This crazy love

di Scarl_Bloom 94
(/viewuser.php?uid=465265)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Verso qualcosa di speciale ***
Capitolo 2: *** Chi disprezza vuol comprare ***
Capitolo 3: *** Eroe del giorno ***
Capitolo 4: *** Non sbagliare non è disumano, è solo impossibile ***
Capitolo 5: *** Ci sono giochi e... ***
Capitolo 6: *** Odio profondo verso le Barbie ***
Capitolo 7: *** La cena ***
Capitolo 8: *** Tra farfalle e battiti accelerati ***
Capitolo 9: *** Kiss Kiss Bang Bang ***
Capitolo 10: *** 10. Leo ***



Capitolo 1
*** Verso qualcosa di speciale ***


This crazy love
 
 

 
 Capitolo 1 - Verso qualcosa di speciale
 

Vi siete mai trovati nella situazione in cui siete stufi di vivere la vostra vita? In cui tutto va male, niente va per il verso giusto?
Ecco, è da qui che inizierà un vera e propria fuga dalla  vita…
 
 
Mi sono laureata in scienze delle comunicazione quest’anno. Non trovo uno straccio di lavoro, dovrei continuare con la specializzazione ma ho l’autostima sotto ai piedi. A quasi 23 anni mi sento una fallita. Mia sorella, Ilaria, ha appena preso la maturità e non sa cosa scegliere ancora, mi sembra piuttosto demoralizzata e ha perfettamente ragione. In un paese come l’Italia oltretutto.
 
Ila : Oh senti, basta ho deciso! Mi prendo un anno sabatico!
 
Io : Cheee? Ma sei ammattita? Guarda, dopo che finisci l’università ne avrai a non finire di anni sabatici
 
Ila :  *ride* Appunto, come te!
 
Io : Grazie, avevo proprio bisogno del tuo ottimismo, sorella!
 
Ila : Vado a fare la comica a colorado! Tu dici che mi prendono?
 
Io : Ehm, Ehm ceeeerto, ti esce così tanto bene fare la pagliaccia! Magari a Pintus serve una partner, che so!   *rido*
 
Ila : Rosssssita, assaggia il mio plunkake!   *ride come una psicopatica*
 
 
E’ talmente idiota, ma mi fa morir dal ridere. L’estate è finita ormai, settembre è arrivato e non sappiamo cosa accidenti ne sarà delle nostre vite. Buio totale.
Ecco che all’improvviso la porta della nostra camera si apre, ed entra nostra cugina, Carmen. Sbatte la porta ripetutamente come un toro imbestialito. Questa ragazza ha dei seri problemi psicologici, l’ho sempre detto. E per di più è andata a iscriversi a matematica, ma cioè io dico, già sei psicopatica di tuo, poi vai a scegliere anche una facoltà così da schizofrenici, come puoi non diventare in questo modo? E’ impossibile evitarlo.
 
Io : Che caa*** ti prende?
 
Carmen : L’esame del cavolo!! Non sono riuscita a superarlo!!
 
Ila : Ahhh e mi hai fatto venire un colpo per niente! Ma prenditi una camomilla e rilassati
 
Carmen : Mi sono rotta i coglioni! Basta, io mollo!
 
Io : certo che oggi sprizziamo gioia da tutti i pori eh
 
Ilaria rovista nei cassetti alla ricerca di non so cosa. Nemmeno lei è tanto normale psicologicamente. Dal nulla si alza e va a fare cose incomprensibili. Ed ecco che ne combina un’altra delle sue. Nella ricerca butta giù delle cartelle, dei fogli e documenti vari. Ha combinato un disastro quella disagiata.
 
Io : ma che stai cercando??
 
Ilaria : I miei risparmi!!
 
Io : E per fare cosa?
 
Ila : scappare via da questo mondo! Me ne vado su Marte!
 
Carmen : Vengo con te!
 
Io : E si certo, io me ne vado su Giove, ma la smettete?
 
Mi inginocchio e mi metto a raccogliere tutto quel casino che mia sorella aveva combinato. Apro una cartella, non ricordando cosa ci fosse dentro. L’elastico non vuole venire e tiro con tutta la mia forza. Il risultato? Migliaia di poster di Orlando Bloom sono sparsi per tutta la stanza. Certo che delle imbranate come lo siamo noi, non si trovano da nessuna parte.
 
Ila : Nuoooo, te lo ricordi? Eri psicopaticamente innamorata di quest’uomooo!
 
Carmen : Mi vengono i brividi solo a ricordare quei tuoi momenti di follia!  
 
Ila : E hai scritto pure una Fan Fiction su di lui! Ricordi?? Oh Diooo! C’eravamo pure noi! Quanto tempo…
 
Io : Infatti, è passato del tempo. Se dovessi incontrarlo non avrebbe più nessun effetto su di me..
 
Ila : Seee, come minimo muori!  *ride*
 
Io : No, adesso sono una donna adulta, responsabile, e ragionevole..
 
Le due coglione mi guardano per dieci, quindici secondi e poi scoppiano a ridermi in faccia. Come le Iene de Il Re Leone. Sono uguali a quegli animali insopportabili. Per non parlare poi delle loro risate sguaiate. Ma io stavo parlando seriamente. Okay, ero innamorata pazza di Orlando Bloom però le cose cambiano, giusto? Se dovessi incontrarlo magari gli chiederei un autografo o di fare una foto insieme. Almeno credo. Di certo non avrei perso le mie facoltà cognitive.
 
E’ sabato sera, e come sempre, ci aspetta la cena di famiglia. Non siamo dell’umore adatto. Per non parlare dei nostri fratelli che ci stuzzicano in continuazione. Sono sopportabili i fratelli, è un dato di fatto.  Carmen ha un fratello piccolo, una peste indomabile. Io e Ilaria abbiamo tre fratelli. Si, soffriamo terribilmente ogni giorno. Siamo continuamente vittime dei loro scherzetti senza senso, delle loro trovate ridicole, delle loro battaglie di wrestling, come vittime sacrificali ovviamente, e di quanto altro.
 
*VOGLIO FUGGIRE DA QUI!!!*
 
Quella sera giusto appunto, Ferdinando e Davide, i nostri fratelli più piccoli, cominciano a rincorrersi intorno al tavolo. Alla corsa senza senso si aggiunge anche Simone, l’altra piccola peste, e la cucina diventa un vero e proprio manicomio. Le nostre madri iniziano urlare implorandoli di fermarsi anche perché stavano cucinando e tutto quel cibo avrebbe fatto sicuramente una brutta fine. Durante la corsa si buttano addosso a noi tre povere vittime della società. Urliamo anche noi, sfinite psicologicamente e fisicamente. I tre bambini ci prendono di mira e ci assalgono, urlando “ Banzaaaai”. Ci prendono a botte di cuscini. Stiamo per essere uccise da tre bambini, da non credere. Ilaria ha tutti i capelli davanti, non riesce a vedere niente, sembra Samara di The Ring. Agita le mani in convulsamente, cercando di afferrare le piccole pesti. Carmen invece se la fa urlando come una gazzella scuotendo sia braccia che gambe. Io sono l’unica a restare impassibile a quella specie di tortura, a cui, ormai sono abituata purtroppo.
Quando finiscono il loro gioco, siamo mezze stordite. I nostri capelli non hanno più un senso. Restiamo sul divano incapaci di intendere e di volere mentre diciamo cose senza senso.  In quel momento entra Giuseppe, nostro fratello maggiore. E vedendoci in quello stato butta una battuta delle sue.
 
Giuseppe :  Sembrate delle drogate, alcolizzate, quarant’enni sull’orlo di una crisi di nervi  *ride*
 
Tutte e tre : Fanculo!
 
La cena finalmente inizia. I nostri padri non fanno che bere vino e dire cazzate. E’ il loro sport preferito. Noi preferiamo ubriacarci con coca cola e aranciata. Io soprattutto, quando bevo coca cola non la smetto un attimo di ridere e di dire cazzate a non finire. Ci manca poco che mi ubriaco anche con l’acqua. 
Le tre piccole pesti ritornano all’opera. Si lanciano molliche di pane da una parte all’altra del tavolo. E ovviamente non perdono l’occasione di buttarceli sui capelli. Cominciamo a sbraitare e a sbattere la testa da una parte all’altra per togliere le molliche. Ilaria sembra Simba, Carmen si scuote tutta come se avesse addosso i pidocchi, e io mi gratto tutta la testa come una vecchia zozzona. Aiutateci, ve ne preghiamo.
Come se non bastasse, Ferdinando, prende la bottiglia di coca cola, la sguazza e gliela lancia a Davide. Il coglione non la prende in tempo e la bottiglia esplode al centro del tavolo bagnando noi tre povere vittime della vita. Questo è ingiusto, è malvagio, ed è insopportabile.
Urliamo come se non ci fosse un domani mentre le tre piccole pesti  si sbellicano dalle risate. Si stanno divertendo un mondo. Credo che dopo tutte quelle torture, non sembriamo nemmeno degli esseri umani.
 
Ci alziamo da tavola distrutte e depresse. Corriamo subito a pulirci e ci rinchiudiamo nella nostra camera. Carmen quella sera sarebbe rimasta a dormire da noi, come ogni sabato. Di solito ci mettevamo sul letto tutte e tre e ci raccontavamo storie di paura, e io urlavo come sempre, vista la mia acuta coglionaggine, mentre le altre due si divertivano un mondo a prendermi in giro. Questa sera però siamo demoralizzate al massimo. Che schifo di vita.
Apro la porta con l’intenzione di andare a prendere un so nemmeno io che cosa. All’improvviso mi viene un’idea per la testa. Richiudo la porta sbattendola e mi volto verso le altre due. Ilaria e Carmen mi guardano scioccate. Devo avere una brutta espressione.
 
Ila : Sembri una maniaca sessuale, cosa vuoi fare delle nostre povere vite???!
 
Carmen : Aaaaaah!!! Vade retro Satana!!
 
Io : Fuggiamo!
 
Tutte e due : Coooosa???
 
Io : Avete capito bene! Andiamocene via da qui! Siamo tutte e tre maggiorenni ! Possiamo farlo!
 
Non so nemmeno io quello che sto dicendo, ma lo dico ugualmente. Scappare via da qui. Per quanto folle e assurda sembra essere questa idea, è proprio quello di cui abbiamo bisogno. Non so dove voglio andare, l’importante e scappare via da questo paese, da questa casa.
 
Ila : Io ci sto, caa****!!!!    *si alza puntando una mano in alto*
 
Carmen : E anch’io!!!! * si alza anche lei*
 
Io : Bene. E’ una cazzata assurdissima, ma la voglio fare!!!
 
Ila : E dove andiamo??
 
Carmen : A New York!!!
 
Io : A New York, siii!!!... a… New York?? Perchè New York?
 
Ila : Siii, alla grande mela!!!
 
Carmen : E’ deciso! Andiamo proprio lì!!! …
 
Io : No… ecco io.. a New York.. cioè.. non saprei… è… cioè… boh…
 
Ila : non rompere il ca***!!! Andiamo lì e non si discute!
 
Annuisco intimidita. Sono entrambe euforiche mentre la mia convinzione di fare quella assurdità sta piano piano scomparendo. Ma sono idiota? E adesso? No cioè, scappare di casa per andare dove? Con quali soldi? Ma che mi sono bevuta??!
E mentre pensavo a tutto questo, Carmen e Ilaria stanno di già su internet a comprare i biglietti dell’aereo. Le uccido. Le massacro. Le squarto.
 
Carmen : Ragazze, cambiamoci d’identità, così non ci possono trovare!
 
Io :  Cheeee????
 
Ila : Sisisisisis! Vai, chiama coso là! Quel tuo amico che fa ste cose! Muoviti!
 
Io : Nuoooo, ma vi siete bevute il cervello???! Che state facendo???!
 
Carmen prende il telefono e fa in quattro e quattr’otto il numero di non so chi. La situazione mi sta scivolando dalle mani. Sono in preda a un delirio di queste due psicopatiche, è il bello è che il delirio l’ho creato io. Benissimo.
 
Carmen : Oh, Alessandro! Dovresti farmi un favore…
 
Resto ad ascoltare quello che dice a questo povero ragazzo. Non credo alle mie orecchie, sta parlando di carte d’identità, di nomi falsi, e di altre cose orripilanti. Dopo circa un cinque minuti si rivolge a me e a Ila chiedendoci quale nome vogliamo.
 
Ila : Io Annie! Wow, un nome decente finalmenteee!
 
Carmen : Tu, Ross??? Che nomi vuoi?
 
Io : … Non lo so, cioè, che nome voglio?
 
Carmen : vabbè, mettigli Rachel, suvvia!
 
Mi sto sentendo male. Queste psicopatiche mi stanno cambiando l’identità. Sono sconvolta, ma ma perché???  Dopo poco chiude la telefonata e insieme all’altra deficiente cominciano ad aprire armadi e mettere cose nelle borse. Guardo il tutto con incredulità.
 
Carmen : mettiamo poche cose, il necessario, poi compriamo il resto lì!
 
Ila : Sisisi! Ross, scrivi la lettera per i nostri genitori, forza!
 
Ho ancora gli occhi nel vuoto. Prendo un foglio e una penna e inizio a scrivere delle cose tragiche al massimo.
 
 
Cari genitori…
Chi vi scrivono sono quelle psicopatiche di Ilaria e Carmen, che hanno avuto la brillante idea, anzi no, quella l’ha avuta Rossella, di fuggire e andare a vivere.. no non ve lo posso dire dove, perché sennò non sarebbe una fuga come si deve. E quindi vi chiediamo gentilmente di non cercarci perché staremo bene, siamo psicologicamente andate, si, ma staremo bene. Torneremo presto, non vi preoccupate. Abbiamo solo bisogno di trovare il nostro posto nel mondo.
 
Arrivederci
Rossella, Carmen e Ilaria
 
 
Do la lettera alle due e scoppiano subito a ridere.
 
Ila : Il nostro posto nel mondo, muoro *ride*
 
Carmen : Vabbene non c’è tempo per cambiarla, susususu! Appena tutti si addormentano, ce la diamo a gambe! Ok?
 
Ila : A che ora è il volo?
 
Carmen : Alle 2 : 00 , tu cerca un Hotel in cui potremmo stare per i primi giorni!
 
Io : Questa storia è assurda. Sto per sentirmi male. Di avere un infarto. Sto morendo, me lo sento. E’ tutta colpa mia, voglio crepare, schiattare. Andremo sicuramente a fare la barbone nei parchi di New York. Ne sono sicura. Moriremo di freddo, dormiremo sulle panchine, circondate da migliaia di piccioni.
 
Uno schiaffo da parte di Ilaria, un altro da parte di Carmen, e ritorno subito in me stessa.
 
 
Appena tutti vanno nel mondo dei sogni, in punta di piedi usciamo di casa. Prendiamo la macchina di Carmen, perché io sono completamente incapace di poter guidare e ci avviamo all’aereoporto.
Stiamo facendo una cazzata, ne sono sempre più sicura.
 
Arriviamo in tempo per prendere l’aereo. Ad un passo da salirci sopra mi blocco. No, ma che ca*** stiamo facendo???! No, no, no, no! Questo è assurdo! Fatemi tornare a casa mia! Dalla mia mamma, da mio padre, dai miei fratellini torturatori, dall’altro fratello idiota e da tutti i parenti fastidiosi e insopportabilI!!!
 
La mia opposizione è inutile, le due mi trascinano sull’aereo. La hostess ci guarda sconvolta. Sembra un rapimento da come mi agito. Una volta aver preso posto, guardo le due deficienti e vedo sul loro volto un sorriso alla Joker, da ebeti, e da deficienti. Appena l’aereo decolla, ci rendiamo conto che stiamo per partire, che stiamo fuggendo da casa nostra. Ci guardiamo in faccia per qualche secondo e…
 
Ila : che ca**** stiamo facendo????? Voglio scendereeee!!!
 
Carmen  : Anch’ioooooo! Voglio andare a casa mia!!!!
 
Io : Ecco, lo sapevo io che prima o poi l’euforia folgorante sarebbe finita!
 
 
Passiamo l’intero viaggio a piangerci addosso. Tiriamo fuori fazzoletti da ogni tasca e guardiamo fuori dal finestrino col cuore a pezzi. Possiamo essere più cretine??
Riusciamo, per fortuna, ad addormentarci. Appena mi sveglio, mi stiracchio, gemendo, come ogni mattina. E con mio grande stupore e rammarico, non sono nel mio letto, ma su un sedile di un aereo. I passeggeri stanno scendendo e la hostess ci guarda ancora sconvolta, non sapendo come comportarsi. Decido di svegliare anche le altre due.
 
Ila : Si, mamma, un attimo… cinque minuti ancora!
 
Carmen : E’ presto ancora, dai, mamma, ho sonnnnno.. *sbadiglia*
 
Dopo cinquantamila richiami decido di mollargli uno schiaffo ad entrambe. Finalmente si svegliano e capiscono che siamo ancora dentro alla cazzata di ieri sera. No, purtroppo non era un incubo. Scendiamo dall’aereo e ci sentiamo come dei topi in gabbia.
 
Ila : E adesso? Dove andiamo?
 
Io : A cominciare a fare le barbone!
 
Carmen : Andiamo in Hotel, su, fin quando ci bastano i soldi e dopo cercheremo un lavoro
 
Io : Oh ceeerto, come se sia facile trovare un lavoro! Oh sant’iddio, ma perché non vi ho fermate?? Perché???
 
Riusciamo a salire su un taxy, dopo due ore ad aspettarne uno. Ci facciamo portare all’Hotel che avevamo visto su internet.  Per fortuna ci sono ancora stanze libere. Ci rinchiudiamo nella nostra camera e continuiamo a piangerci addosso.
 
Io: Ohhh e va bene! Abbiamo fatto sta cazzata! Adesso prendiamoci le nostre responsabilità! Siamo qui, a New York, cerchiamo un qualcosa, un lavoro, un appartamento, e se i soldi finiscono prima se ne torniamo a casa, ok?
 
Le due annuiscono poco convinte. A dire il vero sono poco convinta delle mie stesse parole anche io.
 
Passano due giorni e non riusciamo a trovare un bel niente. La speranza è andata a farsi fottere. Siamo delle emerite imbecilli. Fuggire come se niente fosse e sperare di riuscire a cavarsela senza problemi, siamo delle folli.
Al terzo giorno siamo nelle mani del Signore. Io e Carmen siamo da sole nella stanza d’albergo. Non sappiamo dove sia finita Ilaria. Ad un certo punto sentiamo la porta della nostra camera aprirsi e sbattere violentemente contro il muro.
 
Ila : Dio esisteee!!!!
 
Io : che ti prende??
 
Ila : Sotto, ho trovato un annuncio! Stanno cercando una cuoca, una babysitter e una che faccia pulizieee!!!
 
Carmen : E a casa di chi?????
 
Ila : veramente non lo so, non l’ho letto  *si gratta la testa*  Però ho preso l’indirizzo, su, ragazze, andiamo! Cosa aspettiamo???!
 
Io : Beh, che abbiamo da perdere, dopotutto?
 
Ci mettiamo il cappotto e usciamo dall’albergo. L’abitazione in questione non è lontana, per fortuna. Inutile dire che ci perdiamo un infinità di volte e alla fine dopo aver chiesto mille indicazioni, riusciamo ad arrivare al quartiere giusto. La casa deve essere una di queste cinque. Per fortuna c’è il numero civico e riusciamo a trovarla.
 
Carmen : Allora, d’ora in poi saremo solo Annie, Carol e Rachel, ok??
 
Io : Io sono Rachel?
 
Ila : Si! E io sono Annie, e Carmen è Carol! Per favore, d’ora in poi chiamiamoci così sennò mi confondo!!
 
Decidiamo di suonare al campanello. Dalla casa esce come una furia una donna di colore, sulla cinquantina. Apre il cancello, sembra essere di fretta. Ci chiede cosa vogliamo e noi rispondiamo che siamo venute per quel posto di lavoro. La donna ci guarda sospettosa. Dopo un paio di secondi, in cui non sappiamo se ci caccerà a calci nel sedere o chiamerà la polizia, decide finalmente di farci entra dentro casa. Come abbiamo notato prima, è di fretta ed esce di casa, dicendoci che sarebbe tornata presto e di non fare danni. In più ci chiede di cucinare, di badare al bambino e di mettere a posto qualcosa.
 
Okay, siamo in casa di non so chi, da sole, a fare non so che cosa. Ci guardiamo un attimo interdette. Poi decidiamo di prendere in mano la situazione. Dopotutto abbiamo fortunatamente trovato un lavoro.
 
Annie : Io cucino!!
 
Carol : Io faccio le pulizie!!
 
Io : E certo, il bambino a me, non è vero?? Questa me la pagate!
 
 
Le due evaporano , una verso la cucina e l’altra verso non sa nemmeno lei dove. E io mi accingo ad andare a cercare il benedetto bambino, sperando con tutta me stessa con sia una peste come i miei fratelli. Durante la ricerca comincio a borbottare sull’assurdità di quella situazione, sulla nostra immensa coglionaggine e sui guai in cui ci cacceremo sicuramente.
 
Io : Bambino, sei qui??
 
Entro in una cameretta piena di giochi e BUM! Mi arriva un qualcosa dritto in faccia. E’ un peluche, fortunatamente non mi ha uccisa. Il bambino è sicuramente in questa stanza, non ci sono dubbi. Per mezz’ora lo cerco mentre continua a tirarmi pupazzi da non so dove. Sono esasperata, questo bambino si sta prendendo gioco di me.
 
Io : E dai, piccolo, io cioè, dovrei essere la tua nuova Babysitter, dobbiamo andare d’accordo!
 
Niente, non ne vuole di che sapere di me. Sbuffo e decido di tornare di sotto. Scendo le scale e vedo Carol con un secchio d’acqua e uno straccio sulle spalle. La chiamo e si spaventa facendo cadere il secchio a terra. Mi metto la mano sul viso esasperata. La deficiente scivola e corro subito ad afferrarla prima che si rompa qualche osso.  Il tappeto del salotto è fradicio, stiamo già combinando dei guai. La vecchia signora ci ucciderà al suo ritorno, me lo sento.
Fortunatamente riesco ad afferrare Carmen, ehm, cioè Carol. Non riesco a mantenere l’equilibrio e scivoliamo entrambe sull’acqua. Sembra una puntata di “Notte sul ghiaccio”. Finiamo a terra come a delle deficienti. E a quel punto sentiamo un cattivo odore provenire dalla cucina. Ci alziamo e vediamo del fumo uscire dalla suddetta stanza. Mi metto le mani ai capelli e corro subito da quell’idiota di mia sorella, seguita dall’altra deficiente.
 
Annie : Ohhh guardateee, ho combinato un disastroooo!
 
Io : Vai a prendere dell’acquaaaa! Muovitiiiii!
 
Carol torna di là per riempire il secchio d’acqua. La cucina sta prendendo fuoco, non capisco come abbia fatto a creare questo disastro. Carol ritorna  col secchio e butta l’acqua alla cieca. La deficiente non ha nemmeno centrato la cucina, ma ha buttato tutta l’acqua per terra. Bene, adesso anche la cucina è mezza allagata. Le voglio uccidere e le mando entrambe a prendere due secchi d’acqua prima che il fuoco bruci l’intera cucina. Una volta rimasta da sola mi guardo intorno per vedere se c’è qualcos’altro per spegnere il fuoco. Vedo un secchiello poco distante da me e mi accingo a prenderlo. Dimentico però che a terra è allagato e appena faccio il primo passo scivolo come un emerita cretina, vado a finire dalla parte opposta della cucina e sbatto violentemente con qualcosa.
 
Io : Ahi,Ahi, che botta!
 
Apro gli occhi e non vedo ne mobili e ne oggetti di qualsiasi genere. Ai miei occhi si presentano pettorali di qualcuno. Spalanco gli occhi sconvolta. Alzo lo sguardo, terrorizzata, e …..Dio voglio morire. Uccidimi. Crepami per l’amor del cielo.
 
In quel preciso istante arrivano Carol ed Annie urlando come a delle matte. Senza neanche guardare buttano l’acqua, e com’è facile da prevedere, arriva proprio addosso a me e a… Orlando… Bloom.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chi disprezza vuol comprare ***


Capitolo 2  -  Chi disprezza vuol comprare
 

 
Sono bagnata fradicia mentre le due dementi si portano le mani al viso. Non capisco se sono mortificate per averci buttato l’acqua addosso oppure perché hanno davanti Orlando Bloom. Per non parlare di me che sono appiccicata a lui. Sto per morire. Le mie facoltà cognitive sono andate a farsi fottere, ecco lo sapevo.
 
Orlando : Si può sapere cosa fate in casa mia? E chi siete prima di tutto?!
 
Non sembra arrabbiato, no. Ha solamente ucciso i miei poveri padiglioni auricolari. E mo chi glielo spiega che la vecchia è scappata via e ci ha lasciate sole in questa casa? Io no di certo, ho perso anche le facoltà linguistiche. Per fortuna o per così dire ci pensano le due deficienti a spiegargli tutto quello che era successo.
 
Annie : ehm, non siamo delle ladre! Siamo state assunte da quella nonna che poi è fuggita non so dove!!
 
Carol : Giusto! Ssisiisiisi, su quel manifesto  c’era scritto che cercavano una cuoca, una babysitter e una per le pulizie!
 
Guardo il tutto con una confusione tremenda. Da una parte vedo Annie e Carol continuare a dire cose senza senso e dall’altra vedo Orlando Bloom a un centimetro da me. Sto per caso sognando? Si, è un sogno, ne sono certa. Ad un certo punto vedo il suddetto uomo, attore di Hollywood, girarsi verso di me e in quell’istante io muoio.
 
Orlando : E tu? Non hai niente da dire?
 
Come finisce di dire quelle esatte parole ecco che BUM! Cado,  come un emerita deficiente, a terra . Ebbene si, ho perso i sensi. Che deficiente, svenire solo perché si ha davanti un attore. Che umiliazione.
 
Appena riprendo conoscenza sento delle voci, piano piano capisco quello che dicono.
 
Orlando : Siete sicure che non è una mia fan?
 
Annie : Nuoooo, a lei piacciono quelli tipo Brad Pitt, George Clooney…
 
Carol : Johnny Depp!
 
Orlando : Perché io ho qualcosa che non va?
 
Annie : Nuoo per l’amor del cielo! Ma a lei piacciono tipi alti, mori, occhi scuri…
 
Carol : Sisisi, tipo, tipo, tipo…Orlando Bloom!
 
Orlando : mi state prendendo per il culo?
 
Annie : Nuoo, che sia mai!!
 
Orlando : E perché è svenuta,allora?
 
Carol : ..e…e…è malata poverina! Si, ha una brutta malattia, ed è per questo che stiamo cercando disperatamente lavoro per poter pagare le medicine che le occorrono!   *la finta commossa*
 
Ma che stanno dicendo queste disagiate mentali che non sono altre!? Apro gli occhi di scatto e gli lancio occhiatacce assassine. Cerco con tutta me stessa di non svenire di nuovo e di riacquistare la parola. Mi metto seduta e mi accorgo che la testa mi gira e non poco.
 
Orlando : Stai bene?
 
Annie : Siii, che sta bene!  E’ stato solo un piccolo svenimento, suvvia!
 
Questa volta ringrazio con tutto il cuore mia sorella. Sa benissimo che non riesco a dire nemmeno un’acca. E per non parlare di quest’altro che mi tartassa di domande, non credo  si sia bevuto la cretinata sulla mia malattia inventata da quella demente di Carol.  Continuo a non parlare e lui sembra un po’ turbato da tutto ciò.
 
Restiamo ad aspettare la signora. Noi tre sedute sul divano e Orlando seduto di fronte a noi sulla poltrona. Silenzio totale, non si sente volare nemmeno una mosca. Decido di alzare lo sguardo e posarlo su di lui. E’ di fronte a me con le gambe accavallate, e la mano sulla testa. E’ sovrappensiero, sicuramente si starà domandando da quale angolo sperduto della terra siamo sbucate. Continuo a fissarlo senza rendermene conto.  Ed ecco che se ne accorge e lentamente punta i suoi occhi dritti nei miei. Avvampo come non mai e riporto immediatamente lo sguardo sul pavimento. Mi sto giocando la dignità, meglio smetterla.
Finalmente la vecchia torna. E non da sola, ma con millemila buste della spesa. Ecco perché andava così di corsa quella megera.  Appena la vediamo alziamo tutti e quattro lo sguardo e lo puntiamo su di lei. La signora è  di spalle, si sente osservata e si blocca girandosi cautamente e timorosa verso di noi. Dalla sua espressione capisco che ha intuito il tutto e cioè che abbiamo combinato di già qualcosa di catastrofico.
 
Orlando : Estella, perché hai assunto queste tre pazze senza dirmi niente??!
 
Annie : Ehi ehi, piano con le parole!
 
Do un pizzicotto ad Annie che subito emette un piccolo gemito di dolore. Mi guarda scioccata.
 
Estella : Dovevo correre a fare la spesa e si sono presentate queste ragazze! E mi sono detta : “ Perché no?”
 
Orlando : Hanno combinato un disastro! Guarda, il salotto è allagato , anche la cucina! Per non parlare poi dell’incendio! Ti sembrano persone sane di mente???
 
Estella : Ehm… beh, suppongo di no. Quindi bisogna licenziarle subito, giusto?
 
Io e le altre ci guardiamo terrorizzate. Accidenti, proprio adesso che avevamo trovato un lavoro.  Lo sapevo, saremmo finite a fare le barbone e a dare da mangiare ai piccioni a Central Park.  No, no, no io non ho nessunissima intenzione di fare quella fine! Dobbiamo fare qualcosa e alla svelta anche. I soldi per pagare l’albergo non ci bastano più, se ci cacciano da qui andremo a vivere veramente per strada.
 
Orlando : Sono delle ragazzine, non vanno bene
 
*Ragazzino lo dici a tuo padre!!*
 
Ecco e a questo punto devo parlare, devo dire qualcosa, devo salvare le nostre povere vite dall’andare a vivere sotto un ponte.
 
Io : E va bene, abbiamo sbagliato, ma non potrebbe darci un’altra possibilità??
 
Orlando si volta stupito. E si, va bene, mi sono decisa finalmente a parlare, non c’è bisogno di guardarmi in questo modo, per la miseria ! Lo vedo avvicinarsi sempre di più a me. Per quale diavolo di motivo il mio cuore ha accelerato i battiti di colpo?? No, sta fermo, per l’amor del cielo, non vorrei svenire di nuovo.
 
Orlando : Avevi perso la lingua?
 
Io : No, e non cambi discorso. Possiamo avere un’altra possibilità si o no?
 
