Noi e i gemelli Weasley

di AHurricaneInside7897
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** Conoscendosi.. ***
Capitolo 3: *** Avvertimenti e baci rubati ***
Capitolo 4: *** Primo appuntamento...a quattro! ***
Capitolo 5: *** Stare soli può essere pericoloso.. ***
Capitolo 6: *** Il primo bacio ***
Capitolo 7: *** Finalmente insieme ***
Capitolo 8: *** Il grande annuncio ***
Capitolo 9: *** In preparazione al ballo ***
Capitolo 10: *** Il grande giorno ***
Capitolo 11: *** Vigilia ***
Capitolo 12: *** Il ritorno a casa ***
Capitolo 13: *** Non siamo soli ***
Capitolo 14: *** Tensioni ***
Capitolo 15: *** Importanza ***
Capitolo 16: *** Sparito ***
Capitolo 17: *** Insieme? ***
Capitolo 18: *** Riunione di famiglia ***
Capitolo 19: *** Ritorno a scuola ***
Capitolo 20: *** Sorelle ***
Capitolo 21: *** Silente - prima parte ***
Capitolo 22: *** Silente - seconda parte ***



Capitolo 1
*** L'inizio di tutto ***


#Helen's Pov


La mattina del primo settembre mi alzai agitata, il mio primo anno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts mi attendeva aldilà della porta di casa. In cucina i miei genitori e la mia gemella Arwen avevano preparato la colazione a base di latte e cereali, niente di nuovo dal solito. Mi sedetti al tavolo e mangiai con particolare vigore.
“Avete preso la divisa?”
“Sì, mamma.”-rispondemmo in coro
“Ricordatevi quando siete a Diagon Alley di passare alla Gringott a ritirare qualche galeone. Vi ricordate il numero della camera blindata?”-chiese mio padre.
“Sì papà, non ti preoccupare.”-rispose Arwen
“D'accordo, allora direi che è tutto. Andiamo.”-e si alzò dalla sedia prendendo la giacca.
“Sì.”-sorrisi, ero davvero felice di iniziare una scuola di stregoneria, dopo anni di istruzione babbana, finalmente potevo studiare quello per cui ero nata; la magia.
Arrivata alla stazione di King's Cross salutai i miei con baci e abbracci e mi incamminai, accompagnata dal mio carrello con il materiale e da mia sorella verso il passaggio; facemmo un bel respiro e ci guardammo:
“Insieme?”-mi chiese.
“Insieme.”-affermai.
Chiudemmo gli occhi e cominciammo a correre mano nella mano, sentii un improvviso colpo d'aria trapassarmi il corpo e riaprii gli occhi. Uno spettacolo incredibile si spalancava davanti a me, le antiche volte della struttura stazionaria disegnavano un complicato puzzle sospeso nell'aria, mentre il pavimento in marmo rifletteva i raggi di luce provenienti da buchi nascosti nella stazione. Il caos della folla che salutava i ragazzi in partenza accompagnava il lungo fischio che segnava l'inizio del nostro viaggio, il più eccitante mai vissuto finora. Salii sul vagone e da uno dei molteplici finestrini mi sporsi insieme a Arwen a salutare la nostra famiglia in lacrime; mi sarebbero mancati davvero tanto, ma cercavo di non pensarci troppo e di godermi il viaggio. Io e mia sorella eravamo in un vagone assieme a una ragazza di nome Luna Lovegood e a un'altra di nome Angelina Jhonson, trascorremmo il tempo a fantasticare in quale casa saremmo state smistate e quali compagni avremmo avuto con noi.

Quando finalmente arrivammo a destinazione fummo accolti da Hagrid, il guardiacaccia; ci portò alle barche e da lì potemmo vedere per la prima volta l'enorme castello che ci sovrastava, le luci dei saloni lo illuminavano vivamente. Rimasi a bocca aperta. Arrivati ci smistarono e sia io che Arwen finimmo in Corvonero, nelle ore successive al banchetto feci la conoscenza di molti miei compagni e in particolare notai due gemelli Grifondoro del secondo anno che mi fissavano con particolare attenzione, chiesi di loro a Cho, una ragazza della mia Casa del secondo anno e scoprii che erano Fred e George Weasley. Subito pensai di averli già incontrati, ma poi scossi la testa e decisi di lasciar perdere. Feci per dirigermi insieme a mia sorella e Luna verso i dormitori femminili quando qualcosa mi afferrò il braccio.

 
 

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Capitolo 2
*** Conoscendosi.. ***


#Arwen's Pov

 

Helen si volto di scatto. Dietro di lei c'era uno dei due gemelli Weasley di cui ci aveva parlato Cho.
"Piacere io sono George!" Disse lui stringendole la mano
"E io sono Fred!" Disse il fratello sbucando all'improvviso e progendomi la sua mano
"Benvenute!" Esclamarono all'uninsono.
Io e mia sorella ci guardammo."Grazie" rispondemmo in coro sorridendo.
Poi se ne andarono blaterando qualcosa e Luna scoppiò a ridere.
"Che c'è?" Disse Helen.
"Nulla.. solo che sono buffi"
Proseguimmo fino al dormitorio. La stanza era circolare, composta da letti a castello, con le coperte blu con dei ricami argento e neri. Io presi uno dei letti sopra posizionato vicino a una finestra, lontano dall'entrata. Mia sorella prese il letto sotto il mio, per farci compagnia a vicenda. Luna prese il letto sotto accanto al nostro, perfetto per poterci parlare quando volevamo.
I prefetti ci diedero la buonanotte e io, una volta in piagiama e sotto le coperte crollai, e mi addormentai subito.

Il giorno dopo mentre andavamo a colazione notai qualcosa di strano nei quadri: quasi tutte le persone correvano avanti e indietro come spinti da una molla
"Ma che cavolo..?" dissi sottovoce
"Magia" disse una voce alle mie spalle. Mi voltai. Dietro di me c'era Fred. O forse era George?
"Ah ciao!" Dissi "tu sei...?"
"Io sono Fred.. e tu?"
"Io sono Arwen.. e lei è mia sorella, Helen" dissi indicando la mia gemella.
"Ah gemelle?"
"Si"
"Anche io e George siamo gemelli"
"Fidati, l'avevo notato" dissi facendogli l'occhiolino
"Che dici, andiamo a colazione? Ho una fame.."
"Si anche io.. andiamo"
Mentre ci dirigevamo insieme verso la Sala Grande lui iniziò a parlare:
"Quindi tu ti chiami Arwen.. forte come quella del signore degli anelli! Sai, i miei nonni hanno conosciuto gandalf, erano molto amici.. pare che lui e silente si assomiglino tanto"
Sorrisi, ma proprio in quel momento qualcuno, o meglio, qualcosa ci sbarrò la strada.

 

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Capitolo 3
*** Avvertimenti e baci rubati ***


#Helen's Pov

 

Gazza ci sbarrò la strada con la sua andatura zoppa e impacciata.
“Oh”-disse rauco- ”altri gemelli,speriamo non combinino guai con i vecchi Weasley”-disse,guardandoli di sottocchio, poi si avvicinò a me e a Arwen -”se fossi in voi non frequenterei troppo questi due”-poi alzò gli occhi e rivolse loro uno sguardo sprezzante-”ne sanno una più del diavolo.”-e si allontanò borbottando discorsi senza capo né coda.

Mi voltai a guardare i ragazzi con il sopracciglio inarcato, in un'espressione di falsa severità.
“Bene”-posticipai-”non vi conosciamo neanche da un giorno e siamo già state avvertite sul vostro conto, la vostra fama non deve essere delle migliori..”
“Baggianate”-ribadì Fred.
“Sì, è solo un po' irascibile da quando gli abbiamo rifilato una Merendina Marinara fra i biscotti della colazione..”-continuò George.
“E non dimentichiamoci di quel carico enorme di Caccabombe esploso proprio nel suo ufficio.”-aggiunse Fred con un ghigno.
“Oh,e poi di quel giorno nell'armadio delle scope che..”
“Ok”-dissi interrompendo il racconto di George -”penso d aver capito che soggetti siete.”-li vidi sogghignare -”Non volevamo andare a mangiare?”-conclusi.
“Oh,giusto,comunque ci dovremmo separare in sala”-fece notare Arwen leggermente dispiaciuta.
“Non necessariamente”-corresse sorridendo George.
“Durante la colazione non bisogna stare per forza separati nelle Case.”-aggiunse Fred.
“Quindi immagino vi avremo fra i piedi per ancora un bel po' di tempo..”-fingendomi riluttante ma, nel mentre, sorridendo ai ragazzi. George si avvicinò da dietro al mio orecchio sinistro e sussurò:
“Temo di sì.”-e mi sorrise, io ricambiai il sorriso e senza neanche essermene accorta mi resi conto che eravamo già arrivati in Sala Grande. Notai che anche Arwen sembrava non essersene accorta.
Dato la nostra recente scoperta, decidemmo di sederci tutti al tavolo dei Grifondoro. Io e mia sorella conoscemmo un sacco di nuovi ragazzi e ragazze, alcuni di loro incontrati in stazione, altri sul treno e altri ancora al banchetto della sera prima. Passammo l'ora libera a chiaccherare e farci nuove amicizie, poi suonò la campanella della prima ora di lezione.
“Oh cavolo, dobbiamo già andare in classe.”-annunciò Fred visibilmente insoddisfatto.
“Cosa avete voi del primo come programma?”-chiese George.
“Secondo la lista avremmo:
-Trasfigurazione con la McGranitt
-Incantesimi con Vitious
-Erbologia con la prof. Sprite
-Cura delle Creature Magiche con la Caporal
-Divinazione con la Cooman
E come ultima ora Pozioni con Piton.”
“Accidenti..”-commentò Geroge-”se non aveste Piton all'ultima ora direi che avreste il programma più tranquillo dell'intera scuola.”
“Noi Piton dobbiamo sorbircelo per le prime DUE ore, e in più dopo passiamo ad altre DUE ore al Terzo piano con Rüf, a fare Storia della Magia.”-aggiunse Fred, imitando la voce lenta e estremamente bassa del professore.
“Dopo le lezioni vi va di venire a vedere i nostri allenamenti di Quidditch?”-chiese speranzoso Fred. Io e Arwen ci guardammo stupite,non conoscevamo quei ragazzi da neanche due giorni e già ci invitavano a vedere i loro allenamenti?
“Ehm...”-cominciai imbarazzata io.
“Ci saremo.”-concluse decisa mia sorella. Io la guardai strana e lei mi fece l'occhiolino. Rivolsi lo sguardo ai ragazzi stranamente euforici.
“Vi aspetteremo al campo subito dopo la campanella”-detto questo George si chinò su di me poggiandomi leggermente le labbra su una guancia, si avvicinò nuovamente al mio orecchio e disse:
“Ci vediamo dopo Pluffa.”-a quanto pare aveva appena deciso di attribuirmi quel nomignolo per il resto della vita. Io arrossii esageratamente e mentre lui e suo fratello si allontanavano guardai mia sorella, paonazza in viso quanto me.

 

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Capitolo 4
*** Primo appuntamento...a quattro! ***


#Arwen's Pov

 

La prima ora di trasfigurazione con la Mc.Granit volò: facemmo teoria, cosa che non adoro a differenza di mia sorella. La professoressa ci fece leggere il primo capitolo del libro di trasfigurazione. Mentre leggevo alzai lo sguardo in cerca della nostra insegnante.
"Hey Helen hai visto?? La prof se ne è andata.. non c'è piu!" Dissi io sottovoce con tono stupito.
Lei alzò piano lo sguardo e si accigliò nel vedere che effettivamente avevo ragione. Ma proprio in quel momento successe qualcosa di incredibile: il gatto che aveva preso posto alla cattedra si trasformò piano piano fino a diventare la nostra normale prof Mc.Granitt. Io e mia sorella sgranammo gli occhi senza poter credere a quello che avevamo appena visto.
"Ammirevole, professoressa" disse Helen.
"Grazie. Ora vi conviene parlare meno e scrivere di più, signorine Phelps, a meno che non vogliate rimanere di piu in classe"
Tutti si voltarono verso di noi.
Io e mia sorella arrossimmo leggermente e chinammo la testa sul libro.
Le ore successive passarono veloci e durante l'ora della Sprite ebbi pure la fortuna di vedere Fred passarmi davanti. Andò tutto bene finché non arrivammo alla tanto temuta ora di pozioni con il tanto temuto professor Piton. Appena lo vidi in faccia capii cosa volevano dire Fred e George con la frase "a parte l'ultima ora avete la giornata piu leggera di tutta la scuola".
Aveva i capelli neri e unticci come se non se li lavasse da qualche mese, gli occhi neri come la pece e quando ti guardava sembrava sapesse esattamente cosa pensavi in quel preciso istante.
Quel professore mi mise un ansia pazzesca e pensai che quella notte non sarei riuscita a dormire.
Ordinò a due Serpeverde di andare a prendere degli ingredienti.
Quando i ragazzi tornarono ci mettemmo a coppie e a ogni coppia venne assegnato un calderone. Io, ovviamente, mi misi con mia sorella. Non che mi interessi troppo a pozioni, ma ci diede una ricetta con degli ingredienti che non avevo mai sentito prima, come le radici di asfodelo. La procedura almeno sembrava semplice.
Finito di preparare la pozione il professore ce la esaminò. Rimase in silenzio qualche minuto e io e Helen rimanemmo a fissarlo, speranzose.
"Accettabile" disse in fine con il suo solito tono basso e lento "per oggi potete andare".
Io non potei evitare di mostrargli un sorriso a trentadue denti, anche se il merito era per la maggior parte di mia sorella.
Ce ne andammo saltellando allegramente e ci dirigemmo velocemente al campo da Quidditch, dove la squadra dei Grifondoro avrebbe iniziato a momenti i loro allenamenti.
Io e Helen ci sedemmo sull'ultima fila di tribune tutte eccitate per il successo avuto già solo al primo giorno.
"Sei stata grande a pozioni" le dissi io
"No ti sbagli.. siamo state grandi" disse lei facendomi l'occhiolino.
Non ebbi il tempo di ribattere che 7 giocatori su 7 scope diverse entrarono in campo sfrecciandoci davanti agli occhi. Riuscii a intravedere Fred e George non molto distanti da noi con 2 mazze in mano. "E cosi loro sono i battitori" pensai.
Appena ebbi finito di formulare questo pensiero quello che pensai fosse Fred si girò e mi salutò con un cenno del capo. Io mi limitai a sorridergli sentendomi avvampare.
Si allenarono fino all'ora di cena, e poi si ritirarono negli spogliatoi.
Io e Helen scendemmo dalle tribune e aspettammo i gemelli commentando quel pomeriggio:
"Hai visto Helen?? Era spettacolare come si passavano la pluffa!"
"Si, per non parlare dei battitori! Ci credo che mai nessuno si fa male" Rispose lei.
"A me piacerebbe un casino far parte della squadra di Quidditch.. a te no?!"
"Si anche a me.. solo che siamo troppo piccole.. e poi figurati, la squadra ce l'avranno gia completa" disse lei rattristandosi.
Non spiccicammo piu parola finché non arrivarono Fred e George.
"Hey bellissime!" Dissero loro.
Io e Helen ci voltammo contemporaneamente arrossendo visibilmente.
"Siete stati bravi" commentai io.
"Gia.. scommetto che siete i migliori battitori della scuola!" Approvò Helen.
"Beh ecco.. in effetti lo siamo, ma siamo modesti" rispose George.
"Bene" lo interruppe Fred "chi ha voglia di fare un giro?!"
"Ma non dovremmo andare a..." non ebbi il tempo di obiettare che mi ritrovai su un manico di scopa dietro Fred.
Guardai giù. Sotto di noi c'era il castello e la punta della torre di astronomia, che è la più alta, era esattamente alla nostra sinistra. Alla mia destra vidi mia sorella che badava a tenersi ben stretta a George.
"Dove stiamo andando?" Dissi a Fred.
"Lo vedrai presto" rispose.
Passammo sotto al ponte che collega il castello alla foresta proibita e passammo sopra la casa di Hagrid.
Poi ci addentrammo nella foresta e atterrammo in un grande prato.
Con un colpo di bacchetta George fece apparire due teli e un cestino.
"Stasera" annunciò "mangieremo qui"
"Tranquille abbiamo chiesto il permesso ad Hagrid" ci tranquillizzò Fred. Io feci per mettermi di fianco a Helen ma esattamente in quel momento Fred e George si misero tra noi.
Mangiammo in silenzio e poi loro iniziarono a parlare. Io mi sdraiai e rimasi a guardare le stelle senza ascoltarli finché Fred si girò verso di me: iniziammo a parlare della mia famiglia e lui mi parlò dei suoi 6 fratelli. Ad un certo punto mi voltai e vidi che anche Helen e George erano molto impegnati a parlare e lei arrossiva di tanto in tanto. Mi chiesi se anche io ero rossa e se si notava. Poi Fred si avvicinò al mio orecchio
"Dovremmo andare ma qui con te sto tanto bene"
Se prima ero rossa adesso ero viola.
Rimasi in silenzio diversi minuti.
"Anche io" trovai in fine il coraggio di dire "però sarà meglio se ci affrettiamo a tornare o si accorgeranno che non ci siamo. Voglio dire, io e Helen tanto quanto, ma voi due non passate inosservati"
Lui mi diede un leggero bacio sulla guancia e si alzò. Anche Helen e George si alzarono e una volta saliti sulle scope ci riportarono indietro, ma io mi addormentai durante il viaggio...

