Vita di coppia

di Neverland98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un angioletto di nome Primrose Mellark ***
Capitolo 2: *** Ai fornelli! ***
Capitolo 3: *** GRAVIDANZA.. ***
Capitolo 4: *** Pulizie di primavera ***
Capitolo 5: *** Shopping! ***
Capitolo 6: *** Album fotografico ***



Capitolo 1
*** Un angioletto di nome Primrose Mellark ***


Urla acute e infantili si diffondono in tutta la casa.
Katniss emette un gemito contrariato, senza nemmeno la forza di aprire gli occhi. Allunga una 'lieve' gomitata nelle costole di Peeta, il quale continua a dormire beato.
“Katniss...?” borbotta poi, passandosi una mano tra i riccioli biondi. “Che cosa...?” non fa in tempo a finire la domanda, il pianto della piccola Primrose gli fornisce tutte le spiegazioni che cercava.
“Ci risiamo...” Katniss affonda la testa nel cuscino, sperando che quella peste smetta di piangere presto. E' nata da solo una settimana e l'hanno chiamata Primrose, ma non ha niente della calma e della pacatezza della ragazza da cui ha preso il nome. E' nata solo da una settimana e se il giorno lo passa a dormire, la notte non ci sono santi che non si metta a piangere e a strillare.
Che angioletto!” era il commento di tutti quelli che si erano persi negli occhi blu di Primrose. Bene, in quel momento Katniss avrebbe voluto che fossero tutti lì a cercare di far smettere di piangere 'l'angioletto'.
Tsk! In confronto, uscire vivi dagli Hunger Games era stato un gioco da ragazzi.
“Vai tu?” chiede Katniss a Peeta, ma più che una domanda suona molto come un ordine.
“Ci sono già andato ieri...” le fa notare suo marito, sospirando.
“Ma è tua figlia!” Katniss si finge indignata.
“E' anche la tua” le fa notare Peeta con la dolcezza che lo contraddistingue.
“Sì, ma io sono stata la Ghiandaia Imitatrice nell'ultima rivoluzione! Hai idea del sonno che devo recuperare?”
“Katniss, vorrei farti notare che anch'io ho sofferto molto, nella Rivoluzione...”
“Ma io ti amo...!” lo implora Katniss, anche se sa di aver già perso.
“Non ne dubito. Andiamo, amore, facciamo una notte a testa. Ieri era il mio turno, oggi tocca a te” fa lui conciliante.
Katniss sbuffa rassegnata e si alza in piedi nel buio della loro camera da letto. Barcollante e di malavoglia, attraversa il corridoio e raggiunge la stanza da cui proviene il pianto incessante. Si avvicina alla culletta e prende in braccio sua figlia.
“Andiamo, Prim. Che hai stanotte?” le chiede cullandola tra le braccia.
La bimba continua a piangere e a strillare.
“Vuoi che ti canti una canzone, è così?” le labbra stanche di Katniss sono attraversate da un sorriso. Il più sincero, quello che si ha anche quando si è affaticati. Quello speciale, quello di una madre a un figlio.
La piccola Prim sembra farsi attenta, mentre Katniss intona a bassavoce la prima strofa de 'L'albero degli Impiccati'. Le urla diminuiscono sempre di più, fino a scomparire, così come le lacrime. Gli occhi blu della bambina sono fissi sul volto della mamma.
Verrai, verrai? All'albero verrai...” sussurra Katniss.
Primrose Mellark chiude piano piano le palpebre, poi il suo respiro diventa regolare. Katniss smette di cantare e la depone nella culletta, non prima di averle stampato un bacio delicato sulla guancia.
“E' testarda, eh?” osserva Peeta col tono di uno che la sa lunga, quando Katniss torna a stendersi a letto.
“Già...” ammette lei “Fin troppo!”
“Come sua madre!” ridacchia Peeta, un attimo prima che lo raggiunga la cuscinata di Katniss.
Le loro risate riecheggiano nella casa, sostituendo il pianto di Primrose.
Il tempo delle lacrime è finito.
Ora, è il tempo di iniziare a vivere.

