Love On Ice.

di SabyStylinson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il saggio ***
Capitolo 2: *** Il saggio (Harry's pov) ***
Capitolo 3: *** Let's get this party started! ***



Capitolo 1
*** Il saggio ***


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Louis, quella domenica mattina di giugno, non voleva proprio alzarsi.
Erano appena finiti gli esami dell’università, doveva proprio andare a quello stupido saggio?
Di malavoglia, si alzò da quel letto così morbido con cui lottava tutte le mattine. Aveva un rapporto di amore/odio con il cuscino, non riusciva proprio a staccarsi. A volte faceva un ritardo così madornale che doveva fare tutto in ben cinque minuti.
Si diresse in bagno, si guardò allo specchio ed esclamò un’imprecazione di disgusto. I suoi capelli castani erano schiacciati da una parte, mentre sotto i suoi occhi azzurri si erano formate due borse violacee. “Sembro uno zombie morto per lebbra”, si disse il ragazzo.
Si buttò immediatamente sotto la doccia, togliendosi prima il pigiama.
Pensò alla noia mortale che caratterizzava il pattinaggio sul ghiaccio. Piroette su piroette, ma agli atleti non girava la testa? Non avevano paura di cadere e spezzarsi l’osso sacro? O qualche gamba? E ancora, che senso aveva volteggiare su se stessi come ossessi se si poteva tranquillamente prendere un pallone e rincorrerlo su un campo fatto di TERRA         e quindi NON SCIVOLOSO?
Ma alle sue sorelle e alla sua migliore amica Eleanor piaceva. E lo praticavano da un sacco di tempo.
In casa, sopra il camino in bella vista c’erano 3 o 4 trofei in oro, e centinaia di medaglie, non ricordava neanche quante.
Finita la lunga e calda doccia, incominciò a vestirsi, quando quelle pesti con la testa bionda e gli occhi chiari, di nome Daisy e Phoebe, sue sorelle minori e, per giunta, gemelle, incominciarono a bussare alla porta del bagno.
 “Lou, esci da quel bagno che mamma mi deve fare i codini!”
“Dai, devo fare pipì! Sai quanto mi scappa prima di un’esibizione!”
E Louis, con la pazienza più grande del mondo, disse cautamente “Mi sto vestendo ragazze, un attimo solo!”
Uscì dalla porta in fretta e furia, lasciando libero il bagno per le due campionesse in erba, che in due neanche facevano 20 anni.
Si diresse in cucina e nel tragitto incontrò sua madre, già vestita, truccata e quant’altro.
“Buongiorno mamma!” e le stampò un bacio sulla guancia. Avevano un rapporto speciale loro due, erano complici, neanche sembravano madre e figlio.
Si mise seduto al tavolo della cucina e versò un po’ di latte nella sua tazza, riempiendola anche di cereali.
Assonnate e lunatiche come al solito, arrivarono anche le altre due sorelle, Charlotte e Felicite.
“Ciao stronzo!”
“Gentili come al solito di prima mattina voi due, eh? Però se vi serve un passaggio a scuola non esitate a chiamarmi ‘fratellone adorato’!”
Lo evitarono e fecero anche loro colazione.


Arrivati a destinazione, scesero tutti e cinque dalla macchina.
Le due gemelle portavano un borsone per ognuna, quasi più grande di loro.
Arrivati davanti alla porta principale del palaghiaccio di Doncaster la famiglia salutò le piccole star con un in bocca al lupo, andando verso l’entrata che portava agli spalti.
Ad aspettare Louis davanti all’ingresso c’era Eleanor Calder, 1.70m di bellezza, mora, occhi castani e slanciata.
“El! Non ti esibisci oggi?”
“No, mi sono fatta male alla caviglia qualche giorno fa, purtroppo me la sono slogata e devo stare a guardare il saggio con te!”
“Sai che entusiasmo, preferirei buttarmi sotto un tir in corsa piuttosto che annoiarmi qui.”
Eleanor gli diede un pugnetto amichevole sul braccio.
“Guarda che il pattinaggio è arte! Tu non capisci!” E mise su un broncio talmente adorabile che il ragazzo l’abbracciò.
“Allora mi vuoi bene!”
“Certo, stupida. Andiamo a farci congelare, che qui ci sciogliamo dal caldo.”


