Tsubasa dei Caraibi

di adrienne riordan
(/viewuser.php?uid=17847)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Nuova pagina 1

CAPITOLO 1

 

La squallida cella dove era rinchiuso il giovane pirata dai lunghi capelli biondi era solo in parte illuminata dalla pallida luce della luna piena che filtrava dalle sbarre della finestra, cosicché il ragazzino al di là della porta non poteva scorgere lo squarcio alla parete provocato dalle cannonate che avevano infuriato tutta la notte durante l’assalto alla cittadina di una ciurma di aggressivi pirati.

“La prego Fay Sparrow, voi siete la mia unica speranza di ritrovare la mia Sakura! Alcuni pirati l’hanno rapita dopo averle rubato la piuma del suo cappellino!”.

“Hai detto che hanno rubato la piuma del cappello alla figlia del Governatore Fujitaka? Molto interessante giovanotto, davvero…” gli rispose meditabondo il pirata mentre si sistemava pigramente la benda nera sul suo occhio sinistro.

“Voi sapete che cosa vogliono da lei? Sapete chi erano quei pirati?”.

Fay si stiracchiò. Il fatto che la cittadina fosse stata messa a ferro e a fuoco e che molte persone fossero morte durante la scorribanda non sembrava turbarlo minimamente.

“Ho visto la nave dalla finestra e non mi posso sbagliare. Quella era la Rovina di Clow e se la tua bella è stata rapita e portata dal loro capitano allora saranno guai veramente grossi per lei. Ti faccio le mie più sincere condoglianze”.

“Allora voi non avete proprio alcuna intenzione di aiutarmi? Neppure se vi aiutassi a fuggire dalle prigioni?” supplicò il ragazzo ormai cinereo in volto.

“Beh, diciamo che fuggire dalla prigione per andare a farmi ammazzare da quelli della Rovina di Clow sarebbe come saltare dalla padella alla brace. Ma dimmi, perché non vai a chiedere aiuto a quei simpatici soldati della Marina Inglese di Sua Maestà?” chiese scimmiottando un saluto militare.

“Ho già chiesto aiuto al Commodoro Kurogane ma mi ha chiaramente detto (sbraitato, a dire il vero) che avrebbe cercato Sakura con i mezzi tradizionali e che mai e poi mai sarebbe caduto così in basso da chiedere a voi di aiutarlo, dato che eravate il capitano della Rovina di Clow prima che i vostri uomini si ammutinassero e vi gettassero in mare”.

“Non mi hanno gettato in mare!” esclamò scandalizzato il giovane, cercando di ignorare quell’improvviso sussulto al basso ventre e quell’acquolina in bocca che lo coglieva ogni volta che sentiva nominare il Commodoro Kuro.

Niente lo avrebbe reso più felice che farsi sottoporre alle più squisite torture sadomaso  dall’aitante Kuropii, l’unico ufficiale che era riuscito a farlo prigioniero (ah, il tocco rude delle sue mani mentre ammanettava le sue dietro la schiena era stato l’attimo più divino della sua intera esistenza! ♥) ma le sue fantasie erotiche sembravano essere l’unica cosa della sua mente che potessero essergli lette in faccia, lui che per il resto aveva una faccia di bronzo incredibile quando si trattava di raccontare frottole per salvarsi la pelle. Già il Commodoro aveva intuito i pensieri porcelli del pirata sulla sua nobile persona durante il suo arresto osservando il suo sorriso sardonico, gli “Yhuuuu” e gli “Awww”, e le sue fusa che Fay aveva emesso mentre lo trascinava via. Se non fossero intervenuti i suoi colleghi, certo il Commodoro Kuro non avrebbe certo aspettato il giorno della sua esecuzione capitale per spedirlo all’altro mondo, o almeno questo era quello che gli aveva sbraitato dietro mentre cercava di stringergli le mani attorno al collo, scatenando nel pirata un’altra ondata di intensa lussuria per il Commodoro.

Fay mantenne dunque il suo autocontrollo per tenere segreto il suo Kamasutra mentale al giovane che, evidentemente, era abbastanza giovane da ritenere l’amor cortese la fonte di gioia più intensa che mai avrebbe potuto offrire alla sua dolce Sakura.

