Amore oltre le apparenze

di altovoltaggio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'incontro ***
Capitolo 2: *** riflessioni e decisioni ***
Capitolo 3: *** l'altro Hyuuga ***
Capitolo 4: *** storie ***
Capitolo 5: *** Zagara ***



Capitolo 1
*** l'incontro ***


La carrozza avanzava lentamente sobbalzando di tanto in tanto per la presenza di un ciottolo sulla strada lastricata.

Una bella ragazza teneva gli occhi chini, lasciandosi sfuggire il paesaggio che scorreva fuori dai finestrini.

Le mani affusolate giocavano timide con una ciocca dei lunghi capelli castani; la voce, ancora da bambina, intonava una triste melodia.

Il suo accompagnatore le disse che erano arrivati a destinazione, ridestandola dai suoi pensieri.

La giovane ebbe un sussulto e ripassò mentalmente i suggerimenti della mezzana, poi scese dalla carrozza.

Davanti ai suoi occhi si stagliava un’imponente villa che ricordava molto una pagoda.

Ogni pietra emanava un’austerità che metteva in soggezione e l’accoglienza che ricevette non servì a sciogliere la tensione.

L’eunuco che l’aveva accompagnata l’aveva lasciata nelle mani di una vecchia serva, promettendo che sarebbe tornato il giorno seguente per riportarla a “casa”.

L’anziana signora non le rivolse la parola, limitandosi ad accompagnarla in una grande stanza dal fine mobilio che si rivelò essere l’anticamera del talamo del padrone di casa.

Tenten, questo il nome della ragazza, rimase immobile, impietrita dal terrore, ad attendere il suo destino. Questo non tardò ad arrivare sotto le sembianze di un uomo di mezza età.

Riprendendo rapidamente controllo di sé, Tenten applicò immediatamente la prima delle regole che le erano state insegnate e salutò educatamente:

-         Buonasera padron Hiashi .

Nessuna risposta. L’uomo fissava rapito la figura che gli si era presentata: una giovane ragazza di circa venti anni stava in piedi di fronte a lui con il capo leggermente inclinato e gli occhi bassi per il timore.

Il kimono bianco, che le conferiva un’aria da vergine casta, spiccava contro la cascata delle onde brune dei capelli. Un leggero strato di ombretto risaltava gli occhi dello stesso colore e la grazia delle forme la rendeva quasi divina.

Il padrone di casa si destò dallo stato di estasi ricordando il motivo per cui quel pezzo di Paradiso si trovasse in casa sua.

Un sorriso di soddisfazione si impresse sul volto per un istante; poi si avvicinò e senza nemmeno aver risposto al saluto la baciò con forza per placare la crescente voglia che aveva di lei.

Tenten fu sconcertata dal comportamento dell’uomo ma si impose di non reagire, di attendere che lenta quella notte passasse. Cercò di estraniarsi da un corpo che non sentiva suo, che uno sconosciuto avrebbe preso con la forza.

Hiashi fu divertito dallo smarrimento della povera fanciulla e capì che il suo desiderio di avere una vergine era stato esaudito.

Continuando a baciarla la condusse nella propria camera da letto. Dopo aver sciolto l’obi dorato, assaporò ogni centimetro di pelle che il tessuto aveva lasciato scoperto; incurante del tremore della ragazza, iniziò a spogliarsi pure lui, godendo del senso di potere che gli derivava dall’inesperienza e dalla passività di lei.

Il tempo è tiranno: fa il bello e il cattivo tempo. Troppo in fretta passò quella notte per l’uomo assetato di piacere.

Tortura infinita per la vergine privata della sua castità.

Alle prime luci del nuovo giorno lasciò la stanza con lei che dormiva nuda nel letto, dando ordine alla serva che la consegnasse all’eunuco, con una lettera che aveva preparato per la mezzana.

 

Se il destino di Tenten nella notte appena trascorsa aveva avuto il nome di un uomo privo di pietà, il nuovo giorno le riservava una nuova luce, la luce di un paio di occhi chiarissimi che avevano scorto la sua figura avvolta dalle lenzuola di seta.

 

 

Per favore, dal momento che si tratta di una long-fic, potreste commentare???

Così se non vi piace lascio stare…tutti i suggerimenti sono ben accetti!!!

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Capitolo 2
*** riflessioni e decisioni ***


Inizio col ringraziare tutti quelli che hanno letto, ma, soprattutto, chi è stato tanto gentile da commentare!!!

Un particolare ringraziamento a  eilinn ; Ramiza ;  tentennina che hanno addirittura aggiunto la storia ai preferiti!

Spero che questo secondo capitolo non sia una delusione…

 

CAPITOLO II

Riflessioni e decisioni

 

Quando Tenten si svegliò, trovò la stanza vuota: un misto di sgomento e sollievo si impadronì di lei.

