THE KING OF NEVERLAND

di Whiteeyes95j
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** THE KING AND THE PIRATE ***
Capitolo 2: *** Fresh Start ***
Capitolo 3: *** The one and only King of Neverland ***



Capitolo 1
*** THE KING AND THE PIRATE ***


THE KING OF NEVERLAND

THE KING AND THE PIRATE 

 
La stanza era illuminata solo dalla chiara luce della luna, gli unici suoni che si sentivano erano i gemiti, gli ansiti e le urla di due figure avvinghiate sul talamo di quella stanza da letto.
 
<< Più forte… avanti Capitano. >> disse una delle due persone
 
Peter Pan, re indiscusso di Neverland, stava implorando ( o meglio dire provocando ) il Capitano Hook affinché aumentasse il ritmo delle sue spinte. Era da un po’ di tempo che i due avevano intrapreso quella specie di relazione, che tuttavia nessuno dei due, soprattutto il primo, osava mai definire relazione ma piuttosto un “innocuo gioco da grandi”. Da quando Hook era giunto a Neverland, Pan non aveva esitato a dargli il suo “caloroso” bentornato. Un bentornato fatto di prese in giro, frecciatine e provocazioni. Tuttavia Pan era incuriosito non poco da Hook, in fondo, anche se non lo avrebbe mai ammesso, lo era sempre stato, sin dalla prima volta che lo aveva visto. E inoltre gli piaceva troppo provocarlo. Così una sera, dopo l’ennesimo scambio di “complimenti” tra i due, Pan gli propose un accordo, gli propose di essere “favorito” tra tutti gli altri abitanti dell’isola che non appartenessero alla sua cerchia in cambio di compagnia. Ciò avrebbe comportato grandi vantaggi sia per Hook che per la sua ciurma. Essere nelle grazie del Re di Neverland ti teneva in un certo senso lontano da molti guai, le sirene ti lasciavano in pace, gli indiani temevano Peter Pan e non si sarebbero mai permessi di fare qualcosa che rischiasse di contrariare il Re e i Lost Boys non muovevano un dito senza un ordine del proprio Re.
Hook aumentò il ritmo delle spinte, continuando a sfregare i suoi fianchi su quelli di Peter, continuando a baciargli il pallido collo lasciando succhiotti e morsi mentre continuava a penetrarlo. Peter era così stretto, così bello, così desiderabile, che nonostante la sua coscienza gli suggerisse che fosse sbagliata e peccaminoso ciò che stesse facendo, lui non sapeva rinunciare a lui. Peter gli aveva concesso di poter fare ogni cosa durante i loro incontri, lo poteva spogliare, gli poteva lasciare i succhiotti, graffi, poteva stare sopra, glielo poteva leccare, lo poteva prendere con forza. Solo una cosa gli aveva vietato di fare, baciarlo, baciarlo anche solo a stampo, sulle labbra. Infatti gli aveva detto che non appena lo avesse baciato il loro accordo sarebbe stato annullato. Hook allora non si curò neanche di chiedergli perché, interessato solo ai vantaggi che avrebbe ottenuto da quell’accordo. In fondo era solo sesso, niente sentimenti, niente pretese, niente di niente. E lui in fondo stava ancora male per Milah ed era convinto che non avrebbe mai provato per nessuno quello che aveva provato per lei.
Continuò a penetrarlo con forza fino a quando non venne dentro di lui. Era incredibile come ogni amplesso lo lasciasse sempre estasiato ma anche scombussolato. Come se fosse ubriaco. Fece appena in tempo ad uscire da lui per poi sdraiarsi accanto a lui sul letto della sua stanza. Dopo pochi minuti, Peter si alzò dal letto e cominciò a raccogliere i suoi vestiti per poi indossarli e tornare all’accampamento.
 
<< Stai andando via ? >> gli chiese Hook che tuttavia già conosceva la risposta
 
<< Come sempre. Devo tornare dai miei Boys. E poi ho altre cose da fare >> rispose semplicemente Pan cominciando a rivestirsi
 
<< A quest’ora ? >> chiese Hook scettico
 
<< Che tu ci creda o no, essere il Re di Neverland è un lavoro a tempo pieno. Ci sono sempre cose da fare >> rispose Peter con aria fiera
 
<< Strano, di solito io e i Re non andiamo molto d’accordo >> commentò Hook
 
<< Gli altri re non sono stati molto generosi con te. Inoltre gli altri re sono vecchi, brutti, e molto stupidi >> disse Peter sprezzante
 
<< Come se tu fossi giovane >> lo prese in giro Hook
 
<< Almeno sono bellissimo, e non sono un ignorante che prende in giro i suoi uomini assegnando loro una missione suicida, in un mondo nuovo, senza neanche dire tutta la verità >> ribatté Pan facendo un chiaro riferimento alla morte di Liam
 
<< Hai sempre la risposta pronta tu eh ? >> chiese Hook
 
<< Mai essere impreparati, Captain >> disse Peter finendosi di vestire per poi scomparire nella notte
 
Hook attese qualche minuto, quasi per assicurarsi che lui se ne fosse andato, per poi spostarsi all’altro lato del letto per annusare le lenzuola del letto ancora impregnate del suo profumo. Il profumo della pelle di Peter era qualcosa di meraviglioso, era un odore che sapeva di boschi, di cielo, di libertà. Un profumo che gli annebbiava i sensi, unico nel suo genere, indimenticabile, inconfondibile, irresistibile. La verità, è che per quanto tentasse di negarlo a se stesso, lui lo amava, amava Peter Pan, amava il Re di Neverland, amava ogni cosa di lui. Indescrivibile era il suo desiderio di baciare quelle labbra carnose, la sua bramosia di assaporarle. Era difficile per lui non fissargli le labbra mentre lui parlava, o mentre lui gemeva, o quando lo guardava negli occhi mentre lo penetrava, quando tra le sue labbra e le proprie mancava solo un millimetro di distanza per incontrarsi. Lo amava, bramava le sue labbra ma sapeva che se lo avrebbe baciato lo avrebbe allontanato da sé per sempre. Al pensiero di non poter più godere della sua compagnia, neanche in quei brevi istanti, gli fece scivolare una lacrima silenziosa lungo la guancia che non esitò ad asciugare, prima di sprofondare tra le braccia di Morfeo.
 

 
Hook stava camminando nel bosco di Neverland in cerca di erbe mediche. Uno dei suoi uomini si era gravemente ammalato e quindi Hook aveva deciso di andare alla ricerca di erbe mediche insieme a un piccolo numero dei suoi uomini.  Aveva ordinato loro di dividersi e di ritrovarsi al tramonto, prima che facesse buio. Hook quindi, con la spada in mano, cercava di farsi spazio tra la fitta vegetazione di Neverland. Di solito non amava le scampagnate nei boschi dell’isola, ma quel giorno aveva bisogno di tenersi impegnato, di non pensare a lui, al Re, che quella sera avrebbe visitato il suo talamo per poi sparire nella notte come ogni volta. Tuttavia fu distratto dal suono di gemiti e ansiti che provenivano non molto lontano da lui. Hook, incuriosito e speranzoso che non si trattasse di uno dei suoi uomini che si era intrattenuto con qualche indiana, si diresse verso l’origine di quei gemiti e per poco non svenne quando vide chi fossero i proprietari. Felix, il braccio destro del Re, stava penetrando lo stesso contro il busto di un albero. Non seppe cosa lo ferì di più, se il suono dei gemiti incontrollati di Peter o il fatto che lui si fosse concesso a un uomo che non fosse lui. Hook non riuscì a trattenere una risatina, che illuso che era stato. In fondo se lo sarebbe dovuto aspettare, Peter era stato chiaro. Era solo sesso, niente sentimenti, niente coinvolgimenti, niente esclusività. Non riuscendo più a sopportare quella scena decise di andarsene, facendo più silenzio possibile e cercando di trattenere le lacrime. Quella sera, il Re non si presentò nella sua stanza.
 

 
Erano passati tre giorni da quando aveva visto Peter e Felix fare sesso nella foresta. Tre giorni da quando non vedeva Peter. Tre giorni passati nell’agonia, cercando di trattenere le lacrime e di nascondere il suo dolore alla ciurma. Tuttavia quella sera, finalmente, il Re di Neverland era venuto a trovarlo.
 
<< Buona sera Hook. >> gli disse comparendo dietro di lui
 
Hook stava sfogliando alcuni libri con delle costellazioni di altri mondi che avrebbe voluto visitare quando poi Peter gli aveva parlato. Inizialmente Hook avrebbe voluto ignorarlo, ma poi i suoi occhi non avevano resistito alla voglia di ammirarlo. Peter Pan era infatti appoggiato a una parete della sua stanza, con le braccia conserte e la gamba destra accavallata sulla sinistra, il mento alzato, fiero, con il suo solito sorrisetto irritante.
 
<< Buona sera a te, Pan >> disse lui semplicemente
 
<< Tutto qui ? Non hai altro da dirmi ? >> chiese Pan con il sopracciglio alzato e un’espressione scettica sul volto
 
<< Che cosa dovrei dirti ? >> chiese Hook
 
<< Tipo che ti sono mancato. >> disse Pan allontanandosi dalla parete e avvicinandosi a lui
 
<< Perché dovrei dirti una cosa del genere ? Io ti sono mancato per caso ? >> gli chiese Hook 
 
<< Ti farebbe piacere sentirtelo dire. Spiacente di deludere le tue aspettative, ma ho avuto altro per la testa per poter dedicare un po’ di tempo a te. >> disse Peter sedendosi a cavalcioni su di lui
 
<< Ma non mi dire >> disse Hook con ironia
 
<< Non fare quella faccia, Captain. Ora sono qui, pronto a concederti un po’ del mio preziosissimo tempo >> disse Peter abbassandosi per leccargli il collo
 
<< Nessuno ti obbliga a stare qui >> disse Hook non poco infastidito per l’affermazione di prima
 
<< Se non mi vuoi puoi anche dirlo. Dimmi che non mi vuoi e io me ne vado. >> lo sfidò Peter mentre la sua mano gli accarezzava l’inguine da sopra il tessuto dei pantaloni
 
<< Non ti voglio, puoi andare via >> disse Hook senza alcuna credibilità
 
<< Devi essere più convinto mentre lo dici, Captain. C’è il rischio che nessuno ti creda. >> disse Peter mentre gli sbottonava il bottone dei pantaloni
 
<< Puoi… ah… andare ah…. Ah.. via. >>
 
<< Davvero ? Beh vorrà dire che mi toccherà trovare qualcun altro che sicuramente apprezzerà le mie… attenzioni >> disse Peter alzandosi da lui
 
<< Come ti pare. Sono sopravvissuto tre giorni senza di te. Giorno più giorno meno sono sicuro che non mi accadrà nulla >> disse Hook con scherno tornando a guardare le costellazioni
 
Quanto aveva detto aveva infastidito non poco il Re di Neverland ma tuttavia non volendogli dare alcuna soddisfazione fece uno dei suoi ghignetti malefici e cominciò a guardarlo.
 
<< Bene, allora stasera dovrò trovare qualcun altro a cui concedermi… >> disse avvicinandosi di nuovo a Hook << Qualcun altro da cui farmi accarezzare… >> disse prendendogli la mano e portandogliela sulla sua pallida pancia piatta << qualcun altro che avrà l’onore di ascoltare i miei gemiti di piacere >> disse avvicinandosi al suo orecchio
 
<< Non si è mai parlato di esclusività, puoi farlo con chi vuoi, non mi interessa. >> disse Hook trattenendo un ringhio
 
<< Sul serio ? Ti aspetti davvero che io ci creda ? Che io creda che tu voglia condividere ciò che io ti offro… >> disse Peter scoprendosi tutto il petto, rimanendo solo con i pantaloni indosso << … con qualcun altro ? >>
 
<< Come se tu non ti fossi concesso ad altri >> ribatté Hook ormai stanco di giocare
 
<< Oh, ora ho capito qual è il problema. Ho capito perché stanotte non stai facendo altro che provare a respingermi. Allora non mi ero sbagliato l’altra volta. Purtroppo ero troppo impegnato a gemere nell’orecchio di Felix per concentrarmi su chi ci stesse spiando. Ora ho capito. Immagino che lo spettacolo non ti sia piaciuto vero ? Captain ? >> chiese con un ghigno di soddisfazione
 
<< Cosa vuoi che me ne importi ? Tanto lo so, che lui non ti scoperà mai bene come ti scopo io >> affermò sicuro infilando la mano nei pantaloni verdi di Peter e cominciando ad accarezzarlo
 
<< Ne sembri sicuro. Non lo so, in fondo, non mi concedo a te da tanto ormai. Potrei aver dimenticato quanto sei passionale quando mi penetri, o quanto mi fai gemere, o anche, quanto mi piace >> disse Peter con un ghigno
 
Hook sorrise, consapevole di esserci cascato in pieno. Tolse la mano da dentro i pantaloni di Peter. Si alzò e dopo averlo attirato a sé lo spinse sul letto. Peter a quel punto si tolse i vestiti restanti, e alzò le braccia e anche leggermente il bacino. Un invito esplicito a raggiungerlo. Hook invece voleva torturarlo un po’.   Stette ai piedi del letto dove si tolse il soprabito e la camicia. Rimase a petto nudo e lentamente portò una mano ai pantaloni che si calò lentamente. Peter, stanco di aspettare, si mise a sedere sul letto e avvicinandosi a lui lo finì di spogliare e cominciò a leccarglielo. Hook cominciò a gemere, infilò una mano tra i capelli chiari di Peter e spinse il suo capo contro il suo inguine. Peter sorrise, mentre con le mani cominciò ad accarezzare le gambe toniche e muscolose dell’uomo.
 
<< Ti piace non è vero ? >> gli chiese a un certo punto
 
<< Cosa ? La luna piena o il mio fisico da urlo ? >> chiese Hook fingendo di non capire
 
<< Questo… >> disse Peter prima di ingoiare la lunghezza dell’uomo
 
A quel punto Hook gemette ancora più forte. Doveva aspettarsi che Peter avrebbe presto rivendicato la sua supremazia. Tuttavia questa volta non gliel’avrebbe data vinta facilmente. Lo afferrò per i capelli con la mano sinistra mentre con la destra gli afferrò il mento costringendolo a guardarlo negli occhi per poi spingerlo sul letto e posizionarsi sopra di lui. Senza perdere tempo cominciò a leccargli il collo e cominciò a masturbarlo. Peter avvicinò la bocca all’orecchio di Hook in modo che egli non potesse perdersi neanche un gemito, poi alzò il bacino fino a farlo scontrare con quello dell’altro.
 
<< Ammettilo… Felix non ti ha mai fatto gemere in questo modo >> disse Hook mentre gli faceva il primo succhiotto
 
<< Che c’è ? Sei geloso Hook ? >> lo provoco Peter leccandogli il lobo dell’orecchio
 
<< Geloso di un ragazzino ? Potrei avere di meglio >> rispose Hook
 
Hook capì di averlo fatto incazzare nel momento in cui senti le unghie corte di lui graffiargli la schiena con forza, era sicuro che da alcuni graffi stava uscendo qualche goccia di sangue.
 
<< Stai attento Hook, potrei lasciarti così e andare a cercare compagnia altrove. Non ti conviene fare arrabbiare il Re di Neverland >> disse Pan con tono minaccioso
 
<< Il re o il Principe ? >> lo sfidò di nuovo Hook
 
Pan emise un altro ringhio e con non si sa quale forza invertì le posizioni. Hook si stava già godendo lo spettacolo. Una piccola rivincita per ciò che lui gli aveva fatto passare in quei tre giorni. Peter si posizionò bene sul suo bacino, poi si chinò sul suo petto per baciargli i capezzoli mentre con le unghie cominciò a graffiargli  i fianchi e il petto, stavolta lasciando segni meno evidenti.
 
<< Perché stai cercando di farmi arrabbiare ? >> chiese il Re di Neverland quasi ringhiando
 
<< Credo per lo stesso motivo per cui ti diverti a farmi arrabbiare il più delle volte >>
 
<< Non credo proprio che sia per lo stesso motivo. Io ti provoco perché mi piace provocare le persone fino allo sfinimento. Tu invece vuoi farmi arrabbiare perché ti da fastidio che io mi sia concesso anche a Felix e che ti abbia ignorato per tre giorni. >>
 
<< E perché dovrebbe darmi fastidio ? >>


<> rispose semplicemente Pan
 
Hook non seppe se essere sollevato o triste per ciò che aveva detto. Da una parte si sentiva sollevato perché voleva dire che Pan non aveva capito i sentimenti che provava per lui, dall’altro sperava che forse se lui se ne fosse reso conto qualcosa sarebbe cambiato in maniera positiva. Ma era un illuso anche solo a pensarlo. Peter Pan era uno spirito libero, egli concedeva il suo corpo ma non avrebbe mai concesso a nessuno il suo cuore, a lui non aveva concesso neanche di assaporare le sue labbra. Hook decise di ribaltare le posizioni. All’inizio lo penetrò solo con un dito, poi con due, giusto per fare abituare Peter. Poi quando capì che era pronto cominciò a penetralo, sempre più forte, con bisogno sempre maggiore. Dio, quanto gli era mancato, il suo degli ansiti di Peter, le sue gambe che gli circondavano i fianchi, le sue mani che si infilavano tra i suoi capelli. Non sarebbe mai riuscito a rinunciare a tutto questo. Mai.
 

 
Hook dormì profondamente per tutta la notte, credendo che ciò che era accaduto la notte precedente fosse solo un sogno e che Pan non si fosse presentato neanche quella sera per giacere con lui. Invece con sua sorpresa si svegliò al mattino nel suo letto, nudo, dolorante, con il petto pieno di graffi e di morsi. Ma la cosa che lo sconvolse di più fu che Peter Pan, il Re di Neverland, stava dormendo accanto a lui. Non era mai successo prima. Lui di solito se ne andava pochi minuti dopo aver raggiunto l’apice del piacere dicendo che aveva degli affari da sbrigare. Perché quella mattina era rimasto ? Hook lo guardò. Se possibile, quando dormiva era ancora più bello. I suoi lineamenti fanciulleschi erano rilassati, il petto pallido si alzava e si abbassava lentamente e ti faceva venir voglia di baciare di nuovo, ma la cosa che più attirava il suo sguardo, erano le sue labbra. Quelle labbra che il Re di Neverland continuava a negargli, quelle labbra che lui desiderava assaggiare con tutto se stesso. In quel momento gli balenò in testa un certo pensiero. Sapeva che era rischioso ma forse ne sarebbe valsa la pena, lui non se ne sarebbe mai reso conto. Così Hook, prendendo un po’ di coraggio avvicinò lentamente il suo viso a quello del Re e poggiò delicatamente le sue labbra sulle sue. Fu una sensazione quasi paradisiaca, le sue labbra erano carnose, bellissime da assaporare. Tuttavia a un certo punto il corpo di Peter fu illuminato da uno scintillio verde che durò pochi istanti. Svanì infatti nel momento esatto in cui il Re di Neverland aprì i suoi bellissimi occhi verdi. Peter si mise a sedere di scatto, poi portò la mano alle labbra.
 
<< Tu… tu mi hai… come hai osato baciarmi ? >> urlò il Re di Neverland pulendosi le labbra con il dorso della mano sinistra
 
Hook non sapeva cosa dire. Da quando aveva visto quello strano scintillio verde la sua mente era andata in confusione.
 
<< Che cos’era quello strano scintillio ? >> chiese a mezza voce
 
<< Oh Dimmelo tu Killian. Che cos’era ? Lo sai ? >> gli chiese Pan con arroganza mollandogli un ceffone molto forte
 
Killian fece un segno di diniego con il capo e a quel punto Peter emise una risatina amara e sprezzante << Beh scoprilo da solo. Non ti darò questa soddisfazione… non ti dirò che… argh… questa cosa finisce qui !! >> disse il Re in preda all’ira dicendo parole e frasi sconnesse tra un ringhio e l’altro, alzandosi e raccogliendo i suoi vestiti sparsi per la stanza e cominciando a rivestirsi
 
<< Quale cosa ? >> chiese Killian pur sapendo, in cuor suo, di che cosa stesse parlando
 
<< Quale cosa ?! Il nostro accordo, cretino ! Ti avevo avvertito ! Tu non ti dovevi permettere di… argh… Cristo !! Mi viene voglia di bruciarmi le labbra solo al pensiero che tu… Dio… >> prese un respiro << Il nostro accordo finisce qui. Stai lontano da me e dai miei Lost Boys ! Tieni lontano te e i tuoi uomini dal mio accampamento ! Se non rispetterai nemmeno queste condizioni, ti giuro che ti strapperò il cuore dal petto e lo strapperò anche a tutta la tua ciurma >> detto questo sparì senza aggiungere altro e senza nemmeno aspettare una risposta da parte del Capitano
 
Hook non sapeva che cosa gli faceva più male in quel momento, se la guancia che era stata colpita duramente, o il suo cuore ormai ridotto in mille pezzi.
 

 
Era passata una settimana da quando aveva baciato Peter, una settimana da quando fingeva di stare bene ma in realtà si sentiva una merda che aveva solo voglia di strapparsi il cuore dal petto. Subito dopo che Pan se ne era andato, Killian aveva lasciato che alcune lacrime gli scivolassero lungo il volto. Si sentiva talmente a pezzi che non aveva neanche avuto la forza di ficcarsi l’uncino nel petto e usarlo per strapparsi via il cuore o per distruggere tutto quello che gli passava tra le mani. Se lui non fosse stato il Capitano della Jolly Rogers probabilmente non sarebbe più uscito dalla sua cabina ma lui era il Capitano, e soprattutto era un uomo, non doveva comportarsi come un adolescente in crisi dopo la prima delusione amorosa. Non l’aveva fatto per Milah, di certo non lo avrebbe fatto per un insulso moccioso che si divertiva ad atteggiarsi a Re. Quindi non aveva perso tempo, aveva detto ai suoi uomini di non avvicinarsi ai territori vicino all’accampamento del Re, inventando una scusa che risultò anche più che credibile. Tuttavia, una notte, sentendosi incredibilmente solo, e non riuscendo a dormire decise di alzarsi e bere qualche sorso di rum. Quando ormai non fu più nel pieno delle sue facoltà mentali, “decise” di andare a fare una passeggiata portandosi dietro la sua fiaschetta piena di rum. Andare in giro ubriachi non è una cosa che si dovrebbe fare, specialmente se si è in posti pericolosi come Neverland, però ormai la sua parte razionale era andata a farsi fottere già al quarto sorso di rum. Hook camminò per un arco di tempo indeterminato, senza sapere neanche dove stesse andando fino a quando qualcuno lo chiamò.
 
<< Hook ? Capitano Hook ? Stai bene ? >> gli chiese quella che sembrava la voce di Tinkerbelle
 
<< No >> riuscì a rispondere semplicemente
 
<< Ma… sei ubriaco ? >> gli chiese Tinkerbelle
 
<< No >> mentì inutilmente Hook, che si appoggiò al tronco di un albero per non perdere l’equilibrio 
 
<< Certo. E io sono Peter Pan >> ribatté Tinkerbelle incrociando le braccia al petto
 
<< Non pronunciare quel nome >> ringhiò Hook
 
<< Oh, ora ho capito. Ci sei cascato anche tu non è vero ? >> gli chiese Tinkerbelle con l’aria di chi sapeva tutto
 
<< Tu non sai proprio niente >> ribatté Hook prendendo un altro sorso di rum
 
Tinkerbelle roteò gli occhi poi si avvicinò a lui e gli tolse dalle mani la fiaschetta di rum << Invece so perfettamente. Ci sono passata anche io e fa un male cane vero ? >>
 
<< Come ci sei passata anche tu ? >> chiese Hook confuso
 
<< Ti prego. Pensi di essere il primo a cui si sia concesso il Re ? Illuso, non sei il primo e non sarai l’ultimo. Tutti si sono innamorati almeno una volta di lui, compresa me, e tutti alla fine tutti si sono ritrovati con il cuore spezzato. >>
 
<< Tutti ? Chi sono questi tutti ? >> chiese Hook al limite dell’autolesionismo
 
<< Vuoi davvero farti così male ? >> gli chiese Tinkerbelle provando pena per lui
 
<< Peggio di così non potrebbe andare. Credo… >> rispose semplicemente Hook
 
<< Rufio, io, la figlia del capo indiano, Tiger Lily, una sirena di nome Tamara, Tu e Felix. Solo che con quest’ultimo non ha intenzione di porvi fine a quanto pare. Felix è accecato dall’ammirazione nei confronti del suo Re. Anche perché più che amore Felix per Peter prova ammirazione. Noi altri invece non abbiamo saputo resistere. Abbiamo messo in mezzo i nostri cuori e alla fine sono stati fatti a pezzi. Peter è uno spirito libero, lui non si innamora, lui inganna, lui mente. E sa perfettamente che nonostante ci abbia feriti, noi torneremo sempre da lui. E ha ragione. E, per quanto mi duole ammetterlo, e mi duole tanto, per una volta, Felix, è stato più intelligente di tutti noi. >> disse Tinkerbelle
 
<< Anche a te ha vietato di baciarlo ? >> chiese Hook
 
<< No. Perché avrebbe dovuto farlo ? Lui quando desidera una persona, pretende tutto. Si è preso ogni cosa di me, il mio primo bacio, la mia prima volta, il mio cuore. E poi ha ripudiato tutto ciò che io gli avevo donato. Come ha fatto con tutti gli altri >>
 
<< E come hai fatto poi ad andare avanti ? >> le chiese mentre una lacrima gli scivolava lungo la guancia
 
<< Chi ti dice che sia andata avanti ? >> gli chiese Tinkerbelle
 
<< Allora dimmi come fai a non aver voglia di strapparti il cuore dal petto per non provare più alcun dolore >> la pregò Hook
 
<< Io… in effetti ho qualcosa di simile. >> ammise Tinkerbelle << ma è un potere che sto conservando per un’altra persona. Nel caso mi ricapitasse di incontrarla >>
 
<< Una persona ti ha ferita più dolorosamente di quanto ti ha ferita il Re ? >> chiese Hook scettico
 
<< Questa persona mi ha tolto tutto. Mi ha tolto le ali, la speranza di una vita migliore, mi ha fatto bandire dalle fate. Se non fosse stato per questa persona io non sarei qui, non avrei mai incontrato il Re e forse adesso non starei con il cuore a pezzi. >> disse Tinkerbelle con rabbia
 
<< Mi dispiace Tink. >> disse Hook con sincerità
 
<< Non dispiacertene. In entrambi i casi me la sono andata a cercare. Sono troppo ingenua e per quanto mi sforzi di fare la stronza alla fine il mio lato buonista e fatato mi spinge sempre a fare la cosa giusta e a fidarmi nel prossimo >>
 
<< Non c’è niente di male nell’avere un’indole buona. Ognuno di noi è fatto a modo proprio. >>
 
<< Sarà… comunque… credi di riuscire a tornare alla tua nave ? >>
 
<< Sono arrivato fino a qui tutto intero… >> disse separandosi dall’albero a cui era appoggiato << Credo di poter raggiungere la mia… nave senza… troppi… problemi… >>
 
Tinkerbelle scosse la testa << Ho capito. Dai >> disse cercando di aiutarlo a stare in piedi << A pochi passi da qui c’è il mio albero. Passerai la notte da me >>
 
<< Grazie Tink >>
 
<< Non ringraziarmi, Capitano >>
 

 
La mattina dopo Hook si svegliò con un grandissimo mal di testa. Infatti quando cercò di mettersi a sedere una fitta dolorosa al capo lo costrinse a sdraiarsi di nuovo. Si ricordò di quanto era accaduto dopo qualche minuto, quando riuscì a capire perfettamente che si trovava nella casa sull’albero di Tinkerbelle e che lei l’aveva ospitato dopo che si era stupidamente ubriacato. Provò ad alzarsi di nuovo e questa volta riuscì e sopportare la fitta alla testa. Si mise a sedere e accanto a lui sul pavimento vide la sua spada, il suo soprabito nero e la sua fiaschetta di rum. Grazie a non si sa quale miracolo riuscì ad alzarsi, prendere le sue cose e scendere dall’albero senza fare casini. Si guardò intorno per vedere se riusciva a trovare Tinkerbelle, gli sembrava molto maleducato da parte sua andarsene senza averle detto grazie per la sua ospitalità. Tuttavia non vedendola pensò di ringraziarla direttamente la prossima volta che l’avrebbe vista. Tuttavia, quando scese dall’albero cominciò a dirigersi sul sentiero che lo avrebbe portato alla Jolly Roger, sentì dei sussurri poco distanti da lui. Killian cercò di camminare più silenziosamente che poteva per non farsi scoprire.
 
