Star Trek: Time Paradox

di Captain Soyuz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Trilogia di una giornata ***
Capitolo 2: *** La nuova missione ***
Capitolo 3: *** La nebulosa ***
Capitolo 4: *** Un viaggio nel Tragico Futuro ***
Capitolo 5: *** Verso la fine. ***



Capitolo 1
*** Trilogia di una giornata ***


Note dell'Autore: Non voglio offendere nessun Trekkers con la mia storiaXD perdonatemi se non sarò perfetta nel descrivere TUTTO del mondo di Star Trek. Non ho inserito l'Enterprise di Kirk perché già tre navi sono difficili da gestire, davvero... non scherzo, quindi prenderne una quarta sarebbe stato un suidicio... e poi perché trovo la serie TOS perfetta così com'è non me la sentivo insommaXD detto questo Buona lettura!


Anno 2599

 

E' una giornata uggiosa e malinconica a San Francisco, i suoi abitanti viaggiano per la città a testa bassa pensando alla lunga giornata di lavoro che li attende.
Una donna esce di corsa dall'Accademia Stellare, un edificio grande circondato da bandiere terrestri e non, con un largo sorriso stampato in faccia. Lei è Andromeda Messier, giovane membro della flotta stellare alla quale è appena stato assegnato il comando dell'astronave DeLorean.
Nonostante la sua giovane età, Andromeda sa di potercela fare dopo gli anni del liceo passati a sognare lo spazio ed i restanti cinque dedicati allo studio in Accademia, ottenendo sempre buoni voti.
La donna corre senza mai fermarsi, fino ad arrivare a un grattacielo altissimo sovrastato dalla scritta “Genetic Laboratory”; sa già che la persona che cerca ora è ai laboratori genetici, ha bisogno di dire a qualcuno ciò che le è appena stato comunicato e Ryan Bell deve essere la prima persona a saperlo.
Ryan è il migliore amico di Andromeda che lavora nel grande edificio pieno di enormi laboratori come ingegnere genetico ed è un ibrido, mezzo umano e mezzo vulcaniano.
La ragazza esce di corsa dall'ascensore che l'ha portata al penultimo piano e arriva subito alla grande porta che la separa da Ryan e sulla quale c'è un cartello sbiadito che incita i visitatori a non entrare ma, come sempre, Andromeda lo ignora e apre la porta.
Per Ryan e il suo team non è una novità vedere Andromeda girare felice nel laboratorio immenso, per cui l'uomo non si stupisce nel vedere l'amica entrare sorridente, si limita a sospirare e a continuare il suo lavoro:
« Mi sembrava strano il fatto che tu non fossi ancora qui » dice, infine, guardando Andromeda.
« Come no! Lo sapevi che gli amministratori dell' Accademia dovevano parlarmi» risponde avvicinandosi all'amico quasi un metro più alto di lei.
L'uomo sospira nuovamente:
« E che volevano? Se non sono invadente …»
Andromeda sta per rispondere ma si ferma improvvisamente e guarda l'amico lavorare: Ryan non sembra felice; sebbene non mostri le sue emozioni Andromeda lo conosce abbastanza bene da capire il suo umore e i suoi sentimenti, parlare della DeLorean potrebbe peggiorare le cose in qualche modo.
«Allora? Cos'è non puoi dirmelo? Certo che voi della Flotta ne avete di segreti » dice, vedendo l'amica in difficoltà
« Oh no! Posso dirtelo è che devo trovare le parole, ecco » risponde infine sforzandosi di sorridere.
Ryan inarca un sopracciglio confuso, lo fa spesso soprattutto se l'argomento di conversazione è la Flotta Stellare, e ad Andromeda piace vederlo confuso considerato che la confusione è l'unica sensazione che esce dal suo viso e che lo fa sembrare più umano.
La ragazza ricomincia il discorso, prendendo fiato:
« Mi hanno affidato il comando della U.S.S. DeLorean ».
Nel laboratorio cala il silenzio e, come aveva previsto, l'annuncio peggiora la situazione.
« Bene! Congratulazioni. Dovrai partire lo sai vero?» dice Ryan, più freddo del solito, prendendo alla sprovvista Andromeda.
« Sì, lo so» dice, sempre più malinconica,e poi senza pensare aggiunge «E tu verrai con me».

 

Sono passati due giorni dalla notizia degli amministratori e dalla visita a Ryan, la proposta di Andromeda di partire con lei fu seguita da una furiosa discussione che terminò però con l'arresa dell'amico. I laboratori di genetica erano un ampliamento della Flotta anche se gli scienziati che lavoravano ai laboratori non erano tenuti a frequentare l'Accademia Stellare, quindi l'inserimento di Ryan Bell al programma d'esplorazione della DeLorean era effettivamente possibile ed il suo nome era già stato inserito nell'elenco dell'equipaggio che Andromeda doveva scegliere in una sola settimana.
Distesa sul letto, controllando i profili di tutti i marinai presenti in accademia per poter scegliere i migliori, Andromeda sospira e lancia sul comodino il sottile computer che atterra con un lieve tonfo.
« Chi sa se la Flotta mi farà portare anche te » pensa a voce alta guardando l'uccellino bianco profondamente addormentato nella sua gabbia.
« Al capitano Archer fecero portare il suo Beagle tanti anni fa, spero che la cosa non sia cambiata » continua per finire poi in un altro rumoroso sospiro.
La reazione di Ryan alla notizia l'ha sorpresa non poco così come il suo aver accettato dopo solo una discussione, considerata anche la testardaggine dell’amico.
Ma ormai è fatta e Andromeda è decisa a non pensarci più, soprattutto per il fatto che mancano solo cinque giorni alla partenza dell'astronave e a lei mancano ancora parecchi membri dell'equipaggio anche se gli ufficiali sono già stati tutti scelti.
La ragazza chiude gli occhi pensando all'avventura che avrebbe iniziato di li a breve quando suona il campanello. Apre gli occhi irritata e preme un pulsante vicino al letto.
« Sì?» dice riprendendo in mano il piccolo computer attendendo una risposta che non tarda ad arrivare.
« Sono io Andromeda» la ragazza si è completamente dimenticata che Ryan si era offerto per aiutarla con l'elenco.
Ryan entra nella stanza e incrocia le braccia, offeso:
« Allora?» chiede arrabbiato.
Andromeda sa che all'amico non piace quando qualcuno si dimentica un appuntamento ma sa anche cosa serve in questo caso, così si alza, sorride e lo abbraccia sfiorandogli con una mano le orecchie a punta. Le orecchie e il carattere sono l'unica cosa che detta l'appartenenza di Ryan alla razza vulcaniana mentre i lineamenti sono quelli tipici umani.
L'uomo ricambia l'abbraccio timidamente, poi Andromeda si stacca dalle sue braccia, prende il computer e si siede sul letto seguita da Ryan.
« Sai, in verità penso di essere a buon punto con l'equipaggio. Tu? Preparato le valigie? »
Ryan prende il computer dalle mani dell'amica e comincia a sfogliare l'elenco sfiorando con le dita lo schermo.
« No. Penso che mi ridurrò a farle la sera prima. Bé.. meglio se sei a buon punto » risponde continuando a guardare lo schermo.
« Sei peggio di noi donne! Hanno accettato tutti sai? Non me lo aspettavo sinceramente, pensavo che, con così poco preavviso, non avrebbero accettato e invece l'esplorazione è ancora ricercata vedo » risponde sedendogli accanto
« Perché non dovrebbe essere ricercata? Anche se le precedenti esplorazioni hanno già scoperto molto, quello che ancora c'è è nostro » risponde lui, alzando finalmente lo sguardo dal computer. Andromeda sorride.

 

Il giorno della partenza l'equipaggio della DeLorean sta effettuando gli ultimi controlli di routine all'astronave mentre gli ufficiali, ancora sulla Terra, seguono gli ordini dall'Ammiraglio Smith.
« So che ci porterete a casa informazioni nuove e utili » dice rivolgendosi agli ufficiali pronti a partire. 
« Certo. Faremo del nostro meglio per ampliare la conoscenza nella Federazione » risponde Andromeda in tono autoritario.
Gli ufficiali salgono su due navette che li porterà sulla DeLorean; il guardia-marina Trent Brown si mette alla guida della navicella:
« Capitano pronta? » chiede, con un largo sorriso sul viso allungato accerchiato da capelli e pizzetto neri. Andromeda sorride a sua volta e guarda Ryan seduto dietro di lui intento a controllare i comandi.
« Sì! Speriamo di essere davvero all'altezza. Guardia-marina ci porti alla DeLorean » dice cercando di non ridere. Trent le fa un cenno con il capo dicendo: 
« Sissignora, ai suoi ordini capitano! » e fa partire la navetta.
Dopo una decina di minuti anche gli ufficiali sono a bordo dell'astronave, tutti ai loro posti, e dagli altoparlanti arrivano gli “ok” dai vari settori, plancia compresa e la DeLorean è finalmente pronta a partire.

 

Andromeda fa un respiro profondo mentre l'inno della federazione precede il classico discorso dell'Ammiraglio Smith alle astronavi di partenza, tali navi ormai non sono molte per cui ogni partenza è una festa.
Andromeda è troppo euforica per ascoltare l'Ammiraglio ma sa a memoria il discorso e, alla fine, annuisce e fa un lieve inchino verso la figura dell'uomo nel grande oblò. Quando la comunicazione ufficiale si chiude, tutta la nave aspetta solo che i motori siano operativi e quando Ryan, comandante scientifico, proclama “Capitano, i motori sono pronti alla partenza”, tutta la plancia si anima così che Andromeda inizia a girare per la plancia dando i primi ordini:
« Guardia-marina proseguiamo per la rotta impostata, andiamo a impulso per ora ».
La DeLorean finalmente parte.

 

« Partenza eseguita perfettamente » annuncia Ryan controllando le varie console davanti a lui.
Andromeda si siede sollevata guardandosi attorno e fermandosi poi su Bonnie Taylor, l'interprete della nave: una donna sulla quarantina bassa con lunghi capelli biondo platino che Andromeda ha visto al colloquio in t-shirt e pantaloncini ma ora con la giacca e la cravatta nera sembra un'altra persona.
Due ore dopo la partenza tutto è tranquillo, Ryan aggiorna costantemente il capitano sulle condizioni dell'astronave e nessuno si accorge della nave completamente nera che si trova dritta lungo la rotta della DeLorean finché non è troppo tardi: i sensori non hanno individuato la nave, l'allarme non ha messo in guardia né Ryan né gli altri ufficiali e tutto avviene in pochi secondi. Andromeda cerca di dare indicazioni a Trent Brown per aggirare la nave ma ormai è troppo tardi e il terribile impatto è inevitabile.

 

 

********************

 

Anno 2310

 

Kathryn Janeway si ferma con la mano pronta a premere il pulsante di rilascio delle navette rimaste ancora intatte nella Voyager, ormai semi distrutta, che contengono gli ufficiali rimasti ancora sull'astronave.
Con grande malinconia il capitano Janeway preme infine il pulsante e le navette si sganciano.
Kathryn è ora sola in un ammasso di metallo ormai distrutto che, un tempo, appena un anno prima, era una splendida astronave. Un cambio di rotta ha condannato a morte la Voyager e con lei metà equipaggio, mentre l'altra metà è stata obbligata dal capitano a partire e salvarsi. Gli ufficiali invece avevano insistito per rimanere al fianco suo e del capitano e, infine, Kathryn aveva accettato non volendo rimanere sola.
Un nuovo attacco alla Voyager portò però il capitano a prendere la dolorosa decisione di obbligare i suoi colleghi, compagni e amici, a lasciare la nave e a tentare di salvarsi, così come aveva fatto con l'equipaggio rimasto vivo.
Così Kate aveva letteralmente minacciato tutti ma il gruppo, ormai ridotto a otto membri, oppose resistenza.
« Non puoi chiedermi di lasciarti qui sola Kate. No. Non se ne parla! » aveva gridato il comandante Chakotay e tutti gli altri avevano annuito, ma Kathryn Janeway fu irremovibile e si trovò così a dover lasciare andare gli ultimi della Voyager.

