Testa pesante, cuore vuoto e Louis in entrambi.

di unmestessopiunudochemai
(/viewuser.php?uid=608014)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Testa pesante e cuore vuoto. ***
Capitolo 2: *** Cadere. ***



Capitolo 1
*** Testa pesante e cuore vuoto. ***


Era stata la settimana peggiore degli ultimi mesi. Il tempo era passato da sé, fra finti sorrisi e risate forzate nelle interviste, tante sigarette e ore passate a guardare il telefono.

La testa era pesante come non lo era mai stata e il cuore vuoto, vuoto da tutto e tutti.

Non era sempre stato così, o perlomeno non lo era stato negli ultimi anni, fino a un mese fa. Fino al momento in cui le parole sono volate, gli sguardi sono caduti e i sogni si sono dissolti.
Lou aveva chiuso la cosa nel modo più facile del mondo. “Hazza dai, non si può fare. Sei d’accordo anche tu no?”. E cosa avrebbe dovuto rispondere? Avrebbe dovuto dirgli “No. Non lo sono. E non lo sei neanche tu, lo so.”? No, sarebbe stato da pazzi, non che la situazione attuale non lo fosse.

Continuava a pensare..testa pesante, cuore vuoto.

Non provava più nulla. E questo lo stupiva. Forse era l’unica cosa positiva: riusciva ancora a sorprendere se stesso, nonostante tutto.
Ma era una così positiva? Doveva esserne fiero? Essere fiero di riuscire a non provare nulla?
Fiero di non essere nulla? Di non esistere più?
La sua vita era effettivamente finita in un “Sei d’accordo no?”. Non era tanto la parte del “non si può fare”, perché era vero. Non si poteva fare. Sopra di loro avevano un mondo di occhi che li giudicavano. Il problema era nel “Sei d’accordo anche tu?”, che implicava l’essere d’accordo di Lou.
Dopo anni, e non giorni o mesi, anni in cui Harry aveva vissuto esclusivamente per lui, lui era D’ACCORDO nel buttare tutto dalla finestra? Non poteva essere vero, non doveva esserlo.

Si accese un’altra sigaretta..testa pesante, cuore vuoto.

Cosa avrebbe dovuto fare? Avrebbe dovuto lasciare Louis, Lou, il suo  unico appiglio in una tormenta continua come se non fosse stato nulla?
“Amici come prima”, aveva suggerito Louis. Harry non gli aveva ancora dato una risposta, il suo unico cenno di vita dopo il discorso di Lou era stato uno sguardo vuoto e le gambe che sono scappate. Da allora lui non c’era più.
“Amici come prima” significava eliminare l’Harry di questi ultimi anni? L’Harry cresciuto, l’Harry capace di nascondere un amore, di fingere e mentire pur di salvare l’altro, l’Harry dal sorriso sincero, l’Harry che ora era lì.
A pensare, con la testa pesante e il cuore vuoto.
Chiuse gli occhi e inspirò l’aria gelida mattutina. Aprì gli occhi, e una lacrima cadde. Allora qualcosa sentiva, le lacrime non cadono di certo tutti i giorni come se fossero nulla.
Non la asciugò, era piacevole piangere, dopo giorni interi di totale apatia. Dopo di lei, ne arrivarono altre.
Arrivarono quando neanche se lo aspettava, una dopo l’altra, rapide come uccelli in cielo. Si scontravano l’una con l’altra, si univano, si dividevano, erano un tutt’uno. Erano l’unico supporto che aveva ora Harry. Riusciva ancora a sentire qualcosa. Forse era solo umiliazione, tristezza e solitudine, ma meglio di niente.
Si alzò, guardò il panorama senza osservarlo, sorrise, e solo a quel punto asciugò quelle tante, piccole gemme che cadevano dai suoi occhi.

Avrebbe amato Louis lo stesso, lo avrebbe sostenuto, lo avrebbe difeso come aveva sempre fatto. Lui non lo avrebbe fatto per lui? Forse, ma non gli importava.

Testa pesante, cuore vuoto e Louis in entrambi.



"Testa pesante e cuore vuoto" è una citazione da una canzone degli He is we, Give it all, che a parere mio è una canzone assolutamente perfetta per i Larry.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cadere. ***


Aveva ricominciato la sua vita, più o meno.
Specifico il ‘più o meno’ perché sarebbe più corretto dire che era la sua vita ad aver ricominciato lui, e non il contrario. Perché lui non aveva ricominciato a fare nulla, le cose si facevano da sé. Ma comunque, andava avanti. In realtà anche questo è sbagliato: il resto portava avanti lui, veniva trasportato, non andava avanti per niente.
 
“Resta con me finchè non mi addormento”
 
Quelle parole gli tornarono alla mente come un uccello che vola tranquillamente e all’improvviso riceve un sasso in piena testa, tirato da bambini che ridono di lui. Era così che si sentiva: un uccello colpito.
Lo vedeva ogni giorno, in fondo, Louis era parte della sua vita, volente o nolente, da vari anni.
In quei giorni era anche riuscito a tirare fuori qualche parola con lui. E qui ci vuole un’altra correzione, perché furono le parole a tirare fuori lui, e non viceversa.
 
“Resta con me finchè non mi addormento”
 
Di nuovo. Era un giorno come tanti, e stavano facendo la solita riunione con gli agenti e tutto il gruppetto di sempre. Quelle parole gli rimbombavano da quella mattina, e non facevano che roteare e roteare, dentro di lui. La cosa che faceva più male della frase era ciò che ricordava di quello che successe dopo: Lou rimase lì, finchè lui non si addormentò, e forse anche di più, ma questo non lo sapeva.
 
“Resta con me, per favore. Solo finchè non mi addormento”
 
Continuavano a fargli domande, a parlargli, a guardarlo, a fargli foto. Lui non sapeva bene cosa facesse, anzi, non ne aveva la minima idea. Guardava il vuoto e ci si identificava, perché era così che era: vuoto. Poi si girò, quelle parole erano tornate. Guardo Lou, e lui guardò lui. E si chiese per l’ennesima volta se era bravo a fingere o era davvero così indifferente.
 
“Resta con me finchè non mi addormento..Resta con me..Resta..Resta”
 
Il nulla. Ora non vedeva neanche Louis, non vedeva nulla. Sempre più vuoto. Le parole continuavano a scrosciare su di lui come un fiume che, riempito dalla pioggia, esce libero dal suo letto. Sentiva freddo, poi caldo, poi brividi, pio di nuovo il nulla. Si sedette e aspettò la fine della riunione seduto, per poi stupirsi delle parole che continuavano ad uscire da lui in automatico, “Io resto qui. Vi raggiungo fra poco.”
“Tutto ok?” La voce era familiare, ma in quel momento non riconosceva neanche la sua, quindi alzò lo sguardo. Chi poteva essere, se non Louis?
“Secondo te?” Gli uscì quasi automatico.
“beh..scusa se te l’ho chiesto.”
“Tranquillo. Ora arrivo, vai dagli altri, non ti preoccupare” E effettivamente andò “..tanto non ti sei mai preoccupato”
 
“Resta con me finchè non mi addormento”
 
Questa volta non ce la fece più: si alzò.
Chiaramente durò poco, e cadde. Cadde. E cadde, in qualunque senso una persona possa cadere.








"Resta con me finchè non mi addormento" è una citazione da una canzone degli He is we, "Kiss it all better".

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2424734