Mai-NM

di HerrCat
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


-NON CI PROVARE NEANCHE!-
Yukino alzò gli occhi dal libro. Davanti a sé vide l'immensa distesa cristallina. Era meravigliosa, ma le metteva un po' paura. Come tutto, quel giorno. Tornò sul libro.
-TORNA SUBITO QUI!-
Era impossibile leggere con quel baccano. Yukino si voltò per vedere cosa stava succedendo. Una ragazza dai capelli rossi correva avanti e indietro per il ponte, tenendo in mano una valigetta. 
-Dai, dai, che ci sarà mai qui dentro?- disse al ragazzino che la inseguiva.
-RIDAMMELA!- gridò lui. Aveva una voce strana, quasi con una nota femminile. Yukino non si stupì più di tanto: in tutto, il ragazzino poteva avere 12, al massimo 13 anni. 
-No no no no.- la ragazza si era fermata improvvisamente e aveva messo la valigetta molto sopra la propria testa. - Se non mi dici cosa c'è, la butto in mare.-
 Il ragazzino si abbassò di colpo e le sferrò un colpo alle caviglie abbastanza forte da farla cadere. La ragazza finì a terra con la gonna alzata. Si vedeva tutto. Però continuava a tenere salda la valigia. Lui le sia avventò contro, ma la ragazza fu più svelta e lanciò la borsa dietro di sé. 
-Nao, ti odio.- disse lui.
Iniziarono a lottare a terra, non proprio come si addice ad una signorina. Intorno si era radunata una discreta folla. Yukino vide un uomo avvicinarsi alla borsa si alzò di scatto ed andò a prenderla.
-Scusate?- disse con un filo di voce. -Scusate?-
Dovette farsi avanti a gomitate.
- Credo che questa sia tua.- 
Il ragazzino si fermò di botto, prese la borsa e scappò via, inseguito dalla ragazza di nome Nao. Yukino tornò a sedersi con il suo libro.
Più tardi, Yukino decise di cenare nel ristorante della nave. Avrebbe potuto farsi portare il servizio in camera, ma preferì seguire il consiglio di sua madre: non era bene che stesse sempre chiusa nella sua stanza a leggere, ogni tanto doveva anche respirare un po' di aria nuova. Come se non fosse su quella nave per cambiare completamente la sua vita! Ad ogni modo le piaceva più mangiare al ristorante o leggere sul ponte che stare in quella cabina in cui non poteva neanche aprire la finestra, quindi mise addosso il vestito verde e scese. 
-Desidera?- le chiese un cameriere in livrea appena arrivò alla sala.
-Un tavolo per uno, grazie.-
Qualcuno le bussò sulla spalla. 
-Tu sei quella che mi ha restituito la borsa, vero?- era il ragazzino che aveva visto quel pomeriggio.
-Ehm..sì...-
-Bé, grazie.-
-P-prego...-
Quel ragazzino aveva dei modi di fare un po' scontrosi. 
-Che cuginetto maleducato!- disse una voce femminile alle spalle di Yukino.
-Sono femmina!- 
-Non si direbbe!- la ragazza di nome Nao indossava un abito corto ed attillato color ciliegia, che riprendeva perfettamente i suoi capelli, con una leggera scollatura a barchetta.
-Tu...- la discussione tra cugini stava continuando, e Yukino era lì lì per defilarsi, ma Nao fermò tutto con un gesto.
-Io sono Nao, e questo è mio cugino Akira.-
-Sono femmina!- protestò il ragazzino. A dire il vero, a questo punto Yukino dubitava del sesso di appartenenza di quel piccolo essere più basso di lei che indossava una semplice camicia e dei pantaloni. 
-Va bene, va bene! Io sono Nao, e questa è mia cugina Akira.- si corresse Nao. -Hai un volto conosciuto...-
-Mi chiamo Yukino, molto piacere...- si inchinò. -Adesso dovrei andare, credo che il mio tavolo mi aspetti...-
-Yukino, eh?- Lo sguardo di Nao si fece più intenso, quasi a trapassarla. -Sei sola?-
-S-sì...-
-Bene, puoi sederti con noi, se vuoi.-
-Eh?! No, non c'è bisogno, davvero!-
-Non è bene che una ragazza ceni da sola. Attira l'attenzione.- intervenne Akira.