“Ad ogni modo non starò con le mani in mano come pretende il commodoro Kuro! Andrò a cercare comunque la mia dolce Sakura per tutti e sette i mari, o il mio nome non sarà più Shaoran Reed!”

“Uh? Ti chiami Shaoran Reed?” chiese il pirata improvvisamente interessato ai vaneggiamenti del ragazzino tanto da interrompere il filmino porno mentale che aveva avviato appena aveva sentito rinominare il nome della sua bomba del sesso preferita.

“Eh? Sì, perché?” chiese a sua volta il ragazzino sorpreso dalla repentina attenzione che il pirata gli stava ora ampiamente dedicando.

Ma, del resto, cominciava a dubitare che la persona davanti a lui fosse dotata di un minimo di sanità mentale, con quella sua andatura da ubriaco col mal di mare e il sorrisino scemo perennemente stampato in faccia.

“Allora cosa aspetti ad aprire la cella, Shaoran-kun? C’è una fanciulla in pericolo da salvare!” esclamò impaziente Fay Sparrow, assumendo una di quelle pose da eroe consumato mentre uno scioccato Shaoran si dava da fare per scardinare la porta della cella.

In fondo, lui era il figlio adottivo del fabbro del villaggio e aveva imparato il mestiere.

Peccato che se fosse stato abbastanza sveglio da guardare verso la parete alla sua sinistra avrebbe trovato attaccato al chiodo il mazzo di chiavi.

Ma aprire la porta della cella scardinandola faceva sicuramente molto più figo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Nuova pagina 1

CAPITOLO 2

 

Il giorno seguente la deliziosa barca che avevano preso in prestito alla Marina Militare scorreva sicura tra le piccole onde del mare tranquillo grazie alle manovre di Shaoran, prontamente diretto dai comandi del pirata Fay Sparrow.

“Shaoran-kun, hai davvero un talento innato per la navigazione!”

“Oh, grazie, Fay-san” rispose il ragazzino un poco imbarazzato dalle lodi appena ricevute.

“Perché non diventi un pirata anche tu? Come fabbro saresti davvero sprecato”.

“È  una vita che non mi attrae perché rispetto la legge! Voi siete solo dei criminali che fanno la loro fortuna sulla pelle della gente che lavora onestamente”

“Belle parole, Shaoran-kun, ma mi suona strano vederti adesso parlare con un pirata che tanto disprezzi dopo aver supplicato il suo aiuto” ribatté sardonico Fay.

“Non l’avrei mai fatto se tu non fossi stato il vecchio capitano della Rovina di Clow. Sicuramente conosci le mosse dei tuoi ex compagni meglio di chiunque altro”.

“Ah, su questo non c’è dubbio”.

“E potreste rivelarlo anche a me?”

“La piuma del cappello della tua pollastrella…”

“Fay-san! Un po’ di rispetto per favore!” esclamò scandalizzato mentre con una mano tendeva un fune della vela e con l’altra mano cercava di bloccare l’epistassi al naso.

“Agli ordini, signorino delicato. Dicevo, se hanno rapito la tua giovane donzella vuol dire che hanno finito di recuperare tutte le piume dell’Uccello di Kukochi*”.

“Uccello di che?”

“Dell’Uccello di Kukochi. Un esemplare rarissimo di uccello dell’America Centrale. Narra la leggenda che chi osa uccidere un Uccello di Kukochi andrà incontro ad una crudele maledizione. Naturalmente quegli idioti dei miei ex compagni non si lasciarono spaventare da quella che definirono una stupida superstizione, così uccisero alcuni esemplari che erano riusciti a catturare e che finirono nelle loro pance. Non l’avessero mai fatto…” aggiunse con voce tetra.

Shaoran ingoiò della saliva spaventato, poi con voce tremante, chiese al pirata che cosa fosse accaduto loro.

“Ah, una cosa terribile, Shaoran-kun! Sono stati condannati a non morire mai, senza avere la possibilità di percepire alcuna sensazione fisica ed emotiva. Alla luce della luna, i loro corpi assumono l’aspetto di scheletri ambulanti”.

