ll viaggio del Genio di Prince Lev Swann (/viewuser.php?uid=318960)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lo strano fenomeno ***
Capitolo 2: *** Agrabah ***
Capitolo 4: *** Jack, Jack Skeletron! ***
Capitolo 1 *** Lo strano fenomeno ***
Il Genio
si lanciò
nello spazio senza alcuna protezione: grazie al suo enorme potere
magico l’oscurità
interdimensionale non aveva effetto su di lui. Sebbene non ci fosse mai
stato
prima, non poté proprio fare a meno di notare che lo spazio
esistente tra i
mondi era piuttosto strano: fra ogni astro c’era un
affascinante collegamento,
costituito da diverse scie dorate,
che parevano espandersi progressivamente. In particolare fu attratto da
un
fenomeno non del tutto definito che stava in qualche modo fondendo
insieme due
mondi. Uno era un mondo composto quasi completamente da acqua, lo
riconobbe
subito come Atlantica; l’altro, invece, non lo conosceva: era
una terra
costituita da un palazzo e da una piccola città, che
terminava in modo brusco
con un’alta scogliera, sotto al quale, però, non
c’era traccia di acqua. I due
mondi, in effetti, sembravano completarsi. Probabilmente,
rifletté, quando molto
tempo prima esisteva un unico mondo, la scogliera e la città
si affacciavano
sul mare di Atlantica. Stavano in qualche modo tornando a essere un
unico
mondo, proprio com’era successo in altri casi straordinari:
Londra e l’Isola
Che Non C’è, ad esempio, condividevano
un’unica Serratura.
Era comunque una reazione anomala,
alla quale le barriere
opponevano una fitta resistenza…
Probabilmente la terra stava tremando e il mare era molto
agitato, per
via di quello strano fenomeno… Sarebbe potuto essere
pericoloso. Senza esitare
ulteriormente si tuffò nel mondo acquatico.
Si ritrovò nella zona all’ingresso del palazzo di
Atlantica e si imbatté in un
tritone dall’aspetto autoritario, con lunghi capelli bianchi
sui quali poggiava
una corona e una barba altrettanto candida. Pareva molto agitato mentre
osservava le rocce tremare e la sabbia innalzarsi a teneva in mano il
Tridente e
appena lo vide si acciglio.
“Chi sei tu?” chiese bruscamente.
“Oh, Nessuno… Solo un curioso
viaggiatore… Venendo qui ho notato che le cose non
vanno proprio benissimo e quindi ho pensato che forse vi serviva
dell’aiuto…”
“Oh, e come potresti aiutarmi? Il mio potere non mi consente
di fermare ciò…”
disse il Tritone sconsolato.
“Neanche il mio purtroppo,” ammise il genio.
“Be’, da soli non possiamo fare
niente, ma se uniamo le forze potremmo farcela!”
esclamò il Genio entusiasta.
“Tu credi? Be’, non esitiamo allora, sbrighiamoci,
il popolo è terrorizzato…
Seguimi…”
Salirono fino alla superficie, dove un impressionante spettacolo li
attendeva:
la barriera non era più invisibile: il cielo era coperto da
nuvole gialle e
marroni, quasi dorate... Il mare era agitatissimo…. Fulmini
violacei si
abbattevano sulla superficie tanto irregolare.
“Forza, viaggiatore! Verso l’alto!”
urlò il tritone, cercando di sovrastare il
rumore della tempesta e puntando il Tridente verso il cielo…
Il Genio a sua
volta fece volteggiare il dito verso l’alto. I due, insieme,
crearono un raggio
d’argento che si innalzò e sovrastò
tutto, fino a raggiungere l’esterno della
barriera…
Tutto divenne buio e il Genio si sentì soffocare, ma tutto
cessò com’era
iniziato.
Quando
riaprirono gli occhi il cielo era di nuovo
sereno, la superficie piattissima e a pochi metri da loro iniziava la
riva… In
lontananza si intravedeva un imponente palazzo. Proprio come il Genio
aveva
sospettato, i mondi ormai si erano uniti… Il Genio era
entusiasta. Il tritone,
invece, parve piuttosto preoccupato.
Ringraziò distrattamente e comunicò infine:
“Scusa, devo andare!”
poi s’immerse
nuovamente.