<< Come sta ? >> chiese una voce
 
Non una voce qualunque, nonostante stesse nel pieno del dopo sbronza, quella voce l’avrebbe riconosciuta anche nel caso in cui fosse stato ancora completamente ubriaco. Era quella del Re di Neverland, era quella di colui che amava con tutto il suo cuore.
 
<< Sta dormendo. Ieri sera l’ho trovato nella foresta, ubriaco. Mi sono presa cura di lui, durante la notte >> disse la voce di Tinkerbelle
 
<< Perché l’avresti fatto ? Tu odi i pirati ! >> disse il Re di Neverland incredulo
 
Pur non potendolo vedere poiché nascosto dietro un albero, Hook riusciva comunque a immaginare il suo solito sopracciglio alzato.
 
<< Perché aveva bisogno di aiuto >> rispose semplicemente Tinkerbelle
 
<< Dov’è adesso ? >> chiese Peter
 
<< Presumo stia ancora dormendo >> rispose Tinkerbelle << Lo vuoi vedere ? >>
 
<< Perché lo vorrei vedere ? >> chiese Peter con isteria
 
<< Perché ti importa di lui >> rispose Tinkerbelle con sicurezza
 
<< Certe sfrontatezze faresti meglio a risparmiartele, Tinkerbelle. Non farmi arrabbiare >> disse Peter con durezza
 
<< Le mie scuse, vostra maestà >> disse Tinkerbelle con ironia
 
<< Sai cosa ho sempre amato di te, Tinkerbelle ? >> chiese Peter cambiando argomento << Il fatto che non hai paura di violare le regole che ti sono state imposte da chi è più forte di te >>
 
Hook chiuse gli occhi, immaginando l’espressione ferita sul volto della fata. Quello era un colpo basso, tutti lì a Neverland sapevano come Tink avesse perso le ali. Sapeva che Tinkerbelle stava ancora soffrendo per questo, era il suo punto debole e come al solito la cattiveria di Pan non risparmiava proprio nessuno.
 
<< Perché continui a farmi del male ? >> chiese Tinkerbelle
 
<< Perdonami Belle. Ma tu vedi di non farmi arrabbiare, ok ? >>
 
<< Che cosa avrei detto o fatto di male perché tu mi tratti in questo modo ? >>
 
<< Hai insinuato cose che non dovresti insinuare. Capisco che tu possa essere gelosa Belle. Ma tu sai di essere l’unica fata che conta per me. Non essere invidiosa di un inutile pirata con una mano sola e dei problemi di alcolismo >>
 
Hook chiuse di nuovo gli occhi, mordendosi il labbro inferiore per trattenere le lacrime e la voglia di farlo a pezzi.
 
<< Però sembra che a questo “inutile pirata con una mano sola e dei problemi di alcolismo” tu abbia concesso molto di più di ciò che hai concesso a me >> urlò Tinkerbelle
 
<< E che cosa avrei concesso a Hook che a te non avrei dato ? Il mio cuore ? Sai bene quanto me che ora come ora non posso permettere di rendermi debole >>
 
<< Non pretendo che tu mi ami. Dico soltanto che da quando il Capitano è arrivato a Neverland hai smesso di visitare il mio letto. Non mi baci più, non accetti più la mia compagnia, e so per certo che ultimamente non hai accettato molto neanche quella di altri tuoi amanti abituali. >> da dietro l’albero Hook sentì che Tinkerbelle aveva iniziato a piangere
 
<< Tink, vederti piangere mi spezza il cuore… >>

“Quale cuore ?”, pensò Hook con ironia
 
<< Non versare queste lacrime. Se può consolarti, io a te ho concesso uno cosa che a lui non concederò mai >>
 
<< E sarebbe ? >>
 
<< Il sapore delle mie labbra. Le stesse labbra che invece ho concesso a te molte volte, e che sono disposto a concedere a te adesso per scusarmi per le ferite che ti ho inferto poco fa. >>
 
Hook decise di affacciarsi per guardare. Ciò che vide gli fece lacrimare il cuore. Peter e Tink si stavano baciano, ma non era un bacio casto. Si stavano baciando appassionatamente. Tinkerbelle aveva circondato con le braccia il collo di Peter mentre quest’ultimo le aveva poggiato la mano sulla guancia destra mentre l’altra era finita tra i capelli biondi di lei. Hook notò che questa volta non c’era quello strano scintillio che aveva illuminato il corpo di Peter quando lo aveva baciato. Tuttavia questa volta Hook non poté più di fare solo da spettatore. Questa volta non sarebbe scappato come un codardo. Gli avrebbe strappato il cuore dal petto ma sinceramente, più male di quanto gliene aveva già fatto non poteva fargliene.
 
<< Ma che bello spettacolo. Giusto quello che mi serve per superare il dopo sbronza >> disse Hook uscendo dal suo nascondiglio e prendendo un sorso di rum
 
<< Non puoi dire di essere nella fase del dopo sbronza visto che stai continuando a bere, Captain >> commentò sprezzante Pan mentre Tinkerbell chinava il viso per l’imbarazzo << Non ti avevo per caso dato dei divieti di recente ? >>


<< In effetti si. E non li ho mai violati >> disse Hook prendendo un altro sorso di rum
 
<< Ne sei sicuro ? >> chiese Pan infastidito
 
<< Assolutamente. Mi hai vietato di avvicinarmi all’accampamento e infatti qui non ci siamo nemmeno vicini. >> disse Hook appoggiandosi su una grande roccia lì vicino
 
<< Ma se non sbaglio ti avevo anche detto di stare alla larga da me >> ringhiò Peter che si stava veramente arrabbiando
 
<< Piccolo non ti imbronciare. Sfortunatamente sono sfornito di caramelle e cioccolatini. E poi, cos’è ? Hai per caso paura che ti stupri ? Paby (*) ? >> lo schernì Hook prendendo un altro, lungo, sorso di rum
 
<< Sei ubriaco fradicio idiota ! Perché non te ne vai ?! >> gli chiese Pan arrabbiato avvicinandosi pericolosamente
 
<< Perché mai dovrei prendere ordini da un moccioso che scappa da letto in letto come una sgualdrina di alto lusso ? >> lo provocò Hook
 
Questo fu troppo per Peter che lo colpì forte al viso con un pugno. Hook non ne rimase affatto sorpreso, anzi, sorrise.
 
<< Però… mi aspettavo di meglio. Ma in fondo… cos’altro potevo aspettarmi da quei braccini così minusco… >> Killian non fece in tempo a terminare la frase che Peter lo colpì un’altra volta
 
<< Sta zitto !! Prima che ti strappi il cuore dal petto !! >> urlò il Re
 
Tinkerbelle cominciò a tremare nonostante non fosse lei la causa dell’ira del Re. Non aveva mai visto Peter così arrabbiato, il suoi lineamenti solitamente rilassati, angelici, espressione di libertà, adesso erano deformati dall’ira. La voce angelica, profonda, bellissima, era diventata simile al ringhio di un animale.
 
<< Mi stupisco che tu non l’abbia già fatto. Eppure eri stato chiaro. Se avessi violato le tue regole mi avresti strappato il cuore dal petto. Fallo ! >> lo sfidò Hook
 
<< Avrei davvero molti motivi per farlo, ma, voglio darti una possibilità. Dammi una sola ragione, una sola, per non strapparti il cuore dal petto e stritolarlo lentamente adesso. >> disse Peter cercando di riprendere un po’ di controllo
 
<< Una sola ragione ? >> chiese Killian
 
Il Re annuì e a quel punto Killian sorrise << Peccato che io non voglia la tua pietà. >> dicendo questo scattò in avanti e lo baciò appassionatamente.
 
Peter aveva aperto leggermente la bocca per dire qualcosa e ciò facilitò le intenzioni di Killian che gli ficcò la lingua in bocca. Dopo pochi secondi si rese conto che Peter stava ricambiando il bacio con la stessa passione e Killian per un attimo credette che il cuore gli stesse per scoppiare nel petto da un momento all’altro. Peter aveva infilato la mano destra nei suoi capelli mentre la sinistra si era posata sulla sua guancia. Si stavano baciando con bisogno, disperazione e, anche se il Re non l’avrebbe mai ammesso, con amore. Entrambi stavano esprimendo quanto l’altro gli fosse mancato in quei giorni di lontananza. Peter non si era mai sentito così in vita sua, non si era mai sentito così felice come adesso che stava tra le braccia di Hook, l’uomo che amava anche se non era ancora riuscito ad ammetterlo neanche a se stesso. Tinkerbelle era rimasta in disparte a guardare. Per quanto amasse sinceramente il suo Re, non riusciva a essere gelosa di ciò che stava vedendo. Anzi, era felice che finalmente il suo avesse imparato ad amare. Certo aveva sperato che lui un giorno avesse amato lei, ma era felice che alla fine Peter Pan avesse potuto provare le gioie del Vero Amore. Tuttavia  ogni Incanto è destinato a finire e quel bacio non faceva eccezioni. Infatti, quello strano luccichio che aveva illuminato il corpo fanciullesco di Peter quella mattina adesso lo stava illuminando di nuovo in maniera ancora più luminosa. Quello fu il sentore di allarme che riportò il Re alla realtà e che lo convinse ad allontanare il pirata molto sgraziatamente da lui.
 
<< Che diamine hai fatto ? >> urlò più sconvolto che arrabbiato
 
<< Ho appena firmato e controfirmato la mia morte >> disse Hook
 
<< Su questo non ci sono dubbi !! Tu non hai la minima idea di cosa ho intenzione di farti >> disse Peter puntandogli il dito contro e avvicinandosi a lui con aria minacciosa
 
<< Un’idea l’avrei, in realtà. So che vorresti strapparmi il cuore dal petto. So che vorresti uccidermi, perché mi ami e hai paura che questo ti rendi debole… >>


<< Ti sbagli ! Il mio potere, la mia giovinezza, e me stesso, vengono molto prima di te >> disse il re con un sibilo
 
<< … E in questo momento mi stai odiando per questo. Le tue mani tremano dal desiderio di uccidermi, mentre le tue labbra bramano dalla voglia di baciarmi >>
 
<< No, non è vero. >> disse il Re a cui la sicurezza cominciò a vacillare
 
<< Ma vuoi sapere una cosa ? Ti sarai pure preso il mio cuore e lo avrai anche distrutto in mille, miseri, inutili pezzi, ma non ti permetterò di strapparmelo dal petto. Non ti darò questa soddisfazione… >>


<< Che cosa stai cercando di dirmi ? >> chiese Peter che per la prima volta non sapeva cosa aspettarti
 
<< Che ho già sofferto abbastanza per colpa tua. >> disse Hook che si ficcò l’uncino nel petto per poi strapparsi il cuore. Sapeva che era stato uno spreco, aveva avuto intenzione di usare quel potere per la sua vendetta ma era certo che, se un giorno avesse trovato modo di lasciare quella stramaledetta isola, sarebbe riuscito a trovare un altro modo per potersi vendicare di Rumplelstilskin. 
 
Sia Peter che Tinkerbelle erano rimasti sconvolti quando videro il cuore del pirata uscire dal suo petto. Peter non sentì niente in quel momento, era come se, al posto del cuore del pirata, Hook avesse strappato il suo. Ma non si sarebbe mostrato debole, si era già esposto troppo quel giorno. Non avrebbe mai più dato dimostrazione dei suoi sentimenti.
 
<< Tinkerbelle, devi andartene. Adesso. Devo parlare da solo con… questo qui >> ordinò Peter voltandosi verso la fatina
 
Tinkerbelle annuì e dopo aver guardato un’ultima volta Hook si voltò e cominciò a camminare verso il suo albero in modo da lasciare i due da soli.
 
<< Che cosa credevi di dimostrare ? IDIOTA !! Credevi davvero di farmi pena ? Forse non hai capito una cosa. Tu non vali niente per me. Il mio potere è importante per me. E se tu credi che butterò all’aria tutto ciò che ho costruito con fatica solo per uno zotico vecchio con una mano sola come te ti sbagli di grosso. >>
 
<< Credimi, non l’ho mai creduto. Ho sempre saputo a cosa avrebbe portato quello che provavo per te. >>
 
<< Davvero lo sai ? >> chiese Peter alzando il sopracciglio


<< Si. La morte >> rispose Hook con sicurezza
 
<< No, non lo sai. Io non ho intenzione di ucciderti. >> disse Peter scuotendo il capo
 
<< Perché ? >>
 
<< Perché mio malgrado ti amo, ecco perché. >> spiegò Peter con difficoltà
 
<< Tu che cosa ? >> chiese Hook non potendo credere a ciò che aveva sentito
 
<< Hai capito bene. L’ho detto adesso e non lo ripeterò più in vita mia. Anche se ormai mi sembra inutile nasconderlo. >> disse Peter avvicinandosi nuovamente a Hook che continuava a tenere il cuore in mano
 
<< Però ? Perché c’è un però. Vero ? >>
 
<< Ovvio che c’è. Te ne devi andare, da Neverland. Tu per me rappresenti una debolezza e il Re di Neverland non può avere alcuna debolezza. Devi lasciare Neverland, e non tornare. Non senza un motivo valido >>  disse Pan
 
<< Per quanto mi riguarda, non ho più un valido motivo per tornare qui. Me ne andrò il prima possibile da qui. Anche perché oggi mi sono ricordato che ho obbiettivi più importanti da raggiungere. >>
 
<< Devi vendicarti del coccodrillo. >>
 
<< E devo cercare di andare avanti con la mia vita. Credo che sia tardi per me per considerare l’idea di rimanere giovane. Ho bighellonato su quest’isola per troppo tempo >> disse Hook con una ritrovata determinazione che ammirò persino Pan
 
<< Bene. A questo punto non mi resta altro che ridarti l’incantesimo per estrarre un cuore al tuo uncino. Te lo devo in fondo. Ricorda, ne puoi estrarre solo uno. >>
 
<< Grazie >>
 
<< Non ringraziarmi. Mi auguro di non rivederti mai più >> e detto ciò il Re sparì
 

 
Era passato un anno e qualche mese dal suo ultimo incontro con il Re di Neverland. Ricordava quanto non riuscisse a sentire nulla dopo quell’ultimo incontro. Tuttavia, fu di parola. Partì non appena gli fu possibile, cioè dopo tre giorni. Giusto il tempo di fare provviste e salutare Tinkerbelle. Anche se, probabilmente, non l’avrebbe mai ammesso, si era affezionato molto a lei e voleva salutarla prima di dirle addio. Quando tornò nell’Enchanted Forest la maledizione era già stata spezzata dalla Salvatrice e aveva incontrato Cora con la quale aveva fatto precedentemente un accordo. Tuttavia non tutto era andato come aveva sperato ma fortunatamente aveva evitato tanti dolori grazie appunto al fatto che non aveva più il suo cuore nel petto. Dopo la delusione che gli era stata inferta dal Re di Neverland non aveva più avuto il coraggio di rimettere il suo cuore al proprio posto ed era sicuro di non voler provare più niente per nessuno. Invece, durante quell’anno, aveva fatto un incontro che gli aveva cambiato la vita per sempre. Aveva incontrato lei, la principessa delle Sabbie, Aurora.
 

 
Erano appena riusciti a sconfiggere definitivamente Cora, grazie appunto all’aiuto del Capitano ed erano finalmente riusciti a tornare a casa. Mulan e la principessa avevano scelto di seguirli a Storybrooke. La seconda perché, come lui, sperava di ricominciare da capo, la prima per mantenere fede alla promessa fatta al principe Filippo, cioè di tenere al sicuro Aurora. Hook e Aurora prima di arrivare a Storybrooke non avevano avuto rapporti a parte il fatto che lui le aveva rubato il cuore ma poi si era fatto perdonare quando glielo aveva restituito porgendole umilmente le sue scuse. Più che altro, a Hook dispiaceva di averla resa succube di Cora. Non le dispiaceva di aver diminuito il suo dolore per la perdita di Filippo. Aurora glielo aveva detto. Aveva detto che quando lei era senza cuore, pur non sapendo di non averlo più nel suo petto, aveva comunque capito che qualcosa non andava perché non provava dolore per la perdita del suo amato ma non provava neanche le emozioni belle. L’unica cosa che sentiva era il vuoto. Il vuoto che Killian si era imposto di provare prima di incontrare lei. Quando lui le aveva spiegato che era questa la conseguenza di non avere più un cuore, lei rispose che preferiva il dolore al vuoto perché senza quello non avrebbe saputo riconoscere ciò che le avrebbe potuto ancora dare felicità. Fu a quel punto che Killian prese un’importante decisione. Quella di correre il rischio di amare per la terza volta.
 

 
Killian stava nel suo appartamento, appartamento che gli era costato tante ore di lavoro come cameriere da Granny’s. Erano circa le 7 di sera e lui era  seduto sul suo divano e teneva in mano quello che sembrava un portagioie, ma non era un portagioie, quello era uno scrigno in cui aveva nascosto il suo cuore fino a quel momento. Lo stesso cuore che stava fissando da ben due ore e che ancora aveva timore di rimettere al proprio posto. Da una parte aveva paura di sentire di nuovo il dolore della morte di Milah e del rifiuto di Peter, dall’altra voleva necessariamente provare qualcosa per la principessa delle Sabbie. Alla fine Hook, decise di farsi coraggio. Non voleva più essere un codardo che scappava dai suoi sentimenti. Chiuse gli occhi e fece ciò che doveva fare. Un grande dolore lo pervase. In quel momento capì che per quella notte, forse, ubriacarsi era la scelta migliore.
 

 
<< Hook, non pensi di aver bevuto abbastanza ? >> gli chiese Ruby Lucas
 
Hook si era recato al Granny’s subito dopo aver rimesso nel cuore nel petto. Era stato… incredibilmente doloroso. Era stato come se tutto il dolore che si era portato dentro per tanti anni lo avesse pervaso in una sola volta, tutto insieme.
 
<< Credo che per tanti anni di dolore, neanche metà del rum esistente riuscirebbe a lenire tutte le mie ferite >> rispose Hook bevendo un altro bicchiere di rum
 
<< Ma di che diamine stai… >>
 
Ruby aveva cominciato a parlare ma poi fu interrotta dal rumore della porta del locale che si apriva. Killian si voltò e per la prima volta, dopo tanto tempo, il suo cuore perse un battito. Aurora era appena entrata nel locale e si stava guardando intorno alla ricerca di una persona che fortunatamente individuò subito.
 
<< Sapevo di trovarti qui ! >> esclamò la ragazza togliendosi la sciarpa e il cappello e sedendosi sullo sgabello vicino a lui
 
<< Beh, non sono tanto imprevedibile. Le vecchie abitudini sono difficili da cambiare >> disse Hook prendendo un altro sorso di rum
 
<< Non è per questo. È solo che oggi ti ho visto molto abbattuto. Mi sono preoccupata così sono andata al tuo appartamento ma tu non c’eri e allora ho immaginato che tu potessi essere qui. >> disse Aurora con tranquillità
 
<< Sei venuta a cercarmi ? >> chiese Hook che non ci poteva credere
 
<< Si. Oggi avevi uno strano sguardo, e questo mi ha fatto preoccupare. Ho temuto che avessi intenzione di fare qualche sciocchezza. >> disse Aurora senza cercare di nascondere la sua preoccupazione
 
Il cuore di Hook perse un altro battito e poi una strana, piacevole sensazione gli riempì il petto. Da quanto tempo era che non si sentiva così ?
 
<< Devo dirti una cosa >> disse Hook
 
<< Cosa ? Mi devo preoccupare ? >> chiese Aurora confusa
 
<< No. Andiamo al mio appartamento, e ti racconterò tutta la storia >> disse Killian lasciando i soldi sul bancone
 
<< Che storia ? >> chiese Aurora che cominciò ad arrotolarsi la sciarpa intorno al collo
 
<< La storia di un cuore spezzato >> rispose semplicemente Hook
 

 
Hook e Aurora erano arrivati all’appartamento di lui dopo un quarto d’ora. L’appartamento era ancora un po’ caldo ma Hook decise comunque di accendere la stufa. Fece accomodare la ragazza in soggiorno mentre lui andò in cucina a preparare due cioccolate calde. Lui era abituato al freddo dell’inverno ma lei, essendo vissuta in un deserto, soffriva molto più il freddo rispetto a lui. Si sedette sul divano vicino a lei e le porse la tazza. Dopo pochi minuti, fu lei a spezzare il silenzio per prima.
 
<< Allora, mi dici cosa sta succedendo ? >> chiese Aurora
 
<< Come ti ho detto, ciò che ti sto per raccontare non è una storia, felice, è una storia che parla di un cuore spezzato. Non aspettarti alcun lieto fine >> disse Killian poggiando la tazza sul tavolino davanti a sé
 
<< Credimi, ormai non so più cosa sia un “lieto fine” >> disse Aurora prendendo un sorso di cioccolata calda
 
<< Bene. Non so bene come iniziare. Io non sono molto bravo a raccontare storie, quel che devi sapere è che prima di perdere Milah, prima di vestire i panni del pirata menefreghista e imbroglione, ero un uomo d’onore, che rispettava le leggi e che era al servizio del regno. >> cominciò a raccontare Hook
 
<< E cos’è successo ? Immagino che debba essere qualcosa di davvero brutto se ti ha spinto a stravolgere totalmente la tua vita >>
 
<< Lo è. Io ero il tenente della marina del Re del regno in cui abitavo, il mio capitano si chiamava William Jones e… >>
 
<< William Jones ? Era tuo fratello ? >> chiese Aurora sbalordita
 
<< Si. >> rispose Hook
 
<< Cosa gli è successo ? >> chiese Aurora che stava cominciando a capire
 
<< È morto. Per colpa del Re >> disse Hook cercando di non piangere davanti a lei
 
Aurora non disse nulla. Semplicemente credeva che non ci fosse nulla da dire e dirgli che gli dispiaceva le sembrava inadeguato soprattutto con Killian che sicuramente non desiderava la sua pietà. Killian, che aveva capito perché Aurora stava tacendo, prese coraggio e continuò a raccontare.
 
<< Il Re ci aveva assegnato un’importante missione, dovevamo recarci in una terra lontana, nota a pochi, detta Neverland. Un’isola in cui il tempo non scorre mai, dove ci sono sirene, indiani e fate. In quel terra puoi fare tutto ciò che vuoi, se tu ci credi veramente, quella è la terra in cui i tuoi sogni diventano realtà, là puoi avere tutto ciò che desideri. >> spiegò Hook
 
<< Sembra un posto paradisiaco a sentirla così. Ma sono sicura che c’è dell’altro vero ? >> chiese Aurora
 
<< Si. È anche un posto pieno di dolore. Quando cala la notte, senti i pianti dei bambini che sono rimasti intrappolati su quell’isola, piangono perché sentono la mancanza dei genitori che sanno che non rivedranno mai più >>
 
<< E perché non possono tornare a casa ? >>
 
<< Perché il Re di Neverland non lo permette >> disse Hook che sentì una piccola ma dolorosa fitta al petto
 
Quanto tempo era che non pensava a lui e che non lo nominava neppure. Nonostante fosse passato più di un anno, il solo pensare a lui gli procurava ancora dolore.
 
<< Il Re di Neverland ? >>
 
<< Devi sapere che quell’isola ha un padrone molto geloso, il suo nome è Peter Pan. Lui ha l’aspetto di un ragazzino ma è in realtà è solo un demone spietato. Lui è in grado di manipolare la tua mente, è in grado di farti credere ciò che lui vuole farti credere, ti attacca senza nemmeno darti la possibilità di difenderti. Lui ti usa, ti manipola e tu non te ne rendi neanche conto. Lui è stato… >>
 
<< Molto importante per te. Vero ? >> chiese Aurora che capiva sempre di più
 
<< Lui… io… avevo appena perso Milah. Credevo che non avrei mai provato sentimenti per nessun altro. Poi lui è apparso nella mia vita e… ha curato tutte le mie ferite, in un certo senso. >>
 
<< Ma te ne ha anche procurate delle altre >>
 
<< Io… io e lui avevamo un accordo… sesso in cambio di protezione >> Hook chiuse gli occhi, vergognandosi profondamente di se stesso, sperava tanto che Aurora non lo giudicasse per questo << Neverland è un posto molto pericoloso, e all’inizio la sua mi era sembrata un’ottima proposta, sia per me che per la mia ciurma ma poi… il sesso per me è diventato qualcos’altro. >>
 
<< Lui non ti ricambiava ? >> chiese Aurora
 
<< Lui mi amava ma a differenza mia, vedeva il nostro amore come una debolezza. Perciò mi ha cacciato via da Neverland e mi ha letteralmente detto che sperava che non tornassi mai più. >>
 
<< O mio… e come hai fatto a sopportare il dolore ? >> chiese Aurora con gli occhi lucidi
 
<< Non l’ho fatto. Mi sono strappato il cuore dal petto, davanti a lui >>
 
Aurora portò entrambe le mani alla bocca mentre una lacrima le rigava la guancia.
 
<< Quindi… tu non hai un cuore ? >>
 
<< No. Non lo avevo, fino a qualche ora fa >> confessò Killian
 
<< Che intendi dire ? >>
 
<< Quando tu e io abbiamo parlato, quando tu mi hai descritto il vuoto che sentivi quando ti ho strappato il cuore dal petto io, non riuscivo a sentirmi in colpa perché sinceramente credevo di averti fatto un favore. >>
 
<< Credevi di avermi fatto un favore strappandomi il cuore dal petto e consegnandolo a Cora ? >> chiese Aurora allibita
 
<< Non in quel senso. Io credevo di averti fatto un favore liberandoti dal dolore… per un po’. Ma poi tu mi hai detto che anche se non soffrivi più, sentivi la mancanza delle emozioni belle e allora, da lì ho capito che non volevo più scappare dal dolore. Ho capito che volevo provare di nuovo ad amare qualcuno. Volevo, anzi voglio provare amore per te. Quando tu mi hai guardato quella volta, io mi sono sentito strano, pur non avendo un cuore io… per un attimo ho sentito… qualcosa >>
 
<< Davvero ? >> chiese Aurora con uno sguardo carico di speranza
 
<< Si. Ogni volta che ti vedevo o che ti parlavo accadeva sempre che, per un istante, io tornassi a provare qualcosa. E oggi finalmente ho trovato il coraggio necessario per rimettere il cuore a suo posto. >>


<< E com’è stato ? >>
 
<< All’inizio doloroso. Tutto il dolore che avevo ignorato per tanto tempo mi ha assorbito tutto in una volta ed è stato terribile ma poi… >>
 
<< Ma poi ? >>
 
<< Ma poi sei arrivata tu. E a quel punto ho capito che non mi sarei mai più tolto il cuore dal petto se tu avessi continuato a far parte della mia vita. >> confessò Hook guardandola dritta negli occhi
 
<< Perciò… tu ti sei rimesso il cuore nel petto… per me ? >> rispose Aurora con un sorriso felice
 
<< Si. Voglio amarti Aurora, se tu me lo permetterai >> rispose Hook
 
<< Io ti amo già Hook. E voglio starti accanto, per sempre >> disse Aurora prendendogli la mano
 
<< Per sempre >> disse Hook
I due sugellarono la promessa con un bacio e dopo tanto tempo, Hook, si sentì di nuovo amato.
 

 
Quella notte a Neverland le cose non erano molto allegre. Erano giorni che pioveva e il vento soffiava forte fra gli alberi. Ma il Re non se ne curava. Aveva altro per la testa. Si trovava già da un bel po’ nell’isola del teschio e stava guardando la clessidra. Aveva poco tempo ormai. Doveva assolutamente trovare il cuore del credente più vero o tutto ciò che aveva costruito con tanta fatica sarebbe crollato. Doveva trovare un modo di possedere il cuore del ragazzino, Henry Mills.
 


Ps.

