Il ragazzo della biblioteca

di Gwendolyn_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Prologo
Era bagnata fradicia. Pioveva da appena cinque minuti eppure per lei il tempo si era fermato. Le sembrava fosse passata un’ eternità da quando lui se ne era andato. Da quando lui le aveva voltato le spalle dopo averle detto tutte quelle cose orribili.
Si stava avviando verso casa, i vestiti bagnati, i capelli dorati che gocciolavano, il mascara colato, lo sguardo perso e la mente sgombra. Non riusciva a pensare ad altro che a quell’unica frase, quell’unica domanda che la tormentava da quei soli cinque minuti. Perché lo aveva lasciato andare?

Capitolo 1
Era circondata. C’erano così tante persone intorno a lei che non poteva contarle. C’erano donne, uomini, persino bambini. Tutti vestiti di nero che continuavano a dire delle parole senza senso, parole che sembravano inventate. Sono pazzi! Chi sono questi individui? Era questo che pensava Katie. Era terrorizzata, il suo maglione color panna era ormai nero e bucato, i jeans sbiaditi strappati all’altezza delle ginocchia. Solo le scarpe erano rimaste come erano, sgualcite, vecchie e sporche.
Katie era una bella ragazza, i capelli biondi, quasi dorati, che le scendevano fino all’altezza delle scapole, gli occhi verdi con qualche riflesso dorato come i capelli, in parte coperti dalla frangia, erano pieni di calore, di affetto; le lunga ciglia nere, la bocca sempre incurvata all’insù, sempre sorridente.
Quella notte però era diversa.
Era bianca come un lenzuolo, le guance leggermente arrossate per la corsa che aveva dovuto affrontare giù per le scale, con il respiro affannato, i capelli disordinati, la frangia dritta e storta non voleva saperne di stare giù. E gli occhi. Gli occhi che trasparivano tutto il suo terrore, la confusione che provava dentro di sé. La bocca era semichiusa e da essa uscivano delle nuvolette di vapore. Aveva freddo, ma era sudata.
Quei loschi individui iniziarono ad avvicinarsi sempre di più, fino quasi a toccarla. Quando uno di loro l’afferrò per il braccio, Katie era pronta a urlare.
Si svegliò di soprassalto, sudata, cinque minuti prima che suonasse la sveglia. Era da tre notti che faceva sempre lo stesso incubo. E si svegliava sempre a quel solito punto.
Katie fece un bel sospiro, si stiracchiò e sbadigliò prima di alzarsi e andare a fare una bella doccia calda.
Alle 7.30 era già giù con lo zaino in spalle, il giaccone largo e lungo verde militare, le chiavi di casa in tasca e le sue solite scarpe da ginnastica. Salutò il suo gatto Cleo, che era acciambellato sul divano, e uscì di casa avviandosi verso la scuola. L’ultimo posto in cui sarebbe voluta andare.
A scuola aveva solo due amici, Hazel, una ragazza molto carina, scura di pelle, con gli occhi di un blu da far paura, i capelli neri e mossi e le lentiggini, e Luke, un ragazzo castano con gli occhi verdi, alto e magro e poteva essere anche molto carino se non indossava tutti i giorni quegli occhialoni squadrati che andavano tanto di moda.
Non è che le altre persone li odiavano, è che non gli piaceva la loro compagnia. Chissà, forse perché amavano tutti e tre leggere tantissimo, oppure perché Katie aveva una cugina. Una cugina tanto odiosa quanto bella. Emma era alta, snella, un portamento regale, i capelli lunghi fino alla vita neri come l’inchiostro. Due occhi azzurri talmente chiari che parevano di ghiaccio, le labbra rosse sottili e il viso di una vera bellezza. Non solo era bella, ma era anche intelligente. Era l’idolo di tutti. Era stata per tre volte di seguito la reginetta del ballo di scuola, aveva moltissimi amici e, soprattutto, non sopportava Katie.
Katie aveva perso i genitori quando era ancora piccola a causa di un incidente stradale. Lei era in macchina con loro, ma non si sa come, si è salvata. Katie di quel giorno non si ricordava niente, solo una luce abbagliante e delle urla, dopodiché, se continuava a sforzarsi di ricordare, le veniva un mal di testa mostruoso.  
