una storia come tante altre

di Desire88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** si ritorna a casa ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** si ritorna a casa ***


un autobus si fermo su una via della città di Latina e una ragazza scese con un borsone  tra le mani, i capelli biondi raccolti in una coda  che gli arrivava alle spalle,  occhi marroni e delle labbra che per chi la vedeva per la prima volta se ne sarebbe innamorato per quanto fossero belle e carnose, non e molto alta ma il suo corpo era  sportivo e ben slanciato ma  la cosa che la rendeva diversa  da tante altre ragazze li attorno era il modo in cui era vestita, infatti era vestita con dei pantaloni mimetici e degli anfibi neri mentre il pezzo sopra era  una  maglia sempre mimetica ma con le maniche tirate su fino i gomiti.
La ragazza dopo un po’ che camminava si fermo in una via e disse tra se e se “ finalmente, di nuovo a casa” mentre si guardava attorno noto che anche se erano passati cinque anni da quando era andata via niente era cambiato, forse ci stava qualche casa in più ma era tutto uguale come nei suoi ricordi. 
Mentre ricominciava a camminare per arrivare a casa senti una voce alla sua destra che le disse “ Emma, pensavo che non saresti più tornata”  mentre si giro per vedere chi aveva detto quella frase incontro due occhi verdi e senti il suo cuore perdere un colpo, si ritrovo una ragazza appoggiata ad un muro che si fumava una sigaretta e la guardava sorridendo e nella sua testa penso  “che sorriso stupendo”, poi inizio a squadrare la ragazza per capire chi fosse, era alta capelli neri e lunghi fino meta schiena il suo corpo era come quello delle modelle della televisione, aveva dei jeans stretti una maglia bianca con sopra un disegno rosso che sembrava una fiamma e hai piedi dei stivaletti marroncino chiaro.
 “scusa ma chi sei? Ci conosciamo?”
La ragazza le si avvicino ”ma come  non mi riconosci? Potrei offendermi” disse con una specie di ghigno  “ sono la stessa ragazza che ti saluto cinque anni fa mentre andavi via e che ti regalo la collana che porti”
Emma la guardo e le torno in mente quel giorno di cinque anni fa mentre camminava verso la fermata degli autobus ma si fermo perché senti qualcuno che la chiamava.
“Emma aspetta”
Si giro
“hey vicky che fai qui?”
“sono venuta a salutarti e a portarti questo cosi avrai qualcosa di me che ti porterà fortuna” la ragazza le diede una collana con un ciondolo piccolo che aveva un triangolo come base e dentro un cerchio e una linea tra il cerchio e il triangolo .
Emma guardo la collana e poi la ragazza con un sorriso “ grazie vicky sono sicura che mi porterà fortuna” 
Dopo essersi messa la collana riprese il borsone appoggiato a terra “ora devo andare mi raccomando fai la brava finche non torno capito  piccola” e si giro camminando verso la sua nuova vita.
Vicky la guardo mentre si allontanava e urlo “ STARO QUI AD ASPETTARTI FINCHE NON TORNERAI LO GIURO”
Emma alzo una mano e la saluto senza girarsi e continuando la sua strada.
 
“Victoria ma sei tu?”
“allora non ti sei dimenticata di me” le disse con un sorriso vicky
Emma sorrise “come sei cresciuta non ti avrei mai riconosciuta se ti avrei in contrata in giro”
Vicky le si avvicino buttando la sigaretta e la guardo con aria seria,
“pensavo che non saresti più tornata”
“dai non fare quella faccia seria, non si addice a una bimba come te ora sono qui no?”
La ragazza la guardo ancora un po’ e poi l’abbraccio senza pensarci ed Emma rimase senza parole ma poi anche lei ricambio quell’abbraccio e le sembro che il tempo si fosse fermato.
Quando si staccarono l’una dall’altra Emma rimase sorpresa e non capi il perché di tutte quelle emozioni che aveva provato in quell’istante in cui erano state  cosi vicine, l’unica parola che trovo per spiegarselo infatti fu “infinito”. cosi riprese il borsone e si giro per non far vedere quanto fosse imbarazzata  “ora e meglio che vado sai la mia famiglia ancora non sa che sono tornata” disse girandosi per ricominciare a camminare.
Anche Vicky si riprese dai suoi pensieri e guardo la ragazza che si allontanava diretta verso casa sua con un lieve sorriso e con un pensiero fisso “ sei tornata amore mio”.
 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Eccomi con il secondo capitolo, spero che vi piaccia.
 
Quella mattina Emma si sveglio presto e con un sorriso  ritorno con la mente al giorno prima, quando arrivo davanti casa suono il campanello e senti dei passi avvicinarsi alla porta, quando la porta si apri e vide sua madre le fece un sorriso dicendole “ciao mamma come stai?” la donna rimase un attimo ferma a guardare la ragazza ma subito dopo l’abbraccio iniziando a piangere, la ragazza ricambio l’abbraccio dicendole “ non piangere mamma, altrimenti si leva tutto il trucco “, cosi la madre inizio a ridere e la fece entrare ma appena entro si ritrovo tra l’abbraccio dei suoi due  fratelli che iniziarono a farle tremila domande una dietro l’altra e lei rispose a tutto quello che gli chiedevano e cosi tra una domanda e un'altra si incamminarono verso il salotto di casa, ma nonostante tutte le domande una cosa non riusciva a togliersi dalla testa dal giorno prima ed era quell’abbraccio con vicky, si era sentita benissimo e se chiudeva gli occhi riusciva ancora a sentire il profumo della ragazza.  “emma ma che ti prende! ma soprattutto che diamine stai pensando!” si disse alzandosi dal letto e andando verso la cucina da dove veniva un buonissimo odore di caffè.
“buongiorno mamma”
“oddio ti ho svegliata?”
“no ero già sveglia tranquilla, sono abituata a svegliarmi presto”  
La madre le diede una tazzina di caffè e si mise a sedere di fronte alla figlia
“sei sicura che non vuoi che rimanga a casa con te oggi? Se vuoi chiamo a lavoro e dico che ho un impegno”
“no mamma, non ti preoccupare, più tardi vado a farmi un giretto ho una corsetta al parco” disse emma bevendo il caffe
Dopo un po’ si alzo dalla sedia diede un bacio a sua madre e si diresse verso il bagno per farsi una doccia.
