The vampire and the werewolves

di CrisNialler
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** I ***
Capitolo 3: *** II ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


"Dai scoiattolino, non voglio farti del male.."
Preso. Azzannato. Vuoto.
Perché saziate così poco? Pensò buttando il corpicino dell'animale tra i cespugli.
"Chissà se a Beacon Hills ci sono animali più buoni." Disse tra se è se cercando altre piccole vittime: ultimo pasto prima di partire, prima di cambiare vita costretta dai suoi genitori.
"Le persone cominciano a parlare Sharon, mi fanno domande sulla tua pelle pallida, ti vedono spesso da sola per i boschi.. bisogna andare via, cambieremo la tua data di nascita sarai di nuovo una diciottenne e-"
"Di nuovo il quarto anno?! Ok, mamma, facciamolo, qui si respira brutta aria, hai ragione." 
Basta che stai zitta.
"Tre giorni amore, arriveremo prima dell'inizio della scuola, potrai ambientarti prima, ok?"
Annuì.
Dal Nevada a questa Beacon Hills quanti chilometri sono? No, non voleva saperlo.
"Perché Beacon Hills?" Chiese alla madre.
"La ditta di tuo padre ha sede anche lì.. Ci sono anche ampie foreste.." 
Si capirono.
Sharon abbracciò la madre, non lo faceva molto spesso.
"Grazie per quello che fate per me.."
"Non dirlo neanche per scherzo, è colpa nostra, siamo stati noi che non abbiamo voluto perderti." 
L'abbracciò più forte.

Eccoci. Nuova casa. Nuova strada. Nuova scuola. Nuova me? No, io rimarrò per sempre questa.
"Carine le case in questa strada.." commentò.
"La nostra è meglio." Sorrise il papà, ed aveva ragione, salotto ampio e grandi stanze, la sua bianca, l'avrebbe decorata, man mano.


"Riuscirai a ritrovare questa casa?" L'avvertì la madre.
"Sì, ha uno strano odore." E scomparì.
La donna sulla soglia della porta respirò profondamente senza trovare odori particolari.
Il lungo volo l'aveva affamata, e vestita di nero, aveva deciso di fare il suo primo giro nei boschi di Beacon Hills, trovandoli affascinanti e paurosi, posto ideale per creature sovrannaturali come lei, come i vampiri, ma non ne fiutava nessuno.
Seguì una scia di vento che portava odore di animale, che le fece sguainare i canini, arrivò alla fonte gli occhi cambiarono, diventando neri, le iridi rosse e bevve il daino.
Lasciò quel poco che bastava di sangue per non far morire l'animale.
Si aprì le vene del polso con un agile morso e lasciò cadere delle gocce del suo sangue sulla lingua dell'animale che ansimando le inghiottì, tornando nel giro di una ventina di secondi un daino in perfetta forma, che scappava dalla vampira.
Sharon sorrise, ma purtroppo il sorriso morì sulle sue labbra perché ora sentiva un odore diverso, mai sentito, odore di un pericolo antico.
Anche questa volta si avvicinò alla fonte. 
Non capiva cos'era però.
Da lontano pensò ad uomo.
Ma no, non lo era.
Lei non aveva mi visto un lupo mannaro, ma era pronta a giurare che a distanza di qualche metro da lei ce ne fosse uno.
I canini si allungano involontariamente.
La creatura si bloccò di colpo, e si girò lentamente verso la ragazza. Si guardarono per tre secondi che sembrarono un eternità per entrambi: rosso contro rosso. Entrambi davanti ad un nuovo nemico, entrambi senza sapere le mosse dell'avversario, in posizione di attacco.
La ragazza ringhiò senza pensarci davvero e andò via, con il vento che soffiava dalla sua parte rendendola leggera.
Si ritrovò in un attimo a casa sua sul suo letto.
"i lupi mannari non esistono, impossibile"
Davvero? No, perché neanche tu dovresti esistere le ricordò il suo inconscio.
La luna non era piena, ma la cosa non riuscì comunque a tranquillizzarla.
Si addormentò turbata, il suo sonno fu un dormiveglia agitato, ma anche quello di Scott lo fu.
Neanche lui credeva che i vampiri potessero esistere, però quei canini li aveva visti, erano diversi dai suoi, più taglienti, e più bianchi.
Gli occhi erano piccoli, da umana, ma la pelle rifletteva la luce della luna.
Mandò un messaggio al suo migliore amico Stiles anche se il suo cellulare segnava le 3am: ci credi nell'esistenza dei vampiri?





