A FRIENDSHIP THAT WILL NEVER END

di Fee17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** RITORNO A CASA ***
Capitolo 2: *** TUTTO SOTTO CONTROLLO?! ***
Capitolo 3: *** A CHE GIOCO STAI GIOCANDO? ***
Capitolo 4: *** Eifersucht ***
Capitolo 5: *** "Inizio e fine di un sogno" ***
Capitolo 6: *** Reactions ***
Capitolo 7: *** abbracciami ***
Capitolo 8: *** goodbye my lover ***
Capitolo 9: *** Che fine ha fatto il SexGott? ***
Capitolo 10: *** Parola d'ordine: dimenticare! ***
Capitolo 11: *** L'amore non basta ***
Capitolo 12: *** VIA DA LEI ***
Capitolo 13: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 14: *** Nuova vita ***
Capitolo 15: *** Un'amicizia che non finirà mai ***



Capitolo 1
*** RITORNO A CASA ***


 

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!

 

Quel rumore banale, odioso e sgradevole finì il suo ciclo di vita contro il muro della mia camera 10 secondi dopo che aveva iniziato a suonare. Avevo ucciso la mia sveglia a forma di porcellino con un destro degno di un pugile. Ma poco dopo, non appena il mio cervello iniziò a connettere, capii di aver commesso l’ omicidio di un innocente. Alla fine quell’ aggeggio voleva solo farmi presente che la mattina dell’arrivo di Anna era finalmente arrivato.

 Dopo due mesi trascorsi in Germania,infatti, la mia migliore amica sarebbe tornata in Italia, a casa nostra. Vivevo con lei da 2 anni ma ci conoscevamo praticamente dalla nascita. Inutile dire che per me era come una sorella che, per giunta, non avevo mai avuto. Così diverse, così diametralmente opposte, ma così legate!

 

Io ero la più forte, lei la più debole, io era giusto carina, lei dannatamente bella, io ero attaccabrighe, lei estremamente pacifica. Avevamo la stessa età, lei era la più responsabile e ragionevole, io invece la classica testa calda che agisce d’impulso. Anna aveva paura del giudizio degli altri, doveva essere sempre all’altezza, questo era ciò che la rendeva insicura. Alle superiori le bullette la odiavano perché invidiose ed io non lo sopportavo. Molte volte mi ero ritrovata in presidenza perché avevo scatenato delle risse in difesa della mia amica . 

 

 Insieme frequentavamo la scuola interpreti e per seguire i corsi ci eravamo trasferite nella città della facoltà , lontano da casa nostra.

Se la perfezione avesse avuto un nome, non ci sarebbero stati dubbi: si sarebbe chiamata Anna. Era bellissima, con quella cascata di capelli neri, lisci fino ai fianchi, con quegli occhi di ghiaccio e con quel fisico scultoreo. Ma soprattutto Anna era intelligente e riusciva in tutto quello che faceva. Se aveva un obiettivo, quello sicuramente sarebbe stato raggiunto. Così come l’ultimo che si era prefissata: vincere quel concorso, quel sogno!

A coloro che frequentavano la nostra facoltà si era presentata la possibilità di partecipare ad una competizione. Chi l’avesse vinta avrebbe avuto l’ opportunità di svolgere uno stage di 2 mesi in Germania con una delle interpreti più famose d’Europa : Ingrid Miller, l’interprete dei Tokio Hotel e viaggiare insieme a lei al seguito del gruppo.

Il concorso consisteva in un esame di lingua tedesca e inglese. Quello sarebbe stato il mio sogno, ma Anna era imbattibile, questo lo sapevo già in partenza. Infatti fu così, fu lei a vincere quell’ opportunità. Ma neanche per un istante provai invidia nei suoi confronti. Era Anna, era semplicemente lei, colei con la quale ne avevo passate tante e che mi aveva aiutato in tutto.

 

 Solo in un momento avrei pagato oro per essere al suo posto:

 

FLASH BACK

 

“Maggie, non ci crederai, finalmente è successo, avevo capito che c’era qualcosa, ma non volevo crederci, adesso, però, non ho dubbi!! Oh mio dio quanto sono eccitata!” Mi disse urlando Anna al telefono.

“Calmati,che è successo? Ti sei resa conto che non puoi vivere troppo a lungo senza di me?”

“Dai scema… è un sogno! è un sogno!”

“Che hai sognato? Bill Kaulitz nudo che ti incita ad avvicinarsi a lui? Perché se è così io lo sogno tutte le notti, quindi non sarebbe una novità…”

“In effetti c’ entra Bill Kaulitz, ma il sogno lo sto vivendo..”

“Anna che vuol dire?”

“Che mi ha baciata Maggie, mi ha baciataaaaaaaaa” Urlò la mia amica portandomi via un timpano e facendo sì che dovessi spostare la cornetta dal mio orecchio .Ok, forse ero definitivamente da ricovero e avevo iniziato ad immaginarmi le cose …forse non avevo capito bene… Forse la mia amica delirava perché aveva bevuto troppa deutsche Bier o mangiato troppi crauti… o forse era vero e avevo appena scoperto che la mia migliore amica se la faceva con il mio idolo di sempre.

 

FINE FLASHBACK

 

 Da quel giorno, al telefono, aveva iniziato a raccontarmi di come la loro storia era iniziata, di come si stava evolvendo e di quanto lei ne fosse già innamorata. Ad essere sinceri non avrei mai creduto che avesse potuto continuare tra di loro… Insomma, la storia della rock star e della stagista non mi convinceva più di tanto. Invece tutto filava liscio e Bill Kaulitz pareva dimostrarsi ciò che sembrava: il ragazzo dolce e incredibilmente sensibile che ti travolge con solo un’occhiata alla telecamera. Del resto non si poteva non amare Anna, era ciò che ogni uomo avrebbe desiderato. Tutto il contrario di me insomma…

Bassa, per niente formosa, anzi, direi proprio gracilina. Avevo uno stile tutto mio, poco mi importava che non piacesse alla gente. Il mio taglio di capelli era tutto un programma. Quando mia madre mi vide per poco non mi apriva la porta di casa. Avevo colorato il mio castano chiaro in un biondo chiarissimo, quasi platino, nella parte superiore, mentre i capelli all’interno erano diventati neri corvini. Una falda piuttosto ampia copriva il mio occhio destro ed il resto dei capelli era scalato e lungo fino al seno. Avevo un piercing sotto l’angolo della bocca e due tatuaggi, ancora dovevo decidere cosa dovesse rappresentare il terzo. Quello sulla caviglia era una rosa colma di spine, una per ogni ostacolo superato nella mia vita e quello sul polso, una farfalla che simboleggiava ciò che nessuno mi avrebbe mai tolto: la libertà.

Libera.. si.. forse è l’aggettivo che più mi si addiceva. Ero libera di esprimermi come volevo, di vestirmi come volevo, non mi importava che qualcuno disprezzasse la presenza esagerata di catene e borchie nel mio abbigliamento , libera di dire ciò che volevo e di pensare ciò che volevo. Non ero perfetta, no! Non ci andavo nemmeno vicina, ma ero libera e mi piacevo terribilmente. Per questo non mi piaceva passare inosservata, proprio perché mi piacevo ed il mio modo di vestire era una sorta di provocazione per coloro che non avrebbero mai osato pensare di conciarsi come me.

 

Anna a differenza mia era schiavizzata dalla perfezione e se c’era una cosa che voleva a tutti  costi era piacere alla gente prima ancora che a se stessa. Aveva frequentato corsi di postura , diceva che per essere interpreti era necessario mantenere un atteggiamento elegante, era perennemente a dieta e aveva iniziato a frequentare un corso di dizione per togliere definitivamente l’accento toscano che ci contraddistingueva per le nostre origini. Come lavoro part- time impartiva lezioni private di lingua. Diceva che era un buon metodo per ripassare la grammatica inglese e tedesca.

 

Io invece per racimolare qualche soldo facevo la cubista in discoteca. E’ vero si, non è il massimo, ma il pensiero di studiare anche nel tempo libero mi dava la nausea, fare la cameriera non mi passava nemmeno per l’anticamera del cervello, avrei finito sicuramente per rovesciare un vassoio addosso a qualcuno , come baby sitter sarei stata un disastro in quanto la mia pazienza è molto ma moooolto limitata e qualche bambino ne avrebbe sicuramente pagato le spese. Quindi decisi che la discoteca poteva fare per me… Avrei ballato e questo lo adoravo, mi sarei lasciata andare e anche questo era decisamente nel mio stile e mi sarei ubriacata ogni fine settimana. In più, non ero certo una meraviglia con quei vestitini succinti, ma con le movenze ce la sapevo veramente fare. Vedere l’espressione sbavante stampata sul volto di alcuni individui allupati non aveva prezzo. Avrei potuto trovare qualcosa di meglio? Noooo, non credo!

 

Dopo aver lottato con le lenzuola ed essermi resa conto di essere nuovamente in ritardo, mi catapultai giù dal letto, corsi per la camera in cerca di qualche dannato indumento da indossare e non nell’armadio come i comuni mortali, ma sul pavimento data la mia allergia al tenere la stanza in ordine…

Una volta trovato qualcosa di mio gradimento mi incamminai velocemente verso la porta ed inciampai in Bill… non Kaulitz, Bill il mio gatto! Lo avevo chiamato come il cantante perché ero letteralmente ossessionata da lui, dal suo sorriso, dal suo stile, dai suoi capelli, dalla sua voce e dal suo essere libero di esprimere i suoi pensieri a tutto il mondo attraverso la sua musica. Adesso però non era più un idolo da contemplare attraverso un poster, ma il fidanzato della mia migliore amica…

Accarezzai l’adorabile palla di pelo per scusarmi di aver interrotto il suo sonno e mi diressi verso la mia auto scassata che mi avrebbe accompagnato a prendere Anna all’ aeroporto.

 

Eccola, mi sorrideva e stava correndo verso di me, aveva gli occhi che le brillavano e la lunga chioma che scintillava sotto il sole. Quanto era bella e quanto mi era mancata cavolo!

“Maggie Maggie Maggie! Mi sei mancata, come ho fatto senza di te?” Mi aveva presa tra le braccia e mi stava stritolando con le lacrime agli occhi. Anche a me veniva da piangere, ma non lo feci, ero sempre stata la “dura” della situazione e odiavo i saluti sdolcinati.

“Si si ok mi sei mancata anche tu e tanto lo sai, ma ora TOGLIMI LE BRACCIA DAL COLLOOOOO NON RESPIRO!!!!!!!!!!!” Le urlai non facendocela più. La aiutai con i bagagli e ci avviammo verso la nostra casetta di nuovo insieme.

 

“Casa dolce casa!” esclamò Anna entrando nella nostra umile dimora.

“Ormai ero abituata ad altro, suite, alberghi, ville, ma l’atmosfera di casa è impagabile…”

“Si certo… soprattutto quando hai un certo Bill Kaulitz con quegli occhioni che ti aspetta in una lussuosa camera di Hotel, posso immaginarmi come desidereresti trovarti qui in questo casino!” Dissi ironica e scuotendo la testa all’affermazione della mia amica.

Anna arrossì, e si lasciò cadere sul letto con lo sguardo sognante. Mi aveva già raccontato praticamente ogni piccolo particolare di quella storia da favola che aveva vissuto in Germania e che ancora stava vivendo.

“Non ti ho detto una cosa però…” mi disse guardandomi Anna

“Che c’è?”

“Ecco lui… verrà qui da noi in Italia per passare le vacanze, insieme a suo fratello Tom”

“Qui proprio Qui?” le chiesi balbettando.

“Si qui… alloggeranno in un Hotel in città, ma è inutile dirti che lui starà molto qui da noi per ovvi motivi..”

Il mio volto assunse un’espressione incredula e inebetita.

“Cioè vuoi dirmi che l’uomo che sogno ogni notte, il mio sogno erotico e per giunta proibito perché fidanzato con la mia migliore amica si aggirerà nei dintorni?”

“Maggie! Non esagerare… comunque si hai capito… e guai a te se proverai a soffiarmelo” mi disse sorridendo ingenuamente.

“Questo dipenderà dai miei ormoni, e tu permettendo a misterbombasexyKaulitz di aggirarsi nei paraggi li metti a dura prova”

 Iniziammo a ridere e ci abbracciammo buttandoci insieme sul letto insieme a Bill (quello a quattro zampe) che faceva le fusa in cerca di attenzioni.

“Ti voglio bene Anna, ben tornata” Le sussurrai dolcemente in un orecchio.

 

“Come farei senza di te?”

                                                                                                                                

Spazio autrice:

Ecco la mia seconda FF, non so come si svilupperà, ho giusto qualche idea. Scusate, questo capitolo è un pò lungo, ma mi serviva per introdurre e presentare due delle protagoniste e la situazione. Spero possa piacervi!

In verde descrivo i pensieri dei personaggi.

(I Tokio Hotel non mi appartengono non scrivo a scopo di lucro ed è tutto frutto della mia fantasia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** TUTTO SOTTO CONTROLLO?! ***


 

 

Salve a tutti, ecco il secondo capitolo... Ringraziamenti am Ende!

"Mein GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOTTTTTTT!" urlai quella mattina ( le imprecazioni in tedesco rendevano molto più l’idea).

"Brutto esserino pulcioso, come hai osato disturbare il mio sonno?????????????????" dissi riferendomi al gatto che mi guardava ignaro della catastrofe che aveva causato. Aveva osato svegliare me, piombandomi addosso, dopo una nottata passata sul cubo, dopo essermela spassata con uno sconosciuto rimorchiato quella sera e il tutto alle 9:00 di mattina.

"E’ tutta colpa tua! Me la pagherai" urlai stavolta riferendomi ad Anna.

Così dicendo mi alzai ancora in intimo , cercai le pantofole a forma di titti, ma, non trovandole indossai gli anfibi a mò di ciabatta e in quello stato pietoso marciai verso la cucina, dove, a giudicare dai rumori, doveva essere la mia amica. Acchiappai Bill per la collottola e mi diressi verso la porta. Arrivata sulla soglia della stanza, non guardai all’interno, chiusi gli occhi, presi tutta l’aria che potevo ed iniziai ad urlare a squarcia gola:

"QUANTE CAZZO DI VOLTE TI HO DETTO DI NON LASCIARE LA PORTA DELLA MIA CAMERA APERTA QUANDO ESCI ED IO DORMO????????? ALMENO MIGLIAIA, MA TU NON MI DAI RETTA! RISULTATO: QUESTA PALLA DI PELO E’ ENTRATA E MI HA SVEGLIATA E ORA SONO MOLTO ARRABBIATA, MOLTO STANCA E DI CONSEGUENZA MOLTO CATTIVAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA"

Detto , anzi, sputato tutto quello che avevo da dire decisi di riaprire gli occhi per vedere Anna implorare le mie scuse, ma così non fu. Ciò che mi trovai davanti sarebbe stato un sogno, ma in quella circostanza era un incubo. Davanti a me trovai 2 paia di occhi nocciola identici fissarmi e 2 bocche spalancate nella stessa identica posizione. Davanti a me avevo i gemelli Kaulitz in persona. Tom si era immobilizzato mentre portava alle labbra una sigaretta e Bill era pietrificato con la bocca piena di qualche merendina. Avevano assistito ad una delle mie scene isteriche mattutine, ma soprattutto avevano di fronte una pazza in mutande, reggiseno e anfibi con un gatto penzoloni, afferrato per la collottola, in mano.

"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA"

Urlai di nuovo e senza dare alcuna spiegazione lanciai il gatto verso di loro e corsi più velocemente possibile in camera mia. Mi infilai sotto le lenzuola quasi a nascondermi, ma ormai non serviva più, la mia bella figura era stata fatta! Dalla cucina sentii espandersi una mega risata e parole in tedesco che però non riuscivo a capire. Poi sentii aprirsi la porta e dei passi avvicinarsi al mio letto.

"Maggie che è successo? Ho sentito delle grida, ma dal racconto di Bill soffocato dalle risate non ho capito nulla!". Mi chiese Anna.

Spuntando dalle lenzuola le raccontai l’accaduto e lei ebbe la stessa reazione dei gemelli, non riuscì a proferire parola dalle troppe risate.

"Smettila deficiente è colpa tua alla fine!"dissi ad Anna.

"Ma scusa, sapevi che oggi sarebbero arrivati e ti aggiri mezza nuda per casa?" Disse Anna asciugandosi le lacrime e tentando di tornare un minimo seria.

"Io non lo ricordavo e poi era troppo presto e non ragionavo, ecco!" Esclamai mettendo il broncio e incrociando le braccia.

"Dai scema, vestiti e vieni a fare colazione di la con noi!"

La mia amica uscì ed io iniziai a vestirmi e truccarmi, ovviamente in maniera pesante, dato che era nel mio stile e soprattutto stamani dovevo nascondere il mio volto dopo la figura fatta poco prima. Tante volte avevo fantasticato su un ipotetico incontro con Bill Kaulitz, su come avrei dovuto presentarmi e di certo non avrei mai pensato che mi avrebbe vista in mutande e anfibi!

Una volta pronta tentai di prendere tutto il coraggio che avevo e con un bel respiro mi avviai verso i nostri ospiti.

Il tintinnio dei miei braccialetti e dello sbattere della catena attaccata alla mia minigonna, con la cintura borchiata preannunciò il mio arrivo.

Con un bel sorriso intento a nascondere l’imbarazzo, mi posizionai finalmente di fronte ai Kaulitz, stavolta in maniera decente.

Tom sembrava volermi sbranare, probabilmente aveva ancora in mente la mia immagine in intimo. Sul suo volto era stampato un sorriso smorfioso, che poteva essere tradotto con: "Lascia da parte i convenevoli e andiamocene in camera tua che ti farò sognare". Sul fatto che avesse potuto farmi sognare pensai che non ci fossero dubbi. Mi bastò uno sguardo per capire che quel rasta ci sapeva fare. I suoi occhi erano vispi, forse troppo… la sua lingua accarezzava le sue labbra di continuo, come fosse un tic.

"Sei molto sicuro di te eh bello mio? Punto a tuo favore…"

Mi avvicinai a lui e dissi: " Dimentica l’immagine obbrobriosa di prima per favore, io sono Margherita, Maggie per gli amici… Io sono quella vera, quella in mutande e anfibi è frutto della tua immaginazione!"

Dopo aver pronunciato quelle parole gli porsi la mano. Lui la strinse con la sua e disse:

"Tom, è un piacere conoscere la vera Maggie, ma anche quella frutto dell’immaginazione non è male". Rispose con un occhiolino.

Che sfacciataggine, dopo neanche un secondo già mi parlava con malizia… Mi ricordava me, quella sfrontatezza mi piaceva. Gli sorrisi alzando il mento, dopodichè mi voltai verso di lui, l’uomo dei miei sogni proibiti, il folletto più sexy del mondo, la macchina agita ormoni: Bill Kaulitz.

Capelli corvini che piovevano sulle spalle, occhi color cioccolato languidi e sexy, sorriso ampio e perfetto.

"Con te sarà tutto molto difficile…"

Stavolta la spontaneità usata con Tom non affiorò facilmente, ero a disagio contrariamente a prima.

" Maggie!" mi limitai a dire tendendo la mia mano a lui.

"Bill! Piacere"

Come se non lo sapessi, come se non pronunciassi mai quel nome, anche solo per chiamare l’essere pulcioso.

Dopo avermi sorriso si voltò verso Anna e prendendola per mano la condusse in braccio a se e si girò di nuovo a guardarmi negli occhi.

A quel punto fui io ad abbassare lo sguardo e a sedermi di fianco a Tom. Con lui sarei riuscita più facilmente a instaurare un dialogo.

Facemmo colazione tutti insieme, ridevo divertita alle battute di Tom e gioivo della felicità di Anna coccolata dal suo ragazzo. Ma con lui qualcosa proprio non andava. L’imbarazzo non mi lasciava, aveva due occhi troppo profondi, troppo curiosi per me. Mi sembrava come se con un’ occhiata potesse leggermi nel pensiero e di certo non avrebbe dovuto scoprire le fantasie che avevo su di lui in quei momenti. Per questo cercavo continuamente di sfuggire il suo sguardo. Non mi piaceva il fatto di non poter essere me stessa e più di tutto non mi piaceva non riuscir a capire il motivo. Ok era sempre stato il mio idolo, ma era il fidanzato di Anna, ero sicura che avrei potuto frenare la cotta adolescenziale presa per un cantante tramite lo schermo. Non mi ero posta questo problema perché sapevo che grazie all’amore fraterno per Anna, le mie fantasticherie sarebbero sparite del tutto, che avrei avuto tutto sotto controllo.

"E’ davvero così? Hai la situazione sotto controllo Maggie?"

 

Ok questo capitolo è decisamente più corto! Grazie mille a

SusserCinderella: Tranquilla, anch'io odio il tradimento, ma in questa storia ci sarà spazio per tutto: tradimenti, rivincite, amicizia, amore e scappatelle!

_TomSimo_: Tom avrà un bel ruolo effettivamente, e comunque Anna non poteva fare altrimenti, abitano insieme. Poi l'hai detto anche tu: é Bill Kaulitz, come poteva resistergli? ciao a presto

(I Tokio Hotel non mi appartengono, non intendo dare rappresentazione veriteria dei loro caratteri e non scrivo a scopo di lucro)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** A CHE GIOCO STAI GIOCANDO? ***


 

(I Tokio Hotel non mi appartengono, non crivo a scopo di lucro ed è tutto frutto della mia fantasia) Ringraziamenti in fondo!

I giorni scorrevano in maniera normale… se così si può dire avendo i due Kaulitz che giravano per casa. Anna era come un’altra persona. Era persa negli occhi del suo ragazzo, dedicava a lui ogni suo respiro. Erano bellissimi insieme, una coppia incredibile! Lei così pazza di lui, lui così dolce con lei. Insomma, una di quelle storie che credi esistano solo perché create dalla penna di qualche scrittore di romanzi o perché girate in un film. Stavano molto per i fatti loro, del resto era comprensibile. Io passavo tanto tempo con Tom. Andavamo a prenderci qualche sbronza ogni tanto, cosa che Anna detestava e alla quale Bill poteva fare a meno, ci divertivamo a ballare in qualche discoteca e finivamo sempre la serata con qualcun’ altro. Tom con qualche sciacquetta mezza nuda e con un acume non molto sviluppato. Diceva che la sera non amava impegnarsi in conversazioni troppo pesanti e passare direttamente al sodo. Ed io, dal canto mio non ero da meno. Un po’ perché venivo lasciata sola da lui, un po’ per la noia e un po’ per leggere sbronze, mi ritrovavo in qualche auto o davanti casa a scambiarmi effusioni con sconosciuti. A differenza di Tom era difficile che concedessi troppo ad un ragazzo appena conosciuto. Ero una tipa tutta promesse e pochi fatti. Adoravo baciare e spingermi un po’ oltre, ma poi finiva sempre tutto li. Volevo solo divertirmi e godermi la vita… Per il resto decisi che avrei aspettato l’amore, e per adesso non c’era spazio per quello.

Anche quella sera successe la stessa cosa. Tom era fuggito con una bionda dalle gambe chilometriche ed io ero stata accompagnata non ricordo da chi a casa mia. Avevo esagerato un po’ con l’alcol, tanto che, arrivata al piano di casa non riuscivo ad infilare la chiave nella toppa. Stetti di fronte alla porta per diversi minuti, fino a quando, spazientita, non tirai un calcio contro di essa e stanca e ubriaca vi appoggiai la schiena e scivolai fino a toccare il pavimento. Neanche un istante dopo mi ero addormentata in quella scomoda posizione. Ad un tratto sentii il vuoto dietro di me. Qualcuno doveva aver aperto la porta, ma ero esausta e non ebbi il coraggio nè di reggermi, nè di aprire gli occhi. Fortunatamente quel qualcuno era riuscito a sorreggermi evitando la caduta della mia testa ciondolante verso il suolo.

