baka geteru

di mok_A
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap1 ***
Capitolo 2: *** cap 2 ***
Capitolo 3: *** cap 3 ***
Capitolo 4: *** cap 4 ***



Capitolo 1
*** cap1 ***


Ero nella mia camera, ormai abituata a quel caldo parquet, e a quel futon colorato, osservavo la lucente luna, la strada era deserta, era primavera, e iniziava a sentirsi nell’aria il profumo di freschezza

Ero nella mia camera, ormai abituata a quel caldo parquet, e a quel futon colorato, osservavo la lucente luna, la strada era deserta, era primavera, e iniziava a sentirsi nell’aria il profumo di freschezza. Sull’asfalto, il riflesso della luce fioca della mia finestra, a tenere compagnia alla sua ombra, ve ne era un’altra, quella del vicino. Sicuramente un uomo, l’ombra parlava bene, impugnava stretta una chitarra, picchiava delicatamente le corde, ed emetteva da quel oggetto una dolce melodia, all’improvviso sentì la sua voce, soave, mi trasportò in quel brano che diceva così:

 

Yume miru you na otoshigoro wa tokku ni sugiteru                         Anche se ormai dovrei aver passato da un pezzo l'età

hazu na no ni,yumebito (kimi) ni koi shite shimau                in cui si sogna, mi sono innamorato di una persona nei miei

nante BAKA geteru. BAKA geteru... kedo, tomerarenai           sogni (di te), mi sento proprio stupido..Mi sento stupido...                               

Wasurerarenai.                                                                                 però, non riesco a smettere. Non riesco a dimenticare.

                                                                                                                               
Asahi ni tataki okosarete yume no tochuu me ga                  Vengo svegliato dalla luce del mattino e apro gli occhi nel bel

samete shimau.Mou ichido me o tsubutte mite mo                   mezzo del sogno. Anche se provo a chiuderli di nuovo tu

kimi wa inai.Kimi no inai kurayami dake. Munashii dake.    non ci sei. Solo un'oscurità in cui non ci sei. Soltanto il vuoto.

"Oyasumi" kara hajimaru kimi to no DEETO                                  L'appuntamento con te inizia dalla "buonanotte"
"Ohayou" de SAYONARA mata yume de aimashou                  Con il "buongiorno" arrivederci, ci ritroveremo nei sogni

"Konya wa kimi ni aeru kana" yaru koto nasu koto uwa no sora.             Con la testa tra le nuvole qualunque cosa faccia
kanpeki ni douka shichimatteru ne
.       " Chissà se stanotte ti potrò rivedere". Sono proprio impazzito, eh? Rapito da te,
Kimi ni muchuu, kimi ni muchuu. Masa ni yume ni muchuu, HAHA..aa. perso in te. Proprio perso nei sogni, ahaha...aaa.

Sono egao ga boku o nayamaseru no ni,                           Anche se il tuo sorriso mi fa tormentare, quando vieni da me,
boku to kitara sono egao ga nani yori suki mitai de.                 sembra che il tuo sorriso sia la cosa che mi piaccia di più.
"Oyasumi" kara hajimaru kimi to no DEETO                               L'appuntamento con te inizia dalla "buonanotte"
"Ohayou" de SAYONARA mata yume de aimashou               Con il "buongiorno" arrivederci, ci ritroveremo nei sogni


Kimi wa itsumo sou, aitai toki ite kurenai.                              Con te è sempre così, quando ti voglio incontrare non ci sei.
Boku no yume na no ni, itsumo kimi shidai                                     Anche se è il mio sogno, dipende sempre da te.

Moshi asu aeta nara, kondo koso kimi ni.                                    E se domani ti potrò incontrare, questa volta no, da te
"zutto hanasanai"                                                                                                     "non mi separerò mai"

mou yume demo kamawanai                                                           anche se sarà un sogno non me ne importa più.