-Visto? Persino la mia cuginetta adorata - le mise una mano sulla spalla, ma Akira la cacciò visibilmente irritata. -dicevo: persino mia cugina dice che dovresti sederti con noi. Su, vieni.-
Yukino disdisse il suo tavolo e, piuttosto imbarazzata, le seguì. Le due continuarono a battibeccare per tutta la cena, e doveva ammettere che erano piuttosto divertenti. Ad un certo punto Nao sfoggiò il suo migliore «AAAH?», con lo sguardo fisso in un punto dall'altra parte della sala. Akira ne approfittò per rubarle il sushi dal piatto.
-Che succede?- chiese Yukino.
-C'è la direttrice!-
-Che direttrice?-
-La direttrice del Guarderobe!-
In effetti, tutta la sala mormorava ed indicava da quella parte. Anche Yukino si girò. Ne aveva spesso sentito parlare. Sapeva che era giovane e molto potente, come tutte le direttrici del Guarderobe, e che era in carica solo da un paio d'anni, ma non l'aveva mai vista. Sapeva anche che era un'appassionata di storia, e che prima di diventare direttrice, aveva condotto ricerche sulla storia dei regni e sull'origine delle nano-macchine. Aveva sempre immaginato una donna elegante, alta, possibilmente con lunghi capelli biondi e la frangia, con un portamento ed un abbigliamento fine e raffinato. Bé, era alta, non c'è che dire. Una massa di capelli rossi le usciva disordinata da una coda alta, lasciando sfuggire due lunghi ciuffi ai lati del viso ed una frangia. Anche questa c'era. In più indossava una maglia rossa corta, una giacca sportiva blu, una minigonna ed un paio di scarpe basse, sportive e rosso fuoco. Insomma, della donna elegante che emana fascino e bellezza che aveva sempre immaginato, poco restava. In compenso, rimase colpita dal diverso charme e dall'autorevolezza che quei suoi occhi verdi ed il suo portamento ispiravano. Era come se quella donna, che pure era sempre vissuta in tempo di pace, avesse in sé la capacità ancestrale e l'esperienza innata per proteggerli tutti. Il suo corpo giovane ed atletico, la conoscenza acquisita negli anni di studio ed il diploma al Guarderobe si riversavano in lei. Mentre Yukino pensava questo, Nao discuteva se era il caso o no di andare a fare gli onori di casa. In fondo, far buona impressione sin da subito sulla direttrice le avrebbe facilitato le cose per tutto quello che aveva intenzione di fare e non fare una volta giunta al Guarderobe. Il cervello di Yukino si riprese all'istante.
-Vai al Guarderobe?- le chiese.
-Ci andrò! Secondo te perché sono su questa nave?-
-Anche io ci sto andando. Siamo entrambe Coral.- intervenne Akira. -Nella borsa che hai salvato oggi c'è la mia uniforme.-
-LO SAPEVO! Ecco perché sei venuta pure tu!-
Yukino sorrise. -Anche io sono una Coral!-
Le Coral erano le studentesse del primo anno del Fuuka-Guarderobe, la prestigiosa scuola per Hime ed Otome cui solo una piccolissima parte della popolazione poteva accedere. Non importava il ceto sociale, erano predestinate. Al momento della nascita, ad ogni bambina veniva controllato ogni singolo centimetro di pelle in cerca di una strana voglia rossa, un cerchio con un puntino in mezzo ed una specie di virgola in alto. Quello era il segno delle loro capacità innate, destinava loro alle nano-macchine ed alla difesa delle persone e dei Paesi. Un compito un po' complicato, per una che preferiva stare sui libri come Yukino. Almeno le sue future compagne di classe sembravano simpatiche. In quel momento, la nave tremò e si spensero le luci.

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Capitolo 2
*** 2 ***


-Che sta succedendo?- chiese Nao preoccupata.
-Ci dev'essere un problema alla sala macchine...- iniziò Akira. La nave si inclinò. -Andiamo a controllare.-
Akira si alzò e corse via. Nao la seguì e le prese un braccio.