Appena entro nel bagno si guardo allo specchio e penso a come era stato difficile lasciare casa sua e la famiglia, ma dopo la morte del padre non riusciva più a fare niente a parte starsene a casa tutto il giorno, cosi non ci penso due volte e si arruolo volontaria con la speranza di riuscire a riempire la sua mente e a non pensare a quella sera che ogni tanto la tormentava ancora nei suoi sogni.
Dopo che usci dal bagno usci sul balcone e guardo fuori era meta maggio e non faceva molto freddo il cielo era celeste e ogni tanto si vedeva qualche nuvola sparsa qua la, dal balcone di casa sua riusciva a vedere il mare cosa che le era sempre piaciuto perché le metteva allegria, dopo un po’ abbasso la testa e vide una ragazza che stava camminando con una sigaretta tra le dita.
“lo sai che fa male fumare?”
La ragazza si fermo e alzo lo sguardo verso il balcone
“buongiorno,non ti avevo visto”  le disse vicky
“stai andando a scuola?”
“ scuola?  Sono anni che non vado più a scuola ora lavoro, mi sa che sei rimasta un po’ indietro” le disse facendole una linguaccia
“mi scusi principessa non avevo intenzione di offenderla, allora la lascio andare a lavoro” le disse Emma ridendo
Vicky si mise a ridere “ non lavoro oggi diciamo che mi sono presa un giorno di relax, te che fai oggi ti va di fare un giro?”
“un giro? Mmm va bene se mi dai dieci min che mi vesto scendo subito”
“va bene, ma che siano dieci minuti e non di più altrimenti vado via”disse la mora ridendo
“hai suoi ordini principessa “  cosi  la bionda entro in casa facendo un inchino verso la ragazza, cosa che fece morire dal ridere la mora che si avvio alla porta di casa dell’altra.
dopo neanche dieci minuti Vicky si ritrovo la ragazza davanti e rimase a bocca aperta, infatti la bionda si era vestita con una maglia a maniche lunghe ma tirate su fino i gomiti e dei jeans che lasciavano vedere un fondo schiena da urlo e delle scarpe da tennis bianche che richiamavano il colore della maglia della ragazza ma la cosa che la colpi di più erano i capelli sciolti fino le spalle che le davano quel tocco di femminilità accompagnati da un paio di occhiali appoggiati sulla testa.
“visto ci ho messo meno di quanto ho detto” disse la bionda
Ma non ricevette risposta dalla mora che stava ancora incantata a guardarla
“hey ma ti sei incantata?”
“ emm scusa ero sopra pensiero, va bene se andiamo a farci un giro al mare per te?” disse la mora
“penso che sia un idea fantastica ” rispose la bionda con un sorriso.
La spiaggia era quasi deserta si vedeva qualche gruppetto di ragazzi che avendo approfittato della bellissima giornata di sole avevano fatto sega a scuola e poi c’era qualche anziano che  faceva una passeggiata, cosi si misero a camminare in riva al mare finche Emma non propose di sedersi un po’, le ragazze non parlarono molto ma si guardavano con la coda degli occhi avvolte da una strana atmosfera attorno a loro.
“Allora che cosa hai fatto in questi anni che sono mancata” chiese la bionda per allentare la tensione che si era creata
La mora la guardo per un po’ e inizio a parlare “ dopo che sei partita ho finito scuola e mi sono trovata un lavoro per non dipendere dai miei e ora passo le giornate tra lavoro sport e divertimento e aspettando sempre di riuscire a dimenticare la persona che amo”.
Emma che fino a quel momento guardava il mare si giro a guardare la mora “perché sei innamorata di qualcuno?”  chiese con un nodo allo stomaco
La mora la guardo poi si alzo e guardando il mare rispose “si! sono innamorata da sempre e nonostante ho avuto altre persone il mio cuore non ha mai smesso di battere per questa persona”
La bionda stava per chiedere chi fosse ma la mora la guardo e ridendo le disse “facciamo il bagno? L’ultima che entra paga il pranzo” cosi iniziarono a spogliarsi di corsa e si tuffarono in acqua ridendo e schizzandosi tra di loro e facendo la lotta finche esauste e infreddolite non uscirono dall’acqua.
Quando uscirono si sdraiarono al sole per asciugarsi e la bionda guardando la ragazza inizio a parlare “ sai ti devo ringraziare se non fosse stato per te ora chissà dove sarei,sei l’unica che e riuscita a farmi riprendere dalla morte di mio padre, grazie a te ho capito che dovevo riprendermi e andare avanti le tue parole mi toccarono il cuore perché era la verità non ero io a essere morta quella sera e non dovevo comportarmi come tale ma reagire perché si vive una volta e quel poco che abbiamo lo dobbiamo usare sempre al meglio, quella volta non sono stata io a farti la solita morale da persona più grande ma sei stata tu a farla a me,grazie.”
La mora rimase per un po’ zitta poi si mise a ridere
“io ti faccio un discorso serio e te ridi?” disse la bionda mettendo su un finto broncio
La mora smise di ridere la guardo e le accarezzo una guancia “rido perche e bello vedere la ragazza che tutti noi ammiravamo e che non chiedeva mai aiuto a nessuno dire grazie, se lo raccontassi in giro non ci crederebbe nessuno”  poi allontano la mano dalla guancia e si mise a guardare il mare
“hahahah allora vedi di non dire in giro che ti ho ringraziato altrimenti la mia nomina di ragazza tosta andrebbe a farsi benedire” disse Emma alzandosi e dando una mano alla mora che stava facendo altrettanto, ma nel tirare su la ragazza persero l’equilibrio e  tutte e due finirono una sopra l’altra con i loro visi molto vicini, si guardarono e si persero una negli occhi dell’altra Emma inizio ad avvicinare la sua bocca a quella dell’altra “ma cosa sto facendo , no non posso farlo” penso  emma e si alzo da sopra la ragazza bruscamente lasciando la mora con uno sguardo confuso.
