellò sul posto
<< E me lo chiedi?! Non vedo l’ora di indossarlo! >>.
Allison
rise di gioia.
<<
Ehi voglio vederli anch’io! >> mugolò Liam come un bambino piccolo. Emise
un lamento di dolore, quando Allison lo punzecchiò con uno spillo.
<<
Sta al tuo posto ragazzo. Il mio lavoro è top secret fino all’ultimo momento
>> si pavoneggiò la designer con fierezza.
Juliet
accarezzò con riverenza il disegno del suo abito da damigella. Allison era insuperabile
in tutto quello che disegnava. Tracciava anche i più piccoli dettagli
trasformandoli in realtà, e il suo abito sarebbe presto diventato reale. Era
orgogliosa della sua amica. Di tutte loro. Si sentì egoista nel pensare che
sarebbe stata senza un accompagnatore il giorno del matrimonio di Liam e
Danielle. Non si sarebbe sentita sconsolata, perché la felicità di aver dato
alle persone a cui teneva un matrimonio da sogno, sarebbe stata appagante molto
più di qualsiasi altra cosa.
La sera
prima l’aveva accompagnata a casa. Era stato gentile rivolgendole parole
superflue, ma lei era rimasta scossa. Averlo rivisto dopo alcuni mesi aveva
fatto riaffiorare quei vecchi ricordi. Si era sentita in colpa, presentandosi come se non si fossero mai visti, ma lui era
forte e gli sarebbe passata. Lo aveva fatto anche lei, no? Aveva sofferto
molto, allontanandolo, ma era meglio per lui. Ma perché era ritornato mesi
addietro con una promessa di matrimonio? Lei aveva fatto la sua scelta. Aveva
colmato quel vuoto, almeno così credeva, ma quella voragine era riemersa in
tutta la sua profondità dentro di lei, nel suo cuore, spiazzandola. Quell’uomo
riusciva a farla sentire unica e bellissima, con i suoi modi teneri e
amorevoli. Era l’uomo della sua vita, e lei lo sapeva bene. Vedendolo la sera
prima, anche il suo antico amore era riemerso in tutta la sua vastità. Voleva
lanciarsi tra le sue braccia, ma aveva paura che lui ora la respingesse
duramente.
<<
Rachel? >>.
Lei
sussultò, mettendo da parte i suoi pensieri scombussolati.
<<
Cos’hai? >> le chiese la sua collega.
<<
Niente >> rispose subito. Si sistemò la folta chioma bionda in una coda e
si concentrò sui prossimi scatti fotografici. Tutto inutile. Pensava soltanto
ad una cosa, o meglio a qualcuno: Christopher.
Juliet
aveva appena terminato la seconda prova d’abito con una cliente,
quando il suo cellulare vibrò nella tasca posteriore dei
pantaloni-che Jade le aveva
prestato-solleticandole la natica.
Numero
sconosciuto. << Pronto? >> disse in tono allegro.
Natasha
che era stata con lei per tutto il tempo della prova abito della sua cliente,
abbandonò l’attrezzatura e si accostò a Juls origliando la telefonata. Quest'ultima
roteò gli occhi, aspettando che la voce all’altro capo del telefono rivelasse
la sua identità.
<< Ciao Juliet. Sono Chris. >> esordì.
<<
Oh ciao Chris. Non credevo avessi il mio numero >>.
<<
L’altra sera non ho potuto chiedertelo, così oggi a lavoro l’ho chiesto a Zayn.
Spero che questo non ti abbia infastidito… >> la sua voce suonò
imbarazzata.
<<
Certo che no. >> Juliet sorrise anche se Chris non poteva vederla, ma Nat
sì e infatti sorrise sorniona.
<< Oh meno male. Senti: volevo chiederti se stasera hai qualche impegno…?
>>.
Nat
evidentemente, anzi sicuramente, dato che era attaccata con l’orecchio
all’apparecchio come Juls, alzò i pollici come incitamento.
<<
Bè, non lo so…fammi controllare l’agenda. Un secondo >> Juliet fece per
prenderla, ma la rossa afferrò il quaderno prima di lei e lo buttò sul divano
impedendole di prenderlo.
Juliet la
folgorò con lo sguardo intimandola di riprenderla, ma Nat non si scompose e assunse un’aria altezzosa.
<<
Juls? >> la chiamò Chris.
<<
Oh sì scusami. Mmh…sono libera. >> disse a voce alta. La rossa saltellò
sul posto gesticolando con le mani per elogiarsi da sola.
<<
Ottimo! Stavo pensando che potremmo fare una passeggiata, così da conoscerci
meglio e magari mangiare un boccone da qualche parte. Che ne dici? >>.
<<
Mi sembra un’idea grandiosa! >> concordò fingendosi esultante per carpire
dalla sua faccia una totale indifferenza.
<<
Grandioso, passo a prenderti alla tenuta o ci vediamo al parco? >> le chiese
da perfetto gentiluomo.
<<
Ci vediamo al parco per le sette e mezza. A più tardi Chris >> lo salutò.
<<
Ciao Juls, ti mando un bacio! >> e mise giù.
Il volto
di Juliet ritornò imperturbabile non tradendo nessun’emozione.
<<
Sembra che tu abbia appena preso un appuntamento dal dentista. >> sbottò
Nat guardandola torva.
<<
Se non ti piace la mia faccia, non è un mio problema. >> rispose
altrettanto torva Juliet.
<<
Dai Juls. Sto solo dicendo che non sarà così brutto uscire con quel ragazzone.
È uno schianto! >> disse la rossa.
<<
Oh sì, su quello non ci piove… >> concordò
lei pensando a quel corpo
massiccio e delineato, gli occhi del colore dell’acqua di mare, i
capelli tenuti sbarazzini e bellissimi…Un momento: quello non
era Chris! Ma la sua testa aveva
soltanto l’immagine di quel bastardo nella testa!
Imprecò
sonoramente e ad alta voce facendo allarmare Nat. Juls se n’accorse e si grattò
dietro la testa emettendo una risatina imbarazzata. << Perdonami.
Non…>>.
<<
Stavi pensando a Louis. >> sentenziò Nat con gli occhi verdi che brillavano di divertimento.
<< Oh ma che cazzo! Si vede così tanto?! >>.
<<
Assumi una faccia così da ebete, che le pecore non saprebbero fare di meglio
>>.
<<
Grazie della rivelazione, mia dolce Nat senza peli sulla lingua! >>. Non
era un rimprovero. Juliet sospirò sapendo che era vero.
<<
E qualche volta sbavi anche…>> continuò Nat schietta e divertita.
<<
Stop ragazza! >> l’ammonì Juls per poi scoppiare a ridere.
L'amica si
aggiunse a lei e finirono col sedersi sul pavimento.
<<
Come sapevi che non avevo impegni? >> chiese poi Juliet incrociando le gambe.
<< Non lo sapevo. >> Nat fece spallucce.
<<
Oh ma sei tremenda! Pensa se li avessi avuti! Gli avrei tirato un bel bidone a
quel povero ragazzo! >>.
<<
Ma non li hai. >> sentenziò inarcando di nuovo un sorrisino sghembo.
<<
Amo il tuo modo di vedere sempre le cose positive e semplici >> commentò
Juls tirandole una ciocca ramata con due dita.
Nat
ridacchiò. << È il bello di essere me. Zayn aveva bisogno di una ragazza
peperina e solare, per questo è pazzo di me. Ed io sono una creatura rarissima. >> si pavoneggiò
alzando il mento.
<<
Oh davvero? >> la schernì Juliet ridendo per la faccia buffa dell’amica.
<< Nat? >> aggiunse poi.
<<
Spara baby >>.
<< Com’era
Louis, quando stavate insieme…? >> chiese, tradendo una punta di nervosismo nel tono di voce.
Nat la
guardò con un’espressione stupita, poi le ammiccò. << Vuoi dire
a letto? >>.
<<
No. Okay sì anche quello >>.
<<
Prima di tutto te l’ho detto che è stato solo per una notte. Dopodichè siamo
rimasti soltanto amici. Entrambi abbiamo voluto che fosse così. Ora per quanto
riguarda il sesso…>> Nat le fece un largo sorriso. << Devo dire che
ottiene un dieci e lode >>.
Juliet
divenne rossa, tanto che si domandò se le sue guance non fossero
diventate dello stesso colore dei capelli dell'amica. <<
Oh…>> scosse la testa, nel tentativo di assumere
un'espressione di indifferenza. << Vabbè era
tanto per parlare. Ma…tu non te ne sei innamorata? >>.
La rossa sorrise scuotendo la testa. << No. Anch’io ero come Louis. Non volevo
saperne di rapporti duraturi e impegnativi, perciò quella notte è finita nel
dimenticatoio >>.
<<
Adesso non sei più quella Nat >>.
<<
No…non più. Amo Zayn in un modo che io non avrei mai immaginato potessi
provare >>.
<<
Mi sento un’idiota…>> Juls si rabbuiò.
Nat la
guardò piegando la testa da un lato. << E perché mai? >>.
<<
Perché sono stata un’inetta, anzi io sono un’inetta in amore >> commentò
aspra.
<< Tu
non sei un’inetta in amore. Sei soltanto confusa per la prima volta in tutta la tua esistenza >>.
<<
Cosa vuoi dire? >>.
<<
Io sono sicura che tu sappia ciò che vuoi, solo che hai paura di ammetterlo a
te stessa. Ma ritorni sempre suoi tuoi passi con la filosofia della “ragazza
bella e dannata” >>.
Juls si
strinse nelle spalle. << Me ne rendo conto. Ma a quanto pare, tutti i
miei tentativi di esternarmi non vanno a finire bene >>.
<<
L’amore è un rischio e un pericolo. Dov’è
finita la mia Catwoman maliziosa? >> la incitò Nat dandole
un buffetto sul naso
<< Manca anche a me quella ragazza…>> sospirò Juliet.
<< È ancora lì, dentro di te che aspetta di essere liberata. Liberati del tuo
guscio d’amianto che hai costruito intorno a te stessa e prenditi ciò che vuoi.
>> Nat ridacchiò e aggiunse: << E con prendi ciò che vuoi intento:
Mostra i tuoi artigli a quel maledetto ragazzo per cui ti sei presa una
sbandata! >>.
<<
Tutti voi mi avete detto di dimenticarlo!>> obiettò Juliet palesemente
confusa.
<<
Noi vogliamo solo che tu sia felice con la
F maiuscola. Se vuoi Louis, e se lui vuole te, cosa che
naturalmente è, allora buttati, noi ti sosterremo in tutto e per tutto. E come
bravi amici e amiche quali siamo, se quel ragazzo osa soltanto farti scendere
una lacrima, bè stavolta Zayn non riuscirà a trattenermi! >> esordì con un ghigno maligno.
<< Ti
ringrazio per l'appoggio, ragazza. Ma ho i miei valori, e non rubo l’uomo ad un’altra donna >>
disse Juls in tono conciso.
<<
Non ruberai nessuno a nessuno. Cosa desideri veramente Juliet? >>.
<<
Un uomo che mi ami >>.
<< Bene. Io ti ho spinta ad accettare l’invito di Chris, ma non devi uscirci perché ti
senti obbligata dal tuo temperamento cocciuto e orgoglioso. Chi vuoi che sia
quest’uomo? Chris o Louis? E se la scelta è quest’ultimo sei disposta a giocare
il tutto e per tutto conoscendo la sua natura? >>.
<<
Io…>>.
Qualcuno
bussò alla porta.
<<
Avanti! >> Juls e Nat si alzarono dal pavimento.
<<
Ehilà splendori. La signora G ha fatto la sua famosa crostata al limone!
>> annunciò Jade.
<<
Oh, io amo quella donna! >> fece Juls cominciando a correre verso la
cucina.
Nat la
bloccò. << Sei salva per questa volta, ragazza. Ora il mio cervello non
connette più. Adesso c’è solo la crostata >>.
Lei rise dandole un buffetto sulla guancia. Ma la riposta rimaneva tra le mura della sua anima.
Prima
di
incontrarsi con Chris per l'appuntamento, Juliet parcheggiò
davanti al negozio di fiori. Non aveva
intenzione di rifiutare l’invito del ragazzo. Chris era
così gentile ed
educato, mentre Louis era impulsivo e da quello che ormai aveva capito,
un don
giovanni con le belle donne. Come poteva lui ricambiarla? Sicuramente
non
l’avrebbe fatto. Il suo spirito libero era in contrasto con il
desiderio di
Juls di provare qualcosa che avrebbe portato ad un futuro. Il suo
istinto le diceva di tentare, di giocare col fuoco…e se si fosse
scottata un’altra volta? Lo avrebbe aggiunto alla sua
innumerevole lista di
relazioni mandate a puttane. Ma non avrebbe sopportato di perdere Louis
anche
come "conoscente", preferiva accontentarsi delle cose così come
stavano. Avrebbe
imparato ad accettarlo. Mettendo da parte i molteplici consigli dei
suoi amici,
Juls pensò con la propria testa. Cosa le aveva detto Louis una
volta? Vivi il
momento, che il futuro verrà da sé?
Okay,
seguiamo i consigli di un esperto nell’arte di godersi il momento, pensò.
Anche se
quel miscuglio d’incertezza e paura non si era sbloccato, respirò
provando a rasserenarsi lo stesso. Sarebbe diventata uno spirito libero a modo suo.
Spensierata come lui, ma mantenendo i suoi princìpi. Una via di mezzo.
Tentare
non nuoce. Si accigliò. Invece sì, per lo meno a me.
<<
Vaffanculo! Dannato genere maschile! Voi e il vostro cazzo contorto cervello
primitivo! >> ringhiò ad alta voce sbattendo la mano sul volante.
<<
Juliet, cara? >> suonò una voce fuori dalla sua auto.
Si
girò trovandosi il volto di Joannah che la fissava con aria preoccupata.
<<
Tutto bene? >> le chiese la madre di Louis. La madre di Louis…
<<
Oh sì certo. Ero venuta a portare una cosa a tuo figlio. Lui è qui? >>.
<<
Adesso no. È andato a consegnare un ordine. Vuoi aspettarlo? >>.
<<
Non importa. Lo consegno a te, così quando torna puoi darglielo tu >>
Juls prese il pacchetto incartato con un bigliettino e lo consegnò alla donna.
<<
Va bene, per me è un piacere aiutarti. Juliet posso chiederti una cosa…?
>> Joannah parve esitante.
<<
Certo. Dimmi pure >> rispose perplessa.
<<
Prima, senza volerlo, ho sentito ciò che hai detto >>.
Juliet
s’imbarazzò sapendo di aver alzato la voce durante quell’imprecazione. <<
Ehm scusami se ti ho spaventata…>>.
<<
Tesoro, i Tomlinson non conoscono la paura >> ribattè autoritaria la
madre di Louis.
La vena di arroganza è un mero tratto di famiglia, pensò Juliet ironica.
<< Ti
conosco da molto tempo Juls, e non ti ho mai vista così distrutta >>.
<< Io...>>.
<< L’amore non è mai una cosa semplice. Non permettere ai tuoi timori di chiuderti
in te stessa. Altrimenti sarai costretta a farti suora >> L’ultima parte
era scherzosa, ma l’altra era seria.
<<
Non so quante persone me lo stiano ripetendo in questo periodo…>> sospirò
affranta Juliet.
<<
Lo fanno per costringerti a combattere. Non sei più te stessa.
Devi tornare ad
essere quella di un tempo. Fiera di te stessa e coscienziosa delle tue
capacità in amore. >> Joannah sorrise comprensiva.
<< È ciò che ho fatto io
>>.
Juliet
restò senza parole per quell’affermazione tanto intima. Scese dall’auto per
abbracciarla. << Grazie Joannah. Davvero…>>.
<<
Figurati tesoro. E mi raccomando: non arrenderti >> la donna l’abbracciò
affettuosamente.
<<
Non lo farò. Te lo prometto >> la voce di Juls tremò un po’.
<<
Per quanto riguarda il lavoro, sei un forza della natura e guai a chi dice il
contrario >> aggiunse minacciosa la donna. Juls rise.
Joannah
sciolse l’abbraccio accarezzandole i capelli. << Allora racconta. Da quant’è che sei
innamorata di Louis? >>.
Juliet
sgranò gli occhi. << Che…che cosa?! >>.
<<
Oh non fingere di non capire con me ragazzina. I tuoi occhi sembrano spiccare
il volo anche solo a pronunciare il nome di mio figlio! >> ammiccò
ridendo.
Avvampò. Dannazione e basta ripeterlo!
<<
A quanto ne so mio figlio esce con una modella. >> commentò in tono
naturale la madre.
Da rossa,
Juls diventò verde.
<<
Non mi fa mai conoscere le sue amichette… >> sospirò la madre. <<
Quando capirà che quello che gli serve è una vita stabile con una moglie al suo
fianco? >> disse rivolta verso il cielo con le mani alzate.
Juliet fece
un passo indietro come per starne fuori.
<<
Juliet mio figlio ti farebbe a pezzi. Lo conosco e penso che non vada bene per
te >>.
Lei si
sentì morire.
Dio Santo,
ho deciso: mi farò suora!
Le
salirono così tante imprecazioni in gola che dovette inghiottire il malloppo
più volte. Ecco in breve ciò che tutti dicevano: “Voglio che tu sia felice
Juliet, ma non con Louis”. Oppure: “Louis è un bastardo e non ti amerebbe mai.”
In sostanza: Vuoi Louis? Sarà soltanto sesso.
Riuscì a rispondere con un sorriso, anche se avrebbe voluto urlare dalla frustrazione più
totale. << Io non sono innamorata di tuo figlio, Joannah. Non temere. Ora
devo proprio andare >> la salutò cordialmente.
Quando la vide incamminarsi verso l'auto, Joannah sospirò.
Quelle parole erano suonate come una sentenza per Juliet, se ne rendeva
conto. Se solo suo figlio si fosse svegliato una buona volta...
Louis
potrebbe amare quella ragazza se solo lo volesse, pensò e andò ad appoggiare il
pacchetto che era destinato al figlio, sul bancone del negozio.
Juliet si
rimise in auto dirigendosi verso il parco. Era d’umore nero, e sembrava che i
suoi occhi schizzassero scintille di pura rabbia misto a dolore.
Il
cellulare squillò e dovette prendere l’auricolare perché stava guidando.
<<
Pronto! >> le uscì un “Pronto” un po’ troppo furioso.
<< Star che hai? >> Era Kyle.
Tentò di
mascherarlo il più possibile. << Niente scusami, non trovavo il
cellulare…Cosa c’è? >>.
<<
La mamma si è rotta il polso oggi a lavoro. Ora l’ho accompagnata all’ospedale
>>.
<< Cosa? Oddio come ha fatto? >> gli chiese preoccupata. Dovette accostare
per non perdere il controllo dell’auto.
<<
Vallo a capire sorellina. Ad ogni modo ti ho chiamato per chiederti un
favore…Potresti aiutare la collega di mamma all’asilo? Quando lei se n’è dovuta
andare, l’ha dovuta lasciare con i bambini e non c’è la fa da sola. Ne sono
tanti >>.
<<
Mi stai chiedendo…Oh Gesù, ma non c’è proprio nessun altro? >> la voce di
Juliet suonò stremata.
<<
No. Lo so che avevi un appuntamento, ma non sapevo a chi altro
chiederlo…>> si mortificò Kyle.
<<
Per quanto tempo dovrò restare lì? >>.
<<
Un’oretta e mezza al massimo. Il tempo che i genitori vengano a riprendere i
figli >>.
Juls
sospirò. << Occupati della mamma. Io andrò lì >>.
<<
Grazie, Star. Ti devo un favore >> e riattaccò.
<<
Me ne devi più di uno caro il mio fratellone >>
sibilò, poi compose un numero. Quando al terzo squillo rispose,
disse: << Ehi Chris, so che suona strano chiedertelo,
ma…che ne
dici di un cambio di programma? >>.
<<
Fatto >> Louis entrò in negozio dopo aver terminato le consegne. Prima che
potesse chiudere la porta una forte folata di vento fece irruzione nel negozio.
<< Diamine! >> esclamò chiudendo la porta con forza. Poi
si guardò intorno: << Mamma? >> ma di lei non c’era traccia. Andò
verso il bancone afferrando un bigliettino. << Torno tra venti minuti
>> lesse a voce alta.
Guardò in
magazzino e vide che a causa del vento alcune cose erano cadute.
<<
Merda! >> borbottò nuovamente andando a risistemarle.
Il suo
lavoro oggi era stato un inferno. Era uscita come uno zombie durante gli
scatti. Aveva adocchiato Zayn parlare con Chris. Il suo ex non l’aveva nemmeno
guardata, anzi sembrava evitarla. Forse era proprio come sospettava: Chris
ormai andava dietro a Juliet. Aveva origliato di nascosto e sentito il ragazzo
chiedere il numero di Juliet a Zayn.
Non conto
più niente per lui…, si rese conto tristemente.
Aveva
proprio bisogno di scaricarsi un po’. Aprì la porta d’entrata del negozio della madre
di Louis e vide che non c’era nessuno.
<<
Lou? >> si avvicinò al bancone mettendo una mano su un pacchetto. Lo
fissò curiosa.
Louis
entrò dal magazzino. << Ehi, hai finito a lavoro? >> le chiese con
un sorriso.
Rachel
sbadigliò. << Già, sono sfinita >>.
<<
Cos’è quello? >> Louis guardò perplesso la scatola dove Rachel teneva la
mano. L’aprì e ne uscì una confezione con dentro un cellulare. Sgranò gli
occhi: Un Galaxy SIII!
<<
Mio dio, è per me?! >> era palesemente sbalordito ed entusiasta.
Rachel pensò
all’eventualità di dirgli di no, ma pensando che la madre di Louis non potesse
permettersi un cellulare del genere…
<<
Sì, mi hai detto che l’avevi perso così ho pensato che ti potesse
servire…>> esordì con voce carezzevole.
<<
Oddio Rachel non posso accettarlo…>>.
<<
No amore, insisto. Stiamo insieme e dobbiamo prenderci cura l’uno dell’altro
>> Rachel si avvicinò allacciandogli le mani al collo. <<
Giusto? >> lo baciò lentamente sulla bocca.
Louis le
scoccò un bacio pieno di gratitudine. << Grazie amore >>.
Una piccola bugia, in cambio di buon sesso.
Chris e
Juliet stavano uscendo dall’asilo. Lei era così spossata da faticare a restare in
piedi.
<<
Oddio sono sfinita…Chris non so davvero come ringraziarti
>> lo guardò rivolgendogli un sorriso stanco, ma sincero.
Lui le
posò una mano dietro la schiena, << Quei bambini erano dei veri
demonietti. I genitori avrebbero dovuto pagarci >> commentò ridendo.
<<
Ad ogni modo, tra giochi e urla, sono stato bene con te >> aggiunse.
<< Anch’io. Mi dispiace che quel bambino ti abbia lanciato il giocattolo in testa!
>> si rammaricò Juliet.
<<
Oh non è niente. Sul serio >> Chris si toccò la testa resistendo a non
esprimere il dolore.
<<
Ti piacciono i bambini? >> gli chiese curiosa Juliet.
<<
Veramente no, non molto. Come vedi non so come prenderli. >> si
giustificò Chris.
Juls
rimase un po’ allibita da quella risposta. << Non vuoi avere dei figli un
giorno? >>.
<<
A dirti la verità no. Ma vorrei sposarmi e avere una bella moglie di cui
prendermi cura >>.
<<
Oh…>> fu tutto quello che lei riuscì a dire. Pensò a quei bambini
all’asilo. Erano un po’ pestiferi, ma dopotutto era il bello d’essere piccoli.
Erano innocenti e vogliosi di giocare. Aveva sempre avuto un debole per i bambini piccoli.
Chris
l’accompagnò alla sua auto, dato che erano venuti ognuno per conto proprio.
<<
La prossima volta vengo a prenderti io. >> decise con un sorriso.
<<
Okay >> Juliet ricambiò il sorriso.
<<
Sogni d’oro Juls >> Chris si chinò, e lei indietreggiò di un passo.
Oddio
voleva…?
<< Qualcosa non va? >> chiese lui preoccupato.
Avanti
bacialo, si ordinò.
<<
No no >> Juliet sorrise incerta, si alzò sulle punte e lo baciò
lievemente sulle labbra.
Chris fu
sorpreso, ma ricambiò il bacio premendo di più le labbra su quelle di lei. Un bacio niente male.
Purtroppo
c’era un piccolo problema. La bocca di Juls era rimasta chiusa, rendendo un
bacio meraviglioso quale poteva rivelarsi,
un bacetto a stampo.
Ehi voi
muscoli delle labbra, avete deciso di rimanere immobili?! Gridò lei nella sua
mente.
Chris si
staccò, forse ignaro di quanto Juliet fosse rimasta rigida, e le sorrise teneramente. << A presto >>.
Juliet
annuì, andò in macchina sorridendogli fin quando non lo vide più.
Accese il
motore. Si guardò nello specchietto e si accigliò.
<< Maledetto bastardo
troglodita, masochista e ignobile! >> sbraitò, riferendosi
all’individuo
che aveva in testa, mentre Chris la baciava. Al bastardo che era
riuscito a prenderla così tanto, da farla tremare. Da farle
bramare un suo bacio, una sua carezza, un suo sorriso strafottente.
Qualunque cosa che provenisse da lui.
L'unico al quale il suo corpo avrebbe indubbiamente risposto.E anche il
suo cuore. Quella consapevolezza le fece provare un brivido.
Poi le parole di Joannah riecheggiarono nella sua testa. Non era nella
sua natura farsi trattare come un giocattolino al quale potessero
tirare i fili. Non avrebbe permesso a Louis di giocare con i suoi
sentimenti.
Note
dell’autrice
Ciauuuu splendori!!!! <3
Volevo pubblicare ieri, ma sono stata tutto il pomeriggio e sera a
studiare per le interrogazioni di oggi. Non auguro a nessuno di studiare trenta
pagine di storia, trenta di storia dell’arte e venti di metodologia in un
giorno solo %.%
Oggi sono libera, perciò ho pubblicato, sperando che sia stato di
vostro gradimento…(?)
E sìsì Rachel e Chris stavano insieme ( nooo ma daiii Ella!!!
*dice prendendosi per il culo* ) ma siete troppo brave e l’avete capito dal
primo istante, perciò il colpo di scena è andato a farsi fottere XD
In questo capitolo vediamo Juliet alle prese con i suoi pensieri.
Esce con Chris, ma come si è ben capito aveva tutt’altro per la testa, o meglio
qualcun’uno ihihih ^_^
E Rachel che si prende il merito dell’atto di Juliet soltanto per
abbindolarsi Louis? È ufficialmente aperta la caccia alla bionda.
Ci tenevo a dirvi una cosa…sapete della rottura tra Liam e
Danielle vero?? Ci sono rimasta talmente di merda, è stato un enorme shock D’:
Per me era la coppia più bella che potesse esistere e mi sono uscite le lacrime
nel rileggere il capitolo quando si parlava di loro due…Ma nella mia storia non
cambia nulla, purtroppo sarà triste quando penseremo a loro due nella realtà,
ma non possiamo farci niente…
Okay i prossimi due capitoli
ovvero l’11 e il 12 sono già pronti e non vedo l’ora
di farveli leggere <3 Sono lunghi e intensi, e
spero di farvi emozionare quanto mi sono emozionata io nel scriverli.
*Angolo
ringraziamenti*
Ma voi fate sul serio??? Cioè 106 recensioni?!?!?! O.O
Le mie amiche: Lo sai che sei arrivata ad un centinaio di
recensioni?
Io: Ma chi? *strabuzza gli occhi*
Loro: Tua nonna -.-‘ TU!!!! *urlano contente*
Non ci potevo credere!!!!! Sto lacrimando vi giuro…no vabbè qui
c’è bisogno di un monumento, datemi il vostro numero, indirizzo e vi spedisco i
fiori, cioccolatini e tutto il resto ç__ç
Vi amo da impazzire, siete le migliori lettrici che una scrittrice
possa desiderare…Il numero delle recensioni del capitolo precedente ha battuto il
record di tutti gli altri, e penso che dopotutto qualcosa di buono riesca a
scriverla…e che riesco a far piacere questa storia, a voi bellissime che
l’avete inserita tra le seguite, preferite e ricordate :’) E addirittura
mettermi tra i vostri autori preferiti è troppo, non credevo di certo di poter avere
quest’onore u.u,,
Prima di scrivervi un romanzo, cosa che sarei capace di fare LOL
vi lascio e non vedo l’ora di risentirvi con le vostre parole che mi fanno
ridere e piangere di gioia ogni santa volta :’3 Naturalmente se me le merito eh
:3
Un enorme bacio dalla vostra Ella :* <3
|
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Capitolo 11 *** Capitolo11 ***
pronto capitolo11
Capitolo 11
Aveva
rinunciato agli esercizi in palestra, dato che i dolori mestruali le avevano
messo in trambusto il corpo, rendendolo dolorante e fiacco. Sospirò tentando di
calmare i dolori alla pancia sorseggiando una tazza di thè caldo, che la
signora G le aveva premurosamente preparato.
<<
Bevilo tutto, ragazza. Vedrai che le fitte diminuiranno in minuto in minuto
>> la rassicurò la governante con un sorriso.
<<
Mmh >> mugugnò una Juliet accigliata, mentre soffiava sul liquido verde.
Durante la permanenza delle cosiddette “compagne mensili”, il suo umore era
sempre nero come il catrame, tanto che non riusciva a sorridere senza poi fare
una smorfia. La giornata era stata davvero lunga e si era rifugiata in cucina
per un istante di riposo. Sospirò assumendo un atteggiamento più rilassato.
<< La ringrazio signora G >> la salutò con un sorriso sincero, date le
premure che l’anziana signora le riservava sempre.
<<
Di niente cara >> rispose dandole una pacca leggera sul fondoschiena, e
questo fece ridacchiare Juls.
<<
Phoebe >> esordì quest’ultima notando la sorella di Jade scendere dalle
scale.
<<
Ehi Juls >> la ragazza si avvicinò dandole due baci di saluto sulle
guance.
<<
Cosa ti porta qui a quest’ora? Non lavori oggi? >> le chiese.
<<
Oh ero solo venuta a dare delle carte a Jade, ma niente d’importante. >>
rispose con noncuranza la riccia. Lei e Jade erano molto simili: stessi capelli
dai ricci scuri e ribelli, occhi grigi sebbene quelli di Jade fossero più
chiari, e che Phoebe fosse qualche centimetro più
alta.Per il resto erano uguali.Possedevano lo stesso carattere conciso e cordiale, che le rendeva
temerarie agli occhi degli sconosciuti ma anche a quelli dei conoscenti. Phoebe le sorrise
apertamente dicendole: << Mmh è inutile che ti chieda che cos’hai, perché
quel thè e la tua faccia scazzata dicono tutto >>.
Juliet le rivolse un mezzo sorriso di riconoscimento. << Tu invece sei radiosa. Cosa
mi racc… >>, ma s’interruppe vedendo una macchia scura, livida a dire il
vero sul collo di Phoebe. << Quello è un succhiotto?! >> chiese
strabuzzando gli occhi.
Phoebe si
coprì con una ciocca di capelli la macchia ben visibile. << No…>>
tentò di simulare indifferenza.
Juls,
malgrado il suo stato sofferente, scoppiò a ridere facendo attenzione a non far
cadere la tazza di thè. << Ai miei occhi non sfuggono i particolari.
Forse puoi farla a Jade, ma a me no. Chi n’è l’autore? >> sussurrò in
tono complice ammiccandole.
La riccia diventò imbarazzata, inumidendosi le labbra e guardando altrove.
<< Ehm…K…y…l…e…>>
farfugliò in tono così stretto che Juls non capì
un tubo.
<<
Come? Credo di non aver capito…>> ammise la ragazza facendosi più vicina.
<<
Kyle…>>.
Stavolta rischiò seriamente di far precipitare la tazza in ceramica sul pavimento.
<< Mio fratello?! >> ripetè con un’espressione tra il sorpreso e il
compiaciuto.
Phoebe
sorrise con le guance rosse per l’imbarazzo. Juls non l’aveva mai vista con
quella strana luce negli occhi grigi come il ferro. Era emozionata quanto
lei.
<<
Uscite insieme! >> esclamò euforica Juliet. Poi si accigliò. << E
quel cretino non mi ha detto niente! >>.
<<
Non usciamo insieme! E che il troppo lavoro ce lo impedisce…>> Phoebe
fece una smorfia addolorata.
Lei alzò
un sopracciglio, inarcando un sorriso malizioso. << E quel marchio dove
l’ave…>>.
<<
In ufficio >> rispose secca Phoebe trattenendosi dall’andare via in punta
di piedi per l’imbarazzante situazione in cui si era cacciata.
Juls
spalancò gli occhi, incredula per quella dichiarazione. << Oh wow. Santo
cielo. Sono così contenta! >> posò la tazza sul mobiletto nel
corridoio per abbracciare la ragazza.
<<
Ehi frena! Cosa ci sarebbe da festeggiare? >> rise ignara la riccia.
<<
Saremo cognate! Evvai! >>. Non c’era notizia più bella che potesse
migliorarle la giornata.
Phoebe
sospirò. << Sarà il ciclo che non ti fa riflettere. Te l’ho appena detto:
Non stiamo uscendo insieme! >>.
Juls si
staccò per guardarla con due occhi saccenti. << Non ancora, non
ancora >>.
La riccia scosse la testa. << Riuscirai a mantenere il segreto? >>.
<<
Quale segreto? >> ripetè Juliet con un visino ingenuo.
Lei
scoppiò a ridere e l’abbracciò di nuovo. << Grazie. Ora devo andare. Sia
io che te dobbiamo lavorare >>, e si congedò.
<<
L’amore fa fare le rime >> mormorò divertita Juls
tra sé e sé, e
riprendendo la tazza con quel dannato liquido ormai freddo, andò
nel suo angolo della tenuta per ricevere i clienti che
l’attendevano.
<<
Ehi >> disse quando si trovò Jade nel suo studio.
<<
Ehi >>, il tono della sua socia non prometteva nulla di buono.
<<
Qualcosa non va? >> domandò pensierosa Juls, chiudendosi la porta alle spalle.
<<
Vicky sarà qui a momenti per la prima prova d’abito. >> annunciò la
riccia tamburellando le dita sulla scrivania.
<<
Sì, lo so…e? >> . Il tono di Juls era palesemente spazientito.
Jade alzò
gli occhi per incontrare quelli dell’amica. Si vedeva che aveva un viso stanco.
Rise intimamente pensando a quanto gli occhi di Juliet potessero rivelare senza
l’uso delle parole. << Verrà anche lo sposo: Robert >>.
<<
Cosa? >> Juls aggrottò le sopracciglia. << Lo sposo che accompagna
la sposa alla prova d’abito?! >>.
<<
Già. Robert ha insistito >>.
Lei grugnì. << Non è mai successo che fosse proprio lo sposo ad accompagnare
la sua compagna nel momento della scelta dell’abito >>.
<<
A quanto sembra Vicky si fida solo della sua opinione, e lo vuole con lei in un momento del genere. >>
disse Jade guardando l’espressione contrariata di Juls. << E lo so che
non ti va giù >>.
<<
Ho sempre pensato che l’uomo non dovesse vedere l’abito, prima della cerimonia.
>> commentò Juliet sedendosi pesantemente sul divano << Quella
suspense da un tocco in più all’atmosfera magica che viene a crearsi. Ma se è
la sposa a volerlo, mi atterrò ai suoi completi desideri >>.
<<
È quello che facciamo. Soddisfiamo ogni singolo capriccio di tutte le donne e
siamo bravissime a compiacerle perché non sbagliamo un colpo >> affermò
Jade con un sorriso compiaciuto.
<<
Hai perfettamente ragione. Nat? >>.
<<
Sta ultimando gli ultimi scatti della coppia in giardino. Tra venti minuti
saranno qui. >> rispose prontamente Jade.
<<
Sono stanca…domani abbiamo un’intera cerimonia da preparare e devo dormire
almeno otto ore, pregando che il flusso mi dia tregua. >> borbottò Juls
massaggiandosi la fronte con una mano.
<<
Lo so. Ma secondo quanto sostenevano i due, non potevano incontrarci prima
delle otto di sera >> sospirò rassegnata.
Juliet si
portò una mano allo stomaco. << Che sia una cosa veloce…! >>.
<<
Parliamo d’altro. Come sta Chris? >> Jade si sedette sul braccio del
divano.
Lei serrò gli occhi. << Bene >>.
<<
Oh su avanti. Sappiamo tutti che state uscendo insieme >> ridacchiò la
riccia.
<<
A voi non sfugge proprio niente eh? Comunque sì >> ammise con voce
incolore.
<<
Da quanto tempo? >>.
<<
Mah un paio di giorni…>> rispose con palese indifferenza.
<<
Wow assicurati di non accecarmi con le tue scintille di felicità >> la
schernì Jade.
Juls si
mise seduta guardandola con una smorfia. << Scusami. Non è la reazione
che ci si aspetterebbe…>>.
<<
Non credo sia colpa del tuo malessere fisico. Ho notato che da quando esci con
Chris, non hai più visto Louis. Giusto? >> chiese con naturalezza Jade
guardandola di sbieco.
Juliet
s’irrigidì al suono di quel nome. Erano quattro giorni che non lo vedeva. Forse
anche lui aveva pensato che non ci fosse motivo nel rivedersi, ma lei si era
chiesta perché non l’avesse chiamata quel giorno che aveva lasciato il regalo
alla madre. Era certa che lo avesse ricevuto, si fidava di Joannah, allora
perché Louis non l’aveva almeno cercata? Magari per dirle anche un: “ Ehi
grazie”, o roba così. Non che si aspettasse un ringraziamento particolare,
visto che il suo vecchio cellulare si era rotto a causa del tuffo in acqua, e
quindi rendendo lei indirettamente responsabile del suo decesso. La sua intima
amarezza si era trasformata in indignazione. Quel ragazzo la mandava fuori di
sé, e con i dolori che le attanagliavano il corpo, il comportamento di Louis a
lei ignaro la faceva innervosire ancora di più.
<<
Sì >> confermò con un tono volutamente sprezzante.
<<
Avete…ehm…litigato? >>.
<<
E quand’è che non litighiamo noi due? >> bofonchiò sardonica Juliet
alzandosi dal divano. << La faccenda è limpida come l’acqua: non siamo
fatti neanche per essere amici, quindi l’idea di rivederci è fuori questione
>>.
<<
Non potete essere amici perché siete pazzi l’uno dell’altra >> mormorò
con un sorriso flebile Jade.
Juls la
fulminò con lo sguardo. << Che enorme stronzata! Mai sentito niente di
più ridicolo! >>.
<<
Non puoi mascherare i tuoi sentimenti >>.
<<
Io non mascherò proprio un bel niente! È stato chiaro quando mi ha augurato una
vita felice con Chris. Io per la mia strada, lui per la sua con Rachel. Fine-della-storia >>.
<<
E tu gli hai creduto? >> la canzonò Jade poggiandole una mano sul
braccio.
<<
Cosa vorresti dire? >>.
<<
Gli uomini amano tergiversare. Ti ha detto che era geloso, ma ti ha spinto
verso un altro uomo. È contraddittorio. >>.
<<
Louis è contraddittorio. Tutto di lui lo è. Lo sai qual è il suo vero intento?
Prendermi per il culo! Ma io non mi lascerò incantare dai suoi strabici
comportamenti! >> ringhiò Juls serrando il pugno.
<<
Cos’hai intenzione di fare? >>.
<<
Sbattergli in faccia tutto ciò che penso di lui >>.
<<
Oookay, ma quel momento dovrà attendere. Ora spalanca il tuo miglior finto
sorriso, perché gli sposini stanno arrivando >> annunciò Jade sentendo la
voce di Nat echeggiare dal corridoio.
<<
Bene. Diamo inizio alle danze! >> sbuffò lei voltandosi di spalle per
sorridere nel miglior modo possibile agli ultimi clienti della giornata.
Juliet
batteva nervosamente il piede sul pavimento da più di
venticinque minuti buoni. La
giornata non poteva che terminare con una coppia più seccante di
quella. Aveva fatto provare a Vicky per lo meno undici abiti. Sembrava piacerle
l’ultimo, ma il suo adorabile marito lo aveva scartato senza
mezzi termini.
<<
Lo strascico è troppo lungo. >> disse perentoriamente, spintonando Juls
per poter vedere meglio il vestito che indossava la compagna. Erano presenti Allison, Jade e Nat. Con
quei due ci voleva la squadra speciale al completo.
<<
Mmh…>>. L’unica sillaba che fosse mai uscita dalla bocca della moglie per tutta la durata dell'incontro.
Juls
n’aveva abbastanza.
<<
Vicky, sei d’accordo con Robert? >> le chiese con il miglior tono
paziente del mondo.
<<
A me piace… >> mormorò lei.
<<
A me no. Potresti inciampare >> disse in tono duro Robert.
La moglie
si zittì, annuendo. << Hai ragione >>.
Questo è
troppo corto, questo è troppo lungo, il pizzo no, la taffetà no…ma chi era che
doveva indossarlo? Lei o lui?!
<<
Tagliamolo. >> fu l’ordine del marito.
Juliet
serrò la mascella, e si girò verso Allie.
<<
Tagliarlo? >> ripetè Allie. Non le era mai capitato di dover tagliare
l’abito. Aveva sempre apportato delle modifiche, ma quello strascico era il
pezzo forte e non poteva essere cambiato.
<<
Andrò a cercare un altro abito >> disse Juls, capendo la riluttanza di
Allie.
Robert
scosse la testa. << A noi piace questo. Vero Vicky? >>.
<<
Sì, è vero >> concordò.
<<
Io credo che lo strascico si rovinerebbe se venisse tagliato…>> ribattè
cordialmente Allison.
<<
Non per forza. Sarebbe solo un pezzo. Fidatevi di ME. >> Robert cominciò
a cercare un paio di forbici sulla scrivania di Juliet. << Eccole >>.
Juliet
corse subire prendendogliele dalle mani. << No, non lo farà >>
disse in tono glaciale.
Robert
alzò un sopracciglio sconcertato. Jade si schiarì la gola, e gli occhi di Juls
balzarono sull’amica. Poi guardò Allie. Quest’ultima sospirò, poi con tono
conciso disse: << Sono io la designer. Lo farò io >>.
<<
Come volete >> Robert indietreggiò, ma tenne gli occhi fissi su Allie,
mentre questa si chinava per tagliare un pezzo dello strascico.
<<
Può andare >> convenne l'uomo annuendo impercettibilmente.
<<
Tutto sommato l’abito non ha perso il suo fascino >> commentò sollevata
Allison raccogliendo la stoffa in eccesso.
<<
Grazie mille. Questo è l’abito giusto. >> trillò Vicky entusiasta. Nat le
passò un fazzolettino. << Tieni >>.
<<
Avete visto? Non c’era motivo d’innervosirsi. I miei consigli sono stati utili
>> si pavoneggiò Robert compiacendosi.
Juls
mostrò i denti. << Già…Utili come un asciugacapelli in un bagno di un
uomo senza capelli >> ringhiò sardonica.
<<
Come scusi? >> le domandò l’uomo.
Lei
sorrise in modo sinistro << Niente. Parlo da sola >>.
<<
Oh dovrebbe andare da uno psichiatra…>>.
A quel punto divenne paonazza. Portò un piede in avanti, ma Jade la trattene da dietro per i
jeans.
<<
Juls…>> la rimproverò dolcemente parlandole nell'orecchio orecchio per non farsi
sentire.
L’espressione
di Juliet assunse un’aria raggelante. << Sbarazzati di loro. Sono stanca.
>> sibilò in un sussurro.
Jade
annuì. << Bene, siamo molto felici di aver esaudito le vostre richieste per l'abito da sposa.
Vi accompagno alla porta…>> sorrise cordiale.
Rob e
Vicky annuirono. << Buona serata >> disse l’uomo con un mezzo
sorriso. Vicky fece lo stesso ringraziandole ancora per l’aiuto.
<<
Tre…>> cominciò Nat.
<<
Due…>> Allison chiuse gli occhi.
<< Uno…>> concluse Jade rientrando nello studio.
<<
Glielo do' io lo psichiatra a quel masochista schifoso! Provo pena
per quella donna che diventerà sua moglie! Egocentrico di un
dittatore!! Arrogante pallone gonfiato provasse di nuovo a mettere
piede nel mio studio e gli taglierò quel cazzo moscio che si
ritrova con le forbici!! >> ringhiò Juliet alzando i pugni
in aria.
<<
Esistono le sposine isteriche, piagnucolanti, viscide, ma è la prima volta che
ci troviamo di fronte ad uno sposo del genere. Di solito sono sempre così
tranquilli…>> commentò Nat prendendo una bottiglia d’acqua dal mini frigo
per rinfrescarsi.
<<
Dovremmo dargli un nome che lo descriva in pieno. >> propose con un
sorriso aspro Jade accoccolandosi sul divanetto.
<<
Sposostro! >> fu la risposta concisa di Juliet con un ghigno furente.
<<
Oh, parola derivante dall’unione di “sposo” e “mostro”. Mi piace >>
concordò Allison adagiandosi anch’essa sul divano.
<<
Decisamente. >> rise Nat dando il cinque ad Allison.
<<
Un’ora e trentacinque minuti. Non posso crederci. Dio solo sa cosa mi ha
trattenuto dal non esplodere. >> borbottò Juls.
<<
Siamo troppo nobili per abbassarci al livello di quegli individui >>
commentò Jade con un gesto di supremazia.
<<
Troppo per i miei gusti >> rispose secca Juls. Era troppo stanca per
lasciarsi prendere dai commenti di quell’uomo. C’era un unico pensiero nella
sua testa, e cioè il suo adorato letto.
<<
Dove vai? >> le chiese Allie.
<<
A dormire. Ne ho bisogno, se domani dovremo preparare un evento.
Altrimenti
scoppierò e rischierò seriamente di spaventare gli
invitati ringhiando come un cane. >> Afferrò borsa e
cappotto.
Nat rise.
<< Oh sarei molto curiosa di assistervi, ma credo che non ci convenga se
vogliamo essere pagate >>.
<<
Me ne vado anch’io. Spero che Niall mi abbia preparato qualcosa da mangiare
>> pregò speranzosa Allison.
<<
O magari ha mangiato anche la tua di cena >> commentò divertita la rossa
dandole un buffetto sul braccio.
<<
Se lo ha fatto, niente sesso per una settimana >>.
<<
Quanto sei crudele! >> esclamò Nat fingendosi sconvolta.
<<
Notte ragazze >> le salutò Juls.
<<
Aspetta…e Louis? >> le ricordò Jade ammiccandole.
Juliet
sospirò. Non aveva le forze per gridare anche contro di
lui. << Oh tranquilla. Arriverà anche il suo momento
>>.
Quando se
n’andò, Nat sbattè le palpebre più volte. << Ci siamo perse qualcosa?
>>.
<<
Oh non temete. Niente che già non si sappia. >> rispose Jade con un gesto
di nonchalance.
I nervi
si erano distesi, e poteva annunciare che le occhiaie erano sparite. Meno male,
perché la sua faccia torva, non si sarebbe potuta oscurare da un velo di
trucco. Non che non sentisse più dolori, ma erano decisamente diminuiti e di
questo ringraziò il cielo.
<<
Potevo andare benissimo con la mia auto a lavoro… >> borbottò Kyle appoggiando un
gomito sul finestrino.
<<
Sicuro. Ma non mi sarei privata del piacere di chiacchierare un po’ con il mio
adorato e sincero fratellino. >> lo punzecchiò Juliet marcando bene l'aggettivo "sincero".
<< E di cosa vorresti chiacchierare mia dolce sorellina? >>.
<<
Oh non lo so…forse del fatto che non mi hai detto che ti sei preso una sbandata
per Phoebe? >> lo canzonò tenendo gli occhi sulla strada.
<<
Cosa?! >>.
<<
Oppure del fatto che non ci sei ancora uscito insieme, ma questo non ti ha
impedito di farle un succhiotto durante l’orario di lavoro…? >>. Juls
non si preoccupava di celare quella nota di divertimento nella voce. Suo
fratello era sbiancato in volto, e dovette trattenersi dal non scoppiare a
ridere.
<<
C-come diavolo fai a saperlo?! >> chiese sconvolto.
<<
Io so sempre tutto di te. Ma speravo che me lo dicessi tu. Mi turba che tu non
me lo abbia confidato. >> ammise lei mettendo il broncio.
<<
È successo tutto così in fretta, che sono rimasto spiazzato. Scusami Star. >>
Kyle le posò una mano sulla spalla. << Non so nemmeno io come comportarmi
>>.
Juls
sorrise per l’espressione scombussolata di suo fratello. << Ricordi
quando ti ho parlato di Phoebe in quel senso? Tu mi dicesti che la vedevi
soltanto come un’amica. Cosa ti ha fatto cambiare idea? >>.
<<
Te lo giuro. Non ne ho la minima idea. Stavamo conversando come tutte le
mattine. Lei era lì: operosa e adorabile, mentre leggeva le sue scartoffie. Poi
le tue parole mi sono balenate in testa, e l’ho cominciata a vedere con una
luce nuova, più…>>.
<<
Impegnativa >> terminò Juliet per lui.
<<
Esatto >> Kyle si passò una mano tra i capelli biondi.
<<
Ti piace? >>.
<<
Dio sì, mi piace. A te piace, a mamma anche. Sarebbe perfetta… >>
commentò pensieroso inarcando un sorriso.
<<
Oddio che emozione…quindi posso spargere la notizia ai quattro venti?! >>
lo implorò la sorella con una faccia da cucciolo.
Kyle
scoppiò a ridere. << Intendi dire alle altre? Va bene >>.
<<
Evvai! >> Juliet suonò il clacson. << Mio fratello con la sorella della
mia migliore amica!! >> gridò a gran voce dal finestrino.
<<
Tu sei completamente fuori di testa! Dimmi una cosa: sei in quel “periodo” del mese?
>> volle sapere Kyle apostrofando con le dita l’ultima parola.
<<
Sì, quindi ho tutto il diritto di essere fuori di testa >> annuì Juls
ammiccandogli.
<<
Spero tanto che Phoebe non si comporti in questo modo in quei giorni…>>
supplicò al cielo il ragazzo.
<<
Ehi! Così mi offendi! >> s’incupì Juliet dandogli una pacca sulla gamba.
Kyle rise
di nuovo. << Bene! Ora dimmi…come vanno le cose con Chris? Qui non sono
l’unico che nasconde qualcosa! >> le puntò il dito contro con fare
scherzoso.
Ma la
faccia di Juliet era ben lontana dallo scherzo adesso, e Kyle si pentì di
averle fatto quella domanda.
<<
Ehi…Star cosa c’è? >> le chiese guardandola inquieto.
<<
Niente Kyle. Va tutto bene con Chris. Sai che usciamo insieme. >> fu la
risposa atona di lei. << E prima di dirmi che la mia faccia smorta non da
segni di contentezza, ti rispondo che sto bene. Ho solo qualche dolorino allo stomaco e questo mi rende stizzita >>.
<<
Non lo eri fino ad un attimo fa. >> commentò asciutto Kyle.
Juls
grugnì. << Okay. Cosa vuoi sapere? Pensare a Chris mi fa pensare
automaticamente a Louis, ed io non voglio pensare a lui >>.
<<
Quando stai con Chris pensi ad un altro?! Non è normale, Star. >> la
redarguì il fratello adoperando un tono dolce.
<< Lo so >>.
<<
Anche quando andate a letto insieme, pensi a quell’altro? >> le chiese
molto cautamente Kyle.
Lei sgranò gli occhi, ma si concentrò sulla guida. << Cosa? Letto? Io e
Chris? Oddio no, non siamo andati a letto insieme! >>.
<<
Sono giorni che ci esci e non hai provato neanche una scintilla di passione?
>>.
<<
No >> rispose secca Juliet.
<<
Perché? >>.
Lei
strinse le mani al volante, soffocando un tono acido. << Non credo che
parlarne con te sia una buona idea >>.
<<
Hai ragione. Sono un maschio e sono tuo fratello, ma voglio solo sapere se stai
bene…>> il suo tono di voce suonò apprensivo, e Juls imprecò mentalmente
per l’essersi ritrovata in quella situazione fastidiosa.
<<
Chris è un bravo ragazzo. È gentile, ironico e dolce. Non è uno stronzo
>>.
A
differenza di qualcun altro, avrebbe voluto dire, ma lo tenne recondito nella
sua testa.
<<
E allora perché pensi a Louis? >> ripetè di nuovo suo fratello, confuso.
Ma se
c’era una confusa lì, quella era lei. La prima in assoluto. Lasciando da parte
il malumore, Juls pensò alla tristezza di quel momento. A quando aveva creduto
che subito dopo la confessione di Louis, sul fatto di essere geloso, le avrebbe
detto cosa provava per lei. Ci aveva creduto ciecamente, che si era sentita una
povera idiota alle parole che le aveva invece rivolto. Le parole mormorate
sulla sua fronte, pronunciate da quelle labbra che tanto agognava di
assaggiare, le avevano bloccato la circolazione sanguigna, raggelandola da capo
a piedi. La verità è che il non vederlo l’aveva rattristata in un modo
deplorevole. Si sentiva una povera sciocca, desiderosa di un uomo che non
sarebbe mai stato suo. Era una stronzata il poter convincere se stessa a
volerlo anche come semplice conoscente. Voleva Louis, ma non in termini
amichevoli. Un desiderio impossibile ostacolato dal lume della ragione, che le
diceva: Non ti amerà mai, lui non è fatto per amare.
Lo scudo
di amianto doveva di nuovo fare capolino, altrimenti avrebbe sofferto un’altra
volta. La delusione di vedere un uomo che la desiderava soltanto fisicamente,
ma che non l’avrebbe mai tenuta con sé per il resto della vita.
Pensò a
Chris, alla sua prudenza e gentilezza di starle vicino. Non aveva accennato al
sesso nemmeno una volta da quando aveva cominciato ad uscire con lei. Le
rivolgeva sempre parole dolci che la facevano sentire tranquilla e ben voluta.
Era semplicemente una sciocca a poter credere che al posto di Chris, ci sarebbe
dovuto stare lui.
<<
Io…>> cominciò a dire Juls, ma sentì la vibrazione del suo cellulare nella
borsa. Perchè non riusciva mai a terminare un discorso?
<<
Lo prendo io. Stai guidando >> disse Kyle.
<<
Allora che dice il messaggio? Chi lo manda? >> chiese Juls accostando per
far scendere Kyle.
<<
È di Nat. >> strabuzzò gli occhi e assunse un’espressione indecifrabile
<< Dice: S.M.V.S.A.U.P.M.O.S.U.S >> la guardò sconcertato. <<
Che diavolo significa? >>.
<<
E che ne so. Nat è Nat trecentosessantacinque giorni l’anno >> rispose lei in tono normale.
<<
Giusto. Me’ ti saluto. A più tardi Star >>. Kyle le lasciò un bacio sulla
tempia e scese dalla sua auto.
<<
Sei in ritardo! Non hai ricevuto il mio messaggio?! >> Nat trascinava gli
attrezzi da una parte e l’altra con fare nervoso.
<<
Già non hai ricevuto il suo messaggio? >> si accodò Jade squadrandola
come se fosse un alieno.
Juliet le
guardò con un sopracciglio sollevato. << Sì…ma mi sfugge il significato
di: S.M.V.S.A.U.P.M.O.S.U.S >> ammise schietta.
Jade
strabuzzò gli occhi, e guardò di sbieco Nat. << Devo dire che sfugge
anche a me >>.
La rossa alzò
gli occhi al cielo. << Santa Merda Vieni Subito Abbiamo Un Problema Mamma
Oggi Sono Uno Schianto, no? >> spiegò guardandole con ovvietà.
Juls
sbattè le palpebre << Ah come ho fatto a non pensarci prima? Perdona la mia ignoranza >>.
<<
Che fine hanno fatto gli S.O.S oppure ALLARME ROSSO?! >> chiese Jade
scuotendo la testa.
<< Troppo
banali >> fu la risposta di Nat.
La riccia si
accigliò alzando gli occhi al cielo. << La prossima volta te lo mando io >> promise a Juls,
che scoppiò a ridere.
<<
Okay, ora che il messaggio in codice è stato tradotto, qual è il grosso problema?
>> volle sapere Juliet seriamente.
<<
Samantha e Lucas hanno chiesto una variazione all’ultimo minuto >> spiegò
Nat con un brontolio.
<<
Non vogliono più l’orchestra. Vogliono un cantante. >> spiegò Jade.
<<
Merda! >>
<<
Al quadrato >> aggiunse Nat all’imprecazione di Juliet.
<<
E tu cosa hai detto? >> chiese quest’ultima a Jade.
<<
Che avrei fatto tutto il possibile per trovarglielo >> rispose.
<<
E? >>.
<<
Non l’ho trovato. Non c’è nessun cantante disponibile >>.
<<
Merda un’altra volta. >>, s’incupì Juls.
<<
Dovrò comunicare loro la notizia >> sospirò la riccia.
<<
Aspetta. Mi si è accesa la lampadina. >> esordì Nat con un largo sorriso.
Jade e
Juls la guardarono attentamente e la rossa disse: << Louis canta >>.
Juliet la
folgorò con uno sguardo colmo di disapprovazione.
Tutt’altro
fu lo sguardo di Jade. << Perfetto, non ci resta che chiamarlo >>.
<<
No! >> gridò contrariata Juliet prendendole il telefono dalle mani.
Jade la
guardò con due occhi argentati e di sfida. << Juliet, è per Samantha e
Lucas >>.
Lei mantenne
la stessa caparbietà.
Non
m’interessa…Si disse.
Non puoi
essere così egoista…Si rimproverò.
È per la
loro unica felicità…Esitò.
Puoi
farcela, lo farai per loro…Sospirò, pensando a quei due ragazzi così innamorati
e meritevoli del giorno più bello che potessero vivere.
Alla fine
cedette sotto lo sguardo intimidatorio di Jade. << Okay >> le
restituì riluttante il telefono.
<<
Grazie, Juls. C’è un’altra cosa…>>.
<<
Oh oh >>.
<< Non
ho il nuovo numero di Louis. Dovrai andare a prenderlo tu e portarlo qui
>>.
<<
Come scusa? >> Juls contrasse la mascella.
<<
Per favore >> Jade sbattè le lunghe ciglia in maniera melliflua.
<<
No >>.
<<
Sarò in debito con te >>.
<<
Pff >>.
<<
Sul serio >>.
<<
Perché io? >>.
<<
Perché sei l’unica che è libera in questo momento >>.
<<
Ma tu guarda che fottuta fortuna >>.
<<
Ci volete dare un taglio? >> s’intromise Nat.
<<
Allora? >> chiese Jade a Juliet.
<<
Ti detesto >>.
<<
Anch’io ti voglio bene >> le scoccò un bacio sulla guancia.
Juliet si
diresse a passo strascicato verso la porta, e quando l’aprì per uscire Nat
disse: << Cerca di non saltargli addosso. Lo vogliamo vivo >>.
<< E
anche vestito se ti comporterai da brava gattina... >> ammiccò Jade.
<<
Crepate stronze, crepate >> Juls sfoderò il dito medio, ignorando le risate sguainate delle due.
A noi due
Louis.
Dopo aver
sgraffignato qualche biscotto ai cereali dalla dispensa della signora G, Juliet
parcheggiò sotto la casa di Louis.
Scese
sbattendo bruscamente lo sportello dell’auto e sbocconcellando nervosamente il biscotto,
andò verso il portone. Non c’era tempo di litigare con lui, doveva fare in
fretta. C’erano un sacco di cose da organizzare ancora, e mancavano soltanto
tre ore e quarantacinque minuti all’arrivo degli sposi.
<<
Oh che fortuna è aperto. >> disse sollevata, vi s’introdusse e prese
l’ascensore.
Perse il
conto di quante volte aveva bussato al campanello. Pensò che
forse non era in
casa, ma erano appena le otto di mattina, quindi doveva esserci per
forza. E sia, avrebbe fatto alla vecchia maniera. Doveva ricordarsi di
ringraziare Allie e i milioni di film sullo spionaggio che le aveva
rifilato per tutti gli anni del college, stavano per tornarle utili.
Prese una forcina dalla borsa, e la infilò nella serratura,
adoperandone un altra per fare leva. Che figata, proprio come nei film,
cominciò a canticchiare una canzoncina alla James
Bond adatta alla situazione.
Non era violazione di proprietà privata, si rassicurò con
un sorrisetto. Lo faceva soltanto a fin di bene. E anche perchè
scassinare una porta era dannatamente divertente. Prendendo il piccolo
cacciavite- e sì nella sua borsa c'era praticamente di tutto- lo
fece girare nella serratura e
quando questa scattò, la porta si aprì con un cigolio.
<<
Louis ci sei? >> chiese ad alta voce. Nessuna risposta. Juliet si diresse
per la camera da letto. Si fermò, quando sentì uno strano verso. Qualcuno
stava…ansimando?
Il suo
passo divenne più leggero man mano che si avvicinava alla stanza con la porta
semichiusa.
Le
uscirono gli occhi fuori delle orbite, quando lo vide. Li vide. Ecco perché Louis non rispondeva al campanello. Era impegnato in ben altre faccende.
Distolse
lo sguardo dal corpo nudo di Louis che si trovava al di sopra di quell’altro
nudo di Rachel. Juliet imprecò mentalmente, serrando i pugni. Le venne un moto
di rabbia e qualcos’altro che non seppe definire.
Bè affermerei che in questi giorni
si è decisamente DATO DA FARE.
Si
riscosse, ricordandosi del motivo per cui era lì. Samantha e Lucas contavano su
di lei. Doveva riflettere. Doveva agire con tutta la logica che possedeva.
<<
FERMI TUTTI! >> Esclamò a gran voce spalancando la porta.
Okay, figura di merda. Darò la colpa anche di
questo al ciclo.
Louis
sussultò violentemente, mentre Rachel strillò cadendo dal letto per non farsi
vedere nuda.
<<
Ehm…>> Dovette fare uno sforzo enorme perché gli occhi non le cadessero
su quella parte ben esposta del corpo di Louis. << Ehilà buongiorno
>> tentò di nuovo Juliet sorridendo innocentemente guardando il soffitto.
<<
Cristo Santo Juliet! Mai sei completamente pazza!! >> sbraitò Rachel
coprendosi con le coperte.
<<
Ma non potevi bussare?! >> chiese un Louis alquanto furente. Juliet notò
che era avvampato fino alle orecchie. Trattenne un risolino perverso, che non
c'entrava niente con la situazione.
<<
L’ho fatto. Tu non hai risposto. >> rispose secca.
<<
E perché secondo te? >> la canzonò Louis con un ghigno, mentre afferrava
i pantaloni. << Non potevi andartene vedendo che non venivo ad aprirti?
>>.
<<
No >>.
<<
Come scusa? >> Louis era sconcertato per il suo comportamento. Era
piombata lì nel bel mezzo di una scopata con Rachel, non mostrando alcun segno
di vergogna o timidezza. Dovette ammettere che quella ragazza fosse proprio
unica. La fissò per un lungo istante. Erano giorni che non si vedevano, e
rivederla gli fece uno strano effetto. Sorrise intimamente: era una vera
bellezza, caparbia e intraprendente. Quegli occhi ambra lo stavano scrutando
con una misteriosa stizza, e se ne chiese il motivo. Era lui quello che doveva
essere irritato per il suo comportamento spudorato. Si dimenticò completamente
della presenza di Rachel nella stanza, che non si accorse che si era avvicinato
così tanto a Juls.
<<
Ho bisogno di te. >> digrignò Juliet guardandolo con due occhi ambrati
pieni di tensione.
Santo cielo, Louis copriti! Supplicò nella sua testa. Mmh ripensandoci meglio, va bene così...
Louis si
sentì inconsapevolmente amareggiato per quel tono così freddo con cui lei aveva
pronunciato quelle quattro parole. Aveva sempre sperato, in una parte dentro di
sé, che lei pronunciasse quelle parole, ma il tono doveva essere passionale e
dolce, non freddo e nervoso.
<<
Puoi ripetere? >> le richiese con un tono mellifluo. Troppo mellifluo per
i gusti di Juls. Infatti fece una smorfia. Quello stronzo bellissimo, non le
avrebbe fatto perdere un minuto di più.
<<
Vestiti. Vieni con me >>.
<<
Dove andiamo? >> volle sapere Louis incuriosito.
<<
Louis dove hai intenzione di andartene? >> chiese una Rachel indignata.
<<
Oggi Louis aiuterà una giovane coppia a festeggiare il più bel giorno della loro
vita. Vi sentirete domani. Ciao Rachel, felice di averti rivista. O almeno non
nel modo in cui mi sarei aspettata >> Juliet contrasse le labbra per non
ridere apertamente.
Louis se
n’accorse e infatti si accigliò. << Smettila. Come sarebbe che io aiut…
>>.
<<
Ti spiego tutto dopo. Ma ti basti sapere che guadagnerai una bella sommetta, e
magari con una parte di quei soldi potresti regalare a Rachel una collana di
diamanti. >> dichiarò Juliet con finto entusiasmo.
<<
Davvero? >>. Rachel invece era palesemente radiosa adesso.
<<
Okay. Comprerò alla mia ragazza qualcosa di bello, così la renderò felice. A
dopo amore. >> Louis la salutò con un bacio lungo.
Juls non
distolse lo sguardo nemmeno nel momento in cui Louis baciava Rachel.
<<
Nessuno ti ha mai detto che esiste la privacy? >> la rimbrottò Louis
spintonandola verso la porta.
Juliet puntò i piedi al pavimento, alzò il mento e lo guardò dritto negli occhi. Inarcò
un bel sorriso sfrontato e disse: << Mmh…Non m’interessa. Sbrigati.
>>. Detto questo gli voltò le spalle schiaffeggiandolo con i suoi capelli
lunghi e castani, e si congedò.
Note dell’autrice
*Sto lontano dallo stress, fumo un po’ e dopo gioco a PES*
Ciaoo bellissime questa canzone mi è entrata nella testa yeaah!! Scusate
il ritardo ragazze, ma questa settimana sono stata tutti i pomeriggi a studiare
perciò raramente stavo al pc U.U
Veniamo a noi…
Ahahahahahah vi siete divertite a leggere il capitolo? :D Non so a
voi ma Juliet con il ciclo la trovo una miscela esplosiva X'D Chi di noi non è
così in quei giorni? Ahahahaah dovete sapere che la sottoscritta mentre scriveva
era in compagnia proprio delle “amichette” perciò direi che l’ho reso proprio
realista, non c’è che dire LOL
Alors che ne pensate? Fatemi sentire :3
Come sempre -e lo farò ogni volta in quanto non smetterò mai di
ripeterlo- ringrazio chi ha recensito il capitolo precedente facendomi
sorridere, ridere e commuovere :’)
Ringrazio di cuore le nuove meravigliose ragazze che si
aggiungono, facendomi sentire nuove opinioni e ringrazio chi c’è sempre con le
sue parole <3 <3
Mando un bacio a chi mi considera una delle sue autrici preferite.
A chi segue in silenzio questa storia dico che è davvero un tesoro, e che se
vuole qualche volta può farmi sentire cosa ne pensa con una recensione ^_^
In poche parole: vi amo tutte <3
Qualcuno desidera un anticipo del prossimo capitolo?
Bè…allora se comincio a parlare poi vi dico troppo perciò lascio a
voi indovinare…Cosa succederà ora che Juliet e Louis si sono rivisti? E tra Rachel e Chris?
Ora mi dileguo ^_^
A presto splendori miei <3
Ella
|
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Capitolo 12 *** Capitolo12 ***
pronto il capitolo 12
Capitolo 12
<<
Quindi dovrei cantare? >> le chiese Louis, alla fine.
<<
Esatto >>.
<<
Mmh...Okay, ma ho bisogno di vestiti più consoni ad un evento del genere
>> si guardò la maglietta e i jeans che aveva preso in fretta e furia.
Juliet
sbuffò. Attivò l’auricolare e quando Allison rispose, le disse: <<
Allie ho bisogno di una camicia e di un pantalone elegante. Maschili. Per il
cantante >>.
<<
Nessun problema. Passo e chiudo. >> rispose la ragazza.
<<
Fatto >>.
<<
Perché mi sembri incazzata? >> Non era una domanda. Juls gli aveva
spiegato per filo e per segno cosa Louis dovesse fare, ma il suo tono era
rimasto indifferente e freddo durante la conversazione, come se parlasse ad uno sconosciuto.
<<
Forse perché lo sono. >> fu la risposta di Juliet, mentre superava
un’auto sulla sua scia.
<<
Perché lo sei? >> Louis s’interruppe prendendo il suo cellulare <<
Scusa un attimo mi è arrivato un messaggio >>.
Ecco una delle ragioni per cui
sono incazzata!,
pensò indignata guardando con occhi di fuoco Louis che si accingeva a
rispondere al messaggio ricevuto con il suo cellulare, quel cellulare che la
sottoscritta gli aveva regalato.
<<
Okay. Perché sei incazzata? >> le richiese con
naturalezza.
Lei strinse le mani sul volante, mordendosi il labbro. << Bel telefono
>> disse celando nel tono una nota pungente.
<<
Grazie. Bello vero? >> Louis ignorò quello strano tono, mostrandole il cellulare con un sorriso compiaciuto.
Okay. O è veramente stronzo o fa finta.
<<
Oh sì…>>.
<<
Me l’ha regalato una persona stupenda… >> commentò Louis inarcando un sorriso
tenero.
Lei rimase a bocca aperta e lo guardò di sottecchi. << Davvero...? >> la
sua voce suonò più dolce adesso.
<<
Già…Rachel è davvero premurosa >>.
Che
cosa?! Juliet frenò in un modo così avventato che per un pelo l’auto che si trovava dietro non
le venne addosso. Ignorò le imprecazioni del conducente, e quelle
sconcertate di Louis.
Si voltò
per guardarlo stavolta furibonda, nel vero senso della parola. I suoi occhi si
erano irrigiditi così tanto che le dolevano. << RACHEL?! >> Non si
preoccupò nemmeno di trattenere un ringhio.
<<
Diavolo Juliet ma che hai oggi, sì Rachel e allora?! >> Louis era stufo
di quel suo comportamento incosciente. Stavano per lasciarci la pelle, e Juliet
lo stava folgorando con due occhi adirati e non ne conosceva il motivo.
Lei pensò al bigliettino che gli aveva lasciato con il pacco. Non si era presa la
premura di attaccarlo, e forse era caduto. Dannazione! Ma perché Rachel aveva
fatto credere che il regalo fosse da parte sua? Ignobile biondina. Juliet
imprecò tra i denti,
con una tale foga che diventò incandescente in volto.
Respirò dopo essersi sfogata, ignorando il volto sconvolto e confuso di Louis.
Scosse lentamente la testa. Non aveva più importanza che lui sapesse o no che
era stata lei a regalarglielo. Dopotutto non n’avrebbe ricavato alcun
beneficio. Al contrario di Rachel, pensò con un ghigno di disprezzo.
<<
Niente…è stato un gesto carino da parte sua…>> mormorò con voce languida,
riprendendo la guida.
<<
Sì è vero. >> buttò lì Louis ancora ignaro di quel comportamento strambo.
Adesso Juliet sembrava di nuovo fredda e distaccata. Non sopportava che ci
fosse quella freddezza tra di loro, non poteva accettarlo. << Come ti vanno le cose? >>
tentò di chiederle.
<<
Come sempre. A te? >>. Il tono di lei rimaneva indifferente.
<<
Idem. Ho saputo che ti vedi con Chris >> Lui ricambiò il tono neutrale.
Juliet
parcheggiò sul vialetto della tenuta. Prima di scendere si voltò per guardarlo
negli occhi. << Chris è un bravo ragazzo. Sto molto bene con lui.
>> mentì sull’ultima parte. Stava bene con quel ragazzo, ma non
completamente, come in amore dovrebbe succedere.
Louis
tentò di sorridere, ma ne venne fuori un’espressione indecifrabile. <<
Bene >>.
<<
Va da Allison a prendere i vestiti >> concluse lei uscendo dall’auto senza dire nient'altro.
<<
Sei bellissima Sam. Lucas rimarrà a bocca asciutta non appena ti vedrà.
>> Juliet abbracciò affettuosamente la sposa in lacrime di gioia. Aveva
completamente accantonato la presenza di Louis, e si era dedicata a preparare
Samantha nella Suite della Sposa.
<< Concordo
pienamente. Juliet ti ringrazio di averle trovato quell’abito >> la
ringraziò la madre della sposa porgendole un bicchiere di champagne.
<<
È stato un’immenso piacere >> rispose con sincerità lei, sorridente,
mentre guardava una Sam ansiosa nel suo abito bianco a trapezio con una gonna
di taffetà e organza.
<<
Tre minuti e si va in scena! >> proruppe Jade allungando la mano per
prendere quella della sposa.
<<
Ultimi scatti, e poi passiamo al corteo nuziale. Su tesoro tuo marito
non vuole uno spaventapasseri come moglie! Fammi vedere un bel sorriso
>> le ordinò Nat scattando a velocità
impressionante.
Sam rise,
Nat non perse tempo e catturò anche quell’espressione serena e radiosa e si
complimentò con se stessa per la sua bravura di fotografa.
Juliet
accompagnò Sandy, la madre di Sam, al suo posto. Diede il segnale e la Marcia Nuziale
cominciò a diffondersi nella reggia.
Raggiunse
il fianco di Jade. << Siamo pronti >>.
La riccia
annuì. << Lucas non sta più nella pelle >>.
Juls lo
guardò e si mise a ridere vedendo il sudore che gli imperlava la fronte.
Fischiò
nella sua direzione e gli fece segno di respirare.
Lucas
alzò i pollici in segno positivo. << Okay >> mimò con le labbra.
Dopo
tutti i preamboli e così via, Lucas e Samantha si sposarono.
<<
Brutte notizie. Gli sposi hanno chiesto un’altra mezz’ora.
>> esordì
Allison in tono fiacco avvicinandosi al buffet dove Juliet si stava
versando da bere. Le piccole candele disposte sui tavoli spiccavano nel
cielo bruno, e gli invitati si davano alla pazza gioia scatenandosi al centro della
pista, mentre i bambini giocavano in giardino. Una cerimonia davvero
lunga.
Juls
smorzò uno sbadiglio. << Avranno ballato come minimo tre ore di fila!
>>.
<<
Puoi dirlo forte. Oddio quello non è Dan? >> Allison acuì la vista, e
Juls la imitò.
<<
Chi? Il gay? >> chiese divertita quest'ultima, quando lo
individuò tra un gruppo di persone che stavano brindando
probabilmente agli sposi.
<<
Sì è proprio lui! È un invitato anche a questo matrimonio >>.
<<
Avrà molte conoscenze >> convenne Juls con un sorriso.
<<
Oh guarda il tizio strepitoso che sta cantando sul palco! >> la
incoraggiò Allie con una gomitata scherzosa.
Lei alzò
un sopracciglio e la guardò torva. << No. Mi basta sentire la sua voce
per irritarmi >>. Bugiarda.
<<
Bè non si può dire che non sappia cantare >> osservò Allie tenendo il
ritmo con il battito delle mani. << E poi grazie a me, è anche uno
strafigo con quegli stretti pantaloni neri addosso >> aggiunse
pavoneggiandosi.
Juls non
seppe resistere, e lanciò un’occhiata fugace verso il palco.
Non
più tanto fugace, quando osservò meglio la figura virile di Louis che si
muoveva in modo suadente con il microfono in mano e quegli stretti pantaloni
che gli comprimevano il…Scosse la testa dandosi un contegno. << Ci hai
aggiunto anche le bretelle >> commentò con finta noncuranza.
Allie la
fissò con un’aria maliziosa. << L’ho fatto per te. Lo so che le adori
>>.
<<
Non è vero! Sembra un bambino che non ne può fare a meno…>> borbottò.
<<
Hai ancora i dolori? >> le chiese la mora prendendo un bicchiere d’acqua.
<<
Già. Ma sento che questa volta i miei ormoni sono andati in tilt. Non riesco a
non essere incazzata e nervosa anche per una minima cosa. Prima stavo per
divorarmi un cameriere perché ha dimenticato di portare i bicchieri, ci credi?!
>> si passò una mano tra i capelli.
<<
Forse è il periodo di stress che stai passando…>> convenne Allie
porgendole un bicchiere d’acqua freddo.
<<
Il mio stress ha un nome e un cognome: Louis Tomlinson >> sbottò mandando
giù l’acqua tutto d’un sorso.
<<
Ah com’è divertente vederti innamorata…>> mormorò con un largo sorriso la
mora.
<<
Che?! Hart sei fuori di testa! Io non sono innamorata di quello stronzo!
>> dissentì Juliet afferrando un bignè alla crema con le mani.
<<
Ah no eh? Stai così tra le nuvole che ti sei dimenticata di
prendere un piatto. I bignè hanno il buco sotto, così
rischi di sporcarti >> la canzonò rimediando alla sua
sbadataggine.
<<
Dettagli. Dettagli >> sibilò Juliet prendendo il piatto che le porse l'amica, e addentando
quell’ottima prelibatezza.
<<
Ti sfido Anderson. >> la stuzzicò mettendo le mani sui fianchi.
Juls
interruppe il suo trangugiare, per guardare Allie con un sopracciglio
interrogativo.
<<
Oh ho catturato la tua attenzione. >> notò compiaciuta. << Bene.
Flirta con Dan davanti a Louis >>.
<<
Che cosa! Spiegami perché diavolo dovrei farlo?! >>.
<<
Perché così vedrei se per te non fa alcuna differenza che lui ti guardi o meno,
mentre tu mia cara ci provi con un altro >> le spiegò in tono ovvio.
<<
Ti faccio notare un piccolo dettaglio. Dan è gay! >> la rimbrottò Juliet dandole
uno scappellotto sul braccio.
<<
Ahi! Appunto per questo! Dan starà al gioco! >> ribattè Allie.
<<
Ho il ciclo! Sono tutta dolorante e facilmente irascibile, e dovrei anche
provarci con un uomo alla quale non interessano le donne, davanti ad uomo che
invece non mi calcola nemmeno di striscia e che ha una donna ogni notte nel suo
letto?! >> contestò sottovoce con un sibilo irato.
Allie
invece, sorrise genuinamente. << Brava. Hai capito tutto. >> concordò
schietta.
<<
NO! >>.
<<
Oh oh >> La mora d'improvviso s’incupì guardando verso il palco.
<<
Che c’è adesso? >>.
<<
Louis ha finito di cantare >>.
<<
Che cosa magnifica. Perché quella faccia allora? >> volle sapere Juls,
spazientita.
<<
Direi che ha già una fans tra il pubblico. >> mormorò piatta. Prima
che potesse chiederle di cosa stesse parlando, Allie l’afferrò per il capo e la
fece voltare.
<<
Non l’ho mai digerita la damigella d’onore di Samantha. >> ghignò Juliet
osservando il modo in cui la ragazza teneva il suo vestitino già corto, ancora
più tirato con le mani. Sorrideva in modo svenevole ad un Louis lusingato. Quel
delizioso pasticcino che poco fa aveva mangiato le stava ritornando su.
<<
Dove stai andando? >> le chiese Allie, confusa.
<<
A mettere un freno a questa scenetta stomachevole. >> rispose Juliet
allontanandosi a passo di marcia.
<<
Oh vedo con piacere che anziché mostrare indifferenza, mostri quel lato
verde…>> la stuzzicò ridendo.
Juls si
fermò, voltandosi per fulminarla con gli occhi. << Io NON sono gelosa! Lo faccio per Rachel ecco!
>> tentò di giustificarsi.
<<
La tua giustificazione fa acqua da tutte le parti. Va all’attacco Catwoman, che
io starò qui buona buonina a godermi lo spettacolo >> le sorrise sorniona,
sbattendo le ciglia con innocenza.
Juliet
scosse la testa, poi i suoi occhi scintillarono di deliziosa malizia. Puntò
dritto verso Dan, lisciandosi con le mani la gonna color blu notte che indossava.
<< Dan che piacere rivederti! >> Lo andò ad abbracciare amichevolmente.
<<
Oh Juls! Anche per me. Festa grandiosa come sempre >> si congratulò il
ragazzo porgendole un bicchiere di champagne.
Lei l’accettò
volentieri. << Ti ringrazio. Piaciuta la musica? >>.
<<
Oh certamente, e non solo quella…>> mormorò guardando oltre le spalle
di lei.
Lei tradì un’espressione confusa. << In che senso? >>.
Dan sembrò esitare. Poi sghignazzò. << Il cantante è davvero carino >>.
Lei
sgranò gli occhi palesemente divertita e conscia di quello che il ragazzo le
avesse appena confidato. Si mise al suo fianco e insieme guardarono Louis e
quella donna che ridevano e scherzavano come se si conoscessero da una vita. Ma guardatelo come le sorride...! pensò lei, mordendosi il labbro inferiore con stizza.
Poi sgranando gli occhi ebbe un lampo di genio. Esilarante e maligno insieme.
Lo faccio esclusivamente per Rachel, si ripeté per giustificarsi.
<<
Sai Dan…>> iniziò con spensieratezza Juliet facendo dondolare il bicchiere davanti agli occhi.
<<
Sì? >> notò che il ragazzo non staccava gli occhi di dosso da Louis.
<<
Mi fa molto piacere dirti che non devi preoccuparti…>>.
<<
In che senso? >> Dan si volse per guardarla interrogativamente.
<<
A Louis non interessa quella donna…veramente a Louis non interessano proprio le donne >> concluse lasciva.
Il ragazzo sollevò gli angoli della bocca. << Davvero? Vuoi dire…? >>.
<<
Oh sì. È totalmente, irrimediabilmente attratto dagli uomini. >>. Juls
trattenne il respiro per non tradire alcun segno di completo divertimento.
Moriva dalla voglia di scoppiare a ridere e di congratularsi con se stessa per
quell’idea geniale.
<<
Sto sognando >>. Il ragazzo era al settimo cielo.
<<
No, tesoro. Non è un sogno. Va lì e colpisci, come ti ho insegnato. >> lo
spronò con una pacca amichevole sul fondoschiena.
<<
Vado. Grazie mille! >> Dan le strizzò l’occhio e cominciò ad
incamminarsi.
Juliet
dovette andarsene, sebbene la voglia di gustarsi la faccia che avrebbe fatto Louis fosse
indicibile.
<<
Che hai combinato?! >> chiese Allison prendendola per un braccio. La sua
espressione era un misto tra la preoccupazione e il divertimento.
<<
Oh lo saprai presto. >> ammiccò. << Ora scusami. Ho
bisogno di una pillola per calmare il dolore. Vado in studio a
prenderla >>.
<<
Louis dai fammi l’autografo! >> lo supplicò Mary.
Lui
l’accontentò e prese un pennarello per scriverglielo su un foglietto.
<<
Magari potresti aggiungerci il tuo numero… >> aggiunse la ragazza con una
voce affettata.
Louis
sorrise suo malgrado. Non le dispiacevano le attenzioni di quella ragazzina. Era
maggiorenne, sì, ma restava lo stesso una ragazzina per lui.
Non
poteva paragonarsi minimamente a Juliet.
Juliet.
No,
perché aveva pensato a lei?
L’aveva
guardata per tutta la cerimonia, e lei zero. Neanche un cenno del capo o semplicemente
una frecciatina. Era stufo della sua freddezza. Voleva almeno una spiegazione
di quell’improvviso cambiamento nei suoi confronti. Da quando l’aveva spinta
nelle mani di quell’altro, non si
erano più visti.
Imprecò,
nell’immaginare le mani di quell’armadio imponente su di
lei. Le mani di quello
e non le sue, che potevano venerare quelle curve sinuose e morbide.
Provò un
odio per Chris, e non sapeva perché, in fondo non aveva il
diritto di essere geloso. Ma era così e basta, e più
pensava a lei nel
letto di lui, più s’incazzava. Era andato a letto con
Rachel tutti i santi
giorni proprio per eliminare quella stizza. E Juliet era piombata
lì, mentre
cercava di togliersela dalla mente. Destino crudele, ma anche destino
paradisiaco. Rivederla gli aveva rammentato che sensazione suscitasse
in lui.
Una passione sovrumana, quasi animalesca, per quanto avesse un
logorante
bisogno di saziarsi di lei. Ma doveva tenere a freno i suoi sensi,
perché lei
ormai pensava ad un altro.
<<
Scusami >>. Qualcuno gli toccò la spalla.
Louis si
voltò e vide un ragazzo alto quanto lui che gli stava sorridendo.
<<
Ciao >> buttò lì, comprimendo la voglia di seguire
la figura di Juliet in gonna corta e camicetta che si stava dirigendo
verso l'entrata della villa. Si chiese dove stesse andando, e gli venne
la curiosità di
andarlo a scoprire personalmente.
<<
Sei molto bravo a cantare. Lo fai per lavoro? >> chiese il tizio con
curiosità.
<<
Qualche volta >> rispose distrattamente Louis, girandosi a guardarlo
soltanto quando Juliet diventò invisibile ai suoi occhi.
<< Scusami Mary, ci lasceresti soli?
>>.
<<
Perché mai? >> si oppose lei.
<<
Infatti. Cosa succede? >> volle sapere Louis.
<<
Niente. Ci occorre solo un po’ più di
privacy. Bye bye Mary >> fece con la manina Dan.
Mary
sbuffò. << Okay. Spero di rivederti dopo Louis >> gli ammiccò.
A Louis
non sfuggì quel ci e quel bye bye detto con una ambigua punta di
femminilità, e divenne inquieto a ritrovarsi da solo con quello strano ragazzo.
<<
Finalmente! Piacere mi chiamo Dan >> si presentò prendendogli
la mano.
Lui la
strinse. << Piacere mio >>.
Il modo in cui le dita del ragazzo accarezzarono le nocche della sua mano fu inquietante. << Ehm…posso riaverla?
>>.
<<
Oh sì certo >> ridacchiò Dan, imbarazzato.
<<
Senti, è stato un piacere conoscerti, ma devo proprio andare a…>>.
<<
No, aspetta. Volevo dirti che con me non devi essere timido >> bisbigliò a Louis prendendolo per un braccio.
Lui
alzò un sopracciglio. << Che vuoi dire? >> domandò circospetto.
<<
Voglio dire che so tutto. Anch’io ho notato una certa alchimia tra noi, perciò
supponevo che potessimo conoscerci meglio…>>.
Alchimia? Tra noi? Conoscerci
meglio? Che diavolo va a blaterare?!
Louis
spalancò gli occhi per quella scioccante rivelazione.
<<
Aspetta un secondo. Pensi che io….che io sia…gay?! >> sussurrò
sconcertato riprendendosi lentamente il braccio.
<<
Non lo penso. Tu lo sei >> rispose conciso Dan.
<<
Amico ma sei pazzo?! No che non lo sono! >> ribattè Louis sconcertato.
<<
Ma lei aveva detto…>> il ragazzo parve allibito.
Lei? Chi diavolo…
<< Lei? Chi è? >> gli ordinò di dirgli in tono
glaciale.
<< Juliet. Juliet Anderson. >> rispose Dan.
Louis si
sentì invadere da un moto di rabbia. Si congedò senza dire una parola.
<<
Allison, dov’è andata Juliet? >> ringhiò furioso dirigendosi a grandi falcate verso la ragazza.
Allie lo guardò con un cipiglio. <<
Che hai? >>.
<<
Dov’è andata?! >> ringhiò ignorando la domanda, con la mascella serrata.
<<
Nel suo studio, Louis ch…>>. Ma Louis non la stava più ascoltando.
<<
Ehi bellezza >> Nat entrò nell'ufficio di Juliet con la macchina fotografica tra le mani.
<<
Ehi, non dovresti essere dovunque, ma non qui?>> la schernì Juliet.
<<
Sì ero solo passata a prendere un altro rullino. Devo averli lasciati qui.
>> le spiegò.
<<
Oh capisco >> Juls scrutò la borsa dell’amica dalla quale uscì un oggetto
fuori dal normale. << Nat...che ci fai con delle manette? >>.
<<
Oh queste? >> La rossa sghignazzò. << Devo averle lasciate in borsa, dopo
che io e Zayn, bè...“hai capito”, nel mio ufficio >>.
<<
Tu hai fatto, “hai capito” con Zayn, nel tuo studio con
quelle? >> domandò Juliet adocchiando l'oggetto con
circospezione, ma con una pagliuzza di curiosità negli occhi.
<<
Sì, dovresti provarle. Sono davvero divertenti… >> ammiccò la rossa.
<<
Ti prego sparami >>.
Nat rise.
<< Non fingerti una suora, Catwoman. So che t’intrigano. Ti conosco
troppo bene da sapere che tu faresti di peggio. >> la rimproverò con un
ampio sorriso. << Ora devo andare. Le lascio qui e dopo vengo a
riprenderle >>. Le poggiò sulla scrivania, la salutò con la mano e lasciò la stanza.
<<
Va bene. >> Juliet scosse la testa ridendo. Immaginò cosa
quei due avessero
potuto combinare con quelle manette, e cosa avrebbe potuto provare se
Louis le avesse usate con lei...ma dovette fermare i suoi pensieri
trasgressivi, perché le fitte richiedevano la sua attenzione.
<<
Mmh…così va un pochino meglio. >> mormorò
ammorbidendo i lineamenti del viso e inghiottendo la pillola. Juliet
posò il bicchiere sul tavolo. Andò ad
aprire la finestra, lasciando entrare una piacevole e rinvigorante
frescura.
Inspirò
profondamente. Gli estenuanti dolori alla pancia si erano finalmente infittiti e voleva
riposarsi un paio di minuti. Non fece nemmeno in tempo a finire di respirare,
che la porta alle sue spalle sbattè, facendola sobbalzare.
<< Ma che problemi hai?! >> sbraitò Louis cominciando a
dimezzare lo spazio che intercorreva tra loro.
<<
Ti sembra questo il modo di entrare? Mi hai fatto prendere un colpo! >>
lo accusò Juliet mettendosi una mano sul petto per calmare il battito accelerato
del cuore.
<<
Chiudi quella dannata bocca! Ora mi spieghi che ti è salvato in mente! >>
Louis colpì con una mano sulla scrivania.
Juliet
non si aspettava un comportamento così imbestialito. Certo, forse poteva aver
offeso la sua mascolinità, ma non era un dramma irreparabile.
<<
Oh ti riferisci a…? >> chiese alzando un angolo della bocca a mo' di sorriso.
La sua
faccia arrogante non fece altro che mandare Louis su tutte le furie.
<<
Perché fai così? Prima m’ignori e adesso mi fai passare per un gay? >> La
rabbia di lui lasciò posto a qualcos’altro. << Ooh…adesso ho capito.
>> mormorò avvicinandosi a lei con smisurata lentezza.
Juliet
alzò un sopracciglio. << Cosa? >>.
<<
Mi hai visto con quella ragazza, Mary, e hai pensato di farmi passare per un
gay mandando quel Dan a provarci con me. Tutto quest’ingegnoso piano perché sei
completamente gelosa >> ghignò
malizioso alzando un sopracciglio scuro.
Juliet si
morse con foga le labbra, irritata per quella sua sfacciataggine. << Sei
un pallone gonfiato se credi che io possa essere gelosa! >> ringhiò.
<< L’ho fatto per Rachel. Perché trovo spregevole il tuo comportamento ti
amoreggiare con una ragazzina, quando la tua donna ti aspetta nel tuo letto!
>> urlò puntandogli il dito contro.
<<
Io non ci stavo provando con quella ragazzina! Ecco ci risiamo: mi reputi
sempre e soltanto un irrimediabile stronzo! >> ringhiò a sua volta Louis alzando le braccia al cielo, offeso.
<< Vorresti farmi credere il contrario? Prima mi dici di essere geloso che io stia con Chris e poi mi
spingi tra le sue braccia augurandomi una vita felice! Sì che sei stronzo! Lo
sei! >>. disse sbattendogli il faccia il suo rancore. Anche
se il continuo ringhiare le stava facendo raschiare la gola, gli avrebbe lo
stesso tenuto testa.
<<
Io sarò anche uno stronzo, ma tu non ti sei fatta alcuno scrupolo, quando sei
entrata in casa mia scassinando la serratura e presentandoti con la tua faccia tosta! Hai deciso tu di non rivedermi. Tu
hai deciso che vuoi stare con quello! >> l’ammonì serrando la mascella.
<<
Ma non farmi ridere! Sono stufa di essere presa per il culo da spregevoli
don giovanni come te. Chris non è così, e ti sono grata di avermi spinto a dargli una
possibilità >>.
<<
Io non ti ho mai preso per il culo! Pensi che ti abbia spinta verso di
lui come se non significassi nulla per me? >>
l’accusò nuovamente Louis penetrandola con uno sguardo duro.
<< Sì, visto che in questi giorni hai avuto ben altro a
cui pensare. E adesso torna a casa dalla tua Rachel o da qualsiasi
altra ragazza che t'interessa scopare >>.
<< Juliet...continua a parlarmi in questo modo e non oserò
trattenermi dal chiuderti la bocca personalmente... >> esordì Louis
parlando con una calma sconcertante, assottigliando gli occhi.
<<
Va' al diavolo! >> subito dopo averlo detto Juliet serrò
la bocca, mordendosi la lingua. Okay, questa da dove diamine le era
uscita?
Non voleva di certo litigarci per davvero, soltanto il pensiero la fece
stare male.Stava per reprimere quelle parole, ma la mascella di Louis si serrò bruscamente, facendola d'improvviso irrigidire.
Di scatto
l’afferrò e la gettò sul pavimento. Juliet si divincolò come
un’ossessa.
<<
Lasciami! >> lo spintonò. Louis non si arrese, intravedendo
con la coda dell’occhio un paio di manette sulla scrivania di
Juliet. Rimandando a dopo la domanda su cosa ci facesse con uno
strumento del genere le prese, aprendole e le inchiodò un
polso dentro e con l’altra il suo.
<<
Ora non puoi più mandarmi via. >> ringhiò con un sorriso furbetto. Le
immobilizzò entrambe le braccia mettendogliele sopra la testa.
<< Liberami immediatamente! >> si
dimenò lei, col cuore che prese di colpo a battere
rumorosamente. Ma non per la rabbia. Ritrovarsi sotto di lui,
ammanettata a lui, le provocò un mix di trepidazione e
aspettativa.
<< Ah no ti avevo avvertita. Ora sei nelle mie mani... >>.
Le riservò uno sguardo bruciante, poi si avventò contro le sue
labbra. Di colpo tutto nella testa di Juliet divenne confuso, per la sorpresa. Stava ricevendo un bacio da Louis!
Con un mano le fece pressione con due dita sugli angoli della bocca per fargliela schiudere.
Un
movimento circolatorio ed erotico sugli angoli sensibili delle sue labbra,
rendendole vulnerabili e frementi. Con la lingua morbida e infuocata le leccò ogni
centimetro delle labbra per renderle docili.
Oddio…Fu l’ultimo pensiero di Juliet,
quando le sue labbra si dischiusero per accogliere quelle di lui. Quelle
labbra che tanto aveva agognato di assaporare ora stavano divorando le sue. Le
labbra di Louis erano sottili, lisce, morbide e voraci. Continuò a tenerla
ferma con le mani, mentre la devastava con la sua bocca. Brutale, come se la
stesse punendo con un bacio.
Mentre
Louis si congratulava con se stesso per l’originale strategia con la quale
l’aveva messa a tacere, riconobbe che si stava solo prendendo in giro.
Aveva desiderato
baciarla dal primo momento che l’aveva vista, e adesso si sarebbe gustato il
momento con tutto se stesso. Si sarebbe saziato del suo sapore e del suo
profumo, come se fosse una droga.
Gettò
nella sua bocca la sua lingua affamata ed esigente, e quando quella di lei
cercò di scacciarla, Louis trattenne una risata per la costante caparbietà di
Juliet.
Allora la
stuzzicò passandole la lingua sui denti e sotto il palato per solleticarla. Con
un dito della mano le accarezzò lentamente il collo, e quando lei emise un gemito di
sconfitta, il cuore di Louis esultò.
Come un
felino, le fusa di Juliet vibrarono nella sua bocca, e lui se ne sentì
profondamente compiaciuto.
La lingua
di lei s’incatenò a quella di lui, cominciando ad annientarsi come wrestler.
Si sentiva una tigre e Louis la stava stuzzicando in un modo oltre ogni sua
immaginazione. Soltanto con un bacio! E che bacio…
Era sopra
di lei, attento comunque a non schiacciarla con il suo corpo più pesante, ma
poggiandolo in modo che lei potesse sentire tutta
l’eccitazione che Louis stava prorompendo come se l’avesse trattenuta per
troppo tempo.
Juliet
gemette sentendo quel corpo duro fare pressione su di lei.
Quel
gemito lui lo catturò con la sua lingua, gustandoselo, emettendo un suono roco
di gratificazione.
Le venne
una voglia matta di mordere quella curva sul collo che gli si formava
quando cantava. I suoi occhi l’avevano guardata avidamente per
tutto il tempo,
senza farsi scoprire da nessuno e i mille brividi che la voce di lui le
aveva provocato erano rimasti taciuti.
Ora
poteva soddisfare il suo desiderio, ma sembrava che Louis non volesse staccarsi
dalla sua bocca. Come se da lì traesse tutto il nutrimento necessario per
respirare.
Mosse
impercettibilmente una mano, che lui però catturò con la sua.
Emise un
mugolio di rassegnazione.
Louis
sorrise sulla sua bocca, ritraendo la lingua ma rimanendo ad un soffio dalla
sue labbra.
Juliet piegò la testa da un lato, mentre lui la fissava incuriosito.
Le
labbra gonfie e rosse, le poggiò sul nervo ben visibile sul collo di
Louis.
Mostrò
lievemente i denti, per poi morderlo deliziosamente.
Fece
passare la lingua sulla sua pelle drogandosi del suo sapore.
Continuò
a stuzzicarlo, graffiandolo e leccando la ferita con malizia.
Louis
fremette piegando il collo, e il naso di Juliet gli accarezzò la
mandibola. Non perse tempo e morse anche quella con più
determinazione e
lussuria.
Come se
l’era immaginata...saporita e stuzzicante, con quell’accenno di peluria
maschile che le punzecchiava la lingua.
Anzi,
molto meglio di come se l’era immaginata.
Gli leccò il
mento ispido fino al pomo d’Adamo come una tigre che assapora la sua preda.
Louis era
completamente in balia di quella lingua che lo sconquassava così lasciva e
bollente. << Oh...Juliet... >> mormorò ansimando in modo roco e
riappropriandosi della sua bocca.
Juliet
s’infiammò ulteriormente quando Louis cambiò il
ritmo del bacio, trasformandolo in una dolce tortura con la lingua,
affondando e ritirandosi, finchè lei ansimò per avere di
più.
I suoi
sensi erano ormai indomabili.
Molto
lentamente spostò una mano, impedendole di capire che non la stava più trattenendo
da una parte, continuando a muoversi a ritmo lento e stuzzicante contro di lei, non dandole nemmeno il tempo di
respirare. Le prese una gamba accarezzandola dall’inizio alla fine. Liscia e
calda, nonostante fosse coperta da quell’odioso pezzo di lino e il fresco
pungente della serata, Juliet era diventata fuoco nelle sue mani.
Risalendo, le passò
la mano sul ventre in una dolce carezza, come a voler far sparire ogni suo dolore fisico.
Poi chiuse in una mano un seno di lei.
Un altro
gemito erotico da parte di Juliet che lo mandò in estasi.
Una gioia
gratificante gli invase i muscoli che si contrassero, e lei lo percepì
rendendosi conto che le aveva lasciato campo libero con la mano.
Continua a toccarmi, ti prego. Gridò fin nelle viscere il suo
istinto vizioso.
Il bacio non le aveva soltanto tolto il respiro, ma aveva anche
cancellato fino all'ultimo briciolo del suo buonsenso. Juliet
afferrò una bretella di Louis e lo tirò a sé con
più esistenza, facendo in modo che lui
finisse completamente disteso sul suo corpo, ma lei non diede segni di
sofferenza al
suo peso forte e rigido che sormontava il suo più sottile, anzi
ne fu deliziata desiderando che il tempo si fermasse in quel
meraviglioso momento e che i tortuosi baci che Louis le riservava non
avessero più fine.
Voleva
punirla, voleva darle una lezione. Che enorme menzogna. Era stato soltanto un
pretesto per saltarle finalmente addosso. Lo aveva fatto eccitare ancora di più il
fatto che Juliet fosse stata irascibile e istintiva. Il suo membro, duro come la
roccia, si oppose contro la limitatezza dei pantaloni.
Fremette
letteralmente da capo a piedi, quando lei gli infilò una mano tra i capelli
per tirarlo di più a sé. Era così concentrato su come farla impazzire con la
lingua che percorreva ogni angolo della sua bocca, che non si accorse della
complicità con la quale lei l’accompagnava.
Non stava
giocando con la lingua con lentezza e timidezza, ma con padronanza e ferocia,
paragonabili a quelle di lui.
Da fuori
rimbombarono dei fuochi, ma i suoni divennero ovattati anche con la finestra
aperta. Un boato e loro non batterono ciglio ne diedero segni di averlo udito.
Per
quanto Louis desiderasse continuare a baciarla, ancora e ancora, si staccò per
riprendere aria nei polmoni.
Juliet
non emise un suono. Respirava con rantoli affrettati.
<< Respira, tigrotta. Adesso puoi respirare >> disse roco,
mentre lei potè scorgere una luce compiaciuta e tremendamente
sexy negli occhi azzurri di Louis.
Juliet
ansimava esigendo più aria possibile nei polmoni. I suoi seni si
abbassavano in
fretta e furia, trattenuti dalla camicetta. Si portò una mano
alle labbra
tastando un piacevole tepore e un evidente gonfiore. La lotta
lussuriosa con Louis, aveva mandato il suo cervello in offline, mentre
il sangue le pompava furioso nel corpo.
Le girava piacevolmente la testa, si leccò le labbra per
accertarsi che quello che era successo non fosse frutto della sua
fantasia. Il sapore ancora vivo di Louis sulle sue labbra, le
provocò un sorriso beota. Ne voleva ancora, voleva di
più, si rese
conto schiudendo la bocca.
Guardò
distrattamente fuori dalla finestra. Quel boato non era dovuto ai fuochi
d’artificio, era l’avvertimento di un imminente temporale. Stava per diluviare.
Il matrimonio! Gli invitati!
Merda.
Perdonatemi dei della passione.
La testa
le pulsava, completamente andata. Il ritmo del suo cuore
era l’unico suono che riusciva a sentire. Si divincolò da Louis, cercando di alzarsi,
ma toccarlo le fece desiderare soltanto di riaverlo di nuovo su di sé.
<<
Dove pensi di andare piccola? >> le chiese mettendosi a cavalcioni
su di lei per sovrastarla.
<<
Smettila. Devo andare. Le ragazze avranno bisogno di me… >> disse deglutendo.
<<
No no. Continuate pure >> esordì Nat con una luce maliziosa negli occhi verdi.
Louis e
Juliet scattarono con la testa verso la porta.
<<
Nat! Da quanto sei lì?! >> chiese Juliet in tono furente.
<<
Mmh…vediamo… Oh sì dall’inizio >>. Juls vide con totale stupore che la
rossa stava comodamente seduta in un angolino. E lei non se n’era accorta!
<<
Natasha! >> ringhiò.
<<
Sto scherzando. Non mi sarei mai permessa di intrufolarmi nel vostro momento
d’intimità. Sono arrivata adesso. >> spiegò in tono serio, ma neanche
troppo.
<<
Grazie a Dio >>, Juliet spintonò Louis. << Levati ho detto! >>.
<<
Sapete. Qui dentro c’è una tale tensione sessuale che se ne sente l’odore.
>> Nat annusò l’aria. << Sprigionate vere e proprie scintille
>>.
<<
Non infierire >>. Quando Juliet s’alzò vide che la mano di Louis e quella
di lei erano ancora ammanettate l’una all’altra.
<<
Oh porca miseria! Allora le hai usate! >> esclamò euforica Nat spalancando gli occhi.
<<
Tira fuori la chiave, rossa! >> le ordinò Juls.
<< Vorrei,
ma…le ho….perse >>.
Oh per tutti i santissimi numi!
Note
dell’autrice
*Saluta con le mani* Buon pomeriggio a tutte splendori !!! ^_^
Ed ecco a voiiii il capitolo 12 con il… PRIMO BACIO TRA JULIET E
LOUIS!!!!!! *--*
Non potevo anticiparvi niente nel
capitolo scorso, perdonatemi se
vi ho fatto credere che il bacio tra i due dovesse ancora attendere, ma
non
potevo rovinarvi la sorpresa e non immagino che faccia abbiate fatto
quando è
arrivato il fatidico momento XD Stessa cosa per le mie amiche che non
facevano altro che chiedermelo ed io dovevo trattenermi dal non
dirglielo e credetemi lo facevano ogni giorno LOL Io spero che abbiate
urlato ai quattro venti
dalla felicità *occhioni dolci convincendosi di aver fatto un
buon lavoro*
A voi mie carissime lettrici chiedo umilmente: che ve ne pare di
questo capitolo?? Oddio prego con tutto il cuore di non aver fatto fiasco e che
la descrizione del bacio non abbia fatto schifo!! Ho perso il conto di quante
volte l’ho ricontrollato, modificato e riletto ecc ecc. Vi giuro avevo paura a
pubblicarlo perché sapete quanto la vostra opinione conti per me e non vorrei
avervi deluse (?)
Io non sono una scrittrice “casta” volendo usare questo termine,
mi piace cimentarmi nella descrizione di scene intime di ogni tipo, e spero che
questo bacio vi sia piaciuto e che vi abbia non so fatte emozionare?? :3
Recensite se me lo merito perché vorrei tanto tanto saperlo per favore :3
Ringrazio infinitamente tutte le meraviglie che hanno recensito il
capitolo precedente: 13 recensioni woow ed erano stupende *w* Ma non è una
novità, sono sempre stupende ed io amo leggerle e rileggerle <3
Credete che questo capitolo possa superare il numero di recensioni
del capitolo scorso? No forse chiedo troppo, bu, sapete che è tutto nelle
vostre mani perciò spetta a voi :))
Juliet e Louis si può dire che abbiano le mani legate X'D E la
nostra Nat ha perso le chiavi...Ops eh eh questo vuol dire che i due
staranno a stretto contatto per un pò ;P
Ora vi saluto ringraziandovi ancora per tutto il supporto che mi date come lettrici <3 Vostra Ella <3
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Capitolo 13 *** Capitolo13 ***
pronto capitolo 13
Capitolo 13
S’infilò
il giubbotto e uscì dallo studio fotografico. Rachel alzò gli occhi verso il
cielo, e vide che si stava preparando ad elargire un acquazzone.
Imprecò.
Non aveva con sé un ombrello per potersi riparare e nemmeno l’auto. Si era
dimenticata anche di fare benzina.
Sbuffò.
<<
Grandioso >>.
<<
Ciao >> esordì una voce alle sue spalle.
Rachel si
voltò e vide Chris.
<<
Ciao >>. Non le aveva mai parlato di sua spontanea volontà. Di solito era lei a voler
attaccare conversazione, ricevendo soltanto veloci risposte di cortesia da
parte sua.
<<
Sembri abbattuta. >> osservò Chris studiandola.
<<
Oh non è niente. Il cattivo tempo m’incupisce. >> rispose con un sorriso
incerto.
Lui annuì come a voler darle segno di aver capito. << Sei stata brava oggi. Molte foto sono uscite davvero bene
>>.
Rachel
restò sorpresa di quel sincero complimento. Rammentò quelle poche volte in cui
Chris le aveva detto qualcosa di carino, da quando…
<<
Grazie >> balbettò quasi. Com’era elegante in pantaloni scuri e giacca. Era sempre stato
un ragazzo attento nel vestire. Sommandolo al carattere dolce e premuroso, era
perfetto.
E lei lo
aveva perso.
Si diede
della stupida. Quante volte si era chiesta perché lo avesse fatto? Troppe.
<<
Stai andando a casa? >> le chiese.
<<
Sì. >> Sospirò. << Come stai? >>. Domanda da un milione di
dollari.
Chris la
scrutò per un momento, poi sorrise. << Bene. E tu? >>.
<<
Bene. E Juliet come sta? >>.
Già
Juliet…Sapeva che usciva con lei. Durante le pause lavorative, aveva sorpreso
Chris chiamarla per chiederle cosa stava facendo. Tipico di lui telefonare costantemente alla sua fidanzata, pensò con un
sorriso mesto.
<<
Oh bene. E Louis? >> chiese Chris a sua volta.
Bella
domanda. Louis si comportava in modo strano in quegli ultimi giorni. Voleva sempre
prenderla, e lei non obiettava, ma alla fine di un paio d'ore di sesso lui non sembrava mai soddisfatto.
Era sempre soprappensiero, e quando non lo era agiva in modo agitato e nervoso.
Come se un costante pensiero fisso lo infastidisse. Rachel non dava gran peso a
quella faccenda. Se Louis non voleva confidarsi con lei, non era un suo problema.
Ad ogni
modo rispose: << Bene >>.
<<
Avete intenzione…di sposarvi? >>. La faccia di Chris non tradiva alcuna
emozione.
Rachel lo
guardò dritto negli occhi. << Perché mi chiedi questo, Chris? >>.
Lui non
rispose subito. Poi inaspettatamente disse: << Non lo so. Ti vedo serena
e felice con lui, quindi ho pensato che voi due poteste…come dire…>>.
Uomini,
non vedevano un fico secco, invece.
<<
No. Non voglio sposarmi con Louis >>. Prima pensava di sì, ma ora che
Chris era riapparso nella sua vita, non n’era più sicura.
<<
Perché? >> Chris parve perplesso.
Rachel
respirò a pieni polmoni. Tentar non nuoce.
<<
Perché io ti amo ancora Chris >>.
Lui fece
una smorfia. << Strano. Avrei detto tutt’altro dopo che mi hai rifiutato
>>.
<<
Io non ti ho rifiutato. Cioè sì l’ho fatto, ma l’ho fatto per te. Perché
credevo che il tuo futuro fosse a casa tua, nel tuo paese…>>.
<<
Il mio futuro era con te >> ribattè lui con un tono duro, che lei non gli
aveva mai sentito.
<<
Mi dispiace. Pensavo che allontanandoti saresti stato meglio senza di me. Non
volevo obbligarti a venire qui, perciò quando me lo dicesti al telefono, agii
senza pensare, e… >>. Rachel trattenne le lacrime, ma la voce le uscì
strozzata.
<<
E ti vidi in un bar con Louis. Vi stavate baciando. >> continuò Chris
amaramente.
<<
Sì…>> Rachel tirò su col naso. << Mi merito la tua freddezza. E
sappi che mi piange il cuore vederti con un’altra >> ammise.
<<
Anch’io ho sofferto da morire, R >>.
R. L'iniziale del suo nome.
Era così
che la chiamava, quando stavano insieme. Una lettera pronunciata con amore, e
che lei tanto amava sentire.
<<
Mi dispiace >>. Stavolta le lacrime presero a rigarle il volto.
Chris la fissò a lungo, chiudendo le palpebre, avvicinandosi a lei.
Il boato di un tuono e lei sussultò.
<<
Hai sempre avuto paura dei temporali. >> mormorò Chris con voce flautata.
Lei
sorrise, malgrado le lacrime e il mascara che colava a dirotto.
Chris le
prese il volto tra le sue mani grandi e forti.
Rachel
alzò gli occhi per guardare i suoi. Scuri e dolci.
<<
Anch’io ti amo ancora, R. Non ho mai smesso di amarti un solo istante. >>, e si chinò per baciarla
dolcemente.
Rachel
riconobbe il suo tocco amorevole e il suo corpo protettivo e forte. Gli
cinse
il collo con le braccia, e ricambiò il bacio con tutta se stessa
schiudendo le labbra per accogliere quelle del suo amore.
Si scambiarono un lungo e dolce bacio
tra due innamorati, mentre la pioggia iniziò a cadere indisturbata.
<<
Che significa che non hai la chiave? Devi averla per forza! >> gridò
Juls, allarmata.
<< L’avevo.
Ma devo averla persa, perché non l’ho più trovata! >>.
<<
Congratulazioni per questa scoperta. Maledizione! >> imprecò.
Louis
ridacchiava, meritandosi uno scappellotto sul braccio da Juliet con la
mano libera, dato che l'altra era momentaneamente fuori portata.
<< Non ridere! Se ci troviamo in questa situazione, è solo
a causa tua!
>> lo accusò.
<<
Non sembrava che l’idea ti dispiacesse…>> ammiccò Louis, meritandosi un
altro colpo.
<<
Calma. Deve esserci una soluzione… >> commentò Nat pensierosa tamburellandosi l'indice sul mento.
<<
Che succede qui? Dove diavolo eravate? >> eruppe Jade entrando con Allie al suo fianco.
Quando
Juls alzò il braccio incatenato a quello di Louis, Allie sgranò gli occhi, e scoppiò a ridere.
<< Che
cosa è…? >> cominciò Jade a bocca aperta.
<<
Permettetemi un riepilogo della situazione: >> esordì Nat ignorando
l’occhiataccia di Juliet. << Ho lasciato le mie manette sulla scrivania
di Juliet. E sì sono le mie, non guardatemi con quella faccia sconcertata. Ad
ogni modo, le ho lasciate qui dopo aver preso altri rullini. Poi a giudicare
dall’atmosfera, direi che quei due >> puntò il pollice contro Juls e
Louis, increspando gli angoli della bocca in un sorriso malizioso, << hanno approfittato della situazione,
ammanettandosi… >>.
<<
Io non ho approfittato della situazione! >> sbottò Juls piccata.
<<
Ssh >> l'ammonì la riccia << continua. >> la incitò.
<<
Poi li ho trovati entrambi ansimanti sul pavimento. Lui sopra di lei. >>
Nat ridacchiò allegramente. << E da quello che si può sentire, qui dentro
ci sono minimo quarantasette gradi. Lascio a voi le conclusioni >>
concluse la rossa, soddisfatta del suo resoconto.
Jade
sbattè le palpebre, poi seguì a ruota Allie, piegandosi in due dalle risate.
<<
Già, che belle amiche che ho…>> bofonchiò Juls torcendo le labbra.
<<
Buon Dio, ho bisogno di sedermi. >> biascicò Allie crollando sul divano
per non morire dalle risate.
Juliet
non sapeva se la cosa peggiore fosse che le sue migliori amiche la stavano
deridendo, o che Louis non le staccava gli occhi di dosso.
Un
momento. Juls si voltò per guardarlo meglio. La stava guardando come si guarda
una torta al cioccolato. Lei deglutì distogliendo lo sguardo dalle labbra
seduttrici di Louis. Labbra che avevano torturato le sue, e che sentivano la sua mancanza.
<<
Scusateci. >> si riprese Jade, << Okay. Perché non le togliete ad…?
>>. La riccia si bloccò quando gli occhi furenti di Juliet la
penetrarono. << Merda >> scoppiò di nuovo a ridere.
<< Sto
per ucciderle. Tutte e tre. >> borbottò Juliet mettendosi una mano sulla
fronte.
<<
Devi ammettere che non è una situazione che si vede tutti i giorni…>> le
mormorò Louis all’orecchio.
Immediatamente le si
rizzarono i peli sulla nuca quando lui le baciò lievemente il lobo.
<<
S-sm-smettila >> rabbrividì lungo la spina dorsale.
<<
Non ti ho mai sentito balbettare…>> osservò con una
voce carezzevole, come a volerla schernire, ma dolcemente.
Juliet
non volle guardarlo. La sua voce flautata leggera come una piuma e
bruciante
come lava le dava alla testa. Doveva imporsi di reagire. Le stava
sfuggendo
tutto di mano. Il bacio, dio quel bacio l’aveva scombussolata in
un modo devastante. Ora sentiva soltanto le agonizzanti richieste del
suo corpo: “ Ancora…ancora…”.
Sentì la
sua spalla toccare quella di Louis, e poi guardare giù dove le mani di entrambi
erano legate da un pezzo d’acciaio rivestito di pelle nera.
Doveva
allontanarsi il più possibile da quel corpo virile e seduttore. Juliet era totalmente presa dal
suo istinto. Si era lasciata andare alle provocazioni di lui. Ed essere
ammanettata l’aveva eccitata, anche troppo, considerando che fosse stato lui a farlo.
Si
rabbuiò per quella rivelazione. Come poteva Louis mandarla in
delirio soltanto
con un bacio? Louis era riuscito ad espugnare ogni sua difesa, e con un
tocco- ma era un eufemismo definire quel bacio tale- le aveva rianimato
i sensi intorpiditi. Il desiderio, che credeva di aver seppellito
insieme alla sua voglia di innamorarsi, lo aveva riaccolto a
braccia aperte dentro di
sé. Ogni fibra del corpo di Juliet aveva risposto a Louis,
soltanto a lui...
Poi come
se un ago le fosse penetrato nel petto, si rese conto di aver completamente
dimenticato Chris.
Chris…il
suo…
Chris era il suo ragazzo no? Stavano insieme? Incredibile che lei non ci
avesse mai pensato sotto questi termini. Uscivano insieme da più o meno qualche
giorno, ma lei non si considerava la sua ragazza. Lui non glielo aveva mai
fatto capire, o dato qualche segno di voler cominciare una relazione.
Quindi
non aveva fatto niente di male? Giusto?
Poi un
altro pensiero la devastò. Invece sì.
Pensò a
Rachel. Oh mio Dio…
Poteva
anche essere un’infame approfittatrice, ma non si meritava di essere tradita.
Nessuna
donna meritava un tradimento da parte del suo uomo.
Si sentì
uno schifo.
Louis
notò la sua espressione avvilita.
<<
Ehi…>>, le sfiorò una mano con la sua. << Cos’hai? >>.
Juliet
ritrasse la mano.
Sono una stronza…
Come ho potuto tradire i miei
principi?
Io lavoro nel campo dell’amore e
questo è tradimento!
Strinse i
denti, disprezzando se stessa maledicendosi per il suo egoismo.
<<
Nat! >> la chiamò digrignando i denti.
L’amica
si riscosse. Il tono di Juliet l’inquietò.
<<
Dobbiamo trovare un’altra chiave >>.
<<
Andrò al negozio domani mattina >> rispose la rossa in tono conciso.
Juls
sgranò gli occhi aprendo la bocca per contestare, ma Jade la
informò dicendole: << Juls. Sono le dieci di sera >>.
Lei
sospirò frustrata. << Sto per sentirmi male >>. Voleva soltanto
andare a casa a dormire e tentare di dimenticare tutta quella faccenda.
<<
Non puoi guidare con un solo braccio >> constatò Louis in tono serio,
come se le avesse letto nel pensiero.
Juliet
s’accigliò, nonostante avesse ragione.
<<
Louis ha ragione. Dormirete qui. >> decise Jade alzandosi in piedi, probabilmente per avvisare la signore G.
Dormirete?
Dormire con…Oh questo è troppo!
<<
Ho un’idea migliore. Prendi una sega >> proruppe Juliet.
Louis la
guardò solenne. << Quest’affare è fatto d’acciaio. Non lo scalfiresti
nemmeno >>.
<<
Ma io non ho detto che voglio segare quelle…>> mormorò lei con
un’occhiata eloquente.
Lui
sbiancò. << Divertente! Figuriamoci se mi mutilassi! >> si lasciò
andare ad una mezza risata.
<<
Vuoi scommettere? >>.
<<
Okay qui nessuno amputerà nessuno. >> l’ammonì Jade. Juls sbuffò e Louis
sospirò sollevato. << Dormirete qui, punto e basta. Juls, sai dove sono le camere
degli ospiti. Dirò alla signora G di prendere delle coperte e dei cuscini in più
>> e se n’andò senza proferire altro.
<<
Io distribuivo bomboniere tra gli invitati, e quella tipa lì se la spassava
>> Allie mise il broncio, ammiccando a Nat.
<<
Puoi dirlo forte. Ma non la puniremo. Ci basta la sua faccia, guardala!
>> La rossa rise, mentre Juls le rivolse uno sguardo assassino che l'amica ignorò.
Le
andò incontro saltellando. Scoccò un bacio sulla guancia di Juls e disse:
<< Notte ragazza. Dormi bene >>, e ammiccò un’altra volta.
<<
Certo, come no >>. Juls sospirò stropicciandosi gli occhi preparandosi a quella che sarebbe stata una lunga serata.
<< No >>.
<<
Non puoi dormire vestita! >>.
<<
Sì invece! >>.
Erano
cinque minuti buoni che Jade e Juls discutevano. La riccia le aveva portato un
pigiama, ma Juls si era impuntata.
<< Ah le donne! >> si lamentò Louis, il
quale era sdraiato sul letto, mentre la sua compagna di manette se ne stava in
piedi con l'aria esasperata.
<<
Juliet >>. La signora G entrò nella stanza con delle federe pulite.
<<
Sì? >>.
<<
Buon dio, non dovrai spogliarti del tutto. Non riuscirai a chiudere occhio con
quella roba stretta addosso >>. L’anziana governante diede uno spintone a
Louis il quale cadde dal letto, stordito dalla forza con cui quella donna lo
aveva spostato, o meglio scacciato dal materasso. << Devo cambiare le lenzuola,
ragazzo. >> gli spiegò.
Juliet
vacillò quando si sentì tirare per il braccio, ritrovando l'equilibrio a carponi.
<<
Poteva dirlo subito >> bofonchiò Louis, massaggiandosi l’osso sacro. Si
alzò e si rivolse a Juls: << Ho sonno, possiamo darci un taglio?
>>.
<<
Sarò io a tagliare qualcosa qui >> lo provocò lei guardando sotto il
ventre del ragazzo.
Louis
sorrise, divertito dal suo carattere cocciuto. Per quanto potesse ancora starla
a sentire, la notte era alle porte, e non poteva continuare ad opporsi fino al
giorno a venire.