-Che stai facendo?-
-Siamo o non siamo Coral?-
Akira fuggì via di nuovo. Nella penombra Yukino vide Nao lanciarle un'ultima occhiata e poi sfrecciare dietro alla cugina. Quelle due ragazze erano veramente veloci, si chiese se sarebbe stata mai al loro livello. Si alzò di fretta ed andò con loro. In fondo era vero: erano Coral. 
-Dov'è la sala macchine?- chiese.
-Non lo so.- rispose Akira. 
-Ultimo piano in basso, porta a destra.- 
-E tu come lo sai, Nao?- Akira la guardò sospettosa.
-Affari miei, cugina.- accennò un sogghigno. Improvvisamente Yukino capì che né lei, né Akira volevano sapere.
Continuarono a correre giù per le scale, mentre Akira dava loro delle strane stelline di ferro appuntite. Non le aveva mai viste.
-Cosa sono?-
-Shuriken. Se vedi qualche tizio pericoloso lanciagliele.-
-EH?!- Yukino non credeva alle proprie orecchie. 
-Nao, hai le tue corde?-
-Secondo te esco senza?-
Notò ora che Nao aveva portato la borsetta con sé. Da lì tirò fuori una sottilissima cordicella trasparente, simile ad una ragnatela. Yukino si chiese per la terza volta in cinque minuti se sarebbe mai stata al loro livello.
Arrivarono alla sala macchine, ma trovarono la porta sigillata. 
-Di qua.- disse Nao.
Corsero dall'altra parte, lungo un corridoio stretto e pieno di curve. Dagli oblò di vedevano i pesci, dovevano essere circa nella stiva. Yukino ne vide uno strano: sembrava più una gigantesca ombra nera. Col buio non riuscì a distinguerla. In ogni caso, sfrecciò lontano. Si trovarono presto in una sorta di enorme spiazzo. Da un lato continuava la fila di oblò, dall'altra si intravedevano due porte. In mezzo, ammassi di casse. Quella doveva essere la vera stiva. Nao si diresse subito verso una delle porte.
-Guardami le spalle, Akira.-
La ragazzina con i capelli neri saltò su una cassa e si nascose. Era praticamente invisibile, chiunque fosse entrato poteva essere tranquillamente preso alla sprovvista da lei. Yukino sapeva che almeno doveva nascondersi. Vide di nuovo quell'ombra dagli oblò. Senza sapere perché, si sentiva puntata. Scappò verso le casse. L'ombra nera andò verso di loro a velocità, ruppe il vetro dell'oblò. Un becco abnorme, nero iniziò a muoversi a destra e a sinistra, a spalancarsi, ad emettere versi come di un albatros in gabbia. Doveva essere lungo almeno un metro. Yukino indietreggiò terrorizzata. Vide tre degli shuriken di Akira colpire quella cosa senza scalfirla minimamente. Che animale era? Qualcuno la afferrò. Senza dire una parola, Akira la trascinò in qualche modo dietro cassa dov'era lei, tappandole la bocca con una mano. Le fece cenno di stare zitta, poi saltò sulla cassa più vicina e lanciò altre shuriken. Quante ne aveva? Ad ogni modo non fecero alcun effetto, di nuovo. Yukino si accasciò lì dov'era, guardando in direzione di Nao. La ragazza cercava di aprire la porta e lanciava qualche occhiata dietro. 
-Maledetta porta...- la sentì dire.
Al buio non riusciva a vedere bene cosa stava facendo. Chiuse gli occhi e respirò profondamente. In fondo, quella era la sua dote. Riaprì gli occhi: Nao aveva creato una sorta di cuscinetto con la corda e cercava di aprire la serratura con una forcina. Yukino non capiva bene come funzionassero certe cose. Con la coda dell'occhio vide Akira che cercava di affrontare il mostro. A quanto vedeva, voleva mettergli un kunai nel becco. Senza sapere bene perché, la spinse via. Appena in tempo: il mostro aveva già fatto scivolare via il kunai e stava per chiudere il braccio di Akira come una tenaglia. Entrambe le ragazze finirono a terra, un dolore lancinante prese Yukino alla gamba. Perdeva molto sangue.
-Tieni.- disse, porgendo ad Akira gli shuriken che le aveva dato. Lei avrebbe saputo usarle. La gamba le faceva un male allucinante. Provò ad alzarsi, ma non ci riuscì. Si trascinò verso una cassa, mentre Akira già ci era saltata sopra e le tendeva una mano.
