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“Non pensavo che non ti avrei più rivisto amore mio”
Due ragazzi si tenevano per mano. Non c’era sola energia fra di loro, c’era qualcosa di più: non era semplice
complicità, era amore.
Si incamminavano lungo un piccolo
sentiero di montagna. Lui non aveva occhi che per lei. Lei lo amava più della
sua stessa vita.
“Siamo quasi arrivati Hermione.
Abbi fiducia in me, quando arriveremo in cima rimarrai
a bocca aperta”
“Si, si, come no!Come quella volta
che volevi prepararmi la torta al cioccolato di rospo per i miei ventiquattro
anni: a bocca aperta ci sono rimasta senz’altro!”. Accennò un piccolo sorriso.
Le sue orecchie diventarono tinta unica
con i suoi capelli ” ti ricrederai vedrai! È da secoli che la mia famiglia
viene qui, ed è sempre bellissimo”.
Hermione si avvicinò di corsa
verso lui, stampandogli un tenero bacio sulla bocca. “ti amo, lo sai?”
Poche ore dopo e finalmente erano in cima. Una brezza
sventolava i suoi morbidi ricci castani. Fresco, intangibile, quasi inesistente
quel vento così piacevole.
“Dai Ron toglimi le mani di dosso,
voglio vedere!”
I palmi delle sue calde mani si alzarono. Le sue ciglia si
aprirono lentamente e scorsero all’improvviso l’immenso.
Un tramonto, in una distesa di acqua, ravvivava con i più
bei colori che avessero mai visto il paesaggio sottostante.Quel mare era arcobaleno,era specchi di cristallo,era
luce meravigliosa. I suoi capelli
diventarono rossi,il suo viso si incalorì del porpora
dei raggi solari.
Le loro mani si unirono lentamente. Ron la avvicinò
delicatamente a sé. Poteva sentire il suo respiro, poteva
sentire la sua tenzione. Vedeva in quegl’
occhi tutto il suo mondo, perché il mondo era lei. Il profumo dei suoi capelli
era trasportato dal vento. La sua bocca sfiorò la sua, fino a fare scomparire
tra di loro ogni bagliore del sole che delimitava la loro impercettibile
distanza. Hermione guardò Ron e questa volta le aveva
regalato qualcosa di fantastico.
“E’ bellissimo qui, avevi ragione”. Gridava lei mentre si
avvicinava al limite della cima.
“Mi ero sempre chiesto da quale paradiso fossi giunta a me, bè l’ho trovato!”
Lei rimase a contemplare lì per qualche ultimo istante quello
splendido panorama,fin quando la terra sotto ai suoi
piedi non crollò.
“HERMIONEEEEE”
Il ragazzo balzò velocemente per riprenderla. Fece appena in
tempo.Era riuscita ad
aggrapparsi su un piccola roccia più sporgente delle altre.
“AIUTO, AIUTAMI RON NON LASCIARMI!!!”
poteva solo sentire che stava piangendo.
“NON PREOCCUPARTI CI SONO!..D-dai un …un
ultimo sforzo ce l’ho fatta” il sudore gli colava dalla fronte, il terrore gli
invadeva gli occhi.
“AHHH!!!!!!”
“CHE SUCCEDE?CHE SUCCEDE?”faceva del suo meglio per tirarla
su il prima possibile.
Era sana e salva. Ron la strinse forte a sé. Sentiva che
tremava ma non gli dava peso,anche lui era sconvolto
sarebbe potuto accadere il peggio. Lei continuava a non parlare.
“Perdonami Hermione!N-nonoso pensare se…”una lacrima scese dal suo viso, ma lei restava
immobile.
Le allontanò delicatamente i capelli. Un rivolo di sangue le
scese dagli occhi.
Le allontanò delicatamente i capelli. Un rivolo di sangue le
scese dagli occhi.
“Ron-Ron, n-non ti vedo…DOVE SEI?!”
“COSA?”
Gli occhi di Ron si sbarrarono. Videro Hermione
in preda al panico. Continuava a toccarsi con le mani gli occhi, senza rendersi
conto che le stava insanguinando. Il suo respiro si fece affannoso. Le sue mani
si fecero gelide, nonostante Ron le avesse pochi istanti prima tenute accanto a
sé.
“HO PAURA RON!HO PAURA…NON TI VEDO
PIU’!Mi bruciano gli occhi,AIUTAMI!!!!!” continuava
freneticamente a toccarsi, sperando in qualche modo di trovare una luce in
quell’ombra,di trovare anche un solo,flebile colore che non fosse nero.