"Annuccia, menomale ci sei sempre tu! Ti adoro lo sai?" Dissi queste parole singhiozzando e sghignazzando, ancora ad occhi chiusi tra le braccia della mia amica.

"Veramente credevo di essere un po’ più virile di Anna.. Ma sei ubriaca, ti concedo uno sbaglio del genere…" Ridendo, fu Bill a pronunciare quella frase.

"Bill? Ok l’alcol stasera mi fa un bell’effetto, sai Anna, mi sembra di essere tra le braccia di Bill Kaulitz! Ahahahahahah! Mi devo ubriacare più spesso."

"Mi spiace deluderti, ma l’alcol non c’entra.. sono proprio io."

Così dicendo mi prese in braccio e mi trasferì in camera mia, sul mio letto e lui si sedette accanto a me.

"Ok Maggie, sei sul letto di camera tua, con Bill Kaulitz al tuo fianco e per giunta sei anche sbronza, prendi il controllo o tutto ti sfuggirà di mano. Anna è più importante!"

Sentii una mano posarsi sulla mia fronte e spostare una ciocca di capelli, che ribelli nascondevano i miei occhi.

"Adesso puoi guardarmi negli occhi" Mi disse.

"No, io sto sognando, quindi non posso guardarti, non sei materiale" Deliravo pensando ancora di sognare.

"Allora toccami, sentirai che sono vero". Prese la mia mano e la poggiò sulla sua guancia, trascinandola poi fin sulle sue labbra.

" A che gioco stai giocando Bill?"

A quel punto la ritrassi subito. Forse era l’effetto della sbronza, ma tradussi il gesto di Bill in maniera non innocente. Quel tono di voce così basso e profondo, quel contatto così cercato. No Maggie,ti stai sbagliando, sei ubriaca, ricordalo! Lui è il fidanzato della tua amica perfetta. Non c’è malizia nel suo comportamento.

"Anna è più importante, Anna è più importante, Anna è più importante!"

"Dov’è Anna?" Gli chiesi per sciogliere la tensione.

"Sta dormendo, io me ne stavo andando, quando ho aperto la porta, però c’eri tu e.."

Si girò verso di me, ma io stavo già dormendo. La sbronza si era tradotta in sonno e mi ero lasciata andare. Anche se forse c’era anche la voglia di interrompere quella situazione. Non vedere un secondo di più quegli occhi, non sentire ancora le mie mani nelle sue e non pensare più. Volevo semplicemente fuggire o scomparire e addormentarmi mi sembrò la scelta più giusta. In più con la sbronza mi bastò socchiudere gli occhi per cadere in un sonno profondo. Così profondo che non mi accorsi mai di quelle labbra morbide, soffici e rosa posarsi sulle mie.

*****************

Un ammasso di indumenti ingombranti si stava trascinando verso il frigobar della lussuosa suite dell’ Hotel nel centro della città, in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Trovò una tavoletta di cioccolata e iniziò a scartarla. Tom aveva lo stomaco vuoto e quella tavoletta era la sua salvezza. Finalmente il suo stomaco avrebbe smesso di brontolare. Con gli occhi socchiusi e la bocca semi aperta si accinse ad addentare la tanto desiderata pietanza. Fece per infilarla in bocca, quando sentì portarsela via di mano.

Sgranò gli occhi e vide la sua tavoletta tra i denti del suo gemello malefico.

"Grazie di avermela scartata Tomi…" Con la faccia d’angelo ed un sorriso a 34 denti Bill si adagiò sul divano soddisfatto gustando a movimenti lenti la colazione poco salutare del fratello.

"Sei una merda!"

"Grazie Tomi è sempre un piacere ricevere complimenti da te"

"Quella era la mia colazione, visto che il bar dell’ Hotel a quest’ ora è chiuso!"

"Quale, questa?" Disse Bill aprendo la bocca lasciando intravedere a Tom ciò che stava masticando, con un gesto per niente fine.

"Fai schifo Kaulitz!"

"Non a tutti tesoro.." Si spostò una ciocca di capelli dal viso e succhiò un dito sporco di cioccolata.

"Che hai fatto ieri sera? Maggie è tornata da sola…" Domandò poi al gemello.

"Indovina? Mi sono portato a quota sette in due settimane"

"Quanto sei monotono… perché non inizi a fare come me e ti concentri sulla durata di una storia? Io con questa sono ad un mese…Con l’altra ero arrivato a tre settimane" Disse Bill mentre contava i giorni sulle dita.

"Perché così non faccio del male a nessuna, non si aspettano nulla da me e così facendo nemmeno le tradisco" il rasta si era appoggiato alla finestra a sorseggiare una lattina di coca.

"Piuttosto, con questa Anna che combini? E’ seria o no stavolta?"

"Oggi si, domani chi può dirlo…" Sospirò annoiato il moro.

"Tu mi critichi, ma sei molto peggio di me credimi!"

"Ti ho sempre detto che mi fa schifo il tuo atteggiamento Tomi, ma non ho mai preteso di essere migliore di te… Almeno riesco ad assaporare tutto della ragazza di turno, anche la sua mente, non solo il suo corpo! IO!"

"Poi quando ti hanno dato tutto, ti annoi e le getti via come si fossero consumate.."

"Fa parte del gioco!"

"Il problema è che TU giochi perché ti piace sentirti amato, LORO ci soffrono perché non lo capiscono… Io metto in chiaro le cose, così non illudo nessuno"

"Beh se ci stanno male non è un problema mio.. e poi anch’io metto tutto me stesso all’inizio, che ci posso fare se mi annoio subito? Comunque adesso mi sono rotto di questi discorsi, vado da Anna…Magari ha voglia di amarmi un po’ ahahahahahaha" Esplose in una risata il cantante.

"Vai stronzo, ci sentiamo più tardi e salutami Maggie"

"Maggie…Bel culetto e belle labbra…" Sorrise di gusto Bill allontanandosi.

"Non dirmi che.."

"No tranquillo, puoi fartela quanto ti pare, troppo difficile per me"

"Sicuro Bill?"

*****************

Osservavo Anna fare colazione, ma non mi sentivo tranquilla.

Avevo una strana sensazione, come se dovessi sentirmi in colpa nei suoi confronti. Non ricordavo niente della sera prima, ma una sensazione sgradevole mi infastidiva.

"Che hai ciccia?" Mi chiese

"Niente, forse la sbronza di ieri sera… ho dormito malissimo e ho mal di testa."

"Quando la inizierai a mettere la testa a posto eh?"

"E tu quando inizierai a non rompere?" Risposi ad Anna tirandole in faccia un pezzo di biscotto.

"Quando vedrò che stai rigando dritto.."

"Mio Dio Anna sei peggio di mia madre.. anzi, di gran lunga peggio! A lei non importava nulla di quello che facevo."

"Si si certo… allora, con Tom?"

"Cosa?"

"Come cosa? Occhio languido, sguardo sensuale, piercing attira bacio e mi chiedi cosa?"

"Siamo amici, siamo molto simili, ma niente di più… Per avere qualche avventura e via ho già chi mi accontenta, non me ne serve un altro!"

"Peccato, sarebbe stato bello combinare un affare in famiglia!"

"Anna state insieme da un mese, pensi già a combinare affari di famiglia?"

"Ma lui è così dolce, così attento , così adorabile…"

"Scommetto che state parlando di me!" Pronunciò il ragazzo in questione piombato in cucina.

"E tu come hai fatto ad entrare?" Le disse Anna gettandogli le mani al collo e baciandolo.

"Non so la porta era aperta, da ieri sera mi sa che non è più uscito nessuno, quindi devo averla lasciata io quando me ne sono andato… Abitudine…"

"Ieri sera, ieri sera, porta aperta, sbronza, sensazione di inquietudine, carezza sul viso, io in braccio a Bill, MANO SULLE SUE LABBRAAAAAAAAAAAAAAA"

"Cazzo!"

Mi ero ricordata tutto e mi ero lasciata scappare quella esclamazione.

"Buongiorno finezza!" Mi riprese il moro.

"Scusa, io… non so… è che… Oh al diavolo, scusate io devo andare" scivolai giù dalla sedia e mi avviai verso camera mia.

"Ma che le è preso?" Chiese Anna a Bill.

"Non chiederlo a me" rispose lui con uno sguardo da cucciolo bastonato. Poi si voltò verso il corridoio nel quale mi era addentrata e ripensò alla sera prima.

"E’ stato bello baciarti e la prossima volta ricambierai, qui comando io!"

Me ne stavo seduta sul letto ad accarezzare il Bill a quattro zampe e a rimettere insieme i pezzi della sera prima. Dovevo essermi immaginata tutto, non poteva averci provato con me. Era stato solamente gentile ed io, ubriaca, avevo tradotto male le sue intenzioni. Si Maggie, doveva essere stato per forza così. Lui così ingenuo, così innamorato, così dolce non poteva aver agito con malizia.

"E’ così Maggie? O sotto quel viso angelico si nasconde qualcos’altro?"

Fine terzo capitolo!

Grazie mille a

SusserCinderella:AHHAAHHHAHA si, si sono inquadrati i porchi! dai, diciamo che in realtà sanno godere della vita...Comunque credimi, Bill non è da meno. Una volta tanto il mio cucciolo non è poi così angelico!

Lally_the_Best:Mi fa piacere che la storia ti intrighi, se ne vedranno delle belle! ho molte idee in mente e ancora non sono sicura degli sviluppi. Si accettano suggerimenti!
Sissymissy: sono contenta che ti piaccia, ho aggiornato presto, visto?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Eifersucht ***


 

 

 

(I Tokio Hotel non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro ed è tutto frutto della mia fantasia) La canzone citata in viola è "In die Nacht" Tokio Hotel. Ringraziamenti in fondo.

 

Quella sera dovevo lavorare. Ero in camera a finire di cambiarmi, o meglio, di mascherarmi! Si perché il modo in cui mi conciavo per andare a ballare sul cubo non mi apparteneva, ma era quello che ci veniva richiesto. Cosa non si fa per soldi quando si è all’università e fuori casa!

Lo specchio rimandava la mia immagine: capelli bicolore lasciati sciolti e ribelli, occhi pesantemente dipinti di nero. Maglietta scollata fucsia con gilet nero sopra, shorts neri ridotti al minimo e sandali con la zeppa alta dello stesso colore della maglietta.

“Bill, che c’è che non va?” Chiesi al gatto, come se potesse sapere cosa mancava al mio abbigliamento. Lui mi voltò le spalle, ehm scusate, la coda! e si raggomitolò vicino al letto sul mio tappetino zebrato.

“Ma si certo! Brutta bestiaccia, perché non me lo hai detto?”

Andai a prendere gli accessori che solitamente non mancavano mai tra i miei indumenti: cintura, collarino e polsino di pelle borchiati e ovviamente: NERI!

“Allora palla di pelo, sono o no uno schianto?”

“Pensi che un gatto possa risponderti? Chiedi a me che facciamo prima…”

Bill Kaulitz se ne stava appoggiato allo stipite della porta con le braccia conserte, il sopraciglio destro alzato e con due occhi da paura.

“Ehy, da quanto sei li?”

“Abbastanza da vedere che parli con il gatto che per giunta si chiama come me…” Iniziò a ridere.

“Ehm.. Ok… Ormai la mia immagine è irrecuperabile, mi hai visto in intimo e anfibi, ubriaca fradicia e parlare con un gatto… Non cercherò di recuperare punti. Sono pazza, c’è poco da fare!”

Tutti e due ci mettemmo a ridere fortissimo. Lo osservavo mentre la sua bocca sorrideva e i suoi occhi si facevano umidi dalle lacrime. Se li asciugava stando attento a non sciupare il trucco con le dita lunghe e perfettamente smaltate. Era maledettamente stupendo e maledettamente vietato.

 

 “Anna, perché proprio  lui?”

 

Mentre ancora stavo ridendo il collarino che non avevo ancora indossato e che tenevo in mano, mi scivolò e  cadde per terra vicino al cantante. Mi precipitai a raccoglierlo, ma lui fu più veloce di me.

“Grazie” Gli tesi la mano per farmelo dare, ma:

“Voltati, faccio io” Mi disse.

“No dai non c’è bisogno”

“Senti, non sono un vampiro, rilassati, non tenterò di succhiare il tuo sangue mordendoti il collo”

Così dicendo mi voltò, prese i miei capelli e li posò dolcemente sulla mia spalla sinistra. Mi mise il collarino e con una carezza percorse il mio collo e avvicinò i suo volto ad esso, proprio come un vampiro. Sentii  il calore del suo respiro sulla mia pelle. Un brivido percorse il mio corpo. Mi allontanai di scatto.

“Amore che fai?!” dalla stanza accanto Anna cercava il suo uomo. L’uomo che adesso era di spalle a me e mi aveva sfiorato con una carezza.

“Arrivo!” Le urlò

“Scusa, adesso devo andare, ci vediamo dopo in discoteca, veniamo li anche noi”. Aggiunse rivolgendosi a me. Uscì dalla mia camera e andò in quella di Anna.

Mi guardai di nuovo allo specchio e sorrisi scuotendo la testa per tentare di spazzare via quei pensieri che attanagliavano il mio cervello.

 

“Eppure non mi sembra così innocente. Ha lo sguardo ingenuo di un bambino ma…”

 

“Eh no Maggie, non ricominciare. Lui è solo espansivo e gentile!” Dissi sottovoce.

 

Le luci cambiavano colore di continuo, una goccia di sudore percorreva il mio profilo, la mie gambe e le mie braccia si muovevano a ritmo di musica e i miei fianchi ondeggiavano come un serpente. Io e la musica: Una cosa sola.

Un ragazzo moro, alto stava sotto il cubo in cui mi dimenavo e lasciava andare degli apprezzamenti. Sul subito notai che era carino, ma poi iniziò a bere un bicchiere dopo l’altro e i suoi apprezzamenti iniziarono a farsi pesanti e diventare volgari. Cercai di non badarci, finché non fu più possibile.

Avevo finito il mio turno, adesso toccava all’altra ragazza prendere il mio posto ed io mi avviai verso il bagno. Sentii tirarmi per un braccio all’ indietro, non vidi chi fu ad avermi afferrato, cercai solo un appiglio al quale reggermi, che però non riuscii a trovare. Mi ritrovai con le spalle al muro e con un ragazzo di fronte a me che tentava di baciarmi.

“Sei bella sai, è tutta la sera che ti guardo”

Era il moro di prima.

“L’ho notato e ho notato anche quanti bicchieri ti sei scolato, lasciami!”

“Ma no dai, ti ho appena trovato, non posso lasciarti andare ora”.

Si avvicinava sempre di più ed io mi stavo divincolando, fino a quando qualcuno non mi semplificò il compito.

Il moro fu scaraventato dall’altra parte del muro e mentre stava tornando verso colui che ce lo aveva gettato, un buttafuori lo acciuffò e allontanò dalla mia vista.

“Stai bene?” Mi disse preoccupato il mio salvatore.

“Si Tom! Grazie mille, me la sono vista brutta.”

“Lo credo, ma anche tu! Te ne vai in giro nuda…se non ti avessi conosciuto, anch’io ti sarei saltato addosso!” Mi sorrise malizioso e mi mise un braccio sulle spalle.

“Idiota!” appoggiai la testa sulla sua spalla e insieme ci avviammo verso Anna e Bill che non seppero nulla dell’ accaduto.

Erano abbracciati e si muovevano lentamente a ritmo di musica. Ballavano un lento e sembravano una coppia di sposi al loro matrimonio. La luce che emanavano gli occhi della mia amica era indescrivibile, così come quella del sorriso del suo ragazzo.

Ero incantata dalla bellezza di quella scena, ma tutto si spezzò quando ricordai la carezza che poco prima il cantante mi aveva donato e della sera della sbronza. Basta Maggie pensa a qualcos’ altro!

“Balliamo?” Mi chiese Tom porgendomi la mano.

“Cosa? Tom Kaulitz che mi chiede di ballare un lento? NOOO ho sentito male, ripeti?!”.

Ma lui non ripeté, prese la mia mano, mi tirò a sé e mi guardò dritto negli occhi. Mi stringeva la vita con un braccio e posò la mano sul collo. Quegli occhi, quelle labbra, quel piercing… Il gioco di sguardi durò poco. In un istante sentii la sua bocca sulla mia e la sua lingua farsi spazio tra le mie labbra. Le permisi di entrare ed iniziò un gioco dolce e passionale. Una delle sue mani spettinava i miei capelli, l’altra mi accarezzava la schiena. Io non so, realizzavo ciò che stava accadendo solo a tratti. Ero incredula. Era successo tutto così in fretta. Fu quando la sua mano si infilò sotto la mia maglietta che mi ricordai di essere in un luogo pubblico.

“Ehi Ehi  Kaulitz, piano!”

“Che c’è?”

“Non lo so, non è il caso, insomma, voglio dire…”

Non mi lasciò finire che di nuovo mi ritrovai ad essere baciata da lui.

“Zitta, divertiamoci… Siamo qui per questo.” Mi sussurrò in un orecchio.

“Poi non venirmi a dire che ti sei innamorato di me! Uomo avvisato mezzo salvato. Io non voglio scocciature” Gli risposi sorridendo.

“Questi discorsi li faccio io di solito, non rubarmi il ruolo bambina!”.

Ci mettemmo a ridere spensierati. Spensierati. Si, questo era l’aggettivo per me e Tom. Era iniziato tutto senza pensare, solo un impulso, un raptus . Una fiamma che compare all’improvviso e altrettanto improvvisamente svanisce. Amici, questo eravamo, c’era un’ attrazione fisica, ma eravamo simili, decisamente troppo simili. E lo sapevamo entrambi.

Mi voltai di lato e scorsi Anna farmi l’occhiolino e saltellare sul posto. Poverina, era così contenta, probabilmente immaginava già un matrimonio a 4, da eterna romantica qual era. Chi glielo avrebbe detto che era tutto un gioco?

Poi sentii del gelo, del gelo provenire da accanto a lei. Era quello sguardo, lo sguardo di Bill che mi piombò addosso come una ventata di tramontana. Aveva in mano un bicchiere di plastica e notai che lo stava stritolando con un pugno. Guardò dritto negli occhi me, poi suo fratello. Giusto un istante, poi ,prendendo Anna per mano, si voltò di scatto e si allontanò.

 

“Che hai Bill? Che ho fatto? Cos’è quello sguardo? Gelosia?”

  ***********************************************************

 

Tom fumava una sigaretta e camminava in maniera molleggiante come sempre. Bill aveva lo sguardo proiettato verso il basso, le mani in tasca e mentre camminava calciava un foglio appallottolato.

“Su, parla! Che c’è?” Chiese il rasta.

Dall’altra parte solo silenzio.

“Quanto sei prevedibile…” Tom sorrise strafottente e allungò il passo come per lasciare li il fratello.

La palla di carta con la quale giocherellava nervosamente Bill finì sulla schiena del gemello che gli aveva voltato le spalle. Se avesse potuto gli avrebbe scagliato contro un mattone.

“Se sai già quello che penso, che cazzo me lo chiedi a fare?” Disse il moro.

“Sei un bambino, sapevo tutto fin dall’inizio. Si vede da come la guardi.”

“E allora che diavolo hai voluto dimostrare con quel bacio eh?”

Gli occhi di Bill si posarono su quelli del fratello. Erano faccia a faccia e vicinissimi.

“Ho dimostrato che sei un idiota, perché ora getterai via la ragazza con cui stai e ti dedicherai a Maggie perché è lei l’obiettivo di turno. Ma c’è un piccolo particolare: non è una stupida e Anna è la sua migliore amica.”

“Ma che vuoi? Ti metti a fare il moralista? Signor Le-scopo-tutte-io ? Sbaglio o l’hai baciata senza problemi, senza il minimo indugio?”

Il viso di Bill si avvicinò ancora di più a quello di Tom quasi a provocarlo.

“Io sapevo di poterlo fare, perché Io l’ho conosciuta e ho capito che non pretendeva nulla da me, ci piacciamo e ci divertiamo senza problemi, ma soprattutto, Io non sto con la sua migliore amica!”

Tom avanzava verso il fratello pungendolo con il dito sul torace.

“Lei vuole divertirsi e lo farà anche con me perché non mi resisterà!”

“Tu sei fuori! Ma non lo vedi che lei prova qualcosa per te? che ha chiamato il gatto con il tuo nome? Che abbassa lo sguardo ogni volta che la guardi? E perché lo fa? Perché sa che è pericoloso! Ecco perché… E tenta di sfuggirti”

“Ma io la voglio e ora non dovrà più scappare”

Bill fece per superare il fratello ma lui lo prese per la maglietta e lo scaraventò al muro.

“Tu non proverai nemmeno per un istante a prenderti gioco di lei, stai già facendo del male ad Anna, non ti permetterò di farlo anche a lei”

“Che c’è Tom? Questa ragazza ti sta a cuore? Povero cucciolo innamorato… Peccato che lei preferisca me!”

Sul volto del cantante si stampò un sorriso malefico seguito da una risatina sbruffona che fece andare Tom su tutte le furie.

“Ma come cazzo fai a prendere tutto così alla leggera? Sei un bimbo viziato Bill, cresci Cristo Santo! Tu non hai capito nulla, io voglio bene a Maggie, ma non c’è malizia stavolta, solo affetto perché mi rispecchia. Non è una gara tra noi due a chi la conquista prima! Qui si tratta di rispettare una persona.”

Bill lo guardò e con un gesto di stizza gettò via la mano del gemello.

“Allora inizia a rispettare tuo fratello, toglimi le mani di dosso e fatti i cazzi tuoi. Io faccio quello che voglio e con chi voglio. Ci vediamo in Hotel.”

 Il moro si avviò verso l’albergo a passo veloce lasciando un Tom incredulo a concedersi l’ennesima sigaretta.

 

“Il successo ti ha dato alla testa fratellino e mi dispiace perché prima o poi tutto ti si ritorcerà contro e ne rimarrai scottato”

 

***********************************************************

 

“NO dai non è possibile! Stavo già gioendo per te e tu che mi dici: Ma no, è stato solo per divertirci un po’!”

“Te lo dico per l’ennesima volta Anna, non c’è niente tra noi, mi piace e gli voglio bene, ma poi finisce li. Ora per favore vuoi andare a dormire e lasciarmi in pace?”

 Disse Maggie da sotto le coperte ad Anna ancora sveglissima e in ginocchio sul letto dell’amica.

“Ma quanto sei noiosa! Va bene ti lascio stare, ma domani voglio più dettagli.”

“hmm” Bofonchiò Maggie in dormi-veglia. Anna abbandonò la stanza e il silenzio regnò sovrano, anche se solo per qualche istante.

“Maggie?!” Chiamò la bruna facendo capolino dal lato della porta.

“mmmm Che vuoi ancora?”

“Ti sei dimenticata di dirmi come bacia!”

“Ma allora vuoi la guerra, io voglio DORMIREEEEEEEEEEEEEEEE” Una cuscinata di Maggie raggiunse Anna in pieno volto e lei, in men che non si dica si era già catapultata sull’amica per farle il solletico. Risero e lottarono per un bel po’ di tempo. Poi esauste si addormentarono l’una abbracciata all’altra, come vere amiche, vere sorelle.