 

fu strano tutto quello, perché mi addormentai, non appena finì di cantare, mi feci cullare dalle ultime note, e rannicchiata allo stipite, incontrai Morfeo. Occhi lucenti, a mandorla, puntati su di me, sembravano tristi, turbati, mi parlavano, non sentivano niente le mie orecchie, ma il mio cuore percepiva stranamente in messaggio. Poi lo rividi, quel bambino, lo stesso che per anni mi aveva turbato, lo stesso che per anni avevo incontrato in sogno. Scalzo, se ne stava su i binari deserti di un treno, aspettando l’arrivo di qualcuno, che mai sarebbe arrivato. Il viso era pulito, anche gli abiti, ma i suoi occhi e le sue mani erano sporchi.

Mi svegliai, con il sole che mi batteva sulla fronte, e un profumo di caffè, che haimè non derivava dal mio appartamento. Decisi di prepararne uno anche io, era presto, ma dovevo muovermi se anche quel giorno non volevo arrivare in ritardo. Così mi preparai ed andai a scuola. odiavo le divise, nonostante quella della mia scuola fosse una delle più carine della città, io la detestavo. Nella mia classe non ero ben vista dalla maggior parte delle ragazze, non mi invitavano, a pranzare con loro, a uscire la sera e a fare shopping insieme. Eravamo come delle estranee, e questo mi rendeva triste. Ma in compenso gli unici quattro ragazzi della classe, erano anche i miei unici amici, durante il pranzo ero con loro, e nelle ore di ginnastica, ci incontravamo per ridere e scherzare, il pomeriggio uscivamo insieme, e rimanevamo fuori casa fino a sera tardi, ma loro avevano una famiglia, e dovevano rientrare, e anche questo mi metteva tristezza. Quel giorno toccava a me pulire l'aula, così rimasi fino alle cinque a scuola, tornando a casa non potei fare a meno di osservarlo, era bello, aveva un viso pulito, grandi occhi, e capelli un po’ strani, aveva vari piercing sul viso, e impugnava stretto la sua chitarra, era scattato il verde, così fui costretta a camminare, e ad attraversare la strada, ma quando arrivai all’altro capo della strada, alzai la testa, e  sullo schermo il suo viso non c’era più. ero molto informata sulla musica, ma quel cantante non l’avevo mai visto. Andai a lavoro, in una pasticceria molto famosa del centro, con un solito sorriso stampato in faccia servivo ai clienti, quella era la mia maschera, a furia di indossarla, ormai non riuscivo più a toglierla, così ero diventata anche con i miei amici, ogni qual volta avevo un problema, lo celavo dietro ad un finto sorriso, deprimendo dentro di me i dolori. Anche quella sera mi misi alla finestra, ed ascoltai ancora una volta quella melodia, gli impegni, i pensieri, i dolori, l’avevano fatta rimuovere dalla mia memoria. Ma al suono di quella chitarra, rimasi allietata, mi svuotai dalle paure, e dai pensieri, e ancora mi addormentai non appena finì di suonare.

La mia vita non era una ruota, non c’era monotonia, e questo era l’unico vantaggio.

Quel giorno in aula il professore di arte, annunciò il progetto di iscriverci ad un concorso di giovani artisti. Da quel giorno iniziai subito l’opera, per me era una cosa quotidiana, dipingere, ma le mie tele erano tutte chiuse in un armadio, stavolta invece qualcuno le avrebbe viste.

Quel giorno dopo aver dipinto uscì di casa, per fare un giro con Hitoshi, Fujio e Arata, loro erano musicisti, insieme avevano il sogno di sfondare nel campo della musica, io avevo fiducia in loro, e sapevo che ce l’avrebbero fatta. Quella sera sentì terribilmente la mancanza della dolce melodia della voce e della chitarra di quel signore, del mio vicino.

 

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Capitolo 2
*** cap 2 ***


Ero nella mia camera, ormai abituata a quel caldo parquet, e a quel futon colorato, osservavo la lucente luna, la strada era deserta, era primavera, e iniziava a sentirsi nell’aria il profumo di freschezza

 

Ero nella mia camera, era vuota, e fredda, ma l’avevo scelta io, e doveva starmi bene. Gli scatoloni erano ancora tutti chiusi, non avevo il coraggio di aprirli, non volevo tornare a vedere quegli oggetti, così ebbi solo il coraggio di impugnare la mia chitarra, sedermi vicino alla finestra, e trasmettere calore, alla fredda luna, attraverso la mia voce, le mie parole, la mia melodia. Era una delle prime sere primaverili, ma per strada non c’era nessuno, nonostante fossero solo le 10.30. in quei giorni, c’era un particolare sogno che mi tormentava, così presi spunto ed iniziai a suonare quella che poteva essere la mia futura canzone.

