Are you ready to change your life?

di stay_strong_forever
(/viewuser.php?uid=623871)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo e Una normalissima mattinata ***
Capitolo 2: *** Imprevisti giornalieri ***
Capitolo 3: *** Cosa mi nascondi? ***
Capitolo 4: *** Strane reazioni ***
Capitolo 5: *** Chiarimenti e sorprese ***
Capitolo 6: *** Perché nessuno mi vuole dire la verità? ***
Capitolo 7: *** Dopo tante paranoie ci vuole un po’ di svago ***
Capitolo 8: *** Festa con gelosie e conciliazioni ***
Capitolo 9: *** Arrivo a Londra ***
Capitolo 10: *** La serata dai ragazzi ***
Capitolo 11: *** Nuove sensazioni ***
Capitolo 12: *** Vorrei qualcuno che mi appoggiasse ogni tanto! ***
Capitolo 13: *** Raccontateci un po’ di voi! ***
Capitolo 14: *** Il concerto ***
Capitolo 15: *** Una fantastica giornata fino a quando… ***
Capitolo 16: *** Lo dovresti lasciare! ***
Capitolo 17: *** Anche se saremo lontani, ti prometto che… ***
Capitolo 18: *** Non dipende da me! ***
Capitolo 19: *** Quante volte avevo sentito quel “ti prometto che non lo farò più”? ***



Capitolo 1
*** prologo e Una normalissima mattinata ***


Prologo

Era una giornata nuvolosa in un piccolo paesino della provincia di Torino.
 In una casetta viveva una normalissima ragazza di nome Erika. Aveva 16 anni e frequentava il terzo anno del liceo linguistico. Era bellissima, aveva dei boccoli lunghissimi color castano e gli occhi verdi. Era alta un metro e sessanta ed era magra.
Aveva un fratello di nome Andrea, che era più grande di lei di sei anni. Studiava alla facoltà di economia di Torino. Fisicamente era muscoloso e molto più alto della sorella. Era biondo con gli occhi azzurri.
 I due fratelli non si assomigliavano molto e questo affliggeva soprattutto Erika. Comunque tutti e due erano molto amichevoli e disponibili nell’aiutare gli altri, grazie anche all’educazione data dai loro genitori. Questi si chiamavano Mario e Luisa. Il padre era capo di un’azienda e la madre era una psicologa.
 Mario era un bell’uomo. Molto alto e in forma, occhi marroni e capelli castani. Aveva 48 anni, ma non li dimostrava.
Luisa era una donna molto affascinante. Era alta e aveva un fisico asciutto. Occhi azzurri come il mare e i capelli color dell’oro lunghi all’altezza delle spalle. Aveva 46 anni. Aveva origini inglesi solo da parte di sua madre. È nata e cresciuta a Holmes Chapel, poi durante una vacanza studio in Italia conobbe il suo amato marito e da lì s’innamorarono e un paio di anni dopo si sposarono.
Ebbene sì, i genitori di Luisa vivevano in Inghilterra, anche se il padre, avendo origini italiane, voleva tornare nella sua patria; non si trasferirono perché si trovarono bene in quel paese che gli aveva donato lavoro e soddisfazioni e anche perché non voleva lasciare l’altro figlio da solo.
I genitori di Mario erano sempre molto vicini al figlio e alla moglie. Li ha aiutati nel crescere i figli.
Comunque tutta la famiglia era molto unita.
 

Una normalissima mattinata

Pov Erika
“Erika svegliati sono le 7:00!” gridò mamma dalla cucina al piano di sotto.
Come al solito ero una dormigliona ed ero sempre in ritardo.
“Erika alzati, o perderai il pullman!” gridò per la seconda volta.
“Si mamma!” gridai di rimando.
Mi alzai contro voglia. Andai in bagno mi lavai, poi mi diressi in camera per vestirmi. Indossai dei jeans stretti e una maglia con le maniche a pipistrello nera e misi le mie adorate Nike abbinate alla maglia.
Finito di vestirmi, scesi in cucina, salutai tutti, mangiai un croissant e bevvi un succo di frutta.
“Ora vado a scuola! Ciao!” andando verso la porta.
“Ciao, a stasera!” dissero tutti insieme.
Andai alla fermata del bus alle 7:40. Come al solito mi stavano già aspettando Viola e Carlotta, le mie due migliore amiche.
Viola la conobbi in prima elementare. Era l’opposto di me. Molto chiacchierona e attiva. Fisicamente era magrissima e altissima. Occhi castani e capelli biondi di media lunghezza. L’unica pecca era che non studiava molto e quindi l’aiutavo nel recuperare le materie.
Carlotta la conosco da poco, solo dalla prima superiore, però appena Viola ed io l’abbiamo conosciuta era diventa la nostra migliore amica. Era anche lei alta e magra. Capelli corti castani e occhi marroni tendenti al verde. Era molto timida però se si “scioglie”, diventa anche lei chiacchierona.
“Ciao! Come state?” dissi appena arrivata.
“Bene!” dissero le due.
“Vi devo dare una new!” disse Carlotta.
“Che cosa è successo?” chiese sorpresa Viola.
“Potrò venire in Inghilterra con voi!” disse euforica.
“Benissimo! Sono contentissima! Passeremo una bellissima estate tutte insieme!” dissi io.
“Poi avremo una grande guida come te, Erika!” aggiunse Viola.
“Così mi fate commuovere!” le presi in giro.
“Che stupida!” disse Viola.
“Va beh! Meglio che andiamo a scuola!” cambiò discorso Carlotta.

Spazio dell'autrice:
spero che vi piaccia! recensite per farmi saper il vostro parere! Alla prossima! :)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Imprevisti giornalieri ***


 
Imprevisti giornalieri
Arrivammo a scuola.                            
C’erano le solite galline che ridevano e prendevano in giro.
“Ecco le tre sfigate directioners!” disse Marta alle due amichette Alice e Chiara.
Marta si credeva la regina della scuola solo perché era ricca e molto bella. Si vestiva in modo provocatorio e volgare. Infatti, indossava una minigonna con una maglia cortissima.
Era alta e magra, con i capelli biondo platino e occhi marroni. Si truccava pesantemente e sembrava un pagliaccio. Aveva sempre tutti i ragazzi ai suoi piedi solo perché è una ragazza molto aperta, in tutti i sensi. Le sue due amiche erano la sua esatta copia nello stile di vestire e di fare.
Queste prendevano in pesantemente tutte le directioners della scuola. Il motivo non l’ha mai capito nessuno.
Però si deve dire che non erano le uniche a farlo erano seguite da alcuni ragazzi. Questi usavano anche la violenza, infatti, almeno una volta a settimana picchiavano qualcuno.
Fortunatamente a me e alle mie amiche non è mai successo nulla del genere. Forse perché eravamo tutte e tre fidanzate e loro erano amici di questi bulli.
Ebbene sì, sono fidanzata con Enrico da un anno. Siamo una coppia molto affiatata. Egli ha 18 anni fa il liceo scientifico. È un ragazzo alto, muscoloso e bello come il sole. È molto simpatico e difende ciò che gli è più caro nella sua vita. Devo ammettere che è anche molto geloso. Guarda male ogni ragazzo che mi parla o mi saluta semplicemente.
“Guarda chi c’è la ragazza facile della scuola!” disse Viola, che come al suo solito non se le fa dire e non ha peli sulla lingua.
“Che simpatica che sei! È meglio che non ti metta contro di me se no sono guai!” disse Marta con cattiveria.
“Che paura!” disse con sarcasmo Viola “cosa mi vorresti fare?” continuò provocatoria.
“Ti aggiusterò per le feste!” rispose con malvagità.
“Sai che non ti conviene! Io sono fidanzata con Lorenzo!” disse Viola con aria di vittoria.
Lorenzo era il fratellastro di Marta e se questa fa qualcosa alla sua ragazza, sa che non gliela farà passare liscia.
“Ti sei salvata solo per questa volta! Capito? Ciao sfigate!” disse con aria di sconfitta e se ne andò.
Arrivarono Enrico, Lorenzo e Marco, il fidanzato di Carlotta.
Salutarono con un bacio le rispettive ragazze.
“Ciao, amore!” disse rivolto a Carlotta “Come state?” chiese Marco.
“Bene! Tranne per il fatto che Marta, Alice e Chiara ci minacciano e insultano.” Disse Carlotta
“Questa storia deve finire! Quando torno a casa, mi sente!” disse Lorenzo.
“Sta calmo! Tanto ci sappiamo difendere e le daremo noi la giusta lezione per ciò che sta facendo a noi e agli altri!” disse Viola.
“Mi raccomando non combinate guai!” disse Enrico.
“Non vi preoccupate!” disse Erika.
“Quando dite di non preoccuparci e un motivo in più per iniziarlo a fare!” disse Marco.
“Uomini di poca fede!” rispose Viola.
E tutti scoppiarono a ridere.
Suonò la campanella, ognuno andò nella rispettiva classe.
Passarono sei ore, allora aspettammo i rispettivi ragazzi e ci incamminammo verso casa.
“Ho avuto un’idea!” disse Carlotta.
“Ho paura!” disse Erika stringendosi più vicino al suo fidanzato.
“Che esagerata! Dicci pure cara!” disse Viola.
“Stavo pensando che dobbiamo fare shopping per prendere qualcosa di carino da portare in Inghilterra!” disse Carlotta.
“Hai ragione! Siamo alla fine di maggio e tra meno di due settimane partiremo per Londra!” disse Viola.
“Aveva ragione Erika che si dove preoccupare!” disse Marco.
Gli altri due concordarono.
“Poi dobbiamo prendere qualcosa per la festa di sabato sera!” aggiunsi.
“Ok! Allora andremo domani a fare compere?” chiese Carlotta.
“Certo!” dissero le altre due.
“Ok! A domani!” dissi.
Ognuno di noi andò a casa e facemmo i compiti per il giorno dopo.
Verso sera rientrò mia madre. Non sapevo che ero in casa perché di solito o uscivo con le mie amiche o con Enrico.
Ero in salotto e la sentii parlare al telefono in inglese.
(fate finta che la conversazione sia in inglese)
“Erika tra meno di due settimane sarà in Inghilterra e sarà meglio che non ti veda!” disse la madre.
“Non può venire a conoscenza della verità dopo 16 anni!” aggiunse riattaccando.
“Di quale verità parli?” dissi sorpresa.

Spazio dell'autrice
Spero che vi piaccia! Recensite per farmi sapere le vostre opinioni! Alla prossima!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cosa mi nascondi? ***


Cosa mi nascondi?
Mia madre sbiancò di colpo, come se avesse visto un fantasma.
 
Pov Luisa
Non sapevo che Erika era in casa, pensavo che fosse uscita. E ora cosa mi invento?
Non posso dirle la verità se no mi odierà a vita, oppure odierà la persona con cui ho avuto la conversazione.
Ormai è troppo tardi per dirle la verità. Non può cambiare la sua vita.
 
Pov Erika
“Nulla d’importante! Avrai capito male o forse sono stata io a esprimermi male!” disse mia madre con agitazione.
Sicuramente se avessi insistito, non avrei ottenuto nulla, quindi non indagai più di tanto. Certo era molto strana e agitata, come se nascondesse qualcosa d’importante.
“Mamma tu mi dirai sempre la verità? Giusto?” dissi io con voce tremante.
“Certo tesoro! Ricordati che io per te ci sarò sempre! Qualsiasi cosa succeda! Però per ora non posso dirti nulla! È meglio per te!” disse con voce strozzata.
“Quindi c’è qualcosa che non mi hai detto?” dissi io in lacrime.
“Si c’è una cosa che non sai, però lo scoprirai più avanti! Non ti preoccupare e non piangere! Capito?” disse mia madre vedendomi piangere.
“Ok! Ma voglio saperlo!”
“Lo scoprirai al tempo giusto. Ti fidi di me?”
“Si!”
“Allora non pensarci e continua le tue giornate senza pensare a ciò che dirò!”
“Va bene!” dissi in fine asciugandomi le lacrime.
“Mi aiuti a preparare la cena?” chiese mia madre.
“Certo, con piacere!”
Così iniziamo a cucinare.
Adoravo come riuscisse a cambiare discorso in poco tempo e far finta che non sia successo nulla.
 
Nel frattempo arrivò Andrea e mio padre.
“Ciao! Che profumino che c’è!” disse mio padre.
“Certo! Siamo o non siamo delle grandi cuoche?” disse mia madre.
“Certo che lo siete!” disse Andrea.
 
Finito di cucinare, chiamammo gli uomini di casa e cenammo. Ognuno raccontò la propria giornata. Io ovviamente non dissi delle “minacce” o prepotenze di Marta. Loro non erano a conoscenza di ciò che faceva lei e le sue seguaci.
“Mamma! Venerdì sera, dato che siete via per lavoro, posso fare venire Viola e Carlotta per organizzare un pigiama parti?” proposi.
“Certo che puoi basta che non diventi una mega festa dove inviti mezza scuola! E poi tanto Andrea rimarrà qui a controllarvi!” disse mia madre.
“Ok basta che non ci disturbi!” risposi.
“Ma anche no! Io non mi subisco un’intera serata ad ascoltare le canzoni dei One direction correlate dai loro commenti e schiamazzi!” protestò Andrea.
“Non è vero! Noi siamo molto serie e non facciamo schiamazzi!” risposi io.
“No!!!” disse “Louis sei fantastico! Hai visto Harry che capelli fantastici?” continuò facendo l’imitazione di Viola.
“Non prenderle in giro! Tanto starai qui sabato sera!” disse mio padre.
“Però farò venire Veronica!” disse Andrea sconsolato.
Veronica era la sua ragazza da due anni. Aveva 20 anni e frequentava l’università di lettere moderne. Era solare e simpatica. Era alta e formosa nei punti giusti. Aveva i capelli rossi e occhi azzurri. Anche lei era una gran fan dei One direction!
“Allora si unirà anche lei a noi!” costatai.
“Allora è meglio che inviti i miei amici!” controbattette Andrea.
“Basta che lasciate casa integra, potete invitare chiunque!” disse mio padre esasperato.
Noi acconsentimmo.
Finì la cena, io e mamma mettemmo la cucina in ordine e andai in camera mia.
Misi gli auricolari e ascoltai i One direction, nel mentre mandai un messaggio sul gruppo di whatsapp composto da me, Viola e Carlotta.
Io: Ciao! Avete voglia venerdì sera di fare un pigiama party a casa mia?
Viola: Certo! Così ci raccontiamo tutte le news!
Carlotta: E scegliamo cosa mettere alla festa di sabato!
Io: Allora vi aspetto dopo domani a casa mia!
Viola: Ok! Ora vado a dormire! A domani! Notte!
Carlotta: Allora a domani! Notte care!
Io: Buonanotte splendori!
 
Andai a dormire per prepararmi a un’altra struggente giornata di scuola.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Strane reazioni ***


Strane reazioni
Erano le 7:00 del mattino. Fui svegliata come al solito dalle grida di mia madre.
Mi lavai, mi vestii e mi truccai leggermente. Indossai una maglia lunga fino a metà coscia grigia, dei leggins neri e degli stivali neri.
Scesi in cucina. Trovai solo mia madre. Come al solito mio padre era già al lavoro e Andrea stava ancora dormendo perché era uscito con gli amici e la ragazza ed era rientrato tardi.
“Buongiorno tesoro! Dormito bene?” disse mia madre
“Buongiorno! Si ho dormito bene!” risposi.
“pensa tra meno di una settimana e mezza sarai in Inghilterra a trovare i tuoi nonni e i tuoi zii!” disse con un gran sorriso.
“Lo so sono anch’io molto contenta di rivederli! Passare una settimana a Londra con gli zii e una settimana a Holmes Chapel dai nonni con Viola e Carlotta è fantastico! Non vedo l’ora!” dissi euforica.
“Ricordati che ad agosto ritorniamo a Holmes Chapel per stare un po’ con i nonni!”
“Certo lo so!” dissi.
Mangiai il mio croissant e bevvi un po’ di succo di frutta.
“Stavo pensando che noi passiamo tutti gli anni le vacanze dai nonni e non abbiamo mai Visto Harry Styles o la madre. Non noti?” costatai.
Mia madre fece una faccia indecifrabile.
“Certo, mica si fanno vedere per te!” disse scontrosa.
“Si lo so. Ma anche prima che diventasse famoso, non l’abbiamo mai visto. Non noti?” dissi.
“Sarà una casualità! Ora vai a scuola se no perdi il pullman!” disse frettolosamente e agitata.
“Va bene! Ciao a stasera!” dissi
“Ciao!” rispose.
Non capii la sua reazione. Certo non era la prima volta che lo faceva. Se parlavi casualmente di tutti componenti della band, lei mi ascoltava con interesse, se parlavo solo di Harry, iniziava ad agitarsi e tagliare il discorso molto in fretta. Se invece citavo il nome Anne, iniziava sbraitare e a urlarmi contro.
Arrivai alla fermata del bus e lì come al solito c’erano già Viola e Carlotta.
Ci salutammo e prendemmo il bus.
Raccontai per l’ennesima volta la mia disavventura accaduta con mia madre, loro erano le uniche con cui mi potevo confidare. Quando parlavo con Enrico, sembrava di parlare con mia madre, quindi non mi confidavo molto con lui, anche se stavamo insieme da tanto.
“Forse ti nasconde qualcosa che non vuole dirti!” disse Viola.
“Lo so già, genio! Però non capisco cosa…” dissi sconsolata.
“Forse sarà nervosa per il lavoro oppure e solo un po’ di stanchezza!” disse Calotta.
“Non credo. Ieri quando è tornata da lavoro, stava parlando al telefono in inglese e ha detto che non può dirmi la verità dopo 16 anni!” dissi io.
“Pensi che sia qualcosa di grave?” chiese Carlotta.
“Andrea ed Io ci assomigliamo fisicamente?” chiesi.
“Partendo dal presupposto che non si risponde a una domanda con un’altra domanda, comunque no!” disse Viola.
“Vedi che le mie supposizioni sono vere!” dissi io affranta.
“Cioè?” chiesero entrambe.
“Sono stata adottata!” dissi.
“Ma va! Sarà una casualità! Forse un tuo antenato ti assomigliava!” disse in modo consolatorio Viola.
“Certo!” dissi io per troncare il discorso.
Suonò la campanella, allora decidemmo di entrare, però Marta mi tirò per il braccio e mi porto in una parte isolata.
“Che cosa stai facendo!” dissi io confusa.
“Guarda lì!” disse indicando due persone.
Erano Enrico e una ragazza. Stavano parlando troppo vicino per i miei gusti e lei era troppo provocatoria nei modi di fare e di vestire. Poi si congedarono dandosi un bacio sulla guancia. Era rossa di rabbia e di gelosia.
“Perché mi hai portata qui per farmi vedere questa scena?” chiesi ancora più confusa.
“Ti ho portata qui per farti aprire gli occhi e per dimostrarti che la persona che hai al tuo fianco non è quella che credi!” disse andandosene via con un ghigno divertito.
Entrai in classe in ritardo.
Mi scusai con il professore di matematica e mi sedetti al mio posto vicino alle mie due migliori amiche.
“Dov’eri?” chiese Carlotta.
“Ero in cortile!” dissi sotto voce.
“Per fare cosa?” chiese ancora.
“Marta mi ha portata lì per farmi vedere che Enrico stava parlando con una ragazza molto facile. Poi le ho chiesto perché l’ha fatto e mi ha risposto per farti vedere che non è la persona che pensi.” Dissi io può arrabbiata.
“Io se fossi in te non le crederei!” rispose Carlotta.
 
