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Lista capitoli: Capitolo 1: *** 1. Here I dreamt I was a soldier {War Doctor - The Day of the Doctor}. *** Capitolo 2: *** 2. Double exposure {Madame Vastra/Jenny}. *** Capitolo 3: *** 3. I’ve seen your picture / your name in lights above it {John Smith/Joan Redfern – Human Nature}. *** Capitolo 4: *** 4. Your face lights up when someone says: “It might be dangerous” {Eleven/River Song}. *** Capitolo 5: *** 5. Because something beautiful was hidden there {Nine/Rose}. *** Capitolo 6: *** 6. There’s so much I want to say to you {Ten/Rose – Doomsday}. *** Capitolo 7: *** 7. Things you need to forget {Donna Noble}. *** Capitolo 8: *** 8. About doubles and brothers and shadows {Ten/Martha}. *** Capitolo 9: *** 9. Where it has not rained for days {Amy/Rory}. *** Capitolo 10: *** 10. The stars remain the same {Clara Oswald}. *** Capitolo 11: *** 11. The past takes its meaning from whatever we do right now {Kazran/Abigail – A Christmas Carol}. *** Capitolo 12: *** 12. He does not want to come in {TARDIS/Doctor}. *** Capitolo 13: *** 13. I am very small {Elton/Ursula - Love & Monsters}. *** Capitolo 14: *** 14. I'd prefer you didn't think I'm cute {Rory Williams}. *** Capitolo 15: *** 15. Are you going, brother? {Ten/Eleven}. *** Capitolo 16: *** 16. So far, this has been a one-way tale {River Song}. *** Capitolo 17: *** 17. Of coming-of-age during wartime, and never reaching the proper age {Twelve/Clara}. *** Capitolo 18: *** 18. You see time burning { Doctor – The Ring of Akathen}. *** Capitolo 19: *** 19. At the beginning of his life {Jenny/Doctor – The Doctor’s Daughter}. *** Capitolo 20: *** 20. Dreams will only break your heart {Doctor/Sarah Jane Smith}. *** Capitolo 21: *** 21. Men are not bought and sold with words alone {Sally/Larry – Blink}. *** Capitolo 22: *** 22. They looked at each other, baffled, in love and hate { Old Amy – The Girl Who Waited}. *** Capitolo 23: *** 23. Dance parties set to symphonies of social grace {Amy/Rory}. *** Capitolo 24: *** 24. If they fail to feed the hungry monster {Eleven}. *** Capitolo 25: *** 25. Love that drives you to death {Vincent and the Doctor}. *** Capitolo 26: *** 26. The art of looking interesting {Martha Jones}. *** Capitolo 27: *** 27. As seen from a poet’s distance, while dressed in white {Rose Tyler}. *** Capitolo 28: *** 28. Don’t look back, don’t look back {War Doctor}. *** Capitolo 29: *** 29. The future belongs to someone else {Ten/Reinette}. *** Capitolo 30: *** 30. But all stories end: you know that {Eleven/Amelia – friendship}. *** Capitolo 31: *** 31. Otherwise, what’s the point? {Twelve/Clara}. ***
Capitolo 1 *** 1. Here I dreamt I was a soldier {War Doctor - The Day of the Doctor}. ***
Come on, Doctor, show me the stars.
1. Here I dreamt I was a
soldier {War Doctor}
«Ieri ero il Dottore, oggi sono un soldato. Com’è possibile?».
Le pareti echeggiano la sua voce, il suono rimbomba distintamente all’interno
della radura deserta: ironico, pensa, da quando il silenzio è
diventato così pesante? E dire che, a universi di distanza, si sta combattendo lo scontro che
deciderà le sorti dell’una e dell’altra fazione: a quel punto sembra
inevitabile chiedersi come si possa essere arrivati a tanto, quale sia stata la
causa primaria di tale flagello.
«I bambini di Gallifrey», riflette il Dottore, puntando lo sguardo in direzione
del Momento, «Non vedranno più la luce del sole. Quel sole bellissimo…».
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Qualche tempo fa bazzicavo tra le varie challenge su LJ, finché
non ne ho trovata una che mi ha ispirata particolarmente: la 31_days, da cui ho preso solo
i prompt. Alcuni mi ricordavano proprio alcuni personaggi/ships di DW, così ho
pensato di trattare ogni giorno un personaggio oppure una coppia differente.
Saranno tutte drabble, in ogni caso. Questa è, ovviamente, ispirata a: “The
Day of the Doctor”, ho preferito iniziare con il Dottore della Guerra
Temporale perché è un personaggio (per quel poco che ho visto) con varie
sfumature. Prossima: Madame Vastra/Jenny.
Le strade londinesi sono alquanto indiscrete in epoca vittoriana e Madame
Vastra non vorrebbe mai che, a causa di ciò, Jenny fosse accompagnata da un
certo chiacchiericcio circa la natura della loro intimità. Si dirigono
verso la carrozza, laddove Strax tenta di convincere un cavallo a sottomettersi
al suo volere, un’altra giornata sta per volgere al termine e finalmente la
tanto sospirata libertà sarà loro concessa. Ed è a quel punto, in modo
assolutamente impensato, che Madame Vastra viene colta di sorpresa: le mani di
Jenny, calde e discinte, stringono la presa in quelle della compagna, coperte
da morbidi guanti di velluto.
«Oh, Jenny cara…». Oltre il velo di pizzo, le labbra di Madame Vastra si sciolgono in un
sorriso; Jenny contraccambia stringendo maggiormente la stretta e, mostrando
una fila di perle bianche a sua volta, sentenzia: «Madame… spero con tutto il
cuore che quell’espressione sia ancora lì, al nostro arrivo».
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Non ho proprio idea di come possa essere venuta, ho immaginato che
la Londra vittoriana fosse molto chiacchierona all’epoca e Madame Vastra e
Jenny cercassero di tenere le distanze, almeno in pubblico. Ho voluto inserire
anche il mio adorato Strax, tra le altre cose, con le sue manie di onnipotenza.
:’3 Prossima: Doctor/Joan (Human Nature).
Capitolo 3 *** 3. I’ve seen your picture / your name in lights above it {John Smith/Joan Redfern – Human Nature}. ***
Come on, Doctor, show me the stars.
3. I’ve seen your picture /
your name in lights above it {John Smith/Joan – Human Nature}
Le rimangono, in fin dei conti, solo le pagine ormai antiquate di un vecchio
diario: sono passati decenni, eppure Joan non riesce a lasciar andare quell’agrodolce
ricordo.
Se non può vivere una lunga e felice realtà, allora John Smith diverrà il prodotto
della sua immaginazione: Joan Redfern scarabocchia le pagine e le impregna di
inchiostro vivido, finché le dita non sono abbastanza indolenzite e devono
allentare forzatamente la presa.
«John Smith o, meglio, il Dottore…», racconta Joan, attorno ad un fuocherello
scoppiettante, «… L’uomo con gli occhi più tristi che abbia mai visto. Paradossalmente
troppo umano per accettare la propria umanità».
