Winter In Heart.

di Rayon_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15. ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16. ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17. ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18. ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19. ***
Capitolo 21: *** Bad News. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***





Winter In Heart.










Prologo.


Avete presente quando credete di essere felici ma infondo sapete che non è così, che vi manca qualcosa? Avete presente quando cercate così tanto di convincervi di una cosa che quasi ci credete? Quando ormai non vi aspettate più niente dala vita perché credete di aver capito la realtà?
Ecco Louis Tomlinson era proprio quel tipo di persona.
Era felice. Felice perché aveva degli amici, felice perché aveva una fidanzata, felice perché pensava che la vita fosse quella, un'ordinario svolgimento delle giornate con sorprese sempre più prevedibili.
Ma sapete cosa succede poi quando il muro che avete crollato vi crolla addosso perché i mattini fondamentali decidono di scappare? Sapete cosa succede quando alcune delle persone più importanti se ne vanno?
Succede che si portano via un po' di te. Succede che ti senti vuoto perché ti hanno portato via quella parte di te. Succede che ti accorgi di non aver mai capito niente, perché in realtà la vita è un'illusione di pensieri sbagliati. Perché le persone arrivano, ti lasciano uno stampo che tu riempi di nuove emozioni, ma poi se ne vanno e si riprendono quella parte che rmai fa parte di te. Spesso succede che si prendano la tua unica parte buona, che diventi chiuso ed isolato dal mondo.
Ma non sempre è così. E quando gli altri si portano via la parte sbagliata di te non puoi far che essere te stesso e abbandonarti a ciò che ti rimane.
E ciò che a Louis rimaneva erano un paio di amici, la sua amata casa, e lei. Che inconsapevolmente lo spingeva a svegliarsi tutte le mattine per aiutarla. Che inconsapevolmente lo stava cambiando. Che con il tempo si fece scoprire. 
Il fato gliel'aveva regalata, e anche se ci mise un po' di tempo per capirlo, comprese che il tempo non sarebbe più stato uno spreco.
Ma la vita è solo una stupida illusione, no?













UAAH.
Hey there. Non odiatemi, so che non dovevo iniziare questa storia ma terminare quella che ho incorso, ma ho perso gli ultimi quindici capitoli già scritti e quindi mentre aspetto di recuperarli mi sono data a questo. Non so cosa ne verrà fuori, ho le idee piuttosto confuse, ma spero che il breve prologo sia stato interessante. A presto. 

xx, Flying_

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***



 Winter In Heart.


 



 


Capitolo 1.

 
Louis' Pov.
 
-Ciao Haz! Ci vediamo domani!-
-Ciao!-
Mi salutò un'ultima volta Harry, prima che mi fossi allontanato dal vialetto di casa sua per tornare.
Camminavo a passo svelto sia per il gelo di dicembre, sia per il fatto che avevo l'impressione che molto probabilmente avrebbe piovuto.
Odiavo il freddo, e odiavo la pioggia. Ma abitavo a Londra.
Probabilmente se non fosse stato per i ricordi, per gli amici, e per il legame che avevo con il posto mi sarei già potuto trovare in posti come Francia, Grecia, Italia, dove almeno si vedeva il sole.
Mi fermai, vedendo il piccolo omino rosso del semaforo illuminarsi al di là delle strisce pedonali, e proprio in quel momento sentii il telefono vibrare nella tasca posteriore della mia tuta grigia.
Allungai subito la mano, prendendolo dalla tasca, e mi venne spontaneo sorridere, quando vidi il mittente del messaggio. Eleanor.
Mi sentii improvvisamente felice, ma la sensazione durò ben poco; 
"Hei Cucciolo :)) Senti, scusami tantissimo, ma sta sera non posso di nuovo venire, ho una cena con i miei. Mi dispiace, ci vediamo Amore."
Era la quarta volta. Ormai erano due settimane che puntualmente, quando dovevamo uscire, aveva una cena in famiglia, un compleanno, gli era morto il cane, c'era stato stato un terremoto, uno squalo aveva mangiato una gamba a suo padre, doveva costruire un grattacielo.
Io non volevo dubitare di lei, io ero sicuro che lei non mi avrebbe mai mentito. 
Ormai stavamo insieme da due anni, ed erano stati due anni fantastici con lei. Ci eravamo conosciuti semplicemente in classe, siamo diventati migliori amici, e in quinta finalmente capimmo che insieme stavamo bene. E stavamo davvero bene.
Solo che ultimamente la vedevo di rado, quando dovevamo uscire era impegnata, e le scuse erano sempre le stesse, banali, scuse.
Se proprio non vuole dirmi la verità, che almeno si impegni ad inventare le scuse, pensai, mentre senza rispondere ributtavo il telefono nella tasca posteriore.
Notando il semaforo verde mi incamminai sulla strada per andare sull'altro marciapiede.
Quando arrivai dalla parte opposta mi accorsi che alcune goccie stavano iniziando a bagnarmi, così mi nascosi sotto al cappuccio della felpa che indossavo sotto al giubotto di pelle. Aumentai il passo percorrendo la solita strada che portava ad un vicolo di scorciatoia per arrivare alla mia via.
Nel frattempo la pioggia diventò più insistente, rendendo così i miei abiti più pesanti, e il mio ciuffo un caos di capelli.
Svoltai, come tutte le volte, l'angolo che portava al vicolo, ma improvvisamente qualcosa mi fece fermare. O meglio, qualcuno.
Non riuscivo a vederne il viso, coperto dalle chiare ciocche di capelli che uscivano dal cappuccio, completamente bagnato.
Notai che aveva le maniche che coprivano parte delle mani, lasciando fuori uscire le dita, che giocherellavano con le goccie, accompagnate dal tremolio di tutto il corpo.
Subito rimasi sul posto incapace di fare qualcosa, e lei non si accorse di me.
Solo quando sentii più singhiozzi provenire da quel fragile corpo abbandonai i miei pensieri per tornare alla realtà.
Non potevo lasciarla lì, da sola, sotto alla pioggia, con una felpa e due gradi sotto zero, pensai.
Mi grattai la nuca oltre il cappuccio e mi guardai intorno, notando che eravamo completamente soli, e che ancora non si era accorta della mia presenza.
Così mi avvicinai di un passo a lei, schiarendomi la voce.
Quando lo feci parve spaventata, mentre alzava il viso di scatto, ma poi lo riabbassò lentamente, facendo finta di nulla. Così finalmente mi decisi a parlare.
-Ciao. Va, va tutto bene?-
Chiesi, stupidamente. Ma non mi rispose.
Forse perchè la risposta era ovvia? O forse perchè semplicemente non aveva sentito. O forse era perché avrei dovuto farmi i cazzi miei?
Incerto, mi avvicinai ancora di poco, chinando leggermente la schiena.
Cosa diavolo ci faceva una semplice ragazza seduta in un vicolo nascosto a piangere sotto la pioggia?
-Perchè sei qui?-
Tentai piegandomi sulle gambe, nel tentativo di vedere i suoi occhi.
Non rispose subito, ma poi la sentii tirare su con il naso prima di parlare.
-Dove dovrei andare?-
Aveva una voce fine, pensai, ma nonostante il timbro delicato della sua voce riuscì a far uscire quella domanda secca e distaccata da far venire i brividi.
-Non so, a casa?-
Non la sentì rispondere, ancora una volta, così lo interpretai in non so quale modo, e feci per riprendere a parlare, ma rimasi sorpreso quando la sua voce mi interruppe.
-Non ho bisogno della tua carità. Puoi andare.-
Rimasi ancora sorpreso dal tono duro che usciva dal quella testa china in quel corpo fragile.
-Non ti posso lasciare qui, in queste condizioni.-
Ancora una volta non mi rispose, così mi sollevai e feci un giro su me stesso mentre pensavo a cosa fare, e da chissà quale pulpito mi avvicinai di nuovo, stufo di quella situazione e dell'acqua che ormai mi aveva riempito, le afferrai una mano sollevandola da terra, e lasciandola perplessa. Ma non me ne importai molto, e senza pensarci la sollevai con una mano dietro le ginocchia e l'altra a sorreggere la schiena.
Rimasi ancora più sorpreso quando vidi che non si opponeva, ma semplicemente si stringeva nella sua felpa lercia.
Restai fermo per qualche secondo per assicurarmi che non fosse contraria, e quando mi accorsi che non reagiva presi a camminare, verso il fondo del vicolo.
Raggiunta l'uscita attraversai, come sempre, la strada, trovandomi così di fronte alla mia casa.
Pensai che, fortunatamente, i miei genitori erano fuori per lavoro, mentre mia sorella era via con il ragazzo, quindi non avrei avuto molti problemi.
Alzai un ginocchio per reggerla, mentre con la mano destra afferravo le chiavi nella tasca e aprivo il basso cancelletto bianco per entrare nel giardino. Allo stesso modo aprii la porta di casa, richiudendola poi con un calcio.
Durante tutto quel tempo la ragazza non aveva aperto bocca, solo guardato dritto avanti a se, in un punto indefinito.
Pensai anche che potesse essere una matta scappata da un manicomio, non sapevo niente sul suo conto, e da quanto avevo capito non era del tutto "normale".
Non sapendo cosa fare mi avvicinai al divano, facendola sedere in silenzio. Il silenzio aumentava, mettendomi sempre più a disagio, mentre lei sembrava non importarsene, continuando a guardare avanti con uno sguardo perso.
Presi un respiro, poi grattandomi la nuca con una mano presi a parlare.
-Ehm senti, io vado in camera a cambiarmi, lì c'è la cucina, di lì il bagno. Se hai bisogno bussa.-
Mi aspettai una risposta per farmi capire che potevo andare, ma mi dovetti accontentare di vederla annuire lentamente.
Così mi spostai velocemente verso la camera per andare a cambiarmi.
Quando mi girai per chiudere la porta feci giusto in tempo a vedere che si alzava lentamente diretta verso il bagno.
Chiusi la porta, appoggiandomici.
Cosa cavolo sta succedendo? Pensai.
Poi mi cambiai con calma, asciugandomi per bene con un asciugamano. Mi infilai un paio di pantaloni della tutta rossi, una maglietta bianca e un maglione grigio con delle fantasie strane, poi uscendo dalla camera trovai la ragazza, sulla soglia della porta con l'intenzione, per come avevo intuito, di uscire.
-Dove vai?-
Chiesi d'impulso, per poi cominciare ad avvicinarmi.
Accorgendosi di essere stat vista si girò velocemente, mi guardò, ma non rispose.
-E' tardi, resta qui per questa sera. Non c'è nessuno problema.-
Provai a convincerla con la prima scusa che mi venne in mente. In effetti era vero, fuori si stava facendo scuro, avrei avuto un peso per tutta la notte sapendo che lei stava ancora lì fuori.
Con calma la sua mano scivolò via dalla maniglia, tornando lungo il fianco.
-Grazie.-
Soffiò in un sussurro.
Poi lentamente la osservai sfilarsi le scarpe e il cappotto. 
Mi accorsi solo dopo qualche secondo che si trovava leggermente a disagio nello stare ferma davanti a me, la felpa in mano. Così mi avvicinai ancora di poco, e le porsi una mano, per prendere l'indumento ancora completamente bagnato.
La vidi leggermente insicura nel porgermi il capo, lo afferrai con delicatezza.
-Hai bisogno di qualcosa?-
Passarono alcuni secondi di silenzio prima che reagisse, riportando lo sguardo dalla maglia ai miei occhi.
-Sono solo stanca.-
Una persona di tante parole, pensai. Ma subito tornai alla situazione.
Le sorrisi in un tentativo di conforto, senza avere risposta, poi parlai.
-Vieni, ti porto nella mia camera.-
Mi incamminai per le scale, sperando di essere seguito.
Aperta la porta della stanza, le feci segno di entrare, ma quando vidi che non intendeva farlo prima, entrai io facendomi seguire.
Mi chinai sul cassettone per prendere un paio di pantaloni e una maglietta che mi stavano leggermente stretti. Glieli porsi, iniziando a parlare.
-Lì dietro c'è il secondo bagno, se ti vuoi cambiare. Se vuoi riposarti un po' usa pure il letto, io vado in cucina a mangiare qualcosa.
Leggermente insicura, sempre in silenzio, afferrò i vestiti, e con un lieve cenno annuì.
Non avendo più niente da aggiungere, mi diressi verso le porta della camera, e ne uscii, rivolgendo un ultimo lieve sorriso prima di chiudere, sempre non ricambiato.
Dopo aver chiuso la porta, vi rimasi appoggiato per qualche secondo nel tentativo di far sparire tutte ledomande, e con esse il dolore alla testa, per poi alzarmi e camminare verso la cucina, ancora abbastanza sconvolto.
C'era davvero una ragazza nella mia camera, o me lo stavo sognando?
















Uaaaah!
Come va? Sono riuscita a pubblicare il primo capitolo, come avrete notato lol c:
Spero che questo inncontro abbastanza particolare vi abbia incuriosito, io ho già un secondo capitolo pronto che pubblicherò appena avrò tempo ;)
Oltre questo non mi sembra di avere molto da dire, se non qualche breve spiegazione.
Louis è a casa da solo perchè la sorella diciassettenne Lottie sta partecipando con la scuola ad un Tour d'euroba, insieme al suo fidanzato irlandese.
I genitori invece si trovano a Doncaster per lavoro, e a proposito di questo se ne parlerà anche più avanti.
Ah si, scusate, forse è un po' corto, ma i prossimi saranno più completi.
Ora mi dileguo, cieo!

xx, _Flying

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***




Winter In Heart.

 






Capitolo 2.


 
 
 
Louis's Pov.
Fui svegliato da un lieve rumore proveniente dalla cucina e, non ricordandomi della presenza della ragazza, mi alzai di scatto dal divano sul quale avevo dormito. 
Ma quando raggiunsi la porta e intravvidi dalla fessura aperta quella chioma chiara, i pensieri della sera prima mi saltarono alla testa.
Quando aprii definitivamente la porta provocandone uno scricchiolio, si accorse di me, e si voltò, leggermente spaventata. Ma, senza parlare, dopo qualche secondo la ragazza si girò nuovamente verso il bancone su cui stava armeggiando.
-Ciao.-
Naturalmente non mi rispose, ma si voltò semplicemente verso di me. Lo interpretai come saluto, non sapendo cos'altro pensare. Beh, muta di sicuro non era, il giorno prima l'avevo sentita la sua voce.
-Che fai?-
Dissi, avvicinandomi leggermente. Nello stesso momento lei si voltò velocemente, con in mano un piatto pieno di.. Frittelle di mele?
-Frittelle di mele?-
La vidi annuire leggermente, prima che mi sorpassasse raggiungendo il tavolo grigio.
Non pensavo neanche di poter fare qualcosa di così decente e.. profumato, con quello che avevo in frigo.
-Perché le hai fatte?-
Il silenzio in quella casa mi metteva sempre più ansia.
-Per ricambiare.-
Non capii subito a cosa si riferiva, ma poi collegai il fatto che aveva passato la notte nella mia camera.
-Non ce n'era bisogno.-
Alla mia frase abbassò lo sguardo verso il piatto poggiato sul tavolo, che ancora teneva con la mano. Poi con un lieve movimento lo spostò avanti lasciandolo definitivamente.
Andando a interpretazione, pensai che mi stesse chiedendo di assaggiarle, e così feci.
Avvicinai con cautela la mano, e ne afferrai una. Quando l'avvicinai alla bocca il profumo che già prima invadeva la casa, mi invase il corpo, e quando la morsi pensai di essere in paradiso. Ok, forse stavo esagerando, ma cazzo, era buonissima.
-Cazzo.. sono buonissime.-
Cercai di farfugliare mentre masticavo.
La vidi strappare un piccolo sorriso, che rendeva il suo volto leggero e luminoso. 
Dopo alcuni secondi di altrettanto silenzio, interrotto solo dai miei morsi rumorosi, si spostò senza preavviso verso la sala, sedendosi sul divano.
Senza pensarci la seguii a ruota, portandomi dietro il piatto, naturalmente.
Mi sedetti accanto a lei sul divano, ma notando la sua leggera perplessità mi spostai  sulla sinistra per lasciare dello spazio tra di noi.
E poi mi sorse una domanda. Chi era lei?
Presi un sospiro.
-Come ti chiami?-
Il suo volto si girò velocemente verso di me, guardandomi negli occhi per alcuni secondi; poi, finalmente, sentii la sua voce per la terza volta.
Ma questa volta sembrava più tranquilla, aveva una voce stupenda.
-Light, Lighter.-
Non capii subito quale dei due fosse il nome, ma sorrisi al pensiero che poco prima l'avevo definita leggera e luminosa, e Light significa esattamente quello.
Sorrisi mentre si voltava nuovamente verso la finestra.
-Io sono Louis, piacere.-
La vidi semplicemente annuire mentre guardava sempre avanti verso la finestra.
Poi passarono altri minuti di silenzio in cui la mia mente venne invasa dai pensieri.
-Posso farti una domanda?-
Si voltò, leggermente sorpresa, ma poi annuì insicura.
Senza staccare lo sguardo dal suo, parlai.
-Perché ieri sera eri lì?-
Il suo sguardo leggermente sorpreso rimase identico, senza provocare alcuna reazione.
-Non sapevo dove andare.-
Disse, tornando a guardare la finestra.
Cosa intendeva? Okay forse ero un po' ficcanaso, ma almeno un piccolo diritto di sapere perché era in casa mia ce l'avevo.
-Che vuoi dire? Cioè, ti andrebbe di spiegarmi? N, non sei obbligata ma..-
Interruppi la mia frase quando la vidi scuotere leggermente la testa, e alzarsi diretta verso il bagno.
Mi voltai mentre camminava, e sorrisi quando notai che indossava ancora i miei vestiti.
Restava comunque il fatto che non sapevo perché era lì fuori.
Scacciai i pensieri con un'alzata di spalle, mentre addentavo la seconda, fantastica, frittella.
Certo, se avesse cucinato così tutti i giorni non ci sarebbero stati problemi a tenerla qui. A parte il fatto che sarei diventato un obeso.
Ad un certo punto sentii vibrare il telefono sul tavolino, e allungando la vista riuscii a leggere il nome del mittente, Zayn.
"Hei Lou! Ti va di venire a fare un giro? Non ho niente da fare.."
Tirai un sospiro ribloccando il telefono, e mi alzai dal divano avvicinandomi alla porta dietro la quale Lighter, o forse solo Light, è scomparsa poco fa.
-Lighter?-
Non mi rispose, ma sapevo che aveva sentito, così continuai.
-Io vado a fare un giro con Zayn, un mio amico, vuoi venire?-
Passò qualche secondo di silenzio prima che udissi la sua voce.
-No, starò qui.-
Nel suo tono di voce sentii una nota di sorpresa e di incertezza, e anche un qualcosa che mi parve un singhiozzo.
-Tutto bene lì dentro?-
Poco dopo la porta del bagno si aprì lasciandomi vedere il volto della ragazza, e notai subito che i suoi occhi erano rossi, ma dal suo sguardo sicuro interpretai che non avrebbe avuto intenzione di parlarne.
-Se pranziamo fuori passo ad avvisarti, ok?-
La vidi annuire, prima di girarmi a prendere il cappotto. Mi diressi verso la porta.
-Ciao!-
Dissi poi chiudendola. E rimasi fermo lì davanti per qualche secondo, giusto il tempo di udire la sua voce in un debole 'ciao' al di là della porta.
Sorrisi.
Poi guardai il telefono, che aveva di nuovo vibrato. Sempre Zayn.
"Sono sotto casa tua, muoviti."
Così mi affrettai a percorrere il vialetto di casa mia, e a superare il cancello, trovando la macchina di Zayn dietro l'angolo.
Passai dal lato del passeggero per salire.
-Hei!-
-Era ora!-
Disse, mentre accendeva l'auto.
-Dove andiamo?-
-Non so.. Al centro commerciale?-
-No ti prego. C'è troppo casino.-
-Allora al parco.-
Annuii, felice della sua scelta.
Arrivati al parcheggio scendemmo insieme dall'auto sbattendo le portiere all'unisono.
-E' da un po' che non ci vediamo.-
Constatai mentre passavo davanti alla macchina per raggiungerlo sulla strada da attraversare.
Quando lo raggiunsi iniziammo a camminare verso la parte opposta, dove c'era il parco.
-Se per un po' intendi una settimana, hai ragione.-
-In una settimana possono succedere tante cose.-
Replicai, pensando che in due giorni erano successe delle cose piuttosto strane.
-Certo, io in effetti ora che ci penso proprio ieri ho mangiato una larva, sono stato investito da un dinosauro, e stavo per affondare in mezzo alla piscina perché mi si era bucato un bracciolo. Ah si, e poi ho costruito una casa.-
Rispose, evidentemente ironico.
-Simpatico. Come va con la Edwards? Avevate litigato, giusto?-
Tirò un sospiro e sorrise alla domanda. 
Nel frattempo avevamo iniziato a passeggiare nel parco.
-Si.. Alla fine ci siamo scusati a vicenda, lei per il fatto che è stata troppo gelosa, e io per il fatto che sono stato troppo.. Disponibile.-
-Cioè, fammi capire, è anche riuscita a farti chiedere scusa?! Zayn dio mio, ha fatto una scena di gelosia davanti a tutta la discoteca, perché tu hai salutato la sua migliore amica con una bacio sulla guancia e un abbraccio, e tu le chiedi scusa? Cos'ha quella ragazza di così potente da farti fare tutto quello che vuole?-
-Non dire cazzate Louis.. E' vero, forse ha esagerato, ma io ci tengo lei.. Comunque, con El?-
Rispose, cambiando discorso. Se, tutto benissimo con Eleanor.
-Ieri mi ha dato buca di nuovo.-
-Come fai ancora a fidarti di lei dopo che ti da buca per due settimane di seguito?-
-Credo che sia per il tuo stesso motivo, io ci tengo. E comunque, se devo essere sincero la mia fiducia sta diminuendo. Di molto.-
Ci fu qualche momento di silenzio e sospiri, mentre una donna in pantaloni corti e felpa ci passò a fianco correndo. Mi venirono i brividi solo a vederla vestita così.
-Dovevate andare a cena, giusto?-
Riprese improvvisamente Zayn, facendomi tornare a terra.
-Si. E l'appuntamento l'avevamo fissato già una settimana fa, quindi non credo avesse impegni. Ma comunque c'è stato un lato positivo.-
-Certo, la ragazza ti da buca a cena, e tu trovi dei lati positivi. Louis, quando mai la smetterai di far finta di essere l'uomo più felice del mondo?-
-Zayn sto parlando seriamente!-
-Anche io!-
Ribattè lui subito.
Il suo sguardo si volto verso di me. Cercai di interpretare il suo sguardo trafiggente e maledettamente serio, ma l'unica cosa che riuscii a fare fu girarmi e tornare a parlar.
-Non dovendo andare alla cena, sono tornato a casa subito, e ho incontrato una persona.-
-Chi?-
Si sbrigò lui ha chiedere.
-Zayn, frequentare Perrie ti fa male. Stai calmo.-
Lo sentii sbuffare.
-E.. quindi?-
-Niente, nel vicolo dietro casa mia, ho trovato questa ragazza..-
Venni interrotto da una, stupida, intrusione di Zayn.
-Una prostituta?!-
Mi girai verso di lui cercando di assumere la faccia più sconvolta possibile.
-Zayn! No, non era una prostituta.-
Il suo sguardo risultò a metà tra il divertito e il deluso.
-Comunque, c'era questa ragazza rannicchiata nell'angolo sotto la pioggia, e non potevo lasciarla lì. Insomma, faceva freddissimo e aveva solo una felpa e.. Comunque, ho provato a chiederle se avesse bisogno, ma mi ha risposto, senza convincermi, che non gli servivo. Però quando ho deciso di portarla in casa non ha assolutamente protestato.-
-L'hai portata in casa tua?-
Chiese come se fosse la cosa più strana del mondo. E, in effetti, non era esattamente una cosa da tutti i giorni. Avrebbe anche potuto svaligiarmi la casa, volendo.
-Si.. Insomma, sembrava distrutta, così l'ho fatta dormire nel mio letto.-
-Oh. Con te?-
-No Zayn, non ci ho scopato!-
Il suo sguardo torno deluso.
-Amico, fai schifo. E' bella?-
Bella? Direi di si. Cioè, non che mi piacesse, ma dovevo ammettere che era piuttosto carina.
-Abbastanza. Comunque, -continuai, prima che potesse interrompermi- ha dormito da me, e stamattina ho scoperto che si chiama Lighter, ma non sono riuscito a farmi spiegare il perché fosse sotto la pioggia ieri.. Mi ha solo detto che non sapeva dove andare.-
-Mh, interessante. Sei sicuro di non averlo sognato?-
Mi guardò come se fossi stato un deficiente, facendomi così roteari gli occhi al cielo.
-No Zayn. E ora è in casa mia. E mi ha preparato delle frittelle di mele stupende.-
-Ah capito. A parte il fatto che odio le mele, non potevi chiedere perché si trovava lì?-
-Genio, gliel'ho chiesto, ma non risponde.-
-Non risponde?-
-Esatto. Risponde a una domanda, poi non la senti più per un minimo di un'ora.-
-Ah. Capito. Senti, ti va di pranzare insieme? Sono a casa da solo.-
-Si. Però devo passare ad avvisare Lighter.-
-Oho, certo. E sono proprio curioso di vedere questa mistica creatura che non parla.-
Lo fulminai con lo sguardo, prima che cambiassimo direzione per tornare all'auto.
Arrivati davanti al vialetto di casa mia Zayn fermò l'auto, e scese seguito da me.
Mi aspettò davanti al cancelletto mentre lo raggiungevo e prendevo le chiavi dalla tasca.
Aperto il cancelletto e la porta entrammo, senza trovare nessuno.
-E la muta?-
-Non è muta, idiota.-
Feci qualche passo avanti per vedere dentro alla cucina, ma non vi trovai nessuno.
-Lighter? Sei in casa?-
Nessuna risposta.
-Amico, credo che tu la debba finire con queste canne alla cicoria.-
La sua occhiata divertita, e la mia di rimprovero, furono interrotte dall'apparizione di una chioma chiara davanti a noi. Sorrisi e sospirai felice del fatto che non se ne fosse andata.
-Zayn, lei è Lighter, Lighter, lui è Zayn. Io e Zayn mangiamo fuori, vado un attimo a cambiarmi, se vuoi vieni anche tu.-
Dissi dileguandomi verso la mia camera e lasciando i due ragazzi a presentarsi.
Mi cambiai velocemente la tuta in un paio di jeans, e tolsi la felpa sostituendola con il mio giubbotto di pelle.
Diedi un'ultima occhiata allo specchio per assicurarmi di essere presentabile, poi aprii la porta.
Ma mi fermai sulla soglia. Rimasi.. Sorpreso. Molto sorpreso.
Sorpreso dal fatto che.. Stava sorridendo. E stava parlando tranquillamente con Zayn.
-Eccoti! Possiamo andare?-
Non risposi subito, ma notai che la ragazza sembrò sorpresa della mia presenza.
Riprendendomi, mi avvicinai annuendo.
-Certo. Vieni anche tu?-
Chiesi, rivolgendomi a Lighter.
Annuì semplicemente, tornando ad essere improvvisamente silenziosa. Ero io? Boh, sarà una mia impressione, pensai.
Uscimmo io e Zayn vicini, seguiti da Lighter, e ci sedemmo in auto, sempre seguiti a ruota dalla ragazza, che si sedette dietro.
-Louis, a me non sembra affatto muta.-
Non si preoccupò di dire ad alta voce Zayn, mentre metteva in moto l'auto.
-Io non ho mai detto che lo fosse.-
Alzando lo sguardo sullo specchietto retrovisore riuscii a intravedere il viso di Lighter, leggermente arrossato dalla conversazione che stavamo avendo io e il mio amico.
Zayn alzò le spalle.
-Come dici tu, amico. Comunque, dove andiamo?-
-Alla pizzeria dell'Angolo!-
-No, li no!-
Rimasi ancora una volta sorpreso, nel sentire la sua voce.
Zayn si voltò a guardarla mentre si fermava al semaforo.
-Okay lentiggini.-
-Possiamo andare da Carly.-
Proposi, interrompendo l'atmosfera leggermente tesa che si era creata.
-Mi sembra perfetto.-
Rispose Zayn tranquillo.
-Lighter?-
Mi voltai per chiedere conferma. Sembrò sorpresa della sua considerazione, ma poi velocemente staccò lo sguardo pensieroso dal finestrino e mi guardò. Annuì semplicemente.
-Perfetto, vada per Carly.-
Conclusi voltandomi di nuovo verso davanti.











Uaaaaaaah!
Buona domenica!

Ecco il capitolo due. Non credo che riuscirò sempre a mantenere questo ritmo, ma ci proverò :) Anyway, che ne pensate del capitolo? Scusate il finale non molto.. finaloso (?) ma non sapevo come conludere, quindi ho lasciato questa sorta di domanda, quel è il motivo per cui Lighter non vuole andare all'Angolo? Non interessa a nessuno. Yep.  Occheeei, vi lascio. Fatemi sapere!
xx, _Flying

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***




 
Winter In Heart.


 
 








Capitolo 3.

 
Louis' Pov.
Dopo pochi minuti arrivammo da Carly, entrammo, ed il nostro amico Liam che lavorava lì ci fece accomodare al solito tavolo.
Attendemmo qualche attimo prima di vedere Liam tornare nella nostra stanza con due menu' in mano.
-Eccomi ragazzi!- Si soffermò per qualche secondo prima di porgere i menù, guardando Lighter.
-Scusa l'impertinenza, ma chi sei?-
Disse il ragazzo alle spalle di Zayn, con uno sguardo confuso. Nel frattempo Lighter alzò lo sguardo e sorrise debolmente verso Liam.
-Lighter.-
Io di fronte a Zayn, e Zayn davanti a Liam, continuammo a fissarci, poi intercettai lo sguardo di domanda di Liam che si fissò su di me. Certo, non potevo mettermi a raccontare che l'avevo trovata distrutta per strada, non davanti a lei.
-Un'amica, poi ti spiego.-
Conclusi deviando l'ostacolo. Poi mi misi a guardare gli elenchi che Liam aveva poggiato sul tavolino quadrato.
-Per me, il solito.-
Disse Zayn spingendo il librettino verso Lighter.
-Io prendo una pizza con i calamari.-
Continuai, chiudendo il menù.
Poi Liam si voltò gentilmente a guardare Lighter, che chiuse l'ultima pagina.
-Un'insalata, grazie.-
-Dio, come si fa a pranzare con un'insalata? Ma non hai fame?-
Chiese allibito Zayn mentre Liam segnava il tutto.
La vidi semplicemente sollevare le spalle come risposta.
-Bene, da bere tre birre medie?-
-Perfetto.-
Annuii guardando prima Zayn poi Lighter.
-Per me un thè.-
Vidi Zayn e Liam guardarla curiosi, poi Zayn scosse la testa sorridendo.
-Sei strana.-
Nel frattempo Liam era scomparso ella sala accanto.
Zayn tirò le mani sul tavolo appoggiando i gomiti e prese un sospiro.
-Louis, tra poco è Natale, che facciamo?-
Era vero, era il quattro di dicembre e ancora non ci avevo pensato.
-Non so, ma non credo che resterò qui a Londra, probabilmente mia madre mi chiamerà a Doncaster.-
-Oh, capito.. Harry mi ha detto che voleva organizzare una festa, ma sinceramente io non ne ho voglia.. E poi probabilmente dovrò andare a Bradford. Niall invece credo che vada a Mullingar..-
Annuii, mentre Liam si avvicinava con le bevande su un vassoio.
-Le due birre, e il thè.. Al limone va bene?-
Lighter annuì ancora.
-Liam, tu che fai a Natale?-
Chiese Zayn volgendo lo sguardo sul ragazzo, prima che se ne andasse.
-A pranzo lavorerò. E poi vado fuori a cena con Danielle.-
Ah già, dimenticavo che lui avesse una ragazza con cui andava tutto bene. L'unico negli ultimi tempi.
-Capito. Grazie comunque!-
-A voi!-
Rispose allontanandosi dal tavolo.
-Lighter, tu hai programmi?-
Chiese ancora Zayn.
Lei si irrigidì visibilmente, e anche se non ne sapevo il motivo sapevo che qualcosa non andava.
Così mi sbrigai a interrompere quella scena.
-Io devo andare in bagno. Torno subito.-
Dissi velocemente, mentre mi alzavo.
Mi diressi verso la porta bianca poco lontana, e mi ci chiusi dietro.
Iniziai a pensare; che diavolo stava succedendo? Com'è che all'improvviso tutto stava cambiando così in fretta? Insomma, Eleanor, Lighter. In queste due settimane le mie giornate erano cambiate radicalmente, e io non ci capivo più niente. E poi cosa avrei dovuto fare ora con Lighter? Lasciare che se ne andassea casa sua? Ammesso che ce l'avesse, da quello che avevo capito. Insomma, c'erano diverse cose da mettere in chiaro. Almeno fosse stata più estroversa, avrei potuto capire qualcosa. Non che lei mi desse fastidio, ma così era tutto più difficile e io continuavo a non capirci niente.
-Hei amico, tutto bene lì dentro?-
La voce di Zayn al di là della porta interruppe i miei pensieri.
-Si si, un minuto e arrivo!-
Sentii il peso del ragazzo spostarsi dalla porta e allontanarsi. Poi mi sollevai a mia volta dalla porta e mi avvicinai al lavandino, per lavarmi le mani.
Buttai il fazzoletto bagnato, aprii la porta, e ancora una volta rimasi sorpreso dal sorriso naturale che Lighter aveva sulle labbra durante la mia assenza. E mi accorsi anche del fatto che stava semplicemente parlando con Zayn, mentre sorseggiava il thè dal suo bicchiere.
Scossi la testa per rimuovere il pensiero, e mi avvicinai.
-Hei, eccomi.-
-Aah finalmente, stavo morendo di fame!-
Mentre mi sedevo notai che stavano aspettando me per iniziare a pranzare.
-Beh, potevate anche iniziare.-
Vidi Zayn scrollare le spalle, poi senza dire altro prese le posate e iniziò a mangiare, seguito da me e Lighter.
Il pranzo fu piuttosto e stranamente silenzioso. Cioè, di solito quando pranzavo con Zayn, o con degli amici, parlavamo di qualsiasi cosa e ridevamo, ma oggi c'era qualcosa che sembrava rendere tutto silenzioso, e avevo l'impressione che quel qualcosa fosse lei.
Stavo prendendo un sorso di birra dal bicchiere, quando lo poggiai improvvisamente sentendo il cellulare che vibrava nella tasca posteriore. Lo presi, rimanendo piuttosto sorpreso del fatto che il mittente fosse Eleanor. Wow, ogni tanto si faceva sentire allora.
"Hei Lou!"
Premetti automaticamente i tasti per inviare la risposta.
"El, che bello sentirti.:)"
Poggiai il telefono sul tavolo.
-Era Eleanor?-
Mi chiese Zayn, intuendolo credo dal mio lieve sorriso.
Annuii, poi continuai a mangiare, finché il tavolo non vibrò.
"Ti va di vederci questa sera? Per cena, all'Angolo."
Sorrisi senza accorgermene. Dio, mi sembrava di non vederla da anni.
"Certo, perfetto! A stasera allora!"
La risposta arrivò subito.
"A stasera!"
Sorrisi ancora mentre rimettevo il cellulare nella tasca.
-Che ha detto?-
Mi chiese ancora Zayn, curioso.
-Stasera usciamo.-
Lo vidi piegare leggermente la testa di lato mentre mi guardava sorpreso.
-Wow, da segnare sul calendario.-
Disse poi, ironico. Lo fulminai con lo sguardo.
Passarono ancora dieci minuti, e tutti avevamo finito, così prendemmo il caffè, poi salutammo Liam prima di andarcene.
-Che facciamo? Volete andare a casa?-
Chiesi guardando prima Lighter, che non diede alcuna risposta, neanche con lo sguardo, poi Zayn.
-Vi va un giro al centro commerciale?-
-Si, Lighter?-
Chiesi, leggermente insicuro, voltandomi verso di lei.
Questa volta la vidi annuire.
-Perfetto, andiamo.-
 
***
 
 
-Lighter, io vado! Ci vediamo dopo cena ok?-
Dissi diminuendo il tono di voce man mano che mi avvicinavo alla cucina.
Lei si girò subito a guardarmi sulla soglia della porta, e annuì.
Così mi diressi velocemente verso l'uscita con le chiavi, aprii la macchina parcheggiata fuori dal cancelletto e ci entrai. 
Tirai un sospiro mentre un sorriso usciva sulle mie labbra, al pensiero che finalmente avrei visto El.
In pochi minuti percorsi tutta la strada che ormai conoscevo ad occhi chiusi, e mi fermai al parcheggio. Intravvidi dal vetro del locale la chioma di El che riconobbi senza problemi.
Mi affrettai ad entrare, e a dirigermi al tavolo già avvistato in precedenza.
La sorpresi arrivandole alle spalle, e dandole un buffetto sui capelli. 
-El!-
-Hei!-
Si voltò sorpresa indietro per guardarmi, con un sorriso che mi sembrò piuttosto.. Finto.
E mi accorsi che veramente c'era qualcosa che non andava, quando feci per avvicinarmi e darle un bacio ma lei si voltò a riceverne uno sulla guancia.
Mi fermai un attimo confuso, ma poi mi alzai e andai a sedermi di fronte a lei.
Sapevo benissimo cosa stava succedendo, ma non volevo che succedesse, e finché non fosse successo non ci avrei creduto. Anche se già lo sapevo.
-E' da un bel po' che non ci vediamo..-
Dissi con una nota di malinconia.
La vidi sospirare e guardarsi intorno, prima che il suo sguardo si fissasse nel mio.
Il suo sguardo, che non era lo stesso che mi ha sempre trasmesso buon umore, non quegli occhi luminosi che sembravano brillare.
-Senti Louis ti devo dire una cosa..-
Ecco.
Sospirai pesantemente prima di sollevare lo sguardo che si era fissato sulle mie dita che giocherellavano.
-Certo, dimmi.-
Tornai a guardarmi le dita, incapace di sorreggere quello sguardo duro.
-Beh.. come avrai notato ultimamente non ci vediamo molto e..-
Presi in sospiro e sollevai la testa stanco, iniziando a guardarla sicuro.
-Si, l'ho notato.-
Continuai a mantenere lo stesso sguardo fisso, mentre prendeva un sospiro.
Era difficile stare lì a guardarla con aria cattiva e triste, mentre avrei voluto solo abbracciarla e dirle quanto mi era mancata.
-Louis, mi dispiace ma..-
Non volevo sentire le sue scuse. Una delle sue tante scuse.
Senza pensarci mi alzai dal mio posto, e iniziai a parlare mentre mi infilavo il cappotto.
-Eleanor, ho già capito, grazie. Non c'è bisogno che ti inventi un'altra fottuta scusa, non voglio sapere perchè mi stai lasciando, ok? E ora, se premetti ho di meglio da fare.-
Senza lasciare che rispondesse, mi allontanai dal tavolino vicino alla finestra, sorpassando la cameriera che era in attesa di prendere le ordinazioni, e aveva assistito a gran parte della scena.
Mi fermai dopo averla sorpassata, e tornai indietro di qualche passo per poterle parlare.
-Le porti le mezze penne con zucchine e gamberetti, sono il suo piatto preferito.-
Soffiai quella frase lasciando sia la povera ragazza che non centrava niente, sia alcuni clienti lì vicini abbastanza di stucco. Le lanciai un'ultima occhiata, mentre si passava una mano sul viso.
Senza darci troppo peso salii in macchina sbattendo la portiera e misi in moto.
Ripercorsi la stessa strada di prima stringendo forte il volante, e quando arrivai a casa sbattei nuovamente la portiera, seguita dal cancelletto e dalla porta.
Mi dimenticai completamente della presenza di Lighter.
Semplicemente buttai a terra il cappotto, e corsi a chiudermi in camera.
Mi sfilai velocemente le scarpe e mi buttai sul letto matrimoniale per guardare il bianco sporco che colorava il soffitto.
Per qualche momento sentii solo il mio respiro pesante, mentre mi mordevo con forza l'interno del labbro inferiore, poi alcuni singhiozzi iniziarono a risuonare nella stanza. 
Non volevo piangere, non per lei. Infondo sapevo che sarebbe successo.
Probabilmente rimasi in quella stanza a piangere e a ricordare per un'ora, forse qualcosa di più.
Improvvisamente la scena continua di ricordi che mi ripercorrevano la testa fu interrotta da qualcuno che bussò alla porta.
-Louis?-
In quel momento mi ricordai di non essere solo in casa.
Mi poggiai su un gomito mentre con l'altra mano mi pulivo gli occhi, e ancora una volta rimasi sorpreso. Questa volta dal fatto che non era mai stata lei a chiamarmi, a iniziare una conversazione.
-Posso entrare?-
Rimasi ancora più sorpreso da quella domanda.
Cioè, due domande, una di seguito all'altra, e questa volta ero io a non rispondere.
Non ci ero abituato.
Cercai di sistemarmi il volto per renderlo decente, prima di rispondere.
-Si.-
Dopo pochi attimi la porta si socchiuse lasciando intravedere per primi i suoi lunghi capelli chiari.
Senza che me ne accorgessi era già entrata e stava chiudendo la porta.
Era delicata. Non la sentivi, qualsiasi cosa stesse facendo. Silenziosa.
Mi misi seduto sul letto, lasciando cadere giù le gambe, giusto per sembrare meno distrutto. Non ero distrutto.
-Va tutto bene?-
Sospirai, e tornai a stendermi, con il volto verso l'alto e le mani dietro la nuca.
-Tutto perfetto.-
Ancora una volta non la sentii mentre si spostava verso l'altro lato del letto.
La osservai mentre si coricava di fianco a me, verso l'alto, con le mani incrociate sulla pancia.
Non sembrava affatto la stessa persona che avevo frequentato fino qualche ora prima, quella Lighter neanche rispondeva, neanche mi guardava, e ora era sdraiata accanto a me.
Girai nuovamente la testa verso il soffitto, ma quando mi accorsi che la sua si era puntata verso di me, la rigirai e incrociai il suo sguardo limpido.
-Vuoi parlare?-
Presi un sospiro, a tornai, di nuovo, a guardare il soffitto, deciso a voler dimostrare che non ero distrutto. Ma poi un qualcosa dentro di me mi costrinse a voltarmi verso di lei, e parlare. Parlare, e parlare. Mi alzai seduto di scatto, e cominciai a dire tutto ciò che mi passava per la mente.
-Vedi, non va tutto bene. E' tutto una merda. Si stava così bene prima; degli amici favolosi, una vita tranquilla e basta. Si stava bene. E poi è arrivata lei, e da quando l'ho conosciuta non ci ho capito più niente. E ho iniziato a stare benissimo, da Dio. Abbiamo fatto di tutto insieme, abbiamo litigato, abbiamo pianto, abbiamo riso come dei deficienti. Abbiamo vissuto benissimo insieme. Certo, finché poche settimane fa non le è venuta la splendida idea di rovinare tutto! Si, infondo non dovrei starci così male, già lo sapevo. Solo che non ci volevo credere. Dai, ormai erano due settimane che mi dava buca, era ovvio. E adesso? E adesso non capisco più niente. Io la sto odiando profondamente, perchè volevo che fosse sincera con me, e lei lo sapeva. Però pensandoci, l'unica cosa che desideravo quando me ne sono andato da quel locale, era tornare lì dentro e abbracciarla più forte che mai. Infondo mi manca. Io non la voglio più rivedere.-
Nel frattempo anche il suo fragile corpo si era sollevato.
I suoi lunghi capelli furono spostati su una spalla, prima che i suoi occhi fissati sul piumone raggiungessero i miei, che ormai erano gonfi, rossi, e nuovamente lucidi di lacrime.
-Odiare una persona a tal punto che ti manca. O aver bisogno di una persona a tal punto che la odi.-
Corrugai le spopracciglia alla sua constatazione. Non ero mai stato uno da frasi poetiche e sentimenti, ma capii perfettamente cosa intendeva. E aveva perfettamente reso l'idea.
-Si.-
Risposi, senza cambiare espressione. Nel frattempo lei si rannicchiò, e cominciò a guardare un punto fisso avanti a se.
-Ti capisco, sai? So cosa vuol dire odiare una persona, che desideri però vedere tutti i giorni.-
Avevo la netta impressione che parlare di questo le costasse molto.
-Cosa è successo?-
Improvvisamente le parti si invertirono, ma compresi che non aveva intenzione di continuare quando scosse la testa e tornò a guardarmi.
-Ok.-
Cercai di tranquillizzarla. Poco dopo tornai a sdraiarmi fissando il soffitto, e mi accorsi di essere seguito da Lighter che fece lo stesso.
Passarono altri attimi di silenzio, dieci minuti forse.
E avevo l'impressione di non essere l'unico che si era perso nei pensieri in quei dieci minuti.
-Lighter.-
Non ebbi una risposta, e me lo aspettavo, quindi continuai.
-Ti posso chiedere una cosa?-
Chiesi, facendo rotolare la testa verso di lei. Mi fece capire che potevo continuare quando annuì leggermente dopo aver voltato la testa verso di me.
Così continuai, anche se mi aspettavo un silenzio come risposta.
-Perchè eri lì?-
Non specificai, sapevo benissimo che avrebbe capito a cosa mi riferivo.
Rimasi sorpreso quando la vidi sospirare, e pensai che stesse per parlare, ma le mie illusioni vennero cancellate da un nuovo silenzio.
Così senza insistere tornai a guardare il soffitto.
Ma il silenzio in cui era tornata la camera venne improvvisamente interrotto dalla sua voce leggera.
-Lavoravo all'Angolo, ma mi hanno licenziato perché molto spesso non arrivavo in tempo, e perchè chiedevo sempre un'anticipo dello stipendio per l'affitto, ero in ritardo di due mesi col pagamento.-
Non continuò, ma compresi benissimo quello che era successo dopo.
Quello che non capivo era perchè fosse da sola, dov'era la sua famiglia? Non aveva amici? Era strano.
Però capivo che parlare di quello le era costato molto, così non le chiesi altro.
-Posso restare qui questa notte?-
Voltai la testa sorpreso, pensando che la risposta fosse ovvia. Cioè, come poteva pensare che l'avrei lasciata andare dopo quello che mi aveva detto?
E poi, mi faceva piacere averla in casa. Oltre al fatto che cucinava da Dio, mi faceva stare tranquillo. Se c'era una cosa di cui ero sicuro era che trasmetteva pace e silenzio.
-Certo, puoi restare quanto vuoi.-


















 
 
Uaaaaah!
Ecco il capitolo tre, hipip, hurra! Hipip, hurra! Hipip, hurra! Hurra! Hurra!
Nope.
Buongiorno care, come va? Io non mi lamento, dai.
In questo capitolo, in particolare nella parte finale, si scopre qualcosa su lighter, non molto, ma una cosa che si capisce è che nonostante sia sempre a disagio con Louis, quando è in difficoltà è pronda ad ascoltarlo.
Un'altro particolare è il fatto che con Zayn sia più spontanea, al contrario del comportamento abbastanza chiuso che ha con Louis. Ma la spiegazione di questo è abbastanza semplice: Zayn non sa chi è, quindi lei può decidere di essere chi vuole con lui, mentre Louis l'ha trovata, sa che non è una persona come tutte, e su questo non può mentirgli.
Oltre ai chiarimenti, che ne pensate? 
Fatemi sapere qualcosa, giusto per essere sicura che valga la pena di continuare a scriverla.
Mi farebbe piacere sapere che ne pensate, e avere qualche correzione o consiglio. 
Bene, per vostra fortuna credo di aver finito, dunque mi dileguo care.
xx, _Flying

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***




Winter In Heart.

