Sai, sei diventato tutto.

di age_of_love
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Questa sono io. ***
Capitolo 2: *** Avevo bisogno di te. ***
Capitolo 3: *** Il giorno tanto atteso. ***
Capitolo 4: *** Nuove scoperte. ***



Capitolo 1
*** Questa sono io. ***


Avete presente quei momenti dove tutte le tue certezze sembrano andate in frantumo e tutto quello che ti resta sembra essere solo la tua grande passione? Ecco, quello era proprio il mio caso. Avevo perso i miei genitori da poco, ero stata costretta a trasferirmi lasciando la casa dove avevo sempre vissuto; e come se non fosse bastato, a scuola tutti mi prendevano in giro. L'unica cosa che c'era sempre stata era la danza, la mia passione sin da quando ero piccola. Mia mamma mi aveva passato questa passione; lei era prima ballerina della Royal Opera House, una delle più importanti compagnie nel mondo della danza classica. Da qualche anno ero riuscita ad entrare nella compagnia. Il mio sogno di fare della danza un lavoro, si era realizzato. Ma si sa: il mondo della danza non è facile. Non passava un giorno senza che qualcuno mi guardasse male o dubitasse delle mie capacità, pensando di essere superiore a chiunque. L'unica cosa che mi aveva sempre fatto andare avanti era che quando ritornavo a casa, mi divertivo a raccontare a mia mamma la mia giornata; ma da quando se n'era andata, insieme a mio papà, ero entrata in crisi. Passavo tutto il giorno a piangermi addosso e a pensare che, se avessi insistito di più per non farli partire di notte per venire a vedere un mio spettacolo, non sarebbe successo il peggio. Neanche la danza riusciva a non farmici pensare: mi faceva ricordare quando i miei genitori venivano a vedere i miei spettacoli e dopo mi riempivano di complimenti e lusinghi. Da quando se n'erano andati, tutti mi trattavano in modo diverso e questo non mi piaceva per niente. Mi avevano anche fatta diventare solista e, il pensiero che non me l'ero meritato e che non ero abbastanza preparata, mi perseguitava. Nella compagnia c'erano ragazze e anche ragazzi più bravi di me, i quali, da quando ero stata "promossa", non mi calcolavano più, facendo finta che non esistessi. L'unico ragazzo che non si era mai permesso di farmi queste cattiverie si chiamava Liam e..beh, questo è tutto quello che so di lui. Girava voce che frequentasse una ragazza del corpo di ballo da qualche settimana, ma non avevo approfondito la cosa perchè più di tanto non mi interessava.
In quel periodo, stavamo preparando uno dei tanti spettacoli dell'anno: lo spettacolo natalizio. A Dicembre, avremo messo in scena "Lo Schiaccianoci", il balletto natalizio per eccellenza.Tutti i giorni, dopo la solita lezione di due ore, ci fermavamo al teatro per provare costumi e coreografie. La sera, tornavo a casa sfinita, tanto che il più delle volte andavo a letto senza neanche cenare.  Quando potevo (e cercavo di farlo molto spesso), andavo al cimitero a trovare i miei genitori. Mi faceva strano dover andare lì per trovarli, non sentire più le urla di mia mamma per casa e non vedere mio papà buttato sul divano a guardare uno di quei programmi sulla finanza che tanto tanto odiavo. Avevo solo loro nella mia vita, zero amici e zero parenti, almeno a Londra. Avevo origini italiane.
La scuola era un disastro, ma non perchè non andavo bene, anzi..il problema era con i miei compagni di classe, che non erano contenti se non mi prendevano in giro.
Avevo un idolo: Demi Lovato, una ragazza che ha dovuto lottare contro il bullismo e la bulimia, ma è riuscita a superare tutto questo grazie all'aiuto della musica. 

Ciao a tutti, sono Anna, ho 17 anni e questa è la mia storia. 

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Capitolo 2
*** Avevo bisogno di te. ***


CAPITOLO 1- Avevo bisogno di te.

 

"Putting my defenses up, 'cause I don't wanna fall in love. If I ever did that, I think I'd have a heart attack.." 