Orlando : Per quale motivo vi dovrei dare un’altra possibilità *si avvicina sempre di più*
 
Io : Perché è la nostra ultima ancora di salvezza! Non abbiamo un soldo, non possiamo stare ancora per molto in albergo, non sappiamo dove andare e sinceramente non ho nessuna voglia di dormire fuori per strada con il freddo che fa! Le prometto che non succederà più niente di catastrofico!
 
Orlando mi guarda incerto. Alza gli occhi al soffitto, respira profondamente  e continua a pensare. Dopodichè riporta di nuovo lo sguardo su di me per poi spostarlo sulle altre due.
 
Orlando : Chi è la più grande fra di voi?
 
Annie e Carol indicano me col dito. Orlando è di nuovo stupito e scioccato. Sorride e rialza gli occhi al soffitto. Non ci crede, ma che deficiente. Mi sento nell’imbarazzo più totale. Okay, non dimostro i miei anni, ma mica è colpa mia!
 
Orlando : E sentiamo, quanti anni avresti?
 
Io : … 23.. quasi..
 
Orlando : Tze, ragazzine
 
*Ahhhh, mo gliene mollo una così la smette di fare il gradasso!!!*
 
Io : .. non sono una ragazzina   *dico a bassa voce*
 
Orlando : cos’hai detto? Non ho sentito.
 
Io : .. Niente! Allora ha deciso??
 
Mi guarda ancora dubbioso. Non si decide a darci una risposta e io mi sto davvero rompendo le scatole. E’ prepotente, mi irrita. Si mette a braccia conserte e piega la testa di lato. Se adesso non mi dice cosa vuole fare lo uccido, giuro che lo uccido.
 
Orlando : Vieni di là con me, dobbiamo parlare noi due da soli.
 
A quelle parole resto di sasso. Di là dove?? Di cosa dobbiamo parlare? Oh Dio mio, adesso svengo di nuovo. No, no, no, io non posso parlare con quest’uomo da sola, ho bisogno di un supporto morale. Le gambe cominciano a traballare, guardo implorante mia sorella e mia cugina. Mi fanno segno con la manina e mettono su un sorrisetto malizioso. Le vorrei uccidere, ma non posso perché Mr Bloom mi sta già trascinando verso non so dove a parlare di non so quale questione. Di cosa dovremmo parlare appunto? Ci conosciamo si e no da qualche ora! Ma vai a capire questi attori spacconi, prepotenti e gradassi. Non lo sopporto.
Finalmente dopo poco si ferma.
 
Orlando : Allora, non vi caccerò soltanto se risponderai sinceramente ad una mia domanda..
 
*Quale domandaaaa!!!?? Aiuto, aiuto,aiutooo!!!*
 
Io :  .. Sentiamo..
 
Orlando : Sei una mia fan? No, perché non ho nessuna intenzione di assumere una fan tra i miei dipendenti e per di più se si tratta di mio figlio! Ho bisogno di una babysitter e non di una ragazzina che mi sbava dietro.
 
*Ahhhhhhhhhhh, no questa è troppo. Adesso prendo la prima cosa che trovo e gliela lancio addosso!! Non mi importa se lo uccido, io questa soddisfazione me la devo levareee!!!!*
 
Io :  Oh bello mio! Sai che ti dico?!
 
Orlando : Ah adesso mi dai del tu?
 
Io : Si, ok?? E primo : Sei una persona insopportabile, prepotente, ti dai un mucchio di arie quando invece non sei nessuno!!   Secondo : Ma chi ca*** ti sbava dietro? E non ti azzardare più a chiamarmi “ragazzina”,demente!  E terzo : Leonardo Di Caprio è cento volte meglio di te!!
 
La terza cosa non la penso veramente, ma per lui era un vero e proprio colpo basso, quindi non mi sarei di certo risparmiata a dirlo. Mi volto per andarmene arrabbiata a morte e con la voglia di decapitare qualcuno.
 
Orlando : Se ancora non l’hai capito, siete licenziate!   *urla*  Anzi a dire il vero non siete mai state assunte!
 
Io : Non c’era bisogno di dirmelo!!
 
Orlando : pff.. mi metto pure a litigare con le ragazzine adesso!
 
 
Lascio perdere questa sua ultima affermazione e vado alla ricerca di Annie e Carol. Appena le raggiungo dico subito che dobbiamo andarcene da lì perché in quella casa non si può proprio stare e in più il padrone  è insopportabile, quindi meglio evitare. Anche se Orlando sta dietro di me, me ne fotto altamente e continuo a dire le cose come stanno alle due. Salutiamo la signora e ci accingiamo a prendere i cappotti. Mi accorgo improvvisamente  che ho lasciato la mia borsa al piano di sopra, nella stanza del bambino. Chiedo il permesso di andare a Orlando, senza guardarlo in faccia e con tono freddo.  Salgo al piano di sopra e appena metto piede nella stanza del bimbo me lo vedo arrivare addosso. Per fortuna riesco a trattenerlo tra le mie braccia.
 
Io : Bambin… Flynn, ma che diamine stavi facendo??!
 
Flynn : *ride* Mi sono lanciato giùùù dal lettooo!
 
Io : Capisco, ma non devi rifarlo più perché potresti farti male, ok?
 
Flynn *ride* Va bene, ma tu… tu chi.. sei?  La … mia nuova babysitter?
 
Io : uHm non proprio, il tuo paparino mi ha cacciata via prima del tempo!
 
Continuo a tenerlo in braccio. Oh Signore, questo bambino è la dolcezza fatta a persona. Ha un visetto così angelico e innocente. Che birbantello però che è..
 
Flynn : scusa per prima… volevo solo giocare *ride*
 
Io : Ti perdono, ti sei divertito a lanciarmi tutti quei pupazzi addosso  eh?  *rido*
 
Flynn : Siiiiiiiiiii
 
Senza rendermene conto mi siedo sul letto e lo appoggio sulla coperta. Il piccolo Flynn comincia a farmi vedere tutti i suoi giochi nonostante gli dica in continuazione che devo proprio andare via. Ma il bimbo non demorde continua a farmi vedere le sue piste, le sue costruzioni e insiste anche nel regalarmi un peluche.
 
Flynn : Tu sei diversa dalle altre mie babysitter,sai?
 
Io : Lo so, sono una ragazzina *rido* non fare come tuo padre, adesso
 
Flynn : Noooo, sei simpatica  *ride* mi fai ridere! Sei buffa!
 
Io : Oh, beh grazie! Lo prendo come un complimento!
 
Gli do un bacio sulla guancia e dopo aver scompigliato i suoi capelli, prendo la borsa e mi avvio verso l’uscita della stanza. Prima di andarmene mi volto per salutarlo e lui ricambia alzando la sua piccola mano. E’ un po’ triste. E beh, poverino, lo mollano sempre a babysitter super vecchie e antipatiche. Non lo invidio per niente.
Scendo di sotto e dopo aver salutato la signora Estela ci dirigiamo verso la porta. Orlando è proprio lì davanti appoggiato al muro con le mani in tasca, come al suo solito.
 
Orlando : A mai più!  *Apre la porta*
 
Io : Puoi ben dirlo, cafone!!
 
E così usciamo fuori da quella casa. Non sarei sopravvissuta là dentro con quel deficiente idiota nemmeno un altro minuto. Non mi sarei mai aspettata che fosse così cazzone. Lungo il tragitto Annie e Carol non fanno che chiedermi che cosa mi ha detto quando siamo stati a parlare noi due da soli, ma io non ho voglia di parlarne. Il problema è stato il modo in cui l’ha detto : “ sbavare dietro di me”.  Ma chi si crede di essere?? E va bene, l’emozione nel vedermelo davanti è stata così grande che non sono riuscita a non svenire, ma chi gli da tutta questa sicurezza??!    Avrei dovuto dargliele di santa ragione, doveva ringraziare il Signore che ero riuscita a controllarmi.
 
Non mi importa un fico secco se adesso dobbiamo andare a dare da mangiare ai piccioni, molto ma molto meglio che andare a lavorare per quell’uomo insopportabile e idiota.
 
Appena arriviamo in albergo vedo che Annie e Carol sono tremendamente depresse. Adesso comincio a sentirmi in colpa. Infondo potevo benissimo dirgli che non ero una sua fan e che di certo non mi sarei messa a sbavargli dietro, ma quella sua frase mi aveva mandato in bestia. Una donna avrà pure una dignità o no??  Avrei dovuto prenderlo e scassargli il cranio ripetutamente contro la porta per le parole che era stato capace di dire.
 
Annie : Comunque… chi disprezza vuol comprare
 
Io : No! Non venirtene con le tue perle! In un momento delicato come questo, non puoi, non puoi!!
 
Annie  : Ti piace ancora!
 
Io : Smettila, non mi piace ancora niente!  Può essere bello quanto vuole ma è odioso fino all’inverosimile!
 
Carol : Vabbè le piace, abbiamo capito.
 
Stupide mentecatte di disagiate mentali. Meglio andare a dormire, domani penserò a come fare per salvarci la pellaccia.

Il giorno seguente usciamo con tanta speranza di trovare qualcosa. Alla fine finiamo in negozi vari, ovviamente non compriamo nulla perché non ce lo possiamo permettere, vista la nostra situazione. Arriviamo in una piazza e troviamo una folla di gente riunita. Incuriosite ci avviciniamo per vedere cosa succede. Una ragazza ci dice che stanno intervistando un attore famoso. Super euforiche ci addentriamo all’interno della folla e cerchiamo di avvicinarci sempre di più per vedere di chi si tratta. Fortunatamente con la mia agilità riesco ad arrivare fino alle transenne. Ed ecco che vedo un cameraman, una giornalista con un microfono in mano che sta intervistando…. No, ca***! Noooo!   I nostri sguardi si incrociano contemporaneamente e dalle nostre bocche escono le stesse identiche parole.  
 
Io e Orlando : Ancora tu??!
 
Alla giornalista non sfugge questo brevissimo e intenso istante e subito comincia a tartassare quell’uomo odioso di domande.
 
Giornalista : Mi sa tanto che abbiamo una conoscenza di Orlando tra il pubblico. Una fan per caso? Inquadratela . Venga signorina, le voglio fare qualche domanda.
 
*Cosaaaaa???? No,no,no,no,no!!!*
 
Mi giro per cercare di fuggire via da quella situazione imbarazzante e ridicola. Sfortunatamente mi rendo conto che non ho via d’uscita. Sono bloccata, io e la transenna siamo diventate un tutt’uno. All’improvviso un omone tipo guardia del corpo si avvicina e mi aiuta a scavalcare. E’ l’unica via di fuga che ho anche se questo significa essere intervistata da quella deficiente di una giornalista, impicciona fino al midollo. Mi fanno accomodare vicino a Orlando. Ci guardiamo con sfida e colmi di disprezzo. Che situazione di merda.
 
Giornalista : Ci dica, quanto è fan di Orlando Bloom da 1 a 10?
 
Io : ehm… 0 si può dire??
 
Finalmente tra la folla riesco a vedere anche Carol e Annie. Si stanno sbellicando dalle risate quelle due deficienti.
 
Giornalista :  *ride* sta scherzando ovviamente. Ci elenchi i pregi del suo idolo
 
Io : I pregi? Perché quest’uomo ha dei pregi per caso? Parliamo invece dei suoi difetti : è un rompiballe, prepotente, spaccone, demente, deficiente, insomma alla fine tutto fumo e niente arrosto!
 
C’è un dissenso totale tra la folla. Me ne fotto altamente di loro e dei loro giudizi. Quella giornalista mi stava provocando ed io non riuscivo proprio a tenermi quelle cose dentro. Dovevo dirle!
 
Orlando : E tu sei una ragazzina isterica ! Hai pensato di farti vedere da un bravo psichiatra??? Perché secondo me hai qualche rotella fuori posto!
 
Io : Sei un bamboccione viziato!!! Uno stupido attoruccio da quattro soldi! Telecamera, inquadrami!! Questo è un messaggio che voglio fare a tutte : Leonardo Di Caprio, Johnny Depp, Brad Pitt, quelli si che sono uomini e non questo .. broccolone che sta seduto vicino a me! E’ insopportabile, credetemi!
 
Giornalista : ma lei non doveva essere una sua fan?  *scioccata*
 
Io : Senta, è stata lei a insistere per intervistarmi, io ho detto solo quello che pensavo! E non mi rompa per piacere! Anzi, invece di perdere tempo qui con questo broccolone vada ad intervistare qualcuno di più importante !!!
 
Mi alzo tra gli schiamazzi della folla. Di sicuro vogliono tutti uccidermi, ma chi se ne frega.  In quel momento però capisco di aver esagerato un po’. Lo sto umiliando davanti a mezza America, non sono troppo crudele? Proprio nell’istante in cui sto per andarmene qualcuno afferra il mio braccio. E’ Orlando, mi attira a sé e mi dice qualcosa a bassa voce.
 
Orlando : Si può sapere cosa ti ho fatto per farmi umiliare così davanti a tutti??!
 
Oh Dio, mi tremano le gambe. Sei una masochista, sappilo. E adesso cosa gli dici? Non hai nessuna giustificazione, dannazione. Ed ecco che in quel momento sento Annie e Carol urlare a tutta forza il mio nome. La giornalista curiosa e pettegola le vede e non può fare a meno di invitare anche loro sul “ring”.
 
Annie : Allora io voglio solo dire una cosa! Rachel ha perfettamente ragione, quest’uomo ci ha cacciate di casa, ci ha trattate come a delle lebbrose, è stato un vero cafone!!
 
La sua spiegazione dei fatti non è completamente corretta, ma la folla comincia a fischiare contro l’uomo odioso e questo mi rallegra.
 
Carol : E non sappiamo cosa abbia detto a questa povera ragazza! Le ha chiesto di parlare in privato e quando è tornata da noi era sconvolta!!! Non oso immaginare cosa le avrà fatto questo maniaco!!


E va bene, adesso stanno esagerando. Prendetegli il microfono per l’amor del cielo prima che le loro menti deliranti comincino a produrre delle assurdità che più assurdità non ci sono. Orlando è nel panico più totale, e vorrei ben vedere, queste due lo stanno accusando in diretta tv che è un maniaco sessuale, che chissà cosa mi avrà detto o fatto e che ci ha cacciate di casa (sua).  Decido di strappare dalle loro mani il dannato microfono.
 
Io : Okay gente, siete su scherzi a parte!!!  *rido*
 
 
A ridere sono solo io. Intorno a me ci sono solo facce scioccate e stupite. Credo fortemente che ci considerino delle pazze psicopatiche. La giornalista decide di farci cacciare via e mentre quel grosso omone di prima si accinge a farci vaporizzare, sento di nuovo che qualcuno mi afferra dal braccio.
 
Orlando : Grazie…
 
Non gli rispondo. Non so nemmeno io perché l’ho salvato da quella situazione degenerata in quel circolo paranoico e assurdo. Di certo non volevo che venisse accusato di tutte quelle idiozie.
 
Annie : Ma perché non ci vuoi dire cosa ti ha detto??
 
Io : Ohhh che palle! Mi ha chiesto solo se io ero una sua fan, perché in tal caso non vuole fan tra i suoi dipendenti, e precisamente non vuole tra i piedi ragazzine che gli sbavano dietro!! Ok??
 
Annie e Carol mi guardano scioccate.  Tipo che sono deluse, si aspettavano chissà che cosa. E di fatti si sono immaginate tutte quelle cazzate di maniaci e cose varie.
 
Carol : E tu ci hai fatto perdere il lavoro per questa cazzata? Ma fanculo, Rachel, fanculooo!!!
 
Annie : condivido in pieno!! Non bastava dirgli “no. Non sono una tua fan”, avresti solo detto la verità. Quanto a sbavargli dietro beh… beh… beh..
 
Io : Ahhh, muovetevi, andiamo a preparare le valigie e torniamocene a casa! Ne ho fin sopra i capelli di questo posto del cavolo!!
 
Comincio a camminare continuando a guardare dietro di me e a parlare alle due dementi. All’improvviso non sento più il pavimento sotto ai miei piedi e prima che me ne rendessi conto mi ritrovo a urlare mentre sto cadendo nel vuoto.
 

OH CA***** SONO FINITA IN UN TOMBINO!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Eroe del giorno ***


Capitolo 3  -  Eroe del giorno
 
 

Sono finita come un emerita deficiente in un tombino per di più abbastanza profondo. Ma cosa diavolaccio ci faceva un tombino aperto, poi?? Sento una rabbia tremenda pervadermi. Sono sicura al cento per cento che è stato quell’attore da strapazzo a lanciarmi qualche maledizione per farmi finire qui dentro. Cerco di muovermi mentre sento Annie e Carol urlare il mio nome disperate. Quelle due deficienti sembrano delle galline in calore. Come se non bastasse non riesco ad alzarmi, ho un male cane alla gamba destra. Di male in peggio.
 
Annie : Rachel!!! Sei deceduta???
 
Io : No! Sono qui, non mi vedi, demente??!
 
Carol : Riesci ad uscire da questo buco da sola?
 
Io : Ma che domande di merda! Come faccio ad uscire se qualcuno non mi aiuta?!
 
 
Questa situazione è snervante. Non posso alzarmi, non posso uscire da lì e per di più ci si mettono a quelle due cretine con le loro domande tanto stupide quanto (in)evitabili. Chiudo gli occhi per cercare di placare la mia furia omicida e inizio a contare fino a 10, 20, 30 ecc.. Intanto Annie e Carol chiedono aiuto urlando in modo indecoroso. Quelle loro urla non fanno che ampliare ulteriormente la mia rabbia.
In una frazione di secondi sento una marmaglia di gente precipitarsi da noi. Qualcuno sbircia dal buco per osservarvi. I soliti curiosoni del ca***. Sono scocciata fino all’inverosimile, adesso come minimo finirò in qualche Tg dato che nei paraggi ci sono sia una telecamera che una giornalista ficcanaso. Dalla posizione in cui mi ritrovo riesco a vedere poco e niente, tranne qualche viso sconosciuto e Carol ed Annie spaventate a morte. Ma ecco che improvvisamente vicino a loro si presenta qualcun altro : Orlando. Si, proprio lui, quell’attore insopportabile e prepotente che tra l’altro poco fa ho aiutato ad uscire da una situazione imbarazzante c compromettente in cui io stessa l’avevo cacciato. E come se tutto questo non fosse già abbastanza, lo vedo inginocchiarsi e affacciarsi dentro il tombino mentre Annie e Carol lo tengono ben stretto.
 
Orlando : Stai bene? Se mi spingo più oltre riusciresti a prendere la mia mano?
 
Io : Non riesco a muovere la gamba, mentecatto!!
 
Orlando : Ehi, potresti sforzarti ad essere più gentile, sai? Sto cercando di tirarti fuori da qui.
 
Io : Non te l’ho chiesto io.
 
Orlando : Si, ma se ti tiro fuori da questo buco la mia immagine è salvaguardata. Visto il casino in cui mi avete cacciato tu e le due pazze che stanno toccando il mio culo!
 
Mi viene da ridere, ma riesco a trattenermi. Sposto un po’ lo sguardo e vedo mia sorella e mia cugina addosso ad Orlando e giusto appunto con la scusa di tenerlo e di non farlo cadere lo stanno palpeggiando come a delle perverse. Il tutto sotto agli occhi di Tv, giornalista e pubblico. Ovviamente sono tutti concentrati per vedere come farà il bell’attore dei miei stivali a salvarmi da quella orrenda situazione.
 
Orlando : Ho avuto un’idea!
 
Io : Cosa?
 
Orlando : Aspettami un attimo, adesso ritorno lassù e cerco qualcosa per tirarti su. Non ti muovere.
 
Io : E dove vuoi che vada?  *sbuffo*
 
Lo vedo tornare coi piedi per terra mentre guarda in malo modo Annie e Carol. Loro invece sono alquanto soddisfatte. Finalmente posso dare libero sfogo alla mia risata fin troppo trattenuta. Ma in una situazione del genere non posso proprio avere il coraggio di ridere.  Cerco di mettermi in piedi, ma sento un dolore accecante alla dannata gamba. Spero con tutto il cuore di non essermela rotta.  Nel mentre aspetto la genialata dell’attore odioso mi metto ad ascoltare quello che dice la giornalista dei miei stivali.
 
Giornalista : Guardate, siamo nel luogo in cui una povera ragazza, fan di Orlando Bloom è caduta accidentalmente in un tombino. Sembra anche la vittima sia ferita gravemente e quindi impossibilitata a reggersi in piedi.
 
Fan di Orlando Bloom? Ah ma allora questa non ha capito proprio un ciufolo! Per non parlare poi della tragedia che è riuscita a raccontare. Ferita gravemente, ma Dio santissimo cosa devono sentire i miei poveri padiglioni auricolari. Mezza America sta sentendo della mia vicenda. Si staranno di certo chiedendo chi sia la sfigata deficiente che è finita in un tombino. Per non parlare di chi si starà scassando dalle risate nel sentire questa folle notizia. La giornalista passa anche a intervistare Annie e Carol. Le due non perdono ovviamente tempo a improvvisare una tragedia in loro stile d’altronde.
 
Annie : Spero solo di poterla riabbracciare presto. La mia vita senza di lei non avrebbe senso  *Scoppia in un pianto isterico, falso fino al midollo*
 
Carol : Il signore deve essere clemente con quella povera ragazza! Non merita di fare questa fine!  *si aggiunge al pianto isterico e finto insieme a quell’altra*
 
Mi porto la mano per sorreggermi la fronte. La gente le applaude pure. Comincio a pensare che qui nessuno sia normale. La giornalista riprende a parlare alla telecamera, ovvero alla gente che sta seguendo da casa. Mi sembra tanto di essere in una puntata di “Pomeriggio 5”, e questo è davvero una cosa triste, molto triste.
Finalmente quel deficiente di un Bloom ritorna. Vedo che ha qualcosa in mano ma non capisco cosa di preciso. Me la butta di sotto e scopro con stupore che si tratta di una corda. La guardo titubante e poi l’afferro. Sento la gente applaudirlo per l’idea che ha avuto. Che persone idiote. Poi mi viene in mente una cosa : come caaaa*** faccio ad arrampicarmi se non riesco a muovere la gamba??!
 
Orlando : Sali, coraggio!
 
Io : Ma tu sei davvero un demente!! Ti ho detto che non riesco a muovermi! Mi fa male la gamba!!
 
Tutto l’entusiasmo di prima svanisce di colpo. Gli occhi della gente sono puntati  su l’Orlando coglione. Quest’ultimo si passa la mano fra i capelli, non sapendo cosa fare. Io , nella mia disperazione, getto la testa tra le ginocchia. Resterò a vita in questo buco, me lo sento. Alzo lo sguardo e incontro quello di Orlando. Sbuffo e riporto lo sguardo a terra abbracciando le mie gambe.
D’un tratto vedo la corda ai miei piedi ritirarsi. Qualcuno la sta tirando su. Alzo lo sguardo e vedo Orlando con la corda in mano. Che vuole fare quel cretino?
 
Orlando : Ehi, voi due, prendete questa corda e tenetela ben stretta!
 
Annie e Carol lo guardano scioccate. Ci mettono diecimila anni ad alzare le mani e ad afferrare la corda. Non capiscono che diavolo a in mente.  All’improvviso lo vedo calarsi giù per il tombino. Sta venendo da me. Oh Dio, Oh Signore, ma è pazzo?!  Osservo l’intera con gli occhi spalancati, piena di incredulità. In un batter d’occhio arriva da me e si china per parlarmi.
 
Orlando : Non te l’aspettavi, eh?  *sorride*
 
Io : Tu sei pazzo
 
Orlando : Può darsi, ma sempre meno pazzo di te  *sorride*
 
Io : Che cafone che sei.
 
Orlando si mette a sedere accanto a me. Porta la sua mano al mio viso per farmi voltare verso di lui. A quel contatto rimango di sasso. Appena incontro i suoi occhi capisco che anche lui è rimasto leggermente turbato dal suo gesto.
 
Orlando : Aggrappati a me, adesso. E non fare la bambina.
 
Io : Aggrapparmi a te? Ma tu vorrai scherzare!
 
Orlando : Vuoi restare qui per il resto dei tuoi giorni?
 
Io : Certo che no!
 
Orlando : E allora abbatti il tuo stupido orgoglio e aggrappati a me!
 
Io : Accidenti, guarda tu cosa mi tocca fare! Tutta colpa mia e della stupida idea che ho avuto di venire in questo postaccio del cavolo! Dovevo farmi i fattacci miei e tenere la bocca chiusa, così a quest’ora eravamo tutte e tre a casa nostra a giocare come vittime sacrificali dei nostri adorati e insopportabili fratelli!
 
Continuo il mio discorso paranoico gesticolando come un’ossessa mentre Orlando mi osserva scioccato. Mi accorgo della sua espressione confusa e decido di smettere di delirare. Alla fine accetto di aggrapparmi a lui, e com’era facile da prevedere comincia a sorridere compiaciuto. Si alza e mi prende delicatamente in braccio. Siamo estremamente vicini e il mio cuore, non so per quale motivo, è partito accelerando i battiti.
 
Orlando : Però! Non sei proprio leggera come una piuma..
 
Io : Sono fatta di carne e ossa, mio caro e non come alle tue fidanzate scheletriche che non c’hanno nemmeno la forza di reggersi in piedi!
 
Orlando : E tu che ne sai delle mie fidanzate? *inarca un sopracciglio*
 
Io : mm, ma per favore! Sei un attore, tutti sono a conoscenza delle tue conquiste, non è mica un segreto di stato!
 
Orlando :  Diciamo che ti credo  *ride*
 
Io : Allora? Ti muovi ad afferrare quella maledetta corda e a farmi uscire da qui??
 
Cerco di cambiare discorso. Non ho voglia di parlare delle sue fidanzate- zombie. I nostri visi sono incredibilmente vicini. Sento il suo respiro sul mio volto. Ci guardiamo per un istante interminabile. Vorrei tanto sapere cosa diavolo gli passa per la testa. E’ un dilemma per me quest’uomo.
 
Orlando : Perché hai detto quelle cose prima a quella giornalista?
 
Io : …. Ecco, io non lo so. Volevo vendicarmi per come ti sei comportato …
 
Orlando : E come mi sarei comportato, sentiamo!?
 
Io : Come, come?? Mi hai trattata come una ragazzina e hai osato anche dire che ti sbavavo dietro! Ma tu ti rendi conto di quello che dici quando parli?!
 
Orlando : non mi sembra di aver detto niente di offensivo, tu invece hai iniziato a dirmi cose poco carine!
 
Io : Ah io adesso avrei la colpa di tutto? Ah ma bene!! Proprio bene!
 
Continuiamo a battibeccare senza sosta. Poi all’improvviso qualcuno da lassù sente il bisogno di interromperci. Annie e Carol ci fanno notare che tutti stanno aspettando la nostra uscita da quel dannato buco. Io e Orlando ci stizziamo, stringendo i denti. Avremmo continuato con le nostre ragioni all’infinito.
 
Orlando : Aggrappati!
 
Io : con immenso disgusto!!
 
Mi stringo forte a lui. Mi sento morire, ma la rabbia nei suoi confronti e così tanta che non riesco a pensare a nient’altro.  Quell’uomo insopportabile afferra la corda e una decina di persone ci tirano su. Lungo la salita restiamo in silenzio a fissare qualsiasi cosa tranne che noi stessi.
 
Orlando : Ti faccio così schifo?
 
Non faccio in tempo a rispondere perché siamo arrivati a destinazione. Finalmente respiro aria pura, lì dentro puzzava che era una meraviglia. Annie e Carol mi abbracciano e tutti applaudiscono contenti. La giornalista si avvicina a Orlando che è ancora accanto a me. Vuole intervistarci. Quella rompi balle.
 
Giornalista : Ed ecco signori e signore, l’eroe del giorno!! Orlando Bloom!!
 
Guarda tu cosa mi tocca sentire. Adesso la sua immagine è salva, è diventato persino un eroe. E il merito va tutto a me, ovviamente. Quanto posso essere deficiente. L’ho aiutato a salvarsi la pellaccia. Se non fosse per il dolore alla gamba la picchierei a quella insopportabile e ficcanaso.
 
Giornalista : com’è stato essere salvata dal proprio idolo?
 
Io : Niente di che, una cosa normale. E comunque non è il mio idolo!
 
Ma che lo dico a fare? Tanto è fiato sprecato con queste persone. Sento delle sirene avvicinarsi sempre di più : è l’autoambulanza. Non mi dite che è per me perché scoppio a ridere come se non ci fosse un domani altrimenti.  E infatti è proprio per me. Ma d’altronde devono medicarmi la gamba e quindi la sua venuta non è del tutto inutile. Annie e Carol salgono insieme a me e in quel momento mi accorgo che Orlando mi sta fissando nonostante stia parlando con la giornalista. Gli lancio un’occhiataccia dopodiché vengo aiutata dagli infermieri a salire sul veicolo. Le altre due mi vengono dietro e partiamo verso l’ospedale.
 
Annie : Caaaaaaa**** Rachel!!! Orlando Bloom ti ha salvata!!!
 
Io : Che iella.
 
Carol : Ma quale iella e iella? Siamo finite sulla tv americana, non è fantastico??!
 
Annie : Per non parlare di me e di Carol che abbiamo assaporato per benino il fondoschiena del tuo salvatore!  *ride sguaitamente*
 
Io : Siete delle perverse maniache.
 
Carol : La carne è debole, mia cara.
 
Io : E la stupidità è contagiosa!!
 
Gli infermieri ascoltano scioccati la nostra conversazione fino all’arrivo in ospedale. Per fortuna mi dicono che la gamba non è rotta, ma che ho bisogno di tenerla a riposo. Non tutto è andato a rotoli per lo meno. Durante la nostra breve sosta nell’ospedale non riusciamo più a capire dove diamine si sia cacciata Carol. Aveva detto di sentire un bisogno immenso di andare in bagno e non s’era fatta più viva. Per di più si è persa anche il bel dottore che mi ha visitata. Davvero un uomo affascinante. Biondo con gli occhi scuri. Non appena finisce di visitarmi se ne esce sorridente dalla stanza e BUM! Non so cosa sia successo di preciso ma vediamo il povero dottore a terra con addosso nostra cugina. La demente stava correndo per i corridoi come al suo solito.
 
Carol : Oh, mi scusi, mi scusi! Mi perdoni, mi perdoni!
 
Annie : Oh Dio, fermatela! E’ un disco rotto!
 
Carol : sono mortificata, dispiaciuta, costernata!
 
Io : Ha attivato l’applicazione dizionario italiano all’interno del suo cervello?
 
Il dottore cerca di tranquillizzarla dicendole che va tutto bene e che non è successo niente di grave dopotutto.  Carol però non demorde e ricomincia con la sua sfilza incontrollabile di scuse. Io e Annie vogliamo fare finta di non conoscerla, ma la demente fa subito il nostro nome per spiegare che è venuta con noi in ospedale perché io ero caduta in un tombino, mi ero fatta male alla gamba, poi Orlando Bloom si è buttato per salvarmi, e bla bla bla. Gli ha raccontato tutta la vicenda praticamente e a quello non gliene poteva fregar de meno. Ci rivela inaspettatamente che conosce l’attore in questione, e di essere un suo grande amico. Si presenta a Carol e anche a noi due. Il suo nome è Christian ed è un amico di infanzia di Orlando Bloom, da non credere.
 