Calcolò che prima che Lee - l’eunuco -  arrivasse, sarebbe trascorsa un’ora abbondante. Decise pertanto di concedersi un attimo di tregua per pensare.

Chiudendo gli occhi vide una lei bambina con due buffi codini che correva in un prato inseguendo le farfalle.

Allora, nei giorni felici del suo passato, quando ancora aveva una vera casa e una vera famiglia, sognava un principe coraggioso che sfidasse con lei il mondo e il destino. Un bel principe da sposare, con cui potesse condividere la voglia e la gioia di amare.

Cosa restava di quel magnifico sogno infantile dopo la notte appena trascorsa?

Un conato di vomito, e le orribili sensazioni provate si riproposero come un film di cui era involontaria protagonista.

Già quel primo contatto, il bacio, era stato l presagio di un’irruenta passione che non chiede permesso né autorizzazione. Poi anche le mani, impazienti, così rapide che le era sembrato di avere addosso una colonia di vermi.

Il seno, la pelle, tutto il suo corpo torturato da umidi baci che insaziabili la marchiavano a fuoco.

Più e più volte avrebbe voluto allontanare quel corpo padrone che non si curava della repulsione della sua schiava, ma il dovere la frenava.

Non aveva smesso di chiedersi fino a che punto potesse resistere…quale umiliazione era stato sentire le dita farsi spazio, anticipare lo strumento della profanazione di un corpo che non conosceva più dignità.

Lacrime roventi scendevano ora dagli occhi profondi di Tenten mentre, mordendo il cuscino, reprimeva un urlo che non le era consentito: lei aveva solo eseguito il suo dovere; i sentimenti non facevano parte del “pacchetto”.

Per fortuna, come previsto, Lee non tardò ad arrivare.

Si rivestì in fretta e si allontanò ancor più velocemente dalla villa.

 

Gli stessi occhi pallidi non avevano smesso di seguirla finché la sua figura non era scomparsa dentro la carrozza.

 

Durante il tragitto Tenten non proferì parola. Nessun suono umano avrebbe potuto rendere l’idea di come stava: si sentiva sporca e aveva voglia solo di lavarsi.

Lee guardò Tenten con compassione, ma non una parola di consolazione uscì dalla sua bocca: ormai quella era diventata la sua vita e, per il proprio bene, doveva accettarla più in fretta possibile.

Guardò ancora una volta la lettera da consegnare alla mezzana, consapevole delle implicazioni che avrebbe avuto nel futuro della ragazza che gli sedeva di fronte.

 

Egregia signorina Tsunade,

ho constatato con piacere che i servigi offerti dalla sua casa rispondono – come sempre, d’altronde – pienamente alle mie esigenze.

Tuttavia avrei una richiesta che esula dalle mie normali abitudini: avrei piacere che domani tornasse la stessa ragazza di stanotte; come lei stessa avrà notato insieme alla presente, mi sino premurato di anticipare il pagamento.

Confido in una risposta positiva che, sono certo, non tarderà ad arrivare.

Distinti saluti

Hiashi Hyuuga

 

-VERME! Odio la sua cordialità…cosa c’è di più meschino che essere così riverenti con la squallida direttrice di un bordello? “la stessa ragazza di stanotte”…non le ha nemmeno chiesto il nome…Verme…ma come posso negare proprio a lui anche il più piccolo capriccio?

Questi i pensieri della donna, che presto sarebbero diventati un ordine per Tenten.

La ragazza, appena tornata, si era precipitata ad immergersi in un bagno aromatico: i profumi e le piante mediche l’avrebbero aiutata a curare le ferite fisiche e ad alleviare il nervosismo.

Cancellò mentalmente l’immagine della bimba coi codini e sovrappose il fotogramma di quello che era diventata e sarebbe stata per sempre.

L’insistente bussare alla porta la destò dal torpore dei vapori – Nana! Entra! –

La mezzana, cui lei affettuosamente aveva affibbiato quel nomignolo tra mamma e nonna, si fece avanti e amorevolmente le propose un massaggio rilassante.

 -Devo tornare lì, vero?- chiese Tenten.

-oh, Ten mi dispiace molto ma sai che proprio ad uno Hyuuga non possiamo dire di no-

-Ahahahah sei così prevedibile Nana! Ogni volta che sei più gentile con me è perché devi chiedermi qualcosa di poco piacevole…ma non importa, Nana, devo abituarmi, no? Non stare in pena per me- con un finto sorriso nascose l’immnesa desolazione che ormai aveva la chiave del suo cuore, ma non poteva deludere l’unica persona che l’aveva aiutata nel momento del bisogno. Prese la sua decisione: quella notte avrebbe fatto ritorno alla grande villa.

 

Non posso credere ai mie occhi: quell’angelo caduto è di nuovo qui, anche stanotte.

Quando la vidi ieri, per caso, sperai con tutto il cuore, per il suo bene, che non dovesse più mettere piede in questa casa, nella sua stanza.