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Capitolo 2
*** Ai fornelli! ***


Era una tranquilla domenica pomeriggio, Peeta aveva chiuso il Forno e stava farcendo ritorno a casa. Da quando la Paylor era diventata presidente, molte cose erano cambiate a Panem. I Distretti erano stati ricostruiti e modernizzati, il problema della fame non esistava praticamente più.
Dicevamo, il povero Peeta non vede l'ora di tornare nella sua bella casetta, sedersi in poltrona davanti al camino e passare il resto della giornata in compagnia di sua figlia e della sua adorabile mogliettina. Sorride a questo pensiero e inizia a fischiettare.
Sigh! Se solo sapesse cosa lo attende al suo ritorno...
Man mano che si avvicina a casa, un odore di qualcosa che brucia gli invade le narici. Non teme particolarmente il fuoco (voglio dire, quando indossi un vestito in fiamme per due anni consecutivi, lungo la strada verso il luogo in cui troverai la morte, non è più un po' di fumo a spaventarti!), ma nemmeno lo ama.
Booom!!
Il boato si diffonde in tutto il Distretto 12, costringendo gli abitanti ad uscire spaventati fuori dalle case.
“Che è successo?” urla qualcuno.
“Non lo so... Un esplosione...” gli fa eco qualcun'altro.
“Sì, ma dove?” un'altra voce ancora.
“Credo dai Mellark!” conclude un altro tizio.
Peeta sente il sangue gelargli nelle vene, intuisce immediatamente quello che è successo e non sa se ridere o piangere.
Corre verso casa sua, dal cui camino proviene una colonna di fumo particolarmente densa e nerastra.
Spalanca la porta e una fitta nebbia grigia gli toglie visuale e respiro.
“Katniss!” urla.
“Sì, amore? C'è qualcosa che non va?” l'ex Ragazza di Fuoco risponde come se niente fosse. La sua voce proviene dalla cucina, Peeta aveva visto giusto.
Entra nella stanza rassegnato: “Katniss... Cosa... Cos'è successo?”
“Ti ho preparato la cena!” sorride platealmente e gli porge un piatto di ceramica sul quale è poggiata una sostanza non ben identificata.
La cucina è un disastro. Il forno è aperto e fumante, il tavolo di legno è sporco di tutti i condimenti esistenti al mondo, i vetri della finestra sono appannati. Nel lavello albergano pentole e piatti una sopra l'altro e macchie multicolor dipingono i muri.
“Dov'è Prim?” chiede Peeta protandosi una mano alla fronte, esasperato ma innamorato.
Ah, l'amore!
“Sta dormendo, nella sua stanza. Ho pensato di approfittarne per prepararti la cena in tutta calma.”
Peeta prende in mano il piatto che Katniss gli sta porgendo, fissandone il contenuto cercando di non sembrare troppo disgustato.
“Allora?” chiede Katniss “Che aspetti, assaggialo!”
“Ehm... Amore, cos'è esattamente?”
“Oh, una ricetta di Soe la Zozza! Zuppa di ossa di cane e code di scoiattolo!” sorride candida.
Peeta deve trattenere un conato di vomito.
“Senti, Katniss: io sono convinto che sia buonissima! Ma tu sei stanca, perchè non vai a sederti davanti al camino e io preparo qualcosa di buono?” Peeta mostra un sorriso stanco.
“Se proprio insisti... okay!” Katniss gli lancia il grembiule da cucina “Mi piacerebbe un po' di pane morbido e qualche pasticcino al cioccolato. Ah, e una ciambella non guasterebbe!” strizza l'occhio e scompare dalla stanza.
Peeta sospira: “Ci sono cascato di nuovo, non è vero?” dice rivolto all'altra stanza.
“Già!” gli fa eco Katniss.
“Amore, mi faresti un favore? Quando vuoi che sia io a cucinare, dimmelo! Non far esplodere la casa...” rassegnato inizia a mettere in ordine in cucina.
“Ci proverò!” Katniss ritorna da lui e gli posa un bacio delicato sulle labbra. 
Peeta sorride e si mette a cucinare.

Ah, l'amore!
Ci può essere qualcosa di meglio?



