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di Chilemex
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Flowers, sadness and love - Chrom~Sumia ***
Capitolo 2: *** Research and knowledge - Avatar~Miriel ***
Capitolo 3: *** With my Princess - Gaius~Lissa ***
Capitolo 4: *** Back to Rosanne? - Virion~Sully ***
Capitolo 5: *** Running for you - Vaike~Palne ***
Capitolo 6: *** Invisible love - Kellam~Zelcher ***
Capitolo 7: *** Afraid of losing you - Donnel~Nowi ***



Capitolo 1
*** Flowers, sadness and love - Chrom~Sumia ***


Chrom (il nuovo Eletto) e Sumia (la ragazza dei fiori)

Dopo la sconfitta di Grima, Chrom fu ufficialmente nominato nuovo Eletto d'Ylisse. La regina Sumia visse soltanto per lui, e la sua abilità nello sfogliare i fiori venne usata per prevedere il futuro a coloro che la visitavano.



«Hai... Hai fatto cosa?»
«N-non è colpa mia! Di solito sono perfettamente sincera con coloro che vengono da me a farsi leggere il futuro attraverso i fiori... E anche oggi ho detto esattamente ciò che ho visto! Non mi aspettavo una reazione così... Esagerata...»
Chrom e sua moglie si trovavano nella loro stanza da letto, nel castello reale d'Ylisse. Lui era lì già da un bel po', mentre Sumia era arrivata soltanto da pochi minuti, con un'aria preoccupata ed afflitta. Chrom le aveva chiesto cosa fosse successo, e lei gli aveva raccontato di una sua previsione del futuro, tramite il solito sfogliare margherite, finita un po' male.
«Sumia... Il punto è che non puoi andare a dire alle giovani donzelle che sono destinate a rimanere da sole per sempre! È abbastanza ovvio che ci rimangano male... Certo, forse correre via in preda alle lacrime è un po'...
«Esagerato, appunto» concluse Sumia, per poi sospirare rumorosamente «Però anche tu hai ragione. Forse avrei dovuto mentire, per una volta. Il problema è che fare una previsione rendendosi conto di star mentendo mi sembra sempre così... Disonesto. Non sono mai riuscita a fare una cosa del genere, e probabilmente mai ci riuscirò!»
La ragazza si buttò sul letto della stanza, distendendosi e fissando il soffitto, mentre Chrom rimase esattamente dov'era, in piedi.
«So bene di non poter prendere così seriamente questa storia dei fiori e del prevedere il futuro, e che molti le considerano solo superstizioni o cose del genere...» continuò a dire Sumia, con lo sguardo perso e triste «Ma ormai fanno parte di me. Se dovessi iniziare a mentire anche su questo soltanto per rendere felici le persone, mi sentirei ancora più inutile di quanto già non sia. E non negarlo, perché è così. Che razza di regina dovrei essere, se riesco a malapena a scendere le scale del castello senza inciampare e precipitare?».
Il marito rimase in silenzio per qualche attimo, mentre Sumia si rigirava nel letto, desolata. Dopo un po', andò a sedersi vicino a lei e la fece risollevare, in modo da poterle mettere un braccio intorno ai fianchi.
«Non puoi togliere il diritto di opinione all'Eletto d'Ylisse, lo sai?» iniziò a dirle, ridacchiando «Quindi non puoi vietarmi di dire che, secondo me e secondo tutti, tu non sei affatto inutile. Al contrario, senza di te l'Ylisse non sarebbe neanche lontamente com'è adesso, la terra più pacifica ed armoniosa del continente»
«Non credo che ciò che stai dicendo abbia molto senso» mormorò Sumia, evitando lo sguardo di Chrom ma iniziando già ad arrossire «Che cosa avrei mai fatto di tanto utile per l'Ylisse?»
Chrom sorrise ancora di più, accarezzando per un attimo la guancia della moglie.
«Un esempio l'hai appena detto tu stessa... A chi potrebbero rivolgersi i cittadini per sapere qualcosa sul loro futuro, se non ci fossi tu? È vero che i risultati potrebbero non essere sempre ottimi, come abbiamo visto oggi, ma nessuno è perfetto, no? Ma poi... Hai forse dimenticato di essere una dei cavalieri pegaso più amati da tutti? La gente ammira la tua foga, la tua allegria, la tua energia e determinazione in battaglia... E anche la tua sbadataggine, in particolare. Non riesco proprio ad immaginarla una Sumia che si comporta come una regina delicatina e schizzinosa; sarebbe noiosissimo, neanche fossimo nel Valm!»
Sumia scoppiò a ridere, e scostandosi i capelli dagli occhi incrociò finalmente quelli blu di Chrom: vedeva il proprio volto riflettersi attraverso il simbolo degli Eletti nell'iride del marito, un'immagine che per un attimo le parve quasi perfetta, come se anche lei facesse automaticamente parte di quella famiglia reale... Ed era così.
«Ecco, questa è la Sumia che mi piace e che amo!» disse Chrom, non riuscendo a smettere di sorridere «Non perdere mai il buonumore, cara. Sei perfetta così come sei, ricordatelo!»
Sumia arrossì ancora di più, di nuovo felice.
«Non potrò perdere il buonumore finché ci sarai tu a farmelo tornare, Chrom. Ti amo moltissimo!»
«Anch'io ti amo, Sumia. Con tutto me stesso»
I due si scambiarono un bacio, breve ma appassionato, poi si alzarono in piedi nello stesso momento.
«Andiamo a cercare quella donna per rassicurarla? Non credo che sia andata molto lontano...»
«Certo, andiamo! Mmh... Ripensandoci, forse ho interpretato un po' male quei petali... Temo di aver sbagliato qualcosa, in quella previsione!»

 

 

 


 


Eeeeeeeh vi devo delle spiegazioni, giusto? Giusto.
Dunque, cosa è successo? È successo che ho avuto un'idea che consiste nella creazione di una nuova serie completamente riguardante Fire Emblem Awakening!
Esatto: amo talmente tanto i pairing che ho formato, che ho deciso di dedicare a ciascuno di essi una fan fiction di un capitolo! Un progetto abbastanza ambizioso (?), me ne rendo conto, ma ho intenzione di portarlo avanti e terminarlo!
ChromxSumia è il primo esempio, e cercherò di scrivere e pubblicare le altre il più rapidamente possibile (e con questo intendo “scuola permettendo”).
Tutte le one-shot/drabble saranno più o meno come questa: una situazione che ha come protagonisti i due componenti della coppia, basata sul loro epilogo insieme (che, non ricordando a memoria, ho cercato di tradurre nel miglior modo ricavandolo da Fire Emblem Wiki, abbiate pietà), che esprima l'intensità della loro relazione e dei loro sentimenti. Niente di speciale insomma, come avrete visto in questo primo caso.
Saranno come delle conversazioni di sostegno extra, che teoricamente avvengono dopo il matrimonio tra i due (da questo ho ricavato il titolo della serie, hehe).
Mi dispiace molto per i personaggi che sono rimasti “single” nel mio file, sarà tristissimo non poter scrivere nulla di loro (Henry, Linfan, Gangrel... Siiigh)... Magari in futuro avranno la loro occasione, anzi quasi sicuramente.
Oh, ovviamente va specificata una cosa... Se mai questa serie dovesse avere un pubblico, è chiaro che non tutti condivideranno le mie scelte per quanto riguarda i pairing... In tal caso, vorrei soltanto dire questo: va benissimo esprimere la propria opinione e dire perché una coppia ti piace o non ti piace, ma non va bene insultare o disprezzare espressamente la scelta dell'altro. Quindi, se i pairing creati da me non dovessero piacervi e voleste spiegarmi perché, fatelo senza essere aggressivi, ok? Grazie mille.
I titoli degli episodi saranno molto random (banali e/o stupidi), dato che non ho fantasia in questo ambito :C Si accettano sempre suggerimenti per eventuali modifiche!
Provvederò personalmente a spiegare brevemente, alla fine di ogni episodio, perché ho scelto di creare questa coppia e cosa mi piace o meno di essa. Nel caso di Chrom e Sumia, non c'è davvero molto da dire... Una coppia bellissima, e anche se è vero che il gioco “spinge” un po' a crearla, io l'avrei creata anche se non me l'avesse detto nessuno. Trovo che siano adorabili, tutto qui. E sono certo che Sumia sia un'ottima regina, dopotutto.
Sostanzialmente credo che sia tutto qui. Se avrò dimenticato qualcosa di più o meno importante, vedrò di spiegarla in uno dei prossimi episodi.

Bene... Grazie mille a chiunque abbia letto questo primo esperimento, ci si sente con il prossimo! Bye bye! :D



Chrom occupa il 37° posto nella mia classifica personale di gradimento dei personaggi di Fire Emblem Awakening.
Sumia occupa il 20° posto nella mia classifica personale di gradimento dei personaggi di Fire Emblem Awakening.

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Capitolo 2
*** Research and knowledge - Avatar~Miriel ***


Daraen (il Liberatore) e Miriel (l'intelletto aguzzo)

In molti narrarono le leggendarie gesta di Daraen. Studiosi, poeti e bardi offrirono versioni diverse della sua storia, ma tutti concordarono su una cosa: aveva amato sua moglie, Miriel, più di qualsiasi altra cosa al mondo.



