Memorie Rosso Sangue

di Piratessa1996
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Comiciamo a ricordare ***
Capitolo 2: *** Arrivo alla Wammy ***
Capitolo 3: *** Goodbye my friend ***
Capitolo 4: *** La fine (?) ***



Capitolo 1
*** Comiciamo a ricordare ***


Beyond Birthday guardava annoiato il soffitto della sua cella di prigione. Da quando era stato arrestato il tempo gli sembrava scorrere a rilento. Passava le giornate a meditare sulla sua vita passata e sulla sua vita futura  che sarebbe stata caratterizzata dalla vendetta.
“Chi sono io?”                                                                                                              
“Sono il più grande serial killer che L.A. abbia mai visto”                                         
“E cosa più di questo?”                                                                               
“Io sono Beyond Birthday! E tanto basta!”                                       
 “ E come è nato Beyond Birthday? Come è nata questa macchina assassina? Cosa eri prima?”                                            
“Già, cosa ero….”                                                                                                        
E BB cominciò a ricordare, cercando di trovare le risposte alle domande che da troppi giorni lo assillavano.
 
Non ricordo molto della mia infanzia, non sono il tipo da riguardare il passato con nostalgia però non posso scappare da esso. In fondo, è quando il mio dono si è manifestato.  Sapevo il tuo nome prima che me lo dicessi ma soprattutto sapevo quanto tempo ti restava da trascorre in questo mondo crudele.  

Ho sempre saputo che non avrei mai passato la mia infanzia nella allegra famigliola felice. Vedevo la morte vicino a me, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo. Ormai era diventata una mia cara amica perciò non mi fu difficile capire il giorno in cui mio padre e mia madre sarebbero mortiMia madre…..vedeva in me un mostro e mi temeva dopo che avevo predetto con assoluta precisione la morte della vicina di casa. 
Quando quel lontano lunedì uscì per andare al lavoro sapevo che non sarebbe tornata ma non mi importava, non mi era mai importato di nessuno, solo di me stesso. Le uniche cose che mi interessano sono carne e sangue e la vendetta, una dolce vendetta
 Ma sto divagando…..dove ero arrivato? Ah sì, alla morte di mia madre.

Quando l’agente di polizia mi portò la notizia non fui sorpreso,lo sapevo ormai da anni che sarebbe successo. Ma ci fu un particolare che attirò la mia attenzione: l’agente non era solo, lo accompagnava un distinto signore che si rivolse a me con parole gentili:
 “Mi rattrista la tua perdita. Io sono Watari e vorrei aiutarti a superare questa difficile situazione. Per favore seguimi, così potrai costruirti una nuova vita, sei destinato a grande cose”
Quando all’epoca accettai di seguire quel distinto signore non sapevo che la Wammy era sulle mie tracce da più di un anno, in fondo ero un bambino prodigio, quello che stavano cercando per creare la copia di L…L…L….quanto vorrei vedere la tua morte per mano mia, quanta gioia proverei nel vedere le mie mani bagnate dal tuo sangue, ormai vivo in attesa della tua morte … sto di nuovo divagando ma come posso non cedere all’istinto omicida che alberga nel mio cuore? Ah L se solo fossi morto…… Basta devo continuare!   La mia vità cambiò dopo che accettai la proposta di Watari ma anche la Wammy cambiò dopo il mio arrivo: si erano appena portati il lupo in casa.
 

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Capitolo 2
*** Arrivo alla Wammy ***


Quando arrivai alla Wammy mi venne assegnato un compagno di stanza. Era un tipo taciturno, non che io fossi molto loquace, ma questo tipo era….diverso. Sembrava svuotato da ogni passione, ogni determinazione, era niente più che un guscio vuoto, era solo una bambola. Lui era A, un altro candidato a diventare il futuro L. 
Non seppi mai il suo nome. Alla Wammy non eravamo niente più che lettere, niente più che strumenti da usare. Però la mia piccola vendetta già all’epoca me la presi: non rivelai mai il mio vero nome. Neanche lo stesso Watari che venne a prelevarmi a casa mia non sapeva la mia esatta verità. Io ero solo B della Wammy, non Beyond Birthday, non il nuovo dio della morte.