Si sedettero sulle fredde gradinate di quel palaghiaccio, e cominciarono a guardarsi attorno. Un mare di gente era venuta lì solo per assistere a questo saggio. Louis non se ne capacitava, possibile che questo sport, se poteva chiamarlo così, attirava tante persone? Era abbastanza insensato, secondo lui.
Le luci si abbassarono, ecco che cominciava lo spettacolo.
Una presentatrice con un abito rosso faceva la sua entrata pattinando, “Dovrebbe essere la loro insegnante”, pensò Louis.
“Benvenuti al saggio di fine anno della scuola di pattinaggio di Doncaster! Come ogni anno, gli allievi hanno preparato dei balletti con delle musiche di vario genere, classica, moderna…”
Louis sussurrò qualcosa ad Eleanor, “Che palle, già non la sopporto più!”
“Sta zitto, che la signorina Holland è bravissima, sei tu che non capisci!”
Louis sbuffò, mentre quella continuava a parlare, ringraziando gli sponsor, lo staff, i genitori, Maria Vergine, S. Giuseppe, i Santi….
Finalmente, la Holly, Hobbit, o come si chiamava, pronunciò il nome delle sue sorelline.
“Daisy e Phoebe Tomlinson, le due allieve più giovani che abbiamo! Sono super campionesse, hanno vinto 4 tornei provinciali e 2 regionali! Eccole che fanno la loro entrata, un grande applauso per queste due atlete!”
Partì un applauso generale, mentre le due bimbe bionde con dei vestiti scintillanti, uno rosa per Daisy e uno viola per Phoebe, fecero il loro ingresso in pista.
Una melodia classica si disperse per tutto il palazzetto, e le sue sorelline cominciarono a volteggiare come libellule. Gli spettatori si incantarono a guardarle, è impensabile che due bambine di 9 anni riescono a fare delle cose così.

Finita la loro esibizione fu il turno di un ragazzo riccio, di nome Harry Styles.
Louis venne catturato dalla sua immagine.
Era un ragazzo altissimo, slanciato e tonico. “Niente male”, pensò Louis.
Quello che lo colpiva, però, era il suo viso, di una bellezza disarmante. Gli occhi verdi come smeraldi, un sorriso che faceva invidia a quello della pubblicità del dentifricio e due fossette ai lati della bocca, dove avrebbe voluto volentieri affondarci le dita. La sua mascella squadrata gli donava, sembrava fosse stato scolpito da Michelangelo. In più quei ricci castani che gli contornavano il profilo greco davano quel tocco in più. Aveva indosso una camicia bianca e dei pantaloni neri che gli fasciavano quel sedere perfetto.
Louis lo fissò per tutta la durata della sua esibizione a bocca aperta, con un rivolo di bava che gli colava dal lato della bocca.
“Chiudi quella bocca che entrano le mosche!” Disse Eleanor al suo amico, abbagliato di fronte a tanta bellezza.
Louis arrossì, diventando rosso come la felpa che stava portando.
“Che? Io? Bocca aperta? Ma che stai dicendo?” e attaccò con la più isterica delle sue risate, facendo girare una vecchietta seduta davanti a lui, intimandolo di fare silenzio.
“Guarda che lo so che stavi sbavando per Harry. Se vuoi te lo presento!”
“El, ma che dici! Poi lui è troppo bello per me… insomma, guardalo! Ha degli occhi che…e la bocca…”
Cominciò a parlare a sproposito su di quanto era bello, quando, sempre la vecchia di prima, si girò e gli disse “Hai finito di parlare? Vorrei seguire lo spettacolo, grazie.”
“La signora mi ha tolto le parole di bocca!” Disse ridacchiando Eleanor, sottovoce per non disturbare.
Louis arrossì ancora di più e si cucì la bocca, fin quando lo spettacolo non finì.


Dopo aver fatto i complimenti alle sue sorelle uscì dalla struttura per fumarsi una sigaretta, prima di partire.