 

“...Ich wird da nicht allein sein, lass uns gemeinsam in die Nacht…”

 

 

Tom c’era andato giù pesante col fratello e adesso gli dispiaceva terribilmente. Quando entrò nella loro suite si avvicinò al letto di Bill, lo osservò dormire. Respirava pesantemente, si era tolto il trucco e indossava il pigiama che lui gli aveva regalato un giorno per farlo felice.

 

“Quanto sei ingenuo fratello mio”

 

Flash back

 

“Tomiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!”

Bill saltellava, batteva le mani e aveva gli occhi imploranti.

“Che vuoi piattola?”

“Guarda! Uno degli ultimi capolavori!” Porse al fratello un indumento non ben identificato.

“Bill, che schifo, è un pigiama!”

“No, non è un pigiama, è IL PIGIAMA” Sulla maglia era raffigurato un folletto che dormiva e sotto ad esso la scritta: I’M ADORABLE.

“Senti, io non ho soldi dietro, non è che me lo compreresti e a casa te li ridò?” Le ciglia iniziarono a sbattere velocemente su quegli occhioni dolci. Tom a quella faccina non sapeva resistere.

“Scordatelo, io quel coso non lo pago nemmeno morto! Ma non ti vergogni? Nemmeno un bambino lo indosserebbe!”

“Ma osservalo, quel folletto è identico a me, adorabile! Come dice la scritta… dai su, che ti costa?”

“Ti ho detto di no e smettila di fare il bimbo scemo!”

“Sei sempre il solito, vaffanculo Tom!” Il moro posò il pigiama e uscì in fretta e furia dal negozio.

La sera a cena l’atmosfera era quella di sempre. Bill che parlava del più e del meno e non riusciva a stare zitto e Tom che fingeva di ascoltare.

“Tom mi ascolti?”

“No Bill! Ci ho provato, ma al terzo monologo mi si è disconnesso il cervello!”

“Vaffanculo!”

“Ehi la vuoi smettere? È la seconda volta che oggi mi ci mandi!”

“Perché te lo meriti, non mi consideri quanto dovresti” Bill incrociò le braccia e sul suo volto apparve un’ adorabile espressione imbronciata.

“Ah no? Nemmeno adesso?” Il biondo tirò fuori da sotto il tavolo un pacco regalo e con un gesto un po’ brusco lo mise di fronte al fratello.

“E’ per me Tomi?” IL viso di Bill si illuminò.

“No per me! Si che è tuo coglione!” Disse Tom fingendosi disinteressato.

Il cantante iniziò a scartare e tirò fuori dall’involucro del pacco ciò che immaginava: Il pigiama con il folletto.

“Non ci credo, non ci credo, non ci credo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” saltellava felice e riempiva la stanza di gioia. Corse subito ad indossarlo e neanche 5 minuti dopo si buttò addosso al gemello riempiendolo di bacetti.

“Ti ho mai detto che sei il gemello migliore del mondo?”

“Centinaia di volte, mollami!” Disse Tom fingendosi scocciato. In realtà adorava quei momenti, a tradirlo era infatti il sorriso che aveva in faccia.

 

Fine flash back.

 

Tom smise di pensare al passato e dopo essersi spogliato si coricò a letto. Si voltò su un fianco ed iniziò a pensare a quanto Bill fosse cambiato con l’ammontare del successo. Una lacrima gli rigò il viso. Era tempo che non succedeva. Si era dimenticato che cosa si provasse quando una lacrima correva sulla propria pelle e si era dimenticato che sapore avesse. Ma quella sera erano successe troppe cose. Il bacio con Maggie, la litigata con Bill e il tuffo nel passato. Era agitato e non riusciva a prendere sonno.

 Sentì dei passi e qualcuno avvicinarsi al suo letto. Rimase fermo. Quel qualcuno tolse il lenzuolo dal corpo del rasta, si sdraiò accanto a lui, lo abbracciò e coprì di nuovo entrambi. Bill immerse il suo viso nel collo del fratello.

“Se tu stai male sto male anch’io, abbiamo la stesso sangue”

“Lo so Bill”

“Perdonami Tomi, io non so che mi succede, so di sbagliare molte volte, ma sono scelte mie. Non pretendo che tu ne vada fiero, voglio solo che tu mi accetti per quello che sono. Senza di te non sono nessuno.”

“Voglio solo che tu non ti faccia del male con le tue stesse mani”

“Non lo farò Tomi”

“Lo spero, va a dormire adesso!”

“Tomi?”

“Hm?”

“Posso restare qui?”

“Si..”

“Tomi?”

“HHHM?”

“Mi vuoi bene?”

“Si piattola!”

“Tomi?!”

“HHHHHHHHHM?”

“Grazie di prenderti cura di me!”

“Ssh” Zitto e cuccia”

Un’ altra lacrima scese dagli occhi del biondo, ma stavolta aveva un sapore del tutto diverso.

 

“Questo è il Bill che conosco, questo è il mio gemello, questo è il sangue del mio sangue!”

 

Grazie ancora SusserCinderella: Visto, non volendo hai capito che sarebbe successo...Il giretto con Tom c'è stato!

Grazie anche a Lally_the_best che non può recensire ma segue la storia e a Chris94 e Shari92 che hanno aggiunto la storia nei preferiti.

 

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Capitolo 5
*** "Inizio e fine di un sogno" ***


 

(I tokio Hotel non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro ed è tutto frutto della mia fantasia) Ecco un nuovo capitolo! Canzoni citate: An deiner Seite, Tokio Hotel e Senza parole, Vasco Rossi. Ringraziamenti in fondo!

 

Anna aveva deciso che quella sera avremmo fatto a modo suo. Niente pub, niente alcol, niente mondanità e soprattutto niente discoteca. Voleva una serata semplice e normale. Quindi saremmo rimasti a casa, avremmo ordinato le pizze e guardato un film. Se il film lo avesse scelto lei, di sicuro ci sarebbe stato da addormentarsi presto.

Mentre stavo apparecchiando, Anna si stava ritoccando il trucco. Da quando stava con Bill si curava molto di più. Come se ne avesse avuto bisogno.

 Io, invece, ero rimasta in tuta. Ovviamente nera e un po’ attillata e con le converse consumate ai piedi. Non mi andava proprio di mettermi in ghingheri. Tanto che, stranamente, non misi nemmeno un filo di trucco. Qualcuno bussò alla porta e, sapendo già di chi si trattasse, andai ad aprire.

1 metro e 80 di maleducazione si intrufolò in casa sbattendo contro la mia spalla e facendomi indietreggiare.

“Che finezza Tom!”

“Da che pulpito Maggie…” Rispose il finto rapper che già si era stravaccato sul divano.

Poi mi voltai e sul ciglio c’era lui.

“Buonasera”

“Ciao…” Risposi al moro in tono minore. Mi osservava fermo sulla porta e ancora non era entrato. Ogni volta che mi guardava era come sottintendesse qualcosa che non riuscivo a capire.

 

“O forse fingi di non voler capire…perché è più comodo…”

 

Ci guardavamo come se esistesse tra noi una conversazione silenziosa e misteriosa che solo noi potevamo comprendere.

Ma fu interrotta dall’avvento di Anna sul cantante.

“Ciao amore, siete in anticipo, strano!”

“Mi sottovaluti tesoro” Il moro posò un bacio sulle labbra della mia amica e insieme mi superarono e si sedettero accanto a Tom.

Me ne andai in camera. Non riuscivo a sostenere quella situazione. All’apparenza così normale, ma in realtà così tesa e in sospeso. Mi sembrava di vivere un ante guerra. Era come se una bomba ad orologeria dovesse scoppiare da un momento all’altro. Mi scoppiava la testa. Nei miei pensieri avevo i suoi occhi, il suo sguardo gelido dopo il bacio di Tom, la sua carezza, il suo respiro sul mio collo. Dovevo fermare quelle immagini crudeli, dovevo smetterla, ma proprio non ci riuscivo.

 

“E ho guardato dentro a un’emozione e c’ho visto dentro tanto amore, che ho capito perché non si comanda al cuore”

 

“Ti sembra il modo di presentarsi quello? Tuta, converse consumate e niente trucco?” Disse un Tom schifato entrato in camera mia.

“Tom non è aria, ho un mal di testa terribile e sono di cattivo umore!” dissi massaggiandomi le tempie.

“Oh ma se è per quello io un metodo per fartelo passare ce l’avrei” Il biondo sorrise.

“Si certo, sono proprio dell’umore giusto…”

“Bisogna essere sempre dell’umore per affrontare del sano sesso” Esclamò Tom con aria saccente e con un dito alzato.

“Disse il filosofo Kaulitz.... dai torniamo dagli altri che se no pensano male” Il pensiero di tornare di la non mi entusiasmava e un filo di tristezza si rispecchiò nei miei occhi, tanto da farlo capire anche al chitarrista.

“I pensieri che possono farsi loro non saranno mai tanto gravi quanto quelli che hai tu adesso”

 Fece per andarsene ma io lo trattenni per un braccio. Aveva capito tutto e anche se mi spaventata ero sollevata dal fatto di poter condividere con qualcuno queste mie preoccupazioni. Si voltò, avrei voluto gridarli tutta la mia rabbia per non riuscire a cacciare via l’immagine di suo fratello dalla mia mente. Ma non accadde. Rimasi immobile e scoppiai a piangere. Lui mi prese tra le sue braccia e mi accarezzò i capelli. Io immersi il mio viso nella sua maglietta. Assaporai il suo odore, così dolce e mi abbandonai alla sua stretta, così rassicurante.

“Tom perché? perché? Non smetto di pensarci”

“Lo so, non c’è una spiegazione..”

“Deve esserci, devo trovarla e annientarla!”

“Devi solo essere forte e non cedere”

“Io non so se ne ho la forza, lui è così maledettamente dolce, c’è qualcosa nel suo sguardo da bambino che mi fa perdere il controllo, sono così idiota! Lei è la mia migliore amica cazzo!”

“Non farti ingannare dall’apparenza di mio fratello, lui è molto di più di quel che sembra. E’ mio fratello e lo amo, io conosco la sua parte migliore, ma so anche quanto può essere spietato. Lui, in una relazione, ama solo se stesso”

Alzai lo sguardo verso il rasta, era sincero, tremendamente sincero. Che Bill davvero non amasse Anna? No, non avrebbe potuto fingere così palesemente.

“Ehi! Voi due? Smettete di fare cosacce e venite di qua!”

La voce spensierata di Anna mi distolse da quei pensieri. Lasciai andare Tom e mi avviai verso la porta. Poi mi voltai verso di lui e dissi:

“Grazie”

“A buon rendere Maggie…” Leccò il suo piercing quasi a lasciar intendere i sui pensieri poco casti e mi sorrise. Sapeva che poteva giocare con me e gli piaceva un sacco. Finalmente anch’io sorrisi e asciugandomi le lacrime mi avviai in cucina.

Trovai Bill sul divano a scolarsi una birra e ad accarezzare il gatto, che tranquillo dormiva accoccolato sulle sue lunghe e magre gambe.

“Oh finalmente, ma che facevate eh?” Anna conficcò il gomito nel fianco di Tom e lui rispose con un sorrisetto:

“Questo non si può dire”

“Ti ho mai detto quanto sei prevedibile Kaulitz?” Dissi

“Almeno centinaia di volte”.

 “Allora ragazzi, io vado a prendere le pizze” Esordì Anna.

“Ma non possiamo farcele portare?”

“No Maggie, voglio andarle a prendere da Bruno, lui le fa divine e non ha il servizio di consegna a domicilio.”

“Allora ti accompagno, che esile come sei ti cadranno tutte per le scale”

“Ha parlato il gigante Golia, comunque non voglio che tu mi accompagni, tanto poi finisce che paghi tu e non è il caso, è stata un’idea mia.”

“Vai tu con lei Tom, io sono stanco e mi sono appena rifatto la manicure con lo smalto di Anna” Disse Bill con un sorriso raggiante.

Il suo piano era ovvio, Tom lo aveva capito. Voleva rimanere solo con me e il biondo non sapeva come fare ad impedirlo perché se Bill Kaulitz aveva in mente qualcosa, di certo lo avrebbe ottenuto in tutti i modi.

“E dai Bill, muovi il culo e accompagna la tua ragazza, un po’ di moto non ti farà male!”

“No, non c’è bisogno, vado io, ti prometto che non pago!”

“Eh no cara mia, ti conosco, so come fai!”

La situazione si faceva difficile, sapevo che non l’avrei scampata stavolta. Guardavo Tom supplichevole, ma anche lui non sapeva come aiutarmi.

“Dai su, andiamo e poche storie” Anna prese il biondo per la maglia, lo trascinò con forza fuori dalla porta e la sbatté dietro di se.

 

“Non avresti mai dovuto farlo Anna, ma non potevi saperlo”

 

Ecco, ero sola con lui, in realtà c’era anche il Bill in versione pelosa, ma non avrebbe potuto aiutarmi. Se mesi prima qualcuno mi avesse detto che un giorno sarei rimasta da sola in casa con Bill Kaulitz avrei sicuramente pensato di aver a che fare con un pazzo che aveva, al posto del cervello, solo cenere. La passione per quel gruppo, per quel cantante mi accompagnava dall’età di 16 anni. All’ inizio ne ero ossessionata, come normale per un’ adolescente di quell’ età. Avevo poster, cd, foto e tutto l’occorrente per fare della mia camera un vero e proprio tempio per il culto di San Kaulitz. Era un amore platonico per qualcuno di inarrivabile, di impossibile, di lontano, troppo lontano. Ma per questo più forte di un amore vero, più potente di qualsiasi uragano. Adesso era li sul mio divano, con quegli occhi truccati che regnavano nei miei sogni da bambina. Era come se all’ improvviso provassi di nuovo quelle sensazioni infantili e adolescenziali. Sentii il cuore accelerare i battiti, le tempie pulsare, dovevo prendere aria. Corsi in terrazza velocemente, come se dovessi riemergere da sott’acqua.

Bill mi osservò uscire dalla sala. Pensò che quello sarebbe stato il momento giusto. Mi avrebbe avuto tutta per sé. Anna gli era piaciuta, ma da quando si era ritrovato quella pazza di fronte la prima volta, non aveva fatto altro che pensare a lei, a quella pettinatura buffa, a quegli occhi grandi, a quel corpo che voleva. Tom si sbagliava se pensava che stavolta sarebbe stata come tutte le altre. Ora aveva intenzione di dimostrarlo.

 

Mi appoggiai al para petto e respirai profondamente. Lui mi prese le spalle da dietro e mi tirò a sé.

“Lasciami Bill, sto bene”

“Non mi sembra, stai sudando e sei paonazza, hai la febbre?”

“No, ti ho detto che sto bene grazie” Scrollai le spalle tentando di liberarmi dalla sua presa. Ma lui era più forte di me.

“Non ti servirà respingermi”

“Che diavolo vuoi Bill, eh?” Ero arrabbiata, ma non con lui, con me stessa perché io quelle mani sulle mie spalle le volevo. Mi divincolavo, ma desideravo che lui continuasse a tenermi. Cercavo di scappare, ma volevo rimanere li. Lottando, riuscii ad allontanarmi da lui, ma quando sentii la sua mano afferrare di nuovo la mia provai sollievo e mi odiai per questo. Odiai profondamente me stessa.

“Smettila, smettila, non puoi, io non posso!”

“Taci!” Immobilizzò il mio volto con le sue mani e chiuse le mie labbra con le sue. Sbarrai gli occhi e iniziai a battere i pugni sul suo petto, ma lui non sentiva niente. Cominciai a piangere. I suoi baci erano più violenti. Si impossessavano del mio corpo,della bocca, delle guance, degli occhi, della fronte. Poi si fermò, mi guardò dritto negli occhi. Perché non lo feci, perché non scappai quando ne ebbi l’occasione? Ancora non ci eravamo baciati veramente, potevo far finire tutto li e cancellare poi tutto, come se niente fosse. No, non feci niente. Ero la sua schiava. Ero la marionetta nelle mani del suo burattinaio. Ormai avevo dato a lui in mano il gioco.  Mi sorrise e asciugò una lacrima che usciva dai miei occhi. Poi iniziò tutto da capo. Stavolta la sua lingua entrò nella mia bocca e cominciò a danzare con la mia. Sentii le sue gambe incamminarsi e costringermi ad indietreggiare, camminavamo su di un percorso che lui aveva stabilito. Mi ritrovai di colpo seduta sul divano. Le lacrime continuavano a scendere imperterrite e la voglia di lui non diminuiva.

I suoi capelli, le sue mani, il suo corpo sul mio, era un sogno! Il sogno della mia infanzia, della mia adolescenza ed ora del mio presente. Sentii la sua mano gelida entrare nei miei pantaloni e l’altra accarezzare il mio fianco  sotto la maglietta.

 

“Devi reagire Maggie, sei stata debole fino ad ora, dov’è la tua forza?”

 

Sentii dentro di me queste parole e con un gesto istintivo spinsi Bill lontano da me, con una forza che non pensavo di avere. Dov’era andata a finire fino ad ora? Il moro cadde dal divano incredulo. Il suo sguardo non prometteva niente di buono, ma a me non importava. Mi ricomposi in un attimo e corsi in camera mia chiudendo a chiave la porta dietro di me. Mi appoggiai ad essa e mi accasciai a terra con le mani a tappare le orecchie.

“Apri maledizione, apri!” Il cantante sbatteva i pugni più forte che poteva.

“Ho bisogno di te, non lo capisci?”

“Vattene, vattene!”

“Non rovinare tutto Maggie, ci siamo trovati adesso!”

“No no, non ci siamo mai trovati, è stata una cazzata, io non avrei mai dovuto! Mi fai schifo, hai preso per il culo la mia amica e io faccio ancora più schifo di te per non essermi controllata!”

“Ti faccio schifo? Prima non sembrava, sei una put***a, non sei nient’altro che questo! Non ti bastava mio fratello, volevi collezionare un altro Kaulitz?”

“Ti ho detto di andartene, sparisci! Tu sei morto per me, non esisti!”

Piangevo sempre più forte, urlavo e lui urlava con me. Non pensavo ciò che dicevo, ma era l’unico modo per allontanarlo. Mi avrebbe fatto solo del male, come lo aveva fatto ad Anna e per colpa mia.

“Stupida, stupida stupida! Non hai capito un cazzo di me, se mi avvicino a qualcuno è perché lo voglio davvero, cosa credi? a me piaceva Anna, poi ho visto te e sarebbe sicuramente nato qualcosa!”

“E poi? Una volta nato, buttato via, giusto? A te non piaceva Anna e non piacevo io, ti piace solo sentirti amato e a me le persone come te danno la nausea! Stasera ho commesso l’errore più grande della mia vita!”

“E’ questo che pensi?” La sua voce ora era più calma, non sbatteva più i pugni. Tolsi le mani dalle orecchie, mi alzai e mi appoggiai con una di esse alla porta, per sentire i suoi movimenti, ma sentivo solo silenzio.

Bill si era fermato “Ho commesso l’errore più grande della mia vita”. A quelle parole era rimasto pietrificato. Era davvero capace di fare così tanto male agli altri? Che persona era diventato?

Ora se ne stava li con una mano appoggiata alla porta, sotto di essa avrebbe voluto la pelle di Maggie,per accarezzarla e rassicurarla e dirle che lui per lei ci sarebbe stato, che non l’avrebbe gettata via come un oggetto. Invece ancora una volta sentì la sua voce:

“Si, è questo che penso”.

Lo dissi con un filo di voce, quasi impercettibile, ma sapevo che l’avrebbe capito, perché sentivo che era vicino, percepivo il suo respiro di la dalla porta.

“Bene, addio Maggie!” Sentii dei passi e una porta sbattere violentemente. Uscii dalla mia camera e ancora potevo sentire il suo profumo. Ma di lui non c’era più traccia. Ora ero sola, avevo tradito la mia migliore amica e cacciato il ragazzo del quale mi ero innamorata.

 

“Era l’unica cosa giusta da fare Maggie, dovevi allontanarlo”

 

Quelle parole non mi furono di alcun conforto.

Mi sedetti sul divano, dove poco prima ero sdraiata con lui, a dare inizio alla fine della favola della mia amica. Chiusi gli occhi e cercai di fingere che niente fosse accaduto. Ma non era così, ero stata debole e per quella mia debolezza Anna ne avrebbe sofferto. Sei un essere ignobile Margherita, sei una put****a, come ha detto lui, meriti di soffrire tu al posto suo, questo meriti.

 

„Keiner weiss, wies Dir geht.
Keiner da, der Dich versteht.
Der Tag war dunkel, und allein.
Du schreibst Hilfe, mit Deinem Blut.
Obwohl es immer wieder wehtut.
Du machts die Augen auf, und alles bleibt gleich.“

Grazie ancora alla mia SusserCinderella: I gemelli non si sono scambiati i ruoli, Tom è solo un pò più maturo ma rimane sempre e comunque il sexgott, mentre Bill è ancora più bastardo di lui! Mi piace in versione bello e dannato!

Grazie anche a Lally_the_best che recensisce via msn! sono contenta che ti piaccia anche questa FF.

Ringraziamenti anche per chi ha messo la storia nei preferiti! siete in tante... se avete voglia commentate ogni tanto, mi farebbe piacere. Sono apprezzati anche i suggerimenti! Come vi immaginate il continuo?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Reactions ***


 

 

(I tokio Hotel non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro, è tutto frutto della mia fantasia!)

Ecco un nuovo capitolo, grazie a Shari92 e SISSINA sono felice che questa storia vi piaccia!Grazie per i complimenti...

Tom aveva in mano le pizze, ma questo durò poco perchè venne urtato da qualcuno che stavo scendendo le scale del condominio a tutta velocità e finirono per terra.

"Ma che caz…." Non ci mise molto a realizzare che quel qualcuno era suo fratello. Doveva essere successo, Bill non aveva resistito e come sempre aveva pensato solo a sé.

"Bill, Biiiiiiiiiiil, ma dove corri?" Anna lo stava chiamando, non capendo ciò che stava succedendo. Bill si fermò solo un istante, si voltò verso di lei e con gli occhi rossi dal pianto le disse.

"Non ti merito Anna, lasciami andare è molto meglio per te, sono l’errore più grosso anche della tua vita, credimi! E’ un addio, non cercarmi."

Poi riprese la sua folle corsa verso nessuna meta.

"Bill che diavolo stai dicendo? Biiiiil, torna subito in dietro! Io ho bisogno di te, non puoi farmi questo, che è successo?" Prese anche lei a correre per le scale per tentare di raggiungere il suo ragazzo, il suo sogno. Lei doveva raggiungerlo perché lui le aveva reso la vita più bella e non poteva finire così.

Correva, correva… Fino a che non venne trattenuta.

"E’ inutile Anna, non lo fermerai"

"Tom che diavolo vuoi? Lasciami, lo devo raggiungere, non può fuggire così! Che è successo?! Tu lo sai? Devi dirmelo! DIMMELO!!!!!!!!!!!" Parlava a raffica e i suoi occhi si erano riempiti di lacrime.

"Forse qualcun altro dovrebbe farlo al posto mio, va da Maggie…"

"Maggie? Perché? Che c’entra? Perché sapete tutti qualcosa tranne me eh? Perché?" Sbattè un pugno sul petto di Tom con rabbia, perché anche se non sapeva, aveva capito e voleva sfogarsi. Lui la bloccò e la abbracciò. Insieme si accasciarono su uno scalino e lei scoppiò in un pianto violento. Con le unghie si aggrappava alla maglietta extra large del gemello di colui che aveva amato e che ora la faceva stare così male.