Yume miru you na otoshigoro wa tokku ni sugiteru                         Anche se ormai dovrei aver passato da un pezzo l'età

hazu na no ni,yumebito (kimi) ni koi shite shimau                in cui si sogna, mi sono innamorato di una persona nei miei

nante BAKA geteru. BAKA geteru... kedo, tomerarenai           sogni (di te), mi sento proprio stupido..Mi sento stupido...                               

Wasurerarenai.                                                                                 però, non riesco a smettere. Non riesco a dimenticare.

                                                                                                                                
Asahi ni tataki okosarete yume no tochuu me ga                  Vengo svegliato dalla luce del mattino e apro gli occhi nel bel

samete shimau.Mou ichido me o tsubutte mite mo                   mezzo del sogno. Anche se provo a chiuderli di nuovo tu

kimi wa inai.Kimi no inai kurayami dake. Munashii dake.    non ci sei. Solo un'oscurità in cui non ci sei. Soltanto il vuoto.

"Oyasumi" kara hajimaru kimi to no DEETO                                  L'appuntamento con te inizia dalla "buonanotte"
"Ohayou" de SAYONARA mata yume de aimashou                  Con il "buongiorno" arrivederci, ci ritroveremo nei sogni

"Konya wa kimi ni aeru kana" yaru koto nasu koto uwa no sora.             Con la testa tra le nuvole qualunque cosa faccia
kanpeki ni douka shichimatteru ne
.       " Chissà se stanotte ti potrò rivedere". Sono proprio impazzito, eh? Rapito da te,
Kimi ni muchuu, kimi ni muchuu. Masa ni yume ni muchuu, HAHA..aa. perso in te. Proprio perso nei sogni, ahaha...aaa.

Sono egao ga boku o nayamaseru no ni,                           Anche se il tuo sorriso mi fa tormentare, quando vieni da me,
boku to kitara sono egao ga nani yori suki mitai de.                 sembra che il tuo sorriso sia la cosa che mi piaccia di più.
"Oyasumi" kara hajimaru kimi to no DEETO                               L'appuntamento con te inizia dalla "buonanotte"
"Ohayou" de SAYONARA mata yume de aimashou               Con il "buongiorno" arrivederci, ci ritroveremo nei sogni


Kimi wa itsumo sou, aitai toki ite kurenai.                              Con te è sempre così, quando ti voglio incontrare non ci sei.
Boku no yume na no ni, itsumo kimi shidai                                     Anche se è il mio sogno, dipende sempre da te.

Moshi asu aeta nara, kondo koso kimi ni.                                    E se domani ti potrò incontrare, questa volta no, da te
"zutto hanasanai"                                                                                                     "non mi separerò mai"

mou yume demo kamawanai                                                           anche se sarà un sogno non me ne importa più.

Ero grande per credere nei sogni, ma stranamente quella sera mi sentì osservato, sentivo che c’era qualcuno ad ascoltarmi, e non era la luna. Mi addormentai dopo poco, incontrando nuovamente quegli occhi, grandi, e profondi, tutta la notte la passai con lei, mi svegliai allietato, al solo pensiero di averla rivista, ma quando la mia mente venne svegliata dal profumo reale del mio caffè, divenni triste, ero solo, lei non esisteva, eppure io l’amavo. Stavo diventando pazzo?

Ormai i produttori avevano mandato in radio il mio brano, e già in città si vedeva sui maxi schermi la registrazione del concerto cittadino che mi permise di vincere la registrazione di un video clip, quella settimana dovevamo registrarlo, io ero entusiasta, il mio sogno si stava realizzando, ma continuavo a celare la tristezza. Continuavo a tormentarmi con la domanda, il mio sogno potrà colmare il vuoto che ho in me? Non trovavo risposte, e ciò che riuscivo a fare, era impugnare la chitarra e suonare alla luna, a lei.