«Le conclusioni alle quali possiamo affidarci sono quindi due» stava dicendo Miriel, ormai con gli occhi chiusi, al massimo della concentrazione «La trasformazione di un semplice libro in un vero e proprio tomo magico può avvenire tramite la benedizione da parte di un sacerdote specializzato in questa disciplina o, alternativamente, tramite l'utilizzo di un'altra magia capace di controllare e manipolare l'entità di oggetti inanimati. Solo la prima delle due opzioni, tuttavia, garantisce il funzionamento sicuro dell'incantesimo contro creature di origine oscura, come gli ex ibridi seguaci di Grima. Ci siamo?»
Daraen era seduto davanti a lei, e stava appuntando su un foglio di pergamena tutto ciò che sua moglie stava dicendo. Nel momento in cui lei pronunciò quell'ultima frase aprendo finalmente gli occhi, lo stratega alzò la testa e la guardò.
«Certo, ci siamo. Dobbiamo considerare anche tutto ciò che riguarda la magia nera, però. Sicuramente quel tipo di magia non può essere creato tramite benedizione, e dato che la magia nera in sé è già in grado di manipolare oggetti inanimati...» iniziò a dire Daraen, non essendo però in grado di terminare la frase. Fortunatamente, Miriel venne in suo aiuto.
«La tua affermazione, dunque, garantisce l'esistenza di una terza modalità di creazione dei tomi magici legati alla magia nera? È una possibilità che dobbiamo considerare, poiché la magia arcana risulta sempre molto più complessa ed articolata di quella elementale. Poiché è vero che non si può creare un tomo oscuro implicando il solo utilizzo di un altro tomo oscuro, è d'uopo un'ulteriore indagine»
Miriel e Daraen si guardarono intorno con la stessa sincronia: fuori dalla loro abitazione il sole era ormai tramontato da un bel po', e le candele che avevano acceso un po' di tempo prima erano sull'orlo di consumarsi del tutto.
«Ma credo che il nostro studio odierno possa terminare qui, che ne dici? L'ora è tarda, ormai» aggiunse Miriel, chiudendo delicatamente l'enorme tomo che aveva appoggiato sulle ginocchia.
«Sono d'accordo» rispose Daraen, arrotolando a sua volta la pergamena che stava utilizzando «Ci stiamo avvicinando sempre di più alla soluzione di questo arcano, Miriel. Giorno dopo giorno...»
«Già, ne sono sicura anch'io» replicò lei con un sorriso, mentre riponeva i propri libri sull'apposito scaffale «Risolvere un enigma di queste dimensioni si rivelerà essere un enorme soddisfazione, vedrai»
Daraen aspettò qualche secondo, prima di parlare di nuovo.
«Non ne dubito, ma credo che la mia soddisfazione non deriverà soltanto dal fatto di risolvere il mistero...»
La donna si voltò, in modo da guardare Daraen negli occhi, chiedendogli: «Cosa intendi dire, precisamente?»
Lui sorrise timidamente, pronto a risponderle: «La miglior soddisfazione sarà il fatto di averlo risolto insieme a te, Miriel. Potrebbe sembrare il contrario, ma studiare ed apprendere nuove cose per conto proprio non dà tante soddisfazioni quanto studiarle insieme a qualcun altro... Soprattutto se quel qualcun altro è la persona che si ama, e quella con cui si vuole passare il resto della propria vita»
Sentendo quelle parole pronunciate da Daraen, Miriel arrossì palesemente nel giro di pochissimi secondi. Ciononostante, era altrettanto chiaro il fatto che quell'affermazione le avesse fatto piacere.
«Non posso negare l'uguaglianza tra i miei sentimenti ed i tuoi. Per molti anni, durante il mio periodo di servizio insieme ai Pastori, non ho potuto esperienziare un metodo di studio diverso da quello individuale. Avevo ed ho tuttora un ottimo rapporto di amicizia con tutti loro, ma nessuno si è mai dimostrato minimamente interessato alle materie scientifiche e magiche come lo è la sottoscritta... Finché non sei arrivato tu, Daraen. Non sei solo il compagno di studi che ho sempre desiderato avere, ma anche un compagno di vita. Studiare insieme a te, ogni giorno, e l'idea di trascorrere insieme a te il resto della mia vita... Rappresentano una motivazione, per me. Una motivazione ad impegnarmi sempre di più, non solo nello studio... Ma anche nel dimostrarti la sincerità dei miei sentimenti, che non ho mai nutrito e mai nutrirò nei confronti di nessun altra persona!»
Daraen quasi si commosse dopo quell'enorme discorso, in cui Miriel si era confidata come non aveva mai fatto precedentemente. La donna parve subito molto imbarazzata, quindi lo stratega le si avvicinò e le appoggiò una mano sulla guancia, sentendone il calore e vedendone il rossore.
«Ciò che mi hai appena detto conferma quello che ho sempre pensato: sposare te è stata la scelta migliore che avessi mai potuto fare. Sei ciò che ho di più caro al mondo, e ti amo come non mai»
«I tuoi sentimenti sono completamente ricambiati, Daraen. Anch'io ti amo!»
I loro visi si avvicinarono in un bacio pieno d'amore, per riallontanarsi dopo qualche secondo.
«Ripensandoci...» iniziò a dire Daraen, allontanando la mano dalla guancia della moglie «Non è poi così tardi. Potremmo continuare a studiare e ricercare ancora per un'oretta o due, che ne pensi?»

«Concordo pienamente. Dunque, stavamo parlando di ciò che riguarda la magia nera...»






 


Ecco qua il secondo episodio, rapido e liscio come l'olio (?)
E da questo potete capire quale è stata la mia scelta per quanto riguarda la moglie dell'avatar. Quello per Miriel è stato amore a prima vista, e non ho mai avuto dubbi sul fatto che lei fosse stata la scelta migliore per me. Sono state pochissime le concorrenti, soltanto Tharja e Palne, che però non hanno avuto tante altre speranze contro quest'adorabile maga scienziata. E le conversazioni di sostegno tra i due sono... Adorabili. La scelta perfetta per il mio Avatar, ne sono convinto.
So che sentire Miriel che dà del “tu” a qualcuno non è molto tipico, per chi gioca in italiano (come me), ma mi sembrava brutto farle dare del “lei” addirittura a suo marito (come succede effettivamente nel gioco, ma solo nella versione italiana).
Cercherò di far terminare ogni episodio con un bacio tra i due protagonisti, ma ho paura che la cosa possa risultare ripetitiva dopo il terzo/quarto tentativo... Beh, vedremo, sperimenterò sul percorso.
Bene bene, chiudo qui. Grazie mille a chi ha visto questo secondo episodio, breve e scadente, ma pieno di emozioni c':

Alla prossima!


L'Avatar occupa il 39° posto nella mia classifica personale di gradimento dei personaggi di Fire Emblem Awakening.
Miriel occupa il 2° posto nella mia classifica personale di gradimento dei personaggi di Fire Emblem Awakening.

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Capitolo 3
*** With my Princess - Gaius~Lissa ***


Gaius (il ladro di caramelle) e Lissa (la sacerdotessa arzilla)

Gaius non perse mai la sua passione per i dolci, anche se alla fine dovette tornare ad occuparsi di imprese meno “salate”. Lissa insistì sempre per accompagnarlo, e i due sopravvissero a molte situazioni comicamente terribili, insieme.