 

 

                                                                                                               







Capitolo 4.

 

Louis' Pov.
 
Mi svegliai con uno strano umore quella mattina, la camera era completamente buia se non per la lieve luce che attraversava le persiane. Mi girai per guardare l'ora nella sveglia digitale, e solo allora mi accorsi che era ancora lì. E mi ricordai della sera precedente.
Dopo un 'grazie' da parte sua era tornato il silenzio, e probabilmente mi ero addormentato. E lo stesso lei, dedussi.
Sorpassando con lo sguardo la sua chioma intravvidi l'ora, erano solo le otto e un quarto. Strano da parte mia, forse era per il fatto che la sera prima alle nove e qualcosa eravamo già a letto.
Mi alzai facendo attenzione a non svegliarla, e mi accorsi che indossavo ancora i vestiti della sera precedente, così sempre in silenzio, estrassi un paio di pantaloni della tuta e un maglione dal cassettone. Poi mi diressi verso il bagno, e prima di chiudere la porta della camera diedi ancora un'occhiata veloce al suo corpo girato di schiena.
Dopo aver chiuso la porta mi svestii completamente, e mi buttai sotto l'acqua bollente e rilassante della mia doccia.
Adoravo quella doccia.
Dopo un quarto d'ora decisi di uscirne, mi infilai l'accappatoio per asciugarmi e mi asciugai velocemente i capelli con il phon. Mi rivestii, lasciando i vestiti sporchi sul pavimento.
Avevo pensato sotto la doccia, a quello che Lighter mi aveva detto la sera precedente. Mi aveva incuriosito, molto. Certo, per il momento mi era bastato sapere che l'avevano licenziata e cacciata dall'appartamento, ma ero curioso del resto.
Mi passai una mano fra i capelli umidi mentre mi guardavo di sfuggita allo specchio prima di uscire dal bagno.
Piuttosto affamato, mi diressi verso la cucina, per fare colazione.
Quando spalancai la porta rimasi piacevolmente sorpreso da una presenza.
-Lighter.-
La salutai, vedendola di schiena che farfugliava con qualcosa.
Si voltò facendo ondeggiare i lunghi capelli sciolti sulla schiena, poi mi sorrise semplicemente, e tornò a girarsi. Ma mi bastava come saluto, ci stavo prendendo l'abitudine.
Quando mi avvicinai per poggiarmi al bancone sentii un forte profumo invadermi le narici, e abbassai lo sguardo sulle due tazze fumanti sul bancone.
-Che cos'è?-
Chiesi guardando Lighter. Lei mi guardò per un attimo, poi prese una delle tazze e me la porse.
Pensai che volesse avvelenarmi, ma mi fidavo di lei e della sua cucina, vista la colazione che mi ero ritrovato il giorno precedente.
Così sorrisi e dopo essermi seduto sul bancone afferrai la tazza, l'annusai da vicino, e ne presi un sorso.
-Thè alla cannella.-
Constatai. La cosa strana era che io avevo sempre odiato la cannella, ma aveva un gusto strano, e buono.
Appoggiai la tazza sul bancone e ne scesi con un saltino, poi aprii la dispensa per tirane fuori un pacco aperto di biscotti e poggiarlo sul tavolo.
Mi sedetti.
-Vieni a sederti.-
Le dissi, notando che era ancora in piedi a bere.
Dopo che si fu seduta presi un biscotto e lo intinsi nel thè.
-Io odio la cannella.-
Enunciai dopo aver ingoiato il morso. Poi presi un sorso del liquido, e notai il suo sguardo, che anche se non era cambiato di molto, sembrava confuso.
-Però è buono.-
La rassicurai, mentre intingevo un secondo biscotto.
Finita la colazione, mi alzai e raccolsi le tazze per lavarle, ma quando mi avvicinai al lavandino mi trovai lei alle spalle.
-Lascia, faccio io.-
Disse di fianco a me, mentre aprivo l'acqua.
-Non ce n'è bisogno, grazie.-
Sorrisi. Dovevo ammettere che era davvero bella. Ma una bellezza strana. Era strana.
-Faccio io.-
Questa volta suonava più come un ordine, così mi voltai sorpreso, e la guardai curioso.
-Okay.-
Feci un'alzatina di spalle e mi spostai di lato.
Mentre strofinava la prima tazza mi sedetti sul bancone accanto, e la scrutai per bene.
Dopo ieri pomeriggio aveva rimesso la tuta che le avevo prestato, e la indossava ancora.
In quel momento pensai che non aveva niente dietro.. Dov'era la sua roba? In quei giorni aveva solo indossato le cose che le ho prestato e i vestiti che aveva la prima volta.
-Lighter, ti va di andare a fare compere? Così mi puoi ridare i miei vestiti.-
Dissi sorridendole. Sembrò leggermente a disagio nel guardarmi.
-Non che mi importi, puoi tenerli se vuoi.-
La rassicurai mettendo le mani avanti.
Scesi dal bancone e mi ci appoggiai con un gomito in attesa di una risposta.
-Non me lo posso permettere.-
Disse tornando a concentrarsi sulle tazze.
La diligenza e la serietà che quella ragazza dimostrava in ogni situazione era impressionante, anche troppa per i miei gusti; e questo mi incuriosiva sempre di più.
Scossi leggermente la testa, avrei potuto semplicemente pagare io. Due paia di pantaloni e qualche maglietta non mi avrebbero cambiato la vita.
Sorrisi prima di parlare.
-Non c'è problema, posso pagare io.-
La vidi corrugare leggermente la fronte e scuotere la testa.
-No, non poss..-
Non la lasciai finire, sapendo benissimo che se l'avessi ascoltata mi avrebbe convinto in qualche modo a restare a casa.
-Muoviti, vatti a vestire, ti aspetto fuori tra dieci minuti.-
Affermai serio per poi sorridere, poi senza aspettarmi una risposta mi diressi verso il corridoio e verso la camera, presi le scarpe, il cappotto ancora a terra da ieri, e uscii fermandomi al cancelletto.
Pensai che avrei dovuto aspettare una decina di minuti che si preparasse lì fuori, infondo era una ragazza, ma rimasi sorpreso quando dopo poco vidi la porta di casa aprirsi.
Sorrisi e la raggiunsi per chiudere la serratura, poi la guidai verso l'auto parcheggiata lì davanti.
Non mi misi ad aprirle la porta per farla sedere, non mi sembrava il caso di fare il gentil uomo.
Feci per mettere in moto la macchina quando mi sentii chiamare.
-Louis.-
Voltai il viso verso di lei lieto di risentire quella voce di nuovo leggera e delicata, e aspettai la continuazione.
-Grazie.-
Sorrisi istintivamente a quell'affermazione, e scossi leggermente la testa.
-Non mi devi ringraziare. Mi basta che ogni mattina mi fai una colazione di queste e potrei anche sposarti.-
Dissi sorridendo divertito.
Poi voltai lo sguardo in avanti e misi in moto la macchina, notando con la coda dell'occhio che anche lei aveva ricambiato il sorriso.
In cinque minuti raggiunsi il centro commerciale, volevo prendermi qualcosa anch'io.
Il primo negozio che incrociammo era H&M, uno dei miei preferiti.
-Ti va di entrare?-
Chiesi sorridendo mentre mettevo le mani in tasca. Guardandola la vidi annuire, così mi avvicinai alla porta affinchè si aprisse. Una volta entrati ci trovammo nel reparto femmine.
-Ehm, io vado nell'altro reparto, a dopo.-
La informai mentre mi grattavo la nuca. Annuì ancora, così mi allontanai.
Entrai nel reparto, e raccolsi un paio di camicie e una tuta. Dopo di chè mi diressi verso le cabine maschili per provare il tutto.
La camicia a quadretti non mi piaceva per niente. Perché i vestiti stanno così bene ai manichini? Passai subito alla seconda camicia, nera, questa mi piaceva di più. Poi provai la tuta, non era niente di che, ma andava bene per stare a casa.
Mi rivestii completamente, poi mi diressi alla casa e pagai il tutto. Ringraziai il cielo del fatto che nonostante fosse domenica mattina non c'era molta gente in fila, forse era per l'ora.
Presi in mano la busta e scrutai in mezzo al reparto femminile in cerca di Lighter, ma non la trovai. Guardai fuori dal vetro dell'entrata per vedere se mi aspettava fuori, ma non c'era, così mi diressi verso l'unico luogo rimasto, le cabine delle femmine.
Quando le raggiunsi mi trovai davanti un paio di ragazzi con la faccia annoiata, che aspettavano probabilmente amiche o ragazze.
Dopo pochi secondi che mi guardavo in giro la vidi uscire con un paio di leggins neri, e una maglia lunga fino sotto il sedere, poco scollata e leggermente stretta, che le segnava il fisico perfetto.
Non ero mai riuscito a notare quanto fosse magra prima di adesso, a causa delle larghe maglie che ha indossato.
Sembrò piuttosto sorpresa di vedermi quando mi avvicinai allo specchio che la stava riflettendo.
-Stai bene.-
Le rivelai sorridendo.
Si girò per guardarsi dietro, poi sorrise lievemente.
-Grazie.-
Restammo ancora qualche secondo fermi prima che rientrasse nel camerino.
-Li vuoi prendere?-
Si specchiò ancora un attimo, poi annuii.
-Cos'altro hai preso da provare?-
Chiesi mentre apriva la tendina.
-Niente.-
Rispose alzando di poco le spalle.
-Stai scherzando spero?-
La guardai voltando la testa per un secondo, poi continuai prima che potesse rispondere.
-Aspettami qui.-
Nessuna ragazza si sarebbe mai rifiutata di farsi prendere dei vestiti, di essere ogni giorno una persona diversa, e anche se lei non lo dava a vedere ero sicuro che qualche capo in più non le sarebbe affatto dispiaciuto.
Me ne andai velocemente senza lasciare che potesse richiamarmi.
Mi diressi nel reparto donne, e inizia a frugare animatamente tra i vestiti, scutando ogni angolo, il tutto accompagnato da un sorriso mezzo divertito e mezzo concentrato. Partì anche una canzone dei Coldplay, paradise, che mi fece sentire uno di quegli stilisti che devono vestire le proprie modelle.
L'unico disappunto lo notai guando girandomi scorsi un gruppo di ragazze che distolsero subito lo sguardo, e solo un sordo non avrebbe sentito la parola 'gay' pronunciata da loro almeno un paio di volte.
Lasciai perdere le quattordicenni arrapate, e tornai a cercare qualche capo che poteva sembrarmi carino.
Venni attirato da una maglietta nera. La sollevai per poterla guardare, ma quando mi accorsi che era interamente di pizzo trasparente pensai che non era il caso. Me la immaginai su Lighter, e non era affatto una brutta immagine, ma scacciai subito quel pensiero dalla mia mente, e continuai a cercare.
Presi un paio di jeans grigio chiaro, una maglietta azzurra con delle fantasie strane, un altro paio di jeans, blu questa volta, e altre maglie che mi potevano sembrare carine, per quanto mi intendessi di moda e di ragazze. Mentre tornavo ai camerini la mia attenzione fu attirata da un vestito azzurro chiaro, senza spalline, aderente fino alla vita, e poi leggero e morbido fino a quello che poteva essere metà coscia. Mi avvicinai per guardarlo e notai le fantasie ricamate di nero che c'erano sul bordo della scollatura a cuore. Era davvero carino, e improvvisandomi mezzo stilista di nuovo pensai che sarebbe stato davvero molto bene con i suoi capelli chiari e i suoi occhi color ghiaccio.
Avevo l'impressione che una come lei si sarebbe rifiutata di metterlo, ma decisi comunque di prenderlo e portarglielo.
Raggiunsi a passo svelto i camerini, e la trovai lì, dove l'avevo lasciata, con aria confusa.
-Ecco, provati questi.-
Le porsi il piccolo mucchio di roba che avevo preso lasciandola sorpresa.
Rimase ferma a guardarmi, finché non presi la tendina e non la chiusi davanti al suo viso.
Mi sedetti sulla poltroncina lì davanti, la cosa mi stava piuttosto divertendo.
Aspettai pochi minuti, poi la vidi uscire con i jeans chiari a vita altra e la camicetta arancione chiaro, come i suoi capelli, infilata dentro. Non avevo neanche pensato a quell'abbinamento, ma stava piuttosto bene.
-Carino.-
Si voltò più volte su se stessa specchiandosi, poi annuì, e scomparve di nuovo.
Si provò tutti i vestiti che le avevo portato, anche se la maggior parte degli abbinamenti che avevo fatto erano stati mischiati tra loro in qualcosa di più.. Indossabile.
Entrò ancora una volta dietro la tenda, e rimasi sorpreso quando ne uscì pochi secondi dopo con i capi in mano.
-Hai finito?-
Chiesi, sempre sorridente. La vidi annuire, ma non lasciai che si allontanasse.
-Non hai provato il vestito.-
La vidi mordersi il labbro inferiore.
-Costa troppo.-
-Provarlo non costa niente. Dai, per favore.-
La supplicai sbattendo più volte le ciglia. Ero curioso, curioso di vedere quanto delicata sarebbe stata con quel vestito. Insomma, già lo era con una tuta da maschio.
Sorrise leggermente imbarazzata, poi tornò dietro la tenda mentre ridevo sulla poltrona.
Passarono alcuni minuti in cui vedevo solo la tenda muoversi ogni tanto, poi finalmente si aprì.
Sorrisi automaticamente quando la vidi uscire scalza, con i capelli lunghi e chiari che le cadevano dietro le spalle chiare, con un sorriso imbarazzato.
-Sembri una fatina.-
Dissi con un sorriso a metà tra il divertito e il sincero. Lo sembrava davvero.
Continuò a fissarsi allo specchio con quei due occhi di ghiaccio che sembravano brillare.
-Ti piace?-
Le chiesi piegando la testa.
Lei scostò lo sguardo dallo specchio per un secondo, e tornò seria. Scosse lievemente il capo e si voltò verso di me.
-Costa troppo.-
Oh andiamo, costava quaranta sterline. E glielo si leggeva negli occhi che lo adorava. E poi le stava d'incanto.
-D'accordo, niente vestito.-
Risposi, consapevole che non avrei mantenuto quell'affermazione.
Sembrò piuttosto sopresa della mia immediata ritirata, ma poi la vidi annuire soddisfatta, e rientrare per cambiarsi.
Uscì poco dopo con gli appendini dei capi che avrebbe preso in una mano, e quelli dei miei bellissimi abbinamenti inindossabili nell'altra.
-Dammi pure, vado io a pagare.-
Dissi lasciandole solo i vestiti da rimettere a posto. Presi tutto il resto e la mia busta, e mi diressi alla cassa. Pagai i 74 sterline di vestiti, poi mi diressi fuori dove Lighter mi aspettava.
Uscii sorridente e più soddisfatto di lei, e le porsi la sua busta.
La afferrò delicatamente, poi iniziai la mia scenetta.
-Oh, scusa un attimo, ho lasciato alla cassa la mia camicia. Torno subito.-
Corsi dentro e andai dalla cassiera a cui avevo chiesto di tenere la mia busta con dentro i miei capi, e il vestito. La ringraziai, poi uscii con aria vittoriosa.
-Possiamo andare.-
Esclamai.
Continuammo il giro del centro commerciale senza prendere più niente, se non una cioccolata calda di cui avevo una voglia pazzesca.
Quando risalimmo in macchina prima di partire guardai l'ora sullo schermo del telefono, era l'una meno un quarto.
Misi in moto la macchina e tornai a casa con il silenzio interrotto solo dalle canzoni in radio.
Arrivammo davanti a casa, chiusi la macchina e aprii la serratura lasciando che la porta venisse poi chiusa delicatamente da Lighter dietro di me.
Mi tolsi le scarpe nell'angolo dietro la porta e posai il cappotto sul divano, e lo stesso fece lei posando più delicatamente il cappotto.
Mi stiracchiai pensando a cosa mangiare.
-Che ne dici se ci facciamo una pasta per pranzo?-
Staccò lo sguardo dalla finestra per guardarmi.
-Faccio io.-
Alzai le spalle sapendo che mi potevo fidare.
Mi avviai in camera mia per infilarmi una tuta, quando sentii il cellulare vibrare. Aprii subito il messaggio, il mittente era Harry.
"Hei Lou! Oggi usciamo?"
Risposi subito.
"Certo, per me va bene, devo presentarti una persona!"
Dopo poco tornò la risposta.
"Ah si, Zayn me ne a parlato.. Vengo li per pranzo o dopo?"
"Vieni per pranzo, così poi capirai perché ho deciso di tenerla qui! ;)"
"Idiota. Arrivo tra cinque minuti, a dopo!"
Sorrisi quando vidi il messaggio, poi tornai in cucina per avvisare Lighter.
-Hei. Spero che non sia troppo tardi per dirtelo, viene qui un mio amico per pranzo.-
La vidi semplicemente annuire, poi mi appoggiai al bancone dove stava lavorando, e la osservai in silenzio.
Non sembrava per nulla a disagio nello stare in silenzio. Sembrava che le piacesse quella situazione di sguardi, che normalmente avrebbe scosso chiunque.
Constatai che non avevano ancora capito nulla di quella ragazza.
Dopo alcuni minuti arrivò Harry, così lo aprii, e lo portai in cucina.
-Lighter! Lui è Harry, il mio migliore amico.-
Lei sorrise, e si avvicinò posando la forchetta che aveva in mano. Poi su pulì le dita su un fazzoletto e gliela porse.
-Piacere.-
Disse mentre Harry le stringeva la mano interessato. Ovviamente, interessato.
Mangiammo, poi passammo il pomeriggio in salotto a parlare e dire le solite stronzate, mentre Lighter ascoltava e sorrideva nel vederci così divertiti per poche cavolate.
 
***
 
 
 
Uscii distrutto dall'auto appena parcheggiata, ed entrai in casa in silenzio, ricordandomi della presenza di Lighter, e che era piuttosto tardi.
Avevo passato una bella serata con Harry in discoteca, ma ero veramente distrutto.
Mi cambiai e mi lavai, poi entrai in camera facendomi luce con il telefono, e mi sdraiai nel letto.
Sapevo che avrei trovato Lighter, ma pensai che non le sarebbe dispiaciuto, anche perchè la scorsa volta che era successo non ci eravamo nemmeno sfiorati.
Chiusi gli occhi stanco, e rimasi sorpreso quando sentii una voce.
-E' andata bene?-
Rimasi stupito, di solito non parlava con tono così spontaneo con me. Di solito era il tono che usava con le altre persone, con me sembrava più.. Chiusa.
-Certo.-
Risposi voltandomi.
Poi senza pensarci le feci una domanda.
-Posso chiederti una cosa?-
Sorrisi, pensando che la situazione era la stessa della sera precedente.
Non ricevetti risposta, ma mi accorsi che aveva annuito dal rumore del cuscino.
-Perché con me ti comporti diversamente?-
La sentii voltarsi verso di me, e poi sospirare.
-Tu sai chi sono.-
Non risposi, ma pensai a quello che aveva detto. Io non sapevo affatto chi fosse lei, ma forse alludeva al fatto che gli altri non sapevano che l'avevo trovata per strada, mentre io conoscevo questa sua debolezza.
Il mio pensiero venne fermato dalla continuazione della frase, che mi lasciò sempre più perplesso.
-E ho paura di sbagliare con te, mi sento in debito.-
Rimasi quasi allibito dall'umiltà che dimostrava quella ragazza.
-Non ti devi sentire in debito.-
Sussurrai semplicemente, senza ricevere risposta.
Ci addormentammo entrambi.
Eppure avevo l'impressione che il motivo non fosse solo quello. Era strano il modo in cui mi parlava, mi guardava. Ma avevo anche l'impressione che se mai l'avessi scoperto, avrei dovuto aspettare molto.




















 

Uaaaaaaaah.
 Eccovi il capitolo quattro c: Spero che si aggiunga qualcuno a seguire questa fanfiction, ci sto mettendo impegno.
Poi, vorrei ringraziare con tanto tanto lovvvve:

     HolaOli
     Monica desiree

Per le quattro recensioni nei primi capitoli. 
Beh che dire, fatemi sapere che ne pensate, byee!
xx, _Flying

 


 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


 





Winter In Heart.
 
 
                                       









Capitolo 5.

 
 
 
 
Louis' pov.
Mi svegliai come sempre non prima delle dieci, e me ne accorsi quando schiacciai un tasto a caso del mio cellulare sul comodino. Mi accorsi anche che avevo un messaggio. Così strizzai gli occhi a causa del fastidio della luce, e rimasi più che sorpreso quando vidi il mittente. Eleanor.
Corrugai la fronte prima di aprirlo.
"Hei Lou! Senti, volevo chiederti scusa per il modo in cui ti ho trattato.. Voglio che tu sappia che sei stata una persona molto importante per me."
Sospirai, e digitai automaticamente il messaggio di risposta, senza pensarci.
"Tu lo sei ancora per me."
Dopo averlo inviato mi resi conto che forse non avrei dovuto rispondere così.
Dopo alcuni minuti in cui pensavo nel letto il cellulare sulla mia pancia vibrò.
"Louis, so che non è il massimo, ma possiamo rimanere amici."
Mi passai una mano sul volto, distrutto, poi pensai ad una risposta.
"Certo."
Risposi, forse più ironico che realista.
Sospirai ancora una volta, poi mi sollevai sui gomiti.
Scossi la testa e bloccai il telefono, per poi alzarmi e stiracchiarmi.
Mi stropicciai gli occhi dopo aver incontrato la luce chiara al di là della porta, poi camminai lungo il corridoio, rimanendo persuaso da un profumo dolce.
Quando raggiunsi la cucina non rimasi sorpreso di vedere una lunga coda rosso chiara lavorare davanti al bancone.
-Hei.-
La salutai con voce stanca e un sorriso pigro.
Si voltò sorpresa e mi sorrise, sembrava di buon umore.
Mi avvicinai per vedere cosa stava farfugliando, e notai con piacere che si trattava di biscotti con gocce di cioccolato. Pensai che fosse andata a fare la spesa, perché di certe cose in questa casa non c'era mai stata presenza.
La guardai sorridendo prima di parlare, mentre lei continuava a lavorare concentrata.
-Lighter, ti amo ogni giorno di più.-
Dissi ridacchiando e guardando i biscotti sotto le sue mani.
Si girò lentamente verso di me con uno sguardo confuso, poi tornò sui biscotti, prese il piatto e me lo porse.
Ne presi in mano uno, dio che cosa fantastica, erano ancora caldi.
-Grazie.-
Le dissi osservando il biscotto.
Diedi un morso, e non rimasi sorpreso dal fatto che fosse assolutamente favoloso.
-Mh, ma come fai?-
Dissi con ancora una parte di biscotto in bocca, mentre afferravo il piatto dal bancone e lo poggiavo sul tavolo dove mi sedetti.
Dopo essermi seduto ne presi un altro, e poi un altro ancora mentre si sedeva silenziosamente e mi osservava.
Passammo qualche minuto in silenzio, ormai ci stavo facendo l'abitudine, e non mi dispiaceva.
Poi sentii suonare più volte di seguito il campanello di casa, pensai che dovesse essere qualcuno di veramente agitato. Posai contro voglia la parte di biscotto rimasta e mi alzai.
-Torno subito.-
La avvertii prima di dileguarmi.
Il suono continuo del campanello non smetteva di assillarmi, così mi sbrigai ad aprire la porta.
Corrugai la fronte quando mi ritrovai davanti Harry ancora concentrato nel suonare il campanello.
-Harry.-
Lo salutai con un'aria abbastanza interrogativa.
-Finalmente Louis.-
Disse serio passandomi di fianco per entrare.
Chiusi la porta e lo seguii lungo il corridoio senza capire.
-No dico, fai pure eh.-
Dissi dandogli una spinta sulla spalla mentre lo seguivo.
-Ti devo dire una cosa.-
Disse fermandosi davanti a me.
Quella frase mi preoccupava ogni volta, sempre di più.
-Okay. Andiamo in camera.-
Risposi corrugando la fronte. Quando Harry si presentava a casa mia con le frasi "devo parlarti" o "devo dirti una cosa" non prometteva niente di buono.
Lo vidi annuire, poi camminammo lungo il corridoio per arrivare alla mia camera da letto, quando passammo davanti alla cucina mi fermai per avvisare Lighter.
-Hei Lighter, io e Harry andiamo un attimo in camera, ok?-
La vidi annuire, così feci un passo avanti per andarmene, ma mi fermai quando vidi che Harry aveva intrufolato la testa in cucina.
-Ciao Lighter!-
Disse con un mezzo sorriso mentre la squadrava da testa a piedi. Il solito.
Lighter rispose semplicemente alzando una mano.
-Sei un coglione.-
Dissi sorridendo e riferendomi al fatto che non riusciva a salutare una ragazza senza squadrarla.
Sorrise anche lui e scosse la testa, quando finalmente raggiungemmo la camera entrai per secondo e la chiusi. Era ancora tutto buio viste le persiane chiuse, e l'unica fonte di luce era il lampadario sopra di noi.
Harry si sedette sul letto, e io lo seguii.
-Harry mi preoccupi così però.-
Sbottai.
-Ero al bar del parco a prendere la colazione e..-
Si passò una mano sul volto interrompendosi, e una serie delle immagini più improbabili mi percorse la mente mentre cercavo di concludere la frase.
-E?!-
Lo incoraggiai facendolo voltare.
-Ho visto Eleanor e Niall al parco, per mano.-
Subito avevo pensato che non c'era nulla di strano, erano amici, ma le ultime due parole mi lasciarono letterlmente di sasso. Non mi spostai di un millimetro. Non era possibile.
-Non è possibile. Niall non lo farebbe mai.-
Replicai serio, senza spostarmi.
-Louis! Parlo seriamente, erano insieme! So che sembra strano, anche io ci sono rimasto di merda quando li ho visti, però..-
Mi immaginai la scena di Niall e El che passeggiavano insieme nel parco, e scossi la testa quando mi accorsi che sembrava una cosa stupida.
-Sei sicuro che fossero loro?-
Chiesi voltandomi verso di lui che mi guardava.
-Si Louis, fidati!-
Come potevo non fidarmi del mio migliore amico? Certo, avevo forti dubbi sul fatto che Niall avesse potuto frequentare El senza che io lo sapessi, ma di Harry mi ero sempre potuto fidare.
-Niall?-
Sapevo che avrebbe risposto di si, ma non ci volevo credere.
-Niall.-
Rispose sospirando e confermando le mie aspettative.
Niall? Il Niall James Horan che avevo conosciuto quattro anni prima? Uno dei miei amici più stretti? No, di certo non era lo stesso Niall. Lui non lo avrebbe mai fatto.
Si, era vero, ultimamente era cambiato, ma avevo pensato che fosse normale, era sempre stato gentile. E poi questo voleva dire che quando Eleanor mi dava buca usciva con un mio amico. E io non ne sapevo assolutamente niente. Anzi, ero rimasto ancora a quando si salutavano se andava bene. Mi rimaneva strana l'idea di loro due insieme. 
Mi venne poi in mente il momento in cui parlavo di quello che stava succedendo tra me e El a Niall; mi aveva consolato. Come aveva potuto essere così sfacciato? Non ce l'aveva proprio un senso di colpa?
Scossi ancora la testa e mi accorsi che una lacrima stava rigando la mia guancia.
-Louis..-
-Grazie Harry, lasciami da solo.-
Risposi asciugandola velocemente.
-Senti..-
-No, per favore.-
Lo interruppi prima che potesse parlare.
Probabilmnte ricordandosi di momenti precedenti, in cui riuscivo sempre a convincerlo a lasciarmi solo, si arrese e si alzò dal letto per raggiungere la porta. La aprì, e prima di uscire si voltò verso di me.
-Se hai bisogno chiama.-
Si limitò a dire, prima di uscire. Ascoltai i suoi passi allontanarsi, e la sua voce mentre salutava Lighter, poi solo le mie lacrime che ancora una volta cominciarono a scendere.
Niall?
Eleanor?
Come avevano potuto essere così sfacciati? E come avevo fatto io a non accorgermi di nulla?
Mi sentivo un completo idiota, seduto sul letto con i gomiti poggiati sulle ginocchia.
Mi alzai giusto per prendere l' ipod e mettermi le cuffie, poi mi buttai a pancia in su sul letto.
Attaccai una delle solite canzoni deprimenti che in questi momenti mi aiutavano a sfogarmi.
Nobody said it was easy dei Coldplay, una delle mie preferite.
Soprattutto per il significato del testo. Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile.
Mi addormentai con le canzoni per la testa, e mi svegliai solo quando partì una canzone particolarmente attiva.
Corrugai la fronte, non sapevo minimamente che ora fosse, ma sapevo che era passato molto tempo dal fatto che la batteria dell' ipod, da completamente carica era quasi finita.
Mi maledissi perché non avevo mai avuto voglia di mettere a posto l'ora nell'ipod, poi mi alzai per prendere il telefono che avevo buttato la mattina sul comodino.
Lo sbloccai automaticamente, non avevo messaggi ne chiamate, erano le tre e mezza.
Mi passai una mano sul viso ricordandomi di ciò che era successo, poi mi alzai seduto, lasciando che i pensieri vagassero.
Quando un'immagine di me e Eleanor mentre passeggiavamo come sempre al parco scossi la testa per cancellarla.
Mi alzai in fretta deciso a non pensarci, e uscii da quella stanza che ormai puzzava di chiuso.
Quando raggiunsi la sala ci trovai Lighter che si infilava le scarpe.
Si voltò a guardarmi confusa, mentre saltellava leggermente per far entrare la scarpa.
Sorrisi, era divertente.
-Esci?-
Chiesi ovviamente.
-Vado a fare la spesa.-
Rispose con voce limpida. Era la prima volta che la sentivo quel giorno.
-Okay.-
Risposi sedendomi sul divano dopo aver acceso la tv.
-Davanti all'entrata c'è la mia giacca, nella tasca c'è il portafoglio, prendilo.-
Esitò leggermente prima di uscire.
-Andiamo, le cose che compri le mangio anch'io, prendili!-
Dissi serio. Poi mi chiesi con cosa avrebbe potuto pagare se non con quei soldi, ma non le esposi la domanda, non mi sembrava il caso.
Mi accorsi di aver risposto con un tono troppo secco, così cercai di rimediare con un saluto mentre si allontanava in silenzio.
-Ciao Lighter, ci vediamo più tardi!-
Dissi alzando il tono di voce per farmi sentire.
-Ciao.-
Rispose con la sua voce, delicata come sempre. Sentii solo la porta chiudersi piano, poi il silenzio.
Decisi che il modo migliore per passare il pomeriggio sarebbe stato sul divano in pigiama a guardarmi la tele riempendomi di patatine e robe varie. La mia vitalità era alle stelle.
Passata una decina di minuti mi ritrovai a constatare che ero riuscito a non pensare a Eleanor per più di cinque minuti. Ma ovviamente questo mi fece ricadere  in quell'immagine, così mi misi una mano sul viso e chiusi gli occhi. Ancora una volta si focalizzò nella mia mente l'immagine di El al parco con me, che poco dopo venivo sostituito da Niall.
Cercai per l'ennesima volta di cancellare quell'immagine distruttiva dalla mia mente, poi mi alzai senza voglia e mi diressi lentamente verso la cucina. Sembravo.. Un bradipo? 
Presi un pacco di patatine classiche aperte e un pacco di popcorn, li guardai schifato mentre tornavo in sala, consapevole che li avrei mangiati tutti.
Presi il telecomando prima di buttarmi sul divano, e con le patatine aperte cominciai a girare canali.
Com'era possibile che alle quattro di lunedì pomeriggio non ci fosse niente di decente da guardare in televisione?
Misi su uno dei canali che avevo passato, consapevole che ci sarebbe stato Beautiful. Sapevo esattamente a cosa andavo incontro guardando quel coso, ma non c'era niente d'altro.
Questa volta quando mi svegliai la stanza era illuminata dalla luce proveniente dalla cucina, al di là dei vetri c'era solo buio. Mi guardai intorno, la tele spenta, silenzio assuluto se non per qualche rumore proveniente dalla stanza accanto. Mi alzai notando di essere pieno di popcorn sopra e sotto i vestiti, e guardai in basso verso di me, schifato. Facevo abbastanza pena.
Scossi la maglietta del pigiama (che ancora indossavo) per far cadere gli ultimi rimasti, poi mi incamminai lentamente verso la cucina.
Come sempre ci trovai lei, questa volta presa nell'apparecchiare la tavola. Sorrisi; mi faceva sorridere.
-Hey.-
La salutai appoggiato allo stipite della porta.
Alzò velocemente il viso dal piatto che stava poggiando, e come risposta sorrise.
Poi osservò lungo tutto il mio lurido corpo partendo dai piedi fino al viso e ai capelli in disordine completo.
Il suo sguardo non era esattamente deliziato.
-Si, vado a farmi una doccia, a dopo.-
Dissi sogghignando. Scivolai via dallo stipite e mi incamminai verso la camera.
Quando entrai l'aria non era la stessa pesante di prima, e tutto era stranamente ordinato; doveva essere passata Lighter.
Presi una maglietta a caso e i pantaloni della tuta che avevo comprato il giorno prima, un cambio di boxer, e andai verso il bagno.
Chiusi la porta e aprii l'acqua calda della doccia. Mentre mi svestivo un pensiero iniziò a preoccuparmi. Prima o poi i miei genitori sarebbero tornati dal viaggio di lavoro. Come avrei fatto con lei? Non credo che i miei sarebbero stati d'accordo, sia per il fatto che non volevano che portassi una ragazza a casa di notte, e poi come avrebbe reagito Lighter?
Nel frattempo cominciai ad insaponarmi e notai che per terra era caduta una patatina mentre mi svestivo.
Finita la doccia calda mi avvolsi nell'accappatoio e strofinai velocemente i capelli per asciugarli un po'. 
Mi infilai i vestiti e buttai il pigiama di prima nella cesta di roba sporca, che ormai era piena. Da quando i miei erano partiti non avevo fatto neanche una lavatrice, ma pensai che era il caso di farla visto che non avevo più calzini ne mutande. Il problema era che non sapevo minimamente come si usasse quell'aggeggio.
Inizia con il prendere tutti i vestiti e buttarli dentro, chiusi la particina, e tirai fuori il cassettino per mettere il detersivo. Passai in rassegna tutti quelli che c'erano sulla mensola, ma non sapevo quale usare, così decisi che il metodo migliore sarebbe stato di scegliere in base al profumo che di solito avevano i miei vestiti puliti. Annusai tutti i detersivi e scelsi quello che più mi ispirava. Non sapevo esattamente quanti misurini metterne, così inizia a leggere sul retro. Riuscii a leggere solo che ci voleva mezzo misurino ogni tre qualcosa perchè quel qualcosa era cancellato dall'acqua. Pensai che potevano essere tre capi, quindi feci un veloce conto, ci saranno stati una trentina di capi, quindi quattro misurini sarebbero andati bene, no? Buttai tutto nel cassettino, poi aggiunsi come faceva sempre mia madre mezzo misurino di ammorbidente. Guardai ancora una volta il detersivo, poi alzai le spalle e chiusi tutto. Per la temperatura lasciai quella che già era impostata dall'ultima lavata, e poi attivai il tutto.
La guardai partire, poi uscito dal bagno raggiunsi la cucina. Notai curioso che il tavolo era preparato per tre persone.
-Eccomi.-
La avvisai entrando in cucina.
-Perchè ci sono tre posti?-
Alla mia domanda si voltò guardando il tavolo, sembrava essersi dimenticata di qualcosa.
-Oh, oggi è passato Zayn per dirti qualcosa, gli ho detto di passare per cena.-
Quella frase era straordinariamente lunga detta da Lighter. Sorrisi a quel pensiero, poi immaginai cosa mi avrebbe potuto voler dire Zayn, e smisi di sorridere.
-Hai fatto bene.-
Le dissi appoggiandomi al bancone. 
Riuscivo a intravvedere dal vetro del forno qualcosa che sembrava un arrosto, poi mi voltai verso di lei che stava scolando degli spaghetti. La osservai in silenzio mentre versava la pasta dentro alla pentola in cui aveva fatto cuocere il sugo rosso, sospirando riuscii a sentire ancora meglio quel fantastico profumo.
Venni riportato alla realtà dal suono del campanello, così mi spostai ed andai ad aprire quello che molto probabilmente era Zayn. Quando spalancai la porta la mia idea fu confermata, e lo feci entrare.
-Hey Zayn!-
Lo salutai mentre entrava.
-Ciao coglione!-
Mi salutò gentile come sempre. Si tolse la giacca e il cappello buttandoli in un angolo.
Entrammo in cucina mentre Lighter finiva di mettere la pasta nei piatti.
-Hey Lentiggini!-
Lei alzò lo sguardo e sorrise.
-Ciao.-
Ci sedemmo per mangiare.
-Mh, porca merda questa roba è buonissima!-
Sputò Zayn mentre masticava il primo boccone di pasta, con tutta la delicatezza che poteva possedere. Lighter sorrise guardando il piatto, e io scossi la testa sogghignando. 
-Zayn, sei sempre più fine.-
Risi. 
Continuammo a mangiare mentre Zayn acclamava la cucina di Lighter con espressioni non esattamente carine.
Finita la carne con il contorno di patate mi alzai per mettere sul tavolo il piatto che, stranamente, era pieno di frutta.
-Ah si Louis, ti dovevo dire una cosa..-
Disse Zayn mentre addentava una mela verde.
-Me lo ha già detto Harry, Zayn.-
Sembrò sorpreso da quell'affermazione.
-M-ma intendi di El e..-
-Si, quello.-
-Oh.-
Rispose alzando le spalle.
-Meglio, non avrei saputo come consolarti.-
Sorrisi per il fatto che era sempre il solito deficiente.
-Devo andare a fare pipì.-
Ci avvisò Zayn mentre si alzava, delicato come sempre.
-Sai dov'è il bagno.-
Replicai ridendo.
Rimasi seduto con un piccolo sorriso mentre addentavo ancora la mela. 
Mi spaventai quando poco dopo sentii un urlo provenire dal bagno, e fu lo stesso per Lighter che alzò lo sguardo.
-Porca puttana cosa succede quei dentro? State organizzando uno schiuma party per il tuo compleanno Louis?!-
Corrugai la fronte non capendo, poi mi alzai per andare a vedere.
Camminai lungo il corridoio e rimasi spaventato quando vidi cosa c'era in quel bagno. Uno schiuma party, appunto.
-Quanti cazzo di misurini hai messo in quella roba?!-
Disse prendendo in mano il detersivo che avevo usato, ancora aperto.
Alzai le spalle.
-Mezzo misurino ogni tre capi.-
Affermai indicando la scritta sul retro della bottiglia.
Nel frattempo ci aveva raggiunto anche Lighter che ci guardava dallo stipite.
Vidi Zayn passarsi una mano sul viso e buttare la testa indietro.
-Ogni tre chili coglione! Non tre capi! Aah, sei un deficiente.-
Disse ridendo mentre cercava di uscire da quell'ammasso scivoloso senza cadere.
-Oh.-
Risposi con un sorriso colpevole sulle labbra.
Mi guardai in giro in silenzio mentre Lighter sorrideva, quando Zayn prese il telefono dalla tasca posteriore per guardare un messaggio.
-Raagazzi cari, mi dispiace ma Perrie mi aspetta, buon lavoro!-
Ci annunciò mentre usciva dal bagno e scuoteva le scarpe.
Peeerfetto.
Sentimmo la porta di entrata chiudersi, poi guardai Lighter, e sorrisi come per supplicarla di aiutarmi.
Scosse leggermente la testa con un sorriso divertito, e si chinò per spegnere la macchina.
-Graazie.-
Dissi sorridendo. Poi la vidi allontanarsi verso la cucina.
Rimasi sorpreso, pensavo che mi volesse dare una mano.
-Proprio no mi aiuti?-
Urlai mentre si allontanava.
Sbuffai con le braccia lungo i fianchi. Non sarei mai riuscito a mettere tutto a posto.
Rimasi sorpreso quando sentii un rumore alle mie spalle, e mi voltai trovando Lighter con una bacinella in mano.
-Oh eccoti.-
Dissi sorridendo ancora una volta.
-Facciamo scendere la schiuma nella vasca.-
Mi informò lei mostrando la bacinella.
-Ma sei un genio.-
Enunciai facendola sogghignare.
Cercai di chinarmi per raccogliere della schiuma, quando ad un certo punto maledissi di aver lasciato la spazzola a terra, perchè ci poggiai sopra il piede cadendo di peso in mezzo alla schiuma.
-Aah.-
Mi lamentai, notando che Lighter stava ridendo alle mie spalle.
Così con la pancia a terra mossi le gambe verso le sue.
-Aiutami invece di ridere idiota.-
Dissi ridendo mentre la facevo cadere col sedere sulle mie gambe. Ridemmo entrambi immersi nella schiuma. Mi alzai seduto facendola scivolare via dai miei polpacci, rimanemmo così entrambi seduti a gambe incrociate uno di fronte all'altra, ridendo.
Presi un sospiro e conclusi la risata mentre mi appoggiavo con le mani dietro.
Lo stesso fece lei dopo aver spostato i lunghi capelli umidi su una spalla.
Rimanemmo così per qualche secondo.
-Dobbiamo mettere a posto.-
Realizzai senza però alzarmi.
Lei annuì afferrando la bacinella che era caduta.
Mi alzai cercando di essere il meno goffo possibile e di non scivolare, poi aprii l'acqua della vasca per far scendere la schiuma che mettevamo dentro.
Andammo avanti a travasare schiuma per una buona mezzoretta, poi sfiniti ci asciugammo uno dopo l'altra e ci infilammo il pigiama. Notai che il suo consisteva ancora nella mia tuta e nel mio maglione che le avevo prestato il primo giorno.
Dopo aver asciugato tutto ci sdraiammo stanchi sul letto, sempre io a destra e lei a sinistra, sempre senza ovviamente avvicinarci troppo.
Passò qualche minuto di silenzio.
-Questa sera non ce l'ho una domanda.-
Sbottai ricordando le due sere precedenti. In verità ne avevo di cose da chiedere, ma non avevo voglia di rovinare l'atmosfera.
-Posso fartene una io.-
Non capivo se suonava come una domanda o come un'affermazione, così annuii, anche se non mi poteva vedere.
-Cosa è successo oggi?-
Non avevo la minima voglia di parlarne, ma pensai che dovevo visto che le sere precedenti lei lo aveva fatto.
-Bhe, Harry mi ha detto che oggi ha visto Eleanor, la mia.. Ex..-
Ancora mi veniva strano chiamarla così.
-L'ha vista al parco, per mano con uno dei miei migliori amici.-
Passarono pochi attimi di silenzio.
-Oh.-
Si limitò a rispondere, probabilmente non sapendo cosa consigliarmi.
-M-mi dispiace.-
Sorrisi, era dolce.
-Non preoccuparti.-
La rassicurai restando coricato verso il soffitto.
Passarono altri minuti in silenzio.
-Lighter.-
La chiamai con voce delicata. Mi accorsi che mi ascoltava quando sentì la testa girarsi sul cuscino.
-Ti voglio bene.-
Continuai senza pensare. L'avevo detto? Si, in effetti era vero. Era strano perché la conoscevo da molto poco, ma comunque era particolare, e sapevo che di lei mi sarei potuto fidare.
Mi aspettavo un silenzio come risposta, e così fu per un po'.
-Anche io.-
Mi sorpresi al suono della sua voce che usci fioca poco dopo. Non pensavo che avrebbe risposto, e tanto meno così. Ma comunque faceva piacere.
Sorrisi sonoramente girandomi con la pancia in basso.
-Notte.-
La salutai chiudendo gli occhi.
-Notte.-














 
Uaaaaaaaaaah!
Hey theeeeeeere. Come va?
Io come al solito.
Eccovi il capitolo cinque, spero che sia decente, finalmente tra i due futuri piccioncini succede qualcosa di interessante.
Quindi, che dire; graazie a tutte le persone che hanno gentilmente inserito la storia tra le seguite/preferite/da ricordare. :) 
Nothing more to say.


 
xx, Flying_

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. ***



       


Winter In Heart.