 

Il silenzio che la circonda è insostenibile, quasi insopportabile e mentre Kathryn si dirige di nuovo verso la plancia cerca di pensare a un piano, a qualcosa da fare per porre fine a tutto quanto. Ora non ha possibilità di salvezza ed è sola con la sua astronave.
« Ehi, pare che per noi sia quasi la fine eh vecchia mia? » dice, con la voce rotta dai singhiozzi, come se la Voyager potesse davvero ascoltarla.
« Ma almeno qui con te ci sono solo io. Gli altri, se hanno avuto fortuna, se la sono cavata » continua, mentre ormai le lacrime le rigano il viso.
Arrivata in plancia si asciuga il viso e si siede al suo posto, non si guarda attorno come fa di solito, farlo vorrebbe dire abbandonarsi alle emozioni e quindi tradirsi, no: Kathryn guarda dritto davanti a se e tutto ciò che vede è il freddo spazio sconfinato.
Ma sa che non durerà per sempre, ben consapevole del fatto che le navi nemiche torneranno a darle il colpo di grazia e lei finirà col venire distrutta dalle creature che avrebbe semplicemente voluto conoscere.

 

All'improvviso una nave completamente nera compare davanti alla Voyager, Kathryn si gira verso la console dei sensori in attesa dell'allarme, ma i sensori sono muti.
« Ero convinta che funzionassero. Erano l'unica cosa ancora funzionale » sussurra tra sé e sé incredula, ma la nave appena comparsa non si muove e non da segni di vita, sembra un cumulo incenerito di macerie.
Il capitano la guarda confusa e si avvicina alla console delle comunicazioni per premere poi un pulsante: la console si accende e Kathryn cerca di chiamare la nave sconosciuta. Nessuna risposta. Una scansione toglie ogni dubbio, la nave è abbandonata. A Kathryn non importa come è comparsa davanti alla Voyager e perché: ha finalmente trovato il suo piano, ora sa cosa fare.
La donna si siede al posto del tenente Paris al comando della Voyager e importa la rotta, la Voyager parte lentamente verso il suo ultimo viaggio, incontro alla nave nera. Kathryn sospira e sorride chiudendo gli occhi dicendo “Addio amica mia”, le lacrime ricominciano a rigargli il viso ma questa volta Kate continua a sorridere, sorride anche quando la Voyager colpisce violentemente la nave nera disintegrandosi con lei dentro e, in meno di pochi secondi, è tutto finito.

 

 

*****************

 

 

Anno 2156

 

L' Enterprise è un'astronave partita dalla Terra con un solo scopo: esplorare.
Ma l' Enterprise non ha una meta ormai da settimane e l'equipaggio inizia a essere irrequieto così come il capitano.
Jonathan Archer è seduto in plancia parecchio annoiato, i guardia-marina Sato e Mayweather parlano animatamente in attesa della fine del turno e T'Pol armeggia con le console.
« T'Pol ci sono novità? » chiede il capitano, speranzoso, alla donna che lo guarda e sputa un freddo “no”.
Il tenente Reed guarda il capitano e il comandante scientifico e sorride, cercando di non farsi notare. Jonathan Archer sospira e ritorna a guardare lo schermo davanti a lui.
« Sono settimane ormai che non troviamo neanche una navicella in avaria, sono spariti tutti? » domanda, irritato.
« Capitano, non può pretendere di incontrare nuove civiltà ogni giorno » risponde T'Pol alzando lo sguardo dai comandi.
Alla conversazione di Hoshi Sato e Travis Mayweather si unisce anche Malcom Reed. Hoshi e Malcom ascoltano attentamente la storia di Travis su quando viveva nella Horizon. « Ho iniziato a lavorare da piccolo. Avevo sì e no dieci anni. Aiutavo i miei genitori, nella Horizon c'era sempre molto lavoro essendo una nave da carico.»
L'unica che ha qualcosa da fare è T'Pol che continua ad ispezionare lo spazio attorno all'Enterprise in cerca di qualsiasi cosa che possa stimolare l'attenzione dell'equipaggio umano con il quale si ritrova e per il quale aveva rinunciato a un matrimonio combinato.
I sensori iniziano ad impazzire, Jonathan Archer e il resto degli ufficiali presenti si girano verso una T'Pol sorprendentemente confusa che però fa un respiro e dice:
« Capitano i sensori rilevano un'anomalia dritta davanti a noi ».
T'Pol e il capitano si girano istintivamente verso il grande oblò davanti a loro, una luce bianca gli si apre davanti e ne esce una nave diretta inevitabilmente verso l'Enterprise se non fosse per la prontezza di Travis Mayweather nel cambiare rotta aggirando così, senza danni, l'astronave appena apparsa, la quale, fa qualche metro e poi si ferma.

 

Il tutto è successo in pochi secondi.
Travis Mayweather sospira di sollievo tirando indietro la testa e chiudendo gli occhi, ha appena scongiurato una tragedia e ancora non ci crede, il capitano si alza e si avvicina a Hoshi.
« Chiamali » dice al guardia-marina.
« Non serve Capitano. Lo stanno facendo loro » risponde la donna ancora tremante.
« Rispondi e dammi il video, grazie » conclude Archer sfregandosi gli occhi con una mano.
Ora nel grande oblò c'è una donna sulla cinquantina con i capelli corti a caschetto visibilmente confusa e disorientata.
Jonathan Archer e gli ufficiali in plancia non hanno dubbi: la donna e il gruppo che è dietro di lei sono umani.
« Mi spiace » dice la donna, sull'orlo delle lacrime « Io non capisco.. Ma.. vi conosco. Sì certo tu sei Jonathan Archer ».
Gli ufficiali dell'Enterprise non riescono a spiccicare una sola parola, confusi dalla provenienza della nave che li ha quasi uccisi.
« Sì. Vedo che lei mi conosce, non le chiederò perché mi conosce, per ora. Ma mi dica lei chi è.»
Il capitano stava cercando di mantenere la calma a dispetto del panico che lo attanagliava: quella nave non poteva essere umana, non poteva venire dalla Terra, la prima nave uscita dalla Terra erano loro.
« Sono il capitano Kathryn Janeway dell'astronave terrestre U.S.S. Voyager, capitano Archer noi veniamo dal ventiquattresimo secolo ».
La Voyager e l'Enterprise non hanno il tempo di continuare la conversazione quando i sensori segnalano un'altra anomalia.
« Capitano sta succedendo di nuovo. Dietro di noi a sinistra.» dice T'Pol quasi gridando.
Stavolta Travis non può fare nulla, un'altra nave spunta proprio come ha fatto pochi minuti fa la Voyager ma stavolta l'impatto non può essere evitato così, l'Enterprise e la nave sconosciuta si sfiorano provocando comunque parecchi danni. La nave sconosciuta ha un motore in avaria e non fa molta strada prima di fermarsi, l'Enterprise ha subito meno danni e i più sono alla corazza esterna. Hoshi si mette ad armeggiare con i comandi davanti a lei mentre il capitano Archer la guarda dandole silenziosi ordini
« Non rispondono, capitano » dice infine.
« Può essere che abbiano avuto danni anche ai sistemi di comunicazione» riferisce Malcom Reed guardando l'astronave ferma davanti a loro attraverso l'oblò.
Archer fa un cenno a Hoshi Sato dicendo: «Riprova finché non rispondono ».
La donna annuisce e torna alle sue mansioni. Il capitano torna a sedersi pensando alle parole del capitano Janeway.
Come è possibile che una nave del ventiquattresimo secolo si ritrovi qui ben duecento anni indietro, cosa poteva mai essere successo alla Voyager per farla arrivare fin lì? Poteva fidarsi? Tutte domande alle quali Jonathan Archer non può dare risposta finché non torna a parlare con Kathryn Janeway, ma una cosa è certa: la Terra continuerà le esplorazioni spaziali.
I pensieri del capitano Archer vengono interrotti da Hoshi.
« Capitano » la donna indica l'oblò che ora mostra una donna giovanissima davanti a un gruppo di persone terrorizzate.
« Bene. Io sono Jonathan Archer, e voi avete appena quasi distrutto la mia nave» dice Archer un po' ironico.
« Io.. non capisco.. dovremmo essere morti! Noi.. Jonathan Archer? ».
Il panico della giovane donna scompare lasciando trapelare lo stupore.
« Sì. Fatemi indovinare, venite dal ventiquattresimo secolo e di conseguenza mi conoscete? » risponde il capitano Archer, la donna ancora confusa guarda un po' i suoi ufficiali e un po' la plancia del'Enterprise.
« Cosa? No! Noi siamo del 2599. Perché ha pensato che venissimo dal ventiquattresimo secolo? Comunque io sono Andromeda Messier capitano dell'astronave U.S.S. DeLorean. Strano, due minuti fa eravamo nel 2599 e ci stavamo scontrando contro una nave completamente nera e ora siamo qui.. nel 2100 davanti a Jonathan Archer e all'Enterprise. Non so se essere terrorizzata o contenta » risponde infine tutto d'un fiato.

 

FINE PRIMO CAPITOLO

 

Ringraziamenti: è solo il primo capitolo ma vorrei ringraziare Aven e Bea che mi hanno fatto da beta in questo primo, travagliato capitolo e a Tiha che mi ha fatto la romanzina (lei sa di che parlo) e a tutti i Trekkers che, come me, amano Star Trek e leggeranno questa fanfiction!

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Capitolo 2
*** La nuova missione ***


Note dell'Autore: Questo è un capitolo "spiegazione" per così dire. E' un po' corto ma e privo di grossi eventi ma dovevo spiegare un po' gli avvenimenti prima di iniziare la storia vera e propria. 
Spero che vi possa piacere lo stesso, anche magari in vista del terzo capitolo ^_^ BUONA LETTURA


Anno 2156


Un'ora dopo il brusco arrivo della DeLorean e della Voyager, tutti e tre i capitani si trovano nella sala riunioni proprio di quest’ultima.

Jonathan Archer si guarda nervosamente in giro, scrutando ogni piccolo particolare di quell'unica stanza visitata, per il momento, di una nave proveniente dal futuro; Andromeda Messier, invece, sembra a suo agio pur non essendo nella sua nave.

Il capitano Archer la guarda confuso chiedendosi come mai, poi all’improvviso capisce: il capitano Messier viene dal 2500 quindi conosce già sia l'Enterprise che la Voyager.

« Quindi abbiamo capito che tutte e due le nostre astronavi si sono imbattute in vascelli completamente neri che ci avrebbero portati nel passato? » chiede, in cerca di conferme, Kathryn Janeway, rivolta ad Andromeda. La donna è ancora scossa dall'accaduto, Andromeda invece, dopo la paura iniziale, ora è relativamente calma e ascolta impaziente i racconti di Jonathan e Kathryn .

« Sembra di sì. E se fosse la stessa nave? Ci ha fatto viaggiare nel tempo no? Vuol dire che può farlo lei stessa. » dice infine Andromeda osservando i due davanti a lei.

Kathryn fissa con insistenza la tazza di caffè che ha davanti senza dire una parola per cinque minuti buoni.