Il polso è ancora debole, le labbra fremono quando pronuncia il suo nome, gli
occhi fanno fatica a distinguere i profili della natura: eppure Joan continua a
riempire le pagine, pur sfocate, di quel che sembra somigliare sempre più
ad un sogno e sempre meno alla realtà.
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Questa drabble fa riferimento all’episodio 03x09 (Human Nature), ho
pensato di usare il personaggio di Joan perché in questa raccolta vorrei
trattare anche i cosiddetti personaggi “minori”. J
E, niente, questo episodio ha tirato fuori tutti i miei feelings ed è uno dei
miei preferiti di sempre. Oh, una cosa importante: il fatto che Joan pensi che
il Dottore/John Smith abbia gli occhi tristi, è una citazione che ho voluto
riprendere da: “The Day of the Doctor”, quando Clara dice a Eleven: “Those
big sad eyes”, ecco. Prossima: Doctor/River Song.
Capitolo 4 *** 4. Your face lights up when someone says: “It might be dangerous” {Eleven/River Song}. ***
Come on, Doctor, show me the stars.
4.Your
face lights up when someone says: “It might be dangerous” {Eleven/River Song}
«Se le prigioni fossero tutte così…», commenta River Song, sospirando.
Parigi, negli ultimi decenni dell’Ottocento, è uno splendore: sembra un’opera
schizzata ad olio, probabilmente un’anticipazione di quel che poi sarà il Novecento.
Eppure, in compagnia di un Signore del Tempo, nulla sembra troppo all’avanguardia:
il Dottore avrà sempre la precedenza, di qualunque tempo e luogo si tratti.
«Avrei molto più lavoro da fare», replica il Dottore, sfiorandole la punta del
naso con l’indice, «Ma dimentico sempre che tu sei una cattiva ragazza, River».
«Non saprai mai quanto», ribatte lei, afferrando il suo braccio con fare deciso.
Sorprendentemente il Dottore non pare così imbarazzato, ma River trattiene l’ombra
di un sorriso e si volta dalla parte opposta per non darlo a vedere.
«Un giorno scoprirò tutte le tue debolezze, River», annuncia il Dottore, quasi come
una scommessa.
River non può far altro che affiancarlo, rivolgergli un’occhiata sarcastica e
sentenziare con aria risoluta: «Spoilers».
Questo prompt mi ricordava troppo loro (e tra l’altro mi sono
sfuggite le parole di mano, vabeh. XD)!
Il Dottore di cui si parla, in ogni caso, è Eleven. Ho immaginato che avesse
portato fuori di prigione River Song (ormai cosa usuale per lei!), nella Parigi
di fine ‘800. E, ovviamente, ho inserito una espressione ormai divenuta ormai
nota tra i Whovians. Ringrazio roxy_xyz per aver recensito tutte le
storie (risponderò appena possibile, ma grazie mille per le belle parole. *-*),
nonché: B Rabbit, Federyk, jaybree, roxy_xyz e wendy_candy per
averla inserita tra le seguite. J Prossima: Nine/Rose.
Capitolo 5 *** 5. Because something beautiful was hidden there {Nine/Rose}. ***
Come on, Doctor, show me the stars.
5.Because something beautiful was hidden
there {Nine/Rose}.
Dopo l’ennesima discussione, il Dottore e Rose prendono strade diverse: quando
lei smetterà di essere così insolente, allora forse giungeranno ad un
compromesso. Ma Rose, ovviamente, ammette di non avere alcuna colpa e lo accusa
persino di avere un atteggiamento aggressivo.
Il Dottore ha più di Novecento anni – dovrebbe smettere di contarli –,
ha visto cose che potrebbero sembrare pura fantascienza per taluni, ha percorso
distanze inimmaginabili per altri e non si farà certamente rimbeccare da una
ragazzina.
Ma, alla fine del viale, il Dottore si è già pentito e tutta la rabbia sembra
essersi esaurita in poche intrepide falcate. Eppure, prima che possa davvero
tornare indietro, Rose alza le braccia in alto in direzione del TARDIS e lo
invita a raggiungere la strada opposta.
Il Dottore sbuffa sonoramente, finge di prestarle poca attenzione, eppure
lascia che proceda all’interno del TARDIS prima di lui.
«Ora capisci, Dottore, il motivo per il quale hai bisogno di me?». Oh, lo capisco Rose, ma vi sono ben altre ragioni.
Drabble pseudo-comica e pseudo-giocosa, stavolta,
amavo tanto le loro discussioni e il modo in cui poi Nine si pentiva e Rose
ammetteva le sue colpe. Faceva molto “coppia sposata”, ecco. :’D Prossima: Ten/Rose {Doomsday}. Ora capite perché ho voluto scrivere prima
una drabble leggera? XD
Capitolo 6 *** 6. There’s so much I want to say to you {Ten/Rose – Doomsday}. ***
Come on, Doctor, show me the stars.
6.There’s so much I want to say to you
{Ten/Rose – Doomsday}.
Se solo fosse possibile quantificare il dolore, forse potrebbe somigliare ad
una crepa apertasi nel tessuto temporale: così la pensa il Dottore, almeno quel
giorno, sforzandosi di reagire con estrema ironia. Eppure, senza volerlo
davvero, ha scosso il capo troppo frettolosamente e le lacrime hanno preso
forma sul suo volto, sciogliendosi sugli zigomi come tante parole mancate.
Non è la prima volta che il Dottore dice addio, non sarà certo l’ultima: ormai,
in più di Novecento anni nel tempo e nello spazio, quella parola dovrebbe
essergli diventata familiare. Ma, no, rinnega tra sé e sé qualche attimo
dopo, al dolore non si fa mai l’abitudine. Non davvero o, almeno, non stavolta.
Il TARDIS continua a distanziarsi dalla Terra, credendo ingenuamente di
allontanarlo da quel cruccio; ma le parole che avrebbe dovuto dire suonano e
risuonano nella sua mente come un’eco e, né le notti né tantomeno i giorni,
potranno porvi rimedio.
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Vabeh, non credo di dover spiegare quali sono le famose parole (“Rose Tyler,
I…”. E i miei feelings fecero “kaboom”. L). Prossima: Donna Noble: “Things you need to forget”.
Tanto per la cronaca: sarà una introspezione, ho deciso di scrivere alcuni
“POV” sui singoli personaggi e lei è uno dei miei preferiti. E poi il prompt
calzava a pennello *more feelings*.
Capitolo 7 *** 7. Things you need to forget {Donna Noble}. ***
Come on, Doctor, show me
the stars.
7.Things you need to forget {Donna
Noble}.
Ogni volta che il Dottore incrocia lo sguardo di Donna Noble sente come una
profonda fitta, in direzione dei suoi cuori: quindi, salvandosi a fatica dall’ennesimo
tiro mirato, svolta il capo con rapidità e finge che si tratti di un giorno
come gli altri sulla Terra.