«Sì, il posto dev'essere questo!» esclamò Gaius, distogliendo lo sguardo dalla mappa che teneva in mano ed osservando lo stagno che si stagliava davanti a lui ed a sua moglie Lissa.
«Oh, meno male!» sbottò lei, sospirando e buttandosi pesantemente a terra «Ancora qualche metro di camminata e sono CERTA che sarei morta. Siamo nel bel mezzo del nulla, estremamente lontani da Ylisstol e... Sei sicuro che ne varrà la pena?»
Gaius appoggiò a terra il suo classico sacco, rivolgendosi poi a Lissa: «Ne sono più che certo, principessa. Vedrai che, dopo aver trovato il bottino, ti renderai conto che ogni singolo passo che abbiamo fatto per venire fin qui è stato meritevole!»
Lei, sebbene insicura, non poté fare a meno di ridacchiare: «Potresti spiegarmi nuovamente che cosa stiamo cercando qui? Non mi è ancora molto chiaro...»
Gaius la guardò negli occhi, con sguardo sognante, e le spiegò: «Un tesoro leggendario, mia cara. La più grande raccolta di caramelle e dolciumi mai esistita, si dice che sia stata creata e mandata sulla terra dagli dei in persona. E secondo la leggenda, si trova esattamente...» indicò la distesa d'acqua di fronte al quale si erano fermati «Sul fondo di quel lago!»
Lissa non riuscì a nascondere, per un attimo, un senso di fascino e curiosità. Subito dopo, però, cercò di sembrare di nuovo dubbiosa ed insicura.
«E cosa ci garantisce che non si tratti soltanto di dicerie, di voci, o di uno scherzo di Vaike? E poi... Come fanno delle caramelle a stare sott'acqua?»
«Principessa, lo sai che riesco a fiutare l'odore dei dolci a miglia di distanza... Abbi fede! Vedrai che, quando saremo nella sala da pranzo del castello a gustare quelle deliziose meraviglie, non ti pentirai di esser venuta fin qui!»
Lissa sospirò ancora, ma mantenne comunque il sorriso sulle labbra.
«Non me ne pentirei comunque. Finchè sono con te, potrei andare a nuoto fino in Valm e non me ne pentirei! Ma comunque... Quel lago sembra piuttosto profondo, come speri di recuperare quel tesoro, nel caso ci fosse davvero?»
Gaius aprì il suo sacco, e ne estrasse un vero e proprio completo da sub occasionale: maschera, pinne e tubo per respirare.
«Userò questi per esaminare il fondo del lago e, se vedrò qualcosa, mi immergerò per recuperarla. Odio nuotare, anzi odio l'acqua in generale, ma per quel tesoro... Questo ed altro!»
Lissa iniziò a scavare nel sacco, dicendo: «Beh, sembra divertente, finché non ci sono pesci poco amichevoli di mezzo! Dunque, dov'è la mia attrezzatura?»
Gaius fece di no con la testa: «A dire il vero, l'idea consisteva in me che mi immergo e in te che rimani qui fuori a sorvegliare le nostre risorse. Non basteranno un eventuale bandito o due ad intimorirti, vero?»
Lissa tirò fuori la testa dal sacco, con aria un po' delusa ma comunque fiera.
«Hah! Con chi credi di star parlando, con la Lissa spaventata e delicata che hai conosciuto tempo fa? Suvvia, ho affrontato truppe intere di Risorti!»
Gaius sorrise, rispondendole: «Lo so benissimo! Ok allora, io vado... Se dovessi aver bisogno di aiuto, fatti sentire e ti raggiungerò rapidissimamente!»
«Stavo per dirti la stessa cosa. Buona fortuna!»
Il ladro indossò la sua tenuta e, lentamente, entrò nel lago ed iniziò a girovagare al suo interno. Si riusciva a vedere soltanto la punta del tubo che oltrepassava il velo dell'acqua, muovendosi in giro.
Lissa si distese a terra, con la testa appoggiata sul sacco pieno di caramelle di Gaius. Per un po' seguì con lo sguardo suo marito che vagava per il lago, ma poi, sotto a quel sole così splendente e con quella brezza così rilassante, le sue palpebre iniziarono a farsi pesanti. La distesa d'acqua si fece sempre meno chiara e più sfocata, finché la principessa si addormentò definitivamente.
Passarono parecchi minuti, e mentre Gaius continuava ad ispezionare ogni singolo spazio del fondale del lago, Lissa continuava a dormire.
E come entrambi avevano temuto, ecco che arrivò un bandito che stava letteralmente passando di lì per caso. Egli, vedendo una ragazzina apparentemente indifesa che sonnecchiava vicino ad un sacco probabilmente pieno d'oro, non riuscì a resistere alla tentazione. Era disarmato, quindi non avrebbe potuto agire in maniera troppo rumorosa. Si avvicinò di soppiatto e silenziosamente, per poi afferrare il sacco sul quale dormiva la ragazza e scattare via il più velocemente possibile.
Naturalmente, un attimo dopo, Lissa si sveglio di soprassalto e si guardò intorno con aria confusa. Non ci mise molto a realizzare cosa fosse successo, dato che vide perfettamente il bandito che se la stava dando a gambe con il sacco sulle spalle.
«Hey! Fermo lì, dove credi di andare?!» gli urlò dietro la principessa, alzandosi ed iniziando a rincorrerlo, con la sua ascia d'argento stretta in mano.
Il ladro era parecchio veloce, e la distanza tra lui e Lissa era costantemente di quasi cinque metri. Ciononostante, non si erano ancora allontanati molto dal lago.
«Non credere di poter scappare con i dolci di mio marito, vile ladruncolo!» gridò ad un certo punto lei, dopodiché accadde tutto.
Gaius tirò finalmente la testa fuori dall'acqua, e la prima cosa che vide fu la scena che stava accadendo sulla riva: Lissa aveva letteralmente lanciato la propria arma in direzione del bandito, e con un incredibile colpo di fortuna... L'aveva colpito.
Il nemico cadde miseramente a terra, senza ferite gravi, lasciando cadere il sacco. Da questo uscirono un paio di caramelle, che andarono a finire sull'erba del posto; il ladro le notò poco prima che Lissa lo raggiungesse, e senza pensarci due volte scappò via a mani vuote, ancora più velocemente.
«Incredibile... Ce l'ho fatta!» sussurrò la ragazza tra sé e sé, incredula.
«Lissa! Che sta succedendo?»
Era Gaius, completamente fradicio, che dopo aver assistito a quello scontro era schizzato fuori dal lago per andare in soccorso a sua moglie.
«Sta succedendo che ho difeso i nostri dolci da un bandito, tesoro!» rispose lei, con aria più orgogliosa che mai.
«Ma... Come...?» balbettò lui, stupito «Ho visto che gli hai lanciato qualcosa... Era la tua arma?»
«Esattamente! E non era nemmeno un'ascia da lancio, quindi... Diciamo che ho avuto anche un po' di fortuna! È stato davvero divertente!»
«Oh, Lissa...» mormorò Gaius, stringendola improvvisamente in un tenero abbraccio «Come ho potuto essere così stupido... Lasciarti qui in mezzo al nulla, da sola, mentre io andavo alla ricerca di qualcosa che probabilmente nemmeno esiste... Mi dispiace...»
«G-Gaius, io non...» iniziò a dire lei, colta alla sprovvista dalla voce tremolante e dal tono triste di suo marito «Non ti devi preoccupare...»
L'abbraccio si sciolse, ma Lissa mantenne le proprie braccia intorno al collo di Gaius, continuando a parlargli: «Senza contare che ho saputo cavarmela piuttosto bene... Come ho detto prima, non potrei mai pentirmi di aver fatto qualcosa insieme a te, indipendentemente da cosa essa sia. Allo stesso modo, non potrei mai essere arrabbiata con te per una cosa così futile, perché io... Io ti amo!»
Gli occhi di Gaius si fecero ancora più lucidi, ma sul suo volto comparve finalmente un ampio sorriso.
«Anch'io ti amo, principessa. Per nulla al mondo vorrei che ti succedesse qualcosa di male, tutto ciò che voglio è vederti felice... Insieme a me»
Ci fu un rapido scambio di sguardi, dopodiché le loro labbra si incontrarono in un bacio appassionato, per separarsi dopo circa una decina di secondi.
Allora, dopo che il loro abbraccio si fu sciolto definitivamente, Gaius raccolse il proprio sacco e disse: «Beh, missione fallita, in ogni caso. Possiamo tornare ad Ylisstol!»
«Nessuna missione è completamente fallita, come te lo devo dire?» gli rispose lei, seguendolo mentre si allontanavano da quella zona.

«Hai ragione» affermò ancora il rosso, ridacchiando «Finché saremo insieme, ogni missione finirà bene. E comunque, l'acqua di quel lago era ancora più dolce del normale»





 


Voilà, terzo episodio pubblicato!
Dunque... Prima di parlare della coppia in sé, voglio chiarire una cosa sul testo: il fatto che nell'epoca in cui è ambientato il gioco esistano strumenti come le “tenute da sub” è molto incoerente ed assurdo... Ma credo che si possa fare un'eccezione per questa piccola aggiunta stupida, no? In ogni caso, sappiate che me ne rendo conto, ecco :3

Allora, che dire di Lissa e Gaius? Bellissimi, una delle mie coppie preferite del gioco. Non so cosa mi abbia spinto a metterli insieme, ma nel momento in cui li ho immaginati come marito e moglie mi son detto “ok, è perfetto!”, e così è andata a finire! E poi, se ricordate bene, Chrom è riuscito a reclutare Gaius offrendogli dei dolci preparati proprio da Lissa, quindi... Ora ne avrà a volontà! Insomma, è chiaro che la coppia mi piace molto, tutto qui.
Perfetto, siamo alla fine di questo terzo episodio. Ho paura che questo sia il peggiore di quelli che ho pubblicato finora, più che altro perché ho paura di non aver reso bene l'idea dei loro sentimenti o di aver fatto decine di errori grammaticali (e l'ho ricontrollata, eh)... Ma vabbè, ormai è andata.
Grazie mille a chi la leggerà e... Ci sentiamo alla prossima! :D

(Dico sempre le stesse cose alla fine delle note, diventerà un tormentone)



Gaius occupa il 6° posto nella mia classifica personale di gradimento dei personaggi di Fire Emblem Awakening.
Lissa occupa il 14° posto nella mia classifica personale di gradimento dei personaggi di Fire Emblem Awakening.

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Capitolo 4
*** Back to Rosanne? - Virion~Sully ***


Virion (l'astuto arciere) e Sully (la rossa a cavallo)

Virion tornò a casa in Rosanne, dove fu considerato un traditore ed un codardo, oppure fu ignorato completamente. Ma fu presto perdonato, soprattutto grazie alla natura audace (per non dire terrificante) di sua moglie Sully.