E così iniziò un'altra giornata. Erano le 7 del 10 Dicembre: l'ultimo giorno di prova prima del grande debutto.

Vivevo in una casetta non troppo lontana dal centro di Londra. Mi ero dovuta trasferire lì perchè, dopo la morte dei miei genitori, non ero più riuscita a mantenere la casa dove vivevo con loro..il mio stipendio non me lo permetteva.

 
Presi il cellulare..1 nuovo messaggio: Nick.

"Buon giorno! x"

Nick era il nome del ragazzo con cui mi stavo sentendo da un po' di tempo. Mi sentivo bene con lui, probabilmente perché era diverso dagli altri ragazzi: sincero, dolce e quando gli chiedevo una mano, lui c'era sempre. Aveva un anno in più di me e frequentava l'università. Per questo e per altri motivi, non riuscivamo a vederci molto spesso, ma comunque riusciva sempre a farsi sentire, anche solo mandandomi un messaggio o chiamandomi. Era un ragazzo alto, moro e con gli occhi verdi smeraldo: il ragazzo perfetto, insomma. 

Eppure, mi risultava un po' difficile pensare a noi due come una coppia; ma, "gli opposti si attraggono", giusto?

Risposi al messaggio...

"Giorno, Nick! xx" 

..e poi cominciai a prepararmi per andare a scuola.

 
Frequentavo l'ultimo anno in un college leggermente fuori Londra, si diceva che fosse uno dei più validi di tutta la città, ma avevo da ridire su questa credenza. I miei compagni erano tutti figli di papà, pieni di soldi, viziati e con la puzza sotto il naso. 

Appena entrata, cominciai ad avviarmi al mio armadietto per prendere i libri che mi sarebbero serviti quel giorno: matematica, letteratura, chimica e spagnolo; e poi andai nell'aula di matematica. Come sempre, ero la prima ad entrare,allora mi misi le cuffie e cominciai ad ascoltare la musica, fin quando la classe si affollò ed entrò la prof. di matematica.

 
La giornata scolastica passò abbastanza in fretta, perchè si stavano avvicinando le vacanze di Natale e i prof non avevano più intenzione di andare avanti con il programma. Cominciarono a darci i primi compiti per le vacanze, non erano troppi, ma neanche pochi se dobbiamo considerare il significato della parola "vacanza".

Finita scuola, presi la metro e, arrivata a casa, mangiai un piatto di pasta e mi preparai per andare alle prove.

Quel giorno, essendo l'ultimo prima dello spettacolo, non avevamo in programma molte prove. L'unica cosa che bisogna fare era passare dalla sartoria del teatro per mettere appunto gli ultimi costumi di scena. 

Essendo una solista, avevo un mio costume personale, fatto su misura, che avrei dovuto indossare quel giorno per provare. Durante il tragitto camerini-sartoria, mi scontrai con un ragazzo, il quale, per non farmi cadere, mi prese al volo.

-"Ehi, stai attenta, potresti farti del male."- Disse il ragazzo

Era quel ragazzo..si dai, quello gentile. An si, Liam, ecco come si chiamava.

-"Oh, grazie per avermi preso..al volo.- Dissi leggermente imbarazzata, data la mia posizione ancora tra le sue possenti braccia.

-"Adesso puoi lasciarmi,eh."- Continuai notando che non si muoveva di neanche un millimetro.

-"Oh si, scusami."- Disse subito, arrossendo leggermente. Sembrava un ragazzo davvero semplice, dolce. -"Comunque piacere, sono Liam."- Continuò dopo essere ritornato al suo colore di carnagione naturale.

-"Anna, piacere mio. Scusami, ma adesso devo andare in sartoria a provare il mio costume. Grazie ancora."- Dissi cominciando ad andare verso la sartoria. 

Appena girato l'angolo sentii il suo "Di niente, ci si vede". "Ci si vede"?! Cosa?! Io non vedo nessuno al di fuori dell'ambiente lavorativo e scolastico, escludendo Nick. 
Ok, era un ragazzo gentile, dolce, ma anche molto molto strano.