“Fermati Hermione!Non toccarti!Togli
le mani dagli occhi!!!FERMATI!”
Con uno strattone le afferrò entrambe le braccia per
allontanarle dal suo viso impaurito. Di colpo le sue mani caddero rivolte verso
il basso.Lo sguardo
di lui sembrava aver perso ogni luminosità.
“H-Hermione…”
La sua voce tremolava. In quel momento si sentì del tutto
incapace di reagire, di aiutarla, di starle accanto. Di fronte a lui solo
sangue. Scendeva dagl’ occhi di lei quasi
inarrestabile, fino a sporcare i lembi della camicia.
“RON NON CI VEDO!SONO
CIECA!”singhiozzava senza mai smettere”Credo,credo di
aver sbattuto con il viso su qualche roccia quando sono caduta…ROOOON!”
Hermione fece un piccolo passo in
avanti per cercare disperatamente di aggrapparsi a lui che la riprese al volo.
Le sue mani sporche di sangue lo stringevano così forte da arrivare quasi a
graffiare la sua pelle. Il suo pianto era straziante. Forte. Continuo. Terribile
alle orecchie di lui.
Hermione si lasciò cadere ai suoi
piedi. Tutto stava pian piano precipitando nell’ombra. Tutto non aveva più
senso. Tutto sembrava inspiegabilmente assurdo.Il suo corpo s’irrigidì insieme al suo animo che sembrava sconvolto. Tutto
era grigio,tutto come una foglia senza linfa.
Ron la tirò su verso se.”Hermioneguardami….”
“COME POSSO GUARDARTI?!!” Hermione gli urlò in faccia come aveva fatto poche volte
nella sua vita.
Ron sentì il suo cuore trafitto da una delle lamine delle sue
parole.
“Hermione ascoltami!Smettila di piangere,
troverò una soluzione a costo della mia vita!Non ti lascerò…non
lo farò mai!”
La strinse forte a sé, poi la prese in braccio delicatamente
stando bene attento a non farle del male.
“ Vieni!Qui i miei avevano una
casa. Doveva essere una sorpresa per te …”
Ron aprì la porta con in braccio Hermione. L’ambiente era un po’ polveroso. Probabilmente era
da qualche anno che nessuno ci andava,ma restava
comunque una casa accogliente e piena di calore. C’erano tante finestre che
dalle persiane facevano entrare un sottile striscio di luce. In penombra si
scorgeva nell’angolo di una grande sala una poltrona a righe verdi e blu con accanto un tavolino. Ron poggiò delicatamente Hermione sulla poltrona e la ripulì dalle ferite. Aveva due
tagli profondi vicino agli occhi. Ron s’impietrì a quella vista.
Dopo poco tempo la ragazza poteva sentire solo Ron che le
stava vicino mentre sembrava sfogliare disperatamente qualcosa. Una delle due
mani le toccavano le dita, trasferendole tutto il suo
calore.
Vuoto. Buio. Solo questo poteva sentire lei. Non c’era più
nessuna certezza, nessun conforto,nonostante Ron le
fosse sempre accanto. Nessuna immagine da associare ai rumori, solo ombra, una fredda, immensa ombra.
Ron le controllava le ferite ogni cinque minuti per assicurarsi
che non si infettassero, poi la guardava. Non aveva
mai visto in lei tanta paura,tanta rigidità nel suo
volto. I suoi zigomi erano perennemente contratti dal dolore, le sue lacrime
bagnavano il bordo del cuscino.
Intanto Ron non si perdeva d’animo continuava a sfogliare
pagine su pagine di un vecchio libro di pozioni.
“E’ inutile che cerchi. Sai come andrà a
finire vero?”
Il volto di Hermione si voltò
verso l’interno della poltrona come se volesse nascondersi da lui.
“Non dire sciocchezze Hermione non
farlo MAI PIU’!non resterai cieca te lo posso assicurare, non possopermetterlo…ti amo troppo,
non posso permetterlo!”
Ron le si avvicinò e delicatamente
sfiorò le sue tenere labbra calde. Hermione potette
sentire il suo respiro. Le sue labbra erano così morbide. I suoi
capelli così profumati, il suo viso così vicino al suo. Per un attimo Hermione dimenticò di non vedere, poi Ron si allontanò da
lei, e come una morsa le tenebre la attanagliarono di
nuovo.
Lei ruotò di poco il viso verso lui. La sua espressione
sembrava meravigliata.