«Per tutti gli dèi incatenati, Virion, che diavolo ti è successo?!»
Era una giornata calda e soleggiata, e Sully era accomodata all'ombra di un albero, in una radura non molto lontana da un paese che fungeva da “centro” alla regione di Rosanne. Tuttavia, era balzata in piedi dopo aver visto suo marito, Virion, avvicinarsi a lei con la faccia gonfia e con lividi e ferite sparsi per tutto il corpo.
«Oh, non è nulla di cui dovresti preoccuparti, mia dolce Sully...» disse l'uomo, mentre un sorriso si allargava sul suo volto sfigurato dai colpi «Sono soltanto miseramente scivolato su una roccia mentre ero sulla strada del ritorno, niente di grave!»
«Non me la dai a bere, bello» sbottò Sully in risposta, avvicinandosi a Virion e facendolo sedere a terra «Una persona non può avere così tanti lividi in faccia per colpa di una semplice caduta. Neanche se quella persona sei tu!» Si sedette vicino a lui, cercando nel frattempo degli unguenti per aiutarlo a curarsi «Ora dimmi la verità, forza»
«Oh, cara Sully... Credi davvero che, dopo aver ammesso la mia umiliante figuraccia, ti mentirei su una faccenda del genere?» chiese Virion, cercando di ignorare le richieste della moglie.
«Certo che sì» rispose lei, in modo secco.
«M-ma... Perché dici...»
«Avanti, sputa il rospo. Che ti è successo?»
Virion rimase in silenzio per qualche secondo, mentre Sully iniziava già a spalmargli unguenti e medicamenti vari sulle ferite, poi raccontò tutto.
«E va bene, immagino che non ci sia nulla di male a nascondere un evento così umiliante a mia moglie... Beh, ecco ciò che è accaduto. Dopo aver terminato il nostro romantico pranzo all'aperto, ho deciso di andare a fare una visita al paese in cui sono nato e di cui ero e sono il duca. Il punto è che... Non è andata come speravo. Ahi! Per cortesia, non premere così forte, queste ferite fanno male! Dicevo... Non è andata come speravo, perché non appena gli abitanti del paese mi hanno visto e riconosciuto... Hanno iniziato ad urlarmi delle brutte cose, senza darmi neanche il tempo di annunciare il mio trionfale ritorno. Mi hanno dato del traditore, del codardo, e mi hanno accusato di essere scappato da lì e di aver abbandonato la mia gente alla rigida e crudele volontà di Walhart il Conquistatore. Non ho avuto nemmeno il tempo di dire una sola parola, nemmeno di scusarmi... Hanno iniziato a lanciarmi delle pietre addosso. E non pietre di piccole dimensioni, a dirla tutta. Ho ricevuto parecchi colpi, quindi ho lasciato la via della ragione ed ho preferito l'ignobile via della fuga... Fortunatamente non mi hanno inseguito, ed ora sono qui»
Inizialmente Sully non commentò, ma sembrò comunque piuttosto stupefatta da ciò che aveva appena sentito.
«Probabilmente ciò che hanno detto è anche vero» continuò improvvisamente Virion, con un tono di voce cupo e triste «E... Mi vergogno molto di ciò che ho fatto. Speravo soltanto di poter parlare di nuovo con i miei concittadini, chiedere il loro perdono ed essere nuovamente accolto in Rosanne come un amico, non come un duca... Ma a quanto pare questa sarà l'ennesima delusione che il povero Virion sarà costretto a digerire»
Per la prima volta da quando l'aveva conosciuto, Sully aveva sentito Virion ammettere le proprie colpe, e per di più con un tono che appariva davvero sincero e pentito. Perciò, dopo aver finito di medicarlo, si alzò in piedi con aria determinata.
«Quegli stupidi paesani non hanno il diritto di parlare così a mio marito, né di trattarlo in questo modo così maledettamente cruento. E anche se quando si parla di cruenza ingiustificata io sono la prima, questa situazione non la accetto. Andiamo!»
La donna afferrò la mano di Virion e lo fece alzare, per poi trascinarlo con sé in direzione dal paesino da cui era arrivato, senza chiedergli se la cosa gli andasse bene.
«A-aspetta cara, non sono molto sicuro che sia una buona idea. Sai, quelle persone sono...»
«Delle complete imbecilli, ecco cosa sono» lo interruppe lei «Ora taci un po' e muoviti, abbiamo dei plebei da sgridare!»
Virion non provò più ad opporsi e seguì sua moglie, che ormai stava praticamente correndo. Nel giro di pochi minuti, entrambi raggiunsero l'entrata del paesino.
«Uhm, molto bene... Allora io aspetterò qui fuori mentre tu, con la tua innata delicatezza e la tua capacità di diplomazia...» cercò di dire il duca, ma neanche stavolta ebbe possibilità di esprimersi.
«Oh no, tu entrerai eccome! Tutto ciò che devi fare è rimanere in silenzio finché non sarà il tuo momento, al resto penserò io!»
Virion decise di fidarsi di sua moglie, come aveva sempre fatto, quindi la seguì all'interno della cittadina.
C'erano un bel po' di persone che percorrevano la via principale, e tutte guardavano Virion con uno sguardo pieno di odio, mettendolo estremamente a disagio. In poco tempo, i due coniugi arrivarono alla piazza principale del borgo, anch'essa gremita di gente.
«Perfetto, è ora di far schiarire le idee a questa gentaglia» disse Sully, mentre Virion rimaneva al suo fianco.
«AHEM. HEY, GENTE!» urlò improvvisamente la rossa, cogliendo alla sprovvista anche il marito ed attirando immediatamente l'attenzione di tutti coloro che si trovavano nei dintorni. A quel punto iniziò il suo discorso, che enunciò con tono abbastanza alto in modo da farsi sentire.
«Mi chiamo Sully, e sono la moglie dell'uomo che vedete al mio fianco... Sono venuta a sapere che, poco fa, gli avete riservato un trattamento a dir poco spregevole. Perciò non ho intenzione di andarmene finché non mi darete una giusta motivazione per averlo fatto. Avanti, spiegatemelo. Sto aspettando! Oh, nessuno parla, eh? Come immaginavo! Siete tutti bravi a parlare male della gente, a maltrattarla ed insultarla, ma quando si tratta di dare delle spiegazioni... Tutti zitti come dei cadaveri! Pah! Non avete idea di quanto mi disgustino comportamenti del genere! Voi avete dato del codardo a quest'uomo, l'avete considerato un traditore perché non era qui con voi mentre Walhart ribaltava le vostre terre come un calzino. Beh, se è questa la vostra motivazione, allora non avete capito un cavolo di quello che è successo! Sì, perché mentre voi eravate qui a lamentarvi perché quella vecchia aragosta stava prendendo il controllo dell'impero, il qui presente Virion stava ammazzando Risorti su Risorti e oppressori su oppressori a suon di frecce sparate su per il...»
«Ooooh!» gridò Virion appena in tempo, riuscendo a ricoprire la scurrilità sparata da Sully. Nel frattempo, però, lei era riuscita ad avere l'attenzione di tutti i paesani, anche quelli che passavano per la piazza per caso.
«E voi, invece? Cosa facevate? Stavate qui, rinchiusi nelle vostre casette, a piangere nella speranza che un principe azzurro arrivasse e vi liberasse dalla volontà di Walhart. E cosa speravate? Che Virion tornasse qui da voi, dicendovi che va tutto bene quando invece le cose peggioravano minuto dopo minuto? Ma che diavolo di ragionamento è? Il vostro è stato soltanto un accanimento gratuito, ve lo dico io! Eppure, nonostante il vostro egoismo, siete stati fortunati. Sì, perché alla fine c'è stato davvero un principe azzurro che vi ha salvato le chiappe... E anche se non è davvero un principe, almeno è azzurro. E indovinate un po'? È proprio qui accanto a me»
Sully si voltò e guardò Virion, che era rimasto con lo sguardo incantato su di lei per tutta la durata del discorso. Lei gli fece l'occhiolino, facendogli capire che era il suo momento.
«Io... Ehm...» iniziò a balbettare il duca, mentre tutti gli occhi dei presenti erano puntati su di lui «Sono... Sono estremamente desolato per il comportamento deplorevole che ho tenuto, nel momento in cui Walhart ha iniziato a sottomettere l'impero. Mi rendo conto di quanto le mie azioni siano state codarde e senza onore, ma tutte le mie intenzioni sono sempre state segretamente spinte dalla volontà di salvare Rosanne. Per questo mi sono unito alle forze di Chrom, Eletto d'Ylisse, nella speranza che il suo intento fosse uguale al mio... Spero di poter ottenere il vostro perdono, cari concittadini»
Nella piazza regnò il silenzio, e Sully fece di nascosto il segno dell'OK a Virion con la mano. Poi, ricominciò a parlare.
«L'avete sentito? È di questo che sto parlando. Non sarà il massimo della nobiltà, o il principe che tutti si aspettano, ma il suo cuore è puro. Più di quanto lo sia il vostro, senza dubbio! Ed è per questo che non mi pento di un solo attimo passato insieme a lui... È il miglior marito che si possa desiderare, e se qualcuno continuerà a sostenere il contrario se la dovrà vedere con me!»
Ancora il silenzio, mentre gli occhi di Virion cominciavano a farsi lucidi osservando sua moglie. Dopodiché, tutti i presenti iniziarono a mobilitarsi nello stesso momento, tutti diretti verso il loro duca. Uno ad uno, gli si avvicinarono e gli strinsero la mano, gesto accompagnato da delle gentili parole.
«Bentornato a casa, duca Virion»
«È bello riavervi tra noi, duca Virion»
«Spero che possiate perdonarci, duca Virion»
Lui li accolse tutti con un sorriso, e quando ebbe finito, concluse con un'ulteriore affermazione: «Vi ringrazio di aver accettato le mie scuse, ma non sono più il vostro duca. Sono esattamente come voi, un cittadino. Chiamatemi soltanto Virion, vi prego!»
Dopo aver scambiato qualche altra parola con Virion (ed aver fatto la conoscenza di Sully, che nonostante tutto fu accolta con simpatia ed affetto), la folla si disperse lentamente e tutto tornò alla normalità. A quel punto, l'ex duca corse verso sua moglie e la abbracciò, spontaneamente.
«Oh, mia dolce Sully... Non trovo le parole per esprimere la mia gratitudine, quindi lascerò che siano i miei sentimenti a parlare per me. Io...»
«Non preoccuparti, frufru. Ho fatto soltanto ciò che è giusto, e sono contenta che mi sia riuscito così bene. Non sopportavo l'idea che mio marito venisse trattato così male senza motivo, dovevo fare qualcosa!»
Virion la guardò negli occhi, quasi commosso.
«Sully... Il mio amore per te non ha confini, e mai ne avrà! Sei la donna della mia vita, ti amo con l'intensità di...»
«Ssh... Non c'è bisogno di essere così poetici. Sai benissimo che ti amo anch'io, Virion!»
In mezzo alla piazza ancora gremita di gente, i due si scambiarono un bacio pieno d'amore. Quando si separarono, continuarono a tenersi per mano e girovagarono tranquillamente per Rosanne.
«Però... Credevo che avessi smesso di chiamarmi “frufru” da un bel po'. Non che la cosa mi infastidisca, certo»

«Non passa mai di moda... Mio caro frufru!»






