The dress of seduction

di ella2412
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo-Capitolo1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo30 ***
Capitolo 31: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo-Capitolo1 ***


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Prologo

 

 
Juliet Anderson era emozionata quella mattina. Continuava ad allisciarsi il vestitino acqua marina con tanta forza, che le venne il timore che da un momento all’altro si sarebbe strappato.
<< Tranquilla Juls. >>, Jade la guardò con circospezione, mentre lei, nonostante le tante rassicurazioni, continuava a spiegazzare la gonna come se fosse un panno da strizzare, << Te l’ho detto: ho parlato di te a mia sorella così tante volte, che ormai sa addirittura che taglia porti di reggiseno >> la schernì.
<< Grandioso. >> la buttò lì Juliet accennando ad un sorriso.
<< Sei nata per fare questo lavoro, ce l’hai nel sangue >> affermò Jade, continuando a tenere lo sguardo sulla strada.
<< Grazie Jade. Non devi per forza assumermi solo perché siamo amiche, lo sai vero? >> convenne seriamente.
<< Io e Phoebe non andiamo ad offrire un posto di lavoro a chiunque. È vero che sei mia amica, ma non è per questo che voglio che lavori a Promesse. È stata un’idea di mia sorella creare quel posto. Non ero sicura di volerci avere a che fare. Dopo la morte di mamma e papà sono caduta in una specie di pozzo senza fondo… >> si rabbuiò. Juliet conosceva Jade dal college. Il giorno in cui l’amica venne a sapere che i genitori erano morti in un incidente d’auto, lei le era stata accanto perché sapeva cosa si provava. <<…Ma è stato grazie a voi se ho deciso di cominciare questa strada. E voglio che questa avventura la cominciamo insieme. Phoebe ci chiama il Quartetto, quindi se tu non ci fossi non lo sarebbe più, giusto ? >>.
<< Direi di no. >> Juliet sorrise, stavolta più serena.
<< Siamo giovani, questo è vero. Ma in Inghilterra anche a vent’anni si possono fare delle scelte importanti. Siamo fresche di college, promosse a pieni voti. Questo progetto richiederà sudore e sforzi, ma sono sicura che ce la faremo >>. Jade era maturata tantissimo dalla morte dei suoi. Era stata lei a proporre a Juliet, Natasha e Allison di diventare socie e condurre un’agenzia di wedding planning dove ognuna di loro poteva specializzarsi in un campo e renderlo personale. La sorella di Jade: Phoebe, era la compropretaria dell’agenzia, ma allo stesso tempo il loro avvocato. Quindi le decisioni importanti le prendevano insieme. Quell’incontro avrebbe dato vita ad un contratto per il loro futuro: lavorare tutte insieme per realizzare il sogno di migliaia di donne nel giorno del loro matrimonio.

 
<< Allora ci state? >> domandò Jade alle amiche, fiancheggiata dalla sorella maggiore che pose il contratto sul tavolo.
<< Socie…>> pensò Allison ad alta voce.
<< Già… >> sospirò Natasha.
Juliet afferrò la penna poggiata sul tavolo con tanta determinazione, che tutti gli sguardi volarono su di lei. << Bè? Che c’è? Non possiamo stare qui tutto il santo giorno. O la va o la spacca >> gridò euforicamente impugnando la stylo come se fosse una spada. Le parole di Jade in auto le avevano trasmesso la grinta giusta per tirarle fuori il coraggio necessario a buttarsi. In fondo, fin da bambina aveva un debole per le sfide.
<< Giusto! >> concordò Jade con un largo sorriso.
<< Allora... >> cominciò Phoebe guardando il Quartetto, << Posso stappare la dannata bottiglia di champagne sì o no? >>
<< Champagne? >> Natasha scattò in piedi al suono di quella parola, << Perché non l’hai detto subito? Ditemi dove devo firmare e diamo inizio ai festeggiamenti! >>. Le altre scoppiarono a ridere, mentre lasciavano il loro nome e cognome su quel foglio che avrebbe dato inizio al loro futuro.

 

 

Capitolo 1

 

L’obiettivo di Promesse era quello di garantire alle giovani spose di trasformare il loro sogno in realtà nel giorno più importante della loro vita. Oltre che dalla sorella Phoebe, era nato tutto da un sogno di Jade, così lei e le sue tre migliori amiche erano diventate socie, e già da un anno lavoravano ritmicamente e costantemente ognuna nel proprio settore. Aveva luogo in una tenuta, una sorta di reggia divisa in molteplici piani a seconda del settore. Circondata da un enorme giardino costeggiato da fiori, e una palestra dove le ragazze trascorrevano le prime ore del mattino per scaricare la tensione del lavoro che le attendeva di lì a poco.
<< Buongiorno. >> Natasha entrò fiaccamente nella palestra strascicando i piedi.
<< Buongiorno. >> ricambiò Jade, già alle prese con lo yoga << Scommetto che Zayn sta ancora dormendo >> aggiunse ridacchiando.
<< Non posso mai contare sul suo aiuto come sveglia. Soprattutto se il mio lavoro comincia alle sei del mattino con questi maledetti aggeggi! >> borbottò guardando con stizza la cyclette.
Anche Allison e Juliet entrarono ridendo alla vista di Nat, mentre si muoveva a rallentatore sul tapiroulane.
La rossa le fulminò con lo sguardò << Non una parola >> sibilò.
Juliet alzò le mani rassegnandosi dal poter fare una battutina.
Erano dotate tutte e quattro di un fisico slanciato, dovuto in gran parte al costante esercizio fisico.
<< La pazza… cioè volevo dire… Cloe viene oggi per la scelta dell’abito? >> domandò Allie a Juliet intenta a fare delle snodate posizioni di yoga.
Secondo Juliet, Allison Hart probabilmente era la più bella del Quartetto. I capelli lunghi e neri come la pece le arrivavano fin sotto il seno e i suoi occhi blu contornati dalla matita per occhi nera erano magnifici. “ Ammaliatori”, così li definiva il suo ragazzo: Niall.
Le sorelle Ward: Jade e Phoebe, erano caratterizzate da capelli ricci scuri e da grandi occhi color platino, paragonabili agli zaffiri.
E poi c’era Natasha Taylor, che contrariamente a lei, Jade e Allie, era qualche centimetro più bassa, ma con un fisico mozzafiato che aveva stregato il bel moro Zayn. Juls la considerava un mix di vivacità e dolcezza. Una peperina dai capelli corti ramati e ondulati, con occhi verde smeraldo. Erano ognuna l’opposto dell’altra e Juliet le adorava con tutta se stessa. Jade era tra tutte la più seria, dato il suo lavoro di wedding planner, che comportava la costante concentrazione e accuratezza nell’organizzazione dei matrimoni, ma aveva un cuore d’oro, e questo lei lo sapeva bene. Il campo di Allie era quello del designer degli abiti. Nel momento stesso in cui indossava i suoi occhiali da vista che le davano quel tocco di professionalità e la matita H2, creava abiti eccezionali in grado di farla emozionare anche vedendoli come un semplice abbozzo. Nat era portata per la fotografia, la sua agilità e maestria con la macchina fotografica erano insuperabili, tanto da entrare nelle riviste londinesi più popolari. Qualcosa di medievale come le foto in bianco e nero, scattate da lei diventavano la novità del momento. Juliet ammirava tutte loro, oltre a considerarle come sorelle ormai. Lei cercava di combinare tutte le loro doti, aiutando le clienti nella scelta dell’abito da sposa. Per lei quella scelta era una sorta di grande passo che dava inizio ad una vita al fianco del compagno.
<< Oh sì, >> confermò << e dovrò usare tutta la mia pazienza per sopportare i suoi piagnistei del tipo >>, Juls ne imitò la voce stridula << “ Troppo corto”, “ Oh mio dio! Questo m’ingrossa il fondoschiena” oppure “ I diamanti sono veri? Sono stati prelevati dalle miniere?” >> concluse facendo una smorfia frustrata.
<< Miniere?! >> ripetè Nat sconcertata.
<< Già. >> Juls alzò gli occhi al cielo, << Non c’é una qualche clausola nel contratto che vieti di avere a che fare con spose maleducate, viziate e irritanti? >> chiese speranzosa guardando Jade.
<< No purtroppo. >> sospirò per poi tornare seria << Ma dobbiamo trattare ogni cliente allo stesso modo. Dobbiamo rendere felici sia le sposine allampanate che quelle gentili. Quindi anche se dovesse atteggiarsi come una regina non azzardarti a fare cose stupide, altrimenti sarò costretta a riparare ad un tuo disastroso danno. >> sostenne infine con il suo tono professionale.
<< Agli ordini capitano! >> Juliet si raddrizzò con la schiena e assunse un’aria incuriosita guardando di sottecchi l’amica << Hai quest’atteggiamento autoritario anche quando vai a letto con Harry? >>. Allie e Nat soffocarono una risata facendo finta di schiarirsi la gola.
Jade alzò un sopracciglio, poi ci pensò su portandosi il pollice e l’indice al mento << Ehm…forse…>>.
Le ragazze sghignazzarono spudoratamente.
<< Il riccio è un ragazzo molto fortunato! >> sparò Nat ridendo a crepapelle.
<< Smettila Nat. Se Jade è brava nel suo lavoro, lo sarà anche in quel campo…>> convenne Juls dando corda alla rossa.
<< Juliet vedo che sei molto energica, oggi. Che ne dici di un lavoretto extra? >> Jade la guardò paonazza.
Lei si ammutolì << Del tipo? >> quasi ebbe paura a chiederglielo.
<< Ho promesso a Phoebe che le avrei ritirato la macchina dal meccanico. Non ti dispiacerà prelevarla tu per me vero? >>.
<< Io? >> finse innocententemente di non aver capito.
<< Si. TU >> puntualizzò Jade marcando bene il soggetto.
<< Okay.>> sbuffò, << Posso farcela. C’impiegherò quindici minuti >>.
<< Accidenti! Ho dimenticato anche un’altra cosa! >> esclamò in modo teatrale.
Juliet si accigliò << Che cosa?! >>
<< Devi ritirare una dozzina di vasi e di terriccio dal fiorario di fiducia di Promesse. >>
Juls si chiese se l’amica le avrebbe ordinato anche di ritirare una scultura si ghiaccio direttamente dall’Antartide. Tutto questo prima dell’incontro con Cloe.
<< Nient’altro? >> domandò stridula.
<< No. Direi che può andare >> concluse Jade con un sorriso.
<< Bene. Harry è nella tenuta? >> le chiese poi.
<< Sì perché? >> domandò curiosa.
<< Mi farò dare uno strappo da lui. >> decise Juls defilandosi con un cenno del capo come saluto.
La puntualità non era un optional nel suo lavoro. Doveva ripettare gli orari degli appuntamenti presi, ne andava della sua reputazione. Appena aperta, l’agenzia venne subito presa di mira dai pettegolezzi. Molti dicevano che non era un lavoro che quattro ragazzine neo-diplomate potessero fare. Juls era molto competitiva, perciò si era data da fare per far rimangiare quelle affermazioni. Il risultato si era visto dopo un anno. Le coppiette in vista del matrimonio facevano la fila per i loro servizi. In un certo senso era gratificante anche il fatto che anche le donne più anziane andassero da loro per la celebrazione del loro matrimonio. Juls sorrise al ricordo di una signora sull’ottantina, mentre volteggiava con il vestito che lei aveva preso sotto sue indicazioni. Amava il suo lavoro per la gioia di vedere quelle famiglie accompagnare la sposa nella scelta dell’abito giusto. Quei sorrisi…l’affetto…le lacrime di felicità nei loro volti…le davano un’emozione indescrivibile.
Entrò in cucina, dove era sicura di trovare il ragazzo di Jade. La sua amica viveva in quell’immensa tenuta con la governante, vecchia e cara amica della famiglia Ward.
<< Buongiorno splendore! >> la salutò la signora Grace, mentre metteva sul tavolo un piatto di pancakes. La signora G, come spesso la chiamavano, era una donna di età sconosciuta ( guai a chi le domadava quanti anni avesse ), voluttuosa, con occhi nocciola e capelli corti di un biondo cenere.
<< Buongiorno Grace >> Juliet la salutò con un bacio sulla guancia, poi notò il riccioluto alla sua destra, intento a prendere una tazza dal ripiano, << Oh su Harry, ma sei ancora in pigiama! >> si lamentò.
<< Buongiorno anche a te >> le disse stiracchiandosi con le braccia.
<< Harry mi serve un passaggio dal meccanico >> tentò di spiegargli.
<< Eh? >> si limitò lui.
<< Come “eh”? Harry Edward Styles ti chiedo PER FAVORE di lavarti, anzi no, anche solo di metterti due vestiti addosso e di accompagnarmi dal meccanico. La tua dolce fidanzata mi ha dato qualche piccolo lavoretto extra! Tradotto: meno tempo a disposizione per rivedere gli impegni della giornata! >> spiegò pacata.
Harry sorseggiò il caffè appena versato dalla signora G. Dopodichè sorrise << Tradotto: Muovi le chiappe, in nome della nostra amicizia e contro la tirannia di Jade? >>
Juls si addolcì << Sì >>.
<< Dammi un minuto >>.
<< Jade ha trovato proprio un angelo. >> commentò sottovoce alla signora G.
<< La testa rossa ha tovato l’amore e presto convoglierà a nozze. La mora dagli occhi color indaco ha trovato l’amore. Anche la nostra Jade. Manchi solo tu. >> ammiccò la governante.
Juls scoppiò a ridere << Come no. Si è dimenticata della mia etichetta? >>
<< Intendi dire: “ Bella da scopare, ma non da amare?” >> ghignò.
<< L’amore non fa per me signora G. >> disse Juliet fredda.
<< È orribile sentirlo dire da una ragazza che aiuta a celebrare l’amore >> la strigliò in tono severo.
<< Mmh…bè dato che nessuno mi ha mai fatto la corte seriamente, lo trovo normale non crede? >> sorrise amaramente.
Grace si avvicinò ad una delle sue ragazze, prendendole il viso tra le mani. È da tempo che conosceva quella bella moretta e sapeva quanto lei fosse cocciuta su certe cose. << Juliet Anderson >> disse a gran voce << mi credi tanto stupida e vecchia da credere che nessun ragazzo voglia innamorarsi di te? >>.
<< Innamorarsi è un conto. Portarmi a letto è un altro. >> convenne lei.
<< Suvvia Juliet, >> la signora G fece una smorfia, << se ti riferisci a quel Luke, quello non faceva altro che guardarti il sedere. Finchè Zayn non gli ha fatto un occhio nero e il ragazzo non ha più avuto una buona vista >>.
Quel ricordo la fece ridere di gusto << Sì, anche Nat voleva suonargliele, ma Zayn è intervenuto prendendola in braccio a forza >>.
Era palese l’intento di Luke: scoparsela. Lo aveva odiato talmente tanto da aver appeso una sua vecchia foto in camera per giocarci a freccette.

Odio gli uomini belli! Li detesto!
<< Juls, sono pronto. Andiamo? >> Harry si presentò in maglietta e jeans tutto pettinato e profumato. Trattandosi di Harry, quei capelli gli erano costati più tempo del dovuto.
<< A dopo signora G >> Juls le diede un abbraccio frettoloso e trascinò per una manica il ragazzo.

 

<< Cosa mi racconti giovane architetto? >> domandò in tono ironico Juliet, mentre erano diretti verso il meccanico.
Il riccio alzò un sopracciglio << Architetto? >>
<< Esatto. Jade ha detto che hai trovato lavoro, non è così? >>.
<< Sì, ma non voglio farmi idee affrettate. Non ho ancora firmato nessun contratto. >> spiegò.
<< Capisco…>> sorrise lei.
<< Tutto bene Juls? Ho interrotto qualcosa prima? >> domandò cauto, riferendosi alla discussione con la signora G.
<< Niente affatto, tranquillo. Stavamo parlando di Luke…>> sussurrò quel nome come qualcosa di orribilante, cosa che, in effetti, si era dimostrato essere.
Harry fece una smorfia << Ti dà ancora fastidio? >> volle sapere.
<< No no! >> lo rassicurò << E solo che sembra che quei pochi ragazzi che voglia frequentare e che mi sembrano tipi gentili, si rivelano essere perfetti idioti e maniaci sessuali >> borbottò cupa.
<< Ho un’idea! >> annunciò raggiante guardandola furbetto.
<< Ah sì? >> lo schernì.
<< Spiritosa. Vuol dire che saremo noi ragazzi a scegliere un ragazzo per te. >> si pavoneggiò orgoglioso della sua brillante idea.
Lei spalancò gli occhi << Tu? Niall e Zayn? Scegliere…un ragazzo…per me? >> ripetè stridula e incapace di credere a quella proposta assurda e insensata.
<< Bè? Che c’è? Non ti fidi di noi? >> Harry sfoggiò uno sguardo da cucciolo offeso che la fece sorridere, nonostante l’idea illogica del ragazzo.
<< Potrei anche accettare se il ragazzo in questione avesse gli occhi azzurri di Paul Walker. >> commentò sognante e divertita.
<< Affare fatto! >> Harry le strinse la mano.
<< Stavo scherzando! >> provò a ritrarsi dalla vigorosa stretta di mano del riccio, ma lui la tenne stretta.
<< Niente da fare Juls. Una promessa è una promessa. Anzi direi più una scommessa! >> sorrise sornione.

Merda! Niente ragazzi belli! Non se ne parla!
Ma in fondo cos’aveva da perdere? Il suo ultimo briciolo di dignità di donna? No, quello mai. I ragazzi potevano anche divertirsi a sceglierle un “fidanzato”, ma se fosse stato come Luke o per lo meno carino, lo avrebbe mandato a quel paese direttamente.

 
Louis si alzò a tarda mattinata giù dal letto strascicando i piedi fino in cucina. Il telefono squillò. Sbuffando afferrò la cornetta
<< Pronto >> la voce era roca e impastata dal sonno.
<< Giovanotto, non dirmi che stavi ancora dormendo! >> lo rimproverò sua madre.
<< Sei tu quella che mi ha detto che non lo vuoi sapere >> buttò lì sarcastico.
Sentì sua madre sospirare rassegnata << Lasciamo perdere. Ho bisogno del tuo aiuto al negozio quindi vatti a ficcare immediatamente sotto la doccia. >> gli ordinò, << E non ti azzardare a sbuffare. Vivere con il tuo amico non ti autorizza a non fare niente tutto il giorno! >>.
Louis sorrise teneramente. I rimproveri di sua madre non erano esattamente tali. Lei non era capace di sgridarlo. Adottava sempre un tono dolce e autoritario, mai duro e lui la adorava proprio per questo. Sebbene fosse andato a vivere con il suo amico Harry lei non la smetteva mai di chiamarlo per ricordargli che, nonostante fosse diventato adulto, doveva prendersi delle responsabilità perché sapeva che suo figlio non fosse esattamente ordinato e responsabile. Da quando il suo migliore amico si era fidanzato aveva sempre l’appartamento a disposizione per eventuali ospiti.
<< D’accordo mamma. Tra un’oretta o due sarò da te >> la prese in giro sapendo che la mamma lo avrebbe bastonato se lo avesse fatto veramente.
<< Spiritoso il mio William >> lo punzecchiò a sua volta essendo a conoscenza del fatto che il figlio detestasse il suo secondo nome. Gli era sempre sembrato il giusto nome per un cane, o per un principe come il nipote della regina Elisabetta, ma non per lui. Louis riattaccò senza dire nient’altro e si concesse una ciambella al cioccolato.
<< Lou chi era? >> disse con voce sensuale Rachel, con addosso una vestaglia semitrasparente. Louis se la spassava con la bionda già da una settimana. Un record, dato che di solito si limitava ad una notte, ma la ragazza era molto brava in quel campo, quindi non aveva da lamentarsi.
<< Nessuno piccola, ma devo andare. Vedi di far sparire le tue cose. Ci sentiamo >> le diede un bacio e si avviò verso il bagno.

 
<< Sono qui >> esclamò entrando nel negozio di fiori della madre.
<< Finalmente! Era ora, perché ci hai messo così tanto? >> chiese accigliata, mentre sistemava alcune piante davanti l’entrata.
Louis sorrise limitandosi a lasciarle un bacio sulla guancia << Oh niente. Problemi con l’auto. >> mentì. La madre sapeva delle sue numerose conquiste, ma niente più di questo. Preferiva tenerla all’oscuro, perché non le avrebbe fatto piacere sapere che il primogenito non fosse in grado di trovarsi una ragazza con cui finalmente instaurare un rapporto serio. Ma non era nemmeno lo Stronzo, per così dire, pronto a portarsi a letto perfino le prostitute. No. Voleva veramente aprirsi con qualcuno, ma non trovava mai quella persona che lo catturasse intimamente, spingendolo ad abbassare la sua “barriera”. Rachel era molto attraente fisicamente, e con lei stava bene. Forse conoscendola meglio poteva finire per innamorarsene. Louis faceva fatica anche solo a sfiorare un pensiero tanto folle. Rabbridì impercettibilmente. L’amore! Buah, un pensiero privo d’interesse per lui.
<< Louis? Tutto bene? >> domandò sua madre preoccupata sventolandogli la mano davanti al viso.
Lui si rianimò di colpo depositando i suoi pensieri. << Certo. Certo. >> le sorrise rassicurante, << Cosa devo fare? >> chiese poi.
<< Tra poco una delle socie di Promesse verrà a ritirare alcuni prodotti, e voglio che il pavimento sia talmente pulito da potercisi specchiare. Non voglio che il loro negozio di fiori di fiducia perdi la buon’apparenza che tanto gli ha dato. Grazie a loro questo negozio è il più ricercato di tutta Londra! >> disse orgogliosa.
<< Promesse? Vuoi dire quella il cui proprietario è Jade Ward, la fidanzata di Harry? >>.
<< E chi altri sennò? Esatto, proprio lei. Il tuo amico deve ritenersi molto fortunato ad avere al suo fianco quella donna >>.
<< Già. Conosco anche i ragazzi delle altre due socie. Nei weekend c’incontriamo per una serata a poker >>.
<< Oh mi fa piacere che li frequenti. In città dicono tutti che sono delle brave persone. >>, la madre gli passò uno straccio e un secchio d’acqua.
<< Sì, lo sono davvero >> dovette ammettere Louis pensando ai suoi amici con i quali trascorreva piacevoli serate, basate su partita a carte e birra. Erano stati loro a spingerlo a cercare qualche lavoretto, e così da qualche tempo, cantava nei locali raccimolando qualche soldo che a lui faceva più che comodo.
<< Buon lavoro! >> ammiccò Joannah Tomlinson con quel sorriso tale e quale al figlio porgendogli la scopa.
<< Okay. >> Detto questo Louis si mise a lavoro.

 
Juliet raggiunse il negozio di fiori con l’auto di Jade, appena ritirata da Liam. Il loro meccanico era anche un loro vecchio amico. Un tempo lei si era invaghita del ragazzo, ma poi si era rivelato un sentimento soltanto amichevole, e niente di più. Un buon amico, cosa che a lei stette bene così. E come volevasi dimostrare Juls era riuscita a trovarle l’anima gemella durante un matrimonio. Aveva adocchiato gli sguardi fugaci che Liam, venuto al matrimonio per aiutarle, mandava ad una incantevole ragazza dai capelli ricci e castani. Con l’aiuto di Jade, conosciuta per la sua capacità di ricordare i nomi di tutti i singoli invitati, aveva scoperto che il nome della giovane era Danielle. Ora con suo grande piacere le spettava il compito di aiutare l’adorabile fidanzata a scegliere il vestito da sposa. Uno dei suoi più cari amici si sarebbe sposato a breve.
Scendendo dall’auto Juliet vide Joannah uscire dal negozio.
<< Ciao Juliet! >> la salutò la donna. Era molto bella. I suoi capelli erano di un castano scuro lunghi e ondulati, mentre gli occhi brillavano di un azzurro limpido.
<< Ehilà Joannah. >> ricambiò lei con un abbraccio.
<< Mi dispiace non poterti salutare meglio, ma sono di fretta. Ho alcune commissioni da sbrigare. Mio figlio Louis è dentro, quindi ti aiuterà lui a prendere i pacchi. >> le spiegò non dandole il tempo di fare domande che già era in marcia verso la sua auto.
<< D’accordo. Nessun problema. >> la rassicurò Juls sorridendole.

 
<< Fatto! >> Louis si accasciò su una sedia passandosi una mano sul viso imperlata di sudore. Il pavimento era lucido come un diamante. Adesso doveva solo mettere il cartello “ Attenzione. Pavimento bagnato” davanti l’entrata del negozio. Prima però doveva andare a prendere i sacchi di terriccio e gli altri eventuali prodotti sullo scaffale, che la socia di Promesse, che ipotizzò si dovesse trattare di Nat, Jade o Allie, aveva richiesto e portarli fuori dal negozio.
<< Buongiorno >> esordì Juliet allisciandosi l’abito bianco che indossava.
Vedendo che nessuno la rispondeva entrò per scrutare che il figlio di Joannah, Louis, fosse davvero lì come la donna le aveva assicurato. Udì dei rumori alla sua destra. Con molta destrezza si avvicinò con cautela, notando che il pavimento fosse stato lavato pochi minuti prima e che il tizio non si fosse nemmeno preoccupato di mettere un cartello per avvisare i clienti.
Louis afferrò con entrambe le braccia due sacchi di terriccio.

Quanto diavolo pesano
! Si lamentò col pensiero.
<< Ehm…Insomma c’è qualcuno? >> la voce delicata di una ragazza lo fece sussultare.
<< Sì eccomi! Presti attenzione a dove mette i piedi! >> la regarduì Louis svoltando l’angolo dello scaffale.
<< Oh. >> Juls notò mezza figura di un ragazzo camminare verso di lei. Non riusciva a scrutare il suo viso, e lui quello di lei, dato che i sacchi gli ostacolavano la visuale.
<< Faccia attenz…>> ripetè Louis, ma prima che potesse finire la frase, perse l’equilibrio, dimenticandosi del pavimento bagnato. Afferrò un ripiano dello scaffale per sorreggersi.
Juls alzò lo sguardo verso il mobile e prima che potesse spostarsi un vaso di magnolie le cadde in testa sporcandola di terra e chissà cos’altro.
<< Merda! >> gridò furiosa.
<< Oddio…scusami, perdonami non l’ho fatto apposta. >> provò a dire Louis facendo cadere i sacchi con un tonfo per aiutarla.
<< Cazzo! Triplo cazzo! Ora mi occorreranno venti minuti in più per rendermi presentabile all’appuntamento! >> digrignò tra sé e sé.
<< Non esagerare. È solo un po’ di terra con qualche verme al massimo. >> sdrammatizzò lui prendendo un panno per limitare il danno.
Juliet alzò lo sguardo dal suo povero abito ormai diventato marrone, per fulminare l’imbranato. Sgranò gli occhi nel vederlo. Per un attimo lasciò che la collera diminuisse per guardarlo da un altro punto di vista più…oggettivo. Il figlio di Joannah era… bello, maledettamente attraente da togliere il fiato. Era longilineo, con braccia allenate e muscolose, ma non troppo pompate. Gli zigomi alti, il naso dritto e la mandibola pronunciata. I suoi capelli erano dello stesso colore della madre, brizzolati e con un ciuffo laterale arcuato. Ma quello a colpirla maggiormente furono gli occhi: verdi e azzurri insieme. Due colori chiarissimi mescolati che davano l’impressione di fondere cielo e prato insieme. Oltretutto messi in risalto da piccole ciglia chiare che aiutavano ad aggiungere una smisurata bellezza a quegli occhi magnetici.
Vide il ragazzo passarle delicatamente un panno sulla guancia, ma lei si ritrasse. << Faccio da sola. >> si affrettò a dire dandosi un contegno per il modo indignitoso con cui l’aveva ammirato.

Un ragazzo bello Juls! Dannazione non ci pensare nemmeno!
<< Okay. Ti prego di perdonarmi. Sono un po’…>>.
<< Imbranato. >> lo aiutò lei con un ghigno.
Louis rimase interdetto dalla sua glaciale schiettezza. La ragazza afferrò il panno bruscamente dalle sue mani. Che tipa, pensò, dato che non si era nemmeno presa il disturbo di scusarlo, in fondo poteva succedere a tutti di commettere qualche errorino e… una piccola piccola distrazione.
<< Ascoltami bene, >> esordì lei continuando a pulirsi, ma invano. Le macchie e lo sporco sembravano non volessero andare via. << ora tu farai come io ti ordinerò, perché non ho assolutamente tempo da sprecare. Ora tu prendi il tuo furgoncino, o quello che vuoi, e porti tutti i prodotti che la mia collega ha ordinato. Li porterai alla tenuta, seguito a ruota da me, e li trasporterai dove ti sarà detto di metterli. >> Detto questo gli diede le spalle e camminò a grandi falcate verso l’uscita.
<< Ti sembro forse un servo? >> domandò serio Louis incrociando le braccia al petto.
Juls si voltò lentamente << Come dici? >> chiese a sua volta flebile e pungente guardandolo per quel poco che ci riusciva.
Lui per un attimo non sembrò risponderla. Non riusciva a vederla bene con tutto quello sporco in viso, ma aveva come l’impressione che quegli occhi fossero di un colore ambrato. Poi sospirò rumorosamente << Potresti almeno chiedermelo con gentilezza >>.
Juls si lasciò andare ad una risatina isterica << Gentilezza? Chiedere? Sei fortunato se non ho aggiunto le spese per la lavanderia, cosa che comunque non avrei fatto dato che i vestiti me li lavo da sola! Oppure riferire a tua madre della tua piccola…ehm…inaccortezza? >> suggerì digrigando i denti.
<< Ti ho già detto che mi dispiace. >> ripetè seccato Louis.
<< E io ti ho già detto che NON ho tempo da perdere.>> ringhiò dirigendosi alla macchina.
Louis non potè fare a meno di notare il caratterino della ragazza, provocandogli un sorrisetto divertito. Purtroppo era costretto ad obbedirle, altrimenti la madre gliele avrebbe veramente date di santa ragione.

 
Quando Louis e Juliet entrarono nella tenuta, lei si diresse verso il salotto << Nat! >> la chiamò ad alta voce.
La rossa si precipitò da lei, e con occhi sgranati provò a ricevere delle spiegazioni ma Juls l’interruppe alzando la mano << Non ora. Cloe sarà qui tra venti minuti. Ho bisogno di una ripulita. Il ragazzo qui deve…>>.
<< Louis. >> Nat sorrise al ragazzo.
<< Lo conosci? >> chiese Juliet alzando un sopracciglio.
<< Sei incantevole Nat. È da tanto che non ci si vede, ma vedo spesso Zayn. >> le riferì Louis ricambiando il sorriso.
<< Una piccola relazione avuta qualche tempo fa. >> spiegò Nat all’amica.
<< Sì. Diciamo un incontro interessante…>> aggiunse il ragazzo con un sorriso malizioso.
Ad un tratto sbucò dal nulla Zayn, che si affiancò a Natasha porgendole la macchina fotografica << Puffetta ti aspettano di là >> l’avvisò il moro, poi volse lo sguardò agli altri due elementi nella stanza. << Juls? Ma che diavolo…? >> tentò di domandarle, ma fu zittito da una gomitata della fidanzata.
<< Ahi! >> si lamentò massaggiandosi le costole, << Ok i chiarimenti a dopo. Louis, ehi amico! Ti va una birra? >> domandò sorridente ma cauto sperando che Nat non gli desse un altro colpo.
<< Sicuro! Ma prima dovrei lasciare alcune cose nel vostro magazzino. >> spiegò.
<< Bene ti aiuto allora >> convenne Zayn lasciando un bacio sulla fronte a Nat per raggiungere l’amico che si era allontanato per scaricare il carico.
Intanto Juliet salì le scale a suon d’imprecazioni. << Imbranato! Sfacciato! Rompipalle! >> borbottò tra sé e sé, immaginando di lanciare freccette appuntite sulla faccia di Louis Tomlison.

 

 Nota dell’autrice

 
Toc Toc…(?)
Ciao ciao ciao a tutte mie meravigliose lettricii!!! Mi siete mancate!!! :’-)
Eccomi tornata con una nuova storia ad aprire i battenti! :-D

The dress of seduction

Che ve ne pare come titolo?! Ahahahaah spero vi susciti emozioni piacevoli a primo impatto ^_^
E con l’aiuto di una grandissima scrittrice sono riuscita a fare anche la copertina!!!!! Ma come ho già detto non ci sarei mai riuscita senza l’indispensabile aiuto di SaraSunshine.Ti ringrazio moltissimo!!!!!! :')
Ebbi quest’idea qualche mese fa, dopo aver letto i libri del Quartetto di Nora Roberts. Da lì ho avuto come si suol dire l’illuminazione xD Sono sempre stata un’appassionata del wedding planning in tutto il suo complesso. A chi non piacciono i matrimoni o immaginare tutti quei favolosi abiti da sposa e l’intera atmosfera romantica? E allora mi sono detta: Farò una storia di passione e romanticismo che emozioni chi la legga ^_^
Con questo primo capitolo d’esordio vi presento un po’ tutti i personaggi, in particolare due…
Vi presento Juliet Anderson (applausi) e il nostro bellissimo e conosciutissimo Louis Tomlinson (applausi) xD
Vi ho mostrato già un pizzico del loro curioso temperamento…ahahahahahahahah spero che qualche risata ve la siate fatta.
Ora vorrei farvi una domanda che forse vi potrà sembrare un po’ banale, ma come dico sempre: La vostra opinione è tutto per me <3
Vi domando: Come inizio vi sentite intrigate nel continuare a leggerlo?
Se è così, preparatevi ad entrare in un mondo di matrimoni, amore, amicizia, passione, divertimento e suspense…dove la sensualità e i sentimenti sono gli ingredienti fondamentali…
Aspetto con ansia le vostre presenze e opinioni. Con questo chiudo la parentesi e vi abbraccio forte :***
A presto ;-P

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Capitolo 2
*** Capitolo2 ***


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Capitolo 2

 

<< Ehilà ragazzi! >> Niall salutò Louis e Zayn impegnati a trasportare la merce nel magazzino della tenuta.
<< Horan porta qui le chiappe e aiutaci, sento che tra poco le gambe mi abbandoneranno! >> lo supplicò Zayn caricandogli una volta che lo raggiunse un sacco di terriccio nelle braccia.
<< Dannazione, ma quanti ne sono? >> domandò Niall sbalordito sorreggendo abilmente il carico.
<< Due-tre dozzine. >> sbuffò Louis.
Una volta finito l’estenuante trasporto, i tre ragazzi si recarono in cucina. Louis notò quanto grande fosse la villa Ward. Zayn gli aveva mostrato casa sua e di Nat, la quale si trovava proprio affianco. Comprese anche la scelta di Harry di passare la maggior parte delle notti lì da Jade. In fondo, sotto sotto sarebbe piaciuto anche a lui poter stare in una casa così grande, dotata inoltre di una palestra e di una piscina.
<< Queste ce le siamo meritate. >> affermò Zayn estraendo tre bottiglie di birra dal frigorifero.
<< Hai ragione, ma dovremo eliminare le prove, altrimenti la signora G ce le suonerà. >> lo avvisò Niall sorridendo.
Zayn fu scosso da un brivido << Giusto. Non ho la minima intenzione di farla arrabbiare >>.
<< Chi è questa signora G? >> domandò Louis sorseggiando dalla sua bottiglia.
<< La governante della tenuta. >> spiegò Allie apparendo ad un tratto dalla porta.
I ragazzi si girarono verso di lei. Allison indossava i suoi occhiali da lavoro, e i lunghi capelli neri erano legati in uno chignon un po’ sbarazzino.
<< Pausa? >> domandò Zayn sorridendole.
<< Esatto. Avevo bisogno di una tazza di thè prima di essere di nuovo rapita dai miei disegni. >> rispose mettendo sul fuoco il bollitore. Niall si alzò dalla sedia per avvicinarsi ad Allie e lasciarle un bacio sulla spalla.
Allison notò la figura di Louis seduto sulla sedia con una birra in mano. << Ehi Lou, piacere di rivederti. >>.
Louis notò gli occhi blu e profondi della ragazza e le rivolse un sorriso incantevole. Allison sarebbe stata una meraviglia anche con i capelli spettinati e i pantaloni strappati. << Anche per me Allie. Allora quali sono gli impegni della giornata? >> domandò.
<< Oggi abbiamo un evento. Un matrimonio serale. Quindi dobbiamo preparare la tenuta adattandola ad una fresca serata di settembre. >> spiegò adagiando la schiena al petto di Niall che la stava cullando con le braccia.
<< Gli sposi sono Sarah e Jason. >> affermò Louis.
<< Come lo sai? Li conosci? >> gli chiese Allie prendendo una tazza per il thè dal ripiano della cucina.
<< Sì. Sono un loro invitato. >>.
<< Oh allora ti rivedremo stasera. In giacca e cravatta per giunta. >> convenne Allie ridacchiando.
<< Una cosa più unica che rara >> Louis sbuffò per poi essere contaminato dalla risata generale di tutti gli altri. Sentì delle voci dal salone e riconobbe quella della ragazza che era venuta al negozio. Sentiva la sua risata dolce e carezzevole, e per un momento fu scosso da un fremito inspiegabile.
<< Che succede di là? >> domandò fingendosi disinvolto.
Allie acuì i sensi per poi ridere. << Juls è alle prese con la Sposina Isterica. Sta mettendo in pratica tutto il suo autocontrollo. >> gli rispose.
<< Cloe? Gesù quella è proprio stramba! >> commentò Niall.
<< Juls? >> fece Louis.
<< Ma no! Cloe! >> ripetè Niall.
<< No…volevo dire… la ragazza con quel caratterino pungente si chiama Juls? >>.
<< Juliet. Juliet Anderson. Per gli amici Juls. >> disse Zayn.
<< Oh. >> fu tutto quello che Louis riuscì a dire. Juliet. Juls. Per gli amici Juls, si ripetè pensando che la ragazza avesse un nome molto dolce.
<< A cosa pensi Louis? >> gli chiese ad un tratto Niall. Forse aveva notato la faccia pensierosa dell’amico.
Lui scosse la testa, << Niente. È solo che non abbiamo avuto un incontro alquanto piacevole. Mi ha tempestato di ordini per tutto il tragitto. E non mi ha nemmeno perdonato per averle fatto cadere accidentalmente un po’ di terra addosso. >> borbottò un po’ offeso.
Zayn scoppiò in una fragorosa risata. << Bè direi che non l’hai conosciuta nel momento adatto. Forse era solo irritata al pensiero di avere a che fare con la Sposina Isterica, e “l’incidente” non l’ha aiutata a distendere i nervi >>.
<< Sicuramente è così. Quando avrà finito ritornerà calma e rilassata. >> aggiunse ragionevole Allie.
<< Se lo dite voi. >> bofonchiò Louis. Non è che gli importasse più di tanto, ma la tenacia con cui la ragazza si era rivolta a lui, lo aveva lasciato in un certo senso interdetto. E per lui era difficile rimanere senza parole.  Si rivolse ad Allison, << Non l’ho mai vista prima d’ora. Conosco te, Natasha e Jade, ma lei sembra sbucare dal nulla. È qui da poco? >>.
Allison scosse la testa, << No, abbiamo aperto la società tutte e quattro insieme. >>, poi gli fece un sorriso beffardo << Non puoi credere di conoscere tutte le ragazze di Londra, Louis >>.
Lui ricambiò con un sorriso malizioso << Bè forse no >>.
<< Porterai Rachel al matrimonio? >> gli chiese Niall. 
<< Oh nuova ragazza eh? >> Zayn diede a Louis una pacca amichevole sulla spalla.
<< Già. Ve la presenterò stasera se ci sarà l’occasione. Voi ci sarete giusto? >>. << Oh sì che ci saranno. I ragazzi saranno i tuoi camerieri per questa sera. >> spiegò maliziosa Allison.
Louis scoppiò a ridere. << Sul serio? Oh bè allora ci sarà da divertirsi! >>.
Niall e Zayn si accigliarono. << Chiudi il becco! >> sbottarono all’unisono.

 

 
<< Mmh…non è quello giusto. >> disse per la quinta volta Cloe facendo una piroetta su se stessa.
<< Io dico che questo è quello che tra più di tutti ti sta meglio. >> commentò Juliet sinceramente. In effetti, era vero. L’abito a sirena era l’ideale per le curve lineari di Cloe. Il carattere della donna era pessimo, ma sul corpo non si poteva obiettare.
<< Guarda. >> le fece notare. Nonostante la donna fosse alquanto capricciosa, lei non avrebbe permesso che il suo abito rispecchiasse il suo caratteraccio. Ogni donna doveva e sarebbe stata bellissima nel giorno più bello della sua vita. La fece voltare di spalle e le consigliò di guardare la sensuale scollatura dell’abito che si rifletteva nel grande specchio.
<< Oh…è delizioso! >> ammise Cloe guardandolo meglio.
<< Molto. >> concordò con un sorriso sincero.
<< Juls davvero credi che mi stia bene? >> domandò cauta.
Lei allargò il sorriso e in tutta convinzione annuì. << Sei bellissima Cloe. Rick è un uomo fortunato >>.
Lo era davvero? Bè non stava a Juls giudicare.
Cloe applaudì raggiante. << Lo prendo! Grazie grazie grazie! >>, si catapultò tra le braccia di Juliet.
Per un momento rimase sconcertata per quel gesto, ma dopo tutto non le dava fastidio, quindi rispose all’abbraccio.
Che siano stronze o meno, questo è il lavoro più bello del mondo, pensò.

 
La signora G irruppe in cucina con Harry, che portava le buste nella spesa in entrambe le mani.
Zayn, Niall e Louis sghignazzarono spudoratamente alla vista dell’amico ansimante per la fatica.
La signora G li fulminò uno per uno. << Malik, Horan non vi dispiacerà aiutarmi se volete assaggiare il mio cibo, giusto? >>, poi guardò Louis, << Oh Louis Tomlinson, non ti vedo da quando eri piccolo, sebbene i miei ragazzi ti vedano spesso. Non sarò clemente solo perché da piccolo ti cambiavo il pannolino quando tua madre mi chiamava per aiutarla. Sarò lieta di aggiungere un posto a tavola anche per te, ma dovrai dare una mano come tutti gli altri >>.
Louis arrossì violentemente. Non aveva idea che quella signora anziana, ma comunque in forma, lo conoscesse. Dopotutto lui era poco più di un bebè e quindi non poteva ricordarsi di lei. << Oh non vorrei disturbare…>> si affrettò a dire.
La signora G lo interruppe scacciando quel pensiero con una mano. << Sciocchezze. Su a lavare le mani. Tutti quanti! >> ordinò poi.
Louis notò che per il pranzo si erano fermati tutti.
C’erano Zayn, Niall, Harry, Jade e Allison. Mancavano solo…
<< Pazzoide che non sei altro! Prova a metterla nell’album del matrimonio e ti farò rimpiangere di aver scelto questo lavoro! >> gridò furiosa Juliet.
<< Prima devi prendermi! >> la provocò Natasha saltellando nella sala da pranzo con in mano una macchina fotografica.
<< Voi due…Si può sapere che vi prende? >> volle sapere la signora G con le mani sui fianchi.
Prima che Nat potesse spiegare, Juliet fece capolino nella stanza.
Louis restò impietrito per un lungo momento. Ora che non era più sporca da capo a piedi, la scrutò con la bocca leggermente dischiusa. Prima non aveva notato le sue gambe lunghe e atletiche. Era in jeans e maglietta, ma a Louis non sfuggirono le sue curve adattarsi in modo morbido e lussurioso agli abiti. Il viso a cuore, il naso aquilino, le labbra piene e sensuali in ogni loro movimento. I capelli castani lunghi fin sotto le spalle. E questa volta potè scorgere il colore dei suoi occhi. Ambra. Come la pietra, dello stesso colore profondo e abbagliante. Le lunghe ciglia le facevano ombra sul viso color avorio. Sentì la sua voce carezzevole in quel momento un po’ furente, nelle orecchie, e non si accorse nemmeno di avere una faccia da ebete, quando Juliet lo squadrò con un sopracciglio arcuato.
Prima che i due potessero dirsi qualcosa, Nat si rivolse a tutti ridacchiando allegramente << Ho immortalato il momento in cui la nostra Juls abbraccia la Sposina Isterica>>.
Jade sgranò gli occhi, << Stai scherzando? >>.
<< Oh ma andiamo. Era solo un abbraccio! Ho concluso un affare. Questo è l’importante! >> disse in sua difesa la diretta interessata sedendosi, e accorgendosi che Louis era proprio al lato opposto del tavolo.
<< Giusto. Ma perché vi rincorrevate per tutta la casa? >> domandò cauta Allie.
<< Perché la testa rossa qui vuole mettere la foto del nostro ipotetico “abbraccio” nell’album dei ricordi di Cloe, e io non sono d’accordo! >> le rispose pacata.
<< Andiamo Juls. Ho potuto immortalare la tregua tra la Sposina Isterica e Catwoman. Non posso cancellarla. >> commentò seria Nat.
Per un nanosecondo Juliet sembrò darle ragione, ma poi il suo sguardo glaciale scattò su di lei. << Un momento. Chi sarebbe Catwoman?! >>.
Nat la guardò con un sorrisetto innocente. << Vuoi farmi credere che la biancheria che hai nell’armadio sia di tua nonna? >>.
<< Certo che no, dato che sembra che io abbia aperto un negozio di intimo per te >> disse in tono canzonatorio, ma in modo che tutti gli altri potessero sentire.
Con la nitida immagine di Juliet con addosso una babydoll, Louis per poco non si strozzò con l’acqua, tanto che Niall gli diede una pacca sulla schiena.
Juls incrociò il suo sguardo, e lui si sentì accaldato.

Che? Io avvampare? Ma per favore!
Vide Juliet fare un ghigno malizioso, e questo lo lasciò interdetto. Era l’unico ad aver sentito quell’affermazione? C’era l’unico maschio seduto a tavola?
Si sporse verso Niall e gli sussurrò cautamente all’orecchio: << Fanno sempre così quelle due? >>.
Il biondo sogghignò << Oh sì. È un vero spasso. Specialmente quando lo fanno tutte e quattro insieme… >>.
Louis annuì distattamente, si ricompose e tornò al proprio piatto.

 
Il pranzo fu piacevole e molte volte lo sguardo di Juliet ricadde sul viso di Louis. Si sentiva un po’ a disagio dato che i due non avevano chiarito la vicenda di quella mattina, ma di certo lei era troppo orgogliosa a parlare per prima.
<< Juls sai che la scommessa ha coinvolto tutta la famiglia? >> affermò Harry retorico guardandola da dietro il vetro del bicchiere, mentre lo faceva dondolare davanti agli occhi.
<< Mmh…sai che tutti quei soldi che sicuramente avete puntato andranno nelle mie tasche? >> lo provocò lei con un mezzo sorriso.
<< Non mettermi alla prova Anderson. La signora G ha puntato più soldi di tutti sai? >> ridacchiò.
Juliet scattò verso l’anziana governante. << Oh ma andiamo! >> sbottò frustrata.
<< Suvvia bambina. Confido molto nelle capacità del ricciolino, ma se questo candidato si rivelerà un poco di buono, sarò disposta a ripagarti anche il doppio. >> Grace si alzò in piedi per sparecchiare.
Juliet le fece un mezzo sorriso. << Il ricciolino non dovrebbe giocare col fuoco. >>, poi guardò Jade per una sua considerazione.
Quest’ultima alzò le braccia in modo innocente, << Non guardare me. Io ho scommesso solo cento dollari…>>.
Juls la fulminò con lo sguardo, ma poi ci ripensò e sfoderò un ghigno subdolo. << Una scommessa su di me di cui io sono a conoscenza. Ho la vittoria in pugno. Naturalmente punto su di me il massimo >>.
<< Sentiti libera di esultare quanto vuoi, ma poi dovrai restituirci la stessa somma di denaro ad OGNUNO di noi >> la canzonò Niall.
Lei sbiancò. << Sparate quanti verdoni avete puntato. TUTTI >>.
<< Io cento. Confido nelle mie potenzialità. >> disse Harry.
<< Anch’io cento. >> Nat.
<< Idem. >> alzarono le mani Niall e Allie.
<< Harry e Nat continuavano ad alzare la quota, ma abbiamo deciso di fermarci a cento dollari ciascuno. >> le riferì Zayn.
<< Duecento. >> a sentire quel prezzo da parte della signora G, Juls la guardò come se fosse pazza.
<< Ehm scusate. Non vorrei sembrarvi un impiccione, ma di che diavolo state parlando? >> Louis che per tutta la conversazione era stato zitto e in disparte, guardò Juliet incuriosito.
Lei sospirò << I ragazzi si sono offerti di cercarmi un…ehm…partner? >> quasì non volle dirlo perché era umiliante.
Louis corrugò la fronte. << E perché mai? >> la guardò così intensamente che a Juls quasi venne voglia di avvicinarsi per guardare meglio quegli occhi verde-azzurri.
Lei sospirò di nuovo. << Guarda. Non ne ho la minima idea.>>, guardò Harry di sottecchi. << È così ripugnante che io non sia impegnata con qualcuno? >>.
Il riccio si alzò dal tavolo e le diede un bacio sulla fronte. << È così brutto esserlo? >>. Solo Juliet sentì quel sussurro.
Louis si alzò nello stesso momento in cui si alzò lei, come in sintonia. Lui sembrò volerle dire qualcosa, ma fu interrotto da una telefonata. Juliet decise di dargli un po’ di privacy, e così dopo aver salutato tutti gli altri se ne tornò a casa.

 
Louis si stava preparando per il matrimonio, quando Harry fece capolino dalla porta delle sua stanza.
<< Ehi io vado dalle ragazze. Ci vediamo là allora. >> e si defilò con un sorriso.
Louis sbuffò << Beato te che non devi indossare questa cosa! >> gridò sperando che lo sentisse.
<< Lo indosserò anch’io prima o poi! >> gli urlò di rimando, ridendo.
Ottimo. Quell’orribile giacca non gli stava proprio a genio. Decise di accantonarla, per mettersi un paio di bretelle nere sulla camicia bianca. In fondo s’intonava al pantalone scuro, quindi non era un problema.
Rachel lo aveva chiamato dicendogli che aveva avuto un contrattempo e di non riuscire a raggiungerlo. Poco male, in fondo a Louis non dispiaceva. Era un tipo socievole quindi in qualche modo avrebbe trascorso una bella serata.
Prese le chiavi della macchina e si avviò verso la tenuta.

 

Juliet aiutò Allie a posizionare la torta sull’ampio banchetto nel giardino della reggia. C’era un profumo incantevole di rododentri e primule. Gli sposi avevano scelto un matrimonio con uno stile autunnale, e le ragazze glielo avevano dato. Foglie dorate di zucchero ricoprivano la torta a quattro piani, farcita di panna e crema e meringa. I centritavola erano dei mini boquet ispirati a quello della sposa : ramoscelli di gelsomino e tulipani gialli.
<< Okay. Direi che le danze possano avere inizio. >> disse Allie a Jade tramite l’auricolare all’orecchio.
<< Sono alla faccenda del bacio. >> le informò.
<< Servono altri bicchieri. >> notò Allison guardando il banchetto.
<< Ci penso io. >> Juliet fece partire la musica che avrebbe fatto da sottofondo finchè non fosse subentrata l’orchestra. Si allontanò e cominciò a scendere le scale di servizio, superando il personale in uniforme che si apprestava a servire gli antipasti durante il breve cocktail organizzato per tenere gli invitati occupati mentre Nat completava i ritratti formali della sposa e dello sposo, del seguito nuziale e della famiglia.
Salutò Niall e Zayn, che a quanto pareva erano un po’ a disagio nei panni dei camerieri, ma non fecero tante storie.
A passo veloce raggiunse gli invitati e versò qualche drink qua e là, quando si sentì strattonare per la gonna. Juliet abbassò lo sguardo e vide un bambino moro guardarla con due occhioni verdi.
Lei s’inginocchiò quel tanto che bastava, << Ciao. >> gli sorrise.
<< Ciao. >> rispose timidamente.
<< Ehi ma tu sei il paggetto della sposa! Matt giusto? >> Juls lo tirò delicatamente per un dito.
<< Sì. Tu sei Juliet. Lo so perché sta scritto sulla tua collana. >> indicò la catenina d’argento che lei portava al collo.
Juls ridacchiò. << Esatto. Vuoi qualcosa da mangiare? >>.
<< No… veramente io vorrei ballare, ma sono tutti più alti e grossi di me, e ho paura di essere spinto…>> abbassò lo sguardo amareggiato.
Le si sciolse il cuore vedendo quel visino sconsolato, che non potè fare a meno di mordersi il labbro. Gli prese quel piccolo visetto tra l’indice e il pollice. Il bimbo alzò il visino triste e lei gli rivolse un sorrisone. << Matt vuoi ballare con me? Sappi che non sono un portento e non so nemmeno se andrò al ritmo giusto, ma ti farebbe piacere concedermi un ballo? >>.
Il bambino si rianimò e annuì esuberante con la testa. Matt le arrivava poco più sopra al ginocchio, ma Juls prese la sua manina delicata e lo guidò verso il centro della sala. Lui saltellò contento e i due si misero a ballare lungo la pista.

 

Louis stava chiacchierando con Adam, uno degli invitati. Poggiò il drink sul tavolo, quando notò delle risate diffondersi dalla pista da ballo. Anche Adam alzò lo sguardo per poi sorridere << Non c’è uomo o bambino che resista al fascino di Juliet >>.
Louis si alzò in piedi per cercare di vederla, ma invano. Non riusciva a vedere un tubo con tutta quella gente che la circondava. Tornò a sedere lentamente. << Ti piace? >> chiese a Adam.
<< Se mi piace? Wow amico è a chi non piacerebbe? Dico l’hai vista? >>.
Louis s’incupì. Non era certo un possibile fidanzato per lei. Adam la guardava solo in un certo modo, e lui aveva afferrato quale…
<< Dove vai? >> gli domandò Adam una volta che Louis si fu nuovamanete alzato.
<< A ballare. >> disse semplicemente dirigendosi verso la folla.

 

Nat concentrò la maggior parte degli scatti su Juliet.
<< Avanti Juls! Ti voglio scatenata! >> le ordinava scattando da una parte e l’altra.
Juls rideva, mentre faceva volteggiare Matt tra le sue braccia. Il piccolo aveva notevolmente un viso più giocoso e contento ora. Si era tolta le scarpe con i tacchi per i tanti balli scatenati, tra i quali un tango argentino che riuscì a malapena a seguire come si deve.
Juliet volteggiò su se stessa come una ballerina che naturalmente non era, e quasi si sbilanciò, quando sentì il petto di qualcuno alle sue spalle. Lui la sorresse prendendola per i fianchi. Juls alzò lo sguardo e vide Louis che le sorrideva divertito.
Il suo alito la investì di sana pianta. Brandy e cannella…un profumo intenso.
La voce di Louis risuonò dal suo petto in tono roco e profondo, che lei tremò involontariamente al contatto della sua schiena al torace asciutto e forte di lui. << Ehi ometto. Mi concederesti un piccolo ballo con lei per favore? >>.
Matt sembrò esitare, ma poi ci pensò su << Sei il suo fidanzato? >>.
Juls vide Louis annuire come se fosse ovvio, poi continuò << Tranquillo. Sono contento che la mia ragazza si sia divertita con un altro uomo. Ma adesso mi concedi un ballo con lei? >>.
<< Sì, non c’è problema. A dopo Juliet! >> disse sorridente Matt salutandola con la manina.
Le mani di Louis che adesso si trovavano sul suo ventre erano le mani maschili più belle che avesse mai visto. Juliet ammirrò le sue mani lunghe e affusolate tenerla salda a sé.
<< Ehm…Io sapevo che il ballerino e la ballerina dovessero ballare uno di fronte all’altra. >> la buttò lì sarcastica. Chissà perché deglutì in modo un po’ troppo rumoroso.
<< Concordo. >> le sussurrò all’orecchio. Le prese la mano sinistra e la fece voltare per poi tornarle a posare le mani sui fianchi.
Lei non si ritrasse, sebbene fosse un po’ sorpresa dall’azione di poco fa.
Juliet gli posò un po’ insicura le mani sulle spalle. Istintivamente scrutò il suo abbigliamento. << Bretelle? >> notò con un mezzo sorriso.
Lui non smise di tenerle gli occhi puntati nei suoi, ma ammise ridendo: << Odio le giacche >>.
<< Oh. >> poi la sua espressione cambiò e lanciò un’occhiataccia alla fotografa che li stava fissando da un po’. << Nat…>> la rimproverò.
<< Ops scusate. Ma eravate così… niente niente. Mi dileguo! >> le mandò un bacio con la mano e cambiò postazione.
Quando Juls girò la testa verso Louis, se lo ritrovò più vicino di quanto ricordasse. Quegli occhi la penetravano scintillanti e limpidi. Erano splendidi.

Lui è splendido.
Fortunatamente quella sua considerazione potè sentirla soltanto lei. Si domandò il motivo del suo atteggiamento così naturale nei suoi confronti…cosa voleva?
<< So che potrei sembrarti un po’ ridicola, ma ti prego di non farmi muovere. Sono stramorta e i piedi mi fanno un male cane. >> fu tutto quello che il suo cervello riuscì ad elaborare. Il profumo di quel ragazzo le scollegava i neuroni.
<< Tranquilla. Voglio solo parlare se non ti scoccia. >> le propose. Stavano dondolando lentamente, e Juls non potè evitare di trovarlo piacevole. Anzi dolce.
<< Certo. Ma potrei sparire nel caso le ragazze dovessero aver bisogno di me >>.
<< Va bene. Inizio col dirti che non mi è piaciuto il modo in cui ci siamo incontrati >> disse guardandola serio.
Juliet lo guardò attenta, e Louis per un attimo sembrò perdere il filo del discorso, ma si ricompose, << Sono un po’ “imbranato”, volendo usare il tuo termine. Lo ammetto, ma non era mia intenzione farti arrabbiare. Il tuo lavoro sembra molto impegnativo e il mio casino non lo ha reso più facile >>.
<< Ti ho sottratto dal tuo cavaliere per dirti che vorrei che noi due ricominciassimo da capo. >> indietreggiò di qualche passo e le prese la mano << Piacere. Mi chiamo Louis Tomlinson >>.
Juls piegò la testa da un lato per poi guardarlo sardonica. << Ookay. Juliet Anderson. >> disse alla fine.

Amici, Juliet. Vuole diventarti amico, si disse ovvia.
<< Quindi adesso è tutto ok? >> le domandò cauto.
<< Non vedo perché non lo dovrebbe essere. >> constatò con un mezzo sorriso.
Louis sospirò, ma la fissò guardingo.
<< Ho qualcosa che non va? >> chiese un po’ a disagio da quello sguardo inquisitore.
<< Sembra che quella scommessa non ti scalfisca nemmeno. Insomma…non hai opposto la benchè minima resistenza. Non ti da fastidio che altri decidano al posto tuo? >>.
Juliet sogghignò. << Perché non farli divertire? Anche se mi trovassero un sosia di Brad Pitt, non gliela darei per vinta >>.
Louis la guardò sospettoso. << Sei un tipetto piuttosto caparbio >>.
Juliet lo prese come una sorta di complimento, perciò sorrise.
Udì la voce di Jade chiamarla dall’auricolare. << Juls è il momento di mandare tutti a casa. Procedi nel tuo campo >>.
<< Ricevuto. >> le rispose. Alzò gli occhi verso Louis << Grazie per la chiacchierata, Louis. Ci vediamo. >> fece per andarsene.
<< Vuoi una mano? >> le chiese avvicinandosi.
<< Sei un invitato. Potresti sgraffignare un po’ di torta se ti va. Scommetto che Niall è già in cucina, e aspetta un po’ di compagnia >>.
<< Oh è un’idea allettante…e tu non vieni? Magari dopo? >>.
<< Io e le ragazze ci metteremo un bel po’ di tempo. Magari un’altra volta >>. Juliet si chiese per quale motivo esitasse nell’allontanarsi da quel tizio. Voleva stare un altro po’ di tempo con Louis? Bè, non aveva tempo per pensarci. Il suo lavoro non era ancora finito.

 
Louis non aveva molta fame, e in effetti il sonno si stava facendo sentire. Prima di avviarsi verso la sua auto, vide un paio di scarpe a tacco alto lasciate vicino ad un cespuglio. Le raccolse, ricordandosi che Juls era a piedi nudi quando stavano ballando. Quindi ipotizzò fossero le sue scarpe. Non era un ladro e nemmeno una donna, quindi quel paio di Gucci non le sarebbero servite, ma un’idea catturò la sua attenzione. L’indomani avrebbe avuto una scusa per scambiare di nuovo quattro chiacchiere con la loro proprietaria.

 
Juliet si distese sul divano nello studio di Jade. Ad ogni fine evento, le ragazze si ritrovavano in quella stanza per la spartizione del compenso.
<< Santo cielo…ho sonno! >> si lagnò Allie seduta a peso morto sulla poltrona. << Che carino, Zayn. Se n’è andato senza aspettarmi! >> disse stizzita Nat a braccia incrociate.
Juls riuscì a sogghignare, anche se le doleva persino il viso. Nat la fulminò, poi le fece un ghigno << Cenerentola ha dimenticato entrambe le scarpe? >>. 
Lei sgranò gli occhi << Dio le ho dimenticate. >>, sospirò, << Fa niente. Andrò a cercarle domani >>.
<< Ecco a voi. >> Jade posò il guadagno sul tavolo.
<< Sento odore di soldi…>> riuscì a mormorare Allie.
<< Anch’io sorella. >>, Nat fece per alzarsi dal divano, ma ci rinunciò. << Sono troppo stanca. Non riesco a muovermi! >>.
<< Jade…Ho bisogno di un aiutino…>> Juliet alzò la mano e la sventolò verso l’amica.
<< Oh ma certo. Ehi Louis, sei ancora qui? >> esclamò con enfasi Jade.
Juls si alzò di scatto, poi si accigliò << Mi prendi in giro? >>.
<< Ops scusa. Forse ho delle allucinazioni. >> Jade la guardò maliziosa << Come mai quella reazione? >> le chiese avvicinandosi a lei.
Juliet notò che anche Nat ed Allie si erano avvicinate e la squadravano con i loro occhi penetranti.
<< Quale reazione? >> mormorò un po’ a disagio.
<< Ti abbiamo vista parlare con Louis. >>
<< Io direi flirtare >> commentò Nat ridacchiando.
Juls le tirò un cuscino. << Non è affatto vero. Stavamo solo parlando. >> disse indignata per quell’allusione.
<< Non scaldarti ragazza. È solo che ho visto come Louis ti guardava e quindi ho pensato…>> cominciò Nat, ma Juliet la interruppe. << In che senso “ come mi guardava”? >> quasi si sentì imbarazzata a chiederlo.
<< Quando uscivamo insieme, e ti parlo di un decennio fa, quando ancora avevamo sedici anni, lui non mi ha mai guardato così…come posso dire…ebete? >>.
<< Nat per favore. Lo conosco da poco meno di un giorno. Non credo che Louis mi possa pensare in quel modo…ha solo voluto chiarire il malinteso di stamattina, nient’altro. >>, le spiegò calma.
<< Perché t’irrita così tanto che qualcuno possa vederti in un certo modo? >> le domandò confusa Allie.
Juls si accasciò sul divano, e sorrise tristemente a tutte e tre. << Perché non mi sento bella solo perché un ragazzo mi guarda in quel modo. Conosco quello sguardo e mi fa imbestialire. Tutti quelli con cui sono uscita mi guardavano a quel modo. A volte mi è capitato di pensare che quello fosse uno sguardo innamorato… >> rise amaramente. << Ma poi ho capito che non era affatto così. L’ho capito guardando il modo in cui mio padre guardava mia madre, e quello sì che era quello che cercavo. Solo che non l’ho mai trovato. E Luke è stata l’ultima goccia. Mi lascio ammaliare dai ragazzi belli. E quegli uomini sono soltanto bellissimi…Io mi fido troppo. Sono finita troppe volte con un sapore di delusione in bocca. Non voglio più tentare di innamorarmi. Basta. Si vede che il mio destino è quello di essere una zitella con i cani. >>.
Ci fu un lungo silenzio, ma alla fine Nat aprì la bocca. Anche se le sue parole non erano quelle che Juls si aspettava.
<< Ma le zitelle non vivono con i gatti? >>.
Lei roteò gli occhi al cielo.
Jade le posò la mano sulla gamba. << Tesoro…perché hai lasciato che facessimo quella stupida scommessa? Ti avremmo capita, anche se il tuo ragionamento è un po’ illogico…>> commentò con un sorriso compassionevole.
<< Bè…forse perché mi farebbero comodo quei soldi. >> scherzò, ma poi tornò seria. << No sul serio ragazze, non preoccupatevi. Sono curiosa di sapere quale specie di essere maschile mi troveranno i ragazzi. Davvero. In ogni caso se non mi piacesse lo manderei dritto dritto nell’Aldilà. Ad ogni modo…perché dici che il mio discorso è illogico? >> volle sapere un po’ offesa.
Nat, Allie e Jade scoppiarono a ridere. Lei s’incupì.
<< Siamo d’accordo sul fatto che i ragazzi con cui uscissi fossero dei bei fisetti, e anche senza un briciolo di dolcezza o intenzione seria che non fosse il sesso! Ma ti prego Juliet. Non venire a dirci che non hai intenzione di innamorarti mai più e che il tuo destino è di stare con una dozzina di gatti o cani perché e IMPOSSIBILE! Ripeti con noi questa parola! >> le ordinò scherzosa, ma allo stesso tempo seria Jade.
<< Voi siete IMPOSSIBILI. >> Juls fece una smorfia.
Nat le saltò addosso. << Prima che ti venga un’idea folle, del tipo di passare all’altra sponda…Mi coccoleresti un po’? Credo che Zayn stia già nel mondo dei sogni…>>.
Juliet non potè fare a meno di ridere vedendo il broncio disegnato sulle labbra della piccola rossa. << Mmh… che ne dite di un pigiama party di mezzanotte? >> propose ad alta voce.
<< Perché no. Potremmo anche ubriacarci. >> aggiunse Allie riprendendo lentamente le forze.
Juls si rivolse a Jade facendole gli occhioni da cucciola.
La riccia sospirò << E va bene. Ma se non ci svegliamo puntuali domani, spiegherete voi ai clienti quest’improvvisata notturna! >>
Nat saltò sul divano << Andata! >>.

 

Note dell’autrice

Prima di farvi i dovuti e più sinceri ringraziamenti per le recensioni del capitolo precendente vorrei dire qualcosa…^_^
Questa storia ho scelto di scriverla in terza persona in modo da ampliarne il contenuto. Ho deciso di arricchirla con la descrizione dei matrimoni così da potervi immergere nel lavoro di queste ragazze e di farvi divertire, ma naturalmente la storia è incentrata su Juliet e Louis. Tutti gli altri sono personaggi secondari e ci saranno dei piccoli momenti dedicati a loro, sebbene in maniera più restrittiva.
Ed ora vorrei dire
GRAZIE a chi ha recensito, e alle lettrici che sono tornate al mio fianco anche in questo cammino, e un benvenuto a quelle nuove *__*
Naturalmente ognuno vorrebbe un bel numero di recensioni, ce chi è così bravo da meritarsene una cinquantina o un centinaio. A chi non piacerebbe? Ma bisogna meritarsele, e questo dipende dalla bravura della scrittrice. Non negherò il fatto di volervi soprendere e chissà forse ne avrò sempre di più man mano che la storia andrà avanti e per voi diventerà più bella...Incrocio le dita ahahahahaha ;-P
Io sono orgogliosa del numero di recensioni che ho avuto al capitolo 1 :’) Vi voglio bene ragazze, grazie per le vostre parole. Mi erano mancate sapete? Quando s’inizia una nuova storia l’ansia comincia a farsi sentire, o almeno a me succede… Sono felice che a molte di voi quest’inizio sia piaciuto. Ci metterò tutta me stessa per ripagarvi del vostro sostegno e di non farvi pentire di avermi dato una chance.
P.s. La gentilissima persona che mi ha aiutato a fare la copertina della storia è   ZaynSunshine , non si chiama SaraSunshine, da quello che avrete potuto notare cliccandoci sopra. Scusate, ahimè come vi dicevo è l’agitazione che fa brutti scherzi U.u’
Ora vi saluto bellezze :-*

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Capitolo 3
*** Capitolo3 ***


finito capitolo 3

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Capitolo 3

 

<< Louis…>>.
Si sentì chiamare nel mondo dei sogni.
<< Louis? >> di nuovo.
Cercò di aprire gli occhi per vedere chi fosse.
<< Ti sei svegliato! Buongiorno! >> Rachel gli scoccò un bacio sulle labbra.
Lui si stiracchiò cominciando a ricordare perché la ragazza si trovasse mezza nuda nel suo letto.
Rachel era venuta a “fargli visita” nel cuore della notte. Gli aveva detto che dopo i numerosi impegni della giornata, aveva bisogno della sua compagnia. Ma Louis era talmente stanco che il massimo che avevano fatto era stato baciarsi.
<< Che ore sono? >> biascicò stropicciandosi gli occhi.
<< Le dieci. Perché? >>.
<< Oh niente…>> le rispose noncurante alzandosi dal letto.
<< Louis. >> Rachel parve seria.
Lui si voltò incuriosito da quel tono. << Sì? >>.
<< Cosa sono queste? Anzi forse sarebbe meglio dire: di chi sono? >> sibilò puntandogli in faccia un paio di scarpe da donna.
Louis le fissò, poi si finse scioccato.
Cavolo, si era scordato di nasconderle!
<< Probabilmente di Jade. Scommetto che Harry ha usato camera mia per le sue porcherie…dovrò chiudere a chiave la porta! >> mentì spudoratamente.
Rachel lo scrutò a fondo, ma poi scosse la testa. << Ho capito. Scusami >>.
Lui l’abbracciò. << Sta tranquilla >>.
<< Oggi stiamo un po’ insieme? >> gli domandò.
<< Ehm…veramente io dovrei sbrigare una faccenda. Magari ti chiamo io, quando ho finito, ok? >>.
<< Mmh…Va bene. Mi toccherà trovare qualcosa da fare allora. >> disse lei, poi lo baciò e si diresse in bagno.
 

 Juliet controllò l’agenda degli impegni seduta nella sua comoda e soffice poltroncina di pelle. Il suo studio era più grande di quelli di Allie, Nat e Jade. Questo perché il suo lavoro implicava possedere decine di migliaia d’abiti da sposa disposti in varie altre piccole sale e corridoi adiacenti, che rendevano l’intera area più grande. La zona lavorativa era situata di fronte al giardino. Quella vista sui campi di fiori le metteva il buon umore. Si stiracchiò. Tra un po’ sarebbe venuta Kate. Questa cliente era già venuta in passato a Promesse, e il suo primo matrimonio sembrava fosse caduto in declino. A Juliet dispiaceva, dato che Ben sembrava un tipo premuroso e adorabile. Invece il nuovo futuro maritino era decisamente duro e freddo con la gente intorno a lui.
<< Buah…chi le capisce le donne! >> borbottò sola soletta nella stanza. Poi scoppiò a ridere per quella tipica affermazione maschile.
Si alzò in piedi e notò che al lampadario doveva essere cambiata la lampadina. Ieri non aveva avuto tempo, quindi decise si farlo adesso.
Prese la scaletta e la posizionò sotto il lampadario. Salì e cominciò a svitare la lampadina consumata.
<< Buongiorno! >> gridò qualcuno spalancando la porta.
Juliet sussultò vacillando sulla scala.
<< Attenta! >> Louis corse da lei allarmato.
Juliet riprese da sola l’equilibrio, poggiandosi una mano sul petto per calmare il battito accelerato.
Che diavolo ci faceva lui qui?
<< Meno male. Mi hai fatto prendere un colpo! >> esclamò lui sospirando sollevato.
<< Tu?! >> sbottò Juliet scettica.
<< Sì può sapere che stai facendo? >> le chiese guardandola dal basso.
<< Cosa pensi che stia facendo? >> lo rimbrottò retorica mostrandogli la lampadina.
<< Bè scendi di là. Non credo che tu abbia un buon equilibrio. Faccio io. >> decise Louis, afferrandola per le gambe.
<< Louis! >> gridò contrariata Juliet, e istintivamente poggiò le mani sulle sue spalle, altrimenti sarebbe caduta di sicuro.
Con un movimento fluido lui le afferrò le gambe portandosele ai fianchi.
Lei riaprì gli occhi sebbene timorosa.
Lui saltellò sul posto ridacchiando con lei in braccio.
<< Ti sembro forse un’inetta? Potevo farlo benissimo da sola! >> si lamentò lei tentando di divincolarsi.
Louis alzò gli occhi al cielo sorridente. La tenne stretta a sé, poi le disse << Perché sei così cocciuta? >>.
<< Io non sono cocciuta! >>.
<< E così irascibile >>.
<< Non sono…>> poi sbuffò stizzita e rassegnata. << Perché agisci senza pensare? >> gli domandò di rimando con lo stesso tono saccente di lui.
Louis scoppiò a ridere, facendole defluire la collera che tanto sperava di mantenere.

Per caso la sua risata è un anestetico? Chiese a se stessa sconcertata.
<< Sono impulsivo lo ammetto. Invece tu sei molto riflessiva, lo vedo da quegli occhi ambrati che incutono un “stai indietro”, come se dovessi stare sempre in guardia. Perché non ti rilassi un po’? >> la incitò Louis sereno e allegro, facendola ciondolare come se seguisse un qualche sottofondo musicale.

Sto in guardia dagli uomini maledettamente affascinanti come te! Ecco perché non mi rilasso! Avrebbe voluto urlargli Juliet, ma si morse la lingua per trattenersi.
<< Sai che non ci troviamo in uno di quei centri dove tutte le persone si confidano tra loro iniziando con la frase: “ Salve a tutti mi chiamo Pingo Pallino e ho un problema…”? >> ribattè invece in verso di scherno.
Louis rise un’altra volta, e lei sorrise suo malgrado. Le piaceva la sua risata. Aveva qualcosa di contagioso. Il modo in cui quelle labbra sottili e morbide s’increspavano in un sorriso abbagliante, le faceva venire una voglia matta di rinchiuderlo in un bacio.

Santissimi numi! Cosa vado a farneticare!
Finalmente riacquistò un’adeguata lucidità. << Perché sei venuto? >> riuscì a domandargli. Come riusciva Louis a farle dimenticare le cose soltanto con una risata?
<< Ieri sera quando ballavamo eri a piedi nudi. >> disse risoluto. 
Lei spalancò gli occhi palesemente confusa. << Che diavolo centra ora questo?! >>.
<< Sei anche un po’ distratta. >>
<< Ancora! Hai finito di farmi la radiografia? >> disse frustrata. Poi si accorse che era ancora tra le sue braccia.

Già. Proprio distratta.
Si rimise in piedi sulle sue gambe.
<< Dove sono le tue scarpe? >> le domandò Louis malizioso.

Ma questo è pazzo! Le mie scarpe sono…
Juliet arrossì leggermente. << Ehm…Sono…sparite. >> mormorò.
Quella mattina era uscita a prenderle nel punto in cui le aveva lasciate durante l’evento, ma non le aveva ritrovate.
<< Che peccato perdere un bel paio di Gucci…>> commentò Louis guardando altrove.
<< Già…>> annuì Juliet sbuffando, poi riflettè su quello che le aveva appena detto. Alzò un sopracciglio << Io non ti ho detto di che marca erano >>.
Lui ridacchiò << Davvero? Oh devo essere un indovino allora >>.
<< Devo presumere che tu sia gay Tomlison? Se volevi le mie scarpe, bastava chiedere. >> disse Juliet con un ghigno beffardo.
Louis smise di ridere. << Hai arrecato una bella offesa al mio amichetto giù in fondo, lo sai? >>.
Juliet soffocò una risata. << Che peccato. Bè allora posso riaverle indietro? >> gli richiese.
<< No. Direi che ti meriti una punizione per la grave accusa che mi hai inflitto >>. Prima che Juliet potesse chiedergli di cosa stesse parlando, Louis la buttò sulla poltrona e si precipitò su di lei, facendole il solletico.
<< No. Ti prego smettila! >> tentò di ribellarsi ridendo come un’esaltata.
<< No, se prima non ti rimangi quello che hai detto. >> la minacciò Louis continuando a punzecchiarla con le dita.
<< Mai! >> si oppose Juliet, riuscendo ad afferrargli le mani.
Lui sembrò sorpreso dalla sua stretta salda. Soltanto per un attimo perchè cominciò ad avvicinarsi al suo volto.
<< Mollami piccola. >> le ordinò con un sussurro. Per un momento Juliet vacillò guardandolo, mentre si avvicinava lentamente.
<< E se non volessi? >> gli chiese, sorpresa lei stessa dal suo strano tono nervoso e…eccitato.
Louis fu a pochi centimetri dalle sue labbra.
<< Farei qualcosa di cui potrei pentirmi. >> le sussurrò.
Lei deglutì, sentendo come le sue guance si colorassero al sentire il suo alito caldo sulle labbra.
<< Perché dovresti pentirtene? >>. Ormai Juliet parlava a ruota libera, i suoi istinti avevano preso il timone della sua barca, prendendone la guida che lei aveva tentato con tutte le sue forze di controllare.
Quel bel visetto la stava tentando, e Juliet doveva riprendersi.
<< Juliet…>> il suo nome pronunciato dalla voce di Louis, lo rendeva un suono dolce ed erotico.
Louis tentò di distogliere lo sguardo da quella labbra piene e invitanti. Era a corto d’ossigeno, semplicemente standole ad una distanza minima. Gli occhi di Juliet brillarono di malizia e lui non potè fare a meno di sorriderle dolcemente. La sera prima le aveva proposto di cominciare da capo. Come amici, ovvio. Ma quella ragazza era troppo tenace per i suoi gusti. Provocava in quel modo tutti i sui amici maschi? Era confuso, e non riusciva a capirne il motivo.
<< Juliet…>> sussurrò il suo nome assaporandone il suono e il piacere che gli dava nel pronunciarlo. Come se anche il suo semplice nome fosse una qualche forma di droga tentatrice…
Un suono acuto li fece sussultare entrambi.
Juliet ringraziò il cielo di quell’aiuto divino. Lo fece indietreggiare, dandosi una sistemata per poi correre alla porta.
Louis guardò con la coda nell’occhio il suo fondoschiena. Era così sexy stretto in qui pantaloni neri che portava addosso. Si alzò anche lui di scatto, andando verso il lampadario. Non voleva interromperla ancora. Aveva capito che l’aveva sottratta da un incontro con una cliente, perciò per non dare sospetti si atteggiò nei panni di un’elettricista.
<< Kate accomodati, vedo che hai portato qualcuno con te! >> le sentì dire. Sorrise notando che la voce di Juls fosse un po’ roca. Poi strabuzzò gli occhi nel vedere una ragazza a lui fin troppo familiare.
<< Louis? >> Rachel lo guardò di sbieco.
<< Rachel. >> la buttò lì accennando ad un sorriso impacciato.
<< Che ci fai qui? >> gli domandò la bionda.
<< Ehm…Io… >> lampo di genio, << Io sono qui per aggiustare questo lampadario! Si è rotto, e Juliet mi ha chiesto se potevo ripararlo. >> le spiegò pratico.
<< Vi conoscete? >> domandò Juliet fissando prima Rachel e poi Louis, curiosa.
<< Sì stiamo insieme. >> disse schietta la ragazza.
Lui s’impietrì. Aveva estromesso quel piccolo particolare dalla sua testa.

Merda!
<< Oh bè allora perché non farlo sedere accanto a voi, no? Tanto sosterrei che abbia finito con quella lampadina >> esordì subito dopo Juliet.
Louis non potè credere alle proprie orecchie. Poi incoraggiato da chissà quale forza interiore, posò gli occhi su di lei. Il suo tono era diventato professionale e l’espressione imperturbabile.
<< Oh sarebbe meraviglioso! >> concordò entusiasta Rachel. << Amore vieni qua! >>.
Louis scese lentamente dalla scaletta dirigendosi verso il divanetto. S’irrigidì di colpo, quando incrociò lo sguardo freddo di Juliet.
La vide tendere la mano a Kate. << Allora, diamoci da fare. Ho molti abiti in serbo per te. >> le disse con un sorriso tenero, che Louis invidiò profondamente.
<< Oh sono emozionata, molto di più della prima volta. Dov’è Natasha? >> le chiese Kate guardando la porta.
<< Qualcuno mi ha invocato? Eccomi qua splendori! >> Nat entrò radiosa con la sua macchina fotografica in mano.
<< Splendore? >> la chiamò Juliet priva di sarcasmo, << Puoi portare qualcosa da bere a Louis e alla sua FIDANZATA? >> l’ultima parola suonò sillabata e pungente.  
Il sorriso di Nat sbiancò, guardando i due seduti sul divanetto.
Louis sperò di diventare invisibile. Totalmente invisibile.
<< Certamente. >> Nat assunse anche lei quel tono professionale, che a lui non sfuggì come qualcosa di negativo.
Vide Juliet ringraziarla, e dirigersi verso il camerino con Kate.
<< Cosa ci fai qui? >> chiese a sua volta Louis a Rachel, una volta rimasti soli.
<< Te l’avevo detto che avrei trovato qualcos’altro da fare. Così ho chiamato mia cugina Kate, e lei mi ha detto che sarebbe andata a scegliere l’abito per il suo matrimonio e così ho deciso di accompagnarla. E tu da quand’è che ti occupi d’impianti elettrici? >>.
<< Ehm veramente è sempre stata una mia passione segreta…>>. Non era male come bugiardo dovette ammettere, anche se si sentiva un verme schifoso.
Per tutto il tempo Rachel non fece altro che commentare ogni singolo vestito, mentre lui annuiva e basta, senza alcun segno di partecipazione. Era occupato a guardare l’atteggiamento di Juliet. Sembrava totalmente presa dagli abiti da sposa da dimenticarsi della sua presenza.
La sua mente vagava nel ricordo, prima che Kate e Rachel arrivassero. Quando lui e Juliet erano così vicini dallo sfiorarsi con le labbra. Il suo tono eccitato e provocatorio che lo aveva mandato nel pallone, nonché in un eccitazione incredibile.

Che importanza ha tutto ciò? Io sono impegnato. Non sono mica un traditore, un uomo che tradisce la sua compagna, ricordò a se stesso.
La sua ragazza, che in quel momento stava guidando la sposa nella scelta dell’abito…

Cervello di gallina, non è lei!
Ventiquattro con Juliet e si era rincretinito.
Niente da fare, si sentiva un perfetto idiota.
<< Nat guarda questo. >> la incitò Juliet sorridendo a Kate.
<< La mia macchina fotografica approva in pieno. >> annuì dandole il cinque.
<< Lo penso anch’io. Questi fiorellini sulla gonna sono deliziosi. >> commentò Kate guardandosi allo specchio.
<< Aspetta! >> Juls corse a prendere qualcosa in camerino. Quando tornò, Louis vide che aveva in mano un velo con il diadema.
<< Posso avere l’onore? >> chiese a Kate ammiccando.
Julet lo adagiò sulla chioma color platino della donna. Le sistemò il velo, poi le rivolse un sorriso compiaciuto. << Adesso…è perfetto. >> .
<< Rachel che ne pensi? >> Kate si girò verso di lei in cerca d’approvazione.
In tutta risposta afferrò la mano di Louis e saltellò sul divano contenta. << Bellissimo! Ho deciso: quando io e Louis ci sposeremo verrò da Juliet per la ricerca dell’abito perfetto! >>.
Lui restò a bocca aperta. << Non è troppo presto per dire una cosa del genere? >> riuscì a mormorare all’orecchio della ragazza.
Rachel lo guardò, << Louis, quando c’è amore tra due persone non è mai troppo presto >> affermò in tono concitato.
Stava dando spettacolo nel momento e nel luogo sbagliato. Sentì qualcuno tossire falsamente, e si accorse che si trattava di Juliet.
<< Sarò…>> scosse la testa, facendo un sorrisetto, << Promesse sarà felice di avere un nuovo cliente. >>, si girò verso Nat e questa annuì subito.

 
Quando Kate, Rachel e Louis lasciarono la stanza, Juliet guardò Nat circospetta.
<< Nat tu sapevi che Louis fosse come dire…>> le uscì un grugnito di disgusto.
Nat la conosceva troppo bene, per sapere che Juls si stava trattendendo dall’esplodere.
<< Juliet, te lo giuro. Lo saputo solo stamattina da Zayn. Mi ha detto che la biondina doveva essere al matrimonio di Jason e Sarah, ma per un imprevisto non è riuscita a venire…>> disse.
<< E ha pensato bene di ingannare il tempo. >> mormorò lei con un sorriso freddo, pensando alle sceneggiata messa in atto lungo la pista da ballo.
<< Juls >>
Lei si voltò verso l’amica.
<< Ti conosco bene. So leggere i volti e so leggere te. Non sarà che…>>, fu interrotta da Louis che bussò alla porta già aperta.
<< Scusami. Nat puoi lasciarci soli un attimo, per favore? >> le chiese speranzoso.
Per un attimo la rossa esitò, ma poi annuì. Mimò a Juls con le labbra un ‘a dopo’ e si congedò.
Juliet si disgustò di se stessa per l’atteggiamento con Louis di poco prima. Lo aveva istigato a baciarla.

Che mi serva da lezione. È bello e stronzo proprio come tutti gli altri.
Louis si avvicinò, ma lei si ritrasse in modo brusco.
<< Non ti avvicinare. Dico sul serio. >> lo ammonì a denti stretti.
<< Perdonami Juliet. Non era mia intenzione fartelo sapere in quel modo…>>.
Lei scoppiò in una risata quasi isterica. << E di cosa dovresti scusarti? Chi sono io per offendermi del fatto che tu sia impegnato con un’altra? Siamo amici Louis. Va tutto bene. >> Lo guardò imperturbabile.
<< Non voglio che tu pensi che io prima potessi fare…>>.
Lei lo interruppe, << Non stavi per fare NIENTE. Perciò non ti devi preoccupare. Rachel non dubiterà del tuo amore. >> fece un mezzo sorriso languido.
<< Quindi è tutto apposto? Voglio dire tra me e te? Noi siamo…>> Louis esitò.

Averlo vicino come amico non sarà così male, in fondo mica mi ero presa una cotta? Non sono più la tonta che s’innamora al primo impatto. Direi che ho imparato già troppo volte la lezione.
<< A-M-I-C-I. Semplice no? >> lo schernì lei.
Juliet ripetè a se stessa che quel momento sulla sua poltrona non era stato altro che un gesto affettuoso con un amico. Non conosceva Rachel, non le interessava nemmeno conoscerla, ma una cosa era certa. La biondina dagli occhi celesti era la ragazza di Louis. Chi era lei per mettersi in mezzo tra quella ragazza e il suo nuovo amico?
Quell’attimo spensierato e provocante, era di certo dovuto ad un momento pre-mestruale. Sì, doveva essere sicuramente così. Ecco perché i suoi cazzo di ormoni erano in subbuglio.
<< Già. Bè io ora devo andare. Ci vediamo allora >>.
Lei riuscì a fargli un sorriso rassicurante. << Ci vediamo Louis >>.

 

Nel pomeriggio Louis decise di vedere un film. Dannazione, o era il film senza senso oppure era lui a non avere la testa in quel momento!
Amici.
Così gli aveva detto Juliet. Non aveva nulla in contrario, ma perché non riusciva a pronunciarlo pensando a lei? Ridicolo. Conosceva
quella ragazza da un giorno appena. E più se lo ripeteva più la situazione gli sembrava profondamente ridicola.
<< Già. La conosco da poco, quindi la parola amica è una parola affrettata no? Amici si diventa con il tempo…>> pensò ad alta voce solo soletto nel salotto deserto.
Una vocina nel suo profondo incoscio gli stuzzicò una domanda…

Vuoi essere amico di Juliet? Vorrai esserlo oppure vorresti essere qualcosa di più intimo per lei?
Louis non seppe rispondere. Lei aveva suscitato in lui una sensazione particolare. Una donna bella e caparbia. Non ne aveva mai conosciute di una natura così tenace. Era un uomo e si sentiva stuzzicato da quella nuova visione di femminilità e forza. Si era persino dimenticato di restituirle le scarpe. Ma come gli ripeteva sempre sua madre: a volte era più il suo istinto ad agire che non la sua testa.
Sobbalzò nel sentire una vibrazione sotto il suo sedere.
<< Pronto? >> esordì prendendo il cellulare.
<< Figliolo sono io. >> annunciò sua madre.
<< Ehi ciao mamma, come stai? >>.
<< Bene. Ho bisogno che tu faccia una cosa per me. >> passò subito al nocciolo della questione.
Louis sospirò << Dimmi >>.
<< Devi consegnare degli acquisti a dei vari clienti. Su, muoviti a venire in negozio >>.
Sua madre riattaccò senza volere neanche una conferma da parte del figlio.
In ogni caso Louis era stufo di stare in panciole sul divano ad arrovellarsi le membra, quindi si mise in marcia.
 

<< Ehi siete qui. >> disse Jade nel vedere Nat e Allie in cucina a mangiare biscotti.
Nat le passò un biscotto, poi la informò sull’incontro con Kate e la biondina.
Jade annuì lentamente << Mmh…capisco. Quindi solo i ragazzi sapevano di questa relazione…>>.
<< Harry non ti ha detto niente? >> chiese Nat. Jade fece segno di no con la testa.
Allie le guardò con occhi carichi di mortificazione. << Ieri mattina Louis ha menzionato la cosa. C’ero anch’io, ero andata a farmi una tazza di thè, ma prima che possiate sgridarmi o urlarmi contro, dovete sapere che l’ho praticamente rimosso dal cervello. Avevo un forte mal di testa e non ho elaborato l’informazione. Forse non ho sentito bene a causa del rumore del bollitore. Ma non credevo che la notizia fosse importante per Juls…>>.
Jade e Nat si guardarono nervose. << Nemmeno noi pensavamo fosse importante…>> ammisero.
<< Voi credete che Juliet si sia presa una cotta per Louis? >> bisbigliò Allie alle altre due.
<< Non ne ho la minima idea…>> disse Jade, poi guardò Nat per una sua considerazione.
<< Juliet lo guarda in modo…>> ci pensò su prendendo un biscotto, << In sostanza è lo stesso identico sguardo che uso io quando guardo Zayn >> decise infine.
Allie e Jade sgranarono gli occhi, certe che Nat fosse un asso nel capire certe cose.
<< Se è così, non è una buona cosa. Juls soffrirebbe un’altra volta e non voglio assolutamente questo. >> Allie divorò un biscotto al cioccolato con foga.
<< Louis ha la classica fama del perfetto don giovanni >> dichiarò Nat.
<< Niente di meglio per una ragazza che ne ha avuto abbastanza con i don giovanni. No. Louis è categoricamente un caso fuori discussione. Chiederò a Harry di darsi una mossa con quella “ricerca”, perché ne va del cuore della nostra migliore amica. Anzi, aiuteremo anche noi i ragazzi nel trovare la dolce metà di Juliet. Ci state? >>. Quando Jade s’impuntava non c’era frana che potesse smuoverla.
<< Ci stiamo.> annuirono le altre due.
Allie si guardò intorno, riflessiva. << Juls? >> domandò alla fine.
<<È con Kyle. >> le rispose Jade.
Le tre ragazze sorrisero.

 
Louis passò per vari isolati intorno al Parco di Londra. Dopo aver terminato le consegne parcheggiò la macchina. Voleva rilassarsi un po’ sulla soffice erba del Parco. Erano le sette e mezza, e le persone continuavano a grogiolarsi in quel paradiso terrestre. Si sedette su una panchina e si mise a guardare i bambini che giocavano nell’attrezzatissimo parco giochi.
Sorvolò con lo sguardo il resto dei passanti. Molte coppiette passeggiavano romanticamente sulle collinette. All’improvviso vide un fresbee volare in lontananza. Il cane lo riportò al padrone e quando Louis ne riconobbe l’identità rimase di sasso.
<< Bravissima Maya. Forza di nuovo! >> la voce di Juliet incitò l’animale lanciando di nuovo il disco.
Lei non poteva accorgersi della presenza di Louis, perché un grosso albero gli faceva da ombra oscurandone la sua figura.
Juliet non era sola. Con lei c’era un ragazzo. Lo studiò da cima a fondo: alto quasi un metro e novanta, ben piazzato e biondo. Non riuscì a identificare il colore degli occhi, ma ipotizzò fossero chiari.
<< Vieni qua! >> le ordinò il tizio prendendola tra le sue braccia.
Juliet non oppose la benchè minima resistenza, anzi si lasciò stringere a lui.
Il ragazzone le posò un bacio sui capelli cominciando ad accarezzarli.
Louis non era un tipo aggressivo, ma si sentì pervadere da un moto di stizza verso entrambi.
Chi diavolo era quel ragazzo? E perché Juliet si lasciava smielatamente coccolare da lui?

 

 Note dell’autrice

Ehi ragazze!
Il terzo capitolo è sfornato :-) 

Come vi sembra?
Diciamo che vi ho lasciato interdette…e vi capisco.
Molte di voi mi hanno scritto di essere contente che tra Juliet e Louis adesso che si sono chiariti vada tutto bene…mmh non lasciatevi ingannare eh eh eh L.L
Juliet e Louis hanno due caratteri forti e complessi, e col tempo capirete cosa intendo.
Intanto…chi è questo misterioso ragazzo che Louis ha visto con Juliet?
Nel prossimo capitolo qualcuno combinerà un disastro causando una gelida discussione…chi sarà?
E scoprirete molti più particolari sulla vita di Juliet.
Cos’altro posso dirvi?
Che siete fantastiche a lasciare meravigliose recensioni e che io vi ringrazio del sostegno che mi state dando? Siete davvero stupende! :’-) Un enorme grazie a quelle personcine che hanno messo la mia storia tra le seguite, ricordate e preferite!!! E grazie anche a chi legge silenziosamente anche se mi piacerebbe sapere cosa ne pensa, ma la scelta spetta a voi.
Attendo le vostre recensioni che mi fanno sempre lacrimare di gioia quando le leggo ^_^  Non sorprendetevi, perchè è la pura verità.

P.s. Vi lascio due foto dei One alla chiusura delle Olimpiadi <3 Erano bellissimi e mi si è sciolto il cuore *_*

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Capitolo 4
*** Capitolo4 ***


capitolo4 pronto

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Capitolo 4

 

Juliet entrò in cucina, accompagnata da Allie.
<< Buongiorno a tutti. >> fece salutando Jade, Nat e la signora G.
<< Buongiorno. Avete preferito fare qualche ora di sonno in più voi due? Non vi ho viste in palestra. >> disse Jade accomodandosi sulla sedia.
Juls ed Allie la imitarono ridacchiando. 
Juliet aveva adocchiato un possibile tipo d’abito da sposa per Danielle, e quindi aveva coinvolto la partecipazione di Allison, felice nel giudicare insieme a lei.
<< Chiediamo scusa. Ma si trattava di lavoro, quindi dobbiamo per forza essere scusate. >> convenne Allie.
<< Ah sì? >> la derise Nat. Allie le lanciò un’occhiataccia ammonitrice.
<< Avanti mangiate le frittelle dolci altrimenti saranno da buttare, ed io non butto via il mio cibo! >> le avvisò la signora G mettendo fine alla loro discussione. Il Quartetto annuì obbediente.
<< Sissignora! >> gridò euforica Juliet mettendosene una nel piatto.
<< Come mai così di buon umore? >> le chiese Nat.
Lei sorrise sorniona. Ieri aveva passato un totale pomeriggio di serenità. Ci voleva proprio, e quale modo migliore per appianare lo stress se non stare un po’ con la sua adorata cagnolina e Kyle?
<< Come sta Kyle? >> le chiese allora più esplicita la rossa.
<< Bene. Ma vorrei che stesse meglio. Magari con una donna…>> pensò ad alta voce Juliet.
<< Interessante. Hai già una freccia pronta Cupido? >> domandò Allie scherzosa.
<< Mmh…stavo pensando a Phoebe. >> azzardò lei.
<< Mia sorella?! >> Jade sbarrò gli occhi incredula. << Dici sul serio? >>.
<< Perché no? Si conoscono da parecchio, e lei mi piace. Chissà potrei mettere una buona parola su di lei con Kyle. Per lui conta molto la mia considerazione di una sua possibile compagna. >> si pavoneggiò Juliet sorridendo.
<< Ci credo. Ma Phoebe sarà della stessa opinione? >> azzardò cauta Jade.
Juls mandò via quella domanda con un gesto di nonchalance, poi divorò quello che rimaneva della sua frittella. << Lo diventerà. In fondo il ragazzo di cui stiamo parlando è un bel bocconcino. Chi non cadrebbe ai suoi piedi? >> disse spavalda alzandosi dalla sedia.
Le ragazze annuirono concordanti.

 

<< Buongiorno. >> Harry salutò Louis intento a vestirsi.
Quest’ultimo grugnì.
<< Cosa ti prende? >> domandò il riccio corrugando la fronte. Era raro che Louis fosse di malumore.
<< Niente. >> buttò lì allacciandosi le scarpe.
<< Amico dico sul serio. Si può sapere cos’è quella faccia incazzata? >>.
<< Te l’ho detto. Non ho niente! >> ringhiò.
Harry alzò le mani in segno di resa. << Va bene. Io vado al lavoro. Ci si vede più tardi >>.
Louis annuì secco. Prese le chiavi dell’auto e si diresse verso la sua destinazione.

 

Juls stava sfogliando il raccoglitore dei disegni di Allison, osservando i dettagli di ogni abito. Ce n’era uno che la catturò incredibilmente.
<< Allie. >> chiamò l’amica al suo fianco, strattonandola per un braccio.
<< Mmh? >> mugugnò lei, mentre finiva una bozza di un abito stile anni Cinquanta.
<< Quest’abito, sì insomma non ti sembra Natasha? >> chiese mettendole davanti il disegno.
Allison lanciò un’occhiata al disegno, poi fece un sorrisone.
Juliet annuì alla sua espressione. << Gonna a balze. Corpetto a cuore. Strascico lungo e romantico. Potremmo aggiungere dei diamantini sul corpetto, magari alcuni che mettono in risalto il seno….>> si lasciò andare come al solito alla sua immaginazione romantica e fantasiosa quando si trattava nell’accoppiare l’abito alla sposa.
Allie rise notando il suo stato in trance. << Juls torna qui con me! >> la schernì.
Lei alzò un sopracciglio inarcando un sorriso. << Ho già in mente anche il tuo abito >> la informò maliziosa.
Gli occhi blu di Allison s’illuminarono pieni di stupore. << Ooh…è nel mio repertorio di disegni? >> domandò entusiasta, e Juliet annuì. << Quindi mi stai dicendo che il mio ipotetico abito perfetto, lo abbia già disegnato, solo che non ho capito che era il MIO abito da sposa? >>.
<< Esatto >>.
Allie parve pensosa, poi sbuffò. << Non posso resistere così tanto per vederlo. Niall James Horan datti una mossa altrimenti sarà peggio per te! >> gridò ad alta voce, anche se il biondo non era lì.
Juliet scoppiò a ridere. Poi Allie la guardò con un broncio, ma alla fine si aggiunse anche lei alla sua risata divertita.
<< Non prendermi in giro Anderson! Presto sarai nella mia stessa identica situazione! >> l’ammonì sorridendo, e puntandole l’indice contro.

Come no. Magari il mio futuro sposo entrerà da quella porta proprio adesso! Pensò Juliet tra sé e sé ironica.
<< Louis che ci fai qui? >> domandò curiosa Allie guardando verso la porta.
A Juliet si rizzarono i peli sulla nuca. Si voltò lentamente nella stessa direzione.
E lo vide. Jeans, maglietta a righe e bretelle.
Sorrise impercettibilmente. Era così bello.
Bellissimo come un dio, pensò.
Serrò la bocca mezza aperta.
Quel bel dio del sole la stava guardando…in cagnesco.

Che gli prende?

 
Com’è bella…bella e bugiarda, si disse Louis incredulo.
<< Louis? Allora mi rispondi? >> sentì la voce di Allison, ma la ignorò guardando invece due occhi ambrati scrutarlo confusi.
<< Ehi >> Juliet si avvicinò con un sorriso.
<< Ti piace giocare eh? >> disse secco.
Lei si fermò, inclinò la testa << Come dici? >>.
<< Avrò anche sbagliato a non parlarti di Rachel, la mia ragazza. Ma non ti è dispiaciuto provarci con me su quella poltrona. >> bofonchiò amaro.
<< Di che diavolo stai parlando? >> Juls sembrò innervosirsi.
<< Io vi lascio soli…>> fece Allie alzandosi, ma lui la fermò alzando la mano. << Ho quasi finito Allison, non c’è bisogno che tu vada via >>.
Poi continuò << Ti sembro un’idiota? Ecco perché hai detto che volevi essermi amica…perché la ragazza qui è già bella che occupata! Mi hai preso per un possibile amante?! >> sibilò adirato.
La vide spalancare gli occhi dallo stupore. << E chi sarebbe questo “lui”? >>.
<< Ti ho vista ieri cosa credi! Volevi tenerlo nascosto? >> cominciò, poi notò qualcosa sulla pelle di Juliet.
Un tatuaggio su un fianco, che in quel momento era scoperto per via della maglietta legata in vita.
Una scritta in corsivo che ritraeva un nome maschile: David.
A quel punto Louis perse il controllo, accecato dalla rabbia. << Te lo sei coperto bene il nome del tuo fidanzatino sulla pelle eh! >> sbottò furente.
Juliet si guardò il fianco poi lentamente cominciò a capire. << Louis…>> disse flebilmente.
<< Che c’è? Abbiamo tolto la maschera ipocrita? >>. Non riusciva nemmeno lui a trattenere le parole che uscivano a fiumi. Si era fatto un’idea del tutto diversa di Juliet.
Ma in fondo mai giudicare dalle apparenze.
<< Anche se non ti conosco, ormai ho capito che persona sei >> continuò lui con una smorfia sprezzante.
Allison si alzò di colpo guardandolo, torva. Louis si chiese il motivo di quell’astio da parte sua. Aveva semplicemente detto la verità.
<< Hai ragione. Tu non mi conosci. >> disse Juliet con un ghigno amaro sulle labbra. Lui si girò verso di lei, e vide i suoi occhi ambrati velati di gelo. << Non voglio scomodarti a darti spiegazioni vista la tua risoluta opinione di me >>.
<< Non ci posso credere! >> la derise lui << Adesso fai anche l’offesa? >>.
Lei s’irrigidì e lo guardò con disprezzo. << Ah e così? Bene. Eccoti accontentato. Il ragazzo che era con me ieri pomeriggio al Parco, si chiama Kyle >> lo informò.
<< Non m’interessa. >> disse increspando le labbra in un’altra smorfia.
<< Louis! >> Allison che fino a quel momento era rimasta in silenzio, lo guardò furente. << Kyle è suo fratello >>.
Lui non se la beveva. << Come no >> borbottò. L’avevano preso per un’idiota?
<< So a cosa stai pensando: Non c’è alcuna somiglianza tra me e lui... >> disse Juliet criptica, << Non esistono solo fratelli di sangue. >> lo ammonì con un ghigno glaciale.
Louis rimase interdetto. Un momento…voleva dire che…?
Come se gli avesse letto nel pensiero, Juliet annuì lentamente. << Mi hanno adottata. E il nome che vedi qui >> si toccò la pelle incisa, << è il nome del mio padre adottivo >>.
<< Perché tatuarsi il nome di tuo padre? C’è un motivo? >> biascicò Louis, anche se aveva timore nel sentire la risposta.
Lei abbassò lo sguardo.  << Lui non c’è più >> mormorò cinerea.

È morto….Oddio.
Si avvicinò a lei d’impulso. << Oddio Juls…>> tentò, ma lei lo interruppe bruscamente.
<< Basta così. >> gli ordinò dura. Poi guardò Allison. << Allie ci pensi tu a posare i raccoglitori? >>.
<< Sì, non preoccuparti. >> le sorrise l’amica in un gesto rassicurante. Lei ricambiò il sorriso, ma scemò subito e lasciò la stanza.

 

<< Coglione >> ringhiò Harry sbattendo la birra sul tavolo da gioco. La loro serata a poker non stava procedendo per niente bene. Allie aveva raccontato a Niall quello che era successo.Il biondo lo aveva raccontato a Zayn, e di conseguenza lo sapeva Natasha. La rossa trascinò nella cospirazione contro Louis anche Jade e Harry.
Il riccio sembrava volerlo strangolare. Come tutti del resto. E la cosa peggiore, era che se lo meritava eccome quel trattamento. Louis si sentiva il peggiore dei bastardi. La sua impulsività aveva superato il limite. Trangugiò dalla sua bottiglia, ma la ripose con disgusto sul tavolo.
Gli occhi verdi del suo migliore amico brillarono infuocati.
<< Lo so. Rompimi il culo. Me lo merito. >> gli disse Louis guardandolo negli occhi.
<< Credimi. Lo farei volentieri, ma toglierei questo piacere a Kyle. Fortuna che non lo sa, altrimenti saresti già morto >>.
Sospirò. Cosa poteva fare? Dopo quello che era successo aveva tentato di inseguirla, ma Allison lo aveva bloccato dicendogli che Juliet doveva lavorare. Sarebbero state impegnate tutto il giorno, e quindi non aveva voluto interferire.
Niall poggiò le carte, si massaggiò il mento, << Come ti senti? >> gli chiese. Zayn e Harry spalancarono la bocca fissando il biondo come se fosse pazzo.
Anche Louis si sorprese, ma poi s’incupì e disse: << Vorrei prendermi a calci in culo. Ho perso la testa >>.
<< Perché? >> chiese cauto.
<< Io…non lo so. Ti giuro che non lo so >>. Che fosse stato qualcos’altro a provocargli quella reazione eccessiva? La verità era che in quegli ultimi due giorni si stava comportando in modo inspiegabile. Ma non lo voleva ammettere nemmeno a se stesso. Juliet lo mandava in una confusione che lo irritava. Voleva starle vicino, come amico, ma era evidente che non ne fosse capace.
<< Louis, se tu sei attratto da lei, dimmelo. >> disse Harry.
<< Non serve mentire, né a noi né a te stesso >> aggiunse Zayn.
<< No! Io sto con Rachel! >> Era la verità. Altrimenti avrebbe lasciato Rachel già da un pezzo…Giusto?
<< Okay >> fu tutto quello che riuscì a dire Harry.
<< Come credete che stia? >> domandò Louis in un sussurro.
I tre ragazzi fecero un sorriso triste.
<< Juliet è forte. Se se n’è andata dalla stanza, quando ti ha detto la verità, vuol dire che ha visto la tua faccia compassionevole, e questo l’ha mandata su tutte le furie >> commentò Niall.
<< Ho peggiorato le cose? >>.
<< Vedi: lei non vuole compassione. È troppo orgogliosa dal farsi vedere con le lacrime agli occhi. Non l’hai fatto apposta. È normale che tu volessi confortarla. Quando è successo...ha voluto restare sola per un po’. Al contrario di Jade, ha faticato enormemente per confidarsi con qualcuno. Alla fine la prima con cui ha voluto sfogarsi è stata Allie. >> Niall sorrise << La mia ragazza gestisce il dolore in un modo speciale. Sa come cavarti un sorriso anche nel peggiore dei momenti…>>.
In quell’istante Louis sorrise per la persona che Niall aveva trovato al suo fianco. << Cosa posso fare? >> chiese poi stremato.
<< Fa finire questa giornata. Fatti una bella dormita e domani le parlerai. >> gli propose Zayn con una pacca amichevole sulla spalla. << Juls non porta rancore >>.
<< Va bene. Non volete più pestarmi? >> chiese in tono mezzo scherzoso.
Harry gli lanciò un’occhiataccia. << Non sfidare la sorte, Louis >>.
Louis considerava Harry un pacifista, riluttante alla violenza, ma quando si trattava del Quartetto, i lineamenti del suo volto si indurivano, assumendo un chiaro segno di minaccia a chiunque potesse ferirle.
Louis non gli aveva domandato i particolari della vita di Juliet. Li avrebbe scoperti da solo, sperando che lei si confidasse con lui. Lo avrebbe fatto? Forse così avrebbe avuto una minima speranza di riappacificare il loro…rapporto di conoscenza?
Non voleva perdere quella ragazza, anche solo come amica. Anche se quell’ultima parola il suo membro ancora non lo aveva afferrato.

 
<< Ciao pacca! >> Nat salutò Juliet, mentre entrava nella palestra.
<< Mmh >> mugugnò lei distratta.
<< Natasha, ti prego di non distrarla. Juliet in questo momento sta meditando >> la informò Allie a gambe incrociate sul tappetino da yoga.
<< Non sapevo che si potesse meditare prendendo a pugni un sacco >> mormorò la rossa sarcastica.
<< Ssh ora siediti accanto a me, e fai Ohm… >> fece ad occhi socchiusi battendo la mano sul tappetino affianco a lei.
<< Ohm? Vabbè. Facciamo sto’ ohm…>> concordò un po’ riluttante Nat.
Jade finì i suoi esercizi con gli attrezzi.
Andò verso il piccolo frigobar e n’estrasse due bottiglie d’acqua. Senza avvertirla ne lanciò una a Juliet, che con uno scatto l’afferrò subito.
Le scappò una smorfia. Le dolevano i muscoli per aver trascorso un’ora e mezza a fare kickboxing. Il sacco oscillò davanti a lei, e lo fermò con la mano libera.
<< Bel completino >> ammiccò Jade guardandola.
Juliet fece un mezzo sorriso di sbieco. Era una pozza di sudore, e il top a fascia nero che copriva solo il seno le lasciava la pancia scoperta, e i pantaloncini si erano letteralmente appiccicati alle cosce.
<< Fammi capire. Tu sei un’alta provocante e tonica donna, e io solo provocante? >> mugolò Nat guardandola accigliata.
<< Vuoi fare anche tu kickboxing, ragazza? >> la provocò Juliet sapendo già la sua reazione.
Nat come previsto sussultò inorridita. << No. Preferisco farmi amica a quella dannata cyclette del cavolo. Le mie braccia sono a posto. Voglio tonificare le gambe, sebbene più corte delle vostre >>.
<< Zayn mi ha confidato che adora la sua Puffetta Rossa così com’è. Non cercare di allungarti! >> l’ammonì Juliet.
Nat avvampò sulle guance che diventarono dello stesso colore dei capelli. << Quel nomignolo non lo sopporto. Sa di provocarmi chiamandomi così! >> grugnì a braccia incrociate.
<< Che genere di reazione ti provoca? >> chiese con voce flautata Allie sbattendo le lunghe ciglia scure.
<< Pensaci... >> Nat sorrise in maniera perversa.
Juliet scoppiò a ridere, seguita da Jade.
S’interruppe di colpo vedendo entrare Louis nella palestra. Le ragazze la guardarono, poi senza dire niente lasciarono la palestra salutando il ragazzo.
Juliet si voltò togliendosi i guantoni. Sentì Louis avvicinarsi. Non lo aveva più visto dopo quello che era successo la mattina precedente. Era stata troppo occupata e immersa in tutto quel lavoro, ma non era riuscita lo stesso a dimenticare quel suo sguardo adirato e freddo con il quale l’aveva aggredita. Non si lasciava intimorire da nessuno, ma quel ragazzo dallo sguardo tempestoso l’aveva lasciata sgomenta. 
Sentiva il suo profumo intenso e virile anche se si trovava di spalle. Riuscì a riconoscere la fragranza del suo dopobarba Hollister, che aveva piacevolmente inalato, quando aveva ballato con lui.
Era normale che in una donna si scaturissero sensazioni così accese di fronte ad un bell’uomo, ma Juliet ne aveva visti troppi, e di certo non era mai andata in tilt sentendo soltanto il loro usuale profumo.
E allora perché si sentiva così eccitata? Lei non era tipo da arrossire per un’induzione ormonale. Che diavolo aveva il suo corpo? Troppi mesi di astinenza? Bè che la smettessero, perché stare sempre in calore soprattutto in presenza di Louis le faceva saltare i nervi. 
Acqua. Acqua ghiacciata, ecco cosa le ci voleva. Si voltò per prendere la bottiglietta sul mobiletto, ma urtò contro il petto di Louis.
Alzò un sopracciglio e lo guardò, fredda. Sii un icebarg, s'impose.
Certo, facilissimo. Il suo corpo raggiungeva i 42° e gli occhi -10°. Un’impresa ardua…

Non parlare, ti prego non parlare…Baciami e basta.
Oh per l’amor del cielo! Un dannato convento per suore le ci voleva.
Sembrava una ragazzina che incontra il suo attore preferito. Entusiasta di averlo di fronte, emozionata e isterica.
Ma non era così. Non doveva essere così.
Louis le coprì la mano con la sua più grande e lunga. La guardò con espressione tenera. Juliet notò che aveva il volto un po’ stanco e tirato e se ne chiese il motivo.
Non si ritrasse dalla sua stretta delicata e ferma. Percepiva con quel tocco lo sterno di lui che si abbassava e alzava lentamente e in modo controllato.
Anche il normale respiro di Louis era sensuale, ma che diavolo.
<< Juliet…>>.
Dio quella voce roca e carezzevole le faceva venire mille brividi involontari, tanto che le sue braccia tremarono.
<< Mmh? >> mugugnò lei faticando indifferenza.

Controllati. Ricorda: è bello, impulsivo e…troppo suadente.
Ecco che lo sguardo piroettava di nuovo su di lui.
Quelle mani sembravano promettere una passione e bravura sessuale sconcertante.
Juliet non osò guardare in basso. Troppe tentazioni in un solo corpo.
Decise di guardare un punto fermo alle spalle di quel dio del sole.
La parete, ottimo.
<< So che non vuoi guardarmi perché stai resistendo all’idea di appendermi per le palle >> disse Louis sospirando.
Juliet trattenne l’impulso di ridere. Non che lei non ne fosse capace, ma Louis non aveva colpe.
In cuor suo, lo aveva già perdonato. Come poteva anche solo pensare che lei lo detestasse? Il suo corpo diceva tutt’altro. L’impulsività di Louis la rendeva caotica.
Quegli occhioni color del mare, limpidi e giocosi in quel momento erano tristi, e lei odiava vedere le persone attorno a lei tristi. Le ciglia di lui ora li nascondevano, non riusciva a guardarla perché si sentiva in colpa.
Una linea sottile gli piegava le labbra.
Louis non sorrideva, non la guardava con quell’aria impertinente, e a Juliet si serrò la gola in un moto di rimorso.
Un forte desiderio crebbe in lei.Voleva fargli ritornare il buon umore.
In tutta risposta lo abbracciò lasciandolo sbigottito. Gli accarezzò i capelli brizzolati.
Okay era vero. Abbracciarlo era anche una scusa per poter toccare quei capelli morbidi e sbarazzini.
Voleva rassicurarlo perciò gli disse un po’ imbarazzata: << Sarai costretto a cambiarti i vestiti. Sono tutta appiccicosa, mi dispiace! >>.
Non n’era certa, ma sperava che Louis avesse sorriso.
<< Juliet…>> provò a dirle piano, stringendola a sé.
<< Ssh va tutto bene…>> lo interruppe dolcemente.
<< No, non è vero. Ti ho ferita, lo so >> si rimproverò a denti stretti.
Juliet gli accarezzò la schiena. << Ti sbagli. Io avrei fatto lo stesso. So cosa hai pensato. È tutto passato >>.
Si ritrasse lentamente e lo guardò negli occhi. Per un attimo i lineamenti rimasero tesi, poi Louis le sorrise riconoscente, e lei emise un intimo “Urrà!” per essere riuscita a restituirgli quel suo dono così bello.
Lui la cullò tra le braccia, anche se Juliet si sentì a disagio per essere così sudata e forse anche maleodorante.
Ad un tratto lei sentì che il corpo di Louis si era irrigidito.
<< Vuoi saperlo veramente? >> lo anticipò nel momento in cui lo vide aprire bocca.
Lui la guardò sorpreso, ma poi annuì. << Solo se tu vuoi dirmelo >>.
Forse se stava ancora un po’ tra le sue braccia, per lei sarebbe stato più facile parlarne. Quel conforto involontario…a lei non dispiacque. Voleva averlo vicino, mentre ne parlava.
Il ricordo, doloroso e nitido, la investì di nuovo in pieno, come succedeva sempre quando la sua psiche la trascinava in quell’abisso di ricordi.
Ricordò l’impatto che la scosse come una scarica elettrica e pericolosa quando avvenne…
Si era rintanata nel garage, al buio. Non voleva nessuno, soltanto l'oscuro abisso della solitudine. Aveva respinto anche i tentativi di Kyle di andarle vicino.
Rabbia e agonia l’avevano invasa.
Due forze orribili che la immobilizzarono ferocemente.
Dopo un pò sentì la porta del garage scricchiolare. Urlò di voler stare da sola. Poi vide Allison. 
Non voleva che la vedesse in quello stato. Juliet si era rannicchiata con il viso coperto dalle ginocchia. Allison non disse niente. Le andò semplicemente vicino. La accarezzò sulla schiena, in un chiaro gesto tranquillizzante. Cominciò a parlarle…Non erano parole di compassione. ‘Ricordalo con il sorriso, mai con le lacrime’ le aveva detto in un sussurro. Restarono lì per ore e ore, nel buio. Allison la fece sorridere inconsapevolmente. La disperazione era diminuita, e le convulsioni sparite dalle sue carezze di conforto. Quel giorno terminò in silenzio, con la certezza di avere un sostegno su cui fare affidamento. Persone su cui poter fare affidamento.
Cominciò a raccontare a Louis com’era iniziato tutto.
Gli raccontò del giorno in cui suo padre, quello adottivo, l’aveva trovata al parco, in una scatola di cartone sotto un albero. Era inverno e avevano lasciato lì una neonata al freddo. David la raccolse subito, coprendola con il suo giubotto affinchè non prendesse altro freddo. La portò a casa, presentandola a Kyle e Bethany, suo figlio e sua moglie. Beth pianse inorridita per il modo in cui l’avevano abbandonata e di come sputò una sentenza su quell’abominio che l’aveva messa al mondo e che alla fine l’aveva abbandonata in un luogo freddo senza un riparo. La presero con loro. Kyle aveva tre anni, e sapeva che non era veramente sua sorella. Ma a lui non importò, le volle bene in un modo ancora più speciale. La chiamarono Juliet. Dopo quasi una settimana, era la vigilia di Natale. David le ripeteva sempre quanto Juliet potesse significare per lui. Crescendo la bambina capì che non c’era alcuna somiglianza tra lei e la sua famiglia. Bethany e Kyle erano biondi, e David aveva i capelli più scuri dei suoi. Così i suoi genitori le dissero la verità. Sorprendendo tutti, Juliet non pianse, anzi sorrise, sapendo che in fondo aveva loro, è questa era la cosa più importante per lei. David le chiese se voleva sapere chi fossero i suoi veri genitori, ma lei rifiutò.
Un giorno però bussò alla porta di casa loro una donna, alta e dall’accento italiano. Le somigliava in un modo pazzesco. La donna si presentò come Linda, dicendo ai suoi genitori di essere la madre biologica di Juliet. Bethany s’infuriò come una belva, attaccandola e intimandole di andarsene. Linda raccontò loro che lei non era in grado di crescerla e per questo era stata "costretta" a lasciarla. Juliet era nata da una scappatella con un uomo, non interessato a diventare padre. Perciò la lasciò nel parco, sperando che qualcuno l’avrebbe sicuramente trovata. A quel tempo invece, Linda si era riscattata sposandosi con un ricco giocatore di calcio italiano, e affermò di voler ricominciare da capo con sua figlia. Bethany le ringhiò contro, ma David la calmò dicendole che era una scelta che spettava solo a Juliet. Lei aveva soltanto undici anni, ma di certo non le mancava l’intelligenza. Con tutta l’educazione di cui fosse capace, disse a Linda di poter ritornare alla sua nuova e comoda vita. Non aveva bisogno di lei, non più. Linda invece le assicurò che nonostante il suo rifiuto non si sarebbe arresa e che ogni tanto sarebbe tornata a trovarla per far nascere un “rapporto madre-figlia”. Juliet la informò che poteva benissimo non sprecare una montagna di soldi per dei voli in aereo inutili. Scoprì di avere la stessa caparbietà di quella donna, perché Linda non si arrese e ogni anno la veniva a trovare, per passare del tempo insieme. Il rancore c’era sempre, e Juls non gradiva le sue visite, ma supponeva di poterla tollerare per un giorno o due. Fu solo con lei che provò un profondo rancore. Non si capacitava della sfrontatezza con cui si era presentata sulla sua porta dopo undici anni.

Gli raccontò del rapporto d’intesa che aveva con David, e di come il suo lavoro l’affascinasse. Faceva l’astrologo e un giorno la portò a vedere l’Aurora Boreale. Un viaggio nei meandri dell’Alaska tutti insieme. Durante quel viaggio, però, Juliet notò suo padre molto affaticato. Quando tornarono a casa, il dottore gli diagnosticò un cancro al pancreas. 
Iniziò un periodo difficile, carico di preoccupazione e paura. Juliet lo sostenne in tutti i modi possibili, standogli vicino e continuando a passare dei pomeriggi con lui in maniera spensierata, sopprimendo la sua paura di poterlo perdere da un momento all'altro. Dentro di lei era terrorizzata, ma non voleva mostrarlo davanti al padre. Era stata una responsabilità enorme, cercare di mascherare la sua apprensione, quando David non riusciva a muovere gli arti o perché era percosso da fitte improvvise.
Dopo quattro mesi, suo padre morì nel sonno.

Louis la teneva ancora stretta a sé.
Era incredibile la dolcezza che le aveva dimostrato, ascoltandola in silenzio durante il racconto. Juliet sorrise sulla spalla di lui, rasserenata da quel conforto.
<< Quando è successo…? >>. Lei riuscì a malapena a sentire quella domanda, dato che fu poco più di un sussurro.
<< Un anno e mezzo fa, poco prima della morte dei genitori di Jade >>.
Sentì un respiro strozzato da parte di Louis, e lei gli prese il viso tra le mani.
<< Ehi…>> lo spronò sorridendogli leggermente.
<< Scusa. Sono un sentimentale. >> mormorò stropicciandosi gli occhi.
Lei allargò il sorriso, poi lui le prese una mano e se la portò alle labbra. La baciò sul palmo, poi l’accarezzò.
Juliet restò senza fiato per il modo infinitamente tenero con cui aveva poggiato le labbra sulla sua pelle. Lo guardò intensamente, e lui si avvicinò al suo viso.
<< Ci sono io con te adesso. >> le bisbigliò ad un soffio dalle sue labbra.
Juliet avrebbe dato voluto crederci, ma ecco che la testa le gridava l’allarme.
S’immerse negli occhi di lui, mordendosi il labbro inferiore.

È fidanzato cazzo...Rachel si chiama la ragazza, certo sì. Ma guarda quelle labbra, come si fa a resistergli? Sottili e invitanti, chissà che sapore hanno…Magari soltanto un bacetto innocuo, giusto per toglierci il pensiero…
Il cellulare nella tasca di Louis suonò echeggiando nella stanza.
Juliet imprecò nella sua testa quando sentì la vocina di Rachel all’altro capo dell’apparecchio.


Note dell’autrice

Buon pomeriggio bellezze!!! E che caldo che fa!! >.< Anche se sono in vacanza ho deciso di non farvi aspettare un’altra settimana per leggere il quarto capitolo ^_^
Ecco svelata l’identità di Kyle! Non ve lo aspettavate eh? ;D
E quale casino va a combinare Louis? Per fortuna la nostra Juliet non è di animo cattivo e si è visto…Siete venute a conoscenza anche del suo passato…che ve ne pare? Un po’ brutale il destino ma le sue ossa si sono formate proprio da questo e ha fatto di lei ciò che è, e la presenza di Louis durante il racconto non so’ a voi ma a me è piaciuta tantissimo *_*
Ecco che di mezzo c’è sempre sta’ Rachel…non odiatemi da fastidio più a me di qualsiasi altro, ma per il momento la biondina mi serve U.U

 
I dovuti e piacevoli ringraziamenti alle mie lettrici!!! Siete sempre di più ed io sono sempre più vicina a toccare il cielo con un dito… :’)
Addirittura essere messa tra le autrici preferite!!!! O.O
Ma vi rendete conto??? C’è secondo voi io non dovrei piangere?!?!  ç_ç

Vi voglio bene e anche se non ci conosciamo per me siete delle amiche e mi rende felice parlare con voi e leggere le vostre parole… <3
Adesso devo lasciarvi perché qui la connessione non è per niente buona ( per non dire un’oscenità) e rischia di mandare a puttane il mio lavoro detto schiettamente scusate per il termine -.-
A presto splendorii :-*

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Capitolo 5
*** Capitolo5 ***


prontooo

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  Capitolo 5

 
Louis si era fermato alla tenuta, con l’invito da parte della signora G di fermarsi per la colazione.
Juliet era andata a farsi una doccia veloce.
La sua maglietta era ancora impregnata dell'odore di lei, e Louis si scoprì a sorridere maliziosamente.
Provava una profonda gioia nel sapere che lei si era confidata su un argomento tanto delicato con lui. Sapere che non lo aveva allontanato, gli suscitava una sensazione piacevole nell’animo. 
<< Allison posa quei disegni. Devi mangiare. >> La signora G lanciò alla ragazza un’occhiata ammonitrice.
<< Va bene…>> Allie li accantonò temporaneamente, e prese un biscotto dal vassoio.
Jade e Nat stavano conversando sugli impegni che le attendevano quella mattina.
<< Ragazze-ragazze-ragazze! >> la voce agitata di Juliet si riversò nella stanza.
Louis osservò con un sorriso caustico la figura snella e provocante in quei pantaloni neri e camicetta bianca. Era scalza. All’improvviso si ricordò che aveva ancora le sue scarpe e che doveva restituirgliele. Bè forse poteva anche lasciarle lì dov'erano, se a lei non importava riaverle indietro. 
<< Frena. Parla piano. >> le ordinò Nat.
<< Oggi Danielle verrà a scegliere l’abito da sposa! >> annunciò Juliet entusiasta.
<< Accidenti non mi ha avvisato! >> si lamentò Jade guardando nella sua agenda, << Verrà anche Liam? >> chiese poi.
Louis conosceva Liam. Il moretto partecipava alle serate del poker, e ieri sera c’era anche lui. A quanto pareva sapeva anche lui quello che era successo, perché quando li raggiunse aveva guardato Louis in cagnesco. Harry lo aveva trattenuto, e Liam lo aveva tipo minacciato. << Stai attento a come di comporti con Juliet. Quelle ragazze sono molto importanti per me. >> gli aveva detto. Aveva capito che in quel gruppo ognuno si prendeva cura dell’altro. Una sorta di mafia-famiglia, se si poteva definire così. Chiunque vi entrasse a far parte doveva essere pronto alla possibilità di essere preso a calci nel sedere.
<< No, Liam lavora. Si è scusata per non avermi avvertita prima, ma io le ho assicurato che avevo la mattinata libera e quindi non c’era nessun problema >> spiegò Juls alla riccia.
<< Louis tua madre mi ha detto che non lavori, come mai? >> gli domandò perplessa la signora Grace.
Il ragazzo corrugò la fronte. Non si aspettava quella domanda così di sana pianta, ma in fondo a quella signora non sfuggiva nulla. 
Niall possedeva un negozio dove vendeva strumenti musicali. Zayn lavorava come modello, Harry era un architetto alle prime armi e Liam faceva il meccanico. E lui era un grosso punto interrogativo. Guadagnava qualche soldo cantando in qualche locale, ma non era un lavoro fisso. La verità era che non aveva idea di quale lavoro fosse quello giusto per lui.
<< Ehm…>> Louis si sentì a disagio. Non era sua abitudine essere messo sotto i riflettori con domande del genere.
<< Louis puoi aiutarmi a prendere degli abiti in magazzino? >> gli chiese ad un tratto Juls. Lui la guardò e lei gli fece un mezzo sorriso, come d’intesa. Evidentemente aveva capito che qualcosa non andava. Si alzò dal tavolo e la seguì salutando velocemente tutti gli altri.
Si recarono nell’area di lavoro di Juliet, dirigendosi in una grande stanza dalle pareti color crema con sfumature di arancio.
Lei si mise a scrutare gli abiti attentamente. Il suo magazzino conteneva all’incirca mille abiti da sposa e trovare quello giusto per ogni donna era ogni volta un altro paio di maniche.
<< Ehi grazie >> disse Louis rompendo il silenzio.
<< Oh ma figurati >> rispose continuando a guardare gli abiti.
<< Come facevi a saperlo? >>.
<< Cosa? Che non hai un lavoro o per lo meno che non l’hai ancora trovato? >> constatò in una domanda retorica.
<< Già >>.
Juls si voltò per guardarlo. << Dalla tua gamba >>.
<< Eh? >> chiese confuso.
<< Intuisco molte cose di una persona osservandola. Nat lo fa spesso con me, con quell’aria da saputella. Lei riesce “a leggere i volti”.>> scherzò sull’ultima parte. << Hai mosso spasmodicamente la gamba, quando la signora G ti ha fatto quella domanda >> disse alla fine.
<< Oh conosci il linguaggio del corpo? >> le chiese lui ammiccando.
Lei fece un ghigno malizioso che Louis aveva visto farle altre volte. 
Quel modo di increspare gli angoli delle labbra per poi guardarti con malizia.
Quelle labbra, carnose e piene, di un rosa perfetto. Era arrivato così vicino a quei due strati di paradiso, ma la telefonata di Rachel aveva mandato tutto a puttane. 
Diavolo Rachel.
Non sapeva proprio cosa pensare. La biondina le piaceva, ma n’era innamorato? No, non lo era. Ma se l’avesse lasciata cosa sarebbe successo? Quale sarebbe stato il motivo? Che avesse preso una sbandata perun’altra? Sì. Semplicemente sì. Juliet lo aveva conquistato. Ma c’era un problema…lei sembrava come chiusa in un guscio. Lei voleva che fossero amici, quindi tanto valeva che rimanesse con Rachel. Non voleva perdere quello che aveva costruito per un’incertezza. Si era soltanto infatuato di Juliet. Era un uomo d’altronde. Rachel, lei era una certezza. Doveva solo innamorarsi di lei. Semplice no?
<< Prendi questi >>. Louis annuì afferrando due vestiti e lì portò nel salottino. Sentì bussare, e decise di andare ad aprire lui.
<< Ciao Danielle >> salutò la riccia dandole un bacio sulla guancia.
<< Ehi Louis, cosa fai qui? >> chiese curiosa.
<< Do una mano a Juliet >> spiegò.
<< Ah vi conoscete. Siete amici quindi? >>.

Bella domanda…
<< Mmh >> mugugnò. Mmh? Che razza di risposta era?
<< Ehi! >> Juliet fece da parte Louis, per abbracciare l’amica.
<< Juls! Oh santo cielo sono così emozionata! >> le confessò Danielle con gli occhi color nocciola lucidi.
<< E ci credo. Su accomodati >> Juliet le indicò il divanetto. << Louis ho bisogno di te >> gli disse.

‘Louis ho bisogno di te’ Dio quando vuoi piccola, sempre…
<<
 Louis? >> lo richiamò schioccando le dita per ottenere la sua attenzione.
Louis scosse la testa, dandosi mentalmente dello stupido.  << Sì certo dimmi >>.
<< Controlla che Jade sia libera, e anche le altre. Voglio che siano presenti tutte e tre >> gli disse, poi prese Danielle per mano e cominciarono quelli che Louis interpretò come discorsi tra donne.
Annuì e uscì dalla stanza.
 

<< Dimmi Danielle. Hai già in mente un tipo d’abito che ti piacerebbe? >> le chiese Juls.
<< Voglio lasciare Liam senza parole, anzi no. Voglio che svenga appena mi veda. No troppo arrogante…>> cominciò ridendo imbarazzata. << Mi piacerebbe un abito da principessa >>.
<< Okay. >> Juls si alzò in piedi. << Come ti senti? Manca poco >>.
<< Oddio è vero. Siamo già nel mese di ottobre…>> si rese conto la ragazza mordicchiandosi le unghie.
Juliet ridacchiò. 
Poi le altre ragazze entrarono seguite da Louis.
Le sue socie abbracciarono Danielle, e dopo Nat afferrò la sua macchina fotografica.
<< Farò degli scatti stupendi >> esclamò togliendo il tappo dall’obiettivo.
<< Sono pronta. >> esclamò Danielle sorridente.
<< Bene. Allie le mostrerò l’abito che avevamo adocchiato. >> decise Juliet.
<< Mi è venuta un’idea per il matrimonio, Jade >> annunciò Danielle verso la wedding planner.
<< Sono tutta orecchie >> la riccia afferrò il suo notebook. Juls sapeva che i cambiamenti apportati ad un matrimonio richiedevano la massima attenzione, così da decidere poi se fossero possibili o meno. Ma se c’era una cosa che Promesse non faceva, era deludere i clienti. 
<< Fin da bambina mi sono sempre piaciuti i balli in maschera e quindi ho pensato che al matrimonio gli invitati potessero portarne una sul volto. Come quelle che si usavano ai balli reali, che ne dite? >>.
Jade lanciò un’occhiata alle altre socie. << Allie? >>.
<< Nessun problema. Disegnerò delle maschere che si adattino agli abiti. Ma che tipo di abiti da damigella desideri Danielle? >>.
<< Vi do libera scelta. In fondo siete voi le damigelle >>.
Le ragazze sorrisero entusiaste all’idea di fare le damigelle al matrimonio della loro cara amica.
<< Abiti lunghi da damigella stile ballo reale…maschere…>> Allison si toccò il labbro inferiore tirandoselo leggermente. Lo faceva
sempre, quando doveva riflettere.
<< La mente di Allie sta lavorando. Un attimo di pazienza >> Nat la imitò ridendo. 
Dopo aver lanciato un’occhiata corrucciata alla rossa, disse: << Bene. Danielle ora occupiamoci del tuo abito. >> poi guardò l’altra sua socia, << Jade, informa gli invitati che il matrimonio sarà a tema.  Mettili al corrente di tutti i dettagli. Ci serve della musica appropriata >>.
<< Sono già al lavoro…>>, mandò un bacio con la mano a Danielle e si congedò con il suo Iphone all’orecchio.
<< Comincerò ad abbozzare gli abiti da damigella domani >> disse la mora appuntandoselo sulla sua agenda. 
<< Vuoi rimanere qui? >> chiese sottovoce Juls a Louis.
Lui fece spallucce, << Sono curioso >> ammiccò.
Juliet sorrise e condusse la sposa nel camerino.
Le fece indossare un semplice abito bianco in seta a trapezio con una gonna principesca.
<< Iniziamo con questo. >> le suggerì alzandole la cerniera.
Danielle annuì << Mi piace. È carino >>.
Andarono dagli altri per la valutazione.
<< Forse la gonna è un po’ troppo ampia. Sei sicura di volerlo con la gonna stile principessa, Danielle? >> le chiese Allie pensosa.
<< Bè non saprei…>> ammise. << Ho sempre pensato che mi sarebbe stato bene un abito del genere…>>.
<< Tranquilla. Ti farò provare ogni abito che ho. Troveremo quello perfetto. Questo è l’abito che io ed Allie avevamo pensato per te, ma addosso è sempre tutta un’altra cosa. Generalizziamo la scelta >> convenne Juls.
Abito corto no. Corpetti scintillanti no. Gonna a balze no. 
Provarono un abito senza spalline e la gonna meno gonfia. Il corpetto aveva una scollatura a V ed era in pizzo.
<< Questo va già meglio >> commentò Nat.
<< Fammi una giravolta ballerina >> le ordinò Juls in tono scherzoso.
Danielle faceva la ballerina professionista, quindi le sue curve erano ben lineari. Il seno sodo e pieno. La pelle ambrata, gli occhi nocciola e i capelli ricci, marroni con qualche ciocca più chiara. Il giorno del matrimonio, Danielle avrebbe portato i capelli legati in una romantica acconciatura con una rosa bianca rispecchiante il boquet sistemata tra i riccioli. 
Niente brillantini sull’abito. Gli occhi di Danielle erano già scintillanti di loro, e nessuna pietra avrebbe retto il confronto. La gonna copriva le sue gambe, non mettendole in mostra, il che era un peccato.
Juls s’illuminò in volto. 
<< Uhm...Nat. >> Allie chiamò la rossa e indicò Juliet.
Nat alzò lo sguardo, poi sorrise in modo complice.
<< Ehi che succede? >> volle sapere Louis curioso.
<< Ci sono. Vieni con me >>  Juliet prese Danielle per mano.
Prima che lei potesse chiederle cosa le fosse preso, Juls le mostrò un abito.
<< Wow! >> esclamò tutto d’un fiato la riccia a bocca aperta.
Glielo fece indossare con un sorriso speranzoso sulle labbra.
<< Signori e signore…la futura signora Payne in tutta la sua bellezza >> la presentò Juliet in tono teatrale prendendo con riverenza la mano della ragazza.
Allie si portò la mano alla bocca per lo stupore. Nat saltellò sul posto. Louis sorrise applaudendo con le mani.
<< Sì è lui. Juls l’hai trovato! >> affermò Danielle incredula guardandosi nell'enorme specchio.
<< Lo so >> Juls sorrise nel vedere la sua amica in un abito a sirena. La seta bianca le ricadeva morbida sulla silhouette. Uno spacco laterale mostrava una delle sue gambe da ballerina lunghe e sinuose. Il corpetto sorretto da sottili spalline, era realizzato in morbida organza. La scollatura sexy davanti a cuore, e quella di dietro scoprente metà schiena. 
Danielle cominciò a commuoversi, e Juliet sorrise dolcemente. Era così felice di vedere una delle persone a cui voleva bene così radiosa. Abbracciò la sua amica. << Non sei una principessa. Sei una regina. >> le sussurrò dandole un bacio sulla guancia umida.
<< Grazie Juliet >> Danielle l’abbracciò forte lasciandosi sfuggire un singhiozzo.
Allie e Nat corsero ad abbracciarle. Louis se ne stava in piedi con fare impalato e Juliet gli fece segno di aggregarsi. 
<< Adoro quello che fai… >> le confidò all’orecchio in un gesto d’intimità.
Juls lo guardò lusingata << Lo adoro anch’io >> confessò. Ed era la totale verità. Aveva reso felice un’altra meravigliosa persona, e Liam sarebbe rimasto letteralmente senza fiato nel vedere la sua favolosa moglie.
<< Champagne! >> esclamò Nat euforica sottraendosi dall’abbraccio per correre verso la bottiglia.

 
Per tutto il pomeriggio aveva dato una mano a sua madre in negozio. Sulla strada di casa, Louis sorrise al ricordo dell’esperienza che Juliet gli aveva fatto vivere. Era un maschio, ma non gli era per niente dispiaciuto ammirare gli abiti da sposa. Era rimasto colpito dalla bravura di lei. Nel suo lavoro diventava un’altra, sprigionando dolcezza da tutti i pori. Era brava. Lo erano tutte in quello che facevano. Natasha immortalava tutte le emozioni di Danielle in fotografie, Jade pensava all’organizzazione dell’intera cerimonia, mentre Allison progettava gli abiti di tutti gli invitati. Erano fenomenali e le ammirava per la dedizione che mettevano nel loro lavoro. Chissà se Louis avrebbe trovato qualcosa in cui trovare una tale soddisfazione. Rachel faceva la modella, mentre lui non aveva niente in cui cimentarsi. No. Non si sarebbe arreso. Avrebbe trovato un lavoro che facesse per lui. Il dottore? Dio no. Il professore? Non era mai stato una cima a scuola. Il fioraio? Per quello c’era sua madre. Di solito le dava una mano quando le serviva, ma non aveva mai pensato seriamente di lavorare con lei. La verità era che lui era proprio un vero e proprio scansafatiche. 
<< Ehi sei tornato finalmente! >> trillò Rachel alzandosi dal divano.
<< Ehi non dovevi fare le prove per una sfilata? >> chiese perplesso.
Lei gli circondò le braccia al collo. << Sospesa. Perciò ho pensato di passare. >> gli diede un lieve bacio sulle labbra << Ho una voglia pazzesca di coccolarti…>> sussurrò lasciva.
<< Rachel…mi stavo chiedendo…>> incrociò il suo sguardo.
<< Sì…? >> lo incoraggiò.
<< Se l’idea che io non lavori ti dia fastidio in qualche modo >>
Lei s’irrigidì << In che senso? Mi avevi detto che facevi il cantante, giusto? >>.
<< Non proprio. È solo un lavoretto part-time >>.
<< Oh bè, non preoccuparti amore. Troverai un lavoro. Non pensarci adesso…>> iniziò a sbottonargli i jeans.  
Si sfilarono i vestiti man mano che andavano verso il letto. Rachel si adagiò sopra di lui muovendosi impaziente.
<< Louis ho bisogno di te >> gli sussurrò mordendogli il collo.
A quella frase lui sospirò tra i suoi capelli << Anch’io ho bisogno di te Juliet…>>.
<< Cosa?! >> sibilò Rachel alzandosi di scatto.

Oh merda.  

 
<< Evvai è la Serata per Ragazze! >> gridò Jade aprendo una bottiglia di vino.
Juliet si stiracchiò. << Santi numi. Organizzare quell’addio al celibato è stato un vero spasso. Avete visto l’amico dello sposo? >>.
<< Vuoi dire Dan? Niente male. Ho visto che avete chiacchierato. >> disse con voce melliflua Nat.
<< Dan è gay >>.
Nat spalancò gli occhi << Che? Quel moretto muscoloso è gay?! >>.
Juliet scoppiò a ridere << Già. Mi ha chiesto dei consigli sul corteggiamento maschile >>.
Allison sputacchiò del vino. << Oddio! >>.
Juls rise. << Bè per lo meno non ci ha provato, no? >> sdrammatizzò.
Nat rise beffarda. << Un uomo che non ha ricevuto un due di picche da Juliet Anderson. Che fortuna che ha avuto >>.
La diretta interessata alzò un sopracciglio << Cosa vuoi dire? >>.
<< Solo che non puoi continuare ad allontanare il sesso opposto >> la rimproverò teneramente.
<< Ti sbagli Nat. Juls non allontana gli uomini, almeno non più. >> convenne Jade ammiccando.
<< Louis è un tale bocconcino, e Juls non sembra rifiutare la sua vicinanza…>> aggiunse Allison.
<< Louis è solo un…>>. 

Dillo che è un amico, avanti dillo! Juls si rese conto che pronunciare quella parola le stava diventando difficile. Che nervi!
Nat la squadrò con un sorriso arrogante << Non puoi pronunciare quella parola, perché non vuoi  >>.
Juls << Non provocarmi >> ringhiò a bassa voce.
Allison si sedette accanto a lei. << Avete chiarito in palestra? Va tutto bene tra di voi? >> chiese con delicatezza.
<< Sì certo. Va tutto…No. Non va bene. Non va per niente bene. L’ho quasi baciato! >> confessò amaramente. Un silenzio calò nella stanza.
<< Davvero? Oh santo cielo, ti piace! >> commentò Nat con un sorriso a trentadue denti.
<< No…Sì. Non lo so. Sono un’egoista... >> mormorò amaramente. Finalmente quelle parole erano uscite dalla sua bocca.
<< Perché dici così? >> volle sapere Jade sedendosi anche lei.
<< Perché sì. Sono una ragazzaccia. Quale donna sognerebbe di baciare un uomo che sta con un’altra? Mi vergogno di me stessa >>.
<< Perchè? >> scherzò Nat, ma per metà.
<< Non lo so. Forse ho paura di avvicinarmi a lui. Credo che sia sbagliato. >> commentò Juls affondando il viso nel cuscino.
<< Ci dispiace. >> 
Juliet alzò la testa << Di cosa? >>
<< La verità è che noi sospettavamo che tu potessi provare qualcosa per lui. Perciò abbiamo pensato di farti distrarre da quei confusi sentimenti, aiutando i ragazzi nella scommessa. Dan era un possibile pretendente…>> Jade socchiuse gli occhi per l’imbarazzo.
Juls resto a bocca aperta, ma ridacchiò per quelle facce mortificate. << Non è colpa vostra. Dan l’ha capito soltanto stasera di essere gay. Praticamente quando il testimone dello sposo si è calato i pantaloni per gioco e Dan si è... >> rise gesticolando con le mani, << Non potevate saperlo >>.
<< Non sei arrabbiata con noi per aver interferito con la tua vita? >> le chiese cauta Allison.
Lei fece no con la testa. << Per nulla. Sono onorata del fatto che teniate a cuore la mia incolumità. Vi dirò: sono curiosa di sapere se Harry e gli altri mi troveranno questo "principe azzurro". Devo confessarvi che mi sento un’idiota per aver provato qualcosa per un uomo impegnato. Voglio darmi una possibilità…vorrei trovare qualcuno che mi ami realmente. Non mi opporrò al fatto che sia bello, muscoloso, ecc. Desidero soltanto che i miei sentimenti siano ricambiati in tutto e per tutto >>. 
<< Cosa ti ha fatto cambiare idea? >> chiese entusiasta Natasha guardandola attentamente.
Juliet sospirò. 

Così potrei dimenticarmi di Louis…
Ma quello non lo disse. Si sforzò di sorridere << Ogni giorno aiuto a celebrare il legame di persone innamorate. Guido la donna innamorata a trovare l’abito da sposa che indosserà all’altare dove insieme al suo uomo testimonieranno il loro amore sotto gli occhi del Signore e delle persone a cui vogliono bene. Ho diritto anch’io a vivere tutto questo, non credete? >> spiegò. 
<< Hai perfettamente ragione. Te lo meriti eccome! >> Jade l’abbracciò sorridendo. 
<< La Tigre del Bengala è tornata! >> Urlò Nat alzando le braccia a mo' di vittoria.
<< Ma non ero Catwoman? >> le chiese Juls confusa.
<< Catwoman. Tigre del Bengala. Sempre felini sono, no? Famelici e lussuriosi >> la rossa miagolò suadente muovendo le mani come zampe predatrici.
Juliet sorrise a quell’idea. Prima di rinchiudersi in quel guscio, era davvero così provocatoria. Si ricordò del modo in cui tutti i suoi sensi si erano accesi in presenza di…No! Mai più. Lui era un’am…e dannazione nemmeno il suo inconscio voleva collaborare! 
Con gli uomini era sempre stata dolce e piena di bramosia. Anche se quel suo lato “felino” aveva fatto retromarcia una volta conosciuto la vera natura degli uomini con cui era uscita. Quei suoi due lati sarebbero apparsi senza timore verso il suo innamorato. Verso colui che le avrebbe provato di poter abbassare senza timori il suo scudo e qualunque strumento di difesa che adottasse. Si sarebbe aperta per la prima volta in vita sua con quell’uomo. 
Sperava che quell’uomo fosse…No. Lui aveva la sua vita, e da parte sua poteva esserci solo un rapporto di amicizia. Questo il suo corpo avrebbe fatto meglio ad accettarlo, e anche il suo cuore cocciuto.
<< Vinceremo la scommessa. Devo informare Harry. >> Jade picchiettò alla velocità della luce i pollici sul display del cellulare.
Juls alzò gli occhi al cielo. << Vedremo >>.
<< Jade, ricorda che non è una notizia che Juls sia competitiva in ogni tipo di sfida. >> la stuzzicò Allie.
<< A proposito di notizie…oggi ho visto in bella mostra il culetto di un certo Zayn Malik su un cartellone pubblicitario…>> disse Juliet maliziosa guardando di sbieco Nat.
Quest’ultima la fulminò con lo sguardo, poi battè il piede con foga sul pavimento << Maledetto modello dei miei stivali! Come osa sventolare quel dannato sedere di fronte a tutta Londra! >>.
Allison soffocò una risata schiarendosi la gola << Nat, calma, perché non ti rilassi e fai ohm
…? >>.
<< Puoi prenderti quell'ohm e ficcartelo dritto nel...>> Jade bloccò l'imprecazione della rossa con una mano alzata, e tutte le altre scoppiarono a ridere di gusto.
<< Non ci trovo niente da ridere. Il MIO uomo, e sottolineo MIO, deve per forza fare il modello? Naturalmente non sono gelosa. Non lo sono per niente! >> disse pacata respirando a grandi polmoni.
<< Su Nat mangia un po’ di pizza, vedrai che ti passa >> le propose Juls.
<< L’ha fatta la signora G? >> mormorò guardando di sottecchi il pezzo di pizza margherita.
<< Già…senti che profumino invitante…>> la tentò mettendogliela sotto il naso.
Nat l’afferrò guardando il trancio in modo famelico.
<< Che stavi dicendo di Zayn? >> chiese Allie sorridendo.
<< Chi è questo Zayn? >> bofonchiò troppo impegnata a sbocconcellare. << Io conosco solo Margherita. E Vino. Dove sei Vino, mio fedele compagno? >> domandò teatrale guardandosi intorno.
Juls scosse la testa divertita.
Le serate con le sue migliori amiche erano quel che le ci voleva. Soltanto quelle tre riuscivano a farle dimenticare i suoi mille pensieri. Anche se il ricordo di due profondi occhi color del mare e braccia forti che la stringevano non facevano altro che mandarla in calore al solo pensiero.

Note dell’autrice

 
Ciaoo splendori, come state?
Io male perché la mia connessione internet è letteralmente partita ed io sono di umore nero perché non entrerò nel sito di efp per una settimana -.-*
Questo capitolo sono riuscita a pubblicarlo grazie alla mia migliore amica che mi ha prestato il suo pc quindi se adesso sta leggendo qui sappia che le sono profondamente grata e che le voglio un mondo di bene <3
Spero di riuscire a recensire tutte le storie che seguo, anche se tarderò a farlo, perciò non me ne vogliate se dovessi farmi sentire tardi U.U,

Ora passiamo al capitolo…come vi sembra?
Non è che succede chissà cosa…è più un capitolo dove ho cercato di farvi fare due risate e per prepararvi ai prossimi che saranno più intensi yeaaah xD
Ahahahahah chi è rimasta senza parole quando Louis ha pronunciato il nome di Juliet anzicchè quello di Rachel? 
In questo capitolo Louis e Juliet non sono stati molto insieme ma nel prossimo rimedieranno tranquille…^_^

 
Ringrazio le mie lettrici che fanno sì che continui a scrivere con la consapevolezza che questa storia piace e che mi trovano brava a scrivere…io brava a scrivere tanto da meritare di essere messa tra gli autori preferiti? Oddioo ç_ç Quando leggo le vostre parole rimango sempre sotto shock perché non pensavo di meritare tanto… :’)
Siete delle meraviglie ed io non posso far altro che continuare a scrivere e ringrazarvi del vostro supporto…perciò non vedo l’ora di sapere le vostre considerazioni ^_^
Ci sentiamo presto, un bacio grande a tutte <3

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Capitolo 6
*** Capitolo6 ***


pronto il sei

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Capitolo 6

 

<< Ehilà che faccia che hai >>.
<< Bè, mi sono svegliato da solo. >> borbottò Louis sedendosi all’altro lato del tavolo.
Harry posò la tazza di caffè, e lo guardò perplesso. << Sono tornato tardi ieri sera. Ma mi pare di aver visto l’auto di Rachel lasciare il vialetto. Pensavo che voi due…>>.
<< Mentre facevamo sesso, ho fatto il nome di Juliet invece del suo >> confessò inespressivo.
Harry sgranò gli occhi << Che?! >>.                                           
Louis sbuffò massaggiandosi le tempie. << Che vuoi che ti dica Hazza? Non so come diavolo mi è uscito >>.
<< Questo mi fa pensare che tu hai un debole per Juliet >>.
<< Non ho mai detto questo. >> sbottò.
<< Oh sì invece >>.
<< Quante cazzo di volte ti devo dire che sto bene con Rachel? Magari ero solo stanco per tutte le consegne che mia madre mi ha fatto fare per tutto il fottuto pomeriggio. Quando Rachel è venuta da me con l’intento di fare sesso, io ero talmente stanco da essermi confuso, punto. >> afferrò un toast con stizza.
<< E lei come l’ha presa? >>.
<< Risponditi da solo. >> ringhiò.
Il riccio sorrise comprensivo. << Tommo, sei il mio migliore amico. E in quanto tuo migliore amico, ti dico che non è un caso che tu abbia fatto il suo nome >> commentò omettendo di proposito il soggetto.
Louis corrugò la fronte. << Illuminami allora. >> lo sfidò.
<< Lei ti piace. O almeno questo è quello che mi fai pensare, quando la guardi >>.
Louis alzò un sopracciglio. << È bella, su questo non ci piove. Forse la guardo perché è una bella donna. Sono un uomo del resto>>.
<< Un uomo guarda tutte le belle donne in un modo equo. Tu guardi Juliet in un modo tutt’altro che oggettivo. Ti sembra che io guardi Jade nello stesso modo in cui guardo lei? >> lo canzonò.
<< Cazzo Harry non ti sembra di esagerare? Stai insinuando che io mi stia innamorando di lei?! >> tuonò fissandolo truce.
<< Risponditi da solo. >> lo provocò Harry penetrandolo con i suoi occhi verdi.
Louis si strofinò il viso, poi battè il pugno sul tavolo.
<< Louis, io credo che tu non sia giusto per lei >>.
Quell’affermazione lo sconvolse in pieno petto. Alzò lo sguardo impietrito.
<< Juliet è forte, ma la sua forza ha dei limiti. Con tutto quello che ha passato, i ragazzi con cui è uscita non l’hanno aiutata per niente. Ha sempre attratto parecchi uomini affascinanti, ma oltre a quel bell’aspetto, si sono rivelati degli stronzi pervertiti. Con il tempo lei ha perso fiducia in se stessa, nascondendosi dietro l’idea che nessun uomo volesse amarla completamente. Odia gli uomini belli perché dietro la loro bellezza, c’erano sempre scopi esclusivamente sessuali nei loro tornaconti. Bastardi egocentrici per come la vedo io. Per me è come una sorella, e penso che quella scommessa sebbene infantile, sia fatta a buon fine. Non farò credere a Juliet che non esiste un uomo che non voglia amarla >>.
<< Ma perché hai detto che io non sarei giusto per lei? >> volle sapere Louis, nascondendo il fatto di essere tremendamente offeso.
Harry gli fece un sorriso di compassione. << Louis, hai la fama di essere nella lista di quei sexy e perfetti bastardi >>. Prima che potesse gridargli contro il suo disappunto, il riccio lo interruppe. << Non te ne sto facendo una colpa. Sei sempre stato così. Ora vuoi farmi credere che stando con Rachel da più di due settimane, tu sia cambiato, ma è una cazzata. Provi soltanto infatuazione per quella bionda. Sarò sincero con te: anche se guardi Juliet in un modo in cui non ti ho mai visto fare con nessun’altra, non mi fido del fatto che tu possa darle quello che cerca. Non rischierò di darle quest’ennesima delusione. Non me ne frega niente se vuoi continuare a stare o no con Rachel, ma non andare oltre la semplice conoscenza con Juliet. Ti ho avvertito >>. Detto questo, Harry lasciò la cucina.