« Sì, potrebbe essere. Ma non possiamo esserne certi e comunque resta sempre il dilemma sul perché ci ha portato qui. » si decide infine a dire, rivolta agli altri due capitani, rendendoli partecipi dei pensieri che le attraversano ancora la mente mentre continua a fissare morbosamente la tazza ormai vuota. Jonathan attende impaziente spiegazioni ed è Andromeda a parlare ancora una volta:

« Non doveva andare così. Lei capitano Janeway, si è schiantata contro una nave nera ma questa l'ha riportata solo un anno indietro non più di duecento anni. C'è qualche cosa che non va questo è certo. Lei invece capitano Archer… non ricordo, è Ryan Bell l'esperto di questa epoca. » dice passando lo sguardo da Jonathan a Kathryn.

Il capitano Janeway guarda con sorpresa Andromeda:

« Doveva accadere a priori? Cioè l'unica cosa di diversa è l'epoca in cui sono finita? » domanda con calma apparente, ma prima che Andromeda possa rispondere, Jonathan la precede:

« Ok. Non so se per voi tutto questo sia normale ma per me e il mio equipaggio di sicuro non lo è. Ho capito solo che due astronavi con i rispettivi equipaggi si sono scontrate con una nave nera apparentemente in avaria e si sono trovate qui, ma che la Voyager doveva già subire questo destino. » il tono del capitano Archer si fa impaziente: essere allo scuro di tutto è frustrante per Jonathan. Andromeda inizia a spiegare nei dettagli cosa è andato storto e come invece doveva andare.

 

 

*****************

 

 

Nella DeLorean, invece, Ryan Bell e Bonnie Taylor mostrano la nave a T'Pol, a Charles Tucker, il comandante nonché addetto ai motori dell'Enterprise, e a Seven of Nine borg, membro dell'equipaggio della Voyager.

Bonnie parla con calma e sorridendo agli ospiti mentre Ryan si limita a osservare quelle persone che aveva conosciuto solo attraverso libri e documenti e che invece ora si trovano davanti a lui.

T'Pol e il comandante Tucker attirano maggiormente l'attenzione dell'uomo, in quanto componenti del Team Enterprise, team di cui tanto sa e che tanto ha studiato.

Pur non avendo frequentato l'Accademia Stellare, Ryan conosce bene la storia dell'Enterprise, ne è affascinato fin dall'infanzia quando il padre gli regalò un modellino della nave di Jonathan Archer. Quel modellino è ancora gelosamente custodito in una teca di vetro a casa sua, assieme al diploma e a una foto di lui e Andromeda in una delle poche giornate di divertimento assieme che hanno passato anni addietro.

E’ Bonnie a riportarlo alla realtà con uno strattone mentre il comandante Tucker segue l'interprete della DeLorean e Seven of Nine lasciando lui e T'Pol indietro.

« Non pensavo che ci fossero vulcaniani attratti fisicamente da un umano tanto da riprodursi con loro. » dice la donna, con un tono che potrebbe sembrare ironico per lo standard vulcaniano.

« Fossi in lei comandante non parlerei troppo in fretta. » risponde a tono Ryan, restando sul vago e lasciando poi T'Pol per raggiungere Bonnie, il comandante Tucker e Seven of Nine.

 

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« Non capisco. Continuo a non comprendere ciò che è successo, ma se è successo un perché ci sarà. » dice il capitano Archer, dopo aver ascoltato la storia di Andromeda con attenzione.

Il capitano Messier è l'unica che può confrontare le diverse realtà per cercare una soluzione, ma anche lei sembra capirci poco o nulla.

Mentre i tre capitani sono in religioso silenzio in cerca di possibili ipotesi, suona un campanello e tutti e tre sussultano per poi rendersi conto che qualcuno ha solo chiesto di poter entrare.

« Avanti. » dice Kathlyn Janeway brusca.

La porta si apre e nella stanza entra Ryan Bell, il comandante scientifico della DeLorean, il quale fa un inchino quasi impercettibile verso i tre capitani per poi prendere la parola:

« Volevate vedermi Signori? » chiede, cercando di sembrare gentile ma le espressioni vulcaniane lo tradiscono: stare in quella stanza non doveva entusiasmarlo.

« Be sì in effetti. Ci servono le tue competenze. » risponde Andromeda.

Kathlyn invita il comandante a sedersi e lui obbedisce, riluttante.

« Su? » chiede ancora Ryan guardando il capitano Archer il quale, però, cerca di ignorarlo.

Il comportamento del comandante Bell non aggrada Jonathan anche se, in realtà, al capitano Archer non aggrada nessun comportamento altezzoso vulcaniano.

« Su questo periodo. Il vostro capitano ci ha riferito che lei è molto informato sull'Enterprise. Può dirci cosa abbiamo cambiato? » questa volta a rispondere è il capitano Janeway la quale invece sorride a un Ryan ancora concentrato sul capitano Archer.

« Certo che posso. Ma ho bisogno che il capitano Archer mi riferisca la sua ultima missione. » risponde il comandante scostando finalmente lo sguardo.

Jonathan lo guarda e allarga le braccia facendo una smorfia:

« E' da un mese che non abbiamo più missioni. » dice infine, con tono sprezzante.

Ryan Bell torna a osservare il capitano dell'Enterprise.

« Oh. Il “Buco Nero” » dice Bell ma, vedendo la faccia sconvolta di Archer, continua subito « E' così che chiamano questo periodo di inattività nei nostri libri di storia. Il periodo che precede gli Xindi. »

L'espressione sconvolta del capitano Archer diventa curiosità « Xindi? Finalmente un'altra razza con cui approcciarsi » risponde senza pensarci. Ryan, Kathlyn e Andromeda restano sconvolti dalla frase del capitano .

« Oh beh, non direi proprio che sarà un approccio gradevole ma.. sì sarà un approccio. » replica Ryan scuotendo la testa.

Andromeda annuisce e Kathlyn inizia a parlare:

« Gli Xindi dichiareranno guerra alla Terra capitano. Il loro sarà un attacco preventivo, o almeno così gli faranno credere. L'Enterprise deve bloccarli prima che il loro attacco vada in porto ma, a quanto pare, qualcosa è andato storto dato che noi non dovremmo essere qui. Se non sbaglio tra qualche settimana l'Enterprise troverà lo Xindi ribelle, o sbaglio? » il capitano Janeway guarda Ryan Bell in attesa di una risposta che non tarda ad arrivare:

« Sì in effetti è così. Non tutti gli Xindi cercheranno di distruggere la Terra, uno di loro vi aiuterà e vi darà informazioni preziose per riuscire a difendervi. »

Il comandante prende un piccolo computer, indossa gli occhiali e continua:

« Mi sono permesso di controllare le vostre coordinate di destinazione e, confrontandole con quelle che voi Capitano avete dichiarato e che sono rimaste nel nostro database storico, risultano errate. State andando nella direzione sbagliata. »

Ryan appoggia il computer e si toglie gli occhiali osservando i tre capitani.

Le richieste di ulteriori spiegazioni da parte del capitano Archer vengono fermamente respinte da Ryan Bell e, infine, il capitano si arrende riservandosi al tempo stesso l’opportunità di chiedere a Kathlyn ulteriori delucidazioni.

 

Jonathan torna all'Enterprise, Andromeda torna alla DeLorean e Kathlyn resta sola.

Sapere che sarebbe sopravvissuta a priori all'impatto la rincuora, ma essere nel 2100 la preoccupa ancora: ora la sua priorità è quella di sistemare gli eventi e di riportare a casa la Voyager sana e salva. Jonathan ha chiesto anche a lei ulteriori spiegazioni sugli Xindi ma se il gruppo del 2600 non aveva aperto bocca perché avrebbe dovuto farlo lei?

I piani ora sono di seguire la giusta rotta e imbattersi finalmente nella Storia, rimettendo tutto al suo posto per quanto possibile.

Dopo appena due giorni di viaggio il trio si imbatte in una nave.

« Xindi. » dicono all'unisono Trent e Bonnie guardando verso il capitano Messier.

Ryan perplesso armeggia con i vari database.

« Non ci siamo. Non dovrebbe essere oggi il primo incontro con loro. » dice alzando lo sguardo, Andromeda stringe le labbra e sospira « Non ne va una giusta. Che succede? »

Gli Xindi contattano l'Enterprise dichiarando loro guerra mentre ignorano completamente la DeLorean e la Voyager.

Una volta concluso il contatto con gli Xindi il capitano Archer contatta la DeLorean:

« Siete pregati di dirmi che sta succedendo, all'istante. » il viso di Jonathan mostra solo ira.

Andromeda continua a non parlare ma questa volta Ryan decide di rivelare al capitano qualcosa in più:

« Nella nostra storia, quella che dovrebbe accadere, voi sentirete parlare per la prima volta di Xindi da un gruppo di Sulibani dopo un attacco alla terra che ucciderà milioni di persone. »

Jonathan si calma e si siede massaggiandosi gli occhi.

« Quale attacco alla Terra? » chiede infine guardando lo schermo.

« Come sospettavo non c'è stato alcun attacco alla Terra ed è per questo che la storia è cambiata, ora voi non sapete nulla degli Xindi, siete impreparati. Quello che dobbiamo fare è andare nella Distesa Delfica, raggiungere la miniera dove troverete il vostro aiuto tra gli Xindi e raddrizzare la storia perché a quanto pare è questo quello che volevano gli Xindi: vi volevano impreparati così che l'attacco finale alla Terra riuscisse senza problemi. » risponde Ryan guardando il capitano Archer sempre più sconvolto e, con lui, anche il resto degli Ufficiali dell'Enterprise.

« E' per questo che siamo qui allora? Per avvertire l'Enterprise … Ma perché sia la DeLorean che la Voyager? » chiede il capitano Messier dopo un breve silenzio. Ryan scuote la testa.

« Non lo capisco sinceramente. Ma temo che la priorità ora non sia scoprire perché siamo qui. »

Il comandante guarda Andromeda e poi Jonathan che sembra in attesa di ordini.

« Dobbiamo dirigerci verso la Distesa Delfica, quindi. Capitano, è pronto? » dice Andromeda a Jonathan che annuisce.

« Mi servono le coordinate. »

Prontamente risponde Bonnie Taylor;

« Già inviate, capitano. »

L'Enterprise annuncia la direzione anche alla Voyager e le tre navi partono.

 

 

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Data astrale 30102156

Diario del capitano Jonathan Archer

 

L'Enterprise è in viaggio ormai da quattro giorni verso la Distesa Delfica, molto probabilmente saremo obbligati a effettuare una piccola variazione di rotta per poi arrivare lo stesso alla Distesa.

Il capitano Janeway non è per niente entusiasta del cambio di rotta, dice che le porta cattivi ricordi alla memoria, ma ha dovuto accettare il fatto che, con la rotta originaria, non possiamo in alcun modo arrivare a destinazione.

Ho chiesto spiegazioni al capitano Messier e al suo comandante sul perché non mi avessero subito detto delle notevoli variazioni sulla Storia. Si sono scusati dicendo che, conoscendomi abbastanza bene, se avessi saputo dei pericoli a cui stiamo andando incontro avrei cercato di sviarli causando così una variazione troppo grande nella Storia a loro nota.

Dalle loro spiegazioni capisco che salvare la Terra non sarà per niente facile e ciò comporterà vari rischi e sacrifici a cui dovrò sottoporre il mio equipaggio.

Ho comunque deciso di non fidarmi di Ryan Bell, di Andromeda Messier o della DeLorean in generale. Per ora non mi hanno dato buone impressioni e non ho alcuna prova delle loro versioni. Così pure per la Voyager ma il capitano Janeway non mi ha dato alcun segno per dubitare di lei, per ora.