Carol : Oh, ma lei non sembra così vecchio, dottore.. Oh mi scusi, non volevo dire che lei è vecchio ma..
 
Christian : Ehm no, non ho la stessa età di Orlando, sono un po’ più giovane
 
Io : E mica Orlando è vecchio oltretutto!
 
Annie : Che c’è? Adesso lo difendi anche?  *ride maliziosa*
 
Io : Nooo, ma stai scherzando? Stavo solo precisando che a 37 anni un uomo è ancora nel fior fior degli anni!
 
Carol : per me è vecchio!
 
Io : E certo a te piacciono neonati!
 
Annie : che c’entra adesso questo? Uhmm… mi sa tanto che dietro tutto questo rancore si nasconda qualcos’altro eh eh eh
 
Io : ma la smetti, deficiente? Cosa devo nascondere? Vorrei prenderlo a bastonate!
 
Christian : Perché la signorina ce l’ha tanto con Orlando?
 
Carol : Lasci perdere, è un caso perso. Si odiano entrambi! Non ho capito bene il motivo ma sinceramente.. chi se ne frega di loro!  *ride sguaiatamente*
 
Nostra cugina ha perso completamente il lume della ragione. Ha visto il dottore e ha sentito i canti del paradiso. Noi siamo passate in secondo piano. Credo fortemente che un fulmine l’abbia colpita in pieno, per questo si è rincretinita così tanto.
Dopo aver scioccato a dovere il povero Christian, quest’ultimo si offre di riaccompagnarci in Hotel. Io ed Annie lo ringraziamo, ma rifiutiamo il passaggio mentre Carol accetta con grande e anche troppo entusiasmo. Così alla fine siamo costrette a farci accompagnare da lui.
 
Io : Ehi, Carol, non ti sembra somigli a quello di 50 sfumature di grigio?  *a bassa voce*
 
Carol : Siiiii, è a dir poco meraviglioso!
 
Io : E non hai paura che sia un depravato sessuale come a quello del libro?
 
Carol : Nuoooo, come potrebbe mai esserlo? E poi se lo è non mi importaaa, è così bellooo!
 
Annie : Già li vedo. Lui con un frustrino e lei legata a una qualsiasi cosa pronta ad essere la sua vittima sacrificale.
 
Io : Ne sarebbe capace.
 
Carol : Ah ma smettetelaaa! E’ così carino!
 
Christian : Tutto bene??
 
Tutti e tre : Sisisiisisi!
 
La sua domanda mi è parsa come una minaccia. Forse mi sono suggestionata troppo pensando al personaggio di Christian Grey. Meglio non associare quel personaggio a questo povero uomo così gentile. Finalmente dopo una giornataccia arriviamo al nostro Hotel e lì non so per quale caso del destino, Christian da il suo biglietto da visita a Carol, con la scusa che se avessimo bisogno d’aiuto potevamo chiedere a lui. Quella scena mi fa tornare al libro. Scuoto la testa scacciando via quei pensieri macabri.
 
Verso sera quando ci mettiamo a letto decidiamo che se domani non riusciamo a trovare niente dobbiamo fare le valigie e tornarcene a casa. Anche perché i soldi non bastano più. Carol è giù di morale, forse perché non rivedrà più il suo caro dottore. Ma cosa possiamo farci? Non possiamo mica campare d’aria.
Tutta colpa di quell’odioso attore. Se non fosse per la sua prepotenza a quest’ora avremmo avuto un lavoro e un tetto sotto cui stare. E invece no,  deve essere per forza insopportabile e irritabile. Gira e gira alla fine finisco a pensare sempre a lui, meglio smetterla.
 
 
Il giorno dopo ogni nostra speranza è andata a farsi fottere. Io non posso camminare più di tanto e quindi sono costretta a rimanere in albergo. Al loro ritorno Annie e Carol non portano buone notizie. E quindi l’indomani saremmo partite e ritornate a casa nostra. Beh, tutto sommato andava bene anche così. Abbiamo vissuto la nostra piccola follia, adesso è ora di tornare.
Carol accende la tv e al telegiornale sentiamo parlare di un maniaco sessuale che è scappato dall’istituto in cui era internato. E’ stato avvistato nei paraggi del nostro Hotel e questo mi mette addosso una tremenda paura. Ci guardiamo tutte e tre spaventate a morte e chiudiamo d’impulso la Tv. Dobbiamo tenere duro sino a domani e poi saremmo tornate nel nostro lettuccio caldo.
Ci mettiamo a letto dopo poco e in quel momento sentiamo qualcuno bussare alla nostra porta. Spalanco gli occhi terrorizzata. Annie e Carol restano immobili a fissare inermi un punto nel vuoto. Ci facciamo coraggio e lentamente ci avviciniamo alla porta per guardare dallo spioncino. Vediamo un uomo di spalle guardarsi intorno, ma non è ne un cameriere e ne un addetto alle pulizie. Iniziamo a prenderci di panico. Io mi porto le mani ai capelli mentre le altre due corrono da una parte all’altra della stanza.
 
Annie : Il maniaco!! Il maniacoo!! Ci ha trovateee!!!
 
Carol : Oh Dio!!! Siamo perse, ragazze!!!
 
Io : Calmiamoci!!! Suvvia!!!  Chiamiamo la sicurezza dell’hotel!!
 
Annie si precipita al telefono. Porta la cornetta all’orecchio ed emette un urlo strozzato. La guardiamo scioccate e confuse.
 
Annie : Non funziona!!!
 
Carol : Oh Dio, Oh Dio! E’ stato di sicuro lui!! Ci vuole uccidere!!!
 
Io : Calme!! Noi siamo in tre, lui è da solo!! Possiamo farcela!!
 
E dopo aver detto queste parole sentiamo di nuovo l’uomo bussare alla porta. Deglutisco e terrorizzata vado in bagno a prendere una scopa. Annie e Carol si precipitano a prendere altri oggetti vari. Dobbiamo colpire subito senza indugiare.
Fatto ciò ci avviciniamo alla porta. Porto la mano sulla maniglia e faccio per aprirla mentre le due cretine chiudono gli occhi spaventate a morte. Prendo coraggio e non appena spalanco la porta comincio a tartassare di legnate il maniaco sessuale. Quest’ultimo cade a terra a causa dei miei colpi ben assestati e mentre sto per dargli il colpo di grazia vengo fermata da Annie e Carol.
 
Carol : Quest’uomo non mi sembra affatto un maniaco sessuale
 
Annie : Quest’uomo mi pare tanto un attore famoso
 
Io : Oh caaaa*****!!! Abbiamo preso a bastonate Orlando Bloom!!
 
Annie : No, mia cara. Tu hai preso a bastonate Orlando Bloom!
 

E del resto l’avevo anche desiderato….

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Non sbagliare non è disumano, è solo impossibile ***


Capitolo 4  - Non sbagliare non è disumano, è solo impossibile
 


Resto con la scopa in mano a guardare inerme il povero uomo che ho appena ammazzato di botte. E’ steso per terra, non si muove, non da alcun segno di vita. Ho una tremenda paura di averlo ucciso. Allungo il bastone della scopa e lo tocco lentamente per accertarmi che sia ancora vivo.
 
Io : Oh Dio!!! L’avrò ucciso???
 
Annie : Non si muove per la miseria!! Ma che stai facendo con quella scopa??
 
Io : Sto cercando di vedere se è ancora vivo!!!
 
Carol : Ma non è un piccione!!
 
All’improvviso l’uomo, fino ad allora creduto morto, afferra il manico della scopa e con un abile gesto mi trascina a terra su di lui. Nemmeno il tempo di capire cosa diavolo sta succedendo che mi ritrovo ad un centimetro dal suo viso. Sembra incazzato, e va bene, c’ha ragione questa volta.
 
Orlando : Tu sei pericolosa, molto pericolosa!
 
Io : Sei arrabbiato?
 
Orlando : Tu che dici?
 
Io : Scusami! Credevamo fosse un maniaco sessuale e quindi terrorizzate, come eravamo, ho pensato di armarmi e di iniziare la battaglia contro di lui prima che potesse avventarsi sulle nostre carni, violentarci o addirittura ucciderci!
 
Orlando mi guarda sconvolto. Inarca un sopracciglio e resta ad ascoltare inorridito le mie giustificazioni. Tiene i miei polsi stretti nelle sue mani. Siamo entrambi a terra e non ci preoccupiamo della nostra posizione alquanto ambigua. Fino a che non passano due signore anziane, le quali dopo averci buttato un’occhiataccia, commentano la scena disgustate.
 
Signora n 1 :  Non c’è più moralità al giorno d’oggi!
 
Signora n2 : puoi ben dirlo, mia cara. Fare le zozzerie in un corridoio di un Hotel, sono senza parole!!
 
Guardo inorridita le due signore con l’intento di volergliene dire quattro, ma Orlando riesce a fermarmi. Appena le due svoltano l’angolo sento Annie e Carol, che nel frattempo si erano allontanate da noi facendo finta di non conoscerci, soffocare le loro stupide e irritabili risatine.  Mi rendo conto solo in quel momento di essere sopra di lui e che il suddetto attore sta cercando in tutti i modi di non scoppiare a ridere.
 
Orlando : Quelle due signore hanno perfettamente ragione  *ride* è indecoroso saltare addosso ad un uomo e costringerlo a fare certe cose.. zozze.. come l’hanno definite giustamente..
 
Io : Ma se sei stato tu a farmi cadere addosso a te! Ma guarda tu cosa devono sentire le mie povere orecchie!
 
Orlando : Sisi *ride* dicono tutte così
 
Lo guardo indignata e anche abbastanza sfottuta. Sono lì lì per picchiarlo ancora, ma sfortunatamente la scopa è lontana da me. Guardandolo bene vedo che ha un livido sotto l’occhio. Mi mordo il labbro sentendomi terribilmente in colpa. Gli potevo cavare un occhio, accidenti a me. Riesco a liberarmi della sua stretta su uno dei miei polsi e porto lentamente la mia mano sul suo viso. Orlando è rimasto di stucco, non se l’aspettava. Non dice niente, non mi ferma e io continuo ad avvicinare la mia mano fino a quando non tocco il livido. Si irrigidisce di colpo e porta la sua mano sulla mia. Il mio cuore accelera improvvisamente i battiti.
Che accidenti mi sta succedendo? Oh no, no,no, mi sento morire. Respira ed inspira, è questo il segreto.
Lentamente un sorriso si delinea sulla sua bocca. Perché diamine stai ridendo, stupido? Credo proprio che sia per il forte rossore sulle mie guancie. Sono imbarazzata al massimo e questo deficiente sorride, tutto ciò è ingiusto.
Fortunatamente, oppure no (?) qualcuno interrompe quel momento imbarazzante.
 
Annie : Ehm, mi dispiace interrompere questo vostro momento così romantico ma..
 
Carol : Dovreste alzarvi, ecco.
 
Spalanco gli occhi sconvolta da quello che era stata capace a dire quella demente. “Momento Romantico”. E certo, siccome non ero ancora abbastanza imbarazzata hanno provveduto a farmi morire ulteriormente di vergogna. Mi alzo subito con la voglia di andare a sotterrarmi in quel tombino in cui sono finita ieri. In un batter d’occhio mi ritrovo Orlando accanto mentre si passa la mano tra i capelli, anche lui abbastanza imbarazzato. Comunque continua a ridere, il demente.
 
Annie : Ma Rachel, va a dargli un po’ di ghiaccio a sto povero cristo che l’hai riempito di lividi!!
 
Carol : Sisisi, andate susususu!!
 
Le due pazzoide iniziano a spintonarci fin dentro la nostra camera d’albergo. Nemmeno il tempo di voltarmi verso di loro che mi chiudono la porta in faccia. Le sento ridere sguaiatamente mentre mi dicono che hanno delle cose da sbrigare e che torneranno subito. Voglio ucciderle. Ma a chi vogliono incantare? Delle cose da sbrigare a quest’ora? E’chiaro che volevano farci restare da soli. Ma per quale accidentaccio di motivo poi?
Mi  volto rassegnata verso Orlando che è veramente impacciato. Senza dire niente corro in cucina a prendere del ghiaccio. Dall’agitazione non mi accorgo nemmeno che lui mi è venuto dietro. Apro lo sportellino del freezer e BUM! Glielo sbatto violentemente in faccia.  Mi porto le mani alla bocca mortificata a morte.  Orlando indietreggia di due o tre passi portandosi le mani sul viso. Appena le porta giù vedo del sangue uscire da un lato della sua bocca.
 
Orlando : Mi stai uccidendo, ca***!!
 
Io : Scusa, scusa, scusa!!! Vieni che ti metto il ghiaccio!
 
Orlando mi guarda un po’ indeciso se seguirmi o meno. Decido di afferrarlo dal braccio e trascinarlo nell’altra stanza. Devo stare calma e … calma, per la miseria! Un altro colpo e lo uccido di sicuro.
Lo faccio sedere su di un letto e comincio a medicarlo. Per fortuna non fa storie e resta fermo. Nel mentre pulisco il sangue che esce dalla sua bocca sento un vortice nello stomaco. Infatti la mia mano inizia a tremare e inevitabilmente lui se ne accorge. Afferra la mia mano con la sua e mi aiuta a muoverla lentamente, senza combinare altri danni. Quando finisco col sangue, mi accingo a prendere il ghiaccio, il quale chiaramente si è già sciolto. Orlando scoppia a ridere contagiando anche me. Corro a prendere dell’altro ghiaccio e per fortuna questa volta non ha la pessima idea di venirmi dietro. Ritorno come un fulmine da lui e con delicatezza appoggio il ghiaccio sul livido sotto il suo occhio. Restiamo così vicini per qualche secondo.
 
Orlando : Posso…posso tenerlo io, ho le mani  *ride e agita le sue mani per aria*
 
Sorrido imbarazzata e lascio a lui il ghiaccio. Mi metto a sedere accanto a lui, non sapendo che altro fare. Poi d’improvviso si volta verso di me e sospira profondamente. Non capisco che diamine gli prende.
 
Orlando : Scusami… per tutto quello che ti ho detto. Mi sono comportato malissimo con te, non dovevo dirti quelle cose poco carine, sono stato un vero imbecille.
 
L’unica cosa che riesco a dire è un “oh” super sorpreso. Non mi sarei mai aspettata che mi chiedesse scusa.
 
Orlando : Io non sono così, è un momento difficile per me… ma questa non è una giustificazione plausibile, ovvio.. volevo solo chiederti scusa.. tutto qui..
 
Continuo a dire soltanto “oh”. Sono davvero colpita da quello che mi sta dicendo. Ma stiamo scherzando? Orlando Bloom sta chiedendo scusa a me? Proprio a me? Non ci credo.
 
Orlando : potresti dire qualcos’altro oltre che “oh” ?  *ride*
 
Io : Oh..ops..scusa *rido* …Accetto le tue scuse…non porto rancore, non preoccuparti
 
Orlando mi regala un super mega sorriso. E davanti a quel sorriso io mi sciolgo. Adesso devo dire anch’io qualcosa, non è che gli abbia detto delle cose carine. Devo scusarmi.
 
Io : Ti devo chiedere anch’io scusa per quello che ti ho detto, diciamo che non sono stata nemmeno io tanto gentile con te…ti ho umiliato davanti a tante persone  *rido impacciata*
 
Orlando : Hai detto che sono un attoruccio da quattro soldi, che sono uno broccolone ee..
 
Io : Va bene, va bene. Ricordo, è stato solo ieri . E quindi ti chiedo scusa..
 
Rammento tutto quello che ho detto e arrossisco per la vergogna. Non oso guardarlo negli occhi. Però sono curiosa di sapere se sta ridendo oppure è serio. Comincio a passarmi nervosamente le mani sulle gambe fino a quando Orlando improvvisamente le afferra facendomi smettere.
 
Orlando : Calmati, comunque ti perdono  *sorride*
 
Alzo lo sguardo per incontrare il suo. Non l’avessi mai fatto. Mi perdo nell’immensità di quei suoi occhi meravigliosi. Spalanco la bocca per dire qualcos’altro, non so nemmeno io cosa di preciso. Orlando non dice niente è attento ad ascoltarmi mentre le mie mani sono ancora strette nelle sue.
 
Io : E non penso che… Leonardo Di Caprio sia.. meglio… di …te..
 
No, no,no,no,no che ca**** ho detto?? Adesso si gasa tutto e addio.
 
E infatti comincia a sorridere compiaciuto. Volta lo sguardo da un’altra parte e continua a sorridere fiero. Lascia le mie mani e io riprendo a respirare. Mi maledico a bassa voce per la cazzata che ho appena detto mentre il cretino si volta verso di me con quel sorrisetto inquietante addosso.
 
Orlando : non lo pensi sul serio *ride*
 
Io : Perché non dovrei?
 
Orlando : Beh, Leo ha una carriera più importante della mia e ha vinto più premi di me e..
 
Io : L’unico film di Leo che ho guardato è Titanic e non mi piace come attore, cioè si, è carino, ma …
 
Orlando :  ma sono più bello io eh.. *si avvicina d’improvviso*
 
Resto immobile a guardarlo con la bocca aperta. Quella sua frase non me l’aspettavo. E adesso? Che accidentaccio gli rispondo? Oh Dio, Dio, Dio, levami da questa situazione super imbarazzante in cui io stessa mi sono cacciata a causa della mia acutissima coglionaggine.
Ha capito perfettamente anche lui di essersi avvicinato troppo e rimane per un po’ indeciso sul da farsi. E’ serio, accidenti. Mi sta guardando, cavolo. E’ vicinissimo, ca***!!
E in quel preciso istante…. La porta della stanza si spalanca..
 
Annie : Vi siamo mancate??!!
 
Ho un sussulto tremendo al cuore. Quelle due deficienti mi hanno spaventata a morte. Credo di aver fatto un salto di un dieci metri. Orlando è rimasto nella posizione in cui si trovava prima, senza nemmeno fare una piega. Sembra un po’ scocciato per l’interruzione mentre io , passato lo spavento iniziale, sto mentalmente ringraziando le due deficienti.
 
Carol : Uhm, abbiamo interrotto qualcosa, per caso?
 
Io : Eh? No, no, no, assolutamente *agito le mani come una psicopatica*
 
Annie : No? Strano eravate così vicini…
 
Io : Gli, gli..gli..gli stavo mettendo il ghiaccio!
 
E mentre io cerco di inventare duemila scuse da far bere a quelle due, Orlando continua a ridersela come se niente fosse.  All’improvviso si alza portandosi le mani sui fianchi. Sta ancora ridendo  e mi fissa curioso. Adesso mi sta scoglionando veramente. Forse vuole ancora botte? Fa per andarsene dicendo che toglie il disturbo, ma proprio in quel momento mi viene in mente una cosa.
 
Io : Aspetta, aspetta,aspetta… primo : che diavolo sei venuto a fare qui?  Secondo : come hai fatto a trovarci?
 
Orlando si gira lentamente verso di me e passandosi la mano tra i capelli scoppia di nuovo a ridere. Ma è scemo quest’uomo?
 
Orlando : Che idiota, mi ero dimenticato il motivo per cui sono venuto qui  *ride* è colpa tua!
 
Io : Mia? E certo, adesso tu soffri di Alzhaimer e la colpa sarebbe mia!
 
 
Annie : Uhm.. sai, Carol, credo proprio che ci siamo persi qualcosa..
 
Carol : Si, qualcosa di essenziale per unire i tasselli del puzzle..
 
Annie : quale puzzle?
 
Carol : quello di loro due..
 
Annie : Non ti seguo..
 
Carol : Nemmeno io
 
Annie : okay
 
 
Io e Orlando continuiamo a battibeccare come al solito. Sembriamo cane e gatto. Non è una litigata vera e propria, dato che lui non fa altro che prendermi in giro. Il suo sarcasmo è insopportabile ed io non riesco a tollerarlo. Mi sono rovinata dicendogli che lui era meglio di Leonardo Di Caprio. Ma che mi sono bevuta?
 
Orlando : E va bene, va bene! Stamattina ho visto Christian, il mio migliore amico, credo che abbiate fatto la sua conoscenza..
 
Carol : Oh Dio! Il mio Christian???!
 
Io, Annie e Orlando guardiamo Carol scioccati. Quella deficiente è andata in calore appena ha sentito il nome del suo bene amato. Ovviamente io e Carol siamo a conoscenza del suo “colpo di fulmine” , ma Orlando sembra molto scioccato per la sua reazione.
 
Io : Lasciala perdere, su continua!
 
Orlando : Ehm si.. dunque.. mi ha detto che vi aveva accompagnate qui e gli ho chiesto di dirmi il nome dell’hotel..
 
Io : E per quale motivo??
 
Orlando : Ecco.. perché… perché…
 
 
Annie : Sei un idiota, quello è il suo migliore amico e ti metti a fangirlare come se non ci fosse un domani?
 
Carol : E scuuusa, l’emozione, sai  *si agita la chioma *
 
Annie : No, tu sei cretina, ma l’emozione di cosa?
 
Carol : Di sentire il suo nome! Aww, mi ha proprio colpita un fulmine!
 
Annie : Peccato che non ti abbia uccisa.
 
 
Io : perché, perché?? si è incantato il disco?? E avanti, Bloom!
 
Orlando : Ahhh, non so che diamine hai fatto a mio figlio, ma lui ti adora!!
 
Sentendo quella sua ultima affermazione resto un attimo di sasso. Suo figlio mi adora? E beh sicuramente gli avrà presentato un’altra babysitter ultra cinquantenne e mostruosa. Povero bimbo.  Sorrido ripensando a quel bel faccino angelico. Quindi è per questo che costui è venuto. Per chiedermi di ritornare e fare da babysitter a quel bambino così dolce.
 
Io : Lo adoro anch’io! E’ un bambino talmente dolce… tutto il contrario del padre, devo dire!
 
Orlando : Eh? Che vorresti dire?
 
 
Annie : Ah, ricominciano, adesso… un momento, per caso ci sta chiedendo di tornare a lavorare da lui?
 
Carol : Cosa? Hai detto Christian?
 
Annie : … Nessuno ha detto Christian, e tu mi stai spaventando, adesso.  Esci fuori da questo corpo Satana!! *comincia a scuoterla indecorosamente*
 
 
Io : oh basta! Vai al dunque! Perché sei venuto qui?
 
Orlando : … Per chiedervi se vorreste venire a lavorare da me..
 
Io : cosa? Non ho sentito! Parla più forte! 
 
Orlando : mi prendi per il culo?  Ho detto che sono venuto per chiedervi di venire a lavorare a casa mia!!!
 
Io : E che hai da urlare? Ho sentito!
 
Orlando : .. ma tu sei completamente pazza!
 
Io : Lo so *rido* Comunque, non so se accettare o no..
 
Annie : ma ti sei impazzita del tutto??
 
Carol : Se tu adesso non gli dici di si, giuro che ti prendo a morsi!
 
Guardai quelle due matte per un secondo. Non avevano capito niente. Voglio solo fare un po’ la preziosa e non dire subito “sisiiisis accetto”, come se non stessi aspettando altro.  Quelle due però non mi aiutano affatto e quindi alla fine accetto volentieri.
 
Orlando : Bene, allora vi aspetto domani?
 
Io : .. credo .. di .. si
 
Annie : No, che credi? Siisisis ci vediamo domani!!
 
Carol : certo!  Alle otto, puntuali sotto casa tua!!
 
Io e Orlando non le sentiamo nemmeno. Restiamo a guardarci impacciati. Lo vedrò ancora? Perché sto sorridendo? Sono felice?  Oh Dio, no.
 
Orlando : Adesso…vado..è…tardi!
 
Io : si, è tardi
 
Restiamo ancora a fissarci come a due deficienti. Orlando si sta uccidendo le mani, io lo guardo non sapendo come accidenti salutarlo. E non lontano da noi ci sono quelle due dementi che ci osservavano con le mani congiunte e con gli occhi a cuoricini. D’un tratto Orlando comincia a muoversi verso di me. E senza rendermene conto si china per darmi un bacio sulla guancia dopodiché come un razzo esce dalla stanza.
 
Annie : E scusa, ca** e a noi il bacio della buona notte??
 
Carol : mi sento, come dire… offesa!
 
Annie : Giusto! Siamo offese! Non c’ha calcolate minimamente!  Hai capito, Rachi?
 
Carol : E’ andata in catalessi!
 
Io : Eh? Torna a casa Lassie?
 
Annie e Carol : se vabbè! Notte!
 
Le guardo stralunata. Sto riflettendo su quello che è successo. Lentamente mi porto una mano sulla guancia dove Orlando mi ha dato il bacio e inizio a sorridere come un ebete. Mi rendo conto di essere una cretina e scaccio via sia i pensieri che i sorrisetti stupidi. Vado a mettermi il pigiama dopodichè mi metto a letto. Annie e Carol continuano a fissarmi sorridenti. Faccio finta di non guardarle, tanto so bene dove vogliono andare a parare.
 
Annie : Eheheh, cosa avete fatto in nostra assenza?
 
Io : Niente… ci siamo chiesti scusa avvicenda, tutto qui..
 
Carol : Woooow!  E solo questo?? Non ci nascondi qualcos’altro?
 
Io : Eh? No, no, che altro avremmo dovuto fare?
 
Annie : Ah ma che palle questa ragazza! Come cosa dovevate fare? E’ ovvio che ti piace!!
 
Io : Coooosa?? Nuooooooo! Quell’uomo..è…è…è …. Così…così…così…
 
Carol : Sei decisamente confusa.
 
Io : Ahhh, ma basta! Lasciatemi dormire!!
 
Finalmente la smettono di fare domande e ci mettiamo a letto. Non saremmo più partite, tutto si è risolto per il meglio. Oh Dio, proprio per il meglio non lo so, ma almeno abbiamo un lavoro. Sorrido ripensando a poco fa,quando mi ha dato quel bacio. Era così impacciato e dolce. Era lo stesso uomo odioso degli altri giorni? Com’è possibile?
 
Il giorno dopo ci alziamo super felici.  Dopo una settimana abbiamo finalmente trovato una sistemazione. Facciamo subito le valigie e ci accingiamo ad andare a casa Bloom. Ho una voglia matta di rivederlo, ma non voglio farglielo intendere ad Annie e a Carol.  Anche se credo proprio che l’hanno capito da sole. Io sono tipo a dieci metri più avanti rispetto a loro due. E’ impossibile non capire che ho fretta di andare in un posto.
 
Annie : Rachel, per l’amor del cielo! Mica scappa! Potresti anche aspettarci,sai?
 
Carol : Quella appena lo vede gli si fionda addosso e non lo molla più!
 
Io : La smettete di dire cavolate? Pensate a camminare piuttosto! E comunque Carol, pensa a te e al tuo maniaco sessuale!
 
Carol : Awww il mio maniaco..no cioè.. ma che mi fate dire?? Awww il mio Christian!
 
 
Continuiamo a dire cazzate e a ridere come a delle dementi per tutto il tragitto. Finalmente arriviamo e notiamo che il cancello e semi aperto. Pensiamo che forse l’hanno lasciato così perché sapevano del nostro arrivo e quindi decidiamo di entrare senza citofonare. Una volta trovateci nel giardino ammiriamo estasiate ciò che la prima volta non abbiamo potuto vedere. Quella vecchia megera ci aveva fatto entrare dentro come una furia e non avevamo visto un accidentaccio.
Ad un tratto vediamo un grosso cagnone nero correre come un pazzo verso di noi. Carol ed Annie emettono un urlo da psicopatiche e lanciano le valigie per poi mettersi a correre come non hanno mai fatto in vita loro. Io poggio le valigie a terra e sorridendo apro le braccia per accogliere quell’enorme cagnolone.
Amo i cani e soprattutto amo QUEL cane. Lui da parte sua non perde l’occasione di lavarmi per benino il viso. E in quel momento sento aprire la porta di casa. Da lì escono Orlando insieme alla vecchia megera e al piccolo Flynn. Avranno di certo sentito le urla di Annie e di Carol e si saranno spaventati.
 
Flynn : Ehi, ciaoooo!
 
Quell’angioletto lascia la mano del padre per venirmi ad abbracciare. Sono sorpresa e felice per l’affetto di quel dolce bambino e ricambio amorevolmente l’abbraccio. Mi alzo e lo prendo in braccio. Lui si aggrappa a me e sorridendo mi da un bacio.
 
Flynn : Papino, questa babysitter a me piaceeee!  *ride*
 
Orlando : Oh, sono contento per te!  *sorride*
 
Intanto Annie e Carol si stanno riprendendo per lo spavento di prima. Nessuno le ha cagate naturalmente e per fortuna aggiungo, si sono messe a urlare ridicolmente. Estella le aiuta a prendere le valigie e le portano dentro casa. Io ho ancora il piccolo Flynn in braccio, il quale mi sta facendo una specie di interrogatorio.
 
Flynn : Ti piacciono le camarelle?
 
Io : Le cosa? Ah caramelle  *ride* Si, credo di si, beh a chi non piacciono?
 
Flynn : Te ne regalo una, allora *ride e prende una caramella dalla tasca*
 
Orlando : Ehi, Flynn, lasciala un po’ respirare, su
 
Il padre prende il figlio in braccio ed entrambi si voltano verso di me sorridenti. Datemi una macchina fotografica, adesso, anche mezza scassata. Devo immortalare questo momento. Due persone perfette sono qui, davanti a me, e mi stanno fissando, per non parlare del fatto che mi stanno anche sorridendo.
 
Orlando : Vedo che anche Sidi vi ha dato il benvenuto *ride* spero non vi abbia spaventato
 
Io : Oh ad Annie e a Carol si, a me no, io adoro i cani *Sorrido*
 
Flynn : Che ti avevo detto  , papino? E’ perfetta come babysitter!
 
Ridiamo tutti e tre mentre Sidi ci guarda con la lingua penzolante.  D’improvviso Flynn fa per scendere dalle braccia del padre e corre non so dove a prendere non so quale suo gioco. Io e Orlando restiamo soli. Anzi, a dire il vero non da soli, c’è Sidi accanto a noi.
 