 











Capitolo 6.

 
Louis' Pov.
Per l'ennesima volta, quella mattina mi svegliai nel buio della mia camera, e la cosa era piuttosto strana visto che di solito andavo molto spesso a dormire da Harry o da qualche amico, invece erano diversi giorni che stavo per i fatti miei.
Come sempre mi girai per vedere se c'era Lighter accanto a me, ma siccome non c'era mi alzai.
Feci la solita passata in bagno, e poi senza cambiarmi mi diressi in cucina, dove trovai lei. Ormai mi sembrava una cosa normale, mi ci ero abituato ad averla per casa.
-Buongiorno.-
Dissi con la voce assonnata. Pensai che fosse strano il fatto che dopo aver parlato con lei di sera, la mattina non mi sentivo più così depresso, stava diventando anche un antistress averla insieme.
-Ciao.-
Rispose voltandosi verso di me, dalla posizione ferma che aveva sul bancone.
Rimasi leggermente deluso quando notai che non c'era nessuna specialità pronta, così feci spallucce e presi una tazza di latte, mentre lei usciva in silenzio dalla cucina. Feci ancora spallucce, e iniziai a bere il latte appoggiato al bancone.
Finito di sorseggiare sciacquai il bicchiere nel lavandino, non avevo mai fatto cose simili, ma lo feci perché ero consapevole che altrimenti lo avrebbe fatto Lighter.
Dopo poco entrai in salotto, e notai che la sua chioma rossa raccolta in una coda alta era ferma davanti ad una foto sul tavolino.
-Ti piace?-
Chiesi, lasciandola sorpresa della mia presenza. Si girò di scatto verso di me, poi tornò a guardare la foto.
-Questa è mia madre Johanna, questo è mio padre Mark , mentre quella vicino a me è mia sorella Lottie.-
Dissi sorridendo.
-Bella famiglia.-
Mentre lo diceva si voltò verso di me, e potei notare nel suo sguardo una nota malinconica.
In quel momento la voglia di chiederle dove fosse la sua famiglia era tanta, ma decisi per sarebbe stato meglio tenere a bada la mia curiosità. Poi pensai che la sua affermazione sembrava quasi ironica, poiché anche se nelle foto sembravamo così uniti, nella realtà eravamo distanti. I miei sempre via per lavoro, e mia sorella in giro per il mondo con il suo ragazzo. 
Parlando della famiglia mi tornò in mente che prima o dopo i miei sarebbero tornati, e io non sapevo minimamente cosa fare. Certo, era da un po' che volevo prendermi un appartamento in centro, tanto i soldi nella nostra famiglia non mancavano, e andarci a stare con Lighter non mi sarebbe dispiaciuto.
E proprio in quel momento, come se i miei mi avessero letto nel pensiero, ricevetti una chiamata da mio padre.
-Pronto!-
Risposi entusiasta, mi stavano mancando molto.
-Louis!-
Rimasi stupito, anche se il numero era di mio padre rispose mia madre.
-Mamma che bello sentirti! Come va?-
-Qui benissimo, e lì tutto bene? E' ancora intera la casa?-
Mi guardai intorno mentre camminavo per il salotto, e notai che Lighter mi guardava curiosa.
-Benissimo! E' tutto a posto!-
Dissi convinto.
-Si certo, immagino.-
Disse facendomi ridere. In effetti era poco credibile, ero sempre stato un disordinato.
-Come andate tu e papà a Doncaster con il lavoro?-
Mio padre era il direttore di un'azienda di mobili piuttosto famosa, e aveva assunto mia madre come segretaria.
-Ah si ecco, a proposito..-
-Dimmi!-
Dissi preoccupato, notando che la sua voce era diventata più seria.
-Mammaa?-
La chiamai.
-Eh? Si. Dicevo, so che tu hai detto che non avresti lasciato Londra per nessun motivo al mondo ma tuo padre..-
Sapevo perfettamente cosa sarebbe seguito, così la interruppi.
-Mamma, io da questa casa non mi muovo.-
Affermai sicuro. Non l'avrei mai fatto, ero molto affezionato ai ricordi che vivevano lì dentro.
-Louis prova a capire! Qui abbiamo trovato molte più possibilità per far si che la nostra azienda diventi più conosciuta, se non un marchio mondiale, non puoi essere così egoista!-
Mi passai le mani tra i capelli nervoso, preparandomi ad un litigio.
-Io non vi sto vietando di stare lì, dico solo che da questa casa non mi sposto.-
Affermai ancora, chiarendo.
-L,Louis ma che dici? Non puoi restare lì.. Insomma una casa da solo e.. I soldi..-
Come se i soldi non ce li avessimo, pensai. E poi mandai un'occhiata a Lighter pensando che non ero assolutamente da solo.
-Mamma, ho diciannove anni, me la posso cavare sai?-
-Si ma.. Louis, noi ti vogliamo qui!-
Ceerto, pensai, visto che infondo sapevo benissimo che loro avrebbero voluto che lavorassi per l'azienda, ma non avrei di certo passato la mia vita a vendere mobili, questo era poco ma sicuro. 
-Mamma, io non me ne vado da Londra, non se ne parla.-
Insistetti, sentendola sbuffare. Sapevo che quella situazione non era interamente causa sua, lei non lo avrebbe voluto, ma amava mio padre più di qualsiasi altra cosa, e non lo avrebbe mai lasciato.
-Ok, parlane con tuo padre.-
A quell'affermazione mi passai una mano sul volto, sapevo che sarebbe stato un'altro duro litigio.
-Louis!-
Mi salutò pimpante. Ma mi credeva deficiente? Secondo lui non l'avevo capito che mi prendeva per il culo?!
-Hey.-
Risposi senza troppo entusiasmo.
-Allora, che ne dici della proposta?-
-L'ho già detto papà, io da qui non me ne vado. Posso benissimo cavarmela qui a Londra! Mi troverò un lavoro e voi mi manderete alcuni soldi se non mi basteranno, mi farò la mia vita, ogni tanto ci incontreremo per stare un po' insieme e sarà tutto normale.-
Con quel normale intendevo dire che tanto non ci vedevamo comunque mai, quindi sarebbe stata la stessa cosa, ma mi trattenni dal dirlo.
Lo sentii solo sbuffare.
-Papà, ho diciannove anni e un cervello funzionante.-
Dissi supplichevole.
Passarono alcuni secondi di silenzio, poi rimasi più che stupito della risposta che ricevetti.
-Ok.-
Un semplice "Ok."? Non mi sembrava possibile. Mi ero già preparato ad una discussione di un'eternità, ma poi cosa intendeva?
-Ok? C, cosa intendi Pa'?-
Chiesi confuso.
-Ok. Si hai ragione. Voglio dire, hai diciannove anni, te la puoi cavare.-
Rimasi ancora più stupito. Cioè, mio padre, Mark Tomlinson, che non mi permetteva neanche di andare a certe feste, aveva acconsentito a lasciarmi la casa? Stavo sicuramente sognando.
-Papà, sei sicuro di quello che dici?-
Chiesi, ancora incredulo. Lui rise dall'altra parte.
-Certo. Infondo hai ragione, non cambierà molto. Ogni tanto ci incontreremo, non siamo poi così lontani.-
Con lentezza realizzai che quelle parole le aveva dette lui.
Decisi di non fargli più domande, visto che avrebbe potuto cambiare idea.
-Appunto.-
Dissi facendo spallucce.
-Hey ragazzone, io ora devo andare, ci sentiamo fra un po' ok? Cercherò di impedire a tua madre di chiamarti ogni tre minuti.-
Disse facendomi sorridere.
-Ok, ciao Pa'!-
Dissi per poi chiudere la chiamata, ancora incredulo.
Mi buttai di peso sul divano che era dietro di me, e sospirai animatamente.
Non mi sembrava ancora vero che da quel momento la casa era mia. 
Non sapevo se essere triste perché la mia famiglia sarebbe stata ancora più lontana, o felice perchè non avevo più problemi con la casa.
Optai per la seconda opzione, dato che in quei giorni di tristezza ne avevo già sentita abbstanza. Così sorrisi, e mi voltai verso Lighter.
-Erano i miei, mi hanno lasciato la casa.-
Dissi semplicemente, lasciandola abbastanza di stucco.
La vidi annuire con uno sguardo neutro. In quei giorni avevo capito che uno sguardo così per lei indicava qualcosa di piacevole, quando era contraria il suo sguardo era confuso, mentre quando era felice accennava dei semplici sorrisi. Pensai che quando rideva allora doveva essere veramente euforica.
Mi distolsi dai miei pensieri scuotendo la testa.
-Beenissimo.-
Dissi alzandomi dal divano con una spinta.
-Lighter -la chiamai attirando la sua attenzione che si spostò dalla finestra- che ne dici se cuciniamo qualcosa di carino per pranzo?-
Sarebbe stato fico, e poi avrei imparato qualcosa, almeno qualcosa.
La vidi leggermente perplessa, ma poi annuì e mi sorrise.
Ci dirigemmo in cucina.
-Oh, aspetta che metto un po' di musica così ci ispiriamo.-
Dissi uscendo nuovamente dalla stanza.
Andai verso lo stereo in salotto e infilai un CD di Robbie Williams, uno dei miei cantanti preferiti. Attaccai la traccia numero 4 e partì Candy.
Tornai alla cucina ballando e cantando come un deficiente, sotto agli occhi divertiti di Lighter che mi guardava appoggiata allo stipite della porta.
Mi ricomposi quando fui davanti a lei.
-Okay, possiamo iniziare.-
Dissi soddisfatto. Entrammo in cucina, e subito proposi di fare una torta, adoravo le torte.
Ero un torta-dipendente. Oltre che un musica-dipendente e un doccia-dipendente. Insomma, dipendevo da molte cose.
Insieme decidemmo di fare una torta di mele, cioè, io decidevo e lei annuiva.
-Cosa devo prendere?-
Chiesi non avendo la minima idea di dove partire.
-Le mele.-
Rispose lei mentre tirava su la coda in uno cignon fatto alla veloce. Woow, pensai, aveva anche un senso dell'umorismo!
-Ah ah, simpatica.-
Risposi con una linguaccia, facendola sorridere.
-La farina, le uova..-
Mi feci dettare tutti gli ingredienti mentre mi muovevo per la cucina e li riunivo in mezzo al tavolo.
Presi una bacinella, e man mano inserii dentro le cose che Lighter mi porgeva in sequenza.
-Ora devi girare, ma fai piano, altrimenti esce tutto.-
Immersi il cucchiaio in legno e iniziai a girare gli ingredienti lentamente, molto lentamente.
-Non così piano.-
Mi rimproverò lei. Sorrisi realizzando che ero una vera frana, e aumentai leggermente la velocità.
Quando ebbi finito di mischiare l'intruglio notai che Lighter aveva cosparso il fondo della teglia di pezzi di mele, e visto che me la porse intuii che avrei dovuto versarci il tutto. Così feci, poi la teglia mi venne presa dalle mani da lei, e la osservai mentre armeggiava con il forno per regolarlo. Dopo qualche secondo si alzò soddisfatta.
-Finito.-
Disse appoggiandosi. Peccato, pensai, stavo iniziando a divertirmi. Nel frattempo le canzoni del CD erano passate una dopo l'altra, e mi accorsi che era finito poiché non iniziò una nuova canzone.
Feci spallucce e mi scossi le mani sporche, poi andai a spegnere lo stereo che ci era stato di compagnia.
Mentre tornavo indietro presi il telefono che avevo lasciato sul divano, e notai che c'era un messaggio.
"Hei Lou! Oggi pizza insieme? Poi ci organizziamo per il tuo compleanno."
Era Harry, che come al solito non aveva intenzione di passare una giornata senza che ci vedessimo. Poi mi ricordai anche che da lì a poco oltre a Natale ci sarebbe stato anche il mio compleanno.
"Nah pranzo a casa, ma oggi vengo da te!"
Preferivo pranzare a casa con Lighter, volevo conoscerla di più ora che saremmo rimasti insieme a lungo. Cioè, almeno credevo che sarebbe restata.
"Ok, a oggi allora!"
Risposi automaticamente con un "Ciao!" e bloccai il telefono.
-Che mangiamo per pranzo?-
Chiesi rientrando in cucina dove Lighter stava riordinando tutto.
-Faccio io.-
Rispose semplicemente. Feci spallucce.
-D'accordo, io sono in camera.-
Dissi prima di dileguarmi. Arrivato in camera decisi di far cambiare un po' aria vista la puzza di chiuso che c'era dopo la notte passata.
Così mi avvicinai alla finestra per aprirla, e rabbrividii alla folata di vento che entrò subito. Poi presi il mio ipod e uscii dalla camera, decidendo di farmi un bagno caldo e rilassante.
Aprii l'acqua cada e chiusi la scolatura, poi misi dentro un po' di bagno schiuma, e mentre aspettavo che si riempisse scelsi un canzone nell'ipod. Quando l'acqua raggiunse il livello che desideravo la fermai, mi svestii completamente attivai la breve playlist di canzoni che avevo preparato, e mi lasciai andare in quel bagno caldo.
Lasciai completamente che i miei pensieri vagassero, fino ad arrivare al desiderio che avevo a quattordici anni, quello di diventare un cantante famoso come Robbie Williams. Sorrisi al pensiero, ne ero davvero convinto.
Pensai ancora, finché le dodici canzoni che avevo scelto non finirono. Così decisi che dovevo uscire. 
Mi sciacquai bene dalla schiuma, poi presi il mio accappatoio e mi ci avvolsi dentro. Passai i piedi sul tappeto per asciugarli, e poi constati che non avevo preso i vestiti. Così uscii dal bagno, e subito fui persuaso da un profumo forte proveniente dalla cucina.
Curioso mi avvicinai, e mi appoggiai allo stipite.
-E questo profumino?-
Chiesi cogliendola di sorpresa.
-Pesto.-
Rispose semplicemente. Buono, pensai mente annuivo. Poi mi diressi verso la mia camera, presi i vestiti e tornai in bagno vestirmi.
 
***
 
Mi sentivo ancora pesante da tanta pasta e carne che avevo mangiato a pranzo, nonostante fossero le sei di sera.
-Quindi secondo te cosa dovrei fare?-
Vidi il mio amico pensarci un po' su prima di rispondere.
-Non so, visto che hai la casa tua potresti organizzare una festa.-
-Carino, qualcosa per divertirci tutti insieme.. Però non la posso fare proprio la sera del ventiquattro, non potrebbe venire nessuno.. La faccio la sera prima, andrà bene no?-
-Si, certo.-
Rispose facendo spallucce.
Passò qualche secondo di silenzio mentre pensavo.
-Dovrei invitare anche Eleanor e Niall?-
Chiesi guardandolo in viso, mentre si voltava di scatto confuso.
-Non so.. Devi vedere tu.-
Sospirai prima di rispondere alzandomi.
-Bene, vedrò che fare.. Ora vado a casa vah..-
Dissi guardando l'orologio. Era ancora presto, avevo detto a Lighter che sarei tornato per ora di cena, ma non avevo più nulla da fare.
-Di già?-
Rispose Harry alzandosi a sua volta.
-Si, vado a vedere come potrei sistemare la casa ora che sono da solo.-
Dissi stiracchiandomi e sorridendo.
-Mi aspetto di vedere un palazzo quando torno.-
Disse scherzosamente il mio amico, mentre ci dirigevamo verso l'entrata. Mi infilai il cappotto e la cuffia di lana, e dopo averlo salutato con un abbraccio mi allontanai a piedi, com'ero venuto.
Camminai per la solita decina di minuti portandomi avanti un sassolino a calci, attraversai la strada e girai l'angolo, il che mi fece venire in mente la settimana scorsa, quando mentre tornavo da Harry avevo girato l'angolo e trovato Lighter.
Sorrisi al pensiero mentre raggiungevo e aprivo il cancelletto di casa mia. Poi pensai che ora che la casa era vuota, la camera dei miei era libera, e Lighter sarebbe potuta stare lì. A quel pensiero un senso di lieve nausea mi persuase, forse un po' mi sarebbe dispiaciuto non averla più vicina, anche se non ne conoscevo il motivo.
 
 
Lighter's pov.
Mi sentivo libera, finalmente.
 
 
Louis' pov.
Aprendo la serratura mi accorsi che dall'interno proveniva della musica, non esattamente a basso volume, così mi incuriosii, e dopo aver aperto la porta ed essermela chiusa alle spalle, buttai il cappotto sull'attaccapanni e mi levai le scarpe, poi raggiunsi il luogo da cui proveniva quel ritmo potente ma allo stesso tempo aggraziato. Rimasi sorpreso da quando spaziosa sembrava quella sala, con i divani spostati ai lati e il tavolino accanto al muro. Sembrava decisamente più grande. Ma solo allora la vidi, nell'angolo in quella posa contorta, mentre si muoveva lentamente a ritmo. Sembrava ancora più piccola in quella posa, ma i suoi movimenti avevano la potenza di una tigre.
Mi appoggiai in silenzio allo stipite, rimanendo ancora leggermente nascosto dal muro.
Rimasi ancora più sorpreso quando la musica partì con un ritmo più travolgente, e la vidi alzarsi con un salto, e per un attimo pensai che avrebbe sbattuto la testa contro il soffitto. Rimasi incantato dal modo in cui divaricò perfettamente le gambe in una spaccata che subito dopo scomparì mentre tornava a terra. Era la stessa persona che avevo lasciato quando me ne ero andato?
Indossava un paio di leggins neri che avevamo preso insieme, ed una maglia lunga e piuttosto larga, abbastanza sudata. Ne dedussi che era da un po' che ballava. 
La continuai a guardare per alcuni minuti mentre si muoveva con una potenza che non sembrava poter provenire da lei. Non era danza classica, per quello che ne potevo sapere pensai che fosse hip hop, anche se riusciva a risultare aggraziata anche con i movimenti più grossolani.
Pensai che mi sembrava di essere in uno di quei film in cui i due ballerini si conoscono in una stanza al buio mentre lei balla, poi lui si unisce e si innamorano. Quindi secondo il copione ora io sarei dovuto entrare e l'avrei dovuta sostenere nella piroletta che stava facendo.
I miei pensieri furono interrotti dal silenzio che piombò nella casa quando la canzone fu finita. 
Il suo corpo esile era a terra in ginocchio, con la gamba e il braccio sinistro tesi in avanti come se si stesse spingendo via, e i capelli sudati che le rigavano il volto. Il suo petto si alzava e abbassava in fretta, poi mi spaventai quando partì un' altra canzone. Ora che ci pensavo, io non avevo mai avuto questi tipi di canzoni, i CD dovevano essere suoi.
La vidi alzarsi e dirigersi verso lo stereo, poi la musica improvvisamente si fermò.
Era ferma di schiena da vanti allo stereo indaffarata nel mettere il disco nella custodia, quando mi decisi ad entrare. Feci un finto colpo di tosse debole per far sentire la mia presenza, e lei si voltò di scatto come spaventata, lasciando cadere a terra la custodia.
-Louis.-
Disse sorpresa appoggiando le mani allo stereo dietro di lei.
-Lighter.-
Dissi io, ancora più sorpreso di lei.
Mi aveva lasciato veramente senza parole il modo in cui si muoveva.
Aprii la bocca per parlare, ma mi fermai quando mi accorsi che la sua voce delicata si sovrapponeva alla mia.
-Vai.-
Le dissi facendole segno di parlare prima.
-Pensavo che tornassi più tardi.-
Disse semplicemente senza cambiare posizione, io sorrisi stando sempre davanti all'entrata della sala, e stetti un po' in silenzio prima di parlare.
-S, sei brava.-
Le dissi guardandola attentamente.
Lei puntò lo sguardo a terra e scosse lievemente la testa.
-Vado a fare una doccia.-
Disse dileguandosi. Non mi mossi e non risposi, ancora spiazzato da quello che era appena successo.
Appena si era fermata la musica mi sembrò di nuovo la stessa Lighter di sempre, ma in quei pochi minuti che avevo passato ad osservarla stentavo a credere che fosse veramente lei.
Sospirai, poi decisi di andare in camera per cambiarmi.
Passai davanti al bagno sentendo l'acqua scrosciare, poi mi chiusi la porta della camera alle spalle. 
Notai che erano ormai le sette meno un quarto, così mentre mi cambiavo pensai che avremmo potuto prenderci una pizza.
Finito di vestirmi mi avvicinai alla porta del bagno, l'acqua non scorreva più, ma bussai comunque per evitare di trovarmi in situazioni imbarazzanti. 
Dopo pochi secondi la testa di Lighter spuntò dalla porta leggermente aperta, avvolta in un accappatoio che non avevo mai visto, con i capelli ancora bagnati.
-Hey.-
Mi sorrise debolmente come risposta.
-Ho pensato che potremmo prenderci una pizza per cena, ti va?-
Chiesi sorridendo, la vidi poi annuire leggermente.
-Che pizza vuoi?-
-Con la rucola.-
Rispose semplicemente. Sempre la solita ragazza fine.
-Okay.-
Risposi con un sorriso, che fu ricambiato prima che chiudesse la porta.
Ordinai le pizze per le sette e mezza, poi decisi che mentre aspettavo avrei rimesso a posto la sala.
Dopo venticinque minuti sentii suonare il campanello, così prevedendo che fossero arrivate le pizze presi i soldi e uscii.
Come previsto c'era il solito ragazzo moro che consegnava le pizze, le presi, lo ringraziai e gli diedi i soldi. Entrai chiudendo la porta con un piede.
-Lighter, ci sono le pizze!-
Urlai appoggiandole sul tavolo in cucina.
Presi un coltello e le tagliai entrambe in quattro, poi le portai in sala e le appoggiai al tavolino davanti alla televisione.
Dopo poco vidi arrivare Lighter che però andò in cucina.
-Hey sono qui!-
Dissi, pensando che si fosse sbagliata.
Poi la vidi tornare con un coltello e una forchetta in mano, probabilmente voleva mangiare con le posate.
-Mangiamo in sala, è più comodo.-
Dissi sedendomi e mettendomi il cartone della pizza sulle gambe. Lo stesso fece lei.
-Ah si Lighter, come avrai intuito i miei non stanno più qui, quindi se vuoi prendere la loro camera è libera.-
Decisi di proporle mentre mangiavamo.
La vidi annuire mentre si puliva la bocca con un tovagliolo.
Finita la cena mettemmo tutto a posto e guardammo un film in televisione, e senza accorgercene erano le undici meno dieci, così decisi che sarei andato a dormire.
Ma mentre ci spostavamo verso la camera sentii il mio cellulare squillare, così lo afferrai e notai che avevo una chiamata da mia madre.
-Ehm io arrivo subito, se vuoi spostarti di là inizia pure!-
La avvertii mentre mi dirigevo verso la cucina per parlare.
Aprii la chiamata e risposi, mi sembrava strano che non mi avesse ancora chiamato.
-Pronto mamma!-
-Louis! Come va, tutto a posto?-
-Mamma, non sono passati tre mesi, una mezza giornata!-
-Si ma.. Va bene okay volevo solo sentirti, ora vado, chiama ogni tanto!-
Risi prima di rispondere.
-Okay, va bene, ciao!-
La salutai e chiusi la chiamata, era sempre la stessa.
Riposi il cellulare in tasca e andai verso la camera, quando aprii la porta rimasi sorpreso e leggermente felice di vedere che Lighter si stava sdraiando sul mio letto.
Sorrisi, presi il pigiama e andai in bagno per cambiarmi.
Mi lavai i denti e uscii, quando entrai in camera la luce era ancora accesa, e lei era coricata sul letto dandomi la schiena.
Spensi la luce e arrivai al letto con la luce del telefono che poi appoggiai al comodino, e mi sdraiai accanto a lei stando attento a non toccarla.
Dopo alcuni minuti di silenzio mi venne spontaneo parlare.
-Mi fa piacere che tu sia rimasta qui.-
Dissi a bassa voce.
Vidi il contrasto della sua ombra muoversi, e ne dedussi che si era voltava verso di me.
-Buona notte.-
Conclusi notando che non aveva intenzione di parlare.
-Notte.-













Uaaaaaaaaah!
Come va? c: Io tutto bene visto che ho appensa vinto un nuovo computer con un concorso di disegno lol. Mi sento troppo importante, ora il mio disegno verrà stampato su 2000 piatti che saranno venduti per beneficenza *o* Cioè, mi hanno fatto pure firmare i diritti d'autore! *Si sente importante*.
POI, vorrei ringraziare:
 
 HolaOli
   Midnight_Sun99
   Ily__s
   Monica desiree
   hazzasrayban

per tutte le scorse recensioni, siete dolcissime, e mi date tanta tanta soddisfazione.
Ora vado, mi raccomando, tante recensioni! Ci vediamo al prossimo capitolo ;)


xx, Flying_

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Capitolo 8
*** Capitolo 7. ***




Winter In Heart.



 












Capitolo 7.

 
Louis' Pov.
Scacciai i miei pensieri che erano nuovamente giunti ad Eleanor, scossi la testa, e mi alzai dal divano con una spinta. Erano le undici, Lighter mi aveva lasciato un biglietto con scritto che andava a fare la spesa, e io stavo girando per casa dalle dieci e un quarto cercando invano una soluzione per spostare i mobili e rendere tutto più spazioso e più figo per la festa.
Anche se forse per la maggior parte del tempo mi ero ritrovato a pensare a Eleanor, e a Niall.
Ero fermo davanti alla televisione e mi guardavo in giro, quando sentii la serratura della porta aprirsi, così mi girai, e vidi entrare Lighter, in un paio di jeans scuri e un cappotto grigio, e due buste in mano. Chiuse la porta con un piede senza vedermi, poi si voltò e rimase sorpresa.
-Lighter!-
La salutai con le mani in tasca e un sorriso.
-Ciao.-
Mi sorrise. Poi la vidi indaffarata nel muoversi con le buste, così mi resi conto che forse avrei dovuto aiutarla.
Mi avvicinai a saltelli visto che stavo per cadere, e presi una delle borse dalle sue mani. Non si oppose, e ci dirigemmo insieme in cucina per posare il tutto.
La vidi uscire e poi tornare senza giacca, e solo allora mi accorsi che indossava un maglioncino e delle scarpe che non le avevo mai visto. Mi ricordai anche dei CD non miei, e dell'accappatoio che aveva usato il giorno prima.
-Hai fatto nuove compere?-
Decisi di chiedere mentre svuotavamo le borse.
-No, sono passata a prendere le mie cose nell'appartamento ieri.-
Mi informò mentre si allungava per mettere il pacco di biscotti sull'ultimo ripiano.
Notando che che non ci sarebbe arrivata mi avvicinai e le pinzai leggermente la vita con le mani, notai che soffriva il solletico perché subito abbassò le braccia costringendomi a spostarmi.
-Lascia, faccio io.-
Dissi prendendole il pacco dalle mani con un sorriso.
Sorrise anche lei, poi si spostò.
-Comunque, ho capito. Quindi i  dischi di ieri erano tuoi?-
Chiesi avvicinandomi a lei che era appoggiata al tavolo, mi appoggiai accanto a lei in attesa di una risposta.
Girai la testa verso di lei e la vidi annuire.
-A proposito -continuai interrompendo il silenzio- s,sei davvero brava.-
Affermai ancora una volta, sempre girato verso di lei. A quell'affermazione anche lei si voltò verso di me e mi guardò.
-Grazie.-
Disse accennando un sorriso.
-Da quanto tempo mi stavi guardando?-
Mi chiese con la sua voce cristallina, interrompendo ancora una volta il silenzio.
Ci pensai su prima di rispondere. Non lo sapevo bene, potevano essere due minuti come potevano essere dieci.
-Uno, forse due minuti. Da quando eri per terra, che poi hai fatto quel salto con la spaccata..-
Cercai di spiegarmi, sperando di non aver detto qualche cavolata.
Lei sorrise lievemente e si girò di nuovo in avanti.
-Ti piace ballare?-
Chiesi mentre mi sollevavo e mi spostavo verso il divano in sala.
Con la coda dell'occhio vidi che mi seguiva, così mi sedetti, e lo stesso fece lei.
-Lo faccio da quando avevo tre anni, mi ha insegnato mia madre. Lei è... era, un'insegnante di danza classica, e me l'ha insegnata, poi con il tempo ho fatto le mie.. Modifiche ecco.-
Ascoltai distrattamente tutta la frase, poiché il mio cervello si era appena soffermato sulla correzione che da soleasi era posta: -Era?-
La vidi abbassare lo sguardo in fretta, forse per nascondere qualcosa. Avevo forse fatto quella domanda ad alta voce?
Confermai il mio dubbio quando alzò il viso con gli occhi leggermente rossi.
Corrugai la fronte e la guardai mentre non distoglieva lo sguardo dal mio.
-S, scusa non volevo.-
Mi scusai per il mio solito vizio di essere invadente. Lei scosse leggermente la testa.
-No. E' normale che tu voglia sapere, vivo in casa tua.-
Disse lei lasciandomi zitto. Mi voltai completamente verso di lei incrociando le gambe sul divano, in ascolto.
-Sei sicura di volerne parlare?-
Chiesi, non volevo che si sentisse obbligata. Lei annuì decisa e si mise nella mia stessa posizione di fronte a me.
-I, io vivevo in Australia, con la mia famiglia, mia madre, mio padre e mio fratello. Era una famiglia perfetta, stavamo tutti bene insieme, avevamo una casa normale, e vivevamo da persone semplici. Era tutto perfetto. O almeno, cosi pensavo finché non ho iniziato a crescere. Quando avevo dodici anni iniziai a capire che quelle che prendeva mio padre non erano caramelle, ma droga. E che quando sentivo mamma urlare non era perchè le faceva il solletico. E che quando mio fratello tornava a casa con gli occhi gonfi e rossi, e un'aria da idiota, non era perchè aveva sonno, ma per il fumo.-
Fece una leggera pausa, e potei notare che con la mano destra stava letteralmente torturando l'angolo del cuscino che c'era tra noi. Così mi chiesi se era il caso di provare a tranquillizzarla porgendole la mia mano, ma visto che ero già stato fin troppo invedente decisi che per il momento era meglio rimanere fermo. Solo quando notai un piccolo rivolo di sangue scendere dal suo indice che stava torturando mi decisi a fermarla. Mentre guardava in basso, verso le sue mani che giocavano tra loro e con il cuscino, avvicinai la mano destra con cautela per poi poggiarla sulla sua. Notai che si bloccò immediatamente, alzammo entrambi lo sguardo tornando a fissarci. Lei prese un sospiro, poi ricominciò a parlare.
-Ci volle poco per capire che mio padre era un'alcolizzato, e che mio fratello di sedici anni non frequentava belle compagnie. Avevo deciso di non dire nulla e di starmene zitto. Passavo le giornate da una mia amica per non stare a casa, o dalla mia nonna materna, la adoravo. Andai avanti così per due anni, poi il giorno prima del mio quindicesimo compleanno, tornai a casa da scuola sorridente come sempre, arrivai alla porta di casa, e sentii delle urla. "Non farà nessuna festa! E' una bambina, non mi interessa quello che vuole! Mi hai capito?!" Urlava lui senza scandire bene le parole, ne dedussi che era completamente ubriaco, ancora. Decisi di entrare quando sentii una botta, e rimasi spiazzata con la porta aperta alle spalle. Neanche mi aveva vista, i, i, io..-
Aveva iniziato a balbettare, e prima che potesse alzare l'altra mano per coprirsi il viso con alcune lacrime l'afferrai, lasciandola di nuovo un po' sorpresa.
-Se vuoi non continuare.-
La rassicurai sussurrando, mentre istintivamente la mie dita si intrecciavano alle sue. Questa volta fui io a sorprendermi non appena, anche se debolmente, ricambiò la stretta.
-No.-
Ribatté decisa. Sospirai spostando la seconda mano di nuovo dov'era.
-Non si era accorto di me, riuscii solo a vedere mia madre in lacrime nell'angolo, e mio padre chino davanti a lei, con i suoi capelli che tirava forte tra le mani. Non esitai ad avvicinarmi, tirai da dietro la maglietta di mio padre, che si voltò verso di me con il viso infuriato. Potei notare che sul volto di mia madre c'erano anche diversi lividi. Chiamai il nome di mia madre avvicinandomi per abbracciarla, me venni tirata violentemente per la coda da lui, che mi fece cadere a terra indietro. Mi urlò contro, non ricordo cosa mi diceva, non lo ascoltavo. Ricordo solo le urla di mia madre che mi diceva di andare in camera, di non guardare. E così feci, mi nascosi. Presi il mio Mp3 e alzai il volume al massimo, per quello che un catorcio poteva dare. Mi accovacciai in lacrime sul letto e cercai di non sentire niente. Sono stata così per forse mezzora, poi però non sono riuscita a fare a meno di sentire quel colpo forte che mi spaventò ancora di più. Mi sono tolta le cuffie, e ho sentito solo silenzio. Decisi di aprire la porta, ma mi pentii subito di quella scelta. Corsi in fretta verso mia madre, coricata a terra in una pozza di sangue, con gli occhi sbarrati aperti. Mi accasciai su di lei piangendo, e iniziai a chiamarla, senza badare a mio padre, che era dietro di noi in silenzio. La chiamavo continuando a piangere, vidi solo più mio padre che buttava a terra l'aggeggio nero e si metteva le mani sulla testa. Poi scappò, sentii la macchina partire. Non l'ho più visto. Lui l'ha uccisa! Mio fratello ora vive ancora lì da solo, mia madre è morta, e lui.. Credo che sia ancora in carcere. Lo spero.-
Rimasi allibito di tutto quello che aveva detto, e sorpreso del fatto che nonostante fosse in lacrime l'aveva raccontato con un tono di voce neutro, disceto, senza lasciar trasparire emozioni. Questo ad eccezione delle due ultime parole, in cui aveva messo tanta rabbia da stupirmi.
-Il primo mese sono restata lì con mio fratello, ma non riuscivo a vivere, piangevo continuamente, ogni volta che passavo in sala mi tornavano in mente quelle scene, le sognavo ogni notte. Così decisi che me ne dovevo andare. Non so come ci sono riuscita, ma presi l'aereo e me ne andai. Non volevo più vedere niente, nessuno che mi potesse ricordare la mia merdosa vita passata. Sono stata in Italia fino a sedici anni, poi sono venuta a Londra sia per la lingua che già conoscevo, e poi perchè ho sempre amato il freddo di Londra. Mi sono presa un appartamento, ho trovato un lavoro che però non mi bastava, così sono stata cacciata da entrambi, e,ed eccomi qui.-
Concluse con un sospiro.
Wow.
Fu l'unica cosa che fui in grado di pensare.
Pensai anche che non l'avevo mai sentita parlare così a lungo.
E poi mi accorsi che non aveva lasciato la presa della mia mano, e stava giocherellando nervosamente con le mie dita, così le strinsi la mano per cercare di calmarla.
Spostai lo sguardo dalle mani per guardare i suoi occhi chiari che erano rossi e gonfi.
Diverse lacrime avevano rigato il suo viso facendo colare la minima dose di mascara che aveva indosso, mentre parlava in un soffio senza mai fermarsi.
Non sapevo minimamente cosa dire o cosa fare, non ero mai stato in situazione del genere. Non avevo le parole, e anche se le avessi avuto c'era come un blocco che mi impediva quasi di respirare nella gola.
Forse l'unica cosa che avrei potuto fare era regalarle un abbraccio.
Era troppo?
Si.
No.
Si.
No.
Si.
Al diavolo.
Non lasciai la sua mano sempicemente mi alzai e tirai il suo braccio sollevandola impiedi, e costringendola automaticamente a sbattere piano contro di me. Le circondai le spalle mentre non smetteva di piangere, e qualcosa dentro si stava ritorcendo mentre sentii le sue braccia intorno alla mia vita e i suoi pugni che stringeano la mia maglietta.
Restammo così per diversi minuti, in quell'abbraccio stretto, immersi in un silenzio profondo, interrotto solo da forti singhiozzi e sospiri.
Non sapevo perché, ma sentivo che in quel momento la dovevo proteggere, o almeno aiutare.
Dopo alcuni minuti la sentii staccarsi da me, ma rimase comunque lì davanti. Le lacrime si erano fermate, ma il suo viso era distrutto.
-Grazie Louis.-
Grazie? Era un abbraccio.
-Non mi devi ringraz..-
-Louis, per me è importante. Tu neanche mi conosci, e hai voluto aiutarmi tenendomi qui con te, e mi hai abbracciato. Erano anni che non ricevevo un abbraccio così da una persona. Voglio dire, ho finalmente sentito delle emozioni.-
-Ti voglio Bene Lighter.-
Dissi prendendo le sue mani e interrompendo il suo discorso di ringraziamenti vari.
Mi ero accorto, eccome, della situazione piuttosto imbarazzante che stavo creando, e del fatto che era successo tutto così in fretta, me semplicemente non mi importaa, lei si era aperta e io l'avrei aiutata.
Con mio piacere la vidi mentre mi strappava un lieve sorriso.
-Dai, vatti a cambiare che ti porto a pranzo.-
Dissi sorridendole cercando di essere più dolce possibile.
La vidi annuire con un lieve sorriso, così lasciai le sue mani e mi diressi in camera continuando a pensare alla sua storia. Mi aveva colpito anche il fatto che avesse detto che le piaceva il freddo di Londra. Era strano.
Presi dei jeans, una maglietta e una felpa e andai in bagno per cambiarmi.
Uscii dal bagno e trovai lei fuori che aspettava, così le sorrisi, poi la sorpassai e tornai in camera per mettere il pigiama. Percorsi il corridoio fido ad arrivare alla porta dove avevo lasciato il cappotto e le converse. Mi infilai entrambi, poi aspettai qualche minuto che arrivasse Lighter.
Ci incamminammo a piedi visto che era ancora abbastanza presto.
-Allora, dove andiamo?-
Chiesi con le mani in tasca, visto che ancora non ne avevo la minima idea.
-Non so..-
-All'angolo? E' da un po' che non ci vado..-
-No, li no.-
Mi ricordai che non era la prima volta che si rifiutava di andare lì.
-L, li è dove lavorav..-
-Non c'è problema, cerchiamo un altro posto.-
Dissi sorridendo e interrompendola.
Dopo alcuni minuti decidemmo di fermarci in un pub, prendemmo le ordinazioni e mentre aspettavamo parlammo.
-Quanti anni hai?-
Chiesi visto che mi venne in mente che non sapevo nemmeno quello. Di sicuro aveva più di sedici anni, lo aveva detto, ma non credo ne avesse più di venti.
-Diciotto.-
Rispose sistemandosi meglio sulla sedia.
Annuii confermando l'idea che mi ero fatto.
-Io venti.-
La informai tranquillamente. Avevamo due anni di differenza, ma a quell'età non si notava molto.
Dopo alcuni minuti le ordinazioni arrivarono, pranzammo, e andammo a fare un giro per Londra. Ci fermammo al centro commerciale dove entrambi comprammo alcuni vestiti, e poi decidemmo di tornare a casa a riposarci. 
Chiusi la porta di casa alle mie spalle e mi tolsi scarpe e giubbotto.
In quel pomeriggio era stato davvero piacevole stare con Lighter, sembrava più aperta, più semplice. Forse quello sfogo le serviva per buttare fuori tutto ciò che aveva tenuto dentro per anni. Infondo posso solo immaginare cosa prova una tredicenne in quella situazione. Uno dei periodi più confusionali e disastrosi della via, quello in cui impari a crescere e ad affrontare le situazioni, ma credo che per come l'abbia passato lei, sia cresciuta di almeno dieci anni in qualche settimana. Posso solo immaginare.
Dopo essere uscito dal bagno in cui avevo fatto una doccia calda e mi ero cambiato, presi il pc, era da un po' che non mi collegavo a twitter o facebook, neanche mi ricordavo la password.
Ringraziai il cielo per il fatto che avessi la password salvata, ed entrai per primo in twitter.
Avevo un account anonimo, in cui mi sfogavo su tutto con persone che non mi conoscevano.
Dear Diary, mi chiamavo. Prima di ogni tweet aggiungevo quel prefisso. Anche questa volta lo feci.
"Dear Diary, i'm back. Today i'm fine, i've got  new friend."
{Caro Diario, sono tornato. Oggi sto bene, ho una nuova amica. }
Inviai il tweet ed entrai su facebook.
63 notifiche. 
Forse sarei dovuto entrare un po' più spesso.
Le controllai tutte con calma, poi non avendo niente da fare iniziai a sfogliare quelle stupidissime immagini con i memes. Dovevo ammettere che però alcune erano davvero esilaranti.
Non sapevo cosa stesse di preciso facendo Lighter, ogni tanto la vedevo passarmi davanti o di fianco al divano, e scrutare la sala. Poi spariva nelle altre stanze e tornava dopo decine di minuti.
Guardando l'ora nel dekstop del computer notai che erano le sette e mezza, così lo chiusi e mi diressi in cucina dove pensavo di trovare Lihter.
-Hey.-
Dissi appoggiandomi allo stipite.
Lei mi sorrise alzando lo sguardo da un foglio su cui stava farfugliando con una matita.
-Che fai?-
Dissi avvicinandomi.
-Ti ho messo a posto la sala.-
Mi informò lei scrivendo alcuni ultimi numeri.
Ma cos'era, pure arredatrice di interni e geometra oltre che cuoca? E pensare che non era nemmeno andata alle superiori.
-Ma che cosa figaa!-
Dissi prendendole il disegnino a schizzo dalle mani.
Ecco, pure disegnare sapeva. Ah si, e ballare.
Osservai attentamente come era stata capace di sistemare tutto quel casino di modo da formare un'enorme spazio al centro, occupato solo dal tavolino.
Lei mi sorrise.
-Bene, dopo cena iniziamo a mettere a posto sistah.-
Lei mi guardò stranita, okay, forse avevo esagerato a chiamarla così. Risi divertito, ricevendo un sorriso come risposta.
-Comunque, per cena che facciamo?-
Lei si guardò intorno.
-Oh si, ho messo su degli spaghetti, vanno bene?-
-Perfetto.-
-Dovrebbero essere pronti.-
Disse mentre si alzava e si avvicinava alla pentola.
Mentre scolava la pasta e aggiungeva il sugo io preparai la tavola, semplicemente con due piatti, due bicchieri, due forchette, e dell'acqua.
Dopo pochi minuti eravamo seduti a tavola a mangiare, notai che dopo qualche forchettata di pasta Lighter di fronte a me stava sorridendo divertita guardandomi la faccia e la maglietta.
Che avevo di strano?
Abbassai lentamente la testa, poi la feci cadere indietro consapevole di quanto fossi imbranato.
La maglietta bianca era cosparsa di macchie di sugo, e realizzai che molto probabilmente anche la mia faccia era così.
Ridendo mi allungai per prendere un foglio di scottex e me lo passai su tutto il viso risedendomi, sotto lo sguardo divertito di Lighter.
Poi lo passai anche sulla maglietta cercando di rimuovere tutto il possibile, ma senza molti risultati visto che riuscii solo a sbavare ancora di più il tutto.
Scossi la testa demoralizzato dalla mia deficienza, poi tornai a mangiare con più attenzione.
Finita la cena mettemmo tutto a posto, poi iniziammo a fare gli spostamenti nel salotto.
Era un caos totale, tutto spostato, e spostando armadi e divano tutti gli accumuli di disordine che avevo nascosto lì sotto erano tornati alla luce.
Avevo persino ritrovato la mia pallina da ping pong firmata da non mi ricordo più quale famoso giocatore, la cercavo dalla terza elementare.
Con calma pulimmo tutto a ritmo del cd di Robbie Williams.
Ad un certo punto mi poggia stremato sul divano storto.
-Vado a fare pipì.-
Enunciai prima di dileguarmi per il corridoio come un bradipo.
Guardai l'ora, erano quasi le undici.
Dopo aver finito in bagno tornai indietro, e sorrisi nel vederla muoversi a tempo di Candy mentre si spostava nella stanza.
-Hey ballerina.-
 
 
Lighter's pov.
*flashback*
-Hey ballerina!-
Mi salutò mia madre sorridente.
Scesi la scaletta del palco con il mio cortissimo vestito rosa confetto, che avevo tenuto durante quei dieci minuti di esibizione.
-Mamma!-
La salutai io ancora più entusiasta.
Avevo dieci anni, era la prima volta dopo tanto che la mia insegnante mi assegnava il ruolo di protagonista, ero sempre stata una riserva.
Ed era andato tutto perfettamente, anche il mio assolo. 
Non potevo essere più felice di così.
-Ballerinaa!-
Mi sentii chiamare alle spalle da una voce familiare.
Tutti ormai mi chiamavano così, danzavo sempre.
Era la mia insegnante.
Le corsi incontro per abbracciarla.
-Sei stata perfetta, complimenti.-
*fine flash back*
 
 
Louis' pov.
Sembrò essere leggermente pensierosa, ma poi si riprese subito.
-Che ne dici se andiamo a dormire e finiamo domani?-
Lei mi sorrise distrattamente e annuì.
Le sorrisi anch'io, poi mi allontanai verso la camera dove presi il pigiama per andare in bagno.
Mi cambiai e mi preparai per andare a dormire, quando tornai in camera trovai Lighter già pronta, intenta nel coricarsi nel letto che ancora avevamo in comune.
Le sorrisi, e mi coricai anch'io facendomi come sempre luce col cellulare.
Mi sistemai meglio sotto al piumone, e poi sprofondò il silenzio.
Ma i miei occhi chiusi si aprirono di scatto quando sentii un singhiozzo strozzato provenire dal cuscino accanto.
Non seppi subito cosa fare, ma non volevo stare in silenzio.
-Lighter, posso fare qualcosa?-
Sussurrai piano avvicinandomi al suo viso.
Alzai una mano per accarezzarle la testa, ma non feci in tempo perché si girò verso di me.
Non ricevetti risposta, solo altri singhiozzi e rumori angoscianti, proprio non sapevo cosa avrei potuto fare, così sospirai e con la mano ceh avevo alzato lasciai una carezza leggera sulla sua guancia, per poi tornare a sdraiarmi.
Chiusi gli occhi per qualche minuto.
-Louis.-
Mi chiamò lei che non aveva ancora smesso di piangere.
Aprii gli occhi e mi schiarii debolmente la voce, per far capire che la stavo ascoltando.
Passò qualche secondo di singhiozzi prima che continuasse.
-Abbracciami, per favore.-
Sospirai a quella richiesta, volevo davvero fare qualcosa per farla sentire meglio.
Senza farmelo ripetere mi avvicinai al suo corpo esile e strinsi le braccia intorno a lei, lasciando che il suo viso affondasse nel mio petto mentre si rimpiccioliva davanti a me.
Mi addormentai così, stringendola, lasciando che la mia maglietta assorbisse i suoi singhiozzi e le sue lacrime; con le sue mani strette in due piccoli pugni davanti al mio ventre, e i suoi capelli che mi solleticavano il collo. Così, vicini.
 