Il Genio, soddisfatto, volò via.
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Capitolo 2 *** Agrabah ***
Ormai era passato tanto tempo da
quando Jasmine era
tornata ad Agrabah, le pareti che
dividevano i mondi si erano ricostituiti e il capo degli Heartless era
stato
sconfitto. Incontrarli, ora, ed essere aggrediti per strada, era molto
raro. Comunque
il Genio voleva intraprendere un viaggio nel mondo.
“Sì,
nel mondo, ma nel mondo della luce!”
spiegò il
Genio ad Aladdin, .
“Quindi intendi
i… i
mondi? Tutti i mondi?” rispose l’altro.
“Oh
be’… Tutti i
mondi non credo proprio… Sai, sono tantissimi!”
esclamò, creando tante copie di
sé stesso e facendole sparire quasi subito.
“Però credo che sarà più
difficile
fare magie mentre sarò in altri mondi…”
“Oh davvero? E come farai? Sembra che tu non possa fare a
meno di esibirti o di
fare qualsiasi cosa con le tue magie”
disse con un sorrisetto.
“Ehi ehi!
Non ho
detto che non potrò fare mai magie, e non mi esibisco!
“Semplicemente, per farlo, dovrò chiedere il
permesso al capo del
mondo…”
“Ah…”
“Oh, e figuriamoci se
diranno di no! Mi ringrazieranno dopo
che avrò fatto diventare i loro mondi delle
meraviglie!”
“Oh be’, Agrabah
l’hai appena trasformata e non mi sembra
che la gente sia così entusiasta, anche se
giustamente…”
“…me l’hai detto tu! ‘Non
esagerare, mi raccomando’” disse facendogli
l’imitazione,
poi continuò speranzoso: “Ma se vuoi
potrei… “
“No, scherzavo! Non preoccuparti, va benissimo
così!” rispose frettolosamente
Aladdin. Il Genio parve molto deluso
“Comunque, credo che il primo mondo in cui andrò
sarà la Città di Halloween… “
E allo sguardo interrogativo di Aladdin continuò:
“Una volta Sora mi ha chiamato
mentre combatteva in quel mondo e mentre riducevo in polpettine da
buffet dei
mostri ho dato una sguardo generale al posto.
È volutamente fatto per spaventare i
visitatori, ma non mi è sembrato
così pauroso…
“Inoltre ci sono tanti
strani meccanismi che rendono non
molto piacevole il giro… Quindi credo che farò
alcune modifiche al posto… sì,
sì, partirò proprio dalla piazza, non
dovrò fare molto ma comunque…”
“Ok, ok, ho capito… Ora devo proprio andare,
Genio, credo che Abù stia
infastidendo il cuoco… Sai quando tornerai? “
chiese distrattamente.
“Oh, non lo so, dipende da
quanto ci metterò a convincere…”
“Scusa, Genio, non posso
proprio restare. La cucina…”
“Ok…”
“Buon viaggio e
divertiti!” esclamò Aladdin correndo verso
il palazzo e agitando distrattamente
la
mano.
“Certo, Al!” gli urlò il Genio in
risposta e, veloce come un fulmine, volò via.
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Capitolo 4 *** Jack, Jack Skeletron! ***
Presto il Genio raggiunse la
Città di Halloween.
Si ritrovò in un piccolo spazio che era l’ingresso
per la città. L’aria dell’eterna
notte era fresca e il silenzio assoluto era un po’
inquietante. Volò lungo la
stradina affiancata da piccoli lampioni a forma di luminose zucche di
Halloween.
Raggiunse la piazzetta principale, al centro della quale un liquido
verde
usciva da una fontana. Era tutto scuro, e la piazza era circondata da
piccoli
edifici scuri dalle strane forme.
C’era
anche una ghigliottina.
Un cancello era aperto su una casetta almeno apparentemente piccola e
slanciata
verso l’alto; una gradinata di pietra per raggiungere
l’ingresso. La
porta si aprì improvvisamente e ne uscì
uno scheletro, urlò, alzando le mani e facendo una smorfia
per spaventarlo; ma
l’effetto, almeno per lui, era più buffo che
spaventoso. Ma Jack Skeletron
abbassò la testa, deluso alla vista
dell’espressione divertita del Genio.