Percorse tutto il lungo corridoio che portava al parcheggio. Sovrappensiero, Louis non si accorse che, proprio davanti a lui in tutta la sua bellezza, c’era quel pattinatore affascinante. Lo scontro fu imminente.
Louis, rosso in viso, si scusò un milione di volte, mentre Harry lo guardò con uno sguardo di sdegno e proseguì per la sua strada.
“Bello ma stronzo.” Mormorò sottovoce Louis, senza farsi sentire.
Si accese quella dannata sigaretta che teneva in bocca da almeno 5 minuti buoni e cominciò ad aspirare il fumo. Lo seguì a ruota Eleanor, mettendosi davanti a lui con una faccia da cane bastonato.
“Che vuoi?” Chiese scocciato Louis.
“Hai da accendere?” disse di rimando la ragazza, sempre con quella faccia dolce.
“Possibile che non hai mai un accendino dietro?” Avvicinò la sua sigaretta a quella della ragazza, che si accese.
“Ah, comunque la mia proposta è ancora valida, eh.” Esclamò Eleanor.
“Quale proposta?”
“Quella di farti conoscere un certo Harry Styles… sempre che ti interessi.”


Note dell'autrice:

Salve!
Questo è il primo capitolo di non so ancora quanti capitoli ahahah
E' la mia prima long che scrivo, quindi siate clementi, soprattutto se non aggiorno velocemente :) Ma se mi date il giusto incoraggiamento può esssere pure che sarò veloce u.u
L'idea mi è partita qualche giorno fa quando stavo vedendo un galà di pattinatori sul ghiaccio, l'ispirazione è venuta da se e ho scritto ahahah
Bene, se volete recensire, recensite pure :)
Il banner l'ha fatto questa meravigliosa ragazza: @lovenothide su twitter e Ninfaz qui su EFP :)
Ringrazio anche la mia beta, Bianca, (ti voglio tanto bene :3 ).
Lascio il mio twitter se volete dirmi qualcosa u.u sono @SabyStylinson :)
Arrivederci e alla prossima puntata u.u

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Capitolo 2
*** Il saggio (Harry's pov) ***


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POV Harry
Il giovane e ricco Harry Styles, campione del mondo in carica di pattinaggio sul ghiaccio, stava dormendo nel suo letto fatto di seta e lino.
Mancavano poche ore al saggio di fine anno.
La signora Malik, madre del suo migliore amico e sua cameriera, salì cautamente le scale fatte di moquette rossa, di una morbidezza incredibile. Per salire l’ultimo scalino, più alto degli altri, si aggrappò al corrimano in legno di noce. Aprì piano la porta bianca della suite di Harry e andò a scostare le tende di lino pregiato, facendo entrare, così, un po’ di luce nella stanza.
“Sveglia, dormiglione, ho già preparato la colazione… Zayn sta di sotto ad aspettarti! Ho cucinato una crêpe con la cioccolata e cocco a testa, proprio come piace a voi due!”
“Ok Trì, adesso arrivo… i miei? Dove sono?” Domandò un Harry con la voce strascicata dal sonno, le ciglia impastate e i ricci sparati ovunque. Si sfregò un occhio con il dorso della mano e sbadigliò.
“Tua madre si sta preparando nella sua stanza, vuole essere impeccabile per il saggio di suo figlio!”
“Oddio mio… e papà?”
“Tuo padre è da ieri sera che manca… aveva una cena di lavoro e ha detto che dormiva da un suo amico…”
“Certo, un amico, con la o finale…”

Trisha se ne andò di sotto, lasciando da solo Harry.
“Non ho voglia di alzarmi…” Pensò.
Ma doveva farlo, perché “quello è il tuo futuro”, gli diceva sempre sua madre.
Se non avesse continuato con il pattinaggio avrebbe deluso tutta la sua famiglia, sua madre in primis.
Si alzò dal letto con una lentezza enorme, la sera prima era stato in un club a ballare con Zayn fino a notte fonda, si era addormentato alle 4 di mattina, e ora erano solo le 8. Alle 10 avrebbe cominciato lo spettacolo.
Si sentiva stanco e spossato, aveva un mal di testa lancinante ed era bianco come un cadavere.
Si fece una doccia veloce, per togliere quella puzza asfissiante di fumo di sigaretta. Lui amava il fumo , ma non sicuramente quando si impregnava nei vestiti dopo essere stato in discoteca.
Prese la prima tuta stracciata che gli capitò sottomano, giusto per non andare in giro come mamma l’aveva fatto.
Si sedette a tavola malamente, battendo il pugno al suo migliore amico.
“Ciao coglione! Oggi vai a fare la trottolina amorosa dudu dadada?”
“Stronzo, sai quanto mi piacerebbe prendere lo skate e andare su una rampa, piuttosto che andare a quella merda di saggio?”
“Lo so, intanto mangia.”

