I Bet On You.

di icePRINCESS___
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quando si mette una cosa in testa... ***
Capitolo 2: *** Buoni o cattivi: non è la fine. ***
Capitolo 3: *** Cominciano i problemi. ***



Capitolo 1
*** Quando si mette una cosa in testa... ***


fanfiction

 

I bet on you.

 

 

 

 

 

1.         Capitolo Uno.

Quando si mette una cosa in testa…

 

 

 

“Hai esattamente un minuto” scandì il mezzodemone, con sguardo stizzito.

Miroku annuì, fervido, e scattò come una molla oltre la porta della classe.

Quella sarebbe stata un’impresa eccezionalmente difficile, un arduo compito che solo una persona come Miroku Houshi sarebbe stato in grado di compiere. Ed Inuyasha Hanyou sperava con tutto il cuore che fallisse.

Un urlo femminile squarciò la scuola, conseguito da una serie di imprecazioni non ripetibili ad orecchio umano, fino a che la figura atletica del moro ricomparve nell’aula, trafelato. Si poggiò stancamente al primo banco che la sua mano individuò, ma un sorriso vittorioso gli aleggiava sul volto abbronzato.

Inuyasha lo fulminò con un’occhiata al vetriolo. “Fanculo Miroku” esalò solo, scostando il capo furiosamente. Cazzo, aveva perso ancora.

Il ragazzo scoppiò in una fragorosa risata, il cui suono era attutito dal respiro irregolare. Si avvicinò di qualche passo al suo migliore amico. “Era fin troppo facile” asserì, guardandolo con i suoi occhi blu mare “Dai, infiltrarsi nel bagno delle ragazze è una cazzata!”.

L’espressione di Inuyasha Hanyou mostrava appieno ciò che sarebbe successo se il suo amico avesse osato dire una parola di più.

 

 

 

 

 

 

 

“Chi? Quel pervertito del quarto anno?” domandò Kagome, con un sopracciglio alzato.

Sango ascoltava innocentemente la conversazione, mentre Ayame sospirava tragicamente.

“Si, a quanto pare si trattava di una delle solite scommesse di Hanyou… fatto sta che mi ha praticamente rotto i timpani” ghignò “C’erano solo ochette senza cervello in quel bagno ed i loro urli isterici mi hanno interrotto la crescita”.

Kagome si lasciò scappare una buffa risatina, mentre Sango sorrideva, senza darlo a vedere.

“Comunque quei due non hanno niente di meglio da fare che scommettere?” borbottò Sango, con sguardo di diniego nei confronti di quella strana forma di divertimento.

“A quanto pare no” replicò Ayame, infilandosi in bocca un pezzo del pranzo. Masticò voracemente. “E poi è divertente” sussurrò.

Sango spalancò gli occhi un istante, più per finta che per vero, e fece un profondo respiro. “Non è affatto vantaggioso scommettere” borbottò.

Kagome annuì, anche se lanciò un’occhiata di comprensione ad Ayame. “Si, nella maggior parte dei casi si perde… ma però è davvero divertente” esclamò, spolverando il banco dalle briciole.

Ayame sorrise, maliziosa. “Visto?”.

La ragazza dagli occhi color ametista lanciò uno sguardo tragico al soffitto e poi riprese a mangiare elegantemente.

Cadde il silenzio, e forse, sarebbe stato meglio se fosse continuato a persistere, immane. Invece, Ayame Kimeo prese parola lasciando sconvolte le altre due ragazze. “Perché non scommettiamo anche noi?” fu l’innocente domanda che scombussolò gli animi di Kagome e Sango.

Le due la guardarono scettiche, ma poi Kagome si lasciò andare ad una risatina. “Perché no?” fu la sconvolgente replica “Cosa vorresti scommettere?”.

Sango sgranò gli occhi. “Aspettate un attimo! Vi rendete conto che state per scendere nel baratro delle scommesse clandestine?!” domandò, tragica.

Ayame aggrottò profondamente le sopracciglia e si lasciò andare su una seggiola. “Mi piace il buio”.

La mora si mise nuovamente a ridere e Sango le guardò sconsolata.

“Io direi che bisogna scommettere qualcosa di interessante…” disse la rossa, guardandosi attorno come alla ricerca di una vittima.