“Ma è terribile!” mormorò pietrificato il ragazzino.

“Ma non è finita. La parte più terribile della maledizione è l’aspetto che questi uomini hanno alla luce del giorno….” Fece una significativa pausa per incutere maggior paura al suo piccolo compagno.

“Cioè?” chiese Shaoran con un filo di voce. Fay proseguì con voce grave.

“Sul volto di quegli uomini comparve il mascellone più pronunciato che un essere umano possa aver mai visto! Il mento di quei disgraziati sembravano una parodia di un paio di chiappe, poveracci!”

Shaoran per lo shock lasciò la corda che regolava la posizione della vela. Come logica conseguenza, un palo andò a schiantarglisi dritto dritto in faccia, mettendo a serio rischio i suoi connotati.

Fay non diede segno di aver notato lo stoico tentativo di Shaoran di non finire in mare a causa dell’urto col palo ma continuò imperterrito nel suo racconto.

“Il nuovo capitano della nave, Fey Wang detto “Er Basetta”, il bastardo che guidò l’ammutinamento, venne a scoprire che l’unico modo per togliersi di dosso la maledizione era bagnare le bellissime piume di quegli uccelli con il sangue di una vergine, ma qualcuno che era stato da poco buttato in mare e che in questo modo si era salvato dal condividere quel terribile destino insieme ai suoi amici voltagabbana riuscì a mettere le mani sul sacco di piume e a liberarle nel vento prima di essere scoperto e molto probabilmente scuoiato vivo”.

Il sangue di una vergineee? Fay-san, quelli vogliono sacrificare la mia Sakura!?!” strillò terrorizzato Shaoran mentre i primi capelli bianchi cominciavano già a far capolino sulla sua chioma castana.

“Beh, se hanno catturato la ragazza, evidentemente hanno recuperato tutte le piume. Quindi è molto probabile che la vittima sacrificale sarà lei”. Finalmente Fay vide il suo giovane compagno perdere le forze e l’aspetto normale per assumere quello di una mozzarella scaduta.

“Dooon’t worry Shaoran-kun! La libereremo presto, abbi fiducia in me!” esclamò Fay assumendo una nuova posa da eroe consumato, mentre il ragazzo invocava disperato il nome della sua bella.

Disperato soprattutto perché la salvezza della ragazza che amava era stata affidata all’unico pirata al quale forse non era sicuro affidare neppure la vita del pirata stesso…

 

 

*il Kukochi non è un uccello ma una deliziosa ombra mostriciattolo del manga Monocrome Factor. Mi scuso per l’utilizzo improprio del nome ma Uccello di Kukochi suona così kawaii (carino). ^__^

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Nuova pagina 1

NOTE DELL’AUTRICE

Oh oh oh, buongiorno! Ecco il terzo capitolo, sperando che sia di vostro gusto!

Ringrazio tutti coloro che hanno commentato i primi due capitoli, Questa è la mia prima fic comica e sapere di avervi strappato qualche risata mi ha reso davvero felice! Spero di riuscire a farvi divertire fino alla fine.

Sospetto che il rating giallo non sia adeguato e mi sono accorta di non aver segnalato che ci sono un po’ tutti i personaggi, non solo Fay e Kurogane… Bah, dettagli! XD

Buona lettura!

 

 

CAPITOLO 3

 

Con passo felino Fay Sparrow si avvicinava al Commodoro, seduto sulla poltrona della sua scrivania a firmare delle inutili pratiche burocratiche. Kurogane sembrava sorpreso di averlo davanti agli occhi. Si era aspettato che, una volta evaso dalla prigione dove lo aveva sbattuto (perdonatemi, non ho saputo resistere alla tentazione di sottolinearlo! XD N.d.Adrienne),  il pirata avrebbe messo quante più leghe marine di distanza tra loro. Invece eccolo qui davanti a lui, un sorrisino malizioso sul volto e i soliti rumori leggeri simili a fusa. Fay si sedette in braccio al Commodoro assicurandosi una salda presa delle sue ginocchia contro il bacino di Kurogane e delle sue mani intrecciate dietro il suo collo. Kurogane era troppo scioccato dall’impudenza e dalla lussuria che leggeva negli occhi del giovane biondino per poter reagire in qualche modo.