Tom provava compassione per quella creatura che aveva tra le braccia. Lei non aveva colpa di niente. Il suo unico sbaglio era stato quello di essersi innamorata della persona sbagliata. Appoggiò il mento sui capelli di lei e assaporò il suo profumo. Cocco, si sapeva di cocco. Le alzò il volto e per la prima volta si rese conto di quanto fossero belli quegli occhi azzurri. Glieli asciugò.

"E’ un peccato bagnarli di lacrime Anna, sorridi che sei ancora più bella."

Lei gli sorrise e tirò su col naso. Si alzarono e lui la accompagnò davanti alla sua porta.

"Non voglio entrare, non voglio vederla…" disse Anna.

"Prima o poi dovrai farlo, lasciala spiegare…Sei forte Anna, supererai tutta questa storia." Dopo quelle parole il rasta accarezzò la ragazza e se ne andò. Era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare, andare da lui, ma doveva. Anche se non lo meritava, Bill aveva bisogno di lui.

La bruna era ancora sul ciglio della porta con i pugni stretti e mordendosi il labbro inferiore. Le sembrava di dover andare ad inghiottire il mondo intero. Cosa avrebbe trovato dietro quella porta? Dolore, ecco cosa avrebbe trovato, sofferenza!

E la cosa più brutta è che a infliggerla sarebbe stata Maggie, la sua Maggie, la sua migliore amica. Consapevole di tutto ciò, forte ma debole, piccola ma grande, raccolse tutto il coraggio che le rimaneva e fece il suo ingresso nella sua casa, nella LORO casa.

Eccola, la vidi di fronte a me. Testa bassa, pugni chiusi che si stringevano sempre di più, lacrime ad incorniciarle il viso. Era immobile e non proferiva parola. Stava soffrendo, stava male ed io volevo consolarla come avevo sempre fatto. Vederla così non lo sopportavo. Non so nemmeno io cosa mi successe, fu un impulso, ma corsi, corsi da lei e la abbracciai.

"Toglimi le mani di dosso" disse piano, quasi in maniera impercettibile

"NON MI TOCCARE!" Stavolta invece lo urlò con tutto il fiato che aveva. Sussultai per lo spavento. Conoscevo Anna come nessun altro, ma quella rabbia dipinta su quel bel volto non l’avevo mai vista. Indietreggiai senza dire niente, non sapevo cosa poterle dire.

Iniziò a spintonarmi, facendomi allontanare sempre più da lei.

"Che e’ successo Maggie? Che diavolo è successo? Perché se n’è andato da me eh? Tu lo sai vero?"

"Anna io…"

"Smettila di frignare e parla, dì quello che è successo, io immagino già tutto, ma tu devi parlare, perché mentre lo fai devi vergognarti!"

"Io mi vergogno già tantissimo, ma ti giuro, ci ho provato! Non avrei voluto farti del male, non so cosa mi sia preso… sono stata debole! Ho cercato di respingere quei baci, credimi ma…"

"Baci, baci, baci! E dimmi, è stato bello? Ti sei divertita alle mie spalle? E’ bello eh sentire il contatto con il suo piercing? Fissare i suoi occhi mentre ti guardano? Bello vero? Peccato che quelle sensazioni dovessi provarle io e non tu!"

"Hai ragione Anna, mi sono comportata da cretina, colpiscimi, fammi del male se vuoi, dimmi tutto quello che devi per sfogarti, ma ti supplico, non odiarmi!"

"Troppo tardi, hai rovinato il sogno più bello che avessi mai fatto e non te lo perdonerò mai"

"No Anna, dimmi che non è vero, dimmi che mi perdonerai! Ora è difficile, ma dimmi che con il tempo tutto si sistemerà! Sei la mia vita e lo sai!" Le presi la mano per evitare che se ne andasse a chiudersi in se stessa come faceva ogni volta che stava male per qualcosa.

"Non dire mai più una cosa del genere… e come ti ho già detto non mi toccare!" Mi lanciò un’occhiata piena di odio, tirò via la sua mano dalla mia e si allontanò chiudendosi in camera sua.

Iniziai a piangere a dirotto, mi accasciai a terra coprendomi il volto con le mani.

"Ti sta bene Maggie, cosa ti aspettavi?"

******************************************************

Correva, correva senza meta. Di nuovo quelle parole rimbombavano nella sua testa

"ho commesso l’errore più grande della mia vita"

e pensare che per lui, per Bill, quel bacio era stato uno dei più dei desiderati, invece.

"Non ci siamo mai trovati, è stata una cazzata"

No, per lui era stata una delle cose più giuste che avesse mai fatto e per lui vi eravate trovati davvero. Questa volta non era un capriccio. Ma gli stava bene, si era preso gioco degli altri da sempre. Adesso toccava a lui soffrire. E soffriva, Bill. Soffriva terribilmente perché per la prima volta aveva provato sentimenti mai provati prima. Quando vide Maggie per la prima volta avrebbe voluto dirle quanto le era piaciuta da subito. Quando la trovò addormentata dietro la porta e l’ aveva presa tra le sue braccia e sfiorato la sua pelle, avrebbe voluto dirle che lui l’avrebbe tenuta con sé per sempre, quando suo fratello l’aveva baciata avrebbe voluto ucciderlo con le sue stesse mani. Gelosia, questo aveva provato per la prima volta. Ma ora era finita. Aveva rovinato tutto come sempre. Perché avrebbe dovuto mettere le cose in chiaro con Anna da subito, come gli aveva suggerito Tom. Invece no, voleva pavoneggiarsi tra le braccia di quella ragazza bruna che lo metteva al centro del suo mondo. Con lei era tutto più facile. Gli aveva donato il suo cuore ingenuo e questo lo faceva sentire invincibile. Ma era bastata la reazione di Maggie a fargli capire che di invincibile non aveva niente. Non tutte erano disposte a stare ai suoi giochi.

"Fa male scoprirlo eh bill?"

Aveva raggiunto la sua camera d’ Hotel. Aveva rovesciato un vaso di fiori e preso a calci una sedia. Ora se ne stava immobile,sdraiato sul letto a fissare il soffitto e pensare a che razza di persona era diventato. Amava solo se stesso e gli altri non erano niente. Fino ad allora, perché adesso qualcuno di cui gli importava esisteva e stava soffrendo per colpa sua.

La porta si aprì e il suo gemello fece ingresso nella camera. Lui non lo guardò. Sapeva che gli sarebbe toccata una predica.

"Avanti, dillo: Bravo Bill, complimenti… te lo avevo detto!"

Il biondo si accese come di consueto una sigaretta, la portò alle labbra e si appoggiò al davanzale della finestra, dando le spalle al fratello.

"Che c’è non parli?" insistette il cantante alzatosi a sedere sul letto.

Di risposta non ricevette niente.

"Su, dimmi quanto sono stato stupido,insensibile, non curante e spregevole! Avrei dovuto dire tutto ad Anna, lasciare del tempo a Maggie e agire con cautela, non d’impulso per assecondare le mie voglie, su dimmelo!"

Il rasta si voltò per guardare il fratello e appoggiò i gomiti all’ in dietro, sul davanzale al quale prima era appoggiato. Vedeva un Bill sconvolto, furioso e incredulo. Si aspettava che parlasse. Ma lui ancora non lo fece. Il moro allora si diresse verso di lui, a pochi centimetri dalla faccia del gemello.

"Tom mi dai sui nervi, reagisci! Dammi un pugno, perché me lo merito, perché sono un vigliacco."

Tom soffiò in faccia a Bill del fumo e pronunciò solo queste parole.

"Troppo facile…"

"Che cazzo dici? Troppo facile cosa?"

"Troppo facile la ramanzina, che per altro ti sei già fatto da solo, sarebbe stata solo una ripetizione di ciò che già sai. Troppo facile anche il pugno caro mio. Le parole fanno molto più male. Tu, se vuoi ciò che meriti, domani prendi il culo e vai da loro! Le affronti e ti fai sputare in faccia la realtà… La realtà di chi sta male per colpa tua. Se non lo farai, sarai doppiamente vigliacco."

Con una spallata superò il fratello e uscì di camera, doveva sfogare la tensione accumulata e come farlo, se non rimorchiando qualcuna?

Bill rimase a bocca aperta e inerme di fronte a quella porta che si chiudeva. Suo fratello aveva di nuovo ragione.

 

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Capitolo 7
*** abbracciami ***


 

Buonasera! Ecco un nuovo capitolo! Anche questo un pò lungo.. Ma quando inizio a scrivere non smetterei mai e quando li rileggo non mi piace dividerli, mi sembrerebbe una forzatura! Penso che i capitoli debbano continuare a vivere così come sono nati nelle mente!

Allora, come sempre grazie a chi legge e soprattutto a chi recensisce. I commenti, i consigli e le critiche sono molto importanti. Grazie a:

Shari92: Sai, non è che me lo immagino saggio Tom, insomma è sempre il SexGott (per ora) solo che sta crescendo! Grazie per la recensione!

SISSINA:Invece non smetterò mai di ringraziarti, perchè come ho già detto i commenti sono molto importanti per scrive. E' bello condividere le proprie storie con chi le apprezza, quindi grazie di nuovo.

_TOMSIMO_: Eh si, Anna sta passando un brutto momento, chissà se le cose si sistemeranno... lo scoprirai! Grazie per l' aggiunta nei preferiti.Continua a seguire! ciao un bacio

(I tokio hotel non mi appartengono, è tutto inventato e non scrivo a scopo di lucro!). Canzone citata: An deiner Seite, Tokio Hotel

 

 

Non riuscii a dormire quella notte, mi rigiravo nel letto, cercavo risposte a mille domande. Come era potuto accadere tutto? Come ero riuscita far del male proprio a lei? Perché non ero stata forte come lo ero sempre stata in vita mia?

Per colpa sua! Per colpa di quegli occhi che mi avevano stregato, di quel sorriso del quale non potevo fare a meno.

Perché me ne ero innamorata e non avrei mai dovuto.

 

Sentii dei rumori provenire dalla sala. Sapevo di cosa si trattava. Lei come me non riusciva a dormire. Probabilmente sarei stata l’ultima persona che avrebbe voluto vedere, ma la conoscevo e sapevo che aveva bisogno di parlare, di sfogarsi. Non sapevo cosa sarebbe stato meglio fare, se lasciarla da sola o farle capire che io c’ero, che ero li per lei se solo l’avesse desiderato.

 

“Ich bin da, wenn du willst,

wenn du nach mir greifst, dann halt ich dich“

 

Decisi per l’ultima opzione.

 Come immaginavo se ne stava li, rannicchiata sul divano con il gatto e la tv accesa a farle compagnia. Scorreva i canali senza mai soffermarsi su uno preciso.

Mi sedetti accanto a lei con un barattolo di cioccolata da spalmare in mano e due cucchiai all’interno.

“Sai, fa bene… prendine un po’” Le porsi il barattolo. Non si voltò, né proferì parola.

“ Io sono qui Anna, se vuoi parlare, dirmi ciò che ti passa per la testa, io ci sono! Ci sarò sempre”

“Cosa ti fa pensare che voglia parlare proprio con te?”

“Perché è sempre stato così…”

“Era sempre stato così, fino ad oggi…”

“Noi lo supereremo, supereremo anche questa, perché non basterà un errore commesso a spazzare via un’amicizia che dura da una vita.”

“Sei sicura che per te sia stato un errore?”

“Ma certo che lo è stato Anna, è stata una cazzata, è stata una cosa fine a se stessa, non succederà mai più, te lo prometto! Farò qualsiasi cosa per riconquistare la tua fiducia! E’ stato solo un bacio, un semplice e fottutissimo bacio”

“Peccato che Bill non  la pensi come te… Non credo che per lui sia stato un errore!”

Per la prima volta da quando ero li accanto a lei mi rivolse lo sguardo. Uno sguardo interrogativo, forse tentava di capire se ciò che mi aveva detto mi aveva toccato. E l’aveva fatto. In qualche modo sapeva che lui provava qualcosa per me. La sensazione che ebbi fu così indescrivibile. A cose normali avrei gioito a quella confessione. Invece dovetti reprimere tutto, perché Anna era più importante. Annegai la mia crudele gioia nell’autocontrollo e finsi che non mi importasse niente. Lei, allora, continuò a parlare. Sapevo che doveva tirar fuori tutto.

“Era sconvolto, mi ha detto che non avrei dovuto più cercarlo, che sarebbe stato meglio per me, perché avrei commesso l’errore più grosso della mia vita”.

 

“Era sconvolto? Davvero lui lo era? E aveva usato le mie stesse parole, con quella frase dovevo averlo ferito. Mi dispiace Bill, mi dispiace davvero.” 

“Ma come avrebbe potuto esserlo Maggie? Lui la mia vita l’aveva cambiata! Ne aveva dato un senso!”

Iniziò a piangere. La abbracciai, decisa stavolta a non farmi respingere. Anna provò a farlo, ma io la strinsi più forte e lei stremata non ebbe più la forza di opporsi. Dopotutto lei aveva bisogno di quell’abbraccio.

“Se n’è andato, se n’è andato!” Urlava. Io la tenevo stretta a me, la sentivo, la sentivo di nuovo e fu tremendamente confortante.

“Shh, non fare così, non ti meritava Anna”

Le accarezzai i capelli, ma lei, si divincolò. Strappò via quell’abbraccio, si asciugò le lacrime e si allontanò da me.

“E’ vero, forse no…ma non avresti dovuto essere tu a deciderlo”

Si alzò dal divano e andò a vestirsi. La seguii.

“Dove vai?”

“Lontana da te”

“Sai che sono le 2 e 30 di notte?Dove credi di andare?”

“Non ti azzardare a fare la premurosa con me, avresti dovuto pensarci prima!”

“Anna, ti prego torna qui!” La vidi uscire dalla porta. Era ancora presto, ma sapevo che tutto sarebbe tornato come prima un giorno o l’altro. Si era abbandonata al mio abbraccio perché, ne ero sicura, lei senza di me non avrebbe saputo vivere. Eravamo una cosa sola!

 

Anna si incamminò, faceva caldo, era estate del resto. Solo le sue lacrime le rinfrescavano il viso. Ripensava a tutto, ai momenti belli passati con Maggie, a quelli passati con Bill e non riusciva a darsi pace. Come aveva potuto essere così stupida? Come poteva non essersi mai accorta di niente?

 

“L’amore rende cechi”

 

Non seppe perché lo fece, non se lo domandò neanche. Aveva bisogno di lui, del suo abbraccio ancora una volta. Perché era stata confortante la sua stretta nel momento del bisogno. L’aveva accarezzata e le aveva dato coraggio. Lei sentì che in quel momento aveva bisogno di lui.

Prese il cellulare e scrisse un messaggio:

“Sono pazza a chiedertelo a quest’ora, ma potresti uscire? Sono sotto il tuo Hotel”

Dopo averlo scritto scorse la rubrica e lo inviò al nominativo desiderato: Tom Kaulitz.

 

                                                                       ***********************

 

Il rasta stava dormendo beatamente, anche se non era riuscito a trovare un valida preda con la quale sfogare i suoi istinti animali, aveva preso sonno.

Ma un rumore disturbò la sua quiete. Drin Drin.

“Ma chi cavolo è a quest’ ora?”

Prese il cellulare, si strofinò gli occhi e lesse il messaggio. Anna?

Sul subito credette di aver visto male, ma poi si decise a credere ai suoi occhi. Si alzò e guardò suo fratello dormire nel letto accanto al suo. Lo lasciò fare e, dopo essersi vestito si precipitò giù dalle scale. Non conosceva il motivo di quella sensazione, ma aveva fretta, fretta di vedere di nuovo quegli occhi azzurri. L’ansia di vederla di nuovo gli fece capire di essere estremamente contento che lei avesse pensato a lui.

Anna era li, fuori dalla porta dell’ albergo. Aveva i Jeans e una felpa larga. Le mani in tasca e lo sguardo basso. Aveva agito di impulso, ma adesso un po’ si sentiva in imbarazzo ad incrociare lo sguardo del biondo. Chissà cosa pensava di lei. Perché avesse chiamato proprio lui. Ma lui non le chiese niente di tutto questo.

“Ehi Anna, ci tenevi proprio a vedermi in condizioni pietose eh?”

In effetti non era proprio un figurino…. Indossava i pantaloni di una tuta e una T shirt, stranamente della sua taglia, e i rasta erano raccolti dentro un morbido cappellino di lana. Ma aveva lo stesso sorriso smagliante e furbo che lo contraddistingueva da chiunque… tranne da un’altra persona, identica a lui.

“Si, in effetti non potevo resistere!” La ragazza accennò un sorriso e si asciugò una lacrima versata poco fa.

“Scusa se ti ho chiamato, sono un’egoista, ma non riuscivo a dormire e non mi andava di rimanere troppo a lungo con …Lei!”

Esitò prima di dire “Lei”. Avrebbe voluto pronunciare il suo nome, ma non le andava di farlo.

“Non ti devi giustificare, solo che chiamare Tom Kaulitz alle 3 di notte può risultare molto pericoloso!Nessuno sa cosa può accaderti…”

Le cinse i fianchi con un braccio e in maniera maliziosa, ma scherzosa la trascinò verso di sé.

“Beh, non è che con quel cappellino tu riesca molto nell’intento di sedurre!”

Mentì, perché quel sorriso e quegli occhi avrebbero sedotto chiunque anche se indossati da un corpo avvolto da un sacchetto di plastica.

“Attenzione signorina, perché potrei metterla alla prova”

Si misero a ridere e si guardarono negli occhi. Anna aveva bisogno di positività, aveva fatto bene a chiamarlo. Però d’un tratto i suoi pensieri la assalirono di nuovo. Smise di ridere e senza pensarci un attimo abbracciò Tom più forte che poteva e in silenzio affondò il viso nella maglietta del ragazzo.

Tom pensò a quanto fosse fragile quella ragazza e a quanto dovesse soffrire. Decise che sarebbe stato meglio non accennare a niente dell’ episodio successo se non fosse stata lei a parlarne.

“Guarda che così non mi rendi le cose facili eh! Sono pur sempre il Sexgott, in continua ricerca di giovani e belle vittime da sacrificare e, al momento, con una ragazza tra le braccia.”

“Scusami, hai ragione, mi sono lasciata andare. Non so cosa mi sia preso…”

 

“Ti terrei stretta a me per ore…”

 

“Non devi scusarti, è normale un momento di debolezza… Ma ora non è più il momento di piangersi addosso, devi reagire e so che hai la forza per farlo.”

“No, io non ce l’ho! Amavo tuo fratello, amavo Maggie e insieme mi hanno tradito! Non so se posso superarlo, non con lei in casa mia”

Alzò molto la voce mentre lo diceva e si era allontanata da lui.

Tom la prese per un braccio e la strattonò. Le maniere forti erano il suo forte.

“Tu ami ancora Maggie, e il fatto che abbia respinto Bill ti deve far capire che anche lei ama te. Non puoi rovinare un’amicizia per un errore.” La guardò dritta negli occhi, deciso a farla reagire.

“Un errore che mi ha portato via l’uomo che amo”

“Che ami, ma che non ti contraccambia! E’ vero, Maggie si è comportata male, ma Bill non è da meno, non puoi dare tutta la colpa a lei. Prima o poi sarebbe finita lo stesso.”

“Lui mi amava invece! Lei lo ha provocato sicuramente!” Delle lacrime iniziarono di nuovo a bagnarle il viso.

“E’ qui che ti sbagli… Io so quanto è costato a Maggie respingere mio fratello dall’inizio, perché, che lo volesse o meno si era innamorata di lui e, credimi, si è odiata per questo! Ha fatto di tutto per non rimanere da sola con lui, ma non ci è riuscita. Hai voluto che fossi io ad accompagnarti a prendere le pizze, ricordi?”

La furia di Anna era svanita. Ora era stanca, stanca di piangere, stanca di pensare e stanca di soffrire, la verità faceva male:

Si era illusa, Bill non l’amava.

 Il biondo la prese di nuovo tra le sue braccia e la accarezzò.

“E’ difficile, ma ce la farai… e per farcela hai bisogno di lei, è sempre stato così.”

La bruna non rispose, si limitò a rispondere all’abbraccio di Tom.

 

“Che avesse ragione? Davvero non poteva vivere senza Maggie, nonostante quello che le aveva fatto?... O… quello che Bill le aveva fatto?”

 

               

Anna tornò a casa, Tom l’aveva accompagnata. Ancora non aveva ben capito il motivo per cui lo aveva chiamato, ma sapeva di aver fatto la cosa giusta. L’aveva fatta sorridere di nuovo e le aveva aperto gli occhi. Maggie aveva sbagliato, ma si era innamorata di lui e nonostante questo lo aveva respinto. Per lei, per la sua migliore amica.

“E’ il minimo che potesse fare! Lo avrei fatto anch’io per lei” Pensò.

 

“Davvero lo avresti fatto?”

 

Si avvicinò alla sala e trovò Maggie addormentata sul divano.

 Si sedette accanto a lei e con una mano le sfiorò il viso. Non capì il perché di quel gesto, ma sentì il bisogno di farlo. Poi andò in camera e prese una coperta. La posò dolcemente sul corpo dell’ amica e andò a dormire. Quell’orrenda giornata era finalmente volta al termine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** goodbye my lover ***


 

 

I tokio Hotel non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro ed è tutto inventato.

La canzone e il titolo fanno riferimento a "Goodbye my lover" di James Blunt!

Buona lettura.. ringraziamenti in fondo!

Un raggio di sole infiltratosi dalla finestra accarezzò il volto delicato di Bill, provocando il suo risveglio. Dopo qualche esitazione decise di alzarsi dal letto e dirigersi a sistemarsi. Del resto a lui per considerarsi decente ci voleva non meno di un’ ora. Prima di entrare in bagno osservò suo fratello. Era sdraiato sul letto a pancia in giù, con la testa sotto il cuscino e un braccio e una gamba penzoloni.

Pensò che la sera prima doveva aver fatto molto tardi, non l’aveva nemmeno sentito rientrare. Entrò poi in bagno e si guardò allo specchio. Sei bello Bill, hai un viso perfetto, ma con le persone fai davvero schifo. Per rendertene conto hai dovuto far star male due ragazze che di certo non lo meritavano, hai distrutto un’ amicizia e come se non bastasse ci sei rimasto scottato pure tu. Lo aveva detto Tom:

"Prima o poi ti farai male con le tue stesse mani"

"E nessun’ altra frase fu più azzeccata!"

Infatti era così. Aveva affrettato i tempi, per un impulso, per il suo sentirsi sicuro e il risultato era che la ragazza alla quale non smetteva di pensare lo aveva rifiutato e lo aveva cacciato.

Prese dell’ acqua gelida tra le mani e si rinfrescò il viso. Poi gocciolante affrontò la sua immagine riflessa nello specchio davanti a lui:

"Vai Kaulitz, sii uomo per una volta e affronta ciò che ti meriti" disse a se stesso.

Perfettamente truccato e vestito uscì dalla stanza e si diresse verso casa di Maggie e Anna, deciso a chiedere scusa a quest’ultima e anche solo per incrociare lo sguardo dell’ altra. Dopodichè avrebbe trascorso gli ultimi giorni di vacanza con il fratello e se ne sarebbe andato. Sarebbe tornato in Germania e uscito per sempre dalle vite di quelle due ragazze. Lo doveva a loro, non avrebbe più dovuto farle del male.