Mi sembrava scontato che fosse così: mio zio non ha l’abitudine di mangiare due volte nello stesso piatto, anche se a lordarlo è stato lui.

Ma lei, angelo meraviglioso anche nella perdizione! Creatura purissima anche se trascinata nella melma del peccato.

Dalla mia stanza posso udire i gemiti di un miserabile che tenta di inabissare con sé un giglio candido.

Quale tortura è resistere ad un perverso senza abbassarsi a compiacere i suoi desideri immondi!

Cosa hanno visto i suoi occhi per tenerla ancora legata a sé?

Il riflesso dello specchio mi dice che i suoi occhi sono i miei e se egli ha trovato una ragione per volerla ancora con sé, io ne ho già mille per cercare di impedire che questo accada.

Questa notte non ho dormito, preda di un tormento che prima non conoscevo. E stamattina mi ritrovo a spiarla, di nuovo, come ieri, felice che lui non sia lì ad oscurarla con la sua presenza.

La osservo non visto finché per lei non è ora di andare.

So che tornerà ma so anche che farò quanto è in mio potere perché al più presto possa riassaporare la pace che spetta agli angeli come lei.

 

 

Scusate se ancora non ho fatto incontrare i due protagonisti ma dovevo dare qualche informazione in più sulle motivazioni di alcuni personaggi.

Mi scuso anche per la descrizione poco felice di ciò che Hiashi ha fatto a Ten, spero di non essere stata troppo squallida.

Spero che continuiate a leggere e a commentare in tanti!!!

Al prox capitolo!

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Capitolo 3
*** l'altro Hyuuga ***


Scusate per il ritardo nell’aggiornamento ma mi sto riducendo a scrivere di notte per mancanza di tempo…avevo persino pensato di lasciar perdere il progetto e rinunciare a concludere la storia. Ma mi sono resa conto che non sarebbe corretto nei confronti dei lettori.

 

Per piacere commentate per farmi sapere se vi piacerebbe che succedesse qualcosa in particolare perché già la trama sta cambiando rispetto a come l’avevo progettata.

 

Grazie in anticipo…e ora vi lascio al capitolo; spero non vi deluda.

 

CAPITOLO III

L’altro Hyuuga

 

Per una settimana Hiashi Hyuuga aveva continuato a pagare gli incontri con Tenten, e avrebbe perseverato fino a che non si fosse stancato di una bambola troppo usata.

Ma una sera Tsunade ricevette una lettera anonima indirizzata proprio alla ragazza.

La mezzana chiamò la propria prediletta e le consegnò la missiva.

 

Le parole, per quanto belle, restano tali.

Vogliate pertanto accettare un gesto concreto di quanto non riesco ad esprimere verbalmente.

Come avrete visto, con queste poche righe è stata inviata una somma di denaro doppia a quella finora versata per la compagnia della signorina Tenten.

Spero sia sufficiente affinché, per questa sera, la signorina possa restare nella casa senza che la vostra attività subisca perdite economiche.

Grazie

 

 Tenten finì di leggere incredula; fu Tsunade a rompere il silenzio:

-Tenten non dici niente? È una magnifica notizia!

-Ma Nana, si può fare? Come farai a disdire con Hiashi Hyuuga? Hai detto che è impossibile rifiutare un favore ad uno Hyuuga …

- Mi correggo, piccola mia, non si può dire di no ai soldi di uno Hyuuga; ma guarda qui! Con questa cifra potrai anche non lavorare per due notti di seguito!

Lacrime di liberazione scendevano lungo le guance di Tenten che, mentre abbracciava la sua Nana, ringraziava chiunque le avesse offerto uno spiraglio di luce tra le ombre di questa sua nuova vita.

 

Villa Hyuuga era immersa in un silenzio tombale: il ragazzo dagli occhi di ghiaccio dormiva sereno dopo notti di insonnia.

A pochi metri di distanza Hiashi Hyuuga fissava immobile il soffitto affrescato, la mascella serrata per lo scacco subito.

Tenten riposava tranquilla nella sua celletta, un solo pensiero: chi e perché aveva mandato quella lettera?

 

Per giorni Tenten continuò a ricevere il denaro potendo così restare nella casa, ma dopo circa una settimana la richiesta del donatore era cambiata: secondo il biglietto, Tenten avrebbe dovuto farsi trovare verso le nove di sera all’indirizzo indicato.

Ciò turbò non poco la ragazza, l’idillio era finito; era tornata alla realtà della sua vita e della sua condizione e quella notte – ne era certa – avrebbe contribuito a riaprire una ferita che con poco successo aveva tentato di ignorare.

Il luogo prefissato per l’incontro si trovava in un’area di periferia, dove pace e quiete regnavano incorrotte.