“Kurorin, sono stato un pirata molto cattivo”.

“Uh” Fay aveva preso il verso come un cenno affermativo. Il pirata si chinò verso di lui avendo cura di far aderire i loro toraci

“Quindi devo essere punito severamente… il Commodoro Kurobau non può permettersi di non assicurare alla giustizia un pirata cattivo, vero?” mormorò all’orecchio inspirando voluttuosamente il buon profumo della pelle del collo del Commodoro, il cui respiro cominciava a farsi affannoso.

Fay non attese la risposta da parte dell’altro; il suo respiro affannoso costituiva già una risposta più che sufficiente.

“Allora puoi sculacciarmi per tutto il tempo che vuoi…” e mormorato questo cominciò a sbottonarsi lentamente i bottoni dei suoi pantaloni…

 

 

“Commodoro!” il richiamo del soldato fece svegliare di soprassalto Kurogane, segretamente riconoscente di aver abbandonato il sogno prima che questo assumesse aspetti più torbidi (mai e poi mai avrebbe ammesso che stava per sognare il pirata rudemente sbattuto sopra la scrivania a subire… ARRGH, no, no, no!! Si rifiutava persino di pensare a cosa stava per sognare!!!  à io lo sto pensando tranquillamente N.d.Adrienne).

“Avevo detto di non voler essere disturbato” ringhiò al soldato.

Aveva avuto una pessima nottata passata in bianco e sentiva un gran bisogno di riposarsi un po’: aveva combattuto strenuamente contro quei mostri che avevano distrutto la cittadina e l’unica cosa che era riuscito ad ottenere era scoprire che quei mostri non potevano essere feriti né uccisi. Dopo la ritirata dei pirati aveva dovuto dirigere le squadre di soccorso per salvare il salvabile e poi aveva dovuto consolare il Governatore che piangeva disperato sulla sua spalla mormorando “La mia bambina…la mia bambina...”.

Dulcis in fundo, aveva appreso che quel truzzetto scimunito del figlio del fabbro aveva fatto evadere Fay Sparrow, colui che dominava gli incubi a rating NC-17 (e anche quelli a rating  M e V.M.18) del Commodoro dal giorno del suo arresto.

Se possibile, la notizia dell’evasione di quel pirata idiota era la cosa che lo aveva fatto infuriare più di tutte!

“Mi dispiace averla disturbata, Commodoro. Il Governatore desidera parlare con voi”.

Ad un desiderio del Governatore non si può dire di no.

“Fatelo entrare” disse con un sospiro malcelato.

“Commodorooo!” il Governatore si precipitò verso Kurogane con le lacrime agli occhi. “Avete deciso cosa fare per ritrovare la mia bambina?”.

“Ho inviato più di una spedizione per cercare di trovare la rotta della Rovina di Clow ma è come cercare un ago in un pagliaio. Quella nave è troppo veloce per essere una nave normale! Sto facendo tutto ciò che è umanamente possibile. Il problema, Governatore Fujitaka, è che quelli non hanno nulla di umano. L’ho visto con i miei occhi”.

“Dunque la mia bambina è perduta per sempre?”

“Io non perdo la speranza prima di aver combattuto. Per quanto fragile sia questa speranza, non mi arrendo senza aver prima tentato il tutto e per tutto”.

“E cosa farete voi nel frattempo?”

“Era mia intenzione interrogare il pirata Fay Sparrow per ottenere qualche informazione sull’equipaggio della Rovina di Clow visto che era stato il loro capitano prima di venire scaraventato in mare” Kurogane si impose di non pensare al sogno di due sere prima, nel quale, con un frustino sadomaso in mano, si stava dando un gran daffare per interrogare Fay, incatenato alla parete della cella e con la camicia tutta strappata…

“Ma Fay Sparrow è evaso approfittando del trambusto di questa notte e ha preso il largo dopo aver rubato una imbarcazione della Marina”.