Afferrò
il pigiama che Jade teneva tra le mani. << Tranquilla Jade. Glielo
infilerò io stesso se continuerà a fare la difficile >> la rassicurò con un
sorriso malizioso.
Jade rise
guardando la faccia sbigottita di Juliet. << Grazie, Louis. Notte
ragazzi >>.
<<
Qui ho finito. Sogni d’oro fanciulli. >>. La signora G si fermò
sussurrando qualcosa all’orecchio di Juliet, la quale arrossì lievemente.
Louis la
squadrò incuriosito.
<<
Bè che c’è? >> gli chiese con un sopracciglio arcuato, quando furono
soli.
Soli.
In una
camera da letto. Mmh...
Louis
stava impazzendo per quella situazione. Non riusciva a smettere di ridere o
sorridere come un ebete, ma non gli importava. Finalmente aveva Juliet tutta per sè.
<<
Niente niente. Vogliamo dormire tigrotta?
>> la stuzzicò avvicinandosi al suo viso.
Juliet gli
mise una mano sul petto bloccandolo. << Puoi per favore smetterla di chiamarmi così? >>.
<< Perchè dovrei? Ti rispecchia alla perfezione: indomabile e selvaggia... >> commentò
schietto Louis assestandole un sorriso supersexy che non l'aiutò a sopprimere i sensi di colpa.
Sorrise
intimamente crogiolandosi per un momento pensando a come le labbra di
Louis pronunciassero quel nomignolo in maniera così dannatamente
seducente.
Un oscura vocina la rimbrottò ricordandole che non meritava niente di niente che provenisse da lui. Si morse un
labbro con rabbia.
Louis come sempre, si accorse immediatamente della sua reazione.
<<
Juliet mi spieghi che cosa ti prende? >> volle sapere guardandola con
quegli occhi limpidi e scrutatori.
<<
E me lo chiedi anche? >> Juliet tentò di scostarsi, ma
come sempre le manette la legavano letteralmente a Louis.
<<
Che cosa ho fatto stavolta? >>.
Lei lo
fissò con stizza. << Mi hai baciato! >>.
Lui la
guardò stranito. << Quale sarebbe il problema? >>.
Lei era
sconcertata per quell’aria innaturalmente pacifica che aveva assunto. << Tu! Pezzo di
cretino! >> lo buttò sul letto con tutta la forza che aveva con la mano
libera.
Merda.
Possibile che il particolare delle manette era estraneo al suo cervello?
Come
volevasi dimostrare, Juliet gli cadde addosso facendoli finire entrambi sul materasso.
Louis
emise un gemito strozzato. << Dio sta attenta! >>.
Lei corrugò la fronte osservando
la smorfia di dolore del ragazzo. Guardò in basso e trattene
una risata. Il suo ginocchio aveva colpito qualcosa
a Louis molto cara.
<<
Ops >> Julie strinse le labbra, palesemente divertita.
<<
Ops? >> Louis la tenne per i fianchi, facendole formicolare la
pelle, entusiasta di riavere le sue attenzioni. La rigirò
assumendo una posizione
di vantaggio. Si chinò e lei restò immobile, schiudendo
impercettibilmente la
bocca.
<<
Louis >>.
<<
Sì? >>. Gli sguardi avvinghiati, dove ognuno poteva
leggere dentro l'altro perdendosi nel colore dei rispettivi occhi.
<<
Perché l’hai fatto? >>. La voce di Juliet era un sussurro.
Louis
sapeva a cosa si riferiva, infatti, la guardò per un lungo istante,
studiandola.
<<
Non la smettevi di sbraitare. >> mentì nel tentativo di giustificarsi.
Juliet non stava cercando di addossargli la colpa per averla baciata,
voleva soltanto capire cosa lui provava nei suoi confronti e se
quell'incontro di labbra era significato qualcosa per entrambi.
Desiderava delle risposte, perchè ne aveva assolutamente
bisogno. Pensare che l'avesse baciata soltanto per zittirla non le era
di aiuto, ma Juliet sapeva che lui le stava mentendo. L'immagine di
Rachel le riaffiorò alla mente, conscia di essere nel torto, e
che baciare Louis era stato un errore. Accantonò per un momento
la collera verso se stessa, ritrovandosi a percepire un languido
tepore. Il corpo di Louis era di nuovo
sopra di lei, rigido e caldo. No. Non riusciva a pensare con lui in
quella
posizione.
Gli
poggiò le mani sul torace, e Louis si chinò per guardarle. Lei gli diede una
leggera spinta. << Fammi sedere >>.
Lui
annuì, esitando per un nanosecondo. In quel nanosecondo l’avrebbe voluta
baciare di nuovo. Sentiva ancora i nervi guizzare e il sangue fluirgli
velocemente al cervello. Per lo meno adesso lei non lo guardava con il nervosismo di prima,
quindi cercò di rilassarsi.
Juliet
sentì il bisogno di parlargli, ma tutto quelle che le venne fuori fu uno
sbadiglio smorzato dalla mano.
<< Hai sonno. Perché non riposi un po’? >>
Louis scostò le coperte con il braccio libero.
<< Non posso dormire. Non ci riuscirei >>.
<< Hai ragione. Devi prima metterti il pigiama…
>> convenne Louis con un sorriso furbetto.
<< No! Non era quello che int…Louis! >> gridò
Juls, quando l’afferrò e la stese sul letto.
<< Sta’ buona! Non guardo! >> le promise, ma
con voce un po’ emozionata.
<< Posso farlo da sola! >> scacciò la sua mano
con uno schiaffo quando se la sentì troppo vicina.
Louis aggrottò la fronte. << Con una mano? Non
credo. Ti giuro che non guardo, anche se la tentazione è tanta… >>.
<< Ah e dovresti rassicurarmi così?! >>.
Louis sorrise, mentre con un gesto fluido le sfilava le
scarpe. << Ssh sta’ buona ho detto…Ti leverò soltanto la gonna e le calze
>>. Il suo tono di voce era così flebile e arrochito che Juliet lo trovò eccitante.
Lei l’osservò e vide che Louis teneva gli occhi chiusi,
come le aveva promesso. Si sentì in un certo senso sollevata e compiaciuta.
<< Louis? >>.
<< Cosa? >>.
<< Fammi capire. Tu riusciresti a spogliarti con una
mano sola e io no? >>.
<< Non ho detto che mi spoglierò da solo. Alzati col
bacino così trovo la cerniera della gonna >>.
I neuroni di Juliet recepirono soltanto la prima frase.
<< Che…?>> deglutì con la bocca secca tutt’un tratto.
<< Segui la mia mano così ti sfilo le calze, prima.
>> le ordinò Louis.
Okay, era in qualche modo anche sordo oltre che cieco.
La mano ammanettata di Juliet seguì il percorso di quelle di
lui che avevano preso posto sotto la sua gonna e stavano tirando le calze, con
una lentezza che a lei parve infinita.
I polpastrelli le accarezzavano la pelle, che si
elettrizzava, come toccata da una presa elettrica.
Il busto di Juliet si alzava in corrispondenza della mano
che seguiva quella di lui.
Lui sentiva la tensione di lei come se fosse sua. I loro
visi si stavano avvicinando, e lui seppur non vedendolo, lo sentiva dal respiro
di Juliet che diventava più affrettato, man mano che la distanza tra loro scemava.
Arrivò alle caviglie dove finalmente le calze seguirono il
loro corso sul pavimento.
<< Posso aprire gli occhi? >>. Louis voleva
sentire la voce tesa di Juliet.
Per questo quando lei disse: << Scordatelo >>,
lui sorrise sentendosi sovreccitato.
Ora toccava alla gonna. Mio dio, le mani stavano
cominciando a tremare come quelle di un bambino. Che diavolo, doveva solo
toglierla per infilarle i pantaloni. Non era chissà quale gran tortura.
Invece sì, perché si era basato soltanto sul tocco per
sentire la pelle di lei e non vederla era un’atroce tortura. Desiderava
guardarla, mentre le sfilava la gonna, per vedere quali emozioni provocava in
lei il suo starle così vicino, invece le aveva promesso di non farlo.
Imprecò contro se stesso per quella stupida decisione.
Avrebbe dovuto toglierla in fretta per risparmiarsi
ulteriori complicazioni, invece godeva del semplice sentirla rigida sotto le
sue mani.
La fece sdraiare, sollevandole le gambe e con una sola
mano, perché l’altra stringeva il lenzuolo, gliela cominciò ad abbassare con la
stessa meticolosità di prima.
Quando la riadagiò sul materasso, si chinò su di lei, e
Juliet credette fortemente che l’avrebbe baciata di nuovo.
Lo avrebbe fermato, s’impose, ma sapeva che era una
menzogna e questo la spaventava. Nulla del suo corpo poteva opporre resistenza
a quello di lui.
Questo la rendeva vulnerabile, e lei non lo era. Non lo
sarebbe mai stata con nessuno.
Non era una donna che si sottometteva al tocco di
un bell’uomo. Era una combattente.
L’avrebbe sorpreso, ed è quello che fece, quando con una
mando scese dal petto asciutto di lui, fin giù.
Giù, proprio sotto il ventre.
Non avrebbe resistito a sentire di nuovo le mani di Louis
sulle sue gambe per infilarle i pantaloni.
<< N-Non ho…ancora finito >> si oppose lui
prendendole la mano. Louis si rese conto che era meglio che non lo
toccasse, altrimenti tutto il suo autocontrollo sarebbe andato in
frantumi, considerando il fatto che le deliziose gambe di Juliet
fossero ora scoperte e lui avesse una gran voglia di accarezzarle con
la lingua...
<< Non ti ho mai sentito balbettare…>> lo
stuzzicò lei, compiaciuta di avergli rinfacciato le stesse parole che Louis
aveva usato prima.
Louis aprì gli occhi, e per un attimo Juliet vacillò nel
vedere i suoi occhi prima limpidi e adesso scuri come il mare.
Deglutì piano, e disse in tono flebilmente canzonatorio.
<< Se continui così, faremo l’alba. Ora leva la mano così ti tolgo i
pantaloni e possiamo dormire >>.
<< Errore. Se mi togli i pantaloni, io farò ben altro che
dormire… >> la provocò a sua volta Louis, con gli
occhi chiusi
ma con un ghigno malizioso.
Lei non tradì alcun segno di sgomento, ma dovette
arrendersi alla sconfitta. Non voleva scoprire se Louis diceva la verità.
Ebbene sì voleva, ma non poteva. Il senso di colpa
dilagava ancora dentro di sé, ma era come se fosse oppressa dall’emozioni che
Louis le trasmetteva stando soltanto lì con lei.
<< Allora rimani così. Io ho sonno, quindi passami
il mio pantalone del pigiama. >> gli ordinò.
<< Sai cosa penso dei pigiami? >> fece Louis.
Juls alzò gli occhi al cielo. << Cosa? >>.
<< Che sono inutili >>. Detto questo la prese
con un solo braccio spintonandola in avanti.
<<
Ahi! Louis hai deciso di sfondare il muro con la mia testa? >>
rise lei, quando con la nuca andò a scontrarsi con la testata
del letto.
<<
Oh scusa, ma me l’hai detto tu di tenere gli occhi chiusi! >>.
<<
Non ascolti mai quello che dico, proprio adesso lo fai?! >>.
<<
Okay >> Louis riaprì gli occhi, alzò le coperte e vi s’infilò.
Juls lo
seguì titubante con la testa che le doleva. Ci mancava soltanto il mal di testa per concludere in bellezza la serata.
<< Fammi vedere >>.
<<
Non è niente >>.
Louis la
ignorò e prese a massaggiarle la testa, nonostante le lamentele di Juliet.
Lei si
rilassò dopo un istante. Dovette cedere alla mano di Louis che le massaggiava
con movimenti circolatori la cute.
<<
Grazie. Va meglio adesso >>.
Louis
sorrise. << E così queste sono di Nat e Zayn? >> indicò le manette.
Juliet
annuì. << Molto comode devo dire... >> dovette
ammettere, e quando alzò gli occhi, incontrò quelli di
lui che stavano brillando di una luce maliziosa. Louis non poteva di
certo rivelarle che stesse fantasticando su di lei. Nuda e ammanettata
nel suo letto...mmh che dolce visione, ma soppresse quel pensiero.
<< Juliet? >> la chiamò celando il tono roco della sua voce.
Lei deglutì.
<<
Ora che siamo soli, mi dici perché prima sembravi così abbattuta? >>.
Juls
guardò il soffitto. Sarebbe stato più facile parlare in quel modo.
<< Sono
una persona orribile >>.
<<
E perché mai pensi questo? >>. Lei non poteva vedere bene la sua espressione, ma dal tono comprese che fosse
corrugata. Il buio faceva da padrone, mentre le gocce di pioggia battevano sul
vetro della finestra.
<<
Non ho pensato a…>>.
<<
a Chris? >>.
<<
Sì >>.
<<
Ma voi state insieme? >>.
<<
Non lo so >>.
<<
Che vuol dire? >>.
<<
Non ho inteso quelle uscite come un inizio di una relazione >>.
<<
Ah. Ma avevi detto…>>.
<<
So quello che ho detto, Louis. Ti ho detto che gli avrei dato una possibilità e
così è stato >>.
<<
Quindi la scommessa…? >>.
Juliet ci
pensò su. In realtà non aveva vinto proprio nessuno. A chi andava la somma
pattuita? Si lasciò sfuggire ad un pff. Non le interessava minimamente.
<<
Credo che nessuno abbia vinto >>.
<<
Non sei contenta >>.
<<
No che non lo sono. Per quanto Chris sia bellissimo, gentile, dolce,
premuroso…>>.
<<
Abbiamo capito >> sbuffò Louis.
<<
Non ne sono innamorata >>.
Lui si
rianimò. Ringraziò il buio che le impediva di vedere la sua faccia trionfante.
<<
E allora di che ti preoccupi? Non hai tradito nessuno >>.
<<
Ah no eh? >> l’accusò lei digrignando i denti.
<<
Vuoi illuminarmi? >> l’incitò lui.
<<
Cazzo, Louis! Rachel. RA-CHEL. Ti è chiaro adesso? >>.
<<
Ah era questo…>> Louis tirò un sospirone.
<< Non sai dire nient'altro?! >>. Non poteva credere alla
noncuranza che Louis stava dimostrando su un argomento così delicato.
<<
Juliet guardami adesso >> le ordinò, ma lei non diede
segno di volergli obbedire, perciò lui le afferrò
saldamente il mento con l'indice e il pollice e la costrinse ad
incontrare il suo sguardo. Il suo tono era duro e conciso. << Non
sono innamorato
di Rachel >>.
<<
Vuoi copiarmi le battute don giovanni? >>.
<<
Perché dovrei? E poi non credo neanche che lei lo sia di me. In questi giorni
abbiamo scopato senza una minima partecipazione. Di solito lei non è così. Era
anche lei distaccata >>.
<<
Questo dovrebbe rallegrarmi? >> incrociò le braccia al petto, tirando
anche quello di Louis, che le finì sul fianco. Lo scacciò ritornando alla
posizione di prima. Non poteva toccarlo. Il suo cervello collaborava. Doveva
usarlo finchè ci riusciva.
<<
Questo dovresti dirmelo tu >>.
<<
Questo non cambia niente >>.
<<
Ah no? >> Louis ora era palesemente piccato. << Ti sembro uno che
bacia a quel modo ogni donna? Non rispondere. Il tuo “stronzo” di prima diceva
tutto >>.
<<
Non ti chiederò scusa per quello. Lo penso… >> ammise Juliet con una nota
di tristezza nella voce.
<<
Ti dimostrerò che ti sbagli >> disse Louis risoluto.
<<
Non devi dimostrarmi niente >> obiettò lei.
<<
Parlerò con Rachel >>.
Ma mi
ascolta sì o no? Decisamente no. Juliet si mise a sedere, accendendo l’abat-jour.
<< Louis… >> Juliet si schiarì la voce.
Come
poteva dirgli che stare con lui era ciò che desiderava di più, ma che più temeva?
Il suo
cuore non poteva estromettere che Louis non fosse il tipo di ragazzo da
relazioni importanti e durature.
<<
Juliet >>.
<<
Aspetta devo dirti una cosa! >>.
<<
Juliet >>.
<<
Sto cercando di dire…>>.
<<
Juliet >>.
<<
E va bene, parla! >> sbottò poggiando la testa sul cuscino con un tonfo.
<<
Vieni qui >>.
Aveva
sentito bene?
<<
Louis…>>. Voglio così tanto dormire stretta a te, ma non so se è giusto...
<< Non mordo tranquilla… >>. Le passò la mano sotto la schiena per
tirarla pian piano a sé.
Lei
sbuffò porgendogli le spalle.
<<
Non vuoi starmi vicino? >> mormorò Louis dolcemente.
<<
No >> mentì lei mordendosi il labbro.
<<
Okay >>.
Quando lei pensò che si fosse arreso sentì le gambe di Louis sfiorare le sue.
Lei si
spostò, ma Louis le poggiò una mano sul fianco. Non la teneva con forza, ma era
una presa salda.
<<
Non farò niente che tu non voglia…ma desidero così
tanto sentirti vicina, per favore non opporti >>. Una richiesta
così dolce, pronunciata con un pizzico di supplica, che Juliet
desiderò baciarlo. I loro corpi combaciavano, si toccavano
bisognosi anche del semplice sfiorarsi, e la sua schiena finì
per aderire al torace di Louis. Il calore che diffondeva quel corpo era
così invitante, che Juliet fu fortemente tentata di girarsi per
accoccolarvisi.
<< Va bene...Notte Louis >> mormorò con la voce ovattata dal
cuscino su cui v’immerse il volto.
<< Notte tigrotta. Ora spegni la luce, e dormi >> le
sussurrò lui, con le labbra che le sfioravano l'orecchio. Le
depose un leggero bacio sul collo, facendola rabbrividire, e le labbra
formicolarono desiderando anche loro di essere baciate.
Il respiro regolare di Louis, la informò che fosse caduto nel sonno, perciò spense la luce.
Grazie Nat...disse, ringraziando intimamente l'amica con un sorriso sulle labbra.
Note
dell’autrice
Ciau a
tutte tesori miei <3
Scusate
per il ritardo ragazze, ma oltre ad avere problemi come al solito con il pc che
si blocca da solo, ho dovuto passare tutta la domenica a studiare e quindi non
ho potuto aggiornare ieri D:
Ma eccomi
qui, con il capitolo 13 :))
Allora…riepilogando:
Rachel e Chris si sono baciati yeaah credo che molte di voi saranno contente :-D
Juliet si
sente in colpa per aver baciato Louis…e ragazze dovete capirla, ma non sa che
Rachel e Chris si sono baciati…
L’attrazione
e i sentimenti tra Louis e Juliet sono ormai palpabili, quindi adesso è il
momento di rendere il tutto più concreto…perciò nel prossimo capitolo diremo
bye bye a qualcuno...sapete già chi giusto? ;-D
Che altro
posso dire??
Ho avuto
un tuffo al cuore nel vedere il numero di recensioni del capitolo 12…: 20!! Dico
20 recensioni, non me ne faccio
ancora una ragione…è troppo, siete troppo buone
con la sottoscritta...questo è un nuovo record santi numi ho gli
occhi lucidi ç.ç Grazie di cuore a chi c'è sempre
e grazie di cuore a chi si aggiunge e mi fa sentire cosa ne pensa della
storia.. :')
Vi
ringrazio con tutta l’anima per l’appoggio che mi date, vi amo tanto, siete
stupende e leggere le vostre parole mi riempie sempre d'orgoglio <3
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo e se volete recensire ne sarò
super felice :3
Un
bacione a tutte
Vostra
Ella <3
|
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Capitolo 14 *** Capitolo14 ***
pronto 14
Capitolo 14
Percependo
i raggi di luce profanare la stanza, Juliet si stiracchiò
sbadigliando. Si passò una mano tra i capelli un pò
arruffati, e dirigendo lo sguardo verso il ragazzo che dormiva
beatamente a fianco a lei, si morse il labbro affascinata. Quant'era
bello quando dormiva...Allungando segretamente la mano, gli
sfiorò la guancia con la mano libera. Lui l'aveva tenuta stretta
per tutta la notte, saldamente come se lei potesse in qualche modo
scappare, come se le manette non fossero già una garanzia.
Aah Louis...non potrei sfuggirti neanche se volessi...pensò Juliet sospirando.
Quanto avevano dormito? Accidenti, lei doveva lavorare. A malincuore
scrollò delicatamente una spalla di Louis, mormorandogli di
svegliarsi. Lui emise un piccolo mugolio, prendendo la mano di Juliet e
mettendosela sul petto, stringendola come un peluche.
<< Louis, svegliati! >> Le dispiaceva svegliarlo, ma non
poteva aspettare. La sveglia sul comodino segnava le nove e mezzo!
<< Lasciami dormire. È sabato! Dormi con me >> mugugnò lui ad occhi chiusi.
<< A maggior ragione! Ho un mucchio d’impegni e devi svegliarti! >> lo spintonò.
<< Dovrò abituarmi a questa cosa, per quando dormiremo insieme... >> mormorò Louis mettendosi seduto, stropicciandosi gli occhi.
Che cosa?! Juliet sbarrò gli occhi. Non osò proferire parola, per quanto quelle di lui l'avessero scossa.
<< Voglio un risarcimento per queste ore in meno di sonno... >> mugugnò Louis
passandosi una mano sul viso.
<<
Uhm sì certamente…>> soffiò fuori lei.
Louis
s’irrigidì quando percepì quella frase di Juliet detta con un tono malizioso,
anziché con il solito sarcasmo che si aspettava.
Sgranò
gli occhi, quando lei iniziò ad avvicinarsi furtivamente a lui.
La guardò
sorpreso e in un certo senso compiaciuto. Aveva forse accettato l’idea
dell’altra sera, di rifugiarsi tra le sue braccia e lasciar perdere il lavoro?
Quando
Juliet fu ad un soffio dal suo viso, a Louis gli si mozzò il fiato quando i
suoi occhi scesero sul decolletè di lei.
Lei mosse una mano prendendogli la mascella.
Lui deglutì, immobile, attento con le labbra schiuse.
<< Lou…>> sussurrò Juliet guardandolo con
quel suo solito ghigno malizioso, che fece saltare il cuore di lui.
La fissò
attentamente in quei grandi occhi ambra. La poca luce che filtrava dalle
finestre le contornava il viso a cuore in splendenti sfumature.
Non aveva
mai osservato i suoi occhi così da vicino. Erano di un colore pieno e di una
forte tinta giallo-oro e rame-rossastra. Come l’ambra stessa. Erano bellissimi
e le davano quel tocco in più di lussuria e dolcezza.
Quella lussuria
e dolcezza che lui aveva assaporato quando si erano baciati e di cui
non si sarebbe mai saziato. Baciarla, accarezzarla, prenderla...tutte
cose che avrebbe presto fatto, ma tutto a suo tempo, si
promise malizioso.
Juliet sbattè le ciglia e inarcò un sorriso dolce, e il cuore di Louis saltò di nuovo un
battito deglutendo fin troppo rumorosamente.
Quando
lui credette di averla finalmente in pugno, la sua sicurezza precipitò nel
vuoto.
<<
Lou…Alzati. Immediatamente! >> sillabò Juliet chiaro e tondo.
Louis
s’incupì, poi prendendola di sorpresa, l'attirò a
sè portandosela in grembo. << Va bene Juliet. Ma
sarà meglio che t'infili i pantaloni del pigiama, o non andrai
da nessuna parte >> le sussurrò lascivo.
<<
Buongiorno ragazzi, come avete dormito? >> scattò Jade.
Louis borbottò qualcosa sul fatto del poco sonno, mentre Juls
roteò gli occhi, sedendosi per prendere il caffè.
<< Tutto chiaro >> roteò gli occhi al cielo la riccia, ridacchiando.
<< Ehilà >> fece il suo ingresso Zayn.
Juliet
smise di leggere per guardare con sconcerto il moro. << Da quand’è che ti
alzi a quest’ora?! >>.
Lui sfoderò un piccolo broncio sexy, mettendosi una mano sul cuore in modo teatrale. <<
Sono offeso, Juls. Non sono sempre pigro. E poi oggi devo andare al lavoro più presto
del solito, così stasera andrò all’addio al celibato di Liam, puntuale >>
spiegò il ragazzo, poi la guardo con un’aria beffarda, << Oh ora posso
vedere con i miei occhi quello che Nat mi ha raccontato ieri…>>.
Juliet lo
guardò con un’aria minacciosa. Poi spalancò gli occhi. << Vuoi dire che…?
>>.
Zayn si
avvicinò dandole un buffetto sulla guancia. Si chinò sussurrandole: <<
Non preoccuparti Juls, non ce l’ho con te. >>, poi guardò alle sue spalle
per incontrare gli occhi di Louis.
Louis
mantenne lo sguardo del moro, imperturbabile.
<<
Zayn…>>, Juls gli posò una mano sul braccio. << Non pensarci
nemmeno >>.
Dio solo
sapeva cosa sarebbe successo, quando gli altri ragazzi lo avrebbero scoperto.
Louis
pensò ad Harry, che lo aveva avvertito più di una volta. Poi c’era anche Kyle.
Bè se lo avrebbero preso a pugni, tanto valeva godersi quel momento legato a
Juliet.
<<
Se vuoi darmi un pugno, ti chiedo soltanto di non farlo davanti a Juliet
>> disse Louis con voce piatta.
<<
Oh questo gli da dei punti Zayn, non puoi negarlo >> mormorò Jade con
espressione neutra.
Juliet
s’alzò dalla sedia, mettendo le mani sul tavolo. << Okay. Non m’interessa
se Harry, Liam, Kyle, Niall e tutti gli altri lo verranno a scoprire. Voglio
che si sappi una cosa e non la dirò più: Io ho ricambiato il bacio di Louis. E
che si sappi che l’ho ricambiato anche bene >>, sfoderò un ghigno nell’ultima parte.
Zayn
tacque. Louis sgranò gli occhi. Jade trattenne una risata.
<<
Mi sembra che la ragazza abbia già chiarito tutto. >> esordì la signora
G, che prese ad armeggiare con i fornelli. << Ora siediti Malik. Non vi
saranno litigi fisici in questa casa. >> gli scoccò un’occhiata
ammonitrice.
<<
Sì signora >> Zayn sbuffò prima si sedersi a tavola.
<<
Nat? >> chiese Jade.
<<
Con Allie. Saranno qui tra…>>.
<<
Buongiorno! Oh caffè >> gli occhi di Allie s’illuminarono a quella
visione.
<< Nat? La chiave? >> le chiese Juliet quando la rossa si presentò in cucina.
<< Bè, dato che i negozi sono ancora chiusi, suppongo che rimarrete in quella
situazione ancora per qualche ora >> dichiarò la ragazza prendendo un
toast. Zayn afferrò Nat per un polso mettendosela in grembo.
Juliet sbuffò << Fantastico. Ho un incontro tra
un’ora…>> pensò ad alta voce. Sospirò
rassegnata. << Ho un’idea, e spero che la mia cliente
apprezzerà il mio
collaboratore per un giorno >>.
<<
Collaboratore? >> le fece eco Louis circospetto.
<<
Oh sì, e ti fingerai gay per non mettere in soggezione la cliente>>
aggiunse Juliet in tono conciso.
<< Questo sì che è divertente >> mormorò Zayn sghignazzando sotto i baffi.
<< Oh ma ti sei presa una fissa per questa cosa! Non lo farò! >> replicò
irritato Louis.
<< Sì che lo farai. Dovrò aiutare la sposa ad infilarsi il vestito perciò sarà in
intimo e tu la metteresti in imbarazzo >>.
<<
Quanti anni ha la sposa? >>.
<<
Ventisette, perché? >>.
<<
Non c’è pericolo. È troppo grande per me. >> annunciò Louis in verso di
scherno.
Ma a Juliet
non fece ridere.
Louis sospirò, passandosi la mano libera tra i capelli.
<< Ho come l'impressione che me ne pentirò. Okay. >>.
<<
Che schifo >> mugolò Louis.
<<
Non muoverti! Altrimenti non esce bene! >> l’ammonì Juliet, mentre con
una mano prendeva altra gelatina.
<<
Perché devi imburrarmi i capelli? >>.
<<
Fa parte del travestimento >>.
<<
Travestimento un corno! Guarda ti avviso, non indosserò nessun papillon!
>> ringhiò, quando quella viscida sostanza gli stirò i capelli
ribelli all’indietro.
<<
Che peccato, ci speravo tanto… >> s’incupì Juls in modo falso, per poi sorridere
all’espressione torva di lui.
<<
Hai finito? >> la supplicò.
<<
Soltanto un altro ciuffo…Ecco fatto >>. Juliet stirò le labbra per non
scoppiare a ridere.
Intimamente, era dispiaciuta più lei che lui nel vedere quei
capelli morbidi e sbarazzati fatti in quel modo. Ma il cipiglio di
Louis era tremendamente divertente.
<< Ripeto: che schifo. >> ringhiò guardandosi al grande specchio con
un’espressione truce.
<<
Non sarà per molto. Te lo prometto. >> lo rassicurò Juliet, ma tradì un
riso beffardo.
<<
Ad ogni modo sarò muto, e guai a te se mi obblighi a parlare con una voce da
gay, perché ti giuro che ti pianto in asso >>.
<<
Come sei permaloso…>> lo punzecchiò.
Louis la
guardò con un sopracciglio alzato.
<<
Oggi siamo una squadra. Il mio braccio destro. >>, gli fece notare.
<< Cioè volevo dire sinistro >> si corresse ricordandosi delle restrizione che portavano ai polsi.
<< Direi di sì >>.
<<
Ci siamo. >> esordì Juls quando bussarono alla porta.
<< Che il genere maschile mi perdoni >> fu l’ultima cosa che Louis disse,
prima di sorridere cordiale.
<<
Cindy che ne dici di questo? >> domandò Juliet mostrandole un abito in
pizzo elaborato, decorato con perline lungo i bordi del corsetto.
<< Ehm…>>.
<<
Qualcosa non va? Non ti piace? >>.
<< No Juliet non è questo, non vorrei sembrarti
inopportuna, ma mi spieghi cosa sono quelle manette che vi
tengono…? >>
gesticolò con la mano guardando lei e Louis.
<< Oh bè è una storia divertente a dire il vero. Il mio conoscente qui, Louis, ha
tentato di corteggiare una persona usando questo simpaticissimo strumento, ma
per un enorme caso del destino ha confuso persona. >> spiegò Juliet con
naturalezza, sperando di aver fatto un buon lavoro.
Louis le
diede un lieve pizzicotto da dietro la schiena. Sorrise soddisfatto soltanto
quando Juls pronunciato la parola “conoscente” con una voce strana. Sembrava
quasi volerla sputare, come se fosse una menzogna.
Juliet
osservò Louis guardarla in modo curioso, ma lasciò i chiarimenti per dopo. Ora
c’era solo Cindy e il suo abito nella sua mente.
<<
Oh mi dispiace…>> disse la donna poggiando una mano sulla spalla di
Louis. << Non preoccuparti, troverai un ragazzo per te >> lo
rassicurò.
Lei dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere. Si concentrò sugli abiti invece di
guardare l’eventuale faccia disgustata di Louis.
<<
Grazie Cindy, lo spero tanto…>> diede voce il ragazzo.
Juliet
vacillò nel sentirlo parlare con una voce perfettamente consona ad un
omosessuale.
Strinse
la gruccia del vestito, ma invano, perché ridacchiò mettendosi una mano sulla
bocca per bloccarsi per il troppo divertimento.
Lui non
potè non udire la risata sommessa della ragazza. Nell’istante in cui Cindy si
voltò per vedere altri abiti nel magazzino, si chinò sul collo di Juliet.
Lei
s’immobilizzò, sbalordita nel sentire le sue labbra sfiorarle la pelle sotto
l’orecchio.
<<
Voglio proprio una ricompensa…e l’avrò presto, piccola. >> le sussurrò
talmente piano che Juliet lo sentì a fatica, quando il battito aumentò il ritmo in risposta.
Prima che
la sposa potesse tornare, Louis le morse il punto tra la spalla e il collo, e Juliet si morse il labbro per non gemere.
<<
Juliet, vieni, forse l’ho trovato! >> La voce di Cindy parve smorzata
nella testa di lei, troppo concentrata sui suoi ormoni impazziti.
Le parole
di Louis risuonarono nella sua mente, i suoi ormoni scoppiettanti di
gioia interpretando il tocco di Louis come un anticipo a quella
promessa sensuale.
Si
schiarì la voce, ma ne uscì un suono roco: << Arrivo >>. Merda, le
era venuto anche un brivido, che a Louis non sfuggì di intendere come una
piacevole interpretazione.
<<
Ce l’abbiamo fatta >> dichiarò Juliet prendendo del succo dal
frigorifero.
<<
Già…>>.
Louis era
intento a guardare ben altro…
Lei si
alzò girandosi per vedere un Louis assorto nel guardare…oh.
Si
accigliò. << Stavi ascoltando me o il mio fondoschiena? >>.
<<
Ehm…direi il secondo >> sorrise sfrontato.
Juliet roteò gli occhi, poi Nat
entrò nella cucina con un’espressione sorridente.
<<
Se quel sorriso significa: Ho la chiave, ti farò una torta al cioccolato >> disse Juliet speranzosa.
<< Allora datti da fare ragazza >> esordì la rossa parandole davanti
agli occhi la chiave che l’avrebbe liberata da quelle odiose manette.
<<
Da’ qua! >> Juls l’afferrò. L’infilò nella serratura e con un clic
questa si aprì liberandola dall’atroce morsa di pelle e acciaio.
Louis
sospirò. << Ora va meglio. Anche se mi mancheranno >>.
<<
Grazie Nat! >> Juls l’abbracciò riconoscente.
<< Torta? >> la guardò con occhi luccicanti.
<<
Mi metto al lavoro. Chiama anche le altre >>.
Nat si
allontanò entusiasta di godersi un po’ di zuccheri.
<<
Che ne facciamo di queste? >> le chiese Louis prendendo le manette.
<<
Buttale. No meglio, bruciale >>.
<<
Mmh credo che chiederò a Zayn se posso tenerle...non si sa mai
se in futuro potranno tornarmi utili >> commentò Louis
strizzandole l'occhio.
Juliet deglutì, incapace di rispondergli, e si voltò per
prendere gli ingredienti dalla credenza. << Resti...qui? >>.
Louis
l’afferrò per i fianchi facendola voltare. Lei sbatte gli
occhi sorpresa, poggiandogli le mani sulle spalle larghe e muscolose.
Lui le sorrise, un sorriso mozzafiato che la fece fremere da capo a piedi.
<<
Com'è bello toccarti con entrambe le mani...Vorrei tanto
restare, ma devo togliermi questo schifo dai capelli e andare al
negozio.
Mia madre si chiederà che fine ho fatto. Magari la prossima
volta... >>. Non aspettando una risposta da parte sua, si
chinò per baciarla. Deciso, appassionato e rapido, facendo
guizzare in una danza vorticosa le loro lingue. << A presto,
tigrotta. Pensami >>
mormorò sulle sue labbra e se n’andò.
Juliet non
respirò per quindici secondi, fino a quando la sua faccia non diventò blu e
dovette riprendere aria.
Ooh sì, non farò altro credimi.
<<
Secondo bacio >> disse Allie con un pezzo di torta al cioccolato in bocca.
<<
Mi gira la testa… >> mugolò Juliet sventolandosi con una mano.
<< Ti
stai innamorando di lui >> disse Jade.
<<
No! Cioè, ecco... >> Ma non ci credeva nemmeno lei. Louis
ormai le era entrato sotto pelle, e il suo cuore sobbalzava quando era
con lui.
<<
La nostra Juliet confusa! È un evento rarissimo! >> commentò Nat
guardandola con un sorriso tenero.
Juliet
era Juliet. La confusione non rientrava nel suo vocabolario.
<<
Mi snerva esserlo! >> ringhiò posando il suo piatto sul tavolo. Non aveva fame, non di cibo.
Anzi, dopo quello che le aveva detto e fatto Louis, non riusciva neanche a
pensare.
<<
Louis è impulsivo e non si comporta da copione, e questo ti manda in
confusione. Di conseguenza t’innervosisci >>.
<<
Hai centrato il punto. Che diavolo ha di diverso da tutti gli
altri? Posso innamorarmi di lui? Che possibilità ho che i
sentimenti siano corrisposti? Sono domande a cui io non ho risposta
>>
ammise stringendosi nelle spalle.
'Dovrò abituarmi a questa cosa per quando dormiremo insieme' le aveva detto quella mattina. Insieme? In tutti i sensi?
<< Ha detto di non essere innamorato di Rachel e con questo? Non
lo è nemmeno di
me. So che è così. Sono indignata con me stessa per
essermi presa una cotta per
lui, e per non essere stata attenta ai vostri avvertimenti >>.
Apertamente, non le aveva dichiarato niente. O lei si sbagliava e
l'aveva fatto? Avrebbe dovuto analizzare ogni singola conversazione con
lui per tirare fuori degli indizi.
<< Loro
pensavano che la cosa migliore fosse che tu uscissi con Chris per
levarti dalla
testa Louis >>. Kyle entrò dalla porta, facendola
sobbalzare per quella
dichiarazione. Juliet gli aveva spiegato al telefono cosa era successo,
ma conoscendo il fratello e la sua indole protettiva, non era stupita
che fosse venuto.
<< Ci ho provato. Chris è perfetto, ma…>>.
<<
Juliet non cerca il principe perfetto. Vuole lo stronzo bello e casanova, ma ha
paura che il bello e casanova la faccia soffrire come tutti gli altri, perciò
si chiude in se stessa >> concluse Jade roteando gli occhi.
Kyle prese posto a tavola, senza fare complimenti rubò a Juliet
il suo pezzo di torta. << Okay. Hai la mia approvazione in
qualunque cosa farai, ma non ti prometto di non rompere il culo a Louis
se ti
fa del male >>.
<<
Posso aiutarti? >> concordò Nat con un sorriso maligno.
<<
Certo testa calda. >> Kyle le scompigliò i capelli in un gesto
affettuoso.
<<
Ehi non è programmando un pestaggio che mi aiuterete a stare meglio! >>
borbottò Juliet, poi sorrise. << Tutto sommato…è una cosa carina da dire…>>
dichiarò sorridendo.
<<
Cos’hai detto dopo che ti ha baciato? >> le chiese curiosa Allie.
<<
Assolutamente niente >>.
<<
Oh santi numi >>.
<<
Lo so >>.
<<
Sei pazza di lui >>.
<<
Allie! >>.
<<
Che ho detto? >>.
<<
Vi diverte questa situazione, avanti ditelo! >> sbottò Juliet alzando le
mani frustrata.
<<
Difficilmente ti lasci confondere, e credo che ci piaccia vederti così >>
ammise Nat ammiccante.
<<
Grazie tante. Fratello? >> si voltò per trovare un appoggio.
<<
Concordo con le ragazze >>.
<<
Anche tu contro di me? >> mugolò fissandolo truce.
<<
Sei tu quella che prima mi rimprovera di non averti detto che ho una relazione
con Phoebe, e adesso vengo a scoprire che ti sei allupata a Louis nel tuo
ufficio >>.
<<
Io non mi sono allupata a nessuno. Dateci un taglio con questa fantomatica
interpretazione! >>.
<<
Un momento! Relazione? Phoebe? >> Jade sgranò gli occhi sfoderando un
sorrisone.
<<
Tre secondi d’euforia >> annunciò Kyle sospirando.
<<
Cognata! >> La riccia saltellò felice, abbracciando Juliet.
<< Notizia bomba! >> commentarono Allie e Nat.
<<
Donne…>> sospirò il ragazzo.
<<
Sono così…merda! A dopo >> Jade sentì squillare il suo cellulare.
<< Ciao Kelly, cosa posso fare per te…? >>, si allontanò per andare
nel suo ufficio.
<<
Ricapitolando…>> cominciò Nat.
<<
Lui non ha un atteggiamento prevedibile, il che gli fa guadagnare dei punti in
molti campi... secondo me >> ammiccò. << Vedremo che direzione
prenderà la cosa, sempre che ne prenda una >>.
<<
Nel frattempo, il dovere chiama. >> terminò Allie prendendo i suoi
occhiali da vista sul tavolo.
Juliet
annuì sebbene ancora perplessa.
Quando le
ragazze se n’andarono, Kyle l’abbracciò.
<<
Il dovere chiama anche me. Se hai bisogno di parlare non esitare a chiamarmi
>> le posò un bacio sul capo.
<<
Grazie. >> mormorò Juliet.
<<
Cosa farete stasera all’addio al nubilato di Danielle? >> chiese
incuriosito.
<<
Faremo la lotta con i cuscini in intimo >>.
<<
Grandioso. Posso venire? >>.
Juls
rise. << No. E voi ragazzi cosa farete? >>.
<< Abbiamo
optato per delle spogliarelliste >>.
Lei gli
diede un pugno nello stomaco.
<<
Ahi! Ti ringrazio di avermi bloccato la digestione. >> ribattè Kyle con una smorfia divertita.
<<
Stavi dicendo? >>.
<<
Strafogheremo nella birra, poker e Mario Kart. Non vedo l’ora. Sono invincibile
a Mario Kart >> si pavoneggiò alzando il mento.
<<
Okay. Divertiti >>.
<<
Certo. Oh e ci sarà anche Louis…>> pensò il ragazzo con un’espressione
sinistra.
<< Niente risse prima del matrimonio, sono stata abbastanza chiara? >> lo mise in guardia Juliet.
Kyle sbuffò << Sei una guastafeste >>.
<< Ti voglio bene anch'io >>.
<< Sei sicura di stare bene, Star? >> le chiese con occhi preoccupati e affettuosi.
<< Sì Kyle, ho solo bisogno di far ordine nei miei
pensieri. Adesso, fuori di qui >> sorrise, e dopo che il fratello
si fu congedato, Juliet sospirò sedendosi. Innamorata di
Louis...Cristo era nei guai fino al collo.
Rachel si
sentiva al settimo cielo. Non aveva mai desiderato passare così tanto tempo
al lavoro come quel giorno. Lei e Chris si erano scambiati occhiate fugaci per
tutto il servizio fotografico, ma non avevano potuto dirsi una parola neanche
tra una pausa e l’altra. Ma soltanto saperlo di nuovo al suo fianco, la rasserenava.
Finalmente l’orario di lavoro era finito e poteva stare con lui.
Quando
entrò nel camerino e vide Chris, gli andò incontro.
<<
Ciao >> Rachel sorrise.
<<
R >>.
<<
Qualcosa non va? >>. Non che fosse di nuovo distaccato, ma qualcosa
sembrava turbarlo.
<<
Ho cercato di chiamare Juliet al telefono, ma è irraggiungibile >>.
<<
Oh >>.
Chris si
avvicinò a lei cingendole la vita. << Devo dirglielo. È una brava persona
e non voglio che lo sappia da altri >>.
<<
Lo so. Anche Louis lo è >>, gli lasciò un bacio a fior di labbra. << Ci vediamo
dopo? Devo parlare con lui >>.
<<
Va bene. A più tardi >> e le restituì il bacio.
<<
Rachel >> Louis fu sorpreso e contento di vederla.
L’addio
al celibato di Liam era già iniziato, e Louis doveva sbrigarsi. Ma cosa più importante era parlare con lei.
<<
Ti disturbo? >> chiese lei sul ciglio della porta.
<<
No. Entra pure. >>. Ironia della sorte. Nessuno dei due baciò l’altro.
C’era una
strana atmosfera nella stanza.
<<
Louis io…devo dirti una cosa >> esordì la bionda.
<<
Ti ascolto. >> Sebbene fosse lui a doverle dire una cosa,
lasciò parlare prima lei, incuriosito dell'atteggiamento nervoso
della bionda.
Rachel
era sempre stata di poche parole perciò arrivò in fretta al nocciolo della questione.
<< Tu mi piaci. Ci siamo divertiti insieme, ma io amo Chris, e voglio
stare con lui >>.
Non si
poteva dire che la ragazza avesse tatto. Che lo aveva appena piantato era
palese, ma l’altro con cui l’aveva appena piantata…
<<
Chris?! >> Louis sbarrò gli occhi, sconcertato.
<<
Sì, il ragazzo con cui esce Juliet >>.
<<
Non che la cosa m’interessi a dirti la verità, ma quand’è nata questa
scintilla? >> la sua voce era normale, ancora sbalordita, ma doveva sapere.
<<
Prima di conoscerti, io e lui stavamo insieme, ma ci siamo lasciati. Non ti
starò a spiegare il motivo, ma il punto e che noi due ci amiamo ancora, e
volevo dirtelo >>.
<<
Juliet lo sa? >> Volle sapere.
<<
No, ma sono sicura che Chris glielo dirà il più presto possibile. Penso che lei
soffrirà all'inizio…>> commentò la ragazza.
Louis
sperò vivamente di no. Non l'avrebbe permesso, giuro a se stesso.
E quando lei lo avesse scoperto, avrebbe capito che
baciandolo non aveva fatto niente di male. In fondo il suo “uomo perfetto”
amava un’altra, mentre usciva con lei.
<<
Rachel, detto tra me e te che siamo fatti della stessa pasta, per accertarvi
dei vostri sentimenti vi siete baciati, nel senso adesso? >>.
Rachel
annuì. << Bè sì, ieri sera…>>.
Louis non
poteva sperare in una notizia migliore. Abbracciò la bionda << Grazie
Rachel. Spero veramente che tu e l’arm…cioè Christopher siate felici >>.
<<
Oh Lou grazie…Non immaginavo che la prendessi in questo modo…>> ammise la
bionda con un sorriso tra il sorpreso e il rallegrato.
Nemmeno
io, pensò con uno strano sorriso. In realtà la ragazza gli aveva soltanto
facilitato le cose.
<<
Ah Lou. Devo dirti un’altra cosa…>>.
<<
Dimmi >> Louis sorrise sciogliendo l’abbraccio.
<<
Ricordi il tuo cellulare, quello che trovasti in una scatola nel tuo negozio?
>>.
Il
ragazzo annuì circospetto.
<<
Non te l’ho regalato io…Non so chi sia stato, ma ho soltanto approfittato della
situazione per avere le tue attenzioni... >> Rachel abbassò lo sguardo
imbarazzata.
Quella
confessione stranamente lo turbò. Chi diavolo glielo aveva regala…Merda.
Juliet. Ecco
perché lei si era irata a quel modo, quando Louis le aveva mostrato il suo cellulare
che credeva che Rachel gli avesse regalato.
E Juliet
perchè non gli aveva detto niente?
Glielo
avrebbe chiesto non appena l’avesse rivista.
<<
Ho capito. Bene Rachel, adesso devo proprio andare. Stammi bene eh >> le
fece un mezzo sorriso, prese il giubbotto e se n’andò.
<<
Vino, frutta, formaggi, stuzzichini, bruschette e dolciumi >> elencò la
signora Grace, mentre si accingeva a metterli sul tavolo.
<<
Grazie signora G >> disse Jade. << Le va di restare con noi?
>>.
<<
Oh no no grazie. Ho anch’io la mia serata tra ragazze. Drink e discoteca
>> spiegò infilandosi gli orecchini, e prendendo la borsa.
<<
Signora G? Verremo a pagarle la cauzione. >> scherzò Juliet,
immaginandosela sul cubo a fare baldoria.
<<
Grazie ragazze, non si sa mai. >> Nel tono dell’anziana governante non
c’era alcun’ironia. Lanciò loro un bacio con la mano e se n’andò.
<< Signora G, lei è il mio idolo. >> Nat alzò il bicchiere a mo' di brindisi.
<<
Ooh…relax e dolci. Un sabato allettante. >> Jade si sfilò le scarpe
con i tacchi per sentire la frescura del pavimento. << Molto meglio
>>.
<<
Un attimo di silenzio per favore! >> gridò allegra Allie scendendo le
scale.
<<
Fate un applauso a Danielle nel suo favoloso pigiama! >> incitò.
Nat e
Juls iniziarono a fischiare con le dita e a battere forte le mani, mentre la
futura signora Payne scendeva le scale con un raffinato e sexy babydoll color
crema.
<<
Piaciuto il nostro regalo di addio al nubilato? >> chiese Jade a Danielle
battendo forte le mani.
<<
Tantissimo! È una meraviglia! >> rispose entusiasta la ragazza girando su
se stessa.
<< Il tulle trasparente è stata una mia idea! >> alzò la mano Juliet pavoneggiandosi.
<<
Ma non mi dire Catwoman! >> la spintonò scherzosamente Nat.
<<
Ognuna di noi ha pensato ad un piacevole dettaglio di questo favoloso
babydoll.
Jade ha suggerito il colore per la tua carnagione, io il cuoricino con
strass al centro dei seni, Juls il tulle, e Nat il favoloso tanga
coordinato…>>
spiegò Allie facendo una riverenza compiaciuta del suo lavoro.
<<
Sono senza parole! Liam impazzirà non appena mi vedrà con questo addosso
durante la luna di miele…>> commentò maliziosa Danielle.
<<
Che abbiano inizio i festeggiamenti tra sole ragazze belle fanciulle!! >>
esordì Nat saltando sul divano.
<<
Con immenso piacere >> Juls le lanciò un cuscino. << Sai fare di
meglio rossa? >>.
La rossa le fece il verso, << Fatti sotto! >> la
mancò di poco, e subito iniziò la guerra di piume.
<<
Liam, dammi quel cazzo di cellulare! >> gli ordinò Niall sfilandoglielo
tra le mani.
<<
Amico, la tua donna è nelle mani del Quartetto. >> commentò con un
ammiccamento Zayn prendendo la sua birra e portandosela alle labbra.
<<
Giusto. Oddio credo di sentirmi male…>> Liam fece una smorfia piegandosi
in due.
<<
Cavolo amico, non hai nemmeno bevuto. Cos’è? Panico pre-matrimonio? >>
gli chiese Harry con una punta di preoccupazione nella voce.
<<
Ne ho sentito parlare. Allie mi ha raccontato di uomini che l’hanno
attraversata >> annuì Niall.
<<
Oh quali sono i sintomi Horan?! >> Zayn lo afferrò per la maglia.
<< Dimmelo perché forse sarò il prossimo! >> gridò fingendosi
traumatizzato e impaurito.
<<
Fatti forza amico! >> lo sostenne con teatralità il biondo. <<
Sognerai tua madre in perizoma >>.
<<
Dici sul serio? >> sgranò gli occhi Liam. << Sognare mia madre in
intimo osceno prima di salire all’altare, mi traumatizzerebbe ancora di
più…>> pensò ad alta voce.
I ragazzi
scoppiarono a ridere al viso impallidito di Liam.
<<
Oh hanno suonato alla porta >>, Zayn si alzò << Vado io >>.
<<
Louis >> annunciò il moro, quando rientrarono in salotto.
<<
Ehi amico, hai un’aria…ehm…grigiastra? >> commentò Louis dando una pacca
amichevole sulla spalla di Liam.
<<
Tutto bene. Ora sto meglio >> Liam afferrò la sua birra e se la scolò
tutta d’un fiato. << Accomodati >>.
La serata
del poker ebbe inizio, anche se con uno strano silenzio che rabbuiava il gioco.
Louis pensò se anche prima fossero stati così muti. Odiava il silenzio. Che
diavolo di festa era quella?
<<
Mi dite perché mi guardate in quel modo? >> Volle sapere sbuffando.
<<
Diccelo tu. >> lo sfidò Harry.
<<
Vedo che le notizie volano >> commentò aspro Louis.
<<
Considerala una specie di mafia-famiglia. >> disse Niall con un mezzo
sorriso.
<<
Oh chi è il capo? >> chiese con verso di scherno.
<<
Bè, quando si tratta di mia sorella, io. >> parlò una voce alle sue
spalle.
I ragazzi
si voltarono scorgendo la figura di Kyle posare la giacca e la valigetta sul
divano.
<<
Kyle >> Liam s’alzò scambiandosi una stretta di mano e un abbraccio amichevole
con il ragazzo.
<<
Congratulazioni amico >> sorrise il fratello di Juliet.
<<
Grazie. Ti va il poker? >>.
<<
E me lo chiedi anche? >> prima di prendere posto, Kyle si servì dal
frigo.
<<
Una birra Tomlinson? >> chiese.
<<
Sì grazie >> rispose cauto. Il fratello di Juliet emanava una tale
tranquillità che Louis si sentì grossomodo spiazzato.
<<
Diventeremo parenti >> Harry sorrise a Kyle.
<<
Così pare, a quanto hanno stabilito quella matta di mia sorella e la tua
ragazza. >> si sedette passando la birra a Louis.
<<
Ad ogni modo eri già parte della famiglia, quindi non fa differenza >>.
<<
Tornando a noi >> Kyle lanciò un’occhiata a Louis. << Tranquillo
Tomlinson. Ho deciso di lasciarti vivere >>
Louis lo
fissò stranito. << Scusami? >> domandò non capendo.
<<
Mia sorella ha già deciso cosa farne di te, quindi direi che non devo alzare un
dito >> ammiccò per poi continuare a bere.
<<
Cosa intendi con l’espressione “ ha già deciso cosa farne di te”? >>
chiese imperturbabile, sebbene intimamente nutrisse il presentimento che non
fosse nulla di buono.
<<
Questo deve dirtelo lei. >> convenne Kyle. << Harry, noto che le
tue carte sono da schifo >>.
<<
Maledizione >>.
<< Ed
io che speravo in una scazzottata amichevole >> mormorò Zayn poggiandosi
le mani dietro la nuca.
Kyle ghignò. <<
Purtroppo no, amico. Non oggi, almeno. >> L’ultima parte suonò allusiva.
<<
Sarò felicissimo di essere preso a calci in culo per ogni mio errore commesso
>> disse Louis.
Quest'ultimo giurò di aver visto Kyle sorridergli apertamente. Un vero sorriso, wow.
<<
Suppongo che Rachel sia acqua passata? >> chiese Harry squadrandolo.
<<
Oh sì. Mi ha tradito con Chris. >> spiegò Louis schietto.
Tutti i
presenti compresi Kyle, sgranarono gli occhi.
<<
Quando? >> tuonò Kyle.
<<
Ieri sera >>.
<<
Cazzo! A quello romperò sicuramente qualcosa. >> ringhiò.
<<
Si conoscevano prima che Rachel si mettesse con me, e si amavano già da prima
>>.
<<
Non ne sapevo niente. Chris non me lo ha mai detto… >> Zayn strinse la
mascella.
<<
Evidentemente il perfetto principe azzurro non è meglio di uno stronzo
rubacuori. >> li canzonò Louis godendosi le loro espressioni torve, non
dirette a lui stavolta.
<<
Evidentemente no. Zayn, passerò a farti una visitina in questi giorni sul set
>> lo avvisò Kyle.
Louis bevve rilassato dalla sua bottiglia. I ragazzi
avrebbero architettato una vendetta verso Chris, qualsiasi cosa fosse
non gli importava. Avrebbe dato l'opportunità a quel bastardo di
Chris di dirle la verità. Più niente lo avrebbe
allontanato da lei.
Più tardi a casa sua, scrisse velocemente un messaggio con il
cellulare- che ora sapeva che Juliet gli aveva regalato- e
digitò un messaggio.
Da: Louis
A: Juliet
Oggetto: Pensieri
Spero che tu mi abbia pensato. Io non ho mai smesso.
Come è andata la serata?
Non so se tuo fratello Kyle me lo ha detto per provocarmi, ma c'erano
gli spogliarellisti? Se è così, dobbiamo parlarne.
Sogni d'oro, piccola.
Louis ripose il cellulare sul comodino, chiudendo gli occhi con un sorriso ad increspargli le labbra.
Finalmente sei solo mia trigrotta...
Note dell’autrice
Buon pomeriggio splendori ^_^
Stavolta i ringraziamenti sono la prima cosa a cui mi dedico:
Vorrei rivolgere un sincero GRAZIE:
- ad ogni lettrice silenziosa,
- ad ogni meraviglia che ha lasciato una recensione e più di una
facendo sì che questa storia raggiungesse 169 recensioni in 13 capitoli (
numero impressionante per me çç),
- a chi porta The dress of seduction tra le storie seguite,
preferite o ricordate,
- a chi porta la sottoscritta tra gli autori preferiti, facendomi
sgranare gli occhi per l’onore inaspettato
- a chi mi scrive un messaggio per chiedermi quando pubblico…
Ognuna di voi è la mia roccia, senza di voi una scrittrice non può
essere definita tale, perciò grazie ragazze per esserci sempre… :* :’)
Ora possiamo urlare un: Bye Bye Rachel!!!! Vi mancherà??? Naah
sopravviveremo… XD Avete amato Louis e Juliet in questo capitolo?
Nel capitolo 15 ci sarà il matrimonio tra Danielle e Liam ^_^
Adesso spetta a Chris parlare con Juliet...lei come la prenderà?
Piaciuto questo capitolo? Ero un po’ titubante a postarlo, spero
sia stato di vostro gradimento…fatemi sentire la vostra, se
volete :3 Ora vi lascio, attendendo le vostre parole nelle recensioni
<3
Con affetto, vostra Ella <3
|
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Capitolo 15 *** Capitolo15 ***
pronto capitolo 15
Capitolo 15
Era
arrivato il giorno delle nozze di Danielle e Liam. Il Quartetto dopo un addio
al nubilato tra champagne, divertimento e risate insieme a Danielle, era pronto
a darsi da fare con i preparativi della cerimonia. Erano le otto in punto, e
Juliet sedeva al tavolo da cucina con Nat e Jade.
Quella
mattina, con gli occhi impastati dal sonno aveva controllato il cellulare e
piacevolmente sorpresa, aveva trovato un messaggio da parte di Louis.
Sorseggiando
il delizioso thè caldo dalla sua tazza, digitò una maliziosa risposta.
Da:
Juliet
A: Louis
Oggetto:
Segreto tra donne
Buongiorno.
Mi
lusinga che tu mi abbia pensato. A me è risultato abbastanza difficile,
considerando quanto ci stessimo divertendo alla nostra piccola festicciola.
Spogliarellisti?
Uhm...mi dispiace, ma mi è vietato divulgare certe informazioni.
Tu
piuttosto, novità da raccontarmi?
Perché
non stuzzicarlo? In fondo era un modo per farlo uscire allo scoperto. E poi,
Louis aveva parlato con Rachel? Juliet sperò di sì.
La
risposta di Louis non tardò ad arrivare.
Da: Louis
A: Juliet
Oggetto:
Non girare la frittata
Un’informazione
per un’informazione, ci stai?
Da:
Juliet
A: Louis
Oggetto:
Chi? Io?
Okay. Ci
sto.
Prima tu.
Da: Louis
A: Juliet
Oggetto:
Mantengo sempre la parola
Io e
Rachel non stiamo più insieme.
Ora, per
favore, vuoi rispondere alla mia domanda?
Non stanno più insieme!
Juliet
emise un lungo gridolino interiore.
Da:
Juliet
A: Louis
Oggetto:
Mantengo sempre la parola
Ho il
ricordo un po’ sfocato della serata di ieri, sarà per tutto lo champagne che ho
bevuto, ma ricordo di aver passato la serata in compagnia di un certo
Mike...piuttosto attraente, esperto nell’ intrattenimento…
Da: Louis
A: Juliet
Oggetto:
INTRATTENIMENTO?
Per
cortesia, vorresti illuminarmi su questa cosiddetta abile dote
d’intrattenimento di questo tizio?
Da:
Juliet
A: Louis
Oggetto:
Non urlare attraverso le lettere maiuscole con me!
Il tizio
ha un nome: Mike.
Voglio
dire, che le nostre bocche sono state occupate per tutto il tempo. Tutto.
Ora
scusami, ma il lavoro mi chiama.
Juliet
xxx
Juliet
posò il telefono sul tavolo, chiedendosi l’eventuale espressione del viso di
Louis leggendo il suo messaggio.
Aveva
esagerato?
Si morse
il labbro, convincendosi che era tutto a fine strategico.
Aveva
lasciato Rachel. E? Le avrebbe dichiarato amore? Un pizzico di gelosia lo
avrebbe spinto a dichiararsi?
Sogna Juliet, sogna…
<<
Juls, ritorna qui con noi. Non ti biasimo dato che ieri ci siamo crogiolate nel
vedere il film Magic Mike, sognando ad occhi aperti, ma dobbiamo tornare al
lavoro >> la redarguì in maniera divertita Jade.
Juliet
annuì, ridendo. Già il film, e invece nei messaggi aveva fatto di Mike il suo
strepper personale.
Scosse la
testa, ritornando sulla sua agenda.
Allison
era andata con Danielle a prendere i suoi genitori all’aeroporto, mentre Juliet,
Nat e Jade cominciarono con la tabella di marcia.
<< La
torta a sei piani con farcitura di crema, scaglie di cioccolato bianco e panna ci
sarà consegnata alle dieci. Boquet di rose bianche e viole selvatiche, pronto
per le dieci e trenta. Musica? >> chiese Jade a Juls.
<<
L’orchestra sarà pronta per le sei. Suite della sposa e dello sposo pronti
entro un’ora. Tavoli e sedie arriveranno per le tre. Sala da ballo pronta entro
le cinque. Nat? >>.
<<
Istantanee durante i preparativi, in posa una volta ultimati. Ritratti formali
all’interno e all’esterno. Fotograferò la torta e i preparativi prima, quindi
organizzerò l’attrezzatura. Le foto della famiglia e del seguito nuziale quindici
minuti prima della cerimonia. Dopo la cerimonia Karen si occuperà delle foto
dei parenti, dell’intera famiglia e degli sposi >> concluse Nat,
riferendosi alla sua assistente.
<<
Addobbi floreali e piccoli rinfreschi nella Suite della sposa e dello sposo
pronti entro mezzogiorno >> disse Jade prima di bere dalla sua tazza di
caffè.
<<
Damigelle e preparatrici dell’intero evento contemporaneamente. Mi considererò
davvero brava se sopravviverò >> commentò Juls stiracchiandosi sulla
sedia.
<<
Al matrimonio di Nat ingaggeremo delle assistenti. Delle assistenti d’elevata
bravura, su cui potremmo fare affidamento, come Karen >> decise Jade, e
contemporaneamente rispondere ad una chiamata << Promesse, buongiorno.
Sì, sono io…>>.
<<
Non vorrei passare per un'egocentrica, ma nessuno saprebbe fare meglio della
sottoscritta nel campo della fotografia. Ma considero Karen un’eccellente
sostituta. Almeno potrò godermi metà della cerimonia. >> convenne Nat con
un sospiro di sollievo.
<<
Al tuo matrimonio ogni singolo minuto sarà rivolto al divertimento, e
stessa cosa vale per noi >> le promise Juliet con un sorriso.
<<
Credo di essere affetta della sindrome da sposa >> dichiarò la rossa.
<<
Uuh…nervosa, ragazza? >> chiese Juliet dandole un buffetto sulla guancia.
<<
Ho comprato dieci paia di scarpe per il matrimonio >>.
<<
Ahi >>.
<<
Quant’è grave? >>.
<<
Non molto, ma dovrai sceglierne un solo paio, se non decidi di cambiarti le
scarpe ogni mezz’ora per il semplice gusto di farlo >>.
<<
Sarebbe un’idea, ma credo che farò giudicare a voi. Perciò domani faremo una
riunione sul tema delle scarpe. >> enunciò Nat alzando la voce per farsi
sentire anche da Jade, la quale riattaccò dopo la conversazione avuta con una cliente.
<< Domani ho un appuntamento con Harry, perciò propongo di fare questa riunione sul tema delle scarpe
nel pomeriggio >> propose la riccia.
<<
Andata. Anche tu hai l’aria inquieta. >> commentò sospettosa Juls.
<< Un
pochino a dirla tutta, ma solo un pizzico. Harry ha detto che è una sorpresa… E
a dirla tutta, non mi piacciono le sorprese perché ,appunto, mi rendono
inquieta, soprattutto se è Harry a farle >> sospirò la riccia con ironia.
<<
Ooh… >> Nat e Juls si guardarono con un’occhiata complice.
<< Cosa
c’è? >>.
<< Avanti
Jade, speri che sia quel momento…?
>> ammiccò Nat.
<<
Intendi dire quel momento? Dove mi chiede di sposarlo? >> Jade arrossì
leggermente << Bè a dirla tutta spero di sì. Se me lo chiederà aspettatevi un
segnale da parte mia >>.
<<
Tipo? >> chiese Juliet sorridendo.
<<
Mmh…>> Jade ci pensò su.
<<
Oh ci sono! Ci sono! Che ne dici di: SLDPFDM? >> esordì Nat con un largo
sorriso.
Juliet e
Jade alzarono gli occhi al cielo all’unisono, guardando la rossa
interrogativamente.
Nat
sbuffò, << Oh andiamo ragazze quanto siete anacronistiche! >>.
<< Sono
La Donna Più
Felice Del Mondo >> spiegò la signora G, mentre puliva il ripiano cottura
della cucina.
Juliet e
Jade sbatterono le palpebre sorprese.
<<
Visto? >> Nat indicò la signora G soddisfatta.
<<
Oh su non prendetevela ragazze, non c’è niente di male nell’essere
anacronistica >> le prese in giro la governante, ridacchiando.
<<
Anacronistiche a noi? >> sussurrò Juliet a Jade, fingendosi inorridita.
La riccia
sospirò. << Che vuoi che ti dica signora J? >>.
Le
ragazze scoppiarono a ridere divertite, insieme alla signora G.
Ricomponendosi,
la governante disse con un tono falsamente solenne: << Ora fuori di qui.
Avete un matrimonio da organizzare. Le carrozzelle sono parcheggiate sul retro
>> ammiccò.
***
<<
Liam, così le foto mi verrano uno schifo >> si lamentò Nat, mentre il
ragazzo non stava fermo un minuto.
<<
Eh? Oh scusa >> disse con un sorriso mortificato.
<<
Posso farti portare qualcosa di forte? >> gli propose Louis.
<<
No, grazie. Sto bene. Avremmo dovuto optare per un matrimonio mattutino. A
quest’ora saremmo già sposati. >> Liam si mise a camminare avanti e
indietro per la stanza.
<< Amore, se dovessi diventare così, ti prego prendimi a schiaffi. >> disse
Zayn alla sua fidanzata.
<<
Louis, se non erro sembri agitato anche tu. >> commentò sospettosa Nat
guardandolo di sottecchi.
<<
No. È colpa di Liam. Fa agitare anche me! >> mentì. << Juliet?
>>.
Nat
scosse la testa ridendo. << Dovrai aspettare un bel po’ per vederla.
Siamo tutte indaffarate. Quindi fatemi finire qui, che poi devo andare a
mettermi il vestito >>.
<<
Okay >>. Louis si sedette rassegnato. Voleva parlare con lei, e voleva
farlo al più presto. Accidenti a lei e a quel messaggio! Sorrise malizioso,
pensando che non appena l’avesse avuta di nuovo tra le braccia…
<<
Ehm scusate, si può? >>. Quella voce lo irrigidì come un palo.
<<
Chris? >> disse Zayn, quando la porta si aprì del tutto.
<<
Ciao ragazzi, scusate l’interruzione. Cercavo Juls, dov’è? >>.
<< Juliet
è impegnata. >> spiegò in tono freddo Louis.
<<
Ah ho capito. Vuol dire che la cercherò più tardi. A proposito: congratulazioni
Liam >> disse Chris con un sorriso rivolto allo sposo.
<<
Grazie >> Liam lo guardò imperturbabile.
Nat si
versò dell’acqua nel bicchiere. Quando Chris non fu più nella stanza, disse:
<< Che vi prende? Anche tu Zayn, sembrava che ti trattenessi dal
saltargli addosso >>.
<<
Non so se questo è il momento più opportuno per dirtelo. >> borbottò il
moro.
<<
Ho a disposizione… >> Nat guardò l’orologio. << Sette secondi.
Spara >>.
<<
Okay. Chris se la fa con Rachel da un po’. Stanno insieme e si amano >>.
Nat
barcollò, poggiando a stento il bicchiere sul tavolo. << Ora mi servono
quindici minuti per riprendermi. Che cosa?! >> guardò sconvolta Louis per
una conferma.
Quest’ultimo
annuì. << Ieri Rachel mi ha tecnicamente lasciato, per vivere la sua
storia d’amore con Chris. Lo conosceva ancora prima di conoscere me, ed erano
innamorati l’uno dell’altra già da allora >>.
<<
Vuol dire che Juliet non sa niente e che è anche stata tradita? >> Gli
occhi verdi di Nat si chiusero a due fessure.
<<
Già…>> ammise Louis con una smorfia dura.
<< Quello stronzo è venuto nel bel mezzo dei preparativi di un matrimonio con l'intenzione di dire
a Juliet che l’ha tradita? Voglio altri dieci minuti per appenderlo dalle palle
>> sibilò la ragazza.
Louis si
rallegrò. Chris uno stronzo! Rise intimamente, gustandosi il suo trionfo.
<<
Louis, ora ti apprezzo molto di più. >> dichiarò la rossa.
<<
Cosa farai? >> chiese Zayn alla sua fidanzata.
<<
Non posso dirlo a Juliet, anche se mi piacerebbe moltissimo. In questo momento
c’è un matrimonio da celebrare. >> disse Nat seria, per poi sorridere rassicurante
a Liam.
Quando Allie e Juliet ebbero finito di sistemare l’abito a
Danielle, quest’ultima iniziò a commuoversi.
<< Ferma! Ti si scioglie il trucco! >> disse
Jade sorridendole.
<< Scusatemi >> Danielle sbattè gli occhi per
scacciare le lacrime.
<< Sei un sogno Danielle. >> commentò Juliet
abbracciandola.
<< Grazie. Grazie a voi >>.
<< Sciocchezze. Per noi è un vero piacere coccolarti.
>> Allie l’aiutò a metterle le scarpe.
<< È la politica di Promesse >> convenne Jade
ammiccando a Danielle.
<< Signor Peazer, gradisce qualcosa di forte?
>> chiese una divertita Juliet, guardando l’espressione entusiasta e
insieme commossa che aveva il padre nel guardare sua figlia
<< Oh mi servirebbe, grazie signorina Anderson
>>.
<< Juliet, la prego. Ecco a lei. Signora Peazer?
>> Juls indicò dell’acqua.
<< Sì la ringrazio. >> La madre di Danielle
accettò il bicchiere d’acqua con una scorza di limone.
<< Okay. Adesso che tu sei favolosamente bella,
direi che possiamo cambiarci ragazze. >> disse Allie verso Juliet e Jade.
<< Ottimo. Avviso Nat. >> disse Jade accendendo
l’auricolare.
<< Ce la fai a rimanere da sola per dieci minuti al
massimo? >> chiese Juls a Danielle.
<< Certo. Magari ne approfitterò per distendere i
nervi >>.
<< Bene. Oddio quasi me ne dimenticavo! >>
Juliet si mosse verso una scatola.
<< Cosa? >> chiese Danielle piacevolmente
incuriosita.
<< Signor Peazer, vuole avere lei l’onore? >>
domandò Juls mostrando ai presenti il velo e la sottile tiara di diamanti.
<< Sarebbe un onore >> il padre si commosse
ulteriormente quando mise la tiara con il velo sul capo di Danielle.
<< Ti voglio bene, papà. >> mormorò la ragazza
con voce emozionata.
<< Anch’io piccola mia. >> Le baciò la fronte
teneramente.
Juliet si morse il labbro che tremolò un po’, alla vista
di quel toccante momento padre-figlia.
Era difficile non pensare che lei non avrebbe mai avuto un
momento come quello che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi.
Guardò Jade, e subito lei l’abbracciò da dietro capendo cosa stesse provando.
<< Juls, loro saranno sempre con noi. >> le
sussurrò con un sorriso rassicurante, riferendosi anche ai suoi genitori.
Non fisicamente, ma suo padre l’avrebbe guardata, n’era
certa. Voleva crederci perché lui era sempre stato al suo fianco: quand'era piccola e andava all'asilo, il primo
giorno del college, ma non nel giorno del diploma, e non aveva potuto far
vedere al padre a che punto fosse arrivata nel suo cammino lavorativo. Ma
dentro di lei, credeva che lui lo sapesse ugualmente. Pensava sempre a suo
padre, e la rincuorava sapere che le persone che hai tanto amato, seppur non
essendoci, continuano a vivere dentro di te.
<< Lo so. >> rispose con gli occhi un po’
lucidi. Sorrise all’amica. << Andiamo. Sono ansiosa di indossare l’abito
che ha confezionato Allison >>.
Jade annuì, dopodichè lasciarono la stanza, con Nat che le
raggiunse poco dopo.
<< Perché mi guardi così? >> sbottò Juliet,
vedendo con quale espressione la rossa la fissava.
<< Niente >>.
Nat non adottava mai quel tono serio e irritato,
soprattutto durante un evento.
<< Ti senti bene? >> volle sapere Juliet.
Ma Allie le interruppe, mostrando loro gli abiti da
damigella. Entusiaste, quando ebbero finito di vestirsi, erano quattro
damigelle consone ad un ballo reale. Juliet si specchiò nel grande specchio,
ammirando lo splendido abito color cobalto, lungo e a sirena. Rispecchiante il
tema del ballo, indossò la maschera argentata decorata con un nastro argento
intrecciato lungo i bordi e una raffinata filigrana circondante i buchi per gli
occhi.
<< Allie, gli abiti sono favolosi. Le maschere che
coprono soltanto gli occhi sono strepitose. Molto eleganti. >> si
complimentò Juliet.
<< Troppo buone, troppo buone. >> Allie fece
una riverenza. << Danielle ne avrà una dello stesso colore dell’abito.
Poi ne ho fatte altre centosessanta più semplici per le donne presenti alla
cerimonia. I miei collaboratori le stanno distribuendo all’entrata >>.
<< Okay, adesso devo tornare da Danielle >>
s’allontanò Jade.
<< Vengo con te. >> disse subito Allie.
<< Vado a controllare che Karen abbia tutto sotto
controllo >> e si congedò anche Nat.
Juls non fece nemmeno in tempo a fermarla, che diretta
verso l’uscita andò a scontrarsi con un corpo, le cui mani la cinsero
all’istante.
Alzò lo sguardo cautamente, inebriandosi dell’ormai
familiare odore di Louis.
Accidenti! Quant’era sexy con quei capelli alzati
disordinatamente, l’accenno di barba sulle guance, la camicia bianca aderente, la
giaccia- sgranò gli occhi nel vederlo per la prima volta in un completo blu
scuro- che gli dava quell’aria da uomo d’affari. Notò con divertimento che la
cravatta, per quanto avesse tentato di sistemarsela, era ridotta ad un nodo
sbarazzino.
Lui sembrò restare a bocca aperta per un istante, poi un espressione
imperturbabile gli si stampò in faccia, mentre lentamente la spingeva verso
l’interno della stanza.
Juliet era ancora scossa da quella divina visione, che
riuscì a tirar fuori un: << Ciao >> alquanto flebile. Poi
ricordandosi del messaggio provocatorio che gli aveva mandato quella mattina,
si irrigidì.
<< Ciao a te >> mormorò Louis restandole ad un
soffio dal viso.
<< Dovrei andare… >> tentò di sottrarsi alla
sua presa, senza successo.
<< Da nessuna parte. Allora, cos’è questa storia di
questo Mike e delle vostre bocche alquanto impegnate? >> Il tono era
calmo, apparentemente dolce. Brutto segno.
Mmh non riesco a pensare se mi
stai così vicino,
Juliet si morse il labbro.
<< Oh Mike, sì, decisamente un tipo poco loquace…
>>. Continua così, puoi farcela.
<< Bravo in altre cose…>>.
Arretrò finendo schiena contro la parete. Dannazione,
com’era finita al muro?! Louis la intrappolò poggiando un braccio sul muro, di
lato al suo viso.
Poi scosse la testa, lentamente, con uno sguardo
penetrante che Juliet trattenne il fiato, in trepidante attesa.
<< Ah Juliet…cosa devo fare con te? >> le
sfiorò con un dito il labbro inferiore.
Io avrei una mezza idea…pensò lei con un ghigno
malizioso, che Louis catturò con la sua bocca.
Premendo le sue labbra contro quelle di Juliet, fece
scivolare la lingua dentro di lei, languidamente e appassionatamente,
accarezzando con foga la lingua di lei con la propria.
<< Non smetterei mai di baciarti… >> le mormorò sulle labbra,
poi con una mano aperta posata sulla schiena l’attirò a sé, premendole una mano
sulla nuca per aumentare l’intensità del bacio.
<< Con o senza maschera, per me sei un libro aperto,
Juliet. Volevi vedermi geloso? >> si staccò da lei, avvinghiando il suo
sguardo con il proprio.
<< Ci sono riuscita? >> volle sapere lei, col
fiato corto per il bacio.
Louis alzò un sopracciglio, << Se per riuscirci
intendi che sono andato a ricercare il nome di questo Mike sui giornali per
spogliarellisti, allora sì. Poi ho sentito Nat discutere su un certo film
chiamato Magic Mike con Allie, poco fa. Cos’hai da dire in tua difesa ? >>.
<< Assolutamente niente, ora scusami, ma devo
proprio, oh! >> si bloccò quando Louis si avventò nuovamente sulla sua
bocca, prendendole il viso tra le mani, accendendo senza accorgersene l’auricolare
che Juliet portava all’orecchio. << Mi volevi geloso? Eccoti accontentata
>> mormorò passandole un mano sul corpo, dai fianchi, fino al seno e poi
su per la gola.
<< La prego, si sieda qui signor Peazer >>
disse Allie facendo accomodare il nonno di Danielle.
<< Grazie signorina, le mie gambe non sono più quelle
di un tempo…>> sospirò il signore, chinandosi per sedersi.
Allie sorrise, poi un suono, simile ad un flebile lamento,
la fece immobilizzare sul posto.
<< Si sente bene? >> domandò.
Il signor Peazer la guardò senza capire. << Sì, non
dovrei? >>.
<< No scusi, mi era parso di sentire… >> si
bloccò udendo nuovamente il suono, questa volta più profondo.
Sgranò gli occhi, un
gemito?
Si guardò intorno, poi sbarrò gli occhi, battendo un dito
sull’auricolare che portava all’orecchio.
Nat che doveva essersi accorta della sua espressione
attonita, si avvicinò. << Ehi hai sentito anche tu quello che ho sentito
io? >>.
<< Ah-aha >> Allie fece un cenno con la mano a
Jade, e questa si avvicinò.
<< Si può sapere cosa state facendo immobili?
Dobbiamo… >> aggrottò la fronte. << Cos’è questo brusio? Lo sento
solo io? >>.
<< Sembra come se qualcuno stesse…>> cominciò
a dire Nat, poi si bloccò. << Oh cristo, è Juliet >>.
<< Che? Con chi diavolo… >> Jade sembrò
riflettere.
<< Da sola, ha colto l’occasione per masturbarsi
prima di un evento! Con chi vuoi che stia? >> la rimproverò Allie, poi
sbuffò. << Io che ho litigato con Niall, e lei se la spassa, non è giusto
>>.
<< Hai litigato con Niall? >> Jade sembrò
esterrefatta. Quei due litigavano raramente.
<< Sì, ha deciso di riprendere il cammino del
calcio, dopo che si è fatto male, ha deciso di prendersi una pausa con il
negozio di strumenti, ma adesso vuole riprendere da dove ha lasciato >>.
<< E qual è il problema? >> chiese Nat
confusa. << è il suo sogno no? >>.
Allie mise il broncio. << Sì lo so, ma ecco dovrà
stare via per quando lo chiameranno…sai tutta quella roba dei contratti
>>.
<< E? Scusa, un momento soltanto >> Nat alzò il dito,
si schiarì la voce << Juliet! Non è il momento di una sveltina, vieni
subito qui ragazza! >> la chiamò a gran voce attraverso l’auricolare.
Juliet si immobilizzò quando udì la voce di Nat attraverso l'auricolare, paonazza
in volto imprecò: << Cazzo! L’auricolare! >>. Riluttante posò un mano sul torace di Louis.
<< Mmh devi proprio andare? >> mugolò lui, strofinando
il naso sul suo collo.
<< Nat arrivo subito. Louis devo assolutamente
andare >> disse Juliet, pacata.
Louis sospirò. << Va bene. Ma la mia vendetta non
finisce qui, piccola, ci vediamo dopo >> le stampò un leggero bacio sulle
labbra poi lasciò la stanza.
Prima che le ragazze potessero aprire bocca, Juliet le
fermò con un gesto della mano: << Dopo >>.
Jade annuì, concordante. << Allie ha litigato con
Niall >>.
<< Cosa?! >> Juliet non potè credere alle
proprie orecchie.
<< Io direi piuttosto una discussione accesa
>> chiarì Allie, << ma di questo parliamo dopo, abbiamo un
matrimonio da portare a termine >> indicò alle sue spalle. Poi come
damigella d’onore s’incamminò lungo la navata per prima.
<< Accidenti, sono nervosa. Preferisco di gran lunga
essere dietro le quinte >> bofonchiò Juliet, allisciandosi il vestito con le mani.
Buttò un'occhiata ad uno specchio nel corridoio, e con suo imbarazzo notò i
capelli leggermente arruffati, le labbra rosse e le guance rosee.
<< Stai un incanto Juls >> Nat ridacchiò divertita dell'espressione dell'amica.
Le lanciò un’occhiata di rimprovero, passandosi le dita tra i capelli per sistemarli.
<< Anche al tuo matrimonio starai dietro le quinte?
>> Jade rise bonariamente.
Juls alzò un sopracciglio << Matrimonio? Con chi?
Con il fantasma formaggino? >>.
<< Il fantasma formaggino è adorabile, ma credo che
Louis lo sia di più >>.
<< Louis? Matrimonio? Adorabile? Mi sono persa qualcosa? Dimmi
che non hai bevuto proprio adesso! >> la rimbrottò. Un peluche era
adorabile, Louis era un dio della tentazione, che le mandava in fumo il
cervello.
<< Non ho bevuto. Sto dicendo che Chris non si è
fatto vivo, e che Louis non si è presentato con Rachel, quindi…>> La
riccia lasciò la frase in sospeso.
Juliet divenne pensierosa. Chris voleva parlarle ieri, ma
lei era incasinata con il lavoro. Oggi invece non l’aveva proprio visto.
Qualche tempo fa, gli aveva detto che sarebbe stata la damigella di Danielle al
suo matrimonio, e lui si era offerto di farle da “cavaliere”, ma a quanto
pareva il ragazzo le aveva fatto un bel bidone. Non ci aveva pensato prima di
adesso, e se ne sentì turbata.
Si domandò se il ragazzo non avesse avuto qualche tipo di
contrattempo, o roba del genere.
Scacciò quel pensiero, quando Jade le fece un cenno col
capo.
<< Tocca a te, dritta e sorridi >>.
Sperando di apparire al meglio, Juliet sorrise incerta, mentre camminava
lungo il tappeto e gli invitati seduti la guardavano con un’espressione allegra,
e non derisoria come si aspettava. Doveva dirlo: essere una damigella era una
vera forza dopotutto.
Adocchiò Liam, il quale le sorrise e lei ricambiò
ammiccandogli.
Niall era in piedi al fianco dello sposo, con Allison a sinistra dove
Juls le si affiancò.
Poi vide Louis seduto in prima fila, ma saettò lo sguardo
altrove, per non distrarsi e pensare al bacio passionale di poco fa.
Fu il turno di Nat e Jade, e poi la marcia nuziale partì e
tutti gli invitati si alzarono per volgere gli sguardi verso la magnifica sposa
accompagnata dal padre verso l’altare.
Liam prese la mano di Danielle, e si guardarono per un
lungo istante.
Lui le mimò un “ti amo” e lei gli strinse la mano per poi
dirgli “anch’io”.
Louis non staccò i suoi occhi affascinati da Juliet, la
quale era completamente assorta nel seguire la cerimonia. Sorrise teneramente
per l’espressione catturata di lei. In quell’abito lungo era bellissima. I suoi
occhi scivolarono sulle curve seducenti di lei, in una danza venerante. Avrebbe ballato con
lei, si promise, e l’avrebbe toccata tenendola di nuovo tra le sue braccia. Era
incredibile come lei riuscisse a rapirlo in quel modo. Juliet era qualcosa di
sorprendente per lui. Sapeva che nessuna donna lo aveva mai colpito in quei
termini. Erano sempre tutte bendisposte nei suoi confronti. Invece Juliet no. Il
suo animo combattivo permeava in lei, nonostante lo avesse corrisposto quando
l’aveva baciata, lei aveva lottato contro la sua lussuria con la stessa foga,
come a volergli dimostrare che non sarebbe mai stata facile per lui. Louis
aveva sempre apprezzato le cose facili da ottenere, ma quella ragazza era
una sfida che lo stuzzicava in maniera carnale.
Dopo aver pronunciato le promesse, il prete li dichiarò
marito e moglie, e Danielle e Liam si baciarono in un coro di fischi e
applausi.
Molteplici prelibatezze deliziarono il palato degli
invitati, e quando le dame indossarono le maschere, l’orchestra cominciò a
suonare.
Juliet si commosse nel vedere Danielle e Liam dare inizio
alle danze. La riccia aveva scelto di non indossare la maschera per il semplice desiderio di poter
guardare suo marito negli occhi e danzare stretti l’una all’altra.
Le luci soffuse, e le migliaia di candele realizzavano il
tema romantico e intimo del matrimonio.
Harry prese Jade per mano come un vero cavaliere e la
portò a ballare. Lo stesso fece Zayn con Nat, la quale non perse tempo e lo baciò con trasporto.
<< È tutto bellissimo. Liam e Danielle sono
bellissimi. >> mormorò Allie commossa, e prese un fazzolettino.
<< Pensa a quello di Nat. Piangeremo a dirotto per
tutta la sera prima, e anche durante il matrimonio. >> Juls si soffiò il
naso.
<< Sì. Dio che bello, manca poco! >> Allison
brindò con lei.
Juls guardò gli occhi blu dell’amica brillare di tristezza. Era chiaro che stesse pensando a Niall.
L’abbracciò ed Allie ricambiò prontamente.
<< Grandioso un abbraccio. Mi serviva proprio.
>> ammise ricambiando.
<< Allie, devi parlare con Niall >> la spronò
Juliet dolcemente.
Allison si staccò, << Hai ragione, mi sono
comportata come un’idiota >>.
Juliet sorrise, << Felice di sentirtelo dire. Ora vi
lascio soli >>.
<< Eh? >>.
<< Voltati >>.
Allie fece come le disse, e incontrò lo sguardo di Niall.
<< Ehi >> soffiò fuori, chinando poi il volto per guardarsi le
mani.
Lui le prese il mento tra le dita, alzandole il volto.
<< Mi conceresti un ballo? >> sorrise.
Allie annuì, poi prendendo coraggio, mentre Niall la
portava sulla pista, gli disse: << Niall, mi dispiace tanto per stamattina.
E solo che so cosa vuol dire lavorare nell’ambiente calcistico. Mio fratello
Joe non c’è quasi mai a casa per i viaggi con la squadra, e al pensiero che tu
possa stare lontano…da me, mi fa paura. Il pensiero che tu possa stancarti
di me, e magari preferire una di quelle bionde, perché ho fatto un sondaggio
sai? La maggior parte dei calciatori scelgono come compagne ragazze bionde, perciò
direi che magari sono più adatte a loro…okay sto blaterando. Il punto è che mi
sono comportata come una bambina egoista e capricciosa, ti chiedo scusa e
voglio che tu sappia che avrai tutto il mio appoggio >>.
<< Allie? >>.
Lei alzò lo sguardo, timorosa, ma il tono di Niall suonò dolce e divertito.
<< A me non piacciono le bionde. A me piaci tu.
Sarai sempre e solo tu Allie, per il resto della mia vita >> si staccò
leggermente da lei, frugò nella tasca dei pantaloni, estraendo un cofanetto a
forma di pallone da calcio. << Aprilo >>.
Allie sbattè le palpebre, sorpresa e curiosa lo aprì, prendendo tra
le mani una collanina avente come ciondolo un piccolo fischietto decorato da
strass.
<< Un fischietto per la mia bellissima coach >> mormorò Niall
con un largo sorriso.
<< Wow Niall, è…oh mio dio >> le mancò il
fiato quando scrutò vicino al fischietto un anello. Un anello!
Niall prese la collana dalle dita tremanti di Allie, troppo emozionata per staccare quell'oggetto tanto ricco di significato.
Quando glielo infilò al dito, uno sguardo azzurro penetrante catturò il suo
color indaco. << Se vorrò intraprendere questo nuovo cammino della mia
vita, desidero che tu sia al mio fianco Allie. Senza di te non avrebbe senso,
ti chiedo scusa se ci ho messo molto, ma mi conosci >> ridacchiò, poi
baciandole la punta del naso, e intrecciandole le mani con le proprie, coprì le
labbra con le sue. << Ti amo Allison Hart. Vuoi sposarmi? >>.
Allie trattenne il fiato, gli occhi lucidi di lacrime,
si gettò tra le sue braccia, con un sorriso radioso. << Sì Niall! Cento
volte sì! >>.
Niall rise di gioia, baciandola con amore, mentre
tutti i loro amici ghermirono la sala d’applausi e congratulazioni.
Juliet tirò su col naso strafelice nel guardare la sua
amica ballare con il suo futuro marito. << Fazzoletto? >> sentì la
voce di Louis alle sue spalle.
<< Grazie >> Juls soffiò forte. << Tieni
>>.
<< Tienilo tu, tranquilla >> Louis le sorrise.
<< Grazie, di nuovo >>. Bene adesso che si trovavano
in un territorio neutro, Juliet poteva rilassarsi. << E così hai lasciato
Rachel... >> non aveva avuto la possibilità di parlarne chiaramente.
<< A dirti la verità, è lei che ha lasciato me
>>.
Juliet aggrottò la fronte, sbigottita. Com’era possibile
che Rachel lo avesse lasciato di sua spontanea volontà? C’era una falla in
quella dichiarazione, e lei voleva scoprire quale.
<< Mi stai dicendo che la bionda ti ha dato il ben
servito senza alcun motivo? >> lo squadrò per bene. << Dimmi
cosa c’è sotto, Louis >>.
Era normale quella reazione da parte di lei. Louis sapeva
che Juliet non lasciava correre niente in una conversazione.
<< Te lo dirò. >> cominciò lui.
<< Bene >> Juliet annuì, aspettando che
parlasse.
<< Dopo che avrai ballato con me >>.
E poi sarei io quella che rigira la frittata, pensò lei
alzando gli occhi al cielo.
Tutti stavano ballando, in quella deliziosa magia e amore
che scintillava nell’aria, e Louis stava aspettando il suo consenso.
Esitò per un istante, pensando se fosse una buona idea, ma
in fondo voleva delle spiegazioni, e se questo comportava un ballo, allora Juls
avrebbe accettato.
<< Va bene. Ma prima vieni qui >> Il suo tono
non ammetteva repliche.
Louis sorrise incuriosito. << Vuoi un bacio bella
donzella? >>.
<< No. Voglio sistemarti quella cravatta, perché è
un disastro! >> lo beffeggiò cominciando a sistemargliela.
<< Questa giacca è insopportabile. Sembro un
manichino, e la cravatta è orrenda. >> borbottò Louis guardando le mani
di Juliet fare un nodo e poi un risvolto con quell’ambiguo affare che
considerava la disgrazia degli uomini.
<< Mi piace vederti vestito così. Non stai male in
fondo. >> gli sorrise genuinamente guardandolo negli occhi.
Juliet indossò la maschera, e Louis la prese per mano.
<< Io “non sto male”, e tu invece sei bellissima. Sfigurerò nel starti
vicino >> mormorò.
<< Perciò suppongo che ti stai rifiutando…>>
lo canzonò lei con un ghigno.
<< No no, vieni. >> La portò sulla pista da
ballo.
<< Peccato, ci speravo. >> mentì Juliet mettendogli
le braccia al collo in un atteggiamento naturale. << Quanto devo
aspettare per una spiegazione? >>.
<< Quanta fretta! >> Louis scosse la testa.
<< Lasciati andare >> la incitò cingendole la vita con le mani.
Lei continuò a guardarlo, sebbene la maschera limitasse
la visuale dell’intero viso di Louis.
<< Lo sai che ho perso il mio cellulare? >>
esclamò d’un tratto Louis imperturbabile.
Juliet digrignò i denti chiudendo gli occhi a fessura di botto. << Che cosa? >>.
<< Non so dove sia…>>.
<< Ripeto: che cosa? >>.
<< Perché quella faccia? >> le chiese Louis
con un mezzo sorriso.
<< E me lo chiedi? Ti rendi conto… >> Juliet
si ricordò che per lui era Rachel l’autrice di quel regalo. Esitò.
<< Fa niente. Ne troverò un altro >> continuò
Louis facendo spallucce, e questo la irritò palesemente.
<< Per te è facile parlare! Era l’ultimo modello
porca miseria! >> eruppe Juls staccandosi da lui.
Louis la riafferrò prontamente, con un’espressione
beffarda stampata in faccia. << Ah sì? Perché ho come l’impressione che
tu sia arrabbiata? >> la punzecchiò.
<< Perché mi fa arrabbiare che tu abbia perso il
cellulare! Non me ne frega niente dei soldi, ma era la premura che ci ho
mes…>>.
Louis le parò davanti il cellulare. Intatto e concreto.
<< Che ci hai messo? >>.
Cavolo. Juls rimase interdetta. Poi capì l’imboscata in
cui era caduta, e ci rimase ancora più di sasso. << Tu lo sapevi…Come?
>>.
<< Me l’ha detto Rachel. Mi ha confessato che non
è stata lei, ma non sapeva nemmeno chi realmente fosse stato. Così ho pensato
alla tua reazione eccessiva in macchina l’altro giorno e ho tirato le somme
>>.
<< Complimenti Sherlock >> Juls alzò le sopracciglia
con un’espressione stranamente compiaciuta.
Ma il comportamento di Rachel per lei rimaneva un totale
enigma.
<< Perché non me l’hai detto? >> le chiese
serio e dolce insieme, mentre continuava a cullarla in quella melodia che
diffondeva l’orchestra.
Juls fece spallucce. << Non lo so. E poi l’ho fatto
perché quello vecchio è caduto in acqua a causa mia >>.
<< Veramente non è stata colpa tua. Madre e Natura
aveva deciso di farmi fare un bagno, tutto qui >>.
<< Mettila come vuoi >>.
<< Attenta, non stai seguendo il ritmo. >> le
sussurrò Louis.
<< È un po’ difficile, visto che ti sei, come dire,
incollato >> Juliet deglutì piano, facendogli segno di concederle almeno
qualche centimetro in più.
Louis la fece girare su se stessa, poi si riavvicinò
chinando il capo.
Per un istante Juls pensò solo alle labbra di Louis, che
si avvicinarono furtive alla sue. Lui ebbe la geniale idea di allontanarla, senza che lei
se n’accorgesse, dalla pista da ballo, con piccoli passi che la portarono
inevitabilmente a seguirlo. Ad ogni passo la distanza tra loro si dimezzava, e
quando lui le fu ad un soffio dalle labbra, disse molto sommessamente: <<
Concedimi un appuntamento, mia bella donzella >>.
<< Un cosa? >> Juliet era completamente
assorta dal fissargli le labbra.
<< Un appuntamento. Io e te, soli >>.
<< Non so se…>>.
Louis le accarezzò la schiena disegnando piccoli cerchi
con l’indice e il medio. << Esci con me >> ripetè baciandole lievemente
l’angolo della bocca.
Certo che quel ragazzo sapeva essere persuasivo, dovette
ammettere Juliet mordendosi un labbro.
Un bacio, un ballo e adesso un appuntamento?
Uscire con lui?
Un tempo avrebbe detto di sì senza farselo ripetere due
volte.
Un tempo, quando non sapeva cosa si celasse dietro quelle
proposte.
Aveva paura e si sentiva una stupida.
Stupida, perché era convinta che questa cosa potesse
andare oltre l’immaginabile.
Stupida, perché si stava innamorando di
lui.
Stupida, perché desiderava stare con lui.
Louis le baciò l’altro angolo della bocca.
Poi la guancia in una lieve carezza con le labbra.
Juliet non riusciva più a pensare. Era spaventata dalla forza dei suoi sentimenti e non poteva
ammetterlo.
Si era sempre ripetuta di non mostrarsi mai più
vulnerabile davanti un uomo.
E soprattutto, desiderava capire se Louis provasse un
sentimento al di là dell’infatuazione.
Perciò se Juliet voleva delle risposte, doveva tenere lei
il comando della situazione.
<< Avrai una risposta, soltanto se mi dai un
chiarimento riguardo la questione di prima. In fondo avevi detto un ballo.
Questo è giocare sporco. >> Sorrise maliziosa tenendo il mento sollevato
in un atteggiamento superiore.
Louis sospirò passandosi una mano tra i capelli.
Quella donna era davvero incredibile.
<< Avrei sperato di non dirtelo io,
ma…>>.
<< Juliet >>
Lei si girò sentendo una voce familiare provenire oltre le
spalle di Louis.
Volse lo sguardo e vide Chris.
Note dell’autrice
Buona sera a tutte splendori, ecco qui il capitolo 15, ce l’ho
fatta a pubblicarlo finalmente! Avevo intenzione di farlo ieri ma avevo ospiti a casa .-.
Un capitolo ricco di magia e amore per alcuni dei personaggi :3
Anche Allison e Niall si sposeranno, siete contente? Mi è piaciuto
molto scrivere la loro scena, spero l’abbiate trovata romantica e dolce quanto
me <3
Il capitolo sarebbe uscito molto più lungo, ma l’ho dovuto fermare
temendo di annoiarvi troppo .__. comunque sia Chris parlerà con Juliet,
perciò preparate i festoni di addio per il ragazzo ^_^
E lei accetterà di uscire con Louis? Ora non ci sarà più nessuno
ad ostacolarli, ma loro si dichiareranno l’uno all’altra?
Non dimenticate che Juliet ha avuto un passato sentimentale
difficile, perciò è normale che sia riluttante a lasciarsi andare, e Louis
dovrà aprirsi anche lui se vorrà conquistarsi la sua fiducia.
Dato che il capitolo è lungo come già detto, non voglio farvi perdere tempo con le
mie ulteriori parole, ma ci tengo a ringraziare coloro che hanno recensito lo
scorso capitolo :3 190 recensioni!! Oddio vuol dire che supererò le 200
recensioni?? Questo è tutto nelle vostre mani ragazze.. :)
Grazie a tutte coloro che
leggono la mia storia, vi amo di tutto cuore, aspetto le vostre considerazioni, naturalmente se me le merito <3
A presto
Vostra Ella <3
|
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Capitolo 16 *** Capitolo16 ***
fattooo
Capitolo 16
<< Chris? >> Juliet non sapeva se essere
contenta che fosse lì o no, dato che aveva interrotto Louis in un momento
cruciale.
<< Ehi scusami davvero, ma mi avevano detto che eri
molto indaffarata e non volevo disturbarti. Poi ho avuto una chiamata dallo
studio e sono dovuto correre di nuovo lì >>.
Louis restò tra lei e il ragazzo fermo come un muro
divisore, tanto che Juls dovette spostarsi per vedere Chris.
<< Oh non preoccuparti >> si avvicinò
leggermente a lui, ma Louis la bloccò. Lei si tolse la maschera, guardandolo
circospetta.
<< Posso parlarti? >> le chiese Chris tendendo
la mano per prendere la sua.
<< Cert…>>.
<< Al momento è un tantino occupata. Passa tra un
secolo e forse, dico forse, sarà disponibile >> disse Louis in tono
acido.
Juls gli lanciò un’occhiataccia rimproverante.
<< Certo Chris >> gli sorrise allontanandosi
con lui.
Maledetto armadio del cavolo, sibilò Louis stringendo la
mascella.
Chris aveva un’espressione tesa stampata in volto, mentre si dirigevano in
giardino per avere un po’ di tranquillità.
Juls continuò a sorridere, anche se il sorriso divenne
incerto, quando Chris si fermò e la guardò in maniera strana.
<< Sei molto dolce, Juliet. Mi piace stare con te.
>>.
<< Ehm…>> Cosa doveva dire? << Anche tu
lo sei >>.
Aleggiava una strana atmosfera intorno a loro e questo la inquietò.
Chris sembrava impacciato come se non riuscisse a trovare
le parole per confessarle qualcosa.
Oh mio dio…non mi chiederà di sposarlo?!
Juliet lo fissò attentamente, in apprensione e immobile.
Okay, non era mai stato un tipo paziente, e quel silenzio
la stava agitando.
<< Chris, cosa vuoi dirmi? >> Quasi ebbe paura
a chiederlo, ma non ne poteva più di stare lì in piedi con lui d’un tratto muto
come un pesce.
<< Non è facile...Ricordi, quando ti raccontai di
quella donna che mi aveva lasciato per un altro? >>.
<< Sì…e allora? >>.
<< L’ho ritrovata >>.
Juliet non riusciva a capire il filo del discorso.
<< Oh, capisco >> buttò lì. << E? >>.
<< Lei è…>> Chris guardò da un’altra parte.
<< Chris parla! >>.
<< È Rachel >>.
Juliet restò pietrificata. << Rachel? Rachel la
fid…cioè l’ex di Louis? >>.
<< Sì è proprio lei >>.
<< Perché…perché non me l’hai detto? la prima sera
quando incontrasti me, rivedesti lei…>>.
Ora Juliet si spiegava il loro strano atteggiamento.
<< Pensavo di averla dimenticata, te lo giuro, ma…la
amo ancora >> Chris la guardò con…compassione?
Quella era compassione? Juliet divenne glaciale.
<< Lei ama te? >>.
<< Sì >>.
<< Bene.Chris…? >> Non c’era bisogno di
chiederlo. Si vedeva da come lui la guardava.
Con compassione e dispiacere.
Per lei.
L’aveva tradita. Juliet lo capì dal suo atteggiamento.
Il perfetto cavaliere…Il ragazzo buono e premuroso...un
emerito bastardo.
Scosse la testa, non credendo a quello che le era appena
successo.
Cornuta e umiliata.
Udì la musica terminare dalla sala.
Nessun pianto la investì. In fondo non era innamorata di
Chris, grazie al cielo, non di lui.
Questa volta non era caduta nella trappola.
Si rianimò. Tentò di sorridere, ma invano.
Incontrò gli occhi di Chris e li fissò con imperturbabilità.
<< Sai non c’è bisogno di sentirti in colpa. Non sono la povera cretina,
che s’innamora di un visino apparentemente dolce. Buona fortuna con Rachel.
>>. Sorrise, un sorriso che non implicò gli occhi, poi si voltò, senza volere una risposta e con passo
tranquillo lo lasciò lì da solo, sperando di avergli dato una bella batosta.
Juliet raggiunse la folla, per vedere Liam e Danielle
partire per la luna di miele. Non prima che la riccia lanciasse il boquet e
questo finì nelle mani di Phoebe.
Non si era nemmeno accorta della presenza di Kyle alla
festa. Vestito con una giacca di un blu scuro e una camicia di lino nera, sorrideva
amorevolmente a Phoebe. Fischiò per richiamarlo, e quando lui si voltò lei ammiccò.
<< Te l’avevo detto! >> gli urlò Juliet con
un’espressione compiaciuta.
Kyle rise, e diede un bacio sulle labbra a Phoebe, facendo
esultare i presenti.
Juliet intravide la figura di Louis, e quando lui posò gli occhi
su di lei, quest’ultima abbozzò un mezzo sorriso.
Louis stava per dirle la verità. Era sicura di questo.
Lui capì che quello non era il momento di andarle in
contro. Lo capì dal modo in cui lei lo guardò, che voleva stare per conto suo
adesso.
Va tutto bene, piccola… Le avrebbe voluto dire a parole,
ma le fece un sincero sorriso rassicurante.
Voleva solo un attimo per riflettere, perciò Juliet si
diresse nella cucina.
Si aprì il frigo e si versò da bere.
Un'ora più tardi, passata a rimuginare, Juliet si alzò dal tavolo con in mano la bottiglia di birra.
Jade aveva fissato una riunione post-evento, perciò si diresse
nel suo ufficio.
Aprì la
porta e vide che oltre alle ragazze c’erano anche i ragazzi, Kyle e Phoebe
inclusi. Louis non c’era e questo la fece rilassare intimamente.
<<
Sei arrivata finalmente. Dobbiamo mettere tutto appos…>> Juliet non fece
finire di parlare Jade, che puntò il dito contro Nat.
<<
Tu. Tu lo sapevi >>. La sua voce era una via di mezzo tra la rabbia e la
calma.
La rossa
si alzò dal divanetto, << Juls mi dispiace…>> fece per
abbracciarla, ma lei si scostò portandosi la birra alla bocca.
<<
Qualcun altro? Chi altri sapeva? >> li squadrò uno per uno.
<<
Cosa? >> Allie sembrò confusa.
<<
Di Chris e Rachel. Ah sì! E che sono diventata anche una cornuta. >>
disse in tono piatto.
Il suo
sguardo scivolò dalle facce sbigottite di Jade ed Allie, a quelle degli altri.
<<
Mmh direi che soltanto loro due non ne erano a conoscenza >>.
Lanciò
un’occhiata folgorante a suo fratello.
Lui
mantenne lo sguardo. << Non ci sembrava il caso di dirtelo in una serata
come questa >>.
<<
Dovrei ringraziarti? >>.
Anche
Phoebe lo sapeva, lo capì dal suo atteggiamento impacciato.
<<
Non potevo crederci, Juls. Chris non mi ha mai detto niente…>> esordì
Zayn.
<<
Non me ne frega un cazzo okay? >> Juliet poggiò bruscamente la bottiglia
sulla scrivania. << Avrei voluto saperlo. Non sono incazzata per essere
stata in un certo senso “tradita”, non me ne frega un cazzo se Chris mi ha
tradito, ma che voi, la mia famiglia, non me lo abbiate detto >>.
<<
Credevate che dirmelo dopo avrebbe addolcito la pillola? E invece no, perché
Chris vi ha battuti sul tempo. E tu Nat? Cos’è mi credi tanto idiota da non reputarmi
degna di saperlo? Pensavate che avrei mandato a puttane il matrimonio con una
sceneggiata? Cazzo, mi credete così egoista? >> Il suo sguardo furioso li
folgorò lasciandoli amareggiati.
<<
Non lo crediamo Juliet. Tu non sei egoista. Non volevamo che soffrissi per
colpa nostra. Credevamo che Chris fosse un bravo ragazzo…>> dichiarò
Harry.
Lei
scosse la testa. << Soffrire? Per cosa, per un’altra delusione? Sto bene,
ragazzi. Non è colpa vostra. >> sospirò passandosi una mano tra i capelli.
<< E non ce l’ho nemmeno con Chris. Lui è innamorato di Rachel, e penso
che lei lo sia di lui. Dovrei essere afflitta, ma mi rallegra il fatto di
esserci cascata per metà stavolta. È un passo avanti no? >> fece un mezzo
sorriso mesto prendendo una sedia per sedersi vicino a Kyle. Si guardò le mani
e si scoprì a sorridere allegramente, pensando a Louis che in un certo senso
l’aveva aiutata, anche se in un modo particolare.
Salvata dal suo amore per lui… << Ve lo ripeto: sto bene.
L’ho capito che l’avete fatto per me. È passato. >> sorrise a Nat che
subito corse verso di lei ad abbracciarla.
Kyle le
prese il capo tirandolo a sè per baciarlo. Le dondolò la testa scherzosamente.
<< Ad ogni modo sorellina, quel bel modello andrà a casa a piedi
>>.
<<
Che vuoi dire? Oddio che hai combinato? >>.
<<
Gli ho bucato una anzi due ruote dell’auto. Phoebe mi ha dato una mano. E
,accidentalmente, l’ho graffiata. Sono il solito sbadato! >> sorrise
sbattendo le palpebre innocentemente.
Juliet
rise scioccata. << Kyle! Phoebe anche tu? >>.
<<
Tuo fratello ha una cattiva influenza su di me >> fece spallucce
ammiccandole.
<<
Mmh la verità è che vi vorrei ringraziare per averlo fatto. Sono cattiva?
>>.
<<
No tesoro, è perfettamente normale, in fondo lui ti ha comunque tradito
>>.
<<
Credo che anche io abbia fatto lo stesso, dato che ho baciato Louis >>.
<<
Ma tu ti sei sentita in colpa quando l’hai fatto, mentre lui no >>
commentò Allison poggiando la testa sull’addome di Niall.
<<
Okay, il mio senso di colpa è svanito. >> Sorrise compiaciuta.
<<
Louis voleva dirtelo, vero? >> le chiese Harry << Ho visto che ad
un certo punto vi siete appartati
>>.
Juliet
scoprì un lieve rossore colorarle le guance pensando alla parola che aveva
usato il riccio. “Appartati”. Louis l’aveva allontanata dalla pista da ballo,
per poi sedurla con i suoi tocchi e i suoi sussurri ammalianti.
<<
Sì. Stava per dirmelo, ma Chris è sbucato proprio in quell’istante >>.
<<
Bè io ho visto anche qualche contatto…>> mormorò Kyle seccamente, guardandola di
sbieco.
<<
Io ho avuto qualche contatto con
Louis. >> concordò Juls sorprendendo i presenti per quella schietta
dichiarazione. << Mi ha chiesto di uscire con lui >> aggiunse.
<<
E tu che hai detto? >> chiese curiosa e affascinata Jade.
<<
Niente. Non ancora, almeno >>.
I ragazzi
si lanciarono un’occhiata.
<<
Quindi pensi di uscirci? >> parlò Kyle.
<<
Certo che ci uscirà. >> agì nelle sue veci Nat. << Io approvo in
pieno >>.
<<
Anch’io. In fin dei conti, Louis sta guadagnando punti in suo favore già da un
po’ >> convenne Allie.
<<
È il mio migliore amico e so com’è fatto. Credo che…>> cominciò a dire
Harry.
<<
Credo che ormai la nostra Juliet sappia gestirlo. Ci fidiamo di lei, vero
ragazzi? >> Jade interruppe Harry per poi fare un largo sorriso d’intesa
a Juliet.
<<
Io mi fido della mia sorellina. È forte quanto me. L’ho addestrata bene.
>> si pavoneggiò Kyle.
<<
Oh che abile maestro, esperto quanto vanitoso …>> lo canzonò Phoebe
dandogli un buffetto sul braccio.
I
presenti risero divertiti all’occhiata offesa che le lanciò Kyle.
<<
Io sono curioso di sapere come evolverà la situazione tra i due. >> disse
Niall strizzando l’occhio in direzione di Juliet.
Lei fece
spallucce.
Vorrei saperlo anch’io…pensò Juliet sospirando.
<<
Ora tesorini alzate i vostri graziosi fondoschiena. Perché prima di farci una
grossa grassa dormita, dobbiamo ripulire la tenuta >> disse Nat
sbuffando.
<<
Prima pulisco, prima farò il bis e magari il tris di quella meravigliosa torta
>> esclamò Niall sfregandosi le mani.
<<
Credo che per il nostro matrimonio amore, faremo fare due torte. Una per gli
invitati e una per te! >> rise divertita Allie.
<<
Oh che idea favolosa! Una torta e una bellissima moglie tutte per me! >>
la prese in braccio dandole un sonoro bacio sulle labbra, facendo ridere i
presenti.
***
Dopo due
appuntamenti e una seconda prova d’abito, nel pomeriggio Juliet si recò nello
studio di Jade, con Allie.
<<
Tutto pronto? >> chiese in un bisbigliamento ad Allie.
<<
Sì, ho chiesto alla signora G di portare frutta e un flute di champagne
>>.
Juls le
diede il cinque, poi assumendo un’espressione rilassata e composta entrarono nello studio.
<<
Okay, è affetta dalla sindrome della sposa >> esclamò roteando gli occhi
Jade, seduta sulla poltrona con una mano a reggerle il capo.
Nat aveva
disposto le dieci paia di scarpe sulla scrivania, e picchiettando le dita sul
legno del mobile con un cipiglio pensoso a solcarle le sopracciglia.
<<
Da quand’è che guarda le scarpe in quel modo? >> chiese Juliet sollevando un sopracciglio.
<<
Troppo. Dodici minuti credo. >> Jade guardò l’orologio al polso. <<
Adesso sono tredici >>.
<<
Nat? >> la chiamò Allie.
<<
Sì eccomi >> Alzò la mano come un’alunna che risponde “presente”
all’appello della professoressa.
<<
Fisicamente è presente. Ragazza, possiamo passare alla scelta delle dannate
scarpe? >> Juliet si mise a fissarle. << Queste con il fiore
centrale non ti donerebbero >> le indicò.
Nat si
riscosse. Le squadrò bene, poi annuì. << Va bene, lo credo anch’io
>>.
<<
Queste sono favolose! >> Allie prese in mano una scarpa con tacco
affusolato, con delle ricamature laterali di strass.
<<
Mi sono piaciute per il loro luccichio. >> pensò Nat arricciando il naso.
<< Ma credo che starebbero meglio a te. Prendile se vuoi >>.
<<
Perché non queste? Sono a tacco dodici e slanciate. Molto sexy >> Jade
gliele indicò.
<<
Concordo in pieno. Il cinturino laterale è incantevole. >> convenne Juliet.
<<
Mmh…dopo essermi strapazzata ancora un po’ con quella maledetta cyclette dovrei
avere delle gambe che si adattino a quelle scarpe >> appurò Nat.
<<
Vedo che fai progressi >> commentò Allie guardandola da sopra a sotto.
<< Non mi sorprenderebbe se ti alzassi di qualche centimetro >>.
La rossa
si rianimò in volto. << Evvai allora quegli aggeggi del demonio sono
utili a qualcosa! >> alzò le mani in segno di vittoria.
<<
Quindi posso prendere queste? >> domandò Allie prendendo le scarpe.
<< Non ho ancora in mente l’abito da sposa, ma credo che una spruzzata di
luccichio potrebbe starci bene >>.
<<
Io ho già in mente l’abito per te. >> dichiarò Juliet con espressione
tronfia.
<<
Ooh…>> Allison le diede un bacio sulla guancia. << So che l’adorerò
>>.
<< Oh
signora G le do’ una mano >> Jade le tenne aperta la porta, mentre
Grace portava in un vassoio appetitosi tramezzini, frutta e un secchiello di ghiaccio con
dentro una bottiglia di champagne.
<<
Bene. Ho trovato le mie scarpe perfette e dobbiamo festeggiare. >> disse
Nat.
<<
Non proprio >> Allie le rivolse uno sguardo ambiguo.
<<
Cosa vuoi dire? >> la rossa corrugò la fronte, quando
Juliet scomparve dalla stanza << E dove sta andando Juliet?
>>.
<< Siediti rossa, in silenzio mangia un tramezzino >> le ordinò la signora
G.
Nat lo
prese obbediente, trastullandosi per quella situazione insolita.
<<
Chiudi gli occhi Nat! >> gridò Juliet al di fuori della stanza.
La rossa
aggrottò le sopracciglia. << Perch…? >>.
<<
Fallo e basta >> la incitò Jade.
Allie la
prese per mano, stringendogliela.
Juliet
entrò tenendo la sorpresa con entrambe le mani. Tolse il celofan che impediva
all’abito di rovinarsi. << Okay. Puoi aprirli >>.
Nat
lasciò ricadere le mani sui fianchi. Sgranò gli occhi. << Oh mamma >>.
<< Se non va bene. Nessun ripianto, nessuna offesa. >> Juliet le fece un
largo sorriso.
<<
È l’abito per…Oh mio dio è il mio abito da sposa! >> Nat gioì toccando la
stoffa sottile.
<<
Per l’amor del cielo, spogliati Taylor! Provalo! >> la spronò Allie.
<<
Sì sì sì sì! >> trillò la rossa.
Con
l’aiuto delle tre ragazze le infilarono il vestito.
Nat si
specchiò e lacrime di commozione iniziarono a far capolino sulle
sue guance. L'enorme shock di sapere che con quel vestito avrebbe
sposato l'uomo che amava, la fece tremare di emozione.
Una
favolosa decorazione in piccoli diamantini decorava il corpetto da sotto al
seno fino alla vita in un motivo floreale, la gonna stretta sulle natiche che
più giù ricadeva in un morbido strascico in tulle, romantico come lo aveva sempre sognato.
<<
Non so cosa dire. È bellissimo. Oddio mi sposerò con quest’abito! Sposerò
l’amore della mia vita con quest’abito indosso! >> gridò in lacrime.
<< Grazie di cuore, ragazze, non so cosa dire, se non che vi voglio un bene
dell’anima >> scese dallo sgabello per abbracciare tutte quante. <<
Venga qui signora G! >>.
<<
La nostra testa rossa si sposa! >> Grace prese un fazzoletto asciugandosi qualche lacrima, scesa indisturbata.
<< Sei stupenda Nat! >> si congratulò Jade con gli occhi lucidi.
<<
La gonna, la scollatura, oh guardate il corpetto! E quello è il
mio sedere! >> si gongolò facendo una piroetta <<
È
proprio un gran bel sedere con questo vestito. Sono una sposa! >>
scoppiò
di nuovo a piangere.
Allie le
poggiò sul capo una tiara ornata di tante piccole pietre color
verde smeraldo. << Adesso sei perfetta >> disse dopo averle
messo il velo.
Juliet
l’abbracciò << Ti vogliamo bene. >> mormorò con la voce emozionata.
<< Sarà il matrimonio più bello che Promesse abbia mai organizzato
>>.
<<
Cavolo, amo Zayn con tutta me stessa, ma senza di voi non saprei proprio cosa
fare. >> Nat si asciugò le lacrime con le dita tremanti.
<<
A Natasha! >> la signora G alzò il bicchiere appena versato di champagne.
Le
ragazze fecero lo stesso. << Ad un matrimonio da sogno! >>
esclamarono all’unisono.
<<
Adesso tutte insieme >> la signora G prese la macchina
fotografica
<< Prima che vi lasciate andare troppo lo champagne, e so
che lo farete, voglio farvi una foto. Tutte in posa! >>
ordinò mentre
guardava le sue ragazze abbracciarsi e sorridere.
<<
No. Non va bene >> Juliet si versò altro champagne. Dato che Jade quella
sera sarebbe uscita con Harry-inclusa misteriosa sorpresa- la riccia aveva
chiesto un parere a Juliet sul look che avrebbe potuto optare.
<<
Perché? Troppo serioso? >> Jade si guardò allo specchio.
<<
Sembri un soldato. Sei troppo rigida. >> la prese in giro, mentre
rovistava nei cassetti.
<<
Dai qua. >> la riccia le sfilò il bicchiere dalle mani e se lo portò alla
bocca.
Juliet
arricciò le labbra. << Mmh propongo questo. >> afferrò la gruccia
con il vestito dall’armadio << Un grigio perla, con queste sfumature
lilla. E mettiti quelle favolose scarpe a stivaletto con la cerniera laterale
>>. Si voltò cercando un segno di assenso dall’amica. << NO! Che
stai facendo?! >>.
<< Che
c’è? Mi leggo i capelli >> Jade si bloccò quando la ragazza la fulminò
con gli occhi.
<<
Ma mi prendi in giro? Tu che non lo fai mai! Sei pazza Ward? Non se ne parla. Quei ricci saranno il colpo di grazia per
questo straordinario look. >> Juliet la spintonò fino a farla sedere
sulla poltrona.
<<
A volte dimentico che in questo campo sei più portata di me. >> sospirò
la riccia.
<<
Passiamo alla biancheria. Oh no no questo giammai >> lo buttò alle sue
spalle.
<<
Ehi! >> obiettò Jade, guardando il putiferio che l’amica stava mettendo
nel suo armadio.
<<
Ssh vediamo…oh che ne dici di un tanga? >>.
<<
Un tanga. >> Jade increspò la fronte.
<<
Esatto, con quel vestitino non penserai di mettere delle caste mutandine
bianche? >> Juls le lanciò uno sguardo preventivo.
<< Che hai contro le mie mutandine? >> Jade s'imbronciò.
<< Ma niente, sai che le adoro. Solo che voglio qualcosa di più provocatorio per te >>.
<< Va
bene. Che ne dici di quel completino intimo blu elettrico? >>.
<<
Quello è stupendo, ma non è adatto al vestito. Ecco >> Juliet lo poggiò
sul letto << Reggiseno con coppa a cuore in seta con queste deliziose
ricamature in pizzo nero. E questo tanga abbinato. Voilà j’ai fini >>
sorrise compiaciuta.
<<
Wow. Posso dire soltanto questo. E poi un “in bocca al lupo” per Louis
>>.
<<
Come dici? >>.
<<
Lascia perdere >> Jade fece un gesto di nonchalance, trattenendo un
sorriso. << A proposito, quando hai intenzione di uscirci? >>.
<<
Non so nemmeno se sono interessata ad uscire con lui >>.
<<
Non dirò “bugiarda”, ma Juls, lasciami dire che è bello vedere finalmente un
uomo che ti intriga, e ho notato che anche lui è incuriosito da te >>.
<<
Vuole solo portarmi a letto >> Juliet scollò le spalle distrattamente.
<<
Certo che lo vuole. Chi non lo vorrebbe? Ma non sono tanto convinta di quel
“solo” >>.
<<
Come siamo finite a parlare di me? >>.
<<
Okay, scusa. Quando sarai pronta ne parlerai >>.
<<
Grazie. Buona serata Jade >> Baciò la riccia sulla guancia, e lasciò la stanza.
Juliet
pensò di andare a casa, magari avrebbe visto un film con sua
mamma. Una tranquilla serata con un film strappalacrime, un piumone a
tenerla al caldo e caldi pop-corn in una grande ciotola. Ma sì
perchè no.
Prese la
borsa e il cappotto, quando sentì squillare il cellulare.
Guardò il
display.
L’officina?
<<
Pronto? >>.
<<
Juliet sono io, Tomas. >> esordì il ragazzo.
<<
Ehi Tom, tutto bene? >>.
<<
A dire il vero, mi chiedevo se potessi farmi un favore... >>.
<< Dimmi >>.