Orlando : Credo che noi due… non ci siamo ancora presentati.. *ride*  Cioè so il tuo nome perché l’ho sentito urlare più e più volte dalle tue amiche, ma comunque… piacere, Orlando   *sorride e mi porge la mano*
 
Io : *rido* Piacere… Rosss…ehm ops..volevo dire… Rachel..  *divento rossa*
 
Ci stringiamo la mano sorridendo. Quanto ho desiderato in passato questo momento. E adesso sto proprio stringendo la sua mano. Mi sa che mi sono sbagliata sul suo conto. Non è poi così tanto odioso….o almeno per adesso.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Ci sono giochi e... ***


Capitolo 5  - Ci sono giochi e…. “giochi”

 

 

 

Io e Orlando continuiamo a stringerci la mano. Questa stretta sta durando pure troppo ma né io e né lui abbiamo intenzione di mollare la presa. D’un tratto un urlo folgorante da parte delle due psicopatiche di Annie e di Carol ci riporta alla realtà. Ci ricomponiamo in un batter d’occhio e Orlando, impacciato, mi fa strada per entrare dentro casa. Lo seguo con lo sguardo abbassato mentre nella mia testolina sto maledicendo quelle due deficienti. Non che avessero interrotto chissà quale momento magico, ma le loro urla sono state alquanto irritanti. Una volta giunti in salotto vedo Flynn correre, con un giocattolo in mano, verso di me. E’ così contento quel piccoletto.

 

Flynn : Giochiamo insieme??

 

Lo riprendo in braccio e lo faccio svolazzare da una parte all’altra. Il bambino si diverte un mondo e inizia a ridere a più non posso. Orlando ci guarda curioso con le braccia conserte. Mi sento osservata e rimetto il piccolo Flynn a terra. Il suo sguardo  mi mette parecchio a disagio.

 

Orlando : Ci sai fare con i bambini  *Sorride*

 

Io : Si? Non so,  più che altro loro ci sanno fare con me *rido*

 

La nostra conversazione viene interrotta da Estella. Ha i vestiti di Flynn in mano e sembra proprio che lo stesse rincorrendo per casa. La vecchia megera riprende pian piano  fiato. Poverina, s’è dovuta fare una super corsa per ridursi in quel modo.

 

Estella : Flynn! Vieni a vestirti, devi andare all’asilo!!

 

Flynn : No! Tu no! … mi vesti tu?

 

Lo guardo un po’ confusa. Ma non posso resistere a questo bel faccino, è troppo dolce. Guardo Orlando come per avere il permesso di occuparmi del bambino. L’uomo annuisce sorridendo e subito prendo per mano Flynn e lo porto di sopra per aggiustarlo per bene.

Una volta finito di vestirlo, il piccolo prende lo zainetto e inizia a correre da una parte all’altra per il corridoio.  Inizio a rincorrerlo ridendo come una matta e finiamo in una stanza in cui vi troviamo Annie e Carol  intente a sistemare le nostre cose. E’ una stanza davvero grande.

 

Annie : Finalmente! Guarda!!! La nostra camera!! Non è FAVOLOSA???

 

Carol : Tutto è bene quel che finisce bene, ahhh e rivedrò il mio Christian..

 

Io : Se, certo! .. Flynn, su andiamo! Estella ti aspetta..

 

Flynn : Uffaaa, quella vecchiaccia

 

Io : Ehi, non dire queste cose che se ci sente il tuo papà ci sgrida a tutti e due  *rido*

 

Il piccolo mi sorride e prende la mia mano. Insieme scendiamo di sotto e troviamo Estella e Orlando che ci aspettano.  Il bambino non ne vuole di che sapere di andare con la signora. Orlando cerca di dissuaderlo, ma invano. Flynn si aggrappa alla mia gamba e sembra non aver intenzione di mollarla. E a quel punto propongo di andare insieme ad Estella per accompagnarlo all’asilo.

 

Flynn : Siiiiii, siiiii!

 

Estella : Va bene, allora andiamo!

 

Orlando : No, aspetta… ci vado io insieme a Rachel..

 

Mi volto stupita verso di Orlando e lo vedo sorridere. Cerco di ripetermi mentalmente di stare calma, ma le mie gambe cominciano a muoversi traballando. Il bambino è al settimo cielo e la sua felicità non può non contagiarmi.

Usciamo tutti e tre da casa e Flynn ci prende entrambi per mano. Alzo lo sguardo verso l’enorme edificio e dalla finestra della nostra camera vedo Annie e Carol sbellicarsi dalle risate. Gli lancio un’occhiataccia e mi volto dalla parte della strada.

Sembra andare tutto per il meglio, ma all’improvviso mi viene in mente una cosa. Al ritorno io e Orlando staremmo stati da soli !  Oh Signore, Dio santissimo, ti prego, contieni la mia agitazione e impedisci alla mia boccaccia di aprirsi e di dire cazzate di cui sicuramente potrei pentirmi un secondo dopo.  Per fortuna l’asilo non è molto lontano, appena dieci minuti da casa. Flynn ci chiede di abbassarci tutti e due e di dargli un  bacio. Io e Orlando scoppiamo a ridere e facciamo come ci ha chiesto il bambino. Diamo contemporaneamente un bacio sulle sue guancie dopodiché il piccolo scappa via come un fulmine lasciandoci lì come a due deficienti. Siamo troppo vicini, accidentaccio. Orlando sorride ed io mi sento morire. Mi mordo il labbro e lui segue con lo sguardo il mio gesto. Vorrei alzarmi, ma non ci riesco. Sento che le mie gambe si sono trasformate in pastafrolla. Però dobbiamo pur alzarci da lì, sembriamo due dementi.

Finalmente trovo la forza di reggermi in piedi e mi alzo e dopo di me anche Orlando. Lo vedo mettere le mani in tasca e insieme ci avviamo verso casa. Spero con tutto il cuore che non dica niente, ma ecco che apre la bocca.

 

Orlando : Ti ringrazio per essere così buona con Flynn, è un bambino buono però a volte fa un po’di capricci

 

Io : E’ un bambino, è normale che faccia capricci, mi meraviglierei se non li facesse

 

Lo vedo sorridere e ricambio, ma non posso fare a meno di arrossire.

 

Orlando : Sua madre è.. molto occupata, la conosci, vero?

 

Io : Ehm, si.. Mutanda..ehm cioè, Miranda!   *voglio sprofondare!!*

 

Orlando : La conosci *sorride* , e quindi per adesso mi occuperò io di nostro figlio… ma anch’io ho del lavoro da fare, quindi tu mi sarai di grande aiuto

 

Io : Oh, bene, conta pure su di me

 

Oh, Rachel, “conta pure su di me”, ma che vuol dire? Ti ha assunta, sei la babysitter di suo figlio, è ovvio che devi aiutarlo. E va bene che l’agitazione fa brutti scherzi però cerca di contenerti, per l’amor del cielo.

 

Orlando : Non mi hai ancora detto da dove venite…

 

Io : ..Eh?.. Dall’Italia..

 

Orlando : non fraintendermi, non sono un impiccione, voglio solo saperlo perché adesso lavorate per me..

 

Io : Oh ma certo, non ho mai pensato che fossi un piccion..ehm..un impiccione..

 

Basta, per l’amor di Dio, calmati! Stai dicendo un mucchio di cavolate. E questo stronzo se la ride. Ha capito il mio stato d’agitazione, fantastico.  Sto pregando tutti i Santi affinchè questa passeggiata finisca al più presto possibile.

Ma ecco che da dietro un angolo spuntano tre uomini armati di macchina fotografica. Non riesco a vedere più un accidenti, tutti quei flash mi stanno rendendo cieca. Mi metto dietro a Orlando super imbarazzata. Ecco, lo sapevo io che finiva così. Questi paparazzi del cavolo, sempre fra i piedi. E come se non bastasse vogliono sapere il mio nome e il ruolo che ho nella vita di Bloom. Per fortuna Orlando gli spiega che sono la babysitter di suo figlio. Spero abbiano capito anche se ne dubito fortemente. Continuiamo a camminare con quei deficienti alle calcagna. Orlando sembra non farci caso, sicuramente è abituato a tutto questo.

 

Io : Ma è normale che ci devono seguire fino a casa??

 

Orlando : Si, per loro si *ride*

 

Io : Io già non li sopporto!!! Finiremo sui giornali??

 

Orlando : E’ probabile..

 

Io : Ah, fantastico!

 

Per fortuna eravamo a pochi metri da casa. Orlando apre il cancello e fa entrare me per prima. Corro subito dentro casa seguita dall’attore. Vorrei uccidermi, adesso chissà cosa scriveranno quei deficienti. Lo vedo chiudere la porta e guardarmi come per chiedermi scusa. Non dico niente e volo subito di sopra.  Continuo ad insultarmi silenziosamente e una volta giunta nella mia stanza rifletto sul fatto che non ho niente da fare lì e mi chiedo il perché sia volata in quel luogo. Scoppio a ridere come a una demente ed esco dalla camera alla ricerca di Annie e Carol.

Per fortuna non incontro Orlando per casa. Cammino e cammino lungo il corridoio e in una stanza trovo Carol intenta a mettere il bucato nella lavatrice. Appena mi vede mi chiama dicendomi di andare subito da lei.

 

Io : Che succede?

 

Carol : Guaaaarda!!

 

La demente sventola davanti al mio viso i boxer di Orlando. Scoppio a ridere mentre lei cerca di buttarmeli addosso. Indietreggio ripetendole di smetterla, ma non posso evitare di continuare con la mia risata folle. Sono dall’altra parte della stanza e Carol ha la splendida idea di lanciarmi i boxer. Arrivano dritti dritti sulla mia faccia e scoppiamo a ridere ulteriormente. D’improvviso però non sento più Carol ridere e lentamente mi tolgo i boxer dal viso. Ai miei occhi si presenta Orlando super imbarazzato. In quel momento vorrei uccidermi e inizio a balbettare cose senza senso. Carol trattiene una risata mettendosi una mano davanti alla bocca e prima che potessi dire un’altra idiozia vedo Orlando avvicinarsi e strapparmi la sua biancheria intima dalle mani. Fatto ciò sparisce come un fulmine.  Poverino l’abbiamo messo in imbarazzo.

 

Carol : Ma l’hai vistoo *rideacrepapelle* era tutto rosso in faccia!!

 

Io : Scema, guarda che figura di merda che mi hai fatto sparare!

 

 

Ma niente da fare, Carol continua a ridere senza riuscire a fermarsi. Sbuffo e cerco di calmare il rossore sulle mie guancie. Scendo di sotto, camminando cautamente per paura di incontrare Orlando. Mi muovo come una ladra e per fortuna riesco ad arrivare in cucina da Annie. La vedo super impegnata a fare qualcosa. Spero solo che non dia fuoco a tutto come l’ultima volta.

 

Io : cosa stai cucinando?

 

Annie : Una mia specialità!

 

Io : Ah…. Ma tu non hai una specialità..

 

Annie : Lo so! *ride* Non ti preoccupare, non morirai! Almeno spero..

 

Annuisco completamente confusa. Non oso immaginare cosa stia architettando quest’altra pazza.  Spero soltanto che Orlando non perda la pazienza e ci cacci a calci nel sedere. Ed eccolo spuntare dall’entrata della cucina. E’ ancora imbarazzato mentre io sono stufa di trovarmelo dappertutto.

 

Io : Ma mi stai seguendo per caso??

 

Orlando : Eh? Ma no, che dici?

 

Io : E ti trovo ovunque!

 

Orlando : no, ecco, stamattina non ho niente da fare, mi annoio

 

Io : *rido* sono la babysitter d Flynn non la tua! Cosa vuoi? Che mi metta a giocare con te?

 

Orlando sorride e si mette a braccia conserte ad osservarmi. Mi irrigidisco di colpo, avrei dovuto tenere la bocca chiusa. Adesso chissà che cavolo ha capito quest’altro deficiente. Per fortuna Annie sembra non calcolarci minimamente, è troppo impegnata a cucinare non so che cosa.

 

Orlando : i miei giochi sono un pochino diversi da quelli di Flynn… ma se vuoi..

 

Io : Ma se voglio, cosa???!

 

Orlando : Se vuoi giocare *rideacrepapelle*  con me

 

Lo guardo infastidita. Vorrei trucidarlo con le mie stesse mani. Mi avvicino e gli do una spinta così da poter passare e uscire da quella stanza. Orlando mi viene dietro ridendo come un imbecille. Non posso nemmeno picchiarlo perché questa è casa sua. Mi trovo davvero in una brutta situazione. Devo cercare qualcosa o qualcuno con cui sfogare tutto questo  mio desiderio di uccidere.

 

Io : La smetti di seguirmi?

 

Orlando: E dai, mi annoio, te l’ho detto…

 

Io : E cosa vuoi da me?

 

Orlando : giochiamo?  *ride*

 

Io : Adesso ti arriva un pugno in pieno volto, ti giuro!

 

Orlando : Ehi, Ehi, con questa faccia io ci lavoro, stiamo calmi

 

 

Sbuffo ed esco di casa per stare un po’ all’aria aperta. Nel giardino trovo  Sidi. Mi metto a coccolarlo e lui sembra gradire le mie carezze. Mi lava per benino il viso dopodiché inizia a correre da una parte all’altra. Rifletto sul fatto che in questa casa non si fa altro che correre e correre in continuazione. Sarebbe stata una gran faticaccia stare lì.

 

All’ora di pranzo ci precipitiamo tutti affamati in sala. Orlando mi guarda ancora con quel sorrisetto malizioso. Cerco di evitare di guardarlo perché mi da sui nervi. Carol ed Estella stanno litigando per una fetta di pane e non mi danno minimamente corda. Guardo inerme il piatto vuoto davanti a me. Non oso alzare lo sguardo.

 

Orlando : Stasera non ci sarò, devi occuparti di Flynn, mi raccomando.

 

Io : Va.. va bene..

 

Prendo in fretta e furia un bicchiere d’acqua. Devo bere tanta, tantissima acqua. Bevo fino a scoppiare.

 

Estella : Devi lavorare stasera?

 

Orlando : No, vado a giocare

 

E in un attimo sputo l’acqua sulla tovaglia. Carol mi da colpetti sulla schiena, mi sta uccidendo. Alzo la mano come per dirle che non c’è bisogno. Lentamente ritorno in me e vedo Orlando trattenere una risata.

 

Estella : a giocare?

 

Orlando : Si, dato che qualcuno non ha voluto giocare stamattina, esco a giocare con qualcun altro *ride*

 

Io : Annie!!! E ti muovi??!!

 

Orlando : Hai così tanta fame?  *ride*

 

Io : Si! Problemi??

 

Per fortuna in quel momento entra in sala Annie con il cibo. Ringrazio gli angeli del paradiso e mi alzo per aiutarla. Guardo la sostanza sospetta nella pentola. Sposto lo sguardo su Annie e la vedo sorridere a trentadue denti. Prendo il piatto di Orlando e osservo con gli occhi spalancati la deficiente di mia sorella mentre prende la sostanza giallastra/verdastra con il cucchiaio.

 

Io : che ca*** è sta roba?  *a bassa voce*

 

Annie : Polenta Valsugana! *ride*

 

Io : Ma hai fatto tutto quello che si doveva fare? Sei sicura?

 

Annie : Siiiiiii, vai tranquilla

 

 

Presento l’ambiguo cibo a Orlando. Appena se lo trova davanti spalanca gli occhi terrorizzato. Alza lo sguardo su di me come per chiedermi cosa diavolaccio è quella cosa che si trova nel piatto. Faccio spallucce come per dire “che ca*** ne so, stai tranquillo” dopodiché prendo i patti delle altre.  Ci sediamo tutti insieme e l’unica a sorridere è Annie. Sembra tipo orgogliosa di aver cucinato quella roba.

 

Orlando : Avanti, Rachel, assaggia tu per prima

 

Io : Vuoi togliermi di mezzo, per caso?

 

Orlando : Noo, ma che vai a pensare? Dicevo così perché sono un uomo e prima tocca alle donne..

 

Io : Proprio per il fatto che sei l’unico soggetto di sesso maschile devi assaggiare tu per primo!

 

Carol : Oh basta! Assaggio io! Lo faccio solo per amore!

 

Io : ma per amore di chi?

 

Carol : Di Christian naturalmente!

 

Alzo lo sguardo al cielo esasperata. Di questo passo perderemo il senno prima del previsto. Carol non fa che pensare a Christian, Annie finirà per ucciderci con questi suoi esperimenti ammazza- cristiani e io andrò in prigione per aver ucciso Orlando Bloom.

 

Orlando : ma Christian è fidanzato

 

Vedo Carol bloccarsi all’improvviso. Mi sembra anche di aver sentito il rumore del suo povero cuore frantumarsi in mille pezzettini. Le sventolo la mano davanti al viso, ma niente ,sembra essersi persa nel vuoto. Non respira nemmeno.

 

Io : guarda che hai combinato!! E mo chi assaggia questa porcheria??!

 

Annie : Ma quale porcheria?

 

Carol : Basta, io non mangerò più niente per  tutto il resto della mia misera vita..

 

Io : Ahhh, e non mangiare, muori!

 

Annie : Assaggiate la mia polenta!!

 

Orlando : Ah è una polenta? E chi l’avrebbe mai detto…

 

Carol : Sempre così va a finire! Sti uomini del cavolo, ma adesso basta! Io ho chiuso! Sia con loro che con il cibo!

 

Io : Devi mangiare, cogliona!!

 

Annie : Mangiate la mia polenta!

 

Orlando : Mi state facendo impazzire..  *si porta le mani alla testa*

 

Carol : No, ho detto di no!!! Se non potrò avere il mio Christian…

 

Orlando : Non puoi chiamarlo “il mio Christian” non è tuo…

 

Io : Ma perché non vai a farti un bel giro?

 

Orlando : E dove?

 

Io : A quel paese!!

 

Carol : Ah basta!! *si alza da tavola* ho bisogno di piangere il mio dolore in segreto!

 

Carol scappa via come un’oca isterica. Osserviamo la scena senza muovere un dito. Appena scompare dalla sala ci guardiamo tutti in faccia. Estella si sta riempiendo la pancia di pane, Annie è ancora lì impalata con l’enorme pentola fra le mani e io e Orlando ci guardiamo in cagnesco.

 

Annie : Assaggiate la mia polentaaa!

 

Orlando : Mi è passato l’appetito!  *si alza e butta il tovagliolo sul tavolo*

 

Osservo il signorino alzarsi da tavola mentre continua ad osservarmi con quell’espressione da offeso e arrabbiato. Prima che potesse uscire dalla sala mi viene in mente qualcosa da dirgli. Avrei potuto anche evitare, ma è  più forte di me.

 

Io :  Ah te ne vai senza mangiare? E come potrai “giocare” a stomaco vuoto, stasera!?

 

Orlando si volta verso di me con un sorrisetto isterico. Mi guarda per un lasso di tempo mentre sia Annie che Estella osservano la scena col fiato sospeso. Io mi alzo da tavola creando in questo modo un’atmosfera da Far West. Mancano solo le pistole e siamo apposto.

 

Orlando : Che c’è? Ti da forse fastidio il fatto che andrò a giocare questa notte?

 

Io : Fastidio? Ma guarda che per me puoi andare a giocare anche adesso, non sono mica fatti miei.

 

 

Annie : Ma di quale gioco stanno parlando?

 

Estella : Boh, di una partita di calcio

 

Annie : Ah e non capisco perché tutto questo…gran casino…  *si gratta la testa*

 

 

Orlando : Io invece dico che ti da fastidio  *ride*  Che c’è? Vorresti venire anche tu?

 

Io : Oh ti ringrazio, ma non potresti mai soddisfare le mie aspettative, punto a livelli alti io 

 

Orlando : Secondo me lo dici perché non sai affatto … giocare *ride*

 

A quella sua ultima affermazione perdo le staffe e senza nemmeno rendermene conto afferro un po’ della sottospecie di cibo dalla pentola e glielo butto addosso. Lo colpisco in pieno volto e comincio a godere a più non posso. Vedo Orlando togliersi la sostanza schifosa dal viso mentre è ancora stupito dal mio gesto. Mi guarda e in un lampo mi raggiunge. Strappa dalle mani di Annie la dannata pentola e me la mette sulla testa. Inizio a gridare e a dimenarmi a più non posso. Ricordo dei piatti ancora sul tavolo e smettendo di lamentarmi  afferro un po’ della sostanza immangiabile e gliela ficco dritta dritta in bocca. Orlando cerca di sputarla e nel frattempo io prendo un altro po’ di “polenta” , salgo sulla sedia, e gli impasto per benino i capelli. E a quel punto Orlando mi afferra dalle gambe e mi porta sulle sue spalle. Cerco di dimenarmi urlando a più non posso di rimettermi giù,ma lui non vuole ascoltare e mi porta al piano di sopra. Vedo Annie ed Estella seguirci ridendo come a delle matte. Giunti di sopra vedo Carol per il corridoio scioccata nel vedere me, in groppa a Orlando mentre urlo e mi dimeno. Si aggrega alle altre due, dando vita a una specie di coro di voci bianche. Non capisco nemmeno da che parte stiano quale sia il loro ruolo nella faccenda, ma vabbè.

Arriviamo in bagno e mi butta nella vasca. Apre l’acqua e comincia a spruzzarmela addosso. E’ ghiacciata e il getto è così forte da non  permettermi nemmeno di alzarmi.

 

Orlando :  Ti sei calmata o ancora no?

 

Io : lurido bastardo!!

 

Orlando entra nella vasca puntando sempre il getto su di me. Non so come ma riesco a farlo cadere. Prendo il tubicino della doccia e adesso sono io a bagnarlo. Mi butto di sopra a Orlando e lo bagno per bene. Lui cerca di prendermi il tubicino, ma invano. All’improvviso sento le sue mani su di me, non capisco cosa diavolo vuole fare. Inizio a ridere a più non posso. Quello stronzo mi sta facendo il solletico. Lascio cadere il tubicino mentre Orlando continua con la sua tortura. Scoppia a ridere anche lui e nessuno dei due riesce più a fermarsi.

Quando finiamo con la nostre risate pazzoidi ho l’opportunità di constatare che da bagnato è ancora più bello. Poi mi rendo conto che questo mio pensiero è ridicolo e lo scaccio via. Sono sopra di lui e siamo entrambi bagnati fradici. Beh per lo meno ci siamo levati di dosso quella sostanza schifosa.

 

Annie : Eh Eh noi togliamo…

 

Carol : Il disturbo!!

 

Mi giro verso di loro e in un batter d’occhio escono dal bagno sbattendo la porta. Guardiamo il tutto con estremo stupore. Poi spostiamo lo sguardo su di noi e scoppiamo nuovamente a ridere per quanto fossero buffe quelle dementi.

 

Io : penso sia meglio alzarci adesso *sorrido*

 

Orlando : Uhm.. io volevo giocare ancora *ride*

 

 

Lo guardo per un attimo stupefatta. Ma quindi di cosa avevamo parlato prima? Devo aver una faccia davvero buffa perché lui mi scoppia a ridere in faccia. Lo guardo offesa. Se non la smette di burlarsi di me lo gonfio di botte.

 

Orlando : Devi capire che.. ci sono.. giochi…e .. “giochi”..  *ride*

 

Io : Io con te capisco sempre meno, comunque non ridere di me, mi da fastidio!

 

Orlando : Ma se sei così buffa come faccio a non ridere?  *Sorride*

 

Mi offendo ulteriormente mentre Orlando porta la sua mano al mio viso. Mi scanso di colpo e faccio per alzarmi. Scivolo irrimediabilmente di nuovo addosso a lui e sbuffo esasperata da quella situazione. Orlando non fa altro che ridersela e faccio un ulteriore sforzo per non maciullarlo. Mi aggrappo ai lati della vasca e riesco ad uscire da lì.

 

Orlando : Alle quattro andiamo a prendere Flynn, tieniti pronta!

 

Sbatto la porta del bagno e mi dirigo come un fulmine nella mia stanza. Per fortuna non c’è Carol a piagnucolare e posso stare per un po’ da sola. Devo asciugarmi altrimenti mi verrà qualcosa. D’improvviso ripenso alla scena di prima nella vasca da bagno e scoppio a ridere.  Poi mi rendo conto che quell’uomo è davvero odioso e insopportabile e ridivento seria.

 

Dopo poco nella stanza arrivano Annie e Carol. Sono entrambe depresse. Chi per una cosa , chi per un’altra.

 

Carol : Sedotta e abbandonata!!

 

Annie : Ma se ti sei fatta tutto un film da sola, che pretendi!?

 

Carol : Mi ha dato il suo biglietto da visita!! *piange*

 

Io : E’ fidanzato, fattene una ragione!

 

Carol : Noooo!

 

Io : E fottiti allora.

 

Annie : Uffa però, mi sono uccisa a cucinare quella polenta e ve la siete buttata addosso, tutto questo è ingiusto!

 

Io : Sarebbe stato più ingiusto costringerci a mangiarla! *rido*

 

 

E alle quattro meno qualcosa Orlando mi chiama da sotto. Piombo subito in piedi e corro al piano terra. Dobbiamo andare a prendere Flynn, ma siccome non voglio stare da sola con lui ho pregato le due cretine a venire con noi. Appena scendiamo Orlando è molto stupito. Subito però capisce le mie intenzioni.

 

Orlando : Guarda che non ti mangiavo mica *ride*

 

Io : Ne dubito fortemente

 

 

 

Ci accingiamo ad andare a prendere il piccolo Flynn. Annie e Carol camminano distanti da noi e comincio a pensare che le ho portate inutilmente. Io e Orlando siamo lo stesso da soli.

 

Orlando : Allora stasera mi raccomando, do la responsabilità di tutto a te, capito?

 

Io : Cosa? .. Ah già devi uscire..

 

Orlando : Certo, devo andare a giocare *ride*

 

Io : Idiota

 

 

Appena Flynn ci vede corre subito da noi due. Non caga nemmeno di striscio Annie e Carol ma corre ad abbracciare me e Orlando.

 

Flynn : Adesso andiamo a casa e giochiamo tutti insieme!!

 

Io : Oh no, basta con questi giochi

 

Flynn : Perché? Hai giocato di già con qualcuno?

 

Io : Ehm si! Con un  bambino pestifero, non sai quanto era monellaccio! Ma non ti preoccupare, piccolo. Con te ci gioco volentieri

 

Orlando sorride sfottuto. Flynn è super felice, ci prende entrambi per mano e insieme proseguiamo verso casa. Annie e Carol ci vengono dietro restando molto distanti da noi. A casa le avrei picchiate di sicuro.

 

Una volta arrivati il piccolo si toglie subito il giubbotto e corre a prendere i suoi giochi. Costringe anche il padre a giocare insieme a noi. La cosa non mi piace per niente, ma il bambino è così felice che non posso non dirgli di no.

 

Annie : Io vado a cucinare qualcosa di spettacolare per stasera!!

 

Tutti : Nooooo!!!!!

 

 

Annie si volta verso di noi sconvolta. Non capisce il nostro stato di terrore.

 

Orlando : Stasera ordiniamo una bella pizza!

 

Annie : Ah va bene, meno lavoro per me!

 

 

Per fortuna non si è offesa. Mi domando come faremo per i giorni a seguire. Non possiamo mica mangiare per sempre pizza e robe del genere.  Nel frattempo Flynn ritorna da noi con i suoi giocattoli. Praticamente io sarei stata la fanciulla/ mostro da salvare, Orlando il cattivo orco che mi ha rapita e Flynn il giovane Elfo salvatore.  Giochiamo per due ore belle toste. Alla fine il giovane Elfo riesce a sconfiggere l’orco cattivo e a liberare me, cioè il mostro fanciulla.

 

Flynn : E alla fine il coraggioso Elfo da un bacio alla fanciulla e la fa diventare una principessa!

 

Il piccolo mi da un piccolo bacio sulla guancia facendomi sorridere. Orlando lo guarda con una certa invidia, ma non riesce a non sorridere nemmeno lui.

 

Orlando : La prossima volta voglio farlo io l’Elfo salvatore *sorride*

 

Flynn : Guarda papino che la puoi baciare anche tu, non sono geloso

 

Arrossisco violentemente e guardo Orlando senza volerlo. Anche lui è imbarazzato, ma in un certo modo riesce a nasconderlo e sorride. Mi alzo d’improvviso dicendo che dovevo andare ad aiutare Carol con le faccende e che avevamo giocato abbastanza. Flynn mi guarda stupito e un po’ deluso. Fosse per lui avremmo continuato a giocare fino alla fine del mondo. Suo padre lo prende in braccio e inizia a fargli il solletico per farlo sorridere di nuovo. Li osservo cercando di non farmi notare.  Sono così carini e dolci. Orlando può essere insopportabile e odioso quanto vuole, ma con suo figlio è tutto un’altra cosa.  Sorrido guardandoli ridere e scherzare insieme. D’un tratto gli occhi di Orlando puntano dritti nei miei e subito corro in cucina. Accidenti, mi ha vista. Non ne combino mai una giusta.

 

Appena arrivano le pizze ci sediamo tutti insieme e consumiamo il cibo silenziosamente. Tutto il contrario del pranzo di poche ore prima. Io sono del tutto imbarazzata per la scena di poco fa mentre Orlando non la smette di sorridermi. Per non parlare poi di Carol che ha mangiato si è no un terzo di un pezzetto di pizza e non la finisce un attimo di piagnucolare dicendo che vuole diventare la nuova Kate Moss e bla bla bla. Annie invece mangia  libera da ogni pensiero insieme a Estella, la quale una volta finita la sua  pizza si prende anche quella di Carol.

Finito di mangiare, Orlando si alza da tavola. Deve uscire, me l’ha ripetuto fino allo sfinimento. Da un bacio a suo figlio sulla fronte dopodiché si volta e mi manda un bacio con la mano. Ride e va via.

 

Flynn : *ride* ti ha mandato un bacino

 

Io : Quello era il bacio della morte più che altro

 

 

Dopo aver sparecchiato, Flynn fa storie per andare a letto. Vuole giocare ancora. Questo giorno non vuole proprio passare. Sono esausta di giocare. Annie e Carol propongono di accamparci in salotto e di raccontarci storie dell’orrore. Mi oppongo subito perché Flynn avrebbe avuto di sicuro paura e Orlando se la sarebbe presa con me. Ma il piccolo è d’accordo con le altre due e alla fine non mi resta altro che accettare.

 

Chiudiamo le luci e ci mettiamo sulle coperte per terra. Tengo il bambino fra le mie braccia e lo stringo forte.  Carol ci sta raccontando la storia del fantasma di una bambina che non ha mai lasciato la casa dove ha vissuto. Ho una paura tremenda mentre Flynn si diverte un mondo.

All’improvviso sentiamo dei rumori. Ci guardiamo tutti negli occhi e un attimo dopo ci mettiamo ad urlare a più non posso. Flynn si aggrappa al mio collo, quasi mi strozza. Annie e Carol si agitano come a delle matte ed io non so che accidenti fare. Sentiamo dei rumori dentro casa. Sarà di certo un ladro.

 

Io : Stiamo calme, stiamo calme! Cerchiamo delle armi con cui difenderci!

 

Annie : Si, combatteremo!! Fino alla morte!!

 

Carol : Non urlare!! Vuoi che ci senta??