Wilfred non sembra essere concorde, però, tant’è che arriva ad implorarlo: il
Dottore sforza un sorriso, sfidando una patina di tristezza, dopodiché sfila
dalla giacca l’usuale montatura.
Se il Dottore potesse obbedire alle uniche leggi che i suoi cuori gli dettano,
di certo non avrebbe viaggiato da solo nel tempo e nello spazio per così tanto
tempo: c’è sempre qualcuno che deve lasciare, taluni da salutare e altri da
dimenticare.
Saranno sempre loro a dimenticare, in fondo, non è così?
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Scusatemi Whovians, sono sparita per un po’… il tempo di
riordinare le idee, ecco. E, lo so, sono stata cattivissima in questa storia
(ambientata, ovviamente, nelle ultime puntate della S4). Già che ci sono, ne
approfitto per ringraziarvi delle bellissime recensioni e delle
preferite/seguite/ricordate. :’)
Capitolo 8 *** 8. About doubles and brothers and shadows {Ten/Martha}. ***
Come on, Doctor, show me the stars.
8.Aboutdoubles and brothers and shadows {Ten/Martha}.
«Osserva Martha…», si esalta il Dottore, puntando il
cacciavite sonico contro l’astruso oggetto. «E…ding!», esclama a gran voce,
complimentandosi con se stesso.
Martha si passa una mano sul volto, dopodiché proclama: «Dottore, ti devo
ricordare che fra poco inizio l’ennesimo turno di lavoro? E, per la cronaca,
non il mio lavoro».
«Vuoi provare la mia macchina che fa ding?».
Il Dottore sarà sempre lo stesso, che possa vivere novecento o più anni, ha l’intuito
di uno scienziato e la curiosità di un bambino. Forse è quel binomio, per
quanto inusuale, a renderlo unico.
Ma, in alcuni momenti, il Dottore abbassa le spalle e modula il tono di voce: «Ti
prometto che ne usciremo, Martha».
È proprio in quegli attimi di pura, semplice e spensierata quotidianità che
Martha ritorna sui suoi passi e si rende conto che non rimpiangerà mai la sua
decisione: «Lo so, Dottore. Anche perché ogni statua inizia a sembrarmi un
angelo piangente, quindi spero che il tuo…ding, collabori!».
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Lo sfondo della storia è l’episodio “Blink”, in cui appunto compare la macchina che fa ding. Che poi è anche un riferimento a “The Dayof the Doctor”.
Insomma, ci sono affezionata. Per quanto riguarda il prompt,
per “brothers” ho inteso Martha e il Dottore, anche
se lei provava dei sentimenti per lui. Ma d’altronde a me piaceva molto più l’aspetto
“amichevole” del loro rapporto. :3
Capitolo 9 *** 9. Where it has not rained for days {Amy/Rory}. ***
Come on, Doctor, show me the stars.
9.Whereithasnotrainedfordays {Amy/Rory}.
La prima volta che Rory Williams la baciò fu
in un giorno di pioggia, elaborando un appuntamento riuscito alla perfezione,
non fosse altro per il maltempo. Così
tipico di Rory, d’altronde.
Da quel momento in avanti, ogni volta che nel cielo incombevano pesanti
nuvoloni, Amy pensava a Rory: se ne era innamorata
così, il giorno in cui aveva capito che l’uomo della sua vita era quello che
tentava di accendere una candela sotto la pioggia, solo per rendere quell’appuntamento
più romantico.
Ora, però, quei ricordi non dovrebbero essere null’altro che polvere: da quando
lo ha cacciato di casa, Amy non ha visto una sola goccia di pioggia e questo,
tecnicamente, non dovrebbe farle pensare a Rory. Eppure
Amy ha la sensazione che ove non piova, piova ancora di più e l’unico rifugio
sicuro sarebbe al fianco di Rory, per quanto voglia
negarlo.
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Io amo moltissimo Amy e Rory, i Ponds sono uno dei miei
capisaldi di DW. E, sì, ho utilizzato un elemento abbastanza banale come la
pioggia ma la loro separazione nella S7 mi ha causato tanti feelings
e ho voluto descriverli. Per fortuna è durata poco, anche se poi Moffat si è rifatto… eccome. e_e
Ebbene sì, ho aggiornato con ben tre drabble. Okay,
riprendo l’idea originale di questo progetto e mi impegno ad aggiornare una drabble al giorno. A domani con la drabble
incentrata su Clara!
Capitolo 10 *** 10. The stars remain the same {Clara Oswald}. ***
Come on, Doctor, show me the stars.
10.The stars remain the same {Clara
Oswald}.
Sin da quando era bambina sua madre le aveva raccontato le storie più svariate
circa la natura delle stelle, così Clara era cresciuta con l’idea che la
costellazione al di sopra di lei fosse popolata di persone.
Un’idea infantile e futile, magari, ma almeno abbastanza valida da permetterle
di collezionare l’ennesimo ricordo di sua madre. Così, ogni qual volta il
Dottore bussava alla sua porta – a meno che non piombasse all’interno della sua
casa con il TARDIS, si intendeva –, la prima richiesta di Clara era sempre e
solo una: «Avanti, Dottore, mostrami le stelle». E la cosa più bella era che Clara non sentiva neppure il bisogno di fornire
al Dottore una spiegazione, a lui bastava leggere nei suoi occhi quell’unico
desiderio e tanto bastava.
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Oh, Clara, my impossibile girl. Diciamolo, non vedevo l’ora di
utilizzare la citazione che intitola l’intera raccolta (anche se questa
citazione originariamente appartiene ad un altro personaggio, Christina,
apparsa in “Planet of the dead”).
Una precisazione: il Dottore in realtà sa della storia di Clara ma, se vi
ricordate, lei non ha dei sospetti fino ad un certo episodio. Quindi il Dottore
qui sa di sapere, diciamo così, ma finge di non saperlo. XD Prossima: Kazran/Abigail – A Christmas Carol(altra ship,
apparsa in un solo episodio, che mi ha ucciso i feelings).
Capitolo 11 *** 11. The past takes its meaning from whatever we do right now {Kazran/Abigail – A Christmas Carol}. ***
Come on, Doctor, show me the stars.
11.The
past takes its meaning from whatever we do right now {Kazran/Abigail – A
Christmas Carol }.
Kazran ha trascorso talmente tanto tempo a rimuginare sul passato, che non
si è mai goduto il presente e, di conseguenza, il futuro. Dopotutto discende dall’uomo
più terribile dell’intera città e talvolta Kazran teme che abbiano sin troppi
lineamenti in comune.
Ma, ora che il Natale è salvo, quei brutti ricordi stanno iniziando a sfumare
e, al loro posto, se ne fanno avanti di migliori.
Quando Abigail accarezza gli stessi tratti che egli disprezza, il passato
sembra essere solo uno specchio d’acqua galleggiante, un riflesso che si staglia
in un’infinità di pozze.