Umiliato, schernito e minacciato dal mio migliore amico. Fantastico!
Che cazzo c’era in Louis che non andava? La sua coscienza colse la palla al balzo.
Impulsivo, senza lavoro, buono solo a spassarsela, svogliato, e come ha detto Harry un perfetto bastardo spezzacuori. Vuoi che continui?
Oh statti un po’ zitto!

Era talmente incazzato, non con Harry, ma con se stesso che chiamò sua madre al telefono.
<< Louis, tesoro che succede? >>. Una donna che era sempre in grado di farlo sorridere. Lo conosceva fin troppo bene da capire che c’era di sicuro una ragione per averla chiamata di sua spontanea volontà.
<< Mamma, ho bisogno di chiederti un favore. >> respirò a pieni polmoni poi disse: << Assumeresti tuo figlio? >>.

 
<< Oggi si sposa la Sposina Isterica? >> chiese Niall a Juliet aiutandola a trasportare le sedie pieghevoli nel giardino. Non si poteva chiamare giardino quell’enorme distesa verde. Giardino era un eufemismo vero e proprio.
<< Oh sì >> sospirò, poi parlò all’auricolare. << Nat, lei è con te? >>.
<< Sì e sta dando in escandescenze. Cazzo può starsi un po’ zitta?! >> implorò frustrata.
<< Jade, io e Niall abbiamo finito. Ci manca la torta, dov’è? >>.
A quella parola gli occhi azzurri del biondo s’illuminarono. << Torta? C’è una torta. Dov’è? >>.
Juliet rise, mentre ascoltava la voce di Jade. << La signora G e Harry saranno lì tra pochi minuti con la torta. >> prima di chiudere, << E ti prego. Non fare avvicinare Niall a quell’opera d’arte >>.
<< Ehi ti ho sentito! >>.
<< Ricevuto. A cuccia bel biondino >> gli ordinò divertita.
Lui mugolò risentito.
<< Su bello vieni con me. >> Allison s’incamminò verso Niall, prendendogli la mano.
<< Ho l’impressione che voi stiate cercando di tenermi lontano anche solo dalla vista della torta >> commentò cupo, mentre si allontanavano.
<< Ma no amore. Cosa vai a pensare! >> lo schernì Allie per poi baciarlo sulla bocca.
Dopo aver sistemato anche la torta, Juls si avviò verso la Suite della Sposa, una stanza al piano di sopra della tenuta. La tenuta Ward aveva quattro aree lavorative, e circa una dozzina di camere. Da non dimenticare la palestra privata, il giardino e la piscina. I genitori di Jade erano stati dei famosi imprenditori, rispettati e conosciutissimi in tutto il Regno Unito. Nel corridoio, Juliet si fermò a guardare il ritratto raffigurante i genitori dell’amica. Lei li conosceva bene: erano persone buone e affettuose.
Toccò la tela delicata sfiorandola con le dita. Perché quelle persone così meravigliose erano dovute morire in un incidente aereo? Non se ne capacitava ancora di accettarlo. Jade e Phoebe erano rimaste orfane, cresciute dalla loro governante. La signora G era stata la persona che aveva fatto da entrambe le figure genitoriali. Nessuno li avrebbe potuti rimpiazzare, ma quella donna anziana e premurosa si era presa cura delle due ragazze per amore verso quella famiglia.
<< Ehi. >> mormorò Jade presentandosi all’improvviso al suo fianco.
<< Mi sono distratta. >> sussurrò Juliet, fioca.
Jade capì il motivo, e le circondò le spalle con un braccio. << Tranquilla anche a me succede >> le confidò poggiando la testa sulla spalla di lei.
<< Chiamami se oggi pomeriggio avete bisogno di me >>.
Jade scosse la testa. << Non lo farei ugualmente. Saluta tuo padre anche da parte mia >> le sorrise tenera.
Juliet non riuscì a trattenere una piccola e lieve lacrima, ma la nascose con i capelli. Tirò su col naso, poi annuì.
Jade le diede un bacio sulla guancia. << Bene. Sento che Nat non reggerà a lungo con la Sposina Isterica. Andiamo. >> rise beffarda.
Juliet rise piano. << Sì muoviamoci >>.

 

<< Non prendi in giro tua madre. Com’è che d’un tratto vuoi lavorare con me? Pensavo non ti piacesse il mio lavoro >>.
Louis stava sistemando alcune betulle sul pavimento. << Sarà solo per un po’, finchè non trovo qualcos’altro. Non ti dispiace? >>.
Joannah scosse la testa. << Certo che no. Mi fa piacere. Vorrei sapere soltanto cosa ti ha fatto cambiare idea…?>> ammise con un sorriso guardingo.

Devo dimostrare a Juliet e a tutti quelli che mi reputano uno stronzo, che posso cambiare.
<< Harry si lamenta del fatto che io non paghi la stessa quota che paga lui per le bollette >> disse invece ridendo anche se falsamente.
Sua madre rise. << Certo >> annuì con una certa enfasi, poi andò da alcune clienti.
Louis aggrottò la fronte. Che quella donna fosse riuscita a capire che avesse detto una menzogna?

 
Nel pomeriggio Rachel lo chiamò.
<< Ciao >>. Louis era sorpreso di sentirla dopo quello che era successo.
<< Ciao. Ti chiedo scusa per l’altra sera. Non so che mi è preso >> dichiarò la bionda con una nota mortificata.
<< Non fa niente >>.
<< Mi sono ingelosita della tua amica. Che stupida! >> rise bonariamente.
Louis s’irrigidì aumentando la presa sul cellulare.
<< Ad ogni modo. Stasera ti va di uscire? >> gli chiese in tono allegro.
<< Sì perché no. Facciamo per le otto? >>. Rimaneva comunque la sua ragazza no?
<< Okay. A più tardi amore >> .
Riattaccò. Louis guardò l’orologio. Erano appena le sei del pomeriggio. Non aveva voglia di starsene in casa per così tanto tempo. Decise di fare una passeggiata tranquilla al parco per sgranchirsi un po’ le gambe. S’infilò un pantalone rosso, una maglia a strisce bianche e nere e un paio di Tom’s color vaniglia.
Incontrò degli amici lungo la strada chiacchierando del più e del meno, poi dopo averli salutati si sedette sull’erba fresca nel Parco.
C’era un piacevole venticello un po’ rigido, dato che si trovavano in pieno autunno. A lui piacevano le stagioni fresche, e non era il tipo da patire una brezza fresca sulla pelle.
Iniziò a strappare distrattamente qualche filo d’erba dal terreno guardandosi intorno.
Seduta sotto un albero c’era Juliet.
Louis si alzò di scatto deciso ad andarsene.
Non voleva vederla, dopo la discussione con Harry di quella mattina. Sperava di potersela togliere dalla testa cercando di evitarla il più possibile. Stava per voltarsi, quando osservò meglio il suo viso.
Era…triste, con quegli occhioni ambrati lucidi e spenti.
Accarezzava la sua cagna, Maya, sì ricordò del nome, in maniera lenta, come se accarezzando il suo animale potesse farla stare meglio.
Gli venne una fitta al cuore. Non voleva lasciarla in quello stato. Gli faceva male vederla così. Si chiese quale fosse il motivo che avesse fatto di quel visetto da guerriera che la caratterizzava, uno privo di luce. Che fosse colpa di Louis?

Oh al diavolo! Qualsiasi cosa fosse lo avrebbe scoperto, e giurò di farle ritornare quel ghigno che tanto adorava vedergli rivolgere.

 

Juliet osservò le luci del cielo prepararsi al crepuscolo. Aveva portato con se Maya per destarle coraggio. La sua bella cagnolina, che riusciva sempre a calmarla. Le mise il suo musetto sul grembo e la guardò con occhi dolci.
Juliet le sorrise accarezzandola sulla testa. << Sto bene Maya >> la rassicurò.
Era andata al cimitero quel pomeriggio. Oggi era il compleanno di suo padre, perciò gli aveva portato dei fiori per salutarlo. Si era fermata sulla lapide per un’ora buona con Maya al suo fianco. Gli aveva raccontato del matrimonio esilarante di una sua cliente. La Sposina Isterica durante lo scambio degli anelli, aveva ehm…emesso aria. La faccia di Nat color pomodoro per le troppe risate.
Lo sposo si era un tantino scandalizzato, per non parlare del prete poi, che aveva chiesto un bicchiere d’acqua per riprendersi.
Aveva lasciato un mazzo di fiori anche per i genitori di Jade. Era riuscita a non versare alcuna lacrima, nonostante l’aria malinconica di quel posto. Il Parco era un’ottima medicina per quella tristezza che si era riversata nel suo corpo come se qualcuno gliel’avesse fatta penetrare nella pelle con aghi pungenti e gelidi. Chiuse gli occhi appoggiandosi alla corteccia dell’albero dove si era poggiata. Respirò abbondantemente, ripensando ai momenti belli passati con il suo adorato padre.
Ma non durò a lungo l’attimo felice perché richiamò alla mente quel mattino… Sua madre l’aveva presa per mano. Le disse che suo padre voleva vederla. Juls annuì, chiedendosi il perché Beth avesse quello sguardo vuoto e perso. Entrò nella stanza dell’ospedale dove suo padre si trovava già da qualche settimana. Aveva avuto un malessere ed era stato ricoverato d’urgenza. Kyle le aveva detto che forse c’erano speranze di riuscire a curare la malattia del padre e Juliet era positiva al riguardo. Si sedette nell’angolo del letto. Suo padre aveva uno spaventoso aspetto cadaverico.
<< Papà? Cosa…? >> mormorò preoccupata stringendogli la mano. Suo padre aprì gli occhi e rivolse a sua figlia uno sguardo sereno e appagato.
Juls sorrise a sua volta. << Hai una buona notizia vero? Ma perché la mamma…? >>
<< Sono orgoglioso di te, Juliet. Un padre non avrebbe potuto chiedere una figlia migliore. Hai avuto più forza di tutti noi in questi mesi, di quanta non ne abbia dovuta avere io. So che eri spaventata, ma non l'hai dato a vedere nei miei confronti, e questo mi ha scaturito un enorme orgoglio per la figlia che mi sono impegnato a crescere. Continua a essere ciò che sei, con la stessa forza e determinazione negli occhi. Ti voglio bene, bambina mia. Mi prenderò cura di te anche da . Ricordatelo... >>.
Juliet si alzò dal letto, presa da degli spasmi improvvisi. << P-perché? Papà! >> lo chiamò, quando lui chiuse gli occhi. Stava accadendo ciò che più lei temeva. Non poteva fare niente per impedirlo maledizione! << Papà…P-papà non lasciarmi…ti prego non andartene…>>.
Juliet emise un gemito di dolore, quando il ricordo si affievolì. Iniziò a tremare e si strinse nella felpa. Sussultò violentemente nel sentire il tocco di una mano sulla testa. Maya abbaiò.
<< Ssh buona Maya…>> disse con un suono flebile. L’accarezzò lievemente riuscendo a calmarla. Si sentì gli occhi pizzicare ma li strinse per contrastare le lacrime che volevano versarsi.
Poi con gli occhi vitrei, alzò lo sguardo.
Louis la stava guardando preoccupato. Si chinò ad abbracciarla.
Lei affondò il viso nel suo collo stringendogli la maglia con le mani un pò tremanti.
Lui continuava ad accarezzarle dolcemente la schiena, in silenzio.
Anche Allie l’aveva accarezzata in quel modo, e questo riuscì ad attenuare il suo respiro lievemente rotto.
Louis la sistemò contro il suo torace in modo da tenerla al caldo. La circondò con le sue forti braccia. << Dove sei stata? >> le sussurrò con la bocca sui capelli di lei.
<< Al cimitero >>.
<< La prossima volta verrò con te >>.
<< No. >>
<< Sì. >>
<< Perché? >>
<< Perché lo dico io. >>
<< E chi sei tu? >>
<< Sono Louis >>.
<< Mister Ovvietà. Che razza di risposta è? >> borbottò con il viso sepolto nel petto di lui.
<< Dobbiamo sempre finire per discutere su ogni cosa? >>
Juliet sospirò non avendo la forza di ribattere in quel momento. Sentì Louis mormorare una canzoncina di vittoria.
In quel momento non s’interessò del fatto che gli fosse un pò troppo vicina.
L’unica cosa che le importava era che continuasse ad abbracciarla. Sentire il suo profumo la confortò incredibilmente.
Lui restava in silenzio, e lei lo ringraziò silenziosamente.
In tutta risposta Louis si poggiò all’albero e la strinse a sé più di prima incastrando il viso di Juliet sotto il suo mento.
Lei chiuse gli occhi. Avrebbe voluto confessargli quanto questo le fosse d’aiuto, ma rimase in silenzio. Maya si avvicinò a loro due poggiando una zampa sulla gamba di Louis.
Controvoglia Juls cercò di allontanarsi dall’abbraccio, ma Louis la tenne stretta.
<< Louis >> tentò con voce normale.
<< Mmh >>.
<< Puoi ehm…lasciarmi andare adesso >>.
<< Mai >>.
<< Come dici?! >> Juliet sgranò gli occhi.

Oddio l’ha detto veramente o le mie orecchie mi stanno giocando un brutto scherzo?
<< Cosa? >> Louis teneva gli occhi chiusi.
<< Cos’hai detto prima? >>.
<< Ho detto mmh >>.
<< Dopo >>.
Louis aprì gli occhi. << Io ricordo di aver detto solo mmh >>.
<< Ah sì, certo, chiaro, capito, okay, posso alzarmi? >> tergiversò Juliet nascondendo l’imbarazzo.
<< Perché? Puzzo forse? >>.
<< Oh certo che no. Santissimi numi ho caldo! >> mugolò lei.
<< Ci sono quattordici gradi >>.
<< E io ho caldo lo stesso! >>.
<< Togliti la felpa >>.
<< Poi ho freddo! >> borbottò dimenandosi dalla sua stretta.
Sentì una mano calda entrarle sotto la felpa. Lei spalancò gli occhi, quando la mano di Louis sfregò sulla sua pelle.
<< Hai ragione, sei davvero calda. >> commentò guardandola negli occhi in modo intenso.
Juliet deglutì. << Bene. Ora che lo hai verificato tu stesso, mi lasci andare? >>.
Louis sospirò e si alzò lentamente.
Maya abbaiò scodinzolando.
<< Come sei bella >>. Per un attimo Juliet credette che Louis lo avesse detto a lei, ma con un certo sollievo scoprì che stava guardando Maya.
<< Ti presento Maya >> gli disse con un sorriso.
Louis si chinò per accarezzarla dietro le orecchie. << Che bel Siberian Husky >> disse sorridendo affascinato.
<< Sì. Bè è meglio andare… >>.
<< Aspetta. Perché non facciamo due passi? Non me la sento di lasciarti sola in questo stato >>.
Juls s’incupì. << Non voglio la tua compassione >>.
Louis alzò gli occhi al cielo muovendo le braccia. << Cristo santo, Juliet! Non provo nessuna pietà per te. Semmai ammirazione, ma non pietà >>.
Lei rimase interdetta << Ammirazione? >> mormorò.
<< Sì. Ti ammiro per la forza che riesci ad avere in tutto questo >>.
Lei lo guardò esitante. Alla fine sorrise volendo salvarsi da quella strana situazione. << Vogliamo andare? >>.
Louis sembrò sorpreso da quell’arrendevolezza. Ricambiò il sorriso e cominciarono a passeggiare.
<< Come va il nuovo lavoro? >> gli chiese Juliet durante la camminata.
<< Come fai a saperlo? Hai una specie di radar o cosa? >> le domandò Louis di rimando.
<< Me l’ha detto Jade. Stamattina è passata da tua madre a prenotare delle composizioni. >> spiegò.
<< Non l’ho vista…comunque bene >>.
Lei lo guardò di sbieco << Vorresti fare un altro tipo di lavoro? >>.
<< Te l’ha detto Jade? >>.
Lei ridacchiò. << No. È che non ti ci vedo con fiori e piante >>.
Louis sospirò << Nemmeno io. Solo che è difficile trovare il lavoro dei propri sogni >> ammise con un sorriso amaro.
<< Hai ragione. Io e le ragazze ce lo ripetiamo ogni giorno. Siamo molto fortunate a fare il lavoro che abbiamo sempre sognato. Devi solo volerlo con tutto te stesso e metterci l’anima per conquistartelo >>.
<< Cosa provi quando aiuti tutte quelle spose a trovare il loro abito? >> le chiese curioso Louis.
Gli occhi ambra di Juls s’illuminarono di colpo. Era evidente cosa provasse, ma glielo voleva sentir dire.
<< Soddisfazione e soprattutto gioia. Quando la sposa indossa l’abito, quello che per lei è perfetto, le sue emozioni ti travolgono come un’onda vorticosa. C’è felicità, amore, consapevolezza, dolore…>>. L’ultima parola la sussurrò.
<< Alcune donne avendo perso un genitore o entrambi, quando indossano l’abito pensano a loro. Le lacrime provengono, la maggior parte delle volte, proprio dalla consapevolezza che le persone che ami, anche se non ci sono, ti stanno guardando in quel momento. Saranno con te all’altare. Proprio qui >> si toccò il cuore con la mano.
Louis si sentì orgoglioso di lei. Quello era il lavoro perfetto per Juliet. Era profondamente empatica con quelle spose, e la sua capacità di renderle felici, gli faceva sciogliere l’animo.
<< Quando ti sposerai tuo padre sarà con te >> le bisbigliò delicatamente.
Juliet rise amara. << Di questo sono certa, ma per quanto ne sappia dovrei prima avere un marito per sposarmi >>.
Louis alzò un sopracciglio. << Non ti ci vedo senza un marito, Juliet >>.
<< Ah no? E perché mai? >>.
<< Perché è impossibile >>.
<< Parli come le mie amiche >>.
<< E hanno ragione. Perché pensi che nessuno voglia innamorarsi di te? >> le chiese in tono ponderato.
Juls accarezzò il pelo grigio e bianco di Maya che camminava al suo fianco. Guardando in basso, sorrise mestamente. << Forse ho ereditato questo gene dalla mia cara madre biologica: “Bella da scopare, ma per nessun motivo da amare” >> scherzò falsamente. << Forse ho questa maledizione. In fondo sono stata concepita in una notte dove lei e “l’altro individuo” si erano incontrati casualmente ed erano anche ubriachi, quindi non si sono preoccupati di prendere precauzioni >>.
<< Guardami. >> le ordinò Louis in tono minacciosamente freddo.
<< Cosa? >> alzò di scatto il viso preoccupata.
Lui le si parò davanti impedendogli di andare oltre. La guardò imperturbabile e poggiò le mani sui suoi fianchi.
L’avvicinò a sé trascurandosi dei passanti che guardavano incuriositi quella scenetta stile film bianco e nero.
<< Non conosco Linda, e me ne sbatto altamente di lei. Ma tu sei diversa. Sei stata cresciuta in mezzo a persone stupende che ti hanno dato amore incondizionato. Tu MERITI l’amore. Meriti un uomo che sappia che cazzo di fortuna ha nell'averti nel suo letto ogni notte, che ti dica costantemente quanto sei bella, perché penso che tu non te ne renda conto. Quelli con cui sei stata hanno visto semplicemente la parte più esposta di te, non tutto quanto. Perchè erano troppo coglioni per capirlo. SBATTITENE del passato. Vivi il momento, il futuro arriverà pian piano…>>.

Apri il tuo cuore, piccola…Aprimi il tuo cuore, le avrebbe voluto dire Louis, ma rimase una sua preghiera silenziosa.
La vide mordersi il labbro e lui si mise a fissarlo. Morbido…come fatto di burro…
Le prese il viso tra le mani e poggiò la sua fronte su quella di lei.
<< Non chiudere il tuo cuore, piccola…>> le sussurrò poggiandole un bacio sulla guancia. Poi all’altra.
Lei tremò a quel tocco. La pelle di lei vibrava sotto i suoi polpastrelli. Louis trattene un sorriso malizioso.
La sentì respirare minuziosamente.
<< Promettimelo. >> la spronò lasciandole un bacio sul collo.
Durante quel tocco inalò l’odore muschiato della pelle di Juliet che gli inebriò i sensi. Era un odore così intrigante che la sua mascella ebbe un guizzo, come a volerla divorare. Erano vicino al parco giochi e stava dando un bello spettacolo a quei bambini.

Fa niente: prima o poi dovranno imparare, si disse con un sorriso beota.
Le soffiò aria calda sul collo poi si allontanò leggermente in modo da guardarla negli occhi. Incontrò due pietre ambrate che si stavano scurendo…di desiderio? 
Louis ebbe un tuffo al cuore…Davvero lo desiderava?
<< Juliet…>> disse roco.

 

Note dell’autrice


Buon pomeriggio a tutte ^_^
Sono tornata…santissimi numi alleluhia, la connessione internet è di nuovo qui con me u.u
È iniziato settembre…che odio…condividete con me la stessa agonia? Ahahahah okay non pensiamoci XP

 
Ragazze, MI DISPIACE …quando sono andata a rispondere alle recensioni ho visto che da dieci ne erano tre, e ho capito che il capitolo non è stato un successone come gli altri, ma non mi ha aspettavo che risultasse tanto da buttare…bu forse avevate di meglio da fare…(?)
Davvero scusate, detesto deludervi :-( 
Ogni storia ha degli alti e bassi, ma sapere che non avete smesso di seguirla mi rincuora…e tutti i vostri pensieri dal primo all'ultimo a me personalmente interessano moltissimo...e voi lo sapete vero? 
Ci tengo a dirvi che NON è per le recensioni che voglio sentirvi ( anche perchè io di armi per minacciarvi non ne ho), ma perchè come scrittrice io tengo alle osservazioni dei miei lettori e voglio migliorare sempre di più per VOI. E sta a voi tutte, decidere se me le merito oppure no...

Ora la storia si fa più interessante ;-D
Sapete che non posso anticiparvi nulla, ma posso dirvi che il bacio tra Juliet e Louis arriverà nel momento in cui meno ve lo aspettereste… ;-P
…Ah e Rachel? Non vi arrabbiate, rimarrete scioccate nei prossimi capitoli *sguardo misterioso*
Conosceremo il fratello di Juliet, Kyle. Vi ricordate della scommessa che hanno fatto i ragazzi? Eh eh eh nel prossimo capitolo ci sarà una new entry! ^_^

Insomma ci sarà da divertirsi XD

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto quanto è piaciuto a me. Qualsiasi cosa vogliate dirmi, sarò felice di sentirla, se vi va  C,:
Un bacio a tutte :-*
Ella <3

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Capitolo 7
*** Capitolo7 ***


capitolo 7 pronto siii

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Capitolo 7

 

 Juliet stava tremando, ma non per il freddo. I baci caldi e delicati di Louis avevano generato elettricità in tutto il suo corpo. Da quando non sentiva un’emozione del genere? O meglio: l’aveva MAI sentita in vita sua un’emozione del genere?
Lui la guardava con occhi dilatati e il suo cuore saltò un battito.
Ogni volta per lei era una sfida non divorare quella bocca così bella con baci esigenti. Era ancora in preda al calore che si stava sprigionando dalla punta dei capelli alle dita dei piedi, quando gli sentì dire il suo nome.
<< Juliet…>>. Lo pronunciò con voce arrochita. Lei lo guardò con la bocca dischiusa.
Voleva evitare di guardare quelle due pozze limpide come l’acqua dei fiumi. Non voleva rivelare i suoi sentimenti. I suoi occhi erano come si suol dire “lo specchio dell’anima”. Se lui l’avesse penetrata ancora con quel suo sguardo abbagliante, lei si sarebbe sciolta come neve al sole tra le sue braccia.
Ordinò ai suoi neuroni cocciuti si virare i muscoli del collo altrove, e quando lo fece, restò sbalordita nel vedere qualcuno a lei familiare. Gli angoli della sua bocca si arcuarono in un sorriso.
Louis se n’accorse e guardò nella sua stessa direzione. << Cos’hai visto? >>.
<< Vieni >>, lo prese per mano in un gesto naturale e lo guidò verso una panchina.
<< Matt! >>  Juliet salutò il signore seduto.
<< Juliet! Che bello vederti! >> L’uomo si alzò per abbracciarla.
Louis lo studiò. Era di un fisico robusto. Sulla quarantina d’anni se non un po’ di più, e i capelli scuri si schiarivano in ciocche più grigie.
L’uomo si ritrasse dall’abbraccio con la ragazza e si mise a scrutarlo.
<< Piacere. Sono Louis. >> si presentò subito.
Matt sorrise. << Il tuo ragazzo? >> chiese a Juls.
Lei scosse la testa.
L’uomo guardò entrambi con la fronte aggrottata. << Strano. Da quello che ho visto prima avrei dedotto tutt’altro >>.
Juliet arrossì in volto, mentre Louis si grattò la testa, imbarazzato.
<< Maya, vieni qui bellezza! >>. La cagna al richiamo di Matt accorse subito da lui.
<< Come vi conoscete? >> domandò Louis, sperando che fossero chiari i soggetti.
Juls capì all’istante a chi altri potesse alludere e ridacchiò. << Matt è un allevatore di husky e malamute. È da lui che prendemmo Maya. È un vecchio amico di famiglia >>.
<< E come potete vedere…>> ci mostrò uno scatolone accanto alla panchina, << Sono venuto qui per trovare una famiglia a questi bei cuccioli >>.
Juliet si mosse verso il rettangolo di cartone. << Oh…>>, infilò la mano prendendo qualcosa di piccolo ed estremamente soffice. << Ciao… >> disse al cucciolo di husky dal pelo rossiccio che reggeva tra le braccia.
Louis si avvicinò per poterlo toccare. Gli solleticò il ventre con un dito.
<< Quanti ne hai venduti fino adesso? >> chiese Juliet a Matt.
L'uomo s’incupì. << Soltanto due. Ne restano otto, ma temo che non troveranno una casa oggi…>>.
Juls guardò il cucciolo accoccolarsi tra le sue braccia.
Louis vide il viso di lei rabbuiarsi. No, s’impose, qualsiasi cosa per non doverle vedere di nuovo quell’espressione.
Sperò tanto che la sua idea funzionasse.
Si voltò e corse verso le giostre.
Juls lo guardò confusa.

Dove diavolo…?
<< Ehi bambini, venite a vedere una cosa. >> Louis incitò con voce esuberante quei bambini, che si bloccarono curiosi dalla sua proposta.
I genitori che stavano sorvegliando i loro figli, li seguirono a loro volta perplessi.
I bambini cominciarono a guardare con occhi affascinati i cuccioli nello scatolone, tanto che alcuni genitori vennero travolti dalle loro smielate suppliche.
Una bambina convinse la propria madre a comprarne uno, e così Matt si rianimò.
I genitori restavano inteneriti da quei musetti graziosi, che dopo qualche minuto afferravano il portafoglio.
<< Sei stato bravissimo. I bambini ti hanno seguito subito, incredibile >> mormorò Juliet a Louis.
Lui si sentì piacevolmente imbarazzato. << Mi piacciono i bambini. Avendo ancora quel carattere giocoso e spensierato che mi caratterizza, m’identifico abbastanza bene con loro. Attirando loro ho attirato anche i genitori. >> disse ridendo con voce scherzosa.
<< Ottimo piano. >> concordò lei.
Una bambina si avvicinò a lei e le tirò il braccio per dirle qualcosa. Juliet si sporse in basso sporgendosi con l’orecchio.
<< Lui è il tuo fidanzato? >> le sussurrò, lanciando un’occhiata al ragazzo affianco a lei.
<< No, è tutto tuo. >> sussurrò Juliet a sua volta ridendo.
La bambina guardò Louis con occhi sdolcinati. << Ciao…>> lo salutò con voce affettata.
Lui rimase di stucco. Attirò Juls a sé in un abbraccio. << Molto divertente. Devi scusarla: alla mia dolce cagnolina piace scherzare >>.
La bambina s’imbronciò << Ah ok. Se non dovesse durare chiamami. >> e si congedò saltellando.
<< Hai proprio ragione: i bambini ti adorano >> lo canzonò Juliet palesemente divertita. Poi alzò un sopracciglio continuando a sorridere: << Cagnolina? >>.
<< Devo ancora decidere se considerarti una micetta o una cagnolina >> la cullò dimenticandosi della gente intorno. Tanto erano occupati.
<< Posso essere una compagnia fedele, ma con gli artigli e lo sguardo felino >> ammise sarcastica.
<< Questo dovrei deciderlo io… >> convenne lui.

Cosa significa? Si domandò lei.
<< Il tuo gesto è stato incredibilmente dolce e generoso. >> gli disse sinceramente compiaciuta. Il suo secondo fine era sviare quell’ulteriore dubbio che il ragazzo le aveva impresso con quell’ultima affermazione. Louis non faceva altro che questo: confonderla con le sue frasi vaghe. Ma quel gesto di dolcezza e altruismo l’aveva lasciata veramente senza parole.
Lui sbattè le palpebre e fece un’espressione confusa. Infine, alzò lentamente lo sguardo verso di lei. Louis rimase sena parole. Per alcuni lunghi secondi, i suoi occhi penetrarono in quelli della ragazza e i suoi lineamenti si addolcirono in un’espressione sorpresa. Prese il volto di Juliet tra le mani e le si fece più vicino. << Se solo avessi saputo che mi avresti guardato così, lo avrei fatto subito. >>.

 

<< Zayn…vuoi stare un po’ fermo? Non riesco a prenderti le misure. >> borbottò Allie arrancando con il metro.
<< Ops scusa Allie >>.
<< Ora sta buono. >> gli ordinò.
Allie doveva prendere le misure per il vestito oltre che a Liam in quanto sposo, anche a Harry, Zayn e Niall.
<< Stavo pensando al completo. Direi un blu scuro per te, come colore ti dona molto >> commentò la ragazza in tono affabile.
<< Concordo >> esordì Nat entrando dalla porta. Lanciò un’occhiata lasciva al fidanzato, il quale ricambiò. Poi si volse verso Allie. << Deve per forza stare in boxer? >> le chiese muovendo la mano in direzione di Zayn.
<< Sì. Così posso prendere bene le misure >> rispose Allie apertamente.
<< Soltanto e unicamente in boxer? >> ripetè la rossa accennando un cipiglio.
<< Bè sai, ho preferito farglieli tenere, per non fraintendere >> la schernì Allie roteando gli occhi.
Nat alzò un sopracciglio. << Certo. Sono più tranquilla sapendo che il ragazzo ce l’hai anche tu >>.
<< Esattamente. Sai che se avessi pensato ad un mènage a trois te lo avrei fatto sapere >> la provocò Allie ridendo spudoratamente.
Zayn non potè fare a meno di ammirare il modo in cui la sua donna lo guardò con un’espressione possessiva.
<< Okay, posso concederti questa fantasia, ma resterà tale >> disse Nat con un sorriso sinistro.
<< Sei un’egoista >> Allie mise il broncio.
<< Lo so. Zayn sapeva a cosa andava incontro >> Nat guardò il moro maliziosamente.
<< E non me ne pento >> le confidò amabilmente Zayn.
<< Nat, aspetta che finisca qui se vuoi rivendicare ciò che è tuo >> rise Allie scorgendo negli occhi verdi dell’amica una scintilla di desiderio.
<< Va bene. Signor Malik è pregato di recarsi nel mio ufficio, quando avrà finito qui >> disse Nat fingendo un tono professionale, voltandosi per uscire.
<< Agli ordini, bimba >> rispose lui, lasciando che lo sguardo scivolasse sul fondoschiena tornito della sua fidanzata.
Allie inarcò un sorriso malizioso. Pensò di andare a trovare Niall in negozio, subito dopo aver finito.
<< Allie, Juls non è ancora tornata? >> chiese Zayn.
<< No, ma credo che non verrà. Sarà tornata a casa dopo…>> lasciò la frase in sospeso.
Zayn annuì. << Io e i ragazzi pensiamo di aver trovato un ragazzo abbastanza perbene per lei…>> le confidò.
Allison sorrise compiaciuta. << Davvero? Chi è? >>.
<< Sorpresa. Che ne dici se domani sera ci organizziamo tutti insieme per una pizza, e porto anche questo mio amico? >>.
<< Mi sembra ottimo. Avvisiamo gli altri >>.

 
<< Grazie per avermi aiutato >> Matt abbracciò Juliet, e diede una pacca affettuosa sulla spalla di Louis.
<< Il merito è tutto di Louis. >> convenne Juliet sorridendogli.
<< Basta con gli elogi. L’ho fatto per i cuccioli. >> E per Juls, ma questo non lo disse.
<< Ne è rimasto solo uno, ma per il resto la vendita è andata bene >>.
<< Quale? >> Juliet si avvicinò perplessa alla scatola. << Oh sei tu! >>.
Il cucciolo dal pelo rossiccio era rimasto lì.
<< Vedo che ti sei affezionata. Che ne dici Juliet: Maya avrà un compagno di giochi? >> le propose Matt con un sorriso d’incitamento.
Lei scosse la testa. << Grazie Matt, ma non me lo posso permettere. Sono convinta che presto troverà una famiglia che si prenderà cura di lui >>, si chinò ad accarezzarlo un’ultima volta.
Salutarono Matt, e insieme a Maya continuarono la passeggiata.
<< Il sole sta per tramontare…>> mormorò lei d’un tratto scrutando l’orizzonte.
<< Sì, com’è bello…>> concordò Louis.
<< Vorresti vederlo ancora meglio? >> gli propose.
<< Certo. Dove mi porti? >>.
Juliet lo portò nei pressi di un chioschetto in vicinanza del fiume Tamigi.
Si sporse verso il bancone. << Ehi Jake! La mia barca? >>.
<< Ehi Belle Gambe. Al solito posto come sempre. >> rispose il ragazzo dai capelli rossicci dopo averle rivolto un largo sorriso.
<< Grazie mille >> e lo salutò.
<< Ehi chi è il tizio? Non dirmi che è il tuo fidanzato? >> le chiese Jake.
<< No, Jake >>.
<< Ah ecco vorrei ben dirlo. Sarebbe una cazzata scegliere lui invece di me >> si pavoneggiò ammiccandole.
Juls fece un mezzo sorriso, e lo salutò con la mano.
<< Cos’avrebbe lui più di me, sentiamo. >> Louis mostrò i denti tutto irrigidito.
<< È un amico di Kyle. È un attaccabrighe, non serve scaldarsi >>.
<< Direi un pallone gonfiato >> borbottò lanciandogli un’occhiataccia di sottecchi.
Juliet sospirò. << Vieni? >> sorrise.
<< Certo. >> Louis ricambiò il sorriso e le mise una mano dietro la schiena.
Juls s’infilò nella sua umile barchetta. Louis occupò posto di fronte a lei.
<< La barca è tua? >>.
<< Sì in un certo senso. Mia e di mio padre. Venivamo spesso qui per guardare il crepuscolo. Lui considerava il tramonto come il terminarsi della luce che irradia il Sole, per dar spazio alla Luna di diffondere il buio e le stelle di una luce fredda e misteriosa >>.
<< Perché misteriosa? >> chiese Louis.
<< Perché le stelle sono corpi celesti all’interno dei quali viene prodotta un enorme quantità di energia che si propaga nell’Universo sotto forma di luce. Questa energia ha origine nel nucleo, dove l’idrogeno che si trasforma in elio innesca reazioni termonucleari. Esistono vari tipi di stelle ed ognuna porta con se qualcosa di misterioso nella sua nascita. Sono lì, semplici ma complesse. Non luminose quanto il Sole, ma meravigliose e intriganti nel loro essere. Okay, non t'interessa ciò che ho detto, posso capirti >>. Remando, Juliet arrivò ad un punto centrale del fiume Tamigi. Si fermò e con un cenno del capo suggerì a Louis di guardare il tramontare della calda sfera. Mille picchiettature di giallo, rosso e arancione si generavano da quel vortice di calore prima d’immergersi -metaforicamente parlando- nelle acque cristalline del fiume.
Dopo un lungo momento per ammirare quel capolavoro di Madre Natura, Louis mormorò un << Grazie >>.
<< Di cosa? >> Juls non si girò, ma il tono di voce era curioso.
<< Per avermi portato qui: il posto dove venivi sempre con tuo padre…>>.
<< Oh… >> Si sentì piacevolmente a disagio per come Louis la stava guardando. Per lei, lui emanava una luce propria, come le stelle, solo da quel sorriso. Quando le rivolgeva quel sorriso, lei sentiva una luce calda e lussuriosa avvolgerla. La pelle iniziava a formicolarle, come se delle formiche stessero camminando sotto la sua pelle. Un formicolio che la raggiungeva nella sua intimità.
Louis si avvicinò di qualche centimetro, prestando attenzione a non calpestare la coda di Maya.
<< Perché prima ti ha chiamata “Belle Gambe” quel tipo? >> le chiese riferendosi a Jake.
<< Jake mi chiama sempre così >>.
<< Ma a me non sembra che ti dia fastidio >> notò con una smorfia.
<< Perché dovrebbe? È un ragazzo divertente, e mi fa ridere >>.
<< Quindi ti piace? >>.
<< Jake è un amico >>.
<< Se lo dici tu >> borbottò.
<< Perché quest’interrogatorio Tomlinson? Cos’è, sei geloso? >> scherzò Juliet.
<< E se anche fosse? >> ribattè con malizia, avvicinandosi qualche altro centimetro.
<< Non ne vedrei il motivo. Tu…>> trovò qualcosa su cui aggrapparsi. Ah ecco: Tu sei felicemente fidanzato! Gli avrebbe detto, e stava per farlo, ma quando si voltò sfiorò con la punta del naso le labbra di Louis.
Juliet sussultò per quel tocco inaspettato. Non pensava che si fosse fatto così TROPPO vicino durante il suo momento di riflessione. Doveva imparare a pensare molto più in fretta!
<< Io? >> la spronò dolcemente.
<< Io e te…>>.
<< Tu ed io? >> ripetè con un sorriso che a Juliet sembrò smisuratamente sexy.
Ad ogni sua parola il respiro di lui la investiva in una brezza afrodisiaca.
<< Siamo…>>

Avanti dillo! Devi allontanarlo Juliet! Fallo!
Chiuse gli occhi. << Siamo amici. >> disse finalmente tutto d’un fiato. Anche se il suono di quella parola le aveva lasciato un sapore rancido in gola, e si trattene dal fare una smorfia.
<< Dimostramelo >> disse Louis in tono conciso.
Lei aprì gli occhi. << Cosa? >>.
<< Se siamo quello che hai detto…dimostrami che non ti piaccio >> le spiegò in tono spazientito.
Perché aveva assunto quel tono? Che fosse stata quella parola ad innervosirlo tanto?
<< Come? >> Juls stava iniziando ad agitarsi. Cercò di arretrare, ma era già al limite del possibile spazio.
<< Baciami >>.
Quell’ordine mandò in subbuglio tutti i suoi dannati ormoni.

Maledetto lui e quella sua voce roca e viziosa!
<< Non credo sia una buona idea… >>. Sembrò quasi che le labbra le bruciassero come per dirle: “ Non è una buona idea. È un’OTTIMISSIMA idea”.
<< Non sarà poi così tremendo lasciarmi un innocuo bacetto sulle labbra. Baciami Juliet…>> le sussurrò.
“Innocuo”. Pff come no! Solo Dio sapeva che non gli avrebbe dato un ridicolo bacetto! Juliet era di nuovo così vicino a quella tentazione sensuale e vellutata.
Si arrese al suo istinto animale, se così lo si poteva chiamare quel flusso carnale che le fluiva nel corpo.
Si sporse lievemente per potersi deliziare di quel paradiso, quando sentì Maya abbaiare. La cagna si interpose tra Juliet e Louis con un balzo fulmineo. Quest’ultimo tentò di riprendere l’equilibrio, ma cadde con un tonfo in acqua.
Juls si chinò verso l’increspatura dell’acqua. << Louis, stai bene?! >> chiese preoccupata.
Lo vide emergere dall’acqua gelata. << Merda! >> sputò, e si passò una mano tra i capelli fradici.
<< Dammi la mano! >> gliela porse e quando l’afferrò, riuscì ad aiutarlo a risalire sulla barca.
<< Oh Cristo, mi dispiace tanto. >> aggiunse vedendolo bagnato come un pulcino. Poi lo guardò meglio: un adorabile pulcino zuppo dalla testa ai piedi. Imprecò sottovoce. Quello era sicuramente un segnale. La maledizione colpisce ancora, pensò tristemente.
<< F-fa f-freschino…>> mormorò Louis stringendosi nelle spalle e battendo i denti.
Juliet si fece prestare una coperta da Jake. Louis era seduto su una panchina. Stava cercando di non tremare come una foglia. Gliela poggiò sulle spalle e fece pressione sul suo corpo con le proprie mani per trasmettergli calore.
<< Un bacio sarebbe l’ideale… >> Louis sbattè le ciglia con aria innocente.
Juls scosse la testa sorridendo. << Non puoi restare così. Ti verrà un malanno. Sei venuto con la tua auto? >>.
<< No. A piedi. E il mio telefono è andato. >> osservò aspro, buttandolo nella pattumiera.
Juliet sospirò. Gli tese la mano e lui la prese subito.
Louis si avvicinò al suo viso.
Lei rise. << Fermo pulcino. Hai visto cos’è successo prima vero? >>.
<< Non credo nelle maledizioni >> rispose risoluto.
<< Hai bisogno di un cambio d’abiti al più presto. Seguimi >>.
Louis sbuffò e mise il broncio. Lei si bloccò per un istante su quel labbro inferiore che adesso era pronunciato. No! Basta con questi pensieri, s’impose.
Lo portò alla sua auto. Louis le strinse la mano, che fino a quel momento era stata nella sua.
<< Quella è…? >> disse ad occhi sbarrati.
<< La mia auto. Sali. Svelto >>.
<< Una…tu possiedi una Lamborghini Gallardo! >> esclamò con un largo sorriso, accarezzando l’auto di un color grigio metallico.
<< Già. Sali Tomlinson >> gli ordinò. Quel ragazzo pensava ad una macchina piuttosto che alla sua salute.
Uomini, pensò alzando gli occhi al cielo.
Louis non se lo fece ripetere due volte. Aveva un freddo cane.
Maya entrò e si accucciò sul sedile posteriore.
<< Mi dispiace. Sto bagnando questi favolosi sedili di pelle >> disse Louis mortificato.
Juliet mise in moto. Lo guardò con una smorfia. << Non è importante >>.
<< Come l’hai avuta? È impossibile da trovare. È un’auto molto rara >>.
<< Me l’hanno regalata >>.
<< Stai scherzando? >>.
<< No, è vero. Il padre di Jade, un giorno ebbe dei problemi con la sua auto. Io mi offrii di darle un’occhiata. C’erano dei problemi con alcuni pezzi. Liam era fuori città, e la sua officina era chiusa, quindi la riparai io >>.
<< Sai riparare le auto?! >> Louis restò a bocca aperta.
<< Sì. Mi spieghi cosa c’è di strano? Cos’è quella faccia? >>.
<< Niente. Sono sorpreso. Tu mi sorprendi sempre. >> ammise sorridendole.
Juls fece un ghigno compiaciuto, e tenne gli occhi fissi sulla strada. << Dopo averla messa a nuovo, non accettai che mi pagasse, ma quando il padre di Jade venne a sapere che avevo appena preso la patente di guida, mi regalò quest’auto. Mi disse che se non l’avessi accettata non mi avrebbe più fatto mettere piede in casa sua. >> Juliet rise a quel ricordo.
<< Avrei voluto conoscerli >>.
Lei sorrise, poi Louis cambiò argomento: << A proposito. Dove mi stai portando? >>.
<< Casa tua è troppo lontana, e rischi seriamente di prenderti un febbrone da cavallo >>.
<< Perciò deduco che tu mi stia portando…? >>.
<< A casa mia >> concluse lei.
<< Saremo soli >> Louis ammiccò, anche se si strinse nella coperta di flanella.
<< Non contarci. Mi dispiace dirtelo, ma vivo con mia madre e mio fratello >>. Non aveva problemi a dire che non viveva da sola. Aveva vent’anni e poteva fare le scelte che voleva, e questa era stata la sua. Sua madre aveva bisogno di lei, non se la sentiva di comprarsi un appartamento indipendente, aveva deciso di non voler lasciar vivere Bethany da sola in quella casa piena di ricordi. Kyle non c'era quasi mai, perciò Juliet si era imposta di rimanerle vicino. 
Louis non disse niente.
<< Non vuoi prendermi in giro? >> chiese lei cauta.
Lui la guardò accigliandosi. << Perché dovrei? La tua vita. Le tue scelte >>.
Lei restò senza parole. Che Louis le leggesse nel pensiero?
<< Io ho scelto di vivere con Harry, ma suppongo che presto resterò solo, dato che sono certo che si sposerà con Jade. Ho deciso di andarmene da casa, perché i miei erano troppo asfissianti. Detesto quando tuo padre e tua madre ti ripetono ogni volta che devi trovare la tua strada. Erano così appiccicosi che me ne sono andato >>.
<< Vogliono il meglio per te. È normale >> commentò Juliet, momentaneamente sorpresa che Louis avesse tirato fuori i suoi genitori come argomento. Sapeva che Joannah era divorziata, e Juliet era piuttosto discreta su certi argomenti personali.
Louis sbuffò. << Certe volte desideravo che mi lasciassero in pace e basta. Mio padre voleva costringermi ad intraprendere la carriera del professore di letteratura, come lui. Che seccatura! Forse è per questo che mia madre ha divorziato da lui. Lei non si è più risposata, ma so che si sta vedendo con un tizio. Sono contento per lei. E anche per la scelta di mio padre. Era meglio così. Forse non ero così importante per lui e ha deciso di lasciarmi. >>. Poi si pietrificò pentendosi amaramente di quello che aveva appena detto.
Si girò subito verso Juliet e la vide stringere le mani sul volante, così forte che le nocche sbiancarono.
<< Oh dio, Juliet…non intendevo…Scusami ti prego. >> Louis le posò una mano sulla coscia.
<< Non devi scusarti. La vigliaccheria. Quella è l’unica ad aver colpa. Alla fine, penso che possa ritenermi fortunata di avere al mio fianco le persone che ritengo importanti nella mia vita. Se hai loro, il resto non conta >> disse glaciale, poi i suoi lineamenti si addolcirono, e staccò una mano dal volante per poggiarla su quella fredda di Louis.

 

La casa di Juliet era una villetta a due piani. Piccola e semplice, in stile moderno, con i muri di un giallino tenue che poi in alcuni punti diventava un marroncino chiaro. Un bel giardino profumato di fiori tipicamente autunnali contornava la casa.
Parcheggiò l’auto sul vialetto.
<< Inizia ad avviarti. >> lo spronò, andando ad aprire la portiera per far scendere Maya.
<< Sei sola adesso? >>.
<< Sì >>.
Entrarono, e con profonda soddisfazione, Louis si fiondò di fronte al camino scoppiettante. << Molto meglio >> mormorò lasciandosi investire dal calore.
<< Vieni. Hai bisogno di una doccia calda >> disse Juliet salendo gli scalini che andavano al piano di sopra.
<< Mi fai compagnia? >> le sussurrò all’orecchio Louis, mentre la seguiva.
<< Vedo che il lupo perde il pelo, ma non il vizio>> scosse la testa.
Lui fece il verso del lupo, provocandola.
Juliet aumentò il passo. << Smettila >>.
<< Posso vedere camera tua? >>.
<< L’unica camera che dovrai vedere adesso è il bagno. Aspetta qui. >> gli disse allontanandosi.
Louis lanciò un’occhiata in giro. C’erano cinque stanze al piano di sopra: il bagno, una camera da letto, una camera che ipotizzò fosse quella del fratello di Juliet, la sua, e poi un’altra stanza che adesso era chiusa.
<< Tieni. >>, Juls gli passò degli asciugamani, e dei vestiti asciutti. Gli indicò il bagno con il dito e si defilò.
<< Questo pulcino ha bisogno di qualcuno che lo insaponi! >> Louis alzò la voce per farsi sentire.
<< Questo pulcino sfacciato tra poco verrà divorato da un gatto! >> disse Juliet di rimando. Dalla voce sembrava che si trattenesse dal ridere.
Louis ghignò, andando verso il bagno.
Mezz’ora più tardi scese di sotto e vide Juliet seduta sul divano.
<< Grazie >> le disse, quando questa le passò una cioccolata calda.
<< Ti stanno bene >> commentò sincera dandogli un’occhiata.
<< Sono di tuo fratello? >> le chiese guardando la felpa rossa con scritto Oxford University al centro e i jeans un po’ sbiaditi che le aveva dato.
Lei annuì e lui: << Non si arrabbierà se mi hai dato in prestito le sue cose? >>.
<< Certo che no. Ora bevi, altrimenti i marshmallow diventeranno troppo mollicci >>.
<< Che lavoro fa tua madre?e Kyle? >> le chiese, dopo aver bevuto un sorso.
<< Mia madre fa la maestra d’asilo. Kyle fa l’avvocato. >> rispose Juls.
<< Oh ce lo vedo tuo fratello a fare l’avvocato. Tutti i giorni in giacca e cravatta. >> scherzò.
<< Non ci conterei sull’ultima affermazione. Kyle indossa quasi sempre jeans e camice. Dice che la giacca gli da un’aria da vecchio signore >> ridacchiò.
<< Ha ragione. Per questo adoro le mie bretelle. Sono un ottimo sostituto per quelle odiose giacche rigide e scomode >>.
<< Ma dovrai metterla al tuo matrimonio con Rachel. >> commentò Juliet. Il suo tono era diventato distaccato.
Louis la guardò. << Cosa ti fa pensare che mi sposerò con Rachel? >>.
<< Non lo so. Dico solo che questo è quello che lei si aspetta da te. >> Juls poggiò la sua tazza sul tavolino di fronte il divano.
<< Sono un tipo che delude le aspettative degli altri. >> disse lui in tono aspro.
<< Se ti riferisci a tuo padre, tu non l’hai deluso. È lui che ha deluso te e tua madre. >> ribattè lei con lo stesso tono.
<< Forse ho il suo stesso gene. Anch’io ho abbandonato mia madre >>.
<< No, non è vero. Tu ci sei sempre per lei >>.
Louis la guardò. Pian piano la bocca s’increspò in un sorriso pieno di riconoscenza. << Grazie >>.
<< Smettila di scusarti o di ringraziarmi >>.
<< No sul serio. Mi fa bene parlare con te, Juliet. Non ho mai avuto questa intesa con una donna, prima di te >> le confidò.
Juliet fece quel solito ghigno che Louis ipotizzò fosse per compiacimento.
<< Sono a casa! >> Urlò una voce profonda, entrando dalla porta d’entrata.
Louis per poco non rovesciò la sua tazza per lo spavento. Si girò lentamente e vide un ragazzo. Kyle. 
<< Ehilà, sei tornato presto. >> Juliet si alzò dal divano per andargli incontro. Si scambiarono un sorriso amorevolmente fraterno. Kyle le passò un braccio sulle spalle e le baciò il capo. Juliet gli scompigliò i capelli corti del colore della sabbia.
<< Stasera gioca il Manchester City, sciocchina. Non posso perdermela. Ho portato le ciambelle di Krispie Craem >> le sventolò il pacchetto davanti agli occhi.
A Louis scappò uno starnuto. Che diavolo, bel modo di far recepire la sua presenza.
Kyle aggrottò la fronte, quando lo vide.
<< Ehm…Kyle questo è Louis. Louis questo è mio fratello Kyle >> Juliet sorrise amichevolmente facendo le presentazioni.
<< Piacere di conoscerti Kyle >> Louis si alzò per tendergli la mano.
<< Perché indossa i miei vestiti? >> il ragazzo si rivolse a sua sorella, ignorandolo palesemente.
<< Louis è caduto nel Tamigi >> spiegò schietta.
<< Oh capisco. Che sfiga. >> Non sembrò dispiaciuto << E perché l’hai portato qui? >>.
<< Perché se lo avessi lasciato a piedi, si sarebbe preso un febbrone da cavallo >> rispose a suo fratello in tono ovvio.
<< Che ci facevate lì? Un momento. >> Kyle squadrò Louis con circospezione, per poi guardare la sorella, << Star, lui è il tuo ragazzo? >>.
<< No. Siamo… >> Louis sorrise, quando la vide esitare.
La parola con la A non voleva che la pronunciasse mai più. Si era infastidito, quando aveva detto che erano “quella parola”, quando si trovavano sulla barca.
<< Ragazzi sono a casa! >>. Louis dedusse che nella famiglia Anderson per annunciare la propria presenza bisognava gridarla.
<< Mamma >> la salutarono all’unisono Juls e Kyle. La madre era una donna alquanto snella, con corti capelli di un biondo-cenere, e gli stessi occhi azzurro-ghiaccio del figlio.
<< Oh. Abbiamo ospiti, vedo. >> la signora Anderson rivolse un caloroso sorriso accogliente a Louis, quello che Kyle aveva lasciato da parte.
<< Mamma, Star si è fidanzata. >> annunciò Kyle e lanciò uno sguardo freddo in direzione di Louis.

Che diavolo gli ho fatto? Sembra che voglia letteralmente congelarmi con quello sguardo da iceberg.
<< Penso che mi farò fare una scritta sulla fronte con scritto: “ Non sono fidanzata con Louis Tomlinson” >> sbottò Juliet alzando gli occhi al cielo.
<< Chi lo ha spinto dalla barca? >> le chiese Kyle curioso.
<< Maya >> fu Louis a rispondere.
<< Dalla barca? Oh santo cielo, stai bene? >> gli chiese la signora Anderson avvicinandosi al ragazzo.
<< Sì, grazie a sua figlia. Piacere di conoscerla signora Anderson. Sono Louis >>.
<< Chiamami pure Beth >> gli sorrise.
<< Sono fiero di te, Maya >> Kyle accarezzò la cagna sul ventre. << Scommetto che il presunto amichetto di Star ci ha provato con lei, e tu da brava guardia del corpo, l’hai buttato in acqua! >> scoppiò in una fragorosa risata.
<< Kyle! >> lo rimproverò Juliet fulminandolo.
<< Kyle William Anderson, dacci un taglio e prepara la cena. Louis si fermerà a mangiare con noi. >> dichiarò Bethany guardando dritto negli occhi del figlio, assicurandosi di non ricevere risposte sgarbate.
Louis non riuscì a trattenere un sorriso compiaciuto. William? A quanto pareva lui e Kyle avevano qualcosa in comune. << Sign- cioè volevo dire Beth. Non vorrei crearvi disturbo…>> disse poi.
La donna scacciò quel pensiero con un gesto di nonchalance. << A Kyle non dispiacerà preparare da mangiare per una persona in più, giusto? >>.
<< Oh certo che no. Per niente >> Kyle sfoggiò un largo sorriso, anche se finto.
Poi il biondo si girò verso la sorella e le scompigliò i capelli. << Metti la maglia del Manchester, Star. E io preparerò i miei grandiosi nachos >>.
<< Agli ordini >> Juls corse di sopra con la madre alle calcagna.
<< Ti piace il calcio, Louis? >> gli chiese Kyle guardandolo attentamente.
<< E a chi non piace? E vado pazzo anche per i nachos. >>.
Kyle ghignò, come era solita fare Juliet.
<< Credo di poterti apprezzare. Ma attento: diversamente dagli amici di mia sorella, non mi limito con le parole. Per me lei è tutto, e chiunque la faccia soffrire, non sempre rimane tutto intero. >> gli angoli della bocca di Kyle s'incresparono in un ghigno minaccioso. << Ricordo ancora quel Luke: dopo che ho scoperto che tipo era, non è riuscito più a pisciare regolarmente. >> il suo tono divenne sprezzante e divertito. << Naturalmente Juliet non lo sa >>.
<< Non sono il suo ragazzo.>> puntualizzò Louis.
A Kyle non sfuggì quella nota di sconforto nella voce del ragazzo. << Oh bè, sai come si dice: Patti chiari, amicizia lunga >> gli indirizzò un sorriso eloquente.
Quel ragazzo sapeva essere intimidatorio. I muscoli delle braccia di Kyle apparentemente rilassati, restavano tuttavia in uno stato di tensione, che emanava potenza. Un fratello legato a sua sorella, non dal sangue, ma da un legame ancor più saldo caratterizzato da protezione e fiducia reciproca.
Louis resse il suo sguardo, azzurro e ghiaccio in uno scontro a viso aperto. << Tengo molto a lei, Kyle >>.

 

 

Note dell’autrice

Buon pomeriggio bellissime :-D
Volevo presentarvi il nostro Kyle...<3

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Avete capito chi è nella realtà? Forza indovinate XD Non so voi ma io lo amo da impazzire!! *__* Chi non vorrebbe un fratello del genere?!
La new entry come avrete potuto notare ci sarà nel prossimo capitolo, non vedo l’ora di sapere cosa ne pensate di questo, ci saranno dei colpi di scena yeaah  :3 E una parte  dolcissima tra Juliet e Louis  *__* ( okay stop vi ho detto troppo)
Spero vi siate divertite ed emozionate a leggerlo, quanto io a scriverlo…(?)
Ringrazio le meravigliose creature che hanno fatto sì che questa storia arrivasse a 53 recensioni in sei capitoli!!! Dio quanto sono felice, vi amo tantoo :’)
Ora vado, vi lascio alle vostre recensioni *occhioni dolci* , vabè ciauuu splendori miei :-*
P.s. Vorrei consigliarvi di passare a leggere questa OS  perchè è davvero bellissima: I never stop love you...

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Capitolo 8
*** Capitolo8 ***


pronto con bonazzo

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Capitolo 8

 

La cena fu piuttosto piacevole. Sua madre aveva chiacchierato con Louis per tutto il tempo. Kyle gli aveva rifilato una decina di occhiate furtive, ma per il resto non aveva fatto commenti sul perché Juliet e Louis si trovassero su quella barca da soli. Il fratello sapeva essere accomodante qualche volta, riflettè Juliet con un sospiro di sollievo.
<< Piaciuti i nachos? >> chiese sottovoce a Louis, sedendosi accanto a lui.
Lui si girò a guardarla. << Sì. Tuo fratello non è male come cuoco >>.
<< Ti senti meglio? >>.
<< Sì. Kyle non mi staccherà un braccio se lo tengo vicino al tuo? >> le bisbigliò.
Lei sorrise notando quel tocco. << Non credo >> bisbigliò a sua volta.
<< Ottimo. Sai, stavo pensando… >>.
<< Ssh >> Kyle gli lanciò un’occhiata ammonitrice. Primo tempo, e il punteggio  segnava uno a zero per il Manchester.
<< Penso sia meglio parlarne dopo. Vado a vedere se mia madre ha bisogno di aiuto >>, disse Juliet, e si alzò.
Dopo che sua madre le aveva assicurato che poteva lavare benissimo i piatti da sola, Juliet andò di sopra.
Chiudendosi la porta alle spalle, respirò l’odore familiare dello studio dove da piccola trascorreva la maggior parte del suo tempo. Andò verso il telescopio che si trovava vicino alla finestra. Adocchiò qualche costellazione guardando nell’obiettivo, e sorrise godendosi quella visione mozzafiato.
Poi si rilassò, pensando alla sua giornata: Lavoro, cimitero, Louis, il suo "tuffo" in acqua, cena in famiglia. Cristo, era esausta.
<< Toc Toc >> sentì dire.
<< Louis >> era sorpresa di vederlo. << La partita è già finita? >>.
<< Veramente no. Solo che avevo voglia di stare un po’ con te. >> ammise con un sorriso. Poi il ragazzo si guardò intorno. << Forse ti sto dando fastidio. Meglio che…>>.
<< No. Entra. >> lo interruppe. Era piacevolmente colpita dal gesto di Louis: stare con lei piuttosto di vedere una partita di calcio. Uomini, ripetè, chi li capisce è brava.
<< Che bella stanza >>. C’erano foto di costellazioni e aurore polari attaccate alle pareti, un grosso mappamondo sulla scrivania, molti libri e mappe geografiche.  Era rimasto tutto uguale dalla morte del padre, e Bethany  vi toglieva la polvere per abitudine.
<< È lo studio di mio padre >> gli spiegò adocchiando una foto che la ritraeva da bambina con David.
<< Oh >> Louis le si avvicinò osservando la fotografia. << Si vede quanta passione ci metteva nel suo lavoro. Hai preso da lui >>.
Lei sorrise mesta. Glielo ripeteva sempre sua madre, e lei si sentiva bene, perché pensava di avere almeno qualche buona qualità in lei. 
<< Quello è un telescopio? >> Louis lo fissò ammirato.
<< Guarda qui dentro. >> lo invitò lei, spostandosi per fargli spazio.
Louis poggiò l’occhio sull’obiettivo per poi esclamare un: << Wow >>.
<< Belle vero? >> concordò Juliet guardando le stelle nel cielo notturno.
<< Ho notato che tuo fratello ti chiama Star. Forse so il motivo. >> affermò Louis in tono saccente.
<< E quale sarebbe? >> volle sapere lei.
<< Sei come una stella: semplice ma complessa, non luminosa quanto il Sole, ma meravigliosa e intrigante nel tuo essere >> la guardò di sbieco.
Juls restò di nuovo interdetta. Dannato lui. Si morse il labbro. << E chi sarebbe il Sole? Più luminoso di me? >> scherzò.
<< Mia madre >> rispose Louis girandosi a guardarla con ovvietà. Poi i due scoppiarono a ridere.
<< Mi piace tua madre. >> gli disse sinceramente guardandolo negli occhi.
<< E a me piace la tua. Kyle invece mi odia >>.
<< Oh non ti odia. È solo un tantino protettivo. >>.
<< “Un tantino protettivo” è un eufemismo! >> commentò Louis ridendo.
<< Okay. Ma lo adoro con tutto il cuore. E vorrei che trovasse una ragazza >>.
<< Lo so. Sarebbe grandioso, almeno si distrarrebbe un po’. >>, le toccò una guancia con il palmo della mano. << Anch’io ti adoro. >> le mormorò in una confessione intima.
Juliet dischiuse la bocca, disarmata da ciò che il ragazzo le aveva appena detto. Cosa? Dannazione! Tutto quello che era successo le aveva fatto dimenticare il nocciolo della questione: E cioè…LOUIS NON ERA DISPONIBILE!
Dovette irrigidirsi: << Non lo dire >>.
<< Cosa? >> Louis sembrò confuso da quel tono duro.
<< Te l’ho già spiegato. Tu hai Rachel. E non controbattere >> lo ammonì puntandogli il dito contro.
<< Ho solo detto che ti adoro. Mi piace stare con te. È sbagliato che te lo abbia confidato? >> chiese avvilito.
Non mi fare quel visino abbattuto. Maledetto lui e i suoi modi di fare!
<< Sì. È sbagliato. Totalmente sbagliato. E sai perché? Perché quella povera ragazza… >> Povera! A Juliet scappò un pff sardonico. << si aspetta una vita con te. Quindi comportati da uomo responsabile e falle capire quanto tieni a lei! Non giocare con i sentimenti delle donne. So come ci si sente >>. Era stata presa in giro così tante volte, che quel muro invalicabile era spuntato mattone dopo mattone circondandole il cuore in una stretta d’acciaio. Doveva imporre a se stessa di allontanare quella tentazione di nome Louis. Non era per lei. Punto e basta. L’unica cosa che le restava da fare era respingerlo in modo glaciale. Anche se farlo le avrebbe procurato un profondo dolore nel petto.
<< Da uomo responsabile? Parli come mia madre! >> sbottò Louis un tantino innervosito.
Forse pensò che lei si stesse comportando in modo strano, ma purtroppo i neuroni di Juliet avevano cominciato ad azionarsi soltanto adesso.
<< E ha ragione. Scommetto che non saresti capace di instaurare una relazione stabile con una donna. >> osservò lei pungente.
<< Che diavolo ti è preso? Ti ho semplicemente detto “ti adoro” e mi aggredisci in questo modo? >>.
<< Non è solo quello. Hai tentato di baciarmi più volte…>> digrignò i denti.
<< Ora non venire a farmi l’innocentina! Ci stavi anche tu, e non negarlo! >> grugnì palesemente indignato.
Vero. Quanto era vero. Maledetti ormoni del cazzo che da quando avevano conosciuto Louis, erano andati tra le nuvole, come se dall’ibernazione si fossero scongelati di fronte a quel dio del sole.
<< Ok. Si può darsi, ma non sono l’amante di nessuno. NON VOGLIO essere la SECONDA di nessuno! >>.
<< Mi credi uno che mette le corna?! >> stavolta Louis ringhiò guardandola in cagnesco.
<< Non lo so. Non ti conosco. Ma so una cosa: Io e te siamo semplici conoscenti >> disse pacata. Ipotizzava che la parola con la A non sarebbe venuta fuori neanche se fosse stata l’unica parola nel suo vocabolario ad iniziare per quella lettera, perciò la parola “conoscente” poteva andare.
Louis restò impietrito. Poi con voce incolore disse: << Bene. Se è questo che siamo, rispetterò questa tua decisione >>.
<< Non è una decisione. È la realtà dei fatti >>. Acida e distaccata.
<< Forse è meglio che vada. Tuo fratello si chiederà dove sono finito. E non voglio che pensi che stavo cercando di provarci con sua sorella. Che per me è una semplice conoscente >>. Lo disse in tono così freddo, che Juliet tremò colta da un malessere.
Bethany fece capolino dalla porta. << Oh siete qui. Ho interrotto qualcosa? >>.
<< Niente d’importante >> dissero Juls e Louis all’unisono per poi guardarsi impassibili.
<< Louis, Juls mi ha detto che non hai l’auto. Quindi dormirai qui, stanotte >>.
<< Oh no Beth, non ce n’è assolutamente bisogno. Chiamerò un taxi >>.
<< È tardi. Sei mio ospite. Vado a prendere le coperte >>. Il tono della madre di Juliet non ammetteva repliche. Infatti senza aspettarsi una risposta, li lasciò di nuovo soli.
Di bene in meglio, pensò spossata la ragazza. Ci mancava pure averlo in casa di notte. Che brutto scherzo voleva tirarle il destino?!
<< Dormirò sul divano, immagino >>.
<< È un divano-letto >> specificò Juliet, evitando di guardarlo. Gli era uscito così bene il suo terzo grado, e la madre si era messa in mezzo liquidandolo. No. NON doveva ARRENDERSI.
<< Fa lo stesso. >> bofonchiò Louis tamburellando nervosamente le dita sul mappamondo.
Juls scacciò la mano di Louis dall’oggetto di suo padre. Mossa astuta. Così sarebbe sembrata ancora più frigida.
<< Scusa. Non volevo toccarlo >>. Il tono di Louis sembrò sinceramente dispiaciuto e questo la irritò maggiormente.
<< Va’ via. Buonanotte Louis >> andò ad aprirgli la porta.
Lui si diresse verso la porta, si fermò accanto a lei e senza guardarla disse: << Buonanotte Juliet >> e uscì.
<< Non guardarmi così papà >> borbottò Juliet in un sussurro, guardando la fotografia del padre.
Sospirò, desiderosa di farsi una lunga e sana dormita. Che il dio Morfeo la prendesse tra le sue braccia, perché quelle di Louis, non l’avrebbero mai più fatto.

 

La madre di Juliet aveva aperto il divano trasformandolo appunto in un letto. Kyle era su di giri perché il Manchester aveva stracciato il Real Madrid per tre a uno. Si ricompose nel vedere Louis, accennando ad un << Notte >> con un movimento languido delle labbra. 
Dopo aver ringraziato Beth della gentile ospitalità, Louis vi si accasciò sopra con un tonfo. Comodo, dovette ammettere. Notò Maya venire con un passo cauto vicino al letto. Lo guardò con quegli occhioni scuri piegando la testa da un lato.
Louis sorrise, divertito da quel musetto speranzoso. << Sai, devo proprio dire che sei una gran furbacchiona. Vuoi salire, giusto? >>.
In tutta risposta Maya fece un balzo atterrando sul materasso, accoccolandovisi.
<< Buonanotte Maya >> mormorò dalla sua parte del letto. Quel cane gli aveva fregato anche uno dei cuscini.
Dopo circa tre ore, insonne Louis si alzò, facendo attenzione a non svegliare la sua compagnia di letto. Era l’una di notte e lui non riusciva ad addormentarsi.
La verità era che la discussione con Juliet, l’aveva notevolmente turbato. I suoi continui cambiamenti d’umore lo irritavano. Prima tutta fuoco e passione negli occhi, e un attimo dopo: ghiaccio e indifferenza. Voleva farlo uscire pazzo? Bene. Ci stava riuscendo alla grande. Forse aveva sbagliato a dire di adorarla, ma non in quel senso sentimentale…forse aveva fatto confusione con le parole. La cosa che non si spiegava era che quella frase gli era uscita senza neanche rifletterci. Non che lui fosse un tipo riflessivo, ma perché proprio dirle che l’adorava? La conosceva poco, ma quel poco che sapeva di lei, gli era sufficiente a sapere che per lui, Juls era speciale. Forse si stava infatuando della ragazza? Infatuazione. Non era proprio così. Per Louis quella ragazza non era “da una botta e via”. Gli dava fastidio, quando lei affermava che gli uomini la guardassero solo per una scopata. Lui non era uno di quegli uomini. Almeno non con Juliet. Perché non riusciva a respirare, quando l’aveva stretta a sé? Si era trattenuto dal saltellare come un bambino, quando lei gli aveva sorriso in quel modo. Voleva essere lui il destinatario di quei sorrisi radiosi e mozzafiato. Lo aveva allontanato, di punto in bianco, attaccandolo. Essere responsabile verso l’amore che provava Rachel per lui, non era appagante. Perché non n’era innamorato, questo era chiaro. Davvero lei pensava che l’avrebbe sposata? Dio, se era così, doveva assolutamente chiarire il concetto con la bionda.
Si accorse che i suoi piedi stavano salendo le scale verso il secondo piano. Ormai era una specie di essere umano che agiva senza accorgersene.
La porta della camera di Juliet era socchiusa. Quella di Kyle completamente chiusa. Fece un sospiro di sollievo. Quel ragazzo lo avrebbe strangolato solo perché si trovava a dieci passi di distanza dalla camera di sua sorella.
Con cautela, prestando attenzione a non far sentire i suoi passi, spinse molto lentamente la porta in modo da non farla scricchiolare. La camera di Juliet era molto semplice: pareti color cappuccino, un armadio bianco lucido, una scrivania e il letto.
Si avvicinò verso quel letto matrimoniale, dove Juls riposava beata. 
S’inginocchiò guardandola come un pervertito. Era così bella e mansueta, quando dormiva. Non aveva intenzione di svegliarla. Voleva solo ammirarla in segreto. 
Alcune ciocche di capelli le ricadevano sul viso avorio. La luna che filtrava dalla finestra di fronte al letto, le illuminava il viso, dandole un fascino innaturale. Coperta da quelle morbide lenzuola, con un sottile pigiama in flanella indosso, Louis ebbe il desiderio indomito di spogliarla per poterla coprire con il suo corpo bramoso delle slanciate e vellutate curve di lei.
La sua mano si mosse per accarezzarle quel viso a cuore. Si sporse in avanti per poterla toccare inosservato. Come aveva immaginato, le labbra carnose di Juliet erano come morbido burro sotto il tocco delle sue dita. Passò il pollice sul quel labbro lussurioso, poi con l’indice le tenne ferma il mento, sempre con delicatezza.
<< Lou… >>.
Il corpo di lui ebbe un sussulto. Che l’avesse svegliata?
<< Vieni qui, Lou… >> mormorò Juliet ad occhi chiusi, poggiando la mano sul cuscino. Louis ritrasse la mano per non farsi scoprire. Lei stava sicuramente dormendo…e lo stava chiamando nel sonno?
Per poco Louis non scoppiò in un grido di gioia. Il suo cuore saettò fino in gola per potergli esplodere in un inno di profonda vittoria. Lentamente poggiò il suo peso sul materasso. Allungò un braccio per continuare ad accarezzarla. Giurò di vederla sorridere alla carezza che le sue mani stavano esercitando sui suoi capelli.
Con suo enorme stupore Juliet si mosse verso di lui come a volerlo cercare. Quando la sua mano gli toccò il ventre e lo tirò a sé, Louis ebbe paura della sua reazione. Il suo membro stava facendo le feste. Contrasse i muscoli delle gambe trattenendosi dall’esplodere. Poteva mai avere una reazione orgasmica soltanto con il semplice contatto di quella donna?
Intanto Juliet si era rannicchiata sul petto di Louis. Mosse le labbra in un ghigno malizioso e Louis non poté fare a meno di sospirare compiaciuto. Ora sì che poteva dormire, vivendo un sogno proibito dove la protagonista era colei che teneva tra le braccia.

 

La sveglia suonò alle cinque e mezzo. Juliet strofinò il viso nel cuscino. C’era solo un problema: i cuscini non respirano.
Aprì debolmente gli occhi. Dopo aver visto delle braccia stringerla ad un corpo, gli occhi si aprirono del tutto, allarmati. Il suo cuore cominciò a battere velocemente. Louis! Nel suo letto! Ok, era più che certa che sua madre lo avesse messo a dormire di sotto. Non nel suo letto! Poi lo scrutò con occhi affascinati. Era meraviglioso perfino, quando dormiva. Le labbra erano dischiuse. Oh mio Dio, quanto erano belle…Un momento! Non era questo il punto!
<< Cosa cazzo ci fai qui?! >> ringhiò Juliet sebbene a bassa voce. Non voleva che Kyle lo scoprisse. I suoi genitori non volevano che un ragazzo dormisse con lei, in casa loro, figuriamoci suo fratello!
<< Buongiorno anche a te. Gesù, che letto comodo che hai…>> biascicò lui, con un sorrisino.
Juliet si morse il labbro, intenerita.
Non sarebbe male svegliarsi accanto a te tutti i giorni…
<< Ripeto. Cosa. Ci. Fai. Qui? >> sillabò ritornando al tono agitato.
<< Me l’hai chiesto tu…>> Louis si aggiustò le coperte rannicchiandosi con il viso nel soffice cuscino.
<< CHE COSA?! >>. Ok, era pazzo. Irrimediabilmente fuori di testa.
<< Stanotte. Nel sonno. Tu hai pronunciato il mio nome. Due volte. >> Louis teneva gli occhi chiusi, ma sorrideva in modo sfacciato.
Juls avvampò di brutto. << Tu sei venuto in camera mia stanotte? >> riuscì a dire, respirando a fatica.
Louis aprì gli occhi e sogghignò vedendola probabilmente con la faccia in fiamme.
<< Brutto cretino-pervertito-inopportuno-approfittatore…>> sibilò lei a denti stretti toccandolo con foga con un dito il suo petto ad ogni parola pronunciata.
<< Non me ne sono approfittato. Hai detto “Vieni qui, Lou” >> la canzonò facendole il verso.
Juliet sgranò gli occhi, poi li chiuse con stizza. Bastardi ormoni e neuroni traditori! Ora anche nel sonno le tendevano un’imboscata! Ma cos’era, una rivoluzione?
<< Ehm…Io…Oh insomma! Stavo dormendo! Non si è lucidi, quando si dorme! >> sbottò furiosa in sua difesa.
Louis la osservava con un ghigno strafottente. << Quindi mi sogni >>.
Lei lo guardò con occhi semichiusi, torturandosi il labbro inferiore con i denti, indignata. << Ma sentitelo. Che presuntuoso che sei Tomlinson! Purtroppo non sono responsabile dei miei sogni. Ma era un incubo. Un bruttissimo incubo se c’eri tu! >>. 
Aveva un vago ricordo del sogno che aveva fatto. Ricordava una vasca da bagno...schiuma...lei nella vasca...Louis ( ti pareva).. Lei ansimava, presa totalmente da quel corpo virile e quella bocca calda e zuccherata. Lei immersa nella schiuma con l'acqua calda che le intorpidiva i muscoli. Louis era lì di fronte a lei. Nudo.
Oh Gesù, dammi la forza per favore! Lo implorò alzando gli occhi al cielo, esasperata.
<< Va tutto bene? Sei tutta rossa… >> la ispezionò Louis scrutandola tra il curioso e il preoccupato.
<< Sssssssì >> Aveva prolungato un po’ troppo il suono della S. << Va tutto bene >>, si riprese allontanando dalla mente quel sogno erotico che aveva come protagonista un uomo impegnato dopotutto, << Ora tu scendi di là, mangia qualcosa. Io vado a lavarmi perché devo andare al lavoro >> spiegò in tono calmo e controllato.
<< ALLE CINQUE E MEZZA? >> chiese Louis palesemente sconcertato.
<< Sì. Ogni mattina ci vediamo con le ragazze alle sei, nella palestra di Jade >>.
<< A fare cosa? >>.
Juls rise sommessamente a quella domanda. << Secondo te? Cosa si fa in una palestra, Louis? >>.
<< Dormi. È da pazzi fare ginnastica all’alba. >> le diede le spalle sprofondando sotto le coperte.
Juliet si accigliò. Era anche abusivo. Quel letto era SUO!
Afferrò le coperte e gliele tirò, scoprendolo.
Rimase a bocca aperta. Poi girò lo sguardo per non prenderlo a calci nel culo. << Louis... >> farfugliò digrignando i denti.
<< Che c’è? >> si mise seduto, infastidito dal non poter dormire.
<< Hai dormito…>> digrignò, facendo piccoli respiri. << Hai…dormito...IN BOXER?! >> le uscì quasi un gorgoglio stridulo.
<< Non mi piace dormire in pigiama. Sono scomodo. >> spiegò schietto Louis, come se non ci fosse nulla di male.
A quel punto lei scoppiò. Lo buttò giù dal letto. Lo spintonò fuori dalla SUA stanza.
<< FUORI! >>. Non si accorse nemmeno di aver alzato la voce. Acuì i sensi per sentire dei passi provenire dalle altre stanze, ma niente. Evidentemente Kyle stava dormendo come un sasso. Grazie a Dio. Una volta fuori, gli sbattè la porta in faccia.
<< Dove sono i miei vestiti? >> chiese Louis appiccicandosi alla porta per farsi sentire.
Lei diede un pugno alla porta, sperando che il riverbero lo avesse colpito.
<< Non posso uscire di casa senza pantaloni >> le fece notare Louis, dall’altra parte del pezzo di legno.
Juliet ringhiò. << I tuoi vestiti sono stati lavati e asciugati. Sono nel bagno! >>.
<< Grazie >>. Poi non lo sentì più. Ora poteva riprendere il suo autocontrollo. Respirò a pieni polmoni, e vide i pantaloni di Kyle- che aveva prestato a Louis- gettati sul pavimento.
Li fulminò con lo sguardo. << Se non foste di Kyle, vi avrei già bruciati >>.

 
Dopo aver accompagnato a casa Louis, e dopo aver taciuto le sue lamentele sul fatto di essere stato svegliato troppo presto, Juls entrò nella palestra.
<< Buongiorno bella gnocca >>. Nat sembrava su di giri.
<< Giorno >> le uscì più brusco di come se lo fosse immaginato.
Jade bloccò i suoi esercizi sul tappetino per guardarla. << Va tutto bene? >> la guardò preoccupata, come aveva detto e fatto Louis poco prima.
Questo la infuriò ancora di più. << Farò un salto dalla signora G. Voglio una montagna di crepes al cioccolato >> farfugliò, girandosi per andarsene.
<< Ferma. Subito. >> Allie le si parò di fronte. Le sorrise tranquilla. << Racconta >>.
<< Ho fame. Non c’è niente che non vada. >> tentò di rassicurarle.
L’amica la penetrò con quei suoi occhi blu contornati di matita nera.
Juliet sospirò e si sedette su un tappetino libero. Era impossibile nascondere qualcosa alle sue amiche. Non poteva che destare sospetti se rispondeva di prima mattina con un buongiorno, ringhiando ed esigendo crepes al cioccolato, come se facesse parte della routine. Ma era così stizzita che non voleva nemmeno nasconderlo. Raccontò da cima a fondo la giornata di ieri. Finito il racconto, le facce delle sue amiche restarono con le bocche spalancate e gli occhi sgranati per lunghi minuti buoni. Tranne quando aveva raccontato del tuffo in barca. Lì erano scoppiate a ridere.
<< Santo cielo >> esclamò Natasha che per poco non cadde dalla cyclette.
Allison ammiccò << Vorrei proprio vedere la tua faccia, quando hai trovato Louis nel tuo letto! >>.
Juls gliela mostrò. << Più o meno >>.
Allie, Jade e Nat scoppiarono a ridere fragorosamente. Di nuovo.
<< Ragazze, dateci un taglio! >> bofonchiò Juliet a braccia incrociate.
<< Scusa >> Nat si asciugò le lacrime causate dalle incessanti risate.
Dopo altri dieci minuti le ragazze non riuscirono nemmeno a stare in piedi. Dopo che ebbero ripreso a respirare regolarmente, Jade parlò: << Hai fatto bene ad allontanarlo >>.
Juls restò un tantino amareggiata da quell’affermazione. << Credo di sì >>.
Nat capì al volo il suo stato d’animo. << Ehi >> la tirò a sé per un abbraccio di conforto. << Mi dispiace che tu debba tenerlo così a debita distanza. So che non vorresti…>>.
<< Aspetta un secondo: Louis ti ha detto “ti adoro”, cosa hai inteso, quando te l’ha detto? >> le chiese Jade.
<< Bè, non era un “ti adoro”… >> lo introdusse con voce allegra e scherzosa. << Era più un “ti adoro” >> lo pronunciò cercando di eguagliare il suono della voce di Louis, quando si era rivolto a lei con quello sguardo dolce e sincero.
<< Anch’io ti adoro. Adoro tutte voi. Lo avrà detto come una dichiarazione amichevole. Tra amici c’è affetto. >> Nat le diede un bacio sulla guancia come dimostrazione.
<< Giusto. Magari ho esagerato un po’, ma è meglio così…non sono sicura di volerlo neanche come…ehm…conoscente >>.
<< Credete che abbia recepito il messaggio? >> chiese Jade.
Juls annuì, anche se non n’era per niente convinta. Louis che l’ascoltava? Sarebbe stato un miracolo. Anche se durante il tragitto in auto, non aveva detto quasi una parola, il che era strano.
<< Voleva che lo baciassi per dimostrargli che per te era un amico e basta? >> Allie sbattè le palpebre, sbigottita e divertita allo stesso tempo.
Juliet annuì e il suo pensiero corse a quel momento. << E la cosa peggiore è che ho abboccato. Quando mi sono esposta per baciarlo, Maya è sbucata in mezzo a noi e Louis è caduto in acqua >>.
Jade la guardò con circospezione: << Hai abboccato? >>.
Juliet si morse le labbra. << Già >> ammise contrita.
<< Juliet devi fartela passare…>> il tono di Allison era perentorio, ma sapeva che la sua amica voleva il suo bene. Si aggiunse all’abbraccio insieme a Nat.
<< Aspettatemi. Direi che abbiamo tempo per un abbraccio >> si aggiunse Jade, dopo aver dato un’occhiata al suo Iphone.
<< Novità? >> chiese poi Juls. Voleva scordarsi tutto per potersi concentrare su altro.
<< Abbiamo una nuova coppia. Verrà oggi per il primo incontro. Si chiamano Victoria e Robert. >> la informò Jade.
<< Io ultimerò le foto per l’album di Cloe >> subito dopo averlo detto Nat scoppiò a ridere seguita a ruota dalle altre.
<< Ti prego. Dimmi che hai impresso su foto anche le facce di quando…>> Juls lasciò la frase in sospeso volontariamente.
Jade ridacchiò, poi tornò seria, ma neanche tanto. << Suvvia non è carino >>, un attimo dopo rise. << Ok. È stato il matrimonio del secolo. Chi mai penserebbe che una sposa prima del ne molli una davanti a tutti! >>.
<< Non lo augurerei nemmeno alla mia peggior nemica. >> commentò Nat sogghignando.
<< E tu Allie? Qual è la tua tabella di marcia? >> le chiese Juliet.
<< Ieri ho preso le misure dell'abito di Zayn. >> Allie guardò di sottecchi Nat e la vide con un sopracciglio arcuato.
<< Mi sono persa qualcosa? >> domandò subito Juliet.
<< La designer gioca col fuoco >> Nat la fulminò con lo sguardo, ed Allie le diede un buffetto sulla guancia. << Questo è il mio lavoro. E secondo te dopo non ho sentito gli urletti perversi provenire dal tuo ufficio? >>
Juls guardò Jade, e vide quest’ultima alzare le mani come per escludersi dalla faccenda.
<< Lo so. Ma che posso farci se ho un fidanzato così...>> gesticolò con le mani, alzando le sopracciglia con fare lascivo << E non riesco ancora a crederci che diventerà mio marito. Vi voglio bene, perciò mi fido di voi. >> Nat ricambiò il buffetto sul braccio di Allie.
<< Anche Niall è meraviglioso. E non lo scambierei con nessun altro uomo al mondo >> poi Allie ci pensò su. << Pensandoci su, se io e mio fratello Joe non avessimo gli stessi geni, probabilmente me lo sarei già portato a letto… >> disse con occhi maliziosi.
<< Oh concordo. >> Juls assunse la stessa espressione sognatrice della mora. Il fratello maggiore di Allie era uno schianto di ragazzo, e Juliet ne era sempre stata attratta. Purtroppo il ragazzo lavorava fuori città e la possibilità che tra lei e lui nascesse qualcosa erano nulle. Pazienza.
<< Tornando a noi. Oggi mi occuperò delle modifiche che Samantha mi ha chiesto di apportare al suo abito da sposa. Poi chiamerò Niall, Liam e Harry per prendere loro le misure. E prima che Jade possa dire qualcosa, sappi che il riccio non è il mio tipo >>.
Jade lanciò un sorriso divertito ad Allie.
<< Io avrò due ore buche, dato che Susanne ha il ciclo, non se la sente di fare le prove dell’abito. Ti va se ti do una mano? >> chiese Juliet ad Allie. Lei annuì ringraziandola.
<< Ora basta parlare. Devo allenarmi per essere in forma fino al giorno del mio matrimonio. Le mie gambe dovranno essere perfette! >> Nat assunse un’espressione decisa. Salì sul tapiroulane. << Devo solo pensare che dopo quest’inferno mi aspettano delle crepes al cioccolato >>.
Juliet roteò gli occhi. << Ragazza. Hai già delle gambe perfette >>.
<< Lo so >> sorrise la rossa << Ma voglio le gambe più belle che una sposa possa mai aver sognato di avere >>.
<< Allora oggi fai otto chilometri >> le consigliò Jade.
<< Otto?! Cristo Santo morirò prima del mio matrimonio! >> mugolò stabilendo sul display il percorso.
<< Ah Juls. Stasera andremo tutti fuori a cena. Sei dei nostri, vero? >> le chiese speranzosa Allie.
Lei ci pensò su. In fondo non aveva niente di meglio da fare. << Certo. Farò da… ? >> fece finta di contare con le dita, << Da settimo incomodo? >>. Tutte coppiette. Non che la cosa le dispiacesse, ma vedere atteggiamenti sdolcinati da fidanzati, non le sarebbe stato di conforto.
La rossa guardò prima la riccia, poi la mora, e infine Juliet. << Oh io non ci conterei…>>. Il suo tono di voce divenne stranamente ambiguo.

 

<< Hazza >> lo salutò fiacco, Louis, prendendo una tazza per versarsi il caffè.
<< Ehi, hai dormito fuori, stanotte? >>.
Louis sospirò. << Oh sì >>.
<< Suppongo a casa di Rachel? >>.
Supponi male.
Poi s’impietrì colto da un'improvvisa consapevolezza.
Cazzo! Rachel! Le aveva dato buca all’appuntamento che avevano fissato! Il suo telefono era ormai morto e sepolto, e poi se n’era completamente scordato. Merda.
<< Louis? Sei connesso? >> scherzò Harry.
<< No per niente. Ho un sonno pazzesco…>>, si massaggiò le tempie per concentrarsi.
<< Hai fatto le ore piccole! >> ammiccò il riccio.
Non sai quanto è vero. Ma non nel senso che intendi tu.
<< Harry…ehm…siediti per favore >>. Non poteva mentire al suo migliore amico. Lui l’avrebbe capito…oppure lo avrebbe pestato. Bè, il troppo sonno avrebbe intorpidito i colpi.
<< Ookay…>> il riccio si sedette squadrandolo perplesso.
<< Non dire niente, fin quando non ho finito, okay? >>.
Harry annuì, continuando a scrutarlo in modo inquisitore.
Un quarto d’ora più tardi, Harry si alzò impettito dalla sedia. << Tu cosa? Hai tentato…Cazzo Louis, hai tentato di baciarla più di una volta! >>.
Detto così suonava come qualcosa di oltraggioso. Louis grugnì, mostrandosi seccato. << Lo so, Harry cazzo! Ma sta pure tranquillo. Perché mi ha respinto senza mezzi termini! >> la sua voce suonò più fioca del previsto.
<< Non avevo dubbi su questo. Mi fido di Juliet. È di te che non ne sono più tanto certo. Mi spieghi perché le stai sempre così addosso? Vuoi ficcarti in quella testa di cazzo che lei ha bisogno di qualcuno che la ami e non di un donnaiolo irresponsabile! >> ringhiò Harry puntandogli il dito contro.
<< Un donnaiolo irresponsabile? >> Louis tremendamente offeso serrò la mascella. Un migliore amico non doveva stare sempre dalla tua parte? Evidentemente no.
<< Sai cosa intendo >> lo riproverò Harry assumendo un tono più leggero.
<< Mi dispiace di dare quest’impressione…>> Louis abbassò lo sguardo avvilito e frustrato.
<< Louis, tieni a lei? >> gli chiese Harry tranquillo.
<< Molto. E non voglio assolutamente farla soffrire. Non sono perfetto, ma cazzo, non le farei mai del male >> rispose sincero.
<< Ti sei innamorato di lei? Pensi di amarla e di volerla al tuo fianco per tutta la vita? >>.
<< Dio, no…voglio dire, è troppo presto per tutto questo. Lei mi piace, ma è troppo presto per dire che provi qualcosa che va al di là dell’attrazione per lei >>.
Una vocina continuava a ronzargli nella testa, intonando una specie di melodia…quasi come un presagio.
Lei…lei...
Il sonno. Sì, era sicuramente la mancanza di sonno a scombussolargli il cervello.
Harry sospirò. << Stasera andiamo a cena, tutti insieme. Non t’impedirò di vederla. Juliet è grande e vaccinata, ormai. Fa da sola le sue scelte. Ti aggreghi alla banda? >>.
Louis restò sorpreso da quel cambio d’opinione. Il tono di Harry suonava naturale come sempre. << Sì. Volentieri >> accettò.

 

 
Il luogo dell’appuntamento era Mario’s: la squisita pizzeria, il cui proprietario era d’origini italiane. Juliet trovò un parcheggio. Era anche in ritardo purtroppo. Non era mai in ritardo, ma era dovuta correre a fare un servizio importante.
Scese dall’auto, e il suo vestitino color champagne si alzò a causa del venticello che tirava. Le venne la pelle d’oca, ma si riscosse e a passo sicuro, si diresse all’entrata.
<< Ciao bellissima. >> Jade la chiamò alle sue spalle, con Harry al suo fianco.
<< Oh vedo che non sono l’unica ritardataria >> osservò spavalda, notando che la sua amica era un tantino arruffata.
<< Sarà il vento…>> la buttò lì Harry ammiccandole.
<< Oh certo. Sicuro! >> rise Juliet, vedendo Jade arrossire.
<< Muoviamoci >> la spintonò la riccia.
<< Oh un momento. Dovremmo dirglielo? >> chiese Harry a Jade.
<< Dirmi cosa, di grazia? >> Juls sbattè le palpebre, confusa.
<< Oh niente d’importante. Solo che la tua possibile dolce metà è in quel locale che ti aspetta…>> le spiegò Harry con noncuranza.
<< Eh? Chi? Cosa? Oddio. >> Juls s’innervosì. D’un tratto le venne l’istinto di scappare.
<< Naturalmente sentiti libera di scaricarlo, ma per me è un amico quindi non vorrei che ci rimanesse tanto male >> disse Harry.
Un amico…Pensò a Louis. Louis? Sul serio? Juliet si sentì come un palloncino che scoppia, quando lo si gonfia troppo.
<< Andiamo allora! >> gongolò sul posto impudicamente. Il suo battito era completamente su di giri. Che Louis avesse lasciato Rachel? Per lei? Voleva stare con lei? Il suo sorriso era smagliante, quasi ridicolo, ma non le importava. Si pentì di come l’aveva trattato. Forse Louis stava tentando di dirgli qualcosa di più con quel “ti adoro”, ma lei lo aveva interrotto bruscamente. Si sarebbe fatta perdonare. Aprì di getto la porta del locale, entrandovi con un’espressione trionfante stampata in viso.
Vide Nat, Zayn, Allie e Niall venire verso di lei. Li salutò allegramente.
Poi scorse la figura di Louis.
<< Ciao >> le disse con un sorrisetto, quando fu vicino a lei.
<< Ciao…>> il suo invece era così largo che per poco non si slogò la mascella.
<< Ehi Louis >> lo salutò Harry con una pacca amichevole. << Rachel? >>.
<< Qualcuno ha chiesto di me? Scusate ero andata un attimo in bagno >> irruppe la biondina con un vestitino rosa confetto indosso.
Juliet sbiancò. Non si era mai sentita umiliata così tanto in vita sua.

Cosa? Allora non…Grossa grossissima stupida! Non impari mai! Imprecò tra sé, reprimendo le lacrime di rabbia che volevano far capolino dai suoi occhi già lucidi.
<< Zayn non dovevi portare qualcuno con te? >> alluse Harry strizzandogli l’occhio.
<< Chi? >> grugnì subito Louis, guardando di sottecchi Juliet.
<< Oh sì…eccolo! >> sorrise il moro.
Juliet era ancora scossa, quando urtò con la schiena contro un corpo duro e grosso. Si girò sentendosi afferrare per i fianchi dallo sconosciuto. << Oh mi scusi tanto! >>. Ma si accorse di parlare al petto di quella figura. Aggrottò le sopracciglia alzando lo sguardo.
Oh…santissimi numi…Come una rimbecillita spalancò la bocca. Un ragazzo di un metro e novanta le stava sorridendo genuinamente. Un ciuffo dei capelli color ebano gli ricadeva sulla fronte. La bocca carnosa e bellissima increspata in un largo sorriso affascinante, e gli occhi di un intenso color marrone.
<< Scusami tu. Non volevo venirti addosso. >> disse il figaccione da lassù.
<< Ehi Chris >> sentì dire Juliet alle sue spalle. L’armadio aveva un nome. È che nome…da piccola aveva sempre immaginato che il suo fidanzato si chiamasse Chris. Le piaceva un mondo quel nome. Era così sexy. E adesso quel tizio sexy con quel nome sexy, le teneva la mano.
<< Piacere, sono Chris. Christopher in realtà, ma preferisco farmi chiamare Chris >>.
Era lui il suo candidato? I ragazzi avevano scelto lui? Juliet assunse un’espressione da ebete, che pregò non ci facesse caso nessuno.

Povera me…altro che dio, questo è un Titano.

Note dell’autrice

 

Buongiorno bellezze... ^_^
Ho aggiornato di mattina perché oggi pomeriggio non avrei potuto dato che ho da studiare. Ci credete? Il quarto giorno e ho già da studiare quattro materie!! Non c’è una legge che lo vieti? Buah Ù.u

 

Grazie di cuore a tutte le meraviglie che leggono questa storia.
Grazie a chi l’ha messa tra le seguite, ricordate e preferite.
Grazie a chi ha messo il mio nome tra gli autori preferiti.
Grazie di cuore a chi ha recensito…71 recensioni in 7 capitoli oddioo siete troppo buone e vi adoro con tutto il cuore!!! :’3

 

La parte “dolce” tra Louis e Juliet è stata di vostro gradimento? Io se me lo ritrovassi nel letto non oso immaginare cosa combinerei…*_*
Quei due stanno sempre a battibeccare, aah quanto li adoro! XD
Vi presento la new entry, questo è il nostro Chris…

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Ehm…rende l’idea del figaccione??
Vediamo cosa posso dirvi del prossimo capitolo…(?) Mmh credo vi piacerà molto perché vedremo un Louis bisognoso d’aiuto in un certo senso xD E la nostra Juliet? Secondo voi come reagirà nei confronti di Chris?
Amo sentire le vostre considerazioni, perciò sono curiosa di sapere cosa ne pensiate! :D
Aah!! quasi dimenticavo, ho scoperto poco tempo fa una storia davvero meravigliosa che si merita davvero tanto: Don't let me alone. Datele un'occhiata se avete tempo :3 Colgo l'occasione per salutare l'autrice che è davvero bravissima e si merita tutti i miei possibili complimenti...mi ha colpito davvero tanto per la sua bravura  :)) 

Vi mando un grosso bacio, a presto splendori :*
Ella

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Capitolo 9
*** Capitolo9 ***


prontooooo a tavolaa
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Capitolo 9

 

<< Juliet. >> si presentò sorridendo, una volta che riacquistò il controllo della situazione.  << Ma puoi chiamarmi Juls, se ti fa piacere >>.
<< Oh va bene >> sorrise l’armadio-figaccione-Chris. Aveva un bel sorriso caloroso, ma non quanto quello di Louis. I sorrisi di Louis erano qualcosa d’indicibile, che la mandava nel pallone ogni volta.
<< Ehi piacere, io sono Natasha. >> si presentò la rossa, con Allie al suo fianco che disse con un sorriso a trentadue denti: << Piacere, Allison. Per caso esci dalla pubblicità del film Magic Mike? >> ammiccò. Juliet le lanciò un occhiataccia. Non che non fosse d'accordo- dio Chris era un vero spettacolo per gli occhi- ma non erano commenti da fare. Tuttavia, se quel bel pezzo da novanta era uno spogliarellista, Juliet non poteva di certo non approvare in pieno.
Poi fu il turno di Louis. << Louis >> il tono del ragazzo sembrava seccato. Stavolta l'occhiataccia fu lui a beccarsela.
<< Piacere mio Louis >> i modi gentili di Chris invece erano tutt’altro che sgradevoli.
Juliet notò Rachel guardare in modo strano Chris. Quando anche lui la vide assunse un’espressione sorpresa, ma poi sembrò ritornare come prima.
<< Rachel >>, si presentò la bionda in tono serio. Sembrava nervosa.
<< Piacere mio >> le rispose cordialmente Chris. << La tua ragazza? >> chiese a Louis. La bionda sembrò turbata da quella domanda, ma continuò a sorridere.
<< Sì. La mia ragazza >>. A Juliet le si fermò il cuore, perché quando gli aveva risposto, Louis l’aveva guardata dritta negli occhi. Juls girò lo sguardo da un’altra parte. Inutile dire che si sentiva ancora a pezzi per la batosta che aveva ricevuto. Si sentì gli occhi di Louis puntati addosso, e fremette involontariamente.
<< Vogliamo sederci? >> sentì la voce gentile di Chris. Si accorse che le stava porgendo il braccio, da perfetto gentleman. Lei l’accettò annuendo.
Per tutta la cena, chiacchierarono tutti del più e del meno. Juliet scoprì che Chris conosceva Zayn perché erano colleghi di lavoro. Con quei muscoli...Strano che non l’aveva mai visto sui cartelloni pubblicitari. Quell’uomo non passava di certo inosservato.
Harry alzò i pollici di nascosto ammiccandole. Juliet mimò un << Falla finita >>. Poi scrutò il suo…ehm…aspirante amoroso? Bè, di certo a quell’armadio altissimo e muscoloso non mancava la bellezza, e anche i suoi modi sembravano gentili. A primo impatto le aveva dato una buona impressione. Ma gli avrebbe dato una possibilità? I suoi occhi volarono su Louis, seduto accanto a lei. Spiegazzava il tovagliolo con fare nervoso. Rachel gli sussurrava qualcosa all’orecchio e lui annuiva accennando a dei sorrisi.
Era seduta tra Chris e Louis. Ma quest’ultimo la stava volontariamente ignorando, perché parlava con tutti tranne che con lei.
Mentre trangugiava un pezzo di pizza davvero squisito, Chris le chiese: << Ti piace il tuo lavoro? >>.
Juls gli sorrise, dopo aver bevuto dal suo bicchiere d birra. << Moltissimo. E a te piace il tuo? >>.
Il ragazzo esitò, poi rispose: << Sì bè, in realtà avrei voluto fare il medico, ma non ho continuato gli studi…>>.
<< Oh posso chiederti per quale motivo? >> gli chiese cauta.
<< Per una donna…>> Il volto di lui si adombrò rendendo quei bellissimi occhi scuri malinconici.
Lei lo guardò con aria interrogativa.
<< Mi ha fatto credere che mi amasse, così ho lasciato il luogo in cui vivevo per stare con lei, ma quando sono arrivato qui, lei si era messa con un altro >>.
<< È proprio una stronza questa donna. Ops scusami! >> si affrettò a dire, mortificata.
Chris rise, e questo la rincuorò. << Figurati. Suppongo che stia meglio senza di me >>.
<< Come lo sai? >>.
Lui divenne ancora più cupo di prima. << Oh l’ho solo vista con il suo nuovo ragazzo e sembrava stesse bene >>.
<< Oddio non volevo rattristarti…! >> si scusò Juls poggiandogli una mano sulla spalla. I muscoli di Chris si rilassarono sotto quel tocco, fissandole la mano con sguardo dolce.
<< Non l’hai fatto, tranquilla. Mi è passata…È da un po’ che non esco con qualcuno, tu? >> le chiese facendogli un largo sorriso.
Da troppo, da quello che dicono i miei ormoni, pensò lei.
Juliet stava per rispondere, quando si sentì presa per un gomito. Si girò e vide Louis che la stava fissando.
<< Cosa c’è? >> gli bisbigliò seccata da quella presa insistente. Adesso per lui, Juliet esisteva?
<< Scusa, pensavo fosse il braccio di Rachel >> disse tronfio levando la mano.
Lei si accigliò. << Il braccio di Rachel è da tutta altra parte! >> gli sussurrò acre. Louis sembrava un po’ malconcio, quasi come se fosse…
<< Ehi va tutto bene? >> Chris le appoggiò una mano sulla schiena.
Quella mano era un po’ fredda sulla sua schiena nuda. Tremò scossa da un leggero brivido di fastidio. Si alzò dalla sua sedia.
<< Oh sì, va tutto benissimo. Ti spiace se vado un secondo in bagno? Torno subito. >> gli sorrise cordialmente.
<< Certo. Non vado da nessuna parte. >> ironizzò lui.
Dopo essersi lavata le mani, Juliet sospirò tetramente. Di certo non si sarebbe messa a piangere, ma era delusa. Si era illusa che Louis potesse scegliere lei, ma come dimostravano le sue tante esperienze, era destinata a rimanere da sola. Le veniva da ringhiare colta da una rabbia improvvisa. Per una volta, una santissima e unica volta poteva innamorarsi ed essere corrisposta? Era chiedere troppo?
Poggiò la fronte sul muro freddo vicino a quegli affari che asciugavano le mani con il getto d’aria caldo, e chiuse gli occhi per trovare un po’ di quiete. 
Evidentemente quella serenità non poteva durare per più di cinque secondi.
<< Non è igienico poggiarsi su queste mattonelle. Chissà quanti microbi si staranno depositando sulla tua fronte >> la rimproverò una voce. Maschile.
<< I microbi sono il mio ultimo problema >> rispose tenendo gli occhi chiusi.
<< E comunque, tanto per essere chiari: questo è il bagno delle donne, Louis >> aggiunse.
<< Stavi tardando a ritornare, così sono venuto a cercarti >>.
<< Pensavi che fossi caduta nel cesso? >>.
<< Non è da escludere >>.
<< Che pensiero galante >> rispose cinica.
<< Cos’hai? >> le chiese poggiandole la mano sulla schiena come aveva fatto un'altro prima di lui. La mano di Chris era fredda, quella di Louis era così calda che la sua pelle sembrò andare a fuoco. Emise un gemito strozzato. Poteva percepire i solchi della mano di Louis adagiarsi sulla sua pelle, inflessibile, come se cercasse di lasciarle un marchio. Staccò la fronte dal muro massaggiandosi la fronte intorpidita che era stata a contatto con la parete fredda.
<< Juliet? >> la chiamò Louis fiaccamente.
<< Mmh? >> mugugnò aprendo gli occhi per annegare nei suoi. S’immobilizzò vedendo quegli occhi brillare di…desiderio e… un po’ persi? Oh Dio. Louis respirò a fondo, investendola con il suo alito impregnante di birra.
<< Louis…ti senti bene? >> Juls gli prese un braccio istintivamente, vedendolo un po’ traballante. Prima lo aveva visto un po’ strano, e adesso ne capiva il motivo.
<< Sì perché…? >> l’attirò a sé finendo naso contro naso.
<< Quante birre hai bevuto? >> chiese lei cauta, cercando ci concentrarsi sullo stato fisico di Louis, e non sullo stato psicologico di lei.
<< Quattro…cinque? >> strofinò il suo naso con quello di lei, la sua voce era arrochita dall'alcool.
<< Perché hai bevuto così tanto? >>.
<< Non lo so. Mi sento così stanco…>> mugolò Louis con un viso spento.
<< Cosa devo fare con te…? >> gli chiese Juliet con un filo di voce, prendendo ad accarezzargli i capelli con una mano. Il suo
sconsiderato e tenero Louis…
<< Ragazzi...non mi sembra un buon posto per coccolarvi >> Una signora uscì dalla porta del bagno ammiccandogli.
<< Sì voglio le coccole…>> biascicò Louis incorniciando il viso di Juliet tra le mani.
Juls le prese e gliele posò sui fianchi con calma. << Sta’ buono >>, poi si rivolse alla signora alle spalle di Louis. << Mi scusi tanto. Il mio ragazzo non sta bene. Lo porto subito via >>.
<< Vuoi una mano? >> chiese subito la gentile donna.
<< Sì, la ringrazio molto >>. Tra lamenti e borbotti Juliet riuscì a tenerlo per un braccio mettendoselo sulle spalle.
<< Harry, dammi una mano per favore >> disse, quando raggiunsero il tavolo. Il riccio si alzò prontamente. << Cos’ha? >> le chiese preoccupato vedendo l’aspetto pallido di Louis.
Prima di rispondergli ringraziò la donna e questa le sorrise gentilmente << Ma figurati. Ma la prossima volta tienilo d’occhio >> le disse.
 Juliet annuì, poi guardò Harry. << Niente, è soltanto un po’ brillo. >> spiegò con schiettezza gesticolando con le mani.
<< Lou, amore, hai un aspetto terribile >> disse Rachel, preoccupata e gli prese il viso tra le mani. Juls la lasciò fare indietreggiando un pochino per dar loro spazio.
<< Mi gira la testa… >> mormorò flebile toccandosi la testa.
<< Rachel, Louis non può assolutamente guidare. Puoi portarlo a casa tu? >> le chiese Juliet prendendo le redini della situazione in mano.
<< Vorrei, ma siamo venuti a piedi. Avevamo deciso di fare una passeggiata…>> spiegò la bionda, demoralizzata.
<< Ok. Non fa niente. Vorrà dire che lo porterò a casa io. >> decise Juliet. Guardò Harry per un gesto d’assenso. << Non preoccuparti. Lo so gestire >> sdrammatizzò lei per raffreddare quella situazione di tensione. << Non rovinerà la tua serata con Jade. >> ammiccò, avvinghiando le braccia alla vita di Louis per tenerlo su.
Harry lasciò la presa sull’amico per poi rivolgerle un sorriso di gratitudine. << Sicura? >> le chiese. Juliet annuì sorridendogli per rassicurarlo.
<< Chris mi dispiace che la serata abbia avuto questo finale…Magari la prossima volta andrà meglio >> ironizzò lei. Louis borbottò qualche cosa, ma non riuscì a capirci un tubo.
<< Figurati. Ti serve aiuto? >> le chiese subito.
<< Veramente ho un favore da chiederti >>.
<< Dimmi pure >> sorrise.
<< Potresti accompagnare Rachel a casa sua? Rachel, a te non dispiace, vero? >>.
Il sorriso di Chris scemò, girandosi per guardare Rachel. La bionda lo guardò con lo stesso nervosismo che Juls aveva notato prima. Ma cosa prendeva a quei due? Non aveva proprio tempo di cercare risposte. Louis era pesante e alticcio. Combinazione non molto piacevole, considerando che forse avrebbe rimesso nella sua auto.
Ti prego no, sperò tra sé.
<< Allora? >> li spronò un tantino spazientita.
<< Per me va bene >> disse poi Chris guardando di sbieco Rachel.
<< Anche per me >> la bionda si avvicinò a Louis per lasciargli un bacio sulla fronte.
<< Domani verrò a trovarti >> disse, poi si rivolse a Juliet << Abbi cura di lui per me >> le disse.
<< Sta’ tranquilla. Domani ritornerà quello di sempre >> scherzò.
Ora che era tutto sistemato Juliet poteva portare Louis a casa sua. Salutò frettolosamente tutti gli altri e le ragazze che la guardarono, preoccupate.
Mimò un << A domani >> a fior di labbra, e portò con estrema accuratezza Louis nella sua auto. Lo sistemò sul sedile allacciandogli la cintura, e andò dall’altra parte per entrare. Chiuse lo sportello e gli diede un’occhiata. << Lou? >> tentò, ma lui si rannicchiò contro il vetro. << Bene. L’importante è che non vomiti. >> convenne lei, mettendo in moto.
Andò piano perché sapeva che ad ogni buca o curva si alzava la possibilità che Louis rimettesse. Rise piano per non farsi sentire.
Di solito è la ragazza che si ubriaca, così il ragazzo per il quale ha una cotta, così lui può riportarla a casa e prendersi cura di lei, ma chiaramente questo concetto non vale per noi due, pensò sarcastica.
Era già stata a casa di Harry, quindi sapeva quali erano il piano e la porta. Riprese Louis per la vita e lo trascinò fino al portone. Merda, le chiavi! Si era dimenticata di chiederle ad Harry.
<< Louis riprenditi. Devi darmi le chiavi così posso aprire >> lo supplicò schioccando le dita per farlo ritornare in sé.
<< Tasche...>> mugugnò lui barcollando. Lei lo tenne stretto per non farlo cadere. Doveva sbrigarsi, era buio pesto e aveva un Louis in dormi-veglia tra le braccia. 
La vita di Juliet era un vero spasso.
Infilò le mani nella tasche di Louis e prese le chiavi. Ne erano cinque. Bè, sempre meglio di niente. Dopo quattro tentativi ( la fortuna dalla sua parte come sempre) la quinta si rivelò quella giusta.
Sbuffò, presero l’ascensore- grazie a dio, non avrebbe retto con le scale- e accostarono alla porta di casa.
<< Alleluhia! >> esclamò esasperata. << Fortuna vuole che la prima sia quella giusta! >> infilò la chiave nella serratura ed entrò tirando Louis per un braccio.
Che casino!
Ok. Due uomini non potevano di certo vivere insieme!
C’erano scartoffie ovunque sparpagliate sul comò, piatti sporchi nel lavandino e polvere sui mobili in legno color ciliegio. Ma il luogo più disgustoso che avesse mai visto fu la camera da letto di Louis. Dio solo sapeva cosa si muoveva sotto quella mutanda buttata sul pavimento.
<< L’apparenza inganna. Com’è vero! >> esclamò esterrefatta muovendosi in quel territorio inesplorato e impregnato dell’aroma di lui.
Non si stupì di trovare pezzi di dentifricio nel lavandino, o asciugamani per terra. Almeno il letto sembrava un luogo pulito. Per un momento provò pena per Rachel che dormiva in quella monnezza, ma solo per un momento. Agli aggettivi che attribuiva a Louis, Juliet aggiunse con lettere maiuscole l’aggettivo DISORDINATO.
<< Ci credo che Jade si rifiuti di dormire qui con Harry. Morirebbe all’istante vedendo questo posto, fissata com’è con l’ordine e l’efficienza! >> disse, quasi ridendo pensando alla possibile faccia inorridita dell’amica.
Louis provò a controbattere qualcosa, ma si accasciò sul letto inerme.
<< Avanti pulcino. È l’ora di rinfrescarsi le idee >>. Juliet lo prese per un braccio a peso morto, trascinandolo verso il bagno.
<< Dio sì toccami, Juliet. Voglio che mi tocchi, che mi baci…>> pronunciò con tono supplichevole Louis, stringendola a sé.
Sì, ubriaco fradicio.
Le venne un’idea spavalda in mente. Si diceva che gli ubriachi dicessero sempre la verità.
Di chi sei innamorato? Formulò la domanda prima in mente, poi, quando aprì bocca per dare luce alle sue parole, le morirono sulla lingua. Sospirò. Non era un’egoista. Non si sarebbe approfittata di Louis, confuso e vulnerabile com’era in quel momento.
Le piaceva, quando quel testone contestava le sue parole, e di come i suoi occhi azzurro-verdi, brillassero di malizia quando le sorrideva in quel modo sfrontato. Era per questo che era totalmente presa da quel ragazzo.
Lo portò nella doccia, lasciando le tendine aperte. Non lo avrebbe spogliato, e c’era un solo modo per farlo tornare almeno per il 60% sobrio. Era lo stesso metodo che aveva usato con Kyle, quando suo fratello l’aveva chiamata spiegandole che non aveva la testa per guidare perché aveva esagerato con il brandy e la vodka in una delle sue serate tra amici.
Juliet infilò Louis sotto la doccia tenendolo ancorato al suo corpo così da non farlo cadere o sbattere contro qualcosa. Scalciò via le scarpe con i tacchi che l’avevano stremata per tutta la sera. Tolse i calzini e le scarpe da ginnastica ai piedi di Louis. Poi senza farselo ripetere due volte, aprì il getto d’acqua girando la manovella. Lo scroscio d’acqua colpì immediatamente entrambi.
<< È gelata…Juliet! >> mugolò Louis sussultando e tenendo gli occhi chiusi per non farci andare l’acqua dentro.
Lei boccheggiò, colpita dallo stesso getto. << Ssh…Non fare storie>> gli scostò i capelli zuppi dal viso.
Louis aprì gli occhi mettendo una mano sopra lo sciabordio dell’acqua per coprirsi.
<< Com’è che con te finisco sempre per ritrovarmi zuppo? >> rise aprendo gli occhi e guardandola divertito.
Il solito Louis in vena di scherzi era riaffiorato.
<< Oh dimmelo tu! Sei tu quello che se n’è andato di testa dopo neanche due ore! >> ribattè lei ridendo. Tossì, quando un po’ d’acqua le finì in bocca.
<< Mi fa male la testa! >> si lamentò Louis. << Sai ora che ci penso, non mi dispiacerebbe restare qui… >> dichiarò poi, fissandola con malizia.
Lei strabuzzò gli occhi, leggermente confusa. Abbassò lo sguardo e con grande imbarazzo vide che il vestitino di tessuto sottile che indossava si era appiccicato al suo corpo e il suo reggiseno nero con strisce gialle, in pizzo era chiaramente visibile.
<< Oh >> si coprì con la tendina della doccia. << Voltati altrimenti mi farai pentire di averti aiutato! >>.
<< Come vuoi tigrotta… >> ghignò. Interruppe il getto d’acqua e cominciò a spogliarsi, sfilandosi la maglietta.
<< Che stai facendo?! >> gridò stridula guardando da qualunque altra parte tranne che il dorso nudo di Louis.
<< Non posso farmi la doccia con i vestiti >> la schernì, dedicandosi poi ai pantaloni.
<< Okay, ma fa attenzione a dove metti i piedi. La sbronza non ti è ancora passata del tutto. >> gli fece notare Juliet, muovendosi per uscire.
<< Va bene mamma. Ah, Juliet? >>.
<< Sì? >> disse prima di chiudere la porta.
<< Non andartene. L’hai detto tu: non sono ancora del tutto lucido. Prendi qualcosa per asciugarti e infilati uno dei miei pigiami. Non li uso come già ti ho detto, ma credo che ti andranno sebbene un po’ grandi. Il bagno di Harry è nella stanza accanto >>.
<< Va bene >> rispose dopo un momento preso per elaborare ciò che le aveva detto. << Spero solo di non perdermi in questo porcile. >> borbottò chiudendo la porta.
Quando fu fuori, Juliet potè giurare di aver sentito la risata roca di Louis provenire da sotto la doccia.

 
Che diavolo gli era preso? Si era ubriacato come un ragazzino che non si sa regolare con l’alcool. Louis aveva accettato l’invito di Harry, e aveva portato con sé Rachel dopo che i due avevano fatto la pace. Le aveva mentito dicendole che aveva perso il cellulare chissà dove.
Respirò profondamente, passandosi un'asciugamano tra i capelli. Juliet era una meraviglia in quel vestitino. Aveva scorso il corpo della ragazza non appena aveva messo piede nel locale. Dio solo sapeva che pensieri sconci aveva fatto su di lei! Poi era sbucato questo spilungone di quasi due metri dannatamente bello, e lei si era incantata nel guardarlo. Eppure prima che subentrasse quell’armadio, lei aveva guardato Louis in un modo così intenso, che il ragazzo era rimasto spiazzato. Non appena aveva visto Rachel quel viso luminoso e bellissimo, si era scurito in un modo terribile. Cosa le era successo? Per non parlare di quando aveva origliato la conversazione ( ebbene sì, lo aveva proprio fatto), tra lei e l’armadio.
Lì era andato su tutte le furie.
Lei che gli sorrideva teneramente e lui la guardava con quegli occhi adulanti e benevoli. Per concentrarsi sui due, non si era accorto della quantità d’alcool che stava facendo entrare nel suo stomaco vuoto.
Si ricordava a tratti di quello che era successo dopo il quinto bicchiere di birra, ma la sua mente sfocava nell’immagine di un bagno e di Juliet ad un soffio dalle sue labbra.
Sorrise sornione: essere ubriaco portava a dei vantaggi.
L’acqua gelata gli aveva messo in moto il cervello, ma sentiva ancora la testa pulsare e lo stomaco sottosopra. Per non parlare dei suoi sensi da predatore che si stavano masturbando al ricordo del vestitino zuppo che aderiva al corpo sensuale di Juliet. Si ricordò di quella volta dove Nat e Juls avevano discusso e la rossa aveva accennato alla biancheria provocatoria di lei. Louis non era mai stato così d’accordo. Il reggiseno nero con quelle strisce oro e la mutandina di raso, avevano risvegliato il suo istinto animale. Si era trattenuto dal possederla sotto quella doccia, anche se in quel momento l’alcool attutiva fievolmente il suo autocontrollo. Non sapeva se dare la colpa alla sbronza, ma si sentiva scoppiare. Voleva andare a ringraziarla.
Prese un accappatoio e si diresse nella stanza affianco. Non bussò nemmeno, ed entrò direttamente. << Juls devo parl…>> ma si bloccò.
<< Mmh-mh sì Kyle…ora devo andare, muoio di sonno. Buonanotte. >> Juliet riattaccò premendo un tasto del cellulare, e si girò a guardare Louis. << Come stai? >> gli chiese premurosa.
Louis deglutì a fatica, notando che la ragazza indossava soltanto una maglietta che le andava molto lunga, ma non così lunga da coprire le sue gambe.
Le sue gambe nude poggiate su quel materasso morbido…I suoi sensi si trastullavano e dovette trattenere la sua propensa erezione sotto il tessuto opprimente dei suoi pantaloni.
<< Bene… >> buttò lì.
Cazzo Louis riprenditi, sembri un ragazzino che vede un corpo femminile per la prima volta in vita sua!
Ma quella creatura seduta su quel letto non era una donna come le altre. Era caparbia, premurosa, dolce, forte e divertente. E quei lati lo folgoravano nei meandri del suo animo abituato a piaceri soltanto fisici. I modi affascinanti o furenti di Juliet lo mandavano in estasi. Quando era arrabbiata con lui, Louis si sentiva ribollire ancor più dall’eccitazione. L’avrebbe piacevolmente messa a tacere penetrandola con il suo membro, bramoso delle carni calde di lei.
Juliet alzò un sopracciglio arcuando un sorriso. << Sei sicuro? Mi sembri tra le nuvole >> gli fece notare.
<< Sì, cioè no. Oddio che mal di testa >>.
<< Devo dire che la camera di Harry è la stanza più pulita che ho trovato >> disse Juls in verso di scherno.
<< Quanto sei pignola! >> borbottò Louis con il broncio, andandosi a sedere sul letto, vicino a lei.
<< Pignola? Dillo a quel ragno che sembra mi faccia ‘ciao’ con la zampina sulla finestra! >> puntò il dito verso il luogo dove faceva capolino una piccola ragnatela in un angoletto.
<< Oh quello è Steve. Vive con noi >> la informò.
<< Steve? Ma dici sul serio, avete dato un nome a quell’animaletto raccapricciante? >> rabbrividì disgustata.
<< Non dire così, potrebbe sentirti >> la rimproverò Louis sorridendo.
<< Scusa Steve. >> sospirò, scuotendo la testa per l’insolita discussione.
<< So che lo dico spesso… >> Louis fece un sorrisetto amareggiato. << Ma mi dispiace che l’appuntamento con l’armadio non sia andato come volevi, per colpa mia, ma… >>.
Juls alzò un sopracciglio. << Armadio? >> ripetè.
<< Sì, hai presente quell’armadio a quattro ante che ci ha provato con te per tutta la sera? >> sbottò lui cupo.
Lei piegò la testa da un lato. << Non ci ha provato con me. Abbiamo semplicemente chiacchierato. >> ribattè calma.
<< Però ti piace! >> ribattè Louis a sua volta.
<< Sì >> mentì alzando il mento. Quel ragazzo era fottutamente sexy, ma piacerle in termini sentimentali, no.
Louis assunse un'espressione tra il sorpreso e deluso contemporaneamente. Si volse per concentrarsi su un punto indefinito della stanza. << Okay >> ringhiò alzandosi dal letto.
<< Cosa ti aspettavi che dicessi? >> domandò Juliet in tono duro.
<< Non ha importanza. Ti auguro di avere una vita felice con l’armadio. >> parlò a denti stretti, andando verso la porta.
<< Grazie. Ti auguro lo stesso con Rachel >>.
<< Buonanotte >> e sbattè la porta.
Il suo discorso era andato a puttane, ma era lei che gli aveva rivelato che le piaceva un altro. Se Juliet voleva un occasione con quel palestrato, Louis non avrebbe fatto niente per impedirglielo. Poi si fermò colto da un senso di colpa. L’aveva trattata male, quando lei lo aveva aiutato nel momento del bisogno. Si sentì il peggiore dei bastardi e sbattè la testa contro lo stipite della sua camera. Dannazione, non ne faceva mai una giusta con quella ragazza. Pensò di ritornare per parlarle, ma era notte inoltrata e decise di farla riposare. Si sarebbe fatto perdonare l’indomani.

 
Juliet scese a piedi nudi dal letto e andò verso la finestra lasciando che l’aria fresca entrasse nella stanza.
<< Buongiorno Steve >> sorrise guardando il ragnetto. << Sì lo so, che non è ancora giorno. Sono quasi le sei. >> ammise. Stava parlando ad un ragno, Gesù che cosa stramba.
Dovette rimettersi il vestitino, ma l'importante è che fosse asciutto. Alla tenuta si sarebbe fatta prestare qualcosa da Jade.
Aprì la porta della camera di Harry, e rimase sorpresa nel sentire odore di caffè.
Con un cipiglio, osservò sbalordita che la polvere sui mobili non c’era più e tutto era in ordine. Giurò che la sera prima l’appartamento fosse tutt’altro che lucido. Stava ancora sognando?
Lanciò una sbirciata alla camera di Louis, la quale era in ordine, ma il ragazzo non c’era. Sviò per la cucina.
<< Buongiorno! >> esordì Louis, che stava apparecchiando la tavola.
<< Eh? >> buttò lì lei ancora senza parole.
<< Felice giornata. Ben alzata, non si capisce? >> la canzonò prendendo due tazze dalla lavastoviglie.
<< Una domanda: da che ora sei sveglio? >> chiese lei, sedendosi, ancora stordita da quell’odore di fresco e di pulito che arieggiava
nella casa..
<< Da un po’ >> minimizzò, versandole del caffè nella sua tazza.
<< Di solito dopo una sbronza, il soggetto in questione dovrebbe sentirsi una merda il giorno dopo. >> commentò Juliet.
Louis sorrise. << Io non sono normale >>.
<< Oh ma guarda che scoperta! >> lo prese in giro alzando gli occhi al cielo.
<< Adesso sono offeso. >> disse lui, mettendo il broncio.
<< Tu? >> stavolta Juliet si fece seria. La sera prima lo avrebbe preso a calci nel sedere per quella incomprensibile reazione che aveva avuto. Ora voleva addolcirla facendogli vedere che bravo casalingo fosse?
Pff! Juliet non era di certo una sciocca.
<< Ok, mi hai scoperto. Riempimi d’insulti, me lo merito. >> Louis alzò le mani in segno di resa.
<< Mmh no. Esigo una spiegazione >>.
Lui sospirò. << Non lo so nemmeno io cosa mi è preso. Con te è tutto così…confuso. Mi prenderei a calci in culo da solo -o magari qualcun altro sarà felice di farlo a posto mio- e mi sento uno stronzo ingrato >>.
<< Lo sei. >> concordò Juliet. << Continua >>.
<< Ero venuto a ringraziarti per esserti presa cura di me, ed io ti ho aggredito. Prima che tu possa chiedermene il motivo, posso assicurarti che tra l’alcool e il mio temperamento, non ho una spiegazione plausibile. Ero su di giri. Io sono un tipo impulsivo, molto impulsivo e questo ormai l’hai capito. Non ti chiederò di capirmi, al posto tuo mi sarei già mandato a fanculo. >>.
Dillo che eri geloso, dillo! Stava cercando di sviare il vero motivo, ma a Juls non la dava a bere.
<< Ti…da…fastidio…che possa stare… con Chris? >> Juliet aveva esitato ad ogni parola in modo da farlo cedere. E infatti vide Louis aprire e serrare la bocca, e lei si trattene dal gongolare.
<< Vuoi la verità? >> le chiese poi.
Stavolta fu lei ad aprire e serrare la bocca. Sì, voleva la verità. Ma divenne così nervosa che cominciò a spiegazzare il vestito.
Louis fece un largo sorriso. << Che c’è? >> borbottò lei.
<< Sei nervosa…>>. Allargò gli angoli della bocca in un sorriso strafottente.
Juliet si morse le labbra guardandolo con stizza. << Non è vero. Stai cambiando argomento! >>.
<< Tu non mi hai riposto. >> le fece notare Louis canzonandola.
<< Sì. Voglio la verità. >> affermò guardandolo dritto dritto negli occhi.
Lui la guardò con la stessa intensità. << Ero geloso >>.
Geloso!
Juliet si trattenne dall’esultare come una bambina che riceve la sua casa delle barbie. Serrò i pugni per trattenersi, mentre lui continuava a fissarla. << Come dici? >> mormorò candidamente piegando la testa da un lato.
<< Non provarci furbetta >> l’ammonì Louis inarcando un mezzo sorriso divertito.
<< Non so di cosa tu stia parlando…>>. Si morse il labbro per resistere dal baciarlo.
<< Juliet? >>.
<< Mmh? >>. Il cuore di lei si fermò.
<< Ti adoro. >> Louis si alzò dal tavolo per lasciarle un bacio a fior di labbra sulla fronte. Poi disse, allontanandosi di qualche centimetro dalla sua pelle: << Chris sembra a posto. Datti una possibilità con quel ragazzo. Voglio che tu sia felice, te lo meriti >> e se n’andò lasciandola da sola nella stanza.
Juliet restò immobile, impietrita da quelle parole inaspettate. un'espressione attonita le inasprì i lineamenti del viso.
Nel momento in cui aveva creduto di aver compiuto un passo avanti con quel ragazzo, adesso era rimasta di nuovo al punto di partenza.

Note dell’autrice

Buon pomeriggio bellezze <3
Okay, non mi infilzate vi prego *si rannicchia in un angolo*
Non credete a ciò che avete letto nell’ultima frase del capitolo, bè sì avrei volentieri preso personalmente a calci in culo Louis in quel momento, ma fa tutto parte di un piano, e dovevo farlo succedere.
Vi fidate di me vero? :3 *annuisce convinta*
Ecco che il primo incontro tra Chris e Juliet va a rotoli…il nostro Louis è sempre presente, che amore che è quando si trovano sotto la doccia ^_^ Ed è geloso!! Me’ gliel’ha confessato, è un motivo in più per perdonarlo, no? U.U
Abbiamo conosciuto il nostro Chris ( da ricordare foto nel capitolo 8) e che ha fatto una strage tra le lettrici, oddio stavo morta per i vostri commenti, direi che il ragazzo vi piaccia abbastanza x’D
Ora voglio farvi una domandina…: Avete notato qualcosa di strano? Tra due persone in particolare…qualcosa che vi ha lasciato dubbiose per degli atteggiamenti strani o frasi che vi hanno portato a pensare qualcosa…(?)
Diamo il via alle risposte, fatemi sentire, e vediamo se riuscite ad indovinare ;-D
Anticipazione prossimo capitolo? Mmh…no no, poi diventa troppo facile rispondere alla domanda che vi ho fatto U.U

 
Come potrei non ringraziare tutte quelle meravigliose creature che recensiscono e che leggono questa storia??
Grazie di cuore per queste 89 recensioni in 8 capitoli…vi straadoro, punto, e sappiate che le ho rilette una decina di volte, perché non ci potevo credere!! Ha superato di gran lunga il numero delle recensioni della mia prima storia…è stupendo, e questo grazie a chi? A voi !!!e non so davvero che dire, siete uniche :’)

 
Adesso vi saluto ^_^
Un grosso bacio a tutte!!
Ella <3

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Capitolo 10
*** Capitolo10 ***


pronto il capitolo 10

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Capitolo 10

 

<< Okay. È dopo tutto ciò che hai fatto per lui, Louis ti ha detto così? >> Allison era rimasta allibita. Durante il racconto non aveva fatto altro che sorridere, alternando sospiri entusiasti e risatine, per poi sgranare gli occhi una volta arrivati al momento clou.
<< Già. Attenta con lo spillo >> la redarguì Juliet notando le smorfie di dolore di Liam.
<< Oh scusami, Liam. >> disse Allie ritraendo lo spillo, mortificata.
<< Nessun problema. Su continua Juls >> la spronò il moro, toccandosi la natica che per poco non stava per essere infilzata.
<< Mi dispiace che tu debba sentire queste chiacchiere tra donne >> sospirò Juliet.
<< Oh nessun dispiacere. Voglio sentire. E dopo andare a rompere il culo a Tomlinson >>.
<< Tu non romperai il culo proprio a nessuno. Non voglio liti ad una settimana dal matrimonio. >> gli puntò il dito contro mettendolo in guardia.
Liam sbuffò, poi colto dal significato delle ultime parole di Juliet, s'irrigidì. << Oddio manca una settimana…oddio >> ripetè incredulo.
<< Oh che dolce, sei agitato! >> ridacchiò Allie dandogli una pacca amichevole sulla coscia.
<< Tantissimo! Meno male che ci siete voi. È vero che starete tutto il tempo con me? >> Liam mise su un tenero broncio e gli occhi da cucciolo.
Juliet ed Allison si misero a ridere.
<< Ci occuperemo di tutto, anche di te. >> gli promise Juls.
<< Manderemo i ragazzi nella Suite dello Sposo. >> aggiunse Allie.
Il ragazzo sospirò mettendosi una mano sulla fronte. << Sto già un pochino meglio >>.
<< Bene. Adesso stai fermo o ti ritroverai il tuo bel fondoschiena pieno di buchini >> lo intimorì Allie infilando un ago nei pantaloni, che Liam avrebbe indossato il giorno del matrimonio.
<< Oh Gesù. Sissignora >>.
<< Danielle è di là con Jade per ultimare alcuni dettagli della cerimonia. Con i ragazzi hai terminato? >> chiese Juls ad Allison.
<< Manca solo Niall. Quel ragazzo non sta mai fermo un momento >> si lamentò la mora pensando a quando avrebbe dovuto prendergli le misure.
<< Oh non ti lamentare. Può tornare utile in certe occasioni…>> fece Juliet ammiccandole divertita.
<< È un’ottima qualità in un uomo >> concordò Liam annuendo.
<< Ehi ti ricordo che sei un uomo. Lo dici solo per mettere in mostra la tua specie! >> disse Allison.
<< Ad ogni modo. Ricapitoliamo: Niall sarà il testimone di Liam. Tu sarai la damigella d'onore. Io, Nat e Jade saremo le altre sue damigelle. Le damigelle hanno sempre un accompagnatore. Accidenti, voi lo avrete e io no. >> osservò Juls per la prima volta.
<< Oh bè potresti chiederlo a Chris >> propose Allie.
<< Chi è Chris? >> parlò con veemenza Liam.
<< Ricordi la scommessa di cui ti avevo parlato? >> Juls aspettò che lui annuisse. << Bè il mio possibile principe azzurro è un compagno di lavoro di Zayn e il suo nome è Christopher >>.
<< Dovrò conoscerlo. Proporrò a Zayn di invitarlo alla serata del poker. >> decise Liam.
<< E comunque lo conosco appena. Non mi sembra il caso...>> commentò lei ritornando a guardare l’amica.
<< Okay questo è vero. Potresti chiederlo a quel bastardo sexy di Louis >> convenne la mora.
Juliet si accigliò. << Che brillante idea! >> affermò euforica, poi tornò ad incupirsi. << Un’altra >>.
<< Non dovrai per forza ballarci insieme. Tu che ne dici Liam? >>.
Il ragazzo fece spallucce. Sardonico disse: << Dimenticate un particolare >>.
<< Oh giusto. Questo particolare inizia per R e finisce per achel. >> constatò Juls con un’espressione paonazza.
Allison emise un sibilo. << Che palle! >>.
<< Non ti resta che conoscere meglio questo tipo…Christopher >> convenne Liam guardando Juliet.
Questa scrollò le spalle. << Mi ha fatto una buona impressione. Bè naturalmente l’apparenza inganna, ma Chris mi sembra un ragazzo gentile con serie intenzioni… >> pensò ad alta voce incurante che Allie e Liam stessero ridacchiando.
<< Accantonando per un secondo il tuo cavaliere senza macchia e senza paura, dà un’occhiata a quei disegni sul tavolo. Sono gli abiti da damigella che abbiamo pensato insieme e che io ho abbozzato. >> le indicò Allie con un dito.
<< Oh, corro! >> Juls si precipitò a vederli. L’espressione che Allison vide sul volto della sua socia, nonché migliore amica, fu impagabile.
<< Mmh possono andare? >> chiese la mora con una vocina melliflua.
Gli occhi ambrati di Juliet brillarono di compiacimento e contentezza. Saltellò sul posto << E me lo chiedi?! Non vedo l’ora di indossarlo! >>.
Allison rise di gioia.
<< Ehi voglio vederli anch’io! >> mugolò Liam come un bambino piccolo. Emise un lamento di dolore, quando Allison lo punzecchiò con uno spillo.
<< Sta al tuo posto ragazzo. Il mio lavoro è top secret fino all’ultimo momento >> si pavoneggiò la designer con fierezza.
Juliet accarezzò con riverenza il disegno del suo abito da damigella. Allison era insuperabile in tutto quello che disegnava. Tracciava anche i più piccoli dettagli trasformandoli in realtà, e il suo abito sarebbe presto diventato reale. Era orgogliosa della sua amica. Di tutte loro. Si sentì egoista nel pensare che sarebbe stata senza un accompagnatore il giorno del matrimonio di Liam e Danielle. Non si sarebbe sentita sconsolata, perché la felicità di aver dato alle persone a cui teneva un matrimonio da sogno, sarebbe stata appagante molto più di qualsiasi altra cosa.

 

La sera prima l’aveva accompagnata a casa. Era stato gentile rivolgendole parole superflue, ma lei era rimasta scossa. Averlo rivisto dopo alcuni mesi aveva fatto riaffiorare quei vecchi ricordi. Si era sentita in colpa, presentandosi come se non si fossero mai visti, ma lui era forte e gli sarebbe passata. Lo aveva fatto anche lei, no? Aveva sofferto molto, allontanandolo, ma era meglio per lui. Ma perché era ritornato mesi addietro con una promessa di matrimonio? Lei aveva fatto la sua scelta. Aveva colmato quel vuoto, almeno così credeva, ma quella voragine era riemersa in tutta la sua profondità dentro di lei, nel suo cuore, spiazzandola. Quell’uomo riusciva a farla sentire unica e bellissima, con i suoi modi teneri e amorevoli. Era l’uomo della sua vita, e lei lo sapeva bene. Vedendolo la sera prima, anche il suo antico amore era riemerso in tutta la sua vastità. Voleva lanciarsi tra le sue braccia, ma aveva paura che lui ora la respingesse duramente.
<< Rachel? >>.
Lei sussultò, mettendo da parte i suoi pensieri scombussolati.
<< Cos’hai? >> le chiese la sua collega.
<< Niente >> rispose subito. Si sistemò la folta chioma bionda in una coda e si concentrò sui prossimi scatti fotografici. Tutto inutile. Pensava soltanto ad una cosa, o meglio a qualcuno: Christopher.

 

Juliet aveva appena terminato la seconda prova d’abito con una cliente, quando il suo cellulare vibrò nella tasca posteriore dei pantaloni-che Jade le aveva prestato-solleticandole la natica.
Numero sconosciuto. << Pronto? >> disse in tono allegro.
Natasha che era stata con lei per tutto il tempo della prova abito della sua cliente, abbandonò l’attrezzatura e si accostò a Juls origliando la telefonata. Quest'ultima roteò gli occhi, aspettando che la voce all’altro capo del telefono rivelasse la sua identità.
<< Ciao Juliet.
Sono Chris. >> esordì.
<< Oh ciao Chris. Non credevo avessi il mio numero >>.
<< L’altra sera non ho potuto chiedertelo, così oggi a lavoro l’ho chiesto a Zayn. Spero che questo non ti abbia infastidito… >> la sua voce suonò imbarazzata.
<< Certo che no. >> Juliet sorrise anche se Chris non poteva vederla, ma Nat sì e infatti sorrise sorniona.
<< Oh meno male. Senti: volevo chiederti se stasera hai qualche impegno…? >>.
Nat evidentemente, anzi sicuramente, dato che era attaccata con l’orecchio all’apparecchio come Juls, alzò i pollici come incitamento.
<< Bè, non lo so…fammi controllare l’agenda. Un secondo >> Juliet fece per prenderla, ma la rossa afferrò il quaderno prima di lei e lo buttò sul divano impedendole di prenderlo.
Juliet la folgorò con lo sguardo intimandola di riprenderla, ma Nat non si scompose e assunse un’aria altezzosa.
<< Juls? >> la chiamò Chris.
<< Oh sì scusami. Mmh…sono libera. >> disse a voce alta. La rossa saltellò sul posto gesticolando con le mani per elogiarsi da sola.
<< Ottimo! Stavo pensando che potremmo fare una passeggiata, così da conoscerci meglio e magari mangiare un boccone da qualche parte. Che ne dici? >>.
<< Mi sembra un’idea grandiosa! >> concordò fingendosi esultante per carpire dalla sua faccia una totale indifferenza.
<< Grandioso, passo a prenderti alla tenuta o ci vediamo al parco? >> le chiese da perfetto gentiluomo.
<< Ci vediamo al parco per le sette e mezza. A più tardi Chris >> lo salutò.
<< Ciao Juls, ti mando un bacio! >> e mise giù.
Il volto di Juliet ritornò imperturbabile non tradendo nessun’emozione.
<< Sembra che tu abbia appena preso un appuntamento dal dentista. >> sbottò Nat guardandola torva.
<< Se non ti piace la mia faccia, non è un mio problema. >> rispose altrettanto torva Juliet.
<< Dai Juls. Sto solo dicendo che non sarà così brutto uscire con quel ragazzone. È uno schianto! >> disse la rossa.
<< Oh sì, su quello non ci piove… >> concordò lei pensando a quel corpo massiccio e delineato, gli occhi del colore dell’acqua di mare, i capelli tenuti sbarazzini e bellissimi…Un momento: quello non era Chris! Ma la sua testa aveva soltanto l’immagine di quel bastardo nella testa!
Imprecò sonoramente e ad alta voce facendo allarmare Nat. Juls se n’accorse e si grattò dietro la testa emettendo una risatina imbarazzata. << Perdonami. Non…>>.
<< Stavi pensando a Louis. >> sentenziò Nat con gli occhi verdi che brillavano di divertimento.
<< Oh ma che cazzo! Si vede così tanto?! >>.
<< Assumi una faccia così da ebete, che le pecore non saprebbero fare di meglio >>.
<< Grazie della rivelazione, mia dolce Nat senza peli sulla lingua! >>. Non era un rimprovero. Juliet sospirò sapendo che era vero.
<< E qualche volta sbavi anche…>> continuò Nat schietta e divertita.
<< Stop ragazza! >> l’ammonì Juls per poi scoppiare a ridere.
L'amica si aggiunse a lei e finirono col sedersi sul pavimento.
<< Come sapevi che non avevo impegni? >> chiese poi Juliet incrociando le gambe.
<< Non lo sapevo. >> Nat fece spallucce.
<< Oh ma sei tremenda! Pensa se li avessi avuti! Gli avrei tirato un bel bidone a quel povero ragazzo! >>.
<< Ma non li hai. >> sentenziò inarcando di nuovo un sorrisino sghembo.
<< Amo il tuo modo di vedere sempre le cose positive e semplici >> commentò Juls tirandole una ciocca ramata con due dita.
Nat ridacchiò. << È il bello di essere me. Zayn aveva bisogno di una ragazza peperina e solare, per questo è pazzo di me. Ed io sono una creatura rarissima. >> si pavoneggiò alzando il mento.
<< Oh davvero? >> la schernì Juliet ridendo per la faccia buffa dell’amica.
<< Nat? >> aggiunse poi.
<< Spara baby >>.
<< Com’era Louis, quando stavate insieme…? >> chiese, tradendo una punta di nervosismo nel tono di voce.
Nat la guardò con un’espressione stupita, poi le ammiccò. << Vuoi dire a letto? >>.
<< No. Okay sì anche quello >>.
<< Prima di tutto te l’ho detto che è stato solo per una notte. Dopodichè siamo rimasti soltanto amici. Entrambi abbiamo voluto che fosse così. Ora per quanto riguarda il sesso…>> Nat le fece un largo sorriso. << Devo dire che ottiene un dieci e lode >>.
Juliet divenne rossa, tanto che si domandò se le sue guance non fossero diventate dello stesso colore dei capelli dell'amica. << Oh…>> scosse la testa, nel tentativo di assumere un'espressione di indifferenza. << Vabbè era tanto per parlare. Ma…tu non te ne sei innamorata? >>.
La rossa sorrise scuotendo la testa. << No. Anch’io ero come Louis. Non volevo saperne di rapporti duraturi e impegnativi, perciò quella notte è finita nel dimenticatoio >>.
<< Adesso non sei più quella Nat >>.
<< No…non più. Amo Zayn in un modo che io non avrei mai immaginato potessi provare >>.
<< Mi sento un’idiota…>> Juls si rabbuiò.
Nat la guardò piegando la testa da un lato. << E perché mai? >>.
<< Perché sono stata un’inetta, anzi io sono un’inetta in amore >> commentò aspra.
<< Tu non sei un’inetta in amore. Sei soltanto confusa per la prima volta in tutta la tua esistenza >>.
<< Cosa vuoi dire? >>.
<< Io sono sicura che tu sappia ciò che vuoi, solo che hai paura di ammetterlo a te stessa. Ma ritorni sempre suoi tuoi passi con la filosofia della “ragazza bella e dannata” >>.
Juls si strinse nelle spalle. << Me ne rendo conto. Ma a quanto pare, tutti i miei tentativi di esternarmi non vanno a finire bene >>.
<< L’amore è un rischio e un pericolo. Dov’è finita la mia Catwoman maliziosa? >> la incitò Nat dandole un buffetto sul naso
<< Manca anche a me quella ragazza…>> sospirò Juliet.
<< È ancora lì, dentro di te che aspetta di essere liberata. Liberati del tuo guscio d’amianto che hai costruito intorno a te stessa e prenditi ciò che vuoi. >> Nat ridacchiò e aggiunse: << E con prendi ciò che vuoi intento: Mostra i tuoi artigli a quel maledetto ragazzo per cui ti sei presa una sbandata! >>.
<< Tutti voi mi avete detto di dimenticarlo!>> obiettò Juliet palesemente confusa.
<< Noi vogliamo solo che tu sia felice con la F maiuscola. Se vuoi Louis, e se lui vuole te, cosa che naturalmente è, allora buttati, noi ti sosterremo in tutto e per tutto. E come bravi amici e amiche quali siamo, se quel ragazzo osa soltanto farti scendere una lacrima, bè stavolta Zayn non riuscirà a trattenermi! >> esordì con un ghigno maligno.
<< Ti ringrazio per l'appoggio, ragazza. Ma ho i miei valori, e non rubo l’uomo ad un’altra donna >> disse Juls in tono conciso.
<< Non ruberai nessuno a nessuno. Cosa desideri veramente Juliet? >>.
<< Un uomo che mi ami >>.
<< Bene. Io ti ho spinta ad accettare l’invito di Chris, ma non devi uscirci perché ti senti obbligata dal tuo temperamento cocciuto e orgoglioso. Chi vuoi che sia quest’uomo? Chris o Louis? E se la scelta è quest’ultimo sei disposta a giocare il tutto e per tutto conoscendo la sua natura? >>.
<< Io…>>.
Qualcuno bussò alla porta.
<< Avanti! >> Juls e Nat si alzarono dal pavimento.
<< Ehilà splendori. La signora G ha fatto la sua famosa crostata al limone! >> annunciò Jade.
<< Oh, io amo quella donna! >> fece Juls cominciando a correre verso la cucina.
Nat la bloccò. << Sei salva per questa volta, ragazza. Ora il mio cervello non connette più. Adesso c’è solo la crostata >>.
Lei rise dandole un buffetto sulla guancia. Ma la riposta rimaneva tra le mura della sua anima.

 

Prima di incontrarsi con Chris per l'appuntamento, Juliet parcheggiò davanti al negozio di fiori. Non aveva intenzione di rifiutare l’invito del ragazzo. Chris era così gentile ed educato, mentre Louis era impulsivo e da quello che ormai aveva capito, un don giovanni con le belle donne. Come poteva lui ricambiarla? Sicuramente non l’avrebbe fatto. Il suo spirito libero era in contrasto con il desiderio di Juls di provare qualcosa che avrebbe portato ad un futuro. Il suo istinto le diceva di tentare, di giocare col fuoco…e se si fosse scottata un’altra volta? Lo avrebbe aggiunto alla sua innumerevole lista di relazioni mandate a puttane. Ma non avrebbe sopportato di perdere Louis anche come "conoscente", preferiva accontentarsi delle cose così come stavano. Avrebbe imparato ad accettarlo. Mettendo da parte i molteplici consigli dei suoi amici, Juls pensò con la propria testa. Cosa le aveva detto Louis una volta? Vivi il momento, che il futuro verrà da sé?
Okay, seguiamo i consigli di un esperto nell’arte di godersi il momento, pensò.
Anche se quel miscuglio d’incertezza e paura non si era sbloccato, respirò provando a rasserenarsi lo stesso. Sarebbe diventata uno spirito libero a modo suo. Spensierata come lui, ma mantenendo i suoi princìpi. Una via di mezzo.
Tentare non nuoce. Si accigliò. Invece sì, per lo meno a me.
<< Vaffanculo! Dannato genere maschile! Voi e il vostro cazzo contorto cervello primitivo! >> ringhiò ad alta voce sbattendo la mano sul volante.
<< Juliet, cara? >> suonò una voce fuori dalla sua auto.
Si girò trovandosi il volto di Joannah che la fissava con aria preoccupata.
<< Tutto bene? >> le chiese la madre di Louis. La madre di Louis…
<< Oh sì certo. Ero venuta a portare una cosa a tuo figlio. Lui è qui? >>.
<< Adesso no. È andato a consegnare un ordine. Vuoi aspettarlo? >>.
<< Non importa. Lo consegno a te, così quando torna puoi darglielo tu >> Juls prese il pacchetto incartato con un bigliettino e lo consegnò alla donna.
<< Va bene, per me è un piacere aiutarti. Juliet posso chiederti una cosa…? >> Joannah parve esitante.
<< Certo. Dimmi pure >> rispose perplessa.
<< Prima, senza volerlo, ho sentito ciò che hai detto >>.
Juliet s’imbarazzò sapendo di aver alzato la voce durante quell’imprecazione. << Ehm scusami se ti ho spaventata…>>.
<< Tesoro, i Tomlinson non conoscono la paura >> ribattè autoritaria la madre di Louis.
La vena di arroganza è un mero tratto di famiglia, pensò Juliet ironica.
<< Ti conosco da molto tempo Juls, e non ti ho mai vista così distrutta >>.
<< Io...>>.
<< L’amore non è mai una cosa semplice. Non permettere ai tuoi timori di chiuderti in te stessa. Altrimenti sarai costretta a farti suora >> L’ultima parte era scherzosa, ma l’altra era seria.
<< Non so quante persone me lo stiano ripetendo in questo periodo…>> sospirò affranta Juliet.
<< Lo fanno per costringerti a combattere. Non sei più te stessa. Devi tornare ad essere quella di un tempo. Fiera di te stessa e coscienziosa delle tue capacità in amore. >> Joannah sorrise comprensiva. << È ciò che ho fatto io >>.
Juliet restò senza parole per quell’affermazione tanto intima. Scese dall’auto per abbracciarla. << Grazie Joannah. Davvero…>>.
<< Figurati tesoro. E mi raccomando: non arrenderti >> la donna l’abbracciò affettuosamente.
<< Non lo farò. Te lo prometto >> la voce di Juls tremò un po’.
<< Per quanto riguarda il lavoro, sei un forza della natura e guai a chi dice il contrario >> aggiunse minacciosa la donna. Juls rise.
Joannah sciolse l’abbraccio accarezzandole i capelli.  << Allora racconta. Da quant’è che sei innamorata di Louis? >>.
Juliet sgranò gli occhi. << Che…che cosa?! >>.
<< Oh non fingere di non capire con me ragazzina. I tuoi occhi sembrano spiccare il volo anche solo a pronunciare il nome di mio figlio! >> ammiccò ridendo.
Avvampò. Dannazione e basta ripeterlo!
<< A quanto ne so mio figlio esce con una modella. >> commentò in tono naturale la madre.
Da rossa, Juls diventò verde.
<< Non mi fa mai conoscere le sue amichette… >> sospirò la madre. << Quando capirà che quello che gli serve è una vita stabile con una moglie al suo fianco? >> disse rivolta verso il cielo con le mani alzate.
Juliet fece un passo indietro come per starne fuori.
<< Juliet mio figlio ti farebbe a pezzi. Lo conosco e penso che non vada bene per te >>.
Lei si sentì morire.
Dio Santo, ho deciso: mi farò suora!
Le salirono così tante imprecazioni in gola che dovette inghiottire il malloppo più volte. Ecco in breve ciò che tutti dicevano: “Voglio che tu sia felice Juliet, ma non con Louis”. Oppure: “Louis è un bastardo e non ti amerebbe mai.” In sostanza: Vuoi Louis? Sarà soltanto sesso.
Riuscì a rispondere con un sorriso, anche se avrebbe voluto urlare dalla frustrazione più totale. << Io non sono innamorata di tuo figlio, Joannah. Non temere. Ora devo proprio andare >> la salutò cordialmente.
Quando la vide incamminarsi verso l'auto, Joannah sospirò. Quelle parole erano suonate come una sentenza per Juliet, se ne rendeva conto. Se solo suo figlio si fosse svegliato una buona volta...
Louis potrebbe amare quella ragazza se solo lo volesse, pensò e andò ad appoggiare il pacchetto che era destinato al figlio, sul bancone del negozio.
Juliet si rimise in auto dirigendosi verso il parco. Era d’umore nero, e sembrava che i suoi occhi schizzassero scintille di pura rabbia misto a dolore.
Il cellulare squillò e dovette prendere l’auricolare perché stava guidando.
<< Pronto! >> le uscì un “Pronto” un po’ troppo furioso.
<< Star che hai? >> Era Kyle.
Tentò di mascherarlo il più possibile. << Niente scusami, non trovavo il cellulare…Cosa c’è? >>.
<< La mamma si è rotta il polso oggi a lavoro. Ora l’ho accompagnata all’ospedale >>.
<< Cosa? Oddio come ha fatto? >> gli chiese preoccupata. Dovette accostare per non perdere il controllo dell’auto.
<< Vallo a capire sorellina. Ad ogni modo ti ho chiamato per chiederti un favore…Potresti aiutare la collega di mamma all’asilo? Quando lei se n’è dovuta andare, l’ha dovuta lasciare con i bambini e non c’è la fa da sola. Ne sono tanti >>.
<< Mi stai chiedendo…Oh Gesù, ma non c’è proprio nessun altro? >> la voce di Juliet suonò stremata.
<< No. Lo so che avevi un appuntamento, ma non sapevo a chi altro chiederlo…>> si mortificò Kyle.
<< Per quanto tempo dovrò restare lì? >>.
<< Un’oretta e mezza al massimo. Il tempo che i genitori vengano a riprendere i figli >>.
Juls sospirò. << Occupati della mamma. Io andrò lì >>.
<< Grazie, Star. Ti devo un favore >> e riattaccò.
<< Me ne devi più di uno caro il mio fratellone >> sibilò, poi compose un numero. Quando al terzo squillo rispose, disse: << Ehi Chris, so che suona strano chiedertelo, ma…che ne dici di un cambio di programma? >>.

 

<< Fatto >> Louis entrò in negozio dopo aver terminato le consegne. Prima che potesse chiudere la porta una forte folata di vento fece irruzione nel negozio. << Diamine! >> esclamò chiudendo la porta con forza. Poi si guardò intorno: << Mamma? >> ma di lei non c’era traccia. Andò verso il bancone afferrando un bigliettino. << Torno tra venti minuti >> lesse a voce alta.
Guardò in magazzino e vide che a causa del vento alcune cose erano cadute.
<< Merda! >> borbottò nuovamente andando a risistemarle.