I primi giorni alla Wammy passarono frenetici e ci venne detto lo scopo per cui eravamo stati condotti lì. Dovevamo diventare i nuovi L, i nuovi detective pronti a salvare il mondo quando ce ne sarebbe stato bisogno. 
Ci vennero sottoposto diversi casi di difficoltà L e per quanto mi sforzassi di risolverli il più velocemente possibile vedevo sempre il disappunto negli occhi dei miei insegnanti. A quanto pareva L era riuscito a risolverli più velocemente, L era sempre un passo avanti, L era superiore a B, B no avrebbe mai potuto essere come L, avrebbe potuto essere una copia imperfetta, un clone mal riuscito.  
Nonostante questo clima di disappunto generale, io mi divertivo, il mio ego provava appagamento nel vedere che io potevo essere migliore degli altri….già, gli altri….tutti quanti, tutti tranne L. Era sempre sfuggente, per quanto mi avvicinassi lui avanzava sempre.                                                                   
 E la rabbia cominciava a montare e la bestia che era in me cominciò a crescere…

Gli anni passarono alla Wammy ed io ed A alla fine diventammo quello che si può definire “amici”. Ero riuscito a far breccia in quel guscio vuoto attraverso il gioco degli scacchi. A non era molto bravo, riuscivo sempre a batterlo, ma a quanto pareva  giocare lo faceva sentire meglio, gli ricordava la sua famiglia. Non mi parlò molto di loro, e neanche io mi sbilanciai più di tanto riguardo la mia, però capii che era rimasto orfano come me ma, a differenza mia, era molto legato alla sua famiglia, soprattutto a sua madre, spesso la chiamava nel sonno.                                                                                   
Per quello strano individuo cominciai a provare un sentimento simile all’affetto, cosa che non avrei mai pensato di poter provare.                                      
  Era una creatura fragile e i continui rimproveri a cui eravamo sottoposti per non essere come L lo provavano ogni giorno di più.                        
Io mi limitavo ad ignorarli, sapevo che io ero migliore di L, che non ero una copia, che io ero meglio dell’originale, che B era superiore a L e B sarebbe diventato il nuovo L. Però tutto quello che facevo sembrava non bastare mai…..allora rabbia si impadroniva di me e cominciavo a distruggere tutto ciò che avevo a tiro, ferendomi fino a farmi sanguinare, ma la vista del sangue aveva la capacità di calmarmi, quel liquido vermiglio era diventato come una droga per me e la sola vista del mio non mi bastò più.                                                                                 
  Cominciai a ferire gli altri “residenti” della Wammy, ovviamente stando attento a non farmi riconoscere. Non  scoprirono mai chi c’era dietro all’aggressione di tutte quelle persone, questo perché? Perché b era troppo intelligente rispetto a loro, non riuscirono mai a piegarmi ed a dominare la mia personalità….BB era troppo…troppo…ed  L non era niente, niente! Avevo cominciato a sviluppare la mia ossessione nei confronti di quel nome…L…la mia nemesi…il mio rivale….colui che era sempre un passo avanti a me….quanto avrei voluto batterlo una volta per tutte e dimostrare che B era superiore ad L! Quanto avrei voluto affondare la lama del mio coltello nel suo collo……ma sto di nuovo divagando! Torniamo al periodo della wammy, all’episodio che fece nascere il serial killer della città degli angeli.
 

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Capitolo 3
*** Goodbye my friend ***


Era stata una giornata come tante altre, i nostri insegnanti erano inetti come al solito….come non potevano non vedere la mia genialità! Beh quel giorno ci rimproverarono una volta di più per non essere come L.
Era ormai da anni che non li ascoltavo più, il loro tasso intellettivo era di gran lunga inferiore a quello di B per essere degni della sua attenzione, non riuscivano a capire di avere davanti al loro naso il nuovo L. Idioti, un branco di inutili idioti ma avrei dimostrato il mio valore a tutti loro e avrebbero dovuto baciare la terra su cui sarebbe passato il nuvo L….ma sto di nuovo perdendomi….torniamo all’episodio e per tornare ad esso torniamo ad A.  
Se il mio atteggiamento nei confronti dei professori era di totale superiorità per A non era così. Diventava sempre più infelice, introverso e taciturno ed ogni commento negativo aumentava queste tre caratteristiche.
Non riuscivo più a comunicare con lui neanche attraverso gli scacchi. Avevo cominciato a disprezzarlo per il suo atteggiamento troppo rinunciatario.Quel lontano venerdì gli insegnanti erano stati ancora più duri con lui  e quando gli dissero che non sarebbe mai potuto essere L la sua fragile volontà crollò del tutto.     