 

















 
 
Uaaaaaaaaaaaaaaaaah.
Come va Belles? c: Io più o meno, in questi ultimi giorni sono stata abbastanza di merda per i concerti, anche se mi ha dato tantissima soddisfazione la figura che ha fatto l'Italia per loro, insomma, non per vantarci, ma ci adorano, è stata un'esperienza perfetta. 
Parlando del capitolo, per vostra grande felicità finalmente si scopre il passato di Lighteeer! Poco disastrosa come storia della sua vita. Poverella la madre usccisa dal padre che è in carcere, e il fratello drogato. Poi dopo questo sfogo diventa più aperta con Louis, e nella parte finale dimostra che di lui si fida, e che nonostante abbia ormai affrontato tutto questo con forza, è ancora pesantemente distrutta dalla sua adolescenza andata a farsi fottere diciamo.
Beh, ora ringrazio tanto tanto:
  onedirectionilove
  HolaOli
  Midnight_Sun99
per le recensioni, siete dolcerrime *w*
Ora me ne vado, byeee!

xx, Flying_

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Capitolo 9
*** Capitolo 8. ***




Winter In Heart.
 
 









Capitolo 8.
 
 
Louis's pov.
Erano passati una ventina di minuti prima che potessi sentire il completo silenzio, prima che i singhiozzi cessassero. Poi il tutto finì con dei profondi respiri, e ci addormentammo entrambi.
Quando mi svegliai la mattina eravamo ancora nella stessa posizione, anche se sembrava che fosse passato un ciclone visti i nostri aspetti. 
La mia maglietta era ancora leggermente inumidita dalle lacrime della sera precedente, e le sue mani che erano strette in un pugno si erano allargate sul mio ventre.
Era abbastanza presto, abbassando lo sguardo notai che il suo sguardo sereno aveva ancora gli occhi chiusi.
Decisi di non volermi alzare, ma mi fermai a pensare.
Nonostante tutto quello che mi era successo, Eleanor, Niall, la mia famiglia, era riuscita a farmi sentire fortunato. Sapevo di essere fortunato, perché io almeno una famiglia ce l'avevo, perché io una casa ce l'avevo, perché c'erano persone che mi volevano bene.
E avevo deciso che era così che la volevo far sentire, a casa, fortunata, come una sorella.
Era strano, la conoscevo da poco più di una settimana, e non avrei mai immaginato che sarebbe successo tutto questo, che mi sarei affezionato così.
Senza accorgermene mi ritrovai ad accarezzarle delicatamente la testa, i capelli chiari.
Passai qualche minuto così, immerso nei pensieri, poi sentii un leggero movimento da parte sua, così abbassai lo sguardo.
Lentamente la vidi aprire gli occhi limpidi, con un'espressione confusa in viso. Poi probabilmente si ricordò di quello che era successo la sera prima e si rilassò.
-Buongiorno.-
Dissi a bassa voce facendole alzare lo sguardo di scatto.
Sorrise debolmente, prima di rispondere.
-Grazie, sono stata bene.-
Rispose lei sinceramente.
Io le sorrisi mentre lentamente mi staccavo.
-Che ne dici se facciamo colazione? Così poi finiamo il nostro lavoro.-
Proposi mentre a malavoglia mi alzavo dal mio amato letto, seguito da lei che era leggermente più delicata. Solo leggermente eh.
Mentre mi stiracchiavo goffamente cercai il suo sguardo per avere una conferma, e la vidi annuire.
-Bene, vai prima tu in bagno che intanto io faccio qualcosa per colazione.-
Dissi mentre uscivo dalla camera in pigiama.
Mi diressi verso la cucina e tirai fuori due tazze e due bustine di thè, non avrei saputo cucinare molto altro se non un thè con dei biscotti.
Misi le bustine nell'acqua calda, poi tornai verso la camera per cambiarmi.
Bussai alla porta del bagno, prima di parlare.
-Lighter, la colazione è in cucina, io sono in camera che mi cambio.-
Dissi parlando animatamente con la porta davanti a me.
-Okay.-
Rispose Lighter dall'altra parte.
Chiusi la porta della camera, presi un paio di stracci e me li infilai svogliatamente, pentendomi di non essere rimasto a letto.
Dopo essermi vestito passai nel bagno per sciacquarmi la faccia, poi raggiunsi Lighter in cucina.
-Eccomi.-
La avvisai alle sue spalle. Mi sedetti di fronte a lei nel tavolo, e intinsi un primo biscotto nel thè caldo.
-Bene, quindi ora dobbiamo solo spostare la cassettiera in corridoio e mettere tutto a posto, giusto?-
Chiesi riferendomi alla sala, che era un totale caos.
Il divano e la poltrona in centro, il tavolino rovesciato sul divano, la cassettiera davanti all'entrata, la televisione a terra con tutti i fili sparsi. Un casino.
Lei annuì.
-Poi ti consiglio di togliere il tappeto, se non vuoi ritrovartelo pieno di vomito.-
Risi prima di risponderle.
-Buona idea. Magari oggi chiamo Harry per fare la lista della roba da prendere.. Tanto non abbiamo niente da fare giusto?-
Chiesi per sicurezza. Lei rispose ancora annuendo, e io sorrisi.
Era davvero carina; semplice, bella, e fine. Non l'avevo mai vista truccata oltre al solito filo di mascara, ma ero convinto che con un velo di trucco ed un bel vestito sarebbe stata stupenda.
E poi, quand'era il suo compleanno? Non me l'ero mai chiesto.
-Lighter.-
La chiamai per attirare la sua attenzione.
-Quand'è il tuo compleanno?-
Chiesi con fare curioso. Lei finì di ingoiare il biscotto, poi rispose.
-Il 22 Dicembre.-
Cool. Cioè, un attimo, era due giorni prima del mio. E l giorno prima della festa. Giusto? Si, giusto. Ma dirlo prima?
-Le opsioni sono due: o non me l'hai detto perché non vuoi partecipare troppo alla festa, oppure ti eri dimenticata persino tu di festeggiarlo. Andiamo, è il tuo compleanno!-
Cercai di convincerla prima ironicamente, poi più seriamente.
-Non voglio una festa per me.-
Rispose lei sorridendo.
-Okay, la festa allora sarà per me. Ma festeggeremo anche il tuo compleanno.-
Cercai di convincerla. Lei scosse la testa arrendendosi.
-Va bene. Però non voglio regali.-
Mi avvisò lei. Ma che festa è senza regalii.
-Sei proprio strana. Comunque va bene, d'accordo.-
Lei annuì soddisfatta.
-Perfetto, possiamo andare di là.-
Dissi prendendo le due tazze ormai vuote e posandole nel lavandino.
Andammo nel caos della sala, e io incominciai a guardarmi intorno non sapendo da cominciare.
-Allora, il divano va lì nell'angolo, davanti alla televisione.-
Mi spiegò gesticolando.
Annuii e mi avvicinai al divano per prenderlo, quando fui interrotto.
-Peerò,- disse lei con aria pensierosa -forse poi per la festa potremmo far che togliere l'armadietto e la televisione per evitare che si rompa, e metterci un tavolo con qualcosa.. No?-
Chiese tornando improvvisamente a guardarmi.
-Mi sembra perfetto.-
-Bene.-
Si avvicinò all'altra parte del divano per aiutarmi a sollevarlo, e insieme lo spostammo di alcuni metri per arrivare al muro.
Poi fu la volta della piccola libreria e di tutto il resto, passammo la mattina ad incastrare oggetti nella camera, in modi che non avrei mai pensato, e poi ripulimmo tutta la polvere che era spuntata da sotto gli oggetti.
Quando finalmente finimmo non avevo la minima idea di che ora fosse, così presi il telefono appoggiato al tavolino per guardare, era la mezza.
Decisi di mandare un messaggio ad Harry per il pomeriggio.
"Hazza! Ti va di venire da me oggi per organizzare la festa? Si pervertito, c'è anche Lighter."
Scrissi sorridendo.
Poco dopo arrivò la sua risposta.
"Oh che peccato c'è anche lei.. Mi dispiace non posso, devo andare in giro con i miei."
Quella risposta mi sapeva tanto di scusa, ma anche se lo fosse stata sapevo che di Harry mi potevo fidare, e se si era inventato una scusa ci sarebbe stato un motivo.
"Oh ok, organizzerò con qualcun'altro, aspettati una festa da calendario per i miei vent'anni. ;)"
Avrei chiamato qualcun'altro. Liam no, lavorava; per un attimo pensai che fino ad una settimana fa mi serei potuto rivolgere a Niall o Eleanor, ma non mi pareva proprio il caso. Così decisi di chiamare Zayn, sembrava essere molto simpatico anche a Lighter.
"Mi aspetto una festa memorabile, ci vediamo ;)"
Era l'ultimo ricevuto da Harry.
Cercai nella rubrica del telefono DjMalik per inviargli un messaggio.
"Hei Malik ;) Ti va di venire da me oggi, così organizziamo la festa del 23 sera?"
Riposi il telefono sul tavolino sapendo che non era esattamente uno di quelli che aveva sempre il telefono in mano, e che dunque avrei dovuto aspettare la risposta per un po'.
Poi mi guardai intorno, e notai che Lighter non era più in sala, così mi diressi in cucina, da dove provenivano rumori di padelle.
-Che fai?-
Chiesi appoggiandomi allo stipite.
-Una pasta.-
Rispose lei di schiena facendo spallucce.
-Dopo pranzo viene Zayn, così organizziamo la festa.-
La informai, notando che si voltò di scatto alla notizia. Interessata forse?
-Che c'è? Non va bene?-
Chiesi curiosamente, cercando però di apparire neutro.
-No no, ma Harry?-
Oh, ecco. Era così ovvio che avrei chiamato Harry?
-L'ho chiamato, ma non può venire.-
-Oh, ok.-
Finita la breve conversazione si voltò di nuovo alle prese con la pasta, ed io restai ad osservarla mentre lavorava.
Pensai che normalmente una persona si sarebbe sentita osservata, ma a quanto pare a lei non importava molto. Non l'avevo ancora capita quella ragazza, e dubitavo ci sarei mai riuscito completamente.
-Ecco.-
Disse girandosi con la padella fra le mani.
La poggiò al tavolo che era preparato con le poche cose essenziali per due persone.
Mi sedetti in silenzio desideroso di assaggiare quella pasta rossa che sembrava moolto invitante.
Dopo alcuni minuti alzai lo sguardo, e notai con piacere che stava sorridendo, ridendo.
-Non imparerai mai.-
Disse lasciando cadere la forchetta sul piatto e iniziando a ridere più apertamente.
Compresi, e mi guardai la maglia, ancora una volta tutta sporca.
-Ow.-
Sospirai lasciando cadere la testa indietro, mi sentivo piuttosto stupido.
-La prossima volta ti metto il bavaglio.-
Disse lei con aria divertita.
Risi anch'io, non aveva tutto i torti.
Mi piaceva vederla ridere, e anche se non l'avevo dato a vedere, il fatto che avesso fatto una piccola e inncente battuta, il fatto che si sentisse a suo agio, il fatto che si sentiva libera di parlare e sorridere, tutto questo mi dava sollievo.
Dopo aver finito il pranzo, durante il quale mi ero seriamente impegnato per non sporcarmi, riordinammo insieme, poi andammo in camera, visto che avevamo deciso di mettere a posto tutti i vestiti.
In effetti ora che ci pensavo i suoi vestiti erano ancora piegati in un borsone che aveva portato nell'angolo della camera, non era il massimo.
-Allora, qui che facciamo?-
Dissi guardando il guardaroba e i cassetti aperti.
-Ci devo pensare.-
Rispose lei con aria pensierosa e un dito che le punzecchiava il labbro inferiore. Era carina.
-Bene, io allora vado in bagno.-
La informai dileguandomi. Entrai nel bagno, mi sentivo scoppiare.
Ci restai forse dieci minuti in quell'odore schifoso, stavo per morire credo.
Tirai lo sciacquone e spalancai la finestra nonostante ci fosse un freddo gelido, ma era meglio che quell'odore.
Mi ricomposi e uscii dal bagno, per dirigermi in camera.
Quando tirai un calcio alla porta per aprirla rimasi piuttosto sorpreso nel vedere Zayn che salutava Lighter.. Con un bacio in guancia?
Mi faceva uno strano effetto vedere quella scena, pensavo che non si sarebbe fatta toccare. Cioè, non ero geloso, affatto, non avrei avuto motivo di essere geloso. Però era strano vederla così vicina ad una persona.
-Zayn!-
Salutai scacciando i pensieri con un sorriso.
-Hei Lou!-
Rispose lui, sempre sorridente, voltandosi verso di me.
-Che ci fai qui?-
Lui mi guardò confuso.
-Ma vedi un po' tu, mi hai chiamato per la festa.-
-Oh giusto.-
Dissi grattandomi la nuca.
-Bene, andiamo in sala. Tu Lighter vieni con noi o stai qui?-
Chiesi girandomi un'ultima volta prima di uscire.
-Io metto a posto.-
Rispose con un sorriso lieve.
-Okay, a dopo.-
Io e Zayn ci dirigemmo verso la sala, sorpassai lo stipite e mi voltai verso di lui per vedere la reazione.
-Non sei stato tu vero?-
Era così prevedibile?
-Mi ha aiutato Lighter.-
Ammisi ridendo. 
-Immaginavo. E' carina, immagino che tu l'abbia notato.-
Continuò guardandosi intorno.
-Si, me ne sono accorto.-
Sorridemmo entrambi.
-Bene, che hai intenzione di fare?-
Mi chiese Zayn sedendosi sul divano seguito da me.
-Che intendi?-
-Louis, la festa.-
-Oh giusto. A proposito, il 22 compie gli anni Lighter, quindi abbiamo deciso di fare la festa insieme.-
-Carino. Beh la sala è abbastanza grande per una trentina di persone, poi ci sono le camere a disposizione, direi che è perfetto no?-
-Io pensavo a mettere un tavolo nella parte larga del corridoio, prima della sala, con qualche cocktail o qualcosa del genere..-
-Beh il tavolo degli alcolici era ovvio.-
-Quindi- dissi tirando fuori il telefono e scrivendo un messaggio in bozze -alcolici, bicchieri.. Per la musica mi porti una tua chiavetta con le tue canzoni tamarre?-
-All day, all night, Dj Malik.-
-Lo prendo come un si. Altro da prendere?-
-Sarebbe utile una di quelle scatole da 100 preservativi da mettere nelle camere.-
-'Sta sera hai propio intenzione di divertirti eh? Comunque, secondo me 50 bastano.-
-Si hai ragione..-
Pensammo insieme al resto della lista, ormai erano le tre passate.
-Quindi tu cosa regalerai a Lighter? Cioè, lei ha detto che non vuole regali, ma immagino che qualcosa glielo darai lo stesso no?-
Oho, ce l'avevo eccome un bel regalino.
-Certo che ce l'ho un regalo, ma credo che le farò una sorpresa il giorno stesso della festa.-
-E cosa sarebbe?-
-Credo che non te lo dirò!-
-Ma perché?-
-Perchè no.-
-Idiota. Quanto l'hai pagato?-
-Quaranta sterline.-
-Così tanto? Guarda che non è mica la tue ragazza eh. A già, però tu sei ricco.-
-Smettila idiota.-Ribattei facendo una smorfia. Lui fece lo stesso, facendomi ridere, poi continuai. -Comunque ci teneva, così ho deciso di prenderglielo.-
-Okay.-
-Andiamo a fare la spesa?-
-Sssi signore!-
Mi alzai a malavoglia e mentre Dj Malik mi aspettava in sala andai in camera per cambiarmi e rendermi decente.
Quando entrai in camera sorrisi divertito nel vedere Lighter in punta di piedi che si allungava per arrivare ai ripiani più alti.
-Bisogno?-
La sorpresi facendola quasi cadere, il che mi fece divertire ancora di più.
-Mi prendi i vestiti lì sopra?-
Sorrisi e mi allungai con facilità per prendere le poche maglie che ammuffivano li sopra da qualche anno, neanche me le ricordavo più.
-Nient'altro?-
Chiesi sorridendo. Lei scosse la testa.
Così presi i vestiti che avevo indossato il giorno prima e uscii per andare in bagno.
-Uscite?-
-Facciamo la spesa per la festa, vuoi venire?-
Chiesi girandomi sullo stipite della porta.
-No no, finisco qui.-
Sorrisi e mi tuffai in bagno, per cambiarmi al caldo.
Mi sciacquai velocemente e mi cambiai i vestiti, passai una mano tra i capelli per renderli presentabili e uscii di nuovo.
-Noi andiamo, a dopo Lighter!-
Dissi affacciandomi allo stipite. 
-Ciao!-
Percorsi il corridoio infilandomi la giacca, poi raggiunsi Zayn.
-Possiamo andare.-
-Bene, vado a salutare allora.-
Annuii mentre mi avvicinavo all'entrata dove avevo le scarpe, me le infilai e dopo poco vidi Zayn tornare.
Uscimmo insieme e salimmo sulla mia auto.
-Andiamo al centro commerciale?-
-Direi di si.-
Rispose lui sicuro.
-Allora, come va con Lighter?-
-Meglio, ora siamo più vicini almeno.. Cioè, credo che ora almeno si fidi di me.-
Ci pensai su, non volevo dirgli tutto quello che sapevo per dimostrargli che si era aperta, quindi mi limitai a dire quello.
-Uhm capito. Hai scoperto qualcosa?-
Mentre svoltavo a destra pensai al romanzo che avrei potuto scrivere con quello che avevo scoperto negli ultimi giorni.
-Diciamo tutto, ma non credo che lei voglia che tutti lo sappiano.-
-Cosa c'è di male nella sua storia? Era una prostituta?-
-No Zayn, però non è una storia molto bella, tutto qui.-
Risposi riprendendolo con lo sguardo. In effetti, in una storia come quella, con una famiglia come quella, ci mancava solo più la quindicenne che si prostituiva. Scossi la testa cacciando il pensiero, e tornai in macchina con la voce di Zayn.
-Ok ho capito non saprò niente.-
-Sei intelligente.-
Passò qualche minuto di silenzio prima che il mio carissimo amico ricominciasse a dire cazzate.
-Hai mai avuto pensieri perversi su di lei? Cioè, ha un corpo bellissimo.-
Ecco. Idiota. Comunque ad essere sincero non ci avevo neanche mai pensato, non riuscivo a immaginarmela.. Sporca. Era troppo genuina per scatenare la mia parte perversa, che esisteva eccome.
-Naah, non è una ragazza da cose perverse.-
-Se lo dici tu.-
Risi constatando che non sarebbe mai cambiato. Anche se in verità Zayn era un ragazzo fantastico, non avrebbe mai fatto del male ad una ragazza, ma non gli piaceva darlo a vedere, preferiva essere il Badboy della situazione.
Al contrario di Harry, che alle ragazze appariva tanto dolce e romantico, mentre a lui non fregava niente. 
Arrivammo al centro commerciale ed insieme girammo tutte le corsie in cerca di ispirazioni.
Passammo nella zona farmaceutica per prendere i preservativi, cercando di non dare troppo nell'occhio, anche se quando arrivammo alla cassa, le occhiate della tipa non mancavano.
Ci limitavamo a sorridere, finchè Zayn non le chiese di impacchettarlo con la scusa che era un regalo, e la tipa ci credette anche, bravo Malik, buona idea.
 
***
 
-Hai spento la luce in sala?-
-Si, posso spegnere o devi fare ancora qualcosa?-
Chiesi in pigiama davanti all'interruttore. La vidi coricarsi nel letto, così dedussi che potevo spegnere la luce.
Come sempre mi feci strada con la luce del cellulare, poi lo poggiai al comodino e mi strinsi sotto al piumone.
-Notte Lighter.-
-Notte Lou.-
Wow, non mi aveva mai chiamato Lou.
 
 
 












 
 
 
Uaaaaaaaaaaah.
 
 *CHIEDE PERDONO IN GINOCCHIO* 
 
Scusatemi, questo capitolo fa pena D: Non succede niente di speciale, è un capitolo di passaggio, e ce l'ho messa tutta per renderlo un po' avvincente anche se fa pena comunque D:
Ow mi farò perdonare. u.u Esattamente nel prossimo capitolo, perché voi non lo sapete, ma io so che nel prossimo capitolo succederanno un paio di cosine ◔‿ʘ lol questa faccina mi fa morire :')
Allora, ringraziamenti a:
   HolaOli
   onedirectionilove
  Monica Desiree
Per le recensioni :33
Un ringraziamento a tutte le 16 persone che mi hanno messo tra i preferiti/seguiti/da ricordare, e un richiamo a tutte voi, lasciate qualche recensione, non vi mangio ;33 lol No davvero, mi farebbe piacere ricevere qulche recensione in più, mi rendete felicissima *w*
C'è anche da dire che la gif sopra non centra molto, ma mi piaceva un casino quel sorriso e non avevo niente da mettere lol :')
Nothing more to say, ci vediamo al prossimo capitolo, bye belleeeees c:


xx, Flynig_

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Capitolo 10
*** Capitolo 9. ***


 

 

Winter In Heart.
  
 


 
 










Capitolo 9.


 
Louis's Pov.
Mi svegliai abbastanza tardi quella mattina, erano le dieci e mezza, e Lighter ovviamente non era più a letto.
Mi alzai con il mio mattutino stile da bradipo, passai in bagno per rendermi decente e mi diressi verso la cucina.
-Buongiorno diciannovenne!-
Era il 23, e ieri sera io e Lighter avevamo festeggiato il suo compleanno con una pizza e tanto, tanto gelato.
-Buongiorno quasi ventenne.-
Rispose lei.
La salutai con un buffetto sui capelli e presi una tazza.
-Pronta per la festa di 'sta sera?-
-Certo.-
Rispose lei sicura. Si, certo, c'era una cosa che però ancora non sapeva.
-Beenissimo.-
Risposi nascondendo un sorriso.
-E' tutto pronto?-
Chiese lei sedendosi di fronte a me.
-Penso di si, dobbiamo solo mettere in ordine e togliere il tappeto.-
Lei annuì.
-Stai bene vestita così.-
Le dissi sinceramente, notando che aveva un paio di shorts su una calzamaglia nero-trasparente, e una maglia abbastanza larga con delle stampe di New York, di solito non si vestiva così per stare in casa.
-Grazie.-
Rispose con un sorriso.
-Ma sei uscita?-
Chiesi alzandomi e avvicinandomi al lavandino per sciacquare la tazza.
-Si, alle nove è passato Zayn per aiutarci con la casa da mettere a posto, ma tu dormivi ancora, quindi mi ha offerto la colazione.-
Mi spiegò lei mentre mi raggiungeva vicino al bancone.
Rimasi un po' di sorprersa, ma mi ripresi subito.
-Oh ok, non ha voluto restare?-
-Mi sembra di aver capito che lo abbia chiamato Perrie.-
-Oh, povero ragazzo.-
Sogghignammo entrambi, poi decisi che era ora di dirglielo.
-Lighter, forse non sai una cosa per stasera..-
Lei mi guardò confusa prima di rispondere.
-Cioè?-
Pensai prima di rispondere, che forse sarebbe stato ancora meglio se l'avessi avvisata solo poco prima della festa.
-Ehm niente scherzavo.-
Risposi grattandomi la nuca.
Ricevetti come risposta solo uno sguardo confuso, prima che sentissi suonare alla porta.
-Vado io.-
Avvisai mentre andavo ad aprire.
-Sono tornato!-
-Zayn!-
-Oh, ti sei svegliato!-
Lo guardai con ovvietà, e lo feci entrare.
-Ciao Rossa!-
Salutò Lighter entrando in cucina seguito da me.
-Allora, cosa c'è da fare in casa?-
Chiese il moretto guardandoci.
-Pulire tutto, togliere qualsiasi oggetto fragile, sistemare i due amplificatori nel salone, vuotare il corridoio, pulire le camere dei miei e di mia sorella.-
I fini della pulizia delle camere erano ovvi, direi.
Vidi il tipo fare una faccia da 'no bad' prima che rispondesse.
-Da dove iniziamo?-
 
***
 
 
-Perfetto direi.-
-Si, abbiamo fatto un buon lavoro.-
Confermai a Zayn mentre osservavamo l'enorme casa pulita dall'entrata.
-Io vado a prepararmi, ci vediamo alle nove!-
-A dopo!-
-Ciao Zayn!-
Lo salutammo io e poi Lighter mentre usciva. Avevamo iniziato a riordinare di mattina, avevamo pranzato insieme, ci eravamo guardati un film, avevamo lavato la casa, siamo andati a mangiarci qualcosa ad un pub qui vicino, e ora erano le otto, e avevamo appena finito di sistemare tutto. Perfetto.
Mi ricordai che mi ero dimenticato di una cosa, piuttosto importante.
-Lighter!-
La chiamai a voce alta spaventandola, visto che era accanto a me.
-Vieni in camera.-
Sembrava una cosa abbastanza perversa detta così, in effetti la vidi piuttosto perplessa, ma mi seguì comunque verso l'unica camera rimasta intatta, la mia.
La feci entrare e chiusi la porta alle mie spalle.
-Caarissima, tu sei consapevole vero che questa sera dovrai metterti un vestito?-
La situazione era piuttosto divertente, visto che lei non sapeva niente.
La vidi girarsi di scatto e guardarmi come per chiedere spiegazioni.
-Hai capito bene.-
Le dissi divertito.
-Louis, non ho un vestito io.-
Rispose lei calma, mentre mi avvicinavo.
-Questo lo dici tu.-
La sorpassai per poi raggiungere uno dei miei cassettoni dove avevo nascosto il vestito.
Quello azzurro che aveva provato qualche giorno prima, da H&M. Quello che la faceva sembrare una dea.
Lo spiegai per bene ciondolandomelo davanti alla faccia, e aspettando la sua reazione.
-Louis ma quello..-
-Si, è lui!-
Dissi entusiasta spuntando con la testa da dietro il vestito.
-Ti avevo detto di non comprarlo.-
Disse lei seria. 
-Oooh andiamo, dovresti solo ringraziarmi.-
Dissi porgendoglielo con aria intelligente.
-Si ma Louis..-
-Sssssh.-
Ribattei ancora, prima di uscire dalla camera.
Con la coda dell'occhio vidi che si era affacciata.
In fretta presi la scatola nascosta in uno degli armadi, e tornai indietro.
Entrai e richiusi la porta.
-Ecco, non hai neanche la scusa delle scarpe da abbinare perché ce le ho io.-
Avevo pensato anche a quello, mi ero fatto aiutare da Perrie.
Un paio di decoltè in vernice nera, lo stesso nero di un particolare di pizzo che c'era nella scollatura retrostante del vestito.
-Louis!-
Le risposi con un sorriso a trentadue denti.
-Quanto le hai pagate?-
Mi chiese con fare serio.
-Non te lo dico, regalo di compleanno.-
Rimase zitta ad osservarle con il vestito.
-Si vede che ti ha consigliato una femmina, è abbinato bene. Comunque, Louis, io non ho nessun regalo però!-
-Non preoccuparti, ti rifarai prima o poi.-
Dissi sorridendole. Forse stava iniziando a convincersi.
-Bene, ora io mi vesto qui, tu vai in bagno, ti vesti, ti trucchi, e poi aspettiamo la gente. Okay?-
Le proposi gesticolando.
Lei annuì arresa.
-I trucchi li trovi nel cassetto sotto al lavandino, sono quelli di mia sorella, dovrebero andar bene.-
La informai mentre entrava in bagno non molto convinta.
Chiusi la porta della camera soddisfatto e mi diressi verso il letto dove c'erano i vestiti precedentemente scelti sotto consiglio di Malik e Lighter.
Dei Jeans neri abbastanza aderenti, una camicia bianca e un giacchetto dello stesso colore scuro delle scarpe, anche se sapevo che quel giacchetto addosso non sarebbe durato più di mezzora.
Mi avvicinai allo specchio dove diedi due spruzzate del profumo di Dolce e Gabbana che Zayn mi aveva regalato il giorno stesso, mi diedi una sistemata ai capelli, ed ero pronto.
Mi sistemai per bene la giacca uscendo, tirai fuori il cellulare per guardare l'ora, erano ne nove meno un quarto, mancava poco.
Gli stuzzichini erano pronti sul tavolo nella parte larga del corridoio con qualche bibita leggera, gli alcolici e i bicchieri erano a servizio sul tavolo in sala, la chiavetta con le canzoni più tamarre di sempre di Zayn era attaccata al computer, le stanze erano pronte con una quindicina di preservativi l'una; era tutto pronto, mancavano solo gli invitati. E se ve lo state chiedendo si, avevo invitato anche Niall ed Eleanor.
Mi sedetti sul divano posizionato nell'angolo, quando però sentii un rumore di tacchi avvicinarsi dal corridoio mi alzai.
 
Era stupenda.
Già sapevo che quel vestito le stava benissimo, in più con i lunghissimi capelli chiari e mossi che le scendevano sulla spalla destra in boccoli perfetti, quel velo di trucco che le metteva in risalto gli occhi chiari, e quelle scarpe che facevano sembrare il suo fisico ancora più slanciato e perfetto.
Sorrisi chinando la testa da un lato.
-Fa un giro.-
Le chiesi.
Lei in silenzio si girò, senza troppa calma, era evidentemente in imbarazzo nell'essere guardata così.
Mentre girava notai che il pizzo nero sulla schiena scoperta faceva sembrare la sua pelle ancora più chiara e limpida.
La vidi abbassare lo sguardo imbarazzata, era davvero carina.
-Sei splendida.-
Dissi facendola arrossire leggermente.
-Grazie.-
Rispose lei, facendo calare il silenzio.
Ringraziai Dio per il tempismo perfetto con cui qualcuno aveva suonato alla porta, interrompendo quella scena che stava diventando piuttosto imbarazzante.
-Vieni ad aprire, è anche tua la festa.-
Dissi prendendola con una mano dietro la schiena.
La lasciai sorpresa per quella mossa, e neanche io ero sicuro di aver fatto bene, ma mi seguì comunque.
-Auguri ventenn..-
Non lo lasciai finire che mi ero già fiondato sul mio migliore amico ad abbracciarlo, come se non ci vedessimo da anni.
-Harry!-
Lo abbracciai in modo fraterno, come sempre, per poi staccarmi.
-Vieni dentro.-
Dissi scostandomi.
-Ciao Lighter!-
La salutò il mio amico perverso scorrendo tutto il suo corpo imbarazzato con lo sguardo.
Gli diedi una gomitata divertito.
-Ciao.-
Rispose lei imbarazzata davanti a noi.
-Bene, andiamo di là.-
Dissi passando avanti e guidandoli verso il salone.
-Ma che figo qui!-
Oh, dimenticavo che avevo proibito a Harry di vedere la casa prima della festa, visto che non si fidava di me.
-Te l'avevo detto di aspettarti il meglio!-
Dissi avvicinandomi a lui nel centro della stanza e dandogli una botta sulla spalla.
-Tanto lo so che non hai fatto tutto da solo.-
Mi rispose lui ridendo e appoggiando un braccio sulle mie spalle.
-Sssh, particolari.-
Dissi spingendolo via.
Le nostre risate vennero interrotte dal suonare del campanello.
-Toorno subito!-
Avvisai mentre andavo verso la porta, anche se non mi piaceva Harry da solo in stanza con Lighter.
-Buonasser-
La parole si bloccarono quando la porta fu aperta completamente.
-Niall, Eleanor!-
Li salutai costringendomi un sorriso. Si, forse mi stavo pentendo di averli chiamati.
-Auguri Lou!-
Disse Niall, felice come sempre, porgendomi un sacchettino.
-Oh grazie, non ce n'era bisogno.-
Dissi afferrandolo.
-Bene, venite di là.-
Chiusi la porta e feci strada verso la sala.
-Ecco lei è Lighter, Lighter, loro sono Niall e Eleanor.-
Lighter rimase leggermente pensierosa a quei nomi, probabilmente aveva capito perfettamente chi fossero, poi si alzò per stringere la mano.
-Sedetevi.-
Proposi interrompendo il silenzio che si era creato.
Feci per sedermi anch'io con loro, ma il suono del campanello mi fermò di nuovo.
-Vado ad aprire.-
Dissi allontanandomi.
-Ti accompagno.-
La voce era di Harry che mi seguì.
-Tutto bene?-
Mi chiese dopo essersi assicurato che gli altri non sentissero.
-Si, siamo alla mia festa, non è il caso di deprimersi.-
Dissi alzando le spalle davanti alla porta.
-Dai, basta che non ci dai tanto peso.-
Mi rassicurò il mio migliore amico dandomi una pacca sulla spalla.
Presi un respiro e aprii la porta.
-Tomlinsoon!-
-Jaake!-
Ci salutammo con il nostro solito pugno. Era un po' che non lo vedevo, era un grande amico del liceo, così decisi di chiamarlo.
-Vieni!-
Dissi facendolo entrare. Harry e Jake si salutarono, poi andammo tutti e tre in sala.
-Gentee, vi ricordate di lui? Lighter, lui è Jake, un amico di liceo, e voi.. Beh vi conoscete già.-
Tagliai corto, lasciando che i ragazzo salutasse tutti.
Non era cambiato per niente, forse era un po' più alto.
 
Ormai erano quasi le dieci, e ogni minuto che passava la casa si riempiva sempre di più.
L'atmosfera era ancora abbastanza pulita e non c'era ancora puzza di sudore e alcool che girava per la casa.
La gente parlava e si divertiva mangiando stuzzichini e bevendo un drink, il peggio sarebbe arrivato più tardi.
Passate le undici  non arrivò più nessuno, così iniziai a divertirmi anche io.
Mi diressi verso il bancone degli alcolici in sala con un bicchiere vuoto. Zayn si stava divertendo come sempre a fare il 'dj', la gente ballava o parlava, e notai che su divano nell'angolo c'era Lighter seduta con un bicchiere in mano e le game accavallate. Notai anche che non ero l'unico a guardarla, visto che un paio di ragazzi l'avevano già presa di mira.
Era divertente come i miei amici che erano sempre stati i playboy che nessuno rifiutava, venivano liquidati uno per uno dall'indifferenza della ragazza.
Presi il mio drink e mi avvicinai, passando a malavoglia vicino alla coppietta felice del biondo e della tipa. Ero abbastanza arrabbiato, ma non sarei mai caduto così in basso da insultarli, ero meglio.
Mi avvicinai sorridente, e mi sedetti accanto a Lighter.
-Li stai decimando tutti eh?-
Dissi catturando l'attenzione dei suoi occhi, lei sorrise.
-Hai degli amici stupidi.-
Disse tornando a guardare la folla.
-Lo so.-
Ammisi ridendo e guardando i casi persi che c'erano lì dentro.
-Bene, vado a vedere come va di là, a dopo!-
La salutai alzandomi per andare a vedere come andava in corridoio.
Come mi aspettavo lì ci trovai le persone che non erano ancora ubriache, e scherzavano allegramente, e nelle zone più buie le coppiette che già si erano imboscate a scambiarsi effusioni, giusto per essere fine.
Quando i primi drink fecero effetto decisi di andare a ballare, così entrai tra la folla già sudata e inizia a divertirmi con i miei amici.Continuavo con dei movimenti senza molto senso spostandomi di gruppo in gruppo per vedere come andavano le cose, continuai a ballare per una buona mezzora. Mi accorsi guardando l'orologio e la folla degenerata che era piuttosto tardi, era quasi la mezza, e la festa aveva preso gusto.
Abbassai lo sguardo e notai con piacere che le persone si divertivano. Mentirei se dicessi che non avevo notato quanto si stessero divertendo Niall ed Eleanor, sbaciucchiandosi in mezzo alla pista.
Levai l'espressione amareggiata dal mio viso quando mi accorsi che i due si stavano avvicinando a me.
-Hey Lou!-
Mi salutò Niall abbastanza ubriaco. Risposi con un sorriso.
-C'è una camera libera?-
Mi chiese dando una botta sul sedere a El, anche lei ubriaca, facendola ridere.
Quella ragazza si meritava di meglio, io non l'avevo mai trattata in quel modo, e mai l'avrei fatto, ma evidentemente era ciò che voleva.
-Certo, in camera di Lottie non c'è nessuno fate pure!-
Risposi senza mollare il sorriso.
-Grazie!-
Concluse quello allontanandosi. 
Appena mi sorpassarono fui lieto di poter cancellare quel falso sorriso dalla faccia.
-Ho bisogno di qualche drink.-
Sussurrai tra me e me.
Mi avvicinai di nuovo al bancone e riempi il bicchiere di non so cosa precisamente, ma lo buttai giù tutto d'un colpo.
Feci così per qualche volta, non avevo contato i drink, ma mi accorsi che bastavano quando mi alzai e mi accorsi che tutto girava.
Ora ero veramente ubriaco, e mi sarei divertito.
Poggiai il bicchiere con i residui di alcolici sul tavolo e mi spostai verso la ragazza bionda che mi aveva appena salutato con fare sensuale. Doveva essere una delle amichette dei miei compagni, perfetto, mi ci voleva proprio una bella scopata per dimenticare.
-Hey bella!-
La salutai infilando un braccio dietro la schiena e iniziando a camminare, e lei ovviamente non si oppose.
-Tu sei Louis, vero?-
-Certo che si.-
Dissi con aria fiera. Ero, evidentemente, ubriaco.
-Woow, che bel tatuaggio!-
Disse lei con fare da lecchina, mentre abbassava un po' la camicia per strisciare una mano sul mio petto. Si, voleva portarmi a letto.
-Ti piacciono i tatuaggi?-
Le chiesi.
-Si, ne ho uno qui!-
Ecco, quella probabilmente era la mossa che usava per sedurre tutti i ragazzi.
Mi mostrò il fiore che aveva sull'alta coscia sollevando il vestito.
-Wow, molto bello.-
Dissi io passandoci l'indice sopra per stare al gioco.
Ooh si, con tutti quei drink altro che se mi sarei divertito.
Non spostai la mano dalla sua coscia, ma spostai lo sguardo sui suoi occhi che si avvicinavano desiderosi, e decisi finalmente di baciarla, cosa che entrambi aspettavamo.
Nel frattempo ci eravamo spostati in corridoio, la sua schiena era poggiata contro il muro, e il mio petto era appoggiato al suo prosperoso seno mentre la mano ancora accarezzava la coscia scendendo verso l'interno.
Altro che Eleanor, questa si che è bona.
Continuammo a strusciarci e baciarci affannati, ma qualcosa, o meglio qualcuno che non sapevo chi fosse aveva un'evidente voglia di rovinarmi la festa. Mi sentii tirare il braccio, ma non ci diedi conto.
-Louis.-
La persona insisteva, così mi staccai a malavoglia e mi girai scocciato.
 
 





























 
Uooooooooh.
Ecco il capitolo 9 c: Boh, spero che sia decente.
Grazie tante tante per tutte le recensioni, e poi devo fare una cosa che la volta scorsa mi son dimenticata: uno SHOUTOUT gigante a heinjaller che mi segue sia qui che su twitter.
Te l'avevo promesso lol
Se volete un grande souhtout io sono qui, xzajn,  basta chiedere :') 
Per finire, se vi interessa ora metto il prologo della nuova fanfiction che ho deciso di iniziare, "Red." spero che possa piacervi c:
Credo di avervi incuriosite abbastanza con la conclusione di questo capitolo, almeno spero, quindi ciao e ci vediamo al prossimo!
Ah si, scusate ma l'ho fatta breve e non faccio i ringraziamenti perché sono veramente di fretta, cieo.
 
xx, Flying_
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10. ***




 


Winter In Heart.

 
 












Capitolo 10.