Salve !! Non so come mi sia venuta in mente questa idea, tuttavia credo che sia buona e spero che vi piaccia. Può sembrare una storia scritta di fretta ma non è così. Quando io ho pensato di scriverla avevo già deciso che la storia avrebbe avuto solo tre capitoli, tuttavia lunghi. Sto già scrivendo la seconda parte, tuttavia non so ancora se ho intenzione di continuarla. Attendo con ansia i vostri consigli !! Grazie a tutti. 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Fresh Start ***


THE KING OF NEVERLAND

 
OUR FRESH START  
 
Era mattina presto, Hook aveva aperto leggermente gli occhi, disturbato dai raggi del sole. Si girò accanto a lui e vide Aurora che dormiva beata. Lui sorrise, era così bella e l’amava così tanto che solo guardarla lo rendeva felice. Lentamente si chinò su di lei e le diede un leggero bacio sulla guancia. Si alzò e andò in bagno a farsi la doccia. Tra un po’ sarebbe dovuto andare a lavoro. Da quando lui e Aurora avevano scelto di vivere insieme lui non lavorava più da Granny’s ma aveva scelto di lavorare in un negozio dove si vendevano vari attrezzi per la pesca, immersioni e cose del genere. Essendo stato un pirata sapeva bene come consigliare gli attrezzi giusti per le occasioni giuste. Aurora invece aveva scelto di lavorare nella biblioteca visto che ormai non c’era più nessuno che se ne occupava da quando Belle non ricordava più chi era veramente credendo invece di essere una certa Lacey. Killian si vestì poi uscì da casa decidendo di bere un caffè al Granny’s. Aurora si svegliò circa mezz’ora dopo e aveva una gran fame. Andò in cucina e cominciò a mangiare diverse cose abbondantemente. Poi si sentì male a un certo punto, sentiva un forte senso di nausea. Non potendo più resistere, smise di mangiare e si recò in bagno.
 

 
Killian stava passeggiando tranquillamente per le strade di Storybrooke per andare al Granny’s. Quando a un certo punto vide il maggiolino giallo di Emma guidato appunto dalla proprietare e accanto a lei c’era James con Snow e Regina sedute dietro. Il maggiolino giallo si fermò vicino a lui e James aprendo il finestrino gli disse << Hook sali, abbiamo bisogno di te >>


<< Ma io devo andare a lavorare >> disse Hook
 
<< Credimi, oggi nessuno si accorgerà che non hai aperto il negozio. Ora sali >>
 
Hook decise di non ribattere ancora, così aprì lo sportello posteriore e salì sul maggiolino. Mentre si dirigevano chissà dove prese il cellulare e cominciò a scrivere.
 
<< A chi stai scrivendo ? >> chiese Regina allarmata seduta di fianco a lui
 
<< Ad Aurora. Deve sapere che non sono al lavoro. A proposito dove stiamo andando ? >> chiese Hook
 
<< Dille che stiamo andando al Granny’s. Dille che non appena può deve  
raggiungerci lì >> gli disse Charming
 
<< Va bene >> rispose Hook
Arrivarono al Granny’s e Hook vide che lì c’erano anche i nani, Archie, Henry, Ruby, la signora Lucas, Belle o Lacey o quello che era, l’Oscuro, Mulan e la Fata Turchina. Hook per un attimo si domandò come avrebbero fatto tutti a stare là dentro.
 
<< Ok, sentite. Non vi avremo mai convocati se non fosse per un’emergenza. Ma avete diritto di sapere che siete tutti in grave pericolo >> incominciò a dire Charming << I due nuovi arrivati dal mondo esterno, Greg e Tamara hanno attivato un pericoloso innesco che potrebbe portare alla fine di Storybrooke. E inoltre abbiamo cercato anche i fagioli ma sono riusciti a rubarli tutti, perciò ecco cosa faremo. Regina cercherà di rallentare l’innesco per darci un altro po’ di tempo per recuperare qualche fagiolo e tornare nell’Enchanted Forest, Emma sarà lì con lei per proteggerla da eventuali sorprese. Nel frattempo io cercherò di recuperare qualche fagiolo, Hook ti dispiacerebbe venire con me ? >> chiese James
 
<< Ma certo che vengo >> acconsentì Hook
 
<< Dove ? >> chiese Aurora che era appena entrata
 
<< A prendere i fagioli >> spiegò Hook
 
<< I fagioli per cosa ? >> chiese Aurora confusa
 
<< Ci penserò io a spiegarle tutto, voi andate non perdete altro tempo >> disse Mulan
 
Hook diede alla sua amata un leggero bacio sulla guancia poi uscì con James e andò alla ricerca di Tamara e Greg.
 

 
(Emma e Regina hanno distrutto l’innesco ma Tamara e Greg hanno rapito Henry e sono scappati a Neverland )
 

 
I Charmings, Belle, Rumplelstilskin, Mulan, Hook e Aurora stavano nei pressi del porto di Storybrooke e guardavano il punto in cui poco prima Greg e Tamara erano scappati con Henry.
 
<< Qualcuno ha una minima idea di dove sono andati ? >> chiese James ad alta voce
 
<< Io ho sentito che andavano in un posto chiamato… Neverland o qualcosa del genere >> disse Belle
 
Hook e Aurora si scambiarono uno sguardo d’intesa.
 
<< Bene, allora sappiamo già dove andare. Hook è riuscito a prendere un fagiolo, possiamo raggiungerli >> disse James
 
<< Un momento. Vuoi andare a Neverland così su due piedi senza riflettere ? >> chiese Mulan scettica
 
<< Mulan, con tutto il rispetto, ma se non te ne fossi resa conto, Henry è stato rapito e non abbiamo un minuto da perdere >> ribattè Snow
 
<< Io invece credo che voi non sappiate quello che state facendo. Chi di voi è stato a Neverland ? Nessuno di voi sa cosa vi aspetta o quali creature dovrete affrontare. Partire adesso senza nemmeno attrezzarsi è da incoscienti. >> ribattè Mulan
 
<< Ha ragione. Nessuno di noi è mai stato a Neverland. Dobbiamo riflettere un attimo, prendere ciò che crediamo ci sarà utile. Armi, medicinali, dei sacchi a pelo, qualunque cosa che crediamo ci possa servire >> disse Emma
 
<< Chi ti dice che ci serviranno queste cose ? >> chiese Regina in preda alla rabbia
 
<< Neverland, in tutte le fiabe che ho letto da piccola è un’isola e sono sicura visto i precedenti che in un’isola ci sono foreste tropicali piene di piante velenose, insetti fastidiosi e poi dimentichi che a quanto pare dovremmo combattere per riprenderci Henry >> disse Emma
 
<< Emma ha ragione, nessuno di noi è stato mai a Neverland e dobbiamo prepararci al meglio prima di partire >> concordò Snow
 
Regina ribatté aspramente e come al solito cominciarono tutti quanti a litigare tra loro. In quel momento di confusione Aurora ne approfittò per poter parlare da sola con Killian. Infatti gli prese la mano e lo condusse in disparte così che gli altri non li potessero sentire anche se dubitava che avessero potuto visto come stavano urlando.
 
<< Killian… sai che sono una persona che va dritta al punto perciò io credo che… credo che tu debba andare >> disse Aurora guardandolo negli occhi
 
<< Andare dove ? >> chiese Killian sperando di aver capito male
 
<< A Neverland. Devi chiudere definitivamente i conti con il passato >> rispose Aurora con tranquillità
 
<< Cosa stai cercando di dirmi ? Credi che non ti ami ? Credi che ami ancora lui ? >> chiese Killian ferito
 
<< Non dubito del tuo amore, Killian. Non l’ho mai fatto e mai lo farò, ma vedo che tu soffri ancora molto per quanto è accaduto su quell’isola. Sento che è come se tu stessi male perché non sei riuscito a concludere… non so se mi sono spiegata ma il fatto è che credo che tu debba andare sia per aiutarli a trovare Henry e sia per essere finalmente libero dal dolore che ti porti dentro da troppo tempo >> disse Aurora prendendogli le mani
 
Killian sentì di non averla mai amata tanto quanto in quel momento. Il fatto era che Aurora aveva perfettamente ragione, nonostante avesse finalmente trovato la persona giusta da amare a volte sentiva comunque un senso d’incompletezza, come se non fosse riuscito del tutto a lasciare il passato alle spalle. E questa sensazione a volte gli impediva di godersi il presente con quella fantastica principessa, che ormai principessa più non era, ma per lui lo sarebbe sempre stata, che era diventata la sua unica ragione di vita.  
 
<< Ti amo tanto lo sai ? >>
 
<< Anche io ti amo tanto. E sappi che ti starò accanto e che ti supporterò, qualunque sarà la tua decisione. >> disse Aurora baciandogli la mano
 
<< Sei sicura che vuoi che parta ? Insomma, ti fidi così tanto di me da lasciarmi tornare da… lui ? >> chiese Killian non volendo pronunciare quel nome
 
<< Io mi fido del nostro amore, Killian. E mi fido di te. So che sei una persona buona e so che non mi farai del male. Sinceramente, sono certa di non avere nulla di cui preoccuparmi >> disse Aurora con un sorriso
 
<< Non ne sarei così certo. Lui è bravissimo a manipolare le menti delle persone… >> cominciò a dire Killian
 
<< Proprio in quei momenti Killian tu dovrai pensare a quanto la tua vita sia cambiata in meglio, tu hai fatto molta strada, hai dimostrato di essere un uomo d’onore. Non avere mai dubbi, e se avrai dei forti momenti di sconforto devi solo resistere e pensare a quando tornerai qui, da me >> disse Aurora stringendogli la mano per dargli forza
 
<< Se tornerò da te >> disse Killian con tristezza
 
<< Tu devi tornare da me, altrimenti ti giuro che pregherò Filippo affinché ti prenda a calci in culo nell’aldilà >> disse Aurora con aria minacciosa
 
<< Da quando siamo così scurrili, principessa ? >> chiese Killian scoppiando a ridere
 
<< Non lo so, sarà da quando sto insieme a un certo pirata che mi ha fatto un po’ di scuola su certi vocaboli, soprattutto quando siamo a letto o lui è tanto, tanto arrabbiato >> scherzò Aurora
 
I due scoppiarono a ridere poi Hook le prese il viso dalle mani e la baciò.
 
<< Ehi voi due !! >> il loro piccolo momento di intimità fu interrotto da Mulan
 
<< Non abbiamo tempo per delle effusioni, se voi non avete intenzione di collaborare potete andarvene a casa !! >> disse aspramente Regina
 
<< In realtà, Vostra Maestà… >> iniziò a dire Aurora << L’ho appena convinto a offrirvi il suo prezioso aiuto per la vostra escursione a Neverland >> concluse con un sorriso
 
<< Ah si ? E in che modo potrebbe aiutarci ? Leccandoci le labbra a turno ? >> chiese Regina sprezzante
 
<< Con la mia esperienza, in realtà. Io sono già stato a Neverland, una volta, tanto tempo fa. Sono sicuro di potervi essere di grande aiuto >> disse Killian
 
<< E come mai non ti sei offerto prima ? >> chiese Regina incrociando le braccia al petto
 
<< Perché non ho bei ricordi riguardo a quel luogo e di certo non muoio dalla voglia di farci ritorno >> rispose Hook secco
 
<< Però sei tornato vivo. Questo già è qualcosa. >> disse Charming
 
<< Bene, sei dei nostri allora. Cosa dobbiamo sapere di Neverland ? >> chiese Emma
 
<< Allora, la prima cosa da sapere è che… >>
 
Così si organizzarono e dopo un’ora partirono per l’isola si Neverland. Hook si sentiva più sereno adesso, lo sguardo speranzoso e fiducioso di Aurora gli aveva dato forza e coraggio. Anche se… aveva anche visto una strana luce nel suo sguardo, non sapeva se positiva o negativa.
 

 
A NEVERLAND …
 
….
 
Hook e gli altri erano appena arrivati a Neverland e per un attimo il capitano si perse nella contemplazione dell’isola che non vedeva da tanto tempo. Neverland sembrava più oscura di come se la ricordava. Anche più cupa. Forse gli sembrava così perché era notte e l’isola era avvolta dall’oscurità, oppure erano i suoi ricordi che lo stavano tradendo. In fondo, lui aveva passato momenti davvero dolorosi in quel luogo e ricordarselo nei minimi particolari era l’ultima cosa che aveva desiderato fare in quegli anni.
 
<< Hook ? È quella Neverland ? >> gli chiese Emma
 
<< Si, è quella. >> rispose Hook
 
<< Accidenti !! Non ha un’aria tanto allegra >> commentò James
 
<< E non hai ancora visto il resto ! >> rispose Hook

 
Hook e gli altri stavano allestendo le proprie tende per la notte dopo la brutta tempesta che avevano appena superato. Hook sapeva che non sarebbe stata una passeggiata, d’altronde, aveva vissuto su quell’isola per molto tempo, gli altri invece nonostante avessero superato anche loro molte sfide nell’Enchanted Forest, erano impreparati sui tranelli e i pericoli di Neverland. Tuttavia, essendo molto stanchi andarono a dormire presto per essere in forze per il giorno dopo, dopo aver tuttavia mangiato qualcosa. Hook si addormentò abbastanza presto, era abituato ormai a sentire il pianto dei Lost Boys durante le notti più oscure, era abituato ormai ad ignorarlo. Tuttavia, quando cominciò a sognare il sogno sembrava più reale che mai, e forse lo era, considerando in che luogo si trovava e chi ci viveva.
Nel sogno tuttavia si trovava seduto su una roccia e stava in un piccolo spazio verde circondato dagli alberi. Quel luogo gli ricordava qualcosa… ma non riusciva a ricordare che cosa.
 
<< Davvero ? Eppure non è passato così tanto tempo ! >> esclamò una voce vicino a lui
 
Hook si voltò anche se non aveva bisogno di sapere chi fosse. Fu una sorpresa rivedere così da vicino il Re di Neverland, questo lo dovette ammettere. Ovviamente non era cambiato affatto, stessa altezza, stesso aspetto, stessi vestiti, stesso ghigno da bastardo.
 
<< Beh, sai com’è, si cresce, si cambia e si invecchia e inoltre io non mi sono mai sforzato più del necessario di ricordare ciò che è accaduto qui >> rispose Hook rimpiangendo di non poter avere la sua boccetta del rum
 
Pan assottigliò gli occhi offeso ma preferì tralasciare l’argomento <<  Perché sei tornato ? >>
 
<< Come se tu non lo sapessi >> rispose Hook alzandosi
 
<< Per il ragazzino ? Che te ne frega ? Non è di certo tuo figlio >> disse Peter avvicinandosi
 
<< Non è mio figlio ma è figlio di una mia amica e inoltre sono qui per supportare persone a cui tengo, che considero miei amici. Loro mi hanno aiutato a cambiare vita e io devo loro il mio aiuto >> disse Hook
 
<< Amici ? Sei ridicolo. E io mi sento offeso, perché vuol dire che non sono riuscito a insegnarti niente durante la tua permanenza qui. Non ti ricordi più le regole ? >> chiese Peter arrabbiato
 
<< Quali ? Niente amore, niente amici, sii sempre il primo dopo il successo, niente relazioni ? Erano una più ridicola dell’altra >> disse Hook
 
Peter rimase in silenzio a guardarlo. Hook capì perché non stava replicando. Il Re di Neverland aveva capito che lui era cambiato. Non era più il patetico pirata con una mano sola e problemi di alcolismo, adesso era un uomo maturo, forte abbastanza per non chinare più lo sguardo davanti a lui. La verità era che l’amore di Aurora lo aveva depurato da tutto ciò che c’era di marcio in lui, l’aveva reso forte, adesso non era più un codardo.
 
<< Ti sei rimesso il cuore nel petto Captain ? >> chiese Peter
 
<< Questa mi sembra una domanda stupida. Lo sai, sai tutto. Possiamo saltare la fase delle domande stupide e venire al dunque ? >> chiese Hook
 
<< Devi andartene da qui >> disse Peter con un tono che non ammetteva repliche
 
<< Questa non mi è nuova. Perché dovrei andarmene ? >> chiese Hook
 
<< Perché sia io che te sappiamo che è la cosa più intelligente da fare. Sei bravo a sopravvivere. Perciò fatti un favore, salvati la vita. Perché questa volta, non credo che perdere l’altra mano sia la cosa più terribile che ti possa accadere. Se oserai intralciarmi io… >>
 
<< Che cosa ? Mi strapperai l’Ombra ? Il cuore ? Mi condannerai a un’eternità di dolore e sofferenza ? >> chiese Hook per niente intimorito << Preferisco patire questo piuttosto che sapere di aver fatto la figura del codardo, per la terza volta nella mia vita e per la seconda volta per colpa tua >>
 
<< Allora ci rivedremo in battaglia. >> disse Peter voltandosi e incamminandosi verso il bosco
 
<< Ovviamente… >> disse fermandosi a un certo punto << … in circostanze molto meno amichevoli >>   
 

 
La mappa li stava conducendo in un ampio spazio verde nella foresta. Lo spazio era in pendenza e davanti a loro c’era una sagoma girata di spalle vestita proprio come Henry. Era lui, il Re di Neverland, Peter Pan. Peter Pan che si rivolgeva a loro come se già avesse vinto.
 
<< Io mi aspettavo di più da te Captain ! >> esclamò il bastardo mentre li guardava con il suo solito ghigno fastidioso
 
Ti pareva che non gli faceva pesare quella che secondo lui era una “pessima” decisione. Ma non si sarebbe lasciato intimidire da quel diavolo di ragazzino.
 
<< Si ? E tu lo avrai ! >> rispose Hook con determinazione
 
<< Consegnami Henry !! >> gli ordinò Emma
 
<< Mi dispiace, non posso >> disse mentre camminava << Non lo sapete ? >> chiese << Gli imbroglioni non vincono mai >>
 
Hook, Emma, Snow, Regina, James e Mulan erano caduti nel tranello di Peter Pan e dei Lost Boys. Questi ultimi infatti li stavano circondando e puntavano contro di loro le loro frecce con la punta impregnata di Sognombra, il veleno più pericoloso di Neverland. Peter Pan li stava osservando con un sorriso beffardo sul volto.
Hook subito iniziò a combattere contro Felix. Ah, che goduria avrebbe provato se quella sera sarebbe riuscito ad ucciderlo sotto gli occhi vigili del suo leader. Hook sapeva, o meglio aveva intuito, che Peter provava qualcosa di diverso per Felix, stima, orgoglio, lo favoriva per molti suoi aspetti agli altri Lost Boys. Adesso aveva finalmente avuto la possibilità di affrontarlo, di vendicarsi per tutte le volte che aveva posseduto il Re di Neverland, per avergli fatto trascorrere tre giorni di inferno, per aver potuto avere ciò che a lui il Re aveva sempre negato. Felix dal canto suo rispondeva ai suoi attacchi con la stessa grinta e la stessa rabbia, specialmente dopo che lui gli aveva ricordato la brutta fine che aveva fatto Rufio. Hook sapeva che Rufio e Felix avevano un rapporto molto “particolare” ma sapeva anche che Peter non era molto felice di questo rapporto , diceva che era un problema perché deconcentrava i suoi ragazzi migliori dal proprio lavoro. Chissà se Peter avesse mai detto a Felix che era stato lui ad ordinargli la morte di Rufio…
 

 
Hook stava salendo l’altura in modo da aiutare James a salire. Sapeva che era sbagliato quello che stavano facendo, Emma e Snow meritavano di sapere la verità ma purtroppo non era a lui che spettava di decidere. Era finalmente arrivato in cima e stava per lanciargli la corda quando sentì di nuovo la sua voce.
 
<< Non farlo salire ancora >> gli ordinò la voce del Re alle sue spalle
 
Hook avrebbe voluto tirare la corda giù solo per fargli un dispetto ma sapeva che se lo avrebbe fatto ne avrebbe pagate le conseguenze e molto probabilmente anche il principe le avrebbe pagate per colpa sua. Così posò la corda sul suolo e si voltò verso la sagoma scura dalla quale era arrivata la voce.
 
<< Io voglio parlarti, da solo >>
 
<< Cosa vuoi ? >> gli chiese semplicemente Hook
 
<< Voglio offrirti un patto >> rispose il Re rimanendo nell’ombra << Torna a lavorare per me. Come i vecchi tempi >>
 
<< Non mi mancano i vecchi tempi >> disse Hook
 
Era vero. Non gli mancava niente di Neverland, avrebbe dato tutto ciò che possedeva pur di non restare in quel luogo maledetto un secondo di più se non fosse stato per il fatto che aveva promesso di aiutare Emma a riprendersi suo figlio da quel demonio.
 
<< E se io ti offrissi qualcosa che difficilmente rifiuteresti ? >> gli chiese il Re comparendo dinanzi a lui in un secondo
 
<< Vattene via dall’isola e ti prometto che non mi rivedrai mai più, ti prometto che avrai salva la vita e che non sarai più costretto a tornare qui >> disse il Re
 
<< Non sono interessato, ancora >> rispose Hook con un ghigno
 
<< Non ti interessa la tua incolumità ? Devo essermi perso tante cose della tua vita. Come il passaggio dall’essere un egoista che pensa solo a se stesso a un prode cavaliere che è disposto a perdere la vita per il moccioso di un’altra donna >> disse il Re sbeffeggiandolo
 
<< Già, ti sei perso davvero tante cose della mia vita. La mia maturazione, il mio cambiamento, e la fine dei miei sentimenti per te >> disse Hook
 
<< Sul serio ? Vuoi dire che se adesso io mi concedessi a te… >> disse il Re avvicinandosi pericolosamente a Hook << … tu mi rifiuteresti ? >>
 
<< Senza alcun dubbio. Non sono più uno squallido pedofilo che se la fa con un moccioso >> disse Hook con ribrezzo
 
<< Mi auguro che tu stia scherzando >> disse il Re ridendo << Io sono molto più vecchio di quanto tu possa immaginare. Al massimo il moccioso tra noi due sei tu. >>
 
<< Allora è una fortuna che tu sappia trattare bene con i mocciosi. >> commentò Hook aspramente << Rufio è un esempio >>
 
<< Stai zitto !! Non pronunciare il nome di quel miserabile, se non vuoi che… >>
 
<< Che cosa ? Sei pateticamente ripetitivo. Non hai ancora capito che non mi interessa ciò che mi farai ? >> chiese Hook
 
<< Forse non interesserà ciò che farò a te. Ma… se prima non avevo più nulla da toglierti, adesso posso toglierti tutto ciò che hai difficilmente guadagnato >> disse Pan con uno sguardo cattivo
 
<< E sarebbe ? >> chiese Hook che cominciava a preoccuparsi
 
<< Il tuo lieto fine >> rispose Peter Pan con un ghigno << Perciò… prendi un sorso. Bevi. Ho sempre trovato strana questa tua abitudine. Di solito l’alcool ti annebbia il cervello ma a quanto pare, nel tuo caso, è l’unica cosa che ti aiuta a pensare >> disse prima di svanire nel nulla.
 

 
 Hook e James si erano appena riuniti con Emma, Snow, Mulan e Regina  e tutti quanti avevano brindato in suo onore. Hook sinceramente si sentiva solo tremendamente in colpa. Non era giusto mentire, ma la decisione non spettava a lui ma a James e per quanto lui lo esortasse a dire la verità, altro non poteva fare. Tuttavia, quando non riuscì più a sopportare quell’atmosfera, con una scusa, si allontanò dal gruppo per fare due passi. Portò con se la sua fiaschetta con il rum. Era da un bel po’ che non si ubriacava. Aurora non sopportava questa sua abitudine anche se a volte comprendeva quanto lui ne sentisse il bisogno. Di solito quando si ubriacava in maniera eccessiva lei non gli diceva niente, si limitava a farlo sdraiare sul divano e a coprirlo con un plaid. Il giorno dopo gli preparava la colazione e aspettava che fosse lui a parlare. Hook a volte si chiedeva dove Aurora fosse stata per tutta la sua vita, quella ragazza era una vera santa, non si arrabbiava quasi mai e quando era arrabbiata non si metteva a sbraitare come una matta come faceva Milah che poi gli sbatteva la porta in faccia e non gli parlava per giorni, o come faceva quello psicopatico di Peter Pan che gli inviava contro eserciti di sirene, Lost Boys o che lo costringeva ad assistere a scene sessuali tra lui e i suoi sottoposti. Aurora invece lo supportava e sopportava sempre.  A volte si chiedeva che cosa avesse fatto per meritarla.
 
<< Diamine ! Non mi sbagliavo quando ho detto che il rum ti aiuta a pensare. >> disse la voce del Re poco vicino a lui
 
Hook prese un altro sorso di rum cercando di ignorarlo anche se sapeva che non ci sarebbe riuscito a lungo. Infatti, il Re proseguì << Non sapevo che fossi capace di pensieri tanto profondi >>
 
<< Ci sono molte cose che non sai di me, maestà >> disse Hook prendendo ancora un altro sorso
 
<< Forse. Vedo, tuttavia, che non hai alcuna intenzione di rinnovare il tuo accordo con me >> disse il Re
 
<< No. Non ora che finalmente sono riuscito ad andare avanti dopo che tu mi avevi rovinato la vita. >> disse Hook con determinazione
 
<< Io ti avrei rovinato la vita ? Non essere ridicolo. Non ho ancora capito se sei solo uno stupido illuso o se sei ancora qui solo per provocarmi e darmi fastidio >> disse il Re incrociando le braccia al petto
 
<< Non tutto il mio mondo gira intorno a te >> disse Hook duramente
 
<< Un tempo era così >> disse il Re con un ghignetto
 
<< Un tempo ero innamorato di un moccioso. Era ingenuo e pieno di odio e di rancore. Adesso voglio di mostrare agli altri ciò che sono veramente. Non mollerò proprio adesso che gli altri cominciano a vedermi per ciò che sono veramente. >>
 
<< Cioè ? Un pirata con una mano sola e problemi di alcolismo ? >> chiese Peter deridendolo << Non sono cresciuto, ma credo che questo ti renda meno attraente >>
 
<< Beh, un tempo il mio… essere cresciuto… ti piaceva, eccome se ti piaceva. E comunque, io mi riferivo all’essere un uomo d’onore. >> disse Hook bevendo un lungo sorso di rum
 
<< Allora dimmi… un uomo d’onore… scoperebbe mai un ragazzino… come facevi tu un tempo ? >> gli chiese Peter avvicinandosi pericolosamente a lui
 
<< Un uomo d’onore ? No. Il pirata patetico e ceco che ero un tempo ? Si >>
 
<< Wow. Allora dimmi… un uomo d’onore sa come tenere un segreto ? >> chiese Peter piegandosi sulle gambe davanti a lui
 
<< Beh… dipende dal segreto >> rispose Hook che aveva capito dove l’altro volesse andare a parare
 
<< Belfire… Neal… o come cavolo si fa chiamare adesso, è ancora vivo >> disse Peter alzandosi
 
<< Non è possibile. Emma ha detto di averlo visto morire. Ha detto che… >> disse Hook alzandosi allarmato
 
<< Emma ha detto, Emma ha detto. Emma, Emma, Emma. Ultimamente non faccio altro che sentire questo schifo di nome >> commentò il Re schifato
 
<< Che hai contro di lei ? Non ti ha fatto niente di male. Sei tu che le hai portato via il suo bambino. Strano, visto che non hai saputo tenerti il tu… >> non riuscì a terminare la frase che il Re lo colpì forte al viso con un pugno
 
Il Re di Neverland non era avvezzo alla violenza fisica, preferiva torturarti con le parole, ferirti con verità campate per aria ma per te avevano tutto il senso di questo mondo, o al massimo con la magia. Ma quando era arrabbiato, come in questo momento, e Hook già l’aveva provato, le mani addosso te le metteva senza pensarci due volte.
 