«Sei lo stesso uomo di cui mi sono innamorata anni fa», asserisce Abigail,
articolando le parole come in uno spartito. Ma non sta cantando, non è vero? «Non proprio», ammette lui, chinando leggermente il capo.
«Ma i tuoi occhi, il modo in cui abbassi lo sguardo quando ti senti in
imbarazzo… sei sempre il mio Kazran».
Non è ancora troppo tardi – si ripete Kazran, incorniciando il volto dell’amata
nella propria mente.
«E non smetterò mai di esserlo, Abigail».
Sì, ho speso qualche parolina in più del dovuto. Ma voi non potete
capire – o forse sì – lo stato in cui mi ridusse questo speciale di Natale la
prima volta che lo vidi. Ero una valle di lacrime, ecco.
Comunque, vi anticipo che la prossima sarà una TARDIS/Doctor – ovvero, per
essere più precisi, il Dottore visto dal punto di vista (scusate il gioco di
parole) del TARDIS. Sarà un esperimento per me, spero gradirete. XD
Capitolo 12 *** 12. He does not want to come in {TARDIS/Doctor}. ***
Come on, Doctor, show me the stars.
12.Hedoesnotwantto come in {TARDIS/Doctor}.
Sin dai tempi più remoti il TARDIS aveva sempre affiancato il Dottore: era e
sarebbe stato sempre così, nella buona e nella cattiva sorte, come in una sorta
di connubio imprescindibile.
Il TARDIS aveva vissuto ogni singola giornata del Dottore e con lui talvolta
aveva gioito per i successi, alcune volte pianto per le sconfitte e, in molte
più occasioni di quante immaginasse, ne aveva condiviso i dolori: i suoi
compagni di viaggio proseguivano con le loro vite, taluni non avevano neppure
avuto il tempo di dire addio, altri si erano persino dimenticati della sua
esistenza.
Talvolta il Dottore aveva l’impressione di non essere altro che una storia, ma
era il TARDIS a riportarlo alla realtà: sapeva che non avrebbe mai potuto resistere
al compimento di una nuova avventura, così i suoi motori si attivavano e lo esortavano
a viaggiare.
E talora vi erano delle giornate particolari, uniche in questo senso, in cui il
Dottore poggiava le mani sulla console e raccontava qualche aneddoto, piccolo o
grande, della sua vita: «Perché, sai, superati i mille anni le storie bisogna
iniziare a narrarle a voce. Si rischia di perderle, altrimenti».
Per quanto il Dottore si ostentasse a negarlo, il TARDIS aveva capito che alcuni
racconti, veri o fittizi che fossero, apparivano fondamentali per la sua stessa
esistenza: erano quei ricordi che gli
permettevano di oltrepassare la soglia della cabina, proprio nei giorni in cui
le storie sembravano concluse.
_________________________________________
Eccomi qui, ho cercato di sintetizzare
quel che per me rappresenta il TARDIS nella vita del Dottore: l’ho quasi
personificato, a dire il vero (non è raro, dopotutto, basti ricordare come il
TARDIS si comportava con Clara e come il Dottore si rivolga ad esso come una
vera e propria persona. Ma non dimentichiamoci che è LA TARDIS, per la
precisione il suo nome è: “Sexy”). Prossima: Elton/Ursula – Love & Monsters (sì, proprio quell’episodio di cui non si parla
mai. :’D).
Capitolo 13 *** 13. I am very small {Elton/Ursula - Love & Monsters}. ***
Come on, Doctor,
show me the stars.
13.I amverysmall {Elton/Ursula – Love
& Monsters}.
A volte l’amore è solo una questione di sguardi, Elton lo ha imparato al fianco
di Ursula: sin da quando il progetto LINDA ha preso avvio, tramutandosi ben
presto in tutt’altro, le mattine sono iniziate a sembrare più luminose e le
notti meno oscure. Apparentemente la luce è sempre in agguato e,
prospettiva ancor più allettante, pare seguire sempre Ursula.
L’amore, però, talvolta è anche questione di tempismo: a Elton sono bastati
solo pochi secondi, poiché per la prima volta l’ha vistadavvero, ma con gli occhi
dell’anima.
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Oh, sì, quanto fluff (quanto
poco da me). Ma ne ispiravano troppo!
Le ultime due righe fanno riferimento al finale dell’episodio, quando Elton
decide che vivrà accanto alla Ursula-di-pietra per
tutta la vita.J
Da ragazzini, quando si trattava di coprire le assenze o trovare una
giustificazione adeguata, Rory era sempre stato l’amico
più leale del mondo. In verità, quando si trattava di Amy, sarebbe potuto
crollare persino il mondo, Rory lo avrebbe retto solo
per lei.
Il giorno in cui Amy aveva visto
attraverso gli occhi di Rory il mondo che lui avrebbe
potuto offrirle se ne era innamorata perdutamente, promettendo a se stessa di
non lasciarsi sfuggire nemmeno un istante.
A volte Rory Williams stentava ancora a credervi: dentro
di sé era ancora il ragazzino che si guardava le punte dei piedi quando doveva
parlarle, lo stesso che si torturava nervosamente le dita.
Ma non in quel momento, si disse Rory, vegliando
audacemente la Pandorica: il mondo potrà anche
crollare, ma non l’ultimo centurione romano, Amy Pond.
Capitolo 15 *** 15. Are you going, brother? {Ten/Eleven}. ***
Come on, Doctor,
show me the stars.
15. Are yougoing,
brother? {Ten/Eleven}.
Se all’inizio la prospettiva di vedere il futuro e alquanto gesticolante se
stesso era allettante, pian piano quella situazione si era trasformata in
qualcosa di più paradossale di un affronto da parte di un angelo piangente.
E poi, riflettendoci bene, da quando era diventato così goffo e teatrale? La
rigenerazione era una lotteria, come aveva giustamente appuntato qualche attimo
prima, il suo futuro in quel momento non sembrava in mani così sicure – o,
perlomeno, in mani ferme. Era davvero così necessario esibirsi in tal maniera?
Non poteva davvero credere che quello fosse stato il suo fisico, così asciutto
e mingherlino. Aveva davvero affrontato più battaglie di quante ne potesse
ricordare, con quel corpo?
E poi, aggravante ben più onerosa, il suo fez
non veniva né constatato né celebrato a dovere: doveva ammetterlo, in un
passato dai tratti oscuri, aveva considerato le sue scarpe di tela la cosa più
divertente di se stesso.
Ma, quando si trattava di prendere in mano la situazione, i due Dottori non avevano
alcun dubbio: per quante fossero numerose le differenze che li separavano –
alquanto ironico, considerata l’intera faccenda –, erano altrettante le analogie
che li univano e tanto bastava a farli agire in contemporanea.
Finalmente sono riuscita a scrivere una
brotp Ten/Eleven. C:
Naturalmente nella prima parte è Ten a riflettere, nella seconda è Eleven. Ho cercato di immaginare cosa abbiano potuto
pensare l’uno dell’altro a primo acchito.