Dopo aver provato il tutù (che mi calzava come un guanto), indossai le mie scarpette da punta e raggiunsi il palco. Appena cominciai il mio assolo, sentii gli occhi di tutti puntati su di me, pronti a giudicarmi in qualsiasi momento. 

Pensando questo persi la concentrazione e caddi per terra. 

Sentii le risate delle ragazze del corpo di ballo e anche "Io non sarei caduta" di una ragazza con una voce così stridula, tanto da farmi venire i brividi di rabbia. La musica continuò, il mio assolo era ormai finito, corsi dietro le quinte, trattenendo a malapena le lacrime, sotto gli sguardi indiscreti degli altri ballerini. 

Arrivai nel mio camerino; solo dieci minuti prima ero entusiasta di essere lì, al momento giusto, nel posto giusto. Mi misi a pensare: com'era possibile che la cosa che mi aveva resa felice per tutto quel tempo, non era più in grado di farlo? 

Sentii bussare alla porta. Non volevo vedere nessuno, almeno non in quel momento. Ma la persona che stava bussando non aveva intenzione di lasciarmi stare; allora, mi alzai e andai ad aprire la porta.

-"Ma che cavolo vuo.."- Quella persona mi aveva disturbato durante uno dei miei momenti no e non avrebbe dovuto. Mi fermai non appena vidi quella persona: era Nick.

-"Cosa ci fai qui?"- Chiesi asciugando le lacrime, tentando di non far notare che avevo pianto.

-"Volevo farti una sorpresa venendoti a vedere alle prove. Mi hanno detto di venire qui e..eccoti."- Mi abbracciò. Cavolo quanto avevo bisogno di uno dei suoi abbracci. Mi era mancato molto in quel periodo, anche se eravamo stati lontani per una settimana o poco più. Era una di quelle poche persone che, pur sapendo della morte dei miei genitori, non mi aveva abbandonato, anzi mi era stato ancora più vicino. 

-"Scusami per come ti ho risposto, ma le prove oggi sono andate davvero male e..- Dissi mentre una lacrima cominciava a scendere sulla guancia.

-"Niente, stai tranquilla. Sei stressata e lo capisco. Adesso ti cambi che ti porto a mangiare qualcosa fuori."- Finì la frase sfoderando uno dei suoi stupendi sorrisi a 32 denti. 

Avevo davvero bisogno di lui in quel momento, ed averlo lì con me era una bellissima sensazione. 

Chiusi la porta e cominciai a spogliarmi e a prepararmi per uscire con Nick. Non gli avevo neanche chiesto perchè si trovava qui nel bel mezzo della settimana, ma forse era perché aveva già iniziato le vacanze. 

Mi preparai in pochissimo tempo, avevo voglia di uscire e liberare la mente da tutti quei pensieri negativi. Presi la giacca e la sciarpa, mi avviai nel corridoio e, arrivata nella Hall del teatro, corsi nella braccia di Nick, il quale mi prese e mi baciò. 

Era il nostro primo bacio ed era strano. 

Non dico che non mi aveva fatto piacere, ma quello non era il posto più adatto. 

Appena mi staccai, ci guardammo intensamente e poi scoppiammo a ridere entrambi. Uscendo vidi Liam, il ragazzo che, in un certo senso, mi aveva "salvato la vita". Era leggermente scioccato, magari perché gli avevano dato una notizia che non si aspettava, non so. Mi salutò, facendo un cenno con la mano, ricambiai e poi uscii. 

Passai una bellissima serata con Nick. Mi portò a mangiare in un ristorante e poi andammo al cinema. Sembravamo dei piccioncini mentre camminavamo con le mani che non si staccavano neanche per un millesimo di secondo. 

Era davvero impressionante come riusciva a cambiare il mio umore in così poco tempo. Era davvero speciale, ma per tutta la serata non faceva altro che rifiutare le chiamate che riceveva al telefono... non ci feci tanto caso, stavo bene e, per una sera, non avrei pensato ad altro se non a divertirmi. 

Ad una certa ora però, fui costretta a tornare a casa perché il giorno dopo sarei dovuta andare a scuola e poi, avevo la prima dello spettacolo. 