Il loro rapporto era così, si insultavano a vicenda ma si volevano un bene dell’anima.
Erano cresciuti insieme, praticamente. Harry aveva il padre sempre assente, lo vedeva un giorno alla settimana e quando lo vedeva cominciavano ad ignorarsi, mentre Zayn il padre non lo aveva mai avuto. O meglio, ce l’aveva ma non c’era più nessuna traccia di lui. Era sparito quando era molto piccolo, aveva circa due anni e la sorella maggiore, Doniya, ne aveva 3.
Hanno avuto un’infanzia abbastanza tormentata e ancora Zayn ha un carattere abbastanza chiuso. Si domanda ancora del perché il suo vero padre li ha abbandonati così, senza un motivo logico, andandosene per sempre e non lasciando tracce. Non sapeva neanche come si chiamava, ne quanti anni aveva. Aveva solamente una vecchia foto dentro uno dei suoi cassetti, sormontata da una quantità immensa di felpe.
Sua madre non era mai andata affondo sull’argomento, non gli aveva mai rivelato informazioni e, quando faceva domande, Trisha diventava una maschera impassibile, lasciava soltanto trapelare quel poco di dolore dagli occhi, uguali a quelli della sorella.


“Ciao ragazzi! Che bella giornata oggi, eh? Il sole splende, gli uccellini cantano e mio figlio farà sicuramente bella figura!” Disse Anne, la madre di Harry, entrando nella sala da pranzo.
“Mamma, diminuisci le tue droghe.”  Disse Harry, alzando gli occhi al cielo.
“E io che volevo solo lodarti!” Ribadì ancora lei.
Anne era una bella donna, alta, magra, capelli corvini e occhi smeraldini, come quelli del figlio.
Anche lei aveva praticato pattinaggio in passato, ha dovuto smettere soltanto perché i genitori non avevano più fondi per farla continuare, così ha visto sgretolarsi davanti a lei un sogno, quello di diventare pattinatrice professionista.
Per questo adesso voleva che suo figlio fosse un campione in materia, voleva regalargli il futuro che lei non aveva mai avuto e doveva dire che pattinare gli riusciva bene.
“Vatti a preparare, su, che lo spettacolo è fra un’ora! Dobbiamo essere lì in anticipo!”
Harry la imitò alle sue spalle, mentre lei era girata a guardarsi allo specchio della sala da pranzo, come se non si fosse ammirata già prima.
Zayn ridacchiò e Anne li riprese. “Non si ride alle spalle di una donna. Se gli uomini di oggi sono tutti così, ci credo che ancora siete tutti e due senza ragazza…”
“Però facciamo colpo lo stesso, vero brò?”
Ed Harry diede un pugnetto sul braccio di Zayn, in modo amichevole.
“Certo!” Disse il suo compare. Poi aggiunse sottovoce verso il suo amico: “Ma poi, quella di ieri sera, te la sei fatta più?”
“No, ho scoperto che nascondeva una sorpresina sotto la minigonna… pensava fossi gay! IO! GAY!”

E si misero a ridere a pieni polmoni, tanto che Anne esclamò:  “Ve la finite di ridere voi due? Tu! - rivolgendosi al figlio- Vatti a vestire, e tu – rivolgendosi al suo migliore amico – vatti a fare una doccia, che puzzi.”
Obbedirono all’ordine ferreo del generale Cox (com’era sempre solito Harry chiamare la madre) e andarono ognuno nelle proprie stanze.