E con queste tre drabble per oggi ho concluso
(perdonate il ritardo, ma tra il ComiCon, gli esami
incombenti e varie altre cose, ho sospeso quasi tutte le mie storie). Prossima:
“So far, thishasbeen a one-way tale” (River Song).
Capitolo 16 *** 16. So far, this has been a one-way tale {River Song}. ***
Come on, Doctor, show me the stars.
16. So far, this has been a one-way tale {River Song}.
«Il mio passato è il suo futuro, viaggiamo in direzioni opposte: ogni volta
che ci incontriamo io lo conosco di più, lui mi conosce di meno».
È difficile ammettere la verità, soprattutto quando si confessa per la prima
volta ad alta voce. Non che sia un segreto, ma né il Dottore né l’intrepida
River Song hanno mai affrontato tale questione: da una parte per curiosità,
dall’altra per timore di abbassare la guardia.
Ma le sue difese, in fondo, sono crollate molto tempo prima: ogni qual volta
lui sfiora la punta del suo naso con le dita, qualsivoglia circostanza in cui River
Song ha pilotato il TARDIS in maniera migliore e qualunque momento in cui il
Dottore ha fatto incursione nella sua cella, solo per farle vivere l’ennesimo
indimenticabile istante di vita.
Eppure, alla fine della giornata, non resta altro che un diario di viaggio e
una sequela di ricordi senza tempo. Le loro destinazioni non si incontreranno
mai, ma la meta di River Song resterà sempre la stessa: ovunque sia il
Dottore.
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La prima frase è una citazione tratta dalla sesta stagione, River si
rivolge a Rory. Ho adattato la frase con la situazione di River perché, in
fondo, la sua “situazione” è davvero una delle più drammatiche. Prossima: Twelve/Clara.
Capitolo 17 *** 17. Of coming-of-age during wartime, and never reaching the proper age {Twelve/Clara}. ***
Come on, Doctor, show me the stars.
17.Ofcoming-of-ageduringwartime, and neverreaching the properage {Twelve/Clara}.
Sfogliare i polverosi tomi della biblioteca assume un significato diverso, ora
che è venuto a conoscenza della verità: certo, il Dottore non può trattenere un
gran sospiro, ma il suo sguardo sembra aver rubato qualcosa alle stelle.
«Adesso capisco perché ti sei completamente
dimenticato di me ieri», ammette Clara, avanzando in sua direzione, «Dottore,
non mi dispiacerebbe se mi leggessi qualcosa ogni tanto».
Il Dottore sospende improvvisamente la lettura e chiude il volume, alzando una
vigorosa nube di polvere nell’aria; poi, armandosi di un gran sorriso,
dichiara: «Non sono storie da ascoltare prima di andare a letto».
Clara lo segue con lo sguardo, cercando di capire quale sarà la sua prossima
mossa, dopodiché spunta alle sue spalle.
«Una volta hai detto che siamo tutti storie, alla fine».
«È stato molto tempo fa», ammette il Dottore,elevando fieramente il capo.
Ed è in quel momento, in quel prezioso e incerto attimo di malinconia, che
Clara Oswald capisce che a parlarle non è più lo stesso volto.
Sono gli occhi di chi ha vissuto, le labbra di chi ha sofferto, le mani di chi
ha combattuto: il Dottore è sempre lo stesso uomo, ma è anche il prodottodi tanti individui differenti.
«Possiamo creare altre storie, però», asserisce Clara, mentre intreccia le dita
del Dottore nelle sue, sorridendo per entrambi.
Okay, ho cercato di immaginare come
potrebbe essere Twelve. E io lo vedo più come una
sorta di “primo Dottore”, apparentemente burbero ma con un cuore tenero. E
anche un po’ nostalgico, se vogliamo, sebbene alla ricerca di Gallifrey. Prossima:Doctor – The Ring ofAkathen (il mio personale contributo a questo episodio,
entrato nella rosa dei miei preferiti).
Capitolo 18 *** 18. You see time burning { Doctor – The Ring of Akathen}. ***
18. You see time burning { Doctor – The Ring of Akathen}.
A volte un Signore del Tempo deve fare delle scelte e raramente si può interrogare
su quanto giusta o sbagliata sia stata la sua decisione. Poiché, in tal caso,
il Dottore dovrebbe rivedere ogni singola scelta presa nei suoi oltre mille
anni di esistenza e allora l’universo potrebbe essere imploso da secoli e le
stelle avrebbero smesso di brillare da millenni. Forse alcuni guarderanno in direzione del cielo, pensando a quanti
continenti siano protetti grazie a una cabina blu, forse altri si
soffermeranno sulla luminosità delle stelle e circa la vastità dell’universo. Forse,
nell’infinita e perpetua galassia di solitudine qual è diventata la sua vita,
alcune persone alzeranno gli occhi al cielo e sospireranno, in un moto di
malinconia: “Il mio Dottore”.
Ed è per questo motivo che il Dottore sistema l’abituale cravattino e si volta
in direzione del parassita, senza alcun timore.
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Buona epifania! Sono tornata dopo parecchio tempo con i miei days
(che mi impegno per il nuovo anno a far sì che diventino days!) con ben due
aggiornamenti.
Amo tantissimo il discorso di Eleven in questo episodio e ho cercato di
riportare a parole quello che potrebbe aver pensato, ma anche ciò che – come fan
– io penso. :’)
Capitolo 19 *** 19. At the beginning of his life {Jenny/Doctor – The Doctor’s Daughter}. ***
19. At the beginning of his life {Jenny/Doctor – The Doctor’s
Daughter}.
Ciò che il Dottore stringe tra le sue braccia è fragile, delicata e
inconsistente speranza: è il battito che allenta, il respiro che si fa lieve,
le palpebre che dedicano un’ultima occhiata a quanto stanno lasciando. Il dolore
si chiude con gli occhi di Jenny, ma non quello del Dottore: il suo è un
fardello destinato a inseguirlo vita dopo vita, volto per volto.
Non era stato facile accettare Jenny: i suoi stessi cari avevano subito le
conseguenze delle sue colpe, quindi ogni nuovo inizio appariva al Dottore come
un ricordo opaco della vita che si era lasciato alle spalle.
Eppure Jenny lo emulava in così tanti aspetti, senza neppure rendersene conto; paradossalmente
era troppo simile a lui e ciò lo portava a chiedersi quanto potessero sentirsi al
sicuro le persone al suo fianco, se neppure il frutto dei suoi stessi geni lo
era.
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Prossima: Doctor/Sarah Jane
Smith – Dreams will only break your heart
Capitolo 20 *** 20. Dreams will only break your heart {Doctor/Sarah Jane Smith}. ***
Come on, Doctor, show me the
stars.
20. Dreams will only break
your heart {Doctor/Sarah Jane Smith}.
Sarah Jane Smith lo aveva aspettato a lungo, pensando che le
giornate potessero trascorrere come nel TARDIS: una fantasia, un’illusione, un ideale
fiabesco nel quale aveva creduto fermamente.