Ecco il nuovo capitolo! Ringrazio tutti coloro che seguono e recensiscono! Spero vi stia piacendo! :**

 

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Capitolo 3
*** GRAVIDANZA.. ***


Allora, sono rimasta molto delusa dall'assenza di recensioni! Per continuare voglio almeno 5 recensioni, altrimenti mi fermo qui!
Ciaoo!
P.S. Comunque ringrazio di cuore tutti quelli che hanno la storia tra le preferite/ ricordate/seguite!
Bacii..

 

Primrose ha ormai due anni, occhi blu come il mare e riccioli biondi come quelli del padre. Non piange più la notte e finalmente Katniss e Peeta hanno la possibilità di dormire un po' di più. Ma l'arrivo di un nuovo componente della famiglia, ha sconvolto i loro piani. Katniss ha scoperto di essere incinta, cinque mesi fa. E se in un primo momento a Peeta era sembrato di toccare il cielo con un dito, adesso vorrebbe voletieri andarsi a nascondere nell'Arena. Quando Katniss aveva portato in grembo Prim, le cose erano state abbastanza tranquille. Fatta eccezione per le nausee e un po' di dolori, la biondina si era rivelata un angioletto nella pancia e una peste al di fuori. Peeta non avrebbe mai pensato che diventare papà per la seconda volta avrebbe potuto essere così stressante.
Non avrebbe mai pensato che Katniss sarebbe potuta essere così stressante.
“Peeeeeta!! Dov'è la mia ciambella al cioccolato?” urla mrs Mellark dalla camera da letto.
“Arriva, amore, arriva. Ci vuole un po' di tempo, abbi pazienza...” sospira. Sa che non è colpa di Katniss, che probabilmente non si rende nemmeno conto di quello che sta facendo.
“Adesso è pronta?”
“Sono passati due minuti, credo dovrai aspettare ancora...”
“Ma insomma! Come devo fare con te?? Eppure non mi sembra di averti chiesto la luna!” sbraita Katniss.
“Hai ragione, tesoro. Scusa.” Peeta sforna la ciambella al cioccolato e il buon odore gli invade le narici. Non è ancora pronta del tutto, ma temeva la reazione di sua moglie se le avesse detto di aspettare ancora. Chissà, Katniss conservava ancora il suo vecchio arco, magari avrebbe potuto scagliarli una freccia...
Il ragazzo del pane deglutisce e si dirige in tutta fretta verso la loro camera da letto, stendendo le braccia in avanti e sorreggendo il vassoio.
“Ecco, amore. E' pronta!” Peeta sorride e porge una fetta di dolce a Katniss.
Santo Peeta, chi preparerebbe una ciambella così buona, alle due di notte?
Katniss non accenna a sorridere, affonda i denti nel cacao e mastica con lentezza assassina.
“Ma... ma... questo è cioccolato!” la ragazza di fuoco inghiottisce disgustata.
“Ehm, sì. Avevi detto cioccolato, no?”
“Noooo!! Creemaa!!” Katniss gli tira appresso la ciambella con tutto il vassoio, Peeta si scansa all'ultimo
secondo.

“Va bene, allora te ne faccio una alla crema?” il signor Mellark si china per ripulire il pavimento.
“Sei intelligente, per essere un fornaio!” fa Katniss sarcastica.
E' in questi momenti che Peeta prova pena per il presidente Snow. Non doveva essere stato uno scherzo avere Katniss come nemica! Insomma, lui era suo marito e veniva insultato e preso a ciambellate, figurati se fosse stato un suo nemico...
Peeta si dirige sconsolato verso la cucina, in fondo sono solo altri quattro mesi... si dice.
“Amore! Amore, corri!” lo chiama a gran voce Katniss.
Peeta si precipita nella stanza da letto: “Katniss!! Cos'è successo? Il bamino...?”
Katniss gli fa segno di stendersi accanto a lei, Peeta obbedisce e la stringe fra le braccia.
“Ma non dovevo prepararti una ciambella?” scherza lui.
“Scusa, Peeta, scusa. Non volevo...”
Katniss sta... piangendo?! E' la prima volta che la vede in lacrime...
Peeta le accarezza dolcemente i capelli bruni: “Mannò, tranquilla. Lo so che non dipende da te...”
Katniss continua a singhiozzare: “Sì, ma... ma... ti sto facendo stancare! Mi dispiace! Mi dispiace! E' che
io ti amo, ti amo da morire!”