Quando tornammo nella nostra stanza si chiuse nel suo silenzio ed io non cercai di spezzarlo, ormai il mio disprezzo nei suoi confronti era diventato totale. Dopo un poco gli augurai la buona notte e con mia somma sopresa mi rispose: 
“Non sarò mai come L? Beh farò in modo di essere sicuro di non esserlo…..”  
Non diedi peso alle sue parole e mi misi a dormire.

Quando il giorno seguente mi svegliai la prima cosa che vidi fu uno sgabello rovesciato a terra in mezzo alla stanza. Era strano…era sempre stato in un angolo della nostra stanza….allora alzai lo sguardo e lo vidi….e lui mi guardò di rimando con i suoi occhi ormai spenti. Il suo volto era livido ed un innaturale pallore si era diffuso in tutto il corpo.                                                                                                              
A si era impiccato, aveva tenuto fede alle sue ultime parole. 
   “Addio A , eri veramente troppo debole per questo gioco….”                                                 
  Lo guardai un ultima volta ed uscì dalla stanza per chiamare un inserviente.

Il giorno dopo si tennero i funerali. Tutti gli insegnanti che avevano contribuito alla sua morte lo piansero. Quanta ipocrisia!
 “Non vi era mai piaciuto, non era altro che uno strumento per voi” pensai e lascia il mio posto dando un ultimo sguardo alla bara di A.

Dopo i funerali mi ritirai nella mia stanza che ancora emanava l’odore della morte. Non mi importava anzi mi sembrava un odore famigliare, un odore gradevole.
  In quel clima mi misi a pensare a quello che era successo in quei giorni e come ciò avesse cambiato la situazione… 
“ A è morto, è stato sconfitto da L….quindi un ulteriore vittoria del più grande detective del mondo….ma caro L, tu non mi piegherai, tu non mi sconfiggerai! Devo trovare un piano per piegare L a B, creare un enigma che solo l’intelligenza di B potrebbe risolvere….un enigma…enigma?....enigma!.....un enigma irrisolvibile! E’ questa la chiave del mio successo, la chiave del successo di B su L! 
 Ma come creare un enigma che riesca ad attirare l’attenzione di L?  Pensa Beyond pensa…enigma…enigma irrisolvibile…enigma impossibile…un enigma per L…cosa sono enigmi per L? I casi…casi…ma certo! E’ così semplice! Creerò un caso degno di L…un caso che impegnerà L in una battaglia mentale con me…un caso irrisolvibile…un caso che dimostri quanto è incapace L e quanto B è geniale! Io lo creerò! E sarà il mio trionfo ma che dico sarà il mio capolavoro la mia nona sinfonia e soprattutto sarà la mia vendetta per avermi fatto trascorre più di 10 anni della mia vita all’ombra della tua grandezza….L preparati! B è pronto a sfidarti…
 E lasciandomi andare ad una risata demoniaca ero pronto ad agire.
 

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Capitolo 4
*** La fine (?) ***


Lasciai la Wammy quella notte stessa, attento a non farmi scoprire. Di certo non sarebbero stati contenti di vedere il loro migliore candidato andarsene , ma poco mi importava, anzi, provai per la prima volta un senso di pace abbandonando quel luogo che era staro la mia prigione per molti, troppi, anni.
 Portai con me poche cose tra le quali la regina bianca degli scacchi con cui giocavo con A. Era un modo per ricordarmi di lui, la regina bianca era il suo pezzo preferito, gli ricordava sua madre.                            
In fondo quel ragazzo era stata la cosa più simile ad un amico che avessi mai avuto e quindi la mia vendetta sarebbe stata anche un po’ per lui, per vendicare la sua morte causata da L.                                               
 L era il male e meritava di essere sconfitto, umiliato come lui aveva fatto a me, ad A, ai suoi successori. 
Dopo essere giunto sulla collina opposta a quella su cui si trovava la Wammy gli diedi un ultimo sguardo. Quello era il mio passato ormai, il mio futuro mi attendeva la fuori. Io ero pronto.