 

Flynn : Rachy! Andiamo di sopra a prendere la mazza da baseball di papà! Così lo massssacriamo di botte!

 

Io : Bella idea, piccoletto!

 

 

Tutti e quattro cerchiamo di andare al piano di sopra. Ci guardiamo intorno con estrema meticolosità. Ci sentiamo tipo Tom Cruise in Mission Impossible.  Flynn continua a divertirsi mentre noi ce la stiamo facendo sotto dalla paura. Annie e Carol si toccano schiena conto schiena ed emettono un urlo atroce, trapanandoci i timpani.

 

Io : Ma siete delle dementi!!

 

Annie : Credevo fosse il ladro che mi toccava il culo!

 

Carol : Idem!!

 

 

Lascio perdere a quelle due ed entro nella camera di Orlando. Troviamo la maledetta mazza e ritorniamo di sotto. Adesso c’è solo da capire dove cavolo si trova questo maniaco, ladro, o chi che sia.

Do la mazza ad Annie poiché ho in braccio il bambino. Restiamo un attimo in silenzio ad ascoltare i rumori e alla fine capiamo che il presunto ladro si trova in cucina. Giusto, vuole derubarci del cibo. Ci dirigiamo in punta di piedi verso la suddetta stanza. Annie è avanti di noi mentre Carol gli copre le spalle e io e Flynn copiamo le spalle a lei.

Entriamo in cucina e vediamo la porta del Freezer aperta e una figura lì in piedi. Annie porta la mazza in alto e si carica come un’amazzone sopra il ladro dandogliele di santa ragione.

 

Annie : E ladruncolo! Volevi rubare le nostre cibarie, eh!!? E come avrei fatto io a cucinare e a mandare avanti la casa!! Come??!!

 

Lo sta uccidendo praticamente. Decido di accendere le luci e una volta fatto ciò ci troviamo davanti un ragazzo disteso per terra che ci scongiura di smetterla. Carol apre un cassetto e tira fuori una corda. Lo leghiamo ben benino e lo portiamo di peso in salotto. Adesso aspettiamo l’arrivo di Orlando  così chiamerà la polizia e noi finiremo sui giornali come paladine della giustizia.

 

Annie : Certo che è un gran bel figliolo, i ladri non dovevano essere orrendi?

 

Io : Ma che vuoi che ne sappia io! Spero solo che non abbia un complice!

 

Il ragazzo continua a ripeterci che non è un ladro e di slegarlo. Voleva fregarci, ma non ci sarebbe riuscito. Siamo troppo astute.

D’improvviso sentiamo altri rumori provenire dalla cucina. Afferro subito la mazza da baseball e dico ad Annie e a Carol di tenere sotto controllo il ragazzo mentre io vado a pescare il complice. Flynn mi viene dietro anche se lo supplico di restare con loro. Non ne vuole di che sapere e si aggrappa alla mia gamba. Mi tocca trascinarlo fin dentro la cucina. Tremo come una foglia. Appena vedo la figura mi libero di Flynn e con un salto da guerriera Ninja mi lancio addosso al ladro per colpirlo. Inaspettatamente l’uomo alza il braccio e ferma la mia mano.

Okay non è un ladro. E’ Orlando ed è altamente scioccato per il benvenuto che gli ho appena dato.

 

Orlando : Ca***! .. E dillo che sei pazza di me!

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Odio profondo verso le Barbie ***


Capitolo 6 – Odio profondo verso le Barbie

 

 

 

Restiamo a guardarci negli occhi mentre entrambi abbiamo le braccia alzate, io nell’intento di colpirlo e Orlando nell’intento di fermarmi. Non posso credere a quello che ha avuto il coraggio di dire. E purtroppo non trovo niente con cui contrattaccare.  Orlando comincia a sorridere compiaciuto. Credo di stare per morire.

 

Flynn : Papino!!!

 

Ringrazio Dio per aver mandato questo angioletto a salvarmi. Il bambino abbraccia suo padre e finalmente quella orrenda situazione volge al termine. Riesco a recuperare le mie facoltà cognitive e dico subito a Orlando quello che è successo. Parlo tutto d’un fiato e l’uomo non capisce un ciufolo di quello che dico, e infatti lo vedo abbastanza confuso. Alla fine lo afferro violentemente dal braccio e lo trascino nell’altra stanza. Flynn ci viene dietro saltellando e in due secondi arriviamo in sala.

 

Io : Ecco il ladro!!

 

Orlando : George?

 

George : Orlando!! Finalmente! Gli dici per favore a queste tre pazze che non sono un ladro?!

 

Io : Tu.. lo .. conosci?

 

Orlando : Si, è mio cugino  *si gratta la testa confuso*

 

Annie : Odddioo, che figura di merda! L’ho massacrato di botte!

 

Orlando : E comunque.. *si gira verso di me* io e te dobbiamo parlare! E’ mezza notte passata! Cosa ci fa Flynn ancora sveglio??

 

Spalanco gli occhi colta in contropiede. Mi metto a balbettare cose senza senso. Guardo Annie, poi Carol , ma quelle due non mi danno un briciolo d’aiuto. Mi volto verso Flynn e vedo il poveretto con lo sguardo abbassato. Sono davvero in una brutta situazione. Addirittura chiedo aiuto con lo sguardo al falso ladro. Quest’ultimo mi guarda come per dire “ma che vuoi da me?”.

 

Io : Ma perché… ti stavamo aspettando!! Credevamo che questo.. coso.. fosse un ladro e quindi abbiamo aspettato che tu ritornassi a casa! Che volevi? Che mandavo il bambino a dormire con un ladro in salotto?

 

George : Ehi, Ehi, io non sono un coso!

 

Orlando :  Va bene, va bene.. dimentichiamo questo piccolo malinteso! Su, Flynn, a dormire.

 

Il piccolo fa uno sbadiglio enorme. Mi avvicino a lui per prenderlo mentre lancio un’occhiataccia a Orlando. Lui mi guarda storto, sbuffa e se ne va per non so dove. Annie e Carol vengono di sopra con me e Flynn mentre il povero George rimane legato sul divano.

 

George : Ehi, vi siete dimenticati di slegarmi!!

 

 

Guardo Annie e Carol implorandole di andare da quel povero disgraziato. Carol è ancora in trans per la notizia che Christian è fidanzato. Alla fine faccio gli occhi dolci ad Annie e per fortuna accetta di andare a slegarlo.

Porto Flynn nella sua stanza e lo metto sotto le coperte.  Mi sorride e io gli do un bacio sulla fronte. Faccio per andarmene quando all’improvviso il piccolo mi ferma.

 

Flynn : A te piace il mio papà, vero?

 

Io : Ehh… chi te l’ha detto?

 

Flynn : Non sono mica stupido  *ride*

 

Io : No, guarda. Ti sbagli piccolino, tuo padre è… certo, si.. è un attore di Hollywood , bello come il sole. C’ha quel sorriso che farebbe sciogliere chiunque e quello sguardo che ti mette i brividi..e…

 

Flynn : Ho capito che ti piaceeee  *ride*

 

Io : Ma  ma … dormi, cucciolotto, su!

 

 

Finalmente Flynn si decide a girarsi dall’altra parte e chiude quei dolci occhietti. Tiro su un sospiro di sollievo dopodiché mi alzo e faccio per uscire dalla stanza. Ecco però che come arrivo alla porta mi trovo Orlando davanti. Ha una mano appoggiata alla parete, sembra che stesse per aspettare proprio me. Ha quel sorrisetto irritante sulla bocca.

 

Io : Mi lasci passare?

 

Orlando : No *Sorride*  

 

Io : E non fare quel sorrisetto irritante, per l’amor del cielo!

 

Orlando : Credevo che questo sorriso facesse sciogliere chiunque *sorride*

 

 

Oh capperi fritti! Ha sentito tutto, questo menteccato! E adesso?  Che diavolaccio mi invento? Oh Dio, ti prego, toglimi da questa situazione insopportabile e altamente imbarazzante! Mi sono sputtanata con le mie stesse mani. Orlando non la smette di sorridere. Non mi piace quel sorrisetto, mi sta prendendo in giro. Cerco di passare, ma lui mi blocca. Comincio ad innervosirmi mentre lo sento avvicinarsi sempre di più a me. Ho il suo fiato addosso e in quel momento mi rendo conto che puzza d’alcool. Ha bevuto il coglione, ecco perché si sta comportando in questo modo.

 

Orlando : Tanto lo so che ti piaccio

 

Io : ma peeerfavore! Mi sembra di avertelo già detto che a me piace… Leonardo!

 

Orlando : E dai, smettila.. è evidente

 

 

 

E a questo punto il mio cuore non può fare altro che battere all’impazzata. Cerco di mantenere la calma, ma è impossibile. Orlando continua a sorridere e adesso siamo davvero troppo vicini. Vuole darmi un bacio o cosa?

Tum, Tum, Tum.l

 

Sento il cuore scoppiarmi nel petto. Vi prego, fermate tutto ciò.

 

 

E’ chiaro che si vuole solo divertire un po’. Questo mi infastidisce molto e senza nemmeno rendermi conto, gli do una ginocchiata proprio lì, nei “gioielli di famiglia”. Lo colgo di sorpresa e il deficiente si piega in due dal dolore. Faccio una faccia soddisfatta e me ne vado via , lasciandolo agonizzante per terra. Un po’ mi dispiace, ma dopotutto gli sta bene. Devo proprio cercare di non morirgli davanti, sennò non la smetterà mai e poi mai di provocarmi in continuazione.

Entro nella stanza da letto e vedo subito Carol in una valle di lacrime mentre tiene stretta a se un cuscino. Alzo gli occhi al cielo come per chiedere un miracolo, ma purtroppo non succede niente. Annie non è ancora rientrata, da non credere. Doveva soltanto slegare quel ragazzo è possibile che ci sta mettendo così tanto tempo? Lascio perdere la questione e mi metto a dormire. Quel giorno è stato enormemente stressante. Dopo un paio d’ore Annie rientra in camera facendoci svegliare bruscamente. Accendo la lampada e la vedo traballare da una parte all’altra. Sembra si sia appena fatta una canna.

Oh mio Dio.

 

Annie : Ragaaaaa! E’ stato un sbaaallloo!

 

Io : E che ti gridi?? Smettila !

 

Annie : Ho fumato… *ride* la mia prima sigaaa!

 

Carol : Sei sicura di non esserti fumata l’intero pacchetto?

 

Annie : Nuooooo *ride*

 

Io : Ma sembri tipo.. drogata!!!

 

Annie : Nuooo

 

Carol : Siiiiiii

 

Annie : Nuoooo… una siga, raga.. e daglie

 

Io : Una canna, semmai!! Lo sapevo, lo sapevo! Quel ragazzo è un tossico!

 

Annie : Ma è un amoreeee

 

Io : Solo questa ci mancava!! Bene, buonanotte!

 

Spengo la lampada mentre Annie ricomincia a danzare come una psicopatica per la stanza. Vorrei tirarle il cuscino addosso, ma poi non avrei dove appoggiare la mia testa. Quando finalmente la smette e si mette a dormire ecco che ricominciano i lamenti di Carol. Sta piagnucolando nel sonno. Non ci posso credere. La cretina non la smette e superato il limite della mia pazienza, prendo il cuscino e glielo scaravento addosso. Finalmente la smette e sorrido soddisfatta.

Dopo qualche ora è già mattina. Mi stiracchio nel letto tenendo gli occhi chiusi. Appena li apro vedo una figura davanti a me. Non capisco se sto sognando, ma sembra essere proprio quel deficiente di Orlando.

 

Orlando : Svegliaa!!!!!

 

 

Balzo dal letto portando una mano sul mio cuore per lo spavento. Quello stronzo mi ha fatto venire un infarto. Annie e Carol sono scioccate quanto me e si alzano impaurite. Nel frattempo prendo Orlando dal colletto della maglietta e lo faccio chinare su di me, così per una chiacchierata faccia a faccia.

 

Io : Sentimi bene, idiota di un Bloom!! Tu fammi di nuovo un altro scherzetto del genere e la prossima volta giuro che non mi limiterò a darti una ginocchiata .. lì sotto!!.. ok???!

 

Orlando : Ohhh che pauraaa! Sto tremando *ride*

 

E a quel punto perdo ulteriormente le staffe e calpesto il suo piede con tutte le mie forse. Il deficiente si piega nuovamente in due dal dolore e si siede sul letto per massaggiarsi il povero piede. Io lo guardo con le mani sui fianchi e rido soddisfatta. Lo sto uccidendo ma la colpa tuttavia è solo sua. Mi provoca in continuazione questo deficiente di un broccolo.

 

Annie : Sembrano cane e gatto

 

Carol : Già, non fanno che litigare e litigare.. ma per quale motivo, poi?

 

Annie : ci siamo perse qualcosa

 

Carol : E’ dal primo capitolo che ci siamo perse qualcosa

 

Annie : Quale capitolo?

 

Carol : Di questa storia

 

Annie : Ah.. siamo in una storia?

 

Carol : Più o meno

 

Annie : cosa significa.. “Più o meno”?

 

Carol : che è una via di mezzo

 

Annie : ma a cosa ti riferisci?

 

Carol : Boh…e tu?

 

Annie : Non lo so

 

Carol : Il nostro discorso non ha senso

 

Annie :  Sono d’accordo con te!

 

Carol : Io voglio Christian

 

Annie : Ucciditi.

 

 

Intanto Orlando mi stava ancora guardando dolorante. Comincio a sentirmi un po’ in colpa a dir la verità. Mi fissa con quei suoi occhietti dolci. Non ce la faccio a resistergli, mi sento sciogliere. Mi avvicino a lui lentamente ed ecco che all’improvviso afferra il mio braccio e mi butta sopra di se. Nemmeno il tempo di capire chi, come e quando che me lo ritrovo di sopra super impegnato a farmi il solletico. Inizio a ridere come una matta mentre cerco di dirgli di fermarsi. Chiamo disperata Annie e Carol per salvarmi, ma le due escono dalla stanza ridendo come a delle oche giulive.

 

Io : Smettilaaa!!! Ca****!!! Carciofo che non sei altro!

 

Orlando : Nooo, e perché dovrei? Mi sto divertendo un mondo!  *ride*

 

All’improvviso la porta si spalanca ed entra il piccolo Flynn. Vedendoci sul letto non può non precipitarsi anche lui. Il piccolo mi da un bacio sulla guancia e io ricambio subito abbracciandolo. Orlando è ancora nella stessa posizione di prima e cioè sopra di me mentre ci osserva sorridendo. Il bambino da anche un bacio a suo padre e quest’ultimo lo bacia sulla fronte scompigliandogli i capelli con una mano.

 

Flynn : Papino, dai un bacio anche a Rachy?

 

Sgrano gli occhi stupefatta. Quel bambino vuole farmi morire sicuramente. Spero solo che Orlando non dica una cazzata delle sue per farmi innervosire ancora perché giuro che lo uccido. E inaspettatamente sorride e si avvicina per darmi un bacio sulla guancia. Resto impassibile mentre sento le sue labbra sulle mia pelle. Chiudo per un secondo gli occhi. Mi sento morire. Quando rialza la testa non posso evitare di arrossire e lo stupido sorride compiaciuto. Vorrei sprofondare negli abissi della terra. Sposto lo sguardo sul bambino per non guardare Orlando negli occhi.

 

Flynn : Adesso tocca a te, Rachy!

 

Guardo il bambino con gli occhi spalancati. E no, piccolo angioletto, tu vuoi proprio farmi decedere di primo mattino. Sento lo stomaco sottosopra, non posso assolutamente dargli un bacio. A parte che mi sarei tradita e questo avrebbe alimentato la sua convinzione. Il bimbo mi guarda sorridendo e sposto accidentalmente lo sguardo su Orlando. E’ serio. Credo che sia la prima volta che lo vedo con quell’espressione seria sul viso.  Abbasso lo sguardo imbarazzata e prego silenziosamente che qualcuno mi aiuti a uscire da quella orrenda situazione.

 

Flynn : Papino, si vergogna, diglielo tu di darti un bacio

 

Piccolo tesoruccio adesso mi stai veramente uccidendo. Credevo mi amassi alla follia, ma adesso ho dei seri dubbi. Non oso alzare lo sguardo su Orlando. Ho una tremenda paura che posso fare una battuta delle sue.

 

Orlando : E dai, su.. facciamo felice Flynn..

 

Io : …certo.. per questo angioletto farei di tutto *cerco di sorridere*

 

E a quel punto mi alzo leggermente e mi avvicino al suo viso. Intorno a noi c’è un silenzio pesante. Sembra che il mondo intero si sia fermato. La lentezza di quel bacio lo fa sembrare quasi come una specie di rito. Appena poggio le mie labbra sulla sua guancia sento il piccolo Flynn battere le mani e urlare “siiiii”, felice più che mai.

In quel momento la porta si spalanca di nuovo e vedo Annie e Carol con una macchina fotografica in mano intente a scattarci millemila foto. Le guardiamo scioccati più che mai.

 

Annie : Che bel quadretto!! Questa la incorniciamo!

 

Carol : La facciamo a poster gigante e la mettiamo in salotto!

 

Io : Ehi Ehi Ehi, ma che state farneticando?

 

Flynn : Gliel’ho detto io di farlo *ride il birichino*

 

Orlando : Ahh, piccola peste  *ride*

 

Dopo quell’improvviso e dolce risveglio accompagniamo Flynn all’asilo. E così tutti i giorni a seguire. Per fortuna Orlando ha del lavoro e non lo vedo per gran parte della giornata. Da una parte però mi manca da morire, ma cerco di non darlo a vedere. Annie continua a presentarci quei suoi pranzetti e ringraziando il Signore migliora. Pian piano si, però migliora. Io e Orlando continuiamo a stuzzicarci. Odio le sue provocazioni e ovviamente non perdo occasione a picchiarlo in tutti i modi possibili e immaginabili e con qualsiasi oggetto che mi ritrovi fra le mani.  George ed Annie passano molto tempo insieme e inspiegabilmente mia sorella è sempre più strana. Sicuramente è perché hanno la stessa età e si comprendono. Dubito fortemente che si sia innamorata di quel drogato.

Dopo una settimana decidiamo di concederci una piccola uscita mattiniera per i negozi di New York. Dopo aver accompagnato Flynn. Quella mattina Orlando non era venuto con me perché aveva del lavoro da fare e quindi mi sono portata dietro le altre due.

Lungo il tragitto ci fermiamo davanti a un edicola. Carol prende un giornale fra le mani,ma la deficiente ne fa cadere altri tre, quattro. Scoppio a ridere e mi abbasso per raccoglierli. Quando afferro l’ultimo vedo una notizia in copertina che attira la mia attenzione. Annie e Carol si avvicinano per vedere il giornale e leggono ad alta voce.

 

Annie : Fiamma sexy per Orlando Bloom… una bionda mozzafiato!

 

Carol : I due sono stati avvistati poche sere fa in un locale di New York… e sono stati anche visti andare via insieme…in moto

 

Stringo il giornale sempre con più forza. Lo sto strappando ma nemmeno me ne rendo conto. Annie me lo strappa dalle mani e lo rimette apposto. Io lo riprendo, vado dentro e corro alla cassa per comprarlo. Una volta uscita non dico niente alle due e mi rimetto sulla strada verso casa. Non spiccico più una parola mentre Annie e Carol mi seguono scioccate.

 

Annie : Rachel.. sorellina cara.. ti ha morso la tarantola, per caso?

 

Carol : L’ha posseduta Satana!!!

 

Annie : Se vabbè.. torna a pensare a Christian e alla sua futura moglie, per favore!

 

Carol : Futura moglie?!!! Chi te l’ha detto??!! *prende Annie e la scuote violentemente*

 

Annie : Ma è un modo di dire!!

 

Carol : Non si scherza coi sentimenti della gente!!! Brutta befana!!

 

Annie : Ahhh befana a chi??! Depressona !

 

Io : La smettete???!!! Sono leggermente nervosa se per caso non l’avreste capito!

 

Annie : Un po’… si.. giusto un po’..

 

Carol : Secondo me è posseduta seriamente!

 

 

Torniamo a casa e George ci viene incontro. Mi saluta e non lo cago di striscio. Il ragazzo ci resta male, ma subito dopo si da il cinque con Annie. Gli lancio un’occhiataccia e George rabbrividisce di colpo. Devo avergli fatto paura, ma è quello che volevo infondo. Mi metto seduta sul divano col giornale sulle mie gambe. Orlando sarebbe tornato all’ora di pranzo e io l’avrei pazientemente aspettato.  Chiudo gli occhi ed entro in una specie di trans.  Mi lasciano tutti da sola e posso meditare in silenzio.

 

Appena la porta si apre i miei occhi si spalancano di scatto. Orlando mi vede e fa una faccia terrorizzata. Il mio sguardo deve essere alquanto malvagio. Posa le chiavi sul mobiletto non togliendomi gli occhi di dosso. Non dice niente e cerca di svignarsela .

 

Io : Dove credi di andare??!!

 

Orlando : Oh per favore non mi picchiare anche oggi!! Sono pieno di lividi!

 

Mi alzo e mi dirigo verso di lui col giornale in mano. Glielo sbatto in faccia e lui lentamente lo legge. Poi scoppia a ridere e lo abbasso. Lo guardo in malo modo e poi gli sbatto il giornale sul braccio.

 

Io : Ma ti rendi conto??! Mentre noi rischiavamo di morire quella sera tu eri a spasso con una delle millemila Barbie del mondo!!?? E se quel ladro avesse fatto del male a tuo figlio?!! Eh??!!

 

Continuo a colpirlo ripetutamente col giornale mentre Orlando cerca di parare i miei colpi. Arrivano anche tutti gli altri a gustarsi la scena e restano a dir poco sconvolti.

 

Io : E ceeerto! Il signorino si deve divertire!! Vero??! E nel mentre il ladro poteva farci fuori!!!

 

 

George : ma ancora non ha capito che io… non sono un ladro?

 

Annie : No.. l’ha capito.. solo che.. non ha altre motivazioni per giustificare quello che sta facendo

 

Carol :  E poi parlate per me… il mio dolore è più credibile del suo comportamento senza senso!

Annie : Tu piangi per uno che hai visto si e no un 5 minuti!!

 

Carol : E tu ti fai le canne con quest’altro deficiente!!

 

George : Su, ragazze.. non litigate anche voi, adesso!

 

Carol ed Annie : STA ZITTO!!!

 

 

Nel frattempo io continuo a colpire Orlando a suon di giornale. Alla fine quella povera rivista non è più nemmeno riconoscibile. La butto a terra e decido di farla finita lì.

 

Io : punto uno : vergognati!!!  Punto due : pensa di più a fare il padre!! Punto tre : tuo cugino è un tossico!!

 

 

George : E che c’entro io, adesso?

 

Annie : togliamo il disturbo che è meglio!!

 

Carol : Si, prima che ci metta in mezzo anche noi!!

 

 

I tre fuggono e si riparano in cucina mentre io riporto lo sguardo su Orlando. Ha ancora le mani davanti per difendersi dai miei attacchi. E io mi rendo conto di aver perso il filo del discorso. Riacquisto la lucidità e mi rendo conto di aver fatto un enorme cazzata a comportarmi così. Non ho motivi plausibili per spiegare quella mia improvvisa sfuriata.. o forse si.

 

Orlando : Hai finito con la tua scenata di gelosia?

 

Io : Ehhh??? Ma quale scenata e scenata!! Ne vuoi ancora per caso??

 

Orlando : Due sono le cose : o sei gelosa o sei pazza..

 

Io : La seconda!

 

Orlando : Oh.. allora non posso proprio tenere una pazza come babysitter di mio figlio

 

Io : Mandami via, cosa aspetti?

 

Orlando :  Non voglio  *sorride*

 

Io : Bene! A questo punto.. tolgo il disturbo!!

 

 

Faccio per girarmi, ma prontamente afferra il mio braccio. Era troppo facile sfuggire da quella situazione senza senso che io stessa avevo creato senza alcun motivo per giunta.

 

Orlando : pensi di andare via così? E no.. mia piccola.. gelosona…adesso meriti una giusta punizione

 

Io : Lasciami andare se non vuoi altre botte!!

 

In un baleno lo vedo abbassarsi, afferrare le mie gambe e portarmi in groppa a lui. Comincio a dimenarmi e ad urlare di rimettermi giù e per fortuna quel piccolo viaggio finisce quasi subito. Mi butta sul divano e mettendosi di sopra inizia a farmi il solletico. Non devo ridere. Non devo ridere. Non devo. E puntualmente scoppio a ridere mentre lui mi segue a ruota. Dopo poco smette e appoggia la testa sul mio petto. Divento di mille colori in faccia e balbettando gli dico di alzarsi.

 

Orlando : Shhh… fammi dormire…. Sono stanco..

 

Nello spazio di pochi minuti si addormenta e non posso evitare di portare le mie mani ad accarezzargli i capelli. Sto attenta a non svegliarlo, altrimenti chissà che diavolo andava a pensare. Faccio scivolare lentamente le mie dita fra i suoi capelli castani. Continuo ad accarezzargli la testa per molto tempo. Poi però vedo un sorrisetto sulla sua bocca e capisco che si è accorto che lo sto accarezzando. Smetto di colpo e stendo le braccia per cercare di rilassarmi.

Si vabbè. E’ impossibile rilassarsi con Orlando Bloom che dorme sopra di te, andiamo!

 

Non so come, ma finisco per addormentarmi anche io. Quando riapro gli occhi mi ritrovo una coperta addosso. Sorrido per la premura che ha avuto quello stupido. Alzo gli occhi e lo vedo seduto sulla poltrona, intento ad osservarmi. Faccio sparire il sorrisetto e cerco di assumere una faccia seria.

 

Orlando : dormito bene?  *Sorride*

 

Io : … Si.. credo di si..

 

Orlando : pensavo avessi freddo e quindi … sono andato a prenderti..una coperta

 

Io : gra..grazie   *arrossisco*

 

Orlando : Sembri così innocente quando dormi… *ride*

 

Io : mi stavi osservando?

 

Orlando : Per un po’…si..

 

C’è un lunghissimo silenzio. Non sono imbarazzata solo io, stranamente anche Orlando è agitato. Poi però sorride con quel suo stupido sorrisetto da compiaciuto. E sono pronta a sentire un’altra delle sue pessime battute o qualsiasi altra cosa.

 

Orlando : Stasera abbiamo degli ospiti…

 

Io : davvero? E chi?

 

Orlando :  Il mio amico Christian.. con la sua fidanzata..

 

Io : Ah bene! Vado subito ad avvertire Annie, allora!

 

Mi alzo e faccio per andare in cucina. La voce di Orlando però mi blocca.

 

Orlando : Ci sarà anche…la Barbie  *ride*

 

Spalanco gli occhi e mi giro lentamente verso di lui. Lo vedo sorridere. Bastardo.

 

Io : Perché?

 

Orlando : E’ una specie di appuntamento… Christian con la sua fidanzata…e io… con la mia “Nuova fiamma”  *ride*

 

Io : Ah.

 

Deglutisco e cerco di mantenere la calma. Mi volto dall’altra parte e corro come una furia verso la cucina. Sbatto la porta e per fortuna incontro sia Annie che Carol.

 

Io : Stasera… a cena… ci saranno… Christian..

 

Carol : Nuooo!!!! *si mette a saltellare*

 

Io : con la sua fidanzata..

 

Carol : Dio, uccidimi, crepami, per l’amore del cielo. Questo è un lento e ingiusto soffrire  *smette di saltellare*

 

Io : E anche la … Barbie della rivista!!! Quella cosa!!! Quella tr***! Quella meretrice!!

 

Annie : Sento puzza di terza guerra mondiale

 

Carol : Si, guerra!!! Sangue!!! Rachel, uniamoci!! Possiamo sconfiggerle!!

 

Io : Puoi dirlo forte… *sguardo malefico*

 

Annie : Spero solo che la mia cena non finisca addosso a qualcuno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La cena ***


Capitolo 7 –  La cena

 

 

Per tutto il resto del giorno io e Carol non abbiamo fatto altro che andare su e giù per la cucina mentre Annie non ci cagava minimamente essendo super concentrata nella cena di quella maledettissima serata. Non che sia gelosa, ma quella sottospecie di Barbie anoressica non mi va giù per niente. Non so neanche chi sia o come si chiami e mi sta tremendamente sulle palle. Carol invece è in subbuglio per l’arrivo di Christian e della la sua consorte. Credo sia lì lì per avere un infarto.

 

Io : Kepp calm, possiamo farcela!

 

Carol : Devo reprimere questa mia voglia di far del male.

 

Io : Io ho sete di sangue.

 

Annie : Potete, per piacere, andare a escogitare millemila modi per uccidere le due invitate da un’altra parte? Devo cucinare, io!!

 

Io : Questo è l’unico luogo sicuro! Quello stronzo me lo sta facendo apposta!!!

 

Carol : Siiii, anche Christian!!

 

Io ed Annie ci voltiamo scioccate verso Carol. Non per qualcosa, ma quel povero, disgraziato e innocente di un gran bel pezzo di dottore, nonché mezzo maniaco sessuale, non ha alcuna colpa di essere già fidanzato e quindi di uscire con la propria fidanzata. E Carol è completamente uscita di senno, questo purtroppo è ovvio perché altrimenti tutto ciò non si spiega. La lasciamo perdere e continuiamo entrambe a pensare ai fatti nostri.  Questa situazione è veramente snervante e per di più è quasi ora di andare a prendere Flynn all’asilo e io non ho proprio voglia di andarci con quel cafone.  

Ed ecco che puntualmente spunta dalla porta con quel sorriso stupido dipinto sul volto. Lo voglio strozzare, adesso, in questo preciso istante, dopo mi sentirò meglio. Mi volto all’istante, dandogli le spalle e mi metto ad aprire stipetti vari per cercare una qualsiasi cosa per poter tenermi occupata. Prendo una ciotola, lo sbattitore, delle uova dal frigo e inizio a sbatterle. Tutto ciò sotto allo sguardo divertito di Orlando e quello scioccato e stupito di Annie per non parlare dello sguardo completamente inesistente di Carol che nel frattempo è sempre più concentrata a ideare una trappola mortale per uccidere la fidanzata del suo maniaco sessuale.  D’improvviso mi sento afferrare dai fianchi. Spalanco gli occhi, aumento la velocità dello sbattitore  e comincio a girare e girare perdendo sempre di più il controllo. Le uova schizzano da una parte all’altra ma non me ne preoccupo minimamente. Sento una mano accarezzarmi lentamente la schiena e a quel punto perdo completamente il controllo tanto che il frullatore va in cortocircuito e mi esplode fra le mani.  Lancio un urlo acutissimo e mi getto fra le prime braccia che mi trovo vicina. Mi accorgo subito di aver appena fatto una cazzata. Sono aggrappata come una sottospecie di schimpanzè ad Orlando e lui se la ride, come ogni volta d’altronde.