<<
Dato che Liam è in luna di miele, qui è un po’ un casino. Mi hanno chiamato
dicendomi che è avvenuto uno scontro tra auto sulla via dell’autostrada, e devo
andare lì a vedere la situazione. Perciò mi chiedevo se potessi passare per
sistemare un’auto di un cliente al mio posto. A dirla tutto questo tizio è un
vero stronzo, perché la esige entro domani mattina presto, e non credo di
riuscire a fare entrambe le cose…>>.
<<
Certo, nessun problema >>.
<<
Dio grazie mille Juliet. Ti pagherò sta tranquilla >>.
<<
Non lo faccio per i soldi. Lo sai che ho un debole per i motori. Sarò lì tra
poco >>.
Dopo una
deliziosa cena a base di cucina italiana, in un lussuoso ristorante dove Harry
aveva deciso di portarla, si gustarono un gelato camminando con le mani
intrecciate lungo il Parco.
<<
Buffo aver trovato Louis sul ciglio della porta. Se solo fosse passato quindici
minuti prima avrebbe trovato Juliet >> mormorò Jade leccando il gustoso
gelato al fior di latte dal suo cono.
<<
Conoscendo il mio migliore amico, adesso si trova con lei >>.
<<
Cosa ne pensi? Intendo sulla loro ehm…situazione? >> Non
c’era un modo
semplice per definire Juliet e Louis. Quei due avevano caratteri
così forti, che insieme erano qualcosa di incredibile. Quando se
ne sarebbero accorti?
Harry
sorrise. << Penso che devono capire cosa vogliono l’uno dall’altra. Se
vogliono un legame, una relazione e tutto ciò che comporta >>.
Jade
annuì. << Come noi >> convenne lei.
Harry la
tirò a sé. Un sorriso malizioso ad increspargli le
labbra. << Piuttosto… ti ho già detto che sei
bellissima stasera? Anche
con il musetto sporco di gelato >> la canzonò teneramente
passando il dito
sull’angolo della sua bocca per eliminare le tracce del gelato.
Se lo portò alla bocca e lo succhiò, << Mmh
è più buono su di te >>.
<< Più
o meno otto volte, ma mi piace sentirtelo dire. E grazie, felice che ti piaccia
>> Jade ridacchiò arrossendo.
<< Adoro la tua risata >> disse prendendole la mano, diretti alla sua auto.
Jade lo
scrutò curiosa, lungo il cammino di ritorno. Parlarono di come avevano
trascorso la giornata, e lei lo punzecchiò cercando di estirpargli qualche
informazione sulla “sorpresa”, ma invano. E che diamine!
<< Non farmi quel broncio, mi distrai e sto cercando di guidare >> l’ammonì
divertito Harry, stringendole la coscia.
<<
Sarebbe più facile se non facessi tanto il misterioso >> borbottò lei.
<<
Ci siamo quasi, piccola >> la rassicurò con un largo sorriso, che Jade
sorrise di rimando contagiata suo malgrado da quel velo di mistero.
Parcheggiarono
sul vialetto, e da perfetto cavaliere Harry le aprì la portiera.
Entrarono
nella tenuta, e Jade chiamò la signora G, ma quest’ultima non rispose. <<
Strano. Deve essere uscita con le amiche >> constatò.
<<
Vuoi qualcosa da bere? >> le domandò Harry, sviando per la cucina.
<<
Sì, grazie. >> Jade si sedette al bancone, accettando il bicchiere
contenente un buon vino rosso. Brindarono per la seconda volta quella sera,
mentre lei sorseggiava il liquido rinfrescante dal bicchiere si sentì gli occhi
di Harry puntati addosso.
<<
Sei stanca? >> le domandò.
Jade
scosse la testa, << Non sono mai stanca quando sono con te >>.
<<
Felice di sentirtelo dire >> le sorrise in modo malizioso.
Ah quel
sorriso la incantava, lui la devastava, come nessun altro uomo era riuscito a
fare. Soltanto con quelle adorabili fossette che facevano capolino quando le
sorrideva, Jade si sentiva accaldata, commossa di aver trovato un simile ragazzo, che
era stato capace di starle accanto, prima come amico, quando i suoi genitori
morirono, e che dopo aveva scoperto essere innamorato di lei.
Si alzò,
facendo il giro del tavolo per venirgli incontro.
<<
Cosa c’è? >> le chiese lui curioso.
<<
Tu >>.
<<
Io? Cosa ho fatto? >>.
<<
Per me? Tanto. E sono felice che tu sia mio >> lo baciò a fior di labbra,
ispirando il buon odore della sua pelle.
<<
Non legalmente >> mormorò lui.
<<
Cosa vuoi dire? >> chiese lei, confusa.
<<
Vieni >> ed Harry la condusse di sopra, nella camera da letto.
Jade si
sentì sollevata, intimamente felice di aver indossato biancheria sexy.
Ma con
sua sorpresa, non era il letto la loro destinazione. S’imbronciò, quando Harry
aprì le verande, per affacciarsi sul terrazzo.
In procinto di seguirlo, Jade
s’immobilizzò, odorando l’aria. << Che strano…senti anche tu quest’odore
di bruciato? >>.
Lui si
voltò, attirandola a sé per un bacio dolce, che le fece dimenticare quello che
aveva appena detto.
<<
Voglio così tanto toglierti questo vestito e scoprire cosa c’è sotto, ma prima
c’è una cosa che devi vedere >> l’accostò al suo fianco, dove sulle loro
teste le stelle seminavano il cielo scuro, creando quell’atmosfera tanto magica.
Jade era
ancora presa dal bacio e dalle lascive parole che le aveva sussurrato,
che
quando condusse lo sguardo nella direzione dove Harry le indicò
con un cenno,
per un buon momento restò basita. Sbattè le palpebre
più volte, chiedendosi se era l'effetto del vino a crearle un
miraggio, ma poi si rese conto che era tutto vero. Sbarrò gli
occhi, incredula.
Oh mio dio! Ora si spiega l’odore d’erba
bruciata!
Si portò una mano alla bocca, mentre i suoi occhi saettavano a leggere la scritta lasciata dal fuoco nel suo
giardino, illuminata dai lampioni notturni.
Vorresti sposarmi? Harry Diceva la scritta con un cuore infuocato, termine più che
azzeccato, alla fine della frase.
<<
Il giaaar…il giaaar…>> soffiò fuori Jade con gli occhi ancora incollati sulla scritta scura. Le
parole erano andate a farsi fottere. Guardò Harry, che la fissò preoccupato.
<<
Ho esagerato? Un po’ troppo spinto? >> domandò di botto timido, pensando
che incendiare l’erba del suo giardino marchiandola in una richiesta di
matrimonio non era stata una buona idea. Considerando che Jade potesse
sbranarlo, per aver fatto una cosa tanto stupida, chiuse gli occhi, convinto di
aver combinato un casino.
<<
Considerando che è la cosa più pazza e bellissima che mi abbiano mai fatto, e
che la signora G ti ucciderà per aver incendiato il giardino della tenuta,
direi che la mia risposta è sì! >> Jade gli rivolse il più bello dei sorrisi.
<<
Non sei arrabbiata? >> chiese prudente lui.
Jade negò
col capo, gli intensi occhi grigi, luminosi di raggiante felicità e di
commozione. << Ti amo da impazzire, mio folle Harry >>.
Il riccio
sospirò, palesemente sollevato rilassò il corpo. << Grazie a dio, mi ami
>>.
<< Sì, e sarò più che felice di diventare
tua moglie >> Jade gli afferrò la nuca baciandolo con
fervore.
Harry la prese in braccio, facendola girare. << Non quanto me che diventerò tuo marito! >>.
Lei rise, lasciandogli dolci baci sul viso. << Un momento: chi ti
ha aiutato a fare la scritta, se sei stato con me per tutto
il tempo? >>.
Stavolta fu Harry a scoppiare a ridere. << Vuoi proprio saperlo? >>. Lei annuì e lui
rispose: << La signora G >>.
Si
era
sempre sentita a suo agio tra motori e arnesi. Con suo padre adorava
aggiustare il vecchio furgone, che puntualmente aveva sempre qualcosa
che non andava. Un giorno si era persino bloccato in mezzo
all'autostrada, mentre la stava accompagnando in gita con la scuola. E
invece, era dovuta rimanere due ore ad aspettare che il carro attrezzi
venisse a recuperarli.
Juliet canticchiava sommessamente le note diffuse dallo stereo. Come
sottofondo Katy Perry cantava Wide Awake.
Il
cliente desiderava un controllo totale dell’auto, cambio dell’olio e dei
cerchioni.
Perfetto,
in questo modo sarebbe stata occupata e non avrebbe pensato. Pensava
troppo in quell'ultimo periodo, magari una pausa di qualche ora le
avrebbe giovato.
La
candela d’accensione aveva qualche problemino, perciò Juliet cominciò ad
armeggiare con gli attrezzi.
Curioso
come riparare un’auto la facesse rilassare.
Non era
il massimo per una donna abituata ad abiti e tacchi alti, ma in quei momenti
con calzoncini corti e top bianco si sentiva a suo agio.
Suo padre
le aveva insegnato l’abc della meccanica e lei si era sempre reputata orgogliosa di questo.
Tornava utile quando la sua Lamborghini faceva i capricci. Una donna
pronta per ogni evenienza. Bè non a Louis Tomlinson. Quel campo
era zona minata, e avventurarcisi era una sfida, che Juliet avrebbe
voluto saper cogliere con tutte le sue variabili.
La vibrazione del telefono al suo fianco, le segnalò un nuovo
messaggio. Rise, chiedendosi cosa volesse dire la frase che Jade le
aveva appena scritto nel messaggio: "Viva i diamanti e i cuori
infuocati!". Lo avrebbe sicuramente scoperto domani .
Dicevamo? la riprese la vocina dentro di lei.
Ah so dove vuoi andare a parare. Non ho tempo per pensare te l'ho già detto! rispose a tono lei.
Trascinandosi con lo schienale che la sorreggeva, afferrò uno stringicavi.
All’improvviso
la musica cessò e Juliet fece una smorfia.
<<
Katy, mi hai abbandonato. >> sbuffò ironica.
<<
Bè ci sono io >> esordì una voce.
Juliet
non si preoccupò di accertarsi dell’identità della persona che stava venendo
verso di lei.
Le scarpe
dicevano tutto. Lui.
Chi
conosceva che portava le Tom’s a strisce bianche e nere? Ma naturalmente! Non ci penso e lui viene di persona, tu guarda che fortuna!
<<
La porta non era chiusa a chiave. >> l’avvisò Louis.
<<
Lo so. Speravo che il rottweiler di guardia qui fuori mi avrebbe avvisato
>> disse riferendosi a Bob, il cane di Tomas.
<<
Dorme come un ghiro >>.
<< Ah
>>. Traditore anche lui.
Louis si
servì dal frigorifero sistemato lì nella stanza. Prese una bottiglia d'acqua. << Ne vuoi una?
>>.
<<
No grazie. Cosa ti porta qui? >>.
Un
destino alquanto avverso, se ogni volta che pensava al volto di Louis, questo
se lo ritrovava un attimo dopo in carne ed ossa.
<<
Ti cercavo >>.
<<
Mi hai trovato. Cosa c’è? >> domandò con voce neutra.
<<
Belle gambe, ma questo già lo sapevo >>.
Non
poteva vederlo, ma Juliet potè giurare che lui avesse stampato in faccia quel
suo solito sorrisetto sfacciato.
<<
Invece di guardarmi senza che io possa lanciarti un’occhiataccia, fammi un
favore. Vai lassù, e giralo tutto a destra. Poi tutto a sinistra >>.
<<
Perché? >> Ma Louis era già dove le aveva ordinato di essere.
<<
Perché sollevare le sospensioni in questo modo comporta un sacco di modifiche,
e voglio assicurarmi che non ci siano interferenze prima di montare le ruote
>>.
<<
Dirò: okay, ho capito tutto, ma non ci ho capito un tubo >>.
<<
Ed io dirò: Fa lo stesso, ma fai come ti dico. Tutto a sinistra >>.
Louis si
protese verso il volante. << Così? >>.
<<
Sì, va bene >> convenne Juliet.
<<
Vorrei che ci scambiassimo i ruoli. Almeno lì sotto avrei un’ottima visuale di
te >>.
<<
Intendi dire che avresti una buona visuale del mio fondoschiena. Scordatelo >>.
<< Ci ho provato. >> sospirò teatralmente Louis.
Juliet
restò inibita dall’eccezionale visuale che aveva di Louis.
Si leccò
in maniera perversa il labbro inferiore, in fin dei conti lui non la poteva vedere.
Wow, deve essere proprio compresso
in quei jeans…
Avvampò
in volto, per quel pensiero così osceno.
<<
Accidenti a lui! >> bofonchiò pianissimo.
<<
Gira! >> gli ordinò. << Ecco ci siamo >>.
Uscì da
lì sotto, si alzò, poi si allontanò per prendere una ruota enorme.
<<
Ce la fai? >> le chiese cauto Louis.
<<
Sì tranquillo >>.
Louis la
osservò, mentre Juliet usava una specie di camera d’aria
che produsse un rumore
sordo. Dopo venti minuti finì di sistemare l’auto. Il top
le scopriva una striscia di pelle, dove faceva capolino il tatuaggio
con il nome del padre. Probabilmente aveva imparato da lui. Che uomo
straordinario doveva essere stato per lei. Lui la fissò
ammirato, mentre lei si fletteva in gesti abili sotto l'auto. Sexy, e
macchiata d'olio e grasso, era una visione paradisiaca. Louis si
agitò impercettibilmente.
Doveva distrarsi assolutamente, quindi si alzò
per prenderle una bottiglia d’acqua.
Juliet si
asciugò la fronte imperlata di sudore e le mani sporche sui calzoni.
Guardò di
sottecchi Louis.
Era
rimasto lì, a guardarla senza dire una parola per tutto il tempo. Si sentì
grossomodo lusingata. Ma la curiosità della sua visita non l'abbandonò.
<<
Grazie >> disse quando le porse la bevanda.
<<
Di niente. Ora posso salutarti? >>.
<<
Potevi andartene prima, senza impiegare tutto quel tempo a guardarmi lavorare
>> osservò Juliet, livida in volto.
<<
Non hai capito il senso della frase. Prima di tutto mi è piaciuto guardarti
lavorare, e secondo >> protese il viso verso di lei. Le rubò un bacio.
<< Questo è un saluto >>.
Un
istante che quelle labbra lambissero le sue, che Juliet non riuscì più a
connettere.
<<
Tra di noi questo è un saluto? >> formulò esitante.
<<
Hai ragione >> Louis protese un braccio per afferrarle i fianchi e
tirarla a sé. La bottiglia cadde sul pavimento, mentre Juliet si sciolse
inevitabilmente, quando Louis si riappropriò delle sue labbra.
Un
profondo bacio che la infiammò nelle sue parti più sensibili.
Immerse le mani nei capelli di Louis rispondendo a
quella lotta convulsa che le lingue avevano cominciato. Prima dolce,
poi più passionale, le lambì ogni centimetro della bocca
con la lingua, assaporando il gusto fresco e buonissimo di Juliet.
Era tutta
sudore e sporco sui vestiti, e Louis la trovò ancora più irresistibile.
Aspetta, s’impose e si staccò da lei.
<<
Non mi hai più dato una risposta l’altra sera. >> disse roco sulle labbra
di lei.
Quella
voce riuscì soltanto ad intontirla ulteriormente. << Cosa? >>
ansimò.
<<
Mi spiego meglio. >> la fissò mordendosi il labbro per trattenersi dal
baciarla un’altra volta. << Esci con me Juliet >>.
<<
Questo mi sembra più un ordine. >> commentò lei.
<<
Sì lo è. Con te i modi gentili non funzionano >>.
<<
Oh ma sentitelo! >> borbottò increspando la fronte.
Louis rise,
compiaciuto d’averla fatta mettere sulle difensive. Era maledettamente sexy
quando lo faceva. Tutto il lei lo era, e Louis era sempre più convinto di volerla.
Non c’era
niente di più eccitante per il suo membro, di vederla mordersi il labbro e
scuotere la testa indignata.
<<
Ti passo a prendere domani sera alle sette >> dichiarò solenne.
<<
No >>,
Louis
alzò gli occhi al cielo con un largo sorriso, divertito. Chiuse
gli occhi respirando a fondo. Poi i maniera cauta, si portò il
corpo di Juliet verso il proprio. Con il dorso della mano le
accarezzò il viso, poi bloccandole il mento con due dita, si
chinò a morderle il labbro inferiore, prima dolcemente, poi
tirandolo con estrema sensualità. Succhiandolo, le infilò
la lingua in bocca, cullandole la lingua, inebriandosi del suo sapore.
Le infilò lentamente la mano sotto la maglietta, massaggiandole
lascivamente il ventre. <<
Domani…>> la sua mano proseguì in
risalita…<< sera…>> arrivò
al suo reggiseno e lei sussultò, quando racchiuse la mano
attorno al suo seno.
<< Alle sette >> e lo palpò trattenendolo.
Continuò a baciarla, tra una parola e l'altra, udendo il piccolo
gemito provenire dalle labbra di lei.
Dio…oh...Juliet era diventata fuoco fuso, la testa china di lato, e si
sentiva in procinto di urlare dal piacere, con le mani di lui così inclini ad
accarezzarle con foga il seno da sopra il tessuto.
La
trattenne con l’altra mano dietro la schiena, e continuò a torturarla in quella
danza esigente ed incalzante. << Dì di sì >> le sussurrò mordendo e
tirando nuovamente il suo labbro inferiore. Proseguì lungo la mandibola, scendendo per la gola.
<<
Sì, va bene, sì >> ansimò Juliet impudicamente.
Con un
sorriso soddisfatto la lasciò andare, ma ad ogni modo le restò il più vicino
possibile.
<<
Sei…>> Juliet lo fulminò con lo sguardo << sleale! >>.
Louis non
potè fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata. << Sì tigrotta, lo
sono >>.
Aveva
compreso che per domare quella donna, dovesse persuaderla in una sola maniera.
E a lui stava più che bene.
<<
Questo non significa che puoi afferrarmi ogni volta che vuoi, che puoi mettermi
le mani dappertutto quando senti l’impulso di farlo >>.
<<
Non ti ho afferrato >> precisò lui. << E non ti ho messo le mani
dappertutto. >>, inarcò un sorrisetto malizioso. << Ci ho pensato
però >>.
Juliet
andò a riprendere la bottiglia d’acqua che era andata a finire vicino l’auto.
Si chinò
per prenderla. << Smettila di fissarmi il sedere! >> gli ringhiò
contro.
Louis
avanzò verso di lei. << Oh Juliet...ti prometto che non mi limiterò soltanto a
guardarti >>.
<<
Mi concederesti un pochino di spazio? >>.
Louis
sbuffò indietreggiando di un passo.
<<
Grazie. Ficcati bene una cosa in testa, Tomlinson. >> lo disse con un tono così penetrante
che la mascella di Louis ebbe un guizzo. << Non ho intenzione di
tollerare questo genere di comportamento. Non puoi semplicemente buttarti
addosso a me ogni volta che vuoi >>.
<<
Forse ho esagerato un po’, quindi colpevole…ma…tigrotta, eri proprio lì insieme
a me, non puoi negarlo >>.
Per un
istante lei non disse nulla. << Okay, può darsi…ma non puoi farmene una
colpa se ho una reazione…fisica, nei tuoi confronti. Perché stai gongolando?
>> aggrottò la fronte.
Louis allargò il sorriso<< Sei tu. Mi piace un sacco come cerchi di respingermi anche quando hai le
mutande in fiamme >>.
Juliet
sgranò gli occhi. Che razza di arrogante...grr....
Parlò in
una maniera più controllata possibile, << Ascolta, io prendo le relazioni
molto seriamente, quindi se credi che verrò a letto con te solo
perché…>>.
<<
Non ti ho chiesto di venire a letto con me >>.
Gli occhi
di lei divennero ardenti.
Louis
strinse i denti e dovette imporsi di non sbatterla contro il cofano
dell’auto. La conversazione stava diventando più che
eccitante.
<<
Hai intenzione di farmi credere che non hai intenzione di portarmi a letto? Che
non è quello che vuoi? >>. Juliet lo studiò con il suo solito ghigno.
<<
Sicuro che voglio portarti a letto, o in qualunque altro posto confortevole, e
intendo farlo. Ma non ho fretta. Vuoi bruciare le tappe? Toglierebbe tutto il
divertimento e a me piace divertirmi. Stavo per dire che provo qualcosa per te,
e voglio scoprire cos’è. E poi mi risulta difficile scoprirlo se pensi solo a
scopare >>.
Quella
riposta era così cristallina che Juliet vacillò. Quella era una specie di dichiarazione? Non se la stava sognando!
Prova qualcosa per me?! Oddio ora sono le mutande e il cuore ad andare in fiamme!
<< Io…>> Era rimasta letteralmente senza parole.
Louis le
venne incontro lasciandole un bacio carezzevole sulle labbra. <<
A domani
piccola >>, e la lasciò lì, da sola nell'officina,
col cuore pulsante nel petto e una profonda voglia di lui.
Note dell’autrice
Eccomi qui, ciaoo pupe ^^
Come state? Felice che io abbia aggiornato? Non immaginate nemmeno
la mia gioia vedendo che in quindici capitoli la mia storia ha raggiunto 210
recensioni!! Mi avete regalato 20 recensioni allo scorso capitolo!!! *w* Che
euforia leggerle una per una, e vedere che nuove lettrici si stanno aggiungendo
:’)
Penso che possa ritenermi fortunata ad avere persone così dolci
che commentano, leggono, aggiungono la mia storia alle preferiteseguitericordate
e che aggiungono il mio nome tra i loro autori preferiti :’D Siete il mio
orgoglio e grazie, grazie immensamente per l’appoggio e la fiducia che mi date,
degnando queste righe della vostra attenzione…<3
Un capitolo ricco? Che dite è accettabile?
Chris se n’è andato…bene ora direi che Juliet e Louis su questo
punto di vista abbiano la strada spianata.
Il momento dedicato a Jade ed Harry ahahah io li trovo
meravigliosi :3 Viva le scritte infuocate <3
Eh eh eh per non parlare di Louis e Juliet…visto non dovete
preoccuparvi, lei ha accettato di uscire con lui, dopo bè un po’ di persuasione
;P LOL
Attendo le vostre considerazioni *occhioni dolci*, sempre se me le
merito, ricordatelo u.u
Al prossimo capitolo!!
Vostra Ella <3
|
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Capitolo 17 *** Capitolo17 ***
pronto capitolo 17
Capitolo 17
<<
Buongiorno mie belle ragazze. Oggi vi vedo in gran forma >> osservò la
signora G, mentre metteva nei loro piatti frittelle cosparse di marmellata ai
frutti di bosco.
<<
Buongiorno >> eruppe Nat entrando di folata in cucina. << Scusate
il ritardo, ma non ho potuto non scattare qualche fotografia alla ehm…scritta
infuocata? >> sbattè gli occhi, stordita. << Che diavolo ha in
testa il tuo fidanzato, Jade? >>.
La riccia
scrollò le spalle, divertita. << Non chiederlo a me. Domandalo alla sua
complice >> puntò il pollice verso la signora G, che finse di guardare
altrove.
<<
Dannazione doveva essere proprio la parte di verde che da’ sul mio ufficio? >>
sbuffò Allie. << Signora G, mi meraviglio di lei! >> la rimbrottò
in tono canzonatorio.
<< Soltanto
stamattina ho capito da dove proveniva la puzza di bruciato che si sentiva ieri
sera dalla camera da letto >> Nat si grattò il capo.
Juliet
inclinò la testa nella direzione della rossa. << E prima cosa pensavi
che fosse? >>.
La rossa
fece un gesto con la mano. << Ma niente, ero sicura che io e Zayn
stessimo facendo fuoco e fiamme sotto le lenzuola >> Detto questo un sorrisino lascivo le
incurvò gli angoli della bocca.
<<
Tornando a noi, grazie lo stesso Nat per il tuo intervento >> cominciò
Allie, poi guardò Jade puntandole il dito con fare tra il serio e il scherzoso.
<< Sistemerai tu la bravata del tuo fidanzato >> poi fece un largo
sorriso sincero. << Ad ogni modo, benvenuta nel club delle future mogli
felici! >>.
<<
Oh tesoro vieni qui! Congratulazioni! >> Grace strinse in un forte
abbraccio Jade. << La mia bambina si sposerà! >>.
<<
Sì signora G! >> Jade era entusiasta. Si guardò l’anello di fidanzamento
che portava al dito e pensò ad Harry e alla magica serata che avevano passato
ieri.
<<
E ieri ha fatto anche qualcos’altro…>> convenne Nat.
<<
Oh sicuro, altrimenti non l’avrei fatta vestire a quel modo >> Juliet la
squadrò con aria maliziosa.
<< Beccata.
Ha funzionato Catwoman. La tua malizia mi ha fatto passare una piacevolissima
nottata >> Jade alzò la sua tazza di cappuccino a mo’ di brindisi.
<< A proposito…ieri Louis ti cercava sai? >>.
<<
Uhm sì e mi ha trovata…>>.
<<
E? >> Nat si mise in modalità ascolto.
<<
E…>> Esitò per un istante, ma decise che era meglio spiattellarlo tutto
d’un botto. << Mi ha -e cito le sue parole- “infiammato le mutande”
baciandomi a bruciapelo. Mi ha ordinato di uscire con lui questa sera sotto le
sue…ehm…persuasioni, ha detto che
prova qualcosa per me, e poi se ne è andato lasciandomi un bacio a fior di
labbra >> Detto ciò si versò della salsa al caramello sulle frittelle.
Le
ragazze, inclusa la governante restarono con gli occhi fuori dalle orbite.
<<
E questa storiella sexy non potevi raccontarmela prima che rovesciassi il mio
caffè?! >> l’ammonì Nat pulendosi i pantaloni.
<<
Non credo rientri nella categoria delle Storielle Sexy >> obiettò Juliet.
<<
Ah no? Sbaglio o tu eri tutta sporca d’olio e roba varie, e puzzavi di sudore e
chissà cos’altro, e lui ti ha afferrato persuadendoti? Avreste potuto…tra
motori e arnesi…oddio. Questa è una storiella sexy, e i miei pantaloni sono da
buttare! >>.
<<
Nat è impostata sulla modalità pornografica. >> Allie alzò gli occhi al
cielo, passandole un altro fazzoletto << Ora veniamo alla vera notizia
bomba. Louis prova qualcosa per te, Juls! >> gridò la mora tutta sorrisi.
L’aria da
matrimonio aleggiava nell’aria, constatò Juliet, ammirando come alle sue amiche
donasse quel momento di trepidazione. Era veramente felice per tutte e tre.
<<
Prova qualcosa per te, e stasera uscirete. Un appuntamento, il primo. >> le
ammiccò Jade.
Juliet
ripensò alle parole che Louis le aveva detto e che le erano rimaste così
impresse nel cuore e nella testa.
“Stavo per dirti che provo
qualcosa per te, e voglio scoprire cos’è…”
Quel qualcosa andava al di là
dell’attrazione? Un sentimento più complesso? Magari…
Un
momento. Juliet si riscosse, chiedendosi se fosse effettivamente giusto uscire
con Louis. Si piacevano, e questo era palese. Ma dopo? Louis avrebbe pensato a
quel “dopo”?
Lei ci
pensava eccome. Per tutta la vita aveva estromesso persino dall’anticamera più
remota del suo cervello di pensare di donarsi completamente ad un uomo. Aveva
avuto diverse relazioni, molte delle quali andate a puttane per diverso
interesse reciproco, se così lo si poteva chiamare. Il suo cuore le martellava
inquieto nel petto.
Un
piccolo, discutibile particolare la sconquassava fin nelle viscere.
Non si
era mai concessa in tutto e per tutto fisicamente
agli uomini con cui aveva avuto rapporti sessuali nella sua vita. Perché dare
così tanto di sé, se poi l’unica cosa che otteneva era un vuoto dentro di sé?
L’amore…quella
miscela esplosiva capace di stenderti nei modi più piacevoli e dolorosi, che
valeva la pena provare, ma che soltanto la persona giusta ti avrebbe fatto sperimentare.
Non aveva
di certo appeso un cartello con scritto “cercasi principe azzurro”. No, a lei
non interessava quel genere d’uomo, né tantomeno un masochista sessuale, e lei
non era l’innocente donzella desiderosa di un principe che la liberasse dalla
fantomatica maledizione che le aveva lanciato la madre biologica.
Pff quante idiozie. Ma era sicura di
una cosa.
Mai aveva
desiderato un uomo tanto in vita sua. Un desiderio così folle e spaventoso.
Pensare
di innamorarsi così intensamente di Louis, non l’avrebbe mai creduto possibile.
La paura di rimanere fregata un’altra volta, era un’umiliazione che Juliet non
voleva più provare.
La
certezza di un amore felice e duraturo non era un bonus che gli angeli dell’amore
le avrebbero donato.
Quel “vissero
felici e contenti” era il clichè che compariva nella sua mente, soltanto quando
era con lui. Perché? Si ripeteva che così avrebbe potuto scottarsi, ma la sua
ostinata caparbietà, mescolata all’istinto le diceva di buttarsi nel misterioso
e seducente mondo, che era Louis Tomlinson.
Ah quante
volte si era presa una cotta, per poi rimanere delusa. Pensò a Luke, il suo
ultimo ragazzo, prima di Chris, e un moto di rabbia le invase il corpo.
Cosa c’era
di sbagliato nel termine “impegnarsi”? Era un cosa così brutta? Gli uomini
erano affetti da qualche strana fobia, che li faceva scappare a gambe levate al
suono di quella parola?
Evidentemente,
considerato che Juliet era stata grossomodo cacciata da casa di Luke, quando
lei gli aveva proposto di vivere insieme, la risposta era sì.
Un
briciolo di cervello le era comunque rimasto. Perché se
c’era una cosa che
riteneva speciale, era il rapporto intimo. L'unione non solo di due
corpi, ma di due anime. Una comunicazione fatta con il linguaggio del
corpo, sensuale e romantica.
Ecco perché,
nonostante tutte le relazioni mandate a puttane, le era rimasta la
consapevolezza di non aver dato tutto di sè.
Lei era
ancora…
<< Si
può sapere il motivo per cui stai ghignando? È il tuo marchio e quando lo usi,
ha sempre a che fare con cose sconce o serie, una delle due in ogni caso. >>
la beffeggiò Nat.
Juliet
fece un sorriso sbilenco, << Niente di cui allarmarsi >>, fece un
gesto di nonchalance con la mano.
<<
Sei nervosa? Avanti a noi puoi dirlo. >> Allison diede un buffetto sulla
spalla a Juliet.
<<
Non sono nervosa. Sono solo…ehm…pensierosa >>.
<<
Oh stai pensando a come fargli perdere la testa? >> constatò Jade con un
largo sorriso malizioso.
Certo
come no, con Louis era tutto il contrario. Le sue mani la sfioravano e i
neuroni pensavano bene di andare a farsi un viaggetto nell’Universo sconfinato.
Ridicolo!
Lei non era mai stata sottomessa da nessun uomo.
Fino a quando
non aveva conosciuto un ragazzo dagli occhi celesti che le aveva fatto cadere
un vaso di terra in testa, e col tempo conoscendo le variabili del suo
carattere, dal quale non sapeva mai cosa aspettarsi.
Che
novità! La variabile Tomlinson era sempre fuori dalla sua portata.
<<
Ragazze, e anche lei signora G, pensa che non veda quella luce misteriosa nei
suoi occhi? >> Juliet incrociò le braccia al petto.
La
governante alzò le mani in aria con fare innocente. << Non sto pensando
niente a cui non stia pensando anche tu >>.
Juliet
sospirò. << Touchée, mi arrendo. Va bene va bene. Sto pensando a questo
“appuntamento”, >> virgolettò l’ultima parola flettendo l’indice e il
medio d’entrambe le mani. << e a quello che succederà dopo. Voglio quel dopo. Mi sento stupida
a pensarlo, ma non posso farci niente >>.
<<
Tu desideri un dopo con lui? >>
Allison la scrutò attentamente.
<<
Non lo so. Cioè okay lo voglio. Questo è il dilemma. Lui ha detto che non pensa solo al pensiero di
me e lui sotto le coperte, ma io ci penso eccome. >> ammise.
<<
Juls, è normale. Lui ti piace molto, e…oh >> Nat sembrò essere presa alla
sprovvista. << Intendi concederti davvero
come non hai mai fatto con nessun altro uomo? >>.
Le sue migliori
amiche la conoscevano fin troppo bene.
Juliet
sospirò e sorrise suo malgrado. << Vuoi dire, detto papale papale: Hai
intenzione di perdere questa benedetta verginità sì o no? >>.
L’aveva
ammesso, e si sentiva a grandi linee leggermente meglio.
<<
Ti vergogni d’essere ancora vergine? >> le domandò la signora G in tono
solenne.
<<
È ironico pensare che riesca a sedurre gli uomini, e alla fine se la svignano.
Non sono degna di essere chiamata Catwoman, se poi questa predatrice rimanere
con la polvere in bocca >> si apostrofò Juliet aspramente.
<<
Solo perché gli uomini con cui sei stata erano degli opportunisti, questo non
fa di te una monaca. >> disse l’anziana governante.
Okay,
magari aveva ragione, ma con Louis? Stavolta sarebbe scappata lei, per evitare
problemi?
Eppure i
suoi ormoni imploravano il suo tocco.
Juliet
desiderava sentirlo dentro di lei.
Il suo
corpo agognava il contatto di quello di lui. Immaginare cosa avrebbe potuto provare...
<<
Metti da parte il tuo orgoglio, ragazza. L’hai detto tu che avevi le mutande in
fiamme, quindi non opporre resistenza >> l’ammonì scherzosamente Nat.
Juliet
roteò gli occhi al cielo e i lineamenti del suo viso si rilassarono.
Si
ricordò del fatto che aveva semplicemente accettato l’ordine di Louis-che di
certo non si poteva chiamare una proposta- di uscire con lui.
Dove l’avrebbe
portata?
Bè, non
che la cosa le importasse più di tanto.
La
curiosità soccombeva all’idea di stare finalmente una sera da sola con lui.
<<
Ciao mamma >> esordì Juliet quando entrò in casa e vide Beth affaccendata
in cucina.
<<
Ehi, giornata lunga? >> le chiese.
Juliet
annuì. << Un evento, due incontri e una prova pre-evento subito dopo
l’evento ufficiale >>.
<<
Chi sono i neo-sposi? >> domandò la mamma per fare conversazione.
<<
Robert e Victoria >> rispose atona, Juliet.
<<
Oh vuoi dire quel tizio…? >>.
<<
Già lo Sposostro. Alla fine tanto per non essere meno stronzo, ci ha
ringraziato di aver seguito alla lettera tutti i suoi ordini. Vicky era
radiosa, e lui era impassibile come una statua in un museo >> Juliet fece
una smorfia sprezzante.
<<
Bè come sempre Promesse non smentisce mai la sua impeccabile organizzazione e
gentilezza. >> convenne sua madre strizzandole l’occhio.
Juliet si
pavoneggiò scherzosamente. << Certo che no >>.
<<
Vuoi un po’ di macedonia? Sarai stanca…perché non guardiamo uno di quei
programmi noiosi che ci piace guardare soltanto perché sono strambi? >>
propose Beth sorridente. << Oppure potremmo affittare un film >>.
<<
Mi piacerebbe mamma, ma ho…un appuntamento >> mormorò Juliet socchiudendo gli occhi.
Uno…due…tre.
Via.
<<
Un appuntamento! Oh tesoro, con chi? Chi è? Lo conosco? Sono felice che già ti
sia passata la delusione nei confronti di quel Cip! >> esplose entusiasta
sua madre come da copione.
Bethany
era una persona estremamente romantica, fiduciosa e solare. Sua madre non
conosceva i dettagli della sua vita privata. Non che non si fidasse di lei, ma
Juliet preferiva non darle noia, dato che la sua vita amorosa era abbastanza
scostante, per non dire altro.
<<
Chris, mamma. Si chiamava Chris. >> la corresse Juliet, ridendo. Poi
inspirò. << E sì, lo conosci…>>.
<<
Oh sul serio? >> Bethany ci pensò su, portandosi il dito al mento. Poi la
guardò con un’espressione mista tra lo stupore e la contentezza. <<
Tesoro…è per caso Louis? >>.
Tombola.
<<
Ehm…già >> Juliet si grattò il capo guardando da un’altra parte.
Sua madre
allargò il sorriso. << Mi piace, sì direi che mi piace >>.
Lei pensò che sua madre fosse fin troppo fiduciosa nell’immaginare lei e Louis
insieme.
Insieme
equivaleva a dire coppia.
Innamorati
e fidanzati.
Scossa la
testa.
Né l'una
né l'altra cosa si era realizzata.
Poi fu
colta alla sprovvista.
Innamorata di lui, lo era eccome, ma lo amava?
A questo
decise che ci avrebbe ragionato dopo.
<<
Mamma, prima che la tua indole romantica ti offuschi la ragione, è meglio che
tu sappia che uscire con Louis non vuol dire sposarlo, amarlo e tutto il resto.
>> disse Juliet pacata.
Beth alzò
un sopracciglio, dubbiosa. << Non posso pensare a voi insieme? >>.
<<
Non c’è un noi. Okay, non fare quella
faccia scioccata. C’è…voglio dire…siamo in una situazione, ecco >> tentò
di spiegarle.
<<
“Situazione” >>. Questa volta il cipiglio di sua madre mise in allerta
Juliet.
<<
Louis è…>>. Juliet pensò alla sua innumerevole lista d’aggettivi. Ne
prese uno a caso e disse: << originale >>.
Originale?
Originale?!
Tra tutti
gli aggettivi Juliet era andata a pescare il termine più inconsueto.
Con sua
sorpresa vide sua madre scoppiare a ridere.
<<
Cosa c’è di divertente?! >> volle sapere esasperata.
<<
Ma ti senti, Juliet? Non ti ho mai vista così confusa per un ragazzo fino a
questo preciso istante. Originale? Wow, bè anche tuo padre lo era >>
Bethany sorrise.
L’espressione
corrucciata di Juliet scomparve completamente lasciando trasparire
un’espressione addolcita.<< In che senso? >>.
Bethany
mise in forno, quello che probabilmente era pasta al forno, con la mano sana,
perché l’altra portava ancora il gesso per la caduta, e invitò sua figlia a
sedersi sul divano.
Prese due
coppe di macedonia e ne passò una a Juliet. Poi disse con un sorriso dolce: <<
Vedere David portare una neonata a casa, senza alcun preavviso, e dicendomi di
volerla tenere, lo trovo abbastanza originale >>.
<<
Vuoi dire che papà ti ha colpito per la sua peculiarità? >> commentò
Juliet sorridendole.
<<
Bè sì. Mi sono innamorata di lui proprio per il suo temperamento bizzarro e
infinitamente dolce allo stesso tempo. Quando ti ha portata a casa, mi sono
detta: “Wow, guarda con che gran bel pezzo d’uomo mi sono sposata”. Esuberante
e con un lato tenero da farmi sciogliere il cuore. >> sorrise Beth dando
un buffetto sulla guancia di sua figlia. << Louis mi ha dato la stessa
impressione quando l’hai portato qui >>.
<<
Oh credimi mamma se ti dico che Louis è entrambe le cose. Oltre che impulsivo,
un pessimo ascoltatore, autoritario…oh scusa, non voglio annoiarti >>
sorrise Juliet scuotendo la testa.
<<
Perfetto. Tutti lati di un uomo che hanno fatto breccia nel tuo cuore >>
commentò Bethany.
Lei sospirò rassegnata e prese un po’ di macedonia con il cucchiaio. << Buona
>> biascicò.
Sua madre
rise di nuovo. << Tipico di te cambiare argomento sulle questioni
sentimentali! >> la canzonò amorevolmente.
<< Non
è vero. >> bofonchiò.
<<
E la tua caparbietà a volerlo ribadire non è da meno >> aggiunse Beth.
Un accenno di sorriso divertito aleggiò sulle labbra di Juls.
<<
Passa una piacevole serata, tesoro. >> mormorò sua madre dandole un bacio
sulla fronte.
<<
Grazie, mamma >> Juliet si alzò dal divano. << E tu come passerai…?
>> s’interruppe sentendo il suo cellulare vibrare dalla tasca.
Un
promemoria.
Compleanno
di Zeke, c'era scritto. Sgranò gli occhi.
<<
Mamma oggi è il compleanno di Zeke! >> Non era una domanda.
<<
Sì, passerò in ospedale a dargli gli auguri più
tardi. Sua madre organizzerà una piccola festicciola nella sua
stanza insieme agli altri bambini
>> le spiegò Beth. Zeke era un bambino, che per un
doloroso caso del destino, aveva perso la sensibilità alle
gambe, in seguito ad una caduta mentre stava andando a cavallo. Beth
era la sua insegnante all'asilo, nonchè amica della madre del
bambino che da due mesi si trovava in un letto d'ospedale. Grazie al
cielo, la caduta non aveva determinato emorragie interne. Juls si era
affezionata incredibilmente al bambino, sin da quando era ancora in
fasce. Non era una novità che lei amasse i bambini e le piaceva
tanto giocare all'asilo con loro quando a Promesse non avevano bisogno
di lei.
<< Oggi è il compleanno di Zeke e me ne sono dimenticata! Ma dove ho la testa?!
>> digrignò Juliet prendendosi a schiaffi mentalmente.
<<
Che problema c’è? Non preoccuparti, Zeke capirà se…>>.
<<
No mamma. Voglio porgergli gli auguri. Gli ho
anche comprato il regalo, quindi ci vado >> disse Juliet risoluta.
<< Tesoro, sei sicura di voler andare in ospedale? >> le
chiese cautamente sua madre. Juliet annuì lentamente,
consapevole che quello era l'ultimo luogo in cui aveva visto suo padre
prima che...scosse la testa. I ricordi sarebbero emersi comunque,
quindi tanto valeva affrontarli di petto.
<< E Louis? Non devi uscire con lui? >>.
Mmh…Magari
prima di uscire l’avrebbe convinto a fare un salto alla festicciola.
Sì,
confermò nella sua testa.
<<
Tranquilla >> rassicurò sua madre facendo spallucce.
Ad un’ora
e trentasette minuti dall’appuntamento (non che contasse i minuti), Louis si fece una lunga
doccia rilassante.
Un
sorriso beota non voleva abbandonare il suo volto.
Okay,
sembrava un ragazzino.
Canticchiò
alcune strofe di svariate canzoni, mentre si asciugava i capelli.
<<
Ehi Tommo >> lo chiamò Harry bussando alla porta.
<<
Sì entra! >> urlò da sopra il rumore del phon.
<<
Puoi venire a darmi una mano con la roba da trasportare in auto? >> gli
chiese il riccio.
<<
Certo, dammi cinque minuti. >> rispose Louis, prendendo i vestiti da
sopra il letto.
<<
Okay, ti aspetto in camera mia >> disse il riccio.
Dopo aver
trasportato una parte della roba di Harry in auto, andarono in cucina a bere
una birra.
<<
Bene, direi che manca ancora qualcosa, ma per oggi penso sia apposto così
>> commentò il riccio stappando il tappo dalla sua bottiglia.
<<
Sarà dura senza di te, amico >> ammise Louis in tono sincero e con una
punta di tristezza.
Harry gli
diede una pacca fraterna sulla spalla. << Anche a me mancherà non dormire
più sotto lo stesso tetto >>.
Il riccio
aveva deciso che dal momento in cui aveva chiesto a Jade di sposarlo, si
sarebbe trasferito alla tenuta per vivere con lei.
<<
Nonostante la solitudine che mi piomberà addosso, quando varcherai quella porta
per iniziare un futuro con la tua donna, sono felice per te Hazza >> si
congratulò Louis con un largo sorriso.
<<
Avremo sempre i nostri momenti, fratello. >> promise Harry
abbracciandolo.
<<
Non è che potresti continuare lo stesso a pagare le bollette? >> scherzò
Louis da sopra la spalla di Harry.
<<
Divertente. Adesso questo tetto è tuo. Perciò se non vuoi vivere senza luce e
acqua, ti conviene iniziare a trovarti un vero lavoro >> commentò Harry
tra il serio e il divertito.
Louis
sapeva che aveva ragione. << Mi darò da fare. Promesso >>.
<<
Riguardo alla solitudine, credo che non sentirai poi così tanto la mia
mancanza…>> continuò Harry sogghignando.
<<
A cosa ti riferisci? >> Ma Louis conosceva troppo bene il suo amico e
aveva capito benissimo. << Harry, Juliet non viene a vivere con me
>>.
In
effetti, non ci aveva minimamente pensato.
Però in
quell’istante quell’idea s’insinuò nei suoi pensieri, trasformandosi in una possibilità.
Juliet
ogni notte nel suo letto...dove avrebbe potuto tenerla vicina e guardarla mentre dormiva...Mmh.
La cosa
lo stuzzicava eccome.
<<
Non ancora >> lo corresse Harry con uno sguardo penetrante.
<<
Senti, oggi io e lei usciremo…poi…>> Louis si bloccò pensieroso.
<<
E poi? >> Harry divenne serio.
Lui sospirò. << Sai cosa le ho detto? Le ho detto che provo qualcosa per lei
>>.
Il riccio fece un largo sorriso felicemente compiaciuto. << Grandioso! E lei che cosa ha risposto?
>>.
<<
Niente…cioè me ne sono andato subito dopo averglielo confessato e datole un
bacio >> spiegò.
<<
Wow, ma hai qualche indizio che ti possa far capire che anche lei è
interessata? >>.
Da come
ricambiava i suoi baci, Louis credeva di sì.
Certo, si
era impuntata sul fatto di non voler andare a letto con lui e che non fosse un
suo giocattolino, ma per il resto i suoi occhi ambrati velati di malizia,
mostravano quale effetto lui avesse su di lei.
<<
Lo capirò meglio stasera. Ora vado, ciao Hazza >> lo salutò.
<<
Divertiti…e…Louis? >>.
<<
Sì? >> lui si voltò.
Harry
inarcò un sorriso beffardo. << Scelta curiosa >> indicò i vestiti
che l'amico aveva indosso.
<<
Oh bè punto tutto sul mio charme e sul lato divertente >> scherzò.
<<
Quei pantaloni hanno un che di divertente >> lo beffeggiò il riccio.
Louis
alzò un sopracciglio, poi facendo spallucce decise di lasciar correre, e si
avviò con la sua auto.
Juliet
guardava i suoi vestiti da più di un quarto d’ora.
Doveva
sbrigarsi, aveva ancora addosso l’accappatoio e Louis sarebbe passato a
prenderla (non che contasse i minuti) tra dodici minuti.
Non che
avesse problemi a scegliere cosa mettere.
Invece
sì, per quello che riguardava la scelta della biancheria.
Lei aveva
specificatamente affermato nell’officina che non aveva intenzione di andare a
letto con lui.
Non era
interessata.
Scoppiò a
ridere beffarda.
Che
enorme stronzata. Non aveva smesso un solo istante all'ipotesi che la
serata si sarebbe potuta concludere con un delizioso finale.
La sua
confusione provocata dall’uragano Louis, si era estesa anche
nell’abbigliamento. Accidenti a lui.
<<
Niente di provocatorio… >> Juliet rise di nuovo a quella menzogna.
Poi le
venne un’idea.
Provocarlo
era da sempre uno dei suoi più maliziosi piaceri, quindi perché non osare?
Con un ghigno si infilò
l’intimo, poi scelse un vestitino color lampone.
Lasciò i capelli sciolti, spettinandoli un pò, poi si
passò un velo di lucidalabbra sulle labbra piene. Può andare.
Si
ricordò del regalo di Zeke, e lo prese dalla scrivania.
Scese le
scale e non trovò nessuno.
Sua madre
probabilmente era già uscita per andare alla festa.
<<
Come sto Maya? >> chiese Juliet alla sua bellissima Husky.
Maya
corse da lei girandole intorno, poi abbagliò scodinzolando.
<<
Grazie >> le fece una grattatina dietro le orecchie.
Il
campanello bussò e Juliet s’irrigidì.
Oh al
diavolo, neanche si trattasse di Paul Walker! Dovresti darti una controllata Anderson!
Dannazione
e perché le sue gambe stavano diventando piombo a mano a mano che si avvicinava alla porta?
Respirò a
fondo, poi la aprì con le dita frementi.
<<
Ehi >> Louis sorrise. Un sorriso bellissimo, che Juls venne attraversata da un onda di sublime apprezzamento.
Lanciò un’occhiata al suo abbigliamento. Osservò curiosa il gilè nero, che non
gli aveva mai visto indossare, fino ai pantaloni di velluto viola.
Stirò le
labbra divertita. << Gran bei pantaloni >>.
<<
Cos’avete tutti contro il velluto viola? >> borbottò Louis mettendo su un broncio e fingendosi offeso.
<<
Niente, mi piacciono. >> commentò Juliet sorridendogli affabile.
Louis si
fece più vicino, con il sorriso sempre presente sulle sue labbra sottili e
vellutate.
Juliet si
morse il labbro, poi decise di avvicinarsi di rimando.
Ma lui
virò all’ultimo momento per lasciarle un lungo bacio sulla guancia.
Lei
sospirò, incanalando i suoi pensieri al buon profumo di Louis.
Chiuse gli occhi, quando con la mano l’accarezzò sotto il
collo.
Poi si
staccò da lei. << Hai deciso di giocare sporco >> mormorò
fissandola solenne.
<<
Come dici? >> Juliet chinò di lato il volto, e alzò un sopracciglio interrogativo.
Louis si
soffermò sul vestito che le fasciava il corpo come una seconda
pelle. Trattenne
il fiato, quando da sotto il tessuto intravide un sottile pezzo di
pizzo far
capolino dalla gonna. Il suo pensiero corse al ricordo di quando aveva
avuto la possibilità di sfilarle le calze, assaporando con i
polpastrelli delle dita la morbidezza della pelle di Juliet.
Quella
donna era una mangiauomini. Una valchiria bellissima. E lui era la sua
preda? A Louis brillarono gli occhi, d'un tratto i muscoli tesi per
quel pensiero così allettante.
Sorrise
sfacciato. << Bel vestito, tigrotta. Indossi qualcos’altro sotto?
>>.
Juliet
ghignò maliziosa. Lanciò un’occhiata fugace al di sotto del ventre di Louis.
<< E tu hai qualcosa d’interessante sotto quei pantaloni? >> chiese
in un mormorio lascivo.
Un guizzo
della mascella da parte sua, le fece capire che quel giochetto perverso dava i
suoi frutti.
Louis
inclinò la testa sussurrandole sul collo: << Oh lo scoprirai signorina…>>.
Quella
promessa ebbe l’effetto di eccitarla, non che di spaventarla.
La sua
voce calda e invitante era come una cascata di caramello che la inondava di
piacere nelle sue zone più intime.
Un
piacere che stava diventando un bisogno.
Un
bisogno di lui, il quale non l’aveva nemmeno baciata.
Inconsapevolmente
Juliet mise il broncio. Voleva punirla per qualcosa?
<<
Vogliamo andare? >> le chiese poi Louis circondandole la vita con un
braccio.
Juliet
annuì. La brezza autunnale scompigliava i capelli di lui, facendolo apparire
più bello di quanto già non fosse.
Il suo
tocco sul fianco di lei, le dava un senso di sollievo e pace.
Era
incredibile di come quel ragazzo la facesse andare in totale confusione.
Le aprì
lo sportello dell’auto.
<<
Una porsche coupe nera. In ottimo stato vedo.>> constatò Juliet
infilandocisi dentro.
Un volta che lui si fosse sistemato dalla parte del guidatore, mise in
motore. Sorrise orgoglioso. << Grazie. Allora pronta per il
cinema? >>.
<<
Sì certo, ma devo fare prima una cosa importante >> spiegò subito Juliet.
<<
Che cosa? >> domandò Louis, interrogativo.
<<
Oggi è il compleanno di un bambino che conosco. La festa si
terrà all'ospedale. Non ti dispiace se ci facciamo un salto?
>> chiese
Juliet guardandolo, speranzosa.
<<
Certo che no. Andremo al cinema dopo, se ti va >> la rassicurò Louis con
un sorriso.
<<
Sì mi va. Ma ne sei sicuro? >> domandò di nuovo Juliet.
<<
Mi piacciono le feste, e poi adoro i bambini. Quindi penso che sarà divertente
>> L’auto cominciò a muoversi.
Juliet
restò piacevolmente sorpresa e sollevata dalla sua dichiarazione. Adorava i
bambini, e l’idea di Louis nei panni di un amorevole genitore, la fece
sciogliere fin nell’animo.
C’era
d’aspettarselo che una strana sensazione- un mix di consapevolezza e di
qualcos’altro- facesse capolino nella sua testa.
Esuberante e dolce…
Quelle
due parole pronunciate da sua madre risuonarono nella sua psiche.
<<
Grazie >> mormorò Juliet dolcemente.
In tutta
risposta Louis intrecciò le dita con le sue.
Lei dischiuse la bocca guardandolo di sbieco.
La mano
lunga e affusolata di Louis che stringeva la sua, irradiò un tenue colore
rosato sulle sue guance.
Non che
s’imbarazzasse facilmente, ma quel ragazzo trasudava sex appeal da tutti i
pori, e Juliet riusciva a malapena a respirare.
Che Dio
l’aiutasse, perché sarebbe stata una lunga serata.
Quando
arrivarono in ospedale, Louis riprese per mano Juliet.
Quel
gesto puro e semplice gli scaturì una strana sensazione.
Ecco che
quel sorriso beota gli increspava gli angoli della bocca.
Quella
donna era speciale, e la sua testa non faceva altro che ripeterglielo.
Louis si
scoprì con il cuore che batteva a mille, poi corrugò la
fronte quando Juliet si irrigidì varcando la soglia
dell'ospedale.
Gli occhi vennero attraversati da un sentimento che lui interpretò come dolore.
Allarmato, le fece voltare il capo prendendole delicatamente il mento
con le dita. << Ehi, piccola cos'hai? >> Ma non c'era
bisogno che lei rispondesse. Louis sapeva che quello era il posto dove
suo padre era morto, e il ricordo doveva essersi rimarginato insieme
all'ombra di dolore che le scuriva gli occhi color del miele. Lei lo
fissò, senza parlare. La forza della sua dolce tigrotta non era
infinita, e lui sentì una determinazione scorrergli nelle vene.
Le accarezzò con il pollice, mentre Juls continuava a
rivolgergli uno sguardo guardingo. Stava inalzando le sue difese contro
di lui, per paura di ricevere compassione? No, non glielo avrebbe
permesso. Le strinse una mano nella sua, poi se la portò alla
bocca, baciandone teneramente le nocche. << Andiamo da Zeke,
altrimenti i medici non riusciranno a continuare il loro lavoro
>>. Juliet aggrottò la fronte e lui mormorò:
<< Quel tipo che avrà come minimo settant'anni non me la
racconta giusta >>.
Lei volse lo sguardo verso il soggetto in questione, un uomo con i
capelli bianchi che stava prendendo un caffè al bar, che la
stava guardando con la coda nell'occhio. Juls fece una smorfia
divertita scuotendo la testa. << Ah-aha ci hai provato >>
poi increspò le labbra in un sorriso, mentre quel velo di
tristezza si dissipava dai suoi bellissimi occhi ambrati.
Raggiunsero la camera dove era in corso la piccola festa messa in atto
per festeggiare il compleanno del bambino. Louis lasciò la mano
di Juliet, quando lei andò verso Zeke per abbracciarlo.
L’eleganza
dei movimenti di quelle perfette curve e la tenerezza con cui si
rivolgeva a
quel bambino, spinsero Louis al limite del desiderio.
Accidenti,
doveva trattenersi, altrimenti l’avrebbe portata via da quella festa per
esaudire ogni sua peccaminosa fantasia.
<<
Tanti auguri Zeke! >> esclamò Juliet chinandosi ad abbracciarlo.
Il
bambino l’abbracciò di rimando, e fece un largo sorriso
sdentato. Lei notò le guance rosee del bambino, la cresta di
capelli biondi scarmigliata, e due occhietti verdi sorriderle
amabilmente. Nonostante tutto cominciava a ristabilirsi, e la sedia a
rotelle su cui era seduto sembrava non avesse importanza.
Sospirò intimamente. Era così preoccupata per Zeke, e
vederlo sereno le riscaldò il cuore.
<<
Guarda Juliet, Mary mi ha fatto un regalo! >> gridò
gioioso girando le
ruote della sua sedia a rotelle verso il bancone stracolmo di regali. I
dirigenti dell'ospedale erano stati molto premurosi ad assicurarsi di
rendere quella stanza accogliente per dei festeggiamenti. C'erano una
decina di bambini, Beth e la madre di Zeke e qualche altro genitore.
<<
Wow è un berretto strepitoso! >> convenne Juliet spalancando gli occhi.
<< Ha il logo del Manchester, che figata! Lo voglio anch'io! >>.
<<
Si è vero. >> Zeke se lo mise in testa. << Come sto? >>.
Lui gli scoccò un bacio sulla sua piccola guancia morbida. << Sei uno schianto
>>.
Gli occhi verdi di Zeke s’illuminarono quando Juliet tirò fuori dala sua borsa un pacco
regalo. << Ooh…cos’è cos’è? >>.
Juliet se
lo nascose dietro la schiena << Eh no ragazzino, prima voglio sapere se
hai mangiato qualcosa >> disse solenne.
Zeke
sbuffò. << Mangio dopo, promesso >> tese il dito mignolo che Juliet
afferrò prontamente con il suo.
<<
Va bene, sarà meglio per te. Ecco, aprilo >>.
Il bambino scartò il regalo e sgranò gli occhietti vispi. << Non ci credo! Un
modellino di una Audi R8 rossa fiammeggiante! >>.
<<
Mmh credi che possa andare bene? So che non posso competere con Mary…>>
si finse imbronciata guardando da un’altra parte.
Zeke la
urtò scherzosamente con la ruota della sua sedia a rotelle. << Sai che
sei la mia ragazza preferita >> si levò il cappellino agitando la
testa per scompigliarsi il taglio a scodella che portava.
Ammiccò a
Juliet. << Ti va di dividerci un pezzo di torta? >>.
Juliet
rise. Si mise le mani sul petto. << Oh non potrei chiedere di meglio
>>.
Louis che
aveva assistito all’intera scena decise di avvicinarsi furtivo. Mise una mano
sulla schiena di Juliet, poi guardò il bambino sorridendo << Ciao tu devi
essere Zeke. Mi presento, mi chiamo Louis. Juliet mi ha parlato di te, buon
compleanno! >> gli tese la mano da uomo a uomo.
Zeke lo
scrutò guardingo. Poi strinse la mano di Louis, esercitando più forza possibile
nella stretta.
Quest'ultimo sorrise fingendosi stupito. << Wow che stretta di mano vigorosa! Complimenti ragazzo
>>.
Zeke lo
fissò dal basso alzando il mento. << Juliet perché questo tipo dai
capelli insoliti, ti tiene una mano sulla schiena? >> domandò tenendo gli
occhi fissi su Louis.
Juliet scoppiò a ridere, un suono che Louis apprezzò
moltissimo, e per questo ringraziò il bambino nel suo intimo.
<< Diciamo che questo tipo sta cercando di far colpo su di me.
Che dici Zeke, devo mandarlo via? >> scherzò lanciando
un’occhiata di
sottecchi a Louis.
<<
Mmh se ti da fastidio posso pensarci io >> Zeke sfoderò un aria
minacciosa.
<<
Oh so che lo faresti, ma non farei mai del male a Juliet. >> Louis
l’attirò di più a sé.
Osservò Juliet rivolgergli un sorriso intenso, con un pizzico di speranza nei
suoi occhioni ambrati.
Restò per
un istante senza fiato, a pensare cosa stesse cercando di dirgli attraverso quello
sguardo.
Aveva
paura di lui? Timore di qualcosa che riguardasse loro due?
D'un tratto Louis
comprese che lei aveva ancora forti dubbi nei suoi confronti.
Mentre
lei e il piccolo Zeke andavano al buffet per prendere una fetta di torta, Louis
restò a guardarla.
No,
s’impose, non le avrebbe dato nessun motivo per dubitare di lui.
Si
sarebbe conquistato la fiducia di Juliet e ci sarebbe riuscito.
Perché era innamorato di quella donna.
Note dell’autrice
Buonascera ragazze!!
Okay so di essere qualche giorno in ritardo, ma sto pubblicando
con il pigiamone addosso e il naso chiuso per il raffreddore, e in questi
giorni non sono stata bene e infatti soltanto oggi ho rimesso mano sul computer
._. Nonostante il raffreddore mi sono imposta di pubblicare, sperando che ne sia valsa la pena...(?)
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto, sono di frettissima
considerando che devo ancora studiare >.<
Ma non posso non dire un GRAZIE *imita la voce di Gianni Ciano di
Colorado* lol (il raffreddore mi fa strani effetti) a tutte le mie bellissime lettrici
che come sempre mi recensiscono e leggono questa storia :’)
Grazie a tutte *indica col dito* tranne te! ;P
Scherzi a parte e parlando del
capitolo, Louis e Juliet escono insieme per
la prima volta "ufficialmente", ma un piccolo avvenimento lo interrompe
momentaneamente: il compleanno di Zeke ^_^ Ho voluto far imprimere al
meglio il legame tra i due anche in questo capitolo, e infatti vediamo
Louis dolce e premuroso quando Juliet entra nell'ospedale, un posto che
per lei è soggetto a tanti difficili ricordi. Vi è
piaciuto? E Louis e Juliet che sono sempre più presi l'uno
dall'altra...:3
Attendo le vostre fantastiche parole, opinioni e pensieri, ribadendo che senza quelle
non saprei cosa fare, ma se me le merito eh <3
Un bacio a tutte, splendori :*
Al capitolo 18!
Vostra Ella <3
|
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Capitolo 18 *** Capitolo18 ***
capitolo 18
Capitolo 18
Salutarono
Zeke, sua madre, la madre di Juliet che augurò loro buona
serata, e uscirono
dall’ospedale. Louis lanciava occhiate guardinghe a Juliet per
accertarsi che stesse bene e non stesse pensando alle cose che
probabilmente l'avrebbe turbata. Lui sgranò gli occhi per un
istante, sconcertato per quanto si preoccupasse per lei.
Sei innamorato idiota! gli fece notare con molto tatto la sua coscienza. Nemmeno lui poteva crederci.
<<
La torta era squisita >> commentò Louis tentando di
pensare a qualcos'altro che non lo scuotesse così nel profondo.
Juliet era accanto a lui, con le mani che che spiegazzavano la stoffa
setosa del vestito. Accidenti era nervosa.
<<
Ci credo, ne hai mangiate tre fette >> rispose lei guardandolo di sbieco.
<<
Anche i pasticcini >> continuò lui.
<<
Ne hai mangiati sette >>.
<<
Per caso mi spiavi mentre mangiavo? >> la riprese beffardo. Guardami Juliet.
<<
Non passavi inosservato >>.
<<
È un complimento? >>.
<<
No sul serio, hai attirato l’attenzione di molte bambine. I tuoi
pantaloni
hanno fatto effetto >> sorrise genuinamente lei, e Louis
tirò un intimo sospiro di sollievo, grato che fossero usciti da
quel posto pieno di tristezza.
<<
Mmh non sorridermi così se vuoi prendermi per il culo >>.
Lei rise
alzando le mani << L’hai pensato tu, non io >>.
Louis
guardò in basso, non esitò un attimo, e le prese la mano nella sua. <<
Sei ancora dell’idea di andare al cinema? >> le chiese con un sorriso.
Un
sorriso invitante, che Juliet non potè fare a meno di ammirare come la
sensazione delle sue dita intrecciate con quelle di lui. Annuì << Certo,
cosa danno in programmazione? >>.
<<
Mmh credo un film d’azione e un horror, cosa preferisci? >>.
<<
Se ti dicessi horror, sarei la perfetta ragazza che finge di essere coraggiosa,
ma non appena vede tracce di sangue, si spaventa e si aggrappa al ragazzo che
la prende tra le sue braccia approfittandosene, perciò opto per un film
d’azione >> disse lei.
Louis
fece spallucce << Speravo in un horror, così da seguire tutte le
successioni che hai appena citato… >>.
Juliet
rise apertamente, suscitando un largo sorriso anche a lui.
La sala
era gremita di persone ansiose di vedere il film.
Louis e
Juliet riuscirono ad occupare posto, si sedettero sulle comode poltrone e
tirarono un grosso sospiro.
<<
Dannazione se quella vecchietta voleva passare bastava chiedere, non darmi uno
spintone! >> grugnì Louis massaggiandosi il fianco. << Ti ha fatto
così male? >> chiese Juliet, inarcando un mezzo sorriso mordace.
<<
Certo che no, ma diamine un gomito ossuto e spigoloso come quello non fa certo
il solletico! >>.
Juliet
prese il cellulare dalla borsa, dandogli un’occhiata veloce per accertarsi che
nessuno l’avesse cercata, e poi lo spense.
Louis la
imitò, poi la guardò di sottecchi. Le gambe erano totalmente scoperte se non da
un pezzo del tessuto che la copriva sopra le ginocchia.
Lanciò
un’occhiata lasciva al suo decolletè notando come il vestito fasciasse i seni
pieni e sodi costringendoli a restare coperti.
Juliet si
portò i capelli da un lato con la mano, scoprendo il collo e Louis si sentì
pervadere da una scarica di adrenalina.
Forse
seguire i tempi gli era parsa una buona idea all’inizio quando l’aveva proposto
per entrambi.
Stronzate.
Dio solo
sapeva quali fantasie perverse liquefacevano la sua psiche, avendo quella donna
seduta a pochi centimetri di distanza da lui.
Poi Juliet
si sporse in avanti per poggiare la borsa ai suoi piedi, e Louis s’impose di
restare calmo quando la scollatura mostrò ulteriormente l’incavo di quelle
montagnole peccaminose.
Strinse
le mani ai braccioli della poltrona per resistere alla tentazione di divorarla di baci e carezze pubblicamente di fronte all’intera
sala.
<< Ehi
cos’hai, ti senti male? >> udì la voce di Juliet distrattamente.
Scrollò
le spalle. << Fa soltanto leggermente caldo >>.
Maledì la
sua scelta di indossare quei pantaloni di cotone, sebbene comodi ma maledettamente
afosi in quel momento.
<<
Ciao >> Una vocina sconosciuta fece voltare sia lui sia Juliet.
Un bimbo
seduto proprio accanto a lei, la stava fissando attraverso le lenti degli
occhiali da vista.
<<
Ehi ciao >> sorrise bonariamente Juliet.
<<
Ciao >> ripetè il bambino continuando a non distogliere lo sguardo.
<<
Sei da solo? >> esordì allora lei.
<<
No sono con il mio papà, e tu? >>.
<<
Anch’io sono in compagnia >> disse lei indicando Louis alla sua destra.
<<
Piacere, come ti chiami? >> chiese Louis al bambino sporgendosi per
guardarlo.
Ma il
ragazzino sembrava completamente propizio a far ben altro.
Guardare
Juliet.
<<
Come ti chiami? >> ripetè il piccoletto diretto a Juliet con un sorriso
estatico.
<<
Juliet, e tu? >>.
<<
James >>.
<<
Io sono Louis >> s’intromise.
<<
No non m’interessa il tuo nome. Volevo sapere soltanto quello di Juliet >>
ribattè James, asciutto.
<<
Ah, chiedo scusa >> scherzò Louis facendo spallucce.
<< James,
non disturbare la ragazza >> eruppe l’uomo di fianco al bimbo, e dai
tratti del viso, Juliet potè dedurre che si trattasse del padre.
<< Oh non si preoccupi >> disse lei con un
sorriso amichevole.
<< Che bella voce che hai, Juliet >> disse
James poggiando i gomiti sul bracciolo della poltroncina per poi fissarla con i
suoi occhietti marroni.
<< Oh ehm grazie >> la buttò lì lei con un
sorrisino impacciato.
<< Ehi inizia il film >> bisbigliò Louis
catturando l’attenzione di entrambi.
Juliet notò con la coda dell’occhio che il piccolo James,
non sembrava così interessato al film d’azione.
Era piuttosto intento a sorriderle amabilmente. Sembrava
fissarla affascinato come se avesse
visto una fata.
Scacciato via quel pensiero alquanto strano, Juliet si
concentrò a guardare il film.
Certo come no, si sentiva costantemente osservata.
Non da Louis, il quale naturalmente faceva ciò per cui una
persona faceva se andava al cinema.
Si accigliò. Che diamine, come poteva bearsi della vista
di Paul Walker che destreggiava tra le strade con la sua auto insieme a Vin
Diesel, se si sentiva gli occhi puntati addosso da una bambino che sembrava contemplarla?! Juliet andiamo non penserai mica che...? mormorò divertita la vocina dentro di lei.
Una mano saettò a coprire quella di Juliet.
Lei s'irrigidì, pregò che fosse quella di Louis, ma era troppo
piccola per essere la sua.
Fece una risatina nervosa e sommessa riprendendosi la mano che James
aveva stretto nella sua.
<< Guarda il film, tesoro >> gli bisbigliò piano.
Gli occhi di James continuarono a penetrare nei suoi per
un lungo e inquietante momento.
Cos’aveva detto Juliet di così bello?
Scosse la testa, mettendo da parte di nuovo un altro pensiero
che non era intenzionata a scoprire.
Louis si mosse impercettibilmente nel buio.
Juliet sentì il profumo del suo dopobarba farsi più vicino
e quando le bisbigliò qualcosa al suo orecchio, sfiorandole il lobo con le
labbra, Juliet perse ogni sana aspettativa di seguire il film.
<< Bello vero? >>.
<< C-cosa? >> bisbigliò lei confusa e
intontita dal suo vociferarle in una parte alquanto sensibile del suo corpo.
<< Il film >> sorrise lui sul suo collo.
Juliet deglutì. << Oh certo, molto…>>,
sussultò lievemente, quando sentì la punta della lingua di lui accarezzarle
l’incavo del collo.
Si morse il labbro, contrastando la voglia che divampava
in lei di voltarsi e posare le labbra su quelle di lui.
Santi numi, Juliet ebbe un moto di desiderio lambirle il
sangue nelle vene.
<< Devo farmi perdonare per non averti baciata
quando ti ho vista... >> le sussurrò Louis così fievolmente che Juliet
credette di esserselo immaginato.
Molto probabile, dato che tutto intorno a lei sembrava
essersi liquefatto, lasciando che i fremiti involontari che partivano dai nervi
del collo e che andavano fino all’ultima vertebra della spina dorsale, la
gettassero nel limbo dei pensieri perversi su di lui.
L’immagine di lei sotto di lui tra le lenzuola saettò
nella sua mente e il formicolio delle sue zone erogene irruppero in un
desiderio dilaniante. Andiamo Anderson, bacialo! tuonarono i suoi ormoni, e lei era più che intenzionata ad obbedirgli.
<< Juliet, c’è l’intervallo! >> la voce
squillante di James la fece sussultare scattandole una mano in direzione vaga.
<< Eh? Cosa?! >>.
<< Ahi! >> mugugnò Louis portandosi la mano
sulla faccia.
Juliet si voltò. << Ops stai bene? >>.
<< Potrei stare meglio cristo santo >>
bofonchiò il ragazzo maledicendo mentalmente l’interruzione inopportuna.
Qualunque essere in quella sala, avrebbe afferrato il suo
ambire ad abbordare la sua donna. Che cazzo aveva in testa quel bambino?
Credeva che non avesse visto con che faccia guardava
Juliet?
Imbambolato da una donna più grande.
MOLTO più grande.
Quel ragazzino poteva aver poco più di quattro anni.
<< Sta bene, non si è fatto niente.>> commentò
James guardandolo con stizza, poi indirizzò a Juliet un sorrisetto eloquente
<< Ti va di dividere con me la mia busta di patatine? >>.
<< Ehm…>> Era chiaro che Juliet si trovava in
una questione di evidente disagio.
Louis scattò dalla poltrona. << Juliet, vado a
prendere i pop-corn, >> Incalzò un sorriso decisivo << che NOI DUE
divideremo >>.
Non che fosse una proposta, tenne conto lei, ma alla fine
annuì malgrado la raccapricciante situazione venutasi a creare.
<< Quanti anni hai? >> fu la domanda di James,
quando Louis si fu allontanato.
<< Molti più di te >> Sorrise divertita
Juliet.
<< Sei fidanzata? >>.
Oddio una domanda innocente chiesta da un faccino tanto
allegro, non avrebbe potuto incupirla di più.
Fidanzata…
Dì qualcosa Juliet,
questo bambino sta parlando con te!
<< Sì >> disse senza alcuna espressione,
mandando giù un groppo in gola. Tossì poi ripetè. << Sì lo sono >>.
L’ho detto soltanto
per levarmelo tra i piedi, si ripetè. E allora perché non appena aveva associato la parola
“fidanzato” alla figura di Louis, gli angoli delle sue labbra si erano
increspati in un sorriso beota?
Louis e lei stavano insieme? Con quest’appuntamento il
ragazzo stava cercando di dirgli questo?
Una parte di lei sperava di sì, l’altra, quella ferita le
urlava di stare attenta e di non lasciarsi prendere per il culo per l’ennesima
volta.
Il visetto di James ebbe una smorfia, come se fosse stato
deluso da quella rivelazione. Poi con sua grande sorpresa, Juliet lo vide
tornare sereno.
Finalmente si è
arreso!
<< Bè non fa niente, non ha importanza. Ti va di
venire a casa mia dopo? >>.
Sto’ cazzo.
<< Ehm…>> il viso di Juliet tradì sconcerto,
<< Non posso mi spiace >> sorrise a fatica.
Fatelo smettere!
<< Ah…che bella boccuccia che hai… >> Juliet
per poco non scattò all’indietro quando le dita di James afferrarono con una
sorprendente forza la sua bocca, facendole incurvare le labbra a mo’ di pesce.
<< Che stai facendo? >> squittì Juliet
stavolta evitando di controllare il tono di voce.
Cristo santo, ma quello era un bambino, no?
Ci stava veramente provando con lei?!
Oh povera me. Poteva già sentire le risate delle sue migliori amiche deriderla, quando glielo avrebbe raccontato.
<< Hai messo il rossetto sulle labbra? >> le
chiese James fissandole attentamente.
Juliet prese con decisione e con mano delicata, quella di
James che s’imbronciò, quando lei l’allontanò dal suo viso.
<< Sì >> rispose lei, con una punta di
nervosismo. Amava i bambini, ma di certo non in un modo così al
di là dell'affetto, e magari quella nuova generazione era
più precoce delle precedenti.
<< È buono? Che sapore ha? >> Ecco che quel
ragazzino le si avvicinava furtivo un’altra volta.
<< Non lo so, piccoletto. Te lo farò sapere.
Parola mia >> esordì Louis risiedendosi al suo posto.
L’ultima parte l’aveva pronunciata come un’esplicita
promessa.
La voce di quel marmocchio si sentiva anche file addietro
alla loro, ed inutile dire che aveva sentito quella spiacevole parte.
Louis era sempre andato d’accordo con i bambini, ma quel
tipetto non gliela raccontava giusta.
Troppo precoce per i suoi gusti.
Forse mostrarsi geloso era un’idiozia soprattutto se il
suo cosiddetto rivale probabilmente andava ancora all’asilo. Fatto sta che era
il suo appuntamento, perciò in tutta risposta circondò le spalle di Juliet con
un braccio e la tirò a sé.
<< Dovresti proprio ringraziarmi…ti ho salvato da un
molestatore >> sussurrò mettendole le labbra sulla tempia.
<< James è un bambino, non un molestatore e me la
sarei cavata benissimo da sola >> sbottò lei, benchè restando attaccata a
lui.
Louis sorrise. << Come vuoi, piccola >> e la
lasciò, mentre metteva mano nel secchiello dei pop-corn. << Ne vuoi uno?
>>.
Nel momento in cui stava per rispondere, James saltò sulle
gambe di Juliet e afferrò come un fulmine un pop-corn. << Tieni Juliet,
mangialo dalla mia mano >> le disse parandoglielo ad un soffio dalle
labbra.
La ragazza virò col volto e disse con estrema gentilezza:
<< James, levati di dosso e mettiti seduto al tuo posto >>.
Se uscirò indenne da
questa situazione, prometto di dire a Nat dove ho nascosto la sua macchina
fotografica preferita,
si disse Juliet, sbuffando e pregando che qualche guasto allo schermo impedisse
la continuazione del film e mandasse tutti a casa.
<< Allora? Mangialo su >> James non demordeva.
Juliet guardò Louis, ma il ragazzo mangiava i pop-corn
lanciandole sorrisetti beffardi.
Bastardo!
Okay, forse aveva sbagliato a rifiutare il suo aiuto, ma
Juliet non gli avrebbe dato la soddisfazione di rinfacciarle il suo errore.
Okay pensa…se mando il bambino a farsi fottere non do un
buon esempio perché sono un’adulta…
Juliet non era mai stata una tipo paziente. I bambini le
piacevano moltissimo, e si sarebbe sentita tremendamente in colpa se lo avesse ferito, ma diamine non ne poteva più!
E un’altra peculiarità di lei è che la sua gentilezza
verso qualunque essere umano aveva un limite, e quel limite, James stava per oltrepassarlo.
<< James, ho due mani, ti ringrazio, ma rifiuto
l’offerta >> disse con tono neutrale.
Dopodichè il bimbo sembrò tornare al suo posto, ma
soltanto per trenta minuti.
Un cipiglio fece capolino sul volto di Juliet quando il
film finì e lei non ci aveva capito un emerito cazzo!
Si massaggiò con le dita le tempie. Un mal di testa boia
le lacerava le membra.
Fanculo.
Il padre di James si alzò, e il figlioletto fece lo stesso
dando la manina al genitore.
<< Ciao Juliet, spero di rivederti presto. >>
le disse sorridendole.
Non sia mai!
<< Certo, addio >> fu la risposta di Juliet.
Louis sembrava sorriderle. Le prese la mano e la portò
verso l’uscita.
<< Tieni bevi questa >> Louis le porse una
cioccolata calda, poi si sedette sulla panchina accanto a lei.
Si erano fermati al parco dopo che lui aveva proposto di fare
una passeggiata.
Adesso Juliet era visibilmente esausta.
Sorrise divertito nel vederla crogiolarsi sulla panchina
con la testa all’indietro, mentre sorseggiava il liquido caldo.
<< Prometto che la prossima volta ti porterò in un
posto privato, solo noi due >>.
Juliet sembrò destarsi, quando arcuò un sopracciglio,
<< La prossima volta? >>.
<< Anche se questo non è stato il migliore degli
appuntamenti, non vuol dire che lascerò la presa su di te >> disse
conciso incrociando le braccia al petto.
<< Come vuoi, e comunque non è stata colpa tua
>> Juliet sorrise. Un altro indizio da aggiungere alla sua lista. La sua vocina interiore le fece le congratulazioni.
<< La verità è che un po’ mi sento in colpa, avrei
dovuto fare qualcosa per liberarti di quel bambino e ignorare le tue proteste come
faccio sempre, ma volevo farti capire quanto hai bisogno di me >>.
Louis la conosceva ormai e sapeva che quello che aveva
appena detto la stava facendo irritare. Sorrise in risposta quando lei gli
lanciò uno sguardo torvo.
<< Io avrei bisogno di te? >>.
<< Sì, ma sei troppo caparbia per ammetterlo
>>.
<< Pff! Falla finita >> lo rimbrottò Juliet.
<< Quanto mi piace quando fai così, tigrotta >>
Louis si sporse a prenderle il viso tra le mani.
<< Oh davvero? Allora se ti metto al tappeto, ti
piacerò ancora di più >> lo canzonò Juliet con un sorrisetto maligno.
<< Puoi scommetterci >> Con estrema accortezza
Louis le sfilò il bicchiere contenente il fluido bollente dalle mani, per
evitare che la donna glielo rovesciasse addosso. Meglio prevenire che curare.
Lo poggiò di lato, poi scrutò il viso di Juliet
continuando ad accarezzarla con il pollice sulla guancia morbida. << Come va il mal di testa? >>.
<< Ti detesto quando mi provochi e poi fai il
premuroso >> bofonchiò lei.
Louis rise di gusto, poi le baciò il naso. <<
Rispondi alla mia domanda >> le ordinò dolcemente.
Juliet sospirò. << Meglio…contento? >>.
Alcuni passanti si misero a fissarli e Louis notò una
coppia salutare Juliet.
Lei ricambiò con la mano e con un sorriso bonario, salutò
un uomo dai capelli biondi che camminava mano nella mano con una donna
poco più bassa di lui e con un affascinante caschetto di capelli
neri.
<< Tuoi clienti? >>.
<< Sì e no >> rispose Juliet scrollando le
spalle.
<< In che senso? >>.
<< L’uomo a braccetto con la moglie è stato il mio
primo ragazzo al liceo per tre mesi >> rispose asciutta.
<< Ah >> Louis increspò le labbra. <<
Quindi è stato importante per te? >>.
<< Me ne sono innamorata, ma lui non ricambiò gli
stessi sentimenti. Ma sono stata felice di aiutare la compagna a scegliere
l’abito da sposa, quando sono venuta a sapere che volevano sposarsi >>.
Non c’era colore nel suo tono di voce. Louis corrugò la
fronte.
Juliet se ne accorse e infatti disse: << Non serve portare
rancore. Molto probabilmente non ero io la persona giusta >>.
Louis percepì quella patina di ghiaccio che
increspava le sue parole. Dannazione, possibile che dubitasse
così fortemente di se stessa? La sua forte tigre nascondeva un
lato vulnerabile, e Louis aveva tutte le intenzioni di distruggere
quella barriera che imprigionava il suo dolce cuore. Era intenzionato a
scoprire tutto di lei perciò le chiese
con tono cauto e gentile: << Hai…perso la verginità
con quel ragazzo?
>>.
La reazione di Juliet lo sorprese, perché i lineamenti del
suo viso si indurirono e così il suo corpo.
Aveva toccato un tasto dolente?
<< Perché vuoi saperlo? >> gli chiese, ma non
si girò a guardarlo.
<< Voglio conoscerti. È sbagliato? >>.
<< Credo di no…>> mormorò Juliet.
Louis attese una risposta, ma non arrivò e questo lo fece
insospettire sulla probabilità che la verginità l’avesse persa con quel tizio
che non si era preoccupato dei sentimenti che lei nutriva per lui. Figlio di
puttana.
Louis non era mai stato il primo con le donne con cui era
andato a letto, e sapere che non lo sarebbe stato per Juliet, lo fece
incazzare da morire.
E Juliet non era una delle tante per lui. No, c'era quella misteriosa
consapevolezza dentro di lui che gli assicurava che il sentimento nei
riguardi di quella donna andava ben oltre l'attrazione.
Poi c'era quell'immancabile tensione sessuale tra di loro, che non era mai stata così forte prima di lei. Il suo membro
vibrava al semplice tocco della pelle vellutata di Juliet, e quello era un chiaro
segnale che quella donna l’avrebbe portato nella libidine più inimmaginabile.
Ma Juliet doveva fidarsi di lui, doveva lasciarsi andare
nelle sue mani, altrimenti le scintille che sarebbero potute scaturire dalla
loro unione non avrebbero trovato realtà.
E Louis la voleva,
eccome se la voleva.
Ma per lei era disposto anche ad aspettare, a vedere dove
i suoi limiti l’avrebbero condotta verso di lui.
Senza preavviso si alzò e le porse la mano. <<
Andiamo >>.
Juliet corrugò la fronte confusa. << Tutto bene?
>>.
<< Certo. Andiamo >> le sorrise Louis non
facendo trapelare nessun’altra emozione.
Alla fine Juliet si alzò accettando la sua mano con
diffidenza.
Non avevano parlato più di tanto durante l’ultima
passeggiata.
Juliet si domandò se non fosse per la scelta di non voler
parlare del suo passato con altri uomini, ma Louis non l’avrebbe mai messa alle
strette, questo lo sapeva bene.
Dio solo sapeva come il suo corpo si fosse fatto di
pietra, quando Louis le aveva chiesto se era con Bruce-il tizio che avevano
visto poco fa con la moglie nonché suo primo ragazzo al liceo- che aveva perso
la verginità.
Una risata beffarda e un’espressione imbarazzata si erano
intrecciate facendole emettere un suono stridulo e basso.
Louis aveva afferrato il concetto? Cioè che la
sottoscritta era ancora una verginella?
Sospirò frustrata. Evitando di dirglielo apertamente,
aveva fatto la figura della sciocca e a Juliet non andava a genio.
S’infilò nell’auto e quando Louis fu accanto a lei, optò
per una domanda a trabocchetto: << Louis, sei rimasto silenzioso per un
bel po’, cosa c’è che non va? >>.
La tattica fingi-e-sbatti-le-ciglia-innocentemente non
abboccò.
<< Juliet, se vuoi chiedermi perché non ho insistito
con la storia del tizio che ti ha spezzato il cuore chiedimelo e basta, non ti
si addicono le mezze misure >> la canzonò platealmente.
Lei sbuffò arricciando le labbra. << Okay. Mettiamo
in chiaro che la vita sessuale di entrambi non sia un argomento discutibile
>>.
Louis rise, una risata bellissima che Juliet non evitò di
assaporare. << Per me va bene. Facciamo un patto: tu non ti lascerai
condizionare dalla mia fama di don giovanni e io non mi lascerò condizionare
dalla tua >>.
<< Si da il caso che la mia sia stata macchiata
proprio dai don giovanni. Dammi una ragione per cui dovrei fidarmi di te
>> disse Juliet con un ghigno di sfida.
Louis continuò a guidare, ma i lineamenti del suo viso
mutarono in un’espressione insondabile. << Sta a te decidere se fidarti
di me o no. Io sono quel che sono, Juliet >>. Le sue parole non
risuonarono come un rimprovero, ma una constatazione. << Perché sei voluta uscire con me?
>>.
<< Sai com’è, non è che me l’hai gentilmente chiesto
>> gli fece notare Juliet con un pizzico d’ironia.
<< Questo è vero, ma avresti potuto sferrarmi un calcio
nelle palle e mandarmi a quel paese, invece il mio metodo persuasivo non ti è
dispiaciuto… >>.
Juliet fissò il sorriso sfacciato e compiaciuto di Louis
allargarsi sempre di più.
Dannato lui e i suoi giochetti perversi.
Ma il discorso di Louis era puramente logico e lei non
potè fare a meno di irritarsi per questo. << Questa conversazione è
ridicola >> bofonchiò.
<< Non provarci, sai che non lo è. Lo sappiamo
entrambi >>.
Juliet sibilò un’imprecazione e non parlò più.
Palesemente confusa, osservò l’auto di Louis parcheggiare
nel vialetto di casa sua.
Casa di lei, non
di lui.
Louis scese dalla macchina e l’accompagnò sul portico.
Quando capì la realtà dei fatti Juliet s’imbronciò
intimamente.
Ladis and gentleman il cosiddetto stronzo rubacuori non
l’avrebbe portata a casa sua per una notte di passione quella sera.
Non c’era angolo del suo corpo che non gridasse
ribellione.
Non era affatto giusto, l’aveva sedotta e la lasciava a mani vuote.
La consapevolezza che stavolta fosse stata lei a non
lasciare a mani vuote l’uomo dopo averlo sedotto, le scaturì una risata
incredula che dovette tacere.
<< Non guardarmi così tigrotta…>> le bisbigliò
Louis scostandole una ciocca di capelli dietro un orecchio. << Pensi che
non vorrei strapparti gli abiti che hai addosso? >>.
<< A quanto pare no >> rispose atona e fece
per voltarsi.
Lui scosse la testa, poi le afferrò entrambi i polsi
voltandola verso di sé.
Occhi contro occhi. Ambra contro azzurro.
In un secondo le labbra di Louis coprirono quelle di
Juliet, e lei emise un gemito a dir poco gutturale.
All’inizio sorpresa, poi ricambiò schiudendo le labbra,
con la soddisfazione di sentirlo di nuovo così vicino a lei.
Juliet non prese neanche fiato, la bocca di Louis era
caldo miele vellutato che la inondava di piacere.
Lui fece pressione con la lingua, assaggiò, leccò il suo labbro inferiore, in modo che la bocca di
Juliet si dischiudesse di più.
E ancora e ancora Louis fece pressione contro le sue
labbra dove vi infilò la lingua finchè non si scontrò con la sua, ed entrambe
si tuffarono in una guerra sensuale.
Lui inclinò la testa per approfondire il bacio,
trattenendo quella di lei con una mano dietro la nuca.
La spinse contro la porta, sovrastandola con il suo corpo
più alto e massiccio, dopodichè le divaricò le cosce con la gamba.
Lui percepì il calore tra le sue cosce ben palpabile e
questo lo infiammò. << Sei bagnata…dio…>> grugnì Louis in un ansimo
contro le labbra di lei, le leccò poi proseguì in una calda scia di baci lungo il
collo.
Juliet si trattenne dal rinfacciargli che lo era stata per
tutta la serata.
<< Lou…>> lo chiamò inarcando il corpo verso
la sua erezione.
Oddio ed era piuttosto ampia e dura…anche lui era stato
così per tutta la durata dell’appuntamento?
<< Non qui, piccola. Ti prenderei proprio qui sul
portico, ma le luci di casa tua sono accese e non passeremmo inosservati,
soprattutto perché credo che sarebbe bellissimo farti urlare di
piacere…>> si staccò con sovrumana difficoltà dalla sua pelle calda e
liscia, e le incorniciò il volto con le mani. << Voglio tutto di te,
Juliet. Ma devi essere disposta a darmelo. Dio, mi piaci troppo e non manderò
tutto a puttane per una scopata all’aperto. Sto sudando freddo dal desiderio,
ma devi esserne sicura >>. Si chinò baciandola con infinita dolcezza, una
dolcezza che provocò a Juliet intense fitte proprio lì..
Quando la sua fronte poggiò su quella di lui, e la mano di
Juliet si posò sul suo petto, sentì il cuore di Louis palpitare a dismisura.
<< Sei…incredibile... >> sospirò Juliet
in un rantolo.
Louis la baciò di nuovo, stavolta provocando un leggero
schiocco di labbra. << Nervosa e accaldata, il mix perfetto. Ti farò
eccitare oltre il limite di sopportazione, fin quando non urlerai il mio nome e
non mi supplicherai di prenderti >>, strofinò il naso su quello di lei,
<< Notte piccola >> e s’incamminò verso l’auto con quel sorriso
malizioso stampato in faccia.
Juliet provò l’impeto di urlargli contro, poi scosse la
testa ancora intontita dai baci di Louis.
<< ...bellissimo e provocante…>>
soffiò a denti stretti, mordendosi il labbro per reprimere che altro calore inondasse
la V tra le sue
cosce.
Udì la porta di casa aprirsi alle sue spalle e la voce di
Kyle dire: << Ehi Star, ho sentito l’auto di Louis parcheggiare sul
vialetto. Com’è andata? >>.
Juliet si voltò pregando che il rossore delle guance e le labbra
gonfie non dessero nell'occhio. << Kyle! Oh bè, è
andata alla grande. La prossima volta andrà meglio >>.
Oh…sì, perché Juliet sapeva che non avrebbe resistito un
secondo di più senza che l’avverarsi delle parole di Louis infrangesse le sue rimanenti
schegge di difese.
O meglio: lo avevano già fatto.
Note dell’autrice
Buonasera ragazze :-D
Capitolo 18!! Oddio di già, spero che non vi stiate annoiando (?)
Ci tengo a ringraziarvi per tutte le parole che spendete per me,
dicendomi cosa ne pensate ogni volta dei capitoli.
Non gongolo sui complimenti, perciò non pensate che riceverli mi
monti la testa, perché soltanto grazie a voi che leggete la mia storia e se
volete mi dite cosa ne pensate, fa di me una persona orgogliosa.
Vi giuro che tutto quello che mi dite per me non è scontato, anzi
per me è già un miracolo che pensate quelle cose!
Vi voglio bene ♥♥♥♥
Ricapitolando: eh eh bell’appuntamento lol l’ho reso
frizzante e spero divertente XD
Vi confesso una cosa…avete presente James il bambino che ha “importunato”
la povera Juliet??
È accaduto realmente!!! A
me!!! E non vi dico che grande mal
di testa avevo quando sono tornata a casa…non mi sono goduta
nemmeno un
pezzetto del film perché stava questo bimbo di quattro anni che
mi accarezzava,
ecc ecc, vabbè lasciamo perdere, non c'era Louis!! Che enorme
tristezza!! Meglio dimenticarsene ._.’’ Perciò ho
pensato
di rendere movimentato il primo appuntamento dei due ragazzuoli ^_^
Ho voluto sottolineare la passione che sta crescendo sempre di
più tra i due…ovviamente la storia è di genere anche erotico, ma spero che a
voi non dispiaccia se io scriva di certe cose…(?)
Ne parleremo bene più in là, perciò cominciate a farmi sapere se
vi piacerebbe leggere di momenti piccanti tra Juliet e Louis, per favore
*occhioni dolci*
Ora vi lascio: chiedendovi come al solito e in totale umiltà: com’è il capitolo?
Vi adoro splendori :**
Vostra Ella♥
|
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Capitolo 19 *** Capitolo19 ***
capitolo 19 pronto
Capitolo 19
<<
Oggi hai un diavolo per capello? >> domandò Juliet a Nat, nel momento
esatto in cui mise piede in palestra.
La rossa
si sistemò i boccoli ramati che quel giorno erano più selvaggi del solito, in
una piccola coda di cavallo. << Lascia stare i miei capelli, piuttosto
com’è andata la serata con Louis? >>.
<<
Aggiornaci >> aggiunse Allie fermando la corsa sul tapiroulane.
<<
Una meraviglia >> Juliet ghignò, << Tralasciando un bambino
petulante e il fatto di aver passato la notte in bianco, direi che è andato
bene >>.
Allie
sollevò un sopracciglio, Nat sgranò gli occhi. Juls
dovette raccontarle da cima a fondo cosa fosse successo. Tralasciando
le ondate di risate beffeggianti che riempirono la palestra per un buon
quarto d'ora- oh sì le amiche si stavano proprio sbellicando dal
ridere- le ragazze ci diedero un taglio alla fine del racconto.
<< Notte in bianco? >> ripetè la rossa, confusa.
Juliet
sospirò, ripetendo in breve cosa Louis le avesse proposto prima di andarsene.
<<
Ripeto: notte in bianco? >>.
<<
Sì Nat! Notte. In. Bianco. Io >> Juliet si puntò il dito contro il petto.
<< sono andata a dormire >> unì le mani a mò di cuscino. <<
da sola! >>.
<<
Louis è pieno di sorprese >> commentò Allie, sorridendole divertita.
<<
Uh puoi ben dirlo. >> Juliet si sedette sul tappetino da yoga. <<
Mi fa impazzire >> lo disse con una scrollata di spalle.
<<
Chi ti fa impazzire? >> Jade entrò nella sala, accompagnata mano nella
mano da Harry.
<<
Guarda chi c’è, Miss Puntualità con tre quarti d’ora di ritardo >> la
schernì Allie.
<<
Scusate, il ricciolino non riesce ancora a starmi dietro con la mia routine
quotidiana >> si difese Jade rivolgendo a Harry un sorriso bonario.
Il
fidanzato corrugò la fronte, divertito: << Io la reggo benissimo, ma
stamattina eri più propensa a fare un secondo round sotto la doccia >>.
Juls,
Nat e Allie scoppiarono a ridere vedendo la loro amica rossa per l’imbarazzo.
<<
Bene, siamo molto contente che adesso voi due abitiate sotto lo stesso tetto,
ma noi qui veniamo per fare ginnastica, e la razza maschile è una fonte di
distrazione…>> cominciò Nat parlando con decisione, poi Harry si avvicinò
scoccandole un bacio sulla guancia. << Starò zitto e buono, posso
rimanere? Per favore? >> le chiese intenerendola con quel suo adorabile
sorriso.
Nat si
addolcì, sbuffando con un sorriso sulle labbra. << Dannato te e quelle
fossette. D’accordo Styles >>.
<<
Per voi va bene? >> domandò Harry a Juliet e Allie.
Allie e
Juls fecero spallucce all’unisono. << Che non diventi un’abitudine
ragazzo. Sai che le donne hanno i loro spazi >>.
<<
Avanti Catwoman vediamo a chi fa più chilometri su quell’aggeggio >> Nat
sfidò Juls indicando l’attrezzo dove fino a poco prima si stava allenando
Allie.
<< Bene
Puffetta. Fammi vedere che progressi hai fatto >>.
<<
Signora G? Le ragazze mi hanno chiesto se…oh ciao >> Juliet si fermò, quando vide Louis
intento ad aiutare la signora Grace nel mettere i piatti e le tazze sulla tavola.
<<
Ciao a te >> le sorrise.
<<
Cosa…ci fai qui? >>.
<<
Mia madre mi ha spedito per una missione. Pregare la signora G di farle avere
la sua famosa ricetta della torta alle noci pecan >>.
<<
Non fingere con me, signorino, tua madre sarebbe potuta venire di persona. Dille
piuttosto che sei venuto per lei >> lo rimbrottò la signora G, curvando le
labbra in un sorriso sghembo.
<<
Beccato >> Louis rise alzando le mani.
Juliet si
morse il labbro. Possibile che ogni giorno ai suoi occhi Louis diventasse
sempre più bello? Un ciuffo sbarazzino gli ricadeva sulla fronte, e gli occhi
limpidi e solari la stavano scrutando in una lasciva carezza.
Era
venuto per lei? Che dolce, ma Juliet aveva orchestrato un delizioso piano, e se
quel ragazzo non avesse smesso di sorriderle in quel modo, avrebbe mandato
tutto a puttane.
Si sforzò
di rimanere impassibile. << Signora G, le ragazze mi hanno chiesto cosa
c’è di buono per colazione >>.
<< Millefoglie
alla crema, con mousse ai frutti di bosco >>.
<<
Fantastico, allora vado a riferire il messaggio >>Non si sorprese
più di tanto nell’intercettare un corpo seguirla da dietro.
Sorrise
intimamente, quando Louis la chiamò, ma lei non diede segni si averlo sentito.
Poi lui
la sorpassò poggiandole le mani sui fianchi. << Ciao. Anch’io sono felice
di vederti. >> la schernì amabilmente. << Cos’hai? >>.
<<
Chi? Io? Niente, perché me lo chiedi? >> Juliet gli sorrideva,
soddisfatta di notare il cipiglio confuso sul suo volto.
<<
Non lo so, ho pensato di venirti a salutare, ma non mi sembra che ti abbia
creato piacere… >> accennò una smorfia di delusione.
Lei gli
circondò il collo con le braccia, sollevandosi sulle punte per trovare la sua
bocca.
Una lieve
carezza di labbra.
Juliet gli
tirò lentamente il labbro inferiore, provocandolo con i denti in un piccolo
morso.
<<
Mi fa molto piacere che tu sia passato per vedermi, ma adesso non ho proprio
tempo, ho un sacco di lavoro, e molto probabilmente ne avrò fino a stasera
tardi >>, inclinò il capo, gli passò la lingua sulla mandibola
assaporando il sapore della sua pelle, poi la baciò.
Lui
venne percorso da un brivido di piacere, e Juliet colse l’occasione per staccarsi.
<< Ci vediamo, Tomlinson >>.
Louis
sbattè le palpebre. Fissò la figura snella e tonica di
Juliet svoltare l’angolo
e celarsi ai suoi occhi. Sforzandosi
di controllare la dura erezione che minacciava di soffocare nei
pantaloni, che si era prontamente creata quando lei lo aveva baciato
in quel modo, fu piuttosto doloroso.
Un bacio
dolce e sinuoso, che lo aveva mandato sotto shock.
Dannazione,
non avrebbe retto un solo giorno di più!
La sera
precedente erano rimasti entrambi a bocca asciutta.
Per colpa mia, imprecò mentalmente.
Ora ne
pagava le conseguenze, e sapeva quanto Juliet potesse essere provocante. Il
bacio era stato un assaggio.
Lei voleva giocare al gatto col topo? Bene, Louis l’avrebbe accontentata,
assicurandosi la vittoria.
Con un
sorriso di sfida in volto, si recò in cucina, salutò la signora G, e si diresse
al lavoro.
<<
Figliolo, come vanno le cose? >>.
La strana
domanda di sua madre, lo mise in allerta.
Sorrise
divertito, << Mamma, hai sentito la signora G vero? >>.
<<
Oh ma che noioso che sei, William, subito dubiti della tua adorata mamma?
>> Joannah gli diede un buffetto sulla spalla.
<<
Ti conosco, e suppongo che vi siate spifferate qualcosa voi due…>> la
riprese a sua volta, sardonico.
<<
Che brutto termine “spifferare”, non siamo mica due pettegole noi! Mi ha
soltanto detto che sei passato alla tenuta, per andare a trovare una
persona…ragazza…occhi ambra, capelli castani…>>.
<<
Sì mamma, sono andato per vedere Juliet >>.
<<
Lo so. Volevo solo sentirtelo dire >> lo beffeggiò Joannah ridendo in
modo genuino.
Louis
scosse la testa, sorridendo teneramente a sua madre. << Vuoi chiedermi
qualcosa? Avanti spara >>.
Sorpreso,
la vide assumere un’espressione seria, ma continuò a sorridere. << Lei mi
piace lo sai, no? È un’ottima persona, con la testa sulle spalle. E mi piaci
anche tu >>.
<<
Grazie, mamma, sono contento di non starti sulle scatole >> rise lui.
<<
Una volta le dissi che per quanto l’idea di vedervi insieme mi
piacesse, le ordinai di starti lontana. >> La madre vide il
figlio sgranare gli occhi dallo stupore, ma continuò << Ti
conoscevo, e dubitavo che tu e lei poteste fare veramente sul
serio…>>.
Louis
abbracciò sua madre, cogliendola di sorpresa. Le poggiò
le mani sulle spalle e
disse: << Io e Juliet usciamo insieme. Non so che piega
prenderà questa
storia, ma mi piace… >>. E anche tanto, più di
quanto si sarebbe
aspettato. Non ce l'aveva con sua madre per essersi messa in mezzo, lui
stesso sapeva di che natura fosse, ma da quando c'era Juliet si
vedeva...migliore.
<<
Non ti ho mai visto tanto preso, Louis. >> ammise sua madre
contenta di
vedere il figlio innamorato. E lui era consapevole di esserlo? Dagli
occhi che si illuminavano di quella strana luce di cui tutti andavano a
blaterare sulle persone innamorate, allora sì: suo figlio si era
innamorato di quella ragazza.
<<
Nemmeno io >> le confidò Louis, dandole un affettuoso bacio sulla
guancia. << Piuttosto, perché non ti fai venire a prendere dal tuo
fidanzato? Lui mi piace lo sai, no? >> ripetè le stesse parole della
madre. << Quindi chiamalo e passate la giornata insieme, qui ci penso io
>>.
<<
Sei proprio sicuro? >> gli chiese Joannah.
<<
Sicuro, ora chiamalo >> le ordinò in tono scherzoso.
Sua madre
rise << Va bene, va bene. Ti voglio bene >>.
<<
Anch’io mamma >>.
<<
Non voglio sembrare una sposa qualunque. >> Emma passò i palmi delle mani
su più strati di tulle.
<<
Ogni sposa è unica >> le disse Juliet.
I quattro
abiti, messi precedentemente da parte, furono tutti provati e scartati, come
un’altra mezza dozzina.
E venne
aperta la seconda bottiglia di champagne per i parenti, che la futura sposa aveva portato con sé.
Il
problema con una selezione collettiva, rifletté Juls, era che spesso il
comitato non riusciva a concordare su nulla, quasi per principio. Quello che
piaceva alla sposa in genere non piaceva alla madre. Quello che piaceva alla
madre veniva scartato dalle amiche.
<<
Senti che facciamo, prendetevi cinque minuti di pausa, per pensarci su. E voi,
potete prendere una tartina, e dell’altro champagne. Svuotate la mente
>>.
Juliet
pensò di aver trovato la soluzione, e portò Allie nell’atelier per una
consultazione.
Nat le
seguì a ruota, << Cristo, sembra che una allegra fattoria mi abbia appena
travolto la testa >>.
Allie
annuì, poi guardò Juliet, << Dimmi tutto >>.
<<
Una sopragonna di tulle potrebbe andare, a patto che ci sia una trama particolare
e qualcosa di scintillante sotto. Teniamolo aderente in vita, e manteniamo lo
scintillio. Ha bisogno di qualcosa di diverso da uno scollo classico, senza
spalline. Ho visto un abito con uno strato di tulle che arrivava fino al petto.
Era impreziosito da un gioiello d’argento tra i seni. Prenderò un velo di lunghezza media,
dato che lo strascico è sontuoso, voglio che si notino le rifiniture >>.
<<
Eccellente. Uno dei problemi è che la madre vuole il bianco virginale >>
commentò Allie.
<<
La madre si sbaglia. Con l’incarnato di Emma ci vuole l’avorio. Vado a prendere
l’abito, voi cercate di tenere a bada i battibecchi tra la madre e la suocera
>>.
<<
Porca miseria, cos’è stato? >> esordì Nat, avvertendo uno schianto nella
sala adiacente al salottino di prova.
Juliet
sbuffò esasperata. << Spero solo che le due signore non abbiano scoperto
dove ho messo i miei guantoni da box >>.
Dieci
minuti dopo, Juls stava aiutando la sposa a sistemare lo strascico del
vestito. << Non dite una parola. >> sorrise mentre lo diceva, ma
l’ordine era perentorio. << Nessun commento finchè Emma non si volterà e
vedrà lei stessa. Questa volta sentiamo prima i suoi pensieri e le sue
impressioni >>.
<<
Grazie >> le sussurrò la sposa, con occhi riconoscenti.
<<
Figurati, tesoro. >> poi alzò il tono della voce. << Bene, adesso prendi
un bel respiro e voltati verso lo specchio >> la incitò.
<<
Il tulle, la seta e il motivo sono belli, ma io avevo pensato a qualcosa di più
appariscente…>> fu un’amica della sposa a parlare.
Allie e
Nat si lanciarono un’occhiata espressiva.
Riconobbero
l’irrigidirsi della mascella di Juliet. Quest’ultima si voltò lentamente
sorridendo in maniera ferina. << Emma sa ciò che vuole. Grazie lo stesso
del tuo intervento non richiesto >>.
La
ragazza impallidì, prendendo un biscotto e guardando altrove imbarazzata.
Nat rise
sotto i baffi, schiarendosi la voce indirizzò lo sguardo ad Emma, brandendo la
macchina fotografica. << Su tesoro, voltati >>.
Centro!
Juliet riconobbe gli occhi lucidi, la pura e piacevole sorpresa, il mutamento
nel linguaggio del corpo mentre Emma si raddrizzava ed esclamava: <<
Guardatemi! Oh sono bellissima! Adoro questo ricamo, è così romantico >>.
<<
Potrai indossare una tiara che metta ancora più in luce lo scintillio del
corpetto, brillerai per chilometri >> commentò Juliet con le labbra
arricciate in un sorriso compiaciuto.
<<
Credo…oh è incredibile >>.
Nat
immortalò le lacrime di gioia della sposa, mentre Allie le porgeva un
fazzolettino.
Il
seguito nuziale si complimentò con Juliet, poi su richiesta della sposa lei ed
Allie si misero a dare consigli per quanto riguardava gli abiti da damigella.
Louis
riordinò alcuni cataloghi di boquet floreali sparsi qua e là sul bancone.
Il
compagno di Joannah era passato a prenderla come concordato, e Louis
era stato
felice nel vedere l’espressione della madre quando Mike le aveva
lasciato un
bacio sulla guancia. Rise, ricordando il Mike di Magic Mike con cui
Juliet gli aveva fatto credere di aver passato la serata. E poi il loro
bacio, rude e passionale, quando l'aveva intrappolata tra il suo corpo
e la parete...mmh che gioia per lui sentire le sue labbra sulle sue,
gli occhi che si cercavano per vedervi cosa ci fosse, i corpi premuti
in un gesto di...Okay basta.
Di cosa stava parlando? Ah sì, la mamma. Se lo
meritava, era ancora bella e giovane, quindi meritava di essere felice.
Suo padre non l'aveva fatto, lasciandola sola con un figlio da
crescere. Ma non voleva pensare a quello. Louis era cresciuto, e non
era come suo padre.
Non
vedendo alcun cliente far capolino dall’entrata del negozio, ne approfittò per
sedersi e pensare.
A Juliet. Quello sì che era un pensiero, capace di fargli scorrere quell'adrenalina piacevole in circolo.
Gli aveva
detto che aveva la giornata piena, e che non potevano vedersi, ma questo non
significava che non potessero sentirsi in altri modi.
Prese il
cellulare dalla tasca, compose il messaggio e premette invio.
Juliet
consigliò alla damigella d’onore un abito color acqua marina, in corrispondenza
al colore dei suoi occhi chiari, e con l’aiuto di Allie scelsero anche per le altre damigelle.
Mentre
aiutava la ragazza a chiudere la zip del vestito, sentì la vibrazione del cellulare nella tasca dei
pantaloni.
Fissò il
display: un messaggio da parte di Louis.
Lo aprì
curiosa e lesse.
Da: Louis
A: Juliet
Oggetto: Tu
Ti stavo pensando.
Digitò la
risposta.
Da: Juliet
A: Louis
Oggetto: Tu
Ah sì?
Chiuse
distrattamente la cerniera del vestito, e invitò la damigella ad andare a
specchiarsi.
Da: Louis
A: Juliet
Oggetto: Bacio
Sì, da quando mi hai baciato stamattina.
Da: Juliet
A: Louis
Oggetto: Dettagli
Mmh e a
che cosa stavi pensando di preciso?
<<
Juls? Cosa ne pensi? >>.
<<
Eh? >>.
Nat
corrugò la fronte. << Come eh? Ti ho chiesto cosa ne pensi di questa foto
>>.
<<
Ah sì, scusami Nat…>> Juliet sorrise. << Certo che mi piace
>>.
La rossa
arricciò il naso dicendo: << Con chi messaggi? >>.
Juliet
poggiò il cellulare sulla scrivania. << Uhm non è nulla d’importante, ti
va una bibita? Te la porto subito >>.
Il
cellulare vibrò di nuovo. << Juliet? Il tuo "nulla d’importante" ti ha
risposto >> l’avvisò Nat ridendo.
Lei portò alle labbra il bicchiere, sollevò il cellulare, e sorseggiando l’acqua
fresca, lesse la risposta di Louis.
Da: Louis
A: Juliet
Oggetto: Come vuoi
Pensavo
a come sarebbe eccitante toccare la tua pelle liscia e imperlata del sudore
della passione, mentre il mio sguardo scivola sul resto del tuo corpo nudo e
ammanettato al mio letto…
Sgranando
gli occhi, Juliet cercò di frenare l’acqua che scendendo
giù in gola aveva saggiamente
scelto di virare verso l’epiglottide, rischiando si soffocarla.
Letto, manette! Non che non avesse già sperimentato le manette
con lui, una volta, ma non in quella circostanza...un fremito la
percorse.
Nat battè
una mano sulla schiena dell’amica per aiutarla. << Ehi piano! Dio santo
che c’è scritto? >>.
<<
Lasciamo perdere…>> tossì Juls, premendosi una mano sul petto.
<<
Okay ti lascio al tuo scambio di messaggi erotici con Louis! >> disse Nat
ridendo.
Un altro suo messaggio!
Da: Louis
A: Juliet
Oggetto: E non solo
In questo momento vorrei essere
lì con te.
Da: Juliet
A: Louis
Oggetto: ...
Per fare cosa?!
L’altro
messaggio non tardò ad arrivare.
Da: Louis
A: Juliet
Oggetto: Mi piace vederti senza fiato
Per
farti urlare di piacere mentre faccio diventare realtà i tuoi sogni.
Un ansimo
eruppe dalla bocca di Juliet.
Louis la
stava provocando, esattamente come aveva fatto lei quella mattina.
Accidenti a lui, e in più mentre stava lavorando! Colpo
basso.
Da: Juliet
A: Louis
Oggetto: Non contarci troppo
Anch’io ti stavo pensando.
Da: Louis
A: Juliet
Oggetto: Combattiva. Mi piace.
A qualcosa in particolare?
Da: Juliet
A: Louis
Oggetto: Tigre affamata
Sì pensavo a ieri notte, mentre
ero da sola nel letto. Nuda e sola soletta nel mio grande letto…che freddo che avevo.
Juliet ghignò, e in quel momento
avrebbe pagato oro per vedere l’espressione di Louis nel leggere il suo messaggio.
Da: Louis
A: Juliet
Oggetto: Potrei essere il tuo spuntino perfetto
Aah tigrotta…a questo possiamo rimediare. Voglio vederti. Subito.
Parole
sensuali, che provocarono un brivido di piacere lungo la spina dorsale di
Juliet.
Sospirò, mettendo un piccolo broncio, mentre si accingeva a risponderlo.
Da: Juliet
A: Louis
Oggetto: Arrogante
Dovrai
aspettare…oggi ho un evento e probabilmente finiremo tardi, quindi dormirò a
casa di Jade.
Da: Louis
A: Juliet
Oggetto: Lo so ;)
Capisco tigrotta...ora devo andare, buona continuazione. x
Quant'era sexy la faccina con l'occhiolino fatta da lui!
Con un
sorriso stoico sulle labbra, Juliet tornò a lavoro.
Lei e
Louis non si sarebbero visti.
Tentò di convincere se stessa che quella era la cosa giusta da fare. In fondo
era vero che sarebbe stata impegnata tutto il giorno.
Ma era
anche vero che Louis le mancava, e questo era un segno. Un segno limpido e
palesemente lampante.
Al
ricordo delle parole che lui le aveva detto sotto il portico, un fiume di
desiderio e impazienza fluì tra le sue cosce.
Voleva
Louis. Lo voleva, anima e corpo. Si sarebbe concessa completamente? Sarebbe
stato uno sbaglio fidarsi? Cosa ne sarebbe stato di lei dopo che lui l’avesse
trascinata nella lussuria più carnale?
Il
bisogno di Louis le provocò una piacevole fitta nel basso ventre, i nervi a fior
di pelle e il respiro strozzato.
Udì Allie
chiamarla dal corridoio.
Merda, in
pochi minuti si era scordata che avevano in programma un evento. C’erano un
mucchio di cose da preparare prima dell’arrivo degli sposi.
Juliet
sospirò. I suoi appetiti avrebbero atteso a lungo…si rese conto con una
smorfia.
<<
Bene ragazze, io vado a nanna, ci si vede domani >> le salutò Nat con un
sorriso stanco sulle labbra.
Dopo
l’ennesima spartizione del profitto, si erano riunite in cucina per uno snack.
La signora G era andata al cinema con le amiche, quindi avevano frugato nella
dispensa in cerca di qualcosa di buono per potersi sfamare.
<<
Vado anch’io. Buonanotte! >> Allie diede un bacio a Juls e Jade, e si
congedò.
Una volta
rimaste sole, Jade vide Juliet sbadigliare e disse: << Perché non rimandi
a domani mattina il lavoro? >> la spronò dolcemente.
Juliet
passò in rassegna l’agenda con il dito, << Non posso, domani ho tre
incontri consecutivi, e devo pensare a quali abiti di prova usare. Oggi non ne
ho avuto il tempo. >>, si alzò dal bancone della cucina, poggiò un bacio
sulla guancia di Jade, << Non preoccuparti, prometto di non crollare
sulla scrivania. Tu va a dormire, Harry ti aspetta >> la rassicurò ammiccante.
<<
Va bene. La camera degli ospiti sai dove si trova >>.
<<
Conosco questo castello come le mie tasche. Vai dal riccio su! >> rise
Juliet.
<< Okay
okay, sto andando. Notte Juls >>.
<<
Buonanotte Jade >>.
Direi che ho finito, constatò Juliet stirandosi sulla
poltrona in pelle. Passò il palmo della mano sul morbido tessuto del babydoll
in seta che si era portata da casa. Due fiocchetti color vaniglia abbellivano le spalline
sottili. Un piccolo short abbinato le avvolgeva le natiche.
Lanciò
un’occhiata all’orologio.
Era quasi
mezzanotte.
La mente
corse involontariamente a Louis, e si domandò se stesse già dormendo.
Lei stava
per raggiungere il mondo dei sogni, da sola. Che tristezza.
Era da
tanto che non assaporava la gioia di avere un corpo caldo e virile, avvinghiato
al suo sotto le coperte.
Ormai
quel dolce torpore era un vago ricordo. Anzi, non lo era mai stato. I
suoi amanti non si erano mai rivelati molto teneri con lei, facendole
credere che non meritasse l'affetto di un uomo.
Juliet si
scoprì con un’espressione sconsolata.
Quel
giochetto con Louis, la stava distruggendo. Non avrebbe mai creduto di esserlo,
ma era pentita della sceneggiata messa in atto tutto il giorno.
Un
leggero languore fece breccia nel suo stomaco, così decise di fare una
scappatina in cucina. Un bel biscotto con una tazza di thè caldo l’avrebbe
fatta assopire di sicuro.
Spense le
luci del suo studio, facendo il meno rumore possibile.
La
signora G doveva essere tornata, viste la borsa e il cappotto riposti sul
ciglio dell’entrata. La camera degli ospiti era al secondo piano, distante da
quella di Jade e Harry, ma avrebbe dovuto lo stesso passare di lì perciò a
piccoli passi oltrepassò il nido d'amore dei futuri sposini.
Giunse in cucina, e in
religioso silenzio mise l’acqua per il thè sul bollitore.
Un
istante dopo, il fruscio delle foglie risuonò nella cucina desolata. Acuì i
sensi. Non era un fruscio dovuto al venticello autunnale che caratterizzava le
serate in quel periodo della stagione…sembrava più un suono provocato da
qualcos’altro.
Juliet
s’irrigidì nello scorgere un’ombra scurire la porta d’uscita che dava sul
giardino.
Oh cazzo. Oh cazzo. Calma Juliet,
non è niente…
Dovette
ricredersi nell’udire dei passi provenire dall’esterno della cucina.
Oh santi numi! Un ladro! A
mezzanotte! Ma non hanno nulla di meglio da fare?!
Respirando
in maniera irregolare, con le dita delle mani che tremavano di paura, spinse il
suo corpo nello sgabuzzino.
Afferrò
la mazza da baseball che la signora G adoperava come mattarello per le torte.
Okay bastardo, non ti permetterò
di mettere piede qui dentro, dovesse costarmi la pelle.
Si stava
cagando sotto, ma era normale dannazione.
Muovendosi
carponi Juliet arrivò alla porta. Si mise di lato, impugnando la mazza più
forte di quanto potesse.
In
quell’istante il suo cellulare risuonò nella stanza, come un boato,
facendola sussultare di terrore.
<< Pronto!
>> rispose a bassissima voce, turbata.
Quel
dannato ladro l’aveva sentita? Ovvio che sì, ma Juliet non sarebbe corsa in
ritirata. Fanculo lui, non si sarebbe mossa di lì punto, doveva proteggere Jade ed Harry, e la loro casa.
<<
Juliet, sono Louis >>.
<<
Cazzo Louis, non posso parlare! >> sussurrò. Incastrando il cellulare tra
l’incavo del collo e l’orecchio, Juliet mise mano sul pomello della porta.
La figura
scura e minacciosa era lì. Vicina. Merda.
<<
Che stai facendo? >> volle sapere Louis.
<<
Uhm nulla di particolare… >> rispose asciutta. Meglio che
la situazione rimanesse tra lei e quel bastardo di un ladro.
Pensò se avesse con sè una pistola o un coltello. Non era
nei suoi piani morire, ma la vita dei suoi amici era più
importante. Jade ed Harry si sarebbero sposati e avrebbero avuti una
quindicina di figli. Il futuro di Juliet prevedeva una quindicina di
gatti, perciò facendo spallucce convenne che a farsi male era
meglio lei. Basta farneticare Anderson! si rimbrottò. l'adrenalina non la faceva ragionare.
Okay ora o mai più.
Uno…
Due..
Tre…
Con uno
scattò la porta si aprì, e Juliet impugnò la mazza alzandola sopra la testa.
Regola
numero uno del corso di sopravvivenza: qualsiasi cosa accada restare calma e colpire
i gioielli di famiglia del bastardo schifoso.
<<
Figlio di puttana, ora t’insegno io ad invadere le proprietà altrui! >>
sbraitò in un sussurro.
Menò un
colpo, che però finì a vuoto.
Il ladro
lanciò un’imprecazione, rivolgendole uno sguardo torvo.
Le luci
soffuse del giardino rivelarono un corpo maschile alto e…familiare.
Juliet
corrugò la fronte, sbarrando gli occhi. << Louis?! >>.
<<
Sì cazzo! Dannazione posa quell’affare, ma sei impazzita?! >> bofonchiò
il ragazzo fissandola con circospezione.
Lei assottigliò gli occhi, col cuore che batteva all'impazzata. << Ah io eh? Mai pensato che aggirarsi in piena
notte in una casa estranea potesse far venire dei sani dubbi! >> lo
rimbrottò, puntandogli la mazza da baseball contro il petto.
<<
Okay, scusa, volevo farti una sorpresa. Ti dispiacerebbe abbassare quell’arma?
>>.
Juliet
grugnì irata, affannata per lo spavento.
Inalando
aria a denti destri, si costrinse ad abbassare lentamente la mazza da baseball.
<<
Ecco brava…>> Louis sospirò sollevato, perché non aveva dubbi che Juliet
sarebbe stata capace di usarla contro di lui.
Lei era riuscita a provocarlo, ammise a sé stesso. Non era riuscito a chiudere
occhio, ripensando ai messaggi che si erano scambiati, e adesso era lì. Perché
desiderava rivederla.
In un
attimo, si ritrovò con la bocca aperta di fronte all’immagine che gli si
presentò davanti agli occhi.
Juliet
che lo fissava incazzata, con indosso un babydoll di seta blu notte. Due
fiocchetti color vaniglia abbellivano le spalline sottili. Un piccolo short
abbinato le avvolgeva le natiche.