Peeta rimane di sasso, non gliel'aveva mai detto. Tutto sommato questa gravidanza non è così negativa.
“Anch'io, Katniss, anch'io” sussurra sorridendo.
Rimangono così per qualche minuto, senza dire una parola. Solo a sentirsi respirare. A sentirsi vivi. Vicini.
“Che stai facendo?” Katniss guarda Peeta sorpresa.
“Mmm... cosa? Stavo per addormentarmi! Qualcosa non va?”
“Dov'è la mia ciambella alla crema??”
“Ma... avevi detto che...” Peeta cade dalle nuvole.
“Vuoi che non sappia quello che ho detto? Su, muoviti! Vai! Vai!” lo butta – letteralmente – giù dal letto.
Peeta, ancora assonnato, rimane non poco confuso da quel gesto. Poi, rassegnato, torna in cucina.
Solo altri quattro mesi, si ripete, solo altri quattro mesi...

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Capitolo 4
*** Pulizie di primavera ***


Se pensate che i vincitori degli Hunger Games siano esonerati dal pulire la casa ogni primavera, vi sbagliate. Infatti anche per Peeta, Katniss e i loro due figlioletti, è il momento di riordinare la casa.
Ci troviamo quindi in una domenica mattina, Peeta non è andato a lavoro per aiutare Katniss nelle faccende domestiche.
“Etciù--!” starnutisce Roy in braccio al padre, è una palla di grasso di appena due mesi.
“Ehi, che hai?” gli domanda Peeta dolcemente.
Katniss irrompe nel salone, armata di aspirapolvere. Il rumore è assordante.
“Kaaatniiiiss, credo che Roy abbia la feeeebbree...” urla Peeta per farsi sentire.
Katniss non lo sente.
“Kaaatniiiiss!” le si avvicina e le dà un colpetto sulla spalla, per attirare la sua attenzione.
Katniss si gira di scatto e lo guarda con astio, spegnendo l'aspirapolvere: “Che vuoi??”
“Credo che Roy abbia la febbre!” le spiega.
“Sciocchezze, è solo la polvere. Portalo nella sua stanza!” riaccende l'aspirapolvere e riprende a canticchiare e a pulire il pavimento.
“Cosa? Lo devo lasciare da solo??” Peeta sembra sconvolto.
Katniss spegne di nuovo l'elettrodomestico e guarda seccata suo marito: “Vedrai che non gli succederà niente! Ora, fammi il favore di lasciarlo e vieni qui a spostare i mobili...”
Peeta di malavoglia annuisce e porta Roy nella sua stanza, abbandonandolo nella culletta. Suo figlio lo guarda con occhioni che sembrano dire 'perchè mi stai abbandonando?'.
Peeta ricambia lo sguardo con un sorriso e gli accarezza il visetto paffuto: “Tranquillo, torno subito”.
Peeta esce dalla stanza e attraversa il corridoio, ma rischia di scivolare su una pallina di gomma. La famigerata pallina di gomma. Appartiene a Prim, è il suo giocattolino preferito. E' piccola e rossa, Prim la fa rotolare sul pavimento o la lancia sui muri, con grande disappunto di sua madre. Il problema è che quella pallina infernale, a cui Katniss ha dimostrato il suo affetto chiamandola Ranuncola, rischia di togliere la vita a Peeta che puntualmente ci inciampa sopra.