Ad ogni modo sembrano entrambe intenzionate ad aiutarci. I timonieri della Voyager e della DeLorean hanno aiutato il mio guardia-marina Meyweather a tracciare la nuova rotta. Pare che passeremo per una strana nebulosa, siamo tutti un po' dubbiosi ma, in tutta onestà, ho fiducia nel nostro viaggio.




                                                                                                  FINE SECONDO CAPITOLO


Ringraziamenti: vorrei ringraziare ancora una volta la mia beta Beatrice la quale ancora una volta si è presa la briga di rivedere questo capitolo così come ha fatto con il primo. GRAZIE.

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Capitolo 3
*** La nebulosa ***


Data astrale 04112156

Diario del capitano Andromeda Messier

 

Il cambio di rotta deciso una settimana fa assieme al capitano Archer e al capitano Janeway ha allungato il viaggio di parecchio.

Ormai però la priorità non è più mantenere l’esatto corso della Storia, ma ricrearla al meglio delle nostre capacità. Tra quarantotto ore esatte arriveremo a una nebulosa sospetta, l'analisi parziale non da risultati neanche con i nostri sensori. Tra qualche ora, però, arriveremo abbastanza vicini da analizzarla meglio.

 

 

Anno 2156

 

« Capitano, tra quindici minuti saremo abbastanza vicini alla nebulosa » dice Ryan Bell senza alzare lo sguardo dai comandi.

Il capitano annuisce convinta.

« Quando saremo abbastanza vicini inizia pure l'analisi. Grazie. » dice, poi avvicinandosi al guardia-marina Taylor « Chiami l'Enterprise e la Voyager. » continua sorridendo alla donna.

I comandanti Tucker, Torres e Williams hanno lavorato per due giorni interi per far si che le astronavi riescano a comunicare in contemporanea tutte e tre e il loro lavoro ora è messo alla prova con grandi risultati. La comunicazione mostra sia il capitano Archer in plancia che il capitano Janeway.

« Tra pochi minuti sapremo con cosa avremo a che fare. » annuncia Andromeda, i due capitani davanti a lei annuiscono e i rispettivi ufficiali scientifici sono pronti a ricevere il responso di Ryan.

Il comandante Bell si mette al lavoro seguendo più cose contemporaneamente, i comandi squillano più volte e Ryan guarda Andromeda con aria truce.

« Non penso che potremo attraversarla. La nebulosa è tossica, contiene sostanze velenose e radiazioni. Le sostanze con le corazze possiamo riuscire a tenerle fuori ma le radiazioni no e sono molto alte. » dice infine inviando i dati all'Enterprise e alla Voyager; i tre capitani iniziano ad agitarsi ed è il capitano Janeway a prendere la parola:

« Deve esserci un modo. Forse se i nostri dottori parlassero e analizzassero meglio la nebulosa potremmo arrivare a qualche soluzione. »

Kathryn, tesa, attende una conferma o una reazione da parte dei due colleghi, Jonathan annuisce e Andromeda ordina gentilmente al dottore di bordo di trasferirsi sulla Voyager.

 

 

*********************

 

 

« Vi ringrazio di essere venuti voi qui, dato che io ho un po'.. di difficoltà a spostarmi » dice il Dottore olografico della Voyager sorridendo e accogliendo i suoi ospiti.

Il dottor Phlox, medico denobulano dell'Enterprise, sorride a sua volta dicendo:

« E' un piacere aiutarsi tra colleghi. »

Il dottor Sinclair dalla DeLorean invece resta serio, dando quasi l’impressione di non ricambiare affatto il piacere espresso dal dottor Phlox.

« Bene, allora io ho dato una rapida occhiata alla composizione della nebulosa e ho notato che: sì è vero che la nube è tossica ma non lo è per tutti, infatti i composti tossici sono innocui su denobulani e vulcaniani. » esordisce Phlox con aria soddisfatta.

« Sì ho notato anche io questa insolita fortuna se così vogliamo chiamarla. Il problema a questo punto è il resto dell'equipaggio. » risponde il Dottore armeggiando con alcuni comandi.

Il dottore Sinclair esce finalmente dal silenzio:

« Io proporrei di bloccare il metabolismo di tutto il resto dell'equipaggio, porre così tutti in una specie di trance e somministrare una medicina contro le radiazioni. Ovviamente come ben sapete la medicina verrà distrutta dalle radiazioni nel giro di ventiquattro ore al massimo quindi sarà necessario che l'equipaggio restante somministri ogni giorno la medicina. »

Le sue parole lasciano i due dottori estremamente perplessi.

« Somministrare a più di quattrocento persone una medicina … si può fare. C'è solo un problema, se così vogliamo chiamarlo. Quanti denobulani e vulcaniani hanno le nostre navi? A me risulta che l'Enterprise abbia solo lei dottore e il comandante T'Pol, mentre la Voyager ha solo due vulcaniani. Che mi dice della DeLorean dottore? » constata il Dottore guardando Sinclair .

« Due denobulani e cinque vulcaniani e mezzo. » risponde il dottore sorridendo.

« E mezzo?» chiede il dottor Phlox sconvolto.

« Sì. Il nostro comandante scientifico è per metà vulcaniano e per metà umano. Una vera scocciatura. » risponde il dottor Sinclair facendo un cenno con la mano.

« Be non è colpa sua no? Comunque penso che al comandante Bell basti solo la medicina contro le radiazioni. » dice il Dottore guardando torvo intorno a sé, il dottor Phlox controlla sul piccolo computer che tiene sulle mani.

« Sarebbero dieci giorni di viaggi dentro la nebulosa. Il mio capitano dice che la nebulosa è talmente estesa che per girarci attorno ci metteremmo mesi. Mesi che non abbiamo. Mettiamoci al lavoro.»

 

 

**************************

 

Le tre navi aspettano pazientemente le medicine necessarie per poter attraversare la nebulosa senza problemi.

I componenti denobulani e vulcaniani dei tre equipaggi sono stati divisi tra le astronavi, saranno loro a manovrare l'Enterprise, la Voyager e la DeLorean per i successivi dieci giorni e a fornire quotidianamente il resto degli equipaggi delle necessarie medicine mentre loro saranno in una profonda trance che indurrà il blocco del metabolismo. I marinai denobulani della DeLorean ascoltano tesi le istruzioni del dottor Sinclair su come somministrare le medicine correttamente all'equipaggio e osservano la suddivisione delle persone presenti consegnatagli dal comandante Bell per facilitare le operazioni.

Anche nella Voyager e nell'Enterprise sta avvenendo lo stesso e,finalmente, dopo un'intera giornata, il plotone è pronto a partire.

« Mi farò una dormita di dieci giorni. Non male, se non mi sentissi in colpa per te e gli altri vulcaniani e denobulani. » dice il capitano Messier mentre si stende nel letto della sua cabina.

Ryan la osserva con le iniezioni pronte tra le mani.

« Non è colpa vostra e comunque vedrai che staremo bene. Solo la prima somministrazione ha due medicine, una blocca il metabolismo e basterà per i necessari dieci giorni mentre l'altra vi verrà data quotidianamente. Stenditi. » risponde freddamente, avvicinandosi ad Andromeda.

« So che cosa mi farai. Non dubito che starete bene, dieci giorni in pace senza tutti tra i piedi. Ma tu mi mancherai che tu lo voglia o no. » risponde a sua volta, sistemandosi sotto le coperte e sorridendo. Ryan si rasserena e fa la prima velocissima iniezione, una volta addormentata la donna, effettua la seconda, come dagli ordini.

Prima di passare alla persona successiva si lascia andare ad un gesto d’affetto, accarezzandole delicatamente una guancia.

 

*****************************

Giorno Primo

 

« Dottor Phlox l'intero equipaggio dell'Enterprise è al sicuro ora, la procedura è stata eseguita con precisione. Anche nella Voyager e nella DeLorean hanno sistemato tutti e stiamo per entrare proprio ora nella nebulosa. » annuncia T'Pol del tutto calma seguita dai due vulcaniani assegnati all'Enterprise.

Il dottor Phlox sorride.

« Ottima notizia comandante. Siamo sicuri che alla Voyager basteranno solo tre componenti? » dice diretto alla donna.

« Il tenente Tuvok della Voyager dice, testuali parole, che se la caveranno alla grande con tre membri dato che il loro equipaggio è quello meno numeroso. » risponde T'Pol lasciando l'infermeria e il dottore.

« Ora non ci resta che proseguire per la rotta impostata dal capitano Archer, controlleremo l'equipaggio ogni giorno ma per oggi abbiamo fatto il nostro lavoro. Seguitemi in plancia, seguiremo l'Enterprise da lì. »

Giorno Terzo

 

Il comandante Bell è solo in plancia, davanti a lui solo le luci intermittenti dei comandi ad indicare la corretta funzionalità dell'astronave. I tre membri della DeLorean rimasti stanno perlustrando i vari corridoi assegnando all'equipaggio addormentato la dose giornaliera di medicina, il marinaio denobulano nel settore tre chiama il comandante all'interfono.

« Comandante potrebbe venire al settore tre per favore? »

Ryan smette di segnare le condizioni di bordo e si dirige di malavoglia al settore tre, dove lo aspetta il marinaio che però si presenta parecchio confuso dall'arrivo dell'ufficiale.

« Che succede marinaio, perché avete chiamato? » alle parole del comandante Bell, il marinaio diventa sempre più confuso.

« Io non vi ho chiamato comandante. Qui va tutto bene direi. » dice infine guardando Ryan il quale alza un sopracciglio irritato, gira i tacchi e se ne va.

Arrivato al settore due, dove poi prenderà l'ascensore per tornare in plancia a finire i suoi compiti, Ryan Bell si impietrisce. Il capitano Messier è davanti a lui in piedi e attivissima ma in vestaglia.

« Andromeda. Che ci fai qui? Dovresti essere nei tuoi alloggi in coma. Vieni ti riporto dove dovresti essere. » dice avvicinandosi alla donna ma lei fa uno scatto e si dirige al settore tre, il comandante Bell la segue finché non la perde di vista e trova al posto di Andromeda il marinaio che aveva lasciato pochi minuti prima.

« Dov'è? L'avete vista? » chiede senza neanche sforzarsi di stare calmo e distaccato.

Il marinaio a questo punto è nella crisi più profonda.

« Dov'è chi, comandante? » chiede appiattendosi sempre di più alla parete.

« Come chi? Il capitano. Deve averla vista dato che è passata per questo settore. » risponde Ryan e il marinaio sembra animarsi.

« Il capitano? Ma comandante non è possibile che lei sia passata per questo settore. E' nei suoi alloggi addormentata e drogata. Ne vuole la prova? » dice premendo un pulsante sulla parete vicino a lui e chiedendo alla collega nel settore dodici dove fosse il capitano.

« Che domande fai? Il capitano è nei suoi alloggi, l'ho appena vista e le ho dato la medicina. » risponde la donna dalla voce serena e dolce, il marinaio chiude la comunicazione e guarda Ryan sempre più confuso.

« Comandante forse è meglio se ci scambiamo i turni. Vada pure a riposare sto io in plancia, tanto ho finito i miei settori. » dice dolcemente, sorridendo.

Ryan annuisce e si ritira nei suoi alloggi confuso e spaventato.

Giorno Quinto

 

« Siamo ormai a metà del nostro viaggio attraverso la nebulosa. Sinceramente l'impresa si sta presentando più dura del previsto.» dice il tenente Tuvok ai due colleghi sulla plancia della Voyager « Ma ce la stiamo cavando lo stesso. Nonostante fossimo in inferiorità numerica rispetto alla DeLorean e all'Enterprise. La nave di Archer continua a mandarci aggiornamenti mentre la DeLorean ci ha aggiornato solo i primi due giorni. » dice il guardia-marina al suo tenente mentre il marinaio dalla DeLorean tace osservandoli.