CI CASCO SEMPRE.
HO UN IDEA PER UNA NUOVA FANFICTION, LA SCRIVO E LA PUBBLICO.
OVVIAMENTE I MIEI PIANI SCRITTI FANNO PIETA' PERO' NON SAREI STATA BENE CON ME STESSA FINO ALLA PUBBLICAZIONE DI QUESTO INIZIO.
CHE DIRE?  IL SECONDO CAPITOLO E' PRONTO ALL' 80% QUINDI STA A VOI: RECENSITE SE VOLETE SAPERE COME CONTINUA.
*CUORICINO*


 

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Capitolo 2
*** I ***


La risposta al messaggio di Scott arrivò alle 9 di mattina e diceva: esistono i licantropi, druidi e kanima.. perché non dovrei credere nei vampiri? 
Scott si svegliò grazie all' arrivò del messaggio, si organizzò con Stiles e si incontrarono fuori casa sua, approfittando di questi ultimi giorni di vacanza.
"Il suo odore.. era così.. morto."
"Morto, certo. I vampiri sono morti, no?" Rispose l'amico.
"Non morto in quel senso.. era freddo come quando nevica.."
"Non ti seguo.." 
"Non so spiegarlo." Si arrese il licantropo.
"Hai visto il suo viso?" 
"Poco, ma non l'ho mai vista, non è di qui.."
"Età approssimativa?"
"Diciassette, diciotto.. non lo so Stiles!" Sbottò.
I due amici si guardarono.
"Scusa." Mormorò Scott. Ho dormito poco e male."
L'altro non rispose, non ce n'era bisogno.

"Amore, sveglia!"
Sharon sobbalzò, spaventata.
È stato solo un sogno? No.
Scese e la colazione era pronta, ma ovviamente non per lei.
Sì, mangiava cose normali, ma non la saziavano, e quando poteva evitava. Le piaceva mangiare i pasti a mensa, giusto per sentirsi normale con i suoi compagni di scuola.
"Sei tornata presto ieri sera, sono brutte le foreste qui?" 
Decise in quell' istante di non raccontare nulla a sua madre.
"No, tutt'altro! Era da tanto che non assaggiavo un daino!"
La madre si bloccò.
Sharon la anticipò.
"Non l'ho ucciso, niente corpo, l'ho guarito."
La madre respirò rilassata.
Infondo la donna aveva ragione: se un grande animale viene trovato morto con uno squarcio canino sul collo desta sospetti.

Tre giorni dopo. Primo giorno di scuola.
"Tranquilla mamma non mi serve un passaggio!" 
"Insisto."
"Ok, basta che smetti di seguirmi con l'auto!" Sbuffò Sharon.
Per il suo primo giorno di scuola aveva indossato un semplice jeans, scarpe scure, maglia grigia e felpa nera.
"Potevi vestirti un po' più colorata, non stai andando in guerra.." borbottò la madre con le mani strette al volante.
"Sto andando a scuola, peggio!" 