 
 
Louis' Pov.
-Louis.-
La persona insisteva, così mi staccai a malavoglia e mi girai scocciato.
-Chi cazz..-
Mi bloccai quando vidi chi avevo davanti.
-Lighter?-
Chiesi confuso lasciando la presa sulla coscia della mia compagna.
-Smettila.-
Il suo sguardo era serio, ma cosa voleva?
-Scusa, perché dovrei? Se permetti sono maggiorenne e vaccinato, posso fare quello che mi pare con le ragazze, no?-
Le chiesi con un pizzico di ironia e cattiveria.
La vidi scuotere la testa.
-Louis smettila. E' il tuo compleanno, dovevi proprio ubriacarti per fare qualche cazzata? Ho visto come guardavi Niall ed Eleanor un attimo fa. Scoparti altre dieci ragazze da ubriaco non ti servirà a dimenticarla.-
Il suo tono di voce si era alzato leggermente sull'ultima frase, e ora diverse persone ci stavano guardando.
Questo non poteva dirlo, Eleanor non centrava niente! Volevo solo scoparmi una ragazza, ecco. Non me ne fregava niente di quei due stronzi!
-Lighter, forse hai visto male, perché a me di quei due non me ne frega proprio un cazzo! E ora se permetti è la mia festa di compleanno, e mi vorrei divertire! Quindi puoi anche andarti a cercare qualche pezzo di figo in giro per la casa da scoparti, così capisci cosa vuol dire divertirsi!-
Risposi a tono con la voce abbastanza alta, attirando così degli altri occhi a noi. Ma i cazzi loro?
Dopo non aver ricevuto una risposta mi voltai di nuovo verso la mia bionda che aspettava la fine della discussione.
-Non ti facevo così idiota.-
Ma prima che ricominciassi a baciarla la voce di Lighter mi interruppe di nuovo. Basta.
Mi voltai serio e spazientito verso di lei e la guardai negli occhi sostenendo il suo sguardo.
-Allora, mettiamola così; io ti ho trovato per strada, ho deciso di tenerti qui in casa mia perché mi facevi pena, ti presto soldi e ti faccio dormire con me, e tra di noi non c'è niente, quindi tu non hai nessun diritto di giudicarmi o di dirmi cosa fare o non fare, okay?-
Sputai facendola rimanere zitta. Alleluja.
Il suo viso con un'espressione schifata si abbassò leggermente, poi si rialzò tornando a fissarmi negli occhi.
-Okay.-
Rispose lei annuendo. Bene.
La vidi voltarsi e andarsene per il corridoio zitta.
-E voi fatevi i cazzi vostri!-
 
Zayn's pov.
Osservai la scena da lontano, non avevo capito bene quello che era successo, avevo solo sentito alcune urla di Louis e di Lighter, e poi avevo visto Lighter allontanarsi e uscire. Così decisi di seguirla, era anche senza giacca.
Uscendo presi il suo cappotto appeso all'attaccapanni, la trovai appena fuori dal piccolo giardino, seduta sullo scalino del marciapiede.
La sorpresi poggiando la giacca sulle sue spalle, infatti si voltò e mi guardo spaventata, ma sembrò rilassarsi quando le sorrisi.
-Pensavo che fossi Louis.-
Doveva averle detto delle cose non molto belle, a quanto pare.
-Mi diresti che cos'è successo che non ho capito niente?-
Le chiesi impacciato sedendomi alla sua sinistra.
-Niente di che, Louis era incazzato con Eleanor e Niall, così ha deciso di farsi una bionda da ubriaco fradicio, io ho cercato di impedirglielo sapendo che poi se ne sarebbe pentito, e lui mi ha insultato.-
Rispose lei secca continuando a guardare avanti.
-Oh.-
Risposi semplicemente, non sapendo cosa dire.
-E se te lo stai chiedendo, in pratica mi ha detto che io dipendo da lui, che gli faccio pena, e che tra di noi non c'è niente. In senso di amicizia ovviamente. E poi mi ha detto che devo lasciargli fare quello che gli pare, e se non mi va bene posso anche andarmene.-
Davvero un ragazzo come Louis aveva detto tutte queste cose? Beh, forse era per l'alcool..
-Che stronzate. ..Ma ricordati che comunque era ubriaco..-
Cercai di confortarla facendole capire che probabilmente non voleva dire tutte quelle.. cazzate.
-Non difenderlo Zayn. Resta il fatto che lui le ha dette quelle cose, e quindi in qualche modo le pensava.-
E in effetti aveva abbastanza ragione, anche se continuavo a pensare che Louis non avrebbe mai detto delle cattiverie del genere.
-Quindi ora.. Che hai intenzione di fare?-
Chiesi voltando finalmente lo sguardo su di lei, e cercando di incrociarlo.
Lei girò il viso verso di me a guardarmi, prima di rispondere.
-Non so, ma di sicuro non resto lì con Louis. Probabilmente per lui sono solo un peso.-
Scossi la testa contrario all'ultima affermazione.
-Non è vero Lighter, lui ci tiene a te.-
Dissi guardandola negli occhi con aria seria.
-Infatti, me lo ha appena dimostrato.-
Mi voltai e scossi nuovamente la testa, consapevole che non avrebbe cambiato idea.
-S,se vuoi puoi stare da me per qualche giorno.-
Proposi allora, non sapendo più cosa fare.
-Lo faresti davvero?-
Mi chiese lei improvvisamente sorpresa, e io risposi annuendo con un lieve sorriso.
-Pochi giorni, poi mi troverò un posto. Grazie Zayn.-
Mi disse lei facendomi sorridere.
Avrei potuto tenerla con me per una settimana, massimo due, mio padre non sarebbe stato d'accordo.
-Certo.-
Dissi per tranquillizzarla.
Passammo alcuni secondi in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri.
-Ma Perrie?-
La sua richiesta mi fece voltare sorpreso.
-Voglio dire, non sarà gelosa?-
Risi a quella domanda.
-Non credo ne abbia il diritto, visto che  l'ho vista al centro commerciale con dei ragazzi dopo che mi aveva detto di non poter uscire.-
Risposi spontaneamente, con una nota di malinconia mischiata a disgusto nella voce.
Lei non rispose, e rimanemmo in silenzio ancora per qualche minuto, prima che lo interrompessi.
-Vuoi che andiamo?-
Le chiesi voltandomi ancora una volta.
-Vai pure a salutare tutti, io prendo le mie cose.-
Sorrisi e con una spinta mi alzai, seguito da lei.
-Okay.-
Dissi sorridendo.
Ci avvicinammo alla porta e la aprii facendo entrare prima Lighter, poi mentre lei si dirigeva verso la camera, andai in salone per salutare tutti e scusarmi se andavo già.
Dovetti aspettare poco sul vialetto, prima di vedere Lighter con il suo cappotto e una borsa dove aveva probabilmente solo l'essenziale. Mentre si avvicinava notai però la sua espressione piuttosto.. Scandalizzata.
-Hey, tutto bene?-
Chiesi curioso mentre mi raggiungeva.
-E' stato piuttosto.. Imbarazzante.-
Rispose lei facendomi incuriosire ancora di più.
-Cosa intendi?-
Le chiesi ancora inclinando leggermente la testa.
-Sono entrata e sul letto c'erano due che.. Si scambiavano effusioni ecco.-
La guardai per un attimo, poi scoppiai letteralmente a ridere.
-Scambiavano effusioni.-
Ripetei divertito dopo aver finito di ridere, e lei sorrise imbarazzata.
-Almeno lui era ancora vestito.-
Mi avvertì lei spalancando gli occhi.
Risi ancora una volta guardando la sua faccia scandalizzata. Molto probabilmente nessuno l'aveva mai sfiorata.
-Allora, andiamo?-
Chiesi sorridendo, e lei rispose annuendo.
Le feci strada verso la macchina, salimmo, e cominciai a percorrere la strada a memoria.
Raggiungemmo casa mia in pochi minuti, ascoltando la musica alla radio.
-Eccoci.-
Dissi spegnendo l'auto e scendendo. Mi seguì verso l'entrata di casa dopo il vialetto, ed insieme entrammo.
Era tutto spento, molto probabilmente tutti dormivano.
-Allora- cominciai a bassa voce accendendo la luce -lì c'è il bagno, quella è la cucina, e questa è la camera di mia sorella che dorme via, quindi puoi stare lì, domani ti trovo un posto. Se hai bisogno io sono nella camera in fondo.-
Conclusi sorridendo, per poi allontanarmi verso la mia stanza.
-Zayn.-
Mi sentii chiamare alle spalle, così mi voltai.
-Grazie.-
Sorrisi sincero prima di risponderle.
-Figurati.-
Dissi sorridendo. La salutai con un gesto della mano ed entrai in camera.
La chiusi alle mie spalle, e mi sentii improvvisamente stanco.
Forse era per il freddo, forse perché era l'una di notte, ma resta il fatto che fino ad un momento prima mi veniva istintivo solamente sorriderle. Lou aveva ragione, quella ragazza ti metteva di buon umore.
Mi cambiai lentamente, andai in bagno, poi mi stravaccai di peso sul letto e mi scaldai sotto il piumino.
 
 
***
 
Louis' Pov.
Mi svegliai nel mio letto distrutto, completamente stordito.
Rimasi lì per qualche secondo stiracchiandomi, poi mi allungai per guardare l'ora col telefono. Le undici e mezza.
Mi accorsi anche che Lighter non c'era, probabilmente si era già svegliata.
Mi alzai controvoglia e subito sentii dei forti giramenti di testa, probabilmente la sera prima ci avevo proprio dato dentro.
Camminai come un bradipo verso il bagno, e quando vidi il mio riflesso sullo specchio per poco non mi spaventai.
I vestiti della sera precedente, tutti stropicciati, i capelli distrutti, un viso da morto e due profonde occhiaie scavate. Dovevo veramente, proprio averci dato dentro con i drink.
Mi misi a posto e mi sciacquai, infilai una tuta, e andai verso la cucina.
Mi aspettai di trovarci Lighter visto che nelle altre camere non c'era, ma con mia sorpresa non la trovai neanche lì.
Pensai che fosse andata a fare la spesa, ma mi sembrava strano che non avesse lasciato nessun messaggio o biglietto, così decisi di chiamarla.
Cercai il telefono non ricordandomi dov'era, e alla fine lo trovai nella tasca posteriore dei pantaloni. Il telefono fece tre squilli, poi la chiamata mi venne chiusa in faccia.
Boh, pensai.
Decisi infine di mandarle un messaggio.
"Hei Ligter ((: Dove sei?"
Inviai il messaggio, e riposi il telefono sul davanzale in marmo.
Aspettando la risposta decisi di fare colazione.
Presi una tazza, del latte, e lo misi a scaldare. Quando fu caldo scelsi dei biscotti, e cominciai a mangiare intingendoli nel latte.
Finii con calma, e lavai tutto.
Poi guardai il telefono per vedere se aveva risposto; erano passati venti minuti, ma ancora niente.
Corrugai la fronte, la situazione iniziava a preoccuparmi. Decisi di mandare un messaggio ad Harry, lui sapeva sempre cosa fare.
"Hey Haz :) Sai dov'è Lighter?"
Inviai il messaggio, e dopo pochi secondi ricevetti la risposta.
"Lou :) Credo che alla fine sia andata a dormire da Zayn.."
Da Zayn? Scossi la testa non capendo. Perché era andata da lui? Beh, di sicuro non per fare sesso, non era da lei.
"Zayn? E perché?"
Mandai il messaggio e mentre aspettavo la risposta tornai in camera e mi coricai a pancia all'aria. 
Poco dopo il cellulare vibrò sulla mia pancia.
"Louis.. Ieri sera."
Bloccai il telefono lasciandolo cadere sul letto, e corrugai ancora la fronte continuando a non capire.
Poi improvvisamente le immagini della sera precedente mi tornarono agli occhi.
Ommerda.
 
 



 


 
 



 
 
 
 
 
Uoaaaaaaah.
Eccomi :3 Come va? Come vanno gli esami per le terzine? c: Oggi avevate gli Invalsi, giusto? Almeno, così mi pare di aver capito da twitter ;) Anyway, ecco il vostro capitolo, scusate il ritardo, ma come sapete ho cominciato anche un'altra storia, Red, e ci tenevo a pubblicare il primo capitolo, quindi ho dato la precedenza a quella. Se vi va passate anche da lì, mi farebbe tanto tanto piacere c:
Allora, Ringraziamenti a:

  HolaOli
  Supermannnnn__
  onedirectionilove

Per le recensioni. Gente che mi segue, prendete esempio :') Se mi recensite non vi magio eh OuO
Ora mi dileguo vah, Byee! 

xx, Flying_

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Capitolo 12
*** Capitolo 11. ***






Winter In Heart.
 
 
 









Capitolo 11.

 
Louis's Pov.
Ommerda. 
"Cazzo, Harry, dobbiamo vederci, voglio che mi spieghi cos'è successo."
Inviai e mi sedetti sul divano con la testa tra le mani preoccupato.
La verità era che sinceramente non mi ricordavo quello che le avevo fatto o detto.
Ricordavo solo una scopata con una biondina, che sinceramente ora mi eviterei volentieri. 
Mi ricordo Eleanor e Niall, un paio di drink, e poi qualche scena a vuoto.
"Arrivo tra qualche minuto, a dopo Lou."
Bloccai il telefono e lo buttai sul divano per andare a infilarmi qualcosa di decente.
L'immagine di Lighter e Zayn a casa insieme che mi frullava per la testa in qualche modo mi infastidiva. 
Non sapevo il perché, forse per il fatto che era strano? Forse perché la sua presenza in casa mancava?
Gelosia?
Senza mai distogliere i pensieri dalla serata precedente andai in camera, mi sfilai il pigiama e mi infilai una tuta, mi passai una mano tra i capelli per rendermi decente e feci per tornare in sala quando il campanello suonò.
Mentre percorrevo il corridoio mi accorsi del caos che c'era ancora in casa dalla sera prima.
-Harry.-
Lo salutai come se fosse la mia salvezza.
-Louis.-
-Andiamo entra.-
Lo feci entrare mentre si guardava in giro piuttosto schifato, e lo portai in sala.
-Butta pure tutto sul divano, tanto qui fa già schifo.-
Dissi ironicamente mentre mi allontanavo verso la cucina.
-Vuoi qualcosa da bere?-
-Acqua.-
Annuii ed entrai in cucina, poi lo raggiunsi in sala con i due bicchieri d'acqua.
-Allora, hai presente più o meno cosa è successo ieri sera?-
Mi chiese lui dopo aver preso un sorso d'acqua. Bevvi anch'io prima di rispondere.
-Si.. Cioè no. Non lo so, mi ricordo solo che mi stavo rovinando la serata per colpa di El e Niall, così ho deciso di prendere qualche drink. E poi mi ricordo che mentre stavo rimorchiando una, Lighter mi chiamava, ma non ricordo niente di preciso.-
Ci fu qualche attimo di silenzio prima che rispondesse.
-Si, fin qui ti ricordi bene, Lighter ti chiamava cercando di farti capire che eri completamente ubriaco e che non era il caso di fart..-
-Si ho capito, potevo evitare la scopata, ma quindi?-
Dissi per evitare che mi facesse la ramanzina.
-Tu ti sei girato e.. Non l'hai trattata molto bene.-
Provai a pensare, ma non mi venne in mentre niente.
-Harry, spiegati.-
Dissi mettendomi a gambe incrociate per guardarlo in faccia, e lo stesso fece lui.
-Le hai detto che tu la tieni in casa per farle piacere, che ti fa pena, che tra voi non c'è nessun tipo di rapporto,e che quindi lei non aveva diritto di dirti cosa fare e con chi scopare.-
Rispose lui gesticolando.
-Mi stai prendendo in giro?-
Chiesi dopo qualche attimo di silenzio, con la speranza che fosse tutto uno scherzo.
Ma con mio dispiacere lo vidi scuotere la testa.
-Ho combinato un casino. Merda, e tu non potevi dirmi qualcosa?!-
Chiesi arrabbiato a Harry, anche se sapevo perfettamente che non era colpa sua.
Lo vidi guardarmi negli occhi come se capisse.
-Scusa, tu non centri niente.-
Mi scusai subito, cercando di evitare altre situazioni spiacevoli.
-Comunque, quindi alla fine lei se ne è andata con Zayn?-
Domandai a Harry, con un pizzico di malinconia mischiata a qualcos'altro che ancora non riuscivo a decifrare.
Lui annuii in risposta, e io iniziai a pensare ad una soluzione per tutto quel casino.
Presi il telefono che avevo buttato sul divano, e digitai un messaggio.
"Lighter, mi dispiace, non avevo intenzione di farlo. Possiamo vederci e parlarne?"
Feci per inviarlo, ma la voce di Harry mi fermò.
-Non scriverle, probabilmente ora non ne vorrà sapere di te, e si infurierebbe ancora di più. Lascia che sbollisca un po'.-
Constatai che aveva ragione, così cancellai il messaggio.
-Piuttosto, prova a scrivere a Zayn e chiedigli di parlarle.-
Ci pensai un attimo su, poi annuii.
"Zayn (: Lighter è lì vero? Senti mi dispiace un casino per quello che è successo, puoi provare a parlarle tu?"
Restammo in silenzio, mentre aspettavo la risposta.
 
Zayn's Pov.
Continuavo ad ascoltare la sua risata sotto il mio tocco di solletico, mentre mi pregava di smetterla.
-Zayn ti prego, non ce la faccio più!-
Ripeté ancora una volta ridendo.
-Ringrazia il telefono.-
Le dissi ridendo, mentre smettevo di farle il solletico. Avevo sentito il telefono vibrare, così lo presi, e lessi il messaggio, di Louis.
"Zayn (: Lighter è lì vero? Senti mi dispiace un casino per quello che è successo, puoi provare a parlarle tu?"
Sapevo che non aveva intenzione di creare quel casino, non era da Louis.
Guardai di sfuggita Lighter, che si guardava intorno spensierata con un mezzo sorriso. Non avevamo ancora parlato della sera prima, quindi ne dedussi che non voleva parlarne.
"Hei! Ti sei ripreso? Comunque non credo che abbia voglia di parlare. Si sta tranquillizzando, appena posso vedo di provare a parlarle, ok? :)"
Mandai il messaggio, riposi il cellulare in tasca, e tornai a guardarla con aria assassina.
-Principessa.-
La chiamai, così da farle notare il mio sguardo furbo.
-Zayn, no. No no no!-
Provò a respingermi mentre mi avvicinavo per ricominciare con la tortura precedente.
Andai avanti qualche minuto a guardarla  ridere.
-Ti prego, faccio qualsiasi cosa, ma smettila!-
Qualsiasi cosa? Interessante.
Scacciai i pensieri perversi che mi erano spuntati in mente, e pensai a qualcosa di carino.
-Dammi un bacio sulla guancia e dimmi che sono il ragazzo più bello del mondo, e la smetterò.-
La sfidai sorridendo.
-Ok, va bene!-
Rispose lei che stava per morire.
Mi abbassai alla sua faccia per farmi dare il bacio, senza smettere di solleticarle la pancia.
Era incredibile come quella ragazza soffrisse il solletico ovunque.
Mi rialzai aspettando la conclusione.
-S, sei il ragazzo più bello che abbia mai visto, ok?-
Disse lei che ormai aveva le lacrime agli occhi dal ridere.
Smisi di farle il solletico e mi sollevai, guardandola mentre si ricomponeva.
-Devo fare pipì.-
Mi avvisò alzandosi.
-Buona fortuna!-
Dissi io ironicamente mentre iniziava ad allontanarsi.
-Comunque sei brutto!-
Mi urlò prima di correre in bagno e chiudersi dentro.
Infame.
-Tanto prima o poi dovrai uscire.-
Risposi ridendo e avvicinandomi alla porta.
 
Louis' Pov.
Dopo pochi minuti di silenzio mi arrivò il messaggio di risposta.
"Hey! Ti sei ripreso? Comunque non credo che abbia voglia di parlare. Si sta tranquillizzando, appena posso vedo di provare a parlarle, ok? :)"
Sospirai, poi risposi.
"Ok, grazie (:"
Inviai il messaggio e mi lasciai cadere in avanti poggiando la testa sulla spalla di Harry.
-Sistemiamo la casa?-
Chiesi per cambiare discorso.
-Non ne ho molta voglia, ma va bene.-
Rispose lui strappandomi come sempre un sorriso.
Sollevai la testa dalla sua spalla, e insieme ci alzammo.
-Let's go?-
-Let's go.-
Confermò lui dandomi una pacca su una spalla.
Ci dividemmo a raccogliere bicchieri e sporcizie per la sala.
-Vado a prendere un sacco per la spazzatura.-
Dissi mentre andavo in cucina. 
Presi uno dei grandi sacchi neri, e lo portai in sala.
-Allora, tu con le ragazze? Non te ne sei ancora trovata una fissa?-
Chiesi ricominciando a raccogliere.
-Beh, l'altro ieri sono andato a letto con Mary, è già la terza volta. Però proprio non ci riesco a fare il fidanzato, mi stufo.-
Risi per il fatto che poteva anche sembrare serio.
-Sei sempre uguale.-
Dissi scuotendo la testa. Il che non mi dispiaceva affatto, un Harry serio e affidabile non sarebbe stato Harry Styles. 
Passammo circa un quarto d'ora a pulire parlando di tutto, poi andammo in corridoio.
-Allora, io faccio il corridoio, tu le due stanze, ok?-
Dissi indicando la stanza dei miei e quella di mia sorella.
Sapeva perfettamente il perché lo avevo mandato a pulire le stanze, infatti mi fulminò con lo sguardo, e io in risposta sorrisi innocentemente.
-Va bene, Tomlinson.-
Risi mentre si allontanava a raccogliere preservativi usati nelle camere.
Nel frattempo cominciai a raccogliere sporcizie e robe varie per tutto il corridoio, e a pulire il tavolo degli alcolici.
Se ci fosse stata Lighter, pensai, sarebbe stato tutto più piacevole.
 
 




 






 
 
 
 
Uooooooooooh.
CHIEDO UMILMENTE PERDONO.
ALLORA, buona sera a tutti.
SCUSATEMI TANTISSIMO, sono in ritardo clamoroso, il capitolo è corto e fa schifo.
Mi sento una cacca, devo ancora INIZIARE a scrivere il capitolo di Red. Non ce la farò mai, scusatemi. Solo che mi viene difficile avere tempo per scrivere visto che sto al centro estivo dalle otto di mattina alle sette di sera, e quando sono a casa aiuto mio padre per riarredare la mia camera.
Tralasciando le scuse e le suppliche di perdono (?) come va? Per quelle che hanno fatto l'esame, con quanto siete uscite?? :) E il prossimoi anno che andate a fare? c:
Mi faccio gli affari vostri lol.
POOI, virgola, taaaante grazie a:
  onedirectionilove
  Supermannnnn__
  HolaOli
  Giuliakevin_Directioner
Per le QUATTRO recensioni. Adjfgsjgs sono aumentate vi amo :'3 Riuscite a mantenerle quattro per capitolo? Se si, vi amo ancora di più lol ;)
Ok ora mi dileguo che ho scritto un poema, byee!


 
xx, Flying_

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Capitolo 13
*** Capitolo 12. ***






Winter in Heart.
 

 




"Forse non è sempre cercare di riaggiustare qualcosa di rotto,

forse è ricominciare da capo

e creare qualcosa di migliore."








 
 

Capitolo 12.


Zayn's Pov.
-Buongiorno bella.-
Dissi vedendola aprire gli occhi accanto a me.
-Hey..-
Rispose lei stanca sorridendo.
-Ma che ci fai nel mio letto?-
Mi sentii poi chiedere. Molto sveglia la ragazza, mi dicono.
-Prima di tutto questa è la mia camera ed è il mio letto, e tu ieri ti sei addormentata qui mentre parlavamo.-
Le spiegai mentre si rigirava tra le mie braccia per guardarmi negli occhi.
-Oh.-
Erano passati sei giorni da quando era venuta qui, e come mi aspettavo avevamo legato molto.
Era una ragazza semplice e dolce.
Non avevamo ancora parlato di Louis, e tutto stava andando bene.
-Facciamo colazione?-
Mi chiese lei distogliendomi dai pensieri.
-D'accordo lentiggini.-
Risposi prendendola in giro.
-E non mi chiamare Lentiggini idiota!-
Disse lei dandomi una spinta che mi fece rotolare giù dal letto.
-Auh.-
Riuscii solo a dire. In verità non mi ero fatto niente, ma volevo vedere come avrebbe reagito.
-Zayn? Tutto bene?-
Disse lei preoccupata affacciandosi dal letto.
-Si lentiggini!-
Risposi io, tirandola perterra con un braccio.
E dopo le varie risate, andammo a fare colazione.
 
Louis's Pov.
Mi svegliai con il pensiero fisso che ere il sesto giorno senza Lighter in casa.
E mi mancava.
Ormai non mi chiedevo più se quella che provavo fosse tristezza, gelosia, o cos'altro.
Era un tutt'uno.
Se sentivo parlare di lei e Zayn ero geloso, quando pensavo al tempo che avevamo passato insieme ero triste, e quando realizzavo che non era un incubo, ma ero davvero di nuovo solo, ero incazzato con me stesso per la minchiata che avevo fatto.
E quel giorno quando mi alzai mi sentivo come la tipica ragazza con le sue cose.
Forse era per la chiacchierata che avevo avuto la sera prima con Harry.
Il giorno prima era uscito con Lighter, Zayn, e Liam, e mi aveva raccontato tutto diciamo.
Cioè, l'avevo obbligato a raccontarmi tutto quello che riguardava Zayn e Lighter.
Non volevo che Zayn prendesse il mio posto, sia per il fatto che senza di me lei sarebbe stata ancora per strada, ma a parte questo, che non importava più di tanto, mi mancava davvero averla in casa, e non volevo tornare di nuovo solo.
Facendo colazione guardai il telefono e oltre a notare che erano le undici e mezza, notai di avere un messaggio di Harry.
"Heey :)) Ti va di uscire oggi? E' una settimana che ci vediamo sempre a casa tua, esci un po'!"
In effetti era vero, ero solo uscito per prendere la posta, e a cenare con i miei e la famiglia di Harry per Natale.
Che poi era stato un Natale abbastanza merdoso, stavo male.
La cosa positiva era che finalmente avevo rivisto mia madre, mio padre, e mia sorella. Mi erano mancati un casino!
Ci pensai su, poi decisi che era una buona idea.
"Harold (: Va bene dai! Dove e a che ora?"
Posai il telefono e in attesa di una risposta presi la scatola di cereali e ne mangiai qualcuno.
Anche le colazioni extra caloriche mi mancavano da morire.
Quando mi arrivò la risposta presi l'ultimo cereale prima di guardare.
"Al parco, oggi pomeriggio alle due :)"
Non pensai neanche prima di rispondere, sapevo già che non avevo niente da fare.
"Va bene, sotto al solito faggio giusto? A più tardi ;)"
In tutta quella merdosa situazione l'unico che mi tirava un po' su di morale era Harry.
Mi veniva a trovare continuamente, mi costringeva ad uscire, trovava sempre il modo di non farmi pensare.
Dove sarei ora senza di Harry? Credo che sarei un lurido obeso forever alone che passa le giornate a demoralizzarsi con delle patatine ed un gelato in mano.
E lui probabilmente senza di me sarebbe già stato padre di una ventina di bimbi, e avrebbe già divorziato una dozzina di volte.
Insomma insieme andavamo bene.
 
Harry's Pov.
Dopo aver ricevuto la conferma di Louis sorrisi soddisfatto, e digitai l'altro messaggio.
"Hey rossa! Ho bisogno di un consiglio per un regalo di mia sorella, vieni a fare un giro oggi?"
Destinatario: Lighter.
Dopo pochi minuti arrivò la risposta, così distolsi lo sguardo dalla televisione e guardai il messaggio.
"Ehm certo! Dove devo venire?"
Ripensai a quello che avevo detto a Louis, e risposi.
"Al parco, quello vicino al centro commerciale, alle due :))Ci incontriamo sotto al faggio, ok?"
La verità? Non ne potevo più diu questa noiosa e imbarazzante situazione.
E non ne potevo più di vedere Louis così.
 
Louis's Pov.
Finita la conversazione con Harry misi a posto i cereali, e cercai qualcosa con cui poter pranzare.
Mangiai, guardai della televisione, ascoltai musica, misi dei vestiti nella lavatrice.. E mi sorse una domanda: che cazzo avevo fatto in tutti quei giorni a casa da solo? Prima di Lighter, intendo.
Comunque ormai erano le due meno dieci, così decisi di andare a prepararmi per uscire.
Andai in bagno, mi diedi una lavata, e con un rasoio passai la poca barba che avevo.
Poi andai in camera, e presi dall'armadio un paio di jeans grigio scuro, la solita t-shirt bianca, ed un cardigan nero.
Misi il telefono nella tasca dei pantaloni, passai una mano tra i capelli per renderli decenti, ed uscii dalla camera.
Passai tutto il corridoio spegnendo le varie luci, e arrivato alla porta d'entrata infilai le mie converse bianche, il giubotto di pelle nera, presi le chiavi, e let's go.
Percorsi a memoria la strada sul mio Range Rover nero, il posto di incontro era lo stesso da quando io e Harry avevamo.. Sei anni? Sempre il solito faggio, che stava invecchiando con noi. Dolce come cosa, non trovate?
Arrivato nelle vicinanze parcheggiai la macchina, scesi, e andai a piedi verso l'albero.
Come prevedevo Harry non c'era ancora, come sempre, sarebbe stato in ritardo.
Così mi sedetti nella panchina lì sotto, a inizia a guardare tutte le macchine che si fermavano, la gente che passava.
La vecchietta che portava in giro un guinzaglio senza il cane.
Certo che ce n'era di gente strana.
Notai una macchina fermarsi lì davanti, si aprì la portiera, e rimasi sorpreso.
Quella era una chioma che conoscevo bene, e anche se era di schiena, sapevo perfettamente chi fosse.
-Grazie Zayn!-
-Se hai bisogno chiama!-
Quando chiuse la porta e fece per avvicinarsi all'albero mi alzai, e inconsciamente sorrisi.
Era tanto che non la vedevo.
Era concentrata sul suo telefono mentre si avvicinava, solo quando fu a pochi metri da me si accorse di chi ero.
-Lighter.-
La salutai cercando di contenere quel piccolo sorriso.
Il suo sguardo era semplicemente smarrito, mi ricordava il primo giorno in cui l'avevo incontrata.
 
Svoltai, come tutte le volte, l'angolo che portava al vicolo con passo sicuro, ma improvvisamente qualcosa mi fece fermare. O meglio, qualcuno.
Non riuscivo a vederne il viso, coperto dalle chiare ciocche di capelli che uscivano dal cappuccio, completamente bagnato. Subito rimasi sul posto incapace di fare qualcosa, e lei non si accorse di me.
Solo quando sentii più singhiozzi provenire da quel fragile corpo abbandonai i miei pensieri per tornare alla realtà.
Non potevo lasciarla lì, da sola, sotto alla pioggia, con una felpa e due gradi sotto zero, pensai.
Mi grattai la nuca oltre il cappuccio e mi guardai intorno, notando che eravamo completamente soli, e che ancora non mi aveva notato.
Così mi avvicinai di un passo a lei, schiarendomi la voce.
Quando lo feci parve spaventata, mentre alzava il viso di scatto, ma poi lo riabbassò lentamente, facendo finta di nulla. Così finalemnte mi decisi a parlare.
-Ciao. Va, va tutto bene?-
 
Ma poi sembrò riprendersi, ed il suo sguardo diventò duro.
Non si avvicinò di più, rimase lì, e questo mi fece terribilmente male, mi sentii una morsa allo stomaco.
-H,hai visto Harry?-
Harry? Cercava Harry anche lei?
Ci misi un po' prima di capire che aveva organizzato lui questo incontro.
Sorrisi ironicamente, pensando che prima o poi sarbbe successa una cosa del genere.
-Anche tu dovevi uscire con lui eh? Idiota.-
Idiota? La verità era che in quel momento forse lo odiavo perché doveva avvisarmi, ma lo stavo amando con tutto me stesso perché così sarei riuscito a parlarle.
-Ho capito, chiamo Zayn.-
Disse lei tornando a girarsi e avvicinandosi alla strada col telefono.
Non volevo che se ne andasse, ma non sapevo cosa fare.
Per mia fortuna agii d'istinto.
-Aspetta!-
Le chiesi quasi supplichevole prendendole il braccio.
Lei si fermo, ma prima di girarsi sembrò pensare per qualche secondo.
Allentai la presa quando sentii che si voleva staccare, e lei si girò, e mi guardò fisso negli occhi, con uno sguardo che mi faceva paura.
Non perché fosse uno sguardo cattivo, minaccioso o cos'altro, ma perché sembrava deluso, e avevo paura di perdarla.
-Aspetta che cosa? Cosa devo aspettare? Che mi insulti ancora? Che mi parli come se io ti dovessi tutto? Che mi distruggi parlandomi del mio passato? Non ne ho bisogno, grazie.-
La sua risposta mi bloccò su due piedi.
Rimasi lì fermo a pensare mentre lei se ne andava verso la strada. Le avevo davvero fatto così tanto male?
Ero davvero riuscito a far arrabbiare una ragazza come lei?
Mi risvegliai da quel blocco e corsi quei pochi metri che mi bastarono per raggiungerla.
-No, Lighter ascoltami!-
Dissi ancora una volta fermandola.
-Louis, smettila.-
Disse lei girandosi con un ghigno schifato in viso.
Ancora una volta mi sentii stringere la morsa allo stomaco, ma mandai giù e parlai.
-Lighter io.. Io non avrei mai voluto che succedesse tutto questo!-
Dissi abbandonando la presa su di lei.
-So benissimo che eri ubriaco, ma a me non interessa quanto tu stessi male per Niall ed Eleanor, io ho cercato di aiutarti e tu hai solo saputo rinfacciarmi che sono viva grazie a te! E non puoi credere che con un incorntro e quattro belle parole riuscirai a sistemare tutto!-
Per la prima volta la sentii alzare la voce.
Ero distrutto.
-No, io.. Lighter io..-
Io non sapevo cosa dire. Non sapevo che scusa usare.
-Tu non hai scuse Louis.-
-Lighter tu mi manchi!-
Mi decisi, finalmente, a dirlo. A dire la verità.
A quella frase lei sembrò rimanere sorpresa.
Finalmente avevo detto qualcosa di utile.
E lei sembrò voler ribattere ancora, ma decisi di continuare.
-Si, mi sei mancata, ok? E non lo dico tanto per dire, ci ho pensato in questi giorni. E non è vero che tra noi non c'è nessun rapporto, me ne sono accorto solo ora! Sarò anche in ritardo, ma mentre tu non c'eri, mi sono accorto che tra di noi c'è un'amicizia, una forte amicizia, più di una semplice amicizia!-
Mi fermai un attimo sentendo le lacrime spingere e gli occhi bruciare.
E mi accorsi che anche i suoi occhi stavando diventando lucidi.
-E se proprio devo dirla tutta per convincerti, sono stato io a obbligare Harry ad uscire con voi! Perché volevo che mi dicesse qualcosa di te. Di te e di Zayn. Si, sono geloso, okay? Perchè non voglio che lui prenda il mio posto.-
Mi fermai, questa volta perchè mi accorsi che una delle tante lacrime era riuscita ad uscire e stava scendendo lungo la mia guancia.
In tutto quel tempo il suo viso non aveva cambiato espressione, sembrava triste e sorpreso da tutto quello che avevo detto, ma improvvisamente tornò confuso.
-Vuoi che sia completamente sincera anch'io? Ok. La verità è che io.. Con Zayn mi trovo meglio.-
Anche se non sembrava per niente convinta, quella frase aumentò la dolorosa morsa al petto, provocando l'uscita di un'altra lacrima.
Cosa aveva in meglio di me?
-Perché?-
Riuscii solamente a chiedere, lasciando scorrere altre lacrime.
-Perché?!-
Chiesi questa volta più forte, schiacciando un pugno contro la pianta che avevamo a fianco.
E prima che rispondesse una lacrima rigò anche la sua guancia. E mentre i graffi sulla mia mano cominciavano a sanguinare, il suo sguardo era sempre più spaventato e deluso.
Deluso da me.
-I,io scusa Lighter, non dovevo. Ma.. Perché?-
Provai a chiederlo ancora, questa volta più calmo, da sembrare quasi una supplica.
Distolse lo sguardo distrutto dal mio, e iniziò a parlare con difficoltà, facendo schizzare lo sguardo da una parte all'altra, interrotta dai singhiozzi.
Sembrava che neanche lei sapesse cosa dire, e cosa stesse dicendo.
-Io, io sto meglio, è più spontaneo.. E'.. Lui non cerca sempre di capirmi, lui fa e basta, mi tratta come una persona qualsiasi, come tratta tutti! ..E' più.. più semplice stare con lui.-
Quando finì la frase piena di balbettii, i suoi occhi tornarono ai miei.
Le mie mani lasciavano trasparire la tensione che c'era in me, continuando a passare tra i capelli, e a giocherellare con il bordo delle maniche.
"Ci sono sempre due strade, quella più semplice e quella in salita. Forse all'inizio ti sembrerà che entrambe porteranno allo stesso traguardo, ma quella in salita ti porterà sempre molto più in alto."
L'avevo letta in un qualche libro, ed era una di quelle frasi che mi erano sempre rimaste in testa.
Se non devi combattere, forse significa che il tuo obbiettivo non è abbastanza.
Ma se per un obbiettivo devi combattere, fallo, perché quella è la tua strada in salita.
E in quel caso le due strade eravamo io e Zayn.
Avevo imparato a conoscerla, e Zayn era dolcissimo, ma non era il suo ragazzo.
Lei aveva bisogno di qualcuno che la capisse, che la trattasse come una principessa.
Non di qualcuno che la trattasse come tutti gli altri.
E anche se era più difficile per lei, era così.
E per questo avrei combattuto, e le avrei fatto capire che l'avrei davvero trattata come una principessa.
Non come una persona qualsiasi.
-Appunto, più semplice. Probabilmente non avete mai parlato dei vostri problemi, e cose simili, ma solo riso a passato del piacevole tempo insieme, mi sbaglio?-
Sapevo che era così, perché Zayn non era uno che si confidava, o che sapeva consolare le persone. Era dolce e sapeva farti stare bene. Ma a lei serviva qualcuno che la aiutasse per davvero, non per gioco.
-E' ovvio che è più semplice se non affrontate i problemi. Se non vi confrontate mai, come potreste mai litigare? Capisci che intendo? In poche parole, intendo dire che l'obbiettivo più semplice è quello sbagliato. E' banale come frase, ma è così.-
Non l'avrei mai lasciata andare senza averle fatto capire che ci tenevo davvero.
-Lighter io.. Io non voglio tornare solo, ho bisogno di te.-
Conclusi così, sperando di averle fatto capire qualcosa. Qualcosa di importante.
I nostri occhi non si erano mai lasciati, e continuavano a fissarsi lasciando uscire talvolta qualche lacrima.
Sembrava la scena di un film, o di un libro, ma non avrei mai pensato che viverla sarebbe stato così fottutamente triste.
Mi fissò negli occhi per alcuni secondi, che mi sembrarono interminabili.
Poi, senza che me ne accorgessi, mi ritrovai a stringere quel fragile corpo tra le braccia.
Si era buttata in lacrime in un abbraccio.
E io la stavo stringendo.
Mi mancava terribilmente quel suo corpo.
E riaverlo tra le braccia mi sembrò impossibile.
-Scusa Louis, scusa.-
Sussurrò lei con il viso nell'incavo del mio collo, mentre la stringevo a me in un abbraccio disperato, senza lasciarla andare.
Sorrisi.
-No, scusami tu, non avrei mai dovuto dirti quelle cattiverie. Mi dispiace Lighter.-
Passammo altri secondi, minuti in lacrime stretti in quell'abbraccio.
Finché entrambi non riuscimmo a calmarci e a cessare di far uscire le lacrime.
Sentii la sua testa spostarsi sotto il mio collo, così abbassai il viso di modo da poterla guardare in quegli occhi color ghiaccio. Erano più belli di quanto mi ricordassi.
Lasciai che la mia fronte si poggiasse alla sua, senza sconnettere gli occhi.
-Mi sei mancato Louis.-
Disse lei sincera con un lieve sorriso imbarazzato.
Sorrisi spontaneamente, e strinsi di più le braccia intorno alla sua vita.
-Possiamo ripartire da qui, e migliorare insieme, okay? Anche se sarà difficile.-
Avevamo finalmente chiarito. Ora sapevamo entrambi che ci volevamo bene. Un bene reciproco, che ci faceva stare sereni. Un sentimento forte.
-Va bene.-
Sorrisi ancora, le diedi un live bacio sulla guancia, e poi a malavoglia mi staccai.
-Vuoi che ti porti a casa di Zayn?-
Chiesi tenendo le mani sui suoi fianchi.
-Si, così raccolgo la mia roba.-
Quella frase mi rese terribilmente felice.
Sarebbe tornata, ed era tutto ciò che volevo.
Sorrisi, e la guidai verso il parcheggio.
Raggiungemmo insieme la macchina, per mano.
 
 
 














 
 
 
Uoooooooaah.
*TANTI ARCOBALENII.*
OTTO RECENSIONI? O T T O ?
Ok, ne parliamo dopo.
Non è dolcissimo questo capitolo?
Ajsgfgd lol a parte gli scherzi, che ne pensate?
Spero di essere riuscita a farvi capire il messaggio che volevo trasmettere con quella discussione, almeno ci ho provato.
Poi, dicevo, IO ORA SCLERO. CIOE', VOGLIAMO PARLARE DELLE OTTO RECENSIONI?
MA IO VI AMO TROPPO.
Voi non ci crederete, ma ogni volta che leggo una nuova recensione inizio tipo a saltellare per la camera come una rincoglionita.
Oddio, grazie mille a:
  HolaOli
  Giulia96__
  GiuPHoran
  _va_le_
  chicchia99
  Supermannnnn__
  onedirectionilove
  lily__s
Per le OTTO, O T T O  recensioni.
Giuro che se continuate ad aumentare così sclero definitivamente.
Davvero, grazie mille, mi date una soddisfazione incredibile ♥
Senza parlare del fatto che in diverse mi avete detto che vi mancavo, parlate seriamente? 
Ora me ne vado perché i commenti lunghi non piacciono a nessuno e sono noiosa lol
E come nel capitolo di Red concludo con una domanda:
in base a come scrivo questa storia e l'altra, secondo voi, quanti anni ho?
Bye Belleees :'3
 

xx, Flying_

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Capitolo 14
*** Capitolo 13. ***





 

Winter In Heart.













Capitolo 13.
 

Louis's Pov.

Le lasciai la mano solo quando raggiungemmo la macchina, poi salimmo insieme.
Nei primi minuti era il completo silenzio a regnare, poi decisi finalmente di parlare.
-Come pensi che la prenderà Zayn?-
Forse era azzardata come domanda, ma volevo sapere se avrei perso ancora un altro amico, come era successo già con Niall.
-Non so.-
Rispose lei staccando lo sguordo dal finestrino.
-Non credo molto bene, se devo essere sincera io e lui stavamo legando molto.-
Mi stupii, forse perché mi sembrava cambiata. Era molto, molto più aperta. O forse ero io che mi ero dimenticato di com'era quando l'avevo lasciata. L'immagine che avevo di lei rimaneva sempre quella del primo giorno, della prima volta.
Eppure in quello sputo di mese erano cambiate moltissime cose.
-Capito. Beh speriamo che non se la prenda troppo, non mi andrebbe di perdere un amico come Zayn.-
Diciamo che se così fosse stato, ero un campione a perdere gli amici per le ragazze.
Prima Niall con Eleanor, e poi anche questa. Non mi andava proprio.
-Già.-
Rispose lei tornando a guardare fuori.
-Hey, tutto bene?-
Chiesi notando che la sua espressione era piuttosto pensierosa. Ma come mi aspettavo la vidi voltarsi verso di me con un lieve sorriso.
-Certo.-
Non mi aveva convinto molto ma continuai a guidare finché non raggiungemmo la casa di Zayn.
-Vengo anch'io?-
Chiesi prima che scendesse. Non sapevo se volesse parlargli lei, o se forse avrei dovuto spiegare anch'io.  Ma la vidi scuotere la testa, quindi capii che voleva parlargli prima da sola.
-D'accordo, allora.. Mi chiami quando sei pronta?-
-Va bene.-
Ci salutammo con un veloce bacio sulla guancia e poi me ne andai verso casa pensando a quello che era successo.
Finalmente, non ce la facevo più a stare da solo in casa.
Quando raggiunsi la via di casa mia, prima di scendere mi ricordai che dovevo ringraziare una persona, così presi il cellulare e digitai un messaggio.
"Grazie Harry :) xx"
Riposi il cellulare nella tasca con un mezzo sorriso in volto, ed uscii dalla macchina.
 