<< NON OSARE PARLARE DI MIO FIGLIO !!! Nessuno deve >> disse il Re puntandogli il dito contro
 
<< Perché non dovrei ? E poi da quando è tuo figlio ? Prima lo chiamavi “squallida nuda larva rosa che ha osato rovinarmi la vita”. Non mi hai neanche mai detto come si chiamava >> constatò Hook massaggiandosi la guancia
 
<< Aveva un nome orribile. Lo scelsi io, però. Lo scelsi in base a ciò che provai per lui… quando capì che mi aveva rovinato la vita. Il nome si abbina perfettamente al soprannome che gli desti tu >> disse Peter con un tono di voce strano
 
<< Che intendi di… >> Hook allargò gli occhi e a quel punto comprese, capì tutto quanto. << Tu sei… lui è… >>


<< Si, Captain. Rumplelstilskin è mio figlio. >> disse Peter mentre una lacrima gli scendeva lungo la guancia
 
<< Tuo e di chi ? >> chiese Hook ancora sotto shock
 
<< Di una puttana di cui non ho voglia di parlare >> rispose Peter con un ringhio
<< Tuttavia. Neal è vivo. Il padre di Henry, il vero amore di Emma, il mio nipote “adorato”. Chiamalo come ti pare. È vivo, ed è a Neverland >> disse voltandosi
 
<< E perché me lo staresti dicendo ? >> gli chiese Hook che non riusciva a capire il motivo
 
<< Perché voglio vedere adesso che tipo di uomo dimostrerai di essere >> disse il Re voltandosi un’ultima volta prima di sparire nell’Oscurità della foresta.
 

 
Hook e gli altri erano alle Echo Caves e ognuno di loro stava per confessare il proprio segreto più oscuro pur di liberare Neal da quella stramaledetta gabbia.
 
<< Chi ci dice che ne valga davvero la pena ? Se ciò non funziona, avremmo svelato i nostri segreti inutilmente, vivendo un momento imbarazzante e svelando qualcosa che forse potrebbe compromettere i nostri già instabili rapporti di fiducia >> disse Mulan
 
<< Facciamo così… io sono già stato in queste caverne, so come funziona. Posso capire che sia difficile… ciò che questo luogo vi impone di fare, credetemi. Qui ho perso quasi metà della mia ciurma. Tuttavia, sono disposto a rivelare per primo il mio segreto. >> disse Hook
 
<< Bene, sentiamo >> disse James sarcasticamente
 
<< Quando… quando ho perso Milah, credevo di aver perso tutto. Nel mio posto non c’era spazio se non per l’odio e per la mia vendetta. Ero così… arrabbiato… così… credevo che non mi sarei mai innamorato di nuovo ma non è andata così. Mi sono innamorato di un’altra persona. >> Hook prese un respiro
 
<< Aurora. Sarebbe questo il tuo segreto ? >> chiese Mulan che si stava arrabbiando
 
<< Mulan, lascialo parlare >> disse Emma incoraggiando Hook a continuare con lo sguardo
 
<< Prima di Aurora, c’era stata un’altra persona. Che ho amato con tutto il mio cuore e che mi ha fatto talmente male da spingermi a strapparmi il cuore dal petto pur di non sentire niente. >> Hook sospiro poi proseguì << Questa persona è… Peter. >> disse tutto d’un fiato
 
Gli altri lo guardarono allibiti, con le bocche leggermente aperte e con espressioni di puro shock.
 
<< Pan ? Tu eri innamorato di Peter Pan ? >> chiese Emma allibita
 
<< Lui sa come far innamorare le persone di lui e io in quel periodo ero molto… debole da un certo punto di vista emotivo per… provare a combatterlo. Comunque sia, mi ero innamorato di lui… ma… le cosa non sono andate tanto bene. Non ho mai avuto il coraggio di… dirlo così apertamente… prima me ne vergognavo, poi non lo dicevo perché mi faceva male ma adesso… non provo più niente per lui. Io amo la mia Aurora adesso, ed è grazie a lei se sono riuscito a guarire >> disse Hook
 
<< Aurora lo sa ? Sa di tutta questa storia ? >> chiese Mulan con voce dura incrociando le braccia al petto
 
<< Ovvio che lo sa. Sa tutto, anzi, è stata lei a spingermi a tornare qui a Neverland per aiutarvi. Si fida di me, crede in me e nel nostro amore proprio perché non le ho mai nascosto niente fin dall’inizio. >> ribatté Hook
 
<< Beh, ma ci sono momenti in cui scompari spesso e per molto tempo. Dove vai ? Chi ci dice che è veramente finita tra te e quel demone maledetto ? >> chiese Mulan
 
<< Se così fosse lo avrei già confessato da un pezzo. Sarebbe stato anche quello parte di ciò che non avrei mai voluto rivelare ma non l’ho fatto semplicemente perché tra me e il Re non è successo niente da quando sono tornato su questa stramaledetta isola e non succederà mai. E comunque non giudicarmi, dobbiamo ancora sentire il tuo segreto… ragazza-guerriera >> disse Hook
 
La determinazione sul volto di Mulan traballò, si morse il labbro inferiore e lanciò a Hook uno sguardo che se fosse stato magico avrebbe incenerito il pirata all’istante << Aurora è incinta >> disse tutto d’un fiato
 
Per la seconda volta tutti quanti rimasero a bocca aperta, specialmente Hook.
 
<< Che cosa ? >> chiese Hook in trance
 
<< Hai capito perfettamente. Aurora me lo disse quando partimmo per Neverland. Me lo disse poco prima che la città venisse devastata dal caos. Mi fece promettere però di non dirti niente, di mantenere il segreto perché desiderava dirtelo di persona. Tuttavia, non ne ha avuto l’occasione. La città era stata salvata ma poi siamo dovuti andare a Neverland e… beh… il resto lo sai. >> disse Mulan
 
<< E tu… hai saputo che lei era incinta da tutto questo tempo e non hai mai pensato di dirmelo ? >> chiese Hook arrabbiato
 
<< Lei mi ha fatto promettere di non dirtelo, perché voleva farlo personalmente. E a me andava bene, non sono io quella incinta, è una questione che riguarda te e lei. Come anche la tua bella tresca con Pan >> disse Mulan sarcasmo
 
Hook assottigliò gli occhi. Dio, quando la odiava a volte. Nonostante fosse passato un bel po’ di tempo lui e Mulan non andavano ancora d’accordo, anzi, si odiavano ogni giorno di più. Lui non la tollerava e lei ancora meno. Ogni volta era un’occasione giusta per litigare, infatti Aurora, seppur ci avesse provato inizialmente, non cercava mai di spingerli a fare amicizia in maniera forzata ma chiedeva loro di provare ad andare d’accordo e limitare le discussioni al minimo indispensabile. Tuttavia, in quel momento Aurora non c’era e Hook era libero di urlare contro la sua amica quanto gli pareva e piaceva.
 
<< Oh ma sentitela !! Che se non fosse stato perché Filippo era un principe ed era un uomo d’onore, ma anzi un cretino qualunque non avresti esitato a fare la civettuola con lui e cercare di portartelo a letto nonostante sapessi che lui era impegnato con un’altra donna >> urlò Hook
 
<< Questo non c’entra un tubo >> ribatté Mulan che era leggermente arrossita
 
<< È ovvio, cara. Perché se le cose riguardano te non valgono invece per la mia tresca con Pan, chiamate il boia e tagliate la testa al pirata. No ? >> chiese Hook con sarcasmo
 
<< Adesso basta voi due ! >> ordinò James
 
<< Non dobbiamo litigare tra di noi. È esattamente quello che vuole Pan. Vuole metterci l’uno contro l’altro ecco perché ha rinchiuso Neal qui. Perciò voi due smettetela di litigare immediatamente >> ordinò Emma
 
Hook e Mulan si lanciarono un’occhiata.
 
“Finiamola qui… per ora” gli dicevano gli occhi di lei
 
“Ci puoi giurare, donna” le rispondevano gli occhi di lui
 

 
Hook stava andando a cercare la legno per accendere il fuoco. In realtà, aveva bisogno di un po’ di tempo per pensare a quanto avesse appreso e a quanto la sua vita fosse cambiata in un istante. Aurora era incinta, aspettava un bambino, e non un bambino qualunque, ma il suo. Stava per diventare padre. Improvvisamente si sentì così felice che non poté fare a meno di sorridere.
 
<< Perché stai sorridendo come un idiota ? >> gli chiese la voce del Re dietro di lui
 
Eccoci, quando pensi di aver finalmente trovato un lieve punto di luce in mezzo a tanta oscura infelicità, ecco che il simbolo, l’incarnazione perfetta della malvagità più assoluta ti appare facendoti crollare l’umore sotto i piedi.
 
<< Che cosa vuoi Pan ? >> gli chiese con uno sbuffo
 
<< Te l’ho appena chiesto. Perché stai sorridendo come un ebete ? Voglio dire, hai scoperto in un secondo che la tua vita è andata a rotoli >> spiegò il Re di Neverland appoggiato a un albero
 
<< Perché mai ? La mia vita non potrebbe andare meglio. La donna che amo è incinta, e io mi sono finalmente tolto un grosso peso dal cuore rivelando a tutti le schifezze che abbiamo fatto insieme >> disse Hook con un sorriso
 
<< Tecnicamente hai detto loro che mi hai amato non che mi hai scopato. Anche se sono sorpreso, credevo che avresti detto loro che amavi Emma. Invece, mi sono sbagliato su tutto >> disse Peter incrociando al petto le braccia
 
<< Emma ? Perché avrei dovuto dire loro che amavo Emma ? >> chiese Hook che non riusciva a capire
 
<< Perché ero convinto che tu amassi lei >> rispose semplicemente Peter
 
<< E per quale motivo la tua mente contorta e perversa io sarei stato innamorato di Emma ? >> chiese Hook che continuava a non capire
 
<< Perché sei venuto qui per salvare suo figlio, perché le hai offerto diverse volte la tua fiaschetta di rum, e perché sei stato disposto a tornare qui… per aiutarla… dopo che avevi giurato che non avresti mai rimesso piede a Neverland. >> spiegò Pan con un tono strano
 
<< Lei aveva bisogno di qualcuno che conoscesse Neverland e soprattutto chi ci viveva. Io mi sono offerto di aiutarla ma non credere che io non abbia tentennato all’inizio. >> disse Hook
 
<< Quindi… colei che adesso ha il tuo cuore è Aurora la principessa delle Sabbie ? Ho capito bene ? >> chiese Pan alzando il sopracciglio con aria scettica
 
<< Che c’è di strano in questo ? >> chiese Hook che cominciava a infastidirsi
 
<< Niente. Credevo che a te piacessero le persone… intraprendenti. Non dei miseri fiorellini delicati che possono essere pestati senza problemi >>  commentò il Re
 
<< Lei è molto più forte e impavida di quel che sembra. Lei è davvero meravigliosa. Mi ha dato la spinta per essere una persona migliore. Lei è la vera ragione per cui io mi sono rimesso il cuore nel petto e ho voluto provare ad amare di nuovo >> disse Hook con determinazione
 
<< Che discorso commuovente. Sai, se non fossi immortale, adesso avrei il timore che tu mi abbia appena fatto venire il diabete >> commentò sprezzante il Re
 
<< Simpatico. Anche se non credo che corri pericolo, con tutta quell’acidità che hai in corpo è già tanto che i morsi che mi lasciavi quando facevamo sesso non mi avessero fatto morire a causa del loro veleno. >> ribatté Hook
 
<< Spiritoso. Io invece mi sto chiedendo se dopo tutto il tempo sprecato insieme a te tu non mi abbia trasmesso le tue malattie veneree. >> disse il Re passando al contrattacco
 
<< La Dreamshade è innocua a confronto con la tua linguaccia biforcuta e velenosa >> disse Hook cacciando fuori la lingua come per enfatizzare quanto avesse appena affermato
<< Un tempo la mia linguaccia biforcuta e velenosa ti piaceva >> disse Pan leccandosi le labbra con la lingua per provocare il pirata
 
<< E a te invece piaceva avere il mio sperma dentro e fuori il tuo corpo. Da ciò deduco che le mie ipotetiche malattie veneree non ti spaventavano >>
 
<< Diamine no ! >> esclamò Peter allegro << Sono immortale. Le tue malattie non rappresentano alcun problema, per me. >>
 
<< Vedo che prendermi in giro ti restituisce il sorriso >> commentò Hook ironico
 
<< Infatti. A che mi serve giocare e divertirmi a spese degli altri quando ho te che sei una barzelletta fatta a persona >> disse Pan con un ghigno
 
<< Grazie mille. Come al solito vedo che sei in vena di complimenti. Tuttavia, toglimi una curiosità… perché sei qui ? Di solito mi appari solo quando vuoi ottenere qualcosa >> chiese Hook con diffidenza
 
<< In effetti volevo rammentarti un concetto molto fondamentale che a quanto pare tu hai dimenticato >> disse il Re tornando serio
 
<< E quale sarebbe questo fondamentale concetto che io avrei osato dimenticare ? >> chiese Hook fronteggiandolo
 
<< Tu sei mio Hook. Lo sei stato sin dal primo momento che ti ho visto. Accettando il mio patto, hai firmato la tua condanna. La tua anima, il tuo cuore, tutto di te mi appartiene. Sono stato chiaro ? >> chiese il Re con un ringhio simile a quello di una belva in procinto di attaccare
 
<< Che stai dicendo ? Credevo che fossi felice di esserti finalmente liberato di quel ridicolo pirata che ti stava sempre tra i piedi >> disse Hook confuso
 
<< È qui che ti sbagli. Stupido pirata senza una mano e senza un briciolo di cervello si… ma pur sempre mio. Se pensi di poter appartenere a qualcun altro, e di dare a qualcun altro ciò che è mio… beh… ti sbagli di grosso. Vedrai come ti farò rimpiangere di avermi dimenticato >> disse il Re guardandolo dritto negli occhi
 
<< Ora ho capito. Ti dà fastidio il fatto che il mio cuore non ti appartenga più, che io non sia più sottomesso a te, che io non provi più niente per te. Ti dà fastidio che io non sia più tuo. Sai una cosa ? Questo… l’hai voluto tu >> disse prendendo un respiro profondo per poi continuare << Tu avevi tutto di me, io ero disposto ad amarti con tutto me stesso ma poi tu mi hai cacciato via da Neverland. Hai fatto una scelta tempo fa, io ho fatto la mia. Ora non puoi incolparmi se io sono riuscito ad andare avanti con la mia vita mentre tu sei rimasto bloccato nella tua. >> disse Hook
 
<< Tu seri riuscito ad andare avanti con tua vita ? Davvero ? Allora che ci fai qui ? >> chiese Pan con un ghigno
 
<< Sono qui per aiutare un’amica >> rispose Hook troppo velocemente
 
<< O per affrontarmi di nuovo ? Per poter avere risposte a quesiti che ti stai ancora ponendo ? >> chiese Pan che sapeva di aver ragione
 
<< E quali sarebbero ? >>
 
<< Se io ti abbia mai amato. >> rispose il Re in un sussurro << Cos’era quella luce verde che mi illuminava ogni volta che mi baciavi. Perché io abbia fatto di tutto per farti tornare a Neverland. >>
 
<< A questo quesito la risposta la posso immaginare. Per distruggere il mio nuovo Lieto Fine. Un Lieto Fine senza di te. >>
 
<< No. Ti ho fatto tornare qui perché… perché… >> disse il Re avvicinandosi a lui << Perché volevo vedere… che cosa avessi combinato in questo tempo. Pensavo che avessi imparato finalmente e invece ti rivedo fare gli stessi errori. Ti infili di nuovo il tuo cuore, ti innamori, e poi… ti ritrovi di nuovo con il cuore spezzato. E a quel punto, a chi toccherà il tuo cuore ? A Emma ? Al bel bambino che stai per avere ? A me ? >>
 
<< Non sarà mai più tuo >> disse Hook con fermezza
 
<< Questo è tutto da vedere. Tu sei ancora qui, a Neverland. Neverland è il mio regno, sono il Re e il Re… può pretendere di avere tutto ciò che più gli aggrada. Anche le cose che non gli spettano. Anche… ciò che si cerca di negarmi. Io alla fine ottengo tutto >>
 
<< Non questa volta >> disse Hook
 
Il Re rise << quante volte ho sentito questa frase. L’ho sentita ogni notte che passavo da te per il sesso. Me lo ripetevi sempre, ogni volta e ogni volta chiedevi di più. Io ottengo sempre quello che voglio >> disse Peter
 
<< Io la amo davvero >> disse Hook mentre gli occhi gli brillarono al solo pensiero dell’amata
 
Peter sentì un forte dolore al petto, talmente doloroso da costringerlo a distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Nemmeno quando Hook era innamorato di lui i suoi occhi brillavano in quel modo. Ora, solo il pensiero di quella puttanella bastava a rendere i suoi occhi due zaffiri luminosi, forse più luminosi di tanti, grandi, diamanti raggruppati l’uno sopra l’altro.
 
<< Per ora >> disse Pan prima di sparire
 

 
<< Dove sei stato ? Hai preso la legna ? Non la vedo. Sei andato a farti fottere da Pan ? >> ecco qual era stata la “calorosa” accoglienza di Mulan al suo ritorno.
 
<< Vedi di darti una calmata Spara-sentenze del cavolo. >> disse Hook avvicinandosi al falò
 
<< Non credere che sia finita qui. Mezzo finocchio. Pensi davvero che io riesca a credere che tra te e il puttaniere reale non sia accaduto niente ? >> chiese Mulan in piena crisi isterica
 
<< Chiamami di nuovo Mezzo finocchio, maschiaccio, anzi carro armato, e ti giuro che ti sgozzerò con la tua spada >> disse Hook alzando la voce
 
<< Prova anche solo a toccarmi e ti giuro Hook che ti taglierò anche l’altra mano >> urlò Mulan avvicinandosi a lui
 
<< Fatela finita voi due ! >> disse Charming a gran voce
 
<< Concordo. Mulan, le tue supposizioni mi sembrano assai inadeguate. >> disse Snow
 
<< E comunque, anche se Hook scoperebbe con Pan non sarebbe affar tuo né nostro >> concluse Emma
 
<< Cosa vorreste dire ? Non capite che lui potrebbe tradirci per tornare nelle grazie di Pan ? >> chiese Mulan allibita
 
<< Prima di tutto, non sono io a dover tornare nelle sue grazie, semmai il contrario. Lui ha ferito i miei sentimenti, lui mi ha spinto a fare cose orribili. Credetemi, lui mi aveva già proposto di tornare a casa e di lasciarvi qui a marcire su questa isola ma non ho accettato. E non accetterò mai. >> Disse Hook
 
<< Lui ti aveva già proposto un accordo ? >> chiese Emma sorpresa
 
<< Si. Anzi, più che un accordo mi aveva ordinato di abbandonare Neverland o mi avrebbe fatto del male. >> ammise Hook chinando il capo
 
<< E tu hai deciso di metterci in pericolo restando qui solo per contrariarlo ? >> chiese Mulan furiosa
 
<< Voi siete già in pericolo. Lo siete stati sin dal primo secondo che avete deciso di passare qui. E comunque lui non ha parlato di voi, sa che senza Henry di qui non ve ne andrete. Lui voleva solo che me ne andassi io. >> disse Hook
 
<< E perché ? Sono io la madre di Henry, non tu. Lui dovrebbe cercare di ricattare me. Perché si interessa tanto a te ? >> chiese Emma
 
<< Non  ne ho idea. Prima lo potevo capire, eravamo innamorati, io ero una debolezza e allora lui mi cacciò da Neverland. Ma adesso ? Perché vuole che me ne vada ? >> chiese Hook più a se stesso che agli altri
 
<< Forse perché gli fa male >> disse Snow mentre si sedeva su un tronco vicino al falò
<< Che cosa gli dovrebbe fare male ? >> chiese Hook frustrato sedendosi vicino a lei
 
<< Il fatto che tu sia andato avanti con la tua vita. Che sia riuscito a ricominciare, ad innamorarti di nuovo, a dimenticarlo >> rispose semplicemente Snow
 
<< È stato lui a cacciarmi via. Lui ha voluto tutto questo. Io non l’avrei mai lasciato. Lui non mi riavrà indietro. Non rinuncerei mai ad Aurora >> disse Hook stringendo i pugni
 
<< Lui sa anche questo. Per questo ha voluto rinchiudere Neal alle grotte dell’eco. Voleva che tu ricordassi il tempo che avevate passato insieme, voleva che tu ricordassi quanto lo avessi amato. Voleva… farti rimpiangere di avergli voltato le spalle >> disse Snow con sicurezza
 
<< Già. È proprio un comportamento da Pan. Ora, vorrei riposare. Vi dispiace se dormo un po’ ? >> chiese Hook con educazione
 
<< Sinceramente si visto che non abbiamo finito di… >> cominciò a dire Mulan
 
<< Si Hook. Riposati. Ci servi in forze >> disse Charming interrompendo la sfuriata di Mulan e dando una pacca amichevole a Hook
 
Hook lo ringraziò con un cenno del capo per poi sdraiarsi nel suo sacco a pelo e chiudere finalmente gli occhi.
 

 
Hook stava camminando nella foresta di Neverland. Aveva in mano la fiaschetta di rum e sentiva la stanchezza pesare sul suo corpo come un macigno. A un certo punto dovette sedersi su una roccia lì vicino poiché credeva che non ce l’avrebbe più fatta a camminare.
 
<< Guarda, guarda. Il peggio deve ancora iniziare e tu sei già ridotto in queste condizioni pietose. Le verità feriscono sempre in questo modo, non lo sapevi ? >> chiese Peter incrociando le braccia al petto
 
<< Quali verità dovrebbero ferirmi ? So già tutto. Loro mi hanno già fatto del male. >> disse Hook
 
<< NO TU NON SAI PROPRIO NIENTE !! >> urlò Peter
 
Hook sussultò. Non lo aveva mai visto così arrabbiato, o almeno non da quando aveva rimesso piede a Neverland. L’unica volta in cui lo aveva visto così arrabbiato era stato dopo il bacio rubato la mattina in cui aveva scelto anche di sciogliere il loro patto.
 
<< Tu non sai quanto anche io ho sofferto. Tu pensi di aver sofferto peggio di un cane ? Beh sappi che io non sono stato meglio. Avevo il cuore che mi sanguinava, ogni giorno. Ero a pezzi. Ogni giorno trattenevo le lacrime perché non ti avevo accanto e pregavo che infrangessi la mia imposizione e che tornasti a Neverland. Da me >> disse Peter con gli occhi lucidi
 
<< Che senso avrebbe avuto tornare ? Per farmi cacciare via di nuovo ? E comunque non credo che tu sia rimasto solo per tutto questo tempo. Sicuramente avrai avuto il tuo amato Felix, o la dolce Tinkerbelle, o chi so io per poter consolare le ferite del tuo animo. >> disse Hook con convinzione
 
<< Felix ? Dio. Ancora non sei riuscito a perdonarmelo ? Tu non sai niente del nostro rapporto. Felix è un amico per me. Solo questo. >> disse Peter
 
<< E da quando tu hai amici ? >> chiese Hook scettico
 
<< Da quando ho scoperto che lui sapeva da tempo tutta la verità sulla storia di Rufio e che nonostante tutto è rimasto a Neverland con me. Lui mi è stato vicino quando tu sei andato via. Ma non c’è stato più alcun rapporto sessuale tra noi. Dio, sarebbe come scopare con mio fratello >> disse Peter con una smorfia
 
<< Immagino. >> commentò Hook sprezzante
 
<< Per te è facile stare lì e giudica la veridicità delle mie parole o addirittura del mio amore. Tu mi hai rovinato la vita Hook. >>
 
<< Come mai questa non mi è nuova ? >>
 
<< Sai perché non volevo che mi baciassi ? >> chiese Peter mentre una lacrima gli scendeva lungo la guancia
 
<< No. Perché volevi che mi sembrassi più irraggiungibile ? >>
 
<< Ti ostini a non capire. Non hai mai capito. E mai capirai >> disse Peter con un’espressione rassegnata
 
<< Aiutami a capire allora. Dammi delle vere risposte per una volta nella tua vita >> lo implorò Hook
 
<< Non posso. Anzi, non voglio. Sforzati, capiscilo da solo. >> disse Pan indispettito
 
<< Mi sto sforzando di capirlo ma il tuo comportamento è un rompicapo vivente. Tu sei un rompicapo vivente. A volte credo di aver imparato qualcosa su di te ma poi è come se tornassi sempre al punto di partenza. >>
 
<< Tu sai già una cosa su di me >> disse Peter avvicinandosi a lui
 
<< E quale sarebbe ? >> chiese Hook che cominciò a tremare
 
<< Che ho bisogno di te >> disse Peter prima di baciarlo
 
Hook rimase immobile inizialmente. Poi lentamente ricambiò il bacio. Gli infilò le mani tra le sue ciocche brune e poi lo strinse più vicino a sé. Peter gli infilò a sua volta le dita tra i capelli con una mano mentre con l’altra gli accarezzò la guancia. Il ritmo del bacio aumentò gradualmente, esso sapeva di amore, di mancanza, di immensa tristezza. Le loro lingue si incontravano, si sfioravano, si appartenevano. Le loro labbra si amavano a vicenda. E i loro corpi sembravano essere fatti a posto per essere così vicini. Dopo pochi minuti Peter si allontano.
 
<< Grazie Kill. >> disse in un sussurro
 
<< Grazie per cosa ? >> chiese Killian confuso
 
<< Adesso so cosa devo fare >> disse Peter sparendo nel nulla
 

 
Hook aprì gli occhi di scatto e si mise a sedere. Si toccò la fronte, era sudato. Che cosa era successo ? Era stato solo un sogno ? No. Non era stato solo un sogno e quel bacio non era stata pura immaginazione ma semplice e cruda realtà. Aveva appena tradito Aurora, e in un certo senso sentiva di aver tradito anche i suoi compagni. Ma più di tutto lo preoccupava quella frase sibillina del Re. Che cosa aveva intenzione di fare ? Quasi istintivamente si alzò dal sacco a pelo, si rimise gli stivali e si diresse verso la foresta facendo ben attenzione a non svegliare nessuno. Era stanco di tutti quei misteri, adesso voleva delle risposte. E le avrebbe avute.
 

 
Peter stava guardando l’isola del Teschio. Come al solito era illuminata da quella luce tenue, che lo rendeva meno spaventoso di quanto fosse in realtà. Se là dentro non ci fosse la causa principale del suo malumore e della sua rovina Peter probabilmente l’avrebbe apprezzata più di quanto si sforzasse di fare. Quella stupita e maledetta isola non era sempre stata presente a Neverland, solo nell’ultimo anno. Eppure Peter non poteva fare a meno di amare la causa della sua collera. Si toccò le labbra e sorrise quasi istintivamente. Gli sembrava di sentire ancora il sapore delle sue labbra sulle sue.
 
<< Vostra Maestà ? >> disse una voce dietro di lui
 
Peter sorrise poi si voltò verso l’altra persona << Andiamo Felix, quante volte ti ho detto di non chiamarmi Vostra Maestà ? >>
 
<< Prima era d’obbligo >> disse semplicemente Felix posando il bastone a terra
 
<< Prima molte cose erano d’obbligo. Ora… non vedo perché continuare a portare queste sciocche abitudini soprattutto ora che sto per perdere tutto >> disse Peter avvicinandosi a Felix
 
<< Non dire così Peter. Tu non fallisci mai e io credo in te. E poi tu avrai sempre me. >> disse Felix
<< Lo so. Ma tu hai l’Amore Felix. Benché trovo la tua ragazza una palla mortale, sono felice per te lo sai. >> disse Felix dandogli un’amichevole pacca sulla spalla
 
<< Anche tu hai l’amore, Peter. Io ti voglio bene, Tinkerbelle lo stesso. Tutta Neverlend ti ama. E combatteremo al tuo fianco fino alla fine >> disse Felix
 
<< E di questo vi sarò eternamente grato >> disse Peter con un sorriso
 
<< Lui sta venendo, vuole delle risposte. >> disse Felix cambiando argomento
 
<< Lo so. Tu piuttosto, ti sei occupato insieme alla mia Ombra di quella faccenda ? >>
 
<< Si. Gli altri Lost Boys si stanno occupando del nostro nuovo prigioniero in questo momento >> disse Felix
 
<< Hai detto loro di essere cauti ? >> chiese Peter
 
<< Ho detto loro di non comportarsi da animali. Si >> rispose Felix
 
<< Bene. La tua ragazza Felix sarà felice di avere compagnia >> disse Peter con un sorriso
 
<< E per quanto riguarda il bambino ? >> chiese Felix
 
<< Henry ? Lui non è mai stato importante. Era solo l’esca che serviva per attirare qui l’allegra combriccola. L’amicizia, l’onore, la lealtà, erano gli unici motivi davvero importanti che lo avrebbero convinto a tornare qui da me. >> disse Peter
 
<< E ora ? >> chiese il ragazzo biondo
 
<< Ora Felix non ci resta altro che assistere all’ultimo atto e poi… >>
 
<< Poi ? >>
 
<< Avrò finalmente ciò che voglio. Un nuovo inizio. Il mio “Per Sempre Felici e Contenti” >> disse il Re con un ghigno
 

 
Hook stava camminando verso la fonte magica. Lì erano avvenuti la maggior parte degli incontri più importanti tra lui e il Re di Neverland e Hook era sicuro che quello sarebbe stato uno di quelli.
 