“Sapevo che questo libro di pozioni un
giorno o l’altro ci sarebbe tornato utile!Era lì!Proprio sullo scaffale della
libreria. Appartiene ai miei ormai da tempo.
Pensavamo di disfarcene un giorno o l’altro, ma
fortunatamente non lo abbiamo mai fatto.”
Ron scostò lo strato di polvere che giaceva sopra le righe.
Tra le pagine giallastre di quel vecchio libro si potevanoscorgere alcune lettere di un intenso
inchiostro nero.
Il ragazzo cominciò a leggere ad alta voce sotto
l’attenzione di Hermione, poco più che speranzosa.
Tre
fiammiferi accesi uno per uno nella notte Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi L'ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.
“Conosco questa pozione. E’ una fra le più difficili”
Ron si voltò di scatto e guardò Hermione
alquanto preoccupato.
“E’ una delle pozioni adverbis. Si chiama vitae lux. Significa che non è una
normale pozione. E’ a parole!”
Ron scrutava freneticamente le righe di quelle
pagine, sperando di avere una qualche delucidazione su quello che Hermione le stava dicendo.
“C-cosa?”
“E’ una pozione che si compone a parole e a gesti. Sembra
una filastrocca babbana ma in realtà bisogna trovare
il corrispondente di quelle precise parole per farla funzionare!”
Ron era sempre più nel panico. Continuava a stritolare
un ciuffo dei suoi capelli rossi, in preda alla concentrazione, mentre dal
volto di Hermione sembrava scendere qualche calda
lacrima, mentre il tono della sua voce era intriso di disperazione.
“HERMIONE NON STO CAPENDO NULLA!CHE SIGNIFICA TUTTO
QUESTO?”
“Significa che in questo caso,dobbiamo
ritrovare i tre fiammiferi che accendono i ricordi di una persona. A ogni fiammifero corrisponde un colore.”
Ron strinse le sue mani intorno alla testa, poi si rese
conto che forse in quel momento non era lui ad essere
il più disperato ma Hermione, che continuava a
stringere la sua mano mentre parlava.
Dei fragorosi singhiozzi cominciarono ad attanagliare
le sue parole, finchè poi lei non scoppiò in uno
straziante pianto di disperazione, ma nonostante questo non smetteva di
parlare.
“ i tre fiammiferi corrispondono a tre colori:giallo,rosso,e blu. Se io riuscirò ad
essere condotta in un luogo in cui ci sono dei colori che mi hanno colpita nel
corso della vita, potrò rivedere. Ma solo se questo avviene entro tre giorni da
quando ho perso la vista, ….altrimenti…”
“ i tre fiammiferi corrispondono a tre colori:giallo,rosso,e blu. Se io riuscirò ad
essere condotta in un luogo in cui ci sono dei colori che mi hanno colpita nel
corso della vita, potrò rivedere. Ma solo se questo avviene entro tre giorni
dall’accaduto, ….altrimenti…”
“ALTRIMENTI?”
“Non potrò vederti mai più!”
Gli occhi di Ron si sbarrarono
Hermione
si strinse a sé. Poi toccò il suo viso ed unì le sue
mani fino nasconderlo dietro di esse. Le sue lacrime le bagnavano le unghie e
cominciarono a tremare dalla paura. Si sentiva sola, abbandonata, nonostante
Ron fosse lì.
Nulla. Nulla. Solo il vuoto dominava i suoi occhi e
questo la rendeva tremendamente vulnerabile. Intanto il bruciore delle sue
pupille aumentava istante per istante, insieme alla
certezza drammatica di non rivedere mai più. Poteva solo toccare, sentire, ma
mancava la cosa più bella. Vedere. Vedere ogni gesto, ogni sfumatura di un
colore,anche la cosa più insignificante l’avrebbe resa
in quel momento più padrona di se stessa. Vedere gli occhi di Ron, che per lei
era tutto il suo mondo.
“Insomma Hermione mi vuoi
dire che bisogna ritrovare quei colori che nella tua vita ti hanno più colpito
e anche se non riesci a vederli immagino che ti colpiranno talmente tanto da
poterti far rivedere. Ma quello che non capisco è cosa
centri tutto questo con la magia?Nel senso…come fai
ad essere sicura che questa “pozione ad verbis”
funzioni, se in realtà non ha neanche degli ingredienti veri e propri?”
Ron voltò il suo viso verso di lei, in attesa di una
qualsiasi risposta esplicativa, che sicuramente Hermione
gli avrebbe saputo dare, perché lei sapeva sempre ogni
cosa, non poteva non sapere questo.