 

Il suo lavoro oggi era stato un inferno. Era uscita come uno zombie durante gli scatti. Aveva adocchiato Zayn parlare con Chris. Il suo ex non l’aveva nemmeno guardata, anzi sembrava evitarla. Forse era proprio come sospettava: Chris ormai andava dietro a Juliet. Aveva origliato di nascosto e sentito il ragazzo chiedere il numero di Juliet a Zayn.
Non conto più niente per lui…, si rese conto tristemente.
Aveva proprio bisogno di scaricarsi un po’. Aprì la porta d’entrata del negozio della madre di Louis e vide che non c’era nessuno.
<< Lou? >> si avvicinò al bancone mettendo una mano su un pacchetto. Lo fissò curiosa.
Louis entrò dal magazzino. << Ehi, hai finito a lavoro? >> le chiese con un sorriso.
Rachel sbadigliò. << Già, sono sfinita >>.
<< Cos’è quello? >> Louis guardò perplesso la scatola dove Rachel teneva la mano. L’aprì e ne uscì una confezione con dentro un cellulare. Sgranò gli occhi: Un Galaxy SIII!
<< Mio dio, è per me?! >> era palesemente sbalordito ed entusiasta.
Rachel pensò all’eventualità di dirgli di no, ma pensando che la madre di Louis non potesse permettersi un cellulare del genere…
<< Sì, mi hai detto che l’avevi perso così ho pensato che ti potesse servire…>> esordì con voce carezzevole.
<< Oddio Rachel non posso accettarlo…>>.
<< No amore, insisto. Stiamo insieme e dobbiamo prenderci cura l’uno dell’altro >> Rachel si avvicinò allacciandogli le mani al collo. << Giusto? >> lo baciò lentamente sulla bocca.
Louis le scoccò un bacio pieno di gratitudine. << Grazie amore >>. 
Una piccola bugia, in cambio di buon sesso.

 

 
Chris e Juliet stavano uscendo dall’asilo. Lei era così spossata da faticare a restare in piedi.
<< Oddio sono sfinita…Chris non so davvero come ringraziarti >> lo guardò rivolgendogli un sorriso stanco, ma sincero.
Lui le posò una mano dietro la schiena, << Quei bambini erano dei veri demonietti. I genitori avrebbero dovuto pagarci >> commentò ridendo.
<< Ad ogni modo, tra giochi e urla, sono stato bene con te >> aggiunse.
<< Anch’io. Mi dispiace che quel bambino ti abbia lanciato il giocattolo in testa! >> si rammaricò Juliet.
<< Oh non è niente. Sul serio >> Chris si toccò la testa resistendo a non esprimere il dolore.
<< Ti piacciono i bambini? >> gli chiese curiosa Juliet.
<< Veramente no, non molto. Come vedi non so come prenderli. >> si giustificò Chris.
Juls rimase un po’ allibita da quella risposta. << Non vuoi avere dei figli un giorno? >>.
<< A dirti la verità no. Ma vorrei sposarmi e avere una bella moglie di cui prendermi cura >>.
<< Oh…>> fu tutto quello che lei riuscì a dire. Pensò a quei bambini all’asilo. Erano un po’ pestiferi, ma dopotutto era il bello d’essere piccoli. Erano innocenti e vogliosi di giocare. Aveva sempre avuto un debole per i bambini piccoli.
Chris l’accompagnò alla sua auto, dato che erano venuti ognuno per conto proprio.
<< La prossima volta vengo a prenderti io. >> decise con un sorriso.
<< Okay >> Juliet ricambiò il sorriso.
<< Sogni d’oro Juls >> Chris si chinò, e lei indietreggiò di un passo.
Oddio voleva…?
<< Qualcosa non va? >> chiese lui preoccupato.
Avanti bacialo, si ordinò.
<< No no >> Juliet sorrise incerta, si alzò sulle punte e lo baciò lievemente sulle labbra.
Chris fu sorpreso, ma ricambiò il bacio premendo di più le labbra su quelle di lei. Un bacio niente male.
Purtroppo c’era un piccolo problema. La bocca di Juls era rimasta chiusa, rendendo un bacio meraviglioso quale poteva rivelarsi,
un bacetto a stampo.
Ehi voi muscoli delle labbra, avete deciso di rimanere immobili?! Gridò lei nella sua mente.
Chris si staccò, forse ignaro di quanto Juliet fosse rimasta rigida, e le sorrise teneramente. << A presto >>.
Juliet annuì, andò in macchina sorridendogli fin quando non lo vide più.
Accese il motore. Si guardò nello specchietto e si accigliò. << Maledetto bastardo troglodita, masochista e ignobile! >> sbraitò, riferendosi all’individuo che aveva in testa, mentre Chris la baciava. Al bastardo che era riuscito a prenderla così tanto, da farla tremare. Da farle bramare un suo bacio, una sua carezza, un suo sorriso strafottente. Qualunque cosa che provenisse da lui. L'unico al quale il suo corpo avrebbe indubbiamente risposto.E anche il suo cuore. Quella consapevolezza le fece provare un brivido. 
Poi le parole di Joannah riecheggiarono nella sua testa. Non era nella sua natura farsi trattare come un giocattolino al quale potessero tirare i fili. Non avrebbe permesso a Louis di giocare con i suoi sentimenti.


Note dell’autrice

 
Ciauuuu splendori!!!! <3
Volevo pubblicare ieri, ma sono stata tutto il pomeriggio e sera a studiare per le interrogazioni di oggi. Non auguro a nessuno di studiare trenta pagine di storia, trenta di storia dell’arte e venti di metodologia in un giorno solo %.%
Oggi sono libera, perciò ho pubblicato, sperando che sia stato di vostro gradimento…(?)

 
E sìsì Rachel e Chris stavano insieme ( nooo ma daiii Ella!!! *dice prendendosi per il culo* ) ma siete troppo brave e l’avete capito dal primo istante, perciò il colpo di scena è andato a farsi fottere XD
In questo capitolo vediamo Juliet alle prese con i suoi pensieri. Esce con Chris, ma come si è ben capito aveva tutt’altro per la testa, o meglio qualcun’uno ihihih ^_^
E Rachel che si prende il merito dell’atto di Juliet soltanto per abbindolarsi Louis? È ufficialmente aperta la caccia alla bionda.
Ci tenevo a dirvi una cosa…sapete della rottura tra Liam e Danielle vero?? Ci sono rimasta talmente di merda, è stato un enorme shock D’: Per me era la coppia più bella che potesse esistere e mi sono uscite le lacrime nel rileggere il capitolo quando si parlava di loro due…Ma nella mia storia non cambia nulla, purtroppo sarà triste quando penseremo a loro due nella realtà, ma non possiamo farci niente…
Okay i prossimi due capitoli ovvero l’11 e il 12 sono già pronti e non vedo l’ora di farveli leggere <3 Sono lunghi e intensi, e spero di farvi emozionare quanto mi sono emozionata io nel scriverli.

*Angolo ringraziamenti*

Ma voi fate sul serio??? Cioè 106 recensioni?!?!?! O.O
Le mie amiche: Lo sai che sei arrivata ad un centinaio di recensioni?
Io: Ma chi? *strabuzza gli occhi*
Loro: Tua nonna -.-‘ TU!!!! *urlano contente*
Non ci potevo credere!!!!! Sto lacrimando vi giuro…no vabbè qui c’è bisogno di un monumento, datemi il vostro numero, indirizzo e vi spedisco i fiori, cioccolatini e tutto il resto ç__ç
Vi amo da impazzire, siete le migliori lettrici che una scrittrice possa desiderare…Il numero delle recensioni del capitolo precedente ha battuto il record di tutti gli altri, e penso che dopotutto qualcosa di buono riesca a scriverla…e che riesco a far piacere questa storia, a voi bellissime che l’avete inserita tra le seguite, preferite e ricordate :’) E addirittura mettermi tra i vostri autori preferiti è troppo, non credevo di certo di poter avere quest’onore u.u,,
Prima di scrivervi un romanzo, cosa che sarei capace di fare LOL vi lascio e non vedo l’ora di risentirvi con le vostre parole che mi fanno ridere e piangere di gioia ogni santa volta :’3 Naturalmente se me le merito eh :3

Un enorme bacio dalla vostra Ella :* <3

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Capitolo 11
*** Capitolo11 ***


pronto capitolo11

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Capitolo 11

 

Aveva rinunciato agli esercizi in palestra, dato che i dolori mestruali le avevano messo in trambusto il corpo, rendendolo dolorante e fiacco. Sospirò tentando di calmare i dolori alla pancia sorseggiando una tazza di thè caldo, che la signora G le aveva premurosamente preparato.
<< Bevilo tutto, ragazza. Vedrai che le fitte diminuiranno in minuto in minuto >> la rassicurò la governante con un sorriso.
<< Mmh >> mugugnò una Juliet accigliata, mentre soffiava sul liquido verde. Durante la permanenza delle cosiddette “compagne mensili”, il suo umore era sempre nero come il catrame, tanto che non riusciva a sorridere senza poi fare una smorfia. La giornata era stata davvero lunga e si era rifugiata in cucina per un istante di riposo. Sospirò assumendo un atteggiamento più rilassato. << La ringrazio signora G >> la salutò con un sorriso sincero, date le premure che l’anziana signora le riservava sempre.
<< Di niente cara >> rispose dandole una pacca leggera sul fondoschiena, e questo fece ridacchiare Juls.
<< Phoebe >> esordì quest’ultima notando la sorella di Jade scendere dalle scale.
<< Ehi Juls >> la ragazza si avvicinò dandole due baci di saluto sulle guance.
<< Cosa ti porta qui a quest’ora? Non lavori oggi? >> le chiese.
<< Oh ero solo venuta a dare delle carte a Jade, ma niente d’importante. >> rispose con noncuranza la riccia. Lei e Jade erano molto simili: stessi capelli dai ricci scuri e ribelli, occhi grigi sebbene quelli di Jade fossero più chiari, e che
Phoebe fosse qualche centimetro più alta.Per il resto erano uguali.Possedevano lo stesso carattere conciso e cordiale, che le rendeva temerarie agli occhi degli sconosciuti ma anche a quelli dei conoscenti. Phoebe le sorrise apertamente dicendole: << Mmh è inutile che ti chieda che cos’hai, perché quel thè e la tua faccia scazzata dicono tutto >>.
Juliet le rivolse un mezzo sorriso di riconoscimento. << Tu invece sei radiosa. Cosa mi racc… >>, ma s’interruppe vedendo una macchia scura, livida a dire il vero sul collo di Phoebe. << Quello è un succhiotto?! >> chiese strabuzzando gli occhi.
Phoebe si coprì con una ciocca di capelli la macchia ben visibile. << No…>> tentò di simulare indifferenza.
Juls, malgrado il suo stato sofferente, scoppiò a ridere facendo attenzione a non far cadere la tazza di thè. << Ai miei occhi non sfuggono i particolari. Forse puoi farla a Jade, ma a me no. Chi n’è l’autore? >> sussurrò in tono complice ammiccandole.
La riccia diventò imbarazzata, inumidendosi le labbra e guardando altrove. << Ehm…K…y…l…e…>> farfugliò in tono così stretto che Juls non capì un tubo.
<< Come? Credo di non aver capito…>> ammise la ragazza facendosi più vicina.
<< Kyle…>>.
Stavolta rischiò seriamente di far precipitare la tazza in ceramica sul pavimento. << Mio fratello?! >> ripetè con un’espressione tra il sorpreso e il compiaciuto.
Phoebe sorrise con le guance rosse per l’imbarazzo. Juls non l’aveva mai vista con quella strana luce negli occhi grigi come il ferro. Era emozionata quanto lei.
<< Uscite insieme! >> esclamò euforica Juliet. Poi si accigliò. << E quel cretino non mi ha detto niente! >>.
<< Non usciamo insieme! E che il troppo lavoro ce lo impedisce…>> Phoebe fece una smorfia addolorata.
Lei alzò un sopracciglio, inarcando un sorriso malizioso. << E quel marchio dove l’ave…>>.
<< In ufficio >> rispose secca Phoebe trattenendosi dall’andare via in punta di piedi per l’imbarazzante situazione in cui si era cacciata.
Juls spalancò gli occhi, incredula per quella dichiarazione. << Oh wow. Santo cielo. Sono così contenta! >> posò la tazza sul mobiletto nel corridoio per abbracciare la ragazza.
<< Ehi frena! Cosa ci sarebbe da festeggiare? >> rise ignara la riccia.
<< Saremo cognate! Evvai! >>. Non c’era notizia più bella che potesse migliorarle la giornata.
Phoebe sospirò. << Sarà il ciclo che non ti fa riflettere. Te l’ho appena detto: Non stiamo uscendo insieme! >>.
Juls si staccò per guardarla con due occhi saccenti. << Non ancora, non ancora >>.
La riccia scosse la testa. << Riuscirai a mantenere il segreto? >>.
<< Quale segreto? >> ripetè Juliet con un visino ingenuo.
Lei scoppiò a ridere e l’abbracciò di nuovo. << Grazie. Ora devo andare. Sia io che te dobbiamo lavorare >>, e si congedò.
<< L’amore fa fare le rime >> mormorò divertita Juls tra sé e sé, e riprendendo la tazza con quel dannato liquido ormai freddo, andò nel suo angolo della tenuta per ricevere i clienti che l’attendevano.
<< Ehi >> disse quando si trovò Jade nel suo studio.
<< Ehi >>, il tono della sua socia non prometteva nulla di buono.
<< Qualcosa non va? >> domandò pensierosa Juls, chiudendosi la porta alle spalle.
<< Vicky sarà qui a momenti per la prima prova d’abito. >> annunciò la riccia tamburellando le dita sulla scrivania.
<< Sì, lo so…e? >> . Il tono di Juls era palesemente spazientito.
Jade alzò gli occhi per incontrare quelli dell’amica. Si vedeva che aveva un viso stanco. Rise intimamente pensando a quanto gli occhi di Juliet potessero rivelare senza l’uso delle parole. << Verrà anche lo sposo: Robert >>.
<< Cosa? >> Juls aggrottò le sopracciglia. << Lo sposo che accompagna la sposa alla prova d’abito?! >>.
<< Già. Robert ha insistito >>.
Lei grugnì. << Non è mai successo che fosse proprio lo sposo ad accompagnare la sua compagna nel momento della scelta dell’abito >>.
<< A quanto sembra Vicky si fida solo della sua opinione, e lo vuole con lei in un momento del genere. >> disse Jade guardando l’espressione contrariata di Juls. << E lo so che non ti va giù >>.
<< Ho sempre pensato che l’uomo non dovesse vedere l’abito, prima della cerimonia. >> commentò Juliet sedendosi pesantemente sul divano << Quella suspense da un tocco in più all’atmosfera magica che viene a crearsi. Ma se è la sposa a volerlo, mi atterrò ai suoi completi desideri >>.
<< È quello che facciamo. Soddisfiamo ogni singolo capriccio di tutte le donne e siamo bravissime a compiacerle perché non sbagliamo un colpo >> affermò Jade con un sorriso compiaciuto.
<< Hai perfettamente ragione. Nat? >>.
<< Sta ultimando gli ultimi scatti della coppia in giardino. Tra venti minuti saranno qui. >> rispose prontamente Jade.
<< Sono stanca…domani abbiamo un’intera cerimonia da preparare e devo dormire almeno otto ore, pregando che il flusso mi dia tregua. >> borbottò Juls massaggiandosi la fronte con una mano.
<< Lo so. Ma secondo quanto sostenevano i due, non potevano incontrarci prima delle otto di sera >> sospirò rassegnata.
Juliet si portò una mano allo stomaco. << Che sia una cosa veloce…! >>.
<< Parliamo d’altro. Come sta Chris? >> Jade si sedette sul braccio del divano.
Lei serrò gli occhi. << Bene >>.
<< Oh su avanti. Sappiamo tutti che state uscendo insieme >> ridacchiò la riccia.
<< A voi non sfugge proprio niente eh? Comunque sì >> ammise con voce incolore.
<< Da quanto tempo? >>.
<< Mah un paio di giorni…>> rispose con palese indifferenza.
<< Wow assicurati di non accecarmi con le tue scintille di felicità >> la schernì Jade.
Juls si mise seduta guardandola con una smorfia. << Scusami. Non è la reazione che ci si aspetterebbe…>>.
<< Non credo sia colpa del tuo malessere fisico. Ho notato che da quando esci con Chris, non hai più visto Louis. Giusto? >> chiese con naturalezza Jade guardandola di sbieco.
Juliet s’irrigidì al suono di quel nome. Erano quattro giorni che non lo vedeva. Forse anche lui aveva pensato che non ci fosse motivo nel rivedersi, ma lei si era chiesta perché non l’avesse chiamata quel giorno che aveva lasciato il regalo alla madre. Era certa che lo avesse ricevuto, si fidava di Joannah, allora perché Louis non l’aveva almeno cercata? Magari per dirle anche un: “ Ehi grazie”, o roba così. Non che si aspettasse un ringraziamento particolare, visto che il suo vecchio cellulare si era rotto a causa del tuffo in acqua, e quindi rendendo lei indirettamente responsabile del suo decesso. La sua intima amarezza si era trasformata in indignazione. Quel ragazzo la mandava fuori di sé, e con i dolori che le attanagliavano il corpo, il comportamento di Louis a lei ignaro la faceva innervosire ancora di più.
<< Sì >> confermò con un tono volutamente sprezzante.
<< Avete…ehm…litigato? >>.
<< E quand’è che non litighiamo noi due? >> bofonchiò sardonica Juliet alzandosi dal divano. << La faccenda è limpida come l’acqua: non siamo fatti neanche per essere amici, quindi l’idea di rivederci è fuori questione >>.
<< Non potete essere amici perché siete pazzi l’uno dell’altra >> mormorò con un sorriso flebile Jade.
Juls la fulminò con lo sguardo. << Che enorme stronzata! Mai sentito niente di più ridicolo! >>.
<< Non puoi mascherare i tuoi sentimenti >>.
<< Io non mascherò proprio un bel niente! È stato chiaro quando mi ha augurato una vita felice con Chris. Io per la mia strada, lui per la sua con Rachel. Fine-della-storia >>.
<< E tu gli hai creduto? >> la canzonò Jade poggiandole una mano sul braccio.
<< Cosa vorresti dire? >>.
<< Gli uomini amano tergiversare. Ti ha detto che era geloso, ma ti ha spinto verso un altro uomo. È contraddittorio. >>.
<< Louis è contraddittorio. Tutto di lui lo è. Lo sai qual è il suo vero intento? Prendermi per il culo! Ma io non mi lascerò incantare dai suoi strabici comportamenti! >> ringhiò Juls serrando il pugno.
<< Cos’hai intenzione di fare? >>.
<< Sbattergli in faccia tutto ciò che penso di lui >>.
<< Oookay, ma quel momento dovrà attendere. Ora spalanca il tuo miglior finto sorriso, perché gli sposini stanno arrivando >> annunciò Jade sentendo la voce di Nat echeggiare dal corridoio.
<< Bene. Diamo inizio alle danze! >> sbuffò lei voltandosi di spalle per sorridere nel miglior modo possibile agli ultimi clienti della giornata.

 

Juliet batteva nervosamente il piede sul pavimento da più di venticinque minuti buoni. La giornata non poteva che terminare con una coppia più seccante di quella. Aveva fatto provare a Vicky per lo meno undici abiti. Sembrava piacerle l’ultimo, ma il suo adorabile marito lo aveva scartato senza mezzi termini.
<< Lo strascico è troppo lungo. >> disse perentoriamente, spintonando Juls per poter vedere meglio il vestito che indossava la compagna. Erano presenti Allison, Jade e Nat. Con quei due ci voleva la squadra speciale al completo.
<< Mmh…>>. L’unica sillaba che fosse mai uscita dalla bocca della moglie per tutta la durata dell'incontro.
Juls n’aveva abbastanza.
<< Vicky, sei d’accordo con Robert? >> le chiese con il miglior tono paziente del mondo.
<< A me piace… >> mormorò lei.
<< A me no. Potresti inciampare >> disse in tono duro Robert.
La moglie si zittì, annuendo. << Hai ragione >>.
Questo è troppo corto, questo è troppo lungo, il pizzo no, la taffetà no…ma chi era che doveva indossarlo? Lei o lui?!
<< Tagliamolo. >> fu l’ordine del marito.
Juliet serrò la mascella, e si girò verso Allie.
<< Tagliarlo? >> ripetè Allie. Non le era mai capitato di dover tagliare l’abito. Aveva sempre apportato delle modifiche, ma quello strascico era il pezzo forte e non poteva essere cambiato.
<< Andrò a cercare un altro abito >> disse Juls, capendo la riluttanza di Allie.
Robert scosse la testa. << A noi piace questo. Vero Vicky? >>.
<< Sì, è vero >> concordò.
<< Io credo che lo strascico si rovinerebbe se venisse tagliato…>> ribattè cordialmente Allison.
<< Non per forza. Sarebbe solo un pezzo. Fidatevi di ME. >> Robert cominciò a cercare un paio di forbici sulla scrivania di Juliet.  << Eccole >>.
Juliet corse subire prendendogliele dalle mani. << No, non lo farà >> disse in tono glaciale.
Robert alzò un sopracciglio sconcertato. Jade si schiarì la gola, e gli occhi di Juls balzarono sull’amica. Poi guardò Allie. Quest’ultima sospirò, poi con tono conciso disse: << Sono io la designer. Lo farò io >>.
<< Come volete >> Robert indietreggiò, ma tenne gli occhi fissi su Allie, mentre questa si chinava per tagliare un pezzo dello strascico.
<< Può andare >> convenne l'uomo annuendo impercettibilmente.
<< Tutto sommato l’abito non ha perso il suo fascino >> commentò sollevata Allison raccogliendo la stoffa in eccesso.
<< Grazie mille. Questo è l’abito giusto. >> trillò Vicky entusiasta. Nat le passò un fazzolettino. << Tieni >>.
<< Avete visto? Non c’era motivo d’innervosirsi. I miei consigli sono stati utili >> si pavoneggiò Robert compiacendosi.
Juls mostrò i denti. << Già…Utili come un asciugacapelli in un bagno di un uomo senza capelli >> ringhiò sardonica.
<< Come scusi? >> le domandò l’uomo.
Lei sorrise in modo sinistro << Niente. Parlo da sola >>.
<< Oh dovrebbe andare da uno psichiatra…>>.
A quel punto divenne paonazza. Portò un piede in avanti, ma Jade la trattene da dietro per i jeans.
<< Juls…>> la rimproverò dolcemente parlandole nell'orecchio orecchio per non farsi sentire.
L’espressione di Juliet assunse un’aria raggelante. << Sbarazzati di loro. Sono stanca. >> sibilò in un sussurro.
Jade annuì. << Bene, siamo molto felici di aver esaudito le vostre richieste per l'abito da sposa. Vi accompagno alla porta…>> sorrise cordiale.
Rob e Vicky annuirono. << Buona serata >> disse l’uomo con un mezzo sorriso. Vicky fece lo stesso ringraziandole ancora per l’aiuto.
<< Tre…>> cominciò Nat.
<< Due…>> Allison chiuse gli occhi.
<< Uno…>> concluse Jade rientrando nello studio.
<< Glielo do' io lo psichiatra a quel masochista schifoso! Provo pena per quella donna che diventerà sua moglie! Egocentrico di un dittatore!! Arrogante pallone gonfiato provasse di nuovo a mettere piede nel mio studio e gli taglierò quel cazzo moscio che si ritrova con le forbici!! >> ringhiò Juliet alzando i pugni in aria.
<< Esistono le sposine isteriche, piagnucolanti, viscide, ma è la prima volta che ci troviamo di fronte ad uno sposo del genere. Di solito sono sempre così tranquilli…>> commentò Nat prendendo una bottiglia d’acqua dal mini frigo per rinfrescarsi.
<< Dovremmo dargli un nome che lo descriva in pieno. >> propose con un sorriso aspro Jade accoccolandosi sul divanetto.
<< Sposostro! >> fu la risposta concisa di Juliet con un ghigno furente.
<< Oh, parola derivante dall’unione di “sposo” e “mostro”. Mi piace >> concordò Allison adagiandosi anch’essa sul divano.
<< Decisamente. >> rise Nat dando il cinque ad Allison.
<< Un’ora e trentacinque minuti. Non posso crederci. Dio solo sa cosa mi ha trattenuto dal non esplodere. >> borbottò Juls.
<< Siamo troppo nobili per abbassarci al livello di quegli individui >> commentò Jade con un gesto di supremazia.
<< Troppo per i miei gusti >> rispose secca Juls. Era troppo stanca per lasciarsi prendere dai commenti di quell’uomo. C’era un unico pensiero nella sua testa, e cioè il suo adorato letto.
<< Dove vai? >> le chiese Allie.
<< A dormire. Ne ho bisogno, se domani dovremo preparare un evento. Altrimenti scoppierò e rischierò seriamente di spaventare gli invitati ringhiando come un cane. >> Afferrò borsa e cappotto.
Nat rise. << Oh sarei molto curiosa di assistervi, ma credo che non ci convenga se vogliamo essere pagate >>.
<< Me ne vado anch’io. Spero che Niall mi abbia preparato qualcosa da mangiare >> pregò speranzosa Allison.
<< O magari ha mangiato anche la tua di cena >> commentò divertita la rossa dandole un buffetto sul braccio.
<< Se lo ha fatto, niente sesso per una settimana >>.
<< Quanto sei crudele! >> esclamò Nat fingendosi sconvolta.
<< Notte ragazze >> le salutò Juls.
<< Aspetta…e Louis? >> le ricordò Jade ammiccandole.
Juliet sospirò. Non aveva le forze per gridare anche contro di lui. << Oh tranquilla. Arriverà anche il suo momento >>.
Quando se n’andò, Nat sbattè le palpebre più volte. << Ci siamo perse qualcosa? >>.
<< Oh non temete. Niente che già non si sappia. >> rispose Jade con un gesto di nonchalance.

 

I nervi si erano distesi, e poteva annunciare che le occhiaie erano sparite. Meno male, perché la sua faccia torva, non si sarebbe potuta oscurare da un velo di trucco. Non che non sentisse più dolori, ma erano decisamente diminuiti e di questo ringraziò il cielo.
<< Potevo andare benissimo con la mia auto a lavoro… >> borbottò Kyle appoggiando un gomito sul finestrino.
<< Sicuro. Ma non mi sarei privata del piacere di chiacchierare un po’ con il mio adorato e sincero fratellino. >> lo punzecchiò Juliet marcando bene l'aggettivo "sincero".
<< E di cosa vorresti chiacchierare mia dolce sorellina? >>.
<< Oh non lo so…forse del fatto che non mi hai detto che ti sei preso una sbandata per Phoebe? >> lo canzonò tenendo gli occhi sulla strada.
<< Cosa?! >>.
<< Oppure del fatto che non ci sei ancora uscito insieme, ma questo non ti ha impedito di farle un succhiotto durante l’orario di lavoro…? >>. Juls non si preoccupava di celare quella nota di divertimento nella voce. Suo fratello era sbiancato in volto, e dovette trattenersi dal non scoppiare a ridere.
<< C-come diavolo fai a saperlo?! >> chiese sconvolto.
<< Io so sempre tutto di te. Ma speravo che me lo dicessi tu. Mi turba che tu non me lo abbia confidato. >> ammise lei mettendo il broncio.
<< È successo tutto così in fretta, che sono rimasto spiazzato. Scusami Star. >> Kyle le posò una mano sulla spalla. << Non so nemmeno io come comportarmi >>.
Juls sorrise per l’espressione scombussolata di suo fratello. << Ricordi quando ti ho parlato di Phoebe in quel senso? Tu mi dicesti che la vedevi soltanto come un’amica. Cosa ti ha fatto cambiare idea? >>.
<< Te lo giuro. Non ne ho la minima idea. Stavamo conversando come tutte le mattine. Lei era lì: operosa e adorabile, mentre leggeva le sue scartoffie. Poi le tue parole mi sono balenate in testa, e l’ho cominciata a vedere con una luce nuova, più…>>.
<< Impegnativa >> terminò Juliet per lui.
<< Esatto >> Kyle si passò una mano tra i capelli biondi.
<< Ti piace? >>.
<< Dio sì, mi piace. A te piace, a mamma anche. Sarebbe perfetta… >> commentò pensieroso inarcando un sorriso.
<< Oddio che emozione…quindi posso spargere la notizia ai quattro venti?! >> lo implorò la sorella con una faccia da cucciolo.
Kyle scoppiò a ridere. << Intendi dire alle altre? Va bene >>.
<< Evvai! >> Juliet suonò il clacson. << Mio fratello con la sorella della mia migliore amica!! >> gridò a gran voce dal finestrino.
<< Tu sei completamente fuori di testa! Dimmi una cosa: sei in quel “periodo” del mese? >> volle sapere Kyle apostrofando con le dita l’ultima parola.
<< Sì, quindi ho tutto il diritto di essere fuori di testa >> annuì Juls ammiccandogli.
<< Spero tanto che Phoebe non si comporti in questo modo in quei giorni…>> supplicò al cielo il ragazzo.
<< Ehi! Così mi offendi! >> s’incupì Juliet dandogli una pacca sulla gamba.
Kyle rise di nuovo. << Bene! Ora dimmi…come vanno le cose con Chris? Qui non sono l’unico che nasconde qualcosa! >> le puntò il dito contro con fare scherzoso.
Ma la faccia di Juliet era ben lontana dallo scherzo adesso, e Kyle si pentì di averle fatto quella domanda.
<< Ehi…Star cosa c’è? >> le chiese guardandola inquieto.
<< Niente Kyle. Va tutto bene con Chris. Sai che usciamo insieme. >> fu la risposa atona di lei. << E prima di dirmi che la mia faccia smorta non da segni di contentezza, ti rispondo che sto bene. Ho solo qualche dolorino allo stomaco e questo mi rende stizzita >>.
<< Non lo eri fino ad un attimo fa. >> commentò asciutto Kyle.
Juls grugnì. << Okay. Cosa vuoi sapere? Pensare a Chris mi fa pensare automaticamente a Louis, ed io non voglio pensare a lui >>.
<< Quando stai con Chris pensi ad un altro?! Non è normale, Star. >> la redarguì il fratello adoperando un tono dolce.
<< Lo so >>.
<< Anche quando andate a letto insieme, pensi a quell’altro? >> le chiese molto cautamente Kyle.
Lei sgranò gli occhi, ma si concentrò sulla guida. << Cosa? Letto? Io e Chris? Oddio no, non siamo andati a letto insieme! >>.
<< Sono giorni che ci esci e non hai provato neanche una scintilla di passione? >>.
<< No >> rispose secca Juliet.
<< Perché? >>.
Lei strinse le mani al volante, soffocando un tono acido. << Non credo che parlarne con te sia una buona idea >>.
<< Hai ragione. Sono un maschio e sono tuo fratello, ma voglio solo sapere se stai bene…>> il suo tono di voce suonò apprensivo, e Juls imprecò mentalmente per l’essersi ritrovata in quella situazione fastidiosa.
<< Chris è un bravo ragazzo. È gentile, ironico e dolce. Non è uno stronzo >>.
A differenza di qualcun altro, avrebbe voluto dire, ma lo tenne recondito nella sua testa.
<< E allora perché pensi a Louis? >> ripetè di nuovo suo fratello, confuso.
Ma se c’era una confusa lì, quella era lei. La prima in assoluto. Lasciando da parte il malumore, Juls pensò alla tristezza di quel momento. A quando aveva creduto che subito dopo la confessione di Louis, sul fatto di essere geloso, le avrebbe detto cosa provava per lei. Ci aveva creduto ciecamente, che si era sentita una povera idiota alle parole che le aveva invece rivolto. Le parole mormorate sulla sua fronte, pronunciate da quelle labbra che tanto agognava di assaggiare, le avevano bloccato la circolazione sanguigna, raggelandola da capo a piedi. La verità è che il non vederlo l’aveva rattristata in un modo deplorevole. Si sentiva una povera sciocca, desiderosa di un uomo che non sarebbe mai stato suo. Era una stronzata il poter convincere se stessa a volerlo anche come semplice conoscente. Voleva Louis, ma non in termini amichevoli. Un desiderio impossibile ostacolato dal lume della ragione, che le diceva: Non ti amerà mai, lui non è fatto per amare.
Lo scudo di amianto doveva di nuovo fare capolino, altrimenti avrebbe sofferto un’altra volta. La delusione di vedere un uomo che la desiderava soltanto fisicamente, ma che non l’avrebbe mai tenuta con sé per il resto della vita.
Pensò a Chris, alla sua prudenza e gentilezza di starle vicino. Non aveva accennato al sesso nemmeno una volta da quando aveva cominciato ad uscire con lei. Le rivolgeva sempre parole dolci che la facevano sentire tranquilla e ben voluta. Era semplicemente una sciocca a poter credere che al posto di Chris, ci sarebbe dovuto stare lui.
<< Io…>> cominciò a dire Juls, ma sentì la vibrazione del suo cellulare nella borsa. Perchè non riusciva mai a terminare un discorso?
<< Lo prendo io. Stai guidando >> disse Kyle.
<< Allora che dice il messaggio? Chi lo manda? >> chiese Juls accostando per far scendere Kyle.
<< È di Nat. >> strabuzzò gli occhi e assunse un’espressione indecifrabile << Dice: S.M.V.S.A.U.P.M.O.S.U.S >> la guardò sconcertato. << Che diavolo significa? >>.
<< E che ne so. Nat è Nat trecentosessantacinque giorni l’anno >> rispose lei in tono normale.
<< Giusto. Me’ ti saluto. A più tardi Star >>. Kyle le lasciò un bacio sulla tempia e scese dalla sua auto.

 

<< Sei in ritardo! Non hai ricevuto il mio messaggio?! >> Nat trascinava gli attrezzi da una parte e l’altra con fare nervoso.
<< Già non hai ricevuto il suo messaggio? >> si accodò Jade squadrandola come se fosse un alieno.
Juliet le guardò con un sopracciglio sollevato. << Sì…ma mi sfugge il significato di: S.M.V.S.A.U.P.M.O.S.U.S >> ammise schietta.
Jade strabuzzò gli occhi, e guardò di sbieco Nat. << Devo dire che sfugge anche a me >>.
La rossa alzò gli occhi al cielo. << Santa Merda Vieni Subito Abbiamo Un Problema Mamma Oggi Sono Uno Schianto, no? >> spiegò guardandole con ovvietà.
Juls sbattè le palpebre << Ah come ho fatto a non pensarci prima? Perdona la mia ignoranza >>.
<< Che fine hanno fatto gli S.O.S oppure ALLARME ROSSO?! >> chiese Jade scuotendo la testa.
<< Troppo banali >> fu la risposta di Nat.
La riccia si accigliò alzando gli occhi al cielo. << La prossima volta te lo mando io >> promise a Juls, che scoppiò a ridere.
<< Okay, ora che il messaggio in codice è stato tradotto, qual è il grosso problema? >> volle sapere Juliet seriamente.
<< Samantha e Lucas hanno chiesto una variazione all’ultimo minuto >> spiegò Nat con un brontolio.
<< Non vogliono più l’orchestra. Vogliono un cantante. >> spiegò Jade.
<< Merda! >>
<< Al quadrato >> aggiunse Nat all’imprecazione di Juliet.
<< E tu cosa hai detto? >> chiese quest’ultima a Jade.
<< Che avrei fatto tutto il possibile per trovarglielo >> rispose.
<< E? >>.
<< Non l’ho trovato. Non c’è nessun cantante disponibile >>.
<< Merda un’altra volta. >>, s’incupì Juls.
<< Dovrò comunicare loro la notizia >> sospirò la riccia.
<< Aspetta. Mi si è accesa la lampadina. >> esordì Nat con un largo sorriso.
Jade e Juls la guardarono attentamente e la rossa disse: << Louis canta >>.
Juliet la folgorò con uno sguardo colmo di disapprovazione.
Tutt’altro fu lo sguardo di Jade. << Perfetto, non ci resta che chiamarlo >>.
<< No! >> gridò contrariata Juliet prendendole il telefono dalle mani.
Jade la guardò con due occhi argentati e di sfida. << Juliet, è per Samantha e Lucas >>.
Lei mantenne la stessa caparbietà.
Non m’interessa…Si disse.
Non puoi essere così egoista…Si rimproverò.
È per la loro unica felicità…Esitò.
Puoi farcela, lo farai per loro…Sospirò, pensando a quei due ragazzi così innamorati e meritevoli del giorno più bello che potessero vivere.
Alla fine cedette sotto lo sguardo intimidatorio di Jade. << Okay >> le restituì riluttante il telefono.
<< Grazie, Juls. C’è un’altra cosa…>>.
<< Oh oh >>.
<< Non ho il nuovo numero di Louis. Dovrai andare a prenderlo tu e portarlo qui >>.
<< Come scusa? >> Juls contrasse la mascella.
<< Per favore >> Jade sbattè le lunghe ciglia in maniera melliflua.
<< No >>.
<< Sarò in debito con te >>.
<< Pff >>.
<< Sul serio >>.
<< Perché io? >>.
<< Perché sei l’unica che è libera in questo momento >>.
<< Ma tu guarda che fottuta fortuna >>.
<< Ci volete dare un taglio? >> s’intromise Nat.
<< Allora? >> chiese Jade a Juliet.
<< Ti detesto >>.
<< Anch’io ti voglio bene >> le scoccò un bacio sulla guancia.
Juliet si diresse a passo strascicato verso la porta, e quando l’aprì per uscire Nat disse: << Cerca di non saltargli addosso. Lo vogliamo vivo >>.
<< E anche vestito se ti comporterai da brava gattina... >> ammiccò Jade.
<< Crepate stronze, crepate >> Juls sfoderò il dito medio, ignorando le risate sguainate delle due.
A noi due Louis.

 

 
Dopo aver sgraffignato qualche biscotto ai cereali dalla dispensa della signora G, Juliet parcheggiò sotto la casa di Louis.
Scese sbattendo bruscamente lo sportello dell’auto e sbocconcellando nervosamente il biscotto, andò verso il portone. Non c’era tempo di litigare con lui, doveva fare in fretta. C’erano un sacco di cose da organizzare ancora, e mancavano soltanto tre ore e quarantacinque minuti all’arrivo degli sposi.
<< Oh che fortuna è aperto. >> disse sollevata, vi s’introdusse e prese l’ascensore.
Perse il conto di quante volte aveva bussato al campanello. Pensò che forse non era in casa, ma erano appena le otto di mattina, quindi doveva esserci per forza. E sia, avrebbe fatto alla vecchia maniera. Doveva ricordarsi di ringraziare Allie e i milioni di film sullo spionaggio che le aveva rifilato per tutti gli anni del college, stavano per tornarle utili. Prese una forcina dalla borsa, e la infilò nella serratura, adoperandone un altra per fare leva. Che figata, proprio come nei film, cominciò a canticchiare una canzoncina alla James Bond adatta alla situazione.
Non era violazione di proprietà privata, si rassicurò con un sorrisetto. Lo faceva soltanto a fin di bene. E anche perchè scassinare una porta era dannatamente divertente. Prendendo il piccolo cacciavite- e sì nella sua borsa c'era praticamente di tutto- lo fece girare nella serratura e quando questa scattò, la porta si aprì con un cigolio.
<< Louis ci sei? >> chiese ad alta voce. Nessuna risposta. Juliet si diresse per la camera da letto. Si fermò, quando sentì uno strano verso. Qualcuno stava…ansimando?
Il suo passo divenne più leggero man mano che si avvicinava alla stanza con la porta semichiusa.
Le uscirono gli occhi fuori delle orbite, quando lo vide. Li vide. Ecco perché Louis non rispondeva al campanello. Era impegnato in ben altre faccende.
Distolse lo sguardo dal corpo nudo di Louis che si trovava al di sopra di quell’altro nudo di Rachel. Juliet imprecò mentalmente, serrando i pugni. Le venne un moto di rabbia e qualcos’altro che non seppe definire.

Bè affermerei che in questi giorni si è decisamente DATO DA FARE.
Si riscosse, ricordandosi del motivo per cui era lì. Samantha e Lucas contavano su di lei. Doveva riflettere. Doveva agire con tutta la logica che possedeva.
<< FERMI TUTTI! >> Esclamò a gran voce spalancando la porta.

Okay, figura di merda. Darò la colpa anche di questo al ciclo.
Louis sussultò violentemente, mentre Rachel strillò cadendo dal letto per non farsi vedere nuda.
<< Ehm…>> Dovette fare uno sforzo enorme perché gli occhi non le cadessero su quella parte ben esposta del corpo di Louis. << Ehilà buongiorno >> tentò di nuovo Juliet sorridendo innocentemente guardando il soffitto.
<< Cristo Santo Juliet! Mai sei completamente pazza!! >> sbraitò Rachel coprendosi con le coperte.
<< Ma non potevi bussare?! >> chiese un Louis alquanto furente. Juliet notò che era avvampato fino alle orecchie. Trattenne un risolino perverso, che non c'entrava niente con la situazione.
<< L’ho fatto. Tu non hai risposto. >> rispose secca.
<< E perché secondo te? >> la canzonò Louis con un ghigno, mentre afferrava i pantaloni. << Non potevi andartene vedendo che non venivo ad aprirti? >>.
<< No >>.
<< Come scusa? >> Louis era sconcertato per il suo comportamento. Era piombata lì nel bel mezzo di una scopata con Rachel, non mostrando alcun segno di vergogna o timidezza. Dovette ammettere che quella ragazza fosse proprio unica. La fissò per un lungo istante. Erano giorni che non si vedevano, e rivederla gli fece uno strano effetto. Sorrise intimamente: era una vera bellezza, caparbia e intraprendente. Quegli occhi ambra lo stavano scrutando con una misteriosa stizza, e se ne chiese il motivo. Era lui quello che doveva essere irritato per il suo comportamento spudorato. Si dimenticò completamente della presenza di Rachel nella stanza, che non si accorse che si era avvicinato così tanto a Juls.
<< Ho bisogno di te. >> digrignò Juliet guardandolo con due occhi ambrati pieni di tensione.

Santo cielo, Louis copriti! Supplicò nella sua testa. Mmh ripensandoci meglio, va bene così...
Louis si sentì inconsapevolmente amareggiato per quel tono così freddo con cui lei aveva pronunciato quelle quattro parole. Aveva sempre sperato, in una parte dentro di sé, che lei pronunciasse quelle parole, ma il tono doveva essere passionale e dolce, non freddo e nervoso.
<< Puoi ripetere? >> le richiese con un tono mellifluo. Troppo mellifluo per i gusti di Juls. Infatti fece una smorfia. Quello stronzo bellissimo, non le avrebbe fatto perdere un minuto di più.
<< Vestiti. Vieni con me >>.
<< Dove andiamo? >> volle sapere Louis incuriosito.
<< Louis dove hai intenzione di andartene? >> chiese una Rachel indignata.
<< Oggi Louis aiuterà una giovane coppia a festeggiare il più bel giorno della loro vita. Vi sentirete domani. Ciao Rachel, felice di averti rivista. O almeno non nel modo in cui mi sarei aspettata >> Juliet contrasse le labbra per non ridere apertamente.
Louis se n’accorse e infatti si accigliò. << Smettila. Come sarebbe che io aiut… >>.
<< Ti spiego tutto dopo. Ma ti basti sapere che guadagnerai una bella sommetta, e magari con una parte di quei soldi potresti regalare a Rachel una collana di diamanti. >> dichiarò Juliet con finto entusiasmo.
<< Davvero? >>. Rachel invece era palesemente radiosa adesso.
<< Okay. Comprerò alla mia ragazza qualcosa di bello, così la renderò felice. A dopo amore. >> Louis la salutò con un bacio lungo.
Juls non distolse lo sguardo nemmeno nel momento in cui Louis baciava Rachel.
<< Nessuno ti ha mai detto che esiste la privacy? >> la rimbrottò Louis spintonandola verso la porta.
Juliet puntò i piedi al pavimento, alzò il mento e lo guardò dritto negli occhi. Inarcò un bel sorriso sfrontato e disse: << Mmh…Non m’interessa. Sbrigati. >>. Detto questo gli voltò le spalle schiaffeggiandolo con i suoi capelli lunghi e castani, e si congedò.

Note dell’autrice

 
*Sto lontano dallo stress, fumo un po’ e dopo gioco a PES*
Ciaoo bellissime questa canzone mi è entrata nella testa yeaah!! Scusate il ritardo ragazze, ma questa settimana sono stata tutti i pomeriggi a studiare perciò raramente stavo al pc U.U
Veniamo a noi…
Ahahahahahah vi siete divertite a leggere il capitolo? :D Non so a voi ma Juliet con il ciclo la trovo una miscela esplosiva X'D Chi di noi non è così in quei giorni? Ahahahaah dovete sapere che la sottoscritta mentre scriveva era in compagnia proprio delle “amichette” perciò direi che l’ho reso proprio realista, non c’è che dire LOL
Alors che ne pensate? Fatemi sentire :3
Come sempre -e lo farò ogni volta in quanto non smetterò mai di ripeterlo- ringrazio chi ha recensito il capitolo precedente facendomi sorridere, ridere e commuovere :’)
Ringrazio di cuore le nuove meravigliose ragazze che si aggiungono, facendomi sentire nuove opinioni e ringrazio chi c’è sempre con le sue parole <3 <3
Mando un bacio a chi mi considera una delle sue autrici preferite. A chi segue in silenzio questa storia dico che è davvero un tesoro, e che se vuole qualche volta può farmi sentire cosa ne pensa con una recensione ^_^
In poche parole: vi amo tutte <3
Qualcuno desidera un anticipo del prossimo capitolo?
Bè…allora se comincio a parlare poi vi dico troppo perciò lascio a voi indovinare…Cosa succederà ora che Juliet e Louis si sono rivisti? E tra Rachel e Chris?
Ora mi dileguo ^_^
A presto splendori miei <3
Ella

 

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Capitolo 12
*** Capitolo12 ***


pronto il capitolo 12

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Capitolo 12

 

<< Quindi dovrei cantare? >> le chiese Louis, alla fine.
<< Esatto >>.
<< Mmh...Okay, ma ho bisogno di vestiti più consoni ad un evento del genere >> si guardò la maglietta e i jeans che aveva preso in fretta e furia.
Juliet sbuffò. Attivò l’auricolare e quando Allison rispose, le disse: << Allie ho bisogno di una camicia e di un pantalone elegante. Maschili. Per il cantante >>.
<< Nessun problema. Passo e chiudo. >> rispose la ragazza.
<< Fatto >>.
<< Perché mi sembri incazzata? >> Non era una domanda. Juls gli aveva spiegato per filo e per segno cosa Louis dovesse fare, ma il suo tono era rimasto indifferente e freddo durante la conversazione, come se parlasse ad uno sconosciuto.
<< Forse perché lo sono. >> fu la risposta di Juliet, mentre superava un’auto sulla sua scia.
<< Perché lo sei? >> Louis s’interruppe prendendo il suo cellulare << Scusa un attimo mi è arrivato un messaggio >>.

Ecco una delle ragioni per cui sono incazzata!, pensò indignata guardando con occhi di fuoco Louis che si accingeva a rispondere al messaggio ricevuto con il suo cellulare, quel cellulare che la sottoscritta gli aveva regalato.
<< Okay. Perché sei incazzata? >> le richiese con naturalezza.
Lei strinse le mani sul volante, mordendosi il labbro. << Bel telefono >> disse celando nel tono una nota pungente.
<< Grazie. Bello vero? >> Louis ignorò quello strano tono, mostrandole il cellulare con un sorriso compiaciuto.

Okay. O è veramente stronzo o fa finta.
<< Oh sì…>>.
<< Me l’ha regalato una persona stupenda… >> commentò Louis inarcando un sorriso tenero.
Lei rimase a bocca aperta e lo guardò di sottecchi. << Davvero...? >> la sua voce suonò più dolce adesso.
<< Già…Rachel è davvero premurosa >>.
Che cosa?! Juliet frenò in un modo così avventato che per un pelo l’auto che si trovava dietro non le venne addosso. Ignorò le imprecazioni del conducente, e quelle sconcertate di Louis.
Si voltò per guardarlo stavolta furibonda, nel vero senso della parola. I suoi occhi si erano irrigiditi così tanto che le dolevano. << RACHEL?! >> Non si preoccupò nemmeno di trattenere un ringhio.
<< Diavolo Juliet ma che hai oggi, sì Rachel e allora?! >> Louis era stufo di quel suo comportamento incosciente. Stavano per lasciarci la pelle, e Juliet lo stava folgorando con due occhi adirati e non ne conosceva il motivo.
Lei pensò al bigliettino che gli aveva lasciato con il pacco. Non si era presa la premura di attaccarlo, e forse era caduto. Dannazione! Ma perché Rachel aveva fatto credere che il regalo fosse da parte sua? Ignobile biondina. Juliet imprecò tra i denti,
con una tale foga che diventò incandescente in volto. Respirò dopo essersi sfogata, ignorando il volto sconvolto e confuso di Louis. Scosse lentamente la testa. Non aveva più importanza che lui sapesse o no che era stata lei a regalarglielo. Dopotutto non n’avrebbe ricavato alcun beneficio. Al contrario di Rachel, pensò con un ghigno di disprezzo.
<< Niente…è stato un gesto carino da parte sua…>> mormorò con voce languida, riprendendo la guida.
<< Sì è vero. >> buttò lì Louis ancora ignaro di quel comportamento strambo. Adesso Juliet sembrava di nuovo fredda e distaccata. Non sopportava che ci fosse quella freddezza tra di loro, non poteva accettarlo. << Come ti vanno le cose? >> tentò di chiederle.
<< Come sempre. A te? >>. Il tono di lei rimaneva indifferente.
<< Idem. Ho saputo che ti vedi con Chris >> Lui ricambiò il tono neutrale.
Juliet parcheggiò sul vialetto della tenuta. Prima di scendere si voltò per guardarlo negli occhi. << Chris è un bravo ragazzo. Sto molto bene con lui. >> mentì sull’ultima parte. Stava bene con quel ragazzo, ma non completamente, come in amore dovrebbe succedere.
Louis tentò di sorridere, ma ne venne fuori un’espressione indecifrabile. << Bene >>.
<< Va da Allison a prendere i vestiti >> concluse lei uscendo dall’auto senza dire nient'altro.
 

 

<< Sei bellissima Sam. Lucas rimarrà a bocca asciutta non appena ti vedrà. >> Juliet abbracciò affettuosamente la sposa in lacrime di gioia. Aveva completamente accantonato la presenza di Louis, e si era dedicata a preparare Samantha nella Suite della Sposa.
<< Concordo pienamente. Juliet ti ringrazio di averle trovato quell’abito >> la ringraziò la madre della sposa porgendole un bicchiere di champagne.
<< È stato un’immenso piacere >> rispose con sincerità lei, sorridente, mentre guardava una Sam ansiosa nel suo abito bianco a trapezio con una gonna di taffetà e organza.
<< Tre minuti e si va in scena! >> proruppe Jade allungando la mano per prendere quella della sposa.
<< Ultimi scatti, e poi passiamo al corteo nuziale. Su tesoro tuo marito non vuole uno spaventapasseri come moglie! Fammi vedere un bel sorriso >> le ordinò Nat scattando a velocità impressionante.
Sam rise, Nat non perse tempo e catturò anche quell’espressione serena e radiosa e si complimentò con se stessa per la sua bravura di fotografa.
Juliet accompagnò Sandy, la madre di Sam, al suo posto. Diede il segnale e la Marcia Nuziale cominciò a diffondersi nella reggia.
Raggiunse il fianco di Jade. << Siamo pronti >>.
La riccia annuì. << Lucas non sta più nella pelle >>.
Juls lo guardò e si mise a ridere vedendo il sudore che gli imperlava la fronte.
Fischiò nella sua direzione e gli fece segno di respirare.
Lucas alzò i pollici in segno positivo. << Okay >> mimò con le labbra.
Dopo tutti i preamboli e così via, Lucas e Samantha si sposarono.

 

<< Brutte notizie. Gli sposi hanno chiesto un’altra mezz’ora. >> esordì Allison in tono fiacco avvicinandosi al buffet dove Juliet si stava versando da bere. Le piccole candele disposte sui tavoli spiccavano nel cielo bruno, e gli invitati si davano alla pazza gioia scatenandosi al centro della pista, mentre i bambini giocavano in giardino. Una cerimonia davvero lunga.
Juls smorzò uno sbadiglio. << Avranno ballato come minimo tre ore di fila! >>.
<< Puoi dirlo forte. Oddio quello non è Dan? >> Allison acuì la vista, e Juls la imitò.
<< Chi? Il gay? >> chiese divertita quest'ultima, quando lo individuò tra un gruppo di persone che stavano brindando probabilmente agli sposi.
<< Sì è proprio lui! È un invitato anche a questo matrimonio >>.
<< Avrà molte conoscenze >> convenne Juls con un sorriso.
<< Oh guarda il tizio strepitoso che sta cantando sul palco! >> la incoraggiò Allie con una gomitata scherzosa.
Lei alzò un sopracciglio e la guardò torva. << No. Mi basta sentire la sua voce per irritarmi >>. Bugiarda.
<< Bè non si può dire che non sappia cantare >> osservò Allie tenendo il ritmo con il battito delle mani. << E poi grazie a me, è anche uno strafigo con quegli stretti pantaloni neri addosso >> aggiunse pavoneggiandosi.
Juls non seppe resistere, e lanciò un’occhiata fugace verso il palco.
Non più tanto fugace, quando osservò meglio la figura virile di Louis che si muoveva in modo suadente con il microfono in mano e quegli stretti pantaloni che gli comprimevano il…Scosse la testa dandosi un contegno. << Ci hai aggiunto anche le bretelle >> commentò con finta noncuranza.
Allie la fissò con un’aria maliziosa. << L’ho fatto per te. Lo so che le adori >>.
<< Non è vero! Sembra un bambino che non ne può fare a meno…>> borbottò.
<< Hai ancora i dolori? >> le chiese la mora prendendo un bicchiere d’acqua.
<< Già. Ma sento che questa volta i miei ormoni sono andati in tilt. Non riesco a non essere incazzata e nervosa anche per una minima cosa. Prima stavo per divorarmi un cameriere perché ha dimenticato di portare i bicchieri, ci credi?! >> si passò una mano tra i capelli.
<< Forse è il periodo di stress che stai passando…>> convenne Allie porgendole un bicchiere d’acqua freddo.
<< Il mio stress ha un nome e un cognome: Louis Tomlinson >> sbottò mandando giù l’acqua tutto d’un sorso.
<< Ah com’è divertente vederti innamorata…>> mormorò con un largo sorriso la mora.
<< Che?! Hart sei fuori di testa! Io non sono innamorata di quello stronzo! >> dissentì Juliet afferrando un bignè alla crema con le mani.
<< Ah no eh? Stai così tra le nuvole che ti sei dimenticata di prendere un piatto. I bignè hanno il buco sotto, così rischi di sporcarti >> la canzonò rimediando alla sua sbadataggine.
<< Dettagli. Dettagli >> sibilò Juliet prendendo il piatto che le porse l'amica, e addentando quell’ottima prelibatezza.
<< Ti sfido Anderson. >> la stuzzicò mettendo le mani sui fianchi.
Juls interruppe il suo trangugiare, per guardare Allie con un sopracciglio interrogativo.
<< Oh ho catturato la tua attenzione. >> notò compiaciuta. << Bene. Flirta con Dan davanti a Louis >>.
<< Che cosa! Spiegami perché diavolo dovrei farlo?! >>.
<< Perché così vedrei se per te non fa alcuna differenza che lui ti guardi o meno, mentre tu mia cara ci provi con un altro >> le spiegò in tono ovvio.
<< Ti faccio notare un piccolo dettaglio. Dan è gay! >> la rimbrottò Juliet dandole uno scappellotto sul braccio.
<< Ahi! Appunto per questo! Dan starà al gioco! >> ribattè Allie.
<< Ho il ciclo! Sono tutta dolorante e facilmente irascibile, e dovrei anche provarci con un uomo alla quale non interessano le donne, davanti ad uomo che invece non mi calcola nemmeno di striscia e che ha una donna ogni notte nel suo letto?! >> contestò sottovoce con un sibilo irato.
Allie invece, sorrise genuinamente. << Brava. Hai capito tutto. >> concordò schietta.
<< NO! >>.
<< Oh oh >> La mora d'improvviso s’incupì guardando verso il palco.
<< Che c’è adesso? >>.
<< Louis ha finito di cantare >>.
<< Che cosa magnifica. Perché quella faccia allora? >> volle sapere Juls, spazientita.
<< Direi che ha già una fans tra il pubblico. >> mormorò piatta. Prima che potesse chiederle di cosa stesse parlando, Allie l’afferrò per il capo e la fece voltare.
<< Non l’ho mai digerita la damigella d’onore di Samantha. >> ghignò Juliet osservando il modo in cui la ragazza teneva il suo vestitino già corto, ancora più tirato con le mani. Sorrideva in modo svenevole ad un Louis lusingato. Quel delizioso pasticcino che poco fa aveva mangiato le stava ritornando su.
<< Dove stai andando? >> le chiese Allie, confusa.
<< A mettere un freno a questa scenetta stomachevole. >> rispose Juliet allontanandosi a passo di marcia.
<< Oh vedo con piacere che anziché mostrare indifferenza, mostri quel lato verde…>> la stuzzicò ridendo.
Juls si fermò, voltandosi per fulminarla con gli occhi. << Io NON sono gelosa! Lo faccio per Rachel ecco! >> tentò di giustificarsi.
<< La tua giustificazione fa acqua da tutte le parti. Va all’attacco Catwoman, che io starò qui buona buonina a godermi lo spettacolo >> le sorrise sorniona, sbattendo le ciglia con innocenza.
Juliet scosse la testa, poi i suoi occhi scintillarono di deliziosa malizia. Puntò dritto verso Dan, lisciandosi con le mani la gonna color blu notte che indossava.
<< Dan che piacere rivederti! >> Lo andò ad abbracciare amichevolmente.
<< Oh Juls! Anche per me. Festa grandiosa come sempre >> si congratulò il ragazzo porgendole un bicchiere di champagne.
Lei l’accettò volentieri. << Ti ringrazio. Piaciuta la musica? >>.
<< Oh certamente, e non solo quella…>> mormorò guardando oltre le spalle di lei.
Lei tradì un’espressione confusa. << In che senso? >>.
Dan sembrò esitare. Poi sghignazzò. << Il cantante è davvero carino >>.
Lei sgranò gli occhi palesemente divertita e conscia di quello che il ragazzo le avesse appena confidato. Si mise al suo fianco e insieme guardarono Louis e quella donna che ridevano e scherzavano come se si conoscessero da una vita. Ma guardatelo come le  sorride...! pensò lei, mordendosi il labbro inferiore con stizza.
Poi sgranando gli occhi ebbe un lampo di genio. Esilarante e maligno insieme.

Lo faccio esclusivamente per Rachel, si ripeté per giustificarsi.
<< Sai Dan…>> iniziò con spensieratezza Juliet facendo dondolare il bicchiere davanti agli occhi.
<< Sì? >> notò che il ragazzo non staccava gli occhi di dosso da Louis.
<< Mi fa molto piacere dirti che non devi preoccuparti…>>.
<< In che senso? >> Dan si volse per guardarla interrogativamente.
<< A Louis non interessa quella donna…veramente a Louis non interessano proprio le donne >> concluse lasciva.
Il ragazzo sollevò gli angoli della bocca. << Davvero? Vuoi dire…? >>.
<< Oh sì. È totalmente, irrimediabilmente attratto dagli uomini. >>. Juls trattenne il respiro per non tradire alcun segno di completo divertimento. Moriva dalla voglia di scoppiare a ridere e di congratularsi con se stessa per quell’idea geniale.
<< Sto sognando >>. Il ragazzo era al settimo cielo.
<< No, tesoro. Non è un sogno. Va lì e colpisci, come ti ho insegnato. >> lo spronò con una pacca amichevole sul fondoschiena.
<< Vado. Grazie mille! >> Dan le strizzò l’occhio e cominciò ad incamminarsi.
Juliet dovette andarsene, sebbene la voglia di gustarsi la faccia che avrebbe fatto Louis fosse indicibile.
<< Che hai combinato?! >> chiese Allison prendendola per un braccio. La sua espressione era un misto tra la preoccupazione e il divertimento.
<< Oh lo saprai presto. >> ammiccò. << Ora scusami. Ho bisogno di una pillola per calmare il dolore. Vado in studio a prenderla >>.
 

 

<< Louis dai fammi l’autografo! >> lo supplicò Mary.
Lui l’accontentò e prese un pennarello per scriverglielo su un foglietto.
<< Magari potresti aggiungerci il tuo numero… >> aggiunse la ragazza con una voce affettata.
Louis sorrise suo malgrado. Non le dispiacevano le attenzioni di quella ragazzina. Era maggiorenne, sì, ma restava lo stesso una ragazzina per lui.
Non poteva paragonarsi minimamente a Juliet.
Juliet.
No, perché aveva pensato a lei?
L’aveva guardata per tutta la cerimonia, e lei zero. Neanche un cenno del capo o semplicemente una frecciatina. Era stufo della sua freddezza. Voleva almeno una spiegazione di quell’improvviso cambiamento nei suoi confronti. Da quando l’aveva spinta nelle mani di quell’altro, non si erano più visti.
Imprecò, nell’immaginare le mani di quell’armadio imponente su di lei. Le mani di quello e non le sue, che potevano venerare quelle curve sinuose e morbide. Provò un odio per Chris, e non sapeva perché, in fondo non aveva il diritto di essere geloso. Ma era così e basta, e più pensava a lei nel letto di lui, più s’incazzava. Era andato a letto con Rachel tutti i santi giorni proprio per eliminare quella stizza. E Juliet era piombata lì, mentre cercava di togliersela dalla mente. Destino crudele, ma anche destino paradisiaco. Rivederla gli aveva rammentato che sensazione suscitasse in lui. Una passione sovrumana, quasi animalesca, per quanto avesse un logorante bisogno di saziarsi di lei. Ma doveva tenere a freno i suoi sensi, perché lei ormai pensava ad un altro.
<< Scusami >>. Qualcuno gli toccò la spalla.
Louis si voltò e vide un ragazzo alto quanto lui che gli stava sorridendo.
<< Ciao >> buttò lì, comprimendo la voglia di seguire la figura di Juliet in gonna corta e camicetta che si stava dirigendo verso l'entrata della villa. Si chiese dove stesse andando, e gli venne la curiosità di andarlo a scoprire personalmente.
<< Sei molto bravo a cantare. Lo fai per lavoro? >> chiese il tizio con curiosità.
<< Qualche volta >> rispose distrattamente Louis, girandosi a guardarlo soltanto quando Juliet diventò invisibile ai suoi occhi.
<< Scusami Mary, ci lasceresti soli? >>.
<< Perché mai? >> si oppose lei.
<< Infatti. Cosa succede? >> volle sapere Louis.
<< Niente. Ci occorre solo un po’ più di privacy. Bye bye Mary >> fece con la manina Dan.
Mary sbuffò. << Okay. Spero di rivederti dopo Louis >> gli ammiccò.
A Louis non sfuggì quel ci e quel bye bye detto con una ambigua punta di femminilità, e divenne inquieto a ritrovarsi da solo con quello strano ragazzo.
<< Finalmente! Piacere mi chiamo Dan >> si presentò prendendogli la mano.
Lui la strinse. << Piacere mio >>.
Il modo in cui le dita del ragazzo accarezzarono le nocche della sua mano fu inquietante. << Ehm…posso riaverla? >>.
<< Oh sì certo >> ridacchiò Dan, imbarazzato.
<< Senti, è stato un piacere conoscerti, ma devo proprio andare a…>>.
<< No, aspetta. Volevo dirti che con me non devi essere timido >> bisbigliò a Louis prendendolo per un braccio.
Lui alzò un sopracciglio. << Che vuoi dire? >> domandò circospetto.
<< Voglio dire che so tutto. Anch’io ho notato una certa alchimia tra noi, perciò supponevo che potessimo conoscerci meglio…>>.

Alchimia? Tra noi? Conoscerci meglio? Che diavolo va a blaterare?!
Louis spalancò gli occhi per quella scioccante rivelazione.
<< Aspetta un secondo. Pensi che io….che io sia…gay?! >> sussurrò sconcertato riprendendosi lentamente il braccio.
<< Non lo penso. Tu lo sei >> rispose conciso Dan.
<< Amico ma sei pazzo?! No che non lo sono! >> ribattè Louis sconcertato.
<< Ma lei aveva detto…>> il ragazzo parve allibito.

Lei? Chi diavolo…
<< Lei? Chi è? >> gli ordinò di dirgli in tono glaciale.
<< Juliet. Juliet Anderson.
>> rispose Dan.
Louis si sentì invadere da un moto di rabbia. Si congedò senza dire una parola.
<< Allison, dov’è andata Juliet? >> ringhiò furioso dirigendosi a grandi falcate verso la ragazza.
Allie lo guardò con un cipiglio. << Che hai? >>.
<< Dov’è andata?! >> ringhiò ignorando la domanda, con la mascella serrata.
<< Nel suo studio, Louis ch…>>. Ma Louis non la stava più ascoltando.

 

<< Ehi bellezza >> Nat entrò nell'ufficio di Juliet con la macchina fotografica tra le mani.
<< Ehi, non dovresti essere dovunque, ma non qui?>> la schernì Juliet.
<< Sì ero solo passata a prendere un altro rullino. Devo averli lasciati qui. >> le spiegò.
<< Oh capisco >> Juls scrutò la borsa dell’amica dalla quale uscì un oggetto fuori dal normale. << Nat...che ci fai con delle manette? >>.
<< Oh queste? >> La rossa sghignazzò. << Devo averle lasciate in borsa, dopo che io e Zayn, bè...“hai capito”, nel mio ufficio >>.
<< Tu hai fatto, “hai capito” con Zayn, nel tuo studio con quelle? >> domandò Juliet adocchiando l'oggetto con circospezione, ma con una pagliuzza di curiosità negli occhi.
<< Sì, dovresti provarle. Sono davvero divertenti… >> ammiccò la rossa.
<< Ti prego sparami >>.
Nat rise. << Non fingerti una suora, Catwoman. So che t’intrigano. Ti conosco troppo bene da sapere che tu faresti di peggio. >> la rimproverò con un ampio sorriso. << Ora devo andare. Le lascio qui e dopo vengo a riprenderle >>. Le poggiò sulla scrivania, la salutò con la mano e lasciò la stanza.
<< Va bene. >> Juliet scosse la testa ridendo. Immaginò cosa quei due avessero potuto combinare con quelle manette, e cosa avrebbe potuto provare se Louis le avesse usate con lei...ma dovette fermare i suoi pensieri trasgressivi, perché le fitte richiedevano la sua attenzione.
<< Mmh…così va un pochino meglio. >> mormorò ammorbidendo i lineamenti del viso e inghiottendo la pillola. Juliet posò il bicchiere sul tavolo. Andò ad aprire la finestra, lasciando entrare una piacevole e rinvigorante frescura.
Inspirò profondamente. Gli estenuanti dolori alla pancia si erano finalmente infittiti e voleva riposarsi un paio di minuti. Non fece nemmeno in tempo a finire di respirare, che la porta alle sue spalle sbattè, facendola sobbalzare.
<< Ma che problemi hai?! >> sbraitò Louis cominciando a dimezzare lo spazio che intercorreva tra loro.
<< Ti sembra questo il modo di entrare? Mi hai fatto prendere un colpo! >> lo accusò Juliet mettendosi una mano sul petto per calmare il battito accelerato del cuore.
<< Chiudi quella dannata bocca! Ora mi spieghi che ti è salvato in mente! >> Louis colpì con una mano sulla scrivania.
Juliet non si aspettava un comportamento così imbestialito. Certo, forse poteva aver offeso la sua mascolinità, ma non era un dramma irreparabile.
<< Oh ti riferisci a…? >> chiese alzando un angolo della bocca a mo' di sorriso.
La sua faccia arrogante non fece altro che mandare Louis su tutte le furie.
<< Perché fai così? Prima m’ignori e adesso mi fai passare per un gay? >> La rabbia di lui lasciò posto a qualcos’altro. << Ooh…adesso ho capito. >> mormorò avvicinandosi a lei con smisurata lentezza.
Juliet alzò un sopracciglio. << Cosa? >>.
<< Mi hai visto con quella ragazza, Mary, e hai pensato di farmi passare per un gay mandando quel Dan a provarci con me. Tutto quest’ingegnoso piano perché sei completamente gelosa >> ghignò malizioso alzando un sopracciglio scuro.
Juliet si morse con foga le labbra, irritata per quella sua sfacciataggine. << Sei un pallone gonfiato se credi che io possa essere gelosa! >> ringhiò. << L’ho fatto per Rachel. Perché trovo spregevole il tuo comportamento ti amoreggiare con una ragazzina, quando la tua donna ti aspetta nel tuo letto! >> urlò puntandogli il dito contro.
<< Io non ci stavo provando con quella ragazzina! Ecco ci risiamo: mi reputi sempre e soltanto un irrimediabile stronzo! >> ringhiò a sua volta Louis alzando le braccia al cielo, offeso.
<< Vorresti farmi credere il contrario? Prima mi dici di essere geloso che io stia con Chris e poi mi spingi tra le sue braccia augurandomi una vita felice! Sì che sei stronzo! Lo sei! >>. disse sbattendogli il faccia il suo rancore. Anche se il continuo ringhiare le stava facendo raschiare la gola, gli avrebbe lo stesso tenuto testa.
<< Io sarò anche uno stronzo, ma tu non ti sei fatta alcuno scrupolo, quando sei entrata in casa mia scassinando la serratura e presentandoti con la tua faccia tosta! Hai deciso tu di non rivedermi. Tu hai deciso che vuoi stare con quello! >> l’ammonì serrando la mascella.
<< Ma non farmi ridere! Sono stufa di essere presa per il culo da spregevoli don giovanni come te. Chris non è così, e ti sono grata di avermi spinto a dargli una possibilità >>.
<< Io non ti ho mai preso per il culo! Pensi che ti abbia spinta verso di lui come se non significassi nulla per me? >> l’accusò nuovamente Louis penetrandola con uno sguardo duro.
<< Sì, visto che in questi giorni hai avuto ben altro a cui pensare. E adesso torna a casa dalla tua Rachel o da qualsiasi altra ragazza che t'interessa scopare >>.
<< Juliet...continua a parlarmi in questo modo e non oserò trattenermi dal chiuderti la bocca personalmente... >> esordì Louis parlando con una calma sconcertante, assottigliando gli occhi.
<< Va' al diavolo! >> subito dopo averlo detto Juliet serrò la bocca, mordendosi la lingua. Okay, questa da dove diamine le era uscita? Non voleva di certo litigarci per davvero, soltanto il pensiero la fece stare male.Stava per reprimere quelle parole, ma la mascella di Louis si serrò bruscamente, facendola d'improvviso irrigidire.

Di scatto l’afferrò e la gettò sul pavimento. Juliet si divincolò come un’ossessa.
<< Lasciami! >> lo spintonò. Louis non si arrese, intravedendo con la coda dell’occhio un paio di manette sulla scrivania di Juliet. Rimandando a dopo la domanda su cosa ci facesse con uno strumento del genere le prese, aprendole e le inchiodò un polso dentro e con l’altra il suo.
<< Ora non puoi più mandarmi via. >> ringhiò con un sorriso furbetto. Le immobilizzò entrambe le braccia mettendogliele sopra la testa.
<< Liberami immediatamente! >> si dimenò lei, col cuore che prese di colpo a battere rumorosamente. Ma non per la rabbia. Ritrovarsi sotto di lui, ammanettata a lui, le provocò un mix di trepidazione e aspettativa.
<< Ah no ti avevo avvertita. Ora sei nelle mie mani... >>.
Le riservò uno sguardo bruciante, poi si avventò contro le sue labbra. Di colpo tutto nella testa di Juliet divenne confuso, per la sorpresa. Stava ricevendo un bacio da Louis!
Con un mano le fece pressione con due dita sugli angoli della bocca per fargliela schiudere.
Un movimento circolatorio ed erotico sugli angoli sensibili delle sue labbra, rendendole vulnerabili e frementi. Con la lingua morbida e infuocata le leccò ogni centimetro delle labbra per renderle docili.

Oddio…Fu l’ultimo pensiero di Juliet, quando le sue labbra si dischiusero per accogliere quelle di lui. Quelle labbra che tanto aveva agognato di assaporare ora stavano divorando le sue. Le labbra di Louis erano sottili, lisce, morbide e voraci. Continuò a tenerla ferma con le mani, mentre la devastava con la sua bocca. Brutale, come se la stesse punendo con un bacio.
Mentre Louis si congratulava con se stesso per l’originale strategia con la quale l’aveva messa a tacere, riconobbe che si stava solo prendendo in giro.
Aveva desiderato baciarla dal primo momento che l’aveva vista, e adesso si sarebbe gustato il momento con tutto se stesso. Si sarebbe saziato del suo sapore e del suo profumo, come se fosse una droga.
Gettò nella sua bocca la sua lingua affamata ed esigente, e quando quella di lei cercò di scacciarla, Louis trattenne una risata per la costante caparbietà di Juliet.
Allora la stuzzicò passandole la lingua sui denti e sotto il palato per solleticarla. Con un dito della mano le accarezzò lentamente il collo, e quando lei emise un gemito di sconfitta, il cuore di Louis esultò.
Come un felino, le fusa di Juliet vibrarono nella sua bocca, e lui se ne sentì profondamente compiaciuto.
La lingua di lei s’incatenò a quella di lui, cominciando ad annientarsi come wrestler. Si sentiva una tigre e Louis la stava stuzzicando in un modo oltre ogni sua immaginazione. Soltanto con un bacio! E che bacio…
Era sopra di lei, attento comunque a non schiacciarla con il suo corpo più pesante, ma poggiandolo in modo che lei potesse sentire tutta l’eccitazione che Louis stava prorompendo come se l’avesse trattenuta per troppo tempo.
Juliet gemette sentendo quel corpo duro fare pressione su di lei.
Quel gemito lui lo catturò con la sua lingua, gustandoselo, emettendo un suono roco di gratificazione.
Le venne una voglia matta di mordere quella curva sul collo che gli si formava quando cantava. I suoi occhi l’avevano guardata avidamente per tutto il tempo, senza farsi scoprire da nessuno e i mille brividi che la voce di lui le aveva provocato erano rimasti taciuti.
Ora poteva soddisfare il suo desiderio, ma sembrava che Louis non volesse staccarsi dalla sua bocca. Come se da lì traesse tutto il nutrimento necessario per respirare.
Mosse impercettibilmente una mano, che lui però catturò con la sua.
Emise un mugolio di rassegnazione.
Louis sorrise sulla sua bocca, ritraendo la lingua ma rimanendo ad un soffio dalla sue labbra.
Juliet piegò la testa da un lato, mentre lui la fissava incuriosito.
Le labbra gonfie e rosse, 
le poggiò sul nervo ben visibile sul collo di Louis.
Mostrò lievemente i denti, per poi morderlo deliziosamente.
Fece passare la lingua sulla sua pelle drogandosi del suo sapore.
Continuò a stuzzicarlo, graffiandolo e leccando la ferita con malizia.
Louis fremette piegando il collo, e il naso di Juliet gli accarezzò la mandibola. Non perse tempo e morse anche quella con più determinazione e lussuria.
Come se l’era immaginata...saporita e stuzzicante, con quell’accenno di peluria maschile che le punzecchiava la lingua.
Anzi, molto meglio di come se l’era immaginata.
Gli leccò il mento ispido fino al pomo d’Adamo come una tigre che assapora la sua preda.
Louis era completamente in balia di quella lingua che lo sconquassava così lasciva e bollente. << Oh...Juliet... >> mormorò  ansimando in modo roco e riappropriandosi della sua bocca.
Juliet s’infiammò ulteriormente quando Louis cambiò il ritmo del bacio, trasformandolo in una dolce tortura con la lingua, affondando e ritirandosi, finchè lei ansimò per avere di più.
I suoi sensi erano ormai indomabili.
Molto lentamente spostò una mano, impedendole di capire che non la stava più trattenendo da una parte, continuando a muoversi a ritmo lento e stuzzicante contro di lei, non dandole nemmeno il tempo di respirare. Le prese una gamba accarezzandola dall’inizio alla fine. Liscia e calda, nonostante fosse coperta da quell’odioso pezzo di lino e il fresco pungente della serata, Juliet era diventata fuoco nelle sue mani.
Risalendo, le passò la mano sul ventre in una dolce carezza, come a voler far sparire ogni suo dolore fisico.
Poi chiuse in una mano un seno di lei.
Un altro gemito erotico da parte di Juliet che lo mandò in estasi.
Una gioia gratificante gli invase i muscoli che si contrassero, e lei lo percepì rendendosi conto che le aveva lasciato campo libero con la mano.

Continua a toccarmi, ti prego. Gridò fin nelle viscere il suo istinto vizioso.
Il bacio non le aveva soltanto tolto il respiro, ma aveva anche cancellato fino all'ultimo briciolo del suo buonsenso. Juliet afferrò una bretella di Louis e lo tirò a sé con più esistenza, facendo in modo che lui finisse completamente disteso sul suo corpo, ma lei non diede segni di sofferenza al suo peso forte e rigido che sormontava il suo più sottile, anzi ne fu deliziata desiderando che il tempo si fermasse in quel meraviglioso momento e che i tortuosi baci che Louis le riservava non avessero più fine.
Voleva punirla, voleva darle una lezione. Che enorme menzogna. Era stato soltanto un pretesto per saltarle finalmente addosso. Lo aveva fatto eccitare ancora di più il fatto che Juliet fosse stata irascibile e istintiva. Il suo membro, duro come la roccia, si oppose contro la limitatezza dei pantaloni.
Fremette letteralmente da capo a piedi, quando lei gli infilò una mano tra i capelli per tirarlo di più a sé. Era così concentrato su come farla impazzire con la lingua che percorreva ogni angolo della sua bocca, che non si accorse della complicità con la quale lei l’accompagnava.
Non stava giocando con la lingua con lentezza e timidezza, ma con padronanza e ferocia, paragonabili a quelle di lui.
Da fuori rimbombarono dei fuochi, ma i suoni divennero ovattati anche con la finestra aperta. Un boato e loro non batterono ciglio ne diedero segni di averlo udito.
Per quanto Louis desiderasse continuare a baciarla, ancora e ancora, si staccò per riprendere aria nei polmoni.
Juliet non emise un suono. Respirava con rantoli affrettati.
<< Respira, tigrotta. Adesso puoi respirare >> disse roco, mentre lei potè scorgere una luce compiaciuta e tremendamente sexy negli occhi azzurri di Louis.
Juliet ansimava esigendo più aria possibile nei polmoni. I suoi seni si abbassavano in fretta e furia, trattenuti dalla camicetta. Si portò una mano alle labbra tastando un piacevole tepore e un evidente gonfiore. La lotta lussuriosa con Louis, aveva mandato il suo cervello in offline, mentre il sangue le pompava furioso nel corpo.
Le girava piacevolmente la testa, si leccò le labbra per accertarsi che quello che era successo non fosse frutto della sua fantasia. Il sapore ancora vivo di Louis sulle sue labbra, le provocò un sorriso beota. Ne voleva ancora, voleva di più, si rese conto schiudendo la bocca.
Guardò distrattamente fuori dalla finestra. Quel boato non era dovuto ai fuochi d’artificio, era l’avvertimento di un imminente temporale. Stava per diluviare.

Il matrimonio! Gli invitati!
Merda.
Perdonatemi dei della passione.

La testa le pulsava, completamente andata. Il ritmo del suo cuore era l’unico suono che riusciva a sentire. Si divincolò da Louis, cercando di alzarsi, ma toccarlo le fece desiderare soltanto di riaverlo di nuovo su di sé.
<< Dove pensi di andare piccola? >> le chiese mettendosi a cavalcioni su di lei per sovrastarla.
<< Smettila. Devo andare. Le ragazze avranno bisogno di me… >> disse deglutendo.
<< No no. Continuate pure >> esordì Nat con una luce maliziosa negli occhi verdi.
Louis e Juliet scattarono con la testa verso la porta.
<< Nat! Da quanto sei lì?! >> chiese Juliet in tono furente.
<< Mmh…vediamo… Oh sì dall’inizio >>. Juls vide con totale stupore che la rossa stava comodamente seduta in un angolino. E lei non se n’era accorta!
<< Natasha! >> ringhiò.
<< Sto scherzando. Non mi sarei mai permessa di intrufolarmi nel vostro momento d’intimità. Sono arrivata adesso. >> spiegò in tono serio, ma neanche troppo.
<< Grazie a Dio >>, Juliet spintonò Louis. << Levati ho detto! >>.
<< Sapete. Qui dentro c’è una tale tensione sessuale che se ne sente l’odore. >> Nat annusò l’aria. << Sprigionate vere e proprie scintille >>.
<< Non infierire >>. Quando Juliet s’alzò vide che la mano di Louis e quella di lei erano ancora ammanettate l’una all’altra.
<< Oh porca miseria! Allora le hai usate! >> esclamò euforica Nat spalancando gli occhi.
<< Tira fuori la chiave, rossa! >> le ordinò Juls.
<< Vorrei, ma…le ho….perse >>.

Oh per tutti i santissimi numi!

Note dell’autrice

*Saluta con le mani* Buon pomeriggio a tutte splendori !!! ^_^
Ed ecco a voiiii il capitolo 12 con il… PRIMO BACIO TRA JULIET E LOUIS!!!!!! *--*
Non potevo anticiparvi niente nel capitolo scorso, perdonatemi se vi ho fatto credere che il bacio tra i due dovesse ancora attendere, ma non potevo rovinarvi la sorpresa e non immagino che faccia abbiate fatto quando è arrivato il fatidico momento XD Stessa cosa per le mie amiche che non facevano altro che chiedermelo ed io dovevo trattenermi dal non dirglielo e credetemi lo facevano ogni giorno LOL Io spero che abbiate urlato ai quattro venti dalla felicità *occhioni dolci convincendosi di aver fatto un buon lavoro*
A voi mie carissime lettrici chiedo umilmente: che ve ne pare di questo capitolo?? Oddio prego con tutto il cuore di non aver fatto fiasco e che la descrizione del bacio non abbia fatto schifo!! Ho perso il conto di quante volte l’ho ricontrollato, modificato e riletto ecc ecc. Vi giuro avevo paura a pubblicarlo perché sapete quanto la vostra opinione conti per me e non vorrei avervi deluse
(?)
Io non sono una scrittrice “casta” volendo usare questo termine, mi piace cimentarmi nella descrizione di scene intime di ogni tipo, e spero che questo bacio vi sia piaciuto e che vi abbia non so fatte emozionare??  :3
Recensite se me lo merito perché vorrei tanto tanto saperlo per favore :3
Ringrazio infinitamente tutte le meraviglie che hanno recensito il capitolo precedente: 13 recensioni woow ed erano stupende *w* Ma non è una novità, sono sempre stupende ed io amo leggerle e rileggerle <3
Credete che questo capitolo possa superare il numero di recensioni del capitolo scorso? No forse chiedo troppo, bu, sapete che è tutto nelle vostre mani perciò spetta a voi :)) 
Juliet e Louis si può dire che abbiano le mani legate X'D E la nostra Nat ha perso le chiavi...Ops eh eh questo vuol dire che i due staranno a stretto contatto per un pò ;P 
Ora vi saluto ringraziandovi ancora per tutto il supporto che mi date come lettrici <3 Vostra Ella <3

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Capitolo 13
*** Capitolo13 ***


pronto capitolo 13
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Capitolo 13


S’infilò il giubbotto e uscì dallo studio fotografico. Rachel alzò gli occhi verso il cielo, e vide che si stava preparando ad elargire un acquazzone.
Imprecò. Non aveva con sé un ombrello per potersi riparare e nemmeno l’auto. Si era dimenticata anche di fare benzina.
Sbuffò.
<< Grandioso >>.
<< Ciao >> esordì una voce alle sue spalle.
Rachel si voltò e vide Chris.
<< Ciao >>. Non le aveva mai parlato di sua spontanea volontà. Di solito era lei a voler attaccare conversazione, ricevendo soltanto veloci risposte di cortesia da parte sua.
<< Sembri abbattuta. >> osservò Chris studiandola.
<< Oh non è niente. Il cattivo tempo m’incupisce. >> rispose con un sorriso incerto.
Lui annuì come a voler darle segno di aver capito. << Sei stata brava oggi. Molte foto sono uscite davvero bene >>.
Rachel restò sorpresa di quel sincero complimento. Rammentò quelle poche volte in cui Chris le aveva detto qualcosa di carino, da quando…
<< Grazie >> balbettò quasi. Com’era elegante in pantaloni scuri e giacca. Era sempre stato un ragazzo attento nel vestire. Sommandolo al carattere dolce e premuroso, era perfetto.
E lei lo aveva perso.
Si diede della stupida. Quante volte si era chiesta perché lo avesse fatto? Troppe.
<< Stai andando a casa? >> le chiese.
<< Sì. >> Sospirò. << Come stai? >>. Domanda da un milione di dollari.
Chris la scrutò per un momento, poi sorrise. << Bene. E tu? >>.
<< Bene. E Juliet come sta? >>.
Già Juliet…Sapeva che usciva con lei. Durante le pause lavorative, aveva sorpreso Chris chiamarla per chiederle cosa stava facendo. Tipico di lui telefonare costantemente alla sua fidanzata, pensò con un sorriso mesto.
<< Oh bene. E Louis? >> chiese Chris a sua volta.
Bella domanda. Louis si comportava in modo strano in quegli ultimi giorni. Voleva sempre prenderla, e lei non obiettava, ma alla fine di un paio d'ore di sesso lui non sembrava mai soddisfatto. Era sempre soprappensiero, e quando non lo era agiva in modo agitato e nervoso. Come se un costante pensiero fisso lo infastidisse. Rachel non dava gran peso a quella faccenda. Se Louis non voleva confidarsi con lei, non era un suo problema.
Ad ogni modo rispose: << Bene >>.
<< Avete intenzione…di sposarvi? >>. La faccia di Chris non tradiva alcuna emozione.
Rachel lo guardò dritto negli occhi. << Perché mi chiedi questo, Chris? >>.
Lui non rispose subito. Poi inaspettatamente disse: << Non lo so. Ti vedo serena e felice con lui, quindi ho pensato che voi due poteste…come dire…>>.
Uomini, non vedevano un fico secco, invece.
<< No. Non voglio sposarmi con Louis >>. Prima pensava di sì, ma ora che Chris era riapparso nella sua vita, non n’era più sicura.
<< Perché? >> Chris parve perplesso.
Rachel respirò a pieni polmoni. Tentar non nuoce.
<< Perché io ti amo ancora Chris >>.
Lui fece una smorfia. << Strano. Avrei detto tutt’altro dopo che mi hai rifiutato >>.
<< Io non ti ho rifiutato. Cioè sì l’ho fatto, ma l’ho fatto per te. Perché credevo che il tuo futuro fosse a casa tua, nel tuo paese…>>.
<< Il mio futuro era con te >> ribattè lui con un tono duro, che lei non gli aveva mai sentito.
<< Mi dispiace. Pensavo che allontanandoti saresti stato meglio senza di me. Non volevo obbligarti a venire qui, perciò quando me lo dicesti al telefono, agii senza pensare, e… >>. Rachel trattenne le lacrime, ma la voce le uscì strozzata.
<< E ti vidi in un bar con Louis. Vi stavate baciando. >> continuò Chris amaramente.
<< Sì…>> Rachel tirò su col naso. << Mi merito la tua freddezza. E sappi che mi piange il cuore vederti con un’altra >> ammise.
<< Anch’io ho sofferto da morire, R >>.
R. L'iniziale del suo nome.
Era così che la chiamava, quando stavano insieme. Una lettera pronunciata con amore, e che lei tanto amava sentire.
<< Mi dispiace >>. Stavolta le lacrime presero a rigarle il volto.
Chris la fissò a lungo, chiudendo le palpebre, avvicinandosi a lei.
Il boato di un tuono e lei sussultò.
<< Hai sempre avuto paura dei temporali. >> mormorò Chris con voce flautata.
Lei sorrise, malgrado le lacrime e il mascara che colava a dirotto.
Chris le prese il volto tra le sue mani grandi e forti.
Rachel alzò gli occhi per guardare i suoi. Scuri e dolci.
<< Anch’io ti amo ancora, R. Non ho mai smesso di amarti un solo istante. >>, e si chinò per baciarla dolcemente.
Rachel riconobbe il suo tocco amorevole e il suo corpo protettivo e forte. Gli cinse il collo con le braccia, e ricambiò il bacio con tutta se stessa schiudendo le labbra per accogliere quelle del suo amore.
Si scambiarono un lungo e dolce bacio tra due innamorati, mentre la pioggia iniziò a cadere indisturbata.

 

<< Che significa che non hai la chiave? Devi averla per forza! >> gridò Juls, allarmata.
<< L’avevo. Ma devo averla persa, perché non l’ho più trovata! >>.
<< Congratulazioni per questa scoperta. Maledizione! >> imprecò.
Louis ridacchiava, meritandosi uno scappellotto sul braccio da Juliet con la mano libera, dato che l'altra era momentaneamente fuori portata. << Non ridere! Se ci troviamo in questa situazione, è solo a causa tua! >> lo accusò.
<< Non sembrava che l’idea ti dispiacesse…>> ammiccò Louis, meritandosi un altro colpo.
<< Calma. Deve esserci una soluzione… >> commentò Nat pensierosa tamburellandosi l'indice sul mento.
<< Che succede qui? Dove diavolo eravate? >> eruppe Jade entrando con Allie al suo fianco.
Quando Juls alzò il braccio incatenato a quello di Louis, Allie sgranò gli occhi, e scoppiò a ridere.
<< Che cosa è…? >> cominciò Jade a bocca aperta.
<< Permettetemi un riepilogo della situazione: >> esordì Nat ignorando l’occhiataccia di Juliet. << Ho lasciato le mie manette sulla scrivania di Juliet. E sì sono le mie, non guardatemi con quella faccia sconcertata. Ad ogni modo, le ho lasciate qui dopo aver preso altri rullini. Poi a giudicare dall’atmosfera, direi che quei due >> puntò il pollice contro Juls e Louis, increspando gli angoli della bocca in un sorriso malizioso,  << hanno approfittato della situazione, ammanettandosi… >>.
<< Io non ho approfittato della situazione! >> sbottò Juls piccata.
<< Ssh >> l'ammonì la riccia << continua. >> la incitò.
<< Poi li ho trovati entrambi ansimanti sul pavimento. Lui sopra di lei. >> Nat ridacchiò allegramente. << E da quello che si può sentire, qui dentro ci sono minimo quarantasette gradi. Lascio a voi le conclusioni >> concluse la rossa, soddisfatta del suo resoconto.
Jade sbattè le palpebre, poi seguì a ruota Allie, piegandosi in due dalle risate.
<< Già, che belle amiche che ho…>> bofonchiò Juls torcendo le labbra.
<< Buon Dio, ho bisogno di sedermi. >> biascicò Allie crollando sul divano per non morire dalle risate.
Juliet non sapeva se la cosa peggiore fosse che le sue migliori amiche la stavano deridendo, o che Louis non le staccava gli occhi di dosso.
Un momento. Juls si voltò per guardarlo meglio. La stava guardando come si guarda una torta al cioccolato. Lei deglutì distogliendo lo sguardo dalle labbra seduttrici di Louis. Labbra che avevano torturato le sue, e che sentivano la sua mancanza.
<< Scusateci. >> si riprese Jade, << Okay. Perché non le togliete ad…? >>. La riccia si bloccò quando gli occhi furenti di Juliet la penetrarono. << Merda >> scoppiò di nuovo a ridere.
<< Sto per ucciderle. Tutte e tre. >> borbottò Juliet mettendosi una mano sulla fronte.
<< Devi ammettere che non è una situazione che si vede tutti i giorni…>> le mormorò Louis all’orecchio.
Immediatamente le si rizzarono i peli sulla nuca quando lui le baciò lievemente il lobo.
<< S-sm-smettila >> rabbrividì lungo la spina dorsale.
<< Non ti ho mai sentito balbettare…>> osservò con una voce carezzevole, come a volerla schernire, ma dolcemente.
Juliet non volle guardarlo. La sua voce flautata leggera come una piuma e bruciante come lava le dava alla testa. Doveva imporsi di reagire. Le stava sfuggendo tutto di mano. Il bacio, dio quel bacio l’aveva scombussolata in un modo devastante. Ora sentiva soltanto le agonizzanti richieste del suo corpo: “ Ancora…ancora…”.
Sentì la sua spalla toccare quella di Louis, e poi guardare giù dove le mani di entrambi erano legate da un pezzo d’acciaio rivestito di pelle nera.
Doveva allontanarsi il più possibile da quel corpo virile e seduttore. Juliet era totalmente presa dal suo istinto. Si era lasciata andare alle provocazioni di lui. Ed essere ammanettata l’aveva eccitata, anche troppo, considerando che fosse stato lui a farlo.
Si rabbuiò per quella rivelazione. Come poteva Louis mandarla in delirio soltanto con un bacio? Louis era riuscito ad espugnare ogni sua difesa, e con un tocco- ma era un eufemismo definire quel bacio tale- le aveva rianimato i sensi intorpiditi. Il desiderio, che credeva di aver seppellito insieme alla sua voglia di innamorarsi, lo aveva riaccolto a braccia aperte dentro di sé. Ogni fibra del corpo di Juliet aveva risposto a Louis, soltanto a lui...
Poi come se un ago le fosse penetrato nel petto, si rese conto di aver completamente dimenticato Chris.
Chris…il suo…
Chris era il suo ragazzo no? Stavano insieme? Incredibile che lei non ci avesse mai pensato sotto questi termini. Uscivano insieme da più o meno qualche giorno, ma lei non si considerava la sua ragazza. Lui non glielo aveva mai fatto capire, o dato qualche segno di voler cominciare una relazione.
Quindi non aveva fatto niente di male? Giusto?
Poi un altro pensiero la devastò. Invece sì.
Pensò a Rachel. Oh mio Dio…
Poteva anche essere un’infame approfittatrice, ma non si meritava di essere tradita.
Nessuna donna meritava un tradimento da parte del suo uomo.
Si sentì uno schifo.
Louis notò la sua espressione avvilita.
<< Ehi…>>, le sfiorò una mano con la sua. << Cos’hai? >>.
Juliet ritrasse la mano.

Sono una stronza…
Come ho potuto tradire i miei principi?
Io lavoro nel campo dell’amore e questo è tradimento!

Strinse i denti, disprezzando se stessa maledicendosi per il suo egoismo.
<< Nat! >> la chiamò digrignando i denti.
L’amica si riscosse. Il tono di Juliet l’inquietò.
<< Dobbiamo trovare un’altra chiave >>.
<< Andrò al negozio domani mattina >> rispose la rossa in tono conciso.
Juls sgranò gli occhi aprendo la bocca per contestare, ma Jade la informò dicendole: << Juls. Sono le dieci di sera >>.
Lei sospirò frustrata. << Sto per sentirmi male >>. Voleva soltanto andare a casa a dormire e tentare di dimenticare tutta quella faccenda.
<< Non puoi guidare con un solo braccio >> constatò Louis in tono serio, come se le avesse letto nel pensiero.
Juliet s’accigliò, nonostante avesse ragione.
<< Louis ha ragione. Dormirete qui. >> decise Jade alzandosi in piedi, probabilmente per avvisare la signore G.
Dormirete? Dormire con…Oh questo è troppo!
<< Ho un’idea migliore. Prendi una sega >> proruppe Juliet.
Louis la guardò solenne. << Quest’affare è fatto d’acciaio. Non lo scalfiresti nemmeno >>.
<< Ma io non ho detto che voglio segare quelle…>> mormorò lei con un’occhiata eloquente.
Lui sbiancò. << Divertente! Figuriamoci se mi mutilassi! >> si lasciò andare ad una mezza risata.
<< Vuoi scommettere? >>.
<< Okay qui nessuno amputerà nessuno. >> l’ammonì Jade. Juls sbuffò e Louis sospirò sollevato. << Dormirete qui, punto e basta. Juls, sai dove sono le camere degli ospiti. Dirò alla signora G di prendere delle coperte e dei cuscini in più >> e se n’andò senza proferire altro.
<< Io distribuivo bomboniere tra gli invitati, e quella tipa lì se la spassava >> Allie mise il broncio, ammiccando a Nat.
<< Puoi dirlo forte. Ma non la puniremo. Ci basta la sua faccia, guardala! >> La rossa rise, mentre Juls le rivolse uno sguardo assassino che l'amica ignorò.
Le andò incontro saltellando. Scoccò un bacio sulla guancia di Juls e disse: << Notte ragazza. Dormi bene >>, e ammiccò un’altra volta.
<< Certo, come no >>. Juls sospirò stropicciandosi gli occhi preparandosi a quella che sarebbe stata una lunga serata.

 

<< No >>.
<< Non puoi dormire vestita! >>.
<< Sì invece! >>.
Erano cinque minuti buoni che Jade e Juls discutevano. La riccia le aveva portato un pigiama, ma Juls si era impuntata.
<< Ah le donne! >> si lamentò Louis, il quale era sdraiato sul letto, mentre la sua compagna di manette se ne stava in piedi con l'aria esasperata.
<< Juliet >>. La signora G entrò nella stanza con delle federe pulite.
<< Sì? >>.
<< Buon dio, non dovrai spogliarti del tutto. Non riuscirai a chiudere occhio con quella roba stretta addosso >>. L’anziana governante diede uno spintone a Louis il quale cadde dal letto, stordito dalla forza con cui quella donna lo aveva spostato, o meglio scacciato dal materasso. << Devo cambiare le lenzuola, ragazzo. >> gli spiegò.
Juliet vacillò quando si sentì tirare per il braccio, ritrovando l'equilibrio a carponi.
<< Poteva dirlo subito >> bofonchiò Louis, massaggiandosi l’osso sacro. Si alzò e si rivolse a Juls: << Ho sonno, possiamo darci un taglio? >>.
<< Sarò io a tagliare qualcosa qui >> lo provocò lei guardando sotto il ventre del ragazzo.
Louis sorrise, divertito dal suo carattere cocciuto. Per quanto potesse ancora starla a sentire, la notte era alle porte, e non poteva continuare ad opporsi fino al giorno a venire.
Afferrò il pigiama che Jade teneva tra le mani. << Tranquilla Jade. Glielo infilerò io stesso se continuerà a fare la difficile >> la rassicurò con un sorriso malizioso.
Jade rise guardando la faccia sbigottita di Juliet. << Grazie, Louis. Notte ragazzi >>.
<< Qui ho finito. Sogni d’oro fanciulli. >>. La signora G si fermò sussurrando qualcosa all’orecchio di Juliet, la quale arrossì lievemente.
Louis la squadrò incuriosito.
<< Bè che c’è? >> gli chiese con un sopracciglio arcuato, quando furono soli.
Soli.
In una camera da letto. Mmh...
Louis stava impazzendo per quella situazione. Non riusciva a smettere di ridere o sorridere come un ebete, ma non gli importava. Finalmente aveva Juliet tutta per sè.
<< Niente niente. Vogliamo dormire tigrotta? >> la stuzzicò avvicinandosi al suo viso.
Juliet gli mise una mano sul petto bloccandolo. << Puoi per favore smetterla di chiamarmi così? >>.
<< Perchè dovrei? Ti rispecchia alla perfezione: indomabile e selvaggia... >> commentò schietto Louis assestandole un sorriso supersexy che non l'aiutò a sopprimere i sensi di colpa.
Sorrise intimamente crogiolandosi per un momento pensando a come le labbra di Louis pronunciassero quel nomignolo in maniera così dannatamente seducente.
Un oscura vocina la rimbrottò ricordandole che non meritava niente di niente che provenisse da lui. Si morse un labbro con rabbia.
Louis come sempre, si accorse immediatamente della sua reazione.
<< Juliet mi spieghi che cosa ti prende? >> volle sapere guardandola con quegli occhi limpidi e scrutatori.
<< E me lo chiedi anche? >> Juliet tentò di scostarsi, ma come sempre le manette la legavano letteralmente a Louis.
<< Che cosa ho fatto stavolta? >>.
Lei lo fissò con stizza. << Mi hai baciato! >>.
Lui la guardò stranito. << Quale sarebbe il problema? >>.
Lei era sconcertata per quell’aria innaturalmente pacifica che aveva assunto. << Tu! Pezzo di cretino! >> lo buttò sul letto con tutta la forza che aveva con la mano libera.
Merda. Possibile che il particolare delle manette era estraneo al suo cervello?
Come volevasi dimostrare, Juliet gli cadde addosso facendoli finire entrambi sul materasso.
Louis emise un gemito strozzato. << Dio sta attenta! >>.
Lei corrugò la fronte osservando la smorfia di dolore del ragazzo. Guardò in basso e trattene una risata. Il suo ginocchio aveva colpito qualcosa a Louis molto cara.
<< Ops >> Julie strinse le labbra, palesemente divertita.
<< Ops? >> Louis la tenne per i fianchi, facendole formicolare la pelle, entusiasta di riavere le sue attenzioni. La rigirò assumendo una posizione di vantaggio. Si chinò e lei restò immobile, schiudendo impercettibilmente la bocca.
<< Louis >>.
<< Sì? >>. Gli sguardi avvinghiati, dove ognuno poteva leggere dentro l'altro perdendosi nel colore dei rispettivi occhi.
<< Perché l’hai fatto? >>. La voce di Juliet era un sussurro.
Louis sapeva a cosa si riferiva, infatti, la guardò per un lungo istante, studiandola.
<< Non la smettevi di sbraitare. >> mentì nel tentativo di giustificarsi.
Juliet non stava cercando di addossargli la colpa per averla baciata, voleva soltanto capire cosa lui provava nei suoi confronti e se quell'incontro di labbra era significato qualcosa per entrambi. Desiderava delle risposte, perchè ne aveva assolutamente bisogno. Pensare che l'avesse baciata soltanto per zittirla non le era di aiuto, ma Juliet sapeva che lui le stava mentendo. L'immagine di Rachel le riaffiorò alla mente, conscia di essere nel torto, e che baciare Louis era stato un errore. Accantonò per un momento la collera verso se stessa, ritrovandosi a percepire un languido tepore. Il corpo di Louis era di nuovo sopra di lei, rigido e caldo. No. Non riusciva a pensare con lui in quella posizione.
Gli poggiò le mani sul torace, e Louis si chinò per guardarle. Lei gli diede una leggera spinta. << Fammi sedere >>.
Lui annuì, esitando per un nanosecondo. In quel nanosecondo l’avrebbe voluta baciare di nuovo. Sentiva ancora i nervi guizzare e il sangue fluirgli velocemente al cervello. Per lo meno adesso lei non lo guardava con il nervosismo di prima, quindi cercò di rilassarsi.
Juliet sentì il bisogno di parlargli, ma tutto quelle che le venne fuori fu uno sbadiglio smorzato dalla mano.
<< Hai sonno. Perché non riposi un po’? >> Louis scostò le coperte con il braccio libero.
<< Non posso dormire. Non ci riuscirei >>.
<< Hai ragione. Devi prima metterti il pigiama… >> convenne Louis con un sorriso furbetto.
<< No! Non era quello che int…Louis! >> gridò Juls, quando l’afferrò e la stese sul letto.
<< Sta’ buona! Non guardo! >> le promise, ma con voce un po’ emozionata.
<< Posso farlo da sola! >> scacciò la sua mano con uno schiaffo quando se la sentì troppo vicina.
Louis aggrottò la fronte. << Con una mano? Non credo. Ti giuro che non guardo, anche se la tentazione è tanta… >>.
<< Ah e dovresti rassicurarmi così?! >>.
Louis sorrise, mentre con un gesto fluido le sfilava le scarpe. << Ssh sta’ buona ho detto…Ti leverò soltanto la gonna e le calze >>. Il suo tono di voce era così flebile e arrochito che Juliet lo trovò eccitante.
Lei l’osservò e vide che Louis teneva gli occhi chiusi, come le aveva promesso. Si sentì in un certo senso sollevata e compiaciuta.
<< Louis? >>.
<< Cosa? >>.
<< Fammi capire. Tu riusciresti a spogliarti con una mano sola e io no? >>.
<< Non ho detto che mi spoglierò da solo. Alzati col bacino così trovo la cerniera della gonna >>.
I neuroni di Juliet recepirono soltanto la prima frase. << Che…?>> deglutì con la bocca secca tutt’un tratto.
<< Segui la mia mano così ti sfilo le calze, prima. >> le ordinò Louis.
Okay, era in qualche modo anche sordo oltre che cieco.
La mano ammanettata di Juliet seguì il percorso di quelle di lui che avevano preso posto sotto la sua gonna e stavano tirando le calze, con una lentezza che a lei parve infinita.
I polpastrelli le accarezzavano la pelle, che si elettrizzava, come toccata da una presa elettrica.
Il busto di Juliet si alzava in corrispondenza della mano che seguiva quella di lui.
Lui sentiva la tensione di lei come se fosse sua. I loro visi si stavano avvicinando, e lui seppur non vedendolo, lo sentiva dal respiro di Juliet che diventava più affrettato, man mano che la distanza tra loro scemava.
Arrivò alle caviglie dove finalmente le calze seguirono il loro corso sul pavimento.
<< Posso aprire gli occhi? >>. Louis voleva sentire la voce tesa di Juliet.
Per questo quando lei disse: << Scordatelo >>, lui sorrise sentendosi sovreccitato.
Ora toccava alla gonna. Mio dio, le mani stavano cominciando a tremare come quelle di un bambino. Che diavolo, doveva solo toglierla per infilarle i pantaloni. Non era chissà quale gran tortura.
Invece sì, perché si era basato soltanto sul tocco per sentire la pelle di lei e non vederla era un’atroce tortura. Desiderava guardarla, mentre le sfilava la gonna, per vedere quali emozioni provocava in lei il suo starle così vicino, invece le aveva promesso di non farlo.
Imprecò contro se stesso per quella stupida decisione.
Avrebbe dovuto toglierla in fretta per risparmiarsi ulteriori complicazioni, invece godeva del semplice sentirla rigida sotto le sue mani.
La fece sdraiare, sollevandole le gambe e con una sola mano, perché l’altra stringeva il lenzuolo, gliela cominciò ad abbassare con la stessa meticolosità di prima.
Quando la riadagiò sul materasso, si chinò su di lei, e Juliet credette fortemente che l’avrebbe baciata di nuovo.
Lo avrebbe fermato, s’impose, ma sapeva che era una menzogna e questo la spaventava. Nulla del suo corpo poteva opporre resistenza a quello di lui.
Questo la rendeva vulnerabile, e lei non lo era. Non lo sarebbe mai stata con nessuno.
Non era una donna che si sottometteva al tocco di un bell’uomo. Era una combattente.
L’avrebbe sorpreso, ed è quello che fece, quando con una mando scese dal petto asciutto di lui, fin giù.
Giù, proprio sotto il ventre.
Non avrebbe resistito a sentire di nuovo le mani di Louis sulle sue gambe per infilarle i pantaloni.
<< N-Non ho…ancora finito >> si oppose lui prendendole la mano. Louis si rese conto che era meglio che non lo toccasse, altrimenti tutto il suo autocontrollo sarebbe andato in frantumi, considerando il fatto che le deliziose gambe di Juliet fossero ora scoperte e lui avesse una gran voglia di accarezzarle con la lingua...
<< Non ti ho mai sentito balbettare…>> lo stuzzicò lei, compiaciuta di avergli rinfacciato le stesse parole che Louis aveva usato prima.
Louis aprì gli occhi, e per un attimo Juliet vacillò nel vedere i suoi occhi prima limpidi e adesso scuri come il mare.
Deglutì piano, e disse in tono flebilmente canzonatorio. << Se continui così, faremo l’alba. Ora leva la mano così ti tolgo i pantaloni e possiamo dormire >>.
<< Errore. Se mi togli i pantaloni, io farò ben altro che dormire… >> la provocò a sua volta Louis, con gli occhi chiusi ma con un ghigno malizioso.
Lei non tradì alcun segno di sgomento, ma dovette arrendersi alla sconfitta. Non voleva scoprire se Louis diceva la verità.
Ebbene sì voleva, ma non poteva. Il senso di colpa dilagava ancora dentro di sé, ma era come se fosse oppressa dall’emozioni che Louis le trasmetteva stando soltanto lì con lei.
<< Allora rimani così. Io ho sonno, quindi passami il mio pantalone del pigiama. >> gli ordinò.
<< Sai cosa penso dei pigiami? >> fece Louis.
Juls alzò gli occhi al cielo. << Cosa? >>.
<< Che sono inutili >>. Detto questo la prese con un solo braccio spintonandola in avanti.
<< Ahi! Louis hai deciso di sfondare il muro con la mia testa? >> rise lei, quando con la nuca andò a scontrarsi con la testata del letto.
<< Oh scusa, ma me l’hai detto tu di tenere gli occhi chiusi! >>.
<< Non ascolti mai quello che dico, proprio adesso lo fai?! >>.
<< Okay >> Louis riaprì gli occhi, alzò le coperte e vi s’infilò.
Juls lo seguì titubante con la testa che le doleva. Ci mancava soltanto il mal di testa per concludere in bellezza la serata.
<< Fammi vedere >>.
<< Non è niente >>.
Louis la ignorò e prese a massaggiarle la testa, nonostante le lamentele di Juliet.
Lei si rilassò dopo un istante. Dovette cedere alla mano di Louis che le massaggiava con movimenti circolatori la cute.
<< Grazie. Va meglio adesso >>.
Louis sorrise. << E così queste sono di Nat e Zayn? >> indicò le manette.
Juliet annuì. << Molto comode devo dire... >> dovette ammettere, e quando alzò gli occhi, incontrò quelli di lui che stavano brillando di una luce maliziosa. Louis non poteva di certo rivelarle che stesse fantasticando su di lei. Nuda e ammanettata nel suo letto...mmh che dolce visione, ma soppresse quel pensiero. 
<< Juliet? >> la chiamò celando il tono roco della sua voce.
Lei deglutì.
<< Ora che siamo soli, mi dici perché prima sembravi così abbattuta? >>.
Juls guardò il soffitto. Sarebbe stato più facile parlare in quel modo.
<< Sono una persona orribile >>.
<< E perché mai pensi questo? >>. Lei non poteva vedere bene la sua espressione, ma dal tono comprese che fosse corrugata. Il buio faceva da padrone, mentre le gocce di pioggia battevano sul vetro della finestra.
<< Non ho pensato a…>>.
<< a Chris? >>.
<< Sì >>.
<< Ma voi state insieme? >>.
<< Non lo so >>.
<< Che vuol dire? >>.
<< Non ho inteso quelle uscite come un inizio di una relazione >>.
<< Ah. Ma avevi detto…>>.
<< So quello che ho detto, Louis. Ti ho detto che gli avrei dato una possibilità e così è stato >>.
<< Quindi la scommessa…? >>.
Juliet ci pensò su. In realtà non aveva vinto proprio nessuno. A chi andava la somma pattuita? Si lasciò sfuggire ad un pff. Non le interessava minimamente.
<< Credo che nessuno abbia vinto >>.
<< Non sei contenta >>.
<< No che non lo sono. Per quanto Chris sia bellissimo, gentile, dolce, premuroso…>>.
<< Abbiamo capito >> sbuffò Louis.
<< Non ne sono innamorata >>.
Lui si rianimò. Ringraziò il buio che le impediva di vedere la sua faccia trionfante.
<< E allora di che ti preoccupi? Non hai tradito nessuno >>.
<< Ah no eh? >> l’accusò lei digrignando i denti.
<< Vuoi illuminarmi? >> l’incitò lui.
<< Cazzo, Louis! Rachel. RA-CHEL. Ti è chiaro adesso? >>.
<< Ah era questo…>> Louis tirò un sospirone.
<< Non sai dire nient'altro?! >>. Non poteva credere alla noncuranza che Louis stava dimostrando su un argomento così delicato.
<< Juliet guardami adesso >> le ordinò, ma lei non diede segno di volergli obbedire, perciò lui le afferrò saldamente il mento con l'indice e il pollice e la costrinse ad incontrare il suo sguardo. Il suo tono era duro e conciso. << Non sono innamorato di Rachel >>.
<< Vuoi copiarmi le battute don giovanni? >>.
<< Perché dovrei? E poi non credo neanche che lei lo sia di me. In questi giorni abbiamo scopato senza una minima partecipazione. Di solito lei non è così. Era anche lei distaccata >>.
<< Questo dovrebbe rallegrarmi? >> incrociò le braccia al petto, tirando anche quello di Louis, che le finì sul fianco. Lo scacciò ritornando alla posizione di prima. Non poteva toccarlo. Il suo cervello collaborava. Doveva usarlo finchè ci riusciva.
<< Questo dovresti dirmelo tu >>.
<< Questo non cambia niente >>.
<< Ah no? >> Louis ora era palesemente piccato. << Ti sembro uno che bacia a quel modo ogni donna? Non rispondere. Il tuo “stronzo” di prima diceva tutto >>.
<< Non ti chiederò scusa per quello. Lo penso… >> ammise Juliet con una nota di tristezza nella voce.
<< Ti dimostrerò che ti sbagli >> disse Louis risoluto.
<< Non devi dimostrarmi niente >> obiettò lei.
<< Parlerò con Rachel >>.
Ma mi ascolta sì o no? Decisamente no. Juliet si mise a sedere, accendendo l’abat-jour.
<< Louis… >> Juliet si schiarì la voce.
Come poteva dirgli che stare con lui era ciò che desiderava di più, ma che più temeva?
Il suo cuore non poteva estromettere che Louis non fosse il tipo di ragazzo da relazioni importanti e durature.
<< Juliet >>.
<< Aspetta devo dirti una cosa! >>.
<< Juliet >>.
<< Sto cercando di dire…>>.
<< Juliet >>.
<< E va bene, parla! >> sbottò poggiando la testa sul cuscino con un tonfo.
<< Vieni qui >>.
Aveva sentito bene?
<< Louis…>>. Voglio così tanto dormire stretta a te, ma non so se è giusto...
<< Non mordo tranquilla… >>. Le passò la mano sotto la schiena per tirarla pian piano a sé.
Lei sbuffò porgendogli le spalle.
<< Non vuoi starmi vicino? >> mormorò Louis dolcemente.
<< No >> mentì lei mordendosi il labbro.
<< Okay >>.
Quando lei pensò che si fosse arreso sentì le gambe di Louis sfiorare le sue.
Lei si spostò, ma Louis le poggiò una mano sul fianco. Non la teneva con forza, ma era una presa salda.
<< Non farò niente che tu non voglia…ma desidero così tanto sentirti vicina, per favore non opporti >>. Una richiesta così dolce, pronunciata con un pizzico di supplica, che Juliet desiderò baciarlo. I loro corpi combaciavano, si toccavano bisognosi anche del semplice sfiorarsi, e la sua schiena finì per aderire al torace di Louis. Il calore che diffondeva quel corpo era così invitante, che Juliet fu fortemente tentata di girarsi per accoccolarvisi.
<< Va bene...Notte Louis >> mormorò con la voce ovattata dal cuscino su cui v’immerse il volto.
<< Notte tigrotta. Ora spegni la luce, e dormi >> le sussurrò lui, con le labbra che le sfioravano l'orecchio. Le depose un leggero bacio sul collo, facendola rabbrividire, e le labbra formicolarono desiderando anche loro di essere baciate.
Il respiro regolare di Louis, la informò che fosse caduto nel sonno, perciò spense la luce.
Grazie Nat...disse, ringraziando intimamente l'amica con un sorriso sulle labbra.

Note dell’autrice

 
Ciau a tutte tesori miei  <3
Scusate per il ritardo ragazze, ma oltre ad avere problemi come al solito con il pc che si blocca da solo, ho dovuto passare tutta la domenica a studiare e quindi non ho potuto aggiornare ieri D:
Ma eccomi qui, con il capitolo 13 :))
Allora…riepilogando: Rachel e Chris si sono baciati yeaah credo che molte di voi saranno contente :-D
Juliet si sente in colpa per aver baciato Louis…e ragazze dovete capirla, ma non sa che Rachel e Chris si sono baciati…
L’attrazione e i sentimenti tra Louis e Juliet sono ormai palpabili, quindi adesso è il momento di rendere il tutto più concreto…perciò nel prossimo capitolo diremo bye bye a qualcuno...sapete già chi giusto? ;-D
Che altro posso dire??
Ho avuto un tuffo al cuore nel vedere il numero di recensioni del capitolo 12…: 20!! Dico 20 recensioni, non me ne faccio ancora una ragione…è troppo, siete troppo buone con la sottoscritta...questo è un nuovo record santi numi ho gli occhi lucidi ç.ç Grazie di cuore a chi c'è sempre e grazie di cuore a chi si aggiunge e mi fa sentire cosa ne pensa della storia.. :')
Vi ringrazio con tutta l’anima per l’appoggio che mi date, vi amo tanto, siete stupende e leggere le vostre parole mi riempie sempre d'orgoglio <3
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo e se volete recensire ne sarò super felice :3
Un bacione a tutte
Vostra Ella <3

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Capitolo 14
*** Capitolo14 ***


pronto 14
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Capitolo 14

 

 

Percependo i raggi di luce profanare la stanza, Juliet si stiracchiò sbadigliando. Si passò una mano tra i capelli un pò arruffati, e dirigendo lo sguardo verso il ragazzo che dormiva beatamente a fianco a lei, si morse il labbro affascinata. Quant'era bello  quando dormiva...Allungando segretamente la mano, gli sfiorò la guancia con la mano libera. Lui l'aveva tenuta stretta per tutta la notte, saldamente come se lei potesse in qualche modo scappare, come se le manette non fossero già una garanzia. 
Aah Louis...non potrei sfuggirti neanche se volessi...pensò Juliet sospirando.
Quanto avevano dormito? Accidenti, lei doveva lavorare. A malincuore scrollò delicatamente una spalla di Louis, mormorandogli di svegliarsi. Lui emise un piccolo mugolio, prendendo la mano di Juliet e mettendosela sul petto, stringendola come un peluche.
<< Louis, svegliati! >> Le dispiaceva svegliarlo, ma non poteva aspettare. La sveglia sul comodino segnava le nove e mezzo!
<< Lasciami dormire. È sabato! Dormi con me >> mugugnò lui ad occhi chiusi.
<< A maggior ragione! Ho un mucchio d’impegni e devi svegliarti! >> lo spintonò.
<< Dovrò abituarmi a questa cosa, per quando dormiremo insieme... >> mormorò Louis mettendosi seduto, stropicciandosi gli occhi.
Che cosa?! Juliet sbarrò gli occhi. Non osò proferire parola, per quanto quelle di lui l'avessero scossa.
<< Voglio un risarcimento per queste ore in meno di sonno... >> mugugnò Louis passandosi una mano sul viso.
<< Uhm sì certamente…>> soffiò fuori lei.
Louis s’irrigidì quando percepì quella frase di Juliet detta con un tono malizioso, anziché con il solito sarcasmo che si aspettava.
Sgranò gli occhi, quando lei iniziò ad avvicinarsi furtivamente a lui.
La guardò sorpreso e in un certo senso compiaciuto. Aveva forse accettato l’idea dell’altra sera, di rifugiarsi tra le sue braccia e lasciar perdere il lavoro?
Quando Juliet fu ad un soffio dal suo viso, a Louis gli si mozzò il fiato quando i suoi occhi scesero sul decolletè di lei.
Lei mosse una mano prendendogli la mascella.
Lui deglutì, immobile, attento con le labbra schiuse.
<< Lou…>> sussurrò Juliet guardandolo con quel suo solito ghigno malizioso, che fece saltare il cuore di lui.
La fissò attentamente in quei grandi occhi ambra. La poca luce che filtrava dalle finestre le contornava il viso a cuore in splendenti sfumature.
Non aveva mai osservato i suoi occhi così da vicino. Erano di un colore pieno e di una forte tinta giallo-oro e rame-rossastra. Come l’ambra stessa. Erano bellissimi e le davano quel tocco in più di lussuria e dolcezza.
Quella lussuria e dolcezza che lui aveva assaporato quando si erano baciati e di cui non si sarebbe mai saziato. Baciarla, accarezzarla, prenderla...tutte cose che avrebbe presto fatto, ma tutto a suo tempo, si promise malizioso.
Juliet sbattè le ciglia e inarcò un sorriso dolce, e il cuore di Louis saltò di nuovo un battito deglutendo fin troppo rumorosamente.
Quando lui credette di averla finalmente in pugno, la sua sicurezza precipitò nel vuoto.
<< Lou…Alzati. Immediatamente! >> sillabò Juliet chiaro e tondo.
Louis s’incupì, poi prendendola di sorpresa, l'attirò a sè portandosela in grembo. <<  Va bene Juliet. Ma sarà meglio che t'infili i pantaloni del pigiama, o non andrai da nessuna parte >> le sussurrò lascivo.

 

<< Buongiorno ragazzi, come avete dormito? >> scattò Jade.
Louis borbottò qualcosa sul fatto del poco sonno, mentre Juls roteò gli occhi, sedendosi per prendere il caffè.
<< Tutto chiaro >> roteò gli occhi al cielo la riccia, ridacchiando.
<< Ehilà >> fece il suo ingresso Zayn.
Juliet smise di leggere per guardare con sconcerto il moro. << Da quand’è che ti alzi a quest’ora?! >>.
Lui sfoderò un piccolo broncio sexy, mettendosi una mano sul cuore in modo teatrale. << Sono offeso, Juls. Non sono sempre pigro. E poi oggi devo andare al lavoro più presto del solito, così stasera andrò all’addio al celibato di Liam, puntuale >> spiegò il ragazzo, poi la guardo con un’aria beffarda, << Oh ora posso vedere con i miei occhi quello che Nat mi ha raccontato ieri…>>.
Juliet lo guardò con un’aria minacciosa. Poi spalancò gli occhi. << Vuoi dire che…? >>.
Zayn si avvicinò dandole un buffetto sulla guancia. Si chinò sussurrandole: << Non preoccuparti Juls, non ce l’ho con te. >>, poi guardò alle sue spalle per incontrare gli occhi di Louis.
Louis mantenne lo sguardo del moro, imperturbabile.
<< Zayn…>>, Juls gli posò una mano sul braccio. << Non pensarci nemmeno >>.
Dio solo sapeva cosa sarebbe successo, quando gli altri ragazzi lo avrebbero scoperto.
Louis pensò ad Harry, che lo aveva avvertito più di una volta. Poi c’era anche Kyle. Bè se lo avrebbero preso a pugni, tanto valeva godersi quel momento legato a Juliet.
<< Se vuoi darmi un pugno, ti chiedo soltanto di non farlo davanti a Juliet >> disse Louis con voce piatta.
<< Oh questo gli da dei punti Zayn, non puoi negarlo >> mormorò Jade con espressione neutra.
Juliet s’alzò dalla sedia, mettendo le mani sul tavolo. << Okay. Non m’interessa se Harry, Liam, Kyle, Niall e tutti gli altri lo verranno a scoprire. Voglio che si sappi una cosa e non la dirò più: Io ho ricambiato il bacio di Louis. E che si sappi che l’ho ricambiato anche bene >>, sfoderò un ghigno nell’ultima parte.
Zayn tacque. Louis sgranò gli occhi. Jade trattenne una risata.
<< Mi sembra che la ragazza abbia già chiarito tutto. >> esordì la signora G, che prese ad armeggiare con i fornelli. << Ora siediti Malik. Non vi saranno litigi fisici in questa casa. >> gli scoccò un’occhiata ammonitrice.
<< Sì signora >> Zayn sbuffò prima si sedersi a tavola.
<< Nat? >> chiese Jade.
<< Con Allie. Saranno qui tra…>>.
<< Buongiorno! Oh caffè >> gli occhi di Allie s’illuminarono a quella visione.
<< Nat? La chiave? >> le chiese Juliet quando la rossa si presentò in cucina.
<< Bè, dato che i negozi sono ancora chiusi, suppongo che rimarrete in quella situazione ancora per qualche ora >> dichiarò la ragazza prendendo un toast. Zayn afferrò Nat per un polso mettendosela in grembo.
Juliet sbuffò << Fantastico. Ho un incontro tra un’ora…>> pensò ad alta voce. Sospirò rassegnata. << Ho un’idea, e spero che la mia cliente apprezzerà il mio collaboratore per un giorno >>.
<< Collaboratore? >> le fece eco Louis circospetto.
<< Oh sì, e ti fingerai gay per non mettere in soggezione la cliente>> aggiunse Juliet in tono conciso.
<< Questo sì che è divertente >> mormorò Zayn sghignazzando sotto i baffi.
<< Oh ma ti sei presa una fissa per questa cosa! Non lo farò! >> replicò irritato Louis.
<< Sì che lo farai. Dovrò aiutare la sposa ad infilarsi il vestito perciò sarà in intimo e tu la metteresti in imbarazzo >>.
<< Quanti anni ha la sposa? >>.
<< Ventisette, perché? >>.
<< Non c’è pericolo. È troppo grande per me. >> annunciò Louis in verso di scherno.
Ma a Juliet non fece ridere.
Louis sospirò, passandosi la mano libera tra i capelli. << Ho come l'impressione che me ne pentirò. Okay. >>.
 

 
<< Che schifo >> mugolò Louis.
<< Non muoverti! Altrimenti non esce bene! >> l’ammonì Juliet, mentre con una mano prendeva altra gelatina.
<< Perché devi imburrarmi i capelli? >>.
<< Fa parte del travestimento >>.
<< Travestimento un corno! Guarda ti avviso, non indosserò nessun papillon! >> ringhiò, quando quella viscida sostanza gli stirò i capelli ribelli all’indietro.
<< Che peccato, ci speravo tanto… >> s’incupì Juls in modo falso, per poi sorridere all’espressione torva di lui.
<< Hai finito? >> la supplicò.
<< Soltanto un altro ciuffo…Ecco fatto >>. Juliet stirò le labbra per non scoppiare a ridere.
Intimamente, era dispiaciuta più lei che lui nel vedere quei capelli morbidi e sbarazzati fatti in quel modo. Ma il cipiglio di Louis era tremendamente divertente.
<< Ripeto: che schifo. >> ringhiò guardandosi al grande specchio con un’espressione truce.
<< Non sarà per molto. Te lo prometto. >> lo rassicurò Juliet, ma tradì un riso beffardo.
<< Ad ogni modo sarò muto, e guai a te se mi obblighi a parlare con una voce da gay, perché ti giuro che ti pianto in asso >>.
<< Come sei permaloso…>> lo punzecchiò.
Louis la guardò con un sopracciglio alzato.
<< Oggi siamo una squadra. Il mio braccio destro. >>, gli fece notare. << Cioè volevo dire sinistro >> si corresse ricordandosi delle restrizione che portavano ai polsi.
<< Direi di sì >>.
<< Ci siamo. >> esordì Juls quando bussarono alla porta.
<< Che il genere maschile mi perdoni >> fu l’ultima cosa che Louis disse, prima di sorridere cordiale.
 

 
<< Cindy che ne dici di questo? >> domandò Juliet mostrandole un abito in pizzo elaborato, decorato con perline lungo i bordi del corsetto.
<< Ehm…>>.
<< Qualcosa non va? Non ti piace? >>.
<< No Juliet non è questo, non vorrei sembrarti inopportuna, ma mi spieghi cosa sono quelle manette che vi tengono…? >> gesticolò con la mano guardando lei e Louis.
<< Oh bè è una storia divertente a dire il vero. Il mio conoscente qui, Louis, ha tentato di corteggiare una persona usando questo simpaticissimo strumento, ma per un enorme caso del destino ha confuso persona. >> spiegò Juliet con naturalezza, sperando di aver fatto un buon lavoro.
Louis le diede un lieve pizzicotto da dietro la schiena. Sorrise soddisfatto soltanto quando Juls pronunciato la parola “conoscente” con una voce strana. Sembrava quasi volerla sputare, come se fosse una menzogna.
Juliet osservò Louis guardarla in modo curioso, ma lasciò i chiarimenti per dopo. Ora c’era solo Cindy e il suo abito nella sua mente.
<< Oh mi dispiace…>> disse la donna poggiando una mano sulla spalla di Louis. << Non preoccuparti, troverai un ragazzo per te >> lo rassicurò.
Lei dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere. Si concentrò sugli abiti invece di guardare l’eventuale faccia disgustata di Louis.
<< Grazie Cindy, lo spero tanto…>> diede voce il ragazzo.
Juliet vacillò nel sentirlo parlare con una voce perfettamente consona ad un omosessuale.
Strinse la gruccia del vestito, ma invano, perché ridacchiò mettendosi una mano sulla bocca per bloccarsi per il troppo divertimento.
Lui non potè non udire la risata sommessa della ragazza. Nell’istante in cui Cindy si voltò per vedere altri abiti nel magazzino, si chinò sul collo di Juliet.
Lei s’immobilizzò, sbalordita nel sentire le sue labbra sfiorarle la pelle sotto l’orecchio.
<< Voglio proprio una ricompensa…e l’avrò presto, piccola. >> le sussurrò talmente piano che Juliet lo sentì a fatica, quando il battito aumentò il ritmo in risposta.
Prima che la sposa potesse tornare, Louis le morse il punto tra la spalla e il collo, e Juliet si morse il labbro per non gemere.
<< Juliet, vieni, forse l’ho trovato! >> La voce di Cindy parve smorzata nella testa di lei, troppo concentrata sui suoi ormoni impazziti.
Le parole di Louis risuonarono nella sua mente, i suoi ormoni scoppiettanti di gioia interpretando il tocco di Louis come un anticipo a quella promessa sensuale.
Si schiarì la voce, ma ne uscì un suono roco: << Arrivo >>. Merda, le era venuto anche un brivido, che a Louis non sfuggì di intendere come una piacevole interpretazione.

 

 
<< Ce l’abbiamo fatta >> dichiarò Juliet prendendo del succo dal frigorifero.
<< Già…>>.
Louis era intento a guardare ben altro…
Lei si alzò girandosi per vedere un Louis assorto nel guardare…oh.
Si accigliò. << Stavi ascoltando me o il mio fondoschiena? >>.
<< Ehm…direi il secondo >> sorrise sfrontato.
Juliet roteò gli occhi, poi Nat entrò nella cucina con un’espressione sorridente.
<< Se quel sorriso significa: Ho la chiave, ti farò una torta al cioccolato >> disse Juliet speranzosa.
<< Allora datti da fare ragazza >> esordì la rossa parandole davanti agli occhi la chiave che l’avrebbe liberata da quelle odiose manette.
<< Da’ qua! >> Juls l’afferrò. L’infilò nella serratura e con un clic questa si aprì liberandola dall’atroce morsa di pelle e acciaio.
Louis sospirò. << Ora va meglio. Anche se mi mancheranno >>.
<< Grazie Nat! >> Juls l’abbracciò riconoscente.
<< Torta? >> la guardò con occhi luccicanti.
<< Mi metto al lavoro. Chiama anche le altre >>.
Nat si allontanò entusiasta di godersi un po’ di zuccheri.
<< Che ne facciamo di queste? >> le chiese Louis prendendo le manette.
<< Buttale. No meglio, bruciale >>.
<< Mmh credo che chiederò a Zayn se posso tenerle...non si sa mai se in futuro potranno tornarmi utili >> commentò Louis strizzandole l'occhio.
Juliet deglutì, incapace di rispondergli, e si voltò per prendere gli ingredienti dalla credenza. << Resti...qui? >>.
Louis l’afferrò per i fianchi facendola voltare. Lei sbatte gli occhi sorpresa, poggiandogli le mani sulle spalle larghe e muscolose.
Lui le sorrise, un sorriso mozzafiato che la fece fremere da capo a piedi.
<< Com'è bello toccarti con entrambe le mani...Vorrei tanto restare, ma devo togliermi questo schifo dai capelli e andare al negozio. Mia madre si chiederà che fine ho fatto. Magari la prossima volta... >>. Non aspettando una risposta da parte sua, si chinò per baciarla. Deciso, appassionato e rapido, facendo guizzare in una danza vorticosa le loro lingue. << A presto, tigrotta. Pensami >> mormorò sulle sue labbra e se n’andò.
Juliet non respirò per quindici secondi, fino a quando la sua faccia non diventò blu e dovette riprendere aria. 
Ooh sì, non farò altro credimi.

 

 
<< Secondo bacio >> disse Allie con un pezzo di torta al cioccolato in bocca.
<< Mi gira la testa… >> mugolò Juliet sventolandosi con una mano.
<< Ti stai innamorando di lui >> disse Jade.
<< No! Cioè, ecco... >> Ma non ci credeva nemmeno lei. Louis ormai le era entrato sotto pelle, e il suo cuore sobbalzava quando era con lui. 
<< La nostra Juliet confusa! È un evento rarissimo! >> commentò Nat guardandola con un sorriso tenero.
Juliet era Juliet. La confusione non rientrava nel suo vocabolario.
<< Mi snerva esserlo! >> ringhiò posando il suo piatto sul tavolo. Non aveva fame, non di cibo. Anzi, dopo quello che le aveva detto e fatto Louis, non riusciva neanche a pensare.
<< Louis è impulsivo e non si comporta da copione, e questo ti manda in confusione. Di conseguenza t’innervosisci >>.
<< Hai centrato il punto. Che diavolo ha di diverso da tutti gli altri? Posso innamorarmi di lui? Che possibilità ho che i sentimenti siano corrisposti? Sono domande a cui io non ho risposta >> ammise stringendosi nelle spalle. 
'Dovrò abituarmi a questa cosa per quando dormiremo insieme' le aveva detto quella mattina. Insieme? In tutti i sensi?
<< Ha detto di non essere innamorato di Rachel e con questo? Non lo è nemmeno di me. So che è così. Sono indignata con me stessa per essermi presa una cotta per lui, e per non essere stata attenta ai vostri avvertimenti >>. Apertamente, non le aveva dichiarato niente. O lei si sbagliava e l'aveva fatto? Avrebbe dovuto analizzare ogni singola conversazione con lui per tirare fuori degli indizi.
<< Loro pensavano che la cosa migliore fosse che tu uscissi con Chris per levarti dalla testa Louis >>. Kyle entrò dalla porta, facendola sobbalzare per quella dichiarazione. Juliet gli aveva spiegato al telefono cosa era successo, ma conoscendo il fratello e la sua indole protettiva, non era stupita che fosse venuto.
<< Ci ho provato. Chris è perfetto, ma…>>.
<< Juliet non cerca il principe perfetto. Vuole lo stronzo bello e casanova, ma ha paura che il bello e casanova la faccia soffrire come tutti gli altri, perciò si chiude in se stessa >> concluse Jade roteando gli occhi.
Kyle prese posto a tavola, senza fare complimenti rubò a Juliet il suo pezzo di torta. << Okay. Hai la mia approvazione in qualunque cosa farai, ma non ti prometto di non rompere il culo a Louis se ti fa del male >>.
<< Posso aiutarti? >> concordò Nat con un sorriso maligno.
<< Certo testa calda. >> Kyle le scompigliò i capelli in un gesto affettuoso.
<< Ehi non è programmando un pestaggio che mi aiuterete a stare meglio! >> borbottò Juliet, poi sorrise. << Tutto sommato…è una cosa carina da dire…>> dichiarò sorridendo.
<< Cos’hai detto dopo che ti ha baciato? >> le chiese curiosa Allie.
<< Assolutamente niente >>.
<< Oh santi numi >>.
<< Lo so >>.
<< Sei pazza di lui >>.
<< Allie! >>.
<< Che ho detto? >>.
<< Vi diverte questa situazione, avanti ditelo! >> sbottò Juliet alzando le mani frustrata.
<< Difficilmente ti lasci confondere, e credo che ci piaccia vederti così >> ammise Nat ammiccante.
<< Grazie tante. Fratello? >> si voltò per trovare un appoggio.
<< Concordo con le ragazze >>.
<< Anche tu contro di me? >> mugolò fissandolo truce.
<< Sei tu quella che prima mi rimprovera di non averti detto che ho una relazione con Phoebe, e adesso vengo a scoprire che ti sei allupata a Louis nel tuo ufficio >>.
<< Io non mi sono allupata a nessuno. Dateci un taglio con questa fantomatica interpretazione! >>.
<< Un momento! Relazione? Phoebe? >> Jade sgranò gli occhi sfoderando un sorrisone.
<< Tre secondi d’euforia >> annunciò Kyle sospirando.
<< Cognata! >> La riccia saltellò felice, abbracciando Juliet.
<< Notizia bomba! >> commentarono Allie e Nat.
<< Donne…>> sospirò il ragazzo.
<< Sono così…merda! A dopo >> Jade sentì squillare il suo cellulare. << Ciao Kelly, cosa posso fare per te…? >>, si allontanò per andare nel suo ufficio.
<< Ricapitolando…>> cominciò Nat.
<< Lui non ha un atteggiamento prevedibile, il che gli fa guadagnare dei punti in molti campi... secondo me >> ammiccò. << Vedremo che direzione prenderà la cosa, sempre che ne prenda una >>.
<< Nel frattempo, il dovere chiama. >> terminò Allie prendendo i suoi occhiali da vista sul tavolo.
Juliet annuì sebbene ancora perplessa.
Quando le ragazze se n’andarono, Kyle l’abbracciò.
<< Il dovere chiama anche me. Se hai bisogno di parlare non esitare a chiamarmi >> le posò un bacio sul capo.
<< Grazie. >> mormorò Juliet.
<< Cosa farete stasera all’addio al nubilato di Danielle? >> chiese incuriosito.
<< Faremo la lotta con i cuscini in intimo >>.
<< Grandioso. Posso venire? >>.
Juls rise. << No. E voi ragazzi cosa farete? >>.
<< Abbiamo optato per delle spogliarelliste >>.
Lei gli diede un pugno nello stomaco.
<< Ahi! Ti ringrazio di avermi bloccato la digestione. >> ribattè Kyle con una smorfia divertita.
<< Stavi dicendo? >>.
<< Strafogheremo nella birra, poker e Mario Kart. Non vedo l’ora. Sono invincibile a Mario Kart >> si pavoneggiò alzando il mento.
<< Okay. Divertiti >>.
<< Certo. Oh e ci sarà anche Louis…>> pensò il ragazzo con un’espressione sinistra.
<< Niente risse prima del matrimonio, sono stata abbastanza chiara? >> lo mise in guardia Juliet.  
Kyle sbuffò  << Sei una guastafeste >>. 
<< Ti voglio bene anch'io >>. 
<< Sei sicura di stare bene, Star? >> le chiese con occhi preoccupati e affettuosi. 
<< Sì Kyle, ho solo bisogno di far ordine nei miei pensieri. Adesso, fuori di qui >> sorrise, e dopo che il fratello si fu congedato, Juliet sospirò sedendosi. Innamorata di Louis...Cristo era nei guai fino al collo.

 

 
Rachel si sentiva al settimo cielo. Non aveva mai desiderato passare così tanto tempo al lavoro come quel giorno. Lei e Chris si erano scambiati occhiate fugaci per tutto il servizio fotografico, ma non avevano potuto dirsi una parola neanche tra una pausa e l’altra. Ma soltanto saperlo di nuovo al suo fianco, la rasserenava. Finalmente l’orario di lavoro era finito e poteva stare con lui.
Quando entrò nel camerino e vide Chris, gli andò incontro.
<< Ciao >> Rachel sorrise.
<< R >>.
<< Qualcosa non va? >>. Non che fosse di nuovo distaccato, ma qualcosa sembrava turbarlo.
<< Ho cercato di chiamare Juliet al telefono, ma è irraggiungibile >>.
<< Oh >>.
Chris si avvicinò a lei cingendole la vita. << Devo dirglielo. È una brava persona e non voglio che lo sappia da altri >>.
<< Lo so. Anche Louis lo è >>, gli lasciò un bacio a fior di labbra. << Ci vediamo dopo? Devo parlare con lui >>.
<< Va bene. A più tardi >> e le restituì il bacio.

<< Rachel >> Louis fu sorpreso e contento di vederla.
L’addio al celibato di Liam era già iniziato, e Louis doveva sbrigarsi. Ma cosa più importante era parlare con lei.
<< Ti disturbo? >> chiese lei sul ciglio della porta.
<< No. Entra pure. >>. Ironia della sorte. Nessuno dei due baciò l’altro.
C’era una strana atmosfera nella stanza.
<< Louis io…devo dirti una cosa >> esordì la bionda.
<< Ti ascolto. >> Sebbene fosse lui a doverle dire una cosa, lasciò parlare prima lei, incuriosito dell'atteggiamento nervoso della bionda.
Rachel era sempre stata di poche parole perciò arrivò in fretta al nocciolo della questione. << Tu mi piaci. Ci siamo divertiti insieme, ma io amo Chris, e voglio stare con lui >>.
Non si poteva dire che la ragazza avesse tatto. Che lo aveva appena piantato era palese, ma l’altro con cui l’aveva appena piantata…
<< Chris?! >> Louis sbarrò gli occhi, sconcertato.
<< Sì, il ragazzo con cui esce Juliet >>.
<< Non che la cosa m’interessi a dirti la verità, ma quand’è nata questa scintilla? >> la sua voce era normale, ancora sbalordita, ma doveva sapere.
<< Prima di conoscerti, io e lui stavamo insieme, ma ci siamo lasciati. Non ti starò a spiegare il motivo, ma il punto e che noi due ci amiamo ancora, e volevo dirtelo >>.
<< Juliet lo sa? >> Volle sapere.
<< No, ma sono sicura che Chris glielo dirà il più presto possibile. Penso che lei soffrirà all'inizio…>> commentò la ragazza.
Louis sperò vivamente di no. Non l'avrebbe permesso, giuro a se stesso.
E quando lei lo avesse scoperto, avrebbe capito che baciandolo non aveva fatto niente di male. In fondo il suo “uomo perfetto” amava un’altra, mentre usciva con lei.
<< Rachel, detto tra me e te che siamo fatti della stessa pasta, per accertarvi dei vostri sentimenti vi siete baciati, nel senso adesso? >>.
Rachel annuì. << Bè sì, ieri sera…>>.
Louis non poteva sperare in una notizia migliore. Abbracciò la bionda << Grazie Rachel. Spero veramente che tu e l’arm…cioè Christopher siate felici >>.
<< Oh Lou grazie…Non immaginavo che la prendessi in questo modo…>> ammise la bionda con un sorriso tra il sorpreso e il rallegrato.
Nemmeno io, pensò con uno strano sorriso. In realtà la ragazza gli aveva soltanto facilitato le cose.
<< Ah Lou. Devo dirti un’altra cosa…>>.
<< Dimmi >> Louis sorrise sciogliendo l’abbraccio.
<< Ricordi il tuo cellulare, quello che trovasti in una scatola nel tuo negozio? >>.
Il ragazzo annuì circospetto.
<< Non te l’ho regalato io…Non so chi sia stato, ma ho soltanto approfittato della situazione per avere le tue attenzioni... >> Rachel abbassò lo sguardo imbarazzata.
Quella confessione stranamente lo turbò. Chi diavolo glielo aveva regala…Merda.
Juliet. Ecco perché lei si era irata a quel modo, quando Louis le aveva mostrato il suo cellulare che credeva che Rachel gli avesse regalato.
E Juliet perchè non gli aveva detto niente?
Glielo avrebbe chiesto non appena l’avesse rivista.
<< Ho capito. Bene Rachel, adesso devo proprio andare. Stammi bene eh >> le fece un mezzo sorriso, prese il giubbotto e se n’andò.

 

 
<< Vino, frutta, formaggi, stuzzichini, bruschette e dolciumi >> elencò la signora Grace, mentre si accingeva a metterli sul tavolo.
<< Grazie signora G >> disse Jade. << Le va di restare con noi? >>.
<< Oh no no grazie. Ho anch’io la mia serata tra ragazze. Drink e discoteca >> spiegò infilandosi gli orecchini, e prendendo la borsa.
<< Signora G? Verremo a pagarle la cauzione. >> scherzò Juliet, immaginandosela sul cubo a fare baldoria.
<< Grazie ragazze, non si sa mai. >> Nel tono dell’anziana governante non c’era alcun’ironia. Lanciò loro un bacio con la mano e se n’andò.
<< Signora G, lei è il mio idolo. >> Nat alzò il bicchiere a mo' di brindisi.
<< Ooh…relax e dolci. Un sabato allettante. >> Jade si sfilò le scarpe con i tacchi per sentire la frescura del pavimento. << Molto meglio >>.
<< Un attimo di silenzio per favore! >> gridò allegra Allie scendendo le scale.
<< Fate un applauso a Danielle nel suo favoloso pigiama! >> incitò.
Nat e Juls iniziarono a fischiare con le dita e a battere forte le mani, mentre la futura signora Payne scendeva le scale con un raffinato e sexy babydoll color crema.
<< Piaciuto il nostro regalo di addio al nubilato? >> chiese Jade a Danielle battendo forte le mani.
<< Tantissimo! È una meraviglia! >> rispose entusiasta la ragazza girando su se stessa.
<< Il tulle trasparente è stata una mia idea! >> alzò la mano Juliet pavoneggiandosi.
<< Ma non mi dire Catwoman! >> la spintonò scherzosamente Nat.
<< Ognuna di noi ha pensato ad un piacevole dettaglio di questo favoloso babydoll. Jade ha suggerito il colore per la tua carnagione, io il cuoricino con strass al centro dei seni, Juls il tulle, e Nat il favoloso tanga coordinato…>> spiegò Allie facendo una riverenza compiaciuta del suo lavoro.
<< Sono senza parole! Liam impazzirà non appena mi vedrà con questo addosso durante la luna di miele…>> commentò maliziosa Danielle.
<< Che abbiano inizio i festeggiamenti tra sole ragazze belle fanciulle!! >> esordì Nat saltando sul divano.
<< Con immenso piacere >> Juls le lanciò un cuscino. << Sai fare di meglio rossa? >>.
La rossa le fece il verso, << Fatti sotto! >> la mancò di poco, e subito iniziò la guerra di piume.

 

<< Liam, dammi quel cazzo di cellulare! >> gli ordinò Niall sfilandoglielo tra le mani.
<< Amico, la tua donna è nelle mani del Quartetto. >> commentò con un ammiccamento Zayn prendendo la sua birra e portandosela alle labbra.
<< Giusto. Oddio credo di sentirmi male…>> Liam fece una smorfia piegandosi in due.
<< Cavolo amico, non hai nemmeno bevuto. Cos’è? Panico pre-matrimonio? >> gli chiese Harry con una punta di preoccupazione nella voce.
<< Ne ho sentito parlare. Allie mi ha raccontato di uomini che l’hanno attraversata >> annuì Niall.
<< Oh quali sono i sintomi Horan?! >> Zayn lo afferrò per la maglia. << Dimmelo perché forse sarò il prossimo! >> gridò fingendosi traumatizzato e impaurito.
<< Fatti forza amico! >> lo sostenne con teatralità il biondo. << Sognerai tua madre in perizoma >>.
<< Dici sul serio? >> sgranò gli occhi Liam. << Sognare mia madre in intimo osceno prima di salire all’altare, mi traumatizzerebbe ancora di più…>> pensò ad alta voce.
I ragazzi scoppiarono a ridere al viso impallidito di Liam.
<< Oh hanno suonato alla porta >>, Zayn si alzò << Vado io >>.
<< Louis >> annunciò il moro, quando rientrarono in salotto.
<< Ehi amico, hai un’aria…ehm…grigiastra? >> commentò Louis dando una pacca amichevole sulla spalla di Liam.
<< Tutto bene. Ora sto meglio >> Liam afferrò la sua birra e se la scolò tutta d’un fiato. << Accomodati >>.
La serata del poker ebbe inizio, anche se con uno strano silenzio che rabbuiava il gioco. Louis pensò se anche prima fossero stati così muti. Odiava il silenzio. Che diavolo di festa era quella?
<< Mi dite perché mi guardate in quel modo? >> Volle sapere sbuffando.
<< Diccelo tu. >> lo sfidò Harry.
<< Vedo che le notizie volano >> commentò aspro Louis.
<< Considerala una specie di mafia-famiglia. >> disse Niall con un mezzo sorriso.
<< Oh chi è il capo? >> chiese con verso di scherno.
<< Bè, quando si tratta di mia sorella, io. >> parlò una voce alle sue spalle.
I ragazzi si voltarono scorgendo la figura di Kyle posare la giacca e la valigetta sul divano.
<< Kyle >> Liam s’alzò scambiandosi una stretta di mano e un abbraccio amichevole con il ragazzo.
<< Congratulazioni amico >> sorrise il fratello di Juliet.
<< Grazie. Ti va il poker? >>.
<< E me lo chiedi anche? >> prima di prendere posto, Kyle si servì dal frigo.
<< Una birra Tomlinson? >> chiese.
<< Sì grazie >> rispose cauto. Il fratello di Juliet emanava una tale tranquillità che Louis si sentì grossomodo spiazzato.
<< Diventeremo parenti >> Harry sorrise a Kyle.
<< Così pare, a quanto hanno stabilito quella matta di mia sorella e la tua ragazza. >> si sedette passando la birra a Louis.
<< Ad ogni modo eri già parte della famiglia, quindi non fa differenza >>.
<< Tornando a noi >> Kyle lanciò un’occhiata a Louis. << Tranquillo Tomlinson. Ho deciso di lasciarti vivere >>
Louis lo fissò stranito. << Scusami? >> domandò non capendo.
<< Mia sorella ha già deciso cosa farne di te, quindi direi che non devo alzare un dito >> ammiccò per poi continuare a bere.
<< Cosa intendi con l’espressione “ ha già deciso cosa farne di te”? >> chiese imperturbabile, sebbene intimamente nutrisse il presentimento che non fosse nulla di buono.
<< Questo deve dirtelo lei. >> convenne Kyle. << Harry, noto che le tue carte sono da schifo >>.
<< Maledizione >>.
<< Ed io che speravo in una scazzottata amichevole >> mormorò Zayn poggiandosi le mani dietro la nuca.
Kyle ghignò. << Purtroppo no, amico. Non oggi, almeno. >> L’ultima parte suonò allusiva.
<< Sarò felicissimo di essere preso a calci in culo per ogni mio errore commesso >> disse Louis.
Quest'ultimo giurò di aver visto Kyle sorridergli apertamente. Un vero sorriso, wow.
<< Suppongo che Rachel sia acqua passata? >> chiese Harry squadrandolo.
<< Oh sì. Mi ha tradito con Chris. >> spiegò Louis schietto.
Tutti i presenti compresi Kyle, sgranarono gli occhi.
<< Quando? >> tuonò Kyle.
<< Ieri sera >>.
<< Cazzo! A quello romperò sicuramente qualcosa. >> ringhiò.
<< Si conoscevano prima che Rachel si mettesse con me, e si amavano già da prima >>.
<< Non ne sapevo niente. Chris non me lo ha mai detto… >> Zayn strinse la mascella.
<< Evidentemente il perfetto principe azzurro non è meglio di uno stronzo rubacuori. >> li canzonò Louis godendosi le loro espressioni torve, non dirette a lui stavolta.
<< Evidentemente no. Zayn, passerò a farti una visitina in questi giorni sul set >> lo avvisò Kyle.
Louis bevve rilassato dalla sua bottiglia. I ragazzi avrebbero architettato una vendetta verso Chris, qualsiasi cosa fosse non gli importava. Avrebbe dato l'opportunità a quel bastardo di Chris di dirle la verità. Più niente lo avrebbe allontanato da lei.
Più tardi a casa sua, scrisse velocemente un messaggio con il cellulare- che ora sapeva che Juliet gli aveva regalato- e digitò un messaggio.

Da: Louis
A: Juliet
Oggetto: Pensieri

Spero che tu mi abbia pensato. Io non ho mai smesso.
Come è andata la serata?
Non so se tuo fratello Kyle me lo ha detto per provocarmi, ma c'erano gli spogliarellisti? Se è così, dobbiamo parlarne.
Sogni d'oro, piccola.


Louis ripose il cellulare sul comodino, chiudendo gli occhi con un sorriso ad increspargli le labbra.
Finalmente sei solo mia trigrotta...

Note dell’autrice

 
Buon pomeriggio splendori ^_^
Stavolta i ringraziamenti sono la prima cosa a cui mi dedico:
Vorrei rivolgere un sincero GRAZIE:
- ad ogni lettrice silenziosa,
- ad ogni meraviglia che ha lasciato una recensione e più di una facendo sì che questa storia raggiungesse 169 recensioni in 13 capitoli ( numero impressionante per me çç),
- a chi porta The dress of seduction tra le storie seguite, preferite o ricordate,
- a chi porta la sottoscritta tra gli autori preferiti, facendomi sgranare gli occhi per l’onore inaspettato
- a chi mi scrive un messaggio per chiedermi quando pubblico…
Ognuna di voi è la mia roccia, senza di voi una scrittrice non può essere definita tale, perciò grazie ragazze per esserci sempre… :* :’)

 
Ora possiamo urlare un: Bye Bye Rachel!!!! Vi mancherà??? Naah sopravviveremo… XD Avete amato Louis e Juliet in questo capitolo? 
Nel capitolo 15 ci sarà il matrimonio tra Danielle e Liam ^_^ Adesso spetta a Chris parlare con Juliet...lei come la prenderà?
Piaciuto questo capitolo? Ero un po’ titubante a postarlo, spero sia stato di vostro gradimento…fatemi sentire la vostra, se volete :3 Ora vi lascio, attendendo le vostre parole nelle recensioni <3

Con affetto, vostra Ella <3

 

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Capitolo 15
*** Capitolo15 ***


pronto capitolo 15

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Capitolo 15

 

Era arrivato il giorno delle nozze di Danielle e Liam. Il Quartetto dopo un addio al nubilato tra champagne, divertimento e risate insieme a Danielle, era pronto a darsi da fare con i preparativi della cerimonia. Erano le otto in punto, e Juliet sedeva al tavolo da cucina con Nat e Jade.
Quella mattina, con gli occhi impastati dal sonno aveva controllato il cellulare e piacevolmente sorpresa, aveva trovato un messaggio da parte di Louis.
Sorseggiando il delizioso thè caldo dalla sua tazza, digitò una maliziosa risposta.

 

Da: Juliet
A: Louis
Oggetto: Segreto tra donne

 
Buongiorno.
Mi lusinga che tu mi abbia pensato. A me è risultato abbastanza difficile, considerando quanto ci stessimo divertendo alla nostra piccola festicciola.
Spogliarellisti? Uhm...mi dispiace, ma mi è vietato divulgare certe informazioni.
Tu piuttosto, novità da raccontarmi?

 

Perché non stuzzicarlo? In fondo era un modo per farlo uscire allo scoperto. E poi, Louis aveva parlato con Rachel? Juliet sperò di sì.
La risposta di Louis non tardò ad arrivare.