I comandi suonano e il computer apre una comunicazione dall'Enterprise:

« Tenente Tuvok ho brutte notizie dalla DeLorean. Ci sono stati dei cambi, io e lei andremo ad aiutare i membri della DeLorean mentre due che attualmente sono là verranno nell'Enterprise e nella Voyager. Si faccia trovare nell'hangar della DeLorean. » la comunicazione si chiude e la voce del comandante T'Pol sparisce, il tenente si acciglia irritato ma si prepara a raggiungere l'hangar.

Una decina di minuti dopo Tuvok è assieme a T'Pol che gli spiega la situazione. « I marinai in servizio sulla DeLorean parlano di uno strano comportamento da parte del comandante Bell. Dicono che soffre di allucinazioni, il che non dovrebbe accadere, dato che prende anche lui le medicine contro le radiazioni. » dice calma « Magari non le prende. Ma se fosse così allora deve essere un autolesionista. Se invece le prende allora abbiamo un problema. » constata Tuvok mentre T'Pol parte verso l'uscita dell'hangar, quando la porta si apre e appare uno dei marinai denobulani.

« Siete arrivati. I miei due colleghi sono già nella Voyager e nell'Enterprise io invece resterò con voi. Il comandante inizia a farmi paura e non essendo un dottore non capisco cosa abbia. » il marinaio rimasto è lo stesso che ha assistito alla prima crisi di Ryan Bell nel settore tre.

« Dopo la prima volta, in cui ha visto il capitano, ci sono stati altri casi e i membri che vedeva erano sempre diversi. Non solo, riferisce di essere stato chiamato da diversi membri dell’equipaggio quando non è mai avvenuta alcuna comunicazione. » continua guardando speranzoso i due davanti a lui.

Tuvok e T'Pol seguono il marinaio lungo i corridoi della DeLorean fino alla plancia dove il comandante Bell sta seduto inerte nella sua postazione, seguendo le luci intermittenti davanti a sé.

« Vedete? È così da ieri. Io ora devo fare il mio giro per dare la medicina a tutti, inizio prima perché siamo in meno. » il marinaio scompare e Tuvok con lui.

T'Pol si avvicina al comandante che sembra non notarla, indaffarato com'è dalle lucine intermittenti.

« Comandante Bell, ha sempre preso le sue medicine? » chiede con fermezza e l'uomo la guarda per poi annuire debolmente.

T'Pol punta il tricorder verso Ryan e controlla il piccolo computer che però non rivela niente di sbagliato in Ryan Bell.

 

Giorno Settimo

 

 

Diario di bordo del comandante Ryan Bell, data astrale 08112156.

Sento che sto impazzendo, non riesco praticamente più a distinguere la realtà dalle allucinazioni. Non capisco il perché delle mie visioni dato che prendo regolarmente la medicina per le radiazioni o almeno credo.

Odio essere controllato e, a quanto pare, il comandante T'Pol e il tenente Tuvok sono stati mandati qui per questo e non mi piace, ma almeno possono dirmi ciò che è normale e ciò che non lo è.

 

Ryan, Tuvok e T'Pol stanno effettuando i controlli quotidiani alla DeLorean, Ryan illustra ciò che vede e i due colleghi dicono se ciò che vede è reale oppure no.

« Vedo il guardia-marina Taylor che mi sorride. » dice stanco senza muoversi dalla sua postazione.

« Non ci siamo proprio comandante. » risponde Tuvok scuotendo la testa mentre T'Pol finisce i vari controlli.

« Oh. E l'anomalia in sala macchine? » chiede di nuovo, stavolta indicando una luce rossa sulla console davanti a Tuvok.

« Quella è reale, ma è una cosa da niente. » risponde maneggiando i comandi e la luce rossa sparisce.

Ryan sente che qualche cosa in lui non va, ma parlarne non è la cosa migliore da fare secondo lui; in più i risultati negativi del tricorder e dei controlli effettuati dal dottor Phlox rendono la cosa più difficile. I sintomi però sono reali e Ryan lo sa bene, la nausea aumenta di ora in ora e la testa diventa pesante e dolorante ma deve resistere, si impone di resistere ma non ce la fa.

T'Pol è la prima ad accorrere in soccorso di Ryan non appena il comandante cade a terra svenuto, seguita poi da Tuvok.

 

 

******************************

 

Il comandante Ryan Bell si sveglia abbagliato dalle luci caratteristiche dell'infermeria, il dottor Gordon Sinclair e il capitano Messier sono al suo capezzale.

« Oh no un'altra allucinazione. » borbotta Ryan chiudendo nuovamente gli occhi.

« Allucinazione? No comandante ora è tutto vero, stia tranquillo.» risponde il dottor Sinclair osservando le condizioni del comandante convalescente.

« Te la sei vista brutta. Ora però stai meglio. » dice Andromeda parlando per la prima volta dal risveglio di Ryan, lui la guarda e il dottore spiega:

« Lei è in coma indotto da sette giorni ormai. Avremmo dovuto attenerci alla procedura effettuata con tutti noi anche con lei. Gli effetti delle radiazioni sono arrivati dopo ma sono arrivati. E tutto questo perché lei prendeva le medicine a orari sfasati lasciando così buchi in cui non era protetto dalla medicina, le radiazioni si sono accumulate e hanno dato le allucinazioni e tutti gli altri sintomi. »

Ryan guarda con leggera incredulità il dottor Sinclair e fa un rapido calcolo.

« Sette giorni? Vuol dire che sono in coma dal quarto giorno di viaggio? Non è possibile, io sono svenuto il settimo giorno di viaggio quindi non è possibile che io sia qui dal quarto giorno. » dice frettolosamente tradendo le sue emozioni.

« Un'altra allucinazione. Ora riposate comandante. » dice Sinclair, congedandosi e lasciando Ryan e Andromeda da soli.

Il capitano sorride.

« Ora ti lascio riposare, anche se penso che il capitano Archer sia venuto a farti visita. Il dottor Sinclair si è alterato parecchio. A più tardi. »

Andromeda esce dall'infermeria lasciando Ryan momentaneamente solo, intento a pensare a lei.

 

FINE TERZO CAPITOLO

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Capitolo 4
*** Un viaggio nel Tragico Futuro ***


Anno 2156

Sono passati cinque giorni da quando le tre astronavi hanno passato la nebulosa; gli equipaggi ci hanno messo un'intera giornata a riprendersi dagli effetti delle medicine, mentre Ryan Bell torna solo ora in servizio dopo giorni di riabilitazione.

Le navi si avvicinano sempre di più alla Distesa Delfica e la tensione cresce man mano che la distanza diminuisce; la Voyager e la DeLorean hanno deciso di non dire direttamente all'Enterprise gli eventi che avrebbero affrontato, ma di aiutarli a fare da soli, cercando di mantenere dunque il corso della Storia per come la conoscono loro.

« Per qualche giorno non dovrebbero esserci problemi, ci basta andare dritti verso la rotta impostata e dovremmo esserci. » dice Tuvok a T'Pol,Ryan e al dottor Phlox. Dall'avventura nella nebulosa i quattro si ritrovano spesso a parlare, con molto piacere del dottor Phlox, affascinato dall’idea di poter conoscere meglio i suoi compagni e la loro cultura.

« Sempre se non ci aspetta qualcos'altro.» dice il dottor Phlox lanciando uno smagliante sorriso a Ryan e a Tuvok il quale scuote la testa e continua:

« Ora non possiamo sapere con certezza perché, anche se di poco, la Storia è stata cambiata quindi durante questo viaggio non possiamo sapere cosa ci accadrà. » dice Tuvok alzandosi « Se non vi spiace io vado a letto a domani. » continua mentre la porta dell'infermeria dell'Enterprise si chiude alle sue spalle.

Tra i rimasti cala il silenzio finché il dottor Phlox non annuncia che deve dar da mangiare a tutte le creature che giacciono indisturbate per l'infermeria, congedando gentilmente T'Pol e Ryan.

« Vi accompagno al teletrasporto comandante, tanto i miei alloggi sono nello stesso settore.» dice la donna evitando lo sguardo del comandante interpellato. « Molto gentile.» risponde quest'ultimo sovrappensiero.

Il teletrasporto dell'Enterprise è a soli tre settori di distanza dall'infermeria e, appena arrivati, Ryan inizia a osservare il dispositivo:

« Questo tipo di teletrasporto non è più in uso nel nostro secolo. Il nostro è stato migliorato anche se di poco, i segni vitali possono essere agganciati ad anni luce di distanza mentre con questo se non erro bisogna essere parecchio vicini. » dice guardando finalmente T'Pol negli occhi.

« Non sbagliate. Ma noi non siamo nel 2600 è ovvio che molte cose in futuro vengano migliorate comunque questo teletrasporto sta facendo un ottimo lavoro.» risponde T'Pol non togliendo gli occhi di dosso a Ryan, il quale accenna quello che potrebbe essere definito un sorriso.

« Hoshi Sato ne è ancora terrorizzata?» chiede e la donna annuisce convinta.

« Be in questa avventura gli passerà la paura.» conclude Ryan mentre T'Pol lo riporta nella DeLorean.

 

 

Data astrale 10112156

Diario del capitano Kathryn Janeway

 

Il viaggio della Voyager, dell'Enterprise e della DeLorean è stato nuovamente interrotto da una cosa ben nota a me e al capitano Messier.

La nave nera che ci ha portato qui.

Ora siamo fermi in attesa che venga decifrato il messaggio che ci è stato inviato dalla nave, non dovremmo metterci molto e poi finalmente sapremo la verità.

 

« Kate ci siamo. Abbiamo la traduzione.» dice il comandante Chakotay guardando la donna davanti a lui; Kathryn si siede lentamente e aspetta di sentire la voce di Andromeda Messier con il risultato che non tarda ad arrivare.

« Capitano Janeway può recarsi nella plancia della DeLorean per favore?» dice la giovane donna con voce seria.

Kathryn guarda Chakotay spaventata e si dirige da sola verso il teletrasporto. Il comandante la segue.

« Kate aspetta.» le grida Chakotey correndo verso di lei; il capitano Janeway si blocca di colpo e si gira ma è di nuovo Chakotey a parlare:

« Non sei obbligata ad andare se non te la senti. Lascia che vada io a sentire la traduzione. » dice guardando la donna con dolcezza.

Kathryn è sul punto di accettare quando ritorna sui suoi passi:

« Se ha chiesto di andare direttamente là a sentirla vuol dire che è importante, grazie ma andrò io.» dice girandosi per riprendere la strada verso il teletrasporto quando il comandante la blocca nuovamente prendendole una mano.

« Allora vengo con te.»

 

 

Quando Kathryn Janeway e il comandante Chakotey entrano nella spaziosa plancia della DeLorean, ad aspettarli ci sono solo il capitano Messier, il capitano Archer e un alieno dall'aspetto umanoide il quale osserva i nuovi arrivati con le braccia dietro la schiena in modo autoritario.

Il capitano Messier si sforza di sorridere a Kathryn e a Chakotey ma le preoccupazioni sul volto di Andromeda la tradiscono e i due non ricambiano il sorriso.

« Bene sono felice di incontrarvi finalmente insieme. Prima di tutto mi scuso per i disagi che vi abbiamo causato, Signorine. » dice l'alieno rivolgendo un segno galante verso Andromeda e Kathryn.