Kagome si grattò il mento, pensosa. “Entrare nel bagno dei maschi?” fu la proposta.

Sango la fissò scandalizzata immaginando penose reazioni maschili alla vista di Kagome entrare nei loro bagni.

“No, direi di no” esaminò Ayame “A meno che tu non voglia essere additata come una tr… facile” si corresse, per non attentare al candore della puritana Sango Hirai.

La suddetta le lanciò un’occhiataccia. “Perché non scommettete di non scommettere?” fu la proposta, acida.

Ayame la liquidò con un’occhiata della serie ‘No comment’ e proseguì il suo ragionamento.

“Io direi che si potrebbe scommettere…” sussurrò, guardandosi ancora attorno. Il suo sguardo vacuo cadde direttamente su un ragazzo che, incauto, passeggiava nel corridoio. “Ma certo! Scommettiamo di sedurre Koga Yoro!” fu l’esaltante proposta.

Kagome, sbigottita, sorvolò con lo sguardo sul ragazzo. “Lo scapolo d’oro?” esalò, senza fiato. Era un’impresa più facile a dirsi che a farsi. Era un ragazzo bello, atletico, studioso, buono e gentile. Ed era proprio per quello che non cedeva alle lusinghe, ai ricatti, ed era assolutamente onesto. Insomma, impossibile imbrogliarlo. E pretendere che si innamorasse di te era un’eresia. “Impossibile”.

Ayame sorrise maliziosa. “Deduco che questo lavoraccio toccherà a me” commentò, serafica.

Kagome sospirò, valutando i pro e i contro della cosa. Quante possibilità c’erano che Koga Yoro capitolasse alle avances di Ayame? Pochissime. Lui non faceva sesso senza amore. Era galante. Era un gentleman. “Va bene. Scommetto che non riuscirai a conquistare Koga Yoro”.

Sango, che aveva osservato sconvolta la scena, si tirò un piccolo schiaffetto sulla fronte, stravolta. Non poteva avere amiche normali?

La rossa tornò a guardare la mora negli occhi e sorrise. Si, avrebbe sedotto Koga Yoro e i Kami sapevano che quando si metteva una cosa in testa, non c’era modo di levargliela!

Porse la sua mano. “Accetto”.

La strinsero. Patto suggellato.

 

Ayame era il predatore. Koga, la preda.

E Kagome il cacciatore.

 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:

Tentativo alquanto assurdo, alquanto fuori di testa… ma insomma, mi mancava una storia AU. Sicuramente ci saranno queste coppie: KAGGY/INU, SANGO/MIRO, AYAME/KOGA. Per RIN/SESSHI non lo so… non garantisco.

Spero che il capitolo sia stato carino. Avviso che sono lenta a scrivere e molto spesso mi manca l’ispirazione, ma come sempre vado avanti.

 

I bet on you significa “Io scommetto su di te”.

 

Mi raccomando, lasciatemi un piccolo commento… una spintarella a scrivere il secondo capitolo ^__^

 

Ice Princess, xoxo.

 

P.S. Guardate che ho trasferito le informazioni su “Return Of Innocence” nel mio forum. Il link è nel mio profilo. Cominciava a starci stretto >O<

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Buoni o cattivi: non è la fine. ***


fanfiction

 

I bet on you.

 

 

 

 

 

2.         Capitolo Due.

Buoni o cattivi:  non è la fine.

 

 

 

Sango le guardò, a metà fra l’angosciato e il sorpreso. “Ragazze, non vorrei rovinare questo atto di coraggio…” esplicò, serafica “Ma non avete scommesso niente” fu la conclusione.

Ayame sospirò. “Giusto. Kagome, quanto hai da perdere?”.

Solo in quel momento la ragazza dagli occhi ametista si rese conto di aver ricordato, alle due fanatiche, che potevano scommettere soldi. Scioccata, mosse le mani alla cieca cercando di attirare la loro attenzione. “No! Ferme, ferme! Cosa volete fare?”.

Kagome era alquanto pensierosa: probabilmente stava facendo dentro di se alcuni boriosi calcoli matematici. Ayame, invece, guardò la sua amica con un sorrisino e la provocò. “Scommettere soldi, ovvio”.