 

Da: Louis
A: Juliet
Oggetto: Non girare la frittata

 
Un’informazione per un’informazione, ci stai?

 

 
Da: Juliet
A: Louis
Oggetto: Chi? Io?

 
Okay. Ci sto.
Prima tu.

 

Da: Louis
A: Juliet
Oggetto: Mantengo sempre la parola

Io e Rachel non stiamo più insieme.
Ora, per favore, vuoi rispondere alla mia domanda?

 

Non stanno più insieme!
Juliet emise un lungo gridolino interiore.

 

 
Da: Juliet
A: Louis
Oggetto: Mantengo sempre la parola


Ho il ricordo un po’ sfocato della serata di ieri, sarà per tutto lo champagne che ho bevuto, ma ricordo di aver passato la serata in compagnia di un certo Mike...piuttosto attraente, esperto nell’ intrattenimento…

 

 

Da: Louis
A: Juliet
Oggetto: INTRATTENIMENTO?

 
Per cortesia, vorresti illuminarmi su questa cosiddetta abile dote d’intrattenimento di questo tizio?

 

 

Da: Juliet
A: Louis
Oggetto: Non urlare attraverso le lettere maiuscole con me!

 
Il tizio ha un nome: Mike.
Voglio dire, che le nostre bocche sono state occupate per tutto il tempo. Tutto.
Ora scusami, ma il lavoro mi chiama.
Juliet
xxx

 

Juliet posò il telefono sul tavolo, chiedendosi l’eventuale espressione del viso di Louis leggendo il suo messaggio.
Aveva esagerato?
Si morse il labbro, convincendosi che era tutto a fine strategico.
Aveva lasciato Rachel. E? Le avrebbe dichiarato amore? Un pizzico di gelosia lo avrebbe spinto a dichiararsi?

Sogna Juliet, sogna…
<< Juls, ritorna qui con noi. Non ti biasimo dato che ieri ci siamo crogiolate nel vedere il film Magic Mike, sognando ad occhi aperti, ma dobbiamo tornare al lavoro >> la redarguì in maniera divertita Jade.
Juliet annuì, ridendo. Già il film, e invece nei messaggi aveva fatto di Mike il suo strepper personale.
Scosse la testa, ritornando sulla sua agenda.
Allison era andata con Danielle a prendere i suoi genitori all’aeroporto, mentre Juliet, Nat e Jade cominciarono con la tabella di marcia.
<< La torta a sei piani con farcitura di crema, scaglie di cioccolato bianco e panna ci sarà consegnata alle dieci. Boquet di rose bianche e viole selvatiche, pronto per le dieci e trenta. Musica? >> chiese Jade a Juls.
<< L’orchestra sarà pronta per le sei. Suite della sposa e dello sposo pronti entro un’ora. Tavoli e sedie arriveranno per le tre. Sala da ballo pronta entro le cinque. Nat? >>.
<< Istantanee durante i preparativi, in posa una volta ultimati. Ritratti formali all’interno e all’esterno. Fotograferò la torta e i preparativi prima, quindi organizzerò l’attrezzatura. Le foto della famiglia e del seguito nuziale quindici minuti prima della cerimonia. Dopo la cerimonia Karen si occuperà delle foto dei parenti, dell’intera famiglia e degli sposi >> concluse Nat, riferendosi alla sua assistente.
<< Addobbi floreali e piccoli rinfreschi nella Suite della sposa e dello sposo pronti entro mezzogiorno >> disse Jade prima di bere dalla sua tazza di caffè.
<< Damigelle e preparatrici dell’intero evento contemporaneamente. Mi considererò davvero brava se sopravviverò >> commentò Juls stiracchiandosi sulla sedia.
<< Al matrimonio di Nat ingaggeremo delle assistenti. Delle assistenti d’elevata bravura, su cui potremmo fare affidamento, come Karen >> decise Jade, e contemporaneamente rispondere ad una chiamata << Promesse, buongiorno. Sì, sono io…>>.
<< Non vorrei passare per un'egocentrica, ma nessuno saprebbe fare meglio della sottoscritta nel campo della fotografia. Ma considero Karen un’eccellente sostituta. Almeno potrò godermi metà della cerimonia. >> convenne Nat con un sospiro di sollievo.
<< Al tuo matrimonio ogni singolo minuto sarà rivolto al divertimento, e stessa cosa vale per noi >> le promise Juliet con un sorriso.
<< Credo di essere affetta della sindrome da sposa >> dichiarò la rossa.
<< Uuh…nervosa, ragazza? >> chiese Juliet dandole un buffetto sulla guancia.
<< Ho comprato dieci paia di scarpe per il matrimonio >>.
<< Ahi >>.
<< Quant’è grave? >>.
<< Non molto, ma dovrai sceglierne un solo paio, se non decidi di cambiarti le scarpe ogni mezz’ora per il semplice gusto di farlo >>.
<< Sarebbe un’idea, ma credo che farò giudicare a voi. Perciò domani faremo una riunione sul tema delle scarpe. >> enunciò Nat alzando la voce per farsi sentire anche da Jade, la quale riattaccò dopo la conversazione avuta con una cliente.
<< Domani ho un appuntamento con Harry, perciò propongo di fare questa riunione sul tema delle scarpe nel pomeriggio >> propose la riccia.
<< Andata. Anche tu hai l’aria inquieta. >> commentò sospettosa Juls.
<< Un pochino a dirla tutta, ma solo un pizzico. Harry ha detto che è una sorpresa… E a dirla tutta, non mi piacciono le sorprese perché ,appunto, mi rendono inquieta, soprattutto se è Harry a farle >> sospirò la riccia con ironia.
<< Ooh… >> Nat e Juls si guardarono con un’occhiata complice.
<< Cosa c’è? >>.
<< Avanti Jade, speri che sia quel momento…? >> ammiccò Nat.
<< Intendi dire quel momento? Dove mi chiede di sposarlo? >> Jade arrossì leggermente << Bè a dirla tutta spero di sì. Se me lo chiederà aspettatevi un segnale da parte mia >>.
<< Tipo? >> chiese Juliet sorridendo.
<< Mmh…>> Jade ci pensò su.
<< Oh ci sono! Ci sono! Che ne dici di: SLDPFDM? >> esordì Nat con un largo sorriso.
Juliet e Jade alzarono gli occhi al cielo all’unisono, guardando la rossa interrogativamente.
Nat sbuffò, << Oh andiamo ragazze quanto siete anacronistiche! >>.
<< Sono La Donna Più Felice Del Mondo >> spiegò la signora G, mentre puliva il ripiano cottura della cucina.
Juliet e Jade sbatterono le palpebre sorprese.
<< Visto? >> Nat indicò la signora G soddisfatta.
<< Oh su non prendetevela ragazze, non c’è niente di male nell’essere anacronistica >> le prese in giro la governante, ridacchiando.
<< Anacronistiche a noi? >> sussurrò Juliet a Jade, fingendosi inorridita.
La riccia sospirò. << Che vuoi che ti dica signora J? >>.
Le ragazze scoppiarono a ridere divertite, insieme alla signora G.
Ricomponendosi, la governante disse con un tono falsamente solenne: << Ora fuori di qui. Avete un matrimonio da organizzare. Le carrozzelle sono parcheggiate sul retro >> ammiccò.

 

***

<< Liam, così le foto mi verrano uno schifo >> si lamentò Nat, mentre il ragazzo non stava fermo un minuto.
<< Eh? Oh scusa >> disse con un sorriso mortificato.
<< Posso farti portare qualcosa di forte? >> gli propose Louis.
<< No, grazie. Sto bene. Avremmo dovuto optare per un matrimonio mattutino. A quest’ora saremmo già sposati. >> Liam si mise a camminare avanti e indietro per la stanza.
<< Amore, se dovessi diventare così, ti prego prendimi a schiaffi. >> disse Zayn alla sua fidanzata.
<< Louis, se non erro sembri agitato anche tu. >> commentò sospettosa Nat guardandolo di sottecchi.
<< No. È colpa di Liam. Fa agitare anche me! >> mentì. << Juliet? >>.
Nat scosse la testa ridendo. << Dovrai aspettare un bel po’ per vederla. Siamo tutte indaffarate. Quindi fatemi finire qui, che poi devo andare a mettermi il vestito >>.
<< Okay >>. Louis si sedette rassegnato. Voleva parlare con lei, e voleva farlo al più presto. Accidenti a lei e a quel messaggio! Sorrise malizioso, pensando che non appena l’avesse avuta di nuovo tra le braccia…
<< Ehm scusate, si può? >>. Quella voce lo irrigidì come un palo.
<< Chris? >> disse Zayn, quando la porta si aprì del tutto.
<< Ciao ragazzi, scusate l’interruzione. Cercavo Juls, dov’è? >>.
<< Juliet è impegnata. >> spiegò in tono freddo Louis.
<< Ah ho capito. Vuol dire che la cercherò più tardi. A proposito: congratulazioni Liam >> disse Chris con un sorriso rivolto allo sposo.
<< Grazie >> Liam lo guardò imperturbabile.
Nat si versò dell’acqua nel bicchiere. Quando Chris non fu più nella stanza, disse: << Che vi prende? Anche tu Zayn, sembrava che ti trattenessi dal saltargli addosso >>.
<< Non so se questo è il momento più opportuno per dirtelo. >> borbottò il moro.
<< Ho a disposizione… >> Nat guardò l’orologio. << Sette secondi. Spara >>.
<< Okay. Chris se la fa con Rachel da un po’. Stanno insieme e si amano >>.
Nat barcollò, poggiando a stento il bicchiere sul tavolo. << Ora mi servono quindici minuti per riprendermi. Che cosa?! >> guardò sconvolta Louis per una conferma.
Quest’ultimo annuì. << Ieri Rachel mi ha tecnicamente lasciato, per vivere la sua storia d’amore con Chris. Lo conosceva ancora prima di conoscere me, ed erano innamorati l’uno dell’altra già da allora >>.
<< Vuol dire che Juliet non sa niente e che è anche stata tradita? >> Gli occhi verdi di Nat si chiusero a due fessure.
<< Già…>> ammise Louis con una smorfia dura.
<< Quello stronzo è venuto nel bel mezzo dei preparativi di un matrimonio con l'intenzione di dire a Juliet che l’ha tradita? Voglio altri dieci minuti per appenderlo dalle palle >> sibilò la ragazza.
Louis si rallegrò. Chris uno stronzo! Rise intimamente, gustandosi il suo trionfo.
<< Louis, ora ti apprezzo molto di più. >> dichiarò la rossa.
<< Cosa farai? >> chiese Zayn alla sua fidanzata.
<< Non posso dirlo a Juliet, anche se mi piacerebbe moltissimo. In questo momento c’è un matrimonio da celebrare. >> disse Nat seria, per poi sorridere rassicurante a Liam.

 

 
Quando Allie e Juliet ebbero finito di sistemare l’abito a Danielle, quest’ultima iniziò a commuoversi.
<< Ferma! Ti si scioglie il trucco! >> disse Jade sorridendole.
<< Scusatemi >> Danielle sbattè gli occhi per scacciare le lacrime.
<< Sei un sogno Danielle. >> commentò Juliet abbracciandola.
<< Grazie. Grazie a voi >>.
<< Sciocchezze. Per noi è un vero piacere coccolarti. >> Allie l’aiutò a metterle le scarpe.
<< È la politica di Promesse >> convenne Jade ammiccando a Danielle.
<< Signor Peazer, gradisce qualcosa di forte? >> chiese una divertita Juliet, guardando l’espressione entusiasta e insieme commossa che aveva il padre nel guardare sua figlia
<< Oh mi servirebbe, grazie signorina Anderson >>.
<< Juliet, la prego. Ecco a lei. Signora Peazer? >> Juls indicò dell’acqua.
<< Sì la ringrazio. >> La madre di Danielle accettò il bicchiere d’acqua con una scorza di limone.
<< Okay. Adesso che tu sei favolosamente bella, direi che possiamo cambiarci ragazze. >> disse Allie verso Juliet e Jade.
<< Ottimo. Avviso Nat. >> disse Jade accendendo l’auricolare.
<< Ce la fai a rimanere da sola per dieci minuti al massimo? >> chiese Juls a Danielle.
<< Certo. Magari ne approfitterò per distendere i nervi >>.
<< Bene. Oddio quasi me ne dimenticavo! >> Juliet si mosse verso una scatola.
<< Cosa? >> chiese Danielle piacevolmente incuriosita.
<< Signor Peazer, vuole avere lei l’onore? >> domandò Juls mostrando ai presenti il velo e la sottile tiara di diamanti.
<< Sarebbe un onore >> il padre si commosse ulteriormente quando mise la tiara con il velo sul capo di Danielle.
<< Ti voglio bene, papà. >> mormorò la ragazza con voce emozionata.
<< Anch’io piccola mia. >> Le baciò la fronte teneramente.
Juliet si morse il labbro che tremolò un po’, alla vista di quel toccante momento padre-figlia.
Era difficile non pensare che lei non avrebbe mai avuto un momento come quello che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi.
Guardò Jade, e subito lei l’abbracciò da dietro capendo cosa stesse provando.
<< Juls, loro saranno sempre con noi. >> le sussurrò con un sorriso rassicurante, riferendosi anche ai suoi genitori.
Non fisicamente, ma suo padre l’avrebbe guardata, n’era certa. Voleva crederci perché lui era sempre stato al suo fianco: quand'era piccola e andava all'asilo, il primo giorno del college, ma non nel giorno del diploma, e non aveva potuto far vedere al padre a che punto fosse arrivata nel suo cammino lavorativo. Ma dentro di lei, credeva che lui lo sapesse ugualmente. Pensava sempre a suo padre, e la rincuorava sapere che le persone che hai tanto amato, seppur non essendoci, continuano a vivere dentro di te.
<< Lo so. >> rispose con gli occhi un po’ lucidi. Sorrise all’amica. << Andiamo. Sono ansiosa di indossare l’abito che ha confezionato Allison >>.
Jade annuì, dopodichè lasciarono la stanza, con Nat che le raggiunse poco dopo.
<< Perché mi guardi così? >> sbottò Juliet, vedendo con quale espressione la rossa la fissava.
<< Niente >>.
Nat non adottava mai quel tono serio e irritato, soprattutto durante un evento.
<< Ti senti bene? >> volle sapere Juliet.
Ma Allie le interruppe, mostrando loro gli abiti da damigella. Entusiaste, quando ebbero finito di vestirsi, erano quattro damigelle consone ad un ballo reale. Juliet si specchiò nel grande specchio, ammirando lo splendido abito color cobalto, lungo e a sirena. Rispecchiante il tema del ballo, indossò la maschera argentata decorata con un nastro argento intrecciato lungo i bordi e una raffinata filigrana circondante i buchi per gli occhi.
<< Allie, gli abiti sono favolosi. Le maschere che coprono soltanto gli occhi sono strepitose. Molto eleganti. >> si complimentò Juliet.
<< Troppo buone, troppo buone. >> Allie fece una riverenza. << Danielle ne avrà una dello stesso colore dell’abito. Poi ne ho fatte altre centosessanta più semplici per le donne presenti alla cerimonia. I miei collaboratori le stanno distribuendo all’entrata >>.
<< Okay, adesso devo tornare da Danielle >> s’allontanò Jade.
<< Vengo con te. >> disse subito Allie.
<< Vado a controllare che Karen abbia tutto sotto controllo >> e si congedò anche Nat.
Juls non fece nemmeno in tempo a fermarla, che diretta verso l’uscita andò a scontrarsi con un corpo, le cui mani la cinsero all’istante.
Alzò lo sguardo cautamente, inebriandosi dell’ormai familiare odore di Louis.
Accidenti! Quant’era sexy con quei capelli alzati disordinatamente, l’accenno di barba sulle guance, la camicia bianca aderente, la giaccia- sgranò gli occhi nel vederlo per la prima volta in un completo blu scuro- che gli dava quell’aria da uomo d’affari. Notò con divertimento che la cravatta, per quanto avesse tentato di sistemarsela, era ridotta ad un nodo sbarazzino.
Lui sembrò restare a bocca aperta per un istante, poi un espressione imperturbabile gli si stampò in faccia, mentre lentamente la spingeva verso l’interno della stanza.
Juliet era ancora scossa da quella divina visione, che riuscì a tirar fuori un: << Ciao >> alquanto flebile. Poi ricordandosi del messaggio provocatorio che gli aveva mandato quella mattina, si irrigidì.
<< Ciao a te >> mormorò Louis restandole ad un soffio dal viso.
<< Dovrei andare… >> tentò di sottrarsi alla sua presa, senza successo.
<< Da nessuna parte. Allora, cos’è questa storia di questo Mike e delle vostre bocche alquanto impegnate? >> Il tono era calmo, apparentemente dolce. Brutto segno.

Mmh non riesco a pensare se mi stai così vicino, Juliet si morse il labbro.
<< Oh Mike, sì, decisamente un tipo poco loquace… >>. Continua così, puoi farcela. << Bravo in altre cose…>>.
Arretrò finendo schiena contro la parete. Dannazione, com’era finita al muro?! Louis la intrappolò poggiando un braccio sul muro, di lato al suo viso.
Poi scosse la testa, lentamente, con uno sguardo penetrante che Juliet trattenne il fiato, in trepidante attesa.
<< Ah Juliet…cosa devo fare con te? >> le sfiorò con un dito il labbro inferiore.

Io avrei una mezza idea…pensò lei con un ghigno malizioso, che Louis catturò con la sua bocca.
Premendo le sue labbra contro quelle di Juliet, fece scivolare la lingua dentro di lei, languidamente e appassionatamente, accarezzando con foga la lingua di lei con la propria.
<< Non smetterei mai di baciarti… >> le mormorò sulle labbra, poi con una mano aperta posata sulla schiena l’attirò a sé, premendole una mano sulla nuca per aumentare l’intensità del bacio.
<< Con o senza maschera, per me sei un libro aperto, Juliet. Volevi vedermi geloso? >> si staccò da lei, avvinghiando il suo sguardo con il proprio.
<< Ci sono riuscita? >> volle sapere lei, col fiato corto per il bacio.
Louis alzò un sopracciglio, << Se per riuscirci intendi che sono andato a ricercare il nome di questo Mike sui giornali per spogliarellisti, allora sì. Poi ho sentito Nat discutere su un certo film chiamato Magic Mike con Allie, poco fa. Cos’hai da dire in tua difesa ? >>.
<< Assolutamente niente, ora scusami, ma devo proprio, oh! >> si bloccò quando Louis si avventò nuovamente sulla sua bocca, prendendole il viso tra le mani, accendendo senza accorgersene l’auricolare che Juliet portava all’orecchio. << Mi volevi geloso? Eccoti accontentata >> mormorò passandole un mano sul corpo, dai fianchi, fino al seno e poi su per la gola.

 

 

<< La prego, si sieda qui signor Peazer >> disse Allie facendo accomodare il nonno di Danielle.
<< Grazie signorina, le mie gambe non sono più quelle di un tempo…>> sospirò il signore, chinandosi per sedersi.
Allie sorrise, poi un suono, simile ad un flebile lamento, la fece immobilizzare sul posto.
<< Si sente bene? >> domandò.
Il signor Peazer la guardò senza capire. << Sì, non dovrei? >>.
<< No scusi, mi era parso di sentire… >> si bloccò udendo nuovamente il suono, questa volta più profondo.
Sgranò gli occhi, un gemito?
Si guardò intorno, poi sbarrò gli occhi, battendo un dito sull’auricolare che portava all’orecchio.
Nat che doveva essersi accorta della sua espressione attonita, si avvicinò. << Ehi hai sentito anche tu quello che ho sentito io? >>.
<< Ah-aha >> Allie fece un cenno con la mano a Jade, e questa si avvicinò.
<< Si può sapere cosa state facendo immobili? Dobbiamo… >> aggrottò la fronte. << Cos’è questo brusio? Lo sento solo io? >>.
<< Sembra come se qualcuno stesse…>> cominciò a dire Nat, poi si bloccò. << Oh cristo, è Juliet >>.
<< Che? Con chi diavolo… >> Jade sembrò riflettere.
<< Da sola, ha colto l’occasione per masturbarsi prima di un evento! Con chi vuoi che stia? >> la rimproverò Allie, poi sbuffò. << Io che ho litigato con Niall, e lei se la spassa, non è giusto >>.
<< Hai litigato con Niall? >> Jade sembrò esterrefatta. Quei due litigavano raramente.
<< Sì, ha deciso di riprendere il cammino del calcio, dopo che si è fatto male, ha deciso di prendersi una pausa con il negozio di strumenti, ma adesso vuole riprendere da dove ha lasciato >>.
<< E qual è il problema? >> chiese Nat confusa. << è il suo sogno no? >>.
Allie mise il broncio. << Sì lo so, ma ecco dovrà stare via per quando lo chiameranno…sai tutta quella roba dei contratti >>.
<< E? Scusa, un momento soltanto >> Nat alzò il dito, si schiarì la voce << Juliet! Non è il momento di una sveltina, vieni subito qui ragazza! >> la chiamò a gran voce attraverso l’auricolare.

 

 

Juliet si immobilizzò quando udì la voce di Nat attraverso l'auricolare, paonazza in volto imprecò: << Cazzo! L’auricolare! >>. Riluttante posò un mano sul torace di Louis.
<< Mmh devi proprio andare? >> mugolò lui, strofinando il naso sul suo collo.
<< Nat arrivo subito. Louis devo assolutamente andare >> disse Juliet, pacata.
Louis sospirò. << Va bene. Ma la mia vendetta non finisce qui, piccola, ci vediamo dopo >> le stampò un leggero bacio sulle labbra poi lasciò la stanza.

 

 
Prima che le ragazze potessero aprire bocca, Juliet le fermò con un gesto della mano: << Dopo >>.
Jade annuì, concordante. << Allie ha litigato con Niall >>.
<< Cosa?! >> Juliet non potè credere alle proprie orecchie.
<< Io direi piuttosto una discussione accesa >> chiarì Allie, << ma di questo parliamo dopo, abbiamo un matrimonio da portare a termine >> indicò alle sue spalle. Poi come damigella d’onore s’incamminò lungo la navata per prima.
<< Accidenti, sono nervosa. Preferisco di gran lunga essere dietro le quinte >> bofonchiò Juliet, allisciandosi il vestito con le mani. Buttò un'occhiata ad uno specchio nel corridoio, e con suo imbarazzo notò i capelli leggermente arruffati, le labbra rosse e le guance rosee.
<< Stai un incanto Juls >> Nat ridacchiò divertita dell'espressione dell'amica.
Le lanciò un’occhiata di rimprovero, passandosi le dita tra i capelli per sistemarli.
<< Anche al tuo matrimonio starai dietro le quinte? >> Jade rise bonariamente.
Juls alzò un sopracciglio << Matrimonio? Con chi? Con il fantasma formaggino? >>.
<< Il fantasma formaggino è adorabile, ma credo che Louis lo sia di più >>.
<< Louis? Matrimonio? Adorabile? Mi sono persa qualcosa? Dimmi che non hai bevuto proprio adesso! >> la rimbrottò. Un peluche era adorabile, Louis era un dio della tentazione, che le mandava in fumo il cervello.
<< Non ho bevuto. Sto dicendo che Chris non si è fatto vivo, e che Louis non si è presentato con Rachel, quindi…>> La riccia lasciò la frase in sospeso.
Juliet divenne pensierosa. Chris voleva parlarle ieri, ma lei era incasinata con il lavoro. Oggi invece non l’aveva proprio visto. Qualche tempo fa, gli aveva detto che sarebbe stata la damigella di Danielle al suo matrimonio, e lui si era offerto di farle da “cavaliere”, ma a quanto pareva il ragazzo le aveva fatto un bel bidone. Non ci aveva pensato prima di adesso, e se ne sentì turbata.
Si domandò se il ragazzo non avesse avuto qualche tipo di contrattempo, o roba del genere.
Scacciò quel pensiero, quando Jade le fece un cenno col capo.
<< Tocca a te, dritta e sorridi >>.

Sperando di apparire al meglio, Juliet sorrise incerta, mentre camminava lungo il tappeto e gli invitati seduti la guardavano con un’espressione allegra, e non derisoria come si aspettava. Doveva dirlo: essere una damigella era una vera forza dopotutto.
Adocchiò Liam, il quale le sorrise e lei ricambiò ammiccandogli.
Niall era in piedi al fianco dello sposo, con Allison a sinistra dove Juls le si affiancò.
Poi vide Louis seduto in prima fila, ma saettò lo sguardo altrove, per non distrarsi e pensare al bacio passionale di poco fa.
Fu il turno di Nat e Jade, e poi la marcia nuziale partì e tutti gli invitati si alzarono per volgere gli sguardi verso la magnifica sposa accompagnata dal padre verso l’altare.
Liam prese la mano di Danielle, e si guardarono per un lungo istante.
Lui le mimò un “ti amo” e lei gli strinse la mano per poi dirgli “anch’io”.
Louis non staccò i suoi occhi affascinati da Juliet, la quale era completamente assorta nel seguire la cerimonia. Sorrise teneramente per l’espressione catturata di lei. In quell’abito lungo era bellissima. I suoi occhi scivolarono sulle curve seducenti di lei, in una danza venerante. Avrebbe ballato con lei, si promise, e l’avrebbe toccata tenendola di nuovo tra le sue braccia. Era incredibile come lei riuscisse a rapirlo in quel modo. Juliet era qualcosa di sorprendente per lui. Sapeva che nessuna donna lo aveva mai colpito in quei termini. Erano sempre tutte bendisposte nei suoi confronti. Invece Juliet no. Il suo animo combattivo permeava in lei, nonostante lo avesse corrisposto quando l’aveva baciata, lei aveva lottato contro la sua lussuria con la stessa foga, come a volergli dimostrare che non sarebbe mai stata facile per lui. Louis aveva sempre apprezzato le cose facili da ottenere, ma quella ragazza era una sfida che lo stuzzicava in maniera carnale.
Dopo aver pronunciato le promesse, il prete li dichiarò marito e moglie, e Danielle e Liam si baciarono in un coro di fischi e applausi.

 

 

Molteplici prelibatezze deliziarono il palato degli invitati, e quando le dame indossarono le maschere, l’orchestra cominciò a suonare.
Juliet si commosse nel vedere Danielle e Liam dare inizio alle danze. La riccia aveva scelto di non indossare la maschera per il semplice desiderio di poter guardare suo marito negli occhi e danzare stretti l’una all’altra.
Le luci soffuse, e le migliaia di candele realizzavano il tema romantico e intimo del matrimonio.
Harry prese Jade per mano come un vero cavaliere e la portò a ballare. Lo stesso fece Zayn con Nat, la quale non perse tempo e lo baciò con trasporto.
<< È tutto bellissimo. Liam e Danielle sono bellissimi. >> mormorò Allie commossa, e prese un fazzolettino.
<< Pensa a quello di Nat. Piangeremo a dirotto per tutta la sera prima, e anche durante il matrimonio. >> Juls si soffiò il naso.
<< Sì. Dio che bello, manca poco! >> Allison brindò con lei.
Juls guardò gli occhi blu dell’amica brillare di tristezza. Era chiaro che stesse pensando a Niall.
L’abbracciò ed Allie ricambiò prontamente.
<< Grandioso un abbraccio. Mi serviva proprio. >> ammise ricambiando.
<< Allie, devi parlare con Niall >> la spronò Juliet dolcemente.
Allison si staccò, << Hai ragione, mi sono comportata come un’idiota >>.
Juliet sorrise, << Felice di sentirtelo dire. Ora vi lascio soli >>.
<< Eh? >>.
<< Voltati >>.
Allie fece come le disse, e incontrò lo sguardo di Niall. << Ehi >> soffiò fuori, chinando poi il volto per guardarsi le mani.
Lui le prese il mento tra le dita, alzandole il volto. << Mi conceresti un ballo? >> sorrise.
Allie annuì, poi prendendo coraggio, mentre Niall la portava sulla pista, gli disse: << Niall, mi dispiace tanto per stamattina. E solo che so cosa vuol dire lavorare nell’ambiente calcistico. Mio fratello Joe non c’è quasi mai a casa per i viaggi con la squadra, e al pensiero che tu possa stare lontano…da me, mi fa paura. Il pensiero che tu possa stancarti di me, e magari preferire una di quelle bionde, perché ho fatto un sondaggio sai? La maggior parte dei calciatori scelgono come compagne ragazze bionde, perciò direi che magari sono più adatte a loro…okay sto blaterando. Il punto è che mi sono comportata come una bambina egoista e capricciosa, ti chiedo scusa e voglio che tu sappia che avrai tutto il mio appoggio >>.
<< Allie? >>.
Lei alzò lo sguardo, timorosa, ma il tono di Niall suonò dolce e divertito.
<< A me non piacciono le bionde. A me piaci tu. Sarai sempre e solo tu Allie, per il resto della mia vita >> si staccò leggermente da lei, frugò nella tasca dei pantaloni, estraendo un cofanetto a forma di pallone da calcio. << Aprilo >>.
Allie sbattè le palpebre, sorpresa e curiosa lo aprì, prendendo tra le mani una collanina avente come ciondolo un piccolo fischietto decorato da strass.
<< Un fischietto per la mia bellissima coach >> mormorò Niall con un largo sorriso.
<< Wow Niall, è…oh mio dio >> le mancò il fiato quando scrutò vicino al fischietto un anello. Un anello!
Niall prese la collana dalle dita tremanti di Allie, troppo emozionata per staccare quell'oggetto tanto ricco di significato. Quando glielo infilò al dito, uno sguardo azzurro penetrante catturò il suo color indaco. << Se vorrò intraprendere questo nuovo cammino della mia vita, desidero che tu sia al mio fianco Allie. Senza di te non avrebbe senso, ti chiedo scusa se ci ho messo molto, ma mi conosci >> ridacchiò, poi baciandole la punta del naso, e intrecciandole le mani con le proprie, coprì le labbra con le sue. << Ti amo Allison Hart. Vuoi sposarmi? >>.
Allie trattenne il fiato, gli occhi lucidi di lacrime, si gettò tra le sue braccia, con un sorriso radioso. << Sì Niall! Cento volte sì! >>.
Niall rise di gioia, baciandola con amore, mentre tutti i loro amici ghermirono la sala d’applausi e congratulazioni.

 

 
Juliet tirò su col naso strafelice nel guardare la sua amica ballare con il suo futuro marito. << Fazzoletto? >> sentì la voce di Louis alle sue spalle.
<< Grazie >> Juls soffiò forte. << Tieni >>.
<< Tienilo tu, tranquilla >> Louis le sorrise.
<< Grazie, di nuovo >>. Bene adesso che si trovavano in un territorio neutro, Juliet poteva rilassarsi. << E così hai lasciato Rachel... >> non aveva avuto la possibilità di parlarne chiaramente.
<< A dirti la verità, è lei che ha lasciato me >>.
Juliet aggrottò la fronte, sbigottita. Com’era possibile che Rachel lo avesse lasciato di sua spontanea volontà? C’era una falla in quella dichiarazione, e lei voleva scoprire quale.
<< Mi stai dicendo che la bionda ti ha dato il ben servito senza alcun motivo? >> lo squadrò per bene. << Dimmi cosa c’è sotto, Louis >>.
Era normale quella reazione da parte di lei. Louis sapeva che Juliet non lasciava correre niente in una conversazione.
<< Te lo dirò. >> cominciò lui.
<< Bene >> Juliet annuì, aspettando che parlasse.
<< Dopo che avrai ballato con me >>.

E poi sarei io quella che rigira la frittata, pensò lei alzando gli occhi al cielo.
Tutti stavano ballando, in quella deliziosa magia e amore che scintillava nell’aria, e Louis stava aspettando il suo consenso.
Esitò per un istante, pensando se fosse una buona idea, ma in fondo voleva delle spiegazioni, e se questo comportava un ballo, allora Juls avrebbe accettato.
<< Va bene. Ma prima vieni qui >> Il suo tono non ammetteva repliche.
Louis sorrise incuriosito. << Vuoi un bacio bella donzella? >>.
<< No. Voglio sistemarti quella cravatta, perché è un disastro! >> lo beffeggiò cominciando a sistemargliela.
<< Questa giacca è insopportabile. Sembro un manichino, e la cravatta è orrenda. >> borbottò Louis guardando le mani di Juliet fare un nodo e poi un risvolto con quell’ambiguo affare che considerava la disgrazia degli uomini.
<< Mi piace vederti vestito così. Non stai male in fondo. >> gli sorrise genuinamente guardandolo negli occhi.
Juliet indossò la maschera, e Louis la prese per mano. << Io “non sto male”, e tu invece sei bellissima. Sfigurerò nel starti vicino >> mormorò.
<< Perciò suppongo che ti stai rifiutando…>> lo canzonò lei con un ghigno.
<< No no, vieni. >> La portò sulla pista da ballo.
<< Peccato, ci speravo. >> mentì Juliet mettendogli le braccia al collo in un atteggiamento naturale. << Quanto devo aspettare per una spiegazione? >>.
<< Quanta fretta! >> Louis scosse la testa. << Lasciati andare >> la incitò cingendole la vita con le mani.
Lei continuò a guardarlo, sebbene la maschera limitasse la visuale dell’intero viso di Louis.
<< Lo sai che ho perso il mio cellulare? >> esclamò d’un tratto Louis imperturbabile.
Juliet digrignò i denti chiudendo gli occhi a fessura di botto. << Che cosa? >>.
<< Non so dove sia…>>.
<< Ripeto: che cosa? >>.
<< Perché quella faccia? >> le chiese Louis con un mezzo sorriso.
<< E me lo chiedi? Ti rendi conto… >> Juliet si ricordò che per lui era Rachel l’autrice di quel regalo. Esitò.
<< Fa niente. Ne troverò un altro >> continuò Louis facendo spallucce, e questo la irritò palesemente.
<< Per te è facile parlare! Era l’ultimo modello porca miseria! >> eruppe Juls staccandosi da lui.
Louis la riafferrò prontamente, con un’espressione beffarda stampata in faccia. << Ah sì? Perché ho come l’impressione che tu sia arrabbiata? >> la punzecchiò.
<< Perché mi fa arrabbiare che tu abbia perso il cellulare! Non me ne frega niente dei soldi, ma era la premura che ci ho mes…>>.
Louis le parò davanti il cellulare. Intatto e concreto.
<< Che ci hai messo? >>.
Cavolo. Juls rimase interdetta. Poi capì l’imboscata in cui era caduta, e ci rimase ancora più di sasso. << Tu lo sapevi…Come? >>.
<< Me l’ha detto Rachel. Mi ha confessato che non è stata lei, ma non sapeva nemmeno chi realmente fosse stato. Così ho pensato alla tua reazione eccessiva in macchina l’altro giorno e ho tirato le somme >>.
<< Complimenti Sherlock >> Juls alzò le sopracciglia con un’espressione stranamente compiaciuta.
Ma il comportamento di Rachel per lei rimaneva un totale enigma.
<< Perché non me l’hai detto? >> le chiese serio e dolce insieme, mentre continuava a cullarla in quella melodia che diffondeva l’orchestra.
Juls fece spallucce. << Non lo so. E poi l’ho fatto perché quello vecchio è caduto in acqua a causa mia >>.
<< Veramente non è stata colpa tua. Madre e Natura aveva deciso di farmi fare un bagno, tutto qui >>.
<< Mettila come vuoi >>.
<< Attenta, non stai seguendo il ritmo. >> le sussurrò Louis.
<< È un po’ difficile, visto che ti sei, come dire, incollato >> Juliet deglutì piano, facendogli segno di concederle almeno qualche centimetro in più.
Louis la fece girare su se stessa, poi si riavvicinò chinando il capo.
Per un istante Juls pensò solo alle labbra di Louis, che si avvicinarono furtive alla sue. Lui ebbe la geniale idea di allontanarla, senza che lei se n’accorgesse, dalla pista da ballo, con piccoli passi che la portarono inevitabilmente a seguirlo. Ad ogni passo la distanza tra loro si dimezzava, e quando lui le fu ad un soffio dalle labbra, disse molto sommessamente: << Concedimi un appuntamento, mia bella donzella >>.
<< Un cosa? >> Juliet era completamente assorta dal fissargli le labbra.
<< Un appuntamento. Io e te, soli >>.
<< Non so se…>>.
Louis le accarezzò la schiena disegnando piccoli cerchi con l’indice e il medio. << Esci con me >> ripetè baciandole lievemente l’angolo della bocca.
Certo che quel ragazzo sapeva essere persuasivo, dovette ammettere Juliet mordendosi un labbro.
Un bacio, un ballo e adesso un appuntamento?
Uscire con lui?
Un tempo avrebbe detto di sì senza farselo ripetere due volte.
Un tempo, quando non sapeva cosa si celasse dietro quelle proposte.
Aveva paura e si sentiva una stupida.
Stupida, perché era convinta che questa cosa potesse andare oltre l’immaginabile.
Stupida, perché si stava innamorando di lui.
Stupida, perché desiderava stare con lui.
Louis le baciò l’altro angolo della bocca.
Poi la guancia in una lieve carezza con le labbra.
Juliet non riusciva più a pensare. Era spaventata dalla forza dei suoi sentimenti e non poteva ammetterlo.
Si era sempre ripetuta di non mostrarsi mai più vulnerabile davanti un uomo.
E soprattutto, desiderava capire se Louis provasse un sentimento al di là dell’infatuazione.
Perciò se Juliet voleva delle risposte, doveva tenere lei il comando della situazione.
<< Avrai una risposta, soltanto se mi dai un chiarimento riguardo la questione di prima. In fondo avevi detto un ballo. Questo è giocare sporco. >> Sorrise maliziosa tenendo il mento sollevato in un atteggiamento superiore.
Louis sospirò passandosi una mano tra i capelli.
Quella donna era davvero incredibile.
<< Avrei sperato di non dirtelo io, ma…>>.
<< Juliet >>
Lei si girò sentendo una voce familiare provenire oltre le spalle di Louis.
Volse lo sguardo e vide Chris.


Note dell’autrice

 
Buona sera a tutte splendori, ecco qui il capitolo 15, ce l’ho fatta a pubblicarlo finalmente! Avevo intenzione di farlo ieri ma avevo ospiti a casa .-.

Un capitolo ricco di magia e amore per alcuni dei personaggi :3
Anche Allison e Niall si sposeranno, siete contente? Mi è piaciuto molto scrivere la loro scena, spero l’abbiate trovata romantica e dolce quanto me <3
Il capitolo sarebbe uscito molto più lungo, ma l’ho dovuto fermare temendo di annoiarvi troppo .__. comunque sia Chris parlerà con Juliet, perciò preparate i festoni di addio per il ragazzo ^_^
E lei accetterà di uscire con Louis? Ora non ci sarà più nessuno ad ostacolarli, ma loro si dichiareranno l’uno all’altra?
Non dimenticate che Juliet ha avuto un passato sentimentale difficile, perciò è normale che sia riluttante a lasciarsi andare, e Louis dovrà aprirsi anche lui se vorrà conquistarsi la sua fiducia.
Dato che il capitolo è lungo come già detto, non voglio farvi perdere tempo con le mie ulteriori parole, ma ci tengo a ringraziare coloro che hanno recensito lo scorso capitolo :3 190 recensioni!! Oddio vuol dire che supererò le 200 recensioni?? Questo è tutto nelle vostre mani ragazze.. :)
Grazie  a tutte coloro che leggono la mia storia, vi amo di tutto cuore, aspetto le vostre considerazioni, naturalmente se me le merito <3
A presto
Vostra Ella <3

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Capitolo 16
*** Capitolo16 ***


fattooo

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Capitolo 16

 

 

<< Chris? >> Juliet non sapeva se essere contenta che fosse lì o no, dato che aveva interrotto Louis in un momento cruciale.
<< Ehi scusami davvero, ma mi avevano detto che eri molto indaffarata e non volevo disturbarti. Poi ho avuto una chiamata dallo studio e sono dovuto correre di nuovo lì >>.
Louis restò tra lei e il ragazzo fermo come un muro divisore, tanto che Juls dovette spostarsi per vedere Chris.
<< Oh non preoccuparti >> si avvicinò leggermente a lui, ma Louis la bloccò. Lei si tolse la maschera, guardandolo circospetta.
<< Posso parlarti? >> le chiese Chris tendendo la mano per prendere la sua.
<< Cert…>>.
<< Al momento è un tantino occupata. Passa tra un secolo e forse, dico forse, sarà disponibile >> disse Louis in tono acido.
Juls gli lanciò un’occhiataccia rimproverante.
<< Certo Chris >> gli sorrise allontanandosi con lui.
Maledetto armadio del cavolo, sibilò Louis stringendo la mascella.

 

 

Chris aveva un’espressione tesa stampata in volto, mentre si dirigevano in giardino per avere un po’ di tranquillità.
Juls continuò a sorridere, anche se il sorriso divenne incerto, quando Chris si fermò e la guardò in maniera strana.
<< Sei molto dolce, Juliet. Mi piace stare con te. >>.
<< Ehm…>> Cosa doveva dire? << Anche tu lo sei >>.
Aleggiava una strana atmosfera intorno a loro e questo la inquietò.
Chris sembrava impacciato come se non riuscisse a trovare le parole per confessarle qualcosa.
Oh mio dio…non mi chiederà di sposarlo?!
Juliet lo fissò attentamente, in apprensione e immobile.
Okay, non era mai stato un tipo paziente, e quel silenzio la stava agitando.
<< Chris, cosa vuoi dirmi? >> Quasi ebbe paura a chiederlo, ma non ne poteva più di stare lì in piedi con lui d’un tratto muto come un pesce.
<< Non è facile...Ricordi, quando ti raccontai di quella donna che mi aveva lasciato per un altro? >>.
<< Sì…e allora? >>.
<< L’ho ritrovata >>.
Juliet non riusciva a capire il filo del discorso. << Oh, capisco >> buttò lì. << E? >>.
<< Lei è…>> Chris guardò da un’altra parte.
<< Chris parla! >>.
<< È Rachel >>.
Juliet restò pietrificata. << Rachel? Rachel la fid…cioè l’ex di Louis? >>.
<< Sì è proprio lei >>.
<< Perché…perché non me l’hai detto? la prima sera quando incontrasti me, rivedesti lei…>>.
Ora Juliet si spiegava il loro strano atteggiamento.
<< Pensavo di averla dimenticata, te lo giuro, ma…la amo ancora >> Chris la guardò con…compassione?
Quella era compassione? Juliet divenne glaciale.
<< Lei ama te? >>.
<< Sì >>.
<< Bene.Chris…? >> Non c’era bisogno di chiederlo. Si vedeva da come lui la guardava.
Con compassione e dispiacere.
Per lei.
L’aveva tradita. Juliet lo capì dal suo atteggiamento.
Il perfetto cavaliere…Il ragazzo buono e premuroso...un emerito bastardo.
Scosse la testa, non credendo a quello che le era appena successo.
Cornuta e umiliata.
Udì la musica terminare dalla sala.
Nessun pianto la investì. In fondo non era innamorata di Chris, grazie al cielo, non di lui.
Questa volta non era caduta nella trappola.
Si rianimò. Tentò di sorridere, ma invano.
Incontrò gli occhi di Chris e li fissò con imperturbabilità. << Sai non c’è bisogno di sentirti in colpa. Non sono la povera cretina, che s’innamora di un visino apparentemente dolce. Buona fortuna con Rachel. >>. Sorrise, un sorriso che non implicò gli occhi, poi si voltò, senza volere una risposta e con passo tranquillo lo lasciò lì da solo, sperando di avergli dato una bella batosta.
Juliet raggiunse la folla, per vedere Liam e Danielle partire per la luna di miele. Non prima che la riccia lanciasse il boquet e questo finì nelle mani di Phoebe.
Non si era nemmeno accorta della presenza di Kyle alla festa. Vestito con una giacca di un blu scuro e una camicia di lino nera, sorrideva amorevolmente a Phoebe. Fischiò per richiamarlo, e quando lui si voltò lei ammiccò.
<< Te l’avevo detto! >> gli urlò Juliet con un’espressione compiaciuta.
Kyle rise, e diede un bacio sulle labbra a Phoebe, facendo esultare i presenti.
Juliet intravide la figura di Louis, e quando lui posò gli occhi su di lei, quest’ultima abbozzò un mezzo sorriso.
Louis stava per dirle la verità. Era sicura di questo.
Lui capì che quello non era il momento di andarle in contro. Lo capì dal modo in cui lei lo guardò, che voleva stare per conto suo adesso.

Va tutto bene, piccola… Le avrebbe voluto dire a parole, ma le fece un sincero sorriso rassicurante.
Voleva solo un attimo per riflettere, perciò Juliet si diresse nella cucina.
Si aprì il frigo e si versò da bere.

 

 

Un'ora più tardi, passata a rimuginare, Juliet si alzò dal tavolo con in mano la bottiglia di birra.
Jade aveva fissato una riunione post-evento, perciò si diresse nel suo ufficio.
Aprì la porta e vide che oltre alle ragazze c’erano anche i ragazzi, Kyle e Phoebe inclusi. Louis non c’era e questo la fece rilassare intimamente.
<< Sei arrivata finalmente. Dobbiamo mettere tutto appos…>> Juliet non fece finire di parlare Jade, che puntò il dito contro Nat.
<< Tu. Tu lo sapevi >>. La sua voce era una via di mezzo tra la rabbia e la calma.
La rossa si alzò dal divanetto, << Juls mi dispiace…>> fece per abbracciarla, ma lei si scostò portandosi la birra alla bocca.
<< Qualcun altro? Chi altri sapeva? >> li squadrò uno per uno.
<< Cosa? >> Allie sembrò confusa.
<< Di Chris e Rachel. Ah sì! E che sono diventata anche una cornuta. >> disse in tono piatto.
Il suo sguardo scivolò dalle facce sbigottite di Jade ed Allie, a quelle degli altri.
<< Mmh direi che soltanto loro due non ne erano a conoscenza >>.
Lanciò un’occhiata folgorante a suo fratello.
Lui mantenne lo sguardo. << Non ci sembrava il caso di dirtelo in una serata come questa >>.
<< Dovrei ringraziarti? >>.
Anche Phoebe lo sapeva, lo capì dal suo atteggiamento impacciato.
<< Non potevo crederci, Juls. Chris non mi ha mai detto niente…>> esordì Zayn.
<< Non me ne frega un cazzo okay? >> Juliet poggiò bruscamente la bottiglia sulla scrivania. << Avrei voluto saperlo. Non sono incazzata per essere stata in un certo senso “tradita”, non me ne frega un cazzo se Chris mi ha tradito, ma che voi, la mia famiglia, non me lo abbiate detto >>.
<< Credevate che dirmelo dopo avrebbe addolcito la pillola? E invece no, perché Chris vi ha battuti sul tempo. E tu Nat? Cos’è mi credi tanto idiota da non reputarmi degna di saperlo? Pensavate che avrei mandato a puttane il matrimonio con una sceneggiata? Cazzo, mi credete così egoista? >> Il suo sguardo furioso li folgorò lasciandoli amareggiati.
<< Non lo crediamo Juliet. Tu non sei egoista. Non volevamo che soffrissi per colpa nostra. Credevamo che Chris fosse un bravo ragazzo…>> dichiarò Harry.
Lei scosse la testa. << Soffrire? Per cosa, per un’altra delusione? Sto bene, ragazzi. Non è colpa vostra. >> sospirò passandosi una mano tra i capelli. << E non ce l’ho nemmeno con Chris. Lui è innamorato di Rachel, e penso che lei lo sia di lui. Dovrei essere afflitta, ma mi rallegra il fatto di esserci cascata per metà stavolta. È un passo avanti no? >> fece un mezzo sorriso mesto prendendo una sedia per sedersi vicino a Kyle. Si guardò le mani e si scoprì a sorridere allegramente, pensando a Louis che in un certo senso l’aveva aiutata, anche se in un modo particolare.

Salvata dal suo amore per lui… << Ve lo ripeto: sto bene. L’ho capito che l’avete fatto per me. È passato. >> sorrise a Nat che subito corse verso di lei ad abbracciarla.
Kyle le prese il capo tirandolo a sè per baciarlo. Le dondolò la testa scherzosamente. << Ad ogni modo sorellina, quel bel modello andrà a casa a piedi >>.
<< Che vuoi dire? Oddio che hai combinato? >>.
<< Gli ho bucato una anzi due ruote dell’auto. Phoebe mi ha dato una mano. E ,accidentalmente, l’ho graffiata. Sono il solito sbadato! >> sorrise sbattendo le palpebre innocentemente.
Juliet rise scioccata. << Kyle! Phoebe anche tu? >>.
<< Tuo fratello ha una cattiva influenza su di me >> fece spallucce ammiccandole.
<< Mmh la verità è che vi vorrei ringraziare per averlo fatto. Sono cattiva? >>.
<< No tesoro, è perfettamente normale, in fondo lui ti ha comunque tradito >>.
<< Credo che anche io abbia fatto lo stesso, dato che ho baciato Louis >>.
<< Ma tu ti sei sentita in colpa quando l’hai fatto, mentre lui no >> commentò Allison poggiando la testa sull’addome di Niall.
<< Okay, il mio senso di colpa è svanito. >> Sorrise compiaciuta.
<< Louis voleva dirtelo, vero? >> le chiese Harry << Ho visto che ad un certo punto vi siete appartati >>.
Juliet scoprì un lieve rossore colorarle le guance pensando alla parola che aveva usato il riccio. “Appartati”. Louis l’aveva allontanata dalla pista da ballo, per poi sedurla con i suoi tocchi e i suoi sussurri ammalianti.
<< Sì. Stava per dirmelo, ma Chris è sbucato proprio in quell’istante >>.
<< Bè io ho visto anche qualche contatto…>> mormorò Kyle seccamente, guardandola di sbieco.
<< Io ho avuto qualche contatto con Louis. >> concordò Juls sorprendendo i presenti per quella schietta dichiarazione. << Mi ha chiesto di uscire con lui >> aggiunse.
<< E tu che hai detto? >> chiese curiosa e affascinata Jade.
<< Niente. Non ancora, almeno >>.
I ragazzi si lanciarono un’occhiata.
<< Quindi pensi di uscirci? >> parlò Kyle.
<< Certo che ci uscirà. >> agì nelle sue veci Nat. << Io approvo in pieno >>.
<< Anch’io. In fin dei conti, Louis sta guadagnando punti in suo favore già da un po’ >> convenne Allie.
<< È il mio migliore amico e so com’è fatto. Credo che…>> cominciò a dire Harry.
<< Credo che ormai la nostra Juliet sappia gestirlo. Ci fidiamo di lei, vero ragazzi? >> Jade interruppe Harry per poi fare un largo sorriso d’intesa a Juliet.
<< Io mi fido della mia sorellina. È forte quanto me. L’ho addestrata bene. >> si pavoneggiò Kyle.
<< Oh che abile maestro, esperto quanto vanitoso …>> lo canzonò Phoebe dandogli un buffetto sul braccio.
I presenti risero divertiti all’occhiata offesa che le lanciò Kyle.
<< Io sono curioso di sapere come evolverà la situazione tra i due. >> disse Niall strizzando l’occhio in direzione di Juliet.
Lei fece spallucce.

Vorrei saperlo anch’io…pensò Juliet sospirando.
<< Ora tesorini alzate i vostri graziosi fondoschiena. Perché prima di farci una grossa grassa dormita, dobbiamo ripulire la tenuta >> disse Nat sbuffando.
<< Prima pulisco, prima farò il bis e magari il tris di quella meravigliosa torta >> esclamò Niall sfregandosi le mani.
<< Credo che per il nostro matrimonio amore, faremo fare due torte. Una per gli invitati e una per te! >> rise divertita Allie.
<< Oh che idea favolosa! Una torta e una bellissima moglie tutte per me! >> la prese in braccio dandole un sonoro bacio sulle labbra, facendo ridere i presenti.

 

 

***

 
Dopo due appuntamenti e una seconda prova d’abito, nel pomeriggio Juliet si recò nello studio di Jade, con Allie.
<< Tutto pronto? >> chiese in un bisbigliamento ad Allie.
<< Sì, ho chiesto alla signora G di portare frutta e un flute di champagne >>.
Juls le diede il cinque, poi assumendo un’espressione rilassata e composta entrarono nello studio.
<< Okay, è affetta dalla sindrome della sposa >> esclamò roteando gli occhi Jade, seduta sulla poltrona con una mano a reggerle il capo.
Nat aveva disposto le dieci paia di scarpe sulla scrivania, e picchiettando le dita sul legno del mobile con un cipiglio pensoso a solcarle le sopracciglia.
<< Da quand’è che guarda le scarpe in quel modo? >> chiese Juliet sollevando un sopracciglio.
<< Troppo. Dodici minuti credo. >> Jade guardò l’orologio al polso. << Adesso sono tredici >>.
<< Nat? >> la chiamò Allie.
<< Sì eccomi >> Alzò la mano come un’alunna che risponde “presente” all’appello della professoressa.
<< Fisicamente è presente. Ragazza, possiamo passare alla scelta delle dannate scarpe? >> Juliet si mise a fissarle. << Queste con il fiore centrale non ti donerebbero >> le indicò.
Nat si riscosse. Le squadrò bene, poi annuì. << Va bene, lo credo anch’io >>.
<< Queste sono favolose! >> Allie prese in mano una scarpa con tacco affusolato, con delle ricamature laterali di strass.
<< Mi sono piaciute per il loro luccichio. >> pensò Nat arricciando il naso. << Ma credo che starebbero meglio a te. Prendile se vuoi >>.
<< Perché non queste? Sono a tacco dodici e slanciate. Molto sexy >> Jade gliele indicò.
<< Concordo in pieno. Il cinturino laterale è incantevole. >> convenne Juliet.
<< Mmh…dopo essermi strapazzata ancora un po’ con quella maledetta cyclette dovrei avere delle gambe che si adattino a quelle scarpe >> appurò Nat.
<< Vedo che fai progressi >> commentò Allie guardandola da sopra a sotto. << Non mi sorprenderebbe se ti alzassi di qualche centimetro >>.
La rossa si rianimò in volto. << Evvai allora quegli aggeggi del demonio sono utili a qualcosa! >> alzò le mani in segno di vittoria.
<< Quindi posso prendere queste? >> domandò Allie prendendo le scarpe. << Non ho ancora in mente l’abito da sposa, ma credo che una spruzzata di luccichio potrebbe starci bene >>.
<< Io ho già in mente l’abito per te. >> dichiarò Juliet con espressione tronfia.
<< Ooh…>> Allison le diede un bacio sulla guancia. << So che l’adorerò >>.
<< Oh signora G le do’ una mano >> Jade le tenne aperta la porta, mentre Grace portava in un vassoio appetitosi tramezzini, frutta e un secchiello di ghiaccio con dentro una bottiglia di champagne.
<< Bene. Ho trovato le mie scarpe perfette e dobbiamo festeggiare. >> disse Nat.
<< Non proprio >> Allie le rivolse uno sguardo ambiguo.
<< Cosa vuoi dire? >> la rossa corrugò la fronte, quando Juliet scomparve dalla stanza << E dove sta andando Juliet? >>.
<< Siediti rossa, in silenzio mangia un tramezzino >> le ordinò la signora G.
Nat lo prese obbediente, trastullandosi per quella situazione insolita.
<< Chiudi gli occhi Nat! >> gridò Juliet al di fuori della stanza.
La rossa aggrottò le sopracciglia. << Perch…? >>.
<< Fallo e basta >> la incitò Jade.
Allie la prese per mano, stringendogliela.
Juliet entrò tenendo la sorpresa con entrambe le mani. Tolse il celofan che impediva all’abito di rovinarsi. << Okay. Puoi aprirli >>.
Nat lasciò ricadere le mani sui fianchi. Sgranò gli occhi. << Oh mamma >>.
<< Se non va bene. Nessun ripianto, nessuna offesa. >> Juliet le fece un largo sorriso.
<< È l’abito per…Oh mio dio è il mio abito da sposa! >> Nat gioì toccando la stoffa sottile.
<< Per l’amor del cielo, spogliati Taylor! Provalo! >> la spronò Allie.
<< Sì sì sì sì! >> trillò la rossa.
Con l’aiuto delle tre ragazze le infilarono il vestito.
Nat si specchiò e lacrime di commozione iniziarono a far capolino sulle sue guance. L'enorme shock  di sapere che con quel vestito avrebbe sposato l'uomo che amava, la fece tremare di emozione.
Una favolosa decorazione in piccoli diamantini decorava il corpetto da sotto al seno fino alla vita in un motivo floreale, la gonna stretta sulle natiche che più giù ricadeva in un morbido strascico in tulle,  romantico come lo aveva sempre sognato.
<< Non so cosa dire. È bellissimo. Oddio mi sposerò con quest’abito! Sposerò l’amore della mia vita con quest’abito indosso! >> gridò in lacrime. << Grazie di cuore, ragazze, non so cosa dire, se non che vi voglio un bene dell’anima >> scese dallo sgabello per abbracciare tutte quante. << Venga qui signora G! >>.
<< La nostra testa rossa si sposa! >> Grace prese un fazzoletto asciugandosi qualche lacrima, scesa indisturbata.
<< Sei stupenda Nat! >> si congratulò Jade con gli occhi lucidi.
<< La gonna, la scollatura, oh guardate il corpetto! E quello è il mio sedere! >> si gongolò facendo una piroetta << È proprio un gran bel sedere con questo vestito. Sono una sposa! >> scoppiò di nuovo a piangere.
Allie le poggiò sul capo una tiara ornata di tante piccole pietre color verde smeraldo. << Adesso sei perfetta >> disse dopo averle messo il velo.
Juliet l’abbracciò << Ti vogliamo bene. >> mormorò con la voce emozionata. << Sarà il matrimonio più bello che Promesse abbia mai organizzato >>.
<< Cavolo, amo Zayn con tutta me stessa, ma senza di voi non saprei proprio cosa fare. >> Nat si asciugò le lacrime con le dita tremanti.
<< A Natasha! >> la signora G alzò il bicchiere appena versato di champagne.
Le ragazze fecero lo stesso. << Ad un matrimonio da sogno! >> esclamarono all’unisono.
<< Adesso tutte insieme >> la signora G prese la macchina fotografica << Prima che vi lasciate andare troppo lo champagne,  e so che lo farete, voglio farvi una foto. Tutte in posa! >> ordinò mentre guardava le sue ragazze abbracciarsi e sorridere.

 

 

 

<< No. Non va bene >> Juliet si versò altro champagne. Dato che Jade quella sera sarebbe uscita con Harry-inclusa misteriosa sorpresa- la riccia aveva chiesto un parere a Juliet sul look che avrebbe potuto optare.
<< Perché? Troppo serioso? >> Jade si guardò allo specchio.
<< Sembri un soldato. Sei troppo rigida. >> la prese in giro, mentre rovistava nei cassetti.
<< Dai qua. >> la riccia le sfilò il bicchiere dalle mani e se lo portò alla bocca.
Juliet arricciò le labbra. << Mmh propongo questo. >> afferrò la gruccia con il vestito dall’armadio << Un grigio perla, con queste sfumature lilla. E mettiti quelle favolose scarpe a stivaletto con la cerniera laterale >>. Si voltò cercando un segno di assenso dall’amica. << NO! Che stai facendo?! >>.
<< Che c’è? Mi leggo i capelli >> Jade si bloccò quando la ragazza la fulminò con gli occhi.
<< Ma mi prendi in giro? Tu che non lo fai mai! Sei pazza Ward? Non se ne parla. Quei ricci saranno il colpo di grazia per questo straordinario look. >> Juliet la spintonò fino a farla sedere sulla poltrona.
<< A volte dimentico che in questo campo sei più portata di me. >> sospirò la riccia.
<< Passiamo alla biancheria. Oh no no questo giammai >> lo buttò alle sue spalle.
<< Ehi! >> obiettò Jade, guardando il putiferio che l’amica stava mettendo nel suo armadio.
<< Ssh vediamo…oh che ne dici di un tanga? >>.
<< Un tanga. >> Jade increspò la fronte.
<< Esatto, con quel vestitino non penserai di mettere delle caste mutandine bianche? >> Juls le lanciò uno sguardo preventivo.
<< Che hai contro le mie mutandine? >> Jade s'imbronciò.
<< Ma niente, sai che le adoro. Solo che voglio qualcosa di più provocatorio per te >>.
<< Va bene. Che ne dici di quel completino intimo blu elettrico? >>.
<< Quello è stupendo, ma non è adatto al vestito. Ecco >> Juliet lo poggiò sul letto << Reggiseno con coppa a cuore in seta con queste deliziose ricamature in pizzo nero. E questo tanga abbinato. Voilà j’ai fini >> sorrise compiaciuta.
<< Wow. Posso dire soltanto questo. E poi un “in bocca al lupo” per Louis >>.
<< Come dici? >>.
<< Lascia perdere >> Jade fece un gesto di nonchalance, trattenendo un sorriso. << A proposito, quando hai intenzione di uscirci? >>.
<< Non so nemmeno se sono interessata ad uscire con lui >>.
<< Non dirò “bugiarda”, ma Juls, lasciami dire che è bello vedere finalmente un uomo che ti intriga, e ho notato che anche lui è incuriosito da te >>.
<< Vuole solo portarmi a letto >> Juliet scollò le spalle distrattamente.
<< Certo che lo vuole. Chi non lo vorrebbe? Ma non sono tanto convinta di quel “solo” >>.
<< Come siamo finite a parlare di me? >>.
<< Okay, scusa. Quando sarai pronta ne parlerai >>.
<< Grazie. Buona serata Jade >> Baciò la riccia sulla guancia, e lasciò la stanza.
Juliet pensò di andare a casa, magari avrebbe visto un film con sua mamma. Una tranquilla serata con un film strappalacrime, un piumone a tenerla al caldo e caldi pop-corn in una grande ciotola. Ma sì perchè no.
Prese la borsa e il cappotto, quando sentì squillare il cellulare.
Guardò il display.
L’officina?
<< Pronto? >>.
<< Juliet sono io, Tomas. >> esordì il ragazzo.
<< Ehi Tom, tutto bene? >>.
<< A dire il vero, mi chiedevo se potessi farmi un favore... >>.
<< Dimmi >>.
<< Dato che Liam è in luna di miele, qui è un po’ un casino. Mi hanno chiamato dicendomi che è avvenuto uno scontro tra auto sulla via dell’autostrada, e devo andare lì a vedere la situazione. Perciò mi chiedevo se potessi passare per sistemare un’auto di un cliente al mio posto. A dirla tutto questo tizio è un vero stronzo, perché la esige entro domani mattina presto, e non credo di riuscire a fare entrambe le cose…>>.
<< Certo, nessun problema >>.
<< Dio grazie mille Juliet. Ti pagherò sta tranquilla >>.
<< Non lo faccio per i soldi. Lo sai che ho un debole per i motori. Sarò lì tra poco >>.

 

 

Dopo una deliziosa cena a base di cucina italiana, in un lussuoso ristorante dove Harry aveva deciso di portarla, si gustarono un gelato camminando con le mani intrecciate lungo il Parco.
<< Buffo aver trovato Louis sul ciglio della porta. Se solo fosse passato quindici minuti prima avrebbe trovato Juliet >> mormorò Jade leccando il gustoso gelato al fior di latte dal suo cono.
<< Conoscendo il mio migliore amico, adesso si trova con lei >>.
<< Cosa ne pensi? Intendo sulla loro ehm…situazione? >> Non c’era un modo semplice per definire Juliet e Louis. Quei due avevano caratteri così forti, che insieme erano qualcosa di incredibile. Quando se ne sarebbero accorti?
Harry sorrise. << Penso che devono capire cosa vogliono l’uno dall’altra. Se vogliono un legame, una relazione e tutto ciò che comporta >>.
Jade annuì.  << Come noi  >> convenne  lei.
Harry la tirò a sé. Un sorriso malizioso ad increspargli le labbra. << Piuttosto… ti ho già detto che sei bellissima stasera? Anche con il musetto sporco di gelato >> la canzonò teneramente passando il dito sull’angolo della sua bocca per eliminare le tracce del gelato. Se lo portò alla bocca e lo succhiò, << Mmh è più buono su di te >>.
<< Più o meno otto volte, ma mi piace sentirtelo dire. E grazie, felice che ti piaccia >> Jade ridacchiò arrossendo.
<< Adoro la tua risata >> disse prendendole la mano, diretti alla sua auto.
Jade lo scrutò curiosa, lungo il cammino di ritorno. Parlarono di come avevano trascorso la giornata, e lei lo punzecchiò cercando di estirpargli qualche informazione sulla “sorpresa”, ma invano. E che diamine!
<< Non farmi quel broncio, mi distrai e sto cercando di guidare >> l’ammonì divertito Harry, stringendole la coscia.
<< Sarebbe più facile se non facessi tanto il misterioso >> borbottò lei.
<< Ci siamo quasi, piccola >> la rassicurò con un largo sorriso, che Jade sorrise di rimando contagiata suo malgrado da quel velo di mistero.
Parcheggiarono sul vialetto, e da perfetto cavaliere Harry le aprì la portiera.
Entrarono nella tenuta, e Jade chiamò la signora G, ma quest’ultima non rispose. << Strano. Deve essere uscita con le amiche >> constatò.
<< Vuoi qualcosa da bere? >> le domandò Harry, sviando per la cucina.
<< Sì, grazie. >> Jade si sedette al bancone, accettando il bicchiere contenente un buon vino rosso. Brindarono per la seconda volta quella sera, mentre lei sorseggiava il liquido rinfrescante dal bicchiere si sentì gli occhi di Harry puntati addosso.
<< Sei stanca? >> le domandò.
Jade scosse la testa, << Non sono mai stanca quando sono con te >>.
<< Felice di sentirtelo dire >> le sorrise in modo malizioso.
Ah quel sorriso la incantava, lui la devastava, come nessun altro uomo era riuscito a fare. Soltanto con quelle adorabili fossette che facevano capolino quando le sorrideva, Jade si sentiva accaldata, commossa di aver trovato un simile ragazzo, che era stato capace di starle accanto, prima come amico, quando i suoi genitori morirono, e che dopo aveva scoperto essere innamorato di lei.
Si alzò, facendo il giro del tavolo per venirgli incontro.
<< Cosa c’è? >> le chiese lui curioso.
<< Tu >>.
<< Io? Cosa ho fatto? >>.
<< Per me? Tanto. E sono felice che tu sia mio >> lo baciò a fior di labbra, ispirando il buon odore della sua pelle.
<< Non legalmente >> mormorò lui.
<< Cosa vuoi dire? >> chiese lei, confusa.
<< Vieni >> ed Harry la condusse di sopra, nella camera da letto.
Jade si sentì sollevata, intimamente felice di aver indossato biancheria sexy.
Ma con sua sorpresa, non era il letto la loro destinazione. S’imbronciò, quando Harry aprì le verande, per affacciarsi sul terrazzo.
In procinto di seguirlo, Jade s’immobilizzò, odorando l’aria. << Che strano…senti anche tu quest’odore di bruciato? >>.
Lui si voltò, attirandola a sé per un bacio dolce, che le fece dimenticare quello che aveva appena detto.
<< Voglio così tanto toglierti questo vestito e scoprire cosa c’è sotto, ma prima c’è una cosa che devi vedere >> l’accostò al suo fianco, dove sulle loro teste le stelle seminavano il cielo scuro, creando quell’atmosfera tanto magica.
Jade era ancora presa dal bacio e dalle lascive parole che le aveva sussurrato, che quando condusse lo sguardo nella direzione dove Harry le indicò con un cenno, per un buon momento restò basita. Sbattè le palpebre più volte, chiedendosi se era l'effetto del vino a crearle un miraggio, ma poi si rese conto che era tutto vero. Sbarrò gli occhi, incredula.

Oh mio dio! Ora si spiega l’odore d’erba bruciata!
Si portò una mano alla bocca, mentre i suoi occhi saettavano a leggere la scritta lasciata dal fuoco nel suo giardino, illuminata dai lampioni notturni.
Vorresti sposarmi? Harry Diceva la scritta con un cuore infuocato, termine più che azzeccato, alla fine della frase.
<< Il giaaar…il giaaar…>> soffiò fuori Jade con gli occhi ancora incollati sulla scritta scura. Le parole erano andate a farsi fottere. Guardò Harry, che la fissò preoccupato.
<< Ho esagerato? Un po’ troppo spinto? >> domandò di botto timido, pensando che incendiare l’erba del suo giardino marchiandola in una richiesta di matrimonio non era stata una buona idea. Considerando che Jade potesse sbranarlo, per aver fatto una cosa tanto stupida, chiuse gli occhi, convinto di aver combinato un casino.
<< Considerando che è la cosa più pazza e bellissima che mi abbiano mai fatto, e che la signora G ti ucciderà per aver incendiato il giardino della tenuta, direi che la mia risposta è sì! >> Jade  gli rivolse il più bello dei sorrisi.
<< Non sei arrabbiata? >> chiese prudente lui.
Jade negò col capo, gli intensi occhi grigi, luminosi di raggiante felicità e di commozione. << Ti amo da impazzire, mio folle Harry >>.
Il riccio sospirò, palesemente sollevato rilassò il corpo. << Grazie a dio, mi ami >>.
<< Sì, e sarò più che felice di diventare tua moglie >> Jade gli afferrò la nuca baciandolo con fervore.
Harry la prese in braccio, facendola girare. << Non quanto me che diventerò tuo marito! >>.
Lei rise, lasciandogli dolci baci sul viso. << Un momento: chi ti ha aiutato a fare la scritta, se sei stato con me per tutto il tempo? >>.
Stavolta fu Harry a scoppiare a ridere. << Vuoi proprio saperlo? >>. Lei annuì e lui rispose: << La signora G >>.

 

 

Si era sempre sentita a suo agio tra motori e arnesi. Con suo padre adorava aggiustare il vecchio furgone, che puntualmente aveva sempre qualcosa che non andava. Un giorno si era persino bloccato in mezzo all'autostrada, mentre la stava accompagnando in gita con la scuola. E invece, era dovuta rimanere due ore ad aspettare che il carro attrezzi venisse a recuperarli.
Juliet canticchiava sommessamente le note diffuse dallo stereo. Come sottofondo Katy Perry cantava Wide Awake.
Il cliente desiderava un controllo totale dell’auto, cambio dell’olio e dei cerchioni.
Perfetto, in questo modo sarebbe stata occupata e non avrebbe pensato. Pensava troppo in quell'ultimo periodo, magari una pausa di qualche ora le avrebbe giovato.
La candela d’accensione aveva qualche problemino, perciò Juliet cominciò ad armeggiare con gli attrezzi.
Curioso come riparare un’auto la facesse rilassare.
Non era il massimo per una donna abituata ad abiti e tacchi alti, ma in quei momenti con calzoncini corti e top bianco si sentiva a suo agio.
Suo padre le aveva insegnato l’abc della meccanica e lei si era sempre reputata orgogliosa di questo. 
Tornava utile quando la sua Lamborghini faceva i capricci. Una donna pronta per ogni evenienza. Bè non a Louis Tomlinson. Quel campo era zona minata, e avventurarcisi era una sfida, che Juliet avrebbe voluto saper cogliere con tutte le sue variabili. 
La vibrazione del telefono al suo fianco, le segnalò un nuovo messaggio. Rise, chiedendosi cosa volesse dire la frase che Jade le aveva appena scritto nel messaggio: "Viva i diamanti e i cuori infuocati!".  Lo avrebbe sicuramente scoperto domani .

Dicevamo? la riprese la vocina dentro di lei. 
Ah so dove vuoi andare a parare. Non ho tempo per pensare te l'ho già detto!
rispose a tono lei.
Trascinandosi con lo schienale che la sorreggeva, afferrò uno stringicavi.
All’improvviso la musica cessò e Juliet fece una smorfia.
<< Katy, mi hai abbandonato. >> sbuffò ironica.
<< Bè ci sono io >> esordì una voce.
Juliet non si preoccupò di accertarsi dell’identità della persona che stava venendo verso di lei.
Le scarpe dicevano tutto. Lui.
Chi conosceva che portava le Tom’s a strisce bianche e nere? Ma naturalmente! Non ci penso e lui viene di persona, tu guarda che fortuna!
<< La porta non era chiusa a chiave. >> l’avvisò Louis.
<< Lo so. Speravo che il rottweiler di guardia qui fuori mi avrebbe avvisato >> disse riferendosi a Bob, il cane di Tomas.
<< Dorme come un ghiro >>.
<< Ah >>. Traditore anche lui.
Louis si servì dal frigorifero sistemato lì nella stanza. Prese una bottiglia d'acqua. << Ne vuoi una? >>.
<< No grazie. Cosa ti porta qui? >>.
Un destino alquanto avverso, se ogni volta che pensava al volto di Louis, questo se lo ritrovava un attimo dopo in carne ed ossa.
<< Ti cercavo >>.
<< Mi hai trovato. Cosa c’è? >> domandò con voce neutra.
<< Belle gambe, ma questo già lo sapevo >>.
Non poteva vederlo, ma Juliet potè giurare che lui avesse stampato in faccia quel suo solito sorrisetto sfacciato.
<< Invece di guardarmi senza che io possa lanciarti un’occhiataccia, fammi un favore. Vai lassù, e giralo tutto a destra. Poi tutto a sinistra >>.
<< Perché? >> Ma Louis era già dove le aveva ordinato di essere.
<< Perché sollevare le sospensioni in questo modo comporta un sacco di modifiche, e voglio assicurarmi che non ci siano interferenze prima di montare le ruote >>.
<< Dirò: okay, ho capito tutto, ma non ci ho capito un tubo >>.
<< Ed io dirò: Fa lo stesso, ma fai come ti dico. Tutto a sinistra >>.
Louis si protese verso il volante. << Così? >>.
<< Sì, va bene >> convenne Juliet.
<< Vorrei che ci scambiassimo i ruoli. Almeno lì sotto avrei un’ottima visuale di te >>.
<< Intendi dire che avresti una buona visuale del mio fondoschiena. Scordatelo >>.
<< Ci ho provato. >> sospirò teatralmente Louis.
Juliet restò inibita dall’eccezionale visuale che aveva di Louis.
Si leccò in maniera perversa il labbro inferiore, in fin dei conti lui non la poteva vedere.

Wow, deve essere proprio compresso in quei jeans…
Avvampò in volto, per quel pensiero così osceno.
<< Accidenti a lui! >> bofonchiò pianissimo.
<< Gira! >> gli ordinò. << Ecco ci siamo >>.
Uscì da lì sotto, si alzò, poi si allontanò per prendere una ruota enorme.
<< Ce la fai? >> le chiese cauto Louis.
<< Sì tranquillo >>.
Louis la osservò, mentre Juliet usava una specie di camera d’aria che produsse un rumore sordo. Dopo venti minuti finì di sistemare l’auto. Il top le scopriva una striscia di pelle, dove faceva capolino il tatuaggio con il nome del padre. Probabilmente aveva imparato da lui. Che uomo straordinario doveva essere stato per lei. Lui la fissò ammirato, mentre lei si fletteva in gesti abili sotto l'auto. Sexy, e macchiata d'olio e grasso, era una visione paradisiaca. Louis si agitò impercettibilmente.
Doveva distrarsi assolutamente, quindi si alzò per prenderle una bottiglia d’acqua.
Juliet si asciugò la fronte imperlata di sudore e le mani sporche sui calzoni.
Guardò di sottecchi Louis.
Era rimasto lì, a guardarla senza dire una parola per tutto il tempo. Si sentì grossomodo lusingata. Ma la curiosità della sua visita non l'abbandonò.
<< Grazie >> disse quando le porse la bevanda.
<< Di niente. Ora posso salutarti? >>.
<< Potevi andartene prima, senza impiegare tutto quel tempo a guardarmi lavorare >> osservò Juliet, livida in volto.
<< Non hai capito il senso della frase. Prima di tutto mi è piaciuto guardarti lavorare, e secondo >> protese il viso verso di lei. Le rubò un bacio. << Questo è un saluto >>.
Un istante che quelle labbra lambissero le sue, che Juliet non riuscì più a connettere.
<< Tra di noi questo è un saluto? >> formulò esitante.
<< Hai ragione >> Louis protese un braccio per afferrarle i fianchi e tirarla a sé. La bottiglia cadde sul pavimento, mentre Juliet si sciolse inevitabilmente, quando Louis si riappropriò delle sue labbra.
Un profondo bacio che la infiammò nelle sue parti più sensibili. Immerse le mani nei capelli di Louis rispondendo a quella lotta convulsa che le lingue avevano cominciato. Prima dolce, poi più passionale, le lambì ogni centimetro della bocca con la lingua, assaporando il gusto fresco e buonissimo di Juliet.
Era tutta sudore e sporco sui vestiti, e Louis la trovò ancora più irresistibile.

Aspetta, s’impose e si staccò da lei.
<< Non mi hai più dato una risposta l’altra sera. >> disse roco sulle labbra di lei.
Quella voce riuscì soltanto ad intontirla ulteriormente. << Cosa? >> ansimò.
<< Mi spiego meglio. >> la fissò mordendosi il labbro per trattenersi dal baciarla un’altra volta. << Esci con me Juliet >>.
<< Questo mi sembra più un ordine. >> commentò lei.
<< Sì lo è. Con te i modi gentili non funzionano >>.
<< Oh ma sentitelo! >> borbottò increspando la fronte.
Louis rise, compiaciuto d’averla fatta mettere sulle difensive. Era maledettamente sexy quando lo faceva. Tutto il lei lo era, e Louis era sempre più convinto di volerla.
Non c’era niente di più eccitante per il suo membro, di vederla mordersi il labbro e scuotere la testa indignata.
<< Ti passo a prendere domani sera alle sette >> dichiarò solenne.
<< No >>,
Louis alzò gli occhi al cielo con un largo sorriso, divertito. Chiuse gli occhi respirando a fondo. Poi i maniera cauta, si portò il corpo di Juliet verso il proprio. Con il dorso della mano le accarezzò il viso, poi bloccandole il mento con due dita, si chinò a morderle il labbro inferiore, prima dolcemente, poi tirandolo con estrema sensualità. Succhiandolo, le infilò la lingua in bocca, cullandole la lingua, inebriandosi del suo sapore.
Le infilò lentamente la mano sotto la maglietta, massaggiandole lascivamente il ventre. << Domani…>> la sua mano proseguì in risalita…<< sera…>> arrivò al suo reggiseno e lei sussultò, quando racchiuse la mano attorno al suo seno. << Alle sette >> e lo palpò trattenendolo. Continuò a baciarla, tra una parola e l'altra, udendo il piccolo gemito provenire dalle labbra di lei.

Dio…oh...Juliet era diventata fuoco fuso, la testa china di lato, e si sentiva in procinto di urlare dal piacere, con le mani di lui così inclini ad accarezzarle con foga il seno da sopra il tessuto.
La trattenne con l’altra mano dietro la schiena, e continuò a torturarla in quella danza esigente ed incalzante. << Dì di sì >> le sussurrò mordendo e tirando nuovamente il suo labbro inferiore. Proseguì  lungo la mandibola, scendendo per la gola.
<< Sì, va bene, sì >> ansimò Juliet impudicamente.
Con un sorriso soddisfatto la lasciò andare, ma ad ogni modo le restò il più vicino possibile.
<< Sei…>> Juliet lo fulminò con lo sguardo << sleale! >>.
Louis non potè fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata. << Sì tigrotta, lo sono >>.
Aveva compreso che per domare quella donna, dovesse persuaderla in una sola maniera. E a lui stava più che bene.
<< Questo non significa che puoi afferrarmi ogni volta che vuoi, che puoi mettermi le mani dappertutto quando senti l’impulso di farlo >>.
<< Non ti ho afferrato >> precisò lui. << E non ti ho messo le mani dappertutto. >>, inarcò un sorrisetto malizioso. << Ci ho pensato però >>.
Juliet andò a riprendere la bottiglia d’acqua che era andata a finire vicino l’auto.
Si chinò per prenderla. << Smettila di fissarmi il sedere! >> gli ringhiò contro.
Louis avanzò verso di lei. << Oh Juliet...ti prometto che non mi limiterò soltanto a guardarti >>.
<< Mi concederesti un pochino di spazio? >>.
Louis sbuffò indietreggiando di un passo.
<< Grazie. Ficcati bene una cosa in testa, Tomlinson. >> lo disse con un tono così penetrante che la mascella di Louis ebbe un guizzo. << Non ho intenzione di tollerare questo genere di comportamento. Non puoi semplicemente buttarti addosso a me ogni volta che vuoi >>.
<< Forse ho esagerato un po’, quindi colpevole…ma…tigrotta, eri proprio lì insieme a me, non puoi negarlo >>.
Per un istante lei non disse nulla. << Okay, può darsi…ma non puoi farmene una colpa se ho una reazione…fisica, nei tuoi confronti. Perché stai gongolando? >> aggrottò la fronte.
Louis allargò il sorriso<< Sei tu. Mi piace un sacco come cerchi di respingermi anche quando hai le mutande in fiamme >>.
Juliet sgranò gli occhi. Che razza di arrogante...grr....
Parlò in una maniera più controllata possibile, << Ascolta, io prendo le relazioni molto seriamente, quindi se credi che verrò a letto con te solo perché…>>.
<< Non ti ho chiesto di venire a letto con me >>.
Gli occhi di lei divennero ardenti.
Louis strinse i denti e dovette imporsi di non sbatterla contro il cofano dell’auto. La conversazione stava diventando più che eccitante.
<< Hai intenzione di farmi credere che non hai intenzione di portarmi a letto? Che non è quello che vuoi? >>. Juliet lo studiò con il suo solito ghigno.
<< Sicuro che voglio portarti a letto, o in qualunque altro posto confortevole, e intendo farlo. Ma non ho fretta. Vuoi bruciare le tappe? Toglierebbe tutto il divertimento e a me piace divertirmi. Stavo per dire che provo qualcosa per te, e voglio scoprire cos’è. E poi mi risulta difficile scoprirlo se pensi solo a scopare >>.
Quella riposta era così cristallina che Juliet vacillò. Quella era una specie di dichiarazione? Non se la stava sognando!

Prova qualcosa per me?! Oddio ora sono le mutande e il cuore ad andare in fiamme!
<< Io…>> Era rimasta letteralmente senza parole.
Louis le venne incontro lasciandole un bacio carezzevole sulle labbra. << A domani piccola >>, e la lasciò lì, da sola nell'officina, col cuore pulsante nel petto e una profonda voglia di lui.

Note dell’autrice

 
Eccomi qui, ciaoo pupe ^^
Come state? Felice che io abbia aggiornato? Non immaginate nemmeno la mia gioia vedendo che in quindici capitoli la mia storia ha raggiunto 210 recensioni!! Mi avete regalato 20 recensioni allo scorso capitolo!!! *w* Che euforia leggerle una per una, e vedere che nuove lettrici si stanno aggiungendo :’)
Penso che possa ritenermi fortunata ad avere persone così dolci che commentano, leggono, aggiungono la mia storia alle preferiteseguitericordate e che aggiungono il mio nome tra i loro autori preferiti :’D Siete il mio orgoglio e grazie, grazie immensamente per l’appoggio e la fiducia che mi date, degnando queste righe della vostra attenzione…<3

 

Un capitolo ricco? Che dite è accettabile?
Chris se n’è andato…bene ora direi che Juliet e Louis su questo punto di vista abbiano la strada spianata.
Il momento dedicato a Jade ed Harry ahahah io li trovo meravigliosi :3 Viva le scritte infuocate <3
Eh eh eh per non parlare di Louis e Juliet…visto non dovete preoccuparvi, lei ha accettato di uscire con lui, dopo bè un po’ di persuasione ;P LOL
Attendo le vostre considerazioni *occhioni dolci*, sempre se me le merito, ricordatelo u.u
Al prossimo capitolo!!
Vostra Ella <3

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Capitolo 17
*** Capitolo17 ***


pronto capitolo 17

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Capitolo 17

 

<< Buongiorno mie belle ragazze. Oggi vi vedo in gran forma >> osservò la signora G, mentre metteva nei loro piatti frittelle cosparse di marmellata ai frutti di bosco.
<< Buongiorno >> eruppe Nat entrando di folata in cucina. << Scusate il ritardo, ma non ho potuto non scattare qualche fotografia alla ehm…scritta infuocata? >> sbattè gli occhi, stordita. << Che diavolo ha in testa il tuo fidanzato, Jade? >>.
La riccia scrollò le spalle, divertita. << Non chiederlo a me. Domandalo alla sua complice >> puntò il pollice verso la signora G, che finse di guardare altrove.
<< Dannazione doveva essere proprio la parte di verde che da’ sul mio ufficio? >> sbuffò Allie. << Signora G, mi meraviglio di lei! >> la rimbrottò in tono canzonatorio.
<< Soltanto stamattina ho capito da dove proveniva la puzza di bruciato che si sentiva ieri sera dalla camera da letto >> Nat si grattò il capo.
Juliet inclinò la testa nella direzione della rossa. << E prima cosa pensavi che fosse? >>.
La rossa fece un gesto con la mano. << Ma niente, ero sicura che io e Zayn stessimo facendo fuoco e fiamme sotto le lenzuola >> Detto questo un sorrisino lascivo le incurvò gli angoli della bocca.
<< Tornando a noi, grazie lo stesso Nat per il tuo intervento >> cominciò Allie, poi guardò Jade puntandole il dito con fare tra il serio e il scherzoso. << Sistemerai tu la bravata del tuo fidanzato >> poi fece un largo sorriso sincero. << Ad ogni modo, benvenuta nel club delle future mogli felici! >>.
<< Oh tesoro vieni qui! Congratulazioni! >> Grace strinse in un forte abbraccio Jade. << La mia bambina si sposerà! >>.
<< Sì signora G! >> Jade era entusiasta. Si guardò l’anello di fidanzamento che portava al dito e pensò ad Harry e alla magica serata che avevano passato ieri.
<< E ieri ha fatto anche qualcos’altro…>> convenne Nat.
<< Oh sicuro, altrimenti non l’avrei fatta vestire a quel modo >> Juliet la squadrò con aria maliziosa.
<< Beccata. Ha funzionato Catwoman. La tua malizia mi ha fatto passare una piacevolissima nottata >> Jade alzò la sua tazza di cappuccino a mo’ di brindisi. << A proposito…ieri Louis ti cercava sai? >>.
<< Uhm sì e mi ha trovata…>>.
<< E? >> Nat si mise in modalità ascolto.
<< E…>> Esitò per un istante, ma decise che era meglio spiattellarlo tutto d’un botto. << Mi ha -e cito le sue parole- “infiammato le mutande” baciandomi a bruciapelo. Mi ha ordinato di uscire con lui questa sera sotto le sue…ehm…persuasioni, ha detto che prova qualcosa per me, e poi se ne è andato lasciandomi un bacio a fior di labbra >> Detto ciò si versò della salsa al caramello sulle frittelle.
Le ragazze, inclusa la governante restarono con gli occhi fuori dalle orbite.
<< E questa storiella sexy non potevi raccontarmela prima che rovesciassi il mio caffè?! >> l’ammonì Nat pulendosi i pantaloni.
<< Non credo rientri nella categoria delle Storielle Sexy >> obiettò Juliet.
<< Ah no? Sbaglio o tu eri tutta sporca d’olio e roba varie, e puzzavi di sudore e chissà cos’altro, e lui ti ha afferrato persuadendoti? Avreste potuto…tra motori e arnesi…oddio. Questa è una storiella sexy, e i miei pantaloni sono da buttare! >>.
<< Nat è impostata sulla modalità pornografica. >> Allie alzò gli occhi al cielo, passandole un altro fazzoletto << Ora veniamo alla vera notizia bomba. Louis prova qualcosa per te, Juls! >> gridò la mora tutta sorrisi.
L’aria da matrimonio aleggiava nell’aria, constatò Juliet, ammirando come alle sue amiche donasse quel momento di trepidazione. Era veramente felice per tutte e tre.
<< Prova qualcosa per te, e stasera uscirete. Un appuntamento, il primo. >> le ammiccò Jade.
Juliet ripensò alle parole che Louis le aveva detto e che le erano rimaste così impresse nel cuore e nella testa.

“Stavo per dirti che provo qualcosa per te, e voglio scoprire cos’è…”
Quel qualcosa andava al di là dell’attrazione? Un sentimento più complesso? Magari…
Un momento. Juliet si riscosse, chiedendosi se fosse effettivamente giusto uscire con Louis. Si piacevano, e questo era palese. Ma dopo? Louis avrebbe pensato a quel “dopo”?
Lei ci pensava eccome. Per tutta la vita aveva estromesso persino dall’anticamera più remota del suo cervello di pensare di donarsi completamente ad un uomo. Aveva avuto diverse relazioni, molte delle quali andate a puttane per diverso interesse reciproco, se così lo si poteva chiamare. Il suo cuore le martellava inquieto nel petto.
Un piccolo, discutibile particolare la sconquassava fin nelle viscere.
Non si era mai concessa in tutto e per tutto fisicamente agli uomini con cui aveva avuto rapporti sessuali nella sua vita. Perché dare così tanto di sé, se poi l’unica cosa che otteneva era un vuoto dentro di sé?
L’amore…quella miscela esplosiva capace di stenderti nei modi più piacevoli e dolorosi, che valeva la pena provare, ma che soltanto la persona giusta ti avrebbe fatto sperimentare.
Non aveva di certo appeso un cartello con scritto “cercasi principe azzurro”. No, a lei non interessava quel genere d’uomo, né tantomeno un masochista sessuale, e lei non era l’innocente donzella desiderosa di un principe che la liberasse dalla fantomatica maledizione che le aveva lanciato la madre biologica.

Pff quante idiozie. Ma era sicura di una cosa.
Mai aveva desiderato un uomo tanto in vita sua. Un desiderio così folle e spaventoso.
Pensare di innamorarsi così intensamente di Louis, non l’avrebbe mai creduto possibile. La paura di rimanere fregata un’altra volta, era un’umiliazione che Juliet non voleva più provare.
La certezza di un amore felice e duraturo non era un bonus che gli angeli dell’amore le avrebbero donato.
Quel “vissero felici e contenti” era il clichè che compariva nella sua mente, soltanto quando era con lui. Perché? Si ripeteva che così avrebbe potuto scottarsi, ma la sua ostinata caparbietà, mescolata all’istinto le diceva di buttarsi nel misterioso e seducente mondo, che era Louis Tomlinson.
Ah quante volte si era presa una cotta, per poi rimanere delusa. Pensò a Luke, il suo ultimo ragazzo, prima di Chris, e un moto di rabbia le invase il corpo.
Cosa c’era di sbagliato nel termine “impegnarsi”? Era un cosa così brutta? Gli uomini erano affetti da qualche strana fobia, che li faceva scappare a gambe levate al suono di quella parola?
Evidentemente, considerato che Juliet era stata grossomodo cacciata da casa di Luke, quando lei gli aveva proposto di vivere insieme, la risposta era sì.
Un briciolo di cervello le era comunque rimasto. Perché se c’era una cosa che riteneva speciale, era il rapporto intimo. L'unione non solo di due corpi, ma di due anime. Una comunicazione fatta con il linguaggio del corpo, sensuale e romantica.
Ecco perché, nonostante tutte le relazioni mandate a puttane, le era rimasta la consapevolezza di non aver dato tutto di sè.
Lei era ancora…
<< Si può sapere il motivo per cui stai ghignando? È il tuo marchio e quando lo usi, ha sempre a che fare con cose sconce o serie, una delle due in ogni caso. >> la beffeggiò Nat.
Juliet fece un sorriso sbilenco, << Niente di cui allarmarsi >>, fece un gesto di nonchalance con la mano.
<< Sei nervosa? Avanti a noi puoi dirlo. >> Allison diede un buffetto sulla spalla a Juliet.
<< Non sono nervosa. Sono solo…ehm…pensierosa >>.
<< Oh stai pensando a come fargli perdere la testa? >> constatò Jade con un largo sorriso malizioso.
Certo come no, con Louis era tutto il contrario. Le sue mani la sfioravano e i neuroni pensavano bene di andare a farsi un viaggetto nell’Universo sconfinato.
Ridicolo! Lei non era mai stata sottomessa da nessun uomo.
Fino a quando non aveva conosciuto un ragazzo dagli occhi celesti che le aveva fatto cadere un vaso di terra in testa, e col tempo conoscendo le variabili del suo carattere, dal quale non sapeva mai cosa aspettarsi.
Che novità! La variabile Tomlinson era sempre fuori dalla sua portata.
<< Ragazze, e anche lei signora G, pensa che non veda quella luce misteriosa nei suoi occhi? >> Juliet incrociò le braccia al petto.
La governante alzò le mani in aria con fare innocente. << Non sto pensando niente a cui non stia pensando anche tu >>.
Juliet sospirò. << Touchée, mi arrendo. Va bene va bene. Sto pensando a questo “appuntamento”, >> virgolettò l’ultima parola flettendo l’indice e il medio d’entrambe le mani. << e a quello che succederà dopo. Voglio quel dopo. Mi sento stupida a pensarlo, ma non posso farci niente >>.
<< Tu desideri un dopo con lui? >> Allison la scrutò attentamente.
<< Non lo so. Cioè okay lo voglio. Questo è il dilemma. Lui ha detto che non pensa solo al pensiero di me e lui sotto le coperte, ma io ci penso eccome. >> ammise.
<< Juls, è normale. Lui ti piace molto, e…oh >> Nat sembrò essere presa alla sprovvista. << Intendi concederti davvero come non hai mai fatto con nessun altro uomo? >>.
Le sue migliori amiche la conoscevano fin troppo bene.
Juliet sospirò e sorrise suo malgrado. << Vuoi dire, detto papale papale: Hai intenzione di perdere questa benedetta verginità sì o no? >>.
L’aveva ammesso, e si sentiva a grandi linee leggermente meglio.
<< Ti vergogni d’essere ancora vergine? >> le domandò la signora G in tono solenne.
<< È ironico pensare che riesca a sedurre gli uomini, e alla fine se la svignano. Non sono degna di essere chiamata Catwoman, se poi questa predatrice rimanere con la polvere in bocca >> si apostrofò Juliet aspramente.
<< Solo perché gli uomini con cui sei stata erano degli opportunisti, questo non fa di te una monaca. >> disse l’anziana governante.
Okay, magari aveva ragione, ma con Louis? Stavolta sarebbe scappata lei, per evitare problemi?
Eppure i suoi ormoni imploravano il suo tocco.
Juliet desiderava sentirlo dentro di lei.
Il suo corpo agognava il contatto di quello di lui. Immaginare cosa avrebbe potuto provare...
<< Metti da parte il tuo orgoglio, ragazza. L’hai detto tu che avevi le mutande in fiamme, quindi non opporre resistenza >> l’ammonì scherzosamente Nat.
Juliet roteò gli occhi al cielo e i lineamenti del suo viso si rilassarono.
Si ricordò del fatto che aveva semplicemente accettato l’ordine di Louis-che di certo non si poteva chiamare una proposta- di uscire con lui.
Dove l’avrebbe portata?
Bè, non che la cosa le importasse più di tanto.
La curiosità soccombeva all’idea di stare finalmente una sera da sola con lui.

 

 

<< Ciao mamma >> esordì Juliet quando entrò in casa e vide Beth affaccendata in cucina.
<< Ehi, giornata lunga? >> le chiese.
Juliet annuì. << Un evento, due incontri e una prova pre-evento subito dopo l’evento ufficiale >>.
<< Chi sono i neo-sposi? >> domandò la mamma per fare conversazione.
<< Robert e Victoria >> rispose atona, Juliet.
<< Oh vuoi dire quel tizio…? >>.
<< Già lo Sposostro. Alla fine tanto per non essere meno stronzo, ci ha ringraziato di aver seguito alla lettera tutti i suoi ordini. Vicky era radiosa, e lui era impassibile come una statua in un museo >> Juliet fece una smorfia sprezzante.
<< Bè come sempre Promesse non smentisce mai la sua impeccabile organizzazione e gentilezza. >> convenne sua madre strizzandole l’occhio.
Juliet si pavoneggiò scherzosamente. << Certo che no >>.
<< Vuoi un po’ di macedonia? Sarai stanca…perché non guardiamo uno di quei programmi noiosi che ci piace guardare soltanto perché sono strambi? >> propose Beth sorridente. << Oppure potremmo affittare un film >>.
<< Mi piacerebbe mamma, ma ho…un appuntamento >> mormorò Juliet  socchiudendo gli occhi.
Uno…due…tre. Via.
<< Un appuntamento! Oh tesoro, con chi? Chi è? Lo conosco? Sono felice che già ti sia passata la delusione nei confronti di quel Cip! >> esplose entusiasta sua madre come da copione.
Bethany era una persona estremamente romantica, fiduciosa e solare. Sua madre non conosceva i dettagli della sua vita privata. Non che non si fidasse di lei, ma Juliet preferiva non darle noia, dato che la sua vita amorosa era abbastanza scostante, per non dire altro.
<< Chris, mamma. Si chiamava Chris. >> la corresse Juliet, ridendo. Poi inspirò. << E sì, lo conosci…>>.
<< Oh sul serio? >> Bethany ci pensò su, portandosi il dito al mento. Poi la guardò con un’espressione mista tra lo stupore e la contentezza. << Tesoro…è per caso Louis? >>.

Tombola.
<< Ehm…già >> Juliet si grattò il capo guardando da un’altra parte.
Sua madre allargò il sorriso. << Mi piace, sì direi che mi piace >>.
Lei pensò che sua madre fosse fin troppo fiduciosa nell’immaginare lei e Louis insieme.
Insieme equivaleva a dire coppia.
Innamorati e fidanzati.
Scossa la testa.
Né l'una né l'altra cosa si era realizzata.
Poi fu colta alla sprovvista.
Innamorata di lui, lo era eccome, ma lo amava?
A questo decise che ci avrebbe ragionato dopo.
<< Mamma, prima che la tua indole romantica ti offuschi la ragione, è meglio che tu sappia che uscire con Louis non vuol dire sposarlo, amarlo e tutto il resto. >> disse Juliet pacata.
Beth alzò un sopracciglio, dubbiosa. << Non posso pensare a voi insieme? >>.
<< Non c’è un noi. Okay, non fare quella faccia scioccata. C’è…voglio dire…siamo in una situazione, ecco >> tentò di spiegarle.
<< “Situazione” >>. Questa volta il cipiglio di sua madre mise in allerta Juliet.
<< Louis è…>>. Juliet pensò alla sua innumerevole lista d’aggettivi. Ne prese uno a caso e disse: << originale >>.
Originale?
Originale?!
Tra tutti gli aggettivi Juliet era andata a pescare il termine più inconsueto.
Con sua sorpresa vide sua madre scoppiare a ridere.
<< Cosa c’è di divertente?! >> volle sapere esasperata.
<< Ma ti senti, Juliet? Non ti ho mai vista così confusa per un ragazzo fino a questo preciso istante. Originale? Wow, bè anche tuo padre lo era >> Bethany sorrise.
L’espressione corrucciata di Juliet scomparve completamente lasciando trasparire un’espressione addolcita.<< In che senso? >>.
Bethany mise in forno, quello che probabilmente era pasta al forno, con la mano sana, perché l’altra portava ancora il gesso per la caduta, e invitò sua figlia a sedersi sul divano.
Prese due coppe di macedonia e ne passò una a Juliet. Poi disse con un sorriso dolce: << Vedere David portare una neonata a casa, senza alcun preavviso, e dicendomi di volerla tenere, lo trovo abbastanza originale >>.
<< Vuoi dire che papà ti ha colpito per la sua peculiarità? >> commentò Juliet sorridendole.
<< Bè sì. Mi sono innamorata di lui proprio per il suo temperamento bizzarro e infinitamente dolce allo stesso tempo. Quando ti ha portata a casa, mi sono detta: “Wow, guarda con che gran bel pezzo d’uomo mi sono sposata”. Esuberante e con un lato tenero da farmi sciogliere il cuore. >> sorrise Beth dando un buffetto sulla guancia di sua figlia. << Louis mi ha dato la stessa impressione quando l’hai portato qui >>.
<< Oh credimi mamma se ti dico che Louis è entrambe le cose. Oltre che impulsivo, un pessimo ascoltatore, autoritario…oh scusa, non voglio annoiarti >> sorrise Juliet scuotendo la testa.
<< Perfetto. Tutti lati di un uomo che hanno fatto breccia nel tuo cuore >> commentò Bethany.
Lei sospirò rassegnata e prese un po’ di macedonia con il cucchiaio. << Buona >> biascicò.
Sua madre rise di nuovo. << Tipico di te cambiare argomento sulle questioni sentimentali! >> la canzonò amorevolmente.
<< Non è vero. >> bofonchiò.
<< E la tua caparbietà a volerlo ribadire non è da meno >> aggiunse Beth.
Un accenno di sorriso divertito aleggiò sulle labbra di Juls.
<< Passa una piacevole serata, tesoro. >> mormorò sua madre dandole un bacio sulla fronte.
<< Grazie, mamma >> Juliet si alzò dal divano. << E tu come passerai…? >> s’interruppe sentendo il suo cellulare vibrare dalla tasca.
Un promemoria.
Compleanno di Zeke, c'era scritto. Sgranò gli occhi.
<< Mamma oggi è il compleanno di Zeke! >> Non era una domanda.
<< Sì, passerò in ospedale a dargli gli auguri più tardi. Sua madre organizzerà una piccola festicciola nella sua stanza insieme agli altri bambini >> le spiegò Beth. Zeke era un bambino, che per un doloroso caso del destino, aveva perso la sensibilità alle gambe, in seguito ad una caduta mentre stava andando a cavallo. Beth era la sua insegnante all'asilo, nonchè amica della madre del bambino che da due mesi si trovava in un letto d'ospedale. Grazie al cielo, la caduta non aveva determinato emorragie interne. Juls si era affezionata incredibilmente al bambino, sin da quando era ancora in fasce. Non era una novità che lei amasse i bambini e le piaceva tanto giocare all'asilo con loro quando a Promesse non avevano bisogno di lei.
<< Oggi è il compleanno di Zeke e me ne sono dimenticata! Ma dove ho la testa?! >> digrignò Juliet prendendosi a schiaffi mentalmente.
<< Che problema c’è? Non preoccuparti, Zeke capirà se…>>.
<< No mamma. Voglio porgergli gli auguri. Gli ho anche comprato il regalo, quindi ci vado >> disse Juliet risoluta.
<< Tesoro, sei sicura di voler andare in ospedale? >> le chiese cautamente sua madre. Juliet annuì lentamente, consapevole che quello era l'ultimo luogo in cui aveva visto suo padre prima che...scosse la testa. I ricordi sarebbero emersi comunque, quindi tanto valeva affrontarli di petto.
<< E Louis? Non devi uscire con lui? >>.
Mmh…Magari prima di uscire l’avrebbe convinto a fare un salto alla festicciola.
Sì, confermò nella sua testa.
<< Tranquilla >> rassicurò sua madre facendo spallucce.
 

 

Ad un’ora e trentasette minuti dall’appuntamento (non che contasse i minuti), Louis si fece una lunga doccia rilassante.
Un sorriso beota non voleva abbandonare il suo volto.
Okay, sembrava un ragazzino.
Canticchiò alcune strofe di svariate canzoni, mentre si asciugava i capelli.
<< Ehi Tommo >> lo chiamò Harry bussando alla porta.
<< Sì entra! >> urlò da sopra il rumore del phon.
<< Puoi venire a darmi una mano con la roba da trasportare in auto? >> gli chiese il riccio.
<< Certo, dammi cinque minuti. >> rispose Louis, prendendo i vestiti da sopra il letto.
<< Okay, ti aspetto in camera mia >> disse il riccio.
Dopo aver trasportato una parte della roba di Harry in auto, andarono in cucina a bere una birra.
<< Bene, direi che manca ancora qualcosa, ma per oggi penso sia apposto così >> commentò il riccio stappando il tappo dalla sua bottiglia.
<< Sarà dura senza di te, amico >> ammise Louis in tono sincero e con una punta di tristezza.
Harry gli diede una pacca fraterna sulla spalla. << Anche a me mancherà non dormire più sotto lo stesso tetto >>.
Il riccio aveva deciso che dal momento in cui aveva chiesto a Jade di sposarlo, si sarebbe trasferito alla tenuta per vivere con lei.
<< Nonostante la solitudine che mi piomberà addosso, quando varcherai quella porta per iniziare un futuro con la tua donna, sono felice per te Hazza >> si congratulò Louis con un largo sorriso.
<< Avremo sempre i nostri momenti, fratello. >> promise Harry abbracciandolo.
<< Non è che potresti continuare lo stesso a pagare le bollette? >> scherzò Louis da sopra la spalla di Harry.
<< Divertente. Adesso questo tetto è tuo. Perciò se non vuoi vivere senza luce e acqua, ti conviene iniziare a trovarti un vero lavoro >> commentò Harry tra il serio e il divertito.
Louis sapeva che aveva ragione. << Mi darò da fare. Promesso >>.
<< Riguardo alla solitudine, credo che non sentirai poi così tanto la mia mancanza…>> continuò Harry sogghignando.
<< A cosa ti riferisci? >> Ma Louis conosceva troppo bene il suo amico e aveva capito benissimo. << Harry, Juliet non viene a vivere con me >>.
In effetti, non ci aveva minimamente pensato.
Però in quell’istante quell’idea s’insinuò nei suoi pensieri, trasformandosi in una possibilità.
Juliet ogni notte nel suo letto...dove avrebbe potuto tenerla vicina e guardarla mentre dormiva...Mmh.
La cosa lo stuzzicava eccome.
<< Non ancora >> lo corresse Harry con uno sguardo penetrante.
<< Senti, oggi io e lei usciremo…poi…>> Louis si bloccò pensieroso.
<< E poi? >> Harry divenne serio.
Lui sospirò. << Sai cosa le ho detto? Le ho detto che provo qualcosa per lei >>.
Il riccio fece un largo sorriso felicemente compiaciuto. << Grandioso! E lei che cosa ha risposto? >>.
<< Niente…cioè me ne sono andato subito dopo averglielo confessato e datole un bacio >> spiegò.
<< Wow, ma hai qualche indizio che ti possa far capire che anche lei è interessata? >>.
Da come ricambiava i suoi baci, Louis credeva di sì.
Certo, si era impuntata sul fatto di non voler andare a letto con lui e che non fosse un suo giocattolino, ma per il resto i suoi occhi ambrati velati di malizia, mostravano quale effetto lui avesse su di lei.
<< Lo capirò meglio stasera. Ora vado, ciao Hazza >> lo salutò.
<< Divertiti…e…Louis? >>.
<< Sì? >> lui si voltò.
Harry inarcò un sorriso beffardo. << Scelta curiosa >> indicò i vestiti che l'amico aveva indosso.
<< Oh bè punto tutto sul mio charme e sul lato divertente >> scherzò.
<< Quei pantaloni hanno un che di divertente >> lo beffeggiò il riccio.
Louis alzò un sopracciglio, poi facendo spallucce decise di lasciar correre, e si avviò con la sua auto.

 

 

Juliet guardava i suoi vestiti da più di un quarto d’ora.
Doveva sbrigarsi, aveva ancora addosso l’accappatoio e Louis sarebbe passato a prenderla (non che contasse i minuti) tra dodici minuti.
Non che avesse problemi a scegliere cosa mettere.
Invece sì, per quello che riguardava la scelta della biancheria.
Lei aveva specificatamente affermato nell’officina che non aveva intenzione di andare a letto con lui.
Non era interessata.
Scoppiò a ridere beffarda.
Che enorme stronzata. Non aveva smesso un solo istante all'ipotesi che la serata si sarebbe potuta concludere con un delizioso finale.
La sua confusione provocata dall’uragano Louis, si era estesa anche nell’abbigliamento. Accidenti a lui.
<< Niente di provocatorio… >> Juliet rise di nuovo a quella menzogna.
Poi le venne un’idea.
Provocarlo era da sempre uno dei suoi più maliziosi piaceri, quindi perché non osare?
Con un ghigno si infilò l’intimo, poi scelse un vestitino color lampone. Lasciò i capelli sciolti, spettinandoli un pò, poi si passò un velo di lucidalabbra sulle labbra piene. Può andare.
Si ricordò del regalo di Zeke, e lo prese dalla scrivania.
Scese le scale e non trovò nessuno.
Sua madre probabilmente era già uscita per andare alla festa.
<< Come sto Maya? >> chiese Juliet alla sua bellissima Husky.
Maya corse da lei girandole intorno, poi abbagliò scodinzolando.
<< Grazie >> le fece una grattatina dietro le orecchie.
Il campanello bussò e Juliet s’irrigidì.
Oh al diavolo, neanche si trattasse di Paul Walker! Dovresti darti una controllata Anderson!
Dannazione e perché le sue gambe stavano diventando piombo a mano a mano che si avvicinava alla porta?
Respirò a fondo, poi la aprì con le dita frementi.
<< Ehi >> Louis sorrise. Un sorriso bellissimo, che Juls venne attraversata da un onda di sublime apprezzamento.
Lanciò un’occhiata al suo abbigliamento. Osservò curiosa il gilè nero, che non gli aveva mai visto indossare, fino ai pantaloni di velluto viola.
Stirò le labbra divertita. << Gran bei pantaloni >>.
<< Cos’avete tutti contro il velluto viola? >> borbottò Louis mettendo su un broncio e fingendosi offeso.
<< Niente, mi piacciono. >> commentò Juliet sorridendogli affabile.
Louis si fece più vicino, con il sorriso sempre presente sulle sue labbra sottili e vellutate.
Juliet si morse il labbro, poi decise di avvicinarsi di rimando.
Ma lui virò all’ultimo momento per lasciarle un lungo bacio sulla guancia.
Lei sospirò, incanalando i suoi pensieri al buon profumo di Louis. Chiuse gli occhi, quando con la mano l’accarezzò sotto il collo.
Poi si staccò da lei. << Hai deciso di giocare sporco >> mormorò fissandola solenne.
<< Come dici? >> Juliet chinò di lato il volto, e alzò un sopracciglio interrogativo.
Louis si soffermò sul vestito che le fasciava il corpo come una seconda pelle. Trattenne il fiato, quando da sotto il tessuto intravide un sottile pezzo di pizzo far capolino dalla gonna. Il suo pensiero corse al ricordo di quando aveva avuto la possibilità di sfilarle le calze, assaporando con i polpastrelli delle dita la morbidezza della pelle di Juliet.
Quella donna era una mangiauomini. Una valchiria bellissima. E lui era la sua preda? A Louis brillarono gli occhi, d'un tratto i muscoli tesi per quel pensiero così allettante.
Sorrise sfacciato. << Bel vestito, tigrotta. Indossi qualcos’altro sotto? >>.
Juliet ghignò maliziosa. Lanciò un’occhiata fugace al di sotto del ventre di Louis. << E tu hai qualcosa d’interessante sotto quei pantaloni? >> chiese in un mormorio lascivo.
Un guizzo della mascella da parte sua, le fece capire che quel giochetto perverso dava i suoi frutti.
Louis inclinò la testa sussurrandole sul collo: << Oh lo scoprirai signorina…>>.
Quella promessa ebbe l’effetto di eccitarla, non che di spaventarla.
La sua voce calda e invitante era come una cascata di caramello che la inondava di piacere nelle sue zone più intime.
Un piacere che stava diventando un bisogno.
Un bisogno di lui, il quale non l’aveva nemmeno baciata.
Inconsapevolmente Juliet mise il broncio. Voleva punirla per qualcosa?
<< Vogliamo andare? >> le chiese poi Louis circondandole la vita con un braccio.
Juliet annuì. La brezza autunnale scompigliava i capelli di lui, facendolo apparire più bello di quanto già non fosse.
Il suo tocco sul fianco di lei, le dava un senso di sollievo e pace.
Era incredibile di come quel ragazzo la facesse andare in totale confusione.
Le aprì lo sportello dell’auto.
<< Una porsche coupe nera. In ottimo stato vedo.>> constatò Juliet infilandocisi dentro.
Un volta che lui si fosse sistemato dalla parte del guidatore, mise in motore. Sorrise orgoglioso. << Grazie. Allora pronta per il cinema? >>.
<< Sì certo, ma devo fare prima una cosa importante >> spiegò subito Juliet.
<< Che cosa? >> domandò Louis, interrogativo.
<< Oggi è il compleanno di un bambino che conosco. La festa si terrà all'ospedale. Non ti dispiace se ci facciamo un salto? >> chiese Juliet guardandolo, speranzosa.
<< Certo che no. Andremo al cinema dopo, se ti va >> la rassicurò Louis con un sorriso.
<< Sì mi va. Ma ne sei sicuro? >> domandò di nuovo Juliet.
<< Mi piacciono le feste, e poi adoro i bambini. Quindi penso che sarà divertente >> L’auto cominciò a muoversi.
Juliet restò piacevolmente sorpresa e sollevata dalla sua dichiarazione. Adorava i bambini, e l’idea di Louis nei panni di un amorevole genitore, la fece sciogliere fin nell’animo.
C’era d’aspettarselo che una strana sensazione- un mix di consapevolezza e di qualcos’altro- facesse capolino nella sua testa.

Esuberante e dolce…
Quelle due parole pronunciate da sua madre risuonarono nella sua psiche.
<< Grazie >> mormorò Juliet dolcemente.
In tutta risposta Louis intrecciò le dita con le sue.
Lei dischiuse la bocca guardandolo di sbieco.
La mano lunga e affusolata di Louis che stringeva la sua, irradiò un tenue colore rosato sulle sue guance.
Non che s’imbarazzasse facilmente, ma quel ragazzo trasudava sex appeal da tutti i pori, e Juliet riusciva a malapena a respirare.
Che Dio l’aiutasse, perché sarebbe stata una lunga serata.
 

Quando arrivarono in ospedale, Louis riprese per mano Juliet.
Quel gesto puro e semplice gli scaturì una strana sensazione.
Ecco che quel sorriso beota gli increspava gli angoli della bocca.
Quella donna era speciale, e la sua testa non faceva altro che ripeterglielo. Louis si scoprì con il cuore che batteva a mille, poi corrugò la fronte quando Juliet si irrigidì varcando la soglia dell'ospedale.
Gli occhi vennero attraversati da un sentimento che lui interpretò come dolore.
Allarmato, le fece voltare il capo prendendole delicatamente il mento con le dita. << Ehi, piccola cos'hai? >> Ma non c'era bisogno che lei rispondesse. Louis sapeva che quello era il posto dove suo padre era morto, e il ricordo doveva essersi rimarginato insieme all'ombra di dolore che le scuriva gli occhi color del miele. Lei lo fissò, senza parlare. La forza della sua dolce tigrotta non era infinita, e lui sentì una determinazione scorrergli nelle vene. Le accarezzò con il pollice, mentre Juls continuava a rivolgergli uno sguardo guardingo. Stava inalzando le sue difese contro di lui, per paura di ricevere compassione? No, non glielo avrebbe permesso. Le strinse una mano nella sua, poi se la portò alla bocca, baciandone teneramente le nocche. << Andiamo da Zeke, altrimenti i medici non riusciranno a continuare il loro lavoro >>. Juliet aggrottò la fronte e lui mormorò: << Quel tipo che avrà come minimo settant'anni non me la racconta giusta >>.
Lei volse lo sguardo verso il soggetto in questione, un uomo con i capelli bianchi che stava prendendo un caffè al bar, che la stava guardando con la coda nell'occhio. Juls fece una smorfia divertita scuotendo la testa. << Ah-aha ci hai provato >> poi increspò le labbra in un sorriso, mentre quel velo di tristezza si dissipava dai suoi bellissimi occhi ambrati.
Raggiunsero la camera dove era in corso la piccola festa messa in atto per festeggiare il compleanno del bambino. Louis lasciò la mano di Juliet, quando lei andò verso Zeke per abbracciarlo. L’eleganza dei movimenti di quelle perfette curve e la tenerezza con cui si rivolgeva a quel bambino, spinsero Louis al limite del desiderio.
Accidenti, doveva trattenersi, altrimenti l’avrebbe portata via da quella festa per esaudire ogni sua peccaminosa fantasia.
<< Tanti auguri Zeke! >> esclamò Juliet chinandosi ad abbracciarlo.
Il bambino l’abbracciò di rimando, e fece un largo sorriso sdentato. Lei notò le guance rosee del bambino, la cresta di capelli biondi scarmigliata, e due occhietti verdi sorriderle amabilmente. Nonostante tutto cominciava a ristabilirsi, e la sedia a rotelle su cui era seduto sembrava non avesse importanza. Sospirò intimamente. Era così preoccupata per Zeke, e vederlo sereno le riscaldò il cuore.
<< Guarda Juliet, Mary mi ha fatto un regalo! >> gridò gioioso girando le ruote della sua sedia a rotelle verso il bancone stracolmo di regali. I dirigenti dell'ospedale erano stati molto premurosi ad assicurarsi di rendere quella stanza accogliente per dei festeggiamenti. C'erano una decina di bambini, Beth e la madre di Zeke e qualche altro genitore.
<< Wow è un berretto strepitoso! >> convenne Juliet spalancando gli occhi. << Ha il logo del Manchester, che figata! Lo voglio anch'io! >>.
<< Si è vero. >> Zeke se lo mise in testa. << Come sto? >>.
Lui gli scoccò un bacio sulla sua piccola guancia morbida. << Sei uno schianto >>.
Gli occhi verdi di Zeke s’illuminarono quando Juliet tirò fuori dala sua borsa un pacco regalo. << Ooh…cos’è cos’è? >>.
Juliet se lo nascose dietro la schiena << Eh no ragazzino, prima voglio sapere se hai mangiato qualcosa >> disse solenne.
Zeke sbuffò. << Mangio dopo, promesso >> tese il dito mignolo che Juliet afferrò prontamente con il suo.
<< Va bene, sarà meglio per te. Ecco, aprilo >>.
Il bambino scartò il regalo e sgranò gli occhietti vispi. << Non ci credo! Un modellino di una Audi R8 rossa fiammeggiante! >>.
<< Mmh credi che possa andare bene? So che non posso competere con Mary…>> si finse imbronciata guardando da un’altra parte.
Zeke la urtò scherzosamente con la ruota della sua sedia a rotelle. << Sai che sei la mia ragazza preferita >> si levò il cappellino agitando la testa per scompigliarsi il taglio a scodella che portava.
Ammiccò a Juliet. << Ti va di dividerci un pezzo di torta? >>.
Juliet rise. Si mise le mani sul petto. << Oh non potrei chiedere di meglio >>.
Louis che aveva assistito all’intera scena decise di avvicinarsi furtivo. Mise una mano sulla schiena di Juliet, poi guardò il bambino sorridendo << Ciao tu devi essere Zeke. Mi presento, mi chiamo Louis. Juliet mi ha parlato di te, buon compleanno! >> gli tese la mano da uomo a uomo.
Zeke lo scrutò guardingo. Poi strinse la mano di Louis, esercitando più forza possibile nella stretta.
Quest'ultimo sorrise fingendosi stupito. << Wow che stretta di mano vigorosa! Complimenti ragazzo >>.
Zeke lo fissò dal basso alzando il mento. << Juliet perché questo tipo dai capelli insoliti, ti tiene una mano sulla schiena? >> domandò tenendo gli occhi fissi su Louis.
Juliet scoppiò a ridere, un suono che Louis apprezzò moltissimo, e per questo ringraziò il bambino nel suo intimo. << Diciamo che questo tipo sta cercando di far colpo su di me. Che dici Zeke, devo mandarlo via? >> scherzò lanciando un’occhiata di sottecchi a Louis.
<< Mmh se ti da fastidio posso pensarci io >> Zeke sfoderò un aria minacciosa.
<< Oh so che lo faresti, ma non farei mai del male a Juliet. >> Louis l’attirò di più a sé.
Osservò Juliet rivolgergli un sorriso intenso, con un pizzico di speranza nei suoi occhioni ambrati.
Restò per un istante senza fiato, a pensare cosa stesse cercando di dirgli attraverso quello sguardo.
Aveva paura di lui? Timore di qualcosa che riguardasse loro due?
D'un tratto Louis comprese che lei aveva ancora forti dubbi nei suoi confronti.
Mentre lei e il piccolo Zeke andavano al buffet per prendere una fetta di torta, Louis restò a guardarla.
No, s’impose, non le avrebbe dato nessun motivo per dubitare di lui.
Si sarebbe conquistato la fiducia di Juliet e ci sarebbe riuscito.
Perché era innamorato di quella donna.

Note dell’autrice

Buonascera ragazze!!
Okay so di essere qualche giorno in ritardo, ma sto pubblicando con il pigiamone addosso e il naso chiuso per il raffreddore, e in questi giorni non sono stata bene e infatti soltanto oggi ho rimesso mano sul computer ._. Nonostante il raffreddore mi sono imposta di pubblicare, sperando che ne sia valsa la pena...(?)
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto, sono di frettissima considerando che devo ancora studiare >.<
Ma non posso non dire un GRAZIE *imita la voce di Gianni Ciano di Colorado* lol (il raffreddore mi fa strani effetti) a tutte le mie bellissime lettrici che come sempre mi recensiscono e leggono questa storia :’)
Grazie a tutte *indica col dito* tranne te! ;P
Scherzi a parte e parlando del capitolo, Louis e Juliet escono insieme per la prima volta "ufficialmente", ma un piccolo avvenimento lo interrompe momentaneamente: il compleanno di Zeke ^_^ Ho voluto far imprimere al meglio il legame tra i due anche in questo capitolo, e infatti vediamo Louis dolce e premuroso quando Juliet entra nell'ospedale, un posto che per lei è soggetto a tanti difficili ricordi. Vi è piaciuto? E Louis e Juliet che sono sempre più presi l'uno dall'altra...:3
Attendo le vostre fantastiche parole, opinioni e pensieri, ribadendo che senza quelle non saprei cosa fare, ma se me le merito eh <3
Un bacio a tutte, splendori :*
Al capitolo 18!
Vostra Ella <3

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Capitolo 18
*** Capitolo18 ***


capitolo 18

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Capitolo 18

Salutarono Zeke, sua madre, la madre di Juliet che augurò loro buona serata, e uscirono dall’ospedale. Louis lanciava occhiate guardinghe a Juliet per accertarsi che stesse bene e non stesse pensando alle cose che probabilmente l'avrebbe turbata. Lui sgranò gli occhi per un istante, sconcertato per quanto si preoccupasse per lei. 
Sei innamorato idiota! gli fece notare con molto tatto la sua coscienza. Nemmeno lui poteva crederci.
<< La torta era squisita >> commentò Louis tentando di pensare a qualcos'altro che non lo scuotesse così nel profondo. Juliet era accanto a lui, con le mani che che spiegazzavano la stoffa setosa del vestito. Accidenti era nervosa.
<< Ci credo, ne hai mangiate tre fette >> rispose lei guardandolo di sbieco.
<< Anche i pasticcini >> continuò lui.
<< Ne hai mangiati sette >>.
<< Per caso mi spiavi mentre mangiavo? >> la riprese beffardo. Guardami Juliet.
<< Non passavi inosservato >>.
<< È un complimento? >>.
<< No sul serio, hai attirato l’attenzione di molte bambine. I tuoi pantaloni hanno fatto effetto >> sorrise genuinamente lei, e Louis tirò un intimo sospiro di sollievo, grato che fossero usciti da quel posto pieno di tristezza.
<< Mmh non sorridermi così se vuoi prendermi per il culo >>.
Lei rise alzando le mani << L’hai pensato tu, non io >>.
Louis guardò in basso, non esitò un attimo, e le prese la mano nella sua. << Sei ancora dell’idea di andare al cinema? >> le chiese con un sorriso.
Un sorriso invitante, che Juliet non potè fare a meno di ammirare come la sensazione delle sue dita intrecciate con quelle di lui. Annuì << Certo, cosa danno in programmazione? >>.
<< Mmh credo un film d’azione e un horror, cosa preferisci? >>.
<< Se ti dicessi horror, sarei la perfetta ragazza che finge di essere coraggiosa, ma non appena vede tracce di sangue, si spaventa e si aggrappa al ragazzo che la prende tra le sue braccia approfittandosene, perciò opto per un film d’azione >> disse lei.
Louis fece spallucce << Speravo in un horror, così da seguire tutte le successioni che hai appena citato… >>.
Juliet rise apertamente, suscitando un largo sorriso anche a lui.

 

 

La sala era gremita di persone ansiose di vedere il film.
Louis e Juliet riuscirono ad occupare posto, si sedettero sulle comode poltrone e tirarono un grosso sospiro.
<< Dannazione se quella vecchietta voleva passare bastava chiedere, non darmi uno spintone! >> grugnì Louis massaggiandosi il fianco. << Ti ha fatto così male? >> chiese Juliet, inarcando un mezzo sorriso mordace.
<< Certo che no, ma diamine un gomito ossuto e spigoloso come quello non fa certo il solletico! >>.
Juliet prese il cellulare dalla borsa, dandogli un’occhiata veloce per accertarsi che nessuno l’avesse cercata, e poi lo spense.
Louis la imitò, poi la guardò di sottecchi. Le gambe erano totalmente scoperte se non da un pezzo del tessuto che la copriva sopra le ginocchia.
Lanciò un’occhiata lasciva al suo decolletè notando come il vestito fasciasse i seni pieni e sodi costringendoli a restare coperti.
Juliet si portò i capelli da un lato con la mano, scoprendo il collo e Louis si sentì pervadere da una scarica di adrenalina.
Forse seguire i tempi gli era parsa una buona idea all’inizio quando l’aveva proposto per entrambi.
Stronzate.
Dio solo sapeva quali fantasie perverse liquefacevano la sua psiche, avendo quella donna seduta a pochi centimetri di distanza da lui.
Poi Juliet si sporse in avanti per poggiare la borsa ai suoi piedi, e Louis s’impose di restare calmo quando la scollatura mostrò ulteriormente l’incavo di quelle montagnole peccaminose.
Strinse le mani ai braccioli della poltrona per resistere alla tentazione di divorarla di baci e carezze pubblicamente di fronte all’intera sala.
<< Ehi cos’hai, ti senti male? >> udì la voce di Juliet distrattamente.
Scrollò le spalle. << Fa soltanto leggermente caldo >>.
Maledì la sua scelta di indossare quei pantaloni di cotone, sebbene comodi ma maledettamente afosi in quel momento.
<< Ciao >> Una vocina sconosciuta fece voltare sia lui sia Juliet.
Un bimbo seduto proprio accanto a lei, la stava fissando attraverso le lenti degli occhiali da vista.
<< Ehi ciao >> sorrise bonariamente Juliet.
<< Ciao >> ripetè il bambino continuando a non distogliere lo sguardo.
<< Sei da solo? >> esordì allora lei.
<< No sono con il mio papà, e tu? >>.
<< Anch’io sono in compagnia >> disse lei indicando Louis alla sua destra.
<< Piacere, come ti chiami? >> chiese Louis al bambino sporgendosi per guardarlo.
Ma il ragazzino sembrava completamente propizio a far ben altro.
Guardare Juliet.
<< Come ti chiami? >> ripetè il piccoletto diretto a Juliet con un sorriso estatico.
<< Juliet, e tu? >>.
<< James >>.
<< Io sono Louis >> s’intromise.
<< No non m’interessa il tuo nome. Volevo sapere soltanto quello di Juliet >> ribattè James, asciutto.
<< Ah, chiedo scusa >> scherzò Louis facendo spallucce.
<< James, non disturbare la ragazza >> eruppe l’uomo di fianco al bimbo, e dai tratti del viso, Juliet potè dedurre che si trattasse del padre.
<< Oh non si preoccupi >> disse lei con un sorriso amichevole.
<< Che bella voce che hai, Juliet >> disse James poggiando i gomiti sul bracciolo della poltroncina per poi fissarla con i suoi occhietti marroni.
<< Oh ehm grazie >> la buttò lì lei con un sorrisino impacciato.
<< Ehi inizia il film >> bisbigliò Louis catturando l’attenzione di entrambi.
Juliet notò con la coda dell’occhio che il piccolo James, non sembrava così interessato al film d’azione.
Era piuttosto intento a sorriderle amabilmente. Sembrava fissarla  affascinato come se avesse visto una fata.
Scacciato via quel pensiero alquanto strano, Juliet si concentrò a guardare il film.
Certo come no, si sentiva costantemente osservata.
Non da Louis, il quale naturalmente faceva ciò per cui una persona faceva se andava al cinema.
Si accigliò. Che diamine, come poteva bearsi della vista di Paul Walker che destreggiava tra le strade con la sua auto insieme a Vin Diesel, se si sentiva gli occhi puntati addosso da una bambino che sembrava contemplarla?! Juliet andiamo non penserai mica che...? mormorò divertita la vocina dentro di lei.
Una mano saettò a coprire quella di Juliet.
Lei s'irrigidì, pregò che fosse quella di Louis, ma era troppo piccola per essere la sua.
Fece una risatina nervosa e sommessa riprendendosi la mano che James aveva stretto nella sua.
<< Guarda il film, tesoro >> gli bisbigliò piano.
Gli occhi di James continuarono a penetrare nei suoi per un lungo e inquietante momento.
Cos’aveva detto Juliet di così bello?
Scosse la testa, mettendo da parte di nuovo un altro pensiero che non era intenzionata a scoprire.
Louis si mosse impercettibilmente nel buio.
Juliet sentì il profumo del suo dopobarba farsi più vicino e quando le bisbigliò qualcosa al suo orecchio, sfiorandole il lobo con le labbra, Juliet perse ogni sana aspettativa di seguire il film.
<< Bello vero? >>.
<< C-cosa? >> bisbigliò lei confusa e intontita dal suo vociferarle in una parte alquanto sensibile del suo corpo.
<< Il film >> sorrise lui sul suo collo.
Juliet deglutì. << Oh certo, molto…>>, sussultò lievemente, quando sentì la punta della lingua di lui accarezzarle l’incavo del collo.
Si morse il labbro, contrastando la voglia che divampava in lei di voltarsi e posare le labbra su quelle di lui.
Santi numi, Juliet ebbe un moto di desiderio lambirle il sangue nelle vene.
<< Devo farmi perdonare per non averti baciata quando ti ho vista... >> le sussurrò Louis così fievolmente che Juliet credette di esserselo immaginato.
Molto probabile, dato che tutto intorno a lei sembrava essersi liquefatto, lasciando che i fremiti involontari che partivano dai nervi del collo e che andavano fino all’ultima vertebra della spina dorsale, la gettassero nel limbo dei pensieri perversi su di lui.
L’immagine di lei sotto di lui tra le lenzuola saettò nella sua mente e il formicolio delle sue zone erogene irruppero in un desiderio dilaniante. Andiamo Anderson, bacialo! tuonarono i suoi ormoni, e lei era più che intenzionata ad obbedirgli.
<< Juliet, c’è l’intervallo! >> la voce squillante di James la fece sussultare scattandole una mano in direzione vaga. << Eh? Cosa?! >>.
<< Ahi! >> mugugnò Louis portandosi la mano sulla faccia.
Juliet si voltò. << Ops stai bene? >>.
<< Potrei stare meglio cristo santo >> bofonchiò il ragazzo maledicendo mentalmente l’interruzione inopportuna.
Qualunque essere in quella sala, avrebbe afferrato il suo ambire ad abbordare la sua donna. Che cazzo aveva in testa quel bambino?
Credeva che non avesse visto con che faccia guardava Juliet?
Imbambolato da una donna più grande.
MOLTO più grande.
Quel ragazzino poteva aver poco più di quattro anni.
<< Sta bene, non si è fatto niente.>> commentò James guardandolo con stizza, poi indirizzò a Juliet un sorrisetto eloquente << Ti va di dividere con me la mia busta di patatine? >>.
<< Ehm…>> Era chiaro che Juliet si trovava in una questione di evidente disagio.
Louis scattò dalla poltrona. << Juliet, vado a prendere i pop-corn, >> Incalzò un sorriso decisivo << che NOI DUE divideremo >>.
Non che fosse una proposta, tenne conto lei, ma alla fine annuì malgrado la raccapricciante situazione venutasi a creare.
<< Quanti anni hai? >> fu la domanda di James, quando Louis si fu allontanato.
<< Molti più di te >> Sorrise divertita Juliet.
<< Sei fidanzata? >>.
Oddio una domanda innocente chiesta da un faccino tanto allegro, non avrebbe potuto incupirla di più.

Fidanzata…
Dì qualcosa Juliet, questo bambino sta parlando con te!

<< Sì >> disse senza alcuna espressione, mandando giù un groppo in gola. Tossì poi ripetè. << Sì lo sono >>.
L’ho detto soltanto per levarmelo tra i piedi, si ripetè. E allora perché non appena aveva associato la parola “fidanzato” alla figura di Louis, gli angoli delle sue labbra si erano increspati in un sorriso beota?
Louis e lei stavano insieme? Con quest’appuntamento il ragazzo stava cercando di dirgli questo?
Una parte di lei sperava di sì, l’altra, quella ferita le urlava di stare attenta e di non lasciarsi prendere per il culo per l’ennesima volta.
Il visetto di James ebbe una smorfia, come se fosse stato deluso da quella rivelazione. Poi con sua grande sorpresa, Juliet lo vide tornare sereno.

Finalmente si è arreso!
<< Bè non fa niente, non ha importanza. Ti va di venire a casa mia dopo? >>.
Sto’ cazzo.
<< Ehm…>> il viso di Juliet tradì sconcerto, << Non posso mi spiace >> sorrise a fatica.

Fatelo smettere!
<< Ah…che bella boccuccia che hai… >> Juliet per poco non scattò all’indietro quando le dita di James afferrarono con una sorprendente forza la sua bocca, facendole incurvare le labbra a mo’ di pesce.
<< Che stai facendo? >> squittì Juliet stavolta evitando di controllare il tono di voce.
Cristo santo, ma quello era un bambino, no?
Ci stava veramente provando con lei?!

Oh povera me. Poteva già sentire le risate delle sue migliori amiche deriderla, quando glielo avrebbe raccontato.
<< Hai messo il rossetto sulle labbra? >> le chiese James fissandole attentamente.
Juliet prese con decisione e con mano delicata, quella di James che s’imbronciò, quando lei l’allontanò dal suo viso.
<< Sì >> rispose lei, con una punta di nervosismo. Amava i bambini, ma di certo non in un modo così al di là dell'affetto, e magari quella nuova generazione era più precoce delle precedenti.
<< È buono? Che sapore ha? >> Ecco che quel ragazzino le si avvicinava furtivo un’altra volta.
<< Non lo so, piccoletto. Te lo farò sapere. Parola mia >> esordì Louis risiedendosi al suo posto.
L’ultima parte l’aveva pronunciata come un’esplicita promessa.
La voce di quel marmocchio si sentiva anche file addietro alla loro, ed inutile dire che aveva sentito quella spiacevole parte.
Louis era sempre andato d’accordo con i bambini, ma quel tipetto non gliela raccontava giusta.
Troppo precoce per i suoi gusti.
Forse mostrarsi geloso era un’idiozia soprattutto se il suo cosiddetto rivale probabilmente andava ancora all’asilo. Fatto sta che era il suo appuntamento, perciò in tutta risposta circondò le spalle di Juliet con un braccio e la tirò a sé.
<< Dovresti proprio ringraziarmi…ti ho salvato da un molestatore >> sussurrò mettendole le labbra sulla tempia.
<< James è un bambino, non un molestatore e me la sarei cavata benissimo da sola >> sbottò lei, benchè restando attaccata a lui.
Louis sorrise. << Come vuoi, piccola >> e la lasciò, mentre metteva mano nel secchiello dei pop-corn. << Ne vuoi uno? >>.
Nel momento in cui stava per rispondere, James saltò sulle gambe di Juliet e afferrò come un fulmine un pop-corn. << Tieni Juliet, mangialo dalla mia mano >> le disse parandoglielo ad un soffio dalle labbra.
La ragazza virò col volto e disse con estrema gentilezza: << James, levati di dosso e mettiti seduto al tuo posto >>.

Se uscirò indenne da questa situazione, prometto di dire a Nat dove ho nascosto la sua macchina fotografica preferita, si disse Juliet, sbuffando e pregando che qualche guasto allo schermo impedisse la continuazione del film e mandasse tutti a casa.
<< Allora? Mangialo su >> James non demordeva.
Juliet guardò Louis, ma il ragazzo mangiava i pop-corn lanciandole sorrisetti beffardi.
Bastardo!
Okay, forse aveva sbagliato a rifiutare il suo aiuto, ma Juliet non gli avrebbe dato la soddisfazione di rinfacciarle il suo errore.
Okay pensa…se mando il bambino a farsi fottere non do un buon esempio perché sono un’adulta…
Juliet non era mai stata una tipo paziente. I bambini le piacevano moltissimo, e si sarebbe sentita tremendamente in colpa se lo avesse ferito, ma diamine non ne poteva più!
E un’altra peculiarità di lei è che la sua gentilezza verso qualunque essere umano aveva un limite, e quel limite, James stava per oltrepassarlo.
<< James, ho due mani, ti ringrazio, ma rifiuto l’offerta >> disse con tono neutrale.
Dopodichè il bimbo sembrò tornare al suo posto, ma soltanto per trenta minuti.
Un cipiglio fece capolino sul volto di Juliet quando il film finì e lei non ci aveva capito un emerito cazzo!
Si massaggiò con le dita le tempie. Un mal di testa boia le lacerava le membra.
Fanculo.
Il padre di James si alzò, e il figlioletto fece lo stesso dando la manina al genitore.
<< Ciao Juliet, spero di rivederti presto. >> le disse sorridendole.
Non sia mai!
<< Certo, addio >> fu la risposta di Juliet.
Louis sembrava sorriderle. Le prese la mano e la portò verso l’uscita.

 

 

<< Tieni bevi questa >> Louis le porse una cioccolata calda, poi si sedette sulla panchina accanto a lei.
Si erano fermati al parco dopo che lui aveva proposto di fare una passeggiata.
Adesso Juliet era visibilmente esausta.
Sorrise divertito nel vederla crogiolarsi sulla panchina con la testa all’indietro, mentre sorseggiava il liquido caldo.
<< Prometto che la prossima volta ti porterò in un posto privato, solo noi due >>.
Juliet sembrò destarsi, quando arcuò un sopracciglio, << La prossima volta? >>.
<< Anche se questo non è stato il migliore degli appuntamenti, non vuol dire che lascerò la presa su di te >> disse conciso incrociando le braccia al petto.
<< Come vuoi, e comunque non è stata colpa tua >> Juliet sorrise. Un altro indizio da aggiungere alla sua lista. La sua vocina interiore le fece le congratulazioni.
<< La verità è che un po’ mi sento in colpa, avrei dovuto fare qualcosa per liberarti di quel bambino e ignorare le tue proteste come faccio sempre, ma volevo farti capire quanto hai bisogno di me >>.
Louis la conosceva ormai e sapeva che quello che aveva appena detto la stava facendo irritare. Sorrise in risposta quando lei gli lanciò uno sguardo torvo.
<< Io avrei bisogno di te? >>.
<< Sì, ma sei troppo caparbia per ammetterlo >>.
<< Pff! Falla finita >> lo rimbrottò Juliet.
<< Quanto mi piace quando fai così, tigrotta >> Louis si sporse a prenderle il viso tra le mani.
<< Oh davvero? Allora se ti metto al tappeto, ti piacerò ancora di più >> lo canzonò Juliet con un sorrisetto maligno.
<< Puoi scommetterci >> Con estrema accortezza Louis le sfilò il bicchiere contenente il fluido bollente dalle mani, per evitare che la donna glielo rovesciasse addosso. Meglio prevenire che curare.
Lo poggiò di lato, poi scrutò il viso di Juliet continuando ad accarezzarla con il pollice sulla guancia morbida. << Come va il mal di testa? >>.
<< Ti detesto quando mi provochi e poi fai il premuroso >> bofonchiò lei.
Louis rise di gusto, poi le baciò il naso. << Rispondi alla mia domanda >> le ordinò dolcemente.
Juliet sospirò. << Meglio…contento? >>.
Alcuni passanti si misero a fissarli e Louis notò una coppia salutare Juliet.
Lei ricambiò con la mano e con un sorriso bonario, salutò un uomo dai capelli biondi che camminava mano nella mano con una donna poco più bassa di lui e con un affascinante caschetto di capelli neri.
<< Tuoi clienti? >>.
<< Sì e no >> rispose Juliet scrollando le spalle.
<< In che senso? >>.
<< L’uomo a braccetto con la moglie è stato il mio primo ragazzo al liceo per tre mesi >> rispose asciutta.
<< Ah >> Louis increspò le labbra. << Quindi è stato importante per te? >>.
<< Me ne sono innamorata, ma lui non ricambiò gli stessi sentimenti. Ma sono stata felice di aiutare la compagna a scegliere l’abito da sposa, quando sono venuta a sapere che volevano sposarsi >>.
Non c’era colore nel suo tono di voce. Louis corrugò la fronte.
Juliet se ne accorse e infatti disse: << Non serve portare rancore. Molto probabilmente non ero io la persona giusta >>.
Louis percepì quella patina di ghiaccio che increspava le sue parole. Dannazione, possibile che dubitasse così fortemente di se stessa? La sua forte tigre nascondeva un lato vulnerabile, e Louis aveva tutte le intenzioni di distruggere quella barriera che imprigionava il suo dolce cuore. Era intenzionato a scoprire tutto di lei perciò le chiese con tono cauto e gentile: << Hai…perso la verginità con quel ragazzo? >>.
La reazione di Juliet lo sorprese, perché i lineamenti del suo viso si indurirono e così il suo corpo.
Aveva toccato un tasto dolente?
<< Perché vuoi saperlo? >> gli chiese, ma non si girò a guardarlo.
<< Voglio conoscerti. È sbagliato? >>.
<< Credo di no…>> mormorò Juliet.
Louis attese una risposta, ma non arrivò e questo lo fece insospettire sulla probabilità che la verginità l’avesse persa con quel tizio che non si era preoccupato dei sentimenti che lei nutriva per lui. Figlio di puttana.
Louis non era mai stato il primo con le donne con cui era andato a letto, e sapere che non lo sarebbe stato per Juliet, lo fece incazzare da morire.
E Juliet non era una delle tante per lui. No, c'era quella misteriosa consapevolezza dentro di lui che gli assicurava che il sentimento nei riguardi di quella donna andava ben oltre l'attrazione. 
Poi c'era quell'immancabile tensione sessuale tra di loro, che non era mai stata così forte prima di lei. Il suo membro vibrava al semplice tocco della pelle vellutata di Juliet, e quello era un chiaro segnale che quella donna l’avrebbe portato nella libidine più inimmaginabile.
Ma Juliet doveva fidarsi di lui, doveva lasciarsi andare nelle sue mani, altrimenti le scintille che sarebbero potute scaturire dalla loro unione non avrebbero trovato realtà.
E Louis la voleva, eccome se la voleva.
Ma per lei era disposto anche ad aspettare, a vedere dove i suoi limiti l’avrebbero condotta verso di lui.
Senza preavviso si alzò e le porse la mano. << Andiamo >>.
Juliet corrugò la fronte confusa. << Tutto bene? >>.
<< Certo. Andiamo >> le sorrise Louis non facendo trapelare nessun’altra emozione.
Alla fine Juliet si alzò accettando la sua mano con diffidenza.

 

 

Non avevano parlato più di tanto durante l’ultima passeggiata.
Juliet si domandò se non fosse per la scelta di non voler parlare del suo passato con altri uomini, ma Louis non l’avrebbe mai messa alle strette, questo lo sapeva bene.
Dio solo sapeva come il suo corpo si fosse fatto di pietra, quando Louis le aveva chiesto se era con Bruce-il tizio che avevano visto poco fa con la moglie nonché suo primo ragazzo al liceo- che aveva perso la verginità.
Una risata beffarda e un’espressione imbarazzata si erano intrecciate facendole emettere un suono stridulo e basso.
Louis aveva afferrato il concetto? Cioè che la sottoscritta era ancora una verginella?
Sospirò frustrata. Evitando di dirglielo apertamente, aveva fatto la figura della sciocca e a Juliet non andava a genio.
S’infilò nell’auto e quando Louis fu accanto a lei, optò per una domanda a trabocchetto: << Louis, sei rimasto silenzioso per un bel po’, cosa c’è che non va? >>.
La tattica fingi-e-sbatti-le-ciglia-innocentemente non abboccò.
<< Juliet, se vuoi chiedermi perché non ho insistito con la storia del tizio che ti ha spezzato il cuore chiedimelo e basta, non ti si addicono le mezze misure >> la canzonò platealmente.
Lei sbuffò arricciando le labbra. << Okay. Mettiamo in chiaro che la vita sessuale di entrambi non sia un argomento discutibile >>.
Louis rise, una risata bellissima che Juliet non evitò di assaporare. << Per me va bene. Facciamo un patto: tu non ti lascerai condizionare dalla mia fama di don giovanni e io non mi lascerò condizionare dalla tua >>.
<< Si da il caso che la mia sia stata macchiata proprio dai don giovanni. Dammi una ragione per cui dovrei fidarmi di te >> disse Juliet con un ghigno di sfida.
Louis continuò a guidare, ma i lineamenti del suo viso mutarono in un’espressione insondabile. << Sta a te decidere se fidarti di me o no. Io sono quel che sono, Juliet >>. Le sue parole non risuonarono come un rimprovero, ma una constatazione. << Perché sei voluta uscire con me? >>.
<< Sai com’è, non è che me l’hai gentilmente chiesto >> gli fece notare Juliet con un pizzico d’ironia.
<< Questo è vero, ma avresti potuto sferrarmi un calcio nelle palle e mandarmi a quel paese, invece il mio metodo persuasivo non ti è dispiaciuto… >>.
Juliet fissò il sorriso sfacciato e compiaciuto di Louis allargarsi sempre di più.
Dannato lui e i suoi giochetti perversi.
Ma il discorso di Louis era puramente logico e lei non potè fare a meno di irritarsi per questo. << Questa conversazione è ridicola >> bofonchiò.
<< Non provarci, sai che non lo è. Lo sappiamo entrambi >>.
Juliet sibilò un’imprecazione e non parlò più.
Palesemente confusa, osservò l’auto di Louis parcheggiare nel vialetto di casa sua.
Casa di lei, non di lui.
Louis scese dalla macchina e l’accompagnò sul portico.
Quando capì la realtà dei fatti Juliet s’imbronciò intimamente.
Ladis and gentleman il cosiddetto stronzo rubacuori non l’avrebbe portata a casa sua per una notte di passione quella sera.
Non c’era angolo del suo corpo che non gridasse ribellione.
Non era affatto giusto, l’aveva sedotta e la lasciava a mani vuote.
La consapevolezza che stavolta fosse stata lei a non lasciare a mani vuote l’uomo dopo averlo sedotto, le scaturì una risata incredula che dovette tacere.
<< Non guardarmi così tigrotta…>> le bisbigliò Louis scostandole una ciocca di capelli dietro un orecchio. << Pensi che non vorrei strapparti gli abiti che hai addosso? >>.
<< A quanto pare no >> rispose atona e fece per voltarsi.
Lui scosse la testa, poi le afferrò entrambi i polsi voltandola verso di sé.
Occhi contro occhi. Ambra contro azzurro.
In un secondo le labbra di Louis coprirono quelle di Juliet, e lei emise un gemito a dir poco gutturale.
All’inizio sorpresa, poi ricambiò schiudendo le labbra, con la soddisfazione di sentirlo di nuovo così vicino a lei.
Juliet non prese neanche fiato, la bocca di Louis era caldo miele vellutato che la inondava di piacere.
Lui fece pressione con la lingua, assaggiò, leccò il suo labbro inferiore, in modo che la bocca di Juliet si dischiudesse di più.
E ancora e ancora Louis fece pressione contro le sue labbra dove vi infilò la lingua finchè non si scontrò con la sua, ed entrambe si tuffarono in una guerra sensuale.
Lui inclinò la testa per approfondire il bacio, trattenendo quella di lei con una mano dietro la nuca.
La spinse contro la porta, sovrastandola con il suo corpo più alto e massiccio, dopodichè le divaricò le cosce con la gamba.
Lui percepì il calore tra le sue cosce ben palpabile e questo lo infiammò. << Sei bagnata…dio…>> grugnì Louis in un ansimo contro le labbra di lei, le leccò poi proseguì in una calda scia di baci lungo il collo.
Juliet si trattenne dal rinfacciargli che lo era stata per tutta la serata.
<< Lou…>> lo chiamò inarcando il corpo verso la sua erezione.
Oddio ed era piuttosto ampia e dura…anche lui era stato così per tutta la durata dell’appuntamento?
<< Non qui, piccola. Ti prenderei proprio qui sul portico, ma le luci di casa tua sono accese e non passeremmo inosservati, soprattutto perché credo che sarebbe bellissimo farti urlare di piacere…>> si staccò con sovrumana difficoltà dalla sua pelle calda e liscia, e le incorniciò il volto con le mani. << Voglio tutto di te, Juliet. Ma devi essere disposta a darmelo. Dio, mi piaci troppo e non manderò tutto a puttane per una scopata all’aperto. Sto sudando freddo dal desiderio, ma devi esserne sicura >>. Si chinò baciandola con infinita dolcezza, una dolcezza che provocò a Juliet intense fitte proprio ..
Quando la sua fronte poggiò su quella di lui, e la mano di Juliet si posò sul suo petto, sentì il cuore di Louis palpitare a dismisura.
<< Sei…incredibile... >> sospirò Juliet in un rantolo.
Louis la baciò di nuovo, stavolta provocando un leggero schiocco di labbra. << Nervosa e accaldata, il mix perfetto. Ti farò eccitare oltre il limite di sopportazione, fin quando non urlerai il mio nome e non mi supplicherai di prenderti >>, strofinò il naso su quello di lei, << Notte piccola >> e s’incamminò verso l’auto con quel sorriso malizioso stampato in faccia.
Juliet provò l’impeto di urlargli contro, poi scosse la testa ancora intontita dai baci di Louis.
<< ...bellissimo e provocante…>> soffiò a denti stretti, mordendosi il labbro per reprimere che altro calore inondasse la V tra le sue cosce.
Udì la porta di casa aprirsi alle sue spalle e la voce di Kyle dire: << Ehi Star, ho sentito l’auto di Louis parcheggiare sul vialetto. Com’è andata? >>.
Juliet si voltò pregando che il rossore delle guance e le labbra gonfie non dessero nell'occhio. << Kyle! Oh bè, è andata alla grande. La prossima volta andrà meglio >>.
Oh…sì, perché Juliet sapeva che non avrebbe resistito un secondo di più senza che l’avverarsi delle parole di Louis infrangesse le sue rimanenti schegge di difese.
O meglio: lo avevano già fatto.

Note dell’autrice

 
Buonasera ragazze :-D
Capitolo 18!! Oddio di già, spero che non vi stiate annoiando (?)
Ci tengo a ringraziarvi per tutte le parole che spendete per me, dicendomi cosa ne pensate ogni volta dei capitoli.
Non gongolo sui complimenti, perciò non pensate che riceverli mi monti la testa, perché soltanto grazie a voi che leggete la mia storia e se volete mi dite cosa ne pensate, fa di me una persona orgogliosa.
Vi giuro che tutto quello che mi dite per me non è scontato, anzi per me è già un miracolo che pensate quelle cose!
Vi voglio bene
♥♥♥♥

Ricapitolando: eh eh bell’appuntamento lol l’ho reso frizzante e spero divertente XD
Vi confesso una cosa…avete presente James il bambino che ha “importunato” la povera Juliet??
È accaduto realmente!!! A me!!! E non vi dico che grande mal di testa avevo quando sono tornata a casa…non mi sono goduta nemmeno un pezzetto del film perché stava questo bimbo di quattro anni che mi accarezzava, ecc ecc, vabbè lasciamo perdere, non c'era Louis!! Che enorme tristezza!! Meglio dimenticarsene ._.’’ Perciò ho pensato di rendere movimentato il primo appuntamento dei due ragazzuoli ^_^
Ho voluto sottolineare la passione che sta crescendo sempre di più tra i due…ovviamente la storia è di genere anche erotico, ma spero che a voi non dispiaccia se io scriva di certe cose…(?)
Ne parleremo bene più in là, perciò cominciate a farmi sapere se vi piacerebbe leggere di momenti piccanti tra Juliet e Louis, per favore *occhioni dolci*
Ora vi lascio: chiedendovi come al solito e in totale umiltà: com’è il capitolo?
Vi adoro splendori :**
Vostra Ella

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Capitolo 19
*** Capitolo19 ***


capitolo 19 pronto

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Capitolo 19

 

 

<< Oggi hai un diavolo per capello? >> domandò Juliet a Nat, nel momento esatto in cui mise piede in palestra.
La rossa si sistemò i boccoli ramati che quel giorno erano più selvaggi del solito, in una piccola coda di cavallo. << Lascia stare i miei capelli, piuttosto com’è andata la serata con Louis? >>.
<< Aggiornaci >> aggiunse Allie fermando la corsa sul tapiroulane.
<< Una meraviglia >> Juliet ghignò, << Tralasciando un bambino petulante e il fatto di aver passato la notte in bianco, direi che è andato bene >>.
Allie sollevò un sopracciglio, Nat sgranò gli occhi. Juls dovette raccontarle da cima a fondo cosa fosse successo. Tralasciando le ondate di risate beffeggianti che riempirono la palestra per un buon quarto d'ora- oh sì le amiche si stavano proprio sbellicando dal ridere- le ragazze ci diedero un  taglio alla fine del racconto.
<< Notte in bianco? >> ripetè la rossa, confusa.
Juliet sospirò, ripetendo in breve cosa Louis le avesse proposto prima di andarsene.
<< Ripeto: notte in bianco? >>.
<< Sì Nat! Notte. In. Bianco. Io >> Juliet si puntò il dito contro il petto. << sono andata a dormire >> unì le mani a mò di cuscino. << da sola! >>.
<< Louis è pieno di sorprese >> commentò Allie, sorridendole divertita.
<< Uh puoi ben dirlo. >> Juliet si sedette sul tappetino da yoga. << Mi fa impazzire >> lo disse con una scrollata di spalle.
<< Chi ti fa impazzire? >> Jade entrò nella sala, accompagnata mano nella mano da Harry.
<< Guarda chi c’è, Miss Puntualità con tre quarti d’ora di ritardo >> la schernì Allie.
<< Scusate, il ricciolino non riesce ancora a starmi dietro con la mia routine quotidiana >> si difese Jade rivolgendo a Harry un sorriso bonario.
Il fidanzato corrugò la fronte, divertito: << Io la reggo benissimo, ma stamattina eri più propensa a fare un secondo round sotto la doccia >>.
Juls, Nat e Allie scoppiarono a ridere vedendo la loro amica rossa per l’imbarazzo.
<< Bene, siamo molto contente che adesso voi due abitiate sotto lo stesso tetto, ma noi qui veniamo per fare ginnastica, e la razza maschile è una fonte di distrazione…>> cominciò Nat parlando con decisione, poi Harry si avvicinò scoccandole un bacio sulla guancia. << Starò zitto e buono, posso rimanere? Per favore? >> le chiese intenerendola con quel suo adorabile sorriso.
Nat si addolcì, sbuffando con un sorriso sulle labbra. << Dannato te e quelle fossette. D’accordo Styles >>.
<< Per voi va bene? >> domandò Harry a Juliet e Allie.
Allie e Juls fecero spallucce all’unisono. << Che non diventi un’abitudine ragazzo. Sai che le donne hanno i loro spazi >>.
<< Avanti Catwoman vediamo a chi fa più chilometri su quell’aggeggio >> Nat sfidò Juls indicando l’attrezzo dove fino a poco prima si stava allenando Allie.
<< Bene Puffetta. Fammi vedere che progressi hai fatto >>.