« Lasciate che mi presenti. Il mio nome è Hari e il mio popolo possiede la particolare abilità di viaggiare nel tempo, ed è per questo che sono qui. Il mio popolo ha notato delle anomalie in questo arco temporale e che la Storia stava inevitabilmente cambiando e andando verso una tragica direzione. Con lo scopo di impedire che ciò accadesse abbiamo deciso di inviare degli aiuti. » conclude Hari sorridendo in direzione dei capitani.

Jonathan Archer scuote la testa confuso.

« Ma perché due navi? Non bastava solo la Voyager o la DeLorean? » chiede infine ad Hari.

« Caro capitano Archer, ogni cosa al suo tempo. Ora vi spiego cosa succederà se la vostra missione dovesse fallire, ovvero cosa sarebbe accaduto se il capitano Janeway e il capitano Messier ora non fossero qui. Anzi ve lo mostrerò. Ma prima sappiate che gli Xindi non hanno attaccato la Terra, cosa che vi poterebbe a non essere preparati per la Guerra Temporale che si scatenerà. Ma ci arriverete, adoro gli Umani su questo campo.

La guerra temporale continuerà per secoli, esattamente fino all'anno in cui il capitano Kathryn Janeway della Flotta Stellare riceverà l'astronave Voyager da capitanare. Dopo di che inizierà un periodo di pace forzata chiamata dai libri storici la “Pace Apparente”: la Terra e gli Xindi firmarono un contratto dove si impegnavano a non combattersi fino al 2700.

Ma gli Xindi volevano la Terra distrutta, e così nel 2608 attaccarono una Terra nuovamente impreparata e massacrarono miliardi di umani tanto da ridurre la specie umana a soli millequattrocento individui.

Voglio mostrarvi questo panorama terribile e, oh! Capitano Messier prenda questo. » il racconto di Hari si conclude lasciando sconvolti i quattro ufficiali mentre l'alieno porge a Andromeda un piccolo pacchetto e continua:

« Questo vi servirà. E ora prendete questi. » dice dando loro dei bracciali metallici piuttosto grossi, nessuno dei quattro li indossa e Chakotey chiede:

« Cosa sono?» Hari lo guarda stupito e risponde:

« Congegni di stasi molecolare, ovviamente. Come potete viaggiare nel tempo senza quelli? Per vostra informazione nel vostro precedente viaggio qui eravate protetti da noi. » Chakotey alza le spalle poco convinto ma indossa comunque il bracciale e così fanno anche i tre capitani.

« Bene. Vi conviene chiudere gli occhi durante il viaggio, non siete abituati ma non temete, il tutto durerà pochi istanti.» dice Hari tenendo stretto tra le mani un tricorder.

I quattro chiudono gli occhi e Chakotey tiene stretta Kathryn a sé.

 

 

Il pavimento viene a mancare da sotto i loro piedi per poi ritornare poche frazioni di secondo dopo.

Jonathan apre gli occhi e viene accecato dalla luce del Sole, il sole, la magnifica stella che illumina la Terra e che non vede da mesi ormai.

Anche Andromeda, Kate e Chakotey aprono gli occhi, Hari non è più con loro ma per quel che vedono non servono spiegazioni: il paesaggio davanti a loro è totalmente distrutto; dove un tempo si ergeva San. Francisco ora c'è solo terra aspra e coperta di cenere e detriti, gli abitanti della città dovevano essere fuggiti oppure erano tutti morti. Solo millequattrocento individui erano rimasti vivi. Millequattrocento persone mentre prima erano più di sei miliardi.

Andromeda guarda con le lacrime agli occhi il suo tempo e la sua città distrutti dagli Xindi, in lontananza gli spari sono brutalmente vividi e i quattro si guardano spaventati e distrutti.

« Ehi voi che ci fate li? Siete impazziti?» la voce familiare proviene da dietro di loro, tutti e quattro si girano e si trovano davanti a...

« Ryan! » grida Andromeda correndogli poi incontro e abbracciandolo. Ryan ricambia l'abbraccio sconvolto e tutti possono vedere come sia diverso dal comandante Bell attualmente nella DeLorean: i lividi e le cicatrici gli rivestono il corpo, la divisa elegante della flotta è scomparsa e al suo posto c'è una sobria t-shirt, ma la differenza più grande è il phaser che Ryan tiene in mano.

L’attuale comandante Bell non avrebbe mai portato con sé una pistola phaser, non ne era neanche in grado.

Con la donna ancora stretta a sé, Ryan dice:

« Dovete essere venuti dal passato immagino. Seguitemi non possiamo stare qui. » poi si incammina verso una parte particolarmente distrutta della città. Dopo una decina di minuti arrivano a un edificio diroccato.

« I laboratori. » sussurra Andromeda guardando l'edificio, Ryan annuisce:

« Sì metà della popolazione rimasta ormai vive qui. Siamo riusciti a schermarlo così non rilevano i nostri segni vitali. L'altra metà è all'accademia. » l'uomo si guarda attorno e poi apre la porta facendo entrare i quattro ufficiali.

Dentro all'edificio una ragazza molto giovane corre incontro al gruppo « Papà grazie al cielo pensavo ti fosse successo qualcosa. » dice sorridendo, quando il suo sguardo arriva a Andromeda la ragazza sbianca paurosamente, così come Andromeda.

« Papà? Come, che vuol dire? » dice sconvolta guardando Ryan e la ragazza che si somigliano moltissimo, l'uomo sospira dicendo:

« Sì lei è Nyx. Nostra figlia, o meglio, una dei due. » a quella frase Nyx scoppia in lacrime.

« Come è possibile? Mamma è morta. » dice tra un singhiozzo e l'altro.

« Sono venuti dal passato ma non è il momento di chiacchierare ora. » risponde Ryan prendendo per mano la figlia e camminando verso un lungo corridoio.

Ma Andromeda voleva, ovviamente, saperne di più.

« Io ho figli? Sono morta? Una dei due? » dice arrivando a fianco dell'uomo.

Nyx la guarda per poi guardare il padre.

« Sì, sì mi spiace e sì quella volta abbiamo avuto due gemelli cioè Nyx e Shin. » dice Ryan continuando a camminare.

Andromeda guarda Jonathan, Kathryn e Chakotey per poi sospirare arresa.

Il gruppo arriva all'enorme laboratorio stracolmo di gente, molti salutano Ryan e Nyx mentre altri guardano stupiti Andromeda, Jonathan, Kathryn e Chakotey il che è normale, dato che tutti e quattro risultano essere morti e tre anche da parecchi secoli.

Una donna si avvicina a Ryan con aria sollevata:

« Dottore, il coprifuoco è passato da un'ora ormai. Ci avete fatto preoccupare. » dice sorridendo.

L'uomo si gira verso Andromeda spiegando:

« Lei è Candice, un'apprendista. Purtroppo siamo rimasti in pochi medici e molti non lo sono neanche, come me. Ma non va malaccio per lo più curiamo i feriti. »

Candice annuisce con una smorfia:

« Già. Oggi fortunatamente non è successo nulla, strano in effetti ma, meglio così.» dice andando poi verso un gruppetto di persone intente a parlare animatamente.

« Che cosa terribile. » dice Kathryn guardandosi attorno sconsolata, i suoi occhi diventano lucidi quasi subito e Chakotey accorre in suo aiuto abbracciandola.

Jonathan si strofina gli occhi incredulo.

« E'.. colpa nostra se è successo tutto questo? » chiede mantenendo la calma.

« No. Se non sapevate nulla è colpa degli Xindi. » lo rassicura Chakotey ma questo non convince del tutto Jonathan che però si limita ad annuire.

Ryan porta i quattro in una stanza che doveva servire da dormitorio, vista la quantità di letti presenti.

« Bene sarete stanchi, domani mattina parleremo con calma e vedremo come riportarvi nella vostra linea temporale. Ora vi lascio, devo sistemare alcune cose. 'Notte.» dice per poi uscire dalla stanza e lasciarli soli.

« Pensa che siamo arrivati qui per caso.» dice Chakotey ripensando alle parole di Ryan; Jonathan si lascia sfuggire un sorriso e Chakotey lo segue.

« No noi possiamo tornare. Lo scopo di questo viaggio era vedere cosa sarebbe successo se non foste arrivati voi, ma siete arrivati. Perché ci ha portato qui? » chiede Jonathan tornando serio.

« Chi lo sa, staremo a vedere domani. » risponde Chakotey stendendosi in uno dei letti, tre dei quali già occupati dai colleghi.

 

 

Mentre Kate, Chakotey e Jonathan dormono, Andromeda continua a pensare a Ryan, così cambiato, ai suoi figli. Figli. Ma lei aveva visto solo Nyx. E Shin dove era? Molte domande vorticano nella sua testa e la donna non riesce a dormire, così esce silenziosamente dal dormitorio ora pieno.

Se conosceva bene Ryan, e lo conosceva, allora lo avrebbe trovato in laboratorio intento in qualche strano esperimento.

La donna pensa alle giornate passate ad ascoltarlo parlare entusiasta, mentre attraversa ciò che rimane dell'edificio per raggiungere il laboratorio, davanti alla porta però è sul punto di cambiare idea quando invece il suo corpo agisce da solo e apre la porta. Ryan davanti a lei la osserva stupito mentre dietro di lui compare Nyx che sorride radiosa a Andromeda.

« Ciao mamma. ‘Notte papà e cerca di dormire. » dice la ragazza uscendo dal laboratorio, Andromeda sorride e Ryan sbuffa.

« Dormire, non conosco questa parola. Neanche te a quanto vedo. Non riesci a dormire?» dice tornando a fare ciò che stava facendo prima che Andromeda arrivasse, la donna si avvicina.

« Sì è così. Ryan parlami di noi, della nostra famiglia. Hai parlato di due figli ma qui c'è sono Nyx.» dice esitando, l'uomo la guarda e esita a sua volta.

« Shin non esiste più per me. Devi sapere che alcuni terrestri hanno preferito il tradimento alla morte e si sono uniti agli Xindi. Tu sei stata una dei primi a morire in battaglia, Nyx e Shin avevano quattro anni ma crescendo Shin si è convinto che la tua morte fosse colpa mia, che avrei potuto salvarti. Ora lui è con gli Xindi e mi da la caccia. » risponde lasciandosi sfuggire un sorriso ma gli occhi si riempiono di lacrime; Andromeda è sconvolta ma si affretta comunque a consolare il compagno stringendolo forte.

Ryan borbotta qualcosa per poi baciare con forza Andromeda, tenendola stretta a sé. La donna, stupita, lotta contro l'istinto di allontanarsi e infine porta le braccia attorno al collo del compagno e si abbandona tra le sue braccia.

Andromeda è stupita di quanto la guerra abbia cambiato Ryan, l'uomo che in quel momento era nella DeLorean a più di seicento anni di distanza non l'avrebbe mai baciata perché la parte vulcaniana sovrasta quella umana, ma il Ryan che la stava baciando ora era più umano, aveva lasciato da parte la parte vulcaniana per dedicarsi ai superstiti.

Andromeda rompe il bacio sorridendo.

« Non mi hai mai baciato. O meglio il Te del mio tempo non mi ha mai baciato. » dice prendendo le mani di Ryan il quale risponde:

« Non ancora. Non voglio dirti quando perché ti rovinerei il momento, temo. Mi sei mancata, da quando sei morta non ho pace.»

Andromeda passa da felice a abbattuta, Ryan le accarezza delicatamente una guancia e lo guarda preoccupata.

« Io dovrò andare, devo tornare nella DeLorean tra non molto. » dice sfiorando la mano del compagno, lui sorride lievemente e annuisce.

« Perché non partite anche voi? Ci sono le astronavi no? » dice Andromeda piena di speranza, ma Ryan la distrugge subito sospirando afflitto:

« Vieni con me. » dice l'uomo uscendo dalla porta del laboratorio.