<< Buona sera, Captain >> disse una voce alle suo spalle
 
<< Buona sera, vostra maestà >> disse Hook con ironia
 
Il Re ghignò. Pan era appoggiato a una roccia della fonte, on le gambe incrociate e il braccio sinistro appoggiato mollemente sulla roccia.
<< Cosa ci fai qui ? Captain ? >> chiese Pan pur sapendo già la risposta
 
<< Voglio delle risposte. >> disse Hook con determinazione
 
<< Sul serio ? Beh, io non ho voglia di dartele. Non senza una degna ricompensa >> disse Peter avvicinandosi pericolosamente
 
<< Sta lontano da me. Ciò che è successo, o meglio è successo senza essere successo, non significa niente. Io continuo ad amare Aurora >> disse Hook con convinzione
 
<< L’amavi anche mentre ci baciavamo ? >> chiese Peter con finta innocenza
 
<< Quel bacio è stato un errore >> disse Hook
 
<< Può essere. Ma non puoi fingere che non sia successo. E comunque, ha dimostrato che nonostante tutto questo tempo, nonostante tu continui in maniera ostinata a negare ciò che provi per me tu mi ami ancora. Provi ancora qualcosa di molto profondo per me. >> affermò il Re vittorioso
 
<< Ti sbagli. È stato solo un momento di debolezza, se adesso dovessi scegliere tra lei e te, scegliere lei e mio figlio o figlia. >>
 
<< Davvero ? Quante volte dovrò dirti che non hai bisogno di nasconderti con me ? Entrambi sappiamo che nessuno di noi due è adatto a giocare a fare il papino devoto e felice. Se tu adesso dovessi tornare da lei capirai abbastanza in fretta che peso è essere padre. Ti toglie il respiro, ti impedisce di fare ciò che vuoi, di provare a fare qualcosa che faccia stare meglio te stesso. Ti guarderà con quegli occhi innocenti mentre ti porterà via i soldi, il tempo, il tuo nome, la tua vita. Ti mancherà il fiato, la vita di mare e non potrai mai più tornare indietro >>
 
<< Stai parlando di me o di te ? Solo perché tu non sei stato in grado di essere un buon padre perché come tuo figlio sei un codardo, egoista e irresponsabile non significa che anche io sia destinato a diventare come te >> disse Hook con rabbia
 
<< Bada a come parli moccioso, non sei nella posizione di giudicare. Tu hai abbandonato la tua carriera, la tua vita, i tuoi ideali quando non hai più saputo sopportare il peso di ciò che ti era accaduto. È questa la tua condotta, sempre. Scappi dai tuoi sentimenti. Sei anche tu un codardo, proprio come me. >> affermò Peter alzando leggermente la voce
 
<< Magari un tempo, ora non lo sono più >> affermò Hook con voce sicura
 
<< Si invece. Perché stai continuando a fuggire da me, e dai sentimenti che provi nei miei confronti. E anche dalle tue responsabilità. >> disse Peter con un ghigno
 
<< Che cosa vorresti dire con questo ? >> chiese Hook confuso
 
<< Che ancora una volta ti ho dimostrato che io non fallisco mai. Davvero pensavi che io avessi fatto tutto questo solo per un misero insignificante ragazzino che vuole giocare a fare l’eroe ? Che cosa vuoi che me ne faccia di lui ? Quelli come lui sono bravi solo a fare da esca e infatti non ha fallito >> disse Peter che si diresse verso i cespugli davanti alla fonte
 
<< Spiegati meglio. Come sarebbe a dire che Henry non è mai stato di tuo particolare interesse ? >> chiese Hook che non riusciva a capire
 
<< Che lui era l’unico modo per ottenere ciò che voglio. Quando ti cacciai da Neverland, ti dissi di non fare mai più ritorno, non senza un valido motivo. Ho atteso un anno perché tu tornassi. Ma tu non sei mai tornato così un giorno mi sono stufato di aspettare e allora mi sono ingegnato per fare in modo che tu venissi DA ME !! >> disse il Re puntando il dito verso se stesso
 
<< Vorresti dire che tutto questo è stato solo un piano ben congeniato per farmi tornare a Neverland ? >> chiese Hook che sperava di aver capito male
 
<< Ovvio che si. Solo, che avrei preferito un diverso fine. Speravo che tu non fossi riuscito a dimenticarmi e invece no. Io sono l’unico dei due che è rimasto bloccato nella sua vita di merda. Tu invece sei andato avanti e stai per formare la tua famigliola felice. Solo che hai tralasciato un dettaglio >>
 
<< E sarebbe ? >>
 
<< Io. Oh Captain, se pensi che io ti lascerò andare senza combattere ti sbagli di grosso. Qui siamo a Neverland, sei sul mio territorio e io posso uccidere in un secondo tutti i tuoi amici >>
 
<< A proposito… che ne è stato di Henry ? >> chiese Hook che si stava davvero preoccupando
 
<< Che ne è stato di Henry ? Mmm… non lo so… Felix che ne è stato di Henry ? >> disse a gran voce il Re
 
Felix apparve dietro il Re trascinando per il braccio un ragazzino basso, moro, e con una camicetta rossa a quadri.
 
<< Henry ?! >> esclamò a gran voce Hook
 
<< Hook ? >> esclamò sorpreso Henry
 
<< Ora ascolta attentamente Captain, la scelta è solo tua. Puoi portare Henry da sua madre restando qui a Neverland, il posto al quale appartieni. Oppure puoi andartene ora, in questo istante, per sempre e io strapperò il cuore di Henry in modo che prima di andartene tu possa consegnare a sua madre il suo cadavere >> disse Peter ghignando
 
Henry aveva uno sguardo spaventato e Hook non era da meno. In cuor suo sorrise, Pan non fallisce mai. In quel momento niente sembrava più vero. Il Re lo aveva incastrato davvero come si doveva. Aveva organizzato un piano geniale, sul serio.
 
<< Lascia stare Henry. Lo porterò da sua madre e poi resterò qui, con te. Ma lascia stare il ragazzo >> disse Hook avvicinandosi a Henry e prendendolo per mano
 
<< Abbiamo un accordo quindi ? >> chiese Peter con un sorriso
 
<< Abbiamo un accordo >> confermò Hook
 
<< Bene. Ti conviene rispettarlo. Magari se non fai bravate poi dopo ti mostro una sorpresa. >>
 
<< No grazie. Ne ho abbastanza delle tue sorprese >>
 
<< Fidati. Per questa vale la pena fare il bravo bambino >> disse il Re facendo l’occhiolino
 

 
<< Hook ? Mi dispiace che tu ti sia dovuto sacrificare per me >> gli disse Henry durante il tragitto
 
<< Non esserlo. Avrei dovuto aspettarmelo che sarebbe finita così. Ma va bene. Tu hai tutta una vita davanti e inoltre c’è tua madre che sente molto la tua mancanza. >> disse Hook
 
<< Ah proposito, ora cosa le dirai >> disse Henry
 
<< Io niente. Tu darai loro la triste notizia >> disse Hook
 
<< Aspetta, devo dire loro che sei prigioniero di Pan ? >> chiese Henry sbalordito
 
<< No. Devi dire loro che sono morto >> disse Hook inginocchiandosi e accarezzando affettuosamente la testa di Henry
 
<< Che cosa stai dicendo ? Mi stai chiedendo di dire una bugia ? >> chiese Henry sperando di aver capito male
 
<< Si. Esatto. Se tu dici che sono prigioniero, sono sicuro che i loro animi buoni e coraggiosi li spingerebbero a restare a Neverland per salvarmi e così sarebbero tutti in pericolo e io non voglio >> disse Hook
 
<< Ma tu fai parte della famiglia adesso e la famiglia non si abbandona >> protestò Henry
 
<< Lo so. Ma io non voglio che lui vi faccia del male. Perciò… tu sai quello che devi fare. >>
 

 
Peter ghignava vittorioso. Hook aveva accettato di restare a Neverland come aveva previsto e lui era sempre più vicino a riconquistare il suo cuore.
 
<< Da come sorridi… devo dedurre che tutto sta andando secondo i piani >> disse Felix in piedi vicino a lui
 
<< Come sempre. Peter Pan non fallisce mai. >> affermò Peter con sicurezza
 
<< Ovvio. Qual è la prossima mossa ? >> chiese Felix
 
<< Cos’è ? Ti sei stancato di fare da baby-sitter ? >> chiese Peter scherzando dando a Felix una pacca sul braccio
 
<< Credo che tu sappia come sia difficile stare appresso a una donna incinta >>
 
<< Credimi lo so. La madre di Rumple fu terribile. Ma non preoccuparti… presto ci sarà il suo adorato maritino a prendersi cura di lei >> disse Peter
 
<< Aspetta… non vuoi ucciderla ? >> chiese Felix confuso
 
<< No. O almeno… non prima che Hook abbia scelto me. Se lui mi scegliesse dopo la sua morte resterei sempre con il dubbio che lui mi avesse scelto non per amore ma solo per istinto di sopravvivenza. Perciò prenditi cura di lei, sii delicato, dalle le cure di cui avrà bisogno. O al massimo affidala alle cure di Tinkerbelle e di Wendy. Aurora mi sembra una ragazza abbastanza tranquilla per quanto io non possa fare altro che odiarla >> disse Peter con serietà
 
<< Come desideri >> disse Felix andando via
 
Peter alzò lo sguardo verso il mare esteso di Neverland. Stava vincendo. Ancora poco e poi lui e Hook avrebbero avuto il loro Nuovo Inizio. 

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Capitolo 3
*** The one and only King of Neverland ***


THE KING OF NEVERLAND
 
THE ONE AND ONLY KING OF NEVERLAND
 
Aurora aveva freddo ed era spaventata. Era stata rinchiusa in una gabbia, stretta, bassa, scomoda e soprattutto sporca. Inoltre i vestiti che indossava non erano dei migliori, indossava delle semplici calze nere, bucate in più punti, un vestitino pre-maman, e un poncio nero come anche il vestito, e degli stivaletti del medesimo colore. Inoltre aveva fame, era al quinto mese, e nonostante stesse cercando di far di tutto per non prendere troppo peso, a volte la fame era semplicemente incontrollabile. Purtroppo Felix in quel momento non era nei paraggi, e neanche Wendy o Tinkerbelle. O meglio, Tinkerbelle era andata a raccogliere un po’ di polvere per il suo amato Peter, mentre Felix e Wendy avevano avuto il permesso dallo stesso Peter di poter passare un po’ di tempo insieme. Aurora sorrise, la fame avrebbe aspettato. Nonostante Felix fosse il secondo in comando, Peter non sempre gli permetteva di passare del tempo con Wendy perché diceva che nonostante tutto lei era un asso nella manica per avere la piena fedeltà dei fratelli Darling, Felix non si era mai lamentato di questo e neanche Wendy che aveva capito quanto grande fosse quella concessione. Per questo Aurora non aveva voglia di chiamarli, avevano già poco tempo da passare insieme e lei non sarebbe stata così egoista da negargli quel poco che avevano.
Dalla sua posizione riusciva a sentire qualche bisbiglio.
 
<< Hai freddo ? >> chiese Felix
 
<< No. Sto bene. Mi manchi tanto sai ? >> disse Wendy
 
<< Lo so. >>
 
<< Per caso Peter ti ha detto qualcosa riguardo ai miei fratelli ? >>
 
<< Mi ha detto che sono a Storybrooke. Ma non so nient’altro >>
 
<< Ok. Novità riguardo ai nuovi arrivati ? >>
 
<< Hook ha preso la sua decisione. Ora Peter cercherà di mandare via gli altri. Non gli servono più >>
 
<< Herny ? >>
 
<< Lo stesso >>
 
<< Capisco >>
 
<< Ora devi tornare in gabbia >>
 
Aurora non sentì la risposta di Wendy, o meglio non la sentì perché lei non aveva risposto affatto. Era sicura che Wendy in quel momento stesse piangendo, lo faceva sempre quando doveva tornare in gabbia. Non perché volesse muovere compassione o cose del genere, ma perché sarebbe stata lontano da Felix. Aurora ormai aveva imparato a riconoscere l’amore vero, e tra Wendy e Felix c’era amore vero o almeno un sincero affetto. Non importava se fossero solo dei ragazzini, Felix anche se era un diciannovenne fisicamente non lo era di certo, chissà quanti secoli aveva passato su Neverland, o se Wendy fosse abbastanza più giovane di lui, loro due si amavano. Sentì dei passi vicino a lei, però preferì non alzare lo sguardo, aveva visto l’immagine di Wendy con il volto rigato dalle lacrime e quello di Felix che più malinconico del solito troppe volte e anche se lei non c’entrava niente in quella situazione, la faceva star male guardare quei due che non potevano vivere a pieno il loro amore. Le faceva ritornare alla memoria quando Kill era partito per Neverland. Sarebbe stata una bugiarda e un’ipocrita se dicesse che lei non si era pentita neanche una volta di averlo lasciato partire, un po’ aveva paura, lo doveva ammettere. Sapeva quanto Peter fosse stato importante per Killian e da una parte aveva paura, ma Killian amava anche lei e qualunque fosse stata la sua decisione alla fine lei l’avrebbe accettata. Killian le aveva regalato momenti stupendi e le aveva fatto il dono più prezioso che potesse farle, il bambino che portava in grembo.
 
<< Ti serve qualcosa ? >> le chiese la voce scontrosa di Felix
 
<< Ho un… ho... fame >> balbettò Aurora che era stata presa alla sprovvista
 
Felix annuì poi si inginocchiò e prese una pietra dal terreno. Dopo pochi secondi si era trasformato in una tazza bollente di cioccolata calda.
 
<< Gliel’hai data prima la cioccolata. È incinta, ha bisogno di un’alimentazione più varia >> disse Wendy da dentro la sua gabbia
 
Felix non disse niente, semplicemente dopo pochi secondi immagino che la cioccolata si trasformò in un vassoio con sopra dei biscotti.
 
<< Spero che ti piacciano, non so bene cosa mangiate voi nell’altro mondo >> disse Felix aprendo la gabbia e porgendole il vassoio
 
<< Non preoccuparti. Andranno bene senz’altro >> disse Aurora sorridendo al ragazzo e prendendo i biscotti
 
<< Prima che chiuda la gabbia… vuoi qualcosa da bere ? >> chiese il ragazzo biondo
 
<< Un po’ d’acqua >> rispose Aurora
 
Felix annuì, poi prese la sua borraccia e gliela porse. Aurora la prese e la portò lentamente alle labbra. Prese un breve sorso e poi la porse nuovamente al ragazzo che dopo averla presa di rialzò e chiuse di nuovo la gabbia.
 
<< Per quanto tempo ancora dovrò stare qui ? >> chiese Aurora con un sussurro
<< Sai che non devi fare queste domande >> disse Felix bruscamente
 
<< Lo so e mi dispiace. Ma sono preoccupata. >> si scusò Aurora
 
<< Per cosa ? Pensi che resterai qui per sempre ? >> chiese Felix con scherno
 
<< Non sono preoccupata per me. Ma per mio figlio. So che molto probabilmente io non lascerò viva quest’isola ma… vorrei almeno garantire a mio figlio un futuro >> disse Aurora accarezzandosi il ventre
 
<< Ancora deve nascere e già pensi al suo futuro ? >> chiese Felix accigliato
 
<< Non è mai troppo presto per preoccuparsi dei propri figli >> rispose Aurora con sicurezza
 
Felix fece una leggera smorfia ma non disse niente. Quella ragazza lo sorprendeva ogni secondo di più. A differenza di altri prigionieri, a differenza anche di Wendy, si era dimostrata una prigioniera molto tranquilla. Non chiedeva di mangiare se non quando aveva veramente fame, non faceva molte domande e non dava molti problemi per essere una prigioniera, una ragazza e per di più incinta. Felix non aveva nulla contro di lei ed era sicura che l’avesse conosciuta in circostanze diverse forse gli sarebbe stata simpatica, ma purtroppo quella ragazza aveva commesso l’errore fatale di innamorarsi dell’unica persona di cui non si sarebbe dovuta innamorare mai. Peter non l’avrebbe mai lasciata andare, qualunque fosse stata la decisione di Hook.
 

 
Hook si era accertato che Henry si fosse allontanato abbastanza, poi si volse nella direzione opposta per non cedere in tentazione. Cominciò a camminare e poi a correre. Non sapeva dove stesse andando, sapeva solo che doveva andare lontano da lì.
 
<< Guarda, guarda. Poi dai a me del codardo >> disse la voce della seconda persona che lui odiava di più al mondo, Rumpelstilskin
 
<< Che cosa vuoi tu ? >> chiese Hook continuando a camminare
 
<< Niente. Solo dirti che sei prevedibile. Stai andando da mio padre non è vero ? Sapevo che ci  avresti traditi >> disse Rumpel
 
<< Tu non sai proprio niente !! Quel verme schifoso mi sta ricattando !! Ha rapito Aurora e ha minacciato di uccidere tuo nipote se io non avessi accettato di rimanere a Neverland !! >> si difese Hook voltandosi  a guardare l’altro
 
<< Bugie. Sono sicuro che tu mi stai mentendo e che Aurora è sana e salva a Storybrooke e che tu la stia abbandonando !! >>
 
<< Solo perché tu non sei grado di prenderti le tue responsabilità non vuol dire che io sia come te. Tuttavia… io potrei fare ammenda e tornare sui miei passi… a una condizione… >>
 
<< Quale ? >> domandò Rumpelstilskin diffidente
 
<< Portami una prova. Un qualunque prova che Aurora non è su Neverland, che è sana e salva a Storybrooke, provami che non è sottomessa al giogo di Pan… e io tornerò subito da Emma e gli altri e insieme a Henry ce ne torneremo di corsa a Storybrooke lontano da questo posto maledetto >> propose Hook
 
<< Una qualunque prova ? >> chiese il Tenebroso
 
<< Una qualunque prova >> affermò Killian
 
<< Quindi… abbiamo un accordo ? >> chiese Rumple con un ghigno
 
<< Abbiamo un patto. Ti aspetterò davanti alle grotte dell’eco. Portami una prova e vi condurrò immediatamente via da Neverland >> propose Killian
 
<< Va bene. Tu vai… io ti porterò la prova >> disse Rumple prima di sparire
 
Killian sbuffò. “Guarda un po’ che mi tocca fare”, pensò con stizza. Mai in tutta la sua vita avrebbe pensato di dover fare un patto con l’Oscuro, ma per amore di Aurora avrebbe fatto questo e altro. Con un sospiro, si incamminò verso le grotte dell’Eco.
 

 
Rumpelstilskin non aveva perso tempo. Stava nei pressi dell’accampamento e stava cercando se c’era la presenza di Pan. Quando si fu accertato che quel demone dannato non ci fosse, eseguì l’incantesimo del sonno che addormentò tutti i Lost Boys presenti nell’accampamento. Rumple uscì allo scoperto, percorse tutto l’accampamento ma non vide niente. Stava quasi per andarsene quando poi scorse un piccolo sentiero e dopo averlo percorso vide delle gabbie, in una delle quali scorse una figura famigliare.
 
<< Chi c’è ? >> domandò quella figura
 
<< Aurora ? >> chiese lentamente l’Oscuro
 
<< Rumpelstilskin ? Siete voi ? >> domandò la ragazza
 
<< Come… che… perché sei rinchiusa lì ? >> chiese Rumpel avvicinandosi alla gabbia
 
<< Pan >> rispose semplicemente la ragazza
 
<< È stato lui a rapirti ? >> chiese Rumpel
 
<< Si. Lui mi tiene prigioniera qui da molto tempo anche se non saprei dire esattamente quanto. >> rispose Aurora
 
<< Aurora, Hook non è sicuro che tu sia qui. Mi serve una prova che tu stai bene. >> disse Rumpel
 
<< Una prova ? Perché ? >> chiese Aurora confusa
 
<< Mi serve una prova che dimostri che tu stia bene e che ti ho vista davvero. O lui non si fiderà di me >> disse Rumpel
 
<< Comprensibile. Neanche io mi fiderei di te >> disse una voce alle loro spalle
 
Rumpel si voltò e incontrò gli smeraldi di Peter Pan, che in quel momento erano più scuri del solito, arrabbiati, anzi furiosi.
 
<< Lasciala andare >> ordinò Rumpel
 
<< E da quando io prendo ordini da te ? Viste le nostre parentele dovrebbe essere il contrario >> ghignò Peter
 
<< Dio santo, è incinta !! Possibile che tu non abbia pietà nemmeno per questo ? >> chiese Rumpel scioccato
 
<< Ma io infatti ho provveduto anche a questo. Ho chiesto ai miei Boys di non essere indelicati con lei, di darle le cure di cui ha bisogno. Perciò ti posso assicurare che se questo visetto d’angelo dovesse abortire… non sarebbe per colpa mia >>
 
<< Che tu fossi un essere abominevole l’avevo capito da quando tu mi hai abbandonato e hai cercato di ferirmi rapendo mio figlio e ora mio nipote. Il tuo disprezzo per l’essere padre non mi stupisce per niente, tu mi hai sempre visto come un peso. Ti dico una cosa però… non tutti sono egoisti come te, in questo modo c’è chi è in grado di essere un buon padre o una buona madre >>
 
<< Senti da che pulpito viene la predica. Tu hai abbandonato Baelfire per il potere del pugnale, io ti ho scambiato per la giovinezza. Non siamo molto differenti, nessuno di noi due è adatto a fare il padre, e non c’è niente di cui vergognarsi. Non credi, giovanotto ? >> chiese Peter
 
<< Io invece credo di si. Perché io non ho smesso un attimo di cercare Bae dopo averlo abbandonato. Tu invece ti sei dimenticato di me e sei andato avanti con la tua vita come se io non esistessi >>
 
<< Io non mi sono mai dimenticato di te !! Perché credi che io mi sia chiamato Peter Pan ? >> urlò Peter che sembrava ferito
 
<< Per piacere !! Non penserai davvero che io creda anche solo per un momento che tu tenga a me perché non ci credo… >>
 
<< Ma è così >> disse Peter con un’espressione quasi disperata
 
<<… Non mentire. Non ho più voglia di farmela mettere a quel servizio da te. Tu sei un bugiardo, un ipocrita e un codardo. Tu non tieni a me. Non ti è mai importato niente di me. Se avessi potuto… ti saresti liberato di me molto tempo fa >> affermò Rumpel con sicurezza
 
<< Hai ragione >> disse Peter << Sono stato davvero un pessimo padre. Non sono mai stato molto affettuoso con te, ma ti giuro che in questi anni ho sentito molto la tua mancanza. Avrei fatto qualunque cosa per averti accanto. >>
 
<< E allora perché non sei venuto a cercarmi ? Perché non hai cercato un modo ? >> chiese Rumpel
 
<< L’ho fatto. >> disse Peter << E l’ho trovato. Ora potrò finalmente averti sotto controllo, ora si che non mi separerò mai più da te >>
 
Detto questo fece apparire una strana scatoletta in mano, il famoso Vaso di Pandora, dal quale uscì una strana luce rossa che avvolse il Tenebroso rinchiudendolo dentro al Vaso.
 
<< Ho finalmente trovato un modo per liberarmi di te definitivamente, Rumpelstilskin >> sussurrò Peter guardando il vaso
 
Aurora non poteva crederci. Come poteva un padre fare questo al proprio figlio ? Come poteva Killian aver amato una persona talmente fredda e crudele ? Poi Aurora rifletté sul fatto che lei Peter non lo conosceva affatto, non aveva diritto di giudicare.
 
<< Fantastico. Bene, Bell’Addormentata, vi siete guadagnata una piccola bella scampagnata >> disse Peter aprendo la gabbia e aiutandola ad uscire
 
<< Che vuoi dire ? Dove mi stai portando ? >> chiese Aurora confusa
 
<< Stiamo andando alle grotte dell’Eco, cara. Il tuo amore vuole una prova del fatto che tu sia qui, sana e salva, e io allora gli darò la prova che tanto desidera >> disse Pan con un ghigno cattivo
 

 
Hook era dinanzi alle grotte dell’Eco e stava aspettando il Tenebroso da qualche minuto. Faceva avanti a indietro davanti all’entrata, impaziente di avere notizie della sua amata.
 
<< Ma quanto ci mette !! >> esclamò impaziente
 
<< Come siamo impazienti >>
 
Hook si voltò di scatto dietro di sé. “Cazzo”, pensò con rabbia. Doveva immaginarlo, doveva aspettarsi che Peter Pan alla fine avrebbe scoperto tutto. Eccolo là, appoggiato ad un albero, le braccia conserte e le gambe accavallate.
 
<< Pan !! Che cosa vuoi ? >> chiese Hook
 
<< Darti quello che vuoi >> rispose semplicemente Peter allontanandosi
 
<< E sarebbe ? La tua testa su una picca ? >> chiese Hook
 
<< Un prova che lei stia bene >> rispose Pan con un ghigno
 
Hook non riusciva a capire e a quel punto Peter si voltò e si incamminò dietro l’albero dove era appoggiato e vide che si inchinò e poi aiutò qualcuno a mettersi in piedi.
 
<< Volevi una prova, giusto ? Eccotela ! >> esclamò Peter mostrando Aurora
 
In quel momento il cuore di Killian perso un numero indefinito di battiti. Aurora, l’amore della sua vita, era lì davanti a lui, vestita con degli abiti leggeri che mettevano leggermente in evidenza il ventre. Un moto di tenerezza gli riempì il cuore nel vedere il ventre della sua amata. Mai come in quel momento si era reso conto di quanto gli fosse mancata. Però doveva comunque stare attento, poteva essere l’ennesima trappola di Pan.
 
<< Come faccio a sapere che è davvero lei ? Come faccio a sapere che non è solo uno scherzo di pessimo gusto ? >> chiese Hook con diffidenza
 
<< Non puoi saperlo. Devi solo fidarti di me e dei tuoi occhi. E poi… ti avevo anche detto che avevo una bella sorpresa per te. Ti piace ? >> chiese Pan on un ghigno prendendo la ragazza per il mento
 
<< Lasciala andare. Ho fatto tutto quello che volevi, ho accettato di rimanere qui, in questo dannato posto, perciò lasciala andare >> urlò Hook con rabbia
 
<< Mai. Non fino a quando non sarò sicuro al cento per cento che tu non abbia scelto davvero me  e non lei. >> urlò Peter a sua volta
 
<< Ho già scelto di restare su quest’isola. Perché non ti basta questo ? >> chiese Hook sull’orlo della disperazione
 
<< Tu hai deciso di restare qui bloccato a Neverland per salvare la vita di quell’inutile, petulante, schifoso moccioso non per me. Tu hai preso la tua decisione non per amore mio ma per salvaguardare un’altra persona. Hai sacrificato te stesso per quel moccioso e non era neanche tuo figlio, non era neanche l’amore della tua vita !! >> urlò Peter con rabbia
 
<< Allora è questo che vuoi ? Vuoi che io scelga qui, in questo luogo, ora e per sempre ? Bene, lo farò. Ma tu devi promettermi una cosa … >>
 
<< E quale sarebbe ? >> chiese Peter alzando un sopracciglio
 
<< Qualunque sia la mia decisione, tu la devi rispettare e non devi fare niente che me la faccia rimpiangere. Garantiscimi questo, e io prenderò la mia decisione e la porterò avanti fino alla fine >>
 
<< Va bene. >> acconsentì Peter
 
<< Hai ragione, io sono molto confuso al momento. Non ti vedevo da tanto tempo ed è probabile che io abbia dei sentimenti irrisolti ma… >>
 
<< Ma cosa ? >> chiese Peter con impazienza
 
<< C’è una cosa su cui non ho mai avuto dubbi. Mio figlio. Farei qualunque cosa…farò qualunque cosa pur di dargli un futuro. So che basterebbe dirti che amo solo te ma questa sarebbe una bugia. Io amo Aurora, lei è la mia donna, è la madre di mio figlio… posso abbandonare lei ma non potrei mai abbandonare mio figlio, non lo farei a meno che farlo non significasse garantirgli un futuro >>
 
<< Questo non mi basta. Io non ti sto… io non… IO NON TI STO CHIEDENDO DI SCEGLIERE TRA TE E LA TUA SPINA NEL FIANCO !! IO TI STO ORDINANDO DI SCEGLIERE TRA ME E QUESTA MISERA, INUTILE, PRINCIPESSA CHE TI STA SOLO COMPROMETTENDO LA VITA !! >> urlò Peter in un improvviso attacco di vita
 
<< Ti sbagli. Non sono io che gli sto rovinando la vita. Tu sei stato. Tu hai voluto tutto questo. Non è colpa sua se lui è riuscito a guarire e ad andare avanti. Sei patetico >> disse Aurora con un tono freddo
 
<< Ripetilo se hai il coraggio >> le sussurrò Peter all’orecchio
 
<< Sta lontano da lei altrimenti io… >>
 
<< Altrimenti tu cosa ? Non hai ancora capito che non puoi fare niente contro di me ? Io ho in mano la tua felicità >> disse strattonando Aurora per evidenziare ciò che aveva appena detto
 
<< Sappi che non ti perdonerei mai se facessi del male a mio figlio. Ti giuro… ti giuro che se tu li uccidi entrambi io mi ucciderò appena dopo di loro >> disse Hook con un’espressione seria e determinata
 
Sia Aurora che Peter lo guardarono come se fosse un pazzo. Peter allentò addirittura la presa su Aurora.
 