 

 

<< Signora G? Le ragazze mi hanno chiesto se…oh ciao >> Juliet si fermò, quando vide Louis intento ad aiutare la signora Grace nel mettere i piatti e le tazze sulla tavola.
<< Ciao a te >> le sorrise.
<< Cosa…ci fai qui? >>.
<< Mia madre mi ha spedito per una missione. Pregare la signora G di farle avere la sua famosa ricetta della torta alle noci pecan >>.
<< Non fingere con me, signorino, tua madre sarebbe potuta venire di persona. Dille piuttosto che sei venuto per lei >> lo rimbrottò la signora G, curvando le labbra in un sorriso sghembo.
<< Beccato >> Louis rise alzando le mani.
Juliet si morse il labbro. Possibile che ogni giorno ai suoi occhi Louis diventasse sempre più bello? Un ciuffo sbarazzino gli ricadeva sulla fronte, e gli occhi limpidi e solari la stavano scrutando in una lasciva carezza.
Era venuto per lei? Che dolce, ma Juliet aveva orchestrato un delizioso piano, e se quel ragazzo non avesse smesso di sorriderle in quel modo, avrebbe mandato tutto a puttane.
Si sforzò di rimanere impassibile. << Signora G, le ragazze mi hanno chiesto cosa c’è di buono per colazione >>.
<< Millefoglie alla crema, con mousse ai frutti di bosco >>.
<< Fantastico, allora vado a riferire il messaggio >>Non si sorprese più di tanto nell’intercettare un corpo seguirla da dietro.
Sorrise intimamente, quando Louis la chiamò, ma lei non diede segni si averlo sentito.
Poi lui la sorpassò poggiandole le mani sui fianchi. << Ciao. Anch’io sono felice di vederti. >> la schernì amabilmente. << Cos’hai? >>.
<< Chi? Io? Niente, perché me lo chiedi? >> Juliet gli sorrideva, soddisfatta di notare il cipiglio confuso sul suo volto.
<< Non lo so, ho pensato di venirti a salutare, ma non mi sembra che ti abbia creato piacere… >> accennò una smorfia di delusione.
Lei gli circondò il collo con le braccia, sollevandosi sulle punte per trovare la sua bocca.
Una lieve carezza di labbra.
Juliet gli tirò lentamente il labbro inferiore, provocandolo con i denti in un piccolo morso.
<< Mi fa molto piacere che tu sia passato per vedermi, ma adesso non ho proprio tempo, ho un sacco di lavoro, e molto probabilmente ne avrò fino a stasera tardi >>, inclinò il capo, gli passò la lingua sulla mandibola assaporando il sapore della sua pelle, poi la baciò.
Lui venne percorso da un brivido di piacere, e Juliet colse l’occasione per staccarsi. << Ci vediamo, Tomlinson >>.
Louis sbattè le palpebre. Fissò la figura snella e tonica di Juliet svoltare l’angolo e celarsi ai suoi occhi. Sforzandosi di controllare la dura erezione che minacciava di soffocare nei pantaloni, che si era prontamente creata quando lei lo aveva baciato in quel modo, fu piuttosto doloroso.
Un bacio dolce e sinuoso, che lo aveva mandato sotto shock.
Dannazione, non avrebbe retto un solo giorno di più!
La sera precedente erano rimasti entrambi a bocca asciutta.

Per colpa mia, imprecò mentalmente.
Ora ne pagava le conseguenze, e sapeva quanto Juliet potesse essere provocante. Il bacio era stato un assaggio.
Lei voleva giocare al gatto col topo? Bene, Louis l’avrebbe accontentata, assicurandosi la vittoria.
Con un sorriso di sfida in volto, si recò in cucina, salutò la signora G, e si diresse al lavoro.

 

 
<< Figliolo, come vanno le cose? >>.
La strana domanda di sua madre, lo mise in allerta.
Sorrise divertito, << Mamma, hai sentito la signora G vero? >>.
<< Oh ma che noioso che sei, William, subito dubiti della tua adorata mamma? >> Joannah gli diede un buffetto sulla spalla.
<< Ti conosco, e suppongo che vi siate spifferate qualcosa voi due…>> la riprese a sua volta, sardonico.
<< Che brutto termine “spifferare”, non siamo mica due pettegole noi! Mi ha soltanto detto che sei passato alla tenuta, per andare a trovare una persona…ragazza…occhi ambra, capelli castani…>>.
<< Sì mamma, sono andato per vedere Juliet >>.
<< Lo so. Volevo solo sentirtelo dire >> lo beffeggiò Joannah ridendo in modo genuino.
Louis scosse la testa, sorridendo teneramente a sua madre. << Vuoi chiedermi qualcosa? Avanti spara >>.
Sorpreso, la vide assumere un’espressione seria, ma continuò a sorridere. << Lei mi piace lo sai, no? È un’ottima persona, con la testa sulle spalle. E mi piaci anche tu >>.
<< Grazie, mamma, sono contento di non starti sulle scatole >> rise lui.
<< Una volta le dissi che per quanto l’idea di vedervi insieme mi piacesse, le ordinai di starti lontana. >> La madre vide il figlio sgranare gli occhi dallo stupore, ma continuò << Ti conoscevo, e dubitavo che tu e lei poteste fare veramente sul serio…>>.
Louis abbracciò sua madre, cogliendola di sorpresa. Le poggiò le mani sulle spalle e disse: << Io e Juliet usciamo insieme. Non so che piega prenderà questa storia, ma mi piace… >>. E anche tanto, più di quanto si sarebbe aspettato. Non ce l'aveva con sua madre per essersi messa in mezzo, lui stesso sapeva di che natura fosse, ma da quando c'era Juliet si vedeva...migliore.
<< Non ti ho mai visto tanto preso, Louis. >> ammise sua madre contenta di vedere il figlio innamorato. E lui era consapevole di esserlo? Dagli occhi che si illuminavano di quella strana luce di cui tutti andavano a blaterare sulle persone innamorate, allora sì: suo figlio si era innamorato di quella ragazza.
<< Nemmeno io >> le confidò Louis, dandole un affettuoso bacio sulla guancia. << Piuttosto, perché non ti fai venire a prendere dal tuo fidanzato? Lui mi piace lo sai, no? >> ripetè le stesse parole della madre. << Quindi chiamalo e passate la giornata insieme, qui ci penso io >>.
<< Sei proprio sicuro? >> gli chiese Joannah.
<< Sicuro, ora chiamalo >> le ordinò in tono scherzoso.
Sua madre rise << Va bene, va bene. Ti voglio bene >>.
<< Anch’io mamma >>.

 

 

<< Non voglio sembrare una sposa qualunque. >> Emma passò i palmi delle mani su più strati di tulle.
<< Ogni sposa è unica >> le disse Juliet.
I quattro abiti, messi precedentemente da parte, furono tutti provati e scartati, come un’altra mezza dozzina.
E venne aperta la seconda bottiglia di champagne per i parenti, che la futura sposa aveva portato con sé.
Il problema con una selezione collettiva, rifletté Juls, era che spesso il comitato non riusciva a concordare su nulla, quasi per principio. Quello che piaceva alla sposa in genere non piaceva alla madre. Quello che piaceva alla madre veniva scartato dalle amiche.
<< Senti che facciamo, prendetevi cinque minuti di pausa, per pensarci su. E voi, potete prendere una tartina, e dell’altro champagne. Svuotate la mente >>.
Juliet pensò di aver trovato la soluzione, e portò Allie nell’atelier per una consultazione.
Nat le seguì a ruota, << Cristo, sembra che una allegra fattoria mi abbia appena travolto la testa >>.
Allie annuì, poi guardò Juliet, << Dimmi tutto >>.
<< Una sopragonna di tulle potrebbe andare, a patto che ci sia una trama particolare e qualcosa di scintillante sotto. Teniamolo aderente in vita, e manteniamo lo scintillio. Ha bisogno di qualcosa di diverso da uno scollo classico, senza spalline. Ho visto un abito con uno strato di tulle che arrivava fino al petto. Era impreziosito da un gioiello d’argento tra i seni. Prenderò un velo di lunghezza media, dato che lo strascico è sontuoso, voglio che si notino le rifiniture  >>.
<< Eccellente. Uno dei problemi è che la madre vuole il bianco virginale >> commentò Allie.
<< La madre si sbaglia. Con l’incarnato di Emma ci vuole l’avorio. Vado a prendere l’abito, voi cercate di tenere a bada i battibecchi tra la madre e la suocera >>.
<< Porca miseria, cos’è stato? >> esordì Nat, avvertendo uno schianto nella sala adiacente al salottino di prova.
Juliet sbuffò esasperata. << Spero solo che le due signore non abbiano scoperto dove ho messo i miei guantoni da box >>.
Dieci minuti dopo, Juls stava aiutando la sposa a sistemare lo strascico del vestito. << Non dite una parola. >> sorrise mentre lo diceva, ma l’ordine era perentorio. << Nessun commento finchè Emma non si volterà e vedrà lei stessa. Questa volta sentiamo prima i suoi pensieri e le sue impressioni >>.
<< Grazie >> le sussurrò la sposa, con occhi riconoscenti.
<< Figurati, tesoro. >> poi alzò il tono della voce. << Bene, adesso prendi un bel respiro e voltati verso lo specchio >> la incitò.
<< Il tulle, la seta e il motivo sono belli, ma io avevo pensato a qualcosa di più appariscente…>> fu un’amica della sposa a parlare.
Allie e Nat si lanciarono un’occhiata espressiva.
Riconobbero l’irrigidirsi della mascella di Juliet. Quest’ultima si voltò lentamente sorridendo in maniera ferina. << Emma sa ciò che vuole. Grazie lo stesso del tuo intervento non richiesto >>.
La ragazza impallidì, prendendo un biscotto e guardando altrove imbarazzata.
Nat rise sotto i baffi, schiarendosi la voce indirizzò lo sguardo ad Emma, brandendo la macchina fotografica. << Su tesoro, voltati >>.
Centro! Juliet riconobbe gli occhi lucidi, la pura e piacevole sorpresa, il mutamento nel linguaggio del corpo mentre Emma si raddrizzava ed esclamava: << Guardatemi! Oh sono bellissima! Adoro questo ricamo, è così romantico >>.
<< Potrai indossare una tiara che metta ancora più in luce lo scintillio del corpetto, brillerai per chilometri >> commentò Juliet con le labbra arricciate in un sorriso compiaciuto.
<< Credo…oh è incredibile >>.
Nat immortalò le lacrime di gioia della sposa, mentre Allie le porgeva un fazzolettino.
Il seguito nuziale si complimentò con Juliet, poi su richiesta della sposa lei ed Allie si misero a dare consigli per quanto riguardava gli abiti da damigella.

 

Louis riordinò alcuni cataloghi di boquet floreali sparsi qua e là sul bancone.
Il compagno di Joannah era passato a prenderla come concordato, e Louis era stato felice nel vedere l’espressione della madre quando Mike le aveva lasciato un bacio sulla guancia. Rise, ricordando il Mike di Magic Mike con cui Juliet gli aveva fatto credere di aver passato la serata. E poi il loro bacio, rude e passionale, quando l'aveva intrappolata tra il suo corpo e la parete...mmh che gioia per lui sentire le sue labbra sulle sue, gli occhi che si cercavano per vedervi cosa ci fosse, i corpi premuti in un gesto di...Okay basta.
Di cosa stava parlando? Ah sì, la mamma. Se lo meritava, era ancora bella e giovane, quindi meritava di essere felice. Suo padre non l'aveva fatto, lasciandola sola con un figlio da crescere. Ma non voleva pensare a quello. Louis era cresciuto, e non era come suo padre.
Non vedendo alcun cliente far capolino dall’entrata del negozio, ne approfittò per sedersi e pensare.
A Juliet. Quello sì che era un pensiero, capace di fargli scorrere quell'adrenalina piacevole in circolo.
Gli aveva detto che aveva la giornata piena, e che non potevano vedersi, ma questo non significava che non potessero sentirsi in altri modi.
Prese il cellulare dalla tasca, compose il messaggio e premette invio.

 

 

Juliet consigliò alla damigella d’onore un abito color acqua marina, in corrispondenza al colore dei suoi occhi chiari, e con l’aiuto di Allie scelsero anche per le altre damigelle.
Mentre aiutava la ragazza a chiudere la zip del vestito, sentì la vibrazione del cellulare nella tasca dei pantaloni.
Fissò il display: un messaggio da parte di Louis.
Lo aprì curiosa e lesse.

Da: Louis 
A: Juliet 
Oggetto: Tu

Ti stavo pensando.


Digitò la risposta. 

Da: Juliet 
A: Louis 
Oggetto: Tu 

Ah sì?

Chiuse distrattamente la cerniera del vestito, e invitò la damigella ad andare a specchiarsi.
 

Da: Louis 
A: Juliet 
Oggetto: Bacio 

Sì, da quando mi hai baciato stamattina. 

Da: Juliet 
A: Louis 
Oggetto: Dettagli

Mmh e a che cosa stavi pensando di preciso?

<< Juls? Cosa ne pensi? >>.
<< Eh? >>.
Nat corrugò la fronte. << Come eh? Ti ho chiesto cosa ne pensi di questa foto >>.
<< Ah sì, scusami Nat…>> Juliet sorrise. << Certo che mi piace >>.
La rossa arricciò il naso dicendo: << Con chi messaggi? >>.
Juliet poggiò il cellulare sulla scrivania. << Uhm non è nulla d’importante, ti va una bibita? Te la porto subito >>.
Il cellulare vibrò di nuovo. << Juliet? Il tuo "nulla d’importante" ti ha risposto >> l’avvisò Nat ridendo.
Lei portò alle labbra il bicchiere, sollevò il cellulare, e sorseggiando l’acqua fresca, lesse la risposta di Louis. 

Da: Louis 
A: Juliet
Oggetto: Come vuoi

Pensavo a come sarebbe eccitante toccare la tua pelle liscia e imperlata del sudore della passione, mentre il mio sguardo scivola sul resto del tuo corpo nudo e ammanettato al mio letto…

Sgranando gli occhi, Juliet cercò di frenare l’acqua che scendendo giù in gola aveva saggiamente scelto di virare verso l’epiglottide, rischiando si soffocarla. Letto, manette! Non che non avesse già sperimentato le manette con lui, una volta, ma non in quella circostanza...un fremito la percorse.
Nat battè una mano sulla schiena dell’amica per aiutarla. << Ehi piano! Dio santo che c’è scritto? >>.
<< Lasciamo perdere…>> tossì Juls, premendosi una mano sul petto.
<< Okay ti lascio al tuo scambio di messaggi erotici con Louis! >> disse Nat ridendo.
Un altro suo messaggio! 

Da: Louis 
A: Juliet 
Oggetto: E non solo

In questo momento vorrei essere lì con te.

Da: Juliet 
A: Louis
Oggetto: ... 

Per fare cosa?!


L’altro messaggio non tardò ad arrivare.

Da: Louis 
A: Juliet 
Oggetto: Mi piace vederti senza fiato

Per farti urlare di piacere mentre faccio diventare realtà i tuoi sogni.

Un ansimo eruppe dalla bocca di Juliet.
Louis la stava provocando, esattamente come aveva fatto lei quella mattina. Accidenti a lui, e in più mentre stava lavorando! Colpo basso. 

Da: Juliet 
A: Louis 
Oggetto: Non contarci troppo

Anch’io ti stavo pensando. 

Da: Louis 
A: Juliet 
Oggetto: Combattiva. Mi piace.

A qualcosa in particolare? 

Da: Juliet 
A: Louis
Oggetto: Tigre affamata

Sì pensavo a ieri notte, mentre ero da sola nel letto. Nuda e sola soletta nel mio grande letto…che freddo che avevo.

Juliet ghignò, e in quel momento avrebbe pagato oro per vedere l’espressione di Louis nel leggere il suo messaggio. 

Da: Louis 
A: Juliet 
Oggetto: Potrei essere il tuo spuntino perfetto

Aah tigrotta…a questo possiamo rimediare. Voglio vederti. Subito.

Parole sensuali, che provocarono un brivido di piacere lungo la spina dorsale di Juliet.
Sospirò, mettendo un piccolo broncio, mentre si accingeva a risponderlo.

Da: Juliet 
A: Louis 
Oggetto: Arrogante  

Dovrai aspettare…oggi ho un evento e probabilmente finiremo tardi, quindi dormirò a casa di Jade. 

Da: Louis 
A: Juliet  
Oggetto: Lo so ;)

Capisco tigrotta...ora devo andare, buona continuazione. x


Quant'era sexy la faccina con l'occhiolino fatta da lui!
Con un sorriso stoico sulle labbra, Juliet tornò a lavoro.
Lei e Louis non si sarebbero visti.
Tentò di convincere se stessa che quella era la cosa giusta da fare. In fondo era vero che sarebbe stata impegnata tutto il giorno.
Ma era anche vero che Louis le mancava, e questo era un segno. Un segno limpido e palesemente lampante.
Al ricordo delle parole che lui le aveva detto sotto il portico, un fiume di desiderio e impazienza fluì tra le sue cosce.
Voleva Louis. Lo voleva, anima e corpo. Si sarebbe concessa completamente? Sarebbe stato uno sbaglio fidarsi? Cosa ne sarebbe stato di lei dopo che lui l’avesse trascinata nella lussuria più carnale?
Il bisogno di Louis le provocò una piacevole fitta nel basso ventre, i nervi a fior di pelle e il respiro strozzato.
Udì Allie chiamarla dal corridoio.
Merda, in pochi minuti si era scordata che avevano in programma un evento. C’erano un mucchio di cose da preparare prima dell’arrivo degli sposi.
Juliet sospirò. I suoi appetiti avrebbero atteso a lungo…si rese conto con una smorfia.

 

 

<< Bene ragazze, io vado a nanna, ci si vede domani >> le salutò Nat con un sorriso stanco sulle labbra.
Dopo l’ennesima spartizione del profitto, si erano riunite in cucina per uno snack. La signora G era andata al cinema con le amiche, quindi avevano frugato nella dispensa in cerca di qualcosa di buono per potersi sfamare.
<< Vado anch’io. Buonanotte! >> Allie diede un bacio a Juls e Jade, e si congedò.
Una volta rimaste sole, Jade vide Juliet sbadigliare e disse: << Perché non rimandi a domani mattina il lavoro? >> la spronò dolcemente.
Juliet passò in rassegna l’agenda con il dito, << Non posso, domani ho tre incontri consecutivi, e devo pensare a quali abiti di prova usare. Oggi non ne ho avuto il tempo. >>, si alzò dal bancone della cucina, poggiò un bacio sulla guancia di Jade, << Non preoccuparti, prometto di non crollare sulla scrivania. Tu va a dormire, Harry ti aspetta >> la rassicurò ammiccante.
<< Va bene. La camera degli ospiti sai dove si trova >>.
<< Conosco questo castello come le mie tasche. Vai dal riccio su! >> rise Juliet.
<< Okay okay, sto andando. Notte Juls >>.
<< Buonanotte Jade >>.
 

 

Direi che ho finito, constatò Juliet stirandosi sulla poltrona in pelle. Passò il palmo della mano sul morbido tessuto del babydoll in seta che si era portata da casa. Due fiocchetti color vaniglia abbellivano le spalline sottili. Un piccolo short abbinato le avvolgeva le natiche.
Lanciò un’occhiata all’orologio.
Era quasi mezzanotte.
La mente corse involontariamente a Louis, e si domandò se stesse già dormendo.
Lei stava per raggiungere il mondo dei sogni, da sola. Che tristezza.
Era da tanto che non assaporava la gioia di avere un corpo caldo e virile, avvinghiato al suo sotto le coperte.
Ormai quel dolce torpore era un vago ricordo. Anzi, non lo era mai stato. I suoi amanti non si erano mai rivelati molto teneri con lei, facendole credere che non meritasse l'affetto di un uomo.
Juliet si scoprì con un’espressione sconsolata.
Quel giochetto con Louis, la stava distruggendo. Non avrebbe mai creduto di esserlo, ma era pentita della sceneggiata messa in atto tutto il giorno.
Un leggero languore fece breccia nel suo stomaco, così decise di fare una scappatina in cucina. Un bel biscotto con una tazza di thè caldo l’avrebbe fatta assopire di sicuro.
Spense le luci del suo studio, facendo il meno rumore possibile.
La signora G doveva essere tornata, viste la borsa e il cappotto riposti sul ciglio dell’entrata. La camera degli ospiti era al secondo piano, distante da quella di Jade e Harry, ma avrebbe dovuto lo stesso passare di lì perciò a piccoli passi oltrepassò il nido d'amore dei futuri sposini.
Giunse in cucina, e in religioso silenzio mise l’acqua per il thè sul bollitore.
Un istante dopo, il fruscio delle foglie risuonò nella cucina desolata. Acuì i sensi. Non era un fruscio dovuto al venticello autunnale che caratterizzava le serate in quel periodo della stagione…sembrava più un suono provocato da qualcos’altro.
Juliet s’irrigidì nello scorgere un’ombra scurire la porta d’uscita che dava sul giardino.

Oh cazzo. Oh cazzo. Calma Juliet, non è niente…
Dovette ricredersi nell’udire dei passi provenire dall’esterno della cucina.
Oh santi numi! Un ladro! A mezzanotte! Ma non hanno nulla di meglio da fare?!
Respirando in maniera irregolare, con le dita delle mani che tremavano di paura, spinse il suo corpo nello sgabuzzino.
Afferrò la mazza da baseball che la signora G adoperava come mattarello per le torte.

Okay bastardo, non ti permetterò di mettere piede qui dentro, dovesse costarmi la pelle.
Si stava cagando sotto, ma era normale dannazione.
Muovendosi carponi Juliet arrivò alla porta. Si mise di lato, impugnando la mazza più forte di quanto potesse.
In quell’istante il suo cellulare risuonò nella stanza, come un boato, facendola sussultare di terrore.
<< Pronto! >> rispose a bassissima voce, turbata. 
Quel dannato ladro l’aveva sentita? Ovvio che sì, ma Juliet non sarebbe corsa in ritirata. Fanculo lui, non si sarebbe mossa di lì punto, doveva proteggere Jade ed Harry, e la loro casa.
<< Juliet, sono Louis >>.
<< Cazzo Louis, non posso parlare! >> sussurrò. Incastrando il cellulare tra l’incavo del collo e l’orecchio, Juliet mise mano sul pomello della porta.
La figura scura e minacciosa era lì. Vicina. Merda.
<< Che stai facendo? >> volle sapere Louis.
<< Uhm nulla di particolare… >> rispose asciutta. Meglio che la situazione rimanesse tra lei e quel bastardo di un ladro. Pensò se avesse con sè una pistola o un coltello. Non era nei suoi piani morire, ma la vita dei suoi amici era più importante. Jade ed Harry si sarebbero sposati e avrebbero avuti una quindicina di figli. Il futuro di Juliet prevedeva una quindicina di gatti, perciò facendo spallucce convenne che a farsi male era meglio lei. Basta farneticare Anderson! si rimbrottò. l'adrenalina non la faceva ragionare.

Okay ora o mai più.
Uno…
Due..
Tre…
Con uno scattò la porta si aprì, e Juliet impugnò la mazza alzandola sopra la testa.
Regola numero uno del corso di sopravvivenza: qualsiasi cosa accada restare calma e colpire i gioielli di famiglia del bastardo schifoso.
<< Figlio di puttana, ora t’insegno io ad invadere le proprietà altrui! >> sbraitò in un sussurro.
Menò un colpo, che però finì a vuoto.
Il ladro lanciò un’imprecazione, rivolgendole uno sguardo torvo.
Le luci soffuse del giardino rivelarono un corpo maschile alto e…familiare.
Juliet corrugò la fronte, sbarrando gli occhi. << Louis?! >>.
<< Sì cazzo! Dannazione posa quell’affare, ma sei impazzita?! >> bofonchiò il ragazzo fissandola con circospezione.
Lei assottigliò gli occhi, col cuore che batteva all'impazzata. << Ah io eh? Mai pensato che aggirarsi in piena notte in una casa estranea potesse far venire dei sani dubbi! >> lo rimbrottò, puntandogli la mazza da baseball contro il petto.
<< Okay, scusa, volevo farti una sorpresa. Ti dispiacerebbe abbassare quell’arma? >>.
Juliet grugnì irata, affannata per lo spavento.
Inalando aria a denti destri, si costrinse ad abbassare lentamente la mazza da baseball.
<< Ecco brava…>> Louis sospirò sollevato, perché non aveva dubbi che Juliet sarebbe stata capace di usarla contro di lui.
Lei era riuscita a provocarlo, ammise a sé stesso. Non era riuscito a chiudere occhio, ripensando ai messaggi che si erano scambiati, e adesso era lì. Perché desiderava rivederla.
In un attimo, si ritrovò con la bocca aperta di fronte all’immagine che gli si presentò davanti agli occhi.
Juliet che lo fissava incazzata, con indosso un babydoll di seta blu notte. Due fiocchetti color vaniglia abbellivano le spalline sottili. Un piccolo short abbinato le avvolgeva le natiche.
Una delle sue più peccaminose fantasie era lì. Super sexy e incazzata con lui.

Quant’è bella, dio santo…
Deglutì sopraffatto dalla potente erezione che si stava rizzando contro la patta dei suoi pantaloni.
Juliet notò con profondo sgomento, gli occhi di Louis, dilatarsi, profanando quel celeste chiaro in un blu leggermente scuro.
Gli occhi caddero sul corpo di lui in una rapida ispezione.
Poi lo sentì: il respiro corto di Louis come se fosse il suo. E forse era vero, dato che il sangue nelle vene aveva preso a scorrerle più velocemente, lasciando una camera d’aria al posto del cervello.
Juliet non sapeva se lui lo facesse apposta o era la natura indomita a rendere anche i suoi movimenti così aggraziati e virili. Allungò una mano verso di lei, sfiorandole in una delicata carezza la guancia.
Juliet si ritrovò a bramare quel contatto. Si avvicinò lentamente a lui, con un mix di trepidazione e paura.
Era vergine, e quando Louis l'avrebbe saputo? L’avrebbe derisa?
No. Non lui.
Louis non l’avrebbe mai derisa. N’era certa. Juliet si scoprì ad elargirgli un sorriso riconoscente.
Cercò la sua mano con la propria, e quando la trovò intrecciò le dita con quelle di lui.

Voglio fidarmi di lui…lo voglio. Lasciò ricadere la mano su un fianco, chiudendola a pugno.
Questa volta non lo avrebbe lasciato andare. Avrebbe giocato i suoi sentimenti e il suo cuore.
<< Ehi…piccola, cos’hai? >> Louis le incorniciò il viso tra le mani, prendendolo con estrema cura come se fosse un gioiello prezioso. Le accarezzò le gote con i pollici, sorridendole incerto. Juliet lo stava fissando intensamente, come se ancora adesso avesse scoperto qualcosa di estremamente importante.
Lei si ritrasse molto lentamente, pur rimanendo ad una distanza minima da Louis.
Louis non staccò lo sguardo da quello di lei, per un lungo momento.
Prima che potesse riprenderla tra le braccia, per domandarle di nuovo se stesse bene, il suo cuore smise di battere quando udì una frase uscire dalle labbra morbide di Juliet.
<< Fa’ l’amore con me, Louis >>.


Note dell’autrice

Buonascera bellezze
*si para il corpo con le mani* Va bene ragazze vi avverto che per qualsiasi istinto omicida si sia impadronito del vostro corpo, vi prego di calmarlo e lasciatemi parlare. Posate i bastoni perchè in ospedale il pc non me lo danno per pubblicare va bene? ^_^'
Dovevo farlo finire così, perché secondo voi cosa succederà nel capitolo 20? ;P Vi ha stupite il finale?? Intendo vi aspettavate quella frase?? :D Personalmente ho amato la scena del ladro xD E lo scambio di messaggi "hot" mi è venuto grazie ad un intervento della mia dolce migliore amica, quel giorno mi mancava l'ispirazione, avevo in mente quella parte ma mi mancava quella maliziosità con cui Louis poteva colpire Juliet, così lei mi ha dato una spinta, perciò i complimenti vanno anche a lei ^w^
Vi aspetta anche una sorpresa, ma non voglio dirvi nulla, vi posso assolutamente promettere che aggiornerò mercoledì prossimo *stringe il mignolo a tutte*.
Spero vi siate divertite ed eccitate, come una sorta di preliminare a ciò che accadrà, il mio scopo era quello, ora prego di aver fatto centro :3

Cosa più incredibile è aver ricevuto 29 recensioni al capitolo precedente…ogni giorno ne ricevevo di nuove fino a che ho visto questo nuovo numeretto che non avevo mai raggiunto…29! O.O e il mio cuore galoppava oddio!! *le si appannano gli occhi* 287 recensioni in 18 capitoli…mi dispiace di non avere twitter perché alcune di voi mi hanno chiesto se potevamo conoscerci meglio lì, ma io avendo la chiavetta per la connessione non credo di avere il tempo di starci, ma mi sono detta che per voi potevo fare un eccezione, perciò nelle vacanze di Natale proverò a farmi spiegare dalla mia migliore amica come si usa :’D

Mi chiedete quando pubblicherò il prossimo capitolo, mi inserite tra i vostri autori preferiti, la storia che sale di lettrici ogni volta, ed io mi commuovo perché tutto ciò che dite mi rende felice :’3 Grazie anche alle lettrici silenziose, premere anche solo quel bottoncino per aprire il nuovo capitolo mi rende strafelice, e soltanto se volete magari potreste farmi sentire cosa ne pensate ^_^

È incredibile tutto quello che fate per me! Mi rimproverano anche le mie amiche, ma sono modesta perché è così che sono sempre stata…come vorrei abbracciarvi tutte!! Se io accetto i vostri complimenti voi accettate i miei più sinceri ringraziamenti U.U Grazie per aver risposto alla mia domanda sul voler leggere momenti hot, volevo soltanto assicurarmi di non fare una gaffe per quando lo scriverò, naturalmente è arancione perciò devo impormi di non renderlo spinto...non scordatevi che oltre a quello vi aspetta una sorpresa che spero vi farà piacere :) 

Ora vi lascio, mandandovi un grosso bacio affettuoso xxx Ella

 

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Capitolo 20
*** Capitolo20 ***


note dell'autrice



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Capitolo 20

 

 

Per favore, leggete le Note dell'Autrice a fine capitolo, per un avviso importante. Grazie :)

<< Ehi…piccola, cos’hai? >> Louis le incorniciò il viso tra le mani, prendendolo con estrema cura come se fosse un gioiello prezioso. Le accarezzò le gote con i pollici, sorridendole incerto. Juliet lo stava fissando intensamente, come se ancora adesso avesse scoperto qualcosa di estremamente importante.
Lei si ritrasse molto lentamente, pur rimanendo ad una distanza minima da Louis.
Lui non staccò lo sguardo da quello di lei, per un lungo momento. Prima che potesse riprenderla tra le braccia, per domandarle di nuovo se stesse bene, il suo cuore smise di battere quando udì una frase uscire dalle labbra morbide di Juliet.
<< Fa’ l’amore con me, Louis >>.
Ad un tratto il solo respirare gli risultò tremendamente difficile.
Sgranò gli occhi, con il sangue che prese a ribollirgli furioso nelle vene.

Fa’ l’amore con me.
Oddio, lo aveva detto sul serio, pronunciandolo come se fosse un dolce servito su un piatto d’argento.
Un dolce che avrebbe assaporato con intensa devozione.
Louis si accorse di tremare, sopraffatto dall’emozione. Aveva aspettato a lungo, anche troppo di farla sua, e adesso Juliet con quattro parole lo aveva mandato nel limbo più assoluto.
Due passi e l’avrebbe presa lì e subito, e lei lo sapeva perché come se non fosse abbastanza l’immensa euforia che aveva
impossessato il suo corpo, Juliet indietreggiò di qualche passo, con un ghigno malizioso.
<< Mmh…non mi dici niente? >> Mise un piccolo broncio che Louis trovò assolutamente sexy.
Serrò i pugni, andandole incontro, e Juliet si volse verso le scale, cominciando a salirle a passo svelto.
Louis la seguì, con lei che gli mimava di non fare rumore, e lui pensò che l’unica cosa che in quell’istante si potesse udire fosse il suo cuore martellargli incessantemente nel petto.
Una camera da letto avvolta nel buio, con i raggi della luna che filtravano dai vetri, costrinse Louis a vagare con lo sguardo, finchè non riconobbe un’aggraziata figura femminile in piedi davanti al balcone aperto, dove la brezza fredda l’avvolgeva come un amante. Le gambe lunghe e affusolate, le mani intrecciate dietro la schiena mezza scoperta dal babydoll, e i capelli che ricadevano in una massa setosa su una spalla.
Per lui, Juliet era la cosa più bella che avesse mai visto.
Chiudendosi delicatamente la porta alle spalle, si passò una mano tra i capelli, e lentamente divorò la distanza che li separava.
Quando trovò i suoi occhi ambrati, velati da una luce nuova che non seppe decifrare, Louis ebbe paura che quello fosse un fottuto sogno, il migliore della sua vita.
Non la sfiorò nemmeno, in totale tensione, sapeva che di lì a breve sarebbe scoppiato.
Un silenzio impregnato di sentimenti taciuti, rese Juliet dubbiosa.
Continuava a tenere gli occhi fissi in quelli di lui, domandandosi se quella frase che gli aveva detto qualche istante prima lo avesse turbato in qualche modo.
Bè certo lei, sentiva un pizzico di paura. Una mossa azzardata, ma dettata con la voce dell’anima e non con la testa.
Era stanca di sfuggirgli. Era stanca di domandarsi se fosse giusto oppure no.
Tutto in lei gridava di sì, e per una notte, per quella notte, desiderava realmente affidarsi a qualcuno.
Quel qualcuno che aveva spazzato ogni sua difesa, e di cui si stava follemente innamorando.
Oltre che fisicamente, lei stava svelando anche se stessa.
La parte di lei che aveva precluso agli uomini: la fiducia e l’amore. Non sapeva come comportarsi, ma rimaneva pur sempre una guerriera, e non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla impacciata.
Una vergine ribelle. Prendere o lasciare.
<< Louis…>> cominciò, ma lui la zittì bruscamente.
Una carezza sulla guancia, che scese fin sotto la mandibola stringendola delicatamente con le sue dita flessuose, la mise a tacere.
<< Fa’ l’amore con me Juliet. >> esordì Louis, con un tono basso a lei completamente estraneo. Roco, misto ad una preghiera sottintesa.
Aveva usato le sue stesse parole, e Juliet si ritrovò alle prese con una stretta allo stomaco. Deliziosa e intensa, che le procurò un fremito involontario lungo la spina dorsale.
<< Lasciati andare…per me >>.
Juliet gli si avvicinò, poggiandogli una mano sul petto. Evitò di guardarlo negli occhi, scossa dalle parole che le aveva rivolto.
Ma dovette ricredersi quando lui le alzò il mento, << Fidati di me, vuoi? >>.
Non si sarebbe negata a lui, non stavolta. << Sì >> la sua voce suonò più flebile di quanto si aspettasse.
<< Dimostramelo >> un ordine basso e primitivo eruppe dalla bocca di Louis.
I suoi occhi si erano scuriti incredibilmente, fino a diventare di un blu scuro e selvaggio.
Ecco il lato che agognava e che voleva far emergere in lui.
Mmh un dio del sesso tutto per lei…Juliet si passò la lingua sul labbro superiore.
Un atto perverso, e gli occhi di Louis si dilatarono indugiando sulle sue labbra.
<< Come dici? >> domandò lei con voce inquisitoria, cominciando a studiare i lineamenti contratti dei suoi muscoli, che la maglietta fasciava alla perfezione.
Poi lui le afferrò il polso, tirandola verso il suo corpo rigido, mostrandogli quanto la desiderasse.
E caspita, sentiva la sua erezione premerle contro il ventre, seccandole la gola.
<< Posso essere il miglior amante che tu abbia mai avuto, Juliet. >> le sussurrò con le labbra che le sfioravano il contorno dell’orecchio, << Farò l’amore con te, e ti mostrerò ogni piacere che posso farti provare anche solo con un dito, ma voglio ogni singolo centimetro di te. Non mi accontenterò di banale sesso >>.
Juliet deglutì, un liquido caldo fluì riversandosi nelle sue mutandine, mentre le parole roche di Louis si riversarono in lei in una cascata sensuale di miele caldo, facendole emettere un gemito strozzato.
<< Spogliati >>.
Eh? Che cosa?
<< Non dovresti farlo tu? >> gli chiese lei, colta di sorpresa.
Lui scosse piano la testa, con un sorriso malizioso, disse: << Mostrami quanto mi vuoi >>.
Juliet non potè fare a meno di interpretare quell’ordine come una sfida. E Louis la conosceva abbastanza bene, da sapere che lei accoglieva ogni tipo di sfida.
Togliendosi il vestito, lei rimuoveva le sue barriere e tendeva le braccia per accoglierlo, per accogliere ciò che potevano essere insieme.
<< Okay. Siediti >> disse lei con voce ferma, e dovette reprimere un ghigno compiaciuto quando la mascella di Louis ebbe un guizzo. Stavolta era stata lei a coglierlo di sorpresa.
Lui grugnì qualcosa, poi si sedette sul letto, continuando a tenere il suo sguardo penetrante su di lei.
Juliet non si era mai spogliata per un uomo, prima d’ora, di solito erano loro a farlo, e le sue dita si mossero in gesti maldestri, mentre si muovevano rigide sul completino, ma diventavano sempre più svelte, accogliendo l’impazienza del suo sesso come un grido d’incitamento.
<< Ti voglio. Sono qui per te, ti adoro >>.
“Ti adoro”. Glielo aveva già sentito dire, ma questa volta lo accolse per quello che era, sorridendo, desiderando che fosse esattamente così. Spogliarsi per Louis, accoglierlo, offrirgli il suo corpo, dove il desiderio e l’accettazione si fondessero dentro di lei, rivelando ciò che provava per lui. Prendere e assaggiare ciò che lui le avrebbe dato, posare il suo corpo desideroso su di lui, per essere iniziata, assaporata e saziata.
Il babydoll cadde a terra.
<< Fermati! >> Louis se ne stava seduto, immobile, e la guardava attraverso la tenue luce notturna. I muscoli delle sue belle braccia si fletterono quando con un clic accese l’abajtour sul comodino, godendosi a pieno lo spettacolo di Juliet con il reggiseno e le mutandine color cremisi.
Merda, il suo colore preferito. E a lei stava dannatamente bene. In contrasto con il colore ambrato dei suoi occhi.
Emise un gemito roco.
Juliet non aveva mai sentito Louis emettere un suono del genere, ma si rese conto che avrebbe voluto sentirlo molte altre volte, proprio mentre lui la guardava in quel modo.
La tigre che era in lei, ruggiva per venire fuori, e Juliet l’accolse a braccia aperte sollevando un angolo della bocca in un ghigno malizioso.
In quel momento, lei aveva il controllo della situazione. Sfruttando la sua malizia, armeggiò con un laccetto del reggiseno in pizzo, sollevandolo con un dito per farlo scendere sulla spalla.
Poi l’altro, soffermandosi sul fiocchetto al centro dei seni. Nelle sue fantasie su Louis, aveva sognato esattamente quella scena: stare con lui il cui desiderio era talmente potente, da potersi permettere di stuzzicarlo, crogiolandosi nella propria femminilità, provocarlo e invitarlo.
Quando gli occhi di Louis s’illuminarono, sollevandosi lentamente dal letto, Juliet gli fece segno di no. << Buono. A cuccia >>.
Lui emise un ringhio basso che le sconquassò il ventre, e dovette reprimere l’impulso di velocizzare quella deliziosa tortura. Louis sembrava pronto a lanciarsi su di lei da un momento all’altro.
Riusciva a sentirne il respiro affannato.
Si fermò, per indugiare sul tessuto delle mutandine.
Passò un dito in modo perverso sul tessuto di pizzo, poi un si toccò proprio , smanioso d’attenzioni. I capezzoli turgidi, che sfregavano contro il pizzo, le spedirono piccole scariche di piacevole dolore.
Ma il modo in cui gli occhi affamati di Louis indugiarono sul suo corpo, le fece dischiudere la bocca.
Stringeva le lenzuola tra i pugni serrati, con le nocce sbiancate e il corpo teso, i denti stretti, come se lei fosse la sua preda.
L’idea di masturbarsi di fronte a lui le passò per la mente, ma aveva aspettato così tanto quel momento che non ne aveva la forza.
<< Ho bisogno di te >> disse Juliet, in un rantolo.
In risposta Louis scattò verso di lei. << Mia >> ruggì sollevandola tra le braccia e portandola a grandi passi verso il letto. Non aveva idea di che tipo d’istinto cavernicolo lo avesse invaso, ma si era impossessato di lui, lo controllava e l’unica cosa che poteva fare era mettere il pilota automatico. E lei non sembrava opporsi in alcun modo.
Il petto di Juliet si sollevava con ogni respiro affannato, l’eccitazione le arrossava le guance e i capezzoli si stagliavano contro il tessuto del reggiseno, come due piccole cime che imploravano il suo tocco. La sua lingua. Lì. Subito.

Mia.
Una volta che la pelle di Juliet toccò le lenzuola, Louis la baciò, facendole dischiudere la bocca. << Aprila per me >> la incitò dolcemente, e quando lei emise quel gemito d’arrendevolezza che lui tanto adorava, cominciò a divorarla con dolcezza e ardore.
Le passò una mano tra i capelli, impugnando quelle ciocche di seta per tenerla ferma, contro di lui.
Non aveva mai detestato così tanto i vestiti in vita sua, ma Juliet doveva essere scartata con estrema attenzione e non si sarebbe tolto questo piacere, anche se la voglia di lei non era mai stata così forte.
Con una mano le accarezzò la pelle del fianco, fermandosi sull’elastico delle mutandine. Giocherellò con il tessuto, gustandosi il fatto che scendendo più sotto la dolce intimità di Juliet stesse fremendo contro il suo tocco. Le dite trovarono il suo centro, solleticandone il bottoncino sensibile sotto il tessuto. Lei ansimò contro le sue labbra, gemendo.
Si staccò dalle sue labbra, lasciandole una scia di baci caldi dalla gola fin giù arrivando all’incavo dei seni.
Le strofinò il naso contro il petto.
La sua pelle morbida e vellutata, era bollente, e Louis alzò lo sguardo per rimanere incantato dagli occhi di Juliet. Erano diventati di un giallo liquido, occhi d’oro che lo fecero quasi tremare per il devastante sguardo che gli rivolse.
Louis non potè resistere dal domandarle: << Quanto sei bagnata? >>.
Juliet sorrise maliziosa baciandolo, poi gli prese la mano guidandola verso il basso, dove lui constatò che era più che bagnata, era fradicia.
<< Oddio…>> lui trattenne il fiato.
Un’erezione devastante lo investì. Non avrebbe retto a lungo, con Juliet così disposta. Distribuendole piccoli e brucianti baci sui seni, armeggiò con i bottoni dei pantaloni.
Ma la mano di Juliet lo bloccò, << Questo spetta a me >>.
Lui sbattè le palpebre, cominciando ad emettere dei bassi rantoli dalla gola, quando le dita di lei gli tirarono la maglietta verso l’alto. Poi giù la zip e Louis la aiutò a sfilarli.
Arrivati ai boxer, Lui la fermò: << Ora tocca a me, sei ancora troppo vestita >>.
Juliet sospirò. << Okay, ma sbrigati >>.
<< È proprio questo il punto, tigrotta. Per me svestirti sarà un piacere, e ho intenzione di metterci tutto il tempo possibile >>
Sorrise, mentre Juliet trattenne il fiato, quando con la bocca, Louis le tirò con i denti il fiocchetto tra i seni.
Con entrambe le mani, lentamente tirò le bretelle verso il basso, trovandosi i seni scoperti di Juliet ad un centimetro di distanza.
Poi con la bocca afferrò un capezzolo, inebriandosi del sapore muschiato della sua pelle.
Prese a succhiarlo quasi con avidità.
Poi lo leccò.
Lo divorò.
Lo pizzicò, inumidendolo un’ultima volta, prima di passare all’altro.
L’eccitazione che Juliet sentì fu sconcertante. I capezzoli s’inturgidirono, irti e pungenti, provocandole altro dolore da dare piacere in sé.
Il dolore tra le gambe schizzò, facendola tremare.
Ma Louis sembrò ignorarlo, dedicandosi ai suoi seni, prendendoli in mano e portandoseli alla bocca.
Se il suo intento era quello di farla impazzire ci stava riuscendo alla grande.
S’inarcò contro la sua pancia, strusciandosi in una supplica silenziosa.
Louis le afferrò i fianchi, distendendola supina sul letto. << Non ancora >>.
Lei emise un gemito di protesta, quando lui le passò le mani sul corpo con estrema lentezza. Cercò di levargli i boxer, ma lui le afferrò prontamente i polsi, portandoli sopra la testa di Juliet.
<< Aah…la mia tigrotta battagliera… >> mormorò Louis con un sorriso dolce e compiaciuto.

Mia. Un aggettivo così bello pronunciato con quel tono carezzevole, che lei pensò di non aver mai sentito niente di più bello.
<< Posso farti provare cose che non hai mai neanche immaginato, Juliet. Lasciati andare…>> le sussurrò in un soffio caldo e persuasivo. Strofinò la bocca sotto la pelle dell’orecchio. << Non sai che soddisfazione mi provoca averti così bagnata. Per me. Solo per me >>. Lo disse con un moto d’orgoglio e virilità. Le mordicchiò la pelle tra l’incavo del collo e la spalla, leccandola con un movimento indefinito in maniera languida e dannatamente erotica. Il collo era sempre stata la parte più sensibile di Juliet. E Louis aveva imparato a scoprirlo.
Di slancio si alzò dal letto, e Juliet lo guardò ancora intontita per la bramosia dei suoi baci.
Desiderava finire di spogliarlo lei stessa, ma lui le catturò lo sguardo con il suo facendola finire in uno stato di trance, dove la pressione a mille e l’orgasmo che si aggirava nei meandri della sua vagina, erano le uniche cose di cui era conscia. Questo e il fatto che quando si era alzato aveva sentito un freddo avvolgerla, e rivoleva il corpo di Louis su di sé. Sotto di sé, dentro di sé, da dietro, di fianco, ogni cosa purchè non si staccasse da lei.
Quando si tolse i boxer lanciandoli in un angolo della stanza, Juliet potè ammirarlo veramente per la prima volta. Nudo.
<< Oh…>> il suo sguardo ricadde in basso.
Louis era in una parola, meraviglioso. Ogni centimetro del suo corpo era forte e sodo. Grande…dappertutto. Deglutì.
Lui sorrise. << Sono contento che apprezzi. Farò del mio meglio per soddisfarti >>.

Oh non ho dubbi in proposito…pensò lei, inumidendosi le labbra.
In un attimo, le fu sopra.
Concentrò tutto il peso sui gomiti e sulle ginocchia. Poi si sistemò proprio tra le cosce di lei, petto contro petto, pancia contro pancia.
Ora mancava soltanto una cosa che lo separava dal piacere. Ma la vocina nella sua testa, le diceva che c'era una cosa importante che lui doveva sapere. Ora o mai più. Doveva essere sincera, glielo doveva.
Gli occhi di Louis si velarono di confusione, quando Juls si irrigidì freddamente sotto le sue mani.
Lei si ritrasse istintivamente, portandosi le gambe al petto.
<< Ehi… Oddio ho fatto qualcosa di male…? >> Ma non finì la frase che Juliet scosse forte la testa. << Assolutamente no, ma…>>.
<< Juliet? Parlami >> la spronò dolcemente Louis carezzandole la guancia, con un lampo di preoccupazione negli occhi.
Lei alzò lo sguardo, cauto e attento alla sua espressione. << Che cosa diresti se ti dicessi che sono…vergine? >>.

Vergine.
Sul viso di Louis passarono così tante espressioni che lei riuscì a stento a trovarne un significato.
Confusione, stupore, consapevolezza, poi Juliet lo vide sorridere. Sorridere? Non un sorriso bonario, ma un largo sorriso che lasciò trasparire i suoi denti bianchi e perfetti, con due occhi blu che brillavano di felicità e desiderio.
<< Prima che tu mi domanda com’è possibile... >> cominciò lei spostandosi una ciocca dietro l’orecchio, guardando alla sua sinistra,un po’ impacciata nel spiegarsi. << Okay ecco come stanno le cose. Bè in realtà non c’è molto da dire…cioè sì. Il punto è che…io non mi sono mai spinta così oltre con i ragazzi con cui uscivo. Cioè il rapporto fisico per me era prematuro dopo così pochi mesi di conoscenza. Sì ecco, non ho mai lasciato che mi scopassero. >> sbuffò, quando era nervosa le uscivano troppi “ecco”, ecco. << Sì, hanno tentato di entrarmi nelle mutande più di una volta, ma mi sono tirata indietro. Vedevano un bel visino ed ecco la donna facile... “Ho voglia di scoparti” mi disse l’ultimo uomo con cui ho allacciato una relazione e ti parlo di un decennio fa. Dico io come può una donna desiderare una persona che ti dice una cosa del genere?! E poi vabbè la storia da lì già la sai…niente amore, niente di niente e roba varia >> Finito il monologo, tirò un sospirone.
Silenzio.
Aggrottò la fronte. Che Louis si fosse addormentato?
<< Louis se ti sei addormentato o cose del genere, giuro che ti prenderò a calci in…>> si girò per completare la frase, ma si bloccò non appena vide lo sguardo selvaggio con cui lui la stava penetrando.
Sentì un dolore tra le gambe, che la fece quasi piegare in due, ma si sforzò di chiedergli: << Non…dici niente? >>.
Lui scosse lentamente la testa. Fulmineo l’attirò a sé in un abbraccio. Accarezzandole i capelli, Louis non smise di sorridere, godendosi il contatto della pelle di Juliet sulla propria, e tenendola a sé come un bambino che tiene stretto un peluches.
Aveva udito distintamente le sue parole, non per menefreghismo ma perché l’unica cosa che per lui contava era che lei fosse disposta a donarsi a lui, sebbene fossero pochi mesi che si conoscevano. Era il fottuto stronzo che stava ricevendo la fiducia di una creatura così bella e pura. Perché per lui, Juliet era pura, e la consapevolezza che ci fossero uomini così idioti al mondo lo schifò. Si detestò di persona per aver condotto una vita basata sul semplice sesso. Juliet gli stava consegnando un dono, e lui sentì il cuore riempirsi di un grido di furore.
Cosa che lei non aveva mai fatto prima con nessun altro uomo.
Ringraziò intimamente il cielo per aver fatto sì che incontrasse una donna come lei.
Non doveva essere stato facile per Juliet ammettere la sua verginità, in quella situazione, mezza nuda di fronte a lui, ma lo aveva fatto e Louis si sentì il più fortunato dei bastardi.
Si scostò da lei quel tanto per guardarla negli occhi.
Nessuna parola, soltanto un paio di occhi che leggevano gli occhi dell’altro.
La fece distendere, rubandole la bocca in un bacio ardente, << Mi vuoi Juliet? >> ansimò Louis contro le sue labbra, facendole scivolare il tessuto che ancora la copriva giù per le cosce.
<< Sì. Con tutto il mio corpo…>> rispose, e un gorgoglio la devastò, sentendo il dito di Louis che cominciò a fare piccoli cerchi proprio lì, sul suo nucleo gonfio e pulsante.
<< Era quello che volevo sentire >> sorrise soddisfatto, cominciando a stuzzicare il nervo sensibilissimo tra le sue carni bagnate. << Dannazione, sei così bagnata…>> ringhiò sommessamente con voce ruvida e sensuale.
La sua donna, pronta per lui. Louis non smise di guardarla un solo momento, e pensò che non si sarebbe mai stancato di farlo.
Le palpebre pesanti, le guance spruzzate del rossore erotico, e le labbra rosee e gonfie dei suoi baci, le lunghe ciglia che coprivano gli occhi color del miele di Juliet, febbricitanti d’eccitazione.
Dio com’era bella…Louis si sentì quasi in procinto di venire soltanto a guardarla.
<< Louis per favore…fa l’amore con me >> la schiena di Juliet s’inarcò contro di lui per invitarlo.
Richiesta che lui fu più che felice di accettare. << Niente potrà fermarmi >> la rassicurò.
Quella notte, quando il corpo di lei si unì a quello di lui,  Juliet sentì migliaia di stelle vorticare nella sua testa chiamandola per raggiungere con loro il cielo. Un’esplosione di sensazioni le sconquassò il corpo. Fu la prima volta che provò quel piacere, puro e intenso che tanto aveva desiderato vivere con la persona giusta. Rimase affascinata dalla devozione che Louis le riservò quella notte, attraverso i suoi gesti, le parole sussurrate, i baci languidi e la deliziosa unione dei loro corpi intrecciati l’uno nell’altro, Juliet potè assolutamente dire che dopo quella notte non sarebbe stata più la stessa. 

 

 

 

***

 

Le luci dell’alba accolsero le mura della stanza, colorando le tende color panna di striature rosa e viola.
Louis mosse il braccio verso quello che era il corpo della donna con cui aveva condiviso una meravigliosa notte di passione. Si avvicinò, sbattendo gli occhi per abituarsi al nuovo giorno, per poi lasciare sul capo di Juliet un tenero bacio, strofinando il naso tra i suoi capelli. Avevano dormito soltanto sei ore, se non di meno, eppure standole vicino aveva ritrovato la forza per tirarsi su. Lanciò un’occhiata fugace sul comodino, dove la sveglia digitale segnava quasi le sette del mattino.
Mmh il ricordo di una Juliet mattutina gli passò per la mente, e ridacchiò piano quando facendo per svegliarla, lei mugugnò un ringhio di protesta.
Louis s’infilò sotto le coperte, intrecciando una gamba con quelle di lei, e sentì Juliet sospirare beata. Forse si era ricordata della notte precedente, e lui gongolò dandole un altro bacio stavolta sulla nuca, e passandole il dorso di un dito sulla guancia mormorò: << Buongiorno >>.
Juliet si voltò lentamente, passandosi una mano sugli occhi, << Ehi >>.
<< Ehi >> la salutò a sua volta lui, facendo in modo che i loro visi fossero più vicini.
<< Devo supporre che sia tardi? Le dieci? Strano che Jade non sia venuta a buttarmi giù dal letto…>> mormorò Juliet con la voce che riacquistava il suo tono normale, diventato roco dal sonno.
<< Mi dispiace deluderti signorina, ma sono le sette >>.
Juls aggrottò la fronte, stupita. << Le sette? Mi stai dicendo che ti sei svegliato prima di me? >>.
Louis rise piano. << Quante cose strane succedono quando sono con te >>.
<< Ho una cattiva influenza su di te Tomlinson, dovresti saperlo >> sorrise lei alzando un sopracciglio.
Con una mossa inaspettata, si ritrovò il corpo di Louis sopra di lei e immagini della notte passata le tornarono alla mente.
Un braccio appoggiato sul cuscino con la mano poggiata sul viso, per guardarla bene, << Correrò il rischio tigrotta. Mi piacciono le sfide che hanno a che fare con te >>, con un dito le sollevò il mento, facendo incontrare i loro occhi. << Come ti senti? >>.
<< Meravigliosamente bene. E tu? >> rispose lei facendogli la stessa domanda, mordendosi le labbra. Il dolore iniziale, quando lui l’aveva fatta sua, ormai era soltanto un vago ricordo, e il suo sesso era gonfio e sazio, gioioso come lo era lei.
<< Discretamente >> ghignò lui.
Juliet si accigliò. << Bugiardo >>.
Louis rise, stavolta una risata roca, che le mozzò il fiato. Le rubò la bocca, reclamandola e seducendola. << Mai stato meglio in vita mia >> le mormorò sulle labbra. Juliet si morse il labbro, con un sorriso che partiva da un orecchio all'altro. Dio, non voleva che il suo bel sogno giungesse al termine. Ora che aveva condiviso una parte importante di lei con Louis, si chiese inevitabilmente il significato delle parole che lui le aveva mormorato, quando erano in procinto di fare l'amore. 
Mia...Solo mia. Il primo...il migliore...e l'ultimo. Juliet era rimasta folgorata da quelle parole, specialmente dall'ultima. Ultimo. Cosa voleva dire? Che lei sarebbe diventata la sola per lui? E viceversa? Bè per quanto riguardava lei, si sentiva come se il suo cuore avesse preso il volo. Stavolta l'infatuazione aveva lasciato spazio ad un sentimento che mai come allora era così scoppiettante e sincero. Un sentimento che aveva paura a dar voce. L'innamoramento aveva superato un altro stadio. Nel momento in cui Louis si era unito a lei, Juliet aveva sentito qualcosa inclinarsi dentro di sè, per ritornare al posto giusto, come se soltanto lui fosse stato in grado di sistemarlo. Che qualcuno la aiutasse, perchè Louis aveva in mano il suo cuore. 
Lei lo amava.


Note dell’autrice

Buonasera a tutte mie splendide ragazze!!! ^_^
Eh eh come promesso eccomi qui e...insomma che ve ne pare??  Devo confessarvi che sono un pò arrugginita nella descrizione di scene così, ci ho messo tutta me stessa per farlo, non so come sia uscito da un punto di vista altrui, se fa schifo ed è meglio buttarlo. Ditemi pure, ora tremo nel sapere il vostro responso u.ù 
Oggi è il mio compleanno!!!
No okay, non è importante, non voglio farvi perdere tempo con questa notizia di poco conto *gesto di nonchalance* E diciamo che ho voluto pubblicare oggi, per fare un regalo a voi che eravate così ansiose di leggere il fatidico momento :3
Vorrei piuttosto dirvi una cosa...vi avevo parlato di una sorpresa perciò, sì insomma mi vergogno, ma ecco ve lo dico: ho postato un missing moment a rating rosso che si inserisce nella parte in cui i nostri protagonisti fanno finalmente l'amore. Bè questi missing moments (non so quanti ce ne saranno in tutto) sono dedicati a voi. Per chi vuole cimentarsi nel dettagliato mondo erotico. Io spero di averlo almeno reso presentabile...E vorrei chiedervi, se posso, a chi avrà intenzione di leggerlo, se vuole lasciarmi una recensione, così che possa capire se sono capace di scriverli e se posso andare avanti nel farli. Poi avrò ancora più piacere se recensirete sia il capitolo 20 che il missing moment. Vi chiedo troppo?! Intanto ecco qui:

THE RED DRESS OF SEDUCTION: PRIMO MISSING MOMENTS A RATING ROSSO

In ogni caso, che ne dite di questo momento a rating arancione?? :D Oddio non posso credere di averli postati...ce l'ho fatta, ma ora è tutto nelle vostre mani... :') 
Spero con tutto il cuore di non avervi deluse(?) A proposito, voi con le vostre recensioni mi avete lasciato disarmata. Addirittura qualcuna di voi parla di inserire la mia storia tra le scelte del sito!! O.O Ma dio santo, voi mi volete vedere su una barella...non so proprio cosa dire, vi giuro che non ho parole nel vedere fino a che punto vi piace ciò che scrivo...
Grazie a tutte le mie adorate lettrici, che in ogni singola cosa, mi strappate sorrisi, lacrime di gioia e risate :') Per non parlare di infarti (infarti piacevolissimi)
Ora devo proprio scappare!!! Perciò al prossimo capitolo :**
Con tutto il mio amore, Ella.

 

 

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Capitolo 21
*** Capitolo21 ***


capitolo 21 manca la copertina

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Capitolo 21

 

 

Mentre Louis era sotto la doccia, Juliet dovette indossare i vestiti che Jade le aveva lasciato la sera prima, nel suo ufficio, dato che non si era portata niente da casa sua. Naturalmente si trattava di una tuta per fare la quotidiana ginnastica mattutina in palestra. Il problema è che lasciava scoperta un po’ troppa pelle. Non che fosse un problema, se Louis non avesse smesso un attimo di fissarla, da quando era uscito dal bagno fresco di doccia.
Juliet si stava allacciando un laccio di una scarpa, e si sentiva gli occhi malandrini di Louis puntati sul suo fondoschiena.
<< Dacci. Un. Taglio. Tomlinson >> borbottò lanciandogli un’occhiataccia da dietro la spalla.
Lo sentì sogghignare. << Mmh fai sempre palestra vestita così, quindi? >> indicò con il dito i pantaloncini grigio scuro, e il top di un celestino chiaro abbinato.
<< Problemi? >> Juliet alzò un sopracciglio, squadrandolo di sbieco. Accidenti a lui, che era irresistibile con i capelli sbarazzini, e probabilmente umidi e morbidi al tocco. Sentì le dita formicolare per il desiderio di toccarglieli. Era incredibile quanto solo la vista di Louis, la facesse mandare su di giri. Si chiese se questo fosse un male o un bene per lei.
Le si fece più vicino, circondandole i fianchi da dietro, e chinandosi per lasciarle un bacio sulla spalla. << Nessuno, sei bellissima. Solo, non sono sicuro che riuscirò a varcare quella soglia per lasciarti >>.
Juliet ghignò, intimamente compiaciuta del potere che poteva avere su di lui.
Si girò per guardarlo negli occhi. Indossava gli stessi vestiti, sebbene un po’ sgualciti, e la mancanza dei pantaloni che lasciavano intravedere qualcosa di familiare sotto i boxer non l’aiutava a ragionare. Un ciuffo sbarazzino si ondulava ricadendogli sull’occhio destro, e le sue braccia la tenevano salda al suo corpo.
Com’era bello stare tra le sue braccia, e pensare a cos’era successo tra loro, le scaldò il sangue, che cominciò a formicolare. Juliet era un po’ impacciata per come comportarsi, dopotutto non aveva mai condiviso tanto con un uomo, ma non lo avrebbe mai dato a vedere. Il dio del sesso Louis meritava un dieci indiscusso per come la vedeva lei, ma come si sarebbe dovuta comportare adesso?
Dannazione, doveva trovare una soluzione al suo problema. Ovvero che amava Louis.
Al solo pensiero, sgranò gli occhi. Era successo, sapeva fin dall’inizio che sarebbe accaduto. Non aveva mai amato così un uomo con cui era stata. Forse non aveva mai amato un uomo e basta. Sentiva la novità di quel sentimento sgorgare in lei come un’onda tumultuosa, bellissima quanto spaventosa.
Era spaventata, sì, follemente spaventata dell’enormità del suo amore per lui, che cresceva un gradino alla volta, man mano che gli stava vicina passandoci del tempo insieme.
Non poteva dimostrarsi vulnerabile, né tantomeno dichiararlo così apertamente, dopo che avevano condiviso una passione così meravigliosa come quella. L’ultima cosa che voleva fare era rovinare il delicato equilibrio che erano riusciti ad instaurare.
Juliet aveva paura che se glielo avesse detto, lui non avrebbe corrisposto il suo amore. Non potevano definirsi certo amici di letto, ma nemmeno due anime gemelle pronte a unirsi per "un per sempre felici e contenti".
Imprecò mentalmente, come diavolo sarebbe riuscita a tenerselo per sé? Invidiò Nat, per la fortuna che aveva avuto con Zayn. Era stata lei a dichiarare apertamente il suo amore, e il ragazzo ne era rimasto sbalordito e felice, tanto che la rossa aveva accennato che il moro si era emozionato. Non era in cerca dell’amore, almeno fino a quando non aveva conosciuto Zayn, e da lì era nato qualcosa di incredibilmente bello. Il matrimonio tra i due era alle porte, e Juls era così felice per la sua migliore amica.
Pensò che avrebbe dovuto fare una chiacchierata con lei, per trovare qualche consiglio a tal proposito.
<< Come vorrei sapere a cosa stai pensando in questo momento >> mormorò Louis, inclinando il capo nel penetrarla con i suoi incantevoli occhi azzurri.
Juliet deglutì, distraendolo disse: << Sono certa che Jade ed Harry siano già svegli e che mi stiano aspettando di sotto per la colazione. Dovremmo dirgli di mettere un posto in più a tavola >>.
<< Sarà una bella sorpresa, ma prima avevo in mente qualcos’altro >> mormorò Louis. Chinò il volto, scendendo con le labbra per sfiorare le sue.
<< E sarebbe? >>, ma Juliet ne aveva già una mezza idea, a giudicare dalla presa sui fianchi che si era fatta più tenace.
<< Sarei felice di darle una dimostrazione, signorina >> sussurrò Louis con un sorriso furbetto spalmato sulle labbra sexy, morbide e sottili, e facendola indietreggiare verso il letto ancora disfatto.
<< Louis, non possiamo…Jade si chiederà dove…oh! >> Juliet si bloccò quando in una sola mossa, lui la prese in braccio e la distese sul letto, sovrastandola con il suo corpo più duro e maledettamente sensuale.
Le accarezzò una coscia nuda con una mano, mentre l’altra la teneva dietro la nuca di Juliet, per baciarla con vigore, facendo guizzare la lingua nella sua bocca.
La maratona di sesso non era finita?
Juliet stava diventando un’ingorda di lui.

Non va bene, si rimproverava, mentre sentiva Louis staccarsi per lasciarle un’umida scia di baci sul collo.
Non va bene per niente….oh sì! Per favore non smettere!
<< Ti piace >> le fece notare lui roco, mordicchiandole il lobo dell’orecchio.
<< Oh…>> Juliet non poté trattenere un gemito per il fremito provocatole da quella bocca esperta e seducente.
<< Cribbio! Signora G non guardi! >> esclamò qualcuno, probabilmente dalla porta d’entrata. Dalla voce, Juliet ne capì immediatamente l’identità.
Scattò allarmata in avanti, spingendo Louis, e facendolo ruzzolare su un lato del letto.
<< Cazzo! >> grugnì lui quando il materasso finì, e il suo corpo ruzzolò dritto per terra.
<< Nat! >> tuonò Juliet, scuotendo la testa per aggiustarsi i capelli arruffati.
La rossa teneva una mano sugli occhi della signora G, che prontamente gliela scostò. << Ho visto molte più cose di te nella vita, Rossa. Leva quella mano >>.
Natasha fischiò. << Ma guarda un po’, sembra che qualcuno abbia dormito molto molto bene stanotte. Che sorpresa! >>.
<< Non si bussa?! >> domandò Juls, indignata.
Louis si stava rialzando, emettendo un grugnito si passò una mano sui capelli. << Già, mi avreste risparmiato la botta che mi sono preso >> borbottò.
<< Lo abbiamo fatto, ma evidentemente con tutti i gemiti di Juliet, non avete sentito un accidenti >> sogghignò Nat.
<< Signora G, ecco vede…>> Juliet ignorò Nat, tentando di spiegare la presenza di Louis.
Ma l’anziana governante le fece cenno di lasciar stare gesticolando con la mano. << Ho visto la mia mazza da baseball sul tavolo in cucina, e mi sono chiesta cosa ci facesse lì, ma adesso facendo due più due, posso dedurre che ieri notte hai ricevuto una visitina, ragazza >> ammiccò. << Fuori di qui, giovanotti, ho una stanza da pulire. Spero che non mi abbiate lasciato un macello >>.
Juliet si grattò dietro al capo, sollevata che la signora G sapesse sempre cosa dire anche nelle più imbarazzanti questioni.
<< Sempre che super Edward non abbia fatto a pezzi il letto, mentre la smaniosa Bella era sotto di lui >> aggiunse Nat, lanciandole uno sguardo civettuolo.
<< Natasha! >> ringhiò Juliet sconvolta, mentre Louis era intento a trovare i pantaloni.
La rossa sghignazzò, poi di sbieco, lanciò un’occhiata a Louis. << Oh ragazzo, devo dire che sei rimasto in ottima forma, dall’ultima volta che ti ho visto in boxer >> osservò lasciando ricadere lo sguardo, troppo in basso per i gusti di Juliet.
Louis guardò Juls, curioso di sapere che effetto avesse avuto su di lei il commento sfacciato di Nat.
Rise sommessamente, quando la ragazza lanciò alla rossa una saetta con un solo sguardo.
<< Okay, ragazza ora basta. Cammina. Muoviti. Fuori di qui. Sparisci! >> fece Juliet socchiudendo gli occhi, sul punto di perdere la pazienza, spintonando Nat fuori dalla stanza, e chiudendosi la porta alle spalle.
Louis si ritrovò da solo con la signora G, la quale era intenta a sistemare il letto.
<< Posso aiutarla? >> disse lui, facendo per prendere il lenzuolo.
Quando scorse una macchia di sangue rappreso sul bianco del lenzuolo, si fermò, desiderando di prendersi a calci per non essersi ricordato di metterlo subito nella cesta dei panni sporchi, perché sapeva che non era stato il solo a notarla.
Infatti, la signora G alzò lo sguardo, incontrando i suoi occhi, ma poi lo distolse accennando un sorriso. Un sorriso felice e compiaciuto.
<< Corri dietro alla mia ragazza, Louis Tomlinson? >> gli chiese l’anziana governante mettendosi le mani sui fianchi, stavolta con espressione neutra.
<< Sì signora >> rispose lui automaticamente, annuendo.
Grace annuì a sua volta. << Vedi di non rovinare tutto >>.
<< No signora >> l’espressione di Louis si fece solenne. Non aveva la minima intenzione di ferire Juliet se è questo che Grace intendeva.
Come per risposta la signora G si sedette sullo spigolo del letto. Guardando un punto imprecisato di fronte a sé, dove la luce del mattino filtrava dai vetri della grande finestra, disse: << Juliet è una ragazza forte, ma nasconde in sé un passato doloroso. L’ho vista crescere, insieme alla mia Jade. Hanno perso tanto lungo il loro cammino, e sono fiera di loro, per come sono diventate oggi. Sono due donne indipendenti, e una di loro si sposerà, ma è dell’altra che sono preoccupata >>.
Un cipiglio si disegnò sulla fronte di lui. << Teme che io non sia giusto per lei >>.
La signora G si volse per guardarlo, imperturbabile. << Io non so cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, ragazzo. Questa vecchia ha conosciuto una bambina che è stata abbandonata dalla propria madre, adottata da persone di buon cuore, per poi essere lasciata dal padre per volontà del destino, e chiudersi per non lasciar entrare il sentimento dell’amore nel suo cuore timoroso. Quel timore nato dall’incapacità di credere di poter essere amata >>.
Louis tacque, momentaneamente assorto dall’elaborazione delle parole della donna.
<< Non sono un’indovina, e non so dirvi dove vi porterà entrambi questa storia, ma ho visto qualcosa brillare per la prima volta negli occhi di quella ragazza. Qualcosa che hai provocato tu, perciò non fare cazzate, ragazzo. Sarebbe un peccato essere costretta a farti del male >>. Detto questo la signora G si alzò dal letto, riprendendo con il lavoro da dove aveva iniziato.
<< Sono innamorato di quella ragazza, signora G. Juliet è molto importante per me. Sarei il primo a prendermi a calci nel sedere da solo, se dovessi fare qualcosa di stupido. Questa cosa…questo sentimento è nuovo anche per me, ma so che non ho mai provato la voglia di viverlo con una donna finché non ho incontrato lei. E posso dirle chiaramente che sono spaventato anch’io per questo. Non ho mai pensato che potesse succedere a me, che potessi innamorarmi, e anche adesso non so come gestire il trambusto che mi si è creato dentro, ma se c’è una cosa di cui sono sicuro, è che sono pronto a provarci per Juliet. Lo vivremo insieme, io e lei >>. Non aspettò una risposta, e si diresse verso l’uscita facendo un cenno di saluto col capo alla signora G.
Quando se ne fu andato, l’anziana donna increspò le labbra in un dolce sorriso. << Bravo ragazzo. Era quello che volevo sentire >> mormorò.

 

 

<< Ripeto: Non stavo guardando ! >> disse Nat per la quinta volta, in sua difesa, mentre arrancava in cerca di un cucchiaino per poter prendere lo zucchero.
<< Come no >> borbottò Juls passandole quello che cercava.
<< Oh grazie! >> Nat si versò due cucchiaini di zucchero nel denso cappuccino nella sua tazza. << Ad ogni modo non mi hai ancora detto com’è stato…voglio i dettagli >>. Era così tra loro due, non litigavano nel vero senso della parola, da adolescenti erano venute spesso anche alle mani, ma si erano sempre volute un gran bene.
<< Juliet. Nat. Potete darci un taglio per un secondo, sono ancora sconvolta perché non mi avete detto che c’era Louis in casa, e che a quanto pare ha dormito nello stesso letto con Juliet >> disse Jade, fingendo di essere arrabbiata, quando in realtà era semplicemente curiosa di sapere come si era svolta l’intera faccenda.
<< Ed io mi chiedo per quale motivo non posso finire la mia colazione in pace, perché sono costretto ad ascoltare le vicende sconce su Juliet e sul mio migliore amico >> soffiò fuori Harry alzando gli occhi al cielo.
<< Vicende sconce? Juliet e Louis? Oh santi numi cosa mi sono persa? >> esordì Allie, entrando in cucina con la sua tenuta da jogging. << Opto per una corsetta mattutina, e mi perdo una storiella sexy. È inconcepibile! >> sbuffò sedendosi a tavola. << Avanti Juls ricomincia dall’inizio. E tu, Harold, non dovresti essere a lavoro? >> chiese dando di gomito al riccio.
<< Sono solo le sette. E voi non dovreste allenarvi e lasciare questo povero martire a bere il suo caffè in santa pace? >> obiettò esasperato.
<< Buongiorno a tutte >> Louis fece il suo ingresso, << Sono solo passato a salutare Juliet, sarà meglio che me ne vada, non vorrei…>>.
<< No! >> Harry si alzò scuotendo la testa. << Ti prego amico, non lasciarmi solo con il Quartetto. Un uomo non può sopravvivere a tanto! >>, lo afferrò per un braccio facendolo sedere bruscamente sulla prima sedia libera.
Guarda caso, Louis finì al fianco di Juliet, la quale continuò a bere dalla sua tazza, indisturbata.
Ma a lui non sfuggì l’occhiatina divertita che lei gli riservò. << Ci hai messo tanto. Pensavo non scendessi più, o che te ne fossi andato senza salutare >> osservò sottovoce, mentre le ragazze si accingevano a difendersi ai commenti di Harry sul fatto che le donne non riuscissero a non tenersi per loro le proprie avventure sessuali.
Louis si piegò, per mormorarle all’orecchio: << Se lo avessi fatto, mi avresti appeso per le palle da qualche parte. Non sono stupido >>.
<< Felice di sentirtelo dire >> ghignò lei.
<< Hai un buonissimo profumo. >> le lasciò un silenzioso bacio sul collo. << Sai di fiori selvatici e sesso >>.
<< Louis? Amico, puoi venire in mia difesa per un secondo e staccarti dalla tua donna? >> lo chiamò Harry.

Tua.
La mente di Juliet corse nuovamente al ricordo della notte tra lei e Louis.
Sì, sono sua, e anche il mio cuore è suo, constatò. E voleva gridargli che non solo era sua, ma che lo amava.
S’impose di non guardare Louis negli occhi, altrimenti avrebbe capito che c’era qualcosa che non andava, e avrebbe voluto sapere il motivo per il quale si era irrigidita.

Devo andarmene da qui, accidenti.
Si alzò dal tavolo. << Bene, io ho un sacco di lavoro da sbrigare. Ragazze, con voi ci vediamo dopo. Louis, allora, ehm…ci sentiamo dopo >> lo salutò velocemente con un cenno del capo, senza nemmeno sfiorarlo.
Jade, Nat ed Allie si lanciarono un’occhiata dubbiosa ed eloquente.
<< Anche noi abbiamo da lavorare >> disse Jade, mimando con un movimento flebile delle labbra alle altre due: << Seguiamola >>. Salutò Harry con un bacio sulle labbra: << A più tardi, architetto. >>, alzò lo sguardo, << Louis è stato un piacere averti come ospite >>, gli ammiccò.
<< Grazie Jade…>> buttò lì Louis distrattamente, sbattendo le palpebre, lievemente confuso dal comportamento di Juliet. Quando i due uomini furono soli, Harry alzò le mani, come per estraniarsi dalla tacita domanda di Louis. << Non chiedermelo, si conoscono ognuna come le proprie tasche. Noi siamo solo maschi. Facciamo parte del loro mondo esclusivamente in certe circostanze >>.
<< Giovanotti, invece di chiacchierare come pettegole donnicciole, datemi una mano a sparecchiare la tavola >> La signora G entrò, lanciando loro un’occhiata di rimprovero.
Harry e Louis annuirono prontamente, aiutandola a pulire la cucina, obbedendo alle indicazioni dell’anziana donna, che dava loro ordini a destra e a manca.
Asciugando i piatti e le tazze che Harry gli passava, Louis cominciò a riflettere, pensando a come fossero vere le parole che aveva detto alla signora G.
Sorridendo beota, ripensò a lui e a Juliet nella vasca da bagno, a quanto si era sentito spiazzato dall’espressione dolce e premurosa di lei mentre lo insaponava.
Analizzò il suo comportamento, quando Harry si era rivolta a Juliet dicendo: la tua donna.

La mia donna.
Sì, lei era sua, e il cuore di Louis esultò per la gioia. Il corpo in tensione, follemente eccitato perché aveva fatto l’amore con lei, e ricordare il corpo di Juliet, nuda, vogliosa, sopra e sotto di lui, glielo fece venire di nuovo duro.
Si promise che la prossima volta, sarebbe riuscito a farla urlare. Voleva sentire il dolce suono della sua voce, velata di passione ad un passo dal venire, mentre lui le leccava ogni centimetro di pelle.
Non si accorse della vibrazione proveniente dalla tasca dei suoi pantaloni, fino a quando Harry non gli sventolò la mano davanti alla faccia per destarlo dai suoi pensieri poco casti.
<< Non ti chiederò a cosa stavi pensando, posso immaginarlo, ma Tommo, pulisciti la bava alla bocca e rispondi a quel maledetto telefono. È mezz’ora che suona! >> rise di gusto il riccio.
Louis gli diede un pugno scherzoso sul braccio, con una finta espressione minacciosa. << Idiota >>, prese il telefono notando che la chiamata proveniva da sua madre. << Ehi mamma >>.
<< Louis, caro. Puoi venire in negozio, per favore? Oggi non mi sento tanto bene >> disse Joannah con un tono di voce palesemente stanco.
<< Certo, non ci sono problemi, sarò lì in un attimo. Ti serve qualcosa? Vuoi andare in ospedale? >> domandò lui, preoccupato.
Sentì sua madre sospirare. << Non essere esagerato William. Starò covando una semplice influenza. Non fare il melodrammatico, ho semplicemente mal di testa. Ho chiamato Mike, e mi accompagnerà a casa, così potrò riposare >>.
<< Bene, sto arrivando. >> concluse lui, chiudendo la chiamata.
<< Tutto bene? >> gli domandò Harry.
<< Era mia madre. Si sente poco bene, e devo sostituirla al negozio >> spiegò teso.
<< Va pure. Finisco io qui >>.
<< Grazie Hazza >> rispose Louis, poggiandogli una mano sul braccio con fare riconoscente.
<< Louis? Volevo chiederti una cosa prima. >> lo fermò il riccio.
<< Certo. Qualcosa non va? >>.
<< Sì solo…Va tutto bene con l’appartamento? Voglio dire con le bollette e tutto il resto? Non voglio essere inopportuno, ma sai che mi preoccupo per te >>.
Louis si fermò a riflettere per un secondo. Era da tempo che non lo chiamavano a cantare nei locali, e in quegli ultimi giorni il lavoro al negozio lo aveva tenuto impegnato, ma adesso, si domandò se sua madre riuscisse a gestirlo da sola, quando lui non c’era.
Vedere quanto Juliet lavorasse con impegno tutti i giorni, lo metteva un po’ a disagio. Una parte di Louis si chiese cosa ci facesse lei con uno come lui, che faticava per guadagnarsi il pane per vivere a volte, quando lei avrebbe potuto avere una relazione con un medico, che avrebbe potuto viziarla e coccolarla, come avrebbe voluto fare lui.
Notando che nella stanza non c’era nessun altro, all’infuori di loro due, Louis si sedette un attimo, sentendo il bisogno di confidarsi con il suo migliore amico. << A volte mi capita di pensare che avrei potuto fare molto di più nella mia vita. Quando vivevamo insieme, mi ripetevo che senza di te non sarei riuscito a mandare avanti la baracca. Guardati, sei un neo-architetto che si guadagna da vivere, mentre io mi sono laureato e non ho mai voluto intraprendere qualcosa seriamente >>. Il suo tono suonò amaro e sprezzante nei confronti di se stesso.
Harry alzò un sopracciglio, stando in silenzio, e sedendosi di fronte a lui, in procinto di ascoltarlo.
Louis sospirò. << Quando mio padre se n’è andato, ho promesso a me stesso che mi sarei preso cura di mia madre, e che non sarei stato un vigliacco come lui, ma adesso penso che lo sono. Non non sono riuscito a mettere la testa a posto. Evidentemente non sono poi così migliore di lui se lascio mia madre, che diciamocelo, non ce la fa a lavorare da sola, e il mio aiuto temporaneo non le è tanto utile, se poi si ammala. >> digrignò i denti per la rabbia.
<< Ehi capita a tutti di buscarsi un malanno. Non puoi prenderti la colpa di ogni cosa. Può capitare, Louis. E sentirti parlare in questo modo mi fa capire quanto tu sia cambiato. Mesi fa l’unica cosa di cui ti saresti preoccupato sarebbe stato il prossimo posto dove andare a fare conquiste. >> lo canzonò amichevolmente Harry, dandogli una pacca sulla spalla. << Evidentemente Juliet ha fatto un miracolo >>.
Al solo sentir pronunciare il suo nome, Louis sorrise in maniera smagliante, e il cuore si gonfiò di tenerezza e affetto. << Già. Sento che voglio dimostrarle di essere degno di lei >>.
<< Juliet non ha bisogno che tu le dimostri niente. Lei ha fiducia in te. Non è un idiota. Ti avrebbe già mandato a quel paese già da un pezzo se ti fossi rivelato un imbecille >>.
<< Hai ragione. >> Louis si alzò in piedi. << Ho bisogno di vedere delle carte e di parlare con mia madre >>.
Harry corrugò la fronte, confuso. << Perché? >>.
<< Vedrai >> gli strizzò l’occhio Louis, poi lo salutò.
 

 

<< Ragazze? >> Juls alzò un sopracciglio interrogativo, distogliendo parzialmente l’attenzione dal computer, nel vedere le sue tre amiche entrare nell'atelier.
<< Sei scappata. >> l’ammonì dolcemente Allie, avvicinandosi alla scrivania di Juls per sedervisi.
<< Lasciando il povero Louis con un’espressione interdetta >> continuò Jade.
<< E lasciando noi, preoccupate per te >> terminò Nat mettendosi le mani sui fianchi con fare rimproverante.

Mossa sbagliata, Anderson, convenne la sua vocina, facendo imprecare Juliet.
<< Dirvi che sto bene non ve ne farà andare tanto i fretta, vero? >> borbottò, cupa.
<< No, perché é una menzogna >> la riprese Allie, accigliandosi.
<< Ve ne do atto. Okay, cosa volete che vi dica? >>.
<< Lo sai >> disse Jade.
<< Bene. Sono scappata, perché sono una schifosa vigliacca >>.
<< Come, scusa? >> fu Nat a parlare. << Tu, una schifosa vigliacca? E perché mai, di grazia? >>.
Juls ispirò profondamente. << Perché amo Louis, ma non sono sicura che lui sia pronto a sentirselo dire >>.
<< Lo ami >> ripeté Allie, sbattendo le lunghe ciglia nere, gli incredibili occhi blu che s’illuminarono gioiosi.
<< Juls, ma è fantastico! Lo dici come se fosse una condanna. >> Jade le rivolse uno sguardo incredulo.
Juliet fissò Nat. La rossa a sua volta, la guardò con occhi di chi sapeva cosa stava provando in quel momento.
<< Più o meno è la stessa cosa che è successa a me a Zayn, quando mi accorsi di amarlo. Essendo stata come Louis, so che l’amore può stenderti, e quando arriva non sai cosa fare. Tu hai paura di soffrire, ma non puoi farti dominare dal timore che quello che stai provando ti si rivolti contro, perché credi che il tuo momento di felicità avrà fine. Se non ci credi tu, non riuscirà a farlo nemmeno lui >> Nat si mise in braccio a Juliet, allacciandole le braccia dietro al collo. << Deve sapere cosa provi per lui, come tu hai il diritto di sapere cosa rappresenti per lui >> sorrise nel modo giocoso che solo lei sapeva fare. << Lasciati andare Catwoman. Non opporre resistenza a ciò che senti >>.
<< Come fai ad esserne tanto convinta? >> Juls invidiò la grinta della sua amica nel mostrare tanta fiducia in qualcosa che per lei, era tremendamente difficile da esporre.
<< Perché soltanto con l’amore e la fiducia che nutri per Louis, riuscirai a combattere i tuoi demoni >>.
Allie e Jade annuirono, andando a rinchiuderla in un abbraccio affettuoso.
Juliet pensò che avere amiche del genere, fosse una delle poche fortune che aveva avuto nella sua vita.
Tutto ciò che avevano detto era vero, e l’orgoglio di Juls venne meno, quando pensò che aver fatto l’amore con Louis, l’aveva cambiata intensamente. Era stato un passo avanti nella loro relazione, e ce ne sarebbero stati tanti altri, n’era sicura.
Non era abituata a tutto ciò, ma si sentì un’egoista a pensare che questo momento di confusione lo stesse attraversando solo lei.
Quando le ragazze, se n’andarono, più tranquille e serene adesso che le avevano fatto il terzo grado, Juls si lasciò ricadere sulla poltrona, e prendendo il cellulare digitò un messaggio.

Da: Juliet
A: Louis
Oggetto: Scuse

So che mi sono comportata in modo strano stamattina. Devo ancora abituarmici a quello che c’è tra noi. Ma non ho pensato a te, che forse ti sarai preoccupato, e me ne pento amaramente. Ti chiedo scusa.
Se ti va, mi piacerebbe che ci vedessimo dopo il lavoro.
Intanto, passa una buona giornata.
Juliet xxx

 

 
Sei minuti dopo Juls sussultò lievemente, quando sentì la vibrazione del telefono far tremare la scrivania. Lo prese al volo, leggendo la risposta.

 

Da: Louis
A: Juliet
Oggetto: Le accetto soltanto se accetti le mie

 
Va tutto bene, piccola. Siamo due incasinati è vero, ma insieme possiamo superare tutto, ne sono convinto.
Piacerebbe tanto anche a me, ma mia madre è a casa che sta poco bene, perciò devo stare al negozio tutto il giorno, e non so quando finirò. In più c’è una cosa che devo fare, ma te ne parlerò dopo.
Non c’è niente che vorrei di più che stare con te, credimi. Mi farò perdonare.
A prestissimo, tigrotta.

 

 
Juliet lesse il messaggio parzialmente sollevata che Louis non fosse arrabbiato con lei, e dall’altra incuriosita dalla questione che doveva sbrigare. Poi preoccupata, si domandò cos’avesse Joannah.
Chiamò Jade sulla linea lavorativa.
<< Juls? >> La riccia rispose al secondo squillo.
<< Ehi, ho bisogno di chiederti una cosa. L’evento Crow-Stuart è fissato per le cinque di stasera. >> constatò. << Posso andarmene via un po’ prima della sua terminazione? >>.
Un silenzio di cinque secondi prima che Jade rispose: << Certo, stai poco bene? >>.
<< Non sono io. È la madre di Louis. Vorrei passare a trovarla se non ci sono problemi qui >>.
<< Se ce ne sono ti chiamerò. Va pure. E manda gli auguri di pronta guarigione a Joannah. Informerò la signora G che sta poco bene >>.
<< Grazie Jade, sei la migliore >>.
<< Lo so >>, la voce scherzosa della riccia la fece ridere.
 

 

Più tardi, al declinare del crepuscolo, Louis tamburellava le dita di una mano sul bancone del negozio, in maniera nervosa.
Ci aveva pensato e ripensato più volte, giungendo sempre alla medesima conclusione. Più ci ripensava, più si rendeva conto che fosse una scelta importante, magari una delle poche che avesse preso nella vita riguardante la sua carriera lavorativa.
Grazie a Dio, sua madre lo aveva telefonato, dicendogli che con le premure del suo compagno, stava già meglio. Anche con la febbre, era sicuro che Joannah sarebbe piombata al negozio entro domani, per ritornare a lavorare.
La sagoma massiccia e alta di un uomo offuscò la luce che filtrava dalla porta d’entrata, e Louis vi si precipitò per far entrare la persona che aveva atteso fino a quel momento.
<< Kyle >> Louis salutò il fratello di Juliet, tendendogli la mano.
L’espressione seria, accentuata dalle linee virili e scolpite della mascella, il completo scuro da avvocato, gli occhi ghiaccio freddi e calcolatori, lo rendevano in tutto e per tutto un tipo rispettabile e carismatico.
Con andatura sicura, Kyle lo oltrepassò, rispondendo al saluto con tono imperturbabile. << Tomlinson. Mi ha incuriosito la tua chiamata. Dal tono che avevi al telefono ho dedotto che si trattasse di una faccenda importante. Non ha niente a che fare con mia sorella, vero? >>.
<< No, non c’entra niente Juliet. >> affermò Louis.
<< Quindi state insieme? >>.
Alla domanda di Kyle, Louis non ebbe alcuna esitazione nel rispondergli. << Esattamente >>.
Kyle annuì, facendo un segno d’assenso, senza nessun sorriso ad increspargli i lineamenti del viso.
<< Come vanno le cose con Phoebe? >>.
Miracolosamente, la mascella di Kyle ebbe un guizzo, facendo incurvare un angolo della bocca in quello che doveva essere una specie di sorriso. In un attimo riassunse la sua postura professionale. << Per cosa ti serve il mio aiuto? >>.
La speranza di allacciare un rapporto con il fratello della sua ragazza, era ancora lontana. << Tu sei un avvocato >>.
<< Tipo sveglio >> lo canzonò Kyle, ghignando.
Louis s’incupì seccato. << Quello che volevo dire, è che mi serve che tu apporti delle modifiche al contratto del negozio di mia madre >>.
<< Continua >>.
<< Voglio prendermi parte della responsabilità degli affari, della contabilità, delle spese…>>, Louis fu interrotto dalla voce inquisitoria di Kyle: << Sai che c’è bisogno di una laurea per gestire un’attività d’imprenditoria? >>.
Louis rispose con tono atono: << Sono andato all’università anch’io. Sono laureato in economia e commercio >>.
Kyle non si scompose, ma fece un’espressione sghemba a quella notizia. << Ed io che pensavo che avessi lasciato l’università per cantare occasionalmente in qualche pub di poco conto >>.
<< E, infatti, è così. Ma questo non ha importanza, adesso. Mi aiuterai? >> Il tono di voce di Louis assunse una nota infastidita.
<< È il mio lavoro. Andiamo da tua madre, il contratto deve essere concordato da entrambe le parti >>.

 

 

<< Juliet, che piacere vederti >>.
<< Ciao Joannah. Scusa se ti disturbo >> Juliet alzò il pacchetto che aveva tra le mani. << Ho saputo che stavi poco bene, e ho pensato di passare, per portarti la famosa zuppa della signora G >>.
La madre di Louis sorrise: << Oh tu e Grace siete state molto premurose. Su vieni, accomodati >>.
Era già stata a casa di Joannah, quando lei e le ragazze avevano dato vita alla società, avevano sentito parlare di un’eccellente fiorista nei pressi di Londra, così Jade aveva contattato Joannah per avere conferma di quello che si diceva in giro.
Juls rimase nuovamente colpita dal calore emanato da quella casa. Lo stile era rustico, con assi di legno scuro a sostenere le mura portanti, i vasi di fiori che creavano un aroma fresco e ricco di varie sfumature di colore.
<< Non avrei voluto che tu facessi tutta questa strada per un banale aumento della temperatura corporea. William ti ha fatto preoccupare inutilmente. Quel ragazzo mi tratta come se fossi di vetro soffiato >> sbuffò Joannah, ma il suo tono era velato d’amore materno verso il proprio figlio. I capelli ondulati erano un tantino arruffati, segno che doveva essere stata a letto fino a quel momento.
Juliet depose la zuppa in cucina, notando il mazzo di rose rosse e bianche raccolte in un vaso alto e trasparente. Ne ispirò il delizioso profumo. << Sono certa che William non ha nulla a che fare con queste. Sono bellissime. Mike ha veramente buon gusto in fatto di fiori, e non lo dico perché ha una relazione con una fiorista esperta >> ammiccò.
Joannah sorrise raggiante, il leggero pallore del volto venne rimpiazzato da un velo di rossore. << Sì, ci sa fare >> convenne e le due donne risero, accomodandosi sul lungo divano in salotto.
<< Juliet? >>.
Lei inclinò la testa curiosa. << Sì? >>.
<< Sono felice che mio figlio stia con te. So che ti ho detto delle cose in passato, ma non mi aspettavo che tu riuscissi a cambiarlo. Mi dispiace che non abbia avuto fiducia in una vostra possibile relazione >> Joannah abbassò leggermente il capo con aria colpevole.
Non sono sicura che io possa averlo cambiato, avrebbe voluto dirle. << Non preoccuparti, non c’è l’ho mai avuta con te, è tutto a posto sul serio! >> si affrettò a rassicurarla Juls.
<< Lo ami? >>.
Lei dischiuse lievemente la bocca, colta alla sprovvista.

Buon dio, sì. Sì, amo tuo figlio Joannah.
Nel momento in cui aprì la bocca per dar voce alle sue emozioni, suonarono alla porta.
Joannah si affrettò ad andare ad aprire, declinando gentilmente l’offerta di Juliet di andare lei per non farla sforzare.

Salvata dal campanello. Questo sì che è un clichè che non perde mai la sua efficacia.
Si alzò automaticamente, sgranando gli occhi, nel vedere Louis e Kyle entrare insieme in salotto.
<< Star >>. Suo fratello si avvicinò scoccandole un bacio sulla sommità del capo. << Anche tu qui? >>.
Juls annuì, alzando lo sguardo dalla spalla di Kyle, per incontrare Louis, che la scrutava con occhi azzurri di uno scintillio caldo e  abbagliante. E di qualcos'altro che scatenò lo sguardo curioso di lei.
<< Ciao >>.
Con un sorriso sfacciato, Louis oltrepassò Kyle con eleganza e disinvoltura.<< Ciao a te. Sono contento di vederti >>.
<< Ti chiederai cosa ci fai assieme a mio fratello, ma a giudicare dalla valigetta, è in fase lavorativa. Perciò toglierei il disturbo, sono di troppo >> fece per voltarsi, ma Louis fece scivolare la mano nella sua, intrecciandone le dita.
Un formicolio eccitante, le risalì fin sopra la nuca, quando il respiro caldo di Louis le arrivò nell’orecchio. << Non mi scappi questa volta, signorina. Tu rimani qui, con me. Volevo farti una sorpresa, ma sono felice che tu sia qui. Siediti per favore. >> le ordinò con voce sensualmente imperiosa.
Kyle si schiarì la voce, lanciando un’occhiata divertita alla sorella, che si finse stizzita, ma i suoi occhi brillavano di curiosità e contentezza.
Juliet sentì la stretta di Louis farsi più salda, quando cominciò a parlare raccontando perché avesse portato Kyle a casa di sua madre.
Quando ebbe finito, Juls restò in silenzio, inarcando lentamente un sorriso e stringendo la presa di lui con fermezza, facendogli capire quanto lo sostenesse.
Joannah aggrottò la fronte per un lungo momento, puntellandosi le dita sul mento, pensierosa. << Mi stai dicendo che vuoi diventare co-proprietario del negozio? >>.
C’era una luce di determinazione negli occhi di Louis, ecco cos’aveva visto Juliet. Intimamente, era così orgogliosa di lui. Non che trovasse qualcosa di sbagliato quando si esibiva nei pub, anzi Juls lo trovava bravissimo ed eccitante con la sua voce talentuosa, e sapeva che a lui piaceva cantare, ma percepiva la tensione di Louis che emanava sotto i suoi muscoli, e non era dovuta alla coercizione di porsi a qualche sforzo. Dal modo in cui aveva parlato, c’era la consapevolezza che Louis voleva impegnarsi in qualcosa che per lui significasse molto. La bocca contratta in una linea seria e sottile, che Juls sperò che Joannah ponesse fine a quella tortura.
<< Da quello che ho visto dalle carte che mi ha portato, il ragazzo si è veramente laureato >> disse Kyle, stirando le labbra per non ridere all’occhiata truce che gli lanciò Juliet.
<< D’accordo >> fu Joannah a parlare.
<< Cosa? Vuoi dire che...? >> i muscoli di Louis si tesero  ancora più di prima, alzandosi lentamente.
<< Sono anni che aspetto che tu ti decida, William. >> sospirò la madre, scoprendo i denti ben curati in un largo sorriso, << Certo che voglio darti una parte della proprietà, e quando andrò in pensione, ma non sperare che accada subito, sarà completamente tua >>.
<< Non ti deluderò. >> Louis abbracciò sua madre, << Grazie per la tua fiducia mamma >>.
<< Ho sempre avuto fiducia in te, ragazzo. E cresce di giorno in giorno. Sono orgogliosa di te, figlio mio >> disse Joannah con gli occhi lucidi di soddisfazione.
Juliet si morse il labbro, buttando fuori l’aria dai polmoni, entusiasta, mentre Louis poneva la sua firma sul foglio bianco preparato da Kyle, che lo rendeva a tutti gli effetti co-proprietario del negozio di fiori. Sapeva per esperienza, che quella era soltanto una delle numerose pratiche che dovevano firmare e rivedere, ma era già l'inizio di qualcosa, pensò Juls.
<< Devi averlo proprio stregato, sorellina. >> Kyle si mise al suo fianco, bisbigliando con fare cospiratorio. << Stare con te gli fa proprio bene >> disse palesemente sincero.
Juls guardò suo fratello. << Non è merito mio. Ha fatto tutto da solo >> contestò.
<< L’amore rende migliori >> Kyle le ammiccò. << Almeno così ho sentito dire >> fece un gesto di nonchalance. Juls  si annotò mentalmente che doveva fare una chiacchierata con suo fratello. Voleva sapere come andavano le cose con Phoebe e se facesse veramente sul serio con lei.
<< Vieni a casa con me? >> propose Juls a suo fratello, che la guardò scettico. << Dal modo in cui ti guarda Tomlinson, penso che tu abbia altri programmi >>. Le baciò la guancia. << Il mio lavoro per il momento è concluso. A più tardi Star >>.
Juls aggrottò la fronte, soffocando un sussulto, quando due mani forti le strinsero i fianchi, sollevandola di peso.
<< È ancora valido il tuo invito? >> Louis la fece volteggiare sul posto, facendola ridere di gusto.
<< Soltanto ad una condizione >>.
<< Sentiamo >> Louis non si preoccupò di avere un minimo di pudore di fronte a sua madre, quando strofinò provocante il naso sul collo di Juliet.
Lei gli diede un colpo abbastanza forte sul petto con la mano, da fargli fare una smorfia mista a dolore e divertimento.
<< Che tu mi faccia vedere il tuo attestato di laurea >>.
Louis roteò gli occhi al cielo, stizzito, e Joannah si mise a ridere quando gli disse: << Che credulone che sei, Louis >>.
Anche Juls rise dandogli un buffetto sulla guancia. << La condizione è che sia io ad offrirti la cena. Dobbiamo festeggiare >>.
<< Scordatelo, la cena la pago io. >> si chinò su di lei, baciandole lievemente le labbra. << E poi festeggeremo nel modo che piace a me, tigrotta >> sorrise malizioso.
<< Non sono ancora sorda, ragazzi. >> s’intromise divertita Joannah. << Tra un po’ verrà Mike, quindi vedete di sparire >>.
La salutarono sorridenti, mentre lungo la strada, Juls indugiò nel fissare Louis.

Il mio ragazzo. Suonava così bello.
<< Cosa c’è? Hai freddo? >> Louis si fermò, sospettoso.
<< Abbracciami >> mormorò lei, e lui acconsentì all’istante circondandola con le sue forti braccia, dove Juliet s’immerse nel tepore e nel buonissimo odore di lui.
Stringendo la stoffa del morbido cappotto di Louis, Juls respirò forte, alzando lo sguardo per incontrare quello di lui.
Deglutì, e Louis la strinse a sé infondendole quella tenerezza e protezione che le scaldò il cuore, mentre con una mano le infilava le dita nei capelli accarezzandoli. << Parlami, tigrotta >>.
<< Ti…>> Juls esitò, poi scelse qualcosa che poteva fargli capire almeno in parte cosa provava per lui. << Ti voglio bene, Louis >>.
Louis sbatté le palpebre stupito, mentre un lento sorriso rendeva le sue labbra fortemente desiderabili da baciare. << Anch’io, Juliet. >> mormorò, chinandosi per coprirle la bocca con la sua. << Moltissimo >> e la cullò in un bacio dolce e rovente.

 

Note dell’autrice

Buonasera piccole mie!!! :D
Ebbene sì, sono viva, scusate l’attesa di due settimane per la pubblicazione di questo capitolo, ma non ho passato le feste a casa, e soltanto ieri sera sono tornata da Venezia. Piuttosto è stato una gioia indescrivibile trovare le vostre recensioni e messaggi quando sono rientrata nel sito!!
Con ritardo, auguro un buon anno a tutte :3
Grazie per gli auguri del mio compleanno *w*
E soprattutto stringo in un forte e caloroso abbraccio le 26 ragazze che hanno recensito il capitolo 20, le 15 ragazze che hanno recensito il primo missing moment a rating rosso, le ragazze che hanno soltanto letto entrambi o almeno uno dei due, coloro che mi hanno inserito tra i loro autori preferiti, a chi ha aggiunto The dress of seduction e The red dress of seduction nelle storie preferitericordate seguite.
Mi avete come dire stesa, ma neanche, perché è dire poco ragazze, avete lasciato me senza parole…siete state dolcissime e sapere che non ho fallito nella descrizione delle scene passionali mi ha fatto tirare un sospirone di sollievo e di felicità, regalandomi uno strepitoso regalo di compleanno, e di Natale. E per questo vi abbraccio forte :’’3
Alcune di voi mi avevano parlato della possibilità di segnalare questa storia nelle scelte. Ovviamente io ne sono rimasta molto lusingata e imbarazzata, perché è una cosa molto forte da dire per come la vedo io. Poi cosa vedo? Una mia lettrice che segnala questa storia all’amministrazione proprio per inserirla lì!!!
Ringrazio infinitamente weronika per ciò che ha fatto, commuovendomi :'3 Io non mi sogno alcuna cosa concreta, non mi aspetto di certo che tra migliaia e migliaia di storie segnalate la mia venga presa in considerazione, ma ciò che mi ha colpito è stato l’atto in sé…grazie dolcezza :’’)
Troppi monologhi, magari vi avrò già annoiato a morte con i miei soliti elogi nei vostri confronti u.u’ Vi voglio bene<3<3
Riguardo al capitolo, la relazione tra Juls e Louis sta crescendo non trovate?
Louis ha un nuovo lavoro diciamo così XD E stavolta per lui è qualcosa di molto serio, soprattutto perché da quello che si comprende, vuole prendersi maggiori responsabilità, iniziando ad assumersela con il negozio. Louis non sarà tecnicamente un fioraio come prima alle dipendenze della madre, ma un co-proprietario serio e capace. Facciamogli gli auguri di buona fortuna ;D
Credo non ci sia bisogno di riassumere i sentimenti che provano Juls e Louis l’uno per l’altra, perché sono palesi. Juls si è spinta a confessargli parte del suo amore cominciando con un ti voglio bene, e Louis ha risposto alla stessa maniera. Ho voluto scrivere un finale piacevole per questo capitolo, ma sapete che con me non si può mai sapere, no? ;)
Piccolo anticipo per il prossimo capitolo? Ci sarà il matrimonio tra Nat e Zayn!! *applausi*.
Concludo ringraziando ancora coloro che hanno letto questo capitolo, se vorranno farmi sapere cosa ne pensano, ovviamente se me lo merito U.U
Con tanto amore, Ella.

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Capitolo 22
*** Capitolo22 ***


capitolo 22 pronto

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Capitolo 22

 

 

Si prospettava una giornata piena per Promesse, quando Juliet si diresse a passo felpato lungo il corridoio della tenuta, verso l’ufficio della sua socia.
Quando entrò, un delizioso profumo di biscotti farciti le invase le narici.
<< Perché fare ginnastica quando la signora G ci fa questi dispetti? >> disse, ma si morse il labbro accorgendosi che Jade era impegnata in una serrata conversazione con una cliente, a giudicare dalla ruga che si era formata tra le sopracciglia scure, i capelli ricci tirati in una coda di cavallo stretta ed efficiente, l’anti-acido poggiato di lato ad una bottiglietta d’acqua.
Se qualcuno al di fuori l'avesse vista avrebbe detto che fosse stressata, ma per Jade quello era il suo pane quotidiano, e nessuno era in grado di saper gestire i comportamenti isterici delle future spose meglio di lei, di saper appianare qualunque dilemma o preoccupazione.
Juls scivolò sulla poltroncina posizionata di fronte alla scrivania in legno di ciliegio scuro, mente Jade si portò le dita all’attaccatura del naso massaggiandoselo.
<< Cata, sono sicura che andrà tutto per il meglio. Una leggera spruzzata di neve non impedirà a te ed Eric di sposarvi questo pomeriggio >>.
A giudicare dalla vocina stridula proveniente dall’apparecchio, la donna non era della stessa idea.
Juls arricciò le labbra, passando in rassegna gli impegni della giornata. La seconda prova d’abito di una sposa alle undici, un evento pomeridiano programmato per le sedici e trenta, e l’addio al celibato e al nubilato rispettivamente di Zayn e Nat.
A quel punto, un enorme sorriso illuminò il viso di Juliet. Era giunto il momento delle nozze, domani la sua migliore amica si sarebbe sposata.
Il momento di euforia, fu bruscamente interrotto, quando Jade espirò a denti stretti, e Juls chiuse gli occhi sospirando. La sposa stava singhiozzando. << Cata, tesoro, non c’è motivo di piangere. >>, la voce della riccia suonò dolce e rassicurante, <> annuì impercettibilmente, mentre digitava velocemente qualcosa al computer. << Certo, ora per favore, prendi un bel respiro. Calmati, ecco brava. Alle sedici e trenta di questo pomeriggio festeggerai il tuo fidanzamento, è una promessa. Anche se noi non ci saremo, posso assicurarti che starai divinamente con la tua famiglia e del buon cibo italiano…>> Jade roteò gli occhi. << Naturalmente. Non ti farò mancare nulla, sarà come se fossimo lì con te, ma è Eric la cosa più importante. Non pensare ad altro se non a lui e al cammino che state per intraprendere verso il vostro futuro…figurati tesoro. Chiamami se hai bisogno. Un bacio >> Jade chiuse la chiamata, e immediatamente portò la mano verso la bottiglietta d’acqua.
<< Non puoi controllare Madre Natura, Ward. >> esordì schersosamente Juliet, protendendosi per prendere un biscotto dal piatto sulla scrivania.
<< Evidentemente non è quello che pensano le nostre clienti >> borbottò Jade, poi sospirò. << Chi sceglie di celebrare il suo matrimonio a Dicembre, non può non aspettarsi la neve. Siamo a Londra. Qui piove quasi tutto l’anno >>.
<< E le spose frignano quasi tutto l’anno >> aggiunse Allie entrando nella stanza, con il suo blocco dei disegni in una mano e una matita sopra l’orecchio, gli scarponi da neve che producevano dei tonfi sul pavimento di linoleum.
<< Chi ha urtato il tuo ego, stamattina? >> chiese Juls alla mora, mentre buttava giù l’anti-acido.
<< I nipoti di Kristal stavano giocando a nascondino, in casa sua. Precedentemente si erano lanciati palle di fango in giardino >> spiegò con una nota nella voce che non presagiva niente di buono da quel racconto.
<< Non dirlo >> Juls s’irrigidì.
<< Eccome se te lo dico. Uno dei bambini si è nascosto nell’armadio, dove si trovava il suo vestito da sposa. Kristal mi ha chiamata in lacrime, dicendomi che da bianco il suo vestito è diventato a pois marroni >> Allie trangugiò un biscotto dal piatto. << Posso sistemarlo, ma non è finita qui. Il bambino è inciampato sul vestito venendo fuori dall’armadio >>.
<< Merda >> Questa volta Juls imprecò, immaginando che fine avesse fatto il vestito.
<< La gonna si è moderatamente strappata. Ha chiamato me perché sono la designer, ma aveva chiamato anche Jade prima, solo che rispondeva la segreteria >>.
<< Ho intrattenuto una conversazione di due ore e ventisei minuti con una cliente che minacciava di chiamare il meteorologo nazionale, perché non aveva avvertito che sarebbe venuto a nevicare >> spiegò Jade, << La festa di fidanzamento è saltata. Mi sono assicurata che festeggiassero in altro modo. Questo ci permetterà di porre la nostra attenzione ad un altro evento importante di oggi >> Gli occhi grigi della riccia luccicarono, come quelli ambra di Juls e quelli blu di Allie.
<< A proposito, dove diavolo è finita la sposina? >> volle sapere Juliet, vedendo che in quella stanza mancava solo lei.
<< Le ho concesso mezz’ora di ritardo soltanto perché oggi è il suo pre-giorno speciale, ma ora è in ritardo di sei minuti >> Jade si alzò dalla scrivania, guardando fuori dalla finestra. << Casa sua è a dieci passi dalla mia, non penso si sia dispersa nella neve >> fece una pausa. << Almeno voglio sperarlo >>.
Juliet rise. << Probabilmente è ancora a letto. Zayn le ha fatto una sorpresa ieri sera. Nat me lo ha detto perché in quel momento stavamo parlando al telefono. Per quel che ho potuto capire, Zayn aveva organizzato una cenetta a lume di candela. Molto romantico, poi prima dell’arrivo di Nat, il moro ha preso una scala, deciso a trovare il film preferito della fidanzata, e quando lei è entrata, lui era assorto completamente nel suo operato da non accorgersi che fosse lì, alle sue spalle. Sapete che quando Nat entra in una stanza è un uragano, no? >>.
<< Per favore, dimmi che Zayn non è caduto dalla scala. Non ho programmato una visita all’ospedale. >> digrignò Jade.
<< No tutto a posto, tranquilla. C’è mancato un pelo, però. Poi da lì in poi la conversazione è diventata confusa. Una sorta di rumori raccapriccianti. Credo che Zayn era mezzo nudo, e che per lo spavento gli sia caduto l’asciugamano stretto in vita. Nat ha squittito. Ho ritenuto che fosse opportuno lasciar loro la giusta privacy. Non fa parte delle mie fantasie ascoltare due che fanno sesso all’altro capo del telefono >>.
Allie rise. << Ma il sesso telefonico con Louis è tra le tue fantasie >>.
Juliet lasciò trapelare un eloquente ghigno malizioso.
<< Anche se il sesso telefonico è un argomento assolutamente degno di attenzione, dobbiamo metterci a lavoro. Chiamo Nat. Dobbiamo sistemare gli ultimi preparativi per le sue nozze >>. Jade sorrise quando aggiunse: << E dobbiamo spalare metri di neve >>.
<< Questo non è eccitante come il sesso telefonico >> mugolò Allie a testa bassa, mentre lei e Juls si dirigevano in cucina per prendere le pale.

 

 

Nat non si mordicchiava mai le unghie. Ma le cose potevano cambiare quando si trattava di un giorno prima del suo matrimonio.
Nessuna scenata isterica, si era imposta. Non era una femminuccia piagnucolante. Poteva fare una nevicata di cinque centimetri e avrebbe comunque sposato il suo uomo. Non era spaventata. No dannazione, era eccitata da morire.
Il che era peggio.
<< Maledetto! >> imprecò, cercando di infilarsi lo scarponcino destro al piede. Oscillò col corpo, nel tentativo di entrarci. Era in ritardo. Jade l’avrebbe ammazzata.
Indignata nei confronti del suo infedele stivaletto di camoscio acqua-marina, saltellò su una gamba sola scendendo con maestria le scale di casa sua, superando la scia di quadri con le fotografie raffiguranti le sue migliori amiche, la sua famiglia, le copertine che ritraevano lei sulle riviste nuziali di Londra, e di Zayn insieme a lei nell’atto di baciarsi, abbracciati sul divano, di ridere...tutte foto, tutti pezzi della sua vita. La fotografia per lei significava catturare un ricordo, renderlo permanente, eterno, in modo da tornare alla memoria ogni qualvolta che lo sguardo ci volava sopra. Questo era il suo lavoro, il mestiere che amava fare, e che non avrebbe mai smesso di praticare con le sue amiche, neanche per tutto l’oro del mondo. Riprovò ad infilarsi lo stivale, mentre si recava in cucina a passo d'anatra.
<< Jade. Mi. Ammazza. Sono in ritardo. Colpa tua >> saltellò con le mani impegnate a tirare, guardando Zayn di sbieco, con il ciuffo sensualmente spettinato, i pantaloni consumati, e mmh...niente maglietta. Stava preparando la colazione, e buon dio indossava un grembiule da cucina. Poteva il grembiule da cucina, renderlo tanto arrapante di prima mattina?
<< Non è giusto >>.
<< Cosa non è giusto? >> un sorriso gli incurvò le labbra carnose.
<< Io a prima mattina somiglio ad una barbona. Dillo che hai il parrucchino. Quei capelli non possono essere tanto splendidi. Se lo ammetti, prometto che non ti amerò di meno >> brontolò, prendendo la tazza di caffè che lui le porse.
Zayn rise, scuotendo la testa. << Questo è molto rassicurante. >>, si sporse all’indietro per darle un bacio sulla guancia. << Temo sempre il peggio quando siamo a letto. Soprattutto quando me li tiri, ma ora che sai il mio segreto, sono più sereno >> le fece l’occhiolino, gli occhi marroni che brillavano di amore per la sua compagnia.
<< Mmh sexy e scherzoso di prima mattina. Ho pescato proprio una bella preda. E poi mi prepari anche il caffè, non potrei desiderare di più dalla vita >> quasi fece le fusa quando sentì il profumino inconfondibile delle frittelle nel piatto, mentre venivano cosparse di salsa al caramello.
Un sorriso radioso albergò sul volto di Natasha. Non era dovuto alle frittelle. Okay anche per quello, ma domani Zayn sarebbe diventato suo marito.

Oddio, sto per sposarmi.
Non era previsto che gli occhi le diventassero lucidi. Ma se non altro, era sicura che Jade avrebbe trovato un modo per eliminare gli occhi gonfi. Non era mai stata una sentimentale, ma dannazione, l’amore della sua vita era lì di fronte a lei che le stava preparando la colazione.
<< Nat? >> Zayn prontamente si avvicinò, cingendole la vita con un braccio, mentre con la mano libera le cingeva un parte del volto, accarezzandone la guancia con un polpastrello. << Perché piangi? >>.
<< Un lacrima. Soltanto una. Anzi no. Due. >> gli baciò il petto, stringendolo in un abbraccio. << Credo sia normale >>.
<< Lo è. Ti amo, moglie. >> Zayn le baciò la sommità del capo, a lungo e con tenerezza.
<< Anch’io, marito >> sorrise, quando sentì che le braccia di Zayn l’avevano stretta di più al suono dell’ultima parola.
<< Ho una proposta da farti >>.
Quella frase…così familiare per Nat che le riportò alla mente un dolce ricordo.

 

 

Nevicava.
Leggermente, ma Nat si maledì lo stesso per avere ai piedi un paio di scarpe aperte col tacco da dodici centimetri.
Teneva la sua fedele compagna d’avventure, la sua macchina fotografica Nikon nella mano guantata in una tasca come portafortuna. Dentro l’altra tasca del bomber color rosso fuoco che indossava, accarezzava languidamente con la punta delle dita il suo regalo per Zayn.
Uscivano insieme da sei mesi. Nat non era mai stata con un uomo così a lungo. Ora, però, mentre camminava vero la porta della casa di Zayn, seppe che quella era la cosa giusta da fare. Non aveva mai fatto regali prima di allora ad un uomo. Era totalmente negata, e per la prima volta ne aveva comprato uno. Bello grosso.
Che Dio l’aiutasse. Casa Malik era proprio di fianco alla tenuta di Jade. Che fortuna, se il piano non fosse andato a buon fine, i biscotti al cioccolato della signora G l’avrebbero per lo meno fatta rincuorare.
E se rimandassi la mia visitina a sorpresa a domani? pensò.
Inciampò, mentre camminava lungo il vialetto, ma riuscì a riprendere l’equilibrio appena in tempo che il suo culo finisse per terra.
<< E va bene, sì ho capito. Ci vado. Se esiste un angelo custode, il mio è una vera rottura di palle >>.
Bussò al campanello, una, due volte. Le luci erano accese, quindi Zayn doveva per forza trovarsi in casa.
<< Arrivo! >> Ecco appunto. La voce di lui, e il rumore di passi che si avvicinavano per aprire la porta, la misero in agitazione.
Si portò la mano dentro la tasca, per ricavare dal suo regalo un po’ di coraggio. Sgranò gli occhi e il suo cuore balzò un battito.
Il regalo.
Non c’era.
Cazzo!
Nat si girò come un fulmine, cercando con gli occhi il pacchetto lungo il ciglio di strada appena percorso.
<< Oh andiamo, non farmi questo. Dove sei? Dove sei? >> Non poteva averlo perso!
Si girò, ignorando il suono della porta alle sue spalle che si apriva.
<< Natasha? Sei tu? >>.
<< Ehm ehi ciao! >> si girò giusto per rivolgergli un breve, tirato e convincente sorriso, dato l’inconveniente di merda. << Un secondo solo eh? >> Gli volse velocemente le spalle, scrutando la strada.
<< Tutto bene? >> Zayn fece un passo in avanti, rabbrividendo per il gelo che gli investì la pelle del viso.
<< Assolutamente sì >>.
Focalizzò la strada, fino a quando i suoi occhi non videro ciò che volevano.
<< Eccolo! >> esclamò sollevata. Doveva esserle caduto quando era inciampata. Si chinò per prendere il pacchetto che era caduto nella neve. Non si accorse del ghiaccio sotto i piedi, soltanto quando rialzandosi perse rovinosamente l’equilibrio.
<< Nat! >> Zayn fu subito da lei, afferrandola per un braccio, ma l’oscillazione fu talmente brusca, che i due caddero a terra.
La rossa fece una smorfia, non per il dolore della caduta, ma perché avrebbe gradito che Zayn non le fosse finito addosso schiacciandola.
<< Gesù Natasha! Ti sei fatta male? >> Quasi non avvertisse il minimo dolore, Zayn si rialzò immediatamente, facendo per aiutarla.
<< Wow che botta. Sto bene. Mai stata meglio >> sorrise, quando Zayn la guardò in modo confuso.
<< Hai battuto la testa? >> volle sapere lui, con un cipiglio preoccupato.
Nat rise, pensando a quello che stava per fare. << No, l’ho persa quando mi sono innamorata di te >> disse e gli strattonò il colletto della maglietta, finchè le sue labbra non toccarono quelle di lui, in un bacio appassionato, freddo e bruciante insieme.
<< Cosa? Cioè, puoi ripetere ciò che hai detto? >> Zayn teneva gli occhi chiusi, temendo di aver sentito male. Erano sei mesi che usciva con Nat. Lui l’amava, ma aveva aspettato, per paura che lei non fosse pronta a sentirselo dire. Aveva imparato a conoscerla, e sapeva che l’amore, un impegno duraturo, una famiglia, non era ciò che lei cercava.
<< Ho una proposta da farti >> Nat si alzò mettendosi seduta, ignorando il freddo che sentiva sotto il sedere. Zayn la strinse per infonderle calore, e il sangue di lei si scaldò di tenerezza, un sorriso caldo le increspò le labbra piene.
<< Vuoi andare dentro a bere qualcosa di caldo, prima? >>.
Nat scosse la testa. << Fammi concentrare, per favore >> si puntellò un dito sul mento, ripescando il discorso che si era preparata a casa. Zayn sbatté gli occhi, confuso, quando la rossa fece una smorfia appallottolando il pezzo di carta e gettandoselo alle spalle. << Mmh vediamo se così è più facile.>> Zayn la vide prenderle qualcos’altro nella tasca.
Gli straordinari occhi verdi di lei, incontrarono i suoi marroni, e il cuore saltò un battito quando lei si mise in ginocchio, nella stessa posizione di lui. Dovevano sembrare due matti agli occhi dei passanti, ignari che si stessero congelando, mentre fievoli fiocchi di neve cadevano sulle loro teste.
<< Credo di averti torturato abbastanza. Mi dispiace per questo. Sono una stronza >> Nat gli poggiò un dito sulle labbra, zittendolo quando tentò di aprire bocca. << No, lasciami finire. Sono una stronza, ma tu mi ami, e dio tu mi ami davvero, perché un uomo sano di mente non sognerebbe di stare con una che appena ti conosce, ti domanda se vuoi diventare il suo nuovo amico di letto. E dannazione tu hai accettato. Poi qualcosa è cambiato, ed io mi sono spaventata >>.
<< Non devi…Nat io… >>.
<< Sposami >>.
<< … so che tu non sei pronta per …COSA?! >> Zayn sbarrò gli occhi.
Nat espirò forte l’aria dicembrina, buttando fuori una nuvola di vapore. << Sposami Zayn Jawaad Malik. Vuoi sposarmi Zayn Jawaad Malik? Passare la vita con me? Ti amo >>. Nat gli prese la mano infilandogli quello che Zayn percepì come un anello, ma lui era troppo assorto nell’assimilare le parole di lei, così perfette. Oddio gli vennero le lacrime agli occhi. Lei gli aveva chiesto di sposarlo. Lo aveva appena fatto e lui strizzò gli occhi così forte che gli fecero male.
<< Ecco, >> Nat gli tirò su la mano per fargli vedere l’anello d’oro bianco, semplice, inciso con una sinuosa scrittura che riportava la scritta “Solo mio. Tua Nat”; ad un soffio dagli occhi, << ti piace? Sei mio adesso, lo dice l’anello >>.
Zayn sbattè le palpebre. << Sì. Sì >> la voce gli suonò più rotta di quanto immaginasse.
<< Un sì a cosa? Sì mi piace l’anello o sì mi piace l’idea di diventare tuo marito? >> Nat sorrise, nel modo in cui lui tanto amava. Le dolci fossette che si formavano sulla sua pelle chiara, i capelli rossi e selvaggiamente scompigliati dal vento.
<< Ti amo Natasha >> la prese tra le braccia, scoccandole un lungo bacio. << Ti amo e voglio sposarti >>.
<< Mmh…Allora l’angelo custode è stato utile >> mormorò lei, radiosa.
<< Cosa? >>.
<< Niente, niente. Sta’ zitto e baciami >> e lui lo fece, molto volentieri.

 

 

Nat si portò la mano di Zayn alle labbra, baciando l’anello che portava all’anulare sinistro, dove un altro gli avrebbe fatto compagnia l’indomani. << Quale proposta? >> domandò per poi baciargli il palmo della mano.
Zayn gemette di piacere, poi schiarendosi la bocca disse: << Scappa con me domani >>.
Nat alzò di scatto la testa, sollevando gli angoli delle labbra in un sorriso a trentadue denti. << Dopo la cerimonia? O prima di diventare marito e moglie? Perché se vuoi scappare da me penso sia troppo tardi ragazzo >>.
Zayn rise, baciandole la punta del naso. << Dopo la cerimonia. Magari restiamo un po’ per scambiare qualche parola con gli amici e parenti, e poi ce ne andiamo. Le valige sono già pronte. Dimmi di sì e fuggiamo insieme verso il nostro nido d’amore ad Aspen >>.  Avevano deciso che avrebbero passato la luna di miele in un bungalow ad Aspen, negli Stati Uniti d'America per due settimane. << Mmh ti amo così tanto quando fai così. Fuggire dal nostro stesso matrimonio e partire... >> chiuse gli occhi beandosi nell’immaginare quella possibile fuga amorosa, poi fece una smorfia tornando alla realtà. << Ma non dovevamo partire prima di una settimana? Jade mi staccherà sicuramente la testa se lascio il lavoro con sette giorni di anticipo, hanno bisogno di me e … >>.
Lui scosse la testa, ammiccandole.
Nat schiuse la bocca sorpresa. << La riccia è una tua complice. Molto bene, capitano. Salperemo insieme verso l’avventura. >> saltellò euforica, poi gli cinse il collo con le mani e lo tirò a sé in un bacio veloce. << Ora però devo proprio sparire, altrimenti sarai vedovo prima del tempo >>.

 

 

Le ragazze lavorarono per tutto il pomeriggio: Jade si stava occupando di alcune faccende riguardanti il catering per la cerimonia di Nat, mentre la diretta interessata si trovava con Karen- l’assistente fotografa- per discutere di quali tecniche usare e delle sceneggiature adatte.
Juliet imprecò dinanzi alla situazione in cui era venuta a cacciarsi. Dopo aver finito con la sua cliente, aveva deciso di dare una mano ad Allison per dare una sistemata all’abito da sposa rovinato.
<< Dannazione perché devo essere proprio io a farti da manichino? >> borbottò con i pugni sui fianchi, mentre Allie la trucidava con lo sguardo.
<< Perché sei l’unica miserabile che si sia resa disponibile per aiutarmi e perché porti la stessa taglia di Kristal >>. Le porse il vestito da sposa adesso finemente rattoppato. << Indossalo, così potrò vedere se è venuto bene >>.
Juls sbuffò, poi riluttante lo prese. << Okay, torno subito >>, disse dirigendosi verso il camerino.
Allie sorrise, << Grazie. Ti serve aiuto? >>.
<< Credo sia il mio lavoro, ce la posso fare >> la beffeggiò amabilmente. Ignorò il commento di Allie sulla sua testardaggine.
Una volta dentro, Juliet diede le spalle allo specchio, guardando il vestito nelle sue mani.
Chissà perché si ritrovò a pensare a lei mentre percorreva la navata, sorridendo felice e innamorata al suo futuro marito che l’aspettava tendendole la mano come nei film.
Pensò a…no.
Scosse la testa. Non doveva pensare a cose di quella portata. Merda, non doveva lasciarsi andare all’immaginazione come una ragazzina. Le cose le piacevano così come stavano. La relazione con Louis andava più che bene, uscivano fuori a cena, al cinema, a fare una passeggiata. Anche il sesso andava alla grande. La sera prima lui le aveva proposto di lasciare a casa sua qualcosa di personale, come uno spazzolino o dei vestiti, ma lei si era fatta di ghiaccio. Era la sua immaginazione o Louis le stava proponendo di andare a vivere con lui? No, decisamente era soltanto un suo pensiero infondato.
Era un passo troppo grosso quello, non poteva di certo voler dire che Louis stava pensando seriamente di vivere insieme.
Non avendogli dato una risposta, se l’era svignata sotto la doccia, per poi correre via con una scusa del tipo: << Sono in ritardo, a dopo >>, quando erano soltanto le sette del mattino.
Sapeva che lui era incazzato. Lo sarebbe stata anche lei. Perchè era fuggita come un coniglietto impaurito?
Poi una linea dura serrò le sue labbra, quando il pomeriggio della sera precedente, qualche ora prima dell’appuntamento con Louis aveva ricevuto una chiamata del tutto inaspettata da parte di sua madre. La sua vera madre.

 

 

<< Promesse. Buon pomeriggio, sono Juliet Anderson >> rispose meccanicamente Juls sorridente, mentre faceva rigirare Nat per darle un’ultima occhiata con indosso il vestito da sposa.
<< Juliet, tesoro. Sono la mamma >>.
Lei doveva essersi distratta, << Ehi mam… >> la parola le morì in gola, quando sulla segreteria non comparve il numero di Bethany. Deglutì. << Linda sei tu >>.
Nat aggravò lo sguardo, sorpresa, mentre Juliet si irrigidiva come un palo.
<< Mamma, tesoro, chiamami mamma. Quante volte te lo devo dire? >>.

Mai.
Juls prese un bel respiro. << Vuoi dirmi qualcosa? Sai sto lavorando… >> disse eloquentemente.
<< Volevo soltanto sentire la tua voce. Mi manchi, sono mesi che non ci vediamo >> La voce della donna suonò dispiaciuta.
<< Da quello che so, stavi divorziando dal tuo maritino italiano >>. Juliet non le disse quanto si dispiacesse a quella notizia. In fondo non aveva mai conosciuto il suo patrigno o quello che era, nemmeno una volta.
<< Ah sì deve essere stato per quello…ma ho una bellissima notizia da darti >> squittì Linda.
Juliet non si scompose, la sua voce neutra, fredda. << Dimmi >>.
<< Mi risposo! Si chiama Marcus. L’ho conosciuto in chat. Non ti starò a raccontare di come è nato il nostro amore per non annoiarti. E indovina un po’? Abita in un paesino proprio vicino Londra. Ci credi tesoro? Ora potremmo vederci di più! >>.
Juls non potè neanche aprire bocca, che subito Linda disse: << Potremmo festeggiare le vacanze natalizie insieme >>.
<< Linda >> provò Juliet. Un groppo in gola, irritabile e amaro la rese stizzita.
<< Mamma >> la corresse lei.
Juls dovette reprimere un ringhio a quella parola senza valore. << Non so se sia una buona idea…sai dovresti stare con il tuo nuovo futuro marito…ehm  Marcus giusto? >>.
<< Sì, ma io… >>.
<< Tranquilla, passa buone feste. Ci rivedremo sicuramente >>
nel mese del forse, nell’anno del mai.
Attaccò. Nat le rivolse uno sguardo comprensivo, ma lei lo ignorò come per concentrare le proprie emozioni e rimetterle dentro la scatola.
<< Allora dove eravamo rimaste? >> riprese Juls sorridendo come se quella chiamata non ci fosse mai stata.
 

 

Forse quella chiamata l’aveva grossomodo turbata, e di conseguenza si era comportata da stronza con Louis che non lo meritava affatto. Linda...come doveva reagire ad una persona che le aveva dato la vita e che poi l'aveva abbandonata? Dare la colpa a quella donna non avrebbe risolto il problema con il suo ragazzo. Doveva chiedere scusa a Louis, fare una chiacchierata.
Con estrema cura, indossò il vestito. Poi si girò, inclinando il capo mentre si osservava. I cristalli ornavano il corpetto, l’ampia gonna in tulle era stata lavata e asciugata, e adesso era morbida e leggera sotto il tocco delle dita. Non doveva constatare se a lei stesse bene o meno, ma alla sposa piaceva il monospalla, e a Juls non stava per niente bene. 
Con una punta d’invidia, si chiese quale magia attraversasse il corpo delle donne che indossavano per la prima volta il proprio abito da sposa. Juliet vedeva le lacrime, gioia, un mix di emozioni, ma non era la stessa cosa guardare e provare sulla propria pelle.
Era un momento speciale, che solo chi viveva in prima persona poteva capire. Juliet era dotata di quell’empatia che la rendeva brava con le sue clienti, ma erano loro a vivere il sogno. Juliet e le sue socie erano le fate madrine.
<< Arrivo! >> gridò sperando che Allie l’avesse sentita.
Perché non calarsi nella parte della sposina felice per una volta?
Chinò lo sguardo per sistemarsi il corpetto come meglio poteva, mentre svoltava l’angolo del piccolo corridoio. Kristal era una taglia in meno di lei di reggiseno, accidenti.
<< Sono pronta, ma dovrai aiutarmi a sistemare la cerniera…e prima che tu possa dirmi “te l’avevo detto”, sappi che… >>.
Louis era in piedi, indossava un dolce vita nero con un paio di jeans scuri a fasciargli quelle gambe sexy e toniche.
Un forte imbarazzo le fece avvampare le guance. Immaginò che dovesse essere proprio ridicola vestita come una principessa delle fiabe. Incrociò il suo sguardo, e quasi svenne per la profondità di quello di lui. Un turbine di rabbia e desiderio vorticavano nei suoi occhi celesti.

 

 

Ma. Che. Cazzo.
Come avrebbe potuto un uomo mantenere un briciolo di cervello di fronte a quella visione?
Juliet era lì, con un abito da sposa. Deglutì alla vista dei seni pieni e sodi di lei che sporgevano leggermente dal tessuto del coperto, ma gli bastò lo stesso per mandargli in pappa i neuroni.
Era arrabbiato…sì perché quella mattina quella piccola predatrice gli era sfuggita nuovamente tra le mani.
Aveva pensato a lungo, giungendo alla conclusione che forse l’aveva spaventata con la sua proposta.
Ma in fondo che male poteva essere lasciare qualcosina di suo nell’appartamento spoglio di Louis?
Era bello la sensazione di averla nel suo letto quando si svegliava, e punzecchiarsi il mattino a colazione. Sembrava così scontato che una coppia lo facesse, ma lui si sentiva in pace ad averla intorno anche quando litigavano per chi doveva pagare la cena. Lei s’ infuriava dicendogli che poteva benissimo pagare lei una dannata volta, ma lui la zittiva, divertendosi nel vedere il modo in cui la tigre caparbia si quietava con le sue carezze. Quando non si vedevano, era riluttante a tornare a casa e mangiare da solo. Stava sviluppando una specie di primario bisogno verso quella donna, se ne rendeva conto. Ma era un idiota se non avesse ammesso a se stesso che gli piaceva da morire.
<< Non mi sembra opportuno che tu stia qui. Non se dobbiamo litigare >> Juls alzò il mento, sfidandolo a contraddirla.
A passo felpato Louis si diresse verso di lei, e quest’ultima lo scrutò con quella scintilla combattiva negli occhi ambrati.
<< Arrabbiato? Ti sembro arrabbiato? >>.
<< In tutta onestà mi sembri arrapato e arrabbiato insieme >> ghignò lei.
<< Hai perfettamente ragione. Ora togliti quel vestito >> Gli occhi di lui si posarono fugacemente sui suoi seni deliziosamente esposti.
<< Ah no scordatelo. Allison, dovunque sia, sarà qui tra qualche minuto >> Dove diavolo era andata? << E…ehi, occhi a me signorino >> lo rimbrottò.

Beccato.
Quando ottenne la sua attenzione, Juliet sospirò. << Lo so lo so, diavolo non sembro neanche seria mentre ti parlo con questo vestito addosso, ma sì hai perfettamente ragione a essere incazzato con me >>.
<< Il tuo aspetto mi confonde, e sto pensando ad altro in questo momento che prevede te nuda su quella poltrona, ma hai ragione su quello che hai appena detto >> annuì solenne.
Buon dio, il modo in cui lo disse, con quella nonchalance, fece diventare gelatina le gambe di Juliet.
Si morse in labbro, e lui avrebbe voluto fare la stessa cosa. Lei doveva averlo capitolo, perché assunse quel tono da dacci-un-taglio. << Non mi stai aiutando >>.
<< Scusa, sono serio adesso. Perché non vuoi lasciare la tua roba da me? >>.
Lei sembrò esitare nel chiedergli: << Tu vuoi che venga a vivere con te? >>.
Louis non si scompose, anzi disse con un tono di voce più morbido. << Mi piace l’idea. Non ti nego che ci avevo pensato, ma non sei obbligata >>.
<< Tu e Rachel vivevate insieme, giusto? >>.
La domanda inespressiva di lei, lo colse momentaneamente di sorpresa. << Sì, bè in un certo senso… >>.
<< No, aspetta. >> Juliet si passò una mano tra i capelli, con un’espressione tormentata in volto. << Io non intendevo farmi gli affari tuoi >>.
<< Juliet va tutto bene. Forse non avrei dovuto dirlo con tanta leggerezza, ma quando sono con te non razionalizzo bene, lo sai >>.
Lei inarcò un sopracciglio. << Ti sei pentito? >>.
Accidenti alla mentalità delle donne. << No! Dannazione non volevo dire questo. È vero, io e Rachel vivevamo insieme, ma non nel modo in cui pensi tu. Erano incontri sessuali, e lei rimaneva a dormire. Non abbiamo fatto tutta quell’altra roba come fare colazione, o vedere semplicemente la tv sul divano. C’era Harry, ed io non volevo una donna sotto il mio tetto, semplicemente perché non mi piaceva l’idea che s’insinuasse troppo nella mia vita mettendo cose sue tra le mie >> ammise.
Lei fece un mezzo sorriso. << Mi stai chiedendo d’insinuarmici io? >>.
<< Bè, sì, se l’idea di vedere la mia faccia al mattino non ti disgusta >>.
Juliet rise, grazie a dio. << Posso pensarci? >>.
<< Certo >> Louis sorrise, confortato.
<< Bene. Sei ancora arrabbiato con me? >>.
<< Sì >>.
<< Perché? >>.
<< Mi hai rifiutato >> lanciò uno sguardo lascivo a lei e alla poltrona.
<< Non farò sesso con te nel mio ufficio. Almeno non quando il matrimonio di Nat e Zayn è alle porte, e mi serve la più totale concentrazione >> rispose asciutta.
Louis annuì, << Giusto. >> si avvicinò chinando il viso verso quello di lei.
<< Tomlinson >> lo rimproverò lei.
<< Sì. Sì, lo so. Niente distrazioni, ma sei bellissima con questo vestito addosso >> le incastonò il viso tra le mani, accarezzandole le guance. << Voglio baciarti >>.
<< Cosa stai aspettando? >>.
<< Una risposta. Pensi che non mi sia accorto che sei turbata? Non riguarda solo noi due, sembri assorta da qualcosa >> commentò guardingo.
Juliet sorrise, almeno sperò di aver sorriso. << Va tutto bene, davvero >> si sporse per baciarlo, e per mettere un sasso sulla telefonata di Linda. Non c’era bisogno che ne parlasse. Era una situazione che era in grado di gestire.
<< Bugiarda >> lo sguardo di lui si fece inquisitore. << Parlami. Non mentirmi >>.
Juliet lo guardò, incapace di trovare le parole. Poggiò la fronte su quella di lui. << Tra qualche ora ci sarà l’addio al nubilato e al celibato di Nat e Zayn. Sarà meglio che tu vada, adesso. Per favore, ne parleremo, ma non ora >>. Juliet sperò di non doverlo fare, che quell'argomento spinoso di lei e Linda non trovasse dialogo con Louis. Gli aveva confessato una volta ciò che era successo, e non dubitava che Louis l'avrebbe ascoltata un'altra volta, ma alzare le ceneri da quel ricordo non le aveva mai fatto piacere, e preferiva sorvolarlo
Louis corrugò la fronte per niente convinto, dopo qualche secondo disse riluttante. << Okay. Ti chiamo più tardi >>.
Juliet annuì, seguendolo con lo sguardo finchè non chiuse la porta.
Si sfregò energicamente le mani sulla faccia. Sviò la possibilità di parlarne con le amiche, e sperò che Nat non avesse fatto parola con le altre della telefonata di Linda. Non avrebbe permesso che il malumore di una conversazione non gradita le rovinasse la giornata.
Poteva dimenticare quella chiamata, far finta che non ci fosse mai stata, come quella donna aveva dimenticato lei per ventun’anni della sua vita.

 

 

 
Nat non aveva chiesto una festa galattica per l’addio al celibato. In realtà era stata titubante a voler lasciar Zayn, ma era la tradizione del Quartetto. Le quattro amiche con i pigiama di flanella come quando erano adolescenti sedevano in salotto, mentre Jade e Juliet si sporcavano la faccia a vicenda con le creme per il viso. Avevano ventun’anni ma diamine, era bello fare le cose di una volta ogni tanto, quando si riunivano tutte a casa Ward per un film, popcorn, cuscini e sacchi a pello.
<< Credo che mi verrà un foruncolo. Anzi no, due occhi rossi e gonfi che mi faranno sembrare una drogata e… >>.
<< Nat, rilassati. Piangere stasera, rubinetti chiusi domani. Ho delle maschere facciali per tutte noi nel frigo principale, così non saremo gonfie domani >> Jade tirò fuori dalla tasca un fazzoletto per pulirsi il pastrocchio sul volto.
<< Sono una vera rottura di palle, lo so >> mugolò Nat, poggiando la testa sulla spalla di Juls.
<< Oh no tesoro, sei una sposa. È di norma comportarsi da isteriche. Ti accettiamo lo stesso >> convenne Allie.
<< Vi voglio un sacco di bene >> la rossa si alzò, l’accappatoio addosso. << Vado a fare il bagno, affogando nei sali, per eliminare tutta questa ansia che ho addosso >>.
<< Ottimo. Allora io vado eh? >> Allison si avviò verso la porta del salotto.
<< Dove te ne vai? >> domandò Juliet curiosa.
<< Ma che domande mi fai? È l’addio al celibato di Zayn. Ciò vuol dire che non sarà più un prodotto disponibile da domani, purtroppo. Ha bisogno di divertirsi un po’, sfogare la tensione con qualcuno che sia disponibile a stargli vicino >> gongolò la mora.
Nat alzò un sopracciglio. << Ah-aha e saresti tu? Prego Allie siedi su quella poltrona. Ti correggo bellezza, Zayn non è merce disponibile da quando sono entrata nella sua vita >> la corresse orgogliosa.
Allie svolazzò la mano come a spazzar via quello che la rossa aveva appena detto. << Ci sono matrimoni a tre. Se sono ancora in tempo potrei prendere due piccioni con una fava >>.
Jade e Juls alzarono gli occhi al cielo, scuotendo la testa, divertite.
<< Ho un’idea migliore che andare a ficcanasare nel nido dei maschietti >>. Zayn e tutti gli altri ragazzi, stavano sicuramente bevendo birra e giocando a poker. << Potremmo spiarli con i nostri binocoli >>.
Juliet alzò di scatto la testa, stupita. << Li hai ancora? Non ci credo! >> Da ragazze, si rannicchiavano sul terrazzo per spiare i ragazzi a petto nudo della loro scuola che giocavano a calcio, nel giardino di Jade, dato che il padre della riccia insegnava anche football nella loro scuola e qualche volta si portava la squadra a casa per gli allenamenti.
Nat rise, << Me lo ricordo, e anche che Allison giocava insieme a loro >>.
Allie era una patita del calcio, quindi poteva considerarsi un gene di famiglia, dato che suo fratello Joe faceva il calciatore.
<< Che aspettiamo? >> le spronò Juliet.
<< Ehi giovincelle dove ve ne andate di bello? >> La signora G portò dei tramezzini e li posò sul tavolino.
<< A spiare i ragazzi. Vuole venire? >> fece Nat.
Grace arricciò le labbra. << E me lo chiedi? Vado a prendere il cannocchiale. Non ho più la vista di una volta >>.

 

 

 

Per mezzogiorno, Jade aveva fatto ripulire i parcheggi e i vialetti dalla neve. L’ingresso e le scale scintillavano. Enormi candele fiancheggiavano l’ampio ingresso della sala grande a gruppi da tre, con montagne di fiori riccamente colorati sulle loro basi bianco cremoso, che la squadra di Joannah aveva completato. Al tramonto, chilometri di luci serpeggiarono all’esterno della casa sulla foresta di pini in miniatura allineati lungo il vialetto nei loro vasi d’argento. Candele illuminavano ogni finestra, dove erano appese ghirlande di fiori freschi e lunghi nastri bianchi. Le scale erano ornate da bianche stelle di Natale, e Juls pensò, mentre saliva i gradini che l’avrebbero condotta nella Suite della Sposa, era una celebrazione che avrebbe scintillato per tutta la serata.
Gli invitati erano tutti ai loro posti. Tutti i loro parenti e amici più stretti erano lì. Juls aveva salutato Bethany, che stava parlando con Joannah e la signora G, poi i genitori di Allison e la famiglia di Zayn. Finchè non avesse sentito un grido o qualche allarme rosso, aveva tutto sotto controllo. Salutò con baci e abbracci i genitori di Nat, e scherzato con i suoi quattro fratelli e sorelle. Nat aveva una grande famiglia, cosa che era sempre stata divertente, perché nelle famiglie allargate non ci si annoiava mai. Juls sapeva che era così perché ogni anno la famiglia Taylor organizzava una grande festa di Natale a casa loro, e non era mai mancato il divertimento da quelle parti.
<< Toc toc >> fece entrando nella Suite della Sposa. << Trucco e parrucco stanno arrivando >>.
<< In perfetto orario. Bene, possiamo cambiarci anche noi allora >> aggiunse Allie.
Nat aveva avuto ragione sui colori, le tonalità, pensò lei. L’oro brunito metteva in risalto gli occhi di Juliet, mentre il malva aggiungeva un bagliore sexy alla pelle lattea di Allie. E il grigio metallico di Jade le stava alla perfezione.
<< Siamo in ballo. >> disse la riccia tutta sorrisi.
<< Bellissime, ma guardatevi. E anche lei signora G, è un vero schianto >> si complimentò la rossa.
<< Non male per una vecchietta >> disse Grace facendo un gesto di nonchalance, nel suo abito blu scuro.
<< Ora tocca a te >> disse Juls.
<< Oh mamma. Oh mamma >> squittì Nat.
L’aiutarono ad indossare l’abito da sposa, lisciarono e gonfiarono nei giusti punti la gonna, mentre Allie le depositava la tiara sui capelli fiammeggianti raccolti. << Sei pronta >>.
<< Wow ho il cuore che galoppa come un cavallo selvaggio. Odio Zayn perché ieri non era nervoso >>.
<< Niall mi ha detto che Zayn stamattina ma messo lo sciroppo d’acero nel caffè >> le confidò Allie in tono cospiratorio.
<< Oh allora è nervoso. Che tesoro >> disse immaginandosi la scena con un sorriso dolce. << Karen, sono tutta tua >> l’assistente di Nat nelle cerimonie, annuì consapevole che adesso il lavoro era tutto nelle sue mani.
<< Vado a prendere i tuoi genitori, Nat >> disse Juls, e in quel momento bussarono alla porta.
Quando aprì, sussultò di sorpresa, nel trovarsi un corpo alto e possente che occupava quasi tutta la porta. Alzò lo sguardo, ritrovandosi a fissare due occhi del tutto identici a quelli di Allison, i medesimi lineamenti dello sguardo, fatta eccezione per i capelli biondo cenere che portava tagliati corti. << Joe…? >>.
Il fratello maggiore della sua amica, si chinò per rinchiuderla in un abbraccio. << Ecco una delle mie ragazze preferite >>.
Al suono di quella voce, le ragazze si voltarono, inclusa Allie, il cui sguardo s’illuminò di stupore e di felicità quando proruppe in un: << Joe, sei tu! >>.
<< Sorellina! Che gioia vederti, muovi il culo e vieni ad abbracciarmi >> esordì il fratello nel suo metro e novantasei di altezza, vestito di tutto punto.
<< Non ci credo >> Allie si buttò tra le braccia del fratello, e quest’ultimo le depositò un bacio affettuoso tra i capelli. << Mi avevi detto che avevi una partita. Che non saresti potuto venire… >>. Joe era sempre in viaggio con la sua squadra, e non accadeva spesso che lo vedessero. Allie era molto attaccata al fratello, e la felicità di vederlo nei suoi occhi umidi era palese.
<< Bugia. Volevo farvi una sorpresa >> Joe alzò lo sguardo in direzione di Nat, strizzandole l’occhio. << Non mi sarei potuto perdere il momento più bello della nostra testa calda per niente al mondo >>. Le guardò con apprezzamento. << Accidenti, siete bellissime. E tu Nat, sembri proprio una sposa >>.
Lei emise un sospiro teatrale, << Grazie a dio >>.
<< Ma non abbiamo ancora finito, perciò Joe fai il bravo e raggiungi gli altri maschietti nella Suite dello Sposo >> Jade roteò il dito indicando la porta.
<< Agli ordini >> rise Joe, salutando tutte con la mano. << Ci si vede dopo >>.
Mezz’ora dopo, erano tutte pronte, e quando Jade emise un lungo fischio guardando l’orologio, disse: << Si comincia >>.

 

 

 

<< Mi tremano le ginocchia. Dio >> Nat respirò a fondo.
<< Sei bellissima. Devi soltanto dire e tutta quella roba delle promesse bla bla bla. Ce la puoi fare ragazza >> Juls le baciò il capo.
Dopo fiumi di lacrime, dovuti alle forti emozioni che le avevano sconquassato l’organismo, aveva abbracciato le sue migliori amiche e insieme avevano sceso le scale che l’avrebbero condotta verso il grande passo.
Tirò su col naso, << Se mi dimentico qualcosa, suggeritemi >>.
Jade, Allie e Juls risero di gusto nei loro abiti fluttuanti con i capelli sciolti che ricadevano sulle loro spalle in morbidi riccioli.
<< Ecco qui >> Jade le porse il bouquet.
<< Oh dio…è bellissimo, wow >> Nat prese la cascata di rose bianche, bucaneve e gigli color ghiaccio che dalla vita le ricadevano fino alle ginocchia.
<< Sì, è vero >> Fece una giravolta nel suo abito lungo, a sirena, i decori di diamanti sul corpetto brillarono alla luce delle candele. << Venite, devo abbracciarvi un’ultima volta >> quando si richiusero in un abbraccio, l'emozione di essere lì, con le persone che amava di più a festeggiare con lei, rese la sua voce strozzata. << Grazie, so che vi ho ringraziato un migliaio di volte, ma siete meravigliose, ed io ho un culo pazzesco ad avervi >>.
<< Puoi ben dirlo >> Jade si sistemò, sorridendo radiosa. << Ora tocca a noi, perciò sorridi così Karen potrà fare il suo lavoro >>.
Il padre di Natasha, Carter, le tenne il braccio, mentre percorreva la navata. I capelli rossicci, pettinati a dovere, gli occhi verdi luccicanti di amore per la figlia mentre le stringeva il braccio in segno di conforto.
Nat volse lo sguardo davanti a sé. La tensione scomparve, come per magia, i suoi occhi erano puntati dritti dritti verso l’uomo che amava e che aveva scelto come compagno della sua vita.
Baciò sulla guancia il padre, mentre Zayn tendeva le mani verso di lei. Nat lo raggiunse, le afferrò. << Mr Malik, ci rivediamo >> lo tirò a sé e lo baciò appassionatamente. << Non potevo aspettare >> disse, abbastanza forte da farsi udire dai presenti.
<< Quanta impazienza Mrs Malik >> ridacchiò lui.
La cerimonia cominciò, andando avanti fino a quando il prete non pronunciò le fatidiche parole. << Natasha Taylor, vuoi tu prendere Zayn Malik come tuo sposo? >>.
La rossa alzò gli occhi al cielo. << Che domande! Altrimenti che ci sarei venuta a fare qui? >> chiese ovvia.
Juls tossì, un borbottio attutito, soppesando le parole di rimprovero: << Chiudi il becco e di’ di sì! >>.
Zayn dovette fare uno sforzo enorme per non ridere.
<< Assolutamente sì >> disse Nat a gran voce, tutta pimpante.
Quando si scambiarono le fedi nuziali, la rossa emise un gemito di sorpresa quando vide una lacrima scendere dal viso di Zayn, nel momento in cui infilava la fede al suo dito. Difficilmente Zayn piangeva, e quella piccola lacrima fece schizzare alle stelle l'amore di Nat nei suoi confronti.
Mani nelle mani, intrecciarono le dita.
<< Sei tutto mio. Solo mio >> esordì Nat, con la voce rotta di felicità.

<< Tuo, per sempre >> ripetè Zayn con enfasi, e si baciarono coronando la loro promessa.

Note dell’autrice

 

Lo so, lo so, è da tanto che non faccio vedere la mia brutta faccia, ma credetemi ragazze quando vi dico che non ho avuto respiro. Appena ho rimesso il piede in classe, è iniziata la maratona di compiti scritti e interrogazioni. Oggi ho terminato, bè per buona parte, ma non potevo tardare oltre con la pubblicazione, anche se devo comunque studiare per domani. Vi chiedo scusa, non l’ho fatto apposta, a me non piace farvi aspettare molto, e spero che riesca a pubblicare senza far passare tutto questo tempo, non dico ogni settimana perché anche se vorrei è impossibile dati gli impegni, ma far passare tre settimane non piace nemmeno a me U.U
Spero che mi sia fatta perdonare con il capitolo
22 :) C’è molto Zayn e Nat naturalmente, mentre come avete potuto vedere Juliet ha ricevuto una telefonata da Linda, la sua vera madre, e ha avuto una specie di discussione con Louis, ma tranquille nel prossimo capitolo si parlerà di più di loro. Ho voluto concentrare maggiormente l’attenzione sugli sposini in questo capitolo ahahah, e ho ricreato anche il flashback della proposta di matrimonio. Che mi dite della pazza Nat?? ^-^ Spero di ricevere vostre considerazioni, sempre se volete eh :3
Ringrazio di cuore tutte le mie lettrici, una per una, che leggono, recensiscono i capitoli, che mi considerano all’altezza del loro tempo speso nel leggerli. A quelle dolcissime ragazzuole che hanno segnalato la mia storia tra le scelte…vi ringrazio così tanto per il gesto che avete fatto, non immaginavo tutta questa fiducia, anche leggere soltanto quelle righe mi ha dato più gioia di quanto pensiate :’) Buon dio sinceramente non ho mai parole di fronte a tutto ciò, vedere che pensate quelle cose di me e su ciò che scrivo mi fa felice, siete i miei tesori, vi ringrazio perché quello che mi dite è un profondo regalo per me…vi voglio tanto bene <3
Devo lasciarvi adesso che il dovere chiama purtroppo… u.u
Al prossimo capitolo pupe
Con amore, Ella

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Capitolo 23
*** Capitolo23 ***


Capitolo 23 pronto

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Capitolo 23

 

Le danze furono aperte da Zayn e Nat che mano nella mano, con una luce di mera felicità negli occhi, iniziarono a volteggiare al centro della pista. Questa si riempì subito dopo da tutti gli altri, esuberanti e desiderosi di festeggiare.
<< Si può sapere cos’è quella faccia William? È un matrimonio, dovresti sorridere come fanno tutti gli altri e non emanare ansia da tutti i pori. Sembri un pollo che sta entrando in una macelleria >> lo riprese Joannah, con una nota sarcastica nella voce.
Louis si guardò intorno. Non riusciva a trovare Juliet da sola, almeno non abbastanza da sola. C’erano le foto, la cena, e folle di persone. Tutti volevano parlare con tutti.
<< È tutto a posto. È solo che voglio uscire da questo stupido vestito >> buttò lì, facendo una smorfia nel rendersi conto che, in effetti, la cravatta gli andava troppo stretta. O forse era semplicemente lui che era troppo agitato.
<< Mangia la tua cena e comportati bene >> disse sua madre, girandosi per parlare con la madre di Natasha.
Louis sospirò, prese una birra con l’intento di rilassarsi.
Niall lo raggiunse, lasciandosi cadere sulla sedia. << Diavolo che festa. Il Quartetto ci sa davvero fare. È ancora più spettacolare quando si tratta di una di loro. Non vedo l’ora che tocchi a me >> commentò.
Louis rise. << Dici sul serio >>, non era una domanda.
<< Ovvio che sì. Ogni giorno di più. Il resto della mia vita…l’inizio di una vita al fianco di Allison. È lei la mia anima gemella. Dio farò meglio a smetterla, o qualcuno penserà che stia diventando smielato >> un sorriso pieno d’amore gli incorniciò il volto, sviando con lo sguardo per intercettare la fidanzata, che stava parlando e ridendo con suo fratello Joe, dall’altra parte della sala. << Andrò a chiederle di ballare. Dovresti fare lo stesso con Juliet >> gli ammiccò il biondo, facendo per alzarsi.
<< Già, dovrei >> rispose Louis, buttando giù quello che rimaneva dal suo bicchiere.
 