Un giorno uscendo di casa mi parve di incontrare quegli occhi, e li mi resi conto che stavo peggiorando, stavo diventando pazzo. Seduta sui gradini del condominio c’era una giovane ragazza, dai capelli lunghi e neri, come la pece, non l’avevo notata, perso nei miei pensieri, ma appena mi fece notare che la chiave di casa, mi era scivolata dalla tasca, notai i suoi occhi, uno sguardo che già avevo visto, mi sorrise gentilmente, l’incrocio di sguardi durò poco più di un attimo, e poi lei venne chiamata da qualcuno, e fu costretta ad andarsene. Quella sera decisi di non suonare, venni stranamente richiamato dal senso di solitudine, il presagio, o la razionalità mi suggerirono che nessuno mi avrebbe udito, nemmeno la luna.

Occhi grandi, e profondi, scuri, più dei miei, ed un sorriso, che mi invitava a ricambiare. Tante ore passate a sognare un unico sorriso, e un paio di occhi.

Con la solita espressione felice, anche quel giorno mi svegliai, sentivo un profumo di caffè, non era il mio, mi rese triste. Avrei preferito non svegliarmi proprio, era inutile la mia vita, ero solo, completamente, ma ero forte e ostinato a raggiungere il mio sogno, anche se in quel periodo, non capivo quale dei due desideravo di più. preparai il caffè, e scesi di casa, quello era il giorno della registrazione del video clip, ero agitato, non avevo idea di cosa mi stesse aspettando.

 

----- grazie a blackAngel e AintAfraidToDie, sono contenta che vi sia piaciuta, non pensavo potesse emozionare...proverò a fare meno errori di scrittura...^^ graziee!

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Capitolo 3
*** cap 3 ***


Ero nella mia camera, ormai abituata a quel caldo parquet, e a quel futon colorato, osservavo la lucente luna, la strada era deserta, era primavera, e iniziava a sentirsi nell’aria il profumo di freschezza

In quei giorni stavo preparando la tela, da presentare al concorso, quell’impegno mi dava gioia, con cura, e con passione dipingevo nella mia casa, vuota. Hitoshi iniziò ad uscire con una ragazza del terzo, era carina, e stavano bene insieme, ero felice per lui, ma iniziavo a vederlo sempre di meno, sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma non ero ancora pronta a rimanere del tutto sola. Fujio e Arata erano gli unici che vedevo sempre, Kenjiro era una persona mite, ogni tanto spariva, e non si faceva vedere per molti giorni, e quando tornava, per lui tutto era come prima, non raccontava niente a nessuno, e se gli venivano fatte domande, trovava un modo per non rispondere. Non avevo mai parlato esplicitamente della mia famiglia con loro, non me la sentivo ancora, ma sapevo che se l’avessi fatto, avrebbero mantenuto la conversazione privata, e a me bastava sapere questo, per essere loro amica. Akane, questo era il nome della nuova ragazza di Hitoshi, non la conoscevo abbastanza per poterla giudicare, ma sapevo per certo che ci stava allontanando con  proposito, Hitoshi, e questo mi rendeva triste.

Mancava una settimana alla presentazione del concorso, Arata si era ormai chiuso in casa per concludere la sua tela, Kenjiro era nuovamente scomparso, e Fujio era l’unico che ogni tanto vedevo, così ogni sera rimanevo in casa a concludere la mia opera, ma non mi sentivo sola, a tenermi compagnia c’era ancora la melodia di quella chitarra, era diventata una sorta di appuntamento.

 

Avevo girato il mio primo video, e quel pensiero mi tenne la mente occupata tutta la settimana, ero contento, finalmente il mio sogno si stava realizzando. La mia casa continuava a rimanere vuota, gli scatoloni erano ancora imballati, e i muri erano ancora poco vissuti, ma ogni sera, avevo uno strano appuntamento con la luna, e con lei, così vivevo la mia giornata aspettando quel momento, aspettando la luna, che ascoltasse con passione la mia musica. E mentre suonavo, sapevo che da qualche parte nel mondo c’era la mia lei ad ascoltarmi, mi sentivo un re in attesa della mia regina.