“Ranuncola!” si aggrappa al muro appena in tempo, e si rialza subito. Se Katniss lo vedesse, lo prenderebbe in giro come tutte le volte. Poco dopo Ranuncola, compare Primrose. I capelli biondi legati in due simpatici codini e tutta la vitalità di una bimba di due anni.
“Pallina! Pallina!” chiama a gran voce, tendendo le mani in avanti. Peeta la raccoglie e gliela porge, accarezzandole il capo: “Ecco qui, Prim. Devi stare attenta, lo sai? O qualcuno potrebbe farsi male..”
“Qualcuno come tuo padre!” Katniss ridacchia in fondo al corridoio.
“Oh, no. Hai visto tutto?” Peeta si copre il volto con le mani, in segno di vergogna.
“Ogni cosa.” Katniss sorride sorniona.
“Coraggio, che hai da dire?” Peeta la guarda rassegnato, pronto a sentire sua moglie ricapitolare la vicenda e scoppiare a ridere.
“Ti amo tanto!” dice Katniss, poi – come Peeta aveva previsto – scoppia a ridere.
Peeta la guarda scomparire in cucina, brandendo sotto il braccio uno spolverino. Prim corre via insieme a Ranuncola.
Peeta e Katniss salgono al piano di sopra, fermandosi davanti alla porta della cantina. Quella sì che è un'impresa. Ogni anno mettere in ordine la cantina piena di ragnatele e polvere, si dimostra difficile quanto uscire vivi dai Giochi.
“Sei pronto?” gli chiede Katniss, fissando la porta con aria di sfida.
Peeta annuisce serissimo.
Avevano le stesse identiche espressioni nei giorni in cui sono stati spediti nell'Arena.
Katniss gira il pomello arrugginito con lentezza assassina, la porta si apre con un cigolio inquietante.
La prima ad entrare è la signora Mellark, subito seguita da suo marito. L'ambiente che li circonda è semibuio, le pareti sono sbrecciate e negli angoli si annidano temibili ragnatele. Qua e là sono buttati mobili e cianfrusaglie d'ogni sorta, il pavimento di legno scricchiola sotto i loro passi. “Da dove si comincia, capo?” chiede Peeta trattenendo una risatina.
“Ti giuro una cosa, Peeta. Certe volte avrei proprio voglia di correre via urlando.” è buffo il tono che usa Katniss. Non sta scherzando. Più seria di così non si può. Ecco perchè quelle parole suonano divertenti.
“Andiamo, io ho un'idea!” Peeta afferra il vecchio arco di Katniss che giace in un angolo, e glielo porge.
“Cosa...?” Katniss lo guarda confusa.
“Ecco! Userai questo panno bagnato come freccia. - raccoglie una pezza e la intinge nell'acqua, annodandola poi intorno alla freccia - Colpisci il muro, ragazza di fuoco. E non sbagliare!”
Katniss sorride, prende platealmente la mira e centra in pieno una ragnatela. Peeta applaude: “Wow! Che grinta!”
Katniss ride: “Credo che così potrà davvero essere divertente...”. Poi si avvicina a suo marito e gli stampa un bacio sulla guancia: “E possa la fortuna essere sempre in nostro favore!”
Peeta annuisce e inizia a passare l'aspirapolvere.
“Lo è sempre stata...” sussurra nell'aere, un sorriso sulle labbra e un calore nuovo nel cuore.