 


Quarto episodio! Yay!
Virion e Sully, cosa posso dire di loro? Potrà sembrare ripetitivo, ma sono una delle coppie che, in generale, mi piace di più. So che in molti l'hanno formata, arrivando così a definirla “canon”, ma io credo che nessun pairing sia “canon”. Neanche Chrom~Sumia, se vogliamo dirla tutta. Non troppo, almeno.
Perché se una coppia mi piace la creo e basta, senza chiedermi troppo che cosa ne pensino gli altri. E Virion e Sully sono... Meravigliosi.
Il loro primo incontro nel capitolo 1 è semplicemente fantastico, così come le loro conversazioni di sostegno. Dai, erano destinati a sposarsi fin da subito. Ricordate che Virion le ha proposto di sposarlo non appena l'ha vista, per poi ricevere un calcio nello stomaco? Lol. Adoro Virion, è uno dei miei personaggi preferiti del gioco, come potete vedere qua sotto.
Bene, chiudo. Preparatevi, perché i protagonisti del prossimo episodio saranno i due componenti della mia OTP di Fire Emblem Awakening! Il fanboysmo raggiungerà livelli molto elevati!

Grazie per aver letto questo episodio e... Ci si becca al prossimo! :D



Virion occupa il 4° posto nella mia classifica personale di gradimento dei personaggi di Fire Emblem Awakening.
Sully occupa il 15° posto nella mia classifica personale di gradimento dei personaggi di Fire Emblem Awakening.

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Capitolo 5
*** Running for you - Vaike~Palne ***


Vaike (l'eroe sbadato) e Palne (la Taguel orgogliosa)

Vaike tornò nel paese in cui era nato e cresciuto, e fu accolto come un eroe ed un fratello. Ma gli abitanti apprezzarono ancora di più Palne, sua moglie, la quale a suo tempo imparò ad amare l'atmosfera selvaggia ed allegra del luogo.



«Quindi... In questo luogo si festeggia... Sempre?»
«Sempre sempre! Ed è proprio questo il bello!»
Vaike e Palne si trovavano nella piazza principale del paesino natale di lui, e stavano chiacchierando da qualche minuto; Vaike, infatti, le stava spiegando in che cosa consistesse la “natura” di quel posto e quali fossero le sue tradizioni. La Taguel era a dir poco perplessa, non in senso positivo ma neppure negativo.
«E voi ripetete questo rito di festeggiamento ogni certo numero di giorni?» chiese, sempre più incuriosita.
«Hai capito bene!» rispose lui, sempre entusiasta e col sorriso sulle labbra «Circa ogni sette giorni, organizziamo una fiera o una piccola competizione per... Festeggiare e basta! Non si tratta di un rito, come dici tu, ma più che altro di una semplice occasione per divertirsi insieme!»
Palne agrottò leggermente la fronte, ma non assunse nessuna espressione in particolare.
«Mi sembra così strano...» affermò, un po' confusa «Festeggiare senza un motivo preciso, soltanto per il gusto di farlo... Non ha molto senso!»
Vaike rise: «Mia cara, non tutte le cose devono avere un senso o una motivazione per esistere! Fidati di me, è divertentissimo!»
La Taguel sorrise debolmente, e guardò il marito negli occhi.
«Io mi fido di te, Vaike. Mi sono sempre fidata di te, e lo sai. Il punto è che... Non sono abituata a divertirmi, proprio perché non credo ci siano molti motivi per farlo... E non ne ho mai avuti molti, in vita mia. Mi piacerebbe molto potermi comportare come fai tu, spensieratamente ed allegramente, ma qualcosa mi blocca ancora...»
«Ehi ehi, non preoccuparti» la interruppe dolcemente Vaike, accarezzandole i capelli «Se non ti va di partecipare direttamente, non sei obbligata. Puoi sempre assistere e basta, magari potresti cambiare idea. Sai, dicono che sia importante essere di larghe vedute, e non limitarsi al proprio mondo... Anche se capisco il tuo dolore e quanto sia difficile per te superarlo»
Lei sorrise, felice di vedere che Vaike sembrava capirla davvero, e cercò di rompere il ghiaccio: «Sarò felice di osservare te e la tua gente, dunque! Che cosa avete organizzato stavolta?»
«Oh, un classico!» rispose lui, iniziando ad accompagnarla verso i confini del paese «Una semplicissima gara di corsa, duecento metri! C'è un ostacolo, però... La pista è completamente ricoperta di fango, quindi correre è davvero difficile!»
«Wow... Sembra davvero particolare» commentò Palne, non riuscendo a nascondere un minimo senso di stranezza.
«Già, ma ti assicuro che c'è sempre molto da ridere! E pensa che, molto tempo fa, hanno ideato una versione “alternativa” di questa competizione... In cui i corridori erano costretti a percorrere la pista completamente nudi! Solo che molti credevano fosse esagerato, troppo “olimpionico”, e così ora non si usa più...»
«Meglio così, direi» aggiunse lei, con un tono un po' freddo.
Dopo qualche minuto, i due coniugi raggiunsero la zona di periferia del paese in cui si sarebbe tenuta la gara. C'era già moltissima gente, tutta radunata intorno ad un percorso fangoso lungo più o meno un paio di centinaia di metri, esattamente come aveva detto Vaike. Alcuni erano già sistemati sulla linea di partenza (anch'essa tracciata sul fango), altri si stavano preparando a “bordo campo”, altri ancora iniziavano già a tifare per il loro concorrente preferito. L'atmosfera, insomma, era già molto allegra.
«Tu hai intenzione di partecipare, dunque?» chiese improvvisamente Palne, immaginando quanto fosse banale quella domanda.
«Era la mia idea, sì. Non ho mai evitato di partecipare a questo tipo di gara, da quando l'hanno ideata, eppure non sono mai riuscito a vincere...» le rispose Vaike, salutando nel frattempo qualche altro cittadino che l'aveva visto da lontano «A quanto pare il Maestro può specializzarsi soltanto in altre materie, ovviamente molto più importanti di questa!»
«Non ne dubito» sussurrò Palne, senza che Vaike la sentisse, con tono divertito. Quei suoi momenti di auto-celebrazione la facevano sempre sorridere.
«Allora... È meglio che vada a prepararmi! Sento che stavolta, grazie al sostegno della mia amata, riuscirò a vincere!» esclamò il berserker, voltandosi verso di lei.
Palne sorrise, dandogli un rapido bacio sulla guancia prima di lasciarlo correre via, verso la linea di partenza: «Ne sono sicura! Buona fortuna»
Il suo tono di voce era ancora un po' basso e freddo, ma dietro all'insicurezza si nascondeva pura sincerità.
Passò quasi un'altra decina di minuti, dopodiché tutto fu pronto per l'inizio della gara.
Palne era riuscita a trovare posto in “prima fila”, e poteva quindi vedere benissimo tutta la pista. Incrociò lo sguardo di Vaike, non molto lontano da lei; lui le sorrise e le fece “OK” con la mano, come un bambino che saluta la madre prima di iniziare la recita scolastica.
L'uomo che, presumibilmente, faceva la parte dell'arbitro alzò un braccio, e i corridori si misero in posizione di partenza.
«Pronti... Partenza... Via!»
All'inizio tutti gli “atleti” scattarono, ma dopo i primi cinque metri iniziarono già i problemi: quasi tutti cominciarono a rallentare ed arrancare, con il fango che arrivava a livello delle ginocchia, impedendo qualsiasi movimento rapido.
Tutto il pubblico scoppiò a ridere, tranne Palne, che aveva ancora gli occhi puntati su Vaike: i concorrenti erano circa dieci, e lui occupava una delle ultime posizioni. Si stava impegnando al massimo per uscire da quello strato di fango, ma tutti i suoi sforzi sembravano inutili.
Palne, che fino a poco prima provava pochissimo interesse nei confronti di quella competizione, si ritrovò improvvisamente a bisbigliare tra sé e sé.
«Avanti Vaike, forza... Puoi farcela, devi vincere... Sono sicura che puoi vincere!»
Era perfettamente consapevole del fatto che la vittoria di quella gara non prevedesse nessun premio o riconoscimento speciale... Ma sapeva che lui ci teneva moltissimo.
«Puoi sconfiggerli tutti... Il traguardo è vicino! Coraggio...» continuò a mormorare Palne, ma nessuno continuò a sentirla a causa del tumulto.
Poi, come se lui avesse potuto sentirla, accadde quello che pareva impossibile.
Vaike si liberò completamente del fango che lo teneva intrappolato, e partì subito alla rincorsa di quelli che l'avevano superato, sorpassandoli a sua volta uno per uno. La folla impazzì ancora di più, e la Taguel non potè fare a meno di emozionarsi.
Il momento di gloria del Maestro durò fino all'ultima decina di metri del percorso, quando tutti davano la sua vittoria già per scontata, ma ad un certo punto...
Un'altra pozza di fango era lì ad attenderlo, a pochi passi dalla fine, e lui ci cascò in pieno. Finì nella fanghiglia fin sopra i capelli, arrivando praticamente a nuotarci dentro. Inutili furono i suoi tentativi di liberarsene, e in pochi secondi venne nuovamente superato dagli altri corridori... E tutti tagliarono il traguardo, tranne lui.
A quel punto, Palne non potè più trattenersi. Irruppe nel bel mezzo della pista, ed iniziò a correre verso la zona in cui si trovava suo marito. Avendo un'agilità maggiore rispetto alla sua e a quella degli altri umani, non ebbe alcun problema ad evitare di rimanere bloccata nel fango. Tutta la folla la seguì con lo sguardo, ma nessuno disse nulla, finché non regnò il silenzio assoluto.
Finalmente la Taguel raggiunse Vaike, che si stava ancora divincolando per uscire dal fango.
«Fermo, fermo! Ti aiuto io» gli disse lei.
«Palne? Che diamine ci fai qui? Credevo non volessi partecipare...»
«Non ho partecipato, infatti»
Solo a quel punto, Palne si rese conto di non avere idea del perché fosse corsa da lui come se fosse stato in pericolo di vita. Ma non se ne andò, anzi lo aiutò ad uscire del tutto dalla pozza.
«Vaike, io...» iniziò a mormorare Palne a bassa voce, ma a causa del silenzio tutti potevano sentirla «Mi dispiace»
Vaike la guardò, confuso: «Ti dispiace? E per cosa dovresti dispiacerti?»
Lei rimase in silenzio per qualche secondo, poi lo guardò negli occhi: «Mi dispiace che tu abbia perso. Speravo davvero che vincessi»
Il ragazzo rise, sputacchiando per sbaglio un po' di fango: «Ah ah, ma figurati! È sempre andata a finire così, l'importante è che mi sia divertito! Andrà meglio la prossima volta!»
Inizialmente lei sorrise, ma poi cambiò lentamente espressione, finché non tornò seria e disse tutta la verità.
«A dire il vero... Mi dispiace di essere stata così fredda e rigida nei confronti di te e del tuo paese. Non te l'ho detto, ma prima di arrivare fin qui, credevo che festeggiare senza motivo fosse soltanto una cosa da stupidi ed ingenui... Ma mi sbagliavo. Dopo aver visto te e gli altri cittadini divertirsi durante questo evento, ridendo tutti insieme... Ho cambiato totalmente idea. Non siete voi gli sciocchi, lo sono io, perché non ho mai aperto molto la mia mentalità a ciò che si può considerare “divertente”... Sono stata molto antipatica, mi dispiace»
Vaike la ascoltava, con sguardo affascinato, mentre lei continuava a parlare.
«Ma ora ho capito, grazie a te ed a tutta questa gente... Caccerò tutti i pensieri negativi e farò spazio a quelli allegri. So di potercela fare, finché tu sarai con me»
Regnò ancora il silenzio, finché Vaike non le rispose, con un tono di voce dolce che Palne aveva sentito pochissime volte.
«Palne... Non credevo che questa cosa fosse così importante, per te. In ogni caso, non devi aver paura di nulla, perché io sarò sempre qui ad aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi. E lo sai perché? Perché io sono il primo a volerti vedere felice, allegra e col sorriso sulle labbra. Voglio aiutarti a dimenticare le cose orribili che hai visto in passato, e portarti qui a vivere con me è il minimo che possa fare. Per quanto riguarda me... Beh, la mia felicità dipende da una sola cosa, che non è certamente la vittoria di questa gara»
«E cos'è, allora?» chiese Palne, come se non fosse riuscita a non fare quella domanda pur avendoci provato.
«È la tua felicità» rispose Vaike «Quanto tu sei felice, automaticamente lo sono anch'io. Non posso farci niente, è come una reazione incontrollabile! È difficile da spiegare... E al contempo molto facile. Il motivo per cui tengo così tanto alla tua felicità è perché... Ti amo. Fin dai primi momenti, in cui litigavamo per decidere chi dovesse stare in prima linea in battaglia... Ho provato qualcosa per te, e non è stato difficile capire di cosa si trattasse. Non mi pento di un solo momento passato insieme a te, Palne, e spero di poter rendere la tua vita ancora migliore... Stando al tuo fianco»
Una lacrima scivolò lungo la guancia della Taguel, prima che il suo viso venisse illuminato da un sorriso commosso.
«Provo esattamente la stessa cosa per te, Vaike... Sei l'umano migliore che abbia mai conosciuto, nonché la persona a cui tengo di più in assoluto... Ti amo anch'io!»
Lì, in mezzo alla pista su cui avrebbe semplicemente dovuto tenersi una gara, completamente sporchi di fango, i due si baciarono. Non appena le loro labbra si unirono, l'intera folla scoppiò in un'ovazione assordante, cosa che causò un lieve imbarazzo di Vaike e Palne, i quali sorrisero leggermente.
Quando si separarono, la Taguel girò la testa verso l'inizio del percorso ed urlò, inaspettatamente: «Hey, arbitro! Chiedo che venga fatto un secondo giro, il primo non era valido! Il Maestro non si era riscaldato abbastanza!»
Vaike la guardò, positivamente stupito, mentre i due si avviavano verso la linea di partenza.
«Beh, pare che dovrò faticare il doppio, eh?» esclamò il ragazzo, ridendo «Partecipi anche tu stavolta, vero?»
«Oh, no! Hai visto con che velocità ti ho raggiunto? Il vincitore sarebbe scontato!» rispose Palne, allegra «Ma potrei sempre optare perché venga rispolverata la versione “alternativa” della gara...»
«C-cosa? Dici sul serio...?»