Zayn's pov.
Sentii suonare alla porta, così mi alzai svogliatamente dal divano buttando a terra la coperta.
Mi avvicinai alla porta e rimasi sorpreso di chi mi trovavo davanti.
-Lighter!-
-Ciao Zayn!-
Ci salutammo come d'usanza con un bacio sulla guancia, e la feci entrare.
-Chi ti ha portato a casa?-
Le avevo detto di chiamarmi quando aveva finito, ma probabilmente l'aveva portata a casa Harry.
-Ecco, a proposito..-
Ci fu una pausa mentre si toglieva il cappotto, le scarpe e la sciarpa, ed io ero sempre più curioso.
-A proposito?-
Chiesi impaziente mentre cercavo il suo sguardo per capire qualcosa.
-Ehm, andiamo in sala.-
Annuii e mi diressi per primo verso la sala.
Spostai la coperta, spensi la televisione, e mi sedetti sul divano lasciando che si sedesse in braccio a me; e questo strappò un sorriso ad entrambi, ma quando le cinsi la vita con le braccia sentii un sospiro, e mi preoccupava terribilmente.
-Lighter cosa c'è?-
La vidi spostarsi tra le mie braccia, e si girò di fianco sulle mie gambe, per potermi guardare in faccia.
-Allora, oggi non mi sono incontrata con Harry, ma con.. Louis.-
Rimasi perplesso da quella frase. Non tanto perché era Louis, ma non capivo perchè non me lo avesse detto. E stavo per chiederglielo, ma venni interrotto dalla sua continuazione.
-Cioè, dovevo incontrarmi con Harry, ma lui ha organizzato un incontro a sorpresa tra me e Louis. Capito?-
Ci pensai un attimo su, poi annuii. E questo discorso mi preoccupava, ero curioso di cosa fosse successo in quell' "incontro a sorpresa".
-E?-
Chiesi la continuazione, dato che non capivo dove volesse andare a parare con quel discorso.
In verità una mezza idea ce l'avevo, ma non ci volevo neanche pensare.
-E.. Abbiamo parlato..-
Stava iniziando a metermi ansia il modo in cui parlava. Sembrava che non volesse dirmi qualcosa, ma ormai avevamo iniziato la discussione, e volevo sapere.
-E quindi?-
-Lui.. Si è scusato e abbiamo chiarito, e mi ha detto alcune cose e..-
A quel punto capii perfettamente di che si trattava.
-E ti ha convinto a tornare, giusto?-
Chiesi interrompendola, con un lieve sorriso amareggiato in volto.
E ebbi la conferma quando la vidi abbassare la testa a guardarsi le ginocchia.
-Già.-
Confermai la mia idea, e lei si volto improvvisamente verso di me per guardarmi negli occhi.
-Zayn io.. Mi dispiace..-
Sorrisi, non avrebbe mai smesso di essere terribilmente dolce.
-Non preoccuparti Lighter, era ovvio che prima o poi sareste tornati insieme, si vede lontano un miglio che insieme state bene.-
Sapevo che purtroppo quella frase era vera, anche se infondo avevo sperato che non tornasse da lui. Ma doveva andare così.
E di sicuro non mi sarei messo a fare una scenata, non era da me.
Sarei semplicemente stato zitto come sempre, e avrei evitato di parlare troppo con entrambi, di modo di essere sicuro di non dire cazzate. Come facevo sempre, insomma.
E prima o poi mi sarebbe passata, e me ne sarei dimanticato.
-Ma..-
La interruppi di nuovo, altrimenti non avrebbe mai finito di scusarsi. E non mi andava di farla sentire a disagio.
-Davvero Lighter, non preoccuparti. Vivo lostesso.-
Cercai ancora una volta di tranquillizzarla, ma questa volta sembrò più decisa nel rispondere.
-Lasciami parlare Zayn!-
Rimasi zitto, e sorrisi abbassando lo sguardo.
Sorridevo, perché per quanto volesse sembrare seria e dura era sempre troppo carina.
-Mi dispiace perché noi due abbiamo legato, e non voglio che questo rapporto impreciso che si era formato vada a farsi fottere okay?-
La domanda suonava più come un'affermazione, e mi lasciò abbastanza impietrito. Era vero, il nostro rapporto stava crescendo, ed era diventato qualcosa di strano. E quel qualcosa di strano piaceva ad entrambi.
-Non voglio andarmente con la solita frase "possiamo restare amici" perché è una cavolata. Voglio dire, resteremo comunque amici, ma no solo due amici..-
Sorrisi ancora una volta, era carina anche quando non riusciva a spiegarsi.
-Ho capito.-
Dissi sorridendo e catturando il suo sguardo.
-Se io ho bisogno tu ci sei, e se tu hai bisogno io ci sono.-
I nostri occhi rimasero incorciati per qualche secondo di silenzio, poi anche lei ricambiò il mio lieve sorriso.
-Facciamoci una promessa.-
Sembrò improvvisamente tornare serena, e si spostò di nuovo nella posizione iniziale, seduta sulle mie gambe, dandomi la schiena.
Poi abbassò la schiena appoggiandosi completamente su di me, e permettendomi di stringerle la vita con le braccia.
Le sorridevo con la testa appoggiata sulla sua spalla mentre mi guardava con la coda dell'occhio.
E capii subito a cosa si riferiva.
-Migliori amici?-
Chiesi stringendola di più con le braccia.
-Migliori amici.-
Confermò la mia domanda, ed io annuii sorridente.
-D'accordo.-
-Promesso?-
-Promesso.-
Non era da me fare promesse, ma sapevo che questa volta l'avrei mantenuta.
-Non ho mai avuto una migliore amica, sai?-
Avevo avuto solo un migliore amico maschio, che era Liam, ma femmina mai nessuno.
E non avevo la minima idea di come ci si comportasse.
-Neanch'io credo di aver mai avuto un migliore amico. Ma credo che tra migliori amici bisogni comportarsi come capita..-
Ci pensai su, e aveva ragione, perché due migliori amici si capiscono sempre, e sono sempre sinceri tra loro.
-Può darsi. E se non è così lo scopriremo.-
Dissi alzando le spalle e facendola muovere.
Rise su di me, e io la strinsi.
Passò forse qualche minuto senza che ci spostassimo, entrambi assorti nei proprio pensieri, ma poi il silenzio venne interrotto dalla sua voce.
-Ora mi sa che..-
-Devi fare le valigie.-
Dissi sospirando.
-Già.-
E sospirò lei a sua volta.
La sorpresi dandole una spinta da dietro facendola quasi cadere.
E poi scoppiai a ridere vedendo la sua espressione sconvolta.
-Sei un deficiente.-
La guardai con gli occhi lucidi dalle risate, e smisi di ridere.
-Andiamo in camera vah.-
Dissi mettendole un braccio intorno alla vita, e lei si poggiò a me, sembrò essersi tolta un enorme peso. 
Sinceramente io speravo in qualcosa di più che un'amicizia, ma forse doveva andare così, e poi quel "migliori amici" era una promessa che mi convinceva.
 
***


-C'è altro?-
Chiesi guardandomi in giro nella stanza.
-No, direi che ho preso tutto.-
La guardai divertito mentre si sforzava di chiudere la valigia, e sospirai.
-Allora.. Inizio a portare la roba in macchina.-
-..Direi di si.-
E sorridemmo entrambi in piedi davanti al letto.
Sentivo di dover fare qualcosa, qualcosa come un abbraccio. Perché sapevo che mi sarebbe mancata.
Ma era comunque la mia Migliore Amica, e ci saremmo visti tutti i giorni, no?
-Mi mancherai migliore amica.-
Senza volerlo mi uscì quella frase, e sorridendo la abbracciai forte.
-Anche tu migliore amico.-
A malavoglia mi staccai, e prendendo tutti i vari bagagli ci dirigemmo insieme verso l'uscita.
Ci mettemmo il cappotto all'entrata, caricammo tutto, e misi in moto l'auto.
-Dici che dovrei venire a salutare Louis?-
Chiesi mentre percorrevo la strada a memoria.
-Vedi tu.. Secondo me a lui farebbe piacere parlarti.-
Mi rispose lei facendo spalluccie. E nel momento seguente parcheggiai la macchina.
-Allora vengo anch'io.-
Scendemmo entrambi, chiusi, e con i bagagli percorremmo tutto il vialetto fino alla porta.
-Allora, vuoi che stiamo qui tutta la sera o suoni?-
Mi sentii chiedere improvvisamente. Si in effetti lei aveva le mani occupate in borse, mentre io avevo solo una valigia.
-Oh, giusto.-
Allungai la mano e sunai il campanello, dopo qualche secondo sentimmo la serratura scattare.
-Lighter! Zayn!-
Vidi le labbra di Lighter allargarsi in un fantastico sorriso, forse era davvero ciò che voleva lei.
Poi mi voltai verso Louis anch'io, e gli sorrisi a mia volta.
-Venite dentro.-
Ci invitò cordialmente spostandosi dall'entrata.
Mi sembrava diverso, intendo il rapporto con Louis. Forse era un po' più teso del solito perché non si aspettava di vedermi.
O forse ero solo io che mi facevo le solite idee strane.
-Dove metto la roba?-
Chiese Lighter guardandosi intorno, come se quello che vedeva la facesse sentire a casa.
-Lasciate pure tutto lì, mettiamo a posto dopo.-
Posammo la roba, e ci fu qualche secondo di imbarazzante silenzio prima che Louis parlasse.
-Beh Zayn.. Mi ha fatto piacere vedere qui anche te.-
Mi disse con uno di quei suoi sorrisi sinceri.
-Io vado un attimo in bagno.-
Ci avvisò Lighter dileguandosi, probabilmente aveva capito il discorso che stavamoper iniziare, e voleva lasciarci soli.
-Volevo.. Salutarti. Insomma non voglio farne una tragedia, è ovvio che lei preferisce stare qui.-
Lui sorrise di nuovo guardando il pavimento, prima di guardarmi negli occhi.
-Mi dispiace per voi due e per.. Il vostro rapporto, ma non ce la facevo più. E poi è colpa di Harry.-
Passò dalla completa sincerità e serietà ad una frase stupida che sdrammatizzò tutto e fece sorridere entrambi.
Sempre lo stesso.
-Non preoccuparti, forse il nostro rapporto è anche migliorato. O almeno ora sappiamo cosa siamo.-
Mi guardò stranito alla mia risposta, così decisi di chiarirmi.
-Cioè, ci siamo fatti una promessa, siamo migliori amici.-
Il suo sguardo sembrò rilassarsi e mi sorrise di nuovo.
-Capito. Beh comunque mi dispiace per tutto il casino che ho fatto, la prossima volta magari bevo di meno.-
Mi disse ironicamente strappandomi un'altro sorrisetto.
Già, forse era il caso che si contenesse un po'.
-Dici? Secondo me invece dovresti bere di più guarda.-
Dissi sorpassandolo con una pacca sulla spalla, ed insieme raggiungemmo la sala per sederci.
-Simpatico.-
Mi sentii dire mentre si sedeva.
-Eccomi!-
Ci voltammo tutti e due per veder arrivare Lighter esattamente come prima.
Sembrò leggermente indecisa sul dove mettersi, ma alla fine non si mise vicino a nessuno, e si sedette sulla poltrona.
-Allora, come vi sono andati questi giorni?-
Mi sentii chiedere da Louis. Beh, per me piuttosto bene, in compagnia di Lighter, ma non potevo rispondergli così.
-Ma niente di speciale.-
Risposi facendo spallucce.
-Esatto, comunque siamo stati bene.-
Concluse Lighter sorridendo a Louis.
-E tu come sei stato?-
Chiese poi sempre Lighter.
-Beh, io non posso dire lo stesso..-
Rispose lui con un sorriso ironico in volto. In quel momento mi immaginai il solito Louis depresso che per non dare problemi agli altri si chiude in casa a marcire nella depressione.
-Menomale che c'era Harry.-
Aggiunsi io sapendo che molto probabilmente Harry aveva passato le sue giornate lì.
-Già, credo che senza di lui ora sarei un pezzo di muschio attaccato al divano.-
Ridemmo tutti e tre, poi tornò a regnare il silenzio.
Cos' dopo qualche secondo in cui ognuno era assorto nei propri pensieri decisi di svagliare un po' la situazione.
-Beh ragazzi, io vado a casa..-
Dissi sfregando le mani sulle mie coscie come per alzarmi. E stavo per farlo ma la voce di Louis mi fermò.
-Zayn è tardi, vuoi fermarti a cena? Ordiniamo le pizze e chiacchieriamo un po'!-
Ci pensai un attimo su. Di meglio da fare non avevo niente, da mangiare tanto meno, e stare in loro compagnia non mi avrebbe di certo fatto male.
-Certo va bene.-
Acconsentii alla fine.
-Perfetto. Che pizze volete voi due?-
Chiese Lighter allungandosi per prendere il telefono.
-Io una ai quattro formaggi, e Zayn una ai peperoni.-
Rimasi perplesso, ero così prevedibile? A parte il fatto che prendevo sempre quella e Louis mi conosceva.
-Esatto.-
Dissi sorridendo.
Dopo di che ascoltammo in silenzio Lighter che prendeva le ordinazioni, quando si fermò ad un certo punto.
-Tipi, ce le facciamo portare o andiamo a prenderle noi?-
Scambiai uno sguardo scocciato con Louis, e ci capimmo subito.
-Faccele portare.-
Confermò lui ridendo.
 
Lighter's Pov.
Forse non lo davo molto a vedere ma ero veramente felice. Quella situazione era ancora molto strana per me.
Insomma, non avevo mai avuto persone che mi volessero bene, e non avevo mai provato certi sentimenti. Per questo non capivo cosa provavo per Zayn, e cosa per Louis. Ma ero contenta, perché finalmente le cose iniziavano a prendere il loro posto.
Certo, non sapevo ancora cosa sarebbe successo con Louis, ma almeno sapevo di avere un fantastico migliore amico che mi supportava. E questo per me era moltissimo.
Pensai ai primi giorni, a com'ero molto più chiusa verso tutti, soprattutto verso Louis.
Forse era perché avevo paura. Non volevo fidarmi di nessuno, avevo paura che fossero solo dei cattivi, come la maggior parte delle persone sulla Terra.
Ma con il passare dei giorni capii che esistevano anche persone buone, in grado di aiutarti, e che il passato non doveva sempre condizionare il tuo presente.
Quindi avevo deciso di ricominciare, di cancellare il passato.
E mi sentivo terribilmente bene, non provavo quelle emozioni da tempo.
Era tutto strano, anche troppo forse. Non capivo le emozioni, e non sapevo cosa fare, ma cercavo di non darlo nell'occhio, e sorridevo, perché ero felice di tuto quel caos.
Ed ora si era messo tutto a posto con Louis, ed eravamo lì a parlare insieme aspettando le pizze.
Forse la verità era che ero cresciuta ed ero matura, ma dovevo ancora imparare molte cose della vita.
Ad esempio il fatto che la pizza ai peperoni è devvero buona.
 
 
















 
Uoooooooooooah!
BUONA SERA GENTEE!
SI, SONO SCLERATA, VE LO DICO GIA'.
E PER BEN TRE MOTIVI!
1. Ovviamente il video di Best Song Ever! Cazzoculo, scusate la finezza eh, ma è fottutamente perfetto! Le mosse di ballo di Louis, Harry che ci prova con Veronica, i loro sorrisi, i balletti dei video precedenti, la scritta 'this is us' alla fine. E' perfetto **
2. Ho compiuto gli annii c: Yeeeh non ve ne frega niente lol
3. Ehm scusate un attimo ma devo prendere fiato per urlare..
UNDICI RECENSIONI IN UN CAPITOLO?!
Voi mi farete morire. Oddio, vi amo, vi amo tutti.
Grazie mille. 
  GiuPHoran
  His Wendy
  veronica pp1D
  _va_le_
  HolaOli
  Supermannnnn__
  lily__s
  Giulia96__
  onedirectionilove
  chicchia99
  xciastinswag
Per le UNDICI recensioni. Vi adoro.
Senza lasciare il fatto che la scorsa volta ho chiesto secondo voi quanti anni avevo, alcune di voi anno detto più di venti, altre 15, e altre minimo 17.. Beh vi dico che una di voi si è avvicinata molto, ma non ho intenzione di dirvi la mia età.. Magari fra un po' c:
Poi vorrei invitarvi a seguirmi anche su twitter, ricambio tutti quelli che chiedono, sono @xzejn oppure anche nella mia pagina Five Angels Are Here vi aspetto tutti c:
POOOI, ho un altro avviso importante!
Mi sentivo molto ispirata, e siccome molte mi hanno proposto di dare una sistemata alla mia vecchia fan fiction Five Angels Fallen From The Sky ho deciso di farlo, iniziando una nuova storia che si chiama Love Is Forever.
Se passate mi fate un gran piacere c:
Molto bene, credo di aver finito.
Scherzavo.
CONSIGLIO PER BATTERE IL RECORD DI VISUALIZZAZIONI DELLE 24 ORE CON BEST SONG EVER!
METTETE IL LINK DI BSE SU QUESTO SITO http://www.tubereplay.com/    TOGLIETE IL VOLUME E LASCIATE ANDARE AVANTI TUTTA LA SERA!
Molto bene, ho finito davvero.
Mi dileguo, nottee :3


xx, Flying_

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Capitolo 15
*** Capitolo 14. ***





Winter in heart.


 

                                                                        






Capitolo 14.


Louis's Pov.
Avevamo finito di cenare, e avevamo deciso di guardarci qualcosa in tv.
Ma più che guardare la gente perversa di Geordie Shore che faceva casino in discoteca pensai alla serata. Anche se l'atmosfera non era completamente sciolta, e ogni tanto ci trovavamo in quegli imbarazzanti silenzi, era andata bene. E io mi sentivo benissimo. Avevo risolto con Lighter, e poi anche con Zayn. 
E andava tutto benissimo.
-Ragazzi,- la voce di Lighter che ci chiamava mi distolse dai pensieri. -possiamo guardare qualcosa di un po' meno.. Porno?-
La domanda di Lighter, unita al suo tono altezzoso e alla sua faccia schifata fece scoppiare me e Zayn a ridere.
E guardandola notai con piacere che anche lei stava ridendo.
-Ma come fate a guaradre queste cose?-
Chiese ancora ridendo.
-Fa ridere!-
Rispose Zayn quando ebbe finito di ridere con me.
-Comunque per me si, possiamo cambiare.-
Zayn fece il finto scocciato, poi annuì ridendo.
-Cosa c'è in tele?-
Chiese poi quest'ultimo.
-Boh, faccio un giro di canali.-
Risposi io facendo spallucce.
Cominciai a mandare avanti i canali uno dopo l'altro, a partire dal primo.
-Uuh, Spongebob!-
Sentii urlacchiare da Lighter mentre saltellava sul divano da seduta, e guardandola notai anche che aveva l'espressione di un bambino al giorno di Natale.
Io e Zayn ci guardammo da una parte all'altra del divano capendoci immediatamente con lo sguardo.
-Dobbiamo proprio?-
Chiese Zayn spostando lo sguardo continuamente da me a Lighter.
Poi lei si girò verso di me per guardarmi con un sorriso innocente.
-Credo proprio di si Zayn.-
Lighter esultò fra me e Zayn, e noi ridemmo insieme.
Se solo pensavo all'ultima volta che io e lei ci eravamo visti. Era cambiato tutto, completamente.
Dal modo di parlare, di pensare, fino al rapporto che c'era tra noi due.
Ora che avevamo chiarito era più.. Semplice forse.
Avevamo superato un primo ostacolo.
-Spiegami, ma perché un fottuto pesce dovrebbe volere un naso?-
Sentii Zayn domandare, con aria perplessa.
-Queste sono le domande della vita a cui non potrai mai rispondere.-
Risposi ironicamente.
E così, a cartoni animati e battutine arrivammo a fine serata.
-Ragazzi sono le undici passate, io dovrei andare.-
Ci avvisò Zayn passando le mani sulle cosce prima di alzarsi.
In seguito ci alzammo anche io eLighter per salutarlo.
-Oh okay. Beh allora, ci si vede!-
Dissi dandogli una pacca sulla spalla mentre si chiudeva il giubbotto di pelle.
-Direi di si!-
Rispose infilandosi le scarpe.
-Ciao Lighter!-
La salutò con un bacio sulla guancia ed un veloce abbraccio.
-Ciao Lou!-
Salutò anche me con un veloce abbraccio, poi gli aprii la porta, e notammo che pioveva.
-Zayn dove ce l'hai la macchina?-
Chiesi prima che uscisse e si bagnasse.
-Oh non preoccuparti è dietro l'angolo!-
Rispose lui facendo spallucce e uscendo dalla porta.
-Aspetta! Prendi questo.-
Afferrai il primo ombrello che mi capitava dal portaombrelli e glielo lanciai.
-Grazie!-
Mi fece segno con la mano, e poi sparì.
-Direi che l'ha presa bene.-
Dissi dopo aver chiuso la porta alle mie spalle.
-Penso proprio di si.-
Rispose lei sorridendo.
-Andiamo a dormire?-
-Andiamo a dormire.-
Dopo la sua conferma annuii ed insieme ci dirigemmo verso il corridoio.
-Ah Lighter, non sapevo se volevi dormire nella mia camera, quindi ti ho preparato il letto in camera di mia sorella..-
La avvisai mentre entreva in bagno.
Avevo pensato che dopo quel periodo di litigio ci sarebbe stato imbarazzo, o tensione fra di noi, quindi preferivo dormire da solo piuttosto che passare una notte di disagio reciproco.
-Va benissimo.-
Rispose lei sorridendo.
Sorrisi anch'io mentre si chiudeva la porta alle spalle, poi entrai in camera ed inizia a cambiarmi mentre sentivo dei tuoni avvicinarsi e farsi lentamente più forti.
Al meteo in effetti avevano accennato a qualche possibile temporale.
 
Lighter's Pov.
Dopo essermi fatta una breve doccia senza bagnarmi i capelli ed essermi lavata i denti uscii dal bagno con l'accappatoio, e trovai Louis seduto a terra davanti alla porta di camera sua.
-Oh, stavo per pisciarmi addosso.-
Risi mentre si alzava svogliato.
-Ti ho portato le borse nella camera.-
Mi disse infine sorridendo, ed io ricambiai il sorriso stringendomi nell'accappatoio.
Non era per niente cambiato, era esattamente lui, come me lo ricordavo.
Forse l'unica cosa cambiata era il nostro rapporto, che mi pareva migliorato.
Io mi sentivo più sciolta, ed era più semplice stare con lui.
Louis aveva ragione, questa storia avrebbe avuto molti ostacoli, ma non mi importava, perché lì mi sentivo finalmente a casa. E poi un ostacolo era già andato.
-Grazie.-
Risposi senza smettere di sorridere.
-Beh allora..-
Disse lui facendo spalluccie, senza concudere.
-Buona notte.-
Conclusi io facendolo sospirare sorridente.
-Notte Lighter.-
Disse in fine avvicinandosi per darmi un bacio sulla guancia.
Cercai di essere il più spontanea possibile allontanandomi da lui, ma appena mi chiusi dietro la porta della camera non riuscii a nascondere il velo di gioia e di imbarazzo che quel gesto mi aveva lasciato.
Ero felice.
Felice di aver trovato un amico come Zayn, felice di aver chiarito con Louis, felice di sapere che non ero più sola, felice di sapere che non ero solo un peso per tutti come era sempre successo;
felice di sentirmi a casa, accolta.
Continuando a pensare alla lunga giornata e a tutto ciò che era successo, mi vestii e mi preparai per andare a letto.
Mi sdraiai sotto le coperte venendo travolta da un'ondata di brividi che mi percorse il corpo quando mi accorsi che il letto era ancora freddo.
Poi quando tutto si fece più caldo mi sciolsi, e mi rannicchiai pensando.
Sentii un tuono che sembrava in lontananza, ma non ci diedi peso, e cercai di tornare a concentrarmi.
Ma poi un tuono più forte mi fece saltare, e istintivamente mi tirai su la coperta fino al naso.
Stupida fobia.
Ma avrei resistito, dovevo solo riuscire a non pensarci.
Ed infatti in un buon quarto d'ora riuscii ad addormentarmi.
 
-Ah!-
Mi scappò un urletto mentre mi svegliavo sorpresa da un forte tuono.
Subito mi coprii la bocca con una mano mentre prendevo fiato, e sperai che Louis non mi avesse sentita, anche se dubitavo che lo avesse fatto visto il rumore dei tuoni e della pioggia torrenziale che non era cessata.
Guardai l'ora dal telefono, le tre e ventisette.
Mi stropicciai gli occhi e tentai di rimettermi a dormire, ma i tuoni erano aumentati.
Continuavo a rigirarmi sotto la coperta, spaventandomi ogni volta di più, e dopo quaranta minuti di quella straziante situazione mi alzai spaventata, assonnata e scocciata.
-Fanculo.-
Sussurrai stupendomi della mia aggressività; non era da me, ma quando ci stava, ci stava.
Quindi aprii la porta silenziosamente, e sulle punte dei piedi scalzi percorsi il corridoio fino ad arrivare alla porta chiusa di Louis.
Poggiai l'orecchio, e sentii solo il respiro pesante di una persona che dorme beatamente.
Mi sentii un po' in colpa per quello che stavo per fare, e anche abbastanza imbarazzata, ma la stanchezza ed un nuovo tuono mi aiutarono ad aprire la porta.
-Louis?-
Lo chiamai, tenendo la voce bassa per non spaventarlo, e subito quel respiro regolare e pesante si fermò.
-Che c'è? Tutto bene?-
Chiese con voce stanca, mentre sentivo le coperte muoversi.
-Posso dormire con te?-
Lo sentii sorridere, prima che rispondesse.
-Vieni.-
Sorrisi nel buio, e trovai il letto seguendo le poche ombre scure provocate dalla persiana chiusa male.
Quando toccai il letto sotto le mani notai che mi aveva fatto spazio, così alzai le coperte e mi rinchiusi sotto quel caldo.
-Va meglio?-
Chiese mentre mi giravo di profilo per poterlo guardare in faccia.
Non risposi subito, ma mi avvicinai di più a lui trovandomi a sfiorare il suo petto con la fronte.
-Si.-
Risposi a fior di pelle lasciando che la testa si appuggiasse alla sua pelle calda, e a quel punto le sue braccia si allargarono e mi strinsero le spalle.
Chiusi gli occhi dimenticandomi dei tuoni che sembravano scomparsi, e mi addormentai.
 
Louis's Pov.
-Chi è che ha il fottuto coraggio di chiamarmi a quest'ora del mattino, qualsiasi ora sia.-
Mugugnai allungando il braccio verso il comodino per afferrare quel malefico aggeggio suonante, mentre Lighter si stiracchiava.
Aprii la chiamata ignorandone il mittente e riuscii a far uscire qualche verso che somigliava ad un "pronto?" con voce stanca.
-Louis!!-
A sentire quella voce squillante che amavo balzai seduto sentendomi improvvisamente sveglio.
-Lottie! E' un casino che non ci sentiamo!-
Mi sedetti con le gambe a spenzoloni dando la schiena ad una Lighter piuttosto perplessa.
-Ti ho svegliato?-
Sentii chiedere dall'altra parte del telefono.
-Ehm.. Si ma non importa, come va?-
Chiesi eccitato. Mia sorella appena diciassettenne era in viaggio il suo ragazzo di 18 anni da più di due mesi, stavano facendo una specie di tour con una scuola di lingue, e io non la sentivo da troppo, troppo tempo.
-Qui va benissimo direi!-
Rispose lei ancora più entusiasta. 
-Qui dove?-
Chiesi, visto che non avevo la minima idea di dove fosse. Mi ero perso alla seconda tappa, quella in Italia, poi non l'avevo più sentita.
-Te ne stupirai fratello.-
La sua voce era sommessa ed emozionata, segno che aveva una sorpresa in servo.
-Quindi?-
Chiesi saltellando sul letto sempre più impaziente.
-Doncaster.-
Confessò lei emozionata quanto me.
Ci fu qualche secondo di silenzio prima che captassi l'informazione.
-Louis ci sei?-
-DONCASTER?!-
Mi ritrovai ad urlare più felice che mai, e la sentii ridere.
-Sei con mamma e papà?!-
-Già, non hai visto il numero?-
Allontanai velocemente il cellulare e notai che in effetti il mittente era il telefono di mia madre.
-Oh Dio Lottie, è fantastico!-
-Si, lo so! Ora ti passo mamma che deve dirti una cosa lei, ci sentiamo dopo!-
-Okay, ciao Piccola!-
Piccola. Era tanto che non pensavo alla mia sorella minore, e che non chiamavo nessuno con quel soprannome.
Ad essere sincero mi accorsi che con tutte le cose che mi erano successe negli ultimi tempi non avevo pensato quasi per niente a lei, ma sentendo la sua voce mi resi conto di quanto mi mancasse.
Dopo pochi secondi la voce di mia madre mi riportò alla telefonata.
-Pronto, mamma?-
Chiesi non sentendola più parlare.
-Si si sono qui, stavo guardando tua sorella che esulta a modo suo.- Me la immaginai, e mi fece ridere. -Comunque, visto che tua sorella è tornata con il suo ragazzo, e tra una settimana partirà per andare a vivere di nuovo con lui in Irlanda, abbiamo pensato che passare da te uno di questi giorni non sarebbe una cattiva idea!-
Ci pensai un po' su prima di rispondere, sapevo che non erano a conoscenza della presenza di Lighter, ma decisi che spiegarglielo non sarebbe stato un problema.
-Oh! M, mi sembra perfetto!-
Dissi felice guardando per un attimo Lighter negli occhi, mentre lei continuava a non capire.
-Benissmo. Allora avverto tutti che si parte!-
Lessi la felicità nella sua voce, e capii che lei non vedeva l'ora di tornare e rivedere la sua amata casa. Sapevo che non avrebbe mai voluto andarsene, ma amava mio padre, e non lo avrebbe mai lasciato solo, e tutto questo mi fece sorridere ancora.
-Va bene se arriviamo domani pomeriggio?.-
-Perfetto mamma.-
-Bene. Allora.. Oh si, ti ripasso Lottie!-
Disse cercando di stare tranquilla.
-No aspetta!-
La fermai prima che potesse allontanare il telefono dall'orecchio.
-Louis?-
La voce interrogativa di Lottie mi fece capire che non avevo fatto in tempo.
-Lottie, ripassami un attimo mamma.-
Lei rise, e poco dopo sentii di nuovo la voce di mia madre.
-Cosa c'è Lou?-
-Niente, solo.. Ci sarà una sorpresa.-
Dissi emozionato mentre mi giravo per poter guardare Lighter che era ancora coricata sotto le coperte a fissarmi.
-Come? Cioè, e cosa sarebbe?-
Risi, la sua voce era curiosa e anche un velo preoccupata.
-Se te lo dicessi non sarebbe più una sorpresa. E poi la domanda che dovresti farti è chi, non che cosa.-
Passarono alcuni secondi di silenzio.
-Ma, ma..-
-Passami Lottie o riattacco.-
La avvisai interrompendola.
Lei sbuffò, prima di arrendersi e parlare.
-D'accordo, ma fa che sia una sorpresa in senso buono, Louis William Tomlinson.-
Questa volta nella sua voce colsi anche una nota di rimprovero.
-Certo mammina cara.-
Risposi cercando di sembrare il più innocente possibile.
-Eccomi brò!-
Mi avvisò dall'altra parte del telefono la voce di mia sorella, che era tornata più calma.
Sospirai.
-Lottie. Ma lo sai da quanto tempo non ci vediamo?!-
Feci quella domanda retorica socchiudendo gli occhi.
E lei probabilmente non la interpretò come una domanda retorica; non rispose con un 'eh già' o con un 'mi manchi', ma rispose in modo piuttosto.. Preciso.
-Si, due mesi e diciassette giorni.-
Spalancai la bocca.
-Sempre la solita pignola rompiscatole eh?-
-Eh già.- Rispose lei soddisfatta do non essere affatto cambiata. - Senti Louis io ora devo andare che Travis mi aspetta per uscire..-
-Va bene, ciao Lottie, ti voglio bene.-
-Ciao Lou, ci vediamo presto! Anch'io ti voglio bene eh.-
Risi per l'ultima frase.
-Ciao!-
Dissi per concudere.
-Ciao!-
Rispose lei.
E poi finalmente chiudemmo la chiamata.
Mi voltai euforico verso Lighter, che alzò le sopracciglia come per spronarmi a parlare.
-Conoscerai la my family.-
Dissi saltando giù dal letto e prendendo qualche capo alla rinfusa.
-Cosa?!-
Mi sentii improvvisamente chiedere alle spalle.
-Louis, ma.. Ma loro non sanno neanche che esisto, arrivano qui e si trovano una sconosciuta in casa?!-
Chiese alzandosi e avvicinandosi a me.
-Per la cronaca è la mia di casa, ma comunque, non la prenderanno male. Li conosco, fidati. A mia sorella starai simpatica, e vorrà esserti amica, mia madre sarà contenta che ho qualcuno che mi aiuta a mantenere intera la casa, e mio padre..-
Non continuai, e feci spalluccie.
-Tuo padre?-
Chiese lei seria.
-Niente, lui si fa sempre gli affari suoi. E poi non ti devo presentare mica come futura sposa eh! Sarai la mia.. Coinquilina.-
Conclusi soddisfatto, senza ricevere risposta.
-Perfetto, ora andiamo a fare colazione.-
Lasciai i vestiti sul letto decidendo che mi sarei cambiato dopo, e mi avviai verso la cucina seguito da Lighter che era ancora perplessa.
-Vuoi del latte?-
Chiesi mentre prendevo due tazze dalla credenza.
-Si, grazie.-
Presi le due tazze, e le riempii di latte.
-Caldo o freddo?-
-Lascialo freddo che mi devo svegliare ancora.-
Rispose facendo una smorfia, e io risi.
-Okay.-
Ci sedemmo ed iniziammo a sgranocchiare biscotti in silenzio.
All'improvviso balzai su me stesso e facendo tremare il tavolo, quando mi venne in mente una cosa.
-Lighter, che giorno è oggi?-
Sbottai cercando di allungare la vista verso il calendario, senza molto successo.
-Ehm, il primo di febbraio, perché?-
Rispose lei che stava iniziandoad insospettirsi.
-Merda, proprio come pansavo!-
Dissi spiaccicandomi la mano in fronte.
-Ooh ora penserà che mi sono dimenticato di lui! Avrei dovuto fargli auguri a mezzanotte e uno, come sempre, ma mi sono dimenticato merda!-
Dissi squotendo la testa e lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
-Louis?-
Cercò di chiedere spiegazioni Lighter, ma non le diedi conto.
-Idea!-
Dissi ancora, illuminandomi improvvisamente.
-Farò finta di essermene dimenticato completamente, e sta sera lo chiamerò qui con una scusa, e organizzerò una festa a sorpresa, così sembrerà tutto programmato! Mioddio, sono un genio.-
Esclamai tornando a sedermi tranquillo.
-Louis?-
Ripetè Lighter guardandomi stranita.
-Lighter, oggi è il compleanno di Harry.-
Dissi come se fosse ovvio. In effetti era il mio migliore amico, non il suo, ma mi sembrava una cosa ovvia ormai.
-Oh, capisco. Quindi oggi dobbiamo organizzare una festa a sorpresa per questa sera, giusto?-
-Esatto.-
Dissi annuendo.
-E domani mattina dobbiamo mettere tutto a posto prima che arrivi la tua famiglia, giusto?-
-Esatt..- Feci per annuire ancora, ma mi bloccai. -Oh andiamo, ce la faremo.-
Lei alzò le spalle e mi sorrise.
-Tutto è possibile se lo vuoi veramente.-
Replicò con aria intelligente.
Ridemmo tutti e due, poi tornammo a mangiare.
-Per la cronaca, tornare a casa da scuola in sella ad un velociraptor lilla a puntini verdi non è possibile, neanche se lo desidarassi con tutto me stesso.-
Dissi, e Lighter si sbattè una mano in fronte squotendo la testa come reazione.
-Tu non ci crederai, ma io l'ho fatto.-
 














 
 
 
 
 
 
 
Uoooah.
Come va people?
Io sto bene, anche se mi dispiace di aver interrotto una delle mie tre storie, ma erano troppe da portare avanti.
Vabbè, a parte che mi dispiace per Red, MA SONO FELICISSIMA!
E VOGLIO ANCORA RINGRAZIARE _Leeroy_ PERCHE' HA PROPOSTO ALL'AMMINISTRAZIONE DI METTERE QUESTA STORIA TRA LE  S C E L T E.
Grazie di cuore.
Come mi immaginavo per vari motivi, la storia non è stata inserita.. Molto probabilmente per le poche recensioni, e per il fatto che la segnalazione è stata una sola..
Vabbè, mi accontendo di avere questa storia così ;)
Poi aggiungo due ultime cose:
1. Passate dalla nuova fanfiction Love Is Forever e mi dite che ne pensate? :)
2. Visto che molte volte faccio domande e nelle recensioni non rispondete, voglio scoprire chi davvero legge lo spazio autrice, o se sono una cogliona che parla da sola. Quindi se avete letto, nelle recensioni scrivete Maiale Blu. lol
Ringrazio:
  onedirectionilove
  His Wendy
  Giulia96__
  HolaOli
  GiuPHoran
  _Leeroy_
  nembri
Per le sette recensioni, sono diminuite, ma sono tante comunque :3
E ora me ne vado, alla prossima! c:
 

xx, Flying_

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Capitolo 16
*** Capitolo 15. ***





Winter In Heart.




 
 







Capitolo 15.
 
 
Louis's Pov.
-Okay perfetto, tu va di là a prendere il mio cellulare e scrivi un messaggio per sta sera, io intanto riordino la roba del pranzo e arrivo!-
Lighter annuì, poi si dileguò per andare in camera.
Lavai i pochi piatti e tutto il resto, poi dopo qualche minuto la raggiunsi anch'io.
-Allora? Che hai scritto?-
Chiesi sedendomi accanto a lei sul letto.
-Ciaao! Oggi è il compleanno di Harry, e volevo organizzare una festa a sorpresa per lui qui a casa mia, quindi, ti va di venire? Questa sera, a casa mia alle nove e mezza. Se riesci mandami un messaggio con la conferma prima delle cinque di sta sera, bye!-
Lesse tutto il messaggio con entusiasmo, poi mi guardò.
-Non è esattamente il mio stile ma va bene. Ora dammi qui che invio.-
Presi il telefono dalle sue mani, selezionai tutta la rubrica, e poi controllai se c'era qualcuno da togliere, ad esempio mia sorella, i miei, mia nonna. E, onde evitare altri disastri, Eleanor e Niall.
Controllai un'ultima volta, poi lo inviai.
-Beene, mettiamo tutto come alla festa del 23?-
Chiesi guardando Lighter, e mi accorsi che sembrava piuttosto assorta e divertita, forse addolcita, mentre mi guardava. Ma poi scosse la testa.
-Si, dovrebbe andar bene.-
Stavo per alzarmi quando sentii il cellulare vibrare.
-Uuh, un messaggio!-
Da: Zayn.
"Hey brò! Ma allora non ti sei dimenticato di Harry, prima mi ha scritto e sembrava offeso ahahahah! Comunque io ci sono sicuro, devo portare la musica e la cassa?"
-Zayn c'è!-
Dissi segnandolo sul primo foglio che trovai sul comodino, e poi risi.
-Che ridi?-
Mi chiese Lighter incuriosita.
-Niente niente, Zayn mi ha detto che Harry sembrava offeso.-
Sorrise anche lei.
-Andiamo di là?-
Mi chiese poi.
-Subito!-
Risposi mentre rispondevo a Zayn con un "Yess! A stasera!"
E poi la seguii in sala per spostare il tutto.
 
Mentre facevamo i vari spostamenti e pulivamo, il mio cellulare continuava a vibrare, ricevendo messaggi di conferma e non.
-Per ora dovremmo essere una ventina, ma ce ne sono un bel po' che devono ancora rispondere. Almeno trenta persone ci saranno, no?-
Dissi mentre spostavamo insieme il divano. Lei fece un verso strozzato, poi sospirò quando appoggiammo il peso, e fece spallucce.
-Credo di si.-
Ci avvicinammo al tavolo delle bevande per mettere a posto alcuni snek come patatine, e le varie bottiglie.
-Come posso fare sta sera con Harry?-
Chiesi mentre aprivo i bicchieri.
-Mh, non so, puoi dirgli di passarti a prendere alle dieci per andare a farvi un giro, e poi lui si trova tutti qui. Se gli dici che dovete uscire almeno si veste anche bene!-
Rispose lei mentre disponeva le bottiglie.
-Geniale.-
Sussurrai con aria malefica, facendo ridere entrambi.
-Lo chiamo!-
Presi il cellulare, cercai il numero tra i preferiti, e chiamai.
Sentii la sua voce dopo tre squilli.
-Louis!-
Sembrava piuttosto felice di sentirmi, come se.. Stesse aspettando che lo chiamassi? Forse si aspettava che gli facessi gli auguri. AHA no.
-Hey Bro! Come va?-
-Mh bene!-
Rispose lui abbastanza indifferente. Cercai di non ridere.
-Ti va se sta sera andiamo a farci un giro?-
-Ehm.. Si va bene!-
Ancora una volta cercai di non ridere, sembrava deluso.
-Passi tu a prendermi alle.. Dieci va bene?-
Sembrò pesarci un po' su, ma poi parlò.
-Perfetto, forse sarò un po' in ritardo.-
-Va bene, allora ci vediamo!-
-A sta sera.-
Mi disse, con poco entusiasmo, e prima che potessi finire di dire "A sta sera" mi aveva già chiuso la chiamata in faccia. Doveva essere proprio arrabbiato e deluso, e un po' mi dispiaque, ma immaginandomi la sua reazione quando sarebbe arrivato, non potei fare a meno di sorridere.
-Fantastico, non vedo l'ora di vedere la sua faccia!-
 