".... pensi di riconoscerla?" 
"Sì."
"Riconoscere chi?" Si intromise Lydia in un vestito azzurro, troppo acceso e felice per il primo giorno di scuola.
"Nessuno." Risposero insieme i due amici.
Lydia li fulminò, ma aspettò con i due l'arrivo di Allison e Isaac.
"Ehi Isaac non trovi sia caldo per la sciarpa?" Ironizzò Stiles stanco della presenza del biondino.
Isaac non rispose, semplicemente ammiccò, sistemandosi l'accessorio intorno al corpo in maniera sensuale, facendo irrigidire Allison.
"I due qui presenti ci nascondono qualcosa, e so per certo che non si tratta di una possibile cotta di Stiles." 
I diretti interessati sgranarono gli occhi cercando di fermare la ragazza, rimanendo paralizzati davanti agli sguardi degli altri due.
"Emh.." cominciò l'umano ".. Scott?"
"L'altra sera ero nel bosco e ho incontrato un vampi- una vampira.. sì femmina."
"Cosa?!" Sbottò Allison.
"Vamp- ragazzi davvero?! Non esis-"
"Banshee." La fermò Stiles facendole ricordare la sua natura e di conseguenze quella degli amici. Lydia tacque.
"Improbabile, non qui a Beacon Hill." Constò Allison ragionevole.
"Perché?" Nessuna risposta arrivò a Scott. "Andiamo, è ora." 
Prima di varcare il portone della scuola Scott si girò guidato da un odore. Da quell'odore freddo.
"È qui!" Urlò all'amico, che però non trovò al suo fianco.

"Anche loro?!" Borbottò Scott guardando i gemelli Aiden e Ethan.
Si fece piccolo sotto il banco, mani in tasca.
Entrò il professore di Inglese, e cominciò a parlare del programma del quarto anno, che autori e tematiche si dovranno affrontare.
"Bene.." concluse "Il livello di attenzione é pari a zero, quindi.."
Prese il grande smartphone dalla giacca e cominciò ad armeggiare. Era il chiaro messaggio "Fate ciò che volete per oggi." 
Pochi minuti dopo bussarono. 
"A-avanti." Il professore si ricompose e anche la classe fece lo stesso.
Entrò una ragazza sul metro e settanta, capelli castani, abiti prevalentemente scuri, carnagione bianca.
Scott alzò gli occhi, l'odore era quello, la ragazza era lei. Divenne un pezzo di ghiaccio. Si girò verso Stiles due file dietro la sua destra. Lo fissò chiamandolo a bassa voce, ma l'amico era intento a sbavare dietro la ragazza appena entrata. 
Allora cercò gli altri due lupi mannari con lo sguardo. Fissò Aiden cercando di comunicare con lo sguardo ciò che provava, facendo spostare lo sguardo da lui alla ragazza vicino il professore.
Aiden la guardò, soffermandosi sul lato b della castana, ammiccando schifosamente.
Scott guardò davanti a se lasciando ogni speranza, mentre gli artigli rischiavano di uscire.
"Ancora, io sono la mia stessa ancora." 

Si fece coraggio e bussò.
La prima cosa che notò appena varcata la soglia dell'aula d'inglese fu l'odore. Quell'odore.
Scambiò poche parole con il professore, che sembrava simpatico.
I muscoli tesi, i canini doloranti dentro le gengive.
"Ragazzi, ehi! Per favore, un po' di silenzio!" Richiamò la classe.
"Vorrei presentarvi Sharon Evelett, si è trasferita qui da Denver." 
La ragazza salutò con la mano, timidamente.
"Puoi accomodarti."
Primo posto.
Cacciò un foglio e cominciò a trascrivere le classi che avrebbe dovuto trovare, ma riusciva solo a concentrarsi sull'odore che sentiva. Era diverso dalla prima volta, erano.. due, due diversi.
Uno più forte, l'altro meno.
Tre, c'erano tre creature in quella classe, due uguali una diversa.
Non aveva il coraggio di girarsi per controllare chi fossero questi tre esseri, soltanto non vedeva l'ora di andare via.

Ultima ora passata, niente incontri spiacevoli, solo tanta fame. Non ne aveva mai avuta così tanta, era quasi dolorosa, la paura di incontrare l'essere dell'altra sera le toglieva le energie. 
Niente autobus per oggi.
Svoltò il primo angolo e sparì.
 
"Eccola.. seguiamola." Scott mise il casco e accesa la moto si avviò verso l'uscita del parcheggio della scuola seguito da Stiles e il suo pick-up.
La videro svoltare l'angolo. Pochi secondi dopo anche loro girarono su quello stesso angolo, solo per accorgersi di seguire il nulla.
"Sparita." Borbottò Scott quando Stiles gli fu accanto.
Si salutarono con un "ci vediamo dopo."