Una delle
sue più peccaminose fantasie era lì. Super sexy e incazzata con lui.
Quant’è bella, dio santo…
Deglutì
sopraffatto dalla potente erezione che si stava rizzando contro la patta dei
suoi pantaloni.
Juliet
notò con profondo sgomento, gli occhi di Louis, dilatarsi, profanando quel
celeste chiaro in un blu leggermente scuro.
Gli occhi
caddero sul corpo di lui in una rapida ispezione.
Poi lo
sentì: il respiro corto di Louis come se fosse il suo. E forse era vero, dato
che il sangue nelle vene aveva preso a scorrerle più velocemente, lasciando una
camera d’aria al posto del cervello.
Juliet non
sapeva se lui lo facesse apposta o era la natura indomita a rendere anche i
suoi movimenti così aggraziati e virili. Allungò una mano verso di lei,
sfiorandole in una delicata carezza la guancia.
Juliet si
ritrovò a bramare quel contatto. Si avvicinò lentamente a lui, con un mix di
trepidazione e paura.
Era
vergine, e quando Louis l'avrebbe saputo? L’avrebbe derisa?
No. Non
lui.
Louis non
l’avrebbe mai derisa. N’era certa. Juliet si scoprì ad elargirgli un sorriso
riconoscente.
Cercò la
sua mano con la propria, e quando la trovò intrecciò le dita con quelle di lui.
Voglio fidarmi di lui…lo voglio. Lasciò ricadere la mano su un
fianco, chiudendola a pugno.
Questa
volta non lo avrebbe lasciato andare. Avrebbe giocato i suoi sentimenti e il
suo cuore.
<<
Ehi…piccola, cos’hai? >> Louis le incorniciò il viso tra le mani,
prendendolo con estrema cura come se fosse un gioiello prezioso. Le accarezzò
le gote con i pollici, sorridendole incerto. Juliet lo stava fissando
intensamente, come se ancora adesso avesse scoperto qualcosa di estremamente
importante.
Lei si
ritrasse molto lentamente, pur rimanendo ad una distanza minima da Louis.
Louis non
staccò lo sguardo da quello di lei, per un lungo momento.
Prima che
potesse riprenderla tra le braccia, per domandarle di nuovo se stesse bene, il
suo cuore smise di battere quando udì una frase uscire dalle labbra morbide di
Juliet.
<<
Fa’ l’amore con me, Louis >>.
Note dell’autrice
Buonascera bellezze♥
*si para il corpo con le mani* Va bene ragazze vi avverto che per
qualsiasi istinto omicida si sia impadronito del vostro corpo, vi prego di
calmarlo e lasciatemi parlare. Posate i bastoni perchè in ospedale il pc non me lo danno per pubblicare va bene? ^_^'
Dovevo farlo finire così, perché secondo voi cosa
succederà nel capitolo 20? ;P Vi ha stupite il finale?? Intendo
vi aspettavate quella frase?? :D Personalmente ho amato la scena del
ladro xD E lo scambio di messaggi "hot" mi è venuto grazie ad un
intervento della mia dolce migliore amica, quel giorno mi mancava
l'ispirazione, avevo in mente quella parte ma mi mancava quella
maliziosità con cui Louis poteva colpire Juliet, così lei
mi ha dato una spinta, perciò i complimenti vanno anche a lei ^w^
Vi aspetta anche una sorpresa, ma non voglio dirvi nulla, vi posso
assolutamente promettere che aggiornerò mercoledì prossimo *stringe il mignolo
a tutte*.
Spero vi siate divertite ed eccitate, come una sorta di
preliminare a ciò che accadrà, il mio scopo era quello, ora prego di aver fatto
centro :3
Cosa più incredibile è aver ricevuto 29 recensioni al capitolo
precedente…ogni giorno ne ricevevo di nuove fino a che ho visto questo nuovo
numeretto che non avevo mai raggiunto…29! O.O e il mio cuore galoppava oddio!!
*le si appannano gli occhi* 287 recensioni in 18 capitoli…mi dispiace di non
avere twitter perché alcune di voi mi hanno chiesto se potevamo conoscerci meglio
lì, ma io avendo la chiavetta per la connessione non credo di avere il tempo di
starci, ma mi sono detta che per voi potevo fare un eccezione, perciò nelle
vacanze di Natale proverò a farmi spiegare dalla mia migliore amica come si usa
:’D
Mi chiedete quando pubblicherò il prossimo capitolo, mi inserite
tra i vostri autori preferiti, la storia che sale di lettrici ogni volta, ed io
mi commuovo perché tutto ciò che dite mi rende felice :’3 Grazie anche alle
lettrici silenziose, premere anche solo quel bottoncino per aprire il nuovo
capitolo mi rende strafelice, e soltanto se volete magari potreste farmi
sentire cosa ne pensate ^_^
È incredibile tutto quello che fate per me! Mi rimproverano anche
le mie amiche, ma sono modesta perché è così che sono sempre stata…come vorrei
abbracciarvi tutte!! Se io accetto i vostri complimenti voi accettate i miei più sinceri ringraziamenti U.U
Grazie per aver risposto alla mia domanda sul voler leggere momenti
hot, volevo soltanto assicurarmi di non fare una gaffe per quando lo
scriverò, naturalmente è arancione perciò devo
impormi di non renderlo spinto...non scordatevi che oltre a quello vi
aspetta una sorpresa che spero vi farà piacere :)
Ora vi lascio, mandandovi un grosso bacio affettuoso xxx Ella
|
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Capitolo 20 *** Capitolo20 ***
note dell'autrice
Capitolo 20
Per favore, leggete le Note dell'Autrice a fine capitolo, per un avviso importante. Grazie :)
<< Ehi…piccola, cos’hai? >> Louis le incorniciò il viso tra le mani,
prendendolo con estrema cura come se fosse un gioiello prezioso. Le accarezzò
le gote con i pollici, sorridendole incerto. Juliet lo stava fissando
intensamente, come se ancora adesso avesse scoperto qualcosa di estremamente
importante.
Lei si ritrasse molto lentamente, pur rimanendo ad una distanza minima da Louis.
Lui non staccò lo sguardo da quello di lei, per un lungo momento. Prima che
potesse riprenderla tra le braccia, per domandarle di nuovo se stesse bene, il
suo cuore smise di battere quando udì una frase uscire dalle labbra morbide di
Juliet.
<<
Fa’ l’amore con me, Louis >>.
Ad un
tratto il solo respirare gli risultò tremendamente difficile.
Sgranò
gli occhi, con il sangue che prese a ribollirgli furioso nelle vene.
Fa’ l’amore con me.
Oddio, lo
aveva detto sul serio, pronunciandolo come se fosse un dolce servito su un
piatto d’argento.
Un dolce
che avrebbe assaporato con intensa devozione.
Louis si
accorse di tremare, sopraffatto dall’emozione. Aveva aspettato a lungo, anche
troppo di farla sua, e adesso Juliet con quattro parole lo aveva mandato nel
limbo più assoluto.
Due passi
e l’avrebbe presa lì e subito, e lei lo sapeva perché come se non fosse
abbastanza l’immensa euforia che aveva
impossessato il suo corpo, Juliet
indietreggiò di qualche passo, con un ghigno malizioso.
<<
Mmh…non mi dici niente? >> Mise un piccolo broncio che Louis trovò
assolutamente sexy.
Serrò i
pugni, andandole incontro, e Juliet si volse verso le scale, cominciando a
salirle a passo svelto.
Louis la
seguì, con lei che gli mimava di non fare rumore, e lui pensò che l’unica cosa
che in quell’istante si potesse udire fosse il suo cuore martellargli
incessantemente nel petto.
Una
camera da letto avvolta nel buio, con i raggi della luna che filtravano dai
vetri, costrinse Louis a vagare con lo sguardo, finchè non riconobbe
un’aggraziata figura femminile in piedi davanti al balcone aperto, dove la
brezza fredda l’avvolgeva come un amante. Le gambe lunghe e affusolate, le mani
intrecciate dietro la schiena mezza scoperta dal babydoll, e i capelli che
ricadevano in una massa setosa su una spalla.
Per lui, Juliet
era la cosa più bella che avesse mai visto.
Chiudendosi
delicatamente la porta alle spalle, si passò una mano tra i capelli, e
lentamente divorò la distanza che li separava.
Quando
trovò i suoi occhi ambrati, velati da una luce nuova che non seppe decifrare,
Louis ebbe paura che quello fosse un fottuto sogno, il migliore della sua vita.
Non la
sfiorò nemmeno, in totale tensione, sapeva che di lì a breve sarebbe scoppiato.
Un
silenzio impregnato di sentimenti taciuti, rese Juliet dubbiosa.
Continuava
a tenere gli occhi fissi in quelli di lui, domandandosi se quella frase che gli
aveva detto qualche istante prima lo avesse turbato in qualche modo.
Bè certo
lei, sentiva un pizzico di paura. Una mossa azzardata, ma dettata con la voce
dell’anima e non con la testa.
Era
stanca di sfuggirgli. Era stanca di domandarsi se fosse giusto oppure no.
Tutto in
lei gridava di sì, e per una notte, per quella notte, desiderava realmente
affidarsi a qualcuno.
Quel qualcuno che aveva spazzato ogni sua
difesa, e di cui si stava follemente innamorando.
Oltre che
fisicamente, lei stava svelando anche se stessa.
La parte
di lei che aveva precluso agli uomini: la fiducia e l’amore. Non sapeva come
comportarsi, ma rimaneva pur sempre una guerriera, e non gli avrebbe dato la
soddisfazione di vederla impacciata.
Una
vergine ribelle. Prendere o lasciare.
<<
Louis…>> cominciò, ma lui la zittì bruscamente.
Una carezza
sulla guancia, che scese fin sotto la mandibola stringendola delicatamente con
le sue dita flessuose, la mise a tacere.
<<
Fa’ l’amore con me Juliet. >> esordì Louis, con un tono basso a lei
completamente estraneo. Roco, misto ad una preghiera sottintesa.
Aveva
usato le sue stesse parole, e Juliet si ritrovò alle prese con una stretta allo
stomaco. Deliziosa e intensa, che le procurò un fremito involontario lungo la
spina dorsale.
<<
Lasciati andare…per me >>.
Juliet
gli si avvicinò, poggiandogli una mano sul petto. Evitò di guardarlo negli
occhi, scossa dalle parole che le aveva rivolto.
Ma
dovette ricredersi quando lui le alzò il mento, << Fidati di me, vuoi?
>>.
Non si
sarebbe negata a lui, non stavolta. << Sì >> la sua voce suonò più
flebile di quanto si aspettasse.
<<
Dimostramelo >> un ordine basso e primitivo eruppe dalla bocca di Louis.
I suoi
occhi si erano scuriti incredibilmente, fino a diventare di un blu scuro e
selvaggio.
Ecco il
lato che agognava e che voleva far emergere in lui.
Mmh un
dio del sesso tutto per lei…Juliet si passò la lingua sul labbro superiore.
Un atto
perverso, e gli occhi di Louis si dilatarono indugiando sulle sue labbra.
<<
Come dici? >> domandò lei con voce inquisitoria, cominciando a studiare i
lineamenti contratti dei suoi muscoli, che la maglietta fasciava alla
perfezione.
Poi lui
le afferrò il polso, tirandola verso il suo corpo rigido, mostrandogli quanto
la desiderasse.
E
caspita, sentiva la sua erezione premerle contro il ventre, seccandole la gola.
<<
Posso essere il miglior amante che tu abbia mai avuto, Juliet. >> le
sussurrò con le labbra che le sfioravano il contorno dell’orecchio, << Farò
l’amore con te, e ti mostrerò ogni piacere che posso farti provare anche solo
con un dito, ma voglio ogni singolo centimetro di te. Non mi accontenterò di
banale sesso >>.
Juliet deglutì,
un liquido caldo fluì riversandosi nelle sue mutandine, mentre le parole roche
di Louis si riversarono in lei in una cascata sensuale di miele caldo,
facendole emettere un gemito strozzato.
<<
Spogliati >>.
Eh? Che
cosa?
<<
Non dovresti farlo tu? >> gli chiese lei, colta di sorpresa.
Lui
scosse piano la testa, con un sorriso malizioso, disse: << Mostrami
quanto mi vuoi >>.
Juliet
non potè fare a meno di interpretare quell’ordine come una sfida. E Louis la
conosceva abbastanza bene, da sapere che lei accoglieva ogni tipo di sfida.
Togliendosi
il vestito, lei rimuoveva le sue barriere e tendeva le braccia per accoglierlo,
per accogliere ciò che potevano essere
insieme.
<<
Okay. Siediti >> disse lei con voce ferma, e dovette reprimere un ghigno
compiaciuto quando la mascella di Louis ebbe un guizzo. Stavolta era stata lei
a coglierlo di sorpresa.
Lui grugnì
qualcosa, poi si sedette sul letto, continuando a tenere il suo sguardo
penetrante su di lei.
Juliet
non si era mai spogliata per un uomo, prima d’ora, di solito erano loro a farlo,
e le sue dita si mossero in gesti maldestri, mentre si muovevano rigide sul
completino, ma diventavano sempre più svelte, accogliendo l’impazienza del suo
sesso come un grido d’incitamento.
<<
Ti voglio. Sono qui per te, ti adoro >>.
“Ti
adoro”. Glielo aveva già sentito dire, ma questa volta lo accolse per quello
che era, sorridendo, desiderando che fosse esattamente così. Spogliarsi per
Louis, accoglierlo, offrirgli il suo corpo, dove il desiderio e l’accettazione
si fondessero dentro di lei, rivelando ciò che provava per lui. Prendere e
assaggiare ciò che lui le avrebbe dato, posare il suo corpo desideroso su di
lui, per essere iniziata, assaporata e saziata.
Il
babydoll cadde a terra.
<<
Fermati! >> Louis se ne stava seduto, immobile, e la guardava attraverso
la tenue luce notturna. I muscoli delle sue belle braccia si fletterono quando
con un clic accese l’abajtour sul
comodino, godendosi a pieno lo spettacolo di Juliet con il reggiseno e le
mutandine color cremisi.
Merda, il
suo colore preferito. E a lei stava dannatamente bene. In contrasto con il
colore ambrato dei suoi occhi.
Emise un
gemito roco.
Juliet
non aveva mai sentito Louis emettere un suono del genere, ma si rese conto che
avrebbe voluto sentirlo molte altre volte, proprio mentre lui la guardava in
quel modo.
La tigre
che era in lei, ruggiva per venire fuori, e Juliet l’accolse a braccia aperte
sollevando un angolo della bocca in un ghigno malizioso.
In quel
momento, lei aveva il controllo della situazione. Sfruttando la sua malizia,
armeggiò con un laccetto del reggiseno in pizzo, sollevandolo con un dito per
farlo scendere sulla spalla.
Poi
l’altro, soffermandosi sul fiocchetto al centro dei seni. Nelle sue fantasie su
Louis, aveva sognato esattamente quella scena: stare con lui il cui desiderio
era talmente potente, da potersi permettere di stuzzicarlo, crogiolandosi nella
propria femminilità, provocarlo e invitarlo.
Quando
gli occhi di Louis s’illuminarono, sollevandosi lentamente dal letto, Juliet
gli fece segno di no. << Buono. A cuccia >>.
Lui emise
un ringhio basso che le sconquassò il ventre, e dovette reprimere l’impulso di
velocizzare quella deliziosa tortura. Louis sembrava pronto a lanciarsi su di
lei da un momento all’altro.
Riusciva
a sentirne il respiro affannato.
Si fermò,
per indugiare sul tessuto delle mutandine.
Passò un
dito in modo perverso sul tessuto di pizzo, poi un si toccò proprio lì, smanioso
d’attenzioni. I capezzoli turgidi, che sfregavano
contro il pizzo, le spedirono piccole scariche di piacevole dolore.
Ma il
modo in cui gli occhi affamati di Louis indugiarono sul suo corpo, le fece
dischiudere la bocca.
Stringeva
le lenzuola tra i pugni serrati, con le nocce sbiancate e il corpo teso, i
denti stretti, come se lei fosse la sua preda.
L’idea di
masturbarsi di fronte a lui le passò per la mente, ma aveva aspettato così
tanto quel momento che non ne aveva la forza.
<<
Ho bisogno di te >> disse Juliet, in un rantolo.
In
risposta Louis scattò verso di lei. << Mia >> ruggì sollevandola tra le braccia e portandola a
grandi passi verso il letto. Non aveva idea di che tipo d’istinto cavernicolo
lo avesse invaso, ma si era impossessato di lui, lo controllava e l’unica cosa
che poteva fare era mettere il pilota automatico. E lei non sembrava opporsi in
alcun modo.
Il petto
di Juliet si sollevava con ogni respiro affannato, l’eccitazione le arrossava
le guance e i capezzoli si stagliavano contro il tessuto del reggiseno, come
due piccole cime che imploravano il suo tocco. La sua lingua. Lì. Subito.
Mia.
Una volta
che la pelle di Juliet toccò le lenzuola, Louis la baciò,
facendole dischiudere
la bocca. << Aprila per me >> la incitò dolcemente,
e quando lei emise quel gemito d’arrendevolezza che lui tanto
adorava, cominciò a divorarla
con dolcezza e ardore.
Le passò
una mano tra i capelli, impugnando quelle ciocche di seta per tenerla ferma,
contro di lui.
Non aveva
mai detestato così tanto i vestiti in vita sua, ma Juliet doveva essere
scartata con estrema attenzione e non si sarebbe tolto questo piacere, anche se
la voglia di lei non era mai stata così forte.
Con una
mano le accarezzò la pelle del fianco, fermandosi sull’elastico delle
mutandine. Giocherellò con il tessuto, gustandosi il fatto che scendendo più
sotto la dolce intimità di Juliet stesse fremendo contro il suo tocco. Le dite
trovarono il suo centro, solleticandone il bottoncino sensibile sotto il tessuto. Lei
ansimò contro le sue labbra, gemendo.
Si staccò
dalle sue labbra, lasciandole una scia di baci caldi dalla gola fin giù
arrivando all’incavo dei seni.
Le
strofinò il naso contro il petto.
La sua
pelle morbida e vellutata, era bollente, e Louis alzò lo sguardo per rimanere
incantato dagli occhi di Juliet. Erano diventati di un giallo liquido, occhi
d’oro che lo fecero quasi tremare per il devastante sguardo che gli rivolse.
Louis non
potè resistere dal domandarle: << Quanto sei bagnata? >>.
Juliet
sorrise maliziosa baciandolo, poi gli prese la mano guidandola verso il basso,
dove lui constatò che era più che bagnata, era fradicia.
<<
Oddio…>> lui trattenne il fiato.
Un’erezione
devastante lo investì. Non avrebbe retto a lungo, con Juliet così disposta. Distribuendole
piccoli e brucianti baci sui seni, armeggiò con i bottoni dei pantaloni.
Ma la
mano di Juliet lo bloccò, << Questo spetta a me >>.
Lui
sbattè le palpebre, cominciando ad emettere dei bassi rantoli dalla gola,
quando le dita di lei gli tirarono la maglietta verso l’alto. Poi giù la zip
e Louis la aiutò a sfilarli.
Arrivati
ai boxer, Lui la fermò: << Ora tocca a me, sei ancora troppo vestita
>>.
Juliet
sospirò. << Okay, ma sbrigati >>.
<<
È proprio questo il punto, tigrotta. Per me svestirti sarà un piacere, e ho
intenzione di metterci tutto il tempo possibile >>
Sorrise,
mentre Juliet trattenne il fiato, quando con la bocca, Louis le tirò con i
denti il fiocchetto tra i seni.
Con
entrambe le mani, lentamente tirò le bretelle verso il basso, trovandosi i seni
scoperti di Juliet ad un centimetro di distanza.
Poi con
la bocca afferrò un capezzolo, inebriandosi del sapore muschiato della sua
pelle.
Prese a
succhiarlo quasi con avidità.
Poi lo
leccò.
Lo
divorò.
Lo
pizzicò, inumidendolo un’ultima volta, prima di passare all’altro.
L’eccitazione
che Juliet sentì fu sconcertante. I capezzoli s’inturgidirono, irti e pungenti,
provocandole altro dolore da dare piacere in sé.
Il dolore
tra le gambe schizzò, facendola tremare.
Ma Louis
sembrò ignorarlo, dedicandosi ai suoi seni, prendendoli in mano e portandoseli
alla bocca.
Se il suo
intento era quello di farla impazzire ci stava riuscendo alla grande.
S’inarcò
contro la sua pancia, strusciandosi in una supplica silenziosa.
Louis le
afferrò i fianchi, distendendola supina sul letto. << Non ancora
>>.
Lei emise un gemito di protesta, quando lui le passò le mani sul corpo con estrema
lentezza. Cercò di levargli i boxer, ma lui le afferrò prontamente i polsi, portandoli
sopra la testa di Juliet.
<<
Aah…la mia tigrotta battagliera… >> mormorò Louis con un sorriso dolce e
compiaciuto.
Mia. Un aggettivo così bello
pronunciato con quel tono carezzevole, che lei pensò di non aver mai sentito
niente di più bello.
<<
Posso farti provare cose che non hai mai neanche immaginato, Juliet. Lasciati
andare…>> le sussurrò in un soffio caldo e persuasivo. Strofinò la bocca
sotto la pelle dell’orecchio. << Non sai che soddisfazione mi provoca
averti così bagnata. Per me. Solo per me >>. Lo disse con un moto d’orgoglio
e virilità. Le mordicchiò la pelle tra l’incavo del collo e la spalla, leccandola
con un movimento indefinito in maniera languida e dannatamente erotica. Il
collo era sempre stata la parte più sensibile di Juliet. E Louis aveva imparato
a scoprirlo.
Di
slancio si alzò dal letto, e Juliet lo guardò ancora intontita per la bramosia
dei suoi baci.
Desiderava
finire di spogliarlo lei stessa, ma lui le catturò lo sguardo con il suo facendola
finire in uno stato di trance, dove la pressione a mille e l’orgasmo che si
aggirava nei meandri della sua vagina, erano le uniche cose di cui era conscia.
Questo e il fatto che quando si era alzato aveva sentito un freddo avvolgerla,
e rivoleva il corpo di Louis su di sé. Sotto di sé, dentro di sé, da dietro, di
fianco, ogni cosa purchè non si staccasse da lei.
Quando si
tolse i boxer lanciandoli in un angolo della stanza, Juliet potè ammirarlo
veramente per la prima volta. Nudo.
<<
Oh…>> il suo sguardo ricadde in basso.
Louis era
in una parola, meraviglioso. Ogni centimetro del suo corpo era forte e sodo.
Grande…dappertutto. Deglutì.
Lui
sorrise. << Sono contento che apprezzi. Farò del mio meglio per
soddisfarti >>.
Oh non ho dubbi in proposito…pensò lei, inumidendosi le
labbra.
In un
attimo, le fu sopra.
Concentrò
tutto il peso sui gomiti e sulle ginocchia. Poi si sistemò proprio tra le cosce
di lei, petto contro petto, pancia contro pancia.
Ora
mancava soltanto una cosa che lo separava dal piacere. Ma la vocina
nella sua testa, le diceva che c'era una cosa importante che lui doveva
sapere. Ora o mai più. Doveva essere sincera, glielo doveva.
Gli occhi
di Louis si velarono di confusione, quando Juls si irrigidì freddamente sotto le sue mani.
Lei si
ritrasse istintivamente, portandosi le gambe al petto.
<<
Ehi… Oddio ho fatto qualcosa di male…? >> Ma non finì la frase che Juliet scosse
forte la testa. << Assolutamente no, ma…>>.
<<
Juliet? Parlami >> la spronò dolcemente Louis carezzandole la guancia,
con un lampo di preoccupazione negli occhi.
Lei alzò
lo sguardo, cauto e attento alla sua espressione. << Che cosa diresti se
ti dicessi che sono…vergine? >>.
Vergine.
Sul viso
di Louis passarono così tante espressioni che lei riuscì a stento a trovarne un
significato.
Confusione,
stupore, consapevolezza, poi Juliet lo vide sorridere. Sorridere? Non un
sorriso bonario, ma un largo sorriso che lasciò trasparire i suoi denti bianchi
e perfetti, con due occhi blu che brillavano di felicità e desiderio.
<<
Prima che tu mi domanda com’è possibile... >> cominciò lei spostandosi
una ciocca dietro l’orecchio, guardando alla sua sinistra,un po’ impacciata nel
spiegarsi. << Okay ecco come stanno le cose. Bè in realtà non c’è molto
da dire…cioè sì. Il punto è che…io non mi sono mai spinta così oltre con i
ragazzi con cui uscivo. Cioè il rapporto fisico per me era prematuro dopo così
pochi mesi di conoscenza. Sì ecco, non ho mai lasciato che mi scopassero. >>
sbuffò, quando era nervosa le uscivano troppi “ecco”, ecco. << Sì, hanno
tentato di entrarmi nelle mutande più di una volta, ma mi sono tirata indietro.
Vedevano un bel visino ed ecco la donna facile... “Ho voglia di scoparti” mi
disse l’ultimo uomo con cui ho allacciato una relazione e ti parlo di un decennio
fa. Dico io come può una donna desiderare una persona che ti dice una cosa del
genere?! E poi vabbè la storia da lì già la sai…niente amore, niente di niente
e roba varia >> Finito il monologo, tirò un sospirone.
Silenzio.
Aggrottò
la fronte. Che Louis si fosse addormentato?
<<
Louis se ti sei addormentato o cose del genere, giuro che ti prenderò a calci
in…>> si girò per completare la frase, ma si bloccò non appena vide lo
sguardo selvaggio con cui lui la stava penetrando.
Sentì un
dolore tra le gambe, che la fece quasi piegare in due, ma si sforzò di
chiedergli: << Non…dici niente? >>.
Lui
scosse lentamente la testa. Fulmineo l’attirò a sé in un abbraccio.
Accarezzandole i capelli, Louis non smise di sorridere, godendosi il contatto
della pelle di Juliet sulla propria, e tenendola a sé come un bambino che tiene
stretto un peluches.
Aveva
udito distintamente le sue parole, non per menefreghismo ma perché
l’unica cosa che per lui contava era che lei fosse disposta a donarsi a lui,
sebbene fossero pochi mesi che si conoscevano. Era il fottuto stronzo che stava
ricevendo la fiducia di una creatura così bella e pura. Perché per lui, Juliet
era pura, e la consapevolezza che ci fossero uomini così idioti al mondo lo
schifò. Si detestò di persona per aver condotto una vita basata sul semplice
sesso. Juliet gli stava consegnando un dono, e lui sentì il cuore riempirsi di
un grido di furore.
Cosa che
lei non aveva mai fatto prima con nessun altro uomo.
Ringraziò
intimamente il cielo per aver fatto sì che incontrasse una donna come lei.
Non
doveva essere stato facile per Juliet ammettere la sua verginità, in quella
situazione, mezza nuda di fronte a lui, ma lo aveva fatto e Louis si sentì il
più fortunato dei bastardi.
Si scostò
da lei quel tanto per guardarla negli occhi.
Nessuna
parola, soltanto un paio di occhi che leggevano gli occhi dell’altro.
La fece
distendere, rubandole la bocca in un bacio ardente, << Mi vuoi Juliet?
>> ansimò Louis contro le sue labbra, facendole scivolare il tessuto che
ancora la copriva giù per le cosce.
<<
Sì. Con tutto il mio corpo…>> rispose, e un gorgoglio la devastò,
sentendo il dito di Louis che cominciò a fare piccoli cerchi proprio lì, sul suo nucleo gonfio e pulsante.
<<
Era quello che volevo sentire >> sorrise soddisfatto, cominciando a stuzzicare
il nervo sensibilissimo tra le sue carni bagnate. << Dannazione, sei così
bagnata…>> ringhiò sommessamente con voce ruvida e sensuale.
La sua
donna, pronta per lui. Louis non smise di guardarla un solo momento, e pensò che non si sarebbe mai stancato di farlo.
Le
palpebre pesanti, le guance spruzzate del rossore erotico, e le labbra rosee e
gonfie dei suoi baci, le lunghe ciglia che coprivano gli occhi color del miele
di Juliet, febbricitanti d’eccitazione.
Dio
com’era bella…Louis si sentì quasi in procinto di venire soltanto a guardarla.
<<
Louis per favore…fa l’amore con me >> la schiena di Juliet s’inarcò
contro di lui per invitarlo.
Richiesta
che lui fu più che felice di accettare. << Niente potrà fermarmi >>
la rassicurò.
Quella notte, quando il corpo di lei si unì a quello di lui, Juliet
sentì migliaia di stelle vorticare nella sua testa chiamandola per raggiungere
con loro il cielo. Un’esplosione di sensazioni le sconquassò il corpo. Fu la
prima volta che provò quel piacere, puro e intenso che tanto aveva desiderato vivere con la persona giusta.
Rimase affascinata dalla devozione che Louis le riservò quella notte,
attraverso i suoi gesti, le parole sussurrate, i baci languidi e la deliziosa
unione dei loro corpi intrecciati l’uno nell’altro, Juliet potè assolutamente
dire che dopo quella notte non sarebbe stata più la stessa.
***
Le luci
dell’alba accolsero le mura della stanza, colorando le tende color panna di
striature rosa e viola.
Louis
mosse il braccio verso quello che era il corpo della donna con cui
aveva condiviso una meravigliosa notte di passione. Si avvicinò,
sbattendo gli occhi per abituarsi al nuovo giorno, per poi lasciare sul
capo di
Juliet un tenero bacio, strofinando il naso tra i suoi capelli. Avevano
dormito
soltanto sei ore, se non di meno, eppure standole vicino aveva
ritrovato la
forza per tirarsi su. Lanciò un’occhiata fugace sul
comodino, dove la sveglia
digitale segnava quasi le sette del mattino.
Mmh il
ricordo di una Juliet mattutina gli passò per la mente, e ridacchiò piano
quando facendo per svegliarla, lei mugugnò un ringhio di protesta.
Louis
s’infilò sotto le coperte, intrecciando una gamba con quelle di lei, e sentì
Juliet sospirare beata. Forse si era ricordata della notte precedente, e lui
gongolò dandole un altro bacio stavolta sulla nuca, e passandole il dorso di
un dito sulla guancia mormorò: << Buongiorno >>.
Juliet si
voltò lentamente, passandosi una mano sugli occhi, << Ehi >>.
<<
Ehi >> la salutò a sua volta lui, facendo in modo che i loro visi fossero
più vicini.
<<
Devo supporre che sia tardi? Le dieci? Strano che Jade non sia venuta a
buttarmi giù dal letto…>> mormorò Juliet con la voce che riacquistava il
suo tono normale, diventato roco dal sonno.
<<
Mi dispiace deluderti signorina, ma sono le sette >>.
Juls
aggrottò la fronte, stupita. << Le sette? Mi stai dicendo che ti sei svegliato
prima di me? >>.
Louis
rise piano. << Quante cose strane succedono quando sono con te >>.
<< Ho
una cattiva influenza su di te Tomlinson, dovresti saperlo >> sorrise lei
alzando un sopracciglio.
Con una
mossa inaspettata, si ritrovò il corpo di Louis sopra di lei e immagini della
notte passata le tornarono alla mente.
Un
braccio appoggiato sul cuscino con la mano poggiata sul viso, per guardarla
bene, << Correrò il rischio tigrotta. Mi piacciono le sfide che hanno a
che fare con te >>, con un dito le sollevò il mento, facendo incontrare i
loro occhi. << Come ti senti? >>.
<<
Meravigliosamente bene. E tu? >> rispose lei facendogli la stessa
domanda, mordendosi le labbra. Il dolore iniziale, quando lui l’aveva fatta
sua, ormai era soltanto un vago ricordo, e il suo sesso era gonfio e sazio,
gioioso come lo era lei.
<<
Discretamente >> ghignò lui.
Juliet si
accigliò. << Bugiardo >>.
Louis
rise, stavolta una risata roca, che le mozzò il fiato. Le
rubò la bocca,
reclamandola e seducendola. << Mai stato meglio in vita mia
>> le
mormorò sulle labbra. Juliet si morse il labbro, con un sorriso
che partiva da un orecchio all'altro. Dio, non voleva che il suo bel
sogno giungesse al termine. Ora che aveva condiviso una parte
importante di lei con Louis, si chiese inevitabilmente il significato
delle parole che lui le aveva mormorato, quando erano in procinto di
fare l'amore.
Mia...Solo mia. Il primo...il migliore...e l'ultimo. Juliet era rimasta folgorata da quelle parole, specialmente dall'ultima. Ultimo.
Cosa voleva dire? Che lei sarebbe diventata la sola per lui? E
viceversa? Bè per quanto riguardava lei, si sentiva come se il
suo cuore avesse preso il volo. Stavolta l'infatuazione aveva lasciato
spazio ad un sentimento che mai come allora era così
scoppiettante e sincero. Un sentimento che aveva paura a dar voce.
L'innamoramento aveva superato un altro stadio. Nel momento in cui
Louis si era unito a lei, Juliet aveva sentito qualcosa inclinarsi
dentro di sè, per ritornare al posto giusto, come se soltanto
lui fosse stato in grado di sistemarlo. Che qualcuno la aiutasse,
perchè Louis aveva in mano il suo cuore.
Lei lo amava.
Note dell’autrice
Buonasera a tutte mie splendide ragazze!!! ^_^
Eh eh come promesso eccomi qui e...insomma che ve ne pare?? Devo
confessarvi che sono un pò arrugginita nella descrizione di
scene così, ci ho messo tutta me stessa per farlo, non so come
sia uscito da un punto di vista altrui, se fa schifo ed è meglio
buttarlo. Ditemi pure, ora tremo nel sapere il vostro responso
u.ù
Oggi è il mio compleanno!!! No okay, non è importante, non voglio farvi perdere tempo con questa notizia di poco conto *gesto di nonchalance*
E diciamo che ho voluto pubblicare oggi, per fare un regalo a voi che
eravate così ansiose di leggere il fatidico momento :3
Vorrei piuttosto dirvi una cosa...vi avevo parlato di una sorpresa
perciò, sì insomma mi vergogno, ma ecco ve lo dico: ho
postato un missing moment a rating rosso che si inserisce nella parte
in cui i nostri protagonisti fanno finalmente l'amore. Bè questi
missing moments (non so quanti ce ne saranno in tutto) sono dedicati a
voi. Per chi vuole cimentarsi nel dettagliato mondo erotico. Io spero
di averlo almeno reso presentabile...E vorrei chiedervi, se posso, a
chi avrà intenzione di leggerlo, se vuole lasciarmi una
recensione, così che possa capire se sono capace di scriverli e
se posso andare avanti nel farli. Poi avrò ancora più
piacere se recensirete sia il capitolo 20 che il missing moment. Vi
chiedo troppo?! Intanto ecco qui:
THE RED DRESS OF SEDUCTION: PRIMO MISSING MOMENTS A RATING ROSSO
In
ogni caso, che ne dite di questo momento a rating arancione?? :D Oddio
non posso credere di averli postati...ce l'ho fatta, ma ora è
tutto nelle vostre mani... :')
Spero con tutto il cuore di non avervi deluse(?) A proposito, voi con
le vostre recensioni mi avete lasciato disarmata. Addirittura qualcuna
di voi parla di inserire la mia storia tra le scelte del sito!! O.O Ma
dio santo, voi mi volete vedere su una barella...non so proprio cosa
dire, vi giuro che non ho parole nel vedere fino a che punto vi piace
ciò che scrivo...
Grazie a tutte le mie adorate lettrici, che in ogni singola cosa, mi
strappate sorrisi, lacrime di gioia e risate :') Per non parlare di
infarti (infarti piacevolissimi)
Ora devo proprio scappare!!! Perciò al prossimo capitolo :**
Con tutto il mio amore, Ella.
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Capitolo 21 *** Capitolo21 ***
capitolo 21 manca la copertina
Capitolo 21
Mentre Louis era sotto la doccia, Juliet dovette indossare i
vestiti che Jade le aveva lasciato la sera prima, nel suo ufficio, dato che non
si era portata niente da casa sua. Naturalmente si trattava di una tuta per
fare la quotidiana ginnastica mattutina in palestra. Il problema è che lasciava
scoperta un po’ troppa pelle. Non che fosse un problema, se Louis non avesse
smesso un attimo di fissarla, da quando era uscito dal bagno fresco di doccia.
Juliet si stava allacciando un laccio di una scarpa, e si sentiva
gli occhi malandrini di Louis puntati sul suo fondoschiena.
<< Dacci. Un. Taglio. Tomlinson >> borbottò lanciandogli
un’occhiataccia da dietro la spalla.
Lo sentì sogghignare. << Mmh fai sempre palestra vestita
così, quindi? >> indicò con il dito i pantaloncini grigio scuro, e il top
di un celestino chiaro abbinato.
<< Problemi? >> Juliet alzò un sopracciglio,
squadrandolo di sbieco. Accidenti a lui, che era irresistibile con i capelli
sbarazzini, e probabilmente umidi e morbidi al tocco. Sentì le dita formicolare
per il desiderio di toccarglieli. Era incredibile quanto solo la vista di
Louis, la facesse mandare su di giri. Si chiese se questo fosse un male o un
bene per lei.
Le si fece più vicino, circondandole i fianchi da dietro, e chinandosi
per lasciarle un bacio sulla spalla. << Nessuno, sei bellissima. Solo, non sono sicuro
che riuscirò a varcare quella soglia per lasciarti >>.
Juliet ghignò, intimamente compiaciuta del potere che poteva avere
su di lui.
Si girò per guardarlo negli occhi. Indossava gli stessi vestiti,
sebbene un po’ sgualciti, e la mancanza dei pantaloni che lasciavano
intravedere qualcosa di familiare sotto i boxer non l’aiutava a ragionare. Un ciuffo
sbarazzino si ondulava ricadendogli sull’occhio destro, e le sue braccia la
tenevano salda al suo corpo.
Com’era bello stare tra le sue braccia, e pensare a cos’era
successo tra loro, le scaldò il sangue, che cominciò a formicolare. Juliet era un po’ impacciata per come
comportarsi, dopotutto non aveva mai condiviso tanto con un uomo, ma non lo
avrebbe mai dato a vedere. Il dio del sesso Louis meritava un dieci indiscusso
per come la vedeva lei, ma come si sarebbe dovuta comportare adesso?
Dannazione, doveva trovare una soluzione al suo problema. Ovvero
che amava Louis.
Al solo pensiero, sgranò gli occhi. Era successo, sapeva fin
dall’inizio che sarebbe accaduto. Non aveva mai amato così un uomo con cui era
stata. Forse non aveva mai amato un uomo e basta. Sentiva la novità di quel sentimento sgorgare in lei come un’onda
tumultuosa, bellissima quanto spaventosa.
Era spaventata, sì, follemente spaventata dell’enormità del suo
amore per lui, che cresceva un gradino alla volta, man mano che gli stava
vicina passandoci del tempo insieme.
Non poteva dimostrarsi vulnerabile, né tantomeno dichiararlo così
apertamente, dopo che avevano condiviso una passione così meravigliosa come
quella. L’ultima cosa che voleva fare era rovinare il delicato equilibrio che
erano riusciti ad instaurare.
Juliet aveva paura che se glielo avesse detto, lui non avrebbe
corrisposto il suo amore. Non potevano definirsi certo amici di letto,
ma nemmeno due anime gemelle pronte a unirsi per "un per sempre felici
e contenti".
Imprecò mentalmente, come diavolo sarebbe riuscita a tenerselo per
sé? Invidiò Nat, per la fortuna che aveva avuto con Zayn. Era stata lei a
dichiarare apertamente il suo amore, e il ragazzo ne era rimasto sbalordito e
felice, tanto che la rossa aveva accennato che il moro si era emozionato. Non
era in cerca dell’amore, almeno fino a quando non aveva conosciuto Zayn, e da
lì era nato qualcosa di incredibilmente bello. Il matrimonio tra i due era alle
porte, e Juls era così felice per la sua migliore amica.
Pensò che avrebbe dovuto fare una chiacchierata con lei, per
trovare qualche consiglio a tal proposito.
<< Come vorrei sapere a cosa stai pensando in questo momento
>> mormorò Louis, inclinando il capo nel penetrarla con i suoi
incantevoli occhi azzurri.
Juliet deglutì, distraendolo disse: << Sono certa che Jade
ed Harry siano già svegli e che mi stiano aspettando di sotto per la
colazione. Dovremmo dirgli di mettere un posto in più a tavola >>.
<< Sarà una bella sorpresa, ma prima avevo in mente
qualcos’altro >> mormorò Louis. Chinò il volto, scendendo con le labbra
per sfiorare le sue.
<< E sarebbe? >>, ma Juliet ne aveva già una mezza
idea, a giudicare dalla presa sui fianchi che si era fatta più tenace.
<< Sarei felice di darle una dimostrazione, signorina
>> sussurrò Louis con un sorriso furbetto spalmato sulle labbra sexy,
morbide e sottili, e facendola indietreggiare verso il letto ancora disfatto.
<< Louis, non possiamo…Jade si chiederà dove…oh! >>
Juliet si bloccò quando in una sola mossa, lui la prese in braccio e la distese
sul letto, sovrastandola con il suo corpo più duro e maledettamente sensuale.
Le accarezzò una coscia nuda con una mano, mentre l’altra la
teneva dietro la nuca di Juliet, per baciarla con vigore, facendo guizzare la
lingua nella sua bocca.
La maratona di sesso non era finita?
Juliet stava diventando un’ingorda di lui.
Non va bene, si rimproverava,
mentre sentiva Louis staccarsi per lasciarle un’umida scia di baci sul collo.
Non va bene per
niente….oh sì! Per favore non smettere!
<< Ti piace >> le fece notare lui roco,
mordicchiandole il lobo dell’orecchio.
<< Oh…>> Juliet non poté trattenere un gemito per il
fremito provocatole da quella bocca esperta e seducente.
<< Cribbio! Signora G non guardi! >> esclamò qualcuno,
probabilmente dalla porta d’entrata. Dalla voce, Juliet ne capì immediatamente
l’identità.
Scattò allarmata in avanti, spingendo Louis, e facendolo ruzzolare su un
lato del letto.
<< Cazzo! >> grugnì lui quando il materasso finì, e il suo corpo
ruzzolò dritto per terra.
<< Nat! >> tuonò Juliet, scuotendo la testa per
aggiustarsi i capelli arruffati.
La rossa teneva una mano sugli occhi della signora G, che
prontamente gliela scostò. << Ho visto molte più cose di te nella vita,
Rossa. Leva quella mano >>.
Natasha fischiò. << Ma guarda un po’, sembra che qualcuno
abbia dormito molto molto bene stanotte. Che sorpresa! >>.
<< Non si bussa?! >> domandò Juls, indignata.
Louis si stava rialzando, emettendo un grugnito si passò una mano
sui capelli. << Già, mi avreste risparmiato la botta che mi sono preso
>> borbottò.
<< Lo abbiamo fatto, ma evidentemente con tutti i gemiti di
Juliet, non avete sentito un accidenti >> sogghignò Nat.
<< Signora G, ecco vede…>> Juliet ignorò Nat, tentando
di spiegare la presenza di Louis.
Ma l’anziana governante le fece cenno di lasciar stare gesticolando con la mano. <<
Ho visto la mia mazza da baseball sul tavolo in cucina, e mi sono chiesta cosa
ci facesse lì, ma adesso facendo due più due, posso dedurre che ieri notte hai
ricevuto una visitina, ragazza >> ammiccò. << Fuori di qui,
giovanotti, ho una stanza da pulire. Spero che non mi abbiate lasciato un
macello >>.
Juliet si grattò dietro al capo, sollevata che la signora G
sapesse sempre cosa dire anche nelle più imbarazzanti questioni.
<< Sempre che super Edward non abbia fatto a pezzi il letto,
mentre la smaniosa Bella era sotto di lui >> aggiunse Nat, lanciandole
uno sguardo civettuolo.
<< Natasha! >> ringhiò Juliet sconvolta, mentre Louis
era intento a trovare i pantaloni.
La rossa sghignazzò, poi di sbieco, lanciò un’occhiata a Louis.
<< Oh ragazzo, devo dire che sei rimasto in ottima forma, dall’ultima
volta che ti ho visto in boxer >> osservò lasciando ricadere lo sguardo,
troppo in basso per i gusti di Juliet.
Louis guardò Juls, curioso di sapere che effetto avesse avuto su
di lei il commento sfacciato di Nat.
Rise sommessamente, quando la ragazza lanciò alla rossa una saetta
con un solo sguardo.
<< Okay, ragazza ora basta. Cammina. Muoviti. Fuori di qui.
Sparisci! >> fece Juliet socchiudendo gli occhi, sul punto di perdere la
pazienza, spintonando Nat fuori dalla stanza, e chiudendosi la porta alle
spalle.
Louis si ritrovò da solo con la signora G, la quale era intenta a
sistemare il letto.
<< Posso aiutarla? >> disse lui, facendo per prendere il lenzuolo.
Quando scorse una macchia di sangue rappreso sul bianco del
lenzuolo, si fermò, desiderando di prendersi a calci per non
essersi ricordato di metterlo subito nella cesta dei panni sporchi,
perché sapeva che non era stato il solo a
notarla.
Infatti, la signora G alzò lo sguardo, incontrando i suoi occhi,
ma poi lo distolse accennando un sorriso. Un sorriso felice e compiaciuto.
<< Corri dietro alla mia ragazza, Louis Tomlinson? >>
gli chiese l’anziana governante mettendosi le mani sui fianchi, stavolta con espressione neutra.
<< Sì signora >> rispose lui automaticamente,
annuendo.
Grace annuì a sua volta. << Vedi di non rovinare tutto
>>.
<< No signora >> l’espressione di Louis si fece
solenne. Non aveva la minima intenzione di ferire Juliet se è questo che Grace
intendeva.
Come per risposta la signora G si sedette sullo spigolo del letto.
Guardando un punto imprecisato di fronte a sé, dove la luce del mattino
filtrava dai vetri della grande finestra, disse: << Juliet è una ragazza
forte, ma nasconde in sé un passato doloroso. L’ho vista crescere, insieme alla
mia Jade. Hanno perso tanto lungo il loro cammino, e sono fiera di loro, per
come sono diventate oggi. Sono due donne indipendenti, e una di loro si
sposerà, ma è dell’altra che sono preoccupata >>.
Un cipiglio si disegnò sulla fronte di lui. << Teme che io non sia giusto per
lei >>.
La signora G si volse per guardarlo, imperturbabile. << Io
non so cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, ragazzo. Questa vecchia ha conosciuto
una bambina che è stata abbandonata dalla propria madre, adottata da persone di
buon cuore, per poi essere lasciata dal padre per volontà del destino, e
chiudersi per non lasciar entrare il sentimento dell’amore nel suo cuore
timoroso. Quel timore nato dall’incapacità di credere di poter essere amata
>>.
Louis tacque, momentaneamente assorto dall’elaborazione delle
parole della donna.
<< Non sono un’indovina, e non so dirvi dove vi porterà
entrambi questa storia, ma ho visto qualcosa brillare per la prima volta negli
occhi di quella ragazza. Qualcosa che hai provocato tu, perciò non fare
cazzate, ragazzo. Sarebbe un peccato essere costretta a farti del male >>. Detto
questo la signora G si alzò dal letto, riprendendo con il lavoro da dove aveva
iniziato.
<< Sono innamorato di quella ragazza, signora G. Juliet è
molto importante per me. Sarei il primo a prendermi a calci nel sedere da solo,
se dovessi fare qualcosa di stupido. Questa cosa…questo sentimento è nuovo
anche per me, ma so che non ho mai provato la voglia di viverlo con una donna
finché non ho incontrato lei. E posso dirle chiaramente che sono spaventato
anch’io per questo. Non ho mai pensato che potesse succedere a me, che potessi
innamorarmi, e anche adesso non so come gestire il trambusto che mi si è creato
dentro, ma se c’è una cosa di cui sono sicuro, è che sono pronto a provarci per
Juliet. Lo vivremo insieme, io e lei >>. Non aspettò una risposta, e si
diresse verso l’uscita facendo un cenno di saluto col capo alla signora G.
Quando se ne fu andato, l’anziana donna increspò le labbra in un
dolce sorriso. << Bravo ragazzo. Era quello che volevo sentire >>
mormorò.
<< Ripeto: Non stavo guardando lì! >> disse Nat per la quinta volta, in sua difesa, mentre
arrancava in cerca di un cucchiaino per poter prendere lo zucchero.
<< Come no >> borbottò Juls passandole quello che
cercava.
<< Oh grazie! >> Nat si versò due cucchiaini di
zucchero nel denso cappuccino nella sua tazza. << Ad ogni modo
non mi hai
ancora detto com’è stato…voglio i dettagli
>>. Era così tra loro due, non litigavano nel vero senso
della parola, da adolescenti erano venute spesso anche alle mani, ma si
erano sempre volute un gran bene.
<< Juliet. Nat. Potete darci un taglio per un secondo, sono
ancora sconvolta perché non mi avete detto che c’era Louis in casa, e che a
quanto pare ha dormito nello stesso letto con Juliet >> disse Jade,
fingendo di essere arrabbiata, quando in realtà era semplicemente curiosa di
sapere come si era svolta l’intera faccenda.
<< Ed io mi chiedo per quale motivo non posso finire la mia
colazione in pace, perché sono costretto ad ascoltare le vicende sconce su
Juliet e sul mio migliore amico >> soffiò fuori Harry alzando gli occhi al cielo.
<< Vicende sconce? Juliet e Louis? Oh santi numi cosa mi
sono persa? >> esordì Allie, entrando in cucina con la sua tenuta da
jogging. << Opto per una corsetta mattutina, e mi perdo una storiella
sexy. È inconcepibile! >> sbuffò sedendosi a tavola. << Avanti Juls
ricomincia dall’inizio. E tu, Harold, non dovresti essere a lavoro? >> chiese
dando di gomito al riccio.
<< Sono solo le sette. E voi non dovreste allenarvi e
lasciare questo povero martire a bere il suo caffè in santa pace? >>
obiettò esasperato.
<< Buongiorno a tutte >> Louis fece il suo ingresso,
<< Sono solo passato a salutare Juliet, sarà meglio che me ne vada, non
vorrei…>>.
<< No! >> Harry si alzò scuotendo la testa. <<
Ti prego amico, non lasciarmi solo con il Quartetto. Un uomo non può
sopravvivere a tanto! >>, lo afferrò per un braccio facendolo sedere
bruscamente sulla prima sedia libera.
Guarda caso, Louis finì al fianco di Juliet, la quale continuò a
bere dalla sua tazza, indisturbata.
Ma a lui non sfuggì l’occhiatina divertita che lei gli riservò.
<< Ci hai messo tanto. Pensavo non scendessi più, o che te ne fossi
andato senza salutare >> osservò sottovoce, mentre le ragazze si
accingevano a difendersi ai commenti di Harry sul fatto che le donne non
riuscissero a non tenersi per loro le proprie avventure sessuali.
Louis si piegò, per mormorarle all’orecchio: << Se lo avessi
fatto, mi avresti appeso per le palle da qualche parte. Non sono stupido
>>.
<< Felice di sentirtelo dire >> ghignò lei.
<< Hai un buonissimo profumo. >> le lasciò un
silenzioso bacio sul collo. << Sai di fiori selvatici e sesso >>.
<< Louis? Amico, puoi venire in mia difesa per un secondo e
staccarti dalla tua donna? >>
lo chiamò Harry.
Tua.
La mente di Juliet corse nuovamente al ricordo della notte tra lei
e Louis.
Sì, sono sua, e anche
il mio cuore è suo, constatò. E voleva gridargli che non solo era sua, ma che lo
amava.
S’impose di non guardare Louis negli occhi, altrimenti avrebbe
capito che c’era qualcosa che non andava, e avrebbe voluto sapere il motivo per il
quale si era irrigidita.
Devo andarmene da qui,
accidenti.
Si alzò dal tavolo. << Bene, io ho un sacco di lavoro da
sbrigare. Ragazze, con voi ci vediamo dopo. Louis, allora, ehm…ci sentiamo dopo
>> lo salutò velocemente con un cenno del capo, senza nemmeno sfiorarlo.
Jade, Nat ed Allie si lanciarono un’occhiata dubbiosa ed
eloquente.
<< Anche noi abbiamo da lavorare >> disse Jade,
mimando con un movimento flebile delle labbra alle altre due: <<
Seguiamola >>. Salutò Harry con un bacio sulle labbra:
<< A più
tardi, architetto. >>, alzò lo sguardo, << Louis
è stato un piacere averti come ospite >>, gli
ammiccò.
<< Grazie Jade…>> buttò lì Louis distrattamente, sbattendo le
palpebre, lievemente confuso dal comportamento di Juliet. Quando i due uomini
furono soli, Harry alzò le mani, come per estraniarsi dalla tacita domanda di
Louis. << Non chiedermelo, si conoscono ognuna come le proprie tasche.
Noi siamo solo maschi. Facciamo parte del loro mondo esclusivamente in certe
circostanze >>.
<< Giovanotti, invece di chiacchierare come pettegole
donnicciole, datemi una mano a sparecchiare la tavola >> La signora G
entrò, lanciando loro un’occhiata di rimprovero.
Harry e Louis annuirono prontamente, aiutandola a pulire la
cucina, obbedendo alle indicazioni dell’anziana donna, che dava loro ordini a
destra e a manca.
Asciugando i piatti e le tazze che Harry gli passava, Louis
cominciò a riflettere, pensando a come fossero vere le parole che aveva detto
alla signora G.
Sorridendo beota, ripensò a lui e a Juliet nella vasca da bagno, a
quanto si era sentito spiazzato dall’espressione dolce e premurosa di lei
mentre lo insaponava.
Analizzò il suo comportamento, quando Harry si era rivolta a
Juliet dicendo: la tua donna.
La mia donna.
Sì, lei era sua, e il cuore di Louis esultò per la gioia. Il
corpo in tensione, follemente eccitato perché aveva fatto l’amore con lei, e
ricordare il corpo di Juliet, nuda, vogliosa, sopra e sotto di lui, glielo fece
venire di nuovo duro.
Si promise che la prossima volta, sarebbe riuscito a farla urlare.
Voleva sentire il dolce suono della sua voce, velata di passione ad un passo
dal venire, mentre lui le leccava ogni centimetro di pelle.
Non si accorse della vibrazione proveniente dalla tasca dei suoi
pantaloni, fino a quando Harry non gli sventolò la mano davanti alla faccia per
destarlo dai suoi pensieri poco casti.
<< Non ti chiederò a cosa stavi pensando, posso immaginarlo,
ma Tommo, pulisciti la bava alla bocca e rispondi a quel maledetto telefono. È
mezz’ora che suona! >> rise di gusto il riccio.
Louis gli diede un pugno scherzoso sul braccio, con una finta espressione minacciosa. << Idiota
>>, prese il telefono notando che la chiamata proveniva da sua madre.
<< Ehi mamma >>.
<< Louis, caro. Puoi venire in negozio, per favore? Oggi non
mi sento tanto bene >> disse Joannah con un tono di voce palesemente
stanco.
<< Certo, non ci sono problemi, sarò lì in un attimo. Ti
serve qualcosa? Vuoi andare in ospedale? >> domandò lui, preoccupato.
Sentì sua madre sospirare. << Non essere esagerato William.
Starò covando una semplice influenza. Non fare il melodrammatico, ho semplicemente
mal di testa. Ho chiamato Mike, e mi accompagnerà a casa, così potrò riposare
>>.
<< Bene, sto arrivando. >> concluse lui, chiudendo la
chiamata.
<< Tutto bene? >> gli domandò Harry.
<< Era mia madre. Si sente poco bene, e devo sostituirla al
negozio >> spiegò teso.
<< Va pure. Finisco io qui >>.
<< Grazie Hazza >> rispose Louis, poggiandogli una
mano sul braccio con fare riconoscente.
<< Louis? Volevo chiederti una cosa prima. >> lo fermò
il riccio.
<< Certo. Qualcosa non va? >>.
<< Sì solo…Va tutto bene con l’appartamento? Voglio dire con
le bollette e tutto il resto? Non voglio essere inopportuno, ma sai che mi
preoccupo per te >>.
Louis si fermò a riflettere per un secondo. Era da tempo che non
lo chiamavano a cantare nei locali, e in quegli ultimi giorni il lavoro al
negozio lo aveva tenuto impegnato, ma adesso, si domandò se sua madre riuscisse
a gestirlo da sola, quando lui non c’era.
Vedere quanto Juliet lavorasse con impegno tutti i giorni, lo
metteva un po’ a disagio. Una parte di Louis si chiese cosa ci facesse lei con
uno come lui, che faticava per guadagnarsi il pane per vivere a volte, quando lei
avrebbe potuto avere una relazione con un medico, che avrebbe potuto viziarla e
coccolarla, come avrebbe voluto fare lui.
Notando che nella stanza non c’era nessun altro, all’infuori di
loro due, Louis si sedette un attimo, sentendo il bisogno di confidarsi con il
suo migliore amico. << A volte mi capita di pensare che avrei potuto fare
molto di più nella mia vita. Quando vivevamo insieme, mi ripetevo che senza di
te non sarei riuscito a mandare avanti la baracca. Guardati, sei un neo-architetto
che si guadagna da vivere, mentre io mi sono laureato e non ho mai voluto
intraprendere qualcosa seriamente >>. Il suo tono suonò amaro e
sprezzante nei confronti di se stesso.
Harry alzò un sopracciglio, stando in silenzio, e sedendosi di
fronte a lui, in procinto di ascoltarlo.
Louis sospirò. << Quando mio padre se n’è andato, ho
promesso a me stesso che mi sarei preso cura di mia madre, e che non sarei
stato un vigliacco come lui, ma adesso penso che lo sono. Non non sono riuscito
a mettere la testa a posto. Evidentemente non sono poi così migliore di lui se
lascio mia madre, che diciamocelo, non ce la fa a lavorare da sola, e il mio
aiuto temporaneo non le è tanto utile, se poi si ammala. >> digrignò i
denti per la rabbia.
<< Ehi capita a tutti di buscarsi un malanno. Non puoi
prenderti la colpa di ogni cosa. Può capitare, Louis. E sentirti parlare in
questo modo mi fa capire quanto tu sia cambiato. Mesi fa l’unica cosa di cui ti
saresti preoccupato sarebbe stato il prossimo posto dove andare a fare
conquiste. >> lo canzonò amichevolmente Harry, dandogli una pacca sulla
spalla. << Evidentemente Juliet ha fatto un miracolo >>.
Al solo sentir pronunciare il suo nome, Louis sorrise in maniera
smagliante, e il cuore si gonfiò di tenerezza e affetto. << Già. Sento
che voglio dimostrarle di essere degno di lei >>.
<< Juliet non ha bisogno che tu le dimostri niente. Lei ha
fiducia in te. Non è un idiota. Ti avrebbe già mandato a quel paese già da un
pezzo se ti fossi rivelato un imbecille >>.
<< Hai ragione. >> Louis si alzò in piedi. << Ho
bisogno di vedere delle carte e di parlare con mia madre >>.
Harry corrugò la fronte, confuso. << Perché? >>.
<< Vedrai >> gli strizzò l’occhio Louis, poi lo
salutò.
<< Ragazze? >> Juls alzò un sopracciglio interrogativo,
distogliendo parzialmente l’attenzione dal computer, nel vedere le sue tre
amiche entrare nell'atelier.
<< Sei scappata. >> l’ammonì dolcemente Allie,
avvicinandosi alla scrivania di Juls per sedervisi.
<< Lasciando il povero Louis con un’espressione interdetta
>> continuò Jade.
<< E lasciando noi, preoccupate per te >> terminò Nat
mettendosi le mani sui fianchi con fare rimproverante.
Mossa sbagliata,
Anderson, convenne la sua vocina, facendo imprecare Juliet.
<< Dirvi che sto bene non ve ne farà andare tanto i fretta, vero? >>
borbottò, cupa.
<< No, perché é una menzogna >> la riprese Allie,
accigliandosi.
<< Ve ne do atto. Okay, cosa volete che vi dica? >>.
<< Lo sai >> disse Jade.
<< Bene. Sono scappata, perché sono una schifosa vigliacca
>>.
<< Come, scusa? >> fu Nat a parlare. << Tu, una
schifosa vigliacca? E perché mai, di grazia? >>.
Juls ispirò profondamente. << Perché amo Louis, ma non sono
sicura che lui sia pronto a sentirselo dire >>.
<< Lo ami >> ripeté Allie, sbattendo le lunghe ciglia nere,
gli incredibili occhi blu che s’illuminarono gioiosi.
<< Juls, ma è fantastico! Lo dici come se fosse una
condanna. >> Jade le rivolse uno sguardo incredulo.
Juliet fissò Nat. La rossa a sua volta, la guardò con occhi di chi
sapeva cosa stava provando in quel momento.
<< Più o meno è la stessa cosa che è successa a me a Zayn,
quando mi accorsi di amarlo. Essendo stata
come Louis, so che l’amore può stenderti, e quando arriva non sai cosa fare. Tu
hai paura di soffrire, ma non puoi farti dominare dal timore che quello che
stai provando ti si rivolti contro, perché credi che il tuo momento di felicità
avrà fine. Se non ci credi tu, non riuscirà a farlo nemmeno lui >> Nat si
mise in braccio a Juliet, allacciandole le braccia dietro al collo. << Deve
sapere cosa provi per lui, come tu hai il diritto di sapere cosa rappresenti
per lui >> sorrise nel modo giocoso che solo lei sapeva fare. <<
Lasciati andare Catwoman. Non opporre resistenza a ciò che senti >>.
<< Come fai ad esserne tanto convinta? >> Juls invidiò
la grinta della sua amica nel mostrare tanta fiducia in qualcosa che per lei,
era tremendamente difficile da esporre.
<< Perché soltanto con l’amore e la fiducia che nutri per
Louis, riuscirai a combattere i tuoi demoni >>.
Allie e Jade annuirono, andando a rinchiuderla in un abbraccio
affettuoso.
Juliet pensò che avere amiche del genere, fosse una delle poche
fortune che aveva avuto nella sua vita.
Tutto ciò che avevano detto era vero, e l’orgoglio di Juls venne
meno, quando pensò che aver fatto l’amore con Louis, l’aveva cambiata
intensamente. Era stato un passo avanti nella loro relazione, e ce ne sarebbero
stati tanti altri, n’era sicura.
Non era abituata a tutto ciò, ma si sentì un’egoista a pensare che
questo momento di confusione lo stesse attraversando solo lei.
Quando le ragazze, se n’andarono, più tranquille e serene adesso
che le avevano fatto il terzo grado, Juls si lasciò ricadere sulla poltrona, e
prendendo il cellulare digitò un messaggio.
Da: Juliet
A: Louis
Oggetto: Scuse
So che mi sono comportata in modo strano stamattina. Devo ancora
abituarmici a quello che c’è tra noi. Ma non ho pensato a te, che forse ti
sarai preoccupato, e me ne pento amaramente. Ti chiedo scusa.
Se ti va, mi piacerebbe che ci vedessimo dopo il lavoro.
Intanto, passa una buona giornata.
Juliet xxx
Sei minuti dopo Juls sussultò lievemente, quando sentì la
vibrazione del telefono far tremare la scrivania. Lo prese al volo, leggendo la
risposta.
Da: Louis
A: Juliet
Oggetto: Le accetto soltanto se accetti le mie
Va tutto bene, piccola. Siamo due incasinati è vero, ma insieme
possiamo superare tutto, ne sono convinto.
Piacerebbe tanto anche a me, ma mia madre è a casa che sta poco
bene, perciò devo stare al negozio tutto il giorno, e non so quando finirò. In
più c’è una cosa che devo fare, ma te ne parlerò dopo.
Non c’è niente che vorrei di più che stare con te, credimi. Mi
farò perdonare.
A prestissimo, tigrotta.
Juliet lesse il messaggio parzialmente sollevata che Louis non
fosse arrabbiato con lei, e dall’altra incuriosita dalla questione che doveva
sbrigare. Poi preoccupata, si domandò cos’avesse Joannah.
Chiamò Jade sulla linea lavorativa.
<< Juls? >> La riccia rispose al secondo squillo.
<< Ehi, ho bisogno di chiederti una cosa. L’evento
Crow-Stuart è fissato per le cinque di stasera. >> constatò. <<
Posso andarmene via un po’ prima della sua terminazione? >>.
Un silenzio di cinque secondi prima che Jade rispose: <<
Certo, stai poco bene? >>.
<< Non sono io. È la madre di Louis. Vorrei passare a
trovarla se non ci sono problemi qui >>.
<< Se ce ne sono ti chiamerò. Va pure. E manda gli auguri di
pronta guarigione a Joannah. Informerò la signora G che sta poco bene >>.
<< Grazie Jade, sei la migliore >>.
<< Lo so >>, la voce scherzosa della riccia la fece ridere.
Più tardi, al declinare del crepuscolo, Louis tamburellava le dita
di una mano sul bancone del negozio, in maniera nervosa.
Ci aveva pensato e ripensato più volte, giungendo sempre alla
medesima conclusione. Più ci ripensava, più si rendeva conto che fosse una
scelta importante, magari una delle poche che avesse preso nella vita
riguardante la sua carriera lavorativa.
Grazie a Dio, sua madre lo aveva telefonato, dicendogli che con le
premure del suo compagno, stava già meglio. Anche con la febbre, era
sicuro che Joannah sarebbe piombata al negozio entro domani, per ritornare a
lavorare.
La sagoma massiccia e alta di un uomo offuscò la luce che filtrava
dalla porta d’entrata, e Louis vi si precipitò per far entrare la persona che aveva
atteso fino a quel momento.
<< Kyle >> Louis salutò il fratello di Juliet,
tendendogli la mano.
L’espressione seria, accentuata dalle linee virili e scolpite
della mascella, il completo scuro da avvocato, gli occhi ghiaccio freddi e
calcolatori, lo rendevano in tutto e per tutto un tipo rispettabile e
carismatico.
Con andatura sicura, Kyle lo oltrepassò, rispondendo al saluto con
tono imperturbabile. << Tomlinson. Mi ha incuriosito la tua chiamata. Dal
tono che avevi al telefono ho dedotto che si trattasse di una faccenda
importante. Non ha niente a che fare con mia sorella, vero? >>.
<< No, non c’entra niente Juliet. >> affermò Louis.
<< Quindi state insieme? >>.
Alla domanda di Kyle, Louis non ebbe alcuna esitazione nel
rispondergli. << Esattamente >>.
Kyle annuì, facendo un segno d’assenso, senza nessun sorriso ad
increspargli i lineamenti del viso.
<< Come vanno le cose con Phoebe? >>.
Miracolosamente, la mascella di Kyle ebbe un guizzo, facendo
incurvare un angolo della bocca in quello che doveva essere una specie di
sorriso. In un attimo riassunse la sua postura professionale. << Per cosa
ti serve il mio aiuto? >>.
La speranza di allacciare un rapporto con il fratello della sua
ragazza, era ancora lontana. << Tu sei un avvocato >>.
<< Tipo sveglio >> lo canzonò Kyle, ghignando.
Louis s’incupì seccato. << Quello che volevo dire, è che mi
serve che tu apporti delle modifiche al contratto del negozio di mia madre
>>.
<< Continua >>.
<< Voglio prendermi parte della responsabilità degli affari,
della contabilità, delle spese…>>, Louis fu interrotto dalla voce
inquisitoria di Kyle: << Sai che c’è bisogno di una laurea per gestire
un’attività d’imprenditoria? >>.
Louis rispose con tono atono: << Sono andato all’università
anch’io. Sono laureato in economia e commercio >>.
Kyle non si scompose, ma fece un’espressione sghemba a quella
notizia. << Ed io che pensavo che avessi lasciato l’università per
cantare occasionalmente in qualche pub di poco conto >>.
<< E, infatti, è così. Ma questo non ha importanza, adesso. Mi
aiuterai? >> Il tono di voce di Louis assunse una nota infastidita.
<< È il mio lavoro. Andiamo da tua madre, il contratto deve
essere concordato da entrambe le parti >>.
<< Juliet, che piacere vederti >>.
<< Ciao Joannah. Scusa se ti disturbo >> Juliet alzò
il pacchetto che aveva tra le mani. << Ho saputo che stavi poco bene, e
ho pensato di passare, per portarti la famosa zuppa della signora G >>.
La madre di Louis sorrise: << Oh tu e Grace siete state
molto premurose. Su vieni, accomodati >>.
Era già stata a casa di Joannah, quando lei e le ragazze avevano dato
vita alla società, avevano sentito parlare di un’eccellente fiorista nei pressi
di Londra, così Jade aveva contattato Joannah per avere conferma di quello che
si diceva in giro.
Juls rimase nuovamente colpita dal calore emanato da quella casa. Lo
stile era rustico, con assi di legno scuro a sostenere le mura portanti, i vasi
di fiori che creavano un aroma fresco e ricco di varie sfumature di colore.
<< Non avrei voluto che tu facessi tutta questa strada per
un banale aumento della temperatura corporea. William ti ha fatto
preoccupare inutilmente. Quel
ragazzo mi tratta come se fossi di vetro soffiato >>
sbuffò Joannah, ma
il suo tono era velato d’amore materno verso il proprio figlio. I
capelli ondulati erano un tantino arruffati, segno che doveva essere
stata a letto fino a quel momento.
Juliet depose la zuppa in cucina, notando il mazzo di rose rosse e
bianche raccolte in un vaso alto e trasparente. Ne ispirò il delizioso profumo.
<< Sono certa che William non ha nulla a che fare con queste. Sono
bellissime. Mike ha veramente buon gusto in fatto di fiori, e non lo dico
perché ha una relazione con una fiorista esperta >> ammiccò.
Joannah sorrise raggiante, il leggero pallore del volto venne
rimpiazzato da un velo di rossore. << Sì, ci sa fare >> convenne e
le due donne risero, accomodandosi sul lungo divano in salotto.
<< Juliet? >>.
Lei inclinò la testa curiosa. << Sì? >>.
<< Sono felice che mio figlio stia con te. So che ti ho
detto delle cose in passato, ma non mi aspettavo che tu riuscissi a cambiarlo.
Mi dispiace che non abbia avuto fiducia in una vostra possibile relazione
>> Joannah abbassò leggermente il capo con aria colpevole.
Non sono sicura che io possa averlo cambiato, avrebbe voluto dirle. << Non preoccuparti, non c’è l’ho mai avuta con te, è tutto
a posto sul serio! >> si affrettò a rassicurarla Juls.
<< Lo ami? >>.
Lei dischiuse lievemente la bocca, colta alla sprovvista.
Buon dio, sì. Sì, amo
tuo figlio Joannah.
Nel momento in cui aprì la bocca per dar voce alle sue emozioni,
suonarono alla porta.
Joannah si affrettò ad andare ad aprire, declinando gentilmente l’offerta
di Juliet di andare lei per non farla sforzare.
Salvata dal
campanello. Questo sì che è un clichè che non perde mai la sua efficacia.
Si alzò automaticamente, sgranando gli occhi, nel vedere Louis e
Kyle entrare insieme in salotto.
<< Star >>. Suo fratello si avvicinò scoccandole un
bacio sulla sommità del capo. << Anche tu qui? >>.
Juls annuì, alzando lo sguardo dalla spalla di Kyle, per
incontrare
Louis, che la scrutava con occhi azzurri di uno scintillio caldo
e abbagliante. E di qualcos'altro che scatenò lo sguardo
curioso di lei.
<< Ciao >>.
Con un sorriso sfacciato, Louis oltrepassò Kyle con eleganza e
disinvoltura.<< Ciao a te. Sono contento di vederti >>.
<< Ti chiederai cosa ci fai assieme a mio fratello, ma a
giudicare dalla valigetta, è in fase lavorativa. Perciò toglierei il disturbo,
sono di troppo >> fece per voltarsi, ma Louis fece scivolare la mano
nella sua, intrecciandone le dita.
Un formicolio eccitante, le risalì fin sopra la nuca, quando il
respiro caldo di Louis le arrivò nell’orecchio. << Non mi scappi questa
volta, signorina. Tu rimani qui, con me. Volevo farti una sorpresa, ma sono
felice che tu sia qui. Siediti per favore. >> le ordinò con voce
sensualmente imperiosa.
Kyle si schiarì la voce, lanciando un’occhiata divertita alla
sorella, che si finse stizzita, ma i suoi occhi brillavano di curiosità e
contentezza.
Juliet sentì la stretta di Louis farsi più salda, quando cominciò
a parlare raccontando perché avesse portato Kyle a casa di sua madre.
Quando ebbe finito, Juls restò in silenzio,
inarcando lentamente un sorriso e stringendo la presa di lui con fermezza,
facendogli capire quanto lo sostenesse.
Joannah aggrottò la fronte per un lungo momento, puntellandosi le
dita sul mento, pensierosa. << Mi stai dicendo che vuoi diventare
co-proprietario del negozio? >>.
C’era una luce di determinazione negli occhi di Louis, ecco
cos’aveva visto Juliet. Intimamente, era così orgogliosa
di lui. Non che
trovasse qualcosa di sbagliato quando si esibiva nei pub, anzi Juls lo
trovava bravissimo ed eccitante con la sua voce talentuosa, e sapeva
che a lui piaceva cantare, ma percepiva la tensione di Louis che
emanava sotto
i suoi muscoli, e non era dovuta alla coercizione di porsi a qualche
sforzo.
Dal modo in cui aveva parlato, c’era la consapevolezza che Louis
voleva
impegnarsi in qualcosa che per lui significasse molto. La bocca
contratta in una
linea seria e sottile, che Juls sperò che Joannah ponesse fine a
quella
tortura.
<< Da quello che ho visto dalle carte che mi ha portato, il
ragazzo si è veramente laureato >> disse Kyle, stirando le labbra per non
ridere all’occhiata truce che gli lanciò Juliet.
<< D’accordo >> fu Joannah a parlare.
<< Cosa? Vuoi dire che...? >> i muscoli di Louis si
tesero ancora più di prima, alzandosi
lentamente.
<< Sono anni che aspetto che tu ti decida, William. >>
sospirò la madre, scoprendo i denti ben curati in un largo sorriso, <<
Certo che voglio darti una parte della proprietà, e quando andrò in pensione,
ma non sperare che accada subito, sarà completamente tua >>.
<< Non ti deluderò. >> Louis abbracciò sua madre,
<< Grazie per la tua fiducia mamma >>.
<< Ho sempre avuto fiducia in te, ragazzo. E cresce di
giorno in giorno. Sono orgogliosa di te, figlio mio >> disse Joannah con
gli occhi lucidi di soddisfazione.
Juliet si morse il labbro, buttando fuori l’aria dai polmoni,
entusiasta, mentre Louis poneva la sua firma sul foglio bianco
preparato da
Kyle, che lo rendeva a tutti gli effetti co-proprietario del negozio di
fiori. Sapeva per esperienza, che quella era soltanto una delle
numerose pratiche che dovevano firmare e rivedere, ma era già
l'inizio di qualcosa, pensò Juls.
<< Devi averlo proprio stregato, sorellina. >> Kyle si
mise al suo fianco, bisbigliando con fare cospiratorio. << Stare con te
gli fa proprio bene >> disse palesemente sincero.
Juls guardò suo fratello. << Non è merito mio. Ha fatto
tutto da solo >> contestò.
<< L’amore rende migliori >> Kyle le ammiccò.
<<
Almeno così ho sentito dire >> fece un gesto di
nonchalance. Juls si annotò mentalmente che doveva fare
una chiacchierata con suo fratello. Voleva sapere come andavano le cose
con Phoebe e se facesse veramente sul serio con lei.
<< Vieni a casa con me? >> propose Juls a suo
fratello, che la guardò scettico. << Dal modo in cui ti guarda Tomlinson,
penso che tu abbia altri programmi >>. Le baciò la guancia. << Il
mio lavoro per il momento è concluso. A più tardi Star >>.
Juls aggrottò la fronte, soffocando un sussulto, quando due mani
forti le strinsero i fianchi, sollevandola di peso.
<< È ancora valido il tuo invito? >> Louis la fece
volteggiare sul posto, facendola ridere di gusto.
<< Soltanto ad una condizione >>.
<< Sentiamo >> Louis non si preoccupò di avere un
minimo di pudore di fronte a sua madre, quando strofinò provocante il naso sul
collo di Juliet.
Lei gli diede un colpo abbastanza forte sul petto con la mano, da fargli
fare una smorfia mista a dolore e divertimento.
<< Che tu mi faccia vedere il tuo attestato di laurea
>>.
Louis roteò gli occhi al cielo, stizzito, e Joannah si mise a
ridere quando gli disse: << Che credulone che sei, Louis >>.
Anche Juls rise dandogli un buffetto sulla guancia. << La
condizione è che sia io ad offrirti la cena. Dobbiamo festeggiare >>.
<< Scordatelo, la cena la pago io. >> si chinò su di
lei, baciandole lievemente le labbra. << E poi festeggeremo nel modo che
piace a me, tigrotta >> sorrise malizioso.
<< Non sono ancora sorda, ragazzi. >> s’intromise
divertita Joannah. << Tra un po’ verrà Mike, quindi vedete di sparire
>>.
La salutarono sorridenti, mentre lungo la strada, Juls indugiò nel
fissare Louis.
Il mio ragazzo. Suonava così bello.
<< Cosa c’è? Hai freddo? >> Louis si fermò,
sospettoso.
<< Abbracciami >> mormorò lei, e lui acconsentì
all’istante circondandola con le sue forti braccia, dove Juliet s’immerse nel tepore e
nel buonissimo odore di lui.
Stringendo la stoffa del morbido cappotto di Louis, Juls respirò
forte, alzando lo sguardo per incontrare quello di lui.
Deglutì, e Louis la strinse a sé infondendole quella tenerezza e
protezione che le scaldò il cuore, mentre con una mano le infilava le dita nei
capelli accarezzandoli. << Parlami, tigrotta >>.
<< Ti…>> Juls esitò, poi scelse qualcosa che poteva
fargli capire almeno in parte cosa provava per lui. << Ti voglio bene,
Louis >>.
Louis sbatté le palpebre stupito, mentre un lento sorriso rendeva le sue
labbra fortemente desiderabili da baciare. << Anch’io, Juliet. >>
mormorò, chinandosi per coprirle la bocca con la sua. << Moltissimo
>> e la cullò in un bacio dolce e rovente.
Note dell’autrice
Buonasera piccole mie!!! :D
Ebbene sì, sono viva, scusate l’attesa di due settimane per la
pubblicazione di questo capitolo, ma non ho passato le feste a casa, e soltanto
ieri sera sono tornata da Venezia. Piuttosto è stato una gioia indescrivibile
trovare le vostre recensioni e messaggi quando sono rientrata nel sito!!
Con ritardo, auguro un buon anno a tutte :3
Grazie per gli auguri del mio compleanno *w*
E soprattutto stringo in un forte e caloroso abbraccio le 26
ragazze che hanno recensito il capitolo 20, le 15 ragazze che hanno recensito
il primo missing moment a rating rosso, le ragazze che hanno soltanto letto
entrambi o almeno uno dei due, coloro che mi hanno inserito tra i loro autori
preferiti, a chi ha aggiunto The dress of seduction e The red dress of
seduction nelle storie preferitericordate seguite.
Mi avete come dire stesa, ma
neanche, perché è dire poco ragazze, avete lasciato me
senza parole…siete state dolcissime e sapere che non ho
fallito nella descrizione delle scene passionali mi ha fatto tirare un
sospirone di sollievo e di felicità, regalandomi uno strepitoso
regalo di
compleanno, e di Natale. E per questo vi abbraccio forte
:’’3
Alcune di voi mi avevano parlato della possibilità di segnalare
questa storia nelle scelte. Ovviamente io ne sono rimasta molto lusingata e
imbarazzata, perché è una cosa molto forte da dire per come la vedo io. Poi
cosa vedo? Una mia lettrice che segnala questa storia all’amministrazione
proprio per inserirla lì!!!
Ringrazio infinitamente weronika per ciò che ha fatto,
commuovendomi :'3 Io non mi sogno alcuna cosa concreta, non mi aspetto di certo
che tra migliaia e migliaia di storie segnalate la mia venga presa in considerazione, ma
ciò che mi ha colpito è stato l’atto in sé…grazie dolcezza :’’)
Troppi monologhi, magari vi avrò già annoiato a morte con i miei
soliti elogi nei vostri confronti u.u’ Vi voglio bene<3<3
Riguardo al capitolo, la relazione tra Juls e Louis sta crescendo non trovate?
Louis ha un nuovo lavoro diciamo così XD E stavolta per lui è
qualcosa di molto serio, soprattutto perché da quello che si comprende, vuole
prendersi maggiori responsabilità, iniziando ad assumersela con il negozio.
Louis non sarà tecnicamente un fioraio come prima alle dipendenze della madre,
ma un co-proprietario serio e capace. Facciamogli gli auguri di buona fortuna
;D
Credo non ci sia bisogno di riassumere i sentimenti che provano
Juls e Louis l’uno per l’altra, perché sono palesi. Juls si è spinta a
confessargli parte del suo amore cominciando con un ti voglio bene, e Louis ha
risposto alla stessa maniera. Ho voluto scrivere un finale piacevole per questo
capitolo, ma sapete che con me non si può mai sapere, no? ;)
Piccolo anticipo per il prossimo capitolo? Ci sarà il matrimonio
tra Nat e Zayn!! *applausi*.
Concludo ringraziando ancora coloro che hanno letto questo
capitolo, se vorranno farmi sapere cosa ne pensano, ovviamente se me lo merito
U.U
Con tanto amore, Ella.
|
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Capitolo 22 *** Capitolo22 ***
capitolo 22 pronto
Capitolo 22
Si prospettava una giornata piena per Promesse, quando Juliet si
diresse a passo felpato lungo il corridoio della tenuta, verso l’ufficio della
sua socia.
Quando entrò, un delizioso profumo di biscotti farciti le invase
le narici.
<< Perché fare ginnastica quando la signora G ci fa questi
dispetti? >> disse, ma si morse il labbro accorgendosi che Jade era
impegnata in una serrata conversazione con una cliente, a giudicare dalla ruga
che si era formata tra le sopracciglia scure, i capelli ricci tirati in una
coda di cavallo stretta ed efficiente, l’anti-acido poggiato di lato ad una
bottiglietta d’acqua.
Se qualcuno al di fuori l'avesse vista avrebbe detto che fosse stressata, ma per Jade quello era il suo pane quotidiano, e
nessuno era in grado di saper gestire i comportamenti isterici delle future
spose meglio di lei, di saper appianare qualunque dilemma o preoccupazione.
Juls scivolò sulla poltroncina posizionata di fronte alla
scrivania in legno di ciliegio scuro, mente Jade si portò le dita
all’attaccatura del naso massaggiandoselo.
<< Cata, sono sicura che andrà tutto per il meglio. Una
leggera spruzzata di neve non impedirà a te ed Eric di sposarvi questo
pomeriggio >>.
A giudicare dalla vocina stridula proveniente dall’apparecchio, la
donna non era della stessa idea.
Juls arricciò le labbra, passando in rassegna gli impegni della
giornata. La seconda prova d’abito di una sposa alle undici, un evento
pomeridiano programmato per le sedici e trenta, e l’addio al celibato e al
nubilato rispettivamente di Zayn e Nat.
A quel punto, un enorme sorriso illuminò il viso di Juliet. Era
giunto il momento delle nozze, domani la sua migliore amica si sarebbe sposata.
Il momento di euforia, fu bruscamente interrotto, quando Jade
espirò a denti stretti, e Juls chiuse gli occhi sospirando. La sposa stava
singhiozzando. << Cata, tesoro, non c’è motivo di piangere. >>, la
voce della riccia suonò dolce e rassicurante, <> annuì impercettibilmente,
mentre digitava velocemente qualcosa al computer. << Certo, ora per
favore, prendi un bel respiro. Calmati, ecco brava. Alle sedici e trenta di
questo pomeriggio festeggerai il tuo fidanzamento, è una promessa. Anche se noi
non ci saremo, posso assicurarti che starai divinamente con la tua famiglia e
del buon cibo italiano…>> Jade roteò gli occhi. << Naturalmente.
Non ti farò mancare nulla, sarà come se fossimo lì con te, ma è Eric la cosa
più importante. Non pensare ad altro se non a lui e al cammino che state per
intraprendere verso il vostro futuro…figurati tesoro. Chiamami se hai bisogno.
Un bacio >> Jade chiuse la chiamata, e immediatamente portò la mano verso
la bottiglietta d’acqua.
<< Non puoi controllare Madre Natura, Ward. >> esordì
schersosamente Juliet, protendendosi per prendere un biscotto dal piatto sulla
scrivania.
<< Evidentemente non è quello che pensano le nostre clienti
>> borbottò Jade, poi sospirò. << Chi sceglie di celebrare il suo
matrimonio a Dicembre, non può non aspettarsi la neve. Siamo a Londra. Qui
piove quasi tutto l’anno >>.
<< E le spose frignano quasi tutto l’anno >> aggiunse
Allie entrando nella stanza, con il suo blocco dei disegni in una mano e una
matita sopra l’orecchio, gli scarponi da neve che producevano dei tonfi sul
pavimento di linoleum.
<< Chi ha urtato il tuo ego, stamattina? >> chiese Juls alla mora, mentre buttava giù l’anti-acido.
<< I nipoti di Kristal stavano giocando a nascondino, in
casa sua. Precedentemente si erano lanciati palle di fango in giardino
>> spiegò con una nota nella voce che non presagiva niente di buono da quel racconto.
<< Non dirlo >> Juls s’irrigidì.
<< Eccome se te lo dico. Uno dei bambini si è nascosto
nell’armadio, dove si trovava il suo vestito da sposa. Kristal mi ha chiamata
in lacrime, dicendomi che da bianco il suo vestito è diventato a pois marroni >>
Allie trangugiò un biscotto dal piatto. << Posso sistemarlo, ma non è
finita qui. Il bambino è inciampato sul vestito venendo fuori dall’armadio
>>.
<< Merda >> Questa volta Juls imprecò, immaginando che
fine avesse fatto il vestito.
<< La gonna si è moderatamente strappata. Ha chiamato me
perché sono la designer, ma aveva chiamato anche Jade prima, solo che
rispondeva la segreteria >>.
<< Ho intrattenuto una conversazione di due ore e ventisei
minuti con una cliente che minacciava di chiamare il meteorologo nazionale,
perché non aveva avvertito che sarebbe venuto a nevicare >> spiegò Jade,
<< La festa di fidanzamento è saltata. Mi sono assicurata che
festeggiassero in altro modo. Questo ci permetterà di porre la nostra attenzione
ad un altro evento importante di oggi >> Gli occhi grigi della riccia
luccicarono, come quelli ambra di Juls e quelli blu di Allie.
<< A proposito, dove diavolo è finita la sposina? >>
volle sapere Juliet, vedendo che in quella stanza mancava solo lei.
<< Le ho concesso mezz’ora di ritardo soltanto perché oggi è
il suo pre-giorno speciale, ma ora è in
ritardo di sei minuti >> Jade si alzò dalla scrivania, guardando fuori
dalla finestra. << Casa sua è a dieci passi dalla mia, non penso si sia
dispersa nella neve >> fece una pausa. << Almeno voglio sperarlo
>>.
Juliet rise. << Probabilmente è ancora a letto. Zayn le ha
fatto una sorpresa ieri sera. Nat me lo ha detto perché in quel
momento stavamo
parlando al telefono. Per quel che ho potuto capire, Zayn aveva
organizzato una
cenetta a lume di candela. Molto romantico, poi prima dell’arrivo
di Nat, il
moro ha preso una scala, deciso a trovare il film preferito della
fidanzata, e
quando lei è entrata, lui era assorto completamente nel suo
operato da non accorgersi che fosse lì, alle sue spalle.
Sapete che quando Nat entra in una stanza è un uragano, no?
>>.
<< Per favore, dimmi che Zayn non è caduto dalla scala. Non
ho programmato una visita all’ospedale. >> digrignò Jade.
<< No tutto a posto, tranquilla. C’è mancato un pelo, però.
Poi da lì in poi la conversazione è diventata confusa. Una sorta di rumori
raccapriccianti. Credo che Zayn era mezzo nudo, e che per lo spavento gli sia
caduto l’asciugamano stretto in vita. Nat ha squittito. Ho ritenuto che fosse
opportuno lasciar loro la giusta privacy. Non fa parte delle mie fantasie
ascoltare due che fanno sesso all’altro capo del telefono >>.
Allie rise. << Ma il sesso telefonico con Louis è tra le tue
fantasie >>.
Juliet lasciò trapelare un eloquente ghigno malizioso.
<< Anche se il sesso telefonico è un argomento assolutamente
degno di attenzione, dobbiamo metterci a lavoro. Chiamo Nat. Dobbiamo sistemare
gli ultimi preparativi per le sue nozze >>. Jade sorrise quando aggiunse:
<< E dobbiamo spalare metri di neve >>.
<< Questo non è eccitante come il sesso telefonico >>
mugolò Allie a testa bassa, mentre lei e Juls si dirigevano in cucina per
prendere le pale.
Nat non si mordicchiava mai le unghie. Ma le cose potevano
cambiare quando si trattava di un giorno prima del suo matrimonio.
Nessuna scenata isterica, si era imposta. Non era una femminuccia
piagnucolante. Poteva fare una nevicata di cinque centimetri e avrebbe comunque
sposato il suo uomo. Non era spaventata. No dannazione, era eccitata da morire.
Il che era peggio.
<< Maledetto! >> imprecò, cercando di infilarsi lo
scarponcino destro al piede. Oscillò col corpo, nel tentativo di entrarci. Era
in ritardo. Jade l’avrebbe ammazzata.
Indignata nei confronti del suo infedele stivaletto di camoscio
acqua-marina, saltellò su una gamba sola scendendo con maestria le scale di
casa sua, superando la scia di quadri con le fotografie raffiguranti le sue
migliori amiche, la sua famiglia, le copertine che ritraevano lei sulle riviste
nuziali di Londra, e di Zayn insieme a lei nell’atto di baciarsi, abbracciati
sul divano, di ridere...tutte foto, tutti pezzi della sua vita. La fotografia
per lei significava catturare un ricordo, renderlo permanente, eterno, in modo
da tornare alla memoria ogni qualvolta che lo sguardo ci volava sopra. Questo
era il suo lavoro, il mestiere che amava fare, e che non avrebbe mai smesso di
praticare con le sue amiche, neanche per tutto l’oro del mondo. Riprovò ad
infilarsi lo stivale, mentre si recava in cucina a passo d'anatra.
<< Jade. Mi. Ammazza. Sono in ritardo. Colpa tua >>
saltellò con le mani impegnate a tirare, guardando Zayn di sbieco, con il
ciuffo sensualmente spettinato, i pantaloni consumati, e mmh...niente maglietta. Stava
preparando la colazione, e buon dio indossava un grembiule da cucina. Poteva il
grembiule da cucina, renderlo tanto arrapante di prima mattina?
<< Non è giusto >>.
<< Cosa non è giusto? >> un sorriso gli incurvò le
labbra carnose.
<< Io a prima mattina somiglio ad una barbona. Dillo che hai
il parrucchino. Quei capelli non possono essere tanto splendidi. Se lo ammetti,
prometto che non ti amerò di meno >> brontolò, prendendo la tazza di
caffè che lui le porse.
Zayn rise, scuotendo la testa. << Questo è molto
rassicurante. >>, si sporse all’indietro per darle un bacio sulla guancia.
<< Temo sempre il peggio quando siamo a letto. Soprattutto quando me li
tiri, ma ora che sai il mio segreto, sono più sereno >> le fece
l’occhiolino, gli occhi marroni che brillavano di amore per la sua compagnia.
<< Mmh sexy e scherzoso di prima mattina. Ho pescato proprio
una bella preda. E poi mi prepari anche il caffè, non potrei desiderare di più
dalla vita >> quasi fece le fusa quando sentì il profumino inconfondibile
delle frittelle nel piatto, mentre venivano cosparse di salsa al caramello.
Un sorriso radioso albergò sul volto di Natasha. Non era dovuto
alle frittelle. Okay anche per quello, ma domani Zayn sarebbe diventato suo
marito.
Oddio, sto per
sposarmi.
Non era previsto che gli occhi le diventassero lucidi. Ma se non
altro, era sicura che Jade avrebbe trovato un modo per eliminare gli occhi
gonfi. Non era mai stata una sentimentale, ma dannazione, l’amore della sua
vita era lì di fronte a lei che le stava preparando la colazione.
<< Nat? >> Zayn prontamente si avvicinò, cingendole la
vita con un braccio, mentre con la mano libera le cingeva un parte del volto, accarezzandone
la guancia con un polpastrello. << Perché piangi? >>.
<< Un lacrima. Soltanto una. Anzi no. Due. >> gli
baciò il petto, stringendolo in un abbraccio. << Credo sia normale
>>.
<< Lo è. Ti amo, moglie. >> Zayn le baciò la sommità del capo,
a lungo e con tenerezza.
<< Anch’io, marito
>> sorrise, quando sentì che le braccia di Zayn l’avevano stretta di più
al suono dell’ultima parola.
<< Ho una proposta da
farti >>.
Quella frase…così familiare per Nat che le riportò
alla mente un dolce ricordo.
Nevicava.
Leggermente, ma Nat si
maledì lo stesso per avere ai piedi un paio di scarpe aperte col tacco da
dodici centimetri.
Teneva la sua fedele
compagna d’avventure, la sua macchina fotografica Nikon nella mano guantata in
una tasca come portafortuna. Dentro l’altra tasca del bomber color rosso fuoco
che indossava, accarezzava languidamente con la punta delle dita il suo regalo
per Zayn.
Uscivano insieme da
sei mesi. Nat non era mai stata con un uomo così a lungo. Ora, però, mentre camminava
vero la porta della casa di Zayn, seppe che quella era la cosa giusta da fare.
Non aveva mai fatto regali prima di allora ad un uomo. Era totalmente negata, e
per la prima volta ne aveva comprato uno. Bello grosso.
Che Dio l’aiutasse.
Casa Malik era proprio di fianco alla tenuta di Jade. Che fortuna, se il piano
non fosse andato a buon fine, i biscotti al cioccolato della signora G l’avrebbero per lo
meno fatta rincuorare.
E se rimandassi la mia
visitina a sorpresa a domani? pensò.
Inciampò, mentre
camminava lungo il vialetto, ma riuscì a riprendere l’equilibrio appena in
tempo che il suo culo finisse per terra.
<< E va bene, sì
ho capito. Ci vado. Se esiste un angelo custode, il mio è una vera rottura di
palle >>.
Bussò al campanello,
una, due volte. Le luci erano accese, quindi Zayn doveva per forza trovarsi in
casa.
<< Arrivo!
>> Ecco appunto. La voce di lui, e il rumore di passi che si avvicinavano per aprire
la porta, la misero in agitazione.
Si portò la mano
dentro la tasca, per ricavare dal suo regalo un po’ di coraggio. Sgranò gli
occhi e il suo cuore balzò un battito.
Il regalo.
Non c’era.
Cazzo!
Nat si girò come un
fulmine, cercando con gli occhi il pacchetto lungo il ciglio di strada appena
percorso.
<< Oh andiamo,
non farmi questo. Dove sei? Dove sei? >> Non poteva averlo perso!
Si girò, ignorando il
suono della porta alle sue spalle che si apriva.
<< Natasha? Sei
tu? >>.
<< Ehm ehi ciao!
>> si girò giusto per rivolgergli un breve, tirato e convincente sorriso,
dato l’inconveniente di merda. << Un secondo solo eh? >> Gli volse
velocemente le spalle, scrutando la strada.
<< Tutto bene?
>> Zayn fece un passo in avanti, rabbrividendo per il gelo che gli
investì la pelle del viso.
<< Assolutamente
sì >>.
Focalizzò la strada,
fino a quando i suoi occhi non videro ciò che volevano.
<< Eccolo!
>> esclamò sollevata. Doveva esserle caduto quando era inciampata. Si
chinò per prendere il pacchetto che era caduto nella neve. Non si accorse del
ghiaccio sotto i piedi, soltanto quando rialzandosi perse rovinosamente l’equilibrio.
<< Nat! >>
Zayn fu subito da lei, afferrandola per un braccio, ma l’oscillazione fu
talmente brusca, che i due caddero a terra.
La rossa fece una
smorfia, non per il dolore della caduta, ma perché avrebbe gradito che Zayn non
le fosse finito addosso schiacciandola.
<< Gesù Natasha!
Ti sei fatta male? >> Quasi non avvertisse il minimo dolore, Zayn si
rialzò immediatamente, facendo per aiutarla.
<< Wow che
botta. Sto bene. Mai stata meglio >> sorrise, quando Zayn la guardò in
modo confuso.
<< Hai battuto
la testa? >> volle sapere lui, con un cipiglio preoccupato.
Nat rise, pensando a
quello che stava per fare. << No, l’ho persa quando mi sono innamorata di
te >> disse e gli strattonò il colletto della maglietta, finchè le sue
labbra non toccarono quelle di lui, in un bacio appassionato, freddo e
bruciante insieme.
<< Cosa? Cioè,
puoi ripetere ciò che hai detto? >> Zayn teneva gli occhi chiusi, temendo
di aver sentito male. Erano sei mesi che usciva con Nat. Lui l’amava, ma aveva
aspettato, per paura che lei non fosse pronta a sentirselo dire. Aveva imparato
a conoscerla, e sapeva che l’amore, un impegno duraturo, una famiglia, non era
ciò che lei cercava.
<< Ho una
proposta da farti >> Nat si alzò mettendosi seduta, ignorando il freddo
che sentiva sotto il sedere. Zayn la strinse per infonderle calore, e il sangue
di lei si scaldò di tenerezza, un sorriso caldo le increspò le labbra piene.
<<
Vuoi andare dentro a bere qualcosa di caldo, prima? >>.
Nat scosse la testa.
<< Fammi concentrare, per favore >> si puntellò un dito sul mento,
ripescando il discorso che si era preparata a casa. Zayn sbatté gli occhi,
confuso, quando la rossa fece una smorfia appallottolando il pezzo di carta e
gettandoselo alle spalle. << Mmh vediamo se così è più facile.>>
Zayn la vide prenderle qualcos’altro nella tasca.
Gli straordinari occhi
verdi di lei, incontrarono i suoi marroni, e il cuore saltò un battito quando
lei si mise in ginocchio, nella stessa posizione di lui. Dovevano sembrare due
matti agli occhi dei passanti, ignari che si stessero congelando, mentre
fievoli fiocchi di neve cadevano sulle loro teste.
<< Credo di
averti torturato abbastanza. Mi dispiace per questo. Sono una stronza >>
Nat gli poggiò un dito sulle labbra, zittendolo quando tentò di aprire bocca.
<< No, lasciami finire. Sono una stronza, ma tu mi ami, e dio tu mi ami
davvero, perché un uomo sano di mente non sognerebbe di stare con una che
appena ti conosce, ti domanda se vuoi diventare il suo nuovo amico di letto. E dannazione
tu hai accettato. Poi qualcosa è cambiato, ed io mi sono spaventata >>.
<< Non devi…Nat
io… >>.
<< Sposami
>>.
<< … so che tu
non sei pronta per …COSA?! >> Zayn sbarrò gli occhi.
Nat espirò forte
l’aria dicembrina, buttando fuori una nuvola di vapore. << Sposami Zayn
Jawaad Malik. Vuoi sposarmi Zayn Jawaad Malik? Passare la vita con me? Ti amo >>.
Nat gli prese la mano infilandogli quello che Zayn percepì come un anello, ma
lui era troppo assorto nell’assimilare le parole di lei, così perfette. Oddio
gli vennero le lacrime agli occhi. Lei gli aveva chiesto di sposarlo. Lo aveva
appena fatto e lui strizzò gli occhi così forte che gli fecero male.
<< Ecco,
>> Nat gli tirò su la mano per fargli vedere l’anello d’oro bianco,
semplice, inciso con una sinuosa scrittura che riportava la scritta “Solo mio.
Tua Nat”; ad un soffio dagli occhi, << ti piace? Sei mio adesso, lo dice
l’anello >>.
Zayn sbattè le
palpebre. << Sì. Sì >> la voce gli suonò più rotta di quanto
immaginasse.
<< Un sì a cosa?
Sì mi piace l’anello o sì mi piace l’idea di diventare tuo marito? >> Nat
sorrise, nel modo in cui lui tanto amava. Le dolci fossette che si formavano
sulla sua pelle chiara, i capelli rossi e selvaggiamente scompigliati dal
vento.
<< Ti amo
Natasha >> la prese tra le braccia, scoccandole un lungo bacio. <<
Ti amo e voglio sposarti >>.
<< Mmh…Allora
l’angelo custode è stato utile >> mormorò lei, radiosa.
<< Cosa? >>.
<< Niente,
niente. Sta’ zitto e baciami >> e lui lo fece, molto volentieri.
Nat si portò la mano di Zayn alle labbra, baciando l’anello che
portava all’anulare sinistro, dove un altro gli avrebbe fatto compagnia l’indomani.
<< Quale proposta? >> domandò per poi baciargli il palmo della
mano.
Zayn gemette di piacere, poi schiarendosi la bocca disse: <<
Scappa con me domani >>.
Nat alzò di scatto la testa, sollevando gli angoli delle labbra in
un sorriso a trentadue denti. << Dopo la cerimonia? O prima di diventare
marito e moglie? Perché se vuoi scappare da me penso sia troppo tardi ragazzo
>>.
Zayn rise, baciandole la punta del naso. << Dopo la
cerimonia. Magari restiamo un po’ per scambiare qualche parola con gli amici e
parenti, e poi ce ne andiamo. Le valige sono già pronte. Dimmi di sì e fuggiamo
insieme verso il nostro nido d’amore ad Aspen >>. Avevano deciso che avrebbero passato la luna
di miele in un bungalow ad Aspen, negli Stati Uniti d'America per due settimane. <<
Mmh ti amo così tanto quando fai così. Fuggire dal nostro
stesso matrimonio e partire... >> chiuse gli
occhi beandosi nell’immaginare quella possibile fuga amorosa, poi
fece una
smorfia tornando alla realtà. << Ma non dovevamo partire
prima di una
settimana? Jade mi staccherà sicuramente la testa se lascio il
lavoro con sette
giorni di anticipo, hanno bisogno di me e … >>.
Lui scosse la testa, ammiccandole.
Nat schiuse la bocca sorpresa. << La riccia è una tua
complice. Molto bene, capitano. Salperemo insieme verso l’avventura. >> saltellò
euforica, poi gli cinse il collo con le mani e lo tirò a sé in un bacio veloce.
<< Ora però devo proprio sparire, altrimenti sarai vedovo prima del tempo
>>.
Le ragazze lavorarono per tutto il pomeriggio: Jade si stava
occupando di alcune faccende riguardanti il catering per la cerimonia di Nat,
mentre la diretta interessata si trovava con Karen- l’assistente fotografa- per
discutere di quali tecniche usare e delle sceneggiature adatte.
Juliet imprecò dinanzi alla situazione in cui era venuta a
cacciarsi. Dopo aver finito con la sua cliente, aveva deciso di dare una mano ad
Allison per dare una sistemata all’abito da sposa rovinato.
<< Dannazione perché devo essere proprio io a farti da
manichino? >> borbottò con i pugni sui fianchi, mentre Allie la trucidava
con lo sguardo.
<< Perché sei l’unica miserabile che si sia resa disponibile
per aiutarmi e perché porti la stessa taglia di Kristal >>. Le porse il
vestito da sposa adesso finemente rattoppato. << Indossalo, così potrò vedere se è venuto
bene >>.
Juls sbuffò, poi riluttante lo prese. << Okay, torno subito
>>, disse dirigendosi verso il camerino.
Allie sorrise, << Grazie. Ti serve aiuto? >>.
<< Credo sia il mio lavoro, ce la posso fare >> la
beffeggiò amabilmente. Ignorò il commento di Allie sulla
sua testardaggine.
Una volta dentro, Juliet diede le spalle allo specchio, guardando
il vestito nelle sue mani.
Chissà perché si ritrovò a pensare a lei mentre percorreva la
navata, sorridendo felice e innamorata al suo futuro marito che l’aspettava
tendendole la mano come nei film.
Pensò a…no.
Scosse la testa. Non doveva pensare a cose di quella portata.
Merda, non doveva lasciarsi andare all’immaginazione come una ragazzina. Le cose
le piacevano così come stavano. La relazione con Louis andava più che bene, uscivano
fuori a cena, al cinema, a fare una passeggiata. Anche il sesso andava alla
grande. La sera prima lui le aveva proposto di lasciare a casa sua qualcosa
di personale, come uno spazzolino o dei vestiti, ma lei si era fatta di
ghiaccio. Era la sua immaginazione o Louis le stava proponendo di andare a
vivere con lui? No, decisamente era soltanto un suo pensiero infondato.
Era un passo troppo grosso quello, non poteva di certo voler dire
che Louis stava pensando seriamente di vivere insieme.
Non avendogli dato una risposta, se l’era svignata sotto la
doccia, per poi correre via con una scusa del tipo: << Sono in ritardo, a
dopo >>, quando erano soltanto le sette del mattino.
Sapeva che lui era incazzato. Lo sarebbe stata anche lei. Perchè era fuggita come un coniglietto impaurito?
Poi una linea dura serrò le sue labbra, quando il pomeriggio della
sera precedente, qualche ora prima dell’appuntamento con Louis aveva ricevuto una
chiamata del tutto inaspettata da parte di sua madre. La sua vera madre.
<< Promesse.
Buon pomeriggio, sono Juliet Anderson >> rispose meccanicamente Juls sorridente,
mentre faceva rigirare Nat per darle un’ultima occhiata con indosso il vestito
da sposa.
<< Juliet,
tesoro. Sono la mamma >>.
Lei doveva essersi
distratta, << Ehi mam… >> la parola le morì in gola, quando sulla
segreteria non comparve il numero di Bethany. Deglutì. << Linda sei tu >>.
Nat aggravò lo
sguardo, sorpresa, mentre Juliet si irrigidiva come un palo.
<< Mamma,
tesoro, chiamami mamma. Quante volte te lo devo dire? >>.
Mai.
Juls prese un bel
respiro. << Vuoi dirmi qualcosa? Sai sto lavorando… >> disse
eloquentemente.
<< Volevo
soltanto sentire la tua voce. Mi manchi, sono mesi che non ci vediamo >>
La voce della donna suonò dispiaciuta.
<< Da quello che
so, stavi divorziando dal tuo maritino italiano >>. Juliet non le
disse quanto si dispiacesse a quella notizia. In fondo non aveva mai
conosciuto
il suo patrigno o quello che era, nemmeno una volta.
<< Ah sì deve
essere stato per quello…ma ho una bellissima notizia da darti >> squittì
Linda.
Juliet non si
scompose, la sua voce neutra, fredda. << Dimmi >>.
<< Mi risposo!
Si chiama Marcus. L’ho conosciuto in chat. Non ti starò a raccontare di come è
nato il nostro amore per non annoiarti. E indovina un po’? Abita in un paesino proprio vicino
Londra. Ci credi tesoro? Ora potremmo vederci di più! >>.
Juls non potè neanche
aprire bocca, che subito Linda disse: << Potremmo festeggiare le vacanze
natalizie insieme >>.
<< Linda
>> provò Juliet. Un groppo in gola, irritabile e amaro la rese stizzita.
<< Mamma
>> la corresse lei.
Juls dovette reprimere
un ringhio a quella parola senza valore. << Non so se sia una buona idea…sai dovresti stare con il tuo
nuovo futuro marito…ehm Marcus giusto?
>>.
<< Sì, ma io…
>>.
<< Tranquilla,
passa buone feste. Ci rivedremo sicuramente >> nel mese del forse,
nell’anno del mai.
Attaccò.
Nat le
rivolse uno sguardo comprensivo, ma lei lo ignorò come per
concentrare le proprie emozioni e rimetterle dentro la scatola.
<< Allora dove
eravamo rimaste? >> riprese Juls sorridendo come se quella chiamata non
ci fosse mai stata.
Forse
quella chiamata l’aveva grossomodo turbata, e di conseguenza
si era comportata da stronza con Louis che non lo meritava affatto.
Linda...come doveva reagire ad una persona che le aveva dato la vita e
che poi l'aveva abbandonata? Dare la colpa a quella donna non avrebbe
risolto il problema con il suo ragazzo. Doveva chiedere scusa a Louis,
fare una chiacchierata.
Con estrema cura, indossò il vestito. Poi si girò, inclinando il
capo mentre si osservava. I cristalli ornavano il corpetto, l’ampia gonna in
tulle era stata lavata e asciugata, e adesso era morbida e leggera sotto il
tocco delle dita. Non doveva constatare se a lei stesse bene o meno, ma alla
sposa piaceva il monospalla, e a Juls non stava per niente bene.
Con una punta d’invidia,
si chiese quale magia attraversasse il corpo delle donne che indossavano per la
prima volta il proprio abito da sposa. Juliet vedeva le lacrime, gioia, un mix
di emozioni, ma non era la stessa cosa guardare e provare sulla propria pelle.
Era un momento speciale, che solo chi viveva in prima persona
poteva capire. Juliet era dotata di quell’empatia che la rendeva brava con le
sue clienti, ma erano loro a vivere il sogno. Juliet e le sue socie erano le
fate madrine.
<< Arrivo! >> gridò sperando che Allie l’avesse sentita.
Perché non calarsi nella parte della sposina felice per una volta?
Chinò lo sguardo per sistemarsi il corpetto come meglio poteva,
mentre svoltava l’angolo del piccolo corridoio. Kristal era una taglia in meno
di lei di reggiseno, accidenti.
<< Sono pronta, ma dovrai aiutarmi a sistemare la cerniera…e
prima che tu possa dirmi “te l’avevo detto”, sappi che… >>.
Louis era in piedi, indossava un dolce vita nero con un paio di
jeans scuri a fasciargli quelle gambe sexy e toniche.
Un forte imbarazzo le fece avvampare le guance. Immaginò che dovesse essere
proprio ridicola vestita come una principessa delle fiabe. Incrociò il suo
sguardo, e quasi svenne per la profondità di quello di lui. Un turbine di
rabbia e desiderio vorticavano nei suoi occhi celesti.
Ma. Che. Cazzo.
Come avrebbe potuto un uomo mantenere un briciolo di cervello di
fronte a quella visione?
Juliet era lì, con un abito da sposa. Deglutì alla vista dei seni
pieni e sodi di lei che sporgevano leggermente dal tessuto del coperto, ma gli
bastò lo stesso per mandargli in pappa i neuroni.
Era arrabbiato…sì perché quella mattina quella piccola predatrice
gli era sfuggita nuovamente tra le mani.
Aveva pensato a lungo, giungendo alla conclusione che forse
l’aveva spaventata con la sua proposta.
Ma in fondo che male poteva essere lasciare qualcosina di suo
nell’appartamento spoglio di Louis?
Era bello la sensazione di averla nel suo letto quando si
svegliava, e punzecchiarsi il mattino a colazione. Sembrava così scontato che
una coppia lo facesse, ma lui si sentiva in pace ad averla intorno anche quando
litigavano per chi doveva pagare la cena. Lei s’ infuriava dicendogli che
poteva benissimo pagare lei una dannata volta, ma lui la zittiva, divertendosi
nel vedere il modo in cui la tigre caparbia si quietava con le sue carezze.
Quando non si vedevano, era riluttante a tornare a casa e mangiare da solo.
Stava sviluppando una specie di primario bisogno verso quella donna, se ne
rendeva conto. Ma era un idiota se non avesse ammesso a se stesso che gli piaceva da morire.
<< Non mi sembra opportuno che tu stia qui. Non se dobbiamo
litigare >> Juls alzò il mento, sfidandolo a contraddirla.
A passo felpato Louis si diresse verso di lei, e quest’ultima lo
scrutò con quella scintilla combattiva negli occhi ambrati.
<< Arrabbiato? Ti sembro arrabbiato? >>.
<< In tutta onestà mi sembri arrapato e arrabbiato insieme
>> ghignò lei.
<< Hai perfettamente ragione. Ora togliti quel vestito
>> Gli occhi di lui si posarono fugacemente sui suoi seni deliziosamente
esposti.
<< Ah no scordatelo. Allison, dovunque sia, sarà qui tra qualche
minuto >> Dove diavolo era andata? << E…ehi, occhi a me signorino
>> lo rimbrottò.
Beccato.
Quando ottenne la sua attenzione, Juliet sospirò. << Lo so
lo so, diavolo non sembro neanche seria mentre ti parlo con questo vestito
addosso, ma sì hai perfettamente ragione a essere incazzato con me >>.
<< Il tuo aspetto mi confonde, e sto pensando ad altro in
questo momento che prevede te nuda su quella poltrona, ma hai ragione su quello che hai appena detto >>
annuì solenne.
Buon dio, il modo in cui lo disse, con quella nonchalance, fece
diventare gelatina le gambe di Juliet.
Si morse in labbro, e lui avrebbe voluto fare la stessa cosa. Lei
doveva averlo capitolo, perché assunse quel tono da dacci-un-taglio. <<
Non mi stai aiutando >>.
<< Scusa, sono serio adesso. Perché non vuoi lasciare la tua
roba da me? >>.
Lei sembrò esitare nel chiedergli: << Tu vuoi che venga a vivere con te?
>>.
Louis non si scompose, anzi disse con un tono di voce più morbido.
<< Mi piace l’idea. Non ti nego che ci avevo pensato, ma non sei
obbligata >>.
<< Tu e Rachel vivevate insieme, giusto? >>.
La domanda inespressiva di lei, lo colse momentaneamente di
sorpresa. << Sì, bè in un certo senso… >>.
<< No, aspetta. >> Juliet si passò una mano tra i
capelli, con un’espressione tormentata in volto. << Io non intendevo
farmi gli affari tuoi >>.
<< Juliet va tutto bene. Forse non avrei dovuto dirlo con
tanta leggerezza, ma quando sono con te non razionalizzo bene, lo sai >>.
Lei inarcò un sopracciglio. << Ti sei pentito? >>.
Accidenti alla mentalità delle donne. << No! Dannazione non
volevo dire questo. È vero, io e Rachel vivevamo insieme, ma non nel modo in
cui pensi tu. Erano incontri sessuali, e lei rimaneva a dormire. Non abbiamo
fatto tutta quell’altra roba come fare colazione, o vedere semplicemente la tv
sul divano. C’era Harry, ed io non volevo una donna sotto il mio tetto,
semplicemente perché non mi piaceva l’idea che s’insinuasse troppo nella mia
vita mettendo cose sue tra le mie >> ammise.
Lei fece un mezzo sorriso. << Mi stai chiedendo
d’insinuarmici io? >>.
<< Bè, sì, se l’idea di vedere la mia faccia al mattino non
ti disgusta >>.
Juliet rise, grazie a dio. << Posso pensarci? >>.
<< Certo >> Louis sorrise, confortato.
<< Bene. Sei ancora arrabbiato con me? >>.
<< Sì >>.
<< Perché? >>.
<< Mi hai rifiutato >> lanciò uno sguardo lascivo a
lei e alla poltrona.
<< Non farò sesso con te nel mio ufficio. Almeno non quando
il matrimonio di Nat e Zayn è alle porte, e mi serve la più totale
concentrazione >> rispose asciutta.
Louis annuì, << Giusto. >> si avvicinò chinando il
viso verso quello di lei.
<< Tomlinson >> lo rimproverò lei.
<< Sì. Sì, lo so. Niente distrazioni, ma sei bellissima con
questo vestito addosso >> le incastonò il viso tra le mani, accarezzandole
le guance. << Voglio baciarti >>.
<< Cosa stai aspettando? >>.
<< Una risposta. Pensi che non mi sia accorto che sei
turbata? Non riguarda solo noi due, sembri assorta da qualcosa >> commentò
guardingo.
Juliet sorrise, almeno sperò di aver sorriso. << Va tutto
bene, davvero >> si sporse per baciarlo, e per mettere un sasso sulla
telefonata di Linda. Non c’era bisogno che ne parlasse. Era una situazione che
era in grado di gestire.
<< Bugiarda >> lo sguardo di lui si fece inquisitore.
<< Parlami. Non mentirmi >>.
Juliet lo guardò, incapace di trovare le parole. Poggiò
la fronte
su quella di lui. << Tra qualche ora ci sarà l’addio
al nubilato e al
celibato di Nat e Zayn. Sarà meglio che tu vada, adesso. Per
favore, ne
parleremo, ma non ora >>. Juliet sperò di non doverlo
fare, che quell'argomento spinoso di lei e Linda non trovasse dialogo
con Louis. Gli aveva confessato una volta ciò che era successo,
e non dubitava che Louis l'avrebbe ascoltata un'altra volta, ma alzare
le ceneri da quel ricordo non le aveva mai fatto piacere, e preferiva
sorvolarlo
Louis corrugò la fronte per niente convinto, dopo qualche secondo
disse riluttante. << Okay. Ti chiamo più tardi >>.
Juliet annuì, seguendolo con lo sguardo finchè non chiuse la
porta.
Si sfregò energicamente le mani sulla faccia. Sviò la possibilità
di parlarne con le amiche, e sperò che Nat non avesse fatto parola con le altre
della telefonata di Linda. Non avrebbe permesso che il malumore di una conversazione non gradita le rovinasse la giornata.
Poteva dimenticare quella chiamata, far finta che non ci fosse mai
stata, come quella donna aveva dimenticato lei per ventun’anni della sua vita.
Nat non aveva chiesto una festa galattica per l’addio al celibato.
In realtà era stata titubante a voler lasciar Zayn, ma era la tradizione del
Quartetto. Le quattro amiche con i pigiama di flanella come quando erano
adolescenti sedevano in salotto, mentre Jade e Juliet si sporcavano la faccia a
vicenda con le creme per il viso. Avevano ventun’anni ma diamine, era bello
fare le cose di una volta ogni tanto, quando si riunivano tutte a casa Ward per
un film, popcorn, cuscini e sacchi a pello.
<< Credo che mi verrà un foruncolo. Anzi no, due occhi rossi
e gonfi che mi faranno sembrare una drogata e… >>.
<< Nat, rilassati. Piangere stasera, rubinetti chiusi
domani. Ho delle maschere facciali per tutte noi nel frigo principale, così non
saremo gonfie domani >> Jade tirò fuori dalla tasca un fazzoletto per
pulirsi il pastrocchio sul volto.
<< Sono una vera rottura di palle, lo so >> mugolò
Nat, poggiando la testa sulla spalla di Juls.
<< Oh no tesoro, sei una sposa. È di norma comportarsi da
isteriche. Ti accettiamo lo stesso >> convenne Allie.
<< Vi voglio un sacco di bene >> la rossa si alzò,
l’accappatoio addosso. << Vado a fare il bagno, affogando
nei sali, per eliminare tutta questa ansia che ho addosso >>.
<< Ottimo. Allora io vado eh? >> Allison si avviò
verso la porta del salotto.
<< Dove te ne vai? >> domandò Juliet curiosa.
<< Ma che domande mi fai? È l’addio al celibato di
Zayn. Ciò
vuol dire che non sarà più un prodotto disponibile da
domani, purtroppo. Ha
bisogno di divertirsi un po’, sfogare la tensione con qualcuno
che sia disponibile a stargli vicino >> gongolò la mora.
Nat alzò un sopracciglio. << Ah-aha e saresti tu? Prego Allie
siedi su quella poltrona. Ti correggo bellezza, Zayn non è merce disponibile da
quando sono entrata nella sua vita >> la corresse orgogliosa.
Allie svolazzò la mano come a spazzar via quello che la rossa
aveva appena detto. << Ci sono matrimoni a tre. Se sono ancora in tempo
potrei prendere due piccioni con una fava >>.
Jade e Juls alzarono gli occhi al cielo, scuotendo la testa,
divertite.
<< Ho un’idea migliore che andare a ficcanasare nel nido dei
maschietti >>. Zayn e tutti gli altri ragazzi, stavano sicuramente
bevendo birra e giocando a poker. << Potremmo spiarli con i nostri
binocoli >>.
Juliet alzò di scatto la testa, stupita. << Li hai ancora?
Non ci credo! >> Da ragazze, si rannicchiavano sul terrazzo per spiare i
ragazzi a petto nudo della loro scuola che giocavano a calcio, nel giardino di
Jade, dato che il padre della riccia insegnava anche football nella loro scuola
e qualche volta si portava la squadra a casa per gli allenamenti.
Nat rise, << Me lo ricordo, e anche che Allison giocava
insieme a loro >>.
Allie era una patita del calcio, quindi poteva considerarsi un
gene di famiglia, dato che suo fratello Joe faceva il calciatore.
<< Che aspettiamo? >> le spronò Juliet.
<< Ehi giovincelle dove ve ne andate di bello? >> La signora G
portò dei tramezzini e li posò sul tavolino.
<< A spiare i ragazzi. Vuole venire? >> fece Nat.
Grace arricciò le labbra. << E me lo chiedi? Vado a prendere
il cannocchiale. Non ho più la vista di una volta >>.
Per mezzogiorno, Jade aveva fatto ripulire i parcheggi e i
vialetti dalla neve. L’ingresso e le
scale scintillavano. Enormi candele fiancheggiavano l’ampio ingresso della
sala grande a gruppi da tre, con montagne di fiori riccamente colorati sulle
loro basi bianco cremoso, che la squadra di Joannah aveva completato. Al
tramonto, chilometri di luci serpeggiarono all’esterno della casa sulla foresta
di pini in miniatura allineati lungo il vialetto nei loro vasi d’argento.
Candele illuminavano ogni finestra, dove erano appese ghirlande di fiori
freschi e lunghi nastri bianchi. Le scale erano ornate da bianche stelle di
Natale, e Juls pensò, mentre saliva i gradini che l’avrebbero condotta nella
Suite della Sposa, era una celebrazione che avrebbe scintillato per tutta la
serata.