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Capitolo 5
*** Stare soli può essere pericoloso.. ***


#Helen's Pov

 

Era una sera fresca, l'autunno era cominciato.

Fred e George volevano portarci a fare un giro prima di andare a dormire, ma siccome mia sorella era già crollata nel mondo dei sogni, Fred decise di riportarla lui stesso ai dormitori e disse a me e a George di restarcene pure fuori; detto questo partì spedito verso la torre dei Corvonero. Io e George rimanemmo fermi a guardarlo per qualche secondo fino a quando sparirono dietro al castello. In quei momenti pensai che sarei stata davvero capace di essere gelosa di mia sorella, Fred sembrava così interessato a lei.

Io e George tornammo verso il campo da Quidditch, ma prima di passarlo George mi disse:
"Che ne dici se ci sediamo sulle tribune?"-annuii debolmente: ero distrutta dopo i miei primi giorni di scuola, ma non volevo farlo capire a George, non volevo pensasse che lo trovavo noioso. Ci andammo a sedere sulle tribune dove solitamente stavano i professori e guardammo le stelle.
“È stupenda vero?"-chiese ammaliato.
"Già."-affermai. Lui mi prese il mento e lo voltò leggermente verso il suo viso. Io avvampai all'istante.
"E lo sei anche tu."-mi disse avvicinandosi lentamente. Chiusi gli occhi temendo il peggio. Sentii le sue labbra calde posarsi delicatamente sulla mia guancia; spalancai gli occhi e tirai un leggero sospiro di sollievo. Poi allungò il braccio e lo appoggiò sulla mia spalla. Non avevo idea di quanto fossi paonazza, ma per fortuna il buio mi era a favore. Ci investì una ventata di vento gelido e io tremai.
"Hai freddo?"-chiese visibilmente preoccupato. 'Dì di no, dì di no!'-mi imposi
"Sì."- 'Idiota!'-mi rimproverai nella mia testa, ero sicura che avrebbe fatto qualsiasi cosa per tenermi al caldo. Lo vidi alzarsi e togliersi il maglione; rimasi a bocca aperta: la sottile camicia di cotone bianca alla pallida luce lunare lasciava intravedere i non eccessivi pettorali e i muscoli del torace sforzarsi per il gesto compiuto. Mi porse leggermente la maglia.
"Ecco, metti questa, dovrebbe essere già calda."-subito rimasi paralizzata, poi con gesti metallici mi infilai il maglione; era rovente. Ben presto non sentii più freddo.
"Va meglio?"
"S-sì."-balbettai-"M-ma George starai gelando!"-feci notare preoccupata.
"Ahah, non ti preoccupare per me; agli allenamenti giochiamo con temperature ben più basse. L'importante è che tu stia bene."-arrossi nuovamente.
Rimanemmo lì per minuti, ore, giorni, con George non mi rendevo mai conto del tempo che passava; 'Chissà, forse potrei iniziare a pensare a lui come il mio..'
"Dai, si sta facendo davvero buio, torniamo dentro."
"Non avrai paura di Gazza."-dissi sfidandolo.
"Ma certo che no! Solo che se lo incontriamo mi fa scontare almeno 5 anni di punizione...ma io sono impossibile da prendere."-e sorrise altezzoso. Mi fece salire sulla scopa, davanti stavolta e spiccammo il volo verso Hogwarts.

Poco dopo un'altra soffiata di vento gelido ci trapassò; George sembrò non averla notata, io invece ebbi un fremito; non sapevo quanto ancora avrebbero resistito le mie mani oramai di ghiaccio. Senza dire una parola George poggiò le sue mani calde sulle mie.
"George.."-mormorai.
"Mi dispiace, non pensavo ci sarebbe stato tutto questo freddo."
"Non devi dispiacerti"-dissi senza sapere dove avevo trovato il coraggio-"Mi hai fatto passare una delle serate più belle della mia vita."-conclusi. Poco dopo mi resi conto di quello che avevo detto.
"C-cioè, io volevo solo.."-George mi strinse in vita con un braccio per qualche secondo; di nuovo sentii un'immensa sensazione di calore sulla pelle che mi paralizzò. Cominciammo a planare intorno alla torre di Corvonero e quando arrivammo a terra George ripose la scopa nell'armadio, mi prese per mano e iniziammo a correre su per le scale tortuose. Quando arrivammo in Sala Comune Fred era ancora alle prese con le scale, mentre Arwen dormiva beatamente sul camino affiancato al fuoco. Agitai la bacchetta due volte e le scale ricomparirono. Fred si voltò.
"Giuro su quello che volete che era impossibile."-ribadì offeso. Scoppiamo tutti e tre a ridere.
"Allora vi siete divertiti?"-chiese curioso.
"Sì."-velocizzai-"Ma ti racconteremo domani, francamente ho voglia di buttarmi in branda."
"Concordo."-disse George-"è stata una giornata stancante per tutti."-detto questo Fred prese in braccio Arwen e la portò su per le scale.
"Visto che la signorina è stanca la aiuterò personalmente a salire le ardue scale"-disse George fingendosi un inserviente. Non feci in tempo a voltarmi che mi aveva preso in braccio e iniziava a salire le scale. Nonostante i miei urli di protesta affogati nel ridere mi mise giù solo arrivati nel dormitorio, direttamente nel mio letto; fatto questo mi baciò leggermente in fronte e sussurrò:
"Buonanotte Pluffa."
" 'Notte George."-risposi sorridendo. Mentre lui si avviava verso la porta vidi Fred fare lo stesso gesto, solo molto più delicatamente con mia sorella, prima di accarezzarle le guancia e avviarsi verso la porta assieme al fratello.
" 'Notte Helen."-mi disse.
" 'Notte Fred."-e sentii la porta chiudersi leggermente. Lasciai che il buio mi avvolgesse e annegai lentamente fra le coperte, sentendo nuovamente il calore potente che avevo sentito l'ultima volta qualche minuto prima.

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Capitolo 6
*** Il primo bacio ***


#Arwen's Pov

 

I giorni passarono in fretta e ci ritrovammo ben presto al nostro terzo anno, vicini sempre più alle vacanze di Natale.
Fred e George ci avevano invitato a passarle da loro e molto stranamente mio padre non aveva obiettato.
La loro casa era parecchio alta e la chiamavano "la tana".
Fred, oltre a George, aveva 5 fratelli e tutti rigorosamente con i capelli rossi: Bill, il più grande, Charlie, che viveva in Romania dove studiava i draghi; Percy era prefetto e veniva ancora a Hogwarts;Poi c'era Ronald, che avevo gia conosciuto e che aveva un anno in meno di noi, e Ginny che era al primo anno.
I loro genitori si chiamavano Molly e Arthur Weasley, entrambi con i capelli rossi e tutti e due molto disponibili e gentili con noi.
La sera in cui arrivammo a casa Weasley passammo il tempo a parlare della nostra famiglia e dei babbani.
Mentre mangiavamo ogni tanto incrociavo lo sguardo di Fred e avvampavo. Iniziavo quasi a immaginarmelo come il mio.. 'no stai zitta Arwen' mi disse una vocina 'non ti illudere tra voi non c'è nulla'.. si ma.. allora perchè mi ha invitato a casa sua?
Finito di mangiare assegnarono una camera a me e a Helen con un letto a castello e io mi misi sopra
"Fate come se foste a casa vostra care, e se avete bisogno di qualcosa chiedete pure, non vi disturbate" ci rassicurò gentilmente la signora Weasley.
Mentre stavamo parlando qualcuno bussò alla porta: era Fred che mi chiedeva se potevo uscire un attimo.
Lanciai un occhiata a mia sorella come per dire 'poi ti racconto' e uscii.
"Andiamo a fare un giro" disse lui.
Prese una scopa che era nel prato e iniziammo a volare sopra i campi che circondavano la tana. Atterrammo in un punto dove non c'erano ne case ne alberi. Solo noi.
"Che bello qui" dissi io.
Lui si sedette trascinando giu anche a me.
Poi io mi sdraiai e lui fece lo stesso.
Mi prese la mano e con un gesto della bacchetta fece apparire nel cielo la scritta 'ti amo'
Se le altre volte avevo raggiunto piu o meno 25 sfumature di colore in faccia questa volta raggiunsi la ventiseiesima che tendeva quasi al blu.
Avvicinò il suo viso al mio, appoggiò le sue labbra calde sulle mie gelate e mi baciò.
Ci alzammo continuando a baciarci e lui mi strinse forte a sè.
In quel momento tutto sparì. Non c'era piu spazio per nessuno, tutto intorno a me era scomparso e riuscivo solo a pensare a lui, a tutti i momenti passati insieme e a come mi fosse sempre piaciuto fin dal primo momento. Il mio cuore batteva cosi forte che avevo paura che lo sentisse e trattenevo il respiro. Poi si staccò un attimo da me
"E tu mi ami?" non esitai.
"Si"
Rimanemmo li per minuti ore forse giorni ma con lui non mi accorgevo che era tardi. Non mi importava se qualcuno ci stava guardando o se agli altri non andava bene. Non mi importava a che ora dovevamo tornare indietro. Non mi importava se in quello stesso momento gli altri fossero preoccupati per noi. Lui amava me e io amavo lui. E tutti gli altri chi erano per poterci separare?
Poi staccai le mie labbra dalle sue rimanendo abbracciata a lui.
Anche se stava iniziando a cadere la neve, tra le sue braccia non sentivo freddo.
Con lui ero felice, troppo per sentire qualcosa. Solo con lui mi sentivo protetta, con nessun altro.. di lui amavo tutto.. amavo i suoi scherzi, i suoi capelli, i suoi occhi, la sua voce, il suo sorriso, il suo carattere, le sue battute, i suoi sguardi, i suoi abbracci.. ma il modo in cui mi baciava era il migliore. Nessuno poteva farmi provare quello che mi faceva provare lui.. Nessuno.
"Promettimi" dissi "che non mi lascierai mai, che starai sempre con me.. me lo prometti?"
"Si" rispose "te lo prometto"
Poi sempre abbracciati prendemmo la scopa e tornammo fino a casa.
Li in sala c'era Arthur, che leggeva il Profeta.
"Notte" dissi io sorridente
"Buonanotte" rispose lui.
Io e Fred salimmo le scale fino alla porta di camera mia.
Prima che io potessi entrare mi bloccò al muro
"È passato di moda salutare?" Disse in tono dolce, ma prima che io potessi ribattere mi zittì con un bacio.
"Notte Fred"
"Notte piccola elfa"
Poi entrai. Davanti a me c'era Helen sovraeccittata.
"Racconta tutto. Voglio sapere ogni dettaglio!"

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Capitolo 7
*** Finalmente insieme ***


#Helen's Pov

 

Arwen mi raccontò ogni cosa di quella sera, ero davvero invidiosa in quel momento; lei e Fred stavano davvero bene insieme. Chissà che effetto avremmo fatto, invece io e.. 'No, NO!' Mi urla in testa 'Helen sai quanto ci starai male facendoti fantasie come queste...' decisi di non pensarci per il momento e di godermi l'atmosfera calda e familiare che a casa Weasley aleggiava costantemente nell'aria.

Era la sera della Vigilia e io la passai sdraiata nel letto, immersa nei miei pensieri, mentre Arwen continuava a raccontarmi le stesse cose, pensando che l'ascoltassi ancora. Poco dopo le palpebre mi si fecero pesanti e pian piano scivolai in un sonno profondo e senza sogni.

La mattina di Natale mi svegliai stordita, la neve notturna copriva qualche centimetro di terreno; mi vestii, Arwen era ancora addormentata. Percorsi il breve corridoio parzialmente illuminato e passai di fianco all'orologio: non erano neanche le 7 di mattina, ciò non mi importava; mi infilai le scarpe silenziosamente e uscii a passeggiare nei campi.

L'aria fresca mi dava un'enorme sensazione di vigore, camminai per alcune decine di metri fino a scorgere un albero abbastanza grosso da poterci costruire una casetta, mi avvicinai convinta di essere sola, ma prima di essergli affianco sentii una voce maschile e intravidi qualcuno seduto sul ramo proprio sulla mia testa
“Come faccio..? Come faccio a dirle quello che provo?”
Arretrai spaventata; non sentivo molto bene da riuscire a intuire chi fosse, finchè non la sentii ancora, accompagnata da un colpo sordo
“Sei uno stupido George Weasley. Sei un vero idiota.”-un altro colpo.
'George'-pensai, un sorriso mi comparve sul volto, ma scomparve presto; perchè ce l'aveva tanto con sé stesso? E sopratutto, a chi si riferiva? 'Helen non farti illusioni stupide..'-continuavo a dirmi.
“Come farebbe una come LEI a volere uno come TE!?”-sembrava furioso, ma era anche disperato: le sue parole erano spezzate da singhiozzi e da quel poco che vedevo aveva le mani tra i folti capelli arancioni. Volevo avvicinarmi, volevo parlargli, non ce la facevo a vederlo così. Presi coraggio e cominciai ad aggirare l'albero, quando all'improvviso il grido di Molly ruppe il silenzio.
“George! Helen!”-al mio nome sussultò-”È pronta la colazione!”-l'eco si sparse lungo i vasti campi. Sentii un CRACK sopra alla mia testa, guardai in su: George si era smaterializzato. Cominciai anche io a incamminarmi verso la Tana, arrivata dentro il calore mi avvolse, mi sfilai la giacca e mi tolsi le scarpe ancora impregnate di neve fresca. Mi sedetti al mio posto, ma le parole di George mi rimasero in testa. In parte mi sentivo anche in colpa, non avrei dovuto stare lì ad ascoltare, avrei dovuto girare i tacchi e lasciarlo solo subito.
“Helen, cara, vuoi una bella tazza di Burrobirra fumante?”-la voce di Molly Weasley mi fece sussultare.
“C-come scusi?”-ripetei sforzando un sorriso. Mi passò la mano sulla guancia e mi guardò apprensiva.
“Tesoro, ma hai dormito stanotte? Sembri così pallida..”
“Oh, non si preoccupi signora Weasley.”
“Chiamami Molly, cara.”-e prima che potessi ribattere mi mise sotto il naso una tazza di Burrobirra calda piena fino all'orlo. Mi scompigliò i capelli e mi disse:
“Bevila tutta, ti sentirai meglio.”-per poi tornare ai fornelli a friggere il bacon e le uova rimanenti.
“Buongiorno Pluffa.”-George piombò all'improvviso di fianco a me stampandomi un bacio sulla guancia. Mi sorprese, non aveva l'aspetto di qualche minuto prima, ma magari stava solo cercando di nasconderlo.
“Ciao George.”-ricambiai il bacio, ne sembrò sorpreso.
“Da quando tu rispondi ai miei baci?”-chiese curioso, prima di mandar giù una porzione esorbitante di Burrobirra.
“Se vuoi non lo faccio più..”
“No, no! Va bene così. Io volevo solo...”-risi leggermente.
“Cosa c'è da ridere?”-chiese. Una linea di schiuma di Burrobirra gli comparve sopra al labbro.
“Fatellino da quando hai messo su i baffi?”-chiese Fred sornione. Pian piano la risata contagiò l'intera famiglia. George si pulì imbarazzato, ma poi si lasciò andare e scoppiò a ridere.
La colazione fu stupenda e mi fece sentire molto più sollevata. Il pomeriggio passò in fretta i ragazzi insegnarono a me e a mia sorella a giocare agli Scacchi dei Maghi e ci mostrarono alcuni dei loro nuovi prodotti che intendevano mettere in commercio, come i Torroni Sanguinolenti e tante altre diavolerie assurde di cui non ricordavo il nome. La sera eravamo ancora in salotto con i gemelli, io e mia sorella non riuscivamo proprio a capire il 'senso' degli Scacchi dei Maghi. Finché Fred non trascinò a fare una passeggiata Arwen lasciando soli me e George. L'imbarazzo cominciò a farsi sentire e per evitare di parlare mi ficcai in bocca uno dei dolci di Molly sul tavolino davanti a noi. Lui cominciò ad avvicinarsi e io scattai in piedi. 'Non guardarlo negli occhi. Non devi guardarlo negli occhi!' Lui sembrò far finta di niente e continuò a seguirmi. Feci praticamente il giro del tavolo, poi lui mi bloccò prendendomi per mano.
“Helen devo dirti una cosa.”-dovevo distrarlo con qualcosa, qualunque cosa, avrei preso la bacchetta ma la mia mano destra era bloccata nella presa della sua. Distrattamente guardai in alto e non credetti ai miei occhi: un ramoscello di vischio cresceva sempre di più proprio sopra le nostre teste.
“Cosa guardi?”-chiese e guardò in su anche lui. Approfittai di quel momento per volgere lo sguardo in basso e vidi la sua mano destra nascosta dietro la schiena. Mi lasciai sfuggire un sorriso compiaciuto, che confermava ognuna delle mie sfrenate fantasie..ci teneva davvero. Volevo sorprenderlo, mi sentivo in dovere di farlo; così gli afferrai la sgargiante cravatta, tirandola leggermente verso di me, mi alzai sulle punte e premetti le mie labbra sulle sue.