Dopo qualche istante focalizzò meglio lo sguardo su
di lei, non sentendo alcuna risposta. Ron rabbrividì per un attimo. Vide Hermione che si stava graffiando con le unghie il viso in
preda al panico.
“HERMIONE FERMATI CHE COSA FAI?NON VEDI CHE SANGUINI?....FERMATIIIII!”
Ron le strappò le mani di dosso, poi vide tutte le
ferite che fino a pochi attimi prima non aveva. Le strinse i
polsi così forte da assicurarsi che non gli sfuggissero di mano.
“CHE COSA FAI HERMIONE SEI IMPAZZITA?”
“RON!!!IO IO NON CE LA
FACCIO PIU’!NON CE LA FARO’ MAI A RIVEDERTI LO SO!SARA’ IMPOSSIBILE REALIZZARE
QUELLA FORMULA IN COSI’ POCO TEMPO…TANTOVALE…TANTO VALE CHE MUOIA!”
Ron le allentò uno schiaffo,lasciandole
una delle due mani. Il suo respiro si fece più forte, mentre stringeva il
cuscino per calmarsi. Poi guardò Hermione che rimase
in silenzio, impassibile, ormai prigioniera delle sue paure.
Il volto di Ron sembrava sempre più incupirsi,avvolto da un alone di delusione. Le lasciò l’altra mano
che scivolò sulla poltrona, poi l’afferrò di spalle.
“n-non ti riconoscoHermione….NON PROVARE MAI PIU’ A PENSARE UNA COSA DEL GENERE!MAIIIII!”
Le allentò un altro schiaffo.
Hermione
si ritraeva da lui quasi spaventata.
“TU SEI LA COSA PIU’ IMPORTANTE
DELLA MIA VITA NON VIVREI SENZA DI TE!DOVE E’ FINITO
IL TUO CORAGGIO, LA TUA VOGLIA DI COMBATTERE E DI VIVERE?DOVE?”
“TU SEI LA COSA PIU’ IMPORTANTE
DELLA MIA VITA NON VIVREI SENZA DI TE!DOVE E’ FINITO
IL TUO CORAGGIO, LA TUA VOGLIA DI COMBATTERE E DI VIVERE?DOVE?”
Hermione
non gli rispose. Le sue lacrime continuavano a scendere, incredula del fatto
che Ron l’avesse colpita. Forse, era più spaventata da se stessa che da lui.
“Lasciami!...Ho detto che
devi LASCIARMI!”
Hermione
urlò con una tale potenza da far retrocedere Ron,ancora
scosso e sconvolto dal suo comportamento e da quel gesto che non avrebbe mai
dovuto fare.
“Perdonami, non lo farò mai più. Te
lo giuro.”
Ron scansò la sua mano da lei, poi si diresse a
passi lenti in lacrime verso la cucina della casa.
Hermione
era rimasta lì, immobile,sola. Ora la paura si faceva
più sentire in quel luogo.Ora
che Ron si era allontanato. Quel senso di terrore e di inquietudine
le entrava dentro, la soffocava, la alienava da tutti e da tutto, perfino dal
suo unico grande amore per cui lei avrebbe donato tutta se stessa.
La cosa più terribile che in quel momento le
rimbombava nelle orecchie, era il ticchettio dell’orologio, posizionato
sulla parete bianca della sala.
TIC….TAC
TIC…TAC
TIC…TAC
Non faceva altro che ricordarle
lo scorrere di quel poco tempo che rimaneva a sua disposizione per recuperare
la vista. Quei secondi che inesorabili passavano, erano la trasposizione delle
sue paure, delle sue ansie. Ad ogni rintocco, Hermione veniva privata di uno strascico di luce, di un
barlume di speranza.
Le ore passarono. La notte era ormai inoltrata, ma
per Hermione non c’era alcuna percettibile differenza
dalle ore precedenti:ogni cosa era in
penombra,offuscata come il suo animo e il suo coraggio.
Il freddo le congelava i piedi. Le mani erano
intorpidite dalle lunghe ore in cui Hermione era
rimasta sdraiata sulla poltrona. Cercava disperatamente un appiglio per
alzarsi, tastando con il palmo delle mani la federa della poltrona, fin quando
poi riuscì a fare leva sull’angolo del divano e a tirarsi in posizione eretta.
“Non aver paura, non aver pauraHermione!Ce la puoi fare!”