Perché tutti si comportavano in modo strano con me?




Spazio dell'autrice
Spero che vi piaccia! fatemi sapere le vostre opinioni e se continuare. Alla prossima volta! Ciao! :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Chiarimenti e sorprese ***


Chiarimenti e sorprese
Suonò la campanella della fine della giornata scolastica. Uscii da quell’edificio e da lontano vidi Enrico che parlava con la stessa ragazza che aveva visto prima. Notando che lo stavo guardando si congedo con un cenno di mano e s’incamminò verso di me.
Mi salutò con un bacio. Si accorse che ero arrabbiata.
“Che cosa ti succede?” disse po’ confuso.
“Niente!” risposi.
“Certo! Sei arrabbiata perché ti va. No?” disse alzando la voce.
“Lo vuoi sapere che c’è? Lo vuoi sapere? Ti ho visto che parlavi con quella ragazza stamattina e che l’hai baciata! E invece ora vedendomi l’hai congedata solo con un saluto! Cosa c’è tra di voi?” dissi alzando un po’ troppo la voce, facendo cadere l’attenzione su di noi.
“Prima cosa non urlare! Secondo non c’è nulla tra me e quella ragazza! È solo una compagna di classe che voleva un aiuto in chimica. Poi sai che sei l’unica persona che amo e che vorrei al mio fianco. Le altre ragazze non le guardo nemmeno, tu sei l’unica per me! Ti amo” disse dandomi un bacio molto molto passionale e spinto.
“Anch’io ti amo” dissi “scusa se non ti ho creduto!”
“Era giusto che sapessi la verità!” disse.
Ci incamminammo verso il cancello, dove c’erano Viola, Carlotta, Marco e Lorenzo. Ci salutammo.
“Che cosa fate oggi pomeriggio?” chiese Lorenzo.
“Andremo a fare shopping! Ovvio no?” disse euforica Viola.
“Già vero! Però tenetevi libere stasera verso le sei!” disse Marco.
“Perché?” chiesi sorpresa.
“È una sorpresa!” disse Enrico.
“Ora andate e siate in orario! Ci incontriamo a casa mia! Ciao! Mi raccomando non svaligiate il centro commerciale” disse Marco troncando il discorso.
Ci incamminammo verso il centro commerciale.
“Hai risolto con Enrico?” chiese premurosa Carlotta.
“Si sono io che non capisco nulla!” dissi io.
“La prossima volta ascolta il tuo ragazzo e non quella gallina di Marta!” disse Carlotta.
“Lo farò!”
Arrivammo al centro commerciale. Entrammo in un negozio e provammo dei vestiti che molto probabilmente metteremo sabato sera.
Viola prese un abitino bianco, lungo fino a metà coscia, merlettato, Carlotta prese un vestito molto corto e sensuale pagliettato color argento ed io presi un abitino molto corto con un coperto nero e la gonnellina di velo.
Prendemmo le scarpe rigorosamente con il tacco e una borsa abbinata al vestito.
“Bene ora dobbiamo prendere qualcosa per il viaggio in Inghilterra!” disse Viola.
“Cosa vi serve?” chiesi esasperata.
“Tutto!” disse Viola.
“Certo! Ti vede che esci sempre nuda da casa!” disse Carlotta.
“AHAH! Molto simpatica!” disse Viola.
“Ok facciamo in fretta che tra meno di 40 minuti dobbiamo andare da Marco!”
Andarono decise presero pantaloncini, jeans e magliette. Avevano un sacco di buste.
“Ora andiamo a posare le buste a casa e poi ci troviamo da Marco. Ok?” dissi.
“Va bene! A dopo!” dissero entrambe congedandosi.
 
Arrivai a casa posai le buste delle varie compere in camera e mi diressi direttamente a casa di Marco.
 
Come al solito ero l’ultima, poiché abitavo più lontano rispetto agli altri.
“Eccoci qui! Ci siamo tutti!” disse Marco.
“Allora parlo io per tutti e tre. Queste sono per voi quando le aprite, non urlate troppo perché ci teniamo al nostro udito!” disse con sarcasmo Lorenzo porgendo una busta ad ognuno.
“Aprite pure! Non è una bomba!” disse Enrico.
Aprimmo la busta e trovammo un biglietto giallo, quello di un concerto.
Lessi bene ed era il biglietto per un concerto dei One direction a Londra nella settimana in cui saremo state in quella bellissima città.
Saltai immediatamente addosso a Enrico che prontamente mi prese e lo baciai.
Così fecero anche le altre due ragazze che per la troppa emozione fecero fuori uscire un urletto.
“Lo abbiamo fatto perché non siete riuscite a comprare il biglietto in Italia, allora ne abbiamo preso uno in Inghilterra!” disse Lorenzo.
“Che tesori che siete!” disse Viola.
Cercammo di ringraziarli e parlammo del più e del meno. Poi verso le 19:30 andammo ognuno a casa propria. Ogni ragazzo però prima accompagnò la rispettiva ragazza a casa.
 
Entrai in casa e sentii mio padre e mia madre parlare.
“Secondo te, Erika deve sapere la verità?” disse mio padre.
 
Di che verità stavano parlando? E perché erano così strani?

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Perché nessuno mi vuole dire la verità? ***


Perché nessuno mi vuole dire la verità?
“Non lo deve sapere se no ci odierà a vita, oppure farà qualche stupidaggine” disse mia madre.
“Però non possiamo continuare così!” controbattette mio padre.
“Glielo diremo più avanti. Ora facciamola partire senza preoccupazioni!” chiuse il discorso.
Io ero rimasta dietro la porta a origliare.
Non ci capivo più nulla.
Erano così strani.
Forse dovevo chiedere ad Andrea, lui sicuramente sapeva qualcosa e non mi avrebbe nascosto nulla.
“Oh! Sei tornata! Com’è andata la giornata?” disse mia madre appena uscì dalla cucina vedendomi.
“Bene! La tua?” chiesi provocatoria.
“Anche la mia molto bene!” disse.
“Hai delle novità o cose da dirmi?” chiesi nella speranza che mi dicesse cosa nascondesse.
“No nulla! Tu invece dov’eri?” chiese cambiando discorso.
“Sono andata a fare shopping con Viola e Carlotta, poi sono andata a casa di Marco perché lui, Enrico e Lorenzo ci volevano dare un regalo.” Risposi.
“Cosa ti ha regalato Enrico?” chiese mia madre.
“Un biglietto per un concerto dei One Direction che si terrà a Londra nei giorni che andremo lì!” dissi con un sorriso smagliante.
Mia madre fece una faccia mista a preoccupazione e agitazione.
“Mi raccomando, fai attenzione quando andrai lì!” disse con tono duro.
“Certo! Sai che sono una ragazza affidabile!” risposi non capendo la sua affermazione.
“Certo che lo so! Ora vado a preparare la cena!” disse andandosene via.
Rimasi lì senza capire il perché delle sue preoccupazioni. È certo che mi nasconde qualcosa anche su questa storia.
 
Dopo poco rientrò anche mio fratello.
Cenammo e dopo aver finito, chiesi a mio fratello se potevamo parlare in privato. Allora andammo in camera sua.
 
“Allora sorellina, se vuoi parlare dei tuoi cantanti preferiti, puoi anche non sprecare tempo e fiato con me!” disse ironico.
“Non preoccuparti non devo parlare di questo!” dissi.
“Oh! Quindi ogni tanto fai anche discorsi più seri!” disse prendendomi in giro.
“Certo caro!” dissi facendogli la linguaccia “comunque, hai notato che mamma e papà si comportano in modo strano?” dissi con voce cupa.
“Più o meno. Cosa ti preoccupa?” mi chiese.
“Mi preoccupa il fatto che mi stiano nascondendo qualcosa. Di sai qualcosa?” chiesi sperando in una risposta positiva.
“No non so nulla!” disse con una voce tremante come se sapesse qualcosa che non vuole dire.
“Non sembra. Sai ti conosco bene. Tu sai cos’hanno e non me lo vuoi dire! Cosa ti costa dirmi cosa nascondono?” chiesi speranzosa.
“Io non posso dirti nulla mi dispiace!” disse duramente “ora vai a dormire che è tardi e non farti più queste paranoie! Buonanotte!” concluse portando fuori di peso da camera sua e sbattendomi la porta in faccia.
 
Entrai in camera mia ancora più confusa di prima.
Mi misi pigiama e cercai di dormire.
Mi rigiravo una continuazione nel letto, poi feci un sogno.
“c’era una signora che diceva:- guardati, non assomigli per nulla ai tuoi genitori o a tuo fratello!-.
Poi un uomo disse:- cerca i tuoi veri genitori, non credere alle persone che fanno finta di esserlo!-.
Poi continuò una ragazza:- vieni qua con noi! Saremo la tua famiglia!-
E infine un ragazzo disse:- forza scopri la verità! Non farti abbindolare dalle bugie altrui!-
Io gli risposi a quest’ultimo con le lacrime agli occhi:- loro sono i miei genitori! Io mi fido di loro!-
Egli rispose:- fai male! Non devi fidarti!-”
Mi svegliai tutta sudata e agitata. Piangevo senza motivo.
Che cosa voleva dire questo sogno? Di chi mi dovevo fidare?






Spazio dell'autrice:
spero che anche questo capitolo vi piaccia! fatemi sapere le vostre opinioni! Alla prossima! Ciao! ;)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Dopo tante paranoie ci vuole un po’ di svago ***


Dopo tante paranoie ci vuole un po’ di svago

 
Passai la notte in bianco. Dopo quel sogno non riuscii più a dormire.
Mi alzai dal letto alle 6:45. M’iniziai a preparare per andare a scuola.
Mi lavai e mi vestii. Indossai una felpa blu con dei jeans e delle Nike abbinata alla felpa.
Mi truccai mettendo del fondotinta per coprire le terribili occhiaie e definii gli occhi con una linea di eyeliner nero e del mascara dello stesso colore.
Scesi giù in cucina dove c’era mia madre. La salutai senza parlarle molto. Non ne avevo voglia.
Mi face mille domande per sapere cosa avessi, io non le risposi. Mangiai la mia colazione me ne andai alla fermata del bus.
Lì c’erano le mie due adorate amiche. Queste vedendomi così mi chiesero subito cosa fosse successo. Io le raccontai tutto dal ritorno a casa la sera prima fino al sogno.
“Erika è solo un sogno! Non crederai mica a ciò che hai sentito?” chiese premurosa Carlotta.
“Lo so ma tutti mi nascondono qualcosa e nessuno me lo vuole dire cos’è.” Dissi cupa.
“Non preoccuparti! Se c’è qualcosa che non va, te lo direbbero!” disse Viola per consolarmi.
Arrivammo a scuola come al solito da una parte c’erano le ochette con i fighetti della scuola e dall’altra i ragazzi normali e non considerati molto.
Cercai con lo sguardo Enrico, ma non c’era.
Arrivarono Marco e Lorenzo. Salutarono le rispettive ragazze con un bacio.
“Sapete dov’è Enrico?” chiesi.
“L’ho visto prima che stava parlando con una nostra compagna di classe.” Disse Lorenzo.
“Si stavano confrontando sui compiti di chimica e matematica.” Aggiunse Marco.
Un po’ di gelosia si fece sentire, però cercai di calmarla e non farla uscire. Mi fidavo ciecamente di lui, però ogni tanto mi faceva arrabbiare con i suoi comportamenti.
Suonò la campanella e ognuno andò nella propria classe.
Finita l’ennesima giornata di scuola, ci demmo appuntamento come al solito al cancello della scuola.
Io ero insieme alle mie due amiche e al cancello i ragazzi ci stavano già aspettando.
Enrico mi venne subito incontro per salutarmi. Mi diede un lunghissimo, passionale e spinto bacio.
“Che cosa farete stasera?” chiese Lorenzo.
“Faremo un pigiama party a casa di Erika.” Disse Viola euforica.
“Bene! Così ti distrai un po’ dalle tue preoccupazioni.” Disse Enrico rivolto a Erika lasciando che gli altri andassero avanti per lasciarci un po’ soli.
Io lo guardò in modo strano.
“Anche se non mi dici nulla, io so che stai male per qualcosa. Sai mi puoi confidare tutto!” disse in modo dolce.
D’istinto lo abbracciai e una lacrima uscì dai miei occhi e andò sulla sua spalla.
“Non piangere. Così affliggi anche me!” disse asciugandomi le lacrime.
“Scusa ma non ne voglio parlare.” Dissi con la voce spezzata.
“Non ti preoccupare per ogni cosa ci sarò! Ora ti accompagno a casa!” disse premuroso.
“Grazie per tutto!” dissi baciandolo.
“Per te questo e altro!” disse.
Arrivai a casa e mi preparai per il pigiama party della serata.
 
Erano le 19:30 quando Viola e Carlotta si presentarono a casa mia.
“Ciao! Ho già ordinato le pizze e arriveranno alle 20:00!” dissi.
“Bene così possiamo chiacchierare!” disse Carlotta.
“Sì, però andiamo in camera perché fra un po’ arrivano anche gli amici di mio fratello!” dissi un po’ scocciata.
“C’è qualcuno carino?” chiese Viola.
“Viola sei fidanzata! Non ti ricordi?” disse Carlotta.
“Certo però non è vietato guardare!” si difese Viola.
Carlotta ed io scoppiamo in una fragorosa risata.
“Sempre la solita!” dissi io.
 
Salimmo in camera mia.
“Noto con piacere che hai sempre più poster dei One direction!” disse Viola.
“Soprattutto di qualcuno in particolare. Definito per-fect!” disse Carlotta.
“La cui iniziale è L e continua con –iam” disse provocatoria Viola.
“La smettete di prendermi in giro?” dissi “Io non vi dico mai nulla! Anche voi in camera vostra avete più poster di un solo componente della band. Tu Viola hai più di 50 poster di Harry e invece Carlotta di Zayn!”
“Ok hai vinto!” disse Carlotta.
Suonarono al campanello erano le pizze. Le mangiammo tra le mille risate e chiacchiere.
Alle 21:00 arrivò mio fratello con i suoi amici, Gianluca e Mattia.
Decisero di fare una sfida contro di noi a Just dance e ovviamente come sempre vincemmo noi ragazze.
Alle 24:00 decidemmo di andare in camera. Ci fermammo a parlare e vedere qualche notizia sui One direction.
Dopo tante chiacchiere e risate ci addormentammo per prepararci alla festa del giorno seguente.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Festa con gelosie e conciliazioni ***


Festa con gelosie e conciliazioni
Erano le 20:00 e mi stavo preparando per la festa che si sarebbe tenuta a casa di Lorenzo. Ovviamente ci sarebbe stata anche Marta con le sue amiche e i suoi amici.
La mattinata era passata molto bene. Ho fatto una passeggiata con le mie due migliori amiche, poi di pomeriggio sono uscita per un’oretta con Enrico.
Indossai il vestitino nero molto corto comprato giovedì e mi truccai con una linea di eyeliner per definire lo sguardo e misi del mascara voluminizzante e del lucidalabbra.
 