 

 

ANGOLO AUTRICE: allora, vedo che abbiamo raggiunto le cinque recensioni, non sapete quanto mi renda felice! Ringrazio di cuore tutti quelli che recensiscono, siete fantastici!
Spero di aggiungere un capitolo al giorno, quindi ecco qui, spero vi sia piaciuto!
Bacii

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Capitolo 5
*** Shopping! ***


Peeta si era innamorato di Katniss perchè non era come le altre. Non era il tipo da passare il pomeriggio a guardare in tv le sfilate di moda di Capitol City. Effettivamente, gli abiti proposti erano inguardabili. Ma adesso, insieme alle tante cose che la Paylor ha rinnovato, c'è anche la moda. Per la prima volta dopo secoli, il concetto di 'semplicità' coincide con 'eleganza'. Inutile dire che sono fiorite le boutique e i negozi d'alta moda. Peeta aveva visto i suoi colleghi costretti ad accompagnare le mogli nei loro pomeriggi di shopping, durante i quali svaligiavano i negozi dalle loro merci più costose. Inizialmente si era ritenuto fortunato, perchè una come Katniss, cresciuta più nel bosco che in una casa vera e propria, non gli avrebbe mai chiesto di comprarle l'ultimo modello di minigonna. Ovviamente, si sbagliava.
Katniss non è prevedibile, anzi. Si può dire che ogni giorno Peeta scopra qualcosa di nuovo su di lei, sia anche l'abitudine di tirare tutte le coperte dalla sua parte o di lasciare il bagno pieno di vapore aqueo, dopo aver fatto la doccia. Dunque, un bel giorno Katniss era tornata a casa parlando di quanto fossero belli i jeans – un indumento creato tanti millenni prima, ma che ora era stato riscoperto – che aveva il negozio “L'arco d'oro”. Inutile dire che era un modo carino per dire: “comprami immediatamente quei pantaloni!”, quindi Peeta aveva compreso e le aveva promesso che sabato pomeriggio sarebbero andati a fare shopping. Avevano lasciato i bambini a casa della mamma di Katniss e si erano incamminati per il centro commerciale della città.
Da quanto tempo stavanno andando per negozi? Peeta non riesce a vedere l'orologio. Sorregge una pila infinita di pacchetti e pacchettini, tutti provenienti dai migliori negozi del Distretto 12.
“Katniss... è buio... è dalle tre di oggi pomeriggio che siamo in giro. Che ore sono?”
“Sono solo le nove, resisti!” Katniss lo precede, gli risponde senza nemmeno voltarsi. Peeta alza gli occhi al cielo, iniziando ad avere qualche difficoltà a camminare. Okay che era fortissimo, ma portare qualche decina di pacchi di vestiti dalle tre del pomeriggio, risultava alquanto stancante!
“Oh, guarda che belle scarpe! Che ne dici, amore?” Katniss osserva un paio di scarponcini color fango, dietro la vetrina lucida di un negozio. Peeta non riesce a vedere niente: la pila è troppo alta.
“Certo... meravigliose...” la asseconda lo stesso.
“Aspettami fuori, vado a comprarle. Torno subito!”
E così Peeta comprende che può mettersi comodo e aspettare due ore buone. Già, perchè finchè Katniss prova le scarpe, decide se le piacciono, ci ripensa... E' arrivata la mattina successiva! Il problema è che non ci sono panchine lì vicino, quindi Peeta è costretto a rimanere in piedi.