Visto lo sguardo della rossa, Sango le lanciò un’occhiata sconsolata e poi scosse velocemente il capo, chinandosi nello zaino a raccogliere il libro di storia per la lezione successiva. Certamente il periodo Kamakura l’avrebbe angosciata un po’ meno.

“Beh…” borbottò la mora “Io scommetterei cinquanta yen”.

Ayame, ben felice, annuì, risorgendo la mano. “Perfetto”.

“Perfetto” sussurrò Kagome Higurashi, fissando gli occhi verde erba* della sua amica.

 

 

 

 

 

 

“Ehi Koga!” esclamò Miroku, avvistando l’abbronzato ragazzo fra la folla.

Quello si voltò verso di lui ed un sorrisetto gli sorvolò il volto. Lo raggiunse a grandi falcate. “Ho saputo della tua grande missione” esclamò, sarcastico.

Miroku si grattò le nocche sul petto con fare orgoglioso. “Lo so, sono un eroe”.

“Il tuo egocentrismo supera ogni previsione” fu il commento abbastanza acido di Inuyasha Hanyou, comparso alle spalle di Koga Yoro. I due si guardarono un po’ in cagnesco, poi la situazione fu smorzata dalle lamentele del moro pervertito.

“Ehi! Non è carino da dire!” esordì difatti quest’ultimo, con sguardo offeso. Sul volto del mezzodemone comparve un ghigno divertito, che poi lasciò il posto ad una certa indifferenza mista a superiorità.

“Cane rognoso, smettila di fare lo stronzo” replicò il demone lupo.

Inuyasha lasciò perdere la maschera di indifferenza ed un vago rossore gli risalì le guance, rabbioso. “Tu, lupaccio, non hai diritto a giudicarmi!” sputò, lanciandogli un’occhiata al vetriolo.

Il ragazzo rispose col medesimo ardore. “E tu smettila di imitare tuo fratello!”.

Cadde il silenzio e Miroku chiuse gli occhi d’istinto. Era più che certo che quando li avrebbe riaperti, avrebbe visto il corpo di Koga Yoro in mille pezzi. Invece, notò con disappunto che Inuyasha se ne era andato ed era rimasto solo il demone lupo. “Forse hai esagerato” sussurrò, preoccupato per il suo migliore amico.

Koga fece segno di diniego con la testa. “No, aveva bisogno di una lavata di capo” replicò “Ne ha bisogno, ogni tanto”.

Il moro respirò profondamente. Certo, Inuyasha non era la persona più coerente di questo mondo. Odiava profondamente suo fratello, eppure voleva in tutti i modi di assomigliargli. Cercando, ad esempio, di assumere un comportamento freddo e distaccato quando invece era una persona amichevole ed impulsiva. “Forse hai ragione”.

“Certo che ho ragione” disse piccato, con un sorrisone.

Miroku sorrise a sua volta. Koga Yoro era invece uno di quei ragazzi eccezionalmente gentili, uno spiraglio di umanità in tutta la massa umana. La sua incredibile bontà era risaputa in tutta la scuola, e lui che lo conosceva bene poteva affermare che era esattamente la pura realtà.

La campanella interruppe i pensieri dei due ragazzi, e sbuffarono all’unisono. Per quanto Miroku fosse, per caso o per decisione, il migliore amico di Inuyasha, ciò che lo legava a Koga era indissolubile. Erano un Trio e sempre lo sarebbero stati.

“Sarà meglio andare” esordì il ragazzo dagli occhi azzurri “Ho giapponese antico” disse, a mo’ di scusa.

Miroku comprese immediatamente e annuì. “Povero te, a dopo”.

 

 

 

 

 

 

Sango seguiva attentamente la lezione, prendendo appunti e trascrivendo ciò che la professoressa dettava. Kagome e Ayame, invece, scrivevano sui rispettivi banchi.

La mora si abbassò lievemente a leggere ciò che la rossa aveva scritto. “Non te lo dico di certo come conquisterò Yoro!” spiccava in matita sul legno bianco. Lei roteò gli occhi e scrisse velocemente: “Uffa”.

Una risatina della rossa fece voltare la professoressa verso di loro, irata di essere stata interrotta. “HIGURASHI! KIMEO!” le richiamò, con cipiglio autoritario.

Le due si zittirono subito, sentendo nella schiena lo sguardo perforante di Sango.