Alle 21:00 Enrico mi venne a prendere a casa. Entrai nella sua auto.
Indossava un jeans nero a vita bassa e una camicia bianca lasciata sbottonata nei primi bottoni.
“Ciao Amore!” disse dandomi un bacio molto provocante e per nulla casto.
“Ciao!” dissi con il fiato corto.
“Con questo vestitino mi provochi!” disse molto malizioso.
“Questo vestitino molto corto non l’ho messo per te!” dissi con aria beffarda.
“Non credo proprio!” disse in modo duro mettendo la sua mano sulla mia gamba scoperta.
“Sei sicuro?” chiesi con aria di sfida.
“Sì! Molto sicuro!” rispose facendo scivolare la sua mano sempre più vicino alla mia intimità.
Io molto infastidita dal suo gesto lo scostai molto malamente ed egli di risposta mi strinse più forte e mi baciò con molto trasporto. Nel mentre le sue mani vagavano sotto il mio vestito e provò a mettersi su di me.
“Smettila! Lasciami stare!” dissi urlante e spingendolo sul suo sedile.
“Scusa non volevo!” disse facendo un sorrisetto malizioso e avviando l’auto.
“Certo come no!” dissi arrabbiata.
“Sei tu che mi hai provocato!” continuò.
“Io non ti sono saltata addosso!” dissi con voce stridula.
“Con te non si può fare mai nulla!” disse.
“In questo momento non era il caso!” dissi con la voce spezzata.
“Scusa non volevo!” disse vedendo una mia lacrima che scendeva.
Mi accarezzo la coscia, ma stavolta per confortarmi. Vedendomi così si mortificò del suo comportamento.
Arrivammo a casa di Lorenzo. Allora Enrico si fermò e parcheggiò.
Mi abbracciò, mi chiese ancora scusa ed io lo perdonai.
 
Scendemmo dall’auto e suonammo la porta. Ci venne ad aprire Marta.
“Ciao! Anche voi qui!” disse fingendosi sorpresa.
“Sì. Ci fai entrare oppure restiamo fuori?” dissi infastidita.
“Certo! Prego!” disse facendoci entrare.
Subito vennero da me Viola e Carlotta. Indossavano gli abitini molto corti comprati insieme qualche giorno prima.
“Ciao bellissimi! Come state?” disse euforica Viola.
“Bene! Ora vi lascio alle vostre chiacchiere e vado a cercare i miei amici!” disse.
“va bene!” dissi e se ne andò dopo avermi data un bacio molto passionale e per niente casto per far capire agli altri che appartengo a lui.
“Sempre molto passionale!” disse Carlotta.
“Chissà come sono al letto!” disse scherzosa Viola.
“Smettetela!” dissi rossa in viso.
“Ok! Ma non ci racconti mai niente dei tuoi rapporti!” disse Viola.
“Va bene! Ve ne parlerò in privato!” dissi con po’ d’imbarazzo e loro scoppiarono a ridere.
Andammo in sala, dove tutti i ragazzi stavano ballando. Erano moltissimi. Alcuni erano già ubriachi altri invece facevano gli stupidi di natura.
 
Viola e Carlotta stavano dai rispettivi fidanzati, Enrico stava chiacchierando con i suoi amici ed io ero seduta sul divano a bere un drink.
“Che cosa fai tutta sola?” mi disse Marco.
Questo era un mio compagno di classe e anche un mio amico. Era alto e muscoloso. Aveva gli occhi azzurri e i capelli biondi.
“Sto bevendo un drink.” Dissi.
“Ti andrebbe di ballare?” chiese speranzoso.
“Perché no! Andiamo!” dissi.
Mi prese la mano e mi trascinò in mezzo agli altri ragazzi.
All’inizio ballavamo con una certa distanza poi piano piano si avvicino sempre di più cingendomi i fianchi.
Ballammo per un sacco di tempo, nel frattempo ridemmo e scherzammo.
“Io non capisco come fai a stare con quello stupido!” disse riferendosi a Enrico.
“Non è stupido!” dissi in sua difesa.
“ah no? Sai non è un comportamento normale lasciare da sola una ragazza così bella e che dici d’amore!” rispose.
“Sta parlando con i suoi amici.” Dissi in mia difesa.
“Ti avrebbe portata con sé no?” disse facendo una domanda con una risposta ovvia.
Io m’incupii a quelle parole. Era vero, metteva sempre al primo posto i suoi amici.
Marco vedendomi così mi strinse a sé e mi baciò la fronte. Rimanemmo così per un paio di minuti.
“Togli le tue luride manacce dalla mia ragazza!” disse Enrico con voce dura. Marco ed io sciogliemmo il nostro abbraccio.
“Ora ti ricordi di avere una ragazza?” chiese infastidito Marco.
“Fatti i fatti tuoi e lascia in pace la mia ragazza!” disse stringendo le sue mani a pugni fin a diventare le nocche bianche.
“Se no cosa fai?” chiese il secondo in tono di sfida.
“Smettetela! Enrico calmati!” dissi con voce tremante mentendomi tra i due.
“Lei è mia e se la ritocchi, ti acconcerò per le feste!” concluse trascinandomi con sé al piano di sopra.
 
Entrammo in camera di Lorenzo.
Enrico m’inizio a baciarmi in modo molto spinto.
“Enrico sei troppo arrabbiato, è meglio se ti calmi.” Dissi capendo le sue intenzioni.
“Mi servi tu per calmarmi!” disse chiudendo la porta a chiave “ti prometto che non ti farò male. Vuoi essere un’altra volta mia?” chiese.
Avevamo fatto già sesso. Di solito era molto dolce e delicato, però quando era arrabbiato per dimenticare ciò che era successo diventava un po’ più aggressivo e l’unica che lo calmava era fare l’amore con me. Io come al solito accettai.
Mi prese per i fianchi e mi adagiò sul letto. M’iniziò a baciare con trasporto e a lasciarmi succhiotti sul collo.
Dopo pochi secondi cercò la cerniera del vestito e me lo tolse subito. Rimasi in reggiseno e mutande. Allora tolsi anch’io i suoi jeans e la sua camicia.
Mi sganciò il reggiseno e iniziò a giocare e baciare i miei seni. Mi uscì immediatamente un gemito.
“Come al solito sei perfetta!” disse con il fiato corto.
“Anche tu non scherzi!” risposi io.
Poi mi tolse l’ultimo indumento e iniziò a stimolare il clitoride prima con le dita poi con la lingua. Iniziai ad ansimare. Poi inserì un dito e dopo due per abituarmi. Quando stavo per venire, si fermò.
Allora io tolsi i suoi boxer e presi il suo membro tra le mani e iniziai a provocargli piacere. Quando stava pervenire mi fermai anch’io.
Prese il preservativo nella tasca dei jeans e se lo mise.
Aprii le gambe e si adagiò. Prima le sue spinte erano più lente, quando il desiderio e gli ansimi furono più forti, aumentò la potenza e la velocità. Dopo che arrivammo tutte due si mise di fianco e mi strinse a sé.
“Ti amo!” disse.
“Ti amo anch’io!” dissi.
“sei stata fantastica! Farei l’amore con te ogni momento.” Disse.
Dopo 5 minuti mi riiniziò a baciare.
“Pronta per il secondo round?” chiese malizioso.
“certo!” dissi anch’io molto desiderosa di lui.
“Sarai per sempre mia!” disse.
Sarebbe stata una notte molto lunga e calorosa vissuta su quel letto.





Spazio dell'autrice:
ecco a voi l'ottavo capitolo! Scusate per il ritardo. Spero che vi piaccia! Fatemi sapere le vostre opinioni. Alla prossima! :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Arrivo a Londra ***


Arrivo a Londra
 
Una settimana dopo…
Questa settimana trascorse molto velocemente anche perché era l’ultima settimana di scuola.
Dopo aver festeggiato insieme con amici e compagni di classe la fine dell’anno scolastico, Carlotta, Viola ed io saremo partite per Londra.
Per quasi tutto il mese di giugno non saremmo state in Italia.
 
Lunedì mattina…
Oggi si parte. Le mie valigie erano pronte ed io mi ero già preparata. Tra meno di 2 ore partiva il nostro volo.
“Erika! Iniziamo ad andare all’aeroporto!” disse mia madre.
Salutai mio padre e Andrea che mi fecero mille raccomandazioni.
Enrico, invece, sarebbe venuto a salutarmi all’aeroporto.
 
Arrivammo in aeroporto e ci stavano aspettando Carlotta, Viola con i rispettivi ragazzi e le rispettive mamme e c’era anche Enrico.
Questo mi venne subito a salutare con un bacio.
“Ragazze state attente e non combinate guai!” disse la madre di Viola.
“Fatevi sentire ogni giorno così non ci fate preoccupare!” disse la madre di Carlotta.
“bene è arrivata l’ora di salutarvi!” disse mia madre.
Ci salutammo tutti.
“Mi raccomando non trovatevi ragazzi inglesi con cui tradirci!” disse Lorenzo.
“La stessa cosa dipende per voi, non trovatevi altre ragazze!” dissi.
Dopo aver salutati e aver fatto le solite formalità, salimmo sull’aereo.
“Sono eccitatissima! Staremo una settimana a Londra e una a Holmes Chapel!” disse Viola.
“Chissà se al concerto riusciamo a farci fare gli autografi dai One direction!” disse Carlotta.
“Speriamo!” dissi.
Dopo un’ora arrivammo a Londra ad aspettarci c’era mia zia Amber.
(fate finta che le conversazioni siano in inglese)
“Ciao ragazze! Com’è stato il viaggio?” chiese premurosa mia zia.
“È andato bene!” risposi io.
“Allora adesso andiamo a casa così mettete a posto le vostre valigie e poi potete fare un giro per la città!” disse.
“Va bene!” risposi.
 
Arrivammo a casa di mia zia. Era una casetta a due piani di un quartiere pieno di villette.
“Ora vado a lavorare fate come fosse casa vostra, lì sul tavolo d’ingresso c’è una copia delle chiavi di casa. Io, zio e i ragazzi arriveremo verso sera!” disse mia zia dopo averci mostrato la casa e la nostra camera.
Questa conteneva tre letti e un armadio per ognuno, al centro della stanza c’era un tavolo rotondo con quattro sedie e c’era anche un divanetto. La stanza era molto illuminata e aveva un bagno interno.
“Grazie mille zia! A dopo!” dissi.
“Disfiamo le valige e poi andiamo a farci un giro?” chiese Carlotta.
“Ok!” dissi euforica.
Finito di disfare le valige, uscimmo per fare un giro del quartiere.
“È molto bello questo quartiere!” disse Viola.
“E anche molto tranquillo!” aggiunse Carlotta.
Mentre stavamo camminando tranquillamente un ragazzo tutto incappucciato, si scontrò contro di me e mi fece cadere facendomi anche male.
“Scusami non volevo! Ti ho fatto male?” disse con voce roca facendomi alzare.
“Sì un po’! Sai non sei molto leggero!” dissi.
“Scusami ancora! Ma ti fa male il piede sinistro?” mi chiese.
“No” dissi mentendo ma non mi credette.
“Venite a casa mia così ti fascio la caviglia! Tanto è vicino.” Disse.
Mi prese da un lato per sostenermi.
“Si può sapere la tua identità oppure vuoi rimanere incappucciato per sempre?” chiese Viola.
“È meglio se ve lo dico dopo!” rispose.
“Siamo arrivati!” disse dopo un paio di minuti.
Era una villa gigantesca con piscina.
“Noto che stai bene economicamente!” disse Carlotta stupita dalla casa.
“Un po’, ma qui non vivo da solo ma con altri quattro amici.” Disse.
Ci fece entrare e appena chiusa la porta si tolse il cappuccio e vidimo chi era.
Rimanemmo tutte e tre stupite. Il ragazzo che mi era venuto addosso era Harry Styles.
“Che c’è? Avete perso la lingua?” chiese lui divertito.
Tu s-sei H-Harry S-Styles?” dissi balbettando.
“Si! Sono io!” disse facendo un sorriso mozzafiato.
“Hazza ma porti sempre ragazze nuove in questa casa?” chiese Louis.
“In realtà sono caduto su questa bellissima ragazza e ho fatto male alla sua caviglia!” disse un po’ dispiaciuto.
“Sei sempre il solito! Comunque come vi chiamate?” chiese Liam.
“Lei è Erika, lei Carlotta ed io sono Viola!” disse quest’ultima.
“Beh credo che noi non ci dobbiamo presentare!” disse Louis.
“Siete delle directioners?” chiese Niall.
“Si!” disse Carlotta.
Allora Niall ci saltò addosso per abbracciarci e mi fece cadere.
“Ahia!” dissi dolorante.
“ oh scusami!” disse Niall.
“È meglio se ti medico!” disse Liam premuroso aiutandomi ad alzare.
Mi portò in sala e mi fece sedere sul divano.
“Di dove siete?” chiese Zayn.
“Siamo italiane!” disse Viola.
“In realtà io sono Italiana da parte di padre e inglese da parte di madre!” dissi.
“Di dov’è tua madre?” chiese Liam che mi stava medicando.
“È di Holmes Chapel!” risposi.
“Veramente?” chiese con stupore Harry.
“Si è di Holmes Chapel! Ogni estate o per una festività vado dai miei nonni che vivono ancora lì.” Dissi.
“Non ti ho mai visto!” costatò Harry.
“Neanche io!” disse.
“Che cosa fate qui?” chiese Louis.
“Siamo qui per visitare Londra!” disse con ovvietà Viola.
“Beh possiamo fare le vostre guide turistiche per la città! Che ne dite?” chiese Louis.
“per noi va benissimo!” disse subito Carlotta.
“Bene! E per voi?” chiese Louis.
“Va bene anche per noi!” disse Liam.
“Avete da fare stasera?” chiese Niall.
“No. Niente da fare!” risposi.
“Bene siete invitate a casa nostra!” disse Niall.
“Ovviamente conoscerete anche Eleanor e Perrie!” disse Louis.
“Ora è meglio se andiamo!” disse Carlotta.
“Volete che vi riaccompagni? Erika non può camminare così!” disse premuroso Harry.
“Non ti disturbare ce la faccio a camminare!” dissi.
“ok ci vediamo stasera!” disse Harry.
Ci salutammo e andammo a casa per riposarci un po’.





Spazio dell'autrice:
Spero che vi piaccia. Fatemi saper e recensite per farmi sapere se vi fa piacere che continui la storia. Grazie! :) Alla prossima! :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** La serata dai ragazzi ***


La serata dai ragazzi

 
Arrivammo a casa di mia zia ed erano tornati Zio Carl (fratello di mia madre), Jack, Jennifer e George (i miei cugini). Jack aveva 23 anni, Jennifer 19 anni e George 17. Eravamo molto legati nonostante la distanza.
Ci salutammo e presentai Carlotta e Viola.
“Ciao Erika! Che cosa hai fatto alla caviglia?” chiese mio zio premuroso.
“Quando l’ho vista prima, stava bene!” disse mia zia.
“È stato un incidente di percorso!” dissi semplicemente.
“Chiamato Harry Styles!” aggiunse Viola.
“Hai incontrato Harry quindi…” disse provocatoria Jennifer.
“Si mi è caduto casualmente addosso e mi ha fatto un po’ male, quindi ci ha portato a casa sua, dove Liam mi ha fasciato il piede!” dissi.
“E poi ci hanno invitato stasera a casa loro!” aggiunse Carlotta.
“Possiamo andarci?” chiesi speranzosa.
“Certo che potete!” disse mio zio “tanto Jack, Jennifer e George escono con i loro amici e non credo che vogliate stare con me e Amber!”
“Se no potete venire con me!” propose ridendo Jennifer.
“Sarà per un’altra volta!” disse Carlotta.
“Ok ora sono le 20:00, ceniamo e poi vi lasciamo liberi ai vostri impegni!” disse zia.
Allora cenammo e poi aiutammo nel mettere apposto la cucina.
Poi mentre ci stavamo preparando per andare a casa dei ragazzi, anche i miei cugini uscirono.
“Siete pronte?” chiese Carlotta.
“Si!” rispondemmo insieme Viola ed io.
Scendemmo in salotto, dove i miei zii stavano guardando un film.
“Noi andiamo! Ciao!” dissi io.
“Va bene! State attente!” disse mio zio.
“Certo!” dissi.
“Buona serata ragazze!” disse mia zia.
“Grazie anche a voi!” dissero Viola e Carlotta.
Salutammo e uscimmo di casa.
 
In 10 minuti eravamo a casa dei nostri idoli. Suonammo il campanello e ci venne ad aprire Harry.
“Ciao! Vi stavamo aspettando! Entrate pure!” disse gentilmente Harry.
Salutammo tutti, qui c’erano anche Perrie ed Eleanor e ce le presentarono.
Eleanor era ben truccata e curata, invece Perrie sembrava un pagliaccio per tutto il trucco che aveva.
“Che ne dite se guardiamo un film?” propose Niall.
“Va bene!” dissero tutti insieme.
“Guardiamo un bel film horror?” chiese Louis esultato.
“Sì!” dissero tutti gli uomini presenti più Viola.
Invece io, Carlotta, Eleanor e Perrie sbuffammo.
“Non possiamo guardare altro?” chiese Carlotta speranzosa.
“No mi dispiace siamo in maggioranza!” disse Harry.
“Dovete sapere che Erika e Carlotta non sono amanti dei film horror. Diciamo che sono sempre incollate a qualcuno per la paura!” disse la nostra cara amica Viola.
“Non è vero assolutamente!” mi giustificai io.
“Certo voi non urlate mai nelle scene più spaventose!” disse sfidandoci.
“Ok! Abbiamo paura dei film horror!” disse sconfitta Carlotta.
“Va beh! Ci sono io per te se hai paura!” disse Niall premuroso.
“Oh! Grazie!” rispose Carlotta con due occhi a cuoricino.
“Io, sempre se vuole, ci sono per Erika!” disse Liam.
“Ovvio che non ti vuole! Preferisce me!” disse Harry.
“Mi andate bene tutti e due insieme!” dissi scherzando.
 