“Sei davanti a Jack Skeletron, il re delle zucche e del
terrore…” annunciò
infine, senza entusiasmo e abbassando il capo.
“Ooooh, tu sei Jack, Jack Skeletron!”
esclamò entusiasta. “ Bene, ho tante cose
da proporti! Questa città non è proprio piacevole
da visitare, sai. L’ho notato
quando Sora mi chiamava; ci sono tantissimi meccanismi per passare da
una zona
all’altra, e non sono molto comodi… “
parlava molto velocemente e non stava
fermo un attimo. “Ma se mi lasci fare qualcuna delle mie
magie vedrai che sarà
molto meglio, i turisti pagheranno oro per vederla,
vedrai…” A queste parole l’umore
di Jack cambiò di colpo.
“Puoi davvero cambiare questo luogo? Fantastico! Potremmo
rendere il prossimo
Halloween una meraviglia con il tuo aiuto, ehm…” e
inclinò il capo, “creatura
blu fluttuante!”
“Oh giusto, non mi sono presentato… Io sono il
Genio! Il Genio, certo, ma non della
lampada. Non più, grazie al
mio amicone Al! Comunque, ci stai oppure no? Ti va di rendere questa
città più…
spaventosa?”
“Hmmm” fece Jack, “e se poi non mi
piace?”
“Oh, questo non è un problema,”
garantì il Genio “in quel caso la cambiamo di
nuovo…”
Jack non parve molto rassicurato, ma acconsentì.
Il Genio si lanciò in cielo e iniziò a girare,
sovrastando la città e lasciando
cadere scintille luminose e bluastre. C’era una bellissima
foresta poco
lontano. L’avvicinò alla
città… Poi cambiò il cimitero, lo fece
più semplice ma
più spaventoso, con enormi lapidi raffiguranti la morte,
incappucciata, e lo
mise all’ingresso della città, subito prima della
foresta. Eliminò la zona dove
una volta c’era il castello del Baubau e allontanò
dal cimitero la collina
riccioluta, creando un comodo e cupo sentiero per arrivarci, aperto da
un
cancello nel cimitero… Animò la ghigliottina, la
fontana e il cancello del
cortile di jack, in modo che provassero ad aggredire gli passanti che
si
avvicinavano troppo, senza danni mortali, chiaramente. Ma Jack cercava
un modo
per rendere più originale Halloween… Qualcosa di
diverso… E allora ricordò, un
viaggio di centinaia di anni prima, fatto con un vecchietto allora
custode della
lampada che voleva visitare luoghi mai visti da nessun’altro
saggio di Agrabah…
Sì, allora avevano visitato i mondi delle feste come Natale
e Pasqua...
Ecco cosa serviva a Jack, qualcosa di diverso…
Quei mondi erano tutti legati da una magia speciale… Ma
aveva abbastanza potere?
Tentar non nuoce, pensò… Radunò tutte
le forze, pensò attentamente a quei mondi
e a un modo facile per raggiungerli da lì. E poi una luce
accecante invase il
buio, poco dopo il limitare della foresta, ma finì dopo
qualche secondo. Si era
aperto un piccolo spazio tra gli alti alberi, lasciandone uno in mezzo.
Il Genio
aguzzò la vista e riuscì a distinguere una porta
colorata e a forma di albero
di natale stilizzato sul tronco dell’albero in mezzo, con una
pallina come
pomello per entrare, e anche sugli alberi al margine della zona
c’erano delle
porte che evidentemente portavano nei vari mondi delle feste, un enorme
uovo
per il mondo di Pasqua, un cuore di un rosso vivo per
l’ingresso a quello di
San Valentino…
Ma Jack sarebbe andato nella Città del Natale, ne era
sicuro, forse per questo
quell’ingresso era posizionato al centro…
Il Genio scese in picchiata verso Jack e urlò
“Buh!” fortissimo, facendo
sobbalzare Jack, che protestò: “Non rubarmi il
lavoro!”
Ma il genio si stava già innalzando nuovamente in volo,
urlando: “Splendido,
Jack! Spero ti piaccia il mio lavoro… Ti consiglio di
visitare la foresta! A
presto!” e sparì.
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