Poi erano passati gli anni e, sebbene di tanto in tanto lo cercasse, si era
convinta che non sarebbe tornato e avrebbe solo potuto sognare il ronzio acuto che
produceva del TARDIS, per non dimenticarlo.
Così, quando il Dottore era apparso nuovamente sulla Terra, Sarah Jane era
tornata indietro nel tempo – pur paradossale che potesse apparire – rivivendo
le speranze, i sogni e le fantasie di un’altra sé stessa. Non era facile
viaggiare col Dottore, ma ancor meno lasciarlo: il tempo poteva trascorrere in
maniera meno discontinua, ma non sarebbe stato più lo stesso.
Eppure, negli occhi del Dottore che non aveva mai smesso davvero di sognare,
ogni cosa sembrava infinita, mutabile e speciale – e così riusciva a far
sentire anche i suoi compagni di viaggio, ma Sarah Jane Smith aveva la
sensazione che quella fosse la sua intenzione sin dall’inizio.
Capitolo 21 *** 21. Men are not bought and sold with words alone {Sally/Larry – Blink}. ***
Come on, Doctor, show me the
stars.
21. Men are not bought and
sold with words alone {Sally/Larry – Blink}.
Probabilmente il Dottore non penserà mai a quanto geniale,
brillante e caparbia sia stata Sally: in fondo il loro incontro è stato come
una ventata, rapida eppure palpabile.
Il Dottore è scappato velocemente, osservandola come una perfetta estranea,
probabilmente faticherà a ricordare gli stessi tratti del suo viso – ma un
giorno cercherà quei lineamenti, quell’intelligenza e quell’arguzia nel modo di
fare.
Larry lo ha capito subito, invece, tant’è che le ha passato un braccio
intorno alle spalle: è in quel momento che Sally, fiduciosa e ottimista, ha
compreso quanto importante sia stata la loro impresa e il Dottore ne terrà
sempre a mente il ricordo, nel tempo e nello spazio.
In fondo siamo eroi – pensa Sally – e lo saremo tanto per gli altri quanto per
noi stessi.
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In questa breve drabble – tra l’altro questo episodio è nella mia
assoluta top list. :3 – ho voluto narrare in poche parole il momento in cui
Sally vede il Dottore e lui (ovviamente) non la conosce ancora. E Sally potrebbe
aver pensato che sarà solo un ricordo tra mille volti, ma alla fine realizza
che così non sarà ( ricordiamo il “Non dimentico mai un volto” e anche il
celebre “We’re all stories in the end”). Insomma, piccole o grandi imprese,
tutti coloro che sono stati in contatto col Dottore sono stati eroi, secondo
me, volevo solo celebrare questo pensiero riportando quanto hanno fatto Sally e
Larry in “Blink”.
Prossima: Old Amy – The Girl
Who Waited.
Capitolo 22 *** 22. They looked at each other, baffled, in love and hate { Old Amy – The Girl Who Waited}. ***
Come on, Doctor, show me the
stars.
22. They looked at each other, baffled, in love and hate { Old Amy –
The Girl Who Waited}.
Amy potrebbe fingere indifferenza, imperturbabilità e persino un
certo distacco, ma in fondo custodisce gelosamente quanto per anni ha
disprezzato. Eppure Amy non è davvero Amy – deve convenire con il Dottore, per
una volta: un nome troppo favolistico –, i tempi in cui era stata la ragazza
nel TARDIS, alla volta di nuovi pianeti e avventure, sono finiti e non li
avrebbe potuti seppellire più a fondo.
Almeno finché Rory non è comparso, ricordandole quanto l’aria profumasse e il
giardino fosse fiorito – riportandole un po’ di Amy Pond, in fondo, la ragazza
illuminata dal fascio di luce dei girasoli.
E d’un tratto sembrava che il tempo fosse rinato, solo per loro, come
ricompensa per le notti passate a rigirarsi la fede tra le dita e gli
anniversari mancati eppure mai dimenticati.
Finché Amy Pond – l’altra sé, abbastanza ottimista e vittoriosa da correre
incontro a suo marito senza ergere alcuna difesa – non si è materializzata e la
risata cristallina di Rory non le ha scosso i timpani, fino a farle avvampare
le guance, forse troppo a lungo.
Ad Amy piaceva quel volto, poiché ogni giorno era nuovo e Rory contribuiva a
rinvigorirlo: l’amore che si erano donati ogni giorno, reciprocamente, li aveva
guidati dall’infanzia all’adolescenza e da quest’ultima all’età adulta.
Erano stati bambini, ragazzi, adolescenti irruenti e adulti caparbi, ogni
giorno di più, insieme.
E arrivò anche il momento in cui Amy capì che quegli stessi volti, segnati da tante
esperienze, dovessero continuare a scoprirsi ogni giorno, di pari passo – di
amore, pensò Amelia Pond, a volte si può morire.
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Mi sono allungata un po’, ma questo è uno dei miei episodi preferiti e i Pond
la mia OTP. <3 Prossima: “Dance parties set to symphonies of social grance”
(Amy/Rory – sì, bis. XD).
Capitolo 23 *** 23. Dance parties set to symphonies of social grace {Amy/Rory}. ***
Come on, Doctor, show me the
stars.
23. Dance parties set to
symphonies of social grace {Amy/Rory}.
Quando Rory la stringe a sé, mettendo in pratica i passi
arduamente studiati, le luci che si riflettono sul pavimento diventano macchie
soffuse e i loro piedi sembrano poggiare sulla debole consistenza di una
nuvola.
Il volto di Amy si scosta dalla sua spalla, per far sì che i loro sguardi si
incrocino: «Signor Pond suona meglio di signora Williams, non trovi?».
«La tradizione vuole che…».
«Oh, la tradizione», ironizza Amy, colpendolo al braccio. «Tecnicamente, per
tradizione, i due sposi non dovrebbero aver consumato -».
«Amy!», esclama Rory, avvampando. «Il prete si trova a dieci passi da noi».
Amy volta altrove lo sguardo, scoprendo la veridicità delle parole di suo
marito; poi, i piedi si bloccano in prossimità di una piroetta e le dita di Amy
si stringono intorno al volto di Rory: «Almeno facciamogli vedere come si fa, signor
Pond».
Dopodiché lo bacia, intensamente e a lungo, lasciando che la pista da ballo si
fermi solo per mettere a fuoco quel momento. «Signor Pond va benissimo», commenta Rory, dopo aver fissato per qualche
secondo il vuoto.
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La mia personalissima versione dell’origine del famoso “signor
Pond”, spesso citato da Amy (e anche dal Dottore, a dire il vero). E inoltre
volevo tanto scrivere una storia ambientata durante il matrimonio dei Pond, li
ho semplicemente amati in quell’episodio. <3
Capitolo 24 *** 24. If they fail to feed the hungry monster {Eleven}. ***
Come on, Doctor, show me the
stars.