Gli invitati erano tutti ai loro posti. Tutti i loro parenti e
amici più stretti erano lì. Juls aveva salutato Bethany, che stava parlando con
Joannah e la signora G, poi i genitori di Allison e la famiglia di Zayn. Finchè
non avesse sentito un grido o qualche allarme rosso, aveva tutto sotto
controllo. Salutò con baci e abbracci i genitori di Nat, e scherzato con i suoi quattro fratelli e sorelle. Nat aveva una
grande famiglia, cosa che era sempre stata divertente, perché nelle famiglie
allargate non ci si annoiava mai. Juls sapeva che era così perché ogni anno la
famiglia Taylor organizzava una grande festa di Natale a casa loro, e non era
mai mancato il divertimento da quelle parti.
<< Toc toc >> fece entrando nella Suite della Sposa. <<
Trucco e parrucco stanno arrivando >>.
<< In perfetto orario. Bene, possiamo cambiarci anche noi allora
>> aggiunse Allie.
Nat aveva avuto ragione sui colori, le tonalità, pensò lei. L’oro brunito
metteva in risalto gli occhi di Juliet, mentre il malva aggiungeva un bagliore
sexy alla pelle lattea di Allie. E il grigio metallico di Jade le stava alla
perfezione.
<< Siamo in ballo. >> disse la riccia tutta sorrisi.
<< Bellissime, ma guardatevi. E anche lei signora G, è un
vero schianto >> si complimentò la rossa.
<< Non male per una vecchietta >> disse Grace facendo
un gesto di nonchalance, nel suo abito blu scuro.
<< Ora tocca a te >> disse Juls.
<< Oh mamma. Oh mamma >> squittì Nat.
L’aiutarono ad indossare l’abito da sposa, lisciarono e gonfiarono
nei giusti punti la gonna, mentre Allie le depositava la tiara sui capelli
fiammeggianti raccolti. << Sei pronta >>.
<< Wow ho il cuore che galoppa come un cavallo selvaggio. Odio
Zayn perché ieri non era nervoso >>.
<< Niall mi ha detto che Zayn stamattina ma messo lo sciroppo d’acero
nel caffè >> le confidò Allie in tono cospiratorio.
<< Oh allora è nervoso. Che tesoro >> disse
immaginandosi la scena con un sorriso dolce. << Karen, sono tutta
tua >> l’assistente di Nat
nelle cerimonie, annuì consapevole che adesso il lavoro era
tutto nelle sue mani.
<< Vado a prendere i tuoi genitori, Nat >> disse Juls,
e in quel momento bussarono alla porta.
Quando aprì, sussultò di sorpresa, nel trovarsi un corpo alto e possente
che occupava quasi tutta la porta. Alzò lo sguardo, ritrovandosi a fissare due occhi
del tutto identici a quelli di Allison, i medesimi lineamenti dello sguardo,
fatta eccezione per i capelli biondo cenere che portava tagliati corti. <<
Joe…? >>.
Il fratello maggiore della sua amica, si chinò per rinchiuderla in
un abbraccio. << Ecco una delle mie ragazze preferite >>.
Al suono di quella voce, le ragazze si voltarono, inclusa Allie, il
cui sguardo s’illuminò di stupore e di felicità quando proruppe in un: <<
Joe, sei tu! >>.
<< Sorellina! Che gioia vederti, muovi il culo e vieni ad
abbracciarmi >> esordì il fratello nel suo metro e novantasei di altezza, vestito di tutto punto.
<< Non ci credo >> Allie si buttò tra le braccia del
fratello, e quest’ultimo le depositò un bacio affettuoso tra i capelli.
<< Mi avevi detto che avevi una partita. Che non saresti potuto venire…
>>. Joe era sempre in viaggio con la sua squadra, e non accadeva spesso
che lo vedessero. Allie era molto attaccata al fratello, e la felicità di vederlo
nei suoi occhi umidi era palese.
<< Bugia. Volevo farvi una sorpresa >> Joe alzò lo
sguardo in direzione di Nat, strizzandole l’occhio. << Non
mi sarei
potuto perdere il momento più bello della nostra testa calda per
niente al
mondo >>. Le guardò con apprezzamento. << Accidenti,
siete bellissime. E tu Nat, sembri proprio una sposa >>.
Lei emise un sospiro teatrale, << Grazie a dio >>.
<< Ma non abbiamo ancora finito, perciò Joe fai il bravo e
raggiungi gli altri maschietti nella Suite dello Sposo >> Jade roteò il
dito indicando la porta.
<< Agli ordini >> rise Joe, salutando tutte con la
mano. << Ci si vede dopo >>.
Mezz’ora dopo, erano tutte pronte, e quando Jade emise un lungo
fischio guardando l’orologio, disse: << Si comincia >>.
<< Mi tremano le ginocchia. Dio >> Nat respirò a
fondo.
<< Sei bellissima. Devi soltanto dire sì e tutta quella roba delle promesse bla bla bla. Ce la puoi fare
ragazza >> Juls le baciò il capo.
Dopo fiumi di lacrime, dovuti alle forti emozioni che le avevano
sconquassato l’organismo, aveva abbracciato le sue migliori amiche e insieme
avevano sceso le scale che l’avrebbero condotta verso il grande passo.
Tirò su col naso, << Se mi dimentico qualcosa, suggeritemi
>>.
Jade, Allie e Juls risero di gusto nei loro abiti fluttuanti con i capelli sciolti che ricadevano sulle loro spalle in morbidi
riccioli.
<< Ecco qui >> Jade le porse il bouquet.
<< Oh dio…è bellissimo, wow >> Nat prese la cascata di
rose bianche, bucaneve e gigli color ghiaccio che dalla vita le ricadevano fino alle ginocchia.
<< Sì, è vero >> Fece una
giravolta nel suo abito
lungo, a sirena, i decori di diamanti sul corpetto brillarono alla luce
delle
candele. << Venite, devo abbracciarvi un’ultima volta
>> quando si
richiusero in un abbraccio, l'emozione di essere lì, con le
persone che amava di più a festeggiare con lei, rese la sua voce
strozzata. << Grazie, so che vi ho ringraziato un
migliaio di volte, ma siete meravigliose, ed io ho un culo pazzesco ad
avervi
>>.
<< Puoi ben dirlo >> Jade si sistemò, sorridendo
radiosa. << Ora tocca a noi, perciò sorridi così Karen potrà fare il suo
lavoro >>.
Il padre di Natasha, Carter, le tenne il braccio, mentre
percorreva la navata. I capelli rossicci, pettinati a dovere, gli occhi verdi
luccicanti di amore per la figlia mentre le stringeva il braccio in segno di
conforto.
Nat volse lo sguardo davanti a sé. La tensione scomparve, come per
magia, i suoi occhi erano puntati dritti dritti verso l’uomo che amava e che
aveva scelto come compagno della sua vita.
Baciò sulla guancia il padre, mentre Zayn tendeva le mani verso di
lei. Nat lo raggiunse, le afferrò. << Mr Malik, ci rivediamo >> lo
tirò a sé e lo baciò appassionatamente. << Non potevo aspettare >>
disse, abbastanza forte da farsi udire dai presenti.
<< Quanta impazienza Mrs Malik >> ridacchiò lui.
La cerimonia cominciò, andando avanti fino a quando il prete non
pronunciò le fatidiche parole. << Natasha Taylor, vuoi tu prendere Zayn
Malik come tuo sposo? >>.
La rossa alzò gli occhi al cielo. << Che domande! Altrimenti
che ci sarei venuta a fare qui? >> chiese ovvia.
Juls tossì, un borbottio attutito, soppesando le parole di rimprovero:
<< Chiudi il becco e di’ di sì! >>.
Zayn dovette fare uno sforzo enorme per non ridere.
<< Assolutamente sì >> disse Nat a gran voce, tutta
pimpante.
Quando si scambiarono le fedi nuziali, la rossa emise un gemito di
sorpresa quando vide una lacrima scendere dal viso di Zayn, nel momento
in cui
infilava la fede al suo dito. Difficilmente Zayn piangeva, e quella
piccola lacrima fece schizzare alle stelle l'amore di Nat nei suoi
confronti.
Mani nelle mani, intrecciarono le dita.
<< Sei tutto mio. Solo mio >> esordì Nat, con la voce
rotta di felicità.
<< Tuo, per sempre
>> ripetè Zayn con enfasi, e si baciarono coronando la loro promessa.
Note dell’autrice
Lo so, lo so, è da tanto che non faccio vedere la mia brutta
faccia, ma credetemi ragazze quando vi dico che non ho avuto respiro. Appena ho
rimesso il piede in classe, è iniziata la maratona di compiti scritti e
interrogazioni. Oggi ho terminato, bè per buona parte, ma non potevo tardare
oltre con la pubblicazione, anche se devo comunque studiare per domani. Vi
chiedo scusa, non l’ho fatto apposta, a me non piace farvi aspettare molto, e spero
che riesca a pubblicare senza far passare tutto questo tempo, non dico ogni
settimana perché anche se vorrei è impossibile dati gli impegni, ma far passare
tre settimane non piace nemmeno a me U.U
Spero che mi sia fatta perdonare con il capitolo 22 :)
C’è molto Zayn e Nat
naturalmente, mentre come avete potuto vedere Juliet ha ricevuto una
telefonata
da Linda, la sua vera madre, e ha avuto una specie di discussione con
Louis, ma
tranquille nel prossimo capitolo si parlerà di più di
loro. Ho voluto
concentrare maggiormente l’attenzione sugli sposini in questo
capitolo ahahah, e ho ricreato anche il flashback della proposta di
matrimonio. Che mi dite della pazza Nat?? ^-^ Spero
di ricevere vostre considerazioni, sempre se volete eh :3
Ringrazio di cuore tutte le mie lettrici, una per una, che
leggono, recensiscono i capitoli, che mi considerano all’altezza
del loro tempo
speso nel leggerli. A quelle dolcissime ragazzuole che hanno segnalato
la mia
storia tra le scelte…vi ringrazio così tanto per il gesto
che avete fatto, non
immaginavo tutta questa fiducia, anche leggere soltanto quelle righe mi
ha dato più gioia di quanto pensiate :’) Buon dio
sinceramente non ho mai parole di
fronte a tutto ciò, vedere che pensate quelle cose di me e su
ciò che scrivo mi
fa felice, siete i miei tesori, vi ringrazio perché quello che
mi dite è un
profondo regalo per me…vi voglio tanto bene <3
Devo lasciarvi adesso che il dovere chiama purtroppo… u.u
Al prossimo capitolo pupe
Con amore, Ella
|
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Capitolo 23 *** Capitolo23 ***
Capitolo 23 pronto
Capitolo 23
Le danze furono aperte da Zayn e Nat che mano nella mano, con una
luce di mera felicità negli occhi, iniziarono a volteggiare al centro della
pista. Questa si riempì subito dopo da tutti gli altri, esuberanti e desiderosi
di festeggiare.
<< Si può sapere cos’è quella faccia William? È un
matrimonio, dovresti sorridere come fanno tutti gli altri e non emanare ansia
da tutti i pori. Sembri un pollo che sta entrando in una macelleria >> lo
riprese Joannah, con una nota sarcastica nella voce.
Louis si guardò intorno. Non riusciva a trovare Juliet da sola,
almeno non abbastanza da sola. C’erano le foto, la cena, e folle di persone.
Tutti volevano parlare con tutti.
<< È tutto a posto. È solo che voglio uscire da questo
stupido vestito >> buttò lì, facendo una smorfia nel rendersi conto che,
in effetti, la cravatta gli andava troppo stretta. O forse era semplicemente
lui che era troppo agitato.
<< Mangia la tua cena e comportati bene >> disse sua
madre, girandosi per parlare con la madre di Natasha.
Louis sospirò, prese una birra con l’intento di rilassarsi.
Niall lo raggiunse, lasciandosi cadere sulla sedia. <<
Diavolo che festa. Il Quartetto ci sa davvero fare. È ancora più spettacolare
quando si tratta di una di loro. Non vedo l’ora che tocchi a me >>
commentò.
Louis rise. << Dici sul serio >>, non era una domanda.
<< Ovvio che sì. Ogni giorno di più. Il resto della mia
vita…l’inizio di una vita al fianco di Allison. È lei la mia anima gemella. Dio
farò meglio a smetterla, o qualcuno penserà che stia diventando smielato >>
un sorriso pieno d’amore gli incorniciò il volto, sviando con lo sguardo per
intercettare la fidanzata, che stava parlando e ridendo con suo fratello Joe,
dall’altra parte della sala. << Andrò a chiederle di ballare. Dovresti
fare lo stesso con Juliet >> gli ammiccò il biondo, facendo per alzarsi.
<< Già, dovrei >> rispose Louis, buttando giù quello
che rimaneva dal suo bicchiere.
<< Fratello >> esordì Juliet, quando vide Kyle in un
angolino a chiacchierare con Liam e Danielle.
Suo fratello ricambiò il saluto, allontanandosi dalla coppietta, prese un bicchiere di
champagne e lo porse a Juliet. << Avete fatto un gran bel lavoro >> si
complimentò, nel suo abito scuro, che gli andava perfettamente, come se fosse
stato fatto apposta per lui. Flettendosi, le braccia lunghe e muscolose
sembravano tirare nella maniera giusta il tessuto della giacca.
Juliet brindò con lui, facendo tintinnare i loro bicchieri.
<< Ti stai divertendo? >>. Kyle non era un tipo molto loquace, ma
riusciva nella maniera più affascinante a adeguarsi in ogni tipo di situazione,
sia al lavoro dove doveva operare a mente fredda, che in luoghi doveva l’unica
cosa da fare era rilassarsi e godersi il momento.
<< Molto. Ho anche ballato sai? Dovevi vedermi, tutte le
donne di questo posto hanno fatto baldoria chiedendomi di fare uno spogliarello
>> la punzecchiò lui.
Juliet rise, sapendo bene che Kyle odiava ballare. <<
Accidenti chissà dov’ero in quel momento. Phoebe? >> domandò poi.
Kyle indicò il buffet, dove Juls scrutò finché non individuò la
riccia che stava brindando con i neosposini.
<< Come vanno le cose con lei? >> volle sapere.
<< E sappi che con me la tattica dello sguardo da sono-cazzi-miei non
funziona >>.
Kyle alzò un sopracciglio con un mezzo sorriso. << Peccato
>>.
<< Parla >>.
Lui fece spallucce. << Mi piace. In realtà, sto molto bene
con lei. Credo che sia quella giusta >> le confidò. E non stava
scherzando, suo fratello era serissimo, gli occhi ghiaccio limpidi e allo
stesso luccicanti di quella che Juls capì fosse consapevolezza.
I grandi occhi ambra di lei si spalancarono ancora di più al suono
di quella notizia. Sapere che Kyle avesse trovato la donna giusta ed era
felice, fece sì che quel groppo di senso di colpa nei confronti di Louis le
abbandonasse in parte lo stomaco.
Poggiò il bicchiere sul primo posto che trovò, e abbracciò suo
fratello, il quale rise di sgomento.
La strinse, baciandole il capo. << Mi fa piacere sapere che
ti stia bene >>.
<< Tantissimo. Fai il bravo, fratello. Phoebe mi piace, e
questo gioca in tuo sfavore nel caso tu decidessi di fare una mossa falsa
>>. Alzò lo sguardo per incontrare quello di Kyle. Nessun estraneo li
avrebbe mai presi per fratello e sorella. Fin da piccola, Juls lo aveva amato nella
maniera in cui si ama un fratello di sangue. Immaginò che se Linda non l’avesse
abbandonata, lei non avrebbe potuto conoscere quella gente. Non avrebbe
lavorato a Promesse con le migliori amiche che potessero esistere al mondo, non
avrebbe conosciuto Bethany, David e Kyle. Non avrebbe conosciuto Louis.
Probabilmente avrebbe condotto una vita sballottata da una scuola all’altra, da
uno Stato all’altro, a seconda dei capricci amorosi di Linda. Quel pensiero la
colpì, facendo notare a se stessa che doveva ringraziare il cielo per aver avuto una
fortuna del genere.
Perché diavolo sentiva quel senso di tormento nella sua anima
allora? Indipendentemente da tutto, perché non riusciva a lasciarsi andare
completamente con i suoi sentimenti?
La morte di David l’aveva scossa fin nelle viscere. Aveva dato
così tanto amore a quell’uomo e poi la malattia glielo aveva portato via, le
aveva tolto l’uomo che l’aveva salvata da sotto un albero in mezzo al cielo
quando era appena una neonata.
Tutte le relazioni con gli uomini con cui era uscita erano andate
a puttane, perché non erano giusti per lei. Pensò a Louis, alla discussione che
avevano avuto. Ora che l’uomo che amava le proponeva di andare a vivere
insieme, ora che il pensiero che un uomo l’apprezzasse davvero, lei reagiva
chiudendosi a riccio?
Imprecò mentalmente contro se stessa. Magari sono sempre stata io quella che non andava...
Doveva essersi accigliata gravemente senza accorgersene, perché la
voce impensierita di Kyle la fece sussultare.
<< Star? Cosa c’è? >>.
<< Cosa? Ah no io… >> si sciolse dall’abbraccio, con lo
sguardo spaesato. << Sono solo stanca. È normale dopo tutti i grandi festeggiamenti
>> spiegò ridendo, ma quella risatina falsa non convinse per niente Kyle,
che la squadrò guardingo.
<< Qualcosa di turba. Ha a che fare con Tomlinson? Perché se
è così… >> il corpo del fratello si irrigidì.
<< No, con Louis va tutto bene. Lui…ehm mi ha proposto di
andare a vivere insieme >>.
Kyle sembrò piacevolmente sorpreso, poi disse: << Mi sembra
un passo importante. E tu che hai risposto? >>.
<< Gli ho risposto che ci avrei pensato >> rispose
secca.
<< Magari è ancora troppo presto >>.
Juliet respirò rumorosamente. << O magari sono io
l’instabile idiota che non sa fare ordine nella sua testa perché è troppo
occupata a vedere problemi da tutte le parti >> pronunciò quelle parole a
denti stretti.
Kyle corrugò la fronte, colpito dalla durezza delle parole di
Juliet. << Pensi veramente questo di te? >>.
Lei mantenne lo sguardo del fratello, finché lui non constatò
brusco: << C’è qualcos’altro dietro che non vuoi dirmi >>.
Doveva dirgli della telefonata di Linda? No, era fuori
discussione, soprattutto perché era il giorno di Nat e Zayn, e quella
conversazione stava degenerando in punti dove lei non sarebbe dovuta arrivare
in un momento speciale come quello che doveva essere illuminato soltanto da
gioia e amore.
Alle sue spalle, Juliet sentì qualcuno schiarirsi la gola, e
quando si voltò per trovarsi faccia a faccia con Louis, serrò forte la mascella, pregando che il ragazzo non avesse sentito la loro conversazione.
<< Louis >>.
Lui le fece un mezzo sorriso. << Ero venuto per chiederti se
volessi ballare, spero di non aver interrotto niente >> guardò da sopra
la sua spalla per salutare Kyle con un cenno veloce del capo.
<< Tranquillo. Niente che non si possa riprendere in un
altro momento >> La voce di Kyle suonò forte e decisa, e anche se non gli
piaceva lasciare questioni importanti in sospeso, decise di spostarla a domani.
Louis inclinò il capo, corrugando la fronte. Fissò Juliet
circospetto.
Lei si girò per salutare Kyle con un bacio veloce sulla guancia.
<< Ci vediamo a casa >> mormorò.
<< Puoi scommetterci >> sorrise, grazie al cielo. Se
c’era una cosa che adorava di Kyle, era che con lei non riusciva ad arrabbiarsi
per più di due minuti, ma l’espressione inquieta permeava sul suo bel viso.
<< Di cosa parlava tuo fratello? >>.
<< Eh? Ah no nulla di importante, tranquillo. Parlavamo di lavoro
e roba varia. >> Juliet fece uno sforzo enorme per metter su il
miglior sorriso convincente possibile. Fortunatamente, Louis le
credette, e lei si sentì una vera stronza.
<< Non ti ho avuta per me per gran parte della serata
>> esordì lui circondandole la vita con un braccio, quando furono
finalmente soli. << Bisogna rimediare. Balla con me, Juliet >>.
Lei si morse il labbro, annuendo.
Quando acuì i sensi per permettere al dolce suono, diffuso in
tutta la sala di insinuarsi anche nella sua testa, si rilassò
impercettibilmente. Poggiò la guancia sulla spalla di Louis,
inalando il suo profumo di pulito e quella nota di speziato che sapeva di
maschio seducente.
Lui iniziò a muoversi, con una mano poggiata sul fianco di lei e
l’altra su che teneva la sua in una presa forte, ma delicata.
Juls chiuse gli occhi. << Sei ancora arrabbiato con me?
>> .
I capelli di lui le solleticarono il viso, quando si chinò per
baciarle lievemente il collo. << Dovrei? >>.
<< Io lo sarei. Ne hai tutto il diritto >>.
<< Sono soltanto in pensiero per te >>.
<< Ecco appunto. Dovresti essere incazzato con me perché ti
faccio impazzire, e tu fai il premuroso. Non va bene >> borbottò Juliet.
Lui rise piano. << Sì Juliet, tu mi fai impazzire. Ma mi
piace che sia così. >>, le accarezzò la pelle da sopra il vestito
<< Solo non voglio che tu fraintenda, paragonando la nostra situazione a
quella che avevo con Rachel, o mettendoti sullo stesso piano delle altre donne
con cui sono stato >>.
<< Mi dispiace. Non sono una paranoica. Mi… >>
deglutì, seppellendo il viso nel suo collo. << Mi fido di te >>.
<< Se veramente ti fidi di me, devi potermi dire qualsiasi
cosa >>.
<< Lo so >>.
<< Se riguarda la questione dello spazzolino, se non sei
pronta, lo capisco. Va bene, non c’è fretta >>.
Anche se era serio, Juliet sorrise cupa, desiderando davvero che
mettere uno stupido spazzolino nel bagno di Louis risolvesse tutto quanto.
<< Grazie >> La voce di Juliet si affievolì, e prima
che Louis potesse chiederle spiegazioni riguardo lo strano atteggiamento di
Kyle, lei aggiunse: << Non hai ancora imparato a mettere la cravatta come
si deve >>.
Lui sospirò, << Maledetto affare >> e la fece ridere.
***
<< Sinceramente ragazza, potevi risparmiarti la parte finale
dove hai urlato ai quattro venti: “ Ci si vede bella gente. Vado a fare
baldoria ad Aspen con Mr Malik”, nel tuo discorso di commiato >>.
<< Che ci vuoi fare? Sarà stato tutto quello champagne e
scatenarsi sulla pista da ballo. Ho ancora i piedi doloranti, ma ne è valsa decisamente
la pena per un massaggio da mio marito >> Dall’altro capo del telefono,
Nat emise un lungo fischio di apprezzamento. << Marito. Però, che bella parola, suona meravigliosamente bene
>>.
<< Vero. Com’è Aspen? >> le chiese Juliet, tirando su col
naso.
<< Innevata, romantica, strepitosa, rilassante. Insomma è piuttosto accettabile
>> la rossa rise. << Scherzi a parte, mi sento un po’ in colpa a
sapervi lì tra cerimonie ed eventi nuziali, mentre io faccio la bella vita. Come vanno le cose? Riuscite a
sopravvivere senza di me? >> si pavoneggiò.
Juls rise, scuotendo la testa. << Sopravviviamo, grazie.
Karen sta facendo un ottimo lavoro, e per fortuna questa settimana abbiamo
soltanto due eventi importanti, perciò ce la caveremo fino al tuo ritorno
>>.
<< Bene. Posso chiederti un favore? >>.
<< Sentiamo >>.
<< Puoi tenere il tuo mocciolo a distanza dal telefono? Con
il tuo continuo starnutire e soffiarti il naso, mi rovini l’atmosfera che c’è
qui >> la beffeggiò Nat.
Juls si accigliò. << Sono solo leggermente raffreddata
>> borbottò, buttando nel cestino un altro fazzoletto di carta usato.
Forse un tantino più che leggermente.
<< Ah-aha certo. Lo sai che se ti scopre Jade ti spedisce a
casa con una coperta di lana della nonna e impacchi d’acqua calda >>.
<< Sto bene, è un banale raffreddore. Posso lavorare
>> le assicurò Juliet, allungando il braccio per versarsi un po’ di thè
dalla teiera in una tazza di porcellana.
<< Va’ a casa prima che diventi qualcosa di più come un
febbrone. Dovresti avere più cura di te stessa >> commentò solenne Nat.
Juliet sbuffò. Non era facile che si ammalasse, ma forse stare in
contatto con Joannah, aveva fatto sì che qualche batterio arrivasse anche a
lei. Pazienza, ma era troppo cocciuta per abbandonare i clienti per qualcosa
che avrebbe potuto alleviare con qualche medicinale.
<< Anderson farò la spia se non ti saprò sotto le coperte
con una minestra di pollo tra le mani >>.
Ecco Nat, con le sue subdole minacce a romperle le uova nel
paniere.
<< Ho il resto della giornata libero dopo questa consulenza.
Andrò dal medico per farmi prescrivere qualcosa, te lo prometto. Ma non posso
rimandare un impegno già preso >> spiegò. Poteva sopportare un piccolo
malessere come la voce fioca e il naso chiuso per altre due ore. Avrebbe messo
un po’ di fondotinta sul naso per nasconderne il rossore, preso una caramella forte
per la gola, e così nessuno ci avrebbe fatto caso.
<< Bene, ma fa che sia una cosa veloce. Adesso devo andare.
Ci sentiamo, ragazza. Riguardati eh? >>.
<< Va bene Nat. Divertiti >> la salutò Juliet prima di
riattaccare.
Poi starnutì. Una, due volte.
<< Senti senti, qualcuno qui si sta prendendo un malanno
>> Allison entrò nell’ufficio di Juls, con delle carte in mano. Le posò
sulla scrivania, e Juliet le riconobbe come gli ultimi modelli disegnati dalla
sua socia.
<< Non una parola. Nat mi ha già fatto il terzo grado al
telefono. Toglierò le tende dopo che avrò finito con il lavoro >>.
Allie inarcò un sopracciglio. << Mmh se non puoi proprio
rimandare… >>.
<< No >> fu la risposta categorica di Juls. Poi squadrò
i disegni prendendoli tra le mani. << Accidenti sono favolosi Allie!
>> esordì totalmente sincera, gli
occhi spalancati per la meraviglia. Analizzandoli foglio per foglio, Juls rimase
colpita da un particolare abito da sposa. Una vera e propria fioritura emergeva
dalla gonna ampia, principesca, come delle sfaccettature che creavano un motivo
arricciato e floreale. Era soltanto una bozza, ma Juliet ne rimase fortemente
abbagliata. Immaginò come potesse presentarsi dal vivo, e gli occhi le
brillarono di piacere. << Wow >>.
<< Non sono ancora finiti da quello che tu abbia potuto notare, ma ci
sto lavorando. Credo che maggiore ispirazione mi verrà dopo il meeting con gli
altri stilisti europei >> spiegò Allie.
Juls scattò con la testa in alto. << Meeting? >>.
La mora schioccò la lingua sul palato. << Non te ne sarai
dimenticata vero? Ogni sei mesi gli stilisti più importanti d’Europa si
riuniscono per discutere di nuovi possibili abiti nuziali >>.
<< Oddio hai ragione… >> si ricordò Juliet.
Era vero. A metà anno molti degli stilisti di moda, considerati di
una certa rilevanza procedevano ad una consultazione comune, 'per innovare il
loro spirito designer'. Era roba molto prestigiosa, ed Allie ne era sempre andata
fiera. Nat era una famosa fotografa londinese nell’ambito del wedding planning.
E così Allison, che aveva studiato nelle più prestigiose Università londinesi, la London School
of
Art. Con gli anni e la pratica, Allison aveva perfezionato la sua
maestria nel
disegno, e nel momento in cui Jade aveva chiesto loro di lavorare in
società, ciascuna di loro aveva saputo fin da subito in quale
settore del matrimonio
si sarebbero cimentate.
<< Ehi aspetta un attimo >> Juliet mise un piccolo
broncio, << Il meeting dura tre giorni. Ciò vuol dire che te la svignerai
anche tu, ed io e Jade rimarremo da sole
>>.
Allie ridacchiò. << Suvvia tornerò in tempo per aiutarvi con
i due eventi a fine settimana >>.
<< Mmh se lo dici tu. Niall verrà con te? >> le
chiese.
La mora sembrò pensarci su. << Non gliel’ho ancora chiesto.
Di sicuro non perderà l’opportunità di vedere l’Italia, dato che l’incontro si
terrà a Milano >>.
<< Milano? Wow! Pensami quando sei lì. Adoro le scarpe
italiane. Porto il trentanove eh? >> ammiccò Juliet.
<< Me lo ricorderò >> convenne Allie. << Ti
serve una mano? Ho un quarto d’ora libero >>.
Juls scosse la testa, sorridendo. << No, ti ringrazio. Ho tutto
sotto controllo >> nel momento in cui lo disse, dovette portarsi la mano
alla bocca per coprire l'ennesimo starnuto di quella giornata.
<< Sicura che sia solo un raffreddore? >> chiese Allie
inarcando le sopracciglia scure. << Potrei saltare l’incontro a Milano,
se… >>.
<< No >> l’interruppe bruscamente Juls con un’alzata
di mano. << Non pensarci nemmeno. Non permetterò che tu non ci vada. Con
un po’ di minestra della signora G, sono sicura che scomparirà entro un paio di
giorni >>.
<< Mmh come vuoi… >> annuì Allie sommessamente.
<< Smettetela di darmi il tormento, okay? >>.
La mora alzò le braccia in segno di resa. << D’accordo.
D’accordo, scusa >>. Ma quella luce enigmatica negli occhi blu, suggerì a
Juliet che l’amica non aveva ancora finito.
<< Cosa? >> sospirò.
Le labbra di Allie formarono una O di sorpresa. << Cosa
cosa? >>.
<< Non fare l’innocentina con me. Spara. C’è qualcos’altro
che vuoi dirmi >>.
Allie annuì, neanche più provando a fingere che non fosse
vero.
La luce seria negli occhi, non presagì nulla di buono a Juliet.
<< Nat mi ha detto della telefonata di Linda >>.
Merda.
<< Non doveva farlo >> grugnì Juliet in risposta.
<< Quando? >>.
<< Subito dopo la fine della vostra riunione. Era
preoccupata per te, Juls >> le fece notare Allie con una punta di biasimo
nella voce.
Lei si portò le dita alle tempie, massaggiandole in maniera
circolatoria. Ci mancava soltanto il mal di testa. << Non c’è n’è bisogno
Allie. >> un sorriso affettato a tenderle i lineamenti. << Sono
grande e vaccinata. Non ho bisogno di correre da voi ogni santa volta che ho un
problema >>.
<< Non ho mai pensato che tu non fossi in grado di badare a
te stessa >> rispose inespressiva l’amica. << Sto solo cercando di
aiutarti. Io sono qui, lo sai, se vuoi parlarne…Ma non sei obbligata, scusami,
sono stata inopportuna >> le diede le spalle, dirigendosi verso la porta.
Juliet si alzò di scatto, mortificata. << Allison, aspetta. >>
quando si girò, lei sospirò dicendo: << Dio mi dispiace, sono una
stronza. È solo che…risentirla dopo tanto tempo… >> provò a spiegarle, ma
non ci riuscì.
Allie sorrise come a volerla rassicurare, << Ehi è normale.
È difficile dimenticare, lo capisco, a volte voltare pagina è più facile dirsi
che a farsi >>.
<< Non posso dimenticare. Sentire la sua voce, ha fatto sì
che il rancore risalisse a galla >> Juls si lasciò sprofondare sulla sedia
con un’espressione smarrita. << Si dice che il perdono sia una grande
virtù, e che porti pace in chi lo compie. Magari perdonare Linda sarebbe la
cosa più giusta da fare… >>.
Eppure dirlo, era come far finta di niente, ignorare il fatto che
la donna che ti ha messo al mondo, ti scarica nel primo posto in cui ti trova,
appioppandosi la scusa del ero-troppo-giovane-e-nullatenente per occuparmene.
<< Posso solo immaginare cosa tu stia pensando in questo
momento. Non ho passato ciò che hai passato tu, e non riesco ad essere
obiettiva perché anche se non conosco Linda… >> cominciò Allison, la
mandibola contratta come a volersi trattenere dal dirle cosa pensasse veramente
di sua madre. << Non posso dirti che cosa fare, Juliet. Ma so che farai
la cosa giusta >>.
<< Vergognati, questa è una frase da film. E non aiuta per
niente come la da a vedere >> la rimbrottò Juliet, ma non poté non
sorridere.
Allie si sporse per darle un veloce affettuoso abbraccio. <<
Ti voglio bene. E dovresti sorridere di più e divertirti con il tuo ragazzo
>>.
Juliet si morse il labbro. << Vuoi sapere l'ultima? Mi ha chiesto di andare a
vivere insieme >>.
Allie spalancò gli occhi. << Davvero? Juls è fantastico!
>>.
<< Frena. Gli ho detto che ci avrei pensato >>.
La mora sembrò momentaneamente elaborare quell’ultima frase.
Guardando di sbieco Juliet, poggiò i suoi occhiali da vista sulla scrivania.
<< Non lasciare che Linda abbia un peso sulle tue decisioni. È la tua
vita, non la sua >>.
<< C-cos’hai detto? Quella donna non ha… >> borbottò
Juliet ma Allie la interruppe dicendo: << Devi darti una possibilità di
essere felice, tesoro. Non allontanare l’uomo che ami per paura >>.
<< Io non ho… >> Juls s’incupì, rendendosi conto che
era fin troppo vero. Provò a dire qualcosa, ma la sua mascella si serrò d’un
tratto, incapace di profanare una parola.
<< Ehi, va tutto bene. Sei già abbastanza spossata
fisicamente. Sul serio, me ne parlerai quando sarai pronta >>.
Juls le rivolse un piccolo sorriso grato, annuendo. Erano tutti
così buoni con lei, aveva delle persone meravigliose al suo fianco, che lei si
sentì un’ipocrita. Poteva essere felice, ma s’impediva di esserlo.
Non lasciare che Linda
abbia un peso sulle tue decisioni.
Allie era intenta a ripassare i programmi della giornata, mentre
Juls sollevò piano il disegno dell’abito da sposa. Ne tracciò il contorno con
un dito, inclinando la testa pensierosa. Quasi rise quando ripensò a Louis che
l’aveva vista con addosso un abito nuziale. Il fugace pensiero che portava
sfortuna vedere il vestito prima del matrimonio la sfiorò, ma lo lasciò subito
da parte, in un angolino appartato del suo cuore.
Va da lui, gridava impellente
la sua vocina.
Sorrise nonostante il cielo ombroso che quel giorno dominava
Londra.
Aveva preso una decisione.
Nel pomeriggio tardi, Louis dedicò il suo tempo ad accertarsi che
le spedizioni all’agenzia di Promesse fossero state consegnate, dopodichè
avrebbe mandato a casa i suoi collaboratori per un meritato riposo. Giorno dopo
giorno scopriva potenzialità che non sapeva di possedere, studiando le dinamiche
del mercato per approvvigionarsi delle risorse che gli avrebbero permesso di
acquisire nuovi clienti, con una certa minuziosità nel scegliere cosa fosse
conveniente comprare e cosa no. Sua madre aveva avuto fin da subito un certo
fiuto per gli affari, e aveva capito che i migliori clienti con cui avrebbe
fatto buona pubblicità dei suoi fiori, sarebbe stata l’agenzia matrimoniale
gestita dal Quartetto.
D’istinto afferrò il cellulare per sapere delle condizioni di
Juliet. La voce gli era suonata strana e smorzata la sera precedente quando si
erano sentiti, e lei gli aveva risposto noncurante che aveva contratto un
comune raffreddore. Molto probabilmente lo avrebbe deriso come sua madre,
rimproverandolo che fosse troppo appiccicoso, ma Louis era cocciuto quanto lei
quando si trattava di certe cose, e per quanto si sforzasse di porre un freno
alla sua indole da mamma chioccia, non riusciva a fare a meno di comportarsi da
“dottore”, soprattutto se a stare male si trattava della sua donna.
Non si preoccupò nemmeno di negarlo a se stesso. Da un po’ di
tempo, o forse fin da quando l’aveva conosciuta, aveva scoperto che prendersi
cura di lei lo faceva stare bene.
Dio…se Harry gli avesse detto qualche mese prima che si sarebbe
innamorato così, gli avrebbe sicuramente riso in faccia.
<< Mmh non sapevo che fissare il vuoto come uno stoccafisso
inebetito fosse il ruolo di un imprenditore >> esclamò una voce, e lui
quasi sussultò quando la riconobbe.
In un cappotto blu lungo fin sopra il ginocchio, con le mani nelle
tasche, Juliet lo raggiunse chiudendosi la porta alle spalle e scrollandosi
dal cappuccio quel po’ di neve che vi si era posata indisturbata.
Un sorriso istantaneo illuminò Louis. << Non avevo uno
sguardo da stoccafisso inebetito >> ripeté falsamente indispettito,
muovendosi verso di lei.
<< Se lo dici tu >> lo beffeggiò Juliet, inclinando il
capo con un ghigno.
<< Se proprio vuoi saperlo ti stavo pensando >>.
<< Non dovresti Tomlinson. A lavoro non è permesso, ma è
carino sentirselo dire. A cosa in particolare? >>.
<< Alla tua salute. Come stai? Perché non hai messo una
sciarpa? >> volle sapere, dandole un piccolo buffetto sulla punta del
naso arrossato.
Lei si accigliò, nel suo modo così sexy di increspare le
sopracciglia scure, che Louis stirò le labbra per non ridere al suo ringhio
sommesso. << Dacci un taglio mammina. Sto bene >>.
Lui schioccò la lingua. << Non mi
sembra. Stai tremando >>.
Juliet si strinse nelle spalle biascicando un: << Fa freddo lì
fuori >>.
<< Vero. Per questo dovresti essere a casa sotto le coperte
>>. A casa mia, sotto le coperte
con me, avrebbe voluto dire, ma da quando le aveva concesso del tempo,
Louis sapeva che la sua impazienza non avrebbe raccolto nessun frutto, se non
si fosse dato una calmata.
Lo sguardo di Juliet scivolò sugli stivaletti di camoscio che
portava ai piedi, spostando il peso del corpo da un piede all’altro. Poi si
morse il labbro.
Dannazione, Louis sentì quel senso d’adrenalina
accendergli il
sangue alla vista di quel gesto tanto innocente, quanto peccaminoso.
Non l’aveva ancora baciata, e ne aveva una gran voglia. Juliet
gli sarebbe sembrata provocante anche con il naso rosso e gocciolante.
E poi
quella voce rauca, impastata dal freddo, stava cominciando a fargli un
certo
effetto, e quasi non se ne accorse quando aderì il corpo a
quello di lei,
prendendole una ciocca di capelli tra le mani solo per pregustarne la
morbidezza.
Juliet alzò il viso per guardarlo negli occhi, e Louis le tracciò
con un dito la linea della mascella. << C’è qualcosa che vuoi dirmi,
signorina? >>.
<< Una cosa ci sarebbe… >> mormorò Juliet, con un
mezzo sorriso.
<< Sì? >>.
<< Devo aspettarti alzata stasera? >>.
Gli occhi sgranati di Louis saettarono per cercare quelli di lei
in una muta domanda, per ricevere una conferma di quello che aveva appena
detto. << Ripetilo >> le ordinò attonito.
Un largo sorriso addolcì i lineamenti di Juliet. << Se la
tua proposta è ancora valida, vorrei…ehm sì sai…mettere lo spazzolino nel tuo
bicchiere, quelle cose lì… >> Un velo di rossore che non c’entrava niente
con il freddo, le colorò le guance. Sembrava impacciata, e questo la rese
ancora più desiderabile.
Cristo, Louis non aspettò che finisse di parlare, che l’attirò con
prepotenza tra le sue braccia, intrappolandole la bocca con la sua,
rispondendole nella maniera più eloquente che conoscesse quanto la cosa lo
rendesse felice.
<< Ero stufo di aspettare >> le confessò, dopo
che riluttante si staccò da lei. Era stato così facile chiederle di andare a
vivere con lui, con una tale leggerezza che lui stesso n’era rimasto stupito,
che quando si era accorto dell’esitazione di Juliet, aveva temuto il peggio. Se
aveva affrettato i tempi, sinceramente non gliene fregava un cazzo, lui sentiva
il bisogno di averla più vicino, ma non era il solo al quale dovesse andare
bene l’idea. Con chissà quale forza era riuscito a frenare l’impulso di
insistere, quando lei gli aveva chiesto tempo. Poi c’era la questione rimasta
in sospeso, che Louis convenne, non avessero più affrontato, ma ne avrebbe
approfittato scoprendolo una volta che fossero stati a casa sua. O doveva dire
casa loro adesso?
Un grosso problema aveva il genere maschile. Eh sì, non potevano
neanche mascherare la loro eccitazione per qualcosa, che il compagno fedele
metteva subito in mostra i loro sentimenti.
Juliet doveva aver notato la sua precoce esaltazione, contro il giubbotto, perché sorrise sulle sue
labbra. << Non è passato molto tempo da quando… >>.
Louis gemette, cogliendo anche solo l’idea di fare sesso con
Juliet nel negozio, magari sul tavolo del bancone, ma non voleva esporla
ulteriormente al freddo, preferiva aspettare che fossero a casa nel calore di
un letto soffice.
<< Non…cioè sì, non ti negherò che mi sia passata quella
precisa idea per la testa e anche lì,
>> Il sorriso sfacciato non esitò a comparire sul viso di Louis. <<
ma mi riferivo al fatto che aspettare che accettassi mi stava sfinendo…voglio
dire, sono felice che non abbia dovuto aspettare a lungo >>.
Un bagliore indecifrabile attraversò gli occhi ambra di Juliet,
soltanto per un istante, ma in quel solo secondo, Louis si domandò se avesse un
significato ben preciso, e se lei glielo avrebbe rivelato.
<< Voglio vivere con te >> fu la risposta limpida di
Juliet, e a lui non importò nient’altro che della verità in quelle quattro
parole, e la baciò.
***
Juliet era accoccolata sul divano con una coperta in grembo, la
televisione accesa che trasmetteva una commedia in bianco e nero. Canticchiò a
bassa voce la musichetta di sottofondo della soap opera vecchio stampo che
stava guardando. Tossì lievemente, sentendo il familiare e fastidioso pizzicore
alla gola. La sua voce era andata a farsi una passeggiata da un paio di giorni.
Jade l’aveva costretta a rimanere a casa, come se avere trentotto di febbre
significasse essere inconcludente al lavoro.
<< Non mentire a te stessa >> diceva il protagonista
maschile allo schermo.
Juliet roteò gli occhi al cielo. << E va bene! Sì ho la
febbre! La sottoscritta non ha voluto ascoltare i saggi consigli di chi gli sta
attorno e adesso ne paga le conseguenze >> borbottò caustica, facendo la
linguaccia al tizio nello schermo.
Non le piaceva dover star rintanata in casa a far niente. In più
Louis era ancora fuori. Constatando che fossero le otto di sera passate, Juliet
si domandò se qualcosa lo avesse trattenuto più del dovuto a lavoro.
Scrollandosi di dosso la coperta, si alzò per dirigersi verso la
cucina con indosso calzini spessi di lana, leggins neri e un maglione a collo
alto, decorato sul davanti da renne bianche. Un regalo bizzarro che suo
fratello Kyle le aveva fatto lo scorso Natale.
Sviò, facendo attenzione a non inciampare negli ultimi scatoloni del
trasloco che facevano capolino dall’angolo della cucina. Curiosando nel
frigorifero, Juliet tirò fuori qualche pomodoro maturo, carote e sedano. Louis
avrebbe apprezzato un po’ d’insalata per cena? O magari un bel piatto di pasta?
In realtà, il ragazzo le aveva ordinato categoricamente di
rimanere a letto, altrimenti 'non avrebbe più risposto di se stesso'. Quella
mattina Louis aveva giocato sporco, astuto nel trovare il modo migliore per
convincerla a non lasciare la camera da letto. A quel pensiero, le guance di
Juliet già accaldate per lo stato di malessere, divennero dello stesso colore
dei pomodori che stava tagliuzzando.
Un pianto sommesso fece allontanare di poco Juliet dal piano
cucina. Inclinò la testa, poggiando le mani sullo stipite della porta, la sua
totale concentrazione nell’ascoltare la discussione tra i due protagonisti.
<< Mi hai voluto nella tua vita, nella tua casa, e adesso scopro che hai
un’altra! >> urlava la donna in lacrime.
<< Posso spiegarti tutto Annie…non è come credi! >> si
difendeva lui.
Juls alzò gli occhi al cielo, esasperata.
Pff gli uomini! Tutti
uguali.
Anche Louis? ribattè la sua
vocina.
Lei arricciò le labbra. La convivenza, si rese conto, si stava
rivelando la miglior decisione che Juliet avesse mai preso in tutta la sua
vita. Si sentiva…leggera, e felice. Si rimproverò di quanto fosse stata
paranoica al pensiero che potesse rivelarsi un totale disastro. L’uomo che
amava, la voleva sotto il suo tetto.
No, Louis è diverso, assicurò alla sua
vocina. Cucinò per lui della pasta alla carbonara, il suo piatto preferito. Stava apparecchiando la tavola, quando un rumore di chiavi e di una serratura che si
apriva, la fece sorridere. E ghignare, perché nel momento in cui Louis mise
piede in casa, urlò a gran voce: << Juliet? >>.
<< Cucina >> rispose lei, con voce un pò fievole per la
tosse.
<< Cosa pensi di fare? >> fu la sua domanda pacata,
quando la raggiunse.
Juliet sbatté le ciglia in maniera melliflua. << Apparecchiare?
>>.
Gli occhi di Louis s’incupirono. << Cosa ti avevo detto,
signorina? >> sbottò, ancora con il cappotto indosso, le braccia
incrociate al petto.
<< Mi sento meglio, Louis. Ho preso lo sciroppo. Volevo
prepararti la cena, tutto qui >> affermò Juls. Trattenne
un’imprecazione quando un colpo di tosse le investì i
polmoni doloranti.
<< Dannata testarda >> ringhiò lui. Cogliendola di
sorpresa, in due falcate le fu di fronte, l’afferrò con estrema facilità
prendendola in braccio a mo’ di sacco di patate.
<< Ehi che storia è questa? Mettimi giù! Tomlinson! >> protestò lei, indignata.
<< Sei proprio una bambina indisciplinata >> Il tono
di voce di Louis era duro e allo stesso tempo roco.
Juliet sgranò gli occhi, quando lui le diede una piccola
sculacciata sulla natica. << Che…che stai facendo? >>.
Lui la portò sul divano, adagiandola dolcemente, sebbene il suo
sguardo continuasse ad incenerirla.
<< Se continui con questo comportamento strafottente, dovrò
legarti a letto, e non mettermi alla prova, Juliet, perché sai bene che ne ho
tutte le intenzioni >>.
Juliet deglutì, mordendosi il labbro. Inutile dire, che quella
sarebbe stata una punizione molto ben accetta, e Louis doveva aver visto il suo
sguardo accalorarsi, perché si avvicinò di poco al suo viso come un predatore
esperto. << Mi hai molto deluso, tigrotta, e devi essere punita per
questo >>.
<< Davvero? >> mormorò Juliet con un sorrisino
dispettoso. Il raffreddore non impedì al suo petto di arrossarsi, e i suoi
occhi farsi languidi di qualcosa che non c’entrava assolutamente niente con il
pentimento.
<< Aah…cosa devo fare con te? È così brutto pensare che
voglia prendermi cura di te? >> sospirò Louis, crucciato. Non si era nemmeno tolto
il cappotto, e sembrava che non gliene importasse. L’unica cosa su cui era
concentrato era Juliet, il suo corpo pericolosamente vicino a quello di lei.
S’impose di non toccarla, non perché poteva contagiarsi anche lui, ma perché
sapeva che non si sarebbe fermato al bacio non appena l’avesse avuta tra le mani.
Il suo petto si gonfiò di felicità nell’averla lì, sul suo divano, bellissima e
caparbia come solo Juliet sapeva essere. Quel buffo maglione con le renne,
seppe eccitarlo per il solo pensiero che a portarlo fosse lei, le
lunghe gambe sinuose incrociate che mettevano in mostra quel succulento interno
coscia. Grugnì, quando cogliendola di sorpresa la soppesò con il suo corpo
reclamando le morbide labbra di Juliet in un lungo bacio. L’uomo premuroso si
fuse con quello carnale, in un mix esplosivo che la scosse tutta.
<< Mi sei mancato… >> sussurrò Juliet, riprendendo
fiato, e baciandolo di nuovo con la medesima intensità. Affondò le mani tra i
capelli di Louis, inarcandosi verso il suo corpo massiccio.
<< Mi piace saperti qui ad aspettarmi >> sussurrò
lui in risposta, prendendole la nuca con una mano per approfondire
l’unione
delle loro bocche. Le diede dei piccoli baci sul contorno della bocca,
e Juls
rabbrividì deliziata. Schiuse la bocca, per accogliere la
lingua voluttuosa e vorace di lui.
Mmh se voleva punirla gli avrebbe lasciato carta bianca. Juliet si mosse per sbottonargli la giacca,
le dita calde che accarezzano il tessuto freddo, le mandò piccole scariche di
piacere sulla pelle.
Ad un tratto Louis smise di baciarla, guardandola negli occhi, esitante.
<< Non voglio farti stancare piccola >>.
Lei gemette contrariata, inclinò il volto per sussurrargli
all’orecchio: << Non puoi farmi stancare se ti prendi cura di me >>
e strofinando il naso sulla pelle del collo.
Louis respirò in fretta, la voce di lei così squisitamente roca e
carezzevole gli arrivò dritto dritto all’inguine.
Juliet strinse forte gli occhi, quando dovette allontanarsi per
soffocare uno starnuto. << Scusa, mi dispiace >> disse mortificata.
strofinando il dito sotto il naso. << Sono ripugnante conciata così.
Capirò se tu decidessi di fermarti… >>
Louis scosse la testa in maniera energica, prendendole il viso tra
le mani. << Sei… >> cominciò baciandole la fronte, << …così…
>> proseguì lungo l’attaccatura del naso, << …bella >> e poi
la punta.
<< Credi che in questo momento io provi per il tuo corpo
qualcosa di diverso da quello che provi tu per il mio? >> le domandò
brutale. << Ti voglio, Juliet >>. La sollevò bruscamente dimostrandole
la verità di quanto appena detto. Lei si passò la lingua sulle labbra secche,
sentendo l’eccitazione di Louis premerle sullo stomaco.
In tutta risposta Juliet gli avvolse i fianchi con le gambe,
desiderando di sentirlo più vicino, fece trascorrere pigramente le dita sui
bottoni della camicia, sbottonandoli uno per uno. Si chinò per baciargli
delicatamente il petto nudo, la pelle calda e liscia. Proseguì in alto,
emettendo dei suoni gutturali paragonabili alle fusa di una gatta, nel godersi
il solleticare della leggera barbetta di lui sulle sue labbra. << Allora
prendimi, Louis >>.
Rigido e perso della lussuria di Juliet, trovò la sua bocca,
mormorandole in risposta un eccitato: << Ogni tuo desiderio è un ordine,
tigrotta. >> Le morse il labbro superiore, lentamente e succhiandolo con
assoluta devozione.
<< Hai mai fatto l’amore sul divano, Tomlinson? >> gli
domandò Juliet.
<< Questa è la mia prima volta >>.
<< Bugiardo >> lo rimbrottò lei mordendogli in
risposta il labbro inferiore, con foga.
Lui rise, alzandole il maglione e lei lo aiutò nel lavoro
sollevando le braccia. << Non ti sto dicendo una bugia. Ho sempre
preferito il letto, ma devo dire che mi stai facendo scoprire posti in cui
desidero possederti, di giorno in giorno. Ti prenderò, in ogni centimetro di
questa casa, nel tuo e nel mio ufficio… >>.
<< Dovremmo fare una lista >> ghignò Juliet.
<< Dopo. Faremo tutto dopo, adesso voglio qualcos’altro
>> le rivolse un sguardo bruciante, gli occhi celesti di Louis si
scurirono, assumendo la tonalità di un blu torbido.
Juliet mugolò un verso di apprezzamento, sussultando quando fu
completamente nuda, e Louis infilò una mano tra le sue cosce tremanti.
<< È questo che vuoi? >> chiese, aprendole
delicatamente la carne, accarezzandola con movimenti leggeri e circolari finché
Juliet non fu completamente bagnata. La testa di lei ricadde sul braccio del
divano, e lui ne approfittò per baciarle la gola, un respiro torrido sulla sua
pelle delicata, mentre la penetrava con le dita.
Juliet si sentì come se non avesse mai avuto la febbre, estasiata
di quello stato febbricitante che stava vivendo il suo corpo che era
cento volte meglio di qualsiasi medicina.
Inondata com'era di piacere, Juliet non si rese conto che Louis adesso
fosse nudo. Suoni articolati le risalirono su per la gola, quando lo sentì
affondare dentro di lei con una calma talmente smisurata che volle gridare.
<< Amo prendermi
cura di te, Juliet. Lascia che lo faccia >>.
<< Sì... >>. Quando lo sentì ritirarsi quel poco da impedirle di venire, gemette frustrata.
<< Mi ascolterai? >> fece lui, imprigionandola con lo
sguardo. La stuzzicò fino a quando lei non si contorse per
gridare: << Sì, ti ascolterò. Ti chiedo scusa!
>>.
Attraverso il tonante battito del suo cuore, Juliet lo sentì
bisbigliare di prenderlo, di lasciarlo entrare. Lei s’inarcò per accoglierlo,
dondolando i fianchi, sollevandoli per chiedergli silenziosamente di più, e lo
sfregamento caldo e scivoloso la fece gridare di piacere, finché l’orgasmo non
l’avvolse in una coperta sublime.
Un’ora e mezzo dopo, rimasero a contemplarsi per un po’, sudati e
appagati. *
Juliet giocherellava con i suoi capelli, sorridendogli, mentre
Louis la stringeva tra le sue braccia, coprendola con la coperta. << Ti
terrò inchiodata a casa ancora per un bel po’, così che tu possa scaricare la
tua energia su di me quando torno >>.
Lei scoppiò a ridere, << Non pensare che la tua tigre resti
in gabbia >> lo mise in guardia. Strofinò le dita dei piedi con quelle di
lui, in un gesto intimo e tenero.
<< Non lo penso, non sarebbe divertente sennò >>
convenne Louis. << Hai freddo? >> le chiese poi, quando un piccolo
brivido attraversò il corpo di Juliet.
Lei scosse la testa, rannicchiandosi ancora di più sul suo petto. <<
Non potrei stare meglio di così >>.
<< Starai meglio soltanto quando avrai mangiato e preso le
medicine >> commentò Louis.
Juliet sospirò, priva dell’energia necessaria per ribattere.
Annuì. << Va bene, dottore >>.
Lui la ripagò con un largo sorriso, compiaciuto e sollevato.
<< Brava. Sarai premiata, bambina >> le ammiccò suadente.
Lei scosse la testa ridacchiando, poi puntellandosi su un gomito,
poggiò la mano sulla guancia per guardarlo meglio. Giocherellò distrattamente
con le frange della coperta. << Sei meraviglioso con me, ed io ti ripago
facendoti preoccupare… >>.
<< Ehi >> Louis la strinse a sé, cullandole la testa
con le mani. << Juliet, amo
prendermi cura di te. So che non ci sei abituata, ma… >>.
Juliet alzò lentamente la testa, schiudendo lievemente le labbra
per la sorpresa nell’udire nuovamente quel verbo. Era la seconda volta che glielo sentiva usare.
Cosa stai cercando di
dirmi, Louis?
<< Ma cosa? >> lo spronò lei.
Sentiva il cuore galopparle nel petto, i suoi occhi ambrati
frugavano dentro quelli di lui così intensamente, che faticò a respirare.
Non aveva mai visto Louis così serio in tutti i mesi della loro
conoscenza. E quando terminò la frase, Juliet sentì che niente avrebbe potuto
stenderla di più che sentire quella dichiarazione, che uscì dalla sua bocca in
una maniera così cristallina e sincera, che si domandò se il suo cuore fosse
uscito dalla cassa toracica.
<< …io ti amo, Juliet
>>.
* Qui si collega il Secondo Missing Moments di The red dress of seduction
Note dell’autrice
Voi siete meravigliose, ed io tremendamente dispiaciuta che in
questo periodo vi faccia aspettare un po’ tra un aggiornamento e l’altro. Sapete
com’è la scuola no? Siete sempre così buone con me, ed io vi voglio un gran
bene, perché anche se magari vi faccio aspettare tre settimane, voi ci siete
comunque, rivolgendomi sempre troppe belle parole che non merito, e per questo
vi ringrazio profondamente.. :’c
Il mio obiettivo e ripagarvi con ciò che scrivo, sempre che ci
riesca e che ne venga fuori qualcosa di apprezzabile.
Ci ho penso un po’ anche perché dovevo scrivere il secondo missing
moment a rating rosso, che spero sarà di vostro gradimento come l’altro, ma se
non sono brava a scriverli ditemelo e li cancellerò U.U
Riguardo a questo capitolo, spero che l’ultima frase detta da
Louis vi abbia fatto un certo effetto e che vi abbia piacevolmente sorpreso :3
Cosa pensate del comportamento di Juliet un po’ insicuro che ha occupato la
parte iniziale del capitolo? Riuscite a comprendere i suoi sentimenti? Linda merita il suo perdono??
Ringrazio tutte coloro che in 22 capitoli mi hanno regalato 404
meravigliose recensioni, che mi lasciano bellissimi messaggi, e che inseriscono
me tra le loro autrici preferite...vi amo di bene :') Si può dire no? Bè io lo dico lo stesso ;P
Un grande bacio e un sincero grazie a chi legge la storia, che si
sta piano piano avvicinando alla fine...eh sì, ci tenevo a dirvelo nel caso vi
stesse stancando di questa Ella xD
Un grosso grosso abbraccio dalla vostra Ella
|
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Capitolo 24 *** Capitolo24 ***
capitolo 24 pronto
Capitolo 24
Sentiva il cuore galopparle nel petto, i suoi occhi ambrati
frugavano dentro quelli di lui così intensamente, che faticò a respirare.
Non aveva mai visto Louis così serio in tutti i mesi della loro conoscenza. E
quando terminò la frase, Juliet sentì che niente avrebbe potuto stenderla di
più che sentire quella dichiarazione, che uscì dalla sua bocca in una maniera
così cristallina e sincera, che si domandò se il suo cuore fosse uscito dalla
cassa toracica.
<< …io ti amo, Juliet >>.
Sbarrò gli occhi schiudendo le labbra, un’espressione attonita le
tese ogni lineamento del viso.
Oddio diceva sul serio.
Si raddrizzò con il corpo, mettendosi seduta. D’un tratto l’aria
si era fatta soffocante, e Juliet sentì gli occhi pizzicare.
<< Tu… >> soffiò fuori in un filo di voce. <<
Cos’hai detto? >>.
Non fare le orecchie
da mercante, la riprese la sua vocina. Anche
tu lo ami.
<< Ho detto di amarti >> rispose semplicemente Louis,
sorridendole dolcemente. Fece per accarezzarle il viso con la punta delle dita,
ma quando Juliet si tirò la coperta verso di sé per coprirsi, sviando il suo
sguardo, lui si fermò.
Sapeva di averla colta di sorpresa, lui stesso era ancora scosso
per l’intensità del momento. Ma non era mai stato così felice. Non aveva mai
amato una donna come amava Juliet. O forse era meglio dire che non aveva mai
amato prima di incontrare lei.
Il suono di quelle due parole era riecheggiato nel suo cuore, e
scivolate fuori dalla bocca come se finalmente n’avessero trovato finalmente il
destinatario.
Desiderava ripetergliele mentre facevano l’amore, quando lei lo
guardava come se oltre a lui non esistesse altro uomo sulla faccia della terra,
nel momento in cui si sarebbero uniti in un climax dopo l’altro e prima di
addormentarsi stretti l’uno tra le braccia dell’altra.
Voleva dimostrarle che sentiva davvero quell’amore per lei.
Aveva bisogno di sentirla vicina, nel tepore delle sue braccia, ma
qualcosa lo mise in allarme vedendo una nota di panico negli occhi color
caramello di Juliet.
Sembrava assorta nel contemplare un punto fisso nel vuoto, come se
fosse combattuta nell’animo.
Louis si sentì mancare la terra sotto i piedi, raggelandosi.
Non aveva pensato alla possibilità che lei non ricambiasse quel
sentimento, non gli era passato minimamente per l’anticamera del cervello.
Juliet non mi ama? Fu la sua intima
domanda.
Sentì bruciare la paura, un’irrazionale paura di perderla, di
sapere che aveva corso troppo in fretta con la conseguenza che lei sarebbe
fuggita da lui.
Si passò una mano tra i capelli, ostentando un tono calmo nella
voce, quando in realtà si stava logorando dentro per il terrore di averla messa
nel panico. Sapeva che Juliet aveva avuto le sue difficoltà, ma non avrebbe
sopportato di vedere di nuovo quel muro di protezione che innalzava per
difendersi. Non dopo tutto quello che avevano vissuto prima di mettersi
realmente insieme.
Non con lui.
<< Juliet, parlami. >> le prese il viso tra le mani,
obbligandola a voltarsi per incontrare i suoi occhi, e notò quanto fossero
vitrei quelli di lei. << Cos’hai piccola? >>.
Quel silenzio lo stava facendo impazzire. Avrebbe dato qualsiasi
cosa per sapere cosa lei stesse pensando in quel momento.
Juliet non aveva idea di cosa fosse più giusto da dire. Immaginava
che Louis si aspettasse un “anch’io ti amo”.
Cazzo.
Si odiò con tutta se stessa. Come poteva far questo a Louis?
Lei lo amava, tantissimo. Allora perché non glielo diceva?
<< Non escludermi
>> lo sentì mormorare in tono mesto, trattenendo a fatica un gemito.
Lei scattò con la testa all’indietro, come se avesse ricevuto uno
schiaffo in pieno viso, per la veridicità di quelle parole. Lui le stava
vicino, ma non si muoveva, come se toccarla avesse potuto far peggiorare le
cose.
Juliet capì: aveva paura che lei fuggisse di nuovo.
Cristo, no…
Sarebbe morta, piuttosto che vederlo così vulnerabile per causa
sua. Avvertiva quel panico celato da una calma del tutto apparente, uscire dai
pori della sua pelle, e Juliet desiderò sbattere forte la testa da qualche
parte fino a farsi uscire il sangue.
Scosse forte la testa.
<< Mai >> sussurrò lei, buttandosi tra le sue braccia,
lasciando ricadere il lenzuolo per il bisogno disperato di sentirlo pelle a
pelle.
Lo strinse forte, poggiando il mento sulla sua spalla e
stringendogli i capelli piano, per dimostrargli che lei non si sarebbe mossa da
lì.
Lui l’amava.
Più lo ripeteva a se stessa, più Juliet non riusciva a crederci.
<< Sono tua, Louis >> gli disse, e quella era la pura
verità. Non era soltanto amore quello che provava per lui, era qualcosa di
molto di più, che due semplici parole non avrebbero potuto dirgli.
Lui voleva salvarla. Voleva salvarla da se stessa, dal suo
passato.
Volerla darle amore, lui che fino a pochi mesi prima non sapeva
cosa significasse quella parola.
Non era di lui che non si fidava.
Era di se stessa.
Essere consapevole che il passato per quanto fosse tale, vigeva
ancora nel presente, dentro di lei, per ricordarle che l’amore era un
sentimento labile, che lei non
avrebbe saputo gestire.
Aveva terrore di deluderlo, aveva una paura folle di non meritare
quanto Louis avesse fatto per lei, perché non era in grado di amare se stessa.
<< Non fare in modo che quello che porti dentro, distrugga
quello che c’è tra noi >>.
Le si appannarono gli occhi, per il tono profondo e angosciato con
cui Louis aveva pronunciato quelle parole.
<< Lotta per noi, Juliet >> le sussurrò, poggiandole
delicatamente le labbra su una tempia.
Juliet strinse forte i denti, cadendo nel silenzio. Louis riusciva
a leggerle dentro con una facilità impressionante.
Senza dire altro, la sollevò piano, prendendola in braccio, e
portandola nella camera da letto.
Dopo che l’ebbe adagiata e messa sotto le coperte, la riportò dove
doveva stare, tra le sue braccia, stretta a lui dove poteva assicurarsi che
stesse bene e al caldo. Juliet non era ancora in piena salute, non voleva che
si stancasse maggiormente affrontando un discorso come quello, quindi aveva
deciso di tacere per il momento.
<< Se ne vanno…
>>.
Per chissà quanto tempo, rimasero nel silenzio più assoluto,
interrotto soltanto da un suono sommesso che Louis faticò a comprendere, per
poi rendersi conto che quel mormorio indistinto di Juliet, fossero parole.
Lui aprì di colpo gli occhi. << Chi se ne va? >>
riuscì a chiederle, dopo che ebbe abbassato lo sguardo verso di lei.
Juliet deglutì, sussurrando: << Se ci tengo…o se voglio che
loro tengano a me, che mi vogliano bene…se ne vanno >>.
Dio, non riusciva a capacitarsi di averlo detto. La ferita emotiva
che Louis aveva fatto indirettamente sanguire, stava uscendo in un rivolo
copioso che lei non riusciva a fermare.
Lui rotolò su un fianco portandola con sé e prese ad accarezzarle
la schiena, persuadendola a continuare. << Hai Bethany e Kyle >>.
<< Non meritavo di essere salvata >>.
<< Perché cazzo di ostini a dire una tale stronzata?
>> sbottò Louis, fin troppo brusco. Le chiese immediatamente scusa,
attirandola con il viso verso il petto. Era la cosa migliore che potesse fare,
perché non sarebbe riuscita a parlare guardandolo in faccia.
Quando Juliet non rispose, si diede della testa di cazzo per aver
sbottato in quel modo. La incitò con una leggera carezza alla base della gola.
<< Continua. Per favore >>.
Lei emise un sospiro corto. << Qualche giorno fa mi ha
chiamato Linda >>.
<< Tua madre? >> chiese cauto lui.
<< Non è… sì >>.
<< Cosa voleva? >>.
<< Mi ha sorpreso sentirla, erano mesi che avevo perso i
contatti con lei. Mi ha dato le ultime novità. Sta divorziando dal suo non chiedermi
quale marito, per sposare uno che ha conosciuto in chat. Poi ha tirato in ballo
la proposta del passiamo-il-Natale-insieme come una famiglia >>.
<< Come se lo fossimo! Cristo, ho sentito un tale disprezzo
per la sua capacità di comportarsi come se nulla fosse. Pretende che la chiami
mamma, quando… >> Juliet non riprese, sentendo un groppo alla gola. Buttò
fuori l’aria, poi riprese. << …quando la persona che ti mette al mondo,
ti lascia come un pacchetto di cui non sa che farsene. Non è di un figlio di
cui ha bisogno, ma di un marito che la vizi, che la renda una moglie trofeo.
All’inizio s’innamora, tutto va alla grande, ha i soldi, ha un marito che
l’apprezzi, poi si rende conto che stare sempre con la stessa persona è noioso.
Ha bisogno di una novità, che la faccia sentire di nuovo nel fiore degli anni,
come una ragazzina che vuole fare esperienza. Io sono l’impiccio con cui ha
dovuto avere a che fare per nove mesi, in uno dei suoi momenti dediti al
divertimento e alla spensieratezza. Quando venne a bussare alla porta degli
Anderson, ero solo una bambina, e lei mi promise che avremmo stabilito un
rapporto, che voleva avere a che fare con me. Sebbene all’apparenza non dessi
per niente l’idea di esserne entusiasta, dentro di me cresceva la speranza che
mia madre mi volesse, che si fosse resa conto che poteva volermi bene. In fondo
non è il figlio il tesoro più grande che possa capitare ad una madre? >>.
Louis non dette voce a quella domanda sebbene retorica. Juliet si
stava aprendo con lui, e non aveva di nuovo intenzione di rovinare tutto.
<< Amavo David e Bethany, ed é così anche adesso. Lui mi ha
salvata da morte certa…come potrei non essergliene riconoscente? Ma a volte mi
chiedo, se quella è stata la cosa migliore…perché ero amata da loro, e non da
chi mi aveva messa al mondo? Un giorno mi arrabbiai. Kyle non voleva giocare
con me, perché doveva uscire con gli amici per andare non da qualche parte. Mi
disse che era più importante che giocare con me. Mi sono sentita messa da
parte…ero piccola, non posi la giusta razionalità alla faccenda, e considerai
quella sciocchezza come un tradimento. Bethany accorse sentendomi piangere e
litigare con Kyle. Non ricordo bene come avvenne il tutto, ma mia madre mi
diede uno schiaffo, rimproverandomi di aver spinto mio fratello dalla
bicicletta, facendolo barcollare e rompere un braccio. Ero fuori di me, ricordo
di averle urlato “come hai osato! Soltanto mia madre può toccarmi! Non sei
nessuno, tu non sei la mia vera madre!” >>. A quel punto la voce di
Juliet s’inclinò. Non poteva dar segno di cedimento, l’avrebbe resa fin troppo
vulnerabile. << Mia madre scoppiò a piangere. Dio, l’avevo ferita, Louis…
>>.
<< Eri soltanto una bambina, e lo avevi detto in un momento
di rabbia >>.
<< Ad ogni modo, me ne pentii amaramente. Non riuscii a
parlare per giorni per la troppa vergogna che provavo. Bethany mi rassicurò,
dicendomi che io ero sua figlia, e
che andava tutto bene. Avevo avuto paura, sai? Paura che avessero cambiato idea
su di me, e che mi avrebbero portato in un orfanotrofio. Ma nessuno dei due lo
fece. Negli anni in cui vissi in quella casa, cominciai a sentirmi parte di
qualcosa, e anche se sapevo che non era il dna ad unire me e quelle persone,
stavo cominciando a voler loro bene come se fossero miei genitori di sangue.
Intanto però aspettavo…una bambina aspettava che la sua mamma venisse a
prenderla, ma invano. Passavano gli anni, ma di lei neanche l’ombra, e la
speranza si tramutò in dolore, e poi in rabbia. David ci teneva a rassicurarmi,
dicendomi che aveva avuto delle questioni urgenti da sbrigare e che sarebbe
arrivata, ma persi la speranza. >> Sospirò affranta << Sai già il
resto della storia >>.
<< Avrei tanto voluto conoscere tuo padre >> disse
Louis, accarezzandole i capelli.
Juliet sentì scoppiarle il cuore, ponendo a freno le lacrime, che
volevano a tutti i costi uscire. Si schiarì la gola, offuscando i ricordi con
un leggero sorriso. << Vi sareste piaciuti >>.
<< Hai cominciato ad amarlo, ciecamente come si ama un
genitore >> convenne Louis mantenendo il tono di voce basso e leggero.
Lei si sentì punta sul vivo. << Sì >> mormorò.
<< Poi il destino ha deciso di portarmelo via. Mi chiedo se sappia che
per me era di più di una figura che aveva assunto le vesti paterne. Era il mio
eroe, il mio punto di riferimento. Lo sarà sempre >>.
<< Sono sicurissimo che lui lo sapeva, e che ciò che sei è
grazie a loro. Tu sai amare, Juliet >>.
Juliet riuscì finalmente a guardarlo negli occhi, trasalendo.
Louis la studiò, notando con tremendo dispiacere quei begli occhi
iniettati di sangue che si ostinavano a rimanere freddi, il viso una maschera
di impassibilità che stava tentando caparbiamente di tenere a freno quello che
si nascondeva dietro.
La mia Juliet…la mia
forte tigrotta.
La cullò con amore, lasciandole piccoli baci sulle guance.
Era una donna tenace, viva e determinata, che riusciva a trarre il
massimo in ogni situazione. L’istinto di conservazione le aveva impedito di
piangersi addosso e di sentirsi male, poi era arrivato lui e aveva fatto
crollare l’unica difesa che aveva.
<< Non scappare da noi due. Devi poterti confidare con me.
Non dovevi tenerti dentro la faccenda di Linda. Siamo una squadra, giusto?
>>.
Juliet abbassò di nuovo gli occhi, << Non sei costretto a…
>>.
<< Ehi…guardami. >> quando lei gli obbedì riluttante,
proseguì con quella sua voce calma e profonda che seppe far ritrovare un po’ di
quella quiete di cui Juliet aveva tanto bisogno. << Sono tuo, Juliet
>>. Ripeté le sue stesse parole, lasciandole un bacio sulle labbra,
premendo sulla sua bocca con infinita dolcezza, rendendo quel bacio una
deliziosa carezza di labbra.
<< Louis >> gemette lei.
<< Ti amo. Non sei costretta a rispondere. Mi basta saperti
al mio fianco. >>.
<< Mi hai, Louis. >> gli assicurò. << Mi hai
>> ripeté chiudendo gli occhi, lasciandosi andare in un esausto respiro.
La stanchezza della giornata la sopraffece, inghiottendola nelle volute di un
sonno profondo.
Louis sentì un tremendo nodo d’impotenza stringergli il petto. La
sua donna era convinta di non meritare l’amore di nessuno. Non aveva idea che
le sue ferite fossero così profonde. Strinse forte la mascella rendendosi conto
che lei non era stata capace di rispondere alla sua dichiarazione, perché
temeva che aprendosi sarebbe stato lui ad andarsene prima o poi.
Se ne vanno tutti...aveva detto, e fu la
prima volta che Louis si rese conto quanto fosse dura per Juliet essersi
innamorata di lui, di un fuggitivo che non sapeva che pesci prendere in una
relazione. Lei scappava, per impedire che lo facessero prima gli altri.
La voce di lui suonò spezzata quando dopo averle lasciato un
ultimo bacio sul capo, le sussurrò sui capelli: << Sono qui, amore. Non vado da nessuna parte
>>.
Peccato che lei non poté sentirlo.
***
<< Juliet, no. È fuori discussione >> proruppe Jade,
continuando a sorseggiare tranquillamente il suo caffè.
Il Quartetto era riunito in cucina, intento a gustarsi gli
squisiti manicaretti mattutini della signora G.
Nat, fresca di vacanze, inclinò il capo guardando sorniona Juliet.
<< Così impari a non darci ascolto >>.
Lei roteò gli occhi. Era stata rintanata in casa per una
settimana, non avrebbe sopportato un altro giorno in più di quarantena.
<< Ma sto alla grande adesso! Vedete? >> si alzò
roteando su se stessa in maniera teatrale. << Sono guarita completamente.
La sposa di oggi pomeriggio ha bisogno anche del mio supporto. Potete chiedere
al dottor Tomlinson se ci tenete tanto. >> arricciò le labbra in una
smorfia divertita. << Mi ha fatto un check up completo prima di venire
qui >>.
Allison sghignazzò. << Ah sì eh? Immagino che buon lavoro
abbia fatto >>.
Jade rise, ma subito dopo ritornò alla modalità
sono-io-che-detta-legge-qui e squadrò Juliet con occhio vigile. << Mmh va
bene. In realtà è un sollievo avervi di nuovo tutte qui. Non sono in grado di
gestire quattro settori contemporaneamente >> confidò loro con una punta
di sollievo.
Allie ridacchiò, dandole un buffetto sulla spalla. << Ward
che dice che ha bisogno di noi, è un evento più unico che raro >>. La
mora tirò fuori dalla sua borsa tre pacchetti che poi porse uno ad ogni socia.
<< L’evento a Milano è stato da urlo. Non starò qui a pavoneggiarmi su
quanto sia stato figo andare a fare shopping con la famosa stilista -arrivata
direttamente dagli Stati Uniti- Pnina Tornai… >>.
Juls, Nat e Jade alzarono gli occhi al cielo. << Vai avanti!
>> urlarono in coro, ponendo un freno ai pavoneggiamenti maliziosi della
ragazza.
Allie mise il broncio. << Ehi! Una donna non ha diritto a
dire niente adesso? Comunque sia, sono anche fin troppo generosa >> fece
la linguaccia alle sue amiche, quando quest’ultime emisero un verso di scherno.
<< Dicevo: ho deciso di modernizzare un po’ il nostro lavoro. Basta
agende di carta e rubriche. Ora che ci siamo tutte, posso darvi il mio piccolo
pensierino. Aprite le scatole forza >> ordinò loro con sguardo risoluto.
Le tre ragazze si lanciarono uno sguardo interrogativo, poi le
loro bocche si aprirono in una O di sorpresa e meraviglia, quando si resero
conto che tra le mani custodivano un magnifico strumento dell’ultima
tecnologia.
<< Ci hai comprato un iPad! >> esclamò Nat esuberante.
<< Non ci credo, che forza! >>.
<< Perché non ci ho pensato prima io?Accidenti non sono
degna del nome che porto se non vi batto sulle novità del momento >>
mormorò tra sé e sé Jade, facendo ridere le sue amiche.
Juliet tolse la patina protettiva dallo schermo del suo regalo,
alzandosi per dare un bacio di ringraziamento sulla guancia ad Allison.
<< Hai pensato proprio bene. Non immaginavo che rinnovarsi fosse così
bello. Corro a registrare gli appuntamenti e tutto il resto sul mio nuovo
giocattolo >> trillò esuberante.
La mora sbattè le palpebre, divertita dall’atteggiamento quasi
infantile dell’amica. << Peccato, pensavo volessi vedere anche le scarpe
che ti ho comprato… >>.
Juls sgranò gli occhi, saltellando sul posto. << Scherzi?
Vedere vedere! >>.
La mora annuì. << Appena finiamo con il ricevimento te le
mostro. E tranquille >> si rivolse a Jade e Nat. << Non ho
dimenticato anche voi >>.
Juliet si sentiva energica e pronta a far sì che due anime gemelle
coronassero il loro sogno d’amore. Ringraziò la signora G per l’ottima colazione,
salutando con un gesto della mano le sue compagne. All’improvviso si fermò,
corrucciandosi nel sentire una fitta allo stomaco. Tossicchiò lievemente,
mascherando una smorfia. Nat aveva cominciato a parlare della sua luna di miele
ad Aspen, mentre Jade e Allison le facevano delle domande a riguardo.
Piegò il capo, massaggiandosi la nuca. Si era assicurata al cento
per cento di non avere alcun sintomo di malessere prima di arrivare alla
tenuta, altrimenti era certa che Jade non le avrebbe dato il permesso di
lavorare. Si morse il labbro al ricordo delle cure di Louis che le aveva
riservato quella mattina. Nonostante il metodo per nulla professionale, anzi,
un sorrisino sgembo le incorniciò le labbra rammentando le sue sensuali mani
che tastavano con meticolosità il suo corpo, Juliet stava bene, la febbre era
passata grazie alle medicine. Proseguì lentamente verso la sua ala lavorativa
di Promesse, guardando sorridente il suo iPad nuovo di zecca, sorvolando su
quel piccolo sintomo insignificante.
Non poteva permettersi una ricaduta, Jade stessa aveva confessato
che non era stato facile cavarsela da sola, sebbene non avesse l’intenzione di
rimproverarla, Juliet non poteva di nuovo lasciare che facesse tutto da sola.
Telefonò alla sposa che quel sabato sarebbe stata la protagonista
dell’evento, fissando l’appuntamento per le undici della mattina.
Chiudendosi la porta dell’ufficio alle spalle, Juliet si fiondò
dritta nel lavoro che tanto le era mancato.
***
Il mattino del giorno seguente, Juliet stava canticchiando
allegramente, mentre faceva girare due uova con pancetta nella padella. Sentiva
l’acqua scorrere in fondo al corridoio, segno che Louis era sotto la doccia.
Prese due piatti sistemandoli sulla tavola, insieme alle tazze
fumanti di caffè e toast farciti con marmellata e burro. Ciondolò con la testa,
a tempo di musica, facendo muovere lo chignon con cui si era legata i capelli
in maniera sbarazzina, la felpa grande rossa con i micetti sopra che le
arrivava fin sotto le natiche.
Ebbene sì, i suoi vestiti per la casa erano molto originali.
<< Buongiorno!>> Louis dovette farsi sentire da sopra
le alte note di Don’t wake me up di Chris Brown provenienti dallo stereo.
<< Tomlinson >> ricambiò lei, soffocando uno
sbadiglio. Dandogli le spalle controllò che la colazione fosse
cotta a puntino.
Inalò il delizioso aroma che proveniva dalla padella, per poi
mettere un po’ per uno nei piatti da portata.
<< Spero non ti dispiaccia. Ho cucinato le uova…? >>
cominciò a dire lei, ma si bloccò catturata con lo sguardo dal corpo di Louis.
I capelli erano umidi per la doccia, e gli ricadevano sensualmente
di lato in un morbido ciuffo. Indossava soltanto i pantaloni del pigiama. Dio,
era fottutamente bello.
Perché era così bello?
Lei era fin troppo ridicola con quei gatti stampati sul davanti, i
capelli una crocchia confusa e informe, e i pantaloni larghi ben oltre la sua
misura.
Si accigliò, e lui se n’accorse, inarcando un sopracciglio
interrogativo le andò vicino, ma non prima di aver abbassato un po’ il volume
della musica. << Così va meglio. Cosa mi stavi dicendo? >>.
Lei buttò fuori l’aria dai polmoni. << Non me lo ricordo
>>.
Louis scoppiò a ridere, gettando la bella testa all’indietro. Il
riverbero della risata andò a colpire gli umori febbricitanti di Juliet, che si
morse il labbro.
<< Signorina stai diventando tutta rossa. >> commentò
Louis, sorridendo sfacciato.
A quel punto Juliet si stizzì, << N-non è vero! Sei un
dannato pallone gonfiato Tomlinson >> lo accusò alzando il mento.
Lui si portò una mano sul cuore, fingendosi offeso, soffocando
una risata.
<< Un pallone gonfiato che adora te e quei micetti >>
disse poi alludendo alla sua felpa.
Juliet ringhiò, facendolo ridere di nuovo.
<< Non guardarmi, non ti permettere. Mangia se non vuoi che
la tua colazione finisca in pasto ai cani randagi >>.
Louis sorrise divertito, del comportamento della ragazza. Juliet
non era mai stata una tipa lunatica, ma quella mattina sembrava essere
attraversata da diversi stati d’animo. Era gioviale, schizzinosa, burbera…poi
Louis capì: doveva essere la sindrome premestruale. Vivere con una donna,
significava anche osservarne i comportanti, e sapeva per esperienza diretta che
quando Juliet era in “quel periodo del mese” era meglio tapparsi la bocca, per
il suo bene fisico. Ma era pur sempre irresistibile provocarla.
<< A che ora ti sei alzata? >> le domandò, curioso
di sapere il perché non l'avesse svegliato spintonandolo
giù dal letto e dandogli dello scansafatiche; cosa che succedeva
quasi sempre. Lei fece spallucce. << Presto... >> rispose
noncurante. Juliet si tenne per se il dettaglio dell'orario.
Preferiva non dirgli che si era svegliata nella tarda nottata, presa da
un fastidioso mal di pancia, che non le aveva fatto chiudere occhio per
il resto delle ore successive. Le occhiaie erano state astutamente
coperte da un efficace correttore, e per Juliet dormire qualche ora in
meno non le avrebbe impedito di essere carica a lavoro.
Louis annuì, poi la guardò con un sorrisino perplesso, mentre Juliet fissava
corrucciata la sua colazione, come se ad un tratto dubitasse della qualità del
cibo.
Stava giocherellando con la forchetta, quando disse: << Non
mi va più >>.
<< Cosa? >>.
<< Questo >> indicò il suo piatto, con una smorfia
come di disgusto.
Louis arcuò un sopracciglio. << Non hai più fame? Ti ricordo
che devi mangiare. Non hai toccato quasi niente in questi giorni, se non della
zuppa >> le fece notare. << E poi hai preparato tutto questo per
nulla? >> la schernì indicando la tavola agghindata.
<< Non per nulla >> replicò caustica lei. <<
Pensavo ti piacesse >>.
<< Non ho detto che non mi faccia piacere, ma devi mangiare
anche tu. Vuoi che t’imbocchi signorina? >> le strizzò l’occhio,
malizioso.
<< Ah-aha non ci pensare nemmeno >> Juliet mise su un
ghigno che doveva sembrare minaccioso, ma Louis stirò le labbra cercando di
rimanere serio per non saltarle addosso. Era così adorabile che gli venne
voglia di mettersela sulle gambe e baciarla fino allo sfinimento.
Si passò una mano tra i capelli, sporgendosi dalla sedia per
avvicinarsi un po’ di più a Juliet. << Altrimenti, tigrotta? >> le
domandò con un tono volutamente basso e profondo.
Juliet alzò un sopracciglio. Si alzò, lentamente, per andare a
sedersi sulle sue gambe. Circondò il collo di lui con le braccia, poggiando la
fronte sulla sua. Il petto di Louis cominciò a gonfiarsi d’eccitazione. Adorava
sentire le mani di Juliet accarezzarlo, torturarlo, baciarlo.
Amava quella donna, e glielo avrebbe anche detto se non fosse
stato per la perdita di lucidità che lo colse quando lei fece scorrere la mano,
delicata e sottile sulla pelle del suo torace tracciando piccoli cerchi lenti e
sensuali.
Scese accarezzandogli i pettorali asciutti e ben delineati, mentre
con la testa s’inclinava per sussurrargli all’orecchio. << Ah…Tomlinson…sai
cosa succede a chi vuole giocare con il fuoco? >>. Gli morse il lobo
dell’orecchio, allo stesso tempo la sua mano audace scese più in basso, finché
non trovò la stoffa dei pantaloni.
<< Mmh tu sei il fuoco più attraente e pericoloso con cui
abbia mai avuto a che fare. >> sospirò Louis, con le labbra in un sorriso
estatico.
Dentro di se pregava che Juliet si spingesse ancora più in basso,
dove c’era qualcuno che non era mai stato così rizzato di prima mattina.
Un’altra prima volta, gioì interiormente,
ascoltando i battiti altisonanti del suo cuore aumentare per la vicinanza di
Juliet.
Quando lei fermò il sinuoso tragitto, per arretrare quel tanto che
bastava per incontrare i bellissimi occhi di Louis, inclinò il capo guardandolo
solenne. << Non hai paura di scottarti? >>. Non si trattava più di
un gioco di parole scherzose, quell’ironia era velata di un’eloquenza
penetrante; lo capirono entrambi mentre scrutavano l’uno negli occhi
dell’altro.
<< Se il premio sei tu, sono disposto a rischiare >>
rispose Louis, alzando una mano per poggiarla sulla guancia di lei.
<< Non sono sicura che ne valga la pena >>.
<< Questo non sta a te deciderlo. >> replicò lui,
deciso.
Juliet abbassò lo sguardo guardandosi le mani.
<< Sono tuo, Juliet >>.
Per loro quello era diventato un modo di manifestare i loro
sentimenti, per far comprendere quanto significasse per entrambi il loro
legame.
<< Non sto cercando rassicurazioni >>. Il volto di
Juliet divenne impassibile.
<< Non si tratta di una rassicurazione. È la realtà dei
fatti >> Louis poggiò le labbra sulla punta del naso di lei, sussurrandole
in maniera chiara: << Ti amo >>.
La sentì trattenere l’aria, provocandogli una stretta al cuore.
Juliet si schiarì la gola. << Io… >> cominciò a dire
poi il rumore di un cellulare, li fece sobbalzare entrambi. Sembrò indecisa se
rispondere o meno, valutando la possibilità che Louis pensasse si trattasse di
un modo per evitare la dura e trasparente verità delle sue parole. << Ehm
è il mio… >> farfugliò.
<< Rispondi pure >> la rassicurò con un piccolo
sorriso.
Juliet gli lanciò un’occhiata di sbieco, poco convinta, ma il
cellulare continuava a suonare incessantemente.
<< Pronto >> esclamò una volta accettata la chiamata.
<< Ehi Juls, non vieni in palestra? >> udì chiaramente
la domanda di Allie dall’altra parte dell’apparecchio.
<< Perché che ore sono? >>.
<< Le otto e mezzo. Di solito arrivi prima di me. Successo
qualcosa? >>.
<< No, no, tutto bene. Non…è suonata la sveglia ecco
>> sdrammatizzò Juliet con una risatina. << Vi raggiungo tra poco
>> e mise giù dopo aver salutato la mora.
<< Le ragazze? >> chiese poi Louis, con un tono di
voce normale.
<< Già >> annuì lei.
Detestava quella sorta di pesante silenzio che da giorni regnava
tra di loro. Sembrava li dividesse, e non poteva sopportarlo.
Lotta per noi…
Juliet rammentò le parole di Louis. Doveva lottare con i dubbi che
l’assediavano, doveva combattere.
Per il bene di entrambi, ci avrebbe provato, per amore di lui,
sarebbe riuscita a fare ordine nel suo cuore dolorante.
<< Devi andare quindi… >> aggiunse lui, cupo.
<< Non ancora >> Juliet sorrise.
Lui le rivolse uno sguardo circospetto.
<< Non prima di aver fatto colazione! >> concluse
allargando il sorriso. Prese una fetta di pane con la marmellata sopra e con un
dito ne prese un po’, girandosi verso Louis per spalmarglielo sul naso. Ridendo
disse: << Non è forse il pasto più importante della giornata? >>.
Lui sbatté le palpebre, scuotendo la testa, sconcertato di quel
cambio di opinione sul cibo, e poi di umore. << Tu mi farai impazzire
>>.
<< Fa parte del pacchetto, Tomlinson >> gli ammiccò maliziosa
lei.
Juliet stava scendendo le scale, per raggiungere la cucina di
villa Ward. Sentiva un certo languore alla bocca dello stomaco. Louis l’aveva
più volte rimproverata sul fatto di aver messo poco sotto i denti nei giorni in
cui era stata male. Forse adesso il suo corpo si stava lamentando del digiuno a
cui lo aveva brutalmente sottoposto. Facendo spallucce, si leccò il labbro
inferiore, pregustando qualche dolce della signora G. Arricciò il naso,
affamata.
Mmh magari anche
qualcosa di salato…rifletté svoltando l’angolo.
<< Ehi Niall >> esclamò, quando scorse la figura di Niall
sgranocchiare un biscotto, il corpo poggiato sul ripiano della cucina, le gambe
lunghe e incrociate avvolte in un paio di jeans scuri.
<< Juliet, ciao >> sorrise il biondo.
<< Che piacere vederti. Come mai da queste parti? >>
chiese la ragazza accomodandosi su uno sgabello.
<< Allison aveva dimenticato alcuni disegni a casa, e sono
venuto a portarglieli. Ma prima di andarmene non ho resistito ai biscotti fatti
in casa della signora G >> confessò strizzandole l’occhio.
<< Chi è che resisterebbe a simili tentazioni? >>
commentò Juls, ridacchiando.
Niall sporse il piatto verso di lei, ma Juls scuoté la testa.
<< No grazie. Avrei voglia di qualcos’altro >> disse facendo per
alzarsi e dirigersi verso la credenza.
<< Okay >> rispose il biondo facendo spallucce.
<< Cosa mi racconti? Allie mi ha detto che avete un altro ricevimento
stasera. >>.
<< Mmh si è così >> rispose distrattamente lei. Il
giorno precedente avevano celebrato un matrimonio al crepuscolo, mentre gli
sposi di oggi desideravano un rito romantico e intimo di sera. Sarebbero stati
circa sessanta invitati, quindi i parenti più stretti e qualche amico.
<< Per il resto va tutto bene? Ho saputo che sei stata poco
bene in questi giorni >>.
<< Mmh sì è così >>. Juliet si chinò per prendere la
bottiglia con la salsa al cioccolato nel frigorifero.
Dove sei? Dove sei…oh
eccoti!
Niall corrugò la fronte. << Juls ci sei? >>.
<< Mmh? >> mugugnò lei, tra i denti una busta di popcorn,
una ciotola in grembo trattenuta dalla mano destra, e la bottiglia nell’altra.
<< Vuoi una mano? >>.
Lei scuoté la testa, facendo rumore con la busta. << No,
sono perfettamente in grado di farcela. >> disse concisa socchiudendo gli
occhi.
Il biondo sbatté le palpebre, confuso. << Ookay >>
alzò le mani in segno di resa.
<< Di cosa stavamo parlando? >> esordì Juls poi,
versando i popcorn nella larga ciotola.
<< Ehm…di te e della tua salute >> mormorò Niall
alzando un sopracciglio.
<< Non c’è molto da dire. Capita a tutti di ammalarsi no? Vi
fate troppi problemi per nulla. Puoi passarmi quel piattino vuoto lì? >>.
Il biondo sembrò voler dire qualcosa a proposito, ma si astenne
dal risponderle, poiché Juliet sembrava completamente presa dal suo operato. Le
passò ciò che aveva richiesto, sgranando gli occhi nel vederla togliere
il tappo dalla bottiglia per versare tutto il cremoso liquido scuro nel piatto.
In quel momento la signora G entrò in cucina, portando con se un
cesto di biancheria pulita. << Ragazzi. State facendo merenda? >>
disse a mo’ di scherno.
<< Ah-aha >> rispose Niall, alzando le sopracciglia
chiare.
Osservò Juliet immergere un popcorn nella salsa e portarselo alla
bocca, con un'espressione di piacere sulle labbra.
Niall non fu l’unico a rimanere perplesso per quello strano
miscuglio salato-dolce. Anche l’anziana governante emise un lungo fischio
rimproverante. << Juliet Anderson sei da poco stata male. Ti sembra il
caso di mangiare in quel modo? >>.
La diretta interessata alzo lo sguardo dal piatto. << Oh
scusate, che maleducata. Volete? >> porse a Niall la ciotola, poi però
cambiò idea. << Un secondo, magari così è meglio… >> afferrò il
piattino con dentro il cioccolato e lo versò nella ciotola dei popcorn,
impiastricciando i croccanti chicchi bianchi.
Niall fece una smorfia. << No grazie, Juls. Per questa volta
credo che passerò >> dissentì gentilmente. << Si è fatto tardi,
devo proprio andare >>.
Il biondo lanciò una lunga occhiata indagatrice alla sua amica,
che non sembrò dar peso alle sue parole, anzi si limitò a salutarlo con la
mano. Poi Niall mimò alla signora G un: << Cosa diavolo le prende?
>>.
La governante scosse il capo, ignara. Quando un biondo preoccupato
ebbe lasciato la cucina, si sedette di fronte alla ragazza. << Allora
dolcezza, che ne dici di una bella porzione di lasagna invece che di cibo
spazzatura? Sono sicura che tu non abbia toccato granché in questi giorni
>>.
Juliet si succhiò l’indice sporco di cioccolato. Schioccando la
lingua, osservò l’impiastro di cui era autrice nella ciotola. <<
Accidenti, forse non avrei dovuto usare tutta quella salsa. Mi dispiace signora
G. Pulisco immediatamente >> disse mortificata.
Grace scosse la testa, sorridendole rassicurante. << Sta
tranquilla, tesoro. Allora che ne dici di qualcosa di più salutare? >>.
Juliet non era mai stata tipo da patatine, popcorn e roba confezionata. Grace
sapeva quanto le piacesse invece mangiare cibi freschi o fatti in casa. Magari
la sua Juliet era semplicemente affamata e aveva messo sotto i denti la prima
cosa che le era capitata sotto gli occhi.
Intanto la ragazza non sapeva cosa le fosse preso. Si era
comportata come una bambina in cerca di dolci, e aveva appena ingerito porcherie.
Quello le sarebbe costato due ore in più con gli attrezzi in palestra.
Fece una smorfia, sorpresa di se stessa per la sua impudenza.
Sicuramente era sembrata ridicola anche a Niall. Si alzò dal tavolo per
sciacquarsi le mani sotto il getto d’acqua fredda del lavello. Strofinandosele
con il panno, rispose alla signora G con un: << Molto volentieri, grazie
>>.
D’un tratto sentì come un tonfo sordo nella pancia, una sorta di
fastidio acuto che le fece serrare la mascella. Alzò gli occhi al cielo,
massaggiandosi il ventre.
Così imparo a sapermi
gestire,
si rimproverò, augurandosi che qualche popcorn di troppo non le desse troppi
problemi. Tra non molto sarebbero arrivati gli inviati, e il Quartetto doveva
mettersi all’opera. La sosta toilette non era nei piani di Juliet.
Aiutando la signora G a tagliuzzare i pomodori, il suo
cercapersone l’avvisò di una chiamata in arrivo. Lo prese, accettando la
chiamata dopo aver lanciato un’occhiata al display. << Ward >>.
<< Riunione tra sette minuti esatti nel mio ufficio >>
esclamò Jade senza preamboli.
<< Agli ordini capo >> fu la risposta immediata e automatica
di Juliet, e mise giù. << Signora G, il generale Ward mi ha chiamato a
rapporto. Le dispiace se vado? >>.
Grace sospirò. << Devi proprio andartene adesso, ragazza?
Speravo di farti mangiare qualcosa prima >> disse con una punta di
delusione, come se avesse appena fallito una missione importante.
Juliet sorrise, divertita. La baciò sulla guancia. << Grazie
lo stesso signora G. Che ne dice di tenerla per quando sarà finito l’evento?
Avrò una fame da lupi >>.
Eppure Juliet non era molto convinta di quello che aveva appena
detto. Era quasi sollevata di non aver ingerito nient’altro.
Promemoria: non
mischiare mai più il salato con il dolce.
La signora G sembrò pensierosa, poi annuì. << E sia. Adesso
sparisci >>.
Juliet le strizzò l’occhio, e si diresse verso l’ufficio della
socia con grandi falcate per non doversi sorbire un terzo grado.
L’andatura dei suoi passi cominciò a farsi un po’ incerta, come se
non fosse abituata a camminare sui tacchi.
Strizzò forte gli occhi, massaggiandosi la base del naso con
l’indice e il pollice. Con stupore, Juliet si accorse del velo di sudore che le
aveva imperlato la fronte, un sudore freddo che fece fremere le sue membra.
<< Ma che diavolo…? >> sussurrò, presa dalla
preoccupazione. Una morsa dolorosa le serrò la gola, premonitrice della fitta
che avvertì subito dopo allo stomaco.
Juliet si piegò in due su se stessa, poggiando le ginocchia a
terra e afferrandosi la vita con le braccia.
Gemette, sentendo un ronzio nella testa. Prese a fare dei lunghi
respiri profondi, concentrata a non fare in modo che un conato di vomito
venisse a galla, ma invano. Claudicando sui tacchi, corse furiosamente verso il
bagno, rigettando il tutto.
Si sforzò di non emettere un suono, quando sentì la voce di Nat
provenire dal corridoio.
Sicuramente era venuta a cercarla. Non ebbe il tempo di rimettersi
in piedi che un nuovo attacco di nausea la investì in pieno, vorticando nel suo
stomaco e su fin per la gola.
Quando fu tutto finito, Juliet poggiò la fronte sudata sul marmo
freddo della parete del bagno, scaricando tutto quello schifo.
<< Juls? Ragazza sei in bagno? >> urlò la rossa, dall’altra
parte della porta.
Lei si schiarì la gola secca, disgustata da quel saporaccio che
permeava la sua bocca. << Sì Nat, arrivo tra un attimo. Tu inizia ad
andare, okay? >> fece sì che la sua voce suonasse il più tranquilla possibile.
Attese speranzosa fino a quando la sua amica non rispose un:
<< Va bene >>, poi sospirò.
Alzandosi, scrutò il pallido profilo della sua figura nello
specchio. Dannazione, doveva eliminare quelle occhiaie violacee e darsi
un pò di colore, prima che le altre potessero chiederle
qualcosa. Si passò una mano tra i capelli, ravvivandoseli il
meglio che poté.
Cosa mi sta
succedendo?
Note dell’autrice
Ciao a tutte mie belle ragazze :*
Approfittando di un po’ di tempo libero, sono riuscita a postare
il capitolo 24. Con tutti gli impegni di questo mese, non c’era un momento in
cui riuscivo a dedicarmi completamente alla stesura del capitolo, così ho
deciso di farlo quando tornavo a casa la sera, prima di andare a dormire. Spero
che il sonno non mi abbia giocato qualche brutto tiro, facendo uscire uno
schifo di capitolo, perché già è tanto per me che voi lo leggiate, quindi il
mio compito, il mio desiderio è quello di farvi vivere qualche piacevole emozione
e se non ci riuscissi siete pregate di dirmelo U.U
Penso che non serve che vi dica che sono sempre più commossa di
quello che fate per me…mando un bacio e un forte abbraccio a
tutte voi, che
riuscite a risollevarmi con le vostre tenere parole da giornate
così pessime…davvero
mi chiedo cosa diamine ho fatto per meritare stupende lettrici come voi
:’3 Non
so davvero cosa rispondervi ogni volta, perché magari a voi
potranno suonare i
miei ringraziamenti superflui e detti solo per una questione di
educazione, ma
non è così, per niente, per me ogni lettrice che mi invia
un messaggio o una
recensione ha diritto di essere risposta nella maniera più
profonda possibile…non
so che idea vi siate fatte di me, ma non potrò mai ignorare
qualsiasi cosa
facciate per me, perché siete il più bel regalo che mi
abbiano mai fatto :’) Non mi dilungherò sul capitolo, ci
terrei più che altro a sapere la vostra opinione di esso, per
comprendere che idea vi siate fatte, se volete naturalmente :) Ora
corro a studiare, grazie infinite per il vostro tempo che occupate per
questa noiosa ragazza :*
Vostra Ella con amore
P.s.
Premetto che Louis non avrà i capelli rossi nella storia, per me
resta sempre bellissimo in ogni maniera lui si combini, ma i suoi
capelli resteranno castani nella storia LOL
|
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Capitolo 25 *** Capitolo25 ***
capitolo 25 pronto
Capitolo 25
A fine lettura leggete lo spazio autrice per un avviso importante, per favore :)
Dopo l’evento, il Quartetto si prese un momento per rilassarsi nel
salottino di famiglia.
<< Non avrei mai creduto che qualcuno potesse piangere quasi
ininterrottamente per sei ore. >> Allie mandò giù due aspirine con un
bicchiere d’acqua frizzante. << Si sarebbe detto che era il funerale, non
il matrimonio del figlio >>.
<< Dovrò sistemare con Photoshop l’inferno della foto con la
madre dello sposo. E anche così… >> Nat si strinse nelle spalle, percorsa
da un brivido. << Credo che sia una sposa coraggiosa quella che tiene
testa ad una suocera che si mette letteralmente ad ululare al momento dei ‘lo
voglio’ >>.
Gettando la testa indietro, la rossa fece un’imitazione
terribilmente accurata del lamento della signora Crawshow.
<< La mia testa >> borbottò Allison. << La mia
testa >>.
Le ragazze scoppiarono a ridere, seguite dalla signora G che entrò
con un vassoio dal quale proveniva un curioso odorino.
<< Signora G? Non sarà la sua famosa lasagna? >> si
leccò i baffi Nat.
<< Certo che sì, rossa. Avanti mangiate qualcosa, non avete
toccato niente per tutto il giorno. Voglio vedervi mangiare. >> disse
Grace poggiando le mani sui fianchi, concisa.
In particolare scoccò un’occhiata carica di aspettativa a Juliet,
che non si era mossa dal divano né aveva biascicato parola per quasi tutto il
tempo.
Jade intercettò lo sguardo, arricciando il naso, divertita.
<< Non deve preoccuparsi per Juls, signora G. È in preda ad una crisi di
nervi >>.
<< Cos’è successo? >>.
<< Cos’è successo?! >> rantolò Juliet allargando le
braccia, e lasciandosi ricadere mollemente in maniera scomposta lungo il divano. <<
Dio, Jade non osare mai più chiedermi di fare la babysitter ad un matrimonio!
>> si portò una mano allo stomaco producendosi in un lamento.
Grace non ci stava capendo niente. Alzò un sopracciglio
interrogativo, prendendo posto alla riunione.
<< Le spiego. La sorella della sposa ci ha chiamate all’ultimo
minuto, avvertendoci che la babysitter dei suoi figli non si sentiva bene.
Perciò siamo dovute ricorrere ad una soluzione drastica, alla notizia che anche
i marmocchi avrebbero partecipato all’evento. La ritardataria alla riunione,
ovvero Miss Anderson, si è gentilmente offerta di badare a loro durante la
cerimonia. >> spiegò Jade.
Con un braccio sugli occhi, Juliet usò quello libero per puntarlo
dritto contro l’amica. << Bugiarda. Hai usato la tua tirannia e me lo hai
imposto >>.
La riccia fece spallucce, stirando le labbra per non ridere.
<< Se la vuoi mettere sotto questi termini >>.
<< Hai avuto la tua porzione di torta alla fine, no? Sei
stata ricompensata. >> constatò Allie, ridendo.
<< No…non ricordarmelo. >> sbottò Juliet portandosi
una mano alla bocca e chiudendo gli occhi.
Se solo avesse saputo non avrebbe mai accettato di assaggiarla.
Dieci minuti dopo, Thomas, il più piccolo della tripletta, l’aveva pregata di
andare sull’altalena. Con quegli incantevoli occhioni marroni, a Juls si era
stretto il cuore e non aveva saputo dirgli di no. Il bambino l’aveva invitata a
sedersi, poi si erano uniti anche gli altri due, e tutti insieme avevano
cominciato a spingere Juliet sull’altalena avanti e indietro.
All’inizio lei lo aveva trovato divertente, emettendo qualche
verso d’euforia che li divertisse, poi aveva cominciato a girarle la testa. Per
non spaventare i bambini, si era imposta di non dare a vedere quanto fosse impallidita
e sul punto di rimettere. Grazie a dio, qualche minuto d’inferno e poi i
bambini erano stati richiamati dalla nonna.
Che fosse maledetta se avesse permesso al suo organismo di
ingoiare altro.
Provò un pesante senso di colpa nell’evitare la lasagna della signora G, ma come
poteva dirle che nel pomeriggio aveva rimesso l’anima e che il suo stomaco era
ancora in subbuglio? Era sicura che le sue amiche non avessero notato niente di
anomalo in lei. Nat non aveva fatto domande sul perché si fosse trattenuta così
a lungo nel bagno, e Jade aveva semplicemente scelto come cavia Juls, perché
era arrivata in ritardo.
Fine della storia.
Ma non poteva certo rifiutarla, sapeva che Grace l’aveva cucinata
principalmente per lei. Doveva trovare una soluzione…ma certo!
<< Signora G? Ho una gran fame, ma sono sicura che anche
Louis non abbia messo niente sotto i denti, stasera. Crede che potrei
incartarne un pezzo e portarlo a casa così da mangiarlo insieme a lui? >>
fu la sua gentile domanda.
Si trattava di una mezza verità in fondo: era più che certa che
Louis la stesse aspettando. Odiava che lo facesse, perché era solita rincasare
molto tardi dagli eventi, ma sotto sotto il suo comportamento la lusingava.
Grace annuì, con un sorriso premuroso a fior di labbra. <<
Va bene, ragazza. Non voglio che il tuo fidanzato sia pelle e ossa. Torno
subito con una bella porzione. >> detto questo si allontanò.
Nat si schiarì la gola, teatralmente. << In realtà lo è
>>.
Juliet fulminò la rossa con lo sguardo. << Louis non è pelle
e ossa. È in gran forma…sotto ogni aspetto. >> alzò il mento sfidandola a
dire il contrario, stringendo gli occhi.
L’amica alzò le mani in segno di resa. << Calma Catwoman,
stavo scherzando. Non era mia intenzione arrecare danno all’ego del tuo
ragazzo. Cos’é soffri di sindrome premestruale? >> la stuzzicò
amabilmente.
Juliet si accigliò, mostrando i denti.
<< Lo prendo per un sì. >> sorrise divertita Nat.
Scuotendo la testa, Juliet si alzò con un mezzo sorriso che stava
a significare che aveva già perdonato la rossa. << A che ora è l’incontro
con i nuovi clienti domani? >> chiese poi a Jade.
La riccia corrugò la fronte. << Come? Te ne sei dimenticata?
Ne abbiamo parlato per ore stamattina >> le fece notare.
Juliet si diede mentalmente della stupida. In realtà non aveva
prestato la benché minima attenzione. Di solito si cimentava al massimo nelle
riunioni, ma oggi sembrava avere altro per la testa. Non era per niente da lei
questo genere di mancanza, e doveva immediatamente scendere dalle nuvole, se
non voleva dare nell’occhio.
<< Hai ragione. Ti spiacerebbe rinfrescarmi la memoria?
Forse è il mal di testa che mi gioca brutti tiri >> la buttò lì.
Jade la scrutò, circospetta. << Alle cinque e un quarto del
pomeriggio >>.
<< Giusto giusto. Mentre alle sette arriverà Alex per la
scelta dell’abito da sposa >> si ricordò Juliet, facendo mente locale.
Prese un bel respiro, esibendo un sorriso. << Si è fatto
tardi ragazze. È meglio che vada, buonanotte. >> Diede un bacio sulla
guancia ad ognuna, poi dopo aver ringraziato la signora G e preso la confezione
contenente la lasagna, raggiunse la sua Lamborghini nel vialetto.
Durante il viaggio verso casa, accese lo stereo per tenersi
sveglia optando per della musica rock. Maledì Nat per aver messo mano nella sua
compilation. Detestava i Green Day, ma le loro 'urla' l’avrebbero aiutata a
tenerla con gli occhi aperti sulla strada.
Sbadigliando, Juliet notò il display del suo cellulare illuminarsi
nel buio della macchina. Qualcuno la stava chiamando alle undici di sera. Chi
poteva mai essere? Probabilmente si trattava di Louis.
Infilò gli auricolari, e continuando a guidare accettò la
chiamata.
<< Pronto? >> esordì, abbassando di qualche tono il volume della
musica.
<< Juliet, tesoro. Disturbo? >> suonò una candida voce,
che lei riconobbe come Bethany.
<< Certo che no, mamma. >> sorrise Juliet, contenta di
sentirla. << Sono in macchina. E prima che tu possa rimproverarmi
sul fatto che un guidatore non debba parlare al telefono perché
è rischioso, sto
guidando come una lumaca e porto gli auricolari. Perciò sono al
sicuro, a meno
che la polizia non mi fermi facendomi una multa perché guido
come una vecchia
di novant’anni. >> la precedette, ridendo.
Bethany si lasciò andare ad un sospiro soddisfatto. << Brava
bambina, ti ho insegnato proprio bene >>.
<< Vero. >> concordò Juls. << Come stai?
>>.
<< Me la cavo. Senza di te, vivere con tuo fratello è una
noia. È sempre fuori con Phoebe, e usa ogni tipo di scusa per non vedere un
film con me. >> mugugnò Beth fingendo un tono addolorato e offeso.
<< Oh povera mamma... >> le diede corda lei,
soffocando una risata. << Prometto che in questi giorni verrò a trovarti e
passeremo uno dei nostri pomeriggi madre-figlia a base di popcorn e commedie
idiote. Mi dispiace che in questi giorni non abbiamo avuto la possibilità di
vederci, ma… >>.
<< Tesoro, lo so che sei stata male. Non devi assolutamente
giustificarti. Sono tua madre, è la prima cosa che desidero è che tu stia bene.
>> Percepiva un dolce sorriso nella voce di sua madre che non fece altro
che ricordarle quanto bene Juliet le volesse. << A proposito, come va con
Louis? Ti tratta bene? >>.
<< Anche troppo. È peggio di te! >> esclamò Juls in
tono scherzoso.
<< Sono felice che sia così. >> sentenziò Beth, stando
al gioco.
All’improvviso Juliet si rese conto che sua madre non fosse a
conoscenza della telefonata di Linda.
Era quello il momento giusto per parlargliene? A differenza di
David, Bethany faticava ad accettare Linda, anche se non lo dava a vedere. Si
era sempre posta gentilmente nei suoi riguardi, ma sua madre non vedeva di buon
occhio quella donna, Juls se n’era accorta fin da piccola, quando Linda le
aveva proposto di andare via con lei, Bethany le era quasi saltata addosso
contrariata.
<< Mamma? >>. Era giusto che lo sapesse, in fondo non
c’era niente per cui Beth dovesse preoccuparsi.
<< Sì? >>.
<< Qualche giorno fa, ho ricevuto una chiamata da Linda. Si
sposa di nuovo. E mi ha chiesto se mi andasse l'idea di passare le vacanze natalizie tutti
insieme…io le ho detto che non potevo parlare in quel momento, il che era vero
perché ero a lavoro, ma anche perché ho ritenuto che prima avessi dovuto
parlarne con te. Mamma, sai come la penso, io non voglio che tu creda che
possa… >>.
<< Preferire lei a me? Piccola mia, so benissimo che non è
così. Io appoggerò ogni tua decisione, l’ho sempre fatto e non me ne sono mai
pentita. Dimmi, cos’è che ti preoccupa sul serio, invece. Non è solo questo,
giusto? >>. Il tono di sua madre era dolce e rassicurante, privo di
rabbia o di un altro sentimento che non fosse preoccupazione materna.
Giusto…oh mamma come
vorrei che le cose fossero più semplici.
Quando arrivò a destinazione parcheggiò di fronte casa, spegnendo
il motore. Decise che il migliore amico che potesse trovare in quelle
circostanze fosse il buio, perciò spense tutte le luci della macchina poggiando
stancamente il corpo al sedile, poi rispose a Bethany: << Io sto cercando
di buttarmi il passato alle spalle, mamma. Non voglio che le mie paure
ostacolino il rapporto che ho con Louis. Ho paura che queste possano avere la
meglio su di noi, dividendoci. >> Non fu facile per Juls buttarlo così
tutto d’un fiato, ma sapeva che parlarne con sua madre le avrebbe giovato in
qualche modo. << Voglio fare ordine nella mia testa, e per farlo devo
prendere una decisione. Ho…ho pensato che forse perdonare Linda sia la cosa
migliore e che dopo questo potrò procedere per la mia vita più serenamente. Con
ciò non sto dicendo che voglio dimenticare, non potrò mai farlo. Vorrei
soltanto che metà di quel casino che mi porto dietro sparisse e che non
domini le mie scelte di adesso. Cosa ne pensi? >>.
<< Non hai bisogno del mio parere, lo sai >>.
<< Non è vero. Tu
sei mia madre, e per me conta sempre quello che pensi. >> replicò Juliet.
<< Tesoro, hai un gran cuore pieno d’amore da dare alle
persone che ti stanno vicino, ma non vuoi ammetterlo a te stessa. Potrai
riservare una parte di esso a Linda, ne sono sicura. Non è la mia benedizione
che ti serve per questo. Ci sarò se avrai bisogno di me perché sono tua madre.
Ma piccola, guarda dove sei arrivata adesso. Gestisci una famosa impresa
matrimoniale con le tue amiche, e questo è frutto delle tue scelte. E hai un
uomo che ti ama, e tu ricambi, so che è così. Perciò suppongo che se tu sei
arrivata a questa decisione è perché senti che è la cosa più giusta da fare
>>.
Juliet si passò una mano tra i capelli, sospirando pensierosa.
<< Ti voglio bene, mamma
>> Ci mise tutto il suo amore nel pronunciare quella parola, che sperò
arrivasse forte e chiaro a Bethany.
La sentì sorridere nella voce, quando disse: << Anch’io
bambina mia, tanto. Ora va da Louis, che è tardi. Ci sentiamo domani >>.
<< Sì, a domani mamma. Buonanotte. >> e mise giù.
<< Louis? >> Juliet entrò in casa, chiudendosi la
porta alle spalle con un calcio, reggendo con le mani il vassoio della signora
G.
Udì un frastuono proveniente dalla cucina, che le fece aggrottare
la fronte. Raggiunse con passo felpato il luogo da dove aveva origine quello
strano schiamazzo.
Quando mise piede dentro la cucina, e accese le luci, non fu per
niente preparata allo spettacolo che le si parò davanti.
Piccole impronte inchiostrate di fango pullulavano sul pavimento,
il rumore che aveva sentito poco prima era sicuramente dovuto ai
bicchieri che
cadendo a terra si erano frantumati in mille pezzi. C’erano
piccoli petali di rose
bianche posti in maniera disordinata su una tovaglia rosso cremisi, e
due
coperti. Ma la cosa che più d’ogni altra la lasciò
attonita fu la figura di
Louis travestito da carota gigante, che cercava spasmodicamente di
acciuffare
qualcosa. Intravide una cosa rossiccia e affusolata, ma con
quell'enorme coso arancione davanti agli occhi era impossibile saperlo
con certezza.
Sbatté le palpebre, sconcertata da quello spettacolo.
Perché a me? Non
poteva semplicemente aspettarmi come un normale fidanzato?
<< Ehm…posso sapere cosa sta succedendo qui? >> chiese
timidamente.
<< Oh! Ehi Juliet ciao! >> Louis si alzò di scatto,
ma non prima di essersi assicurato di aver chiuso nel mobile qualunque
cosa fosse. Le sorrise, un’espressione imbarazzata stampata in
volto. << Sei tornata! >>.
<< Ah-aha. >> Solo allora si rese conto del puzzo che
aleggiava in quella stanza. Si tappò il naso con le dita prima di continuare.
<< Non che tu non sia libero di vestirti come vuoi, eh. Ma posso
chiederti se per caso l’allegra fattoria sia passata di qua? >> fece una
smorfia disgustata.
<< No…in un certo senso. Per favore siediti. >> la
invitò Louis, togliendosi la parte superiore del travestito dalla testa e
facendo per prendere una sedia.
Juliet scosse forte la testa in segno di diniego. << Ah no
ti ringrazio, ma preferisco vivere. Ti aspetto di là >>.
Finalmente poté riprendere aria quando sviò per il soggiorno.
Stava diventando blu per lo sforzo di resistere all’impulso di vomitare.
Louis la raggiunse, frustrato che i suoi piani erano andati a
farsi fottere a causa di quella bestiolina.
<< Piccola, davvero mi dispiace tanto per tutto quel casino
>>. Quanto doveva sembrarle ridicolo conciato in quel modo? Troppo dal
modo in cui Juliet non riusciva a staccare gli occhi dal vestito. << C’è
un’ottima spiegazione a tutto. >> assicurò assumendo una posa dignitosa.
<< Ne sono certa. >> ridacchiò lei, incrociando le
braccia al petto.
<< Aspetta qui, torno subito >> disse Louis,
scomparendo in quella che Juliet soprannominò come la stanza del letame.
Si sedette sul divano, incuriosita da tutta quella
situazione. Non poté resistere dallo scoppiare a ridere, quando riportò alla
memoria il modo in cui Louis aveva sculettato con quel vestito da carota
gigante addosso. Doveva essere molto difficile camminarci.
Udì una specie di mugolio provenire alle sue spalle e una mezza
imprecazione di Louis.
Accigliandosi si volse, rimanendo a bocca aperta. Un cane di media
taglia e sporco di fango sulla maggior parte del pelo e sotto le zampe,
trotterellava vivacemente nel salotto ignorando le proteste
di Louis di stare fermo.
Juliet aveva già visto quel cucciolo di husky dal pelo rossiccio
prima. Era lo stesso che aveva preso in braccio quella volta al parco
con Louis, in cui avevano incontrato Matt, l'allevatore di cani di
razza, e vecchio amico di famiglia. Solo che adesso era cresciuto, e
non credeva che l'avesse rivisto.
<< Non ci credo… >> mormorò. << Ehi bello!
>> fischiò come faceva sempre quando doveva richiamare Maya.
Il cagnolino tese le orecchie, spostando lo sguardo su di lei.
Juliet batté due volte una mano sul ginocchio. << Vieni qui. >>,
e lui ubbidì scodinzolando la coda.
Louis sbuffò alzando le braccia al cielo. << Tutto qui? Un
fischio e avrebbe fatto quello che gli dicevo? >>.
Juliet rise, prendendo in braccio il cucciolo sporco. <<
Devi saperti imporre. E poi conciato così neanch’io ti avrei preso sul serio.
>> lo beffeggiò ammiccandogli.
Lui si avvicinò, sedendosi di fianco a lei e scuotendo la testa.
<< Matt non è stato magnanimo con me per averlo. Non ha voluto neanche un
centesimo, ma ha approfittato della mia bella faccia per sponsorizzare un suo
amico che ad una decina di passi di distanza da lui alleva animali da
fattoria...tra cui conigli. >> alzò un sopracciglio, << Cos’hai da ridere? >>.
<< Io? Oh niente >> fece spallucce fingendo un tono
disinvolto. << Allora mister bella faccia, hai aiutato
l’amico di Matt
per avere questo piccolino? >> Juliet guardò prima il cane
e poi Louis
con un’espressione meravigliata e affascinata insieme.
<< Ho pensato quanto deve mancarti Maya. So quanto lei significa
per te e con che sforzo tu l’abbia dovuta lasciare quando hai deciso di
trasferirti qui. Mi hai detto che era meglio così e che fosse una buona cosa
che restasse con tua madre a farle compagnia. Poi mi sono ricordato di quella
volta che al parco avevamo incontrato Matt. Questo cucciolo non aveva avuto la
fortuna di trovare una casa. Oggi una consegna prevedeva un mazzo di fiori, e
quando ho capito che si trattava della moglie, sono andato personalmente per
vedere se il cucciolo che ti aveva colpito fosse ancora lì. Non voglio che
questo rappresenti per me una sorta di sostituto di Maya. Ma desidero che tu
stia bene in questa casa e ho pensato che questo regalo potesse essere un modo
per ambientarti al meglio.>> spiegò Louis, accarezzando il pelo
dell’animale dietro l’orecchio. << Solo non pensavo potesse essere un
tale malandrino. Avevo preparato tutto affinché fosse una sorpresa per quando
fossi tornata, ma questo terremoto ha rovinato tutto rifiutandosi di lavarsi e
di restare nella scatola. >> rise. << Non ha smesso un solo istante
di rotolarsi nel fango >>.
<< Louis… >> sussurrò Juliet con il volto coperto dai
lunghi capelli castano chiaro.
Respirò abbondantemente per frenare quell’attacco di pianto che
stava per investirla, ma nulla toglieva che aveva gli occhi lucidi. Juliet si
morse il labbro alzando lo sguardo ambrato per incontrare quello color del mare
di lui. << …grazie. >> fu tutto quello che riuscì a dire, con la
voce rotta.