Si incamminò a passi veloci, voleva che quell’ incontro finisse il prima possibile.

Arrivato di fronte al portone del condominio notò una vecchietta entrare, le corse appresso facendo sì che questa gli permettesse di intrufolarsi all’interno senza bisogno di dover suonare il campanello. Non voleva correre il rischio che le ragazze non gli aprissero la porta sentendo la sua voce al citofono. Se dovevano respingerlo, avrebbero dovuto farlo trovando il coraggio di sbattergli la porta in faccia e farlo, di fronte alle sue espressioni imploranti da cagnolino bastonato era pressoché impossibile, parola di Kaulitz!

Dopo aver ringraziato la nonnetta, intenerita dal suo sorriso da cucciolo, iniziò l’ arrampicata per le scale. Arrivò davanti alla porta dell’ appartamento ed esitò non poco prima di bussare.

"Vai tu Anna? Io sono in mutande…" Dissi ancora rinsonnolita. La sera prima mi ero addormentata sul divano e solo dopo essermi svegliata per il torcicollo mi ero trascinata verso il soffice lettuccio. Lo avevo fatto sorridendo, perché mi ero accorta di quella coperta stesa sul mio corpo. Era stata Anna a posarla e questo mi faceva pensare ad un vicino chiarimento.

"Si vado" rispose la bruna.

La ragazza aprì l porta e di fronte si trovò lui: il suo amore, il suo idolo, il suo sogno, il suo incubo.

"Sparisci!" gli disse sbattendo la porta. Ma lui, prevedendo una mossa del genere si era precipitato ad anticipare la mossa della sua ormai ex ragazza e con un gesto della mano riuscì a bloccare la chiusura della porta.

"Aspetta Anna, devo parlarti!"

"Sicuro che tu non voglia Maggie?" Gli disse con sarcasmo.

"No, sono qui per te, perché mi faccio schifo per come ti ho trattato e voglio dirtelo con il cuore in mano. Perché sei una delle persone più belle che abbia conosciuto e non ti meriti il mio comportamento squallido!"

Gli occhi del ragazzo si fecero languidi e il suo volto assunse un’espressione mortificata. Era un attore nato, questo lo sapeva.

"Cosa credi? Di aggiustare tutto con delle semplici scuse?"

Faceva la dura Anna, ma di fronte a quegli occhi non avrebbe resistito a lungo, le aveva fatto terribilmente male, ma era l’ uomo che amava ancora.

"Non potrò mai rimediare, lo so anch’io, ma ti devo le mie scuse, non pretendo il tuo perdono. Sono qui solo per riconoscere i miei sbagli di fronte a te"

"Che bravo attore che sei… Hai così tanto talento che devo farti entrare per forza". Anna lo lasciò passare, non poteva resistere ancora.

Si sedettero sul divano… quel divano che a Bill evocava un bel ricordo. Aveva avuto Maggie tra le sue braccia… Si voltò per vedere se l’avesse scovata da qualche parte, ma di lei nessuna traccia.

Io ero rimasta in camera, avevo riconosciuto subito quella voce, ma non mi sembrò il caso di andare da lui.

Il ragazzo scosse la testa, per quanto la desiderasse in quel momento, non gli sembrò il caso distogliere l’attenzione da Anna.

Arrivò il suo omonimo peloso che iniziò a fare le fusa e con un balzo si posizionò sulle sue gambe. Il moro iniziò ad accarezzarlo e grattarlo con le sue lunghe unghie curate.

"Ciao piccolino!" sorrise alla bestiola.

Anna lo osservò e a stento riuscì a trattenere una carezza sul volto del cantante. Era così dolce. Non poteva pensare che quel ragazzo esile e dallo sguardo innocente fosse stato capace di farle tanto male. Poi Bill si voltò ed iniziò a parlare. Se la natura gli aveva dato un dono, di sicuro era quello della parola:

"Anna, voglio che tu sappia che quello che c’è stato tra noi non è stato un capriccio per me. Ricordo ancora la prima volta che ti vidi…"

Un sorriso si stampò sul suo bel viso.

"Avevi il blocco degli appunti ed eri intenta a scrivere quello che dicevo durante l’intervista. Avevi le guance rosse, le hai sempre quando sei impegnata…"

"Bill ti prego non…" Gli occhi di Anna si inumidirono ai ricordi del periodo trascorso in Germania.

"Lasciami finire Anna! Pensai che dovevo aver avuto una visione e che avrei dovuto parlarti il prima possibile. Infatti fu così e dopo averti conosciuta capii di aver avuto una fortuna immensa."

Le prese le mani e gliele strinse forte.

"Provai da subito un sentimento forte Anna, non so se fosse amore, ma so che c’era e che mi ha accompagnato fino al mio arrivo qui. Non so cosa mi sia successo, ma quando…" Il ragazzo esitò, il suo discorso stava andando oltre.

"Quando l’hai vista non le hai resistito eh?" Anna lo fissò e vide il suo sguardo abbassarsi, a conferma di ciò che aveva pensato.

"Che c’è? Hai perso la parola? E’ così, è inutile che tu lo nasconda, ti sei innamorato di lei" Non sapeva con quale forza era riuscita a dire quella frase, forse perché ormai aveva accettato la realtà.

"Mi dispiace Anna, io… io non posso più mentirti, non avrei mai dovuto farlo, ma sono stato un vigliacco e non ho avuto il coraggio di affrontare né te e né lei."

"Si Bill, sei stato un vigliacco, lo sei stato davvero e mi hai fatto del male, ma…" Le mani di Anna si strinsero in due pugni e si morse il labbro inferiore. Ciò che stava per dire le faceva male.

"Ma?" La esortò Bill.

"Ma so cosa significa amare una persona, l’ho provato con te per la prima volta, quindi so che non puoi fare a meno di pensare a lei in ogni istante, di volerla tra le braccia, accanto a te in ogni momento e so che non puoi controllare questo sentimento, per me è così Bill, io provo questo per te e credo di non essere l’unica, anche per Maggie è così. Non ho più il diritto di tenervi separati."

Scoppiò in un pianto violento e si prese il volto tra le mani. Aveva rinunciato per sempre al suo sogno e lo aveva fatto per Maggie e per Bill. Pensò di essere una stupida per essersi fatta così tanto del male, ma pensò anche di aver fatto la cosa più giusta che potesse fare.

"Anna, mi dispiace, davvero! Sono stato un idiota, devi aver sofferto da morire." Bill la abbracciò forte e le accarezzò i capelli. Anna immerse il suo volto nella maglietta del ragazzo e assaporò il suo profumo tanto amato per l’ultima volta.

"Ti meriti di essere felice Anna, ed io questo non posso dartelo"

Le alzò il mento e le diede un bacio a fior di labbra.

"Ora vattene ti prego, non posso guardarti un secondo di più" Anna si alzò dal divano e aprì la porta.

"Va bene, addio piccola.."

"Addio amore mio"

Avrebbe voluto dirgli lei. Ma non lo fece e chiuse la porta alle spalle del suo amore perduto.

"Goodbye my lover, goodbye my friend

you have been the one

You have been the one for me…"

Io non uscii mai dalla mia stanza, non volevo vederlo e sapevo che i primi a dover avere un chiarimento avrebbero dovuto essere loro due. Alzai anche il volume dell’mp3 al massimo per non sentire la sua voce. Mi recai in salotto dopo almeno 1 ora e mezza e di lui nemmeno una traccia. Anna era in camera sua e sicuramente non avrebbe voluto vedermi. A quel punto decisi di uscire e prendere una boccata d’aria. Indossai una tuta e andai a fare una corsetta per sgombrare un po’ la mente. L’ Hotel dei gemelli non era molto lontano da casa ma decisi di tenermi alla larga da esso. Chissà che cosa stessero facendo quei due.

 

Grazie tante a tutte! Grazie a

pandina_kaulitz: sono felicissima di avere una nuova lettrice!

shari92: grazie per i complimenti!Ancora non so dove andare a parare con Tom e Anna...Amore o amicizia? Si accettano consigli...

_TomSimo_ : sono contenta che Tom ti sorprenda, è proprio quello che volevo fare! Descriverlo in maniera un pò diversa dal solito.

SISSINA: Gazie mille piccola! non sai quanto mi rendi felice Danke!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Che fine ha fatto il SexGott? ***


 

 

 

Ecco un nuovo capitolo. Più che altro è per far capire cosa passa per la testa dei due gemelli. Spero vi piaccia!

(I tokio Hotel non mi appartengono, è tutto inventato, no scopo di lucro.)

Ringraziamenti in fondo.

" Bill ma dove cazzo eri?"

"Buongiorno anche a te Tom!"

"Si si.. è tutta la mattina che ti cerco e il cellulare come sempre lo hai lasciato qui!" Disse il rasta spazientito.

"Senti ma che ci fai conciato così?"

Il moro osservò il gemello in infradito, costume hawaiano e rasta accuratamente legati in una sorta di chignon. Con le braccia sui fianchi e una sigaretta a pendergli dalle labbra.

"Sono vestito così perché io e te stamani ce ne andiamo al mare!"

Bill si portò le mani al viso e assunse un’espressione terrorizzata, vagamente somigliante all’urlo di Munch.

"Tu devi essere impazzito se credi che io esporrò al sole la mia pelle delicata senza aver mai fatto prima una lampada per abituarla ai raggi solari!"

"E tu devi essere impazzito se pensi che io possa ascoltare una cosa del genere! Muoviti, il costume te l’ho portato io. In più sono in astinenza da corpi femminili in bikini!"

"No no no e poi no!" Disse Bill sbattendo i piedi sul posto.

"Oh si! Tu adesso ti infilerai il costume, metterai un paio di infradito e mi accompagnerai. Questa è una vacanza ed io non ho intenzione di passarla dietro al tuo shopping!Oggi si fa come dice Tom kaulitz!"

"Guarda, oggi non ho nemmeno la forza di risponderti…"

"Benissimo, muoviti e preparati! E questo non vuol dire ritoccare anche il trucco.. se no si fa buio!"

Il moro alzò gli occhi al cielo e ciondolando andò a prepararsi.

"Finalmente!" Pensò il rasta osservando l’acqua cristallina, la sabbia chiara e i corpi scoperti delle ragazze stese al sole. Aveva accumulato un po’ di stress in questi giorni e il relax di una giornata passata al mare lo avrebbe aiutato. Ma, all’improvviso un urlo isterico interruppe la quiete donata da quella prospettiva.

"TOOOOOOOOOOOOOOM! Accidenti a te!"

"Bill, sono ore che lagni! Alla prossima imprecazione giuro che ti affogo!Che vuoi ora?"

"Questa borsa pesa! Io ho caldo, sete, il trucco si sta sciogliendo, la sabbia scotta, le infradito sono fuori moda, questo costume che mi hai preso mi sta largo perché io grazie al cielo sono dimagrito e…"

"E adesso se continui ti arriva un pugno dritto in faccia, così raddrizzerò i denti storti che ti ritrovi! Chiaro il concetto? In più se non avessi comprato migliaia di creme solari e riempita quella borsa anche di bottigliette d’acqua, ora non peserebbe così tanto!"

"Senti, la mia pelle ha bisogno di idratazione! Sono delicato io sai?"

"Si si certo…meglio darti ragione come si fa con i pazzi.. Sistemiamoci qui"

I due gemelli stesero l’asciugamano e si adagiarono su di esso.

"Senti ma, non mi hai risposto prima, dove sei stato stamani?" Chiese Tom al moro.

Quest’ultimo smise di sventolarsi con la mano e dopo essersi acceso una sigaretta rispose:

"Da Anna…"

Alla pronuncia di quel nome Tom iniziò a prestare più attenzione. Voleva i particolari. "Che le hai detto?"

Con un tipico monologo alla Bill Kaulitz, la curiosità di Tom fu ripagata.

"Capito, immagino la tua faccia supplichevole da cucciolo di cerbiatto mentre le mentivi spudoratamente! Chissà quante volte le hai detto che per te è stata importante. Sei stato davvero un cretino con lei…"

"In qualche modo dovevo pur migliorare la mia squallida situazione no? Poi io all’inizio ci avevo creduto davvero in quella storia"

"Si, come in tutte le altre…"

"Senti ci ha già pensato Maggie a farmi sentire un verme, ora non ricominciare anche tu! Trovati qualche preda da cacciare!"

"Detto fatto caro mio, guarda quella! Penso che andrò a farmi il bagno.."

Bill osservò una bionda andare in acqua e suo fratello leccare il piercing. Scosse la testa e si sdraiò di nuovo sull’ asciugamano, lasciandosi cullare dal rumore del mare.

"Ehi, freddina l’acqua.." *Vai SexGott colpisci* pensò il rasta dopo aver attaccato bottone con la ragazza bionda.

"Eh si… in effetti.." Aveva un bel corpo, dorato per l’abbronzatura e due occhi chiari, espressivi.

"Ma tu, tu sei? Tom Kaulitz?" Disse la ragazza al chitarrista puntandogli un dito contro.

"In persona, bambola…" Rispose con sguardo compiaciuto e occhiata maliziosa.

"Tu invece? Come ti chiami?"

"Puoi chiamarmi come vuoi.." La fama di Tom era molto nota e soprattutto ad una fan come la ragazza. Era una tipa sveglia e soprattutto si era posta come una molto disponibile…

"Wow, mi piace… Ormai penso che ti chiamerò bambola allora!"

Bambola perché era bella, bellissima, sembrava prodotta a posta per reincarnare la perfezione, bambola perché sapeva che sarebbe stato facile giocare con lei.

"Perfetto!Che ne dici Tom di farci un tuffo?" Gli propose con un occhiolino.

"Molto volentieri, sono sicuro che troverai il modo di scaldare le acque giusto?"

Ormai il Sexgott aveva colpito di nuovo. Soddisfatto il biondo prese la ragazza per la mano ed insieme a lei iniziò a nuotare verso il largo, lontani da occhi indiscreti.

Si fermarono dopo una nuotata di qualche metro e si guardarono negli occhi.

"Sei bellissima lo sai?"

"Grazie, ma non mi va molto di parlare...?" La ragazza si avvicinò a Tom ed iniziò a baciargli il collo. All’inizio dolcemente, poi con più foga. A quel punto lui le prese il viso e prepotentemente lasciò entrare la lingua nella bocca di lei. Si baciavano, si divoravano, accarezzavano. La ragazza, poi, lasciò andare la sua mano dal volto del rasta fino al suo costume e lo abbassò. Tom continuava a baciarla, stranamente non aveva ancora avuto il desiderio di spogliarla come lei aveva fatto con lui.

I loro corpi fremevano e le mani esperte della bionda stuzzicavano il piacere del ragazzo. Staccarono le loro bocche per riprendere fiato. Tom la osservò. Di colpo fu come se un lampo illuminasse la mente del chitarrista. Quegli occhi così chiari lo attraevano in maniera forte, ma sbagliata. Gli ricordavano un’altra persona, Anna.

"Che c’è? Qualcosa non va?" Lui scosse il capo e riprese a baciarla e stavolta a tastarle il seno.

Ma poi di nuovo, il volto della bruna che la sera prima aveva avuto bisogno di lui gli apparse davanti. Si staccò ancora da quella sconosciuta.

"Scusa, non mi sento bene." Il biondo si tirò su il costume.

"Come? Ho sentito bene?" La ragazza strabuzzò gli occhi.

"Si, benissimo, mi dispiace ma non mi va…"

"AhHAHAH questa è bella! Tu che rifiuti una ragazza! Tutto fumo e niente arrosto… Ciao bello, mi fai pena!"

Ferita nell’orgoglio la "Bambola" nuotò lontana da lui. Tom la osservò allontanarsi.

*Ma che ti prende Kaulitz? Non aspettavi altro e ora che hai una bella e disponibile ragazza per le mani ti tiri in dietro! Che stupido…* Ma in realtà sapeva bene il motivo di quel rifiuto, solo che ammetterlo costava più di quanto pensasse. Immerso nei suoi pensieri affondò il viso sott’acqua, quasi per annegare le sue preoccupazioni.

Bill sentì un tonfo accanto a lui e spostò il cappello dal viso per guardare cosa fosse stato. Notò un Tom avvilito e nervoso accendere con foga una sigaretta.

"Da qui in avanti dovranno chiamarti Flash Sexgott! Adesso riesci a rimorchiare e andare al sodo in 15 minuti? O qualcosa è andato storto?" Disse Bill sghignazzando.

"Zitta piattola!" Grugnì il biondo.

"Ok niente scopata.."

"Che finezza Bill! Stai diventando peggio di me…"

"No è che mi adeguo al tuo linguaggio! Allora?"

"Allora niente!"

"Niente di niente?" Bill scrutò più da vicino il volto del gemello per carpire qualche sua espressione.

"E che cazzo Bill! Ti ho detto niente"

"Dai dai dai voglio sapere! Vuoi o non vuoi confidarti con il tuo gemellino premuroso che si preoccupa tanto per te e vuole solo farti sentire più tranquillo? Se non ti va non fa niente, mi farò da parte, tornerò nel mio guscio a sentirmi un’ inutile anima incompresa caduta dal cielo"

"Bill ma che cazzo dici?" Tom osservò il fratello intento, più che in un discorso, in una rappresentazione teatrale con tanto di mento innalzato e mano sul petto.

"Fai prima a dire che muori di curiosità e vuoi sapere se ho fatto cilecca!"

"Come puoi pensare questo di me? Povera creatura smarrita, ingenua e pura? Nonché sangue del tuo sangue? Comunque si, hai fatto cilecca o no?"

"No!"

"Allora hai sfogato i tuoi istinti?"

"No!"

"Allora lei faceva schifo?"

"No!"

"Allora è scappata?"

"No!"

"Allora che cavolo hai fattoooooooooooooooo?"

L’urlo da soprano di Bill fece voltare mezza spiaggia e Tom indicò il fratello per far capire chi fosse stato l’autore di quel suono animalesco.

"Senti bill, me ne sono andato io sul più bello, punto e basta"

"Oh mio dio Tom, tu stai male, hai la febbre di sicuro! Chiamate un’ ambulanza!" Si mise a saltellare il moro, pronunciando quelle parole, tanto non lo avrebbero capito, parlava in tedesco.

"Bill mettiti giù, ci riconoscono!"

"Ok ok ma che ti è preso? L’unica spiegazione è che tu abbia un’altra per la testa"

"…" Silenzio.

"Tom?"

"Hm?"

"C’ho preso?"

"Hm"

"Che vuol dire Hm? Ma ti devo levare le parole di bocca con le pinzette che uso per le sopracciglia? E Che cazzo!"

"Si!Si! Si ! Si ! C’è un’ altra contento?????"

"Mio dio!!!!!!!! E perché io lo so solo ora? Non potevi dirmelo prima?"

"Perché mica potevo dirti che ho preso una sbandata per la tua ex?"

Gli occhi di Bill si fecero enormi e la bocca si spalancò lasciando intravedere la perlina di metallo al suo interno.

"Anna???????"

"No mia nonna…" Biascicò Tom.

"Guarda che io non ho problemi al riguardo! Per me è già roba passata"

"Che sensibilità.."

"E dai lo sai che non intendo quello, è che penso a Maggie in ogni istante"

Lo sguardo di Bill si fece più cupo e si posò sulla sabbia. Iniziò a giocherellare con essa.

"Si lo so, peccato che lei sia ancora innamorata di te, me lo ha detto ieri sera."

"Ieri sera? Quindi eri con lei?"

"Si, mi ha chiamato perché aveva bisogno di parlare con qualcuno."

"Ed io che pensavo che ti trovassi nel mezzo di un’orgia selvaggia"

"Ormai non succede più da un pezzo…" Sorrise Tom come se pensasse ai vecchi tempi perduti, come gli anziani.

"Devi darle tempo, io mi sono comportato da schifo, credo che ne soffrirà per un po,’ ma già il fatto che abbia pensato a te nel momento del bisogno magari vuol dire qualcosa."

"Boh, io in queste cose non ci capisco nulla!"

"Ultimamente ci capisci più di me!"

"Beh Bill, per quello non ci vuole molto…"

"E’ buffo, non ci siamo mai innamorati di nessuno veramente, anche se io credevo di esserlo ogni volta, ed ora che è successo ci siamo caduti insieme!"

"E’ vero, siamo destinati a vivere ogni cosa insieme!" disse Tom guardando il gemello.

"Si Tom ed è stupendo"

"Vero piattola". Dopo aver detto quelle parole il rasta scompigliò i capelli del moro e tornò a sdraiarsi sull’asciugamano per godersi gli ultimi raggi di sole della giornata.

Come sempre grazie a chi legge, a chi ha inserito la FF nei preferiti e sopratutto a chi commenta:

SISSINA: Non so se BIll è propriamente tenero, in realtà con Anna è stato falso, ma ai suoi occhi lui appare come hai detto tu. Del resto è proprio il suo scopo, salvarsi la faccia nonostante tutto! Chissà, magari Anna si riscatterà in futuro. Ci sentiamo su msn! Baci

Shari92: Ciao "piccola fan"! Mi fa piacere che ti sia piaciuta la canzone accostata allo scorso capitolo. Volevo rendere l'idea dell'addio... Spero ti piaccia anche questo cap. A presto!

Tom_Simo: Con tutti questi complimenti non sai quanto mi fai felice! Tra Anna e Tom chi lo sa? Lui è ancora il Sex Gott, anche se un pò mutatoe lei è ancora innamorata di Bill... ma non si può mai dire. Vedremo poi se Maggie riuscirà a lasciarsi andare o no con Billuzzo. Spero tu segua ancora!

pandina_ Kaulitz: Grazie tante, come vedi l'ho continuata presto e solo per voi! Sono felice che ti piaccia e chi lo sa, ce la farà davvero Anna a invaghirsi di Tom? per ora non lo so! Baci.

KIna89: Ciao Jess! Sono felice di avere un'altra nuova lettrice. Sono contenta che ti arrivino i caratteri dei miei personaggi. Ci metto tutta me stessa per cercare di descrivere i loro comportamenti e se mi sento dire che questo arriva beh allora posso essere soddisfatta! Quindi ti ringrazio un mondo!

 

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Capitolo 10
*** Parola d'ordine: dimenticare! ***


 

Eccomi di nuovo! Spero sia di vostro gradimento anche questo capitolo! Buona lettura... Ringraziamenti alla fine.

(I Tokio Hotel non mi appartengono,é tutto invantato, no scopo di lucro)

Erano passati diversi giorni dal fatto con Bill ed ora: che liberazione, che sfogo! Finalmente mi stavo lasciando andare a ritmo di musica. Ero sul cubo e come sempre, quando ero nervosa, arrabbiata o preoccupata riuscivo a dare il meglio di me. Mi dimenavo come ero riuscita a fare poche volte. Questo ormai da più di un’ora. Giunto il momento di cambio di cubista ero sudata e accaldata, ma mi sentivo bene. Ero riuscita per un po’ a non pensare a lui. Ma come diavolo mi ero ridotta? Io e l’amore siamo sempre state due cose separate. Dovevo riuscire a tornare la Maggie di sempre. Quella che se ne frega di tutti, quella che non si fa paranoie, quella che si lascia andare con i ragazzi più carini rimorchiati a "lavoro" e che ad ogni cazzata viene consolata dall’amica. Invece no!

Ora ero qui, di fronte allo specchio del bagno della discoteca a fissare la mia immagine e vedere riflessa anche quella di Bill. Vedevo il suo sguardo che mi rimproverava per averlo cacciato e sentivo il mio cuore battere al ricordo del suo sapore.