«Ah ah, certo che no, stupidino!»






 


Finalmente sono riuscito a finirlo! Ecco a voi il quinto episodio, i cui protagonisti sono i componenti della mia coppia preferita del gioco, come previsto!
Eppure... Non sono molto soddisfatto di ciò che ho scritto, e sono convinto che questo sia il peggiore dei capitoli pubblicati finora. E la cosa mi dà molto fastidio, considerando appunto che si tratta della one-shot dedicata a Vaike e Palne! >_< Quindi vi prego, se notate dei difetti o dei problemi nella storia o nel testo, grandi o piccoli che siano, fatemeli notare. Voglio fare di tutto per migliorarla, anche se non so quanto sia possibile farlo una volta pubblicato tutto... Vabbè.
Parliamo brevemente di Vaike e Palne! Perché li adoro così tanto da considerarli i miei preferiti? Beh, non lo so! Sul serio, non c'è una motivazione specifica... Ma li amo alla follia. Per me sono fatti l'uno per l'altra, i loro sostegni sono semplici ma carinissimi, soprattutto quello S, e Vaike come padre di Yarne è... Fantastico!
Che altro posso dire su di loro? Mi piacciono entrambi anche come personaggi singoli, quindi la perfezione si perfeziona! Insomma, poche parole e poche spiegazioni, sono bellissimi e questo è il mio parere a riguardo ♥
Chiudo qui. Spero che, nonostante tutto, l'episodio vi sia piaciuto e vi ringrazio per averlo letto!

Alla prossima! :D



Vaike occupa il 10° posto nella mia classifica personale di gradimento dei personaggi di Fire Emblem Awakening.
Palne occupa il 7° posto nella mia classifica personale di gradimento dei personaggi di Fire Emblem Awakening.

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Capitolo 6
*** Invisible love - Kellam~Zelcher ***


Kellam (il cavaliere dimenticato) e Zelcher (l'amica delle viverne)

Zelcher tornò in Rosanne con la sua amata Minerva, e combatté per reclamare le terre perdute da Virion. Il nome di suo marito rimase sconosciuto.