Ci sedemmo sui divani della sala. Eleanor era vicino a Louis, Perrie e Zayn su un divano. Niall e Carlotta su un altro ed io ero vicino a Liam e Harry che a suo fianco aveva Viola.
L’inizio del film era molto tranquillo, poi iniziò a essere inquietante soprattutto dalla presenza del sangue, che io odiavo profondamente.
Piegai le gambe al petto e iniziai a tremare per la paura.
“Ti fa impressione il sangue?” chiese Liam soffiando nel mio orecchio.
“Si!” risposi tremando. Allora allungò il suo muscoloso braccio e mi appoggio al suo petto.
Stemmo così per una decina di minuti fin quando una scena dove c’è un’uccisione di più personaggi mi fece uscire un urlo e tremare ancora di più.
Gli altri si misero a ridere, invece Liam, premuroso, mi rassicurava dicendo che era solo finzione.
 
Dopo un’oretta, il film finì ed io ero nella stessa posa da quando mi ero spaventa.
“Bellissimo film!” disse Viola.
“Concordo!” dissero tutti i ragazzi.
“Io no!” dicemmo Carlotta ed io.
“Concordiamo anche noi!” disse Perrie riferendosi anche per Eleonor.
“Sai Erika, non si capisce che avevi paura!” disse scherzosa Viola.
Dicendo ciò mi staccai immediatamente da Liam.
“Sai non mi dispiaceva averti tra le braccia!” disse nel mio orecchio.
Subito arrossii.
“Sei bellissima! Soprattutto quando sorridi!” disse sottovoce Liam senza farsi sentire dagli altri.
Non capivo cosa mi stesse succedendo. La sua vicinanza, la sua voce nell’orecchio e il suo sguardo mi facevano venire i brividi che non provavo quando stavo con Enrico. Avevo le farfalle nello stomaco. Io credevo di aver incontrato l’amore della mia vita nel mio fidanzato ma la sola conoscenza di Liam mi venire molti dubbi. Però anche che Liam non prova ciò che sento io.
Devo smetterla con questi film mentali, io sono fidanzata con Enrico e non devo pensare agli altri ragazzi!
Cercai di convincermi.
“Il pianeta Terra chiama Erika!” disse Carlotta.
“Sì, scusatemi!” dissi.
“Hai visto un fantasma per caso?” chiese Harry al mio fianco.
“No, sto bene! Ho solo bisogno di prendere una boccata d’aria!” dissi.
“Vai pure! Sei un po’ pallida! Non mi svenire fuori!” disse scherzando Harry.
 
Mi alzai e andai fuori a fatica a causa della fasciatura alla caviglia. Mi sedetti sugli scalini dell’entrata esterna.
Mi sentivo strana e in colpa come se stessi tradendo enrico, anche se realmente non l’ho fatto.
Però devo anche ammettere che Enrico non è come Liam non è sempre dolce e soprattutto a letto è solo un modo per sfogare i suoi bisogni maschili. All’inizio della nostra storia tutti mi dicevano di stare attenta, che voleva solo una cosa e che mi avrebbe fatta soffrire. In realtà un po’ ha fatto quest’ultima. In passato mi ha tradito due volte ed io ci stetti molto male fino a infliggermi del male a me stessa. Ebbene sì, mi tagliavo e non mangiavo più. Cercai di uscire con altri ragazzi, ma lui essendo molto possessivo mi chiedeva perdono ed io come una stupida accettavo perché non riuscivo a stare senza di lui. Non sapeva del dolore fisico che m’infliggevo e continuo a fare quando mi sento male per colpa sua o di altri o perché non mi sento accettata dalla società. Nessuno dei miei parenti o amici sapevano di questi tagli. Era il mio segreto.
Mi soffermai a guardare i tagli sui polsi nascosti dai braccialetti. Erano ancora rossi e facevano male perché li avevo fatti un paio di giorni prima dopo l’ennesima litigata con Enrico. A pensarci mi scese una lacrima.
“Perché ti fai del male? Sei una così bella ragazza!” disse Liam dietro di me. Non sapevo che era dietro di me.
“Ehi! Non piangere!” mi disse abbracciando.
“Se ne vuoi parlare io ci sono! D’ora in poi non dovrai più farlo perché ti aiuterò!” disse mentre ero tra le sue braccia.

Cosa mi succedeva? Perché per la prima volta mi sentivo considerata e amata?




Spazio dell'autrice:
ecco a voi un altro capitolo! spero che vi piaccia! Recensite per favore per farmi sapere le vostre opinioni e per dermi consigli! ;) Grazie alla prossima! :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Nuove sensazioni ***


 
Vi prego recensite per farmi sapere se vi piace la storia! :)


Nuove sensazioni

 
Ero abbracciata a Liam. Mi stava consolando dal mio pianto liberatorio.
Dopo un po’ mi staccai e lo guardai negli occhi. Non mi voleva aiutare per pena ma mi voleva aiutare come amico, anche se lo conoscevo da poco i riusciva a capire.
“Perché lo fai?” mi chiese aspettando una risposta.
“Perché non mi sento accettata dagli altri e anche perché…” m’interruppi.
“Perché?” m’incitò.
“Perché il mio ragazzo mi ha tradito e ho sofferto molto! Ho iniziato a non mangiare più e ha causarmi del dolore tagliandomi. Però ti sei l’unico a saperlo e per favore, questa storia deve rimanere tra di noi! Ok?” dissi con voce spezzata.
“Va bene, non lo dirò a nessuno, però permettimi di aiutare! Se contini così potrà succederti qualcosa di grave!” disse.
 “come farai? Io vivo in Italia e starò qui a Londra per una settimana e un’altra a Holmes Chapel!” dissi.
“Ti aiuterò con la mia presenza per queste due settimane e poi quando tornerai a casa ci sentire per telefono e ci vedremo per Skipe! Non ti preoccupare non sarai più sola! D’ora in poi ci sono io e ti aiuterò sempre e mi protrai raccontare tutto!” disse.
“Perché lo fai? Mi conosci da poco! Potresti aiutare molte altre ragazze. Perché hai scelto me?” chiesi non capendo.
“Non ti sottovalutare! Ho scelto di aiutare me ne hai bisogno e perché…” disse fermandosi.
“Continua!” dissi.
“È troppo presto per dirtelo aspetta un po’ e lo saprai!” disse molto vicino alle mie labbra.
La sua troppa vicinanza mi causò dei brividi. Avevo la tentazione di baciarlo, ma così avrei rovinato tutto sia il rapporto con Liam sia quello con Enrico.
Ci guardammo negli occhi, i suoi brillavano. Nell’osservarli mi persi in quel castano.
Poi si avvicinò di più e mi baciò. Mi chiese l’accesso alla sua lingua che subito accettai. Da un bacio casto si trasformò in uno spinto, voglioso e passionale. Nel mentre mi strinse sempre più a lui. Poi si staccò quando eravamo senza fiato.
Durante il bacio sentii le famose farfalle nello stomaco che provocano brividi per tutto il corpo. Era molto strana questa sensazione, però era molto piacevole e mai provata nei confronti di Enrico.
E già, Enrico! Ora che cosa faccio con lui? L’ho appena tradito e se gli confesso tutto sarà la mia fine.
“Scusa non dovevo farlo! Però tu mi piaci!” disse Liam mortificato.
“Non ti preoccupare! Anch’io lo volevo, però…” dissi bloccandomi.
“però?” disse incitandomi.
“Però c’è Enrico.” Dissi abbassando gli occhi.
“Dimmi la verità. Ti è piaciuto il bacio e queste sensazioni non le hai provate con nessuno?” chiese.
“Si!” dissi sinceramente guardandolo negli occhi.
“Ti ricordo solo questo: se provi qualcosa e t’innamori di due persone, io sceglierei la seconda perché se provassi qualcosa per il primo, non mi sarei innamorato del secondo!” disse.
Aveva ragione! Io iniziavo a maturare qualcosa che era più di un’amicizia.
“Ora è meglio se entriamo!” disse e annuii.
Mi aiutò ad alzare ed entrammo dentro, poi si fermò alla porta.
“Sappi che lotterò per ciò che voglio!” disse al mio orecchio.
Poi entrammo in sala, dove c’erano anche gli altri e Liam mi obbligò a sedermi vicino a lui.
 
“Che ne dite di fermarvi a dormire qui?” chiese Niall sperando una risposta affermativa.
“Non saprei!” dissi io.
“Dai per noi non è un problema e poi la casa e grande, quindi spazio ce n’è!” disse Harry.
“Ma noi non vorremo disturbare!” disse Viola.
“Che disturbo! Per noi è un piacere!” disse Louis.
“Dovrei chiedere ai miei zii se possiamo rimanere!” dissi.
“Va bene! Chiedi e facci sapere!” disse Zayn.
 
Chiamai i miei zii e accettarono e lo riferii ai ragazzi.
“Allora passerai la notte con me!” disse sensualmente Liam nel mio orecchio per non farsi sentire dagli altri.
“Sono già le 2:00 e meglio se andiamo a dormire!” Disse Zayn.
Perrie e Zayn andarono nella stanza di quest’ultimo e così fecero anche Eleanor e Louis andando in quella del ragazzo.
“Per voi va bene se Viola dorme con me?” chiese Harry.
“Si certo!” dicemmo Carlotta ed io.
“Per me anche!” disse Viola eccitata dal fatto di dormire con il suo idolo preferito.
Detto questo, andarono in camera.
“Carlotta vuoi dormire con me?” chiese Niall.
“Certo!” disse l’interessata e se ne andarono.
“Tu invece vuoi dormire con me o vuoi rimare a dormire sul divano?” chiese notando il mio imbarazzo.
“Per me va bene anche qui!” dissi.
“Ok!” dispose prendendomi per il polso e tirandomi con sé verso camera sua.
Strinse un po’ troppo il polso facendomi uscire un urletto.
“Scusa non volevo farti male!” disse mortificato.
“Non ti preoccupare va tutto bene!” risposi.
 
Entrai in camera sua. Era molto ordinata e pulita. Aveva due finestre e un bagno tutto suo.
Aveva un letto matrimoniale, degli armadi, un divanetto, un mobiletto su cui era poggiato il televisore e una scrivania dove c’era il suo portatile.
“Ti do un mio pantalone della tuta e una mia maglia così ti cambi.” Disse porgendomi gli abiti e indicandomi il bagno.
Indossai tutto e uscii. Lo trovai in mutande e subito rientrai in bagno tutta rossa.
“Scusa non sapevo che ti stessi cambiando!” dissi imbarazzata.
“Esci pure, io non mi vergogno! E poi io dormo così!” disse aprendo la porta del bagno per farmi uscire.
“forza andiamo a dormire!” continuò stendendosi sul letto.
Mi misi al suo fianco e subito mi abbracciò.
“Bonanotte cara!” disse dandomi un bacio per niente casto.
“Buonanotte anche a te!” dissi arrossendo per il bacio ricevuto in precedenza.
Poi mi posizionò sul suo petto nudo e mi coccolò.
 
Questa sarebbe stata una nottata molto caliente!


Spazio dell'autrice: 
Ecco un nuovo capitolo!:) Spero che vi piaccia! :) Ringrazio chi segue e chi ha messo questa storia tra i preferiti! :)
Recensite per favore! :) Alla prossima! ;)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Vorrei qualcuno che mi appoggiasse ogni tanto! ***


Leggete lo spazio dell'autrice.



 
Vorrei qualcuno che mi appoggiasse ogni tanto!

 
Non riuscivo a dormire con la sua presenza al mio fianco. Dopo un bel po’ la stanchezza si fece sentire e mi addormentai. Feci un sogno:
 
“-ehi guarda chi c’è qui- disse una voca alle mie spalle.
-cosa vuoi da me?- chiesi a un ragazzo che non conoscevo.
-lo sai che sei una sfigata?- disse. Nel mentre arrivarono altri 4 ragazzi che si misero in cerchio intorno a me ridendo.
-sei troppo ingenua!- disse uno del gruppo.
Allora il ragazzo che parlò per prima mi buttò a terra e m’iniziò a picchiare. Poi si mise tra le mie gambe con intenti non buoni.
-lasciami stare!- gridai –togliti da sopra di me!-
Mi cercavo di ribellare e divicolarmi dalla sua presa. Gridai sempre più forte nessuno mi sentiva e iniziai a piangere!”
 
Erika calmati!” mi sentii dire nella realtà.
Mi svegliai con le lacrime agli occhi. Mi sembrava così reale quel sogno.
“Che cosa hai sognato che mi hai iniziato a spintonare e urlare?” chiese Liam premuroso.
Non gli volevo rispondere, allora corsi verso il bagno emi misi a piangere accucciandomi a terra.
Ogni volta che facevo un incubo del genere, non riuscivo più a dormire e in alcuni casi scaricavo la mia tensione provocandomi dolore. Lo facevo perché non vengo considerata e se qualcuno s’interessava, era solo per trattarmi male. Questo successe fino a che non iniziai a uscire con Enrico. Però capitava che quando non ero con lui il solito gruppo di bulli mi picchiasse o semplicemente mi umiliasse. Questi una volta erano amici con il mio ragazzo, però questo s’innamorò di me e m’iniziò a difendere. Quindi mi lasciarono stare.
“Erika esci dal bagno e dimmi cosa hai sognato!” disse da dietro la porta Liam.
“Ti prego! Fatti aiutare! Non sfogarti in modo sbagliato!” continuò.
 Io non avevo intenzione di uscire, soprattutto in quello stato perché avrei dovuto raccontare tutto e non volevo.
“Io esco fuori però non farmi domande su ciò che ho sognato perché non ne voglio parlare! Se non accetti rimango chiusa qui! Ok?” dissi.
“Va bene!” disse sconfitto.
Uscii e mi abbracciò molto forte a se.
“Perché non mi vuoi dire cosa è successo?” chiese speranzoso di sapere.
“Perché non ne voglio parlare! Ora andiamo a dormire!” dissi.

 
Alla mattina
Ci offrirono la colazione e poi andammo a casa nostra perché dovevano lavorare.
“Che ne dite di fare un giro al centro di Londra?” chiese Viola.
Ci preparammo e ci vestimmo.
Viola indossò questo:
 


Carlotta questo:
Io questo:
Ci truccammo e uscimmo.
 
“Com’è andata la nottata con Harry?” chiese Carlotta
“Bene! È stato un galant’uomo! Non mi ha neanche sfiorato!” rispose  Viola.
“Non sei caduta in tentazione?” chisi provacatoria.
“ehm! Diciamo che mi sono trattenuta!” rispose rossa in viso.
Io e Carlotta scoppiammo a ridere.
“Invece tu con Niall?” chiese Viola.
“Nulla di che! È un bravissimo ragazzo!” disse Carlotta.
“Questo lo sapevamo anche noi!” risposi io.
“Nulla di che! Io non sono mica come Viola!” disse sincera.
“Va bene la passi solo per questa volta! E tu cara Erika?” chiese Viola.
“Anche io non ho nulla da dire!” dissi.
“E noi siamo stupide! Giusto?” disse Carlotta.
“Ok! Vi racconto!”
“Ieri sera Liam mi ha baciato!” dissi omettendo tutta la parte delle mie sofferenze.
“Cosa?” esclamò Carlotta.
“Hai tradito Enrico!” si stupì Viola.
“In un certo senso si, ma…” dissi interrompendomi.
“Ma nulla!” disse severa Carlotta.
“Hai tradito il tuo ragazzo!” continuò ancora  Viola.
“Io pensavo che voi foste delle mie amiche, che mi appoggiaste in qualsiasi occasione, che non mi giudicaste e invece no! Avete subito puntato il dito contro per giudicarmi! Ora che ho tradito io il mio ragazzo mi fate la paternale, ma quando Enrico mi ha tradito e fatto soffrire mi avete convinto in tutti i modi di perdonarlo! Non sapete quanto ho sofferto per tutto ciò, non potete neanche immaginarverlo!” dissi arrabbiata con la voce spezzata.
“Hai ragione! Ti dovremmo sostenere sempre e non giudicarti!” disse Viola.
Mi abbracciarono immediatamente come per dirmi noi ci saremo sempre.
“Glielo dirai ad Enrico?” chiese premurosa Carlotta.
“Non lo so… potrebbe reagire molto male e lasciarmi!” dissi abbassando lo sguardo.
“Però ti ha baciato lui quindi tecnicamente non sarebbe colpa tua!” costatò Viola.
“Ma com’è stato baciarlo?”chiese curiosa Carlotta.
Io subito diventai rossa in viso.
“Bacia molto bene! Anzi benissimo!” risposi con forse troppa euforia.
“Allora ti è piaciuto!” disse Viola.
“Si niente male!” Dissi indifferente.
“Cosa hai provato mentre vi stavate baciando?” chiese semprepiù curiosa.
“Quando lo baciato ho provato una sensazione strana, ma bella! Mi tremavano le gambe, ho sentito le famose farfalle nello stomaco e non riuscivo più a scaccarmi da lui! È stato bellissimo, dolcissimo, passionale e desideroso. Tutto ciò, dicendo la verità, non lo mai provato con Enrico.” Dissi con aria sognante.
“Mi sa che qualcuno qui si sia innamorata!” disse Viola.
“Non è vero! Lo conosco da pochissimo, questa sarà solo l’enfasi che io da fan sia innamorata del mio idolo!” dissi diplomatica.
“E se non fosse un semplice amore tra fan e idolo?” chiese Carlotta.
“Non credo che si trasformi in qualcosa di più!” dissi.
“Perché?” chiesero entrambe.
“Per molti motivi! Io vivo in Italia e lui sarebbe sempre in viaggio per lavoro, sono fidanzata, ci sono millioni di ragazze meglio di me, poi come si potrebbe mai innamorare di me e comunque siamo troppo diversi!”dissi.
“Cosa dici? Stai vaneggiando?” chiese Carlotta.
“Infatti ha ragiona Carlotta! Se non le piaci, allora perché ti avrebbe baciato?” chiese Viola.
“Perché gli facevo pena!” risposi ovvia.
“Allora adesso ogni barbone che vede per strada, dato che gli fanno pena, li bacia con la lingua?” disse retorica Viola.
“E poi non hai notato come ti guarda?” disse Carlotta.
“No!” risposi.
“Ti guarda come un pesce lesso, come se tu fossi una dea scesa in terra!” rispose Viola.
“Certo! Ora sono Megan Fox per caso?” chiesi sarstica.
“Te ne accorgerai cara!” disse Carlotta.
“Però ti devo dare un consiglio: parla con Enrico e vedi se lo ami veramente, capisci ciò che provi!” disse Viola.
 