 

 

 

 

 

 

“Non ne potevo più” esordì Ayame, beccandosi uno scappellotto sulla nuca. “Ehi!”.

“La lezione era interessantissima” disse Sango, seria.

“Ho sempre odiato i superlativi” borbottò la rossa, in risposta.

Kagome non si fece pregare e assaltò la sua amica, ben decisa a scoprire come avrebbe provato ad abbordare lo Scapolo d’oro. “Aya-chan… dimmelo!” sussurrò, mielosa.

Lei stortò il capo. “No” poi tornò a guardarla negli occhi “Hai paura di perdere?” fu il commento angelico.

“Affatto” replicò la mora, con divertita superiorità.

 

 

 

 

 

 

“Inuyasha…” lo chiamò, quasi dolcemente, Miroku.

Il mezzodemone lasciò uscire un rivolo di fumo dalla sigaretta emettendo un grugnito. Era appoggiato al muro bianco, i capelli che sfioravano il tetto dell’Istituto. A quell’ora il terrazzo era completamente vuoto, forse perché erano nel pieno della quarta ora.

“Minchia, il prof mi ucciderà!” sbottò il moro, con cipiglio stizzito “Perché cazzo devi arrabbiarti durante le ore scolastiche?! Non lo puoi fare nell’intervallo?!”.

Il mezzodemone alzò lo sguardo sul suo amico, che lo fissava con sguardo stressato ed un evidente desiderio di mandarlo a quel paese. “Feh!” sbottò, allontanando la sigaretta dalla bocca “Sei tu che mi sei venuto a cercare!”.

Miroku lo fissò, cercando di provocargli un minimo ragionamento. Inuyasha non diede segno di aver messo in moto la sua testolina e il moro lanciò un urletto di disperazione. “Cazzo, Inu! Sei impossibile!” esordì, allontanandosi a rapidi passi “Koga aveva ragione!”.

Non fece neanche in tempo ad arrivare alla porta che si ritrovò il mezzodemone di fronte a se. Aveva evidentemente utilizzato i suoi poteri demoniaci. “Aveva ragione su cosa?” esalò, con sguardo freddo.

Miroku non si scompose più di tanto, ma lo fissò abbastanza irato da distruggere il muro di indifferenza costruito dall’hanyou. “Aveva ragione sul fatto che sei scorbutico, che hai bisogno di una lavata di capo, che sei uno stronzo e ovviamente che sei uno stupido ad imitare tuo fratello” concluse, con un sorrisetto strafottente.

Inuyasha lo fissò, e visto che la conversazione stava prendendo una vena comica, si rilassò. “Ma si è mai visto allo specchio?! Tutta quell’aria da santo non fa che nascondere il rovescio della medaglia, il suo vero io!”.

Il moro lo fissò, poi un sorrisetto gli sorvolò il volto. “Si, certo” lo prese in giro “Difatti Koga è in realtà uno stronzo, egocentrico, viziato, superbo, pervertito…” elencò, guardandolo malizioso.

E all’unisono aggiunsero. “Ovvero… te”.

Si guardarono un attimo, poi scoppiarono in una risata contagiosa. Inuyasha lasciò che un sorriso sornione gli ricoprisse il volto diafano, mentre il volto di Miroku si illuminò come non mai.

“Guarda che lo stronzo, superbo sei tu” gli intimò, il moro.

“E l’egocentrico, viziato e pervertito sei tu” concluse Inuyasha.

“Vaffanculo, io non sono viziato” borbottò l’altro, offeso.

L’hanyou ridacchiò ancora. “Almeno ammetti di essere pervertito ed egocentrico”.

Miroku stortò il capo, fingendo un orgoglio che non faceva parte di lui. Quello orgoglioso era Inuyasha. “Allora bisogna dire che Koga è la parte buona di noi”.

Il mezzodemone si irrigidì un attimo. “Anche lui ha una parte cattiva” disse, freddo.

“Oh… che palle che sei! Per te tutti sono cattivi! Uffa” esclamò, avviandosi verso la porta, seguito dal suo migliore amico.

“Non è di certo un santo” fu il commento tagliente che ricevette in risposta.

“Nemmeno tu lo sei, se è per questo”.