Il mondo intero era svanito, l'unica cosa che riuscivo a sentire erano i nostri respiri trattenuti e il mio battito accelerato. Mentre con la mano libera lui mi circondava la vita, io feci scorrere una delle mie sul suo braccio nascosto dietro la schiena fino ad arrivare alla mano, occupata dalla bacchetta. Gliela sfilai leggermente e lui non oppose resistenza, poi intrecciai le mie dita con le sue e lui mi abbracciò dolcemente con l'altro braccio, chinandosi un po' per permettermi di stare in piedi normalmente. Mi staccai leggermente dalle sue labbra morbide e lo guardai.
“La prossima volta non trovare una scusa per farlo, baciami e basta, ok?”-gli dissi.
“Te lo prometto.”-ci sorridemmo. Lui si avvicinò e mi baciò nuovamente, abbracciandomi con entrambe le mani, mentre con le mie io gli circondavo il collo. Ci staccammo e lui mi abbracciò dolcemente, cullandomi fra le sue braccia possenti. Poco dopo Molly entrò in salotto sbraitando:
“Tutti in cucina, si aprono i regali!”-quando vide me e George che lentamente ci separavamo.
“Oh...scusatemi ragazzi, avrei dovuto..”
“Non ti preoccupare mamma.”-disse George sorridendo mentre mi prendeva per mano.
“Ohh...siete così belli insieme. Sapevo che sarebbe successo qualcosa fra voi due..”-alcune lacrime le scesero lungo il viso.
“Mamma..”-sospirò allegro George.
“Oh, scusate, scusate è che non sono più abituata a vedere certi gesti..dai andiamo di là, gli altri aspettano.”-e si avviò velocemente verso la cucina, un enorme sorriso gli si era stampato in volto.
Quando arrivammo dagli altri tenendoci per mano tutti ci guardarono per un momento, io guardai mia sorella.
“Mi racconti dopo.”-sussurrò facendomi l'occhiolino e io sorrisi. Mi sedetti di fianco a lei e George di fianco a me. La signora Weasley arrivò con molti pacchetti colorati, uno più grosso dell'altro e cominciò a distribuirli.
“Ecco Arthur, Ginny, Ron, Percy, Bill, Charlie, Fred, George e poi le nostre nuove ragazze, che d'ora in poi faranno parte della famiglia.”-ci guardò sorridendo-”Ecco a voi.”-disse porgendoci due pacchetti azzurri.
“Non dovevate!”-affermammo in coro io e Arwen.
“Su, su, dovete essere le prime.”-disse euforica. Iniziai a scartare emozionata, dopo poco vidi quello che sembrava un maglione marrone con un'enorme lettera dorata al centro “H”, mi voltai verso mia sorella, era identica alla mia solo con una “A” enorme cucita al centro.
“Ora siete ufficialmente delle Weasley.”-disse Molly.
“Grazie mille, non dovevate, davvero! Sono stupendi!”-esclamai. Poi tutti gli altri aprirono i loro regali ed erano tutti maglioni, con le iniziali di ognuno cucite sopra.
“Grazie mamma.”-dissero in coro Fred e George.
“Ho pensato che fosse un'idea carina, quella di fare a tutti lo stesso maglione...siamo una vera famiglia, tutti noi, e io vi voglio bene, a tutti...”-dei lacrimoni le rigavano il viso paffuto. Arthur le si avvicinò e la consolò. Ero felice, niente poteva rovinare quel momento: ero entrata a far parte della famiglia di maghi più unita di sempre ed ero seduta accanto al ragazzo che amavo. Cominciai a piangere, ma di gioia e George si avvicinò.
“Ehi, Helen..”
“No, sto bene George, sono solo felice.”-e sorrisi.
“Allora lo sono anch'io.”-e mi baciò leggermente sulle labbra.
“Ti amo, Helen.”-affermò lui. Io mi guardai intorno, tutto ciò a cui volevo bene mi circondava, allora lo guardai negli occhi, quegli occhi marrone opaco che fin'ora avevano alimentato i miei sogni più sfrenati, tirai un bel respiro e affermai anche io:
“Ti amo, George”-e lo abbracciai.

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Capitolo 8
*** Il grande annuncio ***


#Arwen's Pov

 

"Attenta arwen!" Un bolide mi sfiorò la spalla. Erano gia parecchi minuti che stavo cercando il boccino ma con scarsi risultati. Sorvolai l'intero campo da Quidditch più volte finché finalmente vidi in lontananza un luccichio dorato.
Mi fiondai in quella direzione senza esitare un attimo.
Il cercatore dei Grifondoro mi affiancò ma io cambiai velocemente direzione cercando di seguire quella maledetta pallina con le ali.
Il vento mi spostava i capelli all'indietro e dovevo socchiudere gli occhi per poter vedere qualcosa.
Ma nonostante tutti i rischi che potevo correre amavo quelli sport con tutta me stessa.
Ero finalmente riuscita a entrare nella squadra con mia sorella già dal terzo anno,io come cercatrice, lei come cacciatrice. Ora ci trovavamo già al quinto anno, esauste ma felici dei risultati che stavamo ottenendo.
Mi allenavo tutti i giorni e tutte le settimane andavo a fare qualche tiro con Fred. A fine allenamento andavamo insieme a prenderci una burrobirra bollente e di tanto in tanto ci permettavamo di volare fino alla foresta proibita, un luogo per noi significativo.
Anche se io ormai sapevo volare per conto mio su una scopa, mi facevo portare da Fred come la prima volta per poter rimanere abbracciata a lui.
A volte mi stupivo di quanto tempo fossimo rimasti insieme senza mai dubitare l'uno dell'altra e di come lo amassi sempre come il primo giorno.
Una mattina mi ero svegliata con una busta sotto il mio cuscino

"Ti amo piu di tutte.. la migliore ce l'ho ioo!
Il tuo Fred"

Appena ero andata a colazione lo avevo baciato allegramente e lui mi aveva abbracciato forte.
Certe volte mi chiedevo perché non lo avevo incontrato prima.. una persona cosi perfetta.. io e lui. George e Helen. Cosa potevo desiderare di piu? Loro erano le persone che più amavo.
Quando una giornata andava male loro tre erano sempre li a consolarmi Fred e Helen mi stringevano sempre forte a loro per farmi sentire che c'erano loro ad aiutarmi e che non ero sola. E persino George mi dava un dolce abbraccio e mi sussurrava qualcosa per tirarmi su.
Di colpo mi ritrovai per terra rotolante. Nessuno si mosse piu e vidi Helen avvicinarsi a me
"Hey sorellina, tutto bene?" Disse visibilmente preoccupata.
Non riuscivo a muovere nulla ed ero dolorante per la caduta.
Pensavo di essermi rotta almeno qualche costola se non anche qualcos'altro
Vidi tutta la mia squadra avvicinarsi.
Poi Fred si fece spazio e si chinò su di me
"Arwen sono io il tuo Fred!! Dimmi qualcosa!!!" disse sul punto di piangere. Rimasi li ferma incapace di muovermi.
"Ti prego.. qualunque cosa" insistette disperato. Una lacrima gli scivolò sulla guancia. No questo non potevo permetterglielo.
Sbattei qualche volta le palpebre e emisi un gemito.
Fred sembrò subito piu sollevato a sapere che ero viva.
Presi la sensibilità di tutto il corpo e sentii di avere qualcosa ficcato nella mia mano stretta a pugno.
Abbassai lo sguardo sulla mano e la aprii.
Ci fu un momento di perplessità e poi tutti esultarono. Avevo preso il boccino d'oro.
"E ARWEN PHELPS PRENDE IL BOCCINO D'ORO! CORVONERO VINCE 180 A 30 CONTRO GRIFONDORO!" Sentii urlare dalla telecronaca. Tutti i componenti della mia squadra mi abbracciarono.
Poi mi allontanai verso Fred.
"La prossima volta non mi freghi" disse lui dolcemente, poi io sorrisi e lo baciai fregandomene che ci stava guardando tutta la scuola. Ormai lo sapevano tutti che stavamo insieme ed eravamo "la coppietta della scuola" insieme a Helen e George. I primi giorni non si parlava di altro che di noi e certe ragazze quando passavamo per i corridoi tenendoci per mano mi lanciavano occhiate torve.
Una volta un ragazzo Serpeverde aveva tenato di baciarmi ma lo pietrificai
"Spiacente, felicemente fidanzata!"
Fred mi aveva visto in tutto l'accaduto
"Menomale che non mi rimpiazzi per uno scimmione biondo tinto"
"Non lo farei nemmeno se fosse biondo naturale"
Quella sera prima di andare a cena io Fred, Helen e George rimanemmo nel loro dormitorio.
"Mi fai una treccia?" Chiesi a Helen
"Certo.. tu mi fai una coda?"
"Sisi ovvio" risposi.
"No te la faccio io!" Intervenì Fred
"E io a te!" Disse George
Io e Helen ci guardammo ma poi li lasciammo fare.
Ci pasticciarono un po' i capelli.
Io e Helen ci guardammo le acconciature allo specchio.
La sua era venuta piu o meno bene ma la mia era un disastro
"Sei un incapace!" Gridai a Fred.
Lui mi guardò e poi scoppiamo tutti a ridere.
Insegnammo ai gemelli come si facevano una treccia e una coda decenti.
Una volta che ci riuscirono relativamente bene andammo insieme a cena. Io e Fred ci separammo con un bacio e Helen e George ci imitarono.
Poi il professor Silente si alzò e iniziò il suo discorso in tono rauco
"Sono felice di avvisarvi che quest'anno la nostra scuola è stata scelta per un evento straordinario.. il Torneo Tremaghi! Tre valorosi studenti di tre differenti scuole verranno scelti. Il vincitore vivrà nella gloria e nella fama. Se volete essere scelti mettete un bigliettino con il vostro nome e cognome nel calice di fuoco ma pensateci bene prima di partecipare, perchè una volta scelti non si può piu tornare indietro.
Inoltre, potranno partevipare solo i ragazzi e le ragazze che frequentano 5° 6° e 7° anno"
Poi lasciò la parola alla professoressa Mc.Granitt.
"Durante il torneo si terrà inoltre il celebre Ballo del Ceppo dove i ragazzi dovranno invitare le ragazze a ballare.."
Andò avanti a parlare ma io non la ascoltai. Mi voltai subito verso Fred. Anche lui mi stava guardando. Entrambi sapevamo che ne io e lui ne Helen e George avremmo partecipato al torneo, ma il ballo era un'altra questione.
Mi fece l'occhiolino simbolo che mi stava invitando a ballare con lui.
Io annuii con la testa e gli sorrisi. Ora dovevo solo trovare un vestito.

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Capitolo 9
*** In preparazione al ballo ***


#Helen's Pov

 

Dopo il discorso dalla porta della Sala Grande cominciarono ad entrare le scuole che avrebbero dovuto essere nostre avversarie nel Torneo. Per primi entrarono gli allievi di Durmstrang, tutti avvolti da pesanti giacche marroni e con gli stivali che arrivavano alle ginocchia. Stavo per seguire la danza delle ragazze di Beuxbatons quando qualcosa mi colpì la spalla; un biglietto di George:


"Ci vediamo dopo la cena nella vostra Sala Comune.
Ti amo,
George"


Guardai verso di lui e mi mandò un bacio; io avvampai, è vero che stavamo insieme ma George riusciva sempre a farmi sentire impacciata davanti a suoi certi comportamenti. La cena fu lunga, quasi non toccai cibo; avevo un solo pensiero il testa: il ballo. Cosa dovevo fare!? Non ero mai stata a un ballo e nemmeno Arwen, ma lei sembrava tutt'altro che agitata. Mille pensieri mi si ammassavano in testa: 'il vestito, le scarpe, i capelli!' Stavo per scoppiare ma per fortuna Silente interruppe il mio profondo esame di coscienza per augurarci la buonanotte. Corsi verso le scale lasciando indietro mia sorella e Cho. Arrivata vidi che George era già li ad aspettarmi; anche lui sembrava pensieroso.
"Ehi."-mi salutò venendomi incontro
"Ciao George."-risposi e lui mi baciò delicatamente
"Vuoi che andiamo a sdraiarci?"-io annuii. Da un po' di tempo io e George avevamo perso l'abitudine di fermarci a parlare sdraiati sul mio letto, non so perché ma dopo ogni cena non vedevo l'ora che arrivasse quel momento. Mi prese per mano e ci avviammo insieme verso i dormitori femminili. Ci sdraiammo e George chiuse la tendina.
"Allora.."-disse prendendomi il fianco
"Allora?"-risposi enigmatica
"Ecco..beh..lo sai che c'è il ballo,no?"
"Hm-hm.."-mormorai.
"Ecco io...mi stavo chiedendo se tu.."-lo baciai per qualche istante.
"Certo."-affermai. Sorrise e mi abbracciò tenendomi stretta a lui. Le mie palpebre si chiusero sempre più velocemente, guardai George con il viso appoggiato alla mia fronte; il suo battito seguiva il mio e il suo respiro mi cullava dolcemente..i pensieri nella mia testa si dissolsero lentamente, poi, il buio.
La mattina mi svegliai tra le braccia di George, subito mi parve normale poi scattai in piedi e mi misi una mano davanti alla bocca
"C-cosa succede Helen?"-chiese strofinandosi gli occhi
"George sei ancora qui! Ti sei addormentato nei dormitori delle ragazze!"
"Oh cavolo.."
"Dai alzati prima che passino gli Elfi a controllare!"-lo incalzai, si infilò velocemente le scarpe e sgusciammo fuori dalla porta
"Scusa, mi dispiace."-disse
"Non ti preoccupare, solo per fortuna che mi sono svegliata in tempo."
"Che casino...beh, io ho dormito benissimo."-risi.
"Ahah, se è per quello anche io."
"Sono felice."-e si avvicinò alle mie labbra sfiorandole con le sue.
"Allora ci vediamo a colazione Pluffa."-e mi passò una mano fra i capelli.
"A dopo."-lo salutai guardandolo scendere le scale. Tornai a sdraiarmi senza riprendere sonno, una sola cosa riusciva a tranquillizzarmi, quel giorno ci sarebbe stata la gita a Hogsmeade, io e Arwen potevamo cercare il vestito.


Finalmente la campanella suonò, a Divinazione si perdeva sempre la cognizione del tempo; iniziammo a scendere verso il secondo piano quando vidi sulla scala di fronte alla nostra i ragazzi che scendevano euforici, subito George non mi notò, ma Fred mi salutò prontamente con la mano. Arrivati nel cortile ci ritirarono i permessi e ci incamminammo tutti insieme verso il piccolo villaggio di Hogsmeade. Passammo la testa di Porco, l'Emporio degli scherzi di Zonko (dove ovviamente i gemelli e Lee si fermarono a fare acquisti) e Mielandia, dalla cui ogni volta che ci si passava davanti si percepiva un profumo di dolciumi inconfondibile. Arrivammo infine all'Emporio dei vestiti dove sia io che Arwen facemmo i nostri acquisti. Ci fermammo poi con i ragazzi ai Tre Manici di Scopa a bere una Burrobirra.
"Salute donzelle."-esclamarono in coro i ragazzi
"Avete fatto acquisti vedo.."-osservò Fred mentre George cercava di sbirciare nella mia busta.
"Segreto."-affermai dopo aver bloccato George
"Se ci tenete tanto a vederli dovrete aspettare il giorno del ballo."-concluse Arwen
"Aspetteremo allora."-disse George poco convinto.
Tornati a Hogwarts mi buttai sul letto e caddi in un sonno profondo: le tre ore dentro al negozio di vestiti mi avevano letteralmente distrutta. Arwen mi svegliò verso l'ora di cena e George (nonostante le mie soffocate repliche) mi portò in spalla fino in Sala Grande. Mancava solo un giorno al ballo, e io ancora non me ne capacitavo. La preoccupazione per il vestito era andata, ma rimaneva tutto il resto ed io ero più agitata che mai. Rimasi sveglia per quasi due ore a fissare il soffitto azzurrognolo, sperando in un miracolo, poi crollai e, come la notte precedente, sognai di trovarmi fra le sue braccia calde.