<< Killian che stai dicendo ? >> gli chiese Aurora con voce carica di timore
 
<< Che non riuscirei a vivere per il senso di colpa di non essere riuscito a proteggere te e nostro figlio. Io ti amo, forse amo anche Pan, ma amo anche te e soprattutto amo nostro figlio e non riuscirei mai a perdonarmi se… se dovessi sapere che… che qualcuno vi… >>
<< Ora basta ! Abbiamo già perso troppo tempo. Tu… non hai ancora fatto chiarezza con i tuoi sentimenti… lo accetto… ma sai una cosa ? Se prima ero maggiormente disposto ad accontentare ogni tua richiesta riguardo alla patetica famigliola che tu stai mettendo su… beh… adesso anche la tua principessa e tuo figlio… giocheranno il mio gioco >> disse Peter voltandosi e strattonando Aurora dietro si sé
 
<< Che intendi dire ? >> urlò Hook mentre cercava di seguirli
 
<< Che resteranno a Neverland, come miei prigionieri, e tu… non sperare di avere vita facile… Tuttavia… goditi questi attimi di solitudine, potrebbero servirti per schiarirti le idee >> disse Peter prima di sparire nel buio con Aurora
 

 
Henry era nascosto dietro a uno degli vicino all’accampamento della sua mamma e di tutti gli altri da qualche minuto. Era felice di sapere che stavano bene però aveva paura di affrontarli. Lui non era mai stato tanto bravo a mentire, di questo ne era consapevole, non gli piaceva nemmeno. Odiava mentire, ma Hook gli aveva detto che sarebbe stata la cosa migliore per tutti quanti.
Prese un respiro profondo, prese coraggio e poi si incamminò verso gli altri.
 
<< Chi c’è la dietro ? >> chiese Emma mentre gli altri si armarono
 
<< Non preoccupatevi. Sono solo io >> disse Henry alzando le mani
 
<< Henry !! >> urlarono le tre donne che gli corsero incontro per abbracciarlo
 
Henry non si era mai reso contro come in quel momento di quanto gli fossero mancate le sue mamme la sua nonna. Dopo qualche minuto lo abbracciò anche suo nonno. Henry finalmente si sentì a casa.
 
<< Henry !! Ci sei mancato tantissimo ! >> disse Snow
 
<< Come sei riuscito a scappare ? >> chiese Emma
 
“Ora o mai più”, pensò Henry.
<< Hook >> rispose semplicemente.
 
<< Hook ? E dov’è adesso ? >> chiese Mulan diffidente
 
<< Lui… era riuscito a trovarmi e a condurmi fuori dall’accampamento ma poi… Pan ci ha raggiunti e… lui è morto per salvarmi >> disse Henry chinando lo sguardo
 
Henry non si era mai vergognato tanto in vita sua. Ma non aveva altra scelta, Hook era stato chiaro, Pan non lo avrebbe mai lasciato ad andare e se lui non avesse condotto la sua famiglia lontano da Neverland non sarebbero mai stati al sicuro.
 
<< Henry ma che cosa stai dicendo ? >> chiese Snow allarmata
 
<< Pan ha scoperto la mia fuga. Ci ha raggiunti e… ha minacciato di uccidermi così Hook mi ha difeso, mi ha detto come arrivare qui e poi mi ha detto di correre via. Ma io non l’ho fatto… mi sono nascosto dietro un cespuglio e ho visto Pan che… gli strappava il cuore dal petto e poi… >>
 
<< E poi cosa Henry ? Che cosa hai fatto ? >> chiese James
 
<< Sono scappato. Sono scappato via. >> rispose Henry
 
Regina lo abbracciò cercando di dargli conforto, come anche Snow. Ma Emma, per quanto avesse sentito la mancanza di suo figlio, stava mantenendo le distanze stava riflettendo su quanto aveva appena sentito e la verità era che non gli credeva affatto. Si, suo figlio le stava mentendo, le stava nascondendo qualcosa, e in un modo o nell’altro lo avrebbe scoperto.
 

 
Hook era ancora davanti alle grotte dell’Eco e ancora faticava a credere a quanto fosse successo. Con un sospiro frustrato si allontanò da lì e cominciò a camminare. Non sapeva dove andare, il primo istinto sarebbe stato quello di cercare l’accampamento di Pan ma sarebbe stata una mossa stupida. Fin quando avrebbe avuto questa libertà di movimento, seppur parecchio limitata poiché era sicuro che Peter stesse controllando ogni sua mossa, avrebbe fatto meglio ad approfittarne per pensare a una soluzione. Continuava a camminare ma la verità era che non sapeva dove andare, non poteva tornare dai suoi amici perché lo credevano morto e sarebbero stati in pericoli, non poteva tornare alla Jolly Roger perché era probabile che gli altri avessero già abbandonato Neverland, e non poteva chiedere aiuto a Peter perché non voleva chiedere aiuto a Pan. Buffa scelta di parole ma il senso era chiarissimo. Tuttavia, ora che ci pensava, aveva un’ “amica” a Neverland che avrebbe potuto aiutarlo, o almeno sperava che lo avrebbe fatto.
 

 
Tinkerbelle stava scendendo dalla sua casa sull’albero per dirigersi all’accampamento di Pan per poter vedere come stava Aurora. Quella ragazza le stava molto simpatica, era intelligente, sveglia e per niente viziata per essere una principessa e per di più molto giovane. Aurora aveva diciotto anni e stava per compierne diciannove, aveva quasi l’età di Felix eppure stava già per diventare mamma. Tinkerbelle non si sorprendeva di questo, nel loro mondo le fanciulle già in età adolescenziale venivano educate per essere delle brave mogli. Tuttavia Aurora non lamentava mai neanche le cose più banali, come il cibo, nonostante fosse incinta. Tinkerbelle non voleva fare la saccente, ma non si fidava delle scelte culinarie di Felix. Probabilmente se non ci fosse stata Wendy lei avrebbe costruito una tenda davanti alla gabbia di Aurora solo per tenere Felix e le sue dannatissime cioccolate calde sotto controllo. Era da quando Aurora era arrivata su Neverland che sia lei che Wendy gli ripetevano che il fatto che Aurora fosse incinta non significava che potesse mangiare tutto quello che voleva. Stava entrando nella foresta quando sentì qualcosa muoversi dietro di lei. Si fermò di scatto e cominciò ad ascoltare, all’improvviso sentì un leggero fruscio dietro i cespugli.
 
<< Chi c’è ? Fatti vedere >> ordinò a gran voce
 
Attese qualche secondo poi da dietro ai cespugli vide l’ultima persona che si era aspettata di vedere, il Capitano Hook.
 
<< Capitano ? Cosa ci fai tu qui ? >> chiese Tinkerbelle
 
<< Ti stavo cercando. Ho bisogno di aiuto >> rispose Hook avanzando verso di lei
 
<< Sei vuoi il mio aiuto per liberare Aurora sappi che… >> cominciò a dire Tinkerbelle
 
<< Non voglio il tuo aiuto per liberare la mia donna. So che Pan ti ucciderebbe se lo scoprisse e non voglio mettere anche te in pericolo >> la interruppe prontamente Hook
 
<< E allora che cosa vuoi ? >> chiese Tinkerbelle confusa
 
<< Ospitalità >> rispose semplicemente Hook
 
<< Perché ? Non hai i tuoi amici da cui tornare ? >> chiese sarcastica
 
<< No. Loro mi credono morto… è una lunga storia ma se deciderai di ospitarmi avremo tutto il tempo per fare due chiacchiere >>
 
<< Io non lo so, Hook. Non sono in una bella posizione, lasciami un po’ di tempo per pensare e poi… ti darò una risposta. Puoi aspettare qui, intanto. Riposati un po’ >> disse Tink voltandosi e continuando a camminare
 
<< Stai andando da Aurora ? >> chiese Hook
 
<< Si, non mi va di lasciarla nelle mani dei Lost Boys. Loro sono molto intelligenti e svegli, se li si conosce in fondo ma… non credo che siano in grado di badare a una donna incinta quanto una donna. Vado a vedere come sta >> disse Tinkerbelle fermandosi
 
<< Puoi dirle che mi dispiace e che… che la amo, forse non come vorrebbe ma che la amo ? >> le chiese Hook
 
<< Lo farò, Captein >> disse Tink sorridendo e poi sparendo nella foresta
 

 
Peter stava strattonando Aurora verso la gabbia. Dio, era così incazzato in quel momento che se solo avesse voluto le avrebbe strappato il cuore dal petto e ci avrebbe sputato sopra. Quella miserabile era riuscita ad incastrare quell’asino che amava con tutto il suo cuore davvero alla grande. Si era lasciata mettere incinta e in un certo senso si era assicurata che Killian non la lasciasse mai. Dio, aveva odiato suo figlio con tutto il suo cuore ma adesso odiava quello di quella stronzetta ancora di più.
 
<< Dio, io ti odio >> le disse mentre apriva la gabbia
 
<< Lo so. Vorrei poterti odiare a mia volta >> disse Aurora in piedi accanto a lui
 
<< Non mi odi già ? >> disse Peter aprendo la gabbia e facendole segno di entrare
 
<< Non si può odiare una persona che non si conosce. O forse si… ma solo per una buona ragione >> rispose Aurora entrando in gabbia
 
<< L’amore non è una buona ragione ? >> chiese Peter alzando un sopracciglio
 
<< No. Non posso incolparti dei tuoi sentimenti, neanche per quelli di Killian. Quello che io provo per Killian è amore, quello che provo per te è… paura >> disse Aurora appoggiandosi con la schiena all’altra estremità della gabbia
 
<< Non sei la prima ad avere paura di me >> disse Peter con un ghigno mentre chiudeva la gabbia
 
<< Io non ho paura che tu mi faccia del male… io ho paura che tu possa portarmi via Killian >> disse Aurora appoggiando il mento sulle ginocchia
 
<< Davvero ?? Eppure mi sei sempre sembrata così sicura del suo amore per te…>> disse Peter inginocchiandosi davanti alla gabbia della ragazza <<… ti sei fatta mettere incinta, lo hai detto alla tua migliore amica, lo hai lasciato venire a Neverland. Nessuna ragazza insicura dell’amore del proprio compagno lo avrebbe mai fatto. Avevi previsto tutto… avevi previsto che nel momento in cui Killian avrebbe cominciato a tentennare, la tua amica avrebbe dovuto svelare il tuo segreto per mettere le cose a posto >>
 
<< E così che pensi che siano andate le cose ? >> chiese Aurora in un sussurro
 
<< Non lo penso. Lo so, ci credo >> affermò Peter con sicurezza
 
<< E invece ti sbagli. Non sono andate così le cose. >>
 
<< E allora ditemi… vostra maestà… come sono andate le cose ? >> disse Peter sedendosi sul terreno e appoggiando i gomiti sulle sue ginocchia
 
<< Io… io ho scoperto di essere incinta quella mattina, lui era uscito di casa per andare al lavoro e io… ero felice e triste insieme. Felice perché avrei ricevuto il dono più bello di tutti, triste perché… perché temevo che la persona con cui desideravo condividerlo non lo desiderasse quanto me >> disse Aurora
 
<< Per questo hai preferito che fosse qualcun altro a dirglielo al posto tuo ? Volevi avere una scappatoia ? >> chiese Peter che suo malgrado era incuriosito e affascinato da quella storia
 
<< No. Volevo che lui avesse una scappatoia. >> disse Aurora mentre una lacrima le scendeva lungo la guancia
 
L’espressione confusa di Peter la esortò a continuare, << Nel periodo in cui io e lui siamo stati insieme io… ho sempre saputo che il suo cuore non era tutto mio. Lui… c’erano periodi in cui era molto triste. Beveva, beveva molto. Questa cosa mi terrorizzava. A volta aveva degli incubi, lo sentivo pronunciare il tuo nome. In quei momenti capivo che lui… ti amava ancora. Amava anche me, ma non era ancora riuscito a dimenticarti. >>
 
<< A te andava bene ? >>
 
<< Io lo amavo. Mi prendevo cura di lui, quando beveva non lo rimproveravo. Lo capivo… non mi sembrava opportuno infierire su di lui. >>
 
<< E perché… se sapevi che lui provava ancora qualcosa per me… l’hai lasciato venire qui ? >>
 
<< Per lo stesso motivo per cui tu l’hai portato qui >> rispose Aurora
 
<< Non volevi vivere con il dubbio che il tuo amore per lui non fosse abbastanza >>
 
<< Già. Per questo non gli ho detto neanche del bambino. Non volevo che lui sapesse… non volevo che lui si sentisse vincolato a me in nessun modo. Se lui avesse scelto me… lo avrebbe dovuto fare perché mi amava, non perché ero incinta. >>
 
Peter non poté impedire a se stesso di provare un po’ di ammirazione per quella ragazza. Hook aveva ragione quando gli aveva detto che era molto più forte di quanto potesse sembrare. Leale, forte, coraggiosa, onesta, se l’avesse conosciuta in altre circostanze probabilmente l’avrebbe prese sotto la sua ala protettrice come aveva fatto con Tinkerbelle o Wendy, in un certo senso.
 
<< Devo andare ora, tra un po’ arriverà Tinkerbelle. Ti darà la cure di cui avrai bisogno >> disse Peter alzandosi
 
<< Grazie a proposito >> disse Aurora accarezzandosi le ginocchia per il freddo
 
<< Grazie per cosa ? >> chiese Peter
 
<< Per questo. So che non dev’essere facile per te >>
        
Peter annuì ma non disse niente, non c’era niente da dire e all’improvviso aveva sentito il bisogno di allontanarsi di lì, subito. Quella ragazza era davvero strana, più lui cercava di distruggerla, più cercava di farle del male, più cercava di farla crollare e più lei si rimetteva in piedi, ci passava sopra e poi gli parlava con gentilezza e cortesia. Due cose che lui di certo non si meritava, o almeno non da parte sua e forse da parte di nessuno. Era appena entrato nell’accampamento quando vide Tinkerbelle salutare Felix per poi venire nella sua direzione. Peter sperò che lo ignorasse, non aveva molta voglia di parlare con lei. Ma ovviamente non fu così.
 
<< Peter ! >> lo chiamò a gran voce << Peter !! Ti devo parlare !! >>
 
<< E di cosa esattamente ? >> chiese Peter sforzandosi di essere gentile
 
<< Ecco… possiamo parlarne in privato ? >> chiese Tinkerbelle parlando a bassa voce dopo essersi avvicinata a lui
 
Peter annuì poi disse << Felix ?! Occupati della prigioniera >>. Dopo prese Tink per il polso e la condusse lontano dall’accampamento.
 
<< Di cosa devi parlarmi ? >> dritto al dunque, come sempre.
 
<< Ho visto Hook. Era vicino alla mia casa sull’albero. >>
 
<< Tutto qui ? >> chiese Pan alzando un sopracciglio
 
<< Non ha un posto dove andare, mi ha detto che i suoi amici lo credono morto, e… mi ha chiesto ospitalità. Io gli ho detto che ne avrei parlato prima con te. Nel frattempo gli ho detto che… poteva fermarsi e riposare un po’ sulla mia casa sull’albero. >> confessò Tinkerbelle
 
Peter fece una smorfia. Non sapeva cosa pensare. Sapeva che Hook avrebbe fatto di tutto pur di mettere in salvo la vita dei suoi nuovi amici, era nella sua indole, lui era un uomo buono e doveva sapere che nonostante avesse provato a far di tutto pur di trasformarlo in un uomo ambizioso, dedito ai piaceri della vita e indifferente alle regole, un uomo che fosse… più simile a lui. Ma Hook non lo era e lui poteva sforzarsi quanto voleva di cambiarlo, non ci sarebbe mai riuscito.
 
<< Ha per caso… detto qualche altra cosa ? >> chiese
 
<< Mi ha detto di… di dare un messaggio ad Aurora >> confessò Tink abbassando lo sguardo
 
<< Cioè ? >> chiese Peter cercando di trattenere le lacrime
 
<< Mi ha detto di dirle che gli dispiace per quello che sta passando e che la ama, non come lei merita ma  lui… lui la ama. >> disse mordendosi il labbro
 
<< Va bene. Va a prenderti cura di lei, dille quello che le devi dire ma prima… ti dico cosa dovrai fare con quella merda di pirata >> disse Peter con rabbia
 

 
Hook stava aspettando all’interno della casa sull’albero di Tinkerbelle. Non era cambiata affatto dall’ultima volta, c’era solo più… oggetti. Un orologio che sicuramente veniva da qualcuno dal loro mondo, una bussola e una felpa blu, troppo larga per Tinkerbelle. Aveva dormito un po’ su una piccola amaca poco lontano dal letto, era abbastanza comoda e comunque non se la sentiva di dormire nel letto di Tinkerbelle senza permesso.
La Fatina dal canto suo era appena arrivata davanti la casa dell’albero ed era arrabbiata per le decisioni di Peter, stava esagerando di questo ne era più che sicura.
Quando salì le scale e Hook la vide con quell’espressione furiosa, capì che le cose non erano andate bene.
 
<< Wow, dalla tua faccia sembra che tu sia stata vittima di un uragano >> disse facendo un chiaro riferimento ai capelli disordinati e all’espressione furiosa della fatina
 
<< Dire uragano è dire poco. Ti giuro… io darei la mia vita per lui ma a volte… argh… mi fa talmente arrabbiare che lo impiccherei all’albero più alto di Neverland >> disse Tinkerbelle sedendosi sul letto
 
<< Tolgo il disturbo all… >> disse Hook che fece per alzarsi
 
<< TU NON TI MUOVI DA QUI !!! >> urlò Tinkerbelle puntandogli il dito contro
 
Hook si rimise subito a sedere mostrando un’espressione sconvolta. Wow, Pan doveva averla fatta proprio arrabbiare.
 
<< Sai… io ho… ho sprecato anni della mia vita ad amarlo, e adesso che finalmente non lo amo più… ho capito un’altra cosa. >> disse Tink con un sorriso
 
<< E sarebbe ? >> chiese Hook che stava cominciando ad avere paura
 
<< Che in fondo… questa è casa mia. Neverland è di Peter ma questo insignificante, minuscolo puntino è mio perciò… benvenuto Hook !! Mettiti comodo e resta pura quanto vuoi >> disse Tinkerbell sdraiandosi sul letto
 
<< Stai scherzando voglio sperare !! >> esclamò Hook allibito
 
<< Perché dovrei scherzare ? >> chiese Tink confusa
 
<< Se Peter dovesse scoprire che tu stai ignorando i suoi ordini non esiterà a strapparti l’ombra e a spedirla nel limbo. O peggio >>
 
<< Non mi importa, sono sicura che ne vale la pena. Non fare la signorina Hook. Inoltre credo che lui lo sappia già. Non gli si può nascondere nulla per più di due minuti >>
 
<< Proprio per questo devi tornare suoi tuoi passi finché in tempo >>
 
<< Come ho già detto prima, non fare la signorina, Captain >>
 
Hook mostrò un’espressione offesa ma preferì non dire niente. Sapeva che quella situazione non si sarebbe conclusa allegramente, soprattutto per Tinkerbelle. Sperava solo, che l’ira di Pan si sarebbe manifestata il più tardi possibile.
 

 
Emma, Regina, Charming, Snowhite, Neal, Henry e Mulan stavano accedendo il fuoco e chiacchieravano intorno al falò. Regina e Snow non facevano altro che tartassare Henry di domande, se fosse stato bene, se gli avessero fatto del male e domande simili. Emma no. Emma stava pensando ancora alle parole di suo figlio, o meglio, alle bugie di suo figlio.
 
<< … Adesso dobbiamo solo organizzare in viaggio di partenza >> la frase detta da sua madre la fece distrarre dai suoi pensieri
 
<< Viaggio di partenza ? >> chiese confusa
 
<< Ah ma allora sei viva ! >> commentò Regina sarcastica
 
Emma la ignorò << Come possiamo organizzare il viaggio di partenza se non siamo ancora tutti al completo ? >>
 
<< Emma, se non ricordi Hook è morto >> commentò Mulan sforzando di nascondere un certo sollievo che tuttavia Emma notò benissimo
 
<< Ehi !! Porta rispetto !! So bene che non lo sopportavi ma questo atteggiamento è fuori luogo. Inoltre non mi riferivo a Hook, ma a Rumpelstilskin. >> disse Emma
 
<< Si farà vivo prima o poi >> commentò Neal con indifferenza
 
<< Neal… >> lo rimproverò Emma
 
<< Che c’è ?? Non hai capito che lui aiutava Pan per avere Henry ? È colpa sua se Hook è morto >> disse Neal
 
<< Questo non possiamo saperlo. Non sappiamo neanche se Hook è morto davvero e… >>
 
<< Emma, ti prego. Henry non dice bugie, se lui ha detto che ha visto Pan uccidere Hook vuol dire che è successo >> ribatté Mulan
 
<< Solo perché tu vuoi una cosa non vuol dire che essa sia reale !! Ascoltami Mulan, Aurora forse non l’avrà capito o forse ti vuole troppo bene e preferisce fingere, ma io non sono lei e odio l’ipocrisia !! Tu sei sempre stata gelosa di lei, gelosa del fatto che Philip la preferisse a te, gelosa del fatto che fosse più graziosa, gelosa del fatto che lei a Storybrooke fosse riuscita a trovare qualcuno che la ama, a rifarsi una vita, a crearsi una famiglia mentre tu sei stata così impegnata a provare rancore nei suoi confronti che non sei riuscita ad andare avanti con la tua di vita !!! >> urlò Emma alzandosi in piedi
 
<< Emma, per piacere manteniamo la calma eh ? >> chiese Charming che trovava quel teatrino ridicolo e inadeguato, specialmente con Henry come spettatore
 
<< Tu non hai capito niente !! Sarai anche la Salvatrice ma in quanto persona sei davvero poco sveglia. Io non sono gelosa di Aurora, l’ho protetta, mi sono presa cura di lei, ho portato onore alla promessa che avevo fatto a Philip. Tuttavia, ammetto di non essere stata molto entusiasta di scoprire che Aurora si fosse innamorata di un inutile pirata che le avrebbe solo rovinato la vita !! >> urlò Mulan
 
<< Se pensarla così ti fa stare meglio… Tuttavia, non possiamo lasciare Neverland senza Gold o senza una prova certa che Hook sia davvero morto >>
 
<< Hook è morto. Henry non avrebbe motivo di mentire ! >> ribatté Regina
 
<< Invece si >> sussurrò Henry  chinando il capo
 
Tutti quanti si voltarono increduli verso di lui, tranne Emma che, con un’espressione triste in volto, aveva già capito che il figlio nascondeva qualcosa.
 
<< Che… che vuoi dire Henry ? >> chiese James inginocchiandosi davanti a lui
 
<< Che Hook non è morto. È vivo e molto probabilmente è prigioniero di Peter Pan. >> confessò Henry
 
<< Perché ci hai mentito ? >> chiese Regina accarezzando i capelli al figlio
 
<< Hook me l’ha chiesto. Temeva che se aveste saputo che lui era prigioniero di Peter Pan non avreste mai lasciato Neverland, non senza di lui. Lui mi ha detto che non era giusto mettervi in pericolo ancora per causa sua. È stato lui a condurmi verso l’accampamento e… credo che Pan abbia messo in pericolo anche il signor Gold >>
 
<> chiese Neal che non riuscì a celare la preoccupazione
 
<< Non ne sono del tutto sicuro, ma ho sentito un paio di Lost Boys parlare a proposito di un oggetto magico molto antico e molto potente che Pan ha ordinato loro di rubare agli indiani. Ho sentito dire che era necessario per liberarsi di alcune noie particolari. All’inizio non ho capito ma poi ho pensato al fatto che l’oggetto fosse magico e oltre a Pan solo due persone usano la magia, una è mia madre e l’altra è … >>
 
<< Rumpelstilskin >> risposero gli altri in coro
 
<< E dato che di lui non abbiamo notizie da tanto tempo…>> iniziò a dire Snow
 
<< … E che avesse saputo che Henry era già tornato e lui ci avrebbe raggiunti… >> continuò Regina
 
<<… e non l’ha fatto… >> continuò James
 
<<… È molto probabile che lui sia già prigioniero di Pan >> concluse Neal
 
<< Bene, a questo punto mi sembra chiaro che non possiamo lasciare Neverland. Non senza il signor Gold, e nemmeno senza Hook >> affermò Emma
 
<< Vuoi iniziare una guerra contro Peter Pan ? >> chiese Mulan sperando di aver torto
 
<< Pan ha iniziato una guerra quando ha osato rapire mio figlio. E ora ho intenzione di farla finita, quel dannato ragazzino merita una lezione >>
 

 
Peter stava camminando avanti a indietro davanti al suo albero, stava pensando sul da farsi e stava aspettando notizie da due dei suoi amici più fedeli. Non sapeva più cosa fare, la magia dentro la clessidra si stava esaurendo, aveva poco tempo ormai per scegliere o per Neverland sarebbe finita.
 
