Eldarion.

di Aven90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Eldarion. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Eldarion. ***


Fandom: Il Signore degli Anelli
Coppia: Aragon/Arwen
Prompt: Nostro figlio è come l'ho sempre immaginato.

Ed infine, nacque.

“Complimenti, è un maschio” disse l’ostetrica.

Per entrambi, c’erano state ore di intenso patimento, ma alla fine la gioia provata nel vedere il loro primogenito urlare i suoi primi vagiti fu indescrivibile.

Arwen ricevette il neonato fra le sue braccia.

“Nostro figlio è come l’ho sempre immaginato” dichiarò al marito altrettanto commosso. Non era usuale vedere un re di cotanta statura versare lacrime, ma era vero anche che essere diventato padre quando nessuno aveva mai garantito nemmeno per la sua sopravvivenza, era davvero un tripudio di emozioni.

“Somiglia tanto a te” rispose dunque Re Elessar, con la voce rotta dall’emozione. Un nuovo Uomo era arrivato nella terra di Mezzo, destinato a raccogliere l’eredità di Isildur ed essere uno degli ultimi simboli dell’amore fra Uomini ed Elfi.

Arwen ridacchiò. “No, è un Uomo, anche se avrà sangue elfico. Inoltre, ha i tuoi stessi occhi.”

Aragorn baciò in fonte la sua amata. “Come hai deciso di chiamarlo?”

Era molto difficile dare un nome. Per mesi la Stella del vespro aveva meditato sul quale fosse più adatto e infine aveva deciso di assegnarlo una volta giunta al parto.

Poi la risposta vene da sé. “Si chiamerà Eldarion, che nell’Alto Elfico vuol dire Figlio degli Elfi. Un Uomo nato dai Primogeniti… è fantastico Aragorn, e con un padre come te non potrà che diventare eccezionale”

“Lo è già, in quanto ha il tuo stesso sangue” rispose Aragorn con un sorriso.

Ed ecco che di nuovo si baciarono, mentre il nuovo principe continuava a dibattersi fra i vagiti.

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Personaggi: Aragorn, Legolas, Gimli.
Prompt: "Cacciare orchetti è più divertente di cambiare pannolini".

“Non ce la faccio più”

Era con quella frase, quel giorno, che Re Elessar ci aveva accolto a Palazzo.

I lavori a Minas Tirith procedevano lesti, e ormai la cittadella non era più un luogo triste e costruito superficialmente, ma una capitale fiera e fulgida, pur tuttavia solo lontana parente delle grandi città dei Tempi Remoti.

Da parte degli Elfi vi era il contributo arboreo, testimoniato da grandi fusti che svettavano sulle strade precise e larghe, opera invece dei Nani.

E tuttavia, io e Gimli rimanemmo un po’ interdetti nel sentire il prode Re Elessar sospirare in siffatto modo.

Perché un Re del suo rango stava dichiarando la resa, proprio ora che i giorni erano belli e il Sole sorrideva?

Perché Elessar, che io avevo conosciuto sin dai tempi in cui era un Ramingo del Nord, era più pallido di quando aveva a che fare coi Nazgul?

Non resistetti. Dovetti chiederglielo.

“Amico mio, cosa intendi dire con questa tua frase?”

Elessar sgranò gli occhi e controllò alla sua destra e alla sua sinistra, come se stesse temendo di essere origliato.

Poi decise di spiegarci tutto, alzandosi dall’alto Trono e portandoci all’esterno.

“Arwen, la mia amata sposa, ha deciso che nostro figlio Eldarion sarebbe dovuto crescere con le nostre attenzioni, e non tramite una nutrice. Sulle prime fui d’accordo, poiché non avrebbe mai dovuto conoscere la solitudine e un contatto diretto con noi genitori non avrebbe che potuto giovargli. Tuttavia, Arwen mi ha chiamato e mi ha detto “Mio amato Elessar, sarebbe giusto che ci dividessimo i compiti. Io lo nutrirò e gli insegnerò l’arte Elfica, mentre tu gli insegnerai ad essere un buon Re, giusto e sapiente secondo la tradizione dei Dunedàin. Ma, poiché è ancora troppo giovane per impugnare una spada, potresti essere più partecipe della sua infanzia occupandoti di faccende altrettanto importanti per lui” 

“E dunque? Cosa intendeva la Stella del Vespro?” chiese Gimli.

Elessar deglutì. Stava per confessare un segreto orribile, me lo sentivo.

“Amici miei” sussurrò, proprio di fronte all’Albero di Gondor “non avrei mai creduto di dirlo, in questi tempi di pace e prosperità. Ma devo riconoscere che cacciare Orchetti è più divertente che cambiare pannolini”

Sia io sia Gimli rimanemmo ancora una volta interdetti. “Cambiare… pannolini?” chiese il mio amico Nano.

“Esatto, ma non farti sentire! Arwen potrebbe rimanerci male!” esclamò Elessar. “Vi consiglio di non con trarre mai matrimonio… non sapete, non avete idea, di quanto possa piangere un bambino. Di quanto possa strillare, cosa che sono certo nemmeno davanti al Signore Oscuro nel pieno della sua potenza potrebbe fare. proprio quando mi accingo a cambiare la soffice stoffa che ricopre le sue pudenda, si mette a urlare come se venisse torturato. Per non parlare di quanto possa espellere! E del fetore che ogni volta raggiunge le mie nari! Davvero, amici, cambiare un pannolino è un’esperienza che ti segna al pari della guerra”

Al termine del resoconto, io e Gimli ci scambiammo un’occhiata. Ad entrambi ci erano cascate le braccia.

“Mio caro Elessar” dissi io, mettendo una mano sulla spalla del Re mio amico “Non credo che siano veri problemi, questi. E adesso scusaci, dobbiamo tornare a gestire i lavori nella Cittadella”

E lo lasciammo lì, di fronte all’Albero Bianco, in preda ai suoi problemi faceti.

 

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