La ragazza si ripeteva dentro di sé queste parole,
mentre spostava qualche passo, in quello che per lei era solo vuoto. Una
sensazione di caos e di disorientamento la rabbrividiva nel fare qualche minuto
passo in avanti. Improvvisamente la ragazza perse l’equilibrio e si ritrovò
faccia a terra in preda al panico.
Sentì accorrere da lontano qualcuno, che la alzò di
scatto.
“Hermione,d-dove vuoi andare?”
Ron accese la luce, poi la aiutò delicatamente ad
alzarsi. Il viso di Hermione era rivolto verso il
basso, non riusciva a comprendere di preciso da dove provenisse la sua voce.
“Basta!
Ho deciso!Ho già perso troppo tempo devo ritrovare ciò di cui sono stata
privata!Io devo rivedere, Ron! Costi quel che costi!”
Ron accennò ad un sorriso.
Finalmente poteva riconoscerla, poteva percepire la
sua sicurezza e fermezza.
“Lo so amore!Ti aiuterò non dubitare. Domani
cercheremo subito qualche luogo che ti ha colpito particolarmente per
recuperare la vista e vedrai che andrà tutto bene!”
“No!”
“NO?”
“Io voglio andare ORA!”
“Ora?Ma dove credi di
andare nel pieno della notte?Non c’è niente da vedere è tutto buio, non c’è
niente di illuminato!”
“Non è vero!”
Hermione
le stringeva le braccia come se volesse costringerlo a camminare verso l’uscita
della casa.
“Senti Hermione, sarò
stupido qualche volta, ma so ancora distinguere la luce dal giorno!”
“Bè, IO NO!”
Ron rivolse il volto verso la finestra che dava fuori
del giardino, sperando che le prime ore del giorno fossero arrivate per uscire
e non perdere altro tempo.
“ Ron fuori c’è la luna!potrebbe essere questo uno
dei colori che più mi ha colpito!Il chiarore della luna!”
Ron non ci pensò su due volte. Si rese conto che
l’idea di Hermione era stata geniale come sempre,
così la rivesti e a passo d’uomo si avviarono verso l’uscita.
“Eccoci Hermione!Osserva!Osserva
quanto è bella la luna questa sera!E’ di un giallo intenso, lo vedi?”
Ron le stava dietro alle sue spalle. La abbracciava
delicatamente, mentre le toccava i profumati capelli. I raggi della luna
continuavano ad illuminare il viso di Hermione, ma lei non percepiva nulla.
Hermione
si voltò di scatto verso Ron in lacrime.
“RON….Non
vedo ancora niente!!!!!”
Hermione
cadde in ginocchio e cominciò a piangere.
Hermione
cadde in ginocchio e cominciò a piangere.
“No..no-no-no!Hermione non piangere ti prego!”
Ron la afferrò per le spalle,asciugandole
con un fazzoletto le lacrime.
“Ascoltami non è solo la luna ad
essere bella!ci sono tante altre cose che sicuramente ti saranno piaciute nella
vita!Non preoccuparti Hermione troveremo una
soluzione, ci sarà senz’altro qualcos’altro di bello da vedere…per
esempio io vedo te, e sei la cosa più bella che io possa vedere!”
Ron le allontanò i capelli dagli occhi. Un lieve
rossore le colorì le sue gote ancora bagnate da lacrime. I due si presero per mano e si avviarono insieme verso la porta della
casa.
La mattina seguente Ron stava disperatamente gironzolando
per la sala, mordendosi il labbrofreneticamente.
“Miseriaccia!Ci sarà qualche cosa che l’avrà colpita,no?Io-io sono un’idiota!La amo!La
amo con tutto me stesso e non so che cosa le ha dato delle forti emozioni,non
so dove, quando…perché!!!AHHHH…cavoli!”
Continuava a grattarsi la testa,arrovellandosi
nei suoi contorti pensieri. Ron sapeva che il tempo stava stringendo, al
tramonto di domani se i due non avessero trovato una soluzione, Hermione sarebbe rimasta cieca per sempre,ma
lui non lo poteva permettere!Perchè perdere il
bagliore dei suoi occhi voleva dire perdere un pezzo del suo cuore.
Hermione
intanto si era appena svegliata e a tastoni era giunta
fino alla sala da cui sentiva provenire il calpestio di Ron sempre più agitato.
“Ron…Ron sei qui?Dove sei
Ron?”
