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NOTE
DELL’AUTRICE
Oh
oh oh, buongiorno! Ecco il terzo capitolo, sperando che sia di vostro gusto!
Ringrazio
tutti coloro che hanno commentato i primi due capitoli, Questa è la mia prima
fic comica e sapere di avervi strappato qualche risata mi ha reso davvero
felice! Spero di riuscire a farvi divertire fino alla fine.
Sospetto
che il rating giallo non sia adeguato e mi sono accorta di non aver segnalato
che ci sono un po’ tutti i personaggi, non solo Fay e Kurogane… Bah,
dettagli! XD
Buona
lettura!
CAPITOLO
3
Con
passo felino Fay Sparrow si avvicinava al Commodoro, seduto sulla poltrona della
sua scrivania a firmare delle inutili pratiche burocratiche. Kurogane sembrava
sorpreso di averlo davanti agli occhi. Si era aspettato che, una volta evaso
dalla prigione dove lo aveva sbattuto (perdonatemi, non ho saputo
resistere alla tentazione di sottolinearlo! XD N.d.Adrienne),
il pirata avrebbe messo quante più leghe marine di distanza tra loro.
Invece eccolo qui davanti a lui, un sorrisino malizioso sul volto e i soliti
rumori leggeri simili a fusa. Fay si sedette in braccio al Commodoro
assicurandosi una salda presa delle sue ginocchia contro il bacino di Kurogane e
delle sue mani intrecciate dietro il suo collo. Kurogane era troppo scioccato
dall’impudenza e dalla lussuria che leggeva negli occhi del giovane biondino
per poter reagire in qualche modo.
“Kurorin,
sono stato un pirata molto cattivo”.
“Uh”
Fay aveva preso il verso come un cenno affermativo. Il pirata si chinò verso di
lui avendo cura di far aderire i loro toraci
“Quindi
devo essere punito severamente… il Commodoro Kurobau non può permettersi di
non assicurare alla giustizia un pirata cattivo, vero?” mormorò
all’orecchio inspirando voluttuosamente il buon profumo della pelle del collo
del Commodoro, il cui respiro cominciava a farsi affannoso.
Fay
non attese la risposta da parte dell’altro; il suo respiro affannoso
costituiva già una risposta più che sufficiente.
“Allora
puoi sculacciarmi per tutto il tempo che vuoi…” e mormorato questo cominciò
a sbottonarsi lentamente i bottoni dei suoi pantaloni…
“Commodoro!”
il richiamo del soldato fece svegliare di soprassalto Kurogane, segretamente
riconoscente di aver abbandonato il sogno prima che questo assumesse aspetti più
torbidi (mai e poi mai avrebbe ammesso che stava per sognare il pirata rudemente
sbattuto sopra la scrivania a subire… ARRGH, no, no, no!! Si rifiutava persino
di pensare a cosa stava per sognare!!!
à
io lo sto pensando tranquillamente N.d.Adrienne).
“Avevo
detto di non voler essere disturbato” ringhiò al soldato.
Aveva
avuto una pessima nottata passata in bianco e sentiva un gran bisogno di
riposarsi un po’: aveva combattuto strenuamente contro quei mostri che avevano
distrutto la cittadina e l’unica cosa che era riuscito ad ottenere era
scoprire che quei mostri non potevano essere feriti né uccisi. Dopo la ritirata
dei pirati aveva dovuto dirigere le squadre di soccorso per salvare il salvabile
e poi aveva dovuto consolare il Governatore che piangeva disperato sulla
sua spalla mormorando “La mia bambina…la mia bambina...”.
Dulcis
in fundo, aveva appreso che quel truzzetto scimunito del figlio del fabbro
aveva fatto evadere Fay Sparrow, colui che dominava gli incubi a rating NC-17 (e
anche quelli a rating M e V.M.18)
del Commodoro dal giorno del suo arresto.
Se
possibile, la notizia dell’evasione di quel pirata idiota era la cosa che lo
aveva fatto infuriare più di tutte!
“Mi
dispiace averla disturbata, Commodoro. Il Governatore desidera parlare con
voi”.
Ad
un desiderio del Governatore non si può dire di no.
“Fatelo
entrare” disse con un sospiro malcelato.
“Commodorooo!”
il Governatore si precipitò verso Kurogane con le lacrime agli occhi. “Avete
deciso cosa fare per ritrovare la mia bambina?”.
“Ho
inviato più di una spedizione per cercare di trovare la rotta della Rovina
di Clow ma è come cercare un ago in un pagliaio. Quella nave è troppo
veloce per essere una nave normale! Sto facendo tutto ciò che è umanamente
possibile. Il problema, Governatore Fujitaka, è che quelli non hanno nulla di
umano. L’ho visto con i miei occhi”.
“Dunque
la mia bambina è perduta per sempre?”
“Io
non perdo la speranza prima di aver combattuto. Per quanto fragile sia questa
speranza, non mi arrendo senza aver prima tentato il tutto e per tutto”.
