Il Mio Amato/Odiato Miglior Amico

di moredream84
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stanza 119 ***
Capitolo 2: *** Sogni Destabilizzanti ***
Capitolo 3: *** Confusione, Alcol, E Suggestione ***
Capitolo 4: *** Quando Un'Amicizia Finisce ***
Capitolo 5: *** Tre Desideri, Una Sola Conclusione ***



Capitolo 1
*** Stanza 119 ***


                                       



 

Amicizia...Che cos'era? Come si poteva classificare? Ma soprattutto...Come si riusciva a capire quando aveva raggiunto la linea di confine?


Quella era la domanda che si stava ponendo proprio in quel momento, perdendosi negli occhi di quello che era -probabilmente- stato, il ragazzo che da sempre le era piaciuto.

Quel ragazzo che probabilmente aveva varcato un pò troppo il limite della loro lunga e duratura amicizia...

 

Sì, perchè l'amicizia -quella vera, con la “A” maiuscola- l'aveva sempre intesa come un rapporto alla pari, basato sulla stima, il rispetto, e la disponibilità reciproca. Quel rapporto che – in genere- poteva essere classificato e ben distinto solo in due modi. Ovvero l'amicizia casuale -legata a una simpatia emersa fortuitamente in una certa circostanza, che poteva legare due persone magari in modo temporaneo-, e la così detta amicizia intima -legata a un rapporto profondo fra due persone che arrivavano a stabilire un grado di confidenza reciproca paragonabile al rapporto di coppia, senza però implicazioni di natura intima-, tipo di amicizia a cui loro due si avvicinavano molto.

 

E tornò in dietro con la mente, andando a ripercorrere quell'evento che aveva segnato per sempre il suo destino insieme a quel ragazzo, che aveva dato il via a tutto il loro rapporto, che li aveva avvicinati in modo così indissolubile da portarla fino al punto di provare quegli stramaledetti sentimenti che provava adesso...

A quel momento che ripensandoci ora, avrebbe voluto cancellare...

 

                                                                                                                                                   -...Tieni...Prendi un po' del mio succo...-

 

Con quella frasetta da quattro soldi, Ann si era messa in testa di voler soccorrere il ragazzino indifeso davanti ai suoi occhi -offrendogli un po' del suo succo- sperando che lui si rialzasse da quella posizione in cui si trovava. Sì, gli aveva fatto davvero pena vederlo seduto per terra con i ginocchi insaguinati per la caduta, e non sapeva perchè, ma aveva cercato un modo per poterlo tirare su di morale...Come se la cosa la riguardasse in prima persona...

Non era la prima volta che lo aveva visto vittima degli scherni dei compagni di classe, e anche se si era detta più di una volta di dover rimanere al di fuori di certe discussioni -per paura di essere presa di mira a sua volta-, non era riuscita a rimanere indifferente. Era rimasta in qualche modo colpita dall'espressione del viso del ragazzino, ed era intervenuta quasi senza pensare.

Perchè lui era quel tipo che non rispondeva quasi mai alle provocazioni o agli scherni, e che -con il suo modo di fare pacato e taciturno- attirava l'attenzione degli Hyung, che non desideravano far altro che infastidirlo, quasi come fosse un vero e proprio passa tempo...

 

<< Ann ti ho detto di muoverti! Che stai facendo lì impalata! >> Con uno strattone deciso il ragazzo dai capelli bianco-argento l'aveva trascinata via dalla Hall in un batter d'occhio, costringendola a seguirlo.

 

...Ann tornò per un secondo alla realtà, pensando che i sopprusi da lui subiti fossero ormai un lontano ricordo. Perchè adesso -nel presente- quel ragazzino dolce e adorabile era completamente scomparso, lasciando spazio a un giovane uomo sicuro di se, che riusciva a imporre ciò che voleva inventando delle banalissime scuse -che però riuscivano facilmente ad aggirare le persone-...

 

                                                                                                                                                                   -…La mia è uno sballo!...-

 

Con quella frase sovraeccitata, lui, il ragazzo delle meraviglie -chiamato così perché in grado di realizzare qualsiasi cosa volesse- l’aveva presa per mano –sottraendola alla compagnia delle altre persone presenti giù alla reception- e se l’era tirata dietro senza mezzi termini, fregandosene altamente di ciò che li stava circondando, di chi li stavano osservando, o del fatto se lei fosse d'accordo -oppure no- di seguirlo e mollare tutti così senza dare spiegazioni -che tanto poi le voci sarebbero girate come al solito, e loro due sarebbero finiti nuovamente per passare come una coppia che si nascondeva dietro una finta amicizia, per ovviare il problema della sua posizione-.
Ma questo a lui non importava, non gli era mai importato granchè, aveva sempre fatto come gli pareva non curante dei pareri degli altri, e in quel caso aveva dato
 per scontato che lei sarebbe stata d'accordo e lo avrebbe seguito senza fare troppe storie -perchè era così che finiva sempre-. E quindi veloce come una furia si era diretto –con lei dietro, trainata come un rimorchio- nella camera in cui lui stava alloggiando per quei tre giorni, orgoglioso e impaziente di mostrargliela...

 

<< Chi ti ha detto che abbia voglia di vederla adesso!...>> Disse con voce seccata <<...Volevo riposare prima! >> Infastidita dal pensiero che “il mondo” girasse solamente per far piacere a lui.

 

<< Non fare la difficile adesso...>> Controbattè lui con aria scazzata <<...Lo so che la vuoi vedere!...>> Non rallentando neanche di un po' il passo <<...E poi, se proprio sei stanca puoi riposare anche lì >> E con quella frase che teoricamente aveva risolto ogni suo problema, contiuò a camminare, visibilmente sicuro di sapere ciò che realmente lei voleva fare.

 

Questo era un punto a suo svataggio...Il fatto che lui la conoscesse tanto bene da sapere esattamente cosa le passasse per la testa, era un'enorme svantaggio!
Ciò implicava il fatto che -anche volendo- lei non sarebbe mai stata in grado di tenergli nascosto qualcosa. Come altrettanto non era stata capace di tenergli nascosto il suo amore appassionato per le camere -con vista mozzafiato- degli hotel -cosa che si andava ad aggiungere agli innumerevoli interessi che avevano in comune-. Perchè glielo aveva provato a tenere nascosto? E come era possibile avere in comune una simile stupidaggine?

 

Beh, la risposta era semplice, perchè appunto la considerava una passione davvero stupida, e aveva paura che lui potesse prenderla in giro -o addirittura considerarla strana- per questo. Perchè quale persona sana di mente avrebbe preferito le camere di hotel, ai paesaggi impressionanti dei posti esotici? Forse nessuno...
Ed era per questo che era rimasta molto sorpresa -nel momento in cui lui l'aveva scoperta- che un'altra persona era fuori di testa quanto, e portava avanti la stessa identica sua passione. Non sapeva se dipendeva del fatto che entrambi provenissero da una situazione adolescenziale difficile -e forse per questo avevano riversato l'attenzione su una cosa tanto stravagante-, ma sapeva che poiché erano amanti dei viaggi -ma non potevano permettersene uno- passavano interi pomeriggi a fantasticare sulla partenza per un luogo sperduto oltre mare e -di conseguenza- ad una fantastica camera con vista dove poter alloggiare.

E così passavano le ore, sdraiati l'uno accanto all'altra a pancia sotto, con le manine a tenere il viso, e i piedini a sgambettare allegramente per l'aria, mentre fissavano quel depliant rubato all'agenzia di viaggi, che mostrava sia i paesaggi paradisiaci, che l'Hotel a cinque stelle dove si trovava la loro camera dei sogni.

 

                                                                                                                                -...Un giorno sarò così ricco da poter andare in uno

                                                                                                                                     di questi posti!...E quando accadrà, prenderò la

                                                                                                                                     camera più costosa di tutto l'Hotel, con la vista migliore!...-

 

...Quella era la classica frase che lui aveva sempre detto fantasticando, e che di conseguenza lei aveva sempre ascoltato con amorevolezza sapendo che si trattava solamente di un sogno.

Anche se erano due ragazzini e la necessità di credere in qualcosa era più che lecita, Ann forse era quella che vedeva le cose dal punto di vista più realistico. Lei non smontava le fantascherie del ragazzino affianco a se, ma sapeva bene che una cosa del genere non sarebbe mai potuta accadere a persone normali...

 

Già...Persone normali...

 

<< Jiyong rallenta!…>> Mormorò in preda al fiatone, percependo il passo del ragazzo farsi più veloce <<…Non ce la faccio più! >> E tentò così di sottrarre la sua mano a quella di lui, nel vano tentativo di divincolarsi.

 

...Kwon Jiyong –ex vicino di casa, compagno di scuola, nonché suo migliore amico da sempre- era riuscito a fare qualcosa di impossibile, e anche se era sempre stato un ragazzino dall'aria piùttosto indifesa e gracile, era riuscito a realizzare i suoi sogni, a entrare in una boy-band, a diventare famoso, e a cambiare tutto ciò che prima lo rappresentava.

Quello che si era sempre ripromesso lo aveva raggiunto. Era diventato ricco, era diventato una persona di spessore, ed era riuscito a ottenere -sempre- la camera più costosa degli Hotel che visitava -grazie al fatto che il suo lavoro lo portava in terre straniere per i concerti-.

E benchè fosse la persona a lei più cara, con cui aveva trascorso ogni singolo momento della sua adolescenza -condividendo quelle situazioni giovanili così difficili, che li avevano legati- negli ultimi anni aveva iniziato a provare un costante senso di amore/odio per lui. Era da un pezzo -forse da quando era entrato in quella band- che non lo sentiva poi più così alla pari come si doveva sentire il proprio migliore amico. Lo sentiva distante, e immensamente superiore, e -triste a dirsi- non riusciva a considerarlo come lo considerava un tempo -forse suggestionata dal fatto di provare dei forti sentimenti per lui, e del fatto che lui se ne potesse accorgere-.

 

<< Ann, non fare la piagnucolona come sempre!…>> Disse lamentandosi leggermente <<…Tanto siamo arrivati >> E si fermò davanti alla stanza 119, tirando fuori la carta magnetica delle tasche.

 

...Già, quello tra loro non era più un rapporto alla pari. Jiyong stava nettamente vincendo contro di lei, e l'aveva scavalcata di parecchi gradini andandosene sempre più in alto...

 

<< Non sono piagnucolona! >> Ribattè offesa, gonfiando le guance per il fastidio di essere considerata da lui ancora una bambina.

 

...Lui continuava a lasciare sempre più divario fra loro, facendole sentire di non essere più in grado di potergli stare dietro. Le cose che li avevano sempre accomunati si erano inesorabilmente ridotte -diminuendo vistosamente-, e anche quello che li aveva avvicinati caratterialmente, si era dissolto con l'andare del tempo...

 

<< Come sei permalosa >> Sorrise divertito, strisciando la key-card nel lettore.

 

<< Non sono permalosa…E' solo colpa tua! >> E sentì il cuore sussultare per un breve istante, udendo nuovamente la sua risata spensierata spandersi per l'aria.

Più di ogni altra cosa che amava in quel ragazzo, era la sua risata genuina, priva di qualsiasi pensiero negativo, che la faceva sentire a casa. 
Le piaceva davvero vederlo sorridere innocentemente...Perchè quello era il vero Jiyong...Quello che le piaceva sul serio...

 

<< Vieni!...>> E detta quest’ultima frase, sentì nuovamente la mano del giovane prendere la sua, facendola imbarazzare lievemente per quell’immenso calore che sentiva nel petto <<...Vedrai che rimarrai senza parole! >>

 

...Già, le accadeva sempre più spesso di rimanere senza parole, di piombare nell'imbarazzo per non sapere che cosa dire. Ma quella reazione poteva ben dire che non dipendeva dalle immense cose materiali che lui possedeva, e che -orgoglioso- continuava a mostrarle per confermarle ogni volta che tutto ciò che aveva detto lo aveva raggiunto. No, la reazione di Ann dipendeva dal fatto che ogni volta che lo vedeva -visto che le occasioni si stavano riducendo sempre di più- sentiva il cuore palpitare così forte da sentirlo balzare in gola, fatto che alla fine la portava alla conclusione di non essere in grado di dire niente...
Alla fine si sarebbe trovata inevitabilmente davanti una scelta, poichè i sentimenti stavano prendendo una via del tutto incontrollata. E Ann non sapeva fino a quando sarebbe stata capace di nascondergli una cosa tanto grande...

 

                                                                                                                                                                   -…Driiiiin…Driiiin…-

 

Con un'immenso sbuffo Jiyong tirò fuori dalle tasche il telefono che aveva preso a squillare insistentemente, come se quel momento idilliaco fosse stato fastidiosamente interrotto. E lo vide fissare con disappunto il display di quest’ultimo << Che rottura! >> E senza aggiungere altro –non appena appurato chi fosse- lo vide riporre l’apparecchio esattamente dove si trovava pochi istanti prima, ovvero nelle tasche dei pantaloni. Ignorando deliberatamente quella chiamata.

 

<< Non rispondi? >> Con occhi curiosi Ann lo fissò, cercando di captare -da una sua espressione- quanto lui tenesse alla persona che lo aveva appena chiamato.
Perchè era ovvio che non si trattava del manager o di uno dei suoi compagni. L'idea che era balenata della testa di Ann -e che aveva visto riflessa sul volto di Jiyong- era che quella a chiamare fosse la sua fidanzata, con cui ipoteticamente aveva litigato, e con cui al momento non voleva parlare solo per darle una lezione.
Non era sicura che fosse così, visto che da parecchio tempo lui aveva smesso di raccontargli le sue storie amorose, ed era per questo che aveva un'estremo bisogno di saperlo...Aveva bisogno di sapere se lui era innamorato sul serio di qualcuna...

 

<< Non è importante >> E con una risposta secca -che andava a chiudere qualsiasi argomento- lui rispose gelidamente, facendo sì che un'intenso velo di silenzio calasse fra loro.
 

Ma poiché Ann non riusciva a controllare l'assurda voglia di sapere qualcosa in più su di lui, e su quello che faceva quando lei non era presente -che di recente aveva preso a tormentarla tra l'altro-, si ritrovò a voler continuare su quella linea, con tutta l'intenzione di fargli dire qualcosa in più << Si potrebbe arrabbiare >> Disse esordiendo dal niente.

 

<< Chi? >> Domandò lui con occhi ingenui.

 

<< La tua ragazza >>

 

E a quel punto -quando lui capì a chi Ann si stesse riferendo- lo vide roteare completamente gli occhi per lo scazzo generale << Dai Ann...>> Sbottò stufo <<...Non è la mia ragazza! >> E la riprese per mano con l'evidente intezione di chiudere la discussione, trascinandola nuovamente dietro a se, e facendole tornare nuovamente il batticuore.

Probabilmente aveva centrato il punto. Anche se quella che lo aveva chiamato, lui diceva non essere la sua ragazza, il modo in cui non aveva risposto, e il modo in cui aveva reagito alle sue insinuazioni -quando lo aveva stuzzicato sul perchè non voleva rispondere al telefono-, non avevano lasciato granchè da pensare. Quella era sicuramente qualcuna con cui lui aveva a che fare, e a cui teneva in un modo particolare.

 

...A tratti -per un buon 20%- vedeva comparire il Jiyong di sempre, quello con cui lei era cresciuta, e con cui aveva passato ogni singolo istante della sua adolescenza. Ma per il restante 80%, c'era il nuovo Jiyong, quello a cui non mancava davvero niente per piacere, che mostrava una sicurezza di se davvero unica, che non temeva rivali, e che sarebbe stato pronto a tirare fuori la lingua pur di difendere qualcosa di suo...

Era sicura che con un'atteggiamento del genere lui -anche con un semplicissimo sguardo- sarebbe riuscito a catturare la ragazza che desiderava...E forse era per questo che il suo telefono non smetteva neanche per un secondo di suonare, costringendolo ad attivare la modalità silenziosa...

 

                                                                                                                                       -…Mi piaci molto…Ti prego diventa la mia ragazza…-

 

...E dire che ai tempi delle medie lui non era mai stato così! Quella classica dichiarazione –accompagnanta da un rispettoso inchino- che Jiyong rivolgeva alla ragazza per cui provava un serio interesse, era stata anche la classica frase che -come da copione- era stata sempre respinta con un sonoro e categorico “Mi dispiace…Non sei il mio tipo”. Era sempre andata in quel modo.

A causa della sua corporatura così esile, non aveva mai attirato granchè attenzione da parte delle ragazze, ed era sempre stato considerato come troppo insignificante. Motivo per cui veniva spesso respinto in malo modo, senza neanche ricevere una chance di farsi conoscere per quello che era realmente.

 

Lui -il secchione della classe, quello introverso di turno, che tutte le persone “cool” scansavano perché trattato come uno “sfigato”- veniva avvicinato dalle ragazze carine solo per farsi passare i compiti in classe. Sì, Jiyong era il classico tipo che non piaceva fisicamente, e che non sarebbe mai piaciuto…

 

                                                                                                                                                   -...Jiyong non ti scoraggiare, sono convinta che

                                                                                                                                                        qualcuna che ti apprezza veramente per ciò

                                                                                                                                                         che sei, esiste!...-

 

...Tristissima frase che poteva far capire a chi la riceveva la seguente traduzione “qualcuna a cui piaci c'è, anche se sei brutto”. Ma non era a questa interpretazione che Ann mirava. No...Il dire che “qualcuna esisteva che lo apprezzava” era riferito solamente a se. Sì, lei stava parlando proprio di se stessa! 
Perchè un'unica persona -colei che lo aveva soccorso offrendogli un sorso del suo succo, solo per incoraggiarlo, e senza altri fini- che riteneva fosse il ragazzo più carino che avesse mai incontrato -poichè davvero il suo comportamento era il più amabile che avesse visto-, esisteva eccome!

Non era bello fisicamente, forse troppo gracilino, eppure lei aveva trovato in lui qualcosa di attraente.

Sì, aveva ben visto chiaramente la sua persona interiore -quella che nei momenti difficili era emersa standole accanto, che l'aveva consolata, e che l'aveva aiutata a rialzarsi- ed era convinta che non sarebbe mai più potuto esistere un ragazzo come Jiyong. Le altre -quelle che guardavano solamente l'apparenza- non erano meritevoli di poter avere un ragazzo come lui.

 

Era per questo che forse era persino contenta che non piacesse alle ragazze...Perchè così nessuna poteva portarglielo via...

 

                                                                                                                                          -...Tu non sei la migliore amica di G-Dragon,

                                                                                                                                               il leader dei Big Bang? Ti prego, fammelo

                                                                                                                                               conoscere!...-

 

…Eppure le cose erano cambiate drasticamente, e dopo il suo debutto con il gruppo e le varie apparizioni in tv, si era trasformato in quel ragazzo bello e desiderabile che veniva ambito da forse più della metà delle adolescenti Coreane...E che -con cuore sofferente- continuava a piacerle sempre di più.

Destino alquanto bizzarro per un tipetto gracile respinto da tutti! Ma destino altrettanto bizzarro per lei, che continuava a ricoprire il ruolo della sua migliore amica -che tristemente continuava a non essere vista-, e che sempre di più continuva a essere distanziata...

 

<< Ann devi sentire quanto è morbido! >> Con un tuffo sordo Jiyong la ridestò acora una volta dai suoi pensieri, e lo aveva fatto lanciandosi sull’immenso letto posizionato davanti all’enorme vetrata -posizionato in mezzo alla stanza-, e le aveva sorriso come a volerla invitare a fare altrettanto.

 

Ed era proprio quello che rendeva la sua anima amara come il veleno! Il fatto che lei per prima avesse scoperto il vero valore di quel ragazzo, e che anche senza guardare il suo aspetto -come invece la maggioranza faceva- a lei era piaciuto ugualmente.

Non le sarebbe importato se fosse rimasto per sempre la persona più gracile e insignificante della terra...Perchè per lei invece era quella più importante e di inestimabile valore che aveva...