Era stato così dolce. Si era travestito in quel modo per lei,
accettando qualsiasi condizione di Matt soltanto per renderla felice. Come
poteva amarla fino a tal punto? Poggiando il cagnolino a terra, sorridendogli
teneramente, Juliet si sporse per potersi sistemare sulle gambe di Louis. Gli
allacciò le braccia dietro al collo, tenendosi stretta ignorando
quell’ingombrante coso arancione.
<< Non dei ringraziarmi. Farei qualsiasi cosa per te, tigrotta. >> le
mormorò Louis nell’orecchio, colpito da come Juliet era rimasta commossa da
quel gesto. Per lui non era che un altro modo per farle capire quanto tenesse a
lei. Non pensava che potesse reagire tanto intensamente per un regalo.
Lei non parlava, aveva gli occhi lucidi di lacrime e il volto
incastrato nell’incavo del suo collo. Louis sentiva il suo alito accarezzargli la pelle, interrotto da
dei respiri corti, e la strinse di più tra le braccia. << Neanche ti
avessi regalato un diamante >> scherzò, baciandole dolcemente una
guancia.
La sentì tirare su col naso. << No, è molto meglio. Scusami,
oggi sono più sensibile del solito. >> mugugnò.
<< Tranquilla…sono felice che ti piaccia >>.
<< Lo adoro da morire. E anche se puzzi incredibilmente, non
vorrei far altro che stare tra le tue braccia. >> confessò lei, con un
ghigno sbarazzino. << Baciami mia sexy carota gigante >>.
Louis rise. Cogliendola di sorpresa la baciò piano, premendo le
labbra sulle sue, e gustandosi il femminile e sensuale sapore di Juliet sulla
lingua. Le catturò il labbro inferiore tra i denti, mordendolo e accarezzandolo
con il pollice.
Lei gli sorrise passando con le morbide dita la mandibola sbarbata.
<< Ti ho portato la cena sai? La famosa lasagna al forno della signora G
con pomodoro e doppia mozzarella. >> Quasi avesse ascoltato un fatto degno di importanza, il cagnolino
dal pelo rossiccio e gli occhi color ghiaccio mugolò entusiasta, roteando su se
stesso. Juliet disse, ridendo: << Vedi? C’è qualcuno che muore di fame
qui. Perché non mangiamo in salotto e facciamo una cenetta a tre? Io, te e Carota >> propose allegra,
allungando un braccio per dare una grattatina sotto il muso al cucciolo.
<< Prima però una doccia per tutti >> arricciò il naso.
A quanto pareva, la sorpresa di Louis aveva stimolato anche il suo
appetito, poiché la sua pancia stava reclamando del cibo e non sentiva più
sintomi di malessere. Era una buona cosa, perché aveva proprio voglia di un bel piatto di lasagna al
forno.
Louis assunse un cipiglio divertito. << Carota? >>.
Juliet gli rivolse un gran sorriso. << Esatto. Ti piace come
nome? Mi sembra appropriato visto tutto quello che è successo. >> vagò
con il dito al suo vestito e al cucciolo.
<< Mmh…sono d’accordo. Benvenuto a casa, Carota >>
esordì poi Louis, e il diretto interessato abbaiò saltando sul divano
lasciandovi piccole impronte di fango rappreso.
All’alba del giorno seguente, Louis stirò il corpo dalla sua parte
del letto, con un sorriso rilassato sulle labbra, desideroso di sentire il
corpo di Juliet a contatto con il suo per iniziare una nuova giornata.
Di solito le piaceva addormentarsi rannicchiata contro la sua
schiena, anche se lui preferiva sentirla respirare languidamente contro il
petto, e svegliarsi con l’aroma delle viole selvatiche dei capelli morbidi di
lei nelle narici.
<< Tigrotta… >> mugolò lui, muovendo la mano in cerca
di lei.
Ma non la trovò. Aggrottò la fronte nel sentire dei bruschi
e frenetici movimenti, e un gemito a stento trattenuto.
Aprì di scatto gli occhi, trovando Juliet quasi in posizione
fetale che camminava carponi verso il bagno.
<< Juliet! >> Louis balzò in piedi, destreggiandosi
nell’oscurità per raggiungerla. << Piccola! Cos’hai? Non stai bene? >>
chiese frenetico.
Lei riuscì a sibilare un << N-no >> sconnesso dai
tremiti che le stavano contorcendo il corpo. D’impeto si lanciò verso il bagno,
adiacente alla camera da letto, alzando la tavoletta.
Si concentrò nell’individuare la causa di quell’agitazione che
l’aveva pervasa nel sonno.
Ma invano, poiché un conato di vomito la travolse, facendola
piegare in due. Ebbe un sussulto, sentendo una mano afferrarle piano i capelli
e un’altra accarezzarle la schiena.
<< Ssh piano piccola, è tutto a posto… >> la blandì
Louis con un mormorio rassicurante.
<< Io…dio, vattene! >> sussurrò Juliet, in preda a
forti crampi allo stomaco, odiando di farsi vedere in quello stato di
vulnerabilità.
Sentiva le sue membra intorpidite, la fronte imperlata di sudore
freddo. Non ne poteva più di sentirsi in quello stato senza sapere da cosa
fosse procurato. Sperava soltanto che Louis non la incubasse in casa un'altra
volta, conoscendolo non si sarebbe arreso facilmente.
<< Non se ne parla nemmeno Juliet. Appoggiati a me, adesso
>> disse deciso lui, dopo che Juliet ebbe finito di vomitare.
<< Sto bene. >> esordì, producendo qualche
ansimo per lo sforzo di alzarsi in piedi.
In silenzio, Juliet sospirò sentendo la frescura del dentifricio
alla menta in bocca. Si sciacquò la bocca, accigliandosi quando si sentì
barcollare.
In un batter d’occhio, Louis la prese per la vita, facendole
passare un braccio sotto le ginocchia e tirandola lentamente su.
<< Non ce n’é bisogno davvero! >> obiettò Juls in tono
fiacco.
<< Ho sbagliato a credere che potessi ritornare a lavorare,
ieri. >> fu la dura constatazione di Louis, mentre l’adagiava di nuovo sul
materasso.
<< Se voglio andare a lavorare è una mia scelta, tu non
c’entri niente >>.
<< Ah no? Non ho voce in capitolo quando si tratta della mia
ragazza? >> sbottò, guardandola dall’alto, mentre camminava avanti e
indietro per la stanza.
<< Non volevo dire questo. Diamine Louis, forse sono
soltanto i postumi della febbre passata, ma… >> ripeté nuovamente lei.
Lui le rivolse uno sguardo truce. <<
Evidentemente non hai ancora recuperato tutte le forze. Cosa ti fa pensare che
tu sia guarita completamente se un attimo fa eri in bagno a vomitare? >>.
Il tono di voce era tranquillo, ma celava un senso d’irrequietezza e impotenza.
<< Non posso lasciare il lavoro un’altra
volta. Oggi ho un incontro con dei nuovi clienti e un incontro con una sposa.
>> fu la risposta pacata di Juliet.
Louis alzò gli occhi al cielo, bofonchiando.
<< Cristo, Juliet non pensi mai un po’ a te stessa?! >>.
Lei non volle rispondergli, punta sul vivo.
Nessuno dei due proferì altro per un bel pò. Stufa di quella situazione, per di
più alle sei e mezzo del mattino, si alzò uscendo dalla camera da letto.
<< Dove stai andando? >> tuonò
Louis seguendola con grandi falcate.
A
cercare risposte, avrebbe voluto gridargli lei.
Nessuno ne era a conoscenza…ma Juliet aveva
cominciato a nutrire nel suo intimo un certo presentimento a detta di quei sintomi. Ma non riusciva a capacitarsene
neanche sotto forma d’ipotesi, per quanto fosse impossibile.
<< In bagno. >> rispose secca.
<< Non aspettarmi oggi. Andrò a far visita a mia madre dopo il lavoro. >>
sperò che Louis in qualche modo accettasse quella risposta, perché non era
proprio in vena di discutere con lui.
Non quando albergava in lei quello strano presentimento.
Sicuramente non è
quello che penso…non può…
<< Pensi che ignorarmi servirà a qualcosa? >> ribatté
stizzito Louis sbattendo furioso una mano sullo stipite della porta.
Juliet sobbalzò, ma tenne lo sguardo fisso su di lui. << Non
voglio che tu stia male. Sto solo dicendo che adesso ho molte cose da sbrigare.
>> una in particolare <<
Ne parleremo in un altro momento. >>. Juliet fremeva dalla voglia di
abbracciarlo, di fargli capire che non era sua intenzione ferirlo. Ma non
voleva metterlo a corrente di qualcosa, quando lei stessa non n’era sicura.
Louis la guardò pieno di disapprovazione, ma non disse nulla.
Le diede le spalle deciso ad andarsene, ma poi sembrò cambiare
idea. Si volse parzialmente, ma senza incrociarne lo sguardo, mormorando: <<
Mi fido di te >>, poi la lasciò sola.
Juliet si morse il labbro, sentendosi una merda nel vederlo così e
la colpa era sempre e solo sua.
Per quanto ancora Louis avrebbe perso il suo tempo con lei? Se
fosse stata in lui, Juliet si sarebbe mandata al diavolo. Se lo sarebbe
pienamente meritato, e Louis avrebbe capito che non era di lei ciò di cui aveva
bisogno. In quel momento vide Carota provenire dal salotto per correre da lei.
Lei si chinò per accarezzarlo. << Aah…piccolino. >> sospirò tetra.
<< Qualsiasi cosa succeda, tu devi stare con lui, va bene? >>. Il
cane mugolò chinando le orecchie, mentre Juliet si alzava per poi chiudersi la
porta del bagno alle spalle.
Non sai farti i conti?
Quand’è stata l’ultima volta che hai avuto il ciclo?
Dannata vocina maledetta che non la smetteva di tormentarla da
quando si era messa in macchina.
Scosse la testa. La sua vocina si sbagliata di grosso questa
volta. << Non sono in…incinta. È soltanto un periodo no, c’è una bella
differenza. >> disse, guardandosi allo specchio. Era lo stress che le
faceva tardare il ciclo, nient’altro. Le era già successo durante gli anni di
liceo, quando era morto suo padre. Aveva ritardato per ben tre settimane.
Va bene. Allora
tornatene al lavoro e rifiutati di chiederti perché cominci a sentirti male. Dai
la colpa allo stress. E quando perderai il bambino perché non ti sarai presa
cura di te, vedremo.
<< Perdere il bambino! >> Juliet sussultò
violentemente sul posto di guida. La paura la pugnalò. Spalancò gli occhi.
No! Mai.
Ma come faceva a pensare alla possibilità di portare in grembo un bambino, quando prendeva la pillola?
Dovette stringere forte gli occhi per porre freno alla serie
d’immagini che le passarono involontariamente davanti agli occhi,
immagini di lei con il ventre
rigonfio, mentre Louis la baciava appassionatamente mormorandole
nell’orecchio il suo amore e quanto fosse entusiasta al pensiero
di una famiglia insieme a lei.
Inaspettatamente Juliet si sentì invadere da un mare di
emozioni, che le scavarono una fossa nell'anima. Alzò gli occhi,
deglutendo alla vista
dell’imponente centro ospedaliero di Londra. L’ultima volta
che ci era stata,
l’aveva accompagnata Louis, ma adesso era sola e doveva essere
coraggiosa.
Sta calma…presto saprai
la verità.
L’attesa per scoprire se era incinta fu interminabile.
Niente test di gravidanza a casa per Juliet Anderson, aveva bisogno
di sentire la notizia da un medico, qualunque essa fosse.
Dopo aver fornito un campione di urina e uno di sangue, Juliet si
mise a battere il piede a terra e rimase seduta, in tensione, nella sala
d’attesa affollata. Si sentiva i nervi a fior di pelle, si sventolava con ogni
giornale che trovava, nonostante il rigido clima invernale. Camminava su e giù,
stringendosi nelle spalle, e assicurandosi che la segretaria sapesse che era
ancora viva.
La donna la guardava male ogni volta che le passava davanti e Juls
sospettava che la credesse un po’ fuori di testa. Quando aveva chiamato
l’ambulatorio qualche ora prima, aveva insistito nel farsi visitare
immediatamente, e la segretaria l’aveva informata in tono brusco che l’agenda
della dottoressa Caroline era al completo.
Ma Juliet aveva uno stretto rapporto con la dottoressa, poiché il
Quartetto aveva organizzato il suo matrimonio qualche anno prima, perciò alla
notizia che si trattava di Juliet al telefono, Caroline era stata più che lieta
di accontentarla.
<< Si sieda, per favore >> sbottò la segretaria,
esasperata, mentre lei continuava a strisciare i piedi sul pavimento.
<< Sta facendo innervosire gli altri pazienti >>.
Juliet la guardò dritto negli occhi, dandosi un pizzicotto sulla mano per
resistere dal risponderle con un << Ma che vuoi che me ne freghi!
>>. Invece chinò il capo mostrando un sorrisino di scuse, e mettendosi
a sedere.
Si guardò intorno, finché non notò con sollievo un’infermiera annunciare
il suo nome per essere ricevuta.
Finalmente.
Le sue mani cominciarono a sudare, stringendo il tessuto del
cappotto con forza. I suoi piedi sembravano essersi fatti di marmo, ma continuò
a procedere verso lo studio della dottoressa con decisione.
Entrò, salutando Caroline con un gentile cenno della mano.
<< Grazie Caroline per avermi ricevuta. Ti chiedo scusa se… >>.
La dottoressa si alzò da dietro la scrivania, gli occhi nocciola
la guardavano gentile, il viso grazioso incorniciato in un caschetto di capelli scuri.
L’abbracciò con affetto, << Non preoccuparti Juliet. Spero tu non abbia
dovuto aspettare troppo. Come stai? >>.
<< Sinceramente? >> Juliet si lasciò andare ad una
risatina isterica. << Penso che abbia bisogno di sedermi se non ti
dispiace, prima che tu mi dica il responso degli esami >>.
Caroline annuì, comprensiva. << Certo, siedi pure >>.
<< Grazie >>. Juliet si accomodò, ma non riuscì lo stesso a
mettersi a proprio agio.
Il sangue le formicolava nel cervello, aveva la vista annebbiata
dall’ansia, e un sudore freddo imperlarle la fronte.
Non ricordava di aver mai provato niente del genere prima, e si
sentì venir meno.
<< Juliet? Santo cielo è evidente che non ti senti bene. Vuoi un
bicchiere d’acqua? >> le propose Caroline poggiandole una mano sulla
schiena.
Lei le fece un cenno di diniego con la mano. << No. No. Ce
la faccio >>.
Si passò una mano tra i capelli, poi lentamente alzò il viso verso
la dottoressa, che aveva preso una cartellina e stava pazientemente attendendo
il suo consenso.
<< Allora?
>> disse Juliet, in qualche modo l’atteggiamento paziente della
dottoressa non fece altro che aumentare la sua impazienza.
Caroline andò a chiudere la porta, poi si sedette di fronte a lei
con un’espressione professionale dipinta sul bel volto ovale.
La risposta che seguì dopo che ebbe valutato i risultati sulla
cartella clinica, lasciò Juliet senza fiato.
Oh mio dio.
Dopo la visita, Juliet sentiva il disperato bisogno di passare del
tempo a casa di Bethany. Non era certa di poter sopportare altro per quel giorno.
Aveva la sensazione di poter scoppiare da un momento all’altro.
Le tremavano le mani, e non riusciva a pensare a niente se non
alle parole che le aveva detto la dottoressa Caroline. Continuavano a sostare lì,
nella sua testa, a caratteri cubitali.
Non pensò ad altro, mentre guidava meccanicamente verso dove la
portava l’istinto, là dove aveva vissuto per tanti anni della sua vita, il suo
porto sicuro.
Lasciò l’auto nel vialetto, correndo in un atto inconscio verso la
porta.
Bussò più volte, ma nessuno rispose al campanello.
Aveva mandato un messaggio a sua madre, avvertendola che avrebbero
pranzato insieme quel giorno, e lei aveva acconsentito subito.
Dov’era finita allora?
Prendendo le chiavi dalla borsa che Bethany aveva cocciutamente
stabilito che Juliet non dovesse restituirgliele, per qualsiasi necessità
avrebbe potuto tenere, aprì.
Una volta dentro, respirò a pieni polmoni la fragrante aria di
quella casa piena di ricordi. Si lasciò cadere sulla porta, chiudendo gli occhi
per cercare di svuotare la mente e di calmarsi. Doveva trovare quel poco di razionalità
che nell’arco degli ultimi giorni era andato a farsi fottere.
Nonostante il pulsare del battito cardiaco che le rimbombava
feroce nell’orecchio, Juls riuscì a scorgere Maya scendere le scale. Allungò
una mano in un gesto di richiamo, e subito la sua fedele amica si apprestò a
raggiungerla.
Maya si accoccolò sulle sue gambe, e Juliet l’abbracciò come
faceva sempre quando aveva bisogno di sentirla vicina, facendo riaffiorare in
lei il ricordo di quando David gliel’aveva regalata.
Passarono infiniti minuti, prima che riuscisse a riprendere
contatto con il mondo intorno a lei. << Louis… >> fu il
destinatario di quel flebile sussurro roco. << Ooh… >> si portò una
mano al petto, gli occhi vitrei ancora increduli.
Deve saperlo…
Come avrebbe reagito?
Dio lei stessa non sapeva neanche dare un nome a tutto ciò che
stava provando in quel preciso momento.
Era certa che non sarebbe stato facile. Accarezzando il soffice
pelo grigio di Maya, Juliet prese la cartellina dalla sua borsa.
Esitando un istante, l’aprì per guardarne lei stessa i risultati.
Lasciandolo cadere sul pavimento, si toccò timidamente il ventre.
Sospirando, piano piano un piccolo sorriso incurvò le sue labbra.
<< Allora?
>>.
<<
Congratulazioni Juliet. Sei incinta. >> fu la risposta di Caroline,
rivolgendole un caloroso sorriso.
Juliet deglutì, non
del tutto conscia di quello che aveva appena detto la dottoressa.. <<
In-incinta? Oddio…non fraintendermi Caroline, ma com’è possibile? Io prendo la
pillola >>.
La dottoressa annuì, dissipando
quell’unica piccola certezza con una chiara domanda. << Hai preso altri
farmaci in questo periodo? >>.
Lei aggrottò la fronte,
ripensando ai giorni in cui era stata malata. << Ho preso degli
antibiotici in queste settimane, perché sono stata male, ma…oh. >> Juliet
smise di parlare quando capì.
<< Il tuo medico
di base, avrebbe dovuto avvertirti che riducono gli effetti della pillola. >>
spiegò Caroline. << Ad ogni modo, spero che per te sia una buona notizia
>>.
<< Sì…sì lo è
>>.
Aspetto un figlio da
Louis!
Juliet non se lo seppe spiegare, ma un improvviso moto di felicità
e speranza le invase il cuore, all’idea di avere un figlio che fosse anche suo.
Quella piccola creatura sarebbe cresciuta per nove mesi nel suo ventre…e lei desiderava
che rappresentasse un nuovo inizio nella sua vita con Louis. Ma non poteva riporre
tutte le proprie speranze su quell’innocente creatura. Si sarebbe presa ogni
responsabilità, perché mai e poi mai avrebbe permesso che suo figlio soffrisse
a causa sua.
D’un tratto le orecchie di Maya si rizzarono e lei capì il motivo.
Il rumore di un’auto che parcheggiava portò Juliet ad alzarsi in
piedi.
Non voleva aspettare che sua mamma entrasse, perciò si precipitò
fuori dalla porta con un sorriso entusiasta sulle labbra.
<< Mamma! >> gridò. << Devo dirti una cosa! >>.
Si fermò quando vide un'auto a lei sconosciuta, parcheggiata vicino alla sua.
Era un’Audi bianca, e non era di nessuno che Juliet conoscesse.
Scendendo i gradini del portico, si diresse verso l'alta figura che
stava apparentemente osservando con sguardo vago casa sua. << Mi
scusi, posso sapere chi…? >> Ma le parole le morirono in
gola,
lasciandola con gli occhi sbarrati, quando incrociò lo sguardo
con quello di una
donna dai lunghi capelli scuri. Era poco più alta di lei per via
dei
vertiginosi tacchi a spillo, probabilmente firmati come il resto degli
abiti.
<< Oh non credo ci sia bisogno di dirti chi io sia. >>
rispose con un sorriso, facendo risaltare i denti bianchi dal rosso del
rossetto che portava sulle labbra carnose. << Non è vero figlia mia? >>. Nel momento in cui si tolse
gli occhiali da sole, Juliet si sentì raggelare dalla testa ai piedi,
schiudendo la bocca, sgomenta.
I tratti del viso, quegli occhi dalla penetrante tonalità ambrata…
Quella donna non era Bethany. No, non era sua madre.
Era l'ultima persona che si sarebbe mai aspettata di vedere, e l'ultima
di cui aveva bisogno in quel momento. L'unica capace di infiammarle lo
sguardo di rancore. Strinse forte la mano a pugno, lasciandolo ricadere
lungo il fianco, incapace di distogliere lo sguardo da quella donna
così fisicamente simile a lei.
Era colei che dopo anni della sua vita aveva deciso di metterci
di nuovo piede senza preavviso.
<< Linda >>
sussurrò.
Note dell’autrice
Per
me è sempre fantastico leggere le vostre recensioni, sto sempre
con gli occhi lucidi e a palla quando le leggo…siamo
veramente arrivati a 473?? Non posso ancora capacitarmene. Scrivo ormai
da un
anno, la mia prima storia non ha di certo avuto questa
popolarità, e vedermi
tutto questo nella seconda, mi fa pensare di essere migliorata e che
riesca a
suscitarvi piacevoli emozioni con ciò che scrivo. In fondo mi
state ancora sopportando e siamo arrivati al capitolo 25! Come
potrò mai ringraziarvi abbastanza? E vogliamo parlare di_Fame_
che è decisa a segnalare ogni volta la mia storia
all'amministrazione? xD Voi volete farmi piangere ogni volta lo so :'3
Non aspiro a tanto, se voi volete farlo, io non ho parole per un gesto
simile, ma quello che ci tengo a farvi sapere è che siete voi la
cosa più importante per me...always<3
Juliet
incinta...e chi se lo aspettava?? Bè naturalmente dai sintomi
voi lo avete capito subito, soltanto che quando una donna prende la
pillola è difficile pensare che possa succedere, ecco spiegato
la riluttanza di Juliet a crederci :) Non vorrei che vi facciate di lei
un'idea sbagliata descrivendola come una paranoica. Sebbene sia felice
di aspettare un bambino, conoscete il suo passato movimentato e credo
sia normale che la principale preoccupazione sia quanto possa essere
all'altezza di questo compito. La sua vera madre l'ha abbandonata e
questo segna un figlio in maniera atroce, e Juls non vuole che questo
possa accadere a suo figlio. Ha paura di non essere all'altezza di
diventare madre...riuscirà a trovare quella fiducia in se stessa
persa tanto tempo prima e ad aprirsi con Louis? A proposito di
sorprese...ve lo aspettavate la comparsa di Linda?? Come credete che
reagirà Juliet a questo incontro? Ah dimenticavo, diamo il
benvenuto al nuovo elemento della famiglia di The dress of seduction:
Carota!! Un nome un pò bizzarro ma adatto alla scena xD
Concluso
il monologo LOL vi ringrazio per esserci sempre mie splendide
ragazze...Spero di ricevere qualche considerazione in merito al
capitolo, sempre se volete e se non vi scoccia troppo, sapete come
ragiono U.U Scusate l'eventualità di alcuni errori!
Vi
ho trascinate nella lettura dello spazio autrice, anche perchè
ho pubblicato una OS dedicata agli sposini Natasha e Zayn. Non so
quanto possa interessarvi, ma ci terrei a sapere la vostra opinione in
merito alla loro luna di miele, vi lascio il link:
The dress of seduction: Happy Ever After
Alla prossima. Un grande abbraccio dalla vostra Ella :*
|
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Capitolo 26 *** Capitolo26 ***
capitolo 26 pronto
Capitolo
26
<<
Mamma! >> gridò. << Devo dirti una cosa! >>. Si fermò quando
vide un'auto a lei sconosciuta, parcheggiata vicino alla sua.
Era un’Audi
bianca, e non era di nessuno che Juliet conoscesse. Scendendo i gradini del
portico, si diresse verso l'alta figura che stava apparentemente osservando con
sguardo vago casa sua. << Mi scusi, posso sapere chi…? >> Ma le
parole le morirono in gola, lasciandola con gli occhi sbarrati, quando incrociò
lo sguardo con quello di una donna dai lunghi capelli scuri. Era poco più alta
di lei per via dei vertiginosi tacchi a spillo, probabilmente firmati come il
resto degli abiti.
<< Oh non credo ci sia bisogno di dirti chi io sia.
>> rispose con un sorriso, facendo risaltare i denti bianchi dal rosso del
rossetto che portava sulle labbra carnose. << Non è vero figlia mia?
>>. Nel momento in cui si tolse gli occhiali da sole, Juliet si sentì
raggelare dalla testa ai piedi, schiudendo la bocca, sgomenta.
I tratti del
viso, quegli occhi dalla penetrante tonalità ambrata…
Quella donna non era
Bethany. No, non era sua madre. Era l'ultima persona che si sarebbe mai
aspettata di vedere, e l'ultima di cui aveva bisogno in quel momento. L'unica
capace di infiammarle lo sguardo di rancore. Strinse forte la mano a pugno,
lasciandolo ricadere lungo il fianco, incapace di distogliere lo sguardo da
quella donna così fisicamente simile a lei.
Era colei che dopo anni della sua
vita aveva deciso di metterci di nuovo piede senza preavviso.
<<
Linda >>
sussurrò.
Silenzio.
All’infuori del battito del suo
cuore, Juliet rimase in silenzio, immobile, incapace di staccare gli occhi dalla
figura di fronte a lei.
Erano anni ormai che non la vedeva, ma non
era cambiata in aspetto. Juliet doveva ammettere che Linda era sempre stata una
bella donna, almeno fisicamente.
Evidentemente le sorprese erano
destinate a presentarsi una dopo l’altra senza sosta quel giorno, ponendo in
bilico la temperanza di Juliet.
O magari il destino voleva
metterle su un piatto d’argento la possibilità di porre fine a quel fastidioso
peso che albergava nel suo cuore? Le stava dando un’opportunità irripetibile,
considerando la ‘notizia bomba’ che aveva ricevuto in ospedale qualche ora
prima.
Per il suo bene…e soprattutto per la creaturina che adesso
viveva nel suo ventre.
Non avrebbe permesso che quell’esserino
innocente risentisse del suo passato, gli avrebbe donato amore, felicità
e…protezione, perché per quanto Juliet non avesse avuto l’opportunità di
ricevere tutto ciò dai suoi veri genitori, sua figlia lo
meritava.
Figlia?
Chissà perché, ma l’idea di avere
una femminuccia le scaldò il cuore di una profonda tenerezza, immaginando di
vederla scorrazzare un giorno nella tenuta di Promesse, chiedendole di mostrarle
i vestiti da matrimonio, i bouquet e ponendole domande su tutto quello che
riguardava il mondo del matrimonio.
Ma non era tempo e luogo di
pensarci adesso. Quando Linda mosse un passo verso di lei per abbracciarla,
Juliet s’irrigidì, ma s’impose di rilassarsi e prendere un silenzioso
respiro.
<< Sono così felice di vederti. Sei bellissima!
>> si complimentò Linda, staccandosi da lei per squadrarla da capo a
piedi. << Tutta tua madre >>.
<< Non mi
aspettavo questa visita… >> ammise Juliet con tono incolore, del quale
Linda non sembrò felice, infatti si fece cupa.
<< …non che
non mi abbia fatto piacere! >> si affrettò a proseguire. << Solo che
avresti potuto farmi una telefonata per avvisarmi del tuo arrivo
>>.
Sorridi, s’impose e così
fece per non destare fraintendimenti.
Linda fece un gesto di
nonchalance, poi sorrise sbarazzina. << Non era in programma che venissi a
casa tua, a dirti la verità. Sono venuta a conoscere i genitori di Marcus, ma
non avevo tanta voglia di passare del tempo con gente anziana, perciò ho detto
loro che non potevo perdere l’occasione di andare a trovare mia figlia, e così
mi sono risparmiata un noioso pranzo di conoscenza con i suoceri >>
rise.
<< Oh >>. Perciò non era venuta di sua
iniziativa, comprese Juliet con una punta di amarezza, ma che scacciò subito per
non rovinare tutto.
Era lì con lei adesso, no? Questo era ciò che
contava.
Se Juliet avesse continuato a comportarsi come aveva
fatto in tutti quegli anni al telefono, in maniera schiva e glaciale, non
avrebbe concluso nulla.
La persona che l’aveva messa al mondo era
una donna abituata al divertimento, al vivere con il lusso intorno a sé.
Non era cattiva…no, non lo era era
soltanto...spensierata?
Giustificare le sue
azioni dopo tutti questi anni non ti porterà a niente di buono, ringhiò la sua
voce razionale. Dille ciò che senti!
La sua coscienza aveva
ragione, dannazione. Si stava comportando come una stupida
impacciata.
<< Perché non entriamo in casa? Bethany dovrebbe
essere qui a momenti. Ti va di unirti a pranzo con noi? >> le propose
Juliet, con un sorriso.
Linda sembrò esitare, poi disse: <<
Mi piacerebbe molto…se per Bethany va bene >>.
<< C’è
sempre posto a tavola, soprattutto quando a cucinare è la mamma! Cucina dei
piatti che potrebbero fare concorrenza a quelli della signora G >>
commentò Juliet, facendola entrare in casa e chiudendosi la porta alle
spalle.
Maya abbaiò alla vista di un intruso in casa, aggirandosi
intorno a Linda per annusarla.
<< Che adorabile bestiola.
Tesoro potresti portarla fuori? Sono allergica al pelo dei cani
>>.
Juliet accennò un gesto d’assenso con la testa. <<
Maya va di sopra. >> disse alla sua cagnolina, che dopo un’ultima occhiata
a Linda, se ne andò salendo le scale. Si rivolse a Linda: << Vuoi una
tazza di thè? >>.
<< Un bicchiere d’acqua con una
scorza di limone, grazie >>.
<< Okay, te lo porto.
Siediti pure >>.
Quando Juliet fu di ritorno dalla cucina,
con in mano quello che Linda aveva chiesto, la trovò accomodata sul divano
mentre sfogliava una rivista di moda.
<< Ecco a te
>>.
<< Mmh >> Linda ne bevve un sorso, poi
poggiò il bicchiere sul tavolino. << Sai, non vedo l’ora di sposarmi. Ho
già in mente come voglio che sia la cerimonia… >>.
Juliet si
sedette sulla poltrona di fronte a lei. << Davvero? Parlamene >>. In
altre occasioni avrebbe troncato quel tentativo di avere una normale
conversazione con sua madre, ma doveva pur cominciare da qualche parte prima di
parlarle sul serio.
Linda fece un largo sorriso entusiasta.
<< Vuoi saperlo veramente? >>.
<< Certo
>>.
A quel punto Linda si produsse in una dettagliata
spiegazione del suo matrimonio mostrandole alcune foto di posti dove sarebbe
andata in luna di miele sul cellulare, insieme all’abito da sposa, o meglio i
tre abiti da sposa. Linda avrebbe indossato un vestito pre e post matrimonio più
uno da cocktail.
Considerando le dimensioni del diamante che
portava all’anulare destro, Juliet non si stupì più di tanto. Le domandò di
Marcus e del suo lavoro, e Linda l’informò che era ‘un affascinante commerciante
d’auto sportive che aveva fatto breccia nel suo cuore fin dalla prima
conversazione in chat’.
Probabilmente erano stati i suoi soldi a
far breccia nel cuore di Linda, ma Juliet si tenne quel pensiero poco carino per
sé.
<< Deve essere una brava persona. >>
convenne invece con un mezzo sorriso, restituendole il
cellulare.
<< È così buono con me, lo amo tanto!
>>.
<< Sono contenta che tu… >> Juliet si guardò
le mani intrecciate posate sulle ginocchia, prima di continuare. << …che
tu sia stata bene in questi anni. Hai avuto una bella vita, non ti è mancato
nulla >>.
<< No fortunatamente. >> trillò Linda,
abbracciandola lievemente. << Ho un uomo che mi ama, e sono certa che
questa volta sia quello giusto! >>.
Juliet cercò il suo
sguardo, esitando per un momento nel chiederlo, ma prendendo coraggio disse:
<< Tu…pensi mai al passato? >>.
Sua madre corrugò la
fronte, evidentemente sorpresa di quella domanda. << A cosa in
particolare? >>.
Sul perché tu abbia
abbandonato una neonata in un cazzo di parco al freddo senza nessun rimorso o
perché tu ti sia dimenticata di me, bussando alla mia porta soltanto perché
David aveva fatto ricerche in ospedale sul mio conto e ti aveva cercata per
dirti che io ero viva! Che
desideravo vederti, abbracciarti, amarti, ma tu mi hai raccontato soltanto altre
puttanate, dicendomi che avremmo ricominciato da capo, ma non era vero…perché
mamma, perché?
<< Linda… >> cominciò a dire
Juliet, ma dovette bloccarsi perché il cellulare nella sua borsa cominciò a
squillare.
Sul display comparve il nome di Louis, ma lei non
rispose: preferì richiamarlo dopo con più calma. Mise il silenzioso, ma non
prima di aver scorto un altro messaggio che probabilmente prima non aveva
sentito arrivare. Era da parte di Bethany, che diceva che si era verificato un
problema al lavoro e avrebbe tardato ad arrivare. Juliet sperò che non fosse
successo nulla di grave all’asilo, così dopo averle risposto di non preoccuparsi
rassicurandola che l’avrebbe aspettata, rimise in tasca il
cellulare.
<< Sei piuttosto ricercata. >> asserì
Linda. Con un luccichio malizioso negli occhi incorniciati dall’eyeliner le
domandò se ci fosse una ‘persona speciale’ nella vita di
Juliet.
<< A dire il vero sì, ma il messaggio a cui ho
risposto era da parte di mamma. Tarderà per il pranzo. >>
spiegò.
Linda annuì. << Non fa niente. E dimmi tesoro, cosa
c’è tra te e questo ragazzo? Uscite insieme? >>.
Juliet
esitò nel rispondere. La sua relazione con Louis era troppo personale e
difficile da spiegare con lei così su due piedi, ma decise di optare per la
verità, per l’unica cosa di cui era sempre stata certa fin dal primo momento:
<< Sì, stiamo e viviamo insieme…sarei una bugiarda se non ti dicessi che
tengo molto a lui… >>, anche solo nominare il suo nome le provocava un
sorriso dolce e innamorato sulle labbra. << Lo amo. >>
mormorò infine tralasciando il: Ma non gliel’ho detto perché sono un’idiota
del cazzo.
<< Come vi siete conosciuti? >> sbottò
Linda curiosa, distogliendo Juliet dai suoi pensieri.
Quest’ultima
trattenne una risata: << Jade mi aveva mandato a ritirare delle consegne
per un evento e… >>.
A quel punto Linda l’interruppe
bruscamente, afferrandole una mano. << È perfetto! Che stupida sono stata
a non pensarci subito! >>.
Juliet corrugò la fronte, confusa
dei continui salti tra un discorso e l’altro di Linda. Accennò un: <<
Cioè? >>.
Lei scattò in piedi, battendo le mani con un largo
sorriso compiaciuto e trascinando in piedi anche Juliet, mentre Linda saltellava
sul posto. << Organizzerai tu il mio matrimonio! Ho una figlia che
gestisce un’eccezionale agenzia matrimoniale, dannazione! È magnifico, sarà un
matrimonio così glamour che finirà sui giornali di gossip più famosi di Londra!
>> esclamò palesemente felice.
Juliet sbatté le palpebre,
ridendo divertita. << Ookay…ti farò avere un appuntamento con Jade per
metterti sulla lista dell’anno prossimo allora >>.
Il
sorriso di Linda in un baleno scemò, come se avesse ricevuto una notizia
sconcertante e l’artefice di quella disgrazia fosse proprio Juliet. <<
A-anno prossimo? >>.
<< Sì, bè siamo impegnate in
questi mesi e… >>.
<< Ma io sono tua madre! Desidero
sposarmi il prima possibile, non posso aspettare ben dodici lunghi mesi!
>> obiettò Linda mettendo su un’espressione mesta, e lasciandole le
mani.
<< Linda sono desolata >> e lo era davvero.
Juliet non pensava che se l'avrebbe presa tanto male. << La lista è piena,
ma sono sicura che Marcus capirà. Se ti ama come dici aspettare non gli costerà
nessuno sforzo >>.
<< Spostalo. >> fu la
risposta atona di Linda.
Juliet inclinò il capo, accigliandosi.
<< Cosa? >>.
<< Ho detto sposta un matrimonio,
puoi farlo. >> Linda le rivolse uno sguardo speranzoso.
Ma
lei scosse la testa, fin da subito. << Tutte quelle persone hanno atteso
il loro giorno per molti mesi prima di potersi finalmente sposare. Non posso
>>.
<< Non puoi o non vuoi? >> la mise al bando
Linda, penetrandola con uno sguardo indagatore.
<< Entrambe.
>> rispose senza remore Juliet, con una rapidità nel risponderle, che
suonò inverosimile anche a se stessa.
Linda aprì la bocca,
formando una piccola o di sorpresa. << Stai dicendo che ti importa più di
quelle persone che di tua madre? Della donna che ti ha messo al mondo?! >>
mugugnò indignata.
Juliet s’incupì. Perché le stava parlando in
questo modo?
Non pensò, quando sussurrò: << E che mi ha
abbandonata? >>.
Gli occhi di Linda si chiusero poggiando
una mano curata sulla fronte. << Sai che non avevo scelta
>>.
Quella patetica scusa fece saltare quel po’ di pacatezza
che Juliet stava cercando in tutti i modi di erigere affinché potessero parlare
civilmente.
Aveva funzionato bene fino a quel momento, ma Linda si
stava comportando come una bambina capricciosa che per non aver ottenuto ciò che
vuole risponde senza riflettere. Juliet non poteva tollerare quel tipo di
comportamento da una persona che doveva rappresentare ai suoi occhi una guida,
un modello da seguire.
<< Ero giovane e impreparata, Juliet.
Tuo padre…il tuo vero padre non avrebbe mai voluto una tale responsabilità come
allevare una bambina. Non ce l’avrei fatta da sola >>
.
Juliet sospirò con un’espressione
mesta. << Esistono gli orfanotrofi, sai? Gettare una bambina in un parco
da sola con chissà quali pericoli non è stata una mossa intelligente. A questo
punto credo che se fossi morta o meno, non avrebbe cambiato nulla per te
>>.
Linda non rispose subito a quelle crude parole, si morse
il labbro, i suoi occhi tradivano mortificazione. << Non parlarmi così…io
sono tua madre, e ti voglio bene >>.
Juliet si passò
entrambe le mani tra i capelli, socchiudendo gli occhi. << Non è mia
intenzione farti stare male, ma non è mio compito addolcirti la pillola. Non sei
una bambina, sei un’adulta e dovresti prenderti le tue responsabilità
>>.
Perché non se ne rendeva conto? Perché non riusciva a
comprendere i tormenti che assillavano l’anima di Juliet? Certo non si aspettava
che sua madre le chiedesse perdono in ginocchio, santo cielo no ma che rendesse
voce alle proprie colpe avrebbe significato un passo
avanti.
<< Ti ho detto che mi dispiace! Juliet tuo padre non
lo conoscevo neanche così bene. Eravamo ad una festa, sai come sono i giovani,
bevono, si lasciano andare…quando scoprii di aspettare un figlio
da lui, e glielo dissi lui non la prese affatto bene…così prendemmo una
decisione… >> L’ultima frase fu quasi un sussurro, ma Juliet riuscì
ugualmente a sentirlo.
Chiese: << Quale? >>,
immaginava già di cosa si trattasse, ma voleva sentirlo chiaramente dalla bocca
di Linda.
<< Andammo dal medico per abortire
>>.
Juliet annuì una sola volta, puntando gli occhi sul viso
di sua madre e su nient’altro. Un sorriso aspro le tese il volto. << Ma
era troppo tardi… >> convenne lei con voce fievole.
<<
Tuo padre non volle saperne niente di te o di me, attraversai la gravidanza da
sola…ti ho dato la vita, Juliet non guardarmi così! >> Linda lo disse con
un tono così amareggiato e frustrato che Juliet avvertì una nausea alla bocca
dello stomaco. Sua madre ne parlava come se per nove mesi fosse stata costretta
a sostituire Atlantide per sorreggere sulle sue spalle il peso del mondo.
Juliet scuoté lentamente la testa. << Sei stata costretta,
Linda. Non mi hai mai voluta. Passati i nove mesi hai colto al volo la prima
possibilità per sbarazzarti di un errore. Non sai cosa vuol dire volere
bene a qualcuno. Non ami nessuno. >> sibilò.
Linda alzò di
scattò la testa, che aveva mantenuto bassa per tutto il tempo, guardandola con
indignazione. << Cosa ne sai tu?! Non sai che enorme sforzo ho fatto per
costruirmi una vita. Chi sei tu per giudicare me e i miei sentimenti? >>
urlò, voltandole le spalle per prendere il cappotto che aveva riposto
nell’appendiabiti all’ingresso.
<< Sono colei che ha vissuto
sulla sua pelle le tue decisioni. >> rispose secca
Juliet.
Linda emise un sospiro teatrale. Andò verso di lei,
accarezzandole una guancia. << Juliet, piccola…mi dispiace così tanto.
>> si sporse per abbracciarla. Si staccò in un batter d’occhio tenendole
le mani poggiate sulle spalle, << Perché adesso non chiamiamo Jade per
chiederle una data per il mio matrimonio? >> propose, tutta sorrisi sul
bel volto privo di imperfezioni.
<< No
>>.
Linda sbattè le palpebre. << Come dici?
>>.
Juliet le afferrò lentamente le mani per scrollarsele
dalle spalle. Si sedette sul divano, poggiando i gomiti sulle ginocchia, il
volto chino con i capelli lunghi che lo ricoprivano. << Non lo farò. Non
farò niente per te, Linda. Non cambierai mai…t’importa solo di te stessa.
Neanche questa visita è stata per me, lo hai fatto per sfuggire da qualcosa che
non volevi affrontare. Nessuna telefonata o visita è mai stata per me
>>.
<< Juliet! >> l’ammonì sua madre, ma lei
scosse la testa ignorandola. << Grazie per essere venuta…parlare con te
dopo tutti questi anni mi ha fatto capire tante cose. >> Non era sicura
che potesse alzarsi, le mani le tremavano per la rabbia e la sua testa era un
ammasso d’informazioni taglienti come la lama di un coltello. Schiarendosi la
gola mormorò: << Sai già dov’è l’uscita >>.
<<
Bene, ma sappi che mi ha molto deluso, Juliet. non pensavo potessi avere una
pietra al posto del cuore! >> l’accusò senza remore Linda, afferrando con
stizza il cappotto e avviandosi verso la porta.
Il rumore dei suoi
tacchi a spillo profanò quel pesante silenzio nella stanza, ma si affievolì
quando Linda si chinò per raccogliere qualcosa per terra. << E questo…?
>>.
Juliet alzò lo sguardo, sbarrando gli occhi nel rendersi
conto di cosa stesse guardando.
La raggiunse fulminea,
strappandoglielo dalle mani. << Niente che ti riguardi. >> grugnì,
allontanando il foglio dalla vista indiscreta di
Linda.
Quest’ultima le rivolse un sorriso sorpreso. << Sei
incinta? Oh mio dio…lui lo sa? >>.
<< Ti ho detto che
non ti riguarda. >> ripetè a denti stretti Juliet, sviando gli occhi per
concentrarsi su un punto indefinito del pavimento.
Linda scoppiò a
ridere, sembrava che la stesse…deridendo. << Ci hai provato, figlia mia,
ma i tuoi occhi non negano. Hai paura eh? Temi la sua reazione…Brucia la
consapevolezza che Louis alla notizia possa decidere di svignarsela. Gli uomini
sono tutti uguali, io lo so. Dice di amarti, te lo lascerà credere per poi
infliggerti il colpo di grazia, quando le cose diventano più serie >>
disse con un sorrisino mordace.
<< Sta’ zitta! >>
ringhiò Juliet, la mandibola serrata per la rabbia, gli occhi a due fessure che
minacciavano di cedere. << Tu non sai niente…non sai niente. >>
ripetè debolmente stringendosi le braccia intorno al ventre, come una sorta di
protezione.
Ne aveva abbastanza di quelle
cazzate.
Era stata una povera illusa a credere di poter ricucire
quella sottospecie di rapporto che aveva con Linda.
Non doveva
mostrare segni di debolezza, non davanti ad una donna che non aveva nessun
riguardo nei suoi confronti, ma soltanto del proprio ego.
<<
Non è vero, mia cara. Tu sei uguale a tua madre, tu sei uguale a me.
>>.
<< Io non sono come te! >> urlò Juliet in
tono caustico, accecata dallo sdegno.
Ma dentro di sé, si domandò
se fosse vero.
Era fuggita.
Come
Linda.
Era una vigliacca come lei.
Di fronte
all’amore di Louis, Juliet era scappata.
Non era migliore di sua
madre. No, non lo era. Esisteva un modo per redimersi o sarebbe diventata
inevitabilmente come Linda?
Juliet piantò gli occhi dentro quelli
di Linda, penetrandole dentro, tentando con quel poco di speranza che le
rimaneva d’intrufolarvisi per cercare un qualche segno di amore nel cuore di sua
madre.
Non aveva mai pensato che una persona potesse essere
cattiva, ogni essere umano compieva degli sbagli, proprio perché inclini nella
sua natura.
C’erano eventi che non si sarebbero mai cancellati, il
passato di Juliet in un modo o nell’altro avrebbe sempre oscurato il suo
presente, ma ci sarebbe riuscito soltanto se lei glielo avesse
permesso.
E così era stato, Juliet aveva vissuto nella paura per
tanto tempo.
Non credeva che Linda fosse una persona cattiva.
Aveva sbagliato sì, ma Juliet non poteva continuare ad odiarla per questo. Quel
filo spinato intorno al suo fragile cuore doveva essere tolto, altrimenti la sua
vita non sarebbe potuta andare avanti.
Sebbene i suoi piani di
rappacificazione con sua madre non avessero trovato concretezza, Juliet non
avrebbe permesso che il dolore la sopraffacesse di nuovo, come un manto di fuoco
che attendeva nuovamente l’occasione per corrodere il suo
amore.
Strinse forte il foglio, che le aveva dato la dottoressa
Caroline, fino ad accartocciarlo tra le mani: adesso aveva un motivo in più per
combattere quei dannati demoni.
<< Linda, ti prego di
andartene ora. Sono molto stanca >>.
Lei schioccò la lingua,
con fare presuntuoso. << Come vuoi, ma ti renderai conto della verità
delle mie parole. >> inveì solcando l’uscita.
<< A
differenza tua, conosco l’uomo che amo. >> replicò con pacatezza,
Juliet.
Proseguendo spedita verso la sua Audi, Linda le scagliò il
colpo di grazia. << Sai una cosa? Che io sia dannata per essermi lasciata
mettere incinta. Avrei dovuto limitarmi a fargli un pompino. Mi sarei
risparmiata tutto questo >>.
Ci sono momenti nella vita in
cui le rivelazioni ci piombano addosso alla velocità di un lampo e,
all’improvviso, ci sorprendiamo di non aver capito prima ciò che da sempre
avevamo sotto il naso. A Juliet era appena accaduto questo; tuttavia quella
rivelazione era molto più dolorosa di quanto pensasse.
Nello
stesso istante in cui finì la frase, Linda non fece in tempo a voltarsi e
rendersene conto che il contatto di una mano sconosciuta investì la sua guancia
destra con un colpo secco.
Juliet si ritrovò sgomenta a fissare
dalla soglia di casa sua, il profilo di Bethany con i piedi ben piantati per
terra, i suoi occhi celesti infuocati di riprovazione
repressa.
Puntò ferocemente un dito contro Linda, la quale con gli
occhi sbarrati si era portata una mano tremante alla guancia ferita. <<
Ringrazia Dio che io mi sia limitata ad un ceffone, brutta stronza. Non osare
mai più rivolgerti a mia figlia con parole del genere, mi hai capito
bene? Non sei degna di lei, non meriti neanche le briciole del suo perdono. Non
posso impedirle di avere a che fare con te sempre che non sia lei a deciderlo,
ma la prossima volta che hai intenzione di venire fin qui, ti consiglio
vivamente di pensarci due volte e di avere dei principi sulle spalle, o farai i
conti con me. Adesso prendi il tuo giocattolino e sparisci dalla mia vista,
prima che chiami la polizia per invasione di proprietà privata >>. Detto
questo la lasciò lì, senza nessuna possibilità di
replicare.
Silenzio.
Intorno a lei tutto si era
fatto confuso e privo d’importanza.
Juliet riuscì a sentire
distintamente la presa delicata di Bethany sul braccio, incitarla ad entrare
dentro casa; ma tutto finiva lì.
Che io sia dannata per essermi
lasciata mettere incinta. Avrei dovuto limitarmi a fargli un
pompino.
Un pompino…ripetè incredula nella sua mente
stravolta.
Le parole di Linda, brutali e concise le strinsero la
gola in una morsa feroce. Attraverso il dolore che offuscava i suoi occhi
ambrati, scrutò Bethany prenderle lentamente il viso tra le
mani.
<< Ooh la mia Juliet...È tutto finito. >> le
assicurò con voce spezzata.
D’istinto Juliet l’abbracciò forte,
consapevole che agli occhi di Bethany dovesse sembrare uno straccio. << Oh
mamma…mi dispiace. Non piangere ti prego, va tutto bene
>>.
<< Come puoi dirmi una tale menzogna? >> la
rimbrottò debolmente. << Perché non mi hai detto che lei era qui?
>>.
<< Perché dovevo farlo da sola. Dovevo sapere la
verità. Ora la so… >>.
Juliet avrebbe vissuto con
quella rivelazione d’ora in poi. Bethany e David avevano fatto in modo di
proteggerla da un cuore spezzato, da una delusione che avrebbe fatto soffrire
una povera bambina inerme, ma adesso Juliet era abbastanza adulta per poterla
affrontare e conviverci.
Strinse forte gli occhi per cancellare
ogni traccia di sofferenza, poi scrollò scherzosamente il corpo di sua madre,
mentre ancora l’abbracciava. << Ssh non piangere mamma…tua
figlia sta bene >> sussurrò accarezzandole i capelli
biondi.
<< Sono così fiera di te, piccola mia. >>.
Percepì Bethany tirare su col naso. Si staccò da Juliet per rivolgerle un
sorriso rincuorato e pieno d’amore materno.
A quel punto gli
angoli delle labbra di Juliet si sollevarono in un sorriso cristallino che
rifletteva quanto fosse grata di aver avuto Bethany nella sua vita, e
l’abbracciò nuovamente.
<< Ti voglio un bene dell’anima,
mamma >> disse. << Non sarei stata qui se non fosse stato per voi.
Ti prego di perdonarmi, non avrei mai voluto farti assistere a… >> lasciò
la frase a metà perché Bethany annuì capendo bene a cosa si
riferisse.
<< Aah Juliet… Juliet! Quando imparerai che le
persone che ti amano farebbero questo per te e molto altro? >> Sua madre
le lanciò un buffetto sulla spalla. << E poi erano anni che aspettavo
l’occasione per farlo! >> la buttò lì ammiccandole in maniera maliziosa,
strappando a Juliet un piccolo sorriso.
Forse il suo sogno di
creare un legame con Linda non aveva avuto gli esiti desiderati, ma Juliet era
consapevole che sua figlia avrebbe avuto un amore incondizionato dai suoi
genitori.
A proposito di genitori…c’era una persona in
particolare con cui Juliet aveva assolutamente bisogno di
parlare.
Sua madre le propose premurosamente se volesse mettere
qualcosa sotto i denti, ma Juliet declinò l’offerta ringraziandola. Bethany
accolse quel diniego con un sospiro crucciato, poi le baciò il capo: << E
va bene, tesoro >>.
<< Non è per via di Linda. Ho la
testa da un’altra parte e non ho molta fame in questo momento. Ho bisogno di
vedere Louis >>.
<< È successo qualcosa in
particolare? >> le domandò allora sua madre, inclinando la
testa.
Juliet si morse il labbro, dubbiosa se rivelarglielo. Ma
sua madre sapeva mantenere un segreto, e poi Juliet doveva assolutamente dar
voce al suo ‘segreto’ altrimenti sarebbe scoppiata. E chi meglio della sua
adorata madre per confidarsi? << Ah-aha. Forse è meglio che tu ti sieda
mamma >>.
<< Louis. >> lo
richiamò Harry per l’ennesima volta, sbuffando.
<< Così
rischi di consumare il pavimento e di far venire un’emicrania a me
>>.
<< Nientemeno adesso risponde la segreteria!
>> ringhiò Louis buttando il telefono sul divano e continuando a camminare
nervosamente avanti e indietro nel salotto della tenuta di
Promesse.
<< Forse è da qualche parte dove non prende bene.
>> convenne invece il riccio.
Louis lo fulminò con lo
sguardo. << Non cercare di difenderla. È tutta la mattina che non è
rintracciabile e non è nemmeno qui. Perché non è qui? >> ripetè
agitato.
<< Amico, sei diventato rosso fino alla punta delle
orecchie >>.
<< Fanculo
>>.
<< Va bene. Adesso hai smesso di fare la
donnicciola isterica così possiamo chiedere a Jade quand’è stata l’ultima volta
che l’ha sentita? >>.
<< Stronzo. >> borbottò in
risposta Louis alla frecciatina. << Okay. >> borbottò
poi.
Harry scosse la testa, accennando un sorriso. Si alzò dal
divano, dove era stato per tutto il tempo che il suo amico gli aveva raccontato
della discussione avvenuta con Juliet di quella mattina.
<<
Ti senti meglio? >> gli chiese Harry, dandogli una leggera pacca sulla
schiena.
Louis scrollò le spalle. << Starò meglio quando
saprò dov’è la mia ragazza >>.
Salendo le scale per
dirigersi all’ufficio di Jade, Louis sperò di ricevere qualche informazione
utile su dove potesse trovarsi Juliet.
Era arrabbiato con lei per
il modo in cui lo aveva allontanato, quando si era sentita male. Aveva omesso di
dire ad Harry del malessere di Juliet, perché sapeva che non le avrebbe fatto
piacere che qualcun altro all’infuori di Louis che ne era stato testimone, lo
sapesse.
Si era limitato ad esporgli il litigio avuto con lei,
tralasciando i dettagli di salute. Non aveva combinato niente di buono al
negozio, così aveva deciso di chiamare sua madre dicendole che aveva una
‘commissione’ importante da sbrigare e se poteva sostituirlo. Così era venuto
dove credeva di poterla trovare, dato che gli aveva detto che quel giorno aveva
molto lavoro da sbrigare con le ragazze. Dov’era finita allora se Harry gli
aveva detto che aveva lavorato da casa e non aveva visto traccia di Juliet
nemmeno a colazione?
Voleva delle risposte. E
subito.
Producendosi in un: << Jade, sono Louis, posso
parlarti un attimo? >> bussò una volta alla porta, poi entrò senza neanche
aspettare il permesso.
Le regole di buona educazione potevano
andare a farsi fottere.
Jade alzò di scatto la testa, corrucciata.
<< Louis. Harry >> esclamò seduta nella poltrona di pelle
scura.
Fu il riccio a parlare. << Scusaci, tesoro. Louis
stava facendo il matto e non c’è la facevo più a sopportarlo
>>.
<< Bell’amico! >> borbottò Louis,
fulminandolo con lo sguardo.
Jade schioccò la lingua,
richiamandoli. << Non è un momento opportuno >>.
Louis
corrugò la fronte, poi sorpreso intravide una figura femminile dalla lunga
chioma di capelli castano chiaro, seduta di fronte a Jade, dargli le
spalle.
Avrebbe potuto riconoscere quella tonalità di colore
ovunque. << Juliet? >>.
La donna si girò, e per poco
Louis non soffocò con la propria saliva. La somiglianza con Juliet era
impressionante, ma non era lei.
Dio quegli occhi dalla penetrante
sfumatura ambrata erano gli stessi di Juliet, ma era più matura almeno di una
decina d’anni e i capelli leggermente più corti.
<< Conosci
Juliet? Aspetta…ti chiami Louis? >> parlò la donna,
sorpresa.
La cadenza della voce invece era diversa, più melliflua,
in contrasto con quella leggermente profonda di Juliet.
<<
Io…sì. Mi scusi, posso chiederle chi è lei? >>.
Fu Harry a
rispondere con tono sorpreso << Linda >>.
Louis volse
di scatto la testa verso il riccio. << Linda?! La madre di Juliet?!
>> sbottò attonito.
Mille domande riempirono la bocca di
Louis. Juliet sapeva che sua madre fosse lì? Cosa sarebbe successo se si fossero
incontrate? Perché Linda era con Jade quando avrebbe dovuto essere con sua
figlia? Forse stava chiedendo di lei per sapere dove potesse trovarla? Juliet
l’avrebbe presa bene?
Cazzo datti una
calmata!
Non poteva fare la
figura del cretino in una situazione delicata e surreale come quella. Aveva già
fatto una figura pietosa irrompendo irascibile nell’ufficio di Jade, adesso
doveva darsi una calmata, riflettere e prendere la situazione in
mano.
Louis conosceva troppo bene i sentimenti di Juliet nei
confronti della sua vera madre ormai, quindi le sarebbe stato vicino se entrambe
avessero voluto chiarire i loro problemi.
La discussione avvenuta
con Juliet passava in secondo piano, adesso doveva starle vicino, non sarebbe
andato da nessuna parte, né avrebbe permesso che Juls lo tagliasse fuori
un’altra volta.
Linda si alzò dalla sedia, scrutandolo. << E
così mia figlia ha realmente un fidanzato. Ma questo è ancora da vedere dato che
mi sembri un po’ nervosetto. Difficile stare dietro ad una come Juliet, vero
caro? Non immagino pensare cosa comporterà la
grande notizia per te adesso >>.
La cosa?!
<< Non sei venuta fin qui
per mettere dito negli affari della mia amica, Linda. >> intervenne Jade
parlando a bassa voce ma abbastanza perché arrivasse forte e chiaro al
destinatario.
Lei alzò teatralmente gli occhi al cielo. <<
In effetti sono venuta per una faccenda ben più importante
>>.
<< E Juliet ha già dato il responso al posto mio.
>> continuò inespressiva Jade. Linda era venuta da lei con l’intento di
convincerla a trovarle un posto nella lista dei mesi a venire, ma chi conosceva
Jade sapeva che corromperla equivaleva a schierarsi la fossa da solo. La signora
G con occhi sgranati aveva bussato alla sua porta, avvisandola di una visita
improvvisa. Era stata un’enorme sorpresa scoprire che si trattasse proprio della
madre di Juliet. L’aveva vista soltanto un paio di volte negli anni addietro;
l’ultima volta era stato al funerale del padre di Juliet. Ricordò che si era
trattato di una visita breve, poiché guarda caso Linda si trovava in città per
un viaggio d’affari del precedente marito. Non era difficile inquadrarla per
quello che era, ma Jade si era sempre astenuta dall’esporre il suo pensiero,
soprattutto davanti a Juliet.
Linda si era lasciata andare a
suppliche svenevoli, utilizzando l’incontro con Juliet come scudo per
difendersi, affermando che sua figlia non avesse fatto niente se non
rinfacciarle i suoi sbagli di gioventù.
Jade non aveva creduto ad
una sola parola, e tantomeno avrebbe permesso a quella donna di mettere zizzania
anche a casa sua.
Qualunque cosa fosse successa, Jade immaginò che
non fosse andata a gonfie vele. Sperò che Juliet stesse bene, e che sarebbe
venuta a lavorare, così avrebbero fatto una lunga chiacchierata. Jade era
preoccupata, e non era la sola a quanto pare.
Louis guardò prima
una poi l’altra. Non ci stava capendo niente.
Le parole uscirono
da sole, quando si rivolse a Linda. << Mi scusi, lei ha parlato con
Juliet? >>.
Linda sbuffò, come annoiata di quell’argomento.
<< Oh sì e lei ha rovinato tutto scagliandosi contro di me offendendomi.
>> poi con un gesto di nonchalance, si giro verso Jade. << Jade, so
che sei tu il capo qui e so che l’ultima parola in merito agli eventi proviene
da te. Io e Marcus ne abbiamo passate tante, e in questo momento con Juliet che
mi ha esiliato dalla sua vita, desidero soltanto sposarmi con la persona che amo
e rispettare la decisione di mia figlia di lasciarla in pace
>>.
Jade non battè ciglio, anche se intimamente la sua
inquietudine nei riguardi di Juliet crebbe.
Maledetta, se le hai fatto
qualcosa...
imprecò contro Linda, mentre i suoi occhi grigi rimanevano
impassibili.
<< Te l’ho già detto. Non posso aiutarti.
>> si alzò, protendendo la mano verso la porta con fare eloquente.
<< Ora se vuoi scusarmi Linda, ho un incontro con dei clienti
>>.
<< Vi siete messe d’accordo! Tu e
quell’insensibile! >> replicò mettendo un broncio
lei.
<< Non è un mio problema ciò che credi, puoi anche
metterti a piangere se vuoi, ma non osare parlare di Juliet in questo modo
davanti a me. Abbiamo finito. Potrei dire che rivederti è stato un piacere, ma
sarebbe una bugia. >> concluse con sguardo
glaciale.
<< Pensavo che avrei trovato una persona
ragionevole venendo qui. >> Linda prese la sua borsa, alzando il mento con
fare pretenzioso. << Troverò di meglio. In effetti non ho bisogno che un
matrimonio del mio calibro venga organizzato da quattro ragazzine. Ti saluto
Jade. >> recandosi verso l’uscita, Linda superò Louis, ma prima di
andarsene gli sussurrò. << Mi sembri un ragazzo intelligente e troppo
carino per soffrire a quest’età. Sono sicura che presto ti renderai conto di che
persona sia la mia figliola. Non permetterle di rovinarti la vita
>>.
<< Sono assolutamente certo di che persona sia la
mia fidanzata, la ringrazio. >> replicò atono Louis.
Linda
scosse la testa. << Non dirmi che non ti avevo avvertito. Buona fortuna
con tutti e due! >> e si congedò ponendo così fine alla volontà di
Louis di voler tentare di trovare una spiegazione plausibile a quella scenata.
Cosa stava cercando di dirgli quella donna? Cos'era successo tra lei e
Juliet?
"Con tutti e due"? Cosa diavolo
mi stai nascondendo Juliet?
Note
dell’autrice
Ho dovuto
chiedere alla mia migliore amica di prestarmi il suo computer per poter
pubblicare oggi, dato che la mia chiavetta mi ha abbandonato da circa due
settimane. I nervi a fior di pelle all’idea di dovermi limitare ad usare il
cellulare per seguire le storie che leggo o rispondere ai vostri messaggi! Spero
ritorni presto, intanto c’è qui con me la mia adorata amica che mi ha
gentilmente concesso l’uso di internet per postare il capitolo 26. Grazie di
cuore ragazza <3
Venendo a noi mie dolci lettrici…voglio dirvi
grazie davvero con il cuore in mano per essere così pazienti. Come me
naturalmente anche voi il mese di maggio sarà tragico, poiché c'è chi deve
affrontare gli esami e chi deve completare le interrogazioni e tenere gli ultimi
compiti scritti. Ce la faremo! Chiunque di voi ha i propri impegni,
ciononostante trovate il tempo per me, ed io anche se non pubblico una volta
alla settimana come vorrei, tenterò di provvedere e farlo ogni due settimane
proprio perchè tengo moltissimo al fatto che dobbiate aspettare il meno
possibile...poi però c'è il mio adorato internet che mi gioca brutti tiri e non
va affatto bene U.U*
Ogni volta mi fate arrossire con quello che scrivete
nelle recensioni...500 dio mio... :’) GRAZIE ad ognuna di voi, indipendentemente
da chi recensisce o no, vi ringrazio per spendere il vostro tempo a leggere dei
miei personaggi...mi ha fatto molto piacere sapere che la OS di Nat e Zayn non
sia passata inosservata ^-^ Scusatemi per la cortezza dell'angolo autrice, ma
devo correre a rispondere alle vostre recensioni, che siete sempre tante ( con
mia sorpresa ogni volta :3) e cercare di non far perdere l'intera giornata alla
mia disponibile amichetta..non voglio approfittarne troppo e concedermi ai miei
monologhi xD Riguardo il capitolo, il momento tra Linda e Juliet doveva
arrivare, spero di non averlo reso scocciante. Tempo fa chiesi se Juliet avrebbe
dovuto perdonare Linda, e voi mi diceste la vostra risposta: chi riteneva che
fosse da folle perdonare una persona del genere come Linda, chi era insicuro sul
sì e no. Bè alla fine la nostra Juliet voleva davvero ricucire il rapporto e
come avete notato ha tentato di farlo, ma non si aspettava un simile
capovolgimento della situazione. Juls è stata molto forte nel tentare di
incassare il colpo infertole dalla madre, per amore di Bethany e per il proprio
figlioa ha affrontato la situazione coraggiosamente non trovate? Cosa vi ha
suscitato nel leggerlo? Vi va di espormi il vostro pensiero in proposito? Sempre
se vi va e se me lo merito.. :) Ora devo proprio scappare...vi mando un forte
abbraccio!! Alla prossima <3 Vostra Ella
|
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Capitolo 27 *** Capitolo27 ***
Caèitolo 27 pronto
Capitolo 27
"Con
tutti e due"? Cosa diavolo mi stai nascondendo Juliet?
Cosa voleva dire Linda con quel “tutti e due”?
Louis sentì la profonda indecisione tra l’inseguire
Linda e chiederle spiegazioni o chiamare Juliet e parlare direttamente con lei.
Maledizione no. Nonostante sentisse una gran rabbia e confusione
nel petto, non era Linda la persona da cui voleva delle risposte.
Si voltò per guardare Jade, i muscoli contratti per l’impellente
tensione accumulatasi in quella giornata. << Dov’è? >>, non serviva
specificare a chi si riferisse.
La riccia scuoté piano la testa. << Non lo so >>.
<< Chiamala. >> fu l’ordine perentorio di Louis.
Con la coda dell’occhio vide Harry lanciargli uno sguardo
ammonitore per il tono brusco con cui si era rivolto a Jade, ma Louis lo ignorò
troppo preso da quell’unico pensiero che gli annebbiava la testa. Si sentiva
come se fosse stato brutalmente tagliato fuori da una parte importante della
sua vita e questo lo faceva infuriare. Sapere che quella parte vitale fosse lei, non rendeva le cose più semplici,
anzi era ancora più doloroso.
Jade annuì una sola volta. << Okay. >> non si
aspettava quell’atteggiamento quieto da parte sua, e Louis non seppe dire se la
riccia lo stesse utilizzando perché le stava dando l’aria di un pazzo furioso o
di un povero oppresso.
Quando lei gli porse il suo cellulare, Louis capì perché lo stesse
facendo, perciò senza dire nulla, lo afferrò, compose il numero e aspettò.
Al quarto squillo, Juliet rispose. << Jade. È successo
qualcosa con i clienti? >>.
<< Ti aspetto a casa, tra un quarto d’ora. >> Louis
non riuscì a far niente per reprimere quel gelo che aveva ovattato la sua voce.
Dall’altra parte dell’apparecchio, ci fu qualche secondo di
silenzio. << Louis… >> sospirò, sembrava sollevata di sentirlo, allora
perché aveva rifiutato ogni sua maledetta chiamata quando l’aveva cercata?
<< ascolta, devo dirti… >>.
<< Tra un quarto d’ora, Juliet. >> ripeté brusco, poi
mise giù, senza aspettare una risposta.
Jade ed Harry si guardarono, ma non dissero nulla.
Bene, Louis non aveva voglia di ricevere prediche in quel momento.
Poggiò il cellulare sulla scrivania, << Grazie. Ci si vede
ragazzi >>.
<< Mi trovi qui se hai bisogno. >> disse Harry, gli
occhi verdi solenni velati di preoccupazione.
Louis mantenne lo sguardo, facendogli capire quanto per lui
contasse quell’affermazione, poi lasciò la stanza.
Jade si strinse nelle braccia. << Perché ho un brutto
presentimento? >> mormorò.
Il riccio le coprì una mano con la sua, sorridendole rassicurante.
<< Andrà tutto bene. Quei due si amano troppo, non permetteranno che
l’entrata in scena di Linda crei problemi tra loro >>.
<< Lo spero tanto >>.
Harry la tirò a sé, abbracciandola. Non aveva mai visto Louis
tanto furioso quanto questa volta. Era preoccupato per il suo amico, ed era
preoccupato anche per Juliet. Jade gli aveva raccontato il comportamento
scostante di Juliet in quegli ultimi giorni, e aveva scoperto da Niall il
curioso episodio avvenuto in cucina con lei. Non volle rivelare a Jade quanto
in realtà le parole che le aveva detto poco prima nel tentare di confortarla,
suonassero a lui più come una speranza che una certezza.
No, doveva essere una
certezza. Doveva credere che tutto sarebbe tornato a posto. Perché Harry
nutriva uno strano presentimento a proposito di quello che Linda aveva detto a
Louis su quel ‘tutti e due’. E se quello che credeva si sarebbe rivelato
esatto, avrebbe inciso profondamente sul futuro di Juliet e Louis.
Ed Harry sperò intensamente che quel futuro prevedesse loro due
insieme.
<< Ha tutto il diritto di essere arrabbiato, me ne rendo
conto. Solo non credi che attaccare il telefono in quel modo sia stato
esagerato? >> mormorò Juliet pensierosa, seduta sul tavolo in cucina e
dondolando le gambe avanti e indietro in maniera alternata.
Non si era ancora tolta il giubbotto, troppo occupata a rimuginare
sugli eventi della giornata.
Carota girovagava per la cucina, adocchiandola di tanto in tanto
per piegare la testa, come se stesse riflettendo anche lui su quelle parole.
<< Okay, hai ragione. Non sarei dovuta sparire per tutta la
mattinata. Ma sai dove sono andata? Guarda attentamente. >> Juliet mostrò
al cagnolino dal pelo rossiccio, quel che rimaneva del suo test di gravidanza.
Il foglio era tutto consumato a causa del continuo giocarci con le mani, ma il
contenuto era ancora comprensibile. Solo non sapeva come iniziare quel delicato
argomento. Come avrebbe dovuto iniziare? O sarebbe stato meglio annunciarglielo
senza troppe premesse?
Bethany era scoppiata in lacrime di gioia, quando Juliet le aveva
confessato di essere incinta. Sua madre si era prodotta in una serie di buffi
gridolini, salti eccentrici per una donna adulta come lei che avevano fatto
ridere Juliet, poi le aveva fatto promettere che una volta saputo il sesso
della creaturina, sarebbero andate a fare shopping in centro.
Verrà tutto da sé. Non
cercare di prepararti un qualche tipo di discorso. Nel momento in cui
incrocerai i suoi occhi, saprai cosa dire, così aveva risposto Bethany con un
gran sorriso da esperta, quando Juls le aveva chiesto un consiglio.
Juliet cominciò ad inspirare piano, stringendo tra le dita
contratte in un istinto abituale la stoffa del suo lungo cappotto di lana
scuro.
Parlare con Carota la stava aiutando ad alleviare l’ansia, ma il
cagnolino sembrò scocciarsi di starla a sentire, quindi si congedò senza troppi
complimenti.
Juliet corrugò la fronte, alzando le braccia in maniera teatrale.
<< Ehi! Bell’amico che sei, complimenti! >> commentò offesa.
Capì un istante dopo che Carota avesse lasciato la stanza, perché
molto probabilmente aveva avvertito il rumore delle chiavi provenire dalla
porta d’entrata, e non a causa della sua parlantina, che Juls sapeva doveva essere
stata comunque noiosa e ridondante.
Balzò dal tavolo dov’era seduta in un lampo, nascondendo il foglio
piegato e ripiegato della dottoressa nella tasca, e raggiungendo a passo svelto
il salotto.
Si passò una mano tra i capelli leggermente arruffati dal vento,
mentre Louis entrava. << Ehi >> esclamò col fiato corto, quando
incrociò il suo sguardo, poi Juliet alzò gli angoli della bocca in un sorriso
incerto.
<< Ciao >> fu la risposta incolore di Louis, poggiando
le chiavi sul tavolino in cristallo nel salotto, si levò lentamente il cappotto
e lo lasciò cadere sul divano.
Passò qualche minuto di silenzio, prima che Juliet trovasse
qualcosa con cui cominciare. Era preparata a quell’atteggiamento da parte di
lui, in fondo lei se lo meritava, era certa che Louis si fosse preoccupato a
morte, domandandosi che fine avesse fatto. Juliet era tremendamente
dispiaciuta, ma in cuor suo, sapeva che non sarebbe stata capace di sentire la
sua voce al telefono, mentre tutto il suo mondo veniva capovolto nel giro di un
paio d’ore.
Gli avrebbe spiegato le sue ragioni, ed il perché fosse andata in
ospedale senza dirgli niente.
<< Ti va di sederti? >> gli propose.
<< Preferisco stare in piedi. >> detto ciò, Louis
appoggiò il corpo sullo schienale opposto al divano, incrociando braccia e
gambe.
<< Quanto sei arrabbiato? >> Una domanda propriamente
idiota, n’era consapevole, ma in qualche modo doveva pur iniziare no?
<< Dimmelo tu. Quanto credi che io sia arrabbiato, Juliet?
>> la blandì con voce fintamente carezzevole.
I suoi occhi azzurro-verdi erano tetri, il volto una maschera di
mera freddezza.
Juliet sentì un brivido sgradevole scorrerle lungo la schiena, ma
lo scacciò subito, replicando gentilmente. << Sarebbe stupido da parte
mia dirti che mi dispiace. Ma se non ho voluto rintracciarti è perché… >>
cominciò a dire.
<< Perché è la tua
vita, perché io non ho diritto di
intromettermi? >> proseguì aspro lui.
Juls scosse lentamente la testa, in piedi, di fronte a lui, pochi
metri oscuri che li separavano come se stessero cercando di sopprimere ogni
briciolo di serenità che lei aveva finalmente deciso di vivere, per il bene del
piccoletto e per quello di entrambi i genitori.
<< Sai che non intendevo quello. Non volevo che, sì insomma,
insistessi per starmi vicina, quando era una cosa troppo delicata e incerta da
dover affrontare perfino per me. Avevo bisogno di farlo da sola >>.
<< Non ti avrei di certo costretta, ma pensavo che dopotutto
quello che avevamo condiviso, tu mi volessi…che avessi bisogno di me. >>
Louis calcò fortemente la voce sulle ultime parole, penetrandola con uno
sguardo in cui Juls vide dolore e delusione.
<< Ma io ho bisogno di te! Ti prego, lascia che ti spieghi…
>> fece per avvicinarglisi, ma Louis si allontanò raggiungendo un punto
indefinito della stanza.
<< Ho cercato di prendermi cura di te, ti ho ascoltata
quando hai voluto rivelarmi i tuoi segreti e paure più profonde. So che è stato
molto difficile per te farlo, e questo mi ha fatto capire quanto tu tenga a me…fino
a che punto tu mi ami anche se non vuoi ammetterlo nemmeno a te stessa.
>> mormorò lui ferito, dandole le spalle.
Juliet si posò una mano sul petto, tacendo per poterlo far
proseguire, mentre tutto in lei gridava di dirgli quanto fosse vero. Quanto
profondamente Juliet lo amasse e quanto si considerasse felice all’idea di
aspettare un figlio da lui.
<< Hai idea di quanto fossi preoccupato?! Non sapevo dove
fossi, e al tuo cazzo di cellulare rispondeva la segreteria! Sono andato alla
tenuta, credendo di trovarti lì, ma niente. Invece, ho trovato il motivo che ti aveva spinto ad ignorarmi
per tutto il giorno >>.
<< Quale? Non può essere… >> sussurrò confusa lei
guardando la schiena di Louis tendersi per poi abbassarsi in respiri
controllati.
Si volse, penetrandola con quei suoi occhi di un blu burrascoso. <<
Chi, Juliet, chi. Non credi che avrei preferito sapere come stavi, dopo che la
tua vera madre era venuta a farti una visitina? Avrei preferito che fossi tu a
dirmi la verità, non Linda. >>
l’accusò a denti stretti.
La verità…il sangue le sì gelò
nelle vene.
NO! No ti prego fa che
non glielo abbia detto lei…ti prego...pregò intimamente Juls con veemenza,
cominciando ad avere il respiro corto per il panico.
Dio cosa aveva combinato Linda?
<< C-cosa ti ha detto? >> sussurrò, cercando negli
occhi di Louis un segno, un qualsiasi tipo di emozione che potesse far
ricominciare a battere il cuore di Juliet.
Ma non arrivò, e il silenzio in quella stanza si fece così pesante
che lei faticò quasi a respirare.
<< Voglio saperlo da te. Cos’è accaduto tra voi due?
Cos’è
che devo sapere? Cosa o meglio chi è questo grosso segreto di
cui andava a
blaterare Linda? >> volle sapere Louis, con una tale durezza e
intensità nella
voce che colpì Juliet dritto al centro del suo petto dolorante.
<< Puoi
dirmi tutto, credevo lo sapessi. Non ti farei mai del male, ma non so
come
aiutarti se tu non mi parli! >> replicò non riuscendo a
reprimere quella
cadenza cupa nel tono di voce. << Io ci provo, ma come posso
pensare che tu mi voglia nella tua vita se mi allontani ogni volta!
>>.
<< Louis no, va tutto… >> ma si bloccò mordendosi
ferocemente il labbro tremante, perché non andava bene per niente. I suoi
occhi…dio gli occhi di Louis erano così intrisi di palese sofferenza, che
Juliet sentì la terra mancarle sotto i piedi.
Lui non meritava quella menzogna, non meritava di sentirsi
rivolgere altre stronzate.
'Mi fido di te'.
Era ciò che Louis nonostante il comportamento restio di Juliet, le
aveva mormorato quella mattina presto, con sincera onestà e con quell’amore
negli occhi che solo lui era stato capace di darle più di chiunque altro.
E Juliet l’aveva tradita, la volontà di Louis di fidarsi di lei si
stava sfracellando al suolo, e non lo biasimava.
'Lotta per noi, Juliet'.
E lei aveva fallito.
Aveva tradito quell’amore che lui aveva tentato di dimostrarle in
qualsiasi momento.
Non aveva saputo prendersene cura, con la dovuta indispensabile
attenzione, e Juliet lo aveva perso.
Non ci fu bisogno che lui lo dicesse. Rammentò le parole di sua
madre, riguardo il fatto che non appena avesse visto Louis, avrebbe
capito cosa fare.
Chiuse gli occhi, imponendosi di frenare qualsiasi tipo d’emozione
avrebbe potuto palesarsi e stravolgere il suo animo.
Seguirono lunghi minuti di silenzio, durante i quali Juliet si
portò una mano dentro la tasca.
Lì dentro c’era il suo prezioso dono, il suo cuore, la sua vita.
Lo strinse forte tra le dita, nascondendo quel tremolio che colse
le sue gambe, mentre procedeva lentamente verso l’uomo che amava.
Quel pezzo di carta aveva dato più forza a Juliet quel giorno di
quanto non n’avesse avuta in tutti i suoi anni passati a combattere i suoi
demoni.
Sentì i suoi piedi opporsi, diventare di piombo, ma strinse i denti
continuando ad incedere fin quando non si ritrovò così vicina a Louis, che le
ci volle tutta la sua forza di volontà per resistere al desiderio di toccarlo,
di accarezzarlo, di confortarlo, di dirgli quanto lo amasse, che sarebbe stato
un padre meraviglioso per quel piccoletto, ma doveva farlo, perché senza di
lui, Juliet non avrebbe mai scoperto quanto amore potesse provare per una
persona.
Lui ora la scrutava, attento ed immobile, dentro di lui adesso
vigeva solo confusione e diffidenza, ed era tutta colpa sua.
Ti amo…Juliet non lo disse,
altrimenti avrebbe ceduto. Ripeté quelle parole nella sua testa,
mentre delicatamente prendeva una mano di lui nella sua. Gli aprì il palmo verso
l’alto, deglutendo silenziosamente, mentre con l’altra tirava fuori quello che
aveva nella tasca.
...non sapevo cosa
potesse significare…poi sei arrivato tu, a darmi mille grattacapi. Dentro di
me, ho capito dal primo momento che ti ho visto da sotto tutto quel terriccio
che mi avevi fatto cascare in testa, che non sarebbe stato facile liberarmi di te. Incontrò i suoi occhi, e lentamente Juliet lasciò cadere quel dono
prezioso nella sua mano, mentre tutto dentro di lei andava in frantumi.
Louis schiuse le labbra, << Juliet, cosa…? >>, chinò
il capo verso ciò che lei gli aveva poggiato nella mano, chiudendola poi a
pugno, mentre le dita tremanti di lei lasciavano la mano di lui.
Ed è proprio per
quest’amore tanto forte e puro che mai proverò per nessun altro...che devo
lasciarti andare.
Juliet tenne gli occhi fissi sulle chiavi che Louis stringeva nel
palmo della mano. Poi alzò il volto, notando gli occhi increduli e vitrei di
lui folgorarla sconcertati.
Louis aveva tutto il diritto di sapere del bambino, ma non in quel
momento. Juliet avrebbe atteso che le acque si calmassero prima di dirglielo,
così avrebbero potuto prendere una decisione insieme sul futuro del piccoletto,
da...da buoni amici magari.
<< Aspetta. >> Questa volta la voce di Louis suonò confusa e spezzata. << Non… >>.
Juliet scosse forte la testa. Attraverso il luccichio velato dei
suoi occhi ambrati, gli fece capire che non c’era nulla che lui
potesse fare o
dire per cambiare la decisione che aveva preso. Avrebbe preferito
morire, piuttosto che continuare a farlo soffrire. Non lo avrebbe
permesso mai più.
Gli fece un sorriso triste, e con quel gesto Juliet desiderò
trasmettergli tutta la sua gratitudine. Fece per sfiorargli la guancia, ma si
ritrasse.
Ti amo, ripeté un’ultima
volta Juliet stringendosi nelle spalle, e
ti amerò sempre. Poi incapace di tollerare altro se ne andò da quella casa
e da lui, mentre crudeli schegge di ghiaccio infrangevano il suo petto,
penetrando ferocemente nel suo cuore finché non rimasero altro che brandelli.
Allo scoccare delle cinque lasciò il suo ufficio per il primo
appuntamento della giornata.
Era arrivata giusto in tempo, per sentire la voce della sua socia
dare la sua solita impeccabile accoglienza, vestita con un completo rigorosamente
confezionato su misura del colore delle melanzane mature, con un tocco lezioso
dato dalla camicia bianca stirata alla perfezione. << Benvenuti a
Promesse. Io sono Jade >>.
Juliet aveva già fatto delle ricerche sui potenziali clienti. La
sposa: Deeane, era un’artista locale; mentre lo sposo Alex era un architetto
paesaggista. Entrambi provenivano da famiglie altolocate- che avevano
prosperato rispettivamente nel campo bancario e negli investimenti immobiliari-
ed entrambi erano gli ultimogeniti di genitori divorziati due volte. Tutte
queste chicche trovate grazie all’uso di Internet, Facebook, interviste su
giornali e periodici. Inutile rivelare a Jade di non sapere dove fossero finiti
i documenti relativi alla coppia che le aveva fornito alla riunione pre-incontro.
Concentrazione. Era ciò che le
serviva, e nient’altro.
Il tour della tenuta si svolse come di consuetudine con Jade che
illustrava le possibili dinamiche che un matrimonio in giardino avrebbe
potuto comportare in un mese di primavera come aprile. Insieme agli
sposi c’era anche la
madre di Alex, perciò Jade giocò le sue migliori carte
per impressionare la
signora. Erano sempre le madri quelle che andavano tenute
d’occhio: un solo
storcimento di naso e questo avrebbe potuto far capitolare l'accordo
con
Promesse; ma Jade era una tipa tosta, abituata a sapersi muovere con
discrezione ed efficienza con i clienti meglio di chiunque altro.
Juliet ed Allison affiancarono Deeane, mostrandole le rispettive
aree lavorative.
Il primo pensiero di Juls fu che la sposa sembrava la versione
hollywoodiana di un’artista, con la massa di capelli rosso mogano lunghi fino
alla vita e gli occhi castani dal taglio a mandorla. Il suo secondo pensiero fu
che Deeane sarebbe stata una splendida sposa e che, in ultima analisi, avrebbe
davvero voluto contribuire a far sì che il suo fosse un matrimonio
spettacolare. Che il loro matrimonio avrebbe contribuito ad arricchire il
tesoriere di Promesse, non era quello che a Juls importava, al di là dei soldi
che avrebbero guadagnato celebrando un matrimonio altolocato, a Juls quella
ragazza piaceva e voleva aiutarla nel miglior modo possibile.
<< Mi è piaciuto moltissimo quello che ho visto del lavoro
della vostra fotografa sul vostro sito. >> le confidò d’un tratto Deeane,
mentre Allie aveva lasciato l’atelier da qualche minuto per andare a prendere
alcune diapositive.
<< Natasha è un’artista. Potete parlare direttamente con lei
se decidete di organizzare il matrimonio qui da noi, o anche se lo state solo
considerando >>.
<< Mi piacerebbe molto una foto di me e Alex, mentre
passeggiamo in una grande distesa verde, mano nella mano, oppure farmi fare una
foto mentre sono tra le sue braccia distesi nell’erba tra fiori profumati.
>> Un bagliore comparve sul viso della donna. << Pensi che sia possibile
che l’evento si svolga all’aperto? Sarebbe bellissimo. Non ho idea di quale sia
il vestito da sposa giusto per me, ma so che mi piacerebbe sposarmi nel vostro
giardino. È enorme, e Jade ci ha detto che è diviso in più aree a seconda del
tipo di fiori che vi brulicano. Non ho mai visto niente del genere >>.
Juliet sorrise. << Per il vostro matrimonio vedo ghirlande
di lucine, e il bagliore delle candele. Tutto naturale, organico… ma sontuoso,
scintillante. Potrebbe svolgersi nel nostro boschetto di Titania. Tu indosserai
qualcosa dalle linee morbide >> disse a Deeane. << Che ti faccia
sembrare una fata, con i capelli sciolti. Niente velo, ma fiori tra i capelli
>>.
<< Adoro l’immagine che hai appena dipinto nella mia mente
>> mormorò Deeane mentre osservava il paesaggio dalla terrazza. <<
Sei molto brava, vero? >>.
<< È quello che facciamo qui. Studiamo su misura questo
giorno perché rifletta ciò che desiderate di più, ciò che siete,
individualmente e l’uno per l’altra. Volete qualcosa che rifletta voi due insieme, qualcosa di semplice e idilliaco
>>.
<< Wow… >> la ragazza sembrò pensarci su, assorta ad
elaborare ciò che Juls aveva appena detto. << Ne parlerò con Alex. Sono
sicura che le tue socie abbiano fatto capitolare anche una persona polemica
come mia suocera se hanno usato parole come le tue >> ridacchiò
entusiasta.
<< Scopriamolo allora. Raggiungiamo gli altri nel salone
>> propose Juliet ammiccando.
Un’ora più tardi, quando Deeane, Alex e la madre lasciarono la
tenuta soddisfatti del tour e con molto materiale tra le mani per prendere una
decisione su scegliere o meno l’agenzia di Promesse; Juliet si congedò nel suo
ufficio declinando l’offerta delle amiche di fare un break con i manicaretti
della signora G.
Non le era sfuggita l’occhiata indagatrice che Jade le aveva
lanciato di soppiatto poco prima che se ne andasse, e neanche quella
preoccupata della signora G; ad ogni modo Juliet si sentiva la testa
vuota, e
allo stesso tempo pesante in senso contrastante. Sentiva una grande
stanchezza addosso, ma era certa che neanche quella notte sarebbe
riuscita a prendere sonno.
Si mise di fronte allo specchio, la pelle diafana baluginava di
una luce spenta, le labbra parevano incapaci di incurvarsi in quel visino stanco e
spaesato. Si alzò i capelli lunghi in una coda di cavallo, indossò un paio di
pantaloni lunghi e morbidi di tuta, una maglietta e un cardigan di lana grigio
lungo fino alle ginocchia.
Doveva essere un appuntamento informale, e lo scopo di Juls era
quello di far sentire Rosy a proprio agio, considerando la sua natura timida e
un po’ pudica.
Qualche minuto dopo Juls aprì la porta per accogliere la sposa, la
quale l’abbracciò affettuosamente. << Juliet, grazie per aver spostato l’appuntamento di
un’ora. Non immaginavo che un’ecografia richiedesse tutto quel tempo! >>.
Juliet si sciolse dall’abbraccio con un gran sorriso. << Non
c’è nessun problema. Piuttosto come stai? >> guardò il rigonfiamento
pronunciato sotto il seno di Rosy e si corresse. << O meglio, come state?
>>.
<< Meravigliosamente bene. Anche se ho un po’ paura che
dovremo cercare un nuovo abito. Credo che quello lungo a sirena che avevamo
scelto qualche mese fa non vada più bene adesso. >> commentò con
un sorrisino imbarazzato, sfiorandosi il ventre con le dita.
Per un attimo Juls si soffermò a guardare Rosy in volto,
studiandone i dettagli dell’espressione e tutto ciò che vide furono gioia ed
euforia mischiati ad una punta di ansia materna. Le rivolse un sorriso caldo,
assicurandole che avrebbero trovato il vestito adatto alle sue nuove forme
femminili, e che sarebbe ugualmente bellissima.
Tra risate e discorsi ruotanti principalmente intorno al bambino
che Rosy aspettava da circa sei mesi, la futura mamma confidò a Juls quanto lei
e suo marito fossero in fibrillazione, che avevano già scelto i colori della
cameretta e comprato ogni sorta di giocattolo che potesse piacergli in futuro.
Juliet ascoltò con genuino piacere, chiedendole se avesse scelto
anche il nome del nascituro e quali progetti lei e Steve, il suo
compagno, avessero in
mente dopo la cerimonia.
<< Ecco qui >> Juliet alzò la zip, sistemandole poi la
spallina monospalla, << Dimmi come lo senti addosso, se ti stringe troppo
o… >>.
<< Santo cielo. Sembro una dea! >> sussurrò Rosy,
portandosi una mano alla bocca, mentre l’abito in seta e tulle che aveva
scelto Juls ricadeva soffice sulle morbide rotondità della sposa, in un tacito
invito ad accarezzarle per l’uomo che sarebbe diventato il suo compagno per la
vita. Sotto il seno, in mezzo al solco ondulato della scollatura, e lunghi i lati della silhouette un concentrato
di luccicanti strass in sottili rifiniture donava una soave luminosità alla
pelle color cioccolato di Rosy.
<< Ti piace? >> domandò Juliet allontanandosi di pochi
centimetri dallo specchio per averne una più chiara visione del tutto.
Rosy adagiò una mano sulla sua rotondità, sospirando. << Sei
riuscita a far sembrare un ippopotamo una sexy dea dell’Olimpo, Juls >>.
Quest’ultima rise bonariamente. << Tesoro, sei proprio un bel bocconcino >> commentò.
<< Vero? Non sbagli mai un colpo. >> si complimentò
Rosy.
In effetti all’infuori del suo lavoro, c’era qualcos’altro in cui fosse
brava? Si domandò con una smorfia sconsolata Juliet.
Scosse la testa, rifiutandosi di apparire debole in un momento in
cui a sbocciare erano solo emozioni positive.
<< Nat arriverà a momenti per le foto del set fotografico
pre-mamam. Posso offrirti qualcosa? >> propose invece.
<< Sì. Una bottiglia d’acqua da un litro. Ultimamente bevo
come un cammello e piscio come un elefante >> Con un lieve sibilo, la
mano sulla montagna che aveva al posto della pancia, Rosy si accomodò sulla
sedia.
Juliet buttò la testa all’indietro e rise benevola. << Sei
terribile. Torno subito! >>.
Di ritorno dalla cucina, Juliet trovò Natasha sola a sistemare gli
attrezzi di scena.
<< Dov’è Rosy? >>.
<< Bagno >>.
<< Okay. A cosa ti servono i petali di rose rosse? >>
domandò porgendole il sacchetto che la rossa le aveva chiesto qualche secondo
prima.
<< Ho in mente una scena peccaminosa >>.
Juls alzò un sopracciglio, guardingo. << Stiamo parlando di
foto di gravidanza se non sbaglio >>.
<< Esattamente >>.
<< Dettagli? >>.
<< Mi servono più tardi, per la vera foto… quando avrò
convinto Rosy a spogliarsi quasi completamente >>.
Juliet sgranò leggermente gli occhi. << Ah sì? Buona fortuna >>
sorrise scettica.
Natasha alzò lo sguardo dalla sua Nikon professionale.
<< A tal proposito, avrei bisogno di una mano. Entri in maggior intimità
con le clienti perciò potresti rimanere qui, e infonderle un po’ di spirito
audace, mentre le mostro ciò che deve fare? >> sbatté le ciglia in
maniera melliflua.
<< Perché no? D’accordo ragazza >>.
Nat assunse un cipiglio interrogativo. << Tutto qui?
Non barattiamo come si usa tra noi due? >>.
<< Nessun baratto questa volta. Rimango con piacere.
>> detto questo Juls si accomodò sulla poltrona. << Voglio proprio
vedere che roba sconcia hai in mente >>.
<< Ninfomane. >> la rimbeccò divertita Nat.
<< Louis è informato di questo? >>.
Juls aprì la bocca per replicare, ma nell’udire il nome di
Louis, non fu in grado di dire più nulla. La rossa era intenta a scegliere lo
sfondo delle fotografie, perciò con sollievo non se n’accorse.
Quando sentirono bussare, Nat disse velocemente: <<
Non farne parola. Ho bisogno di guidarla verso questa scelta a piccoli passi
>>.
Juliet si riscosse immediatamente, si schiarì la voce e
fece cenno d’assenso.
<< Ehilà ma guardatela! >> ammiccò Nat
guardando Rosy alzando e abbassando le sopracciglia in maniera buffa.
<< Natasha, sono qui per colpa di mia sorella che mi ha dato
il tormento perché lo facessi. >> indicò la sua macchina fotografica con
una smorfia, ma alla fine sorrise anche se un po’ riluttante. << Credo,
però, che alla fine sarà un piacere guardarsi indietro e osservare me stessa
quando sembrava che avessi ingoiato una mongolfiera >>.
<< Sei bellissima. >> disse Nat semplicemente.
<< Ti faccio vedere. Perché non ti metti qui in piedi così scatterò
qualche foto di prova? Se hai bisogno di una pausa di tanto in tanto basta
dirlo. La cameriera lì presente, >> indicò Juliet con la coda dell’occhio,
<< penserà a soddisfare ogni tuo ordine >>.
<< Sissignora! >> scherzò Juliet ponendo la
mano sulla fronte a mo’ di soldato.
<< Okay. L’abbigliamento è a posto? Capelli? Tutto?
>> fece Rosy.
<< Stai bene. Facciamo qualche scatto di prova. Lo
vedi lo scotch sul pavimento? Mettiti proprio sulla x >>.
<< Non riesco nemmeno a vedermi i piedi. >>
Rosy si sistemò sul segno indicato, s’irrigidì mentre Nat controllava
l’esposimetro.
<< Girati di fianco, testa verso di me. Alza un po’
il mento, non così tanto. Sì, metti le mani sul bambino >>. Nat lanciò
una rapida occhiata a Juliet, che fulminea colse il segnale.
Si alzò per gironzolare alle spalle di Nat. Juls fece
parlare Rosy, la fece ridere e Nat scattò la prima polaroid. La strofinò su una
coscia per velocizzare lo sviluppo, poi, aprendola, si avvicinò alla sposa.
<< Ecco, vedi? Sei una favola. >>. Rosy prese la foto, la guardò
stupita. << Sarò anche enorme, ma di sicuro ho l’aria felice. È davvero
bella, Nat >>.
<< Faremo di meglio, babe. Proviamone qualcun’altra
in questa posa >>.
Juliet osservò in silenzio le foto scattate. Nat aveva
scelto uno sfondo color avorio per mettere in risalto la pelle color
cioccolato, i capelli neri, gli occhi scuri, profondi e dal taglio esotico
della cliente.
Rosy si stava sciogliendo a poco a poco, notò, mentre Nat
dava rapide istruzioni come ‘inclina la testa verso destra, sposta le spalle’.
<< Perfetto. Adesso proviamo un’angolazione diversa,
una maglia diversa >> esordì Nat poco dopo.
<< Oh, non ho portato un’altra maglia >>.
<< Ho qualcosa io >>.
Rosy accarezzò la sua rotondità. << È impossibile
che tu abbia qualcosa che mi entri >>.
<< Non è una questione di entrarci o meglio. Fidati
di me. >> Nat tifò fuori dal magazzino una semplice camicia bianca da
uomo. << La lasceremo sbottonata >>.
<< Ma… >>.
<< Un contrasto tra le linee morbide della camicia e
la rotondità della tua pancia. Fidati di me, e non si piace il risultato non c’è
problema >>.
<< Sembrerò soltanto grassa >> replicò Rosy,
quando riluttante si tolse il maglione.
<< Celebriamo la femminilità >> aggiunse
Juliet, andando da Rosy per farle scivolare addosso la camicia, armeggiando con
le linee, e arrotolando le maniche un paio di volte. << Sciogliamo i
capelli, un po’ di gloss sulle labbra. Tranquilla, non te ne pentirai. >>
la voce di Juls suonò morbida e cristallina, e riuscì a placare un po’ della
confusione di Rosy.
Juliet si allontanò alzando i pollici in segno di
incoraggiamento, poi Natasha cominciò a scattare.
<< Vorrei aver scelto un reggiseno più carino
>>.
La rossa sorrise. << Toglitelo >>.
<< Natasha! >> Rosy si lasciò sfuggire una
risata orripilata.
<< Proveremo uno studio del corpo. Ti piacerà.
>> Con voce energica, Nat le fece segno. << Siediti, rilassati,
riposati un minuto. Io devo organizzarmi >>.
Rosy cercò la mano di Juliet, e questa la strinse.
<< Non posso posare nuda, Juls. È solo che…che me ne farei dopo?
>>.
<< Puoi deciderlo quando Nat avrà finito, ma ti
prometto che non sarà imbarazzante o sessualmente allusivo. È solo il passo
successivo del tema. Riguarda ciò che sei Rosy, quello che hai dentro di te
>> mormorò con voce cadenzata.
<< Non so proprio se posso… >>.
Juls strinse teneramente la mano della donna nella sua.
<< Fa parte del viaggio che stai compiendo. È la vita, la luce dentro di
te…è l’amore >>.
<< Oh… >> gli occhi scuri e profondi di Rosy
luccicarono di lacrime << allora penso di poterci riuscire. Devo chiederti
una cosa però >>.
<< Dimmi pure >>.
<< Puoi rimanere ancora un po’? >> chiese con
un tono quasi supplicante.
Juliet sorrise. << Certo che sì. Non vado da nessuna
parte >>.
<< Grazie. Sai che ho visto Louis al negozio qualche
giorno fa? È stato così carino nell’aiutarmi a
trovare i fiori giusti per il
bouquet insieme a Steve. C’era anche Jade con noi, e mi ha detto
che tu e Louis
state insieme da un po’. >> A quel punto, le spalle di
Juliet si irrigidirono inconsapevolmente. << Sono così
felice per te! Immediatamente mi ha dato
l’idea di un bravo ragazzo, dolce e premuroso. Mi ha fatto
domande anche
riguardo il bambino, era totalmente preso nell’ascoltarmi. Uomini
così sono una
rarità >> commentò deliziata Rosy guardandola
allegramente.
<< Chi è una rarità? >> domandò curiosa Nat di
ritorno con i nuovi attrezzi di scena.
<< Te lo dirà Juliet. Scusatemi, devo correre un
minuto in bagno >> affermò Rosy lasciando la stanza.
<< Cosa mi sono persa? >> ripeté Natasha,
spargendo su un telo di seta avorio i petali di rose rosse. Non udendo alcuna
risposta, si girò per guardare l’amica. << Juls? >> aggrottò la
fronte. << Cos’hai? >>.
Lei fissava un punto imprecisato della stanza con occhi
vacui. << Mmh? Niente, vado a vedere se Rosy sta bene o ha bisogno di
qualcosa >> ma la sua voce suonò lontana, spenta.
Juliet si domandò dove fosse Louis in quel momento, se
stesse bene, se la odiasse per quello che lei gli aveva fatto passare. Non lo
avrebbe biasimato, e Juls avrebbe accettato quell’astio nei suoi confronti
qualora si fossero incontrati di nuovo.
Erano successe così tante cose quel giorno, il suo cuore
era stato squarciato da ogni genere di sentimento. Si sentiva leggera come un
fantasma, quasi i suoi piedi non toccassero il suolo, ma quel groppo in gola
pesava come un macigno. Dalla notizia del bambino, all’incontro disastroso con
Linda…e alla rottura con Louis.
Eppure quell’acuto dolore al petto, non era dovuto al
litigio furioso e chiarificatore con sua madre, bensì alla consapevolezza che
avesse lasciato una parte vitale di se stessa in quell’appartamento poche
ore prima. L’immagine di Louis, la sua espressione sconvolta e addolorata
quando se n’era andata, la trafisse nuovamente, inarrestabile, facendole
mancare il respiro.
Rosy era di ritorno dal bagno, e guardava verso di lei.
<< Eccomi qui. Sono pronta. >> sorrise.
Le unghie scavarono piccoli solchi a mezzaluna nei palmi
delle sue mani. La sua voce roca colse di sorpresa anche Rosy, quando rispose.
<< Andrai benissimo >>.
Quando ebbero finito, Juls osservò con meraviglia e
stupore le immagini di Nat al computer. Studiò ognuna delle foto mentre
scorrevano sullo schermo. Il drappo bianco si stendeva dalla vita, sotto il
ventre turgido, e fluiva come un fiume cosparso di petali di rose rosse. E la
donna, i capelli che le ricadevano sulle spalle, un braccio che copriva il seno
e una mano sul picco del pancione.
<< Mio dio, Rosy, guardati. Non ho mai visto foto
così belle in vita mia >>.
Il volto di Rosy non fu meno impressionato del suo,
infatti, cominciò a piangere. In senso buono, ovviamente. Quelle erano il tipo
di lacrime a cui Juliet e le sue socie aspiravano continuamente di tirar fuori
dai loro clienti ed ogni volta era sempre un’indicibile gratificazione per loro
stesse.
Nat sbatté le palpebre in maniera scherzosa. << Questo fa parte di tutta
quella storia legata agli ormoni e al fatto di essere incinta? Oddio non fare
così, tesoro, o farai piangere anche me >>.
<< Dopo oggi, vi prometto ragazze che non mi
vergognerò più del mio corpo. Non mi considererò più grassa e goffa. Non ho
parole per dirvi quanto mi piacciano…siete eccezionali. >> mormorò in
preda ad un pianto felice e convulso.
<< La prossima settimana, dopo che le avrò
perfezionate, mi dirai quali vuoi tenere e quali no >> disse Natasha,
compiaciuta.
<< Okay. >> Rosy si asciugò le lacrime dagli
occhi. << Non immagino cosa dirà Steve quando le vedrà. È così felice di
quest’attesa che se non l’avessi costretto ad andare a lavoro, sarebbe venuto
anche oggi all’incontro. Ogni pretesto è buono per non perdermi di vista.
>> ridacchiò. << Non sono mai stata così felice in vita mia. Lo amo
da impazzire, e so che voi renderete il nostro giorno un evento straordinario
>>.
<< Faremo ogni cosa che sia in nostro potere per
assicurarvi la più totale felicità. >> rispose Nat con quel suo piglio
sicuro e rassicurante, abbracciandola.
<< Ooh Juliet vieni qui! Lasciati trasportare da
questa tempesta di ormoni! >> scherzò Rosy facendole segno di
avvicinarsi, mentre un piccolo singhiozzo di felicità le smorzò la voce.
<< Non credo sia una buona idea. >> mormorò
flebilmente Juliet, più a se stessa che alla donna.
<< Cosa? >>.
<< Mmh? Oh scusami >> Juls scosse velocemente
il capo, sorridendo. << Sono solo rimasta abbagliata dalle tue foto. Non
posso fare a meno di notare quanto tu sia felice per il matrimonio e per la
nascita del bambino. Sarete una splendida famiglia.
>> ammise, il suo labbro inferiore tremò leggermente nell’ultima parte,
ma lei lo tenne fermamente stretto tra i denti.
Famiglia.
A malincuore si ripeté quella parola nella mente; Juliet
lasciò ricadere lo sguardo sul ventre rigonfio di Rosy, rendendosi conto di una
tremenda verità che la spiazzò.
In un gesto che a lei parve anni luce dai suoi pensieri,
si sentì abbracciare Rosy e salutarla, mentre Natasha si offriva di
accompagnarla alla sua auto. Udì distrattamente la voce della rossa avvisarla a
proposito di qualcosa, ma Juls non sembrò badarle. Scorse nuovamente quelle
foto scattate da Nat, il ritratto dell’amore che Rosy aveva rappresentato in
quell’incontro, e un’ondata d’intenso bruciore investì gli occhi di Juliet.
Posò lo sguardo verso la sua pancia ancora piatta, ma che
entrò pochi mesi avrebbe già visto un rigonfio di quello che rappresentava il
corpicino in crescita del suo piccolino.
Si era promessa che avrebbe dato una famiglia e amore a
suo figlio, ma si odiò con tutta se stessa per quella bugia. Perché quella era
solo una mezza verità in fondo.
Suo figlio non avrebbe mai potuto ricevere un sostegno
stabile con i genitori divisi. Certo avrebbe ricevuto un amore assoluto da
entrambi, ma non insieme, nella stessa casa.
Aveva lasciato il suo amore, l’unico uomo che si fosse mai
donato a lei con estrema devozione e cuore aperto in tutta la sua vita.
E per impedire che soffrisse ancora per causa sua, aveva
fatto un passo indietro, lasciandolo alla sua vita, sebbene quel filo che
avrebbe d’ora in poi intrecciato il loro rapporto era rappresentato
esclusivamente dal bambino.
<< Ho rovinato tutto, piccolino. >> sussurrò
con la voce rotta.
Quella pena era troppo grande da digerire. Il pensiero che
anche suo figlio potesse odiarla in un futuro per quello che aveva fatto la devastò, facendole emettere un
gemito tormentato intriso di rimorso.
<< Ehi, Juls. >> una porta alle sue spalle si
chiuse con la voce di Jade che inondò la stanza << Nat mi ha detto che
con Rosy è andato tutto benissimo. Sono venuta a vedere le foto e… >> ma
la frase le morì in gola, alla vista degli spasmi che attraversarono le spalle
della sua amica. Jade si bloccò sul posto, lasciando cadere un paio di fogli
che aveva in mano. << Juls,
oddio…stai piangendo >> Incredulità e preoccupazione sbocciarono dal suo
tono sommesso.
Juliet percepì scivolare quei rivoli caldi e copiosi
scivolarle sulle guance, ma non cercò di porre un freno alle lacrime, che non
fecero che aumentare, in ondate impetuose ed incessanti. L’ultima volta che
aveva pianto, si ricordò, fu quella volta in cui era morto David, il suo padre
adottivo; e poté affermare con certezza che questa volta il dolore era lo
stesso se non di più. Aveva perso l’uomo che amava, e forse anche l’amore di suo
figlio.
In un attimo Jade le fu vicino, mormorandole che qualsiasi
cosa fosse successa, lei e tutte le persone che l’amavano, le sarebbero state
vicine. Portandosela sul pavimento Jade la cullò nel suo abbraccio silenzioso.
Juliet cedette ai singhiozzi, sentendosi a pezzi, e
cominciò a piangere come non aveva mai fatto.
Note dell’autrice
*tossicchia* Ehilà spero vi ricordiate di
me ^-^’
Okay adesso sono seria, allora il mio profondo
dispiacere è questo: avervi lasciate per un mese e due settimane a mani vuote,
aggiornando soltanto adesso. Ebbene mi sento uno schifo per questo, e mi sono
odiata in questo periodo presa dai rimorsi. Non sto esagerando, non lo direi se
non fosse vero. Per chi studia, e penso naturalmente tutte, credo che abbiamo
passato un bel periodaccio di stress eh? Giorni intensi, chi a completare le
interrogazioni, chi a preparare la tesina, a studiare interi programmi per gli
esami…a tal proposito auguro un gran in bocca al lupo a tutte le mie care
lettrici che questo mese affronteranno questi benedetti esami!
In più mi sono allontanata da efp perché con
il pressante dovere dello studio, non avrei concluso niente di buono anche solo
scrivendo una riga al giorno, con quei nervi a fior di pelle.
Che dite, posso passarla liscia questa volta?
Mi perdonate se vi do la mia parola che d’ora in poi pubblicherò frequentemente
ogni dieci giorni, massimo massimo quindici? Un buon patto vero? È cominciata
l’estate, è tempo di rilassarsi, di leggere, di uscire, tuffarsi in piscina e
al mare; perciò tutte coloro che scrivono, che intendono farlo o che leggono
solamente, saranno più serene nel farlo con queste giornate passate ad
oziare…^-^
Ebbene…io mi presento con questo capitolo.
Posate i forconi U.U è vero sì, è piuttosto ehm…'depressivo', 'penoso'?? Non potete
aspettarvi mai niente alla “tutto fila liscio” con me…cosa credevate? Che la loro
relazione sarebbe andata avanti? Chissà se è ancora tutto deciso…ma ad ogni
modo, in questo capitolo Juliet prende una dolorosa decisione: lasciare Louis,
il che è davvero triste, almeno per me che l’ho scritto, farli lasciare dopo
capitoli e capitoli passati a coltivare e mettere insieme le basi della loro relazione
passo per passo, e adesso…che fine farà?
Tralasciando la scrittrice che non sa se è
ancora nelle vostre grazie, vi andrebbe di commentare questo capitolo e farne
una considerazione personale dove mi esponete ogni riflessione che vi passa per
la testa? Oltre a quello, è permesso anche insultarmi per questo clamoroso
ritardo, sì dai…U.U,
Ma io non smetterò mai di amarvi e di
ringraziarvi ogni volta di ogni vostro più piccolo, a voi forse insignificante,
ma per me fondamentale gesto…:’*
Vi adoro davvero…e con questo chiudo,
defilandomi per andare a rispondere alle vostre recensioni.
Al prossimo capitolo♥
Vostra Ella con amore♥♥
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Capitolo 28 *** Capitolo28 ***
CApitolo 28 pronto
Capitolo 28
Tirando su col naso,
Juliet abbandonò ogni speranza di poter reprimere lo stato di smarrimento che
vigeva da lunghe ore nel suo essere. Il dolore aveva lasciato posto all’apatia,
un sentimento ben peggiore.
<< Non riesco a smettere >> aveva rantolato tra i singhiozzi,
mentre una Jade silenziosa annuiva comprensiva, accarezzandole i capelli.
<< Piangi quanto vuoi, tesoro. Noi siamo qui, non andiamo da nessuna
parte >>.
Con il viso affondato nel cuscino, Juls immaginò quante domande avessero da
porle le sue amiche, ma per tutto il tempo di cui ebbe bisogno queste rimasero
in un rispettoso indugio.
Juliet si sentiva priva di forze dopo un pianto così incessante. Non credeva
potesse essere tanto liberatorio, quando sfiancante. Senza più lacrime da
versare ormai, si asciugò le guance bagnate con le maniche del cardigan, la
testa le doleva, ma non se la sentiva di riposare come le aveva suggerito
premurosamente Allison. Dormire significava trovare la via più facile per
sfuggire dal dolore, ritrovarsi in un limbo dove nulla di ciò che era successo
aveva più importanza. Sebbene la cosa l’allettasse, la necessità di rialzarsi
con un minimo di dignità da quel letto premeva nella sua testa dolente.
Nat alzò un sopracciglio, un sorriso tra il divertito e il preoccupato le
increspava le labbra, mentre Juls a passo strascicato prendeva posto assieme
alle altre in cucina. << Sei la solita testa dura, Catwoman. Se non ti
conoscessi bene, direi che sembri una alla quale hanno appena tirato quattro denti
senza anestesia >>.
<< Sicuramente sarebbe stato migliore di questo >> si lasciò
sfuggire una smorfia, indicando la sua faccia. Fortunatamente quel giorno non
erano previsti altri colloqui con i clienti. Occhi gonfi e rossi non sarebbero
stati facili da mascherare, e nemmeno lo stato deprimente in cui era fiondata.
Imprecò tra sé e sé, senza alcun motivo in particolare, detestando di doversi
arrendere alle emozioni.
Allie sembrò leggerle nel pensiero, quando disse con un piccolo sorriso.
<< Non c’è nulla di cui vergognarsi >>.
Juliet non rispose, bevve un sorso del thé appena versatole in una tazza della
signora G, scostandosi leggermente la lingua, ma a lei non dispiacque quel
bruciore, anzi ne bevve ancora, desiderando intimamente che quel calore potesse
sciogliere quella sensazione greve dentro di sé.
<< Ha chiamato Louis. >> esordì improvvisamente Jade con voce
ferma, cogliendo l’attenzione di Juliet. << Gli ho detto che non avevo
nessuna intenzione di dargli nessun tipo di informazione su di te, e che lo avresti
fatto tu quando fossi stata pronta. Sembrava distrutto e non ti nego che mi
sono sentita un po’ in colpa quando ha riattaccato >>.
Stavolta Juliet accennò ad un sorriso sincero. << Grazie Jade >>.
Si morse il labbro a quella notizia. Louis non doveva cercarla, doveva andare
avanti con la sua vita come avrebbe dovuto fare lei, per il bene di entrambi e
soprattutto per il bene di Louis, l’unica cosa che importasse a Juliet più di
tutte dopo il piccoletto.
<< Tranquilla, tesoro >> le rispose la riccia coprendole una mano
con la sua. << Ti va di parlarne adesso? >>.
Juliet sospirò, scrutando la sua immagine nel liquido ambrato e fumante nella
tazza. << Ci sarebbero tante cose da dire >> mormorò alzando i suoi
occhi malinconici per incontrare quelli delle compagne, rassicuranti e
cristallini. Con apparente disagio, cominciò a raccontare il tutto partendo
dall’inizio di quella giornata, sussurrando in parti più difficili e accennando
a dei sorrisi nel raccontare la sua avventura all’ospedale. Nonostante i grandi
sorrisi entusiasti delle ragazze, e il loro atteggiamento proteso a
congratularsi per la notizia della gravidanza, persino la signora G lasciò
cadere rumorosamente un bicchiere nel lavandino con sguardo attonito; rimasero
ad ascoltare fino alla fine del racconto. Rivivere nuovamente quel giorno
attraverso la sua voce, lasciò Juls con un mix di amaro e dolcezza in bocca, ma
proseguì fermamente finché non arrivò all’incontro con Rosy avvenuto quel
pomeriggio con Nat nello studio, quanto inaspettatamente l’avesse provata
vedere quelle foto e cosa aveva pensato rendendosi conto di non poter dare una
felice infanzia a suo figlio con i suoi genitori.
Con sua grande sorpresa, quando Juliet ebbe terminato, scoprì la presenza di
Kyle, suo fratello, sullo stipite della porta, una presenza silenziosa e
marmorea della quale non si era nemmeno accorta.
<< Kyle >> disse d’un fiato, alzandosi dalla sedia. << Da
quanto tempo sei lì? >>.
<< Abbastanza da sapere che hai bisogno di un abbraccio >> mormorò
aprendo le braccia verso di lei, gli occhi ghiaccio illuminati da una luce di
amore fraterno.
Senza farselo ripetere due volte, Juls si lanciò in quell’abbraccio, affondando
il viso nel suo petto, e stringendolo forte.
Vulnerabile, Kyle la circondò in quel caldo abbraccio, poggiandole le labbra
sui capelli. << Diventerò zio eh? >> sussurrò piano, e Juls percepì
quel suo irresistibile sorriso sul capo. Gli era intimamente grata per essere
lì, Kyle c'era sempre quando ne aveva più bisogno.
<< Sembrerebbe che ti piaccia l’idea >>.
<< Dovresti sprizzare gioia da tutti i pori anche tu, mammina
>> la beffeggiò amabilmente.
<< Voglio questo bambino, Kyle. È solo che… >> si allontanò
dall’abbraccio confortante di suo fratello quel tanto per poterlo guardare
negli occhi per poi frenarsi, combattuta.
<< Sarai una madre eccezionale, più di quanto pensi, Juliet. >>
s’intromise Nat con quel suo tono di voce deciso. << Non potrebbe mai
odiarti, come puoi anche solo averlo pensato! >> Una traccia di puro
rimprovero contornò quelle parole.
<< Ti amerà come solo un bambino sa fare, ciecamente ed
incondizionatamente >> aggiunse Allie poggiando una mano sulla spalla di
Juliet, incitandola a voltarsi.
<< Ci sono tanti tipi di famiglie. Noi ne siamo un esempio lampante non
credi? >> suonò la voce calda e profonda di Kyle dietro di lei. <<
Ti ho voluta bene sin dal primo momento in cui misi piede a casa nostra, quando
papà ti portò da noi. Mamma e papà ti hanno amata nello stesso modo in cui
hanno amato me. Non è forse questo che più di ogni altra cosa conta? L’amore
che entrambi voi genitori darete a questo bambino? >>.
Juliet lasciò che quelle parole entrassero in lei come un balsamo. Kyle non
parlava mai a sproposito, ogni sua parola era sempre ben ponderata e pacata,
tanto che Juliet si chiedeva se suo fratello si fosse mai trovato in uno stato
di confusione o incertezza.
<< Credo di sì >> mormorò infine.
Forse c’era ancora qualche speranza.
Recitavo le eterne
litanie che si ripetono
quando si tenta di aiutare un cuore spezzato,
ma le parole non servono a nulla.
Niente di quello che si può dire
renderà mai felice chi si sente una merda
perché ha perso la donna che ama.
Così recitava la
poesia di uno scrittore chiamato Richard Brantigan.
Ben
detto vecchio mio, pensò Louis adagiando uno dei vecchi libri di Harry, che per
qualche strano motivo si trovavano ancora a casa sua, nella libreria dove lui
non ci aveva mai ficcato il naso, perché indisposto fin da bambino alla lettura
di qualsiasi manoscritto appartenente ad un tale ormai defunto. Perso nei suoi
pensieri, aveva chissà come sperato di distrarsi leggendo, ma ciò che aveva
appena letto su quelle pagine ingiallite dal tempo non aveva affatto alleviato
quel peso che portava dentro. Sentiva male dappertutto. Quel tipo, Richard,
constatò, sapeva ciò di cui andava blaterando, e si domandò se non fosse stata
proprio una donna come Juliet a ridurlo in quello stato.
Juliet.
Anche il suo nome gli causava sofferenza. Dopo che la sua longilinea figura
aveva varcato la porta dell’appartamento, Louis aveva scagliato con ferocia
quel maledetto mazzo di chiavi su una parete. Quella crepa che adesso incideva
il muro, assomigliava a quella che Louis portava nel cuore.
Se n’è
andata,
si disse. Mi ha lasciato. È finita.
Qualcuno bussò alla porta. Chiunque fosse a giudicare dal rumore sordo prodotto
dalla mano battente sul legno, era senza dubbio un uomo.
Quando Louis aprì con uno strattone la porta, si scoprì a guardare dritto negli
occhi di Kyle. Che diavolo voleva?
<< Kyle. A cosa devo l’onore? >>. A Louis non sfuggì la mascella
serrata del biondo, e nemmeno i duri occhi ghiaccio penetrargli fin dentro al
cranio.
Kyle sapeva.
Il fratello di Juliet ignorò il tentativo di alleggerire la questione con un
tentativo di fare dell’ironia. La collera induriva i lineamenti marcati del
volto.
Impassibile Louis disse: << Tu colpisci me, io colpisco te. Entrambi
perderemo sangue e non avremo risolto nulla >>.
Un ghigno sinistro trasformò l’espressione glaciale di Kyle. << Cosa ti
fa essere così sicuro che saremo in due a perdere sangue? >>.
<< Okay vaffanculo, Kyle. Fanculo a me, fanculo a te e a tutta questa
merda di… >>.
Il pugno colpì Louis in pieno viso -perché non lo aveva visto arrivare- e lo
restituì. Rimasero lì, sulla porta, con le bocche sanguinanti.
Louis si massaggiò la sua. << Vuoi che ce le diamo di santa ragione
dentro o qui fuori? >>.
<< Voglio sapere perché diavolo l’hai lasciata andare, testa di cazzo
>> Kyle entrò in casa per prendersi una birra.
<< Se n’è andata lei, di sua scelta >>.
Un lampo omicida balenò negli occhi di Kyle. << Dovrei pestarti fino a
farti perdere i sensi >>.
<< Puoi provarci. Finiremo entrambi al pronto soccorso. E quando uscirò
dall’ospedale, probabilmente lei sarà felicemente sistemata con qualcun altro
>>. Dirlo fu anche più doloroso per averlo anche solo pensato.
Kyle aprì il frigo, come fosse a suo agio, prendendo due birre. <<
Stronzate >>.
Louis prese la sua, poggiandola sul labbro inferiore gonfio. Con suo orgoglio,
con la coda dell’occhio vide Kyle fare lo stesso sullo zigomo violaceo.
<< Quindi sei deciso a farla finta. Tante belle paroline sussurrate e
adesso sei già pronto a cambiare pagina. Magari stasera hai già in programma di
portarti una nuova ragazza a letto >> Kyle usò quelle parole con una
leggerezza e derisione, che mandarono Louis su tutte le furie.