Ehiii ciao a tutti :)
sono una delle due autrici di questa FF,mi chiamo Elena,nella FF Helen :)
Spero davvero che la storia vi stia piacendo e vi prego di commentare se volete darmi qualche consiglio c: e mi raccomando seguitemi in tanti! Questa è solo la prima delle storie che pubblicherò. Non ho iniziato ancora nient'altro ma presto ne farò una rigurdante a Shadowhunters e magari anche degli OneD ;)
Buona lettura!! <3

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Capitolo 10
*** Il grande giorno ***


#Arwen's Pov

 

Quella mattina mi svegliai all'alba e dovetti trascinare Helen giù dal letto per farla alzare.
Io ero supereccitata e camminavo tutt'intorno alla camera.
Non stavo un attimo zitta e mia sorella stava impazzendo nel cercare di capire cosa dicevo: in realtà parlavo un po' di tutto: del vestito, di Fred, dei capelli, dei passi del ballo e di tanto in tanto ci ficcavo qualche esclamazione -per la barba di Merlino reagisci! é una cosa fantastica!- ma nonostante il mio esagerato entusiasmo lei non accennava minimamente ad alzarsi dal letto. Anzi, mentre parlavo ebbe pure la faccia tosta di girarsi dall'altra parte e darmi le spalle.
Mi dispiaceva vederla in quelle condizioni mentre io ero tutta felice ma poi mi venne in mente un'idea. "GUERRAAA!!!" gridai buttandomi addosso a lei. Iniziammo a fare la lotta di cuscini sul suo letto:quando eravamo piccole e io ero triste la facevamo sempre e serviva davvero a tirarmi su di morale. "Stavolta non vincerai!!" le gridai contro.
Mollammo giù i cuscini e ci prendemmo per le braccia. A me cedette una caviglia e scivolai giù trascinando giù anche mia sorella.
In quel momento ci guardammo intorno notando che avevamo fatto abbastanza chiasso per svegliare tutti nella stanza.
"Ma voi due siete proprio incontenibili?" Sbottò Luna.
Io e Helen ci guardammo negli occhi per qualche secondo e poi scoppiammo tutte a ridere.
Ci vestimmo parlottando allegramente e notai che anche a Helen era spuntato un sorriso sulla faccia.
Il giorno sembrava non passare mai e io volevo solo che arrivasse quella sera per poter andare al ballo.
L'ultima lezione fu con la McGranitt la quale ci spiegò i passi per quella sera.
Durante le prove io fui affidata a Ron Weasley che era una frana totale. Alla fine decisi di guidare io e migliorammo subito notevolmente. Mentre mi faceva girare scorsi Fred e George in un angolo che se la ridevano beatamente.
Alzai gli occhi al cielo e cercai di non guardarli.
Pian piano si fecero le 18.00 poi le 19.00 e infine anche le 20.15 e a quel punto decisi di iniziare a prepararmi con le altre. Eravamo tutte vestite diverse eppure eravamo così belle quella sera: Helen aveva un vestito azzurro lungo fino al ginocchio con un merletto nero alla fine della gonna. Nei suoi capelli neri e sciolti era infilato un fiore azzurro che le avevo regalato al secondo anno, e aveva una matita nera sopra gli occhi violacei.
Io avevo un semplice vestito verde smeraldo a tinta unita che arrivava fino al ginocchio. I miei lunghi capelli erano sciolti e sopra gli occhi avevo una linea sottile di matita nera. Al posto delle mie solite scarpe avevo dei tacchi dello stesso colore del mio vestito e anche Helen aveva dei tacchi, però azzurri in modo che si intonassero col colore del suo vestito.
Scambiammo gli ultimi commenti di eccitazione poi scendemmo. Io e mia sorella facemmo la strada in silenzio ma entrambe con un sorriso trentadue denti.
Camminammo a passo svelto fino al luogo di incontro con i ragazzi e quando arrivammo loro erano già lì, entrambi in giacca e cravatta.
Praticamente identici.
Io saltai addosso a Fred e lui mi prese al volo. Lo baciai dolcemente e poi andammo insieme a George e a Helen nel salone.
I partecipanti al Torneo Tremaghi aprirono le danze e poi ci unimmo anche noi.
Iniziammo con un valzer lento e io ne approfittai per parlare con Fred ma lui mi anticipò.
"Ma come eravate carini te e Ronald oggi!" Disse lui sogghignando.
"Sì lo so, grazie"
Si rabbuiò immediatamente.
"Guarda che stavo scher..."
"Lo so, anche io."
Ci fu un piccolo momento di silenzio
"Ma tuo fratello è davvero una frana a ballare!" Sbottai infine.
Lui cercò di trattenersi ma poi scoppiò a ridere
"Io non rido..ho passato tutta l'ora a dover guidare io perché sennò finivamo male!"
Lui non commentò ma continuò a ridere.
Passammo il resto della serata a ballare qualsiasi tipo di musica mettevano e ci divertimmo tantissimo.
L'ultimo fu un ballo lento. Ne approfittai per stare abbracciata forte a lui.
Sentivo il suo calore avvolgermi, il battito del suo cuore sincronizzato al mio, il suo respiro calmo, e la sua presa sicura.
Sembrava ieri che eravamo su quella scopa, diretti alla distesa di erba innevata..eravamo così piccoli, e io avevo così tanta paura che mi lasciasse..non volevo addormentarmi per paura che il giorno dopo, quando mi fossi svegliata, mi fossi accorta che era tutto un sogno, che era tutto finito.
Quanto tempo passato insieme, quanto tempo passato con questa persona che mi completa perfettamente, quanto tempo ad amarci, così tanto come quel giorno magico che mi ha cambiato la vita..
La musica finì e mi accorsi che eravamo rimasti solo io, Fred, Helen, George, Neville Paciock e Ginny, la sorellina di Fred.
Il mio cavaliere mi prese la mano e avvicinò la sua bocca al mio orecchio
"Andiamo" sussurrò dolcemente.
nonostante lo conoscessi e stessimo insieme da così tanto tempo mi fece venire i brividi alla schiena come le prime volte.
"Buonanotte ragazzi" dissi io salutando Ginny e Neville.
"Buonanotte"
Io e Fred uscimmo dalla sala in silenzio.
Una volta fuori usciti lui fece apparire una scopa, montò su e se ne andò.
Rimasi scioccata e pensai che fosse tutto finito fra noi,tutti quegli anni..ma proprio quando stavo per piangere lui mi afferrò da dietro e mi fece salire accompagnandomi fino alla porta della Sala Comune. Scesi e feci per andarmene senza nemmeno salutare facendo finta di essere arrabbiata ma lui mi prese per un braccio e mi bloccò al muro
"è passato di moda salutare?"
Chiese, e senza lasciarmi tempo per rispondere mi baciò.
Lo guardai: nei suoi occhi mi riperdevo nelle immagini di quella sera in cui mi aveva bloccato al muro come adesso e stringevo le labbra nel tentativo di trattenere il sapore dei suoi baci.
Lo amavo, lo amavo tantissimo.

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Capitolo 11
*** Vigilia ***


#Helen's Pov

 

Il giorno dopo il ballo ero letteralmente distrutta, non mi sentivo più le caviglie per via dei tacchi a spillo e le mie gambe sembravano improvvisamente diventate di legno secco. Per fortuna le vacanze natalizie erano iniziate e io e mia sorella non avevamo in programma di tornare dai nostri prima di Natale, quindi potevo godermi una sana mattinata nel mio letto caldo...così credevo. Arwen era eccitata forse più del giorno prima: continuava a saltellare avanti e indietro nel dormitorio felice come non mai per la serata passata.
"Oddiooo,oggi chissà come si comporterà Fred oggi!!!"-la odiavo quando faceva così.
"La vuoi smettere di urlare!? Qui c'è gente che, come la sottoscritta vorrebbe riposare!"
"Sempre la solita scontrosa."-ribattè lei-"Vedrai che tra poco mi ringrazierai. Ciao ragazze,ci vediamo più tardi!"-salutò prima di scendere le scale. Io sbuffai e mi rimisi sotto le coperte cercando di riaddormentarmi.
Poco dopo sentii una mano che dolcemente mi accarezzava attraverso le coperte.
"Non ci provare Arwen,non starò a sentire le tue profonde riflessioni universali su quanto è bello Fred."
"Fred sarà contento di saperlo."-disse un voce che conoscevo fin troppo bene.
"George!"-saltai fuori dalle coperte e gli buttai le braccia al collo. Lui mi strinse a sé, dandomi un leggero bacio sulla clavicola. Io ebbi un fremito; adoravo quando faceva così.
"Scommetto che ti ha mandato Arwen."-dissi io.
"Avevi qualche dubbio?"-rispose lui. In quel momento l'avrei sposata mia sorella.
"..ovvio che volevo venire già di mio, ma tua sorella per poco non mi faceva fuori un orecchio urlandomi di venire subito."
"Oddio, poveroo."-dissi dispiaciuta, poi mi avvicinai al suo orecchio sinistro e ci appoggiai delicatamente le labbra. Mi allontanai e lo guardai.
"Meglio?"-chiesi.
"Decisamente."-e mi baciò, mentre con la mano chiudeva la tenda sgargiante.

Qualche minuto dopo scendemmo in Sala Comune; mancava più di un'ora a pranzo, ma non avendo fatto colazione il mio stomaco implorava pietà. George se ne accorse, mi prese per mano e mi disse di seguirlo. Mi portò fin giù alle cucine, entrò e tornò fuori con qualche pasticcino. Io subito lo rimproverai, ma lui mi zittì con un bacio; le sue labbra sapevano di crema.
A pranzo poi fummo raggiunti da Fred e Arwen che erano appena tornati da una passeggiata in cortile.
"Ehi ragazzi!"-salutò mia sorella.
" 'Giorno."-risposi io riempiendomi il calice di Burrobirra fumante.
"Come vanno gli affari?"-chiesi a Fred.
"Non male, l'altro giorno sono riuscito a vendere sei pacchi di Torroni Sanguinolenti! Ma le Merendine Marinare stanno calando.."
"Beh, adesso che sono cominciate le vacanze dovremo stare pronti una valanga di ordini."-aggiunse George.
"Speriamo in bene!"-disse Arwen sorridendo; non vedevo mia sorella sorridere in quel modo dalla nostra prima volta su una scopa.
"Oh, guardate l'albero!"-disse Fred. Ci voltammo tutti insieme verso il tavolo dei professori; il gigantesco albero di Natale si era improvvisamente illuminato, mentre dal soffitto della Sala Grande cominciavano a scendere fiocchi di neve cristallina. La Vigilia stava finendo; il giorno dopo io e Arwen saremmo tornate insieme ai ragazzi dai nostri genitori, che fremevano dalla voglia di conoscerli.
"Ragazzi scusate ma domani ci dobbiamo svegliare presto,quindi io vado a letto."-detto questo Arwen salutò me e George e si avviò mano nella mano con Fred verso le scale.

Poco dopo ce ne andammo anche io e George, ma prima di salire ai dormitori decidemmo di fare un breve giro sul manico di scopa.
Sorvolammo l'intero perimetro del castello, poi George mi disse:
"Ho un'idea, tieniti stretta."-e si alzò bruscamente dirigendosi verso il tetto. Arrivati mi aiutò a scendere dalla scopa e io mi sedetti sulle tegole pendenti della Torre di Astronomia.
"Accidenti! Che vista che c'è quassù!"-esclamai io. Lui mi circondò da dietro con le braccia e io mi appoggiai al suo petto caldo.
"Se fosse per me, starei qui per sempre."-disse. Si chinò e mi baciò leggermente sulla guancia. Io chiusi gli occhi, abbandonandomi con il corpo al suo tocco leggero, mentre il canto di un gufo solitario spezzava il silenzio notturno.

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Capitolo 12
*** Il ritorno a casa ***


#Arwen's Pov

 

Finalmente arrivò il tanto atteso momento delle vacanze di Natale. In treno io e Helen andammo nella cabina di Luna, dato che non l'avremmo vista per un po'. Durante l'intero tragitto non parlai molto, troppo presa a pensare a cosa avrebbero pensato i miei di Fred. Il viaggio tuttavia mi sembrò durare poco.Una volta scese dal treno salutammo Luna e aspettammo i ragazzi che ci raggiunsero praticamente subito. Mentre camminavamo in silenzio nella confusione della stazione Fred mi prese la mano e quando mi voltai verso mia sorella notai che George le aveva messo un braccio intorno alla vita.Strinsi forte la mano di Fred e sentii ricambiare la stretta.
"Eccoli!"- esclamai vedendo i nostri genitori. Lasciai la mano di Fred e mi precipitai al collo di mio padre; ne fu molto felice e mi abbracciò con forza. Diedi un bacio sulla guancia a mia madre e dopo che anche Helen li ebbe salutati entrambe passammo alle presentazioni.
"Mamma, papà, loro sono Fred e George"- disse Helen indicando rispettivamente prima uno e poi l'altro.
"Ragazzi, loro sono i nostri genitori: nostro padre James e nostra madre Narcissa."- aggiunsi io.
"Finalmente ci conosciamo."- esordì mio padre, mostrando un sorriso che non gli avevo mai visto prima.
"É un piacere avervi ospiti presso casa nostra, sono sicura che andremmo molto d'accordo"- aggiunse mia madre sorridente.
"Signori Phelps, il piacere è nostro."- risposero i ragazzi all'unisono. Io e Helen ci scambiammo uno sguardo pieno di gioia e poi ci avviammo tutti insieme verso la macchina.

Abitavamo in una villetta in periferia di Londra, in un quartiere molto tranquillo isolato dal resto del mondo. Beh, di certo non mi lamentavo di casa mia. Era piuttosto carina e articolata su tre piani più quello della mansarda. Il piano più basso era la cantina con il garage. ma lo usavamo solo per la macchina babbana, le biciclette e i vecchi armadi, pieni zeppi di utensili e cianfrusaglie inutilizzate da anni. Al piano terra c'erano la cucina, la sala e un bagno, mentre al piano di sopra c'erano un bagno e tre camere da letto: una per i miei, una mia e di Helen e un'altra che utilizzavamo unicamente nel caso di ospiti. La nostra camera aveva le pareti verdi, una grande scrivania sulla quale c'erano i nostri libri e il nostro materiale scolastico e sotto la scrivania due cassettiere di media grandezza, una mia e una di Helen. Sul lato opposto della stanza c'erano il letto a castello: le coperte avevano disegnate delle scope da corsa e decori argentati sul mio letto e boccini, pluffe, bolidi e decori azzurri sul letto di Helen. In camera c'era anche una finestra che si affacciava sul giardino di casa nostra: quel piccolo cortile era un'esplosione di colori anche in inverno era ben tenuto, con l'evidente accuratezza della mano esperta di mia madre; inoltre si poteva accedere alla mansarda tramite un buco quadrato fatto apposta sul soffitto e una scala che tenevamo sotto al letto.
Lasciammo sistemare i ragazzi nella loro camera e io e Helen ne approfittammo per riordinare i nostri vestiti nell'armadio. Dopo pochi minuti la voce squillante di mia madre ci annunciò che il pranzo era quasi pronto e io andai a controllare se nella camera di Fred e George andasse tutto bene. Avevano la porta socchiusa e riuscii a udire uno strano bisbigliare.
Non capivo le parole che stavano dicendo e tantomeno l'argomento. Concentrai tutte le mie forze unicamente nell'udito e riuscii a realizzare un'idea sensata; per poco non svenni per lo spavento.

Quella non era la voce di Fred, e nemmeno quella di George.

Quella era una voce completamente estranea, che non avrebbe nemmeno dovuto esserci.

Non lì,

non ora.

Aprii la porta.




Ehiii ragazzi :)
Volevo solo ringraziarvi nuovamente per seguire la FF che spero vi piaccia! Mi raccomando recensite :) In questi giorni starete un po' senza perchè devo ancora terminare il prossimo capitolo,per gli altri vi farò sapere poi.
Buona lettura! <3
 

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Capitolo 13
*** Non siamo soli ***


#Helen's Pov

 

Ero in cucina con George, il fuoco ardeva nel camino, aveva una pallida sfumatura bluastra per via del legno umido. Fred era dovuto andare fuori per via degli affari con i Torroni Sanguinolenti, a quanto pare le vendite aumentavano. Così George e io eravamo soli sul divano, il suo braccio intorno alle mie spalle e le mani intrecciate dolcemente sulle mie gambe. Parlavamo di varie cose; scuola, famiglia e di noi. George ad un certo punto mi strinse più forte la mano.

“Cosa succede George?”- chiesi.

“Helen, sai..è da un po' che stiamo insieme. Oramai sono tre anni e pensavo..solo se ti va..magari potremmo..”- un botto improvviso ci fermò. Veniva dalle camere superiori.

“Cosa diavolo è stato?”- chiese lui.

“Non lo so. Andiamo a controllare.”- lo presi per mano e, con la bacchetta nell'altra, salimmo le scale.

 

Varcammo la porta del corridoio del primo piano. Una sottile striscia di polvere ricopriva il pavimento in legno, che scricchiolava sotto di noi. Ci stavamo avvicinando alle camere quando vidi qualcosa di strano.

“George, guarda là.”- la porta della camera dei ragazzi era sfondata. Lo appiattii contro al muro.

“Non siamo soli.”- affermai. Posi l'orecchio allo stipite della porta e cercai di ascoltare.

“..cosa ne facciamo?”

“Cosa vuoi che ne sappia? Non era previsto ci fossero bambini in casa!”

“Credo sia la bastardina dei Phelps, sbaglio? Guarda le labbra.”

“Uguali a quelle della madre. Ahahaha, peccato che non ci sia anche la sua adorata sorellina qui con lei.”- 'Arwen!'- il panico mi assalì e mi fece cadere in ginocchio. Non fu un suono particolarmente forte, ma era calato il silenzio e si sentì parecchio.

“Che diavolo è stato?”

“Proveniva da fuori la porta.”

“Forse la nostra conversazione ha smesso di essere privata.”- sentii dei passi avvicinarsi e non esitai. Scattai in piedi e aprii la porta. Mi trovai davanti Dolhov, una lunga cicatrice bianca gli sferzava metà del viso. Subito dietro di lui Macnair mi guardava sbalordito, si misero entrambi a ridere.

“Eccola qui, finalmente in mezzo a noi. Sei venuta a riprenderti la tua sorellina?”- Dolhov si scostò permettondomi di vedere la scena. Arwen era legata a una sedia, aveva un bavaglio intorno alla bocca, così che non potesse produrre niente di più forte di un mugolio.