Cosa provavo veramente per la persono che per un anno ho chiamato amore? Non è che forse quello non era amore? Devo capirlo al più presto perché non posso continuare a prendere in giro una persona, Enrico, ma soprattutto me!




 
Spazio dell'autrice
scusate per il ritardo! spero che vi piaccia!
VI PREGO RCENSITE PER FARMI SAPERE SE VI PIACE E PER DIRMI LE VOSTRE OPINIONI! grazie! alla prossima! :)

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Raccontateci un po’ di voi! ***



Raccontateci un po’ di voi!

 

Era il terzo giorno e anche il fatidico  giorno. Stasera ci sarebbe stato il concerto dei One Direction.
 
Ci svegliamo verso le 9:00. Non vedevamo i ragazzi da un giorno.
“Buongiorno ragazze!” dissi.
“Buongiorno cara!” dissero insieme.
“Stasera ci sarà il concerto!” disse Viola euforica.
“È vero! Sono molto emozionata!” disse Carlotta.
“Che ne di dite di fare un giro per la città e poi torniamo dopo prenzo così ci prepariamo con comodo per stasera?” proposi nella speranza di una risposta positiva.
“Va benissimo!” rispose Carlotta.
“Però ci fermiamo a fare colazione da Starbuks!” esclamò Viola.
“Va bene!” disse Carlotta.
Andammo a vestirci e a truccarci per uscire.
 
Uscimmo e andammo a Starbucks.
Ordinammo tre frappucini e tre muffin al cioccolato.
“È una bellissima città non notate?” disse Carlotta con aria sognante.
“Si è veramente bella! Mi piacerebbe molto vivere qui, scappare da tutto e tutti, non avere più problemi , delusioni e persone che ti menta sempre!” dissi inconsapevolmente.
“Erika ci devi dire qualcosa che non sappiamo?” chiese Viola.
Iniziai a sudare a freddo. Non potevo dire cosa mi preoccupava e soprattutto il dolore che mi provocavo.
Per mia fortuna il nostro ordine era pronto, lo prendemmo e ci andammo a sedere.
“Quindi Erika? Non ci hai ancora risposto. Noi aspettiamo!” disse Viola.
“Era tanto per dire!” risposi.
“E io sono Cleopatra!” disse sarcastica Viola.
“Ciao Cleopatra!” dissi ridendo.
“Non faceva ridere!” disse.
“Invece si!” mi difese ridendo Carlotta.
Inizio una lunghissima discussione.
 
Dopo aver finito la colazione uscimmo dallo Starbucks e sentimmo una voce alle nostre spalle.
“Guardate chi c’è!” disse una voce roca.
Ci girammo di scatto e vidimo ai nostri occhi Niall, Harry e Liam tutti incappucciati per non farsi riconoscere dalle fan.
Ci abbracciarono e si unirono a noi.
“Dove stavate andando?” chiese Harry.
“Stavamo facendo un giro per la città!” risposi.
“È una bellissima città non trovate?” chiese Niall.
“Verissimo!” rispse Carlotta.
“Vi dà fastidio se ci uniamo a voi?” chiese Liam guardandomi negli occhi.
“Certo!” rispose Viola con troppo entusiasmo per i miei gusti.
“Raccontateci un po’ di voi!” disse Harry.
“Va bene! Inizio io!” disse Carlotta “ Viviamo in provincia di Torino. Ho due serelle minori esono delle vere pesti! Però ci supportiamo a vicenda in caso di necessità. Ho conosciuto Viola ed Erika in prima superiore. Siamo diventate subito amiche. Ci raccontiamo tutto, dalle stupidagini alle questini importanti e difficili da risolvere. Loro sono le mie consigliere e non riuscirei a vivere senza di loro!”
Avevo quasi le lacrime agli occhi per ciò che aveva detto su di noi.
“Io una sorella di 10 anni più piccola!” disse Viola “ è una vera peste, non si ferma mai! Quando vede Erika, con un solo sguardo si mettono a ridere e io le guardo veramente male! L’ho conosciuta in prima elementere! Certo la dovranno fare santa perché per sopportarmi ce ne vuole di pazienza… comunque è sempre lì pronta ad aiutarmi, soprattutto nello studio! Anche Carlotta mi sopporta! Insieme abbiamo organizzato la festa di compleanno a sorpresa per Erika, ci divertiamo e ci sfoghiamo a vicenda! Le considero come delle sorelle! Senza di loro non saprei come fare!”
“Invece io ho un fratello più grande di me di 6 anni!” inizia “siamo molto legati e ci confidiamo su tutto! Per quanto riguarda queste due bellissime ragazze sono come delle sorelle con cui ti puoi confrontare e confidare su tutto. Se sei in difficoltà corrono subito in tuo aiuto! Se sei triste o stai male restano al tuo fianco! Parliamo dei nostri problemi amorosi! E come dico sempre a Viola un giorno noi tre apriremo una posta del cuore perché tutti a scuola ci raccontano i loro problemi! Io e Carlotta siamo molto dolci invece Viola si definisce come una persona con un basso livello di sopportazione! Però tutte e tre ci preoccupiamo l’una per l’altra in caso non rispondessimo al telefono!”
“Avete un bellissimo rapporto!” disse Liam.
“È vero anche se litigiamo l’altra non coinvolta cerca di far fare pace alle due litiganti!”
“Siete molto dolci!” disse Niall “posso farvi una domanda che non centra nulla con tutto ciò?”
“Certo!” rispondemmo tutti insieme.
 
“Non notate una certa somiglianza tra Harry ed Erika?” chiese Niall.
Tutti si girarono verso di noi e si misero ad osservarci.
“In effetti si!” disse Viola.
“Anche tanto!” disse Carlotta.
“Adesso scopriamo che sono ratelli!” disse Liam.
“Non sono stato/a adottato/a!” dimmo io e Harry insieme inconsapevolmente.
“Oltre ad assomigliarsi fisicamente si assomigliano anche nel modo di difendersi!” disse Niall ridendo.
“Comunque penso che sia una casualità!” disse Harry.
“Stavo scherzando!” rispose Niall.
 
“Cambiamo argomento che è meglio!” disse Liam.
“È meglio!” esclamai.
“Siete mai andate a un nostro concerto?” chiese Harry
“No non ancora!” disse Carlotta.
“Allora potete venire stasera! Ci sarà un nostro cocerto!” disse euforico Niall.
“Ci dispiace molto ma stasera abbiamo una cena con gli zii di Erika e per loro è importante la nostra presenza!” disse Viola.
Io e Carlotta la guardammo male e di tutta risposta ci fece un occhiolino per mantenergli il gioco.
“Ci piacerebbe moltissimo ma alla cena di questa sera non possiamo rinunciare!” dissi io aiutando Viola.
“Ci dispiace! Però ci promettete che domani sarete solo nostre!” disse Liam guardandomi in modo provocante.
“Guardate che noi siamo fidanzate e siamo ragazze molto serie!” disse Carlotta in modo difensivo.
“Guardate che sarà solo un incontro da amici!” disse Niall.
“Va bene!” disse Viola.
Ci scambiammo i numeri di cellulare.
“Allora a domani!” disse Harry.
Ci salutarono con un bacio. Liam si avvicinò un po’ troppo alle mie labbra, però non gli dissi nulla.
 
“Ci vuoi spiegare perché non gli hai detto che stasera saremo al loro concerto?” chiese Carlotta un po’ arrabbiata.
“Per vedere se ci noteranno tra le altre fan!” rispose Viola.
“Certo sei perfida!” dissi.
“Ora è meglio se andiamo a casa, così ci prepariamo per stasera!” disse Viola.
“Sarà meglio!” dimmo io e Carlotta.
Ci incamminammo verso casa.
 
Chissà se ci noteranno? Certo questa sera ci faranno emozionare!





Spazio dell'autrice.
Ecco un'altro capitolo! spero che vi piaccia! recensite se no non continuerò la storia perchè penserò che sia brutta! Alla prossima (forse)! ;)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Il concerto ***


Il concerto


 
Arrivammo a casa e ci preparammo per il concerto.
Ci vestimmo comodamente. Viola indossò dei short e una t-shirt verde, Carlotta dei jeans e una canotta azzurrina e io dei leggins neri strappati e una maglia a mezza manica che lasciava una spalla lilla scoperta. Tutte e tre indossamo delle all stra abinate.
Ci truccammo. Viola fece una linea con una matita nera sopra e nella lima interna degli occhi, Carlotta mise un ombretto argentato e io feci una linea di eyeliner nera. Tutte mettemo il mascara per intensificare lo sguardo e del gloss sulle labbra.
 
Quando fummo pronte andammo all’arena dove si sarebbe svolto il cocerto.
 
Davanti ai cancelli c’erano un sacco di fans. Cercammo di infilarci davanti e riuscimmo.
Quando aprirono i cancelli ci affrettamo a raggiungere i posti in prima fila.
 
Mancava mezz’ora all’inizio del cocerto quando mi arrivò un messaggio.
 
Da:Liam
Non sapevo che la cena si sarebbe svolta nell’arena dove avremmo fatto il concerto!
 
Da: Erika
Infatti non si svolge in arena ma a casa dei miei zii!
 
Da:Liam
Non dire bugie! Anche se non sono ancora salito sul palco ti vedo tra il pubblico.
p.s. ti sta d’incanto quella maglia lilla.
 
Da: Liam
Sei ancora più bella quando arrossisci leggendo i miei messaggi! Ora vado, sai com’è devo fare un concerto!
Quando è finito tu e le tue amiche non scappate così ci salutiamo!
 
Da: Erika
Va bene!
p.s. fateci sognare!

 
“Ci hanno scoperto!” dissi.
“Come scusa?” chiese Viola.
“Liam ci ha visto e mi ha scritto un messaggio!” risposi.
“Il mio piano ha funzionato!”disse euforica.
“Mi ha chiestodi fermarci al termine del concerto!” dissi.
“Va benissimo!” disse Carlotta “Ma quelle non sono Perrie e Eleanor?”
“Si sono loro!” risposi.
“Le vado a chiamare!” disse Viola.
Quando le vedemmo arrivare verso di noi le salutammo.
“Anche voi qui?” chiese Perrie.
“Beh se ti dà fastidio vattene pure!” disse sottovoce Carlotta.
“Cosa scusa? Non ho sentito molto bene!” disse Perrie.
“Ho detto che è il nostro primo concerto dei ragazzi!” rispose berfarda.
Io e Viola scoppiammo a ridere.
Carlotta ha sempre odiato Perrie soprattutto perché stava con il suo adorato Zayn e perché è diventata famosa grazie ai One Direction.
“Siete bellissime stasera!” disse Eleanor.
“Grazie! Neanche voi scherzate!” disse Viola.
Eleanor idossava un jeans attillatissimo e una camicia bianca e Perrie degli shorts e un top nero che facevano risaltare i suoi capelli fucsia.
“Ora andiamo ai nostri posti perché tra meno di 10 minuti inizia il concerto!” disse Perrie.
“Va bene!” dissi.
“Ci vediamo dopo care!” disse dolcemente Eleanor.
 
Il concerto iniziò.
Subito l’arena fu diffusa dalle note di Live while we’re young.
Poi continuarono con la canzone preferita di Viola Last first kiss.
Iniziò a cantare questa canzone.

Baby I, I wanna know
What you think when you’re alone
Is it me yeah?
Are you thinking of me yeah?

We’ve been friends now for a while
I wanna know that when you smile
Is it me yeah?
Are you thinking of me yeah?

Girl what would you do, would you wanna stay
If I were to say

I wanna be last, yeah
Baby let me be your
Let me be your last first kiss
I wanna be first, yeah
Wanna be the first to take it all the way like this
And if you
Only knew
I wanna be last, yeah
Baby let me be your last
Your last first kiss

Baby tell me would it change
I’m afraid you’ll run away
If I tell you what I’ve wanted to tell you (yeah)
Maybe I’ve just gotta wait
Maybe this is a mistake
I’m a fool yeah
Maybe I’m just a fool yeah (oh)

Girl what would you do, would you wanna stay
If I were to say

I wanna be last, yeah
Baby let me be your
Let me be your last first kiss
I wanna be first, yeah
Wanna be the first to take it all the way like this
And if you
Only knew
I wanna be last yeah
Baby let me be your last
Your last first kiss (your last first kiss)
Your last first kiss (your last first kiss)

Girl what would you do, would you wanna stay
If I were to say
Your last first kiss

I wanna be last, yeah
Baby let me be your
Let me be your last first kiss
I wanna be first, yeah
Wanna be the first to take it all the way like this
And if you
Only knew
I wanna be last, yeah
Baby let me be your last
Your last first kiss

I wanna be last, yeah
Baby let me be your last
Your last first kiss (ohhh)

I wanna be last, yeah
Baby let me be your last
Your last first kiss

 
Baby io, io voglio sapere
A cosa pensi quando sei sola
Pensi a me, vero?
Stai pensando a me, vero?

Ora siamo amici da un po’
Voglio che tu me lo dica quando sorridi
Pensi a me, vero?
Stai pensando a me, vero?

Ragazza, cosa faresti, rimarresti qui
Se te lo chiedessi

Voglio essere l’ultimo, yeah
Baby lascia che io sia il tuo
Lascia che io sia il tuo ultimo primo bacio
Voglio essere il primo, yeah
voglio essere il primo ad andare fino in fondo così E se tu
Solo sapessi
Che voglio essere l’ultimo, yeah
Baby, lascia che io sia l’ultimo per te
Il tuo ultimo primo bacio

Baby, dimmi che cambierebbe
Ho paura che tu possa scappare
Se ti dicessi cosa avrei voluto dirti (yeah)
Forse devo solo aspettare
Forse è un errore
Sono pazzo yeah
Forse sono solo pazzo yeah (oh)

Ragazza, cosa faresti, rimarresti qui
Se te lo chiedessi

Voglio essere l’ultimo, yeah
Baby lascia che io sia il tuo
Lascia che io sia il tuo ultimo primo bacio
Voglio essere il primo, yeah
voglio essere il primo ad andare fino in fondo così
E se tu
Solo sapessi
Che voglio essere l’ultimo, yeah
Baby, lascia che io sia l’ultimo per te
Il tuo ultimo primo bacio

Il tuo primo e ultimo bacio
Ragazza, cosa faresti, rimarresti qui
Se te lo chiedessi

Il tuo ultimo primo bacio
Voglio essere l’ultimo, yeah
Baby lascia che io sia il tuo
Lascia che io sia il tuo ultimo primo bacio
Voglio essere il primo, yeah
Voglio essere il primo a prendere tutto
E se tu
Solo sapessi
Che voglio essere l’ultimo, yeah
Baby, lascia che io sia l’ultimo per te
Il tuo ultimo primo bacio

Voglio essere l’ultimo, yeah
Baby lascia che io sia l’ultimo per te
Il tuo ultimo primo bacio (ohhh)

Voglio essere l’ultimo, yeah
Baby lascia che io sia l’ultimo per te
Il tuo ultimo primo bacio (ohhh)


Continuarono con Kiss you, C’mon C’mon, Heart attack e Rock me.
Poi cantarono la mia canzona preferita: Over again.

Said I’d never leave her
Cause her hands fit like my t-shirt
Tongue tied over three words, cursed
Running over thoughts that made my feet hurt
Bodies intertwined with her lips
Now she’s feeling solo
Since she went solo
Hole in the middle of my heart like a polo
And it’s no joke to me
So can we do it all over again

If you’re pretending from the start
Like this, with a tight grip
Then my kiss can mend your broken heart
I might miss
Everything you said to me
And I can lend your broken parts
That might fit, like this
And I will give you all my heart
So we can start it all over again

Can we take the same road two days in the same clothes
And I know just what she’ll say if i make all this pain go
Can we stop this for a minute
You know, I can tell that your heart isn’t in it or with it
Tell me with your mind, body and spirit
I can make your tears fall down like the showers that are British
Whether we’re together or apart
We can both remove the masks and admit we regret it from the start

If you’re pretending from the start
Like this, with a tight grip
Then my kiss can mend your broken heart
I might miss
Everything you said to me
And I can lend your broken parts
That might fit, like this
And I will give you all my heart
So we can start it all over again

You’ll never know how to make it on your own
And you’ll never show weakness for letting go
I guess it’s still hard if the seed’s sown
But do you really want to be alone?

If you’re pretending from the start
Like this, with a tight grip
Then my kiss can mend your broken heart
I might miss
Everything you said to me
And I can lend your broken parts
That might fit, like this
And I will give you all my heart
So we can start it all over again

If you’re pretending from the start
Like this, with a tight grip (yeah)
Then my kiss can mend your broken heart
I might miss
Everything you said to me
And I can lend your broken parts
That might fit, like this
And I will give you all my heart
So we can start it all over again

 
Ho detto che non l’avrei mai lasciata
perchè le sue mani combaciano con le mie come una mia t-shirt
la lingua legata da tre parole, imprecate
Ripercorro pensieri che mi hanno fatto male ai piedi
corpi legati con le sue labbra

Ora si sente sola
da quando se ne è andata da sola
un buco in mezzo al cuore come una Polo
e non è uno scherzo per me
perciò possiamo riiniziare tutto da capo?