“dai andiamo a mangiare ti devo offrire il pranzo se non sbaglio” disse dopo che si fu rivestita guardando la ragazza ancora seduta
“va bene. Ma andiamo a mangiare al MC Donals ” rispose la mora iniziando a rivestirsi
“come preferisce lei signorina” e le diede una spinta facendo ridere la ragazza al suo fianco.
La giornata era passata in fretta e ora si ritrovarono di nuovo sulla via di casa verso l’ora di cena, emma accompagno vicky davanti casa , “grazie per questa splendida giornata era tanto che non mi divertivo cosi” le disse la mora.
“grazie a te piccola ci vediamo in giro e fai la brava” rispose la bionda e si giro per andare a casa dopo due metri che fece si giro perche vicky l’aveva chiamata e senza che sene rese contro si ritrovo con le  labbra della ragazza sulle sue, fu un attimo ma a quel contatto si senti sciogliere e non si accorse neanche quando l’altra si stacco da lei, la mora la guardo e le disse “buonanotte” e corse dentro casa.
La ragazza rimasta fuori si porto una mano sulle labbra, fece un sorriso e si riavviò verso casa pensando a quel bacio e a quella ragazza che riusciva sempre a lasciarla senza parole.
 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Quella mattina Emma era andata a fare una corsa nel parco dietro casa, dopo quel bacio che le aveva dato  Vicky  aveva preferito evitarla, continuava a chiedersi il perché lo avesse fatto ma ancora di più aveva paura di quello che aveva provato in quel leggero contatto con le labbra dell’altra, infatti aveva provato un emozione forte e diversa, si sentiva come se si fosse svegliata da un incubo e che solo ora riusciva a vivere, ogni volta che la vedeva da lontano si sentiva lo stomaco sotto sopra ma preferiva evitarla magari cambiando strada ho tornando in dietro da dove veniva ma sapeva che non poteva andare avanti cosi e decise che la prossima volta avrebbe parlato con la ragazza.
L’occasione le si presento poco dopo quel pensiero infatti Quando si fermo a bere da una fontana noto vicky, seduta su una panchina che fumava una sigaretta,  si avvicino ed inizio ad osservarla per un po’ con le farfalle nello stomaco, prese coraggio e poi le disse “ lo sai che fumare fa male?”
La mora sobbalzo e si giro a vedere chi fosse “ha sei tu… mi hai spaventata!” ma subito si rigiro continuando a fumare la sua sigaretta e ignorando la bionda.
“mamma mia non essere troppo contenta di vedermi, ti prego” disse la bionda
La mora butto la sigaretta per terra si alzo dalla panchina e si giro  guardando la bionda dritta negli occhi e le disse con voce fredda e distaccata  “perché dovrei essere contenta? alla fine hai passato una settimana a evitarmi oppure sbaglio?” “ non sono più la ragazzina di 17 anni che prima calcolavi e poi evitavi per chissà quale motivo, ora sono una donna e ho i miei sentimenti e non ho intenzione di farmeli calpestare ancora una volta da te perche hai paura dei tuoi! ora se vuoi scusarmi tolgo il disturbo” si rigiro e si mise a camminare con passo svelto dalla parte opposta lasciando Emma li da sola con quelle parole che le risanavano nella testa.  guardava la ragazza allontanarsi da lei ma nel momento in cui decise di correrle dietro per fermarla una mano si appoggio alla sua spalla e una voce le disse “ allora e vero, sei tornata, potevi anche avvisare no? “
Emma si giro e di fronte a lei si ritrovo la sua amica Giulia, nel vederla provo una gioia immensa e l’abbraccio senza pensarci.
“ma che ci fai qui?” disse Emma quando si stacco da lei
“porto sempre il piccolo qui  al parco la mattina, ti ricordi che hai un nipotino vero?”
“certo che mi ricordo ma dove sta lo voglio vedere”
E assieme andarono verso le giostre dove stava giocando il piccolo Riccardo
“Riccardo vieni qui a salutare la zia”
Il piccolo si avvicino e dopo aver saluto la zia con un bacio corse subito a giocare con i suoi amichetti, le due donne si misero a sedere sulla panchina e iniziarono a parlare.
“come sta tuo marito? Si comporta bene vero oppure devo venire a parlarci?” disse Emma ridendo
“ sta bene, ogni tanto litighiamo ma e una cosa normale lo sai, e poi da quando abbiamo avuto il piccolo siamo diventati più uniti di prima;” “ te invece? Come mai non sei venuta a salutarmi? E successo qualcosa?”
“ hai ragione, scusa se non sono venuta subito a salutarvi ma mi sono goduta un po’ casa e ho avuto un po’ di cose per la testa”
“cose per la testa? come quella ragazza con cui stavi parlando ed e andata via prima che mi avvicinassi per caso?” disse Giulia con un sopracciglio alzato
“Nonostante tutti questi anni ancora riesce a leggermi come un libro aperto” penso Emma
“beh diciamo si e no” rispose
“ ho capito, ma chi e la conosco?”
