ll viaggio del Genio

di Prince Lev Swann
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lo strano fenomeno ***
Capitolo 2: *** Agrabah ***
Capitolo 4: *** Jack, Jack Skeletron! ***



Capitolo 1
*** Lo strano fenomeno ***


Il Genio  si lanciò nello spazio senza alcuna protezione: grazie al suo enorme potere magico l’oscurità interdimensionale non aveva effetto su di lui. Sebbene non ci fosse mai stato prima, non poté proprio fare a meno di notare che lo spazio esistente tra i mondi era piuttosto strano: fra ogni astro c’era un affascinante  collegamento, costituito da diverse scie dorate, che parevano espandersi progressivamente. In particolare fu attratto da un fenomeno non del tutto definito che stava in qualche modo fondendo insieme due mondi. Uno era un mondo composto quasi completamente da acqua, lo riconobbe subito come Atlantica; l’altro, invece, non lo conosceva: era una terra costituita da un palazzo e da una piccola città, che terminava in modo brusco con un’alta scogliera, sotto al quale, però, non c’era traccia di acqua. I due mondi, in effetti, sembravano completarsi. Probabilmente, rifletté, quando molto tempo prima esisteva un unico mondo, la scogliera e la città si affacciavano sul mare di Atlantica. Stavano in qualche modo tornando a essere un unico mondo, proprio com’era successo in altri casi straordinari: Londra e l’Isola Che Non C’è, ad esempio, condividevano un’unica Serratura.

Era comunque una reazione anomala, alla quale le barriere opponevano una fitta resistenza…  Probabilmente la terra stava tremando e il mare era molto agitato, per via di quello strano fenomeno… Sarebbe potuto essere pericoloso. Senza esitare ulteriormente si tuffò nel mondo acquatico.
Si ritrovò nella zona all’ingresso del palazzo di Atlantica e si imbatté in un tritone dall’aspetto autoritario, con lunghi capelli bianchi sui quali poggiava una corona e una barba altrettanto candida. Pareva molto agitato mentre osservava le rocce tremare e la sabbia innalzarsi a teneva in mano il Tridente e appena lo vide si acciglio.
“Chi sei tu?” chiese bruscamente.
“Oh, Nessuno… Solo un curioso viaggiatore… Venendo qui ho notato che le cose non vanno proprio benissimo e quindi ho pensato che forse vi serviva dell’aiuto…”
“Oh, e come potresti aiutarmi? Il mio potere non mi consente di fermare ciò…” disse il Tritone sconsolato.
“Neanche il mio purtroppo,” ammise il genio. “Be’, da soli non possiamo fare niente, ma se uniamo le forze potremmo farcela!” esclamò il Genio entusiasta.
“Tu credi? Be’, non esitiamo allora, sbrighiamoci, il popolo è terrorizzato… Seguimi…”
Salirono fino alla superficie, dove un impressionante spettacolo li attendeva: la barriera non era più invisibile: il cielo era coperto da nuvole gialle e marroni, quasi dorate... Il mare era agitatissimo…. Fulmini violacei si abbattevano sulla superficie tanto irregolare.
“Forza, viaggiatore! Verso l’alto!” urlò il tritone, cercando di sovrastare il rumore della tempesta e puntando il Tridente verso il cielo… Il Genio a sua volta fece volteggiare il dito verso l’alto. I due, insieme, crearono un raggio d’argento che si innalzò e sovrastò tutto, fino a raggiungere l’esterno della barriera…
Tutto divenne buio e il Genio si sentì soffocare, ma tutto cessò com’era iniziato.

Quando riaprirono gli occhi il cielo era di nuovo sereno, la superficie piattissima e a pochi metri da loro iniziava la riva… In lontananza si intravedeva un imponente palazzo. Proprio come il Genio aveva sospettato, i mondi ormai si erano uniti… Il Genio era entusiasta. Il tritone, invece, parve piuttosto preoccupato.  
Ringraziò distrattamente e comunicò infine: “Scusa, devo andare!”  poi  s’immerse nuovamente.
Il Genio, soddisfatto, volò via.