Arrivato al palaghiaccio, Harry salutò con un gesto della mano l’allegra famigliola e andò diretto negli spogliatoi, fece un po’ di riscaldamento, indossò gli abiti di scena e aspettò il suo turno.
La sera scorsa aveva bevuto un po’ troppo, ancora ne risentiva e aveva la nausea. “Non ce la posso fare”, si disse. Non era convinto che sarebbe riuscito a pattinare perfettamente, non era in vena di farlo.

“Harry, tocca a te!” Disse la signorina Holland, sbucando dalla porta.
“Ok, ora arrivo.”
Camminò a stento sui pattini fino ad arrivare a bordo pista, si tolse i paralame e cominciò a pattinare, fino ad arrivare al centro del palazzetto.
Le luci erano puntate tutte su di lui, la gente era ammirata dalla sua figura slanciata.
Partirono le note della musica che aveva scelto lui stesso e cominciò a volteggiare, compiendo alcune acrobazie. Un axel eseguito alla perfezione, un pivot non proprio perfetto ma bello ugualmente e una sitz eseguita abbastanza bene. Mancava la sua solita grinta, ma se l’aveva cavata.
Quando finì la sua esibizione, un mare d’applausi lo investì, come al solito. Però non era soddisfatto di se stesso, non aveva fatto abbastanza. Anche se quello sport non gli piaceva più di tanto, ci si impegnava, come tutte le cose che faceva.
Ritornò negli spogliatoi, con l’aria abbastanza arrabbiata.
Stette lì per tutto il tempo del saggio, a commiserarsi per quegli errori stupidi.


Dopo aver rimuginato più e più volte sulla sua esibizione, si alzò da quella panca e si rivestì.
Andò anche a prendersi  un caffè dal distributore automatico, giusto per riprendersi un po’.
Quando stava per mettere qualche penny nella macchinetta, ecco che un ragazzo dagli occhi blu e dai capelli castani fece un frontale con il riccio.
“Scusa tanto, io non volevo… scusami!” E diventò rosso come un peperone.
Harry odiava le persone che arrossivano, anzi, in quel momento odiava tutto e tutti.
Lo guardò con uno sguardo sdegnato, come se fosse un umile servo della gleba, e continuò quello che stava facendo.
Sentì un flebile “Bello ma stronzo.”, mormorato dal ragazzo.
Harry si arrabbiò ancora di più, tanto che calciò il cestino affianco all’aggeggio metallico.
“I figli di puttana tutti a me capitano.” Mormorò tra se e se. “Anche se aveva un viso armonioso e pulito… ma che cazzo di termini uso? Armonioso? Pulito? Ah, sto diventando anche frocio.” Scosse la testa, come per mandar via quel pensiero sciocco.

Stava sorseggiando il suo caffè, quando Zayn si avvicinò e: “Congratulazioni, bro! Sei stato grande!”
“Ma cosa, ho sbagliato nel bel mezzo della performance!”
“Non l’ha notato nessuno, tutti stavano a sbavarti dietro al tuo culo, tranquillo.”
“Grazie Zay, certe volte sei così rassicurante…”

Zayn scoppiò a ridere, mentre Anne e Trisha spuntarono dalla porta principale.
“Andiamo?” Chiese Anne, baciando prima sulla guancia il figlio, dicendo che era stato bravissimo.
“Ok…” Mormorò Harry con voce abbattuta, ma non ci fece caso nessuno a parte Zayn, che lo abbracciò come solo un migliore amico può fare.


Angolo dell'autrice:

Buona sera! Scusate se posto così tardi, ma il pc fa i capricci, si riavvia da solo. PD.
Passando al capitolo:
-Ho voluto mettere il POV di Harry per farvi capire il suo carattere, che è più o meno uguale al mio ahah
-Entra in scena zio Malik! Sarà una figura abbastanza importante per Harold :3
Passando ai ringraziamenti:
-Ringrazio le 3 persone che hanno messo questa storia alle preferite
-Le 7 che l'hanno messa nelle seguite
-Anemone_Blu (BIANCA <3) che l'ha messa nelle ricordate
-Anemone_Blu e Iflywithyou che hanno recensito lo scorso capitolo
-I 67 lettori silenziosi del primo capitolo
GRAZIE MILLE *^*

Ovviamente, ringrazio la mia beta e la creatrice del banner :3
Se volete recensite pure, non mordo! ahah
Ci vediamo lunedì con il prossimo capitolo, CIAAAAO <3