Salutai Nick con un bacio ed entrai a casa. Mi affacciai alla finestra e vidi Nick parlare al telefono; forse quella persona che tanto lo aveva cercato durante la serata, lo aveva richiamato e stavano parlando. Cavolo, doveva essere una cosa davvero importante. 

Chiusi la tenda, mi misi il pigiama ed andai a letto. 

Il giorno dopo sarebbe stato un giorno molto importante: finalmente era arrivato il momento di dimostrare a tutte quelle persone che non credevano in me, che avevo le capacità di ballare al meglio. Non vedevo l'ora che arrivasse quel momento. 

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Capitolo 3
*** Il giorno tanto atteso. ***


CAPITOLO 2- Il giorno tanto atteso.



Il giorno dopo mi svegliai con un sorriso stampato sulle labbra: il gran giorno era finalmente arrivato. Quel giorno avrei risentito l’emozione di esibirmi su un palco, davanti a centinaia di persone, facendo quello che avevo sempre sognato di fare: ballare. Sarebbe stato il mio primo spettacolo da solista e l’ansia si stava facendo sentire; quindi decisi di alzarmi e prepararmi ascoltando la musica: “Hall of fame” in quel momento era la canzone perfetta.


Dopo aver fatto colazione ed essermi preparata, presi la metro per andare a scuola. Non mi interessava se qualcuno mi avrebbe preso in giro, quel giorno era il MIO giorno e nessuno sarebbe stato capace di rovinarlo. Non gliel’avrei permesso.

Entrata a scuola, presi i libri dall’armadietto e poi mi avviai in classe, pronta per affrontare quella giornata nel migliore dei modi. Alla terza ora venni interrogata in inglese e, anche se il giorno prima non ero riuscita a ripassare, presi comunque un bel voto. Le ultime due ore le passai fantasticando su come sarebbe andato lo spettacolo quella sera, se al pubblico avrebbe fatto piacere vedermi ballare e se avrebbe applaudito alla mia esibizione.


Tornando a casa mi resi conto che quella mattina Nick non mi aveva mandato il solito messaggio che mi mandava tutti i giorni, allora presi il cellulare e..

“Ehii:) Cos’è, ti sei addormentato stamattina? xx”

Non mi sarei certamente arrabbiata perché quella mattina non mi aveva scritto ma, in qualche modo, un messaggio appena sveglia era come dire: “Ehi, stamattina mi sono svegliato e tu sei stata il mio primo pensiero.” e mi faceva sempre piacere riceverne uno.


Arrivata a casa, mangiai un piatto di pasta (necessario per i carboidrati) , presi il mio mega borsone di danza e mi recai al teatro. La mia vita ormai era così: scuola-pranzo-danza-cena-studio-letto;  ma ero consapevole che avevo una grande fortuna, cioè quella di aver potuto fare della mia più grande passione, il mio lavoro.

Quando finalmente arrivai a teatro, l’ansia cominciò a farsi sentire: in qualsiasi direzione mi girassi, vedevo le locandine dello spettacolo dove, in basso a destra c’era una mia foto, scattata durante uno dei tanti servizi fotografici che avevo dovuto fare. In quella foto ero sorridente, si vedeva che danzare era l’unica cosa che volevo fare. Quello sarebbe stato il mio atteggiamento quella sera: Felice come non mai, come per dire “Si, ci sono riuscita e non mi fermerò qua”.

Arrivai al camerino, posai la borsa e presi il cellulare. Nick non aveva ancora risposto. Beh, in quel momento, il fatto che non avesse risposto al cellulare era il problema minore. Erano le 16, questo voleva dire che avevo ancora tre ore libere prima che arrivassero la truccatrice e la parrucchiera. Decisi che avrei occupato quel tempo andando a fare un giro per il centro di Londra ma, mentre stavo per raggiungere la porta principale del teatro, una mano mi sfiorò la spalla. Era Liam. Si, il ragazzo dolce, ma strano.

-“Ehii, agitata per stasera?”- Disse mostrandomi un sorriso abbaiante.
.
-“Ehi, abbastanza..tu?”- Sorrisi a mia volta.