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Capitolo 2
*** Agrabah ***


Ormai era passato tanto tempo da quando  Jasmine era tornata ad Agrabah, le pareti che dividevano i mondi si erano ricostituiti e il capo degli Heartless era stato sconfitto. Incontrarli, ora, ed essere aggrediti per strada, era molto raro. Comunque il Genio voleva intraprendere un viaggio nel mondo.
 “Sì, nel mondo, ma nel mondo della luce!”  spiegò il Genio ad Aladdin, .

“Quindi intendi i… i mondi? Tutti i mondi?” rispose l’altro.

“Oh be’… Tutti i mondi non credo proprio… Sai, sono tantissimi!” esclamò, creando tante copie di sé stesso e facendole sparire quasi subito. “Però credo che sarà più difficile fare magie mentre sarò in altri mondi…”
“Oh davvero? E come farai? Sembra che tu non possa fare a meno di esibirti o di fare qualsiasi cosa con le tue magie”  disse con un sorrisetto.

“Ehi ehi!  Non ho detto che non potrò fare mai magie, e non mi esibisco!
“Semplicemente, per farlo, dovrò chiedere il permesso al capo del mondo…”
“Ah…”

“Oh, e figuriamoci se diranno di no! Mi ringrazieranno dopo che avrò fatto diventare i loro mondi delle meraviglie!”

“Oh be’, Agrabah l’hai appena trasformata e non mi sembra che la gente sia così entusiasta, anche se giustamente…”
“…me l’hai detto tu! ‘Non esagerare, mi raccomando’” disse facendogli l’imitazione, poi continuò speranzoso: “Ma se vuoi potrei… “
“No, scherzavo! Non preoccuparti, va benissimo così!” rispose frettolosamente Aladdin. Il Genio parve molto deluso
“Comunque, credo che il primo mondo in cui andrò sarà la Città di Halloween… “
E allo sguardo interrogativo di Aladdin continuò: “Una volta Sora mi ha chiamato mentre combatteva in quel mondo e mentre riducevo in polpettine da buffet dei mostri ho dato una sguardo generale al posto.  È volutamente fatto per spaventare i visitatori, ma non mi è sembrato così pauroso…

“Inoltre ci sono tanti strani meccanismi che rendono non molto piacevole il giro… Quindi credo che farò alcune modifiche al posto… sì, sì, partirò proprio dalla piazza, non dovrò fare molto ma comunque…”
“Ok, ok, ho capito… Ora devo proprio andare, Genio, credo che Abù stia infastidendo il cuoco… Sai quando tornerai? “ chiese distrattamente.

“Oh, non lo so, dipende da quanto ci metterò a convincere…”

“Scusa, Genio, non posso proprio restare. La cucina…”
“Ok…”

“Buon viaggio e divertiti!” esclamò Aladdin correndo verso il palazzo e agitando distrattamente  la mano.
“Certo, Al!” gli urlò il Genio in risposta e, veloce come un fulmine, volò via.

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Capitolo 4
*** Jack, Jack Skeletron! ***