"AAAAAAAAAAAA, finiscila Margherita, non sei una bambina che crede ancora al principe azzurro"

Pensai a voce alta e picchiai un pugno nello specchio, come per colpire lo sguardo del cantante apparso solo nella mia mente. Due ragazze, intente ad incipriarsi il naso, si voltarono verso di me disgustate. Mi guardavano come se vedessero una pazza, dall’alto della loro fierezza snob.

"Che volete? Continuate a fissarmi e la prossima volta il pugno assaggerà il vostro naso rifatto!" La finezza per me era un optional!

"Ma senti questa?! Curati cara o resterai zitella a vita…"

"E chi te lo dice che non voglia rimanerci?"

In effetti non sarebbe stata una brutta prospettiva. Niente sofferenze, litigate, fatiche! Solo io.. a pensare a me stessa, con una carriera, una casa ed un animale domestico. Magari il mio Bill peloso…

Le due ragazze avevano distolto il loro sguardo dal mio ed avevano iniziato a confabulare tra di loro.

"Ehi ma hai visto chi è arrivato prima che venissimo in bagno?" disse una.

"No, chi?"

"Quello che suona in quel gruppo…I …si, dai quei tedeschi che sono da tutte le parti e piacciono alle bambine!"

La questione aveva attirato la mia attenzione e le ascoltavo facendo finta di niente e struccandomi il viso, più truccato del solito per via del lavoro.

"Ma i Tokio Hotel?" fece l’altra.

"Ah si ecco! Tra l’altro è un gran figo, ci hanno visto bene le bambine…"

Sentii un tuffo al cuore. Il problema era: Di quale dei due Kaulitz si trattava?

"Cavoli non l’ho visto… Ma qual è di loro?"

"Non lo so non li conosco, ma è il figo con i rasta!"

"Tooooooooooooooom!!!!!!!!!!!!!!!!!!" Urlai, lanciando il batuffolo di cotone con il quale mi stavo pulendo. Di corsa presi la mia borsa e tolsi i tacchi per riuscire a correre il più veloce possibile. Con uno scatto felino mi avventai sulla porta, sbattendo contro le due ragazze e facendole sobbalzare.

"Questa è pazza davvero! Ma che droga usa?" Disse una all’altra.

Io non vi badai, in un secondo ero di nuovo nel locale, scalza e con le scarpe in mano. Correvo velocissima, avevo voglia di rivederlo. Non lo ammettevo, ma vedere di nuovo quegli occhi, nei quali avrei rivisto quelli di Bill, perché così identici, mi elettrizzava. Dopo corse, salti e spallate finalmente vidi il chitarrista. Era nel mezzo alla pista avvinghiato ad una rossa. Ma non ci feci caso. Forse perché già immaginavo una scena del genere.

"Kauliiiiiiiitz!" Urlai. Tom non fece in tempo a capire di chi si trattasse che già gli ero saltata in braccio e con le gambe gli cingevo i fianchi. Non ci fu bisogno che mi guardasse in viso per capire chi fosse quell’uragano piombatoli addosso.

"Maggie!" esclamò.

La rossa infastidita e umiliata sbuffò e se ne andò di colpo. A Tom non importò. Tanto avrebbe potuto giocare con un altro giocattolo quando avrebbe voluto.

Eravamo abbracciati e lui girava su sé stesso con me in braccio.

"Piccola, ma che fine hai fatto?" Mi chiese.

"Sai con il lavoro e varie faccende ho avuto poco tempo"

"E vederti avrebbe voluto dire vedere anche lui e mi fa male"

"Andiamo a prenderci da bere, così parliamo un po’ !"

"Si si!"

Insieme ci avviammo e ci sedemmo di fronte al bancone.

"Sex on the beach!" Ordinò il biondo al barista.

"Non ti smentisci mai eh Kaulitz? Per me un’anima nera!"

"Certo che no cara mia!"

"A proposito, mi sa che ho allontanato la tua preda… Scusa!" Dissi a lui alludendo alla rossa.

"Figurati! Non baciava neanche bene!"

"Ovviamente dopo aver baciato me, Tom, non potrai pretendere di trovare un’altra all’altezza!" Ammiccai.

"Allora dobbiamo rimediare!" Disse avvicinandosi in maniera scherzosa.

"Allora, che mi racconti di bello?"

"Beh, diciamo che la mia vita è sempre la stessa più o meno… Le cose con Anna si stanno aggiustando a poco a poco, ma siamo ancora lontane dal rapporto che avevamo. Comunque fa progressi. Ultimamente esce spesso. Non le ho chiesto con chi, per non essere troppo invadente, ma so che me lo dirà lei prima o poi."

Non sapevo che in realtà era proprio con Tom che passava il suo tempo. Il rasta me lo avrebbe detto, se non fosse che pensò bene di avvertirmi di una cosa più importante.

"Maggie, prima di continuare a parlare, devo dirti una cosa"

"Dimmi!"

"So che vuoi evitare l’argomento, ma ci tenevo a dirti che non sono qui da solo"

"C’è anche lui?" Il battito del mio cuore iniziò ad accelerare, le mie guance a prendere fuoco e le mie mani a sudare.

"Calmati!"

"Si , è andato in bagno e si è fermato a chiacchierare con qualche fan"

"Capisco.. allora è meglio che me ne vada" Dissi abbassando lo sguardo.

"No Maggie! Non puoi evitarlo per sempre"

"Oh si che posso, tanto poi partirete e non lo rivedrò mai più…Così piano piano finirà tutto"

"Ma sei sicura di quello che stai dicendo Maggie? Tu ci stai male e sai che significa? Che provi qualcosa di molto forte. Sicura che vuoi rinunciarci?"

"Non ho alternative Tom. Lui mi userebbe e Anna ne soffrirebbe ancora. Anche se ha rinunciato a lui, non credo sia pronta a vederci insieme. Le ho già fatto abbastanza del male, ora è meglio pensare prima a lei e poi a me stessa."

"No, devi pensare anche a te. Forse non ci crederai, ma penso che stavolta Bill sia cambiato. Non credo che tu sia per lui una semplice sbandata. Sono suo fratello gemello e lo sento, sento che è cambiato"

"Si certo e quanto durerà questo cambiamento? 1 mese? Fino a che non troverà una sostituta e mi metterà in panchina? No grazie, non sono abituata a starmene in disparte. Io sono una titolare."

"Non farti del male Maggie, dagli una possibilità. Che ti costa?"

"Mi costa tanto credimi. Provo un sentimento troppo forte da poter spiegare e ne rimarrei scottata. Non mi fido di lui. Meglio troncare tutto sul nascere." Quanto era difficile dire quelle cose.

"Non posso, né voglio forzarti Maggie, ma rifletti!"

"Grazie Tom" Lo abbracciai, piena di gratitudine per le sue parole.

"Di che? Comunque se vuoi sdebitarti io saprei anche come. Ho già in mente un paio di cosette…" Disse giocherellando con il cerchietto al suo labbro.

"Certo, non avevo dubbi" Gli detti una leggera sberla sul collo.

"Adesso è meglio che vada Tom. Ci sentiamo presto ok?"

"Ok,come vuoi! Stammi bene piccola!"

"Anche tu Kaulitz e non fare troppi danni."

"Tranquilla!"

Dopo queste ultime battute mi affrettai verso l’uscita e a passi veloci verso casa.

"TOOOOOOOOOOOOOOMMMMMMMMMMM!"

"Cavolo Bill, ma per quale diavolo di ragione devi urlare in quel modo?" Disse Tom dopo essersi quasi strozzato con il suo cocktail per lo spavento.

"Perché sono incazzato nero!" rispose il gemello atterrato di colpo sullo sgabello dove poco prima stava seduta Maggie.

"Ora dovrei chiederti perché, giusto?"

"Mi pare il minimo!" Disse Bill con fermezza. Tom roteò gli occhi e indirizzò lo sguardo verso il fratello, conscio del fatto che il suo monologo sarebbe durato un’ora.

"Cavolo Tom, l’ho cercata ovunque! Stasera, come ogni giovedì avrebbe dovuto lavorare! E invece sul cubo c’è quella moretta svampita! Ma che diavolo ho fatto di male! Ho girato per tutta la pista…"

"Bill.."

"Sono andato verso il bagno delle ragazze, ma delle fan mi hanno bloccato…"

"Bill!"

"Sono andato anche nel privè, ma…"

"Bill cazzo mi vuoi ascoltare?!!!!!!!!" Urlò il rasta.

"Che vuoi? Mi hai interrotto, dovevo finire di raccontarti, allora.."

"Bill, lei era qui, dove sei seduto tu adesso."

La bocca spalancata del moro, che stava per riprendere il discorso, si chiuse immediatamente. Il suo sguardo si fece serio e le mani con le quali stava gesticolando si chiusero in due pungi stretti. Ma non disse una parola.

"L’ho vista solo per qualche minuto, ci siamo salutati ma è andata via presto. Bill, ci sei?"

Lui c’era fisicamente, ma la sua mente era da tutt’altra parte. Immaginava Maggie seduta su quello sgabello, con quella pettinatura pazza, con quel piercing terribilmente sexy. All’ ennesimo richiamo del gemello si voltò.

"Dov’è adesso?" Disse arrabbiato quasi ce l’avesse con il rasta.

"Se n’è andata..Ho provato a fermarla , ma…" Il moro si alzò di scatto, intenzionato ad andarla a cercare. Ma Tom lo prese per un braccio.

"Fermati, non seguirla, non adesso."

"Lasciami! Avresti dovuto venirmi a dire che lei era qui, avrei dovuto parlarle io!"

"Ho provato a farla restare, ma quando…" Tom esitò, sapeva che avrebbe fatto del male a suo fratello.

"Ma quando…?" Lo esortò Bill.

"Quando le ho detto che c’eri anche tu se n’è andata Bill, non voleva vederti. Mi dispiace." Abbassò lo sguardo, quasi vergognandosi ci ciò che aveva detto.

"Non è possibile, lei non può negarmi di vederla di nuovo! Lei mi deve ascoltare! Lei deve capire che la amo sul serio, che non è stata un capriccio!" Una lacrima piena di rabbia attraversò la guancia del cantante.

"Bill, lo so…ma non credo che…"

"Io la devo vedere, ora! Subito!" Il moro si liberò dalla presa del fratello ed iniziò a correre, destinazione: Casa di Maggie.

Tom non potè far altro che guardare il gemello sparire tra la folla. Neanche lui lo avrebbe fermato.

Arrivata a casa mi buttai sul letto , esausta e triste. Triste perché quegli occhi avrei voluto vederli, perchè quel corpo esile avrei voluto stringerlo e quelle labbra avrei voluto baciarle. Invece non potevo e malgrado tutto sapevo di aver fatto la cosa giusta. Faceva male ma avrei dovuto sopportarlo.

Sentii dei rumori provenire dalla stanza di Anna, segno che era in casa. A cose normali sarei andata da lei per farmi consolare. Ma di certo, stavolta non potevo dirle che stavo male per l’uomo che amava!

Posai la borsa per terra, tolsi anelli, braccialetti e borchie varie e stavo per chinarmi ad accarezzare Bill che si stava strusciando alle mie gambe, quando lo squillo del mio cellulare catturò la mia attenzione.

Un sms. Lo lessi:

"Sono Bill, sono sotto casa tua, scendi ti prego!"

Di nuovo il cuore a mille, di nuovo le guance infuocate, di nuovo il tremolio alle mani. Mi affacciai alla finestra. Lui era li.

Aveva una giacca di pelle nera, i Jeans attillati che lui amava tanto e lo sguardo rivolto verso la mia finestra. Era divino.

Lo osservai per un po’, poi chiusi la persiana e gli scrissi un messaggio.

"Mi dispiace Bill, torna via… Non posso vederti."

Ero determinata più che mai, non potevo cedere, dovevo farlo per Anna e per me.

"Non me ne vado, anche a costo di rimanere qui tutta la notte!"

"Fai come vuoi, buonanotte."

Nessuno sa quanto mi fosse costato mettermi a letto sapendo che il ragazzo che aveva in mano il mio cuore mi stava aspettando.

Passò una mezz’ora, non avevo ovviamente chiuso occhio ed un lampo, seguito da un tuono mi fece sobbalzare. Nel giro di qualche minuto la pioggia iniziò a scendere incessante. Mi affrettai verso la finestra e lui era ancora li. Fradicio, con le braccia conserte, il trucco sbavato e tremante.

Era troppo! Non potevo lasciarlo li.

Spazio autrice:

Che cosa farà Maggie? Lo perdonerà? O gli resisterà ancora?

Grazie a tutte come sempre!

Grazie a Sissina: Ormai i nostri appuntamenti sono su msn! hihihi

Tom_Simo:Grazie mille! Il fatto che ti piaccia mi rende sempre più felice... Vedremo se si muoveranno, Bill un passo avanti l'ha fatto, ma Maggie ha un bel caratterino e Anna l'ha passata brutta. Non sono certamente ragazze facili! Vedremo.. Kussen.

Shary92:Ciao "piccola", ormai ti ho soprannominato così! i tuoi complimenti non sono mai troppi, mi fanno sempre molto piacere... Quel pezza dell'urlo ha fatto ridere molto anche me mentre lo immaginavo! AHHAAH Sono contenta che ti piaccia la mia storia! A presto.

Pandina_Kaulitz: Eh si, Tom ha rifiutato una ragazza, segno che sta cambiando e crescendo! BAci!

 

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Capitolo 11
*** L'amore non basta ***


 

Eccomi di nuovo! capitolo leggermente più corto ma importante! Ringraziamenti alla fine!

(I Tokio Hotel non mi appartengono, è tutto frutto della mia fantasia, no scopo di lucro)

Mi affrettai a prendere l’ombrello e indossare le pantofole a forma di Titti.

Ok, non erano per niente sexy, ma dovevo sbrigarmi. Lui era giù e aspettava me.

Corsi a più non posso e in un attimo ero già fuori.

Il suo sguardo incrociò il mio in un attimo fuggente, ma eterno.

Si avvicinò e rimanemmo a fissarci l’uno di fronte all’altra .

Respiravamo ansia, paura, desiderio, ma soprattutto amore. Non ce lo eravamo detti, ma le nostre anime già lo sapevano.

Sopra di noi vegliava un cielo livido e la pioggia ci accarezzava la pelle.

"Maggie…" Sospirò.

Non feci in tempo a dire niente, che già mi aveva afferrato e tirato a sé.

Non avrei dovuto, ma mi lasciai catturare dalle sue braccia. La forza con la quale mi aveva trascinato fece cadere l’ombrello.

Ora anch’io come lui ero fradicia.

Ma non mi importava. Il mio cuore batteva al ritmo del suo, i nostri respiri erano una cosa sola. Sentii la sua stretta farsi più forte. Immersi il volto nella sua spalla e mi inebriai del suo profumo per lasciarlo impresso nella mia mente. Mai avrei dovuto dimenticarlo.

Il pensiero che non avrei più potuto assaporarlo mi fece male, più di una coltellata al cuore. Le lacrime iniziarono a scendere.

Mi liberai di lui e lo guardai.

"Scusami Bill, ma devi andartene…"

"No, tu devi ascoltarmi" I suoi occhi mi imploravano.

"No ti prego, ci siamo già detti tutto! Io non posso. Per Anna e per me. Mi farai soffrire come hai fatto con tutte le altre e io non posso permetterlo."

"No! Tu adesso ascolterai tutto quello che ho da dirti."

Mi prese per le spalle e mi guardò con sguardo severo. La sua determinatezza non mi permise di muovere un muscolo.

"Forse sarà difficile per te credermi, e sappi che è molto più difficile per me ammetterlo. Ma io fino ad ora non ho mai provato sensazioni simili. E’ vero,fatto tanti,troppi errori. Pensavo solo a me stesso, degli altri poco mi importava. Ma ora è tutto diverso, tu mi hai cambiato…" Con la manica del suo giacchettino di pelle strusciò i suoi occhi e tirò su con il naso. Forse delle lacrime volevano cadere.

"Bill ti prego smettila."

"No, lasciami finire." Si scostò un piccolo ciuffo di capelli dagli occhi. Quanto era bello.

"Credevo di innamorarmi ogni volta della persona di turno, ma mi sbagliavo. Solo ora so cosa si prova ad amare. L’amore è sofferenza ed io sto soffrendo come un cane da quando mi hai rifiutato."

Iniziai a tremare. Avrei voluto confidargli quanto anche io stessi male per lui.

"E’ tardi Bill! E’ troppo tardi. Stavolta lo sbaglio che hai commesso riguarda la mia migliore amica, la persona più importante della mia vita. Le ho già fatto male, non posso farglielo ancora."

"No, non è mai tardi!"

"Si che lo è. E’ tutto sbagliato tra di noi. Te l’ho già detto, è stato un errore."

"Non dirlo, Maggie, non mentire. Lo vedo da come mi guardi, da come tremi e da come eviti il mio sguardo che provi i miei stessi sentimenti. E pensi che siano uno sbaglio? No, non c’è niente di più giusto! Credimi!"

"No! Non è così! Poi io di te non mi fido."

Un lampo, poi un tuono. Il cielo forse si stava innamorando di noi e anche lui sapeva che ciò che stavo dicendo non erano altro che bugie.

"Vivimi Maggie, vivimi ed insegnami ad amare! Dimentica quello che sono stato e vivi quello che sono diventato grazie a te!" Lo sguardo da bambino mi implorava più che mai.

"Come vorrei farlo! Come vorrei viverti per sempre…"

"No! Come devo ripeterlo? Non ti credo, non ti credo!"

Affondai il mio viso nelle mie mani per nascondere qualsiasi espressione ingannevole.

"Perché continui a farmi del male eh? Perché mi tormenti e non vai a trovartene un’altra?"

"Perché…" La sua espressione si fece seria.

"Perché io.." Strinse i pugni e si morse un labbro. Poi trovò la forza per dirlo, per donare il suo cuore alla ragazza che aveva di fronte con solo due parole, due semplici parole costate tanto.

"Ti amo! Ti amo e sono pronto a gridarlo al mondo se necessario."

"Ti amo… davvero lo hai detto? Il mio sogno si è avverato ed io sono costretta a viverlo come un incubo. Ma come posso essere il tuo ennesimo capriccio?"

"Peccato che io non provi la stessa cosa…"

Di nuovo stavo mentendo, di nuovo i miei occhi rivolti verso il basso e di nuovo un tuono a farci rabbrividire.

"Non è vero" Scosse la testa.

"Non è vero e te lo dimostrerò"

Mi prese per le spalle e mi sbatté contro il muro. Emisi un gemito di dolore all’ impatto con la parete.

Sentii la sua mano insinuarsi nella mia canottiera e le sue labbra posarsi sulla mia pelle bagnata. Mordeva e baciava il mio collo, le mie spalle e accarezzava il mio corpo provocandomi brividi di piacere.

Avrei voluto farlo mio in quel preciso istante, lo avrei voluto dentro di me per sempre. Ma ormai la decisione era presa. La sua mano si era addentrata nei miei shorts, decisa ad esplorare quella zona inviolata e proibita.

La bloccai.

"Dimmi che non mi vuoi e che non mi ami ed io ti lascerò per sempre! Ma devi farlo guardandomi negli occhi." Disse continuando a baciarmi.

Presi il suo viso tra le mani. Fissai le sue iridi. Accarezzai la sua pelle e posai le mie labbra sulle sue. Lui le leccò. Provò a farsi spazio tra le mie labbra per giocare con la mia lingua, ma mi era già allontanata. Continuai a fissarlo come mi aveva ordinato e dissi:

"Non ti amo Bill, mi dispiace!"

Rimase impietrito. Io non volli guardarlo un istante di più. Entrai di corsa nel portone e lo chiusi dietro di me.

"Dimenticami tu amore mio… perché io non ce la farò…"

Bill rimase ancora li, con lo sguardo perso nel vuoto.

Somigliava ad una farfalla che un tempo aveva le ali, le ali dell amore, spezzate ormai dal destino e dai suoi sbagli. Quella farfalla ormai era caduta dal suo volo.

Tom ebbe ragione a dirgli che avrebbe pagato per i suoi sbagli.

Ma perché doveva essere così alto il prezzo da pagare?

"E’ ciò che ti meriti! Imparerai dai tuoi errori.."

Si voltò verso il portone per l’ultima volta poi se ne andò versando lacrime amare. Ultimi segni di un amore mai nato.

Anna aveva sentito e visto tutto. Non poteva più negare che quei due si amassero davvero.

Si sdraiò sul letto e se ne convinse ancora di più sentendo il pianto dell’amica prolungarsi per tutta la notte.

Stava soffrendo e lo stava facendo per lei. Era l’ora di smetterla di pensare solo a se stessa . Le voleva ancora troppo bene per continuare ad evitarla. Presto, tutto sarebbe tornato come prima.

Allora, Maggie non ce l'ha fatto a perdonarlo... ce la farà a continuare a mentire a se stessa?

Grazie a:

Tom_Simo: Ciao! Come vedi alla vista del KAulitz bagnato non ha resistito nemmeno una "dura" come Maggie ed è scesa! Grazie del tuo commento...

SISSINA:Tesò grazie per i complimenti! Mi fanno sempre un sacco di piacere.

Shari92:Ciauuuuuuu Mi dispiace lasciarti sempre con il fiato sospeso, ma senza suspance non sarebbe la stessa cosa no?ma non sei affatto una rompi scatole! Quando avrò un pochino più di tempo, tranquilla che passerò da te!

Kina89:E' vero, mi avevi abbandonato! Ma per una giusta causa...Spero sia andato bene l'esame! Non ti ho lasciato in astinenza, visto? Ho postato presto! un bacio..

Pandina_Kaulitz: Come vedi non ce l'ha fatta a perdonarlo, Bill l'ha fatta abbastanza grossa, ha preso in giro Anna nel vero senso della parola... Però chi lo sa? magari l'amore fa miracoli! In più Maggie ancora non sa che Anna si vede con Tom...Vedremo che succederà! Bacioni anche a te!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** VIA DA LEI ***


 

Nuovo capitolo tutto per voi! Come al solito è un bel pò lunghino,ma non mi andava di spezzarlo...

Le canzoni citate sono: "An deiner Seite", Tokio Hotel e "Always" Bon Jovi. Ringraziamenti, come sempre, alla fine.

(I tokio Hotel non mi appartengono,è tutto frutto della mia fantasia, no scopo di lucro)

 

Anna fu svegliata dallo squillare del suo cellulare. Con i capelli arruffati e gli occhi ancora socchiusi si apprestò a rispondere.

“..hm.. Pronto..”

“ANNA SVEGLIAAAAAAAA!”

“Mio Dio Tom sono le 9 e 30 che ci fai sveglio a quest’ora?” Nonostante la voce fastidiosamente squillante del rasta, ad Anna apparve un sorriso nel sentirlo.

“Tra 40 minuti sono li! Metti un costume”

“Tom sei impazzito?”

“Non ancora.. Ma oggi è l’ultimo giorno che passiamo qui e voglio godermelo.”

“L’ultimo giorno?” Un velo di tristezza incupì l’espressione della brunetta.

“Si, Bill vuole partire  prima ce ne andiamo domattina alle sei... poi ti spiego! Dai preparati.”

Così dicendo attaccò il telefono.

La ragazza era felice di trascorrere una giornata con il chitarrista. Ultimamente era stato per lei un punto di riferimento. Riusciva a tirarla su di morale e a trovare le parole giuste al momento giusto e lei aveva bisogno di questo.

 

“...Ich bin da, wenn du willst..“

 

Peccato che adesso tutto sarebbe finito.