 

Io : E’ colpa tua!!!  *mi allontano* E mai possibile che non puoi tenere quelle manacce a posto??!

 

Orlando : Ma che ho fatto?

 

Io : Eh? Mi prendo in giro? Ti avverto, soffro di attacchi di rabbia!

 

Orlando : Me ne ero accorto *ride* ma ciò non toglie che io non ho fatto assolutamente niente. Sei stata tu a far esplodere quel coso.

 

Io : Ti sei messo a toccarmi!!!!

 

Orlando : E quindi?

 

Guardo Annie e Carol come per chiedere aiuto. Come è facile da prevedere Annie sta ancora cucinando e Carol ha gli occhi persi nel vuoto. Mi ritrovo così da sola ad affrontare quel cafone che non è altro. Ma comunque non posso di certo dirgli che mi sono agitata quando ho sentito le sue mani sul mio corpo.  Bastardo. Cafone. Coglione.

 

Io : Ho una voglia irrefrenabile di…

 

Orlando : di strapazzarmi di coccole?

 

Io : Nooo!! Di uccidertiiii!!!

 

 

Annie : Oh! Sentite e che ca****! Sto cercando di cucinare, non posso con voi qua che non la smettete un attimo di urlare! Sono una cuoca in carriera, va bene?! Potrei andare a Master Chef!! Ok??? Ma se non mi lasciate lavorare tutto questo non potrà mai realizzarsi!!...... Non si realizzerà ugualmente, lo so.. perché cucino da schifo.. anche se sono migliorata, fa sempre schifo, ma comunque.. se cucino in santa pace, magari farà meno schifo!!:.... No vabbè, lasciamo perdere, continuate a litigare, tanto cucinerò lo stesso una porcheria.

 

Credo abbia parlato per un cinque minuti di fila senza riprendere fiato. Ha fatto tutto lei, si è complimentata con se stessa, si è auto offesa, si è rincuorata e per finire si è rassegnata nella sua incapacità di cucinare qualcosa di mangiabile. Questa casa ci sta facendo dare di matto.

 

Io : E comunque… la devi smettere di mettermi le mani addosso, chiaro??!

 

Orlando : No

 

Io : Come??? Che significa “no”??

 

Orlando : Significa NO…

 

Porto le mani sui fianchi. Sto realmente per impazzire. Questo deficiente è peggio di un bambino.  Chiudo gli occhi e cerco di mantenere la calma respirando lentamente e non appena li riapro afferro il mattarello che giaceva solo soletto sulla cucina e me lo passo minacciosa fra le mani. Orlando indietreggia deglutendo. Sorrido soddisfatta mentre il deficiente si sta mettendo paura.

 

Orlando : E dai cucci cucci stavo solo scherzando

 

Io : cucci cucci a chi?!

 

Orlando : piccola, dai.. lo sai che ti adoro, vero?

 

Io : Mi stai istigando ancora di più nel farlo!!

 

Sono lì lì per picchiarlo, quando all’improvviso Carol esce dalla sua catalessi. Ci guarda e poi apre la bocca come per dire qualcosa di veramente importante.

 

Carol : Siete in ritardo. Flynn sta per uscire in questo preciso istante.

 

Spalanco gli occhi e nel mentre butto il mattarello a terra, il quale finisce irrimediabilmente sui piedi di Orlando. Quest’ultimo si mette a urlare per il dolore e inizia a saltellare come un canguro. Non lo cago di striscio e mi metto le mani ai capelli continuando ad andare avanti e indietro per la cucina.

 

Io : No, no, no!!! Adesso si vedrà lì solo!! E penserà che l’abbiamo abbandonato!! Tutto questo è colpa tua!! Padre immaturo che pensa solo a giocare!!

 

Orlando : TI vuoi calmare? Possiamo arrivare in tempo..

 

Io : E come??

 

Orlando : Prendiamo la moto… *mi afferra violentemente dal braccio*

 

Senza capire un accidenti, mi ritrovo trascinata da Orlando verso non so quale disavventura che il Signore mi ha tristemente assegnato per questa giornata. Ci ritroviamo davanti alla sua moto. Okay, lui non sa che ho paura di salirci sopra e che ovviamente non ci salirò mai e poi mai. E mentre io rimugino su come fare per dirgli che su quel coso io non ci salirò, questo idiota già è bello pronto con casco e tutto.

 

Io : Ehm, no no io non ci salgo

 

Orlando : Perché? Non mi dire che hai paura? *ride*

 

Io : Si.. ho paura, va bene?!

 

Orlando : Uff.. siamo in ritardo! Vuoi salire oppure ci vado da solo??

 

Lo osservo attentamente per uno o due minuti. Ho una paura tremenda di salire su questa moto, ma se non lo faccio questo deficiente mi prenderà in giro fino alla fine dei tempi e per di più Flynn resterà molto male se non mi vedrà all’uscita dell’asilo. Sbuffo e decido di prendere il dannato casco. Mi sento come una condannata a morte mentre lui se la ride divertito. Salgo sulla maledetta moto con una velocità di un bradipo e sto bene attenta nel non far entrare in contatto il mio corpo con il suo.

 

Orlando : Aggrappati, se non vuoi cadere

 

Io : Cosa? No, no, non cadrò, vai

 

Orlando sbuffa, porta le sue mani dietro alla ricerca delle mie e appena le trova, le afferra, se li porta davanti, facendomi irrimediabilmente finire con la faccia spiaccicata sulla sua schiena. La moto parte e ci avviamo “felici” a prendere Flynn. Ecco però che appena arriviamo in strada inizio a urlare come una psicopatica. Chiudo gli occhi e lo stringo forte , tanto forte da non permettergli nemmeno di respirare. Per fortuna arriviamo subito davanti all’asilo e appena ferma la moto scendo subito a terra.

 

Orlando : Mi hai conficcato le unghie nello stomaco, pazza!

 

Io : E te l’avevo detto io che avevo paura!

 

Orlando : Non potevo certo sapere quanto fosse alto il tuo tasso di schizoidia!

 

Mi avvicino a lui minacciosa e gli lancio il casco addosso. Prontamente il deficiente lo prende ma non può nascondere di essersi fatto male. Sorrido e mi volto alla ricerca del piccolo Flynn. Appena lo vedo corro verso di lui e il bambino fa lo stesso. Lo abbraccio forte dopodiché torniamo da quel mentecatto di suo padre. 

 

Io : Io e Flynn torniamo a piedi, tu puoi tornartene benissimo con la tua moto!

 

Orlando : Tornerò a piedi con voi, sempre se non ti da fastidio!

 

Flynn : Ah.. ma litigate sempreee!

Guardiamo il piccolo per un attimo. Ha ragione, bisogna ammetterlo. Ma è Orlando che mi provoca in continuazione non sono di certo io.  E va bene, la colpa è per metà e metà. Non mi va vedere il piccolo dispiaciuto, dopo una giornata all’asilo è brutto sentire me e suo padre litigare per cazzate varie.

 

Io : Senti, piccolo. Cercherò di non litigare più con tuo padre davanti a te, va bene?

 

Flynn : Uhmm… va bene

 

Andammo verso casa camminando e ovviamente il piccolo ci prese entrambi per mano. Io e Orlando non abbiamo più aperto bocca, ma infondo meglio così, sennò la mia promessa di non litigare più con lui sarebbe stata alquanto difficile da mantenere. D’improvviso Flynn prende le nostre mani e li unisce mentre lui si mette a correre. Rimango per un attimo alquanto impreparata per l’evento. Io e Orlando ci guardiamo contemporaneamente. Le nostre mani sono unite e il piccolo se la ride mentre torna di corsa da noi.

 

Flynn : Non vi staccate fino a casa!

 

Io : Flynn, a me questo gioco non piace

 

Orlando : Neanche a me

 

Flynn : A me si, quindi cucitevi la bocca e torniamo a casaaaa

 

 

Io e Orlando obbediamo sbuffando. Quel bambino vuole la mia fine e io che pensavo che mi volesse bene. In questo modo non mi aiuta affatto. Sto camminando mano nella mano con Orlando Bloom e la cosa mette a disagio sia me che lui. Prego solo il Signore affinchè non spunti un altro paparazzo del cavolo.  Per fortuna giungiamo a casa sani e salvi. Entriamo e vedo Annie e Carol guardarci in modo abbastanza ambiguo.

 

Io : Che c’è da guardare? Abbiamo la peste per caso?

 

Annie : Vi state tenendo per mano

 

Spalanco gli occhi e porto lo sguardo sulla mia mano che sta ancora stringendo quella dell’idiota. Subito ci stacchiamo e cerchiamo di ricomporci. Annie e Carol se la ridono mentre Flynn è super soddisfatto.  Voglio fuggire via da questa situazione imbarazzante e faccio per andare , ma ecco che anche Orlando ha avuto la mia stessa idea e ci scontriamo.  C’è una tensione nell’aria impossibile da non percepire.

 

 

Annie : Spero solo che stasera arrivi presto…

 

Carol : E’ da tre giorni che non mangio, io si che sono intelligente, vero?

 

Annie : Per quale motivo non mangi?

 

Carol : Per Christian, ovvio!

 

Annie : E io che pensavo che non ti piacesse la mia cucina

 

Carol : No, tu cucini veramente da schifo, ma io non posso mangiare

 

Annie : Giusto, infondo senza cibo moriremo solamente non è così indispensabile

 

Carol : Ecco! Hai colto il mio punto di vista!

 

 

 

Il momento tanto atteso è arrivato. Orlando insiste nel far mangiare anche noi insieme a loro. Sono impaziente di vedere la gatta morta alias Barbie anoressica. Carol invece sembra essere calma, ma sappiamo bene che la sua è solo una calma apparente. L’unica che esterna il suo nervosismo è Annie, spera che gli ospiti non schifino la sua cucina come lo facciamo noi quotidianamente. George è praticamente sparito, non sappiamo dove diavolo si sia cacciato. Annie ne è abbastanza risentita anche se cerca di non darlo a vedere. E’ uscito ieri sera e non è più tornato, quel tossico.

Suona il campanello. Il mio cuore perde due, tre battiti. Orlando sorride e si accinge ad aprire la porta, prima però mi butta un’occhiata divertita. Bastardo che non sei altro.

Dalla porta entra George, appunto. Sospiro felice e lo accolgo, stranamente, a braccia aperte. Per la prima volta in vita mia sono contenta di vedere quel ragazzo. Dopo il breve e intensissimo accoglimento lo spingo verso la cucina da Annie, visto che mia sorella lo attendeva con ansia. In sala restiamo solo io e Orlando. Siamo in silenzio, ne io e ne lui abbiamo più parlato da quel pomeriggio. E quindi mi chiedo se abbiamo finito gli insulti o gli argomenti per poter litigare. E nel mentre rifletto su queste cavolate ecco che suona il campanello. Io e Orlando sobbalziamo contemporaneamente. Si gira verso di me e mi sorride per poi andare verso la porta.

Oh Dio. Eccoli.

 

Orlando : Chris!! Finalmente!  *lo abbraccia*

 

Christian : scusate il ritardo, ma sai come sono le donne

 

Vedo la fidanzata del bel dottore. E’ un’altra bionda come la Barbie del giornale. Saluta anche lei Orlando e … spunta la suddetta Barbie. Ho un colpo al cuore, Orlando le prende la mano e gliela bacia. Mi sento come se mi avessero gettato un vaso in testa.  La porta si chiude alle loro spalle e nel mentre vengono verso di me, io sono immobilizzata, con le mani dietro la schiena e con gli occhi persi in chissà quale vuoto.

 

Orlando : Vieni, ti presento Rachel, la babysitter di mio figlio, Rachel lei è Nora

 

Io : Ma che razza di nome è Nora?

 

Orlando : eh? … Scusala deve aver bevuto qualcosa..

 

Io : No dico sul serio, i tuoi genitori non potevano pensare a qualcosa di più… fantasioso?

 

Nora : Ehhh.. mi dispiace che il mio nome non ti.. piaccia..

 

Io :  A me no.

 

Orlando : Okok… andiamo che la cena si raffredda!!

 

 

E avanti, non potevo fingermi simpatica di fronte a quella. NORA. Non ha un diamine di senso il suo nome. Va bene, poteva anche chiamarsi ReginaElisabetta che per me non avrebbe avuto senso comunque, perché era lei, era la “Nuova fiamma”, e mi stava decisamente sul ca***.

Li seguo e vedo che Orlando fa sedere la Barbie accanto a se, dove di solito mi siedo io. Mi mordo la lingua per non dire qualcos’altro di tremendamente maleducato e sbagliato. Per fortuna c’è il piccolo Flynn.

 

Orlando : Flynn, siediti vicino a Nora

 

Flynn : No, io voglio Rachy!

 

Orlando : Nora da una parte e Rachel dall’altra..

 

Flynn : Noooo.. a me questa befana non piace!

 

Orlando : Flynn!!

 

Il mio piccolo angioletto. Lo sapevo, lo sapevo, mi ama alla follia. Non posso resistere nel non ridere. Lo faccio silenziosamente, ma devo godere della frase detta da questo piccoletto. La mia felicità dura poco, dato che vicino a Nora ci finisco proprio io. Ci sediamo tutti quanti e vedo Carol fissare in modo insano la fidanzata di Christian. Non le ha tolto gli occhi di dosso da quando l’ha vista.

 

Flynn : Rachy.. non ti preoccupare.. il mio papà non si fidanzerà con questa befana *a bassa voce*

 

Io : Ah no? E come lo sai?

 

Flynn : Adesso vedrai..

 

 

Il piccolo scende dal tavolo e corre in cucina. Subito gli corro dietro per vedere cosa ha in mente. In cucina troviamo Annie con la cena pronta. Stava proprio venendo da noi. Flynn le dice di aspettare e di preparare direttamente i piatti in cucina senza portare il tutto nell’altra stanza. Non capisco cosa ha in mente questo dolce pargoletto, ma mi rendo conto del suo piano immediatamente quando prende il super peperoncino piccante dallo stipetto.

 

Io : Nooo, non possiamo, piccolo!

 

Flynn : Si, sisiisisis…

 

 

Ecco, il piatto della Barbie è super arci pieno di peperoncino. Annie se la ride, consapevole che la colpa di tutto ciò sarebbe ricaduta su di lei, ma alla fine si trattava solo di un piatto rovinato. Portiamo i patti nell’altra stanza dopodiché ci sediamo tutti quanti per mangiare. D’improvviso la Barbie comincia a tossire e la vedo diventare di tutti i colori dell’arcobaleno in viso. Orlando le porge dell’acqua , ma la cretina si affoga ancora di più. Allora la fa alzare e l’accompagna in bagno, non senza buttarmi un’occhiataccia di rimprovero. E stavolta non ho fatto un bel niente. Non appena spariscono dalla stanza, Flynn scende dalla sedia e cautamente si avvicina a quella della Barbie. Christian e la fidanzata parlano di cose loro e per fortuna non si accorgono di niente. Non capisco che diavolo le ha messo sulla sedia, ma in un lampo torna a sedersi accanto a me. Mi guarda con quel suo sguardo pestifero e ritorna a mangiare. Al loro ritorno, non appena la Barbie si siede sulla propria sedia, emette un urlo così forte da trapanarmi il timpano. Si alza portandosi le mani sul suo fondoschiena. Mi sporgo per vedere che diavolo ha messo il bimbo sulla sedia e vedo dei piccoli e minuscoli chiodini. Spalanco gli occhi.

 

Barbie : Orlandoo!!!! Ma qui c’è qualcuno che sta cercando di uccidermi!!

 

Orlando : Rachel?!

 

Io : Eh? No,no,no, non dare la colpa a me, carciofo caro, perché io non c’entro niente!

 

Orlando : Non credevo fossi così infantile!

 

Io : Infantile io?!

 

 

Non riesco a trattenermi e gli butto addosso il vino che stava nel bicchiere accanto al mio. Orlando porta le mani agli occhi per pulirsi dopodiché fa la stessa cosa buttando il vino addosso a me.

 

Carol : Che la battaglia abbi inizio!!!!!

 

 

E da quell’annuncio segue una vera a propria battaglia di cibo. Carol prende il cibo ancora intatto nel suo piatto e lo scaraventa sopra alla fidanzata del dottore. Quest’ultima scioccata, non si fa di certo pregare che subito parte all’attacco. Annie si aggrega e se la prende con Christian. Forse per il motivo che Carol ce lo nomina duemilacentossessantaduemiliardi di volte al giorno e quindi giustamente si è rotta un po’ le scatole. Io e Orlando nel frattempo ci stiamo sporcando come a dei maliani. George e Flynn si nascondono sotto il tavolo. Il cibo però dopo poco finisce e dobbiamo fermare a malincuore la nostra battaglia.

 

Orlando :  *ride*  Guerra finita

 

Io :  Si per questa sera si *rido*

 

Barbie : Scusa, Orlando.. invece di licenziarla che fai? Ridi?

 

Flynn : Noooo, Rachy non si licenzia! Sono stato io!

 

Orlando : Sei stato tu?

 

Barbie : Ah bene… spero gli darai una giusta punizione!

 

Io : Ehi, Ehi ma quale punizione e punizione?!  E’ solo un bambino!

 

Barbie : un bambino? Mi ha quasi uccisa!

 

Io : Ma che esagerazione, e smettila di starnazzare, sembri un’oca! Anzi a dire il vero lo sei al cento per cento!

 

Barbie : cosa? Io un’oca? Ma guarda un po’ a questa maleducata, ma tu sai chi sono io? Eh? Conosci il mio nome per caso?

 

Prima che continui a parlare all’infinito di cazzate varie decido di prendere la bottiglia di champagne, la quale era ancora intatta e di farle una bella doccia. E’ facile prevedere che si è messa a urlare ancora più forte di prima.

 

Io : No, sai.. eri ancora bella e profumata.. ho pensato che infondo non era giusto..

 

Barbie : Orlando!!! Accompagnami alla porta!!

 

Chloe : Si, Christian, andiamo via anche noi

 

Christian : Come ? mi stavo divertendo!!

 

Chloe : Andiamo, muoviti! Sono tutta sporca!

 

Il povero Christian non può fare altro che alzarsi e seguire la fidanzata. Ma ecco che a un certo punto Carol gli si presenta davanti bloccandogli il cammino. L’uomo non capisce cosa diavolo voglia da lui e resta alquanto scioccato dal sorrisetto ambiguo che mia cugina ha sul viso. D’un tratto gli scaraventa addosso un piatto e la faccia del povero Christian è completamente ricoperta di panna e cioccolato.

 

Carol : C’era ancora il dessert!

 

Annie : Go Carol, goooo!!! Mia figlia!!!

 

Annie applaude orgogliosa mentre George solo in quel momento si decide ad uscire sotto al tavolo. Orlando nel frattempo accompagna la Barbie, Christian e la sua concubina alla porta. Flynn mi prende per mano e mi chiede di accompagnarlo in camera sua. Forse ha paura di essere punito. Annuisco e insieme andiamo verso le scale. Mentre stiamo per salire mi fermo un attimo per guardare Orlando salutare la Barbie. Il deficiente però si accorge che lo sto fissando e d’improvviso afferra il viso della ragazza e la bacia. Questa volta oltre che al vaso sento come se mi fosse arrivato addosso un piano forte e anche qualcos’altro di molto pesante. Non mi funzionano più le gambe. Per un attimo non riesco nemmeno a respirare. Fa troppo male e solo adesso riesco a comprenderlo. Lo ammazzo di botte, lo insulto, ma la verità è che mi piace da morire. Pensavo di poter controllare questa piccola cotta, di cercare di contenerla, però col passare del tempo mi  innamoro sempre di più di lui. E adesso sta baciando la Barbie. Ho un nodo tremendo allo stomaco. Sto così male che ho paura di poter scoppiare a piangere da un momento all’altro. Mi volto dall’altra parte e stringo forte la mano di Flynn. Non penso nemmeno se gli sto facendo male e salgo insieme a lui le scale a super velocità. Non li voglio vedere, ho visto abbastanza.  Una volta arrivati nella camera di Flynn, gli metto il pigiama e gli rimbocco le coperte. Nel mentre delle lacrime scendono dal mio viso. Non sono riuscita a controllarle.

 

Flynn : Perché piangi?

 

Io : No.. non sto piangendo..su, dormi, non ti preoccupare..

 

Flynn : Ho fatto qualcosa io?

 

Io : Ma no, cosa dici? Tu sei un bambino perfetto

 

Flynn : E’ per il mio papà?

 

 

Cerco di asciugarmi gli occhi e abbozzo un sorriso. Non rispondo alla sua domanda, tanto è palese che sto male per quel cretino del suo papi. Il bambino si mette seduto e si avvicina a me per abbracciarmi.

 

Flynn : Non piangere, dai

 

Lo stringo forte a me e le lacrime nel frattempo si intensificano. Non riesco a togliermi quell’immagine dalla testa. Dopo un paio di minuti rimetto a letto il piccolo e fingo un piccolo sorriso. Mi alzo ed esco dalla stanza e sulla porta incontro proprio Orlando.  Ho gli occhi rossi ed è impossibile non capire che sto piangendo.  Orlando si fa serio di colpo e cerca di dire qualcosa. Non gli do il tempo di dire nulla perché scappo via.

 

L’uomo entra nella stanza di suo figlio. Sta ancora pensando a me e si chiede il perché di quelle lacrime.

 

Orlando : Flynn, per caso sai perché Rachel stava piangendo?

 

Flynn : … Ehm…perché il fidanzato l’ha lasciata

 

Orlando : Oh… ha un fidanzato?

 

Flynn : ..Si… e comunque a me quella non mi piace..lo sai?

 

Orlando : L’avevo intuito *ride*

 

Flynn : A me piace Rachy

 

Orlando : Lo so

 

Flynn : E a te?

 

Orlando : A me cosa?

 

Flynn : A te piace?

 

Orlando : …perché non dormi? E’ tardi

 

Flynn : uff.. si si dormo..ciao

 

 

 

Nel frattempo io sono fuggita sul terrazzo. Non avevo voglia di entrare nella mia stanza e rispondere alle millemila domande di Annie e Carol. Non riesco a fermare le mie lacrime nonostante ci provi con tutta me stessa. Non credevo proprio di poter stare così di merda. Mi fa troppo male il cuore e non capisco perché non riesco a fermare queste lacrime.

D’improvviso sento dei passi alle mie spalle. Mi giro di scatto e mi ritrovo davanti Orlando. Credo di aver smesso di respirare per almeno 5 secondi. Non capisco cosa sia successo di preciso, ma Orlando si avvicina lentamente e mi attira a se abbracciandomi forte. Spalanco gli occhi davanti a quel gesto inaspettato e improvviso. Sono fra le sue braccia e mi sento stranamente bene. Chiudo gli occhi e mi abbandono all’emozione di questo momento magico. Sento le sue braccia stringermi ancora di più e appoggio la testa sul suo petto.  Le lacrime si fermano e vengono sostituite da un sorriso felice.

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Tra farfalle e battiti accelerati ***


Capitolo 8 –  Tra farfalle e battiti accelerati

 

 

Restiamo abbracciati per molto tempo. Non gli chiedo il perché di quel gesto e né lui chiede a me il motivo delle mie lacrime. Infondo è soltanto un abbraccio. Qualcosa di semplice ma allo stesso tempo anche qualcosa di profondo. Non voglio mettermi a fantasticare, finirei per rimanere di nuovo delusa. Ho ancora nella mente la scena di poco prima, di quel bacio. Orlando si era girato verso di me prima di baciarla. Per quale motivo? Come se me l’avesse fatto apposta.  Sciolgo l’abbraccio e porto le mani a coprire i miei occhi. Quando li riapro vedo Orlando accanto a me non sapendo cosa fare. Alza la mano per portarla al mio viso, ma mi scosto in tempo.

 

Orlando : Non voglio farti del male

 

Non dico niente, rimango immobile aspettando che lui faccia qualcosa. Ma cosa aspetto, poi? Che dica “mi sono innamorato di te” e dopo che mi baci? Sappiamo tutti bene che questo non potrà mai succedere. E’ una cosa ridicola. Per lui sono soltanto una ragazzina, come ha avuto modo di ribadire più volte. Io sono solo la babysitter di suo figlio e nient’altro.  Devo cercare di vederlo come un normalissimo capo e non morirgli dietro ogni volta che si avvicina un po’ troppo a me. Quella cotta che avevo da ragazzina per lui credevo fosse scomparsa, invece s’è trasformata in qualcosa di più forte. Avendolo tra i piedi giorno e notte vorrei ben vedere! Già mi piaceva da impazzire, figuriamoci adesso. Ma comunque è una persona veramente insopportabile, passerei giornate intere a dargli schiaffi, pugni e calci. Si, ok, chi disprezza vuol comprare, ormai lo so benissimo. E’ proprio perché mi piace così tanto che lo riempio di botte. Perché lui non ricambia nemmeno un po’ i miei sentimenti e per evitare che si renda conto che mi sto innamorando di lui preferisco fargli capire che lo detesto a morte.  Ed eccolo che avvicina di nuovo la mano al mio viso. Lo lascio fare e appena sento la mano sulla mia pelle chiudo gli occhi per assaporare quel momento. Sento dei brividi lungo la schiena e non posso evitare di iniziare a tremare. E’ davvero uno stronzo.

 

Orlando : Perché stavi piangendo?

 

Ecco, la domanda che non dovevi proprio fare. Ma perché secondo te sto piangendo? Perché ti ho visto baciare quella meretrice! Perché sennò? Mi sono rotta un’unghia? Ho pestato il mignolo del piede contro l’angolo di un mobile? Certo che no! Idiota, scemo, cretino, deficiente! E il bello è che prima di posare le sue labbra su quelle luride della meretrix babbana, si è girato verso di me, ha buttato un’occhiata furba delle sue e dopo si è avventato a baciarla. Adesso che ci penso meglio, è ovvio che l’ha fatto apposta. Ma per quale motivo poi? Per vedere se avessi avuto qualche reazione? E adesso magari ha anche la risposta a tutte le sue domande. E cioè che mi piace e quindi sono ufficialmente fottuta e posso andare benissimo a farmi le valigie e tornarmene a casa trascinando di peso le altre due.

Orlando mi sta fissando da un po’. E beh non ha tutti i torti, mi ha fatto una domanda un secolo e mezzo fa ed io ancora non ho risposto.  Il problema è che non so cosa rispondere tra l’altro. Cosa gli dico? Mi ha dato fastidio quel bacio che hai dato alla babbana prostituta? Na, neanche morta.

 

Io : Non sono affari che ti riguardano…

 

Orlando : Perché mi tratti così? Io voglio solo capire cosa ti succede.. non voglio vederti piangere..

 

Continua ad accarezzare il mio viso e parlare in quello stato per me è molto difficile. Forse, se potresti evitare di toccarmi, di accarezzarmi e di sussurrarmi in questo modo così dolce, e dico FORSE, magari potrei riuscire ad inventare qualche scusa credibile. E invece no, Orlando si avvicina sempre di più, addirittura china il suo viso per avvicinarsi ancora di più al mio e continua a sussurrarmi dolcemente di dirgli cosa mi succede, di non piangere, di lasciarmi andare e di parlare serenamente e di fidarmi di lui. Tutte cose che ovviamente non farò mai, ma vabbè, lasciamolo pure illudersi. Non so perché ma non mi scosto e lo lascio avvicinarsi. Dove vorrà arrivare non so, ma alla fine dovrà pur fermarsi. O no?

Sento il suo respiro sulla bocca e per di più continua a parlare. Vuole farmi morire, ho capito. I miei occhi vanno a finire irrimediabilmente sulla sua bocca e non riesco a guardare altro. Vorrei baciarlo, adesso, in questo momento. Voglio sentire le sue labbra sulle mie. E’ a due centimetri da me e sto riuscendo ad evitare di saltargli addosso. Credo fortemente che se le sue fan verrebbero a sapere di una cosa del genere mi odierebbero fino alla fine dei miei giorni. Ce l’ho qui, a un passo da me, anzi a mezzo passo, e non sto facendo un bel niente. Magari è quello che vuole lui e sta aspettando proprio questo solo che non vuole fare il primo passo. Beh di certo non lo farò io. Possiamo restare tutta la notte in questa posizione per me. La sua mano adesso gioca con i miei capelli e lo vedo sorridere. Respiro profondamente  e chiudo gli occhi. Questo mio gesto magari gli fa intendere che voglio essere baciata, ma in verità l’ho fatto solo perché non so come comportarmi in una situazione imbarazzante come quella. Quando riapro gli occhi vedo la sua bocca mentre sta per sfiorare la mia. I nostri sguardi s’incontrano e in quell’istante Orlando si ferma.

 

Orlando : Se lo faccio… rovinerò tutto..

 

Io : Nessuno.. ti.. obbliga … a.. farlo

 

Orlando : No.. infatti…ma.. non so…sento.. di.. volerlo..

 

Io : Nessuno.. ti.. obbliga

 

Orlando : Lo so…

 

Sto tremando come non mai. Orlando apre la bocca per avventarsi sulla mia, ma ecco che in quel preciso istante mi scosto facendolo restare di sasso. Si porta le mani sui capelli iniziando a scompigliarseli. Sembra imbarazzato… tremendamente imbarazzato e.. deluso anche.  Non so cosa dire, mi sento un emerita imbecille. Volevo con tutta me stessa baciarlo e invece proprio mentre quel momento stava per accadere mi sono spostata come una perfetta deficiente.

 

Io : Scusami..

 

Orlando : No e di che? Stavo per fare una grande cazzata, hai fatto bene

 

Io : Cosa?

 

Orlando : Oh, andiamo! Io e te… non possiamo!

 

Io : infatti, sono d’accordo!

 

Orlando : E’ ridicolo, dai. Stavamo per…. Vabbè, quello!

 

Io : Si, quello…

 

Orlando : *ride* sei la babysitter di Flynn, ma cosa m’è venuto in mente?

 

Io : Già *rido* Che sciocchezza

 

Orlando : Sei una ragazzina *ride*  ma che idiota!

 

Io : Ok, adesso puoi smetterla

 

Orlando : Stavo per… Oh Dio *ride*

 

 

Adesso mi sta facendo innervosire. Ma che vuole insinuare? Voleva baciarmi perché gli ho fatto sicuramente pena. Mi ha vista in lacrime e s’è dispiaciuto. Ma questo non significa che può continuare a dire che sono una ragazzina e “Oh Dio che cavolo stavo per fare”, del tipo che stava per fare la più grossa cazzata di tutta la sua vita. Non dico che forse non lo sarebbe stata, ma si trattava di un bacio, solo di uno stupido e insignificante bacio. Alla fine però stupido e insignificante sarebbe stato solo per lui, per me sarebbe stato la cosa più importante di tutta la mia vita. Questo è un vero problema. La mia confusione in testa è un vero problema. Nonché lui non lo sia. In questo momento sembra tanto uno psicopatico, non fa che ridere e passarsi e ripassarsi la mano tra i capelli. E’ un perfetto idiota, ma PERFETTO, appunto.