Inuyasha alzò un sopracciglio, come a dire ‘Ti sono mai sembrato un santo?’. E già quella domanda faceva ridere. La fama che aveva Inuyasha Hanyou era di rubacuori freddo ed impenetrabile, un menefreghista di prima categoria, che non voleva in alcun modo innamorarsi. In compenso era affascinante da far svenire e metà delle ragazze dell’Istituto gli morivano dietro.

“Solo perché non lo vuoi essere” fu l’audace tentativo psicanalitico del moro pervertito, che si guadagnò così un’occhiata assassina. “Perché credi che il tuo lato umano sia meno interessante”.

Inuyasha raggelò al solo sentire quelle parole, e non lo degnò minimamente di uno sguardo.

“E invece pensi che se assomigliassi di più a Sesshoumaru” gli lanciò una profonda occhiata, vedendolo sussultare a sentire il suo nome “cioè al tuo lato demoniaco, tutti ti preferirebbero…” poi sorrise “devo dire che sei proprio uno stupido… e non è neppure la prima volta che te lo dico”.

Il mezzodemone continuò a guardare di fronte a se, non sentendo neppure il suono della campanella riecheggiare in tutta la scuola. Buona parte della massa studentesca si riversò nei corridoi, e il bizzarro fatto che stesse ignorando bruscamente il suo amico e il moro fosse serio, attirò non poco l’attenzione.

“Visto? Tutti ti guardano perché sei troppo serio…” il commento rivelatore di Miroku Houshi.

Inuyasha si voltò verso di lui, con un sorriso decisamente falso, anche se un briciolo di sarcasmo era ben leggibile. “No, ci guardano perché tu sei troppo serio”.

Il ragazzo si guardò attorno e constatò che la maggior parte di sguardi puntavano su di lui. Rise nervosamente. “Forse hai ragione” si lasciò sfuggire “Ma solo su questo”.

Il mezzodemone sorrise enigmaticamente, e con sua felicità, un gruppetto di ragazze sospirò a quella vista. La sua fama lo precedeva, ma a volte lui stesso la superava.

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:

Allora… capitolo un po’ di transizione. Volevo un po’ caratterizzare il Trio Miro-Koga-Inu *____* Definibili con tre aggettivi: sexy, ambiti e… single. Ancora per poco XD Beh… devo dire che io Inu lo immagino così… un po’ succube di suo fratello, ma con la ferrea decisione di eguagliarlo… e visto che non lo può fare nel combattimento, lo fa in altri ambiti. >O<

Ditemi se vi è piaciuto… mi raccomando! Ora mi metto al lavoro con “Return Of Innocent”, vi ho decisamente fatto aspettare troppo ^__* Kiss!

 

*verde erba =  ma lo sapevate che corrisponde ad un colore preciso?! Cercavo un modo per definire il colore degli occhi di Ayame e su Wikipedia ho trovato questo! Pazzesco… O_o’’

 

Angolo recensioni:

Innanzitutto ringrazio TUTTI per le recensioni, le letture, le aggiunte ai preferiti… ecc!

 

MIKAMEY: oddio, sai che non lo so? Anche io adoro Rin e Sesshy… ma vista la caratterizzazione di Inu penso che non ci saranno… ma non si sa… magari più avanti… ^__^ Boh!

 

DOLCESANGO91: si, in effetti è originale l’idea delle scomesse… ed infondo è per questo che l’ho pubblicata! Ne sono state scritte così tante AU che ormai tutte ripercorrono più o meno le stesse trame… cercherò di non farlo!!! <3

 

ONIGIRI: Guarda, come si evolveranno le cose non lo so nemmeno io! X°D Però sono contenta che ti sia piaciuta e ti abbia incuriosito! >O<

 

FROZEN_WHITEFOX: Olè… quindi via ai giudizi! XD Grazie per i complimenti, e grazie anche per essere passata sul forum *__* E meno male che non ho fatto errori di battitura! *figura del mio prof di italiano che incombe alle mie spalle* Meno male davvero…. X3

 

MEL_NUTELLA: Oh… grazie!!! Così tanti complimenti… solo per il primo capitolo, poi! Grazie mille!! <333

 

 

 

E devo dire che mel non sei l’unica ad aver aggiunto la mia storia fra i preferiti!

 

1 - baby_dark
2 - dany chan
3 - Dreamer21
4 - mel_nutella

 

 

GRAZIE A TUTTI! Vi adoro! Baci, Ice Princess. <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Cominciano i problemi. ***


fanfiction

 

I bet on you.