“Arwen!”- mi slanciai in avanti ma il mangiamorte mi fermò.

“Ehi, ehi, ehi..quanta fretta. Cosa pensi di fare contro noi due? Sei da sola.”

“Ti sbagli.”- George comparve sulla soglia e schiantò entrambi. Liberatami da Macnair corsi subito a slegare Arwen. I lacci erano strettissimi, infatti due profondi solchi rossi le segnavano entrambi i polsi.

“Arwen..”

“Helen.....sto bene..attenta!”- uno dei due mi colpì da dietro con qualcosa che si infranse sulla mia schiena. Le schegge penetrarono la mia maglia leggera graffiandomi la schiena. Caddi per terra. I tagli bruciavano e il senso di strodimento mi annebbiava la vista. Riuscivo a distinguere George che lanciava incantesimi contro Doholov e Macnair, che si avvicinava nuovamente a mia sorella. Mi alzai in piedi a fatica, barcollando un po'. Nel farlo mi dimenticai di recuperare la bacchetta. Mi avvicinai a lui da dietro e feci in modo che si voltò verso di me; lo guardai negli occhi.

“Non ti azzardare a toccare mia sorella, sporco bastardo.”- detto questo gli mollai un gancio sulla guancia sinistra che lo fece cadere a terra.

“...uao.”- disse mia sorella.

“Già, mi sono fatta un male boia.”- ci guardammo e scoppiammo a ridere. George intanto era riuscito a pietrificare Doholov.

“Allora..”- dissi avvicinandomi a Macnair -“Voi due che diavolo ci stavate facendo in casa nostra?”- lui arretrò, fermandosi contro il muro. Il mio pugno gli aveva lasciato un grosso livido sullo zigomo e un rivolo di sangue gli colava dal labbro.

“Non sono affari vostri, ragazzini.”- Arwen gli si mise davanti ad una velocità impressionante, prendendolo per il collo.

“Ascoltami attentamente: ogni cosa che succede in casa mia è affare mio, chiaro?”- silenzio.

Lei lo scosse con forza, sbattendogli la testa contro al muro.

“Chiaro?”

“Quella è mia sorella.”- dissi sottovoce a George, ammirando la scena fiera come non mai.

“...chiaro.”- disse il mangiamorte, in una specie di rantolio.

“Bene.”- Arwen si alzò in piedi mollandogli la gola. Lui se la massaggiò un attimo.

“Volete sapere davvero la verità?”- chiese con quella che sembrava una punta di ironismo.

“Smettila di giocare e parla.”- intervenni io.

“D'accordo..”- successe tutto nel giro di un attimo; Macnair si lanciò contro l'unica finestra della stanza, che si infranse in mille pezzi. Liberò il suo compagno dall'incantesimo e entrambi ci lanciarono un incantesimo, che per fortuna George riuscì a parare. L'ncantesimo di protezione di George formò una specie di parete solida intorno a noi, attraverso la quale riuscivamo solo a distinguere le sagome dei mangiamorte. Dissero qualcosa, ma attraverso la barriera risultò solo un rantolio confuso.

Ma io riuscì a capire tre parole..tre sole parole:

 

Lui.

 

 

Guerra.

 

 

 

 

 

Morte.

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Capitolo 14
*** Tensioni ***


Capitolo 14

 

#Arwen's POV

 

George lasciò cadere il suo braccio lungo il fianco e la barriera che ci avvolgeva sparì.

“Quei bastardi..”- sussurrai.

Mi sedetti sul letto di fianco ad Helen e mi guardai i polsi: avevo due segni rossi abbastanza profondi creati dalla stretta del laccio cun cui Macnair e Doholov mi avevano legato. Nemmeno Helen era messa benissimo. Aveva un taglio sulla fronte e, mentre la guardavo, una goccia di sangue le colò lentamente lungo la guancia.

Nostra madre irruppe all'improvviso nella stanza con addosso il grembiule da cucina e con un cucchiaio di legno nella mano destra. Appena ci vide sbiancò in viso e le si mozzarono le parole in gola. Senza riuscire a dire nulla si sedette sul letto tra me e Helen, e ci strinse forte a sé.

“Oddio ma cos'è successo qui?”- sussurrò con un evidente gemito di terrore nella voce.

Alzai lo sguardo verso George, il quale mi stava guardando in silenzio, e il mio pensiero si concentrò su una sola cosa: Fred. Dov'era finito? Aveva detto che sarebbe uscito per controllare gli affari, ma non avrebbe dovuto impiegarci tanto. Mi si congelò il sangue nelle vene e un brivido mi percorse la schiena. Cercai di tranquillizzarmi, magari aveva incontrato qualcuno lungo la strada e si era perso in chiacchere, o qualche cliente gli aveva fatto perdere tempo...si, doveva essere così.

“Non sarò una strega ma dovete spiegarmi cosa diavolo è successo. Ora vado a finire di cucinare per evitare che esploda la casa, ma appena avrò finito andremo a fare la denuncia.”- e così dicendo mia madre scese per finoire di preparare il pranzo, mentre io, Helen e George restammo in silenzio, con gli occhi bassi e persi nel vuoto.

“Avete sentito prima? Doholov e Macnair, mentre si buttavano dalla finestra..”- disse Helen, rompendo il silenzio.

“Sì.”- risposi -“Ma non ho capito molto. La barriera faceva sentire tutti i rumori ovattati.”

“Lui, guerra, morte.”- concordò George -“Non ho sentito altro.”

“Dsi ma..voi-sapete-chi è...è..”- alzai lo sguardo per cogliere anche solo un minimo cenno di assenso -“..morto.”- sussurrai infine con tono poco deciso. Helen e George si scambiarono un'occhiata profonda.

“L'unica cosa che sappiamo con certezza”- disse infine George voltandosi verso di me -“È che era morto. Come la penso io? Penso che ora probabilmente lui è la fuori, ancora troppo debole per combattere, ma pronto a tornare.”- e dal quel momento in casa nostra si sentì solo lo squillare della voce di mia madre che diceva: “Ragazzi è pronto, scendete!”- poi più nulla.

 

Scendemmo in sala da pranzo ma nessuno sembrava avere troppo appetito. I nostri genitori si confrontavano a bassa voce, dato che mia madre continuava a tempestare di domande mio padre. Helen e George mangiavano in silenzio scambiandosi alcune occhiate preoccupate di tanto in tanto, mentre io riuscivo a pensare solo a Fred. Non toccai cibo, mi limitai a giocherellare con la forchetta mentre i miei pensieri divagavano. Volevo solo che lui tornasse a casa per poterlo riabbracciare, per poter affondare il viso nel suo petto, per poter sentire la sua voce rassicurante che mi diceva: “Come stai piccola elfa?”- e per poter riavere le sue braccia che mi stringevano forte come per dire “ora ci sono io a proteggerti”. E invece lui era là fuori, con colui-che-non-deve-essere-nominato in giro che avrebbe potuto colpirlo in qualsiasi momento, e magari Doholov o Macnair lo avevano già rapito e gli stavano facendo degli incantesimi per torturarlo...magari volevano sapere qualcosa da lui..o che solo noi sappiamo.. questo pensiero mi bloccò, e d'un tratto inizia a vedere tutto più rallentato. Poi finalmente capii.

 

Sgranai gli occhi, il mio respiro si fece affannoso ed il cuore iniziò a battere velocemente. Nella fretta di alzarmi la forchetta mni cadde e un rumore metallico spezzò il silenzio tombale che si era creato.

“Arwen, cosa diavolo..?”- disse mia madre agitata. Corsi in camera per prendere un cappotto, mi infilai in fretta i primi stivali che trovai, riscesi al piano di sotto e spalancai la porta.

“Vado a cercare Fred.”- mi chiusi la porta alle spalle e iniziai a camminare con passo affrettato e allo stesso tempo deciso sotto la pioggia, senza nemmeno un ombrello. Chi se ne importava dell'ombrello, prima di ogni altra cosa veniva Fred.

E sapevo esattamente dove trovarlo.

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Capitolo 15
*** Importanza ***


Capitolo 15

#Helen's POV

 

Senza dire una parola, Arwen prese su e uscì dalla porta principale.

 

Io e George rimanemmo abbastanza di stucco, come mia madre, d'altra parte.

“Tua sorella...prima o poi mi farà venire un infarto, impulsiva com'è.”- sorrisi al viso corrucciato di mia mamma; era sempre così concentrata in quello che faceva, anche se si trattava solo di pulire casa. Ci aveva cresciute sane, tramite esperienza e pratica, infatti, nonostante la nostra discendenza non-babbana avevamo imparato molti mestieri di quel mondo.

Mia sorella, per esempio, sarebbe sempre potuta diventare una parrucchiera ed estetista di successo, mentre io ho sempre avuto un inclinazione particolare per gli sport. Il calcio mi divertiva un mondo, ricordo che quand'eravamo piccole papà ci portava spesso ad un campetto abbandonato vicino casa. Battevo sempre Arwen con i “rigori”, così si chiamano i tiri diretti in porta. Un po' come per noi i tiri diretti nei cerchi.

 

Adesso sembrava tutto così assurdo e distante. Ormai avevamo cambiato completamente vita, e probabilmente ci trovavamo sull'orlo di una guerra. La cosa di cui ero più grata era George, non so come avrei fatto senza lui affianco. Ormai era diventato un parte fondamentale della mia vita, e sembra assurdo vista la nostra giovane età, ma anche i miei genitori si sono conosciuti molto giovani, e nonostante le avversità hanno resistito fino ad ora.

Mi sentivo fiera di averli come esempio.

 

Tornammo in camera, confusi sul da fare. Avevamo convinto mia madre ad evitare la denuncia, si era accorta anche lei che “le mie figlie hanno subito una violazione in casa da due maghi cattivi entrati volando dalla finestra” non era esattamente credibile per spiegare l'accaduto.

Io e George eravamo preoccupati, sia Fred che Arwen, ora, erano probabilmente in pericolo e non avevamo idea di come agire. Discutemmo a lungo se uscire a cercarli o meno, ma poi concludemmo che sia Arwen che Fred sapevano quello che facevano, e che era più prudente rimanere in casa ad aiutare i miei che uscire, anche perché ormai si era fatta quasi sera. George e io decidemmo che saemmo usciti nel caso non fossero tornati dopo cena, così cercammo di tranquillizzarci.

“Torno un attimo giù a sentire se i tuoi hanno bisogno, ok?”- disse lui ad un certo punto.

“Ok..”- mi diede un leggero bacio a stampo e imboccò le scale.

 

Rimasi sola in camera, mi stesi sul letto e cercai di riprendere fiato.

La preoccupazione permaneva nella mia mente, ma se c'era una cosa che sapevo della mia gemella, è che era forte, e molto testarda quando ci si metteva, quindi cercavo di non pensare troppo a vederla in pericolo; ero sicura che avrebbe trovato Fred, e sarebbero tornati nel giro di poco. “Sono una gran coppia”, dissi fra me e me, ed era vero, lo avevo pensato fin dal primo momento che li avevo visti insieme. Erano così in sintonia, e negli anni passati avevvano dimostraro entrambi una grande forza d'animo, e quanto amore provassero l'uno per l'altra.

Pensando ciò, mi tornò in mente George, e il momento appena prima che salissimo in camera e incappassimo nella battaglia che si era creata; voleva dirmi qualcosa, e dal tono che stava usando sembrava parecchio importante, quindi mi infilai il maglione e corsi più forte che potevo giù per le scale.

 

 

Cos'era di così importante che doveva dirmi?

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Capitolo 16
*** Sparito ***


Capitolo 16

 

#Arwen's POV

 

Corsi alla prima fermata della metro che conoscevo vicino a casa nostra.

Arrivai al Paiolo Magico nel giro di una ventina di minuti, che mi sembrarono un'eternità. Scesi sbattendo contro almeno una decina di persone, dirigendomi dritta al passaggio; lo varcai e mi ritrovai nella strada principale di Diagon Alley.

Respirai a fondo per un attimo e mi sembrò di avvertire il profumo degli scaffali e dei vecchi libri del Ghirigoro, e mi abbandonai per qualche secondo al rumore delle vetrine che sbattevano al vento. Mi accorsi però di non sentire altro rumore oltre quello.

Riaprii gli occhi e mi guardai attorno.

 

Mai avevo visto Diagon Alley così desolata.

 

Pezzi di giornale che annunciavano il ritorno di Tu-Sai-Chi volavano sui ciottoli della strada imbevuta di pioggia, le finestre delle case e dei negozi sbattevano ad ogni più piccola raffica di vento. Persino la Gelateria Fortebraccio mi sembrò più buia e cupa del solito.

Corsi cercando di ripararmi il più possibile dalla pioggia verso il negozio dei gemelli, Fred doveva essere lì per forza.

Entrai facendo tintinnare il campanello e la solita voce sorniona risuonò nell'aria

benvenuto sarai solo se spenderai

Ripensai a quante volte ridevo sentendo quella vocetta leggermente metallica, ma ora anche solo sorridere era l'ultimo dei miei pensieri.

 

L'interno del negozio aveva assunto un colore grigiastro per via delle nuvole che coprivano il cielo, i colori dei giocattoli, le risate e le sfumature che ero solita sentire e vedere quando entravo lì ora non c'erano più. Si percepiva solo tristezza e desolazione.

Ripensai a quando i signori Weasley ci raccontarono della prima volta che Voldemort prese il potere, l'atmosfera che descrivevano ricordava spaventosamente quella in cui mi trovavo ora.

 

Superai il salone principale traboccante di artifizi e altre invenzioni e salii le lunghe scale fino all'ufficio, all'ultimo piano.

Quando arrivai, prima di aprire la porta, pregai con tutta me stessa di non trovare la stanza distrutta o devastata.

Aprii lentamente la porta e con gli occhi socchiusi sbirciai dentro: niente. Assolutamente nulla. L'ufficio era come era sempre stato, un po' in disordine certo, ma non devastato.

Ogni cosa, documenti, statuette, campioncini di dolciumi, erano esattamente dov'erano stati l'ultima volta che ero entrata lì.

Sembrava che nessuno ci entrasse da mesi, la polvere sui fogli sparsi sulle scrivanie.

Certo, l'ultima volta che ero stata lì era parecchio prima delle vacanze di Natale, ma da quanto ricordavo sia Fred che George salivano qui abbastanza spesso per controllare l'andamento degli affari.

Rimasi alquanto confusa, ma mi dissi che molto probabilmente esisteva una spiegazione anche per quello.

 

Tornai in strada e provai a pensare dove altro si poteva essere cacciato Fred, e poi, l'illuminazione.

Qual'era l'unico altro negozio dove Fred passava più tempo di quanto mi piacesse ammettere?

Mi smaterializzai all'istante e ricominciai a camminare sotto lo scroscio ancora più forte della pioggia. I miei piedi coperti solo da scarpe di tela, affondavano nelle pozzanghere più profonde provocandomi brividi fino alle punte dei capelli, ma non diminuii il passo finchè non attraversai le basse cinta di mura che circondavano la cittadella.

 

Con raffiche di vento e mugolii nell'aria,

Hogsmeade mi diede il benvenuto.

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Capitolo 17
*** Insieme? ***


Capitolo 17

 

Quando raggiunsi la cucina ci trovai mia madre e mio padre, intenti ad ammirare George che, con la bacchetta, faceva roteare i piatti intorno alla stanza; i gemelli avevano già festeggiato la maturità, e il prossimo sarebbe stato il loro ultimo anno di scuola.

Ogni tanto me ne dimenticavo, che fosse trascorso tutto quel tempo.

Sorrisi vedendo i miei genitori ridere di buon gusto, chissà se George lo sapeva, che era proprio uno dei motivi per cui ero così innamorata di lui, il come riusciva a far ridere le persone, me più di tutti.

Mi avvicinai piano e lui fece ritornare i piatti dentro la lavastoviglie, facendo notare che anche i babbani erano avanzati con la tecnologia.

“È almeno dalla fine del 1800 che esistono le lavastoviglie tesoro, non è certo una novità.”

“Scusami piccola, non me ne intendo di storia babbana.”- disse sorridendomi e avvicinandomi a lui.

“Certo che no.”- ricambiai il sorriso -“Possiamo parlare un secondo?”

“Certo.”

Ci allontanammo dai miei tornandocene in sala, il fuoco del caminetto ormai affievoliva. George si mise a ravvivarlo.

“Che succede Pluffa?”- risi al sentire quel nomignolo, era da un bel po' che non lo usavamo più.

“Ricordi prima che ci attaccassero? Eravamo qui in salotto che parlavamo..”

“Mh-mh”

“Mi sembrava stessi per dirmi una cosa importante, poi siamo stati interrotti..vuoi parlarmene ora?”

“Era un'idea stupida, niente di importante.”

“George, niente di ciò che mi puoi dire lo considererò stupido.”

“Ne sei sicura?”- disse prendendomi per i fianchi e facendomi roteare.

“George, mettimi giù! Dai, ti prego!”- mi fece girare un altro po', poi si fermò, e lentamente mi appoggiò a terra.

“Non si riesce mai a fare un discorso serio con te.”

Si inchinò leggermente:

“Le chiedo scusa madamigella, ora il mio udito è al vostro servizio.”