<< Peter >> la voce di Felix gli arrivò chiara e lo distolse dai suoi pensieri
 
<< Felix, sei arrivato… mi stavo preoccupando >> disse Peter andandogli incontro
 
<< Non preoccuparti, sto bene. Non si sono neanche resi conto di essere spiati >> disse Felix posando il bastone a terra
 
<< Che cosa dicevano ? Se ne stanno andando ? >> chiese Peter con un po’ di speranza
 
<< No. Si stanno preparando a combattere. Il moccioso ha detto tutta la verità. Sanno che Hook è vivo, credono che tu abbia in trappola l’Oscuro, non se ne andranno senza di loro >> rispose Felix
 
<< Maledizione ! >> imprecò Peter << Dio, perché il moccioso ha scelto di dire tutto adesso ? >>
 
<< Presumo che se anche non lo avesse fatto, la donna bionda, la Salvatrice, avrebbe comunque scelto di restare a indagare. Lei non è come gli altri, lei non crede se non vede, non avrebbe mai lasciato Neverland senza prima vedere il cadavere di Hook davanti agli occhi >>
 
<< A questo punto… non ci resta altro che prepararci alla fine >> disse Peter mettendosi le mani nei capelli
 
<< Cosa ? Non vuoi neanche provare a combattere ? >> chiese Felix stranulato
 
<< Felix ormai non abbiamo più possibilità, Hook non riesce a togliersi la principessina dalla testa e abbiamo poco tempo. Dobbiamo scegliere, o salvare Neverland o occuparci della Salvatrice. Per quanto mi riguarda, adesso devo occuparmi di Neverland, Hook è la nostra unica speranza >>
 
<< Ah proposito di Hook… se non è morto, e non è con l’allegra compagnia… dov’è ? >>
 
<< È  a casa mia >> rispose Tinkerbelle comparendo da dietro a un albero
 
<< Ottimo Tinkerbelle >> disse Peter
 
<< Belle è qui ? Non la vedo >> disse Felix
 
<< Non la vedi perché lei mi sta comunicando attraverso il sonno, ha stabilito un legame con la mia mente, era l’unico modo per poter parlare con me e tenere Hook sotto controllo contemporaneamente >> spiegò Peter
 
<< Che cosa ? >> le chiese Felix incredulo
 
<< Tranquillo, gliel’ho chiesto io. In questo modo potrò avere quell’idiota sotto controllo >> disse Peter dando una pacca sulla spalla dell’amico
 
<< Come hai fatto a convincerla ? Lei odia i pirati da quando hanno cercato di rubare la sua polvere… sei volte ? >> chiese Felix che ancora non ci poteva credere
 
<< Otto volte in realtà. Tuttavia, io l’ho fatto solamente per aiutare un amico e per il bene di Neverland. >> disse Tinkerbelle
 
<< E di questo te ne sono grato. Tuttavia dobbiamo trovare una soluzione per affrettare i tempi con Hook e temporeggiare con la Salvatrice >> disse Peter
 
<< Potremmo mandare Hook a parlare con loro, magari li convincerà ad andare via >> propose Tinkerbelle
 
<< No. Non possiamo mandare Hook, nessuno di noi glielo può proporre o altrimenti penserebbe che ci sono io dietro a tutto. No. Hook in fondo non è un problema, ora che ci penso. In fondo Henry sa che Hook era vivo prima di portarlo all’accampamento, ma non sa se dopo potrei averlo ucciso. Tink, tieni lontano Hook dagli altri. Felix, tu devi fare un’altra cosa per me… >>
 

 
Hook stava dormendo in maniera abbastanza comoda sulla piccola amaca accanto al letto di Tinkerbelle. Era talmente stanco che avrebbe dormito probabilmente allo stesso modo anche su uno scoglio appuntito. Quella giornata era stata talmente dura… Pan, Aurora, la scelta che era stato costretto a fare, Tinkerbelle, l’ira imminente di Peter. Non passò molto tempo prima che il sonno si facesse più profondo e cominciasse a sognare. Stava camminando sulle alture sul lato est di Neverland, e da lì poteva vedere il mare e anche una strana isola a forma di teschio che non ricordava che ci fosse a Neverland, o almeno la prima volta che vi approdò non ricordava di averla mai vista.
 
<< Infatti non l’hai mai vista >> disse la voce morbida di Peter dietro di lui
 
<< Da quanto tempo è lì ?? >> chiese Hook
 
<< È comparsa poco tempo dopo la tua partenza. È bellissima non trovi ? >> gli chiese Peter avvicinandosi a lui
 
<< Non credevo che ti piacessero le cose macabre come i teschi >> constatò Hook
 
<< Neverland è già di per sé una terra macabra. Mostruosità in più o mostruosità in meno quale differenza potrà mai fare ? >>
 
<< Potrebbe fare di quest’isola un posto migliore >>
 
<< Neverland non è stata creata per essere un posto gioviale Hook, né un posto destinato a durare per sempre. La sua essenza è intrisa di potere oscuro, alcuna bontà o gioia qui può sopravvivere per sempre >>
 
<< Eppure a Neverland il tempo non scorre mai… >> cominciò a replicare il pirata
 
<< Mi crederesti se ti dicessi che da quando te ne sei andato il tempo ha cominciato a scorrere di nuovo ? >> gli chiese Peter guardandolo intensamente
 
<< Com’è possibile ? >>
 
<< Neverland sta morendo, Hook. Vieni con me e te lo mostrerò >> disse Peter porgendogli la mano piccola, giovane, pallida
 
Hook all’inizio fu tentato di rifiutarla di voltargli le spalle ma poi strinse quella tenera mano con la sua e all’improvviso non era più il mare di Neverland ciò che gli apparve davanti agli occhi ma una grande clessidra dove all’interno vi era della polvere gialla luminosa.
 
<< Che cos’è questo posto ? >> chiese Hook
 
Peter non rispose, si avvicinò a lui, gli accarezzò la guancia destra con la mano, lentamente, dolcemente e poi gli lasciò un fugace bacio sulle labbra.
 
<< Se vuoi delle risposte… io ti ho mostrato dove devi raggiungermi. Ti aspetterò non appena ti sarai svegliato. >> disse Peter per poi sparire e con lui la clessidra e il sogno nel quale Hook era sprofondato.
 

 
Felix sbuffò annoiato. Duranti i primi anni di permanenza su Neverland faceva tutto ciò che Peter gli ordinava perché era l’ultimo dei Lost Boys a potergli dire di noi, ma adesso che aveva libero arbitrio in un certo senso, non riusciva ancora a capire perché non riuscisse a dirgli di no. Forse perché gli voleva troppo bene. Si, era l’unica ragione possibile. Altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui avesse accettato di recarsi all’accampamento della Bionda Stronza e di quegli altri imbecilli, da solo, con una polizza assicurativa sulla sua vita a dir poco scadente ma ormai ci era abituato. Era appena arrivato a pochi passi dall’accampento, vicino a lui, l’Ombra di Peter lo stava tenendo d’occhio, Peter non si fidava molto della Regina Cattiva, aveva paura che potesse fargli del male e se solo ci avesse provato, l’Ombra avrebbe strappato l’ombra dell’insignificante ragazzino. Tuttavia Felix non si sentiva affatto tranquillo, soprattutto dopo che l’allegra compagnia aveva scoperto grazie anche a quell’idiota di Baelfire come catturare l’Ombra.
 
<<…. Emma per favore ragiona !! Non è necessario dichiarare guerra a Pan, basterà solamente che lui lasci andare Gold e Hook ! >> sentì urlare Snow
 
<< Per una volta sono d’accordo con Fiocco di Neve, non possiamo mettere ulteriormente la vita di Henry in pericolo !! >> disse la Regina Cattiva
 
<< E a mio padre non pensi ? E a Hook ? Henry non sarebbe qui se non fosse per lui e tu non avresti avuto un figlio se non fosse per mio padre >> disse Neal
 
<< E allora cosa proponi di fare ? Di andare da Pan armato di una spada e di costringerlo a darti tuo padre ? >> chiese la regina con sarcasmo
 
<< In realtà… io avrei un’idea migliore >> disse Felix uscendo allo scoperto
 
Tutti quanti si voltarono verso di lui e presero in mano le proprie armi. Tipico, Felix non ne era sorpreso.
 
<< Potete anche abbassare le armi, sono solo, e in veste di messaggero >> disse Felix posando a terra il bastone e alzando le mani in segno di resa
 
<< E ti aspetti che noi ti crediamo ? >> gli chiese Snow
 
<< Vedete qualcun altro intorno a me ? >> chiese Felix seccato
 
<< Magari i tuoi amichetti sono nascosti da qualche parte >> disse la regina cattiva
 
<< A questo punto la Salvatrice potrebbe schiarirvi le idee. Dimmi un po’ Salvatrice… usa il tuo super potere su di me… scopri se sto mentendo >> la sfidò Felix guardandola negli occhi
 
Emma sorrise con scherno, quel ragazzo l’aveva sempre irritata in un certo qual modo. Ma, per quanto odiasse ammetterlo, il ragazzo stava dicendo la verità, lo poteva sentire.
 
<< Sta dicendo la verità. Allora… ragazzo… che messaggio ci manda Pan ? >>
 
<< In realtà vorrebbe proporvi un accordo >>
 
<< Non ci interessa. Dì a Pan di andare al diavolo >> disse Neal
 
<< Non ti importa di tuo padre ? Sei talmente arrabbiato nei suoi confronti che non vuoi neanche provare a lottare per la sua vita ? >> chiese Felix con un ghigno
 
<< E che ci dici di Hook ? >> chiese James
 
<< Che vi importa di lui ? È soltanto un inutile pirata con una mano sola e dei problemi di alcolismo >> disse Felix con una smorfia
 
<< Ha salvato la vita di mio figlio, di mio padre e di tutti noi più di una volta. Questo è più che sufficiente >> rispose Emma
 
<< Perché combattere per una persona morta ? >>
 
<< Hook non è morto, Henry ci ha raccontato tutto >> disse James
 
<< Potrebbe essere morto dopo, non potete saperlo. Tuttavia, concentratevi su chi è ancora vivo, Rumpelstilskin. Pan è disposto a liberarlo a una condizione >>
 
<< E quale sarebbe ? >> chiese Emma
 
<< Ve ne dovete andare, da Neverland. Pan non vi fermerà, non vi accadrà nulla di male, dovete soltanto andare via. >>
 
<< Perché mai dovremmo farlo ? >> chiese Snow
 
<< Dio, avete già il moccioso e potrete avere l’Oscuro… cos’altro potreste volere ancora ? >> chiese Felix sull’orlo di una crisi isterica
 
<< Hook. Voglio sapere con certezza che è morto o noi non lasceremo mai Neverland >> disse Emma con determinazione
 
<< Quindi non accettate il patto ? >> chiese
 
<< No… ne propongo uno nuovo. Provateci che Hook è realmente morto, riconsegnateci Gold e a quel punto, solo a quel punto, accetteremo con gioia di lasciare Neverland per sempre >> disse Emma
 
<< Avrete presto mie notizie, allora >> rispose Felix prima di voltarsi indietro e sparire nella foresta
 

 
Peter stava camminando avanti e indietro davanti alla clessidra, ed era piuttosto impaziente. Teneva tra le mani una piccola provetta con della polvere di fata. Non gli serviva per volare, ma perché ormai non ce la faceva più, non riusciva più a vivere nel dubbio. La polvere di fata serviva anche a scoprire chi fosse il proprio vero Amore e lui voleva che Hook la usasse per poter finalmente scoprire se erano destinati a stare insieme. Ovviamente non gli avrebbe chiesto di usarla per quella ragione ma avrebbe trovato un modo per fargliela usare. Sempre se lui sarebbe venuto, ovviamente.
 
<< Mi stavi aspettando ? >> gli chiese la sua voce dopo aver salito le scale che portavano alla stanza della clessidra
 
<< Sei venuto, come sempre… la curiosità è il nostro peggiore difetto. Ci porta sempre dove non ci dovrebbe portare e ci fa conoscere… persone e emozioni che non avremmo mai dovuto conoscere >> disse Peter avvicinandosi a lui
 
<< Ho sempre convissuto con i miei difetti alla meraviglia. E anche con i miei errori, ora però voglio la verità >> disse Hook  con determinazione
 
<< Quale verità ? Ci sono molte verità tra noi, che devono ancora venire alla luce. Verità sia mie che tue che non sono ancora state ammesse >>
 
<< Bene. Cominciamo da te… mi hai davvero amato ? Perché mi hai cacciato da Neverland e perché hai architettato tutta questa… questa farsa per farmi tornare ? E cos’era quello strano bagliore verde che ti illuminava ogni volta che ci baciavamo ? >> chiese Hook guardandolo dritto negli occhi
 
<< Io ho ti ho sempre amato Hook, sempre. Forse non sono stato affatto bravo a dimostrartelo ma ti giuro che ti ho amato con tutto me stesso e che ti ho fatto tornare qui soltanto per avere un nuovo inizio, insieme. >>
 
<< Vorresti dirmi che stavolta avresti rinunciato a tutto pur di stare con me ? >> chiese Hook incredulo
 
<< Intendo dire che volevo avere delle certezza prima di lasciare tutta la mia vita alle spalle. Voglio sapere se… non è troppo tardi per combattere per tenerti al mio fianco. >>
 
<< Dovevi pensarci prima di cacciarmi da Neverland e spezzarmi il cuore >>
 
<< Ci sto pensando adesso, meglio tardi che mai no ? >>
 
<< Tu mi stai solo complicando la vita, io avrei voluto che tu non tornassi mai nella mia vita però… io non… io ti amo, ti ho amato e una parte di me ti amerà per sempre ma… io non sono la persona giusta per te. Non sono mai riuscito a cambiarti, non sono riuscito ad aiutarti. Tu devi andare per la tua strada >>
 
<< E se io non volessi andare per la mia strada ? >> chiese Peter avvicinandosi
 
Hook non rispose, gli prese il viso tra le mani e lo baciò. Peter non esitò a ricambiare il bacio. Quel bacio però gli parve diverso, non c’era più l’amore di un tempo, vi era solo un contatto fisico. Peter per la prima volta non si sentiva più così felice quando baciava Hook. Forse se…, pensò Peter prima di cominciare a spogliare l’altro. Hook non lo fermò, se quello era l’unico modo per far capire a Peter una cosa che lui aveva appena compreso… allora sarebbe andato fino in fondo.
 

 
Tinkerbelle stava camminando lungo la spiaggia di Neverland. Si fermò proprio al  centro e cominciò a suonare la conchiglia. Attese qualche secondo poi vide una figura sbucare dal mare. Era una sirena, aveva i capelli biondo platino risplendevano sotto la luce della luna sino a sembrare argentati, gli occhi viola e la pelle pallida.
 
<< Ehi… credevo che non saresti venuta >> l’accolse la sirena avvinandosi alla riva
 
Tinkerbelle immerse gli stivali nell’acqua e le si avvicinò, quando le fu abbastanza vicino si inchinò dinanzi a lei e la baciò << Non sarei mancata per nulla al mondo, Callíore >>
 
<< Mi sei mancata tantissimo Tink >> disse la sirena sorridendo
 
<< Hai con te il bracciale ? >> chiese Tink
 
<< Oh si, lo metto subito >> disse Callíore infilandosi il braccialetto che le aveva dato Pan per poter avere le gambe al posto della coda di sirena
 
<< Mi dispiace che tu sia costretta ogni volta a voltare le spalle alla tua natura >> disse Tink con voce triste
 
<< Credimi, per stare qualche minuto con te, sono disposta a tutto >> disse Callíore che poté finalmente abbracciarla
 
<< Anche a fare patti con Peter >> disse Tink
 
<< Anche a fare patti con Pan >> disse Callíore
 
<< Non riesci proprio ad andare d’accordo con lui vero ? >> chiese Tink con un sorriso
 
<< Mi dispiace Tink, ma non riesco a perdonargli il fatto che ti abbia spezzato il cuore. Ricordo ancora la prima volta che ci siamo incontrate, avevi gli occhi talmente tristi che… >>


<< Non voglio pensarci. Avrei voluto che il nostro primo incontro avvenisse in maniera diversa >> disse Tink
 
<< Le prime impressioni o le prime volte non sono mai quelle migliori, né quelle più speciali. >> commentò Callíore
 
<< Calli… temo che ormai per Neverland sia finita. Credo che presto Peter deciderà di sacrificarsi o deciderà di sacrificare Neverland. >> disse Tink
 
<< Non mi stupisce, tu l’hai sempre saputo che Hook non era la persona giusta per Peter, la clessidra può essere annullata solo con il sacrificio di Peter o con il Vero Amore di colui che possiede la vera essenza di Neverland, Peter in questo caso. Lui purtroppo, ha rincorso la persona sbagliata per troppo tempo >>
 
<< Credi che sia colpa mia ? Pensi che avrei dovuto dirglielo ? >>
 
<< No. Felix doveva semplicemente farsi coraggio e dire apertamente a Peter i suoi sentimenti >>
 
<< Si, ma… le uniche due volte che Felix usò la polvere di fata non ebbe nemmeno il coraggio di seguirla fino in fondo perché aveva paura di sapere >>
 
<< Neverland ha bisogno di nuove fondamenta, Tink. Quest’isola è stata creata con l’odio, con la violenza, è impregnata di oscurità. Forse questa potrebbe essere la volta buona di creare una nuova Neverland, nata dal sacrificio del Vero Amore, della Vera Amicizia, e della Vera Lealtà >> disse Callíore
 
<< Mi stai citando la profezia che Ursula ebbe su Neverland ? >> chiese Tink con un sopracciglio alzato
 
<< Te la ricordi. Lei disse che un giorno Neverland sarebbe stata distrutta, dal Vero Amore. Perché la sua magia sarebbe stata così potente da indebolire tutta la magia oscura di Neverland e a quel punto solo il sacrificio di tre virtù avrebbe potuto salvare l’isola. Tu non sei tra queste vero ? >> chiese Callíore con serietà
 
<< Penso che in fondo tu l’abbia sempre saputo >> disse Tink
 
<< Pan che pensa ? >> chiese Callìore
 
<< Penso che una volta che avrà capito che il suo destino non è quello di stare accanto a Hook… accetterà di sacrificarsi per il suo popolo, e io compirò il mio sacrificio… e Felix il suo >>
 
<< Per salvare Neverland non sono sufficiente la Lealtà e L’Amicizia, deve esserci anche il Vero Amore. Pan è un egoista, sono sicura che alla fine scapperà e lascerà Neverland morire. Che tipo di amore potrà mai dare all’isola per salvarla ? >>
 
<< L’Amore e la Devozione che solo un sovrano può dare al suo popolo >> rispose Tinkerbelle con sicurezza
 
<< Andiamo…  Pan è egoista, vuole solo l’immortalità >>
 
<< Tu non lo conosci. E comunque… adesso devo andare >>
 
<< Vai via ? Quando potrò rivederti ? >>
 
<< Calli, io e te non ci rivedremo mai più >>
 
<< Vuoi sacrificarti ? >> chiese Callì sperando di essere in torto
 
<< Neverland, il regno di Neverland, è cominciato con Peter, Felix e me e con noi tre dovrà finire >>
 
<< E a me non ci pensi ? >> chiese Callíore con le lacrime agli occhi
 
<< Non posso lasciare che Neverland muoia e non posso voltare le spalle a Peter. Tu devi andare per la tua strada >> disse Tink voltandosi
 
<< È tutto ciò che hai da dirmi ? >>
 
<< È l’unica cosa che posso dirti e che posso pensare. Perché… basta il solo pensiero di non rivederti più… per uccidermi >> disse Tink prima di sparire nella foresta
 

 
Peter si era appena rivestito completamente e il suo guardo si era posato sulla clessidra. Non era sparita, era ancora lì, imponente, a ricordargli che ormai mancava troppo poco tempo e poi Neverland sarebbe morta, per sempre. Aveva fatto tutto correttamente, o almeno lo credeva fino a qualche ora fa. Aveva scoperto che se avesse donato alla clessidra un vero e puro atto di Vero Amore, l’essenza di Neverland sarebbe diventata pura e di conseguenza sarebbe bastata la sua magia per salvare il suo regno. Ma a quanto pare Hook non era il suo Vero Amore, e ciò che aveva donato alla clessidra era un atto privo di amore e di sentimento. Aveva ancora in mano la polvere di fata e poteva ancora trovare il suo Vero Amore, ma a che cosa sarebbe servito ? Non aveva il tempo sufficiente per far maturare una nuova storia d’amore. Ma non avrebbe abbandonato Neverland, né il suo popolo.
 
<< Ombra ? >> la chiamò
 
L’ombra arrivò velocemente davanti  a lui. << Avverti gli indiani, dì loro di raggiungere la Salvatrice e gli altri e raduna tutti i Lost Boys e dì loro di fare lo stesso. Ormai non abbiamo più tempo, Neverland ha poco tempo e io… sono pronto a fare quello che avrei dovuto fare da molto tempo >> detto questo Peter la seguì volando fino a quando Peter cambiò strada per raggiungere i suoi amici
 

 
<< Tra poco Peter sarà qui >> disse Tinkerbelle seduta sulle scale che portavano alla sua casa sull’albero
 
<< Già. Il piano ha fallito e adesso Neverland sta morendo >> disse Felix
 
<< Che cosa dobbiamo fare ? >> gli chiese Tinkerbelle
 
<< Dobbiamo occuparci dei Lost Boys prima. È meglio che non sappiano della morte di Peter >> disse Felix
 
<< Che stai dicendo ? >> gli chiese Tinkerbelle  
 
<< Che dobbiamo addormentare i Lost Boys. Loro si preoccuperebbero se non ci vedessero tornare e inoltre non è giusto che assistano alla morte di Peter, alcuni di loro sono ancora piccoli e potrebbero essere ancora in tempo per dimenticare tutto questo. >>
 
<< Dimenticare ? >> chiese Tink alzando un sopracciglio
 
<< Lasceremo che la Salvatrice li trovi e li porti via, nel loro mondo, dove potranno avere una famiglia, una nuova vita, una migliore possibilità >> disse Felix
 
<< E riguardo a noi ? >>
 
<< Tu io cosa ho deciso di fare. E penso che tu abbia scelto lo stesso >>
 
<< Ho ancora la polvere di papavero. Sbrighiamo a fare quello che dobbiamo fare >> disse Tink volendo cambiare discorso
 
<< Sono d’accordo >>
 

 
<< E adesso che cosa vorresti fare ? >> domandò Regina a Emma
 
<< Semplice. Dobbiamo trovare Hook e il signor Gold e solo dopo esserci assicurati che Pan non ci impedirà di andarcene da questo posto maledetto… andremo di corsa alla Jolly Roger e torneremo a Storybrooke >> rispose Emma
 
<< Pan è troppo forte come pensi di sconfiggerlo ? >> le chiese Neal
 
<< Non sarà necessario >> disse una voce a loro sconosciuta
 
Tutti quanti presero subito le loro rispettive armi ma le abbassarono non appena videro spuntare dalla foresta una ragazza di bassa statura, con delle lunghe trecce nere, la pelle scura, gli occhi a mandorla e labbra molto carnose. Era un’indiana, e dietro di lei arrivarono anche altri.
 
<< Chi sei tu ? >> le chiese Snowhite
 
<< Il mio nome è Tiger Lily, sono la figlia del capo della mia tribù. Veniamo a informarvi che Neverland sta morendo e che Pan vi lascia liberi. E ha detto alla sua Ombra di restituirvi questo >> disse Tiger Lily avanzando verso Neal e porgendogli il vaso di Pandora << Ciao Baelfire >>
 
<< Ciao Tiger Lily >> le rispose Neal
 
<< Che intendi dire che Neverland sta morendo ? >> chiese Emma incredula
 
<< Peter Pan è gravemente ferito, e poiché l’essenza di Neverland è racchiusa nel suo cuore anche essa sta morendo, insieme al suo padrone. Neverland appartiene a Peter e a lui solo. Noi possiamo soltanto sperare che alla fine si sacrificherà per tutti noi >> spiegò Tiger Lily
 
<< Lui non lo farà mai… lui è un egoista, è un… >> cominciò a dire Neal
 
<< Lui ha già deciso che lo farà. E Peter Pan non si tira mai indietro. Presto lui si sacrificherà per Neverland.  >> disse Tiger Lily, “sempre che stia davvero morendo”.
 
<< E di Hook che ci dite ? >> chiese James sospettoso
 
<< Hook ? Hook è sull’isola ? I pirati sono tornati sull’isola ? >> chiese Tiger Lily con un sopracciglio alzato
 
<< Ops >> disse Neal
 

 
Hook aveva appena finito di rivestirsi, inutile dire che aveva sentito tutto quello che Peter aveva detto alla sua Ombra. Sorrise pensando a lui, con malinconia. Hook sapeva che il regno di Peter non sarebbe durato per sempre, sapeva che Neverland avrebbe avuto bisogno di un cambiamento e che solo Peter sarebbe stato in grado di fare ciò ma… non poteva negare a se stesso che… l’idea di perderlo lo distruggeva. Peter Pan era stato… è troppo importante per lui ma lo conosceva, lui non era un ragazzo normale, era un grandissimo bastardo, bugiardo, manipolatore, opportunista, malizioso ma anche… una persona speciale e con un grande senso dell’onore. Lui non l’avrebbe fermato, non ci sarebbe riuscito. Ma era ancora in tempo per salvare la persona che aveva capito di amare più di ogni altra.
 

 
Peter stava pazientemente aspettando davanti alla sua casa sull’albero l’arrivo di Felix e Tinkerbelle. Aveva le braccia incrociate e le gambe accavallate, lo sguardo era perso nel cielo di Neverland, una visione meravigliosa e magica che avrebbe visto per l’ultima volta.
 
<< Peter ? Siamo pronti >> disse Tinkerbelle comparendo dalla foresta
 
<< Pronti per cosa ? >> chiese Peter con un sopracciglio alzato
 
<< A sacrificarci con te >> rispose Felix comparendo al fianco di Tinkerbelle
 
<< Spero che voi stiate scherzando ? Non lo permetterò. Non vi lascerò morire con me, Neverland non è una vostra responsabilità >> disse Peter con un espressione furiosa
 
<< È qui che ti sbagli, vostra maestà, Neverland è iniziata con noi tre, noi tre abbiamo dato inizio a tutto questo, noi tre daremo a ciò una fine e un nuovo inizio. Noi viviamo per servirti e senza di te… noi non abbiamo più motivo di vivere >> disse Felix
 
<< Felix tu hai una ragazza e anche tu, Tinkerbelle. Voi… riuscirete ad andare avanti senza di me, riuscirete con il tempo a farvi una vita, una vita vera. Potete ancora avere una vita felice. Cogliete l’occasione >> li implorò Peter
 
<< Stai morendo Peter. Non c’è ordine che regga o che sia valido. Noi siamo finalmente liberi di scegliere, e scegliamo te. Perché nonostante tutto il male che tu hai fatto… ad entrambi… non potremmo mai accettare di costruirci una vita con qualcun altro… a tue spese. >> disse Tinkerbelle avvicinandosi a Peter e fronteggiandolo
 
<< Sei sempre stata una tigre Tink >> disse Peter con un sorriso
 
<< E tu sei la nostra ancora Peter. Tu ci hai già salvato una volta, adesso salverai Neverland e noi con te >> disse Felix
 
<< Felix una volta davanti alla clessidra… non potrai più tornare indietro >>
 
<< Non vogliamo tornare indietro. Quando Tinkerbelle arrivò qui, ci facemmo una promessa… abbiamo promesso che nonostante tutto quello che sarebbe accaduto in futuro non ci saremmo mai abbandonati… >> disse Felix avvicinandosi anche lui
 
<< Non vi lascerò morire >> disse Peter senza più alcuna forza
 
<< Non ce lo puoi impedire. Come ha già detto Tinkerbelle… non sei più nella condizione di comandarci, a questo punto non c’è più ordine che tenga. E ormai abbiamo deciso. Lasciaci salvare Neverland, lasciaci morire con te. Noi siamo un trio Peter, e lo saremmo fino alla morte. >> disse Felix
 
<< Quindi… ti conviene smaterializzarci tutti alla clessidra. >> disse Tinkerbelle
 
<< Non subito, prima dobbiamo fare un’ultima tappa >> disse Peter arrendendosi
 

 
Aurora stava morendo di fame, non vedeva né Tinkerbelle né Felix da un po’ e si stava preoccupando un po’. Si strinse maggiormente il poncio intorno a sé e respirò rumorosamente.
 
<< Tu dove pensi che siano ? >> le chiese Wendy che era nella gabbia accanto alla sua
 
<< Non ne ho idea. Io ho un brutto presentimento. Neverland mi sembra più tetra delle altre volte e le stelle più spente delle altre notti >> rispose Aurora
 
<< È vero, non si vede la luna, ma non c’è alcuna nuvola in cielo, fa freddo ma non c’è vento né pioggia. Qualcosa sta accadendo e ho tanta paura >>
 
<< Non sento neanche i Lost Boys ballare e gridare. Non stanno neanche piangendo, che cosa staranno facendo ? >>
 
<< Durante tutti gli anni in cui sono stata prigioniera a Neverland sentivo i Lost Boys gridare e ballare ogni volta che tornavano all’accampamento. Lo facevano sempre e quando smettevano poi passavano pochi minuti e li sentivo piangere. In un modo o nell’altro… riuscivo sempre a capire quando erano tornati dalle loro missioni >> disse Wendy
 
<< Tu dici che se ne sono andati lasciandoci qui ? >> chiese Aurora
 
<< È probabile… penso che molti di loro non sapessero neanche che noi fossimo qui >> disse Wendy
 
Aurora appoggiò la schiena alla parete della sua gabbia e cominciò a piangere, silenziosamente. Hook le mancava da morire e l’idea che non molto probabilmente non l’avrebbe più rivisto…
 
<< AURORA !! >> la voce di Hook la chiamava in lontananza
 
<< Hook ? >> disse Aurora silenziosamente
 
<< Ma chi è ? >> chiese Wendy
 
<< AURORA ? >> urlò Hook
 
<< KILLIAN !!! KILLIAN !! >> cominciò ad urlare Aurora
 
<< Ma che stai facendo ? Se Peter ti sentisse… >> cominciò a dire Wendy
 
<< Me ne strafrego di Peter. Noi dobbiamo andarcene da qui. Siamo state prigioniere per troppo tempo, soprattutto tu. KILLIAN !! >>
 
<< Aurora ? >> Hook aveva appena svoltato verso il sentiero che portava alle loro gabbie
 
<< Kill ?? Killian sono qui >>
 
Killian non perse tempo, velocemente raggiunse la gabbia della sua amata e con l’uncino ruppe il lucchetto e aprì la gabbia. Aurora gli porse la mano e Killian l’aiutò ad alzarsi.
 