 

 
<< Fratello >> esordì Juliet, quando vide Kyle in un angolino a chiacchierare con Liam e Danielle.
Suo fratello ricambiò il saluto, allontanandosi dalla coppietta, prese un bicchiere di champagne e lo porse a Juliet. << Avete fatto un gran bel lavoro >> si complimentò, nel suo abito scuro, che gli andava perfettamente, come se fosse stato fatto apposta per lui. Flettendosi, le braccia lunghe e muscolose sembravano tirare nella maniera giusta il tessuto della giacca.
Juliet brindò con lui, facendo tintinnare i loro bicchieri. << Ti stai divertendo? >>. Kyle non era un tipo molto loquace, ma riusciva nella maniera più affascinante a adeguarsi in ogni tipo di situazione, sia al lavoro dove doveva operare a mente fredda, che in luoghi doveva l’unica cosa da fare era rilassarsi e godersi il momento.
<< Molto. Ho anche ballato sai? Dovevi vedermi, tutte le donne di questo posto hanno fatto baldoria chiedendomi di fare uno spogliarello >> la punzecchiò lui.
Juliet rise, sapendo bene che Kyle odiava ballare. << Accidenti chissà dov’ero in quel momento. Phoebe? >> domandò poi.
Kyle indicò il buffet, dove Juls scrutò finché non individuò la riccia che stava brindando con i neosposini.
<< Come vanno le cose con lei? >> volle sapere. << E sappi che con me la tattica dello sguardo da sono-cazzi-miei non funziona >>.
Kyle alzò un sopracciglio con un mezzo sorriso. << Peccato >>.
<< Parla >>.
Lui fece spallucce. << Mi piace. In realtà, sto molto bene con lei. Credo che sia quella giusta >> le confidò. E non stava scherzando, suo fratello era serissimo, gli occhi ghiaccio limpidi e allo stesso luccicanti di quella che Juls capì fosse consapevolezza.
I grandi occhi ambra di lei si spalancarono ancora di più al suono di quella notizia. Sapere che Kyle avesse trovato la donna giusta ed era felice, fece sì che quel groppo di senso di colpa nei confronti di Louis le abbandonasse in parte lo stomaco.
Poggiò il bicchiere sul primo posto che trovò, e abbracciò suo fratello, il quale rise di sgomento.
La strinse, baciandole il capo. << Mi fa piacere sapere che ti stia bene >>.
<< Tantissimo. Fai il bravo, fratello. Phoebe mi piace, e questo gioca in tuo sfavore nel caso tu decidessi di fare una mossa falsa >>. Alzò lo sguardo per incontrare quello di Kyle. Nessun estraneo li avrebbe mai presi per fratello e sorella. Fin da piccola, Juls lo aveva amato nella maniera in cui si ama un fratello di sangue. Immaginò che se Linda non l’avesse abbandonata, lei non avrebbe potuto conoscere quella gente. Non avrebbe lavorato a Promesse con le migliori amiche che potessero esistere al mondo, non avrebbe conosciuto Bethany, David e Kyle. Non avrebbe conosciuto Louis. Probabilmente avrebbe condotto una vita sballottata da una scuola all’altra, da uno Stato all’altro, a seconda dei capricci amorosi di Linda. Quel pensiero la colpì, facendo notare a se stessa che doveva ringraziare il cielo per aver avuto una fortuna del genere.
Perché diavolo sentiva quel senso di tormento nella sua anima allora? Indipendentemente da tutto, perché non riusciva a lasciarsi andare completamente con i suoi sentimenti?
La morte di David l’aveva scossa fin nelle viscere. Aveva dato così tanto amore a quell’uomo e poi la malattia glielo aveva portato via, le aveva tolto l’uomo che l’aveva salvata da sotto un albero in mezzo al cielo quando era appena una neonata.
Tutte le relazioni con gli uomini con cui era uscita erano andate a puttane, perché non erano giusti per lei. Pensò a Louis, alla discussione che avevano avuto. Ora che l’uomo che amava le proponeva di andare a vivere insieme, ora che il pensiero che un uomo l’apprezzasse davvero, lei reagiva chiudendosi a riccio?
Imprecò mentalmente contro se stessa. Magari sono sempre stata io quella che non andava...
Doveva essersi accigliata gravemente senza accorgersene, perché la voce impensierita di Kyle la fece sussultare.
<< Star? Cosa c’è? >>.
<< Cosa? Ah no io… >> si sciolse dall’abbraccio, con lo sguardo spaesato. << Sono solo stanca. È normale dopo tutti i grandi festeggiamenti >> spiegò ridendo, ma quella risatina falsa non convinse per niente Kyle, che la squadrò guardingo.
<< Qualcosa di turba. Ha a che fare con Tomlinson? Perché se è così… >> il corpo del fratello si irrigidì.
<< No, con Louis va tutto bene. Lui…ehm mi ha proposto di andare a vivere insieme >>.
Kyle sembrò piacevolmente sorpreso, poi disse: << Mi sembra un passo importante. E tu che hai risposto? >>.
<< Gli ho risposto che ci avrei pensato >> rispose secca.
<< Magari è ancora troppo presto >>.
Juliet respirò rumorosamente. << O magari sono io l’instabile idiota che non sa fare ordine nella sua testa perché è troppo occupata a vedere problemi da tutte le parti >> pronunciò quelle parole a denti stretti.
Kyle corrugò la fronte, colpito dalla durezza delle parole di Juliet. << Pensi veramente questo di te? >>.
Lei mantenne lo sguardo del fratello, finché lui non constatò brusco: << C’è qualcos’altro dietro che non vuoi dirmi >>.
Doveva dirgli della telefonata di Linda? No, era fuori discussione, soprattutto perché era il giorno di Nat e Zayn, e quella conversazione stava degenerando in punti dove lei non sarebbe dovuta arrivare in un momento speciale come quello che doveva essere illuminato soltanto da gioia e amore.
Alle sue spalle, Juliet sentì qualcuno schiarirsi la gola, e quando si voltò per trovarsi faccia a faccia con Louis, serrò forte la mascella, pregando che il ragazzo non avesse sentito la loro conversazione.
<< Louis >>.
Lui le fece un mezzo sorriso. << Ero venuto per chiederti se volessi ballare, spero di non aver interrotto niente >> guardò da sopra la sua spalla per salutare Kyle con un cenno veloce del capo.
<< Tranquillo. Niente che non si possa riprendere in un altro momento >> La voce di Kyle suonò forte e decisa, e anche se non gli piaceva lasciare questioni importanti in sospeso, decise di spostarla a domani.
Louis inclinò il capo, corrugando la fronte. Fissò Juliet circospetto.
Lei si girò per salutare Kyle con un bacio veloce sulla guancia. << Ci vediamo a casa >> mormorò.
<< Puoi scommetterci >> sorrise, grazie al cielo. Se c’era una cosa che adorava di Kyle, era che con lei non riusciva ad arrabbiarsi per più di due minuti, ma l’espressione inquieta permeava sul suo bel viso. 
<< Di cosa parlava tuo fratello? >>. 
<< Eh? Ah no nulla di importante, tranquillo. Parlavamo di lavoro e roba varia. >> Juliet fece uno sforzo enorme per metter su il miglior sorriso convincente possibile. Fortunatamente, Louis le credette, e lei si sentì una vera stronza.
<< Non ti ho avuta per me per gran parte della serata >> esordì lui circondandole la vita con un braccio, quando furono finalmente soli. << Bisogna rimediare. Balla con me, Juliet >>.
Lei si morse il labbro, annuendo.
Quando acuì i sensi per permettere al dolce suono, diffuso in tutta la sala di insinuarsi anche nella sua testa, si rilassò
impercettibilmente. Poggiò la guancia sulla spalla di Louis, inalando il suo profumo di pulito e quella nota di speziato che sapeva di maschio seducente.
Lui iniziò a muoversi, con una mano poggiata sul fianco di lei e l’altra su che teneva la sua in una presa forte, ma delicata.
Juls chiuse gli occhi. << Sei ancora arrabbiato con me? >> .
I capelli di lui le solleticarono il viso, quando si chinò per baciarle lievemente il collo. << Dovrei? >>.
<< Io lo sarei. Ne hai tutto il diritto >>.
<< Sono soltanto in pensiero per te >>.
<< Ecco appunto. Dovresti essere incazzato con me perché ti faccio impazzire, e tu fai il premuroso. Non va bene >> borbottò Juliet.
Lui rise piano. << Sì Juliet, tu mi fai impazzire. Ma mi piace che sia così. >>, le accarezzò la pelle da sopra il vestito << Solo non voglio che tu fraintenda, paragonando la nostra situazione a quella che avevo con Rachel, o mettendoti sullo stesso piano delle altre donne con cui sono stato >>.
<< Mi dispiace. Non sono una paranoica. Mi… >> deglutì, seppellendo il viso nel suo collo. << Mi fido di te >>.
<< Se veramente ti fidi di me, devi potermi dire qualsiasi cosa >>.
<< Lo so >>.
<< Se riguarda la questione dello spazzolino, se non sei pronta, lo capisco. Va bene, non c’è fretta >>.
Anche se era serio, Juliet sorrise cupa, desiderando davvero che mettere uno stupido spazzolino nel bagno di Louis risolvesse tutto quanto.
<< Grazie >> La voce di Juliet si affievolì, e prima che Louis potesse chiederle spiegazioni riguardo lo strano atteggiamento di Kyle, lei aggiunse: << Non hai ancora imparato a mettere la cravatta come si deve >>.
Lui sospirò, << Maledetto affare >> e la fece ridere.

 

 

 

***

<< Sinceramente ragazza, potevi risparmiarti la parte finale dove hai urlato ai quattro venti: “ Ci si vede bella gente. Vado a fare baldoria ad Aspen con Mr Malik”, nel tuo discorso di commiato >>.
<< Che ci vuoi fare? Sarà stato tutto quello champagne e scatenarsi sulla pista da ballo. Ho ancora i piedi doloranti, ma ne è valsa decisamente la pena per un massaggio da mio marito >> Dall’altro capo del telefono, Nat emise un lungo fischio di apprezzamento. << Marito. Però, che bella parola, suona meravigliosamente bene >>.
<< Vero. Com’è Aspen? >> le chiese Juliet, tirando su col naso.
<< Innevata, romantica, strepitosa, rilassante. Insomma è piuttosto accettabile >> la rossa rise. << Scherzi a parte, mi sento un po’ in colpa a sapervi lì tra cerimonie ed eventi nuziali, mentre io faccio la bella vita. Come vanno le cose? Riuscite a sopravvivere senza di me? >> si pavoneggiò.
Juls rise, scuotendo la testa. << Sopravviviamo, grazie. Karen sta facendo un ottimo lavoro, e per fortuna questa settimana abbiamo soltanto due eventi importanti, perciò ce la caveremo fino al tuo ritorno >>.
<< Bene. Posso chiederti un favore? >>.
<< Sentiamo >>.
<< Puoi tenere il tuo mocciolo a distanza dal telefono? Con il tuo continuo starnutire e soffiarti il naso, mi rovini l’atmosfera che c’è qui >> la beffeggiò Nat.
Juls si accigliò. << Sono solo leggermente raffreddata >> borbottò, buttando nel cestino un altro fazzoletto di carta usato.
Forse un tantino più che leggermente.
<< Ah-aha certo. Lo sai che se ti scopre Jade ti spedisce a casa con una coperta di lana della nonna e impacchi d’acqua calda >>.
<< Sto bene, è un banale raffreddore. Posso lavorare >> le assicurò Juliet, allungando il braccio per versarsi un po’ di thè dalla teiera in una tazza di porcellana.
<< Va’ a casa prima che diventi qualcosa di più come un febbrone. Dovresti avere più cura di te stessa >> commentò solenne Nat.
Juliet sbuffò. Non era facile che si ammalasse, ma forse stare in contatto con Joannah, aveva fatto sì che qualche batterio arrivasse anche a lei. Pazienza, ma era troppo cocciuta per abbandonare i clienti per qualcosa che avrebbe potuto alleviare con qualche medicinale.
<< Anderson farò la spia se non ti saprò sotto le coperte con una minestra di pollo tra le mani >>.
Ecco Nat, con le sue subdole minacce a romperle le uova nel paniere.
<< Ho il resto della giornata libero dopo questa consulenza. Andrò dal medico per farmi prescrivere qualcosa, te lo prometto. Ma non posso rimandare un impegno già preso >> spiegò. Poteva sopportare un piccolo malessere come la voce fioca e il naso chiuso per altre due ore. Avrebbe messo un po’ di fondotinta sul naso per nasconderne il rossore, preso una caramella forte per la gola, e così nessuno ci avrebbe fatto caso.
<< Bene, ma fa che sia una cosa veloce. Adesso devo andare. Ci sentiamo, ragazza. Riguardati eh? >>.
<< Va bene Nat. Divertiti >> la salutò Juliet prima di riattaccare.
Poi starnutì. Una, due volte.
<< Senti senti, qualcuno qui si sta prendendo un malanno >> Allison entrò nell’ufficio di Juls, con delle carte in mano. Le posò sulla scrivania, e Juliet le riconobbe come gli ultimi modelli disegnati dalla sua socia.
<< Non una parola. Nat mi ha già fatto il terzo grado al telefono. Toglierò le tende dopo che avrò finito con il lavoro >>.
Allie inarcò un sopracciglio. << Mmh se non puoi proprio rimandare… >>.
<< No >> fu la risposta categorica di Juls. Poi squadrò i disegni prendendoli tra le mani. << Accidenti sono favolosi Allie! >> esordì  totalmente sincera, gli occhi spalancati per la meraviglia. Analizzandoli foglio per foglio, Juls rimase colpita da un particolare abito da sposa. Una vera e propria fioritura emergeva dalla gonna ampia, principesca, come delle sfaccettature che creavano un motivo arricciato e floreale. Era soltanto una bozza, ma Juliet ne rimase fortemente abbagliata. Immaginò come potesse presentarsi dal vivo, e gli occhi le brillarono di piacere. << Wow >>.
<< Non sono ancora finiti da quello che tu abbia potuto notare, ma ci sto lavorando. Credo che maggiore ispirazione mi verrà dopo il meeting con gli altri stilisti europei >> spiegò Allie.
Juls scattò con la testa in alto. << Meeting? >>.
La mora schioccò la lingua sul palato. << Non te ne sarai dimenticata vero? Ogni sei mesi gli stilisti più importanti d’Europa si riuniscono per discutere di nuovi possibili abiti nuziali >>.
<< Oddio hai ragione… >> si ricordò Juliet.
Era vero. A metà anno molti degli stilisti di moda, considerati di una certa rilevanza procedevano ad una consultazione comune, 'per innovare il loro spirito designer'. Era roba molto prestigiosa, ed Allie ne era sempre andata fiera. Nat era una famosa fotografa londinese nell’ambito del wedding planning. E così Allison, che aveva studiato nelle più prestigiose Università londinesi, la London School of Art. Con gli anni e la pratica, Allison aveva perfezionato la sua maestria nel disegno, e nel momento in cui Jade aveva chiesto loro di lavorare in società, ciascuna di loro aveva saputo fin da subito in quale settore del matrimonio si sarebbero cimentate.
<< Ehi aspetta un attimo >> Juliet mise un piccolo broncio, << Il meeting dura tre giorni. Ciò vuol dire che te la svignerai anche tu, ed io e Jade rimarremo da sole >>.
Allie ridacchiò. << Suvvia tornerò in tempo per aiutarvi con i due eventi a fine settimana >>.
<< Mmh se lo dici tu. Niall verrà con te? >> le chiese.
La mora sembrò pensarci su. << Non gliel’ho ancora chiesto. Di sicuro non perderà l’opportunità di vedere l’Italia, dato che l’incontro si terrà a Milano >>.
<< Milano? Wow! Pensami quando sei lì. Adoro le scarpe italiane. Porto il trentanove eh? >> ammiccò Juliet.
<< Me lo ricorderò >> convenne Allie. << Ti serve una mano? Ho un quarto d’ora libero >>.
Juls scosse la testa, sorridendo. << No, ti ringrazio. Ho tutto sotto controllo >> nel momento in cui lo disse, dovette portarsi la mano alla bocca per coprire l'ennesimo starnuto di quella giornata.
<< Sicura che sia solo un raffreddore? >> chiese Allie inarcando le sopracciglia scure. << Potrei saltare l’incontro a Milano, se… >>.
<< No >> l’interruppe bruscamente Juls con un’alzata di mano. << Non pensarci nemmeno. Non permetterò che tu non ci vada. Con un po’ di minestra della signora G, sono sicura che scomparirà entro un paio di giorni >>.
<< Mmh come vuoi… >> annuì Allie sommessamente.
<< Smettetela di darmi il tormento, okay? >>.
La mora alzò le braccia in segno di resa. << D’accordo. D’accordo, scusa >>. Ma quella luce enigmatica negli occhi blu, suggerì a Juliet che l’amica non aveva ancora finito.
<< Cosa? >> sospirò.
Le labbra di Allie formarono una O di sorpresa. << Cosa cosa? >>.
<< Non fare l’innocentina con me. Spara. C’è qualcos’altro che vuoi dirmi >>.
Allie annuì, neanche più provando a fingere che non fosse vero. La luce seria negli occhi, non presagì nulla di buono a Juliet. << Nat mi ha detto della telefonata di Linda >>.
Merda.
<< Non doveva farlo >> grugnì Juliet in risposta. << Quando? >>.
<< Subito dopo la fine della vostra riunione. Era preoccupata per te, Juls >> le fece notare Allie con una punta di biasimo nella voce.
Lei si portò le dita alle tempie, massaggiandole in maniera circolatoria. Ci mancava soltanto il mal di testa. << Non c’è n’è bisogno Allie. >> un sorriso affettato a tenderle i lineamenti. << Sono grande e vaccinata. Non ho bisogno di correre da voi ogni santa volta che ho un problema >>.
<< Non ho mai pensato che tu non fossi in grado di badare a te stessa >> rispose inespressiva l’amica. << Sto solo cercando di aiutarti. Io sono qui, lo sai, se vuoi parlarne…Ma non sei obbligata, scusami, sono stata inopportuna >> le diede le spalle, dirigendosi verso la porta.
Juliet si alzò di scatto, mortificata. << Allison, aspetta. >> quando si girò, lei sospirò dicendo: << Dio mi dispiace, sono una stronza. È solo che…risentirla dopo tanto tempo… >> provò a spiegarle, ma non ci riuscì.
Allie sorrise come a volerla rassicurare, << Ehi è normale. È difficile dimenticare, lo capisco, a volte voltare pagina è più facile dirsi che a farsi >>.
<< Non posso dimenticare. Sentire la sua voce, ha fatto sì che il rancore risalisse a galla >> Juls si lasciò sprofondare sulla sedia con un’espressione smarrita. << Si dice che il perdono sia una grande virtù, e che porti pace in chi lo compie. Magari perdonare Linda sarebbe la cosa più giusta da fare… >>.
Eppure dirlo, era come far finta di niente, ignorare il fatto che la donna che ti ha messo al mondo, ti scarica nel primo posto in cui ti trova, appioppandosi la scusa del ero-troppo-giovane-e-nullatenente  per occuparmene.
<< Posso solo immaginare cosa tu stia pensando in questo momento. Non ho passato ciò che hai passato tu, e non riesco ad essere obiettiva perché anche se non conosco Linda… >> cominciò Allison, la mandibola contratta come a volersi trattenere dal dirle cosa pensasse veramente di sua madre. << Non posso dirti che cosa fare, Juliet. Ma so che farai la cosa giusta >>.
<< Vergognati, questa è una frase da film. E non aiuta per niente come la da a vedere >> la rimbrottò Juliet, ma non poté non sorridere.
Allie si sporse per darle un veloce affettuoso abbraccio. << Ti voglio bene. E dovresti sorridere di più e divertirti con il tuo ragazzo >>.
Juliet si morse il labbro. << Vuoi sapere l'ultima? Mi ha chiesto di andare a vivere insieme >>.
Allie spalancò gli occhi. << Davvero? Juls è fantastico! >>.
<< Frena. Gli ho detto che ci avrei pensato >>.
La mora sembrò momentaneamente elaborare quell’ultima frase. Guardando di sbieco Juliet, poggiò i suoi occhiali da vista sulla scrivania. << Non lasciare che Linda abbia un peso sulle tue decisioni. È la tua vita, non la sua >>.
<< C-cos’hai detto? Quella donna non ha… >> borbottò Juliet ma Allie la interruppe dicendo: << Devi darti una possibilità di essere felice, tesoro. Non allontanare l’uomo che ami per paura >>.
<< Io non ho… >> Juls s’incupì, rendendosi conto che era fin troppo vero. Provò a dire qualcosa, ma la sua mascella si serrò d’un tratto, incapace di profanare una parola.
<< Ehi, va tutto bene. Sei già abbastanza spossata fisicamente. Sul serio, me ne parlerai quando sarai pronta >>.
Juls le rivolse un piccolo sorriso grato, annuendo. Erano tutti così buoni con lei, aveva delle persone meravigliose al suo fianco, che lei si sentì un’ipocrita. Poteva essere felice, ma s’impediva di esserlo.

Non lasciare che Linda abbia un peso sulle tue decisioni.
Allie era intenta a ripassare i programmi della giornata, mentre Juls sollevò piano il disegno dell’abito da sposa. Ne tracciò il contorno con un dito, inclinando la testa pensierosa. Quasi rise quando ripensò a Louis che l’aveva vista con addosso un abito nuziale. Il fugace pensiero che portava sfortuna vedere il vestito prima del matrimonio la sfiorò, ma lo lasciò subito da parte, in un angolino appartato del suo cuore.
Va da lui, gridava impellente la sua vocina.
Sorrise nonostante il cielo ombroso che quel giorno dominava Londra.
Aveva preso una decisione.
 

 

 

Nel pomeriggio tardi, Louis dedicò il suo tempo ad accertarsi che le spedizioni all’agenzia di Promesse fossero state consegnate, dopodichè avrebbe mandato a casa i suoi collaboratori per un meritato riposo. Giorno dopo giorno scopriva potenzialità che non sapeva di possedere, studiando le dinamiche del mercato per approvvigionarsi delle risorse che gli avrebbero permesso di acquisire nuovi clienti, con una certa minuziosità nel scegliere cosa fosse conveniente comprare e cosa no. Sua madre aveva avuto fin da subito un certo fiuto per gli affari, e aveva capito che i migliori clienti con cui avrebbe fatto buona pubblicità dei suoi fiori, sarebbe stata l’agenzia matrimoniale gestita dal Quartetto.
D’istinto afferrò il cellulare per sapere delle condizioni di Juliet. La voce gli era suonata strana e smorzata la sera precedente quando si erano sentiti, e lei gli aveva risposto noncurante che aveva contratto un comune raffreddore. Molto probabilmente lo avrebbe deriso come sua madre, rimproverandolo che fosse troppo appiccicoso, ma Louis era cocciuto quanto lei quando si trattava di certe cose, e per quanto si sforzasse di porre un freno alla sua indole da mamma chioccia, non riusciva a fare a meno di comportarsi da “dottore”, soprattutto se a stare male si trattava della sua donna.
Non si preoccupò nemmeno di negarlo a se stesso. Da un po’ di tempo, o forse fin da quando l’aveva conosciuta, aveva scoperto che prendersi cura di lei lo faceva stare bene.
Dio…se Harry gli avesse detto qualche mese prima che si sarebbe innamorato così, gli avrebbe sicuramente riso in faccia.
<< Mmh non sapevo che fissare il vuoto come uno stoccafisso inebetito fosse il ruolo di un imprenditore >> esclamò una voce, e lui quasi sussultò quando la riconobbe.
In un cappotto blu lungo fin sopra il ginocchio, con le mani nelle tasche, Juliet lo raggiunse chiudendosi la porta alle spalle e scrollandosi dal cappuccio quel po’ di neve che vi si era posata indisturbata.
Un sorriso istantaneo illuminò Louis. << Non avevo uno sguardo da stoccafisso inebetito >> ripeté falsamente indispettito, muovendosi verso di lei.
<< Se lo dici tu >> lo beffeggiò Juliet, inclinando il capo con un ghigno.
<< Se proprio vuoi saperlo ti stavo pensando >>.
<< Non dovresti Tomlinson. A lavoro non è permesso, ma è carino sentirselo dire. A cosa in particolare? >>.
<< Alla tua salute. Come stai? Perché non hai messo una sciarpa? >> volle sapere, dandole un piccolo buffetto sulla punta del naso arrossato.
Lei si accigliò, nel suo modo così sexy di increspare le sopracciglia scure, che Louis stirò le labbra per non ridere al suo ringhio sommesso. << Dacci un taglio mammina. Sto bene >>.
Lui schioccò la lingua. << Non mi sembra. Stai tremando >>.
Juliet si strinse nelle spalle biascicando un: << Fa freddo lì fuori >>.
<< Vero. Per questo dovresti essere a casa sotto le coperte >>. A casa mia, sotto le coperte con me, avrebbe voluto dire, ma da quando le aveva concesso del tempo, Louis sapeva che la sua impazienza non avrebbe raccolto nessun frutto, se non si fosse dato una calmata.
Lo sguardo di Juliet scivolò sugli stivaletti di camoscio che portava ai piedi, spostando il peso del corpo da un piede all’altro. Poi si morse il labbro.
Dannazione, Louis sentì quel senso d’adrenalina accendergli il sangue alla vista di quel gesto tanto innocente, quanto peccaminoso. Non l’aveva ancora baciata, e ne aveva una gran voglia. Juliet gli sarebbe sembrata provocante anche con il naso rosso e gocciolante. E poi quella voce rauca, impastata dal freddo, stava cominciando a fargli un certo effetto, e quasi non se ne accorse quando aderì il corpo a quello di lei, prendendole una ciocca di capelli tra le mani solo per pregustarne la morbidezza.
Juliet alzò il viso per guardarlo negli occhi, e Louis le tracciò con un dito la linea della mascella. << C’è qualcosa che vuoi dirmi, signorina? >>.
<< Una cosa ci sarebbe… >> mormorò Juliet, con un mezzo sorriso.
<<  Sì? >>.
<< Devo aspettarti alzata stasera? >>.
Gli occhi sgranati di Louis saettarono per cercare quelli di lei in una muta domanda, per ricevere una conferma di quello che aveva appena detto. << Ripetilo >> le ordinò attonito.
Un largo sorriso addolcì i lineamenti di Juliet. << Se la tua proposta è ancora valida, vorrei…ehm sì sai…mettere lo spazzolino nel tuo bicchiere, quelle cose lì… >> Un velo di rossore che non c’entrava niente con il freddo, le colorò le guance. Sembrava impacciata, e questo la rese ancora più desiderabile.
Cristo, Louis non aspettò che finisse di parlare, che l’attirò con prepotenza tra le sue braccia, intrappolandole la bocca con la sua, rispondendole nella maniera più eloquente che conoscesse quanto la cosa lo rendesse felice.
<< Ero stufo di aspettare >> le confessò, dopo che riluttante si staccò da lei. Era stato così facile chiederle di andare a vivere con lui, con una tale leggerezza che lui stesso n’era rimasto stupito, che quando si era accorto dell’esitazione di Juliet, aveva temuto il peggio. Se aveva affrettato i tempi, sinceramente non gliene fregava un cazzo, lui sentiva il bisogno di averla più vicino, ma non era il solo al quale dovesse andare bene l’idea. Con chissà quale forza era riuscito a frenare l’impulso di insistere, quando lei gli aveva chiesto tempo. Poi c’era la questione rimasta in sospeso, che Louis convenne, non avessero più affrontato, ma ne avrebbe approfittato scoprendolo una volta che fossero stati a casa sua. O doveva dire casa loro adesso?
Un grosso problema aveva il genere maschile. Eh sì, non potevano neanche mascherare la loro eccitazione per qualcosa, che il compagno fedele metteva subito in mostra i loro sentimenti.
Juliet doveva aver notato la sua precoce esaltazione, contro il giubbotto, perché sorrise sulle sue labbra. << Non è passato molto tempo da quando… >>.
Louis gemette, cogliendo anche solo l’idea di fare sesso con Juliet nel negozio, magari sul tavolo del bancone, ma non voleva esporla ulteriormente al freddo, preferiva aspettare che fossero a casa nel calore di un letto soffice.
<< Non…cioè sì, non ti negherò che mi sia passata quella precisa idea per la testa e anche , >> Il sorriso sfacciato non esitò a comparire sul viso di Louis. << ma mi riferivo al fatto che aspettare che accettassi mi stava sfinendo…voglio dire, sono felice che non abbia dovuto aspettare a lungo >>.
Un bagliore indecifrabile attraversò gli occhi ambra di Juliet, soltanto per un istante, ma in quel solo secondo, Louis si domandò se avesse un significato ben preciso, e se lei glielo avrebbe rivelato.
<< Voglio vivere con te >> fu la risposta limpida di Juliet, e a lui non importò nient’altro che della verità in quelle quattro parole, e la baciò.

 

 

***

Juliet era accoccolata sul divano con una coperta in grembo, la televisione accesa che trasmetteva una commedia in bianco e nero. Canticchiò a bassa voce la musichetta di sottofondo della soap opera vecchio stampo che stava guardando. Tossì lievemente, sentendo il familiare e fastidioso pizzicore alla gola. La sua voce era andata a farsi una passeggiata da un paio di giorni. Jade l’aveva costretta a rimanere a casa, come se avere trentotto di febbre significasse essere inconcludente al lavoro.
<< Non mentire a te stessa >> diceva il protagonista maschile allo schermo.
Juliet roteò gli occhi al cielo. << E va bene! Sì ho la febbre! La sottoscritta non ha voluto ascoltare i saggi consigli di chi gli sta attorno e adesso ne paga le conseguenze >> borbottò caustica, facendo la linguaccia al tizio nello schermo.
Non le piaceva dover star rintanata in casa a far niente. In più Louis era ancora fuori. Constatando che fossero le otto di sera passate, Juliet si domandò se qualcosa lo avesse trattenuto più del dovuto a lavoro.
Scrollandosi di dosso la coperta, si alzò per dirigersi verso la cucina con indosso calzini spessi di lana, leggins neri e un maglione a collo alto, decorato sul davanti da renne bianche. Un regalo bizzarro che suo fratello Kyle le aveva fatto lo scorso Natale.
Sviò, facendo attenzione a non inciampare negli ultimi scatoloni del trasloco che facevano capolino dall’angolo della cucina. Curiosando nel frigorifero, Juliet tirò fuori qualche pomodoro maturo, carote e sedano. Louis avrebbe apprezzato un po’ d’insalata per cena? O magari un bel piatto di pasta?
In realtà, il ragazzo le aveva ordinato categoricamente di rimanere a letto, altrimenti 'non avrebbe più risposto di se stesso'. Quella mattina Louis aveva giocato sporco, astuto nel trovare il modo migliore per convincerla a non lasciare la camera da letto. A quel pensiero, le guance di Juliet già accaldate per lo stato di malessere, divennero dello stesso colore dei pomodori che stava tagliuzzando.
Un pianto sommesso fece allontanare di poco Juliet dal piano cucina. Inclinò la testa, poggiando le mani sullo stipite della porta, la sua totale concentrazione nell’ascoltare la discussione tra i due protagonisti. << Mi hai voluto nella tua vita, nella tua casa, e adesso scopro che hai un’altra! >> urlava la donna in lacrime.
<< Posso spiegarti tutto Annie…non è come credi! >> si difendeva lui.
Juls alzò gli occhi al cielo, esasperata.

Pff gli uomini! Tutti uguali.
Anche Louis? ribattè la sua vocina.
Lei arricciò le labbra. La convivenza, si rese conto, si stava rivelando la miglior decisione che Juliet avesse mai preso in tutta la sua vita. Si sentiva…leggera, e felice. Si rimproverò di quanto fosse stata paranoica al pensiero che potesse rivelarsi un totale disastro. L’uomo che amava, la voleva sotto il suo tetto.

No, Louis è diverso, assicurò alla sua vocina. Cucinò per lui della pasta alla carbonara, il suo piatto preferito. Stava apparecchiando la tavola, quando un rumore di chiavi e di una serratura che si apriva, la fece sorridere. E ghignare, perché nel momento in cui Louis mise piede in casa, urlò a gran voce: << Juliet? >>.
<< Cucina >> rispose lei, con voce un pò fievole per la tosse.
<< Cosa pensi di fare? >> fu la sua domanda pacata, quando la raggiunse.
Juliet sbatté le ciglia in maniera melliflua. << Apparecchiare? >>.
Gli occhi di Louis s’incupirono. << Cosa ti avevo detto, signorina? >> sbottò, ancora con il cappotto indosso, le braccia incrociate al petto.
<< Mi sento meglio, Louis. Ho preso lo sciroppo. Volevo prepararti la cena, tutto qui >> affermò Juls. Trattenne un’imprecazione quando un colpo di tosse le investì i polmoni doloranti.
<< Dannata testarda >> ringhiò lui. Cogliendola di sorpresa, in due falcate le fu di fronte, l’afferrò con estrema facilità prendendola in braccio a mo’ di sacco di patate.
<< Ehi che storia è questa? Mettimi giù! Tomlinson! >> protestò lei, indignata.
<< Sei proprio una bambina indisciplinata >> Il tono di voce di Louis era duro e allo stesso tempo roco.
Juliet sgranò gli occhi, quando lui le diede una piccola sculacciata sulla natica. << Che…che stai facendo? >>.
Lui la portò sul divano, adagiandola dolcemente, sebbene il suo sguardo continuasse ad incenerirla.
<< Se continui con questo comportamento strafottente, dovrò legarti a letto, e non mettermi alla prova, Juliet, perché sai bene che ne ho tutte le intenzioni >>.
Juliet deglutì, mordendosi il labbro. Inutile dire, che quella sarebbe stata una punizione molto ben accetta, e Louis doveva aver visto il suo sguardo accalorarsi, perché si avvicinò di poco al suo viso come un predatore esperto. << Mi hai molto deluso, tigrotta, e devi essere punita per questo >>.
<< Davvero? >> mormorò Juliet con un sorrisino dispettoso. Il raffreddore non impedì al suo petto di arrossarsi, e i suoi occhi farsi languidi di qualcosa che non c’entrava assolutamente niente con il pentimento.
<< Aah…cosa devo fare con te? È così brutto pensare che voglia prendermi cura di te? >> sospirò Louis, crucciato. Non si era nemmeno tolto il cappotto, e sembrava che non gliene importasse. L’unica cosa su cui era concentrato era Juliet, il suo corpo pericolosamente vicino a quello di lei. S’impose di non toccarla, non perché poteva contagiarsi anche lui, ma perché sapeva che non si sarebbe fermato al bacio non appena l’avesse avuta tra le mani. Il suo petto si gonfiò di felicità nell’averla lì, sul suo divano, bellissima e caparbia come solo Juliet sapeva essere. Quel buffo maglione con le renne, seppe eccitarlo per il solo pensiero che a portarlo fosse lei, le lunghe gambe sinuose incrociate che mettevano in mostra quel succulento interno coscia. Grugnì, quando cogliendola di sorpresa la soppesò con il suo corpo reclamando le morbide labbra di Juliet in un lungo bacio. L’uomo premuroso si fuse con quello carnale, in un mix esplosivo che la scosse tutta.
<< Mi sei mancato… >> sussurrò Juliet, riprendendo fiato, e baciandolo di nuovo con la medesima intensità. Affondò le mani tra i capelli di Louis, inarcandosi verso il suo corpo massiccio.
<< Mi piace saperti qui ad aspettarmi >> sussurrò lui in risposta, prendendole la nuca con una mano per approfondire l’unione delle loro bocche. Le diede dei piccoli baci sul contorno della bocca, e Juls rabbrividì deliziata. Schiuse la bocca, per accogliere la lingua voluttuosa e vorace di lui.
Mmh se voleva punirla gli avrebbe lasciato carta bianca.  Juliet si mosse per sbottonargli la giacca, le dita calde che accarezzano il tessuto freddo, le mandò piccole scariche di piacere sulla pelle.
Ad un tratto Louis smise di baciarla, guardandola negli occhi, esitante. << Non voglio farti stancare piccola >>.
Lei gemette contrariata, inclinò il volto per sussurrargli all’orecchio: << Non puoi farmi stancare se ti prendi cura di me >> e strofinando il naso sulla pelle del collo.
Louis respirò in fretta, la voce di lei così squisitamente roca e carezzevole gli arrivò dritto dritto all’inguine.
Juliet strinse forte gli occhi, quando dovette allontanarsi per soffocare uno starnuto. << Scusa, mi dispiace >> disse mortificata. strofinando il dito sotto il naso. << Sono ripugnante conciata così. Capirò se tu decidessi di fermarti… >>
Louis scosse la testa in maniera energica, prendendole il viso tra le mani. << Sei… >> cominciò baciandole la fronte, << …così… >> proseguì lungo l’attaccatura del naso, << …bella >> e poi la punta.
<< Credi che in questo momento io provi per il tuo corpo qualcosa di diverso da quello che provi tu per il mio? >> le domandò brutale. << Ti voglio, Juliet >>. La sollevò bruscamente dimostrandole la verità di quanto appena detto. Lei si passò la lingua sulle labbra secche, sentendo l’eccitazione di Louis premerle sullo stomaco.
In tutta risposta Juliet gli avvolse i fianchi con le gambe, desiderando di sentirlo più vicino, fece trascorrere pigramente le dita sui bottoni della camicia, sbottonandoli uno per uno. Si chinò per baciargli delicatamente il petto nudo, la pelle calda e liscia. Proseguì in alto, emettendo dei suoni gutturali paragonabili alle fusa di una gatta, nel godersi il solleticare della leggera barbetta di lui sulle sue labbra. << Allora prendimi, Louis >>.
Rigido e perso della lussuria di Juliet, trovò la sua bocca, mormorandole in risposta un eccitato: << Ogni tuo desiderio è un ordine, tigrotta. >> Le morse il labbro superiore, lentamente e succhiandolo con assoluta devozione.
<< Hai mai fatto l’amore sul divano, Tomlinson? >> gli domandò Juliet.
<< Questa è la mia prima volta >>.
<< Bugiardo >> lo rimbrottò lei mordendogli in risposta il labbro inferiore, con foga.
Lui rise, alzandole il maglione e lei lo aiutò nel lavoro sollevando le braccia. << Non ti sto dicendo una bugia. Ho sempre preferito il letto, ma devo dire che mi stai facendo scoprire posti in cui desidero possederti, di giorno in giorno. Ti prenderò, in ogni centimetro di questa casa, nel tuo e nel mio ufficio… >>.
<< Dovremmo fare una lista >> ghignò Juliet.
<< Dopo. Faremo tutto dopo, adesso voglio qualcos’altro >> le rivolse un sguardo bruciante, gli occhi celesti di Louis si scurirono, assumendo la tonalità di un blu torbido.
Juliet mugolò un verso di apprezzamento, sussultando quando fu completamente nuda, e Louis infilò una mano tra le sue cosce tremanti.
<< È questo che vuoi? >> chiese, aprendole delicatamente la carne, accarezzandola con movimenti leggeri e circolari finché Juliet non fu completamente bagnata. La testa di lei ricadde sul braccio del divano, e lui ne approfittò per baciarle la gola, un respiro torrido sulla sua pelle delicata, mentre la penetrava con le dita.
Juliet si sentì come se non avesse mai avuto la febbre, estasiata di quello stato febbricitante che stava vivendo il suo corpo che era cento volte meglio di qualsiasi medicina.
Inondata com'era di piacere, Juliet non si rese conto che Louis adesso fosse nudo. Suoni articolati le risalirono su per la gola, quando lo sentì affondare dentro di lei con una calma talmente smisurata che volle gridare.
<< Amo prendermi cura di te, Juliet. Lascia che lo faccia >>.
<< Sì... >>. Quando lo sentì ritirarsi quel poco da impedirle di venire, gemette frustrata.
<< Mi ascolterai? >> fece lui, imprigionandola con lo sguardo. La stuzzicò fino a quando lei non si contorse per gridare: << Sì, ti ascolterò. Ti chiedo scusa! >>.
Attraverso il tonante battito del suo cuore, Juliet lo sentì bisbigliare di prenderlo, di lasciarlo entrare. Lei s’inarcò per accoglierlo, dondolando i fianchi, sollevandoli per chiedergli silenziosamente di più, e lo sfregamento caldo e scivoloso la fece gridare di piacere, finché l’orgasmo non l’avvolse in una coperta sublime.
Un’ora e mezzo dopo, rimasero a contemplarsi per un po’, sudati e appagati. *
Juliet giocherellava con i suoi capelli, sorridendogli, mentre Louis la stringeva tra le sue braccia, coprendola con la coperta. << Ti terrò inchiodata a casa ancora per un bel po’, così che tu possa scaricare la tua energia su di me quando torno >>.
Lei scoppiò a ridere, << Non pensare che la tua tigre resti in gabbia >> lo mise in guardia. Strofinò le dita dei piedi con quelle di lui, in un gesto intimo e tenero.
<< Non lo penso, non sarebbe divertente sennò >> convenne Louis. << Hai freddo? >> le chiese poi, quando un piccolo brivido attraversò il corpo di Juliet.
Lei scosse la testa, rannicchiandosi ancora di più sul suo petto. << Non potrei stare meglio di così >>.
<< Starai meglio soltanto quando avrai mangiato e preso le medicine >> commentò Louis.
Juliet sospirò, priva dell’energia necessaria per ribattere. Annuì. << Va bene, dottore >>.
Lui la ripagò con un largo sorriso, compiaciuto e sollevato. << Brava. Sarai premiata, bambina >> le ammiccò suadente.
Lei scosse la testa ridacchiando, poi puntellandosi su un gomito, poggiò la mano sulla guancia per guardarlo meglio. Giocherellò distrattamente con le frange della coperta. << Sei meraviglioso con me, ed io ti ripago facendoti preoccupare… >>.
<< Ehi >> Louis la strinse a sé, cullandole la testa con le mani. << Juliet, amo prendermi cura di te. So che non ci sei abituata, ma… >>.
Juliet alzò lentamente la testa, schiudendo lievemente le labbra per la sorpresa nell’udire nuovamente quel verbo. Era la seconda  volta che glielo sentiva usare.

Cosa stai cercando di dirmi, Louis?
<< Ma cosa? >> lo spronò lei.
Sentiva il cuore galopparle nel petto, i suoi occhi ambrati frugavano dentro quelli di lui così intensamente, che faticò a respirare.
Non aveva mai visto Louis così serio in tutti i mesi della loro conoscenza. E quando terminò la frase, Juliet sentì che niente avrebbe potuto stenderla di più che sentire quella dichiarazione, che uscì dalla sua bocca in una maniera così cristallina e sincera, che si domandò se il suo cuore fosse uscito dalla cassa toracica.
<< …io ti amo, Juliet >>.


* Qui si collega il Secondo Missing Moments di The red dress of seduction


Note dell’autrice

 
Voi siete meravigliose, ed io tremendamente dispiaciuta che in questo periodo vi faccia aspettare un po’ tra un aggiornamento e l’altro. Sapete com’è la scuola no? Siete sempre così buone con me, ed io vi voglio un gran bene, perché anche se magari vi faccio aspettare tre settimane, voi ci siete comunque, rivolgendomi sempre troppe belle parole che non merito, e per questo vi ringrazio profondamente.. :’c
Il mio obiettivo e ripagarvi con ciò che scrivo, sempre che ci riesca e che ne venga fuori qualcosa di apprezzabile.
Ci ho penso un po’ anche perché dovevo scrivere il secondo missing moment a rating rosso, che spero sarà di vostro gradimento come l’altro, ma se non sono brava a scriverli ditemelo e li cancellerò U.U
Riguardo a questo capitolo, spero che l’ultima frase detta da Louis vi abbia fatto un certo effetto e che vi abbia piacevolmente sorpreso :3 Cosa pensate del comportamento di Juliet un po’ insicuro che ha occupato la parte iniziale del capitolo? Riuscite a comprendere i suoi sentimenti? Linda merita il suo perdono??

Ringrazio tutte coloro che in 22 capitoli mi hanno regalato 404 meravigliose recensioni, che mi lasciano bellissimi messaggi, e che inseriscono me tra le loro autrici preferite...vi amo di bene :') Si può dire no? Bè io lo dico lo stesso ;P
Un grande bacio e un sincero grazie a chi legge la storia, che si sta piano piano avvicinando alla fine...eh sì, ci tenevo a dirvelo nel caso vi stesse stancando di questa Ella xD

Un grosso grosso abbraccio dalla vostra Ella

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Capitolo 24
*** Capitolo24 ***


capitolo 24 pronto

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Capitolo 24

 

Sentiva il cuore galopparle nel petto, i suoi occhi ambrati frugavano dentro quelli di lui così intensamente, che faticò a respirare.
Non aveva mai visto Louis così serio in tutti i mesi della loro conoscenza. E quando terminò la frase, Juliet sentì che niente avrebbe potuto stenderla di più che sentire quella dichiarazione, che uscì dalla sua bocca in una maniera così cristallina e sincera, che si domandò se il suo cuore fosse uscito dalla cassa toracica.
<< …io ti amo, Juliet >>.
Sbarrò gli occhi schiudendo le labbra, un’espressione attonita le tese ogni lineamento del viso.
Oddio diceva sul serio.
Si raddrizzò con il corpo, mettendosi seduta. D’un tratto l’aria si era fatta soffocante, e Juliet sentì gli occhi pizzicare.
<< Tu… >> soffiò fuori in un filo di voce. << Cos’hai detto? >>.

Non fare le orecchie da mercante, la riprese la sua vocina. Anche tu lo ami.
<< Ho detto di amarti >> rispose semplicemente Louis, sorridendole dolcemente. Fece per accarezzarle il viso con la punta delle dita, ma quando Juliet si tirò la coperta verso di sé per coprirsi, sviando il suo sguardo, lui si fermò.
Sapeva di averla colta di sorpresa, lui stesso era ancora scosso per l’intensità del momento. Ma non era mai stato così felice. Non aveva mai amato una donna come amava Juliet. O forse era meglio dire che non aveva mai amato prima di incontrare lei.
Il suono di quelle due parole era riecheggiato nel suo cuore, e scivolate fuori dalla bocca come se finalmente n’avessero trovato finalmente il destinatario.
Desiderava ripetergliele mentre facevano l’amore, quando lei lo guardava come se oltre a lui non esistesse altro uomo sulla faccia della terra, nel momento in cui si sarebbero uniti in un climax dopo l’altro e prima di addormentarsi stretti l’uno tra le braccia dell’altra.
Voleva dimostrarle che sentiva davvero quell’amore per lei.
Aveva bisogno di sentirla vicina, nel tepore delle sue braccia, ma qualcosa lo mise in allarme vedendo una nota di panico negli occhi color caramello di Juliet.
Sembrava assorta nel contemplare un punto fisso nel vuoto, come se fosse combattuta nell’animo.
Louis si sentì mancare la terra sotto i piedi, raggelandosi.
Non aveva pensato alla possibilità che lei non ricambiasse quel sentimento, non gli era passato minimamente per l’anticamera del cervello.

Juliet non mi ama? Fu la sua intima domanda.
Sentì bruciare la paura, un’irrazionale paura di perderla, di sapere che aveva corso troppo in fretta con la conseguenza che lei sarebbe fuggita da lui.
Si passò una mano tra i capelli, ostentando un tono calmo nella voce, quando in realtà si stava logorando dentro per il terrore di averla messa nel panico. Sapeva che Juliet aveva avuto le sue difficoltà, ma non avrebbe sopportato di vedere di nuovo quel muro di protezione che innalzava per difendersi. Non dopo tutto quello che avevano vissuto prima di mettersi realmente insieme.

Non con lui.
<< Juliet, parlami. >> le prese il viso tra le mani, obbligandola a voltarsi per incontrare i suoi occhi, e notò quanto fossero vitrei quelli di lei. << Cos’hai piccola? >>.
Quel silenzio lo stava facendo impazzire. Avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere cosa lei stesse pensando in quel momento.
Juliet non aveva idea di cosa fosse più giusto da dire. Immaginava che Louis si aspettasse un “anch’io ti amo”.
Cazzo.
Si odiò con tutta se stessa. Come poteva far questo a Louis?
Lei lo amava, tantissimo. Allora perché non glielo diceva?
<< Non escludermi >> lo sentì mormorare in tono mesto, trattenendo a fatica un gemito.
Lei scattò con la testa all’indietro, come se avesse ricevuto uno schiaffo in pieno viso, per la veridicità di quelle parole. Lui le stava vicino, ma non si muoveva, come se toccarla avesse potuto far peggiorare le cose.
Juliet capì: aveva paura che lei fuggisse di nuovo.
Cristo, no…
Sarebbe morta, piuttosto che vederlo così vulnerabile per causa sua. Avvertiva quel panico celato da una calma del tutto apparente, uscire dai pori della sua pelle, e Juliet desiderò sbattere forte la testa da qualche parte fino a farsi uscire il sangue.
Scosse forte la testa.
<< Mai >> sussurrò lei, buttandosi tra le sue braccia, lasciando ricadere il lenzuolo per il bisogno disperato di sentirlo pelle a pelle.
Lo strinse forte, poggiando il mento sulla sua spalla e stringendogli i capelli piano, per dimostrargli che lei non si sarebbe mossa da lì.
Lui l’amava.
Più lo ripeteva a se stessa, più Juliet non riusciva a crederci.
<< Sono tua, Louis >> gli disse, e quella era la pura verità. Non era soltanto amore quello che provava per lui, era qualcosa di molto di più, che due semplici parole non avrebbero potuto dirgli.
Lui voleva salvarla. Voleva salvarla da se stessa, dal suo passato.
Volerla darle amore, lui che fino a pochi mesi prima non sapeva cosa significasse quella parola.
Non era di lui che non si fidava.
Era di se stessa.
Essere consapevole che il passato per quanto fosse tale, vigeva ancora nel presente, dentro di lei, per ricordarle che l’amore era un sentimento labile, che lei non avrebbe saputo gestire.
Aveva terrore di deluderlo, aveva una paura folle di non meritare quanto Louis avesse fatto per lei, perché non era in grado di amare se stessa.
<< Non fare in modo che quello che porti dentro, distrugga quello che c’è tra noi >>.
Le si appannarono gli occhi, per il tono profondo e angosciato con cui Louis aveva pronunciato quelle parole.
<< Lotta per noi, Juliet >> le sussurrò, poggiandole delicatamente le labbra su una tempia.
Juliet strinse forte i denti, cadendo nel silenzio. Louis riusciva a leggerle dentro con una facilità impressionante.
Senza dire altro, la sollevò piano, prendendola in braccio, e portandola nella camera da letto.
Dopo che l’ebbe adagiata e messa sotto le coperte, la riportò dove doveva stare, tra le sue braccia, stretta a lui dove poteva assicurarsi che stesse bene e al caldo. Juliet non era ancora in piena salute, non voleva che si stancasse maggiormente affrontando un discorso come quello, quindi aveva deciso di tacere per il momento.
<< Se ne vanno… >>.
Per chissà quanto tempo, rimasero nel silenzio più assoluto, interrotto soltanto da un suono sommesso che Louis faticò a comprendere, per poi rendersi conto che quel mormorio indistinto di Juliet, fossero parole.
Lui aprì di colpo gli occhi. << Chi se ne va? >> riuscì a chiederle, dopo che ebbe abbassato lo sguardo verso di lei.
Juliet deglutì, sussurrando: << Se ci tengo…o se voglio che loro tengano a me, che mi vogliano bene…se ne vanno >>.
Dio, non riusciva a capacitarsi di averlo detto. La ferita emotiva che Louis aveva fatto indirettamente sanguire, stava uscendo in un rivolo copioso che lei non riusciva a fermare.
Lui rotolò su un fianco portandola con sé e prese ad accarezzarle la schiena, persuadendola a continuare. << Hai Bethany e Kyle >>.
<< Non meritavo di essere salvata >>.
<< Perché cazzo di ostini a dire una tale stronzata? >> sbottò Louis, fin troppo brusco. Le chiese immediatamente scusa, attirandola con il viso verso il petto. Era la cosa migliore che potesse fare, perché non sarebbe riuscita a parlare guardandolo in faccia.
Quando Juliet non rispose, si diede della testa di cazzo per aver sbottato in quel modo. La incitò con una leggera carezza alla base della gola. << Continua. Per favore >>.
Lei emise un sospiro corto. << Qualche giorno fa mi ha chiamato Linda >>.
<< Tua madre? >> chiese cauto lui.
<< Non è… sì >>.
<< Cosa voleva? >>.
<< Mi ha sorpreso sentirla, erano mesi che avevo perso i contatti con lei. Mi ha dato le ultime novità. Sta divorziando dal suo non chiedermi quale marito, per sposare uno che ha conosciuto in chat. Poi ha tirato in ballo la proposta del passiamo-il-Natale-insieme come una famiglia >>.
<< Come se lo fossimo! Cristo, ho sentito un tale disprezzo per la sua capacità di comportarsi come se nulla fosse. Pretende che la chiami mamma, quando… >> Juliet non riprese, sentendo un groppo alla gola. Buttò fuori l’aria, poi riprese. << …quando la persona che ti mette al mondo, ti lascia come un pacchetto di cui non sa che farsene. Non è di un figlio di cui ha bisogno, ma di un marito che la vizi, che la renda una moglie trofeo. All’inizio s’innamora, tutto va alla grande, ha i soldi, ha un marito che l’apprezzi, poi si rende conto che stare sempre con la stessa persona è noioso. Ha bisogno di una novità, che la faccia sentire di nuovo nel fiore degli anni, come una ragazzina che vuole fare esperienza. Io sono l’impiccio con cui ha dovuto avere a che fare per nove mesi, in uno dei suoi momenti dediti al divertimento e alla spensieratezza. Quando venne a bussare alla porta degli Anderson, ero solo una bambina, e lei mi promise che avremmo stabilito un rapporto, che voleva avere a che fare con me. Sebbene all’apparenza non dessi per niente l’idea di esserne entusiasta, dentro di me cresceva la speranza che mia madre mi volesse, che si fosse resa conto che poteva volermi bene. In fondo non è il figlio il tesoro più grande che possa capitare ad una madre? >>.
Louis non dette voce a quella domanda sebbene retorica. Juliet si stava aprendo con lui, e non aveva di nuovo intenzione di rovinare tutto.
<< Amavo David e Bethany, ed é così anche adesso. Lui mi ha salvata da morte certa…come potrei non essergliene riconoscente? Ma a volte mi chiedo, se quella è stata la cosa migliore…perché ero amata da loro, e non da chi mi aveva messa al mondo? Un giorno mi arrabbiai. Kyle non voleva giocare con me, perché doveva uscire con gli amici per andare non da qualche parte. Mi disse che era più importante che giocare con me. Mi sono sentita messa da parte…ero piccola, non posi la giusta razionalità alla faccenda, e considerai quella sciocchezza come un tradimento. Bethany accorse sentendomi piangere e litigare con Kyle. Non ricordo bene come avvenne il tutto, ma mia madre mi diede uno schiaffo, rimproverandomi di aver spinto mio fratello dalla bicicletta, facendolo barcollare e rompere un braccio. Ero fuori di me, ricordo di averle urlato “come hai osato! Soltanto mia madre può toccarmi! Non sei nessuno, tu non sei la mia vera madre!” >>. A quel punto la voce di Juliet s’inclinò. Non poteva dar segno di cedimento, l’avrebbe resa fin troppo vulnerabile. << Mia madre scoppiò a piangere. Dio, l’avevo ferita, Louis… >>.
<< Eri soltanto una bambina, e lo avevi detto in un momento di rabbia >>.
<< Ad ogni modo, me ne pentii amaramente. Non riuscii a parlare per giorni per la troppa vergogna che provavo. Bethany mi rassicurò, dicendomi che io ero sua figlia, e che andava tutto bene. Avevo avuto paura, sai? Paura che avessero cambiato idea su di me, e che mi avrebbero portato in un orfanotrofio. Ma nessuno dei due lo fece. Negli anni in cui vissi in quella casa, cominciai a sentirmi parte di qualcosa, e anche se sapevo che non era il dna ad unire me e quelle persone, stavo cominciando a voler loro bene come se fossero miei genitori di sangue. Intanto però aspettavo…una bambina aspettava che la sua mamma venisse a prenderla, ma invano. Passavano gli anni, ma di lei neanche l’ombra, e la speranza si tramutò in dolore, e poi in rabbia. David ci teneva a rassicurarmi, dicendomi che aveva avuto delle questioni urgenti da sbrigare e che sarebbe arrivata, ma persi la speranza. >> Sospirò affranta << Sai già il resto della storia >>.
<< Avrei tanto voluto conoscere tuo padre >> disse Louis, accarezzandole i capelli.
Juliet sentì scoppiarle il cuore, ponendo a freno le lacrime, che volevano a tutti i costi uscire. Si schiarì la gola, offuscando i ricordi con un leggero sorriso. << Vi sareste piaciuti >>.
<< Hai cominciato ad amarlo, ciecamente come si ama un genitore >> convenne Louis mantenendo il tono di voce basso e leggero.
Lei si sentì punta sul vivo. << Sì >> mormorò. << Poi il destino ha deciso di portarmelo via. Mi chiedo se sappia che per me era di più di una figura che aveva assunto le vesti paterne. Era il mio eroe, il mio punto di riferimento. Lo sarà sempre >>.
<< Sono sicurissimo che lui lo sapeva, e che ciò che sei è grazie a loro. Tu sai amare, Juliet >>.
Juliet riuscì finalmente a guardarlo negli occhi, trasalendo.
Louis la studiò, notando con tremendo dispiacere quei begli occhi iniettati di sangue che si ostinavano a rimanere freddi, il viso una maschera di impassibilità che stava tentando caparbiamente di tenere a freno quello che si nascondeva dietro.

La mia Juliet…la mia forte tigrotta.
La cullò con amore, lasciandole piccoli baci sulle guance.
Era una donna tenace, viva e determinata, che riusciva a trarre il massimo in ogni situazione. L’istinto di conservazione le aveva impedito di piangersi addosso e di sentirsi male, poi era arrivato lui e aveva fatto crollare l’unica difesa che aveva.
<< Non scappare da noi due. Devi poterti confidare con me. Non dovevi tenerti dentro la faccenda di Linda. Siamo una squadra, giusto? >>.
Juliet abbassò di nuovo gli occhi, << Non sei costretto a… >>.
<< Ehi…guardami. >> quando lei gli obbedì riluttante, proseguì con quella sua voce calma e profonda che seppe far ritrovare un po’ di quella quiete di cui Juliet aveva tanto bisogno. << Sono tuo, Juliet >>. Ripeté le sue stesse parole, lasciandole un bacio sulle labbra, premendo sulla sua bocca con infinita dolcezza, rendendo quel bacio una deliziosa carezza di labbra.
<< Louis >> gemette lei.
<< Ti amo. Non sei costretta a rispondere. Mi basta saperti al mio fianco. >>.
<< Mi hai, Louis. >> gli assicurò. << Mi hai >> ripeté chiudendo gli occhi, lasciandosi andare in un esausto respiro. La stanchezza della giornata la sopraffece, inghiottendola nelle volute di un sonno profondo.
Louis sentì un tremendo nodo d’impotenza stringergli il petto. La sua donna era convinta di non meritare l’amore di nessuno. Non aveva idea che le sue ferite fossero così profonde. Strinse forte la mascella rendendosi conto che lei non era stata capace di rispondere alla sua dichiarazione, perché temeva che aprendosi sarebbe stato lui ad andarsene prima o poi.

Se ne vanno tutti...aveva detto, e fu la prima volta che Louis si rese conto quanto fosse dura per Juliet essersi innamorata di lui, di un fuggitivo che non sapeva che pesci prendere in una relazione. Lei scappava, per impedire che lo facessero prima gli altri.
La voce di lui suonò spezzata quando dopo averle lasciato un ultimo bacio sul capo, le sussurrò sui capelli: << Sono qui, amore. Non vado da nessuna parte >>.
Peccato che lei non poté sentirlo.

 

 

***

 
<< Juliet, no. È fuori discussione >> proruppe Jade, continuando a sorseggiare tranquillamente il suo caffè.
Il Quartetto era riunito in cucina, intento a gustarsi gli squisiti manicaretti mattutini della signora G.
Nat, fresca di vacanze, inclinò il capo guardando sorniona Juliet. << Così impari a non darci ascolto >>.
Lei roteò gli occhi. Era stata rintanata in casa per una settimana, non avrebbe sopportato un altro giorno in più di quarantena.
<< Ma sto alla grande adesso! Vedete? >> si alzò roteando su se stessa in maniera teatrale. << Sono guarita completamente. La sposa di oggi pomeriggio ha bisogno anche del mio supporto. Potete chiedere al dottor Tomlinson se ci tenete tanto. >> arricciò le labbra in una smorfia divertita. << Mi ha fatto un check up completo prima di venire qui >>.
Allison sghignazzò. << Ah sì eh? Immagino che buon lavoro abbia fatto >>.
Jade rise, ma subito dopo ritornò alla modalità sono-io-che-detta-legge-qui e squadrò Juliet con occhio vigile. << Mmh va bene. In realtà è un sollievo avervi di nuovo tutte qui. Non sono in grado di gestire quattro settori contemporaneamente >> confidò loro con una punta di sollievo.
Allie ridacchiò, dandole un buffetto sulla spalla. << Ward che dice che ha bisogno di noi, è un evento più unico che raro >>. La mora tirò fuori dalla sua borsa tre pacchetti che poi porse uno ad ogni socia. << L’evento a Milano è stato da urlo. Non starò qui a pavoneggiarmi su quanto sia stato figo andare a fare shopping con la famosa stilista -arrivata direttamente dagli Stati Uniti- Pnina Tornai… >>.
Juls, Nat e Jade alzarono gli occhi al cielo. << Vai avanti! >> urlarono in coro, ponendo un freno ai pavoneggiamenti maliziosi della ragazza.
Allie mise il broncio. << Ehi! Una donna non ha diritto a dire niente adesso? Comunque sia, sono anche fin troppo generosa >> fece la linguaccia alle sue amiche, quando quest’ultime emisero un verso di scherno. << Dicevo: ho deciso di modernizzare un po’ il nostro lavoro. Basta agende di carta e rubriche. Ora che ci siamo tutte, posso darvi il mio piccolo pensierino. Aprite le scatole forza >> ordinò loro con sguardo risoluto.
Le tre ragazze si lanciarono uno sguardo interrogativo, poi le loro bocche si aprirono in una O di sorpresa e meraviglia, quando si resero conto che tra le mani custodivano un magnifico strumento dell’ultima tecnologia.
<< Ci hai comprato un iPad! >> esclamò Nat esuberante. << Non ci credo, che forza! >>.
<< Perché non ci ho pensato prima io?Accidenti non sono degna del nome che porto se non vi batto sulle novità del momento >> mormorò tra sé e sé Jade, facendo ridere le sue amiche.
Juliet tolse la patina protettiva dallo schermo del suo regalo, alzandosi per dare un bacio di ringraziamento sulla guancia ad Allison. << Hai pensato proprio bene. Non immaginavo che rinnovarsi fosse così bello. Corro a registrare gli appuntamenti e tutto il resto sul mio nuovo giocattolo >> trillò esuberante.
La mora sbattè le palpebre, divertita dall’atteggiamento quasi infantile dell’amica. << Peccato, pensavo volessi vedere anche le scarpe che ti ho comprato… >>.
Juls sgranò gli occhi, saltellando sul posto. << Scherzi? Vedere vedere! >>.
La mora annuì. << Appena finiamo con il ricevimento te le mostro. E tranquille >> si rivolse a Jade e Nat. << Non ho dimenticato anche voi >>.
Juliet si sentiva energica e pronta a far sì che due anime gemelle coronassero il loro sogno d’amore. Ringraziò la signora G per l’ottima colazione, salutando con un gesto della mano le sue compagne. All’improvviso si fermò, corrucciandosi nel sentire una fitta allo stomaco. Tossicchiò lievemente, mascherando una smorfia. Nat aveva cominciato a parlare della sua luna di miele ad Aspen, mentre Jade e Allison le facevano delle domande a riguardo.
Piegò il capo, massaggiandosi la nuca. Si era assicurata al cento per cento di non avere alcun sintomo di malessere prima di arrivare alla tenuta, altrimenti era certa che Jade non le avrebbe dato il permesso di lavorare. Si morse il labbro al ricordo delle cure di Louis che le aveva riservato quella mattina. Nonostante il metodo per nulla professionale, anzi, un sorrisino sgembo le incorniciò le labbra rammentando le sue sensuali mani che tastavano con meticolosità il suo corpo, Juliet stava bene, la febbre era passata grazie alle medicine. Proseguì lentamente verso la sua ala lavorativa di Promesse, guardando sorridente il suo iPad nuovo di zecca, sorvolando su quel piccolo sintomo insignificante.
Non poteva permettersi una ricaduta, Jade stessa aveva confessato che non era stato facile cavarsela da sola, sebbene non avesse l’intenzione di rimproverarla, Juliet non poteva di nuovo lasciare che facesse tutto da sola.
Telefonò alla sposa che quel sabato sarebbe stata la protagonista dell’evento, fissando l’appuntamento per le undici della mattina.
Chiudendosi la porta dell’ufficio alle spalle, Juliet si fiondò dritta nel lavoro che tanto le era mancato.

 

 

***

 

Il mattino del giorno seguente, Juliet stava canticchiando allegramente, mentre faceva girare due uova con pancetta nella padella. Sentiva l’acqua scorrere in fondo al corridoio, segno che Louis era sotto la doccia.
Prese due piatti sistemandoli sulla tavola, insieme alle tazze fumanti di caffè e toast farciti con marmellata e burro. Ciondolò con la testa, a tempo di musica, facendo muovere lo chignon con cui si era legata i capelli in maniera sbarazzina, la felpa grande rossa con i micetti sopra che le arrivava fin sotto le natiche.
Ebbene sì, i suoi vestiti per la casa erano molto originali.
<< Buongiorno!>> Louis dovette farsi sentire da sopra le alte note di Don’t wake me up di Chris Brown provenienti dallo stereo.
<< Tomlinson >> ricambiò lei, soffocando uno sbadiglio. Dandogli le spalle controllò che la colazione fosse cotta a puntino.
Inalò il delizioso aroma che proveniva dalla padella, per poi mettere un po’ per uno nei piatti da portata.
<< Spero non ti dispiaccia. Ho cucinato le uova…? >> cominciò a dire lei, ma si bloccò catturata con lo sguardo dal corpo di Louis.
I capelli erano umidi per la doccia, e gli ricadevano sensualmente di lato in un morbido ciuffo. Indossava soltanto i pantaloni del pigiama. Dio, era fottutamente bello.
Perché era così bello?
Lei era fin troppo ridicola con quei gatti stampati sul davanti, i capelli una crocchia confusa e informe, e i pantaloni larghi ben oltre la sua misura.
Si accigliò, e lui se n’accorse, inarcando un sopracciglio interrogativo le andò vicino, ma non prima di aver abbassato un po’ il volume della musica. << Così va meglio. Cosa mi stavi dicendo? >>.
Lei buttò fuori l’aria dai polmoni. << Non me lo ricordo >>.
Louis scoppiò a ridere, gettando la bella testa all’indietro. Il riverbero della risata andò a colpire gli umori febbricitanti di Juliet, che si morse il labbro.
<< Signorina stai diventando tutta rossa. >> commentò Louis, sorridendo sfacciato.
A quel punto Juliet si stizzì, << N-non è vero! Sei un dannato pallone gonfiato Tomlinson >> lo accusò alzando il mento.
Lui si portò una mano sul cuore, fingendosi offeso, soffocando una risata.
<< Un pallone gonfiato che adora te e quei micetti >> disse poi alludendo alla sua felpa.
Juliet ringhiò, facendolo ridere di nuovo.
<< Non guardarmi, non ti permettere. Mangia se non vuoi che la tua colazione finisca in pasto ai cani randagi >>.
Louis sorrise divertito, del comportamento della ragazza. Juliet non era mai stata una tipa lunatica, ma quella mattina sembrava essere attraversata da diversi stati d’animo. Era gioviale, schizzinosa, burbera…poi Louis capì: doveva essere la sindrome premestruale. Vivere con una donna, significava anche osservarne i comportanti, e sapeva per esperienza diretta che quando Juliet era in “quel periodo del mese” era meglio tapparsi la bocca, per il suo bene fisico. Ma era pur sempre irresistibile provocarla.
<< A che ora ti sei alzata? >> le domandò, curioso di sapere il perché non l'avesse svegliato spintonandolo giù dal letto e dandogli dello scansafatiche; cosa che succedeva quasi sempre. Lei fece spallucce. << Presto... >> rispose noncurante. Juliet si tenne per se il dettaglio dell'orario. Preferiva non dirgli che si era svegliata nella tarda nottata, presa da un fastidioso mal di pancia, che non le aveva fatto chiudere occhio per il resto delle ore successive. Le occhiaie erano state astutamente coperte da un efficace correttore, e per Juliet dormire qualche ora in meno non le avrebbe impedito di essere carica a lavoro.
Louis annuì, poi la guardò con un sorrisino perplesso, mentre Juliet fissava corrucciata la sua colazione, come se ad un tratto dubitasse della qualità del cibo.
Stava giocherellando con la forchetta, quando disse: << Non mi va più >>.
<< Cosa? >>.
<< Questo >> indicò il suo piatto, con una smorfia come di disgusto.
Louis arcuò un sopracciglio. << Non hai più fame? Ti ricordo che devi mangiare. Non hai toccato quasi niente in questi giorni, se non della zuppa >> le fece notare. << E poi hai preparato tutto questo per nulla? >> la schernì indicando la tavola agghindata.
<< Non per nulla >> replicò caustica lei. << Pensavo ti piacesse >>.
<< Non ho detto che non mi faccia piacere, ma devi mangiare anche tu. Vuoi che t’imbocchi signorina? >> le strizzò l’occhio, malizioso.
<< Ah-aha non ci pensare nemmeno >> Juliet mise su un ghigno che doveva sembrare minaccioso, ma Louis stirò le labbra cercando di rimanere serio per non saltarle addosso. Era così adorabile che gli venne voglia di mettersela sulle gambe e baciarla fino allo sfinimento.
Si passò una mano tra i capelli, sporgendosi dalla sedia per avvicinarsi un po’ di più a Juliet. << Altrimenti, tigrotta? >> le domandò con un tono volutamente basso e profondo.
Juliet alzò un sopracciglio. Si alzò, lentamente, per andare a sedersi sulle sue gambe. Circondò il collo di lui con le braccia, poggiando la fronte sulla sua. Il petto di Louis cominciò a gonfiarsi d’eccitazione. Adorava sentire le mani di Juliet accarezzarlo, torturarlo, baciarlo.
Amava quella donna, e glielo avrebbe anche detto se non fosse stato per la perdita di lucidità che lo colse quando lei fece scorrere la mano, delicata e sottile sulla pelle del suo torace tracciando piccoli cerchi lenti e sensuali.
Scese accarezzandogli i pettorali asciutti e ben delineati, mentre con la testa s’inclinava per sussurrargli all’orecchio. << Ah…Tomlinson…sai cosa succede a chi vuole giocare con il fuoco? >>. Gli morse il lobo dell’orecchio, allo stesso tempo la sua mano audace scese più in basso, finché non trovò la stoffa dei pantaloni.
<< Mmh tu sei il fuoco più attraente e pericoloso con cui abbia mai avuto a che fare. >> sospirò Louis, con le labbra in un sorriso estatico.
Dentro di se pregava che Juliet si spingesse ancora più in basso, dove c’era qualcuno che non era mai stato così rizzato di prima mattina.

Un’altra prima volta, gioì interiormente, ascoltando i battiti altisonanti del suo cuore aumentare per la vicinanza di Juliet.
Quando lei fermò il sinuoso tragitto, per arretrare quel tanto che bastava per incontrare i bellissimi occhi di Louis, inclinò il capo guardandolo solenne. << Non hai paura di scottarti? >>. Non si trattava più di un gioco di parole scherzose, quell’ironia era velata di un’eloquenza penetrante; lo capirono entrambi mentre scrutavano l’uno negli occhi dell’altro.
<< Se il premio sei tu, sono disposto a rischiare >> rispose Louis, alzando una mano per poggiarla sulla guancia di lei.
<< Non sono sicura che ne valga la pena >>.
<< Questo non sta a te deciderlo. >> replicò lui, deciso.
Juliet abbassò lo sguardo guardandosi le mani.
<< Sono tuo, Juliet >>.
Per loro quello era diventato un modo di manifestare i loro sentimenti, per far comprendere quanto significasse per entrambi il loro legame.
<< Non sto cercando rassicurazioni >>. Il volto di Juliet divenne impassibile.
<< Non si tratta di una rassicurazione. È la realtà dei fatti >> Louis poggiò le labbra sulla punta del naso di lei, sussurrandole in maniera chiara: << Ti amo >>.
La sentì trattenere l’aria, provocandogli una stretta al cuore.
Juliet si schiarì la gola. << Io… >> cominciò a dire poi il rumore di un cellulare, li fece sobbalzare entrambi. Sembrò indecisa se rispondere o meno, valutando la possibilità che Louis pensasse si trattasse di un modo per evitare la dura e trasparente verità delle sue parole. << Ehm è il mio… >> farfugliò.
<< Rispondi pure >> la rassicurò con un piccolo sorriso.
Juliet gli lanciò un’occhiata di sbieco, poco convinta, ma il cellulare continuava a suonare incessantemente.
<< Pronto >> esclamò una volta accettata la chiamata.
<< Ehi Juls, non vieni in palestra? >> udì chiaramente la domanda di Allie dall’altra parte dell’apparecchio.
<< Perché che ore sono? >>.
<< Le otto e mezzo. Di solito arrivi prima di me. Successo qualcosa? >>.
<< No, no, tutto bene. Non…è suonata la sveglia ecco >> sdrammatizzò Juliet con una risatina. << Vi raggiungo tra poco >> e mise giù dopo aver salutato la mora.
<< Le ragazze? >> chiese poi Louis, con un tono di voce normale.
<< Già >> annuì lei.
Detestava quella sorta di pesante silenzio che da giorni regnava tra di loro. Sembrava li dividesse, e non poteva sopportarlo.

Lotta per noi…
Juliet rammentò le parole di Louis. Doveva lottare con i dubbi che l’assediavano, doveva combattere.
Per il bene di entrambi, ci avrebbe provato, per amore di lui, sarebbe riuscita a fare ordine nel suo cuore dolorante.
<< Devi andare quindi… >> aggiunse lui, cupo.
<< Non ancora >> Juliet sorrise.
Lui le rivolse uno sguardo circospetto.
<< Non prima di aver fatto colazione! >> concluse allargando il sorriso. Prese una fetta di pane con la marmellata sopra e con un dito ne prese un po’, girandosi verso Louis per spalmarglielo sul naso. Ridendo disse: << Non è forse il pasto più importante della giornata? >>.
Lui sbatté le palpebre, scuotendo la testa, sconcertato di quel cambio di opinione sul cibo, e poi di umore. << Tu mi farai impazzire >>.
<< Fa parte del pacchetto, Tomlinson >> gli ammiccò maliziosa lei.

 

 

 

 
Juliet stava scendendo le scale, per raggiungere la cucina di villa Ward. Sentiva un certo languore alla bocca dello stomaco. Louis l’aveva più volte rimproverata sul fatto di aver messo poco sotto i denti nei giorni in cui era stata male. Forse adesso il suo corpo si stava lamentando del digiuno a cui lo aveva brutalmente sottoposto. Facendo spallucce, si leccò il labbro inferiore, pregustando qualche dolce della signora G. Arricciò il naso, affamata.

Mmh magari anche qualcosa di salato…rifletté svoltando l’angolo.
<< Ehi Niall >> esclamò, quando scorse la figura di Niall sgranocchiare un biscotto, il corpo poggiato sul ripiano della cucina, le gambe lunghe e incrociate avvolte in un paio di jeans scuri.
<< Juliet, ciao >> sorrise il biondo.
<< Che piacere vederti. Come mai da queste parti? >> chiese la ragazza accomodandosi su uno sgabello.
<< Allison aveva dimenticato alcuni disegni a casa, e sono venuto a portarglieli. Ma prima di andarmene non ho resistito ai biscotti fatti in casa della signora G >> confessò strizzandole l’occhio.
<< Chi è che resisterebbe a simili tentazioni? >> commentò Juls, ridacchiando.
Niall sporse il piatto verso di lei, ma Juls scuoté la testa. << No grazie. Avrei voglia di qualcos’altro >> disse facendo per alzarsi e dirigersi verso la credenza.
<< Okay >> rispose il biondo facendo spallucce. << Cosa mi racconti? Allie mi ha detto che avete un altro ricevimento stasera. >>.
<< Mmh si è così >> rispose distrattamente lei. Il giorno precedente avevano celebrato un matrimonio al crepuscolo, mentre gli sposi di oggi desideravano un rito romantico e intimo di sera. Sarebbero stati circa sessanta invitati, quindi i parenti più stretti e qualche amico.
<< Per il resto va tutto bene? Ho saputo che sei stata poco bene in questi giorni >>.
<< Mmh sì è così >>. Juliet si chinò per prendere la bottiglia con la salsa al cioccolato nel frigorifero.

Dove sei? Dove sei…oh eccoti!
Niall corrugò la fronte. << Juls ci sei? >>.
<< Mmh? >> mugugnò lei, tra i denti una busta di popcorn, una ciotola in grembo trattenuta dalla mano destra, e la bottiglia nell’altra.
<< Vuoi una mano? >>.
Lei scuoté la testa, facendo rumore con la busta. << No, sono perfettamente in grado di farcela. >> disse concisa socchiudendo gli occhi.
Il biondo sbatté le palpebre, confuso. << Ookay >> alzò le mani in segno di resa.
<< Di cosa stavamo parlando? >> esordì Juls poi, versando i popcorn nella larga ciotola.
<< Ehm…di te e della tua salute >> mormorò Niall alzando un sopracciglio.
<< Non c’è molto da dire. Capita a tutti di ammalarsi no? Vi fate troppi problemi per nulla. Puoi passarmi quel piattino vuoto lì? >>.
Il biondo sembrò voler dire qualcosa a proposito, ma si astenne dal risponderle, poiché Juliet sembrava completamente presa dal suo operato. Le passò ciò che aveva richiesto, sgranando gli occhi nel vederla togliere il tappo dalla bottiglia per versare tutto il cremoso liquido scuro nel piatto.
In quel momento la signora G entrò in cucina, portando con se un cesto di biancheria pulita. << Ragazzi. State facendo merenda? >> disse a mo’ di scherno.
<< Ah-aha >> rispose Niall, alzando le sopracciglia chiare.
Osservò Juliet immergere un popcorn nella salsa e portarselo alla bocca, con un'espressione di piacere sulle labbra.
Niall non fu l’unico a rimanere perplesso per quello strano miscuglio salato-dolce. Anche l’anziana governante emise un lungo fischio rimproverante. << Juliet Anderson sei da poco stata male. Ti sembra il caso di mangiare in quel modo? >>.
La diretta interessata alzo lo sguardo dal piatto. << Oh scusate, che maleducata. Volete? >> porse a Niall la ciotola, poi però cambiò idea. << Un secondo, magari così è meglio… >> afferrò il piattino con dentro il cioccolato e lo versò nella ciotola dei popcorn, impiastricciando i croccanti chicchi bianchi.
Niall fece una smorfia. << No grazie, Juls. Per questa volta credo che passerò >> dissentì gentilmente. << Si è fatto tardi, devo proprio andare >>.
Il biondo lanciò una lunga occhiata indagatrice alla sua amica, che non sembrò dar peso alle sue parole, anzi si limitò a salutarlo con la mano. Poi Niall mimò alla signora G un: << Cosa diavolo le prende? >>.
La governante scosse il capo, ignara. Quando un biondo preoccupato ebbe lasciato la cucina, si sedette di fronte alla ragazza. << Allora dolcezza, che ne dici di una bella porzione di lasagna invece che di cibo spazzatura? Sono sicura che tu non abbia toccato granché in questi giorni >>.
Juliet si succhiò l’indice sporco di cioccolato. Schioccando la lingua, osservò l’impiastro di cui era autrice nella ciotola. << Accidenti, forse non avrei dovuto usare tutta quella salsa. Mi dispiace signora G. Pulisco immediatamente >> disse mortificata.
Grace scosse la testa, sorridendole rassicurante. << Sta tranquilla, tesoro. Allora che ne dici di qualcosa di più salutare? >>. Juliet non era mai stata tipo da patatine, popcorn e roba confezionata. Grace sapeva quanto le piacesse invece mangiare cibi freschi o fatti in casa. Magari la sua Juliet era semplicemente affamata e aveva messo sotto i denti la prima cosa che le era capitata sotto gli occhi.
Intanto la ragazza non sapeva cosa le fosse preso. Si era comportata come una bambina in cerca di dolci, e aveva appena ingerito porcherie. Quello le sarebbe costato due ore in più con gli attrezzi in palestra.
Fece una smorfia, sorpresa di se stessa per la sua impudenza. Sicuramente era sembrata ridicola anche a Niall. Si alzò dal tavolo per sciacquarsi le mani sotto il getto d’acqua fredda del lavello. Strofinandosele con il panno, rispose alla signora G con un: << Molto volentieri, grazie >>.
D’un tratto sentì come un tonfo sordo nella pancia, una sorta di fastidio acuto che le fece serrare la mascella. Alzò gli occhi al cielo, massaggiandosi il ventre.

Così imparo a sapermi gestire, si rimproverò, augurandosi che qualche popcorn di troppo non le desse troppi problemi. Tra non molto sarebbero arrivati gli inviati, e il Quartetto doveva mettersi all’opera. La sosta toilette non era nei piani di Juliet.
Aiutando la signora G a tagliuzzare i pomodori, il suo cercapersone l’avvisò di una chiamata in arrivo. Lo prese, accettando la chiamata dopo aver lanciato un’occhiata al display. << Ward >>.
<< Riunione tra sette minuti esatti nel mio ufficio >> esclamò Jade senza preamboli.
<< Agli ordini capo >> fu la risposta immediata e automatica di Juliet, e mise giù. << Signora G, il generale Ward mi ha chiamato a rapporto. Le dispiace se vado? >>.
Grace sospirò. << Devi proprio andartene adesso, ragazza? Speravo di farti mangiare qualcosa prima >> disse con una punta di delusione, come se avesse appena fallito una missione importante.
Juliet sorrise, divertita. La baciò sulla guancia. << Grazie lo stesso signora G. Che ne dice di tenerla per quando sarà finito l’evento? Avrò una fame da lupi >>.
Eppure Juliet non era molto convinta di quello che aveva appena detto. Era quasi sollevata di non aver ingerito nient’altro.

Promemoria: non mischiare mai più il salato con il dolce.
La signora G sembrò pensierosa, poi annuì. << E sia. Adesso sparisci >>.
Juliet le strizzò l’occhio, e si diresse verso l’ufficio della socia con grandi falcate per non doversi sorbire un terzo grado.
L’andatura dei suoi passi cominciò a farsi un po’ incerta, come se non fosse abituata a camminare sui tacchi.
Strizzò forte gli occhi, massaggiandosi la base del naso con l’indice e il pollice. Con stupore, Juliet si accorse del velo di sudore che le aveva imperlato la fronte, un sudore freddo che fece fremere le sue membra.
<< Ma che diavolo…? >> sussurrò, presa dalla preoccupazione. Una morsa dolorosa le serrò la gola, premonitrice della fitta che avvertì subito dopo allo stomaco.
Juliet si piegò in due su se stessa, poggiando le ginocchia a terra e afferrandosi la vita con le braccia.
Gemette, sentendo un ronzio nella testa. Prese a fare dei lunghi respiri profondi, concentrata a non fare in modo che un conato di vomito venisse a galla, ma invano. Claudicando sui tacchi, corse furiosamente verso il bagno, rigettando il tutto.
Si sforzò di non emettere un suono, quando sentì la voce di Nat provenire dal corridoio.
Sicuramente era venuta a cercarla. Non ebbe il tempo di rimettersi in piedi che un nuovo attacco di nausea la investì in pieno, vorticando nel suo stomaco e su fin per la gola.
Quando fu tutto finito, Juliet poggiò la fronte sudata sul marmo freddo della parete del bagno, scaricando tutto quello schifo.
<< Juls? Ragazza sei in bagno? >> urlò la rossa, dall’altra parte della porta.
Lei si schiarì la gola secca, disgustata da quel saporaccio che permeava la sua bocca. << Sì Nat, arrivo tra un attimo. Tu inizia ad andare, okay? >> fece sì che la sua voce suonasse il più tranquilla possibile.
Attese speranzosa fino a quando la sua amica non rispose un: << Va bene >>, poi sospirò.
Alzandosi, scrutò il pallido profilo della sua figura nello specchio. Dannazione, doveva eliminare quelle occhiaie violacee e darsi un pò di colore, prima che le altre potessero chiederle qualcosa. Si passò una mano tra i capelli, ravvivandoseli il meglio che poté.

Cosa mi sta succedendo?

 

Note dell’autrice

Ciao a tutte mie belle ragazze :*
Approfittando di un po’ di tempo libero, sono riuscita a postare il capitolo 24. Con tutti gli impegni di questo mese, non c’era un momento in cui riuscivo a dedicarmi completamente alla stesura del capitolo, così ho deciso di farlo quando tornavo a casa la sera, prima di andare a dormire. Spero che il sonno non mi abbia giocato qualche brutto tiro, facendo uscire uno schifo di capitolo, perché già è tanto per me che voi lo leggiate, quindi il mio compito, il mio desiderio è quello di farvi vivere qualche piacevole emozione e se non ci riuscissi siete pregate di dirmelo U.U
Penso che non serve che vi dica che sono sempre più commossa di quello che fate per me…mando un bacio e un forte abbraccio a tutte voi, che riuscite a risollevarmi con le vostre tenere parole da giornate così pessime…davvero mi chiedo cosa diamine ho fatto per meritare stupende lettrici come voi :’3 Non so davvero cosa rispondervi ogni volta, perché magari a voi potranno suonare i miei ringraziamenti superflui e detti solo per una questione di educazione, ma non è così, per niente, per me ogni lettrice che mi invia un messaggio o una recensione ha diritto di essere risposta nella maniera più profonda possibile…non so che idea vi siate fatte di me, ma non potrò mai ignorare qualsiasi cosa facciate per me, perché siete il più bel regalo che mi abbiano mai fatto :’) Non mi dilungherò sul capitolo, ci terrei più che altro a sapere la vostra opinione di esso, per comprendere che idea vi siate fatte, se volete naturalmente :) Ora corro a studiare, grazie infinite per il vostro tempo che occupate per questa noiosa ragazza :*

Vostra Ella con amore

P.s. Premetto che Louis non avrà i capelli rossi nella storia, per me resta sempre bellissimo in ogni maniera lui si combini, ma i suoi capelli resteranno castani nella storia LOL

 

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Capitolo 25
*** Capitolo25 ***


capitolo 25 pronto

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Capitolo 25

 

A fine lettura leggete lo spazio autrice per un avviso importante, per favore :)

Dopo l’evento, il Quartetto si prese un momento per rilassarsi nel salottino di famiglia.
<< Non avrei mai creduto che qualcuno potesse piangere quasi ininterrottamente per sei ore. >> Allie mandò giù due aspirine con un bicchiere d’acqua frizzante. << Si sarebbe detto che era il funerale, non il matrimonio del figlio >>.
<< Dovrò sistemare con Photoshop l’inferno della foto con la madre dello sposo. E anche così… >> Nat si strinse nelle spalle, percorsa da un brivido. << Credo che sia una sposa coraggiosa quella che tiene testa ad una suocera che si mette letteralmente ad ululare al momento dei ‘lo voglio’ >>.
Gettando la testa indietro, la rossa fece un’imitazione terribilmente accurata del lamento della signora Crawshow.
<< La mia testa >> borbottò Allison. << La mia testa >>.
Le ragazze scoppiarono a ridere, seguite dalla signora G che entrò con un vassoio dal quale proveniva un curioso odorino.
<< Signora G? Non sarà la sua famosa lasagna? >> si leccò i baffi Nat.
<< Certo che sì, rossa. Avanti mangiate qualcosa, non avete toccato niente per tutto il giorno. Voglio vedervi mangiare. >> disse Grace poggiando le mani sui fianchi, concisa.
In particolare scoccò un’occhiata carica di aspettativa a Juliet, che non si era mossa dal divano né aveva biascicato parola per quasi tutto il tempo.
Jade intercettò lo sguardo, arricciando il naso, divertita. << Non deve preoccuparsi per Juls, signora G. È in preda ad una crisi di nervi >>.
<< Cos’è successo? >>.
<< Cos’è successo?! >> rantolò Juliet allargando le braccia, e lasciandosi ricadere mollemente in maniera scomposta lungo il divano. << Dio, Jade non osare mai più chiedermi di fare la babysitter ad un matrimonio! >> si portò una mano allo stomaco producendosi in un lamento.
Grace non ci stava capendo niente. Alzò un sopracciglio interrogativo, prendendo posto alla riunione.
<< Le spiego. La sorella della sposa ci ha chiamate all’ultimo minuto, avvertendoci che la babysitter dei suoi figli non si sentiva bene. Perciò siamo dovute ricorrere ad una soluzione drastica, alla notizia che anche i marmocchi avrebbero partecipato all’evento. La ritardataria alla riunione, ovvero Miss Anderson, si è gentilmente offerta di badare a loro durante la cerimonia. >> spiegò Jade.
Con un braccio sugli occhi, Juliet usò quello libero per puntarlo dritto contro l’amica. << Bugiarda. Hai usato la tua tirannia e me lo hai imposto >>.
La riccia fece spallucce, stirando le labbra per non ridere. << Se la vuoi mettere sotto questi termini >>.
<< Hai avuto la tua porzione di torta alla fine, no? Sei stata ricompensata. >> constatò Allie, ridendo.
<< No…non ricordarmelo. >> sbottò Juliet portandosi una mano alla bocca e chiudendo gli occhi.
Se solo avesse saputo non avrebbe mai accettato di assaggiarla. Dieci minuti dopo, Thomas, il più piccolo della tripletta, l’aveva pregata di andare sull’altalena. Con quegli incantevoli occhioni marroni, a Juls si era stretto il cuore e non aveva saputo dirgli di no. Il bambino l’aveva invitata a sedersi, poi si erano uniti anche gli altri due, e tutti insieme avevano cominciato a spingere Juliet sull’altalena avanti e indietro.
All’inizio lei lo aveva trovato divertente, emettendo qualche verso d’euforia che li divertisse, poi aveva cominciato a girarle la testa. Per non spaventare i bambini, si era imposta di non dare a vedere quanto fosse impallidita e sul punto di rimettere. Grazie a dio, qualche minuto d’inferno e poi i bambini erano stati richiamati dalla nonna.
Che fosse maledetta se avesse permesso al suo organismo di ingoiare altro.
Provò un pesante senso di colpa nell’evitare la lasagna della signora G, ma come poteva dirle che nel pomeriggio aveva rimesso l’anima e che il suo stomaco era ancora in subbuglio? Era sicura che le sue amiche non avessero notato niente di anomalo in lei. Nat non aveva fatto domande sul perché si fosse trattenuta così a lungo nel bagno, e Jade aveva semplicemente scelto come cavia Juls, perché era arrivata in ritardo.
Fine della storia.
Ma non poteva certo rifiutarla, sapeva che Grace l’aveva cucinata principalmente per lei. Doveva trovare una soluzione…ma certo!
<< Signora G? Ho una gran fame, ma sono sicura che anche Louis non abbia messo niente sotto i denti, stasera. Crede che potrei incartarne un pezzo e portarlo a casa così da mangiarlo insieme a lui? >> fu la sua gentile domanda.
Si trattava di una mezza verità in fondo: era più che certa che Louis la stesse aspettando. Odiava che lo facesse, perché era solita rincasare molto tardi dagli eventi, ma sotto sotto il suo comportamento la lusingava.
Grace annuì, con un sorriso premuroso a fior di labbra. << Va bene, ragazza. Non voglio che il tuo fidanzato sia pelle e ossa. Torno subito con una bella porzione. >> detto questo si allontanò.
Nat si schiarì la gola, teatralmente. << In realtà lo è >>.
Juliet fulminò la rossa con lo sguardo. << Louis non è pelle e ossa. È in gran forma…sotto ogni aspetto. >> alzò il mento sfidandola a dire il contrario, stringendo gli occhi.
L’amica alzò le mani in segno di resa. << Calma Catwoman, stavo scherzando. Non era mia intenzione arrecare danno all’ego del tuo ragazzo. Cos’é soffri di sindrome premestruale? >> la stuzzicò amabilmente.
Juliet si accigliò, mostrando i denti.
<< Lo prendo per un sì. >> sorrise divertita Nat.
Scuotendo la testa, Juliet si alzò con un mezzo sorriso che stava a significare che aveva già perdonato la rossa. << A che ora è l’incontro con i nuovi clienti domani? >> chiese poi a Jade.
La riccia corrugò la fronte. << Come? Te ne sei dimenticata? Ne abbiamo parlato per ore stamattina >> le fece notare.
Juliet si diede mentalmente della stupida. In realtà non aveva prestato la benché minima attenzione. Di solito si cimentava al massimo nelle riunioni, ma oggi sembrava avere altro per la testa. Non era per niente da lei questo genere di mancanza, e doveva immediatamente scendere dalle nuvole, se non voleva dare nell’occhio.
<< Hai ragione. Ti spiacerebbe rinfrescarmi la memoria? Forse è il mal di testa che mi gioca brutti tiri >> la buttò lì.
Jade la scrutò, circospetta. << Alle cinque e un quarto del pomeriggio >>.
<< Giusto giusto. Mentre alle sette arriverà Alex per la scelta dell’abito da sposa >> si ricordò Juliet, facendo mente locale.
Prese un bel respiro, esibendo un sorriso. << Si è fatto tardi ragazze. È meglio che vada, buonanotte. >> Diede un bacio sulla guancia ad ognuna, poi dopo aver ringraziato la signora G e preso la confezione contenente la lasagna, raggiunse la sua Lamborghini nel vialetto.
Durante il viaggio verso casa, accese lo stereo per tenersi sveglia optando per della musica rock. Maledì Nat per aver messo mano nella sua compilation. Detestava i Green Day, ma le loro 'urla'  l’avrebbero aiutata a tenerla con gli occhi aperti sulla strada.
Sbadigliando, Juliet notò il display del suo cellulare illuminarsi nel buio della macchina. Qualcuno la stava chiamando alle undici di sera. Chi poteva mai essere? Probabilmente si trattava di Louis.
Infilò gli auricolari, e continuando a guidare accettò la chiamata.
<< Pronto? >> esordì, abbassando di qualche tono il volume della musica.
<< Juliet, tesoro. Disturbo? >> suonò una candida voce, che lei riconobbe come Bethany.
<< Certo che no, mamma. >> sorrise Juliet, contenta di sentirla. << Sono in macchina. E prima che tu possa rimproverarmi sul fatto che un guidatore non debba parlare al telefono perché è rischioso, sto guidando come una lumaca e porto gli auricolari. Perciò sono al sicuro, a meno che la polizia non mi fermi facendomi una multa perché guido come una vecchia di novant’anni. >> la precedette, ridendo.
Bethany si lasciò andare ad un sospiro soddisfatto. << Brava bambina, ti ho insegnato proprio bene >>.
<< Vero. >> concordò Juls. << Come stai? >>.
<< Me la cavo. Senza di te, vivere con tuo fratello è una noia. È sempre fuori con Phoebe, e usa ogni tipo di scusa per non vedere un film con me. >> mugugnò Beth fingendo un tono addolorato e offeso.
<< Oh povera mamma... >> le diede corda lei, soffocando una risata. << Prometto che in questi giorni verrò a trovarti e passeremo uno dei nostri pomeriggi madre-figlia a base di popcorn e commedie idiote. Mi dispiace che in questi giorni non abbiamo avuto la possibilità di vederci, ma… >>.
<< Tesoro, lo so che sei stata male. Non devi assolutamente giustificarti. Sono tua madre, è la prima cosa che desidero è che tu stia bene. >> Percepiva un dolce sorriso nella voce di sua madre che non fece altro che ricordarle quanto bene Juliet le volesse. << A proposito, come va con Louis? Ti tratta bene? >>.
<< Anche troppo. È peggio di te! >> esclamò Juls in tono scherzoso.
<< Sono felice che sia così. >> sentenziò Beth, stando al gioco.
All’improvviso Juliet si rese conto che sua madre non fosse a conoscenza della telefonata di Linda.
Era quello il momento giusto per parlargliene? A differenza di David, Bethany faticava ad accettare Linda, anche se non lo dava a vedere. Si era sempre posta gentilmente nei suoi riguardi, ma sua madre non vedeva di buon occhio quella donna, Juls se n’era accorta fin da piccola, quando Linda le aveva proposto di andare via con lei, Bethany le era quasi saltata addosso contrariata.
<< Mamma? >>. Era giusto che lo sapesse, in fondo non c’era niente per cui Beth dovesse preoccuparsi.
<< Sì? >>.
<< Qualche giorno fa, ho ricevuto una chiamata da Linda. Si sposa di nuovo. E mi ha chiesto se mi andasse l'idea di passare le vacanze natalizie tutti insieme…io le ho detto che non potevo parlare in quel momento, il che era vero perché ero a lavoro, ma anche perché ho ritenuto che prima avessi dovuto parlarne con te. Mamma, sai come la penso, io non voglio che tu creda che possa… >>.
<< Preferire lei a me? Piccola mia, so benissimo che non è così. Io appoggerò ogni tua decisione, l’ho sempre fatto e non me ne sono mai pentita. Dimmi, cos’è che ti preoccupa sul serio, invece. Non è solo questo, giusto? >>. Il tono di sua madre era dolce e rassicurante, privo di rabbia o di un altro sentimento che non fosse preoccupazione materna.

Giusto…oh mamma come vorrei che le cose fossero più semplici.
Quando arrivò a destinazione parcheggiò di fronte casa, spegnendo il motore. Decise che il migliore amico che potesse trovare in quelle circostanze fosse il buio, perciò spense tutte le luci della macchina poggiando stancamente il corpo al sedile, poi rispose a Bethany: << Io sto cercando di buttarmi il passato alle spalle, mamma. Non voglio che le mie paure ostacolino il rapporto che ho con Louis. Ho paura che queste possano avere la meglio su di noi, dividendoci. >> Non fu facile per Juls buttarlo così tutto d’un fiato, ma sapeva che parlarne con sua madre le avrebbe giovato in qualche modo. << Voglio fare ordine nella mia testa, e per farlo devo prendere una decisione. Ho…ho pensato che forse perdonare Linda sia la cosa migliore e che dopo questo potrò procedere per la mia vita più serenamente. Con ciò non sto dicendo che voglio dimenticare, non potrò mai farlo. Vorrei soltanto che metà di quel casino che mi porto dietro sparisse e che non domini le mie scelte di adesso. Cosa ne pensi? >>.
<< Non hai bisogno del mio parere, lo sai >>.
<< Non è vero. Tu sei mia madre, e per me conta sempre quello che pensi. >> replicò Juliet.
<< Tesoro, hai un gran cuore pieno d’amore da dare alle persone che ti stanno vicino, ma non vuoi ammetterlo a te stessa. Potrai riservare una parte di esso a Linda, ne sono sicura. Non è la mia benedizione che ti serve per questo. Ci sarò se avrai bisogno di me perché sono tua madre. Ma piccola, guarda dove sei arrivata adesso. Gestisci una famosa impresa matrimoniale con le tue amiche, e questo è frutto delle tue scelte. E hai un uomo che ti ama, e tu ricambi, so che è così. Perciò suppongo che se tu sei arrivata a questa decisione è perché senti che è la cosa più giusta da fare >>.
Juliet si passò una mano tra i capelli, sospirando pensierosa. << Ti voglio bene, mamma >> Ci mise tutto il suo amore nel pronunciare quella parola, che sperò arrivasse forte e chiaro a Bethany.
La sentì sorridere nella voce, quando disse: << Anch’io bambina mia, tanto. Ora va da Louis, che è tardi. Ci sentiamo domani >>.
<< Sì, a domani mamma. Buonanotte. >> e mise giù.

 

 

<< Louis? >> Juliet entrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle con un calcio, reggendo con le mani il vassoio della signora G.
Udì un frastuono proveniente dalla cucina, che le fece aggrottare la fronte. Raggiunse con passo felpato il luogo da dove aveva origine quello strano schiamazzo.
Quando mise piede dentro la cucina, e accese le luci, non fu per niente preparata allo spettacolo che le si parò davanti.
Piccole impronte inchiostrate di fango pullulavano sul pavimento, il rumore che aveva sentito poco prima era sicuramente dovuto ai bicchieri che cadendo a terra si erano frantumati in mille pezzi. C’erano piccoli petali di rose bianche posti in maniera disordinata su una tovaglia rosso cremisi, e due coperti. Ma la cosa che più d’ogni altra la lasciò attonita fu la figura di Louis travestito da carota gigante, che cercava spasmodicamente di acciuffare qualcosa. Intravide una cosa rossiccia e affusolata, ma con quell'enorme coso arancione davanti agli occhi era impossibile saperlo con certezza.
Sbatté le palpebre, sconcertata da quello spettacolo.

Perché a me? Non poteva semplicemente aspettarmi come un normale fidanzato?
<< Ehm…posso sapere cosa sta succedendo qui? >> chiese timidamente.
<< Oh! Ehi Juliet ciao! >> Louis si alzò di scatto, ma non prima di essersi assicurato di aver chiuso nel mobile qualunque cosa fosse. Le sorrise, un’espressione imbarazzata stampata in volto. << Sei tornata! >>.
<< Ah-aha. >> Solo allora si rese conto del puzzo che aleggiava in quella stanza. Si tappò il naso con le dita prima di continuare. << Non che tu non sia libero di vestirti come vuoi, eh. Ma posso chiederti se per caso l’allegra fattoria sia passata di qua? >> fece una smorfia disgustata.
<< No…in un certo senso. Per favore siediti. >> la invitò Louis, togliendosi la parte superiore del travestito dalla testa e facendo per prendere una sedia.
Juliet scosse forte la testa in segno di diniego. << Ah no ti ringrazio, ma preferisco vivere. Ti aspetto di là >>.
Finalmente poté riprendere aria quando sviò per il soggiorno. Stava diventando blu per lo sforzo di resistere all’impulso di vomitare.
Louis la raggiunse, frustrato che i suoi piani erano andati a farsi fottere a causa di quella bestiolina.
<< Piccola, davvero mi dispiace tanto per tutto quel casino >>. Quanto doveva sembrarle ridicolo conciato in quel modo? Troppo dal modo in cui Juliet non riusciva a staccare gli occhi dal vestito. << C’è un’ottima spiegazione a tutto. >> assicurò assumendo una posa dignitosa.
<< Ne sono certa. >> ridacchiò lei, incrociando le braccia al petto.
<< Aspetta qui, torno subito >> disse Louis, scomparendo in quella che Juliet soprannominò come la stanza del letame.
Si sedette sul divano, incuriosita da tutta quella situazione. Non poté resistere dallo scoppiare a ridere, quando riportò alla memoria il modo in cui Louis aveva sculettato con quel vestito da carota gigante addosso. Doveva essere molto difficile camminarci.
Udì una specie di mugolio provenire alle sue spalle e una mezza imprecazione di Louis.
Accigliandosi si volse, rimanendo a bocca aperta. Un cane di media taglia e sporco di fango sulla maggior parte del pelo e sotto le zampe, trotterellava vivacemente nel salotto ignorando le proteste di Louis di stare fermo.
Juliet aveva già visto quel cucciolo di husky dal pelo rossiccio prima. Era lo stesso che aveva preso in braccio quella volta al parco con Louis, in cui avevano incontrato Matt, l'allevatore di cani di razza, e vecchio amico di famiglia. Solo che adesso era cresciuto, e non credeva che l'avesse rivisto.
<< Non ci credo… >> mormorò. << Ehi bello! >> fischiò come faceva sempre quando doveva richiamare Maya.
Il cagnolino tese le orecchie, spostando lo sguardo su di lei.
Juliet batté due volte una mano sul ginocchio. << Vieni qui. >>, e lui ubbidì scodinzolando la coda.
Louis sbuffò alzando le braccia al cielo. << Tutto qui? Un fischio e avrebbe fatto quello che gli dicevo? >>.
Juliet rise, prendendo in braccio il cucciolo sporco. << Devi saperti imporre. E poi conciato così neanch’io ti avrei preso sul serio. >> lo beffeggiò ammiccandogli.
Lui si avvicinò, sedendosi di fianco a lei e scuotendo la testa. << Matt non è stato magnanimo con me per averlo. Non ha voluto neanche un centesimo, ma ha approfittato della mia bella faccia per sponsorizzare un suo amico che ad una decina di passi di distanza da lui alleva animali da fattoria...tra cui conigli. >> alzò un sopracciglio, << Cos’hai da ridere? >>.
<< Io? Oh niente >> fece spallucce fingendo un tono disinvolto. << Allora mister bella faccia, hai aiutato l’amico di Matt per avere questo piccolino? >> Juliet guardò prima il cane e poi Louis con un’espressione meravigliata e affascinata insieme.
<< Ho pensato quanto deve mancarti Maya. So quanto lei significa per te e con che sforzo tu l’abbia dovuta lasciare quando hai deciso di trasferirti qui. Mi hai detto che era meglio così e che fosse una buona cosa che restasse con tua madre a farle compagnia. Poi mi sono ricordato di quella volta che al parco avevamo incontrato Matt. Questo cucciolo non aveva avuto la fortuna di trovare una casa. Oggi una consegna prevedeva un mazzo di fiori, e quando ho capito che si trattava della moglie, sono andato personalmente per vedere se il cucciolo che ti aveva colpito fosse ancora lì. Non voglio che questo rappresenti per me una sorta di sostituto di Maya. Ma desidero che tu stia bene in questa casa e ho pensato che questo regalo potesse essere un modo per ambientarti al meglio.>> spiegò Louis, accarezzando il pelo dell’animale dietro l’orecchio. << Solo non pensavo potesse essere un tale malandrino. Avevo preparato tutto affinché fosse una sorpresa per quando fossi tornata, ma questo terremoto ha rovinato tutto rifiutandosi di lavarsi e di restare nella scatola. >> rise. << Non ha smesso un solo istante di rotolarsi nel fango >>.
<< Louis… >> sussurrò Juliet con il volto coperto dai lunghi capelli castano chiaro.
Respirò abbondantemente per frenare quell’attacco di pianto che stava per investirla, ma nulla toglieva che aveva gli occhi lucidi. Juliet si morse il labbro alzando lo sguardo ambrato per incontrare quello color del mare di lui. << …grazie. >> fu tutto quello che riuscì a dire, con la voce rotta.
Era stato così dolce. Si era travestito in quel modo per lei, accettando qualsiasi condizione di Matt soltanto per renderla felice. Come poteva amarla fino a tal punto? Poggiando il cagnolino a terra, sorridendogli teneramente, Juliet si sporse per potersi sistemare sulle gambe di Louis. Gli allacciò le braccia dietro al collo, tenendosi stretta ignorando quell’ingombrante coso arancione.
<< Non dei ringraziarmi. Farei qualsiasi cosa per te, tigrotta. >> le mormorò Louis nell’orecchio, colpito da come Juliet era rimasta commossa da quel gesto. Per lui non era che un altro modo per farle capire quanto tenesse a lei. Non pensava che potesse reagire tanto intensamente per un regalo.
Lei non parlava, aveva gli occhi lucidi di lacrime e il volto incastrato nell’incavo del suo collo. Louis sentiva il suo alito accarezzargli la pelle, interrotto da dei respiri corti, e la strinse di più tra le braccia. << Neanche ti avessi regalato un diamante >> scherzò, baciandole dolcemente una guancia.
La sentì tirare su col naso. << No, è molto meglio. Scusami, oggi sono più sensibile del solito. >> mugugnò.
<< Tranquilla…sono felice che ti piaccia >>.
<< Lo adoro da morire. E anche se puzzi incredibilmente, non vorrei far altro che stare tra le tue braccia. >> confessò lei, con un ghigno sbarazzino. << Baciami mia sexy carota gigante >>.
Louis rise. Cogliendola di sorpresa la baciò piano, premendo le labbra sulle sue, e gustandosi il femminile e sensuale sapore di Juliet sulla lingua. Le catturò il labbro inferiore tra i denti, mordendolo e accarezzandolo con il pollice.
Lei gli sorrise passando con le morbide dita la mandibola sbarbata. << Ti ho portato la cena sai? La famosa lasagna al forno della signora G con pomodoro e doppia mozzarella. >> Quasi avesse ascoltato un fatto degno di importanza, il cagnolino dal pelo rossiccio e gli occhi color ghiaccio mugolò entusiasta, roteando su se stesso. Juliet disse, ridendo: << Vedi? C’è qualcuno che muore di fame qui. Perché non mangiamo in salotto e facciamo una cenetta a tre? Io, te e Carota >> propose allegra, allungando un braccio per dare una grattatina sotto il muso al cucciolo. << Prima però una doccia per tutti >> arricciò il naso.
A quanto pareva, la sorpresa di Louis aveva stimolato anche il suo appetito, poiché la sua pancia stava reclamando del cibo e non sentiva più sintomi di malessere. Era una buona cosa, perché aveva proprio voglia di un bel piatto di lasagna al forno.
Louis assunse un cipiglio divertito. << Carota? >>.
Juliet gli rivolse un gran sorriso. << Esatto. Ti piace come nome? Mi sembra appropriato visto tutto quello che è successo. >> vagò con il dito al suo vestito e al cucciolo.
<< Mmh…sono d’accordo. Benvenuto a casa, Carota >> esordì poi Louis, e il diretto interessato abbaiò saltando sul divano lasciandovi piccole impronte di fango rappreso.

 

 

 

All’alba del giorno seguente, Louis stirò il corpo dalla sua parte del letto, con un sorriso rilassato sulle labbra, desideroso di sentire il corpo di Juliet a contatto con il suo per iniziare una nuova giornata.
Di solito le piaceva addormentarsi rannicchiata contro la sua schiena, anche se lui preferiva sentirla respirare languidamente contro il petto, e svegliarsi con l’aroma delle viole selvatiche dei capelli morbidi di lei nelle narici.
<< Tigrotta… >> mugolò lui, muovendo la mano in cerca di lei.
Ma non la trovò. Aggrottò la fronte nel sentire dei bruschi e frenetici movimenti, e un gemito a stento trattenuto.
Aprì di scatto gli occhi, trovando Juliet quasi in posizione fetale che camminava carponi verso il bagno.
<< Juliet! >> Louis balzò in piedi, destreggiandosi nell’oscurità per raggiungerla. << Piccola! Cos’hai? Non stai bene? >> chiese frenetico.
Lei riuscì a sibilare un << N-no >> sconnesso dai tremiti che le stavano contorcendo il corpo. D’impeto si lanciò verso il bagno, adiacente alla camera da letto, alzando la tavoletta.
Si concentrò nell’individuare la causa di quell’agitazione che l’aveva pervasa nel sonno.
Ma invano, poiché un conato di vomito la travolse, facendola piegare in due. Ebbe un sussulto, sentendo una mano afferrarle piano i capelli e un’altra accarezzarle la schiena.
<< Ssh piano piccola, è tutto a posto… >> la blandì Louis con un mormorio rassicurante.
<< Io…dio, vattene! >> sussurrò Juliet, in preda a forti crampi allo stomaco, odiando di farsi vedere in quello stato di vulnerabilità.
Sentiva le sue membra intorpidite, la fronte imperlata di sudore freddo. Non ne poteva più di sentirsi in quello stato senza sapere da cosa fosse procurato. Sperava soltanto che Louis non la incubasse in casa un'altra volta, conoscendolo non si sarebbe arreso facilmente.
<< Non se ne parla nemmeno Juliet. Appoggiati a me, adesso >> disse deciso lui, dopo che Juliet ebbe finito di vomitare.
<< Sto bene. >> esordì, producendo qualche ansimo per lo sforzo di alzarsi in piedi.
In silenzio, Juliet sospirò sentendo la frescura del dentifricio alla menta in bocca. Si sciacquò la bocca, accigliandosi quando si sentì barcollare.
In un batter d’occhio, Louis la prese per la vita, facendole passare un braccio sotto le ginocchia e tirandola lentamente su.
<< Non ce n’é bisogno davvero! >> obiettò Juls in tono fiacco.
<< Ho sbagliato a credere che potessi ritornare a lavorare, ieri. >> fu la dura constatazione di Louis, mentre l’adagiava di nuovo sul materasso.
<< Se voglio andare a lavorare è una mia scelta, tu non c’entri niente >>.
<< Ah no? Non ho voce in capitolo quando si tratta della mia ragazza? >> sbottò, guardandola dall’alto, mentre camminava avanti e indietro per la stanza.
<< Non volevo dire questo. Diamine Louis, forse sono soltanto i postumi della febbre passata, ma… >> ripeté nuovamente lei.
Lui le rivolse uno sguardo truce. << Evidentemente non hai ancora recuperato tutte le forze. Cosa ti fa pensare che tu sia guarita completamente se un attimo fa eri in bagno a vomitare? >>. Il tono di voce era tranquillo, ma celava un senso d’irrequietezza e impotenza.
<< Non posso lasciare il lavoro un’altra volta. Oggi ho un incontro con dei nuovi clienti e un incontro con una sposa. >> fu la risposta pacata di Juliet.
Louis alzò gli occhi al cielo, bofonchiando. << Cristo, Juliet non pensi mai un po’ a te stessa?! >>.
Lei non volle rispondergli, punta sul vivo. Nessuno dei due proferì altro per un bel pò. Stufa di quella situazione, per di più alle sei e mezzo del mattino, si alzò uscendo dalla camera da letto.
<< Dove stai andando? >> tuonò Louis seguendola con grandi falcate.

A cercare risposte, avrebbe voluto gridargli lei.
Nessuno ne era a conoscenza…ma Juliet aveva cominciato a nutrire nel suo intimo un certo presentimento a detta di quei sintomi. Ma non riusciva a capacitarsene neanche sotto forma d’ipotesi, per quanto fosse impossibile.
<< In bagno. >> rispose secca. << Non aspettarmi oggi. Andrò a far visita a mia madre dopo il lavoro. >> sperò che Louis in qualche modo accettasse quella risposta, perché non era proprio in vena di discutere con lui.
Non quando albergava in lei quello strano presentimento.

Sicuramente non è quello che penso…non può…
<< Pensi che ignorarmi servirà a qualcosa? >> ribatté stizzito Louis sbattendo furioso una mano sullo stipite della porta.
Juliet sobbalzò, ma tenne lo sguardo fisso su di lui. << Non voglio che tu stia male. Sto solo dicendo che adesso ho molte cose da sbrigare. >> una in particolare << Ne parleremo in un altro momento. >>. Juliet fremeva dalla voglia di abbracciarlo, di fargli capire che non era sua intenzione ferirlo. Ma non voleva metterlo a corrente di qualcosa, quando lei stessa non n’era sicura.
Louis la guardò pieno di disapprovazione, ma non disse nulla.
Le diede le spalle deciso ad andarsene, ma poi sembrò cambiare idea. Si volse parzialmente, ma senza incrociarne lo sguardo, mormorando: << Mi fido di te >>, poi la lasciò sola.
Juliet si morse il labbro, sentendosi una merda nel vederlo così e la colpa era sempre e solo sua.
Per quanto ancora Louis avrebbe perso il suo tempo con lei? Se fosse stata in lui, Juliet si sarebbe mandata al diavolo. Se lo sarebbe pienamente meritato, e Louis avrebbe capito che non era di lei ciò di cui aveva bisogno. In quel momento vide Carota provenire dal salotto per correre da lei. Lei si chinò per accarezzarlo. << Aah…piccolino. >> sospirò tetra. << Qualsiasi cosa succeda, tu devi stare con lui, va bene? >>. Il cane mugolò chinando le orecchie, mentre Juliet si alzava per poi chiudersi la porta del bagno alle spalle.

 

 

Non sai farti i conti? Quand’è stata l’ultima volta che hai avuto il ciclo?
Dannata vocina maledetta che non la smetteva di tormentarla da quando si era messa in macchina.
Scosse la testa. La sua vocina si sbagliata di grosso questa volta. << Non sono in…incinta. È soltanto un periodo no, c’è una bella differenza. >> disse, guardandosi allo specchio. Era lo stress che le faceva tardare il ciclo, nient’altro. Le era già successo durante gli anni di liceo, quando era morto suo padre. Aveva ritardato per ben tre settimane.

Va bene. Allora tornatene al lavoro e rifiutati di chiederti perché cominci a sentirti male. Dai la colpa allo stress. E quando perderai il bambino perché non ti sarai presa cura di te, vedremo.
<< Perdere il bambino! >> Juliet sussultò violentemente sul posto di guida. La paura la pugnalò. Spalancò gli occhi.
No! Mai.
Ma come faceva a pensare alla possibilità di portare in grembo un bambino, quando prendeva la pillola?
Dovette stringere forte gli occhi per porre freno alla serie d’immagini che le passarono involontariamente davanti agli occhi, immagini di lei con il ventre rigonfio, mentre Louis la baciava appassionatamente mormorandole nell’orecchio il suo amore e quanto fosse entusiasta al pensiero di una famiglia insieme a lei.
Inaspettatamente Juliet si sentì invadere da un mare di emozioni, che le scavarono una fossa nell'anima. Alzò gli occhi, deglutendo alla vista dell’imponente centro ospedaliero di Londra. L’ultima volta che ci era stata, l’aveva accompagnata Louis, ma adesso era sola e doveva essere coraggiosa.

Sta calma…presto saprai la verità.

 

 

L’attesa per scoprire se era incinta fu interminabile.
Niente test di gravidanza a casa per Juliet Anderson, aveva bisogno di sentire la notizia da un medico, qualunque essa fosse.
Dopo aver fornito un campione di urina e uno di sangue, Juliet si mise a battere il piede a terra e rimase seduta, in tensione, nella sala d’attesa affollata. Si sentiva i nervi a fior di pelle, si sventolava con ogni giornale che trovava, nonostante il rigido clima invernale. Camminava su e giù, stringendosi nelle spalle, e assicurandosi che la segretaria sapesse che era ancora viva.
La donna la guardava male ogni volta che le passava davanti e Juls sospettava che la credesse un po’ fuori di testa. Quando aveva chiamato l’ambulatorio qualche ora prima, aveva insistito nel farsi visitare immediatamente, e la segretaria l’aveva informata in tono brusco che l’agenda della dottoressa Caroline era al completo.
Ma Juliet aveva uno stretto rapporto con la dottoressa, poiché il Quartetto aveva organizzato il suo matrimonio qualche anno prima, perciò alla notizia che si trattava di Juliet al telefono, Caroline era stata più che lieta di accontentarla.
<< Si sieda, per favore >> sbottò la segretaria, esasperata, mentre lei continuava a strisciare i piedi sul pavimento. << Sta facendo innervosire gli altri pazienti >>.
Juliet la guardò dritto negli occhi, dandosi un pizzicotto sulla mano per resistere dal risponderle con un << Ma che vuoi che me ne freghi! >>. Invece chinò il capo mostrando un sorrisino di scuse, e mettendosi a sedere.
Si guardò intorno, finché non notò con sollievo un’infermiera annunciare il suo nome per essere ricevuta.
Finalmente.
Le sue mani cominciarono a sudare, stringendo il tessuto del cappotto con forza. I suoi piedi sembravano essersi fatti di marmo, ma continuò a procedere verso lo studio della dottoressa con decisione.
Entrò, salutando Caroline con un gentile cenno della mano. << Grazie Caroline per avermi ricevuta. Ti chiedo scusa se… >>.
La dottoressa si alzò da dietro la scrivania, gli occhi nocciola la guardavano gentile, il viso grazioso incorniciato in un caschetto di capelli scuri. L’abbracciò con affetto, << Non preoccuparti Juliet. Spero tu non abbia dovuto aspettare troppo. Come stai? >>.
<< Sinceramente? >> Juliet si lasciò andare ad una risatina isterica. << Penso che abbia bisogno di sedermi se non ti dispiace, prima che tu mi dica il responso degli esami >>.
Caroline annuì, comprensiva. << Certo, siedi pure >>.
<< Grazie >>. Juliet si accomodò, ma non riuscì lo stesso a mettersi a proprio agio.
Il sangue le formicolava nel cervello, aveva la vista annebbiata dall’ansia, e un sudore freddo imperlarle la fronte.
Non ricordava di aver mai provato niente del genere prima, e si sentì venir meno.
<< Juliet? Santo cielo è evidente che non ti senti bene. Vuoi un bicchiere d’acqua? >> le propose Caroline poggiandole una mano sulla schiena.
Lei le fece un cenno di diniego con la mano. << No. No. Ce la faccio >>.
Si passò una mano tra i capelli, poi lentamente alzò il viso verso la dottoressa, che aveva preso una cartellina e stava pazientemente attendendo il suo consenso.
<< Allora? >> disse Juliet, in qualche modo l’atteggiamento paziente della dottoressa non fece altro che aumentare la sua impazienza.
Caroline andò a chiudere la porta, poi si sedette di fronte a lei con un’espressione professionale dipinta sul bel volto ovale.
La risposta che seguì dopo che ebbe valutato i risultati sulla cartella clinica, lasciò Juliet senza fiato.

 

 

 
Oh mio dio.
Dopo la visita, Juliet sentiva il disperato bisogno di passare del tempo a casa di Bethany. Non era certa di poter sopportare altro per quel giorno.
Aveva la sensazione di poter scoppiare da un momento all’altro.
Le tremavano le mani, e non riusciva a pensare a niente se non alle parole che le aveva detto la dottoressa Caroline. Continuavano a sostare lì, nella sua testa, a caratteri cubitali.
Non pensò ad altro, mentre guidava meccanicamente verso dove la portava l’istinto, là dove aveva vissuto per tanti anni della sua vita, il suo porto sicuro.
Lasciò l’auto nel vialetto, correndo in un atto inconscio verso la porta.
Bussò più volte, ma nessuno rispose al campanello.
Aveva mandato un messaggio a sua madre, avvertendola che avrebbero pranzato insieme quel giorno, e lei aveva acconsentito subito.
Dov’era finita allora?
Prendendo le chiavi dalla borsa che Bethany aveva cocciutamente stabilito che Juliet non dovesse restituirgliele, per qualsiasi necessità avrebbe potuto tenere, aprì.
Una volta dentro, respirò a pieni polmoni la fragrante aria di quella casa piena di ricordi. Si lasciò cadere sulla porta, chiudendo gli occhi per cercare di svuotare la mente e di calmarsi. Doveva trovare quel poco di razionalità che nell’arco degli ultimi giorni era andato a farsi fottere.
Nonostante il pulsare del battito cardiaco che le rimbombava feroce nell’orecchio, Juls riuscì a scorgere Maya scendere le scale. Allungò una mano in un gesto di richiamo, e subito la sua fedele amica si apprestò a raggiungerla.
Maya si accoccolò sulle sue gambe, e Juliet l’abbracciò come faceva sempre quando aveva bisogno di sentirla vicina, facendo riaffiorare in lei il ricordo di quando David gliel’aveva regalata.
Passarono infiniti minuti, prima che riuscisse a riprendere contatto con il mondo intorno a lei. << Louis… >> fu il destinatario di quel flebile sussurro roco. << Ooh… >> si portò una mano al petto, gli occhi vitrei ancora increduli.

Deve saperlo…
Come avrebbe reagito?
Dio lei stessa non sapeva neanche dare un nome a tutto ciò che stava provando in quel preciso momento.
Era certa che non sarebbe stato facile. Accarezzando il soffice pelo grigio di Maya, Juliet prese la cartellina dalla sua borsa.
Esitando un istante, l’aprì per guardarne lei stessa i risultati.
Lasciandolo cadere sul pavimento, si toccò timidamente il ventre.
Sospirando, piano piano un piccolo sorriso incurvò le sue labbra.
 

<< Allora? >>.
<< Congratulazioni Juliet. Sei incinta. >> fu la risposta di Caroline, rivolgendole un caloroso sorriso.
Juliet deglutì, non del tutto conscia di quello che aveva appena detto la dottoressa.. << In-incinta? Oddio…non fraintendermi Caroline, ma com’è possibile? Io prendo la pillola >>.
La dottoressa annuì, dissipando quell’unica piccola certezza con una chiara domanda. << Hai preso altri farmaci in questo periodo? >>.
Lei aggrottò la fronte, ripensando ai giorni in cui era stata malata. << Ho preso degli antibiotici in queste settimane, perché sono stata male, ma…oh. >> Juliet smise di parlare quando capì.
<< Il tuo medico di base, avrebbe dovuto avvertirti che riducono gli effetti della pillola. >> spiegò Caroline. << Ad ogni modo, spero che per te sia una buona notizia >>.
<< Sì…sì lo è >>.

 
Aspetto un figlio da Louis
!
Juliet non se lo seppe spiegare, ma un improvviso moto di felicità e speranza le invase il cuore, all’idea di avere un figlio che fosse anche suo. Quella piccola creatura sarebbe cresciuta per nove mesi nel suo ventre…e lei desiderava che rappresentasse un nuovo inizio nella sua vita con Louis. Ma non poteva riporre tutte le proprie speranze su quell’innocente creatura. Si sarebbe presa ogni responsabilità, perché mai e poi mai avrebbe permesso che suo figlio soffrisse a causa sua.
D’un tratto le orecchie di Maya si rizzarono e lei capì il motivo.
Il rumore di un’auto che parcheggiava portò Juliet ad alzarsi in piedi.
Non voleva aspettare che sua mamma entrasse, perciò si precipitò fuori dalla porta con un sorriso entusiasta sulle labbra.
<< Mamma! >> gridò. << Devo dirti una cosa! >>. Si fermò quando vide un'auto a lei sconosciuta, parcheggiata vicino alla sua.
Era un’Audi bianca, e non era di nessuno che Juliet conoscesse. Scendendo i gradini del portico, si diresse verso l'alta figura che stava apparentemente osservando con sguardo vago casa sua. << Mi scusi, posso sapere chi…? >> Ma le parole le morirono in gola, lasciandola con gli occhi sbarrati, quando incrociò lo sguardo con quello di una donna dai lunghi capelli scuri. Era poco più alta di lei per via dei vertiginosi tacchi a spillo, probabilmente firmati come il resto degli abiti.
<< Oh non credo ci sia bisogno di dirti chi io sia. >> rispose con un sorriso, facendo risaltare i denti bianchi dal rosso del rossetto che portava sulle labbra carnose. << Non è vero figlia mia? >>. Nel momento in cui si tolse gli occhiali da sole, Juliet si sentì raggelare dalla testa ai piedi, schiudendo la bocca, sgomenta.
I tratti del viso, quegli occhi dalla penetrante tonalità ambrata…
Quella donna non era Bethany. No, non era sua madre. Era l'ultima persona che si sarebbe mai aspettata di vedere, e l'ultima di cui aveva bisogno in quel momento. L'unica capace di infiammarle lo sguardo di rancore. Strinse forte la mano a pugno, lasciandolo ricadere lungo il fianco, incapace di distogliere lo sguardo da quella donna così fisicamente simile a lei.
Era colei che dopo anni della sua vita aveva deciso di metterci di nuovo piede senza preavviso.
<< Linda >> sussurrò.

 

Note dell’autrice

Per me è sempre fantastico leggere le vostre recensioni, sto sempre con gli occhi lucidi e a palla quando le leggo…siamo veramente arrivati a 473?? Non posso ancora capacitarmene. Scrivo ormai da un anno, la mia prima storia non ha di certo avuto questa popolarità, e vedermi tutto questo nella seconda, mi fa pensare di essere migliorata e che riesca a suscitarvi piacevoli emozioni con ciò che scrivo. In fondo mi state ancora sopportando e siamo arrivati al capitolo 25! Come potrò mai ringraziarvi abbastanza?  E vogliamo parlare di_Fame_ che è decisa a segnalare ogni volta la mia storia all'amministrazione? xD Voi volete farmi piangere ogni volta lo so :'3 Non aspiro a tanto, se voi volete farlo, io non ho parole per un gesto simile, ma quello che ci tengo a farvi sapere è che siete voi la cosa più importante per me...always<3 

Juliet incinta...e chi se lo aspettava?? Bè naturalmente dai sintomi voi lo avete capito subito, soltanto che quando una donna prende la pillola è difficile pensare che possa succedere, ecco spiegato la riluttanza di Juliet a crederci :) Non vorrei che vi facciate di lei un'idea sbagliata descrivendola come una paranoica. Sebbene sia felice di aspettare un bambino, conoscete il suo passato movimentato e credo sia normale che la principale preoccupazione sia quanto possa essere all'altezza di questo compito. La sua vera madre l'ha abbandonata e questo segna un figlio in maniera atroce, e Juls non vuole che questo possa accadere a suo figlio. Ha paura di non essere all'altezza di diventare madre...riuscirà a trovare quella fiducia in se stessa persa tanto tempo prima e ad aprirsi con Louis? A proposito di sorprese...ve lo aspettavate la comparsa di Linda?? Come credete che reagirà Juliet a questo incontro? Ah dimenticavo, diamo il benvenuto al nuovo elemento della famiglia di The dress of seduction: Carota!! Un nome un pò bizzarro ma adatto alla scena xD

Concluso il monologo LOL vi ringrazio per esserci sempre mie splendide ragazze...Spero di ricevere qualche considerazione in merito al capitolo, sempre se volete e se non vi scoccia troppo, sapete come ragiono U.U Scusate l'eventualità di alcuni errori!

Vi ho trascinate nella lettura dello spazio autrice, anche perchè ho pubblicato una OS dedicata agli sposini Natasha e Zayn. Non so quanto possa interessarvi, ma ci terrei a sapere la vostra opinione in merito alla loro luna di miele, vi lascio il link:

The dress of seduction: Happy Ever After

Alla prossima. Un grande abbraccio dalla vostra Ella :*

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Capitolo 26
*** Capitolo26 ***


capitolo 26 pronto

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Capitolo 26

<< Mamma! >> gridò. << Devo dirti una cosa! >>. Si fermò quando vide un'auto a lei sconosciuta, parcheggiata vicino alla sua.
Era un’Audi bianca, e non era di nessuno che Juliet conoscesse. Scendendo i gradini del portico, si diresse verso l'alta figura che stava apparentemente osservando con sguardo vago casa sua. << Mi scusi, posso sapere chi…? >> Ma le parole le morirono in gola, lasciandola con gli occhi sbarrati, quando incrociò lo sguardo con quello di una donna dai lunghi capelli scuri. Era poco più alta di lei per via dei vertiginosi tacchi a spillo, probabilmente firmati come il resto degli abiti.
<< Oh non credo ci sia bisogno di dirti chi io sia. >> rispose con un sorriso, facendo risaltare i denti bianchi dal rosso del rossetto che portava sulle labbra carnose. << Non è vero figlia mia? >>. Nel momento in cui si tolse gli occhiali da sole, Juliet si sentì raggelare dalla testa ai piedi, schiudendo la bocca, sgomenta.
I tratti del viso, quegli occhi dalla penetrante tonalità ambrata…
Quella donna non era Bethany. No, non era sua madre. Era l'ultima persona che si sarebbe mai aspettata di vedere, e l'ultima di cui aveva bisogno in quel momento. L'unica capace di infiammarle lo sguardo di rancore. Strinse forte la mano a pugno, lasciandolo ricadere lungo il fianco, incapace di distogliere lo sguardo da quella donna così fisicamente simile a lei.
Era colei che dopo anni della sua vita aveva deciso di metterci di nuovo piede senza preavviso.
<< Linda >> sussurrò.
Silenzio.
All’infuori del battito del suo cuore, Juliet rimase in silenzio, immobile, incapace di staccare gli occhi dalla figura di fronte a lei.
Erano anni ormai che non la vedeva, ma non era cambiata in aspetto. Juliet doveva ammettere che Linda era sempre stata una bella donna, almeno fisicamente.
Evidentemente le sorprese erano destinate a presentarsi una dopo l’altra senza sosta quel giorno, ponendo in bilico la temperanza di Juliet.
O magari il destino voleva metterle su un piatto d’argento la possibilità di porre fine a quel fastidioso peso che albergava nel suo cuore? Le stava dando un’opportunità irripetibile, considerando la ‘notizia bomba’ che aveva ricevuto in ospedale qualche ora prima.
Per il suo bene…e soprattutto per la creaturina che adesso viveva nel suo ventre.
Non avrebbe permesso che quell’esserino innocente risentisse del suo passato, gli avrebbe donato amore, felicità e…protezione, perché per quanto Juliet non avesse avuto l’opportunità di ricevere tutto ciò dai suoi veri genitori, sua figlia lo meritava.
Figlia?
Chissà perché, ma l’idea di avere una femminuccia le scaldò il cuore di una profonda tenerezza, immaginando di vederla scorrazzare un giorno nella tenuta di Promesse, chiedendole di mostrarle i vestiti da matrimonio, i bouquet e ponendole domande su tutto quello che riguardava il mondo del matrimonio.
Ma non era tempo e luogo di pensarci adesso. Quando Linda mosse un passo verso di lei per abbracciarla, Juliet s’irrigidì, ma s’impose di rilassarsi e prendere un silenzioso respiro.
<< Sono così felice di vederti. Sei bellissima! >> si complimentò Linda, staccandosi da lei per squadrarla da capo a piedi. << Tutta tua madre >>.
<< Non mi aspettavo questa visita… >> ammise Juliet con tono incolore, del quale Linda non sembrò felice, infatti si fece cupa.
<< …non che non mi abbia fatto piacere! >> si affrettò a proseguire. << Solo che avresti potuto farmi una telefonata per avvisarmi del tuo arrivo >>.

Sorridi, s’impose e così fece per non destare fraintendimenti.
Linda fece un gesto di nonchalance, poi sorrise sbarazzina. << Non era in programma che venissi a casa tua, a dirti la verità. Sono venuta a conoscere i genitori di Marcus, ma non avevo tanta voglia di passare del tempo con gente anziana, perciò ho detto loro che non potevo perdere l’occasione di andare a trovare mia figlia, e così mi sono risparmiata un noioso pranzo di conoscenza con i suoceri >> rise.
<< Oh >>. Perciò non era venuta di sua iniziativa, comprese Juliet con una punta di amarezza, ma che scacciò subito per non rovinare tutto.
Era lì con lei adesso, no? Questo era ciò che contava.
Se Juliet avesse continuato a comportarsi come aveva fatto in tutti quegli anni al telefono, in maniera schiva e glaciale, non avrebbe concluso nulla.
La persona che l’aveva messa al mondo era una donna abituata al divertimento, al vivere con il lusso intorno a sé.
Non era cattiva…no, non lo era era soltanto...spensierata?

Giustificare le sue azioni dopo tutti questi anni non ti porterà a niente di buono, ringhiò la sua voce razionale. Dille ciò che senti!
La sua coscienza aveva ragione, dannazione. Si stava comportando come una stupida impacciata.
<< Perché non entriamo in casa? Bethany dovrebbe essere qui a momenti. Ti va di unirti a pranzo con noi? >> le propose Juliet, con un sorriso.
Linda sembrò esitare, poi disse: << Mi piacerebbe molto…se per Bethany va bene >>.
<< C’è sempre posto a tavola, soprattutto quando a cucinare è la mamma! Cucina dei piatti che potrebbero fare concorrenza a quelli della signora G >> commentò Juliet, facendola entrare in casa e chiudendosi la porta alle spalle.
Maya abbaiò alla vista di un intruso in casa, aggirandosi intorno a Linda per annusarla.
<< Che adorabile bestiola. Tesoro potresti portarla fuori? Sono allergica al pelo dei cani >>.
Juliet accennò un gesto d’assenso con la testa. << Maya va di sopra. >> disse alla sua cagnolina, che dopo un’ultima occhiata a Linda, se ne andò salendo le scale. Si rivolse a Linda: << Vuoi una tazza di thè? >>.
<< Un bicchiere d’acqua con una scorza di limone, grazie >>.
<< Okay, te lo porto. Siediti pure >>.
Quando Juliet fu di ritorno dalla cucina, con in mano quello che Linda aveva chiesto, la trovò accomodata sul divano mentre sfogliava una rivista di moda.
<< Ecco a te >>.
<< Mmh >> Linda ne bevve un sorso, poi poggiò il bicchiere sul tavolino. << Sai, non vedo l’ora di sposarmi. Ho già in mente come voglio che sia la cerimonia… >>.
Juliet si sedette sulla poltrona di fronte a lei. << Davvero? Parlamene >>. In altre occasioni avrebbe troncato quel tentativo di avere una normale conversazione con sua madre, ma doveva pur cominciare da qualche parte prima di parlarle sul serio.
Linda fece un largo sorriso entusiasta. << Vuoi saperlo veramente? >>.
<< Certo >>.
A quel punto Linda si produsse in una dettagliata spiegazione del suo matrimonio mostrandole alcune foto di posti dove sarebbe andata in luna di miele sul cellulare, insieme all’abito da sposa, o meglio i tre abiti da sposa. Linda avrebbe indossato un vestito pre e post matrimonio più uno da cocktail.
Considerando le dimensioni del diamante che portava all’anulare destro, Juliet non si stupì più di tanto. Le domandò di Marcus e del suo lavoro, e Linda l’informò che era ‘un affascinante commerciante d’auto sportive che aveva fatto breccia nel suo cuore fin dalla prima conversazione in chat’.
Probabilmente erano stati i suoi soldi a far breccia nel cuore di Linda, ma Juliet si tenne quel pensiero poco carino per sé.
<< Deve essere una brava persona. >> convenne invece con un mezzo sorriso, restituendole il cellulare.
<< È così buono con me, lo amo tanto! >>.
<< Sono contenta che tu… >> Juliet si guardò le mani intrecciate posate sulle ginocchia, prima di continuare. << …che tu sia stata bene in questi anni. Hai avuto una bella vita, non ti è mancato nulla >>.
<< No fortunatamente. >> trillò Linda, abbracciandola lievemente. << Ho un uomo che mi ama, e sono certa che questa volta sia quello giusto! >>.
Juliet cercò il suo sguardo, esitando per un momento nel chiederlo, ma prendendo coraggio disse: << Tu…pensi mai al passato? >>.
Sua madre corrugò la fronte, evidentemente sorpresa di quella domanda. << A cosa in particolare? >>.

Sul perché tu abbia abbandonato una neonata in un cazzo di parco al freddo senza nessun rimorso o perché tu ti sia dimenticata di me, bussando alla mia porta soltanto perché David aveva fatto ricerche in ospedale sul mio conto e ti aveva cercata per dirti che io ero viva! Che desideravo vederti, abbracciarti, amarti, ma tu mi hai raccontato soltanto altre puttanate, dicendomi che avremmo ricominciato da capo, ma non era vero…perché mamma, perché?
<< Linda… >> cominciò a dire Juliet, ma dovette bloccarsi perché il cellulare nella sua borsa cominciò a squillare.
Sul display comparve il nome di Louis, ma lei non rispose: preferì richiamarlo dopo con più calma. Mise il silenzioso, ma non prima di aver scorto un altro messaggio che probabilmente prima non aveva sentito arrivare. Era da parte di Bethany, che diceva che si era verificato un problema al lavoro e avrebbe tardato ad arrivare. Juliet sperò che non fosse successo nulla di grave all’asilo, così dopo averle risposto di non preoccuparsi rassicurandola che l’avrebbe aspettata, rimise in tasca il cellulare.
<< Sei piuttosto ricercata. >> asserì Linda. Con un luccichio malizioso negli occhi incorniciati dall’eyeliner le domandò se ci fosse una ‘persona speciale’ nella vita di Juliet.
<< A dire il vero sì, ma il messaggio a cui ho risposto era da parte di mamma. Tarderà per il pranzo. >> spiegò.
Linda annuì. << Non fa niente. E dimmi tesoro, cosa c’è tra te e questo ragazzo? Uscite insieme? >>.
Juliet esitò nel rispondere. La sua relazione con Louis era troppo personale e difficile da spiegare con lei così su due piedi, ma decise di optare per la verità, per l’unica cosa di cui era sempre stata certa fin dal primo momento: << Sì, stiamo e viviamo insieme…sarei una bugiarda se non ti dicessi che tengo molto a lui… >>, anche solo nominare il suo nome le provocava un sorriso dolce e innamorato sulle labbra. << Lo amo. >> mormorò infine tralasciando il: Ma non gliel’ho detto perché sono un’idiota del cazzo.
<< Come vi siete conosciuti? >> sbottò Linda curiosa, distogliendo Juliet dai suoi pensieri.
Quest’ultima trattenne una risata: << Jade mi aveva mandato a ritirare delle consegne per un evento e… >>.
A quel punto Linda l’interruppe bruscamente, afferrandole una mano. << È perfetto! Che stupida sono stata a non pensarci subito! >>.
Juliet corrugò la fronte, confusa dei continui salti tra un discorso e l’altro di Linda. Accennò un: << Cioè? >>.
Lei scattò in piedi, battendo le mani con un largo sorriso compiaciuto e trascinando in piedi anche Juliet, mentre Linda saltellava sul posto. << Organizzerai tu il mio matrimonio! Ho una figlia che gestisce un’eccezionale agenzia matrimoniale, dannazione! È magnifico, sarà un matrimonio così glamour che finirà sui giornali di gossip più famosi di Londra! >> esclamò palesemente felice.
Juliet sbatté le palpebre, ridendo divertita. << Ookay…ti farò avere un appuntamento con Jade per metterti sulla lista dell’anno prossimo allora >>.
Il sorriso di Linda in un baleno scemò, come se avesse ricevuto una notizia sconcertante e l’artefice di quella disgrazia fosse proprio Juliet. << A-anno prossimo? >>.
<< Sì, bè siamo impegnate in questi mesi e… >>.
<< Ma io sono tua madre! Desidero sposarmi il prima possibile, non posso aspettare ben dodici lunghi mesi! >> obiettò Linda mettendo su un’espressione mesta, e lasciandole le mani.
<< Linda sono desolata >> e lo era davvero. Juliet non pensava che se l'avrebbe presa tanto male. << La lista è piena, ma sono sicura che Marcus capirà. Se ti ama come dici aspettare non gli costerà nessuno sforzo >>.
<< Spostalo. >> fu la risposta atona di Linda.
Juliet inclinò il capo, accigliandosi. << Cosa? >>.
<< Ho detto sposta un matrimonio, puoi farlo. >> Linda le rivolse uno sguardo speranzoso.
Ma lei scosse la testa, fin da subito. << Tutte quelle persone hanno atteso il loro giorno per molti mesi prima di potersi finalmente sposare. Non posso >>.
<< Non puoi o non vuoi? >> la mise al bando Linda, penetrandola con uno sguardo indagatore.
<< Entrambe. >> rispose senza remore Juliet, con una rapidità nel risponderle, che suonò inverosimile anche a se stessa.
Linda aprì la bocca, formando una piccola o di sorpresa. << Stai dicendo che ti importa più di quelle persone che di tua madre? Della donna che ti ha messo al mondo?! >> mugugnò indignata.
Juliet s’incupì. Perché le stava parlando in questo modo?
Non pensò, quando sussurrò: << E che mi ha abbandonata? >>.
Gli occhi di Linda si chiusero poggiando una mano curata sulla fronte. << Sai che non avevo scelta >>.
Quella patetica scusa fece saltare quel po’ di pacatezza che Juliet stava cercando in tutti i modi di erigere affinché potessero parlare civilmente.
Aveva funzionato bene fino a quel momento, ma Linda si stava comportando come una bambina capricciosa che per non aver ottenuto ciò che vuole risponde senza riflettere. Juliet non poteva tollerare quel tipo di comportamento da una persona che doveva rappresentare ai suoi occhi una guida, un modello da seguire.
<< Ero giovane e impreparata, Juliet. Tuo padre…il tuo vero padre non avrebbe mai voluto una tale responsabilità come allevare una bambina. Non ce l’avrei fatta da sola >> .
Juliet sospirò con un’espressione mesta. << Esistono gli orfanotrofi, sai? Gettare una bambina in un parco da sola con chissà quali pericoli non è stata una mossa intelligente. A questo punto credo che se fossi morta o meno, non avrebbe cambiato nulla per te >>.
Linda non rispose subito a quelle crude parole, si morse il labbro, i suoi occhi tradivano mortificazione. << Non parlarmi così…io sono tua madre, e ti voglio bene >>.
Juliet si passò entrambe le mani tra i capelli, socchiudendo gli occhi. << Non è mia intenzione farti stare male, ma non è mio compito addolcirti la pillola. Non sei una bambina, sei un’adulta e dovresti prenderti le tue responsabilità >>.
Perché non se ne rendeva conto? Perché non riusciva a comprendere i tormenti che assillavano l’anima di Juliet? Certo non si aspettava che sua madre le chiedesse perdono in ginocchio, santo cielo no ma che rendesse voce alle proprie colpe avrebbe significato un passo avanti.
<< Ti ho detto che mi dispiace! Juliet tuo padre non lo conoscevo neanche così bene. Eravamo ad una festa, sai come sono i giovani, bevono, si lasciano andare…quando scoprii di aspettare un figlio da lui, e glielo dissi lui non la prese affatto bene…così prendemmo una decisione… >> L’ultima frase fu quasi un sussurro, ma Juliet riuscì ugualmente a sentirlo.
Chiese: << Quale? >>, immaginava già di cosa si trattasse, ma voleva sentirlo chiaramente dalla bocca di Linda.
<< Andammo dal medico per abortire >>.
Juliet annuì una sola volta, puntando gli occhi sul viso di sua madre e su nient’altro. Un sorriso aspro le tese il volto. << Ma era troppo tardi… >> convenne lei con voce fievole.
<< Tuo padre non volle saperne niente di te o di me, attraversai la gravidanza da sola…ti ho dato la vita, Juliet non guardarmi così! >> Linda lo disse con un tono così amareggiato e frustrato che Juliet avvertì una nausea alla bocca dello stomaco. Sua madre ne parlava come se per nove mesi fosse stata costretta a sostituire Atlantide per sorreggere sulle sue spalle il peso del mondo.
Juliet scuoté lentamente la testa. << Sei stata costretta, Linda. Non mi hai mai voluta. Passati i nove mesi hai colto al volo la prima possibilità per sbarazzarti di un errore. Non sai cosa vuol dire volere bene a qualcuno. Non ami nessuno. >> sibilò.
Linda alzò di scattò la testa, che aveva mantenuto bassa per tutto il tempo, guardandola con indignazione. << Cosa ne sai tu?! Non sai che enorme sforzo ho fatto per costruirmi una vita. Chi sei tu per giudicare me e i miei sentimenti? >> urlò, voltandole le spalle per prendere il cappotto che aveva riposto nell’appendiabiti all’ingresso.
<< Sono colei che ha vissuto sulla sua pelle le tue decisioni. >> rispose secca Juliet.
Linda emise un sospiro teatrale. Andò verso di lei, accarezzandole una guancia. << Juliet, piccola…mi dispiace così tanto. >> si sporse per abbracciarla. Si staccò in un batter d’occhio tenendole le mani poggiate sulle spalle, << Perché adesso non chiamiamo Jade per chiederle una data per il mio matrimonio? >> propose, tutta sorrisi sul bel volto privo di imperfezioni.
<< No >>.
Linda sbattè le palpebre. << Come dici? >>.
Juliet le afferrò lentamente le mani per scrollarsele dalle spalle. Si sedette sul divano, poggiando i gomiti sulle ginocchia, il volto chino con i capelli lunghi che lo ricoprivano. << Non lo farò. Non farò niente per te, Linda. Non cambierai mai…t’importa solo di te stessa. Neanche questa visita è stata per me, lo hai fatto per sfuggire da qualcosa che non volevi affrontare. Nessuna telefonata o visita è mai stata per me >>.
<< Juliet! >> l’ammonì sua madre, ma lei scosse la testa ignorandola. << Grazie per essere venuta…parlare con te dopo tutti questi anni mi ha fatto capire tante cose. >> Non era sicura che potesse alzarsi, le mani le tremavano per la rabbia e la sua testa era un ammasso d’informazioni taglienti come la lama di un coltello. Schiarendosi la gola mormorò: << Sai già dov’è l’uscita >>.
<< Bene, ma sappi che mi ha molto deluso, Juliet. non pensavo potessi avere una pietra al posto del cuore! >> l’accusò senza remore Linda, afferrando con stizza il cappotto e avviandosi verso la porta.
Il rumore dei suoi tacchi a spillo profanò quel pesante silenzio nella stanza, ma si affievolì quando Linda si chinò per raccogliere qualcosa per terra. << E questo…? >>.
Juliet alzò lo sguardo, sbarrando gli occhi nel rendersi conto di cosa stesse guardando.
La raggiunse fulminea, strappandoglielo dalle mani. << Niente che ti riguardi. >> grugnì, allontanando il foglio dalla vista indiscreta di Linda.
Quest’ultima le rivolse un sorriso sorpreso. << Sei incinta? Oh mio dio…lui lo sa? >>.
<< Ti ho detto che non ti riguarda. >> ripetè a denti stretti Juliet, sviando gli occhi per concentrarsi su un punto indefinito del pavimento.
Linda scoppiò a ridere, sembrava che la stesse…deridendo. << Ci hai provato, figlia mia, ma i tuoi occhi non negano. Hai paura eh? Temi la sua reazione…Brucia la consapevolezza che Louis alla notizia possa decidere di svignarsela. Gli uomini sono tutti uguali, io lo so. Dice di amarti, te lo lascerà credere per poi infliggerti il colpo di grazia, quando le cose diventano più serie >> disse con un sorrisino mordace.
<< Sta’ zitta! >> ringhiò Juliet, la mandibola serrata per la rabbia, gli occhi a due fessure che minacciavano di cedere. << Tu non sai niente…non sai niente. >> ripetè debolmente stringendosi le braccia intorno al ventre, come una sorta di protezione.
Ne aveva abbastanza di quelle cazzate.
Era stata una povera illusa a credere di poter ricucire quella sottospecie di rapporto che aveva con Linda.
Non doveva mostrare segni di debolezza, non davanti ad una donna che non aveva nessun riguardo nei suoi confronti, ma soltanto del proprio ego.
<< Non è vero, mia cara. Tu sei uguale a tua madre, tu sei uguale a me. >>.
<< Io non sono come te! >> urlò Juliet in tono caustico, accecata dallo sdegno.
Ma dentro di sé, si domandò se fosse vero.
Era fuggita.
Come Linda.
Era una vigliacca come lei.
Di fronte all’amore di Louis, Juliet era scappata.
Non era migliore di sua madre. No, non lo era. Esisteva un modo per redimersi o sarebbe diventata inevitabilmente come Linda?
Juliet piantò gli occhi dentro quelli di Linda, penetrandole dentro, tentando con quel poco di speranza che le rimaneva d’intrufolarvisi per cercare un qualche segno di amore nel cuore di sua madre.
Non aveva mai pensato che una persona potesse essere cattiva, ogni essere umano compieva degli sbagli, proprio perché inclini nella sua natura.
C’erano eventi che non si sarebbero mai cancellati, il passato di Juliet in un modo o nell’altro avrebbe sempre oscurato il suo presente, ma ci sarebbe riuscito soltanto se lei glielo avesse permesso.
E così era stato, Juliet aveva vissuto nella paura per tanto tempo.
Non credeva che Linda fosse una persona cattiva. Aveva sbagliato sì, ma Juliet non poteva continuare ad odiarla per questo. Quel filo spinato intorno al suo fragile cuore doveva essere tolto, altrimenti la sua vita non sarebbe potuta andare avanti.
Sebbene i suoi piani di rappacificazione con sua madre non avessero trovato concretezza, Juliet non avrebbe permesso che il dolore la sopraffacesse di nuovo, come un manto di fuoco che attendeva nuovamente l’occasione per corrodere il suo amore.
Strinse forte il foglio, che le aveva dato la dottoressa Caroline, fino ad accartocciarlo tra le mani: adesso aveva un motivo in più per combattere quei dannati demoni.
<< Linda, ti prego di andartene ora. Sono molto stanca >>.
Lei schioccò la lingua, con fare presuntuoso. << Come vuoi, ma ti renderai conto della verità delle mie parole. >> inveì solcando l’uscita.
<< A differenza tua, conosco l’uomo che amo. >> replicò con pacatezza, Juliet.
Proseguendo spedita verso la sua Audi, Linda le scagliò il colpo di grazia. << Sai una cosa? Che io sia dannata per essermi lasciata mettere incinta. Avrei dovuto limitarmi a fargli un pompino. Mi sarei risparmiata tutto questo >>.
Ci sono momenti nella vita in cui le rivelazioni ci piombano addosso alla velocità di un lampo e, all’improvviso, ci sorprendiamo di non aver capito prima ciò che da sempre avevamo sotto il naso. A Juliet era appena accaduto questo; tuttavia quella rivelazione era molto più dolorosa di quanto pensasse.
Nello stesso istante in cui finì la frase, Linda non fece in tempo a voltarsi e rendersene conto che il contatto di una mano sconosciuta investì la sua guancia destra con un colpo secco.
Juliet si ritrovò sgomenta a fissare dalla soglia di casa sua, il profilo di Bethany con i piedi ben piantati per terra, i suoi occhi celesti infuocati di riprovazione repressa.
Puntò ferocemente un dito contro Linda, la quale con gli occhi sbarrati si era portata una mano tremante alla guancia ferita. << Ringrazia Dio che io mi sia limitata ad un ceffone, brutta stronza. Non osare mai più rivolgerti a mia figlia con parole del genere, mi hai capito bene? Non sei degna di lei, non meriti neanche le briciole del suo perdono. Non posso impedirle di avere a che fare con te sempre che non sia lei a deciderlo, ma la prossima volta che hai intenzione di venire fin qui, ti consiglio vivamente di pensarci due volte e di avere dei principi sulle spalle, o farai i conti con me. Adesso prendi il tuo giocattolino e sparisci dalla mia vista, prima che chiami la polizia per invasione di proprietà privata >>. Detto questo la lasciò lì, senza nessuna possibilità di replicare.
Silenzio.
Intorno a lei tutto si era fatto confuso e privo d’importanza.
Juliet riuscì a sentire distintamente la presa delicata di Bethany sul braccio, incitarla ad entrare dentro casa; ma tutto finiva lì.