Gli presi il viso tra le mani e mi avvicinai a lui, fino quasi a baciarlo.

“Cosa stavi per chiedermi? Ti avverto che potrebbe anche piacermi.”- sorrisi, le mie labbra sfioravano le sue. Lui si separò leggermente da quel contatto e mi guardò negli occhi, improvvisamente serio.

“Avrei dovuto aspettare Fred in realtà, ma anche prima non credo sarei riuscito a trattenermi dal chiedertelo. Spero davvero ti piaccia la mia idea, e spero tanto dirai di sì.”

Sentii un tuffo al cuore, era davvero il momento giusto?
“Helen, ti piacerebbe venire a vivere con me?”

 

Rimasi a bocca aperta, ammetto che non era la domanda che mi aspettavo, ma da una parte questo mi sollevava.

“George, io..certo che mi piacerebbe vivere con te..ma come? Dobbiamo ancora finire la scuola, e io non sono ancora maggiorenne per il mondo magico, figurati per quello babbano..”

“Ne ho già discusso io con i tuoi genitori, così come Fred lo ha fatto per Arwen.”

“E cosa hanno detto?”

“Sono d'accordo a lasciarvi vivere con noi, con la condizione che dovrete scrivergli una volta a settimana almeno, e vogliono che vi troviate un lavoro per contribuire alle spese. Io ho accettato anche la seconda parte, anche se non ho intenzione di farti lavorare, voglio prima che finisci la scuola.”

“George, anche tu devi ancora finire la scuola, ma tu e tuo fratello state già lavorando da un po', direi. E non ho nessuna intenzione di fare la mantenuta, né tanto meno Arwen, che sarà sicuramente d'accordo con me.”

“Sapevo che avresti detto così, e so che vuoi fare la tua parte, sei fatta così. Ma la mia condizione, e anche quella di Fred, è che tu e Arwen prima finiate la scuola. Puoi farlo per me?”

“Perché non vuoi che ti aiuti?”

“Non ho mai detto questo.”

“E allora fammi dare una mano!”

“Piccola..”- mi fece sedere sul divano affianco a lui, le mie mani nelle sue.

“Non è un buon momento per il negozio, né per gli affari in generale. Con tutte le cose che stanno accadendo adesso, i mangiamorte che distruggono edifici, attaccano le persone..nessuno è al sicuro ora come ora. Per questo io e Fred vogliamo portarvi lontano da qui. Volevamo che anche i nostri genitori venissero, ma né i vostri né i nostri hanno accettato. Posso capirli, vogliono difendere la loro casa, ma dall'altra parte sono tutti d'accordo, per noi, di andare in un posto più sicuro.”

“E dove?”

“Al di là delle montagne, verso Ovest. Io e Fred abbiamo trovato una casa che sarebbe perfetta per noi quattro, e avremmo la possibilità di riaprire la nostra attività nel villaggio vicino.

Si, è un posto un po' sperduto, lassù in collina, ma credo che vi piacerà. Potremmo svegliarci ogni mattina con il sole che splende, e l'aria di pino che entra dalle finestre. Tu e Arwen potreste raccogliere i fiori nei campi attorno alla casa, e venderli al mercato della mattina. Io e Fred torneremmo a casa ogni giorno vedendovi in giardino a rincorrervi, o a giocare a scacchi, e ci ricorderemmo ogni giorno di quanto siamo fortunati.

E poi ceneremo insieme, ogni sera, come una vera famiglia, e magari con qualche membro in più, in futuro..”

“Vuoi dire dei bambini?”

“Forse ora sto correndo troppo. Ma chissà...allora, che ne dici?”

“George, è bellissimo..ma come ci permetteremo la casa e tutte le spese che ne derivano? Hai appena detto che gli affari non vanno bene, e non volete che io e Arwen lavoriamo prima della fine della scuola..”

“Fred e io abbiamo parecchi risparmi da parte, era una cosa a cui pensavamo già da qualche anno, quindi abbiamo deciso di mettere da parte più soldi possibile.”

Calò il silenzio per un attimo.

La proposta di George certo era sensata, e anche io e Arwen in realtà ne avevamo parlato di una possibilità futura di vivere tutti insieme. Certo però non credevamo arrivasse così presto il momento di decidere, forse sia Fred che George erano preoccupati per la guerra che sembrava opprimerci sopra ogni altra cosa. Anche io e mia sorella eravamo preoccupate, ma dall'altra parte non avevamo intenzione di abbandonare i nostri genitori. Dal discorso di George, però, avevo già capito che né mia madre, né mio padre avrebbero cambiato idea, hanno sempre pensato per prima cosa alla nostra sicurezza, e capivo la loro decisione. Speravo davvero di poter diventare un genitore come loro lo erano stati per me, in futuro. George ha parlato di bambini..vuole avere dei bambini? Sarei davvero pronta per una tale responsabilità?

 

Mille pensieri mi turbinavano in testa, George da parte sua mi guardava in silenzio, attendendo rispettoso che metabolizzassi tutto ciò di cui aveva appena parlato.

Forse avrei dovuto parlarne con Arwen? E lei dov'era? Perché sia lei che Fred non erano ancora rientrati? Stavano bene?

“Se stai pensando a tua sorella e a mio fratello, stanno bene, non preoccuparti.”- ancora dopo tutti quegli anni, non riuscivo a capire come facesse a leggermi così chiaramente, alle volte.

“E poi, se fossero in pericolo lo sapremmo, no? Sono i nostri gemelli.”

Giusto, si, il famoso sesto senso dei gemelli. Ogni volta che Arwen si faceva male anche io sentivo una piccola fitta di dolore, a quanto pare valeva anche per Fred e George.

“Non devi per forza rispondermi ora, capisco che sono molte le cose a cui vuoi pensare prima di prendere una decisione. Non voglio che tu ti senta a disagio, e non voglio metterti pressione. Solo, considera la mia proposta com-..”

“Sì.”

“Sì..cioè, accetti di venire a vivere con me?”

“Sì, lo accetto. Ma ho anche io una condizione.”

“Certo, qualunque cosa.”

“Anche io e Arwen avevamo considerato una possibilità di vivere insieme in futuro, quindi anche noi abbiamo messo da parte qualcosa. Voglio che quei soldi li prendiate tu e Fred. Se non possiamo lavorare ancora, almeno fateci contribuire in un altro modo.”

“Helen, sono i vostri risparmi di una vita..”

“Come lo sono i vostri. Non è giusto che solo voi vi occupiate di noi. Hai parlato di famiglia, no? Una vera famiglia fa le cose insieme.”

“Hai ragione, ma-..”

“Non accetterò un no come risposta. Se vuoi che io e mia sorella accettiamo di venire a vivere con voi, questa sarà la nostra condizione. Lei sarà d'accordo con me.”

“D'accordo..”

“Bene.”

Di nuovo calò il silenzio. Si percepiva l'aria di emozione intensa che era scaturita da quella conversazione.

“Bene! Direi che abbiamo fatto anche troppi discorsi seri per oggi.”- George si alzò e mi caricò in spalla. Io scoppiai a ridere, sapevo esattamente dove mi avrebbe portata.

“Non vuoi festeggiare la notizia insieme ai miei genitori?”

“Preferirei aspettare Fred e Arwen per quello, poi ora ti voglio per me, e per me soltanto.”- i brividi mi percorsero la schiena mentre George arrancava per le scale, verso quella che era ormai la “nostra” camera da letto.


ANGOLINO
Ragazzi, d'ora in poi la storia sarà senza POV, ma la scriverò solamente io (Helen) per entrambe. Io e Arianna (Arwen) abbiamo preso questa decisione per cercare di aggiornare più in fretta di quello che abbiamo fatto in questi anni, e speriamo di riuscirci.
Un grazie infinito a chi continua a leggere la nostra storia, speriamo davvero vi piaccia!

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Capitolo 18
*** Riunione di famiglia ***


Quando Arwen arrivò nella cittadella, l'aria che si respirava era la stessa di Diagon Alley.

Cupa, desolata.

L'insieme di case a punta aveva un aspetto particolarmente macabro.

 

Sorpassò la stazione, il negozio di Mondomago e la Testa di Porco, dove alcuni maiali si rincorrevano grugnendo nel fango acquoso.

Arrivò poi ai Tre Manici di Scopa; il fumo saliva grigiastro dal comignolo del piccolo pub di Madama Rosmerta, l'unica persona che ormai aveva il fegato di continuare a servire boccali di Burrobirra fumanti. Uno degli ultimi rifugi abbastanza sicuri.

 

Il profilo si Mielandia si stagliò al suo fianco, anche qui i colori mancavano oramai, e non si percepiva più nessun odore stuzzicante provenire dal negozio.

Vide in lontananza la figura fatiscente della Stamberga Strillante, e proseguì verso di essa.

Quando finalmente si trovò davanti all'Emporio di Zonko si fermò ad ammirare la facciata; non era un segreto da chi avevano preso ispirazione i gemelli per costruire quella del loro negozio.

 

Entrò piano, cercando di non far attivare il campanello, ma notò che non funzionava affatto. Il negozio doveva aver chiuso del tutto i battenti.

“Forse Fred non si trova qui allora..”- pensò, ma sentì un rumore provenire dal piano superiore.

Passi, che imboccavano le scale.

Arwen tirò fuori dalla tasca la bacchetta, pronta a difendersi, non sapeva per certo chi poteva esserci nel negozio assieme a lei.

 

I passi si fecero più pesanti, lei si avvicinò all'imbocco delle scale e intravide una folta chioma rossiccia.

Decise di prendersi una piccola vendetta per tutti quegli anni di spaventi e scherzi improvvisi, così si nascose dietro al distributore di Mou Mollelingue e attese.

“C'è qualcuno?”- la voce di Fred suonava autoritaria

“Se siete venuti qua per rubare qualcosa vi avverto che non vi servirà a granché, tranne forse i Fuochi d'artificio del dottor Filibuster, sempre che voi mangiamorte non siate così stupidi da farveli saltare in facc-”

“Sorpresa!”- Fred sobbalzò all'indietro, quasi cadendo.

“Arwen! Per..la barba di..Merlino...non farlo mai più! Ma che ti è saltato in mente?! Cosa ci fai qui? Perché non sei a cas-”- lei si avvicinò e lo baciò teneramente sulle labbra.

“Sono venuta a cercarti..scusami se ti ho spaventato, come se tu non avessi mai fatto poi!”

“Si, ma non così! Potevo pensare che tu fossi davvero un mangiamorte! E se ti avessi ferita?!”

“Mi avresti curata con la stessa velocità.”

Fred ansimava, si sedette su una confezione strabordante e polverosa di Torroni Sanguinolenti, e guardò Arwen negli occhi.

“Mi dispiace davvero Fred, calmati ora, stiamo bene, no?”

“Si, scusami..è solo che mi hai fatto prendere un bello spavento!”- disse, mentre la circondava con le braccia, e appoggiava la fronte alla sua.

“Che ci facevi qui?”- chiese lei.

“Doveva essere una sorpresa per te e Helen, ma oramai..”- solo in quel momento Arwen notò una busta che Fred aveva lasciato cadere a terra quando lei lo aveva sorpreso. Dentro c'erano striscioni luccicanti azzurri e d'argento, e alcune confezioni di Fuochi del dottor Filibuster con Innesto ad Acqua.

“Avevo impiegato ore a incantare tutti quei dannati uccelli..”- sospirò Fred, mentre gli uccellini uscivano dalla borsa e si precipitavano fuori dalla porta, canticchiando sonoramente.

“Prometto che mi farò perdonare.”- disse Arwen, carezzandogli la guancia -“Non è ancora il nostro compleanno però..”- osservò lei.

“Non erano per quello, volevamo..”

Un fruscio proveniente da fuori li interruppe. Fred raccolse la bacchetta da Arwen e le fece segno di rimanere seduta.

Si avvicinò alla porta e sbirciò in strada; due figure incappucciate sostavano davanti ai Tre Manici di Scopa, non sembravano avere cattive intenzioni, ma Fred decise che era meglio non correre rischi.

Chiuse la porta a chiave e la sprangò.

“Fred, ma dobbiamo..”

“Ci trasfigureremo da qui, non mi va che tu giri ancora per queste strade, sopratutto non a quest'ora.”- la sera stava calando. Il cielo da violetto divenne più scuro, mentre Fred e Arwen si trasfiguravano nuovamente a Diagon Alley, e imboccavano il passaggio per il Paiolo Magico.

 

Arrivati finalmente a casa, George ed Helen li accolsero di fretta e furia.

“Mamma è fuori di testa.”- sussurrò Helen - “Pensava vi fosse capitato qualcosa..”- ma non fece in tempo a finire la frase che Narcissa spuntò dalla porta della cucina. Corse ad abbracciare sua figlia e Fred fino quasi a strozzarli.

“Dio del Cielo, ero così preoccupata! State bene? Vi hanno attaccato?”

“Non si preoccupi signora Phelps, stiamo benissimo. Arwen mi ha sorpreso mentre cercavo di recuperare questi.”- e mostrò il sacchetto contenente gli artifizi -“Ma temo che il piano sia saltato.”

George sorrise ad Arwen, che confusa guardò verso la gemella, anche lei sorridente.

“Dobbiamo parlare di alcune cose sorellina, venite dentro, forza.”- la coppia si accorse di essere ancora ferma sull'uscio di casa. I genitori delle gemelle li aiutarono con i cappotti e, chiusa la porta, li condussero in cucina, pronti ad affrontare tutti assieme il momento che si riservavano ormai da troppo.

 

L'indomani i ragazzi sarebbero dovuti tornare a scuola.

Parlarono a lungo della questione del trasferimento. Anche Arwen provò senza sosta a convincere i loro genitori a venire, ma capì, da parte loro, la decisione presa.

Conclusero la cena felici, un po' affaticati forse dalla giornata passata, ma felici.

Arwen e Fred salirono in camera, i genitori avevano acconsentito oramai a farli dormire assieme, onde evitare che i gemelli continuassero a trasfigurarsi nelle camere delle ragazze. Helen e George li precedevano, si diedero la buonanotte ed entrarono nella loro camera, chiudendo la porta a chiave.

“Allora, sei felice?”

“Ho appena avuto la conferma che vivrò il resto del mio tempo con il ragazzo che amo, potrei non esserlo?”- disse Arwen abbracciando il cuscino.

Fred le si avvicinò e le cinse il fianco con la mano.

“Hai voglia di festeggiare l'evento? O sei troppo stanca?”- le sue mani le sfiorarono la pelle, sotto la maglietta.

“Anche se fossi stanca, troveresti un modo per farmela passare, vero?”

“Probabile.”- sorrise Fred, il suo viso le sfiorò il collo, sentiva il suo respiro infrangersi sulle clavicole.

“Sei incorreggibile..”- mormorò Arwen.

“Ma mi ami, giusto?”- chiese lui, guardandola con occhi attenti, quasi si aspettasse una risposta negativa.

“Più di quanto immagini.”- Fred sorrise, e si avvicinò per baciarla.

Arwen si lasciò spogliare; lei e Fred risero, si accarezzarono, ma sopratutto, si guardarono.

Si guardarono come forse, mai avevano fatto prima.

 

Quando lui si addormentò, Arwen era tra le sue braccia, la mente abbandonata completamente a Fred, e alle sue mani che le stringevano la vita.

Guardò fuori dalla finestra, la notte era sveglia, lucente di stelle.

Poi guardò a terra; il pavimento brulicava di vestiti, libri di testo e provette. L'indomani mattina avrebbero dovuto mettere in ordine tutto, prima di ripartire per Hogwarts. Ma il pensiero della fatica non la appesantì, era contenta di tornare a scuola, le mancavano le lezioni, e voleva tornare al più presto sul campo di Quidditch.

Chiuse gli occhi e si accoccolò ancora di più contro Fred.

 

Quella notte, Arwen si addormentò col sorriso in volto.

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Capitolo 19
*** Ritorno a scuola ***


La fine dell'anno volò, e le gemelle superarono i G.U.F.O. meglio del previsto, ma la situazione non era migliorata.

Tu-Sai-Chi era tornato, almeno da quanto aveva affermato Silente durante il discorso di fine anno; un ragazzo, Cedric Diggory, aveva perso la vita.

Le persone continuavano a sparire. Il Ministero sembrava affaccendato ora più che mai per la sicurezza, ma oltre questo, Fred, George, Arwen e Helen cercarono di godersi le vacanze il più possibile.

Il progetto della casa era un sogno bellissimo che aleggiava su di loro, ma ora come ora, per le nuove misure di sicurezza attuate, George pensava che non fosse il momento giusto per un trasferimento; avrebbe anche potuto apparire "sospetto", quindi decisero di rimandare all'anno prossimo, e aspettare almeno che i ragazzi finissero il loro ultimo anno di scuola.

 

 

Tornare ad Hogwarts era sempre stato un sogno per le gemelle, ma non quella volta; il ritorno dopo le vacanze estive per il loro sesto anno, fu tutt'altro che vistoso.

La stazione di Kings Cross era immersa nella nebbia mattutina e, anche arrivati al binario, i ragazzi non furono accolti dal solito allegro viavai che caratterizzava ogni partenza o ritorno dalla scuola.