 

Ann fissò Jiyong con amorevolezza, pensando a quanto impegno lui ci avesse messo per dare un risvolto concreto alla sua vita, diventando una di quelle persone che difficilmente riuscivano a passare inosservate...

 

                                                                                                                                               -…Sai Ann, un giorno sarò famoso…

                                                                                                                                                   (disse dondolandosi sull’altalena)…

                                                                                                                                                …Diventerò un vero rapper, e tutto questo

                                                                                                                                                    Cambierà…-

 

 

...Ann non ci aveva creduto, aveva pensato che le parole di Jiyong fossero state solamente un'utopia in cui lui si era rifugiato solo per poter affrontare la triste realtà dei fatti. Credeva che per lui quello fosse solo un modo come un altro per illudersi che le cose sarebbero migliorate, e che la gente lo avrebbe considerato una persona che valeva, che le ragazze difficilmente lo avrebbero respinto, e che i giovani ragazzi della sua età lo avrebbero guardo con stima e rispetto.

 

Ma non era stato così...Lui ci aveva creduto per davvero, e adesso si ritrovava a possedere tutto ciò che da sempre aveva voluto ottenere!

Adesso era considerato una persona importante, una persona attraente, che aveva degli amici, e che le ragazze -soprattutto- erano le prime a farsi avanti...Sì, tutte coloro che lo avevano respinto nel passato se ne erano amaramente pentite, e avevano ricercato un approccio -con la scusa di conoscersi sin dai tempi delle elementari- per poterlo avvicinare…Adesso ognuna di loro bramava per una sua dichiarazione, che ovviamente non sarebbe mai più arrivata…

 

<< Dai Ann!...>> Brontolò il ragazzo, alzando leggermente la testa dal materasso solo per rimproverarla <<…Si può sapere cosa aspetti? >> Alludendo al fatto che fosse ancora ferma immobile, impalata davanti a lui.

 

E con un mezzo sorriso -forse per il profondo rispetto che sentiva verso di lui, per essere riuscito ad arrivare fino a quel punto, prendendosi una schiacciante rivincita contro tutti-, si incamminò verso il bordo del letto << Eccomi >> E con un leggero sospiro, Ann si sedette sul materasso sdraiandosi lentamente vicino a lui...Sentendo un'emozione crescente fargli male nel petto.

Lei che più di tutte forse aveva il diritto di essere amata da lui, che gli era sempre stata vicino anche quando veniva maltrattato a scuola, che si era spesa e lo aveva sostenuto metre provava a realizzare i sogni, sapeva che più di un distendersi vicino a lui sul letto non avrebbe potuto ottenere. 
Perchè era cosciente che niente sarebbe mai cambiato tra loro, l'affetto di Jiyong sarebbe rimasto sempre il medesimo -non sarebbe mai mutato-, e lei avrebbe continuato a ricorprire il ruolo della brava amica d'infanzia fino al giorno del suo matrimonio -che al solo pensiero gli faceva contorcere dal dolore ogni parte interiore-...

 

<< Che hai? >> Con occhi curiosi, , il gomito puntato sul letto, e la mano appoggiata dietro la nuca, Jiyong aveva preso a fissarla avvicinandosi un pò.

 

<< N-Niente >> E balbettando, Ann, si alzò nervosamente, mettendosi a sedere con le gambe incrociate..."Calma! Devi stare calma!"...

 

<< Non è vero…>> Ribattè il giovane, imitando la sua stessa posizione <<…Ti conosco troppo bene...>> E lo vide fissarla ancora più intensamente, scrutando in silenzio i suoi occhi <<...C'è qualcosa che non va, vero? >> Sentenziò dopo un'attenta osservazione.

 

Il cuore di Ann iniziò a palpitare per la paura << Uffa! Ti ho già fetto che non c'è niente! >> Disse arrossendo leggermente, abbassando lo sguardo. Perché Jiyong -oltre che diventare una persona famosa- era anche diventato un'attento osservatore, che si accorgeva nell’immediato se qualcosa tornava oppure no…Una di quelle persone a cui non poteva mai sfuggire niente.

 

<< Lo voglio sapere! >> Asserì lui insistendo, e avvicinandosi ancora un po’, non prendendo minimamente in considerazione le sue parole.

Perché quando si metteva in testa di sapere qualcosa, nessuno lo smontava, e continuava a insistere fino a quando la questione non sarebbe saltata fuori…

 

Ann lo guardò non proferendo nessun altra parola.

Continuare a controbattere sul fatto che non gli avrebbe detto proprio un bel niente di quello che pensava, sarebbe stato inutile e stancante, perchè lui non si sarebbe mai dato per vinto. Così forse era meglio tacere e lasciarlo sbattere, tanto non avrebbe mai potuto fare niente per ottenere una sua confessione.

 

<< Ti piace qualcuno, vero? >> Domandò serio.

 

E immediatamente Ann arrossì, colta alla sprovvista dalle parole del ragazzo buttate lì per indovinare << No! >> E sputò fuori una bugia.

 

<< Ho indovinato vero? >> Domandò il giovane scoppiando in una fragorosa risata, burlandosi di lei, e della sua goffa impacciataggine in campo di “storie amorose”.

 

<< Sei veramente un'idiota, lo sai?...>> Disse sbuffando stizzita, e imbarazzata allo stesso tempo <<...Non posso credere che dopo tutto questo tempo che non ci vediamo, l'unico argomento che trovi è solo questo! >> E offesa, fece l’atto di scendere dal letto, forse più probabilmente per ovviare al visibile rossore sul suo viso.
 

Ma prontamente -prima che se la potesse svignare da qualche altra parte- Jiyong l’afferrò per il polso, bloccandola nell’esatta posizione in cui si trovava << Perchè ti vergogni?...>> Domandò divertito <<...Non è da te!...>> E continuò a sorridere, infilando la mano fra i capelli, sistemandoli leggermente <<…Dovresti approfittare del fatto che io sia un ragazzo, e chiedermi qualche suggerimento su come fare per dichiararti >> Disse con aria altezzosa, fissandola ancora una volta.

 

<< Non ho bisogno di essere aiutata! >> E con una decisa affermazione, divincolò il braccio dalla sua presa, decisa a non voler neanche affrontare una simile conversazione proprio con lui.

 

<< Mi sento forse un po' offeso...>> Disse incrociando le braccia <<...Io ti ho sempre parlato di quelle che mi piacevano, tu perchè non me lo vuoi dire? >>

 

E il cuore di Ann fece un sussulto così grande da farle veramente male << Perchè tanto non ne vale la pena...>> Rispose, categorica <<...Io non sono niente per lui, quindi è anche inutile starne a parlare >> E sbuffò lievemente, pensando che sì, la realtà dei fatti era proprio quella. Che lui -anche se le dimostrava immenso affetto- non la considerava da un punto di vista romantico. E anche se un giorno avesse deciso di dirgli apertamente ciò che provava, era sicura che non avrebbe mai avuto abbastanza coraggio da rovinare così, un rapporto di amicizia durato da decenni...

Le serviva tanto -forse troppo- coraggio. E lei, che non era mai stata una persona coraggiosa, sapeva che non sarebbe mai riuscita a muoversi da dove si trovava...

 

<< Come sai che è così? >>

 

<< Cosa >>

 

<< Che non conti niente per lui...>> Disse curioso <<...Gli hai già detto quello che provi? >>

 

E a quella domanda Ann arrossì ancora una volta << N-No >> Perchè non si sarebbe mai sognata di fare una cosa simile. Già il solo pensiero di stare faccia a faccia con lui, e dirgli apertamente che gli piaceva, la faceva sentire male.

 

<< Allora dovresti dirglielo...>> Asserì lui, fissandola con occhi comprensivi <<...Se non provi, non puoi neanche dire che non conti niente >> E sorrise, cercando di rassicurarla, dandole quella speranza i più per non abbattersi e mollare. Ma poiché lui non sapeva di essere esattamente quella persona di cui stava parlando, e che non sarebbe mai valsa la pena neanche dirglielo -che tanto sapeva già quale sarebbe stato il risultato-, Ann se ne rimase in silenzio ancora una volta, lasciandolo alle sue illusioni di “lieto fine” per lei <<...Dai, facciamo una prova! >> Esordì a un certo punto dopo aver fatto una breve paura -spiazzandola notevolmente-. 

 

Ann crucciò le sopracciglia, fissandolo con disappunto << Che cosa? >>

 

<< Sì, dai, facciamo una prova!...>> Ripetè entusiasta incrociando le braccia al petto <<...Prova a dirmi quali sono i tuoi sentimenti fingendo che io sia lui. Vedrai che prenderai sicurezza e riuscirai a farlo sul serio poi, fidati! >> E sorrise compiaciuto di se stesso per la brillante idea che aveva avuto.

 

Era proprio in quel momento che lo odiava! Odiava quello sguardo di chi sapeva tutto, e immensamente non sopportava la sicurezza con cui lui si pavoneggiava, lasciando trapelare la sua esperienza al riguardo.

Avrebbe potuto benissimo raccogliere quell'opportunità che lui inconsciamente le stava offrendo -e nella finzione- dichiararsi realmente. Ma poiché c'erano implicati i suoi reali sentimenti -e la non consapevolezza del ragazzo-, pensò che non avrebbe mai -per nessun motivo- potuto fare una cosa da vigliacchi come quella...Che senso avrebbe avuto? << Non ci riesco...>> Disse spostando lo sguardo <<...Tu non sei lui >> Fissandolo sul pavimento in parquet, aspettando una resa da parte sua.

 

<< Sei proprio una pivellina >> Disse lui ridacchiando leggermente, appoggiando con amorevolezza la mano sulla sua testa, arruffando affottuosamente i suoi capelli lunghi.

 

<< Jiyong sei diventato odioso! >> E scansò la mano, cacciandola via, regalandogli un'intenso sguardo infastidito.

 

<< Lo vedi? E' per questo che hai bisogno di me!...>> Esordì fiero, lisciandosi i lucidi pantaloni di pelle <<...Hai bisogno di qualcuno che ti stia dietro e ti dica cosa fare...>> Continuò pavoneggiandosi, con aria da fratello maggiore <<...Da sola non ci riuscirai mai...>> E dette quelle parole, si sistemò di fronte a lei, avvicinandosi un po' <<...Adesso ti faccio vedere come dovresti fare...>> Incrociando compitamente le gambe, guardandola dritta negli occhi <<...Io sono te, e tu sei lui >> E detta quella frase, appoggiò le mani sulle ginocchia, chiudendo per un'attimo gli occhi., inspirando profondamente. Ancora una volta facendo come gli pare, non curante se a lei andava bene, oppure no...

 

Ann lo fissò crucciata, per niente d'accordo con quello che lui voleva fare << Hey?...>> Disse con tutta l'intenzione di richiamarlo all'attenzione <<...Non serve che tu ti impegni tanto...Io ho già deciso cosa fare >> Ma sprecò quelle parole inutilmente, perchè non venne ascoltata minimamente.
 

E lo vide -pochi istanti dopo- alzare lo sguardo verso di lei, e fissarla intensamente << C'è qualcosa di cui ti dovrei parlare...>> Iniziò dicendo, prendendo un'enorme respiro <<...Vorrei che tu ascoltassi senza interrompere...>> E si fermò, facendo un'attimo interminabile di pausa, mettendole leggermente addosso un pizzico di timore, per la serietà con cui gli stava parlando <<...Io credo di non poter più riuscire a essere tuo amico >>

 

Che cosa? Erano quelle le parole che solitamente si usavano per dichiararsi a un'amico?

 

Ann pensò a quanto potessero essere squallide e prive di ogni tipo di romanticismo esistente sulla terra, non che prive di qualsiasi significato apparente. Perchè dire “non posso più essere tuo amico” non implicava nescessariamente un coinvolgimento sentimentale. Poteva benissimo stare a significare che si era semplicemente stancato di averla fra i piedi, e che quindi desiderava cambiare giro di amicizie. Quindi se c'era una frase che era sicura potesse essere respinta senza mezzi termini, era certamete la stessa frase che Jiyong aveva pronunciato in quel momento.

Non era certo così che se l'era immaginato, e non era certo così che lo avrebbe realizzato -sempre se avesse deciso di realizzarlo-. Se proprio avrebbe dovuto scegliere, avrebbe preferito rimanere sua amica per il resto della vita, anziché rovinare il loro bellissimo rapporto con quelle parole prive di trasporto sentimentale...

 

<< Ok Jiyong, è più che sufficente >> E con una ferma intromissione nel monologo che quel ragazzo aveva fatto fino a pochi istanti prima, Ann decise di troncare quella inutile farsa, sicura che lui sarebbe stato contento del suo rapido apprendimento...

...Ma ancora una volta si sbagliò...

 

Sentì la mano di Jiyong prendere la sua, bloccandola con decisione lì davanti a lui << Tu mi piaci davvero >> Disse delicatamente, spostandole i capelli sfuggiti alle altre ciocche dientro l'orecchio, facendole infine una dolce carezza sul viso.

 

Ann arrossì vistosamente sotto lo sguardo attento del ragazzo, che non aveva smesso neanche per un secondo di fissarla, e capì che forse quella ipotetica dichiarazione -che fungeva da “esempio”- non era poi così squallida e priva di romaticismo come aveva pensato.

Il tocco delle dita di Jiyong -che avevano accarezzato la sua mano, e poi il suo viso-, le avevano causato un fremito diverso, molto più intenso di ciò che sempre aveva provato quando lui la prendeva per mano all'improvviso. Tanto da riuscire a mandare i suoi pensieri in confusione, facendole abbandonare per un secondo la realtà...Dimenticandosi che quella era solamente una dimostrazione di come fare...

 

Il silenzio -dopo quelle disarmanti parole che lui aveva pronunciato- si fece sovrano sulla situazione, e loro non fecero altro che continuare a guardarsi dritti negli occhi, senza dire altro. Come se le parole potessero rovinare grandemente quel momento...

 

Ann -che solitamente non sarebbe riuscita a sostenere lo sguardo del ragazzo- continuava a fissarlo, senza distoglierlo da lui, che a sua volta continuava a ricambiarla.

 

Gli occhi brillanti e intensi di Jiyong continuavano a regalarle sileziose attenzioni, facendola sentire veramente desiderata. E lei -che non poteva fare a meno di smarrircisi dentro- iniziò ad approfittare di quei miseri istanti che rimanevano, per poterlo guardare come realmente avrebbe sempre voluto fare.

Perchè sì, di lì a poco lui avrebbe interrotto il gioco a cui aveva dato inizio, dicendo solamente un “Hai capito? E' così che ti devi dichiarare a un'amico”, e allora avrebbe dovuto riprendere la reale finzione che inscenava ogni volta che stava in sua compagnia, e che le faceva ricoprire il ruolo della migliore amica.
 

Ma un momento...Come faceva a sepere che era di un'amico che era innamorata visto che non glielo aveva detto?

 

Ann sbarrò immediatamente gli occhi, assalita da una paura incontrollabile, e senza neanche avere il tempo di elaborare quell'inquietante domanda vide un guizzo dorato attraversare gli occhi di Jiyong, facendoli scurire del tutto << Non sei brava a nascondere certe cose...>> E non aggiungendo altro sentì la sua mano scivolarle fra i capelli, dietro la nuca, facendola avvicinare un po' di più a se fino a sfiorare i loro nasi, vedendolo sorridere appena <<...Non lo sei mai stata >> E senza darle il tempo di poter realizzare il reale senso di quelle parole, sentì la bocca del ragazzo sfiorare la sua, dandole un leggero bacio a fior di labbra...


Fu proprio in quell'istante che Ann arrossì violentemente, sentendo il cuore salire in gola per l'emozione, credendo per un'istante di non poter più riuscire a respirare.
E in preda alla confusione, all'imbarazzo -ma soprattutto alla consapevolezza che poteva essersi accorto di qualcosa-, con uno schiocco sordo -che emisero le sue labbra nell'istante in cui si divisero da quelle del ragazzo- si allontanò leggermente da lui, girandosi da un'altra parte, prendendo a fissare il pavimento a fianco a lei...

 

...”Perchè l'ha fatto?”...

 

Il tarlo più grande e asfissiante che la stava tormentando, era capire se lui -con l'espressione che aveva usato prima di baciarla- aveva capito di essere il ragazzo che le piaceva così tanto. E sentiva il battito del suo cuore farsi sempre più veloce e incontrollato, e il rossore in viso avvampare sempre di più, e il senso di malessere farsi sempre più ampio nel suo petto. Se Jiyong aveva capito, che cosa avrebbe dovuto fare?
Ann continuò nervosamente ad analizzare la situazione, tormentandosi con mille paranoie per non fraintedere quella situazione -e soprattutto quello che lui pensava-...Ma si sentì ancora di più destabilizzata, percependo la mano calda e gentile di Jiyong afferrare la sua con fermezza...

 

                                                                                                                                           -...Un bacio, dato innocentemente non ha

                                                                                                                                                nessuno significato serio...Insomma, è un

                                                                                                                                                normalissimo modo di comunicare, che

                                                                                                                                                all'estero si usa anche con i genitori

                                                                                                                                                o con i fratelli...-

 

 

...Non poteva certo dire di potersi illudere sapendo una cosa di quel tipo.

Jiyong la pensava in quel modo, ed era sicuro che un'innocentissimo bacio a fior di labbra, poteva essere un'esternazione di affetto non necessariamente di tipo romantico. Per cui avrebbe potuto benissimo interpretare quel bacio che si erano scambiati, come una dimostrazione di affetto da parte di Jiyong.

Il problema era solamente che il bacio, non combaciava assolutamente con il contesto xhe li aveva portati fino a quel punto.

L'argomento principale era la sua dichiarazione, e allora cosa c'entrava l'esternazione di affetto da parte di Jiyong? E poi cos'erano quelle parole che lui aveva detto?

 

No, non c'era verso di potersi sbagliare. Con lei non aveva mai avuto questo tipo di confidenza, poiché si era già espressa ampiamente riguardo a ciò che pensava sul bacio. E gli aveva detto chiaramente che per lei erano preziosi ugualmente anche se dati semplicemente sulla guancia.

Così avevano raggiunto un tacito accordo di non varcare mai quel confine che marcava con evidenza il fatto che fossero solo amici, e che un bacio -se dato- doveva essere rivolto solamente a colei -o colui- di cui erano attratti...

 

Ma lei si sentiva ugualmente confusa, e per davvero non riusciva a comprendere fino in fondo i gesti ambigui di quel ragazzo che da sempre aveva capito fin nel profondo, non potendo far altro che perdersi a guardarlo con occhi smarriti...

 

<< Forse sono stato un po' vago >> Disse lui con occhi comprensivi.

 

E dopo aver esordito con quella frase -e dopo essersi burlato vistosamente del suo ingenuo smarrimento...Forse-, l'avvicinò ancora una volta a se, dandole per la seconda vola un'altro bacio, arricchito forse da quel pizzico di passione in più, che non le lasciava altri dubbi.
Che le confermava che quello non era un bacio dato tanto per fare -o per esternare un tipo di affetto fraterno-. La passione, il calore, e anche l'intensità in cui glielo stava dando, le faceva capire forte e chiaro che non era assolutamente possibile fraintenderlo.
La domanda che sorgeva a quel punto era un'altra...Perchè glielo stava dando? Perchè ricambiava i suoi sentimenti? Perchè finalmente la vedeva come una ragazza?
E adesso che avrebbe dovuto fare? Respingerlo solo perchè non capiva le sue reali intenzioni? Alla fine n
on era questo che voleva? Non era questo che da sempre aveva desiderato? Perchè doveva opporre resistenza a una cosa che lui stesso aveva dato il via?

 

La ragione se ne era andata, e i sentimenti che Ann provava per lui avevano preso il sopravvento. Il bacio di Jiyong era più caldo e intenso di come se l'era immaginato, e ben presto lei si lasciò andare anima e corpo a quel ragazzo.

Sentì le sue mani scorrere per tutta la schiena, accarezzandola dolcemente, stringendola ancora un pò di più a se in modo da poterla far distendere gentilmente sull'immenso letto.