“non l’hai riconosciuta? Be in effetti anche io ho fatto fatica a riconoscerla e cambiata molto e vicky  abita nella via di casa mia e la ragazzina che si metteva sempre nei guai e che io casualmente mi ritrovavo sempre ad aiutare”
“certo ora mi ricordo,mamma mia come cresciuta non l’avrei mai riconosciuta, certo che e cambiata molto e diventata una donna ora”
“già calcola che mi ha detto la stessa cosa prima” disse la bionda con sguardo triste
“perche cose successo tra voi?” le chiese l’amica
Emma la guardo e gli racconto tutto quello che era successo con la ragazza le disse di come si perse nello sguardo appena la guardo appena arrivata, di quell’abraccio quando che l’aveva lasciata senza parole alla giornata che avevano passato assieme al mare, delle parole della ragazza che amava qualcuno da sempre, fino a quel bacio che l’aveva lasciata senza parole, della sensazione di essere rinata di nuovo fino ad arrivare alle parole che le aveva detto la ragazza mezzora prima, quando fini di raccontare tutto alzo la testa e si mise a guardare le nuvole che passavano sopra di loro in silenzio finche Giulia non inizio a parlare “ quindi ti sei innamorata finalmente” le disse guardandola
Emma si giro e stava per ribattere  che non era vero ma Giulia continuo a parlare “ ci conosciamo da sempre e per me sei come una sorella, e vero non ci sentiamo tutti i giorni ma sappiamo che se una di noi ha bisogno può contare su l’altra in qualsiasi momento.” Si fermo un attimo e guardo la sua amica dritta negli occhi “ Emma e ora che accetti quello che sei e i tuoi sentimenti, lo so che e dura che questo mondo e uno schifo ma vicino a te hai persone che ti vogliono bene e che ti accettano per come sei, te sei sempre stata affezionata a vicky per lei ci stavi sempre la controllavi da lontano e io vedevo come la guardavi, magari te non ci hai mai fatto caso ma eravate come una cosa sola. Ha fatto bene a dirti quelle cose prima perche e la verità, lo hai sempre fatto quando ti lasciavi andare con lei poi stavi settimane ad evitarla e forse e perche sapevi che dentro di te qualcosa stava cambiando nei suoi confronti, non credi?”
Emma fece un sospiro e non disse nulla ma guardando l’altalena davanti a lei le venne in mente un giorno di qualche anno fa.
Stava iniziando a piovere e mentre passava davanti al parco vide una ragazzina che si dondolava su un altalena. si fermo e si avvicino riconoscendo la piccola vicky
“hey che fai qui da sola? Sta per piovere dovresti andare a casa”
Vicky la guardo ma non le rispose continuando a dondolarsi
Emma la guardo e si mise a sedere affianco a lei aspetto un po’ e poi inizio a parlare
“allora mi dici che cosa e successo?”
Vicky la guardo e fece un respiro
“ho litigato con i miei, non vogliono che inizi a giocare a tennis”
“e perche non vogliono?”
“perche dicono che dovrei pensare di più allo studio” rispose abbassando lo sguardo
Rimasero zitte per un po’ finche Emma si alzo e si mise davanti la ragazza e le prese una mano
“dai andiamo ci parlo io con i tuoi, pero mi devi promettere di andare bene a scuola e se lo farai magari potrei insegnarti qualche trucco che uso io per giocare “ disse sorridendo
Vicky la guardo e dopo essersi asciugata le lacrime l’abbraccio “ti giuro che prenderò dei voti altissimi a scuola e che diventerò più brava di te a giocare”
“hey ora non esagerare altrimenti non parlo con i tuoi” le disse sorridendo guardandola in faccia
Ma In quell’attimo che si guardarono si persero l’una nello sguardo dell’altra, le loro labbra si stavano per sfiorare quando un tuono le fece sussultare e staccare l’una da l’altra.
“forse e meglio andare prima che inizia a piovere “ disse la bionda spostando lo sguardo imbarazzata
“ si andiamo, mi accompagni cosi parli con i miei?”
“ certo non sia mai che sei un talento e non lo sappiamo” rispose Emma tornando a guardare la ragazza di fronte a lei per poi  avviarsi verso casa di vicky.
“Emma ma mi stai ascoltando?”
“si! scusa, devo andare ora, ti ringrazio per questa chiacchierata mi hai fatto capire molte cose grazie”
Le diede un bacio sulla guancia e le sorrise
“sei sempre la solita, passa a trovarci mi raccomando”
“lo faro tranquilla, dai un bacio al piccolo”
Cosi Emma si mise a camminare verso casa per farsi una doccia ma anche perche aveva deciso di seguire il consiglio della sua amica e di prendere le redini della sua vita.
 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Arrivata a casa Emma si avvio verso il bagno per farsi una doccia ma sentendo dei rumori provenienti dalla stanza dei fratelli  andò a vedere che cosa fosse, quando arrivo davanti alla porta trovo i  Franco e Claudio che giocavano con uno di quei video giochi rumorosi e fastidiosi.
“ciao sorellona, vuoi giocare?” chiese Franco non togliendo lo sguardo dalla tv
“no grazie, non mi va di perdere tempo con quel coso” rispose Emma, ma prima di andarsene chiese “ma per caso voi due sapete dove posso trovare Vicky?”
I due fratelli dopo aver messo in pausa il gioco si guardarono “ che le vuoi chiedere di uscire con te per caso?” gli chiese Claudio con un sorriso
“ma che stai dicendo? Volevo solo chiederle una cosa ” disse Emma diventando rossa come un peperone
Franco si alzo prese un pezzo di carta e scrisse il numero di telefono di Vicky, ma prima di dare il numero alla sorella la guardo e disse “ Emma mica siamo scemi, abbiamo visto dal balcone di casa che ti ha baciato e poi tu e Vicky siete sempre state una cosa sola e se lei ti rende felice noi siamo contenti per te, per noi e un onore avere una sorella come te che fa di tutto per renderci felici senza chiedere niente in cambio e poi se devi stare con una ragazza noi vogliamo che ti metti con Vicky, ci ha sempre passato i compiti e fatto le tue veci quando eri lontana, comunque questo è il suo numero di telefono, ma la puoi trovare nel pomeriggio al campo da tennis che si allena”
Emma colpita da quelle parole abbraccio il fratello e disse “vi voglio bene”.
Vicky era una mezzora che si stava allenando con il suo istruttore, ma non riusciva a concentrarsi a dovere, era arrabbiata con se stessa per il comportamento che aveva avuto con Emma, non era da lei fare delle scenate del genere, ma non capiva il comportamento della ragazza e la cosa le dava sui nervi. “Vicky facciamo una pausa, stai giocando malissimo, mi vuoi dire che ti passa per la testa?” disse l’allenatore della ragazza.
Ma una voce da fuori alla rete disse “ veramente gioca sempre male, ancora non hai capito che non sa giocare Andrea?”