 

 

 

 

 

3.         Capitolo Tre.

Cominciano i problemi.

 

 

 

 

 

Cinque giorni dopo.

 

 

 

“Sango, devi estorcerle qualche informazione” sussurrò Kagome, furtiva e guardinga.

La ragazza dagli occhi color ametista aggrottò profondamente le sopracciglia, poi alzò lo sguardo, quasi avesse visto qualcosa sopra di loro. O forse… dietro.

“Kaggy, smettila di ricattare Sango-chan per sapere la mia tattica” sbottò Ayame, infastidita. “Non ne ho ancora una, sei contenta? E poi non abbiamo stipulato un tempo massimo per la fine della scommessa” continuò, stizzita, e poi si allontanò dalle due.

Kagome lanciò uno sguardo a Sango. “Ho detto qualcosa di sbagliato?” fu il debole mormorio che uscì dalle labbra, sorpresa.

Sango sospirò pesantemente.

 

 

 

 

***

 

 

 

“Oggi non scommettete?” domandò un Koga alquanto annoiato.

Miroku scosse il capo, mentre Inuyasha continuò imperterrito a guardare fuori dalla finestra.

Il moro li fissò, un poco incuriosito, poi lasciò perdere. Era meglio non impicciarsi degli affari di Inuyasha. Portavano sempre guai. E se non portavano guai, portavano litigate.

Tuttavia non smise di osservarlo: sembrava certamente distante, ma aveva anche qualcosa che non andava… era forse arrabbiato? Spostò lo sguardo su Miroku, che pareva anche lui alquanto pensoso. “Oh insomma! Che avete?” domandò, preoccupato.

Inuyasha lo fissò, come al solito fiammeggiante. “Smettila di fare il buon samaritano” lo intimò.

Koga alzò un sopracciglio. “Me lo dici tutti i giorni, non smetterò di farlo proprio ora” gli rispose, per le rime “Miro?”.

Il ragazzo dagli occhi cobalto si voltò verso di lui, e sul suo volto si dipinse un sorriso, che era però ben lungi dall’essere felice. “Dimmi, Koga” rispose, gentile.

Gli occhi azzurri del demone lupo si oscurarono. “Dimmi che succede” esordì, teso “Lo voglio sapere subito”.

Il ragazzo parve reagire alla cosa. Guardò difatti Inuyasha e frettolosamente lo prese per un braccio conducendolo fuori dall’aula. Sembrava molto nervoso. “Brutte notizie” annunciò “Il padre di Inuyasha deve allontanarsi dalla città per lavoro”.

Koga lo guardò, confuso. Da quel che sapeva Inuyasha era molto orgoglioso di suo padre, ma non lo amava così tanto.

Miroku chiuse gli occhi, un istante. “E ha spedito Sesshoumaru qui, a fare da balia ad Inu”.

“Ah…” riuscì solo a dire. Ora ogni tassello andava al suo posto. Il motivo per cui non scommettevano, la rabbia di Inuyasha… “E quando tornerà suo padre?”.

Miroku scrollò le spalle. “Non si sa” terminò, triste.

Koga lo fissò. Era indubbiamente preoccupato per il suo migliore amico. Inuyasha aveva sempre sofferto la presenza di Sesshoumaru, perché lo scherniva continuamente per il suo status di mezzodemone, il risultato di un’unione sbagliata. Per fortuna, erano ancora pochi quelli che ritenevano gli hanyou esseri sporchi ed errori della natura: lui ad esempio conosceva moltissimi mezzodemoni intelligenti e anche più coraggiosi di altri demoni. Tuttavia, Inuyasha era cresciuto con le prese in giro di suo fratello, e per quanto fingesse che andasse tutto bene, avevano lasciato un segno irreversibile sulla sua pelle.

“Andrà bene” disse a Miroku, anche se quelle parole erano indirizzate indirettamente ad Inuyasha. Solo che lui non le avrebbe mai accettate.

“Lo spero” commentò il moro, mentre un braccio dell’amico gli circondava le spalle. Rientrarono in classe, e Inuyasha sbuffò.

“Dunque sai tutto. Sono pronto per la parabola” sputò, velenoso.