Che io sia dannata per essermi lasciata mettere incinta. Avrei dovuto limitarmi a fargli un pompino.
Un pompino…
ripetè incredula nella sua mente stravolta.
Le parole di Linda, brutali e concise le strinsero la gola in una morsa feroce. Attraverso il dolore che offuscava i suoi occhi ambrati, scrutò Bethany prenderle lentamente il viso tra le mani.
<< Ooh la mia Juliet...È tutto finito. >> le assicurò con voce spezzata.
D’istinto Juliet l’abbracciò forte, consapevole che agli occhi di Bethany dovesse sembrare uno straccio. << Oh mamma…mi dispiace. Non piangere ti prego, va tutto bene >>.
<< Come puoi dirmi una tale menzogna? >> la rimbrottò debolmente. << Perché non mi hai detto che lei era qui? >>.
<< Perché dovevo farlo da sola. Dovevo sapere la verità. Ora la so… >>.
Juliet avrebbe vissuto con quella rivelazione d’ora in poi. Bethany e David avevano fatto in modo di proteggerla da un cuore spezzato, da una delusione che avrebbe fatto soffrire una povera bambina inerme, ma adesso Juliet era abbastanza adulta per poterla affrontare e conviverci.
Strinse forte gli occhi per cancellare ogni traccia di sofferenza, poi scrollò scherzosamente il corpo di sua madre, mentre ancora l’abbracciava. << Ssh non piangere mammatua figlia sta bene >> sussurrò accarezzandole i capelli biondi.
<< Sono così fiera di te, piccola mia. >>. Percepì Bethany tirare su col naso. Si staccò da Juliet per rivolgerle un sorriso rincuorato e pieno d’amore materno.
A quel punto gli angoli delle labbra di Juliet si sollevarono in un sorriso cristallino che rifletteva quanto fosse grata di aver avuto Bethany nella sua vita, e l’abbracciò nuovamente.
<< Ti voglio un bene dell’anima, mamma >> disse. << Non sarei stata qui se non fosse stato per voi. Ti prego di perdonarmi, non avrei mai voluto farti assistere a… >> lasciò la frase a metà perché Bethany annuì capendo bene a cosa si riferisse.
<< Aah Juliet… Juliet! Quando imparerai che le persone che ti amano farebbero questo per te e molto altro? >> Sua madre le lanciò un buffetto sulla spalla. << E poi erano anni che aspettavo l’occasione per farlo! >> la buttò lì ammiccandole in maniera maliziosa, strappando a Juliet un piccolo sorriso.
Forse il suo sogno di creare un legame con Linda non aveva avuto gli esiti desiderati, ma Juliet era consapevole che sua figlia avrebbe avuto un amore incondizionato dai suoi genitori.
A proposito di genitori…c’era una persona in particolare con cui Juliet aveva assolutamente bisogno di parlare.
Sua madre le propose premurosamente se volesse mettere qualcosa sotto i denti, ma Juliet declinò l’offerta ringraziandola. Bethany accolse quel diniego con un sospiro crucciato, poi le baciò il capo: << E va bene, tesoro >>.
<< Non è per via di Linda. Ho la testa da un’altra parte e non ho molta fame in questo momento. Ho bisogno di vedere Louis >>.
<< È successo qualcosa in particolare? >> le domandò allora sua madre, inclinando la testa.
Juliet si morse il labbro, dubbiosa se rivelarglielo. Ma sua madre sapeva mantenere un segreto, e poi Juliet doveva assolutamente dar voce al suo ‘segreto’ altrimenti sarebbe scoppiata. E chi meglio della sua adorata madre per confidarsi? << Ah-aha. Forse è meglio che tu ti sieda mamma >>.


<< Louis. >> lo richiamò Harry per l’ennesima volta, sbuffando.
<< Così rischi di consumare il pavimento e di far venire un’emicrania a me >>.
<< Nientemeno adesso risponde la segreteria! >> ringhiò Louis buttando il telefono sul divano e continuando a camminare nervosamente avanti e indietro nel salotto della tenuta di Promesse.
<< Forse è da qualche parte dove non prende bene. >> convenne invece il riccio.
Louis lo fulminò con lo sguardo. << Non cercare di difenderla. È tutta la mattina che non è rintracciabile e non è nemmeno qui. Perché non è qui? >> ripetè agitato.
<< Amico, sei diventato rosso fino alla punta delle orecchie >>.
<< Fanculo >>.
<< Va bene. Adesso hai smesso di fare la donnicciola isterica così possiamo chiedere a Jade quand’è stata l’ultima volta che l’ha sentita? >>.
<< Stronzo. >> borbottò in risposta Louis alla frecciatina. << Okay. >> borbottò poi.
Harry scosse la testa, accennando un sorriso. Si alzò dal divano, dove era stato per tutto il tempo che il suo amico gli aveva raccontato della discussione avvenuta con Juliet di quella mattina.
<< Ti senti meglio? >> gli chiese Harry, dandogli una leggera pacca sulla schiena.
Louis scrollò le spalle. << Starò meglio quando saprò dov’è la mia ragazza >>.
Salendo le scale per dirigersi all’ufficio di Jade, Louis sperò di ricevere qualche informazione utile su dove potesse trovarsi Juliet.
Era arrabbiato con lei per il modo in cui lo aveva allontanato, quando si era sentita male. Aveva omesso di dire ad Harry del malessere di Juliet, perché sapeva che non le avrebbe fatto piacere che qualcun altro all’infuori di Louis che ne era stato testimone, lo sapesse.
Si era limitato ad esporgli il litigio avuto con lei, tralasciando i dettagli di salute. Non aveva combinato niente di buono al negozio, così aveva deciso di chiamare sua madre dicendole che aveva una ‘commissione’ importante da sbrigare e se poteva sostituirlo. Così era venuto dove credeva di poterla trovare, dato che gli aveva detto che quel giorno aveva molto lavoro da sbrigare con le ragazze. Dov’era finita allora se Harry gli aveva detto che aveva lavorato da casa e non aveva visto traccia di Juliet nemmeno a colazione?
Voleva delle risposte. E subito.
Producendosi in un: << Jade, sono Louis, posso parlarti un attimo? >> bussò una volta alla porta, poi entrò senza neanche aspettare il permesso.
Le regole di buona educazione potevano andare a farsi fottere.
Jade alzò di scatto la testa, corrucciata. << Louis. Harry >> esclamò seduta nella poltrona di pelle scura.
Fu il riccio a parlare. << Scusaci, tesoro. Louis stava facendo il matto e non c’è la facevo più a sopportarlo >>.
<< Bell’amico! >> borbottò Louis, fulminandolo con lo sguardo.
Jade schioccò la lingua, richiamandoli. << Non è un momento opportuno >>.
Louis corrugò la fronte, poi sorpreso intravide una figura femminile dalla lunga chioma di capelli castano chiaro, seduta di fronte a Jade, dargli le spalle.
Avrebbe potuto riconoscere quella tonalità di colore ovunque. << Juliet? >>.
La donna si girò, e per poco Louis non soffocò con la propria saliva. La somiglianza con Juliet era impressionante, ma non era lei.
Dio quegli occhi dalla penetrante sfumatura ambrata erano gli stessi di Juliet, ma era più matura almeno di una decina d’anni e i capelli leggermente più corti.
<< Conosci Juliet? Aspetta…ti chiami Louis? >> parlò la donna, sorpresa.
La cadenza della voce invece era diversa, più melliflua, in contrasto con quella leggermente profonda di Juliet.
<< Io…sì. Mi scusi, posso chiederle chi è lei? >>.
Fu Harry a rispondere con tono sorpreso << Linda >>.
Louis volse di scatto la testa verso il riccio. << Linda?! La madre di Juliet?! >> sbottò attonito.
Mille domande riempirono la bocca di Louis. Juliet sapeva che sua madre fosse lì? Cosa sarebbe successo se si fossero incontrate? Perché Linda era con Jade quando avrebbe dovuto essere con sua figlia? Forse stava chiedendo di lei per sapere dove potesse trovarla? Juliet l’avrebbe presa bene?

Cazzo datti una calmata!
Non poteva fare la figura del cretino in una situazione delicata e surreale come quella. Aveva già fatto una figura pietosa irrompendo irascibile nell’ufficio di Jade, adesso doveva darsi una calmata, riflettere e prendere la situazione in mano.
Louis conosceva troppo bene i sentimenti di Juliet nei confronti della sua vera madre ormai, quindi le sarebbe stato vicino se entrambe avessero voluto chiarire i loro problemi.
La discussione avvenuta con Juliet passava in secondo piano, adesso doveva starle vicino, non sarebbe andato da nessuna parte, né avrebbe permesso che Juls lo tagliasse fuori un’altra volta.
Linda si alzò dalla sedia, scrutandolo. << E così mia figlia ha realmente un fidanzato. Ma questo è ancora da vedere dato che mi sembri un po’ nervosetto. Difficile stare dietro ad una come Juliet, vero caro? Non immagino pensare cosa comporterà la grande notizia per te adesso >>.

La cosa?!

<< Non sei venuta fin qui per mettere dito negli affari della mia amica, Linda. >> intervenne Jade parlando a bassa voce ma abbastanza perché arrivasse forte e chiaro al destinatario.
Lei alzò teatralmente gli occhi al cielo. << In effetti sono venuta per una faccenda ben più importante >>.
<< E Juliet ha già dato il responso al posto mio. >> continuò inespressiva Jade. Linda era venuta da lei con l’intento di convincerla a trovarle un posto nella lista dei mesi a venire, ma chi conosceva Jade sapeva che corromperla equivaleva a schierarsi la fossa da solo. La signora G con occhi sgranati aveva bussato alla sua porta, avvisandola di una visita improvvisa. Era stata un’enorme sorpresa scoprire che si trattasse proprio della madre di Juliet. L’aveva vista soltanto un paio di volte negli anni addietro; l’ultima volta era stato al funerale del padre di Juliet. Ricordò che si era trattato di una visita breve, poiché guarda caso Linda si trovava in città per un viaggio d’affari del precedente marito. Non era difficile inquadrarla per quello che era, ma Jade si era sempre astenuta dall’esporre il suo pensiero, soprattutto davanti a Juliet.
Linda si era lasciata andare a suppliche svenevoli, utilizzando l’incontro con Juliet come scudo per difendersi, affermando che sua figlia non avesse fatto niente se non rinfacciarle i suoi sbagli di gioventù.
Jade non aveva creduto ad una sola parola, e tantomeno avrebbe permesso a quella donna di mettere zizzania anche a casa sua.
Qualunque cosa fosse successa, Jade immaginò che non fosse andata a gonfie vele. Sperò che Juliet stesse bene, e che sarebbe venuta a lavorare, così avrebbero fatto una lunga chiacchierata. Jade era preoccupata, e non era la sola a quanto pare.
Louis guardò prima una poi l’altra. Non ci stava capendo niente.
Le parole uscirono da sole, quando si rivolse a Linda. << Mi scusi, lei ha parlato con Juliet? >>.
Linda sbuffò, come annoiata di quell’argomento. << Oh sì e lei ha rovinato tutto scagliandosi contro di me offendendomi. >> poi con un gesto di nonchalance, si giro verso Jade. << Jade, so che sei tu il capo qui e so che l’ultima parola in merito agli eventi proviene da te. Io e Marcus ne abbiamo passate tante, e in questo momento con Juliet che mi ha esiliato dalla sua vita, desidero soltanto sposarmi con la persona che amo e rispettare la decisione di mia figlia di lasciarla in pace >>.
Jade non battè ciglio, anche se intimamente la sua inquietudine nei riguardi di Juliet crebbe.

Maledetta, se le hai fatto qualcosa... imprecò contro Linda, mentre i suoi occhi grigi rimanevano impassibili.
<< Te l’ho già detto. Non posso aiutarti. >> si alzò, protendendo la mano verso la porta con fare eloquente. << Ora se vuoi scusarmi Linda, ho un incontro con dei clienti >>.
<< Vi siete messe d’accordo! Tu e quell’insensibile! >> replicò mettendo un broncio lei.
<< Non è un mio problema ciò che credi, puoi anche metterti a piangere se vuoi, ma non osare parlare di Juliet in questo modo davanti a me. Abbiamo finito. Potrei dire che rivederti è stato un piacere, ma sarebbe una bugia. >> concluse con sguardo glaciale.
<< Pensavo che avrei trovato una persona ragionevole venendo qui. >> Linda prese la sua borsa, alzando il mento con fare pretenzioso. << Troverò di meglio. In effetti non ho bisogno che un matrimonio del mio calibro venga organizzato da quattro ragazzine. Ti saluto Jade. >> recandosi verso l’uscita, Linda superò Louis, ma prima di andarsene gli sussurrò. << Mi sembri un ragazzo intelligente e troppo carino per soffrire a quest’età. Sono sicura che presto ti renderai conto di che persona sia la mia figliola. Non permetterle di rovinarti la vita >>.
<< Sono assolutamente certo di che persona sia la mia fidanzata, la ringrazio. >> replicò atono Louis.
Linda scosse la testa. << Non dirmi che non ti avevo avvertito. Buona fortuna con tutti e due! >> e si congedò ponendo così fine alla volontà di Louis di voler tentare di trovare una spiegazione plausibile a quella scenata. Cosa stava cercando di dirgli quella donna? Cos'era successo tra lei e Juliet?

"Con tutti e due"? Cosa diavolo mi stai nascondendo Juliet?

Note dell’autrice


Ho dovuto chiedere alla mia migliore amica di prestarmi il suo computer per poter pubblicare oggi, dato che la mia chiavetta mi ha abbandonato da circa due settimane. I nervi a fior di pelle all’idea di dovermi limitare ad usare il cellulare per seguire le storie che leggo o rispondere ai vostri messaggi! Spero ritorni presto, intanto c’è qui con me la mia adorata amica che mi ha gentilmente concesso l’uso di internet per postare il capitolo 26. Grazie di cuore ragazza <3
Venendo a noi mie dolci lettrici…voglio dirvi grazie davvero con il cuore in mano per essere così pazienti. Come me naturalmente anche voi il mese di maggio sarà tragico, poiché c'è chi deve affrontare gli esami e chi deve completare le interrogazioni e tenere gli ultimi compiti scritti. Ce la faremo! Chiunque di voi ha i propri impegni, ciononostante trovate il tempo per me, ed io anche se non pubblico una volta alla settimana come vorrei, tenterò di provvedere e farlo ogni due settimane proprio perchè tengo moltissimo al fatto che dobbiate aspettare il meno possibile...poi però c'è il mio adorato internet che mi gioca brutti tiri e non va affatto bene U.U*
Ogni volta mi fate arrossire con quello che scrivete nelle recensioni...500 dio mio... :’) GRAZIE ad ognuna di voi, indipendentemente da chi recensisce o no, vi ringrazio per spendere il vostro tempo a leggere dei miei personaggi...mi ha fatto molto piacere sapere che la OS di Nat e Zayn non sia passata inosservata ^-^ Scusatemi per la cortezza dell'angolo autrice, ma devo correre a rispondere alle vostre recensioni, che siete sempre tante ( con mia sorpresa ogni volta :3) e cercare di non far perdere l'intera giornata alla mia disponibile amichetta..non voglio approfittarne troppo e concedermi ai miei monologhi xD Riguardo il capitolo, il momento tra Linda e Juliet doveva arrivare, spero di non averlo reso scocciante. Tempo fa chiesi se Juliet avrebbe dovuto perdonare Linda, e voi mi diceste la vostra risposta: chi riteneva che fosse da folle perdonare una persona del genere come Linda, chi era insicuro sul sì e no. Bè alla fine la nostra Juliet voleva davvero ricucire il rapporto e come avete notato ha tentato di farlo, ma non si aspettava un simile capovolgimento della situazione. Juls è stata molto forte nel tentare di incassare il colpo infertole dalla madre, per amore di Bethany e per il proprio figlioa ha affrontato la situazione coraggiosamente non trovate? Cosa vi ha suscitato nel leggerlo? Vi va di espormi il vostro pensiero in proposito? Sempre se vi va e se me lo merito.. :) Ora devo proprio scappare...vi mando un forte abbraccio!! Alla prossima <3 Vostra Ella 

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Capitolo 27
*** Capitolo27 ***


Caèitolo 27 pronto

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Capitolo 27

 

 

"Con tutti e due"?  Cosa diavolo mi stai nascondendo Juliet?
Cosa voleva dire Linda con quel “tutti e due”?
Louis sentì la profonda indecisione tra l’inseguire Linda e chiederle spiegazioni o chiamare Juliet e parlare direttamente con lei.

Maledizione no. Nonostante sentisse una gran rabbia e confusione nel petto, non era Linda la persona da cui voleva delle risposte.
Si voltò per guardare Jade, i muscoli contratti per l’impellente tensione accumulatasi in quella giornata. << Dov’è? >>, non serviva specificare a chi si riferisse.
La riccia scuoté piano la testa. << Non lo so >>.
<< Chiamala. >> fu l’ordine perentorio di Louis.
Con la coda dell’occhio vide Harry lanciargli uno sguardo ammonitore per il tono brusco con cui si era rivolto a Jade, ma Louis lo ignorò troppo preso da quell’unico pensiero che gli annebbiava la testa. Si sentiva come se fosse stato brutalmente tagliato fuori da una parte importante della sua vita e questo lo faceva infuriare. Sapere che quella parte vitale fosse lei, non rendeva le cose più semplici, anzi era ancora più doloroso.
Jade annuì una sola volta. << Okay. >> non si aspettava quell’atteggiamento quieto da parte sua, e Louis non seppe dire se la riccia lo stesse utilizzando perché le stava dando l’aria di un pazzo furioso o di un povero oppresso.
Quando lei gli porse il suo cellulare, Louis capì perché lo stesse facendo, perciò senza dire nulla, lo afferrò, compose il numero e aspettò.
Al quarto squillo, Juliet rispose. << Jade. È successo qualcosa con i clienti? >>.
<< Ti aspetto a casa, tra un quarto d’ora. >> Louis non riuscì a far niente per reprimere quel gelo che aveva ovattato la sua voce.
Dall’altra parte dell’apparecchio, ci fu qualche secondo di silenzio. << Louis… >> sospirò, sembrava sollevata di sentirlo, allora perché aveva rifiutato ogni sua maledetta chiamata quando l’aveva cercata? << ascolta, devo dirti… >>.
<< Tra un quarto d’ora, Juliet. >> ripeté brusco, poi mise giù, senza aspettare una risposta.
Jade ed Harry si guardarono, ma non dissero nulla.
Bene, Louis non aveva voglia di ricevere prediche in quel momento.
Poggiò il cellulare sulla scrivania, << Grazie. Ci si vede ragazzi >>.
<< Mi trovi qui se hai bisogno. >> disse Harry, gli occhi verdi solenni velati di preoccupazione.
Louis mantenne lo sguardo, facendogli capire quanto per lui contasse quell’affermazione, poi lasciò la stanza.
Jade si strinse nelle braccia. << Perché ho un brutto presentimento? >> mormorò.
Il riccio le coprì una mano con la sua, sorridendole rassicurante. << Andrà tutto bene. Quei due si amano troppo, non permetteranno che l’entrata in scena di Linda crei problemi tra loro >>.
<< Lo spero tanto >>.
Harry la tirò a sé, abbracciandola. Non aveva mai visto Louis tanto furioso quanto questa volta. Era preoccupato per il suo amico, ed era preoccupato anche per Juliet. Jade gli aveva raccontato il comportamento scostante di Juliet in quegli ultimi giorni, e aveva scoperto da Niall il curioso episodio avvenuto in cucina con lei. Non volle rivelare a Jade quanto in realtà le parole che le aveva detto poco prima nel tentare di confortarla, suonassero a lui più come una speranza che una certezza.
No, doveva essere una certezza. Doveva credere che tutto sarebbe tornato a posto. Perché Harry nutriva uno strano presentimento a proposito di quello che Linda aveva detto a Louis su quel ‘tutti e due’. E se quello che credeva si sarebbe rivelato esatto, avrebbe inciso profondamente sul futuro di Juliet e Louis.
Ed Harry sperò intensamente che quel futuro prevedesse loro due insieme.

 

 

<< Ha tutto il diritto di essere arrabbiato, me ne rendo conto. Solo non credi che attaccare il telefono in quel modo sia stato esagerato? >> mormorò Juliet pensierosa, seduta sul tavolo in cucina e dondolando le gambe avanti e indietro in maniera alternata.
Non si era ancora tolta il giubbotto, troppo occupata a rimuginare sugli eventi della giornata.
Carota girovagava per la cucina, adocchiandola di tanto in tanto per piegare la testa, come se stesse riflettendo anche lui su quelle parole.
<< Okay, hai ragione. Non sarei dovuta sparire per tutta la mattinata. Ma sai dove sono andata? Guarda attentamente. >> Juliet mostrò al cagnolino dal pelo rossiccio, quel che rimaneva del suo test di gravidanza. Il foglio era tutto consumato a causa del continuo giocarci con le mani, ma il contenuto era ancora comprensibile. Solo non sapeva come iniziare quel delicato argomento. Come avrebbe dovuto iniziare? O sarebbe stato meglio annunciarglielo senza troppe premesse?
Bethany era scoppiata in lacrime di gioia, quando Juliet le aveva confessato di essere incinta. Sua madre si era prodotta in una serie di buffi gridolini, salti eccentrici per una donna adulta come lei che avevano fatto ridere Juliet, poi le aveva fatto promettere che una volta saputo il sesso della creaturina, sarebbero andate a fare shopping in centro.

Verrà tutto da sé. Non cercare di prepararti un qualche tipo di discorso. Nel momento in cui incrocerai i suoi occhi, saprai cosa dire, così aveva risposto Bethany con un gran sorriso da esperta, quando Juls le aveva chiesto un consiglio.
Juliet cominciò ad inspirare piano, stringendo tra le dita contratte in un istinto abituale la stoffa del suo lungo cappotto di lana scuro.
Parlare con Carota la stava aiutando ad alleviare l’ansia, ma il cagnolino sembrò scocciarsi di starla a sentire, quindi si congedò senza troppi complimenti.
Juliet corrugò la fronte, alzando le braccia in maniera teatrale. << Ehi! Bell’amico che sei, complimenti! >> commentò offesa.
Capì un istante dopo che Carota avesse lasciato la stanza, perché molto probabilmente aveva avvertito il rumore delle chiavi provenire dalla porta d’entrata, e non a causa della sua parlantina, che Juls sapeva doveva essere stata comunque noiosa e ridondante.
Balzò dal tavolo dov’era seduta in un lampo, nascondendo il foglio piegato e ripiegato della dottoressa nella tasca, e raggiungendo a passo svelto il salotto.
Si passò una mano tra i capelli leggermente arruffati dal vento, mentre Louis entrava. << Ehi >> esclamò col fiato corto, quando incrociò il suo sguardo, poi Juliet alzò gli angoli della bocca in un sorriso incerto.
<< Ciao >> fu la risposta incolore di Louis, poggiando le chiavi sul tavolino in cristallo nel salotto, si levò lentamente il cappotto e lo lasciò cadere sul divano.
Passò qualche minuto di silenzio, prima che Juliet trovasse qualcosa con cui cominciare. Era preparata a quell’atteggiamento da parte di lui, in fondo lei se lo meritava, era certa che Louis si fosse preoccupato a morte, domandandosi che fine avesse fatto. Juliet era tremendamente dispiaciuta, ma in cuor suo, sapeva che non sarebbe stata capace di sentire la sua voce al telefono, mentre tutto il suo mondo veniva capovolto nel giro di un paio d’ore.
Gli avrebbe spiegato le sue ragioni, ed il perché fosse andata in ospedale senza dirgli niente.
<< Ti va di sederti? >> gli propose.
<< Preferisco stare in piedi. >> detto ciò, Louis appoggiò il corpo sullo schienale opposto al divano, incrociando braccia e gambe.
<< Quanto sei arrabbiato? >> Una domanda propriamente idiota, n’era consapevole, ma in qualche modo doveva pur iniziare no?
<< Dimmelo tu. Quanto credi che io sia arrabbiato, Juliet? >> la blandì con voce fintamente carezzevole.
I suoi occhi azzurro-verdi erano tetri, il volto una maschera di mera freddezza.
Juliet sentì un brivido sgradevole scorrerle lungo la schiena, ma lo scacciò subito, replicando gentilmente. << Sarebbe stupido da parte mia dirti che mi dispiace. Ma se non ho voluto rintracciarti è perché… >> cominciò a dire.
<< Perché è la tua vita, perché io non ho diritto di intromettermi? >> proseguì aspro lui.
Juls scosse lentamente la testa, in piedi, di fronte a lui, pochi metri oscuri che li separavano come se stessero cercando di sopprimere ogni briciolo di serenità che lei aveva finalmente deciso di vivere, per il bene del piccoletto e per quello di entrambi i genitori.
<< Sai che non intendevo quello. Non volevo che, sì insomma, insistessi per starmi vicina, quando era una cosa troppo delicata e incerta da dover affrontare perfino per me. Avevo bisogno di farlo da sola >>.
<< Non ti avrei di certo costretta, ma pensavo che dopotutto quello che avevamo condiviso, tu mi volessi…che avessi bisogno di me. >> Louis calcò fortemente la voce sulle ultime parole, penetrandola con uno sguardo in cui Juls vide dolore e delusione.
<< Ma io ho bisogno di te! Ti prego, lascia che ti spieghi… >> fece per avvicinarglisi, ma Louis si allontanò raggiungendo un punto indefinito della stanza.
<< Ho cercato di prendermi cura di te, ti ho ascoltata quando hai voluto rivelarmi i tuoi segreti e paure più profonde. So che è stato molto difficile per te farlo, e questo mi ha fatto capire quanto tu tenga a me…fino a che punto tu mi ami anche se non vuoi ammetterlo nemmeno a te stessa. >> mormorò lui ferito, dandole le spalle.
Juliet si posò una mano sul petto, tacendo per poterlo far proseguire, mentre tutto in lei gridava di dirgli quanto fosse vero. Quanto profondamente Juliet lo amasse e quanto si considerasse felice all’idea di aspettare un figlio da lui.
<< Hai idea di quanto fossi preoccupato?! Non sapevo dove fossi, e al tuo cazzo di cellulare rispondeva la segreteria! Sono andato alla tenuta, credendo di trovarti lì, ma niente. Invece, ho trovato il motivo che ti aveva spinto ad ignorarmi per tutto il giorno >>.
<< Quale? Non può essere… >> sussurrò confusa lei guardando la schiena di Louis tendersi per poi abbassarsi in respiri controllati.
Si volse, penetrandola con quei suoi occhi di un blu burrascoso. << Chi, Juliet, chi. Non credi che avrei preferito sapere come stavi, dopo che la tua vera madre era venuta a farti una visitina? Avrei preferito che fossi tu a dirmi la verità, non Linda. >> l’accusò a denti stretti.

La verità…il sangue le sì gelò nelle vene.
NO! No ti prego fa che non glielo abbia detto lei…ti prego...pregò intimamente Juls con veemenza, cominciando ad avere il respiro corto per il panico.
Dio cosa aveva combinato Linda?
<< C-cosa ti ha detto? >> sussurrò, cercando negli occhi di Louis un segno, un qualsiasi tipo di emozione che potesse far ricominciare a battere il cuore di Juliet.
Ma non arrivò, e il silenzio in quella stanza si fece così pesante che lei faticò quasi a respirare.
<< Voglio saperlo da te. Cos’è accaduto tra voi due? Cos’è che devo sapere? Cosa o meglio chi è questo grosso segreto di cui andava a blaterare Linda? >> volle sapere Louis, con una tale durezza e intensità nella voce che colpì Juliet dritto al centro del suo petto dolorante. << Puoi dirmi tutto, credevo lo sapessi. Non ti farei mai del male, ma non so come aiutarti se tu non mi parli! >> replicò non riuscendo a reprimere quella cadenza cupa nel tono di voce. << Io ci provo, ma come posso pensare che tu mi voglia nella tua vita se mi allontani ogni volta! >>.
<< Louis no, va tutto… >> ma si bloccò mordendosi ferocemente il labbro tremante, perché non andava bene per niente. I suoi occhi…dio gli occhi di Louis erano così intrisi di palese sofferenza, che Juliet sentì la terra mancarle sotto i piedi.
Lui non meritava quella menzogna, non meritava di sentirsi rivolgere altre stronzate.

'Mi fido di te'.
Era ciò che Louis nonostante il comportamento restio di Juliet, le aveva mormorato quella mattina presto, con sincera onestà e con quell’amore negli occhi che solo lui era stato capace di darle più di chiunque altro.
E Juliet l’aveva tradita, la volontà di Louis di fidarsi di lei si stava sfracellando al suolo, e non lo biasimava.

'Lotta per noi, Juliet'.
E lei aveva fallito.
Aveva tradito quell’amore che lui aveva tentato di dimostrarle in qualsiasi momento.
Non aveva saputo prendersene cura, con la dovuta indispensabile attenzione, e Juliet lo aveva perso.
Non ci fu bisogno che lui lo dicesse. Rammentò le parole di sua madre, riguardo il fatto che non appena avesse visto Louis, avrebbe capito cosa fare.
Chiuse gli occhi, imponendosi di frenare qualsiasi tipo d’emozione avrebbe potuto palesarsi e stravolgere il suo animo.
Seguirono lunghi minuti di silenzio, durante i quali Juliet si portò una mano dentro la tasca.
Lì dentro c’era il suo prezioso dono, il suo cuore, la sua vita.
Lo strinse forte tra le dita, nascondendo quel tremolio che colse le sue gambe, mentre procedeva lentamente verso l’uomo che amava.
Quel pezzo di carta aveva dato più forza a Juliet quel giorno di quanto non n’avesse avuta in tutti i suoi anni passati a combattere i suoi demoni.
Sentì i suoi piedi opporsi, diventare di piombo, ma strinse i denti continuando ad incedere fin quando non si ritrovò così vicina a Louis, che le ci volle tutta la sua forza di volontà per resistere al desiderio di toccarlo, di accarezzarlo, di confortarlo, di dirgli quanto lo amasse, che sarebbe stato un padre meraviglioso per quel piccoletto, ma doveva farlo, perché senza di lui, Juliet non avrebbe mai scoperto quanto amore potesse provare per una persona.
Lui ora la scrutava, attento ed immobile, dentro di lui adesso vigeva solo confusione e diffidenza, ed era tutta colpa sua.

Ti amo…Juliet non lo disse, altrimenti avrebbe ceduto. Ripeté quelle parole nella sua testa, mentre delicatamente prendeva una mano di lui nella sua. Gli aprì il palmo verso l’alto, deglutendo silenziosamente, mentre con l’altra tirava fuori quello che aveva nella tasca.
...non sapevo cosa potesse significare…poi sei arrivato tu, a darmi mille grattacapi. Dentro di me, ho capito dal primo momento che ti ho visto da sotto tutto quel terriccio che mi avevi fatto cascare in testa, che non sarebbe stato facile liberarmi di te. Incontrò i suoi occhi, e lentamente Juliet lasciò cadere quel dono prezioso nella sua mano, mentre tutto dentro di lei andava in frantumi.
Louis schiuse le labbra, << Juliet, cosa…? >>, chinò il capo verso ciò che lei gli aveva poggiato nella mano, chiudendola poi a pugno, mentre le dita tremanti di lei lasciavano la mano di lui.

Ed è proprio per quest’amore tanto forte e puro che mai proverò per nessun altro...che devo lasciarti andare.
Juliet tenne gli occhi fissi sulle chiavi che Louis stringeva nel palmo della mano. Poi alzò il volto, notando gli occhi increduli e vitrei di lui folgorarla sconcertati.
Louis aveva tutto il diritto di sapere del bambino, ma non in quel momento. Juliet avrebbe atteso che le acque si calmassero prima di dirglielo, così avrebbero potuto prendere una decisione insieme sul futuro del piccoletto, da...da buoni amici magari.
<< Aspetta. >> Questa volta la voce di Louis suonò confusa e spezzata. << Non… >>.
Juliet scosse forte la testa. Attraverso il luccichio velato dei suoi occhi ambrati, gli fece capire che non c’era nulla che lui potesse fare o dire per cambiare la decisione che aveva preso. Avrebbe preferito morire, piuttosto che continuare a farlo soffrire. Non lo avrebbe permesso mai più.
Gli fece un sorriso triste, e con quel gesto Juliet desiderò trasmettergli tutta la sua gratitudine. Fece per sfiorargli la guancia, ma si ritrasse.

Ti amo, ripeté un’ultima volta Juliet stringendosi nelle spalle, e ti amerò sempre. Poi incapace di tollerare altro se ne andò da quella casa e da lui, mentre crudeli schegge di ghiaccio infrangevano il suo petto, penetrando ferocemente nel suo cuore finché non rimasero altro che brandelli.

 

 

 


Allo scoccare delle cinque lasciò il suo ufficio per il primo appuntamento della giornata.
Era arrivata giusto in tempo, per sentire la voce della sua socia dare la sua solita impeccabile accoglienza, vestita con un completo rigorosamente confezionato su misura del colore delle melanzane mature, con un tocco lezioso dato dalla camicia bianca stirata alla perfezione. << Benvenuti a Promesse. Io sono Jade >>.
Juliet aveva già fatto delle ricerche sui potenziali clienti. La sposa: Deeane, era un’artista locale; mentre lo sposo Alex era un architetto paesaggista. Entrambi provenivano da famiglie altolocate- che avevano prosperato rispettivamente nel campo bancario e negli investimenti immobiliari- ed entrambi erano gli ultimogeniti di genitori divorziati due volte. Tutte queste chicche trovate grazie all’uso di Internet, Facebook, interviste su giornali e periodici. Inutile rivelare a Jade di non sapere dove fossero finiti i documenti relativi alla coppia che le aveva fornito alla riunione pre-incontro.

Concentrazione. Era ciò che le serviva, e nient’altro.
Il tour della tenuta si svolse come di consuetudine con Jade che illustrava le possibili dinamiche che un matrimonio in giardino avrebbe potuto comportare in un mese di primavera come aprile. Insieme agli sposi c’era anche la madre di Alex, perciò Jade giocò le sue migliori carte per impressionare la signora. Erano sempre le madri quelle che andavano tenute d’occhio: un solo storcimento di naso e questo avrebbe potuto far capitolare l'accordo con Promesse; ma Jade era una tipa tosta, abituata a sapersi muovere con discrezione ed efficienza con i clienti meglio di chiunque altro.
Juliet ed Allison affiancarono Deeane, mostrandole le rispettive aree lavorative.
Il primo pensiero di Juls fu che la sposa sembrava la versione hollywoodiana di un’artista, con la massa di capelli rosso mogano lunghi fino alla vita e gli occhi castani dal taglio a mandorla. Il suo secondo pensiero fu che Deeane sarebbe stata una splendida sposa e che, in ultima analisi, avrebbe davvero voluto contribuire a far sì che il suo fosse un matrimonio spettacolare. Che il loro matrimonio avrebbe contribuito ad arricchire il tesoriere di Promesse, non era quello che a Juls importava, al di là dei soldi che avrebbero guadagnato celebrando un matrimonio altolocato, a Juls quella ragazza piaceva e voleva aiutarla nel miglior modo possibile.
<< Mi è piaciuto moltissimo quello che ho visto del lavoro della vostra fotografa sul vostro sito. >> le confidò d’un tratto Deeane, mentre Allie aveva lasciato l’atelier da qualche minuto per andare a prendere alcune diapositive.
<< Natasha è un’artista. Potete parlare direttamente con lei se decidete di organizzare il matrimonio qui da noi, o anche se lo state solo considerando >>.
<< Mi piacerebbe molto una foto di me e Alex, mentre passeggiamo in una grande distesa verde, mano nella mano, oppure farmi fare una foto mentre sono tra le sue braccia distesi nell’erba tra fiori profumati. >> Un bagliore comparve sul viso della donna. << Pensi che sia possibile che l’evento si svolga all’aperto? Sarebbe bellissimo. Non ho idea di quale sia il vestito da sposa giusto per me, ma so che mi piacerebbe sposarmi nel vostro giardino. È enorme, e Jade ci ha detto che è diviso in più aree a seconda del tipo di fiori che vi brulicano. Non ho mai visto niente del genere >>.
Juliet sorrise. << Per il vostro matrimonio vedo ghirlande di lucine, e il bagliore delle candele. Tutto naturale, organico… ma sontuoso, scintillante. Potrebbe svolgersi nel nostro boschetto di Titania. Tu indosserai qualcosa dalle linee morbide >> disse a Deeane. << Che ti faccia sembrare una fata, con i capelli sciolti. Niente velo, ma fiori tra i capelli >>.
<< Adoro l’immagine che hai appena dipinto nella mia mente >> mormorò Deeane mentre osservava il paesaggio dalla terrazza. << Sei molto brava, vero? >>.
<< È quello che facciamo qui. Studiamo su misura questo giorno perché rifletta ciò che desiderate di più, ciò che siete, individualmente e l’uno per l’altra. Volete qualcosa che rifletta voi due insieme, qualcosa di semplice e idilliaco >>.
<< Wow… >> la ragazza sembrò pensarci su, assorta ad elaborare ciò che Juls aveva appena detto. << Ne parlerò con Alex. Sono sicura che le tue socie abbiano fatto capitolare anche una persona polemica come mia suocera se hanno usato parole come le tue >> ridacchiò entusiasta.
<< Scopriamolo allora. Raggiungiamo gli altri nel salone >> propose Juliet ammiccando.
Un’ora più tardi, quando Deeane, Alex e la madre lasciarono la tenuta soddisfatti del tour e con molto materiale tra le mani per prendere una decisione su scegliere o meno l’agenzia di Promesse; Juliet si congedò nel suo ufficio declinando l’offerta delle amiche di fare un break con i manicaretti della signora G.
Non le era sfuggita l’occhiata indagatrice che Jade le aveva lanciato di soppiatto poco prima che se ne andasse, e neanche quella preoccupata della signora G; ad ogni modo Juliet si sentiva la testa vuota, e allo stesso tempo pesante in senso contrastante. Sentiva una grande stanchezza addosso, ma era certa che neanche quella notte sarebbe riuscita a prendere sonno.
Si mise di fronte allo specchio, la pelle diafana baluginava di una luce spenta, le labbra parevano incapaci di incurvarsi in quel visino stanco e spaesato. Si alzò i capelli lunghi in una coda di cavallo, indossò un paio di pantaloni lunghi e morbidi di tuta, una maglietta e un cardigan di lana grigio lungo fino alle ginocchia.
Doveva essere un appuntamento informale, e lo scopo di Juls era quello di far sentire Rosy a proprio agio, considerando la sua natura timida e un po’ pudica.
Qualche minuto dopo Juls aprì la porta per accogliere la sposa, la quale l’abbracciò affettuosamente. << Juliet, grazie per aver spostato l’appuntamento di un’ora. Non immaginavo che un’ecografia richiedesse tutto quel tempo! >>.
Juliet si sciolse dall’abbraccio con un gran sorriso. << Non c’è nessun problema. Piuttosto come stai? >> guardò il rigonfiamento pronunciato sotto il seno di Rosy e si corresse. << O meglio, come state? >>.
<< Meravigliosamente bene. Anche se ho un po’ paura che dovremo cercare un nuovo abito. Credo che quello lungo a sirena che avevamo scelto qualche mese fa non vada più bene adesso. >> commentò con un sorrisino imbarazzato, sfiorandosi il ventre con le dita.
Per un attimo Juls si soffermò a guardare Rosy in volto, studiandone i dettagli dell’espressione e tutto ciò che vide furono gioia ed euforia mischiati ad una punta di ansia materna. Le rivolse un sorriso caldo, assicurandole che avrebbero trovato il vestito adatto alle sue nuove forme femminili, e che sarebbe ugualmente bellissima.
Tra risate e discorsi ruotanti principalmente intorno al bambino che Rosy aspettava da circa sei mesi, la futura mamma confidò a Juls quanto lei e suo marito fossero in fibrillazione, che avevano già scelto i colori della cameretta e comprato ogni sorta di giocattolo che potesse piacergli in futuro.
Juliet ascoltò con genuino piacere, chiedendole se avesse scelto anche il nome del nascituro e quali progetti lei e Steve, il suo compagno, avessero in mente dopo la cerimonia.
<< Ecco qui >> Juliet alzò la zip, sistemandole poi la spallina monospalla, << Dimmi come lo senti addosso, se ti stringe troppo o… >>.
<< Santo cielo. Sembro una dea! >> sussurrò Rosy, portandosi una mano alla bocca, mentre l’abito in seta e tulle che aveva scelto Juls ricadeva soffice sulle morbide rotondità della sposa, in un tacito invito ad accarezzarle per l’uomo che sarebbe diventato il suo compagno per la vita. Sotto il seno, in mezzo al solco ondulato della scollatura, e lunghi i lati della silhouette un concentrato di luccicanti strass in sottili rifiniture donava una soave luminosità alla pelle color cioccolato di Rosy.
<< Ti piace? >> domandò Juliet allontanandosi di pochi centimetri dallo specchio per averne una più chiara visione del tutto.
Rosy adagiò una mano sulla sua rotondità, sospirando. << Sei riuscita a far sembrare un ippopotamo una sexy dea dell’Olimpo, Juls >>.
Quest’ultima rise bonariamente. << Tesoro, sei proprio un bel bocconcino >> commentò.
<< Vero? Non sbagli mai un colpo. >> si complimentò Rosy.
In effetti all’infuori del suo lavoro, c’era qualcos’altro in cui fosse brava? Si domandò con una smorfia sconsolata Juliet.
Scosse la testa, rifiutandosi di apparire debole in un momento in cui a sbocciare erano solo emozioni positive.
<< Nat arriverà a momenti per le foto del set fotografico pre-mamam. Posso offrirti qualcosa? >> propose invece.
<< Sì. Una bottiglia d’acqua da un litro. Ultimamente bevo come un cammello e piscio come un elefante >> Con un lieve sibilo, la mano sulla montagna che aveva al posto della pancia, Rosy si accomodò sulla sedia.
Juliet buttò la testa all’indietro e rise benevola. << Sei terribile. Torno subito! >>.
Di ritorno dalla cucina, Juliet trovò Natasha sola a sistemare gli attrezzi di scena.
<< Dov’è Rosy? >>.
<< Bagno >>.
<< Okay. A cosa ti servono i petali di rose rosse? >> domandò porgendole il sacchetto che la rossa le aveva chiesto qualche secondo prima.
<< Ho in mente una scena peccaminosa >>.
Juls alzò un sopracciglio, guardingo. << Stiamo parlando di foto di gravidanza se non sbaglio >>.
<< Esattamente >>.
<< Dettagli? >>.
<< Mi servono più tardi, per la vera foto… quando avrò convinto Rosy a spogliarsi quasi completamente >>.
Juliet sgranò leggermente gli occhi. << Ah sì? Buona fortuna >> sorrise scettica.

Natasha alzò lo sguardo dalla sua Nikon professionale. << A tal proposito, avrei bisogno di una mano. Entri in maggior intimità con le clienti perciò potresti rimanere qui, e infonderle un po’ di spirito audace, mentre le mostro ciò che deve fare? >> sbatté le ciglia in maniera melliflua.
<< Perché no? D’accordo ragazza >>.
Nat assunse un cipiglio interrogativo. << Tutto qui? Non barattiamo come si usa tra noi due? >>.
<< Nessun baratto questa volta. Rimango con piacere. >> detto questo Juls si accomodò sulla poltrona. << Voglio proprio vedere che roba sconcia hai in mente >>.
<< Ninfomane. >> la rimbeccò divertita Nat. << Louis è informato di questo? >>.
Juls aprì la bocca per replicare, ma nell’udire il nome di Louis, non fu in grado di dire più nulla. La rossa era intenta a scegliere lo sfondo delle fotografie, perciò con sollievo non se n’accorse.
Quando sentirono bussare, Nat disse velocemente: << Non farne parola. Ho bisogno di guidarla verso questa scelta a piccoli passi >>.
Juliet si riscosse immediatamente, si schiarì la voce e fece cenno d’assenso.
<< Ehilà ma guardatela! >> ammiccò Nat guardando Rosy alzando e abbassando le sopracciglia in maniera buffa.
<< Natasha, sono qui per colpa di mia sorella che mi ha dato il tormento perché lo facessi. >> indicò la sua macchina fotografica con una smorfia, ma alla fine sorrise anche se un po’ riluttante. << Credo, però, che alla fine sarà un piacere guardarsi indietro e osservare me stessa quando sembrava che avessi ingoiato una mongolfiera >>.
<< Sei bellissima. >> disse Nat semplicemente. << Ti faccio vedere. Perché non ti metti qui in piedi così scatterò qualche foto di prova? Se hai bisogno di una pausa di tanto in tanto basta dirlo. La cameriera lì presente, >> indicò Juliet con la coda dell’occhio, << penserà a soddisfare ogni tuo ordine >>.
<< Sissignora! >> scherzò Juliet ponendo la mano sulla fronte a mo’ di soldato.
<< Okay. L’abbigliamento è a posto? Capelli? Tutto? >> fece Rosy.
<< Stai bene. Facciamo qualche scatto di prova. Lo vedi lo scotch sul pavimento? Mettiti proprio sulla x >>.
<< Non riesco nemmeno a vedermi i piedi. >> Rosy si sistemò sul segno indicato, s’irrigidì mentre Nat controllava l’esposimetro.
<< Girati di fianco, testa verso di me. Alza un po’ il mento, non così tanto. Sì, metti le mani sul bambino >>. Nat lanciò una rapida occhiata a Juliet, che fulminea colse il segnale.
Si alzò per gironzolare alle spalle di Nat. Juls fece parlare Rosy, la fece ridere e Nat scattò la prima polaroid. La strofinò su una coscia per velocizzare lo sviluppo, poi, aprendola, si avvicinò alla sposa. << Ecco, vedi? Sei una favola. >>. Rosy prese la foto, la guardò stupita. << Sarò anche enorme, ma di sicuro ho l’aria felice. È davvero bella, Nat >>.
<< Faremo di meglio, babe. Proviamone qualcun’altra in questa posa >>.
Juliet osservò in silenzio le foto scattate. Nat aveva scelto uno sfondo color avorio per mettere in risalto la pelle color cioccolato, i capelli neri, gli occhi scuri, profondi e dal taglio esotico della cliente.
Rosy si stava sciogliendo a poco a poco, notò, mentre Nat dava rapide istruzioni come ‘inclina la testa verso destra, sposta le spalle’.
<< Perfetto. Adesso proviamo un’angolazione diversa, una maglia diversa >> esordì Nat poco dopo.
<< Oh, non ho portato un’altra maglia >>.
<< Ho qualcosa io >>.
Rosy accarezzò la sua rotondità. << È impossibile che tu abbia qualcosa che mi entri >>.
<< Non è una questione di entrarci o meglio. Fidati di me. >> Nat tifò fuori dal magazzino una semplice camicia bianca da uomo. << La lasceremo sbottonata >>.
<< Ma… >>.
<< Un contrasto tra le linee morbide della camicia e la rotondità della tua pancia. Fidati di me, e non si piace il risultato non c’è problema >>.
<< Sembrerò soltanto grassa >> replicò Rosy, quando riluttante si tolse il maglione.
<< Celebriamo la femminilità >> aggiunse Juliet, andando da Rosy per farle scivolare addosso la camicia, armeggiando con le linee, e arrotolando le maniche un paio di volte. << Sciogliamo i capelli, un po’ di gloss sulle labbra. Tranquilla, non te ne pentirai. >> la voce di Juls suonò morbida e cristallina, e riuscì a placare un po’ della confusione di Rosy.
Juliet si allontanò alzando i pollici in segno di incoraggiamento, poi Natasha cominciò a scattare.
<< Vorrei aver scelto un reggiseno più carino >>.
La rossa sorrise. << Toglitelo >>.
<< Natasha! >> Rosy si lasciò sfuggire una risata orripilata.
<< Proveremo uno studio del corpo. Ti piacerà. >> Con voce energica, Nat le fece segno. << Siediti, rilassati, riposati un minuto. Io devo organizzarmi >>.
Rosy cercò la mano di Juliet, e questa la strinse. << Non posso posare nuda, Juls. È solo che…che me ne farei dopo? >>.
<< Puoi deciderlo quando Nat avrà finito, ma ti prometto che non sarà imbarazzante o sessualmente allusivo. È solo il passo successivo del tema. Riguarda ciò che sei Rosy, quello che hai dentro di te >> mormorò con voce cadenzata.
<< Non so proprio se posso… >>.
Juls strinse teneramente la mano della donna nella sua. << Fa parte del viaggio che stai compiendo. È la vita, la luce dentro di te…è l’amore >>.
<< Oh… >> gli occhi scuri e profondi di Rosy luccicarono di lacrime << allora penso di poterci riuscire. Devo chiederti una cosa però >>.
<< Dimmi pure >>.
<< Puoi rimanere ancora un po’? >> chiese con un tono quasi supplicante.
Juliet sorrise. << Certo che sì. Non vado da nessuna parte >>.
<< Grazie. Sai che ho visto Louis al negozio qualche giorno fa? È stato così carino nell’aiutarmi a trovare i fiori giusti per il bouquet insieme a Steve. C’era anche Jade con noi, e mi ha detto che tu e Louis state insieme da un po’. >> A quel punto, le spalle di Juliet si irrigidirono inconsapevolmente. << Sono così felice per te! Immediatamente mi ha dato l’idea di un bravo ragazzo, dolce e premuroso. Mi ha fatto domande anche riguardo il bambino, era totalmente preso nell’ascoltarmi. Uomini così sono una rarità >> commentò deliziata Rosy guardandola allegramente.
<< Chi è una rarità? >> domandò curiosa Nat di ritorno con i nuovi attrezzi di scena.
<< Te lo dirà Juliet. Scusatemi, devo correre un minuto in bagno >> affermò Rosy lasciando la stanza.
<< Cosa mi sono persa? >> ripeté Natasha, spargendo su un telo di seta avorio i petali di rose rosse. Non udendo alcuna risposta, si girò per guardare l’amica. << Juls? >> aggrottò la fronte. << Cos’hai? >>.
Lei fissava un punto imprecisato della stanza con occhi vacui. << Mmh? Niente, vado a vedere se Rosy sta bene o ha bisogno di qualcosa >> ma la sua voce suonò lontana, spenta.
Juliet si domandò dove fosse Louis in quel momento, se stesse bene, se la odiasse per quello che lei gli aveva fatto passare. Non lo avrebbe biasimato, e Juls avrebbe accettato quell’astio nei suoi confronti qualora si fossero incontrati di nuovo.
Erano successe così tante cose quel giorno, il suo cuore era stato squarciato da ogni genere di sentimento. Si sentiva leggera come un fantasma, quasi i suoi piedi non toccassero il suolo, ma quel groppo in gola pesava come un macigno. Dalla notizia del bambino, all’incontro disastroso con Linda…e alla rottura con Louis.
Eppure quell’acuto dolore al petto, non era dovuto al litigio furioso e chiarificatore con sua madre, bensì alla consapevolezza che avesse lasciato una parte vitale di se stessa in quell’appartamento poche ore prima. L’immagine di Louis, la sua espressione sconvolta e addolorata quando se n’era andata, la trafisse nuovamente, inarrestabile, facendole mancare il respiro.
Rosy era di ritorno dal bagno, e guardava verso di lei. << Eccomi qui. Sono pronta. >> sorrise.
Le unghie scavarono piccoli solchi a mezzaluna nei palmi delle sue mani. La sua voce roca colse di sorpresa anche Rosy, quando rispose. << Andrai benissimo >>.
Quando ebbero finito, Juls osservò con meraviglia e stupore le immagini di Nat al computer. Studiò ognuna delle foto mentre scorrevano sullo schermo. Il drappo bianco si stendeva dalla vita, sotto il ventre turgido, e fluiva come un fiume cosparso di petali di rose rosse. E la donna, i capelli che le ricadevano sulle spalle, un braccio che copriva il seno e una mano sul picco del pancione.
<< Mio dio, Rosy, guardati. Non ho mai visto foto così belle in vita mia >>.
Il volto di Rosy non fu meno impressionato del suo, infatti, cominciò a piangere. In senso buono, ovviamente. Quelle erano il tipo di lacrime a cui Juliet e le sue socie aspiravano continuamente di tirar fuori dai loro clienti ed ogni volta era sempre un’indicibile gratificazione per loro stesse.
Nat sbatté le palpebre in maniera scherzosa. << Questo fa parte di tutta quella storia legata agli ormoni e al fatto di essere incinta? Oddio non fare così, tesoro, o farai piangere anche me >>.
<< Dopo oggi, vi prometto ragazze che non mi vergognerò più del mio corpo. Non mi considererò più grassa e goffa. Non ho parole per dirvi quanto mi piacciano…siete eccezionali. >> mormorò in preda ad un pianto felice e convulso.
<< La prossima settimana, dopo che le avrò perfezionate, mi dirai quali vuoi tenere e quali no >> disse Natasha, compiaciuta.
<< Okay. >> Rosy si asciugò le lacrime dagli occhi. << Non immagino cosa dirà Steve quando le vedrà. È così felice di quest’attesa che se non l’avessi costretto ad andare a lavoro, sarebbe venuto anche oggi all’incontro. Ogni pretesto è buono per non perdermi di vista. >> ridacchiò. << Non sono mai stata così felice in vita mia. Lo amo da impazzire, e so che voi renderete il nostro giorno un evento straordinario >>.
<< Faremo ogni cosa che sia in nostro potere per assicurarvi la più totale felicità. >> rispose Nat con quel suo piglio sicuro e rassicurante, abbracciandola.
<< Ooh Juliet vieni qui! Lasciati trasportare da questa tempesta di ormoni! >> scherzò Rosy facendole segno di avvicinarsi, mentre un piccolo singhiozzo di felicità le smorzò la voce.
<< Non credo sia una buona idea. >> mormorò flebilmente Juliet, più a se stessa che alla donna.
<< Cosa? >>.
<< Mmh? Oh scusami >> Juls scosse velocemente il capo, sorridendo. << Sono solo rimasta abbagliata dalle tue foto. Non posso fare a meno di notare quanto tu sia felice per il matrimonio e per la nascita del bambino. Sarete una splendida famiglia. >> ammise, il suo labbro inferiore tremò leggermente nell’ultima parte, ma lei lo tenne fermamente stretto tra i denti.

Famiglia.
A malincuore si ripeté quella parola nella mente; Juliet lasciò ricadere lo sguardo sul ventre rigonfio di Rosy, rendendosi conto di una tremenda verità che la spiazzò.
In un gesto che a lei parve anni luce dai suoi pensieri, si sentì abbracciare Rosy e salutarla, mentre Natasha si offriva di accompagnarla alla sua auto. Udì distrattamente la voce della rossa avvisarla a proposito di qualcosa, ma Juls non sembrò badarle. Scorse nuovamente quelle foto scattate da Nat, il ritratto dell’amore che Rosy aveva rappresentato in quell’incontro, e un’ondata d’intenso bruciore investì gli occhi di Juliet.
Posò lo sguardo verso la sua pancia ancora piatta, ma che entrò pochi mesi avrebbe già visto un rigonfio di quello che rappresentava il corpicino in crescita del suo piccolino.
Si era promessa che avrebbe dato una famiglia e amore a suo figlio, ma si odiò con tutta se stessa per quella bugia. Perché quella era solo una mezza verità in fondo.
Suo figlio non avrebbe mai potuto ricevere un sostegno stabile con i genitori divisi. Certo avrebbe ricevuto un amore assoluto da entrambi, ma non insieme, nella stessa casa.
Aveva lasciato il suo amore, l’unico uomo che si fosse mai donato a lei con estrema devozione e cuore aperto in tutta la sua vita.
E per impedire che soffrisse ancora per causa sua, aveva fatto un passo indietro, lasciandolo alla sua vita, sebbene quel filo che avrebbe d’ora in poi intrecciato il loro rapporto era rappresentato esclusivamente dal bambino.
<< Ho rovinato tutto, piccolino. >> sussurrò con la voce rotta.
Quella pena era troppo grande da digerire. Il pensiero che anche suo figlio potesse odiarla in un futuro per quello che aveva fatto la devastò, facendole emettere un gemito tormentato intriso di rimorso.
<< Ehi, Juls. >> una porta alle sue spalle si chiuse con la voce di Jade che inondò la stanza << Nat mi ha detto che con Rosy è andato tutto benissimo. Sono venuta a vedere le foto e… >> ma la frase le morì in gola, alla vista degli spasmi che attraversarono le spalle della sua amica. Jade si bloccò sul posto, lasciando cadere un paio di fogli che aveva in mano.  << Juls, oddio…stai piangendo >> Incredulità e preoccupazione sbocciarono dal suo tono sommesso.
Juliet percepì scivolare quei rivoli caldi e copiosi scivolarle sulle guance, ma non cercò di porre un freno alle lacrime, che non fecero che aumentare, in ondate impetuose ed incessanti. L’ultima volta che aveva pianto, si ricordò, fu quella volta in cui era morto David, il suo padre adottivo; e poté affermare con certezza che questa volta il dolore era lo stesso se non di più. Aveva perso l’uomo che amava, e forse anche l’amore di suo figlio.
In un attimo Jade le fu vicino, mormorandole che qualsiasi cosa fosse successa, lei e tutte le persone che l’amavano, le sarebbero state vicine. Portandosela sul pavimento Jade la cullò nel suo abbraccio silenzioso.
Juliet cedette ai singhiozzi, sentendosi a pezzi, e cominciò a piangere come non aveva mai fatto.


Note dell’autrice

 
*tossicchia* Ehilà spero vi ricordiate di me ^-^’
Okay adesso sono seria, allora il mio profondo dispiacere è questo: avervi lasciate per un mese e due settimane a mani vuote, aggiornando soltanto adesso. Ebbene mi sento uno schifo per questo, e mi sono odiata in questo periodo presa dai rimorsi. Non sto esagerando, non lo direi se non fosse vero. Per chi studia, e penso naturalmente tutte, credo che abbiamo passato un bel periodaccio di stress eh? Giorni intensi, chi a completare le interrogazioni, chi a preparare la tesina, a studiare interi programmi per gli esami…a tal proposito auguro un gran in bocca al lupo a tutte le mie care lettrici che questo mese affronteranno questi benedetti esami!
In più mi sono allontanata da efp perché con il pressante dovere dello studio, non avrei concluso niente di buono anche solo scrivendo una riga al giorno, con quei nervi a fior di pelle.
Che dite, posso passarla liscia questa volta? Mi perdonate se vi do la mia parola che d’ora in poi pubblicherò frequentemente ogni dieci giorni, massimo massimo quindici? Un buon patto vero? È cominciata l’estate, è tempo di rilassarsi, di leggere, di uscire, tuffarsi in piscina e al mare; perciò tutte coloro che scrivono, che intendono farlo o che leggono solamente, saranno più serene nel farlo con queste giornate passate ad oziare…^-^
Ebbene…io mi presento con questo capitolo. Posate i forconi U.U è vero sì, è piuttosto ehm…'depressivo', 'penoso'?? Non potete aspettarvi mai niente alla “tutto fila liscio” con me…cosa credevate? Che la loro relazione sarebbe andata avanti? Chissà se è ancora tutto deciso…ma ad ogni modo, in questo capitolo Juliet prende una dolorosa decisione: lasciare Louis, il che è davvero triste, almeno per me che l’ho scritto, farli lasciare dopo capitoli e capitoli passati a coltivare e mettere insieme le basi della loro relazione passo per passo, e adesso…che fine farà?
Tralasciando la scrittrice che non sa se è ancora nelle vostre grazie, vi andrebbe di commentare questo capitolo e farne una considerazione personale dove mi esponete ogni riflessione che vi passa per la testa? Oltre a quello, è permesso anche insultarmi per questo clamoroso ritardo, sì dai…U.U,
Ma io non smetterò mai di amarvi e di ringraziarvi ogni volta di ogni vostro più piccolo, a voi forse insignificante, ma per me fondamentale gesto…:’*
Vi adoro davvero…e con questo chiudo, defilandomi per andare a rispondere alle vostre recensioni.
Al prossimo capitolo

Vostra Ella con amore
♥♥

 

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Capitolo 28
*** Capitolo28 ***


CApitolo 28 pronto

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Capitolo 28

 

Tirando su col naso, Juliet abbandonò ogni speranza di poter reprimere lo stato di smarrimento che vigeva da lunghe ore nel suo essere. Il dolore aveva lasciato posto all’apatia, un sentimento ben peggiore.
<< Non riesco a smettere >> aveva rantolato tra i singhiozzi, mentre una Jade silenziosa annuiva comprensiva, accarezzandole i capelli. << Piangi quanto vuoi, tesoro. Noi siamo qui, non andiamo da nessuna parte >>.
Con il viso affondato nel cuscino, Juls immaginò quante domande avessero da porle le sue amiche, ma per tutto il tempo di cui ebbe bisogno queste rimasero in un rispettoso indugio.
Juliet si sentiva priva di forze dopo un pianto così incessante. Non credeva potesse essere tanto liberatorio, quando sfiancante. Senza più lacrime da versare ormai, si asciugò le guance bagnate con le maniche del cardigan, la testa le doleva, ma non se la sentiva di riposare come le aveva suggerito premurosamente Allison. Dormire significava trovare la via più facile per sfuggire dal dolore, ritrovarsi in un limbo dove nulla di ciò che era successo aveva più importanza. Sebbene la cosa l’allettasse, la necessità di rialzarsi con un minimo di dignità da quel letto premeva nella sua testa dolente.
Nat alzò un sopracciglio, un sorriso tra il divertito e il preoccupato le increspava le labbra, mentre Juls a passo strascicato prendeva posto assieme alle altre in cucina. << Sei la solita testa dura, Catwoman. Se non ti conoscessi bene, direi che sembri una alla quale hanno appena tirato quattro denti senza anestesia >>.
<< Sicuramente sarebbe stato migliore di questo >> si lasciò sfuggire una smorfia, indicando la sua faccia. Fortunatamente quel giorno non erano previsti altri colloqui con i clienti. Occhi gonfi e rossi non sarebbero stati facili da mascherare, e nemmeno lo stato deprimente in cui era fiondata. Imprecò tra sé e sé, senza alcun motivo in particolare, detestando di doversi arrendere alle emozioni.
Allie sembrò leggerle nel pensiero, quando disse con un piccolo sorriso. << Non c’è nulla di cui vergognarsi >>.
Juliet non rispose, bevve un sorso del thé appena versatole in una tazza della signora G, scostandosi leggermente la lingua, ma a lei non dispiacque quel bruciore, anzi ne bevve ancora, desiderando intimamente che quel calore potesse sciogliere quella sensazione greve dentro di sé.
<< Ha chiamato Louis. >> esordì improvvisamente Jade con voce ferma, cogliendo l’attenzione di Juliet. << Gli ho detto che non avevo nessuna intenzione di dargli nessun tipo di informazione su di te, e che lo avresti fatto tu quando fossi stata pronta. Sembrava distrutto e non ti nego che mi sono sentita un po’ in colpa quando ha riattaccato >>.
Stavolta Juliet accennò ad un sorriso sincero. << Grazie Jade >>. Si morse il labbro a quella notizia. Louis non doveva cercarla, doveva andare avanti con la sua vita come avrebbe dovuto fare lei, per il bene di entrambi e soprattutto per il bene di Louis, l’unica cosa che importasse a Juliet più di tutte dopo il piccoletto.
<< Tranquilla, tesoro >> le rispose la riccia coprendole una mano con la sua. << Ti va di parlarne adesso? >>.
Juliet sospirò, scrutando la sua immagine nel liquido ambrato e fumante nella tazza. << Ci sarebbero tante cose da dire >> mormorò alzando i suoi occhi malinconici per incontrare quelli delle compagne, rassicuranti e cristallini. Con apparente disagio, cominciò a raccontare il tutto partendo dall’inizio di quella giornata, sussurrando in parti più difficili e accennando a dei sorrisi nel raccontare la sua avventura all’ospedale. Nonostante i grandi sorrisi entusiasti delle ragazze, e il loro atteggiamento proteso a congratularsi per la notizia della gravidanza, persino la signora G lasciò cadere rumorosamente un bicchiere nel lavandino con sguardo attonito; rimasero ad ascoltare fino alla fine del racconto. Rivivere nuovamente quel giorno attraverso la sua voce, lasciò Juls con un mix di amaro e dolcezza in bocca, ma proseguì fermamente finché non arrivò all’incontro con Rosy avvenuto quel pomeriggio con Nat nello studio, quanto inaspettatamente l’avesse provata vedere quelle foto e cosa aveva pensato rendendosi conto di non poter dare una felice infanzia a suo figlio con i suoi genitori.
Con sua grande sorpresa, quando Juliet ebbe terminato, scoprì la presenza di Kyle, suo fratello, sullo stipite della porta, una presenza silenziosa e marmorea della quale non si era nemmeno accorta.
<< Kyle >> disse d’un fiato, alzandosi dalla sedia. << Da quanto tempo sei lì? >>.
<< Abbastanza da sapere che hai bisogno di un abbraccio >> mormorò aprendo le braccia verso di lei, gli occhi ghiaccio illuminati da una luce di amore fraterno.
Senza farselo ripetere due volte, Juls si lanciò in quell’abbraccio, affondando il viso nel suo petto, e stringendolo forte.
Vulnerabile, Kyle la circondò in quel caldo abbraccio, poggiandole le labbra sui capelli. << Diventerò zio eh? >> sussurrò piano, e Juls percepì quel suo irresistibile sorriso sul capo. Gli era intimamente grata per essere lì, Kyle c'era sempre quando ne aveva più bisogno.
<< Sembrerebbe che ti piaccia l’idea >>.
<< Dovresti sprizzare gioia da tutti i pori anche tu, mammina >> la beffeggiò amabilmente.
<< Voglio questo bambino, Kyle. È solo che… >> si allontanò dall’abbraccio confortante di suo fratello quel tanto per poterlo guardare negli occhi per poi frenarsi, combattuta.
<< Sarai una madre eccezionale, più di quanto pensi, Juliet. >> s’intromise Nat con quel suo tono di voce deciso. << Non potrebbe mai odiarti, come puoi anche solo averlo pensato! >> Una traccia di puro rimprovero contornò quelle parole.
<< Ti amerà come solo un bambino sa fare, ciecamente ed incondizionatamente >> aggiunse Allie poggiando una mano sulla spalla di Juliet, incitandola a voltarsi.
<< Ci sono tanti tipi di famiglie. Noi ne siamo un esempio lampante non credi? >> suonò la voce calda e profonda di Kyle dietro di lei. << Ti ho voluta bene sin dal primo momento in cui misi piede a casa nostra, quando papà ti portò da noi. Mamma e papà ti hanno amata nello stesso modo in cui hanno amato me. Non è forse questo che più di ogni altra cosa conta? L’amore che entrambi voi genitori darete a questo bambino? >>.
Juliet lasciò che quelle parole entrassero in lei come un balsamo. Kyle non parlava mai a sproposito, ogni sua parola era sempre ben ponderata e pacata, tanto che Juliet si chiedeva se suo fratello si fosse mai trovato in uno stato di confusione o incertezza.
<< Credo di sì >> mormorò infine.
Forse c’era ancora qualche speranza. 

Recitavo le eterne litanie che si ripetono
quando si tenta di aiutare un cuore spezzato,
ma le parole non servono a nulla.
Niente di quello che si può dire
renderà mai felice chi si sente una merda
perché ha perso la donna che ama.

Così recitava la poesia di uno scrittore chiamato Richard Brantigan.
Ben detto vecchio mio, pensò Louis adagiando uno dei vecchi libri di Harry, che per qualche strano motivo si trovavano ancora a casa sua, nella libreria dove lui non ci aveva mai ficcato il naso, perché indisposto fin da bambino alla lettura di qualsiasi manoscritto appartenente ad un tale ormai defunto. Perso nei suoi pensieri, aveva chissà come sperato di distrarsi leggendo, ma ciò che aveva appena letto su quelle pagine ingiallite dal tempo non aveva affatto alleviato quel peso che portava dentro. Sentiva male dappertutto. Quel tipo, Richard, constatò, sapeva ciò di cui andava blaterando, e si domandò se non fosse stata proprio una donna come Juliet a ridurlo in quello stato.
Juliet.
Anche il suo nome gli causava sofferenza. Dopo che la sua longilinea figura aveva varcato la porta dell’appartamento, Louis aveva scagliato con ferocia quel maledetto mazzo di chiavi su una parete. Quella crepa che adesso incideva il muro, assomigliava a quella che Louis portava nel cuore.

Se n’è andata, si disse. Mi ha lasciato. È finita.
Qualcuno bussò alla porta. Chiunque fosse a giudicare dal rumore sordo prodotto dalla mano battente sul legno, era senza dubbio un uomo.
Quando Louis aprì con uno strattone la porta, si scoprì a guardare dritto negli occhi di Kyle. Che diavolo voleva?
<< Kyle. A cosa devo l’onore? >>. A Louis non sfuggì la mascella serrata del biondo, e nemmeno i duri occhi ghiaccio penetrargli fin dentro al cranio.
Kyle sapeva.
Il fratello di Juliet ignorò il tentativo di alleggerire la questione con un tentativo di fare dell’ironia. La collera induriva i lineamenti marcati del volto.
Impassibile Louis disse: << Tu colpisci me, io colpisco te. Entrambi perderemo sangue e non avremo risolto nulla >>.
Un ghigno sinistro trasformò l’espressione glaciale di Kyle. << Cosa ti fa essere così sicuro che saremo in due a perdere sangue? >>.
<< Okay vaffanculo, Kyle. Fanculo a me, fanculo a te e a tutta questa merda di… >>.
Il pugno colpì Louis in pieno viso -perché non lo aveva visto arrivare- e lo restituì. Rimasero lì, sulla porta, con le bocche sanguinanti.
Louis si massaggiò la sua. << Vuoi che ce le diamo di santa ragione dentro o qui fuori? >>.
<< Voglio sapere perché diavolo l’hai lasciata andare, testa di cazzo >> Kyle entrò in casa per prendersi una birra.
<< Se n’è andata lei, di sua scelta >>.
Un lampo omicida balenò negli occhi di Kyle. << Dovrei pestarti fino a farti perdere i sensi >>.
<< Puoi provarci. Finiremo entrambi al pronto soccorso. E quando uscirò dall’ospedale, probabilmente lei sarà felicemente sistemata con qualcun altro >>.  Dirlo fu anche più doloroso per averlo anche solo pensato.
Kyle aprì il frigo, come fosse a suo agio, prendendo due birre. << Stronzate >>.
Louis prese la sua, poggiandola sul labbro inferiore gonfio. Con suo orgoglio, con la coda dell’occhio vide Kyle fare lo stesso sullo zigomo violaceo.
<< Quindi sei deciso a farla finta. Tante belle paroline sussurrate e adesso sei già pronto a cambiare pagina. Magari stasera hai già in programma di portarti una nuova ragazza a letto >> Kyle usò quelle parole con una leggerezza e derisione, che mandarono Louis su tutte le furie.
<< Se hai fatto tutta questa strada per rompere il cazzo, allora quella è la porta. Non ho la benché minima voglia di abboccare alle tue provocazioni >> ringhiò.
L’ombra di un sorriso aleggiò sulle labbra di Kyle. << Allora rispondi alla mia domanda >>.
<< Non volevo che se n’andasse. Abbiamo discusso. Le chiavi… >> Louis esitò un istante. << Non mi ha dato il tempo di fare niente. È stato tutto così improvviso che non ho avuto il tempo di reagire >> continuò plumbeo.
<< Perché se n’è andata? >>.
<< Non lo so. Dio non lo so davvero. >> So solo che il mio cuore sanguina da quando ha lasciato questa casa. La nostra casa.
<< Sforzati. Hai una laurea dopotutto >> lo prese in giro Kyle, finendo quel che restava della sua birra.
Louis si accigliò. Suo cognato era veramente uno stronzo in piena regola.
Per un attimo, si sforzò di non ridere per quella parola. Ironico pensarla così dopo essere stato lasciato.
Scuoté la testa, riprendendosi da quei futili pensieri. << Ad ogni modo lei non vuole parlare con me. Quando mi ha dato le chiavi sapeva cosa stava facendo >>.
<< Credeva di sapere cosa stava facendo >> lo corresse cupo Kyle.
Louis aggrottò la fronte, posando la sua bottiglia sul tavolo. << Sai molto più di quanto vuoi farmi credere >> constatò. Kyle era venuto a farlo ragionare, cosa che gli risultava tremendamente difficile visto il suo stato catatonico. Nella sua testa fluttuava ancora il viso di Juliet, le sue mani che deponevano nel suo palmo quello che avevano costruito insieme. Dannazione perché lo aveva fatto? Cosa l’aveva spinta ad agire così?
Nei suoi occhi, dietro quella maschera di ostentata pacatezza per un secondo, Louis aveva visto rimpianto, puro e profondo, insieme a qualcos’altro di celato...esitazione
Quindi Juliet credeva di fare la cosa giusta lasciandolo? Pensava che fosse meglio così? Louis era certo che fosse stato tremendamente difficile per lei deporre quel piccolo, eppure grande, dono che aveva in qualche modo segnato l’inizio della loro vita insieme.
Rammentò quella volta al negozio, quando Juliet era venuta a trovarlo, ad un certo punto gli aveva domandato se avesse dovuto aspettarlo a casa. A causa sua. Juliet aveva scelto di andare a vivere con lui nonostante i suoi timori, aveva creduto in loro, dimostrando quell’amore taciuto a parole che provava per Louis.
Doveva per forza esserci un motivo che l’aveva spinta a mandare tutto a puttane. Forse Linda?
<< Sento gli ingranaggi del tuo cervello lavorare. Un buon segno. Questo mi fa pensare che c’è una buona percentuale di probabilità che la laurea non la diano a chiunque passi >> ruppe quel silenzio riflessivo Kyle, con un ghigno bonario.
Louis roteò gli occhi al cielo, chiudendo una mano a pugno. << Linda mi ha detto…prima che se n’andasse dalla tenuta, un qualcosa che c’entrava Juliet. ‘Buona fortuna con tutti e due’ ha detto. Voglio sapere a cosa si riferisse >>.
C’era un altro uomo nella vita di Juliet? Louis serrò talmente forte i denti che per un secondo pensò che si sarebbero spezzati.
Kyle si alzò fulmineo dal tavolo, prendendo Louis per il colletto della maglia, dandogli uno scossone. << So cosa stai pensando. Mia sorella non è una puttana. Non ti azzardare a… >>.
Louis lo spinse indietro con una potente spinta. << Questo lo so, idiota. Ho sempre avuto una totale fiducia in Juliet >>. Prima ancora che potesse terminare, Kyle lo fulminò con lo sguardo.
Cazzo. Il sospiro sollevato di Juliet al telefono, quel misterioso sorriso nel tono di voce. Aveva appena avuto una furiosa lite con la madre biologica, eppure sembrava…felice.
Louis era stato così accecato dallo sconforto, che aveva fatto trapelare solamente rabbia non appena messo piede nell’appartamento. Juliet aveva cercato di dirgli qualcosa, probabilmente era tutto collegato, ma lui era stato troppo coglione per farla parlare.
Si passò una mano tra i capelli con stizza. Doveva andare da lei. Doveva dirle quanto fosse stato stronzo in un momento in cui lei non lo meritava. Era stato un ipocrita, aveva detto di fidarsi di lei e invece si era comportato da idiota insensibile.
<< Dov’è adesso? >> chiese, e dal suo tono ne uscì una nota stridula.
<< A casa di Jade. Ma adesso partire in quarta non serve a niente. Sicuramente non ti lascerebbero entrare. >> C’era compassione nel viso di Kyle, che lasciò Louis stupito.
Louis emise un sospiro greve. Detestava dover aspettare. Voleva andare da lei subito. Più tempo passava lontano da lei, e più si rendeva conto di una cosa. Il posto di Juliet era con lui, e avrebbe fatto di tutto per farglielo capire.
Con la coda dell’occhio osservò Kyle accarezzare il muso di Carota. La palla di pelo rossiccia sembrava triste quanto Louis, al pensiero di non rivedere più in casa Juliet. Nell’attesa, Louis poteva solo sperare, e credere che presto le strade di entrambi si sarebbero ricongiunte.
<< Andiamo >> esclamò Kyle rivolto a Louis dopo qualche minuto, mentre si alzava dalla sedia.
<< Andiamo dove? >>.
<< È evidente che hai bisogno di una boccata d’aria. Ma prima di uscire, per favore, datti una lavata. Puzzi da far schifo >>.
Louis lo guardò truce, sbuffando. Doveva ringraziarlo per il ‘sostegno’ che gli stava offrendo?
Facendo spallucce, si limitò a rivolgergli un eloquente cenno del capo. Per quanto potesse essere un gran coglione, dovette ammettere, tralasciando il cazzotto in faccia, che la visita di Kyle gli aveva fatto piacere. Ma neanche sotto tortura, Louis glielo avrebbe confessato.

 

 

<< Toc toc >> esordì Allie, quella mattina presto in ufficio.
<< Ciao >> rispose Juls, sbadigliando.
<< Nottataccia? >>.
<< Naah per niente >> la buttò lì Juliet, con un gesto di mano, come a significare che non aveva voglia di parlarne.
Allie ridacchiò. << Ti ho detto quanto io sia felice per te? >> andò da lei, poggiando una parte del peso del corpo sull’estremità della scrivania.
<< Solo ventidue volte. Ma chi vuoi che le conti? >> la beffeggiò con un sorriso bonario, Juliet.
<< È fantastico. Maledettamente eccitante. Che stai facendo? >> chiese poi curiosa la mora.
<< Nulla. >> Juls tentò di chiudere il portatile, ma Allie fu più veloce. Glielo sficcò dalle mani, leggendo ad alta voce. << ‘La giusta alimentazione per donne in gravidanza’ >>.
<< Oh da’ qua spiona! >> borbottò Juls allungando le mani, per rigirarlo dalla sua parte.
Allie la fissava con un sorriso smagliante.
<< Che c’è? >> volle sapere Juliet con un sopracciglio alzato.
La mora alzò le mani. << Niente. Pensavo a quanto fosse dolce e premuroso da parte tua, dare al bambino una giusta alimentazione >>.
<< Mmh-mmh >> mugugnò Juls, nascondendo le imbarazzanti chiazze rosse sulla guance dietro i capelli.
Allie scoppiò a ridere, dandole un buffetto sulla spalla. << Che ne dici di andare in giro per negozi più tardi? Mi serve un vestito nuovo da indossare alla festa annuale dei Taylor >>.

La gravidanza mi sta rimbambendo, realizzò Juliet. Come aveva potuto dimenticarselo?
Ogni anno, nel periodo natalizio, precisamente nel giorno della vigilia di Natale, la famiglia di Nat, organizzava una grande festa nella loro casa, con tutti i parenti e amici. Era una cosa davvero grossa, che Juls e le sue amiche adoravano fin da quando erano ragazzine, poiché si passava un giorno speciale tutti insieme.
Facendo un breve calcolo, Juliet dedusse che mancassero quattro giorni alla festa a casa dei Taylor.
Sebbene non avesse alcuna voglia di provare un abito, decise che starsene chiusa in ufficio tutto il giorno non avrebbe fatto bene né a lei né al bambino. << Perché no? >> rispose infine. Un’uscita tra donne le avrebbe fatto bene dopotutto.
 

<< Ho fame >> confessò Juliet, passeggiando per le vie di Londra a braccetto con Allie, i sacchetti posti sull’avambraccio libero. Stufa di vedere boutique su boutique, emise un gemito quando Allie si fermò all’ennesima vetrina di un negozio di abiti da sera.
<< Hai mangiato un tortino alle mele un quarto d’ora fa >> replicò Allie, alzando un sopracciglio divertita.
Juls arricciò le labbra. << Ho sete >> mugolò.
La mora si mise a ridere. << Okay hai vinto. Sei fortunata che abbia già trovato il vestito >>.
<< Fortunata? Siamo entrate in otto negozi prima di trovarlo! >> biascicò Juls, alzando gli occhi al cielo.
<< Brontolona. So già che in questi nove mesi mi darai mille grattacapi. >> scuoté la testa Allie con un finto cipiglio irritato.
<< Mmh...Mi andrebbe un frappé >> decise Juls sbattendo le palpebre in maniera melliflua.
Uscendo da uno Starbucks in centro, Juls udì il cellulare di Allie squillare.
<< Sabine >> disse la mora dopo aver accettato la chiamata. Sbarrò gli occhi. << Che tipo di problemi? >>.
Juliet si volse verso l’amica, accorgendosi che aveva assunto un’aria turbata.
<< Che ne dici di un incontro veloce alla tenuta? Dovrei essere lì in meno di venti minuti…sì…a tra poco >> riattaccò con un sospiro. Incontrò gli occhi di Juls, rivelando un’aria mortificata. << Devo andare. A quanto pare una delle mie sarte ha fatto un errore con un abito di una sposa, adoperando il tessuto sbagliato. Voglio verificare di persona l’intoppo >>.
Juliet fece spallucce, bevendo dalla cannuccia il suo frappé ai frutti di bosco. << Non c’è problema >>.
<< Vuoi che ti accompagni da qualche parte? >>.
Lei scuoté la testa in segno negativo. << Ho voglia di camminare un altro po’. Ci vediamo più tardi. Tu va pure >> le fece l’occhiolino, rassicurandola.
<< Va bene >> sorrise Allie dandole un bacio sulla guancia. << Non fare molto tardi signorina. Non sei nelle condizioni di violare il coprifuoco >> scherzò saettando con lo sguardo sulla pancia, facendola sbuffare in maniera divertita.

 


<< E questo è quanto papà >> concluse Juliet in quel tardo pomeriggio, inginocchiata su sull’erba fredda, al capezzale di David.
Durante la sua passeggiata solitaria, inconsapevolmente era finita presso le vicinanze del cimitero. Di solito portava Maya durante le visite alla tomba di suo padre, un po’ timorosa di mettere piede in quel posto tetro da sola; ma quel giorno non era sola, si disse accarezzandosi la pancia con un lieve sorriso.

Questo è tuo nonno, piccola.
Sola in mezzo a quei grigi pilastri, si era accovacciata sul ciglio gelato da un velo di brina, raccontando a suo padre cos’era successo in quei giorni, ignorando gli sguardi interrogativi della guardia che le lanciava ogni tanto. L’aria intorno a lei era fredda e pungente sulla pelle, quel cielo tenebroso prometteva un acquazzone a momenti, ma lei continuò a vociferare sommessamente stringendosi nel suo cappotto, riscaldandosi quel tanto che bastava per far stare bene anche la bambina. Girovagando per i negozi, con la coda dell’occhio Juliet aveva scorto un negozio per neonati. Non vi era entrata, né voleva farlo, nonostante i tentativi di Allie di farle dare un’occhiata. Battibeccando scherzosamente con la mora si erano ritrovate su fronti opposti: Allie adorava l’idea che fosse un maschietto, mentre Juls preferiva una femminuccia. Anche quando erano ragazzine la pensavano diversamente quando giocavano a ‘Matrimonio’ e fantasticavano su famiglie felici e su quanti figli avere in un futuro lontano. In quel momento Juliet aveva deciso che il sesso della creaturina sarebbe stato una sorpresa, non voleva sapere se fosse maschio o femmina. Lei lo chiamava ‘piccoletto’ in maniera affettuosa, ma sperava fosse una femmina. Fantasticare avrebbe soltanto reso più piacevole la scoperta finale. Quindi perché non osare? Aveva dato la notizia a suo padre, e immaginò quanto dovesse fargli piacere dovunque si trovasse. Era certa che fosse così, e Juliet provava un grande sconforto non poterlo vedere con i suoi occhi. Tuttavia era lì anche per dirgli qualcos’altro.
<< Volevo ringraziarti. Immagino quanto tu avessi cercato di proteggermi durante tutti quegli anni, passati a cercare Linda, quando pensavo che anche lei stesse facendo la stessa cosa per me. Solamente adesso l’ho capito. Mi dispiace così tanto che tu non sia potuto essere presente. Avresti dovuto vedere la mamma quando ha tirato un ceffone in piena faccia a Linda! >> rise piano Juls con le lacrime agli occhi. << Scommetto che saresti stato fiero di lei >>.

E di te, parve sussurrare il vento all’orecchio di Juliet.
Lei si alzò in piedi aggrottando la fronte, mentre si ripuliva con le mani le macchie di terra dai pantaloni. Di spalle, sentì uno strano scricchiolio sull’erba. Un rumore di passi. Immaginando di ritrovarsi il custode che le diceva che era ora di andarsene, Juliet si voltò.
Dischiuse le labbra, attonita.

Louis.
In piedi davanti a lei, una mano nella tasca dei jeans, giubbotto blu scuro dal colletto alzato, e in una mano…un fiore.
Allibita, Juls imprecò mentalmente. Prima Kyle adesso lui. Perché dovevano sbucare tutti così di soppiatto?
Cos’aveva sentito? Si era accorto della mano di Juliet posata in un gesto intimo sulla sua pancia?
Da un momento all’altro Juliet avrebbe potuto mettersi a urlare. Non avrebbe saputo dire se di contentezza nel rivederlo o di panico.
Vederlo però faceva male, non potersi avvicinare le straziava il cuore.
<< Da quanto tempo sei qui? >> domandò con un tono di voce indolente lei.
<< Sono sempre stato qui vicino… >> notando la faccia sconvolta di Juliet, Louis aggiunse: << Fuori però. Passavo con la macchina per il parco, e ti ho vista camminare. >> esitò un istante, ma i suoi occhi azzurri trattennero quelli di lei con intensità << Mi dispiace, non ho resistito e ti ho seguita. Quando ho visto che ti dirigevi qui, mi sono fermato fuori. Ho pensato che avessi bisogno di parlare con tuo padre in assoluta tranquillità e riservatezza >>.
Juls soffocò un sospiro sollevato. Annuì, dicendogli di aver capito.
Louis le mostrò il fiore. << C’era una bancarella in una stradina. Purtroppo ho trovato soltanto questo. Spero possa andare comunque bene >>.
Juliet osservò la stella di Natale rossa nel palmo della sua mano. Con un sorriso rispose. << Andrà bene. Grazie. >> spostò il peso del suo corpo da una parte, facendogli spazio.
Louis depose lentamente il fiore sulla tomba di David. << Sarebbe stato fiero anche di te >> mormorò senza guardarla, e Juliet capì che quella voce lieve trasportata dal vento di poco prima appartenesse a lui.
<< Juliet mi dispiace se… >>.
<< No >> lo interruppe brusca lei. << Non c’è niente di cui tu debba dispiacerti >>.
<< Invece sì. Avrei dovuto fare qualcosa, ma sono rimasto impalato come un idiota, a vederti uscire dalla mia vita. >> disse con una punta di rabbia. Si alzò guardandola negli occhi. << Juliet… >>.
<< Scusate. >> la voce tonante del custode fece sussultare Juliet e Louis << L’orario delle visite sta per concludersi >>.
<< Ce ne andiamo subito >> rispose prontamente lei, chinandosi sul giaciglio di suo padre. << Ti voglio bene. A presto >> sussurrò pianissimo.
Come d’istinto Juliet protese la mano verso quella di Louis, ma si ritrasse immediatamente prima che lui potesse afferrarla.

Dimentichi che l’hai lasciato, rammentò tra sé e sé.
Lui sembrò interdetto per quel gesto. Senza una parola, si incamminarono entrambi verso l’uscita, ognuno con le mani nelle tasche dei propri cappotti, qualche metro a separarli evitando così uno spiacevole contatto.

Parlagli come se fossi una sua amica.
Voglio proprio vedere
, la stuzzicò la sua altezzosa vocina intromettendosi in quella lotta interiore.
Sta a vedere, le rispose a tono Juls alzando il mento e rivolgendo a Louis un sorriso apparentemente sereno.
<< Allora…ehm, come…no…mmh…cioè… >> azzardò per poi mordersi la lingua. Stupida.
Louis aggrottò la fronte, non potendo fare a meno di tirar fuori un sorriso ironico. << Stai cercando di dirmi qualcosa? >>.
<< Ah-aha tu… >> certo ci sono! << come ti vanno gli affari? >>. Complimenti, che grande uscita.
<< Bene >>.
Juliet distinse chiaramente una traccia di delusione nel volto di Louis e nella sua risposta secca. Dio si sentiva così impacciata. Forse era meglio tornare a casa. Alla tenuta.
Sospirando brevemente Juliet gli lanciò un’occhiata. Adesso erano piuttosto vicini, troppo, se Louis le avesse posato una mano sulla schiena avrebbero dato l’idea di una coppia. Ma non lo erano più. Louis doveva essere felice, non star dietro ad una problematica come lei.
<< Devo andare >>.
<< No, per favore. Lascia almeno che ti accompagni >>.
Maledizione. << Louis no >> replicò Juliet stavolta con tono più duro. Perché non poteva semplicemente lasciarla in pace? Meritava ben più che una donna capace solamente di causargli dolore. Non riusciva a tollerare ciò che gli avesse fatto. Juliet doveva intervenire, nella maniera migliore per lui.
<< Se non vuoi parlare, almeno sali in macchina. Non mi sentirai fiatare una sola parola, ma non ti lascio sotto un acquazzone >> disse lui con un tono che non ammetteva repliche.
<< Quale parte del mio no non ti è chiara? >> domandò Juliet, quando d’improvviso un lampo bianco squarciò il cielo tetro.
Piccole goccioline cominciarono a puntellare i marciapiedi, e i parabrezza delle macchine. Ah no non ti permettere!
E poi come se non fosse già abbastanza, la pioggia deflagrò in una tempesta d’acqua a catinelle.

Fantastico. Non ho neanche l’ombrello.
Non osò guardare l’espressione saccente di Louis, altrimenti avrebbe preso un sasso e glielo avrebbe suonato in testa. << Meteorologo dei miei stivali >>.
Louis scoppiò a ridere, cogliendola di sorpresa, entrambi zuppi, in mezzo a persone che camminavano a passo svelto per sfuggire dalla tempesta.
L’acqua scrosciava sui suoi capelli, sui vestiti, sul viso, inzuppandola; poi stranamente percepì un peso sul capo e si accorse che Louis si era tolto il suo cappotto per coprirla. Per proteggerla.
Juliet si morse il labbro, scossa, alzando gli occhi e incontrando quelli di lui. Era così bello tutto bagnato, che avrebbe tanto voluto prendergli quelle ciocche umide e tirarlo verso il suo viso. Verso le sue labbra.

Oh…il mio Tomlinson.
<< Si dice che i baci sotto la pioggia siano i migliori >> mormorò Louis con un sorrisino sfacciato, quello che Juliet conosceva bene e che amava.
<< E tu sei un esperto eh? >> ribatté lei, sviando lo sguardo.
<< Non ho mai dato un bacio sotto la pioggia. Una volta al liceo, mi trovavo in infermeria. Pioveva e il terreno era piuttosto scivoloso. Avevo avuto un incidente giocando a calcio con alcuni miei compagni. Quando mia mamma mi venne a prendere, appena usciti fuori, preoccupata mi riempì il viso di baci. >> confessò << Tutti quanti si misero a ridere. Quello fu il mio unico bacio sotto la pioggia che ebbi modo di avere >>.
Juliet si mise a ridere, una risata cristallina che sembrò aprirla in due, per quanto inaspettata e rinvigorente fosse.
Louis ridacchiò, evidentemente felice di averla fatta ammorbidire, e spingendola in avanti poggiandole una mano dietro la schiena, la condusse verso l’auto. << Andiamo adesso. Ti do la mia parola che non parlerò di nulla di cui tu non voglia >>.
Lei esitò, ancora convinta che non fosse una buona idea. Se avesse rifiutato, avrebbe potuto ripararsi in qualche negozio, o sotto qualche tetto spiovente aspettando che la pioggia cessasse. Ma era tutta bagnata, e per quanto fosse cocciuta, adesso Juliet non poteva più rischiare per la sua testardaggine, doveva pensare al bene di sua figlia; se metteva a rischio la sua salute metteva a rischio anche quella della bambina.
<< Va bene >> rispose, guardandolo.
Quando furono in auto, entrambi fradici, a Juliet scappò un gemito dovuto al freddo. Si sfregò le mani gelide sui pantaloni per scaldarle, ma invano.
Con la coda dell’occhio, Louis colse quel movimento agitato. Sommessamente disse: << Fammi vedere >>.
<< Ho solo freddo. >> mormorò in risposta Juls generando una nuvola di condensa dalla bocca. << Tra poco passa >>.
In tutta risposta Louis si sporse verso Juliet, le prese le mani tra le sue chiudendole a riccio. Lei rimase a osservare rapita, senza ritrarsi, la bocca di lui che si posava su quel groviglio di mani racchiuse, emettendo dei rapidi respiri caldi e profondi.

È sempre il solito, pensò malinconica con un intimo e tenero sorriso. Riusciva sempre a sorprenderla con quei gesti amorevoli che le riservava in momenti imprevedibili.
<< Tomlinson? >> Juliet si maledisse per quella nota di rammarico tradita nel suo tono di voce.
Per tutto il tempo che Louis aveva tenuto la sua bocca sulle mani di Juliet, non aveva smesso un solo minuto di guardarla. << Mmh? >>.
<< Va molto meglio adesso >> lo rassicurò dolcemente.
Louis vi indugiò un altro istante, sfiorandole inavvertitamente le nocche screpolate dal freddo con le labbra. Juliet trattenne il fiato. Poi Louis lasciò andare le sue mani, piantando in lei un senso di nostalgico tepore.
Lungo la traversata verso la tenuta, Juliet si accoccolò al suo posto, volgendo la vista alla pioggia e osservarla scrosciare, puntellando di infinite gocce il finestrino terminanti in un intreccio di rivoli sul vetro appannato.
Avrebbe tanto voluto concedersi un’altra vista, ma tenne gli occhi fissi davanti a sé.
D’un tratto quando dovettero fermarsi ad un semaforo, sentì il braccio di Louis allungarsi dalla sua parte. Aggrottando in maniera interrogativa le sopracciglia, Juliet osservò le sue affusolate dita tracciare dei segni sul finestrino dalla sua parte.
Quando ebbe finito, Juliet scrutò con attenzione quella serie di linee vorticanti. Scoprì che si trattava del simbolo dell’infinito.
Senza dire nulla, lei tracciò un punto interrogativo di fianco al disegno.
In risposta Louis scrisse “Noi”.
Gli occhi di Juliet si colmarono di lacrime, un altro effetto collaterale della gravidanza; stava diventando spaventosamente sensibile.
Si costrinse a ricacciarle, quando il cerchio del semaforo si colorò di verde e le auto ripresero il loro cammino, mandando in frantumi quella situazione di familiare intimità.
Nessuno dei due profanò quel silenzio eloquente, finché Louis non parcheggiò davanti alla casa di Jade. Fu Juliet a parlare per prima, togliendosi il cappotto di Louis dalle spalle. << Grazie di avermi riaccompagnata...>>.
<< Non mi hai risposto. >> ribatté con naturalezza Louis, facendo un cenno ai disegni sul finestrino vicino Juliet.
Lei si morse l’interno della guancia. Per quanto potesse sembrare all’apparenza divertente e dolce disegnare simboli da innamorati, il gesto di Louis celava un messaggio. Juliet aveva capito, ma si rifiutava di cedere.
Col tempo, si disse, lui avrebbe guardato avanti e lo avrebbe accettato.
Di fianco al “noi” scritto poco prima da Louis, Juliet tracciò sul vetro umido un’altra parola.
Senza fiato, aprì lo sportello dalla sua parte, ma Louis la trattenne delicatamente per una mano. Lei alzò cautamente lo sguardo.
<< Non siamo mai stati bravi ad essere amici. >> disse piano lui, con un mezzo sorriso eloquente, denso di ricordi. C’erano rimpianto e indulgenza negli occhi di Louis, un mix che lasciò stordita Juliet per diversi minuti.

Amici, era ciò che lei aveva scritto con una sorta di indignazione interiore per quella parola, soprattutto se si riferiva all’uomo che amava. Capì quella punta scettica nel tono di Louis. In qualche modo non ci credeva nemmeno lei. Essergli amica sarebbe stato straziante, ma che altra scelta aveva?
<< È meglio così. >> rispose Juliet, con un filo di voce strascicato.
Per un secondo, la mascella di Louis ebbe un guizzo, segno che avesse da controbattere, ma non proferì altro se non un secco cenno col capo.
Di nuovo, Juliet aprì lo sportello. Pioveva a dirotto, ma se non altro grazie a Louis, non aveva dovuto farsi tutto il tragitto a piedi.
Indugiò nel lasciare il suo posto e mettere piedi fuori dall’auto. Era come se tutto in lei lottasse contro l’impulso di andarsene un’altra volta da lui.
<< Ci vediamo allora >> sussurrò flebile, incrociando lo sguardo di Louis un’ultima volta.
Lui si sporse come aveva fatto poco prima, ma questa volta Juls sussultò per quel piccolo bacio che Louis depositò pericolosamente vicino alla sua bocca. << Molto presto, >> aggiunse lui sottovoce, con gli occhi azzurri che brillarono di malizia e scherno, << amica >>.


Note dell’autrice


Eccomi tornata puntuale con una connessione da cellulare! Oggi sembra andar bene perciò prima che salti di nuovo e che parta eccomi qui con un altro capitolo ^^ Non farvi aspettare troppo a lungo è un vostro diritto e un mio dovere, ma volevo soltanto avvisarvi che domani partirò, non avendo la possibilità di trascinarmi dietro il mio adorato pc, dovrò chiedervi di attendere un pochino in più rispetto a questa volta...non scrivo in un batter d'occhio purtroppo, soprattutto questi ultimi capitoli tengo molto agli svolgimenti anche perchè non vorrei rovinare tutto il lavoro per una sbagliata fretta...il prossimo sarà piuttosto intenso e di cambiamenti, con una sorpresa quindi mi serve un pò di tempo per metterla in scena...non sarà un mese comunque questo è assicurato U.U Parola di lupetto ;) Volete un piccolo anticipo? Bene, Louis verrà a conoscenza della gravidanza di Juliet! Come la prenderà? La domanda che tutte si pongono avrà una risposta B-)

Parto subito con i sempre meritati ringraziamenti alle mie lettrici, che nonostante debbano aspettare anche settimane su settimane mi hanno scritto teneri messaggi pieni di comprensione…grazie ad ogni lettrice silenziosa, grazie ad ogni lettrice non silenziosa e a tutte quelle ragazze che buttano anche un’occhiata a questa storia. Mando un affettuoso abbraccio a  ASIA2000_1D e JLullaby che hanno segnalato The dress of seduction all'amministrazione tra le scelte del sito
Sapere che una mia lettrice pensi che possa meritarmelo mi fa sentire terribilmente orgogliosa e sì anche imbarazzata. Ad ogni modo che succeda questo miracolo o meno, ciò che conta per me siete voi e basta, a me interessa principalmente che la storia piaccia alle mie lettrici ^^
Non manca molto agli “addii” volendo chiamarli così…e fatico a pubblicare sapete perché? Perché mi manchereste da morire, perché mi sono legata a voi, ad ognuna in particolare per tanti motivi. Ma naturalmente non posso farla continuare a vita soltanto perché questa piagnucolona detesta abbandonarvi…alla fine mi scrivereste: basta non ne possiamo più, sparisci!!
Per chi vorrà scrivermi una recensione, sarò molto lieta di leggerla, sempre se vogliate naturalmente :)
Siete il mio regalo più grande

Alla prossima
Vostra Ella

 

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Capitolo 29
*** Capitolo29 ***


capitolo 29 pronto

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Capitolo 29

 

 

<< Grazie per essere venuta, oggi l’asilo chiude e avevo proprio bisogno di una mano >>.
<< Non c’è problema >> rispose Juliet a sua madre quel pomeriggio, mentre raccoglieva pezzi di costruzioni dal pavimento e li riponeva nei box colorati. I bambini scorrazzavano nella grande sala gremita di scivoli, altalene, tricicli; ridendo e urlando.
Quello era l’ultimo giorno d’apertura, poi l’asilo sarebbe stato chiuso per tutta la durata delle vacanze natalizie. Anche per Promesse era tempo di prendersi un meritato riposo; quel giorno Juls aveva tenuto l’ultimo suo appuntamento, poi aveva deciso di passare ad aiutare Bethany all’asilo. Da un paio di giorni accettava ogni compito le si presentasse sotto gli occhi per sentirsi indaffarata, avere la testa occupata le faceva bene, ma durante la notte quando si ritrovava nella camera degli ospiti di Jade, ancora qualche lacrima scendeva dal suo viso, prima di addormentarsi. Era consapevole che il dolore fosse ancora troppo vivido, ma col tempo, sarebbe riuscita a superare anche quella prova.
<< Come stai? >> domandò Beth dopo aver riposto i quaderni dei suoi alunni nell’armadietto di classe.
<< Domanda a cui vuole una risposta sbrigativa o un pietoso monologo? >>.
<< Oh no! La prego mi risparmi le sue ciance da donna depressa >>.
<< Mamma!
>> replicò Juliet, sconvolta e con piglio offeso.
Bethany rise, dandole un buffetto sul sedere prima di uscire dalla classe. << Mi è mancato chiacchierare con te, sei stata molto occupata in questi giorni >>.
Juliet la seguì dopo aver riposto il materiale. << Già…comunque adesso siamo insieme. >> sorrise quando una bambina dalle codine bionde le sfrecciò davanti, seguita da un bambino con una palla gonfiabile tra le mani. << Mi piace stare qui >> confessò osservando le pareti colorate e decorate da disegni fiabeschi. Se prima adorava passare il tempo lì, adesso, con il suo stato di maternità era importante per lei stare a contatto con i bambini.
<< A me no. >> proruppe Kyle in un brontolio, tenendo in una mano un orsacchiotto di peluches. << Non vedo cosa ci sia di piacevole in una marmocchia che continua a frignare perché vuole il suo maledetto… >> si fermò per controllare qualcosa sulla targhetta appesa al collo dell’animaletto << Coccolo?! Che diamine di nome è Coccolo? >>.
Juliet diede una pacca sulla spalla del fratello. << Phoebe mi ha detto che ha sempre sognato di avere una famiglia numerosa >>.
<< Forse intendeva una famiglia numerosa di pesci rossi, magari, tutti tenuti comodamente in una scatola di vetro >> convenne Kyle con un cipiglio sconcertato.
<< Vorrei ricordarti che il responsabile della morte di Nemo sei stato tu! >> lo accusò Juliet stringendo gli occhi a due fessure, rammentandogli il suo pesciolino che aveva vinto ad una fiera, quando era bambina.
<< Bè scusa tanto, ma mi sembra che l’unica responsabile di quell’incidente sia stata tu. >> ribatté Kyle.
<< Io?! Ti avevo chiesto di affidarlo a qualcuno che potesse prendersene cura nel tempo in cui saremmo stati fuori città! Come ti è saltato in mente di darlo alla signora Sullivan? >>.
<< Cosa potevo saperne io che quella casa era infestata di gatti! >>.
Bethany alzò gli occhi al cielo. << Ehi voi due, piantatela di bisticciare come due poppanti e andate a prendere alcune scatole nel mio ufficio. Dovrebbero contenere delle cartelline colorate e altro materiale da disegno. Pensate di riuscire in questa impresa senza prendervi per i capelli? >> domandò con voce canzonatoria, guardando in maniera divertita i suoi due figli.
Kyle puntò l’orsacchiotto verso Juliet: << Ha cominciato lei >>.
Lei glielo sficcò di mano facendogli il verso, poi seguita da Kyle trovò la bambina che alla vista del suo “Coccolo” ritrovò immediatamente il sorriso.
<< Perché mi stai fissando? >> mormorò Juliet qualche minuto dopo, squadrando suo fratello con la coda nell’occhio, mentre varcava la soglia dell’ufficio di Bethany.
<< Sto cercando di capire come stai.>> rispose schietto Kyle; avvistò le scatole contenenti il materiale didattico, ne tirò su una, poi continuò: << Domani è la vigilia di Natale >>.
<< Lo so. >> parlò con leggerezza lei, di schiena al fratello, intenta a prendere un’altra scatola.
<< E se non ricordo male mi pare che sia anche… >>.
<< Kyle! >> esordì Juliet, stavolta con voce brusca e voltandosi si ritrovò con gli occhi color ghiaccio di suo fratello osservarla con un mix di comprensione e affetto. << Non c’è nulla da dire >>.
<< A me no di certo, ma a lui sì >>.
<< No, ti sbagli. >> affermò fermamente Juliet. Dal giorno in cui aveva incontrato Louis al cimitero, e si erano salutati nella sua auto, non aveva più avuto sue notizie né si erano incrociati durante il lavoro. Nessuno aveva cercato l’altro da quel momento.

Ha lasciato perdere.
Probabilmente Louis l’aveva superata meglio e con meno tempo di quanto lei si sarebbe aspettata.

Sei contenta adesso? Domandò con malignità la sua vocina interiore con un tono che nella sua testa suonò sprezzante.
<< Quando gli dirai la verità, Star? Deve sapere del bambino >> mormorò Kyle.
<< Bambina>> puntualizzò Juliet prima di annuire. Era arrivato il momento. Con una punta di paura cominciò a supporre cosa avrebbe fatto o detto lui a quella scoperta. Di una cosa più di tutte era convinta: avrebbe accettato la bambina nella sua vita, nonostante si fossero lasciati, si sarebbe preso le sue responsabilità.
Perché dopotutto, Juliet non aveva smesso di riporre la sua fiducia in Louis, sebbene lui non potesse dire la stessa cosa di lei.
<< Gli parlerò okay? Non voglio tenerglielo nascosto, dico solo che non mi sembra che domani sia un giorno opportuno. >> ammise Juliet guardando il fratello con apprensione.
Kyle depose la scatola sulla scrivania, poggiò le mani sulle spalle di sua sorella, scrollandole delicatamente ma allo stesso tempo con una luce solenne negli occhi chiari. << Saprai qual è il momento giusto >>.
<< Come fai ad esserne sicuro? >>.
<< Lo so e basta, Star. Come so che lui ti ama >>.
<< Ah e questa cosa l’ha detta dopo o prima che vi prendeste a pugni? >> lo beffeggiò Juliet, ammonendolo con un’occhiataccia.
Kyle sorrise, un sorriso sghembo e birichino. << Non sei felice che sia ancora tutto intero? >>.
<< Ah-aha >> lei scuoté la testa, alzando gli occhi al cielo. Il giorno dell’incontro con Louis, aveva notato un vago segno violaceo sull’angolo della sua bocca, ma lungi dal chiedergli come se lo fosse procurato, era stata troppo occupata ad evitare qualsiasi tipo di contatto potesse nuocere ad entrambi. In seguito, di ritorno da casa Juliet aveva visto sul volto del fratello segni di lotta. Non ci aveva messo poi neanche mezzo secondo a collegare i fatti. Kyle non aveva sbattuto ciglio alle sue domande inquisitorie, con ilarità le aveva confessato della ‘visitina cordiale’- fondamentalmente assurdo detto proprio da Kyle- fatta a casa Tomlinson, eludendo i dettagli, cosa che Juliet aveva trovato fastidiosamente maschilista.
<< Sai, vorrei che la piccoletta avesse un padre che cammini sulle sue gambe >> lo stuzzicò Juliet dandogli una spallata affettuosa, segno che si fosse rabbonita.
<< Vedrò di accontentarti, sorellina. Devo ammettere che il laureato ci sa fare però. >> Kyle si toccò il punto in cui Louis lo aveva colpito.
Juliet gli appioppò uno scatolone tra le braccia. << Andiamo spaccone, o la mamma ci verrà a prendere per le… >> una sensazione sgradevole che ormai conosceva bene, mise a tacere Juliet, provocandole un sapore amaro in bocca. Sgranò gli occhi, consapevole di ciò che stava per accadere. << M-merda >> rantolò mettendosi una mano sulla bocca.
<< Star? Va tutto… ? >> Kyle tentò di avvicinarsi, ma l’ultima cosa che  vide fu sua sorella scattare verso l’uscita e dirigersi a destra. Verso il bagno.

 

 

<< Bleah >> mugugnò con una smorfia un quarto d’ora più tardi, tamponandosi il volto con un panno umido. Poteva percepire ancora quel saporaccio sulla lingua, lo stomaco contratto e l’odore del suo pranzo alle sue spalle.
Picchiettò qualche colpetto con il pugno sulla porta per fare segno a sua madre che fosse ancora ‘viva e vegeta’, quando entrò nella stanza.
Beth sorrise, intenerita della faccia sconsolata della figlia. << Oh piccola, passerà presto vedrai >>.
<< Mmh-mmh sai vorrei tenermi qualcosa nello stomaco a volte! >> mugolò Juliet prendendo una scatola dal ciglio della porta. << Kyle? >>.
<< È andato via qualche minuto dopo avermi avvisato della tua “scappatella”. Aveva un appuntamento con Phoebe >> spiegò.
Bethany prese la scatola tra le mani di Juliet, sistemandola su uno scaffale. << Perché non ti riposi un po’ adesso? Hai già fatto tanto per oggi >>.
Juls non badò a quel commento, restia a mostrarsi debole anche dopo un attacco di nausea. << Potrei spolverare un po’ nel tuo ufficio…o ci sarebbero i pavimenti di alcune aule che andrebbero… >>.
Sua madre alzò un sopracciglio, scuotendo la testa. << Riposati >>.
<< Ma sto benissimo! >> obiettò prontamente. << Sento che riuscirei a fare anche una maratona >>.
<< Tesoro, è tutto perfettamente in ordine. L’asilo non è mai stato così lucido, e ti ringrazio dell’aiuto che mi hai dato oggi ma, francamente, sono certa che adesso sia arrivato il momento di fermarti e darti un attimo di respiro. >> la rimbeccò Bethany. << Grace mi ha detto della dormitina notturna nella vasca da bagno >>.
Juliet sospirò dando mentalmente della spiona alla signora G per quella soffiata imbarazzante, poi ammise riluttante: << Come vuoi... >>.
Bethany le diede un bacio sulla fronte, << Perché non vieni a cena a casa stasera, e ti fermi per la notte? >>.
<< Uhm mamma ti ringrazio, ma… >> Juls si morse il labbro, esitante.
<< Bambina mia, fermarti a dormire nella tua casa non fa di te una fallita nella vita sentimentale >>.
Juliet non rispose, perché in fondo non c’era altra spiegazione a quel rifiuto. Come poteva confessare a sua madre la verità quando ogni qual volta che si addormentava in quella camera, ospitata dalla sua migliore amica, cadeva su se stessa un senso opprimente di sconfitta e solitudine? Consapevole che alla fine della giornata non lo avrebbe trovato ad aspettarla, non ci sarebbe stato nessun battibecco prima di un bacio riconciliante, non avrebbe accarezzato Carota prima di ritirarsi nel loro letto, tra le sue braccia sentendo il profumo della sua pelle per poi addormentarsi. Non ci sarebbe più stato nulla del genere, Juliet lo aveva accettato, sebbene fosse ancora prematuro dichiarare che non facesse più tanto male.
Ma c’era la bambina, e non poteva continuare ad alloggiare da Jade, o da sua madre per sempre. Con i soldi del suo lavoro a Promesse, e con l’aiuto di Harry e dei suoi contatti in campo lavorativo, avrebbe potuto trovare un buon appartamento in centro, sistemarsi e dare un’accogliente dimora alla bambina che sarebbe nata tra otto mesi.
<< Ti preoccupa rivederlo domani? >>.
I pensieri di Juliet sfumarono, udendo la cauta domanda. Guardò gli occhi azzurri di sua madre, identici a quelli di Kyle. Cominciò ad inarcare un sorriso, sospirando un << No >>.
<< In ogni caso la mia porta è anche la tua, qualsiasi cosa tu voglia fare stasera, resterà aperta. Per te e per la mia nipotina >> dichiarò Beth accarezzandole la guancia.
Juliet poggiò la mano su quella di Bethany, non volendo spezzare quella tacita complicità tra madre e figlia, annuì sorridendole dolcemente.
Dopo aver salutato sua madre, e preso il cappotto, Juliet sviò per uno stretto corridoio, puntando verso l’uscita. Controllando l’orario al cellulare, constatò fossero le sei. Chiamò Natasha, proponendole di dare una mano, qualora ci fosse stato bisogno nell’organizzazione della festa di domani. La rossa le assicurò che i suoi genitori avessero tutto sotto controllo e che non avevano accettato un aiuto neanche da lei e Zayn, perciò per quella sera avrebbe dedicato del tempo a suo marito. Come giusto che fosse, pensò Juliet con un sorriso nostalgico.

Cosa credevi, che perdessero tempo dietro ad una zitellona come te? La scimmiottò la voce nella sua testa, dopo che Juliet ebbe riattaccato.
<< Mi stai stancando sai? Sparisci! >> le abbaiò a denti stretti lei, agitando le mani come a voler scacciare la scocciante guastafeste.
<< Juliet? >>.
Lei si girò di scatto, verso la fievole voce che l’aveva appena chiamata, scorgendo in quella che lesse sulla targhetta affissa alla porta fosse la ‘sala mensa’, una sedia a rotelle vuota, e la testolina bionda di Zeke che sbucava fuori, da una tenda blu pieghevole: una di quelle che nell’asilo di sua madre erano usate come luoghi in cui i bambini potevano farsi un tranquillo sonnellino nell’orario pomeridiano.
Gli occhietti verdi del bambino la scrutarono circospetti. << Perché parlavi da sola? >>.
<< E chi ti dice che parlavo da sola? >> fece Juliet entrando nella sala vuota e illuminata soltanto da una lucina che probabilmente Zeke teneva nella tenda. << Ora è anche vietato parlare con il proprio amico immaginario? >>.
<< Il mio papà dice che le persone che dicono di parlare con il loro amico immaginario, in realtà devono solo andare in un posto >> fece spallucce Zeke.
<< Ah sì e quale sarebbe? >> Juliet gli s’inginocchiò di fronte scompigliandogli i capelli.
<< Non lo so, ha detto solo che comincia per M >>.

Non sarà il manicomio?!
Juliet sbattè le palpebre. << Va bene... cosa ci fai qui tutto solo, signorino? >> disse invece, schiarendosi la gola.
<< Volevo un po’ di concentrazione per scrivere la lettera a Babbo Natale. Sono in ritardo… >> confessò Zeke prendendo e mostrandole un foglio in una mano e delle matite colorate nell’altra.
<< Vuoi che ti aiuti? >>.
<< Lo faresti davvero? >> disse il bambino aprendo la bocca e formando una piccola O di sorpresa.
<< Certo che sì! >> sorrise prontamente Juliet.
Zeke le fece segno di entrare nella tenda, e lei con estrema delicatezza mosse le piccole gambe inerti del bambino per sistemarlo in modo che entrambi stessero comodi nella tenda. C’erano cuscini, matite e fogli dappertutto. Era commovente la dedizione di un bambino agli albori di Natale, lei stessa ricordava che era solita mettere un bicchiere di latte al vecchio dalla barba bianca e un piatto di carote per Rudolph, la sua renna preferita, nella notte della vigilia. Voler credere a quel fantomatico personaggio, era la gioia di ogni bambino, quale felicità più grande esisteva se non credere alla magia almeno in quell’età così innocente e spensierata?
<< Sei troppo grossa per entrarci tutta >> commentò Zeke, vedendo le gambe di Juliet fuoriuscire dalle quattro mura in tela.
<< Ah e così mi stai dando della cicciona, ragazzino? >> squittì Juliet fingendosi sconvolta, provocando una silenziosa risatina da parte di lui.
<< Oh ma abbiamo compagnia. Cos’abbiamo qui? >> fece lei curiosa, alzando il sedere per verificare cosa l’avesse infastidita.
Zeke prese il suo giocattolo mostrandolo a Juliet in maniera orgogliosa. << È Iron man! Bello vero? >>.
<< Puoi dirlo forte. Conosco una persona che va matta per Robert Downey Jr.>>.
<< E sotto il tuo culone c’è anche il mio peluches! Gli stai facendo male >>.
<< Ops scusa, tesoro. >> Quando ebbe scovato il secondo amichetto, Juliet gli porse il peluches, ma quando lo vide bene le si bloccò il fiato in gola. Era una piccola tigre.

Tigrotta…
<< Juliet? Ehi non essere triste. >> Una mano minuta si posò sulla sua scuotendola piano, << Non sei grassa, sei bellissima, e se fossi stato un po’ più grande… >> mormorò Zeke in tono dispiaciuto, e Juliet si rese conto soltanto udendolo di essersi distratta, probabilmente assumendo un’espressione che lo aveva fatto impensierire.
<< Giovanotto? Vuoi scrivere questa lettera oppure no? >> si riprese lei, dandogli un buffetto sul naso, più serena.
<< Assolutamente sì >> annuì Zeke porgendole il foglio.
<< Benissimo. >> Juliet prese in mano una matita, poggiandosi il foglio sulle ginocchia. << Allora, cosa ti piacerebbe ricevere quest’anno da Babbo Natale? >>.
<< Una cosa soltanto! Solo che…mmh… >> Il bambino si grattò la testa. << Non so se Babbo Natale si occupa di biglietti aerei >>.
<< Vorresti fare un viaggio? >> sorrise lei.
<< A Liverpool, dove vive il mio papà >> confessò Zeke, le piccole labbra formarono un broncio triste, facendo ricordare a Juliet che il padre del bambino lavorava fuori città, e che mensilmente veniva a far visita alla sua famiglia a Londra. << Pensi che Babbo Natale possa farmi avere due biglietti per andarlo a trovare? >>.
Juliet comprese bene il desiderio del bambino di voler passare le feste con la mamma e il papà, dovevano sentire molto la mancanza l’uno dell’altro. L’audacia di Zeke nel voler affrontare un viaggio in aereo, sapendo bene quali fossero le sue condizioni fisiche, inorgoglì Juliet.
<< Io penso che quando Babbo Natale leggerà questa lettera, capirà quanto tu ci tenga e farà in modo che il tuo desiderio si avveri >> gli sussurrò Juliet, accarezzandogli i capelli e lasciandovi impresso un bacio. Quando ebbero finito di scrivere la lettera, Juliet piegò il foglio, lo imbustò e lo porse a Zeke, il quale riconoscente le diede un sonoro bacio sulla guancia.
<< Juliet? >> mormorò poco dopo, sdraiato, con la testa immersa nei cuscini.
<< Sì? >> lo guardò lei, nella medesima posizione, puntellandosi su un gomito.
<< Secondo te, mamma e papà si amano ancora? >>.
Juliet rimase sorpresa, confusa gli domandò: << Perché mi chiedi questo? >>.
<< Quando due persone vivono lontane molto a lungo, cominciano ad amarsi di meno? Come si fa a sapere se la persona che ti vuole bene, non è più vicina a te, continua a volertene anche dal posto in cui si trova? >>.
Lei si morse il labbro, devastata dalla profondità di quelle parole così fragili e familiari. Ricordava tali eguali parole, da lei pronunciate, quando suo padre David attraversava la soglia di casa per andare in qualche posto lontano per lavoro, lasciando lei, sua madre e Kyle a casa da soli. A quei tempi, la paura dell’abbandono ancora fremeva nel suo cuore di bambina, così un giorno, mentre suo padre era via, aveva chiesto a Bethany se la rendesse triste vederlo ogni volta andar via e cosa la rendesse così sicura che sarebbe ritornato. Juliet rammentava limpidamente la risposta di sua madre.
<< Ovunque tuo padre sia e qualsiasi cosa stia accadendo nella sua vita, c’è soltanto un luogo che nessun altro potrà mai riprodurre o sostituire, e considererà sempre casa propria: il cuore della persona che ama >> recitò chiudendo gli occhi e stringendo lievemente la mano di Zeke.
C’era una deliziosa quiete, che Juliet percepì i muscoli del corpo rilassarsi, la morbidezza del cuscino su cui la testa era poggiata, ed un silenzio rasserenante, piacevolmente diverso da quello a cui era abituata da un po’ di tempo.
Zeke rispose alla stretta, avvicinandosi e abbracciandola, e lei percepì un largo sorriso nella sua voce, quando le sussurrò: << Qual è la tua casa, Juliet? >>.
Lei realizzò in quell’istante che qualsiasi cosa sarebbe successa, dentro di lei la risposta non sarebbe mai cambiata: << Louis >>.
Lui era il suo cuore, la sua casa. Il suono di quel nome la blandì come un’intima carezza; Juliet emise un sospiro, i lineamenti del viso si addolcirono, finché non si addormentò.

 

 

 

La bandiera inglese sventolava nella fierezza dei propri colori, le luci natalizie agghindavano la villa Taylor, fin sopra al tetto e giù lungo le vie del vialetto circostante; ogni anno nel giorno della vigilia di Natale, i suoi vasti terreni offrivano giochi, animazioni, banchetti allestiti con ogni sorta di tipico cibo natalizio: dal Christmas pudding, ad ogni sua varietà, al tacchino, all’insalata con le patate, alle crostate di mele e zenzero. C’erano litri di whisky, brandy, birra, succo d’uva per i più piccoli, per mandar giù tutto quel lauto cibo.
Juliet rimaneva nuovamente stupefatta del numero di persone che i Taylor riuscivano a sfamare. Amici, parenti, conoscenti, parlavano e si sfidavano nei giochi con gran vivacità.
Salutò con affetto i genitori della sua migliore amica, Isabel e Lucian, ringraziandoli dell’invito.
Isabel era in tutto e per tutto identica a Natasha, stessi boccoli ramati e due vispi occhi verdi. Lucian adagiava una mano sul fianco della moglie, salutando gli ospiti con caldi occhi blu.
<< Ogni anno diventa sempre più grosso. >> commentò Kyle, dando un bacio sulla guancia della madre di Natasha, e un’affettuosa pacca sulla schiena al marito.
In effetti, osservò Juliet, il freddo pungente di quella stagione non sembrava minimamente turbare gli ospiti riuniti in cortile, sebbene una sostanziosa parte preferisse chiacchierare dentro casa.
<< Ce l’hai fatta! >> L’accolse a braccia aperte Nat, sbucando da una porta laterale.
In seguito, vide Zayn, Allison, Jade, Harry e Niall animati in una divertente conversazione accompagnati da calici contenenti un bel liquido ambrato che stuzzicò il palato secco di Juliet.
Stava quasi per accaparrarsi un drink dal vassoio di un cameriere, quando un dito si parò davanti al suo viso. << Non penserai mica di bere dell’alcool, vero ragazza? >> L'ammonì la voce di Natasha.
Juliet arricciò il naso, sconsolata dell'obbligo di astenersi dagli alcolici nel suo stato. << Posso avere dell’acqua, per piacere? >>. 
La rossa rise complice, conducendola al tavolo dei drink e versandole da una caraffa un sostanzioso bicchiere d’acqua. << Salute! >> disse, quando ebbero entrambe in mano da bere, e levandolo in aria. Nat tintinnò il bicchiere con quello di Juliet; quest’ultima si guardò intorno. << Ci sono proprio tutti. >> convenne, salutando con una mano Danielle e Liam, Joe e famiglia Hart, la signora G, e infine Phoebe con suo fratello Kyle. Proprio tutti lì riuniti a festeggiare, eppure non proprio tutti
<< Già, pensa che c’è anche il tizio che porta la posta ai miei, con la moglie e i figli >> aggiunse Nat ridendo, poi si riscosse filtrando l’espressione che passò come un lampo negli occhi di Juliet, veloce eppure abbastanza cristallina da farle comprendere la perplessità della migliore amica. << Ma non è del postino che t’interessa sapere, eh? >> scherzò.
Juliet sorrise. << Mi hai beccata >>.
<< Verrà qui a momenti, sai che è sempre in ritardo quel ragazzaccio! >> le diede di gomito, riuscendo a farla ridacchiare.
Juliet sentiva una cupa ansia annidarsi nel petto, ma s’impose di non fare la paranoica, era semplicemente sciocco preoccuparsi. Sarebbe arrivato a breve, e lei gli avrebbe detto di loro figlia, qualsiasi reazione fosse succeduta alla rivelazione, avrebbe saputo di aver fatto la cosa giusta.
Detto questo, decise di concedersi uno di quei piccoli dolcetti invitanti a forma di stella con la glassa alla vaniglia sopra; così per ingannare il tempo.
Un morso, e il palato si riempì di una cremosa dolcezza, facendola gemere di piacere. Doveva averlo fatto troppo forte, perché sentì una presenza, piuttosto alta e due occhi puntati addosso.
Con il boccone in bocca, il dolcetto in una mano e l’altra sospesa al di sotto per non sporcarsi, si voltò per scoprire l’identità di quel profilo torreggiante.
<< Com’è? Buono? >> sorrise l’uomo. Juliet affrontò uno sguardo scuro, nero come la pece, quasi insistente, penetrarla con una luce d’affabile divertimento. Quasi si strozzò per l’imbarazzo; << Uhm >> mugugnò a bocca piena, posando il dolce in un tovagliolo di carta. << Salve >> bofonchiò con un sorrisino tentennante, sperando che non avesse nulla tra i denti. Se non altro quello sconosciuto non lo avrebbe rivisto tanto facilmente, perciò tanto valeva non pensarci troppo.
<< Dottor Ryan! Che piacere rivederla >>. Juliet ringraziò intimamente Natasha per averla salvata da quella scena pietosa.
Oh quindi era un dottore? Ora che l’attenzione dell’uomo si era spostata sull’amica, Juliet ebbe modo di squadrarlo bene. C’era qualcosa nella postura rigorosa di lui ad ispirarle una certa fiducia, un corpo ben allenato che induceva a presupporre che potesse trattarsi anche di un nutrizionista. I capelli bruni, di un marrone talmente scuro da sembrare nero, tagliati lunghi, addolcivano i lineamenti pronunciati del bel viso.
<< Natasha, grazie infinite dell’invito. Non avrei rinunciato all’opportunità di gustare il pudding di tua madre. >> confessò il dottore, facendole l’occhiolino.
<< Oh dottor Ryan, le presento Juliet Anderson, amica nonché mia socia nell’azienda di Promesse. Juliet, questo è il dottor Vincent Ryan, l’ostetrico di famiglia >> li presentò la rossa.

Ostetrico?! Resistette all’impulso di ridere; basita, guardò dritto negli occhi il dottor Ryan.
<< Piacere di conoscerla, Juliet >> esordì lui, porgendole una mano, che lei strinse, rispondendo con un: << Anche per me >>.
<< È il migliore nel campo. >> mormorò Natasha a Juliet.
Un affascinante e leggero rossore colse gli zigomi del dottore. << Suvvia, Natasha esagera. Mi piace soltanto il mio lavoro >>.
<< Quindi lei assiste…? >> asserì Juliet, riacquistando un pragmatico tono di voce.
<< Al miracolo della vita >> fu la risposta del medico.
Se la bravura di Ryan era pari alla sua bellezza, allora Juliet poteva ben comprendere tutte le donne che si rivolgevano a lui per essere guidate con diligenza nella propria gravidanza.
Stava per chiedergli informazioni sul suo mestiere, quando al suo fianco udì Natasha parlare.
<< A proposito dei miracoli della vita… >> a Juliet non sfuggì la malizia nel tono della rossa. << Mio caro dottore, ho idea che la sua prossima paziente sarà propria la mia migliore amica >> annunciò con un largo sorriso tirandola a sé.
Il dottor Ryan strabuzzò gli occhi, dirigendo il suo sguardo d’ebano su Juliet. << Oh, lei aspetta un bambino? >> Il tono di voce sembrò palesemente sorpreso, ma anche cordiale.
<< Bè io… >> cominciò a dire Juliet, ma s’interruppe al suono del campanello. La voce di Lucian gridò: << Eccoci! >>, aprì la porta e udì la voce di Isabel sopraggiungere su quella del marito, per dare il benvenuto ai nuovi ospiti.
Juliet alzò lo sguardo dalla spalla di Ryan, verso l’entrata, scoprendo che si trattavano della madre di Louis, Joannah e del suo compagno Mike.
Impercettibilmente Juliet portò una mano sulla spalla di Nat; dopo sentì il suo corpo muoversi in direzione dei due commensali. Cercò lo sguardo di Joannah con ostinazione, desiderando che lei volgesse il suo nella direzione di Juliet. Finalmente la donna colse quell’intimo segnale, mormorò a Mike di aspettarla lì, e si avvicinò a Juliet con un’espressione che colse in fallo quest’ultima.
<< Joannah >> mormorò Juliet, quando la ebbe abbastanza vicino per poter parlare, ma il suo nome, il tono interrogativo e l’espressione confusa, furono più che sufficienti.
La madre di Louis l’abbracciò. << Tesoro mio, come stai? >> le domandò accarezzandole i capelli.
Juliet scuoté la testa con forza, assillata in quel momento da un unico pensiero. << No. Perché lui non è con voi? >>.
Lei sospirò, in maniera amareggiata, che bastò a far saettare il cuore di Juliet dritto in gola. << Non verrà >>.

No.
No. No
!
<< Ma oggi… non può! >> obiettò sconvolta Juliet, con voce fioca.
<< Non me lo ha detto chiaramente, ma io penso che vederti, in questo giorno, gli avrebbe spezzato il cuore >> disse Joannah con sincera tristezza per entrambi.
<< Io dovevo dirgli una cosa. >> sussurrò lei, con furore. << Joannah, dov’è adesso? >> le parole suonarono dure e concise, velate da un tremolio che Juliet riuscì a stento a celare.
La donna, la guardò con circospetta apprensione. << A casa. Mi ha detto che non aveva nessuna voglia di vedere gente stasera… >>. Rimase sorpresa dell’abbraccio che le riservò Juliet, di sana pianta, ma s’addolcì rispondendole con un affettuoso: << Non c’è di che >>.
Può darsi che agli occhi degli ospiti, la ragazza sui tacchi che pareva marciare su quel pavimento color ciliegia scuro, con un’espressione trafelata in volto, suscitasse un certo scalpore; ma alla diretta interessata non fregava più niente di quello che si muoveva e vigeva intorno a lei. Aveva fatto una promessa quel giorno a sua figlia e l’avrebbe mantenuta ad ogni costo, qualunque fossero le condizioni.
<< Harry >>.
Il riccio guardò dalla sua parte; dopo essersi scusato con il suo interlocutore, le diede la sua completa attenzione. << Juliet >>.
<< Tu lo sapevi >>. Non era una domanda, dal momento che era il migliore amico di Louis.
<< Sì >> Non ci fu esitazione nella dichiarazione neutrale di Harry.
<< Harry, io… >> ripeté Juliet passandosi una mano tra i capelli.
<< Io so Juliet. >> l’anticipò brusco lui, facendole strabuzzare gli occhi. << Cosa sai? >>.
Lui sorrise apertamente, mostrando una fila di denti bianchi. << Diciamocelo. La signora G non è mai stata brava a saper tenere un segreto. >> sussurrò pianissimo con un luccichio negli occhi verdi intensi. << E poi alloggi a casa mia da un paio di giorni e non credo che Niall si sia infiltrato furtivamente per rubare gran parte delle scorte di gelato nel frigorifero >> rise caldamente.
<< Ah. >> buttò lì Juliet, colta in flagrante. Non riuscì a trattenere una risatina; ma quando gli domandò con un certo timore se anche Louis sapesse, Harry le assicurò che ne fosse ancora all’oscuro. Questo la quietò lievemente.
Le poggiò una mano sul braccio. << Non riesco a vederlo così, soprattutto oggi! Ne ho abbastanza di tutto questo. >> suonò mortalmente serio, lanciandole uno sguardo dolente << Voglio bene ad entrambi, e vi rispetto, ma dannazione Juliet, so che è dura… >>.
Juliet lo frenò, prima che potesse continuare: << Devo chiederti un grande favore, Harry. Due, a dire il vero >>.
Un’ardente determinazione e solennità incendiavano gli occhi ambrati di Juliet in quel momento, cogliendo il ragazzo alla sprovvista per un secondo. Ma si riprese completamente, quando annuendo, pronunciò: << Ti ascolto >>.

 

 

 

Ancora tre ore e l’orologio avrebbe segnato la fine del 24 dicembre.
Ancora tre ore e quel giorno sarebbe finito.
Quella sera aveva dato forfait alla festa annuale a casa dei Taylor.
Gli angoli della sua bocca si sollevarono in un sorriso amaro, quando aprendo l’armadio per poter prendere un pantalone pulito di tuta, la prima cosa che vide furono un paio di scarpe alte con il tacco custodite gelosamente in un angolino del mobile. Erano le stesse scarpe che non le aveva più restituito, che gli rammentarono la sera in cui avevano ballato insieme per la prima volta. Louis si era fatto coraggio, invitandola a ballare e le aveva chiesto di ricominciare da capo e di dimenticare lo spiacevole episodio avvenuto nel negozio di fiori, quando le aveva accidentalmente rovesciato una sacco di terriccio sulla testa. Juliet aveva accettato, e lui sarebbe stato più che lieto di considerarla sua amica, se non fosse che il solo pensiero gli era parsa una grande cazzata.
Rise a quel ricordo, mentre le riponeva al loro posto. Sapeva benissimo che non sarebbe mai potuta essere sua amica, eppure a quei tempi non era il ragazzo che era adesso: consapevole di quanto potesse ottenere con le sue sole forze, di saper amare qualcuno con una tale profondità. Glielo aveva insegnato lei -aprendogli gli occhi ad una nuova prospettiva delle cose che aveva sempre considerato insulse- con quel suo piglio caparbio e il carattere volitivo, impreziosito da una fragilità disarmante e profonda.
Era incredibile quanto l’amore lo avesse reso così diverso, migliore, eppure così era andata, e Louis ancora non se ne capacitava.
Mentre stava infilandosi un paio di pantaloni di flanella, notò Carota, appostato sul ciglio della porta, con la consueta testolina rossiccia piegata da un lato e gli occhi azzurri scrutarlo. Louis gli sorrise. Di giorno in giorno, quel malandrino cominciava ad ascoltarlo un po’ di più rispetto al primo giorno che lo aveva preso e gli aveva distrutto l’appartamento, ma adesso cominciava ad accettare che Louis lo portasse al guinzaglio e gli ubbidiva quando doveva portarlo per dei controlli dal veterinario. << Aah che ne dici di un film stasera, amico mio? >>.
Il cane guaì, grattandosi il tartufo con una zampa, parendo in disaccordo con il padrone.
<< E va bene. Scegli tu se proprio ci tieni >> convenne Louis divertito, passandogli accanto per prendere da bere in cucina.
Il cane lo seguì, scodinzolando allegramente alla proposta. Louis prese una bottiglia di birra, insieme al mangiare per il cane e si sedette sul divano.
Carota gli si accucciò di fronte, raschiando con le unghie delle zampe sul suo pantalone, come faceva sempre prima di stendersi insieme a lui sul divano.
<< Devi smetterla di usare i miei pantaloni come tappetino per pulirti. È colpa tua se finiscono tutti in lavatrice! >> si lamentò
Louis, sorseggiando la sua bibita, mentre il cane con un salto si sistemava accanto a lui.
Accarezzò quella vivace palla di pelo, finendo la sua birra e guardando un punto imprecisato davanti a sé con sguardo plumbeo. << Buon compleanno… a me >> canticchiò a bassa voce.
Il campanello suonò, facendolo sussultare di spavento. Anche Carota sobbalzò, saltando giù dal divano per andare ad abbaiare di fronte l’uscio. Louis si alzò di conseguenza, svogliatamente, facendogli segno di stare zitto e andando a spiare nell’occhiolino della porta.
Per un attimo, pensò che il fato gli stesse giocando un brutto tiro.
Sbatté le palpebre più volte, ma quell’immagine non scompariva, buon presagio che non fosse ubriaco. Aprendo con delicatezza la porta Louis si ritrovò con il cuore in gola, quando Juliet alzò lo sguardo, dal suo abito lungo e argentato, le mani strette a pugno nel tessuto vellutato. Trafelata, con le guance arrossate, era come sempre bella da star male.
Louis aprì bocca per dirle qualcosa, ma non fece in tempo a dire nulla che Juliet entrò come un tornado in casa, investendolo con le sue invettive, le mani colpivano il suo torace nudo con violenza, mentre tra una malparola e l’altra gli gridava, furibonda: << Che cosa credevi di fare, comportandoti da masochista? Vigliacco! >>.
Lui accusò il corpo infertogli dalla mano di Juliet, arretrando a piccoli passi, sgranando gli occhi. Lei proseguì spedita, lanciandogli occhiate roventi…di lacrime.
<< È così che si fa no? È più facile! >>, nuovo colpo sul petto, << Quando si soffre, >> colpo << scappare! >>, dalla voce di Juliet fuoriuscì un singhiozzo. << Poi un giorno, arriva quest’idiota che manda tutto a puttane! >> tuonò a denti stretti, e Louis piantò i piedi al pavimento, sentendo la pelle del petto arrossata, e il cuore martellargli all’impazzata nella cassa toracica.
<< E non sai cosa fare, hai paura, perché… >> mormorò in lacrime, scuotendo la testa, e alzando una mano a pugno pronta a colpirlo di nuovo << …perché lui è lì…ed è tutto ciò che vuoi >>.
Fu a quel punto che Louis la bloccò per un polso, strattonandola verso di lui con fermezza, tra le sue braccia.
La strinse forte a sé, con una mano dietro la nuca e l’altra dietro la schiena, percependo sulla sua pelle le calde lacrime di Juliet e il corpo fremere dai singhiozzi.
<< Sei qui… >> sussurrò poi Louis tra i capelli di lei, con voce roca.
<< Sono dove dovrei essere. >> Juliet lasciò quell’angolino perfetto tra la spalla e il collo di Louis, per incontrare i suoi occhi << Dov’è il mio cuore >>.
Lui la prese tra le braccia e la baciò, un bacio profondo, dato con l’anima, che la fece tremare.
<< Mi dispiace, Juliet, >> gemette Louis << per non averti ascoltata, per non esserci stato quando avevi più bisogno di me >>.
Il gesto di Juliet, così dolce, lo folgorò nell’anima. Gli baciò il petto, accarezzandogli con la punta delle dita la schiena nuda, gli disse con voce profonda: << Mi hai amata. >> Non era una domanda, ma Louis rispose subito. << Non ho mai smesso >>.
Juliet sentì nuovamente le lacrime salirle agli occhi. Sorridendo mormorò: << E non saremo mai amici >>.
Louis rise piano per darle un altro bacio, seppur leggero ma infinitamente dolce. << Credo che saremo di meglio >>.
<< Dovremmo andare, la festa, tutti gli altri… >>.
Lui negò con la testa, irremovibile. << Sei tu tutto ciò che voglio stasera >>.
Il ghigno di Juliet…non ci fu cosa più bella per gli occhi di Louis vedere quell’espressione sul volto della donna che amava, che dal primo momento gli aveva fatto perdere la testa. << Stasera? >>.
<< E che vorrò sempre >> mormorò lui ridendo, e in risposta Juliet gli gettò le braccia al collo, esultante. Louis le prese il sedere tra le mani e la tirò su, mentre lei gli avvolgeva le gambe attorno alla vita.
Non l’avrebbe mai più lasciata andare.
La cosa non si svolse in maniera delicata. Lei gli tolse i pantaloni, i vestiti volarono a destra e a sinistra, finché, ansimando tra un bacio e l’altro, rimasero nudi nella sala principale.
Juliet lo guardò con occhi languidi e il respiro corto. Si dimenticò di qualunque cosa ci fosse intorno a lei, consapevole solamente di quanto lo desiderasse. Non c’era nient’altro che Louis.
Con gli occhi verdi-azzurro che gli brillavano, lui le prese la mano, e la trascinò nella camera da letto. Chiuse la porta con un calcio-ridendo al mugolio contrariato di Carota- e la spinse contro il muro. Juliet schiacciò i palmi contro il petto di Louis, vogliosa di toccarlo.
<< Ah, dio, mi sei mancata, tigrotta. >> La baciò con veemenza, prendendole il viso tra le mani. Un bacio così profondo da lasciarla senza fiato, finché non le riempì i polmoni con il suo respiro.
<< Amami…oh ti prego amami >> sussurrò Juliet sulle sue labbra.
<< Sempre >> Il ruggito basso ed erotico di lui, si diffuse in tutta la stanza. La fece sdraiare sul letto, e si stese su di lei.
Sciogliendosi Juliet gettò la testa all’indietro, mentre la bocca rovente di Louis deponeva umidi baci sulla sua gola, sul collo e sulle spalle. Gli avvolse le gambe intorno alla vita stretta, strofinandosi contro di lui, assaporandolo.
Louis la guardò, meravigliato. Era così bella: aveva le guance arrossate, gli occhi pieni di passione, le labbra semiaperte. Doveva recuperare il tempo perduto. La sua pelle era morbida e profumata, i capezzoli rosei s’inturgidirono, quando li accarezzò con la guancia coperta da una leggera peluria.
Le avrebbe dimostrato con il suo corpo tutto quello che provava, giurò a se stesso. Avrebbe fatto ammenda di quei giorni insopportabili in assenza del calore del suo corpo, della sua pelle levigata. Minuziosamente proseguì la scia di carezze, seguite da piccoli baci, iniziando dalle caviglie.
Juliet mugolò di non fermarsi, deliziandosi ed estasiandosi per ogni carezza lasciva Louis le riservasse. Le fece piegare le gambe e le diede dolci baci dietro le ginocchia. Baci appena accennati sui fianchi, le fecero stringere i denti per la trepidante attesa che arrivassero dove bramava. I suoi arti guizzavano come per effetto di una scossa elettrica.
Sgomenta fu la sua reazione, quando Louis le baciò prima il ventre con gran tenerezza. Juliet si morse il labbro, commossa che quel gesto potesse suscitare in lei una tale ondata d’emozione.
<< Ti prego… >> disse con impeto, alzando la testa per guardarlo.
<< Mia >> soffiò fuori Louis, senza guardarla, e mordicchiandole l’interno coscia.
Juliet annuì freneticamente presa da un’ondata di rovente desiderio. La vibrazione di un respiro roco sulle sue carni sensibili le fece tremare le gambe. << Tua >> asserì.
Nella penombra offuscata, Louis le sussurrò di lasciare che si occupasse di lei. Mettendo la mano a coppa, stuzzicò le sue pareti soffici. Le nocche si contorcevano delicatamente, come per tracciare un disegno oscuro dentro di lei. Nel silenzio della camera da letto, Juliet era rapita da quei movimenti segreti innescati nel vivo della sua carne, dilagarono per tutto il corpo in un’esplosione d’estasi.
Affascinata, osservò il volto di Louis concentrato, domandandogli con le labbra asciutte: << Che stai facendo? >>.
Gli occhi di lui erano due braci azzurre, e sfiorando con le labbra il suo orecchio, le mormorò: << Scrivo il mio nome >>.
<< Cosa? >> domandò confusa, con il fiato sospeso.
<< Il mio nome >> sussurrò << Dentro di te >>.
Juliet piegò la testa, avvertendo la carezza della sua bocca sul collo. << Ma…sono ben cinque lettere >> gemette.
Un ghigno sensuale avvertì sulle sue membra tese. << Esatto. Ma questo… >> aggiunse, provocandole un nuovo spasmo erotico << è il mio secondo nome >>.
Juliet deglutì, scossa dall’incessante tortura. Gli arpionò le spalle con le unghie. << Fa l’amore con me. >> sussurrò con le lacrime agli occhi, per l’incredibile bisogno di sentirlo. *
Accogliendo la sua richiesta, Louis la baciò con ardore, cullandole la testa con una mano dietro la nuca e l’altra sulla guancia; mentre con sensuale pigrizia, la rendeva parte di lui. Juliet gli strinse le mani in vita. Quando finalmente raggiunse l’apice, cadde distrutta e urlò il suo nome. Devastata dall’appagamento di quell’unione, lo implorò di non fermarsi.
Poi mormorò qualcosa…
Louis aprì all’istante gli occhi. Tremando di stupore, si fermò. << Che cos’hai detto? >> sussurrò a voce roca.
<< Ti ho detto di non fermarti >> gemette Juliet.
<< No… quello che hai detto prima >> insisté.
Juliet rimase in silenzio, sbarrando gli occhi. Le era sfuggita, senza volerlo, un’appassionata dichiarazione d’amore.
<< Io… >> Si morse il labbro, penetrata dagli occhi azzurri di Louis.
Fu come se finalmente, pronunciandolo, qualcosa di indicibilmente intenso e puro dentro di lei si fosse issato dalle profondità del suo essere.
Lo disse piano, assaporando il calore dei suoi sentimenti, mettendoci tutto il cuore e l’anima. << Io ti amo, Louis >>.
Lui vacillò. << Dillo di nuovo >> sussurrò con voce rotta.
<< Io ti amo >> ripeté lei, piano.
Louis trasse un gran respiro e rimase a lungo in silenzio. << Ah, Juliet…amore…pensavo che non me l’avresti mai detto >>. Le scostò i capelli dal viso, baciandole con infinita tenerezza la tempia. << Ti amo anch’io >>.

 

 

 
<< Ho un regalo per te. >> confessò più tardi Juliet, sdraiata nel letto con Louis.
Lui intrecciò le dita alle sue. << Un regalo? >> sorrise.
Lei si portò seduta, guardandolo di sbieco. Respirò a grandi polmoni, finendo precipitosamente in uno stato d’ansia. Un’ansia positiva in fondo, considerando quanto fosse appena successo tra lei e Louis. Gli aveva confessato quanto lo amasse, nulla aveva più importanza se non il loro amore.
<< Juliet? >> la chiamò Louis, alzandosi su di un gomito.
<< Ho pensato veramente che fosse la cosa più giusta, quando ho scelto di andarmene. >> mormorò. << Ti avevo fatto così male quel giorno, che l’idea di fartene ancora… >>.
<< Ssh >> Louis le avvolse le braccia intorno ai fianchi, baciandole una spalla. << Ero accecato dalla rabbia. Ti avevo detto di fidarmi di te, ma non ti ho dato nemmeno la possibilità di spiegarmi. Sono stato un vero ipocrita >>
<< Non ti sei arreso però. >> dichiarò Juliet voltandosi per guardarlo, e facendo aderire la schiena al suo petto. << Non lo hai mai fatto >>.
Louis scosse lentamente la testa, guardando il suo viso e sorridendole. << Perché sapevo quanto ne valesse la pena >>.
Lei si morse il labbro, stringendosi a lui. << Mi hai chiesto cosa intendesse Linda, riferendosi a me e… >>.
<< Non me ne importa più nulla, davvero. L’unica cosa che conta è che adesso siamo insieme >> la bloccò solenne.
Juliet continuò risoluta: << …e credo che tu debba sapere il motivo >>. Si alzò dal letto, prendendo una felpa e un pantalone a caso nell’armadio, e sparendo dalla stanza.
Louis sbatté le palpebre in maniera confusa, alzandosi per seguirla.
Juliet ritornò in salotto, guardandosi intorno per individuare la sua borsa. La trovò sul divano, tirando fuori il pacchetto: una lettera, che strinse tra le mani.
Juliet aveva conservato il foglio che le aveva dato la ginecologa fino a quel momento. Il messaggio nero su bianco che affermava che lei fosse incinta, e nonostante tutte le increspature, era ancora ben leggibile.
Si voltò, trovando Louis vestito a pochi passi da lei. Juliet si passò una mano tra i capelli, tesa all’inverosimile, mentre scrutava l’immagine del padre di sua figlia. Gli occhi azzurri la incendiavano con quell’amore e passione che intrise l’animo di Juliet di sicurezza.
Poté immaginare anche il sostegno datole dalla bambina, sebbene fosse ancora troppo minuscola per sentirla concretamente.
<< Quella mattina…ero andata in ospedale >> riferì porgendogli la lettera.
Louis corrugò la fronte. << In ospedale? >>.
<< Aprila >>.
Con fare guardingo, lui fece come disse, aprendo la busta e ritrovandosi tra le dita un foglio spiegazzato e un po’ malconcio.
Studiandolo, Louis notò degli esami di sangue intestati a Juliet, una firma medica, un timbro appartenente al reparto di…ginecologia?!

Positivo.
Quella parola scritta in corsivo, catturò la sua completa attenzione.
Alzò il viso stupefatto, gli occhi e la mente coscienti di quanto appena scoperto.
Juliet temette che il cuore potesse scoppiarle nella cassa toracica da un momento all'altro. << Sono… >> cominciò sorridendo apertamente.
Il rumore di chiavi, e di una serratura che si apriva, profanò quell’attimo carico di rivelazione.
<< Buon compleanno! >> urlarono all’unisono Harry e Niall con una bottiglia di champagne tra le mani. Seguirono Allison, Jade, Nat e Zayn, con delle buste, insieme a Kyle e Phoebe.
<< Meglio tardi che mai. >> commentò Zayn poggiando una busta per terra.
Juliet strinse gli occhi, imprecando sottovoce. Aveva chiesto a Harry di organizzare una festa a casa di Louis, giacché il ragazzo si era rifiutato di presentarsi alla festa dei Taylor. Era il giorno del suo compleanno, e Juliet voleva che lo trascorresse con le persone care. I genitori di Natasha erano stati più che lieti e comprensivi all'idea, dando loro anche del cibo che avrebbero gustato nello stare tutti insieme.
Tempismo perfetto, pensò lei piccata.
<< Ehi Star? Ho l’impressione che il tuo ragazzo abbia visto un fantasma. >> commentò Kyle stirando le labbra.
Un momento. Juliet s'irrigidì. In effetti, Louis non aveva accennato ad una parola da quando…
Si volse nella sua direzione, lentamente. << Tomlinson...? >> lo chiamò cautamente.
<< Incinta >> fu ciò che sussurrò Louis, mentre i suoi occhi azzurri, resi più vividi per quanto fossero spalancati alla notizia.
Guardò Juliet, poi il suo ventre, e rimase impietrito.
<< Diventerò… >> gli mancò il fiato. Guardò il resto dei suoi amici, che rendendosi conto di ciò che stava succedendo, rimasero in silenzio con larghi sorrisi impressi sulle labbra e carichi di congratulazioni.
Cristo. La vista gli si offuscò, rendendo i mobili e le persone nella stanza stranamente distorte.
Dio era incredibile, non poteva ancora credere che fosse vero. Il pensiero di avere una famiglia non aveva minimamente intaccato la sua testa, quando ancora cantava per locali nella speranza di guadagnare abbastanza per la propria sopravvivenza. Figuriamoci se fosse stato in grado di badare a qualcun altro. Adesso era diverso: c’era Juliet nella sua vita. Avrebbe avuto la possibilità di avere una famiglia tutta sua, ciò che mai si era sognato e che credeva impossibile. Stava ancora metabolizzando la dichiarazione d'amore che Juliet gli aveva donato. Aveva così tanto desiderato di sentirle pronunciare quelle parole, che il loro arrivo inaspettato gli aveva fatto gonfiare il cuore di esultanza. Adesso il bambino...l'impatto che ebbe su di lui la notizia, fu devastante.
Strinse quel meraviglioso dono tra le dita.
<< …padre >> mormorò con il cuore in gola dall'emozione. Chiuse gli occhi, percependo il buio avvolgere i suoi sensi. E svenne


*Qui si collega il terzo e ultimo missing moment di The red dress of seduction


Note dell’autrice

 
Avrei potuto pubblicare tempo prima ma sono stata senza ricarica nel telefonino e per una serie di eventi ho potuto farla solamente oggi, sono stata lontana da efp per del tempo a causa di questo, che nervoso!! Ritrovarvi durante questa assenza con messaggi da parte di ragazze che mi chiedevano dove fossi finita, e vedere quanto aveste apprezzato lo scorso capitolo mi ha commossa. Mi ritengo ripagata da tutto ciò che mi donate ogni volta, leggendo le vostre parole o vedendo che un’altra ragazza ha scelto di scegliere questa ff come lettura…ciò che faccio io non è assolutamente nulla di speciale se paragonato a voi :)
Tornata dalle vacanze, ho avuto un mostruoso blocco, ero preoccupata a morte che non riuscissi ad elaborare un semplice periodo senza cancellarlo cinque-sei volte, sicuramente ognuna di voi ha passato questi odiosi momenti .-.  Crisi isteriche ad aspettare che quella fulminata lampadina nella mia testa mandasse qualche bagliore.
Ho voluto aprire il capitolo con un momento spensierato tra Zeke e Juliet, comportandomi con clemenza e concedendomi di farle fare una sana dormita per una buona volta alla povera insonne Juliet. 
Sarò stata sciocca a volerlo terminare in quella maniera? Immaginandomi ogni sorta di reazione, sono giunta a quella più…"particolare". Mi conoscete da tempo, ragazze, sapete quanto la mia mente possa formulare certi sconvolgimenti all'ultimo minuto e così ho pensato: perché non farsi una risatina in un momento carico di suspense? XD Dio a me è sembrato divertente creare la scena, non so se a occhi altrui non sia stato ridicolo o brutta come cosa… rispetto questo parere, perché in fondo siete voi i miei lettori e giudici. Tutte voi aspettavate la reazione di Louis, e c’è qualcuno che già inconsapevolmente in una recensione aveva supposto che potesse accadere una reazione del genere e le faccio i miei più divertiti complimenti. Quante risate mi sono fatta quando senza saperlo ci aveva preso in pieno :'D
Il "ti amo" di Juliet (finalmente anche quello è arrivato eh? ) è stata la parte a cui ho pensato maggiormente per giorni, penso che possa a mio avviso ritenermi pressochè soddisfatta di quel passaggio. Ah e come terza sorpresa ecco l'ultimo Missing Moment a rating rosso, sperando davvero di averlo reso piccante per le mie audaci lettrici, terminando così il circolo delle maratone di sesso tra Louis e Juliet xD
Ora mi domando se la mia scrittura notturna abbia dato qualche frutto accettabile nel suo complesso, o se tutto ciò che avete letto non sia un vero fallimento! 
Adesso la pianto con le mie riflessioni ad alta voce e messe per iscritto e mi concedo ai piagnucolii...L'animo con cui Sabrina Zanini, drewswings e le pergamene ( pensavi che passassero inosservate?? ) di _Fame_  hanno parlato della storia mi ha fatto piangere di esuberanza e le 24 recensioni del capitolo 28 da parte delle mie ragazze poi!! dio...fate crepare di gioia, non ho altri termini da usare vi giuro.  Colpite nel segno ahahaha quanto posso considerarmi fortunata ad avervi? Ad ogni lettrice che stia leggendo queste righe, ringrazio infinitamente per avermi dato la possibilità di darle qualcosa con la mia scrittura...la mia storia non sarà speciale, probabilmente non meriterà neanche certi complimenti, lungi dalla possibilità di essere tra le scelte del sito perché pecca di contenuti fondamentali, ma sono soddisfatta di ciò che ho avuto fino all'ultima goccia. Questo...il capitolo 29...era il penultimo capitolo di The dress of seduction, tutto sta per giungere alla fine :') Grazie a tutte per essere arrivate fin qui, in questo percorso insieme a me♥
Ci rivediamo con il trentesimo capitolo e un'altra bella sorpresina! Volete un'anticipazione? Riguardante il capitolo proseguirà con Louis che abbia lasciato svenuto dall'eccitante notizia della bambina ( per amore di Juliet rispetterò il sesso della creaturina lol )  scopriremo una serie di momenti che seguiranno nei prossimi mesi della gravidanza. E poi...e poi basta, muta come una tomba, lascio a voi altre supposizioni :3
Vostra Ella con amore♥

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Capitolo 30
*** Capitolo30 ***


Capitolo 30 pronto

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Capitolo 30

 

 

È svenuto.
Oh dannazione!
Juliet si apprestò a prendere dalla cucina un bicchiere d’acqua e portarlo nel salotto, dove un Louis incosciente giaceva disteso sul divano.
Harry era subito accorso non appena aveva visto il suo migliore amico oscillare in maniera preoccupante, sorreggendolo, mentre lei, impreparata a quella reazione, era rimasta impietrita.
Si ripeteva di stare calma, di non saltare a conclusioni mortificanti.