-“Insomma dai..dove stavi andando?”-

-“Ehm..stavo pensando di andare a fare un giro, ma..”-

-“Se ti va posso accompagnarti”- Disse interrompendo il mio tentativo di fargli credere che sarei restata in teatro. Da un lato, la cosa mi faceva un po’ soggezione. Nel senso che, era da neanche un giorno che ci eravamo presentati e già mi chiedeva di “uscire”. Dall’altro invece non mi dispiaceva affatto: Liam era un bel ragazzo, educato e gentile..sicuramente avrei passato un bel pomeriggio insieme a lui.

-“Ma se non ti va..”- Continuò lui un po’ dispiaciuto.

-“No no, tranquillo.”- A queste mie parole, sfoderò un sorriso mozzafiato. Come avevo fatto a non rendermi conto di quel sorriso per tutto quel tempo?

-“Bene, dove pensavi di andare?”-  Chiese velocemente senza perdersi d’animo.

-“Sinceramente non so.. Cosa proponi?”-

-“Io direi di andare in un parco e parlare un po’.. Cosa ne dici?- Propose lui. Rimasi un po’ colpita: era quello che volevo fare io. A quanto pare avevamo qualcosa in comune.

-“Per me va benissimo.”- Sorrisi e lui ricambiò.

Durante il tragitto per andare al parco regnò il silenzio. Nessuno aveva il coraggio di parlare. Certo che, prima mi inviti ad uscire e poi non parli? Sei strano ragazzo, molto strano.


Arrivati al parco, ci sedemmo su una panchina. Fu lui il primo a parlare..

-“Beh, raccontami di te.”- Domanda banalissima, stava perdendo punti.

-“Non so, cosa vuoi sapere?”- Gli chiesi. Volevo metterli in difficoltà.

-“Beh, so solo che ti chiami Anna. E non mi sembra molto carino iniziare una conversazione chiedendoti il numero di telefono.”- Sputò lui in una frazione di secondo. An, quindi voleva il mio numero di telefono..

-“Beh, potrei dirti la stessa cosa..”- Si si, lo stavo mettendo in difficoltà.

-“Ok, hai vinto tu. Allora, sono Liam, ho 19 anni (quasi venti), abito non tanto lontano da qua, frequento l’università e sono entrato nella compagnia tre anni fa. Adesso tocca a te.”- Accompagnò queste ultime parole con una smorfia.

-“Ok, sono Anna, ho 17 anni e frequento il College. A causa di alcuni problemi, mi sono dovuta trasferire qui. C’è, non proprio qui, abito leggermente fuori città e sono entrata nella compagnia due anni fa.”- Non volevo raccontargli la storia della mia vita. D’altronde non lo conoscevo neanche da due giorni e non volevo sapesse che abitavo da sola perché i miei genitori erano volati in cielo. Non era arrivata ancora l’ora, non sapevo se potevo fidarmi di lui.

Liam stava cominciando quando ricevetti una telefonata. Guardai il cellulare: Nick. Non volevo rispondere: con tutti i momenti della giornata proprio quello doveva scegliere?!  Aspettai che la suoneria finisse e poi misi il cellulare nella giacca.

-“Perché non hai risposto?”- Ragazzo, sei un pochino invadente.

-“No niente, adesso non ho voglia di sentire questa persona.”- Risposi tranquilla, evitando altre sue domande.

-“Beh, sono le 18.30, cosa ne dici se torniamo al teatro?”- Dissi, visto che avevo notato l’orario quando Nick mi aveva telefonato.

-“Certo.”-

Durante il tragitto di ritorno, continuammo a parlare di noi. Mi resi conto che avevamo molte più cose in comune di quante io pensassi. In verità non mi ero mai posta il problema di trovare qualcosa in comune tra noi due, ma forse quello sarebbe stato il momento giusto per cominciare. Tutto sommato, Liam era davvero simpatico.

Arrivati ci salutammo e ci promettemmo che, prima dell’inizio dello spettacolo, ci saremo fatti la buona fortuna.

Quando entrai nel mio camerino, trovai la truccatrice e la parrucchiera pronta. Dopo trucco e acconciatura, mi vestii.