 

Orlando : Devo aver bevuto un po’ troppo… decisamente ho bevuto un po’ troppo

 

Io : O forse.. ti sarai confuso.. dato che ne hai baciata prima una di sotto..

 

Orlando : Ah, si può darsi

 

Io : Idiota..

 

Mi giro e faccio per andarmene. Devo farlo sennò lo picchio seriamente. Come può solo paragonarmi a quella putroccola babbana? Cioè io scherzavo quando gli ho detto “forse ti sarai confuso” e lui cosa fa? Dice “ah, si può darsi”. Ma perché non vai a farla nel bip? Brutto idiota, deficiente che non sei altro!

 

Orlando : No, aspetta… adesso che ti prende? Ho fatto per caso qualcosa che non va?

 

Io : Nooo, io credo piuttosto che è la tua persona che non va!

 

Orlando : Con te non so mai come comportarmi! Ma insomma, cos’ho fatto di sbagliato?

 

Io : …. Stai continuando a dire che se avresti fatto….QUELLO.. sarebbe stata un enorme cazzata e… non è carino da parte tua sbattermelo in faccia come se niente fosse!!

 

Orlando : Ah.. credevo la pensassi come me

 

Io : certo che la penso come te! Cioè non voglio… un tuo.. bacio! Preferisco farmi suora, piuttosto!

 

Orlando : Ehi,Ehi, adesso non esagerare. C’è chi pagherebbe oro per avere un mio bacio!

 

Io : Beh, povere loro!

 

Orlando : Ma perché mi attacchi sempre?  Per te valgo meno di zero, è mai possibile?  Stai sempre lì, a offendermi, a farmi sentire una.. merda! E mi chiedo.. perché? Io non mi comporto così con te!

 

Io : Ah no? L’hai appena fatto! “Oh Dio, che stavo per fare?- Oh credo di aver bevuto un po’ troppo” bla bla bla… ma ti rendi conto?

 

Orlando : Ma che dovevo fare? Baciarti, allora? Non capisco! Se ti bacio sbaglio, se non lo faccio sbaglio lo stesso! Che devo fare?

 

Io : Chiudere quella ca*** di bocca!

 

Faccio per andarmene di nuovo e stavolta spero che non abbia la pessima idea di trattenermi. Non ce la faccio più a sostenere quella conversazione. Alla fine finiamo sempre per litigare è inevitabile. Forse non avrei dovuto scostarmi e  lasciare che succedesse. Anche se dopo sarebbe stato tutto più incasinato. Beh, nonché adesso sia tutto chiaro e lucido, il casino regna lo stesso e siamo noi due che lo alimentiamo sempre di più.

Come non detto, Orlando mi sta venendo dietro e sembra non avere intenzione di mollare l’impresa. Mi sta salendo l’omicidio.

 

Io : la smetti di seguirmi?

 

Orlando : No! Voglio chiarire una volta per tutte!

 

Io : Non c’è niente da chiarire, va a dormire!

 

E a quel punto mi afferra dal braccio e i nostri corpi entrano in collisione. Ho un tuffo al cuore e cerco di mantenere la calma. Sento i battiti accelerare sempre di più a causa della troppo vicinanza. Orlando allenta la presa sul mio braccio e mi guarda serio e intensamente. Per fortuna nel corridoio non c’è nessuno, sono tutti a letto giustamente. E vorrei andarmene a dormire anch’io se Mr Bloom me lo concede. Evito di incontrare il suo sguardo e lui se ne accorge.

 

Orlando : Non sono del tutto convinto di.. non piacerti..

 

Io : E cosa ti fa pensare il contrario?

 

Orlando : Non lo so… forse perché arrossisci, tremi e.. eviti il mio sguardo…

 

Io : E’ soltanto una tua visione delle cose..

 

Orlando : Tu dici? Può darsi…

 

Io : Ma che diavolo vuoi?

 

Orlando : Voglio solo che mi dici la verità….  Non provi niente.. per me?

 

Questa situazione è davvero ridicola. Ma perché non se ne va a dormire e mi lascia in pace una volta per tutte? No, deve sempre tempestarmi con le sue irritanti domande del cavolo. A quest’ora poi non può venirsene con “cosa provi per me?” e no caro mio, non puoi. Ho seriamente pensato di ucciderlo per poi fare finta che sia stato un incidente.  Ma non posso rischiare di andare in prigione per un carciofo come lui, quindi sto cercando in tutti i modi di calmare questa mia voglia irrefrenabile di uccidere. Adesso mi invento una risposta ad effetto così da lasciarlo senza parole, almeno per stanotte, così almeno mi lascia andare a dormire. Il problema è che i suoi occhi sono fissi su di me, la sua espressione è così, ma così seria che non riesco a mettere insieme una frase sensata. Non vorrei rispondere del tipo “No, io no provare niente per te”, ne sarei capace in questa situazione.

 

Io : cosa significa esattamente… provare?

 

Orlando : In che senso?

 

Io : sto chiedendo io a te in che senso lo intendi

 

Orlando : Eh? Come in che senso? Mi sembra ovvio

 

Io : A me no

 

Orlando : Ahm.. ti odio quando fai così.. ma va bene… quindi.. cioè.. io ti piaccio?

 

Io : In che senso ?

 

Orlando : Come in che senso?! Ma mi stai prendendo in giro?

 

Io : Ma dimmi! Se mi piaci come per esempio.. un panino con il salame, o come un bignè al cioccolato, o come le patatine fritte… oppure se mi piaci come essere umano… nel senso…sei una persona piacevole, simpatica, divertente ecc..

 

Orlando : Stai cercando di mandarmi fuori strada * restringe lo sguardo *

 

Io : Nuooo, ma che vai a pensare? Sto solo cercando di rispondere alle tue domande!

 

Il mio piano prosegue alla perfezione. Sono una fottuta genia del cavolo. Sono riuscita a sviare le sue domande con una classe non degna di me, e di questo me ne compiaccio. Non riuscirà a farmi dire cose che non voglio dire e che soprattutto non dirò mai, dovessero torturarmi a vita. No vabbè, adesso non esageriamo se qualcuno stesse per minacciarmi con un coltello alla gola di dirgli se io sono o non sono innamorata di Orlando Bloom gli direi subito la verità. Non vale la pena morire per una sciocchezza del genere. O no? Si, sto vaneggiando.

 

Orlando : Io dico..se.. ti piaccio, nel senso che… se mi trovi carino?

 

Io : *rido*  Sei un attore di Hollywood, devi esserlo per forza. Anche mia nonna può ritenerti carino

 

Orlando : Uhm.. va bene.. mi stai seriamente mettendo in difficoltà!

 

Io : Ottimo! Andiamo a dormire?

 

Orlando : No! Restiamo qui fin quando non mi dirai la verità!

 

Ecco, benissimo. Il sonno può andare a farsi fottere ormai. Io amo alla follia dormire e questo broccolone sta togliendo ore indispensabili al mio riposo. Ora che ci penso, da quando sono in questa casa non dormo, non mangio, non riposo il mio povero fondoschiena nemmeno per un decimo di secondo. Da qui a poco mi ricovereranno in una clinica, lo so. Per la cucina è colpa di Annie, per il sonno è colpa di Orlando. Vabbè anche per il cibo è colpa di Orlando, suvvia. Ogni volta che mi trovo seduta a tavola con lui vicino mi si chiude lo stomaco e non riesco a mandar giù nulla di nulla. Forse mi manderà onde negative, non riesco a spiegarmelo.

E mentre rimugino su millemila cazzate Orlando mi porta di sotto e mi fa sedere sul divano ricominciando a farmi domande a non finire. Non lo sto nemmeno ad ascoltare, sento soltanto bla,bla,bla. Ho un sonno tremendo.

 

Orlando :  Ahhhh, ho trovatoo!

 

Io : Cosa? Andiamo a dormire??

 

Orlando : No, allora… io ti piaccio nel senso.. che vorresti baciarmi? O… toccarmi… o fare…

 

Io : Non osare dire quello che stai per dire perché ti prendo a cuscinate fino a domani mattina!!

 

Orlando :  *ride* o fare.. l’amore con me?

 

Io : Ti avevo avvertito!!

 

Senza nemmeno dargli il tempo di replicare afferro i cuscini accanto a me e mi scaravento addosso a lui. Lo tartasso di cuscinate per non so quanto tempo mentre lui se la ride come sempre. Decido di smetterla soltanto quando sento le braccia appesantite e cioè dopo appena 20 secondi. Sono stanca per l’amore del cielo!

Orlando approfitta del mio momento di debolezza e afferrandomi dalla vita mi butta sopra di se. In un attimo capovolge i ruoli e adesso sono io ad essere sotto di lui. Non può fare sempre così questo maledetto essere umano di un Bloom. Però scoppiamo a ridere entrambi come a dei pazzi deficienti, idioti e mentecatti. Sento come se qualcuno mi stesse facendo del solletico nel petto. E sento al contempo il mio stomaco sottosopra. Devono essere le famose farfalle. Non mi piace dire che sento delle farfalle nello stomaco, è disgustoso da pensare. Cioè, immagino di avere millemila esserini aggraziati che svolazzano dentro di me tutti allegramente. Sembra un film fantasy, non può essere che abbiamo queste farfalle nello stomaco, suvvia.  E’ solo suggestione, ecco. Che poi si sveglierebbero ogni volta che Orlando mi sta vicino? E’ assurdo.

 

Orlando : A cosa pensi?  *sorride*

 

Io : alle farfalle

 

Ahhhh, idiota di una Ross ribattezzata in una Rachel! Ma dico, cos’ho nella testa? Farfalle, appunto?

 

 

Orlando : Farfalle? *ride* forse volevi dire che le senti nello stomaco

 

Io : come potrei sentire le farfalle nello stomaco? Non mangio farfalle!

 

Orlando : Le sento anch’io

 

 

Stavo giusto giusto per rispondere ad un’altra delle sue provocazioni, anzi a quella che doveva essere una sua provocazione, quando invece mi sono accorta che ha detto proprio che anche lui sente queste suddette farfalle. Penso a quello che abbiamo mangiato poco fa e mi rendo conto che non abbiamo mangiato farfalle di nessun tipo e quindi si riferisce alle fantomatiche farfalla che sentono nello stomaco le persone quando si rincretiniscono. Il problema è che l’ha detto in un contesto sbagliato e a una persona sbagliata. Cioè le sente anche lui ma non in questo momento, suppongo.

 

Io : E.. quando le senti.. queste.. farfalle?

 

Orlando : Quando sto.. accanto alla persona che mi fa.. battere il cuore.. che mi… mi.. non so cosa sto dicendo  *ride*

 

Oh di bene in meglio. Quest’altro comincia anche a delirare. Vorrei ben vedere sono chissà che ora e siamo ancora svegli invece di andare a dormire.  Sembra ubriaco, o meglio sembra confuso. Si, confuso, è questa la parola adatta per descrivere la sua situazione mentale. Come anche la mia, ma io sono psicopatica di mio, quindi lasciamo perdere. D’improvviso smette di ridere e avvicina la mano al mio viso. Ci risiamo. Se qualcuno dovesse vederci in questa posizione credo fortemente che potrebbe capire chissà che cosa e non avrebbe tutti i torti d’altronde.

 

Orlando : Le sento, adesso

 

Io : Oh… sarà… sarà.. la.. la… stanchezza

 

Orlando : Ahm… può essere… *ride* non ho mai sentito qualcuno dire “ho le farfalle nello stomaco perché sono stanco”, ma vabbè

 

Io : *rido*  avrai bevuto qualcosa che.. ti… avrà fatto male.. e adesso senti.. delle..bollicine… che ne so

 

Orlando : No, sono farfalle, credimi…so distinguere un mal di pancia da qualcos’altro…

 

Io : Buon per te. Adesso, per favore, per piacere, ti scongiuro… andiamo a dormire?

 

Orlando cambia espressione di colpo. Non capisco se ho detto qualcosa che non va, ma approfitto della sua distrazione per alzarmi e sgattaiolare via. Ma il suo stato di trans dura poco e appena si rende conto che sto cercando di svignarmela prende a rincorrermi. Inizio ad urlare mentre salgo le scale. Credo di star prendendo i gradini a quattro a quattro e non curandomi di una possibile e tragica caduta che potrebbe avvenire da un momento all’altro causando la rottura di tutti i miei poveri denti e anche del resto del mio povero corpo. Ma fortunatamente arrivo in cima senza che tutta la tragedia ,sopra descritta, si avveri e proseguo verso il corridoio senza smettere di correre e urlare come una forsennata.  Orlando sfortunatamente mi ha già raggiunta. Mi volto per vedere se l’ho seminato e per mia grande gioia è a tre, quattro passi da me. Mi fermo d’improvviso, come per arrendermi, il deficiente non riesce a fermarsi in tempo e così mi viene addosso facendoci finire irrimediabilmente contro il muro.

Quando riapro gli occhi scopro con stupore che non mi sono flagellata il cranio perché Orlando ha messo una mano in avanti mentre con l’altra mi sta tenendo dalla vita. Restiamo a guardarci ancora un tantino terrorizzati per quello che avrebbe potuto succedere. E ci rendiamo conto che siamo dei matti da legare. Ormai è cosa ovvia.

In quel preciso istante sentiamo delle porte aprirsi. Da una escono Annie e Carol, con le loro vestaglie orribili e con un’espressione da zombie sul viso e dall’altra esce il piccolo Flynn assonnato anche lui mentre si stropiccia gli occhi.

 

Flynn : Vi state baciando???

 

Io e Orlando : No!

 

Carol ed Annie : Vi siete baciati???

Io e Orlando : No!

 

Tutti e tre rimangono delusi e improvvisano un “Oh” super mega dispiaciuto. Richiudono la porta così come l’avevano aperta poco prima, non chiedendoci nient’altro.  Io e Orlando rimaniamo interdetti, visto che la loro unica preoccupazione era se c’eravamo o no baciati e non si sono minimamente preoccupati  se ci fosse accaduto o meno qualcos’altro di brutto o catastrofico. Sorvoliamo sulla loro breve e intensa improvvisata e torniamo ad osservarci come se tutto quello fosse una specie di sfida a chi crollava per primo. Io sarei crollata di lì a poco… di sonno.

 

Orlando : Vogliono tutti un nostro bacio… è ridicolo

 

Io : già, cioè lo vogliono tutti.. tranne noi

 

Orlando : Infatti

 

Io : anche le farfalle lo vogliono, non è ancora più ridicolo?

 

Orlando : Si, ma saprò come tenerle a bada… piuttosto tu riuscirai a tenere sotto controllo le tue?

 

Io : Non ti ho mica detto di sentire le farfalle anch’io

 

Orlando : Credimi, le sento da qui  *ride*

 

Io : Spiritoso… andiamo a dormire? Sono stanca morta, ecco perché ho le farfalle

 

Orlando : Mi sembra una motivazione più che valida, sicuramente è così anche per me

 

 

Siamo due psicopatici. Questo è una pazza, pazza, pazza “relazione” o non so nemmeno io come chiamarla. Ci stiamo confessando l’un l’altro di sentirci male quando ci stiamo accanto e lo nascondiamo dicendo cose assurde e ridicole e da psicopatici appunto. Fino a poco tempo fa ero una ragazza sana di mente e saggia, mi manca tanto quella me ormai lontana. Poi nella mia vita è apparso questo cetriolo del cavolo e mi sono ridotta in questo modo indegno.

Ed eccolo di nuovo all’azione. Lentamente porta la mano sul mio viso, scende lungo il mio collo e la ferma sul mio cuore. Adesso lo trucido, come minimo. Poi lo do in pasto ai leoni, dopo che li ho trovati naturalmente. E alla fine finirò in prigione, come in ogni mia fantasia omicida.

 

Orlando : Ti sta scoppiando il cuore

 

Io : sarà un principio di infarto

 

Orlando : Ahh.. si, è normale…

 

Senza nemmeno rendermene conto porto la mia mano sui suoi pettorali. Lo sento irrigidirsi di colpo mentre mi avvicino sempre di più al suo cuore. Orlando sposta la mano dal mio corpo per portarla sulla mia. E’ troppo tardi : sento anch’io i battiti accelerati del suo cuore. Mi sento quasi male a sentire il suo cuore battere forte quando il mio. Lo guardo negli occhi e capisco che è molto imbarazzato. Non se l’aspettava.

 

Io : TI senti male anche tu?

 

Orlando : .. No.. io… il mio cuore batte sempre così.. forte

 

Io : Ed è una cosa normale?

 

Orlando : Si si….normale

 

Lo sto mettendo in difficoltà. Adesso non ho più voglia di andare a dormire. E’ possibile che il suo cuore batta così forte per me? Beh, in questo corridoio non c’è nessun altro, solo noi due, per chi altro deve battere?  Per la parete? Uhm.. è carina.. ma non tanto da far battere il cuore di qualcuno così fote… e si, sto sclerando di brutto. Se non vado a dormire crollerò qui in corridoio e di me costui potrà farne ciò che vuole. Me ne frego altamente. Io devo dormire.

 

Orlando : Andiamo a dormire..

 

Io : Seeee e come mai questa decisione così improvvisa e .. stupefacente? E’ da due ore che ti supplico di andare e adesso che mi è passato il sonno ti decidi?

 

Orlando :  Si, andiamo?

 

Io : Io sono a due passi dalla mia camera, quello che deve andare sei tu

 

Orlando : Ahhh, ma io intendevo di andare a dormire.. insieme

 

 

In un attimo riduco gli occhi a una fessura. Lo guardo in malo modo e lo vedo indietreggiare con le mani alzate, come segno di arresa. Sta ridendo e questo mi altera ancora di più. Come minimo lo butto giù dalle scale  e chi si è visto s’è visto. Questa volta non lo picchio, sono troppo stanca e nel mentre alzerei la mano potrei cadere a terra ridicolmente quindi meglio evitare e lasciarlo andare.

 

Orlando : me lo dai il bacio della buona notte?

 

Io : No, ne ho fin sopra i capelli di baci!

 

Orlando : mmm… cattiva…a Flynn glielo dai sempre

 

Io : ma lui non è un bamboccione trent’enne!  E adesso, vai prima che mi penta di non averti dato un pugno

 

Orlando sorride e mi saluta con la mano. Si volta e fa per andarsene. Le mie difese crollano e posso finalmente rilassarmi. Ho parlato troppo in fretta : eccolo tornare indietro e darmi un bacio sulla guancia. Non ho forze per picchiarlo, non ho più parole da urlargli contro e quindi decido di farglielo fare tranquillamente. Dopo aver fatto ciò mi sorride e improvvisamente mi abbraccia forte. E’ una bella sensazione. Credo che al mondo non ci sia niente di più bello che un suo abbraccio. Mi sento protetta e al sicuro. Penso che sarebbe bello poter dormire fra quelle braccia. Ma scaccio immediatamente quei pensieri ridicoli e sciolgo l’abbraccio durato anche troppo.

Che cucciolo però.

 

Se ne va a dormire senza dire più niente. Finalmente la stanchezza ha avuto il sopravvento su quel bamboccione, broccolone, cetriolone.. e basta perché comincio a pensare ad altre cose impure. Io dico no al doppio senso. So pensando proprio a quello.. si… non dovrei, ma lo sto facendo. Tutta colpa dei miei nomignoli con troppi “oni”. Da domani lo chiamerò cetriolino, bamboccio e broccolino. Così però fa ridere perché penso a qualcosa di “ino”. Meglio andare a letto.

 

Passano dei giorni e io e Orlando ci comportiamo in modo diverso. No scherzo, ci prendiamo per il culo come sempre e io lo riempio di botte. Ma comunque stiamo un po’ troppo appiccicati e assiduamente abbracciati. Questo è il vero cambiamento. Ogni volta che sto per picchiarlo lui mi afferra le mani e con abili gesti mi porta fra le sue braccia, stringendomi forte a se. Sembriamo come una coppia di piccioncini innamorati. Ma non lo siamo al tempo stesso.  Stiamo sprofondando nel delirio e di questo ne ho parlato anche a Orlando e il cretino mi ha detto che a lui va bene così. Non ho capito cosa gli va bene e perché ci stiamo comportando in questo modo, ma anche a me va bene così.

 

Fino a che un sabato Annie e Carol rientrano a casa con in mano un Dvd. Io e Orlando stiamo giocando con Flynn mentre loro irrompono in salotto ridendo e saltellando come delle oche giulive. La causa di tutto sembra essere quel coso che Annie ha in mano.

 

Annie : Ta dan !!! Titanic!!!

 

Carol : Stasera lo vedremo tutti insieme appassionatamente, è deciso!!

 

Flynn : Cos’è?

 

Annie : E’ un film bellissimo, non ti preoccupare piccoletto.. c’è Leo!!!!

 

Flynn : Leo?

 

Annie : Leonardo!!!

 

Carol : Di Caprio!!

 

Orlando : mm.. no.. non mi va

 

Carol : Ahhh, qualcuno è gelooooso

 

Orlando : Chi, io? Ma daii…. Dico solo che non mi va di vedere quel genere di film..

 

Annie : E’ geloso di Leo, è chiaro

 

Orlando : Ahhh, e va bene, mettetelo! .. quanto potete essere insopportabili!

 

Flynn : Perché sei geloso di Leo, papi?

 

Orlando : Io non sono geloso di Leo… io e Leo siamo amici tra l’altro

 

Flynn : Perché piace a Rachy, forse?

 

Io : Eh? A me piace Leo?..... Ahhhh… siiii, a me Leo piace alla follia

 

 

Mi giro verso Orlando e lo vedo sbuffare silenziosamente. E’ chiaro che gli da fastidio ed ecco perché questa sera mi darò alla pazza gioia, fangirlerò per Leo come se non ci fosse un domani.

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Kiss Kiss Bang Bang ***


This Crazy Love

 

Capitolo 9- Kiss-Kiss- Bang-Bang

 

Annie mette il Dvd nel lettore, mentre io inizio a escogitare un piano per far morire di invidia questo broccolone di fianco a me. Devo dire che quelle  due pazze, questa volta, hanno avuto davvero un’ottima idea. E che diamine! E’ da un mese e mezzo che io e Orlando ci conosciamo e, ormai, non posso più negare di essere cotta … stra cotta di questo deficiente così … bello, così dolce e … così stronzo anche, sì va bene, so che avete capito: sono innamorata di lui, okay? Recepito il messaggio? Va bene, la smetto di delirare. Meglio concentrarmi sul film e sul mio fangirlamento totale su Mr DiCaprio. Che poi, a dirla tutta, non mi piace nemmeno un po’ questo Leonardo. Nel senso, è carino sì, un bravo attore e tutto quanto, ma non mi dice nulla.

 

Io : Inizia, inizia, inizia!!

 

Orlando: Sì, l’abbiamo capito, non c’è bisogno di urlare, sai?

 

Io : Sììì invece! E’ il mio film preferito! Il mio attore preferito! E’ il … mio tutto preferito!

 

Sono o non sono degna dell’Oscar, eh?

 

Orlando: Non sapevo che … uscissi pazza per … questo film, non me l’ avevi mai detto.

 

Io: Esco pazza per DiCaprio, soprattutto!

 

Orlando: *sbuffa* Sì, ma non … ho detto questo! Che c’entra?

 

Io: Sta zitto, ti prego. Voglio seguire il film.

 

Alla fine fa come gli ho ordinato, non senza aver sbuffato altre tre, quattro volte naturalmente. Si vede lontano un miglio che è infastidito. Beh, mio caro, mi hai fatto morire di gelosia con quella barbie ossigenata dei miei stivali, quindi ora tocca a me. Che poi, non ho capito … è geloso? Prova qualcosa per me? Mamma mia, una storia più pazza di questa non credevo potesse esistere. E appena il viso angelico di Jack appare sullo schermo, ecco che ….

 

Io : Ahhhh!!!!! E’ lui!!! E’ luiii!!!

 

Mi metto a urlare e a saltare come non ho mai fatto in tutta la mia esistenza e, soprattutto, come non farò mai più. Mi rendo conto di sembrare una completa disagiata mentale. Per non parlare del mio povero imbarazzo, il quale aumentata a dismisura quando i miei occhi s’incontrano con quelli sconvolti e spaventati di Orlando. Ma che ha da guardare? Non ha mai visto una ragazza scoppiare di euforia per una celebrità? Va bene, forse ho esagerato un po’. Però adesso ha capito che amo Leo alla follia, oppure si è semplicemente reso conto che sono matta da legare e, perciò, inadatta come babysitter di suo figlio e quindi sono prossima al licenziamento. Dimentico che è un uomo, e che quindi ,sicuramente, non starà pensando a nessuna delle mie tragiche vicende: loro non pensano.

 

Flynn: Rachy, ma che hai? Sei diventata tutta matta!

 

Io: Oh, sì, scusami, tesoro mio. E’ che … sono follemente innamorata di quel ragazzo che vedi ora in tv, visto quant’è bello? Quindi non posso fare a meno di manifestare a tutti voi questo mio amore incondizionato che sento per lui.

Orlando: Mi stai spaventando il bambino.

 

Io: Sì, me ne rendo conto.

 

Torniamo a guardare il film, dimenticando completamente la scenata euforica di prima. Almeno io cerco di cancellarla dalla mia storia, gli altri non so cosa stiano facendo. Annie e Carol sanno che sto fingendo alla grandissima. Flynn sembra abbastanza shoccato, povero bimbo. E Orlando … beh, è un misto di terrore, stupore e … invidia. Sì, sei invidioso mio caro Bloom. Confessa! Sì, okay, non lo farà mai. Oltretutto non ne avrebbe motivo, giusto? No. Io sono soltanto la babysitter di suo figlio, forse ex, e nient’altro. Non significa nulla il fatto che mi stia cingendo la vita con un braccio e sia praticamente attaccato a me, stretto stretto al mio corpo. No, nulla. Siamo semplicemente un capo e la sua dipendente. Niente di anormale tra di noi. Dopo circa due ore di film, ci rendiamo conto che il piccolo Flynn si è addormentato.

 

Orlando: vado a metterlo a letto

 

Annie: no! Fermo, fermo!

 

Carol: Lo portiamo noi, tu sta tranquillo. Goditi il film insieme a Rachy.

 

Orlando annuisce e ritorna nella posizione di prima, cingendomi il corpo con un braccio. Ma perché, santo piripillo perché?! Mi tratta come se fossi di sua proprietà, eh in effetti lo sarei, cioè sono la sua babysitter, ehm voglio dire, di suo figlio, ma questo non significa che dobbiamo stare così appiccicati e … al contempo non chiarire tutta questa situazione.

Annie e Carol si alzano per prendere in braccio il piccolo e, in quel momento, intravedo, sullo schermo della tv, la scena in cui Jack e Rose fanno l’amore in macchina. Io e l’attore ci guardiamo contemporaneamente e, subito dopo, ci voltiamo dall’altra parte, più imbarazzati che mai. Accidenti, credo di esser diventata rossa come un peperone. E Orlando … penso che anche lui si sia imbarazzato da morire. Ma non è tutto: inizio a tremare senza nemmeno capirne il motivo. La mano di Orlando è ancora lì, ferma sul mio fianco e, anzi, la sua stretta si è fatta anche più forte di prima.

 

Orlando: Non ti metti più a urlare come una ragazzina impazzita?

 

Io : Io non ho … uhm, sì, okay. Hai ragione, mi sono comportata da vera pazza. Me ne rendo conto.

 

Orlando: ti … ti piace così … tanto?

 

Io : chi?

 

Orlando: come chi? Leo … Leonardo!

 

Io: Ah. Uhm … sì, mi piace tanto *menti.menti.menti!!*

 

Silenzio. Non sento nient’altro. Credo ci sia rimasto addirittura male. Non oso alzare lo sguardo su di lui per accertarmi che sia realmente infastidito, ma d’altra parte sono super curiosa. Conto fino a tre e poi, armandomi di coraggio, decido di voltarmi verso Orlando. E … porca miseriaccia, siamo troppo vicini. E quando dico troppo, è TROPPO. Praticamente se mi avvicino ancora posso perfino sfiorargli la bocca con la mia. Mi sento male. Malissimo. Qualcuno mi aiuti.

 

Orlando: Tutto bene? Sembra che … tu stia … per vomitare.

 

Io : *sguardo da annoiata* vomitare? Oh porca paletta. Voi uomini.

 

Orlando: Cosa? Scusami, non solo che mi preoccupo per te!

 

Io: Sì, ma … non ho la faccia di una che sta per vomitare! E andiamo, Bloom!

 

Orlando: Beh, per me sì. Ti chiedo, gentilmente, se almeno potresti evitare di dare di stomaco su di me.

 

Io: Tu sei tutto scemo.

 

Orlando: E tu una rompiscatole.

 

Io: Fammi guardare DiCaprio, và!

 

Orlando: Fanculo tu e lui!

 

Io: Cafone! Sei un cafone! Ora che diavolo ti ha fatto Leo?

 

Orlando: Possiamo seguire il film? Non vuoi guardare il tuo … attore preferito? Il tuo film preferito? Il tuo … cazzo di tutto preferito?

 

Cazzo di tutto preferito?

 

Io: Eh? Ohh, ma Bloom Bloom Bloom! Non dirmi che sei … geloso, eh.

 

Orlando: cosa? Ma fammi il piacere! Geloso di cosa?

 

Io: Beh, dal tono che hai usato … forse me lo sarò immaginato, sì … sarà così. Non farci caso.

 

Orlando: Io … ricordo solo che alcuni giorni fa, tu morivi di gelosia perché io ho portato a cena una donna!

 

Io: chi? La barbie babbana? Ma per favore! Quella non susciterebbe invidia nemmeno a uno spaventa passeri! A proposito, come mai non l’hai più portata? Ti ha mollato?

 

Orlando: No, sono stato io a mollarla. Non mi interessava più. Ora ne ho un’altra, se proprio t’interessa l’argomento.

 

Un’altra? Un’altra cosa? Un’altra barbie? Un’altra meretrix? Un’altra Barbie meretrix babbana??!

 

Io: Ah si? E come si chiama?

 

Orlando: Barbie due, per quel che te ne riguarda.

 

Io: Barbie due? Ah ma c’era d’aspettarselo. Non sei in grado di trovare una donna con le palle.

Orlando: di certo non è mia intenzione trovarmene una con le palle, perché in tal caso non sarebbe proprio “una donna”

 

Io: Ah Ah Ah! Spiritoso! Io dicevo con le palle in un altro senso!

 

Orlando: Una … una come te, per esempio?

 

Io: Come me? Perché io come sono?

 

Orlando: con le palle.

 

Io: Non sono un trans, ti prego dimmi che non l’hai pensato!

 

Orlando: No, cucciola … no. *sorride*

 

Cu … cucciola? Oh mio Dio! CALMATI CUORE DI RACHY, CALMATI!!!