Indossò il costume e un vestitino. Fece una coda di cavallo e lasciò un bigliettino a Maggie. Non le sembrava il caso di andarla a svegliare. Doveva essersi addormentata all’ alba. Dopodichè si avviò fuori ad aspettare Tom.

 

“Bill sei sicuro che non vuoi che resti con te?”

“No vai. Non sarei di compagnia. Poi avrò più tempo per sistemare le valigie”.

Con gli occhi ancora gonfi dal pianto e lo sguardo spento, il moro iniziò a mangiare la sua colazione.

Era ancora distrutto, ma era forte e si promise di pensare alla sera prima il meno possibile.

“Ok ma se hai bisogno chiamami piattola!”

“Va bene, divertiti almeno tu!”

Il biondo salutò il gemello con una pacca sulle spalle e uscì dalla stanza.

 

La vide fuori dalla porta di casa. Bella nella sua semplicità.

Anna gli andò incontro con un sorriso smagliante ondeggiando involontariamente. Tom impazziva per i suoi movimenti ingenuamente sensuali.

“Allora Kaulitz, dove mi porti?”Disse la ragazza entrata in macchina.

“Sorpresa cara mia!”

“Wow addirittura?”

“Certo è il mio ultimo giorno e come ti ho detto voglio godermelo al massimo…”

Al pensiero della partenza, Anna abbassò lo sguardo. Era incredibilmente ingenua e trasparente come una bambina. Non lasciava all’ immaginazione alcun pensiero.

Tom, infatti, si accorse del suo cambio di espressione anche solo dopo averla notata con la coda dell’occhio e da sotto le sue lenti scure.

Con una leggera sberla catturò l’ attenzione della bruna.

 “Cos’è quel broncio? Non sei contenta di liberarti di me?”

“Oddio, ora che mi ci fai pensare… sinceramente si!” Scherzò e arrossì per essersi fatta beccare un’altra volta. Tom notò quanto fosse simile a Bill ogni volta che arrossiva. Gli faceva tenerezza. Non era come Maggie, forte e sfacciata. Quest’ultima era più simile a lui. Forse era per questo che erano diventati amici da subito, ma sempre per questo motivo, non avrebbero mai potuto stare insieme. Sono gli opposti che si attraggono. Tom, il Casanova dei giorni d’oggi, eterno casinista era attratto dalla dolce Anna, Maggie, la mangiatrice di uomini sincera e confusionaria, invece, era attratta da Bill, il finto sentimentale perfezionista.

“Dai, ci rivedremo appena posso! La Germania non è dall’altra parte del mondo”

Anna annuì assente. Tom forse dimenticava di essere un membro dei Tokio Hotel, quel gruppo perennemente in tournè.

“Allora, siamo arrivati, scenda dalla mia bambina” Disse accarezzando soddisfatto il volante della sua Cadillac. L’ acquisto più voluto e azzeccato secondo lui e la più inutile perdita di denaro secondo Bill.

Anna ubbidì e si ritrovò di fronte ad un rimessaggio di barche sul fiume.

“Ma… dove mi hai portata? Se hai intenzione di farmi pescare sappi che mi annoierò a morte…” Disse la ragazza a braccia conserte.

“Dico io, guardami bene, ti do l’idea di un pescatore?”

Anna lo osservò. Rasta, piercing scintillante, tenuta Hip Hop e chitarra in mano.

“No, decisamente no.. Ma quella a cosa ti serve?” Chiese indicando lo srumento.

“Quanto sei curiosa, peggio di mio fratello! Vedrai…”

Il rasta prese la ragazza per mano e con fare moleggiante la condusse all’interno del rimessaggio.

Con un inglese elementare riuscì a far capire all’ uomo che gli accolse ciò di cui aveva bisogno.

Anna fu sorpresa nel vedere che quello che intendeva Tom era un gommone noleggiato per loro due. Il chitarrista, dopo aver caricato con cura la chitarra, con un balzo saltò all’interno del gommone e tese una mano verso la ragazza ancora incredula e la aiutò a salire.

“Cavolo Tom, ma come ti è venuto in mente?”

“Non è tutto merito mio, ho chiesto in albergo cosa avrei potuto fare di carino, romantico e insolito e soprattutto in un luogo poco frequentato per non farmi riconoscere”

“Romantico? E’ per caso un appuntamento ufficiale Kaulitz?” Ammiccò Anna alzando un sopracciglio.

“Sono o non sono la reincarnazione di Casanova?” Sorrise il biondo.

Navigarono per un quarto d’ora fino a quando non arrivarono ad una spiaggetta deserta, incontaminata e con sabbia bianca. Era bellissimo. Anna aveva sentito parlare di quel posto, ma non c’era mai stata.

Il rasta tolse maglietta e pantaloni per rimanere in costume.

Anna arrossì nel vedere il corpo nudo e scolpito del ragazzo, ingiustamente sempre nascosto da indumenti decisamente troppo larghi.

Tom sorrise nel notare di nuovo le guance rosse della ragazza.

“Lo so, lascio sempre senza fiato, che posso farci se madre natura mi ha fatto così bello? Mi chiedo perché mi ostino a fare il chitarrista, quando so che come spogliarellista avrei il triplo di successo”.

“Modesto come sempre!” Sorrise la bruna.

 Pensò a come sarebbe stato vederlo volteggiare su un cubo con solo un paio di slip. Decisamente non male.

 

“Anna ma che dici????? Che pensieri vai a fare? Ricomponiti!”

 

Tornò alla realtà dopo il richiamo di Tom.

“OI! Ci sei?”

“Si si scusa!”

Scesero dal gommone e si sdraiarono sulla sabbia l’uno accanto all’altra.

“Così ve ne andate domani?”

“Si, Bill non ne può più di stare qui…”

“E’ per ieri sera vero?”

“Si, come fai a saperlo?”

“Ho visto tutto…”

“Mi dispiace, deve essere stata dura per te.”

“Lo è stata, ma ormai l’ho accettato. Sono stata stupida a non accorgermene prima”.

Il ragazzo mise accuratamente una ciocca di capelli corvini dietro l’orecchio di Anna.

“Ti copriva il viso… e a me piace guardarlo!”

Anna si limitò a sorridere. Mai avrebbe pensato che dietro quello sciupa femmine si nascondesse quel ragazzo così dolce.

“So a cosa stai pensando! Mamma mia quanto è smielato! Per fare colpo ora si mette anche a dire parole sdolcinate”.

“Non pensavo assolutamente a questo. Anzi, mi chiedevo perché ti ostini a far trapelare la parte dura, superficiale e insopportabile di te, quando invece il vero Tom Kaulitz vale molto di più.”

Tom rimase stupito da quelle parole, così come la stessa Anna che non capiva come fossero potute uscire dalla sua bocca.

“Scusa, non dovevo..” Disse lei.

“No figurati, sei stata sincera!” rispose il ragazzo.

“Il fatto è che fino a poco tempo fa ero davvero così… ma sono cambiato, grazie a…” Lasciò morire la frase così, forse sarebbe stato troppo dirle quello che provava.

“Grazie a?” Lo esortò la bruna.

“A… al comportamento di mio fratello. Mi sono rispecchiato in lui e vivendolo al di fuori, ho capito quanto sia crudele far soffrire le persone per puro divertimento!”

“Esatto, spero che lo capirà anche lui!”

“Credimi, lo sta vivendo sulla sua pelle. Per la prima volta è lui a trovarsi dall’altra parte della medaglia”

Anna si fece pensierosa e Tom capì che era il momento di smetterla di parlare di Bill.

“Che ne dici di un bagnetto?”

“No, non adesso, è presto, l’acqua è ghiacciata!”

“E dai!!!!!!!!!!!!!!!”

“Nein Tom! Non fare il bambino…”

“Uff… va beh, allora vado da solo.”

Anna si sdraiò bocconi per prendere il sole sulla schiena e chiuse gli occhi. Ma la sua quiete no durò molto. Il ragazzo la afferrò con tutta la forza che aveva e correndo la scaraventò in acqua insieme a lui. L’impatto fu duro, anche perché il biondo inciampò sulla cima del gommone ancorato finendo sul corpo della ragazza immersa in acqua. Si alzò di colpo e aspettò che Anna riemergesse. Ma lei non lo fece.

“Anna, dai, sbrigati!”

Il corpo della ragazza continuava a giacere sul fondo. Il ragazzo sentì tremare le gambe e più in fretta che potè tirò su la ragazza priva di sensi. In un batter d’occhio la portò sulla battigia.

“Anna, Anna! Svegliati! Dai Anna su!!!!!!” La teneva tra le braccia e con leggeri schiaffi sulle guance tentava di farla riprendere. Ma i suoi occhi erano ancora chiusi.

Stava per perdere la speranza…

Tom si alzò di scatto per prendere il cellulare, si voltò ed iniziò a correre verso la sua roba, quando sentì un colpo alla schiena.

“AHAHAHAHA te la sei fatta sotto! Che idiota! Chi la fa l’aspetti!” Anna era in piedi, sana e salva e aveva tirato al rasta un mucchietto di sabbia.

“Tu sei una stupida! Io tra poco muoio di infarto e tu giochi a tirare la sabbia! Io ti uccido!!!!!!!” Iniziò a correre verso di lei e una volta raggiunta la prese in braccio. Si rincorsero, nuotarono, cantarono canzoni stonate ad alta voce, si prendevano in giro. Due bambini cresciuti, questo erano.

Due persone che fino ad allora avevano preso la vita troppo sul serio e che insieme volevano evadere da quella realtà.

Si fece sera, Anna durante la giornata si stupì anche del fatto che Tom aveva pensato a farsi fare dei panini. Dopo mangiato si misero di nuovo sugli asciugamani.

Il ragazzo afferrò la chitarra e scivolando le sue dita su di essa la accordò. La luce del tramonto accarezzò il volto delicato del biondo. Aveva gli occhi socchiusi, la mente proiettata in un universo parallelo, in una dimensione dove esistevano solo lui e la musica. Ma in quell’ istante Anna sentì che anche lei avrebbe voluto far parte di quel mondo.

 

“You see I've always been a fighter
But without you I give up
Now I can't sing a love song
Like the way it's meant to be
Well, I guess I'm not that good anymore
But baby, that's just me
And I will love you, baby – Always”

 

Tom cantò per lei quelle parole… La prima volta che sentì always di Bon Jovi era piccolo e giurò a se stesso che se mai un giorno avesse incontrato la persona giusta le avrebbe dedicato quella canzone, quelle stesse parole nelle quali lui si rispecchiava. Non seppe se lei lo avrebbe capito. Ma a lui non importava. Sapeva quello che gli sussurrava il cuore e se lei fosse stata la sua metà lo avrebbe sentito anche lei. Senza bisogno di parole, di gesti, di mosse. Solo con la musica,la musica dell’ amore. Quella che ora usciva dalla bocca di Tom.

Anna lo osservò a lungo. E capì, comprese davvero che quelle parole dovevano descrivere ciò che lui provava. Segno che lei era colei che lui cercava da tempo.

Si guardarono e non ci fu esitazione. Si avvicinarono. Presto la mano di lui si posizionò sul collo della ragazza. Sentirono i propri respiri confondersi. Una leggera brezza scompigliò i capelli di Anna. Tom come poco prima glieli tolse dal viso. Si sorrisero perché tutti e due ricordarono il momento trascorso, quando lui le aveva detto:

“Ti copriva il viso… e a me piace guardarlo.”

Voleva dire solo una cosa: Complicità.

Tom posò le sue labbra dolcemente sulle sue. La sentì sussultare. Si staccò per cogliere l’ espressione della ragazza, per avere un consenso e poter continuare a baciarla. Lei lo guardò ancora e più affondo. Quegli occhi nocciola, quel naso pitturato, quell’ espressione da cucciolo, quella sensazione di brivido nel contatto con un piercing. Lei la aveva già provata.

“..Bill..”   Fu un attimo e tutto si spense. Le certezze di tutti e due si persero. Quella bellezza creatasi cadde nell’oblio del ricordo.

Anna portò una mano alla bocca, come per riportare indietro la parola ormai brutalmente pronunciata.

Sul volto di Tom apparve una smorfia. “ Certo, Bill…”.

“Scusami, no, io non volevo…” Perché era stata così stupida! Tu eri sicura, non volevi Bill, avevi trovato Tom, cercavi lui! Perché è spuntato fuori quel nome? Abitudine? Sbadataggine? Ricordo? Lapsus? Non importava, aveva rovinato tutto quello di bello che si era andato a creare. Ora lui si era alzato e si stava pulendo il costume dalla sabbia. Le stava voltando le spalle.

 

“No Tom! Guardami di nuovo, ho bisogno di credere in noi, perdonami!”

 

“E’ meglio andare…” Le disse lui porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.

“Si, forse si.”

 

“Ma che diavolo vai dicendo? Digli che invece rimarresti li con lui per sempre e che sei stata solo un’idiota!”

 

Tornarono alla macchina e non si dissero una parola. Lui aveva un’espressione contrariata, lei persa nel vuoto. Voleva trovare delle parole adatte ma non riusciva.

Adesso erano di fronte al portone di casa e il tempo volava.

Scesero.

Erano li, di nuovo l’una di fronte all’ altra.

“Beh, ciao Anna… Grazie di tutto” Disse lui freddo e sistemando il cappellino con un gesto nervoso.

“Grazie a te!” Che schifo di parole le uscivano dalla bocca.

Sguardo, silenzio, vuoto, ansia, paura, nostalgia, addio.

“Io allora vado…”

“Ok, fai buon viaggio Tom” Niente, ciò che voleva dire rimaneva nascosto nel suo cuore.

Un abbraccio privo di significato, poi dei passi e lui voltato di spalle.

“Tom!” Urlò Anna.

Lui si bloccò, desideroso di sentirsi dire che lei lo voleva accanto a se.

“Io..” Disse

“Si?” La esortò lui.

“Io…”

Di nuovo uno sguardo, di nuovo i loro occhi.

“Mi dispiace”

Delusione! Delusione di Tom che sperava in parole diverse, delusione di Anna che non riusciva a dire quello che voleva.

“Non fa niente, si vede che era troppo presto… o forse…”

“O forse?”

“O forse non era destino. Ciao piccola, stammi bene!” Con un gesto della mano la salutò e sgommò via. VIA DA LEI, via dall’ Italia, via da loro due.

 

Ringrazio di cuore:

Kina 89: "Tutto sarebbe tornato come prima" era riferito a Maggie ed Anna...Vedremo cosa succederà! Grazie tante per i tuoi commenti...

Lally_the best: Tesoro! Finalmente la mia fedelissima è tornata... Grazie per esserti ricordata di me!

Tom_simo: Grazie a te per commentare sempre.. Anna ancora non gliel'ha detto, ma solo perchè non ha trovato il momento adatto! Speriamo lo trovi!

pandina_kaulitz: Visto che ho postato presto? Si Anna si sta accorgendo dei sacrifici di Maggie... Grazie dei commenti un bacio!

Shari 92: Grazie piccola! grazie come sempre!

SISSINA: tesoro! Grazie mille! mi fanno un sacco di piacere i tuoi commenti! A presto!

Un saluto anche a Susser_ CInderella che finalmente è tornata al pc!!!!!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Di nuovo insieme ***


 

 

Salve ragazze, Sono già tornata, mancano solo altri due capitoli! Questo è un pò un capitolo transitorio,ma nei prossimi due sapremo ciò che succederà!

Ringraziamenti infondo

(I Tokio Hotel non mi appartengono,è tutta fantasia, no scopo di lucro)

Tom entrò nella suite per finire di sistemare le sue cose. I bagagli di Bill erano già pronti. Lui però non era nei paraggi. Poi si accorse della porta del terrazzo, era aperta. Il moro aveva le braccia appoggiate alla ringhiera, un cappellino, i capelli sciolti e niente trucco. Il volto era ancora rigato dalle lacrime, segno che il pianto ancora non lo aveva abbandonato. Fumava nervosamente.

"Ehi, già pronti i bagagli?"

"Si tom, voglio andarmene via domattina, il prima possibile. Com’è andata?"

"Da Dio! Talmente bene che dopo averla baciata mi ha chiamato con il tuo nome…"

L’espressione del rasta lasciava trasparire amarezza. Raggiunse il gemello e si mise nella sua stessa posizione.

"Mi dispiace Tomi… Anche in questo siamo destinati a vivere la stessa situazione!"

"Che cavolo! Almeno una volta poteva andare diversamente almeno per uno dei due?"

"Già… Almeno per te… Io mi merito tutto! Ma tu, per la prima volta nella vita che sei sincero, avresti potuto essere premiato!"

"Segno che dovrò rassegnarmi alla fama di Sexgott… Almeno non soffrirò come un cane."

"Mi dispiace Tomi…"

"Di cosa?"

"Che questa vacanza sia andata così. E’ stata colpa mia… L’ho voluta a tutti i costi ed ora guarda come siamo ridotti! Guarda che facce!"

"Dai smettila, non potevamo saperlo! Comunque parla per te, io sono splendido come sempre, sei tu che fai schifo con quella faccia gonfia!"

"Idiota!"

I fratelli si guardarono e si sorrisero. Due sorrisi identici, malinconici.

Si voltarono verso il paesaggio ed osservarono il panorama per l’ultima volta. Il panorama di un luogo magico, diverso, familiare. Il paesaggio custode del loro primo amore, trovato insieme, della loro prima sofferenza, trovata insieme, del loro cambiamento, avvenuto insieme.

Insieme! Questa era loro parola d’ordine.

"Saluta l’Italia Bill, saluta l’amore.."

Dopo questa frase i gemelli Kaulitz se ne andarono a cena e si apprestarono a passare l’ultima notte italiana.

Anna entrò in casa sperando che ci fosse anche Maggie, voleva raccontarle tutto, voleva chiarirsi, voleva dirle che aveva capito quanto si fosse pentita, a tal punto da aver rinunciato a Bill per lei. Ma lei non era a casa. Decise allora di andare direttamente a letto. Non aveva fame e voleva scordarsi di quella giornata. Magari una dormita le avrebbe fatto bene.

Io avevo chiamato Luca, non mi andava di passare la giornata per conto mio, troppi pensieri, troppi ricordi.

Luca era un buon amico, all’ inizio aveva provato in tutti modi a diventare qualcosa di più, ma non c’ era mai riuscito. Stavamo mangiando una pizza. O meglio, lui stava mangiando una pizza, io giocherellavo soltanto con un’ oliva.

"E dai Maggie, mangia!"

"Non mi va…"

"Senti non puoi ridurti così, hai preso una decisione, che io non condivido, però ormai l’hai fatto. L’hai respinto, se sei davvero sicura di quello che hai fatto allora non vedo perché ora devi stare così!"

"Perché nonostante tutto lo amo…"

"E allora perché ti vuoi fare del male?"

"Perché è giusto così. Me lo merito e perché so che lui si stancherebbe di me come ha fatto con le altre, quindi meglio soffrire ora che dopo, quando ormai è troppo tardi"

"Io ci rinuncio, le donne non le capirò mai. Siete il ritratto del masochismo" Disse Luca portandosi una mano sulla testa e scrollando il capo.

"Non pretendo tu capisca… Del resto sei un uomo, che ne vuoi sapere?"

"Eccoci! la perla di saggezza femminista mi mancava stasera…"

Ci guardammo e ci sorridemmo. La serata proseguì tra le mie paranoie e le sue affermazioni sconcertate. Non fu proprio una serata all’insegna del divertimento, soprattutto per lui. Ma fu contento di farmi compagnia, altrimenti sapeva che me l’avrebbe fatta l’alcol e qualche sconosciuto.

A mezzanotte e mezza già ero a casa. Anna doveva essere in camera sua, la sua borsa era abbandonata sul letto e faceva da cuscino a Bill. Feci piano per non svegliarla, convinta che stesse dormendo e, tolta vestiti e i miei soliti accessori borchiati mi coricai, sicura di affrontare un’altra nottata in bianco, come di consueto ultimamente.

Mi girai e rigirai nel letto. Nella mente avevo ancora i suoi occhi, le sue parole, le sue labbra.

E’ strano come all’ improvviso tutto cambi. Un giorno sei una persona spensierata, allegra, solare. Poi una mattina ti svegli, due occhi che ti fulminano, un cuore che batte e la mente persa nel vuoto. L’amore bussa alla porta del tuo cuore, tu cerchi di non farlo avanzare, ma lui è più forte ed entra dentro di te. Da quel momento tutto è diverso, ogni certezza crolla… Ogni tuo pensiero, ogni tuo gesto è dedicato a lui. Speri che sia un sogno dal quale potersi svegliare quando vuoi, ma non lo è. Resterà li fino a quando vorrà.

Deciderà da solo se e quando andarsene. Tu non potrai farci niente. Sei una sua schiava. Hai lasciato l’anima nelle sue mani senza accorgertene e adesso non resta che chiudere gli occhi e attendere il momento giusto per poterli riaprire.

Ad un tratto sentii un boato ed un bagliore invadere la mia stanza. Restai con gli occhi socchiusi per la troppa luce. Ma vidi abbastanza per poter capire che l’autrice di quel trambusto era stata Anna.

In un secondo era piombata in camera mia sbattendo la porta, spalancando la persiana e posizionandosi di fronte a me con le braccia sui fianchi e con un’aria di rimprovero.

"An..na.." Sussurrai avendo ancora la mente presa da altri pensieri.

"Lo ami sul serio?" mi urlò contro.

"Hm? Ma che.." Non capivo… Forse stavo sognando, oppure la mia amica era sonnambula o, peggio ancora, stava delirando.

"Ti ho fatto una domanda e devi rispondermi seriamente, Lo AMI?"

Ok panico, imbarazzo,confusione. Che devo fare? Dirle la verità? Dirle che amo il ragazzo per il quale aveva perso la testa o mentire e far passare il tutto come un episodio fine a se stesso e da dimenticare?

"Lo amo più di me stessa…"

Abbassai lo sguardo e pronunciai quelle parole con un filo di voce. Ma ero decisa. Mai più avrei mentito alla mia migliore amica, mai più le avrei tenuti nascosti i miei sentimenti. Lei era la mia vita e nel bene o nel male da oggi in poi avrebbe sempre saputo la verità.

"Speravo che tu lo dicessi! Devi farmi un favore.."

"Tutto quello che vuoi!"

"Non devi più raccontarmi bugie… promettimi che sarai sempre sincera con me!"

Non pensai nemmeno per un secondo. Scattai giù dal letto e con un balzo felino mi catapultai sulla mia povera amica. Cademmo a terra tutte e due ed iniziai a darle bacetti ovunque.

"Mai più, mai più, non ti mentirò te lo prometto!"

Iniziammo a ridere come due pazze. Eravamo di nuovo insieme, io e lei, Anna e Maggie e la nostra amicizia che non finirà mai.

Tra una risata e un lamento per il solletico che le stavo facendo, Anna riuscì a dire:

"Maggie, alzati, dobbiamo andare è importante!"

"Come?"

"C’è un motivo per cui ti sono piombata in camera alle 5 del mattino! Mica sono impazzita all’improvviso.."

"Perché sei mai stata sana?"

"Ecco, preferivo quando non ci parlavamo…Sei peggio di Tom per le battutine!"

"Dai dimmi!"

"Tu adesso devi vestirti! E sbrigarti perché dobbiamo andarcene al più presto."

"Ora? Alle 5? E dove?"

"All’ albergo dei Kaulitz… Partono tra un’ora!"

"Oh mio Dio… Lui se ne va? Ed io l’ho lasciato così?"