<< Se hai fatto tutta questa strada per rompere il cazzo, allora quella è
la porta. Non ho la benché minima voglia di abboccare alle tue provocazioni
>> ringhiò.
L’ombra di un sorriso aleggiò sulle labbra di Kyle. << Allora rispondi
alla mia domanda >>.
<< Non volevo che se n’andasse. Abbiamo discusso. Le chiavi… >>
Louis esitò un istante. << Non mi ha dato il tempo di fare niente. È
stato tutto così improvviso che non ho avuto il tempo di reagire >>
continuò plumbeo.
<< Perché se n’è andata? >>.
<< Non lo so. Dio non lo so davvero. >> So solo che il mio cuore
sanguina da quando ha lasciato questa casa. La nostra casa.
<< Sforzati. Hai una laurea dopotutto >> lo prese in giro Kyle,
finendo quel che restava della sua birra.
Louis si accigliò. Suo cognato era veramente uno stronzo in piena
regola.
Per un attimo, si sforzò di non ridere per quella parola. Ironico pensarla così
dopo essere stato lasciato.
Scuoté la testa, riprendendosi da quei futili pensieri. << Ad ogni modo lei
non vuole parlare con me. Quando mi ha dato le chiavi sapeva cosa stava facendo
>>.
<< Credeva di sapere cosa stava facendo >> lo corresse cupo
Kyle.
Louis aggrottò la fronte, posando la sua bottiglia sul tavolo. << Sai
molto più di quanto vuoi farmi credere >> constatò. Kyle era venuto a
farlo ragionare, cosa che gli risultava tremendamente difficile visto il suo
stato catatonico. Nella sua testa fluttuava ancora il viso di Juliet, le sue
mani che deponevano nel suo palmo quello che avevano costruito insieme.
Dannazione perché lo aveva fatto? Cosa l’aveva spinta ad agire così?
Nei suoi occhi, dietro quella maschera di ostentata pacatezza per un secondo,
Louis aveva visto rimpianto, puro e profondo, insieme a qualcos’altro di
celato...esitazione
Quindi Juliet credeva di fare la cosa giusta lasciandolo? Pensava che
fosse meglio così? Louis era certo che fosse stato tremendamente difficile per
lei deporre quel piccolo, eppure grande, dono che aveva in qualche modo segnato
l’inizio della loro vita insieme.
Rammentò quella volta al negozio, quando Juliet era venuta a trovarlo, ad un
certo punto gli aveva domandato se avesse dovuto aspettarlo a casa. A causa
sua. Juliet aveva scelto di andare a vivere con lui nonostante i suoi timori,
aveva creduto in loro, dimostrando quell’amore taciuto a parole che provava per
Louis.
Doveva per forza esserci un motivo che l’aveva spinta a mandare tutto a
puttane. Forse Linda?
<< Sento gli ingranaggi del tuo cervello lavorare. Un buon segno. Questo
mi fa pensare che c’è una buona percentuale di probabilità che la laurea non la
diano a chiunque passi >> ruppe quel silenzio riflessivo Kyle, con un
ghigno bonario.
Louis roteò gli occhi al cielo, chiudendo una mano a pugno. << Linda mi
ha detto…prima che se n’andasse dalla tenuta, un qualcosa che c’entrava Juliet.
‘Buona fortuna con tutti e due’ ha detto. Voglio sapere a cosa si riferisse
>>.
C’era un altro uomo nella vita di Juliet? Louis serrò talmente forte i denti
che per un secondo pensò che si sarebbero spezzati.
Kyle si alzò fulmineo dal tavolo, prendendo Louis per il colletto della maglia,
dandogli uno scossone. << So cosa stai pensando. Mia sorella non è una
puttana. Non ti azzardare a… >>.
Louis lo spinse indietro con una potente spinta. << Questo lo so, idiota.
Ho sempre avuto una totale fiducia in Juliet >>. Prima ancora che potesse
terminare, Kyle lo fulminò con lo sguardo.
Cazzo. Il sospiro sollevato di Juliet al telefono, quel misterioso sorriso nel
tono di voce. Aveva appena avuto una furiosa lite con la madre biologica,
eppure sembrava…felice.
Louis era stato così accecato dallo sconforto, che aveva fatto trapelare
solamente rabbia non appena messo piede nell’appartamento. Juliet aveva cercato
di dirgli qualcosa, probabilmente era tutto collegato, ma lui era stato troppo
coglione per farla parlare.
Si passò una mano tra i capelli con stizza. Doveva andare da lei. Doveva dirle
quanto fosse stato stronzo in un momento in cui lei non lo meritava. Era stato
un ipocrita, aveva detto di fidarsi di lei e invece si era comportato da idiota
insensibile.
<< Dov’è adesso? >> chiese, e dal suo tono ne uscì una nota
stridula.
<< A casa di Jade. Ma adesso partire in quarta non serve a niente.
Sicuramente non ti lascerebbero entrare. >> C’era compassione nel viso di
Kyle, che lasciò Louis stupito.
Louis emise un sospiro greve. Detestava dover aspettare. Voleva andare da lei
subito. Più tempo passava lontano da lei, e più si rendeva conto di una cosa.
Il posto di Juliet era con lui, e avrebbe fatto di tutto per farglielo capire.
Con la coda dell’occhio osservò Kyle accarezzare il muso di Carota. La palla di
pelo rossiccia sembrava triste quanto Louis, al pensiero di non rivedere più in
casa Juliet. Nell’attesa, Louis poteva solo sperare, e credere che presto le
strade di entrambi si sarebbero ricongiunte.
<< Andiamo >> esclamò Kyle rivolto a Louis dopo qualche minuto,
mentre si alzava dalla sedia.
<< Andiamo dove? >>.
<< È evidente che hai bisogno di una boccata d’aria. Ma prima di uscire,
per favore, datti una lavata. Puzzi da far schifo >>.
Louis lo guardò truce, sbuffando. Doveva ringraziarlo per il ‘sostegno’ che gli
stava offrendo?
Facendo spallucce, si limitò a rivolgergli un eloquente cenno del capo. Per
quanto potesse essere un gran coglione, dovette ammettere, tralasciando il
cazzotto in faccia, che la visita di Kyle gli aveva fatto piacere. Ma neanche
sotto tortura, Louis glielo avrebbe confessato.
<< Toc toc
>> esordì Allie, quella mattina presto in ufficio.
<< Ciao >> rispose Juls, sbadigliando.
<< Nottataccia? >>.
<< Naah per niente >> la buttò lì Juliet, con un gesto di mano,
come a significare che non aveva voglia di parlarne.
Allie ridacchiò. << Ti ho detto quanto io sia felice per te? >>
andò da lei, poggiando una parte del peso del corpo sull’estremità della
scrivania.
<< Solo ventidue volte. Ma chi vuoi che le conti? >> la beffeggiò
con un sorriso bonario, Juliet.
<< È fantastico. Maledettamente eccitante. Che stai facendo? >>
chiese poi curiosa la mora.
<< Nulla. >> Juls tentò di chiudere il portatile, ma Allie fu più
veloce. Glielo sficcò dalle mani, leggendo ad alta voce. << ‘La giusta
alimentazione per donne in gravidanza’ >>.
<< Oh da’ qua spiona! >> borbottò Juls allungando le mani, per
rigirarlo dalla sua parte.
Allie la fissava con un sorriso smagliante.
<< Che c’è? >> volle sapere Juliet con un sopracciglio alzato.
La mora alzò le mani. << Niente. Pensavo a quanto fosse dolce e premuroso
da parte tua, dare al bambino una giusta alimentazione >>.
<< Mmh-mmh >> mugugnò Juls, nascondendo le imbarazzanti chiazze
rosse sulla guance dietro i capelli.
Allie scoppiò a ridere, dandole un buffetto sulla spalla. << Che ne dici
di andare in giro per negozi più tardi? Mi serve un vestito nuovo da indossare
alla festa annuale dei Taylor >>.
La
gravidanza mi sta rimbambendo, realizzò Juliet. Come aveva potuto
dimenticarselo?
Ogni anno, nel periodo natalizio, precisamente nel giorno della vigilia di
Natale, la famiglia di Nat, organizzava una grande festa nella loro casa, con
tutti i parenti e amici. Era una cosa davvero grossa, che Juls e le sue amiche
adoravano fin da quando erano ragazzine, poiché si passava un giorno speciale
tutti insieme.
Facendo un breve calcolo, Juliet dedusse che mancassero quattro giorni alla
festa a casa dei Taylor.
Sebbene non avesse alcuna voglia di provare un abito, decise che starsene
chiusa in ufficio tutto il giorno non avrebbe fatto bene né a lei né al
bambino. << Perché no? >> rispose infine. Un’uscita tra donne le
avrebbe fatto bene dopotutto.
<< Ho fame
>> confessò Juliet, passeggiando per le vie di Londra a braccetto con
Allie, i sacchetti posti sull’avambraccio libero. Stufa di vedere boutique su
boutique, emise un gemito quando Allie si fermò all’ennesima vetrina di un
negozio di abiti da sera.
<< Hai mangiato un tortino alle mele un quarto d’ora fa >> replicò
Allie, alzando un sopracciglio divertita.
Juls arricciò le labbra. << Ho sete >> mugolò.
La mora si mise a ridere. << Okay hai vinto. Sei fortunata che abbia già
trovato il vestito >>.
<< Fortunata? Siamo entrate in otto negozi prima di trovarlo! >>
biascicò Juls, alzando gli occhi al cielo.
<< Brontolona. So già che in questi nove mesi mi darai mille grattacapi.
>> scuoté la testa Allie con un finto cipiglio irritato.
<< Mmh...Mi andrebbe un frappé >> decise Juls sbattendo le palpebre
in maniera melliflua.
Uscendo da uno Starbucks in centro, Juls udì il cellulare di Allie squillare.
<< Sabine >> disse la mora dopo aver accettato la chiamata. Sbarrò
gli occhi. << Che tipo di problemi? >>.
Juliet si volse verso l’amica, accorgendosi che aveva assunto un’aria turbata.
<< Che ne dici di un incontro veloce alla tenuta? Dovrei essere lì in
meno di venti minuti…sì…a tra poco >> riattaccò con un sospiro. Incontrò
gli occhi di Juls, rivelando un’aria mortificata. << Devo andare. A
quanto pare una delle mie sarte ha fatto un errore con un abito di una sposa,
adoperando il tessuto sbagliato. Voglio verificare di persona l’intoppo
>>.
Juliet fece spallucce, bevendo dalla cannuccia il suo frappé ai frutti di
bosco. << Non c’è problema >>.
<< Vuoi che ti accompagni da qualche parte? >>.
Lei scuoté la testa in segno negativo. << Ho voglia di camminare un altro
po’. Ci vediamo più tardi. Tu va pure >> le fece l’occhiolino,
rassicurandola.
<< Va bene >> sorrise Allie dandole un bacio sulla guancia.
<< Non fare molto tardi signorina. Non sei nelle condizioni di violare il
coprifuoco >> scherzò saettando con lo sguardo sulla pancia, facendola
sbuffare in maniera divertita.
<< E questo è quanto papà >> concluse Juliet in quel tardo
pomeriggio, inginocchiata su sull’erba fredda, al capezzale di David.
Durante la sua passeggiata solitaria, inconsapevolmente era finita presso le
vicinanze del cimitero. Di solito portava Maya durante le visite alla tomba di
suo padre, un po’ timorosa di mettere piede in quel posto tetro da sola; ma
quel giorno non era sola, si disse accarezzandosi la pancia con un lieve
sorriso.
Questo
è tuo nonno, piccola.
Sola in mezzo a quei grigi pilastri, si era accovacciata sul ciglio gelato da
un velo di brina, raccontando a suo padre cos’era successo in quei giorni,
ignorando gli sguardi interrogativi della guardia che le lanciava ogni tanto.
L’aria intorno a lei era fredda e pungente sulla pelle, quel cielo tenebroso
prometteva un acquazzone a momenti, ma lei continuò a vociferare sommessamente
stringendosi nel suo cappotto, riscaldandosi quel tanto che bastava per far
stare bene anche la bambina. Girovagando per i negozi, con la coda dell’occhio
Juliet aveva scorto un negozio per neonati. Non vi era entrata, né voleva
farlo, nonostante i tentativi di Allie di farle dare un’occhiata. Battibeccando
scherzosamente con la mora si erano ritrovate su fronti opposti: Allie adorava
l’idea che fosse un maschietto, mentre Juls preferiva una femminuccia. Anche
quando erano ragazzine la pensavano diversamente quando giocavano a
‘Matrimonio’ e fantasticavano su famiglie felici e su quanti figli avere in un
futuro lontano. In quel momento Juliet aveva deciso che il sesso della
creaturina sarebbe stato una sorpresa, non voleva sapere se fosse maschio o femmina.
Lei lo chiamava ‘piccoletto’ in maniera affettuosa, ma sperava fosse una
femmina. Fantasticare avrebbe soltanto reso più piacevole la scoperta finale.
Quindi perché non osare? Aveva dato la notizia a suo padre, e immaginò quanto
dovesse fargli piacere dovunque si trovasse. Era certa che fosse così, e Juliet
provava un grande sconforto non poterlo vedere con i suoi occhi. Tuttavia era
lì anche per dirgli qualcos’altro.
<< Volevo ringraziarti. Immagino quanto tu avessi cercato di proteggermi
durante tutti quegli anni, passati a cercare Linda, quando pensavo che anche
lei stesse facendo la stessa cosa per me. Solamente adesso l’ho capito. Mi
dispiace così tanto che tu non sia potuto essere presente. Avresti dovuto
vedere la mamma quando ha tirato un ceffone in piena faccia a Linda! >>
rise piano Juls con le lacrime agli occhi. << Scommetto che saresti stato
fiero di lei >>.
E di
te,
parve sussurrare il vento all’orecchio di Juliet.
Lei si alzò in piedi aggrottando la fronte, mentre si ripuliva con le mani le
macchie di terra dai pantaloni. Di spalle, sentì uno strano scricchiolio
sull’erba. Un rumore di passi. Immaginando di ritrovarsi il custode che le
diceva che era ora di andarsene, Juliet si voltò.
Dischiuse le labbra, attonita.
Louis.
In piedi davanti a lei, una mano nella tasca dei jeans, giubbotto blu scuro dal
colletto alzato, e in una mano…un fiore.
Allibita, Juls imprecò mentalmente. Prima Kyle adesso lui. Perché dovevano
sbucare tutti così di soppiatto?
Cos’aveva sentito? Si era accorto della mano di Juliet posata in un gesto
intimo sulla sua pancia?
Da un momento all’altro Juliet avrebbe potuto mettersi a urlare. Non avrebbe
saputo dire se di contentezza nel rivederlo o di panico.
Vederlo però faceva male, non potersi avvicinare le straziava il cuore.
<< Da quanto tempo sei qui? >> domandò con un tono di voce
indolente lei.
<< Sono sempre stato qui vicino… >> notando la faccia sconvolta di
Juliet, Louis aggiunse: << Fuori però. Passavo con la macchina per il
parco, e ti ho vista camminare. >> esitò un istante, ma i suoi occhi
azzurri trattennero quelli di lei con intensità << Mi dispiace, non ho
resistito e ti ho seguita. Quando ho visto che ti dirigevi qui, mi sono fermato
fuori. Ho pensato che avessi bisogno di parlare con tuo padre in assoluta tranquillità
e riservatezza >>.
Juls soffocò un sospiro sollevato. Annuì, dicendogli di aver capito.
Louis le mostrò il fiore. << C’era una bancarella in una stradina.
Purtroppo ho trovato soltanto questo. Spero possa andare comunque bene >>.
Juliet osservò la stella di Natale rossa nel palmo della sua mano. Con un
sorriso rispose. << Andrà bene. Grazie. >> spostò il peso del suo
corpo da una parte, facendogli spazio.
Louis depose lentamente il fiore sulla tomba di David. << Sarebbe stato
fiero anche di te >> mormorò senza guardarla, e Juliet capì che quella
voce lieve trasportata dal vento di poco prima appartenesse a lui.
<< Juliet mi dispiace se… >>.
<< No >> lo interruppe brusca lei. << Non c’è niente di cui
tu debba dispiacerti >>.
<< Invece sì. Avrei dovuto fare qualcosa, ma sono rimasto impalato come
un idiota, a vederti uscire dalla mia vita. >> disse con una punta di
rabbia. Si alzò guardandola negli occhi. << Juliet… >>.
<< Scusate. >> la voce tonante del custode fece sussultare Juliet e
Louis << L’orario delle visite sta per concludersi >>.
<< Ce ne andiamo subito >> rispose prontamente lei, chinandosi sul
giaciglio di suo padre. << Ti voglio bene. A presto >> sussurrò
pianissimo.
Come d’istinto Juliet protese la mano verso quella di Louis, ma si ritrasse
immediatamente prima che lui potesse afferrarla.
Dimentichi
che l’hai lasciato, rammentò tra sé e sé.
Lui sembrò interdetto per quel gesto. Senza una parola, si incamminarono
entrambi verso l’uscita, ognuno con le mani nelle tasche dei propri cappotti, qualche
metro a separarli evitando così uno spiacevole contatto.
Parlagli
come se fossi una sua amica.
Voglio proprio vedere, la stuzzicò la sua altezzosa vocina intromettendosi in quella
lotta interiore.
Sta a
vedere,
le rispose a tono Juls alzando il mento e rivolgendo a Louis un sorriso
apparentemente sereno.
<< Allora…ehm, come…no…mmh…cioè… >> azzardò per poi mordersi la
lingua. Stupida.
Louis aggrottò la fronte, non potendo fare a meno di tirar fuori un sorriso
ironico. << Stai cercando di dirmi qualcosa? >>.
<< Ah-aha tu… >> certo ci sono! << come ti vanno gli
affari? >>. Complimenti, che grande uscita.
<< Bene >>.
Juliet distinse chiaramente una traccia di delusione nel volto di Louis e nella
sua risposta secca. Dio si sentiva così impacciata. Forse era meglio tornare a
casa. Alla tenuta.
Sospirando brevemente Juliet gli lanciò un’occhiata. Adesso erano piuttosto
vicini, troppo, se Louis le avesse posato una mano sulla schiena avrebbero dato
l’idea di una coppia. Ma non lo erano più. Louis doveva essere felice, non star
dietro ad una problematica come lei.
<< Devo andare >>.
<< No, per favore. Lascia almeno che ti accompagni >>.
Maledizione. << Louis no >> replicò Juliet stavolta con tono più
duro. Perché non poteva semplicemente lasciarla in pace? Meritava ben più che
una donna capace solamente di causargli dolore. Non riusciva a tollerare ciò
che gli avesse fatto. Juliet doveva intervenire, nella maniera migliore per lui.
<< Se non vuoi parlare, almeno sali in macchina. Non mi sentirai fiatare
una sola parola, ma non ti lascio sotto un acquazzone >> disse lui con un
tono che non ammetteva repliche.
<< Quale parte del mio no non ti è chiara? >> domandò Juliet,
quando d’improvviso un lampo bianco squarciò il cielo tetro.
Piccole goccioline cominciarono a puntellare i marciapiedi, e i parabrezza
delle macchine. Ah no non ti permettere!
E poi come se non fosse già abbastanza, la pioggia deflagrò in una tempesta
d’acqua a catinelle.
Fantastico.
Non ho neanche l’ombrello.
Non osò guardare l’espressione saccente di Louis, altrimenti avrebbe preso un
sasso e glielo avrebbe suonato in testa. << Meteorologo dei miei stivali
>>.
Louis scoppiò a ridere, cogliendola di sorpresa, entrambi zuppi, in mezzo a
persone che camminavano a passo svelto per sfuggire dalla tempesta.
L’acqua scrosciava sui suoi capelli, sui vestiti, sul viso, inzuppandola; poi
stranamente percepì un peso sul capo e si accorse che Louis si era tolto il suo
cappotto per coprirla. Per proteggerla.
Juliet si morse il labbro, scossa, alzando gli occhi e incontrando quelli di
lui. Era così bello tutto bagnato, che avrebbe tanto voluto prendergli quelle
ciocche umide e tirarlo verso il suo viso. Verso le sue labbra.
Oh…il
mio Tomlinson.
<< Si dice che i baci sotto la pioggia siano i migliori >> mormorò
Louis con un sorrisino sfacciato, quello che Juliet conosceva bene e che amava.
<< E tu sei un esperto eh? >> ribatté lei, sviando lo sguardo.
<< Non ho mai dato un bacio sotto la pioggia. Una volta al liceo, mi
trovavo in infermeria. Pioveva e il terreno era piuttosto scivoloso. Avevo
avuto un incidente giocando a calcio con alcuni miei compagni. Quando mia mamma
mi venne a prendere, appena usciti fuori, preoccupata mi riempì il viso di
baci. >> confessò << Tutti quanti si misero a ridere. Quello fu il
mio unico bacio sotto la pioggia che ebbi modo di avere >>.
Juliet si mise a ridere, una risata cristallina che sembrò aprirla in due, per
quanto inaspettata e rinvigorente fosse.
Louis ridacchiò, evidentemente felice di averla fatta ammorbidire, e spingendola
in avanti poggiandole una mano dietro la schiena, la condusse verso l’auto.
<< Andiamo adesso. Ti do la mia parola che non parlerò di nulla di cui tu
non voglia >>.
Lei esitò, ancora convinta che non fosse una buona idea. Se avesse rifiutato,
avrebbe potuto ripararsi in qualche negozio, o sotto qualche tetto spiovente
aspettando che la pioggia cessasse. Ma era tutta bagnata, e per quanto fosse
cocciuta, adesso Juliet non poteva più rischiare per la sua testardaggine,
doveva pensare al bene di sua figlia; se metteva a rischio la sua salute
metteva a rischio anche quella della bambina.
<< Va bene >> rispose, guardandolo.
Quando furono in auto, entrambi fradici, a Juliet scappò un gemito dovuto al
freddo. Si sfregò le mani gelide sui pantaloni per scaldarle, ma invano.
Con la coda dell’occhio, Louis colse quel movimento agitato. Sommessamente
disse: << Fammi vedere >>.
<< Ho solo freddo. >> mormorò in risposta Juls generando una nuvola
di condensa dalla bocca. << Tra poco passa >>.
In tutta risposta Louis si sporse verso Juliet, le prese le mani tra le sue
chiudendole a riccio. Lei rimase a osservare rapita, senza ritrarsi, la bocca
di lui che si posava su quel groviglio di mani racchiuse, emettendo dei rapidi
respiri caldi e profondi.
È
sempre il solito, pensò malinconica con un intimo e tenero sorriso. Riusciva
sempre a sorprenderla con quei gesti amorevoli che le riservava in momenti
imprevedibili.
<< Tomlinson? >> Juliet si maledisse per quella nota di rammarico
tradita nel suo tono di voce.
Per tutto il tempo che Louis aveva tenuto la sua bocca sulle mani di Juliet,
non aveva smesso un solo minuto di guardarla. << Mmh? >>.
<< Va molto meglio adesso >> lo rassicurò dolcemente.
Louis vi indugiò un altro istante, sfiorandole inavvertitamente le nocche screpolate
dal freddo con le labbra. Juliet trattenne il fiato. Poi Louis lasciò andare le
sue mani, piantando in lei un senso di nostalgico tepore.
Lungo la traversata verso la tenuta, Juliet si accoccolò al suo posto, volgendo
la vista alla pioggia e osservarla scrosciare, puntellando di infinite gocce il
finestrino terminanti in un intreccio di rivoli sul vetro appannato.
Avrebbe tanto voluto concedersi un’altra vista, ma tenne gli occhi fissi
davanti a sé.
D’un tratto quando dovettero fermarsi ad un semaforo, sentì il braccio di Louis
allungarsi dalla sua parte. Aggrottando in maniera interrogativa le
sopracciglia, Juliet osservò le sue affusolate dita tracciare dei segni sul
finestrino dalla sua parte.
Quando ebbe finito, Juliet scrutò con attenzione quella serie di linee
vorticanti. Scoprì che si trattava del simbolo dell’infinito.
Senza dire nulla, lei tracciò un punto interrogativo di fianco al disegno.
In risposta Louis scrisse “Noi”.
Gli occhi di Juliet si colmarono di lacrime, un altro effetto collaterale della
gravidanza; stava diventando spaventosamente sensibile.
Si costrinse a ricacciarle, quando il cerchio del semaforo si colorò di verde e
le auto ripresero il loro cammino, mandando in frantumi quella situazione di
familiare intimità.
Nessuno dei due profanò quel silenzio eloquente, finché Louis non parcheggiò
davanti alla casa di Jade. Fu Juliet a parlare per prima, togliendosi il
cappotto di Louis dalle spalle. << Grazie di avermi
riaccompagnata...>>.
<< Non mi hai risposto. >> ribatté con naturalezza Louis, facendo
un cenno ai disegni sul finestrino vicino Juliet.
Lei si morse l’interno della guancia. Per quanto potesse sembrare all’apparenza
divertente e dolce disegnare simboli da innamorati, il gesto di Louis celava un
messaggio. Juliet aveva capito, ma si rifiutava di cedere.
Col tempo, si disse, lui avrebbe guardato avanti e lo avrebbe accettato.
Di fianco al “noi” scritto poco prima da Louis, Juliet tracciò sul vetro umido
un’altra parola.
Senza fiato, aprì lo sportello dalla sua parte, ma Louis la trattenne
delicatamente per una mano. Lei alzò cautamente lo sguardo.
<< Non siamo mai stati bravi ad essere amici. >> disse piano
lui, con un mezzo sorriso eloquente, denso di ricordi. C’erano rimpianto e
indulgenza negli occhi di Louis, un mix che lasciò stordita Juliet per diversi
minuti.
Amici, era ciò che lei
aveva scritto con una sorta di indignazione interiore per quella parola,
soprattutto se si riferiva all’uomo che amava. Capì quella punta scettica nel
tono di Louis. In qualche modo non ci credeva nemmeno lei. Essergli amica
sarebbe stato straziante, ma che altra scelta aveva?
<< È meglio così. >> rispose Juliet, con un filo di voce
strascicato.
Per un secondo, la mascella di Louis ebbe un guizzo, segno che avesse da
controbattere, ma non proferì altro se non un secco cenno col capo.
Di nuovo, Juliet aprì lo sportello. Pioveva a dirotto, ma se non altro grazie a
Louis, non aveva dovuto farsi tutto il tragitto a piedi.
Indugiò nel lasciare il suo posto e mettere piedi fuori dall’auto. Era come se
tutto in lei lottasse contro l’impulso di andarsene un’altra volta da lui.
<< Ci vediamo allora >> sussurrò flebile, incrociando lo sguardo di
Louis un’ultima volta.
Lui si sporse come aveva fatto poco prima, ma questa volta Juls sussultò per
quel piccolo bacio che Louis depositò pericolosamente vicino alla sua bocca.
<< Molto presto, >> aggiunse lui sottovoce, con gli occhi azzurri
che brillarono di malizia e scherno, << amica >>.
Note dell’autrice
Eccomi
tornata puntuale con una connessione da cellulare! Oggi sembra andar bene
perciò prima che salti di nuovo e che parta eccomi qui con un altro capitolo ^^
Non farvi aspettare troppo a lungo è un vostro diritto e un mio dovere, ma
volevo soltanto avvisarvi che domani partirò, non avendo la possibilità di
trascinarmi dietro il mio adorato pc, dovrò chiedervi di attendere un pochino
in più rispetto a questa volta...non scrivo in un batter d'occhio purtroppo,
soprattutto questi ultimi capitoli tengo molto agli svolgimenti anche perchè
non vorrei rovinare tutto il lavoro per una sbagliata fretta...il prossimo sarà
piuttosto intenso e di cambiamenti, con una sorpresa quindi mi serve
un pò di tempo per metterla in scena...non sarà un mese comunque questo è
assicurato U.U Parola di lupetto ;) Volete un piccolo anticipo? Bene, Louis
verrà a conoscenza della gravidanza di Juliet! Come la prenderà? La domanda che
tutte si pongono avrà una risposta B-)
Parto subito con i sempre meritati ringraziamenti alle mie lettrici, che
nonostante debbano aspettare anche settimane su settimane mi hanno scritto
teneri messaggi pieni di comprensione…grazie ad ogni lettrice silenziosa,
grazie ad ogni lettrice non silenziosa e a tutte quelle ragazze che buttano
anche un’occhiata a questa storia. Mando un affettuoso abbraccio a ASIA2000_1D
e JLullaby che hanno segnalato The dress of seduction
all'amministrazione tra le scelte del sito♥ Sapere che una mia lettrice pensi
che possa meritarmelo mi fa sentire terribilmente orgogliosa e sì anche
imbarazzata. Ad ogni modo che succeda questo miracolo o meno, ciò che conta per
me siete voi e basta, a me interessa principalmente che la storia piaccia alle
mie lettrici ^^
Non manca molto agli “addii” volendo chiamarli così…e fatico a pubblicare
sapete perché? Perché mi manchereste da morire, perché mi sono legata a voi, ad
ognuna in particolare per tanti motivi. Ma naturalmente non posso farla
continuare a vita soltanto perché questa piagnucolona detesta abbandonarvi…alla
fine mi scrivereste: basta non ne possiamo più, sparisci!!
Per chi vorrà scrivermi una recensione, sarò molto lieta di leggerla, sempre se
vogliate naturalmente :)
Siete il mio regalo più grande♥
Alla prossima
Vostra Ella♥
|
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Capitolo 29 *** Capitolo29 ***
capitolo 29 pronto
Capitolo 29
<< Grazie per essere venuta, oggi l’asilo chiude e avevo
proprio bisogno di una mano >>.
<< Non c’è problema >> rispose Juliet a sua madre quel
pomeriggio, mentre raccoglieva pezzi di costruzioni dal pavimento e li riponeva
nei box colorati. I bambini scorrazzavano nella grande sala gremita di scivoli,
altalene, tricicli; ridendo e urlando.
Quello era l’ultimo giorno d’apertura, poi l’asilo
sarebbe stato
chiuso per tutta la durata delle vacanze natalizie. Anche per Promesse
era
tempo di prendersi un meritato riposo; quel giorno Juls aveva tenuto
l’ultimo
suo appuntamento, poi aveva deciso di passare ad aiutare Bethany
all’asilo. Da
un paio di giorni accettava ogni compito le si presentasse sotto gli
occhi per sentirsi indaffarata, avere la testa occupata le faceva bene,
ma
durante la notte quando si ritrovava nella camera degli ospiti di Jade,
ancora
qualche lacrima scendeva dal suo viso, prima di addormentarsi. Era
consapevole che il dolore fosse ancora troppo vivido, ma col tempo,
sarebbe riuscita a superare anche quella prova.
<< Come stai? >> domandò Beth dopo aver riposto i
quaderni dei suoi alunni nell’armadietto di classe.
<< Domanda a cui vuole una risposta sbrigativa o un pietoso
monologo? >>.
<< Oh no! La prego mi risparmi le sue ciance da donna
depressa >>.
<< Mamma! >> replicò
Juliet, sconvolta e con piglio offeso.
Bethany rise, dandole un buffetto sul sedere prima di uscire dalla
classe. << Mi è mancato chiacchierare con te, sei stata molto occupata in
questi giorni >>.
Juliet la seguì dopo aver riposto il materiale. <<
Già…comunque adesso siamo insieme. >> sorrise
quando una
bambina dalle codine bionde le sfrecciò davanti, seguita da un
bambino con una
palla gonfiabile tra le mani. << Mi piace stare qui >>
confessò
osservando le pareti colorate e decorate da disegni fiabeschi. Se prima
adorava passare il tempo lì, adesso, con il suo stato di
maternità era importante per lei stare a contatto con i bambini.
<< A me no. >> proruppe Kyle in un brontolio, tenendo
in una mano un orsacchiotto di peluches. << Non vedo cosa ci sia di
piacevole in una marmocchia che continua a frignare perché vuole il suo
maledetto… >> si fermò per controllare qualcosa sulla targhetta appesa al collo
dell’animaletto << Coccolo?! Che diamine di nome è Coccolo? >>.
Juliet diede una pacca sulla spalla del fratello. << Phoebe
mi ha detto che ha sempre sognato di avere una famiglia numerosa >>.
<< Forse intendeva una famiglia numerosa di pesci rossi,
magari, tutti tenuti comodamente in una scatola di vetro >> convenne Kyle
con un cipiglio sconcertato.
<< Vorrei ricordarti che il responsabile della morte di Nemo
sei stato tu! >> lo accusò Juliet stringendo gli occhi a due fessure, rammentandogli il suo
pesciolino che aveva vinto ad una fiera, quando era bambina.
<< Bè scusa tanto, ma mi sembra che l’unica responsabile di
quell’incidente sia stata tu. >> ribatté Kyle.
<< Io?! Ti avevo chiesto di affidarlo a qualcuno che potesse
prendersene cura nel tempo in cui saremmo stati fuori città! Come ti è saltato
in mente di darlo alla signora Sullivan? >>.
<< Cosa potevo saperne io che quella casa era infestata di
gatti! >>.
Bethany alzò gli occhi al cielo. << Ehi voi due, piantatela
di bisticciare come due poppanti e andate a prendere alcune scatole nel mio
ufficio. Dovrebbero contenere delle cartelline colorate e altro materiale da
disegno. Pensate di riuscire in questa impresa senza prendervi per i capelli?
>> domandò con voce canzonatoria, guardando in maniera divertita i suoi
due figli.
Kyle puntò l’orsacchiotto verso Juliet: << Ha cominciato lei
>>.
Lei glielo sficcò di mano facendogli il verso, poi seguita da Kyle
trovò la bambina che alla vista del suo “Coccolo” ritrovò immediatamente il
sorriso.
<< Perché mi stai fissando? >> mormorò Juliet qualche
minuto dopo, squadrando suo fratello con la coda nell’occhio, mentre varcava la
soglia dell’ufficio di Bethany.
<< Sto cercando di capire come stai.>> rispose
schietto Kyle; avvistò le scatole contenenti il materiale didattico, ne tirò su
una, poi continuò: << Domani è la vigilia di Natale >>.
<< Lo so. >> parlò con leggerezza lei, di schiena al
fratello, intenta a prendere un’altra scatola.
<< E se non ricordo male mi pare che sia anche… >>.
<< Kyle! >> esordì Juliet, stavolta con voce brusca e voltandosi
si ritrovò con gli occhi color ghiaccio di suo fratello osservarla con un mix
di comprensione e affetto. << Non c’è nulla da dire >>.
<< A me no di certo, ma a lui sì >>.
<< No, ti sbagli. >> affermò fermamente Juliet. Dal
giorno in cui aveva incontrato Louis al cimitero, e si erano salutati nella sua
auto, non aveva più avuto sue notizie né si erano incrociati durante il lavoro.
Nessuno aveva cercato l’altro da quel momento.
Ha lasciato perdere.
Probabilmente Louis l’aveva superata meglio e con meno tempo di
quanto lei si sarebbe aspettata.
Sei contenta adesso? Domandò con malignità
la sua vocina interiore con un tono che nella sua testa suonò sprezzante.
<< Quando gli dirai la verità, Star? Deve sapere del bambino >> mormorò
Kyle.
<< Bambina>> puntualizzò Juliet
prima di annuire. Era arrivato il momento. Con una
punta di paura cominciò a supporre cosa avrebbe fatto o detto
lui a quella scoperta. Di una cosa più di tutte era convinta:
avrebbe accettato la
bambina nella sua vita, nonostante si fossero lasciati, si sarebbe
preso le sue responsabilità.
Perché dopotutto, Juliet non aveva smesso di riporre la sua
fiducia in Louis, sebbene lui non potesse dire la stessa cosa di lei.
<< Gli parlerò okay? Non voglio tenerglielo nascosto, dico
solo che non mi sembra che domani sia
un giorno opportuno. >> ammise Juliet guardando il fratello con
apprensione.
Kyle depose la scatola sulla scrivania, poggiò le mani sulle
spalle di sua sorella, scrollandole delicatamente ma allo stesso tempo con una
luce solenne negli occhi chiari. << Saprai qual è il momento giusto
>>.
<< Come fai ad esserne sicuro? >>.
<< Lo so e basta, Star. Come so che lui ti ama >>.
<< Ah e questa cosa l’ha detta dopo o prima che vi prendeste
a pugni? >> lo beffeggiò Juliet, ammonendolo con un’occhiataccia.
Kyle sorrise, un sorriso sghembo e birichino. << Non sei felice che sia
ancora tutto intero? >>.
<< Ah-aha >> lei scuoté la testa, alzando gli occhi al
cielo. Il giorno dell’incontro con Louis, aveva notato un vago segno violaceo
sull’angolo della sua bocca, ma lungi dal chiedergli come se lo fosse
procurato, era stata troppo occupata ad evitare qualsiasi tipo di contatto
potesse nuocere ad entrambi. In seguito, di ritorno da casa Juliet aveva visto
sul volto del fratello segni di lotta. Non ci aveva messo poi neanche mezzo
secondo a collegare i fatti. Kyle non aveva sbattuto ciglio alle sue domande
inquisitorie, con ilarità le aveva confessato della ‘visitina cordiale’-
fondamentalmente assurdo detto proprio da Kyle- fatta a casa Tomlinson,
eludendo i dettagli, cosa che Juliet aveva trovato fastidiosamente maschilista.
<< Sai, vorrei che la piccoletta avesse un padre che cammini
sulle sue gambe >> lo stuzzicò Juliet dandogli una spallata affettuosa,
segno che si fosse rabbonita.
<< Vedrò di accontentarti, sorellina. Devo ammettere che il
laureato ci sa fare però. >> Kyle si toccò il punto in cui Louis lo aveva
colpito.
Juliet gli appioppò uno scatolone tra le braccia. << Andiamo
spaccone, o la mamma ci verrà a prendere per le… >> una sensazione
sgradevole che ormai conosceva bene, mise a tacere Juliet, provocandole un
sapore amaro in bocca. Sgranò gli occhi, consapevole di ciò che stava per
accadere. << M-merda >> rantolò mettendosi una mano sulla bocca.
<< Star? Va tutto… ? >> Kyle tentò di avvicinarsi, ma
l’ultima cosa che vide fu sua sorella
scattare verso l’uscita e dirigersi a destra. Verso il bagno.
<< Bleah >> mugugnò con una smorfia un quarto d’ora
più tardi, tamponandosi il volto con un panno umido. Poteva percepire ancora
quel saporaccio sulla lingua, lo stomaco contratto e l’odore del suo pranzo
alle sue spalle.
Picchiettò qualche colpetto con il pugno sulla porta per fare
segno a sua madre che fosse ancora ‘viva e vegeta’, quando entrò nella stanza.
Beth sorrise, intenerita della faccia sconsolata della figlia.
<< Oh piccola, passerà presto vedrai >>.
<< Mmh-mmh sai vorrei tenermi qualcosa nello stomaco a
volte! >> mugolò Juliet prendendo una scatola dal ciglio della porta.
<< Kyle? >>.
<< È andato via qualche minuto dopo avermi avvisato della
tua “scappatella”. Aveva un appuntamento con Phoebe >> spiegò.
Bethany prese la scatola tra le mani di Juliet, sistemandola su
uno scaffale. << Perché non ti riposi un po’ adesso? Hai già fatto tanto
per oggi >>.
Juls non badò a quel commento, restia a mostrarsi debole anche
dopo un attacco di nausea. << Potrei spolverare un po’ nel tuo ufficio…o
ci sarebbero i pavimenti di alcune aule che andrebbero… >>.
Sua madre alzò un sopracciglio, scuotendo la testa. << Riposati
>>.
<< Ma sto benissimo! >> obiettò prontamente. <<
Sento che riuscirei a fare anche una maratona >>.
<< Tesoro, è tutto perfettamente in ordine. L’asilo non è
mai stato così lucido, e ti ringrazio dell’aiuto che mi hai dato oggi ma,
francamente, sono certa che adesso sia arrivato il momento di fermarti e darti
un attimo di respiro. >> la rimbeccò Bethany. << Grace
mi ha detto della dormitina notturna nella vasca da bagno >>.
Juliet sospirò dando mentalmente della spiona alla signora G per
quella soffiata imbarazzante, poi ammise riluttante: << Come vuoi...
>>.
Bethany le diede un bacio sulla fronte, << Perché non vieni
a cena a casa stasera, e ti fermi per la notte? >>.
<< Uhm mamma ti ringrazio, ma… >> Juls si morse il
labbro, esitante.
<< Bambina mia, fermarti a dormire nella tua casa non fa di
te una fallita nella vita sentimentale >>.
Juliet non rispose, perché in fondo non c’era altra spiegazione a
quel rifiuto. Come poteva confessare a sua madre la verità quando ogni qual volta
che si addormentava in quella camera, ospitata dalla sua migliore amica, cadeva
su se stessa un senso opprimente di sconfitta e solitudine? Consapevole che alla
fine della giornata non lo avrebbe
trovato ad aspettarla, non ci sarebbe stato nessun battibecco prima di un bacio
riconciliante, non avrebbe accarezzato Carota prima di ritirarsi nel loro letto, tra le sue braccia sentendo il profumo della sua pelle per poi addormentarsi. Non ci sarebbe più stato nulla del
genere, Juliet lo aveva accettato, sebbene fosse ancora prematuro dichiarare
che non facesse più tanto male.
Ma c’era la bambina, e non poteva continuare ad alloggiare da
Jade, o da sua madre per sempre. Con i soldi del suo lavoro a Promesse, e con
l’aiuto di Harry e dei suoi contatti in campo lavorativo, avrebbe potuto
trovare un buon appartamento in centro, sistemarsi e dare un’accogliente dimora
alla bambina che sarebbe nata tra otto mesi.
<< Ti preoccupa rivederlo domani? >>.
I pensieri di Juliet sfumarono, udendo la cauta domanda. Guardò gli
occhi azzurri di sua madre, identici a quelli di Kyle. Cominciò ad inarcare un
sorriso, sospirando un << No >>.
<< In ogni caso la mia porta è anche la tua, qualsiasi cosa
tu voglia fare stasera, resterà aperta. Per te e per la mia nipotina >>
dichiarò Beth accarezzandole la guancia.
Juliet poggiò la mano su quella di Bethany, non volendo spezzare
quella tacita complicità tra madre e figlia, annuì sorridendole dolcemente.
Dopo aver salutato sua madre, e preso il cappotto, Juliet sviò per
uno stretto corridoio, puntando verso l’uscita. Controllando l’orario al
cellulare, constatò fossero le sei. Chiamò Natasha, proponendole di dare una
mano, qualora ci fosse stato bisogno nell’organizzazione della festa di domani.
La rossa le assicurò che i suoi genitori avessero tutto sotto controllo e che
non avevano accettato un aiuto neanche da lei e Zayn, perciò per quella sera
avrebbe dedicato del tempo a suo marito. Come giusto che fosse, pensò Juliet
con un sorriso nostalgico.
Cosa credevi, che
perdessero tempo dietro ad una zitellona come te? La scimmiottò la voce
nella sua testa, dopo che Juliet ebbe riattaccato.
<< Mi stai stancando sai? Sparisci! >> le abbaiò a
denti stretti lei, agitando le mani come a voler scacciare la scocciante
guastafeste.
<< Juliet? >>.
Lei si girò di scatto, verso la fievole voce che l’aveva appena
chiamata, scorgendo in quella che lesse sulla targhetta affissa alla porta
fosse la ‘sala mensa’, una sedia a rotelle vuota, e la testolina bionda di Zeke
che sbucava fuori, da una tenda blu pieghevole: una di quelle che nell’asilo di
sua madre erano usate come luoghi in cui i bambini potevano farsi un tranquillo
sonnellino nell’orario pomeridiano.
Gli occhietti verdi del bambino la scrutarono circospetti.
<< Perché parlavi da sola? >>.
<< E chi ti dice che parlavo da sola? >> fece Juliet
entrando nella sala vuota e illuminata soltanto da una lucina che probabilmente
Zeke teneva nella tenda. << Ora è anche vietato parlare con il proprio
amico immaginario? >>.
<< Il mio papà dice che le persone che dicono di parlare con
il loro amico immaginario, in realtà devono solo andare in un posto >>
fece spallucce Zeke.
<< Ah sì e quale sarebbe? >> Juliet gli s’inginocchiò
di fronte scompigliandogli i capelli.
<< Non lo so, ha detto solo che comincia per M >>.
Non sarà il
manicomio?!
Juliet sbattè le palpebre. << Va bene... cosa ci fai qui tutto
solo, signorino? >> disse invece, schiarendosi la gola.
<< Volevo un po’ di concentrazione per scrivere la lettera a
Babbo Natale. Sono in ritardo… >> confessò Zeke prendendo e mostrandole
un foglio in una mano e delle matite colorate nell’altra.
<< Vuoi che ti aiuti? >>.
<< Lo faresti davvero? >> disse il bambino aprendo la
bocca e formando una piccola O di sorpresa.
<< Certo che sì! >> sorrise prontamente Juliet.
Zeke le fece segno di entrare nella tenda, e lei con estrema
delicatezza mosse le piccole gambe inerti del bambino per sistemarlo in modo
che entrambi stessero comodi nella tenda. C’erano cuscini, matite e fogli
dappertutto. Era commovente la dedizione di un bambino agli albori di Natale,
lei stessa ricordava che era solita mettere un bicchiere di latte al vecchio
dalla barba bianca e un piatto di carote per Rudolph, la sua renna preferita,
nella notte della vigilia. Voler credere a quel fantomatico personaggio, era la
gioia di ogni bambino, quale felicità più grande esisteva se non credere alla
magia almeno in quell’età così innocente e spensierata?
<< Sei troppo grossa per entrarci tutta >> commentò
Zeke, vedendo le gambe di Juliet fuoriuscire dalle quattro mura in tela.
<< Ah e così mi stai dando della cicciona, ragazzino?
>> squittì Juliet fingendosi sconvolta, provocando una silenziosa
risatina da parte di lui.
<< Oh ma abbiamo compagnia. Cos’abbiamo qui? >> fece
lei curiosa, alzando il sedere per verificare cosa l’avesse infastidita.
Zeke prese il suo giocattolo mostrandolo a Juliet in maniera
orgogliosa. << È Iron man! Bello vero? >>.
<< Puoi dirlo forte. Conosco una persona che va matta per
Robert Downey Jr.>>.
<< E sotto il tuo culone c’è anche il mio peluches! Gli stai
facendo male >>.
<< Ops scusa, tesoro. >> Quando ebbe scovato il
secondo amichetto, Juliet gli porse il peluches, ma quando lo vide bene le si
bloccò il fiato in gola. Era una piccola tigre.
Tigrotta…
<< Juliet? Ehi non essere triste. >> Una mano minuta
si posò sulla sua scuotendola piano, << Non sei grassa, sei bellissima, e
se fossi stato un po’ più grande… >> mormorò Zeke in tono dispiaciuto, e
Juliet si rese conto soltanto udendolo di essersi distratta, probabilmente
assumendo un’espressione che lo aveva fatto impensierire.
<< Giovanotto? Vuoi scrivere questa lettera oppure no?
>> si riprese lei, dandogli un buffetto sul naso, più serena.
<< Assolutamente sì >> annuì Zeke porgendole il
foglio.
<< Benissimo. >> Juliet prese in mano una matita,
poggiandosi il foglio sulle ginocchia. << Allora, cosa ti piacerebbe
ricevere quest’anno da Babbo Natale? >>.
<< Una cosa soltanto! Solo che…mmh… >> Il bambino si
grattò la testa. << Non so se Babbo Natale si occupa di biglietti aerei
>>.
<< Vorresti fare un viaggio? >> sorrise lei.
<< A Liverpool, dove vive il mio papà >> confessò
Zeke, le piccole labbra formarono un broncio triste, facendo ricordare a Juliet
che il padre del bambino lavorava fuori città, e che mensilmente veniva a far
visita alla sua famiglia a Londra. << Pensi che Babbo Natale possa farmi
avere due biglietti per andarlo a trovare? >>.
Juliet comprese bene il desiderio del bambino di voler passare le
feste con la mamma e il papà, dovevano sentire molto la mancanza l’uno
dell’altro. L’audacia di Zeke nel voler affrontare un viaggio in aereo, sapendo
bene quali fossero le sue condizioni fisiche, inorgoglì Juliet.
<< Io penso che quando Babbo Natale leggerà questa lettera,
capirà quanto tu ci tenga e farà in modo che il tuo desiderio si avveri
>> gli sussurrò Juliet, accarezzandogli i capelli e lasciandovi impresso
un bacio. Quando ebbero finito di scrivere la lettera, Juliet piegò il foglio,
lo imbustò e lo porse a Zeke, il quale riconoscente le diede un sonoro bacio
sulla guancia.
<< Juliet? >> mormorò poco dopo, sdraiato, con la
testa immersa nei cuscini.
<< Sì? >> lo guardò lei, nella medesima posizione, puntellandosi su un gomito.
<< Secondo te, mamma e papà si amano ancora? >>.
Juliet rimase sorpresa, confusa gli domandò: << Perché mi
chiedi questo? >>.
<< Quando due persone vivono lontane molto a lungo,
cominciano ad amarsi di meno? Come si fa a sapere se la persona che ti vuole
bene, non è più vicina a te, continua a volertene anche dal posto in cui si
trova? >>.
Lei si morse il labbro, devastata dalla profondità di quelle
parole così fragili e familiari. Ricordava tali eguali parole,
da lei
pronunciate, quando suo padre David attraversava la soglia di casa per
andare
in qualche posto lontano per lavoro, lasciando lei, sua madre e Kyle a
casa da
soli. A quei tempi, la paura dell’abbandono ancora fremeva nel
suo cuore di
bambina, così un giorno, mentre suo padre era via, aveva chiesto
a Bethany se
la rendesse triste vederlo ogni volta andar via e cosa la rendesse
così sicura che sarebbe ritornato. Juliet rammentava
limpidamente
la risposta di sua madre.
<< Ovunque tuo padre sia e qualsiasi cosa stia accadendo
nella sua vita, c’è soltanto un luogo che nessun altro potrà mai riprodurre o
sostituire, e considererà sempre casa propria: il cuore della persona che ama
>> recitò chiudendo gli occhi e stringendo lievemente la mano di
Zeke.
C’era una deliziosa quiete, che Juliet percepì i
muscoli del corpo rilassarsi, la morbidezza del cuscino su cui la testa era
poggiata, ed un silenzio rasserenante, piacevolmente diverso da quello a cui
era abituata da un po’ di tempo.
Zeke rispose alla stretta, avvicinandosi e abbracciandola, e lei
percepì un largo sorriso nella sua voce, quando le sussurrò: << Qual è la
tua casa, Juliet? >>.
Lei realizzò in quell’istante che qualsiasi cosa sarebbe successa,
dentro di lei la risposta non sarebbe mai cambiata: << Louis >>.
Lui era il suo cuore, la sua casa. Il suono di quel nome la blandì
come un’intima carezza; Juliet emise un sospiro, i lineamenti del viso si
addolcirono, finché non si addormentò.
La bandiera inglese sventolava nella fierezza dei propri colori,
le luci natalizie agghindavano la villa Taylor, fin sopra al tetto e giù lungo
le vie del vialetto circostante; ogni anno nel giorno della vigilia di Natale,
i suoi vasti terreni offrivano giochi, animazioni, banchetti allestiti con ogni
sorta di tipico cibo natalizio: dal Christmas pudding, ad ogni sua varietà, al
tacchino, all’insalata con le patate, alle crostate di mele e zenzero. C’erano
litri di whisky, brandy, birra, succo d’uva per i più piccoli, per mandar giù
tutto quel lauto cibo.
Juliet rimaneva nuovamente stupefatta del numero di persone che i
Taylor riuscivano a sfamare. Amici, parenti, conoscenti,
parlavano e si sfidavano nei giochi con gran vivacità.
Salutò con affetto i genitori della sua migliore amica, Isabel e
Lucian, ringraziandoli dell’invito.
Isabel era in tutto e per tutto identica a Natasha, stessi
boccoli ramati e due vispi occhi verdi. Lucian adagiava una mano sul fianco
della moglie, salutando gli ospiti con caldi occhi blu.
<< Ogni anno diventa sempre più grosso. >> commentò
Kyle, dando un bacio sulla guancia della madre di Natasha, e un’affettuosa
pacca sulla schiena al marito.
In effetti, osservò Juliet, il freddo pungente di quella stagione
non sembrava minimamente turbare gli ospiti riuniti in cortile, sebbene una
sostanziosa parte preferisse chiacchierare dentro casa.
<< Ce l’hai fatta! >> L’accolse a braccia aperte Nat,
sbucando da una porta laterale.
In seguito, vide Zayn, Allison, Jade, Harry e Niall animati in una
divertente conversazione accompagnati da calici contenenti un bel liquido
ambrato che stuzzicò il palato secco di Juliet.
Stava quasi per accaparrarsi un drink dal vassoio di un cameriere,
quando un dito si parò davanti al suo viso. << Non penserai
mica di bere dell’alcool, vero ragazza? >> L'ammonì la voce di Natasha.
Juliet arricciò il naso, sconsolata dell'obbligo di astenersi dagli alcolici nel suo stato. << Posso avere
dell’acqua, per piacere? >>.
La rossa rise complice, conducendola al tavolo dei drink e
versandole da una caraffa un sostanzioso bicchiere d’acqua. << Salute!
>> disse, quando ebbero entrambe in mano da bere, e levandolo in aria.
Nat tintinnò il bicchiere con quello di Juliet; quest’ultima si guardò intorno.
<< Ci sono proprio tutti. >> convenne, salutando con una mano
Danielle e Liam, Joe e famiglia Hart, la signora G, e infine Phoebe con suo
fratello Kyle. Proprio tutti lì riuniti a festeggiare, eppure non proprio tutti…
<< Già, pensa che c’è anche il tizio che porta la posta ai
miei, con la moglie e i figli >> aggiunse Nat ridendo, poi si riscosse
filtrando l’espressione che passò come un lampo negli occhi di Juliet, veloce
eppure abbastanza cristallina da farle comprendere la perplessità della migliore
amica. << Ma non è del postino che t’interessa sapere, eh? >>
scherzò.
Juliet sorrise. << Mi hai beccata >>.
<< Verrà qui a momenti, sai che è sempre in ritardo quel
ragazzaccio! >> le diede di gomito, riuscendo a farla ridacchiare.
Juliet sentiva una cupa ansia annidarsi nel petto, ma s’impose di
non fare la paranoica, era semplicemente sciocco preoccuparsi. Sarebbe arrivato
a breve, e lei gli avrebbe detto di loro figlia, qualsiasi reazione fosse
succeduta alla rivelazione, avrebbe saputo di aver fatto la cosa giusta.
Detto questo, decise di concedersi uno di quei piccoli dolcetti
invitanti a forma di stella con la glassa alla vaniglia sopra; così per
ingannare il tempo.
Un morso, e il palato si riempì di una cremosa dolcezza, facendola
gemere di piacere. Doveva averlo fatto troppo forte, perché sentì una presenza,
piuttosto alta e due occhi puntati addosso.
Con il boccone in bocca, il dolcetto in una mano e l’altra sospesa
al di sotto per non sporcarsi, si voltò per scoprire l’identità di quel profilo
torreggiante.
<< Com’è? Buono? >> sorrise l’uomo.
Juliet affrontò uno sguardo scuro, nero come la pece, quasi
insistente, penetrarla con una
luce d’affabile divertimento. Quasi si strozzò per
l’imbarazzo; << Uhm
>> mugugnò a bocca piena, posando il dolce in un
tovagliolo di carta.
<< Salve >> bofonchiò con un sorrisino tentennante,
sperando che non avesse nulla tra i denti. Se non altro quello
sconosciuto non lo avrebbe rivisto tanto facilmente, perciò
tanto valeva non pensarci troppo.
<< Dottor Ryan! Che piacere rivederla >>. Juliet
ringraziò intimamente Natasha per averla salvata da quella scena pietosa.
Oh quindi era un dottore? Ora che l’attenzione dell’uomo si era
spostata sull’amica, Juliet ebbe modo di squadrarlo bene. C’era qualcosa nella
postura rigorosa di lui ad ispirarle una certa fiducia, un corpo ben allenato
che induceva a presupporre che potesse trattarsi anche di un nutrizionista. I
capelli bruni, di un marrone talmente scuro da sembrare nero, tagliati lunghi,
addolcivano i lineamenti pronunciati del bel viso.
<< Natasha, grazie infinite dell’invito. Non avrei
rinunciato all’opportunità di gustare il pudding di tua madre. >>
confessò il dottore, facendole l’occhiolino.
<< Oh dottor Ryan, le presento Juliet Anderson, amica nonché
mia socia nell’azienda di Promesse. Juliet, questo è il dottor Vincent Ryan,
l’ostetrico di famiglia >> li presentò la rossa.
Ostetrico?! Resistette
all’impulso di ridere; basita, guardò dritto negli occhi il dottor Ryan.
<< Piacere di conoscerla, Juliet >> esordì lui,
porgendole una mano, che lei strinse, rispondendo con un: << Anche per me
>>.
<< È il migliore nel campo. >> mormorò Natasha a
Juliet.
Un affascinante e leggero rossore colse gli zigomi del dottore.
<< Suvvia, Natasha esagera. Mi piace soltanto il mio lavoro >>.
<< Quindi lei assiste…? >> asserì Juliet,
riacquistando un pragmatico tono di voce.
<< Al miracolo della vita >> fu la risposta del
medico.
Se la bravura di Ryan era pari alla sua bellezza, allora Juliet
poteva ben comprendere tutte le donne che si rivolgevano a lui per essere
guidate con diligenza nella propria gravidanza.
Stava per chiedergli informazioni sul suo mestiere, quando al suo
fianco udì Natasha parlare.
<< A proposito dei miracoli della vita… >> a Juliet
non sfuggì la malizia nel tono della rossa. << Mio caro dottore, ho idea
che la sua prossima paziente sarà propria la mia migliore amica >>
annunciò con un largo sorriso tirandola a sé.
Il dottor Ryan strabuzzò gli occhi, dirigendo il suo sguardo
d’ebano su Juliet. << Oh, lei aspetta un bambino? >> Il tono di voce
sembrò palesemente sorpreso, ma anche cordiale.
<< Bè io… >> cominciò a dire Juliet, ma s’interruppe
al suono del campanello. La voce di Lucian gridò: << Eccoci! >>,
aprì la porta e udì la voce di Isabel sopraggiungere su quella del marito, per
dare il benvenuto ai nuovi ospiti.
Juliet alzò lo sguardo dalla spalla di Ryan, verso l’entrata, scoprendo che si
trattavano della madre di Louis, Joannah e del suo compagno Mike.
Impercettibilmente Juliet portò una mano sulla spalla di Nat; dopo
sentì il suo corpo muoversi in direzione dei due commensali. Cercò lo sguardo
di Joannah con ostinazione, desiderando che lei volgesse il suo nella direzione
di Juliet. Finalmente la donna colse quell’intimo segnale, mormorò a Mike di
aspettarla lì, e si avvicinò a Juliet con un’espressione che colse in fallo
quest’ultima.
<< Joannah >> mormorò Juliet, quando la ebbe
abbastanza vicino per poter parlare, ma il suo nome, il tono interrogativo e
l’espressione confusa, furono più che sufficienti.
La madre di Louis l’abbracciò. << Tesoro mio, come stai?
>> le domandò accarezzandole i capelli.
Juliet scuoté la testa con forza, assillata in quel momento da un
unico pensiero. << No. Perché lui
non è con voi? >>.
Lei sospirò, in maniera amareggiata, che bastò a far saettare il
cuore di Juliet dritto in gola. << Non verrà >>.
No.
No. No!
<< Ma oggi… non può! >> obiettò sconvolta Juliet, con voce fioca.
<< Non me lo ha detto chiaramente, ma io penso che vederti,
in questo giorno, gli avrebbe
spezzato il cuore >> disse Joannah con sincera tristezza per entrambi.
<< Io dovevo dirgli una cosa. >> sussurrò lei, con
furore. << Joannah, dov’è adesso? >> le parole suonarono dure e
concise, velate da un tremolio che Juliet riuscì a stento a celare.
La donna, la guardò con circospetta apprensione. << A casa.
Mi ha detto che non aveva nessuna voglia di vedere gente stasera… >>. Rimase sorpresa dell’abbraccio che le
riservò Juliet, di sana pianta, ma s’addolcì rispondendole con un affettuoso:
<< Non c’è di che >>.
Può darsi che agli occhi degli ospiti, la ragazza sui tacchi che
pareva marciare su quel pavimento color ciliegia scuro, con un’espressione
trafelata in volto, suscitasse un certo scalpore; ma alla diretta interessata
non fregava più niente di quello che si muoveva e vigeva intorno a lei. Aveva
fatto una promessa quel giorno a sua figlia e l’avrebbe mantenuta ad ogni
costo, qualunque fossero le condizioni.
<< Harry >>.
Il riccio guardò dalla sua parte; dopo essersi scusato con il suo
interlocutore, le diede la sua completa attenzione. << Juliet >>.
<< Tu lo sapevi >>. Non era una domanda, dal momento che era il
migliore amico di Louis.
<< Sì >> Non ci fu esitazione nella dichiarazione
neutrale di Harry.
<< Harry, io… >> ripeté Juliet passandosi una mano tra
i capelli.
<< Io so Juliet.
>> l’anticipò brusco lui, facendole strabuzzare gli occhi. <<
Cosa sai? >>.
Lui sorrise apertamente, mostrando una fila di denti bianchi. << Diciamocelo.
La signora G non è mai stata brava a saper tenere un segreto. >> sussurrò
pianissimo con un luccichio negli occhi verdi intensi. << E poi alloggi a
casa mia da un paio di giorni e non credo che Niall si sia infiltrato
furtivamente per rubare gran parte delle scorte di gelato nel frigorifero >> rise
caldamente.
<< Ah. >> buttò lì Juliet, colta in flagrante. Non riuscì
a trattenere una risatina; ma quando gli domandò con un certo timore se anche
Louis sapesse, Harry le assicurò
che ne fosse ancora all’oscuro. Questo la quietò lievemente.
Le poggiò una mano sul braccio. << Non riesco a vederlo
così, soprattutto oggi! Ne ho abbastanza di tutto questo. >> suonò mortalmente
serio, lanciandole uno sguardo dolente << Voglio bene ad entrambi, e vi
rispetto, ma dannazione Juliet, so che è dura… >>.
Juliet lo frenò, prima che potesse continuare: << Devo
chiederti un grande favore, Harry. Due, a dire il vero >>.
Un’ardente determinazione e solennità incendiavano gli occhi
ambrati di Juliet in quel momento, cogliendo il ragazzo alla sprovvista per un
secondo. Ma si riprese completamente, quando annuendo, pronunciò: << Ti
ascolto >>.
Ancora tre ore e l’orologio avrebbe segnato la fine del 24
dicembre.
Ancora tre ore e quel giorno sarebbe finito.
Quella sera aveva dato forfait alla festa annuale a casa dei
Taylor.
Gli angoli della sua bocca si sollevarono in un sorriso amaro,
quando aprendo l’armadio per poter prendere un pantalone pulito
di tuta, la
prima cosa che vide furono un paio di scarpe alte con il tacco
custodite
gelosamente in un angolino del mobile. Erano le stesse scarpe che non
le aveva più restituito, che gli rammentarono la sera in cui
avevano ballato insieme per la prima volta. Louis si era fatto
coraggio, invitandola a ballare e le aveva chiesto di ricominciare da
capo e di dimenticare lo spiacevole episodio avvenuto nel negozio di
fiori, quando le aveva accidentalmente rovesciato una sacco di
terriccio sulla testa. Juliet aveva accettato, e lui sarebbe stato
più che lieto di considerarla sua amica, se non fosse che il solo pensiero gli era parsa una grande cazzata.
Rise a quel ricordo, mentre le riponeva al loro posto. Sapeva
benissimo che non sarebbe mai potuta essere sua amica, eppure a quei tempi non
era il ragazzo che era adesso: consapevole di quanto potesse ottenere con le
sue sole forze, di saper amare qualcuno con una tale profondità. Glielo aveva
insegnato lei -aprendogli gli occhi ad una nuova prospettiva delle cose che
aveva sempre considerato insulse- con quel suo piglio caparbio e il carattere
volitivo, impreziosito da una fragilità disarmante e profonda.
Era incredibile quanto l’amore lo avesse reso così diverso,
migliore, eppure così era andata, e Louis ancora non se ne capacitava.
Mentre stava infilandosi un paio di pantaloni di flanella, notò
Carota, appostato sul ciglio della porta, con la consueta testolina rossiccia
piegata da un lato e gli occhi azzurri scrutarlo. Louis gli sorrise. Di giorno
in giorno, quel malandrino cominciava ad ascoltarlo un po’ di più rispetto al
primo giorno che lo aveva preso e gli aveva distrutto l’appartamento, ma adesso
cominciava ad accettare che Louis lo portasse al guinzaglio e gli ubbidiva
quando doveva portarlo per dei controlli dal veterinario. << Aah che ne
dici di un film stasera, amico mio? >>.
Il cane guaì, grattandosi il tartufo con una zampa, parendo in
disaccordo con il padrone.
<< E va bene. Scegli tu se proprio ci tieni >>
convenne Louis divertito, passandogli accanto per prendere da bere in cucina.
Il cane lo seguì, scodinzolando allegramente alla proposta. Louis
prese una bottiglia di birra, insieme al mangiare per il cane e si sedette sul
divano.
Carota gli si accucciò di fronte, raschiando con le unghie delle
zampe sul suo pantalone, come faceva sempre prima di stendersi insieme a lui
sul divano.
<< Devi smetterla di usare i miei pantaloni come tappetino
per pulirti. È colpa tua se finiscono tutti in lavatrice! >> si lamentò
Louis, sorseggiando la sua bibita, mentre il cane con un salto si
sistemava accanto a lui.
Accarezzò quella vivace palla di pelo, finendo la sua birra
e guardando un punto imprecisato davanti a sé con sguardo plumbeo. << Buon compleanno… a me >> canticchiò
a bassa voce.
Il campanello suonò, facendolo sussultare di spavento. Anche
Carota sobbalzò, saltando giù dal divano per andare ad abbaiare di fronte
l’uscio. Louis si alzò di conseguenza, svogliatamente, facendogli segno di
stare zitto e andando a spiare nell’occhiolino della porta.
Per un attimo, pensò che il fato gli stesse giocando un brutto
tiro.
Sbatté le palpebre più volte, ma quell’immagine non scompariva,
buon presagio che non fosse ubriaco. Aprendo con delicatezza la porta Louis si
ritrovò con il cuore in gola, quando Juliet alzò lo sguardo, dal suo abito
lungo e argentato, le mani strette a pugno nel tessuto vellutato. Trafelata,
con le guance arrossate, era come sempre bella da star male.
Louis aprì bocca per dirle qualcosa, ma non fece in tempo a dire
nulla che Juliet entrò come un tornado in casa, investendolo con le sue
invettive, le mani colpivano il suo torace nudo con violenza, mentre tra una
malparola e l’altra gli gridava, furibonda: << Che cosa credevi di fare,
comportandoti da masochista? Vigliacco! >>.
Lui accusò il corpo infertogli dalla mano di Juliet, arretrando
a piccoli passi, sgranando gli occhi. Lei proseguì spedita, lanciandogli
occhiate roventi…di lacrime.
<< È così che si fa no? È più facile! >>, nuovo colpo
sul petto, << Quando si soffre, >> colpo << scappare! >>, dalla voce di Juliet fuoriuscì
un singhiozzo. << Poi un giorno, arriva quest’idiota che manda tutto a
puttane! >> tuonò a denti stretti, e Louis piantò i piedi al pavimento, sentendo
la pelle del petto arrossata, e il cuore martellargli all’impazzata nella cassa
toracica.
<< E non sai cosa fare, hai paura, perché… >> mormorò
in lacrime, scuotendo la testa, e alzando una mano a pugno pronta a colpirlo
di nuovo << …perché lui è lì…ed è tutto
ciò che vuoi >>.
Fu a quel punto che Louis la bloccò per un polso, strattonandola
verso di lui con fermezza, tra le sue braccia.
La strinse forte a sé, con una mano dietro la nuca e l’altra
dietro la schiena, percependo sulla sua pelle le calde lacrime di Juliet e il
corpo fremere dai singhiozzi.
<< Sei qui… >> sussurrò poi Louis tra i capelli di
lei, con voce roca.
<< Sono dove dovrei essere. >> Juliet lasciò
quell’angolino perfetto tra la spalla e il collo di Louis, per incontrare i
suoi occhi << Dov’è il mio cuore
>>.
Lui la prese tra le braccia e la baciò, un bacio profondo, dato
con l’anima, che la fece tremare.
<< Mi dispiace, Juliet, >> gemette Louis << per
non averti ascoltata, per non esserci stato quando avevi più bisogno di me >>.
Il gesto di Juliet, così dolce, lo folgorò nell’anima. Gli baciò
il petto, accarezzandogli con la punta delle dita la schiena nuda, gli disse
con voce profonda: << Mi hai amata. >> Non era una domanda, ma
Louis rispose subito. << Non ho mai smesso >>.
Juliet sentì nuovamente le lacrime salirle agli occhi. Sorridendo
mormorò: << E non saremo mai amici >>.
Louis rise piano per darle un altro bacio, seppur leggero ma
infinitamente dolce. << Credo che saremo di meglio >>.
<< Dovremmo andare, la festa, tutti gli altri… >>.
Lui negò con la testa, irremovibile. << Sei tu tutto ciò
che voglio stasera >>.
Il ghigno di Juliet…non ci fu cosa più bella per gli occhi di
Louis vedere quell’espressione sul volto della donna che amava, che dal primo momento
gli aveva fatto perdere la testa. << Stasera? >>.
<< E che vorrò sempre >> mormorò lui ridendo, e in
risposta Juliet gli gettò le braccia al collo, esultante. Louis le prese il sedere tra le
mani e la tirò su, mentre lei gli avvolgeva le gambe attorno alla vita.
Non l’avrebbe mai più
lasciata andare.
La cosa non si svolse in maniera delicata. Lei gli tolse i
pantaloni, i vestiti volarono a destra e a sinistra, finché, ansimando tra un
bacio e l’altro, rimasero nudi nella sala principale.
Juliet lo guardò con occhi languidi e il respiro corto. Si
dimenticò di qualunque cosa ci fosse intorno a lei, consapevole solamente di
quanto lo desiderasse. Non c’era nient’altro che Louis.
Con gli occhi verdi-azzurro che gli brillavano, lui le prese la
mano, e la trascinò nella camera da letto. Chiuse la porta con un
calcio-ridendo al mugolio contrariato di Carota- e la spinse contro il muro.
Juliet schiacciò i palmi contro il petto di Louis, vogliosa di toccarlo.
<< Ah, dio, mi sei mancata, tigrotta. >> La baciò con veemenza, prendendole il viso tra
le mani. Un bacio così profondo da lasciarla senza fiato, finché non le riempì
i polmoni con il suo respiro.
<< Amami…oh ti prego amami >> sussurrò Juliet sulle
sue labbra.
<< Sempre >> Il ruggito basso ed erotico di lui, si diffuse
in tutta la stanza. La fece sdraiare sul letto, e si stese su di lei.
Sciogliendosi Juliet gettò la testa all’indietro, mentre la bocca
rovente di Louis deponeva umidi baci sulla sua gola, sul collo e sulle spalle.
Gli avvolse le gambe intorno alla vita stretta, strofinandosi contro di lui,
assaporandolo.
Louis la guardò, meravigliato. Era così bella: aveva le guance
arrossate, gli occhi pieni di passione, le labbra semiaperte. Doveva recuperare
il tempo perduto. La sua pelle era morbida e profumata, i capezzoli rosei s’inturgidirono,
quando li accarezzò con la guancia coperta da una leggera peluria.
Le avrebbe dimostrato con il suo corpo tutto quello che provava,
giurò a se stesso. Avrebbe fatto ammenda di quei giorni insopportabili in
assenza del calore del suo corpo, della sua pelle levigata. Minuziosamente
proseguì la scia di carezze, seguite da piccoli baci, iniziando dalle caviglie.
Juliet mugolò di non fermarsi, deliziandosi ed estasiandosi per
ogni carezza lasciva Louis le riservasse. Le fece piegare le gambe e le diede
dolci baci dietro le ginocchia. Baci appena accennati sui fianchi, le fecero
stringere i denti per la trepidante attesa che arrivassero dove bramava. I suoi
arti guizzavano come per effetto di una scossa elettrica.
Sgomenta fu la sua reazione, quando Louis le baciò prima il ventre con gran tenerezza. Juliet si
morse il labbro, commossa che quel gesto potesse suscitare in lei una tale
ondata d’emozione.
<< Ti prego… >> disse con impeto, alzando la testa per
guardarlo.
<< Mia >> soffiò fuori Louis, senza guardarla, e
mordicchiandole l’interno coscia.
Juliet annuì freneticamente presa da un’ondata di rovente
desiderio. La vibrazione di un respiro roco sulle sue carni sensibili le fece
tremare le gambe. << Tua >> asserì.
Nella penombra offuscata, Louis le sussurrò di lasciare che si
occupasse di lei. Mettendo la mano a coppa, stuzzicò le sue pareti soffici. Le
nocche si contorcevano delicatamente, come per tracciare un disegno oscuro
dentro di lei. Nel silenzio della camera da letto, Juliet era rapita da quei movimenti
segreti innescati nel vivo della sua carne, dilagarono per tutto il corpo in
un’esplosione d’estasi.
Affascinata, osservò il volto di Louis concentrato, domandandogli
con le labbra asciutte: << Che stai facendo? >>.
Gli occhi di lui erano due braci azzurre, e sfiorando con le
labbra il suo orecchio, le mormorò: << Scrivo il mio nome >>.
<< Cosa? >> domandò confusa, con il fiato sospeso.
<< Il mio nome >> sussurrò << Dentro di te
>>.
Juliet piegò la testa, avvertendo la carezza della sua bocca sul
collo. << Ma…sono ben cinque lettere >> gemette.
Un ghigno sensuale avvertì sulle sue membra tese. << Esatto.
Ma questo… >> aggiunse, provocandole un nuovo spasmo erotico << è
il mio secondo nome >>.
Juliet deglutì, scossa dall’incessante tortura. Gli arpionò le
spalle con le unghie. << Fa l’amore
con me. >> sussurrò con le lacrime agli occhi, per l’incredibile
bisogno di sentirlo. *
Accogliendo la sua richiesta, Louis la baciò con ardore,
cullandole la testa con una mano dietro la nuca e l’altra sulla guancia; mentre
con sensuale pigrizia, la rendeva parte di lui. Juliet gli strinse le mani in
vita. Quando finalmente raggiunse l’apice, cadde distrutta e urlò il suo nome. Devastata
dall’appagamento di quell’unione, lo implorò di non fermarsi.
Poi mormorò qualcosa…
Louis aprì all’istante gli occhi. Tremando di stupore, si fermò.
<< Che cos’hai detto? >> sussurrò a voce roca.
<< Ti ho detto di non fermarti >> gemette Juliet.
<< No… quello che hai detto prima >> insisté.
Juliet rimase in silenzio, sbarrando gli occhi. Le era
sfuggita, senza volerlo, un’appassionata dichiarazione d’amore.
<< Io… >> Si morse il labbro, penetrata dagli occhi
azzurri di Louis.
Fu come se finalmente, pronunciandolo, qualcosa di indicibilmente
intenso e puro dentro di lei si fosse issato dalle profondità del suo essere.
Lo disse piano, assaporando il calore dei suoi sentimenti,
mettendoci tutto il cuore e l’anima. << Io ti amo, Louis >>.
Lui vacillò. << Dillo di nuovo >> sussurrò con voce rotta.
<< Io ti amo >> ripeté lei, piano.
Louis trasse un gran respiro e rimase a lungo in silenzio.
<< Ah, Juliet…amore…pensavo che
non me l’avresti mai detto >>. Le scostò i capelli dal viso, baciandole
con infinita tenerezza la tempia. << Ti amo anch’io >>.
<< Ho un regalo per te. >> confessò più tardi Juliet,
sdraiata nel letto con Louis.
Lui intrecciò le dita alle sue. << Un regalo? >>
sorrise.
Lei si portò seduta, guardandolo di sbieco. Respirò a grandi
polmoni, finendo precipitosamente in uno stato d’ansia. Un’ansia positiva in
fondo, considerando quanto fosse appena successo tra lei e Louis. Gli aveva
confessato quanto lo amasse, nulla aveva più importanza se non il loro amore.
<< Juliet? >> la chiamò Louis, alzandosi su di un
gomito.
<< Ho pensato veramente che fosse la cosa più giusta, quando
ho scelto di andarmene. >> mormorò. << Ti avevo fatto così male
quel giorno, che l’idea di fartene ancora… >>.
<< Ssh >> Louis le avvolse le braccia intorno ai
fianchi, baciandole una spalla. << Ero accecato dalla rabbia. Ti avevo
detto di fidarmi di te, ma non ti ho dato nemmeno la possibilità di spiegarmi.
Sono stato un vero ipocrita >>
<< Non ti sei arreso però. >> dichiarò Juliet
voltandosi per guardarlo, e facendo aderire la schiena al suo petto. <<
Non lo hai mai fatto >>.
Louis scosse lentamente la testa, guardando il suo viso e sorridendole. << Perché
sapevo quanto ne valesse la pena >>.
Lei si morse il labbro, stringendosi a lui. << Mi hai
chiesto cosa intendesse Linda, riferendosi a me e… >>.
<< Non me ne importa più nulla, davvero. L’unica cosa che
conta è che adesso siamo insieme >> la bloccò solenne.
Juliet continuò risoluta: << …e credo che tu debba sapere il
motivo >>. Si alzò dal letto, prendendo una felpa e un pantalone a caso
nell’armadio, e sparendo dalla stanza.
Louis sbatté le palpebre in maniera confusa, alzandosi per
seguirla.
Juliet ritornò in salotto, guardandosi intorno per individuare la
sua borsa. La trovò sul divano, tirando fuori il pacchetto: una lettera, che strinse tra le mani.
Juliet aveva conservato il foglio che le aveva dato la ginecologa
fino a quel momento. Il messaggio nero su bianco che affermava che lei fosse
incinta, e nonostante tutte le increspature, era ancora ben leggibile.
Si voltò, trovando Louis vestito a pochi passi da lei. Juliet si
passò una mano tra i capelli, tesa all’inverosimile, mentre scrutava l’immagine
del padre di sua figlia. Gli occhi azzurri la incendiavano con quell’amore e
passione che intrise l’animo di Juliet di sicurezza.
Poté immaginare anche il sostegno datole dalla bambina, sebbene
fosse ancora troppo minuscola per sentirla concretamente.
<< Quella mattina…ero andata in ospedale >> riferì
porgendogli la lettera.
Louis corrugò la fronte. << In ospedale? >>.
<< Aprila >>.
Con fare guardingo, lui fece come disse, aprendo la busta e
ritrovandosi tra le dita un foglio spiegazzato e un po’ malconcio.
Studiandolo, Louis notò degli esami di sangue intestati a Juliet,
una firma medica, un timbro appartenente al reparto di…ginecologia?!
Positivo.
Quella parola scritta in corsivo, catturò la sua completa
attenzione.
Alzò il viso stupefatto, gli occhi e la mente coscienti di quanto appena
scoperto.
Juliet temette che il cuore potesse scoppiarle nella cassa
toracica da un momento all'altro. << Sono… >> cominciò sorridendo apertamente.
Il rumore di chiavi, e di una serratura che si apriva, profanò
quell’attimo carico di rivelazione.
<< Buon compleanno! >> urlarono all’unisono Harry e
Niall con una bottiglia di champagne tra le mani. Seguirono Allison, Jade, Nat
e Zayn, con delle buste, insieme a Kyle e Phoebe.
<< Meglio tardi che mai. >> commentò Zayn poggiando
una busta per terra.
Juliet strinse gli occhi, imprecando sottovoce. Aveva chiesto a
Harry di organizzare una festa a casa di Louis, giacché il
ragazzo si era
rifiutato di presentarsi alla festa dei Taylor. Era il giorno del suo
compleanno, e Juliet voleva che lo trascorresse con le persone care. I
genitori di Natasha erano stati più che lieti e comprensivi
all'idea, dando loro anche del cibo che avrebbero gustato nello stare
tutti insieme.
Tempismo perfetto, pensò lei piccata.
<< Ehi Star? Ho l’impressione che il tuo ragazzo abbia visto
un fantasma. >> commentò Kyle stirando le labbra.
Un momento. Juliet s'irrigidì. In effetti, Louis non aveva accennato ad una parola da
quando…
Si volse nella sua direzione, lentamente. << Tomlinson...? >> lo chiamò cautamente.
<< Incinta
>> fu ciò che sussurrò Louis, mentre i suoi occhi azzurri, resi più vividi per
quanto fossero spalancati alla notizia.
Guardò Juliet, poi il suo ventre, e rimase impietrito.
<< Diventerò… >> gli mancò il fiato. Guardò il
resto dei suoi amici, che rendendosi conto di ciò che stava succedendo,
rimasero in silenzio con larghi sorrisi impressi sulle labbra e carichi di congratulazioni.
Cristo. La vista gli si offuscò, rendendo i mobili e le persone
nella stanza stranamente distorte.
Dio era incredibile, non poteva ancora credere che fosse vero. Il
pensiero di avere una famiglia non aveva minimamente intaccato la sua
testa,
quando ancora cantava per locali nella speranza di guadagnare
abbastanza per la
propria sopravvivenza. Figuriamoci se fosse stato in grado di badare a
qualcun
altro. Adesso era diverso: c’era Juliet nella sua vita. Avrebbe
avuto la possibilità di avere una famiglia tutta sua, ciò
che mai si era sognato e che credeva impossibile. Stava ancora
metabolizzando la dichiarazione d'amore che Juliet gli aveva donato.
Aveva così tanto desiderato di sentirle pronunciare quelle
parole, che il loro arrivo inaspettato gli aveva fatto gonfiare il
cuore di esultanza. Adesso il bambino...l'impatto che ebbe su di lui la
notizia, fu devastante.
Strinse quel meraviglioso dono tra le dita.
<< …padre >>
mormorò con il cuore in gola dall'emozione. Chiuse gli occhi, percependo il buio avvolgere i suoi sensi. E svenne.
*Qui si collega il terzo e ultimo missing moment di The red dress of seduction
Note
dell’autrice
Avrei
potuto pubblicare tempo prima ma sono stata senza ricarica nel
telefonino e per una serie di eventi ho potuto farla solamente oggi,
sono stata lontana da efp per del tempo a causa di questo, che
nervoso!! Ritrovarvi durante questa assenza con messaggi da parte di
ragazze che mi chiedevano dove fossi finita, e vedere quanto aveste
apprezzato lo scorso capitolo mi ha commossa. Mi ritengo ripagata da
tutto
ciò che mi donate ogni volta, leggendo le vostre parole o
vedendo che
un’altra ragazza ha scelto di scegliere questa ff come
lettura…ciò che faccio
io non è assolutamente nulla di speciale se paragonato a voi :)
Tornata dalle vacanze, ho avuto un
mostruoso blocco, ero
preoccupata a morte che non riuscissi ad elaborare un semplice periodo
senza
cancellarlo cinque-sei volte, sicuramente ognuna di voi ha passato
questi odiosi momenti .-. Crisi isteriche ad aspettare che
quella fulminata lampadina nella mia testa mandasse qualche bagliore.
Ho voluto aprire il capitolo con un momento spensierato tra Zeke e
Juliet, comportandomi con clemenza e concedendomi di farle fare una sana dormita
per una buona volta alla povera insonne Juliet.
Sarò stata sciocca a volerlo terminare in
quella maniera? Immaginandomi ogni sorta di reazione, sono giunta a quella
più…"particolare". Mi conoscete da tempo, ragazze, sapete quanto la mia mente
possa formulare certi sconvolgimenti all'ultimo minuto e così ho pensato: perché non farsi una
risatina in un momento carico di suspense? XD Dio a me è sembrato divertente creare
la scena, non so se a occhi altrui non sia stato ridicolo o brutta come cosa…
rispetto questo parere, perché in fondo siete voi i miei lettori e giudici.
Tutte voi aspettavate la reazione di Louis, e c’è qualcuno che già inconsapevolmente
in una recensione aveva supposto che potesse accadere una reazione del genere e le faccio i miei più
divertiti complimenti. Quante risate mi sono fatta quando senza saperlo ci aveva preso in pieno :'D
Il "ti amo" di Juliet (finalmente anche quello è arrivato eh? )
è stata la parte a cui ho pensato maggiormente per giorni, penso
che possa a mio avviso ritenermi pressochè soddisfatta di quel
passaggio. Ah e come terza sorpresa ecco l'ultimo Missing Moment a
rating rosso, sperando davvero di averlo reso piccante per le mie
audaci lettrici, terminando così il circolo delle maratone di
sesso tra Louis e Juliet xD
Ora mi domando se la mia scrittura notturna abbia dato qualche
frutto accettabile nel suo complesso, o se tutto ciò che avete letto non sia un
vero fallimento!
Adesso la pianto con le mie riflessioni ad alta voce e messe per iscritto e mi concedo ai piagnucolii...L'animo con cui Sabrina Zanini, drewswings e le pergamene ( pensavi che passassero inosservate?? ) di _Fame_ hanno parlato della storia mi ha fatto piangere di esuberanza e le 24 recensioni del capitolo 28 da parte delle mie ragazze
poi!! dio...fate crepare di gioia, non ho altri termini da usare vi
giuro. Colpite nel segno ahahaha quanto posso considerarmi
fortunata ad avervi? Ad ogni lettrice che stia leggendo queste righe,
ringrazio infinitamente per avermi dato la possibilità di darle
qualcosa con la mia scrittura...la mia storia non sarà speciale,
probabilmente non meriterà neanche certi complimenti, lungi
dalla possibilità di essere tra le scelte del sito perché
pecca di contenuti fondamentali, ma sono soddisfatta di ciò che
ho avuto fino all'ultima goccia. Questo...il capitolo 29...era il penultimo capitolo
di The dress of seduction, tutto sta per giungere alla fine :') Grazie
a tutte per essere arrivate fin qui, in questo percorso insieme a
me♥
Ci rivediamo con il trentesimo
capitolo e un'altra bella sorpresina! Volete un'anticipazione?
Riguardante il capitolo proseguirà con Louis che abbia lasciato
svenuto dall'eccitante notizia della bambina
( per amore di Juliet rispetterò il sesso della creaturina lol
) scopriremo una serie di momenti che seguiranno nei prossimi
mesi della gravidanza. E poi...e poi basta, muta come una tomba, lascio
a voi altre supposizioni :3
Vostra Ella con amore♥
|
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Capitolo 30 *** Capitolo30 ***
Capitolo 30 pronto
Capitolo 30
È svenuto.
Oh dannazione!
Juliet si apprestò a prendere dalla cucina un bicchiere d’acqua e
portarlo nel salotto, dove un Louis incosciente giaceva disteso sul divano.
Harry era subito accorso non appena aveva visto il suo migliore
amico oscillare in maniera preoccupante, sorreggendolo, mentre lei, impreparata
a quella reazione, era rimasta impietrita.
Si ripeteva di stare calma, di non saltare a conclusioni
mortificanti.
Pensa positivo. Pensa
positivo. Solo perché è svenuto non vuol dire che l’abbia presa male…
Vide suo fratello Kyle, braccia incrociate al petto, osservarla in
maniera sardonica.
Juliet alzò un dito ammonitore, mentre con l’altra mano teneva il
bicchiere in una morsa nervosa. << Non. Una. Parola. >>
Sapeva che suo fratello se la stava ridendo sotto i baffi. Era
palesemente divertito da quella situazione. Ignorandolo, Juliet portò il suo
autocontrollo ad un livello più o meno stabile, convincendosi che portarlo all’ospedale
non sarebbe stato necessario.
<< Come sta? >> chiese a Harry seduto sulla poltrona
adiacente al divano.
<< Si riprenderà. >> convenne il riccio con un mezzo
sorriso rassicurante. << Forse >> scherzò.
<< Ci è rimasto secco. >> sentenziò con allegria Nat sulle
ginocchia di Zayn, scolandosi un bicchiere probabilmente contenente dello
champagne. << Che c’è? >> fece allo sguardo caustico di Juls.
Phoebe tese un braccio verso quest’ultima. << Ehi e tu come
stai? >>.
Juliet sbuffò alzando le spalle. << Bé! A parte il fatto che
il padre di mia figlia stia giacendo in uno stato di coma sul divano, sto
abbastanza bene >>. Ma. Che. Cazzo.
<< Vuoi che ce ne andiamo? >>.
<< Stai scherzando? >> ribatté Kyle. << E
perdermi tutto lo spettacolo? Non se ne parla >>.
Juliet batteva freneticamente il piede sul pavimento. Se non era
mai stata una tipa paziente prima della gravidanza, adesso che i suoi ormoni le
avevano amplificato tutte le emozioni, di pazienza non c’era rimasta neanche
una goccia.
Fanculo.
Tutto ciò che voleva in quel momento era sentire la voce di Louis,
ricevere un qualche segno gli avesse suscitato la notizia dell’imminente
paternità.
Juliet si avvicinò al suo capezzale, chinandosi sulle
ginocchia e incrociando le braccia per poggiarci sopra il mento. Per un attimo restò
offuscata dal ricordo dell’intimità rovente che avevano condiviso quella sera.
Si erano dichiarati i loro sentimenti, e Juliet aveva realizzato la profondità
del suo amore per Louis. Sapeva che non avrebbe più potuto fare a meno di lui d’ora in
poi. Lasciarlo andare era stata l’impresa più dura e dolorosa che avesse mai compiuto.
Era stata un vero idiota a pensare che fosse la cosa più giusta per Louis; ma
lo sbaglio più grande era stato proprio quello di pensare che divisi sarebbero
stati meglio.
Sporse una mano verso di lui per accarezzargli i capelli morbidi e
scompigliati. Dopodiché si alzò afferrando il bicchiere d’acqua sul tavolino al
suo fianco.
Prendendo un bel respiro, si portò il bicchiere alle labbra,
ingurgitando un sorso d’acqua fredda.
Poi con un gesto secco della mano, il resto della bevanda finì
dritto dritto sul viso di Louis.
Juliet si poté ritenere soddisfatta di quella brillante trovata.
Con un sorrisino impertinente, si godette la vista di lui che riprendendosi di
soprassalto, si portò istintivamente seduto, annaspante e confuso.
<< Tommo! Ben tornato tra noi >> commentò Niall
dandogli una leggera pacca sulla schiena.
Louis si passò una mano tra i capelli bagnati, scuotendo la testa.
<< Cos’è successo? Sono… >>.
Allie tossì sulla propria mano. << Sfigato >>.
Kyle alzò le mani, di fianco alla mora, soffocando un sorriso
d’approvazione. << Svenuto. Esilarante devo ammettere, vedere il tuo culo
schiantarsi al suolo. Avresti potuto avvisarmi: avrei fatto un video. Di questi
tempi su You Tube non c’è niente di così spassoso da vedere >>.
Juliet roteò gli occhi al cielo, sorridendo in maniera compiaciuta
della gomitata che Phoebe assestò nello stomaco di suo fratello.
Intanto Louis non le aveva tolto un istante gli occhi di dosso.
Juliet si morse il labbro, farfugliando un: << Uhm…come ti senti? >>.
Lui piegò la testa di lato, gli occhi azzurri ora più vividi la
penetravano con intensità. Lei sentì il cuore fermarsi, mentre i secondi scorrevano
terribilmente lenti. Gli occhi di Louis la scandagliavano con impietosa
imperturbabilità, e a Juliet parve passato un secolo prima che potesse udire di
nuovo la sua voce.
<< Posso mostrartelo >> dichiarò, cogliendola di
sorpresa. Un mix d’emozioni sensazionali turbinarono in quel momento negli
occhi e nella voce roca di Louis, quando alzandosi si ritrovò ad un soffio dal
viso di Juliet.
<< Cosa…? >> Disorientata, Louis la prese tra le
braccia, facendola volteggiare davanti a tutti i presenti che anche loro
sorpresi non resistettero a lanciare commenti divertiti.
La baciò, mettendoci tutta la sua gioia, danzando per la stanza.
Poi si fermarono e, piano piano, lui la fece sedere.
<< Non avrei dovuto sballottarti così >> esclamò.
Juliet scoppiò a ridere, profondamente sollevata. << Oh, per
favore, se non l’abbiamo sconvolta prima… >> ghignò lascivamente,
<< non sarà di certo un balletto a farlo >>.
Gli angoli della bocca sottile di Louis si sollevarono sempre più
in alto, mostrando una fila di denti bianchi. L’abbagliò con un bellissimo
sorriso che lasciò Juliet in bilico tra un pianto e un urlo di sgravio. Era la
cosa che ogni donna avrebbe voluto, dopo aver detto al proprio compagno che era
incinta: un uomo felicissimo di diventare padre. Linda non aveva avuto la
stessa fortuna quando era rimasta incinta di Juliet e poteva solo immaginare
quanto fosse stato umiliante il rifiuto di suo padre per lei. I pensieri sul suo
passato furono interrotti dalle sue amiche, che in un attimo si tuffarono su di
lei, stritolandola in un abbraccio da togliere il fiato.
Harry lanciò un fischio, avvolgendo con il proprio braccio le spalle di
Louis. << Hai l’aria felice, fratello >>.
<< È vero, Hazza. >> affermò lui guardando la donna
che amava ridere serena. << Lo sono >>.
La mezzanotte segnò la fine di quel giorno.
Louis sorrise.
Il miglior 24 dicembre della sua vita.
<< Sul serio? >> ridacchiò Juliet la mattina del giorno
seguente al telefono con Zeke.
<< Devi credermi! Anche la mamma è rimasta senza parole
>>.
<< Visto? Te l’avevo detto che Babbo Natale avrebbe capito
quanto tu ci tenessi >>.
<< Credevo di no, quando sotto l’albero non ho trovato
nessun biglietto tra gli altri regali, sono rimasto un pò deluso. Poi la mamma è uscita a prendere il
giornale, e dentro la buca delle lettere ha trovato una busta con il mio nome
sopra! Ci pensi, Juliet? Andrò a trovare il mio papà! >> urlò entusiasta
il bambino all’altro capo dell’apparecchio.
Juliet sorrise, le gocce di pioggia battevano sul cruscotto
dell’auto. Perché a Londra doveva piovere così tanto spesso? Fortuna che
stavolta si era portata con sé l’ombrello!
La mamma sta imparando, mormorò mentalmente
divertita.
<< Sono così felice per te, Zeke! Non dimenticarti di me
mentre sarai lì. Sia chiaro che voglio sapere cosa fai, signorino >>.
Sentì Zeke ridere, e il sorriso di lei si allargò dalla
soddisfazione.
<< Ci puoi scommettere. Ora devo andare, Juliet. Voglio dare
subito la notizia a papà >> dichiarò trepidante.
<< Certo. Ci sentiamo presto, Zeke. Passa un felice giorno
di Natale >>.
<< Anche tu. Oh, Juliet! Dimenticavo… >> mormorò il
bambino un secondo prima di riattaccare.
<< Sì? >>.
<< Buon compleanno >>
disse Zeke, per poi riattaccare.
<< Papà! Papà!
>> urlò una bambina dai lunghi capelli castani, mentre scendeva
frettolosamente i gradini dello scuolabus, sballottando lo zaino sulle spalle da una parte e l'altra.
L’uomo dai capelli
scuri che se ne stava disteso sull'amaca in giardino, sviò lo sguardo dalla serie di
appunti che teneva tra le mani per puntarlo su quella figura minuta. <<
Sì, Juliet? >>.
La bambina abbozzò un
broncio nel suo visino dalla pelle color latte, che rese il padre
circospetto.
David lasciò perdere il suo lavoro, spiccando un salto per
raggiungerla e inginocchiandosi sull’erba per prendere tra
le braccia sua figlia. << Cosa c’è che non va?
>> chiese con tono
dolce.
Juliet strinse tra i
denti il piccolo labbro inferiore. << Non ho un compleanno,
papà! Perché
non c’è l’ho? Tutti i bambini a scuola ne hanno uno.
Oggi in classe la maestra ci ha chiesto di presentarci, e quando lei mi
ha chiesto quando fossi nata, io ho detto che non lo sapevo. Tutti i
miei compagni mi hanno guardato in maniera strana. È una
cosa brutta. >> commentò tristemente. Poi arricciò
il naso, producendosi
in un’espressione smarrita. << Non so neanche cosa sia di
preciso un
compleanno >>.
David si portò la
manina di Juliet alla bocca, baciandone il palmo. << Il compleanno è un evento
speciale in cui si celebra la propria vita. Si festeggia una volta l’anno per
festeggiare il giorno in cui si è venuti al mondo. >> spiegò. <<
Anche tu ne hai uno, Juliet >>.
I grandi occhi ambrati
della bambina s’illuminarono. << Davvero? >>.
<< Certo
>> annuì l'uomo.
<< Dimmelo! Per
favore voglio saperlo, papà >> ordinò Juliet, saltellando sul posto,
mostrandogli i denti in un trepidante sorriso.
La bambina osservò gli
occhi azzurri del padre sorriderle caldamente. Era un tipo bizzarro il suo papà,
ma in senso buono. A Juliet piaceva tanto quando le sorrideva in quel modo. Non
era un sorriso fatto con le labbra come facevano molti altri genitori. No, suo
padre le sorrideva con gli occhi, attraverso le sue iridi azzurre percepiva
limpidamente ogni sentimento le rivolgesse. Forse era un trucco speciale che
possedevano soltanto quelli che avevano gli occhi azzurri, ma suo fratello Kyle
non sapeva farlo. Juliet pensò che avendo gli occhi di un colore diverso,
poteva comunque imparare quel trucchetto se suo padre glielo avesse insegnato.
Magari così avrebbe
potuto dirgli quanto lei gli volesse bene senza bisogno delle parole.
<< Sta a te
decidere. Quando vuoi che sia il tuo compleanno? >> suonò la voce
profonda di David.
Il sorriso di Juliet
scemò, lasciando spazio ad un cipiglio confuso. << Ma la maestra mi ha
detto che non è così che… >>.
Lui scosse la testa.
<< Sono certo che la tua maestra abbia sicuramente ragione. Ma non ha
avuto occhio. Non ha saputo riconoscere una bambina speciale davanti a sé,
quando ti sei presentata >>.
Juliet piegò le labbra
in una smorfia poco convinta. << A me questo sembra barare. >>.
David si portò una
mano al petto, fingendosi profondamente sconvolto. << Stai dicendo che
tuo padre è un bugiardo? >>.
<< No! >>
replicò subito Juliet, ridacchiando della sua buffa espressione.
<< Ebbene ti
fidi di me? >> chiese allora David.
<< Sì. Mi fido
di te, papà >> sorrise la bambina poggiandogli le mani sulle spalle.
<< Brava
bambina. Adesso rispondi alla mia domanda. A quale data hai pensato per il tuo
compleanno? >>.
Juliet ci pensò su per
lunghi istanti, poi prese una decisione. << Voglio che sia tu a scegliere
>>.
Gli occhi di David si
socchiusero teneramente. << Se è questo che vuoi…il 25 dicembre >>
rispose volitivo.
<< Perché
proprio quella? >> chiese curiosa Juliet.
Le grandi mani di suo
padre posate sui suoi fianchi minuti l’attirarono a lui, finché non si
ritrovarono l’uno tra le braccia dell’altro.
La risposta di David
arrivò, soffice come una carezza al suo orecchio: << Perché quel giorno,
Juliet, ho ricevuto il regalo più grande che potessi sperare >>.
Juliet socchiuse la porta d’ingresso evitando di fare rumore. Era
ancora mattina presto quando lei era uscita lasciando Louis ancora dormiente
nel letto. Chiamò a gran voce il suo nome, ma nessuna risposta arrivò alle sue
orecchie. Guardò nella camera da letto, in ogni stanza dell’appartamento ma di
Tomlinson nemmeno l’ombra. Dove si era andato a cacciare?
D’istinto si portò il cellulare nel palmo della mano, notando solo
allora l’avviso di un messaggio. Era di Louis.
Vieni sul tetto.
Juliet si volse verso la finestra nella camera da letto, aprendola
e sporgendo la mano per sentire sulla pelle l’acqua che dal cielo cadeva a catinelle.
L’appartamento si trovava all’ultimo piano, e la scala metallica di servizio posta
sul balcone portava immediatamente al tetto sovrastante. La curiosità ebbe la
meglio su Juliet quando prese l’ombrello, e aprendo di più la vetrata per
portarsi fuori e dritta sulle scale in ferro battuto. Buttò fuori una nuvola di
vapore, coprendosi la testa. << Si può sapere perché mai mi hai fatto
venire qui…? >> mugugnò Juliet arrivando in alto, ma poi si arrestò sul
posto.
<< Non ci credo >> soffiò fuori con incredulità.
Sbarrò gli occhi sbattendo con forza le palpebre, ma la scena
davanti a sé non mutò. Juliet si mosse a piccoli passi, guardandosi intorno e
metabolizzando il pavimento grigio sotto i suoi piedi, gli assi perimetrali
sporchi di ruggine rallegrati da piccole lucine natalizie, ma ciò che realmente
le saltò agli occhi fu quello che c’era al centro.
Non se lo stava sognando: dozzine su dozzine di vasi contenenti
rigogliose stelle di Natale e altre specie di fiori serpeggiavano ai
lati, intorno e al centro di un
gazebo. I suoi occhi proseguirono ad ammirare la scena con adorazione e
meraviglia,
fermandosi quando arrivò di fronte alla struttura, le cui assi
erano contornate
da fili intrecciati di rami scuri. Si deliziò della fragranza
che emanava quel
posto; sembrava che un pezzo del paradiso floreale di Promesse si fosse
miracolosamente spostato sul tetto di casa sua.
<< Adoro il modo in cui i tuoi occhi s’illuminano riversando
alla persona che li guarda ogni tua singola emozione >> esordì una calda
voce dietro la nuca di Juliet.
Lei sentì il suo petto fremere dai ricordi. << Sei tu che hai
sempre saputo leggermi dentro >> mormorò.
Sentì Louis prenderle una mano invitandola a guardarlo. Juliet lo
fece, inclinando leggermente l’ombrello all’indietro per scrutarlo a meglio. Il
cappuccio della felpa gli riparava i morbidi capelli dalla pioggia, ma non impedì a
minuscole gocce di scendere sulla mandibola cesellata fresca di rasatura, e su
quelle labbra perfette. Lei s’impose di non saltare ai convenevoli e avventarsi
su di lui, vogliosa di fargli intendere alla perfezione quanto tutto quello che
fino ad ora avesse fatto per lei l’avesse toccata nel profondo.
Louis intrecciò le dita a quelle di Juliet, curvando le labbra in
un amorevole sorriso. << Aah tigrotta sei stata tu che me lo hai
permesso. Devo ancora ringraziarti per questo >> tracciò con il pollice
la curva delle sue labbra voluttuose.
Juliet ghignò. << Mi sembra che tu abbia saputo ringraziarmi
a dovere questa notte >>.
Louis rispose a quella lasciva allusione, con una presa possessiva
sui suoi fianchi. << Avrei voluto farlo ancora appena aperti gli occhi,
ma tu eri scappata >> la provocò, ben sapendo dove fosse andata, ma
Juliet rispose ugualmente: << Ero andata a fare una consegna speciale >>.
Lui annuì sapendo anche a chi; il cuore si gonfiò d’amore e
orgoglio per la sua donna. << Questo mi ha dato il tempo di organizzarti
una piccola sorpresa per il tuo compleanno >>.
<< È bellissimo. >> Lo sguardo di lei splendette di
autentico piacere. << Da dov’è spuntato fuori? Pensavo che qui sopra non
ci fosse mai stato nulla >>.
<< In effetti non ho mai utilizzato questo posto, ma in quel
periodo in cui te ne sei andata, ho cercato qualcosa con cui occupare il mio
tempo per non venire a casa di Jade e riprenderti con la forza >>
confessò con una punta di malizia. << In realtà quando ho chiesto a Harry
di darmi una mano con il progetto, dentro di me sapevo che non era per nulla
che lo stavo facendo. Volevo che quando fosse finito, tu potessi vederlo
>>.
Juliet gli cinse la nuca con le mani,
lasciando ricadere l’ombrello a terra e percependo la carezza della pioggia sul
viso. << Ricordi quella volta in macchina? Il disegno sul finestrino?
>>. Attese un suo cenno affermativo per proseguire. << Era una
bugia. Non ho la minima intenzione di esserti amica per il resto dei miei
giorni, Tomlinson. Voglio essere molto di più per te. Voglio provare a darti
tutto quello di cui hai bisogno. >> si umettò le labbra con la lingua,
portandosi la mano di lui sul suo grembo e coprendola con la sua. Il suo
sguardo ambrato era maledettamente solenne. << Prometto che cercherò ogni
giorno di dare ad entrambi quello di cui avete bisogno perché vi amo >>.
Louis non resistette all’impulso di stringersela al petto. Affondò
il viso tra i capelli di Juliet, tirando un profondo e lungo respiro. <<
Dillo ancora ti prego >>.
Le spalle di lei si sollevarono in una risatina sommessa,
ripetendoglielo ancora, sentendo vibrare attraverso la sua voce cristallina la
forza di quelle parole.
<< Juliet… >> esordì Louis, ma lei lo zittì stringendogli
in una salda presa i risvolti della giacca di jeans.
<< Ti amo così tanto Tomlinson perché…perché con il tuo
amore ho imparato ad amare anche un po’ di me stessa >> confessò
mordendosi emozionata il labbro per la veridicità di quell’ammissione.
Fu a quel punto che Louis coprì quel labbro con le sue, strappando
a Juliet un suono che lo spinse ad andare più a fondo. Gli si aggrappò,
rispondendo con tutta se stessa a quella meravigliosa invasione, levandogli il
cappuccio dalla testa e affondando le dita nei suoi capelli.
La lingua
di Louis sondò il sigillo delle labbra di Juliet, sussurrandole nel suo alito
caldo dolci parole. << Saremo io te, e il nostro bambino. Dio…devo ancora
realizzare per bene questa cosa della paternità. So che la mia reazione
probabilmente ti avrà spaventato, e non nego che spaventi tutt’ora anche me, ma
so che con te posso farcela. Posso perché voglio
farcela, per te, per noi. Affronteremo
tutto quello che verrà insieme. Non lascerò mai più che tu te ne vada, te lo
prometto. Tu mi appartieni, Juliet. Sei destinata ad essere mia. Lo sei sempre
stata >>.
<< Bambina >> mormorò Juliet ad occhi socchiusi con
gli occhi rilucenti d’amore.
Louis sospirò divertito, ben sapendo che fosse troppo presto per
esserne sicuri, ma Juliet gli aveva detto chiaro e tondo che sentiva che fosse
una femmina, perciò convenne cautamente di non contraddire la sua tigrotta
caparbia. << Bambina >>.
<< Sì >>.
<< Sì, cosa? >> domandò Louis d’un tratto confuso.
<< Sì, sono tua, completamente anima e corpo. E… >>
Juliet piegò le labbra in un sorrisetto ironico. << Credo in te e so che
mi starai vicina. Dovessi svenire decine di volte, ci sarò io a raccoglierti
>>.
Louis rise, baciandola rapito. << Siamo una squadra
>>.
<< Oh sì >> convenne Juliet rivolgendogli un largo
sorriso. << Adesso…voglio darti il mio regalo di Natale >>.
Louis assunse un’espressione confusa e curiosa allo stesso tempo.
Stava per chiederle di cosa si trattasse, ma si trattenne quando Juliet si alzò
nuovamente in punta di piedi, premendo il suo corpo flessuoso su di lui.
Lentamente si avvicinò al viso di Louis, sfiorandogli le labbra con le proprie.
<< Mi hai detto che il tuo primo bacio sotto la pioggia non è andato come
speravi… >> sussurrò maliziosa, rammentandogli quella giornata in cui lui
le aveva confessato del bacio imbarazzante avvenuto da ragazzino con sua madre.
<< Vediamo se posso rimediare >>.
Il sorriso di lui si fece impudico, il tono sommesso assunse una
nota sensualmente roca. << Ooh…sono sicuro che lo farai, tigrotta
>>.
Detto ciò Louis la sollevò da terra travolgendo le sue labbra,
ghermendo l’anima di Juliet con tutto il suo amore.
Aprile
Aveva chiamato tutta la squadra a raccolta quel pomeriggio, deciso
fermamente a fare una sorpresa a Juliet.
Passò il rullo imbevuto del colore che aveva scelto per quella che
sarebbe stata la nursery del nascituro, andando avanti e indietro con il polso
e canticchiando qualche nota di una canzone.
<< Ti sto dicendo che questo pezzo non va qui! Ma lì,
chiaro? >> urlò Harry a Zayn, nel vano tentativo di costruire la culla.
<< Liam, puoi venire ad aiutarmi un secondo? Qui dice che
per evitare che si formino delle bolle sulla carta bisogna raschiarle con
quest’affare >> profanò Niall guardando corrucciato l’utensile in
questione.
<< Che diavolo ne so io? Guarda che qui c’è scritto che
bisogna avvitare le gambe per prime e poi quello di sopra >> borbottò
Zayn fissando il libretto delle istruzioni.
Al riccio scappò un basso ringhio. << Sì, ma io bello mio,
sono l’architetto e ti dico che dobbiamo montare prima le assi perimetrali!
>> replicò ostinato.
<< Ehm Louis? >> Liam lo richiamò. << Il tuo
cane ha deciso di partecipare anche lui all’impresa dipingendo il pavimento
>>.
<< Che? >> Lui si girò, scoprendo con orrore che un
barattolo di vernice si era in gran parte rovesciato sul pavimento e che il
cane ci si stava felicemente rotolando, spargendo chiazze arancioni
dappertutto.
Cazzo. Così non andava per niente bene e non mancava molto perché
Juliet tornasse dall’ospedale.
<< Hanno suonato alla porta. >> esclamò Liam,
pulendosi le mani sui pantaloni sdruciti. << Vado io >>.
<< No! Se è Juliet dille di passare in un altro momento.
>> Gli urlò dietro Louis guardandosi intorno in preda al panico. <<
O il mese prossimo! >>.
Dal corridoio arrivarono voci femminili, e il ragazzo si sentì
sollevato nell’udire chiaramente che tra loro non c’era Juliet.
<< Ehilà lavoratori, siamo venute a vedere… >> Natasha
entrò nella stanza con il suo sorriso solare, ma questo scemò producendosi in
un lungo fischio di scherno.
Non meno carina fu la reazione di Allison quando i suoi occhi blu
misero a fuoco l’opera. Sbarrò gli occhi, esclamando a gran voce: << Santo
dio cos’è questa? una scena da film horror?! >> Fece segno a Carota di
avvicinarsi, ignorando quanto fosse sporco di pittura lo prese tra le sue braccia.
Mise una mano sul muso del cagnolino. << Tesoro copriti gli occhi, non
voglio che tu veda questo scempio >>.
Louis alzò le braccia al cielo, rimanendo in equilibrio sulla
scala. << Non è poi così male! >>.
<< No, non è male. È peggio. È spaventoso. Stai cercando di
far venire un infarto alla mia migliore amica! >> l’accusò Allie,
puntandogli l’indice contro.
Jade tracciò con un dito il colore ancora fresco sulla parete.
<< Chi è che ha scelto il giallo canarino? >>.
Gli occhi andarono tutti su Louis, il quale si grattò la nuca.
<< Ho pensato che… >>.
<< Non c’è angolo di questa stanza che non ricordi l’arredamento
di un circo >> sentenziò pragmatica Jade.
Questo buttò nell’oblio quel poco di dignità che restò dell’ego di
Louis. Decise di mettere da parte anche il suo orgoglio maschile e chiedere
aiuto alle ragazze. Voleva una bella cameretta per suo figlio, e sì, i suoi
gusti in fatto d’arredamento forse lasciavano un po’ a desiderare.
<< Okay è vero. Io. >> sospirò Louis, guardando anche
gli altri e facendo loro segno di assecondarlo. << Noi. Insomma ci
chiedevamo se foste disposte a darci una mano >>.
Le donne assunsero un’aria pretenziosa, probabilmente abituate a
prendere il controllo della situazione, non si sarebbero lasciate sfuggire la
soddisfazione di vederli supplicare.
<< Che ne dite? >> ridacchiò Natasha guardando le sue
amiche a braccia incrociate.
<< Io lo faccio esclusivamente per mia nipote. Non
permetterò che suo padre la traumatizzi in età così giovane >> commentò
Allison accarezzando Carota.
Jade controllò qualcosa sul cellulare. << Abbiamo circa
un’ora e dieci minuti prima che la lezione di Juliet finisca >>.
Louis le ringraziò sollevato, poi però metabolizzò la frase della
riccia. << Lezione? >>.
<< Corsi pre-parto. Juliet non ti ha avvisato che
cominciavano oggi? È al quinto mese di gravidanza, e il dottor Ryan tiene che i
suoi pazienti abbiano una buona preparazione >> spiegò Natasha.
Louis s’incupì, perfettamente conscio del perché Juls non glielo
avesse detto.
<< Non mi spiego perché tu non sia con lei, Louis. Si sa che
a questi corsi partecipano anche i partner. >> commentò Jade con un lampo
d’ammonimento nello sguardo grigio.
Fu Harry ad intervenire. << Oggi Juliet e Louis sono andati
a fare la spesa >>.
<< Diciamo che hanno anche fatto parecchi incontri interessanti. >>
proseguì Niall lanciando un sorriso beffardo all’amico.
<< Curioso come la maggior parte delle ex di Louis si
trovassero nello stesso supermercato proprio nello stesso giorno >> Zayn stirò le labbra
per non ridere delle facce attonite delle ragazze.
Sembrava che quegli idioti si stessero divertendo un mondo a
raccontare della sua incredibile figuraccia. Louis trucidò con lo sguardo uno
per uno.
<< State scherzando? >> chiese basita Allie.
Fu Liam a rispondere per lui. << Per niente. Quando una ragazza con cui
Louis aveva avuto una storia al college, lo ha abbracciato un po’ troppo
calorosamente e gli ha domandato se usasse ancora >> virgolettò le parole
con le dita, << quel “trucchetto” per divertire a letto le donne…
>>
<< Chi è questa spudorata? >> buttò fuori Nat.
<< Ricordi Jamie? >> fece Harry.
Una “O” d’orrore arcuò le labbra di Jade. << Jamie, quella
che faceva di cognome…? >>.
<< Quella! >> tuonò Louis, rosso di vergogna.
<< Santi numi, Juliet come ha reagito? >>.
Liam si schiarì la voce, reprimendo a stento una risata quando vide
Louis coprirsi gli occhi con una mano. << Lei ha… >> ecco la parte dolorosa, << Juliet
gli ha come dire conficcato una baguette dritto dritto nello stomaco >>.
Louis rammentò con chiarezza la forza che ci aveva messo la sua
donna nel tentativo di impalarlo. Malgrado la milza dolorante, quei
meravigliosi occhi ambrati colmi di possessività e stizza puntati addosso ad
ogni sua ex e il modo in cui lo aveva mandato al diavolo era stato
maledettamente eccitante.
<< E questo >> Jade ruotò il dito << era per
farti perdonare in qualche modo? >>.
<< Bé in un certo senso sì >> ammise Louis.
Allie sbuffò, inarcando le labbra in un ghigno malizioso. <<
Mah ti prego! Si sa che non è così che funziona. Una donna non perdona il suo
uomo, se non prima di aver avuto una piccola vendetta >>.
<< Aah le donne! Se non ci fate impazzire non siete mai
contente >> sospirò Harry.
Jade alzò un sopracciglio scuro, incrociando le braccia sotto al
seno. La fascetta d’oro intorno all’anulare sinistro sembrò luccicare del suo
sinistro potere. << Ti stai lamentando di qualcosa di preciso, caro marito? >>.
Harry usò la tattica sorridi-se-vuoi-vivere, sbattendo in maniera
affabile le ciglia a sua moglie. << Assolutamente no, tesoro >>.
Niente di meno il migliore amico di Louis aveva sposato sua moglie
nel mese di febbraio, il giorno di San Valentino.
Era stato più che onorato di fare da testimone alle loro nozze,
quando Harry glielo aveva chiesto. La scelta del giorno non lo aveva
lasciato
sorpreso: Hazza era sempre stato un inguaribile romanticone, sebbene lo
tenesse
nascosto per paura di essere considerato ridicolo agli occhi dei loro
amici, lato che però Jade aveva saputo apprezzare e ammirare
senza traccia
di derisione quando Harry un giorno le aveva confessato che piangeva
ogni volta
che guardava film come Titanic. C’erano voluti anni prima che
Jade ammettesse i
suoi reali sentimenti per Harry, che andavano ben al di là di
un’amicizia che aveva radici fin dall'infanzia, ma n’era
valsa la pena. Quei due erano fatti l’uno per l’altra e
adesso erano finalmente
sposati e felici.
<< Ad ogni modo sono certa che Vincent sarà più che lieto di
quietare la rabbia di Juliet con le sue premure >> esordì Nat con voce
candida, mentre riponeva i barattoli di vernice nella scatola.
<< Aah bé sono sicuro di sì… >> Louis annuì
distrattamente, scendendo dalla scala. Poi d’un tratto comprese ciò che la
rossa stava cercando di insinuare con le sue parole. Socchiuse gli occhi a due
fessure, stringendo i denti. << Che cosa?! E chi sarebbe questo tizio?
>>.
<< Il ginecologo di Juliet, ovviamente. >>
Louis scuoté bruscamente la testa. << Non può essere,
conosco il ginecologo di Juliet perché siamo andati in ospedale un paio di mesi
prima. Si chiama Bill ed è un uomo stempiato e raccapricciante >>.
Natasha piegò le labbra in un sorriso divertito. << Lui è il
sostituto del dottor Ryan. Quando siete andati a fare la prima ecografia,
purtroppo il dottore era in malattia e non è stato lui a fare la prima
ecografia a Juliet, ma da qualche settimana ha ripreso a lavorare >>.
<< Ma non è quel figo da paura che stava alla festa a casa
dei tuoi la vigilia di Natale, Nat? >> realizzò Allie sgranando gli occhi.
La rossa annuì, ammiccando verso Louis. << Proprio lui. Che
peccato Tommo che adesso tu non sia lì per conoscerlo. È un uomo super-capace il
dottor Ryan. Juliet non avrà problemi se ci sarà lui, fidati >>.
Un velo color cremisi calò sulla sua vista. No, che non si fidava.
Non si fidava proprio per niente di quel dottorino, e quei commenti insinuanti sul
suo conto mandarono l’autocontrollo di Louis in pappa. Doveva andare
immediatamente a conoscere quest’idiota e a staccargli le mani e la testa già
che c’era.
<< Louis, dove stai andando? >> suonò la voce di Harry,
ma l’amico non gli diede ascolto.
Jade roteò gli occhi al cielo; divertita lanciò un’occhiata
complice alle altre. << È stato facile >>.
Nat sghignazzò. << Uomini! Sempre pronti a marcare il
proprio territorio >>.
Di fronte alle facce attonite dei ragazzi, Allie si ficcò due dita
in bocca, fischiando per richiamarli: << Lo spettacolo è terminato, ragazzi. Ora tutti a lavoro
>> sorrise trionfante. << C’è una nursery da costruire >>.
<< Ma vi rendete conto?! >> Una Juliet seduta a gambe
incrociate, alzò le braccia come richiesto dall’insegnante del corso. << Ed
io dovrei anche credere che quella donna da strapazzo non si fosse accorta che
c’ero anch’io quando ha parlato in quel modo? >> borbottò, e nello stesso
momento distese le braccia, rilasciando il respiro.
La donna sul tappetino al suo fianco, la guardò spaesata. Il suo
compagno che le teneva le spalle da dietro, la guardò farfugliando un: <<
Mi scusi signorina, ma di cosa sta parlando? >>.
<< Pff! Come no >> Juliet roteò gli occhi, continuando
come se nulla fosse il suo sfogo. << Come si fa a non notare una che
sembra si sia appena inghiottita un’anguria! >>. Lanciò un’occhiata alla
sua ascoltatrice. << Un’anguria carina ovviamente! A me la sua piace
molto, sa? >> le squadrò attentamente la pancia notando che in confronto
alla propria, aveva una dimensione più ridotta. << Avete proprio messo su
un bel pallone voi due. >> si complimentò mettendo le mani sui fianchi.
<< La ringraziamo…almeno credo >> La donna sembrò
sconcertata.
<< Dov’è il suo partner? >> domandò subito dopo l’uomo.
Juliet pensò che dovesse trovare due bei nomi per i suoi nuovi
amici: Mrs e Mr Pallone le sembrarono appropriati.
Sorrise caustica alla domanda di Mr P. << Molto
probabilmente a far buon uso dei suoi trucchetti >> con Miss Jamie Pompini,
ma questo Juliet l’omise dall’informazione. Quando aveva
domandato a Louis l’identità della sfacciata, c’era
mancato un pelo che ringhiasse quando aveva sentito il cognome.
La raffica d’insulti che Juliet mandò sottovoce, fu sovrastata
dalla voce dell’insegnante che ordinava di mettersi supini e di alzare
lentamente e in modo controllato il bacino, con l’aiuto dei propri uomini. A
quanto pareva, Juls era l’unica a doverne fare a meno.
Tutti si apprestarono ad eseguire l’esercizio, mentre lei con un
sospiro fece lo stesso, andando lentamente giù con la schiena. Sollevò
leggermente il bacino, respirando e rilasciando l’aria nei polmoni nel
ritornare allo stato di partenza.
D’un tratto Juliet sentì la voce della donna in tuta da yoga a pochi
centimetri di distanza. << Vuole che l’aiuti ad alzarsi? >> esordì
con voce gentile.