Nel girarsi Vicky vide Emma entrare dentro al campo e salutare Andrea il suo allenatore e andare verso di lei per poi parlare “come vedo il tuo rovescio non va ancora molto bene”
“ti sbagli! Il mio rovescio va benissimo e poi io sono la più forte di tutto il circolo, non ci sta persona che gioca qui dentro che io non abbia battuto” rispose Vicky guardando la bionda davanti a lei con uno sguardo di sfida.
“credo che tu ti stia sbagliando, non sei mai riuscita a battere me.”
“posso batterti con un occhio solo se voglio “
“va bene, accetto la tua sfida, Andrea mi presti la tua racchetta che faccio vedere alla pupa come si gioca veramente” disse Emma avvicinandosi al suo vecchio allenatore e prendendo la racchetta e andando a posizionarsi dalla parte opposta di dove stava Vicky.
“non vorrai mica giocare in jeans spero” chiese vicky
“i fenomeni possono giocare in tutti i modi non lo sai? Non starai mica cercando una scusa per non giocare con me spero?”
“nessuna scusa, volevo essere sicura che quando perderai non usi la scusa dei vestiti non adatti al gioco, dai vecchietta iniziamo” disse la mora
Un ora dopo:
“fate largo che passa la campionessa” disse Emma
“ha ha, simpatica, guarda che hai avuto solo fortuna” rispose Vicky sbuffando
“si certo come no, ammettilo sono moooolto più forte di te”
“non lo ammetterò mai” rispose vicky guardando la ragazza al suo fianco
“mai dire mai piccoletta.” Rispose Emma girandosi e guardando la ragazza
Le due camminarono fino casa di Vicky senza dire una parola, quando arrivarono Vicky si giro verso Emma e disse. “ti ringrazio per avermi accompagnato e senti per quello che ti ho detto questa mattina io non volevo…”
Ma non fini la frase perche Emma le mise un dito sulle labbra
“invece hai fatto bene a dirmi quelle cose, sono stata una stupida a trattarti cosi “
Le due si guardarono e il tempo si fermo si persero una nello sguardo dell'altra avvicinando i loro visi per potersi baciare, ma prima che si potessero baciare il cellulare di Vicky inizio a suonare rovinando il momento magico creato dalle due ragazze.
“credo che dovresti rispondere” disse Emma
“si, hai ragione, pronto?” rispose Vicky ma quando riconobbe la voce dall’altra parte del telefono divento seria
“come diventata seria” penso Emma “chissà chi è”
“si va bene, ci sarò, a dopo!” Vicky rimase un attimo a guardare il cellulare prima di rimetterlo in tasca e poi torno a guardare la ragazza davanti a lei. “ io devo andare Emma, ci vediamo in giro va bene?” disse prendendo le chiavi di casa ed aprendo la porta per entrare.
“hey tutto bene?” chiese Emma prendendo la ragazza per un braccio
“si va tutto bene tranquilla, ho solo da fare delle cose”
“Vicky , che hai sei diventata seria, parla con me”
Vicky si giro e con sguardo serio disse “sei stata via per cosi tanto tempo senza pensare a quello che io potevo fare, avere oppure mi sarebbe potuto succedere ed ora vuoi sapere che cosa io abbia? Lascia perdere Emma, non sono cose che ti riguardano queste.” E dopo aver sciolto la presa della bionda entro in casa sbattendo la porta.
Emma sorpresa da quel comportamento rimase un attimo sbalordita, poi si giro e andò verso casa pensierosa ma mentre camminava una moto le si fermo affianco facendo girare la ragazza. Emma guardo il motociclista senza capire chi potesse essere. “ci conosciamo?” chiese ma come risposta il motociclista scese dalla moto e si mise davanti alla ragazza.
“allora e vero, la cara Emma e tornata tra di noi” disse il motociclista
“scusa chi sei? Ci conosciamo?” disse Emma mettendosi sulla difensiva
Il motociclista si tolse il casco iniziando a ridere “ma come, non riconosci più la tua compagna di gare clandestine?” e cosi Emma rimase sorpresa di trovarsi davanti la sua amica e compagna di una volta Marzia, si era cambiata, non portava più i capelli corti e tutti i piercing ed era dimagrita tantissimo.
“ ciao Marta, ma che bello vederti, mi hai fatto prendere un colpo però” disse Emma abbracciando l’amica
“ti sta bene, perché non sei venuta a salutarmi?” disse Marta accendendosi una sigaretta per poi offrirne una alla ragazza davanti a lei
“no grazie, ho smesso, hai ragione ma sono stata un po’ incasinata con delle cose, ma come stai?”
“tu hai smesso di fumare? Ok questo e uno scherzo vero?”
“nessuno scherzo Marta” rispose la bionda divertita
“non posso credere che tu abbia smesso, ma vebbé avrai avuto le tue giuste motivazione, io sto bene, qualche acciacco ma niente che non si possa risolvere con qualche antidolorifico” disse Marta
“bene sono contenta”
“ma stasera che fai? Ti va di fare un uscita come i vecchi tempi?”
“no Marta grazie, non corro più e la mia moto sta bella in garage nel posto dove deve stare”
“sei diventata una donnicciola, dai ti vengo a prendere e stiamo assieme senza che corri che ne dici?”
Emma offesa da quelle parole la guardo con sfida e disse “ io non sono una donnicciola, non mi va di venire perché non ci sta nessuno al mio livello e tu lo sai”
“ha ha ha, amica le cose sono cambiate, ora ci sta un pilota molto in gamba ed è imbattibile, neanche te riusciresti a batterlo” disse Marta ridendo
“ e chi sarebbe questo fortissimo pilota?” chiese Emma curiosa
“nessuno lo sa mia cara, non si e mai tolto il casco facendo vedere di chi si tratta, ma fidati e veramente forte.  io ora vado che devo preparare la moto per stasera, se cambi idea e vuoi venire il posto e sempre lo stesso.” Disse Marta risalendo sulla moto.
“si va bene, ci penserò”
Emma rimase a guardare la moto guidata dalla sua amica allontanarsi, ma dentro di lei stava crescendo il desiderio di andare quella sera per incontrare questo nuovo campione sconosciuto da tutti.