Hermione
si girava ripetutamente a destra e a sinistra stando ben attenta a non perdere
il contatto con la parete. Intanto in lei cresceva un senso di terribile
angoscia: sapeva che in quel momento se non ci fosse Ron per lei non ci sarebbe
più alcuna possibilità di vedere, anche se a quel punto se Ron l’abbandonasse per lei non avrebbe avuto alcuna importanza
riacquistare la vista.
Ron le piombò di scatto dietro, facendole prendere
un bello spavento. La cinse con le sue braccia intorno alla vita, poi la baciò
romanticamente.
“Andiamo Hermione non c’è
tempo da perdere!”
“Lo so”
A quelle parole il volto della ragazza si ingrigì ancora di più, ma questo non era il momento per
abbattersi, non le era concesso.
Dopo qualche ora Ron edHermione giunsero presso un campo pieno di fiori. Ogni
colore risaltava alla luce del sole: il rosso dei papaveri, il verde dell’erba
tenera, il giallo delle margherite, il blu del cielo. Non mancava niente, qui Hermione avrebbe
potuto apprezzare ogni sfumatura di colore.
Ron la
diresse di fronte al prato, poi la invitò a concentrarsi su quello spettacolare
paesaggio,dove la natura poteva dare prova della sua
immensa bellezza.
“Respira…per ora tieni le
palpebre degli occhi chiusi non sforzarti di guardare. Ascolta. Lo senti il
rumore del vento?”
Ron le odorava i capelli fra le dita delle mani, mentre
la stringeva a sé.
“Si, lo sento!E’ una brezza
piacevolissima!”
“E il rumore del ruscello?E gli uccellini?”
“Si Ron non sono sorda!”
Sorrise per un attimo la ragazza,abbandonandosi
tra le sue braccia.
“E il calore del sole?lo senti?Rende il tuo viso
ancora più luminoso e splendido…”
Ron le accarezzò dolcemente il viso.
“Si,posso udire e percepire
tutto…”
“Bene!Allora aprì gli occhi e dimmi quello che vedi…”
Ron la strinse a sé sperando che questa volta fosse
la volta buona. Non avrebbero avuto più possibilità
per quella giornata. Ron aveva portato la sua amata in uno dei posti più belli
che conosceva in cui i due avevano passato del tempo insieme,ma
questo aveva implicato una gran perdita di tempo.
Le mani di Hermione
cominciarono ad allontanarsi dalle sue. La ragazza cominciò a tremare e
balbettare. Il terrore la pervase di nuovo e questa volta una crisi di nervi
sembrava averla catturata completamente.
“RON!!IO NON CI VEDOOOO!!!”
Hermione
si girò sapendo che ancora Ron era da quelle parti, poi cominciò a tirargli pugni
sul petto e ad affondare le sue unghie sulla sua maglia fino ad arrivare alla
pelle.
“AHH-AHHH”
Hermione
continuava a contorcersi e ad urlare, mentre Ron era
impietrito e non sapeva più come calmarla.
“E’ finita…”
Solo queste erano le parole che Hermione
continuava a ripetersi.
Hermione
continuava a contorcersi e ad urlare, mentre Ron era
impietrito e non sapeva più come calmarla.
“E’ finita…”
Solo queste erano le parole che Hermione
continuava a ripetersi.
I due si allontanarono dal campo,poi
Ron guardò l’orologio e vide che erano già le sei del pomeriggio. Un’altra
giornata era giunta quasi al termine,ma prima della
notte c’era ancora qualche ora che non poteva essere persa. Così Ron decise di
portare Hermione alla scuola che avevano
frequentato insieme,quella stessa scuola che aveva permesso loro di conoscersi
e dopo lunghi e sospirati momenti di amarsi. Quel castello era la loro
adolescenza, i loro dolori, le loro gioie, i loro ricordi, le loro amicizie ed infine il loro amore. Hermione
non poteva rimanere impassibile anche a questo, almeno così entrambi speravano.
Così una volta giunti davanti al portone principale,
Ron si rese conto che nulla era cambiato. Il luogo era pregno della stessa
atmosfera misteriosa e travolgente. Il sole fioco delle sei sbatteva
tiepidamente sulle ante delle alte finestre delle
torri, la brezza si faceva appena sentire con il suo soffio delicato e leggero,
le nubi ,perennemente presenti in quel luogo, mettevano in penombrala vegetazione circostante. Tutto sembrava
essersi fermato a tanti, tanti anni fa,quando ancora
l’amore di Ron ed Hermione era solo un innocente e
timido rintocco nei loro cuori di semplici ragazzi.
Hermione
si fermò di scatto.