Da allora è andata a vivere a casa delle zie: zia Clare, la dolcissima zia che le ha permesso di fare la tessera per la biblioteca, la sola salvezza di Katie; e zia Annie, che dal nome sembrerebbe quasi una zia amorevole, ma era tutt’altra cosa. Era odiosa almeno quanto la figlia. Acida, scontrosa solo con Katie per esserle sfortunatamente capitata in casa; al contrario della figlia, era un ignorante che usava citazioni di persone famose al momento meno opportuno e senza un motivo, solo per far vedere agli altri che lei era, come diceva lei stessa, acculturata. Si vantava di avere una figlia come Emma, sempre così disponibile con tutti, generosa, divertente, intelligente e bella. Insomma, tutto lei!
Ogni domenica mattina, l’unica giornata in cui facevano tutti colazione insieme, servita dal maggiordomo, appena Katie entrava nella sala da pranzo zia Annie le lanciava uno sguardo truce e si limitava a mangiare e a chiacchierare con Emma o con zia Clare, cosa che accadeva di rado, come se sua nipote non esistesse.
Meno male almeno a scuola c’erano i suoi due amici, i migliori amici di sempre.
Appena entrata nell’atrio scolastico, Luke e Hazel le vennero incontro con un bel sorriso.
“Che ne dite di andare in biblioteca? Devo fare una ricerca per storia e poi non voglio stare un’ora ad ascoltare le chiacchiere inutili della professoressa Colman. Rende la materia più bella del mondo la più noiosa!”
Ovviamente erano tutti e due d’accordo con Hazel e, anche se Katie non riteneva arte la materia più bella del mondo, concordava pienamente sul fatto che la professoressa Colman era moscia quanto una piuma che vola nel cielo senza un briciolo di vento quando spiegava e ti annoiavi facilmente durante le sue lezioni. In più non c’era posto migliore a scuola se non la biblioteca.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

La biblioteca della scuola era enorme. Un posto fantastico, con tantissimi libri e un profumo di carta che la faceva impazzire. Quando Katie entrava là dentro si sentiva a casa. I nervi le si rilassavano, la mente era più lucida e si sentiva bene, viva. Lì, in quell’unica grande stanza, non si sentiva osservata dai suoi stupidi compagni di scuola, non si sentiva impacciata e soprattutto camminava tra le file di scaffali a testa alta e sempre con un bel sorriso stampato sulla faccia. Ogni volta che entrava in biblioteca faceva un grosso respiro assaporando il delizioso profumo delle pagine dei libri e tutte le sue preoccupazioni svanivano.
Hazel si diresse subito nel reparto di storia mentre Luke, già con un libro fra le mani, andò a prendere posto al loro solito tavolo vicino alla finestra che dava sul giardino. Quello è sempre stato il “loro” posto speciale. E’ stato lì che si sono conosciuti.
Hazel e Luke stavano facendo delle ricerche e avevano una pila di libri altissima accanto a loro. Il libro posto in cima era “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen. Il romanzo preferito di Katie che, non a caso, passava di lì per andare a sedersi al tavolo dietro di loro. Quando lo vide si fermò ricordandosi di quando lo leggeva a  casa della nonna in campagna, prima che si trasferisse a San Francisco.
Luke, notandola, le chiese se lo voleva leggere dato che lui l’aveva appena finito e Katie allora gli disse che era il suo romanzo preferito e che amava profondamente Mr Darcy, il protagonista. A questa sua confessione Hazel iniziò a parlare a ruota libera di come all’inizio lo aveva ritenuto superficiale, ma che poi se ne era innamorata persa proprio come Elizabeth Bennet. Così Katie si era seduta con loro al tavolo e da quel giorno, fra loro, si è instaurato un rapporto di amicizia quasi fraterno.
“Ehi Katie che libro pensi di prendere oggi?” Hazel la riportò alla realtà. Era rimasta quasi un minuto buono persa fra i ricordi, in piedi all’entrata della biblioteca.
“Ah..ehm..non lo so ancora, credo che andrò a fare una girata e prenderò il primo che mi ispira.”