 
 

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


~~Era tanto che non andava in quel posto, ed anche quella sera era come la prima volta, si sentiva dentro un mix di emozioni, la strada che usavano per le gare si trovava vicino la cittadina di Aprilia, all’inizio la strada era dritta ma poi iniziavano delle curve a gomito fino ad arrivare ad una rotonda per poi tornare in dietro fino alla partenza, quante volte aveva vinto e tante altre aveva visto persone ed amici perdere la vita su quella strada, quando si è giovani non si pensa al pericolo che si corre, ci sta solo la voglia di essere una persona importante in tutto e per tutto.
“Emma, sei venuta alla fine” disse Marta vedendo la sua amica
“Sono venuta a vedere questo famoso campione di cui mi hai parlato” rispose Emma togliendo il casco
“Vedrai, ne sarai sorpresa, vieni che le gare stanno iniziando”
Le prime gare andarono lisce come l’olio, Emma stava fremendo dalla voglia di correre ma sapeva che non poteva fare una cosa del genere, erano anni che non correva e non voleva più mettere in pericolo la sua e la vita di altre persone.
“Ecco, tocca al campione” sussurro Marta ad Emma
La gara consisteva nella partenza di cinque moto, il campione come chiamava Marta aveva il corpo minuto mani piccole e da questo Emma dedusse che fosse una ragazza, aveva una Honda CB 1000 R modificata “bella moto ed è tenuta molto bene, la ragazza ha buon gusto, vediamo se è veramente forte come dice Marta” pensò Emma
Il campione prima di mettersi affianco alle altre moto si fermo davanti Emma e fece un mezzo inchino verso di lei, Emma senti il sangue ribollire in tutto il corpo perché quello era il saluto che riservava lei quando correva alle persone che voleva sfidare, così il campione andò affianco alle altre moto per la gara ma continuando a guardare la vecchia campionessa.
“Emma, ma conosci il campione?” chiese Marta
“No! non lo conosco”
“E allora perché ti ha sfidato? Che intenzioni hai?”
“Sono venuta solo per guardare Marta, non ho nessuna intenzione di correre stasera” disse Emma tranquilla
Dopo la gara del campione Emma disse a Marta che aveva proprio ragione, il campione che ci stava adesso era veramente in gamba e meritava il soprannome che gli avevano dato, ma non poté finire il discorso perché il campione andò dritto da lei e face rombare il motore in segno di sfida verso Emma.
“Perdi il tuo tempo tesoro, Emma non ha intenzione di correre” disse Marta
Il campione continuo ad accelerare la moto in modo che tutti si girassero verso di loro e tante persone nel riconoscere Emma iniziarono a bisbigliare il suo nome, ormai Emma ed il campione erano circondate da persone.
“Come ha detto la mia amica non ho intenzione di correre, sei tu il nuovo campione e non m’interessa correre.” Disse Emma girandosi ed andando verso la sua moto, ma il campione le sbarro la strada.
“Per caso hai paura?” chiese il campione azzittendo tutti visto che era la prima volta che parlava con qualcuno
“Io? Paura di te? ha ha ha, cara non ho paura di nessuno, non mi va soltanto di correre” rispose Emma avvicinando il viso al casco e continuando a parlare disse “magari sei tu che hai paura, nessuno sa chi sei, sei così brutta che hai paura che tutti svengano nel guardarti?”
“Corri contro di me è se vinci cosa che dubito, io mi leverò il casco e farò vedere a tutti chi sono” disse il campione
“E se dovresti vincere te? che dovrei fare io, sentiamo”
“Se vinci tu, devi solo dire che io sono più forte di te e che sono il nuovo campione effettivo e che tu sei una vecchia perdente!”
“Emma Lascia stare, non farti provocare” disse Marta
“Sì! hai ragione, non corro contro di te ragazzina!”disse Emma
“Che ti fai proteggere dalla tua amica? Erano tutte cavolate quelle che si dicevano anni fa allora, sei proprio una vecchietta rammolita!!”
“Sai che ti dico!! Ci vediamo tra dieci minuti alla partenza” disse Emma andando verso la sua moto
“Emma, ferma, non puoi correre, non sei pronta per farlo, sono anni che non corri e pericoloso “disse Marta afferrando la ragazza per il braccio
“Non preoccuparti, conosco la strada, conosco la mia moto ma soprattutto conosco me stessa, distruggerò quella sbruffona”
Arrivata alla partenza Emma si giro a guardare la sua sfidante, “preparati a perdere ragazzina, puoi fregare gli altri ma non me”
“Ne sei sicura Emma, vuoi ti do qualche metro di vantaggio?”
“Zitta e corri!”
Una ragazza si mise davanti le due moto e alzando un fazzoletto inizio il conto alla rovescia… “tre… due… uno… viaaaaa!!!”
Partirono ed Emma prese subito il comando della gara, ma il campione dietro di lei non la faceva respirare, continuarono cosi per qualche km finché ad una curva il campione non supero Emma che ora si trovava dietro, superata la rotonda e tonando in dietro iniziarono a sorpassarsi avvicenda prima Emma poi il campione di nuovo Emma al comando una gara sensazionale che non faceva capire chi avrebbe perso, solo un errore fatto da una delle due avrebbe potuto far vincere la gara all’altra, arrivate ad un km dal traguardo e con la strada dritta, correvano una affianco all’altra nessuna delle due riusciva a superare l’altra e cosi arrivarono fino al traguardo stupendo tutti quanti e fermandosi nello stesso momento, ricevendo da tutti fischi e applausi per il grande spettacolo che avevano visto.
“Per essere una vecchietta, devo dire che vai ancora alla grande” disse il campione
“Devo dire che per essere una ragazza strafottente e sicura di se non sei niente male” rispose Emma
“Ora ti saluto vecchietta, ci vediamo in giro”
“Vai già via?” chiese Emma ma dal campione ricevette solo un militare ma con sole due dita della mano per poi andare via.