-SALI!- le gridò.
Fece forza su se stessa, riuscì a prendere la mano di Akira. Nonostante avesse portato il peso sulla gamba buona, il dolore aumentò comunque. L'ultima cosa che capì fu una voce femminile che urlava:
-GAKUTENOU!-
Poi il nulla. 
Quando si svegliò era in un lettino. Non si trovava nella sua cabina. Non riusciva a vedere tutta la stanza, perché a separarla dal resto c'era un grosso paravento bianco di ferro e stoffa. Doveva essere l'infermeria. C'era una finestra particolarmente grande, da cui riusciva a vedere il mare ed i gabbiani. Era giorno inoltrato. Quante ore erano passate da...? Si mise seduta. La gamba le diede una fitta e si accorse di non poterla muovere. Gliel'avevano ingessata. Sospirò: avrebbe fatto il primo giorno di scuola con il gesso, senza potersi muovere. Ed era una scuola per super-eroine. Accanto a sé notò un comodino con il suo libro appoggiato sopra. Chissà chi lo aveva portato. Cominciò a leggere.
«La HiME Mashiro-neesama, compreso l'inganno, si ribellò al malefico Principe delle Tenebre, ma lui...»
In quel momento la tenda si scostò. 
-Ara, ara, guarda chi si è svegliata!- esordì Nao.
-Come stai?- le chiese Akira senza nemmeno salutarla. Certo che doveva avere un carattere proprio particolare!
-Bene, credo...tu? Voi?-
-Sarei stata meglio se fossi riuscita ad aprire quella porta.-
-Bene, io ho riportato solo qualche livido. Tu, invece...- Akira buttò un'occhiata alla gamba.
-Sto bene, non ti preoccupare!- cercò di tranquillizzarla.
-Sei stata completamente folle! Senza un minimo di addestramento, fare quello che hai fatto!- Akira si mise a braccia conserte, con un deciso tono di rimprovero.
-C-chi ti dice che non ne abbia?-
Calò il silenzio. Nao la guardò eloquente e scoppiò a ridere.
-Ma chi? Tu?- disse, continuando a ridere.
Yukino sospirò. Cosa ci faceva lei lì?
-Cos'è successo là sotto?- domandò.
Calò il silenzio di nuovo.
-La direttrice ti vuole parlare.- rispose Akira.
-Perché?-
-Ha voluto parlare con tutte noi, dice che...- iniziò Nao, ma sua cugina la zittì subito:
-Fai silenzio! Glielo dirà la direttrice stessa!- poi si rivolse a Yukino. -Ora noi andiamo a chiamarla. Tu resta a letto. E ringraziala per il libro: senza di lei non lo avremmo potuto prendere.-
-Sì, il personale è convinto che volevamo rubare...-
-Forse perché hai cercato di scassinare la porta della cabina, Nao.-
-Ma solo dopo il primo no!-
-...e di sedurre l'addetto alla sicurezza...-
- Sempre e comunque dopo il primo no!-
Yukino sorrise. Come potevano due persone così essere parenti?
-Andiamo.- Akira prese Nao per un braccio e la trascinò via.
Guardò fuori dalla finestra. La prima pessima figura era stata fornita da quel gesso. Le sue prime compagne di classe erano di molto superiori a lei, ed in più avevano perfettamente capito che non sapeva nulla di nulla di armi, addestramenti e cose di questo genere. D'altronde, se non ci fosse stato quel segno sul suo braccio, avrebbero dovuto darla in sposa a qualche tizio sconosciuto, probabilmente, ed avrebbe iniziato a diventare una fattrice di figli. Questo le avevano sempre detto. E le avevano detto anche che quel segno era una fortuna,  una cosa di cui avrebbe dovuto essere grata. Riprese in mano il libro.
«...lui la colpì, e la colpì di nuovo. Mashiro-neesama cadde a terra...»
Leggere le veniva un po' difficile, dato che non era nella sua lingua. Era scritto in arcaico, la lingua che parlavano i primi uomini giunti su Earl.
«...e non si riprese più...»
La tenda si scostò di nuovo. La direttrice era vestita esattamente come quando l'aveva vista a cena.
-Buonasera, Yukino.-
-B-buonasera, direttrice.-
La direttrice accennò un sorriso.