Lee, che aveva accompagnato Tenten, la lasciò nel giardino del villino, dove la ragazza trovò posto sotto un salice le cui fronde giocavano con il laghetto sottostante.

Dal se diletto su cui Tenten era seduta si godeva di una meravigliosa panoramica del giardino.

Narcisi e giunchiglie coronavano lo specchio d’acqua, la luce delle lucciole si confondeva con il riflesso delle stelle e il vialetto era illuminato da candele profumate.

La giovane desiderò con tutta se stessa che il tempo si fermasse e le permettesse di vivere in eterno quel sogno di bellezza e pace.

Al riflesso della ragazza nell’acqua, si aggiunse una figura che fece voltare di scatto Tenten.

- Buonasera. Perdonatemi, non intendevo spaventarvi.

Lei fissò il ragazzo a cui apparteneva la voce: lunghi capelli, segno distintivo di nobiltà, finemente annodati, un candido kimono con fini impunture in seta avvolgeva il corpo snello ed atletico; e pio gli occhi: splendidi occhi avorio, miniatura di infinite galassie.

Quelle iridi così singolari colpirono e turbarono non poco Tenten.

-buonasera a voi, signore; non temete, non mi avete spaventata.

Il gentile saluto del nuovo arrivato spinsero Tenten a continuare:

-devo supporre che voi siate colui che ha scritto le lettere…perdonate la mia impudenza ma desidererei porvi una domanda: siete un parente di Hiashi Hyuuga?

Lo stupore del ragazzo era evidente -si, il mio nome è Neji Hyuuga, quell’uomo è mio zio; ma ditemi, come fate a saperlo?

-in effetti è stata solo una supposizione: solo un abitante della villa poteva essere a conoscenza dei mie incontri con vostro zio e della la cifra che egli versava. Inoltre il vostro aspetto e il vestiario suggeriscono le nobili origini. Ma senza dubbio sono stati gli occhi a suggerirmi la parntela. Se posso permettermi, avete degli occhi bellissimi, molto simili a quelli di vostro zio all’apparenza, ma profondamente diversi…i vostri hanno una luce particolare.

Nel dire questo Tenten era arrossita: per un momento aveva dimenticato di essere solo una meretrice e aveva fatto parlare il suo cuore di ragazza che aveva davanti a sé un giovane bello e gentile.

-oltre che bella siete anche intelligente! Ma vi prego, consentitemi di abbandonare questo tono così formale.

-naturalmente, signore, non dovete nemmeno chiedere: avete pagato per poter fare qualsiasi cosa vi aggradi.

Gli occhi di Tenten si velarono di lacrime ma inaspettata un tocco leggero le spazzò via.

-non devi dire così, ti prego, sappi che non farò nulla che tu non voglia. Se questa sera ho voluto incontrarti è perché mi mancava vederti. Per tutto il tempo che sei venuta alla villa ti ho sempre guardata di nascosto e, benché fossi felice a saperti al sicuro lontana da mio zio, dopo solo una settimana che non ti vedevo il vuoto aveva preso il sopravvento.

Quare id faciam fortasse requiris. 

Nescio, sed fieri et excrucior.

Forse ti chiedi perché io lo faccia.

Non so ma sento che accade e mi tormento.

TI AMO.

 

 

 

I versi in corsivo sono del mio amato Catullo. In modo un po’ impacciato Neji si è aperto  e state sicuri che la bella Ten non lo deluderà . infatti come avete visto, lei ha già notato che il bel ragazzo è di tutt’altra risma rispetto allo zio!

Per tranquillizzare celiane, elinn e BrideOfTheWind, hiashi sparirà per qualche capitolo; però poi tornerà più bastardo che mai. (sorry ma la storia è triste).

Ramiza: grazie per i commenti ma, scusa l’ignoranza, che vuol dire IC?

 Grazie ancora a tutti quelli che hanno letto e commentato!

Al prox capitolo!

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Capitolo 4
*** storie ***


Anche se forse si dovrebbe fare alla fine, vorrei cominciare col rispondere ai commenti:

videl the best: mi hai semplicemente anticipato!già avrei voluto scrivere la sua storia nel capitolo precedente ma l’avrei allungato troppo!!!

Elinn: beh come già c’è scritto nella nota di questa fanfiction, il finale sarà drammatico ma se saranno in tanti a preferire il lieto fine potrei anche provare a cambiare la struttura della trama.

ramiza: grazie per i commenti sempre così entusiastici! E grazie per la risposta. Credo che Neji sia un po’ OOC e spero non dispiaccia anche perché mi sembra ovvio che, vista la condizione sociale, debba essere lui ad assumere delle posizioni.

Nenenene:grazie per il commento, spero che continuerai a leggere e a recensire. Sarei felice se mi arrivassero dei suggerimenti per migliorarla!