Quello che dovevo indossare era il tutù che avevo sempre desiderato fin da piccola. Era un sogno diventato realtà. E tutto quello sapete a chi lo dovevo? Ai miei genitori che avevano sempre fatto grandi sacrifici per permettermi di studiare con grandi maestri, e che mi avevano sempre detto di seguire i miei sogni. Senza di loro non sarei sicuramente arrivata ad essere quello che ero. Ed ora era arrivato il momento di fare loro vedere che tutti quei sacrifici avevano fruttato qualcosa, anche se, al posto di essere seduti in platea, avevano un posto riservato in un balconcino speciale.

Prima della mia esibizione, Liam venne da me e mi augurò la buona fortuna abbracciandomi. Mentre ballavo mi sentivo viva come non mai. Avevo finalmente capito che, nella mia vita, non avrei fatto nient’altro se non ballare. Alla fine della mia variazione, il pubblico si alzò in piedi ed applaudì. Uscita di scena scoppiai a piangere. Ero riuscita ad arrivare dove volevo, ma sicuramente non mi sarei fermata lì.


 
 

Angolo autrice

Ciao ragazze:) Abbasta lungo come capitolo, no? Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate. Ahh, e se avete da chiedere riguardo qualcosa sulla danza, fate pure: sarò felicissima di rispondere:)
Ciaooo:) E buon anno a tuttee
 

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Capitolo 4
*** Nuove scoperte. ***


CAPITOLO 3 - Nuove Scoperte.


Dopo lo spettacolo la prima persona che venne a farmi i complimenti fu Liam. Quel ragazzo riusciva a sorprendermi sempre. Voglio dire: nonostante ci conoscessimo davvero poco, lui mi trattava come un'amica di vecchia data e io..beh, io ero ancora un po' rigida con lui, forse per paura che, una volta saputa la mia storia, mi avesse lasciata da sola. Come avevano fatto tutti, insomma. 

Ma in lui vedevo una persona una persona diversa da tutte quelle che avevo conosciuto fino ad adesso, una persona dolce e spontanea. Neanche Nick era stato così presente come Liam in quel periodo. Non lo sentivo da due giorni, non lo vedevo da due giorni e non sentivo la sua mancanza da due giorni. Non so come spiegarlo, ma era come se non fosse più indispensabile, come se la compagnia di Liam mi avesse fatto dimenticare il bacio che c'era stato tra me e Nick tre giorni prima. Incredibile. 


La mattina dopo mi svegliai presto. Era domenica e sarei dovuta andare a correre, indovinate con chi? Eh si, con Liam. 
Mi alzai dal letto e indossai una tuta. L'appuntamento con Liam era fissato per le 7.00 in un parco appena fuori Londra.
Quando arrivai, Liam era seduto su una panchina ad aspettarmi. Mi fermai un attimo dietro un albero e cominciai a guardarlo. I pochi raggi del sole illuminavano il suo viso, rendendolo ancora più belle e perfetto. Chissà a cosa stava pensando..

Decisi di andare da lui, infondo era lì che mi aspettava e io lo stavo fissando da dietro un albero. Aspetta, cosa ci facevo dietro un albero a fissare un ragazzo che praticamente avevo appena conosciuto? Ok, quello sarebbe rimasto un segreto tra me e me.


-Buongiorno!- Dissi attirando l'attenzione di Liam che si spaventò.


-Ciao, dormito bene?- Mi chiese dopo essersi avvicinato a me per un bacio sulla guancia. Rimasi un po' colpita da quel gesto. 


-Insomma, l'ansia ci ha messo un po' a calare..tu?-


-Lo stesso. Cominciamo?- E sfoderò uno di quei sorrisi a 32 denti.


Non dissi niente, mi limitai solo a fare un cenno con la testa. In quel momento l'unica cose che sembrava attirare la mia attenzione era il suo sorriso, cavolo se era attraente. 
ANNA, STAI TRANQUILLA.


Iniziammo a correre e automaticamente anche a parlare. Liam mi disse che aveva quattro migliori amici, ma che non riusciva a vederli molto spesso per via delle prove con la compagnia. Mi promise anche che me li avrebbe fatti conoscere, magari uno di quei giorni.