Un giorno, mi svegliai con uno strano presagio. Quello stesso giorno avevo il mio primo live, non ero ancora diventato famoso, ma ero già stato ingaggiato in vari spettacoli artistici, tra questi vi era quello della scuola superiore di arte, più prestigiosa della città, che allestiva una festa in onore del concorso di arte per suoi giovani allievi, non era un ingaggio importante, ma era pur sempre un live, e questo mi rendeva fiero.

Tutto il giorno preparai i miei pezzi migliori, finchè non arrivò l’ora della festa. Guardavo curioso quei giovani ragazzi, li invidiavo, c’era poca differenza di età tra me e loro, ma io sembravo a tratti più anziano, e a tratti più immaturo. La scuola aveva allestito un lungo percorso di tele, la giuria composta da illustri artisti doveva scegliere la tela vincente, e dopo la premiazione vi era il mio live. Mancava ancora molto, così persi tempo in quella scuola, confondendomi con tutti quei ragazzi che quella sera in via eccezionale non indossavano la divisa. Diedi un occhiata alle tele, ed una in particolare mi colpì, sembrava una strana riproduzione della mia ultima vita. Fu un richiamo, che dopo poco mi fece ritrovare seduto sotto un albero a suonare quel pezzo, ancora per lei.

 

Era arrivato il giorno tanto atteso, ero più distratta del solito, e continuavo a far cadere le cose. Non era l’idea di una gara a spaventarmi, ma quella di dover presentare avanti a tanta gente una mia tela, era una cosa che nemmeno una sola persona aveva mai visto. A scuola era tutto pronto, tutti indossavano bei vestiti colorati, avevano belle pettinature, e ricevevano fiori dai genitori. il mio vestito era nero, i miei capelli erano sciolti, e non avevo nessuno che mi desse fiori, o che mi abbracciasse, e si complimentasse. Hitoshi, Fujio , Arata e Kenjiro, erano troppo presi dalle proprie famiglie per ricordarsi di me, divenni triste non appena vidi tutti sorridere. La mia tela era li, eretta sul piedistallo, affiancata da quelle degli altri, ove sotto vi erano quei bouquet di fiori, la mia era sola, e vicino c’era solo una misera targhetta. Mi resi subito conto che ero stata sciocca a pensare solo per un misero secondo, che la mia tela potesse venir presa in considerazione da qualcuno, in fondo non c’era nessuno a complimentarsi con me. Volevo morire, mai come in quel momento mi ero ritrovata di faccia la realtà di essere sola, così corsi a rifugiarmi sotto la mia quercia, ma quando arrivai li, nel buio vidi un ombra, che occupava il mio posto. non era l’ombra di una persona qualsiasi, perché da quel ombra proveniva un motivo, che io conoscevo bene. Tutto d’un tratto mi sentì persa, volevo scoprire chi era, ma non volevo interrompere quel motivo, e quella voce. Così decisi di rimanere nell’ombra e nutrirmi ancora una volta di quel motivo, che sembrava essere fatto per me.

 

GRAZIE AI LETTORI, AMMESSO CE NE SIANO...KISS

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Capitolo 4
*** cap 4 ***


Avevo ancora quella sensazione, sapevo che non c’era solo la luna ad ascoltarmi, ma non appena lo pensai, mi sentì stupido, ancora una volta, un illuso

Avevo ancora quella sensazione, sapevo che non c’era solo la luna ad ascoltarmi, ma non appena lo pensai, mi sentì stupido, ancora una volta, un illuso. Mi alzai, era quasi arrivato il momento delle premiazioni, tirai un sospiro, e impugnando la mia chitarra mi recai in mezzo alla folla. Il mio manager stava imprecando tutti gli dei, per il mio comportamento, ma volevo godermi la mia libertà, e non mi interessava quello che pensava lui. mentre osservavo tutte quelle belle ragazzine vestite bene, allegre e sorridenti che frivole chiacchieravano fra di loro, notai una ragazza, vestita in nero, forse l’unica, i lunghi capelli neri le coprivano parte del viso, ma subito capì che era diversa dalle altre. Se ne stava con la schiena contro un albero, e una sigaretta alla bocca, in lontananza guardava la scena. mi andai a sedere al posto che mi era stato assegnato, stava iniziando la cerimonia. Ma c’era una cosa che mi tormentava, ed era sapere che facesse quella ragazza, perché stava li da sola, la distanza mi impediva di guardarle gli occhi, ma ogni tanto avevo bisogno di vedere, tra la folla, la sua figura.