Celiane4ever:in futuro hyashi avrà quello che si merita ma non in questo capitolo.

brideOfTheWind:grazie per i complimenti e per la delucidazione!!!mi scuso con te e con tutti per il ritardo con cui ho aggiornato…troppo studio :-(

Grazie…e ora il capitolo!

 

CAPITOLO IV

Storie

 

-TI AMO

Questa volta nessun tocco delicato potè frenare le lacrime di Tenten. Ma un sorriso illuminato di gioia rassicurò Neji.

-è davvero incredibile quello che hai detto! Non mi conosci nemmeno e riesci a provare interesse per una che è…beh quello che sono…

-non dire così: sono certo che sei diversa da quello che sembri; quando ti guardo io non vedo una comune prostituta, ma una ragazza la cui presenza riempie il mio vuoto. Quello che dici è vero, io non ti conosco realmente ma “amore ” è anche scoperta dell’altro e, se me lo permetti, vorrei conoscere la Tenten che eri prima.

-beh è naturale che ci si domandi cosa spinga una ragazza ad accettare una vita come la mia…ho visto ragazze farlo per scelta ma, ed è il mio caso, il più delle volte è un’esigenza dettata dalle circostanze.

Fino agli undici anni ho vissuto nella periferia del paese vicino; io e i miei genitori vivevamo in una casetta di campagna, costruita sulla collina che dominava la vallata.

Accanto alla casa c’era un enorme castagno secolare che, ti sembrerà strano, consideravo il mio migliore amico.

Passavo le giornate estive nascosta in un incavo della corteccia sussurrando i miei segreti al vecchio tronco o giocando a tiro al bersaglio.

Benché di modeste condizioni, vivevamo serenamente senza grosse preoccupazioni. I primi problemi iniziarono quando mio padre cominciò ad arricchirsi.

Vedi, lui faceva il mercante e con una serie di affari fortunati cominciò ad allargare il commercio.

Il pese non era particolarmente ricco e la fortuna di mio padre non passò inosservata.

Un pomeriggio ero nascosta nel mio castagno a giocare quando sentii i miei urlare…le grida provenivano dalla casa ma non feci in tempo ad entrare che la vidi ardere tra le fiamme. Istintivamente cercai di fare quel poco che la mia età mi consentiva ma non ci fu nulla che potè impedire il disastro. Vidi due uomini correre via con dei sacchi pieni di oro e mercanzia e compresi quello che era successo. In quel momento odiai con tutta me stessa il denaro e l’abisso in cui mi ero ritrovata per la cupidigia di due manigoldi.

Non potei nemmeno seppellire i miei genitori per mancanza di mezzi. Mi ritrovai a vagare in cerca del nulla…non avevo più lacrime da versare né alcuno a cui rivolgermi: i miei unici parenti erano morti.

Dopo due giorni sono arrivata in questo villaggio; a trovarmi fu Tsunade, la padrona della casa. Già all’epoca esercitava il suo mestiere ma quando mi raccolse per la strada mezza morta di fame non pensò minimamente che in futuro sarei diventata una delle sue ragazze.

Per anni mi ha cresciuta come la figlia che non ha avuto. Ma i tempi sono peggiorati: più gente come tuo zio si arricchiva, più gente di mal’affare come noi doveva sottostare a questo potere nascente.

Ultimamente la situazione economica stava peggiorando e quando lui ha fatto la sua richiesta specifica, non mi sono potuta tirare in  dietro: dovevo tutto alla mia Nana e mi sarei sdebitata nell’unico modo in cui potevo…

Un’altra lacrima a rigarle il volto.

Hmm…i soldi…non immagini nemmeno quanto questo ci accomuni. Il mio passato è legato ad una storia di potere e prevaricazione.

Come già sai mio zio è molto ricco ma non devi credere che il suo patrimonio derivi dalle nobili origini: fino a prima che nascessi il clan Hyuuga era  destinato ad un declino inesorabile.

Tuttavia mio padre, il gemello di mio zio, contribuì in modo ammirevole alla scalata economica, investendo tutte le sue energie per regalare alla nuova generazione una vita più agiata.

Secondo le leggi dinastiche, però, sarebbe stato il primogenito, Hiashi, ad assumere il ruolo di capofamiglia. Mio padre non si oppose minimamente pur essendo conscio dell’inadeguatezza del fratello, troppo legato agli anacronistici modelli nobiliari. Ciò che chiese fu solo che almeno a me venisse riconosciuto un ruolo nella gestione del capitale.

Quando ormai la casata aveva riacquistato prestigio, mio padre perse la vita in un incidente per salvare quella di mio zio.

Puoi ben immaginare il dolore che provai quel giorno: avevo solo cinque anni e per la prima volta realizzai  di essere rimasto solo al mondo.