 

Orlando porta una mano ad accarezzarmi dolcemente il viso, gesto che mi ha lasciato di sasso. Non mi aspettavo mica che, nel pieno di un battibecco, alzasse la mano per accarezzarmi! Poi ditemi come posso stare calma! E’ impossibile in questa situazione del cavolo!

 

Io: non chiamarmi cucciola, okay?

 

Orlando: Perché?

 

Io: Perché dovresti?

 

Orlando: Boh, non saprei. Ti guardo e … mi viene spontaneo chiamarti cucciola.

 

Io: Chiama una delle tue Barbie così, non me. Intesi?

 

Orlando: Ma …

 

Io: Ma niente! Zitto e fammi vedere il mio Leo!

 

Finalmente riesco a stizzirlo una volta per tutte! E Dio mio, che cos’è quest’uomo! Che vada a fare il dolce con le sue donne! E mi lasci in pace una volta per tutte! Vorrei solo che mi spiegasse per quale diavolo di motivo si comporta  così con me, se poi esce con quelle meretrici ossigenate! E adesso … chi cavolo sarà questa sua nuova barbie? Oh accidenti, ma che m’importa? Saranno fatti suoi! Però se la porta a cena, saranno uccelli senza zucchero per tutti! Visto com’è andata l’ultima volta, non credo abbia voglia di organizzare un’altra serata in dolce compagnia. Giuro che questa volta gliela strangolo!

Okay, Rachy, adesso non solo sei gelosa, ma decisamente assetata di sangue, anzi di … bionde ossigenate, babbane e quanto altro!!

 

Il giorno seguente, al mattino mi sveglio con il braccio di Orlando intorno e, strabuzzando gli occhi, inizio a chiedermi cosa diamine sia successo. Mi rendo conto che ci siamo addormentati guardando il film … in effetti, quel diavolaccio di Titanic è più lungo dell’Odissea! Ma accidenti, quindi abbiamo dormito insieme? Tutta la notte? Abbracciati? Stretti stretti? OH MIO DIO! D’improvviso sentiamo un rumore assordante prevenire vicinissimo alle nostre povere orecchie! Orlando si sveglia di soprassalto facendomi quasi cadere dal divano, mentre io guardo seccata quelle due idiote di Annie e Carol.

 

Annie: Awww avete dormito insieme!

 

Carol: come due teneri piccioncini!

 

Flynn: Uffa! Volevo dormire anch’io con voi!

 

Annie: E piccolo, queste sono cose da grandi, tu non puoi capire. Forse tra qualche annetto.

 

Orlando: La smettete di sconvolgermi l’erede?

 

Carol: Comunque, ha chiamato quell’imbecille del tuo amichetto.

 

Orlando: quale amichetto imbecille?

 

La guardiamo tutti quanti stupiti. Di quale amico stava parlando quella pazza?

 

Carol: Di Christian! Di chi sennò?

 

Orlando: E sarebbe imbecille?

 

Carol: Esatto!

 

Orlando: E per quale motivo?

 

Carol: Perché prima mi ha sedotta e poi abbandonata!!

 

Orlando: Ahh, io pensavo avessi fatto tutto da sola.

 

Io: Ti prego, Orlando. Non la provocare, non mangia da non so quante settimane, Dio solo sa come fa a reggersi in piedi e … non fa che pensare al tuo amico che, detto tra noi, non le ha mai dato alcuna speranza … nel senso … non le ha mai fatto capire niente che potesse fraintendere! Tutto questo è successo perché questa città ci ha fatte andare fuori dagli schemi!

 

Orlando: Sì, siete matte. Questo l’avevo capito sin dal primo giorno che avete messo piede in casa mia. Ma non è questo il punto, tesoro.

 

Io: Tesoro a chi? Ahò!

 

Orlando: A te, tesoro. Il punto è che … lei accusa il mio amico di essere un imbecille, così senza un valido motivo, solo perché nella sua testa si è creata un film! Da Oscar! Non un film normale!

 

Io: Ah e che sarà mai! Sapessi quanti film mentali mi faccio io su … *ti ordino di fermarti, stupida boccaccia!!*

 

Orlando : su? Continua, dai.

 

Io: Niente, niente,niente! Fatti miei!

 

Annie: sentite, piccioncini. Non per entrare nelle vostre faccende di cuore, ma … qui c’è un piccolo pargolo che aspetta che qualcuno lo porti all’asilo! Ci pensate voi o devo lasciare il mio regno per portarcelo io?

 

Io: Il tuo regno?

 

Annie: la cucina!

 

Io: Cosa devi fare a quest’ora?

 

Annie: Preparare un super pranzo! Inizio da adesso perché ho in mente delle cose che vi faranno restare a bocca aperta!

 

Orlando: Quando morirò avvelenato dalla tua amica, le mie fan vi verranno a cercare! E sarà la fine per voi!

 

Io: Ah, ma smettila. Le tue fan, le tue fan! Quanto saranno? Dieci in tutto?

 

Orlando: Cosa? Mi stai prendendo in giro? Io ho taaantissime fan, che cosa credi?

 

Io: Sssè, ragazzine di massimo undici anni. Taci, per favore.

 

Orlando: ragazzina insopportabile!

 

Io: Uomo odioso!

 

Ci alziamo contemporaneamente e, sempre contemporaneamente, afferriamo per un braccio il povero Flynn, con l’intenzione reciproca di accompagnarlo all’asilo. Il piccolo sorride raggiante, mentre noi continuiamo a lanciarci occhiatacce. Per non parlare di insulti vari. Usciti fuori dal cancello, l’attoruccio-so-tutto-io, riflette se prendere la moto oppure la macchina. Mi mostro super contraria alla moto, ricordando com’è finita l’ultima volta. Io che urlavo come una dannata su quella diavolaccio di moto, mentre mi aggrappavo anima e corpo al corpo e all’anima dell’uomo odioso che, per giunta, non faceva che ridersela come un macaco. Sempre che i macachi ridano.

Alla fine, siccome l’uomo odioso deve esserlo fino alla fine, convince suo figlio a scegliere come mezzo di trasporto la stramaledettissima moto. Io, dall’alto della mia superiorità, decido di non dargliela vinta. Cerco di mostrarmi rilassata e serena, pronta a salire sul mezzo infernale, probabilmente il tizio che ha inventato la moto, l’ha fatto con l’unico scopo di annientarmi e di rendere la mia vita ancora più difficile di quanto già non sia. Oltretutto, Orlando ama le moto, mentre io le odio, e questo la dice lunga. Lui e le moto sono nati per distruggermi.

Una volta aver messo fine alla mia flotta di pensieri, salgo sulla mia condanna a morte e, riluttante, mi aggrappo totalmente a Orlando. Flynn è davanti a suo padre, felice più che mai. Vorrei poter dire lo stesso di me, purtroppo sono troppo concentrata a convincere il mio cervello a non indurmi a urlare, quando l’uomo odioso avrà messo a moto LA MOTO. La stramaledettissima moto.

 

Orlando: Pronta, bambola?

 

Io: Certo!!!

 

Credo di avergli rotto un timpano.

 

Orlando: Oh … bene. Tieniti stretta a me … e non urlare come un’ossessa, ti prego. L’ultima volta hai seriamente attentato al mio udito.

 

Io: Non urlo, vai.

 

D’improvviso sento una sua mano scivolare sulle mie, le quali stanno di già massacrando il suo stomaco.

 

Orlando: piccola … chiudi gli occhi e … fidati di me. Puoi farcela?

 

Sono davvero colpita. Ha usato un tono incredibilmente dolce.

 

Io: Sì … credo di sì.

 

Finalmente mette in moto e ci avviamo verso la scuola di Flynn. Faccio come ha detto lui: chiudo gli occhi e mi fido ciecamente. Poggio il capo sulla sua schiena e mi rilasso completamente. Che buon profumo che ha, accidenti. Sa essere così dolce a volte. Non potrebbe essere sempre così? Ma se si comportasse sempre in questo modo, avrei serie difficoltà a resistergli. Sono già cotta di lui, miseriaccia. Spero di poter tenere a bada i miei sentimenti ancora per molto. Anche se Orlando … qualcosa avrà di certo capito. Non è stupido, almeno non totalmente. Ogni tanto decide di lasciar riposare il suo amico lì sotto e usare il cervello. Ogni tanto eh, non allarghiamoci. Riusciamo ad arrivare davanti a scuola di Flynn senza che uscisse un gridolino, nemmeno minimo, dalla mia bocca. Sono fiera di me stessa. Stupida moto, non mi spaventi più!

Io: Ciao, piccolo! Fai il bravo, ci vediamo pomeriggio!

 

Flynn si avvicina portandosi le braccia intorno la schiena. Capisco che vuole qualcosa. Mi chino su di lui e gli do un tenero bacio sulla guancia. Ora sembra soddisfatto. Ci saluta sorridendo e corre dai suoi amici. Ahh, che bambino adorabile. Tutto suo padre! Ma anche no … l’uomo odioso è pur sempre l’uomo odioso, non dimenticarlo mai, Rachy! Anche se a volte è un amore di uomo, lo fa solo per confonderti. Vabbè, no. Non è così astuto.

 

Orlando: Andiamo, bambina. Ti voglio portare in un posto.

 

Io: cosa? No. Vorrei tornare a casa, se non ti dispiace.

 

Orlando: Ah, dai. Fidati di me, come prima.

 

Io: Ehm, ecco … io … ho delle faccende da sbrigare …

 

Orlando: Sono io il tuo capo, e ora … l’unica faccenda da sbrigare … ce l’hai con me.

 

Strabuzzo gli occhi e rimango per un attimo senza saper cosa dire. Orlando mi afferra subito dal braccio facendomi salire in fretta e furia sulla sua dannatissima moto. Non so cos’abbia in mente e, sinceramente, ho un pizzico di paura. Non è che alla fine è un maniaco e vuole uccidermi? No, ora esageri, hai letto troppi Thriller. E allora? Vuole rapirmi? E poi chiedere il riscatto a chi? No, è ricco sfondato di cosa se ne fa di un riscatto? Ah, esageri ancora. Mm e se, volesse violentarmi? Beh, da lui, mi farei violentare con molto piacere. Rachel!!! Cosa cazzo dici! Ma la dignità! La dignità! Dove la metti? Sotto le scarpe? Santa ragazza! Da quando conosci quest’uomo hai perso ogni briciolo di moralità.

Dopo mezz’ora circa di tragitto, finalmente si ferma. Posso riprendere fiato, alleluia! Credevo di morire su quello aggeggio di Satana! Va bene, ora me la sto prendendo con un oggetto inanimato che, per giunta, non può nemmeno difendersi contro le mie accuse infondate. Orlando mi fa scendere e, una volta aver sistemato il mezzo, mi afferra dalla vita facendomi spaventare come non mai.

 

Io: Che … che fai?

 

Orlando: Ti … tocco, non posso? Mi piace toccarti.

 

Io : Oh *arrossisco* ehm … potresti lasciarmi respirare?

 

Orlando sorride, del tutto compiaciuto dell’effetto che ha su di me. L’ha sempre saputo, e di questo ne sono consapevole. Non ci vuole mica un indovino per capire che gli muoio praticamente davanti. Per fortuna riesco ancora a darmi un contegno. Mi prende per mano, sconvolgendomi ancora di più. Ma si può sapere che intenzioni ha questo furbetto? Vuole, per caso, prendersi gioco di me? Se così fosse, giuro che lo prendo a botte qui, davanti a tutti.

 

Orlando: E rilassati un po’, cucciola.

 

Io: Non capisco perché mi hai portata qui.

 

Orlando: Volevo stare un po’ con te. Tutto qui.

 

Io: Un po’ con me?

 

Orlando: Sì. Vieni, sediamoci.

 

Faccio come dice. Ci mettiamo comodi su questo bel prato. Tutto sommato non è malaccio come posto. Mi sento in pace con il mondo. Okay, il ragazzo ci sa fare, non c’è che dire. Ma ora, vorrei davvero sapere quale siano le sue intenzioni. Qua … puzza di bruciato, e non c’è Annie nei paraggi, perciò … Orlando caro, dimmi cos’hai in mente e facciamola finita.

Mi giro verso di lui, con la chiara intenzione di dirgliene quattro, ma in quel preciso istante, l’attore mi viene addosso facendomi stendere lentamente sul prato.

Io: Ehi! Ma che vuoi?

 

Orlando: Shh, riesci a stare zitta per un secondo?

 

Io: Se non mi dici cosa stai facendo, no. Continuerò a parlare fino alla nausea! Ti avverto: ne sono capace!

 

Orlando: *sorride* lo so. Vuoi sapere cosa voglio fare?

 

Io: Sì, grazie.

 

Orlando: Voglio baciarti.

 

Tum, tum, tum. Okay, sto per morire. Mi sta prendendo per il fondoschiena, è chiaro. E’ chiarissimo. E’ chiaro come il sole! Che diamine ci faccio ancora qui? Colpiscilo lì, e non ne parliamo più.

Ma ecco che … inaspettatamente e … meravigliosamente … poggia le sue labbra sulle mie. E il mio cuore … sì, il mio cuore credo che questa volta stia per scoppiare sul serio.

Accarezza le mie labbra con dolcezza, senza andare oltre. Mi piace troppo il sapore che ha la sua bocca. Oh Dio … sento di stare per svenire.

 

Orlando: Lo sapevo io … tu sei pazza di me, bambina.

 

A quel punto, spalanco gli occhi e, armata della mia mano infuocata, gli mollo un super bolide dritto in viso. BANG!

 

 

 

Spazio *Autrice*

 

Salve a tutti! Scusate l’enormissimo ritardo di … un anno. AHHAA, okay, scherzo. No, dai, non scherzo. E’ vero. Ho deciso di riprendere questa storia, l’altra, di continuare l’Odissea e di iniziarne una nuova. E’ tipo da due giorni che le mie mani sono fisse sulla tastiera del computer e non fanno altro che scrivere scrivere scrivere! Ma lo faccio solo ed esclusivamente perché AMO farlo! Non posso farne a meno!

Detto questo, spero che il continuo vi piaccia. Non dovrebbe durare molto, intorno ai 15 capitoli, su per giù.

Bene. Vi saluto. Alla prossima!

Non tra un anno, ovviamente. Altrimenti mi prendo a schiaffi da sola! xD

Bye

Scarl.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10. Leo ***


THIS CRAZY LOVE

 

Capitolo 10- Leo.

 

Orlando porta subito una mano sul punto dove l’ho colpito. Che razza di uomo odioso. Non può prendersi gioco di me come se niente fosse. Solo perché è Orlando Bloom non vuol dire che può permettersi di fare il gradasso. E’ insopportabile.

 

Orlando: Tu sei tutta matta. Perché l’hai fatto?

 

Io: Perché non ti sopporto! E inoltre non avresti dovuto baciarmi. Chi cavolo te l’ha chiesto?

 

Orlando: Ma se ti è piaciuto, avanti ... ammettilo.

 

Io: Mai!

 

Mi alzo e inizio a guardarmi intorno. E adesso come torno a casa? Con quest’essere immondo di certo non andrò da nessuna parte, preferisco tornarmene a piedi. Però ... porca paletta se non mi è piaciuto quel bacetto insignificante, ma significante per me. Le sue labbra accarezzavano le mie in un modo così sensuale e dolce. L’ha fatto apposta, voleva accertarsi che mi piace da morire. Oh Cristissimo, chissà che faccia da ebete avevo quando mi sono lasciata baciare da lui.

 

Orlando: Ti vuoi fermare un attimo? Dove vuoi andare?

 

Io: Non sono fatti che ti riguardano. Torna dalla tua moto infernale e non pensare a me.

 

Mi giro distrattamente verso di lui e lo becco ancora con la mano sulla guancia. Devo avergli fatto parecchio male. Che goduria. E adesso se non mi lascia in pace mi sa tanto che gliene sferro un altro. E questa volta colpirò una parte ancora più dolorosa. Porco schifoso.

 

Orlando: Che ragazzina odiosa. Fai quello che ti pare. Io me ne torno a casa.

 

Azzz! Che stronzo. Massì, che se ne vada via. Io saprò badare a me stessa. Non ho bisogno di lui. E dopo quello che si è azzardato di fare non voglio vederlo per il resto della mia esistenza. Ah ... dimenticavo che è il mio capo, accidenti!

D un tratto lo sento urlare. Dallo spavento mi volto e inizio a correre verso di lui. Tipo che ho dimenticato di odiarlo alla follia.

Io: Cos’è successo??

 

Orlando: La moto! Non c’è! Me l’hanno rubata!

 

Io: Beh, è quello che meriti. E sono più che contenta di non dover rivedere mai più quell’aggeggio del diavolo!

 

Orlando: Tu sei fuori! Lo sai quanto mi è costata?

 

Io: No, e non mi interessa nemmeno. Sai che tragedia, sei così ricco che puoi comprartene altre mille di quei cosi indiavolati.

 

Orlando: Devo sporgere denuncia. Vieni con me, o torni a casa? Il che è improbabile che tu ci riesca, visto che non sai in che posto ci troviamo e non hai la ben che minima idea di dove andare per raggiungere casa mia.

 

Io: Sei uno ...

 

Orlando: Stronzo, lo so, piccola.

 

Io: No, sei un porco!

 

Orlando: Ti ho mica violentata?

 

Io: Quasi!

 

Orlando: Sei l’esagerazione fatta a persona!

 

Io: E tu resti sempre un porco!

 

Orlando: Come vuoi tu. Con te è meglio buttare bandiera bianca!

 

Ovviamente scelgo di andare insieme a lui dalla polizia. Purtroppo mi sono resa conto che ha perfettamente ragione: non so come tornare a casa. Finirei in chissà quale buco della terra, il che non sarebbe male visto cos’è successo poco fa. Vorrei poter tornare indietro e trovare la forza per scansarmi, così da evitare che le sue labbra da uomo odioso si poggiassero sulle mie. Ora che ci penso il solo pensiero delle sue labbra sulle mie mi fa sentir male. Meglio cancellare quei brevi e intensi secondi dalla mia vita.

Quando arriviamo alla stazione, ovviamente, tutti lo riconoscono. Addirittura un poliziotto gli chiede l’autografo per la figlia. Tutto questo non può far altro che irritarmi. Adesso la sua presunzione aumenterà a dismisura.

 

Ispettore: Non si preoccupi, Mr Bloom. Troveremo chi le ha rubato la moto.

 

Orlando: La ringrazio, ispettore Dowson.

 

Io: Ehm, potrei fare una denuncia anch’io? Si tratta di abuso.

 

Orlando: No, la lasci perdere. E’ pazza.

 

Io: E anche una denuncia per diffamazione, se posso.

 

Orlando: Io dovrei fare una denuncia contro di te e quelle due pazze delle tue amiche! Mi avete sconvolto la vita, Anne cucina veleno per topi, Carol, che dovrebbe pulire casa, non fa altro che piagnucolare e lamentarsi per Chris. E tu ...

 

Io: cosa vorresti dire? Che non faccio bene il mio lavoro? Flynn mi adora!

 

Orlando:  Sì, ti adora, anche se non ho ancora capito il perché ... visto che sei così ... insopportabile!

 

Io: Forse perché, a differenza del padre, è un bambino intelligente!

 

Ispettore: Ehi, ehi ... calmatevi, ragazzi. Si può sapere del perché di tutte queste denunce?

 

Io: Lui! Mi ha baciata! Pretendo che lo arrestiate!

 

Orlando: E questo sarebbe l’abuso, secondo lei.

 

Io: Sì, in più, continua a dire che sono pazza di lui! Pretendo che lo arrestiate due volte!

 

Orlando: E va bene, allora io denuncio te per continue molestie! Non fa altro che picchiarmi giorno e notte. Poco fa mi ha sferrato un bolide micidiale dritto in faccia! E in più denuncio anche Anne e Carol.

 

Io: Bene! Andrò a cercare un avvocato!

 

Orlando: Io ce l’ho già, alla faccia tua!

 

E continuiamo a battibeccare ancora per molto sotto agli occhi attoniti del povero ispettore, il quale non può far altro che aspettare che l’arrabbiatura ci passi.

 

Ispettore: Avete finito di gettarvi odio addosso?

 

Io: Sinceramente no, avrei tante altre denuncie da fare contro di lui, ma sarò buona e mi limito a queste duecento.

 

Orlando: Vi prego rinchiudetela e buttate la chiave, ve ne sarò eternamente grato.

 

Io: Che gentiluomo! Sei davvero un mostro!

 

Ispettore: sicurezza! Accompagnate fuori questi due psicopatici!

 

E c’era d’aspettarselo d’altronde che quel poveretto alla fine sarebbe crollato.

 

Così ci ritroviamo a piedi, senza moto. Spero solo di tornare in tempo per prendere Flynn all’asilo. Povero piccolo.

Tutta colpa di questo broccolone che ho davanti. Doveva per forza portarmi in un posto sperduto dell’America per darmi un maledetto bacio? Che tra l’altro non ho ancora capito perché me l’abbia dato. Forse solo per compiacersi. Che razza di sbruffone. Ma non gliela darò mai vinta.

 

Orlando: Allora? Hai perso la lingua? Non dai la colpa di tutto questo a me?

 

Io: Certo che te la do, ci mancherebbe pure.

 

Orlando: Ah ... me la dai ...

 

Io: cosa? Cos’hai capito, porco?!

 

Orlando: Tu hai detto che me la dai, scusa.

 

Io: Non quello che pensi tu! Non verrei a letto con te neanche per tutto l’oro del mondo!

 

Orlando: Ma se quando ti ho baciato tremavi come una foglia, fammi il piacere. L’ho capito dal primo giorno  che ... ti piacevo da morire. Cosa credi? Non sono un ragazzino. Capisco quando una donna mi vuole.

 

Io: Io non ti voglio!

 

A quel punto lo vedo voltarsi e avanzare verso di me. Rimango immobile, come pietrificata, mentre Orlando in un paio di secondi ha già eliminato la distanza che ci separava.

 

Orlando: Non mi vuoi?

 

Scuoto la testa e, allora, Orlando mi spinge contro il  muro. China il capo e, lentamente, avvicina le sue labbra alle mie. Vorrei con tutta me stessa alzare quella mia fottuta mano per picchiarlo brutalmente ... purtroppo non ho forze. Sento il suo fiato sulla bocca.

 

Io: Smettila ... perché lo fai?

 

Orlando: Dillo che sei pazza di me.

 

Io: Ma cosa vuoi da me, si può sapere?

 

Orlando: La verità.

 

Io: E cosa te ne fai?

 

Orlando: Quindi ammetti?

 

Tocca le sue labbra con le mie con dolcezza, e smettiamo finalmente di parlare per concentrarci su noi due. Non dovrei mostrarmi così debole e indifesa, accidenti a me. Vuole soltanto che ammetta che mi piace, sì ... ma perché? Cosa se ne fa? Non capisco. Spero solo non si prenda gioco dei miei sentimenti. Mi ero ripromessa di cercare di controllarli, ma questo deficiente, stupido Elfo che non è altro, non perde occasione per provocarmi. E ora le sue labbra sono incollate alle mie. Però ... non pensavo potesse essere così bello baciarlo. Si stacca leggermente per guardarmi negli occhi ...

 

Io: Perché devi baciarmi?

 

Orlando: Non lo so, mi piace farlo.

 

Io: Anche ... anche a me.

 

Orlando: Piccola, ammetti che lo hai fatto apposta quella sera a farmi ingelosire con DiCaprio ...

 

Ah ... e questo, allora.

 

Io: Cosa? No, certo che no! Cosa c’entra Leonardo? Ti da fastidio che io sia una sua fan?

 

Orlando: ma che ... no, cosa mi importa ... però voglio che tu mi dica la verità!

 

Io: No! Fanculo, Bloom!

 

Riesco a levarmelo di dosso e a proseguire lungo il cammino, senza neanche voltarmi mezzo secondo verso di lui. Non è possibile. Tutto questo non è assolutamente possibile. Siamo due pazzi, punto. Cosa c’entra DiCaprio con tutti questi baci che mi sta dando? E’ geloso ... sì, è parecchio infastidito, questo posso vederlo da sola.  So solo che è ... completamente pazzo.

Continuiamo a camminare a una distanza di circa tre metri, ed evitiamo anche e soprattutto di parlare. Anche con mezza parola le probabilità di litigare di nuovo, e poi baciarci di nuovo, sono veramente alte. E poi, come se tutto questo non fosse già abbastanza, si mette anche a piovere. Grandioso!

Mi sento afferrare per un braccio e quasi non emetto un urlo. Poi mi accorgo che si tratta di quell’imbecille che mi sta trascinando sotto un balcone per non farmi bagnare. Dovrei ringraziarlo, ma tutto il gran casino che c’è tra di noi me lo impedisce.

 

Orlando: Ti rendi conto? Mi rubano la moto, vengo cacciato fuori da una stazione di polizia, devo tornare a casa a piedi, e per finire in bellezza ... sta diluviando.

 

Io: Tutta colpa tua.

 

Orlando: Oh grazie, tu sei sempre di grande aiuto.

 

Io: Dovevi riportarmi a casa, invece di fare il gradasso.

 

Orlando: Volevo stare un po’ con te, scusami eh.

 

Io: E per quale motivo?

 

Orlando: .... Boh ... volevo sapere com’era baciarti.

 

Io: Oh ... e ... com’è?

 

Orlando: Mi piace.

 

E restiamo in silenzio. Di nuovo. Fino a quando non smette di piovere. Perché facciamo così? Uffa, come vorrei capire cosa prova davvero per me. Sono soltanto una ragazzina per lui? E vuole solo che io ammetta che mi piace da impazzire? Per poi andare a sbandierarlo come un trofeo? E a quale scopo? Per dire che un’altra deficiente è caduta ai suoi piedi? Che si fotta. Dovrei fare pace con il cervello, lo so.

E ringraziando il cielo arriviamo giusto quando Flynn esce da scuola. Perlomeno abbiamo evitato che quel pargolo si ritrovi da solo in mezzo a tutta quella gente, senza alcun viso amico, abbandonato dal padre super idiota che si ritrova e dalla babysitter ancora più idiota del padre.

Appena vedo il bambino correre verso di noi apro le braccia per accoglierlo.

 

Flynn: Rachel!! Papi!! Che bello!!

 

Io: Vieni qua, piccolo mio. Tutto apposto?

 

Flynn: Sì, sono contento che siete venuti tutti e due insieme.

 

Io:  praticamente non ci siamo mollati per nemmeno un secondo, ma lasciamo perdere.

 

Flynn:  Vi siete messi insieme??

 

Io: Ma no, certo che no! Come potrei stare con una persona così insopportabile,odiosa, rompi scatole, prepotente come tuo padre!

 

Orlando: Grazie eh,

 

Io: Prego, di niente.

 

Flynn: Uffa, litigate sempre.

 

Mi dispiace deludere questo piccolo angioletto del Signore, ma cosa posso fare? Sono del tutto fuori per colpa di suo padre, appunto. E’ la causa di tutti i miei mali, sono sicurissima. Della mia pazzia, sicuramente. Oh che diavolo mi è saltato in mente di venire a lavorare per lui? Mi piace troppo per far finta di niente.

Quando torniamo a casa troviamo Carol che sta urlando/piangendo come un’ossessa, e una puzza di bruciato colossale proveniente dalla cucina.

 

Orlando: Ecco, quelle due pazze delle tue amiche.

 

Corriamo in cucina e qui incontriamo Anne super euforica che gira un cucchiaio in una pentola enorme dalla quale esce un fumo immenso.

 

Orlando: Santo Dio! Ma che è? Una strega??

 

Orlando e Flynn si mettono subito dietro di me, altamente impauriti dalla vista di Anne che ride come una totale drogata mentre cucina chissà quale intruglio malefico.

 

Io: Esci da questo corpo SATANA!

 

Orlando: Mi state spaventando il bambino!

 

Io: Quello che se la sta facendo sotto sei tu, non tirare fuori il bambino!

 

Orlando: Ce l’hai ancora con me? Di sicuro per la faccenda del bacio, non è vero?

 

Flynn: Bacio?

 

Anne: Vi siete baciati????

 

Io: Taci, tu.

 

Anne: Okay, continuo a cucinare il nostro pranzo.

 

In quel momento entra in cucina Carol, seguita da ... Christian??

 

Chris: Amico, questa ragazza è pazza! Mi ha legato mani e gambe e mi ha appeso all’armadio!

 

Orlando: Cosa? Ma tu che ci fai qui?

 

Chris: Ero venuto stamattina per parlarti di una cosa ... e ho incontrato questa psicopatica!

 

Carol: Tu mi hai sedotta! E poi abbandonata!

 

Chris: Ma quando???

 

Carol: sei un porco!

 

Chris: ti prego, Orlando, aiutami!!

 

Orlando: E cosa posso fare? Chiamare il manicomio? Qualcosa avrai pur fatto per aver innescato questa bomba allucinante nella sua testa!

 

 

Io: Porca miseria, ma cosa stai cucinando Anne?

 

Anne: Non lo so!!! Ma credo sia buona! Carol l’ha assaggiata e ha detto che è buonissimaaaa!

 

Io: Oh porca miseria. Che ci hai messo dentro??

 

Anne: Delle cose che mi ha dato George.

 

Io: Oh cazzo. Ma è droga!!

 

Flynn: Cos’è droga?

 

Io: No, niente amore mio, andiamo via da questo branco di pazzi. Orlando, quando trovo tuo cugino lo spello vivo!!

 

Orlando: Cosa succede adesso?

 

Prendo Flynn per mano e lo trascino in salotto, mentre Orlando ci viene dietro urlando anche lui in preda al panico.

 

Orlando: Dobbiamo parlare di oggi.

 

Io: Cosa? Ti sembra il momento adatto?

 

Orlando: Ho respirato per troppo tempo quella sostanza, credo di aver perso un po’ di lucidità!

 

Io: Oh bene!

 

Orlando: In realtà credo di averla persa del tutto, baciami!

 

Flynn: Sìììì! BACIOOOO!

 

Io: NO!

 

Inizio a correre trascinando con me anche il bambino e Orlando ci viene dietro continuando a urlare di baciarlo. Se questo è un incubo, vi prego svegliatemi al più presto.

In quel momento ... magicamente il campanello della porta fa tornare tutti alla realtà.

Orlando corre ad aprire e ... si ritrova davanti ... Leo. Leonardo. DiCaprio.

 

Leo: Ehilà, amico. Da quanto non ci si vede!

 

Orlando: Leo?!

 

Il mio finto idolo è appena apparso davanti ai miei occhi. Ordunque la mia reazione dovrà essere quella di fingere di fangirlare come se non ci fosse un domani e di aggrapparmi anima e corpo a quell’essere barbuto che, in questo preciso istante, sta fissando proprio me.

Orlando Bloom patirai la gelosia come non hai mai fatto in vita tua.

La vendetta è un piatto che va servito freddo.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2410180