«Ah, dovremmo essere arrivati, finalmente. Cominciamo a perdere quota, Minerva!»
Zelcher stava sorvolando il territorio di Rosanne in groppa alla sua fidata viverna, Minerva. Sul dorso di quest'ultima, insieme a lei, c'era anche suo marito Kellam, che la creatura aveva imparato a trasportare senza problemi nonostante il considerevole peso della sua armatura.
«Sei sicura che sia questo il posto segnato sulla mappa?» chiese il cavaliere, tenendosi forte mentre il drago iniziava a scendere.
«Certo, mio caro, è senz'altro il posto giusto!»
Finalmente le zampe posteriori di Minerva toccarono il suolo, atterrando nel bel mezzo di una radura erbosa circondata da una foresta. Zelcher e Kellam scesero, riuscendo finalmente a calpestare del terreno solido dopo tutte quelle ore di volo.
«Uh... Quindi, perché siamo qui, di preciso?» chiese lui, riprendendo fiato e scaricando i suoi “bagagli” dal dorso di Minerva.
«Oh, Kellam, mi sembrava di avertelo già spiegato...» disse Zelcher in risposta, iniziando a spiegare la situazione con il suo solito tono calmo e sereno «Questo posto è il centro dell'ultima regione conquistata da Walhart durante la guerra, uno dei territori che prima appartenevano al casato di Virion... L'ultimo che non siamo riusciti a recuperare. Tutti gli altri, per fortuna, li abbiamo riconquistati grazie alla diplomazia; l'impero di Walhart ormai è caduto, quindi tutti coloro che avevano colonizzato le altre regioni ce le hanno cedute senza fare tante storie. Questa zona, però... Non è ancora tornata sotto il nostro dominio, poiché coloro che la governano non ne vogliono sapere di arrendersi. Abbiamo bisogno di recuperare ogni singolo centimetro quadrato di terra, per riportare Rosanne al suo antico splendore, perciò non si fanno eccezioni. E poi c'è anche un piccolissimo villaggio qui nei dintorni, oltre alla foresta... Non possiamo lasciare quei poveri cittadini sotto il crudele dominio delle ex truppe di Walhart!»
Kellam sembrò stupito da quella storia, ma anche lui rimase tranquillo.
«Oh, ho capito... E pensare che ho deciso di accompagnarti in questa missione senza nemmeno sapere in che cosa consistesse, ah ah!»
«Hah, non ti starai mica pentendo di averlo fatto?» gli rispose lei, facendogli l'occhiolino mentre accarezzava il muso di Minerva.
«Certo che no! Come potrei?» aggiunse Kellam, arrossendo leggermente, per poi tornare serio «Comunque... In che modo dovremmo cercare di riottenere questi territori? Non capisco perché atterrare proprio qui...»
Zelcher replicò sottovoce, come se ci fosse qualcuno nelle vicinanze che non avrebbe dovuto sentirli: «Beh, come ho già detto, la diplomazia non ha funzionato con i governatori di questo piccolo luogo. Per questo è stato fissato un duello: per decidere definitivamente a chi spetterà questa terra»
Solo a quel punto Kellam sussultò, mantenendo comunque una tonalità bassa.
«S-stai scherzando? Hai organizzato un duello con dei completi sconosciuti? E saresti venuta qui a combattere da sola se io non mi fossi offerto di venire con te?»
Zelcher sospirò, ed ebbe soltanto il tempo di rispondere: «Speravo di non coinvolgerti, avrebbe potuto essere pericoloso...». Dopodiché, qualcosa si mosse tra gli alberi che li circondavano.
I due si guardarono intorno, all'erta, finché non videro qualcosa uscire dalle ombre del bosco ed esporsi alla luce del sole. O più che qualcosa... Qualcuno.
«Banditi? Anche qui?» esclamò Kellam, sorpreso quanto sua moglie.
Nella radura, infatti, erano appena comparsi circa una decina di individui che presentavano tutti i tratti caratteristici dei banditi. Tutti loro fissavano Zelcher, ridacchiando e bisbigliando tra di loro.
«Un momento...» disse improvvisamente Zelcher, alzando il tono di voce in modo da farsi sentire dai tizi «Siete VOI che detenete il potere su questo terreno? Degli ignobili banditi?»
Quello che, probabilmente, era il capo dei briganti scoppiò a ridere, prima di rispondere con voce roca: «Ci hai azzeccato, dolcezza. Siamo proprio noi!»
La ragazza assunse un'espressione confusa e concentrata, mentre Kellam la osservava, curioso di sapere a che cosa stesse pensando.
«Quindi... Ecco perché siete gli unici ad aver rifiutato di cedere le terre agli originali proprietari!» continuò Zelcher, parlando più che altro con sé stessa «Non siete ex truppe di Walhart... Siete dei banditi indipendenti che vogliono ampliare i propri possedimenti senza un motivo valido per farlo!»
Il capo annuì con superbia, senza smettere di ridere: «Sei perspicace, ragazza. Peccato che non ti servirà, quando sarai morta!»
All'improvviso, tutti i banditi si mobilitarono ed iniziarono a correre verso di lei. Zelcher saltò immediatamente in groppa a Minerva, armandosi della sua ascia d'argento ed alzandosi leggermente in volo.
I banditi la raggiunsero in pochi secondi, ma fu lei a scagliarsi per prima su di loro, colpendone uno e mettendolo immediatamente K.O.
«Oh wow» sospirò, risollevandosi in aria «Siete davvero deboli, mi sembra di capire. Mi stupisce che siate riusciti a sottomettere un paio di cittadini disarmati»
«Zitta, sgualdrina!» urlò un altro bandito, innervosito, cercando di attaccare la viverna con la sua lancia. Minerva non fece fatica ad evitare il colpo, e la sua cavallerizza contrattaccò con velocità, eliminandolo subito.
La storia si ripeté per svariati minuti, finché non rimasero solamente due avversari, e Zelcher non presentava la benché minima ferita.
«Ah, è stato un piacere lottare insieme a voi. Forse un po' noioso, ma comunque...»
La dama si preparò a dare il colpo finale al capo dei nemici, immobilizzato, ma non appena fece per abbassare l'ascia...
Qualcosa colpì Minerva alle spalle, e la creatura andò su tutte le furie, tanto è vero che Zelcher non riuscì a mantenerne il controllo... E cadde giù, atterrando violentemente sull'erba.
Era stato un arciere, l'ultimo bandito rimasto oltre al capo, che aveva scoccato una freccia ed aveva colpito la viverna grazie ad un po' di fortuna, dato che l'aveva colta nell'unico momento di distrazione (si stava concentrando sull'altro nemico).
A causa del forte impatto col terreno, Zelcher non fu in grado di rialzarsi subito in piedi, e le conseguenze furono gravi: il comandante dei banditi le arrivò addosso e la tenne bloccata a terra con un piede, con una forza tale da impedirle addirittura di muoversi. L'uomo rise follemente, mentre lei si divincolava invano.
«Fine della corsa, sciocca! Dì pure addio alle tue adorate terre... Ed alla tua vita!»
L'uomo sollevò la propria spada dietro alla testa, pronto a colpire Zelcher a morte, e lei chiuse gli occhi preparandosi al peggio...
Nell'aria echeggiò il rumore di una lancia che perfora un corpo, poi quello di un peso morto che cade a terra.
La ragazza spalancò immediatamente gli occhi, sentendo il peso sul petto che spariva, e non ci mise molto a capire cosa fosse successo.
Davanti a lei c'era Kellam, con la lancia d'argento in mano, e il corpo del bandito era immobile a terra. Prima che lei potesse dire qualsiasi cosa, suo marito si avviò verso l'ultimo arciere rimasto, pronto a colpirlo. Questo, terrorizzato, scagliò rapidamente una serie di frecce, ma queste rimbalzarono sull'armatura di Kellam come nulla fosse. Un solo colpo di lancia, ed anche l'ultimo brigante fu sconfitto.
Solo allora Zelcher fu in grado di alzarsi in piedi, con lo sguardo fisso su di lui.
«Kellam... Tesoro, ma come hai fatto?»
Lui la guardò a sua volta, e le sorrise serenamente, prima di rispondere.
«Oh, beh... Diciamo che da quando la battaglia è iniziata, tutti i banditi si sono concentrati solamente su di te... E probabilmente non si sono nemmeno accorti della mia presenza. Così ho avuto la possibilità di prepararmi per bene, ma non sono riuscito ad attaccare nessuno perché hai pensato a tutto tu... Finché non ho visto che quel tizio stava per sconfiggerti, così mi sono sbrigato a raggiungerlo. Lui naturalmente non mi ha visto, e così l'ho colpito!»
«Santo cielo...» mormorò Zelcher in risposta, sconvolta «Mi sono fatta prendere così tanto dalla battaglia che ti ho perso di vista! Oh, come ho potuto...»
Kellam vide che a sua moglie dispiaceva sul serio, quindi cercò di consolarla, con aria allegra.
«Suvvia, cara... Non è la prima volta che succede, e non sei certamente l'unica! Mi conosci, no?»
Lei sorrise leggermente e fece per rispondere, ma qualcos altro si mosse in mezzo agli alberi. Kellam e Zelcher rimasero in guardia, prima di rendersi conto che si trattava soltanto di un gruppo di innocui cittadini.
«L-lei chi è?» chiese uno di loro, evidentemente spaventato, rivolto a Zelcher.
«Voi dovete essere gli abitanti del paesino che si trova qua vicino, vero?» disse lei, di nuovo con un tono di voce tranquillo.
«S-sì... Abbiamo sentito dei rumori, c'è stata forse una battaglia?» rispose un altro cittadino.
«Proprio così» continuò a replicare la dama «I banditi che avevano il controllo su questa zona sono stati sconfitti, siete di nuovo liberi!»
Sul volto dei civili comparve subito un sorriso commosso, e tutti iniziarono ad esultare, urlando cose come: «Grazie, signora, grazie! Ci avete liberato dall'oppressione di quei dannati malfattori! Le saremo eternamente grati!»
Zelcher inizialmente non disse nulla e spostò lo sguardo su Kellam, ancora al suo fianco, che osservava la scena in silenzio; dopodiché, rispose.
«La vostra felicità mi lusinga, signori... Ma il merito non è soltanto mio. Anzi, se non fosse per un'altra persona, ora non sarei nemmeno viva. E questa persona...»
La ragazza afferrò inaspettatamente il braccio del marito e lo alzò al cielo, con sua sorpresa; solo allora i cittadini sembrarono rendersi conto della presenza del cavaliere.
«È proprio qui! Quest'uomo non ha salvato soltanto la vostra libertà, ma anche la mia vita...» Zelcher guardò timidamente suo marito negli occhi, continuando a parlare «E questo è soltanto uno degli infiniti motivi per cui lo amo. Perciò ricordatevi per sempre questo nome: Kellam!»
I cittadini tennero lo sguardo fisso su di lui, poi continuarono ad esultare e festeggiare, urlando il nome del loro nuovo eroe.
«Kellam! Kellam! Kellam! Kellam!»
Lui non riuscì a dire una sola parola; guardò prima i cittadini, poi Zelcher, con le lacrime agli occhi. Aveva finalmente trovato l'attenzione e l'amore che bramava da anni.
«Zelcher, io... Non so davvero...» iniziò a balbettare, emozionato «Sappi soltanto che... Ti amo. Ti amo moltissimo!»
Lei sorrise, arrossendo quasi quanto lui, rispondendo: «Anch'io ti amo, Kellam. Con tutta me stessa. Grazie per avermi salvato la vita... Un'altra volta!»
Lui non seppe più cosa rispondere, perciò si “limitò” ad avvicinare il proprio viso a quello di Zelcher per baciarla.

Lei ricambiò il bacio con altrettanto sentimento, ed alle loro spalle Minerva ruggì di felicità.






 


Ed ecco che termina un altro episodio!
Che cosa posso dire, in breve, di Kellam e Zelcher? Beh, come tutti i pairing che ho formato, mi piace davvero. Essendo Zelcher l'ultima delle donne della prima generazione ad unirsi al gruppo (di quelle che possono sposarsi con qualcuno che non sia l'avatar, si intende), non ha avuto moltissima scelta al momento del matrimonio... Però, quando ho visto le sue prime conversazioni con Kellam, ho preso la mia decisione e non me ne sono affatto pentito! Sono molto carini, niente da dire C: Peccato che l'epilogo di Kellam, indipendentemente dalla donna che lo accompagna, sia sempre piuttosto triste... Vabbè.
Tutto qui, allora. Grazie mille per aver letto questo sesto episodio, ci sentiamo al prossimo! Bye bye! :D




Kellam occupa il 17° posto nella mia classifica personale di gradimento dei personaggi di Fire Emblem Awakening.
Zelcher occupa il 38° posto nella mia classifica personale di gradimento dei personaggi di Fire Emblem Awakening.