Dopo che aveva preso l'autobus da sola, si ritenne perfettamente capace
di fare anche un semplice esercizio da sola. Si sollevò a
tentoni, reprimendo una smorfia di fatica. << No la
ringra…woo! >> Juliet sgranò gli occhi, presa di
soprassalto. Sentì
la voce di Mrs P, domandarle se stesse bene, ma era troppo occupata a
cercare
di capire cosa fosse successo in quell’attimo di tempo.
Con riluttanza accettò la mano della sua insegnante per sollevarsi
all’inpiedi. << Credo che andrò a prendermi qualcosa da bere. Grazie
mille per la lezione di oggi. Alla prossima >> le strinse la mano
riconoscente. Guardò poi la coppietta. << Statemi bene ragazzi. >>
Li salutò, avviandosi verso uno dei corridoi.
Poggiò la mano sulla sua pancia scoperta: l’abbigliamento del
corso prevedeva un top elasticizzato che però contenesse il seno che nella
gravidanza diventava più florido, e un paio di comodi pantaloncini terminanti
al polpaccio. Aveva letto su uno di quei suoi libri sulla maternità che fosse
opportuno abituarsi ai cambiamenti del proprio corpo e di non vergognarsene, ma
andare in giro vestita in quel modo la faceva sentire vulnerabile in un luogo
di cui lei aveva ancora timore. Dopo aver comprato una bottiglia d’acqua al
bar, con la coda dell’occhio notò di essersi fermata proprio di fronte lo
studio del suo ginecologo. Si chiese se fosse possibile essere ricevuta. In
fondo la seconda ecografia era stata fissata tra una settimana, quindi non c’era
ragione di disturbarlo adesso. Ma…
Juliet chiuse una mano a pugno, pronta a colpire la porta per
bussare, ma la ritirò esitando un paio di volte.
<< Mi stavi cercando, Juliet? >>.
Lei sussultò lievemente, colta alla sprovvista. Alzò gli occhi
verso il dottor Ryan, trovandovi un certo conforto. Indossava un semplice
camice bianco sotto una polo nera, e uno di quei stetoscopi da dottore. La
scelta dei colori metteva in risalto quello della pelle abbronzata e dei
capelli d’ebano, le cui punte sfioravano il colletto in modo delizioso.
<< Posso disturbarti solo per un secondo, Vincent? >>.
<< Puoi disturbarmi per tutto il tempo che vuoi. Entra
>>.
Juliet entrò nella stanza, mettendosi seduta sul lettino dove le indicò il medico. Dopo
alcuni tentativi un po’ goffi riuscì a trovare una comoda sistemazione, rimanendo a
gambe penzoloni.
<< Com’è andata la tua prima lezione? >> le domandò Vincent.
La sua voce era così profonda e carezzevole con tutte le sue
pazienti? Juliet faticava a credere che fosse ancora single. Era a tutti gli
effetti il prototipo di una delle prime fantasie erotiche femminili: il maschio
dal sex-appeal incredibile con lo stetoscopio al collo. Solo perché era
follemente innamorata e incinta, non vuol dire che era diventata anche cieca.
<< Molto bene. >> assicurò lei. << Però...uhm…ho
avvertito come una specie di tonfo sordo dentro ad un certo punto. Sembrava mi
avessero appena dato un pugno e mi sono sentita strana. >> si morse il
labbro. << Ho qualcosa che non va? >>.
Vincent sorrise avvicinandosi a lei con i palmi ben aperti. Juliet
non s’irrigidì né provò alcun fastidio, quando le toccò il ventre rigonfio. Non
negò il piacere che provò del suo ruvido ed esperto tocco, ma non avvertì
nessuna scossa elettrica o salto di un battito. Nulla che andasse oltre l’aspetto
fisico, se non intimo a livello strettamente professionale. Un piccolo sorriso
le increspò le labbra: se un uomo bello come il peccato come Vincent non
innescava neanche una scarica di quella che provava ogni qualvolta che Louis la
sfiorava, Juliet sapeva adesso cosa volesse dire avere occhi solo per la
persona amata.
<< Solo dolori intestinali dovuti al fatto che il feto
comincia a muoversi. Hai sentito un calcetto dal tuo bambino >> spiegò
sorridente Vincent.
Juliet restò piacevolmente sorpresa. << La mia bambina si è
mossa? >>.
Lui annuì. << Propongo di fare un più chiaro accertamento
anticipando la tua seconda ecografia >>.
<< Oh >> Juls annuì. << Va bene >>.
<< Stenditi e rilassati >>.
Una volta cosparsa una parte del ventre con il gel, Vincent
posizionò la sonda sulla sua pelle, spostandola in diversi punti. Pochi minuti dopo, gli ultrasuoni
emessi dallo strumento tradussero le informazioni analizzate dal computer in
immagini video. Juliet non osava guardare sullo schermo. Teneva lo sguardo
puntato su Vincent come un raggio laser. << Come sta? >> chiese con
una punta d’ansia nella voce.
Il dottore sembrava assorto nei suoi pensieri, mentre analizzava
l’immagine. Le sopracciglia scurissime si aggrottarono, e questo non la
tranquillizzò per niente. Perché diavolo ci metteva tanto a risponderle? Stava
per aprire bocca e rifargli la domanda, quando Vincent si voltò verso di lei,
facendole trattenere il fiato in gola.
<< Tutto nella norma. Le manine sono perfettamente formate,
la testa sta assumendo una forma regolare e il cervelletto si sta sviluppando.
È possibile scoprire anche il sesso adesso >> Vincent fece per girare lo
schermo verso di lei, ma Juliet lo bloccò alzando una mano. << No ti
prego! Voglio che sia una sorpresa. Ho deciso con il mio compagno che qualsiasi
cosa ci attenderà la scopriremo solo all’ultimo. Desidero solo sapere se va
tutto bene >>.
<< Ti assicuro che state
bene. Ora voglio farti una domanda. Hai sofferto di mal di testa improvvisi o
mancanza di fiato in questo periodo? >>.
Juliet ci pensò su, mentre Vincent le passava un panno umido per
pulirsi. << In alcune occasioni sì, ma che io mi ricordi nulla di grave
>>.
Il medico la fece sedere, controllandole il polso e la pressione.
<< Fa un bel respiro. Aumento del peso? >>.
Juliet eseguì l’ordine prima di rispondere: << Sto seguendo la dieta che mi ha
prescritto il suo collega, quando sono venuta per la prima ecografia >>.
<< Posso farti una domanda delicata? >>.
Juliet annuì, e Vincent le chiese: << Quando tua madre era
incinta di te, soffriva d’ipertensione arteriosa? >>.
Bella domanda. << Non saprei, poiché con la mia madre
biologica non abbiamo mai avuto un rapporto di confidenza >> ammise
facendo spallucce.
<< Aah non sapevo che…ti chiedo scusa per l’invadenza
>>.
<< Nah ma figurati. >> Juliet sorrise in un gesto di
nonchalance. << Perché ho l’impressione che mi stia sfuggendo qualcosa?
>> chiese invece.
<< In gravidanze particolari come queste, bisogna aumentare
il numero dei controlli e tenere frequentemente degli esami urinali. Ti
aspetterà un duro lavoro negli ultimi mesi. >> Vincent indugiò sulle
parole da usare. << Voglio che tu sia a riposo e ti astenga da qualsiasi
compito casalingo. Convengo indispensabile anche anticipare il tuo congedo
lavorativo >>.
Juliet represse il suo istinto di ribattere su quel punto. In
fondo se la decisione fosse dipesa da Jade, l’avrebbe spedita a casa già al
secondo mese. << Okay…e questo perché potrei mettere a rischio la salute
della bambina. Lo capisco e farò tutto ciò che mi dirà di fare senza contestare
>>.
Gli occhi scuri come la pece del suo medico la scrutarono con
fermezza. << Di entrambi. >>
puntualizzò. << Sono molto soddisfatto della tua collaborazione dal
momento che Natasha mi aveva avvertito del tuo carattere restio
all’asservimento >> le strizzò l’occhio.
Juliet gonfiò le guance, emettendo un leggero sbuffo. << Ci
sto lavorando >>.
Vincent rise divertito, aiutandola poi a scendere dal lettino.
<< Guarda che posso farcela anche da sola. Non sono un’invalida
>> commentò Juliet, seppur senza dare segni di protesta quando la sollevò
adagio.
<< Ecco fatto >> Vincent le scollò le mani dai fianchi
per poggiargliele sulle braccia. << Ci vediamo tra un mese d’accordo?
>>.
Juliet dovette piegare all’indietro la testa per riuscire a vederlo
appieno. Rabbrividì percependo le mani di lui fare su e giù sulla sua pelle.
<< Benissimo >> annuì riconoscente.
<< Io entro eccome signora! C’è la mia fidanzata e mio
figlio lì dentro! >> urlò una voce dall’altra parte del muro.
Le sopracciglia di Juliet si sollevarono nel vedere Louis entrare alla
maniera di un uragano nella stanza. Corrugò la fronte sconcertata
nell’esaminare i vestiti che aveva indosso. Avrebbe potuto fare concorrenza ad
un dalmata per gli spruzzi di vernice gialla che spiccavano sulla maglietta e
sui pantaloni in cotone neri.
Vincent non batté ciglio, ma lasciò la presa su Juliet, abbozzando
un mezzo sorriso. << Piacere di conoscerla. Lei deve essere il fidanzato
di Juliet >>.
<< E il padre di suo figlio. >> Un ruggito quasi
animale gli esplose nel petto al pensiero che quello stronzo gli avesse toccato
la donna. Louis fremette dal mollargli un pugno. Dannazione perché non poteva
essere stempiato come quell’altro? O una donna?
Juliet alzò un dito. << Punto primo, Tomlinson: figlia. Quando lo imparerai?
>> ne alzò un altro. << Punto secondo: cosa ci fai qui e per giunta
conciato in quel modo? >>.
<< Credo sia meglio lasciarvi parlare tranquilli. >>
mormorò Vincent rivolta a lei, e abbassando di poco il tono per farsi più
vicino. << Alla prossima, Juliet >>.
<< Ti ringrazio per avermi ricevuta, Vincent >> Lei
gli fece un gran sorriso e Louis digrignò i denti. Tzé, lo chiamava anche per
nome!
Vincent rispose con un occhiolino affettuoso, mentre a lui lanciò
un educato e gentile gesto di saluto col capo. << Aspetto anche lei
>>.
<< Può stare sicuro che non mancherò >> rispose Louis
piccato.
Dopo aver chiuso la porta, posò lo sguardo su Juliet. La bocca gli
si prosciugò in un istante. Come a provocarlo, teneva le braccia sulle linee
dei fianchi morbidi, quella specie di fascia che indossava tratteneva a stento
i suoi deliziosi seni floridi. Fece scivolare lo sguardo sulla liscia
protuberanza della pancia, indugiando su quelle curve peccaminose e giù fino
alle lunghe gambe seducenti. Juliet piegò la testa, mettendo in mostra la
sensuale linea del collo. << I miei occhi sono qui sopra, Tomlinson.
>> lo rimbeccò.
In un attimo le fu davanti. << Quel tizio ti stava un po’
troppo addosso per i miei gusti >>.
<< Quel tizio come lo chiami tu è il mio ginecologo e il suo
contatto è puramente giustificato >> replicò tirando in alto il mento.
<< La stessa cosa non può dirsi della tua amichetta del supermercato
>>.
<< Ha detto e fatto tutto quanto da sola! >>.
Juliet non ce l’aveva mai avuta con Louis, sapeva che non ne
aveva
colpa e non poteva fingere di non conoscere il suo passato. Non era
responsabile del fatto che quella ragazza facesse di cognome Pompini.
Forse più
tardi gli avrebbe anche chiesto scusa dell’episodio per la
baguette. Ma rimaneva comunque abbastanza cocciuta da non dargliela
vinta tanto
facilmente. Ancora con il muso, cambiò argomento: <<
Perché sei sporco di
pittura? >>.
Un velo di rossore comparve sugli zigomi di Louis. << Non ho
avuto il tempo di cambiarmi. Ero troppo impegnato a pensare ad un modo per
rompere il culo al carismatico dottorino. Quel tizio non la smetteva di tenerti
gli occhi addosso, Juliet >> ringhiò.
Juliet schioccò la lingua, alzando gli occhi al cielo. <<
Forse perché è il suo lavoro? >> lo beffò.
<< Come gli piace il suo lavoro! >>.
Lei sbuffò scocciata. << Andiamo! Immagino che conquista sarei poi in
questo momento. Tomlinson per favore, ho i piedi gonfi come due hot dog troppo
cotti, le smagliature, sono grassa, brutta e strana… >>.
<< Basta! >> Louis serrò i pugni sui fianchi per
sconfiggere l’impulso di mostrarle proprio in quella stanza, quale effetto gli
suscitasse. La maternità l’aveva resa ancora più sexy. Era così carina nel suo
sdegno, con le guance un po’ arrossate dalla stizza. Allungò una mano verso i
suoi capelli legati in una lunga coda di cavallo che tirò leggermente
all’indietro. << Non dire mai più una cosa del genere. Non sei né grassa
né brutta. Non c’è niente di più bello di una donna che porta in grembo il
figlio del suo compagno. >> Con le labbra le accarezzò la mandibola.
Un mezzo sorriso le spuntò dal suo volto d’apparente
impassibilità. << Che dolce che è il tuo papà quando fa il geloso, vero?
>> lo punzecchiò puntellandosi il pancione con le dita. << Ero
venuta da Vincent per accertarmi che andasse tutto bene. >> il tono si
raddolcì. << Quando ero a lezione, la bambina si è mossa >>. Louis
restò a bocca aperta, entusiasta le prese il ventre tra le mani. << È una
notizia fantastica, Juliet! >> I suoi occhi si scurirono di dispiacere.
<< Mi dispiace da morire di essermelo perso. Perdonami se non c’ero
>>.
<< Ooh non fa niente. >> Juliet si morse il labbro,
sorridendogli vivacemente. << Scalcerà ancora e quando succederà non
mancherò di dirtelo >>.
Louis si piegò per darle un dolce bacio sulla fronte. << Più
tardi mi dirai com’è andata il resto della visita. Adesso devi venire con me
>>.
<< Dove? >>.
<< Ti dirò strada facendo. >> ammiccò prendendola per
mano.
<< Uhm…Louis? >> Juliet si morse il labbro in
imbarazzo.
<< Cosa c’è piccola? >>.
<< Prima di andare io devo…devo fare pipì >>.
Agosto
<< Ti sbagli mia cara! Mia nipote porterà il MIO come
secondo nome >> affermò tronfia Joannah.
Una mano poggiata a pugno sul fianco, l’altra a mo’ di protesta
con il dito alzato, Bethany contestò pacatamente: << Non essere sciocca!
Io sono la nonna materna. Porterà il mio di nome! >>.
Sedute placidamente sul divano, Allison e Juliet assistevano
basite all’accesa discussione delle due donne.
Allie piegò la testa per mormorare qualcosa all’orecchio di
Juliet: << Da quant’è che vanno avanti così? >>.
Juliet bevve un sorso del suo thé freddo. << Da circa tre
quarti d’ora >>.
<< Ora capisco perché al telefono mi avevi detto che si
trattava di un’emergenza >> ridacchiò la mora.
<< Invidio Louis che se l’è potuta svignare con la scusa del
lavoro >> mugolò Juls a bassa voce. << Sembra uno di quei talk show
in cui le vecchiette si prendono ad insulti a vicenda >>.
<< Oh tu credi che si tireranno anche i capelli? >>
commentò Allie divertita.
Juliet sbatté le palpebre, sospirando. << Per dio spero
proprio di no. Piuttosto com’è andata la tua luna di miele? >> chiese.
Gli occhi blu intenso di Allie brillarono di gioia. <<
Meravigliosamente bene. Bora Bora è un luogo stupendo, e Niall è quasi morto
quando gli ho detto che avevo affittato una tuta da sub per nuotare in mezzo
agli squali >>.
<< Ti odio. E odio ancora di più la foto che mi hai inviato
dove avevi quel cappellino di paglia e in mano il Margarita >>.
Allie rise, dandole un buffetto sulla mano. << Non è vero.
Mi hai adorato follemente quando di ritorno dal viaggio ti ho portato quel
babydoll di seta e pizzo >>.
<< Ti ho parzialmente
perdonato, è vero. Il tuo regalo l’ha
apprezzato specialmente Louis. >> convenne Juliet con voce flautata. Nei
mesi di gravidanza, Juliet aveva scoperto quanto poteva amplificarsi il piacere
del sesso anche in presenza del grosso pancione. Aveva letto su un qualche
opuscolo che tutto diventava ancora più intenso e carnale, ed era pienamente
vero: rammentò l’emozione devastante che l’aveva avvolta quando qualche giorno
prima aveva fatto l’amore con Louis nel gazebo. E poi c’era anche il fatto che
il rapporto contribuisse ad invogliare il parto. Vincent aveva detto
che con molta probabilità nelle sue condizioni, Juliet avrebbe potuto partorire
anche prima della data prevista. Juliet aveva avvertito una certa ambiguità
nelle sue parole in alcuni momenti delle sue visite, ma non ci aveva badato più
di tanto: quello che realmente le interessava era sapere che la bambina fosse
in buona salute, solo quello.
Allison alzò le braccia, scuotendo bruscamente la testa. <<
Ti prego non voglio sapere! La tua faccia dice tutto e troppo >>.
Juls gongolò posando la tazza sul tavolino di fronte a lei.
<< A proposito, tra qualche settimana arriverà il grande
evento >> esultò la mora accarezzandole il pancione, e Juls la fece fare.
<< Come sta reagendo il tuo papà, tesoro? >>.
Fu lei a rispondere. << Ah benissimo! Mr Sono-una-roccia
>> gonfiò la voce con teatralità, << è svenuto due volte quando
parlavano di punti e di placenta >>.
La mora fece per parlare, ma si bloccò al discutere perentorio di
Joannah e Bethany. << Signore >> le richiamò con voce gentile.
<< Perché non vi sedete insieme a noi e…? >>.
Gli occhi azzurri delle due donne si voltarono supplichevoli verso
Juliet.
Ah povera me.
<< Juliet, dì a questa donna quale secondo nome porterà la
bambina, per favore. Così se ne farà una ragione! >> disse Beth con finta
indulgenza. Joannah esplose in un borbottio d’indignazione.
Juliet si portò due dita alle tempie, massaggiandole con movimenti
circolari. << Io sono la madre. Sono io che decido e la mia decisione è
che la bambina non porterà il nome di nessuno delle due. Adesso sedetevi e smettetela di
discutere >> scandì le parole con tono placido.
Le due donne misero il broncio, e lei sperò che finalmente
tacessero.
All’improvviso una strana fitta le fece contrarre i muscoli del
corpo, provocandole un lieve spasmo. Juliet aveva imparato a riconoscere i
calcetti della piccola quando accadevano, e questo non aveva nulla a che fare
con i suoi movimenti. Allie parlava con sua madre e Joannah, piegandosi in
avanti per prendere la bottiglia d’acqua e un bicchiere. L’aprì per versare
l’acqua, quando a Juliet sfuggì un gemito di sconcerto nel percepire un liquido
scivolarle tra le cosce.
<< Allie! >> gridò senza fiato, agguantandole il
braccio in una morsa. << L’a…ac-acqua >>.
La mora guardò la bottiglia nelle sue mani, poi la pozza sul
pavimento che Juliet le indicò con dito tremante. << Non l’ho nemmeno
versata! Per una volta che non combino pasticci mi sgridi senza… >> La
realtà della cosa la spiazzò. Fissò l’amica dritto negli occhi. <<
Oh…dannazione! Juliet ti si sono rotte le acque! >> urlò alzandosi e
cominciando a saltellare su e giù dalla sorpresa.
Con occhi sbarrati, Bethany e Joannah esclamarono all’unisono:
<< Ora?! >>.
Juliet si alzò all’inpiedi, barcollante.
Respira. Conta. Respira. Socchiuse gli occhi contando mentalmente
come le avevano insegnato al corso pre-parto. << Bene signore. >>
buttò fuori l’aria. << Direi che la piccoletta è stanca di aspettare
>>.
<< Scusa, scusa, scusa. Chiedo scusa a entrambe, non volevo!
>> ripeteva Allie terribilmente mortificata, aiutando Juliet ad entrare
nell’ospedale insieme a Bethany che si aggiunse alla filippica. Joannah era corsa via ad informare Louis, e
poi il resto della brigata.
<< Che vuoi che sia, tesoro. Non l’avete mica fatto apposta
a dimenticarmi a casa. Poteva succedere a chiunque >> sdrammatizzò Juls
con un gesto di mano. Non appena avevano preso le borse e tutto l’occorrente,
Allison e sua madre erano uscite di casa come una furia urlando a destra e
manca frasi come “Sbrighiamoci! Presto, presto” e “Juliet sta per partorire”.
Insomma c’era voluto un po’ prima che le due si rendessero conto che la
sottoscritta non era in macchina con loro, ma fortunatamente erano tornate
indietro a riprenderla. Bethany chiamò un medico, ordinando che a sua figlia
venisse prestato soccorso e che chiamassero il dottor Ryan. Alcune infermiere
si scambiarono comandi per preparare la sala parto all’ultimo piano. Ultimo
piano?! Juliet deglutì rumorosamente. L’ospedale era fornito di quattro piani,
e loro si trovavano al piano terra. Si prospettava proprio una bella impresa.
<< Aah! >> gemette ad un’altra contrazione. A fatica
si riportò dritta con la schiena, incontrando lo sguardo di un medico dal volto
conosciuto. Dov’è che le sembrava di averlo già visto? Tra le mani reggeva una
sedia a rotelle e teneva gli occhi su di lei, e Juliet si ritrovò a ribattere ancor prima che proferisse
parola. << Non se ne parla! Per la trent’ottesima volta: io non sono
un’invalida! >> borbottò reprimendo una smorfia a causa della schiena
dolente.
Il medico dai capelli bianchi non le prestò ascolto. <<
Signora, le chiedo di non fare la difficile e di sedersi. Sta per entrare in
travaglio e non deve affaticarsi più di quanto non dovrà già fare >>.
<< Juliet, tesoro. Fa come ti dice il medico >> la
pregò Bethany.
Il dottore le andò vicino, poggiandole una mano sulla schiena.
<< Segua il consiglio di sua madre... >> la spronò a piegarsi per
mettersi sulla carrozzina, contro le sue proteste. Quando Juliet percepì
chiaramente la mano del vecchio scivolarle sul sedere, scattò all’indietro,
colma di riprovazione. << Wo! Che fa tocca?! >>. Saettò con lo
sguardo sui particolari del volto sfigurato dalle rughe, finché non rammentò un
ricordo sfocato di quel tipo. Era quel medico che lei e Louis avevano visto
quel giorno che erano venuti in ospedale per festeggiare il compleanno di Zeke.
<< Signora io non… >>balbettò rosso in viso Capelli
bianchi.
Juliet alzò un dito, gli occhi fiammeggianti e minacciosi.
<< Mi ascolti bene adesso. Non sono venuta fin qui in macchina, per farmi
palpare il sedere da un vecchio dottore pervertito e farmi mettere su una sedia
a rotelle. Sono perfettamente in grado di camminare. La mia bambina si merita
una mamma che arrivi in sala parto con le sue gambe. >> Si mise ad
ansimare, colta da quella che sembrava essere una terribile contrazione, ma la
sua voce rimase caustica e ferma: << Perciò voglio che si tolga dai
piedi, perché è arrivato il momento che io, la mia anguria e queste due donne
dietro di me, prendano quella fottuta ascensore. Con permesso. >> Detto
questo lo spintonò, ignorando ogni sguardo di sconcerto o disprezzo, e proseguendo
a testa alta e fiera verso la prossima tappa.
Agli occhi dei passanti nascose ogni traccia d’intima
preoccupazione. Quando entrò nell’ascensore strinse gli occhi, alternando
singulti a spasmi di dolore.
Per favore Louis…fa
presto.
Non posso farcela.
Furono le parole che Louis pronunciò nel momento in cui mise
piede nell’ospedale. Non aveva idea di come avesse fatto, ma quando sua madre
era piombata in negozio, annunciandogli che Juliet stava per dare alla luce
loro figlio, le sue gambe erano inconsapevolmente saettate dentro l’auto. Ci
volle un’infinità di tempo e di pazienza prima che la signora al banco informazioni gli dicesse dove
trovare Juliet. Ora che lo sapeva doveva solo muovere il culo e andare da lei.
<< Louis! Alleluhia. >> Allison irruppe davanti ai suoi
occhi non appena le porte dell’ascensore si aprirono. << Niall mi ha
chiamato poco fa. Stanno arrivando tutti >>.
<< Lei sta…? >> chiese a fatica.
<< Non ancora. Ma ha chiesto di te. >> Allie lo fissò
truce.
Louis si passò entrambe le mani tra i capelli con così tanta
pressione da dividerli a ciocche. << Non credo di farcela >>.
La mora strinse gli occhi a due fessure. << Non fare il
fifone. Cosa vuoi che sia un parto! >> sdrammatizzò con un gesto di
nonchalance. << Qualche grido sovrumano, un pò di sangue… >> gli
voltò le spalle per premere il pulsante dell’ascensore. << Dicevo…
>> fece ma quando si girò rimase confusa nel non vederlo. << Louis?
Dove diamine sei andato a finire? >> D’istinto guardò ai suoi piedi e non
fu sorpresa di ciò che scoprì. Alzando le braccia al cielo, mormorò una preghiera
per la sua migliore amica.
Allison si portò due dita all’attaccatura del naso. << Louis
Tomlinson sei un caso disperato. >> commentò rimproverante, mentre si recava all'ufficio informazioni. Si
sporse oltre il bancone, afferrando il microfono e beccandosi un’occhiata
minacciosa dalla signora . << Uno, due, tre prova. Mi sentite? >> Picchiettò
sulla cuffietta prima di annunciare con un elaborato schiarimento della gola: <<
Attenzione piccolo problema al reparto ostetricia. Ripulire la corsia sette!
Grazie della collaborazione >>.
<< Grazie >> mormorò Louis ad Allison tempo dopo
essersi ripreso. << Di nulla. È stato divertente guardare quando quei
tipi con i camici volevano metterti sulla barella. Ma ho pensato che se avessi
lasciato che ti ricoverassero, Juliet non ne sarebbe stata molto contenta. Ti senti
meglio? >>.
<< No per niente. Mi sento uno schifoso codardo. >>
ammise.
Camminava su e giù in corridoio fuori dall’infermeria, cercando di
non pensare che la sua bellissima e coraggiosa Juliet stava patendo le pene dell’inferno
dietro quella porta. Allie gli aveva detto che le contrazioni si erano
intensificate e fatte più frequenti d’ora in ora. Ogni volta che la sentiva
gemere per l’assalto di una nuova contrazione, Louis era certo di svenire. Con
quale coraggio poteva presentarsi al capezzale di Juliet bianco come un
cadavere e incapace di reggersi in piedi? Sapere che la donna che amava stava
soffrendo, gli faceva venir voglia di prendere a pugni qualcosa. O meglio, se
stesso. Si passò per l’ennesima volta una mano tra i capelli, inalando quel
poco d’aria che riuscì a catturare. Un’infermiera uscì dalla stanza,
permettendo a Louis di scorgere di sfuggita l’immagine di Juliet sul lettino.
Ad un lato del letto c’era Bethany che le bagnava la fronte con un panno umido
e dandole cubetti di ghiaccio visto che il travaglio sembrava protrarsi
all’infinito. La madre di Juliet alzò gli occhi, incrociando il suo sguardo.
Mormorò qualcosa all’orecchio di Juliet, poi uscì dalla stanza. << Ci
siamo. >> mormorò Bethany quando fu fuori, con una morbida luce negli occhi azzurri.
<< La bambina sta per nascere, Louis >>.
Lui entrò con passo goffo, il cuore in gola. Andò al fianco di
Juliet, piegandosi per imprimerle un bacio adorante sul palmo sudato della
mano. << Tigrotta >> sussurrò con lingua impastata, e un senso di
gioia e d’angoscia che gli risaliva in gola.
<< Sei qui. Sapevo che ce l'avresti fatta… >> annaspò lei con voce orgogliosa.
Poi il suo viso si contrasse in una smorfia tesa e la sua mano diventò una
morsa. Juliet lanciò un urlo agghiacciante, e Louis si sentì cedere le
ginocchia, ma non lasciò andare la presa. Vincent le ordinò di spingere, e
Juliet digrignò i denti per lo sforzo.
<< Lo sai quanto sei incredibile? Sarai una madre fantastica
per nostro figlio, Juliet >>. Un altro rantolo di dolore le uscì dalle
labbra secche, sommergendo Louis. Pregò dio che andasse tutto bene.
Il medico ordinò alle infermiere di avvicinarsi. << Okay
Juliet. Lo vedo, un’ultima spinta >>.
Juliet alzò la schiena mentre spingeva. Un altro grido le spaccò
la gola, e poi il più bel suono del mondo, il pianto di un neonato, riempì la
stanza.
<< Congratulazioni Juliet, è un bellissimo maschietto. >> esordì la voce di
Vincent.
Juliet cadde all’indietro, i capelli le coprirono il viso, gli
occhi erano velati da lacrime di felicità e guardavano verso loro figlio.
<< Ooh guardarlo Louis, è perfetto! >> la voce si ruppe a metà
scuotendo la testa. << Per favore, non voglio che pensi che la sua mamma
non lo voglia bene solo perché credeva fosse una femmina >>.
Louis le sorrise amorevolmente, scostandole i capelli dal viso.
<< Non lo penserà tesoro, stai tranquilla. >> le baciò una tempia.
<< Possiamo vederlo? >> mormorò poi verso Vincent.
<< Non ancora. Tra pochi secondi, anche vostra figlia vorrà venire alla luce >>.
Figlia. Tra pochi
secondi, anche vostra figlia vorrà venire alla luce…
I suoi occhi increduli non lasciarono un istante il viso di
Vincent. << S-sono due… >> sussurrò più a se stessa che ad alta
voce. Gemelli.
Juliet rimase con il fiato corto, mettendo insieme i pezzi dei ricordi
di quegli ultimi mesi. Realizzò allora il senso delle parole del
suo medico, ogni qualvolta le raccomandava esercizi e test da eseguire:
era stato per prepararla
a questo. Ad un parto gemellare.
<< Ma nella prima ecografia, il suo collega non ce ne aveva
messo al corrente! >> contestò Louis, la mascella tesa. << E
nemmeno lei >>.
Juliet rammentò tutte quelle volte in cui si era rifiutata di
ascoltare il suo ginecologo sul sesso del bambino. Ma Vincent
l’aveva a sua
inconsapevolezza controllata assiduamente e preparata nonostante la sua
decisione. Louis era stato d'accordo con lei sul non venire a
conoscenza del sesso del bambino, ma adesso vedeva in lui una traccia
di rimorso e lei ne comprese il motivo. Una sera, molto tempo prima che
Juliet rimanesse incinta, Louis le aveva raccontato di una perdita che
aveva subito nella sua famiglia: Sua nonna era rimasta incinta di due
gemelle, ma purtroppo, solamente Joannah, ovvero sua madre, era
riuscita a sopravvivere alla nascita. La seconda figlia era nata morta
a causa di un incidente che aveva avuto la madre durante il parto.
<< È stata una mia scelta, Louis. Vincent non ne ha nessuna
colpa >> mormorò stringendogli la mano.
<< C’è la possibilità che l’ecografo non abbia captato il
secondo feto, quando avete fatto la prima ecografia. Può succedere se… >>
Vincent fu costretto ad interrompere la frase, mentre un’infermiera lo
informava a proposito di un qualche problema.
<< Ne sei sicura? >>. La donna rispose mestamente di
sì. << Va bene. Riduci la somministrazione di ossitocina >>.
Juliet ebbe un cattivo presentimento. << Che succede?! Mio
figlio… >>.
<< Lui sta bene, Juliet. Ma è la bambina. Dovremmo ricorrere
ad un taglio cesareo. Fortunatamente è in posizione podalica, quindi non sarà
difficile farla uscire, ma c’è il rischio che eseguendo il parto naturalmente
tu possa subire un’emorragia. >>
Louis aumentò la presa sulla sua mano, e a Juliet si strinse il
cuore per come gli s’inclinò pericolosamente la voce. <<
Mi sta dicendo che Juliet potrebbe…? >>.
<< No. >> La voce di lei suonò più forte di
quanto
entrambi potessero credere. Scuoté forte la testa. << No,
Louis, guardami. >> gli prese il viso tra le mani, obbligandolo
ad incontrare il suo sguardo. << A me non
succederà niente >> mormorò.
<< In questi casi bisogna provvedere anche alla salute della
partoriente, ma la scelta sta a Juliet >> Vincent suonò conciso, anche se
lei riconobbe chiaramente una traccia di preoccupazione nel tono di voce.
<< È mio dovere dirti a che rischi potreste correre tu e la bambina
>>.
<< Posso farcela. >> Nonostante un spasmo la scosse di
sorpresa, Juliet annuì. Incontrò gli occhi di Louis, e gli sorrise: <<
Fidati di me. >> mormorò.
<< Mi fido di te, ma non voglio perderti. >> Non lo
aveva mai visto così spaventato, ma Juliet gli baciò la mano come aveva fatto
lui poco prima. << Non succederà, Tomlinson >>.
Juliet informò Vincent della sua decisione, e lui ordinò ai suoi colleghi di prepararsi.
All’improvviso un’altra forte contrazione la
investì, facendole
sbarrare gli occhi. Quando le fu detto di spingere, Juliet lo fece.
<< Non mi arrenderò, Louis. Non adesso >>
sibilò con il volto imperlato di sudore.
Lui abbassò la testa di fianco al suo viso e le sussurrò intime
parole d’incoraggiamento. Un elogio per ciò che gli stava dando quel giorno e
un giuramento di devozione per il futuro.
Juliet chiuse gli occhi, stringendogli la mano. Gridò per il
dolore atroce che le scosse il corpo, ma continuò a spingere.
Non permetterò che ti
accada niente, bambina mia. Tra poco saremo insieme te lo prometto, ma ora devi combattere insieme a me... mormorò a sua figlia. Non lascerò te e il tuo fratellino senza una madre. Lacrime calde
le scivolarono sugli zigomi, dopo quella che le sembrò un’infinità, una
piccola macchiolina rosa comparve davanti ai suoi occhi vacui, per poi venire presa in braccio da un’infermiera.
Juliet sospirò d'immenso sollievo, poi sentì la voce roca di Louis sussurrarle
all’orecchio: << Ce l’hai fatta, amore mio >>.
Lei voltò la testa, scoprì che Louis stava piangendo. Commossa di vedere l’uomo
che tanto amava, piangere, si sporse per baciarlo sulle labbra. <<
Insieme >> sussurrò sorridendogli tra le lacrime.
Lei, lui, e i loro due piccoli
guerrieri.
Note
dell’autrice
Buon
pomeriggio splendori. Innanzitutto voglio augurare a tutte voi un buon
inizio d'anno scolastico; alle mie lettrici più grandi
augurò un buon inizio all'università :D Probabilmente voi
sapete quanto significhi per me sapere che voi ci siete sempre
nonostante adesso pubblichi ogni mese, ma mi sento in dovere di
giustificarmi ugualmente: il capitolo come avrete potuto notare
è piuttosto lungo ( spero non dispiaccia ) e ci ho messo del
tempo in più a causa della febbre che mi ha colpito all'inizio
di settembre. Ebbene sì, sono la sfiga in persona! .-. Il tempo
di riprendermi ed è passata una settimana in più rispetto
al solito! Perciò ecco volevo dirvelo ugualmente, non per avere
compassione da parte vostra, ma perché sono consapevole che a
voi devo tutto, ogni grammo di quello che ho raccolto finora è
tutto merito vostro e non lo prendo alla leggera.
Volevo farvi anche un piccolo avviso, anzi due: questo non è
propriamente l'ultimo capitolo, poiché la prossima volta ci
sarà l'epilogo eh eh e non temete dopo potrete finalmente urlare
di gioia per esservi liberate di me ^^ Altro avviso: nei prossimi
giorni posterò un altro momento riguardante la serie The dress of seduction: Happy Ever After
con il
matrimonio di Jade ed Harry di cui vi ho parzialmente parlato
già in questo capitolo. In conclusione alla "saga" non
mancherà di certo quello di Allison e Niall :D Parlando del
capitolo, ho pensato molte volte a come avrei voluto strutturarlo, e
alla fine ho deciso di raccogliere un paio di ricordi ai mesi
precedenti al parto. Ho cercato di renderlo anche "comico" se
così posso dire, per non annoiarvi in certi punti, poiché
è lungo e non volevo che lo trovaste molto pesante quindi
perché non smorzare tutto con qualche risata? Eee rullo di
tamburi, chi ci è rimasto secco a scoprirlo oltre a Louis? xD
Sono gemelli! Segreto che mi sono tenuta nella tomba da quando ho
cominciato a scrivere la storia. Già in partenza sognavo che
Juliet rimanesse incinta, ma non di uno, bensì di due
perché diciamo che ho la predilezione per i gemellini maschio e
femmina *-* Ho osato descrivere il parto, ovvio in maniera limitata
perché sinceramente sono un'inetta nei campi della medicina e
non ho un figlio e chiedere a qualcuno sarebbe stato imbarazzante lol
quindi ho *sussurra* letto molti forum, anzi a decine, per farmi
un'idea di come funzionasse una gravidanza! Se ho sbagliato qualcosa,
vi prego di perdonare la mia magra figuraccia u.u'
Detto questo, posso aprire il mio angolo smielato dei ringraziamenti?
:3 Non temete non sarà lungo quanto quello che ho in serbo nel
finale♥ Di volta in volta vedo crescere il numero dei
visitatori. Noto con piacere che si aggiungono nuovi lettori e spero si
stiano godendo la lettura di questa storia. Sono conscia del fatto di
non potermi ritenere una scrittrice, ovvio che questo è un
termine che non si addice a me, ragazzina di 17 anni ahahah dal momento
che so che qualche volta abbia potuto peccare in alcuni punti, e potevo
fare di meglio nello spiegare certi particolari e situazioni. Sono
un'autocritica, lo sapete, ma non vi nego mai quanto mi lusinghino le
vostre considerazioni, e quanto apprezzi sapere ciò che ne
pensate. Lo ripeto: Grazie. Grazie per aver aperto la pagina per
scoprire un mio aggiornamento, grazie per esservene interessate, per
avervi regalato una vostra parola in merito, grazie a tutte, ad ognuna
di voi ragazze♥ Ora se non volete farmi piangere più di
quanto non abbia fatto ieri nel vedere This is us *w* vi mando un
grosso bacio, ringraziandovi ancora per essere arrivate fin qui con me.
Al prossimo ed ultimissimo capitolo, vostra Ella♥
|
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Capitolo 31 *** Epilogo ***
Epilogo pronto
Epilogo
I tenui raggi del sole filtravano dai pori della tenda, spargendo
di una luce dorata i mobili color crema nella cameretta. Juliet piegò le
gambe, portandosi distesa sulla poltrona in un angolo della stanza. Un mugolio
proveniente dall’interno di una delle due culle la fece sorridere e alzare a
controllare. Si era appisolata per una buon’ora non appena era riuscita a
mettere a dormire i gemelli. Prima non aveva idea del tempo che fosse necessario
per convincere un neonato a smettere di urlare, ma in quelle tre settimane passate,
adesso Juliet sapeva molte cose:
A- Le occhiaie avrebbero fatto rizzare i peli anche ad una donnola
spelacchiata e le tette parevano due prugne cotte nel forno con un allattamento
dopo l’altro;
B- Se volevi che il bambino dormisse, allora dovevi fargli
ascoltare il rumore che produceva la ventola della cappa accesa in cucina ( niente domande,
sapeva solo che funzionava! );
C- L’area 51 non era niente a confronto dello stato del bagno,
quando c’erano di mezzo i pannolini sporchi;
D- Alla domanda del tuo compagno: “C’è qualcosa che posso fare per
te?” la risposta era decisamente un grosso grasso “vaffanculo”.
E- Tenere tra le braccia i propri figli era un’esperienza
indicibile, la più bella e appagante per una madre.
<< Chi è che fa i capricci? >> mormorò candidamente
con un sorriso sulle labbra, quando scorse lo sguardo in entrambe le culle.
Un esserino rosa contorceva le mani da una parte all’altra,
protestando che la copertina intralciasse lo scalciare dei piedi minuti.
Juliet ghignò orgogliosa. << Tuo padre avrebbe qualcosa da
ridire, Maggie, circa il tuo
comportamento da ribelle >>.
La bambina scalciò ancora di più, producendosi in una serie di
mugolii strozzati e Juliet ridacchiò, sollevandola e prendendola in braccio.
Come d’istinto, anche il maschietto sembrò recepire il messaggio della sorella.
Wyatt aprì leggermente gli occhi,
lanciandole un’occhiatina come voglioso anche lui di ricevere le meritate
attenzioni dalla sua mamma.
<< Va bene, state buoni. Che ne dite se vi racconto una
storia? Vi piacerà. Riguarda voi >> Detto ciò Juliet adagiò Maggie sulla
poltrona, distendendola con attenzione per poi fare la stessa cosa con Wyatt.
Fortunatamente la poltrona era abbastanza spaziosa da contenere i corpicini di entrambi.
Juliet s’inginocchiò davanti a loro, schiarendosi brevemente la
gola come per richiamare la loro attenzione. << Adesso vi spiegherò
l’origine dei vostri nomi >>.
In risposta Wyatt sbatté la mano sul bracciolo della
sedia.
<< No, ragazzo, non ci sarà alcuna spiegazione da dove
nascono i bambini se è quello che ti aspettavi. Non adesso, e per quanto mi
riguarda lascerò al tuo papà questo privilegio. Non mi priverò del divertimento
di vederlo sudare freddo e di andare nel panico >> sorrise tronfia.
Juliet sollevò il dito per posarlo delicatamente sul naso di suo
figlio, il quale aprì la piccola boccuccia con le stesse labbra morbide e
sottili di Louis, cercando di succhiarlo. << Dopo qualche ora che eravate
nati, ho chiesto alle infermiere di portarvi da me. Non avevo chiuso occhio, mi
sembrava impossibile farlo quando non avevo nemmeno avuto la possibilità di
vedervi. È stato nel momento in cui ti ho preso tra le braccia, che ho pensato
a mio padre. Porti il suo nome, di tuo nonno sai? Wyatt David Tomlinson. Devi
andarne fiero, piccolino. È
stata la persona più buona e onesta che abbia conosciuto, e la
migliore che potesse crescermi. La grinta di entrambi di voler
venire alla luce mi ha resa così fiera, che ho scelto per te il
nome Wyatt. Il mio guerriero… >> si sporse per baciare suo
figlio
sulla guancia liscia e morbida come il velluto, per poi spostare
l’attenzione a
sua sorella. << Lungi da convincere il tuo paparino a lasciare il
posto a
me quando era arrivato il momento di allattarti. Se avesse potuto,
credo che lo
avrebbe fatto lui! Ripeteva quanto fossi bella e importante per lui. Ti
accarezzava come se tra le mani avesse la perla più preziosa di
questo mondo, e
Margaret ci sembrò perfetto per te >> ne accarezzò
delicatamente la
testolina con le dita, << Non potevo permettermi di perderti, non
avrei
permesso che nulla ti separasse da me. Sei stata così coraggiosa
bambina mia,
hai lottato con me fino all’ultimo secondo senza mai arrenderti.
Ti hanno
tenuto nell’incubatrice per alcuni giorni per dei controlli, e alla
fine mi hanno
assicurato che eri perfettamente in salute. Come Wyatt anche tu porti
un
secondo nome, Audrey, che rappresenta la forza nobile che brilla nei
tuoi occhi.
>> Juliet teneva le mani ai lati dei suoi figli,
con un
sorriso fiero sulle labbra.
Le sembrava di aver vinto il più grosso dei montepremi alla lotteria, e
in realtà era così.
La sua famiglia era il suo premio: Louis, Maggie e Wyatt erano
insieme e si amavano. Dentro di sé, la sua vocina canticchiò entusiasta,
incredula che tutto questo adesso fosse finalmente suo.
Al diavolo l’aspetto di uno zombie, Juliet si sentiva
maledettamente bene, e avere ciò che le era sempre sembrato impossibile prima,
era una sensazione fantastica.
<< Ehi >> La porta si spalancò, e Louis entrò nella
stanza.
Juliet sentì un formicolio della pelle sulla nuca, il sangue prese a riscaldarsi alla vista del suo uomo.
Una settimana fa Vincent l’aveva visitata fornendole una diagnosi
di buona salute…e il via libera per il sesso.
Il che era ottimo, se non fosse stato che a Louis non sembrava
interessare. Non che non fosse stato la solita mamma chioccia di sempre,
rivolgendole tanta premura e affetto fin dal primo momento che l’aveva
riportata a casa. Ma a Juliet non era di certo sfuggito il suo modo evasivo
tutte le volte che lei aveva cercato un contatto un po’ più fisico.
Non aveva ancora affrontato quest’argomento con lui, troppo
occupata con i bambini per farne un problema, ma quel giorno avrebbe messo le
carte in tavola e preteso una spiegazione.
Il piano A non aveva funzionato, ma Juliet non cedeva. <<
Ehi >> gli rispose di rimando.
Lui si avvicinò alla poltrona, allungando una mano per
accarezzare i bambini. Entrambi avevano preso gli stessi suoi occhi
azzurri, e
Juliet moriva dentro quando lo vedeva sorridere, oppure la notte come
se lei
non lo sapesse, dopo che si era assicurato che lei dormiva
profondamente, lui
andava nella nursery cullandoli quando piangevano oppure in più
di un’occasione
lo aveva visto starsene a contemplare lei e i bambini con lo sguardo
mentre
riposavano sul letto tutti e tre insieme. << Sono tutti di
là. Ho pensato
di venire ad avvisarti così se vuoi puoi cambiarti, o…
>> alzò lo
sguardo, spostandolo verso il basso. Con un certo piacere, Juliet lo
vide
deglutire << …metterti un reggiseno se… >>.
Lei ghignò. Forse per il sesso c’era ancora speranza quel giorno.
Rispettando il piano B, Juliet si passò una mano sul collo,
lentamente e scendendo sul petto con le dita affusolate.
<< Non mi va di mettermi un reggiseno. Con il caldo che fa, mi piace
sentire l’aria fresca sulla pelle. >> mormorò con un tono di voce basso e
malizioso. << Credo che invece accetterò la proposta dell’andare a
cambiarmi. Porti tu Maggie e Wyatt dagli ospiti? >> non aspettò una sua
risposta. Gli si avvicinò, alzandosi sulle punte e posandogli una mano sul
fianco stuzzicandogli con le unghie la pelle da sopra la maglietta. <<
Grazie >> gli lasciò un piccolo bacio sull’angolo della bocca. Con
nonchalance gli si spalmò addosso, indugiando sul contatto dei seni sul suo
petto sodo quel tanto che bastò a fargli sgranare gli occhi. Un brontolio sordo
proveniente dalla gola di Louis risuonò nelle sue orecchie, quando lei si
staccò reprimendo una risata.
Un paio di minuti dopo, Juliet si unì alla folla di amici e
parenti, deliziata dello sguardo liquido che scoprì negli occhi
di Louis.
Aveva scelto un vestito tra il beige e il pesca di un tessuto leggero
dalle spalline sottili, i capelli lunghi erano legati in una coda
bassa, completando l'opera con una passata di lucidalabbra e un
pò di mascara.
Era più che soddisfatta del risultato raggiunto prima, ma il piano
C, quello che Allie definiva “l’infallibile”, sarebbe iniziato non appena gli
ospiti se ne fossero andati. Non aveva fretta: stuzzicarlo sarebbe servito da
preliminari.
Perciò ringraziò per i regali, gustandosi la torta che la
signora G aveva
preparato per festeggiare la nascita dei gemelli, le risate e le
conversazioni
con le persone a cui voleva bene. Allison teneva in braccio Wyatt; con
sguardo affascinato si adoperò a fargli una marea di coccole.
Sentì dirle: << Sono certa che diventerai un gran figo da
grande. Ancora qualche anno e zia Allie ti porterà a vedere la
tua prima partita di wrestling. Ah! Poi ti insegnerò ad andare
in moto, a diventare il più bravo calciatore di tutti i tempi, a
fare una gara di auto da corsa clandestine, e... >>. Vedendo
Niall sospirare e scuotere la testa con un sorriso di acceso
divertimento, Juls si mise a ridere.
Kyle sorseggiava il suo bicchiere di champagne, assorto e allo
stesso tempo con lo sguardo fisso sulla figura di Phoebe che stava
scherzando
con Nat. Juliet fece tintinnare il bordo del suo bicchiere con quello
di lui
per catturare la sua attenzione. << Fratello >> lo
salutò. Il
biondo le sorrise dal suo metro e novantadue di altezza. << Star,
c’è una luce nuova nei tuoi occhi che non ti avevo mai
visto e sono felice per te >> le confessò con sincero
amore e compiacenza,
prendendola tra le braccia.
<< Mi stai dicendo che Louis sta cominciando a piacerti?
>> lo provocò.
<< Non esageriamo, sorellina. >> borbottò <<
Diciamo che il ragazzo ha contribuito in minima parte alla situazione, >>
minimizzò, << e per questo posso decidere di non prenderlo in giro…almeno
per oggi >> le strizzò l’occhio.
<< Gesto molto nobile da parte tua >> ridacchiò lei.
<< E tu invece? Ti ho visto prima. Avverto in te un po’ di
irrequietezza…ho ragione? >>.
Gli occhi ghiaccio di Kyle la schernirono con divertimento e
adorazione. << Sei diventata anche sensitiva adesso? Non ti bastava
essere mamma e azionaria di una notevole società di matrimoni eh? >>.
Juliet sbatté le palpebre innocentemente. << Sono anche una
persona paziente, dolce e affabile >>.
Suo fratello arcuò un sopracciglio, sardonico. << Stronzate
>>.
Lei fece spallucce. Riportò la domanda in primo
piano: << Phoebe? >>.
Kyle sospirò, annuendo lentamente. << Tre settimane fa,
quando siamo venuti a trovarti in ospedale è successa una cosa.
Dio…vederla con
in braccio Maggie è stato spiazzante e allo stesso tempo
decisivo per me, per noi. All’improvviso ho immaginato come
sarebbe stato vederla così in un futuro, e ho capito. >>
Si volse verso Phoebe, gli
occhi chiari sprigionavano una scarica di desiderio e possesso.
<< Ho
desiderato che tra le sue braccia ci fossero i miei figli. Voglio che
lei
diventi la madre dei nostri bambini…e mia moglie >>.
Juliet trattenne il fiato, mordendosi il labbro entusiasta. Era
così commossa della confessione di Kyle. Per molto tempo aveva prediletto lei e
Bethany nella sua vita, assumendo le redini della famiglia quando David se
n’era andato, conducendo comunque una bella vita con un buon lavoro. Lui non lo aveva
mai ammesso, ma Juliet era convinta che si fosse negato una possibilità con
Phoebe prima per non avere distrazioni e altri pensieri che non fossero il suo
benessere e quello di sua madre con tutto quello che la morte di suo padre
aveva comportato anche per lui.
<< Glielo hai già chiesto? >> gli domandò.
Lui scuoté la testa. << Tengo l’anello sempre in tasca, ma
non ho trovato ancora l’occasione giusta per domandarglielo >>.
<< Fallo adesso! >> lo spronò allora Juliet con un
mega sorriso. << Cazzo è l’occasione perfetta e siamo tutti qui!
>>.
Kyle arcuò le labbra in un sorriso cauto. << Pensavo che
ti attenessi alla regola delle madri perfetti: “Niente parolacce in presenza
dei bambini” >>.
Juliet alzò gli occhi al cielo, con un cipiglio di
disapprovazione. << Ma fammi il piacere! Sono una madre adesso, non sono
mica una santa, e non crescerò i miei figli in un mondo utopico >>
detto ciò alzò il mento. << Vuoi fare la tua mossa oppure no? >>
<< Non posso, Juliet. Mi sembrerebbe irrispettoso nei tuoi
confronti e del tuo compagno annunciare un fidanzamento in una festa per Wyatt e Maggie >>.
<< Sono assolutamente sicura che loro desiderino la
felicità
dello zio tanto quanto la mamma e poi voglio che il primo matrimonio a
cui parteciperanno sia il tuo, fratello! >> convenì
solennemente, dandogli un
buffetto sulla spalla.
Kyle era ancora esitante, sebbene cominciasse a sorridere.
<< Sei sicura? >>.
Juliet lo abbracciò stretto. << Voglio che tu lo faccia. Hai
fatto tanto per me e la mamma quando papà è morto, ci hai dato parte di te
assicurandoci protezione e sostegno, e adesso tocca a te dare a te stesso ciò
che meriti, Kyle. Questo è il minimo che io possa fare per te adesso >> mormorò.
Suo fratello le impresse un bacio sulla spalla.
Kyle prese coraggio, lasciando Juliet e avvicinandosi a Phoebe. Le
sussurrò qualcosa all’orecchio, poi richiamò i presenti nella sala. <<
Scusate un attimo, ragazzi. Vorrei dire due parole per Juliet e Louis >>.
<< Se pronunci il mio nome di battesimo Kyle, allora stai
per dirmi qualcosa di molto toccante. Devo preparare i fazzoletti? >>
commentò Louis, circondando le spalle di Juliet con un braccio. Lei gli
rimbeccò una piccola pacca nello stomaco: << Dai, Tomlinson per una volta
che mio fratello vuole dirti qualcosa di dolce non fare il guastafeste
>>.
Kyle alzò il bicchiere verso di loro. << Vorrei ringraziarvi
per aver reso partecipe tutti noi del vostro momento, probabilmente uno dei più
importanti della vostra vita. Propongo un brindisi per Maggie e Wyatt. Che
possano crescere nella miglior maniera possibile, e soprattutto sana dal
momento che avranno un padre come Louis! >>. Nella sala scoppiarono
risate e assensi, e tutti insieme brindarono.
Louis si chinò, sfiorando la guancia di Juliet con la sua
barbetta piacevolmente ispida. << Cosa dicevi a proposito del tuo
dolce
fratellino? >>
<< Uhm davvero ho usato queste parole? >> si morse il
labbro per non ridere.
Poi suo fratello aggiunse: << E c’è anche un’altra cosa…che
voglio dire ad una persona presente in questa stanza >>. Detto ciò, prese
Phoebe per mano. Nella stanza calò un silenzio rispettoso che coinvolse persino
Carota, tanto che aveva smesso di abbaiare parendo molto interessato a
quell’evento inaspettato.
<< Io…sinceramente non ho pensato molto a come doverlo fare.
Ma sono felice di farlo qui, adesso e tutto quello che so è che ti amo. Quindi
okay, dobbiamo farlo >>.
La riccia spalancò gli occhi, le guance si colorarono di rosso.
<< Come dici? >>.
Lui sorrise. << Non in quel senso...voglio dire che dobbiamo
sposarci, Phoebe >>.
Lei sembrò elaborare quell’informazione, finché un sorriso
meravigliosamente attonito cominciò a farsi strada sul suo viso. <<
Noi…ooh wow. Dio >>.
Un leggero imbarazzo divagò nel tono di Kyle. << Forse ti
saresti aspettata una dichiarazione migliore… >>.
<< No, no! È perfetta. Continua >>.
<< Voglio essere tuo marito e il padre dei tuoi figli se me
lo permetterai. Voglio delle promesse, un matrimonio, una casa insieme, e un
amore che duri per sempre. Perché ti amo e non potrei mai amare nessun’altra
che non sia tu. E potremo avere anche qualche gatto o pesce rosso se vorrai…bé
magari non tutti in una volta sola, ma purché ci sia tu con me io voglio tutto questo. >>
le sue mani tremarono leggermente, e dovette posarle sulle guance di Phoebe. << Tu cosa ne pensi? >>.
<< Dico… >> A quel punto lei decise di baciarlo, a lungo e
felicemente. << Dico che voglio anch’io quello che vuoi tu, Kyle
>>.
Un ulteriore brindisi venne fatto per ufficializzare il
fidanzamento tra Kyle e Phoebe. Juls abbracciò la sua amica che adesso avrebbe
potuto chiamare cognata, congratulandosi e promettendole che avrebbe fatto in
modo di trovare l’abito da sposa più bello per lei. Jade non mancò di
puntualizzare che la “mammina” doveva ancora aspettare i tre mesi d’astinenza
dal lavoro, e come risposta Juliet borbottò più di una protesta. Le mancava
tremendamente il suo ufficio, assaporare l’area di matrimonio che aleggiava a
Promesse quando c’era un evento da organizzare, e le sue clienti; ma sapeva
anche che ad aver più bisogno di lei adesso erano i suoi figli e a lei stava
più che bene così.
Più tardi gli ospiti cominciarono a sciamare via, non senza prima
aver baciato e stracoccolato i gemelli ancora un altro po’. Con un sorrisetto,
Juliet salutò sua madre e Joannah, poi chiuse la porta dietro di sé. Trovò
Louis a sistemare le coperte a Wyatt nella culla in cameretta. Lei colse
l’occasione per avvicinarglisi e cingendogli piano i fianchi con le braccia,
gli mormorò all’orecchio: << Dormono? >>.
<< Sì, Wyatt ha smesso di piangere e… >>
<< Mmh perfetto >> soffiò fuori lei con voce
seducente.
Louis si volse per poterla guardare, ma le parole gli morirono in
gola, quando la sua mano scese un po’ più sopra al cavallo dei pantaloni. Un
innalzamento di temperatura riempì l'aria intorno a loro, fomentato dallo sguardo
esplicitamente allusivo di Juliet e dal modo in cui strinse tra i denti il
labbro inferiore.
Gli occhi di Louis si scurirono, ma nei lineamenti della mascella
trasparì un certo disagio. << Credo che andrò a pulire il casino che c’è
in salotto… >> si mosse per andarsene, ma Juliet gli afferrò il braccio
facendo in modo che la guardasse in faccia. << Eh no! È da quando sono
nati i gemelli che mi eviti, voglio sapere perché >>.
<< Non so di che parli >>.
Juliet sentì un dolore sordo stringerle il petto. Con tono di
voce sommesso per non svegliare i bambini, disse: << Cazzate. Il dottore
mi ha dato carta bianca ma non appena cerco…qualcosa di più da te mi rifili
patetiche scuse, mettendomi a letto e aspettando che mi addormenti per poi
andartene. Perché? Ho fatto qualcosa di sbagliato? >>.
<< Dannazione Juliet… >>.
Sembrò in difficoltà, perciò lei convenne di non proseguire oltre
e di andarsene con un palese rifiuto nell’ego. << Tranquillo. È colpa mia
che non ho colto bene l’antifona >>.
Lo sentì imprecare a bassa voce, e raggiungerla fin dentro il
salotto. Stavolta fu lui ad afferrarla per il gomito. << No! >> le
prese il mento tra il pollice e l’indice. << No, non hai fatto
assolutamente nulla di sbagliato. Diavolo sono io che…cazzo io ti ho delusa
>>.
<< Tu? >> Juliet lo fissò confusa.
<< Non sono riuscito a starti accanto nella maniera che
meritavi >>.
<< Mi prendi in giro? >>
<< Mentre partorivi e tu eri lì sul lettino in preda a
dolori inimmaginabili, io ho indugiato nel corridoio perché non sapevo cosa
fare. E quando il medico ci ha detto che avresti potuto subire delle
complicazioni facendo nascere Maggie, non ci ho visto più. Avevo una paura così
folle che potesse succederti qualcosa che ho pensato alla mia vita senza di te
e stavo per perdere la testa. Poi tu mi hai detto di fidarmi di te… >>.
<< Lo hai fatto >>
<< Volevo così tanto che tu non mi lasciassi che non ho
pensato a nostra figlia…io… >> si passò una mano tra i capelli, gli occhi
pregni di sensi di colpa.
<< Ehi guardami. Stammi a sentire. >> Juliet prese ad
accarezzargli il viso. << È normale che tu abbia avuto paura. Ne avevo
anch’io, ma eri lì insieme a me quando è nata, tu hai creduto in entrambe. Ami
tua figlia, Louis >>.
<< Sì, amo tutti e tre più di me stesso >> Con voce
rotta, la baciò, con una timidezza che fece commuovere
l’animo di Juliet, muovendo le labbra con infinita dolcezza.
La lingua di Louis cominciò a valicare le labbra di lei,
perlustrandone ogni centimetro, finché Juliet la prese solleticandola e
leccandola con la sua. Mugolò una nota di piacere nell’aumentare l’intensità di
quel contatto.
<< Tigrotta >> Adorava quel nomignolo, e il ruggito
basso e profondo di Louis la infiammò nelle sue parti erogene più intime.
<< Voglio sentirti dentro di me…in ogni punto del corpo…
>> ansimò Juliet, massaggiandogli le spalle.
Louis la fece sdraiare per terra, sfilandole il vestito e
depositandole baci adoranti e famelici dalla gola alle clavicole.
Juliet gemette nel percepire le sue dita accarezzarne l’intimità
con piccoli e stuzzichevoli stoccate. << Louis? >>.
<< Sì? >> sussurrò roco, mordendole il collo.
<< Fa l’amore con me
>>.
<< Tutto quello che vuoi, bambina…devi avere tutto quello
che vuoi >>.
***
Niente
di meglio di una puntata di Peppa -odiosa, nauseabonda,
pallosa- Pig per iniziare la sua giornata, pensò Louis tra il
divertito e l'esasperato, versando con una mano il caffè nella
tazza. Nell’altro teneva la
piccola. Maggie se ne stava con il visino sepolto nell’incavo del
collo e della
sua palla, emettendo di tanto in tanto mugugni incomprensibili,
assomiglianti
in maniera esilarante a quelli di Juliet quando dava in escandescenze e
cercava
di frenare le imprecazioni stringendole tra i denti. E anche la bambina
non
scherzava, se c’era di mezzo una disputa con Wyatt, era quasi
sempre lei ad
avere la meglio e guai a chi osava toccarle quella dannata papera di
peluche
che si portava sempre dietro: cominciava a piangere come una forsennata
e Louis
poteva giurare che quando sarebbe stato il momento, la sua prima parola
sarebbe
stata “mia”. Le baciò un orecchio, e dalla boccuccia
tutta sbrodolosa e dentini
ne uscì fuori un sorriso che fece battere innamorato il suo
cuore.
<< Aah devo dirtelo…è da un anno che ho perso la testa per
te >> le confidò. << E non lo dico di certo a tutte. Solamente a te
e tua madre. Sono pazzo di voi due >>.
<< Ooh che cosa carina da dire, Tomlinson >> lo
punzecchiò amabilmente Juliet, sbucando nella cucina con Wyatt in braccio.
Era vestita in modalità lavoro, tailleur nero con una camicetta
bianca e scollata sul davanti e una coda alta a legarle i lunghi
capelli castani. Wyatt cercava di acchiapparglieli, estasiato del modo
in cui
oscillavano ad ogni passo. Anche Carota fece il suo ingresso in cucina,
con la
lingua dondolante e lo sguardo affamato. Mentre Louis versava da
mangiare al
cucciolo che ormai non era più un cucciolo, ma una bestia di
quasi un metro e
trenta, domandò a Juliet: << Pensavo che l’evento
fosse stato posticipato
a mercoledì. Cambio di programma? >>.
Lei annuì. << In realtà c’è stato uno sconvolgimento della
situazione. I genitori della sposa che vivono nell’Ohio hanno avuto un
disguido con la compagnia aerea che ha sbagliato la prenotazione del loro volo,
e adesso sono in Spagna. Questo ha portato ad una lite tra la sposa e lo sposo,
che non ne ha voluto sapere di cambiare la data per un certo momento ma con le
pressioni di Jade sul fatto di quanto contasse per la fidanzata sposarsi in
presenza dei genitori, alla fine ha ceduto. >> Prese fiato, mettendo
Wyatt nel seggiolone. << Un paio di giorni fa, i genitori della ragazza hanno
chiamato annunciando che da troppi anni desideravano fare un viaggio in Europa,
e che il destino gli aveva fornito una chance e non avevano intenzione di
sprecarla. Perciò tanti saluti. Dopo un paio di parolacce sputate fuori dai
suoceri, le lacrime mortificate di lei e la frustrazione di lui, si è deciso di
rispettare la data iniziale. >> sospirò sedendosi sullo sgabello.
Louis alzò un piatto, arcuando le labbra in un sorriso. <<
Ci sono i pancakes >>.
Gli occhi di Juliet s’illuminarono di botto. << Ti adoro!
>>.
Lui rise, quando lei n’afferrò uno con le mani. << Avrai
bisogno di energie per dare il meglio di te con questo matrimonio un po’
caotico >>. << Considerando che la sposa vuole raggiungere la navata in
giardino in groppa ad un cavallo, direi proprio di sì. Ah quasi dimenticavo! Io…ho
una proposta da farti >> esordì lei, mettendo via il piatto e prendendo
un giocattolo che Wyatt aveva fatto cadere.
Sì, lo voglio, pensò Louis con
ardore. Quando lei non disse nulla, lui alzò gli occhi dalla sua tazza e scoprì
che lei lo stava fissando con occhi e bocca spalancati.
Cazzo! Lo aveva detto ad alta voce?! Era stato un gesto del tutto
inconsapevole e per dio non del tutto perché voleva farlo. Voleva
ufficializzare la loro vita insieme, mettendole un anello al dito. Con tutti i
matrimoni che aveva visto scorrergli davanti, ora ne voleva uno
tutto suo, con la donna che amava. Ma non era quello il momento giusto per
dirglielo e per di più non aveva nemmeno l’anello. Idiota. Juliet non aveva mai
fatto nessun commento a riguardo, né messo in scena la domanda del perché ad un
anno dalla nascita dei gemelli non si fossero ancora sposati. Forse credeva che
non ce n’é fosse alcun bisogno oppure credeva che era lui a non volerlo
considerando i suoi precedenti? Prima di conoscerla, con il divorzio dei suoi
genitori, Louis aveva perso ogni fiducia in quell’atto. A differenza di Harry
che aveva vissuto la stessa sua situazione, Louis non ci aveva mai dato un peso
importante, e quando sua madre aveva deciso di mettersi in affari con l’agenzia
di Promesse, ci aveva visto solamente una buona fonte di guadagno. Tutto questo
prima che Juliet lo investisse con la sua euforia di mettere in scena fiori,
vestiti, musica, e soprattutto riuscisse a convincerlo con il suo amore a
cominciare a crederci anche lui. Gli ripeteva spesso che sebbene non tutti i
matrimoni andassero a buon fine, quell’unione davanti a Dio restava comunque un
atto voluto e soprattutto puro e sincero, e se le cose andavano guastandosi col
tempo non era colpa di nessuno.
E lui desiderava quell’unione con lei, per tutta la vita.
Prima però doveva rimediare al pasticcio che aveva combinato.
<< Volevo dire che lo voglio. >> si schiarì la gola << Mi
starà bene qualsiasi tua proposta >> spiegò.
Juliet lo fissò come se avesse appena mangiato un pannolino
sporco. << Ookay >> scrollò le spalle. << Allora vengo al
punto: starai tu con i gemelli tutto il giorno, perciò potresti cancellare i
tuoi impegni a lavoro per oggi? >>.
<< Va bene non c’è problema… >> Un momento. Louis si
bloccò. << Cosa?! Tutto il giorno? Io? E Luce? >>. Luce era la
bambina che si occupava dei gemelli quando sia lui che Juliet erano al lavoro
oppure nel weekend quando decidevano di uscire fuori a cena. Era una bambina di
13 anni spettacolare, che chissà come in sua presenza i gemelli non combinavano
nessun disastro. Louis aveva pensato che ci riuscisse tramite uso di droghe o
anestetici, perché i suoi figli erano adorabili ma di certo non degli
angioletti e Dio solo sapeva quanto tempo occorresse per farli addormentare la
sera.
<< Deve studiare per il compito di matematica di domani quindi
non può venire >>.
<< Mi stai dicendo che dovrò stare tutto il giorno a casa
con i bambini? Tesoro, non penso di potercela fare da solo >> commentò
tra il serio e il sarcastico. Badare ad un bambino era un’impresa, ma due erano
un bel paio di maniche e un forte mal di testa. Maggie gli poggiò il volto
sulla spalla, premendogli una mano sulla bocca.
<< Ah ma non devi preoccuparti, caro Tomlinson. >>
Juliet sorrise, in un modo un po’ troppo mieloso che cominciò a suonare il
campanello d’allarme nella sua testa. << Ovvio che non ti lascio da solo
con i gemelli! >>.
<< Ah no? >>.
<< Certo che no, sciocchino…altrimenti sarei costretta a
raccogliere i tuoi pezzi a mio ritorno… >>.
<< Carina >>.
<< Ecco perché ti propongo di restare a casa in cambio di un
aiuto. O per lo meno lui ancora non
lo sa, ma non sarà difficile convincerlo… >>.
Louis si accigliò. << Lui? Chi è? Non rimpiazzerò Luce con
un altro babysitter. Lei mi piace, e nessun perfetto sconosciuto per giunta
maschio metterà piede in questa casa e baderà ai miei figli >>.
<< Certo che no! E poi non è uno sconosciuto…lo conosci
anche piuttosto bene >> contestò Juliet sempre sul sorriso sulle labbra.
<< E chi sarebbe di grazia? >> la incalzò mellifluo.
Lei tossì sulla mano, pronunciando un nome che però Louis non
riuscì a cogliere. O per lo meno pregava di aver capito male. << Chi?!
>>.
Juliet stava per aprire bocca, quando suonarono al campanello.
<< Oh! Puntualissimo come sempre >> corse ad aprire, e Louis decise
di seguirla dopo aver messo Maggie nel seggiolone di fianco a quello di Wyatt.
<< Ehi Star, perché mi hai chiesto di venire con tanta
urgenza? >>.
<< Fratello >> lo salutò Juliet radiosa, dandogli un
bacio sulla guancia.
<< Tu? >> Si arrestò, esterrefatto nel vedere l’ultima
persona su questa faccia della terra con la quale avrebbe voluto passare
nemmeno un minuto insieme figuriamoci un’intera giornata!
<< Lui? Sai scherzando, vero? >> si rivolse a Juliet,
scoppiando in una risata derisoria.
<< Io, cosa? >> Kyle arcuò un sopracciglio, cercando
nella sorella segni di spiegazioni.
<< È molto semplice, Kyle. Ti ho chiamato perché ho bisogno
che tu e Louis badiate insieme ai gemelli oggi >>.
Il biondo passò da un lampo di totale incredulità negli occhi a
puro sconcerto. << La maternità ti ha dato alla testa, sorellina. Come
puoi anche solo lontanamente pensare che io possa badare a due bambini e per
giunta con… >> lanciò a Louis una mezza espressione di disgusto. <<
Con lui >>.
<< Bé si dia il caso che neanche io voglia passare la mia
giornata in tua compagnia >> borbottò Louis.
<< Oh suvvia non siate cinici! >> Juliet assunse il
suo tono da “qui si fa come dico io e basta” incrociando le braccia al petto. <<
Kyle, presto ti sposerai. E naturalmente avrai dei bambini, quindi trovo che
questa sia un’ottima opportunità per fare pratica >> gli diede una
piccola pacca sulla spalla. Poi si girò per guardare verso di lui. Louis si
morse l’interno della guancia. Gli stava facendo gli occhi dolci. Era già bello
che fregato.
<< Siete gli uomini più importanti della mia vita. >>
Era sincera, ora i suoi occhi sprizzavano sincera serietà. << E non vi
chiedo che al mio ritorno dobbiate essere diventati amici per la pelle, ma ho
bisogno del vostro aiuto. Siete disposti a concedermelo? >>
Kyle lo guardò. Louis lo guardò. Si guardarono finché all’unisono
non esplosero in un sospiro sconfitto. In risposta Juliet regalò loro un
sorriso più che compiaciuto. Si sporse per baciare Louis sulle labbra, <<
Vi ringrazio >> e dopo aver baciato anche Kyle sulla guancia, raccomandò
loro: << Fate i bravi >>.
<< Puoi contarci, Star. >> alzò gli occhi al cielo il
fratello. Quando la porta si fu chiusa, si rivolse a Louis. << Prima
regola: stammi a due metri e mezzo di distanza >>.
Lui alzò entrambe le mani, facendo una smorfia. << Per me
non ci sono problemi. Fosse per me ne metterei almeno cinque! >>
<< Ottima idea. Sai non volevo essere troppo crudele
>> fece spallucce.
<< Idiota >> scuoté la testa Louis. << Neanch’io
sto facendo i salti di gioia, ma abbiamo dodici ore da passare insieme, quindi
direi che potremmo anche non scannarci adesso e di rimandare a dopo >>.
Kyle ci pensò un attimo, poi annuì. << Andata…perché stai
sogghignando? >>.
<< Perché scommetto le mie palle che fuggirai da questa
porta entro un’ora, massimo due >>.
Il biondo aggrottò la fronte, mettendosi una mano sul petto.
<< Sono colpito che tu voglia giocarti i tuoi pochi averi per me
>>.
<< Ridi quanto ti pare, Anderson, ma rimango della mia idea
>> ribatté con nonchalance, dirigendosi in cucina.
Sentì Kyle urlargli da dietro. << Se ce l’hai fatta tu,
posso farcela anch’io senza il minimo sforzo. Cosa vuoi che sia in fondo?
>> commentò ironicamente.
Le urla di Wyatt si erano fatte pesantemente insistenti da più di
una mezz’ora. Batteva frustrato i pugni sul divano, mentre Kyle guardava una
qualche partita di football in televisione. Louis invece stava seguendo il suo
istinto preparando qualcosa da mangiare a Maggie perché gli omogenizzati nella
dispensa erano tutti terminati, ma la bambina non sembrava aver gradito per
niente le sue arti culinarie dal momento che la prova giaceva molliccia sul
pavimento. Nemmeno Carota si era disturbato a ripulirla.
<< Kyle! Dannazione fallo smettere! >> urlò dalla
cucina, spazientito. Louis prese uno straccio, velocemente ripulì il disastro:
<< Tesoro, dopo andremo al supermercato a comprare quello che ti piace,
ma fino ad allora dovrai accontentarti dei cereali >>.
Maggie sgranocchiò i chicchi di mais che Louis le aveva versato in
una ciotolina, buttandone un paio al cane di tanto in tanto.
<< Ci sto provando. >> Sentì digrignare il biondo, e
alzando le braccia al cielo andò a controllare cosa stesse succedendo in
salotto.
<< Campione, cos’hai? >> si avvicinò chiamando Wyatt,
il quale cominciò a piangere più forte.
<< Non ne ho idea, ho provato di tutto, a prenderlo sulle ginocchia,
a fargli il solletico, ma mi sono beccato un bel morso sul dito! >>
intervenne Kyle mostrandogli segni d’incisivi sull’indice << Non avrà
mica fatto la…hai capito >> ipotizzò facendo una smorfia.
Louis scuoté la testa. << No, non ancora >>.
<< E come lo sai? >>
Lui dovette gridare per farsi sentire. << Dopo un anno
riesci a riconoscerne i segnali >>.
<< Ah fantastico. Allora perché diavolo fa così? >>
domandò con una nota di piatta esasperazione.
<< Non ho la palla magica, cretino. I bambini piangono per
tante cose >>
<< Sei di grande aiuto >> commentò sarcastico Kyle.
<< Perché tu stai facendo tanto invece! >> ribatté un Louis
borbottante.
<< Si dia il caso che stia giocando il Manchester City in
Campionato, e questa è una partita importantissima >> fece segno di
guardare lo schermo della televisione, sistemandosi il cappellino sulla testa.
Kyle si girò, e rimase impalato nel vedere Bugs Bunny e Daffy Duck al posto dei
giocatori. << Ehi! Che fine ha fatto la…? >>
Louis notò con stupore suo figlio che aveva smesso di piangere -
chissà da quanto tempo e non se n’erano resi conto - con
in mano il telecomando
in una presa possessiva, la bocca aperta e gli occhietti vispi
concentrati sul
programma.
<< Bene. >> Louis sorrise. << Anche Wyatt ha
espresso la sua opinione a proposito della tua importantissima partita
>>.
<< Grandioso >> mugolò il biondo.
Poco dopo essere ritornato in cucina, lo sentì ridere e commentare
per qualcosa che Bunny aveva detto a proposito dell’amico anatra.
Wow.
Piu tardi nella vasca da bagno, Louis lanciò un’occhiata a Maggie,
e sgranò gli occhi.
<< Kyle! >> urlò. << Vieni subito! >>.
Doveva aver usato un tono molto urgente, perché il biondo si
catapultò lì in un battibaleno con Wyatt in braccio. << Presto prendi tu
i bambini, io chiamo la polizia! >>
Louis scattò con la testa all’indietro, sbattendo le palpebre.
<< Che centra la polizia?! >>
<< Che cazzo ne so io, sei tu quello che ha urlato come una
femminuccia! >>
Louis lo ignorò, troppo impegnato a tirare fuori la bambina
dall'acqua. << Faccia da cacca, faccia da cacca. Allarme rosso!
>>
lo informò.
<< Ah no non se ne parla proprio che io debba… >>
<< Muoviti! >> tuonò lui.
Il biondo parlò a suo nipote: << Mi dispiace, Wyatt, ma devi
saperlo: zio Kyle non cambia i pannolini. Quando sarai grande t’insegnerò a
spezzare il cuore alle ragazze e a fornirti il tuo primo documento falso, e soprattutto a non
diventare come tuo padre. Fino a quel momento non contare su di me >>.
<< Presto presto è vicina, sta per farmela addosso! >>
esclamò Louis nel panico. << Alza la tavoletta >>.
Kyle poggiò delicatamente Wyatt sul pavimento, per fare
riluttante come gli aveva detto, ma imprecò. << Non si
apre! >> Una levetta
faceva da impedimento e non aveva idea di come fare per aprirla.
<< Usa
l’altro bagno! >> propose, assumendo gli stessi toni
agitati di Louis.
<< Non c’è tempo, sta per farla! >> si guardò intorno.
<< Prendila >> Kyle tese automaticamente le braccia per prendere
Maggie. Louis pensò ad una veloce soluzione, finché il cappello di Kyle non gli
sembrò la migliore. << Aah senti non dirmi niente eh! >> glielo
sficcò dalla testa, mettendolo sotto le natiche di Maggie.
<< NO! >>
urlò Kyle in preda all'orrore, mentre la bambina si riproduceva in una smorfietta
sorridente e un puzzo acre investì le narici di entrambi.
<< Mi dispiace… >> Louis non riuscì a resistere e
scoppiò a ridere, buttando da una parte il cappello pieno di Kyle, probabilmente
irrecuperabile. << Te lo ripagherò >> gli assicurò, tentando di
riprendere fiato, ma la faccia di suo cognato era troppo esilarante.
<< Avevo quel cappello fin dai tempi del liceo. C’era
l’autografo
dei migliori calciatori dell’MC lì sopra… >>
sbatté le palpebre, e Louis credette che lo avrebbe sgozzato, ma
fu colto totalmente di sorpresa quando le
spalle di Kyle si abbassarono e alzarono in una risata. Baciò
Maggie sulla
guancia, sospirando divertito: << Ti prego, non rifarlo mai
più >>.
Anche lui rise, quando un battito leggero di mani colse la sua
attenzione. Individuando la fonte di quel suono, per poco non gli cadde la
mascella. << Wyatt >> gracchiò con voce mozzata.
Kyle aggrottò la fronte, seguendo il suo sguardo. << Per la
miseria >>.
Il bambino se ne stava immobile in piedi, per la prima volta da
solo. Il cuore di Louis saltò un battito, poi cominciò a
battere forte per l’orgoglio. Stava assistendo ai primi
passi di suo figlio!
Sorrise a Wyatt. << Il mio campione…riesci a venire qui da
me? Piano piano, un piede alla volta come ti abbiamo fatto vedere con la mamma
>> lo incitò dolcemente.
Il bambino sorrise, concentrato sulle indicazioni del papà e provò
a mettere un piede avanti, ma barcollò. Louis saettò in avanti, prendendolo
delicatamente a sé per impedirgli di farsi male. Battendo le mani, Kyle lo
seguì: << Sei stato bravissimo! >> si congratularono e Wyatt
sorrise fiero, mostrando i piccoli dentini bianchi.
<< Dobbiamo dirlo alla mamma! Impazzirà di gioia quando lo
saprà >> Louis gli solleticò la pancia facendolo ridere e dimenare.
Kyle aveva avvolto Maggie in un asciugamano e lo guardava
dall’alto, negli occhi una luce di entusiasmo condiviso. << Stanno diventando
grandi >>.
Louis sorrise. << Già… >>.
<< Devo dire che…salvo l’incidente di prima, te la stai
cavando abbastanza bene nel ruolo di genitore >> ammise.
Lui alzò un sopracciglio, diffidente. << Mi prendi in giro?
>>
<< Nah per tua sorpresa Tomlinson, questo è un complimento
sincero. Goditelo per qualche secondo perché sarà l’ultimo >> ghignò.
<< Aah…bé allora grazie >> sorrise divertito,
alzandosi e prendendo Wyatt. << Essendo in tema di confessioni, non sei poi
così male nei panni del babysitter come pensavo. Sono passate cinque ore e sei
ancora qui >>.
Kyle fece spallucce. << Ho perso la partita e il mio cappello
adesso è un pannolino per la… >> si fermò cercando un termine meno
scurrile per i bambini << pupù.
Ma in compenso stare con i miei nipoti è una bella sensazione. E poi l’ho fatto
per Juliet >>.
<< E per il tuo amato Tommo >>.
<< E per… >> Kyle aggrottò la fronte.
<< Ah-aha convinciti pure >> lo schernì con un
angolo della bocca tirato.
Lui rispose al sorriso. << Kyle? >>.
<< Eh? >>
Un attimo di pausa. << Vuoi diventare mio cognato? >>
Il biondo sembrò colto alla sprovvista. << La puzza ha
peggiorato la tua già critica situazione mentale, Tomlinson? >>
Louis attese, mentre Kyle lo studiò in silenzio: era chiaro che
avesse compreso. L’aveva posta come una domanda scherzosa, ma in realtà era
velata di un senso molto importante. Non c’era bisogno che aggiungesse altro:
al di là del loro rapporto di avversione e punzecchiature, Louis aveva molto
rispetto di Kyle, e soprattutto del ruolo che aveva nella vita di Juliet.
Gli stava chiedendo la sua benedizione.
Come se gli avesse letto nel pensiero, il biondo gli diede una pacca
sulla spalla. << Se devo concedere mia sorella - una delle persone che amo
di più a questo mondo - nella mano di qualcun altro che non sono io, allora la
mia scelta sei tu, Louis. Ne sono convinto >>.
<< Grazie Kyle >>.
Lui fece un cenno d’assenso con la testa, poi quando l’aria sembrò
essersi fatta imbarazzante, disse: << Non te lo darò un abbraccio
>>.
Louis emise un suono di disgusto. << Non me lo sarei nemmeno
sognato, guarda >>.
Maggie sbadigliò, poggiando la testa sulla spalla dello zio. A
quel punto Kyle sospirò: << Dopo che riusciremo a farli addormentare,
voglio una maledetta pausa da questo “Asilo dei papà” >>.
<< Ah sì certo. Di solito dormono per una mezz’oretta
>>.
<< Fantastico. Giusto in tempo per vedere in pace un nuovo
episodio l’Orso nella Casa Blu >> annuì soddisfatto.
Louis alzò un sopracciglio allibito, trattenendosi dall’esprimere
un commento, stirò le labbra.
In fondo anche lui andava pazzo per quel cartone animato.
<< Tomlinson, vai più piano. Qui dietro c’è qualcuno che sta
cercando di non vomitare! >> sbottò Kyle nel retro del furgone, mentre
partiva all’inseguimento di una Maggie gattonante. La paperella di peluches
scivolava da una parte e l’altra del pavimento, e la bambina si stava
divertendo un mondo a cercare di acchiapparla, ma Kyle decisamente no. Ogni
volta che i vasi di fiori posti sugli scaffali attaccati alle pareti
tentennavano in maniera allarmante ad ogni fosso o frenata, perdeva dieci anni
di vita. Wyatt ridacchiava da solo, lanciando il mazzo di chiavi dell’auto di
Kyle e urlacchiando proteste accanite quando lo zio ci metteva tanto a
raccoglierlo e restituirglielo.
<< Siamo quasi arrivati! >> lo informò Louis alla
guida.
Nel pomeriggio era arrivata una chiamata dal suo dipendente
dicendogli che era tutto pronto e che i furgoni erano stati caricati per una delle
consegne a villa Promesse. Allora lui lo aveva interrotto, chiedendogli di
avere a disposizione un altro mezzo che avrebbe dovuto guidare lui. Juliet non
n’era a conoscenza e lui non stava più nella pelle per l’impazienza. Si era
messo la tuta blu dei dipendenti e un cappellino con il logo del negozio di fiori sulla
testa; aveva comprato l’anello, che ora era custodito con cura nella tasca dei
suoi pantaloni. Era stata un’impresa ardua riuscire a convincere la
proprietaria del negozio a non chiamare la sicurezza, quando credevano di aver
perso Wyatt e invece l’avevano trovato a leccare il vetro e a battere i pugni
su una delle vetrine. Sebbene fosse esausto quanto Kyle per i vivaci eventi di
quella giornata, Louis non riusciva a fermare il movimento frenetico della
gamba e il battito cardiaco a mille.
Era troppo eccitato al pensiero di dichiararsi a Juliet, e nella
sua testa la scena era perfetta:
1.
Si sarebbe inginocchiato;
2.
l’avrebbe guardata, prendendole la mano come in un film rosa;
3.
lei commossa quando lui le avrebbe fatto la dichiarazione;
4.
si sarebbe buttata tra le sue braccia con un Sì.
Sorrise gongolante, quando accostò nel vialetto di Promesse. Il
cuore gli traboccò dal petto, mentre come da copione, Jade aveva rispettato la
parte del piano e aveva mandato Juliet a controllare i rifornimenti. Scese dai
gradini, bellissima nel suo modo di camminare sicuro e sciolto.
Louis si alzò, spostando lo sguardo verso i suoi passeggeri.
<< Tutto bene? >>
Kyle era seduto, teneva i gemelli in entrambe le braccia, la
schiena poggiata al muro e i capelli scomposti gli ricadevano a ciocche sulla
fronte. << Ti odio >>.
<< Lo prenderò come un sì. >> annuì Louis, poi con un
profondo respiro, prese un vaso di gardenie tra le mani per nascondere il volto.
<< Okay bambini adesso dovete stare buoni in silenzio che inizia la
sorpresa per la mamma, va bene? >>
Maggie smise di agitarsi sul posto, reprimendo i suoi mugolii in
un attimo. Louis non ne fu per nulla sorpreso: bastava il nome di Juliet e
i gemelli vestivano i panni di due amabili angioletti.
Kyle gli fece cenno di andare con un sorriso
d’incoraggiamento, poi quando la voce di Juls fu vicina prese il telecomando e
aprì.
<< Buongiorno ragazzi. Grazie, potete mettere tutto qui. Ci
penserà il nostro staff a portarli dentro >> fece lei con un sorriso
cordiale nella voce.
Louis drizzò la schiena, camuffando la voce,
ma dalle labbra uscì un suono stridente e quasi femminile che fece sghignazzare Kyle. << Mi scusi,
signorina. Dove devo metterlo questo? >> urlò abbastanza per farsi
sentire.
Juliet si avvicinò, mettendosi proprio a due metri di distanza da
lui. << Ehm può metterla qui signore… >> rispose esitante, come se
lo avesse appena scoperto. Louis non perse tempo, e s’incamminò verso di lei
con il vaso tra le mani. << La ringrazio >> rispose esuberante.
Era quasi arrivato a lei, stava per abbassare di qualche
centimetro il vaso per permetterle di riconoscerlo, quando la sentì esclamare
all’improvviso: << Che diavolo… quella…una papera...sta’ attento! >>
<< Ah non si preoccupi, sono un esperto di… >>
cominciò a dire con nonchalance, quando qualcosa sotto il tallone causò una
sterzata involontaria del piede, e Louis perse bruscamente l’equilibrio.
Quello che ne seguì dopo fu tutt’altro come lo aveva immaginato
nella sua testa.
Cercò di riprendere il controllo del suo corpo, ma inciampò in
avanti, e Juliet urlò quando le sbatté rovinosamente addosso facendoli cadere
entrambi.
Louis sentì distrattamente la voce preoccupata di Kyle chiedergli
se stessero bene, ma non riuscì ad emettere suono, almeno finché le
imprecazioni di Juliet non inghiottirono tutte le esclamazioni degli altri
presenti.
<< Dannazione! >> ringhiò lei. << Ma che cazzo!
>>
Louis le si tolse di dosso, aiutandola ad alzarsi. Sollevato
che non si fosse fatta male e incredibilmente umiliato, gracchiò: <<
Juliet! Merda, mi dispiace così tanto. Non doveva andare così! >>.
Il vaso rotto giaceva a terra e grazie a dio non l’aveva ferita,
ma la terra nel vaso era completamente spalmata sui suoi vestiti, dal petto
fino a metà del collo.
<< Louis?! >> sbottò Juliet quando lo mise a fuoco.
Fissò i suoi vestiti in uno stato pietoso, per poi alzare lentamente lo sguardo
su di lui, rimanendo incredula. << Lou-is >>.
Stupido. Stupido.
Stupido.
<< Non posso crederci… >> soffiò fuori, senza alcuna
nota di rimprovero. Il lento sorriso che le increspò le belle labbra, era dolce
e divertito.
Per un secondo ne rimase perplesso, ma poi Louis capì, anch’esso
colto da un vivo ricordo.
Quella situazione era più che familiare per entrambi…
<<
Okay. Ti prego di perdonarmi. Sono un po’…>>.
<< Imbranato. >> lo aiutò lei con un ghigno.
Louis rimase interdetto dalla sua glaciale schiettezza. La ragazza afferrò il
panno bruscamente dalle sue mani. Che tipa, pensò, dato che non si era nemmeno
presa il disturbo di scusarlo, in fondo poteva succedere a tutti di commettere
qualche errorino e… una piccola piccola distrazione.
<< Ascoltami bene, >> esordì lei continuando a pulirsi, ma invano.
Le macchie e lo sporco sembravano non voler andare via. << ora tu farai
come io ti ordinerò, perché non ho assolutamente tempo da sprecare. Ora tu
prendi il tuo furgoncino, o quello che vuoi, e porti tutti i prodotti che la
mia collega ha ordinato. Li porterai alla tenuta, seguito a ruota da me, e li
trasporterai dove ti sarà detto di metterli. >> Detto questo gli diede le
spalle e camminò a grandi falcate verso l’uscita.
<< Ti sembro forse un servo? >> domandò serio Louis incrociando le
braccia al petto.
Juls si voltò lentamente << Come dici? >> chiese a sua volta
flebile e pungente guardandolo per quel poco che ci riusciva.
Lui per un attimo non sembrò risponderla. Non riusciva a vederla bene con tutto
quello sporco in viso, ma aveva come l’impressione che quegli occhi fossero di
un colore ambrato. Poi sospirò rumorosamente << Potresti almeno
chiedermelo con gentilezza >>.
Juls si lasciò andare ad una risatina isterica << Gentilezza? Chiedere?
Sei fortunato se non ho aggiunto le spese per la lavanderia, cosa che comunque
non avrei fatto dato che i vestiti me li lavo da sola! Oppure riferire a tua
madre della tua piccola…ehm…inaccortezza? >> suggerì digrignando i denti.
<< Ti ho già detto che mi dispiace. >> ripeté seccato Louis.
<< E io ti ho già detto che NON ho tempo da perdere.>> ringhiò
dirigendosi alla macchina.
Juliet piegò a testa di lato. << Aah sei rimasto l’imbranato che ho conosciuto la prima
volta, Tomlison >> alzò maliziosamente gli occhi al cielo.
Louis le coprì quella bocca impertinente che tanto amava con la
sua, in un intenso bacio. Una volta dissipata la sorpresa, lei si aggrappò alle
sue braccia, e lui le prese il viso tra le mani, fregandosene dello sporco
che stava impiastricciando pelle e vestiti e colmandosi del dolce sapore di Juliet.
<< Non ti ho vista arrivare… >> pronunciò a corto di
fiato, staccandosi quel tanto per bastargli di incrociare i suoi occhi ambrati.
<< Ma non mi dire... >> arricciò le labbra lei.
Louis la baciò sul naso. << Mi hai preso alla sprovvista, ma
non cambierei nulla >>. Juliet lo completava ancor prima che scoprisse
che c’era qualcosa che gli mancava. Sogghignò, chinandosi per sussurrarle
all’orecchio: << Perciò devo farti una domanda, tigrotta. Cosa diresti se
adesso mi inginocchiassi per chiederti un
sì o un no? >>
Juliet lo fissò con quegli occhi lucenti e conquistati,
ghermendosi il labbro con i denti. Gli sussurrò: << Ooh…bè… >> Ed
ecco il ghigno appassionato che lo aveva steso dalla prima volta che
gliel’aveva visto fare, << Provaci e lo scoprirai >>.
Ed è quello che con molto piacere Louis fece.
***
Molti mesi dopo.
Una settimana prima, Louis le aveva detto che non aveva intenzione
di sposarsi nella tenuta di Promesse e Juliet era rimasta un tantino confusa da
quella scelta. Lui le aveva subito spiegato che non aveva nulla contro la casa
di Jade, ma voleva a tutti i costi portarla in un posto che era rimasto ignoto
a Juliet. Fino ad oggi. Non aveva voluto
dirle niente – e, in effetti, l’unica a non sapere era solo lei al punto
che persino Carota era a conoscenza del gran segreto! – e quando si era
svegliata, completamente sola, si era domandata con ironia se il ragazzo non se
la fosse svignata con i suoi figli.
Scese dal letto a piedi scalzi, controllò se ci fossero dei
post-it sul frigo o su qualche altro posto, ma nulla. Solo un messaggio da
parte di Jade sul cellulare che le chiedeva, anzi le ordinava “gentilmente” di
catapultarsi a casa sua immediatamente.
Sotto il getto caldo della doccia, sorrise.
Oggi mi sposo.
Una mezz’ora più tardi una Juliet euforica in vestaglia, gridava
nella Sala della Sposa insieme alle altre ragazze.
<< Stritolami un altro po’ e ci sarà una damigella in meno
nel corteo oggi! >> gracchiò Allison ridendo.
Juliet non smise di stringerla tra le braccia, ma le lasciò un
attimo di respiro solo dopo che ebbe voglia di rivedere l’abito da sposa posto
sul letto. << Non ho parole Al >> mormorò con voce mozzata.
<< Nemmeno io. Sono morte nei miei polmoni >> La mora
si batté un pugno sul petto, sospirando divertita.
Natasha prese le manine di Maggie per tirarle su in aria.
Sventolandole, lanciò un urlo d’approvazione. << Anche noi lo adoriamo!
>>
<< Non ho mai scordato l’espressione sul tuo viso quando hai
visto la bozza di quel vestito. Ho deciso di tenerla per me e lavorarci su. È
un Allison Hart originale unicamente creato per te >> le confidò la mora
strizzandole l’occhio.
Juliet si torturava il labbro inferiore con i denti. <<
Mancano poche ore… >> constatò.
Allie le schiaffò un bacio sulla fronte. << Sentiti libera
di ripensarci. Ho un cavallo d’emergenza su cui puoi fare affidamento >>.
Lei scoppiò a ridere. << Che grande amica!
>>
La mora agitò la mano. << Oh non dirlo nemmeno >>.
Nat si alzò in piedi, prendendo la macchina fotografica.
<< Sono delusa che tu non voglia fare nessuna foto pre-evento >>
mise il broncio.
Juls alzò un sopracciglio. << E chi ti ha detto una cosa del
genere, ragazza? Presto! >> si lanciò sulla parte libera del letto per
non sgualcire il vestito. << Venite tutte qui e mettiamoci in una posa
alla Miley Cyrus! >>.
Jade sbatté più volte le palpebre, non credendo alle sue orecchie.
<< Sei seria? >>
<< Assolutamente sì! Avanti >> mosse le braccia.
<< Ma non è dignitoso! >> contestò debolmente la
riccia.
<< Ehi, chi è qui la sposa oggi? Io. Perciò muoviti e porta
il tuo culo qui >> ghignò.
<< Signora G, sarebbe così gentile da scattarci una foto?
>> convenne allora Nat, con un sorriso accattivante.
Maggie raggiunse Juliet, saltando nelle sue braccia. << Io, io! >>
Lei la baciò sulla bocca. << Anche tu, certo >>.
Grace ridacchiò una volta scattato quel finale e felice momento del
suo Quartetto. Aveva gli occhi pieni di lacrime, e sapeva che non sarebbero
andate via facilmente.
<< Signora G, niente lacrime se non vuole far sclerare Jade
>>.
La riccia alzò un dito. << Assolutamente. Trucco e parrucco
saranno qui tra un’ora. Qualsiasi gonfiore sulla faccia non sarà assolutamente
tollerato >> dichiarò.
Juliet alzò un sopracciglio, ghignando. << Hai gli occhi
lucidi >>
<< Sono la damigella. È un mio sacrosanto diritto >>.
<< Io sono già a buon punto >> Nat si fece aria sul
viso per mandare via le “guastafeste”.
Bethany entrò nella stanza. << Juliet? >>
<< Ehi mamma >> sorrise Juliet tra le risate generali.
La vide esitare sul ciglio della porta. Inclinò la testa, corrugando la fronte
in maniera interrogativa, domandandole: << Tutto bene? >>.
<< Sì tesoro… >> la rassicurò
pacatamente. <<
C’è qualcuno che vuole vederti >> spiegò Beth
aprendo di più la porta per
lasciar passare la figura dietro di lei. Juliet strinse forte tra le
dita il tessuto della vestaglia, mentre tutti quanti nella stanza
caddero in un
silenzio tombale.
Jade si alzò. << Cosa ci fai tu qui? >> ringhiò.
Gli occhi blu di Allison s’infiammarono di astio. <<
Vattene. Non ti permetteremo di rovinarle questo giorno >>.
Juliet la quietò, posandole una mano sul braccio. << È tutto
a posto ragazze…è qui per me. Le ho chiesto io di venire >> ammise.
Natasha spalancò gli occhi. << Cosa? Perché non ce lo hai
detto? >>.
Juls scosse il capo. << Non volevo dirvelo... >>
sospirò con sguardo di scuse, << perché non sapevo se sarebbe venuta
>>. Non credeva nemmeno che avesse letto il messaggio che lei gli aveva
lasciato in segreteria solamente ventiquattr’ore
prima. << Puoi entrare, Linda
>>.
La donna incedette con passi che le parvero insicuri. Si era
tinta i capelli di nero, ma i lineamenti rimanevano ugualmente identici ai
suoi.
<< Potete lasciarci da sole, per favore? >> chiese
Juliet.
Bethany sembrò voler dire qualcosa a Linda, ma tacque rivolgendosi
a Juliet con espressione dolce. <<
D’accordo, faremo come dici. Però se non dovessimo avere un altro momento per
parlare prima della cerimonia, voglio che tu abbia queste, Juliet >>.
Sua madre le porse un pacco che lei scoprì essere un insieme di
lettere tenute da un doppio filo di spago intrecciato.
Beth le sorrise caldamente, posandole una mano sulla guancia.
<< Sono da parte di tuo padre. Mi ha detto di dartele, quando ti avessi
ritenuta pronta a leggerle. E questo è il momento migliore, bambina >>.
Juliet schiuse le labbra, premendosele contro il petto. <<
Mamma… >>.
Prima di andarsene, Bethany la baciò sulla guancia. << Ti
voglio bene. Ora vado a mettermi il mio vestito da damigella >> le fece
l’occhiolino.
<< Anch’io, damigella d’onore
>> puntualizzò.
Una alla volta le ragazze lasciarono la stanza, e Grace portò con
sé Maggie. Nat adocchiò prima Linda, poi Juliet. Si mise ad un palmo dal naso
di quest’ultima, sussurrandole: << Se fa la stronza, la bastonerò a sangue
freddo >>.
Lei le rivolse un piccolo sorriso accondiscendente, annuendo
assertiva.
<< È bellissima. >> commentò Linda, quando furono rimaste
sole. Si riferiva a Maggie. << Ha la tua stessa espressione caparbia
>>.
<< Già. Lo dicono in molti. >> sorrise.
<< È passato del tempo dal nostro ultimo incontro, Juliet. E
mi ricordo che non è stato piacevole, anzi direi il peggiore. >> Ci fu
una pausa, durante la quale Linda si avvicinò all’abito da sposa. Guardandolo,
lo sfiorò con la punta delle dita. << Perché oggi sono qui? >>.
La risposta di Juliet, spiazzò entrambe. << Perché…avevo
bisogno di te >>.
Linda sgranò piano gli occhi, facendo un passo indietro come se
avesse ricevuto uno schiaffo. << Dovresti odiarmi.
Dopo che ti ho detto tutte quelle brutte cose… >>.
<< L’odio mi ha consumato per molti anni. >> Juliet
la guardò dritto negli occhi. << Non fraintendermi, Linda, il tuo
comportamento ha pesantemente influenzato sulle mie scelte.
Ero così spaventata di fare gli stessi tuoi errori, che ho anche lasciato
l’uomo che amavo di più a questo mondo. >> Le posò una mano sul braccio, facendo un cenno al vestito.
<< Si può dire che la persona che odiassi al pari di te, ero io. >>
<< Sono cambiata, Linda. Essere madre mi ha reso diversa.
Potrà non avere molto senso per te, ma oggi per me inizia una nuova vita in cui
non c’è spazio per i miei vecchi fantasmi. >>
Juliet la fissò profondamente, tanto da vedere la sua immagine
riflessa nelle iridi di Linda. Parlò piano. << Ho perdonato me stessa. Non potevo fare
questo passo senza aver perdonato te >>.
Un pomeriggio di un paio di mesi fa, mentre lei e Louis stavano
parlando dei possibili invitati al loro matrimonio, lui le aveva domandato con
molta cautela se fosse intenzionata ad invitare anche Linda. Juliet era rimasta
per così tanto tempo in silenzio, che lui le aveva chiesto scusa temendo di
averla in qualche modo ferita per essere stato inopportuno. Lei gli aveva
sorriso, prendendolo in giro, e non erano più tornati su quell’argomento.
Fino a qualche giorno fa, quando Juliet non aveva preso quel maledetto telefono
chiedendosi se il numero fosse ancora quello giusto.
Una parte di lei, quella che non demordeva e più
“credulona”
insisteva nel pensare che Linda sarebbe venuta. L’altra, quella
ferita e nascosta
era molto scettica e preparata ad un’altra delusione. Ma se
adesso lei era lì, e
l’aveva ascoltata con attenzione e silenzio, significava pur
qualcosa. L'odio rende vulnerabili, il perdono insicuri, ma se
c'è l'amore dietro l'angolo allora diventa la tua forza. E non
esistevano rimpianti nel cuore di Juliet. Nulla di quello che era
successo poteva essere cancellato o modificato, ma nessuno sa quanti
giorni ha a disposizione per vivere. E lei era decisa a non sprecarli
più.
D’un tratto, Linda si divincolò da lei, e Juliet lasciò subito la
presa. Temette il peggio, ma fu colta completamente di sorpresa, quando le
buttò le braccia al collo cedendo in un pianto.
<< Tu non sei come me…sei migliore, Juliet. Quella volta, ho
visto in te tutto quello che io non sarei mai potuta essere. Ero gelosa, una
stronza invidiosa
di te, e ti ho
ferita di proposito. Sapevo di avere potere su di te e l’ho usato
per farti del
male. Sono stata capace solamente a volerti addossare le mie colpe, a
reputarti
responsabile degli sbagli che ho commesso nella mia vita >> Tra i
singhiozzi irrequieti, la voce le uscì spezzata e incontrollata.
<< Devi
credermi, ti supplico! Mi dispiace così tanto, ma io non ti ho
mai odiata. Io
ti voglio bene, figlia mia >>.
Juliet la strinse a sé. << Ti credo mamma >> sorrise.
Juliet,
So perché ti sto scrivendo,
evitando di poter benissimo fare quattro passi e parlarti di persona.
Oggi sono andato dal
medico. Tua madre aveva ragione: quel calo di pressione che ho avuto in viaggio
non è stato un caso fortuito.
Ho il cancro. Non
voglio dirlo a te e tuo fratello.
Non odiarmi, non ti
sto mentendo se ti dico che sto bene. Io sto bene, e più lo ripeto più crescono
le speranze che non debba lasciarvi. È un po’ sciocco fare affidamento alla
fortuna, ma non sarà una malattia a sconfiggermi.
Guarirò.
Te lo prometto.
Papà.
Juliet si portò le ginocchia al petto, scorrendo gli occhi sulle
decine di lettere cosparse sul letto. Sulla busta erano indicate la data e il
mese in cui David le aveva scritte. La carta consumata e fragile, segno che
sua madre le aveva custodite in un luogo segreto e polveroso per tutto questo
tempo.
Ne prese un’altra, aprì la linguetta e lesse. Una dopo
l'altra, frammenti del passato ghermirono la sua mente, riempiendola di
ricordi. Ogni parola conteneva la forza vitale di suo padre. Le mani di
Juliet tremavano dall'impazienza di arrivare all'ultima lettera, ma si
prese del tempo. Sorrise quando giunse all'ultima frase. Pensò
che per questa volta Jade l'avrebbe perdonata per le lacrime che
segnarono le sue guance
Juliet,
Avevo progettato un
bel pomeriggio insieme oggi. Era tutto perfetto, noi sulla nostra piccola barca,
il fiume e il tramonto.
Il senso di colpa mi
assale in questo momento. Non doveva succedere. Sono stato un incosciente. I
medici mi avevano avvertito di non esagerare, e tu hai dovuto pagare le
conseguenze del mio errore.
Se non ci fossi stata
tu, l’ambulanza non sarebbe venuta in tempo e forse adesso non sarei nemmeno
qui. Questa stanza puzza, le infermiere sono acide come limoni, e il mio
compagno di stanza russa come un gorilla.
Mi dispiace di averti
fatta preoccupare tanto.
È arrivato il momento
di dirlo a te e a Kyle.
Non ha più senso fare
finta di niente.
Tuo David.
Juliet,
Immagino quanto possa suonare
egoista da parte mia chiederti di non essere triste, e il fatto che tu
oggi abbia
tenuto a freno il tuo dolore vuol dire che stai facendo il possibile
per accontentare il tuo vecchio. Sono giorni che mi tengono in ospedale
per dei controlli e finalmente
domani saprò quali siano i nuovi risultati. Ascoltarti mentre
leggi il giornale
e il tuo aggiornarmi sulle notizie che scorrono fuori da questa stanza,
fa
trascorrere in modo migliore le ore noiose che devo passare qui.
È stato divertente assistere
ai tuoi accanimenti contro l’infermiera, quando ti ha informato che l’orario
per le visite era terminato da un bel pezzo e che dovevi andartene altrimenti
avrebbe chiamato la sicurezza. Tu hai replicato dicendole chiaramente che non
avresti tolto il tuo ehm…fondoschiena… fin quando non sarei stato io a
chiedertelo. Rido con orgoglio.
Un profondo pensiero
ha fatto stringere il mio cuore in quel momento: Vivrò abbastanza per vedere la
donna che sei destinata a diventare?
Lo scoprirò domani.
Tuo David.
Juliet,
Fuori da quella camera
pregna del puzzo dei malati, nel retro dell’ospedale ho scoperto esserci un
rigoglioso prato verde. Non capisco perché nessuno venga a passare le sue
giornate qui. Non c’è quasi nessuno, tranne qualche vecchietto in carrozzella.
Tra cui io, che mentre muovo queste due ruote con le mani penso a quanto sia
bello poter respirare aria fresca e godere della vista di un paesaggio pieno di
vita.
Già, la vita! A
proposito di questo…ho chiesto a tua madre di non dire niente. Voglio che sia
io a farvelo sapere.
Perdona le lacrime che
forse hanno stemperato un paio di lettere su questo foglio. Non sono di
tristezza o di rabbia, ma di accettazione. Giuro che sto sorridendo, mentre
ripenso a quello che mi ha detto il dottore. Avrei voluto passare molto più
tempo con voi, ma evidentemente la buona Provvidenza ha tutto un altro piano
per David Anderson. Quale sarebbe la tua risposta se ti dicessi di accettarlo
insieme a me?
Non ho mai avuto paura
di morire…ma di lasciare te.
Mi resta poco tempo
mia preziosa Juliet…ma riuscirò a salvarti.
Papà.
Mia Juliet,
Dal momento che mi è
diventato più difficile muovere le mani, ho chiesto a tua madre l’enorme favore
di scrivere lei stavolta.
È la mia ultima
lettera, perché dentro di me sono consapevole che nell’arco di qualche ora sarà
il mio ultimo giorno. Il mio respiro è fiacco, la tosse pesante e le palpebre
cedevoli. Ma le mie parole saranno abbastanza forti e dovrai leggerle con
estrema attenzione.
Sono passati un paio
di giorni dall’ultima tua visita e non biasimo la tua riluttanza a venire a far
visita ad un vegetale. Sto scherzando, bambina. Non avercela con te stessa. Non
aver paura della mia morte. Non aver paura di rimanere sola, perché non lo
sarai mai. Ti conosco abbastanza bene da sapere che in un primo momento ti
sentirai esattamente così. Nelle settimane trascorse dal mio “ultimatum” non
hai voluto saperne di dirmi addio. Qualunque fattore ti porterà a rifugiarti in
te stessa, il dolore non andrà mai via. Molte situazioni e persone ti
porteranno a fare decisioni che ti faranno crescere e scoprire la vita. Avrei
tanto voluto essere tra quelle, ma non fa niente. So che non smetterai di
considerarmi “vivo” e che parlerai ancora con me. Ovunque sarai e qualunque
cosa stia accadendo, tutte le volte che vorrai immagina il tuo papà ascoltarti
con curiosità e calore mentre glielo stai raccontando.
Io sarò lì.
Ed io lo stesso, sto
immaginando te nella donna meravigliosa e forte che sono certo sarai adesso.
Probabilmente ci sarà voluto molto tempo prima che ti rendessi conto della
brava ragazza che sei. Io l’ho sempre saputo. Modestamente, ti ho cresciuta io.
Volevo dire NOI! ( puntualizzazione dovuta allo scappellotto di tua madre )
Se sei arrivata fino
qui a leggere, vuol dire che hai mantenuto la promessa: mi hai lasciato andare.
Ti amerò sempre,
bambina mia.
Non aveva mai pensato, nelle sue fantasie, ad una spiaggia come
luogo di celebrazione delle sue nozze. Ma era proprio quello che adesso gli
occhi di Juliet stavano guardando. Alzò lo sguardo verso il cielo, così che i
caldi raggi settembrini le riscaldassero la pelle, mentre l’aria salmastra del
mare le riempiva i polmoni di una frizzante freschezza. Aveva un sorriso
estatico da un orecchio all’altro. Quando erano arrivati, Juliet aveva
trattenuto il fiato riconoscendo la casa di Matt, il loro vecchio amico di
famiglia. Era moltissimo tempo che non veniva a fargli visita nel
Southend-on-Sea, un paesino poco distante da Londra, dove si era ritirato con
la famiglia per allevare i suoi cani da slitta. La modesta tenuta precedeva la
battigia, e sorgeva su una dolce collina verdeggiante. C’erano profumi e colori
accostati in armoniose cromie ovunque intorno a lei, dai vasi alti in pietra
bianca colmi di viole, ciclamini e calle, agli intrecci di girasoli e
solidaghi che abbracciavano l’arco di legno scuro sopra la sua testa. Louis le
aveva regalato un sogno che non aveva mai nemmeno provato a immaginare. Era
così presa da quello spettacolo, che si accorse appena in tempo che il prete,
Don Michael, che conosceva fin da quando era piccola, aveva chiesto a Louis di
pronunciare la sua promessa.
Juliet si morse il labbro, quando lo vide chinarsi per prendere
uno degli anelli che Wyatt teneva su un cuscinetto. Il piccolo le fece un
delizioso sorriso sdentato, al quale lei rispose con un bacio.
Poi rivolse tutta la sua cieca attenzione a suo marito, che in
camicia bianca, giacca e sexy bretelle nere le prese la mano sinistra. Juliet aveva insistito
affinché le indossasse, dal momento che sapeva quanto detestava la cravatta e
in fondo a lei era piaciuto esattamente così.
<< Io, Louis William Tomlinson, desidero con tutto me stesso e di
più diventare
tuo marito. Adoro svegliarmi e sentire il calore del tuo corpo nel
letto. Adoro il tuo modo di arrabbiarti specialmente quando usi quel
tuo borbottio sexy e roco per cercare di rimanere seria mentre ti
faccio le boccacce per indispettirti. Mi fa impazzire il mondo in cui
pronunci il mio cognome, non te l'ho mai detto ma ho cominciato ad
apprezzarlo di più perché suonava molto meglio
pronunciato da te che dalle mie insegnanti; di solito quando lo usavano
un attimo dopo ero nell'ufficio del preside. Penso che una delle
ragioni principali per cui siamo qui adesso di fronte a questo
rispettabile Signore è che voglio annunciargli che ho capito
cos'è davvero l'amore e cosa significa. Voglio darlo a te e ai
nostri figli. Prometto che anche quando sarà
più difficile, io lotterò insieme a te, perché
siamo una squadra. >> si portò la mano di lei al petto,
dove batteva il cuore << Voglio ritrovarti qui oggi, domani
e per tutti i giorni della mia vita. >> La sottile striscia
dorata
scivolò perfettamente nell’anulare di Juliet.
Con un sorriso appassionato lei fece lo stesso, quando fu il suo
turno. Alzò la sua mano intrecciata alla sua.
<< Con quest’anello, io Juliet Anderson divento tua moglie.
E mi dispiace per te, ma io ti amerò sempre, quindi preparati ad avermi intorno
finché avrò respiro in corpo perché non ho nessun’intenzione di passare questa vita
senza di te, Tomlinson >>.
Louis sospirò, quasi gemendo. << La prego, mi dica che posso
baciarla perché non ce la faccio più! >>
Il prete parve trattenere una risata, limitandosi ad annuire
compiaciuto. << Con immenso piacere vi dichiaro marito e moglie. Può
baciarla adesso >>.
<< Finalmente! >> Detto questo, Juliet si godette il
bacio appassionato di suo marito.
<< È bellissimo qui >> mormorò Juliet affondando le
dita dei piedi nella sabbia soffice e fresca. << Posso farti una domanda?
>>
Mentre tutti erano ai festeggiamenti, Louis aveva deciso di rapire
sua moglie, per fare una passeggiata
sulla riva. Le diede un bacio sul collo. << Sì, ma devi pagare un pegno
>>.
<< Che genere di pegno? >>.
<< Tua la domanda, mio il pegno >>.
<< Mmh e sia. >> Teneva la schiena poggiata al suo
petto, entrambi seduti a bearsi del lento calare del sole.
<< Perché hai scelto proprio questo posto? >>
Louis percepì chiaramente il sorriso nella voce di Juliet, ma
anche un pizzico di consapevolezza. Girò il collo per guardarlo meglio con quei
suoi occhioni ambrati, i capelli ondulati che gli accarezzarono dolcemente la
guancia.
Louis sorrise, la voce impastata per l’imbarazzo. << Volevo
trovare un modo per farti sentire tuo padre vicino. Matt mi ha detto che non
venivi qui da quando è successo…volevo un posto in cui i nuovi e i vecchi
ricordi si sarebbero potuti unire in modo speciale >>.
Lei sospirò, gli occhi brillavano di lacrime: << Ti amo
>> disse solamente, ma quelle due parole erano tutto ciò che lui aveva
bisogno di sapere.
<< Anch’io. Ora devi pagare >>.
<< Uhm cosa devo fare? >>
<< Devi toglierti il vestito. Da quando hai attraversato
quel tappeto, non sono riuscito a staccare lo sguardo. È una tentazione
infernale. >> l’accusò severo.
<< Ooh mi dispiace… >> Juliet arricciò le labbra alzandosi da
terra e scrollandosi i granelli di sabbia dalla gonna in satin di seta. I raggi
di luce rifletterono sul corpetto velato e tempestato di cristalli. Lo scollo a
cuore mostrava in maniera suadente le forme dei suoi seni perfetti; il bustier
in trasparenza arricchito da qualche spruzzata di luccichio, rivelava le parti
giuste del suo ventre liscio e abbronzato.
<< Non posso di certo rifiutarmi di scontare questo
pagamento >>.
C’era una luce pericolosa nei suoi occhi felini, e Louis ne fu
rapito. In un gioco di lacci, con fare esperto Juliet slacciò
tutti i nodi.
D’istinto Louis si guardò intorno, accertandosi che nessun
altro all’infuori di
lui avrebbe dovuto vederla. Erano vicino una piccola insenatura
rocciosa, poco
lontano dalla tenuta ma abbastanza nascosta. Juliet era favolosamente
nuda con delle mutandine di pizzo bianco, che indossata da lei era
tutt’altro che il colore
dell’innocenza. Louis si alzò lentamente, ma lei fece un
passo indietro, con un
sorriso furbesco. In risposta, il sangue prese a scorrergli in un
flusso
eccitante di adrenalina. << Vieni qui >>.
Lei schioccò la lingua, dispettosa. << Aah no! Questo non faceva
parte del patto. Se mi vuoi, prima devi prendermi >>. Juliet
rise del suo sguardo sbalordito, quando puntò verso l’acqua.
<< Vuoi farti il bagno nuda?! È gelata! >> gridò
togliendosi velocemente la camicia e il pantalone.
<< Muoviti! >> Juliet prese a correre più veloce,
quando lo sentì avvicinarsi.
Louis scattò un braccio in avanti, zampilli d’acqua ghiacciati gli
investirono la pelle nuda, quando Juliet frenò bruscamente appena un’onda la sommerse fin
sotto il bacino. Lanciò un urlo rabbrividendo. Rise opponendosi a denti
stretti, quando lui l’afferrò alzandola da terra per la vita e prendendola con
un sacco di patate minacciando di buttarla in acqua.
<< Fredda fredda fredda >> mugolò Juliet, divertita.
Lui la riportò con i piedi sulla sabbia, premendole i palmi caldi sulle guance.
Le accarezzò le gote con i pollici, sussurrandole con voce roca, quasi ansimante: << Sei
mia, tigrotta >>.
Juliet ghignò, chiudendo gli occhi. << Sono sempre stata tua,
Louis >>.
Alle
mie lettrici
Cos’è la fine senza uno dei miei tanto adorati monologhi? Di là dalle parole che sono
state battute nel corso di un anno e più per creare The dress of seduction, è il
lettore che permette alla storia di vivere appieno, con il suo spirito d’immaginazione,
il senso critico e partecipativo fa sì che i personaggi diventino reali per se
stesso. Ho letto recensioni di ragazze che mi dicevano di riuscire ad
immergersi nel racconto; di come si sentivano un po’ nei panni della
protagonista. Tempo fa in un libro che mi è capitato di leggere c’era scritto:
<< La lettura è un patto di generosità tra l’autore e il lettore: ognuno
fa affidamento sull’altro, ognuno conta sull’altro. Un libro prende corpo
soltanto con la lettura ed è il lettore che gli da vita >>.
Io non sono una scrittrice, sono consapevole della quantità d’imprecisioni
che hanno toccato punti della storia, probabilmente è questo che non la
rende abbastanza buona da essere messa in un piano più alto. Ma io sono sinceramente fiera di come sono andate le cose, sento di
non essermi trattenuta, di aver dato tutto ciò che avevo e se non è perfetto
pazienza, io sono felicissima di aver avuto un gruppo numeroso di lettrici come
voi. Siete state le mie più grandi alleate, e perdonatemi tutte quelle volte in
cui peccavo nel tempo di pubblicazione, non mi profilerò in scuse che a me
stessa suonerebbero patetiche, e non mi vergogno di ammettere che sono stata
evasiva negli ultimi tempi perché è la verità e mi dispiace moltissimo. Ma
sappiate solo che io non vi ho mai tolto dai miei pensieri in quei momenti, i
miei personaggi, tutto era sempre collegato a voi, a loro e alla volontà di
continuare. Perché penso che scrivere sia il mettere insieme le proprie emozioni
interiori e trasformarle in un insieme di frasi imperfette, ma perfette solo perché
sembra quasi di poterle toccare. Ho creduto in ogni sfumatura che è venuta
fuori, considerandola speciale solo perché non ero sola.
Ed ecco perché…
Tu, mia carissima lettrice che in qualsiasi luogo ti trovavi nel
momento in cui sei arrivato qui, a questa pagina e quindi hai dedicato il tuo tempo
prezioso a questa storia, sei stata fondamentale per me. Quanti “grazie” hanno
riempito i nostri discorsi, e ancora so che potrebbe suonare melenso allungare
di qualche eee questa parola, perciò non lo farò, il mio è un grosso e grasso
GRAZIE.
Per il tuo occhio caduto sul titolo, su un capitolo, e forse anche
più di uno;
Per aver inserito il nome di TDOS nella lista dei tuoi interessamenti;
Per aver fatto di me un’autrice preferita, un’amica o anche una
simpatica conoscenza se vogliamo;
Per aver premuto qualche lettera dandomi un’opinione, e anche per non
averlo fatto ma ciononostante il tuo silenzio non era sinonimo d’abbandono;
Per avermi dato la tua fiducia, immensa e gentile anche quando
nella tua mente sognavi di sbattermi la testa contro il muro.
Tengo a te, anche se non ti ho mai vista in viso. A tutte voi
arriverà un messaggio, che spero riesca insieme a questo piccolo
angolo a farvi capire quanto mi mancherete. Sono stata fortunata ad
avere ognuna di noi in questo tempo.
Grazie... La vostra Ella vi stringe forte, dicendovi: arrivederci♥
Fanno parte della serie:
The red dress of seduction
Happy Ever After: Natasha and Zayn
Happy Ever After: Jade and Harry
PROSSIMAMENTE: Happy Ever After: Allison and Niall
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