 
-Lavo io i piatti, tu vai a prepararti.-
Dissi a Lighter sorridendo.
-No ne avevo dubbi.-
Mi rispose ridendo prima di uscire.
Scossi la testa, poi mi alzai e cominciai a lavare piatti e bicchieri della cena.
Erano le nove meno dieci, avevamo fatto tardi perché eravamo stati fino alle otto passate in giro a cercare un regalo da parte mia, e uno da parte di Lighter.
Dopo dieci minuti misi a posto l'ultimo bicchiere, e andai in camera, dove trovai Lighter che frugava tra le borse.
-Uh, hai portato la roba di qui!-
Dissi entusiasta, sorprendendola.
Ero felice che avesse deciso di tonare a stare in camera con me.
Lei si girò di scatto e mi sorrise.
-Che ti metti?-
Le chiesi distrattamente, mentre aprivo l'armadio e cercavo qualcosa di un po' elegante da infilare.
-Uhm, credo il vestito che ho preso oggi.-
Mi girai per guardarla con la testa china, ma lei se ne accorse solo quando parlai.
-Hai preso un vestito oggi?-
Lei si girò e fece spallucce.
-Beh, si. L'ho preso nel negozio dove ho preso la camicia di Harry, con i soldi che ho avanzato..-
Feci un mezzo sorriso malizioso e lei mi fulminò.
-Non vedo l'ora di vederlo.-
Dissi poi sorridendo sinceramente.
Entrami ci girammo verso i nostri vestiti.
Io misi una camicia blu scura, tirai su le maniche fino al gomito, poi mi infilai un paio di jeans abbastanza stretti di color grigio chiaro.
Abbinai il tutto con un paio di Superga una volta bianche.
Lighter nel frattempo era sfuggita in bagno, con in mano un qualcosa di tessuto leggero e di un colore che mi era sembrato rosso scuro.
Mi misi davanti allo specchio, ma guardando il pietoso stato dei miei capelli decisi che li avrei messi a posto in bagno con un po' di gel.
Quindi andai ad aspettare davanti alla porta del bagno, aspettando che Lighter uscisse.
Passò una decina di minuti in cui sentivo movimenti strani, rumori di tappi che si chiudevano, e acqua che scorreva, poi la maniglia della porta si abbassò, e io mi girai di scatto.
Non sapevo proprio cosa aspettarmi, quindi attesi che si aprisse la porta.
Subito la guardai in viso, non era truccata, se non per una sottile riga di matita nera sulla palpebra, del mascara ed un velo di rosso sulle labbra; il tutto condito da un dolce sguardo imbarazzato che non si staccava dai piedi. Piedi nudi le cui dita giocherellavano nervosamente, facendomi sorridere.
-Sei un incanto Lighter.-
Dissi sorridendo sinceramente.
-Grazie.-
Mi rispose sollevando improvvisamente lo sguardo, e mostrando un sorriso timido.
Gli sorrisi ancora, poi mentre lei andava in camera io entrai in bagno, solo dopo averla guardata camminare nel corridoio.
Entrai in bagno. Stava davvero, davvero bene.
Aveva un vestito in pizzo rosso, con le maniche sotto al gomito, e la gonna che copriva appena sopra la mezza coscia.
E sotto un qualcosa di nero, che copriva la pelle.
Non sapevo che scarpe avrebbe messo, ma immaginavo le stesse che gli avevo regalato al compleanno, le Decoltè in vernice nera.
Entrai in bagno e dopo essermi bagnato le mani misi un po' di gel nei capelli per farli stare a posto.
Soddisfatto, mi sciacquai le mani e tornai in camera, dove trovai Lighter che si sistemava i folti capelli mossi sulla spalla sinistra, con delle mollettine.
Mi affiancai a lei e la guardai attraverso lo specchio.
-Sei quasi più alta di me con questi tacchi.-
Notai.
Lei sorrise, si vedeva che era a disagio quando l'attenzione era su di lei, così decisi di non fare più commenti sul suo abbigliamento.
-Io vado bene?-
Chiesi allontanandomi un po' e facendo un giro su me stesso.
Lei mi scrutò bene socchiudendo gli occhi, poi si avvicinò puntando con gli occhi i miei capelli.
Improvvisamente era vicinissima a me, potevo quasi sentire il suo respiro lieve mentre con le dita sistemava qualcosa nei miei capelli.
Vedevo il suo sguardo concentrato sui miei capelli, poi il mio sguardo cadde sulle labbra, mentre si mordeva insistentemente il labbro inferiore.
Poi quando abbassò lo sguardo e si rese conto della vicinanza rimase un attimo bloccata con gli occhi avvinghiati ai miei, ma dopo pochi secondo si allontanò di nuovo.
-Ecco, così va meglio.-
Concluse sorridendo.
-Grazie.-
Ed entrambi fummo colti di sorpresa dal campanello che suonava.
Guardai l'ora al cellulare, erano le nove e venti.
-Andiamo.-
Dissi facendo spallucce.
Percorsi il corridoio seguito da Lighter, fino ad arrivare ad aprire la porta.
-Ciao Zayn!-
Lo salutai con un veloce abbraccio, poi posò lo sguardo su Lighter, e lo fece scorrere velocemente giù fino ai piedi; non era uno sguardo complice, malizioso, o altro, era amichevole, ma comunque provai un qualcosa di strano, gelosia.
-Ciao migliore amica!-
La salutò con un bacio sulla guancia prima che lei rispondesse.
-Ciao Zayn!-
-Stai benissimo.-
Lei, come ovvio, rispose con un lieve 'grazie' ed un sorriso imbarazzato.
-Bene- intervenni battendo le mani -Zayn, vuoi portare dentro la tua roba?-
-Uh, giusto. Vieni.-
Lo seguii nel vialetto della casa fino ad arrivare alla sua macchina lì davanti.
-Porta dentro questi, io intanto sposto la macchina così Harry non la vede.-
Annuì prendendo la cassa, e una borsa da pc.
Li portai dentro e posai tutto sul tavolino che avevamo preparato nell'angolo.
-Buona sera!-
Sia io che Lighter ci girammo sorpresi verso la porta della sala.
-Liam!-
Era appena entrato, e subito dopo entrò anche Josh, un amico.
-Josh!-
-Ciao!-
Intervenne timidamente Lighter.
-Uh, Josh, lei è Lighter. Lighter, lui è Josh. Ma forse vi siete già conosciuti alla festa del 23.-
Si sorrisero, poi sentii la voce di Zayn arrivare da fuori.
-Eccomi! Oh, ciao!-
Salutò Liam e Josh.
-Bene, ora non ci resta che aspettare che arrivino tutti e.. Harry.-
-A proposito!- intervenne Zayn spaventandomi. -'Sta mattina, quando ho sentito Harry, era davvero deluso. Te lo giuro, era tipo "Mh, strano che si sia dimenticato.. Insomma, ci conosciamo da tantissimo, e la regola è sempre stata di farci gli auguri appena scattata la mezza notte. Boh.."-
Concluse la vaga imitazione di Harry facendoci ridere, poi il campanello suonò di nuovo.
Passai la mezzora seguente ad aprire la porta agli invitati che man mano arrivavano, e la casa cominciava a riempirsi, quando alle dieci meno cinque ricevetti un messaggio.
"Due minuti e sono lì "
Era Harry, sorrisi automaticamente, poi corsi in sala dove c'erano tutti e urlai attirando l'attenzione e il silenzio.
-Allora, mi ha mandato un messaggio, tra due minuti è qui. Io vado in cucina e gli spunterò alle spalle, voi starete qui in sala con la luce spenta. Sarà tutto spento, se state giù negli angoli non dovrebbe vedervi. Ora provo, mettetevi tutti giù e state zitti. Quando entra e accende la luce urlate tutti insieme.-
Ci fu qualche attimo di caos mentre tutti si sistemavano, io intanto tirai giù le tapparelle per evitare qualsiasi raggio di luce, poi andai all'entrata e spensi il lampadario con l'interruttore.
-Perfetto, non vi si vede. Solo, state fermi che si sente tutto.-
Spensi tutte le luci della casa, poi con la luce del telefono mi feci strada fino alla cucina, e mi misi lì, in silenzio ad aspettare.
Passò poco più di un minuto, poi sentii una macchina che si fermava, seguita dal suonare del campanello.
-Sono in bagno, è aperto. Aspettami in sala che arrivo subito!-
Urlai dalla cucina. Nel silenzio sentii la porta che si apriva, poi intravidi Harry che si faceva strada nel buio fino alla sala.
Quando fu davanti alla porta della sala uscii silenziosamente e nel buio mi avvicinai seguendolo.
Non si vedeva molto, solo poche ombre provocate dalla debole luce proveniente dalla finestra della cucina.
E fu un attimo, la luce si accese, le persone urlavano cose come "Auguri!" o "Sorpresa!" oppure semplicemente versi rumorosi, e lui fece un salto indietro per lo spavento, venendo addosso a me che mi ero avvicinato dalla cucina.
Mi fece ridere, per un attimo sembrò in trance mentre tutti si avvicinavano. Mi guardò con una faccia da pesce lesso, per poi riprendersi e sorridere incredulo.
Si girò verso di me ridendo, e mi abbracciò forte, un abbraccio che ricambiai volentieri.
-Me l'hai fatta Lou.-
Mi disse piano all'orecchio.
-Auguri!-
Risposi io sempre nell'abbraccio.
Ci staccammo, e gli diedi una pacca sulla spalla.
-Beh, goditi la festa amico!-
Mi sorrise e mimò un grazie con la bocca, poi si girò per salutare tutti gli altri, mentre io feci segno a Zayn di attaccare la musica.
Iniziammo a divertirci, a ballare.
Ogni tanto uscivo dal caos per andare a prendere qualcosa da mangiare o qualche drink.
Passammo la prima ora, fino alle undici, a muoverci semplicemente a ritmo di musica e a sgranocchiare cose dal tavolo, poi i primi ubriachi cominciarono a farsi sentire e a trasportare la festa nel divertimento più scatenato.
Le canzoni diventarono sempre più potenti, e l'istinto di muoversi e scatenarsi persuadeva tutti.
Così verso le undici e mezza la casa vibrava per la musica a palla e per i salti di tutti noi che ballavamo schiacciati.
Quando fu mezza notte meno cinque decisi di uscire per un po' da quel caos, così mi spostai al tavolo delle bevande dove presi il mio secondo drink.
Era solo il secondo, avevo deciso di trattenermi dopo quello che era successo l'ultima volta.
Vuotai l'ultima minuscola goccia che era rimasta di Tequila nel mio bicchiere, e mi diressi ai divanetti con appena tre millimetri di liquido.
-Lighter!-
La salutai sorprendendola, e mi sedetti accanto a lei.
-Come va?-
Urlai per sovrastare la musica.
-Bene direi!-
Urlò anche lei indicando con lo sguardo le persone che si divertivano.
Ad un certo punto fummo tutti colti di sorpresa dall'abbassarsi improvviso della musica, che divenne solo un lieve sottofondo. Poi si sentì la voce di Zayn che urlava.
-Gente, un lento di mezzanotte?-
Urlò entusiasta, poi partì una canzone lenta, che non conoscevo, ma avevo già sentito.
Alcuni ragazzi approfittarono della pausa per andare a bere qualcosa, permettendo così ai restanti di dividersi in coppie e ballare tranquillamente senza essere spintonati.
-Lighter- la chiamai, ed il suo sguardo assorto e sognante si spostò su di me. -ti va di ballare?-
Lei sembrò pensarci un attimo mentre si mordeva il labbro inferiore, poi mi sorrise.
-Certo.-
Le presi piano la mano, e ci avvicinammo insieme alla folla di coppie.
Non ero sicuro di dove mettere le mani, ma il poco alcol che avevo in circolo mi aiutò ad essere più sciolto e deciso.
Agganciai le mani dietro l'incavo della sua schiena, facendola avvicinare di un po', mentre lei con un lieve imbarazzo poggiava le mani sulle mie spalle.
I nostri corpi si sfioravano senza mai toccarsi troppo mentre ci muovevamo al tempo lento della musica.
Era strano, di solito dovevo sempre cercare il suo sguardo, ora invece i tacchi la portavano quasi alla mia altezza, quindi i suoi occhi erano più bassi dei miei di poco, ed era facile incrociarli.
Ad un certo punto sorrisi, e l'atmosfera sembrò sciogliersi improvvisamente; Lighter chinò la testa per poggiare la fronte sulla mia spalla mentre rideva, e la stretta delle nostre braccia aumentò, quasi come se fosse stato un abbraccio.
Risi anch'io, e improvvisamente mi sentii a mio agio mentre le nostre fronti si soppesavano a vicenda.
Ci guardammo negli occhi per un momento che mi sembrò lunghissimo, e improvvisamente mi sentii di dover tornare serio.
Rimasi assortito nel guardarla, non sapevo cosa stesse succedendo, sapevo solo che non riuscivo a staccare lo sguardo dai suoi occhi.
E non provavamo vergogna, ma ci guardavamo entrambi intensamente.
Era una situazione strana, molto strana. Ero pieno di preoccupazioni per quello che stava succedendo, ma non riuscivo a darci peso, riuscivo solo a guardarla e provare un turbine strano di emozioni.
Poi i miei occhi caddero involontariamente sulle sue labbra rosse, e appena lo feci lei si morse l'interno del labbro inferiore, provocandomi un brivido di dolcezza che mi salì per la spina dorsale.
Poi non so cosa feci, non so cosa pensai, so solo che sentivo il cuore scoppiare, e che le sue labbra erano soffici, esattamente come me le immaginavo.








 
 
 
 
 
Uaaaaaaaaaaaaaah.
Hola gente Mi sono innamorata di questa cosina
lollino (?) Ok basta.
Come va? :) Io tutto bene, a parte che sopporto sempre di meno i commenti taglienti di mio padre quando parlo di One Direction. Sembra che lo faccia apposta, per farmi incazzare.
Vabbè, lasciamo perdere me.
MA QUANTO SIAMO FIGHI? Ai TCA abbiamo vinto tutte le categorie a cui eravamo cantidati! Cioè, SBAAAM.
lol 
Uh, ora che i TCA sono andati ricordatevi di votare per i WMA, qui c'è il link ;)
http://www.worldmusicawards.com/#!vote/c1dlv 
Le categorie dove ci sono i ragazzi da votare sono queste:
Worlds Best Song
Worlds Best Album
Worlds Best Video
Worlds Best Group
Worlds Best Live Act
c:
Poooi, ho un consiglio!
Se avete un libro a scelta da leggere, vi consiglio vivamente "Uno Splendido Disastro" di Jamie McGuire e "Il Bacio Dell'angelo Caduto" di Becca Fitzapatrick.
Sono entrambi stupendi, sembrano delle bellissime fanfiction :'3
Beeene, ora faccio i ringraziamenti.
sophiaoliv
onedirectionilove
His Wendy
Giulia96__
GiuPHoran
_Leeroy_ (BIG SHOUTOUT!)
Supermannnnn__
veronica pp1D
HolaOli
Grazie mille per le nove recensioni, vi adoro quando crescete :'3
Come tutte le volte, vi sprono con tutto il cuore di provare a leggere i primi tre capitoli di Love Is Forever, la storia nuova.
Vi prego vi prego vi prego, ditemi che ne pensate c:
E avete notato che ho cambiato la presentazione dei capitoli? Cioè, i colori, il carattere, ecc.. Ve gusta? Ora vado a cambiare anche gli altri capitoli, lol.
Mi dileguo, byeee!
 
p.s. Questa volta, per essere sicura che avete letto tutto, scrivetemi "Dj Malik alla console." (?) lol
 
xx, Flying_
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16. ***




 
Winter In Heart.
 









Capitolo 16

Lighter's Pov.
Non ero sicura di quel che facevo, ma una vocina mi diceva che non sarebbe successo niente di male, sarebbe stato carino, così accettai la richiesta di Louis e mi avvicinai con lui al centro della stanza.
Non sapevo precisamente cosa fare, dove mettere le mani e come muovermi, non ero mai stata in una situazione del genere, e il mio disagio si poteva notare dai primi movimenti.
Lo ringraziai per il fatto che avesse preso l'iniziativa di avvicinarmi con le braccia strette alla mia schiena, e d'istinto portai le mani sulle sue spalle.
Era strano, non volevo provare imbarazzo con lui, eravamo molto amici ed eravamo già stati così vicini, ma sentivo che c'era qualcosa di diverso in quel momento.
Quando notai il suo sorriso divertito tornai alla realtà, e capii che qualunque cosa fosse, dovevo lasciarmi andare.
Sorrisi anch'io ridendo leggermente, e abbandonai la testa alla sua spalla.
Tutto sembrò diventare più semplice, le sue braccia si erano strette intorno alla mia vita, e le mie erano agganciate al suo collo.
Stavo bene, e stranamente questo non mi metteva a disagio, e nessun campanello d'allarme mi diceva di staccarmi.
Insomma, fino a qualche tempo prima se mi fossi accorta di stare così bene vicino ad una persona mi sarei sicuramente spaventata per paura che succedesse qualcosa di troppo, ma in quel momento la mia mente era vuota.
Pensavo solo al suo sorriso mentre le nostre fronti soppesavano, e qualcosa nel mio stomaco si muoveva.
Lentamente il suo sorriso sfumò via, e notai i suoi occhi cadere sulle mie labbra un paio di volte.
Istintivamente mi morsi l'interno del labbro, mentre i suoi occhi scavavano nei miei.
In quel momento non capii cosa stesse succedendo, ma poco dopo realizzai che le sue labbra si erano adattate sulle mie senza che me ne accorgessi.
Quel momento durò poco piò di un paio di secondi, ma quello che provai fece sembrare quell'attimo lungo anni.
Avevo chiuso gli occhi, sentivo i brividi ovunque, il cuore battere forte quasi volesse scoppiare.
Non sapevo se quelle emozioni fossero belle o meno, e tra queste si fece spazio anche un po' di paura, ma nonostante questa non avevo nessuna voglia di staccarmi da lui.
Poi come se non fosse successo niente un attimo dopo eravamo nuovamente nella stretta iniziale, con le fronti appoggiate e un'espressione indecifrabile in viso.
Per un attimo mi balenò in mente il fatto che forse era stata la mia immaginazione a creare quel momento, ma sapevo che infondo non era così.
Il muro che si era creato intorno a noi svanì improvvisamente quando Liam urlò qualcosa ricordandomi che non eravamo soli.
-Harry, che ne dici di aprire i regali?-
Chiese attirando l'attenzione di tutti, compresi me e Louis che eravamo ancora abbracciati.
Lo sentii ridere, e quando si staccò un senso di vuoto mi persuase.
Forse era paura, forse avevo paura che per Louis non significasse niente, che per lui fosse stato solo uno sbaglio.
Avevo paura di essermi illusa, e non sapevo nemmeno perché.
Con fatica decisi di scacciare per un po' quei pensieri, ed andai a prendere il mio regalo.
Feci per aprire la porta della camera, ma qualcuno mi precedette da dentro.
Era lui, che mi sorrise con il suo regalo in mano.
Sentivo il cervello rimbombare e non sapevo cosa fare, riuscii sol a mordermi il labbro inferiore in un sorriso imbarazzato.
Poi lui uscì ed entrai io, lasciando uscire tutta l'aria che mi si era bloccata nei polmoni.
Scossi la testa per riprendermi, mi avvicinai al letto e presi il pacchetto con la camicia.

Louis's Pov.
Quando tornai in sala mi accorsi che la musica era più bassa, e gli amici più cari di Harry erano intorno al tavolo dove Harry aveva raggruppato i pacchetti, mentre altri che da dietro non vedevano niente si erano arresi e avevano deciso di andare a prendersi un drink o a fare qualcos'altro.
Mi avvicinai al gruppo con la busta e mi feci spazio fino ad arrivare accanto a Zayn che stava davanti ad Harry.
Aprii sorridente tutti i pacchetti, i soliti portachiavi, i braccialetti, le cinture, i perizoma rossi di pizzo, e man mano la folla si dileguava finché con Harry non rimanemmo solo io, Zayn, Liam, una decina scarsa di altri amici, e Lighter.
La guardai per un attimo, notai che mi stava fissando, ma appena ricambiai distolse lo sguardo, facendomi sorridere istintivamente.
Non sapevo se con lei avevo sbagliato, un po' avevo paura che mi odiasse per quello che avevo fatto, ma non mi pentivo di niente, perché ero felice.
Mi accorsi che la stavo ancora fissando come un maniaco quando si spostò per porgere il suo regalo a Harry, probabilmente eravamo agli ultimi.
Lo aprì e guardò la camicia soddisfatto, piaceva anche a me.
La ringraziò con un bacio sulla guancia come aveva fatto con tutte le ragazze, poi fu il turnò di Zayn che invece lo abbracciò.
Si, un bacio tra due maschi in quel caso sarebbe stato abbastanza inopportuno.
Quando nessuno più aveva pacchetti in mano Harry rivolse sorridente lo sguardo a me, e io ricambiai il sorriso porgendogli la busta nera con su scritto 'Converse' in marrone.
La aprì curioso, trovandoci dentro un paio di All Star bianche come quelle che aveva buttato qualche tempo fa, ormai distrutte.
Rise divertito e si avvicinò per ringraziarmi ed abbracciarmi.
-Togliti quegli stivaletti e rimettiti le tue scarpe che fai solo ridere.-
Gli dissi ridendo nell'abbraccio.
-Grazie Lou, per tutto.-
Disse sincero stringendomi le spalle con un braccio.
Ci staccammo, e dopo pochi secondi la festa era tornata nel delirio di prima.
Continuammo a divertirci, a ballare, parlare, ridere, finché non si fece tardi, e le persone cominciarono a salutare e ad andarsene.
Alla fine rimanemmo solo più io, Harry, Zayn sul divano in sala, e Lighter che era andata in bagno.
-Allora?-
Fece Zayn attirando l'attenzione mia e di Haz.
Feci finta di non capire, ma infondo sapevo benissimo a cosa si riferisse.
-Credi che non ti abbia visto prima con Lighter?-
Mi chiese divertito.
Sorrisi leggermente imbarazzato, anche se non era quella l'espressione che avrei voluto ottenere.
-Guardalo in faccia, è proprio cotto.-
Si intromise Harry ridendo.
Eh già Haz, lo penso anch'io. Penso che lei sia davvero speciale, e anche se non ho ben capito cosa ho provato, so che sono felice, e mi basta.
-Smettetela.-
Cercai di zittirli ma a quanto pare non erano affatto convinti.
-Eddai, siete carini.-
Cercò di convincermi Zayn.
Lo guardai, e potei notare nei suoi occhi un tono di malinconia.
Come dimenticarlo, gli avevo portato via Lighter, era normale che ci stesse un po' così.
Volevo scusarmi, ma non trovai le parole, e prima che ci potessi pensare sentimmo qualcuno entrare nella stanza.
Era lei, con i piedi scalzi ed una t-shirt lunga, i capelli sciolti e leggermente arruffati, l'unica cosa che era rimasta era un po' di trucco non andato via.
Si fermò appoggiandosi al divano di fronte al nostro, e dopo pochi secondi fu Zayn ad alzarsi strofinandosi le mani.
-Bene gente, io vado!-
Io e Harry ci alzammo per salutarlo, mentre si rivestiva, poi mentre usciva passò accanto a Lighter e la salutò con un bacio sulla guancia.
-Ci si vede!-
Ci salutò ancora, prima di chiudersi la porta alle spalle.
-Direi che devo andare anch'io.-
Aggiunse Harry dandomi una pacca sulla spalla.
Mi avvicinai e lo strinsi in quell'abbraccio fraterno che solo lui sapeva regalarmi.
-Grazie amico.-
Disse con la voce strozzata dall'abbraccio.
-Ti voglio bene.-
Dissi sincero stringendo di più per un attimo.
Di solito non ci dicevamo queste cose sdolcinate, non era da maschi, servivano solo nei momenti di sconforto per far sapere all'altro che c'eri, ma in quel caso mi sentivo di dirglielo. Forse perché ero emozionavo e avevo lo stomaco attorcigliato, forse perché ero un po' brillo, e forse perché la sera si è più dolci.
-Anche io brò.-
Rispose lui, e potei sentire il suo sorriso che si allargava.
Quando ci staccammo passò a salutare Lighter che ricambiò il bacio e sorrise cordiale, poi uscì facendo un segno di saluto con la mano.
-Bene.-
Dissi sospirando e sorridendo a Lighter.
Ora cosa sarebbe successo? Non ne avevo la minima idea, ma in quel silenzio nessuno dei due era a proprio agio, quindi decisi di smuovere la situazione.
-Io vado a cambiarmi, mi aspetti in camera?-
Lei annuì con un lieve sorriso, ed io mi dileguai in corridoio.
Presi la maglia e i pantaloncini del pigiama dal letto, e mi chiusi in bagno.
Ero un po' in ansia, sapevo che ne avremmo parlato, ma cercai di pensare a tutto meno che quello; se ci avessi pensato mi sarei preoccupato, quindi decisi che sarebbe stato tutto spontaneo. E ad aiutarmi in questa impresa fortunatamente c'erano ancora i residui dei due o tre drink che mi scorrevano in corpo.
Finito di lavarmi i denti uscii, ma prima di aprire la porta della camera feci un sospiro e sorrisi divertito da me stesso.
Esattamente come mi aspettavo, era coricata su un fianco e mi dava la schiena. Sapevo che sarebbe stata spaventata da tutto questo, e ne immaginavo anche i motivi. Insomma, un passato come il suo non era sicuramente facile da dimenticare.
Mi sdraiai accanto a lei, ma non spensi la luce.
Dopo quello che era successo non volevo addormentarmi con la sua schiena come visione.
-Lighter.-
La chiamai, e lei lentamente si girò sotto al piumino.
Sorrisi debolmente guardandola, e tutto piombò nel silenzio più profondo, se non per i nostri respiri piuttosto irregolari.
-Louis,- Rispose improvvisamente guardandomi negli occhi -il.. Il-
Sperava che io capissi, era come se avesse paura di pronunciare quella parola.
-Il bacio di prima.-
Conclusi facendole un favore, e lei si morse, ancora, il labbro inferiore.
-E' stato strano.-
C'era solo la luce gialla della piccola lampada accanto al letto, eravamo sdraiati su un fianco uno davanti all'altra a scrutarci in silenzio, come se avessimo scoperto una nuova parte dell'uomo.
-E' stato speciale.-
La corressi dopo diversi secondi.
Tornò a calare il silenzio, ma non era un silenzio imbarazzante, eravamo perfettamente a nostro agio, era una situazione particolare.
Dopo un po' mi appoggiai su un gomito e con l'altro braccio mi allungai per spegnere la lampada.
Quando tutto fu buio tornai sotto le coperte, più vicino a Lighter rispetto a prima, e probabilmente sorprendendola strinsi le braccia intorno alle sue spalle chiuse, e appoggiai una mano sulla sua nuca mentre la fronte si poggiava nell'incavo del mio collo.
Restammo così per un po', ma sapevo che non si era addormentata, il suo respiro non era lento e regolare come quello che sentivo la notte.
Poi la sentii muovere, e poco dopo le sue piccole mani stavano stringendo il retro della mia maglietta bianca.
-Ho, ho paura Lou.-
Disse con voce tremante, senza staccare il viso dal mio petto; potevo sentire le sue ciglia alzarsi ed abbassarsi quando sbatteva le palpebre nervosamente.
Il suo respiro si fece un po' affannato ed irregolare, come se stesse per piangere, così presi ad accarezzarle il capo con una mano, e la schiena con l'altra, per tranquillizzarla.
Lasciai passare qualche minuto così che si ristabilizzasse, mentre pensavo alle parole giuste.
-Non potrei mai farti stare male. Insomma, non ci riuscirei. Lighter tu sei speciale, mi hai cambiato. Non riuscirei mai a mentirti, mi sentirei troppo in colpa di tradire la tua innocenza.-
Feci una pausa per darle il tempo di assimilare le mie parole. Sapevo che era ciò che aveva bisogno di sentirsi dire, sapevo che dovevo aiutarla a convincersi che non tutti erano come le persone che avevano rovinato la sua adolescenza.
-Io, io penso di essere qui per proteggerti.-
Conclusi.
Non ricevetti una risposta, ma la sentii tirare su piano con il naso, mentre lasciava la mia maglietta per stringermi la vita con le braccia.
La strinsi anch'io, ed aspettai un paio di minuti per parlare di nuovo.
Si, era tutto così silenzioso, così lento.
-Ho solo bisogno di sapere una cosa. Tu.. Provi qualcosa per me? Insomma, ti piaccio, almeno un po'?-
Potevo solo immaginare quanti dubbi potessero scatenare in lei quelle domande. 
Non aveva mai frequentato ragazzi, non sapeva neanche riconoscere un sentimento come l'amore, non l'aveva mai provato.
E ad essere sincero, sarei stato davvero sorpreso se avesse risposto con un 'No' e ancor di più con un 'Si'. Mi aspettavo un silenzio, un 'non lo so', un 'sono confusa.'
-Se ti può rassicurare tu si, e anche molto.-
Ci fu ancora silenzio, la sentivo tirare su con il naso ogni tanto, ma poi sentii i muscoli del suo viso muoversi sul mio petto formando quello che ero sicuro fosse un sorriso, uno dei suoi sorrisi sinceri.
Presi quella risposta come un 'forse possiamo provarci' e sorrisi anch'io.
-Buona notte Lighter.-
Sussurrai dopo alcuni secondi.
-Buona notte Louis, ti voglio bene.-
Quell'ultima frase mi fece rabbrividire e sorridere.
-Anche io, tanto.-
Conclusi per poi darle un rumoroso bacio sui capelli.
Il tutto finì con un'ultima stretta più forte, e poi ci addormentammo così, avvinghiati, senza capire bene cosa fosse cambiato nel nostro rapporto.
















Uooooooooh!
Hola Bitches! Come va? Io bene, a parte per certe cose di cui proprio non mi va di parlare.
Problemi di famiglia, insomma, ma vabbè.
Scusate il ritardo ma sono tornata ieri dal mare, e ho scritto tutto il capitolo oggi, solo per voi! u.u
lol era troppo che non aggiornavo, e mi è mancato tanto scrivere c':
Paarlando del tizio qui sopra, il capitolo, che ne pensatee?
Finalmente succede quel che in tanti si aspettavano!
Cioè, non stanno ancora insieme, Louis non ha ottenuto molto, ma è già un buon passo direi!
Bene, ora ringrazio di cuore:

onedirectionilove
Giulia69__
His Wendy
Alice_Tomlinson91
(Bella recensione pupa, ahahaha)
Weareallmad 
_Leeroy_
(Tu sei sempre speciale :'3)
unappausoacolgate
GiuPHoran
Gio00

Grazie per le nove recensioni c:
Grazie anche a tutte le persone che hanno inserito questa storia tra le seguite/preferite/da ricordare, siete magnifiche fghsdgsh.
Prima di andarvene vi sprono a provare a leggere i primi capitoli di Love Is Forever che ho iniziato da poco c:
E ora mi dileguo, cieo!


p.s. Voglio farvi una domanda che vi avevo già fatto in passato; in base alle poche cose che sapete di me e al modo in cui scrivo, che età mi date? c:

xx, Flying_

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Capitolo 18
*** Capitolo 17. ***








Winter In Heart.











Capitolo 17.

Lighter's Pov.
Delle braccia forti ed un respiro tiepido mi tenevano al caldo sotto le coperte di quel letto, mentre l'ultima cosa a cui pensavo era alzarmi.
Non sapevo che ora fosse, ne da quanto tempo fossi sveglia a pensare, ma sarei restata lì ancora per molto tempo.
E' vero, c'era imbarazzo in quell'abbraccio intatto dalla sera precedente, ed io mi sentivo strana come non mai, ma quella stranezza mi piaceva.
Non avevo la minima idea di cosa sarebbe successo, del modo in cui gli avrei parlato, e avevo paura di tutto questo, ma saper di avere la fronte poggiata al suo petto mi faceva stare tranquilla.
Non sapevo quale fosse il nostro rapporto, e non avevo intenzione di spingermi troppo oltre, ma di una cosa ero sicura: era cambiato, in meglio, ed era diventato qualcosa di ancora più speciale.
Stavo ascoltando il suo cuore mentre mi adattavo ai respiri regolari, quando uno più lungo e profondo mi risvegliò dai pensieri.
Alzando lo sguardo vidi gli occhi di Louis appena aperti in due fessure, e poco dopo un sorriso sincero riaffiorò sulle labbra.
Sorrisi anch'io, era contagioso.
-Buongiorno.-
Mi salutò con la voce impastata dal sonno.
-Buongiorno.-
Risposi con la mia voce debole di sempre.
Restammo qualche secondo lì, senza muoverci, prima di deciderci ad alzarci per fare colazione.
-Che facciamo oggi?-
Chiesi rompendo il silenzio creatosi in cucina.
-Ti porto in un posto speciale.-
Mi rispose lui dopo averci pensato un po' su.
Non chiesi altro, ma ricambiai il sorriso sincero che era spuntato sul suo viso.
Ci vestimmo, e dopo una decina di minuti eravamo entrambi sulla sua auto nera che girava per le strade.
-Dove hai intenzione di portarmi?-
Viaggiavamo già da un buon quarto d'ora, e non conoscevo la sezione di città in cui eravamo finiti.
E ogni minuto che passava, ogni paesaggio nuovo che intravedevo, aumentavano la mia curiosità.
-Beh, volevo portarti a fare una passeggiata alla collina.-
Rispose con un'alzatina di spalle.
Rimasi subito sorpresa per il fatto che me l'avesse detto, non pensavo mi avrebbe subito rivelato la sorpresa, e poi lasciai il posto ad una domanda.
-Collina?-
-Si, una collina poco lontano da qui. Ci andavo spesso da ragazzino, ci portavo le ragazze. E' carino.-
Continuai a non capire perché volesse portarci proprio me, e mi abbandonai al sedile sospirando.

-Poco lontano da qui?!-
Chiesi scettica raddrizzandomi improvvisamente sul sedile.
-Già.-
Spalancai la bocca allibita. Non poteva averlo detto.
-Louis, siamo in viaggio da un'ora e mezza!-
Lo guardai per un attimo, poi non avendo ne risposta ne reazione, tornai ad accasciarmi al sedile in tessuto, con lo sguardo puntato fuori.
Stavo iniziando ad innervosirmi, anche se non era affatto da me lamentarmi in pubblico, ma con lui potevo, eccome. E l'unica cosa che in quel momento mi tenne tranquilla in silenzio fu il blu immenso di un mare limpido e tranquillo che era spuntato da dietro le piante. Mi sembrava di poterne sentire il profumo.
Fermi tutti.
-Louis?-
Girai il viso verso di lui, con la fronte corrugata.
-Mh?-
Si girò solo per un attimo, serio, poi tornò a guardare attento la strada.
-Perché si vede il mare?-
Bastò un secondo affinché il suo sguardo serio venisse sostituito da un bellissimo sorriso.
Se avessi saputo cosa si provava ad esserlo, avrei potuto dire di essermi innamorata di quel sorriso. Ma non sapevo cosa si sentisse nell'essere innamorati, non sapevo cosa significasse, non l'avevo mai provato. Anche se una piccola vocina da dentro mi diceva che era il momento giusto per buttarsi.
-Beh, ti ho portato in un posto speciale.-
Rispose trattenendo un sorriso, sempre girandosi per un nano secondo.
-Beh, a me non sembra una collina.-
Replicai io senza smettere di fissarlo.
Era bello vederlo con i muscoli del volto tesi nel trattenere un sorriso.
Pensandoci, mi accorsi che non era sempre stato così, fino a poco tempo prima i suoi sorrisi erano brevi, e sul suo viso regnava un'espressione neutra, come se si fosse arreso.
Ed era la stessa identica situazione per me.
Ma anche se avevo paura di ammetterlo, qualcosa era sicuramente cambiato.
Scendemmo dall'auto e attraversammo il piccolo parcheggio, fino a raggiungere la piccola distesa di sabbia deserta.
Certo, in Gran Bretagna, a febbraio, sarebbe di sicuro stato pieno di gente che si tuffava in acqua.
Presi a mano le scarpe, poi raggiunsi Louis che stava stendendo un telo in riva.
Appena fu a terra mi sedetti sulla parte destra, guardando il mare, e un braccio non tardò ad avvolgermi le spalle facendomi venire i brividi ovunque.
Sentivo che c'era un po' di imbarazzo in quella stretta, ma lo cacciai per lasciare più spazio alla felicità.
Rimanemmo qualche minuto in silenzio, senza muoverci da quella posizione, mentre guardavamo l'orizzonte ognuno immerso nei propri pensieri.
Pensieri che non riuscivano proprio ad essere tristi e malinconici.
-Louis, che cosa siamo?-
Mi ritrovai a chiedere senza pensarci, in un sussurro. Mi stupii anche che avesse sentito, visto il rumore delle piccole onde.
-Sai, me lo stavo chiedendo anch'io.-
Rispose con una lieve risatina dopo qualche secondo.
Sorrisi, e quando un colpo di vento fece rabbrividire entrambi la stretta aumentò ancora di più; mi trovai ad appoggiare il capo tra la sua spalla e il suo petto, sarei stata così per delle ore.
Forse era quello l'amore, non desiderare altro che stare accanto ad una persona.
-Non pensi sia bello?-
Questa volta fu lui ad interrompere l'atmosfera creatasi.
Non capii bene a cosa si riferisse, se al mare scuro sovrastato da un cielo di color grigio- azzurro pallido, o allo strano legame che avevamo.
Decisi di puntare sulla prima opinione, visto che non staccava lo sguardo dalla linea perfettamente orizzontale creata dal mare.
E poi, era più probabile. No?
-La mia parte preferita è quella riga indefinita. Sembra che tutto finisca.-
Continuai fissando proprio l'orizzonte. Con la coda dell'occhio notai che per un attimo i suoi occhi sereni si puntarono su di me, per poi tornare avanti.
-Già.-
Disse semplicemente, mandando a seguire un sospiro.
-Comunque non mi riferivo a quello.-
In quell'attimo sentii il lieve rossore salire sulle mie guance pallide.
Lui sorrise rumorosamente, mentre spostava la gamba destra dall'altra parte dei miei fianchi, di modo da circondarmi con le gambe aperte piegate. Con le mani si appoggiò di dietro, e io lo assecondai appoggiando le braccia alle sue cosce e la schiena al suo petto.
Era strano come allo stesso tempo provassi imbarazzo per la situazione, eppure mi sentissi perfettamente a mio agio a contatto col suo corpo che mi teneva calda.
Mi rimpicciolii sotto al suo mento, beandomi del fiato caldo che periodicamente mi colpiva la fronte.
-Intendevo dire il nostro.. Legame.-
Precisò cercando le parole giuste.
Si, lo avevo intuito caro.
-E' strano no?- eccome se era strano. -Spero di non aver.. Esagerato con quello che ho detto ieri sera.-
Rimasi piacevolmente sorpresa; aveva perfettamente capito che non sapevo dove girarmi.
Dopo qualche secondo sorrisi, sentivo il dovere di non farlo sentire in colpa.
-Hai detto delle cose molto belle, anche se non so bene cosa significhi tutto questo.-
Un lieve sorriso comparve anche sulle sue labbra.
-Posso provare a dire che tutto questo significhi che il nostro rapporto sta diventando sempre più bello e importante. Quasi come quello di due.. Fidanzati.-
Sembrava piuttosto indeciso sulla parola da usare, forse non voleva spaventarmi, anche se quella parola lo aveva fatto abbastanza.
-Io.. Io non so cosa significhi quella parola.-
Provai ad esprimermi senza sembrare troppo ritardata o spaventata.
Ci fu qualche attimo in cui i respiri regolari regnavano nel silenzio, poi un suo respiro più accennato mi fece capire che stava per parlare.
-Posso provare ad aiutarti a scoprirlo, se ti va.-
Assimilai con calma la frase, e ci misi poco per capire che era una richiesta di qualcosa di più. Indiretta, ma era una richiesta.
Ci pensai qualche secondo, ascoltando il battito lento del suo cuore.
Avevo paura, una terribile paura di soffrire, che potesse farmi del male, ma c'era una sensazione più forte del timore che mi spingeva ad accettare. La fiducia che provavo nei suoi confronti. Ero sicura, me lo aveva promesso, non mi avrebbe fatto del male.
-Mi farebbe un immenso piacere, Lou.-
Conclusi per poi lasciar uscire un piccolo sorriso intrattenibile.
-Provare non ci costa niente.-
Sentii sussurrare vicino al mio orecchio. Poi senza che me ne accorgessi le sue labbra si posarono dolcemente sulla mia guancia, prima che si alzasse.
Sentii i brividi percorrermi ovunque, sia per l'aria fresca che ora arrivava liberamente, sia per quel gesto.
-Andiamo a sentire l'acqua?-
Mi chiese porgendo la mano.
Lo guardai per un attimo, pensando a ciò che era appena successo, poi accettai e la strinsi mentre mi aiutava ad alzarmi.
Non lasciò la presa, fino quando non arrivammo a riva e fu costretto a farlo per risvoltare i pantaloni. Lo stesso feci io, per poi reincontrare involontariamente il suo palmo.
Sorrisi mentre l'acqua ci copriva i piedi, e di nuovo i brividi mi invasero per il freddo.
Osservavo i miei piedi che sembravano più grandi sotto lo strato trasparente, quando uno schizzo mi colpì la guancia.
Ci misi un attimo per connettere, non era pioggia, e neanche un delfino che era uscito in superficie, e mi girai verso Louis che rideva.
-Non dovevi.-
Dissi seria, per poi abbandonarmi al suo sorriso contagioso.
Mentre mi guardava negli occhi feci uno schizzo veloce con il piede, colpendolo in pieno viso, per poi scattare di corsa lontano dall'acqua.
Rimase fermo un attimo, poi mi guardò e corse dietro di me per il lungomare.
Misi tutta la forza che avevo nelle gambe per correre, ma nonostante questo dopo pochi attimi mi ritrovai a dimenarmi per terra con le braccia di Louis che mi stringevano la pancia.
-Mollami Louis!-
Urlacchiai ridendo mentre tiravo della sabbia tra i suoi capelli.
-Questa è guerra!-
Improvvisamente la mia schiena che era sollevata dal terreno si ritrovò completamente spiaccicata ad esso, mentre i miei capelli sciolti venivano mescolati alla sabbia dalle mani di Louis.
-No i capelli!-
Risi nonostante mi desse fastidio, e dopo qualche secondo i tortura lui si sollevò da me ridendo a sua volta.
-Credo di odiarti!-
Sbottai ironica mentre seduta accanto a lui scuotevo i capelli.
Mi ricomposi, riannodai i capelli nonostante i residui di sabbia, e scossi un po' la felpa, tutto sotto gli occhi di Louis.
-Io non potrei mai odiarti, anche se mi facessi mangiare la sabbia.-
Esordì quando mi fui fermata.
In quel momento no sapevo se arrossire per la frase carina, o fargli davvero mangiare della sabbia.
-Mangeresti davvero della sabbia?-
Chiesi divertita girandomi verso di lui. Lui si girò subito dopo con una finta espressione pensierosa.
-Credo di no.-
Ridemmo entrambi, e questa volta fui io ad alzarmi e porgergli la mano, anche se con la mia forza non potevo fare molto per sollevarlo.
In un attimo il suo braccio destro mi circondò le spalle mentre ripercorrevamo con calma il tratto che poco prima avevamo fatto di corsa.
-Che facciamo ora?-
Chiesi alzando la testa per poterlo guardare negli occhi.
-Non so. ..Ci csdraiamo un po'?-
Propose indicando il telo con lo sguardo.
Annuii e mi sedetti sul lato sinistro, seguita da lui che si mise alla mia destra, sdraiato.
Lo assecondai dandogli la schiena, e le sue braccia avvolsero la mia vita avvicinando il mio corpo al suo, e facendo incastrare perfettamente la mia testa con l'incavo del suo collo.
Il rumore delle onde, mischiato ai respiri e al battito del suo cuore mi invasero le orecchie, prima che fosse la sua voce a farlo.
-Certo che ne abbiamo passate insieme.-
Pensò ad alta voce, per poi alzare il petto in una piccola risata.
Una scia di immagini mi percorse la mente.
Il momento in cui mi aveva raccolta per strada, quello in cui avevo dormito accanto a lui, le colazioni da re che gli preparavo, quando ho conosciuto i suoi amici, la gentilezza di Zayn, il vestito che mi aveva costretto a provare e poi regalato al compleanno. La sera stessa in cui si era divertito con la bionda, lasciando che fosse Zayn ad occuparsi di me. I momenti in cui avevo provato a convincermi che Zayn avrebbe potuto sostituire Louis, e poi il fantastico giorno in cui tutto era cambiato. Sotto al faggio, per opera di Harry, mi ero trovata ad ascoltare le parole di Louis, il modo in cui si era aperto per convincermi a tornare.
Rividi tutto, fino ad arrivare a noi, ora. Al nostro rapporto, ora.
-Tante.-
Conclusi.
Poi non so quanto tempo passammo avvinghiati a parlare, forse più di un'ora, finché le parole non si esaurirono, e a regnare tornò il silenzio.
-Lighter!-
Il suo improvviso urlo nel silenzio mi fece perdere qualche battito, poi alzai anche io il busto imitandolo. Lo guardai interrogativa, non capivo il motivo di farmi rischiare un infarto.
-Oggi devono arrivare i miei!-
Il flash della chiamata del mattino precedente mi fece ricordare tutto.
-La casa è un disastro!-
Aggiunsi spalancando gli occhi. C'era appena stata una festa, non poteva sicuramente essere che distrutta.
-Appunto!-
Lo guardai per un attimo, completamente sconvolto.
-Cazzo.-
Borbottò spiaccicandosi il viso con le mani.
-Mi dispiace, dobbiamo andare.-
Disse rivolto verso di me, con un aria veramente dispiaciuta.
Gli sorrisi, era davvero carino con quell'espressione.
-Non preoccuparti. Ora andiamo però.-
Mi sorrise, e contemporaneamente ci alzammo.
Velocemente piegai il telo mentre lui si infilava calze e scarpe.
Glielo diedi e lui lo buttò nel baule, poi presi calze e scarpe in mano e salii in macchina.
Le infilai mentre metteva in moto, e quando ero a posto sospirai abbandonandomi al sedile.
Risi spontaneamente, e lui mi guardò sorridendo interrogativo.
-Siamo due deficienti.-
Mi spiegai contagiando la sua risata.
-Si.-
Concordò lui per poi svoltare a sinistra ridendo.
Scossi la testa, accesi la radio e poggiai la testa al vetro serenamente.
Mi sentivo veramente, veramente bene.


















Uoooooh!
Ce l'ho fattaa!
Aaaaaah scusate, ultimamente aggiorno con tempi un po' più prolungati di prima.
Questo periodo è stato un po' così, sia per problemi in famiglia, poi dovevo finire i compiti per l'inizio della scuola e studiare per un esame di patentino.
E ci tengo ad avvisarvi, anche se mi dispiace, che nei mesi di scuola i tempi saranno più o meno questi, perché non ho più tutto il giorno libero. Quindi scusate ma non riesco proprio a mantenerlo il ritmo di una settimana/ dieci giorni.
Comunque mi impegnerò al massimo per farvi avere i vostri capitoli al meglio.
Pooi,
mi faccio un po' di cavoli vostri. c: Come è iniziata la scuola? Oddio, è sempre scuola, cheppalle, ma alcune di voi forse hanno iniziato la prima superiore. Vi piace la scuola che avete scelto? Qual è? lol.
Parlando di ciò che accade, che ne dite? Uuuuuuuh, prime scenette dolciose tra i quasi piccioncini, lol.
Okay basta
AHAAH ditemi voi che ne pensate c:
Taaante grazie a:

lightblue96
onedirectionilove
_Leeroy_
jaredrauhl
_tonguetied
GiuPHoran
HolaOli
Giulia96__
unapplausoacolgate

Grazie per le nove splendide recensioni. :)
MESSAGGIO IMPORTANTE:
porgo le mie scuse più sincere a angis per l'inconveniente, vi prego di passare dalla sua storia Color My Lofe, in parte molto simile a questa a causa mia.
E poi ringrazio sempre lei per non aver reagito troppo male.

Ora mi dileguo care, ci vediamo al prossimo capitolo, spero presto. :)

 
xx, Flying_

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Capitolo 19
*** Capitolo 18. ***




LOOK AT ME. Se non avete voglia di leggere tutto lo spazio autrice sotto, almeno leggete la parte scritta in rosso, è importante.










 
Winter In Heart.
 





Capitolo 18.