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Capitolo 3
*** Let's get this party started! ***


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Louis POV

Passò una settimana circa dal saggio e Louis si era dedicato all’ozio totale. Usciva quasi tutti i giorni con i suoi amici, Liam in particolare.
Però, ancora pensava a quegli occhi color prato, quella smorfia adorabile e quel sedere sodo che, solo a guardarlo, gli aveva fatto venire voglia di morderlo, di stringerlo di far…
*Beep*
Un messaggio lo risvegliò dai pensieri poco casti che stava facendo in quel momento.
Eleanor. Era da quella fatidica domenica che non si faceva sentire e Louis cominciava a sentire la sua mancanza.

Da: El
Lou! Questa sera Harry “culosodo” da una festa a casa sua, tu vieni?


Il liscio cominciò ad avere i calori, sudava freddo e gli tremavano le mani.
Invece che risponderle, la chiamò direttamente, giusto per assicurarsi che era lei che gli aveva scritto, non la sua fantasia che gli giocava brutti scherzi.
Compose il suo numero sulla tastiera del cellulare, lo sapeva a memoria.
Premette il tasto verde e aspettò che l’amica rispondesse.
“Pronto?”
“Ellie, davvero c’è una festa a casa di quel bonazzo oppure era solamente una mia impressione?”
“Ciao anche a te, Lou. Comunque sì. Se vuoi venire passami a prendere per le 10 stasera, che ti indico la strada! Ah, se vuoi porta anche degli amici.”
“Certo che voglio venire, me lo chiedi pure? Che mi metto però?”
Chiese il ragazzo abbastanza preoccupato… era indeciso su cosa mettersi, camicia bianca a strisce nere o camicia nera semplice?
“So che sei indeciso tra quelle due camice, ti leggo nel pensiero. Mettiti quella azzurra che ti risalta gli occhi… anche un paio di pantaloni bianchi che sono molto eleganti!”
“Grazie babe! Ti voglio bene! Allora a stasera… ci vediamo dopo!
“Ok Boo! Ciao!”

Louis chiuse la chiamata e si affrettò ad andare ad avvisare la famiglia che quella sera non sarebbe stato a casa.
Fece tutte le scale di corsa, scontrandosi con sua sorella Lottie che, infuriata già di suo per non si sapeva quale motivo, gli gridò contro “Certo che sei proprio un coglione! Cazzo corri?”
“Cos’è questo linguaggio scurrile? Porca troia.”
Si divertì a schernirla il fratello, ridacchiando e dirigendosi in salotto dalla madre, che stava guardando una soap opera alla tv.
“Ma’, io stasera-“
“SSSHHH. Non vedi che Jane sta per lasciare Freddie?? Oddio non ce la poss-“
All’improvviso, Jay, scoppiò in un pianto isterico, pendendo tre o quattro fazzoletti dalla scatola posta sopra il tavolino di vetro di fronte al divano per l’occasione. Il figlio provò a consolarla con scarsi risultati. La donna, ormai in una pozzanghera di lacrime, si soffiò ripetutamente il naso.
“Questa casa mi sembra una gabbia di matti…” Si disse fra se e se, limitandosi a scrivere un bigliettino ed attaccarlo sul frigo in cucina. Non gli andava di disturbare la madre mentre piangeva per quel ridicolo programma, diventava isterica e se la prendeva con lui.
Risalì nella sua camera, chiudendosi dentro.
Quando si assicurò che nessuno lo potesse vedere, si mise a saltellare sul posto come una ragazzina innamorata del suo compagno di classe.


Mancavano solo due ore alla festa e Louis non stava più nella pelle.
Un po’ di tempo prima aveva chiamato Liam per invitarlo.
All’inizio aveva esitato un po’, non conoscendo questo Harry Styles di cui Tommo parlava così bene.
“Ok, vengo solo perché insisti. Però se mi annoio ne paghi le conseguenze.” Gli disse. Il liscio sapeva bene di quali conseguenze stava parlando. Di solito, se Liam si annoiava ad una festa, beveva come una spugna, per farla sembrare più divertente, e, ovviamente, il povero Louis se lo doveva sorbire da ubriaco. Qualche volta gli aveva addirittura vomitato addosso, traumatizzandolo.