“Ron io riconosco questo posto…non
lo scorderò mai e poi mai”
Ron fece un balzo,in preda
all’euforia e alla speranza che finalmente quello fosse il luogo giusto.
“Questa è la scuola di Hogwarts,lo so per certa.”
“E da cosa lo hai capito?Dimmi, dimmi Hermione ti supplico che rivedi!”
“Per quanto vorrei non è così…Purtroppo
io so che questa è Hogwarts non da ciò che
vedo,perché in me ancora c’è tanta ombra…troppa”
Hermione
stava per cominciare a lacrimare
“Io lo so perché Hogwarts
è stata la mia vita come la tua per tanti anni e mi ha segnata
profondamente nel cuore per sempre,ma non posso vederla e non riesco a capire
il perché…”
Ron perse a quelle parole gradualmente il suo
splendore in viso,che aveva acquistato nella speranza
di una buona notizia.
“Tuttavia…Ronvorrei rimanere un po’ qui. Proprio qui, di fronte al
castello per qualche ora, qualche momento anche se so che in questo modo stiamo
perdendo del tempo prezioso…ma se io non riuscirò
dopo questo tempo a rivedere, neanche nel luogo che mi ha più segnato nella vita significa che non esiste più alcuna possibilità per me…lo sai Ron vero?”
“Si….”
Ron,nonostante fosse molto
amareggiato, decise di fare come aveva detto Hermione.
In effetti non aveva tutti i torti. Non recuperare la
vista adHogwarts
significava non avere più alcuna speranza, quindi perché non provare. I due
rimasero lì per tutta la notte e la mattina seguente, sperando in un
cambiamento,che tardava ad arrivare.
“Basta Hermione!Andiamocene!Abbiamo
già sprecato tanto tempo, dobbiamo concentrarci e
capire quale altro luogo può averti toccata profondamente nella tua vita, visto
che questo non lo ha fatto abbastanza. Forza andiamocene!”
Ron la prese per la mano e
cominciò a trascinarla, ma Hermione opponeva
resistenza.
“Te l’ho già detto Ron!E’ inutile cercare un altro
luogo perché io so che non avrà alcun effetto in me…è
inutile!”
“BASTA!BASTA!Hermione IO NON MI
VOGLIO ARRENDERE!E SE TU NON CI TIENI ALLA TUA VISTA
BE’CI TENGO IO PERCHE’ SEI LA COSA A
CUI TENGO DI PIU’ AL MONDO E NON PERMETTERO’
MAI CHE TI ACCADA QUALCOSA DI MALE!CHIAROOOO!”
Ron cominciò ad urlare
davanti al viso di Hermione,poi delle lacrime
solcarono profondamente il suo viso fino a bucare le pieghe della pelle.
La ragazza sembrava impassibile ad
ogni sua parola,ad ogni gesto di disperazione dell’amato. Ormai non era solo la
vista ad averla abbandonata,forse anche il suo cuore
si era perso da tempo in una lugubre coltre di paura e di terrore.
Ron con un gesto repentino la prese in braccio e a
forza la condusse via da quel luogo.
“Non mi interessa che cosa
stai pensando. Sono un illuso idiota?Lo sono?Ebbene e sia! Non ti lascerò qui,
che tu lo voglia o no. Ora verrai con me nell’ultimo luogo
che voglio mostrarti e questa volta spero di non fallire, poiché non ne abbiamo
più l’opportunità”.
Ron con un gesto repentino la prese in braccio e a
forza la condusse via da quel luogo.
“Non mi interessa che cosa
stai pensando. Sono un illuso idiota?Lo sono?Ebbene e sia! Non ti lascerò qui,
che tu lo voglia o no. Ora verrai con me nell’ultimo luogo
che voglio mostrarti, e questa volta spero di non fallire, poiché non ne
abbiamo più l’opportunità”.
Dopo una lunga salita i due
si ritrovarono in un luogo familiare, lo avevano visto per la prima volta pochi
giorni fa.
“E’ quasi l’ora…l’ora di
tutto. L’ora di tutti i colori che convogliano in un
unico spettacolo e che potranno ridarti la luce. Se con i colori di questo
tramonto rivedrai,bè allora
ogni nostro sforzo non sarà stato vano”
Le nubi cominciavano a colorarsi di un rosa violastro. Il giorno lentamente stava facendo capolino per
nascondersi sotto la coltre delle stelle, ma voleva dare
prova ancora della sua bellezza, mostrando insieme in un unico grande afflato
ogni spiraglio di colore.