“Ecco fatto!” Katniss esce dal negozio con una scatola di scarpe in più e la deposita sopra le altre. Peeta traballa leggermente: “Ora possiamo tornare a casa? Magari è successo qualcosa ai bambini...”
“Con mia madre staranno benissimo! Dai, entriamo!” Katniss gli fa cenno di entrare in una boutique di gran lusso.
“Come? Non aspetto fuori?”
“No, devo comprarmi un vestito elegante, voglio il tuo consiglio! Non ci capisco molto!”
Peeta la segue sbuffando all'interno. L'ambiente è molto grande e illuminato a giorno. Nonostante l'ora, è pieno di donne e ragazze e uomini accasciati sui divanetti rosa. Peeta trova un posticino per sé e deposita finalmente tutti i pacchi sul pavimento. Si asciuga il sudore della fronte con il dorso della mano. Katniss afferra una decina di abiti da sera e scompare nel camerino di fronte alla poltroncina di suo marito. Peeta si guarda intorno alla ricerca di una rivista, ma non ne trova. Si lascia andare contro lo schienale e tamburella le dita sul bracciolo.
“Allora? Che te ne pare?”
Katniss esce dal camerino indossando un abito lungo, dello stesso colore dei suoi occhi. Peeta rimane a bocca aperta: “S-sei b-bellissima...” balbetta.
Katniss sorride lusingata e torna dentro: “Aspetta, te ne faccio veder un altro!” si tira la tenda alle spalle.
“Ehi, amico, mettiti comodo!” gli dice un altro uomo su un divanetto di fronte al suo: “Anche se le dici che sta benissimo, dovrà comunque provarsi tutti i vestiti!” è un uomo molto più vecchio di Peeta, sulla sessantina, abbastanza rozzo.
“Dice?” fa Peeta, timido.
“Oh, si! Aspetta e vedrai!” ride amaramente, con voce roca.
Peeta respira, Katniss esce dal camerino. Il suo corpo perfetto è fasciato da un mini abito nei toni del rosa. Peeta storce il naso: “No, senza offesa Katniss, questo proprio non mi piace!”
Katniss fa una piroetta su se stessa: “Perchè? Non ti piace come mi sta? Trovi che mi ingrassi??” strabuzza gli occhi.
“No, no! Assolutamente! Solo, non è proprio il tuo genere...”
L'uomo di prima assiste alla scena divertito, regalando uno sguardo di compatimento a Peeta.
“E quale sarebbe il mio genere??” Katniss mette le mani ai fianchi.
“Be', non lo so... Forse un abito un po' meno vistoso...” le spiega, conciliante.
“Ma io pensavo che tu volessi una moglie più femminile!” Katniss lo guarda allibita.
“Come, scusa?” Peeta alza un sopracciglio.
“Massì, le mogli dei tuoi colleghi sono tutte super chic, super eleganti... Credevo volessi che anch'io fossi come loro...”
Peeta si passa una mano tra i riccioli biondi e corre incontro a Katniss, stringendola per i fianchi: “No, amore! Come hai potuto pensarlo? Io ti amo per come sei!” sussurra dolcemente.
“Dici davvero?”
“Certo! Altrimenti avrei sposato Effie!” ridacchia.
Katniss scoppia a ridere ed escono dal negozio: “Grazie al cielo! Temevo davvero di dover andare in giro con quel vestito!”
“Ehi, Katniss, ma tutti questi alti pacchi? Non avremo speso un sacco di soldi inutilmente, vero?”
Katniss fa l'occhiolino: “No, no! Quelli li volevo davvero!”
Peeta sospira: gliel'ha fatta di nuovo! Raccoglie i pacchi rassegnato mentre Katniss gli stampa un bacio sulla guancia: “Il mio eroe!”
E Peeta non sente più molto la fatica!