Koga lo ignorò. Era fin troppo acido, fin troppo antipatico e fin troppo noioso in presenza di suo fratello che sembrava decisamente più finto di quello che già non era.

 

 

 

 

***

 

 

 

 

“Ma si può?!” sbraitò, stizzita. “Non solo non so cosa fare, ma mi stanno anche venendo i sensi di colpa!”.

Ayame si colpì la testa col palmo della mano. Nei giorni precedenti, aveva sempre seguito Koga Yoro. Certo, con discrezione. A Kagome e Sango diceva che doveva rimorchiare bei ragazzi, ma in realtà perseguitava la sua scommessa vagante. E cos’aveva scoperto? Che era un ragazzo come gli altri, fin troppo buono e fin troppo noioso. Non faceva nulla di peccaminoso ne segreto: nessuna relazione con professoresse, ne con ragazze più grandi o più giovani. Neanche relazioni omosessuali. Nulla. Nulla che le potesse permettere di ricattarlo. E per giunta, era uno stinco di santo. Era più che certa che neanche sfoderando le sue arti migliori sarebbe stata in grado di sedurlo.

“Sono a un punto morto!” sbottò, furiosa. Aprì gli occhi, constatando che aveva i pugni serrati e stava parlando ad un albero. “Ma cosa sto facendo?” si disse, sconsolata. Si lasciò andare contro il tronco e si sedette sul terreno fresco.

Le cose stavano degenerando. Lei doveva essere davvero in giro a rimorchiare bei ragazzi. Perché si stava dando pena per una scommessa? Non aveva problemi a dare cinquanta yen a Kagome. Gliene avrebbe dati anche cento per non avere i sensi di colpa in quel momento.

Sensi di colpa… ma per quale colpa? Forse averlo spiato? Ma no, che sciocchezza… migliaia di ragazze lo fanno ogni giorno, non c’è nulla di strano.

Però quella morsa allo stomaco non scompariva.

“Cazzo, fai male!” sussurrò, arrabbiata.

Si lasciò andare contro il tronco dell’albero. Si sentiva spossata… decisamente stanca. Ed erano solo cinque giorni che seguiva Koga Yoro. Cos’avrebbe fatto dopo due settimane?!

 

 

 

***

 

 

 

 

 

Casa Hanyou.

 

 

 

Sesshoumaru entrò nella sua casa con in mano tre valigie. Si guardò attorno. Tutto era rimasto uguale a cinque anni prima, quando dopo aver fatto la maturità si era trasferito in un’altra città.

“Bentornato” fu il glaciale benvenuto di suo fratello, in piedi vicino al soggiorno.

Gli occhi dorati del demone percorsero i tratti familiari di Inuyasha, poi si abbassò a raccogliere le valigie. “Grazie” disse, algido.

Si avviò verso la sua stanza, senza indugiare oltre sul suo fratellastro. Lo sentii voltarsi verso di lui, ma continuò imperterrito a camminare. Salì le scale e attraversò il corridoio. Sulla sua porta c’era ancora scritto “Non entrare, grazie. Sesshoumaru”. La aprì di scatto e se la richiuse alle spalle.

Il suo cellulare cominciò a tremare. Che coincidenza, pensò. Smise in fretta e lo estrasse.

Era un sms. Lo aprì, e lo lesse velocemente.

 

 

“ Scommetto che sei già arrivato. Buona notte ”

 

 

 

 

 

 

 

// Olè. Capitolo un po’ mogio, un po’ triste, un po’ noioso, un po’ di transizione… ovvero, uno schifu. xD Il prossimo vi piacerà molto di più. Scusate ma stasera non sono molto in vena di battute, sarà che sto ascoltando Celine Dion *muahahuaha*

 

Contro ogni aspettativa, ecco Sesshy! Non pensavo che sarei riuscito a metterlo ^^ Invece eccolo qua. Avrà un ruolo importante nella storia, soprattutto il suo legame con Inu. Non posso dire altro.

 

Difficili quesiti:

Di chi sarà il famoso sms?

E Ayame? Non si starà forse lasciando prendere un po’ troppo da questa scommessa?

 

Grazie a tutti i recensori, vi voglio tantissimo bene. Siete il mio sostegno. Vi prego, continuate a commentarmi.

 

 

 

 

 

 

 

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