Mio zio mi tenne in casa con sé ma non ho mai ricevuto una parola d’affetto…per anni non ha fato altro che riversare odio e rancore. Ti chiederai il motivo di questo astio…il fatto è che aveva una figlia ma l’ha sempre ritenuta indegna della gestione della famiglia perché era una donna e per di più, essendo più giovane di me, la precedevo nella linea dinastica: lui voleva che lei fosse tutto ciò che ero io…ciò che meglio seppe fare della sua vita fu rovinargliela.

Cinque anni fa, si presentò l’occasione di entrare in affari con un ricco proprietario terriero che però in cambio della fusione dei capitali chiese la mano di mia cugina.

Lei era davvero una ragazza incantevole: lunghi capelli notte, pelle neve e naturalmente, gli occhi degli Hyuuga.

Come Ifigenia, fu sacrificata per un “bene superiore”. Il giorno delle nozze fu per lei più triste di un funerale, per me fu peggio che morire: quel giorno, dopo anni di silenzi, mio zio pronunciò il nome di mio padre. “Mi aspetto che tu faccia per la famiglia, e quindi per lei, ciò che ha fatto Hizashi”. Fu esattamente questo quello che disse. Nessun segno di commozione al ricordo del fratello, nessun rimorso per il sacrificio che stava imponendo a me.

Un anno dopo mia cugina morì di parto e con lei il bambino. Aveva solo sedici anni ed io ero da poco entrato nella maggiore età.

Il vecchi bastardo sciolse la società con mio zio ma questo non influì sulle nostre finanze che ancora ad oggi sono inimmaginabili.

Mio zio fu costretto ad affidarmi metà del captale ma da quel giorno, anche più di prima se possibile, ha tentato in tutti i modi di distruggermi.

Per quanto riguarda lui, è diventato un dissoluto che ciò che tocca rovina…da quando è morta Hinata, mia cugina, ha iniziato a frequentare i postriboli della città sacrificando vergini in un rituale ossessivo.

Tu sei l’ultima di molte altre ragazze cui ha tolto la verginità. Ogni anno le sceglie di età diverse, non so se mi spiego ma anche mia cugina questo anno avrebbe avuto venti anni…

Eppure tu hai segnato una svolta: non aveva mai frequentato la stessa ragazza per più d una volta, ma credo di aver capito la sua decisione: tu ricordi molto Hinata…capelli lunghi e scuri, incarnato  candido ma soprattutto un’aria verginale che non ha eguali. Il tuo candore e la tua grazia sono stupefacenti…inizialmente anche io mi sono sorpreso di come potessi mantenere la tua purezza dopo essere stata contaminata da mio zio.

Tu non ti abbassi alla libidine di un uomo privo di dignità; mantieni altissima la tua e ti chiudi in un dolore che non meriti: è ciò che ti ha resa speciale ai miei occhi, ed è ciò che mi spinge a preservarti e ad amarti per quella che sei.

 

Un abbraccio profumato che inebria i sensi e un delicatissimo sfiorarsi di labbra unirono i giovani.

-Grazie.

Fu lei ad avere l’ultima parola prima di allontanarsi dall’amato spinta via dal chiarore del nuovo giorno.

 

Please commentate e fatemi sapere cosa ne pensate…sarò felice di provare ad accontentare eventuali richieste!!!grazieeeee!!!!

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Capitolo 5
*** Zagara ***


Mi scuso enormemente per il terribile ritardo ma sono stata senza internet per più di un mese (causa: lavori in corso).

Vi chiedo di perdonarmi. Un simile ritardo era fuori ogni previsione possibile.

 

 

CAPITOLO V

Zagara

 

Ormai da più di un mese i due ragazzi si incontravano costantemente condividendo un amore che cresceva sempre di più.

Una sera Tenten fu accolta nel giardinetto del loro primo incontro da un insolito profumo.

Qualcosa di dolce e fresco allo stesso tempo accarezzava la sua fantasia; non aveva mai sentito nulla di simile.

Ad attenderla uno scenario da favola: il vialetto, il sedile, persino le fronde del salice erano ornati da piccoli fiori bianchi intrecciati a tenere foglie d’edera.

Ne colse uno tra le mani e lo portò più vicino al viso per gustarne a fondo la fragranza.

- Ti piace?

Un piccolo sobbalzo, un grande sorriso: quella voce, la sua voce che aveva imparato ad amare.

- Ciao Neji! Si è davvero incantevole…non avevo mai visto questo fiore prima.

- Si chiama zagara, o anche…

Una pausa troppo lunga.

- Si?

- Fiore d’arancio.

Il piccolo germoglio sfuggì dalle dita di Tenten che corsero rapide ad intrecciarsi con quelle di Neji; persino lei era a conoscenza del significato del tenero bocciolo, promessa di una felicità eterna, promessa di nozze.

- Non avrei saputo dirlo in un altro modo: zagara e edera, promessa di amore ed eterna fedeltà.

Tenten vuoi diventare mia moglie ed essere mia fino alla fine dei nostri giorni?