Così Katie iniziò a vagare fra gli scaffali. Si ritrovò nel genere “Gialli” e fece per prendere “Il richiamo del cuculo”, il libro dello pseudonimo di J.K. Rowling, la scrittrice di Harry Potter, il suo libro preferito in assoluto che le ha regalato un’infanzia veramente stupenda. Mentre afferrava il libro la sua mano venne a contatto con qualcosa. Qualcosa che si trovava dall’altra parte dello scaffale.
Quando alzò gli occhi vide che aveva toccato involontariamente la mano di un ragazzo.
Era il ragazzo più bello che avesse mai visto. Pareva un angelo. Aveva due occhi azzurri e profondi come l’oceano, in parte coperti e messi in risalto dai capelli biondi corti. Lo sguardo all’inizio impacciato e confuso mutò appena incontrò gli occhi di Katie. Divenne uno sguardo quasi divertito, ma allo stesso tempo un po’ timido. Il lieve rossore che si era impadronito delle sua guance lo faceva sembrare ancora più affascinante. E un sorriso mozzafiato prese il posto di quell’aria stupita che aveva delineato i suoi lineamenti un attimo prima, e Katie, per la prima volta, sentì quello strano formicolio allo stomaco, come se delle farfalle stessero nascendo e volessero prendere il volo al suo interno.
Il ragazzo, dopo averle sorriso, se ne andò a sedere con un libro in mano. Katie, dopo essere stata qualche secondo a fissare il vuoto, ancora rossa per l’imbarazzo (era la prima volta che le capitava una cosa del genere in biblioteca), si incamminò dall’altra parte dello scaffale, cercando di fare l’indifferente. Lui era lì seduto intento a leggere il prologo del libro che aveva appena preso.
Era nella sezione “Fantasy” e Katie, cercando di avvicinarsi il più vicino possibile a lui, si ritrovò fra le mani “Il Signore degli Anelli” di Tolkien. Aveva letto quella saga minimo tre volte e ogni volta rimaneva incredibilmente e piacevolmente stupita dalla fantasia e dalla bravura dello scrittore britannico. Poi però gli occhi gli caddero sul romanzo accanto ad esso: “Colpa delle stelle” di John Green. Si stava domandando per quale motivo avessero posizionato il romanzo di Green tra il genere “Fantasy”, dato che di fantasy non aveva proprio nulla, quando una voce maschile la fece leggermente sobbalzare.
“Anche io mi sono chiesto prima il motivo per cui il romanzo di Green si trovi in questa sezione. Lo trovo alquanto strano.” Era il ragazzo di prima che aveva parlato. Si deve essere avvicinato accanto a lei proprio mentre Katie era in uno di quei momenti di riflessione, anche se non c’era niente su cui riflettere. “Uno studente che aveva molta fretta deve averlo posato qui in questa sezione.” Disse Katie un po’ incerta.
Il ragazzo la stava guardando con occhi scrutatori, quasi indagatori, poi ha posato il libro che aveva preso qualche minuto prima. Il suo profilo era perfetto e a Katie sembrò che un’aura dorata lo avvolgesse.
“Il Signore degli Anelli credo che sia il mio romanzo fantasy preferito. Adoro lo stile di Tolkien.”
“Si, concordo pienamente, l’avrò letto minimo tre volte e ancora non mi è venuto a noia!” Katie era molto imbarazzata e parlò senza riflettere. Non tutti leggono un libro più di una volta e sperò proprio di non aver fatto la figura dell’idiota. Invece lui rise e annuì. “Si, ti capisco, anche io l’avrò letto due o tre volte minimo!”
Si ritrovarono a osservarsi sorridendo. Gli occhi di lui fissi in quelli di lei, la linea della bocca era perfetta e il neo che aveva sullo zigomo gli dava un’aria tenere e dolce.
 Mai Katie si era sentita il corpo così pieno di emozioni che si riversavano in lei. Era una sensazione nuova e gradevole. Avrebbe continuato a osservare quel bellissimo ragazzo dagli occhi di un angelo per molto tempo ancora, fino a quando Hazel non la chiamò dall’altra parte dello scaffale, facendosi largo fra due libri che, a prima vista, sembravano di ottocento pagine l’uno.
Così lui la salutò e se ne andò con le mani in tasca e, sorridendo, le fece l’occhiolino.
Katie per un momento maledisse Hazel e guardò il "ragazzo della biblioteca" allontanarsi verso l’uscita.
 

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