Andromeda cammina a passo veloce per star dietro a Ryan, i due attraversano tutto l'edificio e arrivano a una porta che la donna non aveva notato; Ryan la apre e vi entra sparendo nel buio. Andromeda lo segue riluttante e va a tentoni finché l'uomo non torna indietro prendendola per mano.

Quella che sembra una galleria sembra anche non finire mai, i minuti passano e Andromeda inizia ad abituarsi al buio e riesce a intravedere le pareti di terra e Ryan davanti a lei finché non si ferma e sussurra.

« Ci siamo, non parlare, cerca di non far rumore perché qui è pieno di Xindi. » e poi apre pianissimo una porticina che riempie subito di luce la galleria.

Una volta usciti Andromeda capisce che il tunnel collega i Laboratori a un hangar dove è riposta la DeLorean ormai inutilizzata.

« Come vedi l'astronave c'è. » dice Ryan dopo aver controllato attentamente se c'è qualcuno « Ma gli Xindi la sorvegliano costantemente, in più dall'ultimo volo necessita di un nuovo pezzo che purtroppo non possediamo. Non possiamo tentare un abbordaggio senza il pezzo, non servirebbe. » continua sfiorando l'enorme astronave.

Andromeda mette una mano in tasca e ne tira fuori un pacchettino che si era completamente dimenticata di avere e lo mostra a Ryan « Mi hanno detto che questo servirà. Magari è il pezzo. » sussurra il più piano possibile ma da dietro di loro una voce chiara squillante dice:

« Padre, ti ho sentito. E non sei solo, hai portato qualcuno con desideri di suicidio?» la voce è di un ragazzo alto, con capelli neri e... le orecchie a punta.

« Shin. Che piacere vederti. » dice Ryan gonfiando il petto.

« Risparmiati l'ironia, non sei in grado di farla. » dice Shin con un tono perfido, il ragazzo non ha ancora notato Andromeda, nascosta dall'ombra dell'astronave.

Shin punta contro Ryan un phaser e non ha intenzione di abbassarla anzi, muore dalla voglia di usarla ma sembra che aspetti il momento giusto.

« Non sono ironico, sei comunque mio figlio. » dice Ryan continuando a fissare Shin che però ha notato Andromeda e la guarda sconvolto.

« Mamma. » dice il ragazzo abbassando lievemente l'arma.

Andromeda lo guarda e annuisce « Sì sono io. » dice avvicinandosi un po' ma Shin incredibilmente si allontana.

« No. Tu sei morta » grida il ragazzo mentre le lacrime cominciano a rigargli il viso « Ci hai provato padre. Ma non sono così stupido. » dice fulminando Ryan con gli occhi per poi andarsene.

« E' andato a chiamare gli Xindi andiamocene o troveranno il passaggio. » dice Ryan aprendo di nuovo la porticina e trascinandoci Andromeda.

« Non ci ha creduto. Pensa che io sia un clone o un cosa simile? » dice la donna attraversando il lungo tunnel che li riporta ai Laboratori.

« Sì penso proprio che ti creda un clone. Ma me lo aspettavo. Allora che mi stavi mostrando prima?» risponde Ryan una volta tornati al laboratorio, Andromeda, la quale ha ancora in mano il pacchettino, lo mostra nuovamente a Ryan e poi lo apre tirandone fuori un pezzo di metallo con un LED all'estremità « E' lui, il pezzo che ci serve. » dice l'uomo guardando il pezzo.

Andromeda si porta il piccolo LED davanti agli occhi osservandolo attentamente « E' questo coso che vi ha trattenuti qui? » dice infine rimettendo il pezzo nella scatolina e consegnandolo a Ryan.

« Sì proprio quel pezzo. Ma ora possiamo riprenderci la DeLorean, sapevo che avresti portato novità, cara.» risponde l'uomo ammiccando ad Andromeda prendendo il pacchetto.

 

 

« E così il pacchetto che ti ha dato Hari li aiuterà a scappare.» dice il capitano Archer dopo aver ascoltato il racconto di Andromeda sugli eventi della notte precedente.

« Sì. Ora dobbiamo aiutarli a riprendere la DeLorean e poi penso che Hari ci riporterà nella nostra linea temporale. » risponde la donna assonnata.

In quel momento compare Ryan accompagnato da Nyx e da un uomo biondo sulla cinquantina.

« Bene signori vi avviso che stasera inizia il recupero della DeLorean. Una volta che l'astronave sarà di nuovo nostra potremo far salire tutti a bordo e andarcene. » dice l'uomo biondo tenendo le braccia dietro la schiena.

« Stasera? E come farete se vi seguiranno? » risponde sconvolta il capitano Janeway.

« Io e il comandante Forrest siamo certi di poterli battere in velocità ma, una volta impadroniti della DeLorean, avremo meno di mezzora per installare il pezzo e partire »

 

 

Per tutto il pomeriggio Andromeda, Kathryn, Jonathan e Chakotey aiutano il comandante Forrest a pianificare una strategia e, troppo in fretta, arriva l'ora di agire.

Ryan ha annunciato a tutti i superstiti dell'operazione e sono tutti pronti per imbarcarsi al segnale di Forrest ma tutto dipende dalla buona riuscita dell'operazione.

« Nyx non verrà con noi vero? » dice Andromeda fermando Ryan.

« No. E non verrai neanche tu, né gli altri tre con cui sei venuta. » dice l'uomo armeggiando con un tricorder.

« Stai scherzando? Non ti lascio andare da solo. Mi sta bene lasciare qui Janeway, Chakotey e Archer ma io vengo con te. Ryan, hai capito? » replica Andromeda offesa prendendo il tricorder a Ryan.

« Ok. Ma sappi che non perderò tempo a salvarti, principessina. » risponde l'uomo prendendo il computer dalle mani della compagna.

« Ma come sei.. Chi ti dice che non sarò io a salvarti? » chiede Andromeda ma Ryan si limita a ghignare divertito e a dare inizio all'operazione.

 

 

Il gruppo incaricato di spianare la strada è ora in marcia lungo la galleria che sbuca all'hangar di lancio. Kate, Jonathan e Chakotey hanno fatto di tutto per essere nel gruppo e non abbandonare Andromeda e Ryan così ora seguono obbedienti il comandante Forrest, armati e pronti alla battaglia.

Forrest apre la porticina e uno ad uno il gruppetto si raduna davanti alla DeLorean ma non hanno il tempo di chiedere ordini che gli Xindi attaccano.

« Sparate. » ordina il comandante Forrest e a quel grido l'hangar si riempie di lampi luminosi confusi, corpi che si accasciano a terra, si vedono membri di entrambi i gruppi che abbandonano le armi per attaccarsi a mani nude; il tutto continua per parecchi minuti finché Forrest non grida:

« Proteggetevi, nascondetevi.» e tutto il gruppo umano ha poche frazioni di secondi per eseguire, prima che una bomba al plasma stermini tutti gli Xindi presenti nell'hangar.

Pian piano gli umani escono dai loro nascondigli e guardano il campo di battaglia con tutti quei morti.

« Oh mio Dio. » dice Jonathan Archer mentre Ryan dietro di lui da il segnale ai superstiti.

« A tutte le unità. Dirigetevi alla DeLorean il più in fretta possibile. » e neanche un minuto dopo una folla di gente corre verso l'entrata dell'astronave.

« Ryan Bell a Trent Brown, guardia-marina prenda il timone della nave e attenda il via libera del comandante Forrest. » ordina Ryan a Trent e Andromeda è felice di sentire che qualcuno del suo equipaggio è vivo.

Dopo una ventina di minuti di flusso continuo di persone finalmente l'umanità è nella DeLorean; Ryan, Andromeda, Kate, Jonathan e Chakotey sono gli ultimi nell'hangar e stanno per entrare quando Ryan viene scaraventato a terra da Shin il quale blocca il padre a terra e gli punta contro un fucile a fase.

« Forse non riuscirò a fermare questa maledetta nave. Ma almeno so che tu non ci salirai mai, game over padre. » e prima che Andromeda possa fermare il figlio questo spara e colpisce Ryan in pieno petto.

Ad Andromeda esce un grido soffocato e poi la scena sparisce e lei cade in ginocchio nella plancia della DeLorean, in lacrime, gridando.

« No. Fammi tornare indietro! » Hari scuote la testa e si inginocchia accanto alla donna.

« Non posso, mi spiace. Ma voi potete cambiare quel futuro, voi potete salvarlo. » dice prendendo le mani di Andromeda e alzandola.

Kathryn la abbraccia mentre Jonathan e Chakotey le sfiorano le spalle rassicuranti, tutti e quattro decisi a salvare la Terra e ad evitare quel Tragico Futuro.

 

FINE QUARTO CAPITOLO

 

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Capitolo 5
*** Verso la fine. ***


 

 

 

Data astrale 20112156

Diario del capitano Andromeda Messier

 

Dopo giorni di viaggio siamo finalmente arrivati nei pressi di Azati Primo, il pianeta dove è custodita la bomba che il capitano Archer dovrà disinnescare.

Giorni fa il capitano ha incontrato i rappresentanti degli Xindi acquatici che ci hanno fornito importanti informazioni sul vero pericolo: gli Xindi rettiliani.

Gli eventi che accadranno però potranno permettere alla Voyager e alla DeLorean di tornare nelle loro linee temporali.

 

 

« Capitano rilevo un centinaio di navi Xindi » dice Ryan Bell osservando i sensori che lampeggiano in modo anomalo.

« Come ci aspettavamo, no? Comunque ora il compito principale spetta al capitano Archer, il nostro compito è finito ormai » risponde Andromeda seduta al suo posto.

Gli ufficiali della DeLorean guardano con timore l'oblò che mostra moltissime navi nemiche pronte ad attaccare qualsiasi intruso si mostri.

Anche la Voyager sta in disparte seguendo così l'esempio della DeLorean; il capitano Janeway è decisamente in ansia ma anche sollevata al pensiero che, di li a poco, sarebbero riusciti a tornare a casa.

« Tecnicamente il comandante Bell ha ragione, ma per portare a termine l'operazione manderemo fuori uso i motori. Non oso immaginare come arriverà nel 2600 la DeLorean, serve tantissima energia per fare uno spostamento simile e a loro ne servirà il doppio della nostra. » dice freddo Tuvok al comandante Chakotay.

L'uomo si ferma a pensare qualche secondo, poi si avvicina a Tuvok e controlla i dati.

« Hai ragione ma forse è meglio non pensarci ora e, soprattutto, non pensarci noi » risponde Chakotey sempre concentrato sui dati.

Il capitano Janeway ha sentito sia Tuvok che Chakotey e interviene:

« Perché non dobbiamo pensarci noi? Vogliamo che anche la DeLoran arrivi a casa no?»

« Sì ma ci avranno già pensato, no? Bell ci ha detto del problema dell'energia, lo avranno risolto » risponde Chakotey imbarazzato; Kathryn si calma e scuote la mano:

« Hai ragione, scusa. Sono solo preoccupata. »

 

Kathryn Janeway non è l'unica ad essere preoccupata, anche il capitano Archer non si da pace mentre cammina in circolo nella sua stanza, l'idea di doversela cavare da solo di solito non lo spaventa minimamente ma, stavolta, ha davvero paura di sbagliare mossa e condannare la Terra, l'Enterprise e le due astronavi venute dal futuro.

Ha assistito alla riunione tra gli ufficiali della Voyager e quelli della DeLorean dove hanno scelto il momento in cui tornare nel futuro, la discussione viene però interrotta bruscamente quando si accorgono che Jonathan è nella stanza.