Se stavi fingendo sin dall’inizio
così, con una stretta così forte
allora i miei baci possono riparare il tuo cuore spezzato
potrebbe mancarmi
tutto quello che mi hai detto
e posso darti una mano con le parti spezzate
che potrebbero aggiustarsi, proprio così
e ti darò tutto il mio cuore
così possiamo riiniziare tutto da capo

Possiamo prendere la stessa strada
due giorni con gli stessi vestiti
e so già quello che dirà
se posso far sparire tutto questo dolore
possiamo fermarlo per un minuto?
Sai che posso capire che il tuo cuore non c’è non ci crede
e dimmi con la tua mente, corpo e spirito
io posso far sì che le tue lacrime scendano come le piogge inglesi
Sia che siamo insieme o separati
entrambi possiamo togliere i marchi
e ammettere che ce ne siamo pentiti fin dall’inizio

Se stavi fingendo sin dall’inizio
così, con una stretta così forte
allora i miei baci possono riparare il tuo cuore spezzato
potrebbe mancarmi
tutto quello che mi hai detto
e posso darti una mano con le parti spezzate
che potrebbero aggiustarsi, proprio così
e ti darò tutto il mio cuore
così possiamo riiniziare tutto da capo

Non saprai mai come farcela da sola
e non mostrerai mai la tua debolezza per avermi lasciato andare
Credo sia ancora difficile anche se i semi sono stati seminati
Ma veramente vuoi rimanere da sola?

Se stavi fingendo sin dall’inizio
così, con una stretta così forte
allora i miei baci possono riparare il tuo cuore spezzato
potrebbe mancarmi
tutto quello che mi hai detto
e posso darti una mano con le parti spezzate
che potrebbero aggiustarsi, proprio così
e ti darò tutto il mio cuore
così possiamo riiniziare tutto da capo

Se stavi fingendo sin dall’inizio
così, con una stretta così forte
allora i miei baci possono riparare il tuo cuore spezzato
potrebbe mancarmi
tutto quello che mi hai detto
e posso darti una mano con le parti spezzate
che potrebbero aggiustarsi, proprio così
e ti darò tutto il mio cuore
così possiamo riiniziare tutto da capo


Mi emozionai sentendo questa canzone dal vivo.
Dopo cantarono: Change my mind,Back for you, They don’t know about us e Summer love.
Poi cantarono I would, la canzone preferita di Carlotta.

Lately I found myself thinking
Been dreaming about you a lot
And up in my head I’m your boyfriend
But that’s one thing you’ve already got

He drives to school every morning
While I walk alone in the rain
He’d kill me without any warning
If he took a look in my brain

Would he say he’s in L-O-V-E
Well if it was me then I would (I would)
Would he hold you when you’re feeling low
Baby you should know that I would

Would he say he’s in L-O-V-E
Well if it was me then I would (I would)
Would he hold you when you’re feeling low
Baby you should know that I would

Back in my head we were kissing
I thought things were going alright
With a sign on my back saying kick me
Reality ruined my life

Feels like I’m constantly playing
A game that I’m destined to lose
Cause I can’t compete with your boyfriend
He’s got 27 tattoos

Would he say he’s in L-O-V-E
Well if it was me then I would (I would)
Would he hold you when you’re feeling low
Baby you should know that I would

Would he say he’s in L-O-V-E
Well if it was me then I would (I would)
Would he hold you when you’re feeling low
Baby you should know that I would

I would, I would
Would he please you
Would he kiss you
Would he treat you like I would
Would he touch you
Would he need you
Would he love you like I would

Would he say he’s in L-O-V-E
Well if it was me then I would (I would)
Would he hold you when you’re feeling low
Baby you should know that I would

Would he please you
Would he kiss you
Would he treat you like I would
Would he touch you
Would he need you
Would he love you like I would

Would he say he’s in L-O-V-E
Well if it was me then I would (I would)
Would he hold you when you’re feeling low
Baby you should know that I would

I would, I would
 
Ultimamente mi sono trovato spesso a pensare
ti sogno spesso
e nella mia testa sono il tuo fidanzato
peccato però è una cosa che hai già

Guida fino a scuola tutti i giorni
mentre io cammino da solo sotto la pioggia
mi ammazzerebbe senza nessun problema
se sapesse cosa mi passa per la testa

Ti direbbe di essere innamorato?
Beh se fossi io lo direi (lo direi)
Ti stringerebbe quando ti senti giù di morale?
Baby dovresti sapere che io lo farei (lo farei)

Ti direbbe di essere innamorato?
Beh se fossi io lo direi (lo direi)
Ti stringerebbe quando ti senti giù di morale?
Baby dovresti sapere che io lo farei (lo farei)

Nella mia mente ci stavamo baciando
Pensavo che tutto stesse andando per il verso giusto
con un cartello sulla schiena con scritto “colpiscimi”
La realtà ha rovinato la mia vita

Mi sento come se facessi sempre parte di un gioco
un gioco che sono destinato a perdere
perchè non posso competere con il tuo fidanzato
Ha 27 tattoos

Ti direbbe di essere innamorato?
Beh se fossi io lo direi (lo direi)
Ti stringerebbe quando ti senti giù di morale?
Baby dovresti sapere che io lo farei (lo farei)

Ti direbbe di essere innamorato?
Beh se fossi io lo direi (lo direi)
Ti stringerebbe quando ti senti giù di morale?
Baby dovresti sapere che io lo farei (lo farei)

Io lo farei, io lo farei
Ti accontenterebbe?
Ti bacerebbe?
Ti tratterebbe come ti tratterei io?
Ti toccherebbe?
Avrebbe bisogno di te?
Ti amerebbe come potrei amarti io?

Ti direbbe di essere innamorato?
Beh se fossi io lo direi (lo direi)
Ti stringerebbe quando ti senti giù di morale?
Baby dovresti sapere che io lo farei (lo farei)

Ti accontenterebbe?
Ti bacerebbe?
Ti tratterebbe come ti tratterei io?
Ti toccherebbe?
Avrebbe bisogno di te?
Ti amerebbe come potrei amarti io?

Ti direbbe di essere innamorato?
Beh se fossi io lo direi (lo direi)
Ti stringerebbe quando ti senti giù di morale?
Baby dovresti sapere che io lo farei (lo farei)

Io lo farei, io lo farei


La cantò a squarcia gola.

Continuarono con le famose tweet questions, dove ballarono la macharena e facevano sfide stupide tra di loro.
Dopo cantarono She’s not afraid, Nobody Compares, Loved you first, Still the one e Magic.
Poi continuarono con la canzone e più bella. Qualsiasi ragazza vorrebbe che il proprio ragazzo gliela dedicasse. Era il momemento di Little tinghs.

Your Hand fits in mine
like it’s made just for me
but bear this in mind
it was meant to be
and i’m joining up the dots
with the freckles on your cheeks
and it all makes sense to me

I know you’ve never loved
the crinkles by your eyes
when you smile
you’ve never loved
your stomach or your thighs
the dimples in your back
at the bottom of your spine
but I’ll love them endless

I won’t let these little things
slip out of my mouth
but if I do it’s you (oh, it’s you)
they add up to
i’m in love with you
and all these little things

You can’t go to bed
without a cup of tea
and maybe that’s the reason
that you talk in your sleep
and all those conversations
are the secrets that i keep
though it makes no sense to me

I know you’ve never loved
the sound of your voice on tape
you never want to know how much you weight
you still have to squeeze
into your jeans
but you’re perfect to me

I won’t let these little things
slip out of my mouth
but if it’s true it’s you
it’s you
they add up to
i’m in love with you
and all these little things

You’ve never loved yourself
half as much as I love you
you’ll never treat yourself right darlin’
but I want you to
if I let you know
I’m here for you
maybe you’ll love yourself
like I love you

I’ve just left these little things
slip out of my mouth
because it’s you
oh it’s you
it’s you
they add up to
and i’m in love with you
and all these little things
I won’t let these little things
slip out of my mouth
but if it’s true it’s you
it’s you
it’s you
they add up to
I’m in love with you
and all your little things

 
Le tue mani combaciano con le mie
come se fossero state create per me
ma tieni a mente
era destino fosse così
e unisco i puntini
con le lentiggini sulle tue guance
e tutto prende senso per me

So che non hai mai amato
le rughe vicino agli occhi
quando sorridi
non hai mai amato
la tua pancia o le tue gambe
le fossette nella schiena
alla base della colonna vertebrale
ma io li amerò senza fine

Non lascerò che queste piccole cose
escano dalla mia bocca
ma se lo faccio è per te (oh, sei tu)
si aggiungono al motivo perchè
io mi sono innamorato di te
e tutte queste piccole cose

Non puoi andare a letto
senza una tazza di te
e probabilmente questo è il motivo
per cui tu parli nel sonno
e tutte queste conversazioni
sono i segreti che tengo per me
anche se non hanno senso per me

So che non hai mai amato
il suono della tua voce registrata
non vuoi mai sapere quanto pesi
devi ancora stringerti
nei tuoi jeans
ma per me sei perfetta

Non lascerò che queste piccole cose
escano dalla mia bocca
ma se è vero sei tu
sei tu
si aggiungono al motivo perchè
io mi sono innamorato di te
e tutte queste piccole cose

Non ti sei mai amata
metà di quanto ti amo io
non ti tratterai mai bene tesoro
ma io voglio che tu lo faccia
se te lo faccio sapere che
sono qui per te
magari ti amerai anche te
come io amo te

Ho lasciato che queste piccole cose
uscissero dalla mia bocca
perché sei tu
oh sei tu
sei tu
si aggiungono al motivo perchè
io mi sono innamorato di te
e tutte queste piccole cose

Non lascerò che queste piccole cose
escano dalla mia bocca
ma se è vero sei tu
sei tu
sei tu
si aggiungono al motivo perchè
io mi sono innamorato di te
e tutte le tue piccole cose


Era la canzone preferita di tutte e tre. Ci commovemmo.
Continuarono con Truly madly deeply, Irresistible, Teenage dirtbag e One way or another.
Per concludere cantarono anche More than this, One thing e What makes you beautiful.
 
Il concerto finì.
“È stato favoloso!” disse Viola.
“Verissimo!” disse Carlotta.
“La cosa che mi stupisce di più è che queste canzoni ci rappresentano!” dissi.
“Le canzoni sono le rappresentazioni di noi stessi!” disse Carlotta.
“Ecco la risposta filosofica che volevamo.
Un signore si avvicinò a noi e ci chiese: “Siete Carlotta, Erika e Viola”
“Si siamo noi!” rispose quest’ultima.
“Piacere sono Paul, il manager e bodyguard dei One Direction. I ragazzi mi hanno chiesto di portarvi nei loro camerini.”
Lo seguimmo. Arrivammo lì e subitoci vennero a salutare.
Ci chiesero com’era stato il concerto e noi rispondemmo dicendo tutto ciò che provammo.
Ci facemmo fare l’autografo e facemmo anche molte foto.
Passammo molto tempo con loro tra le chiacchiere e risate. Verso le tre decidemmo di andare a casa e ci accompagnarono.
 
Fu la serata più emozionate che abbia mai avuto!




Spazio dell'autrice
Ecco un altro capitolo. :) Spero che vi piaccia anche se sono consapevole che rispetto agli altri non sia nulla di eccezionale. RECENSITE PER FARMI SAPERE SE VI PIACE LA STORIA OPPURE NO (ACCETTO ANCHE LE CRITICHE!)! ;) Alla prossima! Ciao! :) 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Una fantastica giornata fino a quando… ***


Una fantastica giornata fino a quando…

 
Dopo aver passato una bellissima serata, andammo a dormire. Ci svegliammo veramente tardi.
Andai a vedere il mio cellullare e avevo un messaggio.
 
Da Liam:
Oggi pomeriggio vuoi fare un giro con me per la città?
Da Erika:
Certo! Mi farebbe molto piacere!
Da Liam:
Preparati pure alle mie sorprese!
Da Erika:
Mi devo spaventare?
Da Liam:
No! Non ti preoccupare! Vestiti comoda e fatti bella (anche se lo sei già molto)! Ti passo a prendere io alle 15.30! A dopo!
Da Erika:
Va bene! A dopo!

 
Informai le altre della mia uscita con Liam e loro mi dissero: “Harry ci ha invitato a casa loro per il pomeriggio!”
“Quindi oggi starete con i ragazzi?” chiesi.
“Si!” rispose Viola.
 
Verso l’una, pranzammo insieme a Jack, Jennifer e George. Invece i miei zii erano a lavoro.
“Che cosa fate oggi pomeriggio?” chiesi riferita ai miei cugini.
“Ognuno esce con i propri amici! Volete unirvi anche voi?” chiese Jennifer.
“No grazie!” rispose Carlotta.
“Che cosa fate a casa da sole?” chiese Jack.
“Chi ha detto che staremo a casa per lo più sole?” disse Viola provocatoria.
“Che cosa fare allora e con chi?” chiese a tono George.
“Usciremo con dei ragazzi!” dissi.
“Ma non siete fidanzate?” chiese Jack.
“certo! Ma non li tradiamo mica!” disse Carlotta.
“E chi sono questi ragazzi?” chiese Jennifer.
“Secondo te?” disse Viola ridendo.
“Sempre con i One direction! Fra un po’ ve li sposate!” esclamò esasperata.
“Magari! Se fosse, per me li avrei già rapiti da un pezzo!” rispose Viola.
“Le abbiamo perse definitivamente!” disse Jack.
“Sei solo geloso di non avere tutte queste attenzioni!” dissi.
“Non sono geloso!” disse offeso.
“Dovete sapere che quando andava al liceo non era molto considerato come me! Modestamente sono un gran bonazzo!” disse George.
“In effetti!” disse Carlotta sottovoce causando il risolino mio e di Viola.
“Comunque non montarti la testa!” dissi.
“Non ti preoccupare cuginetta! Sono consapevole della mia bellezza!” disse sempre George.
“Sei così bello che provochi le ragazze e poi le lasci! E dopo ti chiedi perché ti definiscono puttaniere!” disse esasperata Jennifer.
“Ora smettiamola che è meglio!” disse Carlotta.
 
Finimmo di pranzare e andammo a prepararci per questo pomeriggio.
Indossai una canotta merlettata dietro sulla parte superiore ed era turchese, uno shorts di jeans e delle All star abbinate alla maglia. Lasciai i capelli sciolti e mi truccai sfumando un ombretto color oro e definii l’occhio con un eyeliner nero e del mascara rigorosamente nero, poi misi del lucidalabbra.
Viola indosso una canotta grigia con una camicia a quadri con le maniche a tre quarti rossa, degli shorts di jeans e degli stivaletti traforati neri. Si arricciò i capelli e si truccò sfumando un ombretto marrone e mise il mascara.
Carlotta mise una canotta bianca, una gonna a vita alta rosa e delle ballerine rosa. Lasciò i capelli rosa e si truccò usando un ombretto rosa, del mascara e del lucidalabbra.
Scendemmo in sala per avvertire che saremo uscite. Viola e Carlotta andarono a casa dei ragazzi invece io andai con Liam che era già davanti casa.
“Ciao! Sei splendida oggi!” disse dandomi un bacio ed io subito arrossii.
“Ciao! Noto con piacere che neanche tu sei da meno!” dissi.
 
Mi prese la mano e la intrecciò alla sua. Ci incamminammo verso il centro.
 
“Sei già andata su London Eye?” mi chiese.
“No, non ci sono mai salita!” risposi.
“bene salirai con me!” disse dandomi un bacio all’angolo delle mie labbra. Io avevo una strana sensazione, come qualcuno ci stesse osservando e seguendo.
“sono molto emozionata!” dissi con voce non molto convincente.
“Che cosa hai? Mica soffri di vertigini?” chiese ridendo.
“Non soffro di vertigini. Ma ho la sensazione che qualcuno ci stia osservando e seguendo!” dissi.
“Beh c’è molta gente ed io essendo famoso non mi accorgo più della gente che mi osserva! Comunque non ti preoccupare!” disse premuroso.
 
Salimmo sulla ruota panoramica.
“È bellissima Londra da qui!” esclamai.

“Già! Mai sai cosa rende questo giro ancora più stupendo?” mi chiese.
“Cosa?” chiesi con curiosità.
“La tua presenza!” disse soffiando sulle mie labbra.
Arrossii subito e se ne accorse. Si mise a ridere e poi mi baciò. Premette le sue labbra sulle mie e chiese l’accesso per la sua lingua. Iniziò così la danza delle nostre lingue. Era un bacio molto passionale che toglieva il fiato.
 
Finito il giro, scendemmo dalla ruota panoramica e andammo a farci un giro per le vie di Londra.
Mi prese la mano e la intrecciò tra le sue dita.
“Hai delle mani piccolissime!” disse.
“O forse sei tu che ce l’hai troppo grandi!” risposi.
“Nah! Tu sei piccolissima!” disse.
Allora feci il broncio sporgendo il labbro inferiore.
“Sei bellissima quando fai il broncio!” disse e poi mi diede un bacio che mi fece molto piacere, però in quel momento sentimmo uno scatto di una macchina fotografica.
“Cavolo! Ci mancava solo questa!” dissi.
“Non ti preoccupare! A me non dispiace farmi vedere insieme a te!” disse dolcemente.
“Non è quello il problema. Io ho un ragazzo e non sa nulla di tutto ciò! Non voglio che lo scopra su un giornale di gossip e soprattutto non voglio perderlo!” dissi.
“Dopo tutto il male che ti ha fatto, ti preoccupi ancora di cosa pensa lui?” chiese.
“Ci tengo molto a lui! Mi fa stare bene!” dissi.
“Guarda che provocarsi il dolore non è stare bene! Detto sinceramente lui non ci tiene a te, se no non ti avrebbe mai tradita e provocarti del male!” disse.
“Ma…” stavo per parlare quando mi interruppe.
“Niente ma! Ora dimmi come ti senti con lui e come ti senti con me!” disse.
Bella domanda! Non so nemmeno io come mi sento. Sono due persone diverse che mi fanno sentire in un modo diverso.
Liam stava attendendo la mia risposta.
 