Le sue mani stringevano con convinzione quelle della ragazza che gli stava dinnanzi, impaziente di una risposta che placasse i suoi dubbi.

- Neji hai già il mio cuore e la mi anima, e sarò felice, felice per l’eternità perché oggi so che ho te.

Da ora in avanti ti dico si, mille volte si.

Un bacio così diverso da quel primo contatto timido. Un bacio caldo, affamato di nuove emozioni che non potevano essere saziate se non con qualcosa di più.

Le labbra si erano fatte più pazienti, e dolci carezze che correvano lungo la pelle compensavano il bisogno di sentirsi più uniti.

Entrambi sapevano di essere arrivati ad una svolta, un nuovo punto d’inizio da suggellare con qualcosa di indimenticabile.

Il desiderio reciproco li aveva spinti nella camera del villino.

Solo allora ebbero il coraggio di guardarsi negli occhi, impacciati ma sicuri di ciò che volevano.

- Ten…io non…insomma per me…Ten, insegnami a fare l’amore.

- Neji io l’amore non l’ho mai fatto, con te è stato tutto nuovo, sei l’unica persona che mi ha regalato la vera emozione del primo bacio e l’unica che avrà il mio cuore oltre che il mio corpo.

Impareremo insieme: sarà la prima vera volta.

Attraverso un altro bacio sentirono le labbra dischiudersi in un sorriso di gioia.

Piano le dita iniziarono ad accarezzare il risvolto che il kimono disegnava sul petto, allontanando la stoffa dalla pelle.

Tenten posò teneri baci alla base del collo mentre la casacca giaceva ormai dimenticata su una sedia.

Accarezzò, quasi sfiorando la pelle del petto per poi arrivare alle spalle in un disegno segreto.

Il ragazzo aveva slegato con grazia l’obi ma si tratteneva dal togliere l’abito a Tenten.

Fu lei quindi a far scivolare dalle spalle il prezioso kimono di seta, regalo di Neji.

 Egli si stupì ancora una volta della bellezza del suo corpo: aveva dimenticato la perfezione delle forme, di una femminilità non esagerata ma coinvolgente allo stesso tempo. Le lunghe ciocche castane velavano appena il seno scoperto.

Un tenue rossore colorì le guance della ragazza ma un abbraccio protettivo la rassicurò, ancora una volta…

A sua volta Neji si liberò degli ultimi indumenti rivelando a Tenten il corpo amato che ora desiderava.

Il giaciglio accolse i corpi vibranti di emozioni. Baci, carezze, sussurri:

 

Da mi basia mille, deinde centum,                  Dammi mille baci, poi cento,

dein mille altera, dein secunda centum,          poi altri mille e di nuovo cento,

deinde usque altera mille, deinde centum.      quindi ininterrottamente altri mille e infine cento.

 

Neji si sentiva sempre più impaziente, consapevole di essere un giovane uomo alla sua prima esperienza; ma l’amore per Tenten gli dettava nuove regole, una rispettosa attesa del suo consenso.

 

Infine l’unione di due anime in un corpo. Un dolore conosciuto che da, però, la misura di una nuova felicità. Gambe incrociate, bacino contro bacino, ventre contro ventre, seno contro petto, due volti lo stesso sorriso, un abbraccio indivisibile.

-Ten ti amo…resta con me, per sempre.

-il tuo, è il mio desiderio!

Un altro bacio, una nuova promessa.

- Tenten non dobbiamo più nasconderci: voglio sposarti alla luce del giorno e vivere apertamene il nostro amore. E per questo che ho bisogno di sapere se ti senti di affrontare con me mio zio.

- Vuoi presentarmi a tuo zio come tua fidanzata?

-L’ho sempre sostenuto che sei intelligente e perspicace- un sorriso tirato a nascondere l’apprensione.

- Va bene Neji, se restiamo uniti possiamo affrontarlo, e a quando l’incontro?-tono ironico.

- Oggi stesso.

 

 

TU-TUM  TU-TUM TU-TU-TU-TUM

Il rumore assordante dei battiti accelerati fagocita quello dei pesanti cardini della villa.

- Mandate a chiamare mio zio, ho urgente bisogno di conferire con lui.- un comando e il maggiordomo, con un inchino, si allontana.

 

Da una finestra in penombra il padrone di casa osserva la figura che sta varcando la soglia di casa sua; no, non lA ma lE ombre che si stanno addentrando nella dimora.

Un sentimento di rabbia improvvisa si sprigiona dal subconscio; un’occhiata più attenta e tutto si fa chiaro: le assenze notturne del nipote, il tornare all’alba, il volto segnato dalla stanchezza e al contempo dall’ombra di un sorriso, l’impossibilità di avere TENTEN.

E così è stato lui? Lui che ha sottratto il suo passatempo preferito. Lui che in una guerra tacita gli ha giocato forse l’unico scacco mai subito. Lui di cui ora deve vendicarsi.