Stiles parcheggiò fuori casa sua entrando nell'abitazione vuota.
Andò su internet per le sue ricerche di routine sulle creature che possedevano la sua città.
Digitò "vampiro". Cercò informazioni valide.
 Creature che si nutrono di sangue umano. Ok, facile.
Si preparò un toast.
Digitò "come si uccidono".
 Aglio, pugnali di legno, croci, luce del sole
Mi sembra che camminava al sole senza problemi! Quindi niente sole.
Finì il toast, e spense il computer. Ne avrebbe parlato con Scott.




NON VA TANTO 'STA STORIA MA IO CONTINUO, MI PIACE E SPERO PIACCIA ANCHE A VOI LETTORI NELL'OMBRA <3

 

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Capitolo 3
*** II ***


“Le solite cose Scott, quelle da film: crocifissi, aglio, legno. Niente di concreto.”
“Non so come fare, dobbiamo parlarle, capire cosa vuole..”
“Per me vuole semplicemente andare a scuola, insomma era nella nostra stessa aula e non ha detto tante cosa sulla vostra presenza...”
“Eravamo in classe, e ne eravamo tre, non si sarebbe mai messa contro di noi!” Ribatté il moro.
“Dovresti parlarne con Isaac e i gemelli..” Suggerì Stiles.
Scott sbruffò.
“Davvero? Isaac? Sta con Allison non-“
“Non sta con Allison..” Scott lo fuminò “Ok, ma non ufficialmente.” Finì.
“Potrei chiedere a Derek, potrebbe sapere qualcosa in più sull’argomento.”
“Già, andiamo.”
 
Si avviarono insieme nel particolare appartamento di Derek, fecero scorrere la grande porta e trovarono Peter ad accoglierli.
“Il mio alfa preferito e venuto a farci visita.” Disse serio il lupo seduto su una comoda sedia.
Da un angolo arrivò Derek, era sorpreso dalla visita dei due ma anche preoccupato.
“Dimmi.” Si rivolse a Scott, mentre si poggiava ad una colonna del salotto.
Raccontò l’incontro nel bosco, l’arrivo nella sua classe d’inglese, la descrisse come meglio poteva, ma si bloccò.
“Derek..?” Gli occhi del moro si erano colorati di celeste.
“Vampiri.. Nostri nemici, prima dei cacciatori, prima dello strozzalupo!”
“Cosa? Pensavo non esistessero.. O meglio non ne sapevo niente!”
“Non serviva saperlo, Scott! Non qui non nel nostro territorio.” Quasi ringhiò avvicinandosi allo zio, dall’altra parte del salone. “Beacon Hills è sempre stata territorio dei lupi, è una minaccia, vuole distruggerci, star-“
“Calmo nipote, da come l’ha descritta Scott, sembra una ragazza a posto, avrebbe origliato, si sarebbe subito presentata, non sembra che voglia problemi. Forse non sapeva che in questa città c’eravamo noi, è da sola.” Peter cercò di far ragionare il nipote, con risultati ottimi, secondo lui.
“Concordo!” si intromise Stiles, imbarazzato. Derek lo fulminò.
“Parlale Scott, anche tu, umano. Cercate di capire se ha un branco, una comunità di vampiri, non so come si fanno chiamare.” Finì il maggiore degli Hale.
Derek si dileguò, avrebbe parlato con lo zio dopo.
 
Tornato a casa, Scott si addormentò, senza fare ricerche e senza pensare troppo al nuovo pericolo.
 