Ora che gli dico? Sicuramente dirò la verità, però spero che mi comprenda!





Spazio dell'autrice
Ciao! :) Susate per il ritrdo ma  ecco il 15o capitolo! Spero che vi piaccia! :)Recensite per favore! per è molto importte sapere le vostre opinioni! acceto anche le critiche! ringrazio chi segue e ha messo tra le preferite la mia storia! :) alla prossima! :)

Recensite per favore ne sarei grata! :)


 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Lo dovresti lasciare! ***


 
Per favore leggete lo spazio dell'autrice al fondo della pagina! è molto importante per me! Grazie! :) Buona lettura!


Lo dovresti lasciare!


 
Liam stava aspettando la mia risposta.
“Enrico è il mio ragazzo!” dissi.
“Non mi hai ancora risposto! Che cosa provi per me?” chiese.
“Provo una sensazione che non ho mai provato prima e molto piacevole! Quando sto con te, mi sento bene e spensierata. Quando mi baci, sento le farfalle nello stomaco e le gambe tremano!” dissi.
“Mi sa tanto che ti sei innamorata come me!” disse dolcemente accarezzandomi il viso.
“Non so… però tutto questo è sbagliato! Io sono fidanzata e lo sto tradendo. La cosa peggiore è che ci hanno fotografato e ora queste foto usciranno fuori. Mi sento terribilmente in colpa perché non gli ho detto nulla, se lo scopre così, è peggio e mi ‘ucciderà’!” dissi tutto ad un fiato.
“Devi seguire il tuo cuore e non pensare a ciò che diranno gli altri! Nella vita ci vuole coraggio nell’affrontare gli ostacoli. Se non hai mai provato tutto ciò, vuol dire che non eri innamorata veramente di lui e che stavi con lui perché non avevi trovato la persona giusta!” rispose.
“Se fosse così, noi non avremmo futuro! Io abito in Italia e tu invece con il tuo lavoro devi girare il mondo. Come possiamo stare insieme? Io non credo in queste relazioni a distanza e non sopporterei di essere al centro del gossip mondiale!” dissi molto velocemente e in modo agitato.
“Stai blaterando! Ti porterei con me in tour e ti proteggerei dai paparazzi e da chiunque altro!” disse dolcemente e mi abbracciò dandomi un bacio sulla fronte.
“però la scelta sarà tua e accetterò qualunque cosa! Sappi però che non devi farti del male e devi fare la scelta più giusta per te!” continuò.
Verso le 19:00 andammo a casa dei ragazzi e passammo la serata tutti insieme tra risate, scherzi, giochi e chiacchiere. Fu una serata molto divertente e piacevole che mi rese spensierata e mi fece dimenticare i miei problemi e le mie paranoie.
Verso l’una e mezza io, Carlotta e Viola tornammo a casa.
 
La mattina…
Ci svegliammo verso le 10:30. Facemmo colazione assieme dove ognuno raccontò la giornata precedente.
Mi dissero che avevano fatto una passeggiata per il quartiere e che avevano parlato molto per conoscersi. Anch’io raccontai la mia uscita con Liam compresa il momento in cui ci hanno fotografato insieme.
“Allora adesso guardiamo su internet se c’è scritto qualcosa!” disse Carlotta.
“Se Enrico lo scopre, posso considerarmi morta!” dissi.
“Non ti preoccupare! Sai che non legge giornali di gossip per ragazze e poi ricordati che ci saremo sempre noi a difenderti!” disse Viola.
“Ragazze! Le foto sono uscite!” disse Carlotta.
“Cosa c’è scritto?” chiesi con timore.
Chi è questa bellissima ragazza che è al fianco al Daddy dei One direction?
Una nuova fiamma o sono solo amici?
Sarà una storia seria o solo un’avventura?
Per ora li abbiamo avvistati in atteggiamenti intimi e romantici. Sono saliti sulla London Eye e poi hanno passeggiato per le vie della città mano nella mano scambiandosi baci non da amici, ma più da fidanzatini.
Per quando riguarda la ragazza, sappiamo che si chiama Erika, ha 16 anni ed è italiana.
Chissà come si evolverà questa nuova love story!

Vi terremo informati! lesse Carlotta.
“Spero che non esca anche in Italia!” dissi.
“Mi dispiace dirtelo ma è uscito anche su siti italiani da ben più di due ore!” disse Viola.
Mentre stavamo parlando, squillò il telefono ed era Enrico.
“Mancava solo lui all’appello!” esclamai.
“Rispondigli, tanto non saprà nulla!” disse Viola.
Ho un po’ di paura nel rispondere. Se sa tutto? Devo assolutamente rispondere.
“Pronto?” dissi rispondendo al telefono.
“Ciao! Sono Enrico!” disse lui con una voce strana.
“Ciao amore! Come stai?”
“Bene! Tu?”
“Bene! Come va lì!”
“Molto bene! Ogni giorno io, Lorenzo e Marco usciamo insieme e andiamo in discoteca con altri nostri compagni di classe! Tu, invece, ti stai divertendo?” disse beffardo ed io ci rimasi male nel sapere che ogni sera andava in discoteca.
“Si qui ci stiamo divertendo un mondo! È veramente una bellissima città! Mi raccomando non trovarti un’altra in queste serate in discoteca!” dissi scherzando.
“Non ti preoccupare nessuno ti toglierà il primato di traditrice! Certo che sei proprio anti-sgamo! Potevi scegliere qualcun altro con cui provarci! Poi scoprirlo così per essere deriso da tutti quanti! Sei solo una PUTTANA!” disse urlando e qualche lacrima minacciò di uscire.
“Ascoltami non è colpa mia è successo casualmente!” dissi ma fui interrotta.
“Successo per caso? Mi prendi per stupido? Dimmi lo hai baciato tu o è stato lui?” disse in modo duro. In realtà mi aveva baciato lui, però non l’ho respinto.
“Mi ha baciato lui!” dissi omettendo che da una parte lo volevo anch’io quei baci.
“Bene! Quel verme deve solo ringraziare che io abiti in Italia se no gli avrei già spaccato la faccia!” disse molto arrabbiato.
“Dai! Ora calmati non fare così!” dissi.
“Mica si è spinto oltre se no prendo il primo volo e vengo lì per picchiarlo!”
“Non ha fatto nulla mi ha solo baciato! Ora calmati!”
“Va bene! Però se lo fa un’altra volta può dire addio alla sua fama e tu non mi vedrai mai più perché non mi hai detto la verità! Per precisare anche se non sei stata tu, ti dovrai fare perdonare per ciò che hai fatto! Ciao puttana.” disse in modo duro attaccandomi in faccia.
Rimasi sbalordita per ciò che mi aveva detto. Se io l’avrei tradito, dovevo lasciarlo stare se invece era lui, si doveva perdonare. Rimasi veramente delusa dal suo comportamento. E poi come poteva chiamare la persona che amava puttana?
Nel frattempo Viola e Carlotta erano rimaste a osservare e, soprattutto, a origliare la mia telefonata con Enrico.
“Certo che è uno stronzo! Tu gli hai perdonato mille tradimenti e lui non può perdonare un tuo tradimento?” disse alterandosi Carlotta.
“Io non ho parole!” commentò Viola.
“Lo dovresti lasciare!” disse Carlotta.
 
 E se avesse ragione? Anche Liam me lo aveva detto che non era amore nei confronti di Enrico. Che cosa devo fare? Sicuramente sarà una questione da risolvere in Italia!


Spazio dell'autrice:
Scusate per il super ritardo nel postare il nuovo capitolo! spero che vi piaccia! :) vorrei scusarmi per gli errori di ortografia e di battitura presenti in questi capitoli! rigarazio chi ha messo questa storia tra le preferite e chi la segue! PER FAVORE RECENSITE PERCHè VOGLIO SAPERE LE VOSTRE OPINIONI (ANCHE LE CRITICHE!) E AVERE DEI CONSIGLI SU COME MIGLIORARLA! ;) Grazie e alla prossima! Ciao! :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Anche se saremo lontani, ti prometto che… ***



 
Leggete lo Spazio dell'autrice grazie! :)







Anche se saremo lontani, ti prometto che…
 
 
“Io sono così.
 Quando qualcosa inizia ad andare bene,
 inizio già a temere che il momento in cui tutto andrà storto.”
 
 
Ormai la settimana a Londra era agli sgoccioli.
Le ultime tre giornate le passammo insieme ai ragazzi. Uscivamo senza dare troppo nell’occhio, passavamo le serate a guardare film e fare chiacchierate lunghissime. Ovviamente non mancavano scherzi e giochi!
Non avevo più parlato molto con Liam dell’articolo che era uscito in tutto il mondo. Mi aveva solo detto di non preoccuparmi e che avrebbe risolto tutto lui. Poi gli raccontai anche della disavventura avuta telefonicamente con Enrico e mi ha consolato, ma soprattutto disse che dovevo lasciarlo stare e cercare di meglio. So che intendeva lui, in effetti, è molto dolce e carino nei miei confronti, però sono molto pessimista nei rapporti a distanza. A mala pena riesco a gestire quelli più vicino a me figuriamoci quelli a distanza! Glielo dissi molto chiaramente che volevo essere solo sua amica e nulla di più, però non ebbe una buana reazione, infatti, mi ha iniziato a trattare con freddezza e indifferenza. Questo suo comportamento mi ha veramente deluso e addolorato. Ci stavo veramente male, più di quando credessi!
Invece Viola aveva stretto molto amicizia con Harry. Molte volte lei mi diceva che era un peccato che fosse già fidanzata se no ci avrebbe già provato. È la solita latin lover!
Carlotta diventò molto amica di Niall. Il biondino era molto colpito da lei, però questa è molto fedele al suo Marco che non l’ha visto più di un amico.
 
 
Giorno della partenza per Holmes Chapel
Le valigie erano ormai pronte da tanto. Salutammo i miei zii e miei cugini che molto probabilmente avrei rivisto verso la fine di luglio.
I ragazzi, compreso Liam, ci vollero accompagnare in stazione per prendere il treno diretto a Holmes Chapel.
 
“Siete pronte a lasciare la bellissima Londra per Holmes Chapel?” chiese Harry.
“Certo! Però ci dispiace molto lasciare Londra e, soprattutto, voi!” disse Carlotta con voce triste.
“Anche a noi dispiace che ve ne andiate, ma sicuramente ci rincontreremo.” Disse Niall.
“Infatti, fatevi sentire qualche volta, tanto i nostri numeri di telefono li avete. Non abbiate paura a usarli!” disse Harry.
“Il treno per Holmes Chapel è in arrivo sul binario numero 4.” Ci interruppe l’auto-parlante.
“Adesso è meglio se ci iniziamo a salutare.” Disse Zayn.
Zayn e Louis ci salutarono, con un bacio sulla guancia, per poi andarsene. Lì con noi rimasero solo Harry, Niall e, soprattutto, LIAM.
“Possiamo parlare un attimo in privato?” mi chiese Liam.
“Certo!” dissi un po’ timorosa.
Ci allontanammo dagli altri per parlare tranquillamente.
 
“Ti volevo chiedere scusa per come mi sono comportato in questa settimana!” disse abbassando lo sguardo.
“Non ti preoccupare.” Dissi facendogli alzare il volto.
“Da quello che mi hai raccontato, io ho capito come sei. Tu, a volte, fai la stronza, fai l’acida, fai quella che s’incazza per ogni minima cosa. La tua è una corazza. Nella vita, evidentemente, anzi, sicuramente hai sofferto molto, ed è per questo che sei diventata così. Hai solo bisogno di qualcuno che spacchi la tua corazza. Hai bisogno di qualcuno che tiri fuori la tua tenerezza, la tua dolcezza, perché io lo so bene che infondo hai il cuore più fragile del mondo. Non devi farti del male solo perché ti senti incolpa per qualche stupido. Tu devi sempre dimostrare che sei una ragazza fortissima e coraggiosissima che sa affrontare gli ostacoli. Devi anche far uscire la tua spensieratezza e dolcezza come hai fatto con me!” disse Liam guardandomi negli occhi ormai umidi.
Non avevo parole per ciò che mi aveva detto.
“Ricordati che sarai sempre nel mio cuore e nei miei pensieri!” disse dandomi un bacio sulle labbra.
“Anche per me sarà così!” dissi dandogli un bacio molto più appassionato e caldo.
“Ci sentiremo spesso! Te lo prometto su ciò che ho di più caro!” disse lui.
“Io ci conto eh!” dissi scherzosa.
“Guarda che sono un uomo di parola!” disse.
“Certo come no!”
“Ti prometto che ti chiamerò ogni minuto in cui sarò libero, quando tu ti sentirai triste e sola, ti chiamerò anche per dirti solo ‘buongiorno principessa, come stai?’, quando ne avrai bisogno, quando vorrai sfogarti, quando vorrai confidarti e quando vorrai sentirmi! Ci sarò sempre per te!” disse lui dandomi un bacio. “Ah ti prometto anche che un giorno verrò da te e ti abbraccerò per tutte quelle volte in cui avrei voluto e non ho potuto!”
“Sei dolcissimo, ma non merito tutto questo!” dissi abbassando lo sguardo.
“Invece si! Ti meriti questo e molto più!” disse baciandoci molto calorosamente.
Poi, dopo queste promesse, tornammo dagli altri e ci salutammo. Fu veramente difficile lasciarlo lì!
Il treno arrivò, noi salimmo e ci sedemmo ai posti che avevamo prenotato.
 
“Cosa vi siete detti tu e Liam?” chiese curiosa Carlotta.
Messa alle strette raccontai tutto ciò che c’eravamo detti e promessi.
“Che dolci che siete!” commentò Viola.
“Ormai avremo una nuova coppia!” disse Carlotta.
“Invece no! Ti ricordo che sono ancora fidanzata con Enrico fino a prova contraria!” dissi molto pungente.
“Certo che ha delle corna tante che non passa più dalla porta!” disse Viola ridendo.
“Grazie per avermi dato della puttana!” dissi io offendendomi.
“Dai scherzavo! Non fare la permalosa!” disse Viola per farsi perdonare.
“Certo! Sai a volte quando si scherza, si dice la verità che non si ha coraggio di dire!” dissi io tenendo il broncio.
“Scusa non volevo offenderti!” continuò lei dispiaciuta e abbracciandomi.
“È meglio se cambiamo discorso!” disse Carlotta.
Così per tutto il viaggio parlammo del più e del meno.
 
Dopo tre ore e mezza arrivammo a destinazione.
Alla stazione ci aspettavano i miei nonni.
“Ciao Erika!” disse mia nonna abbracciandomi dolcemente.
“Ciao!” dissi abbracciandoli entrambi.
Poi presentai Carlotta e Viola ai miei nonni e andammo a casa loro.
 
“Avete una bellissima casa!” disse Viola.
“Grazie cara!” disse mia nonna “Ora vi faccio vedere la camera dove starete!”
Era la camera degli ospiti. Aveva un bagno privato e molto spazioso. Anche la camera era molto spaziosa e luminosa, aveva tre letti e tre armadi per ognuno.
“Fate come se fosse a casa vostra!” disse mio nonno a Viola e Carlotta.
“Grazie mille di tutto!” dissero entrambe.
“Ci divertiremo questa settimana!” disse Carlotta dopo che i miei nonni uscirono per lasciarci sole.
“Ne avevi dubbi?” disse Viola.
“Certo che no!” rispose Carlotta.
“Il pianeta Terra chiama Erika!” disse Viola.
“Perché sei così pensierosa?” chiese Carlotta.
“Nulla non vi preoccupate!” dissi.
“No ora ci dici tutto!” disse Carlotta.
“Sputa il rospo!” continuò Viola.
“Non è niente di che!” dissi esasperata.
Dopo un po’ d’insistenza mi lasciarono stare.
 
Certo non potevo dire che stavo pensando a ciò che era successo con Liam se no mi davano della deficiente che non si sa decidere e che perde le occasioni. Poi penso anche a Enrico che non sa cosa mi sta succedendo, che non sa cosa provo e che forse mi sono innamorata non di lui ma di LIAM! È un gran casino! Dopo tutto so solo fare questo! Ho un talento naturale nell’incasinare sempre tutto!







Spazio dell'autrice:
ecco un nuovo capito! :) Scusate per il ritardo! spero che vi piaccia anche se non è un gran che! vorrei ringraziare:
1 - 
Angi242 
2 - 
Simona07
3 - sofietta369
che hanno messo questa storia tra le preferite,
1 - 
_Elisewin_ 
che l'ha messa tra quelle da ricordare e
1 - 
Alison_13_ 
2 - 
hazzas_star
3 - Infinity_OneD 
4 - 
RobyOneD 
che l'hanno messa tra le seguite!
recensite, Per favore, vorrei sapere ciò che pensate della storia! Se non ricevo almeno
2 RECENSIONI non continuo la storia! Grazie e alla prossima! :)

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Non dipende da me! ***


 
Leggete lo spazio dell'autrice e recensite per favore! ne sarei grata!





Non dipende da me!