Le persone si muovevano in fretta lungo la passerella, davano veloci abbracci o piccole pacche sulla spalla per salutare i figli in partenza; se solo facevi tanto di urtarli con la spalla, ti guardavano atterriti, per poi tornare con gli occhi fissi sul pavimento.

"Ma che hanno tutti?"- chiese Fred.

"Non penso che siamo stati gli unici a ricevere una visitina dai mangiamorte negli ultimi tempi..."- rispose Arwen, accarezzandogli il braccio -"..amore, i bagagli."

"Si, scusami.."- Fred aiutò George a caricare i bagagli, mentre Helen allungava le gabbie ad Arwen.

"Beh, sapete le voci che mette in giro il Ministero su Harry e su Silente..non c'è da stupirsi che la gente cerchi di convincersi che vada tutto bene, nonostante è palese che non sia così.."- la voce di George era grave.

Harry Potter.

Un grande amico dei ragazzi, di tutta la famiglia Weasley, in realtà. Certo le gemelle sapevano tutto di lui, tutto il VERO, nessuna di loro credeva a ciò che diceva il Ministero. Sapevano come stavano le cose, nonostante non lo avessero visto se non alle vecchie riunioni dell'ES, e agli ultimi Natali; quell'anno Harry e i Weasley erano stati da Sirius, suo padrino e membro dell'Ordine. Ospitati tutti al Quartier Generale, dove le gemelle non erano mai state.

Le ragazze non avevano mai parlato più di tanto con Harry direttamente, ma sapevano dell'Ordine, ed erano pronte a farne parte non appena maggiorenni. E, come molti, avevano piena fiducia in Silente, e pertanto in Harry.

 

Arwen ed Helen si scambiarono un'occhiata, ed intuirono lo stesso pensiero, negli occhi l'una dell'altra:

"Dobbiamo rimanere vicine a Harry."

Sapevano che i gemelli lo avrebbero fatto, dovevano tanto a Harry, quindi lo avrebbero fatto anche loro.

Sapevano del ritorno di Voldemort, ci avevano creduto nel momento in cui Silente aveva pronunciato il suo nome a piena voce, durante il discorso della fine dell'anno prima. Da quello, tra il Ministero e il preside era nata una sorte di guerra mediatica: Caramell, da una parte, cercava di negare ciò che stava accadendo, Silente, dall'altra, spronava i ragazzi a imparare a difendersi, di non dubitare nel futuro imminente, ma di continuare a rimanere uniti contro il male comune.

 

I ragazzi salirono sulla locomotiva, e attesero il fischio che segnalava la partenza.

I campi scorrevano nel finestrino, fino a trasformarsi in pallide brughiere selvatiche e incontaminate.

Fred e Arwen si erano appisolati, George controllava costantemente il corridoio, e Helen leggeva, rannicchiata accanto al vetro. Guardava il cielo farsi sempre più scuro, gli occhi le iniziavano a fare male, decise che la Gazzetta del Profeta aveva scritto fin troppe balle anche quell'edizione; ogni volta lei provava a trovarvi una traccia di qualche notizia reale ma, negli ultimi mesi, sempre senza successo.

Il profilo del castello si stagliò in lontananza.

Helen si ridestò dagli articoli de Il Cavillo ("I Ricciocorni Schiattosi, riconoscere un'infestazione in pochi semplici passi"), e si allungò a svegliare la sorella.

"Arwen.. Arwen! È ora di cambiarsi."

 

Anche il preside sembrava diverso dopo le vacanze, inziò il discorso di bentornato raccomandando a tutti estrema cautela.

Aveva una mano che, da lontano, sembrava malata, quasi nerastra. Helen si guardò intorno, e pensò di essere l'unica ad averlo notato, ma vide Harry guardare verso il preside che, come se sentisse gli occhi del ragazzo su di lui, abbassò educatamente la mano, nascondendola dietro la tunica violacea.

"Non c'è da stupirsi che Silente sia preoccupato, con tutto quello che il Profeta scrive su di lui.."- mormorò Seamus a Dean Thomas.

"Perché tu credi a quello che dice il Profeta, Finnegan?"- lo apostrofò Lee Jordan, seduto accanto ai gemelli.

"Io credo che Silente stia invecchiando. Tutti qui lo credono, nessuno sa più quanta fiducia dare a quello che dice.."

"Quindi, presumo, che tu non ti fidi nemmeno di Harry?"- Ron alzò d'improvviso la voce e guardò Seamus dritto negli occhi, nonostante fossero seduti a parecchia distanza. Seamus mantenne lo sguardo per qualche secondo, per poi abbassarlo e tornare a parlare sottovoce con Dean.

"Incredibile, pensavo che Seamus avesse cervello. Forse tutte quelle esplosioni lo hanno reso un po' toccato.."- ridacchiò George assieme al fratello.

"George, smettila. Non è carino."

"Perché lui ti pare carino? A me è sembrato abbastanza sgarbato..mettere in dubbio la parola di Harry.."

"Tesoro, Seamus è libero, come ognuno, di pensarla come vuole. Quando sarà pronto, vedrà anche lui quello che sta veramente accadendo. Non è nostro compito convincere le persone a crederci per forza, i mangiamorte fanno questo."- gli rispose Helen.

"Hai ragione, scusami..solo, mi sembrava che desse più fiducia a Harry, insomma, sono compagni di stanza da..da.."

"..cinque anni."- concluse Fred.

"Si, ma non è affar nostro, non ti pare?"- gli domandò Arwen.

"Hai ragione anche tu piccola...ma è comunque ingiusto."

"Penso che Harry ormai si sia abituato alle cose ingiuste."- aggiunse Ron, mentre si avviavano verso i dormitori. Harry ed Hermione camminavano poco distanti da loro.

"Beh, buonanotte ragazzi."- dissero, arrivati al dipinto della Signora Grassa.

"Buonanotte."- risposero Arwen ed Helen con un cenno, mentre loro attraversavano il buco del ritratto.

George e Fred baciarono in contemporanea le gemelle, e le guardarono riavviarsi giù per le scale.

 

I mesi trascorsero più lenti del solito.

"Dio, pensavo che il mio "Eccezionale" nel G.U.F.O. di Difesa mi avrebbe salvato da Piton, quest'anno!"- si lamentò Helen.

"Beh, non sei vuoi davvero diventare Auror, sorellina."- le strizzò l'occhio Arwen.

"Io mi preoccuperei di più per Divinazione...ma chi è che segue ancora quella materia?"- le interruppe George.

"Disse quello che stava per prendere "Troll" in Incantesimi.."

"Fred, questo non c'entra nulla."- mormorò lui.

"Come vi sembra il nuovo insegnante di Pozioni?"- chiese Arwen.

"Intendi a parte il fatto che assomigli a un tricheco? Simpatico, direi.."

"Fred, sei pessimo."

"E dai, siamo alla fine del nostro ultimo anno, dobbiamo fare un po' di bisboccia."

"Non pensi di averla fatta abbastanza l'anno scorso con la Umbridge?"

"Pff, quella vecchia megera. Ha solo avuto quello che si meritava."

 

Maggio li accolse come il caldo vento estivo, le giornate si allungavano, e molti studenti passavano il tempo libero nell'enorme giardino o, come nel caso dei gemelli, a giocare ininterrottamente a Quidditch.

"Sei una schiappa Ronald!"- gli urlavano i gemelli.

"Fred, George, finitela!"- gridava Harry, dall'altra parte del campo. Da quando era diventato capitano, era molto più severo con i gemelli.

"Dice che facciamo troppo casino!"

"Già! Da non credere, vero?"- raccontavano i gemelli alle ragazze.

"E che facciamo agitare Ron.."

"Quello è vero! Ho visto come lo trattate durante gli allenamenti. Vostro fratello è sensibile all'opinione degli altri, lo sapete meglio di chiunque! Perché proprio voi dovreste farlo sentire a disagio?"- rispose Helen, indignata.

"Per il motivo che hai detto."- rispose Fred -"È nostro fratello."- sorrisero insieme i gemelli. Arwen e Helen alzarono gli occhi al cielo.

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Capitolo 20
*** Sorelle ***


Le lezioni si facevano più pesanti, gli esami si avvicinavano per i ragazzi, e il tempo da trascorrere con le gemelle lo trovavano sempre più di rado.

 

"Per la miseria, abbiamo cinque tesine, CINQUE per quella palla al piede di Piton, ma perchè cavolo abbiamo continuato Difesa Contro le Arti Oscure?"

"Forse perché è tra le materie obbligatorie ai M.A.G.O."- Arwen carezzò la spalla al suo ragazzo.

"George, te lo assicuro, se continua così io e te ci barrichiamo nell'appartamento sopra il negozio. Al diavolo Piton e i suoi Expulso dei miei stivali.."

"Non avevate fatto una cosa simile qualche estate fa?"- chiese lei.

"Oh, ti riferisci a quella volta che George ed Helen litigarono così pesantemente che George si rinchiuse nell'appartamento per quasi una settimana?"

"Ah, bei vecchi tempi.."- sospirò George, mentre Helen gli tirava un pugno.

"Il periodo peggiore che abbia passato."- affermò Helen, dura.

"Lo è stato anche per me...ma lo abbiamo superato alla grande, tesoro. Ne siamo usciti ancora meglio di prima, sbaglio?"

"No, hai ragione.."- disse lei, gli occhi puntati a terra.

"Ehi..se dovesse ricapitare la supereremo come abbiamo già fatto, ok? Stiamo insieme da tanti anni ormai, è normale litigare, anche pesantemente.."

"Io e Fred abbiamo litigato molto più di voi, non ricordi?"- saltò su Arwen, come a rincuorarla.

"Abbiamo? Piccola, io e te litighiamo tutt'ora!"- disse Fred.

"Fred.."- sibilò Arwen tra i denti.

"Io ricordo di quella volta che, a scuola, Fred sorprese Arwen mentre tornava al dormitorio, dopo l'allenamento supplementare.."

"George, dai.."

"..era tardi, vi eravate allenati contro i Tassorosso a lungo..avevate un nuovo battitore, se non sbaglio. E Fred si era appostato proprio vicino al busto, prima delle scale per i dormitori...ricordo di aver sentito l'urlo fino alla torre di Grifondoro."

"Oddio è vero..Arwen è rimasta furiosa per quanto? Ricordo che ci siamo allenati insieme il pomeriggio dopo, vero?"- disse Helen.

"Si beh, la mia guancia sinistra lo ricorda bene."- disse Fred con gli occhi sbarrati.

"Ti ho già detto che ho colpito quel bolide per sbaglio, Fred. Quante volte te lo devo ripetere?"

"Lo so, però la mira l'hai presa giusta."- e lui e George scoppiarono a ridere. Arwen li fissava furente, così la gemella le si avvicinò e le cinse le spalle.

"Lo sai, a Fred è sempre piaciuto farti scherzi. I primi tempi, ricordo che diceva di amare l'espressione del tuo viso, quando riusciva a sorprenderti. Sono convinta che ogni volta che lo faceva, o che lo fa tutt'ora, è in buona fede."

"Beh, affinchè non mi trovo una tarantola nel letto o qualcosa di simile.."

"Ti conviene non dargli idee."- sussurrò George, comparendo dietro la spalla di Arwen.

"Idee su cosa?"- chiese il gemello.

"Nulla di importante."- sorrise George. Si chinò a baciare Helen sulla fronte e raccolse la cartella.

"Andiamo fratellino, abbiamo la McGranitt, non ci tengo a ricevere un altro dei suoi sguardi fiammeggianti per colpa dell'ennesimo ritardo."

"Cacasotto."- sogghignò Fred

"Fingerò di non aver sentito."- affermò l'altro. Fred diede un bacio ad Arwen e trotterellò dietro al fratello.

 

Le gemelle rimasero un'altra oretta nel prato; avevano infine rinunciato a Divinazione, a nessuna delle due serviva, visti gli studi di Helen per diventare un Auror, e gli allenamenti incessanti della sorella nel Quidditch.

"Lo sai, è vero che io e Fred litighiamo molto più spesso di te e George. A parte quella volta dell'appartamento, in fede mia non ricordo di avervi mai visti arrabbiati l'uno con l'altra."

"Siamo bravi a contenerci."- Helen forzò un sorriso.

"Non lo so..la verità è che in effetti non litighiamo quasi mai...però poi, quando succede, hai visto come va a finire, no?"

"Helen, è stata solo quella volta. Non devi pensare che sarà così per ogni singola discussione che avrete."

"Lo so, lo so..ma mi viene da pensare..forse è per questo che è stata così terribile quella volta? Perché forse litighiamo troppo poco? Tu e Fred non avete mai avuto una sfuriata simile."

"Ne sei sicura?"- Arwen guardò la gemella dritta negli occhi.

"Non ricordi quella volta che eravamo alla Tana e io impazzii di brutto? Cominciai a lanciare fuori dalla finestra tutte le sue cose, neanche fossi a casa mia, capisci?"- non poterono che scoppiare a ridere al ricordo.

"Ahahahah, dio, mi fa male la pancia...e, e ricordo che non riuscii a guardare Molly negli occhi per tutto il resto della vacanza."- un'altra sonora risata. Helen ormai si rotolava per terra.

"Cavoli, sto piangendo.."- disse, asciugandosi gli occhi.

 

Il sole cominciò a tramontare, il lago si riempì di luce. L'erba si smuoveva al vento, i riflessi dell'acqua la tingevano d'oro.

"Amo stare qui."- affermò Helen, guardando l'acqua che si increspava.

"Anche io sorellina."

"Come sarà quando non potremmo più tornarci? Ci hai pensato?"

"Immagino che lo supereremo. Siamo fortunate, abbiamo i gemelli al nostro fianco. Sono sicura che saranno in grado di farci sentire a casa, dovunque andremo."

"Si..hai ragione."- l'ombra del salice sotto cui erano scivolò sul prato, mentre il sole pian piano veniva inghiottito dall'orizzonte.

 

"Siamo davvero fortunate."

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Capitolo 21
*** Silente - prima parte ***


Il sole si alzò alto, illuminando il castello e la piccola cittadina vicina di una luce inebriante, senza però riuscire a sortire un effetto positivo sugli studenti dell'ultimo anno, pieni di compiti e prove scritte come mai prima di allora.

 

I gemelli si incontrarono con le ragazze verso l'ora di pranzo, ormai l'unico momento che riuscivano a trascorrere insieme in tranquillità.

"Allora, solo una settimana eh?"- chiese Arwen eccitata.

"Ti prego non me lo ricordare.."- mormorò George con la testa chiusa fra le braccia conserte.

"Ehi, eccoli."- Helen e Fred entrarono nella Sala Grande assieme a Ron e Hermione, sembrava discutessero animatamente.

"..non è possibile che Harry sia così fissato con lui, e anche Piton! Cosa avrà poi fatto da insospettirlo a tal punto?"

"Hermione, Harry ci ha già spiegato i suoi motivi, anche io non credo granchè che ci stia del tutto con la testa..ma lo sai, conviene lasciarlo fare."

"Si caccerà solo in dei gran casini..e in più dobbiamo pensare agli esami di fine anno!"

"Ehi Granger, almeno tu non hai i M.A.G.O.!"- la interruppe George, che finalmente aveva alzato la testa dal tavolo.

"George, ti prego di non chiamarmi col mio cognome, mi ricordi Malfoy.."

"E si stava parlando proprio di lui, vero? Cos'ha combinato al povero Harry stavolta? Gli ha incantato le mutande di modo che gli strizzino sempre il posteriore?"- lui e il gemello scoppiarono a ridere.

"Tesoro.."- lo rimproverò dolcemente Helen, mentre si sedeva sulle sue ginocchia.

"In realtà Harry ha dei sospetti su Malfoy e Piton, pensa stiano tramando qualcosa..è dal primo anni che Harry non sopporta Piton, lo sapete tutti. Certo io non lo biasimo, ma non per questo gli do addosso ogni qualvolta succede qualcosa!"- disse Ronald.

"Beh, e che dire di Malfoy? È vero, anche lui e Harry non sono mai andatio d'accordo, ma-.."

"Andati d'accordo? Hermione, Malfoy non ha mai lasciato in pace Harry da quando siamo arrivati ad Hogwarts!"

"Ne sono perfettamente consapevole Ron, ma non per questo Harry dovrebbe puntare il dito senza nemmeno avere delle prove!"

"Complotti di che tipo?"- chiesero Arwen e Fred all'unisono. Si guardarono e scambiarono un'occhiata compiaciuta.

"E, a proposito, dov'é Harry?"- chiese Helen.

"Silente ha chiesto di vederlo."- rispose Ron.

Hermione tirò un sospiro, i capelli le ricadevano disordinati sulle guance, leggermente arrossate. Le due gemelle l'avevano sempre trovata una ragazza in gamba, certo fin troppo minuziosa e severa su certe cose, ma certo di una bellezza unica. E a quanto pare non solo loro lo pensavano; il fratello minore dei gemelli, Ron, la guardava sempre con uno sguardo perso, come se non potesse farne a meno. Anche in quel momento lo stava facendo, infatti strabuzzò gli occhi quando Fred gli tirò una spallata, quasi a dire "ti ho beccato!"

"Harry è convinto.."- Hermione abbassò ancora di più la voce perché in quel momento chi, se non il professore corvino, entrò nella Sala -"..è convinto che Malfoy sia diventato un mangiamorte."

"Per questo lo ricollega a Piton? Beh, tutti lo sanno che era un mangiamorte, no?"