Lì per lì il capitano Archer si era messo a ridere ed era uscito senza troppi problemi dalla stanza, però, una volta fuori la portata di qualsiasi membro dal futuro, ovvero negli alloggi nel comandante Tuker, si era sfogato:

« Che problemi hanno? »

« Magari è qualcosa che non devi sentire, o forse non saprei. Saluteranno prima di andare no? »

« Trip, che c’entra? Non mi interessa se salutano o no. »

« E' un modo per dire che dovranno dirci quando intendono partire e di conseguenza anche come faranno. Voglio proprio sentire il piano. »

« Non ce lo diranno, non possono altrimenti modificherebbero la nostra linea temporale. »

« Non è detto, magari Ryan Bell uscirà dicendo che scopriremo il viaggio nel tempo proprio ora. »

L'ultima frase di Tuker scatena in Jonathan una risata.

« Ma andiamo Trip, non avrai mica questa speranza » dice per poi alzarsi e andarsene senza neanche salutare l'amico.

La rabbia di Jonathan continua anche nel turno serale con la differenza che, in plancia, il capitano è impegnato a preparare un valido piano che blocchi la prima bomba su Azati Primo. Il piano è aspettare il momento giusto e poi attaccare a colpo sicuro e disattivare la bomba principale.

T'Pol mostra al capitano Archer una scansione della bomba e non nasconde una leggera preoccupazione:

« Capitano come faremo a distruggerla? Dovremo andarci dentro, ma sarebbe un suicidio. »

« Lo so ma non abbiamo altra scelta. »

T'Pol scuote la testa mostrando dissenso e in quel momento Hoshi Sato sparisce.

 

 

« Capitano, l'Enterprise ci sta chiamando. » dice Bonnie Taylor.

« Risponda pure ma penso di sapere già cosa vogliono » risponde il capitano Messier guardando Ryan, il quale, accenna un sorriso forzato.

Bonnie armeggia con i comandi e subito la voce alterata di Archer echeggia in plancia.

« Dov'è Hoshi? » ringhia guardando Andromeda che a sua volta lo guarda tranquillissima.

« L'hanno presa gli Xindi. »

« Ma bene. Lo dite come se fosse la cosa più normale che potesse accadere, Capitano. »

La voce del capitano Archer diventa ironica, Andromeda continua a restare impassibile e Ryan decide di intervenire.

« E' la cosa più normale che potesse accadere, Capitano. Doveva accadere, anzi, dovrebbe esserne felice dato che questo è il segno che la Storia si sta raddrizzando. »

Alle parole di Ryan, Jonathan scoppia a ridere sempre più ironico per poi dire:

« Davvero comandante? Davvero dovrei esserne felice? Ditemi almeno se riusciremo a salvarla. »

« Non se state qui a gridarci contro, Capitano. » risponde Andromeda cercando di stare calma, alterarsi con Archer non le sarebbe servito e sapeva di aver appena spento un litigio sul nascere solo guardando Ryan.

Sorprendentemente, Jonathan sospira e si calma.

« Già, è vero, sì avete ragione. Ma per noi è frustrante questa situazione. »

« Anche per noi capitano Archer. Segua il suo istinto, vedrà che farà la cosa giusta. »

Dopo le parole di Andromeda la conversazione s'interrompe bruscamente, e qualcosa colpisce la nave.

« Capitano ci hanno visti. Gli Xindi ci attaccano » dice Ryan muovendosi frettolosamente tra una console e un'altra.

« Alzare gli scudi, preparate i siluri. Ryan dobbiamo distrarli o Archer non riuscirà mai ad arrivare nei pressi di Azati Primo. »

Ryan annuisce e si mette al lavoro. Andromeda vede che anche la Voyager si è armata ed è pronta ad attaccare mentre l'Enterprise si allontana.

L'ansia e la forte tensione si fanno sentire e l'imminente battaglia non aiuta, ma la DeLorean e la Voyager controllano ogni nave Xindi nei paraggi in attesa dell'attacco. Che però non arriva.

 

« Hanno lasciato andare l'Enterprise così? Non c'hanno neanche provato a fermarla e non stanno facendo nulla a noi » dice il capitano Janeway osservando i sensori sempre più perplessa.

« Forse non ci ritengono una minaccia ma potrebbero ritenere almeno l'Enterprise una minaccia visto che una loro navetta sta per entrare nella bomba. » risponde il comandante Chakotey cercando di mantenere la calma. Kathryn, sempre più nervosa, scuote la testa.

« Non è possibile che non ci ritengano una minaccia. Abbiamo armi più sofisticate delle loro, al massimo non ci attaccano proprio perché ci ritengono una forte minaccia ma anche questo non ha senso. »

Kathryn continua a scuotere la testa quando alza gli occhi sconvolta:

« Ho capito. Loro lo sanno, come noi. Anche loro sanno già come andrà. »

 

 

****************

 

 

Il capitano Archer e il tenente Reed si preparano tutto il necessario per l'entrata nella bomba principale per recuperare Hoshi Sato e impedire l'esplosione della bomba stessa. Lo sfogo con la Messier e Bell ha alleggerito i pensieri di Jonathan che ora sono fissi sulla loro missione.

Malcom Reed consegna al suo capitano delle armi e gli spiega come usarle al meglio ma Jonathan annuisce soltanto.

La navetta è ora pronta a partire, Archer e Reed sintonizzano i sensori della navetta a quelli dell'Enterprise e finalmente partono.

La DeLorean e la Voyager sono sempre ferme nello stesso punto così come le navi Xindi.

« Sembra che stiano aspettando qualcosa » dice Reed distogliendo lo sguardo dalla scena.

Jonathan non risponde, sa che dovrebbe preoccuparsi per la DeLorean, la Voyager e la stessa Enterprise che li attende vicino ad Azati Primo ma sa anche che la buona riuscita della missione dipende dalla sua calma.

La navetta attracca nella bomba senza aver trovato alcun ostacolo.

« Capitano, qualcosa non quadra. Perché nessuno viene a salutarci? » chiede ironico Malcom Reed ma anche questa volta non riceve risposta dal capitano Archer.

 

 

**************

 

 

« Dovevamo pensarci. Ora dobbiamo intervenire, non abbiamo altra scelta. » dice Andromeda Messier al capitano Janeway che annuisce.

« Tuvok e Chakotey andiamo alle navette. » risponde Kathryn chiudendo la comunicazione.

Andromeda sospira e esce dalla plancia seguita da Ryan e Trent.

« Se gli Xindi hanno davvero in mente un'imboscata dobbiamo stare più che attenti. Dobbiamo tenerci in costante contatto con la DeLorean e la Voyager se vogliamo partire » dice Andromeda ai due ufficiali mentre la navetta effettua i controlli.

 

Dopo pochi minuti sia la navetta della Voyager che quella della DeLorean sono partite, scatenando l'ira della flotta Xindi che, finalmente, esce dalla paralisi in cui si trovava.

In altrettanti pochi secondi la battaglia è iniziata: le navi Xindi attaccano le navette, le quali non possono far altro che schivare la maggior parte dei colpi avendo a disposizione ben poche armi da usare.

Le due navette riescono a uscire dal campo minato con qualche danno grazie all'intervento della DeLorean, della Voyager e dell'Enterprise le quali hanno attaccato le navi Xindi permettendo così agli ufficiali di raggiungere la bomba.

La bomba: una sfera enorme e minacciosa certamente in grado di distruggere da sola l’intero pianeta Terra, ma non era l'unica bomba che gli Xindi avevano assemblato. Quella era solo la prima di una sequenza di armi ben più catastrofiche.

Andromeda e Kathryn riescono ad attraccarsi alla bomba senza particolari problemi.

« Troppo semplice » dice Andromeda puntando il phaser davanti a sé

« Capitano questo ponte è completamente vuoto » dice Tuvok guardando il tricorder

Andromeda abbassa l'arma, Chakotey prende il comando del gruppo e li porta al ponte successivo che risulta essere sempre deserto. Il gruppo passa altri tre ponti deserti quando:

« Capitano abbiamo trovato gli Xindi e anche i membri dell'Enterprise. » dice Ryan sottovoce.

Tutti e sei prendono un phaser e si preparano ad attaccare, questa volta è Ryan a precedere tutti tenendo alti phaser e tricorder.

« Sono troppi. Siamo solo in otto, contando il capitano Archer e il tenente Reed mentre gli Xindi sono più di un centinaio, solo in questo ponte » dice freddamente guardando i cinque compagni.

« Non abbiamo altra scelta. Dovrà essere Archer a combattere e esplodere insieme alla bomba che lo farà tornare nel 1917. Dobbiamo liberargli la strada. » replica Chakotey mentre gli altri annuiscono sovrappensiero. Ryan sospira ma si arrende.

« Ottimo. Ci suicidiamo o abbiamo un piano? » dice il vulcaniano dopo qualche minuto di pausa.

« Non vi facevo così ironico comandante » dice Tuvok; Ryan accenna solo a un sorriso come risposta.

« Se togliamo momentaneamente l'energia al generatore avremo un piccolo vantaggio, no? » dice timidamente Trent Brown facendosi subito piccolo quando i cinque compagni si girano a guardarlo. Andromeda sorride.

« E' un'idea. Non la migliore ma è l'unica che abbiamo. Dove troviamo il generatore? » dice avvicinandosi a Ryan per controllare il tricorder.

« Al prossimo ponte. Avremo al massimo quindici minuti prima che qualche Xindi venga a far ripartire il generatore » risponde Ryan.

« Beh a quel punto avremo già fatto progressi, o almeno, così si spera » dice Kathryn un po' più sollevata.

Il loro non era un vero e proprio piano e non avrebbe di certo funzionato per sempre ma bastavano pochi minuti per far uscire Archer dallo sciame di Xindi.

Il gruppo ha mandato Trent Brown a spegnere il generatore, anche pochi secondi possono essere decisivi, così Trent spegne il generatore e il resto del gruppo irrompe nel ponte pieno di Xindi.

Dopo un attimo, Trent toglie energia al generatore e le luci spengono.

Kathryn, Andromeda e gli ufficiali si fanno coraggio ed entrano nel ponte ma non trovano un gruppo di Xindi confuso bensì un gruppo ben armato e pronto a combattere.

In pochi secondi la stanza si illumina di raggi rossi che provengono da ogni direzione, Hoshi Sato ancora legata grida finché Malcom Reed non le si avvicina e la libera portandola fuori dal ponte. Chakotey spara alla cieca cercando di tenersi sempre vicina Kathryn; Andromeda individua Archer poco lontano da lei e si fa strada attraverso i combattenti senza neanche sparare un colpo.

« Capitano deve uscire di qui. » grida Andromeda una volta arrivata di fianco a Archer.

« Ho perso Malcom e Hoshi. »

« No, sono usciti prima. Sono salvi e dovete uscire anche voi »

Mentre Andromeda e Jonathan parlano uno degli Xindi prende l'occasione per colpirli di sorpresa, punta il phaser e sta per premere il grilletto ma Ryan è più veloce di lui.

« Andromeda! » grida attraverso il rumore dei colpi, la donna si gira verso la voce e ciò che vede la fa gridare a sua volta.

Ryan non si accorge dell'alieno che, di fianco a lui, è pronto a colpire .

Andromeda non fa in tempo neanche ad aprire bocca che lo Xindi ha già sparato e il raggio rosso colpisce Ryan il quale cade a terra senza vita.

Un grido silenzioso parte dal petto di Andromeda, le lacrime iniziano a scorrerle sul viso e, presa dalla disperazione, spara ad ogni Xindi che vede davanti a sé, nella speranza di colpire quello che ha ucciso Ryan. 

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