Blu, giallo, rosso, erano tutti lì riuniti per
consacrare la fine del giorno come ogni sera. Gli uccelli prendevano il volo
verso i loro nidi, alla volta dell’orizzonte ignoto. Una lieve brezza spostava
con dita di cristallo le foglie degli alberi in cima alla montagna.
“Eccoli Hermione!
Sono tutti qui per te! Ora in questo momento, in questo tramonto che ti ha
tanto colpito la prima volta che lo hai visto.”
Ron strinse fra le braccia Hermione,
mentre pronunciava quelle parole che per lui erano lacrime amare da sopportare.
Luce e lancette gareggiavano fra loro. Solo uno dei
due alla fine avrebbe potuto vincere. Erano pochi i minuti che rimanevano. I
secondi si rincorrevano freneticamente fra loro. Non c’era pausa, non c’era
modo di fermarli. Dal canto suo la luce diventava sempre più fievole, ma le
sfumature che si sprigionavano erano sempre più emozionanti. Il cielo era la
loro pista, gli occhi erano gli spettatori.
Il respiro di Hermione
diventava sempre più irrequieto e forte. La sua mano stritolava quella di Ron,
in preda all’ansia. Il suo sudore lo bagnava e non lasciava mettere in contatto
i due calori della pelle.
Hermione
fissava ormai da qualche minuto quel paesaggio.
“Ron…non preoccuparti,non preoccuparti!Rivedrò. Rivedrò sento che questa volta
posso farcela”
I due si misero a piangere nel vedere che non
accadeva niente. Tutti i colori erano per lei, ma nessuno veniva
catturato dall’iride dei suoi occhi nocciola.
Un ultimo bagliore. Un ultimo respiro di luce
nell’immensità del cielo, ed ogni cosa perse forma per
sempre.
Ron edHermione
restarono pietrificati per un lungo interminabile istante. Hermione
si fece più fredda e il suo viso perse quell’ultima speranza che lo nutriva.
Silenzio, ombra. Ombra, silenzio. Può regnare la
fiamma dell’amore,quando ormai ogni sprazzo di felicità
sembra essere violentemente stato strappato alla vita?
Ron lasciò le spalle di Hermione
e guardò il suo volto per qualche minuto per l’ultima volta,conscio
del fatto che non avrebbe mai più potuto aiutarla. I suoi occhi incrociarono i
suoi, vuoti e segnati dal dolore, poi l’accarezzò con
la sua mano tremolante e gelida. Ron si precipitò con una folle corsa sul
ciglio della montagna, per poi sfogare la sua ira. Hermione
sentì un brivido trapassarle la mano per poi arrivare fino agli occhi che
ricominciarono a bruciare.
“PERCHE’?PERCHEEEEEEEEEEEEE’?IL MIO
AMORE, LA MIA VITA SOFFRIRA’ PER ME PER L’ETERNITA’….Non
sono stato in grado di fermare il tempo, gli avvenimenti…non
sono stato capace di salvarti”
Ron cominciò a strappare ogni filo di erba. Ad uno, ad uno ogni granello di terra entrava nelle sue
unghie per trafiggerle in profondità. Le sue lacrime bagnarono le sue mani,
coprendole di un dolore indelebile. Non riusciva più a guardare il suo volto,
non ne aveva più il coraggio.
Il ragazzo vide un’ombra avvicinarsi. Alzò lo
sguardo e vide che era Hermione. Camminava senza
indugio verso di lui.
La sua mano lo trasse verso di sé. Il suo sguardo
riprese a batteree
potette finalmente filtrare ogni cosa che li circondava.
“perché ti fai male alle mani in quel modo?”
“Perché ormai non potrò mai più contemplare il tuo sguardo…p-perc..cosa? come fai a saperlo?”
Ron la fissò negli occhi. Le lacrime la bagnavano in
ogni dove, ma quella luce che lei aveva su di sé non era solo acqua.
“Ron…i tuoi occhi sono il
blu che disseta la mia vita,
i
tuoi capelli sono il rosso che fa battere il mio cuore,
il
tuo viso è il giallo che illumina la mia esistenza.
Tu sei tutti i colori della mia vita, e me ne rendo
conto solo ora. Solo quando le mie paure sono state distrutte dal tuo amore
verso di me. Quei ultimi istanti in cui io ho potuto
sentire tutta me stessa accolta e protetta nel tuo sguardo sono stati la linfa
della mia vita. Ron io posso rivedere!Ti amo.”
Fissandolo come non aveva mai fatto prima Hermione baciò con le sue labbra quelle di Ron.