 

...”Ann ma cosa stai facendo!”...

 

Anche se la coscienza continuava a rimproverarle quella frase, lei non riusciva a darle retta. Il suo profumo, il gentile tocco della sua lingua, e le dolci carezze che gli stava rivolgendo, non facevano altro che farle girare la testa, facendo aumentare i battiti dei suoi respiri. E anche se si rendeva pienamente conto a cosa stava -inesorabilmente- andando in contro, circondò ugualmente le braccia in torno al collo del ragazzo, che a sua volta -dolcemente- sentì distendere sopra di se, appoggiando le mani ai lati della sua testa.

Una fusione di sensazioni, e mix incontrollabile di emozioni, continuavano a mischiarsi violentemente dentro Ann, che da sempre aveva desiderato -e mai sperato- un momento del genere.

Quale che fosse stato l'esito di quella situazione, ormai il loro rapporto di amicizia era andato, i suoi sentimenti più che compromessi, e la consapevolezza – di quel ragazzo- di piacerle immensamente palesato.

Ma non le importava...I baci intensi, i profondi respiri, e la decisa stretta delle sue braccia -che la stringevano-, era ciò che di più meraviglioso avesse mai provato...
E non voleva pensare a cosa avrebbe fatto l'indomani per la vergogna...A quello ci avrebbe pensato poi...





NOTE DELL'AUTRICE: Buon-salve a tutti i lettori!! Ebbene purtroppo -o per fortuna- non sono riuscita a stare troppo tempo senza scrivere, e visto che sono a casa malata -e quindi ho parecchio tempo a disposizione- ho deciso di pubblicare questa nuova storia -che già era da un pò nel mio pc tutta sola e abbandonata-. Così visto che tenerla tutta per me, mi sembrava un peccato, ho pensato bene di condividerla con voi.

Ovviamente il soggetto è sempre il solito -Gd- visto che io lo amo alla follia, e francamente non so se questa storia avrà un secondo capitolo oppure lo trasformerò in "one-shot", non lo so...So soltanto che una vaga idea per il secondo capitolo c'è, tutto sta nella risposta positiva di questo primo capitolo.

Anyway...Fatemi sapere cosa ne pensate -se vi fa schifo, vi piace, la trovate noiosa, o interessante-...Io sarò prontissima a sentire i vostri giustissimi pareri da lettori.

Bacioni grandi e alla prossima!

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Capitolo 2
*** Sogni Destabilizzanti ***




 


...”Sogna...Perchè nel sogno puoi trovare quello che il giorno non ti può dare”...

 

Quella era una delle frasi più profonde che erano esistite nella storia umana -o forse-, detta dal cantante Stautinense Jim Morrison, che sottolineava una verità inequivocabile. Ovvero che i sogni potevano darti qualcosa che sicuramente nella realtà non avresti potuto ottenere.

Tutti la pensavano in quel modo, e tutti erano concordi nel dire che quella poteva essere una dolce consolazione con cui cullarsi.

Tutti...Ma non lei...

Di fatti la giovane Ann -ragazza di venticinque anni, cresciuta complessata a causa dei genitori poco ortodossi- pensava -anzi, ne era convinta- che quella appena citata fosse stata una frase davvero triste con cui le persone continuavano a prendersi in giro, con il solo scopo di arrecare sollievo alla propria persona.
Ed era certa che fosse stata messa in giro -ed esaltata- dai media, che sicuramente non avevano capito un bel niente di quello che volesse dire realmente.

Perchè cercare nel sogno qualcosa di irreale, stava a significare -delle volte- svergliarsi con un pessimo umore che avrebbe corroso i buoni sentimenti, fatto piombare la persona stessa nell'irritabilità -visto la frustrazione di non poter realizzare un bel niente-, e soprattutto che le avrebbe fatto provare un odio profondo verso la persona amata.

 

Ed era così che Ann si sentiva quella mattina. Mortalmente irritata, e pericolosamente indispettita. Perchè dopo aver sentito la fatidica -fintissima- frase di Jiyong “Tu mi piaci davvero”, aveva iniziato a fantasticare a occhi aperti immaginando ogni singola cosa -parola, o gesto- che era avvenuta dopo quella frase.

Il che voleva chiaramente dire che il dolcissimo e lunghissimo bacio -che teoricamente Jiyong gli aveva dato dopo averla presa per mano e averla trattenuta sul letto lì insieme a lui- non erano mai esistiti, e la parte dove lui teneramente l'abbracciava facendola distendere sul morbido letto -sotto di lui-, non era minimamente accaduta. Lui non si era mosso da dove si trovava, non l'aveva avvicinata a se, non l'aveva presa per mano, come anche non l'aveva mai baciata.
Era stato tutto frutto della sua fantasia...

 

Quello era il principale -ma non unico- motivo del suo stato incazzoso...

 

<< Ti vuoi decidere a entrare?...>> Disse il ragazzo dai capelli castano scuro fissandola <<...So che preferisci la compagnia di quel decerebrato, ma anche io non sono male >> E sorrise, facendogli l'occhiolino.

Preferiva davvero la presenza di Jiyong alla sua, o avrebbe preferito restarsene da sola senza la compagnia di nessuno dei due? La seconda opzione le parve essere di sicuro quella più azzeccata...

 

<< Non mi va...>> Rispose lei, con tono inespressivo <<...Non sono in vena per farmi il bagno >> E rannicchiò le gambe al petto, sperando in una viva resa da parte del ragazzo. Sapeva bene di essere lì ferma sul bordo piscina -a pensare- da ormai un'ora e mezza, ma non aveva nessuna intenzione di scendere e mettersi a giocare con lui, ignorando il suo pessimo umore.

 

<< Oh andiamo!...>> Disse lui avvicinandosi <<...Jiyong non si farà vedere di sicuro questa mattina...>> Afferrandole il polso <<...E' per questo che ha chiesto a me di farti compagnia >>


..."Bugia"...


Sapeva bene che Jiyong non era certo il tipo da fare una cosa simile. Geloso per com'era della loro amicizia, non avrebbe mai delegato nessuno al suo posto con solo lo scopo di farle compagnia. Più volentieri sarebbe morto bruciato, piùttosto che chiedere a qualcun altro di sostituire la sua presenza.
 

Ann roteò gli occhi, sentendo il nervoso scorrergli per tutto il corpo, consapevole invece del perchè Jiyong l'aveva lasciata da sola -nonostante l'avesse invitata-, e del perchè non si sarebbe fatto vivo tanto presto << Fa niente...>> Rispose piatta, alzando le spalle, sfilando via la mano da quella del ragazzo <<...Non preoccuparti per quello che ha detto Jiyong. Continua pure a rilassarti per conto tuo...Io sto bene così >> E rifiutatasi ancora -irritata sia dalle bugie inventate da quel ragazzo per convincerla a entrare in piscina, che dall'assoluta strafottenza dell'amico- distolse lo sguardo dal più giovane.
Non voleva divertirsi, e non voleva cercare un motivo per rendere quella giornata più piacevole. Tutto ciò che desiderava era, essere lasciata in pace con i suoi pensieri, in modo da poterli riordinare e riuscire a ritrovare quell'equilibrio che si era sballato e l'aveva fatta andare in tilt. Perchè sapeva che non aveva assolutamente nessun diritto di essere nervosa per i rapporti che avevano quella ragazza, e lui...

 

                                                                                                                                        -...Non volevo piombare qui all'improvviso,

                                                                                                                                            ma tu non rispondevi alle mie

                                                                                                                                            chiamate...E così...-

 

...E così quella stupida stilista -che si occupava dell'abbigliamento di tutta la band- aveva pensato bene di andarlo a trovare in camera inventandosi una scusa banalissima per poter restare da sola con lui, interrompendo così la loro serata "amichevole". Faceva prima a dire che semplicemente voleva andarci a letto!

Avrebbe risparmiato fiato, e le avrebbe dato tempo per farsene una ragione...Perchè sì, ancora adesso -sentendo delle varie relazione che lui aveva occasionalmente- aveva bisogno di autoconvincere se stessa che era giusto così, che lui non era qualcosa che le apparteneva -e per cui avesse il diritto di essere gelosa-, e che era normale che si interessasse ad altre donne che non erano lei. Aveva bisogno di ripeterselo tutte le volte.

 

Eppure anche se cercava di passare sopra al fatto e non pensarci, non poteva fare a meno di sentirsi amareggiata e infastidita. Perchè la ragazza che lo aveva chiamato -quella a cui lui non aveva voluto rispondere, e per cui aveva attivato la modalità silenziosa-, si era presa il diritto di sbatterla fuori senza alcun ritegno, facendole capire che era qualcosa di veramente urgente e per cui doveva assolutamente parlare in privato con lui. E l'amarezza proveniva proprio dal fatto che Jiyong non aveva detto niente, ed era stato d'accordo con quella nel volerla mandare via.

Solo al mattino –quando si era vista presentare davanti la porta Seungri, che l'aveva scortata in piscina rifilandogli quella balla stratosferica, e di conseguenza spiegandole del perchè fosse andato lui anzichè Jiyong- aveva capito che cosa era successo. 

 

<< Io non riesco a capire come faccia Jiyong...>> Disse improvvisamente Seungri, balzando fuori dall'acqua, e sedendosi sul bordo piscina vicino a lei.

Ann lo fissò con aria perplessa, cercando di capire cosa il giovane stesse provando a dire. Lo vide fare un'attimo di silenzio, fissando lo sguardo in lontananza <<...Eppure è così evidente >> Disse quasi sussurrando, riprendendo a parlare.

 

Lo guardò crucciando le sopracciglia, non capendo assolutamente le sue parole << Parli in maniera troppo complicata per i miei gusti >> Disse lei appoggiando il mento sulle ginocchia.

<< Prima o poi dovrai dirgli che ti piace...>> Il cuore di Ann sobbalzò per un secondo, sentendo il suono spaventoso che avevano avuto quelle parole. Ma rimase in silenzio senza sapere cosa dire. Perchè era ovvio che si stava parlando di Jiyong, come era altrettanto ovvio che Seungri aveva capito <<...Sai, un sentimento come questo non può restare represso per troppo tempo, potrebbe fare molto male...>> Disse appoggiando le mani ai lati delle gambe <<...E tu non meriti di stare così male >> E voltatosi verso di lei, sorrise.


 Non sapeva perchè stava parlando -o meglio ascoltando- tutto quello che diceva quel ragazzino, senza dissentire una parola. Sapeva solamente che tutto ciò che lui aveva detto corrispondeva a verità. Quello che provava lei era un sentimento abbastanza represso, e sapeva che se avrebbe continuato a tenerlo segreto nel suo cuore, alla fine sarebbe uscito da solo magari esplodendo nel modo più sbagliato. Era qualcosa che non avrebbe potuto contenere a lungo, e per cui presto avrebbe dovuto fare una scelta...

Ann riflettè su quelle parole, e fece scivolare lentamente una mano dentro l'acqua << Tu cosa faresti? >> Domandò muovendo appena le dita.

<< Io?...>> Chiese il ragazzo <<...Io mi dichiarerei >> Disse appoggiando le braccia sulle ginocchia. 

Ed Ann lo guardò con un pizzico di malinconia << Lo faresti anche se questo porterebbe alla fine della tua amicizia? >> Vedendo davanti a lei non Seungri, bensì Jiyong.

Vide il ragazzo voltarsi ancora una volta verso di lei sorridendo amorevolmente. Ma prima che il giovane potesse rispondere alla sua domanda, lo vide spostare lo sguardo alle sue spalle, tramutando i suoi occhi color nocciola in nero brillante 
<< Hey hyung!...>> E lo vide balzare in piedi, trotterellando rapidamente verso qualcuno alle sue spalle <<...Finalmente sei arrivato! >> Ann non ebbe bisogno di voltarsi per capire che Jiyong fosse esattamente lì dietro di lei.
Tutti 
i sentimenti di odio, risentimento, e fastidio, che aveva provato fino a qualche istante prima, si erano dileguati lasciando posto a un'immenso batticuore.
 

Sì, il suo cuore batteva talmente forte che aveva iniziato persino a fargli male il petto. Si era imbarazzata così tanto da non riuscire neanche a voltarsi per salutarlo.

Che le stava prendendo? Perchè la sua reazione era esattamente la stessa di quando non lo vedeva da mesi?

 

Ann provò a calmare l'emozione cercando di riportare il respiro regolare, quando per l'ennesima volta il cuore riprese a battere ancora più forte, e questa volta non a causa dell'emozione << Di cosa stavate parlando? >> Con il tono diffidente -sicuramente accompagnato anche da uno sguardo guardingo verso di lei- Jiyong aveva posto quella domanda che dichiarava spudoratamente una sola cosa...

 

<< Parlavamo della persona che le piace >>

 

E senza mezzi termini -facendole venire una vampata di calore per il terrore- Seungri tranquillamente -e con fare ingenuo- aveva detto sinceramente quello di cui avevano parlato realmente << Hey! >> Solo che non era propriamente il caso di andare a dire proprio a Jiyong quello di cui avevano parlato.
Così intervenne immediatamente cercando di bloccare il ragazzo, voltandosi, e facendogli occhiatura di non dire altro.

 

Ma per tutta risposta invece di incontrare lo sguardo di Seungri, incrociò quello di Jiyong, che letteralmente la fulminò << Ah sì? Bene...>> E dopo aver detto quella sintetica frase, e averle voltato le spalle -dirigendosi alla sdraio lì vicino, dove aveva appoggiato l'asciugamano-, lo vide sedersi vicino a lei mettendo i piedi nell'acqua <<...Dove sono andati gli altri? >> Domandò poi al più piccolo cambiando argomento, senza neanche considerarla.

 

<< Oh...>> Esclamò quello fremendo <<...Daesung e Young-Bae sono andati insieme a fare un giro in incognita per la città, mentre Seung-Hyun ha detto che sarebbe rimasto in camera a rilassarsi >>

 

<< Il che vuol dire che dormirà per tutto il giorno...>> Aggiunse Jiyong con fare annoiato. E dopo aver fatto una breve pausa, si voltò ancora una volta verso il giovane <<...Perchè non lo vai a svegliare? >> Disse sorridendo amorevole.

 

<< Chi! Io?...>> Domandò titubante Seungri <<...Pensi che abbia voglia di morire oggi?...>> Domandò mettendo le mani suoi fianchi <<...No, preferisco rimanere quì insieme a voi >> Rispose sorridente, facendo un passo verso di loro.

 

Ma subito Jiyong bloccò la sua avanzata, parlando in modo forse un pò più chiaro << Ok, allora lo dirò più semplicemente ...Perchè non te ne vai? >> E lo fissò facendo una lunga pausa, appoggiando le mani sul bordo piscina.

Ann vide Seungri bloccarsi immediatamente, facendo sparire il sorriso dalle sue labbra, e lasciandovi il posto a una smorfia di seccatura << E va bene...>> Rispose annoiato
 <<...Me ne vado...>> E voltò le spalle a entrambi, facendo l'atto di andare via, ma arrestandosi brevemente ancora una volta <<...Ah, Ann...>> Disse catturando la sua attenzione <<...Riguardo a quello che mi hai chiesto prima...>> Guardandola affettuosamente <<...Io lo farei...Rovinerei tutto >> E non curante delle occhiate poco gentili che gli aveva rivolto l'amico, Seungri li salutò definitivamente, sgattaiolando via dietro la siepe, raggiungendo altri dello staff. Facendo calare un bruttissimo silenzio su di loro.
 

<< A cosa si riferiva? >> 

 

Immediatamente Ann -in preda al panico- rispose la prima cosa che le venne in mente << A niente! >> E capì di aver solamente contribuito a farlo innervosire ancora di più, osservando la sua espressione adirata...

 

<< Adesso il tuo confidente è diventato Seungri?...>> Sbottò impermalosito <<...Ieri sera ti ho quasi pregato perchè mi raccontassi qualcosa, e tu...>> Sembrò volesse aggiungere altro, ma trattenne le parole ferme nella sua bocca, evitando di farle uscire. E nuovamente il gelò calò su di loro. In realtà sapeva bene che Jiyong aveva ragione -o forse- riguardo a quella cosa. Ai suoi occhi poteva sembrare davvero assurdo che lei gli tenesse nascosto qualcosa e si confidasse con Seungri, visto che era sempre stato lui il suo migliore amico <<...Ok, basta, non ne voglio più parlare >> E senza neanche darle l'opportunità di poter spiegare qualcosa -atteggiandosi con quell'aria viziata di chi aveva già capito tutto- lo vide chiudere categorico l'argomento, fregandosene a priori di quale potesse essere realmente la verità.

 

Come! Quella a essere stata sbattuta fuori da camera sua nel bel mezzo di una serata, che era stata invitata lì e poi abbandonanta a quel Maknae che l'aveva tormentata tutta la mattina, era stata lei, e lui -che se l'era spassata per tutta la notte- si prendeva il diritto di arrabbiarsi?

 

Ann non ci vide più dal nervoso, e con una mossa lesta si alzò dal bordo piscina portandosi alle sue spalle << Sei proprio uno stupido! >> E con una spinta decisa -dopo aver malamente imprecato-, lo fece scivolare in acqua.
Se Jiyong non fosse diventato il presuntuoso viziato che era adesso, magari sarebbe stato in grado di accendere il cervello e capire che quella forse era una cosa che non poteva fargli sapere. Avrebbe dovuto rispettare la sua decisione, e non pretendere per forza di sapere ogni cosa -come anche Ann non pretendeva di essere messa al corrente di ogni tipo di relazioni che lui si intratteneva con le altre ragazze-.


Osservò le bollicine a pelo dell'acqua, vedendo pochi istanti dopo la figura di lui riemergere << Sei forse fuori di testa?! >> Esclamò arrabbiato, passandosi una mano davanti al viso bagnato -per togliere il grosso l'acqua-, fissandola in malo modo.

 

La guardò per un lunghissimo istante, dove lei -con le mani sui fianchi, e occhi strafottenti- continuò a sfidarlo silenziosamente. Poi portò una mano davanti a se allungando il braccio verso di lui, rovesciando il pollice all'in giù << Tu!...>> Affermò con espressione intensa <<...Sei solo un perdente! >> E non aggiunse altro. Perchè alla fine lui non aveva nessun diritto ne di arrabbiarsi, ne di essere geloso, anche qualora lei avesse deciso di cercarsi un'altro amico oltre a lui.


Lo continuò a fissare, mentre lui lentamente -e in silenzio- continuava ad avanzare per riavvicinarsi vero il ciglio da dove lei lo aveva spinto. Aveva smesso di guardarla negli occhi, e lo aveva fatto fino a un'istante prima di raggiungere il bordo piascina, dove aveva appena appoggiato le mani << Tu...>> Disse lui alzando lo sguardo verso di lei, con occhi scuri <<...Sei proprio nei guai adesso! >> E prontamente -con un agile scatto- lo vide farsi forza sui palmi delle mani, uscendo dall'acqua.

Ann sbarrò immediatamente gli occhi, afferrando al volo il significato del gesto che aveva appena compiuto il ragazzo. E non ci pensò minimamente due volte a darsela a gambe.

 

Questo forse era ciò che più amava di Jiyong: Il suo modo così veloce -e scaltro- di cercare di far pace, aggirando deliberatamente il motivo del litigio.
Il suo cambiare di umore -portandolo da un tono serio e nervoso, su un tono assolutamente più leggero e scherzoso- non poteva far altro che suscitare una resa da parte sua, che -non potendo assolutamente restare in collera- la faceva stare allo scherzo con lui.
Perchè s
e c'era una cosa che Jiyong non avrebbe mai potuto fare -vedendola seriamente arrabbiata in quel modo-, era quello di continuare a fare il sostenuto e portare avanti la sua arrabbiatura.