24. If they fail to feed the hungry monster {Eleven}.
Con il trascorrere del tempo, la parola “Dottore” ha assunto
un tono altisonante, con una sfumatura quasi salvifica: persino i cieli lo pregano
e tale responsabilità sembra destinata solamente ad accrescere.
Talvolta il Dottore pensa a quanto succederebbe se solo fallisse, se la salda speranza
che il mondo ripone in lui fosse spazzata via: è un pensiero che lo ha
tormentato in tutte le sue vite, probabilmente è l’unico enigma che non è mai
riuscito a risolvere.
Quando le sue spalle percepiscono l’equilibrio tra ciò che è stato e ciò che
sarà, le forze sembrano venir meno e l’intero cosmo pare vacillare: sono quei
momenti, di puro e mal sopito timore, che lo costringono a pensare a quanto la
meta sia incerta e sospesa, quanto le fila del suo stesso destino.
Quegli attimi, però, sono per l’appunto passeggeri e quasi sempre terminano con
un abbraccio: un giorno potrebbe pure stancarsene, ma fortunatamente tale
momento è ancora ben lontano.
_____________________________
Nulla da aggiungere, volevo incentrare questa drabble sui momenti
di “stanchezza” del Dottore, gli attimi (rari) in cui cede e quanto le sue
companions siano state le persone che gli abbiano dato più forza in questi
momenti di incertezza.
Capitolo 25 *** 25. Love that drives you to death {Vincent and the Doctor}. ***
Come on, Doctor, show me the stars.
25. Love that
drives you to death {Vincent and the Doctor}.
L’arte è una delle espressioni più
potenti che il mondo abbia conosciuto: un’arma che si evolve, senza sopraffare
chiunque ne venga a contatto. Apre le menti, entra nel cuore di coloro che ne
sentono la sensibilità, fin quasi a toccarne l’anima.
Vincent van Gogh era stato il pittore che, probabilmente,
più di tutti aveva sfiorato l’anima
del creato e grattato sotto la superficie, con audacia sempre maggiore, a colpi
di pennellate e tratti subitanei. Amy e il Dottore avevano avuto la fortuna di
poter assistere a tale operazione, magari donando a Vincent nuova speranza,
eppure quest’ultimo non vi si era potuto aggrappare davvero.
Il Dottore lo sapeva bene, la sofferenza è sempre stata una delle grandi
componenti dell’arte e Vincent, più d’ogni altro artista, si era ancorato saldamente
a tale appiglio.
«Le cose alle quali ci appoggiamo, Amy Pond, non
devono mai trascinarci a fondo», disse il Dottore, prendendo le mani dell’amica
tra le sue.
Capitolo 26 *** 26. The art of looking interesting {Martha Jones}. ***
Come on, Doctor, show me the stars.
26. The art of
looking interesting {Martha Jones}.
Alcune volte Martha se ne stava al
centro dell’atrio, nei pochi attimi nei quali l’ospedale era così quieto da
dare una parvenza di religiosità, pensando a quanto fosse successo nell’ultimo
anno. Viaggiare con il Dottore poteva confondere la percezione stessa delle
cose, si trattava di un’avventura che sarebbe potuta durare per sempre, ma che
pian piano l’avrebbe allontanata dalla realtà.
La vita stessa era una grande avventura, Martha Jones lo realizzò solo dopo
aver salutato il Dottore ed esser corsa nuovamente incontro alla sua famiglia.
Vi erano stati dei giorni nei quali il rumore del TARDIS aveva creato un vuoto
incolmabile nel suo cuore, ma non si era mai pentita della decisione presa:
Martha Jones aveva scelto semplicemente sé stessa, unica e inconfondibile come
ogni essere umano, nonché la sua famiglia e quanto di spettacolare la vita
potesse offrirle ogni giorno.
Poiché, a essere onesti, nulla valeva come la semplicità e anche il Dottore, in
fondo, ne aveva bisogno – per questo motivo continuava a celebrare le festività
terrestri, per tale ragione Martha Jones gli avrebbe sempre riservato un posto a
tavola.
________________________
Mi piace pensare che i companions – a meno che non vi
siano fattori più grandi (vedi: la storia dei Pond) –
riserveranno sempre un posto a tavola al Dottore, che potrebbe benissimo
saltare certe feste, ma invece si ritrova sempre a festeggiarle. :’) Drabble su Martha Jones perché ho rispettato e
appoggiato la sua scelta e l’ho trovata una delle companion
più badass nel finale della terza stagione. Martha
sceglie sé stessa e capisce che non si può aspettare per sempre (e quando si è
innamorati di qualcuno, specie se questo qualcuno volge le sue attenzioni
altrove, questa è una delle cose più difficili da fare e ci vuole una certa
dose di coraggio e amore, secondo me). <3 Prossime: “As seen from a poet’s distance, while
dressed in white” (Rose Tyler) e “Don’t
look back, don’t look back” (War Doctor).
Capitolo 27 *** 27. As seen from a poet’s distance, while dressed in white {Rose Tyler}. ***
Come on, Doctor, show me the
stars.
27. As seen from a poet’s distance, while dressed in white {Rose
Tyler}.
Rose Tyler osserva la figura riflessa nello specchio e, pur
paradossale che possa sembrare, vi ritrova un’altra persona: i lineamenti del
suo volto potranno sembrare gli stessi, ma il tempo li ha solcati e scolpiti
accuratamente – senza neppure accorgersene, un’altra Rose Tyler ha preso
il suo posto.
In fondo, tutte le grandi storie accadono quando non le cerchiamo e nel momento
stesso in cui smettiamo di crederci: il mondo parallelo è questo, dopotutto,
una possibilità data ad un numero infimo di persone e un mezzo per ricostruire
il proprio racconto.
Alcune note potranno stonare, magari, la malinconia tenderà a sembrare un
ritornello di tanto in tanto, ma ben difficilmente la vita ci prepara ad un
lieto fine.
Quindi, lisciando per l’ennesima volta le pieghe dell’abito, Rose Tyler si
specchia per l’ultima volta e afferra il bouquet, certa del fatto che la
felicità si trova a pochi passi di distanza.
_________
Drabble dedicata a Rose, post quarta stagione: mi piace pensare
all’ultima scena tra Rose, il Dottore e il Dottore umano come alla cosa più
vicina ad un lieto fine, come dico sempre. E credo che Rose, di tanto in tanto,
pensi “è lui, ma non è lui”, persino il giorno del suo matrimonio, ho voluto
riportare queste riflessioni per iscritto. J
28. Don’t look
back, don’t look back {War Doctor}.
C’è una vocina nella sua testa che si
fa spazio poco a poco, tra pensieri intricati e troppe vite da contare sulle
spalle: dovrebbe smetterla di pensare a sé stesso come il Dottore, l’universo
potrebbe benissimo trovare una scappatoia e smettere di protrarsi in sua
direzione.
Non ha lasciato il TARDIS a chilometri di distanza solamente per sé stesso – o,
almeno, non solo–, ma anche perché non
fosse costretto a ricordare le risate cristalline dei bambini di un tempo,
ormai adulti abbastanza da prevedere cosa accadrà.