-Mi chiamo Sugiura Midori, non direttrice.-
-Sì, Sugiura-sama!-
-Già va meglio.- la direttrice si sedette ai piedi del letto, accanto a lei. -Col tempo imparerai a chiamarmi Midori, o anche solo Sugiura. D'altronde, a te piacerebbe se ti chiamassi «principessa»?- 
Yukino sgranò gli occhi.
-Certo che so chi sei! So chi sono tutte le mie studentesse!- Sugiura-sama rise.
-Dire...ehm..Sugiura-sama, di cosa mi volevate parlare?-
-Aaaah, anche il «voi»! Va bene, ti abituerai, ti abituerai!- Poi si fece di colpo seria. - Ti sarai chiesta cosa sia successo nella stiva, no?-
-Bè, sì...-
-Bene. Tu sei una Coral, ed un giorno diventerai una HiME o una Otome. Se così non fosse stato, avrei detto a te, ad Okuzaki Akira ed a Yuuki Nao che avevate avuto un'allucinazione. Quello che avete visto lì sotto è un Child.-
Yukino era incredula.
-Un Child?-
-Esatto. Sai cos'è?-
-L'arma delle HiME! Ma...di chi?-
La direttrice accennò di nuovo un sorriso.
-Domanda intelligente, più di quanto penseresti. Chi...non lo sappiamo.-
Una parte di Yukino pensò che la direttrice stesse, almeno in parte, mentendo. Doveva pur avere qualche sospetto! Non disse nulla.
- Ti chiedo una sola cosa, Yukino: non farne parola con nessuno. Non sono stupida, puoi parlare con Okuzaki Akira e Yuuki Nao, naturalmente, ma per favore non dire nulla a nessun altro, chiaro?- Il modo in cui aveva calcato quel «per favore» indicava che era un'ordine perentorio.
-Come desidera, direttrice.-
Sugiura-sama rise fragorosamente.
-Ancora «direttrice»? Ti abituerai, ti abituerai!- si alzò. -Io ora devo andare, non è bene che mi intrattenga troppo con una ragazza che ancora non è una mia studentessa. Vuoi che chiami le tue amiche?-
-Non si preoccupi!-
La direttrice si voltò, scostò la tenda.
- Ti piacciono le fiabe?- chiese.
Yukino arrossì.
-Eh?! Ehm..io, veramente...-
Sugiura la guardò.
-Nelle fiabe c'è molto di più di quanto si pensi. Specie in quelle in lingua originale. Buona lettura.-
Se ne andò. Yukino fissò per un attimo il libro e riprese a leggere.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Scendere dalla nave si rivelò più facile del previsto. Viste le sue condizioni, Akira aveva insistito per portarle le valigie. Era interessante vedere quella sorta di piccola polvere sobbarcarsi di quattro valigie molto, molto più grandi di lei - le sue e quelle di Yukino - più le due borse con le relative uniformi. Nao aveva rifiutato di dare una mano alla cugina, sostenendo che non voleva rovinare la sua immagine. Aveva optato per un look piuttosto semplice, ma appariscente: pantaloncini di jeans, maglietta a righe bianche e rosa, sandali con un lieve tacco, occhiali da sole e cappellino beige. Non era particolarmente alta, né formosa, ma era molto magra e qualsiasi cosa le donava. In più sapeva come far risaltare i punti giusti alla perfezione. Aveva messo la borsa sopra il trolley, e camminava lungo il ponte metallico che dalla nave portava a terra solo sfiorando leggermente la ringhiera. A vederla così sembrava un po' una turista ingenua, in realtà aveva calcolato perfettamente ogni singola mossa, in modo da accalappiare lo sguardo sia di chi sarebbe venuto a prenderle, sia di eventuali passanti. Più in particolare, sapeva che all'ingresso del Guarderobe si sarebbe stipata una folla di curiosi intenti ad osservare le nuove Coral, e tra questi ci sarebbe potuto essere qualche nobile, o comunque qualche ricco. Era bene che la notassero sin da subito. Akira non condivideva affatto questa sua opinione: preferiva essere notata e scelta esclusivamente per i suoi risultati. Era certa che studiando come si deve, frequentando assiduamente e migliorando di giorno in giorno nel combattimento, sarebbe riuscita a svolgere più che bene il suo compito e ad ottenere un incarico di tutto rispetto. Aveva un'incredibile sicurezza nelle sue capacità e, soprattutto, nella forza del suo impegno. In effetti, di rado le due cugine si trovavano d'accordo su qualcosa. Anzi, praticamente mai. Bisticciavano continuamente, e a volte era d'obbligo dubitare dell'affetto che provavano l'una per l'altra. Ma Yukino non poteva dimenticare la perfetta coordinazione e la fiducia con cui si erano mosse nella stiva. Dovevano aver imparato chissà da quanto tempo e chissà in quali modi i limiti e le potenzialità l'una dell'altra e, sinceramente, non era sicura che Nao davvero non sapesse che Akira aveva il destino segnato proprio come lei e che il Fuuka-Guarderobe le attendeva entrambe. A guardarle bene, sembravano molto più legate di quanto volevano dare a vedere. A dimostrazione di ciò, con un gesto elegante della mano, Nao tolse in quel momento la borsa di Yukino dalle mani della cugina.