Se davvero la conosceva bene -e la conosceva bene-, sapeva che lei per arrabbiarsi aveva avuto una motivazione più che valida, e che -in quel caso- sarebbe stato più saggio per lui evitare di essere in collera l'uno verso l'altra in quel modo. 
Un'altra persona avrebbe sicuramente dato retta all'orgoglio, e non si sarebbe abbassata a cercare una scusa qualunque per riappacificarsi -visto che in generale il concetto del "primo passo" veniva considerato come un'ammissione di colpa-.
Ma lui non era un'altra persona...Lui era Jiyong...Il suo migliore amico...Colui che -anche inconsciamente- avrebbe fatto di tutto per restare uniti...


                                                                                                                                             -...Ann siamo noi due contro il mondo!...
                                                                                                                                                  Promettimi che rimarremo uniti per sempre!...-       
                                                                                                                                                                  

...E lui da parte sua -da che con un mignolino proteso verso di lei, cercando di sigillare quella promessa adolescenziale- aveva ben mantenuto quel giuramente. Perchè glielo aveva detto più di una volta -resosene conto nei momenti più difficili- di quanto potessero essere forti insieme. E non poteva essere certo un bisticcio come quello a rovinare i loro tre giorni in quella città straniera. 
Così -probabilmente- aveva colto al volo la più piccola sfumatura che lei gli aveva lanciato, e aveva afferrato il suo
 gesto -compiuto per rabbia- trasformandolo in un'arma per fare pace...

 

Un braccio le cinse la vita da dietro arrestando improvvisamente la sua corsa. E lei -con il fiato corto- non potè fare a meno di lasciarsi sfuggire una risata << Ok Jiyong, ok!...>> Squittì subito dicendo <<...Mi arrendo! >> Cercando di divincolarsi.

 

<< Ormai è troppo tardi...>> Disse lui in risposta, soddisfatto probabilmente per averla catturata <<...Adesso dovrai pagare per quello che mi hai fatto! >> E la sollevò di peso, trascinandola nuovamente verso il bordo piscina.

 

<< No! Ok! Scusa!...>> Provò a dire Ann <<...Ti prego! Scusa! Non ho il costume! >> Cercando velocemente di trovare una scusa per evitare un sonoro tuffo in piscina -visto che lui non accennava minimamente ad arretrare-.

 

<< E pensi che mi possa importare qualcosa?...>> Disse lui fermandosi per un secondo <<...Peggio per te che non hai messo il costume! >> E pronunciate queste ultime parole sentì la sua presa allentare, lasciandola atterrare su un bagnatissimo letto d'aqua.

 

Ann annaspò velocemente verso la superficie << Cattivo! >> Esclamò non appena riemersa. Ma non aggiunse altro. Rimase solamente a osservare con affetto la figura del ragazzo che -messo in piedi davanti a lei- rideva divertito e spensierato.


Sì, non aveva alcun dubbio su quello che provava per lui. Ma l'alternanza fra odio e amore che provava, riusciva solamente a destabilizzare il suo umore, rendendola decisamente troppo instabile. E si domandava per quanto ancora -visto che era davvero sull'orlo della fine- potesse ancora andare avanti in quel modo...

 

 

                                                                                              (************************)

 

 

Un concerto da fare, le prove a cui partecipare, la voglia matta di svagarsi senza pensare, e non avere tempo per farlo. Era a questo che il giovane leader dei Big Bang stava pensando mentre si incamminava verso la sua camera. Aveva una voglia matta di divertirsi spensieratamente insieme ad Ann come se fosse in vacanza.
I momenti passati insieme a lei -come quelli avvenuti pochi minuti prima in piscina- erano in assoluto i più belli, e gli facevano ricordare -con piacevole nostalgia- i loro momenti passati da ragazzini. Il problema era solamente uno, che 
non si trovava in vacanza.
Lui era andato lì a Lima -in Perù- con gli altri membri del gruppo per i concerti del fine settimana, e anche se probabilmente avrebbe voluto spassarsela, non poteva venire meno ai suoi doveri lavorativi. Doveva ringraziare almeno di essere riuscito a portarsela dietro, e di poter godere della sua compagnia almeno per questa volta -anche se sarebbe stato più poco di quello che avrebbe voluto-.

 

Non che questo fosse un problema visto che amava profondamente il suo lavoro ed era per lui anche come un divertimento. Solo che era sempre così quando si trovava in compagnia di Ann. La voglia matta di divertirsi e divincolarsi dagli impegni per stare insieme a lei, prendeva sempre il sopravvento...

 

<< Si può sapere a cosa pensi?...>> Jiyong crucciò le sopracciglia, mostrando senza alcun ritegno una smorfia di fastidio <<...E' da prima che non dici niente...>> Disse irritandolo ancora di più <<...Non sarai arrabiato con me spero >> Insistendo nel voler cercare a tutti i costi una conversazione con lui.

 

Jiyong si voltò verso di lui, fermandosi per un secondo a guardarlo << Si può sapere perchè stai venendo in camera mia? La tua stanza è da un'altra parte >> Rispose seccato, riprendendo pochi secondi dopo a camminare.

 

<< Oh andiamo hyung, non puoi essere ancora arrabbiato! >> Disse il più piccolo trottellandogli vicino.

 

<< Certo che posso...>> Disse lui strisciando la key-card nel lettore <<...E lo farò fino a quando non mi dirai di cosa stavate parlando tu ed Ann >> Aprendo così la porta di camera sua. Vi entrò dentro, seguito dalla presenza del Maknae che -nonostante la sua dimostrata ostilità nei suoi confronti- aveva ugualmente continuato a stargli dietro.

 

<< Se vorrà, sarà lei a parlartene...>> Disse il più piccolo girellando tranquillo per la stanza, osservandosi in torno <<...Non faccio la spia sulle confidenze degli altri >> E proprio su quest'ultima frase che aveva appena finito di dire, Jiyong sentì nuovamente il nervoso salirgli allo stomaco.

Perchè anche se lui faceva parte di una band maschile e lei era sempre stata abbastanza presente -avendo quindi tutto il diritto di avere confidenza con gli altri-, lei si era sempre dimostrata disinteressata a instaurare amicizia, e disinteressata nel dare confidenza. Mettendo al primo posto solamente lui << Davvero è incredibile!...>> Sbottò improvvisamente, fissando Seungri con fare crucciato <<...Non riesco a capire perchè lei dica qualcosa a te, anziché a me! >> Guardandolo dritto negli occhi. Perchè per davvero non esisteva che Ann lo tenesse allo scuro di qualcosa, rivelandolo invece al quel chiaccherone del più piccolo.

 

<< Oh-ho...>> Esclamò il maknae decisamente poco convinto  <<...Sapevo che alla fine sarebbe successo >> Incrociando le braccia al petto, riflettendo più con se stesso che con lui.

 

<< Che cosa? >> Domandò Jiyong con sguardo confuso.

 

<< Che te ne saresti innamorato >>

 

<< Di chi?! Di Ann?...>> Disse sbattendo le palpebre incredulo <<...Per favore!...>> Sbuffò Jiyong roteando gli occhi al cielo, notando nel viso del più piccolo un'espressione alquanto convinta <<...Io non sono innamorato di lei, come lei non lo è di me!...>> Affermò sicuro <<...Non riesco neanche lontanamente a pensare a lei in quel senso >> E gli voltò le spalle, dirigendosi verso il frigo bar per prendere un po' d'acqua, cercando di non dare peso a quell'assurda affermazione.

 

<< Ne sei convinto?...>> Ma sembrò che invece Seungri avesse voglia di continuare a scavare in quell'argomento per trovare un'anomalia, come se la sua missione di vita fosse quella di farlo rendendere conto dei proprio sentimenti -di cui tra l'altro Jiyong era fermamente certo di quello che provava-. E lo vide affiancarlo placidamente <<...Io dico che invece non è così...>> Sentenziò lui, riflettendo ad alta voce <<...Non si è gelosi e possessivi in questo modo di una semplice amica >> Disse appoggiandosi al muretto vicino al frigo bar.

 

Niente di più vero. Solo che la gelosia non c'entrava niente con quello che provava << Lei è come una sorella per me...>> Disse Jiyong, prendendo una bottiglietta d'acqua <<...Le voglio molto bene, ed è vero che sono geloso di lei...>> Disse svitando il tappo, e bevendone un sorso <<...Ma se penso che dovessi toccarla o baciarla in quel senso...No, non ci riesco proprio >> E scosse la testa, cercando di cacciare via i brividi che gli erano venuti al solo pensarla in quel modo.

 

<< Ancora con questa storia del migliore amico che è come un fratello?...>> Domandò titubante, girandosi fra le dita il tappo della bottiglia che aveva appena appoggiato sul muretto <<...Fra due persone dello stesso sesso è possibile...>> Affermò sicuro <<...Ma fra uomo e donna non esiste questo tipo di rapporto, neanche quando si è cresciuti insieme >> Disse infine rimarcando il tono sull'ultima frase.

 

Sì, Jiyong si trovava totalmente d'accordo con quello che stava dicendo Seungri. Lui per primo aveva sempre pensato che quel tipo di amicizia tra due sessi opposti non poteva esistere. Si rendeva conto che l'uomo e la donna avevano una forte attrattiva l'uno verso l'altra, e che quando due persone di sesso opposto -per quanto fossero amici- continuavano a frequentarsi e trascorrere troppo tempo insieme, prima o poi giungevano al punto di avere un rapporto intimo fra loro. Non sarebbe mai stata una cosa voluta, o premeditata, sarebbe stato solamente un seguire il corso degli eventi in modo naturale.

Solo che questa cosa faceva eccezione per lui ed Ann...Loro potevano essere semplicemente amici -avendo un rapporto come quello-, senza provare nessun sentimento profondo.

Perchè per davvero -anche se ci pensava intensamente- non riusciva proprio a vedere Ann in quel senso. Anche se la guardava attentamente -e chiaramente osservava le sue forme femminili-, non sentiva assolutamente niente. Proprio come un fratello non prova niente guardando sua sorella.

Il bene c'era, e gliene voleva tanto, solo che non era quel tipo di “bene” che l'avrebbe portato a pensare a lei in quel senso. No, non ne era innamorato di lei, e non ne era neanche lontanamente attratto...E di questo ne era assolutamente sicuro!

 

<< Vabbè, ad ogni modo è un problema che non mi riguarda...>> Disse sbrigativo il maknae, tirandogli una pacca sulla spalla <<...Ti lascio alle tue riflessioni...>> E detta quella frase che preannunciava una sua ritirata, lo osservò incamminarsi verso la porta, vedendolo fermarcisi davanti poco dopo averla aperta <<...Quindi se a me lei interessasse, tu non avresti niente da obbiettare, giusto? >> E lo vide sorridere furbamente, lasciandogli le parole sulle labbra, mentre -non aspettando una sua risposta di assenso- richiuse la porta alle sue spalle andandosene via.

 

Seungri era davvero un bravo ragazzo, di cui aveva stima, e per cui era sempre stato pronto a sostenerlo quando si era trattato di conquistare la ragazza che gli piaceva...

 

                                                                                                                                          -...Quindi se a me lei interessasse, tu non

                                                                                                                                                avresti niente su cui obbiettare, giusto?...-


...Tutte le ragazze che voleva andavano bene, e l'avrebbe sostenuto. Apparte che per Ann...
Non sapeva il perchè, ma invece che essere impaziente di aiutarlo a uscire con lei, non desiderava altro che vederlo solamente rinunciare. Al solo pensiero di vederli uscire insieme, sentiva il
 cuore accelerare i battiti, e il sangue fluire nelle vene violentemente. La gola gli si era improvvisamente asciugata, e un forte senso di arsura gli sigillava le labbra non permettendogli di deglutire. Ann era come una sorella per lui, ed era d'accordo con il fatto che con l'andare del tempo era diventato piùttosto possessivo nei suoi confronti. Ma perchè si sentiva così tremendamente infastidito da tutta quella situazione?

Jiyong si sfiorò il petto all'altezza del cuore, sentendo quel senso di costrizione martellargli dentro. Si era sentito esattamente in quel modo anche la sera prima, quando aveva capito che c'era qualcuno che a lei piaceva. Aveva fatto finta di interessarsene, di volerla aiutare, ma con il solo scopo di sapere chi fosse colui che aveva catturato la sua speciale attenzione, rendendola così fragile e indifesa in quel modo.

 

...Sì, perchè era sicuro che ciò che lei non gli stava dicendo era legato a quello, e che -sempre sì- avrebbe usato ogni mezzo per saperlo.
Perchè non si trattava tanto del fatto che lei avesse parlato con Seungri, o che quest'ultimo si fosse interessato a lei -anche se gli dava tremendamente fastidio-...No...Si trattava solamente del fatto che lei pian piano si stava iniziando a distanziare, tenendolo allo scuro di qualcosa di veramente importante...
Ma forse non si trattava neanche tanto di questo...

...Forse la ragione principale era che
 sentiva quel dannato peso sul petto togliegli il respiro poco alla volta, che -secondo lui- si sarebbe alleggerito una volta saputo la cosa che lei non gli voleva dire...

...Così Jiyong si soffermò a riflettere su quel misto di pensieri e sensazioni contrastanti, togliendosi i vestiti, e dirigendosi verso il bagno per farsi una doccia e schiarirsi le idee. Ann era come una sorella per lui, la sua migliore amica, la persona che prima di tutte le altre desiderava fosse felice.
Ma se la felicità di questa ragazza fosse dipesa dalla persona che le piaceva, perchè lui si sentiva immensamente geloso e non era disposto a lasciarla andare?

...Aprì lentamente il getto d'acqua, scivolandogli sotto, e lasciandosi bagnare. 
Era su quest'ultima riflessione che Jiyong si era soffermato a pensare -fissando inespressivo le mattonelle davanti a lui, con la mano poggiata sopra-, realizzando che sì, effettivamente c'era qualcosa che immensamente non tornava con le altre...




NOTE DELL'AUTRICE: Hello everybody!!! Sono tornata -inaspettatamente- prima di quanto pensassi!! La mia testa alla fine funziona così, quando ho le idee che viaggiano a mille è anche più facile scrivere velocemente. Spero ne siate contente. ^w^

Dunque, che dire di questo capitolo? Ah sì, iniziamo a vedere un vacillamento da parte di Ji, che ancora -ahimè- è piùttosto confuso visto che non riesce bene a capire questi sentimenti. Purtroppo i maschietti sono così delle volte. Quando catalogano una persona -in questo caso Ann=amica/sorella- è difficile che la vedano diversamente. In questo caso il nostro Ji prova delle emozioni che non si provano propriamente per una sorella, ma essendosi fissato che lei -per lui- è come una sorella, non da opzioni ad altre motivazioni. Ma fidatevi, presto capirà... :D

E la nostra dolcissima Ann, in preda a sentimenti di odio/amore per il protagonista -non a caso rende l'idea il titolo della fic- che sogna a occhi aperti scene romantiche con lui? Beh, penso che a chiunque capiti di fantasticare a occhi aperti davanti al ragazzo che ci piace, no?
E Seungri? Cosa ne pensate del dolce ficcanaso? Beh, spero vivamente che mi esterniate unn vostro parere con una vostra recensione. 

Nel frattempo colgo l'occasione per ringraziare le due amabilissime lettrici che hanno recensito il capitolo precedente, e tutti coloro che hanno aggiunto la fic nelle storie preferite/seguite/ricordate. Un bacione e a prestissimo! ^w^

P.S. Se poi avete voglia di seguirmi nella mia paginetta FB (dove metto anche aggiornamenti sulle varie fic), la pagina è questa 
Drama And Kpop. Saranghae   ^3^

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Confusione, Alcol, E Suggestione ***


                                         



Un'occhiata al foglio bianco...Uno sguardo alle mani sudate -che stringevano la penna, senza un senso preciso-...E uno sguardo fugace a quella figura seduta vicino a lui...
Quel senso di disagio non aveva nessuna intenzione di andarsene, e lui -distratto da quello che realmente avrebbe dovuto fare- continuava ad alternare questo gioco di sguardi in quella ridicola sequenza, concludendo con un'ultima occhiata alla cosa che realmente attraeva la sua attenzione.
Sì, si sarebbe dovuto concentrare rapidamente, e avrebbe dovuto sbrigarsi a mettere per iscritto le idee che pochi istanti prima gli avevano dato l'ispirazione giusta. 
Ma non ci era riuscito... La sua attenzione era completamente altrove, rivolta alla stessa persona che insolitamente l'aveva fatto sentire a disagio...

Sì, uno strano disagio che non avrebbe dovuto provare... Almento non in sua presenza...

Non sapeva neanche lui perchè diavolo l'avesse costretta a seguirlo nella sua suite obbligandola a fargli compagnia -visto che per mettere per iscritto un testo, lo faceva rigorosamente da solo-, ma sapeva solamente che invece di concentrarsi sul suo lavoro, aveva preso a guardarla furtivamente con piccoli e inspiegati sottecchi -come se stesse facendo qualcosa di proibito-.

E di nuovo ricominciava...

...Un'occhiata al foglio bianco, alla penna stretta fra le sue mani...E poi... A lei... Alla sua espressione annoiata per la costrizione di dover rimanere lì seduta senza far niente -ma che non l'aveva vista lamentare neanche per un secondo, rimanendo lì vicino a lui senza muoversi di un millimetro-... Ai suoi occhi scuri...Al nasino all'in su -che quel giorno stranamente trovava davvero carino-...

E poi...

...La linea delle sue labbra...

...Semi aperte...Rosate appena...Con quel pizzico di sensualità che da un po' non aveva visto in nessuna donna che lo aveva circondato...

C'era qualcosa di insolitamente strano in lui quel giorno... Solitamente non si soffermava a guardare Ann con tutto quell'interesse -come se stesse ammirando qualcosa di immensamente meraviglioso-... No, non era da lui concupirla in quella maniera... Forse era per quello che continuava a darle occhiate furtive, perchè si rendeva conto di stare facendo non qualcosa di sbagliato, ma qualcosa di pericolosamente diverso dal solito.
Ma nonostante si rendesse conto di tutto ciò, imperterrito continuava a squadrare ogni centimetro della sua pelle, non riuscendo per niente a distogliere gli occhi...

...E iniziò a scendere lo sguardo...Verso il collo...Su cui ricadeva qualche ciocca di capelli sfuggita al gommino...Lineare...Perfetto...Dall'aspetto vellutato...Invitante...

E poi...

...E poi il seno...

...Quelle linee morbide, avvolte dalla maglietta bianca con impresso il personaggio di Sponge Bob -che lui aveva trovato da sempre orribile e poco femminile-, adesso sembrava risaltare bene le sue forme nel modo più assoluto, così bene, da fargli passare per la testa un pensiero malsano...
Ovvero che avrebbe voluto per davvero toccare ogni centimentro di quella morbidissima pelle...

Quella maglietta sicuramente aveva qualcosa di strano...

Jiyong sbarrò gli occhi per un secondo, distogliendo immediatamente lo sguardo da lei. Sicuramente a essere strano non era certo l'indumento che lei portava! Quello strano era lui! Sì, perchè mai -neanche per un secondo- aveva fatto pensieri di quel genere su di lei.
Dai, lei era Ann! La sua migliore amica! Quella che non aveva mai guardo come una donna! Che non aveva mai visto come una donna! 
Quella che aveva sempre trattato alla pari proprio perchè la considerava come uno dei suoi amici maschi... Il suo migliore amico tra i maschi!
E invece no, la sua testa in quel preciso istante si era completamente azzerata -dimenticandosi di tutti i momenti trascorsi da amici- e gli stava suggerendo con ogni mezzo possibile che quella era una ragazza, e che ogni singolo particolare dei suoi gesti e delle forme del suo corpo lo attraevano.

Strinse forte la penna tra le mani, e cercò di mantenere lo sguardo inchiodato sul foglio.

La sua testa stava iniziando a svuotarsi lentamente, e poco alla volta si rese conto che la salivazione se ne era andata a quel paese, facendolo ingoiare a vuoto. 
Le mani erano più sudate che mai, e il respiro cominciava a farsi leggermente più difficoltoso. Che diavolo gli stava succedendo? Possibile che ne fosse ammaliato al punto di ritrovarsi in quelle condizioni? 
No, non era assolutamente possibile! Non poteva essere proprio lei a scatenargli una reazione simile... Tutte, ma non lei...