“emmmmmmmmaaaaaa, sei stata fantastica” disse Marta alla sua amica
Ma Emma era presa da un pensiero, “quel saluto, solo una persona mi saluta in quel modo e mi chiama vecchietta” pensò
“Marta io devo scappare, passa da me a casa domani va bene?” ed Emma mise in moto e andò via prendendo la strada di casa, mentre guidava pensava alla ragazza con cui aveva corso, l’aveva chiamata vecchietta e le aveva fatto il suo saluto, possibile che sia lei?
Emma decise di fare un'altra strada per arrivare prima a casa, nel caso fosse chi pensava che fosse doveva fregarla guadagnando tempo, infatti arrivata vicino casa fermo la moto e prosegui a piedi verso casa di chi doveva bloccare, così poco dopo vide arrivare una moto, una Honda nera modificata, “lo sapevo “pensò Emma e senza pensarci si mise davanti la moto per bloccarne l’entrata in garage.
“Lo sapevo che eri te” disse Emma
“Ed io sapevo che mi avresti scoperto, vecchietta” disse Vicky togliendosi il casco e facendo un sorriso alla ragazza difronte a lei
“Perché non melo hai detto?”
“Perché anche io ho i miei segreti e ora se mi vuoi scusare vorrei mettere la moto a posto”
“Ok, vengo con te però” disse Emma
Arrivate in garage Vicky fermo la moto e la sistemo con cura.
“Devo sapere qualcos’altro oppure non devo sapere altro da te?” chiese Emma dopo che Vicky le si mise affianco
“Come si dice, ogni cosa ha suo tempo” disse Vicky con un sorriso andando verso la porta per uscire
“Abbiamo tutto il tempo che ci serve, ora mi puoi parlare no?”
“Vuoi salire? I miei non ci sono e così possiamo parlare e mi puoi chiedere quello che vuoi” disse Vicky avvicinandosi ad Emma e guardandola.
Emma non resistette e bacio Vicky, con un bacio all’inizio lento ma che man mano diventava sempre più profondo.
Ora nessuno poteva fermarle e tra un bacio ed un altro arrivarono fin dentro casa di Vicky.
 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


~~Chiedo scusa per non aver aggiornato in tutti questi mesi, ma sono stata un po’ impegnata in varie cose, fatemi sapere che ne pensate di questo nuovo capitolo, intanto vi faccio i miei più cari auguri di natale e felice anno nuovo.
deschi

Quando Vicky apri gli occhi, si ritrovo due occhi marroni che la fissavano...
 “Buongiorno” disse sorridendo
“Buongiorno a te” rispose Emma con un bacio
“E tanto che sei sveglia?”
“Diciamo da un bel po’, non dormo molto la notte” rispose Emma accarezzando il viso della ragazza
Vicky la guardo e noto all’altezza del cuore un tatuaggio “e questo? Non ci avevo mai fatto caso” chiese sfiorandolo con la mano
“L’ho fatto nella mia prima missione in Afghanistan” disse diventando triste in volto
“E l’iniziale di tuo padre vero? Mi spieghi perché dopo tanti anni ti senti ancora responsabile per la sua morte? E stato un incidente, te non centri niente” disse vicky accarezzando il viso della bionda e guardandola negli occhi.
“Te non capisci” disse Emma allontanandosi dalla ragazza e andando a guardare fuori dalla finestra
Vicky si alzò e andò dalla ragazza e dopo averla fatta girare verso di lei le disse con voce dolce “allora spiegami il motivo, io ti ascolto e voglio essere la persona con cui puoi parlare di tutto”.
Emma si passo una mano sulla faccia e guardò la ragazza “ quella sera, dovevo andare ad una corsa e sai che per me quei tempi correre era tutto ero la migliore e volevo continuare ad esserlo, correvo come se fosse sempre l’ultima volta, ho visto perdere la vita di un bel po’ dei miei amici, ma la cosa non mi spaventò mai, anzi mi dava sempre più adrenalina perché volevo essere la migliore e dimostrare che io non sarei finita come loro, nel pomeriggio ricevetti la chiamata che mi avvertiva della corsa, stesso posto stessa ora, solo che mio padre senti la conversazione dall’altro telefono, ti ricordi una volta non tutti si potevano permettere un cellulare, quando riattaccai mio padre venne subito da me e mi chiese che cosa voleva dire quel messaggio in codice, io gli dissi di farsi gli affari suoi e di non impicciarsi, ma lui mi disse che quella sera non sarei uscita da casa e che stavo in punizione finché non gli avrei detto tutto, io gli dissi che non poteva impormi di non uscire che ero grande e potevo prendere le mie decisioni e sbattendo la porta della mia camera urlandogli che lo odiavo.”
Emma si fermo per asciugarsi le lacrime che iniziarono a ascendere sulle sue guance, vicky dopo un po’ Vicky con lo sguardò la incoraggio ad andare avanti, “ quella sera usci di nascosto con la moto, mio padre che era venuto per parlare trovo la mia stanza vuota ed usci per cercarmi e poi il resto lo sai, un camion gli e andato addosso e lui e morto per colpa mia perché se non sarei uscita lui non sarebbe venuto a cercarmi… e l’ultima cosa che gli ho detto e stata che lo odiavo, mentre lo amavo e lo amo ancora più della mia vita” disse piangendo tra le braccia di vicky.
“Io non ti ritengo colpevole della morte di tuo padre e neanche la tua famiglia, capita a tutti i figli di litigare e dire cose che non si pensano, ma non per questo un genitore smette di amarti, io credo che tuo padre sapeva che non lo odiavi veramente ed e venuto a cercarti perché era preoccupato per te, e scommetto che ti amava veramente. Amore mio, tuo padre sa che non lo odi ma che lo ami, ti sei sacrificata in questi anni e non hai mai fatto mancare niente alla tua famiglia, nessuno avrebbe fatto questo al posto tuo, e tuo padre è sicuramente fiero di te e ti guarda dal cielo con orgoglio” le disse vicky asciugando le lacrime dell'altra
Emma le prese la mano e dopo un secondo la bacio, “ti ringrazio, ma non riesco a credere che sia diverso da come la penso io, ora vado avanti con il suo ricordo e con la speranza che lui mi abbia perdonato” disse Emma allontanandosi dalla ragazza per iniziare a vestirsi, “dai andiamo a fare colazione, basta parlare di cose tristi”.