Si recò in bagno, facendo delle piroette degne di una ballerina della Scala. Si tolse la tuta che aveva indosso e si mise sotto il getto d’acqua tiepida della doccia.
Una volta uscito, si asciugò tutto il corpo minuziosamente, per poi cospargersi di profumo. Doveva essere impeccabile per quel party.
Si vestì proprio come gli aveva consigliato la mora e infine si asciugò i capelli con il phon, lasciandoli un po’ sparati da un lato, come piaceva a lui.
Si guardò allo specchio leggermente appannato dal vapore un’ultima volta e si disse “Certo che madre natura ha proprio esagerato con me!” E diede anche un bacio volante al suo riflesso, per concludere il tutto.


Alle 10 in punto si trovò sotto casa di El, con già Liam a bordo.
Strombazzò un paio di volte con la macchina, ma la ragazza tardava ad uscire.
“Cristo, perché le ragazze ci mettono così tanto?” Si lamentò Liam.
“Zitto Payne, vedi che sta scendendo le scale adesso?”
Eccola Eleanor, bella come sempre, con un sorriso smagliante. Un tubino nero le modellava perfettamente le sue forme. Aveva i capelli corvini raccolti in una acconciatura morbida, con qualche ciocca che spuntava fuori.
“Cazzo, se non fossi gay ti chiederei di uscire.” Esclamarono tutti e due i ragazzi insieme.
“Sono lusingata! Partiamo!”
Louis si rimise alla guida della sua mini cooper azzurra e seguì le indicazioni date dalla sua migliore amica.

Arrivarono davanti una villa enorme, con una piscina a lato.
Liam fischiò con approvazione. “Porcaccia! E io che mi immaginavo una normale villetta con dei banali palloncini attaccati sul cancello!”
“Lo so, sono amica di un riccone, prostratevi a me!”
Disse Eleanor con un tono di superiorità.
Parcheggiarono sul vialetto sterrato, accanto ad un grande albero con delle foglie verdi.
Scesero dall’auto e si incamminarono verso il portone enorme già aperto.
Entrarono nell’androne addobbato, con già un tripudio di gente all’interno.
Eleanor salutò educatamente alcuni suoi compagni di pattinaggio ed altri suoi conoscenti, cercando con gli occhi il padrone di casa tra la folla.
Louis lo avvistò per primo, seguendolo con lo sguardo.
Aveva una camicia bianca sbottonata, formando uno scollo a V, e degli skinny jeans neri, strappati sulle ginocchia.
Stava parlando con un ragazzo poco più basso di lui, pelle color caffè-latte, capelli neri con una crestina abbastanza alta e occhi color miele… sarebbe piaciuto a Liam, si disse.
Gli diede una gomitata leggera su un fianco, per poi indicargli il moretto.
“Cristo, che bono! Ma non mi cagherà mai, ne sono sicuro... è etero, guarda quella troietta che gli gira attorno!” Gli gridò il suo amico, per farsi sentire, visto la musica house sparata a tutto volume che rimbombava nella stanza.
Infatti, appiccicata al ragazzo, c’era una ragazza dai vestiti succinti, bionda con gli occhi azzurri. Si stava praticamente strusciando su di lui come una gatta morta.
“Dai ma tu provaci lo stesso, che ti costa? Non lo conosci neanche!” Gli gridò di rimando il liscio.
“Okay… però prima devo bere, oppure rimarrò muto come un pesce.”
“Non ti ubriacare troppo però!”
Così, con un gesto della mano, si salutarono, e Louis rimase solo, sulla soglia della porta.
“Hey!” Un ragazzo biondo come il grano gli si avvicinò. “Bella la festa, eh?”
“Ehm… veramente sono appena arrivato. Comunque non mi sembra di conoscerti…”
Rispose l’altro, stranito dal comportamento dello sconosciuto.
“No, infatti! Adoro fare amicizia con gli sconosciuti! Io sono Niall, comunque.” E gli porse la mano libera, l’altra era occupata a tenere un bicchiere di quello che sembrava un mojito.
“Io mi chiamo Louis, piacere…” Gliela strinse con poca convinzione. Quel tipo era fuori dal comune, gli sarebbe piaciuto fare amicizia con lui.
Gli piacevano le persone strane, voleva capire che cosa avevano nella testa e come prendevano la vita, per questo stava studiando psicologia.
“Vuoi un drink? Il mio amico è bravo a farli, se vuoi te ne offro uno!” Chiese Niall a Louis.
“Ok, se proprio insisti… lo sa fare un buon margarita?”