E forse è proprio questo il motivo per cui il Dottore, con il trascorrere del
tempo, ha avvertito l’esigenza di sentirsi tanto vecchio dentroquanto giovane al di fuori – per tutti i
bambini di Gallifrey che non hanno potuto godere di tale
privilegio.
___________________
Il War Doctor è apparso brevemente, ma io l’ho amato
e ci sarebbero così tanti elementi da analizzare riguardo la sua storyline. Mi sono concentrata sui principali. Anyway, domani posterò le tre drabble
finali e vi ringrazierò per tutto il supporto! Prossime: “The future belongs to someone else” (Reinette/Ten – The Girl in the Fireplace); “But all stories end: you know that” (Eleven/Amelia);
“Otherwise, what’s the point?”(Twelve/Clara).
L’idea iniziale era quella di concludere questa raccolta con Dottori diversi
tra loro (mi dispiace non essere riuscita a inserire il mio amato Eccleston!). L’Eleven/Amelia è da
intendere come rapporto d’amicizia, mentre ho deciso di concludere con la Twelve/Clara perché è così che è terminata l’ottava
stagione.
Okay, a domani!
Grazie per aver letto. J
Capitolo 29 *** 29. The future belongs to someone else {Ten/Reinette}. ***
Come on, Doctor, show me the
stars.
29. The future belongs to someone else {Ten/Reinette}.
Un giorno Reinette racconterà dell’uomo al di là del caminetto, della
grandezza e dell’audacia che l’hanno guidato momento dopo momento, senza
indugio alcuno.
Racconterà della solitudine che ha intravisto, anche solo per qualche attimo,
di quanto fosse vasta e del fatto che sia stato un po’ come le stelle che ha
tanto sognato: un puntino brillante nel firmamento, eppure sempre isolato
nella sua brillantezza.
Riporterà dolorosamente a galla i ricordi, intrisi di malinconia, cosicché il
Dottore venga ricordato e, magari, ciò contribuirà a farlo sentire meno solo.
Capitolo 30 *** 30. But all stories end: you know that {Eleven/Amelia – friendship}. ***
Come on, Doctor, show me the
stars.
30. But all stories end: you know that {Eleven/Amelia – friendship}.
Vi sono giorni nei quali le storie sembrano ben lontane dalla loro
conclusione e poi, senza che lo si noti davvero, ve ne sono altri che non
tardano ad arrivare e nessuno può fermarli.
Solitamente sono giorni ordinari, che fanno presagire tutt’altro che tremendi
risvolti, accadono e si evolvono nei modi più impensabili e riescono a esser
sempre un passo in avanti.
Se il Dottore si sofferma a riflettere, si rende conto di quanto le stesse vite
siano i capitoli di un libro: d’altronde, scriviamo per iscritto ciò che
vogliamo raccontare e… quale avventura più grande della vita?
E, proprio come nei libri, il Dottore non vuole arrivare davvero alla fine, ma
d’altronde non può neppure tornare indietro: potrebbe rileggere i capitoli, tuttavia
con un moto di malinconia.
Ma, quando si rende conto quanto sia stato rischioso strappare quell’ultima
pagina, ritorna sui suoi passi e legge quelle lettere come se fossero le prime
nella storia, poiché in un certo senso lo sono – Amy Pond, il primo volto
che questo volto ha visto. E quando le parole finiscono il Dottore ne vorrebbe trovare altre – lui odia
i finali –, ma, basandosi sulla sua esperienza, non vi è davvero un modo
per dire addio – così il Dottore non lo fa, si potrebbe dire che preferisce
aggirare il momento, portando il TARDIS laddove sarebbe dovuto essere tanti
anni prima. Siamo tutti storie, alla fine – e lo siamo sempre, anche chiudendo il
libro.
_________
Ovviamente gli eventi hanno luogo dopo la dipartita dei Pond
(quell’episodio spaventoso da morire. °_°), non potevo dedicare una storia –
anche allungandomi un po’ – al meraviglioso rapporto tra Eleven ed Amy. :’)
Capitolo 31 *** 31. Otherwise, what’s the point? {Twelve/Clara}. ***
Come on, Doctor, show me the stars.
31. Otherwise,
what’s the point? {Twelve/Clara}.
«Se tutto quello che amiamo muore
inevitabilmente nel tempo, perché affannarsi tanto?», riflette Clara, girando
intorno alla console del TARDIS. «Dottore…?». La morte di Danny è un ricordo circoscritto in una serie di immagini
visive, eppure Clara non riesce a fare a meno di interrogarsi su quanto
affannante e dolorosa sia la natura stessa dell’essere umano.
«Perché mangiare o perché dormire, se un giorno avremo tutto il tempo per
farlo? O perché raggiungere degli scopi nella vita o celebrare o ringraziare? Siete
così umani», borbotta il Dottore, apostrofando le parole con una nota di
sarcasmo.
«Così umani? Parla l’anomalo alieno con due cuori…».
Il Dottore muove delle manopole, tutto indaffarato, dopodiché si volta in direzione
del suo scanner: con un semplice gesto, allora, lo sospinge in direzione di
Clara.
«Dottore, è quello che credo che sia?».
«Non sono sicuro di poter leggere la mente».
Clara gli lancia un’occhiata arguta, che il Dottore sceglie deliberatamente di
ignorare: «Questo, Clara, è il principio
di tutto».
Clara osserva sbalordita, certa solamente del fatto che dopo tutte quelle
avventure continua a stupirsi di quanto vasto e meraviglioso sia l’evolversi
del tempo.
«Perché ora?»
«Perché non ora? Perché affannarsi
tanto a cercare le meraviglie dell’universo, se un giorno non le vedremo più? Perché,
Clara Oswald, un giorno non le vedremo più».
Il Dottore ritorna sui suoi passi, probabilmente temendo un gesto affettuoso da
parte della sua compagna di viaggio, mentre Clara lo segue con gli occhi: «Sai,
è un discorso fin troppo sentimentale
per l’uomo che odia gli abbracci», sentenzia, girovagando in sua direzione. «Ma
ha pur sempre due cuori dopotutto, no?».
_________________________
E concludo questa raccolta con la Twelve/Clara, proprio perché è così che è terminata questa
ottava stagione. Ho provato a descrivere una Clara ancora in lutto e abbattuta,
la morte di Danny è qualcosa che le fa mettere in discussione molte altre cose.
E amo moltissimo il rapporto tra i due, quindi se la prima drabble
era più sperimentale, questa vien fuori dopo la visione dell’ottava
stagione.
Okay, con questo è tutto, vorrei ringraziare coloro che hanno inserito questa
storia nei preferiti, i lettori e anche coloro che si son fermati a lasciarmi
una recensione. Leggere le vostre impressioni è stato un piacere, quindi
grazie. :’)
Non so se tornerò con qualcosa di nuovo – nel caso mi butterò sulle oneshot –, magari più avanti. Grazie ancora! **