-E tu cosa mi racconti?- Mi chiese dopo avermi fatto un trattato sulla sue vita.


Rimasi in silenzio. Non sapevo cosa dire. Infondo io non avevo niente, se non una casa (che non era la mia) e la mia passione per la danza; gli "amici" mi avevano abbandonata dopo la morte dei miei e non si erano più fatti sentire. La cosa che mi faceva più male era che non potevo neanche vantarmi di avere una famiglia di quelle perfette, dove si mangia tutti insieme, dove si può confidare tutto ai propri genitori. Ecco, i genitori.

Liam mi vide un po' pensierosa e giù di morale, quindi si fermò e mi fece sedere vicino a lui su una panchina. 


-Puoi raccontarmi tutto..solo se se,eh.- Mi chiese una volta seduti.


L'unica cosa che riuscivo a fare era fissare il terriccio su cui stava la panchina. Era incredibile come era riuscito a capite che quell'argomento era una nota dolente per me. Decisi che era arrivato il momento di dirgli tutto; d'altronde mi aveva detto tutto della sua vita e, anche se era una vita felice, sapevo che avrei dovuto raccontargli tutto. 
E allora cominciai. Gli raccontai tutto in lacrime: dei miei genitori, dell'incidente, degli amici che mi avevano lasciato e finii anche per parlare di Nick.


-E lui ti rende felice?- Chiese Liam. Quasi come se la mia risposta avrebbe condizionato il suo umore.


-Non te lo so dire. So solo che, quando tutti mi hanno lasciato, lui è rimasto. Credo sia stata questa la cosa che mi ha colpito di più.-


-Quindi ti ha colpito più il gesto che non la sua persona?- Chiese lui insistente.


-Possiamo parlare di qualcos'altro?- Chiusi il discorso, capendo che la discussione stava prendendo una brutta piega. -Infondo, siamo venuti qui per correre, giusto?- Continuai in tono scherzoso.


Detto questo ripresi a correre e Liam mi inseguì.

Ad un certo punto, entrambi stanchi, decidemmo di salutarci e tornare ognuno a casa propria. 


-Ciao Liam, ci vediamo domani in compagnia!- Dissi, concludendo quella splendida mattinata.


-Ciao Anna, a domani!- Ehh...SBAM: sorrisone. Quel ragazzo aveva capito quel era il mio punto debole, e questo non andava per niente bene.


Mi girai e proseguii per la mia strada.

Camminai fino a casa e, quando arrivai, mi fiondai in doccia. 

Passai il pomeriggio sul divano a mangiare schifezze, anche se non avrei dovuto farlo per mantenere la linea. Il cellulare si illuminò..


1 NUOVO MESSAGGIO: Nick.

"Ehii, piccola! Com'è andata la prima? Mi manchi. -Nick"


Bene, dopo due giorni che non si fa sentire ha il coraggio di mandarmi un messaggio e di chiedermi com'è andato lo spettacolo. Non era venuto, anche se sapeva l'importanza di quella mia esibizione. E se credeva di sistemare tutto con un semplice messaggio, di sbagliava di brutto. Non risposi.
Non era mai venuto ad un mio spettacolo e quella era una bellissima occasione..che aveva sprecato. Grazie Nick, davvero.


Passai il resto del pomeriggio a studiare per il giorno seguente. Infatti, la domenica era l'unico giorno che potevo dedicare completamente allo studio, dato che tutti i pomeriggi ero impegnata in compagnia. Non era facile combinare entrambe le cose ma, si sa, bella vota occorre fare sacrifici...ma forse io avevo già rinunciato a tanto. 

In quel momento , se ci fosse stato Nick, mi avrebbe sicuramente fatto sentire meglio, ma ero troppo orgogliosa per mandargli un messaggio e ammettere che avevo bisogno di lui. Avrei chiamato Liam, ma non avevo il suo numero. 


Decisi di andare a dormire, il giorno dopo sarebbe ricominciata un'altra settimana intensa e dovevo essere al massimo della mia forma.ù

Mi addormentai pensando all'uscita con Liam. Era davvero un ragazzo d'oro. 

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