Jiyong decide di autocontrollare le sue emozioni, inspirando molto profondamente -per regolarizzare i battiti-...Ma niente...La reazione del suo corpo continuava ad andare contro il suo volere, scatenando inspiegabilmente uno stranissimo senso di frenesia e impazienza. A quel punto divenne evidente ai suoi occhi che cosa gli stava capitando...

...”Desiderio”...

Proprio così, senza rendersene conto aveva lentamente iniziato a desiderarla...
Tutto ciò che solitamente lui desiderava fare con le ragazze che gli piacevano, aveva anche iniziato a desiderare di fare con lei...

...Solo che lei non era come le altre, era una zona altamente off limits...

<< Che ti è successo?...>> Le parole improvvise di Ann lo fecero schizzare su se stesso, facendolo girare verso di lei <<...Sembra tu abbia la febbre >> Facendogli notare che la vicinanza fra loro si era pericolosamente ridotta senza che lui se ne accorgesse.
E di fatti, si trovò la presenza della ragazza vicino a se -forse un po' troppo-, con la mano protesa verso la sua fronte, pronta ad annullare la distanza che li separava, e a creare un contatto fisico -seppur apparentemente innocuo- fra le dita di lei, e la sua fronte...


                                                                                                                                       -...Sapevo che sarebbe successo...Che te ne
                                                                                                                                            saresti innamorato...

                                                                                                                                            Non si è gelosi e possessivi di una semplice
                                                                                                                                            amica...


                                                                                                                                         ...Fra uomo e donna non esiste questo tipo
                                                                                                                                            di amicizia che avete voi...

                                                                                                                                        ...Neanche se si è cresciuti insieme come fratelli...-




Non era una zona erogena quella che lei stava per sfiorare, eppure -non appena ebbe ricordato le parole del piccolo Seungri-, la reazione fu quella di scattare immediatamente. Probabilmente shockato -e forse anche un pò impaurito- dal fatto che il giovane ficcanaso potesse avere ragione << Che cosa pensi di fare!...>> Disse scacciando malamente via la sua mano <<...Pensi di potermi toccare come e quando ti pare? >> Con tono infastidito, e intransigente.

<< Ma quanto sei esagerato...>> E la vide tornare al suo posto, con espressione perplessa per quella che poteva essere stata la sua esagerata reazione <<...Non ho mica la lebbra...>> E la vide appoggiarsi allo schienale del divano <<...Volevo solo sentire se ti si era alzata la febbre visto che hai il viso così arrossato, tutto qua >> Sbuffando scocciata, mentre si fissava le unghie.

...”Proprio un bel lavoro”...

Già...Quello stupido di un Seungri aveva fatto un così ottimo lavoro, da riuscire a far condizionare decisamente troppo bene la sua testa. Così bene, che era arrivato al punto di guardare Ann in un certo modo, e a trovarla terribilmente carina...”Jiyong, sei proprio un idiota!”...Sì, lo era stato davvero! Perchè sapeva con certezza che lui -realmente- non era innamorato della sua migliore amica, e che non provava niente di simile nei suoi confronti. Quello era solamente uno strascico fastidioso delle parole insidiose che gli erano state dette... Niente di più << Non riesco più a scrivere...>> Disse, appoggiando il blocco e la penna affianco a se <<...Sarà meglio raggiungere gli altri >> E si alzò in piedi, fissandola con falso disappunto.

Falso disappunto, perchè lui avrebbe decisamente preferito rimanere esattamente lì dove si trovavano... Restando da solo con lei...

Osservò gli occhi di Ann ricambiare il suo sguardo, sbattendo contrariata le lunghe ciglia << Sei proprio lunatico tu >> E dette quelle parole la vide alzarsi lentamente, lisciando leggermente gli indumenti -aggrinziti da quella posa in cui se ne era stata seduta tutto il tempo-.
Jiyong era consapevole che tutto era partito da una stupida suggestione, eppure l'instinto suggeriva al suo corpo altre cose.

E aveva bisogno di evadere, togliersi da quella situazione che gli faceva inspirare solo aria viziata -confondendo i suoi pensieri-. Doveva respirare aria fresca, rimettere apposto le idee, riacquistare quella lucidità e raziocinio che avrebbero riportato Ann al posto che le spettava, e in cui era sempre stata -quale sua migliore amica, e niente di più-.

Perchè voleva bene ad Ann, ed era sicuro di non esserne innamorato...




                                                                                                      (********************)





Uno sguardo al soffitto, uno ai ragazzi di fianco a lei che ridevano spensieratamente tenendo un semplicissimo drink fra le mani...E poi uno sguardo a lui...

Jiyong si trovava seduto vicino a lei -anche lui con in mano un bicchiere alcolico che sorseggiava lentamente-, ma l'unica cosa che lo differenziava dagli altri -che continuavano a ridere fregandosene di tutto quello che li circondava- era che Jiyong era completamente andato. Ma oltre a questo -che poteva anche starci, visti gli effetti dell'alcol- c'era il preoccupante pensiero che lui -ancora- non aveva deciso di dare fortfait, e smettere di bere.

Se continuava in quella direzione, sarebbe stato così male da voler morire << Dai Jiyong, adesso basta!...>> E così dicendo. gli tolse il bicchiere dalle mani <<...Hai già bevuto abbastanza mi pare!...>> E si mise un braccio del ragazzo in torno al collo, cercando di aiutarlo ad alzarsi in piedi per portarlo via di lì. 
Senza però, aver alcun risultato...

<< Che fai, ci stai provando? >> E detta quella frase, lo sentì serrare insolitamente la stretta con cui la tratteneva, costringendola a fermarsi dove si trovava, e a guardarlo. Gli occhi ubriachi di Jiyong non mentivano, c'era qualcosa di cui lui era immensamente curioso. Ma poichè non era una persona che si abbassava semplicemente a domandare, si limitava a portare le persone verso il punto in cui avrebbero detto esattamente ciò che lui voleva sentir dire.

Ma il punto era che Ann non sapeva neanche vagamente cosa lui volesse sapere...

<< Sei stupido o cosa?!...>> Domandò fissandolo indispettita <<... Chi è che ci proverebbe con un idiota come te?!...>> E distolse lo sguardo, continuando la sua impresa nel volerlo fare alzare <<...Sto solo cercando di portarti via prima che combini qualche disastro con quella tua boccaccia! >> E finalmente riuscì ad alzarsi, acquietando per il momento l'animo del giovane, che -senza fare domande, e opporre resistenza- iniziò a seguirla obbedientemente.  

Così, si incamminarono silenziosamente verso il silenzioso corridoio che conduceva all'ascensore, lasciandosi alle spalle tutti gli altri ragazzi.
Per davvero Ann non riusciva a capacitarsi di come potessero i suoi compagni fregarsene in quel modo del loro leader, affidandolo senza alcun timore alle sue cure -che non era del tutto sicura di potergli dare, vista la poca forza fisica-. L'incoscienza era davvero arrivata a dei limiti assurdi...

                                                                                                                                                -...Non è di me che Jiyong ha bisogno...- 

...
Con quella insulsa frase Seungri -quello con cui forse lei aveva più "confidenza" rispetto agli altri- l'aveva pagata, abbandonandola a se stessa -e a quel ragazzo alticcio che faticava a portarsi dietro-. 
Per la prima volta stava ringraziando il cielo del fatto che Jiyong fosse abbastanza leggero...

<< Ann, perchè non balliamo un pò? >> Improvvisamente tutte e due le braccia del ragazzo le circondarono il collo. abbracciandola, facendo sobbalzare il suo cuore.

<< Sei scemo? Dobbiamo andare in camera! Altro che ballo! >> E così dicendo -in preda a un'immensa vampata di calore- lo trascinò via, facendolo continuare a camminare.

La presenza così vicina di Jiyong, e il suo caldo respiro che continuava a infrangersi leggero contro i suoi capelli -espandendo il suo profumo, misto all'odore dell'alcol-, non faceva altro che rendere il suo animo sempre più nervoso, ricordandole ogni passo che quel ragazzo con cui stava camminando abbracciata, era lo stesso che infinitamente le piaceva.

Quel ragazzo che -se non fosse stato così ubriaco da non reggersi in piedi- non l'avrebbe di certo calcolata, volendo addirittura camminare abbracciato con lei.
Per cui era più sensato non farsi coinvolgere emotivamente da quella situazione, non fare caso agli atteggiamenti del ragazzo, e a non dargli importanza.
Perchè tanto -una volta smaltita la sbornia- la situazione sarebbe tornata esattamente come prima.

Era con quei pensieri che Ann continuava a fissare -senza neanche vedere- il pulsante per chiamare l'ascensore. Dei pensieri che non facevano altro che lasciare un odioso sapore amaro nella sua bocca, facendole domandare fino a quando avrebbe dovuto sentirlo...

Improvvisamente l'ascensore si aprì -giungendo finalmente al piano in cui si trovavano- ridestandola dai suoi pensieri. Così vi entrò dentro insieme a Jiyong -che imperterrito pronunciava parole incomprensibili- <<...Capito?...>> Ann crucciò le sopracciglia, comprendendo -finalmente- uno dei tanti vocaboli che lui continuava a farfugliare. 
E iniziò a fissarlo cercando di intuire quale fosse il senso del suo monologo. Era evidente che Jiyong stesse parlando con lei, solo che lei non capiva un emerito niente di quello che lui diceva.

Così continuò solamente a fissarlo, in attesa di qualche altra parola...

<< Sei un ragazzo...>> Disse lui con parole nettamente distinguibili <<...Per me tu sei un ragazzo >> E vide gli occhi di Jiyong farsi più scuri, come a volerle fare capire la serietà -tra virgolette- di quello che stava dicendo.

Anche se quelle erano parole di una persona che momentaneamente non poteva comprendere la cruda franchezza di quello che stava dicendo -ignorando così ogni senso della delicatezza, e ignorando così il fatto che potesse offenderla-, e stava a lei comprendere la leggerezza di quel momento, Ann sentì ugualmente una chiara fitta al cuore trapassarglielo da parte a parte. Così abbassò lo sguardo, fissandolo sulle suole delle scarpe, sentendo il naso pizzicare leggermente << Sai cosa me ne importa...>> Rispose di rimando, con tono acido <<...Detto da te è un complimento >> E sentì una punta di amarezza spandersi velocemente per tutta la lingua, facendo diventare completamente la sua bocca amara.

Lo vide sorridere insensatamente, alzando la testa -e così lo sguardo- verso il soffitto. Barcollando leggermente per il non ottimale equilibrio << Tutti sono convinti che prima o poi noi due ci innamoreremo...>> Riprese a dire, burlandosi da solo delle parole appena detta -come se fosse qualcosa di assurdo- <<...Perchè sono convinti che amicizie come questa, tra uomo e donna, non possono esistere...>> Vedendolo indicare sia se stesso, che lei <<...Ma io non ti vedo come una donna...>> Disse singhiozzando leggermente, con tono deciso <<...Tu per me sei come un ragazzo...>> Sentendolo fare una breve pausa, soddisfatto della spiegazione logica che aveva dato al loro impossibile avvicinamento amoroso <<...Ed è per questo che non potrò mai innamorarmi di te...>> Rimarcando deciso quelle parole, mettendole davanti ancora una volta l'evidenza che no, fra loro niente sarebbe andato oltre la semplice amicizia. 

..."Stupida! Ma perchè te la prendi tanto per delle parole di uno ubriaco?..."

Anche se si era posta quella domanda, nella sua testa era chiara come il sole un dato di fatto. E cioè che molto spesso le persone ubriache avevano la tendenza a dire il vero, e di conseguenza quello che lui diceva di lei equivaleva a verità.
Già lo sapeva, si rendeva conto che lui non avrebbe mai ricambiato ciò che provava. Sapeva che se un uomo inquadrava una donna come amica, per quest'ultimo rimaneva schedata come tale per sempre. Non c'erano ripensamenti, cambi di idea, per lui sarebbe rimasta solo un amica.
Lo sapeva, solo che sentirselo dire in quel modo, aveva assunto un significato dieci volte più crudele, facendole sentire la dignità femminile sgretolarsi velocemente <<...E tu mi vedi come un ragazzo? >> 

La domanda priva di senso che Jiyong questa volta le aveva posto, la fece rattristare molto << Certo che ti vedo come un ragazzo >> Sì, perchè 
Per Jiyong probabilmente quella risposta era stata la conferma che nessuno dei due si sarebbe mai innamorato dell'altro, facendolo
 rilassare-come se a pronunciare quelle parole fosse stato un ragazzo, e non lei-, solo che il problema era che a dire quelle cose c'era una ragazza, facendo cambiare il tutto -anche se lui non se ne rendeva conto. Se davvero fosse stato lucido, e le sue facoltà di ragionamento non fossero state intaccate dall'alcol, probabilmente avrebbe capito che una pericolosa percentuale che lei potesse essere già innamorata di lui, fosse molto alta. Ma poiché era convinto di avere di fronte la confessione di amicizia eterna -da parte di un ragazzo- la cosa non lo intaccava minimamente.


Perchè raramente un ragazzo, si innamorava di un altro ragazzo...

Le porte dell'ascensore si aprirono nuvamente, giungendo finalmente al piano di destinazione.

Gli occhi di Ann avevano inziato fastidiosamente a pungere, e il magone che sentiva in gola non faceva altro che farle riempire gli occhi di lacrime. Tutto ciò che desiderava non era altro che portarlo velocemente in camera, e andarsene nella sua...

Così accelerò il passo, dirigendosi velocemente al numero della stanza, trascinando dietro -senza rendersene conto- quella persona così ubriaca da non ricordarsi persino quale fosse la destra o la sinistra.

E finalmente giunse alla porta della camera del ragazzo -realizzando solo in quell'istante- di non avere la key-card per entrare.
Così guardò per un istante la sua testa -che nel frattempo si era appoggiata sulla sua spalla- << Dai Jiyong...>> Disse lei scuotendola leggermente <<...Mi devi dare la chiave per aprire >> Facendogliela sollevare leggermente.

Ma quello che sentì fu un sibilo farfugliato << Sono troppo stanco >> E si riappoggiò lentamente a lei.

<< Su Jiyong...>> Disse lei scuotendolo ancora una volta <<...Dimmi dove l'hai messa, la prendo io! >> Ma un silenzio profondo le fece capire chiaramente che Jiyong non avrebbe minimante collaborato con lei. Così -sbuffando seccata- decise di iniziare a frugare in tutte le tasche dei suoi pantaloni, nel tentivo di trovarla...

Uno sbuffo... Una mezza risata... E il corpo di Jiyong che lentamente si contorceva << Dai Ann, mi stai facendo il solletico >> Ebbene sì, dopo il delirante monologo in ascensore -dove aveva dichiarato di vederla come un uomo-, e il calo improvviso -che l'aveva visto accasciarsi sulla sua spalla-, adesso c'era la fase più critica e noiosa che potesse esserci... La risata incontrollata...

<< Vuoi stare un pò fermo?...>> Domandò lei spazientita <<...Così non riesco a prenderla!...>> E cercò di infilare velocemente la mano nella tasca posteriore dei jeans, vedenndolo contorcersi ancora una volta, e sfuggire alla sua presa <<...Eddai Jiyong, stai fermo! Sono stanca e voglio andare a letto! >> Disse esausta, con la voce di chi aveva perso ogni forza -e anche la pazienza-.

E improvvisamente due braccia la circondarono affettuosamente, cambiando in modo assurdo -e nuovamente- quello scenario che li incorniciava << Ann ti voglio bene. Lo sai vero? >> E con una sdolcinatissima dichiarazione di affetto, Jiyong la strinse forte.

Il cuore di Ann iniziò a battere veloce << Lo so, lo so >> E spofondata con il viso fra le sue braccia, cercò di riprendere il controllo di se stessa, minimizzando la situazione, e sfilando dalla tasca posteriore la chiave della stanza.

<< Ma tu me ne vuoi? >> Lo sentì sospirare sconsolato -come se il bene che lui provava, non fosse corrisposto-.

<< Sì, sì...>> Rispose blandamente, infilando la chiave nel lettore -ancora improgionata dalle sue braccia- <<...Certo che te ne voglio >> Aprendo la porta.

<< Però io ti ho detto che ti voglio bene!...>> Disse il ragazzo lamentadosi esplicitamente <<...Tu invece non me lo dici >> Piagnucolando come un ragazzino, sottolineando il fatto che lei quelle parole non le avesse dette, e che lui invece se le voleva sentire dire.

<< Lo sai che ti voglio bene...>> Disse lei cercando di allontanarlo un pò <<...Però adesso entriamo...>> E lo spinse dentro, richiudendo dietro a se la porta della stanza <<...Eccoci arrivati! >> Ann -con una brutta sensazione di disagio, e il cuore che batteva a mille- si diresse a passo deciso verso il letto, cambiando immediatamente argomento, e scrollandoselo malamente di dosso.

<< Come sei violenta!...>> Esclamò Jiyong -decisamente contrariato per la poca delicatezza con cui lo aveva fatto adagiare sul letto- <<...Dovresti essere più aggraziata...>> Alzando leggermente la testa, riservandole un occhiata lugubre <<...Non sta bene che una ragazza sia così rozza >> E proprio in quell'istante -sentendolo pronunciare quelle parole- il sangue di Ann iniziò a ribollire nelle vene, pensando al fatto che Jiyong la considerasse una ragazza solo quando e come piaceva a lui.

Daltra parte, se lei lo aveva scaricato sul letto in quel modo, era solo per colpa sua. Aveva continuato ad abbracciarla, e a ripeterle frasi carine -con tono carino-, facendole battere il cuore all'impazzata, e facendola arrossire. Che altro avrebbe potuto fare, se non quello? 
<< Non sono forse un tuo amico maschio?...>> Domandò lei sarcastica <<... Allora perchè ti aspetti che io sia delicata?...>> E si sedette sul letto vicino a lui, appoggiandogli una mano sul petto <<...Gli amici maschi non si dimistrano affetto picchiandosi? >> E posta quella domanda -che non mirava ad avere nessuna risposta-, lo spinse bruscamente giù, facendolo distendere ancora una volta.
Sì, forse quel pizzico di rancore, amarezza, e voglia di fargliela pagare, l'avevano fatta sfogare su di lui in quel modo. E forse trattarlo male, era l'unico modo che potesse darle la soddisfazione di sentirsi leggermente meglio.

<< Ann, non sei per niente carina!...>> E senza dire niente in risposta a quella frase seccata, Ann gli afferrò i piedi, togliendogli -una alla volta- le scarpe.
Per davvero, Jiyong non si sarebbe meritato tutta quella cura e attenzione che lei gli stava dedicando. Sarebbe stato più bello lasciarlo in balia di se stesso giù al locale interrato dell'hotel, in preda a qualche vaneggiamento senza senso, fregandosene completamente di quello che gli sarebbe potuto succedere.
Già, sarebbe stato bello dargli una lezione del genere! Eppure, anche se non si meritava di essere trattato così bene -visto che lui non ci pensava due volte a fregarsene e trattarla come uno dei suoi amici maschi-, Ann era comunque lì, a prendersi cura di lui, cercando ogni in ogno modo possibile di farlo stare bene 
<<... Non mi sorprenderebbe se ti scambiassero davvero per un ragazzo...>> E come a voler dimostrare di non essere soddisfatto, lo vide alzarsi lentamente, avvicinandosi irrispettuosamente al suo viso.

<< Cos'è che vuoi adesso?! >> Domandò, guardandolo malamente. Perchè nonostante tutto -anche se non voleva dare peso a quelle parole- l'allusione al suo essere considerata da lui come un ragazzo, continuava a ferirla.

<< Oltre ai modi, ero curioso di vedere se anche il tuo viso aveva qualcosa di mascolino >> E lo vide fare silenzio, fissando ogni singolo particolare del suo viso.