Solo in quel momento mi resi conto che avrei rinunciato per sempre all’ unico amore della mia vita. Che non l’avrei rivisto mai più e che non gli avevo mai detto la verità, quanto io lo amassi!

"C-Cosa? E tu come lo sai?"

"Tom.."

"Tom? E quando te l’ha detto?"

"Cazzo Maggie quante domande! E’ una storia lunga, avrò modo di raccontarti tutto, per ora posso dirti che ho un conto in sospeso con lui e che vorrei sistemare tutto prima che se ne vada. In più so che hai rinunciato a Bill e so anche che non è quello che vuoi, per cui ora muovi le chiappe, ti vesti e ti togli quell’espressione da ebete dalla faccia! Ah e se non lo farai ti manderò io a calci in culo verso la tua auto!"

"Questa non è Anna, questo è un mostro! Si vede che hai passato del tempo con Tom, Miss Finezza."

Ci mettemmo di nuovo a ridere, poi ci fiondammo a vestirci.

Non c’era tempo da perdere, dovevamo rincorrere un sogno.

Grazie a:

Lally_The best: Bella la mia fedelissima! Grazie per i complimenti, son contenta che ti piaccia il mio modo di scrivere, vuol dire tanto per me. Grazie anche per aver commentato le mie due one shot! Ci sentiamo su msn...

Tom_Simo:Non sai quanto mi abbia fatto piacere la tua recensione. Sentirsi dire che è perfetta non ha prezzo, grazie davvero! E' vero, Bill in poco tempo ha rovinato la vita a 4 persone (lui compreso), ma credimi la sta pagando cara. Sono contenta che Tom e Anna ti piacciano insieme. Complimenti anche per la tua FF è bellissima! A presto.

Shari 92:Ciao piccola! Chi lo sa, magari non tutto è perduto. Del resto si capisce sempre tardi quanto sia importante una persona. Grazie di leggere sempre!

SISSINA:Grazie tesoro, come sempre mi fa piacere sapere che ti piacciano i miei capitoli! Un bacio

 

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Capitolo 14
*** Nuova vita ***


 

Salve a tutte!!!!!!!! Eccomi con il penultimo capitolo! A breve scoprirete se si tratterà davvero di un lieto fine o meno... Il fatto che sia quasi alla fine mi rattrista, ma del resto prima o poi doveva succedere. Grazie a tutte voi per i commenti che lasciate, sono gesti semplici che fanno però troppo piacere!

(I tokio Hotel non mi appartengono, è tutto inventato, no scopo di lucro)

 

“Maggie che cazzo fai! Posa subito quella matita! Ti sembra il momento di truccarti?”

“Solo una riga ti prego!”

“Muovitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!”

“Ok capito il concetto”

Lanciai via la matita dopo aver tracciato due righe stortissime sulle mie palpebre. Detti un’occhiata al Kajal a malincuore e mi misi a parlare con lui.

“Scusami tesoro, ma stamani non ho tempo di usarti.. perdonami!” Dissi affranta.

“Se non ti muovi giuro che quei trucchi te li faccio ingoiare, chiaro?”

“Cristallino Anna”.

Iniziammo a correre per le scale e raggiungemmo la mia auto,  o meglio, il mio catorcio.

“Forza tesoro, stamani abbiamo una missione da compiere e tu devi volare!”

“Maggie, siamo a quota due!”

“Due cosa?”

“Hai parlato con due oggetti! Non ti hanno insegnato che non possono risponderti?”

“Ma io la stavo solo incoraggiando per assicurarmi che vada veloce!”

Dissi facendo il labbrino.

“Pigia quell’ acceleratore Margherita o ti farò pentire di essere nata!”

“Cavolo Anna, ma che ti ha fatto Tom?”

Prima di mettermi alla guida notai le guance della mia amica dipingersi di rosso. Il rosso di chi ama, il rosso di chi ha sentito pronunciare il nome della persona che le ha rubato il cuore.

Segno che mi ero persa molte cose e da quel momento in poi non sarebbe accaduto mai più.

L’acceleratore era schiacciato al massimo, potevo sentirlo gridare pietà. Anna era immersa nel sedile e si stava reggendo alla maniglia più forte che poteva.

Io ero protesa in avanti e imprecavo contro i malcapitati che si trovavano ad incrociare il mio percorso. Suonavo il clacson ogni secondo, urlavo come una pazza e penso che se qualche manager ferrari mi avesse notato, Kimi Raikkonen sarebbe stato sicuramente licenziato.

Per fortuna dei passanti e per la gioia di Anna l’Hotel non era distante, ma l’orologio segnava le 6 :15.

“CAzzo cazzo cazzoooooo” Urlai molto finemente.

“Non c’è nemmeno posto per parcheggiare!” Si sgomentò Anna.

“Sei impazzita? Ti preoccupi del parcheggio!”

Non la feci rispondere perché avrebbe compreso ben presto il mio intento.

Spensi l’auto e la lasciai nel bel mezzo della strada, in seconda fila e con gli sportelli aperti. Anna guardò me, la macchina e la fila che si stava creando per l’ingombrante vettura lasciata in balia del traffico. Ma stavolta non proferì parola. A cose normali mi sarei beccata una ramanzina, ma stavolta doveva seguire le ragioni del cuore.

Dopo una corsa a perdi fiato ci trovammo ansimanti di fronte ad uno sconcertato receptionist. Eravamo piegate in due sul bancone, paonazze e senza fiato.

 

“Dai voce vieni fuori!”  

 

“S.. Scusi…” Provò a dire Anna alzando un dito per ricevere attenzione. Ma il fiato ancora non c’era.

Ok dovevo intervenire! Sapevo come si urlava tutto d’ un fiato per arrivare dritti al concetto. La mattina quando ero nervosa era il mio sport ferito.

“SENTA LEI, E’ TARDISSIMO ED IO E LA MIA AMICA NON ABBIAMO TEMPO DA PERDERE, PER CUI CI DICA SUBITO DOVE SON I GEMELLI KAULITZ E LA LASCEREMO IN PACE!”

Ok, ora non avevo davvero più aria. Diventai viola e iniziai a sventolarmi con la mano.

“Se ne sono andati da cinque minuti, forse sono ancora al parcheggio ma non glielo garantisco.”

Forse il tipo si era sentito minacciato dalle mie urla e aveva pensato che fossi pazza, fatto sta che aveva capito il concetto e ci aveva informato senza preamboli.

“MIO DIO MIO DIO MIO DIOOOOOOOO E LEI LI HA LASCIATI ANDARE VIA COSIIIIIIIIIIII’?MA COME HA POTUTO??????”

“Maggie calmati! Forse ce la facciamo ancora a raggiungerli…” Anna era riuscita a rimanere lucida, io come al solito ero già in escandescenza.

“Ci scusi signore togliamo il disturbo” Dopo aver detto questo la mia amica mi prese per un braccio e ci dirigemmo fuori. Poi un lampo di genio attraversò il mio cervello.

“La scorciatoia!!!!!!!!!!!!!!!!”

“Come?”

“Muoviti Anna, corri! È inutile raggiungere il parcheggio a piedi, è sul retro non ce la faremo mai!”

“E allora?”

“E allora corriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii”

Senza dire niente mi seguì e ci posizionammo in auto.

“Oh no! Di nuovo..” Si lamentò la mora allacciandosi le cinture.

“C’è una strada qua dietro, ci porterà all’uscita del parcheggio, prega che siano sempre li e che abbiano impiegato un bel po’ di tempo a caricare tutti i bagagli di Bill!”

A tutta velocità percorremmo la stradina privata dell’albergo che portava al parcheggio.

In senso contrario stavano sopraggiungendo un pullman, una utilitaria e …

“La cadillac!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”

L’urlo di Anna mi risvegliò dalla concentrazione nel guardare la strada.

“CAzzo! Qui non posso fare inversione!”

Schiacciai ancora di più l’acceleratore e ci ritrovammo nel parcheggio. Feci una curva a 180 gradi che per poco non ci costò un ribaltamento e di nuovo tornammo a percorrere la stradina privata all’ inseguimento dei gemelli.

In men che non si dica ci immettemmo nella strada principale. Vidi il pullman di prima e la cadillac effettuare il sorpasso ai danni di quest’ ultimo.

“Ok Anna, tu che sei credente inizia a pregare!”

La mia amica si preoccupò molto di questa mia affermazione perché sapeva di cosa ero capace.

“Nel frattempo provo a chiamare Tom…”

Digitò il numero e dopo vari squilli invani fu costretta a chiudere la chiamata.

“Tranquilla Anna, facciamo a modo mio”

“E’ proprio quello che volevo evitare…”

 

“TOM Cazzo abbassa questa merda!”

“Bill,mi hai rotto, sei troppo nervoso, almeno fingi un po’ di gentilezza!”

“Non ho voglia di farmi tutto il viaggio ascoltando questo Deluxe!”

“Allora ti prendi un aereo, ma ti scarichi anche tutti i bagagli da solo!”

Il moro tornò ad immergere il viso nel sacchetto di Gummybären e si zittì all’istante. Non aveva voglia di litigare.

“Hei ma che diavolo vuole quel deficiente?”

“Hm?”

“Guarda nello specchietto, c’è un pazzo che suona il clacson e fa dei sorpassi indescrivibili”

“Non so che dirti..”

“Sei molto d’aiuto eh Bill?”

“Che palle Tom non mi stuzzicare… Se ha fretta lascialo passare!”

“No, semmai lo semino…”

“Non ci provare! Primo perché non ho voglia di rischiare la vita, secondo perché ti ricordo che ti rimangono 5 punti nella patente e si sa che l’Italia è piena di quelle macchinette per fare le multe..”

“Gli autovelox Bill, si chiamano autovelox”

Disse il rasta con aria saccente.

“Si insomma quegli aggeggi li!”

Il biondo non potè far altro che dar ragione al gemello ed iniziò a rallentare per far in modo che quel pazzo al volante li sorpassasse e se ne andasse. Non voleva certo ritrovarsi a sostenere di nuovo l’esame della patente. Esame che il fratello non aveva mai superato.

 

“Anna! E’ un miracolo! Sta rallentando! Dio ci aiuta, mi sta rendendo le cose più facili… Posso sorpassarlo!”

“Vuoi sorpassarlo?”

“E se no come fanno a vederci? Hanno i vetri oscurati, e conoscendoli non credo che presteranno molta attenzione agli altri autisti..”

“Se lo dici tu…”

L’auto delle due ragazze si avvicinò sempre di più e al momento propizio iniziò l’azzardato sorpasso di Maggie.

“Allora Anna, comunque vadano le cose ricorda che ti ho voluto bene!”

“Ti odio quando fai così che hai intenzione di fare?”

“Tranquilla, abbi fede e non accadrà nulla”.

In realtà stavo tremando e quello che stavo per fare era degno di qualsiasi film d’azione. Infatti era proprio in tv che avevo visto fare una cosa del genere.

“Pronta?”

“NO!!!!!!!!!!!!!”

“Reggitiiiiiiiiiiiiii” l’acceleratore arrivò al massimo, la cadillac fu sorpassata ma questo non bastò.

Presi ancora più velocità per seminare l’auto che tanto amava Tom e di colpo inchiodai mettendo l’auto di traverso per impedire il passaggio della vettura dei Kaulitz.

Eravamo ferme, nel mezzo alla strada.

Io con la testa bassa e ansimante, Anna spalmata e rigida sul sedile e il terrore dipinto in volto.

“Tu sei un’idiota!!!!!!!!!!!”

“Però siamo vive! E guarda chi si sta avvicinando! Speriamo solo che Tom abbia bei riflessi…”

 

“Mio Dio TOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOMMMMMMMMMMM”

L’urlo del gemello moro rimbombò in tutto l’abitacolo e il biondo inchiodò con tutta la forza che aveva.

Si sentì una forte sgommata e la cadillac si fermò a pochissima distanza dal catorcio di Maggie e Anna.

“IO IO IO! LO PRENDO A CALCI QUELLO STRONZO!”

Bill era furioso, il nervosismo per essere partito e il terrore di ritrovarsi una macchina di traverso davanti gli aveva fatto perdere il lume della ragione. In un istante scese dall’auto e sbattè lo sportello.

Tom sapeva che Bill infuriato non lo avrebbe fermato nessuno, nemmeno lui.

 

Ancora non ci eravamo riprese del tutto, per un istante avevamo immaginato il muso dell’auto di Tom infilarsi nella fiancata della mia, ma l’aprirsi del mio sportello mi fece tornare alla realtà.

Non mi accorsi di chi si trattasse, so solo che vidi  due mani afferrare il colletto della mia camicetta e mi ritrovai sollevata e sbattuta contro la mia macchina. Ancora non mi resi conto di nulla, non ebbi il tempo. Nel giro di un istante sentii uno schiaffo infuocarmi una guancia. I miei occhi iniziarono a lacrimare, mi portai una mano al volto e mi piegai in due su me stessa, che dolore!

“MA CHE CAZZO TI E’ SALTATO IN MENTE? IDIOTA! CI STAVAMO PER RIMETTERE LA PELLE TUTTI QUAN…”

Il mio “aggressore” Non riuscì a finire la frase quando si trovò i miei occhi puntati nei suoi.

“Bill…” sussurrai

Si portò una mano alla bocca, si tolse gli occhiali da sole per vedere meglio ed essere certo che non stesse sognando.

“Maggie! Oddio, devo averti fatto malissimo, ma tu, tu sei pazza!”

Asciugai il rivolo di sangue che usciva dalla mia bocca e lo guardai. I miei occhi si fecero lucidi, ma non per il dolore, solo per la gioia di avere di fronte a me l’uomo che amavo.

“Si Bill, sono pazza! Sono pazza se ho pensato di lasciarti andare via così…. Non ho mai creduto nell’ amore, forse neanche tu, ma ora è cambiato tutto, siamo cambiati e non permetterò che tu te ne vada via da me. Ti amo Bill, ti amo dal primo istante.”

Lacrime, diamanti lucenti scesero sul nostro volto. Diamanti che racchiudevano semi di un amore che stava crescendo, saremmo stati noi ad annaffiarli. Insieme, insieme finalmente.

Mi prese tra le sue braccia ed iniziammo a baciarci.

Le sue labbra umide, le sue mani su di me, il solletico dei suoi capelli sul mio volto. Tremai,tremai al pensiero di avere tra le braccia la persona che amavo.

 Esistevamo solo noi, nessun altro. Suoni di clacson imbizzarriti irrompevano, imprecazioni di autisti indignati, applausi dei passeggeri del pullman che avevano seguito la vicenda e l’ avevano assaporata come la fine di un film romantico. Ma quella non era una fine, era un inizio, l’inizio di una storia d’amore senza precedenti e quello non era un film, mai fui più felice di poter dire che quella era la mia vita.

“Allora Kaulitz, non credi che sia arrivato il momento di far provare ad una ragazza indifesa come bacia un vero Sexgott?”

Anna si avvicinò ammiccante ad un Tom stranito appoggiato alla sua auto. Ancora non aveva capito niente. Maggie e Bill insieme sotto gli occhi di Anna e lei, la donna che amava di fronte a lui a chiedergli un bacio.

“Ok, io sto sognando vero?” Disse alla ragazza.

“No, non c’è niente di più vero…”

Anna si alzò sulle punte e sfiorò le labbra del biondo. Lui non esitò un istante e travolse la ragazza con la passione che solo lui riusciva a mettere in un gesto d’amore.

Mi staccai da Bill e osservai la mia migliore amica baciare Tom. Sorrisi e capii che quello che quello sarebbe stato l’inizio di una nuova vita… Una nuova meravigliosa vita.

 

 

N.B: non so se anche in Germania vige la legge della patente a punti, io l'ho usata lo stesso hihihihi

Grazie a tutte ragazze, come farei senza di voi?

SusserCinderella: Grazie tesoro di averla letta tutta! E' vero, Bill per quanto stronzo, in questa FF è sempre e comunque il nostro cucciolo! A presto!

Shari92: Hola piccola! Visto? Anna ha tirato fuori le unghie, per amore questo ed altro! Dispiace anche a me che sia quasi finita... spero di scriverne altre e che tu le segua! un bacio!

ellie_Kaulitz: Che bello, una nuova lettrice! Mi fa piacere che ti identifichi in Maggie, comunque nel prox capitolo scoprirai se sarà davvero un lieto fine!

SISSINA: visto tesò' ce l'hanno fatta ad arrivare in tempo!  a breve il finale!!!!!!!! baci!

Lally_ the best. Fedelissima! Ce l'hanno fatta hai visto? E tutto grazie ai bagagli di Bill...grazie di seguirmi presto!

Trilla94: Grazie dei complimenti, ho aggiornato prestissimo! Un bacio!

Tom_Simo: Grazie come sempre ara, mi fa sempre un sacco di piacere sentirti dire quello che pensi! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Un'amicizia che non finirà mai ***


 

Ci siamo ragazze, ecco a voi il gran finale! Sarà davvero o no un lieto fine?

(I tokio Hotel non mi appartengono, è tutto frutto della mia fantasia, no scopo di lucro)

7 anni dopo

"Mathias! Dove sei?" Urlai.

Dopo qualche istante apparvero dall’angolo della cucina due occhioni nocciola enormi ed espressivi. Un bambino aveva posato a terra lo sguardo. Aveva assunto un’espressione di chi sa di essere colpevole.

Con le mani sui fianchi e con aria di rimprovero mista a tenerezza per quella creaturina adorabile, lo guardai.

"Allora dov’eri?!"

Nessuna risposta.. solo un’aria ancora più colpevole.

"Che cos’hai nascosto la dietro?"

"Niente mamma…"

"Lo sai che non si dicono le bugie Mathias, quante volte devo dirtelo? Su dammi qua.."

Con rassegnazione il piccolo mi porse ciò che nascondeva segretamente nella manina.

"Lo sapevo! Ti ho già detto che non se ne possono mangiare troppi di questi!"

"Ma papi li mangia sempre gli orcetti gommoci!" Mi disse con sguardo da cucciolo.

"Ma papi sbaglia e ogni volta che va dal dentista si fa tanta bua! Vuoi che succeda anche a te?"

" No mamma."

"Bene, ora vai di la che tra poco andiamo da zio Tom!"

Accarezzai dolcemente il bambino e mi diressi verso la camera.

"Amore, mica vorrai farti più bello dello sposo?" Abbracciai da dietro il mio uomo e gli posai un bacio sul collo.

"Ma io sono già più bello dello sposo…"

"Già giusto, che domande…" Sorrisi. Era bello davvero. Aveva i capelli lisci che piovevano sulle sue spalle, erano tutti neri, niente più meches bianche e il trucco che tanto aveva amato da ragazzino non c’era più. I suoi occhi erano nudi e splendenti, naturali.

"Però sai che ci tengo a fare bella figura! Ancora non riesco a credere che mio fratello si sposi…"

"Lo so amore, oggi è un giorno speciale per tutti"

"Già… ti amo, te l’ ho mai detto?"

"Mai abbastanza.."

Le nostre labbra si incontrarono in un bacio. Un bacio simbolo di un amore maturo, consapevole, solido. Un amore indistruttibile. Si perché quando ami davvero capisci di aver trovato una parte di te che mancava dalla nascita, quel qualcuno che era destinato a te da sempre, colui che ti completa. E’ quando ami che inizi a vivere. Vivi perché lui vive, respiri perché lui respira, ridi perché lui ride, piangi perché lui piange.

Per me era così. Io avevo trovato la parte mancante, io adesso avevo Bill, avevo la vita.

Entrammo in chiesa e ci avviammo verso i lati dell’ altare. Bill era accanto a Tom che impaziente aspettava la sua consorte. I rasta erano raccolti in maniera disciplinata, il piercing non c’era più. Il suo viso era liscio e pulito. I due gemelli ora erano identici. Tutti e due in abito scuro e nella stessa posizione. Con la stessa aria ansiosa.

Io ero dall’altra parte dell’ altare, dalla parte della sposa. Ero la sua testimone.

Ad un tratto partì una musica. La marcia nuziale risuonò in tutta la chiesa. Mai avrei creduto un giorno di vedere Tom con un vestito elegante, sposarsi in Chiesa con cerimonia tradizionale. Ma era innamorato e per amore avrebbe fatto questo ed altro.

Dal portone entrò il mio piccolo Mathias con un cuscinetto in mano sopra il quale erano posizionate le fedi. Lo osservai. Più cresceva più somigliava al padre. Stessi occhi, stesse espressioni.

Poi finalmente lei, la sposa.

Anna era bellissima, aveva un vestito semplice, color avorio. Le spalle erano nude ed i capelli raccolti in un ciuffo dal quale cadeva un velo lungo fino ai fianchi.

Avanzava lenta, con la camminata sensuale che tanto amava Tom.

Occhi azzurri come il mare, languidi, sinceri, perfetti.

Sorriso smagliante di chi sa che sta per coronare il suo sogno.

Si avvicinò all’altare e mi guardò. Ricambiai il suo sguardo in maniera complice. Una lacrima apparve sui nostri volti.

Accarezzai il mio collo, sul lato sinistro, lei fece lo stesso. Era in quel punto che avevo fatto il mio terzo tatuaggio. Avevo tatuato una "A" e lei una "M" nella stessa posizione. Successe poco dopo il giorno della pace tra di noi. Quei disegni sulla nostra pelle simboleggiavano la nostra amicizia. Un’amicizia che non finirà mai.

Anna era diventata l’interprete ufficiale dei Tokio Hotel, li seguiva in tour. Il loro successo ormai era inarrestabile. Lei e Tom si amarono alla follia. Le litigate erano all’ordine del giorno, a causa delle bravate del Rasta, ma poi tutto tornava sempre alla normalità. Due anni dopo il loro matrimonio nacque Kristian, frutto del loro amore.

Io ero diventata invece una traduttrice di libri, ma traducevo anche le canzoni dei ragazzi verso l’inglese. Consideravo quell’attività più che un mestiere, una vera e propria arte. L’arte di capire fino in fondo un messaggio da trasmettere. Nessuno meglio di me poteva comprendere davvero ciò che voleva esprimere Bill attraverso le sue parole. La maggior parte di esse erano infatti dedicate a me e alla nostra storia. Così difficile all’inizio e così semplice dopo. Quella semplicità che solo un amore concreto come il nostro avrebbe potuto dare.

Dopo un anno dal matrimonio di Anna e Tom una sorellina arrivò a far compagnia a Mathias e a riempire di gioia me e Bill.

Il suo nome fu Annarita.

Due nomi fuso in uno. Anna e Margherita…

Anna e Margherita per sempre.

 

Allora, come avete visto stavolta c'è stato un lieto fine, contrariamente alle altre mie due FF.

Questa storia che mi ha accompagnato per tanto tempo è giunta alla fine. La scrittura di essa è stata molto tormentata, all'inizio non ero neppure sicura di continuarla. Poi però siete arrivate voi, le mie lettrici!

E' grazie a voi se ho continuato, grazie a voi se sono felice di aver trasmesso qualcosa, grazie a voi se continuerò a scrivere ancora. Grazie ai vostri commenti ho riso, mi sono commossa ed ho gioito. Non vi ringrazierò mai abbastanza...

Adesso stacco per un mese, me ne vado negli Usa. Non avrò il computer, quindi per me sarà una vera e propria pausa Ff. Ne approfitterò per farmi venire qualche idea. Al mio ritorno vedrò di scrivere qualcos' altro e spero che voi sarete di nuovo al mio fianco.

Mi mancherete tantissimo, non dimenticatevi di me!

Baci dalla vostra Fee17...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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