<< Sei tu ? Sei davvero tu ? >> gli chiese Aurora accarezzandogli il viso
 
<< Si… si sono io. Sono venuto a salvarti e a chiederti scusa per…. Per tutto quanto. Per non aver capito subito. >>
 
<< Che cosa ? >> chiese Aurora piena di speranza
 
<< Che io posso sopportare una vita senza Pan ma che senza di te io… io non riuscirei a sopravvivere nemmeno senza un cuore. >>
 
<< Ma che stai dicendo Kill ? >> chiese Aurora che sperava di aver capito bene
 
<< Che ho scelto te. Io scelgo te >> disse Killian prima di baciarla con tutto l’amore che provava per lei
 
Aurora ricambiò il bacio con la stessa passione. Dio, quanto le era mancato. Non poteva credere che lui fosse davvero lì e che la tenesse tra le braccia. Aveva atteso questo momento da tanto tempo. Le loro bocche era fatte per amarsi, le loro mani per rimanere intrecciate, i loro cuori battevano all’unisono. Wendy, che dalla sua gabbia assisteva alla scena, e che dopo tanti anni di prigionia si era convinta che il Vero Amore non esistesse, dovette ricredersi. Dio, quei due si amavano veramente tanto.
 
<< Dio, come hai fatto ad arrivare qui ? >> gli chiese Aurora
 
<< Non ne ho idea, quando sono arrivato all’accampamento i Lost Boys erano nei loro sacco a pelo e dormivano, profondamente. Non piangevano neanche. Come se fossero vittime di un incantesimo del sonno e secondo me è l’unica spiegazione >> le spiegò Hook
 
<< Ecco perché non li sentivamo >> disse Wendy dalla sua gabbia
 
<< E lei chi è ? >> chiese Hook
 
<< Lei è Wendy, è prigioniera qui a Neverland da molto tempo. Più o meno da quando Bealfire se ne andò dall’isola. >> disse Aurora
 
<< Impossibile, Peter non mi ha mai parlato di lei e inoltre non l’ho mai vista a Neverland >> disse Hook
 
<< Questo perché non sono mai uscita da questa gabbia tranne quelle poche volte che Pan me lo ha concesso. Tuttavia, io ho sentito tanto parlare di te. Il famigerato Capitano Uncino >> disse Wendy quasi con ironia
 
<< Killian, dobbiamo liberarla. Wendy è intrappolata su quest’isola da molto tempo inoltre ho un brutto presentimento. Neverland stanotte mi sembra diversa >> disse Aurora
 
<< Non sembra è diversa. Neverland sta morendo e Pan ha deciso di sacrificarsi per salvarla >> disse Killian avvicinandosi alla gabbia di Wendy per liberarla
 
<< Sapevo che prima o poi sarebbe accaduto. Felix mi aveva accennato qualcosa >> disse Wendy uscendo dalla gabbia
 
<< Che cosa vuoi dire ? >> le chiese Aurora
<< Ma dove sono tutti ? >> sentirono una voce non troppo lontana da loro
 
<< Emma >> dissero Hook e Aurora contemporaneamente
 
<< Chi ? >> chiese Wendy
 
<< Wendy, vieni con noi >> disse Aurora prendendola per mano e conducendola verso l’accampamento insieme a Hook
 
Appena giunti all’accampamento videro Emma e tutti gli altri, insieme anche agli indiani, e al Tenebroso guardarsi intorno con delle espressioni confuse.
 
<< Dove sono i Lost Boys ? >> chiese Snow
 
<< Stanno dormendo nei loro sacco a pelo poco lontano dall’accampamento >> rispose Hook mostrandosi con Aurora e Wendy al suo fianco
 
<< Hook !! >> esclamarono tutti i presenti
 
<< Captein !! Non sapevamo che fossi tornato a Neverland ? Che ci fai tu qui ? >> le chiese Tiger Lily con tono sprezzante
 
<< Potere stare tranquilla, fiorellino, non sono venuto qui con la mia ciurma e neanche con l’intenzione di darvi fastidio. >> disse Hook prendendo la mano ad Aurora
 
<< Chi è quella ragazza ? >>
 
<< Aurora ? Che ci fai tu qui ? >> le chiese Mulan
 
<< Sono qui come prigioniera di Pan da un po’ tempo. Una mattina mentre passeggiavo per Storybrooke l’ombra di Pan mi catturò e purtroppo gli abitanti di Storybrooke, nonostante avessero cercato di darmi una mano non sono riusciti a fermare l’ombra >> rispose Aurora
 
<< E da quanto tempo sei qui ? >> le chiese James
 
<< Non saprei dirtelo, non è facile orientarsi qui. Inotre da quando sono qui anche la gravidanza si è interrotta >> disse Aurora
 
<< Per forza, qui le persone non crescono, e a quanto pare vale anche per i feti >> disse Rumpel
 
<< Che fine avevi fatto tu a proposito ? Avevamo un accordo >> lo rimproverò Hook
 
<< Non essere arrabbiato con lui, non è stata colpa sua. Pan  con l’inganno l’ha chiuso dentro un oggetto magico. Ah a proposito, sono felice di vedere che sta bene >> disse Aurora
 
<< Molte grazie, milady >> le disse Rumpel
 
<< Tiger Lily ? Anche tu qui ? >> chiese Wendy
 
<< Ciao Wendy !! Si, ci sono anch’io. E vedo che finalmente l’uccellino indifeso è uscito dalla gabbia. Adesso che Pan non c’è, tra l’altro. >> disse Tiger Lily con una smorfia
 
<< Dai Lily, ne è passato di tempo. Pensi ancora che mi possa importare del fatto che una principessa cretina come te che si è fatta abbindolare per secoli da Pan possa farmi sentire inadeguata ? Personalmente, io non ho nulla da invidiarti e niente di cui vergognarmi, a differenza tua >> disse Wendy
 
<< Che cosa vorresti dire ? >> le chiese Tiger Lily riducendo gli occhi a due fessure
 
<< Che so che sei stata tu a fare a esortare Pan a uccidere Rufio perché lui ti aveva rifiutata e hai fatto in modo che Pan credesse a te perché sapevi che lui odiava Rufio dopo che lo aveva visto baciarsi con Felix, inoltre so che sei stata tu a esortare Felix a usare la polvere di fata e a non seguirla perché sapevi che avrebbe illuminato Peter… >>
 
<< Che cosa ? >> chiesero tutti i presenti
 
<< Inoltre so per certo che sei stata tu a dare il Vaso di Pandora a Pan per intrappolare l’Oscuro >> disse Wendy
 
<< E tu come fai a saperlo ? >> le chiese Tiger Lily
 
<< Felix e Tinkerbelle non hanno mai avuto un’ottima opinione di te, nemmeno Peter in realtà, spettegolavano tanto su dite davanti alla mia gabbia >> disse Wendy
 
<< Ok. La conversazione può anche finire qui. >> disse Neal
 
<< Infatti. Hook, dove sono i Lost Boys ? Se è vero che Neverland sta morendo non ho voglia di lasciarli qui, porteremo con noi anche gli indiani >> disse Emma
 
<< Che cosa ? No. Noi non vogliamo lasciare Neverland, questa è casa nostra !! >> urlò Tiger Lily
 
<< Si che lo farete invece !! >> disse la voce di Peter
 
Peter, Tinkerbelle e Felix si erano appena materializzati al centro dell’accampamento, e avevano delle strane espressioni in volto. Emma e gli altri presero subito le proprie armi ma Pan non sembrò intimorito. In realtà il suo volto non esprimeva alcuna emozione, sembrava, non sconfitto ma… era come se si fosse arreso ma sembrava che avesse accettato la sua sconfitta, o almeno che stesse cercando di farlo.
 
<< Peter, avevamo un accordo. Gli indiani non avrebbero creato problemi e ti avrebbero dimostrato la massima obbedienza se tu ci avessi lasciato vivere in pace a Neverland >> ribatté Tiger Lily arrabbiata
 
<< Ho sempre pensato che fossi stupida ma adesso ne ho la confermo. Dimmi, Lily, quale parte di “Neverland sta morendo, siete tutti in pericolo e per questo dovete andarvene prima che sia troppo tardi” non hai capito ? >> le chiese Peter come se stesse parlando a una mocciosa troppo scema per capire
 
<< Cosa me lo garantisce ? Neverland sta morendo ? Sul serio ? O è solo un trucco per liberti di me e della mia gente e restare qui da solo con i tuoi Lost Boys e le tue due puttanelle private ? >> chiese Tiger Lily con un ringhio
 
<< Ti strapperei il cuore solo per aver offeso i miei migliori amici ma non ne vale la pena. Io non spreco più il mio tempo con le puttane e ormai me ne rimane talmente poco che non ho voglia di sprecare secondi a perdere fiato con una cretina che non si sforza neanche di capire. >> disse Peter cercando di trattenere la rabbia
 
<< Capire che cosa ? >> gli chiese Emma
 
<< Miss Swann !! Felice di vedere che sta bene. Vedo che lei ha conservato quel talento, che io amo tanto, di essere al posto giusto al momento giusto >> disse Peter con un sorriso forzato
 
<< E perché dovrei essere proprio qui ? >> chiese Emma con tono diffidente
 
<< Per portare i Lost Boys e gli Indiani via da Neverland prima che sia troppo tardi. Neverland sta morendo, Swann. Guarda il cielo, non hai notato che non riesci a vedere la luna ? Che le stelle si spengono ogni minuto che passa ? Che fa freddo ogni secondo che passa, eppure non c’è né vento, né pioggia, né neve ? >>
chiese Peter rivolgendosi a tutti in modo che tutti potessero capire
 
<< Cosa ci fa pensare che non sia solo un trucco ? >> chiese Neal
 
<< Non avrei mai sacrificato tanto. Io sto affidando l’intero popolo di Neverland nelle tue mani, Swann. Se non stessi per morire non lo avrei mai fatto >> disse Peter
 
<< Perché Tinkerbelle e Felix non vengono con noi ? >> chiese Hook
 
<< Perché abbiamo scelto di restare con lui, fino alla morte >> rispose Tinkerbelle
 
<< Quindi… nonostante tutto quello che ci avete fatto… ora ci state chiedendo un favore ? >> chiese Rumpel con ironia
 
<< Ciò che sto chiedendo non è un favore per me, ma per i Losto Boys. Ricordi, Swann, quando ti diedi quella mappa ? Quella mappa funzionò perché rispecchiava il modo in cui ti sei sentiva tutta la vita, un’orfana. Anche i Lost Boys sono stati orfani, proprio come te, e proprio come te… desiderano una famiglia. Tu l’hai avuta e ti ha resa felice, perché non vuoi rendere felici anche loro ? >>
 
<< Questo è un colpo basso. Ma lo farò. Porterò i Lost Boys e gli indiani a Storybrooke e... >>
 
<< Un momento… noi non abbiamo detto che andremmo via da quest’isola, tu stai morendo per Neverland, Peter. Questo vuol dire che il tuo sacrificio la salverà >> disse Tiger Lily
 
<< Non è detto. Non ho mai un incantesimo così potente, Neverland è stata costruita con la magia oscura, ogni singolo angolo dell’isola ed è probabile che… questa volta, neanche il Vero Amore, o la Vera Lealtà o la Vera Amicizia siano sufficienti per salvare un luogo fatto solo di oscurità >> disse Peter
 
<< Perciò mi stai dicendo che… è probabile che Neverland non riesca a risorgere e che noi non potremo più torn… ahhhhh >>
 
Tiger Lily non riuscì a concludere ciò che stava dicendo perché tutta la terra cominciò a tremare. Peter usò la magia e provò a visualizzare la sorgente di Neverland e vide che l’acqua aveva smesso di scorrere. L’acqua della sorgente era il sangue di Neverland, se quella aveva smesso di scorrere voleva significare che non aveva più tempo da perdere.
 
<< L’acqua della sorgente ha smesso di scorrere, ormai non c’è più molto tempo. Sta a voi indiani decidere. Restare qui e morire con me… o andare con queste persone e farvi una vita nel mondo reale. E se io avrò successo… e voi vorrete tornare qui, lo farete e vivrete una vita bellissima. Ma se io fallirò voi dovete andare avanti. >>
 
<< E riguardo ai Lost Boys ? >> chiese il capo della tribù che fino a quel momento era rimasto in silenzio
 
<< Padre non gli crederete ? Vero ? >> gli chiese sconvolta Tiger Lily
 
<< Riguardo ai Lost Boys, se vorranno tornare qui saranno liberi di farlo, voi saprete come prendervi cura di loro, se invece vorranno avere una famiglia, resteranno a Storybrooke e saranno felici >> disse Peter ignorando Tiger Lily
 
<< Come faremo a sapere l’esito dell’incantesimo ? >> gli chiese di nuovo il capo della tribù
 
<< Tra tre giorni, inviate una sirena, se riuscirà a trovare Neverland, vorrà dire che sarò riuscito a salvarla e voi potrete tornare, ma se invece non sarà così, e Neverland morirà per sempre… vi chiedo scusa in anticipo. Ora dovete andare >> disse Peter incitandoli
 
<< Va bene, tuttavia… prima di andarmene è necessario che io ti dica una cosa >> gli disse il capo di tribù
 
<< Che cosa ? >> gli chiese Pete alzando un sopracciglio
 
<< Noi, come anche tutti i tuoi Lost Boys, abbiamo sempre creduto in te, e continueremo a farlo, per sempre… fino alla morte >>
 
Peter non sapeva che cosa dire, non aveva mai creduto che il suo popolo avesse una considerazione così alta di lui.
 
<< Tu sei Peter Pan, l’unico e solo Re di Neverland, solo tu puoi salvarla, tu la puoi salvare, noi ci crediamo e soprattutto crediamo in te. Siamo stati onorati di averti conosciuto e qualunque esito avrà il tuo incantesimo noi… faremo in modo che la tua memoria resti immortale, faremo in modo che il tuo nome non venga mai dimenticato. >>
 
<< Ora dovete andare, e anche io >> disse Peter che si sentì improvvisamente a disagio << La mia Ombra vi condurrà via da Neverland, permetterà alla Jolly Roger di volare. Buona fortuna >> disse il Re prima di sparire insieme a Tinkerbelle e a Felix
 
<< Bene, avete sentito il vostro Re, non perdiamo tempo, andiamo a prendere i Lost Boys e affrettiamoci a raggiungere la mia nave >> disse Hook
 

 
Peter, Felix e Tinkerbelle si materializzarono sopra la clessidra. Peter con la magia riuscì ad aprirla e vide che ormai era completamente vuota.
 
<< Bene, Tinkerbelle, hai quello che ti ho chiesto ? >> le chiese Peter
 
<< Si, un capello di Hook e della principessa Aurora. >> disse Tinkerbelle porgendogli l’ampolla con le due ciocche dentro
 
<< Bene, unendole con un po’ d’acqua della sorgente di Neverland che ho preso prima del terremoto dovrebbe attivare il potere del Vero Amore all’interno delle due ciocche. In questo modo, bagneremo i nostri cuori con il Vero Amore  e li sacrificheremo buttandoli nella clessidra. >> disse Peter mettendo l’acqua nell’ampolla
 
<< Aspetta un momento, credevo che il Vero Amore fosse il tuo cuore >> disse Tinkerbelle
 
<< No, il Vero Amore serve per rendere sacri e potenti il cuore della Lealtà e dell’Amicizia, il mio, essendo il cuore del Re, possiede tutta la magia che Neverland mi ha donato quando sono diventato tale. Con il mio sacrificio la mia magia tornerà a Neverland, ovviamente dopo che la magia nera diventerà buona grazie al Vero Amore >> disse Peter
 
<< Quanto tempo avremo dopo che avrai gettato i cuori nella clessidra ? >> gli chiese Felix
 
<< Non lo so… tre ore… credo, o tre minuti, non lo so. Ma non sarà una morte piacevole >> disse Peter
 
<< Ma ne vale la pena >> affermò Felix con sicurezza
 
L’ampolla nelle mani di Peter cominciò a brillare, segno che stava funzionando.
 
<< Va bene, ora… prenderò per primo il mio cuore e lo bagnerò con questo. >> disse prima di infilarsi la mano nel petto e di estrarre il cuore
 
Tinkerbelle e Felix sussultarono ma cercarono di rimanere calmi. Peter osservo per un secondo il suo cuore e notò che era nero solo per metà, forse… il bene che stava facendo a delle persone al di fuori di lui lo stava già aiutando a redimersi. Aprì l’ampolla e versò un po’ acqua sul suo cuore e questi tornò a essere completamente rosso, forse anche più di prima e cominciò addirittura a brillare.
 
<< Bene. Chi vuole essere il prossimo ? >> chiese Peter tenendo ancora in mano il proprio cuore
 
<< Io. Rappresentò la lealtà, e anche se… molte volte avrei voluto voltarti le spalle non l’ho mai fatto ma… ammetto che l’idea di strapparmi il cuore non mi attira perciò fa ciò che devi fare prima che cambi idea >> disse Tinkerbelle
 
<< Puoi ancora cambiare idea Tink >> disse Peter
 
<< Oh dammi qua e fai quello che devi fare >> disse Tink prendendo in mano il cuore di Peter in modo che avesse una mano libera
 
Peter annuì poi infilò la mano dal petto di Tinkerbelle le prese il cuore. Sorrise quando lo vide. Il cuore di Tinkerbelle era rosso con qualche punto bianco, segno che prima praticava la magia bianca. Lo bagnò con il liquido dell’ampolla e all’improvviso il cuore divenne totalmente bianco.
 
<< Sei ancora in tempo per decidere di infilartelo di nuovo nel petto e tornare a essere una fata >> disse Peter
 
<< No, non voglio. Andiamo avanti >> disse Tink prendendo in mano anche il suo cuore
 
<< Ok. Felix sei pronto ? >> chiese Peter rivolgendosi al ragazzo biondo che era stato in silenzio fino a quel momento
 
<< Vorrei dirti una cosa, prima che tu mi strappi il cuore. Voglio sentirla, prima di non sentire più niente >> disse Felix
 
<< Certo. Dimmi pure >> disse Peter
 
<< Io ti… ti chiedo scusa, Peter. >> disse Felix
 
<< Mi chiedi scusa ? E per cosa di grazia ? >> chiese Peter improvvisamente confuso
 
<< Felix… adesso ? >> disse Tinkerbelle
 
<< Anche tu hai tentennato all’inizio >> disse Felix
 
Tinkerbelle  si morse il labbro inferiore e non disse più niente. Peter, dal canto suo non riusciva a capire quello che stava accadendo, e da una parte si sentiva un po’ infastidito dal fatto che a quanto pare Tinkerbelle e Felix gli avevano tenuto nascosto qualcosa e che glielo stessero rivelando proprio adesso.
 
<< Che cosa mi dovete dire ? >> chiese loro
 
<< Che è colpa nostra se Neverland sta morendo >> disse Tinkerbelle
 
<< Che cosa ? >> chiese Peter alzando un sopracciglio
 
<< Noi avremmo voluto dirtelo ma… io avrei dovuto dirtelo ma… >> cominciò a dire Felix
 
<< No, io ti chiesi di mantenere il segreto. È anche colpa mia. >> disse Tinkerbelle
 
<< ADESSO BASTA !! Si può sapere cosa state cercando di dirmi ? >> chiese Peter che ne aveva abbastanza
 
<< Felix è il tuo Vero Amore ! >>
 
<< Io sono il tuo Vero Amore ! >>
 
<< Che cosa ? >> chiese Peter sperando di aver capito male
 
<< Ho incasinato io la tua relazione con Hook, ma non l’ho fatto a posta. Ho usato la polvere di fata due volte per trovare la mia anima gemella e due volte non l’ho inseguita perché… ho avuto paura >> disse Felix
 
<< Quindi… Hook non ha mai utilizzato la polvere di fata. Sei stato tu ! >> disse Peter << Tu solo. E non hai avuto il coraggio di dirmelo. In tutto questo tempo. Io sono andato dietro a un sogno impossibile mentre tu… >>
 
<< Mentre io continuavo a seguire i tuoi ordini, continuavo a starti vicino e ti spronavo a ottenere quello che volevi perché ti voglio bene. Tu sei il mio migliore amico Peter. Da un lato per me era meglio così >> disse Felix
 
<< Ok. Grazie per essere stato sincero con me, in punto di morte, lo apprezzo ugualmente. Non posso dire che non mi sento un po’… preso in giro ma… grazie per la tua sincerità. Ma… se pensi che io ti avrei rifiutato Felix… ti sbagli. Io ho sempre tenuto a te, mai ti avrei fatto del male >> disse Peter con tono sincero
 
<< Ho avuto paura. Quando hai creduto che Hook avesse usato la polvere su di te non hai esitato un secondo a cacciarlo da Neverland e io avevo paura che… >>
 
<< Di cosa ? Avevi paura che io ti abbandonassi ?? Dio Felix, hai sempre detto di credere in me eppure nel momento più importante in cui avresti dovuto credere in me ti sei arreso senza neanche provare a farti coraggio e a dirmi i tuoi sentimenti. Ti sei tirato indietro e non hai neanche provato a lottare per ciò che desideravi >> disse Peter
 
<< Lo so. Ma io non sono come te Peter. Io non combatto per avere ciò che voglio, mi accontento di quello che ho e la tua amicizia per me era molto preziosa e il solo pensiero di doverci rinunciare per sempre… io non.. non ha più importanza di me. Ora puoi prendere il mio cuore. >> disse Felix
 
Peter avrebbe voluto dire ancora qualcosa ma preferì tacere. La terra cominciò a tremare e capì inoltre che dovevano sbrigarsi. Con un sospiro prese il cuore di Felix e vide che era non era proprio rosso ma di una specie di fuxia. Stupidamente lo trovò carino. Lo bagno con il liquido del Vero Amore poi prese gli altri due cuori e li gettò all’interno della piramide dove versò le ultime gocce del liquido. La clessidra subito brillò e cominciò a riempirsi di magia, magia buona.
Peter alzò lo sguardo e vide la Jolly Roger volare lontano, via da Neverland, per l’ultima volta.
 
<< Ora cosa facciamo ? Stiamo qui a guardare questo dannato arnese mentre frulla i nostri cuori fino alla morte ? >> chiese Tinkerbelle incrociando le braccia al petto
 
<< No. C’è un’ultima cosa che desidero fare… con tutti e due >> disse Peter prendendo la mano ad entrambi e materializzandosi su una piccola pianura di Neverland.
 
<< Che ci facciamo qui ? >> gli chiese Felix
 
<< Venite. Sdraiatevi vicino a me, voglio guardare insieme a voi il cielo di Neverland per un’ultima volta >> disse Peter sdraiandosi sul prato
 
Tinkerbelle si sdraiò alla sua sinistra e Felix alla sua destra e poi entrambi presero la mano al proprio Re. Ora che ci pensavano, non avevano mai avuto un momento così intimo o così speciale, in tutti gli anni della loro amicizia. Peter era consapevole che sarebbe morto, presto, molto presto, ma si sentiva comunque felice. Per una volta poteva definirsi fiero di se stesso, aveva salvato il suo popolo, aveva riconquistato l’amicizia di Tinkerbelle, aveva Felix, che non lo aveva mai abbandonato, e aveva ottenuto il perdono dell’unico uomo che il destino gli avesse mai concesso di amare. In un certo senso era diventato immortale, nessuno di quelli che lo avevano conosciuto lo avrebbero mai dimenticato e nessuno sarebbe stato all’altezza di prendere il suo posto. Lui sarebbe stato sempre e per sempre l’unico e solo Re di Neverland.
 

 
A STORYBROOKE… QUALCHE MESE DOPO
 
Neverland non fu la sola ad essere soggetta a dei cambiamenti, lo fu anche Storybrooke. Quando la Jolly Roger tornò al porto di Storybrooke tutti gli abitanti accorsero per accogliere calorosamente i loro cari. C’erano proprio tutti, Archie, la fata Turchina, Geppetto insieme a Pinocchio, Belle, tutti quanti. Ci fu una grande festa a cui presero parte anche i Lost Boys e gli Indiani. I Lost Boys si erano destati durante il viaggio e avevano appena fatto in tempo a guardare un’ultima volta Neverland prima di dirle addio per sempre. E nonostante i primi giorni di malinconia e di pianti per aver perso il proprio re, Emma e gli altri si erano adoperati per trovare loro una famiglia che desse loro le giuste cure e attenzioni. Per quanto riguarda gli indiani, erano rimasti molto affascinati dalle novità che trovarono a Storybrooke e seppur con qualche tentennamento iniziale scelsero di restare anche loro a Storybrooke, concordando che Neverland, se fosse sopravvissuta sarebbe dovuta appartenere solo a se stessa e ai bambini che l’avrebbero visitata durante i loro sogni. Emma e Neal cercarono di ricostruire il proprio rapporto e di dare a Henry una famiglia, Rumple chiese a Belle di sposarlo e lei accettò. Aurora partorì un bellissimo maschietto che lei e Hook scelsero di chiamare Oliver e si amarono alla follia per tutta la vita. In fine quando la maledizione della Strega dell’Ovest li colpì, anche Regina riuscì a trovare la sua anima gemella, e tutti quanti, insieme, sconfiggendo la strega riuscirono a riportare la felicità anche nell’Enchanted Forest prima di tornare definitivamente a Storybrooke.
 

 
Neverland, come aveva previsto il suo Re, era rinata ancora più immensa e bella di prima. La natura era più rigogliosa, i frutti erano molto più saporiti, i fiori brillavano come gioielli. Il mare sembrava fatto di diamanti e il cielo se di giorno era stupendo di notte era una visione spettacolare, le stelle brillavano ancora più di prima come anche la luna. Come fu deciso, nessuno scelse più di vivere definitivamente su Neverland, in realtà era la stessa Neverland a non accettare più di avere un padrone. Era come se avesse una vita, una propria volontà e aveva scelto di non volere più un padrone,  Peter era e sarebbe stato il suo unico vero padrone. Infatti, quando i bambini la visitavano durante nei loro sogni, alcuni di loro potevano giurare di sentire il suono di un piffero, o la risata di una giovane donna, o il rumore di un tamburo. Ma solo i più fortunati o più coraggiosi, coloro che avevano davvero il coraggio di visitare Neverland più a fondo scoprivano il luogo più bello e spirituale dell’isola. Perché si… Neverland si era occupata di dare un’adeguata sepoltura a coloro che le avevano salvato la vita.  Infatti vi era un prato pieno di fiori, in una parte nascosta di Neverland, dove un tempo vi era l’accampamento dei Lost Boys, e lì c’era una grande roccia con tre diverse incisioni :
 
“ Tinkerbelle, la fata più devota e leale di tutte”
 
“ Felix, amico sincero e coraggioso”
 
“ Peter Pan, unico e solo Re di Neverland”
 




NOTE DELL'AUTORE :
Ringrazio infinitamente tanto coloro che anno seguito questa breve storia dall'inizio alla fine. Come potete immaginare questo è l'ultimo capitolo e, anche se so che è troppo lungo, spero comunque che sia stato di vostro gradimento e mi scuso per eventuali errori grammaticali. Spero di essere stata esaustiva in tutti gli aspetti della storia. Tuttavia, se c'è una qualunque incertezza, siete liberi di porre tutte le domande che desiderate. Grazie ancora !! Un bacio 

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