- Così non fai la parte del buon cavaliere da sola.- disse.
Akira stava per rispondere, ma perdere la borsa le costò anche la perdita dell'equilibrio e cadde rovinosamente a terra, le valigie sopra di lei. 
-Ehm...ti sei fatta male?- le chiese Yukino, mentre provava ad abbassarsi per tenderle una mano. 
-No, tranquilla. - 
Akira non considerò minimamente la mano tesa di Yukino e si rialzò.
-Quanto sei maleducata, cuginetta! Se qualcuno cerca di aiutarti, si accetta e si ringrazia con dolcezza!- la rimproverò Nao con il suo solito tono sornione. Akira la fulminò con lo sguardo, ma non disse nulla. Prese Yukino quasi di peso, la mise in piedi, le porse la stampella, da bravo cavaliere, poi senza mostrare alcuno sforzo tirò su le valigie e proseguì dritta. Ad attenderle giù c'era  un' insegnante della scuola. Si poteva riconoscere dalla tipica uniforme, un semplice vestito grigio con la gonna ampia, a campana  fino al ginocchio ed una cappa bianca che arrivava a coprire poco più delle spalle, lasciando scoperte le braccia. Si avvicinarono a lei. Aveva in mano un piccolo taccuino. Buttò un'occhiata ai fogli, le guardò intensamente con i suoi grandi occhi azzurri ed alla fine sorrise.
-Voi dovete essere Yuuki Nao, Okuzaki Akira e Kikukawa Yukino, giusto? Buongiorno, io sono miss Yukariko, Otome e vostra insegnante per quest'anno!- Batté le mani e proseguì, sempre sorridendo. -Su, seguitemi! L'auto che ci porterà sino al Guarderobe ci attende!-
Si voltò ed inizò a camminare. Le tre ragazze la seguirono. Akira procedeva impettita e fiera, con le valige sue e quelle di Yukino. Quest'ultima si guardava intorno piuttosto spaesata: una vita da principessa tra sfilate, balli e presentazioni ufficiali non l'aveva abituata allo sguardo costante e curioso dei passanti. Nao ci riusciva molto meglio. Superata la confusione al molo, giunsero alla dogana, e lì miss Yukariko mostrò semplicemente il proprio orecchino ed il taccuino su cui, a quanto pareva, c'erano le loro foto, con nomi, cognomi, descrizioni e dati anagrafici di vario genere a fianco. Uscirono da quello stretto ufficio in fretta e, finalmente fuori dal porto, si aprì loro una vista straordinaria: la città di Windbloom, capitale dell'omonimo regno, sgranava davanti ai loro occhi una serie di edifici più o meno imponenti, ma tutti ugualmente chiari e luminosi. Molti erano altissimi. Più in là si ergeva il Palazzo Reale, con in cima il suo enorme, caratteristico fiore. Yukino era stata più volte in quella città ed in quel castello, ma ogni volta si stupiva. Oggi più del solito, dato che non era accompagnata dalla sua famiglia e che non era in visita ufficiale, né in vacanza. Davanti a loro una lunghissima limousine color avorio le aspettava, con tanto di autista in livrea rossa che caricava nel baule i loro bagagli. Salirono sull'auto, seguite da miss Yukariko. Yukino prese a guardare fuori dalla finestra.