Pensa positivo. Pensa positivo. Solo perché è svenuto non vuol dire che l’abbia presa male…
Vide suo fratello Kyle, braccia incrociate al petto, osservarla in maniera sardonica.
Juliet alzò un dito ammonitore, mentre con l’altra mano teneva il bicchiere in una morsa nervosa. << Non. Una. Parola. >>
Sapeva che suo fratello se la stava ridendo sotto i baffi. Era palesemente divertito da quella situazione. Ignorandolo, Juliet portò il suo autocontrollo ad un livello più o meno stabile, convincendosi che portarlo all’ospedale non sarebbe stato necessario.
<< Come sta? >> chiese a Harry seduto sulla poltrona adiacente al divano.
<< Si riprenderà. >> convenne il riccio con un mezzo sorriso rassicurante. << Forse >> scherzò.
<< Ci è rimasto secco. >> sentenziò con allegria Nat sulle ginocchia di Zayn, scolandosi un bicchiere probabilmente contenente dello champagne. << Che c’è? >> fece allo sguardo caustico di Juls.
Phoebe tese un braccio verso quest’ultima. << Ehi e tu come stai? >>.
Juliet sbuffò alzando le spalle. << Bé! A parte il fatto che il padre di mia figlia stia giacendo in uno stato di coma sul divano, sto abbastanza bene >>. Ma. Che. Cazzo.
<< Vuoi che ce ne andiamo? >>.
<< Stai scherzando? >> ribatté Kyle. << E perdermi tutto lo spettacolo? Non se ne parla >>.
Juliet batteva freneticamente il piede sul pavimento. Se non era mai stata una tipa paziente prima della gravidanza, adesso che i suoi ormoni le avevano amplificato tutte le emozioni, di pazienza non c’era rimasta neanche una goccia.
Fanculo.
Tutto ciò che voleva in quel momento era sentire la voce di Louis, ricevere un qualche segno gli avesse suscitato la notizia dell’imminente paternità.
Juliet si avvicinò al suo capezzale, chinandosi sulle ginocchia e incrociando le braccia per poggiarci sopra il mento. Per un attimo restò offuscata dal ricordo dell’intimità rovente che avevano condiviso quella sera. Si erano dichiarati i loro sentimenti, e Juliet aveva realizzato la profondità del suo amore per Louis. Sapeva che non avrebbe più potuto fare a meno di lui d’ora in poi. Lasciarlo andare era stata l’impresa più dura e dolorosa che avesse mai compiuto. Era stata un vero idiota a pensare che fosse la cosa più giusta per Louis; ma lo sbaglio più grande era stato proprio quello di pensare che divisi sarebbero stati meglio.
Sporse una mano verso di lui per accarezzargli i capelli morbidi e scompigliati. Dopodiché si alzò afferrando il bicchiere d’acqua sul tavolino al suo fianco.
Prendendo un bel respiro, si portò il bicchiere alle labbra, ingurgitando un sorso d’acqua fredda.
Poi con un gesto secco della mano, il resto della bevanda finì dritto dritto sul viso di Louis.
Juliet si poté ritenere soddisfatta di quella brillante trovata. Con un sorrisino impertinente, si godette la vista di lui che riprendendosi di soprassalto, si portò istintivamente seduto, annaspante e confuso.
<< Tommo! Ben tornato tra noi >> commentò Niall dandogli una leggera pacca sulla schiena.
Louis si passò una mano tra i capelli bagnati, scuotendo la testa. << Cos’è successo? Sono… >>.
Allie tossì sulla propria mano. << Sfigato >>.
Kyle alzò le mani, di fianco alla mora, soffocando un sorriso d’approvazione. << Svenuto. Esilarante devo ammettere, vedere il tuo culo schiantarsi al suolo. Avresti potuto avvisarmi: avrei fatto un video. Di questi tempi su You Tube non c’è niente di così spassoso da vedere >>.
Juliet roteò gli occhi al cielo, sorridendo in maniera compiaciuta della gomitata che Phoebe assestò nello stomaco di suo fratello.
Intanto Louis non le aveva tolto un istante gli occhi di dosso. Juliet si morse il labbro, farfugliando un: << Uhm…come ti senti? >>.
Lui piegò la testa di lato, gli occhi azzurri ora più vividi la penetravano con intensità. Lei sentì il cuore fermarsi, mentre i secondi scorrevano terribilmente lenti. Gli occhi di Louis la scandagliavano con impietosa imperturbabilità, e a Juliet parve passato un secolo prima che potesse udire di nuovo la sua voce.
<< Posso mostrartelo >> dichiarò, cogliendola di sorpresa. Un mix d’emozioni sensazionali turbinarono in quel momento negli occhi e nella voce roca di Louis, quando alzandosi si ritrovò ad un soffio dal viso di Juliet.
<< Cosa…? >> Disorientata, Louis la prese tra le braccia, facendola volteggiare davanti a tutti i presenti che anche loro sorpresi non resistettero a lanciare commenti divertiti.
La baciò, mettendoci tutta la sua gioia, danzando per la stanza. Poi si fermarono e, piano piano, lui la fece sedere.
<< Non avrei dovuto sballottarti così >> esclamò.
Juliet scoppiò a ridere, profondamente sollevata. << Oh, per favore, se non l’abbiamo sconvolta prima… >> ghignò lascivamente, << non sarà di certo un balletto a farlo >>.
Gli angoli della bocca sottile di Louis si sollevarono sempre più in alto, mostrando una fila di denti bianchi. L’abbagliò con un bellissimo sorriso che lasciò Juliet in bilico tra un pianto e un urlo di sgravio. Era la cosa che ogni donna avrebbe voluto, dopo aver detto al proprio compagno che era incinta: un uomo felicissimo di diventare padre. Linda non aveva avuto la stessa fortuna quando era rimasta incinta di Juliet e poteva solo immaginare quanto fosse stato umiliante il rifiuto di suo padre per lei. I pensieri sul suo passato furono interrotti dalle sue amiche, che in un attimo si tuffarono su di lei, stritolandola in un abbraccio da togliere il fiato.
Harry lanciò un fischio, avvolgendo con il proprio braccio le spalle di Louis. << Hai l’aria felice, fratello >>.
<< È vero, Hazza. >> affermò lui guardando la donna che amava ridere serena. << Lo sono >>.
La mezzanotte segnò la fine di quel giorno.
Louis sorrise.
Il miglior 24 dicembre della sua vita.

 

 

 
<< Sul serio? >> ridacchiò Juliet la mattina del giorno seguente al telefono con Zeke.
<< Devi credermi! Anche la mamma è rimasta senza parole >>.
<< Visto? Te l’avevo detto che Babbo Natale avrebbe capito quanto tu ci tenessi >>.
<< Credevo di no, quando sotto l’albero non ho trovato nessun biglietto tra gli altri regali, sono rimasto un pò deluso. Poi la mamma è uscita a prendere il giornale, e dentro la buca delle lettere ha trovato una busta con il mio nome sopra! Ci pensi, Juliet? Andrò a trovare il mio papà! >> urlò entusiasta il bambino all’altro capo dell’apparecchio.
Juliet sorrise, le gocce di pioggia battevano sul cruscotto dell’auto. Perché a Londra doveva piovere così tanto spesso? Fortuna che stavolta si era portata con sé l’ombrello!

La mamma sta imparando, mormorò mentalmente divertita.
<< Sono così felice per te, Zeke! Non dimenticarti di me mentre sarai lì. Sia chiaro che voglio sapere cosa fai, signorino >>.
Sentì Zeke ridere, e il sorriso di lei si allargò dalla soddisfazione.
<< Ci puoi scommettere. Ora devo andare, Juliet. Voglio dare subito la notizia a papà >> dichiarò trepidante.
<< Certo. Ci sentiamo presto, Zeke. Passa un felice giorno di Natale >>.
<< Anche tu. Oh, Juliet! Dimenticavo… >> mormorò il bambino un secondo prima di riattaccare.
<< Sì? >>.
<< Buon compleanno >> disse Zeke, per poi riattaccare.
 

 

 

<< Papà! Papà! >> urlò una bambina dai lunghi capelli castani, mentre scendeva frettolosamente i gradini dello scuolabus, sballottando lo zaino sulle spalle da una parte e l'altra.
L’uomo dai capelli scuri che se ne stava disteso sull'amaca in giardino, sviò lo sguardo dalla serie di appunti che teneva tra le mani per puntarlo su quella figura minuta. << Sì, Juliet? >>.
La bambina abbozzò un broncio nel suo visino dalla pelle color latte, che rese il padre circospetto. David lasciò perdere il suo lavoro, spiccando un salto per raggiungerla e inginocchiandosi sull’erba per prendere tra le braccia sua figlia. << Cosa c’è che non va? >> chiese con tono dolce.
Juliet strinse tra i denti il piccolo labbro inferiore. << Non ho un compleanno, papà! Perché non c’è l’ho? Tutti i bambini a scuola ne hanno uno. Oggi in classe la maestra ci ha chiesto di presentarci, e quando lei mi ha chiesto quando fossi nata, io ho detto che non lo sapevo. Tutti i miei compagni mi hanno guardato in maniera strana. È una cosa brutta. >> commentò tristemente. Poi arricciò il naso, producendosi in un’espressione smarrita. << Non so neanche cosa sia di preciso un compleanno >>.
David si portò la manina di Juliet alla bocca, baciandone il palmo. << Il compleanno è un evento speciale in cui si celebra la propria vita. Si festeggia una volta l’anno per festeggiare il giorno in cui si è venuti al mondo. >> spiegò. << Anche tu ne hai uno, Juliet >>.
I grandi occhi ambrati della bambina s’illuminarono. << Davvero? >>.
<< Certo >> annuì l'uomo.
<< Dimmelo! Per favore voglio saperlo, papà >> ordinò Juliet, saltellando sul posto, mostrandogli i denti in un trepidante sorriso.
La bambina osservò gli occhi azzurri del padre sorriderle caldamente. Era un tipo bizzarro il suo papà, ma in senso buono. A Juliet piaceva tanto quando le sorrideva in quel modo. Non era un sorriso fatto con le labbra come facevano molti altri genitori. No, suo padre le sorrideva con gli occhi, attraverso le sue iridi azzurre percepiva limpidamente ogni sentimento le rivolgesse. Forse era un trucco speciale che possedevano soltanto quelli che avevano gli occhi azzurri, ma suo fratello Kyle non sapeva farlo. Juliet pensò che avendo gli occhi di un colore diverso, poteva comunque imparare quel trucchetto se suo padre glielo avesse insegnato.
Magari così avrebbe potuto dirgli quanto lei gli volesse bene senza bisogno delle parole.
<< Sta a te decidere. Quando vuoi che sia il tuo compleanno? >> suonò la voce profonda di David.
Il sorriso di Juliet scemò, lasciando spazio ad un cipiglio confuso. << Ma la maestra mi ha detto che non è così che… >>.
Lui scosse la testa. << Sono certo che la tua maestra abbia sicuramente ragione. Ma non ha avuto occhio. Non ha saputo riconoscere una bambina speciale davanti a sé, quando ti sei presentata >>.
Juliet piegò le labbra in una smorfia poco convinta. << A me questo sembra barare. >>.
David si portò una mano al petto, fingendosi profondamente sconvolto. << Stai dicendo che tuo padre è un bugiardo? >>.
<< No! >> replicò subito Juliet, ridacchiando della sua buffa espressione.
<< Ebbene ti fidi di me? >> chiese allora David.
<< Sì. Mi fido di te, papà >> sorrise la bambina poggiandogli le mani sulle spalle.
<< Brava bambina. Adesso rispondi alla mia domanda. A quale data hai pensato per il tuo compleanno? >>.
Juliet ci pensò su per lunghi istanti, poi prese una decisione. << Voglio che sia tu a scegliere >>.
Gli occhi di David si socchiusero teneramente. << Se è questo che vuoi…il 25 dicembre >> rispose volitivo.
<< Perché proprio quella? >> chiese curiosa Juliet.
Le grandi mani di suo padre posate sui suoi fianchi minuti l’attirarono a lui, finché non si ritrovarono l’uno tra le braccia dell’altro.
La risposta di David arrivò, soffice come una carezza al suo orecchio: << Perché quel giorno, Juliet, ho ricevuto il regalo più grande che potessi sperare >>.

 

 

 
Juliet socchiuse la porta d’ingresso evitando di fare rumore. Era ancora mattina presto quando lei era uscita lasciando Louis ancora dormiente nel letto. Chiamò a gran voce il suo nome, ma nessuna risposta arrivò alle sue orecchie. Guardò nella camera da letto, in ogni stanza dell’appartamento ma di Tomlinson nemmeno l’ombra. Dove si era andato a cacciare?
D’istinto si portò il cellulare nel palmo della mano, notando solo allora l’avviso di un messaggio. Era di Louis.

Vieni sul tetto.
Juliet si volse verso la finestra nella camera da letto, aprendola e sporgendo la mano per sentire sulla pelle l’acqua che dal cielo cadeva a catinelle. L’appartamento si trovava all’ultimo piano, e la scala metallica di servizio posta sul balcone portava immediatamente al tetto sovrastante. La curiosità ebbe la meglio su Juliet quando prese l’ombrello, e aprendo di più la vetrata per portarsi fuori e dritta sulle scale in ferro battuto. Buttò fuori una nuvola di vapore, coprendosi la testa. << Si può sapere perché mai mi hai fatto venire qui…? >> mugugnò Juliet arrivando in alto, ma poi si arrestò sul posto.
<< Non ci credo >> soffiò fuori con incredulità.
Sbarrò gli occhi sbattendo con forza le palpebre, ma la scena davanti a sé non mutò. Juliet si mosse a piccoli passi, guardandosi intorno e metabolizzando il pavimento grigio sotto i suoi piedi, gli assi perimetrali sporchi di ruggine rallegrati da piccole lucine natalizie, ma ciò che realmente le saltò agli occhi fu quello che c’era al centro.
Non se lo stava sognando: dozzine su dozzine di vasi contenenti rigogliose stelle di Natale e altre specie di fiori serpeggiavano ai lati, intorno e al centro di un gazebo. I suoi occhi proseguirono ad ammirare la scena con adorazione e meraviglia, fermandosi quando arrivò di fronte alla struttura, le cui assi erano contornate da fili intrecciati di rami scuri. Si deliziò della fragranza che emanava quel posto; sembrava che un pezzo del paradiso floreale di Promesse si fosse miracolosamente spostato sul tetto di casa sua.
<< Adoro il modo in cui i tuoi occhi s’illuminano riversando alla persona che li guarda ogni tua singola emozione >> esordì una calda voce dietro la nuca di Juliet.
Lei sentì il suo petto fremere dai ricordi. << Sei tu che hai sempre saputo leggermi dentro >> mormorò.
Sentì Louis prenderle una mano invitandola a guardarlo. Juliet lo fece, inclinando leggermente l’ombrello all’indietro per scrutarlo a meglio. Il cappuccio della felpa gli riparava i morbidi capelli dalla pioggia, ma non impedì a minuscole gocce di scendere sulla mandibola cesellata fresca di rasatura, e su quelle labbra perfette. Lei s’impose di non saltare ai convenevoli e avventarsi su di lui, vogliosa di fargli intendere alla perfezione quanto tutto quello che fino ad ora avesse fatto per lei l’avesse toccata nel profondo.
Louis intrecciò le dita a quelle di Juliet, curvando le labbra in un amorevole sorriso. << Aah tigrotta sei stata tu che me lo hai permesso. Devo ancora ringraziarti per questo >> tracciò con il pollice la curva delle sue labbra voluttuose.
Juliet ghignò. << Mi sembra che tu abbia saputo ringraziarmi a dovere questa notte >>.
Louis rispose a quella lasciva allusione, con una presa possessiva sui suoi fianchi. << Avrei voluto farlo ancora appena aperti gli occhi, ma tu eri scappata >> la provocò, ben sapendo dove fosse andata, ma Juliet rispose ugualmente: << Ero andata a fare una consegna speciale >>.
Lui annuì sapendo anche a chi; il cuore si gonfiò d’amore e orgoglio per la sua donna. << Questo mi ha dato il tempo di organizzarti una piccola sorpresa per il tuo compleanno >>.
<< È bellissimo. >> Lo sguardo di lei splendette di autentico piacere. << Da dov’è spuntato fuori? Pensavo che qui sopra non ci fosse mai stato nulla >>.
<< In effetti non ho mai utilizzato questo posto, ma in quel periodo in cui te ne sei andata, ho cercato qualcosa con cui occupare il mio tempo per non venire a casa di Jade e riprenderti con la forza >> confessò con una punta di malizia. << In realtà quando ho chiesto a Harry di darmi una mano con il progetto, dentro di me sapevo che non era per nulla che lo stavo facendo. Volevo che quando fosse finito, tu potessi vederlo >>.
Juliet gli cinse la nuca con le mani, lasciando ricadere l’ombrello a terra e percependo la carezza della pioggia sul viso. << Ricordi quella volta in macchina? Il disegno sul finestrino? >>. Attese un suo cenno affermativo per proseguire. << Era una bugia. Non ho la minima intenzione di esserti amica per il resto dei miei giorni, Tomlinson. Voglio essere molto di più per te. Voglio provare a darti tutto quello di cui hai bisogno. >> si umettò le labbra con la lingua, portandosi la mano di lui sul suo grembo e coprendola con la sua. Il suo sguardo ambrato era maledettamente solenne. << Prometto che cercherò ogni giorno di dare ad entrambi quello di cui avete bisogno perché vi amo >>.
Louis non resistette all’impulso di stringersela al petto. Affondò il viso tra i capelli di Juliet, tirando un profondo e lungo respiro. << Dillo ancora ti prego >>.
Le spalle di lei si sollevarono in una risatina sommessa, ripetendoglielo ancora, sentendo vibrare attraverso la sua voce cristallina la forza di quelle parole.
<< Juliet… >> esordì Louis, ma lei lo zittì stringendogli in una salda presa i risvolti della giacca di jeans.
<< Ti amo così tanto Tomlinson perché…perché con il tuo amore ho imparato ad amare anche un po’ di me stessa >> confessò mordendosi emozionata il labbro per la veridicità di quell’ammissione.
Fu a quel punto che Louis coprì quel labbro con le sue, strappando a Juliet un suono che lo spinse ad andare più a fondo. Gli si aggrappò, rispondendo con tutta se stessa a quella meravigliosa invasione, levandogli il cappuccio dalla testa e affondando le dita nei suoi capelli.

La lingua di Louis sondò il sigillo delle labbra di Juliet, sussurrandole nel suo alito caldo dolci parole. << Saremo io te, e il nostro bambino. Dio…devo ancora realizzare per bene questa cosa della paternità. So che la mia reazione probabilmente ti avrà spaventato, e non nego che spaventi tutt’ora anche me, ma so che con te posso farcela. Posso perché voglio farcela, per te, per noi. Affronteremo tutto quello che verrà insieme. Non lascerò mai più che tu te ne vada, te lo prometto. Tu mi appartieni, Juliet. Sei destinata ad essere mia. Lo sei sempre stata >>.
<< Bambina >> mormorò Juliet ad occhi socchiusi con gli occhi rilucenti d’amore.
Louis sospirò divertito, ben sapendo che fosse troppo presto per esserne sicuri, ma Juliet gli aveva detto chiaro e tondo che sentiva che fosse una femmina, perciò convenne cautamente di non contraddire la sua tigrotta caparbia. << Bambina >>.
<< Sì >>.
<< Sì, cosa? >> domandò Louis d’un tratto confuso.
<< Sì, sono tua, completamente anima e corpo. E… >> Juliet piegò le labbra in un sorrisetto ironico. << Credo in te e so che mi starai vicina. Dovessi svenire decine di volte, ci sarò io a raccoglierti >>.
Louis rise, baciandola rapito. << Siamo una squadra >>.
<< Oh sì >> convenne Juliet rivolgendogli un largo sorriso. << Adesso…voglio darti il mio regalo di Natale >>.
Louis assunse un’espressione confusa e curiosa allo stesso tempo. Stava per chiederle di cosa si trattasse, ma si trattenne quando Juliet si alzò nuovamente in punta di piedi, premendo il suo corpo flessuoso su di lui. Lentamente si avvicinò al viso di Louis, sfiorandogli le labbra con le proprie. << Mi hai detto che il tuo primo bacio sotto la pioggia non è andato come speravi… >> sussurrò maliziosa, rammentandogli quella giornata in cui lui le aveva confessato del bacio imbarazzante avvenuto da ragazzino con sua madre. << Vediamo se posso rimediare >>.
Il sorriso di lui si fece impudico, il tono sommesso assunse una nota sensualmente roca. << Ooh…sono sicuro che lo farai, tigrotta >>.
Detto ciò Louis la sollevò da terra travolgendo le sue labbra, ghermendo l’anima di Juliet con tutto il suo amore.

 

 
Aprile


Aveva chiamato tutta la squadra a raccolta quel pomeriggio, deciso fermamente a fare una sorpresa a Juliet.
Passò il rullo imbevuto del colore che aveva scelto per quella che sarebbe stata la nursery del nascituro, andando avanti e indietro con il polso e canticchiando qualche nota di una canzone.
<< Ti sto dicendo che questo pezzo non va qui! Ma lì, chiaro? >> urlò Harry a Zayn, nel vano tentativo di costruire la culla.
<< Liam, puoi venire ad aiutarmi un secondo? Qui dice che per evitare che si formino delle bolle sulla carta bisogna raschiarle con quest’affare >> profanò Niall guardando corrucciato l’utensile in questione.
<< Che diavolo ne so io? Guarda che qui c’è scritto che bisogna avvitare le gambe per prime e poi quello di sopra >> borbottò Zayn fissando il libretto delle istruzioni.
Al riccio scappò un basso ringhio. << Sì, ma io bello mio, sono l’architetto e ti dico che dobbiamo montare prima le assi perimetrali! >> replicò ostinato.
<< Ehm Louis? >> Liam lo richiamò. << Il tuo cane ha deciso di partecipare anche lui all’impresa dipingendo il pavimento >>.
<< Che? >> Lui si girò, scoprendo con orrore che un barattolo di vernice si era in gran parte rovesciato sul pavimento e che il cane ci si stava felicemente rotolando, spargendo chiazze arancioni dappertutto.
Cazzo. Così non andava per niente bene e non mancava molto perché Juliet tornasse dall’ospedale.
<< Hanno suonato alla porta. >> esclamò Liam, pulendosi le mani sui pantaloni sdruciti. << Vado io >>.
<< No! Se è Juliet dille di passare in un altro momento. >> Gli urlò dietro Louis guardandosi intorno in preda al panico. << O il mese prossimo! >>.
Dal corridoio arrivarono voci femminili, e il ragazzo si sentì sollevato nell’udire chiaramente che tra loro non c’era Juliet.
<< Ehilà lavoratori, siamo venute a vedere… >> Natasha entrò nella stanza con il suo sorriso solare, ma questo scemò producendosi in un lungo fischio di scherno.
Non meno carina fu la reazione di Allison quando i suoi occhi blu misero a fuoco l’opera. Sbarrò gli occhi, esclamando a gran voce: << Santo dio cos’è questa? una scena da film horror?! >> Fece segno a Carota di avvicinarsi, ignorando quanto fosse sporco di pittura lo prese tra le sue braccia. Mise una mano sul muso del cagnolino. << Tesoro copriti gli occhi, non voglio che tu veda questo scempio >>.
Louis alzò le braccia al cielo, rimanendo in equilibrio sulla scala. << Non è poi così male! >>.
<< No, non è male. È peggio. È spaventoso. Stai cercando di far venire un infarto alla mia migliore amica! >> l’accusò Allie, puntandogli l’indice contro.
Jade tracciò con un dito il colore ancora fresco sulla parete. << Chi è che ha scelto il giallo canarino? >>.
Gli occhi andarono tutti su Louis, il quale si grattò la nuca. << Ho pensato che… >>.
<< Non c’è angolo di questa stanza che non ricordi l’arredamento di un circo >> sentenziò pragmatica Jade.
Questo buttò nell’oblio quel poco di dignità che restò dell’ego di Louis. Decise di mettere da parte anche il suo orgoglio maschile e chiedere aiuto alle ragazze. Voleva una bella cameretta per suo figlio, e sì, i suoi gusti in fatto d’arredamento forse lasciavano un po’ a desiderare.
<< Okay è vero. Io. >> sospirò Louis, guardando anche gli altri e facendo loro segno di assecondarlo. << Noi. Insomma ci chiedevamo se foste disposte a darci una mano >>.
Le donne assunsero un’aria pretenziosa, probabilmente abituate a prendere il controllo della situazione, non si sarebbero lasciate sfuggire la soddisfazione di vederli supplicare.
<< Che ne dite? >> ridacchiò Natasha guardando le sue amiche a braccia incrociate.
<< Io lo faccio esclusivamente per mia nipote. Non permetterò che suo padre la traumatizzi in età così giovane >> commentò Allison accarezzando Carota.
Jade controllò qualcosa sul cellulare. << Abbiamo circa un’ora e dieci minuti prima che la lezione di Juliet finisca >>.
Louis le ringraziò sollevato, poi però metabolizzò la frase della riccia. << Lezione? >>.
<< Corsi pre-parto. Juliet non ti ha avvisato che cominciavano oggi? È al quinto mese di gravidanza, e il dottor Ryan tiene che i suoi pazienti abbiano una buona preparazione >> spiegò Natasha.
Louis s’incupì, perfettamente conscio del perché Juls non glielo avesse detto.
<< Non mi spiego perché tu non sia con lei, Louis. Si sa che a questi corsi partecipano anche i partner. >> commentò Jade con un lampo d’ammonimento nello sguardo grigio.
Fu Harry ad intervenire. << Oggi Juliet e Louis sono andati a fare la spesa >>.
<< Diciamo che hanno anche fatto parecchi incontri interessanti. >> proseguì Niall lanciando un sorriso beffardo all’amico.
<< Curioso come la maggior parte delle ex di Louis si trovassero nello stesso supermercato proprio nello stesso giorno >> Zayn stirò le labbra per non ridere delle facce attonite delle ragazze.
Sembrava che quegli idioti si stessero divertendo un mondo a raccontare della sua incredibile figuraccia. Louis trucidò con lo sguardo uno per uno.
<< State scherzando? >> chiese basita Allie.
Fu Liam a rispondere per lui. << Per niente. Quando una ragazza con cui Louis aveva avuto una storia al college, lo ha abbracciato un po’ troppo calorosamente e gli ha domandato se usasse ancora >> virgolettò le parole con le dita, << quel “trucchetto” per divertire a letto le donne… >>
<< Chi è questa spudorata? >> buttò fuori Nat.
<< Ricordi Jamie? >> fece Harry.
Una “O” d’orrore arcuò le labbra di Jade. << Jamie, quella che faceva di cognome…? >>.
<< Quella! >> tuonò Louis, rosso di vergogna.
<< Santi numi, Juliet come ha reagito? >>.
Liam si schiarì la voce, reprimendo a stento una risata quando vide Louis coprirsi gli occhi con una mano. << Lei ha… >> ecco la parte dolorosa, << Juliet gli ha come dire conficcato una baguette dritto dritto nello stomaco >>.
Louis rammentò con chiarezza la forza che ci aveva messo la sua donna nel tentativo di impalarlo. Malgrado la milza dolorante, quei meravigliosi occhi ambrati colmi di possessività e stizza puntati addosso ad ogni sua ex e il modo in cui lo aveva mandato al diavolo era stato maledettamente eccitante.
<< E questo >> Jade ruotò il dito << era per farti perdonare in qualche modo? >>.
<< Bé in un certo senso sì >> ammise Louis.
Allie sbuffò, inarcando le labbra in un ghigno malizioso. << Mah ti prego! Si sa che non è così che funziona. Una donna non perdona il suo uomo, se non prima di aver avuto una piccola vendetta >>.
<< Aah le donne! Se non ci fate impazzire non siete mai contente >> sospirò Harry.
Jade alzò un sopracciglio scuro, incrociando le braccia sotto al seno. La fascetta d’oro intorno all’anulare sinistro sembrò luccicare del suo sinistro potere. << Ti stai lamentando di qualcosa di preciso, caro marito? >>.
Harry usò la tattica sorridi-se-vuoi-vivere, sbattendo in maniera affabile le ciglia a sua moglie. << Assolutamente no, tesoro >>.
Niente di meno il migliore amico di Louis aveva sposato sua moglie nel mese di febbraio, il giorno di San Valentino.
Era stato più che onorato di fare da testimone alle loro nozze, quando Harry glielo aveva chiesto. La scelta del giorno non lo aveva lasciato sorpreso: Hazza era sempre stato un inguaribile romanticone, sebbene lo tenesse nascosto per paura di essere considerato ridicolo agli occhi dei loro amici, lato che però Jade aveva saputo apprezzare e ammirare senza traccia di derisione quando Harry un giorno le aveva confessato che piangeva ogni volta che guardava film come Titanic. C’erano voluti anni prima che Jade ammettesse i suoi reali sentimenti per Harry, che andavano ben al di là di un’amicizia che aveva radici fin dall'infanzia, ma n’era valsa la pena. Quei due erano fatti l’uno per l’altra e adesso erano finalmente sposati e felici.
<< Ad ogni modo sono certa che Vincent sarà più che lieto di quietare la rabbia di Juliet con le sue premure >> esordì Nat con voce candida, mentre riponeva i barattoli di vernice nella scatola.
<< Aah bé sono sicuro di sì… >> Louis annuì distrattamente, scendendo dalla scala. Poi d’un tratto comprese ciò che la rossa stava cercando di insinuare con le sue parole. Socchiuse gli occhi a due fessure, stringendo i denti. << Che cosa?! E chi sarebbe questo tizio? >>.
<< Il ginecologo di Juliet, ovviamente. >>
Louis scuoté bruscamente la testa. << Non può essere, conosco il ginecologo di Juliet perché siamo andati in ospedale un paio di mesi prima. Si chiama Bill ed è un uomo stempiato e raccapricciante >>.
Natasha piegò le labbra in un sorriso divertito. << Lui è il sostituto del dottor Ryan. Quando siete andati a fare la prima ecografia, purtroppo il dottore era in malattia e non è stato lui a fare la prima ecografia a Juliet, ma da qualche settimana ha ripreso a lavorare >>.
<< Ma non è quel figo da paura che stava alla festa a casa dei tuoi la vigilia di Natale, Nat? >> realizzò Allie sgranando gli occhi.
La rossa annuì, ammiccando verso Louis. << Proprio lui. Che peccato Tommo che adesso tu non sia lì per conoscerlo. È un uomo super-capace il dottor Ryan. Juliet non avrà problemi se ci sarà lui, fidati >>.
Un velo color cremisi calò sulla sua vista. No, che non si fidava. Non si fidava proprio per niente di quel dottorino, e quei commenti insinuanti sul suo conto mandarono l’autocontrollo di Louis in pappa. Doveva andare immediatamente a conoscere quest’idiota e a staccargli le mani e la testa già che c’era.
<< Louis, dove stai andando? >> suonò la voce di Harry, ma l’amico non gli diede ascolto.
Jade roteò gli occhi al cielo; divertita lanciò un’occhiata complice alle altre. << È stato facile >>.
Nat sghignazzò. << Uomini! Sempre pronti a marcare il proprio territorio >>.
Di fronte alle facce attonite dei ragazzi, Allie si ficcò due dita in bocca, fischiando per richiamarli: << Lo spettacolo è terminato, ragazzi. Ora tutti a lavoro >> sorrise trionfante. << C’è una nursery da costruire >>.

 

 

 

<< Ma vi rendete conto?! >> Una Juliet seduta a gambe incrociate, alzò le braccia come richiesto dall’insegnante del corso. << Ed io dovrei anche credere che quella donna da strapazzo non si fosse accorta che c’ero anch’io quando ha parlato in quel modo? >> borbottò, e nello stesso momento distese le braccia, rilasciando il respiro.
La donna sul tappetino al suo fianco, la guardò spaesata. Il suo compagno che le teneva le spalle da dietro, la guardò farfugliando un: << Mi scusi signorina, ma di cosa sta parlando? >>.
<< Pff! Come no >> Juliet roteò gli occhi, continuando come se nulla fosse il suo sfogo. << Come si fa a non notare una che sembra si sia appena inghiottita un’anguria! >>. Lanciò un’occhiata alla sua ascoltatrice. << Un’anguria carina ovviamente! A me la sua piace molto, sa? >> le squadrò attentamente la pancia notando che in confronto alla propria, aveva una dimensione più ridotta. << Avete proprio messo su un bel pallone voi due. >> si complimentò mettendo le mani sui fianchi.
<< La ringraziamo…almeno credo >> La donna sembrò sconcertata.
<< Dov’è il suo partner? >> domandò subito dopo l’uomo.
Juliet pensò che dovesse trovare due bei nomi per i suoi nuovi amici: Mrs e Mr Pallone le sembrarono appropriati.
Sorrise caustica alla domanda di Mr P. << Molto probabilmente a far buon uso dei suoi trucchetti >> con Miss Jamie Pompini, ma questo Juliet l’omise dall’informazione. Quando aveva domandato a Louis l’identità della sfacciata, c’era mancato un pelo che ringhiasse quando aveva sentito il cognome.
La raffica d’insulti che Juliet mandò sottovoce, fu sovrastata dalla voce dell’insegnante che ordinava di mettersi supini e di alzare lentamente e in modo controllato il bacino, con l’aiuto dei propri uomini. A quanto pareva, Juls era l’unica a doverne fare a meno.
Tutti si apprestarono ad eseguire l’esercizio, mentre lei con un sospiro fece lo stesso, andando lentamente giù con la schiena. Sollevò leggermente il bacino, respirando e rilasciando l’aria nei polmoni nel ritornare allo stato di partenza.
D’un tratto Juliet sentì la voce della donna in tuta da yoga a pochi centimetri di distanza. << Vuole che l’aiuti ad alzarsi? >> esordì con voce gentile.
Dopo che aveva preso l'autobus da sola, si ritenne perfettamente capace di fare anche un semplice esercizio da sola. Si sollevò a tentoni, reprimendo una smorfia di fatica. << No la ringra…woo! >> Juliet sgranò gli occhi, presa di soprassalto. Sentì la voce di Mrs P, domandarle se stesse bene, ma era troppo occupata a cercare di capire cosa fosse successo in quell’attimo di tempo.
Con riluttanza accettò la mano della sua insegnante per sollevarsi all’inpiedi. << Credo che andrò a prendermi qualcosa da bere. Grazie mille per la lezione di oggi. Alla prossima >> le strinse la mano riconoscente. Guardò poi la coppietta. << Statemi bene ragazzi. >> Li salutò, avviandosi verso uno dei corridoi.
Poggiò la mano sulla sua pancia scoperta: l’abbigliamento del corso prevedeva un top elasticizzato che però contenesse il seno che nella gravidanza diventava più florido, e un paio di comodi pantaloncini terminanti al polpaccio. Aveva letto su uno di quei suoi libri sulla maternità che fosse opportuno abituarsi ai cambiamenti del proprio corpo e di non vergognarsene, ma andare in giro vestita in quel modo la faceva sentire vulnerabile in un luogo di cui lei aveva ancora timore. Dopo aver comprato una bottiglia d’acqua al bar, con la coda dell’occhio notò di essersi fermata proprio di fronte lo studio del suo ginecologo. Si chiese se fosse possibile essere ricevuta. In fondo la seconda ecografia era stata fissata tra una settimana, quindi non c’era ragione di disturbarlo adesso. Ma…
Juliet chiuse una mano a pugno, pronta a colpire la porta per bussare, ma la ritirò esitando un paio di volte.
<< Mi stavi cercando, Juliet? >>.
Lei sussultò lievemente, colta alla sprovvista. Alzò gli occhi verso il dottor Ryan, trovandovi un certo conforto. Indossava un semplice camice bianco sotto una polo nera, e uno di quei stetoscopi da dottore. La scelta dei colori metteva in risalto quello della pelle abbronzata e dei capelli d’ebano, le cui punte sfioravano il colletto in modo delizioso.
<< Posso disturbarti solo per un secondo, Vincent? >>.
<< Puoi disturbarmi per tutto il tempo che vuoi. Entra >>.
Juliet entrò nella stanza, mettendosi seduta sul lettino dove le indicò il medico. Dopo alcuni tentativi un po’ goffi riuscì a trovare una comoda sistemazione, rimanendo a gambe penzoloni.
<< Com’è andata la tua prima lezione? >> le domandò Vincent.
La sua voce era così profonda e carezzevole con tutte le sue pazienti? Juliet faticava a credere che fosse ancora single. Era a tutti gli effetti il prototipo di una delle prime fantasie erotiche femminili: il maschio dal sex-appeal incredibile con lo stetoscopio al collo. Solo perché era follemente innamorata e incinta, non vuol dire che era diventata anche cieca.
<< Molto bene. >> assicurò lei. << Però...uhm…ho avvertito come una specie di tonfo sordo dentro ad un certo punto. Sembrava mi avessero appena dato un pugno e mi sono sentita strana. >> si morse il labbro. << Ho qualcosa che non va? >>.
Vincent sorrise avvicinandosi a lei con i palmi ben aperti. Juliet non s’irrigidì né provò alcun fastidio, quando le toccò il ventre rigonfio. Non negò il piacere che provò del suo ruvido ed esperto tocco, ma non avvertì nessuna scossa elettrica o salto di un battito. Nulla che andasse oltre l’aspetto fisico, se non intimo a livello strettamente professionale. Un piccolo sorriso le increspò le labbra: se un uomo bello come il peccato come Vincent non innescava neanche una scarica di quella che provava ogni qualvolta che Louis la sfiorava, Juliet sapeva adesso cosa volesse dire avere occhi solo per la persona amata.
<< Solo dolori intestinali dovuti al fatto che il feto comincia a muoversi. Hai sentito un calcetto dal tuo bambino >> spiegò sorridente Vincent.
Juliet restò piacevolmente sorpresa. << La mia bambina si è mossa? >>.
Lui annuì. << Propongo di fare un più chiaro accertamento anticipando la tua seconda ecografia >>.
<< Oh >> Juls annuì. << Va bene >>.
<< Stenditi e rilassati >>.
Una volta cosparsa una parte del ventre con il gel, Vincent posizionò la sonda sulla sua pelle, spostandola in diversi punti. Pochi minuti dopo, gli ultrasuoni emessi dallo strumento tradussero le informazioni analizzate dal computer in immagini video. Juliet non osava guardare sullo schermo. Teneva lo sguardo puntato su Vincent come un raggio laser. << Come sta? >> chiese con una punta d’ansia nella voce.
Il dottore sembrava assorto nei suoi pensieri, mentre analizzava l’immagine. Le sopracciglia scurissime si aggrottarono, e questo non la tranquillizzò per niente. Perché diavolo ci metteva tanto a risponderle? Stava per aprire bocca e rifargli la domanda, quando Vincent si voltò verso di lei, facendole trattenere il fiato in gola.
<< Tutto nella norma. Le manine sono perfettamente formate, la testa sta assumendo una forma regolare e il cervelletto si sta sviluppando. È possibile scoprire anche il sesso adesso >> Vincent fece per girare lo schermo verso di lei, ma Juliet lo bloccò alzando una mano. << No ti prego! Voglio che sia una sorpresa. Ho deciso con il mio compagno che qualsiasi cosa ci attenderà la scopriremo solo all’ultimo. Desidero solo sapere se va tutto bene >>.
<< Ti assicuro che state bene. Ora voglio farti una domanda. Hai sofferto di mal di testa improvvisi o mancanza di fiato in questo periodo? >>.
Juliet ci pensò su, mentre Vincent le passava un panno umido per pulirsi. << In alcune occasioni sì, ma che io mi ricordi nulla di grave >>.
Il medico la fece sedere, controllandole il polso e la pressione. << Fa un bel respiro. Aumento del peso? >>.
Juliet eseguì l’ordine prima di rispondere: << Sto seguendo la dieta che mi ha prescritto il suo collega, quando sono venuta per la prima ecografia >>.
<< Posso farti una domanda delicata? >>.
Juliet annuì, e Vincent le chiese: << Quando tua madre era incinta di te, soffriva d’ipertensione arteriosa? >>.
Bella domanda. << Non saprei, poiché con la mia madre biologica non abbiamo mai avuto un rapporto di confidenza >> ammise facendo spallucce.
<< Aah non sapevo che…ti chiedo scusa per l’invadenza >>.
<< Nah ma figurati. >> Juliet sorrise in un gesto di nonchalance. << Perché ho l’impressione che mi stia sfuggendo qualcosa? >> chiese invece.
<< In gravidanze particolari come queste, bisogna aumentare il numero dei controlli e tenere frequentemente degli esami urinali. Ti aspetterà un duro lavoro negli ultimi mesi. >> Vincent indugiò sulle parole da usare. << Voglio che tu sia a riposo e ti astenga da qualsiasi compito casalingo. Convengo indispensabile anche anticipare il tuo congedo lavorativo >>.
Juliet represse il suo istinto di ribattere su quel punto. In fondo se la decisione fosse dipesa da Jade, l’avrebbe spedita a casa già al secondo mese. << Okay…e questo perché potrei mettere a rischio la salute della bambina. Lo capisco e farò tutto ciò che mi dirà di fare senza contestare >>.
Gli occhi scuri come la pece del suo medico la scrutarono con fermezza. << Di entrambi. >> puntualizzò. << Sono molto soddisfatto della tua collaborazione dal momento che Natasha mi aveva avvertito del tuo carattere restio all’asservimento >> le strizzò l’occhio.
Juliet gonfiò le guance, emettendo un leggero sbuffo. << Ci sto lavorando >>.
Vincent rise divertito, aiutandola poi a scendere dal lettino.
<< Guarda che posso farcela anche da sola. Non sono un’invalida >> commentò Juliet, seppur senza dare segni di protesta quando la sollevò adagio.
<< Ecco fatto >> Vincent le scollò le mani dai fianchi per poggiargliele sulle braccia. << Ci vediamo tra un mese d’accordo? >>.
Juliet dovette piegare all’indietro la testa per riuscire a vederlo appieno. Rabbrividì percependo le mani di lui fare su e giù sulla sua pelle. << Benissimo >> annuì riconoscente.
<< Io entro eccome signora! C’è la mia fidanzata e mio figlio lì dentro! >> urlò una voce dall’altra parte del muro.
Le sopracciglia di Juliet si sollevarono nel vedere Louis entrare alla maniera di un uragano nella stanza. Corrugò la fronte sconcertata nell’esaminare i vestiti che aveva indosso. Avrebbe potuto fare concorrenza ad un dalmata per gli spruzzi di vernice gialla che spiccavano sulla maglietta e sui pantaloni in cotone neri.
Vincent non batté ciglio, ma lasciò la presa su Juliet, abbozzando un mezzo sorriso. << Piacere di conoscerla. Lei deve essere il fidanzato di Juliet >>.
<< E il padre di suo figlio. >> Un ruggito quasi animale gli esplose nel petto al pensiero che quello stronzo gli avesse toccato la donna. Louis fremette dal mollargli un pugno. Dannazione perché non poteva essere stempiato come quell’altro? O una donna?
Juliet alzò un dito. << Punto primo, Tomlinson: figlia. Quando lo imparerai? >> ne alzò un altro. << Punto secondo: cosa ci fai qui e per giunta conciato in quel modo? >>.
<< Credo sia meglio lasciarvi parlare tranquilli. >> mormorò Vincent rivolta a lei, e abbassando di poco il tono per farsi più vicino. << Alla prossima, Juliet >>.
<< Ti ringrazio per avermi ricevuta, Vincent >> Lei gli fece un gran sorriso e Louis digrignò i denti. Tzé, lo chiamava anche per nome!
Vincent rispose con un occhiolino affettuoso, mentre a lui lanciò un educato e gentile gesto di saluto col capo. << Aspetto anche lei >>.
<< Può stare sicuro che non mancherò >> rispose Louis piccato.
Dopo aver chiuso la porta, posò lo sguardo su Juliet. La bocca gli si prosciugò in un istante. Come a provocarlo, teneva le braccia sulle linee dei fianchi morbidi, quella specie di fascia che indossava tratteneva a stento i suoi deliziosi seni floridi. Fece scivolare lo sguardo sulla liscia protuberanza della pancia, indugiando su quelle curve peccaminose e giù fino alle lunghe gambe seducenti. Juliet piegò la testa, mettendo in mostra la sensuale linea del collo. << I miei occhi sono qui sopra, Tomlinson. >> lo rimbeccò.
In un attimo le fu davanti. << Quel tizio ti stava un po’ troppo addosso per i miei gusti >>.
<< Quel tizio come lo chiami tu è il mio ginecologo e il suo contatto è puramente giustificato >> replicò tirando in alto il mento. << La stessa cosa non può dirsi della tua amichetta del supermercato >>.
<< Ha detto e fatto tutto quanto da sola! >>.
Juliet non ce l’aveva mai avuta con Louis, sapeva che non ne aveva colpa e non poteva fingere di non conoscere il suo passato. Non era responsabile del fatto che quella ragazza facesse di cognome Pompini. Forse più tardi gli avrebbe anche chiesto scusa dell’episodio per la baguette. Ma rimaneva comunque abbastanza cocciuta da non dargliela vinta tanto facilmente. Ancora con il muso, cambiò argomento: << Perché sei sporco di pittura? >>.
Un velo di rossore comparve sugli zigomi di Louis. << Non ho avuto il tempo di cambiarmi. Ero troppo impegnato a pensare ad un modo per rompere il culo al carismatico dottorino. Quel tizio non la smetteva di tenerti gli occhi addosso, Juliet >> ringhiò.
Juliet schioccò la lingua, alzando gli occhi al cielo. << Forse perché è il suo lavoro? >> lo beffò.
<< Come gli piace il suo lavoro! >>.
Lei sbuffò scocciata. << Andiamo! Immagino che conquista sarei poi in questo momento. Tomlinson per favore, ho i piedi gonfi come due hot dog troppo cotti, le smagliature, sono grassa, brutta e strana… >>.
<< Basta! >> Louis serrò i pugni sui fianchi per sconfiggere l’impulso di mostrarle proprio in quella stanza, quale effetto gli suscitasse. La maternità l’aveva resa ancora più sexy. Era così carina nel suo sdegno, con le guance un po’ arrossate dalla stizza. Allungò una mano verso i suoi capelli legati in una lunga coda di cavallo che tirò leggermente all’indietro. << Non dire mai più una cosa del genere. Non sei né grassa né brutta. Non c’è niente di più bello di una donna che porta in grembo il figlio del suo compagno. >> Con le labbra le accarezzò la mandibola.
Un mezzo sorriso le spuntò dal suo volto d’apparente impassibilità. << Che dolce che è il tuo papà quando fa il geloso, vero? >> lo punzecchiò puntellandosi il pancione con le dita. << Ero venuta da Vincent per accertarmi che andasse tutto bene. >> il tono si raddolcì. << Quando ero a lezione, la bambina si è mossa >>. Louis restò a bocca aperta, entusiasta le prese il ventre tra le mani. << È una notizia fantastica, Juliet! >> I suoi occhi si scurirono di dispiacere. << Mi dispiace da morire di essermelo perso. Perdonami se non c’ero >>.
<< Ooh non fa niente. >> Juliet si morse il labbro, sorridendogli vivacemente. << Scalcerà ancora e quando succederà non mancherò di dirtelo >>.
Louis si piegò per darle un dolce bacio sulla fronte. << Più tardi mi dirai com’è andata il resto della visita. Adesso devi venire con me >>.
<< Dove? >>.
<< Ti dirò strada facendo. >> ammiccò prendendola per mano.
<< Uhm…Louis? >> Juliet si morse il labbro in imbarazzo.
<< Cosa c’è piccola? >>.
<< Prima di andare io devo…devo fare pipì >>.

 

 

 
Agosto

 

<< Ti sbagli mia cara! Mia nipote porterà il MIO come secondo nome >> affermò tronfia Joannah.
Una mano poggiata a pugno sul fianco, l’altra a mo’ di protesta con il dito alzato, Bethany contestò pacatamente: << Non essere sciocca! Io sono la nonna materna. Porterà il mio di nome! >>.
Sedute placidamente sul divano, Allison e Juliet assistevano basite all’accesa discussione delle due donne.
Allie piegò la testa per mormorare qualcosa all’orecchio di Juliet: << Da quant’è che vanno avanti così? >>.
Juliet bevve un sorso del suo thé freddo. << Da circa tre quarti d’ora >>.
<< Ora capisco perché al telefono mi avevi detto che si trattava di un’emergenza >> ridacchiò la mora.
<< Invidio Louis che se l’è potuta svignare con la scusa del lavoro >> mugolò Juls a bassa voce. << Sembra uno di quei talk show in cui le vecchiette si prendono ad insulti a vicenda >>.
<< Oh tu credi che si tireranno anche i capelli? >> commentò Allie divertita.
Juliet sbatté le palpebre, sospirando. << Per dio spero proprio di no. Piuttosto com’è andata la tua luna di miele? >> chiese.
Gli occhi blu intenso di Allie brillarono di gioia. << Meravigliosamente bene. Bora Bora è un luogo stupendo, e Niall è quasi morto quando gli ho detto che avevo affittato una tuta da sub per nuotare in mezzo agli squali >>.
<< Ti odio. E odio ancora di più la foto che mi hai inviato dove avevi quel cappellino di paglia e in mano il Margarita >>.
Allie rise, dandole un buffetto sulla mano. << Non è vero. Mi hai adorato follemente quando di ritorno dal viaggio ti ho portato quel babydoll di seta e pizzo >>.
<< Ti ho parzialmente perdonato, è vero. Il tuo regalo l’ha apprezzato specialmente Louis. >> convenne Juliet con voce flautata. Nei mesi di gravidanza, Juliet aveva scoperto quanto poteva amplificarsi il piacere del sesso anche in presenza del grosso pancione. Aveva letto su un qualche opuscolo che tutto diventava ancora più intenso e carnale, ed era pienamente vero: rammentò l’emozione devastante che l’aveva avvolta quando qualche giorno prima aveva fatto l’amore con Louis nel gazebo. E poi c’era anche il fatto che il rapporto contribuisse ad invogliare il parto. Vincent aveva detto che con molta probabilità nelle sue condizioni, Juliet avrebbe potuto partorire anche prima della data prevista. Juliet aveva avvertito una certa ambiguità nelle sue parole in alcuni momenti delle sue visite, ma non ci aveva badato più di tanto: quello che realmente le interessava era sapere che la bambina fosse in buona salute, solo quello.
Allison alzò le braccia, scuotendo bruscamente la testa. << Ti prego non voglio sapere! La tua faccia dice tutto e troppo >>.
Juls gongolò posando la tazza sul tavolino di fronte a lei.
<< A proposito, tra qualche settimana arriverà il grande evento >> esultò la mora accarezzandole il pancione, e Juls la fece fare. << Come sta reagendo il tuo papà, tesoro? >>.
Fu lei a rispondere. << Ah benissimo! Mr Sono-una-roccia >> gonfiò la voce con teatralità, << è svenuto due volte quando parlavano di punti e di placenta >>.
La mora fece per parlare, ma si bloccò al discutere perentorio di Joannah e Bethany. << Signore >> le richiamò con voce gentile. << Perché non vi sedete insieme a noi e…? >>.
Gli occhi azzurri delle due donne si voltarono supplichevoli verso Juliet.

Ah povera me.
<< Juliet, dì a questa donna quale secondo nome porterà la bambina, per favore. Così se ne farà una ragione! >> disse Beth con finta indulgenza. Joannah esplose in un borbottio d’indignazione.
Juliet si portò due dita alle tempie, massaggiandole con movimenti circolari. << Io sono la madre. Sono io che decido e la mia decisione è che la bambina non porterà il nome di nessuno delle due. Adesso sedetevi e smettetela di discutere >> scandì le parole con tono placido.
Le due donne misero il broncio, e lei sperò che finalmente tacessero.
All’improvviso una strana fitta le fece contrarre i muscoli del corpo, provocandole un lieve spasmo. Juliet aveva imparato a riconoscere i calcetti della piccola quando accadevano, e questo non aveva nulla a che fare con i suoi movimenti. Allie parlava con sua madre e Joannah, piegandosi in avanti per prendere la bottiglia d’acqua e un bicchiere. L’aprì per versare l’acqua, quando a Juliet sfuggì un gemito di sconcerto nel percepire un liquido scivolarle tra le cosce.
<< Allie! >> gridò senza fiato, agguantandole il braccio in una morsa. << L’a…ac-acqua >>.
La mora guardò la bottiglia nelle sue mani, poi la pozza sul pavimento che Juliet le indicò con dito tremante. << Non l’ho nemmeno versata! Per una volta che non combino pasticci mi sgridi senza… >> La realtà della cosa la spiazzò. Fissò l’amica dritto negli occhi. << Oh…dannazione! Juliet ti si sono rotte le acque! >> urlò alzandosi e cominciando a saltellare su e giù dalla sorpresa.
Con occhi sbarrati, Bethany e Joannah esclamarono all’unisono: << Ora?! >>.
Juliet si alzò all’inpiedi, barcollante.
Respira. Conta. Respira. Socchiuse gli occhi contando mentalmente come le avevano insegnato al corso pre-parto. << Bene signore. >> buttò fuori l’aria. << Direi che la piccoletta è stanca di aspettare >>.

 

 

 
<< Scusa, scusa, scusa. Chiedo scusa a entrambe, non volevo! >> ripeteva Allie terribilmente mortificata, aiutando Juliet ad entrare nell’ospedale insieme a Bethany che si aggiunse alla filippica. Joannah era corsa via ad informare Louis, e poi il resto della brigata.
<< Che vuoi che sia, tesoro. Non l’avete mica fatto apposta a dimenticarmi a casa. Poteva succedere a chiunque >> sdrammatizzò Juls con un gesto di mano. Non appena avevano preso le borse e tutto l’occorrente, Allison e sua madre erano uscite di casa come una furia urlando a destra e manca frasi come “Sbrighiamoci! Presto, presto” e “Juliet sta per partorire”. Insomma c’era voluto un po’ prima che le due si rendessero conto che la sottoscritta non era in macchina con loro, ma fortunatamente erano tornate indietro a riprenderla. Bethany chiamò un medico, ordinando che a sua figlia venisse prestato soccorso e che chiamassero il dottor Ryan. Alcune infermiere si scambiarono comandi per preparare la sala parto all’ultimo piano. Ultimo piano?! Juliet deglutì rumorosamente. L’ospedale era fornito di quattro piani, e loro si trovavano al piano terra. Si prospettava proprio una bella impresa.
<< Aah! >> gemette ad un’altra contrazione. A fatica si riportò dritta con la schiena, incontrando lo sguardo di un medico dal volto conosciuto. Dov’è che le sembrava di averlo già visto? Tra le mani reggeva una sedia a rotelle e teneva gli occhi su di lei, e Juliet si ritrovò a ribattere ancor prima che proferisse parola. << Non se ne parla! Per la trent’ottesima volta: io non sono un’invalida! >> borbottò reprimendo una smorfia a causa della schiena dolente.
Il medico dai capelli bianchi non le prestò ascolto. << Signora, le chiedo di non fare la difficile e di sedersi. Sta per entrare in travaglio e non deve affaticarsi più di quanto non dovrà già fare >>.
<< Juliet, tesoro. Fa come ti dice il medico >> la pregò Bethany.
Il dottore le andò vicino, poggiandole una mano sulla schiena. << Segua il consiglio di sua madre... >> la spronò a piegarsi per mettersi sulla carrozzina, contro le sue proteste. Quando Juliet percepì chiaramente la mano del vecchio scivolarle sul sedere, scattò all’indietro, colma di riprovazione. << Wo! Che fa tocca?! >>. Saettò con lo sguardo sui particolari del volto sfigurato dalle rughe, finché non rammentò un ricordo sfocato di quel tipo. Era quel medico che lei e Louis avevano visto quel giorno che erano venuti in ospedale per festeggiare il compleanno di Zeke.
<< Signora io non… >>balbettò rosso in viso Capelli bianchi.
Juliet alzò un dito, gli occhi fiammeggianti e minacciosi. << Mi ascolti bene adesso. Non sono venuta fin qui in macchina, per farmi palpare il sedere da un vecchio dottore pervertito e farmi mettere su una sedia a rotelle. Sono perfettamente in grado di camminare. La mia bambina si merita una mamma che arrivi in sala parto con le sue gambe. >> Si mise ad ansimare, colta da quella che sembrava essere una terribile contrazione, ma la sua voce rimase caustica e ferma: << Perciò voglio che si tolga dai piedi, perché è arrivato il momento che io, la mia anguria e queste due donne dietro di me, prendano quella fottuta ascensore. Con permesso. >> Detto questo lo spintonò, ignorando ogni sguardo di sconcerto o disprezzo, e proseguendo a testa alta e fiera verso la prossima tappa.
Agli occhi dei passanti nascose ogni traccia d’intima preoccupazione. Quando entrò nell’ascensore strinse gli occhi, alternando singulti a spasmi di dolore.

Per favore Louis…fa presto.

 

 

 

 
Non posso farcela
.
Furono le parole che Louis pronunciò nel momento in cui mise piede nell’ospedale. Non aveva idea di come avesse fatto, ma quando sua madre era piombata in negozio, annunciandogli che Juliet stava per dare alla luce loro figlio, le sue gambe erano inconsapevolmente saettate dentro l’auto. Ci volle un’infinità di tempo e di pazienza prima che la signora al banco informazioni gli dicesse dove trovare Juliet. Ora che lo sapeva doveva solo muovere il culo e andare da lei.
<< Louis! Alleluhia. >> Allison irruppe davanti ai suoi occhi non appena le porte dell’ascensore si aprirono. << Niall mi ha chiamato poco fa. Stanno arrivando tutti >>.
<< Lei sta…? >> chiese a fatica.
<< Non ancora. Ma ha chiesto di te. >> Allie lo fissò truce.
Louis si passò entrambe le mani tra i capelli con così tanta pressione da dividerli a ciocche. << Non credo di farcela >>.
La mora strinse gli occhi a due fessure. << Non fare il fifone. Cosa vuoi che sia un parto! >> sdrammatizzò con un gesto di nonchalance. << Qualche grido sovrumano, un pò di sangue… >> gli voltò le spalle per premere il pulsante dell’ascensore. << Dicevo… >> fece ma quando si girò rimase confusa nel non vederlo. << Louis? Dove diamine sei andato a finire? >> D’istinto guardò ai suoi piedi e non fu sorpresa di ciò che scoprì. Alzando le braccia al cielo, mormorò una preghiera per la sua migliore amica.
Allison si portò due dita all’attaccatura del naso. << Louis Tomlinson sei un caso disperato. >> commentò rimproverante, mentre si recava all'ufficio informazioni. Si sporse oltre il bancone, afferrando il microfono e beccandosi un’occhiata minacciosa dalla signora . << Uno, due, tre prova. Mi sentite? >> Picchiettò sulla cuffietta prima di annunciare con un elaborato schiarimento della gola: << Attenzione piccolo problema al reparto ostetricia. Ripulire la corsia sette! Grazie della collaborazione >>.
<< Grazie >> mormorò Louis ad Allison tempo dopo essersi ripreso. << Di nulla. È stato divertente guardare quando quei tipi con i camici volevano metterti sulla barella. Ma ho pensato che se avessi lasciato che ti ricoverassero, Juliet non ne sarebbe stata molto contenta. Ti senti meglio? >>.
<< No per niente. Mi sento uno schifoso codardo. >> ammise.
Camminava su e giù in corridoio fuori dall’infermeria, cercando di non pensare che la sua bellissima e coraggiosa Juliet stava patendo le pene dell’inferno dietro quella porta. Allie gli aveva detto che le contrazioni si erano intensificate e fatte più frequenti d’ora in ora. Ogni volta che la sentiva gemere per l’assalto di una nuova contrazione, Louis era certo di svenire. Con quale coraggio poteva presentarsi al capezzale di Juliet bianco come un cadavere e incapace di reggersi in piedi? Sapere che la donna che amava stava soffrendo, gli faceva venir voglia di prendere a pugni qualcosa. O meglio, se stesso. Si passò per l’ennesima volta una mano tra i capelli, inalando quel poco d’aria che riuscì a catturare. Un’infermiera uscì dalla stanza, permettendo a Louis di scorgere di sfuggita l’immagine di Juliet sul lettino. Ad un lato del letto c’era Bethany che le bagnava la fronte con un panno umido e dandole cubetti di ghiaccio visto che il travaglio sembrava protrarsi all’infinito. La madre di Juliet alzò gli occhi, incrociando il suo sguardo. Mormorò qualcosa all’orecchio di Juliet, poi uscì dalla stanza. << Ci siamo. >> mormorò Bethany quando fu fuori, con una morbida luce negli occhi azzurri. << La bambina sta per nascere, Louis >>.
Lui entrò con passo goffo, il cuore in gola. Andò al fianco di Juliet, piegandosi per imprimerle un bacio adorante sul palmo sudato della mano. << Tigrotta >> sussurrò con lingua impastata, e un senso di gioia e d’angoscia che gli risaliva in gola.
<< Sei qui. Sapevo che ce l'avresti fatta… >> annaspò lei con voce orgogliosa. Poi il suo viso si contrasse in una smorfia tesa e la sua mano diventò una morsa. Juliet lanciò un urlo agghiacciante, e Louis si sentì cedere le ginocchia, ma non lasciò andare la presa. Vincent le ordinò di spingere, e Juliet digrignò i denti per lo sforzo.
<< Lo sai quanto sei incredibile? Sarai una madre fantastica per nostro figlio, Juliet >>. Un altro rantolo di dolore le uscì dalle labbra secche, sommergendo Louis. Pregò dio che andasse tutto bene.
Il medico ordinò alle infermiere di avvicinarsi. << Okay Juliet. Lo vedo, un’ultima spinta >>.
Juliet alzò la schiena mentre spingeva. Un altro grido le spaccò la gola, e poi il più bel suono del mondo, il pianto di un neonato, riempì la stanza.
<< Congratulazioni Juliet, è un bellissimo maschietto. >> esordì la voce di Vincent.
Juliet cadde all’indietro, i capelli le coprirono il viso, gli occhi erano velati da lacrime di felicità e guardavano verso loro figlio. << Ooh guardarlo Louis, è perfetto! >> la voce si ruppe a metà scuotendo la testa. << Per favore, non voglio che pensi che la sua mamma non lo voglia bene solo perché credeva fosse una femmina >>.
Louis le sorrise amorevolmente, scostandole i capelli dal viso. << Non lo penserà tesoro, stai tranquilla. >> le baciò una tempia. << Possiamo vederlo? >> mormorò poi verso Vincent.
<< Non ancora. Tra pochi secondi, anche vostra figlia vorrà venire alla luce >>.

 

 

 

Figlia. Tra pochi secondi, anche vostra figlia vorrà venire alla luce
I suoi occhi increduli non lasciarono un istante il viso di Vincent. << S-sono due… >> sussurrò più a se stessa che ad alta voce. Gemelli.
Juliet rimase con il fiato corto, mettendo insieme i pezzi dei ricordi di quegli ultimi mesi. Realizzò allora il senso delle parole del suo medico, ogni qualvolta le raccomandava esercizi e test da eseguire: era stato per prepararla a questo. Ad un parto gemellare.
<< Ma nella prima ecografia, il suo collega non ce ne aveva messo al corrente! >> contestò Louis, la mascella tesa. << E nemmeno lei >>.
Juliet rammentò tutte quelle volte in cui si era rifiutata di ascoltare il suo ginecologo sul sesso del bambino. Ma Vincent l’aveva a sua inconsapevolezza controllata assiduamente e preparata nonostante la sua decisione. Louis era stato d'accordo con lei sul non venire a conoscenza del sesso del bambino, ma adesso vedeva in lui una traccia di rimorso e lei ne comprese il motivo. Una sera, molto tempo prima che Juliet rimanesse incinta, Louis le aveva raccontato di una perdita che aveva subito nella sua famiglia: Sua nonna era rimasta incinta di due gemelle, ma purtroppo, solamente Joannah, ovvero sua madre, era riuscita a sopravvivere alla nascita. La seconda figlia era nata morta a causa di un incidente che aveva avuto la madre durante il parto.
<< È stata una mia scelta, Louis. Vincent non ne ha nessuna colpa >> mormorò stringendogli la mano.
<< C’è la possibilità che l’ecografo non abbia captato il secondo feto, quando avete fatto la prima ecografia. Può succedere se… >> Vincent fu costretto ad interrompere la frase, mentre un’infermiera lo informava a proposito di un qualche problema.
<< Ne sei sicura? >>. La donna rispose mestamente di sì. << Va bene. Riduci la somministrazione di ossitocina >>.
Juliet ebbe un cattivo presentimento. << Che succede?! Mio figlio… >>.
<< Lui sta bene, Juliet. Ma è la bambina. Dovremmo ricorrere ad un taglio cesareo. Fortunatamente è in posizione podalica, quindi non sarà difficile farla uscire, ma c’è il rischio che eseguendo il parto naturalmente tu possa subire un’emorragia. >>
Louis aumentò la presa sulla sua mano, e a Juliet si strinse il cuore per come gli s’inclinò pericolosamente la voce. << Mi sta dicendo che Juliet potrebbe…? >>.
<< No. >> La voce di lei suonò più forte di quanto entrambi potessero credere. Scuoté forte la testa. << No, Louis, guardami. >> gli prese il viso tra le mani, obbligandolo ad incontrare il suo sguardo. << A me non succederà niente >> mormorò.
<< In questi casi bisogna provvedere anche alla salute della partoriente, ma la scelta sta a Juliet >> Vincent suonò conciso, anche se lei riconobbe chiaramente una traccia di preoccupazione nel tono di voce. << È mio dovere dirti a che rischi potreste correre tu e la bambina >>.
<< Posso farcela. >> Nonostante un spasmo la scosse di sorpresa, Juliet annuì. Incontrò gli occhi di Louis, e gli sorrise: << Fidati di me. >> mormorò.
<< Mi fido di te, ma non voglio perderti. >> Non lo aveva mai visto così spaventato, ma Juliet gli baciò la mano come aveva fatto lui poco prima. << Non succederà, Tomlinson >>.
Juliet informò Vincent della sua decisione, e lui ordinò ai suoi colleghi di prepararsi.
All’improvviso un’altra forte contrazione la investì, facendole sbarrare gli occhi. Quando le fu detto di spingere, Juliet lo fece. << Non mi arrenderò, Louis. Non adesso >> sibilò con il volto imperlato di sudore. 
Lui abbassò la testa di fianco al suo viso e le sussurrò intime parole d’incoraggiamento. Un elogio per ciò che gli stava dando quel giorno e un giuramento di devozione per il futuro.
Juliet chiuse gli occhi, stringendogli la mano. Gridò per il dolore atroce che le scosse il corpo, ma continuò a spingere.

Non permetterò che ti accada niente, bambina mia. Tra poco saremo insieme te lo prometto, ma ora devi combattere insieme a me... mormorò a sua figlia. Non lascerò te e il tuo fratellino senza una madre. Lacrime calde le scivolarono sugli zigomi, dopo quella che le sembrò un’infinità, una piccola macchiolina rosa comparve davanti ai suoi occhi vacui, per poi venire presa in braccio da un’infermiera.
Juliet sospirò d'immenso sollievo, poi sentì la voce roca di Louis sussurrarle all’orecchio: << Ce l’hai fatta, amore mio >>.
Lei voltò la testa, scoprì che Louis stava piangendo. Commossa di vedere l’uomo che tanto amava, piangere, si sporse per baciarlo sulle labbra. << Insieme >> sussurrò sorridendogli tra le lacrime.
Lei, lui, e i loro due piccoli guerrieri.

 

 

 
Note dell’autrice

Buon pomeriggio splendori. Innanzitutto voglio augurare a tutte voi un buon inizio d'anno scolastico; alle mie lettrici più grandi augurò un buon inizio all'università :D Probabilmente voi sapete quanto significhi per me sapere che voi ci siete sempre nonostante adesso pubblichi ogni mese, ma mi sento in dovere di giustificarmi ugualmente: il capitolo come avrete potuto notare è piuttosto lungo ( spero non dispiaccia ) e ci ho messo del tempo in più a causa della febbre che mi ha colpito all'inizio di settembre. Ebbene sì, sono la sfiga in persona! .-. Il tempo di riprendermi ed è passata una settimana in più rispetto al solito! Perciò ecco volevo dirvelo ugualmente, non per avere compassione da parte vostra, ma perché sono consapevole che a voi devo tutto, ogni grammo di quello che ho raccolto finora è tutto merito vostro e non lo prendo alla leggera.


Volevo farvi anche un piccolo avviso, anzi due: questo non è propriamente l'ultimo capitolo, poiché la prossima volta ci sarà l'epilogo eh eh e non temete dopo potrete finalmente urlare di gioia per esservi liberate di me ^^ Altro avviso: nei prossimi giorni posterò un altro momento riguardante la serie The dress of seduction: Happy Ever After con il matrimonio di Jade ed Harry di cui vi ho parzialmente parlato già in questo capitolo. In conclusione alla "saga" non mancherà di certo quello di Allison e Niall :D Parlando del capitolo, ho pensato molte volte a come avrei voluto strutturarlo, e alla fine ho deciso di raccogliere un paio di ricordi ai mesi precedenti al parto. Ho cercato di renderlo anche "comico" se così posso dire, per non annoiarvi in certi punti, poiché è lungo e non volevo che lo trovaste molto pesante quindi perché non smorzare tutto con qualche risata? Eee rullo di tamburi, chi ci è rimasto secco a scoprirlo oltre a Louis? xD Sono gemelli! Segreto che mi sono tenuta nella tomba da quando ho cominciato a scrivere la storia. Già in partenza sognavo che Juliet rimanesse incinta, ma non di uno, bensì di due perché diciamo che ho la predilezione per i gemellini maschio e femmina *-* Ho osato descrivere il parto, ovvio in maniera limitata perché sinceramente sono un'inetta nei campi della medicina e non ho un figlio e chiedere a qualcuno sarebbe stato imbarazzante lol quindi ho *sussurra* letto molti forum, anzi a decine, per farmi un'idea di come funzionasse una gravidanza! Se ho sbagliato qualcosa, vi prego di perdonare la mia magra figuraccia u.u'


Detto questo, posso aprire il mio angolo smielato dei ringraziamenti? :3 Non temete non sarà lungo quanto quello che ho in serbo nel finale♥ Di volta in volta vedo crescere il numero dei visitatori. Noto con piacere che si aggiungono nuovi lettori e spero si stiano godendo la lettura di questa storia. Sono conscia del fatto di non potermi ritenere una scrittrice, ovvio che questo è un termine che non si addice a me, ragazzina di 17 anni ahahah dal momento che so che qualche volta abbia potuto peccare in alcuni punti, e potevo fare di meglio nello spiegare certi particolari e situazioni. Sono un'autocritica, lo sapete, ma non vi nego mai quanto mi lusinghino le vostre considerazioni, e quanto apprezzi sapere ciò che ne pensate. Lo ripeto: Grazie. Grazie per aver aperto la pagina per scoprire un mio aggiornamento, grazie per esservene interessate, per avervi regalato una vostra parola in merito, grazie a tutte, ad ognuna di voi ragazze♥ Ora se non volete farmi piangere più di quanto non abbia fatto ieri nel vedere This is us *w* vi mando un grosso bacio, ringraziandovi ancora per essere arrivate fin qui con me.

Al prossimo ed ultimissimo capitolo, vostra Ella♥

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Capitolo 31
*** Epilogo ***


Epilogo pronto

Epilogo

 

 

I tenui raggi del sole filtravano dai pori della tenda, spargendo di una luce dorata i mobili color crema nella cameretta. Juliet piegò le gambe, portandosi distesa sulla poltrona in un angolo della stanza. Un mugolio proveniente dall’interno di una delle due culle la fece sorridere e alzare a controllare. Si era appisolata per una buon’ora non appena era riuscita a mettere a dormire i gemelli. Prima non aveva idea del tempo che fosse necessario per convincere un neonato a smettere di urlare, ma in quelle tre settimane passate, adesso Juliet sapeva molte cose:
A- Le occhiaie avrebbero fatto rizzare i peli anche ad una donnola spelacchiata e le tette parevano due prugne cotte nel forno con un allattamento dopo l’altro;
B- Se volevi che il bambino dormisse, allora dovevi fargli ascoltare il rumore che produceva la ventola della cappa accesa in cucina ( niente domande, sapeva solo che funzionava! );
C- L’area 51 non era niente a confronto dello stato del bagno, quando c’erano di mezzo i pannolini sporchi;
D- Alla domanda del tuo compagno: “C’è qualcosa che posso fare per te?” la risposta era decisamente un grosso grasso “vaffanculo”.
E- Tenere tra le braccia i propri figli era un’esperienza indicibile, la più bella e appagante per una madre.
<< Chi è che fa i capricci? >> mormorò candidamente con un sorriso sulle labbra, quando scorse lo sguardo in entrambe le culle.
Un esserino rosa contorceva le mani da una parte all’altra, protestando che la copertina intralciasse lo scalciare dei piedi minuti.
Juliet ghignò orgogliosa. << Tuo padre avrebbe qualcosa da ridire, Maggie, circa il tuo comportamento da ribelle >>.
La bambina scalciò ancora di più, producendosi in una serie di mugolii strozzati e Juliet ridacchiò, sollevandola e prendendola in braccio. Come d’istinto, anche il maschietto sembrò recepire il messaggio della sorella. Wyatt aprì leggermente gli occhi, lanciandole un’occhiatina come voglioso anche lui di ricevere le meritate attenzioni dalla sua mamma.
<< Va bene, state buoni. Che ne dite se vi racconto una storia? Vi piacerà. Riguarda voi >> Detto ciò Juliet adagiò Maggie sulla poltrona, distendendola con attenzione per poi fare la stessa cosa con Wyatt. Fortunatamente la poltrona era abbastanza spaziosa da contenere i corpicini di entrambi.
Juliet s’inginocchiò davanti a loro, schiarendosi brevemente la gola come per richiamare la loro attenzione. << Adesso vi spiegherò l’origine dei vostri nomi >>.
In risposta Wyatt sbatté la mano sul bracciolo della sedia.
<< No, ragazzo, non ci sarà alcuna spiegazione da dove nascono i bambini se è quello che ti aspettavi. Non adesso, e per quanto mi riguarda lascerò al tuo papà questo privilegio. Non mi priverò del divertimento di vederlo sudare freddo e di andare nel panico >> sorrise tronfia.
Juliet sollevò il dito per posarlo delicatamente sul naso di suo figlio, il quale aprì la piccola boccuccia con le stesse labbra morbide e sottili di Louis, cercando di succhiarlo. << Dopo qualche ora che eravate nati, ho chiesto alle infermiere di portarvi da me. Non avevo chiuso occhio, mi sembrava impossibile farlo quando non avevo nemmeno avuto la possibilità di vedervi. È stato nel momento in cui ti ho preso tra le braccia, che ho pensato a mio padre. Porti il suo nome, di tuo nonno sai? Wyatt David Tomlinson. Devi andarne fiero, piccolino.
È stata la persona più buona e onesta che abbia conosciuto, e la migliore che potesse crescermi. La grinta di entrambi di voler venire alla luce mi ha resa così fiera, che ho scelto per te il nome Wyatt. Il mio guerriero… >> si sporse per baciare suo figlio sulla guancia liscia e morbida come il velluto, per poi spostare l’attenzione a sua sorella. << Lungi da convincere il tuo paparino a lasciare il posto a me quando era arrivato il momento di allattarti. Se avesse potuto, credo che lo avrebbe fatto lui! Ripeteva quanto fossi bella e importante per lui. Ti accarezzava come se tra le mani avesse la perla più preziosa di questo mondo, e Margaret ci sembrò perfetto per te >> ne accarezzò delicatamente la testolina con le dita, << Non potevo permettermi di perderti, non avrei permesso che nulla ti separasse da me. Sei stata così coraggiosa bambina mia, hai lottato con me fino all’ultimo secondo senza mai arrenderti. Ti hanno tenuto nell’incubatrice per alcuni giorni per dei controlli, e alla fine mi hanno assicurato che eri perfettamente in salute. Come Wyatt anche tu porti un secondo nome, Audrey, che rappresenta la forza nobile che brilla nei tuoi occhi. >> Juliet teneva le mani ai lati dei suoi figli, con un sorriso fiero sulle labbra.
Le sembrava di aver vinto il più grosso dei montepremi alla lotteria, e in realtà era così.
La sua famiglia era il suo premio: Louis, Maggie e Wyatt erano insieme e si amavano. Dentro di sé, la sua vocina canticchiò entusiasta, incredula che tutto questo adesso fosse finalmente suo.
Al diavolo l’aspetto di uno zombie, Juliet si sentiva maledettamente bene, e avere ciò che le era sempre sembrato impossibile prima, era una sensazione fantastica.
<< Ehi >> La porta si spalancò, e Louis entrò nella stanza.
Juliet sentì un formicolio della pelle sulla nuca, il sangue prese a riscaldarsi alla vista del suo uomo.
Una settimana fa Vincent l’aveva visitata fornendole una diagnosi di buona salute…e il via libera per il sesso.
Il che era ottimo, se non fosse stato che a Louis non sembrava interessare. Non che non fosse stato la solita mamma chioccia di sempre, rivolgendole tanta premura e affetto fin dal primo momento che l’aveva riportata a casa. Ma a Juliet non era di certo sfuggito il suo modo evasivo tutte le volte che lei aveva cercato un contatto un po’ più fisico.
Non aveva ancora affrontato quest’argomento con lui, troppo occupata con i bambini per farne un problema, ma quel giorno avrebbe messo le carte in tavola e preteso una spiegazione.
Il piano A non aveva funzionato, ma Juliet non cedeva. << Ehi >> gli rispose di rimando.
Lui si avvicinò alla poltrona, allungando una mano per accarezzare i bambini. Entrambi avevano preso gli stessi suoi occhi azzurri, e Juliet moriva dentro quando lo vedeva sorridere, oppure la notte come se lei non lo sapesse, dopo che si era assicurato che lei dormiva profondamente, lui andava nella nursery cullandoli quando piangevano oppure in più di un’occasione lo aveva visto starsene a contemplare lei e i bambini con lo sguardo mentre riposavano sul letto tutti e tre insieme. << Sono tutti di là. Ho pensato di venire ad avvisarti così se vuoi puoi cambiarti, o… >> alzò lo sguardo, spostandolo verso il basso. Con un certo piacere, Juliet lo vide deglutire << …metterti un reggiseno se… >>.
Lei ghignò. Forse per il sesso c’era ancora speranza quel giorno.
Rispettando il piano B, Juliet si passò una mano sul collo, lentamente e scendendo sul petto con le dita affusolate. << Non mi va di mettermi un reggiseno. Con il caldo che fa, mi piace sentire l’aria fresca sulla pelle. >> mormorò con un tono di voce basso e malizioso. << Credo che invece accetterò la proposta dell’andare a cambiarmi. Porti tu Maggie e Wyatt dagli ospiti? >> non aspettò una sua risposta. Gli si avvicinò, alzandosi sulle punte e posandogli una mano sul fianco stuzzicandogli con le unghie la pelle da sopra la maglietta. << Grazie >> gli lasciò un piccolo bacio sull’angolo della bocca. Con nonchalance gli si spalmò addosso, indugiando sul contatto dei seni sul suo petto sodo quel tanto che bastò a fargli sgranare gli occhi. Un brontolio sordo proveniente dalla gola di Louis risuonò nelle sue orecchie, quando lei si staccò reprimendo una risata.
Un paio di minuti dopo, Juliet si unì alla folla di amici e parenti, deliziata dello sguardo liquido che scoprì negli occhi di Louis. Aveva scelto un vestito tra il beige e il pesca di un tessuto leggero dalle spalline sottili, i capelli lunghi erano legati in una coda bassa, completando l'opera con una passata di lucidalabbra e un pò di mascara.
Era più che soddisfatta del risultato raggiunto prima, ma il piano C, quello che Allie definiva “l’infallibile”, sarebbe iniziato non appena gli ospiti se ne fossero andati. Non aveva fretta: stuzzicarlo sarebbe servito da preliminari.
Perciò ringraziò per i regali, gustandosi la torta che la signora G aveva preparato per festeggiare la nascita dei gemelli, le risate e le conversazioni con le persone a cui voleva bene. Allison teneva in braccio Wyatt; con sguardo affascinato si adoperò a fargli una marea di coccole. Sentì dirle: << Sono certa che diventerai un gran figo da grande. Ancora qualche anno e zia Allie ti porterà a vedere la tua prima partita di wrestling. Ah! Poi ti insegnerò ad andare in moto, a diventare il più bravo calciatore di tutti i tempi, a fare una gara di auto da corsa clandestine, e... >>. Vedendo Niall sospirare e scuotere la testa con un sorriso di acceso divertimento, Juls si mise a ridere.
Kyle sorseggiava il suo bicchiere di champagne, assorto e allo stesso tempo con lo sguardo fisso sulla figura di Phoebe che stava scherzando con Nat. Juliet fece tintinnare il bordo del suo bicchiere con quello di lui per catturare la sua attenzione. << Fratello >> lo salutò. Il biondo le sorrise dal suo metro e novantadue di altezza. << Star, c’è una luce nuova nei tuoi occhi che non ti avevo mai visto e sono felice per te >> le confessò con sincero amore e compiacenza, prendendola tra le braccia.
<< Mi stai dicendo che Louis sta cominciando a piacerti? >> lo provocò.
<< Non esageriamo, sorellina. >> borbottò << Diciamo che il ragazzo ha contribuito in minima parte alla situazione, >> minimizzò, << e per questo posso decidere di non prenderlo in giro…almeno per oggi >> le strizzò l’occhio.
<< Gesto molto nobile da parte tua >> ridacchiò lei. << E tu invece? Ti ho visto prima. Avverto in te un po’ di irrequietezza…ho ragione? >>.
Gli occhi ghiaccio di Kyle la schernirono con divertimento e adorazione. << Sei diventata anche sensitiva adesso? Non ti bastava essere mamma e azionaria di una notevole società di matrimoni eh? >>.
Juliet sbatté le palpebre innocentemente. << Sono anche una persona paziente, dolce e affabile >>.
Suo fratello arcuò un sopracciglio, sardonico. << Stronzate >>.
Lei fece spallucce. Riportò la domanda in primo piano: << Phoebe? >>.
Kyle sospirò, annuendo lentamente. << Tre settimane fa, quando siamo venuti a trovarti in ospedale è successa una cosa. Dio…vederla con in braccio Maggie è stato spiazzante e allo stesso tempo decisivo per me, per noi. All’improvviso ho immaginato come sarebbe stato vederla così in un futuro, e ho capito. >> Si volse verso Phoebe, gli occhi chiari sprigionavano una scarica di desiderio e possesso. << Ho desiderato che tra le sue braccia ci fossero i miei figli. Voglio che lei diventi la madre dei nostri bambini…e mia moglie >>.
Juliet trattenne il fiato, mordendosi il labbro entusiasta. Era così commossa della confessione di Kyle. Per molto tempo aveva prediletto lei e Bethany nella sua vita, assumendo le redini della famiglia quando David se n’era andato, conducendo comunque una bella vita con un buon lavoro. Lui non lo aveva mai ammesso, ma Juliet era convinta che si fosse negato una possibilità con Phoebe prima per non avere distrazioni e altri pensieri che non fossero il suo benessere e quello di sua madre con tutto quello che la morte di suo padre aveva comportato anche per lui.
<< Glielo hai già chiesto? >> gli domandò.
Lui scuoté la testa. << Tengo l’anello sempre in tasca, ma non ho trovato ancora l’occasione giusta per domandarglielo >>.
<< Fallo adesso! >> lo spronò allora Juliet con un mega sorriso. << Cazzo è l’occasione perfetta e siamo tutti qui! >>.
Kyle arcuò le labbra in un sorriso cauto. << Pensavo che ti attenessi alla regola delle madri perfetti: “Niente parolacce in presenza dei bambini” >>.
Juliet alzò gli occhi al cielo, con un cipiglio di disapprovazione. << Ma fammi il piacere! Sono una madre adesso, non sono mica una santa, e non crescerò i miei figli in un mondo utopico >> detto ciò alzò il mento. << Vuoi fare la tua mossa oppure no? >>
<< Non posso, Juliet. Mi sembrerebbe irrispettoso nei tuoi confronti e del tuo compagno annunciare un fidanzamento in una festa per Wyatt e Maggie >>.
<< Sono assolutamente sicura che loro desiderino la felicità dello zio tanto quanto la mamma e poi voglio che il primo matrimonio a cui parteciperanno sia il tuo, fratello! >> convenì solennemente, dandogli un buffetto sulla spalla.
Kyle era ancora esitante, sebbene cominciasse a sorridere. << Sei sicura? >>.
Juliet lo abbracciò stretto. << Voglio che tu lo faccia. Hai fatto tanto per me e la mamma quando papà è morto, ci hai dato parte di te assicurandoci protezione e sostegno, e adesso tocca a te dare a te stesso ciò che meriti, Kyle. Questo è il minimo che io possa fare per te adesso >> mormorò.
Suo fratello le impresse un bacio sulla spalla.
Kyle prese coraggio, lasciando Juliet e avvicinandosi a Phoebe. Le sussurrò qualcosa all’orecchio, poi richiamò i presenti nella sala. << Scusate un attimo, ragazzi. Vorrei dire due parole per Juliet e Louis >>.
<< Se pronunci il mio nome di battesimo Kyle, allora stai per dirmi qualcosa di molto toccante. Devo preparare i fazzoletti? >> commentò Louis, circondando le spalle di Juliet con un braccio. Lei gli rimbeccò una piccola pacca nello stomaco: << Dai, Tomlinson per una volta che mio fratello vuole dirti qualcosa di dolce non fare il guastafeste >>.
Kyle alzò il bicchiere verso di loro. << Vorrei ringraziarvi per aver reso partecipe tutti noi del vostro momento, probabilmente uno dei più importanti della vostra vita. Propongo un brindisi per Maggie e Wyatt. Che possano crescere nella miglior maniera possibile, e soprattutto sana dal momento che avranno un padre come Louis! >>. Nella sala scoppiarono risate e assensi, e tutti insieme brindarono.
Louis si chinò, sfiorando la guancia di Juliet con la sua barbetta piacevolmente ispida. << Cosa dicevi a proposito del tuo dolce fratellino? >>
<< Uhm davvero ho usato queste parole? >> si morse il labbro per non ridere.
Poi suo fratello aggiunse: << E c’è anche un’altra cosa…che voglio dire ad una persona presente in questa stanza >>. Detto ciò, prese Phoebe per mano. Nella stanza calò un silenzio rispettoso che coinvolse persino Carota, tanto che aveva smesso di abbaiare parendo molto interessato a quell’evento inaspettato.
<< Io…sinceramente non ho pensato molto a come doverlo fare. Ma sono felice di farlo qui, adesso e tutto quello che so è che ti amo. Quindi okay, dobbiamo farlo >>.
La riccia spalancò gli occhi, le guance si colorarono di rosso. << Come dici? >>.
Lui sorrise. << Non in quel senso...voglio dire che dobbiamo sposarci, Phoebe >>.
Lei sembrò elaborare quell’informazione, finché un sorriso meravigliosamente attonito cominciò a farsi strada sul suo viso. << Noi…ooh wow. Dio >>.
Un leggero imbarazzo divagò nel tono di Kyle. << Forse ti saresti aspettata una dichiarazione migliore… >>.
<< No, no! È perfetta. Continua >>.
<< Voglio essere tuo marito e il padre dei tuoi figli se me lo permetterai. Voglio delle promesse, un matrimonio, una casa insieme, e un amore che duri per sempre. Perché ti amo e non potrei mai amare nessun’altra che non sia tu. E potremo avere anche qualche gatto o pesce rosso se vorrai…bé magari non tutti in una volta sola, ma purché ci sia tu con me io voglio tutto questo. >> le sue mani tremarono leggermente, e dovette posarle sulle guance di Phoebe. << Tu cosa ne pensi? >>.
<< Dico… >> A quel punto lei decise di baciarlo, a lungo e felicemente. << Dico che voglio anch’io quello che vuoi tu, Kyle >>.
Un ulteriore brindisi venne fatto per ufficializzare il fidanzamento tra Kyle e Phoebe. Juls abbracciò la sua amica che adesso avrebbe potuto chiamare cognata, congratulandosi e promettendole che avrebbe fatto in modo di trovare l’abito da sposa più bello per lei. Jade non mancò di puntualizzare che la “mammina” doveva ancora aspettare i tre mesi d’astinenza dal lavoro, e come risposta Juliet borbottò più di una protesta. Le mancava tremendamente il suo ufficio, assaporare l’area di matrimonio che aleggiava a Promesse quando c’era un evento da organizzare, e le sue clienti; ma sapeva anche che ad aver più bisogno di lei adesso erano i suoi figli e a lei stava più che bene così.
Più tardi gli ospiti cominciarono a sciamare via, non senza prima aver baciato e stracoccolato i gemelli ancora un altro po’. Con un sorrisetto, Juliet salutò sua madre e Joannah, poi chiuse la porta dietro di sé. Trovò Louis a sistemare le coperte a Wyatt nella culla in cameretta. Lei colse l’occasione per avvicinarglisi e cingendogli piano i fianchi con le braccia, gli mormorò all’orecchio: << Dormono? >>.
<< Sì, Wyatt ha smesso di piangere e… >>
<< Mmh perfetto >> soffiò fuori lei con voce seducente.
Louis si volse per poterla guardare, ma le parole gli morirono in gola, quando la sua mano scese un po’ più sopra al cavallo dei pantaloni. Un innalzamento di temperatura riempì l'aria intorno a loro, fomentato dallo sguardo esplicitamente allusivo di Juliet e dal modo in cui strinse tra i denti il labbro inferiore.
Gli occhi di Louis si scurirono, ma nei lineamenti della mascella trasparì un certo disagio. << Credo che andrò a pulire il casino che c’è in salotto… >> si mosse per andarsene, ma Juliet gli afferrò il braccio facendo in modo che la guardasse in faccia. << Eh no! È da quando sono nati i gemelli che mi eviti, voglio sapere perché >>.
<< Non so di che parli >>.
Juliet sentì un dolore sordo stringerle il petto. Con tono di voce sommesso per non svegliare i bambini, disse: << Cazzate. Il dottore mi ha dato carta bianca ma non appena cerco…qualcosa di più da te mi rifili patetiche scuse, mettendomi a letto e aspettando che mi addormenti per poi andartene. Perché? Ho fatto qualcosa di sbagliato? >>.
<< Dannazione Juliet… >>.
Sembrò in difficoltà, perciò lei convenne di non proseguire oltre e di andarsene con un palese rifiuto nell’ego. << Tranquillo. È colpa mia che non ho colto bene l’antifona >>.
Lo sentì imprecare a bassa voce, e raggiungerla fin dentro il salotto. Stavolta fu lui ad afferrarla per il gomito. << No! >> le prese il mento tra il pollice e l’indice. << No, non hai fatto assolutamente nulla di sbagliato. Diavolo sono io che…cazzo io ti ho delusa >>.
<< Tu? >> Juliet lo fissò confusa.
<< Non sono riuscito a starti accanto nella maniera che meritavi >>.
<< Mi prendi in giro? >>
<< Mentre partorivi e tu eri lì sul lettino in preda a dolori inimmaginabili, io ho indugiato nel corridoio perché non sapevo cosa fare. E quando il medico ci ha detto che avresti potuto subire delle complicazioni facendo nascere Maggie, non ci ho visto più. Avevo una paura così folle che potesse succederti qualcosa che ho pensato alla mia vita senza di te e stavo per perdere la testa. Poi tu mi hai detto di fidarmi di te… >>.
<< Lo hai fatto >>
<< Volevo così tanto che tu non mi lasciassi che non ho pensato a nostra figlia…io… >> si passò una mano tra i capelli, gli occhi pregni di sensi di colpa.
<< Ehi guardami. Stammi a sentire. >> Juliet prese ad accarezzargli il viso. << È normale che tu abbia avuto paura. Ne avevo anch’io, ma eri lì insieme a me quando è nata, tu hai creduto in entrambe. Ami tua figlia, Louis >>.
<< Sì, amo tutti e tre più di me stesso >> Con voce rotta, la baciò, con una timidezza che fece commuovere l’animo di Juliet, muovendo le labbra con infinita dolcezza.
La lingua di Louis cominciò a valicare le labbra di lei, perlustrandone ogni centimetro, finché Juliet la prese solleticandola e leccandola con la sua. Mugolò una nota di piacere nell’aumentare l’intensità di quel contatto.
<< Tigrotta >> Adorava quel nomignolo, e il ruggito basso e profondo di Louis la infiammò nelle sue parti erogene più intime.
<< Voglio sentirti dentro di me…in ogni punto del corpo… >> ansimò Juliet, massaggiandogli le spalle.
Louis la fece sdraiare per terra, sfilandole il vestito e depositandole baci adoranti e famelici dalla gola alle clavicole.
Juliet gemette nel percepire le sue dita accarezzarne l’intimità con piccoli e stuzzichevoli stoccate. << Louis? >>.
<< Sì? >> sussurrò roco, mordendole il collo.
<< Fa l’amore con me >>.
<< Tutto quello che vuoi, bambina…devi avere tutto quello che vuoi >>.

 

 

 

***

 

 

Niente di meglio di una puntata di Peppa -odiosa, nauseabonda, pallosa- Pig per iniziare la sua giornata, pensò Louis tra il divertito e l'esasperato, versando con una mano il caffè nella tazza. Nell’altro teneva la piccola. Maggie se ne stava con il visino sepolto nell’incavo del collo e della sua palla, emettendo di tanto in tanto mugugni incomprensibili, assomiglianti in maniera esilarante a quelli di Juliet quando dava in escandescenze e cercava di frenare le imprecazioni stringendole tra i denti. E anche la bambina non scherzava, se c’era di mezzo una disputa con Wyatt, era quasi sempre lei ad avere la meglio e guai a chi osava toccarle quella dannata papera di peluche che si portava sempre dietro: cominciava a piangere come una forsennata e Louis poteva giurare che quando sarebbe stato il momento, la sua prima parola sarebbe stata “mia”. Le baciò un orecchio, e dalla boccuccia tutta sbrodolosa e dentini ne uscì fuori un sorriso che fece battere innamorato il suo cuore.
<< Aah devo dirtelo…è da un anno che ho perso la testa per te >> le confidò. << E non lo dico di certo a tutte. Solamente a te e tua madre. Sono pazzo di voi due >>.
<< Ooh che cosa carina da dire, Tomlinson >> lo punzecchiò amabilmente Juliet, sbucando nella cucina con Wyatt in braccio.
Era vestita in modalità lavoro, tailleur nero con una camicetta bianca e scollata sul davanti e una coda alta a legarle i lunghi capelli castani. Wyatt cercava di acchiapparglieli, estasiato del modo in cui oscillavano ad ogni passo. Anche Carota fece il suo ingresso in cucina, con la lingua dondolante e lo sguardo affamato. Mentre Louis versava da mangiare al cucciolo che ormai non era più un cucciolo, ma una bestia di quasi un metro e trenta, domandò a Juliet: << Pensavo che l’evento fosse stato posticipato a mercoledì. Cambio di programma? >>.
Lei annuì. << In realtà c’è stato uno sconvolgimento della situazione. I genitori della sposa che vivono nell’Ohio hanno avuto un disguido con la compagnia aerea che ha sbagliato la prenotazione del loro volo, e adesso sono in Spagna. Questo ha portato ad una lite tra la sposa e lo sposo, che non ne ha voluto sapere di cambiare la data per un certo momento ma con le pressioni di Jade sul fatto di quanto contasse per la fidanzata sposarsi in presenza dei genitori, alla fine ha ceduto. >> Prese fiato, mettendo Wyatt nel seggiolone. << Un paio di giorni fa, i genitori della ragazza hanno chiamato annunciando che da troppi anni desideravano fare un viaggio in Europa, e che il destino gli aveva fornito una chance e non avevano intenzione di sprecarla. Perciò tanti saluti. Dopo un paio di parolacce sputate fuori dai suoceri, le lacrime mortificate di lei e la frustrazione di lui, si è deciso di rispettare la data iniziale. >> sospirò sedendosi sullo sgabello.
Louis alzò un piatto, arcuando le labbra in un sorriso. << Ci sono i pancakes >>.
Gli occhi di Juliet s’illuminarono di botto. << Ti adoro! >>.
Lui rise, quando lei n’afferrò uno con le mani. << Avrai bisogno di energie per dare il meglio di te con questo matrimonio un po’ caotico >>. << Considerando che la sposa vuole raggiungere la navata in giardino in groppa ad un cavallo, direi proprio di sì. Ah quasi dimenticavo! Io…ho una proposta da farti >> esordì lei, mettendo via il piatto e prendendo un giocattolo che Wyatt aveva fatto cadere.

Sì, lo voglio, pensò Louis con ardore. Quando lei non disse nulla, lui alzò gli occhi dalla sua tazza e scoprì che lei lo stava fissando con occhi e bocca spalancati.
Cazzo! Lo aveva detto ad alta voce?! Era stato un gesto del tutto inconsapevole e per dio non del tutto perché voleva farlo. Voleva ufficializzare la loro vita insieme, mettendole un anello al dito. Con tutti i matrimoni che aveva visto scorrergli davanti, ora ne voleva uno tutto suo, con la donna che amava. Ma non era quello il momento giusto per dirglielo e per di più non aveva nemmeno l’anello. Idiota. Juliet non aveva mai fatto nessun commento a riguardo, né messo in scena la domanda del perché ad un anno dalla nascita dei gemelli non si fossero ancora sposati. Forse credeva che non ce n’é fosse alcun bisogno oppure credeva che era lui a non volerlo considerando i suoi precedenti? Prima di conoscerla, con il divorzio dei suoi genitori, Louis aveva perso ogni fiducia in quell’atto. A differenza di Harry che aveva vissuto la stessa sua situazione, Louis non ci aveva mai dato un peso importante, e quando sua madre aveva deciso di mettersi in affari con l’agenzia di Promesse, ci aveva visto solamente una buona fonte di guadagno. Tutto questo prima che Juliet lo investisse con la sua euforia di mettere in scena fiori, vestiti, musica, e soprattutto riuscisse a convincerlo con il suo amore a cominciare a crederci anche lui. Gli ripeteva spesso che sebbene non tutti i matrimoni andassero a buon fine, quell’unione davanti a Dio restava comunque un atto voluto e soprattutto puro e sincero, e se le cose andavano guastandosi col tempo non era colpa di nessuno.
E lui desiderava quell’unione con lei, per tutta la vita.
Prima però doveva rimediare al pasticcio che aveva combinato. << Volevo dire che lo voglio. >> si schiarì la gola << Mi starà bene qualsiasi tua proposta >> spiegò.
Juliet lo fissò come se avesse appena mangiato un pannolino sporco. << Ookay >> scrollò le spalle. << Allora vengo al punto: starai tu con i gemelli tutto il giorno, perciò potresti cancellare i tuoi impegni a lavoro per oggi? >>.
<< Va bene non c’è problema… >> Un momento. Louis si bloccò. << Cosa?! Tutto il giorno? Io? E Luce? >>. Luce era la bambina che si occupava dei gemelli quando sia lui che Juliet erano al lavoro oppure nel weekend quando decidevano di uscire fuori a cena. Era una bambina di 13 anni spettacolare, che chissà come in sua presenza i gemelli non combinavano nessun disastro. Louis aveva pensato che ci riuscisse tramite uso di droghe o anestetici, perché i suoi figli erano adorabili ma di certo non degli angioletti e Dio solo sapeva quanto tempo occorresse per farli addormentare la sera.
<< Deve studiare per il compito di matematica di domani quindi non può venire >>.
<< Mi stai dicendo che dovrò stare tutto il giorno a casa con i bambini? Tesoro, non penso di potercela fare da solo >> commentò tra il serio e il sarcastico. Badare ad un bambino era un’impresa, ma due erano un bel paio di maniche e un forte mal di testa. Maggie gli poggiò il volto sulla spalla, premendogli una mano sulla bocca.
<< Ah ma non devi preoccuparti, caro Tomlinson. >> Juliet sorrise, in un modo un po’ troppo mieloso che cominciò a suonare il campanello d’allarme nella sua testa. << Ovvio che non ti lascio da solo con i gemelli! >>.
<< Ah no? >>.
<< Certo che no, sciocchino…altrimenti sarei costretta a raccogliere i tuoi pezzi a mio ritorno… >>.
<< Carina >>.
<< Ecco perché ti propongo di restare a casa in cambio di un aiuto. O per lo meno lui ancora non lo sa, ma non sarà difficile convincerlo… >>.
Louis si accigliò. << Lui? Chi è? Non rimpiazzerò Luce con un altro babysitter. Lei mi piace, e nessun perfetto sconosciuto per giunta maschio metterà piede in questa casa e baderà ai miei figli >>.
<< Certo che no! E poi non è uno sconosciuto…lo conosci anche piuttosto bene >> contestò Juliet sempre sul sorriso sulle labbra.
<< E chi sarebbe di grazia? >> la incalzò mellifluo.
Lei tossì sulla mano, pronunciando un nome che però Louis non riuscì a cogliere. O per lo meno pregava di aver capito male. << Chi?! >>.
Juliet stava per aprire bocca, quando suonarono al campanello. << Oh! Puntualissimo come sempre >> corse ad aprire, e Louis decise di seguirla dopo aver messo Maggie nel seggiolone di fianco a quello di Wyatt.
<< Ehi Star, perché mi hai chiesto di venire con tanta urgenza? >>.
<< Fratello >> lo salutò Juliet radiosa, dandogli un bacio sulla guancia.
<< Tu? >> Si arrestò, esterrefatto nel vedere l’ultima persona su questa faccia della terra con la quale avrebbe voluto passare nemmeno un minuto insieme figuriamoci un’intera giornata!
<< Lui? Sai scherzando, vero? >> si rivolse a Juliet, scoppiando in una risata derisoria.
<< Io, cosa? >> Kyle arcuò un sopracciglio, cercando nella sorella segni di spiegazioni.
<< È molto semplice, Kyle. Ti ho chiamato perché ho bisogno che tu e Louis badiate insieme ai gemelli oggi >>.
Il biondo passò da un lampo di totale incredulità negli occhi a puro sconcerto. << La maternità ti ha dato alla testa, sorellina. Come puoi anche solo lontanamente pensare che io possa badare a due bambini e per giunta con… >> lanciò a Louis una mezza espressione di disgusto. << Con lui >>.
<< Bé si dia il caso che neanche io voglia passare la mia giornata in tua compagnia >> borbottò Louis.
<< Oh suvvia non siate cinici! >> Juliet assunse il suo tono da “qui si fa come dico io e basta” incrociando le braccia al petto. << Kyle, presto ti sposerai. E naturalmente avrai dei bambini, quindi trovo che questa sia un’ottima opportunità per fare pratica >> gli diede una piccola pacca sulla spalla. Poi si girò per guardare verso di lui. Louis si morse l’interno della guancia. Gli stava facendo gli occhi dolci. Era già bello che fregato.
<< Siete gli uomini più importanti della mia vita. >> Era sincera, ora i suoi occhi sprizzavano sincera serietà. << E non vi chiedo che al mio ritorno dobbiate essere diventati amici per la pelle, ma ho bisogno del vostro aiuto. Siete disposti a concedermelo? >>
Kyle lo guardò. Louis lo guardò. Si guardarono finché all’unisono non esplosero in un sospiro sconfitto. In risposta Juliet regalò loro un sorriso più che compiaciuto. Si sporse per baciare Louis sulle labbra, << Vi ringrazio >> e dopo aver baciato anche Kyle sulla guancia, raccomandò loro: << Fate i bravi >>.
<< Puoi contarci, Star. >> alzò gli occhi al cielo il fratello. Quando la porta si fu chiusa, si rivolse a Louis. << Prima regola: stammi a due metri e mezzo di distanza >>.
Lui alzò entrambe le mani, facendo una smorfia. << Per me non ci sono problemi. Fosse per me ne metterei almeno cinque! >>
<< Ottima idea. Sai non volevo essere troppo crudele >> fece spallucce.
<< Idiota >> scuoté la testa Louis. << Neanch’io sto facendo i salti di gioia, ma abbiamo dodici ore da passare insieme, quindi direi che potremmo anche non scannarci adesso e di rimandare a dopo >>.
Kyle ci pensò un attimo, poi annuì. << Andata…perché stai sogghignando? >>.
<< Perché scommetto le mie palle che fuggirai da questa porta entro un’ora, massimo due >>.
Il biondo aggrottò la fronte, mettendosi una mano sul petto. << Sono colpito che tu voglia giocarti i tuoi pochi averi per me >>.
<< Ridi quanto ti pare, Anderson, ma rimango della mia idea >> ribatté con nonchalance, dirigendosi in cucina.
Sentì Kyle urlargli da dietro. << Se ce l’hai fatta tu, posso farcela anch’io senza il minimo sforzo. Cosa vuoi che sia in fondo? >> commentò ironicamente.

 

 

 

 

Le urla di Wyatt si erano fatte pesantemente insistenti da più di una mezz’ora. Batteva frustrato i pugni sul divano, mentre Kyle guardava una qualche partita di football in televisione. Louis invece stava seguendo il suo istinto preparando qualcosa da mangiare a Maggie perché gli omogenizzati nella dispensa erano tutti terminati, ma la bambina non sembrava aver gradito per niente le sue arti culinarie dal momento che la prova giaceva molliccia sul pavimento. Nemmeno Carota si era disturbato a ripulirla.
<< Kyle! Dannazione fallo smettere! >> urlò dalla cucina, spazientito. Louis prese uno straccio, velocemente ripulì il disastro: << Tesoro, dopo andremo al supermercato a comprare quello che ti piace, ma fino ad allora dovrai accontentarti dei cereali >>.
Maggie sgranocchiò i chicchi di mais che Louis le aveva versato in una ciotolina, buttandone un paio al cane di tanto in tanto.
<< Ci sto provando. >> Sentì digrignare il biondo, e alzando le braccia al cielo andò a controllare cosa stesse succedendo in salotto.
<< Campione, cos’hai? >> si avvicinò chiamando Wyatt, il quale cominciò a piangere più forte.
<< Non ne ho idea, ho provato di tutto, a prenderlo sulle ginocchia, a fargli il solletico, ma mi sono beccato un bel morso sul dito! >> intervenne Kyle mostrandogli segni d’incisivi sull’indice << Non avrà mica fatto la…hai capito >> ipotizzò facendo una smorfia.
Louis scuoté la testa. << No, non ancora >>.
<< E come lo sai? >>
Lui dovette gridare per farsi sentire. << Dopo un anno riesci a riconoscerne i segnali >>.
<< Ah fantastico. Allora perché diavolo fa così? >> domandò con una nota di piatta esasperazione.
<< Non ho la palla magica, cretino. I bambini piangono per tante cose >>
<< Sei di grande aiuto >> commentò sarcastico Kyle.
<< Perché tu stai facendo tanto invece! >> ribatté un Louis borbottante.
<< Si dia il caso che stia giocando il Manchester City in Campionato, e questa è una partita importantissima >> fece segno di guardare lo schermo della televisione, sistemandosi il cappellino sulla testa. Kyle si girò, e rimase impalato nel vedere Bugs Bunny e Daffy Duck al posto dei giocatori. << Ehi! Che fine ha fatto la…? >>
Louis notò con stupore suo figlio che aveva smesso di piangere - chissà da quanto tempo e non se n’erano resi conto - con in mano il telecomando in una presa possessiva, la bocca aperta e gli occhietti vispi concentrati sul programma.
<< Bene. >> Louis sorrise. << Anche Wyatt ha espresso la sua opinione a proposito della tua importantissima partita >>.
<< Grandioso >> mugolò il biondo.
Poco dopo essere ritornato in cucina, lo sentì ridere e commentare per qualcosa che Bunny aveva detto a proposito dell’amico anatra.
Wow.

 

Piu tardi nella vasca da bagno, Louis lanciò un’occhiata a Maggie, e sgranò gli occhi.
<< Kyle! >> urlò. << Vieni subito! >>.
Doveva aver usato un tono molto urgente, perché il biondo si catapultò lì in un battibaleno con Wyatt in braccio. << Presto prendi tu i bambini, io chiamo la polizia! >>
Louis scattò con la testa all’indietro, sbattendo le palpebre. << Che centra la polizia?! >>
<< Che cazzo ne so io, sei tu quello che ha urlato come una femminuccia! >>
Louis lo ignorò, troppo impegnato a tirare fuori la bambina dall'acqua. << Faccia da cacca, faccia da cacca. Allarme rosso! >> lo informò.
<< Ah no non se ne parla proprio che io debba… >>
<< Muoviti! >> tuonò lui.
Il biondo parlò a suo nipote: << Mi dispiace, Wyatt, ma devi saperlo: zio Kyle non cambia i pannolini. Quando sarai grande t’insegnerò a spezzare il cuore alle ragazze e a fornirti il tuo primo documento falso, e soprattutto a non diventare come tuo padre. Fino a quel momento non contare su di me >>.
<< Presto presto è vicina, sta per farmela addosso! >> esclamò Louis nel panico. << Alza la tavoletta >>.
Kyle poggiò delicatamente Wyatt sul pavimento, per fare riluttante come gli aveva detto, ma imprecò. << Non si apre! >> Una levetta faceva da impedimento e non aveva idea di come fare per aprirla. << Usa l’altro bagno! >> propose, assumendo gli stessi toni agitati di Louis.
<< Non c’è tempo, sta per farla! >> si guardò intorno. << Prendila >> Kyle tese automaticamente le braccia per prendere Maggie. Louis pensò ad una veloce soluzione, finché il cappello di Kyle non gli sembrò la migliore. << Aah senti non dirmi niente eh! >> glielo sficcò dalla testa, mettendolo sotto le natiche di Maggie.
<< NO! >> urlò Kyle in preda all'orrore, mentre la bambina si riproduceva in una smorfietta sorridente e un puzzo acre investì le narici di entrambi.
<< Mi dispiace… >> Louis non riuscì a resistere e scoppiò a ridere, buttando da una parte il cappello pieno di Kyle, probabilmente irrecuperabile. << Te lo ripagherò >> gli assicurò, tentando di riprendere fiato, ma la faccia di suo cognato era troppo esilarante.
<< Avevo quel cappello fin dai tempi del liceo. C’era l’autografo dei migliori calciatori dell’MC lì sopra… >> sbatté le palpebre, e Louis credette che lo avrebbe sgozzato, ma fu colto totalmente di sorpresa quando le spalle di Kyle si abbassarono e alzarono in una risata. Baciò Maggie sulla guancia, sospirando divertito: << Ti prego, non rifarlo mai più >>.
Anche lui rise, quando un battito leggero di mani colse la sua attenzione. Individuando la fonte di quel suono, per poco non gli cadde la mascella. << Wyatt >> gracchiò con voce mozzata.
Kyle aggrottò la fronte, seguendo il suo sguardo. << Per la miseria >>.
Il bambino se ne stava immobile in piedi, per la prima volta da solo. Il cuore di Louis saltò un battito, poi cominciò a battere forte per l’orgoglio. Stava assistendo ai primi passi di suo figlio!
Sorrise a Wyatt. << Il mio campione…riesci a venire qui da me? Piano piano, un piede alla volta come ti abbiamo fatto vedere con la mamma >> lo incitò dolcemente.
Il bambino sorrise, concentrato sulle indicazioni del papà e provò a mettere un piede avanti, ma barcollò. Louis saettò in avanti, prendendolo delicatamente a sé per impedirgli di farsi male. Battendo le mani, Kyle lo seguì: << Sei stato bravissimo! >> si congratularono e Wyatt sorrise fiero, mostrando i piccoli dentini bianchi.
<< Dobbiamo dirlo alla mamma! Impazzirà di gioia quando lo saprà >> Louis gli solleticò la pancia facendolo ridere e dimenare.
Kyle aveva avvolto Maggie in un asciugamano e lo guardava dall’alto, negli occhi una luce di entusiasmo condiviso. << Stanno diventando grandi >>.
Louis sorrise. << Già… >>.
<< Devo dire che…salvo l’incidente di prima, te la stai cavando abbastanza bene nel ruolo di genitore >> ammise.
Lui alzò un sopracciglio, diffidente. << Mi prendi in giro? >>
<< Nah per tua sorpresa Tomlinson, questo è un complimento sincero. Goditelo per qualche secondo perché sarà l’ultimo >> ghignò.
<< Aah…bé allora grazie >> sorrise divertito, alzandosi e prendendo Wyatt. << Essendo in tema di confessioni, non sei poi così male nei panni del babysitter come pensavo. Sono passate cinque ore e sei ancora qui >>.
Kyle fece spallucce. << Ho perso la partita e il mio cappello adesso è un pannolino per la… >> si fermò cercando un termine meno scurrile per i bambini << pupù. Ma in compenso stare con i miei nipoti è una bella sensazione. E poi l’ho fatto per Juliet >>.
<< E per il tuo amato Tommo >>.
<< E per… >> Kyle aggrottò la fronte. << Ah-aha convinciti pure >> lo schernì con un angolo della bocca tirato.
Lui rispose al sorriso. << Kyle? >>.
<< Eh? >>
Un attimo di pausa. << Vuoi diventare mio cognato? >>
Il biondo sembrò colto alla sprovvista. << La puzza ha peggiorato la tua già critica situazione mentale, Tomlinson? >>
Louis attese, mentre Kyle lo studiò in silenzio: era chiaro che avesse compreso. L’aveva posta come una domanda scherzosa, ma in realtà era velata di un senso molto importante. Non c’era bisogno che aggiungesse altro: al di là del loro rapporto di avversione e punzecchiature, Louis aveva molto rispetto di Kyle, e soprattutto del ruolo che aveva nella vita di Juliet.
Gli stava chiedendo la sua benedizione.
Come se gli avesse letto nel pensiero, il biondo gli diede una pacca sulla spalla. << Se devo concedere mia sorella - una delle persone che amo di più a questo mondo - nella mano di qualcun altro che non sono io, allora la mia scelta sei tu, Louis. Ne sono convinto >>.
<< Grazie Kyle >>.
Lui fece un cenno d’assenso con la testa, poi quando l’aria sembrò essersi fatta imbarazzante, disse: << Non te lo darò un abbraccio >>.
Louis emise un suono di disgusto. << Non me lo sarei nemmeno sognato, guarda >>.
Maggie sbadigliò, poggiando la testa sulla spalla dello zio. A quel punto Kyle sospirò: << Dopo che riusciremo a farli addormentare, voglio una maledetta pausa da questo “Asilo dei papà” >>.
<< Ah sì certo. Di solito dormono per una mezz’oretta >>.
<< Fantastico. Giusto in tempo per vedere in pace un nuovo episodio l’Orso nella Casa Blu >> annuì soddisfatto.
Louis alzò un sopracciglio allibito, trattenendosi dall’esprimere un commento, stirò le labbra.
In fondo anche lui andava pazzo per quel cartone animato.

 

 

 

 

<< Tomlinson, vai più piano. Qui dietro c’è qualcuno che sta cercando di non vomitare! >> sbottò Kyle nel retro del furgone, mentre partiva all’inseguimento di una Maggie gattonante. La paperella di peluches scivolava da una parte e l’altra del pavimento, e la bambina si stava divertendo un mondo a cercare di acchiapparla, ma Kyle decisamente no. Ogni volta che i vasi di fiori posti sugli scaffali attaccati alle pareti tentennavano in maniera allarmante ad ogni fosso o frenata, perdeva dieci anni di vita. Wyatt ridacchiava da solo, lanciando il mazzo di chiavi dell’auto di Kyle e urlacchiando proteste accanite quando lo zio ci metteva tanto a raccoglierlo e restituirglielo.
<< Siamo quasi arrivati! >> lo informò Louis alla guida.
Nel pomeriggio era arrivata una chiamata dal suo dipendente dicendogli che era tutto pronto e che i furgoni erano stati caricati per una delle consegne a villa Promesse. Allora lui lo aveva interrotto, chiedendogli di avere a disposizione un altro mezzo che avrebbe dovuto guidare lui. Juliet non n’era a conoscenza e lui non stava più nella pelle per l’impazienza. Si era messo la tuta blu dei dipendenti e un cappellino con il logo del negozio di fiori sulla testa; aveva comprato l’anello, che ora era custodito con cura nella tasca dei suoi pantaloni. Era stata un’impresa ardua riuscire a convincere la proprietaria del negozio a non chiamare la sicurezza, quando credevano di aver perso Wyatt e invece l’avevano trovato a leccare il vetro e a battere i pugni su una delle vetrine. Sebbene fosse esausto quanto Kyle per i vivaci eventi di quella giornata, Louis non riusciva a fermare il movimento frenetico della gamba e il battito cardiaco a mille.
Era troppo eccitato al pensiero di dichiararsi a Juliet, e nella sua testa la scena era perfetta:

1.     Si sarebbe inginocchiato;

2.   l’avrebbe guardata, prendendole la mano come in un film rosa;

3.   lei commossa quando lui le avrebbe fatto la dichiarazione;

4.   si sarebbe buttata tra le sue braccia con un .

Sorrise gongolante, quando accostò nel vialetto di Promesse. Il cuore gli traboccò dal petto, mentre come da copione, Jade aveva rispettato la parte del piano e aveva mandato Juliet a controllare i rifornimenti. Scese dai gradini, bellissima nel suo modo di camminare sicuro e sciolto.
Louis si alzò, spostando lo sguardo verso i suoi passeggeri. << Tutto bene? >>
Kyle era seduto, teneva i gemelli in entrambe le braccia, la schiena poggiata al muro e i capelli scomposti gli ricadevano a ciocche sulla fronte. << Ti odio >>.
<< Lo prenderò come un sì. >> annuì Louis, poi con un profondo respiro, prese un vaso di gardenie tra le mani per nascondere il volto. << Okay bambini adesso dovete stare buoni in silenzio che inizia la sorpresa per la mamma, va bene? >>
Maggie smise di agitarsi sul posto, reprimendo i suoi mugolii in un attimo. Louis non ne fu per nulla sorpreso: bastava il nome di Juliet e i gemelli vestivano i panni di due amabili angioletti.
Kyle gli fece cenno di andare con un sorriso d’incoraggiamento, poi quando la voce di Juls fu vicina prese il telecomando e aprì.
<< Buongiorno ragazzi. Grazie, potete mettere tutto qui. Ci penserà il nostro staff a portarli dentro >> fece lei con un sorriso cordiale nella voce.
Louis drizzò la schiena, camuffando la voce, ma dalle labbra uscì un suono stridente e quasi femminile che fece sghignazzare Kyle. << Mi scusi, signorina. Dove devo metterlo questo? >> urlò abbastanza per farsi sentire.
Juliet si avvicinò, mettendosi proprio a due metri di distanza da lui. << Ehm può metterla qui signore… >> rispose esitante, come se lo avesse appena scoperto. Louis non perse tempo, e s’incamminò verso di lei con il vaso tra le mani. << La ringrazio >> rispose esuberante.
Era quasi arrivato a lei, stava per abbassare di qualche centimetro il vaso per permetterle di riconoscerlo, quando la sentì esclamare all’improvviso: << Che diavolo… quella…una papera...sta’ attento! >>
<< Ah non si preoccupi, sono un esperto di… >> cominciò a dire con nonchalance, quando qualcosa sotto il tallone causò una sterzata involontaria del piede, e Louis perse bruscamente l’equilibrio.
Quello che ne seguì dopo fu tutt’altro come lo aveva immaginato nella sua testa.
Cercò di riprendere il controllo del suo corpo, ma inciampò in avanti, e Juliet urlò quando le sbatté rovinosamente addosso facendoli cadere entrambi.
Louis sentì distrattamente la voce preoccupata di Kyle chiedergli se stessero bene, ma non riuscì ad emettere suono, almeno finché le imprecazioni di Juliet non inghiottirono tutte le esclamazioni degli altri presenti.
<< Dannazione! >> ringhiò lei. << Ma che cazzo! >>
Louis le si tolse di dosso, aiutandola ad alzarsi. Sollevato che non si fosse fatta male e incredibilmente umiliato, gracchiò: << Juliet! Merda, mi dispiace così tanto. Non doveva andare così! >>.
Il vaso rotto giaceva a terra e grazie a dio non l’aveva ferita, ma la terra nel vaso era completamente spalmata sui suoi vestiti, dal petto fino a metà del collo.
<< Louis?! >> sbottò Juliet quando lo mise a fuoco. Fissò i suoi vestiti in uno stato pietoso, per poi alzare lentamente lo sguardo su di lui, rimanendo incredula. << Lou-is >>.

Stupido. Stupido. Stupido.
<< Non posso crederci… >> soffiò fuori, senza alcuna nota di rimprovero. Il lento sorriso che le increspò le belle labbra, era dolce e divertito.
Per un secondo ne rimase perplesso, ma poi Louis capì, anch’esso colto da un vivo ricordo.
Quella situazione era più che familiare per entrambi…

 

 

 
<< Okay. Ti prego di perdonarmi. Sono un po’…>>.
<< Imbranato. >> lo aiutò lei con un ghigno.
Louis rimase interdetto dalla sua glaciale schiettezza. La ragazza afferrò il panno bruscamente dalle sue mani. Che tipa, pensò, dato che non si era nemmeno presa il disturbo di scusarlo, in fondo poteva succedere a tutti di commettere qualche errorino e… una piccola piccola distrazione.
<< Ascoltami bene, >> esordì lei continuando a pulirsi, ma invano. Le macchie e lo sporco sembravano non voler andare via. << ora tu farai come io ti ordinerò, perché non ho assolutamente tempo da sprecare. Ora tu prendi il tuo furgoncino, o quello che vuoi, e porti tutti i prodotti che la mia collega ha ordinato. Li porterai alla tenuta, seguito a ruota da me, e li trasporterai dove ti sarà detto di metterli. >> Detto questo gli diede le spalle e camminò a grandi falcate verso l’uscita.
<< Ti sembro forse un servo? >> domandò serio Louis incrociando le braccia al petto.
Juls si voltò lentamente << Come dici? >> chiese a sua volta flebile e pungente guardandolo per quel poco che ci riusciva.
Lui per un attimo non sembrò risponderla. Non riusciva a vederla bene con tutto quello sporco in viso, ma aveva come l’impressione che quegli occhi fossero di un colore ambrato. Poi sospirò rumorosamente << Potresti almeno chiedermelo con gentilezza >>.
Juls si lasciò andare ad una risatina isterica << Gentilezza? Chiedere? Sei fortunato se non ho aggiunto le spese per la lavanderia, cosa che comunque non avrei fatto dato che i vestiti me li lavo da sola! Oppure riferire a tua madre della tua piccola…ehm…inaccortezza? >> suggerì digrignando i denti.
<< Ti ho già detto che mi dispiace. >> ripeté seccato Louis.
<< E io ti ho già detto che NON ho tempo da perdere.>> ringhiò dirigendosi alla macchina.

 

 

Juliet piegò a testa di lato. << Aah sei rimasto l’imbranato che ho conosciuto la prima volta, Tomlison >> alzò maliziosamente gli occhi al cielo.
Louis le coprì quella bocca impertinente che tanto amava con la sua, in un intenso bacio. Una volta dissipata la sorpresa, lei si aggrappò alle sue braccia, e lui le prese il viso tra le mani, fregandosene dello sporco che stava impiastricciando pelle e vestiti e colmandosi del dolce sapore di Juliet.
<< Non ti ho vista arrivare… >> pronunciò a corto di fiato, staccandosi quel tanto per bastargli di incrociare i suoi occhi ambrati.
<< Ma non mi dire... >> arricciò le labbra lei.
Louis la baciò sul naso. << Mi hai preso alla sprovvista, ma non cambierei nulla >>. Juliet lo completava ancor prima che scoprisse che c’era qualcosa che gli mancava. Sogghignò, chinandosi per sussurrarle all’orecchio: << Perciò devo farti una domanda, tigrotta. Cosa diresti se adesso mi inginocchiassi per chiederti un sì o un no? >>
Juliet lo fissò con quegli occhi lucenti e conquistati, ghermendosi il labbro con i denti. Gli sussurrò: << Ooh…bè… >> Ed ecco il ghigno appassionato che lo aveva steso dalla prima volta che gliel’aveva visto fare, << Provaci e lo scoprirai >>.
Ed è quello che con molto piacere Louis fece.

 

 

***

 

 

Molti mesi dopo.

Una settimana prima, Louis le aveva detto che non aveva intenzione di sposarsi nella tenuta di Promesse e Juliet era rimasta un tantino confusa da quella scelta. Lui le aveva subito spiegato che non aveva nulla contro la casa di Jade, ma voleva a tutti i costi portarla in un posto che era rimasto ignoto a Juliet. Fino ad oggi. Non aveva voluto dirle niente – e, in effetti, l’unica a non sapere era solo lei al punto che persino Carota era a conoscenza del gran segreto! – e quando si era svegliata, completamente sola, si era domandata con ironia se il ragazzo non se la fosse svignata con i suoi figli.
Scese dal letto a piedi scalzi, controllò se ci fossero dei post-it sul frigo o su qualche altro posto, ma nulla. Solo un messaggio da parte di Jade sul cellulare che le chiedeva, anzi le ordinava “gentilmente” di catapultarsi a casa sua immediatamente.
Sotto il getto caldo della doccia, sorrise.

Oggi mi sposo.
Una mezz’ora più tardi una Juliet euforica in vestaglia, gridava nella Sala della Sposa insieme alle altre ragazze.
<< Stritolami un altro po’ e ci sarà una damigella in meno nel corteo oggi! >> gracchiò Allison ridendo.
Juliet non smise di stringerla tra le braccia, ma le lasciò un attimo di respiro solo dopo che ebbe voglia di rivedere l’abito da sposa posto sul letto. << Non ho parole Al >> mormorò con voce mozzata.
<< Nemmeno io. Sono morte nei miei polmoni >> La mora si batté un pugno sul petto, sospirando divertita.
Natasha prese le manine di Maggie per tirarle su in aria. Sventolandole, lanciò un urlo d’approvazione. << Anche noi lo adoriamo! >>
<< Non ho mai scordato l’espressione sul tuo viso quando hai visto la bozza di quel vestito. Ho deciso di tenerla per me e lavorarci su. È un Allison Hart originale unicamente creato per te >> le confidò la mora strizzandole l’occhio.
Juliet si torturava il labbro inferiore con i denti. << Mancano poche ore… >> constatò.
Allie le schiaffò un bacio sulla fronte. << Sentiti libera di ripensarci. Ho un cavallo d’emergenza su cui puoi fare affidamento >>.
Lei scoppiò a ridere. << Che grande amica! >>
La mora agitò la mano. << Oh non dirlo nemmeno >>.
Nat si alzò in piedi, prendendo la macchina fotografica. << Sono delusa che tu non voglia fare nessuna foto pre-evento >> mise il broncio.
Juls alzò un sopracciglio. << E chi ti ha detto una cosa del genere, ragazza? Presto! >> si lanciò sulla parte libera del letto per non sgualcire il vestito. << Venite tutte qui e mettiamoci in una posa alla Miley Cyrus! >>.
Jade sbatté più volte le palpebre, non credendo alle sue orecchie. << Sei seria? >>
<< Assolutamente sì! Avanti >> mosse le braccia.
<< Ma non è dignitoso! >> contestò debolmente la riccia.
<< Ehi, chi è qui la sposa oggi? Io. Perciò muoviti e porta il tuo culo qui >> ghignò.
<< Signora G, sarebbe così gentile da scattarci una foto? >> convenne allora Nat, con un sorriso accattivante.
Maggie raggiunse Juliet, saltando nelle sue braccia. << Io, io! >>
Lei la baciò sulla bocca. << Anche tu, certo >>.
Grace ridacchiò una volta scattato quel finale e felice momento del suo Quartetto. Aveva gli occhi pieni di lacrime, e sapeva che non sarebbero andate via facilmente.
<< Signora G, niente lacrime se non vuole far sclerare Jade >>.
La riccia alzò un dito. << Assolutamente. Trucco e parrucco saranno qui tra un’ora. Qualsiasi gonfiore sulla faccia non sarà assolutamente tollerato >> dichiarò.
Juliet alzò un sopracciglio, ghignando. << Hai gli occhi lucidi >>
<< Sono la damigella. È un mio sacrosanto diritto >>.
<< Io sono già a buon punto >> Nat si fece aria sul viso per mandare via le “guastafeste”.
Bethany entrò nella stanza. << Juliet? >>
<< Ehi mamma >> sorrise Juliet tra le risate generali. La vide esitare sul ciglio della porta. Inclinò la testa, corrugando la fronte in maniera interrogativa, domandandole: << Tutto bene? >>.
<< Sì tesoro… >> la rassicurò pacatamente. << C’è qualcuno che vuole vederti >> spiegò Beth aprendo di più la porta per lasciar passare la figura dietro di lei. Juliet strinse forte tra le dita il tessuto della vestaglia, mentre tutti quanti nella stanza caddero in un silenzio tombale.
Jade si alzò. << Cosa ci fai tu qui? >> ringhiò.
Gli occhi blu di Allison s’infiammarono di astio. << Vattene. Non ti permetteremo di rovinarle questo giorno >>.
Juliet la quietò, posandole una mano sul braccio. << È tutto a posto ragazze…è qui per me. Le ho chiesto io di venire >> ammise.
Natasha spalancò gli occhi. << Cosa? Perché non ce lo hai detto? >>.
Juls scosse il capo. << Non volevo dirvelo... >> sospirò con sguardo di scuse, << perché non sapevo se sarebbe venuta >>. Non credeva nemmeno che avesse letto il messaggio che lei gli aveva lasciato in segreteria solamente ventiquattr’ore prima. << Puoi entrare, Linda >>.
La donna incedette con passi che le parvero insicuri. Si era tinta i capelli di nero, ma i lineamenti rimanevano ugualmente identici ai suoi.
<< Potete lasciarci da sole, per favore? >> chiese Juliet.
Bethany sembrò voler dire qualcosa a Linda, ma tacque rivolgendosi a Juliet con espressione dolce.  << D’accordo, faremo come dici. Però se non dovessimo avere un altro momento per parlare prima della cerimonia, voglio che tu abbia queste, Juliet >>.
Sua madre le porse un pacco che lei scoprì essere un insieme di lettere tenute da un doppio filo di spago intrecciato.
Beth le sorrise caldamente, posandole una mano sulla guancia. << Sono da parte di tuo padre. Mi ha detto di dartele, quando ti avessi ritenuta pronta a leggerle. E questo è il momento migliore, bambina >>.
Juliet schiuse le labbra, premendosele contro il petto. << Mamma… >>.
Prima di andarsene, Bethany la baciò sulla guancia. << Ti voglio bene. Ora vado a mettermi il mio vestito da damigella >> le fece l’occhiolino.
<< Anch’io, damigella d’onore >> puntualizzò.
Una alla volta le ragazze lasciarono la stanza, e Grace portò con sé Maggie. Nat adocchiò prima Linda, poi Juliet. Si mise ad un palmo dal naso di quest’ultima, sussurrandole: << Se fa la stronza, la bastonerò a sangue freddo >>.
Lei le rivolse un piccolo sorriso accondiscendente, annuendo assertiva.
<< È bellissima. >> commentò Linda, quando furono rimaste sole. Si riferiva a Maggie. << Ha la tua stessa espressione caparbia >>.
<< Già. Lo dicono in molti. >> sorrise.
<< È passato del tempo dal nostro ultimo incontro, Juliet. E mi ricordo che non è stato piacevole, anzi direi il peggiore. >> Ci fu una pausa, durante la quale Linda si avvicinò all’abito da sposa. Guardandolo, lo sfiorò con la punta delle dita. << Perché oggi sono qui? >>.
La risposta di Juliet, spiazzò entrambe. << Perché…avevo bisogno di te >>.
Linda sgranò piano gli occhi, facendo un passo indietro come se avesse ricevuto uno schiaffo. << Dovresti odiarmi. Dopo che ti ho detto tutte quelle brutte cose… >>.
<< L’odio mi ha consumato per molti anni. >> Juliet la guardò dritto negli occhi. << Non fraintendermi, Linda, il tuo comportamento ha pesantemente influenzato sulle mie scelte. Ero così spaventata di fare gli stessi tuoi errori, che ho anche lasciato l’uomo che amavo di più a questo mondo. >> Le posò una mano sul braccio, facendo un cenno al vestito. << Si può dire che la persona che odiassi al pari di te, ero io. >>
<< Sono cambiata, Linda. Essere madre mi ha reso diversa. Potrà non avere molto senso per te, ma oggi per me inizia una nuova vita in cui non c’è spazio per i miei vecchi fantasmi. >>
Juliet la fissò profondamente, tanto da vedere la sua immagine riflessa nelle iridi di Linda. Parlò piano. << Ho perdonato me stessa. Non potevo fare questo passo senza aver perdonato te >>.
Un pomeriggio di un paio di mesi fa, mentre lei e Louis stavano parlando dei possibili invitati al loro matrimonio, lui le aveva domandato con molta cautela se fosse intenzionata ad invitare anche Linda. Juliet era rimasta per così tanto tempo in silenzio, che lui le aveva chiesto scusa temendo di averla in qualche modo ferita per essere stato inopportuno. Lei gli aveva sorriso, prendendolo in giro, e non erano più tornati su quell’argomento. Fino a qualche giorno fa, quando Juliet non aveva preso quel maledetto telefono chiedendosi se il numero fosse ancora quello giusto.
Una parte di lei, quella che non demordeva e più “credulona” insisteva nel pensare che Linda sarebbe venuta. L’altra, quella ferita e nascosta era molto scettica e preparata ad un’altra delusione. Ma se adesso lei era lì, e l’aveva ascoltata con attenzione e silenzio, significava pur qualcosa. L'odio rende vulnerabili, il perdono insicuri, ma se c'è l'amore dietro l'angolo allora diventa la tua forza. E non esistevano rimpianti nel cuore di Juliet. Nulla di quello che era successo poteva essere cancellato o modificato, ma nessuno sa quanti giorni ha a disposizione per vivere. E lei era decisa a non sprecarli più.
D’un tratto, Linda si divincolò da lei, e Juliet lasciò subito la presa. Temette il peggio, ma fu colta completamente di sorpresa, quando le buttò le braccia al collo cedendo in un pianto.
<< Tu non sei come me…sei migliore, Juliet. Quella volta, ho visto in te tutto quello che io non sarei mai potuta essere. Ero gelosa, una stronza invidiosa di te, e ti ho ferita di proposito. Sapevo di avere potere su di te e l’ho usato per farti del male. Sono stata capace solamente a volerti addossare le mie colpe, a reputarti responsabile degli sbagli che ho commesso nella mia vita >> Tra i singhiozzi irrequieti, la voce le uscì spezzata e incontrollata. << Devi credermi, ti supplico! Mi dispiace così tanto, ma io non ti ho mai odiata. Io ti voglio bene, figlia mia >>.
Juliet la strinse a sé. << Ti credo mamma >> sorrise.

 

 

 

Juliet,
So perché ti sto scrivendo, evitando di poter benissimo fare quattro passi e parlarti di persona.
Oggi sono andato dal medico. Tua madre aveva ragione: quel calo di pressione che ho avuto in viaggio non è stato un caso fortuito.
Ho il cancro. Non voglio dirlo a te e tuo fratello.
Non odiarmi, non ti sto mentendo se ti dico che sto bene. Io sto bene, e più lo ripeto più crescono le speranze che non debba lasciarvi. È un po’ sciocco fare affidamento alla fortuna, ma non sarà una malattia a sconfiggermi.
Guarirò.
Te lo prometto.
Papà.

 

 

 
Juliet si portò le ginocchia al petto, scorrendo gli occhi sulle decine di lettere cosparse sul letto. Sulla busta erano indicate la data e il mese in cui David le aveva scritte. La carta consumata e fragile, segno che sua madre le aveva custodite in un luogo segreto e polveroso per tutto questo tempo.
Ne prese un’altra, aprì la linguetta e lesse. Una dopo l'altra, frammenti del passato ghermirono la sua mente, riempiendola di ricordi. Ogni parola conteneva la forza vitale di suo padre. Le mani di Juliet tremavano dall'impazienza di arrivare all'ultima lettera, ma si prese del tempo. Sorrise quando giunse all'ultima frase. Pensò che per questa volta Jade l'avrebbe perdonata per le lacrime che segnarono le sue guance

 

 

Juliet,
Avevo progettato un bel pomeriggio insieme oggi. Era tutto perfetto, noi sulla nostra piccola barca, il fiume e il tramonto.
Il senso di colpa mi assale in questo momento. Non doveva succedere. Sono stato un incosciente. I medici mi avevano avvertito di non esagerare, e tu hai dovuto pagare le conseguenze del mio errore.
Se non ci fossi stata tu, l’ambulanza non sarebbe venuta in tempo e forse adesso non sarei nemmeno qui. Questa stanza puzza, le infermiere sono acide come limoni, e il mio compagno di stanza russa come un gorilla.
Mi dispiace di averti fatta preoccupare tanto.
È arrivato il momento di dirlo a te e a Kyle.
Non ha più senso fare finta di niente.
Tuo David.

 

 

 

Juliet,
Immagino quanto possa suonare egoista da parte mia chiederti di non essere triste, e il fatto che tu oggi abbia tenuto a freno il tuo dolore vuol dire che stai facendo il possibile per accontentare il tuo vecchio. Sono giorni che mi tengono in ospedale per dei controlli e finalmente domani saprò quali siano i nuovi risultati. Ascoltarti mentre leggi il giornale e il tuo aggiornarmi sulle notizie che scorrono fuori da questa stanza, fa trascorrere in modo migliore le ore noiose che devo passare qui.
È stato divertente assistere ai tuoi accanimenti contro l’infermiera, quando ti ha informato che l’orario per le visite era terminato da un bel pezzo e che dovevi andartene altrimenti avrebbe chiamato la sicurezza. Tu hai replicato dicendole chiaramente che non avresti tolto il tuo ehm…fondoschiena… fin quando non sarei stato io a chiedertelo. Rido con orgoglio.
Un profondo pensiero ha fatto stringere il mio cuore in quel momento: Vivrò abbastanza per vedere la donna che sei destinata a diventare?
Lo scoprirò domani.
Tuo David.

 

 

 

Juliet,
Fuori da quella camera pregna del puzzo dei malati, nel retro dell’ospedale ho scoperto esserci un rigoglioso prato verde. Non capisco perché nessuno venga a passare le sue giornate qui. Non c’è quasi nessuno, tranne qualche vecchietto in carrozzella. Tra cui io, che mentre muovo queste due ruote con le mani penso a quanto sia bello poter respirare aria fresca e godere della vista di un paesaggio pieno di vita.
Già, la vita! A proposito di questo…ho chiesto a tua madre di non dire niente. Voglio che sia io a farvelo sapere.
Perdona le lacrime che forse hanno stemperato un paio di lettere su questo foglio. Non sono di tristezza o di rabbia, ma di accettazione. Giuro che sto sorridendo, mentre ripenso a quello che mi ha detto il dottore. Avrei voluto passare molto più tempo con voi, ma evidentemente la buona Provvidenza ha tutto un altro piano per David Anderson. Quale sarebbe la tua risposta se ti dicessi di accettarlo insieme a me?
Non ho mai avuto paura di morire…ma di lasciare te.
Mi resta poco tempo mia preziosa Juliet…ma riuscirò a
salvarti. 
Papà.

 

 

 

 

Mia Juliet,
Dal momento che mi è diventato più difficile muovere le mani, ho chiesto a tua madre l’enorme favore di scrivere lei stavolta.
È la mia ultima lettera, perché dentro di me sono consapevole che nell’arco di qualche ora sarà il mio ultimo giorno. Il mio respiro è fiacco, la tosse pesante e le palpebre cedevoli. Ma le mie parole saranno abbastanza forti e dovrai leggerle con estrema attenzione.
Sono passati un paio di giorni dall’ultima tua visita e non biasimo la tua riluttanza a venire a far visita ad un vegetale. Sto scherzando, bambina. Non avercela con te stessa. Non aver paura della mia morte. Non aver paura di rimanere sola, perché non lo sarai mai. Ti conosco abbastanza bene da sapere che in un primo momento ti sentirai esattamente così. Nelle settimane trascorse dal mio “ultimatum” non hai voluto saperne di dirmi addio. Qualunque fattore ti porterà a rifugiarti in te stessa, il dolore non andrà mai via. Molte situazioni e persone ti porteranno a fare decisioni che ti faranno crescere e scoprire la vita. Avrei tanto voluto essere tra quelle, ma non fa niente. So che non smetterai di considerarmi “vivo” e che parlerai ancora con me. Ovunque sarai e qualunque cosa stia accadendo, tutte le volte che vorrai immagina il tuo papà ascoltarti con curiosità e calore mentre glielo stai raccontando.
Io sarò lì.
Ed io lo stesso, sto immaginando te nella donna meravigliosa e forte che sono certo sarai adesso. Probabilmente ci sarà voluto molto tempo prima che ti rendessi conto della brava ragazza che sei. Io l’ho sempre saputo. Modestamente, ti ho cresciuta io. Volevo dire NOI! ( puntualizzazione dovuta allo scappellotto di tua madre )
Se sei arrivata fino qui a leggere, vuol dire che hai mantenuto la promessa:
mi hai lasciato andare.
Ti amerò sempre, bambina mia.

 

 

 

 

 

 

Non aveva mai pensato, nelle sue fantasie, ad una spiaggia come luogo di celebrazione delle sue nozze. Ma era proprio quello che adesso gli occhi di Juliet stavano guardando. Alzò lo sguardo verso il cielo, così che i caldi raggi settembrini le riscaldassero la pelle, mentre l’aria salmastra del mare le riempiva i polmoni di una frizzante freschezza. Aveva un sorriso estatico da un orecchio all’altro. Quando erano arrivati, Juliet aveva trattenuto il fiato riconoscendo la casa di Matt, il loro vecchio amico di famiglia. Era moltissimo tempo che non veniva a fargli visita nel Southend-on-Sea, un paesino poco distante da Londra, dove si era ritirato con la famiglia per allevare i suoi cani da slitta. La modesta tenuta precedeva la battigia, e sorgeva su una dolce collina verdeggiante. C’erano profumi e colori accostati in armoniose cromie ovunque intorno a lei, dai vasi alti in pietra bianca colmi di viole, ciclamini e calle, agli intrecci di girasoli e solidaghi che abbracciavano l’arco di legno scuro sopra la sua testa. Louis le aveva regalato un sogno che non aveva mai nemmeno provato a immaginare. Era così presa da quello spettacolo, che si accorse appena in tempo che il prete, Don Michael, che conosceva fin da quando era piccola, aveva chiesto a Louis di pronunciare la sua promessa.
Juliet si morse il labbro, quando lo vide chinarsi per prendere uno degli anelli che Wyatt teneva su un cuscinetto. Il piccolo le fece un delizioso sorriso sdentato, al quale lei rispose con un bacio.
Poi rivolse tutta la sua cieca attenzione a suo marito, che in camicia bianca, giacca e sexy bretelle nere le prese la mano sinistra. Juliet aveva insistito affinché le indossasse, dal momento che sapeva quanto detestava la cravatta e in fondo a lei era piaciuto esattamente così.
<< Io, Louis William Tomlinson, desidero con tutto me stesso e di più diventare tuo marito. Adoro svegliarmi e sentire il calore del tuo corpo nel letto. Adoro il tuo modo di arrabbiarti specialmente quando usi quel tuo borbottio sexy e roco per cercare di rimanere seria mentre ti faccio le boccacce per indispettirti. Mi fa impazzire il mondo in cui pronunci il mio cognome, non te l'ho mai detto ma ho cominciato ad apprezzarlo di più perché suonava molto meglio pronunciato da te che dalle mie insegnanti; di solito quando lo usavano un attimo dopo ero nell'ufficio del preside. Penso che una delle ragioni principali per cui siamo qui adesso di fronte a questo rispettabile Signore è che voglio annunciargli che ho capito cos'è davvero l'amore e cosa significa. Voglio darlo a te e ai nostri figli. Prometto che anche quando sarà più difficile, io lotterò insieme a te, perché siamo una squadra. >> si portò la mano di lei al petto, dove batteva il cuore << Voglio ritrovarti qui oggi, domani e per tutti i giorni della mia vita. >> La sottile striscia dorata scivolò perfettamente nell’anulare di Juliet.
Con un sorriso appassionato lei fece lo stesso, quando fu il suo turno. Alzò la sua mano intrecciata alla sua.
<< Con quest’anello, io Juliet Anderson divento tua moglie. E mi dispiace per te, ma io ti amerò sempre, quindi preparati ad avermi intorno finché avrò respiro in corpo perché non ho nessun’intenzione di passare questa vita senza di te, Tomlinson >>.
Louis sospirò, quasi gemendo. << La prego, mi dica che posso baciarla perché non ce la faccio più! >>
Il prete parve trattenere una risata, limitandosi ad annuire compiaciuto. << Con immenso piacere vi dichiaro marito e moglie. Può baciarla adesso >>.
<< Finalmente! >> Detto questo, Juliet si godette il bacio appassionato di suo marito.

 

 

 

 


<< È bellissimo qui >> mormorò Juliet affondando le dita dei piedi nella sabbia soffice e fresca. << Posso farti una domanda? >>
Mentre tutti erano ai festeggiamenti, Louis aveva deciso di rapire sua moglie, per fare una passeggiata sulla riva. Le diede un bacio sul collo. << Sì, ma devi pagare un pegno >>.
<< Che genere di pegno? >>.
<< Tua la domanda, mio il pegno >>.
<< Mmh e sia. >> Teneva la schiena poggiata al suo petto, entrambi seduti a bearsi del lento calare del sole.
<< Perché hai scelto proprio questo posto? >>
Louis percepì chiaramente il sorriso nella voce di Juliet, ma anche un pizzico di consapevolezza. Girò il collo per guardarlo meglio con quei suoi occhioni ambrati, i capelli ondulati che gli accarezzarono dolcemente la guancia.
Louis sorrise, la voce impastata per l’imbarazzo. << Volevo trovare un modo per farti sentire tuo padre vicino. Matt mi ha detto che non venivi qui da quando è successo…volevo un posto in cui i nuovi e i vecchi ricordi si sarebbero potuti unire in modo speciale >>.
Lei sospirò, gli occhi brillavano di lacrime: << Ti amo >> disse solamente, ma quelle due parole erano tutto ciò che lui aveva bisogno di sapere.
<< Anch’io. Ora devi pagare >>.
<< Uhm cosa devo fare? >>
<< Devi toglierti il vestito. Da quando hai attraversato quel tappeto, non sono riuscito a staccare lo sguardo. È una tentazione infernale. >> l’accusò severo.
<< Ooh mi dispiace… >> Juliet arricciò le labbra alzandosi da terra e scrollandosi i granelli di sabbia dalla gonna in satin di seta. I raggi di luce rifletterono sul corpetto velato e tempestato di cristalli. Lo scollo a cuore mostrava in maniera suadente le forme dei suoi seni perfetti; il bustier in trasparenza arricchito da qualche spruzzata di luccichio, rivelava le parti giuste del suo ventre liscio e abbronzato.
<< Non posso di certo rifiutarmi di scontare questo pagamento >>.
C’era una luce pericolosa nei suoi occhi felini, e Louis ne fu rapito. In un gioco di lacci, con fare esperto Juliet slacciò tutti i nodi. D’istinto Louis si guardò intorno, accertandosi che nessun altro all’infuori di lui avrebbe dovuto vederla. Erano vicino una piccola insenatura rocciosa, poco lontano dalla tenuta ma abbastanza nascosta. Juliet era favolosamente nuda con delle mutandine di pizzo bianco, che indossata da lei era tutt’altro che il colore dell’innocenza. Louis si alzò lentamente, ma lei fece un passo indietro, con un sorriso furbesco. In risposta, il sangue prese a scorrergli in un flusso eccitante di adrenalina. << Vieni qui >>.
Lei schioccò la lingua, dispettosa. << Aah no! Questo non faceva parte del patto. Se mi vuoi, prima devi prendermi >>. Juliet rise del suo sguardo sbalordito, quando puntò verso l’acqua.
<< Vuoi farti il bagno nuda?! È gelata! >> gridò togliendosi velocemente la camicia e il pantalone.
<< Muoviti! >> Juliet prese a correre più veloce, quando lo sentì avvicinarsi.
Louis scattò un braccio in avanti, zampilli d’acqua ghiacciati gli investirono la pelle nuda, quando Juliet frenò bruscamente appena un’onda la sommerse fin sotto il bacino. Lanciò un urlo rabbrividendo. Rise opponendosi a denti stretti, quando lui l’afferrò alzandola da terra per la vita e prendendola con un sacco di patate minacciando di buttarla in acqua.
<< Fredda fredda fredda >> mugolò Juliet, divertita. Lui la riportò con i piedi sulla sabbia, premendole i palmi caldi sulle guance. Le accarezzò le gote con i pollici, sussurrandole con voce roca, quasi ansimante: << Sei mia, tigrotta >>.
Juliet ghignò, chiudendo gli occhi. << Sono sempre stata tua, Louis >>.








Alle mie lettrici

 

 

 
Cos’è la fine senza uno dei miei tanto adorati monologhi? Di là dalle parole che sono state battute nel corso di un anno e più per creare The dress of seduction, è il lettore che permette alla storia di vivere appieno, con il suo spirito d’immaginazione, il senso critico e partecipativo fa sì che i personaggi diventino reali per se stesso. Ho letto recensioni di ragazze che mi dicevano di riuscire ad immergersi nel racconto; di come si sentivano un po’ nei panni della protagonista. Tempo fa in un libro che mi è capitato di leggere c’era scritto: << La lettura è un patto di generosità tra l’autore e il lettore: ognuno fa affidamento sull’altro, ognuno conta sull’altro. Un libro prende corpo soltanto con la lettura ed è il lettore che gli da vita >>.
Io non sono una scrittrice, sono consapevole della quantità d’imprecisioni che hanno toccato punti della storia, probabilmente è questo che non la rende abbastanza buona da essere messa in un piano più alto. Ma io sono sinceramente fiera di come sono andate le cose, sento di non essermi trattenuta, di aver dato tutto ciò che avevo e se non è perfetto pazienza, io sono felicissima di aver avuto un gruppo numeroso di lettrici come voi. Siete state le mie più grandi alleate, e perdonatemi tutte quelle volte in cui peccavo nel tempo di pubblicazione, non mi profilerò in scuse che a me stessa suonerebbero patetiche, e non mi vergogno di ammettere che sono stata evasiva negli ultimi tempi perché è la verità e mi dispiace moltissimo. Ma sappiate solo che io non vi ho mai tolto dai miei pensieri in quei momenti, i miei personaggi, tutto era sempre collegato a voi, a loro e alla volontà di continuare. Perché penso che scrivere sia il mettere insieme le proprie emozioni interiori e trasformarle in un insieme di frasi imperfette, ma perfette solo perché sembra quasi di poterle toccare. Ho creduto in ogni sfumatura che è venuta fuori, considerandola speciale solo perché non ero sola.
Ed ecco perché…
Tu, mia carissima lettrice che in qualsiasi luogo ti trovavi nel momento in cui sei arrivato qui, a questa pagina e quindi hai dedicato il tuo tempo prezioso a questa storia, sei stata fondamentale per me. Quanti “grazie” hanno riempito i nostri discorsi, e ancora so che potrebbe suonare melenso allungare di qualche eee questa parola, perciò non lo farò, il mio è un grosso e grasso GRAZIE.
Per il tuo occhio caduto sul titolo, su un capitolo, e forse anche più di uno;
Per aver inserito il nome di TDOS nella lista dei tuoi interessamenti;
Per aver fatto di me un’autrice preferita, un’amica o anche una simpatica conoscenza se vogliamo;
Per aver premuto qualche lettera dandomi un’opinione, e anche per non averlo fatto ma ciononostante il tuo silenzio non era sinonimo d’abbandono;
Per avermi dato la tua fiducia, immensa e gentile anche quando nella tua mente sognavi di sbattermi la testa contro il muro.
Tengo a te, anche se non ti ho mai vista in viso. A tutte voi arriverà un messaggio, che spero riesca insieme a questo piccolo angolo a farvi capire quanto mi mancherete. Sono stata fortunata ad avere ognuna di noi in questo tempo. 
Grazie... La vostra Ella vi stringe forte, dicendovi: arrivederci♥ 

Fanno parte della serie

The red dress of seduction

Happy Ever After: Natasha and Zayn 

Happy Ever After: Jade and Harry

PROSSIMAMENTE: Happy Ever After: Allison and Niall

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