“E
cosa farete voi nel frattempo?”
“Era
mia intenzione interrogare il pirata Fay Sparrow per ottenere qualche
informazione sull’equipaggio della Rovina di Clow visto che era stato
il loro capitano prima di venire scaraventato in mare” Kurogane si impose di
non pensare al sogno di due sere prima, nel quale, con un frustino sadomaso in
mano, si stava dando un gran daffare per interrogare Fay, incatenato alla parete
della cella e con la camicia tutta strappata…
“Ma
Fay Sparrow è evaso approfittando del trambusto di questa notte e ha preso il
largo dopo aver rubato una imbarcazione della Marina”.
Kurogane
fece una pausa significativa.
“Io
so come rintracciare quel pirata”.
Fujitaka
fece tanto d’occhi, sbalordito.
“Come?”
“Ha
lasciato qui qualcosa che mi permetterà di raggiungerlo ovunque egli decidesse
di nascondersi! Partirò oggi con una nave per catturarlo e mi farò dare tutte
le informazioni che mi servono”.
Per
quanto l’ansia del Governatore non potesse essere del tutto debellata, il
fatto che il Commodoro avesse una pista da seguire lo lasciava ben più disposto
a credere che ci fosse una speranza per salvare la sua Sakura.
“Non
so davvero come ringraziarvi, Commodoro Kurogane! Se riuscirete a riportarmi la
mia bambina sana e salva una promozione non ve la toglie nessuno!”.
Detto
questo, il Governatore si congedò e lasciò la stanza.
Rimasto
solo, Kurogane si diresse verso il grosso baule in fondo alla stanza.
Sembrava
che quella di possedere un animaletto sulla spalla fosse una gran moda tra i
pirati, e Fay Sparrow non faceva eccezione. Ma invece di una scimmietta o di un
pappagallo, l’idiota aveva con sé al momento dell’arresto una strana
bestiola bianca dalla forma di polpetta con due lunghe orecchie.
Kurogane
l’aveva confiscata e portata con sé nei suoi uffici ma non aveva esitato a
rinchiuderla in tutta fretta nel baule quando questa aveva cominciato a gridare
a squarciagola “Puuh! Kurorin sei una bomba sexy! Puuh! Kurotan ti
amo♥!! Puuh! Kuropuu mi eccita!” proprio come il più imbecille dei
pappagalli, per evitare che i suoi soldati lo sentissero. Se possibile, il
desiderio di far fuori quel pirata idiota crebbe ancora di più.
Fortunatamente
per la polpettina pelosa Kurogane non ammazzava gli animali, consapevole che
sarebbe molto più giusto piuttosto fare a pezzi i loro padroni, talvolta (e
questo pensiero gli veniva in mente ogni volta che, al porto, aveva a che fare
con qualche bisognino di cane non raccolto). L’aveva piuttosto tenuta con sé
perché la creaturina gli aveva rivelato di essere un “bussola/navigatore
satellitare” del marchio di fabbrica Mokona (succursale della fabbrica
Bialetti, specializzata in caffettiere e macchine da caffè*), comprato da Fay
presso il negozio clandestino “Da Calipso” della strega Yuuko: bastava dire
la destinazione o anche solo il nome di una persona da rintracciare e Mokona
avrebbe dato tutte le indicazioni per raggiungerla.
Peccato
che si fosse sempre rifiutato di mostrare il suo talento al Commodoro. Fay
l’aveva comprata, Fay solo avrebbe potuto richiedere la destinazione.
Kurogane
aprì cautamente il baule, opportunamente bucherellato per consentire alla
bestiola di respirare.
"Puuh!
Buongiorno, Kurosexbomb ^__^!"
“Oi,
polpetta” lo zittì il Commodoro, ignorando stoicamente la vena della tempia
che pulsava terribilmente.
“Devi
portarmi dove si trova il pirata Fay Sparrow”.
“Solo
Fay può ordinarmi dove andare, te l’ho già detto!” disse la polpetta con
tono canzonatorio.
“Perché
tu appartieni a Fay, giusto?”
“Sì,
Fay mi ha comprato e quindi appartengo a Fay” annuì decisa la piccina.
“Bene…
dato che sei una proprietà di Fay Sparrow non credi che sia mio dovere
restituirti a lui? E come credi che possa farlo se non lo trovo?”
“Vuoi
andare da Fay per restituirmi a lui?”
“Sì,
proprio così” rispose Kurogane dando fondo a tutto il suo talento recitativo.
Raccontar balle non gli era mai piaciuto ma stavolta non aveva altra scelta.
Doveva trovare Fay Sparrow, a qualunque costo. E poi non era una balla vera e
propria. In fondo, avrebbe portato la palletta da Fay, proprio come desiderava.
E
dopo aver restituito Mokona, avrebbe posto al legittimo proprietario tutte le
domande del caso.
Con
o senza frustino sadomaso.
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