<< Allora?...>> Domandò lei stizzita <<...Hai trovato niente di interessante? >> E proprio mentre gli pose quella domanda -che rivelava un fastidio assurdo-, lo vide addolcire lo sguardo, sorridendo amorevole per quelle parole aspre che aveva detto.

..."E' ubriaco, o lucido?"...

Per un piccolissimo istante Ann si pose quella domanda, immensamente spaventata da quel pizzico di ragione che aveva attraversato gli occhi del giovane.
E poiché tutte le volte che gli occhi di Jiyong, fissavano i suoi in quel modo intenso -facendola imbarazzare- lei non potè fare altro che spostare automaticamente lo sguardo, cercando qualcosa di più interessante da guardare. -Che poi altro di meglio, non c'era-.

<< Secondo te starò diventando gay? >>

Una domanda davvero stupida e improvvisa, e al contenpo priva di ogni senso -visto che l'argomento era stato un altro- uscì dalle labbra sarcastiche di Jiyong, facendola voltare verso di lui con sguardo perplesso. Sul serio Ann avrebbe voluto capire “perchè” lui stesse pensando a una cosa così sciocca << Perchè? C'è forse la possibilità? >> E lo fissò dritto neglio occhi, forse spaventata da un eventualità di quel tipo.

<< Forse sì...>> E ancora una volta una risposta illogica -quanto allarmante- si presentò davanti a lei. E lo vide sospirare, alzando leggermente lo sguardo al cielo <<...Che dovrei fare?...>> Domandò innocente <<...Secondo te, se provassi a baciarlo, capirei che cosa provo? >> E lo vide tornare a fissarla.

Il cuore di Ann aveva ripreso a battere forte. Ma questa volta non batteva per l'emozione << Io... Non saprei...>> Una sensazione terrificante -quasi confermata da quel discorso- che lui potesse essere gay, iniziò a farle tremare la voce <<...Dicono che un bacio possa rivelare tutto ciò che c'è da sapere >> Ma allo stesso tempo non l'aveva frenata dal dirgli ciò che realmente pensava.

Ann lo guardò negli occhi, ingoiando a vuoto. Sapeva che di lì a qualche istante Jiyong sarebbe partito con una confessione... Sì, una confessione che lei non avrebbe voluto sentire...

Solo che non lo sentì aggiugere altro. 
Lo vide solamente sorridere soddisfatto, infilando inaspettatamente la mano fra i suoi capelli. E in modo molto sottile e scaltro -senza darle il tempo di chiedere cosa stesse facendo-, deciso si avvicinò molto di più a lei, dandole un inaspettatissimo -primo- bacio...

...Un bacio innocente. Solamente le labbra di Jiyong appoggiate sulle sue.

Il cuore di Ann riprese a battere fortissimo, facendole sentire -e isolare- ogni singolo gesto e sensazione.
Sentiva distintamente l'intenso respiro di Jiyong che profumava di black russian -il suo cocktail preferito-, che si scontrava con il suo, e la morbidezza delle sue labbra -che gentilmente accarezzavano le sue-. Un miscuglio di sensazioni intense, che si miscelavano perfettamente con tutte le emozioni che lei stava provando.
Il viso violentemente le si imporporava... Il respiro veniva a mancarle... E la totale arrendevolezza che le aveva fatto perdere ogni forza per reagire, rimanendo intrappolata nelle spire di quel ragazzo, che lentamente le aveva fatto chiudere gli occhi.

Aveva da sempre desiderato sapere che effetto le avrebbe fatto un bacio di Jiyong, e adesso che aveva potuto assaporarlo -in parte-, si era resa conto di aver ricevuto la conferma che ciò che si era sempre aspettata di provare, lo aveva provato.

...Il bacio, le emozioni, e i profumi, erano esattamente come lei se li era sempre immaginati...

Solo che lentamente delle domande iniziarono ad affollare la sua mente. Che cosa lo aveva spinto a baciarla? Possibile che il "ragazzo" di cui stesse parlando, fosse lei? ... Ma proprio mentre ci stava pensando, e stava cercando di razionalizzare una risposta, iniziò a sentire che forse c'era qualcos altro che non era esattamente al suo posto. 
Ann sbarrò immediatamente gli occhi, allontanando bruscamente il ragazzo << Sei per caso impazzito? >> E lo guardò ancora più imbarazzata di prima.

<< Niente di così entusiasmante...>> E vide lo sguardo di Jiyong -che fino a quel momento era fisso nei suoi occhi- scendere lievemente, fissando le sue mani che vergognosamente coprivano il seno- <<...E' per questo che sembri un ragazzo...>> Esordì lui, riportando lo sguardo su di lei <<...Sei così piatta che è impossibile pensare di voler fare qualcosa con te >>

E fu proprio in quell'istante -quando sentì quelle parole così ciniche-, che la sua mano si mosse da sola, infrangendosi sul viso delicato e impertinente di Jiyong -schiaffeggiandolo- << Prima mi baci, mi tocchi, e poi mi schernisci?...>> Domandò risentita <<...Che razza di persona sei tu?! >> E senza neanche aspettare una risposta -senza neanche essere interessata a voler capire se l'alcol fosse stato ancora in circolo dentro di lui, oppure no-, si alzò velocemente, raggiungendo la porta e uscendo da quella stanza... Con le lacrime che iniziarono inesorabilmente a uscire...

...Ann pensò che il culmine fosse stato appena raggiunto, e che probabilmente stare vicino a Jiyong, non sarebbe stato poi più così possibile...




NOTE DELL'AUTRICE: Salve a tutti!! Ebbene sì, finalmente sono tornata con un nuovo capitolooo!! Ho avuto delle illuminanti idee su questa fic, così ho deciso di metterle per iscritto. ^w^
C'ho messo tanto amore, tanta passione, e tanto impegno per scrivere questo capitolo. Mi sono sforzata di scriverlo al meglio, e spero che i risultati siano tanto tanto apprezzati da chi legge. Spero davvero di sentire la vostra opinione al riguardo, per cui sarei davvero felice di ricevere una vostra recensione ^v^

Nel frattempo voglio ringraziare chi ha recensito i capitoli precedenti, chi segue questa storia, e chi l'ha aggiunta alle preferite. Un GRAZIE enorme, e alla prossima! ^3^

 

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Capitolo 4
*** Quando Un'Amicizia Finisce ***






Desiderare un bacio, baciare qualcuno... Gli era mai successo? Assolutamente sì!

Che fosse dettato dai sentimenti, oppure no, sostanzialmente poco cambiava.
Lui aveva già provato questo tipo di sentimento, e come tutte le altre persone, non aveva esitato a farsi avanti e ottenere quel bacio che tanto voleva.
Aveva fatto qualcosa di eclatante? Di così diverso da farlo distinguere dagli altri? Assolutamente no...


Tutti quanti fondamentalmente erano attratti da qualcuno, e tutti -escluso nessuno- arrivati a un certo punto -quando il momento diventava perfetto, l'adrenalina scorreva a mille nelle vene, e la situazione raggiungeva il climax- mettevano da parte le inibizioni che li avevano trattenuti fino a quel punto, facendoli precipitare a prendersi quel tanto sospirato bacio. 
Solo che lui non era mai stato “tutti quanti”... Jiyong -nonostante avesse trascorso un'adolescenza da sfigato- raggiunta la popolarietà con il “gentil sesso”, non si era mai comportato precipitosamente -neanche per una volta- e non aveva mai baciato d'impulso una ragazza.
Era sempre stato controllato, aveva sempre calibrato ogni singolo movimento, e anzichè avvicinarsi e baciare all'improvviso, lui lo faceva lentamente, facendo capire all'altra persona -volontariamente- che a breve un bacio sarebbe arrivato. Gli piaceva farlo, si sentiva dannatamente appagato per quella sensazione di assoluto potere, godeva nell'essere così sospiratamente desiderato...Ed era anche per questo che arrivava vicinissimo alle labbra della preda, senza però concludere...

Sì, non procedeva oltre, lui -da bravo sadico quale era- si fermava lì, esattamente a millimetro dalle sue labbra, come a volerle fare agognare quel contatto.
Sì, voleva farla morire in tutti i sensi, farle bramare un suo bacio, desiderare di sfiorare la sua pelle, fargliela considerare qualcosa di prezioso. Perchè sapeva bene che qualsiasi cosa -se agognata in quel modo- diventava la più ambita e preziosa. E allora lo faceva, arrivati a quel punto -così vicini-, non era lui che baciava... Era lui che veniva baciato. 
Ed era proprio questo il bello!... Lui raggiungeva il novanta per cento -facendo crescere grande aspettativa ed emozione nell'altra persona-, e si fermava, aspettando di ricevere il restante dieci per cento -che arrivava sempre inesorabile, e carico di passione-.


Ma allora che bisogno c'era di tormentarsi con i pensieri, solo perchè questa volta il suo rituale era stato interrotto dalla sua irruenza? Non era poi così grave se per una volta era lui a percorrere il cento per cento!


Jiyong sospirò sonoramente, rimanendo fermo immobile a fissare con sguardo crucciato il soffitto -disteso sul suo letto-.


In realtà non si fregava assolutamente di aver baciato lui per primo, perchè questo era ciò che aveva desiderato fare, senza aspettare il “famoso” dieci per cento in cambio -che poi alla fine serviva solamente da diversivo, per farlo divertire-, la cosa che lo faceva tormentare, era tanto più il fatto che non aveva baciato una persona qualunque... Lui aveva baciato Ann...


                                                                                                                                   -...Prima mi baci, mi tocchi, e poi mi schernisci?...-


...E non solo si era preso la libertà di baciarla! Come se niente fosse -che per altro aggrava anche la sua situazione- si era preso la libertà persino di allungare le mani e toccarla! Non era per niente da lui... Mai in tutta la sua vita, avrebbe mai pensato di voler toccare Ann in quel modo..."Stupido bastardo!"...

Ed era proprio per questo che continuava a starsene disteso a rimuginare. Perchè si era comportato con Ann, come con qualsiasi ragazza che gli piacesse. 
E oltre al fatto di voler capire “quale” insensato pensiero lo avesse spinto così “oltre”, adesso il suo problema era come poter riuscire a guardare Ann negli occhi, e a fare finta di nulla.


L'aveva baciata, l'aveva toccata, e alla fine -per scusare le sue azioni sconclusionate- l'aveva anche insultata...


                                                                                                                                                           -...Niente di così entusiasmante...

                                                                                                                                                             ...E' per questo che sembri un ragazzo...

                                                                                                                                                            …Sei così piatta che è impossibile pensare

                                                                                                                                                                di voler fare qualcosa con te...-


 

...Immediatamente si mise seduto, passandosi le mani sul viso... Una goccia di sudore freddo stava attraversando il suo viso divenuto pallido...

Ma come aveva potuto dire delle cose davvero poco gentili come quelle? Ma soprattutto, cosa si era permesso di fare?

Davvero era stato un completo deficiente! Lui stesso era rimasto così sorpreso dal gesto che aveva compiuto, che aveva dovuto dire ad alta voce l'esatto contrario di ciò che aveva pensato pochi istanti prima. 
Perchè aveva continuato a guardare Ann sotto una luce sempre più diversa, notando quanti lati della sua personalità fossero davvero molto femminili. 

Aveva squadrato ogni centimetro della sua pelle, delle sue forme, e del suo viso. E aveva prestato così tanta attenzione a quei lineamenti così aggrazziati da rimanerne totalmente attratto, fino al punto di fargli fare...Quello che aveva fatto.


Gli piaceva davvero Ann, o ne era semplicemente attratto?


Si arruffò per un istante i capelli, cercando di pensare razionalmente alla situazione, e a cosa avrebbe potuto fare per non complicarla ulteriormente.
..."Ignorare l'accaduto"... Già, quella fu l
'unica cosa che gli venne in mente di fare. Fingere di non ricordare niente della sera precedente. 
Ann lo credeva così sbronzo, che sicuramente non sarebbe riuscita a capire quanta lucidità ci fosse stata in lui da farlo agire in quel modo, anzi, nelle milioni di ipotesi che lei si sarebbe potuta fare -per spiegare il suo comportamento- era quella che lui fosse completamente cosciente. No, Ann non lo avrebbe mai pensato. E quindi era il caso di sfruttare questo aspetto a suo vantaggio. 


Così si alzò, e dopo aver messo velocemente una maglietta bianca mal riposta su di una sedia -e aver afferrato la chiave della camera- uscì dalla stanza, dirigendosi in quella di Ann.

...”Sto scendendo per mangiare qualcosa. Vieni con me?”...

Era tutto ciò che aveva pianificato di dirle, nel tentativo di riportare gli animi su un tono più rilassato, che aveva sempre caratterizzato il loro rapporto di amicizia.

E bussò una volta... “Le farò un bel sorriso”... Bussò due volte... “Se mi dice che non ha fame, la trascino via lo stesso....Come ho sempre fatto”... E bussò una terza volta... Rimase fermo in piedi -davanti la porta in legno laccato- fissandola con aria perplessa. E solo dopo aver bussato un'ultima volta -udendo il suono sordo che facevano le sue nocche sulla porta, rimbombare per il corridoio- che Jiyong si rese conto che nessuno sarebbe mai andato ad aprirgli.

Dove se ne era andata senza nemmeno avvisarlo?


<< Non è in camera...>> Jiyong trasalì per un'istante, colto alla sprovvista. Una voce che conosceva benissimo -e che aveva il potere di comparire sempre nei momenti meno opportuni- riecheggiò nelle sue orecchie, provenendo dalle sue spalle. Così si voltò lentamente, trovandosi davanti la figura tranquilla e spensierata del maknae <<... L'ho incontrata poco fa...>> Disse facendo una breve pausa <<...Sembrava stesse andando a prendere una boccata d'aria >> Disse con il suo solito fare ingenuotto.


<< Una boccata d'aria?...>> Domandò perplesso <<...Da sola?! >>


<< Boh...>> Rispose il ragazzino, alzando le spalle <<...Così mi è sembrato >>

 

Camminare e sgranchirsi? Di certo non era proprio da Ann << E non le hai chiesto da che parte andava? >> Domandò impensierito.


<< No, non sono mica il suo tutore >> Rispose il ragazzo con tono sarcastico.


<< Non servi a niente >> E immediatamente -dopo aver "insultato" il più piccolo, tirò fuori dalle tasche il suo i-phone, voltandogli le spalle, aprendo la sezione “rubrica”.

<< Hey! Io sono utilissimo!...>> Disse indispettito il più giovane, affiancandolo <<...Se litigate e poi non vi parlate non è colpa mia >> Abbozzò buttando l'amo, solo con l'intenzione di punzecchiarlo.

 

Jiyong arrestò il passo per un istante, girandosi verso di lui lentamente << Chi ha detto che abbiamo litigato >> Rispose con una punta di fastidio, distogliendo per un attimo lo sguardo dallo schermo.

 

<< No, così, era solo un pensiero Hyung...>> Rispose il giovane alzando le spalle, con fare indifferente, cercando di salvarsi <<...In genere siete talmente inseparabili che mi sembrava strano non sapessi niente di dove fosse andata...>> E riprese a camminare, facendo silenzio, puntando lo sguardo davanti a se.

Forse Jiyong non era mai stato consapevole di quanto lui ed Ann fossero stati così dannatamente stretti, e probabilmente non riusciva neanche a rendersi conto di “come” agli occhi delle altre persone loro potessero apparire <<...Ah...>> Jiyong trasalì per un breve istante, interrotto nei suoi pensieri dalla voce stridula di Seungri <<...Comunque tra quindici minuti dobbiamo essere al palazzetto per le prove generali...>> Disse guardandolo con occhi grandi e neri <<...Per cui dovrai rimandare i tuoi bisticci con Ann, a dopo >> E dette quelle parole, lo rivide voltargli le spalle per una seconda -e ultima- volta.


Il concerto... Già, quasi se ne era dimenticato che loro erano lì per quello, e non per fare una vacanza...

Osservò per un brevissimo istantante il suo Iphone, prima di riporlo con decisione nelle tasche dei jeans.

Qualcosa che andava oltre a un semplice affetto di amicizia c'era, lui se ne stava rendendo conto poco alla volta. Doveva solo capire se tutto quello che c'era stato, era dettato da un sentimento reale, o uno falsato dall'alcol. Ma una cosa era certa...Che se non voleva raggiungere il punto di rottura, avrebbe dovuto fare chiarezza e correre ai ripari...


 


 

                                                                                                    (********************)


 


Era da un po' che se ne stava seduta immobile davanti a quel bancone affollato. Tra le mani un drink analcolico, e la sua espressione chiaramente annoiata.

Aveva voglia di stare lì? La risposta riecheggiava altisonante dentro la sua testa “certo che no!”

Era annoiata, sdegnata, e non si sentiva per niente incline a intrattenere rapporti socievoli con le altre persone disperse per il locale. Perchè si trovava lì? La risposta era più che chiara “Jiyong”.

Ebbene sì, quel bel faccino si era imposto come al solito, ed era riuscito con la sua solita “arte di persuasione” e trascinarla fuori dalla camera in cui lei -a insaputa del ragazzo- si era barricata solidamente. Sì, era rimasta per tutto il giorno chiusa dentro quella stanza, fingendo addirittura di non esserci, solo per evitarlo e far sparire quei bruttissimi sentimenti che ancora adesso continuava a provare.

Delusione, rabbia, sconvolgimento emotivo, e un'immenso batticuore, la travolgevano -e massacravano- il suo già così calpestato stato d'animo. E mille volte ancora aveva continuato a maledirlo, per aver mandato in fumo il suo brillantissimo piano di evitarlo. Sì, quell'oasi di pace, che l'avrebbe vista vagabondare per tutto il giorno dentro la sua camera, era svanito in cinque minuti, quando la porta della stanza si era aperta, e lui era apparso con la chiave di riserva che “gentilmente” si fatto dare dal portiere... E a quel punto le era venuto naturale imprecare...


                                                                                                                                                    -...Perchè non mi hai aperto? E perchè

                                                                                                                                                        non hai risposto alle mie chiamate?

                                                                                                                                                        Sai che una persona importante come

                                                                                                                                                        me, non può permettersi di andare in giro

                                                                                                                                                        a perdere tempo per cercare qualcuno?!...-


 

...Con le mani sui fianchi, lo sguardo indispettito, e una punta di sarcasmo nella voce, Jiyong si era immobilizzato davanti alla sponda del suo letto, mentre la guardava con disappunto.

“Ma io” aveva balbettato malamente Ann -con tono incerto- cercando di inventarsi una scusa qualsiasi, con il solo scopo di placare l'animo del giovane “non ti volevo vedere”avrebbe voluto continuare, sfogando su di lui tutta la sua frustrazione. Ma non ne ebbe il coraggio di dirle-o forse il tempo- perchè Jiyong subito -dopo quel semplice “ma io”- le tolse ogni diritto di replica, riprendendo immediatamente parola “Non ho tempo di ascoltare le tue scuse” e appena pronunciate quelle sintetiche parole, la prese per un polso, trascinandola via da quel nascondiglio.
Non le aveva dato il tempo di cambiarsi, pettinarsi -o fare qualsiasi cose la potesse rendere un pò più presentabile-, l'aveva trascinata in macchina, e l'aveva costretta a sorbirsi le prove del concerto per tutto il pomeriggio. Li aveva visti provare, sbagliare, ridere fra loro, e infine andarsi a cambiare nei camerini, dove lei era stata obbligata a seguirlo...

                                                                                                                                           -...Ann non stare ferma immobile, renditi utile, e aiutami a
                                                                                                                                               mettere questo...

                                                                                                                                            ...Aiutami a fare quello... 

                                                                                                                                            ...Aiutami a prendere quello...-

...Non sapeva cosa ci fosse di sbagliato nella testa di Jiyong quel giorno, sapeva solamente che anzichè stargli alla larga -come realmente avrebbe voluto-, era stata costretta a restargli accanto collosamente. Dispotico e morboso, come mai -in tutta la sua vita- lo aveva visto.