La mattina cominciò tranquilla, sia per la vampira che per il licantropo. Quest'ultimo si incontrò come d'accordo con i suoi amici pochi metri fuori il portone della scuola: doveva per forza passere da lì.
"Senti niente?" 
"Niente." Rispose arrabbiato Scott alla domanda di Lydia.
Si stava facendo tardi, pochi minuti alla chiusura del portone, quando arrivarono i due gemelli, su due moto nere che ringhiavano.
"A cosa fate la guardia? Alla scuola?" 
Stiles cercò di ribattere alla stupida frase di Aiden, ma fu bloccato dallo sguardo serio di Allison.
"O alla vampira.." ridacchiò Ethan togliendo il grosso casco.
"Che cos- come fate a saperlo?!" Sbottò Scott incredulo.
I due gemelli si toccarono le orecchie, avvicinandosi al gruppo.
"Non dovevate farlo!" Si difese Scott, non sapendo più quale carta giocare.
I due sbuffarono divertiti.
"Per qualsiasi cosa siamo con voi." Riprese Aiden serio.
Scott stava per dire qualcosa, ma si bloccò a guardare una ragazza che entrava a scuola.
"Lei!" Tutti si voltarono a guardarla.
"Ma come? Non l’ho vista!”
"Ovvio, andava troppo veloce per vederla."
 
“Attacchiamola!” propose Aiden.
“No. Assolutamente, forse è innocua, attaccandola ci creeremo solo nuovi nemici.”
“E se invece non è innocua? Se sta osservando i nostri movimenti, per sconfiggerci con il suo branco di vampiri?” continuò il gemello cercando di far ragionare Scott.
“C’è solo lei, sento solo il suo odore.. Voi proprio non sentite nulla, è un odore forte, mi fa ancora venire i brividi.”
“Niente, Scott. Forse perché tu sei un Alfa Originale.”
“Comunque dobbiamo parlarle…”
Ecco il suono dell’ultima campanella, era ora di riunirsi e cercarla.
 
“Niente, assolutamente niente!” Sbuffò Scott.
“Non vuole essere trovata, e non ne ha tutti i torti.” Finì Lydia, sistemandosi i capelli rossi dietro l’orecchio.
“Andiamocene, sono stufo.”
Il gruppo si divise.
“Scott calmo, non sta succedendo niente..” cominciò Stiles vedendo l’amico disorientato e frustrato.
“E se è davvero venuta qui per combattere contro di noi?”
“Da quando dai importanza a quei due?”
“Da quando potrebbero avere ragione.”
 
"Il coach non mi vuole in squadra!"
"Beh Stiles, non lo biasimo."
"Ah è così che la pensi... FRATELLO?!"
Scoppiarono a ridere, e continuarono così per un bel po’, invece di iniziare i compiti del quarto anno.
Il cellulare di Scott vibrò, lesse il messaggio, da parte di Lydia.
Diceva semplicemente.
"È nel bosco. 
Ci vediamo lì."

Scott rispose mentre era sul pick-up del suo amico, digitò un "Ok." agitato, e in pochi minuti furono fuori dalla radura, dove si incontravano sempre.
C'erano tutti: Allison, Isaac e Lydia.
Sentirono il rombo di due moto avvicinarsi.
"Pensavo che avessimo bisogno di rinforzi." Si scusò Lydia.
In un attimo i due gemelli gli furono accanto.
"Non sono sicurissima che sia qui, ma ho avuto quella sensazione; ho pensato a lei e ho sentito il rumore del vento tra le foglie, e proveniva da qui."
Tutti si domandavano cosa fosse Lydia, cosa esattamente volesse dire essere una "Banshee".
"Dividiamoci. Ethan, Lydia con noi." Cominciò Scott pronto a cercare la ragazza.
"Avete sentito?" Lydia si guardò intorno, concentrandosi su un punto non ben definito della foresta.
"Cosa senti?" Chiese Stiles cercando di seguire lo sguardo della ragazza, senza vedere niente.
Tutti e quattro i lupi mannari si concentrarono, e percepirono dei passi a una distanza di trecento metri.
"Andiamo."

Sharon era davvero lì, si stava nutrendo con un piccolo di cerbiatto. Le dispiaceva, non aveva mai amato la vista del sangue, anzi nel era sempre stata impressionata. Ora invece era il suo nutrimento, il suo nettare vitale.
Non faceva distinzioni tra gli animali, ma gli esseri umani avevano il sangue migliore. Ne aveva dissanguati diversi, purtroppo era uno sfizio che non poteva più concedersi se voleva vivere in mezzo a loro, se voleva avere una vita apparentemente normale.
Curò il corpo dell’animale solo per vederlo scappare impaurito. Si alzò pulendo la bocca insanguinata.
 