Presto il Genio raggiunse la Città di Halloween.
Si ritrovò in un piccolo spazio che era l’ingresso per la città. L’aria dell’eterna notte era fresca e il silenzio assoluto era un po’ inquietante. Volò lungo la stradina affiancata da piccoli lampioni a forma di luminose zucche di Halloween.
Raggiunse la piazzetta principale, al centro della quale un liquido verde usciva da una fontana. Era tutto scuro, e la piazza era circondata da piccoli edifici scuri dalle strane forme.  C’era anche una ghigliottina.
Un cancello era aperto su una casetta almeno apparentemente piccola e slanciata verso l’alto; una gradinata di pietra per raggiungere l’ingresso.  La porta si aprì improvvisamente e ne uscì uno scheletro, urlò, alzando le mani e facendo una smorfia per spaventarlo; ma l’effetto, almeno per lui, era più buffo che spaventoso. Ma Jack Skeletron abbassò la testa, deluso alla vista dell’espressione divertita del Genio.
“Sei davanti a Jack Skeletron, il re delle zucche e del terrore…” annunciò infine, senza entusiasmo e abbassando il capo.
“Ooooh, tu sei Jack, Jack Skeletron!” esclamò entusiasta. “ Bene, ho tante cose da proporti! Questa città non è proprio piacevole da visitare, sai. L’ho notato quando Sora mi chiamava; ci sono tantissimi meccanismi per passare da una zona all’altra, e non sono molto comodi… “ parlava molto velocemente e non stava fermo un attimo. “Ma se mi lasci fare qualcuna delle mie magie vedrai che sarà molto meglio, i turisti pagheranno oro per vederla, vedrai…” A queste parole l’umore di Jack cambiò di colpo.
“Puoi davvero cambiare questo luogo? Fantastico! Potremmo rendere il prossimo Halloween una meraviglia con il tuo aiuto, ehm…” e inclinò il capo, “creatura blu fluttuante!”
“Oh giusto, non mi sono presentato… Io sono il Genio! Il Genio, certo, ma non della lampada. Non più, grazie al mio amicone Al! Comunque, ci stai oppure no? Ti va di rendere questa città più… spaventosa?”
“Hmmm” fece Jack, “e se poi non mi piace?”
“Oh, questo non è un problema,” garantì il Genio “in quel caso la cambiamo di nuovo…”
Jack non parve molto rassicurato, ma acconsentì.
Il Genio si lanciò in cielo e iniziò a girare, sovrastando la città e lasciando cadere scintille luminose e bluastre. C’era una bellissima foresta poco lontano. L’avvicinò alla città… Poi cambiò il cimitero, lo fece più semplice ma più spaventoso, con enormi lapidi raffiguranti la morte, incappucciata, e lo mise all’ingresso della città, subito prima della foresta. Eliminò la zona dove una volta c’era il castello del Baubau e allontanò dal cimitero la collina riccioluta, creando un comodo e cupo sentiero per arrivarci, aperto da un cancello nel cimitero… Animò la ghigliottina, la fontana e il cancello del cortile di jack, in modo che provassero ad aggredire gli passanti che si avvicinavano troppo, senza danni mortali, chiaramente. Ma Jack cercava un modo per rendere più originale Halloween… Qualcosa di diverso… E allora ricordò, un viaggio di centinaia di anni prima, fatto con un vecchietto allora custode della lampada che voleva visitare luoghi mai visti da nessun’altro saggio di Agrabah… Sì, allora avevano visitato i mondi delle feste come Natale e Pasqua...
Ecco cosa serviva a Jack, qualcosa di diverso… Quei mondi erano tutti legati da una magia speciale… Ma aveva abbastanza potere?
Tentar non nuoce, pensò… Radunò tutte le forze, pensò attentamente a quei mondi e a un modo facile per raggiungerli da lì. E poi una luce accecante invase il buio, poco dopo il limitare della foresta, ma finì dopo qualche secondo. Si era aperto un piccolo spazio tra gli alti alberi, lasciandone uno in mezzo. Il Genio aguzzò la vista e riuscì a distinguere una porta colorata e a forma di albero di natale stilizzato sul tronco dell’albero in mezzo, con una pallina come pomello per entrare, e anche sugli alberi al margine della zona c’erano delle porte che evidentemente portavano nei vari mondi delle feste, un enorme uovo per il mondo di Pasqua, un cuore di un rosso vivo per l’ingresso a quello di San Valentino…
Ma Jack sarebbe andato nella Città del Natale, ne era sicuro, forse per questo quell’ingresso era posizionato al centro…
Il Genio scese in picchiata verso Jack e urlò “Buh!” fortissimo, facendo sobbalzare Jack, che protestò: “Non rubarmi il lavoro!”
Ma il genio si stava già innalzando nuovamente in volo, urlando: “Splendido, Jack! Spero ti piaccia il mio lavoro… Ti consiglio di visitare la foresta! A presto!” e sparì.

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