"Tutti noi, Helen. Solo Harry ne ha avuto la certezza, ricordi? Quando ci ha raccontato di quello che era successo al nostro quinto anno, subito dopo il Torneo."- disse Hermione.

"Ah, giusto è vero..quindi Harry non lo ha detto a nessun altro?"

"Certo che no, solo noi, Silente ovviamente, e i membri dell'Ordine ne sono a conoscenza."

"Forse perché Piton è effettivamente un membro dell'Ordine, Ronald?"- aggiunse George, Ron arrossì.

"Ecco, appunto! Ti ringrazio George. Come potrebbe Piton lasciarsi immischiare in una cosa del genere?!"

"Forse Silente gli ha semplicemente chiesto di fare la spia, no? Nessuno di noi ha ancora assistito alle riunioni private dell'Ordine, ma da quanto si capiva dai discorsi di Sirius e Remus, il compito principale di Piton era proprio quello: sfruttare la sua posizione per ottenere informazioni."- constatò Arwen.

"Vero, ma se Piton in realtà non avesse mai smesso di essere un mangiamorte?"

"Ron, questo è esattamente quello di cui si è convinto Harry, non vorrai dargli corda anche tu ora, spero! Silente si fida di Piton, perché dovremmo dubitare di lui?"

"Beh, è da brivido, no?"- disse Fred, facendo spuntare a tutti un leggero sorriso, di certo su quello erano tutti d'accordo.

L'umore si sollevò, ma la pausa pranzo era terminata e ognuno dei ragazzi si diresse verso le proprie aule, con in testa ancora più pensieri di prima.

 

Arrivò l'ora di cena. Il parco era ancora illuminato dalla tiepida calura del giorno, le giornate si erano allungate, e questo dava agli studenti un senso di conforto; le vacanze erano vicine.

"Harry non è ancora tornato?"- le gemelle, Fred e George, Hermione, Ron, Luna e Neville si erano incontrati nei corridoi mentre raggiungevano il salone.

"No, Neville..e ammetto che sono preoccupata, quando mai Harry ha saltato così tante lezioni?"

"Oh ma andiamo, è con Silente! Se non è al sicuro lui, chi allora?"- sbottò Ron.

"Hai ragione, ma sono via da mezzogiorno praticamente..sarà successo qualcosa?"- fece notare Helen, preoccupata quanto Hermione.

"Ragazze rilassatevi, Silente sa quello che fa, e anche Harry."- affemò Fred.

"Piuttosto, come sono andate le lezioni amore?"- gli chiese Arwen.

"Bene piccola, Lumacorno è davvero un grande insegnante, rispetto a quell'untuoso di Piton poi.."

"Si, è davvero simpatico, anche a me e Helen ci ha colpito molto."- disse Luna, con la sua voce sottile come l'aria.

 

La cena trascorse tranquilla, solo Helen ed Hermione, le due più ansiose del gruppo, non riuscirono più di tanto a toccare cibo, perché preoccupate per Harry. George prese in braccio la sua ragazza e iniziò a solleticarle i fianchi, la fece ridere finalmente, e Fred e Arwen si unirono al gemello per tormentare la sorella, finchè non le vennero le lacrime agli occhi.

Ron, con l'aiuto di Neville, riuscì a tranquillizzare Hermione, e si offrirono di accompagnarla nell'ufficio di Silente, per accertarsi che fosse tutto a posto.

"Veniamo anche noi!"- dissero le due coppie di gemelli, e alla fine anche Luna accettò di andare, nonostante avrebbe preferito dedicarsi alle sue "strofe lunarie" per la nuova edizione del Cavillo.

 

Salirono le scale in gruppo, ma dovettero arrestarsi perché Ron e Luna furono scagliati dall'altra parte della torre per colpa di delle scale presuntuose, che a quanto pare non apprezzavano le scarpe sporche di fango di Ron, ridotte così dopo l'ennesimo allenamento di Quidditch.

Risolta la situazione, procedettero verso la seconda torre, che portava all'ufficio del preside. La notte sembrava arrivata d'improvviso, il cielo si era scurito, come coperto da nubi cariche di pioggia, subito dopo la cena in Sala Grande. Anche i corridoi sembravano meno illuminati del solito, il tutto aveva assunto un'aria spiacevolmente sinistra.

Svoltarono a destra, poi di nuovo a sinistra, seguendo Hermione, quando all'improvviso il corridoio divenne buio.

"Alla fine ci si rivede, schifose mezzosangue."- Arwen lanciò un grido, aveva riconosciuto la voce, la sorella accanto a lei le strinse il braccio, gli occhi sbarrati dalla paura.

Un verso come un sibilo, e nella stanza apparve una striscia infuocata. L'odore di bruciato delle tele dei dipinti che, impauriti, chiedevano aiuto, si propagò nel corridoio. La luce lo illuminò per una frazione di secondo.

I gemelli si misero davanti alle ragazze, mentre Dolhov, con la cicatrice che rifletteva la luce delle fiamme, gli rivolgeva un ghigno di saluto.

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Capitolo 22
*** Silente - seconda parte ***


L'urlo dei dipinti disperati squarciò l'aria, e la tensione che aveva paralizzato il gruppetto si sciolse nel giro di pochi secondi. Luna, Hermione, Neville, Ron, i gemelli e le ragazze assunsero tutti la posizione da combattimento, tenendo fede a ciò che gli aveva insegnato Harry durante le lezioni dell'E.S.

Presto, affianco al mangiamorte, spuntarono anche Fenrir Greyback, Macnair, un uomo, bassoccio e alquanto tarchiatello, e una donna; sembravano fratelli.

"Rimani dietro di me."- disse George, coprendo Helen con la sua altezza sovrastante. La bacchetta puntata contro Greyback, il quale, a differenza degli altri, aveva iniziato ad avanzare senza problemi verso di loro. La sua mano era ferma, ma quella che stringeva il polso di Helen tremava impercettibilmente.

"George, dobbiamo spegnere l'incendio prima che si propaghi in tutta la scuola."- disse il fratello che, assieme a lui, difendeva il resto del gruppo.

"Possiamo farlo noi, non c'è problema."- affermò Luna, prendendo Neville sottobraccio.

"Va bene, ma fate attenzione, non so se riusciremo a tenerli a bada tutti."- disse Ron, affiancandosi lentamente ai fratelli. Ognuno di loro parlava continuando a tenere lo sguardo fisso verso i nemici, e nessuno di loro osava fare movimenti bruschi; aspettavano solo il colpo d'inizio, poi si sarebbero separati, rompendo la formazione di difesa. Nessuno aveva parlato della strategia, ma ognuno di loro sapeva esattamente come muoversi grazie, non solo alle lezioni di Harry, ma anche a quelle di Remus fatte al terzo anno di Ron, e ai suoi continui consigli ricevuti durante le vacanze all'Ordine.

"Hermione, tu, Helen e Arwen dovete rimanere dietro di noi, chiaro?"

"Non fare il bambino Ronald..."- sussurrò tra i denti la ragazza -"..sai benissimo che sono molto più brava di te con gli incantesimi."

"E non credete che io e mia sorella ce ne staremo a guardare."- mormorò Arwen, la mano aggrappata alla manica di Fred.

"So che non lo farete, ma non azzardarti a lasciarmi il braccio, stammi vicina."

La mano di George si strinse ancora di più attorno a quella di Helen.

"Stupeficium!"

Come le parole del mangiamorte attraversarono il corridoio, le loro mani si separarono, George si gettò di lato, spingendo dall'altro la ragazza, evitarono il colpo per un soffio.

"Impedimenta!"- rispose Ron a piena voce, e lo scontro ebbe inizio.

"Avada Kedavra!"- la voce profonda di Greyback fece tremare Arwen, che evitò appena il lampo verdognolo, riparandosi dietro a una statua. Fred e George si erano messi in piedi davanti al gruppo, e cercavano di offrire più protezione possibile a Neville e Luna che, partendo dal fondo del corridoio, utilizzavano Aguamenti per spegnere quanti più quadri possibile.

Hermione si affiancò a Ron e, assieme, accorsero ad aiutare i gemelli. Arwen aveva gli occhi che bruciavano per il fumo, cercò la sorella tra la polvere e i calcinacci che già ricoprivano il pavimento. Poi, vide un lampo di luce violetta attraversare la stanza e andare a colpire proprio la donna di prima, che era riuscita a farsi strada schiantando Fred, il quale, appoggiato al muro, si teneva la spalla sanguinante.

"Petrificus Totalus!"

"No, Alecto! Maledetti bastardi! Crucio!"- gridò l'uomo tarchiato. La sua bacchetta tremò, e ne uscì un guizzo rossiccio, diretto prorprio verso Helen, che si era appena alzata dal suo nascondiglio, sembrava paralizzata.

"Helen, a terra!"- gli gridò Neville da lontano, ma Arwen si era già tuffata verso di lei. Fece appena in tempo a spingerla via che un dolore acuto le bloccò le gambe. La schiena si inarcò violentemente all'indietro, e Arwen cadde a terra, continuando a contorcersi selvaggiamente. Dalle labbra spalancate non usciva alcun suono, solo versi soffocati e gemiti gutturali. Le pupille erano dilatate e le vene frontali iniziavano a solcarle la pelle, divenuta rossa dallo sforzo nel resistere al dolore che le scorreva nel corpo come metallo liquido.

La sorella, rialzatosi, si voltò contro Amycus Carrow e gridò con quanta voce aveva in corpo.

"Sectumsempra!"

L'avversario lo parò facilmente, ma almeno Helen vide che la gemella aveva smesso di contorcersi. Ora giaceva a terra, il volto bianco, gli occhi ancora aperti e iniettati di sangue. Sembrava morta.

Helen sentì la rabbia percorrerle la schiena e raggiungere il braccio che stava alzando e, quasi senza accorgersene, scagliò un altro incantesimo.

"Stupeficium!"- un'altro gesto inutile.

"Stupeficium! Impedimenta! CRUCIO!"- Helen continuò a scagliare incantesimi a raffica. La faccia dell'uomo dapprima tranquilla si piegò in un'espressione preoccupata, dovette aumentare la velocità dei suoi movimenti per riuscire a ripararsi da tutti quegli incantesimi, e la ragazza sembrava non voler cedere. Le lacrime le rigavano il volto, ma i suoi movimenti erano fermi, le pronunce precise.

"Expulso!"- l'incantesimo uscì con una forza tale da scagliare il mangiamorte e il lupo mannaro dietro di lui contro un busto che si ruppe in mille pezzi, ferendo Amycus in pieno volto. Anche Ron e George vennero investiti dall'incantesimo di Helen e, per un attimo, tutto si fermò.

Macnair, che si stava scontrando con Hermione, si prese d'improvviso il braccio marchiato.

"È fatta, è morto! Andiamocene via!"- puntò la bacchetta su George e Fred che, colti alla sprovvista, rimasero immobilizzati. Hermione venne spinta di lato e cadde a terra. Dolhov schiantò Ron, che stava cercando di colpirlo alle spalle, e iniziarono e correrre verso le scale, seguiti da Greyback. Amycus si affiancò alla sorella ancora svenuta e, con un incantesimo di disillusione, sparì nel nulla insieme a lei.

 

Fred si era gettato su Arwen non appena possibile, e ora era lì che le reggeva la testa sulle ginocchia, Helen vide che aveva gli occhi chiusi. Iniziò immediatamente a correre verso di loro.

"Cos-.."

"Tranquilla Helen, respira! Ha solo perso i sensi.."

"Deve aver provato un dolore lancinante.."- sussurrò la voce cristallina di Luna, la quale aveva rimedito una grossa scottatura sul fianco, dove i vestiti erano anneriti. Neville, affianco a lei, non sembrava essersi ferito, era solo nero di cenere. Hermione intanto, tenendosi il fianco sul quale aveva battuto, stava liberando i due ragazzi immobilizzati.

Accertatosi che la sorella stesse bene, Helen cercò George con lo sguardo, e lo vide che le si avvicinava, leggermente zoppicante.

"George! Stai bene?"- lui la circondò con le braccia, aveva il maglione pieno di fuliggine, e qualche livido sul viso.

"Sto bene piccola, sei stata assurda con quell'incantesimo! Questo lo devo a te."- disse lui, indicandosi il livido più grosso a lato della fronte.

"Tesoro..mi dispiace! Non sono riuscita a controllarmi, pensavo che Arwen fosse.."

"Va tutto bene. Non preoccuparti."- George la strinse, e insieme raggiunsero il fratello Ron, e lo aiutarono a rialzarsi.

"Ho sentito solo io Macnair gridare che è morto qualcuno?"- disse, piegandosi a raccogliere la bacchetta, volatagli via dalla mano.

"No, l'ho sentito anche io."- affermò Hermione, un rivolo di sangue le colava dal labbro rotto.

"Non lasciamoli sfuggire quei bastardi!"- urlò Ron e, assieme ai fratelli, si lanciò all'inseguimento giù dalla torre.

"Ehi, guardate fuori!"- gridò Neville d'improvviso. Tutti accorsero alla piccola feritoia che, dalle scale della torre, dava sull'esterno del castello.

La notte era buia, si, ma ora sembrava illuminata da una luce grigia, quasi eterea, attraversata a tratti da riflessi verdi. Sembrava che la fonte provenisse proprio da sopra la Torre d'Astronomia, il punto più alto del castello.

"C'è qualcosa per terra laggiù..sembra un corpo.."- Neville divenne bianco come un cencio, e si accasciò a terra -"..è morto davvero qualcuno..sarà-sarà caduto giù.."

"Neville ora calmati, dobbiamo raggiungere gli altri e inseguire quei mangiamorte."- lo incitò Helen. Lei e Arwen lo rimisero in piedi e, assieme alle altre due ragazze, corsero giù per le scale.

 

Arrivati al corridoio del settimo piano, incrociarono Fred e gli altri.

"È inutile, sono spariti!"

"E come hanno fatto!?"

"Hermione non ne ho idea! Quando io, George e Ron siamo arrivati si erano volatilizzati! Non possono certo essere arrivati più lontano, erano tutti feriti, uno trasportava pure il corpo della donna!"

"E non ci si può smaterializzare entro i confini di Hogwarts, o sbaglio?"- osservò Ron.

"Oh.."- Hermione era stupita -"..allora ogni tanto mi ascolti davvero."

"Dove sei!? Dove sei? VIGLIACCO!"- la voce di Harry li fece immobilizzare sul posto. Si fece sempre più vicina, finché Harry spuntò dalla fine del corridoio che portava alla Torre, sembrava sconvolto.

"Voi che ci fate qui? Lui dov'è?!"- Harry era furioso, fuori di sè.

"Harry, calmati! Che cosa è successo?"- chiese il suo migliore amico.

"Lo ha ucciso! Lo ha ucciso! Devo trovarlo!"- e senza dire nient'altro, si precipitò al piano inferiore.

"Cosa diavolo sta succedendo?"- chiese Helen.

"Non pensate che parlasse di..Silente..vero?"- Ron sembrava senza parole.

"Ron non dire idiozie! Forza, raggiungiamo Harry!"- disse Hermione, e tutti la seguirono.

 

Anche Harry sembrava essersi volatilizzato. Il gruppo riuscì a raggiungere finalemente il piano terra, e Hermione suggerì di seguire la folla che si stava creando tra i padiglioni del giardino. Centinaia di studenti e insegnanti, molti ancora in camicia da notte, ignari di quello che era appena successo, si accalcavano con i volti preoccupati verso il parco appena sotto la Torre, dove Neville diceva di aver visto un corpo.

I ragazzi cercarono di farsi strada, quando riuscirono finalmente ad uscire dalla calca, la scena che gli si parò davanti gli gelò il sangue nelle vene.

 

Albus Silente giaceva disteso per terra, con gli occhi chiusi. Le gambe e le braccia erano piegate in una forma innaturale, ma se non fosse stato per quello, sembrava che il loro preside stesse solo dormendo profondamente.

La McGranitt e la professoressa Sprite erano le più vicine al corpo, ma non osavano toccarlo, nè avvicinarsi ulteriormente. La professoressa più alta indossava una vestaglia scozzese che formava delle pieghe attorno alla vita, per via delle braccia che stringevano e stringevano, in un tentativo disperato di fermare il tremito del suo corpo. La Sprite tentava di circondarla con le sue braccia corte e tozze, e il suo viso, sempre arrossato e paffuto, ora era paonazzo rigato da lacrimoni, che sembravano non voler cessare.

Harry spuntò improvvisamente dalla folla, dal lato che conduceva alla capanna di Hagrid. Si avvicinò al corpo e vi si accovacciò accanto. Le gemelle videro che raccolse qualcosa da terra, vicino al braccio del vecchio preside, e lo osservò con attenzione. Nel mentre, ognuno degli studenti e professori presenti aveva alzato la bacchetta al cielo, illuminando di nuovo di luce bianca le nuvole scure che accerchiavano il Marchio Nero.

I ragazzi si unirono a quella preghiera silenziosa, Harry intanto abbassava lo sguardo, gli occhiali si erano crepati e, tramite il loro riflesso, Helen vide che stava piangendo. Ginny gli si avvicinò, e lo cinse con un braccio. Arwen e sua sorella si strinsero forte la mano mentre, dietro di loro, Thor cominciava a ululare.

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