Dopo aver preso il suo drink, il biondo portò il suo nuovo amico in mezzo alla calca di gente.
Louis odiava tutti quei corpi sudaticci che si strofinavano, appiccicati tra loro, però adorava danzare e scatenarsi. Cominciarono a muoversi a ritmo di musica, ridendo e scherzando sull’incapacità di ballare di ognuno di loro due.

Dopo quasi una mezz’ora di ballo sfrenato, Niall si avvicinò all’orecchio di Louis.
“Vieni con me, che ti presento il padrone di casa!”
“Il padrone di cas- ah! Sì! O-ok…”
Disse titubante il più grande.
L’irlandese (Louis l’aveva capito dall’accento strano che aveva) lo prese per mano, guidandolo in quella marea di gente.
Arrivati vicino la porta scorrevole che portava alla cucina, videro una chioma di ricci castani fare capolino sopra le teste degli invitati.
Appoggiato al muro bianco c’era Harry che parlottava con un suo amico con i capelli sparati verso l’alto, era almeno 10 anni più vecchio di lui.
“Harry! Bella festa!” esclamò Niall. Sì girò verso l’altro sconosciuto e fece una faccia tra il disgustato e lo scazzato.  “Ciao anche a te, Nicholas.” Gli disse con un tono sprezzante.
“Nill! – e l’”amico” gli diede un bacio sulla guancia, che aveva tutta l’aria di essere di scherno – Da quanto tempo che non ci si vede! Sbaglio o sei diventato ancora più rompiballe?” E scoppiò in una risata malefica.
“Quante volte ti devo dire che mi chiamo Niall e non Nill?” Domandò serio il biondo.
Nick borbottò qualcosa, ma Niall fece finta di niente e si rivolse al riccio che, con uno sguardo curioso, fissava l’altro ragazzo come se l’avesse già visto prima, non ricordandosi dove.
“Harry, ti presento Louis! E Louis – girandosi verso lui e indicando con la mano l’altro – ti presento Harry!”
I due in questione si fissarono per diversi secondi.
Il verde degli occhi di Harry incontrò il blu di quelli di Louis.
Si porsero la mano a vicenda, stringendosela e non staccando mai il contatto visivo.
“Piacere.” Dissero tutti e due all’unisono.
La pelle marmorea e fredda di Harry a contatto con la propria fece rabbrividire Louis, ma rimasero con le mani intrecciate per un po’. I loro tatuaggi pareva che combaciassero. La corda del liscio tatuata sul suo polso sembrava si legasse all’ancora tatuata sull’avanbraccio del riccio.
E fu lì che accadde tutto.






Angolo autrice:

Buonaseeeraa :3
Eccomi con il terzo capitolo! :D
E' stato un po' un parto perchè avevo tanto da studiare questi giorni e oggi ho finito tardi per colpa del fottuto compito di microbiologia che ho venerdì.... voi direte, ma non otevi studiare giovedì? NO, PERCHE' E' UN CAZZO DI CAPITOLO INTERO.
Ok, dopo il mio sclero che non interessa a nessuno, passiamo al capitolo.
Ragazzi, entrano in scena Niall e Nick!
Scusate se Nick l'ho fatto un po' stronzo, ma mi serve così, quindi ahahahha In realtà lo amo perchè outta sempre i Larry lol
Comunque, secondo voi che succede dopo? eheh, lo scoprirete nella prossima puntata (?) lol
Vi saluto bimbette, recensite :3
Ps: Ringrazio JustLouisAndHarry che ha recensito il primo capitolo e AnemoneBlu_ che ha recensito il secondo :3
Pss: Ringrazio la creatrice del banner e la mia beta, anche se non ha potuto betare questo capitolo, se ci sono errori è colpa sua èwè

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