Era stata schiaffata su di una sedia nel backstage, dove aveva potuto ammirare il "travagliatissimo" concerto, sotto la supervisione del manager -che le sembrò essere messo lì, vicino a lei, solo per sorvegliarla (come se potesse scappare da qualche altra parte a loro insaputa)-. Una sensazione di costrizione, e disagio, che non se ne era andato via neanche nel mini van a otto posti -dove Jiyong non aveva smesso neanche per un secondo di fissarla, ogni volta che rideva con il maknae- che li aveva scortati al party post-concerto.

Ed eccola giunta fino a lì, arrabbiata con lui per averla trascinata contro la sua volonta, e arrabbiata contro se stessa per non essere riuscita a imporsi e ad urlargli contro tutta la sua frustrazione.
 

Ann sospirò, appoggiando il mento sopra il palmo aperto della mano. La serata era quasi giunta al termine per fortuna, e lei non vedeva l'ora di tornarsene in camera a riposare un pò -visto che quella notte non era riuscita per nulla a chiudere occhio-. 
Sospirò ancora una volta, e dopo aver preso un sorso dal suo bicchiere, passò quasi involontariamente le dita sulle sue labbra -per asciugare qualche goccia del liquido appena sorseggiato-.
Ed esattamente come una stupida, il pensiero volò veloce come la luce al bacio della sera prima. Quel bacio che in realtà avrebbe dovuto odiare, e rigettare...Ma che invece di disdegnare -un momento dovuto alla confusione dell'alcol- continuava a toccare le sue labbra -e indirettamente il suo seno- come se quelli fossero stati dei punti marchiati a fuoco da qualcosa.

 

Dopo tutte le cose fastidiose e orribili che le aveva detto Jiyong, ancora aveva il coraggio di soffermarsi su di esse, facendosi venire uno stupido batticuore?

Ann scosse la testa per un attimo, cercando di mandare vie tutti quei pensieri idioti << Dannazione Ann, era ubriaco...>> Sbuffò seccata <<...Ovvio che non è significato niente >> E riprese a fissare il centro del bicchiere, dove il liquido azzurro ondeggia leggermente.

Era ubriaco, e non era consapevole di quello che faceva, che senso aveva continuare a rivivere all'infinito lo stesso momento, che di speciale non avevano avuto proprio un bel nulla?

Perchè Jiyong un bacio non glielo aveva dato perchè ne era cosciente, e neanche l'aveva sfiorata perchè desiderava farlo. Quelli erano tutti gesti che aveva compiuto, perchè giudato dalla brezza del troppo alcol <<...Bastardo! >> E che di conseguenza, se lei ci rifletteva sopra con razionalità, la irritavano grandemente.


<< Pare che tu ce l'abbia con qualcuno >> Ann sbarrò gli occhi immediatamente -resasi conto che alla sua animata conversazione interiore stava partecipando anche qualcun altro-, e si voltò immediatamente nella direzione della persona che le aveva appena rivolto la parola. E un bellissimo ragazzo Asiatico -dai lineamenti molto delicati, con capelli scuri che cadevano leggermente sopra gli occhi- le stava seduto vicino -non si sa da quanto tempo- e la fissava con sguardo brillante e curioso. E distogliendo per un secondo lo sguardo da lei, lo vide prendere un sorso dal drink che teneva stretto fra le mani.
 

Ann crucciò le sopracciglia, infastidita da quell'atteggiamento un po' indiscreto con cui quel ragazzo aveva deciso di rivolgerle la parola << Non mi va di parlarne >> Rispose secca, tornando a guardare fisso davanti a lei, con tutta l'intenzione di fargli capire che non era in vena di chiacchere rivelatorie.

 

<< Se era ubriaco avrà combinato qualcosa di grosso...>> Ann si congelò sulla sedia, rimanendo completamente immobile. Il giovane probabilmente non aveva recepito il suo messaggio di non volerne parlare, e aveva continuato tranquillamente la sua conversazione, portando la difensiva che lei aveva eretto, a "nulla".

Beh, qualcosa di grosso le era stato combinato. Aveva schiacciato il suo orgoglio e ferito il suo animo femminile, e adesso era contretta a trattenere tutti i suoi sentimenti negativi dentro di lei, mascherandoli dietro un falso sorriso -poichè lui non ricordava niente-.
Certamente, se ne avesse avuto l'opportunità, lo avrebbe picchiato senza ritegno...”Bastardo!”...Perchè Jiyong continuava a starsene lì, beato, a godersi il suo party post-concerto senza nessun pensiero a tormentarlo, circondato da ragazze carine che non facevano altro che venerarlo, non degnandola minimamente di un misero sguardo (passando così dall'eccessiva morbosità, a un'indifferenza sconcertante). E lei invece di sbattersene cosa faceva? Continuava a distruggersi l'anima con qualcosa che non avrebbe mai potuto dire, facendole venire le lacrime agli occhi dal nervoso <<...Che ne dici di andare fuori a prendere una boccata d'aria fresca?...>> Ann sbattè per qualche secondo le palpebre, mandando via le lacrime accumulate, e vedendo riapparire chiaramente il viso del giovane <<...Ti farebbe bene rivolgere il pensiero ad altro, non credi? >> E le sorrise gentilmente.

Sì, forse inizialmente non si era posto nel migliore dei modi, ma trovava che quel ragazzo fosse davvero gentile. E che c'era di male a fare due passi con uno sconosciuto?

Ann lo fissò con aria titubante. La voglia matta di evadere e trovare un posto tranquillo in cui rilassarsi era più forte.
Non avrebbe dovuto impegnarsi per intrattenere la conversazione, o fingere di stare bene -quando invece stava male-. Non avrebbe avuto niente da perdere anche se avrebbe detto qualcosa in più, tanto quel ragazzo seduto di fronte a lei non conosceva chi lei fosse, quale era il problema che l'affliggeva, o in che rapporto fosse con Jiyong...Lui non sapeva assolutamente niente...
Non era una persona a cui teneva, quindi anche qualora fossero uscite parole spiacevoli -offendendolo-, a lei non sarebbe fregato niente... E anche a lui non sarebbe fregato niente sicuramente... Avrebbero continuato a vivere la loro vita tranquillamente, proprio come avevano fatto fino a ora...

E forse -più di tutto- era proprio quella la cosa che l'attraeva di quell'invito...

 

<< Eccoti qui finalmente!...>> Ma proprio nel momento in cui quel “sì” stava per uscire dalla sua bocca -permettendole di seguire quel ragazzo sconosciuto-, qualcosa l'aveva prontamente bloccata.

Un bacio appena sfiorato sulla sua guancia, e un braccio stretto attorno al suo collo, le avevano impedito di fuggire ancora una volta. Una semplice frase, sussurrata quasi sensualmente, aveva iniziato a far battere forte il suo cuore, e l'avevano nuovamente inchiodata vicino a lui.

Il suo profumo, la sua voce suadente, e quella piccola vena di possessività con cui lui si era avvicinato -arringandosi il diritto di avere la precedenza su tutto e su tutti-, era sempre stata l'arma vincente contro di lei <<...Scusa amico, lei mi appartiene...>> Il viso iniziò a imporporarsi, il respiro farsi corto, e in un millesimo di secondo la figura del giovane Asiatico con cui lei aveva parlato fino a pochi istanti prima, era scomparso, lasciando spazio al candido volto del prepotente Kwon Jiyong <<...Si può sapere che diavolo stai combinando?!...>> Sì, con prepotenza -e forse un pizzico di maleducazione- Jiyong si era intromesso, aveva detto -e fatto- ciò che aveva voluto, e alla fine si era messo davanti al ragazzo di proposito per interrompere il loro contatto visivo -non che, conversazione-.
Gli occhi indignati di Jiyong non nascondevano il palese fastidio <<...Adesso vieni con me! >> E con fare autoritario le afferrò la mano, trascinandola via dal posto in cui si trovava.

 

Nè con gentilezza, né con un “per favore”, lui le aveva domandato se aveva voglia di seguirlo. Aveva deciso da solo che lei non sarebbe più dovuta stare lì seduta con quel ragazzo, e l'aveva portata via immediatamente. Una maleducazione di cui Ann non era mai venuta a conoscenza, che palesava tutta l'irritazione del giovane. Sì, ma irritazione per cosa poi?


Continuò a fissare le spalle di Jiyong impotente, probabilmente sorpresa da quel comportamento tanto inaspettato. Mentre imperterrito -lui- le faceva strada in mezzo alla folla, verso quell'angolino nascosto del locale.

Si sentiva strana, sballottata, come fosse in balìa delle onde. Il suo cuore completamente in tumulto, e la sua testa completamente in confusione. La placida sensazione di piacere che provava nell'essere trascinata via così gelosamente, era qualcosa che addolciva immensamente il suo cuore, e che continuava a farglielo battere ogni istante di più.

Da quando tutto aveva iniziato a essere così incontrollato?


<< Sei stupida o cosa!...>> Ma furono le parole stesse di Jiyong a riportarla alla realtà <<...Non avevi capito che quello ci stava provando?!...>> Dette con una brutale franchezza, da farla sentire male. Non si trattava di gelosia, e non si trattava nemmeno di possessione... Quì si trattava solamente di semplice preoccupazione.

<< Ma io >>

<< Ma io "cosa"?!...>> Domandò lui incrociando le braccia <<...Non sai come va il mondo? Sei per caso ancora una bambina?...>> Domandò ancora una volta irritato, continuando a farle quella dolorosissima predica <<...Stupida! >> E fu al pronunciare nuovamente -e con disprezzo- quella stessa parola, che i sentimenti di Ann cominciarono a ripercorrere le stesse sensazioni della sera prima... Quando si era sentita più che disprezzata...

Ann si morse le labbra per il nervoso, serrando i denti 
<< Sei un vero idiota Jiyong!...>> E le lacrime che qualche attimo prima era riuscita a ricacciare dentro, tornarono a riempirle gli occhi <<...Se mi trovi così stupida e insignificante, mi domando perchè tu sia ancora mio amico >> Rimase ferma, e immobile, a guardarlo. Non c'era altro da aggiungere. Se il disprezzo nei suoi confronti era così reale da farglielo dire persino da sobrio, era per davvero arrivato l'imminente giorno della “rottura”. E lei -forse un pò per la stanchezza, forse un pò per la rassegnazione- ebbe il coraggio di dare lo spunto per una separazione definitiva.


Lo vide farsi serio improvvisamente, infilare le mani nelle tasche dei pantaloni, e puntare quegli occhi neri, a mandorla, nei suoi << Allora dovremmo davvero finirla di essere amici? >> Deciso, senza neanche fare una piega, Jiyong aveva colto immediatamente quello spunto, e si era fermato per un istante, come se volesse per davvero ricevere una risposta positiva. Come se lui -per primo- fosse stato stufo di quell'amicizia troppo eccessiva, e non stesse aspettando altro...


<< Sì >> E con un flebile -e arreso- “sì”, Ann abbassò lo sguardo, fissandolo sulle sue scarpe rosso corallo, assecondando l'evidente voglia di quel ragazzo di mettere fine a un rapporto durato davvero troppo allungo. Ciò che lui adesso voleva, lei glielo stava dando.

 

<< Ok allora!...>> Lo sentì dire semplicemente <<...Tanto anche io mi ero stufano di continuare così >> E al suono di quella frase forse un po' troppo rude e diretta, Ann alzò lo sguardo verso di lui, sconvolta da quella confessione così agghiacciante. Lui per davvero non stava aspettando altro?
E proprio mentre si poneva quella domanda tanto dolorosa, vide le labbra del ragazzo incresparsi in un sorriso... 
Si stava burlando di lei adesso?...

 

<< E' così divertente? >> Domandò stizzita.


<< Per niente...>> E detta quella semplice frase -con semplice disinteresse-, lo vide sfilare le mani dalle tasche, e iniziare ad avanzare lentamente verso di lei, grattandosi lievemente la punta del naso <<...Pensavo a quanto fosse buffo il fatto di essere d'accordo anche su questo...>> Costringendola a poco a poco, a indietreggiare <<...Non credi? >> Fino a spingerla con le spalle al muro.


Una mano appoggiata al muro, vicino al suo viso, e la restante vicinanza assottigliarsi sempre di più. Se quello era uno scherzo, ad Ann cominciava a non piacere per niente << Non sei per niente divertente...>> Disse lei guardandolo severamente <<...Se la vuoi far finita con questa amicizia, allora lasciami in pace! >> E lo spinse leggermente, cercando di farsi spazio, e andare via...
 

<< Chi ha detto che la voglio finire nel modo in cui pensi tu...>> Rispose il ragazzo, bloccandola, e spingendola nuovamente verso il muro <<...Ci sono molti modi per finire un'amicizia...>> Disse guardandola dritta negli occhi <<...E non sempre accade perchè ci si è stufati dell'altra persona...>> Ann crucciò lo sguardo, fissandolo con un pizzico di curiosità. Il ragionamento di Jiyong le parve essere piuttosto contorto. Voleva rompere, o non voleva rompere? <<...Penso sul serio di che la nostra amicizia non possa continuare in questo modo...>> E senza aggiungere altro, senza lasciarle capire altro -che tanto poi era un ragionamento che faceva da solo con se stesso (visto che Ann non aveva capito niente)-, le portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, guardandola con dolcezza <<...Dobbiamo farla finita, non credi? >> E dopo un ultimo -e intenso- sguardo, lo vide avvicinarsi sicuro, senza darle tempo di rispondere -o di capire quello che stava accadendo-...Sentendo solamente il dolce tempore delle labbra di Jiyong, appoggiarsi sulle sue...
 

Il rumore assordante della musica scomparve lentamente, come anche lentamente scomparvero tutte le persone che lei -fino a qualche attimo priva- aveva scorto dietro le sue spalle. Adesso c'era solamente un lungo e intenso bacio a fior di labbra, mischiato al profumo della colonia di Jiyong. Un bacio che aveva da sempre sperato, e desiderato ricevere. Un bacio che questa volta significata qualcosa...


Questa volta il bacio era reale, e lui non era per niente ubriaco... E stava mettendo chiaramente la parola "fine", alla loro amicizia...




NOTE DELL'AUTRICE: Ma salve a tutteeeeeeeeeeee!!! Dopo tipo un decennio sono tornata con un nuovo capitolo, e per questo mi scuso immensamente! T___T 
Volevo scrivere qualcosa di carino e non troppo complicato (visto che ho già dato immensamente con la serietà e complessita nella mia prima fic), ma che spiegasse i tortuosi sentimenti di due amici innamorati... Purtroppo non sono brillante come un tempo a scrivere (causa Drama che mi assorbono tantissimo tempo nel guardarli, ma di cui sono praticamente drogata ormai)....Spero di avervi donato un capitolo abbastanza decente. A me a essere sincera, è piacevolmente piaciuto ^w^ (pardon per il gioco di parole).

Che altro dire? Ah sì, voglio ringraziare tutte le adorabilissime lettrici che hanno lasciato un loro parere sulla fic, recensendola. Spero che continuerete a farlo, e spero che anche nuove lettrici si uniscano al gruppo "recensori", così da farmi sapere cosa ne pensano della storia.
 
Non so quando la mia dolce ispirazione mi degnerà di un udienza, e mi farà scrivere un'altro capitolo (spero presto), ma nel caso, spero che sarete sempre lì quando io tornerò ^w^

Un bacissimo a tutte, e a presto! <3

 


 


 

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Capitolo 5
*** Tre Desideri, Una Sola Conclusione ***


 

Un bacio... Poteva essere qualcosa, o diventare tutto. Nel suo caso però si era trasformato in un “niente”.

Ann sbuffò sonoramente, lisciando ancora una volta la frangetta con il pettine, fissando la sua immagine riflessa nello specchio.

La colpa era stata anche sua se il bacio che le aveva dato Jiyong era diventato niente. Non aveva chiesto spiegazioni a quel comportamento, e non aveva mostrato la benchè minima voglia di ribellarsi. Si era semplicemente limitata a seguire il giovane senza dire niente.

Sì, dopo un imbarazzantissimo bacio fra “amici” di infanzia, lei si era lasciata trascinare da Jiyong verso le poltroncine nero lucido dove si trovavano tutti gli altri, a bere drink e ad annoiarsi. Senza biascicare la benchè minima perplessità verso quel comportamento che avrebbe -teoricamente- dovuto cambiare completamente i rapporti fra loro.

Ed era proprio per questo motivo che ogni spiegazione che poteva dare la logica a quel bacio era caduta nel vuoto, perchè non l'aveva chiesta, e lui probabilmente si era assicurato il diritto di non dovergliela dare. Totalmente colpa sua! Per essere stata debole e codarda nel momento in cui non avrebbe dovuto esserlo....”Schifosamente assurdo... Disgustosamente indignitoso”... Continuava a riecheggiare nella sua testa.

Aveva spesso guardato con occhio pieno di sdegno le “ragazze zerbino” che ridevano senza fine a ogni battuta sciocca, e che strisciavano in maniera alquanto indecorosa -quanto indignitosa- dietro al ragazzo di cui erano innamorate, sotterrando la propria dignità in qualche posto ignoto...

 

                                                                                                                                                           -...Vieni a casa mia tra un'ora...Ho qualcosa da
                                                                                                                                                                farti vedere!...-

 

...E adesso si ritrovava lei a essere la “ragazza zerbino”.

Grazie alla sua vigliaccheria di non voler "chiedere per imbarazzo", Jiyong non era cambiato, era rimasto lo stesso -vecchio- buon amico.
Anzi, la cosa che forse l'aveva infastidita più di tutte, era che lui si era dimostrato nei suoi confronti ancora più affettuoso...Totalmente non curante di quel bacio fra loro. 
Un bacio che -a suo avviso- aveva contenuto una passionalità assoultamente indescrivibile.

E se lo ricordava davvero bene! Nonostante fosse passato più di un mese e mezzo, nonostante non lo avesse visto per tutto l'arco di quell'immenso periodo, Ann continuava a ricordarlo in modo vivido nei suoi ricordi. Proprio come fosse accaduto da pochi istanti.

Le era piaciuto il modo in cui Jiyong l'aveva trascinata via -portandosela dietro in quel piccolo cantuccio-, e le era piaciuto il modo in cui l'aveva sorpresa dandole quel dolce bacio.

Si ricordava perfettamente il brevissimo istante in cui aveva aperto appena gli occhi per sbirciare il viso candido del ragazzo, e aveva sentito il suo respiro in tumulto, solamente concentrato a baciarla. E ancora continuava ad arrossire ripensando a come, anziché spingerlo via, le sue mani si erano appoggiate delicatamente sui suoi fianchi, aggrappandosi con trasporto alle tasche della sua giacca, tirandolo ancora un po' più vicino a se -dopo che una ciocca scura dei capelli del giovane le era scivolata dolcemente sul suo naso provocandole un leggero e piacevole pizzicore-, ricercando ancora una volta le labbra di Jiyong solo per strappargli un un'altro bacio...Ancora uno...Come se quella fosse una cosa che le era mancata da sempre...Come se quel gesto avesse potuto aiutarla a respirare di nuovo...

 

A quel pensiero scosse velocemente la testa, come a volerlo scacciare via...”Come non fosse successo niente”... Ripetè dentro di se. Ma era davvero possibile fare finta di niente? O alla fine sarebbero arrivati alla resa dei conti? Perchè c'erano mille parole e mille comportamenti di Jiyong che non riuciva a capire. Poteva lui riuscire a non pensare a un bacio tanto profondo e ricco di sentimento?

 

                                                                                                                                                          -... Allora dovremmo davvero finirla di

                                                                                                                                                                           essere amici?...-

 

...Quella era la frase con cui aveva sigillato la fine della loro amicizia, la stessa sera in cui l'aveva baciata...

 

                                                                                                                                                     -...Che stai facendo? Sei già a letto?..
                                                                                                                                                          
Mi sei mancata...-

 

...E quella era la frase che le aveva pronunciato al telefono qualche ora prima.