Passai i mesi successivi a pianificare il mio piano ed a sfuggire ai cani che la Wammy aveva posto sulle mie tracce per riportarmi a “casa”. Non riuscirono mai a farlo, erano troppo inferiori a me per poter anche solo pensare di avvicinarmi. Quando loro arrivavano dove B era passato io ero ormai lontano ed al sicuro. Modestamente B è un genio non c’è nessuno che possa prevedere le sue mosse.

Durante il mio pellegrinaggio negli States il mio piano prese forma. Era diventato la mia unica ragione di vita e più definivo i dettagli e più rimanevo esaltato dal mio genio. Io ero un Dio L non avrebbe mai potuto battermi.                                                                                                 
Avrei creato delle scene del crimine con indizi sempre più difficili da scovare ed avrei lasciato come dono per L una scia di sangue…il sangue…la mia firma…il sangue…la mia droga…ne avrei versato…                                            
Ed ora che il piano era completato bisognava trovare la città che avrebbe fatto da scenario alla mia opera…ma quale? Quale?
E pensandoci mi venne in mente Los Angeles . La città degli angeli si sarebbe trasformata in quella degli shinigami. Io ero, e sono, il dio della morte, io posso vederla , io sono il suo vassallo e avrei portato il suo nome a Los Angeles.                                                                             
  Era il miglior scenario che potessi volere, era l’inizio dell’opera di B.
 
Raggiunta la città mi sistemai nella periferia ovest di Los Angeles in un appartamento spartano. Cominciai a procurarmi ciò che mi serviva per gli omicidi, prime fra tutte le Wara Ningyo che erano alla base della mia strategia per creare le camere chiuse dall’interno. Questo meccanismo era il mio orgoglio e avrebbe dato del filo da torcere ad L, mi avrebbe  aiutato a creare il mio enigma irrisolvibile…Ora che avevo tutto mancavano solo le vittime. Ma quali scegliere? Dovevano  essere vittime particolari, le loro lett…                                                                                         
No no, basta così ricordare il piano è noioso, è quello che viene dopo che è interessante….la noia non mi manca confinato in questa cella ed è meglio non aggiungerne altra…..passiamo agli omicidi….passiamo alla prima vittima….come si chiamava? Ah sì, Believe Bridsmaid! Mi ricordo tutto come fosse successo ieri…
 
L’avevo incontrato per caso lungo Rodeo drive e appena vidi il suo nome capii che era la vittima giusta. Mi annotai mentalmente la sua data e ora di morte e mi ritirai nel mio misero appartamento a definire i dettagli del mio piano…il piano della rovina di L!
 
Il 31 agosto mi trovai nell’appartamento di Bridesmaid. Appena entrò lo narcotizai….la sua morte era ormai prossima, i miei occhi non potevano mentirmi.                                                                                                       
Decisi di ucciderlo strangolandolo, volevo vedere l’effetto che faceva.                                 
Sono di natura curiosa e scoprire i vari modi in cui si può somministrare la morte mi aveva da sempre affascinato.                                                          
Bridesmaid morì poco dopo e io comincia a lasciare i miei messaggi per L. Il cadavere era essenziale per il mio piano, sarebbe stato lo scrigno per il mio indizio. Inizia ad incidere il petto e il sangue cominciò a sgorgare dalle ferite….quel sangue….la mia droga….mi faceva sentire vivo! Non come adesso, non come ora che sono ridotto a niente più che un relitto umano! In quel momento io….

Qualcosa, o meglio qualcuno, attirò l’attenzione di Beyond Birthday interrompendo il flusso dei suoi ricordi.
Era il secondino Stanley che gli portava il suo pranzo: un barattolo di marmellata di fragole
 Ma quello che attirò BB non fu il vassoio con il suo pasto, ma il secondino.
 Vedendo la sua durata vitale scoppiò a ridere, un risata folle, demoniaca.                                                                                                                                                               
Il povero secondino scappò terrorizzato, sapeva benissimo chi fosse Beyond e il suo comportamento bizzarro lo sconvolse.                                      
BB continuò la sua risata che era ormai incontenibile ed i suoi grandi occhi cerchiati di nero mandarono pericolosi bagliori rossi. 
  “Beh, a quanto pare, il mio soggiorno termina qui. L preparati, la sfida ricomincia.” 
BB scroccò il collo, era pronto ad agire.                                              

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