Ecco il nuovo capitolo! Hope you guys like it! Aspetto tante recensioni! ;)

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Capitolo 6
*** Album fotografico ***


“Guarda, Peeta, questi siamo proprio noi... ti ricordi?”
Ci sono quelle sere, quelle sere d'inverno, in cui la neve ricopre ogni cosa e l'aria è piena di un gelo misterioso. Quelle sere in cui si ha solo voglia di stare con le persone che amiamo, in pace. Magari raggomitolati su un divano spazioso di fronte al camino, meglio ancora se sotto una coperta troppo piccola per tutti e una tazza di cioccolata tra le mani.
Così Katniss e Peeta stavano passando quel nevoso sabato sera. Recentemente avevano trovato un album fotografico risalente al loro matrimonio e non vedevano l'ora di sfogliarlo. Katniss girò la pagina con una delicatezza assassina, quasi temesse che si sbriciolasse fra le sue dita. Indicò una foto rettangolare, nella parte alta della pagina. Era la foto di gruppo del matrimonio. Al centro c'erano Katniss e Peeta, entrambi indossavano dei vestiti meravigliosi disegnati da Cinna prima dell'edizione della memoria. Accanto a Katniss c'era sua madre, un sorriso stanco a rappresentare la sofferenza che si annidavanel suo cuore. C'erano anche Annie e suo figlio, il piccolo Finnick. Lei indossava un elegante vestito azzurro e il bimbo di appena un mese guardava con occhi spalancati la macchina fotografica. Più dietro c'era invece Gale, per la prima volta in giacca e cravatta. Katniss non avrebbe voluto invitarlo, ma Peeta l'aveva convinta, perchè in fondo era anche grazie a lui se Panem era libero e loro due potevano finalmente sposarsi. Accanto a lui c'era Johanna, un sorriso che andava da un orecchio all'altro, forse contenente anche un po' di invidia. Beetee era sulla sua sedia a rotelle, in mezzo a Plutarch e alla Paylor. La presidente e il suo vice avevano voluto essere lì a tutti costi per dare la loro benedizione agli sposi, sorridevano trionfanti, innalzando i calici di spumante. Infine, si distinguevano Haymitch e Effie, infondo al gruppo. Non c'era stata molta gente, quel giorno. Avevano fatto una cerimonia in piccolo, del resto avevano sofferto talmente tanto che proprio non avevano voglia di mettersi a festeggiare.
Katniss bevve un sorso di cioccolata e girò la pagina, qui invece c'era una foto di Katniss che dava un bacio sulla guancia a Peeta, questa risaliva ai primi giorni dopo le nozze. Sorrisero entrambi, senza dire una parola. Dalla camera da letto dei bambini non provenivano pianti, per una volta nella loro vita stavano dormendo sereni. Katniss cambiò nuovamente pagina e si ritrovò di fronte ad una foto con sua madre, sempre il giorno del matrimonio. Mrs Everdeen indossava un abito di raso nero e abbracciava sua figlia con la disperazione di una donna che ha già perso troppo e non vuole perdere ancora. Poi c'era una foto di Peeta e Plutarch, anche questa durante la cerimonia nuziale, l'ex capo stratega dalla stazza imponente stringeva a sé il gracilino Peeta abbastanza forte da togliergli il respiro.
“Non so come ho fatto a resistere” scherzò Peeta riuscendo a strappare una risata a sua moglie. Tutte le altre foto erano anch'esse state scattate il giorno del matrimonio. Si soffermarono su una di loro due insieme ad Annie. Peeta era a braccetto con Annie e Katniss teneva in braccio il piccolo Finnick. Era incredibile quanto somigliasse a suo padre. Annie aveva voluto andare al matrimonio a tutti i costi. Nonostante infatti non avesse mai avuto tanto a che fare con Katniss, sembrava esserle molto legata. Katniss si chiedeva perchè, visto che lei invece si attribuiva la colpa della sua morte. Sulla pagina accanto era attaccata la foto di Peeta e Johanna, che aveva preteso uno scatto 'privato' con il ragazzo del pane perchè, sue testuali parole, 'era lo sposo più figo che avesse mai visto'. Ah, Johanna!
“Che fine ha fatto?” chiese Katniss con il sorriso sulle labbra. Peeta si strinse nelle spalle: “Disse che sarebbe tornata nel suo distretto, probabilmente si è sposata!”
“Non invidio suo marito, poverino! Non dev'essere facile sopportarla!”
Risero entrambi e girarono pagina.
“E questa?” Katniss rimase impietrita.
Tra una pagina e l'altra, come segnalibro, c'era una piccola foto rettangolare. Vi era ritratta una ragazzina dal sorriso luminoso e le lunghe trecce bionde.
Peeta comprese immediatamente e il suo sorriso si spense: “Ma quella è...?”
“Prim.” sospirò Katniss.
Peeta la strinse forte, lei lasciò cadere l'album per terra e si rintanò tra le braccia del marito: “Che ci fa una sua foto nell'album fotografico del nostro matrimonio?”
“Forse è un segno. In quella foto sorride, magari è il suo modo di farci sapere che è felice per noi.” azzardò Peeta.
“Mi manca, mi manca tantissimo.” ammise Katniss, la voce iniziava ad incrinarsi, finchè una lacrima non le
solcò la guancia. La raccolse con un dito e la contemplò: “Guarda, Peeta: sto piangendo!”

Peeta la strinse più forte.
“Sto piangendo...” ripetè, questa volta arrendendosi e lasciando che pesanti e copiose lacrime le bagnassero il viso.
Katniss aveva trattenuto quelle lacrime per tanto -troppo- tempo. A volte non vogliamo piangere perchè temiamo di non essere in grado di fermarci. Preferiamo mandare tutto giù, lasiare che il dolore si accumuli senza dargli l'opportunità di sfogarsi. E poi basta un nonnulla, anche una vecchia foto, per riaprire le ferite non cicatrizzate del nostro cuore. Katniss adesso lo sapeva, ma più piangeva e più si sentiva meglio. Quando avrebbe finito, anche dopo cinquant'anni, sarebbe stata libera – davvero libera – di ricominciare a vivere.
E il passato sarebbe finalmente passato.






ANGOLO AUTRICE: e si conclude così questa raccolta di OS! Io mi sono molto divertita nello scriverla e spero sia stato altrettanto per voi nel leggerla! Ringrazio quelli che hanno sempre recensito e anche quelli che l'hanno inserita tra i preferiti/ricordati/seguiti! Un grazie di cuore! Bacioni <3 <3

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