Lydia, a capo del gruppo, si muoveva egregiamente nonostante il fogliame secco sotto i suoi tacchi alti.
Si fermò seguendo i passi veloci di qualcosa che si avvicinava: era il daino che fuggiva impaurito, con il collo, già guarito, sporco del proprio sangue.
Il gruppo si guardò preoccupato.
“Stavamo seguendo un daino?” chiese Isaac.
“Shh!” lo ammonì Lydia.
Continuarono a camminare per diversi metri si fermarono solo quando la videro.
I lupi avanzarono facendo fermare gli umani.
 
Purtroppo la vampira si accorse troppo tardi del pericolo alle sue spalle, doveva combattere. Sentì quell’odore, lo percepiva più forte che mai.
Si girò con gli occhi già rossi e canini sguainati.
Quattro contro uno. Sapeva già che avrebbe perso.
I primi ad attaccare furono un ricciolino e due ragazzi molto simili.
Sharon avanzò e decise in quel momento di non mordere perché non sapeva quali ripercussioni ci potessero essere per lei azzannando la carne di lupo.
La sua trasformazione le aveva donato agilità e forza sovraumana ma niente artigli affilati come quelli dei suoi avversari.
Lei però non poteva stancarsi, si era appena nutrita, avrebbe potuto combattere per 24 ore senza sentire il bisogno di riposare: un punto a suo vantaggio.
Attaccò per primo uno dei due biondi ma con un agile mossa lo scaraventò verso quello che doveva essere suo fratello gemello.
Aspettò che l’altro si avvicinasse solo per farlo cadere ai suoi piedi forse con qualche costola rotta.
La ragazza si girò dove avrebbero dovuto esserci i due fratelli, ma trovò solo una bestia il doppio di lei.
Impossibile. Constatò incredula.
Avanzò con un ghigno sulle labbra, ma non sapeva proprio muoversi contro un essere di quel genere.
La ragazza attaccò come meglio poteva e notò che la sua velocità e agilità confondevano il lupo mannaro per questo ne approfittò: saltò prendendolo per il collo e da un altezza di cinque metri lo scaraventò sul suolo secco, facendolo tornare alla sua forma originale: Aiden e Ethan.
La vampira soddisfatta, si mosse agilmente tra le sue tre “vittime”: Isaac ancora a terra, si lamentava per il dolore alle costole che tardavano a tornare a posto, i due fratelli si muovevano appena.
 