Kurogane fece una pausa significativa.

“Io so come rintracciare quel pirata”.

Fujitaka fece tanto d’occhi, sbalordito.

“Come?”

“Ha lasciato qui qualcosa che mi permetterà di raggiungerlo ovunque egli decidesse di nascondersi! Partirò oggi con una nave per catturarlo e mi farò dare tutte le informazioni che mi servono”.

Per quanto l’ansia del Governatore non potesse essere del tutto debellata, il fatto che il Commodoro avesse una pista da seguire lo lasciava ben più disposto a credere che ci fosse una speranza per salvare la sua Sakura.

“Non so davvero come ringraziarvi, Commodoro Kurogane! Se riuscirete a riportarmi la mia bambina sana e salva una promozione non ve la toglie nessuno!”.

Detto questo, il Governatore si congedò e lasciò la stanza.

Rimasto solo, Kurogane si diresse verso il grosso baule in fondo alla stanza.

Sembrava che quella di possedere un animaletto sulla spalla fosse una gran moda tra i pirati, e Fay Sparrow non faceva eccezione. Ma invece di una scimmietta o di un pappagallo, l’idiota aveva con sé al momento dell’arresto una strana bestiola bianca dalla forma di polpetta con due lunghe orecchie.

Kurogane l’aveva confiscata e portata con sé nei suoi uffici ma non aveva esitato a rinchiuderla in tutta fretta nel baule quando questa aveva cominciato a gridare a squarciagola “Puuh! Kurorin sei una bomba sexy! Puuh! Kurotan ti amo♥!! Puuh! Kuropuu mi eccita!” proprio come il più imbecille dei pappagalli, per evitare che i suoi soldati lo sentissero. Se possibile, il desiderio di far fuori quel pirata idiota crebbe ancora di più.

Fortunatamente per la polpettina pelosa Kurogane non ammazzava gli animali, consapevole che sarebbe molto più giusto piuttosto fare a pezzi i loro padroni, talvolta (e questo pensiero gli veniva in mente ogni volta che, al porto, aveva a che fare con qualche bisognino di cane non raccolto). L’aveva piuttosto tenuta con sé perché la creaturina gli aveva rivelato di essere un “bussola/navigatore satellitare” del marchio di fabbrica Mokona (succursale della fabbrica Bialetti, specializzata in caffettiere e macchine da caffè*), comprato da Fay presso il negozio clandestino “Da Calipso” della strega Yuuko: bastava dire la destinazione o anche solo il nome di una persona da rintracciare e Mokona avrebbe dato tutte le indicazioni per raggiungerla.

Peccato che si fosse sempre rifiutato di mostrare il suo talento al Commodoro. Fay l’aveva comprata, Fay solo avrebbe potuto richiedere la destinazione.

Kurogane aprì cautamente il baule, opportunamente bucherellato per consentire alla bestiola di respirare.

"Puuh! Buongiorno, Kurosexbomb ^__^!"

“Oi, polpetta” lo zittì il Commodoro, ignorando stoicamente la vena della tempia che pulsava terribilmente.

“Devi portarmi dove si trova il pirata Fay Sparrow”.

“Solo Fay può ordinarmi dove andare, te l’ho già detto!” disse la polpetta con tono canzonatorio.

“Perché tu appartieni a Fay, giusto?”

“Sì, Fay mi ha comprato e quindi appartengo a Fay” annuì decisa la piccina.

“Bene… dato che sei una proprietà di Fay Sparrow non credi che sia mio dovere restituirti a lui? E come credi che possa farlo se non lo trovo?”

“Vuoi andare da Fay per restituirmi a lui?”

“Sì, proprio così” rispose Kurogane dando fondo a tutto il suo talento recitativo. Raccontar balle non gli era mai piaciuto ma stavolta non aveva altra scelta. Doveva trovare Fay Sparrow, a qualunque costo. E poi non era una balla vera e propria. In fondo, avrebbe portato la palletta da Fay, proprio come desiderava.

E dopo aver restituito Mokona, avrebbe posto al legittimo proprietario tutte le domande del caso.

Con o senza frustino sadomaso.

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=242353