Una vendetta lenta, meditata, soppesata. Celata da benevola riconciliazione.

 

-Neji! È ancora molto presto, sono appena le sette del mattino. Perché mi hai fatto chiamare?

- Buongiorno zio. Ho bisogno di parlare con voi. Anzi abbiamo bisogno di parlare con voi.

Uno sguardo interrogativo, Neji si scosta appena e appare una seconda figura, una ragazza.

- Lei? Cosa ci fa lei qui, con te?

- LEI,zio, si chiama Tenten- un respiro profondo- ed è la mia fidanzata.

- Fidanzata? Questa parola presuppone un futuro legame coniugale…

- si, zio. Ed è per questo che oggi siamo qui. Per ricevere la vostra benedizione.

Tenten non ha aperto bocca dal momento in cui il servo ha aperto il cancello. Quella villa è legata a ricordi angosciosi  e la vista di quell’uomo le fa perdere tutto il coraggio che aveva raccolto per sé e per Neji. Solo il saldo legame delle mani le impedisce di perdersi nell’incubo. A pochi passi li sente parlare senza percepire il significato delle parole. Suoni, sentenze di un futuro in bilico.

 

Il perfetto autocontrollo gli consente la risposta più lontana dai suoi pensieri:

- Che dire, nipote. Una donna sposa il marito che il padre le mette al fianco. Ma tu sei un uomo, ed hai anche l’età per prendere questa decisione da solo. E sia. Ma non chiedere la mia benedizione: non è in mio potere concedervele, come non ho la facoltà di dividervi.

- Non mi sarei aspettato una simile accondiscendenza. Vi ringrazio per questo. Come avere puntualizzato, è ancora molto presto; se desiderate potete anche ritirarvi. Grazie per il tempo che ci avete dedicato.

Hiashi si allontana senza salutare. Ma forse è il comportamento freddo l’unica cosa che Neji scorge di reale. Tutto io resto è nebbia…perché quest’arrendevolezza? Sicuramente, pensa, lo zio coglierà l’occasione per diseredarlo. Ma non importa, il riconoscimento formale della loro unione è avvenuto; manca quello ufficiale.

Appena Hiashi esce dal campo visivo si spezza l’illusione. Tetnen torna alla realtà, niente più ombre confuse, solo il sorriso di Neji che comunica l’assenso dello zio.

- Tenten, ho una sorpresa per te, ma ci vorrà qualche ora. Ti senti di restare qui ad aspettarmi?

- Quante sorprese, e tutte in un giorno! non vorrai farmi morire di felicità?-un sorriso raggiante- Va bene, e poi sai, per te potrei anche attendere per l’eternità.

Con un bacio Neji si allontana.

- Al Tempio- ordina al cocchiere. La carrozza parte spedita, una corsa verso la felicità.

 

Nel silenzio del salone Tenten sente dei passi avvicinarsi, o è la sua immaginazione?

Ma è ancora l’immaginazione a farla prigioniera di braccia irruente, a trascinarla scalciante in un’altra stanza?

Hiashi la getta con forza sul suo letto, così come aveva fatto molto tempo prima. Con una mano le copre la bocca; la sua, sibila parole velenose:

- Cosa credevi, puttana? Che mi sarei fatto beffare così da due mocciosi sprovveduti? Che avrei permesso a quel degenere di mio nipote di infangare il nome degli Hyuga? Non gli è concesso prendere ciò che mi appartiene. E presto ne avrà la prova.

La casa è sorda alle urla di Tenten, cieca alla violenza di Hiashi che ancora una volta, senza permesso,  prende quel corpo per farlo bruciare con la sua anima.

 

Sul pavimento di marmo un piccolo fiore bianco, un germoglio di zagare sfuggito dai capelli della ragazza, calpestato dalla furia dell’uomo.

 

 

Spero di aver accontentato celiane4ever  anche se mi è venuto particolarmente difficile descrivere la scena d’amore (il lemon non è decisamente il mio campo!).

Anche  ramiza aveva visto giusto con la promessa di matrimonio!!!beh come è andata a finire purtroppo è abbastanza evidente. Ma non bisogna dimenticare che la storia è triste…ringrazio anche BrideOfTheWind per la recensione!

 

Come sempre grazie anche a chi legge e a chi ha aggiunto la storia ai preferiti!

 

Ah tenevo a precisare che il titolo è un omaggio alla mia Sicilia!!! Chi di voi conosceva il nome dei famosi fiori d’arancio?!

 

Al prossimo capitolo!!!!

 

Ps il prox cap sarà quasi sicuramente l’ultimo…io ho già in mente come deve finire ma non si sa mai…potrei sempre cambiare idea…allora, cosa preferite il brutto o il lieto fine?per favore considerate la storia e soppesate la risposta!!!

1000grazie e grazie1000!

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