“Sei la solita testarda, ti apri un po’ e poi ti richiudi come un riccio” le disse Vicky seguendo l’altra
“Lo so, ma ti piaccio anche per questo se non sbaglio” le rispose con un sorriso
“Non ho mai detto una cosa del genere”
“Cavolo, e vero, era un'altra che mi diceva cosa” disse la bionda ridendo
“Un’altra? Allora va da lei” disse vicky incrociando le braccia al petto
Emma le prese il viso tra le mani e le disse prima di baciarla “non c’è nessun’altra, mi ci è voluto molto per ammettere quello che provo per te... ora se permetti ti voglio vivere a pieno, ti voglio ora e sempre nella mia vita”.
“Emma io ti …” ma non fini la frase che il suo cellulare inizio ha squillare, prese il telefono e diventando seria rispose andando in cucina.
Emma stupita da quel gesto, segui la ragazza ma rimase ferma fuori dalla porta colpita dalle parole della ragazza.
“Un carico arriva stasera? non può andare Leo come sempre? Io ho da fare stasera e non posso occuparmi di ritirare la Polvere...”
“Ho capito, ho capito, va bene ci vado io va bene, ti avverto quando ho preso il carico, ciao”.
Emma entrò nella stanza e disse” che polvere devi ritirare scusa?”
Vicky facendo un salto si giro e guardando l’altra disse “sai che non si origliano le chiamate? Comunque non sono cose che ti riguardano”
“Vicky, visto che sei tu e nella tua telefonata si parla di carico e polvere, la cosa mi riguarda e molto se non ti dispiace”
“Prima di tutto dovresti fidarti, secondo se dico che non sono affari tuoi non sono affario tuoi!”
“Sai che c’è? Fai come ti pare, ciao!” disse Emma iniziando ad andare verso la porta
“Ciao a te!” rispose Vicky
Quando Emma arrivò davanti casa sua trovo una moto parcheggiata è la sua amica Marta che quando la vide le disse “hey, meno male che dovevamo vederci, e mezzora che ti sto aspettando”
“Perché dovevamo vederci oggi?” chiese Emma guardando l’amica
“Emma, ieri sera prima che scappavi e devi dirmi il motivo, mi hai detto ci vediamo domani, ma se hai da fare vado via tranquilla” disse Marta mettendosi il casco e salendo sulla moto
“Scusa Marta, hai ragione, mi ero dimenticata, senti, perché non entri, mi faccio una doccia al volo e ti offro la colazione, che ne pensi?”
“Va bene, ma non metterci una vita che ho fame”
Quando finalmente arrivarono al bar dopo una mezzora, Marte che si era stancata del silenzio della bionda le chiese “allora? Mi vuoi dire che cavolo hai? Non hai detto una parola per più di una mezzora”
La bionda sbuffo e guardando l’amica disse “niente, ho litigato con Vicky”
“È quindi? E una cosa che fate sempre, che dovrebbe esserci di diverso per farti stare zitta così?”
Emma arrossi tantissimo e disse subito “niente, niente”
Ma Marta che conosceva l’amica benissimo le chiese con un sorriso “ma per caso mi devi dire qualcosa? E successo qualcosa?”
Emma che ormai era stata messa alle strette dall’amica racconto tutto quello che era successo la sera prima e la mattina, e quando fini la sua amica la guardo seria e non disse nulla, cosa che lascio la bionda pensierosa.
” non dici niente? “Chiese dopo un po’
“Sinceramente sono contenta per te e lei, ma non mi convince molto quello che mi hai detto del carico e della povere, non ho bisogno di dirti che se in giro ci sta qualche scarico di tu sai cosa, io purtroppo lo vengo a sapere, quindi su quello puoi stare tranquilla che vicky non sta in giri strani da quello che so, quindi puoi stare tranquilla, ma se vuoi provo ad informarmi meglio.”
“Ancora stai in quei giri Marta? Comunque se ti puoi informare mi faresti un favore, sai che non voglio le succeda niente di pericoloso, poi già ieri ha ricevuto una chiamata e poi ho scoperto che era quella delle corse,se sta facendo qualcosa che non sia legale devo aiutarla”
“Tesoro, una volta che entri è molto difficile uscirne, senti io vado cosi vedo se scopro qualcosa, ci sentiamo dopo” e cosi Marta diede un bacio sulla guancia all’amica ed usci dal bar, ma torno subito sui suoi passi
“hey, Emma!”
 “Dimmi” chiese la bionda
“Grazie per la colazione” le disse facendo una linguaccia alla bionda per poi allontanarsi di nuovo.
Quando Emma finalmente torno a casa trovo sua mamma che stava preparando il pranzo in cucina e i suoi fratelli che stavano ancora giocando con quello stupido gioco in sala
“Ciao mamma” disse dopo averle dato un bacio sulla guancia
“Ciao tesoro, sto facendo un po’ di pasta, mangi con noi oppure esci?”
“Pranzo qui mamma, oggi voglio stare con voi” rispose facendo un sorriso che venne contraccambiato dalla madre
“Oggi non lavori mamma?”
“No oggi casa, ho fatto la notte, ma questa notte hai dormito fuori per caso?”
“Mmm si, ho dormito da Vicky, non ci stavano i suoi genitori e mi ha chiesto se le facevo compagnia” disse Emma cercando di dire una bugia mista con la verità
“Hai fatto bene, e troppo carina come ragazza”
Ma il discorso venne interrotto dal suono del campanello “vado io” disse Emma cosi da togliersi dall’imbarazzo che stava provando nei confronti della madre
Quando apri la porta si trovo il postino davanti
“Buongiorno mi dica” chiese
“Buongiorno a lei, avrei una raccomandata per la signorina Emma Bizzarro”
“Sono io”
“Metta una firma qui e siamo a posto”
“Perfetto, grazie e buona giornata”
Emma guardo il mittente della busta e sospirando torno in cucina per aprire la busta che aveva ricevuto.

 

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