Gli altri quattro guardavano sbalorditi la bravura di quella ragazza.
Scotto avanzò: muso leggermente allungato, artigli affilati pronti ad uccidere e occhi rosso fuoco. La ragazza non si tirò indietro.
Il lupo ringhiò e si scontrò con la vampira, iniziando così una lotta tra graffi, pugni e spinte.
Vedendo che Scott avrebbe avuto la meglio su di lei, si difese prendendo il ragazzo ricciolino: lo fece inginocchiare poggiando le mani ai lati del cranio.
“Lo uccido. Giuro che lo faccio.”
Isaac si ribellava debolmente, ma la vampira sentiva le sue costole ricostruirsi.
Riusciva a vedere sia i due fratelli, prontamente in piedi, sia il ragazzo dagli occhi rossi.
Dietro di lui avanzò una ragazza mora.
“Lascialo andare! Cosa vuoi?”
La vampira sgranò gli occhi, abbastanza infastidita.
“I-io? Siete voi che mi avete attaccata senza motivo! Ok, sapete cosa sono, se vi da fastidio non mi nutrirò più qui, cercherò altrove.” Quasi urlava la ragazza cercando di non allentare la presa da Isaac.
Scott tornò normale.
“Quindi sei davvero un vampiro?”
“Sì, lo sono. E voi cosa siete esattamente?”
“Licantropi.” Bisbigliò il ragazzo ai suoi piedi.
"Noi non vogliamo farti del male, vogliamo parlare e chia-"
"Parlare davvero?! Non si attaccano le persone semplicemente per parlare.." si erano avvicinati anche una ragazza dai capelli ramati estremamente elegante per quella situazione, e un ragazzo dai capelli castani.
".. fate la mia stessa scuola, giusto?" Non attese risposta e continuò " non potevate semplicemente chiamarmi per parlare?" Stava urlando, e non ne capiva bene il motivo, forse per la paura, forse per lo svantaggio numerico nella quale si è ritrovata.
La stretta sul capo del ricciolino aumentò facendolo gemere. 
"Solo.. lascialo andare." Quasi pregò la ragazza che si era preoccupata inizialmente per il ragazzo.
"Mai." Rispose secca la vampira "Siamo quattro contro uno, non sono stupida." 
"Perché sei qui?" Ricominciò Scott non perdendo di vista lo scopo della "visita".
"Mi sono trasferita con la mia famiglia."
"La tua famiglia-branco o famiglia umana?"
"Umana.. i gruppi di vampiri preferiscono chiamarsi clan."
Le risposte della vampira al lupo Alfa erano dirette e fredde.
"I tuo genitori sanno di te?" Si intromise l'altro ragazzo dalla pelle più chiara.
Anche se a diversi metri di distanza, sentiva il battito del suo cuore, il sangue scorrere nelle vene, e quasi fu tentata di berlo.
"Sì, sono stati loro a farmi diventare quello che sono adesso." Si ricompose.
"Perché?" Continuò il ragazzo dalla pelle chiara.
"Perché mi hanno fatto trasformare? Affari miei."
Si rabbuiò, e Stiles tacque.
"Invece dobbiamo saperlo." Incalzò uno dei due gemelli avanzando, mostrando le lunghe zanne e gli occhi tinti di azzurro.
“Aiden.. no..” mugugnò Isaac che sentiva in cranio esplodergli.
Scott ringhiò come un vero Alfa e solo quel richiamò fermò il gemello dall’ attaccare Sharon.
“Quindi il capo sei tu..” si rivolse direttamente a Scott. “cosa vuoi sapere?”
“Sei solo tu, o ce ne sono altri?”
“Io sono da sola, se ce ne sono altri, non sono miei conoscenti.”
“Va bene, ti crediamo.”
“E’ la verità.” Si guardarono intensamente, entrambi con occhi “umani”.
“Devi sapere che questo è territorio dei licantropi, noi non vogliamo farti del male, ma non siamo tutti così, altri ti vorrebbero morta, devi stare attenta..”
“Come vedete posso badare a me stessa senza problemi!” si pavoneggiò ironica la ragazza, sentendo il sarcasmo come sua unica difesa.
“Non siamo venuti qui per uccidere, ma altri potrebbero farlo..”  continuò Allison.
Sharon guardò Isaac ai suoi piedi lo alzò, e si sentii estremamente in colpa per i gemiti di dolore del ragazzo.
“No, ti prego..” sussurrò sull’orlo di un pianto Allison.
“Tutto ok?” chiese la vampira al licantropo ferito.
Lui inizialmente non le rispose, ma nonostante tutto si fidò di quei profondi occhi marroni.
“S-sì.”
“Scusa…”
Il ragazzo si incamminò tremolante verso il suo gruppo, e anche i due gemelli tornarono dietro Scott.
“Quindi posso andare a casa ora?”
 
La vampira si girò e la sua figura svanì sollevando foglie sul percorso compiuto.
Stiles non capiva perché l’avevano trattata così male. Scott, Aiden, Ethan e Isaac erano lupi mannari. Lydia era una Banshee e Allison aveva sangue di cacciatrice. Il vampiro mancava all’elenco, ma infondo era come loro, un essere sovrannaturale, nulla di più.
Non era minacciosa, lo vedeva da come attaccava i nemici: poteva benissimo ucciderli ma non lo faceva.
Avrebbe fatto di tutto per non lasciarla sola, l’avrebbe aiutata a superare le avversità della città, perché ce ne sarebbero state.
“Stiles?” lo chiamò Scott.
“S-sì andiamo.”



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perchè ciò che penso non è come ciò che scrivo?
se vi piace recenite :)
cris

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