Louis's Pov.
-Siamo due deficienti.-
Esordì lei ridendo.
L'avevo sempre pensato, ma solo ora mi stavo veramente rendendo conto di quanto fosse speciale il suo sorriso. Almeno per me.
-Si.-
Risposi io ridendo a mia volta.
Con la coda dell'occhio la guardai mentre si appoggiava al finestrino spensierata, mordendosi un labbro.
L'improvvisa voglia di sfiorare quelle labbra mi fece sorridere ancora.
Quella che provavo era una sensazione meravigliosa, e non potevo essere più felice che in quel momento, con lei accanto, sapendo che l'avrei potuta avere in qualsiasi momento della giornata.
Arrivai a destinazione il più velocemente possibile, nonostante le frequenti critiche di Lighter sul mio spericolato modo di guidare.
Scaricai Lighter davanti a casa con le chiavi, e mentre apriva parcheggiai l'auto in uno dei posti liberi lì vicino.
Seguii Lighter in casa, e ancora appoggiato alla porta mi guardai intorno.
Si, la casa faceva abbastanza schifo.
-Sei ancora lì?!-
Chiese lei stizzita scendendo le scale, già cambiata e con la coda rifatta.
Sorrisi nel vederla, le si leggeva la preoccupazione negli occhi. In effetti neanche io ero del tutto tranquillo, insomma, mia madre neanche sapeva che avevo una diciamo 'coinquilina'. Figuriamoci se poi avesse trovato la casa in quello stato, chissà cosa avrebbe pensato.
-Vai a cambiarti, io inizio a buttare la roba in sala!-
Mi ordinò seria.
Annuii senza smettere di sorridere e di guardarla, poi seguendo i suoi ordini salii le scale ed entrai in camera con la sua immagina ancora stampata in mente.
Quando scesi avevo una tuta grigia con una maglietta nera a maniche corte, e la trovai in sala indaffarata a raccogliere  bicchieri sporchi.
-Occupati delle bottiglie!-
Mi disse senza neanche girarsi.
Certo, forse ero il più informato per quanto riguardava i sentimenti, ma sicuramente riguardo l'ordine ed il lavoro la migliore era lei.
-Sei agitata?-
Chiesi un po' divertito mentre entrambi lavoravamo.
Lei subito non rispose, raccolse un altro paio di bicchieri prima di alzare la schiena con una mano sul fianco destro.
-Forse.-
Rispose un po' stravolta per poi tornare a chinarsi.
Sorrisi ancora, come facevo sempre con lei, e scossi la testa.
-Dai non sarà così male, sei una persona educata, non potresti mai stare antipatica a mia madre.-
Cercai di rassicurarla mentre riponevo altre bottiglie di alcolici nell'apposito armadietto.
La sentii sbuffare, e girandomi notai che si era rialzata e aveva le mani tra i capelli.
-Lo spero.-
Disse con una voce quasi afflitta e arresa.
Si stava preoccupando veramente tanto, non che ne avessi dubbio.
-Dai, stai tranquilla.-
Le passai dietro e la accolsi chiudendo le mia braccia intorno alla sua vita. E oltre che per tranquillizzarla, lo feci soprattutto perché ne avevo una voglia tremenda.
-Sii te stessa, fai quello che fai di solito qui e andrà tutto bene.-
Sussurrai vicino al suo orecchio mentre lei si lasciava andare contro di me.
Adoravo quando lo faceva, mi sentivo importante, come se avessi dovuto proteggerla.
Lei annuì strofinandomi la coda contro il collo, e prima di tornare al lavoro le lasciai un veloce bacio sulla guancia.
Mi girai, e inevitabilmente notai che con la mano si era sfiorata la guancia, e stava sorridendo.
Amavo vederla sorridere, se poi il motivo per cui lo faceva ero io, potevo anche sciogliermi.

-Per favore finisci tu di lavare le ultime cose, io vado a farmi una doccia che sono impresentabile.-
Esordì Lighter uscendo dalla cucina.
Non risposi, perché era già su per le scale, e continuai a lavare gli ultimi piatti, in cui avevamo appena mangiato nonostante fossero quasi le tre di pomeriggio.
Da lì a poco sarebbero dovuti arrivare i miei, non avevo la minima idea di cosa sarebbe successo, di cosa avremmo fatto, e di cosa avremmo parlato. Ma non ci volevo pensare, la preoccupazione di Lighter bastava e avanzava per entrambi.
Dopo dieci minuti avevo finito, e salii anch'io per mettere a posto la camera.
-Lighter, sei in bagno?-
Chiesi bussando, per assicurarmi di non trovarmela mezza nuda in camera mentre si cambiava. Sarebbe stato piuttosto imbarazzante.
-Si, un attimo ed esco!-
Rispose lei, probabilmente fraintendendo.
-Fai pure con calma!-
Entrai nella camera e iniziai a piegare i miei vestiti, per poi fare il letto.
Mentre aprivo la finestra per far cambiare un po' l'aria entrò una Lighter con un paio di Jeans, una delle maglie che le avevo comprato i primi giorni che era qui, e un leggero maglioncino di lana sottile, corto con i bottoni aperti, mentre con le mani tamponava i capelli verso l'alto per far prendere forma ai suoi boccoli naturali.
Tirò un sospiro dando un'occhiata allo specchio, mentre mi avvicinavo.
Da dietro le poggiai le mani sui fianchi, senza un motivo preciso, so solo che la feci sorridere.
Poi si voltò tra le mie mani guardandomi negli occhi con un sorriso che feci fatica a non ricambiare.
-Scusami, dovevo.-
Sussurrai guardando la sua faccia un po' sconvolta dopo che le mie labbra si erano appoggiate sulle sua per un paio di secondi.
Era ancora una sensazione strana per me vederla in quel modo, e non immaginavo quanto lo fosse per lei, ma la desideravo, più di ogni altra cosa.
Lei sembrò riprendersi dopo qualche secondo di semishock, e mi sorrise stringendomi entrambe le mani di sua iniziativa.
-Andiamo giù, tra poco dovrebbero arrivare.-
Ricambiai la stretta alle mani, le lasciai un'ultimo veloce bacio che fece rabbrividire entrambi, e poi una dietro all'altro scendemmo le scale esattamente nel momento in cui il campanello suonò.
Non stavo più nella pelle, avevo voglia di vedere i miei dopo tutto, ma ancor di più ero curioso di vedere com'era cambiata mia sorella dopo così tanto tempo.
Lighter, piuttosto insicura, si fermò un po' più indietro, mentre io mi fiondai sulla porta e l'aprii con un sorriso ebete stampato in viso.
-Louis!-
Lottie fu la prima che mi trovai davanti, e prima che potessi risponderle mi ritrovai le sue braccia stratte al collo.
-Dio Lottie quanto mi sei mancata!-
L'abbracciai per diversi secondi, salutando i miei genitori con lo sguardo, mentre loro inevitabilmente si erano accorti di Lighter dietro di me.
Non sapevo quale sarebbe stata la sua reazione, ma potevo immaginare che stesse sorridendo innocentemente.
Appena Lottie si staccò dall'abbraccio mi diede un bacio sulla guancia facendo schioccare le labbra, e io ricambiai molto volentieri.
-Vado a prendere la borsa in macchina!-
Mi avvisò con entusiasmo prima di allontanarsi.
Salutai i miei, che oltre ad essere felici nel rivedermi spostavano lo sguardo da me a Lighter e viceversa.
-Ciao Pa'!-
Salutai anche lui con un breve abbraccio.
-E.. Questa bella signorina?-
Si decise finalmente a chiedere mia madre, dopo aver passato qualche attimo a fissarla.
Io mi spostai e le feci segno di venire accanto a me.
Come immaginavo stava sorridendo leggermente, mentre si mordeva il labbro inferiore, e io conoscendola evitai troppo contatto fisico, che l'avrebbe messa ancora di più in imbarazzo.
-Oh.. Ciao!-
La salutò confusa Lottie, che era appena tornata.
-Lei è la mia coinquilina, lavora qui e aveva bisogno di una casa, ho visto l'annuncio su facebook e visto che ero da solo in questa casa enorme le ho proposto di stare qui.
Lighter, loro sono mia madre Johannah, mio padre Mark e mia sorella Lottie. People, lei è Lighter.-
Dopo le varie strette di mano proposi di entrare, visto il freddo, e visto che sicuramente mia madre avrebbe voluto vedere com'era messa la casa.
-Venite.-
Feci passare i miei e rimasi dietro con Lighter, che mi guardava come sperduta. Mi limitai a farle un occhiolino, poi portai tutti a sedersi in sala, dove mi ritrovai con mia sorella in braccio; nonostante fosse ormai cresciuta, nonostante fossero passati gli anni, non mi sarebbe mai dispiaciuto farlo.
-Ooh, quindi è lei la sorpresa di cui mi hai parlato par telefono!-
Sbottò improvvisamente mia madre. Oh, perspicace.
Annuii sorridendo, e lo stesso fece lei.
-Beh, dev'essere una ragazza ordinata, non credo proprio che a mantenere la casa così sia stato tu.-
Ridemmo tutti insieme mentre mi prendevano in giro.
Come sempre con loro l'atmosfera era un po' forzata, ma tutti stavano al gioco, e sarebbe potuto durare fino a ora di cena.
-Allora, come vi siete messi d'accordo qui?-
Chiese mia mare che, ovviamente, non si fidava della mia organizzazione.
In effetti di organizzazione non ce n'era molta, io la mantenevo. Non che mi dispiacesse, ovviamente.
-Abbiamo deciso che lei vive qui, io non le faccio pagare niente ma pensa alla casa e fa la spesa per entrambi.-
Improvvisai mentendo, per la seconda volta.
Restammo lì a parlare per un bel po', non so di preciso quanto, ma ci raccontammo tutto quello che ci veniva in mente per far passare il tempo, fino quando non furono le cinque.
-Ragazzi, che ne dite se preparo un bel thé caldo per tutti? Avete dei biscotti?-
Era mia madre, che come mi aspettavo non aveva perso l'abitudine della merenda in famiglia.
-Mi sembra ottimo!-
Confermò mio padre.
-Ehm si, trovi tutto in cucina, le tazze sono nello scolapiatti. Noi andiamo su intanto?-
Chiesi rivolto alle due ragazze.
Si guardarono per un attimo e mi annuirono all'unisono, così tutti insieme ci alzammo.
Mentre le portavo in camera notai che Lottie continuava a studiare ogni minimo particolare della mia coinquilina, sicuramente appena fossimo stati soli avrebbe fatto qualche domanda.
-Voi due non siete abbastanza convincenti per me.-
Ecco appunto, avevo appena chiuso la porta e il suo commento non tardò ad arrivare.
Sbuffai per poi ridere, mi ero convinto che raccontarle la storia vera non avrebbe fatto male a nessuno, sapeva trattenere i segreti. E poi non le avrei raccontato proprio tutto.
-Sapevo che te ne saresti accorta. Però non potevo raccontare tutto a mamma e papà, l'avrebbero cacciata, li conosci.-
-Uuh continua.-
Mi tirò con se nel bordo del letto, mentre Lighter si era seduta timidamente sulla sedia poco distante da noi. Mi stava guardando piuttosto severamente, e da lì capii che non avrei dovuto scendere troppo nei particolari.
-Allora, non è vero che lavora, ha perso il lavoro, ma se mamma e papà chiedono lavora da Carly, così posso dire a Liam di confermare. Ha perso il lavoro e quindi non ha potuto pagare l'affitto del mese. Io l'ho conosciuta all'Angolo, dove lavorava prima, e quando è venuta fuori la storia le ho proposto di venire qui almeno provvisoriamente. E ora stiamo diciamo.. Legando.-
Spiegai senza mai fermarmi per evitare di essere interrotto da mia sorella, il tutto sotto lo sguardo severo di Lighter che controllava ed esaminava ogni mia parola.
-Legando?-
Come mi aspettavo, dopo tutta la spiegazione si era soffermata sull'ultima parola.
-Si Lottie, legando.-
Lei assottigliò gli occhi mentre mandavo un'occhiolino a Lighter.
-Ragazzi, scendete!-
Riconobbi la voce acuta di mia madre che ci richiamava, e sospirando mi alzai accompagnato da Lottie e Lighter, che in tutti i modi cercava di evitare lo sguardo della prima.
-Mi piaci.-
Affermò poi mia sorella prima che uscissimo, attirando l'attenzione mia e di Lighter.
-Grazie.-
Rispose lei con la voce lieve di sempre.
Io sorrisi, era già una buona cosa, anche se ero quasi sicuro che le sarebbe piaciuta, almeno un po'.
Scendemmo le scale tutti insieme per andare in cucina, dove inevitabilmente trovai un tavolo preparato con cinque tazze fumanti, cinque cucchiaini, e un piatto con dei biscotti raccattati in giro.
Mi mancavano un po' le sue merende.
-Venite.-
Mia madre ci fece segno di avvicinarci, così prendemmo posto e mi trovai ad essere seduto tra Lighter e mia madre.

Lighter's Pov.
Mi sentivo abbastanza in soggezione, e cercavo di controllare ogni cosa che facevo per evitare brutte figure. Durante la giornata l'atmosfera era stata davvero molto tesa, non solo tra me e la sua famiglia, ma anche tra lui e la sua famiglia. L'unica che non aveva problemi con nessuno era sua sorella. In effetti mi ricordai che precedentemente mi aveva spiegato i rapporti che c'erano, e il motivo per cui viveva da solo erano proprio i suoi genitori.
Sorridevo quando facevano qualche battuta, quando prendevano in giro Louis scherzosamente, e rispondevo alle poche domande cercando di parlare il meno possibile.
Insomma, come facevo con Louis qualche tempo fa.
Fortunatamente non finii ne vicino al signor Tomlinson, ne vicino alla moglie, ma era tra Louis che ogni tanto mi guardava per rassicurarmi, e Lottie che mi scrutava senza farsi problemi, ma da parte sua non mi dispiaceva, era amichevole.
-Ma Travis dov'è?-
Chiese improvvisamente Louis in un momento di silenzio.
Lottie ingoiò il boccone, poi rispose.
-E' rimasto in Irlanda, doveva iniziare a lavorare e non si sarebbe potuto permettere di venire qui, dopo tutti i giorni di ferie che ha fatto.-
Louis annuì alzando le spalle, e continuò a mangiare per qualche secondo.
-Peccato, mi sarebbe piaciuto conoscerlo meglio.-
Passarono dei minuti mentre sorseggiavamo thé e mangiavamo biscotti.
-Mark, sono quasi le sei meno venti!-
Sbottò Johannah guardando l'orologio.
-Oh, dovremmo andare!-
-Ma forse!-
Erano simpatici, avevano tutti e due un carattere un po' rigido, ma insieme erano una bella coppia.
In men che non si dica eravamo già tutti in piedi, mentre ci avvicinavamo alla porta d'ingresso.
-Louis, è stato bello rivederti.-
Confessò la madre mentre si infilava il cappotto blu.
-E vedi di chiamare ogni tanto, ma per davvero, non come hai fatto in questi mesi!-
Lo sgridò invece il padre ridendo, per poi dargli una pacca sulla spalla.
La porta si aprì, e fu il momento di Lottie, che già coperta dalla sua sciarpa marrone e dal suo cappotto grigio chiaro saltò letteralmente addosso a Louis per stritolarlo in un abbraccio.
Mi fecero davvero tanta tenerezza, c'era un bel rapporto tra i due.
Mi limitai a salutarli con un "A presto", un gesto della mano ed un sorriso, mentre tornavano nell'auto e partivano.
Li guardammo svoltare l'angolo, poi contemporaneamente ci girammo e sorridemmo.
Sembravamo quasi sincronizzati, tanto che scappò una piccola risata ad entrambi.
-Beh, è andata bene!-
Tentò lui chiudendo la porta.
Ci dirigemmo verso la sala mentre parlavamo.
-Piaccio a tua sorella.-
Dissi soddisfatta.
Lui mi sorrise mentre cercava un canale alla televisione, e io mi sedetti al centro del divano aspettando che si sedesse.
Si fermò su un film il cui titolo che scorreva sotto era "Insidious".
Non mi ispirava molta sicurezza, e le battute che i personaggi dicevano ancora meno. Un horror, probabilmente.
Mentre pensavo sentii un peso affondare alla mia sinistra, e mi girai seria.
-Fa paura?-
Non che non l'avrei guardato, ma giusto per sapere se sarei riuscita a dormire la notte.
-Solo un po'.-
Feci un verso poco convinto, e mi sistemai meglio sul posto.
Non sapevo esattamente come mettermi, avevo voglia di sentire i brividi provocati dal tuo contatto, ma non mi avvicinai troppo, almeno finché non fu lui ad allungare le gambe dietro alla mia schiena facendomi segno di appoggiarmi a lui.
Esitai un po', ma non mi feci ripetere due volte la richiesta e mi sdraiai con lui creando un contatto tra mia schiena ed il suo petto.
Era dietro di me, e potevo sentire ogni tanto il suo fiato regolare che mi sfiorava la pelle del viso.
E quella posizione creò una sensazione in me che inevitabilmente mi fece sentire bene.
Solo sentendo un urlo terrificante provenire dal televisore mi svegliai dallo stato di trance.
Sentii solo un vuoto dietro di me quando si alzò, ma poco dopo una coperta di pile ci stava coprendo entrambi ed era di nuovo dietro a me.
Quasi tremavo man mano che il film andava avanti, e non mancavano gli urletti.
Alla fine di una scena terrificante tirai un sospiro di sollievo e mi accorsi che Louis stava sogghignando con gli occhi bassi su di me.
-Smettila.-
Lo sgridai mentre mi stringevo tra lui e la coperta per sentirmi più al sicuro possibile.
Sentii un altro risolino che finì nel momento in cui le sue braccia passarono intorno alla mia vita per stringermi.
Si, con quel gesto poteva considerarsi perdonato, decisamente.



















Uoooooh.
Hey there, eccomi.
Come va pupe? Io abbastanza bene. :)
Siete riuscite a prendere il biglietto per San Siro? Io si, per il 29, ma non mi soffermo troppo su questo, ne parlerò solo un secondo alla fine.
Per quanto riaguarda il capitolo, non è granché, lo so, ma per renderlo un po' più carino ho pensato di inserire un po' di momento dolciosi (?) tra Louis e Lighter, che sono così cavini :')
Ok no. lol. Comunque, ditemi voi che ne pensate.
Dunque, facciamo un bel ringraziamento a:

GiuPHoran
onedirectionilove
_BooBear93_
HolaOli
unapplausoacolgate
Tommina__69
Gio00

Grazie mille per le recensioni, siete diminutite, ma comunque con il capitolo 17 ne avete raggiunte 100.
Ora, passiamo al messaggio importante:
riguarda pienamente la storia. Ho pensato di interromperla per un po', non troppo, solo dovrete attendere il prossimo capitolo un po' più del solito, perchè rileggendo i primi capitoli mi sono accorta che ci sono molte cose non coerenti, per non parlare dell'ortografia e del modo in cui certe parti sono scritte. Quindi dopo aver pubblicato il capitolo 18, dedicherò un po' di tempo a sistemare i capitoli precedenti. Ma comunque cercherò di aggiornare il prima possibile.
Spero di non perdere lettrici.
Questo era l'avviso, quindi se non mi vedete per un po' sapete il motivo.

Ora ho altre tre cose da dirvi.
1. Per le Larry Shippers, ho pubblicato una one shot poco tempo fa, è la prima Larry che scrivo e avrei bisogno di qualche parere da parte vostra.
2. Un annuncio importante che sta girando per i concerti sia del 28 che del 29.
Dovete prendere questa foto e pubblicarla ovunque, nei gruppi di facebook, nelle vostre pagine se ne avete, su twitter, tumblr, ovunque.


Se il programma riuscirà bene saranno le due esibizioni più emozionanti della loro carriera, e saranno in Italia. Quindi, fate girare.
3. Se andate ad uno dei due concerti chiedete di iscrivervi a questo gruppo di facebook:
Per i concerti del 28 e 29 Giugno 2014.
L'ho creato io, e accetterò tutte. Dopo essere nel gruppo dovete aggiungere tutte le Directioner che conoscete, che avete tra gli amici, tutte quelle che potete. Aggiungete tutte quelle che vanno ad un concerto al gruppo, dobbiamo arrivare ad essere tantissime entro maggio.

Quindi, ho finito con i messaggi, lol.
Mi scuso moltissimo con quelle che non sono riuscite a prendere i biglietti, non volevo parlare dei concerti di fronte a voi.
E ora mi dileguo.
Cieo pupe.


xx, Flying_

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Capitolo 20
*** Capitolo 19. ***





Winter In Heart.

 


 




Capitolo 19.

Louis's Pov.
Mi svegliai sorridendo inconsciamente, con ancora le immagini del sogno che avevo appena fatto che mi giravano nella testa.
Il freddo, gli abbracci, le risate. Era stato così tremendamente bello e reale.
Lighter era ancora lì con me, dalla sera prima, non si era mossa di un centimetro.
Mi ritrovai, ancora una volta, a pensare.
Pensavo e sorridevo. I pensieri non mi rattristivano affatto, non mi facevano venire voglia di picchiare qualcuno o di piangere, come prima, prima di lei.
Ora riuscivo solo apensare a quanto tutto questo mi avesse cambiato, migliorato, e a quanto fossi fortunato.
Non avrei mai immagianto di diventare quel tipo di ragazzo che sorride per un abbraccio, e tanto meno avrei immaginato tutto questo con lei.
Tutto di lei mi attraeva. 
Gli occhi, il sorriso, lo spruzzo di lentiggini, i lunghi capelli rosso chiaro, e il suo corpicino fragile.
Era più bassa di me, nonostante io non fossi molto alto, e questo la rendeva ancora più innocente.
Stringerla mi sembrava quasi un reato, anche se ormai non potevo più fare a meno di farlo.
E lì, guardandola dormire, improvvisandomi un po' sentimentalista e un po' filosofo, pensai che la persona giusta arriva da te prima o poi, quando meno te lo aspetti.

-Buongiorno.-
La salutai a bassa voce quando lentamente aprì gli occhi.
Mi sorrise, come sapeva fare lei, mentre si stiracchiava con calma.
-Hey.-
-Oggi ti porto in un posto speciale.-
La avvisai mettendomi seduto contro il muro dietro.
Lei alzò per un attimo la testa guardandomi curiosa, poi si mosse e l'appoggiò sulle mie gambe.
Ecco, erano esattamente quei gesti, quei piccoli gesti che sarebbero potuti sembrare insignificanti, ma che nonostante tutto mi facevano sentire bene, sereno, a posto.
-Di nuovo?-
Chiese lei riportandomi alla realtà.
Presi a giocherellare con i suoi capelli mentre guardava il soffitto bianco.
-Di nuovo. Però questa volta non abbiamo nessun motivo per scappare dopo un paio d'ore.-
Dissi alludendo al giorno precedente.
Sorridemmo entrambi, poi improvvisamente si mise seduta a gambe incrociate, con un'espressione pensierosa in volto.
-Ho fame.-
Annunciò poi toccandosi la pancia con una mano.
-Andiamo a fare colazione.-
Proposi ovviamente, dopo essermi spostato accanto a lei.
Tenendo la testa diritta mi guardò di sottecchi, con la coda dell'occhio, era piuttosto buffa.
-Si.-
Concluse poi alzandosi ed andando in bagno.
Risi per il suo strano modo di fare, poi mi stiracchiai per bene prima di andare in cucina.
Stavo giusto versando il latte caldo dal pentolino alle tazze quando due dita mi si puntarono nei fianchi facendomi sobbalzare per il solletico e per lo spavento.
Sentii una risata dietro di me, che però cessò quando una tazza piena del liquido cadde a terra rumorosamente.
-Flethc.-
-Oops.-
Girai di poco la testa e la vidi con la coda dell'occhio, tratteneva un sorriso mordendosi il labbro inferiore.
-Non importa.-
Risposi cercando di spostarmi senza pestare niente.
-Però dopo pulisci tu.-
Risi mentre prendevo una tazza pulita, e vi versavo il latte caldo.
Gliela porsi mentre si sedeva a tavola ridendo, poi presi del latte freddo e lo versai nell tazza per me, visto che qello caldo era per terra.
-Mh, vuoi quello caldo?-
Mi chiese avvicinandomi la sua tazza.
-Lo vorrei, ma è per terra.-
Scherzai cercando di farla sentire in colpa.
La vidi abbassare lo sguardo mentre prendeva a giocare con una ciocca di capelli.
-Scusa.-
Mi intenerii, non riuscii a fare a meno di sorridere.
-Stavo scherzando.-
La rassicurai prendendo un primo biscotto.
Durante tutti i dieci minuti aveva cercato di farmi dire il luogo in cui l'avrei portata, usando la scusa dell'abbigliamento, quella del trucco,ma non le diedi corda e restai fermo senza svelarle nulla, doveva essere una piccola sorpresa.
Mi alzai mentre lei finifa di bere, ed iniziai a raccogliere i primi cozzi di ceramica bianca.
-Lascia stare Lou, è colpa mia, faccio io.-
Disse alzandosi e chinandosi con me; alzai lo sguardo giocosamente e prima che potesse fermarmi le diedi una spinta sulle spalle facendola cadere indietro.
-Non c'era dubbio.-
Scherzai allontanandomi dal bancone per andare in camera.
Sentii uno "stronzo" che mi fece ridere, poi mi chiusi in camera per cambiarmi.

-Louis?-
Sentii bussare alla porta della camera dopo qualche minuto.
-Entra pure.-
Mentre mi infilavo i calzini e poi le scarpe la vidi prendere un paio di jeans, una maglia leggera ed un maglione di lana. "Perfetto". Lo sussurrai senza accorgermene.
-Cosa?-
-Eh?-
Mi guardò con la fronte corrugata per poi scuotere la testa.
-Niente, mi sembrava che avessi detto qualcosa.-
Alzai le spalle e mi girai sorridendo.
Sentii la porta chiudersi e capii che era andata in bagno.
Senza farmi sentire frugai un po' nel suo cassetto e presi una sciarpa ed un paio di guanti, presi anche un paio di guanti per me ed andai all'entrata per prendere il mio cappotto.
Presi le chiavi dell'auto e poggiai tutto nei sedili posteriori coprendo con la mia giacca.
Feci giusto in tempo a salire che lei uscii con le chiavi in mano, chiuse la porta e mi raggiunse.
-Pronta?-
Chiesi dopo il rumore della porta che si chiudeva.
-Non so per cosa, ma si.-
Rispose sollevando le spalle.
Misi in moto e partii per una meta ben precisa.

 



***

-Dove siamo?-
Mi chiese per l'ennesima volta durante il viaggio. Finii la manovra per parcheggiare e decisi di risponderle.
-Kinderly Town.-
-Grazie, il cartello l'ho visto anch'io.-
-Ooh sta zitta.-
La ammonii ridendo mentre scendevo dall'auto.
Aprii la portiera retrostante per tirare fuori il mio cappotto, presi anche la roba di Lighter.
-Prendi questi, ti serviranno.-
Le lanciai i guanti e la sciarpa che prese al volo piuttosto sorpresa.
Mi infilai la giacca, la raggiunsi dall'altra parte della macchina e con un gesto spontaneo le circondai le spalle con un braccio mentre la guidavo per i marciapiedi.
Nei cinque minuti che percorremmo a piedi nessuno dei due fiatò, entrambi osservavamo il paesaggio assortito da qualche centimetro di neve bianca.
-Eccoci.-
Dissi sorridendo e risvegliandola dal suo trance.
Attraversammo la strada e ci trovammo all'entrata del grande parco.
-Due per la pista all'aperto.-
Il signore dietro al bancone digitò qualcosa al computer.
-Numeri?-
-Un quarantadue ed un trentotto.-
Ritirai tutto, salutai e tornai da Lighter che mi aspettava sorridente su una dell panchine.
-Eccomi, questi sono tuoi.-
Li prese ringraziandomi e se li infilò velocemente.
-Andiamo?-
Chiesi staccando lo sguardo dalla pista per guardare lei, che rispose con un "si" poco convinto.
Feci un passo ed iniziai a scivolare sul ghiaccio, con una ragazza troppo attaccata al mio braccio per paura di cadere.
-Aspetta.- Dissi cercando di farla staccare dal mio braccio. -Ti faccio vedere.-
La lasciai lì mentre mi allontanavo pattinando, lei mi fissava i piedi e a stento stava in equilibrio.
-Prova, non è difficile.-
Dissi con il fiato leggermente corto dopo essere tornato dietro di lei.
La sua espressione era concentrata mentre cercava di muovere i primi passi. Con le braccia la fermai da una disastrosa caduta e mi misi a ridere tirandola su. Risi anche mentre si girava verso di me cercando di non cascare di nuovo.
-Smettila.-
Mi ammonì lei con una spinta sul petto.
-Va bene, scusa.- risposi senza smettere di sogghignare. -Proviamo così.-
Mi misi bene di fronte a lei e le strinsi entrambe le mani, poi iniziai a muovermi indietro tirandola con me. 
-Stai un po' meno rigida, sembri un pezzo di legno.-
Le feci notare vista la posizione.
Lei se ne accorse e provò a sciogliersi un po' ammorbidendo le gambe, le braccia e la schiena.
Con calma iniziai ad aumentare la velocità, finché Lighter non riuscì a prendere confidenza. Mi guardò soddisfatta senza però lasciare le mie mani.
-E allora? Era tanto difficile?-
Chiesi sorridendole. Lei tornò a guardarsi i piedi stando attenta ad ogni movimento, solo quando mi fui staccato completamente si accorse che le avevo lasciato le mani.
Quella scena la ricorderò per sempre.
Strabuzzò gli occhi guardandomi e si bloccò di colpo cadendo disastrisamente.
-Ahi.-
Si lamentò piano seduta sul ghiaccio mentre si massaggiava una gamba.
Risi fino a cadere vicino a lei, e continuai nonostante lei mi tirasse deboli pugni dappertutto.
-Smettila ed aiutami ad alzarmi.-
Mi ordinò mentre cercava di tirarsi su senza molti risultati.
Mi pulii i guanti senza smettere di ridere e mi alzai porgendole una mano. La tirai su con un colpo deciso tanto che cadde in avanti contro il mio petto, a peso morto.
-Avanti, riprova, ma non fermarti di colpo.-
Le suggerii ironicamente cercando di farla stare in piedi da sola. A quanto pare non ne voleva sapere visto che avevo ancora il suo peso morto addosso mentre si appendeva al mio collo con le braccia. Non che mi dispiacesse averla così vicina, ma era piuttosto scomodo per pattinare.
-Veramente io sto piuttosto bene così.-
Ammise lei senza muoversi.
-Appesa al mio collo?-
Chiesi sarcasticamente cercando i suoi occhi.
-No, ferma.-
Rispose convinta facendomi scoppiare ancora a ridere.

La mattinata passò piuttosto velocemente, e quando fu l'una meno un quarto Lighter riusciva abbastanza ad andare da sola, anche se senza di me davanti non si muoveva neanche a pagarla. All'una e mezza uscimmo con le gambe distrutte, lei in particolare, passammo dall'entrata dove lo stesso signore di prima controllò l'ora della nostra entrata e ci fece il conto totale di sterline.
-Dove andiamo ora?-
Chiese lei appena fuori dall'edificio.
-Beh in verità non lo so. Cioè, avevo pensato, visto che fra poco è carnevale e qui in centro ci sono tutti negozietti di vestiti stupendi, potremmo passare anche di lì se ti va.-
Mi gurdò mentre pensava a qualcosa a me sconosciuto,e poi sorrise come una bambina.
-Non vedo l'ora!-
Risi anch'io ed insieme raggiungemmo la macchina per altri venti minuti di viaggio.

-Ma..-
Fece ancora qualche passo avanti, incredula, mentre si guardava intorno.
-Ma questo posto è fantastico.-
La seguii sorridendo mentre si spostava da un angolo all'altro della strada per osservare ogni particolare, la sua espressione era buffa, sembrava che si trovasse in un film di fantasia.
E in effetti in parte era così: le casette di ogni colore, migliaia di decorazioni di ogni tipo, ed enormi rappresentazioni di simboli sopra e fuori dai negozi. Come quando c'è un'enorme ciambella sopra al negozio di ciambelle. Lì era tutto così, ma più bello. 
-Louis guarda!-
Mi chiamò verso di lei.
-Quell'enorme farfalla sembra fluttuare nel vuoto!-
Non mi girai neanche a guardare l monumento, lo conoscevo a memoria, mi soffermai piuttosto a guardare lei, che dopo qualche secondo di stupore si accorse del mio sguardo fisso, forse anche un po' ebete.
-Che c'è?-
Chiese lei facendo spalluccie.
-Niente, sei carina.-
Ammisi scuotendo lievemente la testa.
Guardammo entrambi avanti, eravamo uno di fianco all'altra, e prima di iniziare a camminare pensai che farlo per mano non sarebbe stata affatto una cattiva idea. Avevo un po' paura di spaventarla, ma vedevo che si stava abituando al nostro rapporto, e volevo avanzare di qualche passo ogni giorno di più.
Allungai la mano apera in avanti per fargliela vedere, lei la guardò per un attimo e poi accettò la mia richiesta. Solo un'ultimo sorriso complice che ci scambiammo, poi partimmo per il viale.

-Il travestimento da Biancaneve però ti stava benissimo!-
Okay, sarebbe stato un complimento normale se l'avessi fatto io a lei. Il problema era che uscendo dal terzo o quarto negozio quel complimento me lo aveva fatto lei, dopo avermi costretto a provare un costume da principessa per maschi.
-Non immagino quanto.-
Ironizziai camminando.
-Ora entriamo qui, ci sono dei bei vestiti da ragazza!-
Le feci cenno con il braccio libero, verso un negozio all'apparenza lussuoso, ad allestirlo un grande affresco di una ragazza con un vestito lussuoso, affrescato al muro. Un negozio con tutte le cose più raffinate ed eleganti, al primo piano. Poi il secondo piano era dedicato a vestiti da principessa. Il terzo da sposa. Il quarto da personaggio fantastico. Il quinto era dedicato ai "temi".E l'ultimo era diciamo un piano.. A reating rosso, ecco. Comunque un negozio dedicato ai vestiti da femmina.
-Va bene.-
Ci dirigemmo verso l'entrata, e appena dopo qualche metro un prfumo delicato già ci invadeva le narici, accompagnato dalla bella musica di sottofondo. Non era cambiato quasi in niente, se non per le pareti che da blu erano diventate celesti. Ci ero entrato una sola volta lì, con Eleanor, ma per prendere un vestito da sera, non di certo uno da carnevale.
Guardammo alcuni vestiti in giro, più che altro lei guardava ed io la seguivo godendomi ogni diversa reazione. In quel piano non volle provare niente, anche se certi vestiti se li mangiava con gli occhi.
Ci fermammo nell'ascensore guardando l'insegna dei vari piani.
-Perché l'ultimo piano è "rosso"?-
Chiese innocentemente, facendo il segno delle virgolette con le mani. Risi un po' in imbarazzo, e finsi un colpo di tosse sperando che capisse.
-Oh, capito.-
-Andiamo al quinto piano?-
Chiesi cambiando discorso. Di vestiti da principessa e da fata già ne avevamo trovati, e da sposa non credo avesse intezione di provarne.
-Perfetto.-
Schiacciò il pulsante e dopo pochi secondi la porta si aprì catapultandoci letteralmene in un nuovo mondo.
Lighter sembrava incantata, ancora più di prima.
Diede un'occhiata veloce a tutto camminando, poi si soffermò su un'insegna con su scritto "colori". Passammo sotto a quella  con su scritto "fate", a quella della musica, ed arrivammo a quella dei colori. Era una grande stanza a parte, divisa in sette sezioni da decorazioni luminose e brillanti. I sette colori dell'arcobaleno, con ogni loro sfumatura. Non mi ricordavo quella stanza così bella. Ci dirigemmo subito verso alcune sfumature di rosa, ed un vestito attirò la sua attenzione. Era carino, ma uno di colore blu scuro mi attirò particolarmente, così lo presi. Non avevo mai avuto buon gusto per i vestiti da donna, ma l'ultima volta ci avevo azzeccato, quindi tentai prendendo quello ed un'altro molto bello, anche se il colore verde acido non donava molto. Tornai da lei che ancora stava guardando i particolari di quell'abito.
-Lo provi?-
La sorpresi alle spalle.
-Sì.-
Rispose sorridente. Gli porsi gli altri due vestiti lasciandoglieli osservare per bene.
-Mi ispiravano, magari ti stanno bene.-
Lei annuì e seguì il cartello per i camerini.
Mi sedetti su una dell poltroncine della sala bianca aspettando che si cambiasse.
Il primo vestito era il suo, quello rosa pallido. Era carino, lungo fin sopra al ginocchio, sotto a tubino di un rosa un po' più scuro, e sopra di qualcosa simile alla seta, con bellissimi dettagli a decorare il corpetto. Mi sentivo piuttosto gay e piuttosto femminile pensando con quei termini, probabilmente era stata l'influenza dei programmi di moda che guardavo quando ero a casa da solo, in mancanza d'altro.
Uscì dopo un paio di minuti, e si guardò allo specchio. Fece un giro su se stessa per osservarsi, era un vero in canto. Feci per alzarmi e dirglielo, ma dopo qualche secondo stava rientrando in camerino con una faccia schifata.
-Ti sta bene!-
La fermai prima che chiudesse del tutto.
-Mi fa il sedere grande.-
Concluse lei. Rimasi zitto, incredulo a quello che aveva appena detto.
-Se tu hai il sedere grande io ce l'ho gonfiabile.-
Ci furono attimi di silenzio, sentivo solo il rumore di tessuti che sfregavano.
-Louis non esco neanche, questo vestito verde fa veramente pena.-
Risi alla sua affermazione, e mi avvicinai alla tenda per rispondere.
-Non ho mai avuto gran classe per i vestiti da donna.-
La sentii ridere piano, e decisi di apsettare in piedi che uscisse.
-Beh questo non è male.-
La sentii parlare e dopo poco la tenda si aprì nuovamente lasciandola uscire.
-N,non è male?-
Chuiesi guardandola da dietro, mentre si osservava allo specchio. Pensai a quando il vestito azzurro che le avevo regalato le stesse bene, e decisi che quello spettacolo andava moltiplicato ancora per dieci. Considerato che ora la vedevo in un modo diverso, e considerato che il vestito aveva molta più classe, potevo davvero dire di esserne rimasto incantato.
La parte superiore era stretta il giusto, di un tessuto leggero, e scendeva così fino alla pancia, con dei dettagli di pizzo e di perle, che risaltavano sul blu notte. Poi scendeva giù in due strati leggeri che lo gofiavano di poco facendolo sembrare il vestito di una dea. Davanti scendeva fino alla mezza coscia, mentre dietro continuava fino a strisciare a terra di una decina di centimetri. Con i tacchi sarebbe arrivato giusto a terra. La parte sulla schiena era stratta come la parte superiore, un po' più bassa, e scendeva fattain pizzo nero, fino a concludersi a V nell'incavo della schiena.
Non feci neanche in tempo a pensare a quanto fossi bravo a descrivere i vestiti, perché il mio pensiero fisso era "wow".
La raggiunsi da dietro e poggiai timidamente le mani sui suoi fianchi, guardando lo specchio davanti a noi.
-Questo te lo compro.-
La avvisai sicuro. Lei si rigirò tra le mie mani per guardarmi, ed io non tradai a stringerla dietro la schiena per avvicinarla.
-Louis, hai una vaga idea di quanto costi?-
La guardai un po' negli occhi prima di rispondere.
-No, e non credo mi interessi.-
Lei sbuffò come per dire "già è difficile per me lasciarlo qui, se poi ti ci metti anche tu!".
-Louis, non possiamo, davvero, è troppo.-
Disse tenendo la sua posizione da ragazza brava e razionale.
-Lighter, i miei genitori guadagnano dodicimila sterline al mese, non credo di avere problemi a pagarlo.-
Lei roteò gli occhi al cielo per poi poggiare la testa sul mio petto.
-Non ci riesci proprio ad ascoltarmi eh?-
Sorrisi senza rispondere, sia per la risposta, si per l'immagine di noi due abbracciati che si rifletteva sullo specchio.
E mi prese un'improvvisa voglia di fregarmene dei miei pensieri contorti, di seguire l'istinto, che in quel momento non faceva altro che urlare "E' la tua ragazza, credici!".
Con un braccio l'avvicinai mentre con l'altro le sollevavo il meno per poi spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-No, non ci riesco.-
E boh, nessuno rispose più perché la forza di volontà aveva di gran lunga superato quella della ragione, e mi ero appropiato possessivamente delle sue labbra.
Mi staccai dopo qualche secondo, per essere sicuro di avere la sua approvazione.
E non potei riceve risposta migliore che un suo sorriso. Così mi sentivo con lei, con il cuore felice. E dovrebbe essere proprio questo che una persona dovrebbe sentire, no?
Rimasi stupito dal fatto che un attimo dopo l'iniziativa non fu solo mia, ma fu accompagnata anche da lei. Chiusi gli occhi come lei e mi godetti ogni singola sensazione provata.
Il bacio fu più lungo del solito, le mie labbra continuavano a staccarsi e riavvicinarsi senza cheidere troppo, un semplice gioco di baci. Sentivo la sua rigidità che lentamente si scioglieva, mentre si fidava di me e stava al gioco. A quel pensiero il mio cuore si allargò ancora di più. Lei si fidava di me.
Persi il conto del tempo in cui rimanemmo abbracciati a goderci quei momenti, ma dopo qualche attimo eravamo vicini, con i respiri che si incorciavano, mentre fissavo i suoi occhi che ormai mi erano entrati dentro lasciandomi l'impressione che non ne sarebbero usciti mai più.
Due parole mi frullavano nella testa, die parole troppo forti per essere dette, troppo spaventose per una ragazza come lei. Così decisi che non era ancora il momento, e mi limitai ad una frase di circostanza che rispiecchiasse i miei sentimenti senza colpire troppo.
-Lighter.-
La chiamai nonostante mi stesse già guardando. Lei sorrise lievemente facendomi venire i brividi.
-Credo di essermi innamorato.-



















Uooaaaaaaaah.
Buona sera peoplee.
Come vaa? Io male lol, ho litigato col mondo in sti giorni. 
Vabbè non siamo qui per parlare di me, già sono noisosa a parlare della storia, se poi vi racconto della mia vita non posso vedere cosa ve ne freghi.
Dunque, perdono.
Chiedo perdono.
No, sincermanete, scusatemi per una moltitudine di motivi.
1. Ci ho messo più del duvuto a rivedere tutti i capitoli scorsi, ma erano davvero penosi, capisco perché nessuno la seguiva all'inizio. lol
2. Ho impiegato due settimane e oltre a scrivere questa caccola di capitolo. Ispirazione zero, idee zero.
3. Non ho ricontrollato il capitolo perché volevo mettervelo sta sera. 
Quindi vi devo un sacco di scuse.
Il capitolo: diverse scene tra Light e Louis, soprattutto nell'ultima parte.
Ah si, per l'inizio, in caso non ve lo ricordiate, quando Louis la richiama dicendo "Fletch" si riferisce al cognome della ragazza. :)
Beh qui è tutto rose e fiori, tra i due nasce qualcosa di sempre più forte, e se può consolarvi vivranno cosìancora per un po', fino all'amore definitivo diciamo, ma come è anticipato dall'introduzione ricordatevi che di sicuro la conclusione non sarà "Vissero felici e contenti". lol.
Bene la smetto di scassarvi l'anima, spero che dopo tutto questo tempo ci sia ancora qualcuno vagamente interessato a seguire questa schifezzina.
Fatemi sapere con qualche recensione, come sempre. :)
A proposito, mi stavo dimenticando i ringraziamenti.
HolaOli
onedirectionilove
unapplausoacolgate
Gio00
haroldswatch
Weareallmad
_Leeroy_
Amethyst__
Postcard
_spaccioharibo
ary1DLove
Grazie mille di cuore per le undici recensioni, davvero, senza di voi questa storia non sarebbe niente, mi date la motivazione per continuare a scrivere e ad impegnarmi. :)
Okay basta, vi lascio in pace.
Per qualsiasi cosa mi trovate qui, su
twittah, su tumblr e su facebook. :)
Alla prossima. ;)

 
xx, Flying_

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Capitolo 21
*** Bad News. ***



Buona sera mie amate. :)
Come va? Spero che stiate tutte bene, per me non è lo stesso. E questo è proprio uno dei motivi per cui vi porto le brutte notizie a cui si riferisce il ttolo del "capitolo".
Mi sento terribilmente in colpa, mi dispiace farlo, so che mi mancherà la storia e ancora di più mi mancherete voi che leggete, ma in questo lungo mese sono giunta alla conclusione che è meglio fermarsi.
Sia per che non è un periodo molto a posto per me, ma ci sono anche altri motivi. Il mio computer si è rotto quindi mi connetto solo una volta ogni tantp con quello fisso che ci mette troppo a caricare. Quindi scrivere, pubblicare e rispondere alle recensioni dal cellulare o da quel coso sarebbe un'impresa.
Poi, ultimamente la scuola mia sta dando un saco di impegni, in più per il mio bene ho deciso di iniziare a fare palestra per smaltire i chili di troppo che non mi fanno stare bene.
Vi chiedo immensamente scusa, è già la seconda volta che interrompo una storia, e credetemi se vi dico che per me è più triste che per voi.
Beh che dire, non saprete come andrà a finire tra Lighter e Louis ;)
Se deciderò di tornare a scrivere i capitoli di questa storia state pure certe che sarete le prime a saperlo.
Se voolete mi trovate su
 twitter (chiedetemi il follow back), nella fantiction che ho scelto di continuare, Love Is Forever, e in queste due pagine di tumblr: unodue.
Bene, è il momento dell'addio. lol.
Spero vivamente che non mi odierete anche se lo capirei. ;)
Arrivederci
Tesori, spero che stiate sempre bene. :)


Baci, Flying_

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