Non c'era nulla di strano in quest'ultima, poichè era la stessa che ripeteva sempre ogni qual volta lui andava in turnè e non si potevano vedere.

Solo che tutte e due insieme -le frasi- non potevano stare, perchè si contraddicevano a vicenda. E per farsene una ragione -in modo da potersi mettere l'animo in pace- aveva seriamente iniziato a pensare che forse Jiyong soffrisse di disturbi bipolari dell'umore, rangion per cui non riusciva a portare avanti una convinzione solida -cosa che forse non stava ne in cielo ne in terra-.


Ann si colpì lievemente con due piccolini nocchini sulla testa, cercando di tornare in sesto e smettere di pensare a quella cosa per cui si era tormentata così tanto. Dunque mise la sciarpa in torno al collo, e uscì di casa.

Era quasi finito Novembre, e il freddo già aveva iniziato a ricoprire le strade innevate di Seoul.

Ann adorava particolarmente l'inverno, specialmente la neve, perchè le ricordava i periodi più belli della sua infazia...Periodi che ovviamente aveva trascorso solo e soltanto con Jiyong...

 

                                                                                                                                                -...Ann... Facciamo una gara di pupazzi di neve!
                                                                                                                                                                 Il più bello vince!...-

 

Il sorriso candido del piccolo Jiyong risplendeva sempre più luminoso mentre diceva contento le condizioni del gioco. Non le era mai importato di vincere, l'unica cosa che desiderava era vederlo sorridere così radioso. Perchè per lei i momenti che trascorreva con quel ragazzino erano i più importanti. Ed era forse anche per quel motivo che lui puntualmente riusciva a fregarla...

 

                                                                                                                                    -...Ho vinto! Adesso dovrai esaudire tre miei desideri...-

 

Ann sorrise appena a quel dolce ricordo. Se ci pensava bene Jiyong non era mai stato un ragazzino sfigato, doveva solamente lavorare per far venire fuori la persona che già era interiormente. E premette lievemente il campanello davanti a lei, in attesa di una risposta... << Entra! >> Disse solamente. E udì il suono del cancello che si apriva.

Anche se era dura doverlo ammettere, o quasi impossibile da realizzare senza farsi troppe paranoie, forse sarebbe stato meglio dimenticarsi degli avvenimenti che si erano susseguiti in Malaysia e ripartire da zero in nome dei bei vecchi tempi.

Se era così che Jiyong sarebbe voluto andare avanti probabilmente lei lo avrebbe seguito. Ma non perchè era diventata una sciocca senza cervello tutto a un tratto, ma perchè alla fine per quanto la facesse arrabbiare, o per quanto il suo atteggiamento glielo facesse odiare, non lo riusciva a smettere di amare. E di conseguenza neanche riusciva a prendere la coraggiosa decisione di troncare per sempre...

 

<< Finalmente sei arrivata!...>> Disse il giovane roteando gli occhi al cielo <<...Pensavo non saresti venuta più...>> E lo vide incrociare le braccia al petto, mimando l'atteggiamento di quello seccato <<...Vabbè, vieni >> Sbuffò arrendevole, facendole spazio per farla entrare.

 

Ann lo fissò perplessa, qualche secondo prima di entrare << Che hai di così urgente da farmi venire qui di corsa >> Domandò lei annoiata.

 

<< Come che cos'ho?!...>> Disse richiudendo la porta d'entrata <<...E' più di un mese che non ci vediamo...>> Enfatizzò affiancandola <<...E' normale che abbia voglia di vederti >> E sorrise... In modo amorevole... Pieno di affetto... Facendole spalancare gli occhi per la sorpresa.

Il sorriso di Jiyong, quello che lei aveva sempre amato di più e che aveva sempre visto giorno dopo giorno, le si era presentato davanti -per la prima volta- come qualcosa di insolitamente nuovo, diverso, per il quale le si spezzò il respiro. Non riusciva a capire che cosa ci fosse di diverso dal solito in quella piccola manifestazione di felicità, si rendeva conto che -il sorriso- era totalmente diverso.

Forse era colpa di quel lasso di tempo in cui non lo aveva potuto vedere, o forse era la suggestione di quel maledetto pensiero che continuava a tornare indietro con la mente a quel bacio...Non lo sapeva...Ma era certa che c'era qualcosa che lo rendeva ancora più scintillante e bello davanti ai suoi occhi... Ancora di più di come era sempre stato

 

<< Se avevi così voglia di vedermi saresti dovuto venire tu...>> Disse facendo una smorfia <<...Non è carino scomodare una ragazza per questo motivo >> E getto svogliatamente la borsetta sul setoso divano, accompagnandola dalla sciarpa e il giubbotto.

 

<< Dai...Ok...>> Disse arrendendosi, facendole ancora un grazioso sorriso di adulazione, inclinando leggermente la testa di lato <<...C'era anche un altra cosa >> E così dicendo la prese per mano, tirandosela dietro.

Non è che Jiyong non avesse mai fatto cose simili come quella di abbracciarla, tenerla per mano, dirle semplicemente che aveva voglia di vederla o che le voleva bene...No, si era sempre assicurato di mostrargli il suo affetto, rendendo le cose come quelle elencate, tra le cose normali...Che lui le aveva ripetuto innocentemente fino allo sfinimento, e che aveva fatto senza nessuna malizia. Solo che qualcosa era diverso...Percepiva aleggiare nell'aria un'atmosfera diversa fra loro, benchè il rapporto non fosse cambiato di una sola virgola. 
O semplicemente era lei che si sentiva diversa...Forse era lei quella troppo sensibile a tutto e che aveva cambiato la sua prospettiva delle cose dando motivazioni senza senso...

<<...Ecco...>> Disse lui sedendosi sul letto di camera <<...Vieni a vedere...>> E aprì fra le mani un vecchio album di foto <<...Lo ha trovato mia mamma qualche giorno fa, così me lo ha dato >> Disse con aria entusiasta.

Quell'espressione la lasciò di stucco. Jiyong, che non aveva più voluto vedere le sue foto da ragazzino -per paura di rivivere brutti ricordi-, se ne stava beatamente seduto con il sorriso stampato sulle labbra a guardare quel vecchio album logoro. Come se stesse osservando qualcosa di immensamente prezioso. Ma cosa ancora più stupefacente, era che la stava invitando a entrare nell'area "offlimits" di casa sua.

Ann rimase per qualche secondo ferma sulla soglia della camera del ragazzo, fissandolo con occhi increduli, come se fosse paralizzata. Rimuginando sul perchè lui avesse fatto un tale passo da gigante in avanti...

 

                                                                                                                                                  -...Eddai Jiyong! Che cosa avrai mai di

                                                                                                                                                       così speciale in quella camera!...-

 

                                                                                                                                                   -...Non se ne parla! In camera mia le ragazze 

                                                                                                                                                        non possono entrare!...-

                                                                                                                                                    -...Ma perchè no?! Avevi detto che ero la tua
                                                                                                                                                         migliore amica!...-

                                                                                                                                                    -...Appunto! Le migliori amiche non possono entrare...-

 

...Ancora adesso, dopo tutto quel tempo, non era riuscita a capire perchè Jiyong avesse deciso di mettere in atto un divieto tanto drastico -quanto stupido- come quello. Per lei una camera era semplicemente una camera, e il fatto che lui fosse così geloso della sua privacy era un fatto che non riusciva a condividere per niente. Ma adesso la domanda non era tanto "perchè" lo avesse fatto, quanto più  "che cosa" fosse successo che l'aveva fatta diventare accessibile anche a lei -visto che sapeva per certo che altre ragazze ce le aveva fatte entrare-.

 

<< Dai non restare lì impalata!...>> Disse lui spazientito <<...Vieni qui a sederti vicino a me! >>
 

Con un sospiro quasi rassegnato Ann si diresse verso il letto sedendosi sopra, proprio vicino a lui  << Credevo che io non potessi entrare quì dentro >> Disse con tono scocciato punzecchiandolo. 
 

Ma non udì risposta. Lo vide semplicemente ignorare le sue provocazioni, lasciandole cadere nel vuoto << Ti ricordi?...>> Domandò, allungando l'album verso di lei, indicando una delle foto al suo interno <<...Quì fu il primo inverno che passammo dai miei >> Disse sorridendo.

 

Ann rivolse per un istante lo sguardo verso le foto << Quì non eravamo alle medie?...>> Domandò sorpresa <<...Non ricordavo che ci fossero foto di quel tempo...>> E gli tolse l'enorme libro di mano, fissandolo con un pizzico di nostalgia.

Non aveva voluto dirlo a Jiyong, ma un leggero pizzicore al naso le stava facendo riepire gli occhi di malinconiche lacrime <<...Guarda qua...>> Disse sorridendo, con un pizzico di ironia <<...Guarda com'eri brutto da ragazzino >> Indicando una foto dove ritraeva loro due vicino a un pupazzo di neve, continuando a guardare la foto nel tentativo di ricacciare dentro le lacrime.

 

<< Tu invece...>> E sentì improvvisamente le sue dita accarezzarle delicatamente l'orecchio <<...Sei sempre stata carina >> E fu proprio in quell'istante -voltandosi verso di lui per la sorpresa- che vide il viso di Jiyong vicino al suo, che le sorrideva dolcemente, mentre spostava una ciocca di capelli indietro, riprendendo a guardarla languidamente.

Rimase per qualche secondo a fissarlo interdetta, non riuscendo a capire se avesse dovuto scappare o rimanere in quell'esatta posizione in attesa di qualcosa. Il cuore iniziò a batterle velocemente, sentendo un lieve tepore arrossirgli le guance.
E i
mmediatamente mille di quei pensieri che aveva represso le tornarono alla mente, riconducendola alla sera in cui si erano baciati. Percependo esattamente la stessa atmosfera << Smettila di prendermi in giro...>> Disse imbarazzata, spezzando l'atmosfera, e spostando via la sua mano <<...Non sei divertente >> E distole lo sguardo senza sapere esattamente che altro dire, sentendo solamente le guance infiammarsi ancora di più.

Se c'era una cosa che odiava da morire, era quando Jiyong si divertiva a prenderla in giro facendola imbarazzare.

 

<< Per davvero non avrei creduto che tu fossi così >> Lo sentì dire sbuffando un sorriso compiaciuto.

Non sapeva per quale assurda ragione sentiva che lui sapesse esattamente quello che lei provava, e che -essendone consapevole- continuava a giocarci sopra solo per puro godimento personale 
<< Ultimamente sei strano...>> Disse con disagio, alzandosi, e andando verso la finestra <<... Dici cose strane...>> Appoggiando una mano sul vetro <<...Fai cose strane...>> Perdendo il suo sguardo nella neve che fioccava leggera fuori dalla finestra <<...Io...Non mi sento più a mio agio con te >> E fu in quell'istante che sentì il cuore balzare in gola, accompagnato dal suono che avevano fatto quelle parole che avrebbe già voluto dirgli da tempo... Per il coraggio che finalmente aveva trovato...

 

<< Hai ragione...>> Lo sentì dire placidamente, udendo la sua presenza alzarsi dal letto <<...Non sono più quello di una volta...>> Ritrovandoselo vicino, fermo immobile anche lui a guardare la neve di fronte a se.

Ann si voltò a fissarlo per un istante, osservando i lineamenti seri che il giovane aveva appena adottato <<...Forse è perchè non ti vedo più come prima...>> E dette quelle parole lo vide voltarsi a sua volta per guardarla.

 

Ann rimase fissa a guardarlo, perdendosi incuriosita negli occhi del giovane. Probabilmente la stava solamente prendendo alla larga prima di dirle quel qualcosa che forse non gli era per niente facile dire. Ma c'era lo stesso qualcosa che non tornava...

Jiyong era sempre stata una persona abbastanza diretta con lei, anche se poteva essere stato in passato una persona timida, con lei non lo era mai stato. Aveva sempre detto ciò che aveva da dire tranquillamente, senza alcune remore.

Ma in quel caso stava procastinando. Forse aveva percepito l'estrema curiosità di sapere che lei aveva, e per la sadica sensazione di tenerla sulle spine non glielo stava dicendo di proposito... O forse -in un caso estremamente ipotetico e raro- non aveva semplicemente il coraggio di dirglielo chiaramente. Ma tutto questo era irrilevante... La sete di sapere che cosa significassero quelle parole dette per metà, era più forte << C-Che cosa vuoi dire? >> Così non seppe controllare la lingua, e senza mezzi termini glielo chiese direttamente... Consapevole che forse una probabilità scarsa -quanto rara- era che Jiyong volesse arrivare proprio lì, al "farglielo chiedere".

 

Lo sentì sospirare profondamente, ricomponendo dignitosamente i lisci capelli neri sfuggiti al suo controllo << Beh, credo sia ovvio...>> Pronunciò facendo qualche attimo di esitante pausa <<...Pare che tu sia iniziata a piacermi...>> Disse tranquillamente, senza nessuna paura.

 

Il cuore di Ann sobbalzò violentemente. Il suono che avevano riprodotto quelle semplici parole equivalevano alla potenza di un turbine. E dentro di lei iniziò una violenta rivoluzione che combatteva -mentre le guance le si imporporavano vistosamente senza alcun pudore- contro la paura di fraintendere di nuovo le sue parole per poi illudersi miseramente.

E scelse per l'ennesima volta di far finta di nulla, evitando così di fare figure inutili che avrebbero potuto compromettere i suoi sentimenti
 << Ovvio...>> Squittì prontamente <<...Sono la tua migliore amica! >> E prese inevitabilmente a torturarsi le mani, come a voler smorzare quel disagio. 
La frase implicita era la stessa che lui le aveva sempre ripetuto..."Gli amici intimi si scelgono...E per sceglierli prima devono piacerci"...Ann sapeva bene che il piacere a livello di amicizia, non era certo amore.

 

Ma anziché ricevere la solita risposta scherzosa del ragazzo -che smentiva una loro possibile relazione al di fuori dell'amicizia-, lo sentì solamente sbuffare esausto... << Andiamo Ann...>> Disse voltandosi ancora una volta verso di lei <<...Possibile che tu sia ottusa fino a questo punto?...>> Domandò retorico con una punta di fastidio, fissandola dritto negli occhi, fermandosi qualche istante come a volerle concedere qualche attimo per correggere la sua convinzione errata riguardo a quelle parole <<...Non hai ancora capito che mi piaci come ragazza? >>...
 

                                                                                                                                                 -...Ci sono molti modi per finire un'amcizia...

 

                                                                                                                                                  ...Ma non sempre accade perchè ci si è stufati

                                                                                                                                                     dell'altra persona...-

 

La conferma della giusta interpretazione alle parole di Jiyong, arrivarono con il ricordo della frase che lui le aveva rivolto quella sera poco prima di baciarla. Quando lui voleva finire la loro amicizia.

Il comportamento che aveva adottato allora -trascinandola via dal bel ragazzo con cui aveva avuto una leggera conversazione al bar, rivolgendole parole davvero dure riguardo alla sua ingenuità-, e quello che aveva adottato in quel mese e mezzo in cui non si erano visti, adesso forse erano spiegati con chiarezza << Anche io ti piaccio, non è così?...>> A quella domanda Ann sbattè ripetutamente le palpebre, come si fosse appena risvegliata dai suoi pensieri. E si rese conto che in quel piccolissimo lasso di tempo in cui si era persa nei suoi pensieri, aveva continuato a guardarlo fisso inconsapevolmente.

E distolse lo sguardo, sentendo il viso andare completamente in fiamme. Non si aspettava di piacergli, ma soprattuto non si aspettava che lui glielo dicesse con tanta leggerezza... <<...Beh, dovresti esserne felice...>> Lo sentì dire sospirando <<...Ho ricchezza, bellezza, e posizione...>> Aggiungendo al suo tono un pizzico di vanto <<...Quindi che tu ne sia sprovvista non ha importanza, ne ho abbastanza io per entrambi >> E lo sentì ridere lievemente.

 

Il disagio, l'imbarazzo e la tensione, si dissolsero in un istante, solo dopo quelle parole << L'unica cosa di cui dovresti essere provvisto è la modestia! >> Esclamò voltandosi, pronta per dargli una lezione.

Ma si bloccò, vedendendolo sorridere con affetto 
<< Allora ce l'hai ancora la lingua...>> Disse lui, prendendole prontamente la mano <<...Credevo te la fossi ingoiata per l'emozione >> E lo vide ancora una volta sorridere soddisfatto.

 

Adesso Ann aveva capito. Jiyong aveva giocato volutamente con le parole per sdrammatizzare e sbloccare la situazione, ironizzando su qualcosa a cui lei avrebbe sicuramente controbattuto di riflesso...Solo per metterla a suo agio e farla uscire da quell'alone di imbarazzo con cui si era lei stessa accerchiata. Perchè alla fine -senza sapere per quale assurdissima ragione- si era convinta che esternare i sentimenti che aveva per lui fosse un motivo di vergogna << Sei proprio ingiusto >> Disse arrendevole, fissandolo con sguardo imbarazzato... Perchè come al solito era stato un passo avanti a lei, e aveva compreso perfettamente la situazione anche senza che lei avesse parlato...

 

<< Aigoo...>> Disse lui sospirando, guardandola con tenerezza <<...Che dovrei fare con te?...>> Fissandola languidamente <<...Una ragazzaccia che al posto di dire “mi piaci anche tu” mi guarda male? >> E le accarezzò dolcemente la testa, rassicurandola ancora una volta in maniera implicita.


..."Andrà tutto bene...Non c'è nulla per cui ti debba vergognare"...E senza riuscire a dire nient'altro -pensando solamente a quelle parole-, solamente trasportata da quell'intenso sentimento che provava per lui, Ann si alzò lievemente sulle punte, circondando le braccia in torno al collo di Jiyong... Esprimendo tutti i suoi sentimenti con un leggero bacio sulle labbra << Mi piaci anche tu >> E sorrise, riprendendo nuovamente a baciarlo pochi istanti dopo aver pronunciato quelle parlore... Solo per assaporare con tutta se stessa il profumo del suo respiro che si infrangeva su di lei...Il calore della sua bocca...E la morbidezza della sua lingua -che dolcemente accarezzava le sue labbra-...
Sì, poteva ben dire che la fine di una profonda amicizia poteva non essere poi così triste e devastante...Che alla fine non avrebbe mai potuto avere due persone distinte da poter chiamare “migliore amico” o “fidanzato”...

Che poteva chiamare “migliore amico” solamente la stessa persona con cui condivideva il suo amore più profondo amore...

 

...Kwon Jiyong...

                                                                                                                                
                                    -...Ann...-


                                                                                                                                                                      -...Sì...-

                                                                                                                                                                      -...Ricordi il gioco dei tre desideri?...-

                                                                                                                                                                       -...Certo...-


                                                                                                                                                                       -...Sai che ho ancora l'ultimo da esprimere,
                                                                                                                                                                            da quando eravamo ragazzini?...-

                                                                                                                                                                        -...Cosa?!...-



L'avrebbe odiato fino al limite...Amato fino alla fine...




NOTE DELL'AUTRICE: Ma ciao a tuteeee!!! Ebbene sì, dopo non so quanto tempo, sono riuscita a pubblicare la fine di questa breve storiella. Perdonatemi e vogliatemi bene allo stesso tempo.
Purtroppo ho perso totalmente l'ispirazione di scrivere, e così ho abbandonato momentaneamente la fic. Ma siccome mi dispiaceva mortalmente non finire, mi sono impegnata, e poco alla volta ho ritrovato le idee (per fortuna).

Dunque, che ne pensate del capitolo? Spero vi sia piaciuto. Ci ho versato sangue e lacrime per finirlo, e sono abbastanza soddisfatta del risultato finale. Adesso tocca a voi esprimere un parere.

Come sempre vi ringrazio infinitamente per chi ha recensito il capito precedente, ma anche chi segue (o seguirà).
Un bacissimo, e a presto! ^w^




                                                                                       

                                                                                                                                                                       

                                                                                                                     

 

 

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