 

Era strano, ma la mia mente si era completamente svuotata, l’avevo  sentito suonare, e questo poteva significare solo due cose, o quella canzone era abbastanza famosa, ed io non la conoscevo, oppure il mio vicino era alla cerimonia. Mi stavo estraniando da tutto, in quell’istante la mia mente era rivolta a quella melodia, e a quelle parole. Appoggiata ad un muro, guardavo a distanza la cerimonia, tutti si erano zittiti, in silenzio ascoltavano le parole del preside, si stava avvicinando il momento in cui avrebbe aperto la busta e annunciato il vincitore del concorso, ed io iniziavo a rendermi sempre più assente dalle sue parole. Ero entrata in un mondo composto da me, quella melodia, e lui. Quando ad un certo punto mi sentii osservata, tornai alla realtà, e mi resi conto che non era solo la mia impressione, così sentì il preside ripetere il mio nome al microfono. Avevo vinto il concorso, la mia tela era risultata la migliore, tutti mi applaudirono, Hitoshi, Fujio, Arata e Kenjiro addirittura si alzarono in piedi, e con loro iniziarono a farlo tutti, mi guardavano ed applaudivano, dopodichè mi invitarono a salire sul palco, ero estasiata, non ci potevo credere, ed il massimo che riuscivo a fare era sorridere.

Mostrarono a tutti la mia tela, e poi mi diedero il premio, da sopra al palco, guardavo il pubblico, e con uno sguardo imbarazzato provavo ad immaginare quel mio vicino, che mi osservava ed insieme a tutti applaudiva per me. Del mio palazzo non conoscevo nessuno, e quindi non avevo indizi, ritirai il premio, e scesi dal palco, andandomi a sedere di fianco ad alcuni ospiti importanti. Mentre mi accomodavo, facendo attenzione a non rovinare il vestito,

notai che qualcuno in particolare, non molto distante da me, mi stava osservando, quella stessa persona si diresse sul palco, insieme ad una chitarra.

Si mise al centro del palco, e solo dopo che spensero tutte le luci, iniziò a picchiare la chitarra le lunghe dita, fu in quel momento che nel buio, notai tre lettere sulle lunghe dita affusolate. Da qualche parte le avevo già viste, ma non riuscivo a capire dove, al bar vedevo sempre tanta gente, ma ero sicura che mai nessuno,  che avevo servito, avesse così tanti tatuaggi sulle dita. Un faro

faceva luce su di lui. Dei lineamenti del viso leggeri, disegnati quasi, e un paio di occhi dolci, che io in qualche modo sapevo di aver già visto. Il primo brano che suonò lo conoscevo, era un brano che da poco girava per radio, lui picchiava quella chitarra con entusiasmo, e con una grande forza portava la sua musica nel cortile.

Suonò alcuni pezzi che non avevo mai sentito prima, ma la cosa che mi colpì, fu vedere il suo entusiasmo, era davvero invidiabile.

La gente sembrava apprezzare la sua musica, ma i cattivi commenti sul suo abbigliamento, da parte dei vicini, non sfuggirono al mio udito. Ci fu un attimo di buio e di silenzio, e poi, sempre nel buio, iniziai a sentire quelle note, non era un sogno, le stava davvero suonando lui. Stentavo a crederci, quel musicista non era solo il padrone di quella melodia, ma era anche il mio vicino di casa. In me cresceva la voglia di conoscerlo. Aspettai la fine della festa, quando tutti erano in procinto di andare via, e lui invece sistemava con cura il suo strumento.

Torturavo le dita, facendole schioccare una ad una, e mentre lo guardavo di spalle avanzando piccoli passi, pensavo a cosa gli avrei detto.

 

 

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Salve, prima di tutto mi dovrei scusare con i miei pochi lettori, che non avranno dormito la notte, non saranno riusciti a dare esami, e magari mentre erano in situazioni piacevoli si sono distratte pensando a quando cavolo avrei continuato…*coff coff ehm ehm* ok la smetto di dire cretinate…è breve ma presto continuerò. Baci.

 

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