 
 

“io che ho perso tutto 
senza avere niente 
io che mi sentivo così grande 
dovrò fare i conti col passato 
invece tu 
svanisce in un istante 
con te 
il mondo in un secondo 

anche se ti sento 
inavvertitamente 
ancora sulla pelle”




Erano già passati tre giorni da quando eravamo arrivate a Holmes Chapel. Passavamo le giornate a passeggiare per il paese e aiutare i miei nonni.
 
Erano le 9:00 e mia nonna mi venne a svegliare.
“Erika mi potresti fare un piacere?” mi chiese dolcemente.
“Certo dimmi pure!” risposi.
“Potresti andare la spesa prima che le tue amiche si svegliano?” mi domandò.
“Va bene! Faccio colazione e mi preparo per uscire!” dissi.
Feci colazione e mi preparai per andare al supermercato.
 
Avevo quasi preso tutto quello che serviva quando nel reparto della farina mi scontrai con una signora.
“Mi scusi!” dissi subito.
Una donna con i capelli neri, occhi chiarissimi e un sorriso mozzafiato si girò verso di me. Aveva un non so che di familiare. Ci pensai per un paio di secondi quando mi si accese una lampadina… Era ANNE COX!
“Non ti preoccupare non mi hai fatto male!” disse guardandomi negli occhi.
Rimase a fissarmi per un periodo di tempo che sembrava interminabile poi riprese la parola.
“Tu sei Erika?” mi chiese.
Rimasi stupita. Come faceva a sapere il mio nome?
“Si! Come fai a sapere il mio nome?” chiesi.
La vidi sbiancare un po’, poi disse: “Tu non sei la figlia di Luisa?”
“Si! Ma io non ho ancora capito come fai a conoscere me e mia madre!”.
“Sono amica di tua madre! Andavo a scuola con lei! Sai eravamo molto amiche. Lei per me era la mia migliore amica!” rispose.
Questa situazione era molto strana. Mia madre non mi aveva mai detto che era amica di Anne, anzi evitava sempre di parlarne. Dovrò chiedere a mia nonna!
“Tu come stai? Ti trovi bene in Italia con Luisa?” mi chiese.
“Sto bene! E ovviamente mi trovo bene con mia madre in Italia. Poi perché non mi dovrei trovare bene con mia madre?” chiesi stranita.
“Sai perché alla tua età si è sempre in conflitto con le proprie madri.” Disse in modo abbastanza convincente.
“Scusami mi fermerai a parlare con te, ma ora devo andare se no mia nonna mi da per dispersa!” dissi.
“Ti andrebbe se un pomeriggio ci incontrassimo per parlare?” mi chiese speranzosa.
“Mi piacerebbe molto, ma tra meno di quattro giorni parto, però ritornerò più o meno tra un mese.” Risposi.
“Va bene! Salutami caramente tua madre!” mi disse dolcemente.
Andai alla cassa per pagare e andai a casa.
 
“Ciao!” dissi entrando in casa.
“Ciao! Le tue amiche sono andate a farsi un giro!” disse mia nonna.
“Hanno fatto bene! Noi invece possiamo parlare?” chiesi.
“Certo tesoro!” disse mia nonna mentre metteva a posto la spesa.
“Al supermercato ho visto Anne Cox!” dissi mentre a mia nonna le cadde la busta di zucchero a terra. La aiutai e continuai. “Sapeva il mio nome e mi ha chiesto come stavo con la mamma! Dato che nessuno vuole parlare e sono l’unica a non sapere cosa sta succedendo ora me lo dici tu!” dissi un po’ alterata.
“Prima cosa abbassa la voce!” disse alterata “Poi cosa vorresti sapere? Come mai si conoscono Anne e tua madre? Loro si conoscono da quando erano piccole, erano migliori amiche, erano inseparabili. Si consideravano delle sorelle!”
“Allora perché non me l’ha mai detto e quando chiedevo qualcosa di lei, si arrabbiava?” chiesi.
“Hanno litigato e per questo motivo non si parlano più e non ne vuole mai parlare!”
“Per cosa hanno litigato?”
“Questo non posso dirtelo! Un giorno te lo dirà tua madre.”
“No io lo voglio sapere ora!” dissi.
“Non posso dirtelo mi dispiace!”
“Siete sempre i soliti! Io sono sempre l’unica a non sapere le cose! Mi nascondete sempre qualcosa!” dissi urlando.
“Senti non dipende da me! Io te ne avrei già parlato da un pezzo!” disse.
“Allora dimmelo e non fare come gli altri!” dissi.
“Non posso dirti nulla perché non tocca a me dirlo, ma centri tu! Sappi tesoro che qualunque cosa succeda e sottolineo qualunque cosa, io ci sarò, ti aiuterò, ti proteggerò e ti vorrò bene per sempre!” disse abbracciandomi. Avevamo entrambe le lacrime agli occhi!
“Lo so nonna che tu per me ci sarai sempre e per questo ne sono grata!”
 
Dopo questa discussione non parlammo più di ciò che è successo e succederà.
 
La settimana finì ed era ora di partire per ritornare a casa. Passammo delle bellissime vacanze. Ogni sera i ragazzi ci mandavano dei messaggini per farci sapere come stavano e come andavano i concerti. Io mi sentivo con Liam. Stavamo molto tempo al telefono a parlare su di noi era nata un’amicizia molto solida che forse sarebbe diventata qualcosa di più, però dipendeva tutto da me! Come sempre! Ora però in Italia dovevo affrontare ENRICO! Come avrebbe reagito a ciò che è successo qui in Inghilterra? Ma soprattutto io cosa avrei scelto? LIAM che è dolce, carino, mi ascolta, mi capisce con un solo sguardo o ENRICO che dovevi sempre accontentare, che mi tratta a volte bene e altre volte male? Certo avevo molti dubbi che dovevo risolvere!
 
Ritorno a casa

Salutammo i miei nonni e li ringraziammo di averci ospitato.
Il viaggio in aereo non durò molto. Quando arrivammo a destinazione, ci stavano aspettando le nostre care mamme e i nostri fidanzati. Li andammo a salutare.
Mi avvicinai a Enrico con un po’ di timore.
Mi baciò in modo molto passionale come per dire che ero solo sua.
“Noi due dobbiamo parlare! Anzi mi devi raccontare molte cose!” disse.
 
Bene ora possiamo aprire le danze!







Spazio dell'autrice:
Scusate il super ritardo nel postare il nuovo capitolo! Ho deciso di scriverlo perchè ci sono nuove persone che seguono questa storia! Vorrei ringraziare:
chi ha messo questa storia tra le preferite:
1 - 
Angi242
2 - Simona07 
3 - 
sofietta369 
4 - 
zayn_andperrie 
chi l'ha messsa tra quelle da ricordare:
1 - 
_Elisewin_ 
e chi l'ha messa tra le seguite:
1 - 
Alison_13_
2 - frascati98 
3 - 
hazzas_star
4 - Infinity_OneD
5 - RobyOneD
6 - stellaoned 
Vorrei anche fare un ringraziamento speciale alle mie due migliori amiche che ci sono sono sempre per me e che mi supportano e sopportano sempre! :) <3
Spero che il capitolo vi piaccia! ;)
Recensite!!!!! vi prego! SE NON RICEVO ALMENO UNA RECENSIONE NON CONTINUERò PIù LA STORIA PERCHè PENSERò CHE NON VI PIACE! Accetto anche le critiche! Alla prossima! Ciao! :)

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Quante volte avevo sentito quel “ti prometto che non lo farò più”? ***


                                        
Crediti: _ciuffano



 
Ciao! :) Se leggete la storia recensite perchè voglio capire quande persone la leggono! Mi basta anche solo una riga! Dopo tutto non vi costa nulla una piccola recensione! Ne sarei grata! Grazie e buona lettura! ;)

 




Quante volte avevo sentito quel “ti prometto che non lo farò più”?
 
 
 
“Non farò gli stessi errori che hai fatto tu 
Non permetterò a me stessa di dare al mio cuore così tanto dolore 
Non mi spezzerò come hai fatto tu, 
Sei fallito così duramente... 
Ho imparato a seguire la strada più dura 
Non lascerò che essa si allontani”

 
 
 
 
Tornai a casa con mia madre. Mi fece mille domande per com’era andato il viaggio e per come stavano i nonni. Per ora non dissi nulla su cosa era successo, però molto presto ne avremmo parlato.
Era pomeriggio e a casa non c’era nessuno, quando ricevetti una chiamata. Era Liam. A leggere il suo nome sul display del cellulare mi face aumentare i battiti del cuore…
“Ciao Erika! Com’è stai? È andato bene il viaggio?” mi chiese.
“Ciao Liam! Il viaggio è andato bene! Sto bene e sono felicissima di sentirti! Tu come stai?” chiesi a mia volta.
“Sto bene, però mi manchi moltissimo!” disse con voce triste.
“Anche tu mi manchi!”
“Lo so. Non mi piace molto che ora starai abbracciata a qualcuno che non ti meriti, che ti usi e che finga di provare qualcosa per te!” disse con rabbia.
“Molto presto ne parlerò con lui!” dissi.
“E dopo che gli parlerai, tu cosa farai?”
“Se intendi che mi metterò con te non lo so. Io non riuscirei a sopportare una relazione a distanza e soprattutto con una persona famosa!” dissi con voce triste e bassa.
“Lo so ma potrei farti cambiare idea! Ricordati che io lotto per ciò che voglio!” disse con voce convincente. Sentendo queste parole mi fecero sciogliere il cuore.
“Ti starò sempre affianco, ti aiuterò quando sarai in difficoltà, ti rallegrerò quando sarai triste e vorrò che tu sia sempre felice!” continuò. Mi commossi e mi sentì.
“Non voglio mai vedere una lacrima dal tuo viso! Capito! Ora fammi un bel sorriso!” mi disse.
“Certo che ti faccio un sorriso! Anzi ne farò tutti quelli che vuoi!” dissi sorridendo.
Restammo a parlare per quasi un’ora per raccontaci tutto ciò che era successo nei giorni in cui non c’eravamo visti e per conoscerci meglio.
 
Enrico m’inviò un messaggio per incontrarci alla sera a casa sua.
Mi feci una doccia e mi vestii. Indossai degli shorts di jeans, una canotta a righe bianche e blu e delle converse blu. Mi truccai molto semplicemente. Alle 20 uscì con Erico che mi stava aspettando davanti casa.
Ci salutammo con il solito bacio e ci incamminammo verso casa sua.
In quel tragitto ero un po’ agitata e non so perché! Parlammo del più e del meno. Arrivammo a casa sua. Lì non c’era nessuno.
“Mangiamo le pizze che ho ordinato?” mi chiese dolcemente.
“Certo!”
Mangiammo tra risate e scherzi. Quando finimmo, misi in ordine la sua cucina e andammo in camera sua.
 
“Non puoi immaginare come mi sei mancata!” mi disse baciandomi il collo quando c’eravamo stesi sul suo letto.
“Anche tu!” dissi.
Iniziò a far scivolare le sue mani sui miei fianchi e baciarmi il collo e il viso. Poi mise le sue mani sotto la mia canotta e ci vagò fino a che non tosse l’indumento. Mi salì un po’ di ansia.
Poi mi allargò le gambe per adagiarsi tra esse e mi baciò sul petto. Sentivo qualcosa premere contro la mia intimità. Dopo un po’si fermò per guardarmi, dato che non stavo facendo nulla, allora si liberò della maglia e dei pantaloni rimanendo in boxer. Continuò a baciarmi e mi tolse anche gli shorts rimanendo così in intimo. Ero paralizzata, non sapevo cosa fare, se accontentarlo oppure no. Io di certo non lo volevo.
“Mi dici cos’hai?” mi disse spazientito.
“Nulla!” dissi con voce poco convincente.
“Nulla?” disse irritato.
“Si”
“Allora faccio tutto io!” disse molto arrabbiato.
Mi prese e mi tolse il reggiseno per stuzzicarmi il seno, poi mi fece molti succhiotti sul collo, ma non come al solito dolcemente anzi in modo violento. Poi tolse le mie mutandine e iniziò a stimolarmi il clitoride. Iniziai ad ansimare fino a quando stavo per arrivare al culmine lui si fermò. Poi abbasso i suoi boxer e ribaltò la posizione, lui sotto ed io sopra. La sua erezione era ormai visibile da un pezzo. Mi costrinse a provocargli piacere prima con le mani e poi con la bocca. Lì mi venne da piangere però a lui non interessò molto, infatti, quando stava per arrivare, ritornò lui al comando. Mi allargò violentemente le gambe e dopo aver messo il preservativo, entrò in me. Fu violentissimo, ogni sua spinta mi provocava urla di dolore e non la smettevo di piangere. Quando arrivò, fece altre spinte per farmi arrivare al culmine. Quando ci arrivai, si mise al mio fianco e si addormentò.
 Io mi alzai per andare in bagno e notai che le mie gambe erano sporche di sangue. Allora mi ripulii e mi rivestii. Quando tornai in camera stava ancora dormendo, allora decisi di andare nel suo salotto.
Mi sedetti sul divano, piegai le ginocchia dove appoggiai la mia testa e mi misi a piangere.
 
 
Mezz’ora dopo…
Io ero sempre nella stessa posizione, però ad un tratto sentii dei passi. Era Enrico che si era svegliato.
“Erika! Dove sei?” chiese urlando.
Non risposi. Dopo un po’ mi vide sul divano.
“Ehy! Cos’hai? Perché piangi? Non ti è piaciuto abbastanza?” chiese strafottente.
“Sei solo uno stronzo! Cazzo non ti accorgi cos’hai fatto? Mi hai violentata! Con che coraggio dici queste cose? Eh? Sei solo un vile! Poi dici di amarmi, quando mi usi solo per i tuoi luridi piaceri maschili! Mi fai solo schifo!” dissi urlandogli in faccia e dandogli dei pugni sul petto.
“Ora stai esagerando! Io non ti ho violentata!” disse boccandomi i polsi facendomi male sui tagli.
“Ah no? Allora perché avevo le gambe sporche di sangue? Spiegamelo!” dissi con molta rabbia.
Lo vidi sbiancare e iniziò a piangere. Si sedette sul divano e si mise la testa tra le mani.
“Oddio! Sono diventato un mostro!” disse disperato “Erika io non volevo farti del male! Io volevo solo soddisfare i miei bisogni! Lo ammetto, però non avevo intenzione di farti del male! Tu sei la cosa che ho di più cara e ti amo profondamente!” aggiunse guardandomi negli occhi, accarezzandomi il viso e asciugandomi le lacrime.
“Perché... perché l’hai fatto allora?” chiesi con voce spezzata.
“Ero preso dalla foga del momento! Ti prometto che non lo farò più! Perdonami!” disse con voce sincera.
Quante volte avevo sentito quel “ti prometto che non lo farò più”? Troppe! Mi aveva tradito, mi aveva fatto diventare autolesionista, mi aveva trattato male e ridotta peggio di uno straccio.
Lo guardai e mi diressi verso la porta d’ingresso.
“Ti prego non fare così!” disse toccandomi.
Al suo tocco mi venne in mente ciò che era successo poco più di mezz’ora prima e al solo pensiero che potesse succedere ancora, avevo il terrore.
“Non lasciarmi! Non posso vivere senza di te!” continuò.
Un’altra delle tante frasi sentite un miliardo di volte.
“D’ora in poi dovrai dimostrarmi che mi ami e che mi vuoi al tuo fianco! Se non lo vedrò, potrai trovarti un’altra con cui divertirti! Capito?” dissi con cattiveria.
“Amore ti dimostrerò tutto ciò che hai bisogno! Te lo giuro!” disse guardandomi negli occhi.
“Ci vediamo!” dissi salutando. No gli diedi nemmeno il tempo per salutarmi che gli chiusi violentemente la porta in faccia.
 
Ora stavo tornando a casa a piedi da sola e nel mentre pensavo a tutto ciò che era successo e al solo pensiero mi venne da piangere.
Ne volevo parlare con qualcuno. Ma era meglio non parlarne subito con le mie amiche, allora decisi di chiamare Liam.
Feci squillare più volte squillare il telefono e lascia messaggi che avevo bisogno di parlare con lui, ma non rispondeva. Forse era impegnato. Però era strano che non rispondesse.
 
Arrivai a casa. Provai a chiamarlo per l’ultima volta ma non rispose, allora decisi di andare a dormire, anche se sarebbe stato molto difficile!









Spazio dell'autrice:
Salve! :) scusate la lunghissima attesa ma in questo mese ho avuto un po' di problemini... Spero che vi piaccia questo capitolo anche se affronta una tematica molto forte!
Avete visto che ho aggiunto anche il banner? Vi piace? A me piace moltissimo e devo ringraziare moltissimo _ciuffano che ha realizzato un fantastico banner!
Vorrei anche rigraziare:
-chi ha messo questa storia tra le preferite:

1 - Angi242 
2 - 
I_LOVE_LOUIS_NIALL 
3 - 
Simona07
4 - sofietta369 
5 - 
zayn_andperrie
-chi ha messo questa storia tra quelle da ricordare:
1 - _Elisewin_ 
-chi ha messo questa storia tra le seguite:
1 - Alison_13_ 
2 - 
frascati98 
3 - 
hazzas_star 
4 - 
Infinity_OneD 
5 - 
RobyOneD 
6 - 
stellaoned 

Vi prego recensite!!!! Voglio sapere la vostra opinione vorrei capire quante persone leggono questa storia! Non voglio recensioni chilometriche mi accontento anche solo di una riga! :) Se non ricevo nemmeno UNA RECENSIONE penserò che non vi piace! Al prossimo capitolo! :) Ciao!! ;)
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2420890