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Capitolo 7
*** Afraid of losing you - Donnel~Nowi ***


Donnel (l'eroe del villaggio) e Nowi (l'eterna ragazzina)

Donnel tornò nel suo piccolo paesino e cominciò una vita felice con sua madre e sua moglie, Nowi. Lei si innamorò della sua nuova casa, e corse libera attraverso pianure e montagne con l'energia di un gatto.



«Chissà dove diamine è andata a cacciarsi stavolta...»
Il giovane contadino Donnel, sotto ad un cocente sole estivo, stava vagando tra i vasti campi del suo paesino natale, in una zona pianeggiante momentaneamente non utilizzata per l'agricoltura. A dirla tutta, si trovava piuttosto lontano dal centro abitato del villaggio, poiché aveva intrapreso quel mini-viaggio con un obiettivo specifico e piuttosto importante: ritrovare sua moglie, Nowi.
La Manakete, infatti, non si era più fatta vedere dall'inizio della giornata, che a sua volta stava già per giungere al termine. Donnel conosceva già questa sua abitudine ad allontanarsi per andare a “fare un giretto”, ma non era mai successo che rimanesse fuori per così tante ore di fila... Così il ragazzo si era preoccupato, e si era messo a cercarla dappertutto nelle aree boschive e pianeggianti circostanti.
Ormai la stava cercando da quasi due ore, ma di lei non aveva trovato ancora nessuna traccia. Ad un certo punto, decise di non limitarsi a cercarla ma di provare a farsi trovare.
«Nowi? Noooowiiiii?!» iniziò ad urlare Donnel, con la voce che rimbombava sulle montagne poco lontane da lì «Dove sei finita? Vieni fuori, tra poco sarà buio!»
Nessuna voce rispose a quel richiamo. Donnel sospirò, asciugandosi il sudore e guardando il cielo con aria esasperata. Alta nel cielo c'era soltanto la figura di un uccello, probabilmente un'aquila viste le dimensioni, che osservava la campagna con tranquillità ed indifferenza.
«Comincio a preoccuparmi davvero...» mormorò il ragazzo tra sé e sé, abbassando lo sguardo «Sarà anche in grado di trasformarsi in un drago ammazza-umani o cose così, ma chissà cosa potrebbe succederle...»
Mentre era immerso nei suoi pensieri, un'ombra indistinta si fece sempre più ampia intorno a lui. Immediatamente, Donnel alzò di nuovo lo sguardo... E capì che ciò che aveva visto prima non era un uccello, bensì...
«Per gli dèi, un drago!»
Il contadino si buttò a terra, in modo da evitare che la creatura gli arrivasse direttamente addosso. Questa infatti atterrò pochi metri più in là, e dopo aver sfiorato il terreno, venne avvolta per pochi secondi da una luce rosa. Quando questa sparì, e Donnel la osservò...
«Nowi! Ma sei davvero tu?»
La Manakete si girò, in modo da guardare suo marito negli occhi sorpresi, ed esclamò: «Woah, questo sì che è stato un bel volo! Mi sono sgranchita tuuutte le ossa, sto davvero bene!»
Suo marito si alzò in piedi e le corse incontro, fermandosi di fronte a lei.
«Per mille carrube, Nowi! È tutto il giorno che ti cerco, io e la gente al villaggio eravamo preoccupatissimi! Dove ti eri cacciata?»
Lei lo guardò, sorridente, come si fosse accorta solo ora della sua presenza.
«Hey, ciao Donny! Come mai sei da queste parti? Sei venuto anche tu a fare un giretto in questa bellissima piana? Che bello! Forza, chi arriva per ultimo a quell'albero è una vecchia viverna!»
Nowi fece per correre via, ma Donnel riuscì ad afferrarla per un braccio e bloccarla. Poi la guardò negli occhi con sguardo felice, severo ed agitato allo stesso tempo.
«Hai sentito quello che ho detto? Credevamo che ti fossi persa!»
La Manakete non perse il sorriso, ma si calmò un po'.
«E perché avrei dovuto perdermi? Non è la prima volta che me ne vado a fare una passeggiata! Questo posto mi piace così taaaaanto!»
«Sì, ma... Avresti almeno potuto avvisare! Te ne sei andata all'alba, ora è quasi sera e non abbiamo avuto nessuna notizia di te per tutto il giorno... È ovvio che ci siamo preoccupati! Non farlo più, d'accordo?»
A quel punto il sorriso sparì lentamente dal viso di Nowi, trasformandosi in una curva verso il basso, mentre i suoi occhi si facevano man mano più lucidi e gonfi. Bruttissimo presagio, e Donnel sapeva benissimo cosa stava per accadere... Ma era troppo tardi per fermarla.
«Ma io... Io... UEEEEEEEEEEEEH!»
La ragazza scoppiò a piangere come il suo solito, con le lacrime che le sgorgavano incessantemente dagli occhi e con le guance paonazze.
«Oh no, Nowi... N-non piangere! Che è successo? Ho detto qualcosa che non va?» chiese ingenuamente Donnel, balbettando.
«Tu... Sniff... Tu non mi ami più, è vero?» disse lei tra i singhiozzi, causando nel marito un enorme sensazione di imbarazzo e disagio.
«C-che stai dicendo? Come potrei non amarti più?»
«Non fare finta di niente, lo so che è così!» replicò la moglie, sempre tra le lacrime, triste e frustrata «Mi hai sgridata e rimproverata, e questo significa che ho fatto qualcosa che non ti piace! Lo sapevo che non eri più innamorato di me, l'ho sempre temuto! Sniff... Ma non posso biasimarti. Tutti non fanno altro che dirmi che sono infantile ed immatura per la mia età, perfino nostra figlia! Come fai ad amare una persona così? Sob...»
Donnel rimase senza parole per quasi un minuto, durante il quale il silenzio venne infranto soltanto dai continui pianti di Nowi e da qualche breve raffica di vento. Dopodiché, il ragazzo parlò.
«Nowi... Mi dispiace che tu sia arrivata a pensare queste cose completamente sbagliate. Perché devi sapere che... Se ti ho “sgridato”, e mi dispiace di averlo fatto in modo così brusco, è soltanto perché ero molto preoccupato per te... Tutti lo eravamo! Sai, non avrei sopportato l'idea che qualcuno potesse averti fatto del male, anche se si fosse trattato di un animale selvatico. Per questo sono venuto a cercarti! E quando ti ho ritrovata sana e salva, beh... Ero talmente contento che mi sono lasciato un po' andare, comportandomi in modo antipatico. Spero che mi perdonerai. L'unica cosa che voglio è che tu sia al sicuro... E felice»
Le lacrime smisero di scendere dagli occhi di Nowi, che parlò con voce tremante.
«Quindi... Non è vero che non mi ami più? Sei ancora innamorato di me?»
Lui le si avvicinò e le passò una mano sulla guancia.
«Certo che non è vero. Sono sempre stato innamorato di te, dal primo momento, senza mai esitare. E la cosa vale ancora adesso, perché... Ti amo, Nowi»
Finalmente la Manakete tornò a sorridere, e si lanciò tra le braccia del ragazzo.
«Oh Donny, sei così adorabile! Ti amo anch'io, tanto tanto tanto! Scusa se ti ho fatto prender paura!»
Dall'iniziale abbraccio scaturì poi un bacio, con il quale i sentimenti che i due avevano appena ri-confessato furono confermati. Quando anche questo finì, Donnel e Nowi continuarono a tenersi per mano, mentre il sole iniziava a tramontare dietro alle montagne.
«Allora, torniamo al villaggio? È quasi ora di cena, e oggi mamma ha cucinato la zuppa che ti piace tanto!»

«Evviva! Se l'avessi saputo prima, sarei rimasta lì tutto il giorno ad aiutarla!»






 


E dopo una lunga settimana di inattività, ecco il prossimo episodio!
Okay, lo ripeto quasi ogni volta e la cosa si starà rivelando molto fastidiosa, ma... Credo che questo sia il capitolo peggiore di quelli pubblicati finora, e lo dico sinceramente.
Più che altro perché ho paura di essere andato molto OOC, soprattutto con Donnel (che improvvisamente è passato da contadino sgrammaticato a playboy perfezionista), e di aver mandato avanti la narrazione in maniera frettolosa e sbrigativa... Ho addirittura cercato di storpiare apposta il suo modo di parlare per rientrare di più nel personaggio, ma... Meh. Vabbè, vedremo nelle eventuali recensioni. Siate sinceri e schietti, mi raccomando!
Allora, Donnel e Nowi... So che si tratta di una coppia piuttosto popolare, più che altro perché dall'unione di questi due personaggi nasce poi una Nah molto forte in battaglia. Io, però, non mi baso mai su questi fattori quando devo decidere un pairing da creare, e questi due non fanno eccezione. Trovo semplicemente che siano carinissimi insieme, e che Nowi sia felicissima nel vivere insieme a lui in quel paesino di campagna. Very cute.
Per il prossimo episodio sono completamente a corto di idee (ma non ti ispirazione!), quindi potrebbe volerci un po' prima di pubblicarlo... Spero soltanto di non metterci troppo.
La chiudo qui. Come sempre, grazie mille a quelli che hanno letto questo nuovo episodio!

Ci sentiamo al prossimo! :D



Donnel occupa il 44° posto nella mia classifica personale di gradimento dei personaggi di Fire Emblem Awakening.
Nowi occupa il 22° posto nella mia classifica personale di gradimento dei personaggi di Fire Emblem Awakening.

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