-Al vostro arrivo vi saranno date le vostre camere, una per ciascuna, di cui vi dovrete occupare personalmente.- iniziò a spiegare miss Yukariko, parlando a macchinetta. - Al Guarderobe non ci sono privilegi in base al ceto sociale o alla ricchezza, tutte le ragazze vengono trattate allo stesso modo, per cui tutte dovrete occuparvi della vostra stanza, presentarvi a lezione, pulire a turno il cortile, il corridoio e tutte le zone comuni della scuola. La colazione è alle 7:00, il pranzo alle 12:30, la cena alle 19:00. Dopo la cena è severamente vietato uscire dalla scuola, mentre durante il giorno è concesso solo tramite permessi speciali della Direttrice.-
A Yukino passò un lampo nella mente.
-Dov'è la Direttrice?- chiese.
- La Direttrice è già su un'altra auto privata diretta al Guarderobe, miss Yukino.- rispose miss Yukariko, mostrando un lieve stupore. Poi proseguì con la spiegazione delle regole della scuola: era obbligatorio presentarsi ai pasti, così come indossare costantemente la divisa; avrebbero trovato delle divise di riserva nell'armadio; i contatti con l'esterno erano limitati ai contatti con le famiglie, anch'essi limitati ad un incontro o telefonata a settimana. Il giorno dopo le nuove Coral sarebbero state accolte dalle Pearl Otome e dalle studentesse HiME della scuola, oltre che dalle insegnanti e dalla Direttrice stessa, con una cerimonia ufficiale cui dovevano presentarsi in divisa. Si sarebbe tenuta alle 9:00 del mattino. Yukino continuava a guardare fuori dal finestrino. Improvvisamente invidiava più del solito le persone lì fuori. Desiderava aprire la portiera e correre all'aria aperta, sulle mille aiuole di Windbloom. Ma non poteva. Ad ogni modo già il paesaggio stava cambiando, e presto videro gli ultimi palazzi sparire all'orizzonte. Nao sembrava annoiata quanto lei dal discorso di miss Yukariko, mentre Akira non mostrava alcuna emozione. Nel giro di dieci minuti videro una struttura bianca ed azzurra, grande e magnifica. Il Guarderobe. Lì si sarebbe decisa la loro vita. Anzi, era già decisa, le stavano solo andando incontro. Il grande cancello verde si aprì per loro e, quando si chiuse alle loro spalle, Yukino si sentì ancora più in trappola. Scesero davanti ad un piccolo palazzo a tre piano.
- Questo è il dormitorio degli studenti. Al piano terra si trovano la mensa e la spa, mentre ai piani superiori troverete le vostre camere e quelle delle altre studentesse.- Spiegò miss Yukariko. Non aveva tolto il sorriso dalla bocca neanche per un attimo da quando le aveva salutate al porto. Entrarono e furono accolte da una ragazza alta, con i capelli biondi e la divisa chiara delle Pearl Otome.
-Miss Yukariko.- disse, e fece un piccolo inchino.
-Miss Shizuru. - miss Yukariko rispose all'inchino. -Ti affido le nuove Coral di Aries. Le altre sono già arrivate?-
-Ancora no.- rispose miss Shizuru.
- Bene, attenderemo.- poi miss Yukariko si rivolse a loro. - Lei è Viola Shizuru, Pearl Otome del regno di Windbloom. Appena sarete tutte, vi guiderà alle vostre camere e, se necessario, vi aiuterà a sistemare le vostre cose, che troverete già lì. Bene, a questo punto il mio compito per oggi è terminato. Vi auguro ancora un felice soggiorno nella nostra scuola.- 
Girò i tacchi e se ne andò.
-Vorrei sapere quando ci ha già augurato questo felice soggiorno.- sussurrò Nao.
Miss Shizuru, anzi, miss Viola, come avrebbero dovuto chiamarla loro, la squadrò da capo a piedi, sorridendo enigmatica.
- Tu sei...? -
- Miss Nao.-
-Benvenuta, miss Nao. Volete un tè nell'attesa?-
Le ragazze si guardarono tra di loro. Dove erano finite, esattamente? Accettarono il tè e continuarono ad aspettare.

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